All Our Future Together

di Vale__91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solo noi due...e l'altro ***
Capitolo 2: *** Ritorno Al Passato ***
Capitolo 3: *** L'incubo ***
Capitolo 4: *** Chiarimenti ***
Capitolo 5: *** Tradimenti & Riflessioni ***
Capitolo 6: *** L'udienza ***
Capitolo 7: *** Nuova vita e ancora amore ***
Capitolo 8: *** Il passato è indelebile ***
Capitolo 9: *** Attesa Interminabile ***
Capitolo 10: *** La paura e l'amore ***
Capitolo 11: *** My Heart is Breaking ***
Capitolo 12: *** Dolci e Amare Lacrime di Pioggia ***
Capitolo 13: *** Luce Fioca ***
Capitolo 14: *** Be Together ***



Capitolo 1
*** Solo noi due...e l'altro ***


Sana si alzò alle 7.00 della mattina spaccate. Si stropicciò gi occhi e si girò subito verso l’altra parte del letto dove c’era ancora la sua metà che ormai dormiva affianco a lei da oltre sei anni.
Uscì dalla camera cercando di non fare troppo rumore per non disturbarlo. Adorava guardarlo mentre dormiva, ma quel giorno per sua sfortuna non aveva tempo di farlo a causa dei troppi impegni di lavoro. Da quando si erano sposati e vivevano insieme era diventata una donna più responsabile, ma sempre con quella voglia intensa di vivere le giornate appieno senza perderne un istante. Era diventata anche meno ritardataria e di questo il suo inseparabile collega le era riconoscente.
In corridoio posò gli occhi su alcune foto poste su un mobile di legno. Il giorno delle sue nozze. Sana radiosa e bella come sempre e lui infinitamente dolce per lei che amava alla follia. Il suo abito bianco era stato fatto appositamente per lei dai migliori sarti di tutta Tokyo e anche se diceva sempre che non era necessario preoccuparsi tanto per un vestito, sua madre le aveva sempre ripetuto che quel giorno ogni cosa sarebbe dovuta essere perfetta. Non si intromise più di tanto con i preparativi, ma lasciò scegliere tutto ai neo sposini, anche se ad Hayama i centrini per i tavoli non importavano più di tanto. Lui aspettava soltanto quel momento tanto agognato in cui le avrebbe promesso per l’ennesima volta che l’amava, donandole l’anello, simbolo in cui credevano molto entrambi, che li avrebbe legati in una cosa sola. Tutti i loro più cari amici erano presenti: Aya ( Alissa ) e Tsuyoshi ( Terence ) che si erano uniti in matrimonio ancor prima di loro, i loro compagni d’ infanzia sino ad arrivare a quelli del liceo. Trascorsero una giornata piena di emozioni che non avrebbero mai dimenticato. Mancava solo una persona.
Tornò alla realtà e si incamminò verso un’altra stanza quella accanto alla sua e di suo marito. Era più piccola, ma lo stesso accogliente ancora buia coperta dalle tende e dalle veneziane. Si avvicinò al piccolo letto posto su un lato della stanza e si chinò ai bordi del materasso. Accarezzò la piccola testolina poggiata sul cuscino che iniziò a muoversi disturbata dalle carezze. Aprì gli occhi a fatica, ma riconobbe subito chi aveva di fronte.
<< Buongiorno tesoro mio >> gli disse lievemente.
Iniziò a mugugnare qualcosa che Sana non riuscì a decifrare e poi vide le sue piccole braccia chiedere un abbraccio.
<< Forza Jin svegliati…altrimenti chi ti porta all’asilo >>
<< P-papà… >>
Si staccò dall’abbraccio e lo guardò nei suo profondi occhi scuri per quanto riuscisse a vederli dato che la stanza era per metà buia.
Il giorno del parto, un altro momento indimenticabile. Le riaffiorarono alla mente tutti quegli istanti. La prima volta che lo ebbe fra le mani. Era come avere un piccolo Akito tra le braccia, anche se aveva gli stessi suoi occhi. Scelsero subito il nome del loro bambino.
<< Visto che sei un maschietto ti chiameremo…come lo chiamiamo Aki? >>
<< Mhh…ecco a me il nome Jinsei non dispiace…non ti ricorda niente? >>
<< Ora che ci penso, no non mi viene in mente… >>
Hayama sgranó gli occhi dallo stupore, ma si rialzò subito e ricordò a Sana che era il nome del suo maestro di Karaté che se n’era andato prematuramente in seguito ad un incidente.
<< Beh dato che il nome non mi dispiace…vada per Jinsei >>
Da allora lo avevano sempre chiamato Jin, ma entrambi andavano fieri del nome di battesimo del loro primogenito.
Ancora una volta ritornò al presente, si alzò in piedi e aprì di scatto la tenda facendo filtrare la luce del sole già alto.
<< Dai mamma… >>
<< Su alzati pigrone…intanto vado a preparare la colazione…cosa preferisci stamattina? >>
<< Frittelle… >>
<< Allora vada per le frittelle… >>
Scese le scale e si avviò verso la cucina. Tutte le camere della casa erano spaziosissime. Vivevano in una villa poco lontano dall’abitazione d’infanzia di Sana. Non avevano una domestica perché Akito odiava vedere una persona estranea girare per casa, così dovevano arrangiarsi da soli oppure, se capitava, la sig.ra Patricia si recava a casa loro per sbrigare qualche faccenda senza impegno.
Sana ormai era una donna di successo e girava di continuo spot, sit-com, piccole serie. Tutti in Giappone la conoscevano, ma era anche molto famosa all’estero.
Attualmente si stava preparando alla conduzione di un nuovo programma molto simile a “ Kodomo No Omocha ” ( Evviva l’Allegria ) a cui era stata sempre molto riconoscente. Le piaceva molto lavorare con i bambini perché riusciva ad avere da loro tutta l’energia necessaria per affrontare gli imprevisti della vita che il destino le aveva riservato. Basti pensare che quando seppe di essere incinta della persona più importante della sua esistenza rimase con un sorriso a trentadue denti stampati per tutti i nove mesi nonostante i vari dolori che provò durante la gravidanza. Tutto questo per il desiderio più grande: diventare mamma e avere un bimbo tutto loro che avrebbero accudito meglio di qualunque altra cosa.
Aprì il frigorifero e prese tutto l’occorrente per preparare una buona colazione alla sua famiglia. Da pochi anni aveva preso dimestichezza nel cucinare, ma era finalmente riuscita a farlo senza far saltare la casa o a preparare cose immangiabili.
Un quarto d’ora più tardi scese suo figlio già vestito e pronto per uscire.
<< Hai visto mamma…tutto da solo! >>
<< Ma Jin sei stato bravissimo… >>
Si chinò per abbracciarlo, poi lo prese in braccio e lo posò sulla sedia.
Aveva solo 5 anni, ma sembrava già un ometto. Era un bambino curiosissimo, e dolcemente ingenuo. Amava moltissimo ridere e stare insieme ai suoi genitori a cui voleva un bene immenso.
<< Mamma, ma papà non scende? >>
<< Oggi papà dorme un po’ di più e dato che non deve andare a lavoro viene a prenderti lui all’asilo così poi passate la giornata insieme, sei contento? >>
<< Sì che bello viene papino >>
Gli sorrise dolcemente e si sedette di fronte a lui per fare colazione insieme. Dopo aver lavato le due tazze lasciò la colazione anche per Hayama e salì al piano di sopra per cambiarsi.
<< Vai a lavarti i denti Jin! >>
<< Va bene mamma…ma tu non venire faccio tutto da solo >>
Rise tra sé e sé poi entrò in camera da letto e si preparò per uscire. Prima di chiudere la porta tornò indietro e lasciò un impronta di rossetto sulla guancia di suo marito.
<< Buongiorno amore >> gli sussurrò.
Guardò l’orologio e andò di corsa verso il suo bambino.
<< Sei pronto Jin? >>
<< Sì andiamo mamma… >>

Vi piace come inizio? Spero di sì...questa era solo una breve introduzione per raccontarvi come sono andate le cose "prima"...il bello ovviamente deve ancora venire...vi prego recensite in tanti e fatemi sapere come vi sembra così so anche se ne vale la pena di continuare...un baciooooooo!al prossimo cappy!ciaooo!

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Capitolo 2
*** Ritorno Al Passato ***


Erano ormai le 9.00 passate quando Hayama si svegliò. Guardò la sveglia sul comodino e pigramente si alzò in piedi. Lentamente uscì nel corridoio e posò gli occhi sulle stesse foto che sua moglie si era fermata ad osservare qualche ora prima.
Iniziò a ricordare. Vedeva i capelli rossi di Sana, il suo sorriso felice. Poi i capelli cambiarono colore. Erano diventati scuri, castani e molto più corti. Altri capelli ora più scuri ancora, un taglio maschile. Nella testa iniziò a sentire delle urla di donna. Una porta che veniva aperta di scatto. Come da un incubo tornò alla realtà di soprassalto e cercò di focalizzare il posto in cui si trovava. Posò la cornice con la foto del suo giorno speciale e scese le scale per andare a fare colazione. Quando ebbe finito si mise una tuta e uscì per fare una piccola corsa. Senza il lavoro non sapeva come ingannare il tempo, così mentre correva pensava a cosa avrebbe potuto fare con suo figlio. Attraverso il parco. Quel posto speciale che lo aveva accolto molte volte tra i rami dei suoi alberi. Il gazebo dove aveva trascorso con lei molti momenti felici e dove le aveva chiesto di diventare sua moglie per tutta la vita. Non capì bene dove prese il coraggio di chiederglielo, ma quando lo fece si sentì molto più rilassato anche perché lei gli saltò al collo e lui si era gia prospettato una risposta negativa.
Finita la corsa tornò a casa e si fece una doccia veloce. Quando ebbe finito aveva giusto il tempo di vestirsi e andare a prendere suo figlio.
<< Papààààà >> gli corse incontro Jin.
Hayama lo afferrò al volo e fece finta di farlo volare.
<< Allora come è andata oggi campione? >>
<< Benissimo papà, abbiamo fatto una gara e io sono arrivato primo >>
<< Hai preso tutto da me come pensavo…hai visto che fare karaté serve? >>
<< Sì, ma adesso ho un po’ di fame…cosa mangiamo >>
<< Ti va di andare da qualche parte a prendere qualcosa? >>
<< Sììì…andiamo…presto papà >>
Si fece trascinare per un braccio da suo figlio, poi gli prese la mano e si avviarono insieme verso un fast-food.
<< Io voglio quello con la sorpresa papà! >>
<< Va bene… >>
Si sedettero a un tavolo e iniziarono a mangiare sereni.
Akito si voltò un istante e fece cadere il tovagliolo che aveva in mano come se fosse stato colpito da un fulmine. Di nuovo quei capelli scuri, corti, ma il viso si accorse che non era il suo.
<< Papà guarda che bello? >>
<< Cosa? >>
<< Il giocattolo…guarda che bello >>
<< Bello…come funziona? >>
Al piccolo piaceva tanto raccontare come funzionavano tutti i suoi giocattoli specialmente se nuovi, così iniziò a spiegare ad Hayama come si doveva usare il gioco che aveva trovato.
Restarono lì ancora una ventina di minuti poi tornarono a casa.
<< La mamma quando torna? >>
<< L’andiamo a prendere tra qualche ora…le facciamo una sorpresa vuoi? >>
<< Sì dai. E compriamole qualcosa di bello… >>
<< Cosa le vuoi prendere? >>
<< Fiori… >>
<< Ok allora usciamo un po’ prima e andiamo a prenderglieli >>.
La dolcezza e l’altruismo Jin li aveva ereditati senza dubbio da sua mamma. Mentre il piccolo andava in camera sua a giocare con i suoi pupazzi Akito si sedette sul divano.
“ Come mai penso ancora a quell’inferno. Mi ero promesso con Sana di non pensarci più, di vivere sereni. Adoro la vita che sto conducendo con la mia famiglia, ma quel ricordo mi martella incessantemente. Se solo si potesse chiarire una volta per tutte la questione. Non dover essere preoccupato di veder tornare quella persona da un momento all’altro ”.
<< Papà vieni a giocare con me…? >>
<< Arrivo subito… >>.

§

<< Ma sono bellissimi tesoro >>
<< Io e papà li abbiamo presi vicino casa. Erano i più belli che c’erano…come te mammina >>
Lo guardò dolcemente e gli diede un bacio sulla fronte poi abbraccio Hayama.
<< Vi siete divertiti oggi? >>
<< Sì prima siamo andati a mangiare fuori poi siamo tornati a casa per un po’ e prima di venire qui siamo andati al parco >>
<< Ma bravi…^^ >>
Tornarono a casa a piedi e mentre Jin era ancora alle prese con il giocattolo preso nel pomeriggio, Sana guardava Hayama che era piuttosto pensieroso.
<< Cosa c’è? >>
<< Mhh? Nulla perché? >>
<< Non fare finta di niente…non hai detto una parola e sei sempre assente…non dirmi che? >>
<< Non ricominciare… >>
<< Allora ho fatto centro?!? >>
<< Io non ho detto nulla…quindi no…non hai fatto centro >>
<< Ci eravamo fatti una promessa…come mai ancora ci stai pensando…quando ne vorrà parlare verrà, nessuno la costringe a stare a Londra >>
<< Solo che… >>
<< Niente “ se ”…sappiamo entrambi di chi è la colpa di quello che è successo. Tu cosa c’entri…lei lo sa…prima o poi si farà viva… >>
<< Va bene…anche perché non abbiamo il suo recapito… >>
<< Appunto…Jin stai attento >>
<< A proposito Sana, stasera non dobbiamo mica andare da tua mamma? >>
<< È vero quasi mi dimenticavo…Jin vieni andiamo dalla nonna >>
<< Che bello vedo la nonna e Marochan >>

§

Misako Kurata ( sig.ra Smith ) posò il bicchiere di vino bianco sul tavolo.
<< Cena ottima no? >>
<< Vero mamma…la sig.ra Patricia è sempre la migliore… >>
<< Sì ma ora dovrei parlarvi di una cosa seria >>
<< Mamma se mi dici così mi spaventi…cosa c’è? >>
<< È arrivata una lettera stamattina…è per voi due… >>
<< Dice sul serio >> disse Hayama sorpreso.
<< Non scherzo mai su queste cose…sig.ra Patricia può portarla qui per favore? >>
<< Subito >>
Tornò dopo pochi istanti con una busta bianca in mano.
<< Penso sia arrivata qui perché era l’unico indirizzo che il mittente conosceva dato che vi siete trasferiti dopo il matrimonio >>
Porse la lettera alla figlia che con sicurezza la prese in mano. In realtà dentro di lei sentiva una forte agitazione. Hayama si sporse per vedere se era veramente chi credeva che fosse.
Lessero il nome: Fuka.
Rimasero tutti in silenzio tranne l’ingenuo Jin che continuava a giocare con lo scoiattolo Marochan.

Allora cme vi sembra questo secondo capitolo...inizano un po' di casotti XDDDD...continuate a leggere spero di non deludervi...la prox volta vi ringrazierò singolarmente promesso...a prestoooooooo!

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Capitolo 3
*** L'incubo ***



<< Se volete potete anche leggerla tranquillamente a casa >> disse loro Misako con tono tranquillo.
<< Mhh…sì…forse è meglio >> rispose Hayama.
<< Anzi si è fatto tardi mamma, Jin deve riposare prima che poi domani non si sveglia ancora e non va all’asilo… >> si volse verso suo figlio che osservava con occhi pieni d’amore.
<< Hai sentito la mamma Jin…è ora di andare a dormire >>
<< Ma nonna non sono stanco…voglio giocare con Marochan >>
<< Allora domani pomeriggio dopo l’asilo ti fai portare qui…siete d’accordo no? >>
<< Certo mamma come potrei non esserlo >>
<< Bene…grazie per la cena…noi andiamo… >> disse di nuovo Akito.
Salutarono Misako e la sig.ra Patricia e tornarono a casa in auto. Per tutto il tragitto non dissero una parola. Il piccolo Jin si era addormentato sui sedili posteriori e Sana stringeva tra le mani ancora quella lettera sigillata.
Mentre Hayama portava in cameretta il figlio per metterlo a letto, Sana si preparava per la notte e pose la busta bianca sul comodino. Dopo essersi messa una corta camicia da notte di seta rosa pallido si sedette sul letto e riprese tra le mani ciò che tra poco avrebbe letto. Aspettò suo marito che si sedette anche lui sul materasso e poi iniziò a parlare.
<< Spero non ci tocchi una notte insonne >>
<< Lo spero anche io…ma in fondo non dobbiamo essere così pessimisti… >>
<< Sì hai ragione >>
<< Allora apro? >>
Col capo Akito le fece segno di sì. Sana rivide la scrittura inconfondibile della sua migliore amica che non vedeva da molti anni ormai e con cui non si sentiva dalla sua partenza verso l’Europa da cui non era mai tornata.
“ Cari Sana e Akito,
è da parecchio che non ci si sente vero?!? Beh finalmente è arrivato il momento di scrivervi. Vivo ancora a Londra e fino a una settimana fa tutto andava abbastanza bene. È successo qualcosa di cui vorrei parlarvi, ma questa lettera non mi basta a spiegarvi tutto quindi volevo chiedervi se potevamo incontrarci questo venerdì all’aeroporto di Tokyo per le 15.00. Spero che il mio aereo sia puntuale e ovviamente che voi veniate. Non vi ho mai dimenticati e mai lo farò.
Ora vi lasciò vi spiegherò tutto quanto al mio ritorno. Resterò in città solo un giorno poi dovrò tornare in Inghilterra in serata, sapete Mamoru non resiste più di un giorno senza di me. Bene per il momento mi sembra di aver detto tutto. A venerdì.

