Nessuno tocchi Caino - Finale alternativo

di LeftEye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** parte uno ***
Capitolo 2: *** parte due ***



Capitolo 1
*** parte uno ***


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Nessuno tocchi Caino – Finale alternativo

Riassunto: la dittatura di Freezer è stata sconfitta e ora lui e i suoi seguaci sono condannati a morte per crimini di guerra e crimini contro l’universalità.

Tra questi condannati c’è anche il principe Vegeta, crudele guerriero Sayan.

A una giovane giornalista Terrestre, Bulma, è stato affidato il compito di scrivere la biografia di Vegeta, ma ascoltando la sua storia, si convince che la sua condanna a morte è ingiusta, inoltre tra i due nasce un profondo sentimento di amicizia, e forse qualcosa di più.

Ma giunge l’ora della condanna a morte e la ragazza non può fare nulla per salvarlo.

O forse no…

«Salve!» una voce squillante e allegra lo destò dal suo stato di dormiveglia. Vegeta non dormiva mai veramente, non ci riusciva più.

Ma prima ancora di sentire la sua voce, il principe si era accorto della presenza di Bulma dal buon profumo che emanava e che si poteva sentire per tutta l’ala della prigione.

Un profumo di fiori e di miele, dolce e fresco, come il vestito che indossava quel giorno.

Quello era l’ultimo giorno in cui si potevano vedere.

Una settimana più tardi Vegeta sarebbe stato giustiziato.

Freezer invece sarebbe morto fra due giorni.

«Come mai ti sei messa in ghingheri?» le chiese Vegeta.

«Ehm… ma che dici, ho messo la prima cosa che ho trovato!» rispose Bulma arrossendo, sapendo di essere stata smascherata.

In realtà quella mattina si era svegliata presto e aveva eseguito un trattamento di bellezza per apparire al meglio agli occhi del Sayan.

Aveva intenzione di farlo sentire bene, di non fargli pensare al giorno dell’esecuzione che incombeva, di metterlo di buon umore.

«Ti ho portato delle brioches e della frutta!»

«Davvero ti permettono di darmi da mangiare?»

«Sì» sorrise Bulma.

«Non lo sai che se dovessi recuperare abbastanza forze, c’è il rischio che io riesca ad uscire di qui e ammazzare tutti?» le disse minaccioso avvicinandosi alla parete che li separava, con l’intento di spaventarla.

«Sì» rispose ancora lei, restando tranquillissima.

«E non hai paura di morire?»

«E tu?» chiese lei senza staccare gli occhi da lui e cercando di captare ogni minima reazione. «Tu hai paura di morire?»

«No» rispose freddamente Vegeta, chiudendosi ancora una volta in se stesso.

«Muoviti a chiedermi quello che devi chiedermi, non ho voglia di parlare oggi.»

Quel giorno lei gli chiese i dettagli della sua vita nell’esercito di Freezer quando ancora era un bambino.

Sebbene lui non fosse molto loquace aveva raccolto abbastanza dati e la stesura della biografia era a buon punto.

«Non c’è nessuno in particolare che ti manca? Un famigliare, un parente?»

«No» rispose seccato Vegeta, e le voltò le spalle.

Bulma capì che lui non le stava mentendo, non aveva veramente mai avuto una figura importante che lo seguisse o che significasse qualcosa per lui, nel corso della sua vita.

Era sempre stato completamente solo.

«Vegeta» disse con voce spezzata. «Io non voglio che tu muoia.»

Il Sayan si voltò a guardarla, stupefatto dalle sue parole.

«Perché? Non mi conosci nemmeno.»

«Ti conosco più di molte altre persone. In questi giorni ho saputo cose su di te che i giudici non immaginano neanche e di cui non si interesseranno mai, ma io so che tu non meriti di morire!»

Lui continuava a guardare quegli occhi colmi di lacrime come se lei gli avesse detto qualcosa di straordinario, e infatti era così.

«Non puoi aiutarmi, lo sai.»

«Lo so…» singhiozzò lei. «Ma voglio che tu sappia che a questo mondo c’è una persona che avrebbe voluto far parte della tua vita, e quella persona sono io.»

«Non piangere per me, Bulma» mormorò Vegeta avvicinandosi alla parete che li divideva. «Non merito le tue lacrime.»

