My Sweet Revenge di crazybulma (/viewuser.php?uid=4070)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Interviews ***
Capitolo 2: *** Open Door ***
Capitolo 3: *** I Am You ***
Capitolo 4: *** When the Body Speaks ***
Capitolo 5: *** Talk ***
Capitolo 6: *** End of All Hope ***
Capitolo 1 *** Interviews ***
My
Sweet Revenge
Cap. 1
- Interviews
Bulma Brief diede un'ultima lunghissima
occhiata al suo riflesso nello specchio.
Sì, era decisamente perfetta con quel suo abito di seta rossa, lungo
fino ai piedi e dalla fattura molto semplice, che le scopriva interamente la
schiena e gran parte del decoltè.
Un trucco leggerissimo nascondeva i segni dello stress e della tensione che
avevano anticipato l'arrivo di quella serata così importante. Bulma prese un profondo
respiro prima di uscire dalla sua camera da letto. Poco dopo comparve, con aria
raggiante, nella sala principale della Capsule Coorporation.
Ricchi imprenditori, umili e fedeli clienti, scienziati facoltosi, dipendenti e
giornalisti... Erano tutti presenti e pronti a festeggiare il cinquantesimo
anniversario della fondazione della Capsule Coorporation. Quanto tempo era
passato dal giorno in cui suo padre aveva cominciato a produrre le capsule Oplà!
Ma ora lui era diventato troppo vecchio e troppo stanco, ed aveva lasciato a sua
figlia le redini della società.
Lei scese lentamente i gradini della scala, accecata dai flash delle macchine
fotografiche. Poi prese a girare per la stanza salutando e ringraziando le persone
che conosceva, ed il suo sorriso onnipresente aveva già allietato gli sguardi di
molti invitati.
D'improvviso si ritrovò circondata da microfoni e telecamere.
"Signorina Brief, cosa si prova a diventare l'erede di un così potente impero?"
"Bulma, è vero che molte delle capsule presenti in commercio sono tue
creazioni?"
"Signorina, vuole dare dei consigli alle giovani donne in carriera che seguono
il nostro programma?"
La donna sentì vorticare la testa e il terreno sotto i suoi piedi, ma continuò a
sorridere con gentilezza pur non sapendo come rispondere a quel mitragliamento
di domande. Ad un tratto però l'attenzione dei giornalisti si spostò da Bulma
ad un'altra persona, appena entrata nella sala.
Era Vegeta. Indossava una T-shirt fradicia, e sorseggiava con
disinvoltura una lattina di Pepsi. A Bulma parve che nemmeno si fosse accorto
dell'incredibile numero di persone presenti in casa, o forse aveva deciso
semplicemente di ignorare la cosa. Niente sembrava essere degna di interesse per
lui.
"Signor Vegeta, da quanto tempo Lei e la signorina Brief vi frequentate?"
"Com'è nato il vostro amore?"
"E' orgoglioso della sua compagna?"
Bulma scosse il capo, sconsolata. Quei poveri giornalisti non sapevano proprio a
cosa stavano andando incontro infastidendo in quel modo il fiero principe dei
saiyan! Tuttavia lui sembrava tranquillo, imperturbabile come al solito, quasi
come se non avesse sentito nulla di ciò che gli era stato detto.
"Toglietevi di mezzo" minacciò a bassa voce, meditando di far saltare
in aria telecamere e microfoni, ma i giornalisti non
staccarono gli occhi da lui. Per loro fortuna, pochi istanti dopo, accanto a
Vegeta comparve anche il piccolo Trunks. Aveva appena terminato l'allenamento
nella camera gravitazionale; suo padre lo stava allenando da parecchio tempo
ormai, e lui ne era orgoglioso e felice.
Vegeta approfittò della distrazione dei giornalisti per sgattaiolare via dalla
sala, e presto fu Trunks ad essere sommerso di domande indiscrete.
"Piccolo Trunks, puoi spiegare ai nostri telespettatori cosa significa essere il
bambino più ricco del mondo?"
"Anche tu seguirai le orme di tuo nonno e di tua madre, da grande?"
"Sai che un giorno la Capsule Coorporation diventerà di tua proprietà?"
Bulma osservò la scena, allarmata. Corse da lui immediatamente, ma si rese ben
presto conto che Trunks si sentiva a proprio agio sotto i riflettori, e
rispondeva prontamente a tutte le domande che gli venivano rivolte. Allora lo
strinse forte a sé, ed esclamò gioiosa "Il mio bambino sarà il futuro erede
dell'azienda, e credetemi... è davvero un ragazzino in gamba!"
Solo allora i giornalisti sembrarono ricordarsi dell'esistenza di Bulma. "E'
vero, signorina Brief, che ha progettato una... macchina del tempo?" domandò un
signore occhialuto, consultando il proprio taccuino.