Bacioni!Fuka!

PS: Salutatemi il piccolo Jin!

<< Sarà di sicuro qualcosa di molto serio se da Londra viene qui per parlare con noi >> disse Sana un po’ preoccupata.
<< Mi auguro di no anche se di certo non ci dovrà parlare dei fiori che ha sulla terrazza >>
<< Ti sembra il momento di scherzare!?! >>
<< No è vero hai ragione…piuttosto venerdì non è mica domani? >>
<< Già hai ragione…certo che ce ne vuole di tempo prima che arrivino le lettere dall’Europa a qui >>
<< Ci andiamo no ?!? >>
<< Ma che domande fai…certo che ci andiamo >>
<< E con il lavoro come facciamo? >>
<< Io sono a posto perché finisco alle 14.00 con uno spot…tu puoi dire che hai un impegno importantissimo e fai chiudere prima. Tanto sei tu il capo in palestra. Chissà cosa ci deve dire. >>
<< Meglio se ora dormiamo Sana >> << Sì meglio…buonanotte amore mio >>
Si avvicinò per dargli un piccolo bacio, ma lui la travolse con uno pieno di passione al quale si unì anche lei.
<< Sei sempre il solito… >> gli disse.
Si addormentarono uno abbracciato all’altro come facevano spesso. Speravano così di stare insieme anche in sogno.

§

<< Mamma…mamma svegliati…mamma >> il piccolo Jin sussurrava nell’orecchio di sua madre queste flebili parole con l’intento di farla svegliare.
<< Mwhaa…cosa c’è?? >> ancora addormentata Sana si girò svogliatamente verso suo figlio che la chiamava.
<< Mammina ho paura…si sente uno strano rumore fuori dalla finestra >>
<< Saranno i rami degli alberi amore >>
<< No mamma vieni a vedere… >>
<< Va bene ora mi alzo…mai una volta che chiami papà però >>
Pigramente si alzò e si mise una vestaglia di seta bianca e lunga sotto le ginocchia.
Diede la mano al bambino e si diresse in camera. Lo strano rumore si sentiva davvero, ma era soltanto la finestra che a causa del vento continuava a sbattere perché chiusa male.
<< Visto tesoro era la finestra >>
La richiuse e fece per uscire.
<< Mamma posso venire a dormire con te e papà? >>
<< Ma tesoro tu sei un ometto e gli ometti non dormono con mamma e papà >>
<< Sì ma se è entrato qualcosa di brutto dalla finestra…?! >>
<< Se fosse entrato sul serio io e papà percepiremmo la sua presenza e saremmo qui a lottare per sconfiggere questa “cosa” brutta…ma dato che non è entrato nulla siamo tranquilli >>
<< E se vi ha fatto un incantesimo per fare che non percepiate nulla? >>
<< Visto tesoro parli proprio come un ometto…niente e nessuno può farti del male…torna a dormire va bene…domani ti preparo una buona colazione… >>
<< Va bene mamma…ma se c’è qualcosa torno da te e papà >>
<< Ok…buonanotte tesoro >>
<< Notte mamma >>
Sorrise tra sé e sé. Il suo bambino da come parlava sembrava crescesse molto in fretta, ma in fondo era ancora un bambino di 5 anni.
Aprì la porta della camera da letto e come un flash le apparvero ricordi di 6 anni prima quando ancora era solo fidanzata con Hayama.
Si vide spettatrice di un film che altri non era che un suo ricordo o meglio ciò che le era stato raccontato nei minimi dettagli. Vedeva e sentiva le stesse parole, gli stessi discorsi davanti a se.
<< Mi spieghi cosa vuoi da me??…cosa ti ho fatto?? >>
<< Cos’hai fatto? COS’HAI FATTO DICI?! >>
<< Perché urli…sveglierai il bambino >>
Il pianto di un bebé che proveniva da una culla si iniziò a disperdere per la stanza.
<< Ecco…sarai contento ora!?! >>
La mamma del bambino prese in braccio suo figlio e cercò di cullarlo per farlo tranquillizzare, poi lo rimise nella culla.
<< Basta siamo arrivati al limite…questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso…e non avrai un soldo da me >> il ragazzo dai capelli scuri aveva ripreso a parlare cercando di contenere la rabbia.
<< Guarda che ti stai inventando tutto! Io non ho fatto assolutamente nulla…sei tu che ti fai i film…Hayama tra poco si sposa con Sana e io e te dovevamo vivere felici qui a Tokyo…come una famiglia normale…con nostro figlio…ti pare che io rovinerei tutto… >>
<< È inutile che cerchi di negare…vi ho visti soli…oddio non farmi ripensare a cosa ho visto…potrei vomitare… >>
<< Ti sbagli…gli stavo dando solo la buona notizia e ci siamo abbracciati…gli avevo detto del nostro secondo bambino…c’era anche Sana lì con noi puoi chiederglielo tranquillamente non ho nulla da nascondere…con molta probabilità non ti sei nemmeno preoccupato di vedere se qui in camera eravamo soli o no >>
Il ragazzo prese una bottiglia di Whisky sul comodino della camera e iniziò a bere.
<< Ormai non hai più ritegno… >>
<< ZITTA TU…NON NE POSSO Più DELLE TUE SPORCHE BUGIE…LO SO BENISSIMO CHE MI TRADISCI CON QUEL VISCIDO…NON C’è SCUSA CHE TENGA >>
<< Ti ho detto di non urlare…e poi quante volte te lo devo dire che non è vero…io ti amo Takaishi…ti amo davvero…da quando hai iniziato a uscire con quegli idioti dei tuoi amici e a bere non sei più tu >>
<< CHE VITA DEL CAVOLO…PRIMA PERDO IL LAVORO E POI LA MIA DONNA MI TRADISCE…AL DIAVOLO TUTTO QUANTO >>
<< Q-quando hai perso il lavoro? >>
<< A TE NON INTERESSA CAPITO?? >>
Takaishi preso dalla rabbia rovescio con un braccio tutto quello che vi era sul comodino. Le cornici con lui e Fuka felici finirono per terra in frantumi così come i profumi e i gioielli di lei. Fuka tentò di tapparsi le orecchie per il frastuono e poi si portò le mani alla bocca. Era disperata. Iniziò a tremare e le si offuscò la vista dalle lacrime che iniziarono a sgorgarle dagli occhi e che arrivavano veloci sulle guance. Di nuovo si sentì il pianto del bambino, ma questa volta sua madre non lo prese in braccio per consolarlo.
<< BASTA TI PREGO SMETTILA TAKAISHI >>
<< NON ME NE FREGA UN CAZZO DI QUESTO SCHIFO DI CASA, DI TE, DEL BAMBINO…TANTO NON è NATO DALL’AMORE TRA NOI DUE...ANCHE QUELLO CHE PORTI IN GREMBO…NON è AMORE… >>
<< PERCHE’ DICI QUESTE COSE >>
<< BASTA ME NE VADO… >>
Il ragazzo moro prese un borsone dentro un armadio e iniziò a metterci vestiti alla rinfusa. Fuka cercò di farlo ragionare e di non farlo andare via, ma era tutto inutile. Lo prese per un braccio e tentò di placarlo.
<< Dai Takaishi stai calmo…stanno arrivando Hayama e Sana per andare a cena fuori calmati >>
<< E I DOVREI VEDERE QUEL BASTARDO IN CASA MIA…TE LO SCORDI…LASCIAMI SGUALDRINA… >>
Le sferrò una gomitata violentissima che la fece andare a sbattere contro il comodino all’altezza del ventre. Sentì un dolore fortissimo e urlò per il male, poi cadde per terra sbattendo la testa.
In quel preciso istante Sana e Hayama sentendo le grida dei due si precipitarono in camera e spalancarono la porta. Davanti a loro videro Takaishi tremante per ritrovare le forze dopo quel gesto, bevve ancora dalla bottiglia che teneva stretta in mano, Fuka era sdraiata a terra sanguinava e il pianto del bambino non accennava a diminuire.
<< T-takaishi cos’hai…cos’hai fatto? >> disse interdetta Sana.
Il ragazzo prese il borsone e scappò di casa passando di corsa tra Sana e Hayama che dopo aver fatto mente locale cercò di rincorrerlo. Lei rimase lì e chiamò l’ambulanza per la sua amica che di lì a poco avrebbe scoperto di aver perso il suo secondogenito.
Da allora Fuka era diventata taciturna e dopo essere uscita dall’ospedale decise di partire insieme a suo figlio per un posto lontano.
Per fortuna Takaishi era stato arrestato grazie all’aiuto di Akito che era riuscito a fermarlo. Chissà dopo tutti quegli anni cosa aveva da dire loro Fuka. Di certo nulla di buono.
Sana tornò alla realtà. Era ancora sulla soglia della porta della sua camera, così tornò a letto e sperò di riuscire di nuovo ad addormentarsi.

Allora piaciuto il 3° capitolo...ora avete capito cos'ha passato la povera Fuka. Avevo promesso di ringraziarvi singolarmente e quindi di cuore ringrazio tantissimo Enigma, Pera11, Katy92, G4bry, Manga07 e Miki90!!! Spero davvero di non deludere nessuno e soprattutto che la storia vi piaccia...un beso e a presto...!Leggete e recensite come sempre!!^^

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Capitolo 4
*** Chiarimenti ***


Il mattino seguente Sana si svegliò presto e accompagnò suo figlio all’asilo. Andò al lavoro di corsa per non fare tardi e incontrò agli studi il suo inseparabile manager Rei.
<< Ciao Sana…ti è arrivato un messaggio da Akito…dice se potete vedervi davanti al “ Sea Bar ” per le 14.30 >>
<< Ah ok …è già qui il produttore? >>
<< Sì ci sta aspettando… >>
<< Bene andiamo >>.
Le ore sembravano non passare mai e Sana continuava a pensare a Fuka che avrebbe rivisto tra poche ore.
Alle 14.00 in punto Sana uscì dall’enorme palazzo grigio e salutò Rei.
<< A lunedì Sana…e miraccomando quando vuoi vienici a trovare…ad Asako e ai bambini farebbe tanto piacere… >>
<< Sicuro…salutami tutti…ciao! >>.
Guardò ancora una volta l’orologio e si avviò verso il locale a piedi. Era a pochi isolati da lì e comunque se avesse preso un taxi o avesse chiesto un passaggio, non avrebbe retto il traffico nauseante della città.
Quando fu nelle prossimità del bar intravide la sagoma di Hayama che l’aspettava.
<< Quando sei uscito? >>
<< Circa un’ora fa…nessuno ha chiesto niente per fortuna >>
<< Te l’avevo detto…dai andiamo >>
<< Hey mi saluti così?! >>
La prese per un braccio e la strinse a se in un abbraccio affettuoso.
<< Sei troppo nervosa devi calmarti un po’ >>
<< Hai ragione Aki… >>
Poggiò il mento sulla sua spalle e gli strinse le braccia intorno al collo. Poi si baciarono.
<< Ok ora possiamo andare…hey e Jin chi lo accompagna da tua mamma? >>
<< Ho chiesto alla sig.ra Patricia se poteva passare a prenderlo lei…li chiamerò più tardi >>
Entrarono in macchina e si avviarono verso l’aeroporto. Alle 15.05 riuscirono a trovare parcheggio ed andarono verso l’uscita di Fuka.
<< Eccola lì l’uscita…Londra - Tokyo… >>
Proprio in quel momento videro delle persone uscire da una porta. Aspettavano solo di incontrare i suoi occhi. Si strinsero le mani.
<< Eccola… >> disse Hayama.
Le fecero cenno con la mano, lei ricambiò. Sorrideva. Non era molto cambiata. Era più in carne di quando l’avevano vista partire. Aveva un nuovo taglio di capelli, erano ancora più corti, ma le stavano benissimo ed erano più scuri di prima.
<< Sana, Hayama… >>
Corse in contro alla sua migliore amica e lasciò andare il piccolo bagaglio che aveva per abbracciarla.
<< Quanto mi sei mancata amica mia… >>
<< Anche tu…scusa se me ne sono andata così…non avevo scelta… >>
Entrambe piangevano.
Dopo Sana, Fuka salutò Akito con un abbraccio molto più breve.
<< Sarai stanca…andiamo a casa? >>
<< No preferisco prendere qui un caffé…vi dispiace? >>
<< Ma no figurati >> le disse Sana.
Dopo che ebbero ordinato si incrociarono tutti negli occhi.
<< Allora Mamoru come sta? >> chiese Sana.
<< Bene bene…voleva venire qui per vedere i suoi zietti e il suo cuginetto, ma è meglio che sia rimasto a casa con la nonna…sarà per la prossima volta…in fondo questo è un viaggio breve…quando mi fermerò più a lungo lo porterò a Tokyo… >>
<< Allora non hai intenzione di tornare a vivere qui? >>
<< Per il momento no…ho anche un lavoro sicuro lì…direi che devo ancora pensarci…piuttosto il piccolo Jin come sta? >>
<< Bene, ma tu come fai a sapere di Jin se te ne sei andata prima che nascesse? >> chiese incuriosito Hayama.
<< Che domande…dai giornali no?! In quel periodo non si faceva che parlare di voi! >>
Entrambi arrossirono e abbassarono lo sguardo.
<< Dai non fate quelle facce…piuttosto sono venuta qui per un motivo >>
<< Sì infatti volevamo sapere di cosa ci volevi parlare >>
<< Takaishi uscirà di prigione tra una settimana >>
<< Cosa?!?! >> dissero all'unisono
<< Sì la pena l’ha scontata tutta…mia zia che abita qui a Tokyo lo ha saputo perché l’ha avvisata la polizia. È l’unica mia parente che è ancora qui in Giappone ed è anche l’unica persona che conosce Takaishi dato che i suoi genitori e altri suoi parenti non vivono più qui e non si sa dove siano, così gliel’hanno detto nel caso volesse andare a prenderlo dopo che uscirà dal carcere. Ovviamente non ci ha nemmeno pensato e si è precipitata a scrivermi. La cosa preoccupante e che lui sa dove sono…sa che abito a Londra e farà di tutto per avere la custodia di mio figlio >>
<< Beh ma dopo i suoi precedenti non credo proprio che il giudice acconsentirà no? >>
<< Non è come pensate. Non posso permettermi un avvocato come si deve mentre lui, grazie al patrimonio dei suoi, ha il meglio che ci sia qui a Tokyo…anche se è stato arrestato ed è stato accusato di tentato omicidio e omicidio per mio…mio figlio... >>.
Riferendosi al suo secondogenito si guardò il ventre come per ricordare la sua presenza dentro di se.
<< Ha più speranze di me nel vincere o stesso in tribunale…dovete aiutarmi…voi siete i miei migliori amici e siete le uniche persone su cui posso contare…non verrei mai per elemosinare, ma non ho scelta… >>
<< Ma quale elemosinare…ti daremo tutto il nostro aiuto… >> disse Sana
<< Certo ha ragione…ti puoi fidare di noi Fuka… >>
<< Grazie…vi voglio un bene immenso…mi dispiace così tanto di essermi allontanata…non è nemmeno servito a niente… >>
<< Dai stai tranquilla risolveremo tutto…piuttosto i caffé non arrivano…vado a chiedere spiegazioni scusate >>.
Sana si alzò e si avvicinò al bancone. Intanto Hayama cercava lo sguardo di Fuka per dirle quello che si teneva dentro da anni.
<< Mi dispiace tanto… >>
<< Come? Scusa ero soprappensiero >>
<< Mi dispiace…è stata colpa mia quello che ti è successo…solo colpa mia…non hai idea di quante volte ho sperato di potertelo dire e di poter sentire il tuo perdono >>
<< Ma cosa stai dicendo? >>
<< Se Takaishi ha fatto quel che ha fatto non è altro che colpa mia… >>
<< Tu non c’entri nulla…la colpa non è certo tua…quindi smettila di dire stupidaggini…non ti devo perdonare niente >>
<< Non sei cambiata affatto…a parte…il taglio di capelli >>
Gli sorrise.
<< Grazie…piuttosto…a parte Sana a cui voglio un gran bene…non ti ho…mai…dimenticato… >>
<< … >>
<< Ho sbagliato da ragazzina a lasciarti andare dal tuo vero amore…che è Sana non lo nego…ma avrei potuto lottare per averti…di sicuro avrei vissuto meglio…e forse saresti stato felice anche tu…chi può saperlo… >>
Hayama rimase sorpreso da quelle affermazioni, poi si riprese e le rispose.
<< Sai Fuka…io non ho mai amato nessuno come Sana…sarebbe stato al di fuori del mio destino…di quello che desideravo…ma come amica non mi perderai mai…stanne certa… >>
<< Grazie…ecco sta tornando Sana >>
<< Uff questi camerieri del cavolo che sbagliano le ordinazioni…mi hanno detto che tra un po’ arrivano…di cosa parlavate? >> sia Fuka che Hayama erano un po’ imbarazzati e ripresero una discussione qualunque.
Finalmente riuscirono ad avere quello che avevano ordinato, dopodichè andarono a casa della mamma di Sana dove c’era anche Jin che giocava come suo solito con Marochan. Il piccolo venne presentato a sua zia che rimase meravigliata dalla sua somiglianza ad Akito. I due si affezionarono l’uno all’altro in poco tempo e intorno alle 19.00 Fuka chiese a i suoi amici se potevano accompagnarla all’aeroporto.In dieci minuti riuscirono a raggiungere il posto senza problemi.
<< Sono stata benissimo oggi con voi…e grazie di tutto…l’udienza sarà tra circa un mese, ma vi chiamerò ancora per confermarvi il giorno… >>
<< Faremo tutto il possibile non ti preoccupare… >>
Sana e Fuka si abbracciarono ancora.
<< Mi mancherai tanto Fuka… >>
<< Anche tu… >>
Poi Fuka salutò Hayama e si allontanò tra la folla per prendere il suo aereo.
<< Torniamo a casa? >>
<< Sì prima che Jin si preoccupi troppo…sai una cosa Aki? >>
<< Cosa? >>
<< Sono convinta che Fuka non ti abbia mai dimenticato in tutto questo tempo…lo immaginavo prima e ne ho avuto conferma oggi da come ti guardava… >>
<< E con questo? >>
<< Niente…è curioso sapere come il tempo cancelli delle cose e ne lasci altre… >>
<< Sarà anche vero quello che hai detto a proposito di Fuka, ma mai ti lascerei per qualsiasi altra donna… >>
<< Ti amo Aki… >>
<< Anch’io ti amo Sana… >>
Si strinsero la mano e in silenzio si avviarono verso l’auto che li avrebbe portati dalla prova del loro infinito amore.

