Amore da definire

di stranamavera92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Laurinda ***
Capitolo 2: *** La svolta ***
Capitolo 3: *** Un lavoro quasi sicuro ***
Capitolo 4: *** Destinazione cuore ***
Capitolo 5: *** IO TI CREDO ***
Capitolo 6: *** La verità ***
Capitolo 7: *** La resa dei conti ***



Capitolo 1
*** Laurinda ***


Gli occhi bruciano,la lingua è asciutta e i polsi freddi. Laurinda non teme per la sua salute,ha solo paura di dover restare lì dentro ancora per molto. Settanta giorni sono tanti e viverli interamente in una clinica psichiatrica è piuttosto umiliante. Malattia unica e ancora sconosciuta per i ricercatori-medici che si occupano delle più gravi forme di cancro. Quello di Laurinda sembra essere uno di tipo avanzato. E’ questa l’unica notizia sulla quale la sua famiglia può contare,piuttosto improbabile che ve ne siano altre nelle prossime 24ore. Altri settanta giorni,si spera che la ricerca dia frutti questa volta. Attacchi di panico,atti di violenza,ira,dimenticanza,”rassegnazione”. Laurinda sa bene che non potrebbe avvicinarsi troppo al reparto A6 ,che dista solo qualche metro di distanza dal suo,il reparto B60,eppure la sua curiosità la spinge sempre oltre. Ogni giorno spera di incontrare qualcuno che abbia i suoi stessi sintomi,che possa farle compagnia in camera o in quel reparto sempre vuoto e mal visto. Ecco perché i suoi occhi almeno cercano di vedere altro. Il reparto A6 è specializzato in incidenti stradali,quelli del sabato sera,che Laurinda vede solo attraverso quel vetro quando si accorge che c’è una folla di gente dietro un lettino oramai vuoto o con sopra un corpo senza vita. Sono le 02.30 di notte. In clinica si respira una brutta aria,ci sono casi sempre più gravi. L’ultimo è quello di Stef,un ragazzo di appena 17 anni,gravemente ferito dopo un brutto incidente con lo scooter,tasso alcolico alto e un camion di fronte. Sembrano essere queste le cause. Dietro di lui una ragazza e un adulto. I medici sospettano una grave complicazione per il ragazzo:il coma. Laurinda è sempre di fronte quel vetro,non è quasi mai in camera sua,tranne quando i suoi genitori e i suoi zii vengono a farle visita. Il suo papà è un insegnante,sua madre una domestica. Avevano solo venti anni quando nacque Laurinda,la loro unica figlia. Da piccola le venne diagnosticato un cancro al cervello che avrebbe spezzato la vita della bambina solo dopo qualche mese. Da allora sono passati circa ventitré anni e Laurinda è ancora viva. Non ha mai passato un solo giorno fuori casa. Lo smog,l’inquinamento,il contatto con la gente ,tutto questo avrebbe potuto provocare forti disturbi psicologici e fisici. La sua è comunque una vita non vissuta. Sono le 12.09,Laurinda ha appena finito di pranzare,è fuori la sua camera,fuori il suo reparto,di fronte quel vetro,di quel reparto A6. Sono giorni che è lì e fissa quella stanza,quel letto,quel ragazzo. E’ Stef. Ricoverato da oramai quattordici giorni,da due uscito dal coma,adesso sotto osservazione. Laurinda,appena i dottori,gli infermieri vanno via,a passo svelto ma silenzioso si appresta ad avvicinarsi alla stanza n16. Quando può,gli dedica una canzone o semplicemente delle parole “Come stai?Io sono Laurinda…e tu?Come ti chiami?...Stef?Spero che tu possa rimanere qui ancora per molto così possiamo fare amicizia io e te,sei contento?Ti voglio bene”e dopo un piccolo bacio sulla guancia,ritorna dietro quel vetro,restando a fissarlo ancora per molto. Gli amici di Stef sono lì,raggruppati in tanti piccoli cerchi,i loro visi spenti tristi ma anche speranzosi che Stef possa aprire quei maledetti occhi e riconoscerli tutti,proprio tutti … anche la sua ragazza. Sembra essere quella più tormentata dal pensiero asfissiante che il suo “ amato cucciolo” possa non svegliarsi più. Non fa altro che piangere e mentre si asciuga le lacrime tiene le sue mani strette in quelle di un altro ragazzo. Laurinda vede davvero tutto e vorrebbe stare lì,piangere con