«A te è stata negata la possibilità di vivere una vita come tutti gli altri!» esclamò lei.

«E io l’ho negata a centinaia di altre persone» ribatté lui. «Merito di morire.»

«No, no…» lei scosse la testa, incapace di accettare quell’idea.

«Ma ti sbagli anche riguardo un’altra cosa. Tu sei già entrata nella mia vita, anche se per poco tempo, e ti ringrazio per questo.»

In quel momento giunse la guardia per portar via Bulma.

«Aspetti un attimo» supplicò lei. «Vegeta, devo farti una domanda, e voglio che tu sia sincero: hai paura di morire?»

Lui la fissò negli occhi, non sapendo se mentire o dire la verità.

Poi scelse:

«Sì.»

Lei rimase in silenzio ancora per qualche istante, poi disse:

«Addio, Vegeta. Fammi un ultimo favore, mangia quello che ti ho portato.»

Strana richiesta, ma Vegeta decise che l’avrebbe accontentata.

In fondo, era l’unica persona che si fosse mai interessata a lui.

Bulma giaceva rannicchiata sul suo letto, con il televisore acceso a tutto volume, ma non guardava lo schermo.

Attendeva di sentire qualche notizia dal telegiornale.

Una in particolare, ma sembrava non giungere mai.

Questo la metteva in ansia ancora di più.

Tirò su con il naso, cercando di non mettersi a piangere.

Pregò con tutto il cuore che Vegeta avesse ascoltato il suo consiglio, o sarebbe stata la fine.

“Notiziario straordinario: tutto il pianeta è in allarme, uno dei peggiori criminali della Galassia è riuscito a fuggire dal carcere di massima sicurezza di Alcatraz. Vegeta, il principe dei Sayan, uno dei più spietati collaboratori di Lord Freezer, il dittatore giustiziato qualche giorno fa, è scappato questa notte dalla sua cella. La popolazione è invitata alla massima prudenza, quest’uomo è altamente pericoloso. Al momento non si è a conoscenza di come sia potuto accadere, in qualche modo il guerriero è riuscito ad accumulare un’energia tale da sfondare le pareti della cella e far esplodere le cinta di sorveglianza. Fortunatamente non ci sono state vittime o feriti, ma si teme per la sicurezza dei cittadini, il Sayan fuggitivo è crudele e senza scrupoli, potrebbe fare di tutto…”

Bulma si tirò su a sedere di scatto, asciugandosi velocemente le lacrime e drizzando le orecchie per cogliere ogni parola del giornalista.

“… secondo le ultime fonti, il Sayan potrebbe essere stato aiutato da qualche complice, e i possibili sospettati si riducono a un numero molto ristretto…”

Probabilmente la polizia l’avrebbe contattata e interrogata, ma ora che sapeva che Vegeta era scappato non le importava più niente.

Potevano metterla in prigione, torturarla: lei era felice per lui.

Durante la sua ultima visita aveva iniettato delle sostanze ad alto tasso energetico, ben note agli sportivi che facevano uso di doping, nei dolci e nella frutta che aveva portato per Vegeta.

Le guardie erano entrate in confidenza con lei e non avevano effettuato tutti i controlli di routine.

Il suo visino dolce e lo sguardo innocente avrebbero ingannato chiunque.

Anche se si trovava dall’altra parte del pianeta, le forze dell’ordine si erano già attivate per sorvegliare le strade della sua città, sapendo che Vegeta si poteva spostare sulla Terra senza l’uso di mezzi di trasporto, e con molta rapidità.

Da fuori provenivano già i suoni assordanti delle sirene e le luci blu intermittenti della polizia proiettavano ombre colorate sui muri della stanza.

Bulma decise di chiudere le tende e spegnere le luci di casa.

Ora aveva paura, ma non del fuggitivo.

Sapeva bene come agivano i servizi segreti Terrestri: nel bel mezzo della notte ti piombavano in casa, la perquisivano gettando all’aria ogni mobile, portavano via persone con la forza e le facevano sparire per settimane, anche per mesi.

Bulma non sapeva se era il caso di svignarsela il più presto possibile e svanire dalla circolazione, o restare a casa, mantenere la calma e un atteggiamento sicuro.