"Sì, è vero. E' ancora in fase di sperimentazione, ma comunque non uscirà mai
nei negozi. Sarebbe troppo pericoloso viaggiare nel tempo e modificare gli
eventi" spiegò con tutta l'aria di saperne qualcosa.
Dopo aver ascoltato anche l'ultima intervista, una
persona scaraventò a terra un telecomando, con rabbia.
"Persino una macchina del tempo! Bulma Brief mi ha superata in tutto. Dovrei
esserci io a festeggiare e rilasciare interviste, non quella maledetta
sgualdrina!"
Le sue urla colleriche riecheggiarono in tutta l'area del laboratorio
sotterraneo, facendo tremare le pareti di un odio che mai si era assopito. Un
odio alimentato da anni e che finalmente avrebbe trovato sfogo.
"Il momento è arrivato. Questa sarà la mia dolce vendetta, carissima Bulma".
Continua?
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Capitolo 2 *** Open Door ***
Nuova pagina 5
My
Sweet Revenge
Cap. 2
- Open Door
Non era la prima volta che Trunks veniva
svegliato dalle urla dei suoi genitori.
Era lui lo spettatore (e a volte anche il protagonista) dei litigi di Bulma e
Vegeta, ed anche se era diventata un'abitudine, al bambino facevamo molto male
sentirli gridare. Si mise seduto sul letto, ormai incapace di riaddormentarsi, e
cercò di non ascoltare. Ma era impossibile!
"Insomma, ti è proprio tanto difficile comportarti come una persona normale?""
"Non fingere di non sapere chi io sia! Non ho alcun interesse ad essere
scambiato per un banale terrestre!"
"Vorrei solo che tu trovassi un lavoro, non ti sto chiedendo la luna!"
"Per me sarebbe molto più fattibile la seconda opzione, donna!"
Trunks fissò il soffitto della sua camera, cercando di pensare a qualsiasi altra
cosa che non fosse la sua pazza famiglia. Per un attimo parve che il silenzio
fosse tornato a regnare nella casa, ma ben presto le grida ricominciarono più
forti di prima.
"T'importa solo di diventare sempre più forte. Voi saiyan e la vostra fissa
per il combattimento!"
"Se la cosa ti da così tanto fastidio, perchè diamine hai voluto che restassi su
questo stupido pianeta?"
"Lo sai il perchè! Però speravo che dopo la morte di Goku... Bèh, è invece sei
proprio tale e uguale a lui!!"
"Non osare mai più paragonarmi a Kakaroth, hai capito?"
Di nuovo silenzio. Poi una porta che sbatteva e l'aura di suo padre che si allontanava.
Trunks sospirò e decise di scendere dal letto. Si tolse il pigiama e prese gli
abiti puliti dal cassetto. Quando arrivò in cucina, vide sua madre preparare la
colazione e canticchiare come se niente fosse successo.
"Ciao, mà!" disse lui, sedendosi a tavola.
"Ciao, Trunks. Dormito bene?"
Lui non rispose. Addentò una fetta biscottata con marmellata e pensò che era
aveva dormito benissimo, ma era stato il risveglio a metterlo di cattivo umore.
"Mamma..."
"Cosa c'è, tesoro?" domandò Bulma, senza voltarsi a guardarlo.
"Perchè tu e papà..."
Bulma singhiozzò e finalmente si voltò verso suo figlio. "Mi dispiace che ci hai
sentiti urlare... Non preoccuparti, non è successo niente. E quando torni da
scuola troverai una grandissima torta di mele ad aspettarti". Era la sua
preferita, e lo si capiva bene dal sorriso che prese ad illuminare il suo volto.
"Wow, dici sul serio, mamma? Grazie!" Trunks terminò di bere il suo latte e afferrò lo
zainetto. "Vado, a dopo!" Esclamò poi, correndo via. Da due anni frequentava una
scuola privata per piccoli geni, giacché dotato di un quoziente intellettivo
superiore alla norma, esattamente come sua madre. Bulma lo guardò allontanarsi,
e pensò che quello splendido bambino meritava molto più affetto e attenzioni di
quello stupido di Vegeta.
Un'ombra dai lineamenti esili e femminili aveva
atteso a lungo che Bulma rimanesse sola in casa, ed aveva osservato sia l'uomo
che il bambino uscire di casa, restando nascosta dietro un albero. Infine si
stirò il lungo abito con le mani, e si diresse verso il
portone principale dell'abitazione Brief. Suonò il videocitofono e diede il
tempo a Bulma di andare a rispondere.
"Salve. Desidera?"
"Buongiorno, Bulma cara! Sono io, sono Helene! Non mi riconosci?"
"Mi spiace, non conosco nessuna Helene e la tua faccia non mi dice nulla.
Arrivederci!" disse Bulma, riattaccando.
La donna cercò di trattenersi dal mettersi a strillare, e premette un'altra
volta il pulsante del citofono.
"Che altro c'è?" rispose Bulma, seccata.
"Possibile che proprio non ti ricordi? Eravamo compagne di classe alle medie!"