Eccomi qui con il 4° cappy...spero vi sia piaciuto anche se fa da intermediario tra gli altri cappy che saranno più interessanti...don't worry...grazie mille a tutte voi che recensite sempre e che leggete...grassieeeeeeeeeeeee!!Miraccomando non dimenticatevi di farlo ancora^^...baci a prestissimo!

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Capitolo 5
*** Tradimenti & Riflessioni ***


Il giorno dopo la visita di Fuka, Sana si svegliò prestissimo e, sempre con la mente occupata da costanti pensieri, preparò la colazione per lei e la sua famiglia.
Alle 8.00 la raggiunse suo marito.
<< Buongiorno amore >>
<< Ciao… >>
<< Cos’hai? Hai una faccia >>
Sana si mise una mano sulla fronte e con l’altra iniziò a stropicciarsi un occhio.
<< Mhh…in effetti non ho dormito per niente…pensavo a quale avvocato avremmo potuto contattare…in effetti non ne abbiamo mai avuto bisogno, ma ne abbiamo lo stesso di fiducia per eventuali problemi solo che non lo conosciamo bene…è meglio se ci informiamo subito così se non è a posto ne sentiamo altri…idea…potremmo sentirne molti così… >>
<< Hey…frena frena >>.
Le si avvicinò e con le mani le accarezzò le spalle.
<< Sei sempre la solita…prendi fiato. Se continui così ti ridurrai a un piccolo scheletrino. Ne abbiamo passate tante insieme e non sarà certo questo a frenarci. Piuttosto…cos’è quella cosa che hai preparato? >>
<< Hemm non…non ne sono sicura…non so bene cosa sia >>
Sana presa dai mille pensieri aveva preparato delle strane pietanze, e si rese conto che non avevano certo un aspetto invitante.
<< Allora è meglio se…lo diamo da mangiare alla spazzatura…sei d’accordo? Intanto preparo il caffé e il latte per Jin…tu vai a farti una bella doccia per rilassarti ok? >>
<< Mhh…va bene vado… >>
Dopo la doccia e la colazione Sana e Hayama iniziarono a fare delle telefonate per contattare i migliori avvocati della città. Come previsto da Fuka molti di questi erano già impegnati a difendere Takaishi che a tutti i costi avrebbe voluto la custodia di suo figlio. Nonostante ciò, Sana e Akito riuscirono, dopo ore passate al telefono, ad assicurarsi ben cinque avvocati tra i più stimati di Tokyo che avrebbero fatto qualunque cosa pur di vincere la causa.
<< Bene, ora dobbiamo solo contattare Fuka >>
<< Sono stravolto…ok…la chiami tu? >>
<< Sì, e tu vai da Jin…è tutto il giorno che stiamo qui a chiamare ovunque…almeno ora dovremo solo aspettare che lei ci dica quand’è l’udienza…al resto ci penseranno gli avvocati >>
<< E poi se sarà necessario le faremo da testimoni >>
<< Ci mancherebbe altro…dai vai un po’ a giocare col piccolo…Stasera ti va se andiamo a cena fuori? >>
<< Sì…è tanto che non usciamo…così stiamo un po’ insieme >>
<< Già solo noi tre… >>
<< Come noi tre?!? >>
<< Ma Aki non vorrai mica lasciare Jin da mia madre… >>
<< No appunto lo lasciavamo da mio padre… >>.
Sana lo guardò un po’ delusa. Anche lei desiderava passare del tempo sola con lui, ma non aveva pensato minimamente a lasciare il suo bambino da un’altra parte. Akito capì dallo sguardo della moglie che non avrebbe mollato facilmente e finì per arrendersi.
<< Va bene ho capito non se ne parla >>
<< Ecco bravo…usciamo per le 20.30 ok! E…mettiti qualcosa di carino...capisci cosa intendo… >>
<< Capito, si fanno le cose in grande…agli ordini… >>
Poi Hayama si girò verso le scale che portavano alla camera di Jin e urlò a gran voce:
<< Campione stasera si esce… >>

§

le 8.25 Sana, stranamente in orario, scese le scale che portavano all’ingresso come una vera star di Hollywood. Akito, anche se era una vita che la conosceva, la guardò come se fosse la prima volta e rimase a bocca aperta.
I boccoli rossi che Sana si era preparata nelle ore prima, le ricadevano eleganti sotto le spalle. Indossava un vestito da sera bianco senza spalline ma legato dietro il collo. La scollatura a “ v ” era ricamata in oro e alla vita vi era una sottile e particolare cintura decorata alla stessa maniera. Lo spacco del vestito partiva da metà coscia e andava a finire alla caviglia. Questa, come l’altra, era legata dai lacci bianchi dei sandali con tacco alto. Infine il trucco, non troppo pesante, le faceva risaltare i bellissimi occhi. Sembrava davvero una dea.
Akito la prese per mano e le diede un bacio leggero sulle labbra.
<< Sei meravigliosa >>
Sana arrossì vistosamente quasi come fosse stato il primo complimento ricevuto dalla persona che amava.
Arrivati ad un famoso ristorante, dove spesso personaggi famosi si recavano per cenare a lume di candela o per stare un po’ in intimità nei vari privè, la famiglia Kurata chiese un tavolo per tre a cui furono accompagnati dopo pochi istanti pur non avendo prima prenotato.
<< Mi sento un po’ in colpa…tutta quella gente che se non ha ordinato non può entrare e noi che invece ce la caviamo così >> disse Sana con voce dispiaciuta.
<< Sana… >> la guardò Akito con rimprovero
<< Hai ragione…scusa…stasera ci siamo solo noi… >>.
Mentre Jin ormai dormiva sulla sua sedia, Hayama e Sana finivano il loro dessert imboccandosi a vicenda.
Ridevano come due ragazzini e il fatto che Akito ridesse non era nemmeno una cosa da poco.
<< Mi mancavano questi momenti >> le disse Sana prima che suo marito le avvicinasse un altro pezzetto di torta al cioccolato. Fece per aprire la bocca quando si bloccò di colpo. Gli occhi spalancati a guardare le persone dietro il suo compagno. Dei sorrisi, dei baci frettolosi, due bicchieri di champagne in mano, ma soprattutto uno sguardo conosciuto, estremamente familiare. Non poteva essere, non ci voleva credere.
<< Cos’hai visto?! >> disse Hayama un po’ scocciato. Si girò lentamente.
<< Ma quella non è Asako?!...Oh cavolo >>
Lo sguardo di Asako si posò su quello di Sana, mentre Akito si rigirò per evitare ulteriore imbarazzo tra loro.
<< S-sana…H-hayama…Non è… >>
<< Come sembra? No infatti. Stai baciando chi? Non ce lo presenti? O è Rei travestito da un altro? >>
<< Lasciami spiegare…tu non sai nulla! >>
<< È abbastanza per me…e ai tuoi bambini non ci pensi? >>
<< Sana basta! >>
<< Come “ basta ” Hayama. La trovo qui a baciarsi con un altro uomo quando Rei sarà a casa con i loro figli! Chissà che scusa ti sarai inventata… e poi…vedo che hai scelto un posto indiscreto >>
Asako diventò rossa mentre il suo accompagnatore si allontanò di pochi metri.
<< Bene io vado a pagare poi torniamo a casa >> fece Hayama per cercare di cambiare discorso.
Sana prese in braccio Jin, che continuava a dormire, e prima di uscire diede un’ultima occhiata ad Asako che aveva gli occhi colmi di lacrime. Arrivati alla macchina Sana si sedette sul sedile piuttosto innervosita dal finale di quella serata e altrettanto fece Hayama. Non si dissero nemmeno una parola e a casa, dopo aver messo a letto Jin, Sana andò subito verso la camera da letto.
<< Dove vai? >>
<< Che domande…a letto no?! >>
<< Beh certo…ormai è così che vanno a finire le serate >>
<< Cosa intendi dire? >>
<< Non dormirai nemmeno stanotte e rimarrai tutto il giorno a pensare ai problemi degli altri >>
<< … >>
<< A noi due non pensi più? A noi come coppia…Ti sei dimenticata? >>
<< Sono…sono stata così stupida…scusami >>
Voleva piangere, ma Hayama le prese il viso fra le mani e la baciò con passione. Lei ricambiò.
<< Ti amo Sanachan >>
Si baciarono ancora e passo dopo passo entrarono nella loro camera.
<< Ti amo Hayamakun >>
I loro vestiti scivolarono dolcemente al bordo del letto. Niente ora aveva più importanza dell’amore tra i due.
Hayama la distese sul letto e iniziò a baciarla sul collo, poi ancora sulle labbra. Scese ancora più giù e brividi di piacere percorsero la schiena di Sana. Ancora carezze, baci pieni di passione, poi finalmente si unirono in una cosa sola. Fu romantico, dolce, quasi come la prima volta. Insieme raggiunsero il piacere e rimasero uno accanto all’altro. Lui iniziò a carezzarle il viso e le spostò i capelli rossi dietro le orecchie. Non volevano parlare, non ne avevano motivo. I loro gesti d’amore chiarivano da soli ogni loro emozione e tutto il loro sentimento.
Sana mise un braccio intorno alla vita di lui e lentamente chiuse gli occhi. Non dormiva ancora, ma pensava. Pensava alle gioie che la vita le aveva dato, alle persone speciali che le aveva fatto incontrare. Non sapeva bene chi doveva ringraziare per tutto questo, ma dentro di se continuava a ripetersi “ grazie ”, poi lentamente il sonno prese il sopravvento e lasciò la sua mente libera di sognare.

Et Voilà...come vi sembra questo nuovo cappy?Piaciuto?...miraccomando recensite sempre...ci sn altri casotti ihihihihih...sì...deve diventare sempre più intrigante questa storia...però ho voluto metterci anche un po' di tenerezza tra i due sposini...quanto mi piazzonoooooo!Ho cambiato il rating xkè mi sembrava più adeguato anche perchè non so nei capitoli che verranno cosa accadrà e non posso cambiarlo di continuo ( il rating ) ^^...di scene lemon vere e proprie non ci sono anche perchè non sono tanto brava a descriverle quindi direi ke va bene così^^...ok lascio a voi la parola...ditemi cosa ne pensate okkkk^^ baciiiiiii!!! NB: cmq volevo chiarire ke ho messo "famiglia Kurata" perchè Sana nell'anime e nel manga ha sempre detto che se si fosse sposata il marito avrebbe dovuto prendere il suo cognome,,,quindi ho voluto laciare questo particolare così giusto perchè mi piaceva di più pensare che Akito si era arresso ai voleri di Sana XDDDD...ancora alla prossima ciauuuuuuuuuu!

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Capitolo 6
*** L'udienza ***


Passò più di un mese da quando Fuka era andata a trovare Akito e Sana, e la data dell’udienza ormai era stata confermata. Si sarebbe svolta a Tokyo e tutti gli avvocati di entrambi le parti sembravano essere pronti a qualsiasi cosa.
Quel giorno la famiglia Kurata si alzò di buon ora e si preparò per presentarsi in aula a fare da testimoni così da permettere a Fuka di avere la totale custodia di suo figlio Mamoru. Non era un impresa facile, ma ce l’avrebbero messa tutta.
DIN-DON
<< Mammina suonano alla porta…vado io >>
<< Va bene Jin, ma prima guarda chi è dallo spioncino mi raccomando >>
<< Ok >>
Il piccolo Jin ancora in pigiama si diresse verso la porta d’ingresso, prese uno sgabello lì accanto e lo posizionò di fronte all’entrata. Poi vi salì sopra e guardò nello spioncino la persona che si trovava dall’altra parte.
<< Zia Fuka >>.
Scese dallo sgabello di fretta e aprì la porta. Subito dopo corse in braccio a Fuka che sorridente lo abbracciò.
<< Ciao Jin…caspita non ci vediamo solo da un mese e sei già diventato così alto >>.
Jin arrossì e le diede un bacetto sulla guancia.
<< Zia vieni di là ci sono la mamma e papà e poi devi giocare un po’ con me…ho dei giocattoli nuovi… >>
<< Davvero?!? Pensa che ne potrai aggiungere uno a tutti quelli che hai gia.. Ta-dan… >>.
Fuka prese il trolley che si portava dietro ed estrasse un pacchetto regalo.
<< È per me? >>
<< Ma certo che è per te…ora andiamo dalla mamma ok?! >>
<< Sìì…grazie zietta ti voglio bene >>.
Fuka sorrise ancora ed entrò in soggiorno dove c’era Hayama seduto che leggeva il giornale.
<< Allora Jin chi er…Fuka…non ti aspettavamo adesso… >>
<< Sorpresa… >>
<< Allora come stai? Mamoru? >>
<< Sta benissimo…adesso è a casa dalla nonna e spero che lì rimanga…non possono portarmelo via… >>.
Sul viso della ragazza apparve un velo di tristezza. Hayama cercò di capire cosa stava provando Fuka in quegli istanti, così l’avvicinò a se e l’abbracciò.
<< Non ti preoccupare faremo tutto il possibile…stai tranquilla… >>
<< Grazie Hayama…senza di voi io…non so davvero come avrei fatto >>
<< Allora Jin ti vuoi andare a vesti…Fuka?! >>
<< Mamma hai avuto la stessa “ riazione ” di papà >>
<< Si dice “ reazione tesoro ”…comunque sì…non ti aspettavamo ora… >> fece Sana un po’ sorpresa.
Fuka imbarazzata si staccò dall’abbraccio dell’amico e corse incontro a Sana.
<< O amica mia quanto sono contenta di vederti…stai benissimo… >>
<< Beh grazie…anche tu…a dire il vero non mi sento tanto bene, ma è una cosa passeggera… >>
<< Meno male perché se manchi tu andrà tutto a rotoli… >>
<< Cos’è non ti fidi di me? >> fece Hayama fingendo di essere triste.
<< Ma no cosa dici…però Sana e sempre Sana… >>.
Nelle ore seguenti si prepararono tutti per uscire e si diressero in macchina verso l’aula dove ci sarebbe stata l’udienza. Il tempo non era dei migliori. Il cielo era grigio e spento e il vento non faceva altro che soffiare forte spostando in continuazione foglie ovunque.
<< Speriamo che non piova…non la sopporto la pioggia… >> fece Fuka per rompere il silenzio.
<< Già…Ah che sbadata…Hayama prima andiamo a casa di mia madre…portiamo lì Jin…almeno non si annoierà >>
<< Va bene…ma fai presto… >>.