Di certo, scegliendo la prima opzione, avrebbe destato molti sospetti, anzi, li avrebbe confermati.

Spense la televisione, si spostò in cucina e si preparò una tazza di caffè, poi si sedette sul divano del salotto per riflettere e decidere sul da farsi.

Stava lì accoccolata al buio da un quarto d’ora, quando sentì un rumore improvviso, un cigolio.

Non capì da dove proveniva, ma si spaventò a morte: erano venuti a prenderla?

Posò la sua tazza, ormai semi vuota, e si alzò cautamente, senza accendere nessuna luce.

Conosceva bene la sua casa e vi sapeva muovere anche al buio, ma la stessa cosa non valeva per l’eventuale intruso.

Si diresse in cucina con l’intento di prendere un coltello, ma appena varcò la soglia della stanza venne violentemente afferrata da un paio di braccia forti e dalla presa salda che le serrarono le braccia impedendole il movimento, e con una mano le fu tappata la bocca.

Cercò di urlare e di divincolarsi ma riuscì solo ad emettere qualche flebile gemito e a scalciare a vuoto.

Quando le lacrime sopraggiunsero, sicura che fosse la sua fine, riconobbe una voce famigliare:

«Stai calma, sono io.»

Venne liberata e quando si voltò riconobbe, nell’ombra, il principe dei Sayan.

«Vegeta!» esclamò Bulma con il cuore colmo di gioia. «Sono così felice che tu sia riuscito a scappare.»

«E’ merito di una Terrestre molto scaltra» rispose l’uomo ammiccando con sguardo complice. «Diavolo, quando ho mangiato quei dolci ho sentito lo stomaco scoppiarmi, e poi un’ondata di forza ed energia mi ha assalito… non mi sentivo così in forma da mesi! Che cavolo ci hai messo dentro?!»

«Un po’ di vitamine…» rispose vaga la ragazza.

«Lo sai vero che ti verranno a cercare?»

«Sì, lo so, ma non m’importa.»

«Sei più pazza di quanto credessi» sbottò Vegeta in disapprovazione. «Hai voluto evitarmi la pena di morte, ma ora ci finirai tu, sulla sedia elettrica.»

«Te l’ho detto, non m’importa.»

«Ma importa a me. Sono in debito, per questo ho deciso di portarti via da questo pianeta. Non puoi restare qui.»

«Vuoi che venga con te?» chiese incredula Bulma.

«Ho intenzione di rubare un’astronave. Lasceremola Terra insieme e poi, ti farò scendere sul pianeta che preferisci.»

«Ma come, mi vuoi scaricare su un pianeta sconosciuto?!» protestò indispettita Bulma.

«Hai un’idea migliore?»

«Certo, venire con te!»

«Non dire sciocchezze! Non puoi stare con un ricercato, e io non ho intenzione di fare da baby-sitter a una debole femmina!»

Bulma incaricò le braccia, inviperita e offesa.

«Guarda che se scappo con te, anch’io sarò una ricercata; e non darmi della “debole femmina”! Deciderò io se voglio restare con te!»

Le sirene della polizia si fecero più vicine.

«Non è il momento adatto per parlarne. Intanto dobbiamo andarcene da qui» disse Vegeta. «Prendi il minimo indispensabile: un po’ di vestiti, soldi, medicinali, e ce la svigniamo.»

Bulma obbedì e in dieci minuti fu pronta.

Vegeta la prese in braccio ed uscì dalla finestra spiccando il volo verso il cielo nero della notte.

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Capitolo 2
*** parte due ***


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L’astroporto era sorvegliato da carri armati, sensori sensibilissimi e centinaia di soldati, ma per Vegeta fu uno scherzo eluderli tutti.

Con una facilità estrema erano riusciti ad entrare a bordo di una delle astronavi più agili e veloci a disposizione, ma ora il problema era partire e andarsene alla svelta senza essere  catturati.

«Non ce la faremo mai» piagnucolò Bulma in preda al panico.

«Zitta, così mi innervosisci» la rimproverò Vegeta mentre trafficava con i comandi della nave. «Fortunatamente ci sono dei missili. Possiamo partire in tutta tranquillità: se ci inseguono, spariamo.»

«Vuoi scherzare?! Così potremmo fare del male a qualcuno!» protestò la ragazza.