loro,dormire e magari non svegliarsi più. “Laurinda,dovresti essere in camera tua,ma come al solito io e il tuo papà ti troviamo lì a fissare tutto quello che circonda quel ragazzo. Ho paura che ti stia facendo troppo ossessionare da quella persona” “Mamma!...Ciao papà…andiamo in camera mia?” “Tua madre ha ragione, Lauri,non puoi startene sempre lì a guardare cosa succede oltre quel vetro,devi riposare e startene qui da sola. Sei fortunata sai?Non ci avevi mai pensato? Hai un reparto tutto per te” “Ma non lo voglio papà ,tutti voi avete ancora paura che io possa fare del male a qualcuno? Sono grande e responsabile oramai,non ho più bisogno di tanta cura e attenzione,posso restare anche altri cento giorni in questa clinica,per aiutare la ricerca a progredire e rendermi utile per chi un domani presenterà i miei stessi sintomi ,fare da cavia insomma ma cercare così di migliorare la vita degli altri visto che non ci sono riusciti con la mia,ma non voglio restare da sola a contare i chicchi di riso che ci sono nel piatto o misurare ogni giorno la pressione per perdere tempo nel mettere in attivo quella stupida macchina. Quel ragazzo di cui mi sono ossessionata è mio amico. Ci vogliamo bene e sono sicura che quando si sveglierà mi riconoscerà,riconoscerà la mia voce,vorrà abbracciarmi e ringraziarmi. E non provate a dirmi che sono pazza perché non ci casco più. Sono settanta giorni che sono chiusa qui dentro,e voglio uscirne solo per provare un’altra volta quell’attimo di eccitazione che ho provato quando ho preso la macchina e ho assaporato l’aria per soli cinque minuti. Vorrei tornare a casa anche solo per potere accendere la tv e pensare che tutto quello che guardo un giorno possa succedere anche a me. Qui mi sento chiusa in trappola e se nessuno vuole vedere il mio viso perché ha paura di me,non preoccupatevi. Sono io che vedo gli altri,solo attraverso quel vetro. Stef mi ascolta e gli fa piacere. Gli fa piacere,ne sono sicura.” “Signorina Collins,sono pronte le sue analisi.”. “Mamma è incinta,lo so. Strano che non me ne abbia parlato lei. Sono davvero contenta,avrò un fratellino o una sorellina? Sarà lo stesso grandioso. E’ da tanto che non mi sentivo così… papà abbracciami!” “Lauri,in realtà,tua madre…ed io siamo molto preoccupati. Sei nostra figlia,ti vogliamo bene,ma sei malata,e noi vogliamo un bambino sano. Lauri,tu vivi in un mondo tutto tuo,direi fatto di favole,mostri,fate,pericoli,sogni e speranze. Il vero mondo tu non lo conosci affatto,e io e tua madre non possiamo permetterci che tu possa influenzare la creatura che nascerà. Sarà piccola,vorrà seguire le tue orme e questo noi dobbiamo evitarlo? Capisci? Penso che te ne farai presto una ragione. Avere una famiglia solo due volte al mese non è costruttivo e nemmeno utile. Dirti addio sarebbe da vigliacchi ma dirci arrivederci,magari abbracciandoci,è davvero la cosa giusta da fare. Tua madre era troppa in ansia, e non avrebbe mai minimamente avuto la forza di dirti queste cose. Arrivederci Lauri” “Ahhhhhhhhhhhhhh,che voi possiate morire,tu ,la mamma,il bambino….che voi possiate morire,aaaaaaaaaahhhhhh,vai via,viaaaaaaaaaa” Il cuore batte sempre più forte,Laurinda ha avuto un altro attacco,avrebbe la forza di prendere una siringa e puntarla giusto al pene di suo padre per provocargli più dolore … ma non ne ha il coraggio. I suoi genitori,la sua famiglia,come la si voglia chiamare,ha sempre beneficiato di un versamento statale per la loro piccola bambina che permetteva loro di vivere in una grande villa e da veri signori di città:i più ricchi. Dopo aver raggiunto la maggiore età,il versamento era risultato più scarso ma sempre di ottime cifre,con l’età di ventitré anni, Laurinda è oramai indipendente anche se la sua malattia risulta essere ancora una macchia nella ricerca-cancri. “Signorina Collins,le va di fare una passeggiata?” “Oh si certo,signorina Matilda,sono davvero felice di camminare un po’,sento le gambe piuttosto stanche e