§

<< Mamma sono io…va bene se vi lascio qualche ora qui Jin… >>
<< Ciao tesoro…sì fai pure tanto io e tuo figlio ci divertiamo sempre un mondo…Ciao Jin come stai? >>
<< Ciao nonna…sto bene…dov’è Marochan? >>
<< Ecco siamo alle solite…prova a cercarlo qui sulla mia testa…dev’essersi nascosto in qualche igloo… >>.
Jin rise di gusto e iniziò a frugare con le mani nel copricapo della nonna.
<< Allora io vado…miraccomando Jin fai il bravo… >>.
Gli diede un bacio sulla fronte e uscì fuori.
<< Caspita che vento…ma quella non è? >>.
La vide silenziosa e sola tornare verso casa. Voleva seguirla, aveva un irrefrenabile voglia di parlarle dato che era un mese che né a lei né a Rei aveva detto nulla di quanto aveva visto. Se non doveva dire al suo migliore amico del tradimento della moglie almeno voleva chiarire con Asako la situazione. Si avvicinò alla macchina dove Hayama e Fuka la stavano aspettando e si fece aprire il finestrino.
<< Allora cosa c’è? Perché non entri? >>
<< Voi iniziate ad andare…io…devo fare una cosa che mi sono dimenticata…scusate… >>
<< Ma Sana? >>
<< Lo so…ma per favore fidatevi di me…farò prestissimo promesso… >>
<< Va bene ma tienici in contatto…ti chiamiamo quando sta per iniziare l’udienza ok? >>
<< Bene…a dopo allora >>.
Sana diede un bacio frettoloso sulle labbra di Hayama e poi vide la macchina andare via. Quando era ormai sicura che nessuno poteva vederla andò verso la casa di Asako e Rei che non era distante da lì. Il vento continuava a soffiare, ma imperterrita Sana continuava per la sua strada. Sembrava quasi un segno. Come se non dovesse andare lì.
Arrivò a casa Sagami e suonò il campanello.
<< Arrivo… >> disse poco lontano da lei Asako.
<< Sana…che ci fai qui? >>
<< Facevo una passeggiata! >>
<< Con questo tempo? Dai entra >>.
Un po’ imbarazzata Sana entrò.
<< Certo che c’è un ventaccio oggi… >> le disse.
<< Già…vuoi qualcosa da bere? >>
<< Un bicchiere d’acqua andrà bene…grazie… >> << Di nulla…allora come stai? >>
<< Io bene! Tu piuttosto… >>
Asako si fermò col bicchiere in mano e la bottiglia d’acqua quasi piegata che continuava a stringere con più forza.
<< Adesso ho capito perché sei venuta…Beh io non ho niente da dirti…stiamo tutti bene…Rei è fuori con i bambini… >>
<< Ah capito…e lo sa? >>
<< Senti ma tu di che ti impicci…non è la tua vita lo vuoi capire o no? >>
<< Rei per me è come un fratello e sapere che tu lo tradisci mi fa stare male… >>
<< Ma tu non sai niente della nostra storia…di come sta andando avanti tra noi due…quindi vedi di farti gli affari tuoi… >>
<< Io pensavo di aiutarti…cercare di capire cosa non sta andando…fidati di me Asako io ti voglio bene… >>
<< Non mi sembra >> disse sbattendo il bicchiere sul tavolo.
<< Ecco a voi la paladina della giustizia… >>
<< Io non faccio la paladina della giustizia… >>
<< Forse perché non ti guardi bene…Per favore smettila con questa farsa… >>
<< Ma Asako… >>
<< Ho detto basta vattene… >>.
Asako corse per le scale e fece per entrare in camera sua, quando sull’ultimo gradino la mano di Sana la fermò.
<< Mi fa male sentirti parlare così di me…Se la pensi in questo modo allora non hai capito un bel niente…Se avessi voluto ora a Rei l’avrei già detto no?! >>
<< E perché non lo fai…tanto per quello che te ne frega… >>
<< Certo che sei dura a capire…Mi vuoi dire cosa succede? >>
<< Non sono affari tuoi…Ora per favore vattene… >>
<< No…Tu non capisci quanto io ho sperato che voi due vi sposaste e vi faceste una famiglia…questo non lo sai vero? >>
<< Ah sì certo…adesso sei tu che ci hai fatti sposare… >>
<< Non ho detto questo, ma a parte il periodo adolescenziale in cui ero innamorata di Rei, ho sempre creduto in voi due e sapere che lo tradisci mi fa stare da cani…A te non frega niente vero? >>
<< Basta mi hai stufata…VATTENE! >>.
Pochi istanti e Sana, perso l’equilibrò, scivolò giù dai gradini e cadde a terra.
<< OH NO SANA! >>.
Asako era impallidita e corse dalla ragazza per soccorrerla. Una piccola pozza di sangue si creò all’altezza della testa si Sana che intanto non rispondeva alla voce dell’amica. Cercò di rianimarla da sola, ma non ci riuscì, così chiamò subito i soccorsi. Dovette fare più volte il numero per chiamare al posto giusto, poi recuperata un po’ di stabilità ci riuscì.

§

<< Uffa non risponde…ma dove cavolo sarà andata…l’udienza tra pochi minuti inizia… >>
<< Hayama se vuoi andare a cercarla vai pure…qui ce la caviamo noi >> disse guardando gli avvocati.
<< Ma no dai…e poi dove la cerco, non so nemmeno dov’è andata…Ecco mi suona il telefono questa è lei…Pronto? >>

§

Asako in lacrime abbracciava Rei. Era ancora sotto shock e spiegava al marito cos’era successo.
<< Io ti giuro non volevo…non so cosa sia successo…Sana… >>
<< Tranquilla amore…vedrai che si riprenderà presto >>.
I soccorsi, arrivati subito dopo, raggiunsero Sana e cercarono di rianimarla. Un Akito disperato arrivò pochi istanti dopo di corsa in macchina, mentre sua moglie, stesa su un lettino e priva di sensi, veniva portata dentro un’ambulanza.
<< SANA…AMORE…COS’È SUCCESSO A MIA MOGLIE >>
<< Hayama finalmente sei arrivato…Sana stava discutendo con Asako in casa…poi ha perso l’equilibrio ed è scivolata dalle scale… >>
<< C-come? E adesso dov’è…Come sta? >>
<< Non sappiamo come sta…la stanno portando in ospedale…forse puoi salire sull’ambulanza… >>
<< Va bene Rei...Tu puoi seguirci con la mia macchina…Poi vi riaccompagno a casa >>
<< Ok… >>.
Dopo aver chiarito con i soccorritori che si trattava del marito della donna, Akito salì di corsa sull’ambulanza e si sedette accanto a Sana a cui avevano attaccato l’ossigeno.
<< Sanachan… >>
<< Non può sentirla è ancora svenuta… >> disse un infermiera.
<< Lo so…ma lei…mi sente lo stesso… >>.
Le prese la mano e non gliela mollò per tutto il tragitto.
Arrivati lì trascorsero ore di attesa interminabili. Ormai era tutto lontano. L’udienza era finita da un pezzo e Fuka appena avrebbe saputo qualcosa si sarebbe precipitata lì, così come la mamma di Sana che infatti arrivò dopo circa un’ ora insieme alla sig.ra Patricia e al piccolo Jin che ancora un po’ scombussolato abbracciò il papà e iniziò a piangere. Avevano tutti una paura immensa che Sana avesse preso una botta peggiore di quello che si pensava. Passata un’altra ora arrivò Fuka di corsa.
<< Cos’è successo Hayama >>
<< Fuka sei arrivata… >> disse lui posando il bambino sulla panchina.
<< Sana ha avuto un incidente… >>
<< Una macchina? >>
<< No è scivolata a casa di Asako…dalle scale! >>
<< C-com’è possibile… >>.
Asako scoppiò a piangere e Fuka e Akito si abbracciarono.
<< Tranquillo Sana è una ragazza forte…ce la farà… >>
<< Spero di sì…non me li deve fare questi scherzi…E l’udienza? >>
<< Per ora tutto bene…Manca il verdetto della giuria e poi sarà tutto finito… >>
<< Sono sicuro che non avrà dubbi su cosa scegliere… >>
<< Quel farabutto aveva degli infiltrati nella giuria che avrebbero votato contro di me, ma li hanno scoperti subito… >>
<< Che razza di vigliacco… >>
<< Già…tra una settimana c’è la seconda udienza…che sarà molto più breve di questa…Grazie di tutto…Vi devo un favore… >>
<< Ma cosa dici…Non abbiamo nemmeno testimoniato >>
<< Ma non ce n’è stato bisogno…senza di voi sarei stata persa…E Sana…Ce la farà… >>.
Dopo che ebbe pronunciato quelle parole si presentò un medico che chiese se vi era un parente di Sana.
<< Eccomi…sono il marito… >>
<< E io sono la madre… >>
<< Bene volevo dirvi che la vostra parente nonostante la caduta sta bene e per fortuna… >>
<< Dio ti ringrazio >> disse Misako a pieni polmoni.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo e si abbracciarono felici, ma li interruppe il medico che non aveva ancora finito di parlare.
<< Scusate non ho terminato >>
<< Già ci scusi… >>
<< Volevo anche dirvi che per fortuna il feto sta bene e la botta non glia ha arrecato danni…questa è una fortuna visto il colpo che ha preso la ragazza >>
<< I-il feto ha detto? >> dissero insieme Hayama e Misako.
<< Come non lo sapevate? La signorina Sana Kurata è incinta da un mese e mezzo >>.

Ta-dan,,,finito anke il 6° cappy,,,scusate se ci ho impiegato un po', ma quasi perdevo l'ispirazione,,,per fortuna l'ho trovata,,,E poi sto anche scrivendo due fic in contemporanea,,,ho voluto provare qst esperimento,,,diciamo che sono abbastanza soddisfatta di entrambi i risultati, ma il verdetto va a voi che dovete seeeeempre recensire,,,miraccomando,,,mi fido di voi,,,vi ringrazio tantissimissimo come sempre,,,alla prossimaaaaaaaaaa!baci!

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Capitolo 7
*** Nuova vita e ancora amore ***


Hayama si posò una mano sulla testa. Aveva una confusione in testa da fargli male. Era felice e allo stesso tempo sorpreso. Continuava a chiedersi perché sua moglie non gli avesse detto nulla in tutto quel tempo. Di cosa poteva aver avuto paura. Non riusciva a spiegarselo. L’unica cosa da fare per chiarire la situazione era andare a parlarle, e soprattutto starle vicino. Avevano altro amore da donare a una nuova vita, e anche se non lo dava mai a vedere amava fare il papà e stare insieme a suo figlio. Adesso che aveva saputo quella bella notizia gli sarebbe piaciuto che i nove mesi fossero già passati.
<< Dottore potrei vedere mia moglie? È sveglia? >>
<< Sì direi che può farle una breve visita. Poi però la faccia riposare >>
<< D’accordo…Jin quando ti chiamo vieni che ti porto dalla mamma >> disse a suo figlio che aveva gli occhi pieni di luce al sapere dell’arrivo di un fratellino o di una sorellina anche se ancora non capiva bene cos’era successo e cosa stava succedendo. Annuì col capo e abbracciò sua nonna che lo prese in braccio.
Akito entrò nella camera di sua moglie da cui uscirono delle infermiere per lasciarli soli. Si avvicinò al letto e la vide con gli occhi chiusi intenta a rilassarsi il più possibile. Lui le sfiorò la mano, e sentendo il calore che solo suo marito le dava, Sana aprì gli occhi di colpo. Lo guardò stancamente, ma sempre in maniera dolce, poi a fatica gli accarezzò una guancia.
<< Quanto sei bello…Non sei un angelo vero? >>
<< Tu sei sempre bella…Mi hai fatto spaventare tanto…Tu e la voglia di aiutare gli altri >> disse fintamente scocciato.
<< Dai non farmi ridere che mi fa male tutto…Jin come sta? >>
<< Bene…tra poco te lo porto…Prima volevo stare un po’ solo con te…A parlare…Di noi quattro >>
<< Allora te l’ha detto… >>
<< Sì…E tu perché non me l’hai voluto dire? >>
<< Beh ecco…L’ho saputo poco fa anche io… >>
<< Come? >>
<< Proprio così…Altrimenti l’avresti già saputo…Akito un’altra vita a cui regalare amore…Sono così contenta…Contenta di aver sposato te…Di averti incontrato…Di essere riuscita ad amarti… >>.
Gli occhi le si velarono di lacrime che nonostante alcuni piccoli lividi e graffi non bruciavano sulla pelle. Lacrime di felicità e amore solo per lui, suo figlio e il nuovo arrivato.
Cosa avrebbero potuto desiderare di più.
<< Certo l’avrei voluto sapere in altre circostante… >>
<< Ma sì non importa…Non è colpa di Asako in fondo… >>
<< Se lo dici tu…Sei bella anche con questi stupidi fili attaccati >>.
Lei rise piano e si guardò in giro.
<< E Fuka? >>
<< Per ora tutto bene…Ma non ti preoccupare di questo… >>
<< Va bene…Fai venire Jin…Ho voglia di vedere il mio tesoro… >>.
Hayama la guardò complice e uscì dalla stanza.
Tornò subito con suo figlio per mano che portò accanto al letto.
<< Mammina…Come stai? >> disse il piccolo con gli occhi lucidi.
<< Bene amore mio…ma fatti dare un bacino >>.
Akito lo prese in braccio e gli fece dare un bacio da Sana.
Rimasero ancora lì loro tre insieme a parlare e a scherzare finché non entrò di nuovo il dottore che li fece uscire. A malincuore tornarono a casa, ma sarebbero tornati da lei il giorno successivo e Sana ricevette anche le visite di sua mamma e dei suoi amici.
Due giorni dopo, ancora un po’ dolorante, tornò a casa con la sua famiglia.

§

Passarono otto mesi da quel giorno, e il pancione di Sana ormai era diventato enorme. Non avevano voluto sapere il sesso del bambino per avere questa volta maggiore sorpresa al momento del parto. In quel lungo periodo non erano comunque mancati alcuni colpi di scena.
Fuka era riuscita ad avere la custodia del figlio, ma a Takaishi era stato permesso di vederlo almeno una volta al mese. Non ne era rimasta entusiasta, ma per lo meno Mamoru avrebbe vissuto con lei.
Rei e Asako passarono mesi di tremenda crisi che andarono a finire con il divorzio chiesto da lui a cui però rinunciò quando capì di non poter vivere senza di lei e le sue adorate bambine. In realtà a commettere per primo un atto di infedeltà era stato proprio Rei e Asako, avendolo scoperto, aveva in qualche modo cercato di vendicarsi. Tutto per fortuna si risolse nei migliori dei modi.
Una mattina di aprile Sana si alzò a fatica dal divano e tenendosi le mani sui fianchi avanzò verso il telefono che non cessava di suonare.
<< Pronto? >>
<< Sana sono io… >>
<< Fuka ciao…Tutto bene lì a Londra? >>
<< Sì e tu? Il pancione? >>
<< Eh non mi fa tanto camminare, ma si tira avanti… >>
<< Beh meno male…Senti avevo da proporti una cosa… Dato che Mamoru tra due giorni compie gli anni vi va di venire qui da me a festeggiare il compleanno? Tanto tu so che ora non lavori e Hayama può prendersi dei giorni di permesso dal lavoro no? >>
<< Wow non mi aspettavo una proposta del genere…Certo a Londra non ci sono mai stata e non mi dispiacerebbe affatto…Sai cosa ti dico? Ci sto…Saremo lì entro dopodomani! >>
<< E non lo chiedi prima ad Akito? >>
<< Non ce n’è bisogno fidati… Poi col fatto che sono incinta e mi vengono le voglie mi accontenterà di sicuro…Se divento nervosa sono guai… >> disse ridendo.
<< Guarda che le voglie non sono di quel tipo Sana? >>
<< Lo so, ma lui che vuoi che ne sappia >> disse scherzosamente.
<< Va beh se lo dici tu…Allora ci vediamo all’aeroporto dopodomani mattina…Diciamo che lo festeggeremo di sera perché proprio quel giorno Takaishi vuole vedere suo figlio e non posso di certo dirgli di no…In fondo ormai almeno una volta al mese ha il diritto di fargli visita…Così intanto noi gli prepariamo una sorpresa… >>
<< Perfetto noi ci saremo…Allora a presto ok? >>
<< Va bene…A presto Sana…Salutami tutti…Ciao >>
<< Ciao >>.
Quand’ebbe finito la telefonata si risedette sul divano e iniziò a sfogliare un giornale scandalistico senza far tanto caso a chi vi era davvero sopra.
<< Chi era al telefono? >>
<< Ah ciao Aki…Era Fuka…Bisogna preparare le valigie… >>
<< Come scusa? Non dirmi che ti hanno chiamata per qualche film? >>
<< Ma quale film? Dopodomani è il compleanno di Mamoru e Fuka ci ha invitato a stare da lei per festeggiare il suo compleanno…Così magari stiamo lì un po’ di giorni e ci prendiamo una vacanza no? >>
<< Tanto hai già deciso tutto tu… >>
<< E dai non fare quella faccia…Sapevo che in fondo ti sarebbe piaciuto. Non è così? >>.
Akito penso bene di non far rimanere male la moglie che in quel periodo sapeva essere molto irritabile e soprattutto se iniziava a piangere diventava una vera e propria tragedia.
<< Accontentata principessa… >>
<< Sì che bello…ahi >>.
Sentì un colpetto provenire dalla pancia.
<< Tutto a posto? >> chiese lui preoccupato. << Ma certo è contento anche lui…O lei? Beh comunque ci andremo… >> disse tutta soddisfatta.
Londra. Chissà se in fondo avrebbe portato novità anche quella lontana città.