"Uh, davvero?" fece, senza troppo entusiasmo. Non aveva mai stretto rapporti
particolarmente stretti con i suoi vecchi compagni di scuola, era considerata la
tipica secchiona e veniva snobbata da tutti. In effetti, prima di conoscere
Goku, non aveva mai avuto dei veri amici.
"Ti va di uscire insieme? Mi piacerebbe rievocare con te i vecchi tempi..."
disse Helene, cercando di farle gli occhi dolci, nonostante fosse difficile per
lei che la odiava tanto.
"Aspetta, mi vesto e scendo subito".
Helene esultò mentalmente e tirò fuori dalla borsetta una pistola, stando bene
attenta che nessuno la vedesse. Attese che Bulma scendesse, e quando finalmente
se la ritrovò davanti le puntò l'arma contro.
"Eccoti! Ce ne hai messo di tempo! Non sai da quanti anni aspettavo questo
momento... Il giorno in cui io mi impossesserò della tua vita!"
Bulma indietreggiò, alzando le mani in segno di resa. "Adesso ti riconosco..."
mormorò tremante, stringendo gli occhi. "Tu sei la geniale figlia del dottor
Olson!"
"Hai detto bene... geniale. E'un aggettivo che mi calza perfettamente. Sai,
tutti ti amano, tutti ti ammirano, ma la verità è che io sono migliore di te, o
meglio, lo sarò non appena ti avrò sistemata."
A quelle parole, Bulma avrebbe voluto scappare ma Helene minacciò di premere il
grilletto.
"Vogliamo andare?"
"Vegeta verrà a salvarmi. Tu non sai di cosa è capace mio marito!" ribatté
fieramente Bulma, costretta a seguirla dentro una macchina volante.
"Oh, sarò ben felice di scoprire sulla mia pelle il magnetico potere di quell'uomo.
Ora taci, ci sono un sacco di cose che devo dirti!"
Continua?
Dopo il primo capitolo introduttivo,
ecco che cominciano i guai per Bulma.
Ho scelto il nome Helene perchè Elena è anche la mia nemica storica, ma non
fateci caso... Grazie per i commenti, lieta di avervi "intrigato" e spero di
continuare a farlo con questo nuovo capitolo. Visto come ho aggiornato in
fretta? Baci, vostra Cibbì.
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Capitolo 3 *** I Am You ***
My
Sweet Revenge
Cap. 3
- I Am You
Helene parcheggiò l'auto nel suo laboratorio sotterraneo, e fece uscire Bulma a
spintoni di pistola sulla schiena. Lei si lamentava e strillava, e sembrava
proprio non avere paura di niente, come se fosse quasi abituata a trovarsi in
certe situazione di pericolo.
"Cosa mi vuoi fare? Vuoi uccidermi?"
"No, per tua fortuna mi servi viva" rispose Helene, conducendola a strattoni
verso una stanza più grande del laboratorio. Poi si fermò di fronte ad un grosso
telo bianco e, sempre tenendo sotto tiro Bulma, lo abbassò esclamando un
"Tadànnn!"
Davanti alle due donne si ergeva ora un enorme macchinario, formato da due
celle e grossi cavi elettrici collegati tra di loro.
"Wow! Molto bello. Ora che l'ho visto e abbiamo constatato che tu sei più
geniale di me, posso andare?"
"Neanche per sogno!" disse Helene, prendendo Bulma per i capelli, e spingendola verso una delle celle. "Avanti, entra senza fare troppe
storie..." La legò a tre lacci spessi, le ammanettò mani e piedi, e le infilò un casco
metallico in testa.
Bulma urlò e scalciò, ma non c'era più nulla da fare ormai: era in trappola.
Helene rideva sguaiatamente, e le rivolgeva parole ostili e crudeli, mentre si
legava anche lei dentro l'altra cella.
"Vedi, Bulma... Per anni ho sognato di essere come te. Volevo avere una
grandissima casa, un marito affascinante, un dolce figlioletto da crescere, ma
soprattutto la fama! Le mie invenzioni sono sempre state scartate,
sottovalutate, e qualcuno ha anche insinuato che fossero... nocive. Che
assurdità. Io non voglio fare del male a nessuno" sibilò con finta dolcezza.
"Voglio soltanto diventare te!" concluse infilando sopra la propria testa il
casco e premendo un bottone.
E Bulma pensò che, di tutte le brutte avventure vissute fino ad allora, quella
che si stava consumando era di certo la peggiore.
Vegeta vagò a lungo per i cieli della Terra senza alcuna meta. Ripensò per ore
alle parole che Bulma gli aveva urlato quella mattina, e finalmente si convinse
che, infondo, lei aveva ragione.
Lui passava le sue giornate ad allenarsi e a diventare più forte. A quale scopo?