«Se noi non facciamo male a loro, loro ne faranno a noi» le fece notare il Sayan. «Ma mi è venuta un’idea migliore: facciamo un po’ di casino dall’altra parte della pista, e mentre tutti accorrono, noi ce la svignamo.»

«E come credi di “fare un po’ di casino”?»

Vegeta le sorrise sornione:

«Hai mai sentito parlare di ki-blast?»

 

 

 

 

 

Non poteva crederci, era filato tutto liscio.

Vegeta aveva scatenato un vero bombardamento dall’altra parte della pista di atterraggio per astronavi, e mezzo esercito era partito in quarta per andare a controllare, temendo qualche attacco.

Lui e Bulma avevano nel frattempo fatto partire la navicella e non avevano trovato nessuno a sbarrare loro la strada.

In fondo avevano entrambi bisogno di un po’ di fortuna, se l’erano meritata.

Nel giro di mezz’ora erano fuori dall’orbita terrestre e poterono finalmente rilassarsi.

Vegeta inserì il pilota automatico, si alzò dal posto di comando e senza dire niente uscì dalla cabina di pilotaggio, mentre Bulma sonnecchiava sul suo sedile.

Quando riaprì gli occhi e si accorse che lui mancava, temette di essere stata abbandonata, ma poi constatò, dandosi della scema, che ciò non poteva accadere.

Non ancora.

Si alzò per andare a cercarlo.

Lo trovò in una delle cuccette della nave, profondamente addormentato.

Durante la loro fuga non aveva mai dato segni di cedimento, ma doveva essere veramente esausto.

E anche affamato.

Bulma decise di preparargli qualcosa che avrebbe trovato pronto al suo risveglio, e con quel poco che trovò nella cambusa riuscì a cucinare un ottimo pasto.

Mentre gironzolava per la nave si chiese che ne sarebbe stato di loro, e se Vegeta l’avrebbe veramente abbandonata su un altro pianeta.

Lei desiderava con tutto il cuore restare con lui, ma il Sayan non aveva lei aveva mai esternato altri sentimenti oltre alla riconoscenza per avergli salvato la vita.

Non era certa che lui provasse ciò che lei provava.

Quando si risvegliò e trovò la tavola imbandita, si sedette in silenzio senza guardarla negli occhi ma con le guance leggermente imporporate, e iniziò a trangugiare tutto quello che c’era senza spiccicare parola.

«Spero che ti piaccia» disse lei sorridente.

Lui mugugnò qualcosa di indecifrabile con la bocca piena, ma sembrò essere un cenno di apprezzamento.

Quando si alzò da tavola non se ne andò subito, ma si fermò a guardarla pensieroso.

«Desideri qualcos’altro?» gli chiese lei con voce morbida e suadente.

Il respiro di Vegeta si fece più forte, e il Sayan distolse lo sguardo nuovamente.

«Non… non sto con una donna da molto tempo» ammise infine. «Solitamente non esiterei a prendermi subito ciò che voglio, ma nel tuo caso, una ragione d’onore mi impone di… chiederti se…»

«Se voglio venire a letto con te?» gli tolse le parole di bocca la ragazza.

Erano a pochissima distanza l’uno dall’altra, e finalmente lui fu in grado di sostenere il suo sguardo.

Qualcosa, durante la sua permanenza in prigione, gli aveva tolto la sfrontatezza di un tempo, ma ora stava a poco a poco riaffiorando.

«Sei sveglia, donna…» sorrise malizioso.

«Mi pareva di avertelo già dimostrato» fece notare Bulma. «Dal momento che affermi di essere un uomo d’onore, non vedo perché non dovrei accettare la tua proposta…»

Senza aggiungere altro, Vegeta annullò la distanza tra sé e la donna portandole le mani sui fianchi e spingendola contro il suo corpo.

Per essere la prima scopata dopo mesi di astinenza, voleva godersi ogni sensazione con calma, e decise di fare tutto molto lentamente.

Inoltre, aveva raggiunto con quella donna un grado d’intimità che oltrepassava il rapporto fisico senza averlo mai sfiorato, ed era una novità per lui.

Ricordava che, nella sua cella, nelle poche ore in cui riusciva ad addormentarsi, aveva sognato spessola Terrestre, e quei sogni erano stati talmente realistici che si svegliava sempre accaldato ed eccitato.