Finito anche il 7° cappy...E' un po' corto xkè fa da inizio a altre mille cose che succederanno...Fidatevi di me ( Mhhh...Non so se dovremmo ndTutti) ( -_- ndMe )...Al prossimo capitolo...Il prossimo è già l'ottavo woooooowww...e grazie ancora dei commenti e di tutto il sostegno...Ho ancora tante cose in mente da scrivere...Per passare il tempo potreste pensare a un nome da dare al bambino sia che sia maschio o che sia femmina...Mi piacciono quelli giapponesi o per lo meno stranieri...quindi se volete proporre qualcosa che poi prenderò in considerazione ovviamente nn mettete nomi italiani ^^...Ok ho detto tt..A prestissimo! un baciooooooooooo!

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Capitolo 8
*** Il passato è indelebile ***


Tre biglietti aerei diretti per Londra erano appoggiati con cura sopra il mobile accanto al letto della stanza di Akito e Sana. Il pancione della ragazza sembrava aumentasse di secondo in secondo e i dolori non venivano certo a mancare. La maggior parte delle valigie erano ormai già pronte, ma Sana costantemente continuava a riempirle di vestiti.
<< La vuoi smettere con quelle valigie. Ti stanchi inutilmente. Non dobbiamo mica stare lì tutta la vita >>
<< Non te l’hanno mai detto che il tempo a Londra è sempre variabile. Metti che noi crediamo sia caldo come qui e poi invece si gela. È meglio non rischiare >>
<< Per quello ci sono le previsioni del tempo >>.
Sana, che alle previsioni metereologiche non aveva minimamente pensato, diventò lievemente rossa e cercò di giustificarsi.
<< Sì beh ma, non c’è tanto da fidarsi di quelli lì…ahi >>.
Fece una smorfia di dolore e si mise una mano su un fianco.
<< Tutto bene Sana? >>
<< Sì Sì non è niente…Manca solo un mese ormai è normale sentire più dolore del solito >>
<< Dai tu vai a preparare Jin finisco io qui >>
<< Come vuoi…Ma stai attento a non confondere i vestiti… >>.
Venne zittita da un bacio romantico al quale ricambiò.
<< Ti adoro Aki… >>.
Sana uscì dalla stanza e andò dal primogenito per vedere se era pronto. Pochi minuti dopo, mentre Akito portava le valigie all’ingresso, suonò il campanello.
<< È il taxi, è il taxi…Vero mamma? >>
<< Penso di sì Jin…andiamo ad aprire… >>.
Sulla porta di casa dei Kurata vi era un uomo barbuto che strinse la mano a Sana e iniziò a prendere i bagagli insieme ad Hayama e a metterli nel baule della macchina.
<< Ok direi che siamo pronti…E anche in anticipo…Wow… >> disse Akito sarcastico.
<< Spiritoso…Dai andiamo… >>.
L’aeroporto non distava molto da casa loro, ma a causa del traffico ci misero qualche minuto in più.
Dopo aver dato i soldi al tassista si diressero verso il loro volo che presero con cinque minuti di anticipo.
<< Ok ormai ne sono sicuro…Domani nevica >>
<< Dai smettila…È da un po’ che sono diventata più puntuale… >>
<< Se lo dici tu…Meglio se andiamo a sederci >>.
In molti riconobbero Sana e Akito sull’aereo e iniziarono a chiedere foto e autografi, ma fortunatamente riuscirono ad arrivare al reparto di prima classe senza tanti problemi.
<< Finalmente possiamo sederci…Non ce la facevo più…Aki tutto a posto?… >>
<< Eh? Sì sì tranquilla…Lo vuoi tu il posto finestrino? >>
<< Per me è uguale…Ma stai cambiando colore o sbaglio?… >>
<< Ma non dire stupidaggini…Hemm…Credo mi prenderò una limonata >>
<< Ahhh adesso mi ricordo… Tesoro tu soffri di vertigini… >>
<< Vuoi fare silenzio? >>
<< Ok mi siedo io vicino al finestrino…Tu prendi la limonata e rilassati…Povero il mio Akikun >>.
Akito guardò male Sana e Jin iniziò a ridere.
<< Parli tu che sei incinta di otto mesi e ti metti a fare viaggi in due giorni… >>
<< Sta di fatto che mi chiamo Sana Kurata “ io ” e sto benissimo >>
<< Beh io vado dalla cameriera lì in fondo… >>.
Sana non gli rispose e fece finta di essere offesa. Si sedette verso il finestrino che era ancora coperto da una tendina. La alzò e iniziò a guardare gli altri aerei fermi che iniziavano a riempirsi di persone. La voce di un hostess rimbombò attraverso delle casse poste ai lati dell’aereo. Mentre questa parlava, Hayama tornò al suo posto con la bibita in mano.
<< Hai sentito cos’ha detto quella? >>
<< Sì, ha detto di sedersi e che tra poco decolliamo...Come mai non hai sentito? >>
<< Stavo contando le monete per questa stupida limonata…Solo perché siamo in prima classe ce le fanno pagare il doppio…ma non era tutto compreso? >>
<< Abbiamo delle offerte, ma se tu vuoi qualcosa devi pagarla di tasca tua tesoruccio >>.
Un’altra occhiataccia di Akito e l’aereo decollò. Sana continuava a guardarlo e lui, sapendo di avere gli occhi della moglie puntati, cercava di essere più disinvolto possibile. Non era l’unico a sentirsi poco bene. Accanto a lui, sua moglie non se la passava meglio. Cercava di non pensarci e di non darlo a vedere, ma le fitte alla pancia erano sempre più frequenti e insistenti. Quasi non riusciva nemmeno a stare seduta, ma non voleva far preoccupare nessuno, così provò a rilassarsi.
Pochi attimi dopo si sentirono delle urla di donna provenire dal reparto accanto. Dalla porta che li divideva entrò un uomo che col suo bagaglio cercava di passare senza rimanere soffocato dalle braccia di quelle signore che continuavano a emettere suoni insistenti.
<< Ma chi diavolo è? >> disse Akito voltandosi.
Occhi grigi penetranti e barba corta ma incolta. Altri non poteva essere che Naozumi.
<< Guarda un po’ chi c’è Sana! >>.
Anche Sana si voltò e guardò stupita il suo vecchio compagno di lavoro.
<< Naozumi sei proprio tu? >>
<< Sana…Anche tu qui? >>.
Naozumi lasciò la valigia ad un hostess e andò a sedersi in un posto libero proprio dietro a loro.
<< Ciao Akito, hey piccolo Jin come stai? Sana sei meravigliosa…Come tuo solito >>.
Akito fece cenno con la mano mentre Jin gli rispose con un grande sorriso.
<< Penso si ricordi di me no? >> disse Naozumi.
<< Ma certo che si ricorda di te…Allora anche tu vai a Londra? Ci vai per lavoro? >>
<< Sì ho in progetto una mini-serie che è ambientata proprio lì…E tu sei in vacanza? È da un po’ che non ti si vede in giro… >>
<< Beh sì…In realtà andiamo da Fuka…Ma non hai saputo nulla? Non li leggi i giornali? >>
<< A dir la verità quel tipo di giornali mi hanno un po’ stufato…Con tutte quelle fesserie che raccontano su di me. Ma cosa avrei dovuto sapere? >>.
I suoi occhi improvvisamente si fermarono sull’enorme pancione della ragazza.
<< Ma sei incinta! >>
<< Wow te ne sei accorto… >>
<< Congratulazioni Sana…E anche a te Akito >>.
Hayama fece un altro cenno con la mano come per ringraziarlo e bevve un sorso dalla sua limonata.
<< E a che mese sei? >>
<< Ottavo…ormai manca poco…Ma davvero non ne sapevi nulla? >>
<< No altrimenti sarei venuto a portarti un regalo…C’erano stati dei rumors su questo, ma ho sempre creduto che fossero appunto solo voci di corridoio >>
<< Già tu ormai non ti fai più impressionare da certe dicerie >>
<< Sì infatti…Comunque non voglio disturbarvi per tutto il viaggio. Magari mi cerco un posto più avanti… >>
<< Ma no cosa dici non disturbi affatto…anzi era da molto che non ci vedevamo…Mi ha fatto piacere incontrarti qui… >>
<< Anche a me Sana…Magari arrivati a Londra possiamo incontrarci lì e bere qualcosa insieme…Tutti si intende >> disse guardando Akito.
<< Sì perché no? >>
<< Allora poi fammi sapere quando…Io non voglio disturbarvi… >>
<< Ok…Ah comunque questo nuovo look ti dona… >> disse facendogli l’occhiolino.
<< Grazie…A presto…Fate buon viaggio…Ciao Jin… >>.
L’intera famiglia lo salutò e Naozumi si fece largo tra i sedili per cercare un posto vuoto abbastanza lontano da loro. << Wow non mi sarei mai aspettata di trovarlo qui…Ora capisco tutte quelle urla che venivano dall’altro reparto…Chissà che fatica per farle stare sedute poi >>.
Nessuno disse più nulla e Sana iniziò a pensare al collega che aveva appena rincontrato. Non era da poi molto che non lo vedeva, ma ogni volta gli sembrava diverso. Anche loro ne avevano passate molte insieme, ma sempre, a differenza di lui, l’aveva visto solo come un amico. Ora che lo osservava bene poteva confermare di essere amica di un gran bel ragazzo.
Passarono le ore e il viaggio finalmente terminò. Akito, che finalmente era riuscito ad addormentarsi, si svegliò di soprassalto dopo aver sentito la voce quasi metallica del capitano proveniente dalle casse.
<< Papà siamo arrivati… >>
<< Eh? Ah sì…Finalmente…Non ce la facevo più… >>
<< Ma se ti sei addormentato come un orso durante il letargo… >> disse Sana ridendo.
<< Io non sono un orso… >>.
I tre continuarono a scherzare mentre l’aereo iniziava a decollare.
Entrarono nell’aeroporto e iniziarono a guardarsi intorno. D’un tratto videro il volto familiare di Fuka che si sbracciava per salutarli.
<< Sana, Akito, Jin…Come sono contenta di vedervi… >>
<< Ciao Fuka…è da tanto che aspetti? >>
<< No circa mezz’ora…Allora com’è andato il viaggio? >>
<< Abbastanza bene…Sono stravolta… >>
<< Ma come cresce bene questo bel pancione >> disse accarezzandole la pancia.
<< Eh già…Allora è meglio se ci accompagni in albergo e ci vediamo domani… >>
<< Ma come!Non volete mangiare qualcosa? Sono solo le 20.30 >>
<< Ah veramente non sapevamo nemmeno che ora fosse…ma comunque abbiamo già mangiato qualcosa prima…Tu Jin vuoi mangiare? >>
Il piccolo faceva fatica a stare in piedi così Sana rispose per lui.
<< Direi che è meglio se andiamo a riposarci… >>
<< Va beh vi capisco…Allora vi accompagno e ci vediamo domani verso le 16 nella hall… >>
<< Per noi va bene… >>
<< Hey ma quello circondato da tutte quelle ragazze non è Naozumi? >>
<< Sì è proprio lui…l’abbiamo anche incontrato nell’aereo e abbiamo fatto due chiacchiere >>
<< Che dire…è migliorato il ragazzo…Ha un certo fascino ora… >>
<< Andiamo in hotel per favore? >> disse Akito un po’ scocciato.
Fuka e gli altri presero la sua macchina e si diressero verso l’albergo dove Sana e gli altri avrebbero alloggiato. Arrivati lì si salutarono e la famiglia Kurata si diresse in fretta e furia nella propria camera. Tutti e tre sfiniti fecero in tempo solo a cambiarsi per poi cadere dolcemente tra le braccia di Morfeo.

§

La mattina seguente il primo ad alzarsi fu Akito intorno alle 11 passate. Era molto tardi, ma lo stesso volle concedere a sua moglie e suo figlio quegli attimi in più di sonno che li rendevano felici. Intanto lui chiamò il servizio in camera e ordinò la colazione. Mezz’ora più tardi anche Sana e Jin si svegliarono.
<< Wow questo profumo…Non è invitante…Molto di più >> disse Sana ancora ad occhi chiusi.
Mentre mangiavano insieme, Akito iniziò a chiedere a Sana che progetti avesse per la giornata.
<< Visto che staremo qui più o meno una settimana, oggi prima delle 16 cosa facciamo? >>
<< Mhh non so…Potremmo visitare la città… >>
<< Ma non conosciamo bene il posto…Potremmo perderci… >>
<< Ci faremo dare indicazioni o chiameremo Fuka…Dì la verità tu volevi stare qui ad oziare vero? >>
<< Ma no che dici… >> disse Akito lievemente imbarazzato << Lo dicevo anche per te. Non ti fa bene camminare tanto. Ma ci andremo contenta? >>
<< Sì molto… >> disse addentando un altro pezzo di brioche.
Finita la colazione l’intera famiglia si preparò per uscire. Chiamarono un taxi e si fecero portare ovunque nella famosa capitale britannica. Visitarono in poco tempo Buckingham Palace, il Big Ban, Tower Bridge, il famoso museo delle cere Madame Tussauds e la cattedrale di S.Paul.
<< Wow visita turistica in tempo record >> disse Sana bevendo la sua spremuta seduta in un bar << Che ore sono Aki? >>
<< Le 15.30…è meglio se ci sbrighiamo… >>
<< Ok finisco qui e andiamo…Ti stai divertendo tesoro? >> disse Sana a Jin.
<< Sì mammina…anche io voglio una copia di me nel museo… >>
La ragazza gli sorrise e gli rispose amorevolmente.
<< Chissà magari un giorno l’avrai… >>.
Terminato il piccolo break tornarono in albergo in tempo per l’appuntamento con Fuka che arrivò pochi minuti dopo.
<< Ciao ragazzi…Allora cos’avete fatto oggi di bello? >>
<< Mhh vediamo…Siamo andati un po’ in giro per Londra…Devo dire che è molto meglio di come me la immaginavo >> disse Sana sorridendo.
<< Vero? Beh ma adesso è meglio andare. Casa mia dista parecchio da qui. Ci vorrà sì e no mezz’ora >>
<< Ok allora andiamo >>.
Durante il viaggio Sana, Fuka e Jin continuavano a parlare della giornata trascorsa, e senza che se accorsero arrivarono a destinazione.
<< Eccoci siamo arrivati. Io abito qui al quarto piano >>.
Tutti e quattro scesero dall’auto e osservarono l’enorme palazzo davanti a loro. Aveva moltissime finestre ed un immensità di piani.
<< Wow! Per fortuna sei al quarto piano…Ma quanti sono? >>
<< Circa una quarantina…Grazie a mia mamma che conosceva il proprietario dell’appartamento sono riuscita ad ottenere quello. Già gli ascensori non mi fanno impazzire figuriamoci se capitavo al quarantesimo piano >>
<< Sì e poi Akito non ci sarebbe mai salito >> disse Sana ridendo.
<< Perché? >>
<< No nulla una storia lunga. Entriamo? >>.
L’appartamento di Fuka, anche se non molto grande, era davvero curato nei dettagli e confortevole.
<< Hai davvero una bella casa Fuka… >> disse Akito guardandosi intorno.
<< Grazie…Oh ecco questa dev’essere mia mamma >> rispose prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans.
<< Sì infatti è arrivata l’ora. Devo andare a prendere Mamoru da Takaishi. Per non rischiare di avere brutte sorprese sta lì con loro sempre mia mamma, ma il bambino lo devo andare a prendere io così poi lei va a prendere il dolce per la cena. Non ho tanta voglia di vederlo, ma mi tocca >>
<< Vuoi che qualcuno di noi venga con te? >>
<< No, non vi preoccupate farò prestissimo. Intanto voi fate come se foste a casa vostra…Sedetevi, bevete qualcosa, guardate la tv. Penso che arriverà prima mia mamma di me, ma ha le chiavi quindi non suonerà nemmeno il campanello. Sarà contenta di vedervi. Allora io vado e torno. Ci vediamo tra poco…Ciao >>.
Non fecero nemmeno in tempo a salutarla che era già uscita.
Durante l’attesa Sana e Jin appesero dei palloncini che avevano comprato nel pomeriggio mentre Akito si mise a leggere dei giornali posti su un tavolino in soggiorno. A un tratto si sentì il rumore di una chiave girare nella serratura della porta d’ingresso. Entrò la mamma di Fuka che portava in mano torta e pasticcini. Salutò tutta la famiglia serenamente e si mise anche lei a sistemare qualche decorazione per il nipote.
Circa mezz’ora più tardi suonò il campanello e Akito andò ad aprire. Quando Mamoru aprì la porta tutti gli invitati gridarono “ SORPRESA ” e gli fecero gli auguri tirandogli anche le orecchie. Il piccolo aveva gli occhi luccicanti dalla felicità e andò subito a giocare con Jin che non vedeva l’ora di conoscere un nuovo amichetto con cui stare.
<< Certo che è cresciuto molto. È proprio un bel bambino Fuka >>
<< Già >> disse lei con indifferenza.
<< Cos’hai figliola? >> le chiese la madre.
<< Non ti sei accorta che ci ho messo un eternità ad arrivare? >>
<< Beh sì, ma poteva essere per il traffico… >>
<< No quell’idiota di Takaishi voleva tenersi Mamoru per l’intera giornata e ha fatto una scenata che non ti dico >>
<< Ma non può lo sa benissimo… >>
<< Sì, ma per oggi voleva che gli concedessi quest opportunità…Non ci sono stata e l’ho mandato al diavolo…Mi ha fatto saltare i nervi >>
<< Ti capisco Fuka, ma adesso devi pensare solo alla festa del tuo bambino…Ti va se andiamo in cucina a preparare le ultime cose? >> le disse Sana.
<< Ok…Ma tu stai pure qui…Con questa pancia è già un miracolo che stai in piedi…Vai pure a sederti…Ci pensiamo io e la mamma >>.
Dopo tanta attesa finalmente la cena iniziò. Sia Fuka che sua mamma erano delle bravissime cuoche e lasciarono tutti sazi e soddisfatti. Dopo che Mamoru ebbe aperto i regali era arrivato il momento di prendere i pasticcini e la torta.
<< Quasi ce ne stavamo dimenticando…Vado subito a prenderla >> disse la padrona di casa.
<< Akito vai a darle una mano… >> lo rimproverò Sana.
<< Va bene… >> disse un po’ scocciato.
In cucina Fuka fece cadere una forchetta che teneva in mano ed entrambi si chinarono a raccoglierla. Si sfiorarono le mani con un po’ di imbarazzo, poi con sicurezza Fuka la prese in mano e la gettò nel lavabo.
<< Per me…per me il passato è indelebile >> disse lei a un tratto.
<< Cosa? >>
<< Tutte le scelte che ho fatto, che ci hanno coinvolto sono sempre qui nella mia testa…Nonostante siano passati anni >>
<< Non ti seguo Fuka… >>
<< Akito…Io ho sbagliato tanto nella mia vita…L’unica cosa buona che ho fatto si trova nella stanza qui accanto…Ma l’errore più grande che ho commesso riguarda te >>
<< … >>
<< Non avrei dovuto…Lasciarti andare…Forse saremmo stati bene insieme, magari sposati… >>
<< Fuka stai divagando e di là ci aspettano >>
<< Io ci penso spesso…A com'eravamo noi due. Nemmeno un bacio Akito, nemmeno uno. Giusto quella volta che volevi far ingelosire Sana. Io avrei dovuto lottare per noi, dimostrarti che eravamo importanti. Provo tanto rimorso per questo e per non averti mai baciato come si deve >>
<< Ne abbiamo parlato tante volte Fuka… >>
<< Invece no…Scartavi sempre l’argomento…E lo stai facendo anche ora…Concedimi…Solo un bacio… >>
<< Io vado… >> disse voltandosi, ma Fuka lo prese per un braccio.
<< Aspetta… >>.
I loro visi ormai erano vicinissimi e la ragazza si avvicinò sempre di più ad Akito socchiudendo gli occhi e le labbra che poi si posarono su quelle di lui. Hayama cercò di scostarsi, ma la loro attenzione fu distolta dall’apparizione di Sana sulla porta della cucina che con faccia terrorizzata iniziò a balbettare.
<< M-mi si sono r-rotte le acque >>.