Il suo nemico era morto e sepolto, la Terra regnava nella pace più assoluta, non
c'era motivo di continuare a torturare il proprio corpo in una camera
gravitazionale. Eppure Vegeta non poteva farci niente, era un istinto a
guidarlo, era qualcosa scritto nel DNA della sua razza, qualcosa che andava
contro la sua volontà e le sue priorità. Persino quando, dopo il Cell Game,
aveva deciso di smettere di combattere. Non c'era stato verso di smettere
davvero, perchè immediatamente era ritornato ad allenarsi, a rinforzarsi, perchè
quello era tutto. Da quando era nato praticamente non aveva fatto altro, come poteva
cambiare da un momento all'altro. E soprattutto, come farlo capire a quella donna cocciuta?
Alla fine decise di rientrare a casa, troppo affamato per continuare a volare
ancora per molto.
Una Bulma serena e sorridente lo stava aspettando in cucina. "Ciao, amooore mio!
Vieni qui, fatti baciare tutto!"
"Che dici?" fece Vegeta indietreggiando. Anche se non poteva sapere che quella
donna era in realtà Helene con le sembianze di Bulma, aveva capito
immediatamente che c'era qualcosa di strano in lei.
"Non sei più arrabbiata?"
"Chi? Io? Dovrei?" domandò lei, come se avesse dimenticato la litigata avuta
quella mattina. "Oh, sì. Sìsìsì, sono molto, molto arrabbiata con te. Cattivone!"
improvvisò Helene, non sapendo assolutamente a cosa si riferisse Vegeta.
Lui si sedette a tavola, stanco e desideroso soltanto di mettere qualcosa nello
stomaco. Attese per qualche minuto che Bulma gli servisse il pranzo, ma
quella rimase immobile a fissarlo. "Allora? Mi dai da mangiare, si o no?"
Helene sobbalzò, diede un'occhiata ai fornelli e poi prese in mano il telefono.
"Scusaaa, ho avuto da fare stamattina. Ora ordiniamo due belle pizze!"
"E Trunks?"
"Tre! Tre belle pizze" si corresse lei, pigiando nervosamente i tasti del
telefono. Di quel passo si sarebbe fatta scoprire nel giro di poco tempo, doveva
stare attenta se voleva che la vita di Bulma diventasse sua. Costruire la Body
Change Machine aveva richiesto molti anni, e quando l'aveva presentata al C. I.
I. I. - il Comitato Internazionale di Invenzioni Innovative -, le avevano
ordinato di distruggerla perchè troppo pericolosa.
Qualche minuto dopo, Trunks rientrò a casa. Gettò lo zainetto in un angolo e
corse in cucina dalla mamma.
"Dov'è la torta?" domandò, saltellandole intorno.
"Quale... torta?"
"Quella che mi avevi promesso!" disse Trunks, con gli occhi luccicanti di gioia.
"Da-davvero? Emh, avevo finito il cioccolato, già! E non ho potuto prepararla,
mi dispiace Tom" fece Helene, arrampicandosi negli specchi.
"Mamma! Era una torta di mele. Ed io mi chiamo Trunks" piagnucolò il bambino.
Deluso, se ne andò in camera sua.
Vegeta , che aveva assistito alla scena, era rimasto perplesso e sospettoso.
Che cosa stava succedendo?
Continuo ma lasciatemi un commentino! U_U
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Capitolo 4 *** When the Body Speaks ***
Nuova pagina 5
My
Sweet Revenge
Cap. 4
- When the Body Speaks
Helene trascorse il resto del pomeriggio nel
laboratorio di Bulma e, quando si fece sera, dovette ingurgitare litri di caffé
per restare sveglia. Non riusciva a credere a quello che i suoi occhi avevano
visto in quelle ore, e non voleva nemmeno ammettere a sé stessa che Bulma Brief
era davvero un genio. Studiò con attenzione le carte dei progetti per la
Macchina del Tempo, incantata da tanta creatività e intelligenza.
"Io sono stanco, vado a dormire" borbottò Vegeta, facendo capolino da dietro la
porta. La falsa Bulma non si scompose affatto, immersa com'era nella lettura di
quei fogli, incomprensibili pure per lei.
L'uomo si insospettì sempre di più. Bulma lo degnava sempre di considerazione, a
volte anche troppo! Si avvicinò alla donna, e guardò i fogli oltre le sue
spalle. "Ancora lavori alla quella stupida macchina? Ma avevi detto che non te
ne importava più niente perchè..."
"Ho cambiato idea!" esclamò Helene, alzandosi in piedi. "Questa è un'invenzione
che cambierà il mondo" aggiunse, agitando i fogli davanti a Vegeta. Lui alzò un
sopracciglio, contrariato. "Hai dimenticato cos'è successo con Cell? Smettila di
dire sciocchezze e vieni a dormire".
Helene lo fissò indignata, non capendo il riferimento a Cell, il mostro che
aveva cercato di distruggere la Terra anni addietro.