sento il sangue fermarsi e riscaldarsi,è normale secondo lei?” “Io sono un’infermiera e come tale posso dirle che tutto questo si verifica perché lei non è in movimento.” “Mai nessuno me lo aveva fatto notare,penso che se oggi me lo sto chiedendo è perché vogliono sperimentare qualcos’altro. Adesso ho capito tutto e non mi dispiace essere presa come punto di riferimento,riesco ad essere utile almeno per i ricercatori,se cammino e mi sentirò meglio lo farò presente,lo prometto” “Sei una ragazza intelligente. Cammina per tutto quel viale senza però entrare nel reparto A6 e poi ritorna indietro,per ben cinque volte,poi ritorno e mi racconti,a dopo.” Le cinque volte diventano dieci,l’infermiera non è ancora arrivata,non c’è nessuno nel viale e nemmeno nel corridoio,solo il ragazzo della stanza n16,Stef. Laurinda si è innamorata del suo profumo e ogni sera prega perché lui possa riconoscerla un giorno. “Sono trascorse un paio di settimane da quando mamma e papà se ne sono andati e non li ho più visti. Adesso sono ancora più sola,però l’infermiera Matilda mi ha fatta camminare,dice che si spera in qualche risultato seppure scarso. Ho fatto altri due esami stamattina,un altro livido e due dita fratturate,ho la testa che mi scoppia e la lingua che a stento riesce a battere contro i denti per parlare,ma anche se faccio fatica parlo molto lo so,però vorrei tanto che qualcuno mi rispondesse. Il fatto che tu mi ascolta mi fa piacere,spero solo che il mio tono di voce non ti faccia impazzire, Anzi voglio farti ascoltare una nuova canzone che ho inventato,vuoi sentirla? … “ “Ehi tu,chi sei?” Laurinda sembra spaventata,non aveva mai visto quel ragazzo. “Ciao,vuoi parlare anche tu con lui? Stavo cantando una canzone ,però non la conosco ancora molto bene…” “Ma cosa vuoi dal mio amico,togli queste mani dalla sua faccia,e vai via,io non ti conosco … sei sua amica?” “Si,ci siamo conosciuti qui,un po’ di tempo fa” “Ho capito,tu sei quella pazza del reparto B60,senti ,il mio amico ha bisogno di riposare e starsene con gli amici,quelli veri ,quindi vai via” “Veri?? Sono io che gli faccio compagnia,voi ci venite solo quando vi fa comodo ,qualche volta al mese,io sto solo parlandogli” Il ragazzo si avvicina “Per favore,vai via” Il suo tono sembra minaccioso,sempre più feroce il suo sguardo,Laurinda trema e ha il sudore che le scorre nelle vene. “Me ne vado in camera mia,scusami.” … e con lo sguardo ancora impaurito corre verso la sua stanza dove ad aspettarla c’è l’infermiera Matilda. I giorni passano,ma le ore,gli attimi,quelli non scorrono così facilmente. Per Laurinda sembra passare un’eternità. Non c’è mai nessuno in quella clinica,solo i pazzi,le continuano a dire gli altri infermieri e dottori. E’ strano come sia stato costruito al suo interno un reparto riservato agli incidenti stradali. Se avere una malattia unica potrebbe sfociare nella pazzia,è quasi improbabile che tale potrebbe essere chi sbatte contro un camion e finisce in coma per aver bevuto molto. Ma forse è meno pazzo chi è malato,almeno non resta una sua scelta. Gli esami continuano,ma Laurinda non riesce a sapere fino a quando resterà,i settanta giorni sono passati,eppure questa volta non ha più fretta,non saprebbe dove andare. La sua famiglia l’ha abbandonata. Stef è in compagnia con il suo nuovo amico,questo qui parla,ascolta,risponde,anche se in toni un po’ troppi “pericolosi”. “Ciao,amico di Stef. Posso avvicinarmi alla soglia della porta?” “Ancora tu? … Non hai paura che potrebbero vederti e sgridarti per la tua poca prudenza?” “No,quella ce ne ho troppa, devo ringraziarti,vieni ad un orario molto comodo. Mi è possibile allontanarmi dalla stanza senza molti passi e senza silenziare troppo,sono tutti a casa. Io mi chiamo Laurinda,e tu? “ “ Sembri quasi contenta di vedermi” “ Lo sono! Qui non si vede tanta gente,o comunque tanti ragazzi come te. Hai un bel tatuaggio.” Sai cosa è un tatuaggio?” “Certo,i dottori dicono che fanno aumentare il tasso di