Lunghino questo cappy eh? ^^...Diciamo che avevo abbastanza ispirazione. Mi scuso in anticipo per gli errori che magari ci sn anke se a dire la verità lo controllato un bel po' di volte...Si sa due occhi non bastano mai XDDD ...Vi ho stupiti un po'? O_o?? Spero di sì...XDDD e le sorprese non sono finite...Ce la farà Sana a partorire normalmente nonostante pare sia una nascita prematura? O_o...Quetso e altro nel prossimo cappyyyyyyyyy...Seguitemi sempre e recensite mi raccomando...Grazie 1000000000000000000000000000 a tutti i lettori e i miei recensori affezionati ^^...Come farei senza di voi...A prestooooooooooooooooo!!

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Capitolo 9
*** Attesa Interminabile ***


Akito allontanò sgarbatamente Fuka e corse da Sana che continuava ad impallidire. Lei perse conoscenza e sia accasciò tra le braccia di lui che la teneva stretta.
<< COSA STAI ASPETTANDO CHIAMA UN’AMBULANZA >>.
Fuka guardò tremante la scena e poi mormorando un distratto “ sì ” e prese la cornetta del telefono portatile che era poggiato su un mobile. Con le dita vibranti compose il numero e chiamò i soccorsi, mentre Akito cercava di far rinsavire sua moglie.
<< Hanno detto che arrivano subito. Ho mio Dio le si sono davvero rotte le acque. Distendiamola sul divano >>
<< Ci penso io tu và a dire a tua mamma di portare i bambini in un’altra stanza >>
<< O-Ok >>.
Fuka uscì fuori e spiegò alla madre cosa stava succedendo. I bambini vennero portati nella camera di Mamoru, invece Sana fu posata sul divano.
<< Ho preso dell’acqua e un fazzoletto >> disse lei mettendoglielo sulla fronte.
<< Ma quanto diavolo ci mettono >> disse Hayama in preda al panico.
Proprio in quell’istante sentì il suono di una sirena che si fermò di colpo sotto il palazzo in cui si trovavano.
<< Vado a dirgli dove siamo >> disse Fuka uscendo di casa di corsa. In pochi minuti Sana venne trasportata nell’ambulanza su di una barella seguita da Hayama.
Fuka, che era scesa per vedere che tutto fosse a posto vide allontanarsi il furgone in cui vi era la sua amica. Si mise una mano sulla bocca e iniziò a piangere a dirotto. Della gente che aveva osservato la scena le chiese se stesse bene e cose fosse successo. Lei cercò di tagliare corto e risalì sul suo pianerottolo. Raggiunse suo figlio, sua madre e Jin nella stanza. Disse loro che Sana avrebbe partorito entro poco tempo. Ai piccoli si illuminarono gli occhi.
<< Wow come sei fortunato avrai un fartellino… >> disse Mamoru invidioso.
Jin sorrise orgoglioso, mentre la madre di Fuka guardò sua figlia che aveva le lacrime agli occhi per la disperazione. Cercò di riprendersi e parlò ai bambini.
<< Allora piccoli, voi due state qui mentre io e nonna andiamo di là a sistemare le cose…Fate i bravi >>
<< Va bene… >>.
Entrambe si alzarono e uscirono dalla camera. Appena arrivati in salotto Fuka si accasciò sul divano e si mise a piangere con la testa fra le mani.
<< Su piccola mia non fare così… >>
<< N-non voglio che le succeda quello che è successo a me…È troppo presto per partorire capisci? Ho una paura terribile e mi sento una nullità… >>
<< Ma no cosa dici?…Qui è normale che noi non potevamo fare nulla…Per fortuna i bambini non si sono accorti di niente…Se no sai che spavento >>
<< Magra consolazione…ma non basta… >> disse lei continuando a singhiozzare.
Sua madre la prese tra le braccia e cercò di consolarla. Per Fuka fu come tornare bambina.
<< Dev’essere colpa mia…Sono io che le ho chiesto di venire qui e questo stupido viaggio deve aver aggravato le cose…Inoltre ho anche… >> poi si fermò di colpo. Sua madre non doveva saperlo.
<< Cosa? >> chiese la donna.
<< Niente…Ma adesso mettiamo un po’ di ordine qui e poi andiamo all’ospedale >>
<< Va bene…Ma facciamo in fretta >>.

§

L’ambulanza sfrecciava per Londra il più velocemente possibile. Akito non parlava bene inglese, ma lo stesso capì quello che gli infermieri si dicevano e gli riferivano.
Come l’ultima volta in cui Sana era stata in un ambulanza, lui le prese una mano e gliela strinse forte.
<< Forza piccoli miei non fatemi scherzi…Voi siete forti… >>
<< Are You the husband? >>
<< Yes I am >> disse lui.
Fu l’ultima cosa che si sentì dire fino all’arrivo in ospedale. Continuava a chiedersi cosa gli potesse interessare se era il marito o il fratello. Forse lo facevano solo per distrarlo.
Sana fu trasportata d’urgenza in sala parto, mentre ad Akito gli venne chiesto di sedersi e aspettare l’arrivo di un dottore. Prima di sedersi prese il cellulare per avvertire la famiglia di sua moglie, ma anche suo padre e sua sorella. Ormai in preda alla confusione non si ricordò nemmeno del fuso orario e prese i numeri dalla rubrica virtuale senza sapere esattamente che ora fosse lì e li chiamò. Entrambe le famiglie parevano scosse, ma nessuna delle due disse di potersi recare lì subito. Tuttavia pregarono Akito di dirgli il prima possibile in che situazione si trovava Sana e il bambino o la bambina. Passarono molte ore e nessuno degli infermieri o dei dottori lì presenti gli si avvicino. Sentì una voce lontana chiamarlo così si voltò per vedere chi fosse.
<< Hayama… >> disse Fuka avvicinandosi in fretta.
<< Fuka…Jin… >> disse prendendo in braccio suo figlio.
<< Dov’è mio fratello papà? >>
<< Non c’è ancora tesoro. È tardi non hai sonno? >> il piccolo Jin sbadigliò e chiuse gli occhi tra le sue braccia.
<< Scusami…volevo lasciare i bambini a casa con mia mamma, ma hanno tanto insistito… >>
<< Non importa… >> disse poggiando Jin sulla panchina. Pochi istanti dopo anche Mamoru si addormentò.
<< Ti hanno detto qualcosa? >> disse lei speranzosa.
<< No nulla >>
<< Di solito quando una donna partorisce fanno entrare anche il marito con lei >>
<< Sì lo so, ma probabilmente questa è una situazione diversa…aspetteremo >>
<< Mi…mi sembri un po’ freddo… >>
<< Cosa pretendi Fuka?…Sana è lì dentro e non ho idea di come stia! Che tono vuoi che abbia? >>
<< Hai ragione scusa…Comunque…Volevo dirti che…Quello che ho fatto…Prima…Ecco…Non sono pentita >>.
Akito si girò di scatto verso di lei e la fissò con occhi glaciali.
<< Non mi sembra il momento di parlare di queste cose… >>
<< Volevo solo che lo sapessi… >>.
Gli attimi che seguirono furono di totale angoscia e la tensione salì ancora di più quando uscì un medico dalla sala in cui era entrata Sana. Hayama si alzò subito, mentre Fuka rimase seduta a fissarlo.
<< Fuka per favore potresti venire con me? Non vorrei capire male quello che mi dice il dottore e tu l’inglese lo parli meglio di me… >>.
Lei annuì e gli andò vicino.
Il dottore parlava con Fuka, che poi riferiva tutto quello che gli diceva ad Akito.
<< Mi ha detto che Sana ha ripreso conoscenza e pare stia abbastanza bene…Il parto è stato molto complicato…Volevano fare un cesareo, ma alla fine hanno optato per il parto normale…Il bambino non è malformato a causa del fatto che è prematuro, ma…pare che abbia dei disturbi…respiratori…E…ha rischiato di morire…Così come ha rischiato Sana che però adesso si è ripresa >>.
Fuka si fermò un attimo per ascoltare nuovamente il dottore, mentre Hayama era rimasto pietrificato.
<< Adesso tuo figlio è stato incubato e gli è stata attaccata una macchina per respirare…La cosa positiva è che per il peso pare sia tutto a posto… >>
<< Mio figlio… >> disse lui distratto << Allora è un maschio? >>.
Fuka chiese al dottore quello che Hayama voleva sapere e gli rispose. Scosse la testa.
<< No…A quanto dice il dottore è una bellissima bambina…Lui si dice ottimista, anche se i rischi di perderla ci sono…Dobbiamo sperare che vostra figlia sia forte Akito… >>.
Hayama annuì e fece ancora una domanda.
<< Quando posso vedere mia moglie e mia figlia? >>.
Ancora una volta Fuka chiese e rispose.
<< Dice che Sana la puoi vedere anche ora, mentre per la piccola bisognerà aspettare >>
<< Allora io entro…Thank You >> disse stringendo la mano al dottore << Grazie Fuka… >>
<< Di nulla…Ora vai… >>.

Ecco qui il 9° Cappy...Come vi sembra? A me nn piace molto, ma stavo impazzendo continauando a cambiare cose...Alla fine il risultato è qst XDDDD!!Cmq forse ci sarà un doppio aggiornamento nel senso che stasera se non collasso per il caldo scrivo un altro cappy...Ringrazio come sempre tt qll che leggono e recensiscono...Grazie mille per le idee dei nomi ( a Katy...) e a tt quelli a cui piace la storia ^^!!Spero a stasera...Un bacione

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Capitolo 10
*** La paura e l'amore ***


È orrendo quando nessuno ti capisce e ti vede per quello che non sei. Sei circondato da persone che ti parlano, ti osservano e sorridono. Possono continuamente dire: “ Per fortuna è sempre tutto a posto ”. Dicono così quando in realtà avresti voglia di urlare al mondo cos’hai dentro, quello che pensi, ma non puoi farlo perché allora sai che il loro sguardo cambierebbe e inizierebbero a pensare: “ Cosa gli prende? Pensa davvero queste assurdità? ”.
È orribile sapere che esternando tutto di noi stessi verremmo poi visti come degli estranei o come persone che hanno perso qualche rotella. Allora è meglio tacere, tenere dentro di noi i nostri segreti, le nostre paure, le nostre gioie, ciò che ci piace della vita e ciò che ci piace per essere felici.
Era proprio così che si sentiva Fuka su quella panchina d’ospedale. Oppressa dai pensieri, schiacciata dalla solitudine di non poter di niente e di non poter avere accanto l’uomo amato. Perché lui appartiene a un’altra, a un’amica, ma davvero Fuka era innamorata di Akito?

§

<< Sana come ti senti? >>
<< Akito… >> disse lei aprendo le braccia per poter ricevere il suo affetto.
<< Tesoro, come stai? >> ripetè lui.
<< Io bene, ma nostra figlia… >> disse tra i singhiozzi.
<< Lo so, ma ha preso da noi due, ce la farà >>
<< I-io lo spero… >> si staccò da lui e riprese a parlare. << Sentivo la tua voce in ambulanza….sei stato molto dolce, è anche per questo che ti amo >>
<< Ti amo anche io >> le disse accarezzandogli una guancia.
<< C’è Jin di là? >>
<< Sì, i bambini hanno insistito tanto, ma si sono addormentati >>
<< Almeno stanno bene…mi dispiace di aver rovinato il compleanno a Mamoru >>
<< Ormai è passata mezzanotte, non è un tuo problema >> disse scherzando.
Rise anche lei, ma all’improvviso si posò una mano sulla testa.
<< Cos’hai? >>
<< Un po’ di mal di testa…succede. Chi altro c’è lì fuori? >>
<< A parte i bambini ci sono Fuka e sua madre >>
<< Ah Fuka… >>.
All’improvviso l’espressione di Sana si fece assente.
<< Sì, perché? >>
<< Io sapevo… >>
<< Cosa? >>
<< Sapevo che sarebbe successo, cioè, speravo di no, ma alla fine avevo ragione io. Lei è ancora innamorata di te >>
<< Sana cosa stai… >>
<< Fammi finire… >> disse lei quasi arrabbiata << …vi siete…baciati, o ti ha baciata non so, è quello che mi è parso quando io stavo perdendo le acque e voi eravate in cucina >>
<< Ti è parso male… >> disse lui freddo.
<< Hayama perché menti? Allora sei complice? >> ormai aveva le lacrime agli occhi.
<< Complice di cosa? >>
<< Lo vuoi capire o no che Fuka ti ama?! >> disse alzando la voce.
Le gocce salate scesero prontamente al loro “ via ”.
<< Mi ha dato un bacio e l’ho anche respinta, se non vuoi credermi sono affari tuoi… >>
<< Ti credo Aki, solo non capisco perché all’inizio mi hai mentito >>
<< È una stupidaggine, abbiamo cose più serie a cui pensare >>
<< Lo so, ma non credo sia lo stesso una cosa da poco >>.
Sana scorse un’infermiera sulla porta e si rivolse al marito.
<< È meglio se vai, ci vediamo dopo >>
<< A dopo… >> le diede un bacio sulla guancia bagnata dalle lacrime e se ne andò.
Quando ormai fu uscito dalla stanza, Sana si voltò su un lato e iniziò a singhiozzare più forte.
“ Perché quando ho più bisogno di te fai così? ”.