Si diresse verso l'uscita del laboratorio, sempre tenendo tra le mani i progetti
per la Macchina del Tempo. Quando se ne fu andata, Vegeta restò immobile a
pensare che quella donna stava impazzendo. Come si poteva cambiare opinione su
una cosa così importante così, da un giorno all'altro? Notò la tazza di caffé
sul tavolo e ne bevve un sorso. Era amaro, e Bulma era solita mettere almeno tre
cucchiaini di zucchero... Le cose non quadravano affatto.
Helene si sciacquò la faccia sul lavandino del bagno. Non si sentiva affatto
bene, ma giocare ad avere il corpo di un'altra donna non doveva di certo essere
salutare. Si osservò allo specchio e si disse soddisfatta di quelle sembianze
così perfette. I suoi capelli neri e crespi erano stati sostituiti da un
caschetto azzurro e sbarazzino. I suoi occhi stretti e scuri erano ora grandi e
lucenti come stelle. E le sue curve... oh, erano dannatamente al posto giusto!
Si tastò i seni, e fu sorpresa di sentirli così pieni e rotondi. "Non possono
essere tette vere. Scommetto che quella Bulma ha pagato un bravissimo chirurgo
estetico".
Ad un tratto, però, l'immagine nello specchiò si deformò. Helene si toccò la
faccia, allarmata. Possibile che...
Accadde di nuovo, i capelli stavano ritornando neri e lunghi, e tutto il suo
corpo si stava trasformando. "Questo è assurdo! Nei topi l'effetto della Body
Change Machine era durato quarantotto ore..." Si maledisse per non avere testato
i poteri della sua macchina su degli esseri umani. Era evidente che c'era stato
un madornale errore di calcoli, perchè su di lei l'effetto era durato solo
dodici ore.
Prese le chiavi dell'automobile e uscì di fretta dal bagno, andando sbadatamente
a scontrarsi contro Vegeta.
"Perchè diamine corri?"
"Devo scappare, ci vediamo dopo!" gridò Helene, sorpassandolo.
Vegeta grugnì, concludendo che quella donna non era la vera Bulma, bensì
un'impostora. Decisa di seguirla di nascosto, perchè solo così avrebbe capito
finalmente cosa stava succedendo.
Helene raggiunse il laboratorio sotterraneo più in fretta che poté, perchè
durante la corsa il suo corpo era ritornato quello di sempre.
Quando arrivò da Bulma, la trovò triste e pallida. "Che c'è? Ti senti male?" le
chiese, avvicinandosi preoccupata.
"Secondo te? Mi hai lasciata qui legata per ore! Liberami subito!"
"Bèh, vedo che la lingua ce l'hai ancora" disse Helene, prendendo qualcosa da
mangiare dal frigorifero del laboratorio. "Mangia. Come ti ho già detto, mi
servi viva! Ogni dodici ore dovrò venire qui a trasformarmi, e la macchina non
funziona con un corpo morto" le spiegò, infilandole una mela in bocca, che Bulma
sputò immediatamente.
"Se le cose stanno così, allora preferisco morire di fame..." dichiarò
solennemente.
Helene sbuffò e decise di non insistere. Prima o poi sarebbe stata lei stessa ad
implorare di avere del cibo. Mentre preparava la macchina per la trasformazione,
Bulma chiese, col cuore in gola "Come sta Trunks?"
"Quel dannato monello! E' talmente viziato che quando non ha visto la sua torta
di miele per poco non scoppiava in lacrime... Ma ci penserò io a farlo rigare
dritto".
Bulma si sentì soffocare dallo sconforto, poi domandò "E Vegeta?"
Helene scoppiò a ridere, dopodichè la guardò dritta negli occhi con malcelata
cattiveria. "Il tuo maritino è un vero fenomeno a letto. Sapessi quello che
abbiamo fatto..."
A quelle insinuazioni, Bulma strinse forte i denti e poi prese ad urlare forte,
non riuscendo più a trattenere la rabbia. Urlò fino a non avere più fiato nei
polmoni, con Helene che si tappava le orecchie, infastidita.
"Eccola la vera Bulma!" pensò Vegeta, avanzando all'interno della sala,
con grande stupore delle due donne.
Continua?
Finalmente Vegeta ha capito tutto (non
ci ha messo molto tempo, in verità), ma la storia non finisce qui, perciò
continuate a seguirmi. Ma passiamo ai ringraziamenti! Grazie di cuore a Cesar,
Emyc, ChibiChu, Lilac (che non ha proprio idea di quanto la adoro *-*), Numb,
Bulma_92 che ha letto tutte le mie storie, MarinaHeart, la splendida Vit / Sonia
(è vero, sono abituata a ricevere almeno 10 recensioni a capitolo, e quando non
succede mi deprimo tantissimo e credo che a nessuno piaccia "leggermi" U_U
Esagero, vero?), il mio adorato fratello Samaun, Mela (pure te contro una Elena?
Ma allora è un'epidemia!), Fante, LadyVegeta, Topy, Mery ed Hele. Ma quanti
siete?! Grazie!! Non perdete il prossimo capitolo.