Nelle sue fantasie notturne l’aveva vista nuda e gemente sotto di sé, e la sua immaginazione era arrivata a fargli sentire perfino la sua pelle calda e morbida.

Ora Vegeta poteva finalmente toccare quella pelle liscia che aveva tanto bramato, e il suo profumo era decisamente migliore di quello che aveva fantasticato.

Sì, era stato in astinenza per molto tempo, ma era un soldato, ci era abituato.

La sua richiesta era nata solo dal suo desiderio di fare sua la Terrestre, una volta per tutte.

Lei e solo lei.

Quel pensiero, così carico di risolutezza e desiderio di possesso, lo spaventò, ma non ci badò troppo, tanta era la passione che stava annebbiando i suoi sensi.

Sfiorò con le labbra il suo viso e i suoi capelli, e a quel tocco Bulma lasciò cadere la testa all’indietro dischiudendo le labbra in un flebile sospiro, in attesa di sentire la bocca di lui sulla propria.

Quel bacio non si fece attendere molto, e fu come una tempesta di incredibile forza che fece tremare la ragazza; temette di non riuscire a reggersi in piedi e si aggrappò a lui allacciando le braccia attorno al suo collo.

Non capì come mai dopo un po’ si ritrovarono nella stanza dove lui aveva dormito, ma era talmente ipnotizzata che in quel momento avrebbero potuto farle di tutto e lei non avrebbe protestato.

Aveva desiderato così a lungo di poter toccare il Sayan, di poter sentire quelle forti braccia avvolgerla in una presa calda e sicura…

Si lasciò andare alle sensazioni che lui le stava trasmettendo, a quella passione che aveva frenato per così tanto tempo, e all’amore che provava per quel crudele, spietato Sayan.

Lui la depose sulla branda rudemente e si liberò in fretta dei vestiti, aveva lo sguardo annebbiato dall’eccitazione e non sapeva per quanto avrebbe resistito, doveva prenderla subito, sentirla su di sé, attorno a sé.

 

 

 

 

 

Quando si svegliò, molte ore più tardi, Bulma si trovò di nuovo sola.

Da tempo non provava quel calore che Vegeta le aveva trasmesso quella notte, si sentiva bene.

Ma lui era nuovamente sparito.

Si mise addosso una maglietta e, uscita dalla stanza, lo incontrò nella sala comandi, intento a studiare le possibili coordinate da selezionare.

Non sapeva con quale atteggiamento porsi, ora, si trovava in imbarazzo, ma lui si comportò come se tra loro non fosse successo niente:

«Potremmo scendere a Noogat e cambiare nave per far perdere le nostre tracce: quello è un pianeta di anarchici.»

«Non sarà pericoloso?» ipotizzò Bulma.

«Dimentichi che sono io l’essere più pericoloso di tutta la galassia» le fece notare Vegeta con un sorrisetto malizioso.

«Dipende da chi lo dice. Allora, posso restare con te?» Bulma si fece più intraprendente e gli si sedette in braccio, avvolgendo le braccia attorno la suo collo.

Lui la fissò per qualche momento.

«Vedremo» rispose sommessamente prima di affondare il viso nell’incavo del collo di lei. «Vedremo.»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdLefteye: premetto che l’altro finale, quello originale, rimane il mio preferito. Ma ho scritto quest’altra versione per chi me l’aveva chiesto e per curiosità, per vedere come sarebbe venuta fuori.

Devo dire che se avessi seguito i consigli di vit, l’avrei scritta meglio ^//^

Ma spero che vi sia piaciuta lo stesso: è dedicata alle più romantiche, e spero chiuderete un occhio se i personaggi sono un po’ OOC! (In ogni caso, aggiungo l’avvertimento)

Ho terminato qui la storia perché… beh, non era il mio scopo dare il via a un’altra epopea di Bulma e Vegeta nello spazio, solo di farvi sapere che se la sono cavata. E, se fossi andata troppo avanti, allora vegeta mi sarebbe sfuggito di mano e l’avrei fatto ancora più OOC di quanto non sia già.

Un grazie di cuore a tutti quelli che hanno commentato!

 

 

 

 

 

 

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