§

<< Come sta Sana? >> chiese Fuka alzandosi in piedi.
<< Lei…abbastanza bene. Sono venuti a darvi novità? >>
<< No, nulla mi dispiace >>.
Akito si sedette stanco sulla panchina e chiuse gli occhi spostando la testa verso l’alto.
<< Dai Aki rilassati >> disse lei posandogli una mano sulla gamba.
Prontamente Hayama la scostò. Lo sguardo di Fuka diventò visibilmente turbato.
<< So che sei nervoso, ma… >>
<< Piantala! >>
<< Cosa? >>
<< Ho detto piantala, smettila con queste false preoccupazioni >>
<< False preoccupazioni? Sana è la mia migliore amica e se non ti ricordi ho perso un bambino quindi forse ho la minima idea di quello che si può provare quando temi perla vita di tuo figlio >>
<< Tieni a Sana? Se ci tenevi tanto non mi avresti fatto quel discorso a casa tua e non mi avresti nemmeno… >>
<< …Baciato? Non hai proprio capito niente… >> disse con voce tremante.
<< Illuminami… >>
<< Non ne vale la pena… >>.
Si alzò piangendo e andò di corsa verso la fine del corridoio.
Akito si voltò verso suo figlio Jin che dormiva come un angelo, quando fu distratto da alcuni passi veloci che gli si avvicinarono sempre di più.
<< Kamura? >>
<< Hayama, finalmente ti ho trovato…come sta Sana? >>
<< Non sono affari tuoi! >>
<< Cosa? >>
<< Ho detto che…sta abbastanza bene, ma mia figlia non lo so ancora >>
<< Meno male che almeno lei sta bene, spero che la bambina si riprenda presto >>
<< Come hai fatto a sapere che eravamo qui? >>
Naozumi gli mostrò la mano fasciata.
<< Un idiota mi è venuto addosso mentre ero in moto, per fortuna mi sono solo fatto questo. Mentre ero in ambulatorio mi è sembrato di vedere qualcuno di familiare e infatti era la madre di quella vostra amica…Fuka…Beh sono andato da lei per salutarla e mi ha raccontato tutto >>
<< Wow che storia, quasi da film >> rispose lui sarcastico.
<< Hayama cos’hai? Capisco che tu possa esser un po’ nervoso e stressato, ma… >>
<< La piantate tutti di dire che sono nervoso…nessuno ti ha invitato >>
<< Se proprio vuoi saperlo non sono venuto per trovare te… >>
<< E allora vai, la tua Sana può accettare visite >>
<< Non cambi mai… >> disse Naozumi andando verso la stanza che nel frattempo gli veniva indicata dall’indice di Akito.
Senza voltarsi entrò nella stanza di lei bussando lievemente sulla porta.
<< Sana posso entrare? >>
<< Naokun, cosa ci fai qui? >>
<< No ti prego non farmelo ripetere di nuovo, comunque non dovresti farmi queste domande, è ovvio che sono qui per trovare te >> le disse sorridendo << tieni, questi sono per te >>.
Le porse degli stupendi fiori colorati che Sana prese tra le mani con espressione meravigliata.
<< Grazie, sono bellissimi...Mettili pure lì, ci dovrebbe essere una vaso vuoto >>.
Dopo aver messo a posto il buque, Kamura si sedette accanto a lei.
<< Ti hanno detto qualcosa della piccola? >>
<< No, mi continuano a dire di aspettare, per ora sembra sia stabile >>
<< Spero tanto che vada tutto per il meglio. Tu mi sembri sempre bellissima, a parte quegli occhi rossi…hai pianto? >>
<< Ma cosa dici… >>
<< Dai Sana, non dire bugie >>
<< Beh sai, la situazione… >>
<< …e Akito >>
<< Cosa vorresti dire? >>
<< Mi è sembrato piuttosto irritabile…un po’ troppo >>
<< Mi scuso per lui se per caso ti ha detto qualcosa di sgarbato >>
<< No, nessun problema. Ormai ci ho fatto l’abitudine >> disse ridendo.
<< Io lo amo tantissimo, ma quando fa così davvero non lo capisco >>
<< In che senso? >>
<< Niente, lasciamo perdere non ho voglia di parlarne >>
<< Come vuoi tu…Hai pensato al nome per la bambina? >>
<< Il nome? >>
<< Sì Sana, quello che si dà ai bambini quando nascono, serve per riconoscerli >>
<< Hey non prendermi in giro, lo so cos’è! Solo che non ci ho proprio pensato >>
<< Beh adesso puoi farlo… >>
<< No…voglio farlo con Akito… >>
<< Hai ragione. Allora io vado, vengo ancora domani ok? >>
<< Va bene, grazie di tutto Naozumi… >>.
Kamura le si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte.
<< A presto… >>
<< Ah Kamura, potresti farmi un favore? >>
<< Dimmi tutto… >>
<< Potresti far rientrare Hayama, ho bisogno di parlargli… >>
<< Come vuoi… >>.
Pochi minuti dopo l’uscita di Naozumi, sulla porta comparve di nuovo Akito.
<< Ciao… >> disse lei imbarazzata.
<< Ciao… >>
<< Tutto bene di là? >>.
Il ragazzo annuì col capo.
<< So che non hai tanta voglia di parlare, ma volevo chiederti scusa per prima. Non è il momento di pensare a certe cose >>
<< Finalmente l’hai capito >>
<< Prima ho parlato con Naozumi, mi ha fatto notare una cosa importante…Non abbiamo ancora scelto il nome >>.
“ Non l’avrà già deciso con quell’idiota! ” si disse Hayama furioso.
<< Lo facciamo insieme? >> chiese lei quasi implorante.
Di nuovo il ragazzo annuì con la testa.
<< Sai che numero ha il braccialetto mio e della bambina? 24. Ti ricordi, è il giorno in cui abbiamo fatto il nostro compleanno insieme, il nostro secondo bacio…sembra quasi fatto apposta >>.
Sana sorrise lievemente, poi a entrambi li illuminò un nome in testa.
<< Angy >>, << Michelle >> dissero insieme i due.
<< Come mai ti piace il nome “ Angy ”, Aki? >>
<< E come mai a te piace “ Michelle ” ? >>
<< Mi piace e basta >>
<< Idem >>
<< E allora come facciamo? >>
<< Troviamo un nome che piaccia a tutti e due e lasciamo perdere questi >>
<< No, idea! La nostra bambina avrà due nomi. Si chiamerà Angy Michelle Kurata >>
<< Non mi dispiace >>.
Sana sapeva bene che quando Akito rispondeva in quella maniera, voleva dire che il nome che avevano scelto in realtà gli piaceva moltissimo.
<< Sono contenta che ti piaccia… >>.
La gioia dei due fu interrotta da un rumore di passi veloci e di porte aperte con fretta e veemenza.
Sana e Akito si voltarono per osservare la scena. Lei gli strinse forte la mano, mentre dei rumori elettronici non accennavano a spegnersi e una voce femminile continuava a ripetere: “ Emergenza reparto maternità, soccorrere immediatamente il neonato numero 24 ”.

Finalmente ho aggiornatooooooooooooooooo! Contenti? ( No ndTTT) ( ç_ç ndMe)...Vi comunico che la fic sta per giungere al termine e ci sarà una cosa parecchio dolorosa da affrontare, penso che mi fucilerete...è una cosa moooooooooooooooooolto tragica, ma nn vi dico altro...Diciamo che avevo altre idee per il finale, ma alla fine ho optato per qualcosa di cruento ( me sadica XDD )!!!Va bene ho finito...ringarzio tt quelli che leggono, che recensiscono e un grazie particolare a katy92 che mi ha consigliato i nomi per il bambino...come hai notato alla fine ne ho messi due perchè li adoravo entrambi...allora a presto! Bacioniiii!

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Capitolo 11
*** My Heart is Breaking ***


Gli occhi attoniti continuavano a fissare la porta bianca che li divideva dalla loro bambina.
<< Aki, aiutami a scendere voglio andare da lei >> disse Sana con voce tremante.
<< Ma, non possiamo… >>
<< AIUTAMI >>
<< Come vuoi >>.
La prese lentamente tra le braccia e la posò su una carrozzina poco distante dal letto.
L’allarme continuava a ripetersi, ma i dottori ormai si erano fermati nella stanza in cui c’era la neonata.
Hayama aprì la porta spingendola col palmo della mano e vide medici e infermieri attorno a loro figlia.
Parlavano in inglese, ma entrambi capivano perfettamente quello che dicevano, tranne alcuni termini tecnici, dato che Sana aveva passato tanto tempo all’estero per lavoro anche in compagnia di suo marito.
Videro un’infermiera prendere un defibrillatore.
La ragazza si coprì gli occhi con tutte e due le mani e iniziò a piangere. Un medico poi si girò e appena li vide gli si avvicinò.
<< Non potete stare qui adesso… >>
<< È nostra figlia >>
<< Mi dispiace, ma… >>
<< …La prego! >> disse Sana con le gote rigate dalle lacrime.
Il dottore fece un cenno col capo e si allontanò, intanto gli altri cercavano di rianimare la bambina che a fatica riusciva a respirare. D’un tratto l’allarme cessò, i medici uno a uno si allontanarono e accanto alla neonata rimase solo un’infermiera che Sana conosceva.
I due coniugi, vista la calma che si era improvvisamente creata, si avvicinarono a loro figlia.
<< C-come sta? >> chiese Hayama.
<< Ha avuto un’insufficienza respiratoria, il suo cuore si è fermato per un paio di minuti, ma siamo riusciti a rianimarla e per fortuna si è ripresa >>
<< Potrebbe succedere ancora? >>
<< Non lo sappiamo. Le abbiamo messo l’ossigeno e farà una cura per un periodo lungo circa un mese… >>.
Altre lacrime caddero dagli occhi di Sana. << P-possiamo a-avvicinarci a lei? >> balbettò la ragazza.
L’infermiera sorrise.
<< Venga pure…Può anche farle qualche carezza se vuole >>
<< Grazie >>
<< Di nulla…è una bambina forte si vede dagli occhi >>.
La bambina teneva gli occhi chiusi. Era piccolissima e sulla testolina aveva pochi ciuffi di capelli del colore del grano. Akito era la prima volta che la vedeva e ne rimase affascinato.
<< È bellissima >> disse il ragazzo.
Sana infilò una mano nella piccola finestra circolare dell’incubatrice e sfiorò con le dita una guancia della figlia.
<< Ciao tesoro mio…Angy sei stupenda… >> disse tra le lacrime.
Passarono lì circa un’ora, poi Hayama riaccompagnò sua moglie in camera. Era quasi l’una e trenta e Akito decise di riaccompagnare suo figlio in albergo e di tornare il mattino seguente.
Uscito dalla stanza incontrò la madre di Fuka >>
<< È tardi, io e Jin andiamo in albergo, grazie per essere rimasti >>
<< Hayama, Sana come sta? E la bambina? >> chiese la donna.
<< Adesso stanno tutte e due bene…a presto >>
<< Aspetta >>
<< Cosa? >>
<< Anche io ora torno a casa per portare a letto mio nipote Mamoru…Potrei portare anche Jin, tra bambini si trovano bene… >>
<< In effetti sarei voluto rimanere qui… >>
<< E vorresti dormire qui? >>
<< Non è un problema… >>
<< Allora porto via il piccolo, va bene? >>
<< Grazie >> disse mettendole il braccio il bambino.
<< Vi chiamerò domani…e…Fuka? >>
<< Non vuole tornare, mi ha detto che preferisce stare qui. Prima l’ho vista piangere, sono un po’ preoccupata. Akito, tu sai perché? >>
<< No, non lo so >>.
Stava mentendo spudoratamente anche se in realtà non sapeva bene quello che frullasse nella testa di Fuka.
<< Beh, se puoi parlarle un po’…magari potrebbe dirti cos’ha…ora vado…buonanotte >>.
Akito si sedette pesantemente sulla panchina dietro di lui.
“ Dio, quanto sono stanco e ci si mette anche Fuka a preoccuparmi. Perché io, perché proprio Akito Hayama. Non voglio illuderla, io non la amo e non potrei nemmeno, il mio cuore non le appartiene e il suo non appartiene a me. Lei lo sa, non so cosa le prende, ma sono sicuro che non mi ami… ”.

Eccumi finalmente...scusate l'attesa...vado in frettissima gg quindi ringrazio tt i recensori, vi adoro ragazze, e anche chi legge e basta...Avete visto che la bambina è salva? Contente ? ^^...Cmq il colpo di scena arriva prestissimooooo e come vi ho già annunciato sarà, haimè, tragico...Ok ora vado...a prestissimissimo!baci

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Capitolo 12
*** Dolci e Amare Lacrime di Pioggia ***


“ Sono fuori dall’ospedale, mia madre è appena uscita con Mamoru e Jin Kurata, li sta portando a casa per farli dormire. Poco fa ho preso in braccio mio figlio. L’ho guardato attentamente. Nonostante avesse gli occhi chiusi riuscivo ancora a vedere il suo sguardo dolce e innocente, quello di un bambino che ha ancora tutto da scoprire della vita. L’ho baciato sulla fronte, lui ha sussurrato “ mamma ”, poi l’ho rimesso in braccio a mia madre.
Vedendolo andare via, non so come spiegare il motivo, mi si è stretto il cuore. Avrei voluto rincorrerlo, dirgli che è la cosa più importante di tutta la mia vita, invece l’ho lasciato tornare a casa senza fare niente.
Perché non torno a casa? Perché non vado via con loro? Ormai cos’altro posso fare qui?
Eppure voglio rimanere. Continuo a vedere persone trasportate dentro l’edificio con infermieri al loro fianco, trasportati su barelle e sedie a rotelle. A volte mi fanno allontanare un po’, ma non poi molto.
Non ho idea di che ora sia, ma di certo è molto tardi, in giro non c’è quasi nessuno tranne qui intorno. Il cielo è scurissimo, ma si riescono a notare facilmente delle nuvole grigie sopra Londra. Presto inizierà a piovere.
Cosa mi ha riservato la vita? Solo cose brutte, una sola mi riscalda il cuore. Vorrei urlare forte, vorrei farmi sentire, gridare senza alcun senso.
Le macchine qui non mancano mai, nonostante sia tardi. Quanto vorrei che si fermasse qualcuno e mi dicesse cos’ho sbagliato nella mia vita, perché ho sofferto tanto, perché soffro ancora. Avrei bisogno di tante risposte ed io ho tante domande a cui nessuno mi risponderà mai.
Mentre le gocce fredde della pioggia iniziano a cadere sulla mia pelle, le mie lacrime calde sfociano incontrollabili dai miei occhi. Non voglio che si fermino. Spesso mi chiedo “ che ne sarà di me? ”, mi sento triste, forse sono paranoica, ma nessuno potrà mai capire cosa mi porto dentro, cosa mi sono portata con me per anni, quello che ho passato. Mentre tutti credevano che io vivessi felice, in realtà soffrivo e mi trascinavo giorno e notte per permettere alla mia famiglia di vivere serena. L’unica cosa che mi dava gioia e me la dà ancora adesso sono i sorrisi di mio figlio.
Rivedere Akito è stato un altro duro colpo. Forse non ci saremmo dovuti rincontrare, invece ho chiesto l’aiuto della sua famiglia per risolvere i miei problemi, e per rivedere lui, perché è stata una parte di me che ora però ho perso e che probabilmente non ritroverò mai più.
È vero non ti amo e tu lo sai, ma il sentimento che provo per te supera l’amore che intenderesti tu. Da te ho cercato affetto, ma ho sbagliato tutto e mi dispiace. Akito perdonami ”.

§

“ Sento la pioggia scrosciare fuori dalla finestra. Questo corridoio vuoto è desolante, non mi permette nemmeno di chiudere gli occhi, è come se aspettassi qualcosa o qualcuno da un momento all’altro. Devo stare attento.
Sana e Angy almeno ora sembrano stare bene, ma chi mi preoccupa è Fuka e non poco. Quando se n’è andata prima, e i suoi occhi si sono bagnati, ho sentito una morsa allo stomaco. Ho provato tristezza, l’ho fatta piangere io e ora la sto evitando. Che stupido…Ho bisogno di parlarle…di chiarire, di sapere cosa le sta succedendo. Cos’hai Fuka? ".

§

La ragazza se ne stava ancora lì, sotto la pioggia, completamente bagnata.
Sentì dei passi dietro di lei, passi lenti.
<< F-fuka…cosa ci fai sotto la pioggia? >>
<< SI sta bene qui >> disse lei assente, senza voltarsi.
Akito fece qualche passo avanti e le gocce d’acqua iniziarono a bagnare anche lui.
<< Come mai sei qui? >> chiese lei.
<< Potrei farti la stessa domanda >>
<< Non c’è un motivo perché io sia qui… >>
<< Invece io…io volevo parlarti >>
<< Dimmi pure… >>.