Cibbì
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Capitolo 5 *** Talk ***
Nuova pagina 5
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Sweet Revenge
Cap. 5
- Talk
"Tu! Mi hai seguita!" protestò Helene, fissando
Vegeta trucemente.
Lui si fermò al centro della sala e incrociò le braccia, esaminando prima Bulma,
legata ad uno strano marchingegno, poi la donna che si era spacciata per sua
moglie. Quella era una semplice umana, constatò. Non ci avrebbe messo molto
tempo a sbarazzarsi di lei.
"Ti pentirai di avermi preso in giro, stupida donna".
Helene si affrettò a puntargli contro una specie di telecomando. "Credi di farmi
paura? Solo perchè hai tutti quei muscoli da culturista?" Premette un bottone ma
Vegeta, per nulla intimorito, continuò ad avanzare verso di lei. Finché non andò
a sbattere contro una barriera invisibile. Helene scoppiò a ridere. "Vedi?
Non avresti dovuto metterti contro di me, ma continuare ad essere mio marito".
Vegeta tastò ogni angolo della barriera, cercando una via d'uscita, ma scoprì di
essere
intrappolato. Tirò calci e pugni, ma quella cosa trasparente sembrava essere indistruttibile.
"Che hai fatto? Maledetta strega!" gridò Bulma, cercando di liberarsi dai lacci
che la legavano.
"Vi presento la mia ultima creazione. Non ho ancora trovato un nome da darle..."
mormorò Helene, mettendosi seduta. Restò a riflettere sul da farsi per qualche
minuto, mentre Vegeta e Bulma cercavano un modo per uscire da quella situazione.
"Purtroppo, ora che Vegeta ha scoperto tutto, non posso più continuare a fingere
di essere Bulma Brief" ragionò la diabolica scienziata, ad alta voce. "Inoltre
credo che anche il piccolo Tom sospetti qualcosa..."
"Si chiama Trunks!" lo corresse Bulma, arrabbiata.
"Che razza di nome è Trunks?" domandò Helene, alzandosi in piedi. Aveva
finalmente preso una decisione. "Non ho più bisogno di voi. Posso ancora diventare ricca e famosa. Con
questi..." estrasse dalla borsetta un mazzo di fascicoli. Bulma li riconobbe
immediatamente: erano i progetti per la Macchina del Tempo!
"Appena sarò libera, te la farò pagare!" le urlò contro, e quelle parole fecero
sogghignare Helene. "Sei un'illusa se credi che potrai uscire da questo
laboratorio così facilmente".
Con lo stesso telecomando che aveva usato per creare la barriera su Vegeta,
Helene fece partire il timer di una bomba. Controllò l'orologio e poi disse "Bene,
avete ben 30 minuti per cercare di fuggire da questo posto. Altrimenti salterete
in aria. Ho installato una bomba sotto il laboratorio qualche tempo fa, quando
avevo paura che il governo potesse trovare certe mie... invenzioncine non
proprio legali".
Bulma e Vegeta si fissarono negli occhi, mentre Helene saliva sulla scala che
l'avrebbe condotta all'esterno del laboratorio.
Quando furono soli, Bulma gridò che era ancora troppo giovane per morire, mentre
Vegeta pensava che era davvero una fine ben poco dignitosa per il grande
principe dei saiyan. Si lasciò cadere a terra, poggiando la schiena contro la
barriera che lo imprigionava.
"Come hai fatto a capire che quella non ero io?" domandò Bulma,
curiosa.
"Dopo tutti questi anni..." cominciò Vegeta, ma non riuscì a proseguire, troppo
imbarazzato per rivelarle che ormai sapeva tutto di lei. Sapeva che manteneva sempre le promesse
fatte a Trunks, che detestava il caffé amaro, che quando litigavano lei gli
teneva il broncio per ore, che quando lui andava a dormire
lei lo seguiva sempre, che era dolce, premurosa, a volte isterica, ma mai così
distaccata e fredda come quella Helene.
Trascorsero qualche minuto in totale silenzio, l'unico suono che si sentiva era
il ticchettio della bomba, che scandiva i secondi prima dell'esplosione.
"Grazie" disse all'improvviso la donna.
"Per cosa? Per essere arrivato fin qui a farmi incastrare come uno sciocco da
una stupida terrestre psicopatica?"
"No, non per questo" Chinò il capo, socchiudendo gli occhi. "Grazie di essere rimasto qui sulla Terra quando te l'ho
chiesto..."
Vegeta si accorse che Bulma stava cercando di riprendere il discorso fatto
quella mattina, come se non si fosse mai interrotto.
"E' vero, sono una rompiscatole. E' come se stessi cercando di umanizzarti, ma
in realtà
tu mi piaci così come sei, altezzoso, egocentrico, orgoglioso, testardo..."
"Non mentire. La verità è che io non sarò mai l'uomo che vorresti" disse Vegeta,
amaramente.