Ekkimeeeeee!!Lo so, è un po' cortino il cappy, ma ci avviciniamo alla fine imminente e quindi qst cappy diciamo che è di transizione...Wow le recensioni sn aumentate...ve ne sn grata e sn anche onorata di riceve sempre complimenti...davvero un "grazie" speciale a: Enigma, Ninnola, taty88, G4bry, Katy 92 e Princess of Darkness...Davvero Grassieeeeeeeeeeee!!^^
Allora ci vediamo al penultimo cappy oki? Mi raccomando non mancate ^^ Byeeeeeeee!

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Capitolo 13
*** Luce Fioca ***


I'm so tired of being here
Suppressed by all my childish fears
And if you have to leave
I wish that you would just leave
'Cause your presence still lingers here
And it won't leave me alone

( Sono così stanca di stare qui
Soppressa da tutte le mie paure infantili
E se devi andartene
Vorrei che tu te ne andassi e basta
Perchè la tua presenta indugia qui
E non mi lascerà da sola )

Akito non sapeva proprio come iniziare a dirle quello che si teneva dentro ormai da ore. Prese fiato più volte, poi iniziò a parlare.
<< Fuka, io non posso e non potrò mai leggere dentro di te e sapere quello che provi, ma so di per certo che nonostante ne siano successe tante durante tutta la nostra vita, io sarò sempre tuo amico e ti vorrò bene…bene sul serio >>.
Lacrime calde scesero sul viso di Fuka e si mischiarono a quelle fredde della pioggia che non accennava a cessare.
<< Akito…Ero così stanca di soffrire, di sentirmi dire belle parole dalla gente e di fingere di stare bene…A dire il vero sono stanca anche adesso, ma penso che qualcosa cambierà, voglio cambiare. Fin da quando ci siamo conosciuti ho sentito qualcosa nei tuoi confronti, che fosse qualcosa in più dell’amicizia l’ho scoperto dopo, ma non mi importava perché potevo provarci, potevo cercare a conquistarti a far sì che il tuo cuore fosse mio, ma non è mai stato così…Tu sei sempre appartenuto a Sana e non per sua volontà, ma per quella tua…Sei tu che l’amavi e che l’ami ancora. Me ne sono fatta una ragione, davvero, non vi disturberò più…Anche perché ora ho capito davvero il motivo della mia vera sofferenza >>
<< Posso aiutarti Fuka? >>
<< No, te lo dirò, ma dopo che tu e la tua famiglia ve ne sarete andati da Londra, io vorrei che voi… >>.
I singhiozzi diventarono più forti e le parole faticarono ad uscire.
Era dura e triste, ma era quello che voleva ora.
<< …Forse me ne pentirò, e se succederà prometto che ve lo farò sapere, ma vorrei non sentirvi più, perché vedere voi mi fa stare male ancora di più >>.

These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase

When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
I held your hand through all of these years
But you still have
All of me

( Queste ferite sembrano non guarire
Questo dolore è troppo reale
C'è semplicemente troppo che il tempo non può cancellare
Quando hai pianto ho asciugato tutte le tue lacrime
Quando hai urlato ho combattuto tutte le tue paure
Ho tenuto la tua mano durante tutti questi anni
Ma tu hai ancora tutto di me )

Hayama non avrebbe voluto sentire quelle parole così pungenti e dolorose, ma accettò il pensiero dell’amica e la capì. Anche lui quando era ancora adolescente voleva allontanarsi da tutto e tutti, credeva che nessuno potesse capirlo, ma la vita per lui cambiò.
Avrebbe voluto aiutare Fuka, o almeno provarci, ma dentro di sé percepì che non c’era nulla da fare e che la ragazza che ha quattordici anni cresceva insieme a lui, adesso voleva solo rimanere sola e che aveva bisogno di silenzio.
<< Ti direi di accettare il mio aiuto, ma oltre ad essere la persona meno indicata, io ti capisco Fuka. Anche se pensi che nessuno ti potrà comprendere, io posso provare a paragonare quello che stai passando ora con quello che io ho passato quand’ero più giovane. Tu stessa mi hai spronato ad andare avanti sempre, ti ricordi? >>
<< Certo che mi ricordo >> disse con una smorfia di amarezza ricordando i bei tempi ormai passati, dove era ancora inconsapevole di quello che avrebbe vissuto.
<< Hayama, nonostante siano passati anni da quella brutta notte in cui persi mio figlio…io… >> la ragazza si girò finalmente verso di lui. Aveva il volto rosso e rigato da gocce salate che si potevano persino distinguere dalla pioggia << …Io tutte le notti per giorni e giorni ho fatto gli stessi sogni, immaginandomi la mia vita con la mia seconda vita che non è mai venuta alla luce, ho sognato quelle scene in modo ricorrente, ho pianto notte e giorno cercando di nascondermi…Ho perso me stessa e il tempo non è riuscito ancora a sanare le profonde ferite dentro il mio cuore. Io avrei voluto avere una persona come te accanto per superare quel brutto momento, invece mi sono allontanata da tutti, ma tu lo sai e hai sempre saputo che sei l’unico in grado di capirmi >>

You used to captivate me
By your resonating life
Now I'm bound by the life you left behind
Your face it haunts
My once pleasant dreams Your voice it chased away
All the sanity in me
These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase

( Mi catturavi con la tua luce risonante
Adesso sono costretta dalla vita che hai lasciato indietro
Il tuo volto pervade
I miei sogni, una volta piacevoli
Che la tua voce ha cacciato via
Tutta la sanità in me
Queste ferite sembrano non guarire
Questo dolore è troppo reale
C'è semplicemente troppo che il tempo non può cancellare ))

<< Se avessi saputo… >>
<< Tu lo sapevi…L’hai sempre saputo, ma non importa più ormai Hayama…Ho capito e tutto grazie a te. Ti sembrerà strano lo so, ma sei stato come la luce che mi ha illuminato… >>
<< …Ma Fuka, io non ho assolutamente fatto nulla…Anzi semmai… >>
<< È proprio questo il punto…Mi è bastato il tuo pensiero, solo il tuo pensiero Akito >>.
Fuka cambiò sguardo e sul suo viso si presentò finalmente il primo sincero sorriso dopo tanto tempo.
Raramente Hayama sorrideva, ma quella volta si fece trasportare dallo sguardo dell’amica che gli aveva scaldato il cuore con quelle poche parole.
Durò poco.
<< FUKA >>.
Fu un attimo e la ragazza fu spiazzata a qualche metro di distanza da lui. Un’auto sbucata dal nulla la travolse violentemente. Akito in un attimo fu su di lei.
<< Fuka, Fuka…Mi senti? >>.

When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
I held your hand through all of these years
But you still have
All of me
I've tried so hard to tell myself that you're gone
But though you're still with me
I've been alone all along

( Quando hai pianto ho asciugato tutte le tue lacrime
Quando hai urlato ho combattuto tutte le tue paure
Ho tenuto la tua mano durante tutti questi anni
Ma tu hai ancora tutto di me
Ho provato così tanto a dirmi che te ne sei andato
ma anche se tu sei ancora qui con me
sono stata sempre da sola )

<< Fuka…Riprenditi ti prego… >>.
La ragazza prese lentamente conoscenza, intanto l’auto che l’aveva investita si fermò e ne uscì un uomo che corse all’interno dell’ospedale a chiedere aiuto.
<< A-a-a-akito…C-cos’è successo…? >>
<< Non ti preoccupare, adesso andremo da qualcuno che ti aiuterà ok? >>.
Fece per prenderla in braccio, ma lei lo fermò.
<< No ti prego…s-stiamo qui…la pioggia è così fredda…mi piace >>.
Akito la teneva stretta tra le sue braccia e aveva una mano sotto la sua testa che presto si sporcò di sangue che copioso continuava a scenderle dalla ferita sulla nuca.
Fuka tornò a piangere.
<< Non…non sarei voluta andarmene così sai…Proprio ora che avevo buoni propositi >>
<< T-tu non te ne andrai >>
<< Non mentirmi Akito…Non devi dire bugie >> disse sforzandosi di sorridere. << Mamoru mi mancherà da morire, digli che lo amo, lo amo da impazzire ed è sempre stata la mia unica ragione di vita…Dio quanto mi mancherà >>.
I singhiozzi si fecero più forti e questi la sforzarono ancora di più. Akito vide riflesse nella sua mente immagini di quell’allegra ragazza. Era stata così sin dal primo giorno che l’aveva incontrata, ma poi si era spenta con il tempo.
<< …Ho ancora un po’ di voce…Dì a Sana che mi dispiace se le ho fatto mancare affetto, mi dispiace tanto e dille che mi mancherà…e che le voglio bene… >>.
Akito non riuscì a frenare le lacrime calde che gli scesero lungo il viso. Non poteva essere vero. Fuka se ne stava davvero andando così.
<< Non è giusto… >>
<< Non decidiamo noi della nostra vita lo sai… >>.

When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
I held your hand through all of these years
But you still have
All of me

( Quando hai pianto ho asciugato tutte le tue lacrime
Quando hai urlato ho combattuto tutte le tue paure
Ho tenuto la tua mano durante tutti questi anni
Ma tu hai ancora tutto di me )

Fuka fece una smorfia di dolore, poi rivolse un altro sorriso ad Hayama.
<< Akito…Ricordati quello che ti ho detto…Specialmente di Mamoru, non vorrei mai lasciarlo, ma non dipende da me…Addio… >>.
Le gocce scese dal viso del ragazzo ormai erano incontrollabili.
<< …Ti voglio bene >>.
Sorrise un’ultima volta, poi chiuse gli occhi per sempre.
<< Anche io Fuka… >>.

Vi ho fatto aspettare, ma spero ne sia valsa la pena ^^...E che Fuka nonostate spesso sia odiosa vi abbia fatto intenerire almeno un pochino ... ora vado...Ah la canzone è My Immortal degli Evanescence che adoroooo...ringrazio ovviamente tt i lettori e in particolare: Enigma e G4bry ^^...Grazie d cuore...bacissimi alla prossima

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Capitolo 14
*** Be Together ***


3 anni dopo

“ A tre anni esatti di distanza dalla sua scomparsa siamo ancora tutti qui per ricordala, davanti alla sua lapide dove vi è sopra una sua foto. Lei è sorridente, bella, come lo è sempre stata.
La notte in cui la mia migliore amica se ne andò io non c’ero. Non l’ho potuta salutare, non le ho potuto dire anche io quanto ci tenessi a lei, quanto le ho voluto bene. Hayama invece era con lei, le ha stretto la mano in quegli ultimi istanti e per notti non ha dormito e ha pianto in silenzio, ma forse dentro di sé sapeva che io lo sentivo.
In quei momenti mi paralizzavo totalmente e a loro volta le lacrime iniziavano a bagnare anche il mio cuscino. Quello che doveva essere un momento di gioia per la nascita di Angy si è rivelato quello più brutto che ho mai passato in vita mia. Se non altro il fatto non è accaduto esattamente la stessa notte perché la bambina è nata poco prima della mezzanotte. Sarebbe stato un trauma in più per noi e per lei.
Akito mi fece sapere tutto il giorno seguente. Era stremato, sporco di sangue sulla camicia. Mi prese un colpo quando lo vidi e ancora di più quando iniziò a spiegarmi tutto. Era la prima vera volta che lo vidi piangere dal dolore, quel dolore che teneva dentro di sé Fuka, quel dolore che Akito si era portato dietro da quando era ancora un bambino.
Non ci credetti, ma era evidente che fosse la verità. Urlai, piansi, ci stringemmo l’uno all’altro.
I funerali non vennero fatti a Londra, ma a Tokyo dove ritornammo pochi giorni dopo.
A Mamoru glielo disse Akito nel modo più dolce del mondo, con le parole che Fuka gli aveva detto di riferirgli. Soffrì tanto, probabilmente più di tutti noi messi insieme, e appena Hayama finì di parlare il piccolo gli si gettò al collo. Io vidi la scena, così estremamente dolce e fragile. Mi disse poi che l’aveva persino chiamato “ papà ”.
È il mio momento, devo leggere il breve discorso per cui mi sono scervellata in questi giorni e in cui parlo di lei, di Fuka, della mia migliore amica. Mi tremerà la voce, perché piango ancora, perché piango spesso, ma la gioia che mi danno i miei figli mi permettono di andare avanti come avrebbe voluto lei. Peccato che abbia chiuso gli occhi troppo presto.
Per te e per la tua famiglia, ti prometto che rimarremo sempre insieme, nonostante ora tu sia lontana.

§

Passò una lunga mattinata il giorno della commemorazione di Fuka. Tutti erano stanchi e sfiniti anche dal caldo, ma insieme decisero di andare in un parco che sperarono di trovare semi vuoto.
Angy ormai aveva tre anni e camminava stringendo la mano ad Hayam che la trattava sempre come una principessa. Jin invece ne aveva nove e passeggiava accanto a sua madre.
Per loro fortuna il parco era deserto e di tanto in tanto vi passavano delle persone di corsa mentre facevano jogging. Appena raggiunta l’erba, Sana si tolse le scarpe.
<< Mammina posso toglierle anche io le scarpine >> fece la più piccola.
<< Ma certo tesoro, ma stai attenta a dove metti i piedi ok? >>.
La piccola sorrise, poi venne presa in braccio da dietro da suo fratello.
<< Mamma guarda, Mamoru mi fa volare in alto >>
<< Tesoro, sta attento con tua sorella…E tu che aspetti Jin, vai con loro >>.
Il primogenito li raggiunse mentre Sana e Hayama si strinsero la mano e si diressero verso una panchina.
Il figlio di Fuka non era rimasto solo ed era riuscito a trovarsi una famiglia alla quale voleva un bene dell’anima. Lo stesso facevano i Kurata che non gli facevano mancare mai nulla. Mamoru da quanto si era affezionato ora riusciva a chiamarli anche mamma e papà. Il suo vero padre, Takaishi, non si fece più vedere, mentre la madre di Fuka era tornata ad abitare a Londra per questioni economiche ed aveva convenuto anche lei che era molto meglio che Mamoru vivesse con loro che con una povera donna sola.
<< È in un parco come questo che ci siamo innamorati… >> disse lei poggiando la testa sulla sua spalla.
<< Dovremmo tornarci qualche volta anche lì >>
<< Hai ragione, ci sono tante cose che non facciamo più come prima, e ce ne sono tante che faremo ancora…Insieme a loro… >>.
Proprio in quell’istante la piccola Angy ruzzolò a terra, ma si rialzò subito e iniziò a picchiare le mani sul vestito per fare cadere della terra che le si era posata sopra.
<< Angy Michelle Kurata, se il vestitino nuovo si è sporcato per bene, niente gelato doppio >> disse Sana da lontano.
<< Ma mamma è colpa di Jin… >> disse lei facendo gli occhioni da cerbiatto.
<< Hey non dare la colpa a me, sei stata tu…vero Mamoru >>
<< Io non mi metto in mezzo a queste cose…Piuttosto, chi riesce per primo a prendermi? >>.
I tre ricominciarono a giocare mentre i genitori li guardavano incantati dai loro movimenti.
<< Non sono stupendi? >>
<< Non potevamo che chiedere di meglio… >>
<< Dobbiamo farci una promessa Aki… >>
<< Quale promessa? >>
<< Che qualunque cosa ci accada in futuro, staremo sempre insieme…Noi dobbiamo vivere tutto il nostro futuro insieme >>
<< Promesso >>.
Suggellarono il giuramento con un tenero bacio, poi si guardarono negli occhi.
<< Tutto il nostro futuro insieme >>.

Se potessi far tornare indietro il mondo
Farei tornare poi senz’altro te
Per un attimo di eterno e di profondo
In cui tutto sembra, sembra niente è
E niente c’è...

The end

E siamo arrivati alla conclusione della mia seconda fic di Kodomo No Omocha...Spero che il finale vi sia piaciuto anche se so che è un po' corto...spero inoltre che la storia sia stata abbastanza piacevole. Io sono soddisfatta del lavoro che ho fatto anche se devo ammettere che nn ho mai avuto le idee chiare sin da subito ^^...Tuttavia vi ringrazio di cuore per tutto l'affetto che mi avete regalato nelle recensioni ( ovviamente ringrazio anche solo chi ha letto e basta ^^ ) un grazie immenso a Princess of Darkness, G4bry, Ninnola, Enigma e Katy 92...Siete state tutte adorabiliiiiiiiii!Spero ci sentiremo presto...io ho già in mente un'altra storia su Kodocha, ma aspetterò ancora un po' a scriverla...Ora vi saluto e vi ringrazio ancora di cuore per tutto...fatemi sapere come mi è sembrata la ff ok??
ps: la canzone che vedete alla fine è " l'immenso " dei negramaro
besooooooooooooo

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