"Non dire così!" gridò Bulma, dando uno strattone ai lacci come se
volesse correre da lui ed abbracciarlo.
"E' così. Altrimenti non cercheresti di cambiarmi".
"Lo faccio solo perchè ho paura..." La donna non riuscì a trattenere una piccola lacrima. "Ho paura che un giorno tu possa stancarti
di me e di Trunks. Ho paura che tu possa tornare ad essere il guerriero
sanguinario che eri un tempo".
Vegeta non disse niente, e quello fu per Bulma il segnale che, sì, era
una cosa possibile. Era possibile che un giorno Vegeta si sarebbe stancato di
tutta quella pace, e che sarebbe tornato a fare ciò per cui era stato addestrato sin
dalla nascita: uccidere.
"Basta chiacchierare inutilmente! Troviamo piuttosto un modo per uscire da qui!"
esclamò poi Vegeta, rimettendosi in piedi e trasformandosi in Super Saiyan. Sprigionò
tutta la sua energia e creò una sfera che scagliò contro la barriera.
Sfortunatamente il colpo gli rimbalzò contro, e Vegeta cadde a terra ferito. "Da-dannazione!"
imprecò l'uomo, cercando di rialzarsi.
"Vegeta, stai bene?" domandò Bulma, preoccupata.
"Starò peggio quando salteremo in aria..." sussurrò, accennando un sorriso.
Nemmeno nelle situazioni più critiche Vegeta perdeva la sua tagliente ironia, e
anche Bulma sorrise.
D'un tratto udirono una voce, la più dolce che avessero mai sentito.
"Ciao! Per caso mi stavate aspettando?"
Continua?
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Capitolo 6 *** End of All Hope ***
Nuova pagina 5
My
Sweet Revenge
Cap. 6
- End of All Hope
Bulma e Vegeta riconobbero subito a chi apparteneva la voce del loro presunto salvatore, ma alzarono
comunque la testa per essere certi che si trattasse davvero di lui.
"E tu cosa ci fai qui?" domandò Vegeta, poggiando entrambe le mani contro la
barriera.
"Non riuscivo a dormire senza la mamma che mi raccontava la
storia della buonanotte. Non vi ho visti in casa e sono venuto a cercarvi, Poi
ho sentito l'aura di papà ed eccomi qui" spiegò Trunks, che infatti indossava ancora il pigiamino.
"Trunks! Grazie al cielo sei arrivato!" urlò Bulma felicissima, mentre suo
figlio correva verso di lei per liberarla dai lacci che la imprigionavano alla
macchina di Helene. "Che vi è successo?"
"E' una lunga storia, ma ti racconterò tutto più tardi. Adesso dobbiamo
scappare. C'è una bomba sotto il pavimento!" gli rivelò Bulma, mentre si
sfregava i polsi arrossati.
Ma ora come salvare Vegeta?
Il timer della bomba segnava che mancavano solo 10 minuti all'esplosione.
"Papà!" gridò Trunks, scalciando contro la barriera nel tentativo di scalfirla.
"Lascia perdere! Ci ho già provato io... Andate via, piuttosto!" ordinò Vegeta seccamente.
"No! Mai!" replicò Bulma, attaccandosi a quello strano muro che la separava da
suo marito.
L'uomo digrignò i denti. "Non essere sciocca. Io sono un saiyan, una stupida bomba
non mi ucciderà. Ma tu..."
"Non posso lasciarti qui" insistette lei guardandolo intensamente, mentre gli
occhi le si colmavano di lacrime.
"Sparisci!" ripeté Vegeta, desiderando che sparisse davvero dalla sua
vista, e andò a sedersi in angolino, non degnandola più
d'attenzione. Forse, pensò, se non le avesse dato considerazione si sarebbe arrabbiata
e se ne sarebbe andata.
Lei capì tutto, abbassò le braccia lungo i fianchi e le sue labbra tremarono nel
sussurrare "Come vuoi..."
Trunks tossì, e interruppe il tragico momento. "Scusate, ma quando avrete finito
con le smancerie, io userei questo!" disse, agitando con la mano un grosso
telecomando.
"E' lo stesso che Helene ha usato per intrappolare Vegeta!" urlò Bulma, dandosi
dell'idiota per non averci pensato prima.
"Ma è pieno di pulsanti, quali devo premere?" disse il piccolo, grattandosi la
testa.
Vegeta si rimise in piedi e gli ordinò di premerli tutti, a caso.
"Agli ordini!" esclamò Trunks, pigiando col palmo della mano tutti i bottoni
contemporaneamente. Ci furono piccole esplosioni, e macchine che si accendevano
di colpo, ma anche la barriera trasparante scomparve.
"Sta esplodendo!" strillò Bulma quando il timer segnò comincio il conto alla
rovescia dai dieci secondi.
Trunks afferrò immediatamente la madre e, seguito da Vegeta, volò più alto che
poté.
La bomba esplose in boato assordante, e una fiammata enorme devastò il paesaggio
circostante.
La famiglia Brief ritornò in volo verso casa, esausti e ancora troppo scioccati
per dire qualsiasi cosa. Semplicemente restarono in silenzio, ognuno assorto nei
propri pensieri.
Quando Bulma mise piede dentro casa, ringraziò il cielo di essere ancora viva e
di riavere il pieno possesso della propria vita. Controllò che tutto fosse
apposto in casa, e notò che l'unica cosa che Helene aveva rubato erano i
progetti per la Macchina del Tempo. Rimboccò le coperte e Trunks e gli lesse una
favola per farlo addormentare. La storia parlava di una donna ricca e importante
che ad un tratto si vedeva portar via da una strega cattiva tutte le cose che
più amava. Trunks chiuse gli occhi e sprofondò nel sonno con un sereno sorriso
sulle labbra, dopo aver ricordato a sua madre che gli doveva una torta di mele
per averle salvato la vita.
Poi Bulma si fece una doccia fredda, andò a mangiare qualcosa in cucina ed
infine, completamente esausta, andò in camera da letto dove Vegeta stava già
riposando beatamente. Si distese accanto a lui, che le dava la schiena, e poi
rimase immobile a fissare le ombre notturne muoversi sul soffitto buio della
stanza.
"Vegeta... sei sveglio?" domandò dopo qualche minuto.
"No" rispose lui, aprendo gli occhi.
"Helene mi ha detto che siete stati insieme... magari su questo stesso letto. E'
vero?" mormorò lei con la morte nel cuore.
Vegeta si mise seduto di scatto. "E' una bugia!"
Bulma lo guardò, speranzosa. "Dici sul serio?"
"Anche se aveva le tue sembianza, non mi attraeva per niente. Lei non era te"
disse, rimettendosi sdraiato di fianco.
Allora Bulma lo abbracciò, commossa dal fatto che lui la conoscesse così bene.
"Grazie. Ti prometto che d'ora in poi non ti dirò mai più che devi cercarti un
lavoro. Devi ancora allenarti a lungo, non sei nemmeno capace di abbattere una
stupida barriera creata da una terrestre!" lo schernì.
A Vegeta sfuggì un sorriso, lieto che quella donna avesse finalmente capito che
diventare più forte era tutto per lui. Stava per addormentarsi quando Bulma
aggiunse "Chissà cosa combinerà ora Helene con il progetto della Macchina del
Tempo. Si prenderà un merito non suo, e la metterà in commercio per diventare
miliardaria..."
"Io non ne sarei tanto sicuro" disse Vegeta alla sua donna che, finalmente
rincuorata, si addormentò profondamente.
MOLTI ANNI DOPO...
"Bulma Brief, durante il congresso di domani,
presenterà la sua nuova invenzione: il jet più veloce del mondo. Un grande passo
avanti per chi viaggia da una parte all'altra del globo!"
Helene, spense la televisione, stanca di sentire il nome di quella donna che,
incredibilmente, era riuscita a salvarsi la pelle.
"Tsk! Il jet più veloce del mondo non può competere con questa!" esclamò
osservando, con le mani nei fianchi, la Macchina del Tempo. Ce ne aveva messo di
tempo per costruirla, ma finalmente l'invenzione più innovativa della storia era
stata ultimata. Mancava solo il collaudo.
"Bene, è arrivato il momento di partire" disse
Helene, facendosi coraggio e salendo nella postazione di comando. Azionò la
Macchina, dopo aver selezionato l'epoca del passato in cui voleva recarsi. Il
viaggio fu emozionante, ma breve.
Quando alla fine scese dalla Macchina, si guardò attorno ed esultò ad alta voce.
"Ce l'ho fatta!" Aveva deciso di tornare nel medioevo, ed infatti la città in
cui si trovava era fatta di vecchie case e gente vestita fuori moda.
Soddisfatta, cominciò a ridere sguaiatamente, senza rendersi conto che una folla
di persone si era radunata attorno a lei.
"Io l'ho vista apparire dal nulla!" gridò una donna malconcia e sporca.
"Che diavoleria è mai questa? Non ho mai visto nulla del genere!" disse un uomo,
toccando la Macchina del Tempo con un bastone.
"E' sicuramente una strega! Prendiamola, al rogo!" urlò un vecchio monaco
impugnando un forcone arrugginito. Helene cercò una via di fuga, ma era
circondata ormai. Saltò dentro la Macchina, ma si accorse di aver finito
l'energia sufficiente per tornare nel presente. In quel momento le vennero in
mente le parole di Bulma: giocare col tempo poteva essere pericoloso.
Helene lo avrebbe capito nella maniera peggiore.
The End
Grazie a tutti coloro che hanno letto questa storia, che
l'hanno messa tra le preferite, che hanno lasciato un commento e lo lasceranno
anche per l'ultimo capitolo.
Alla prossima!
Cibbì
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