nocività e rendono più probabile l’avvicinamento al cancro,inoltre distruggono psicologicamente la propria autostima. Ci si tatua per sentirsi più belli,più forti o più ribelli. Tu perché lo hai fatto?” “Semplicemente perché mi piaceva. Devo rispondere ad altre domande per caso?” “Si grazie. Quale è il tuo nome?” “Kevin –e dopo qualche minuto di silenzio-… Conosco Stef da quando avevo più o meno dieci anni,eravamo vicini di casa,poi lui cambiò abitazione,ma decidemmo comunque di restare in contatto. Per nostra fortuna capitammo nella stessa sezione e così abbiamo cominciato il liceo insieme e speravamo pure di finirlo. Siamo all’ultimo anno e l’idea che lui non sia con me in quella fottuta scuola mi distrugge. Insieme abbiamo fatto tante cazzate ,ci siamo scopati perfino la stessa donna. Io e lui abbiamo sempre condiviso tutto e adesso … se non si risveglia ,se non si alza da quel letto, giuro che lo ammazzo di botte. Sono troppo incazzato con lui. Dovevamo festeggiare insieme i suoi 18 anni, dovevamo divertirci,ubriacarci,dovevamo stare insieme”. Kevin è assalito dai ricordi,dal rimorso,dal nervoso che lo lapida velocemente. Vorrebbe domandarsi perché abbia raccontato tutto ad una sconosciuta ma è troppo impegnato a guardare quell’espressione visiva di quella bella e dolce ragazza che lo fissa e le risponde “Non avevo mai sentito nessuno parlare così tanto”. “Signorina Collins,ho delle ottime notizie per lei. Solo altri trenta giorni e potrà ritornare a casa,le mancano altri dieci esami,quindici visite,45 ore di osservazioni e 30 trasfusioni. Tutto questo in un mese potrebbe essere fatto. Spero per lei che la notizia le abbia messo appetito,perché oggi ci sono le orecchiette al salmone ,il suo piatto preferito” “Grazie,ma non ho molta fame. Le posso fare una domanda?” “Certo!” “Posso dare il mio pasto a quel ragazzo lì? Si chiama Kevin,è un amico di Stef,è qui da stamattina ma vedo che non ha niente da mangiare. Posso?” “Se è così ne farò portare un altro e gli e lo farò recapitare” “No,voglio portargli il mio,non ho fame e poi vorrei salutarlo” “Non posso dirle di si,ma se proprio insiste,aspetti che me ne vada e poi fa quello che deve fare” “Grazie,signorina Matilde. Ah a proposito,mi dia del tu. Come ha detto lei,sono intelligente quando mi da del tu. “ Già,peccato che quasi nessuno se ne accorga,Laurinda è solo una pazza lunatica che parla molto e osserva tutto. Laurinda è appena arrivata in stanza n16,con quel pranzo che vorrebbe tanto offrire al suo nuovo amico,ma si ferma non appena nota una nuova presenza. “Sono appena tornata da scuola,ho avuto una bella A in fisica,non è grandioso? Volevo che fossi tu la prima persona a saperlo,dopo tanta fatica io c’è l’ho fatta. Adesso tocca a te” “Laurinda,ciao” “Ciao Kevin,ho disturbato? Ti ho portato il pranzo ma a quanto vedo non sei solo” “Lei è Nadia,la ragazza di Stef. Ascoltami bene,io e te non siamo amici,non sei mica obbligata a portarmi il pranzo,ho mangiato un panino,ma tu non te ne devi preoccupare. Per favore vai via.” “No aspetta! Ho saputo che tu sei quella che fa spesso compagnia al mio ragazzo,gli canti canzoni,gli sussurri parole. Io … io volevo ringraziarti. Sei davvero una bella persona.” Nadia è in procinto di salutarla quando Kevin si intromette “E’ pazza! E’ ricoverata in reparto B60 e qui non potrebbe esserci,nemmeno avvicinarsi. Non è normale che venga a fare compagnia a Stef. Ti prego,non compatirla” “Non ho bisogno di essere compatita,tanto meno compresa. Non faccio del male a nessuno,nemmeno a me stessa. Semplicemente,sto cercando di aiutarlo. Anche io voglio che lui si risvegli al più presto.” “Stef non ha bisogno di te. Non lo capisci?? Persone sane di mente possono aiutarle,non tu! Nadia,mandala via,forse a te darà ascolto” “Kevin quanto sei essere spregevole … mi dispiace,a volte sa essere davvero cattivo,a me fa piacere …” “Ricominci! Questa è quella pazza conosciuta da tutta la città,che si trova nel “reparto B60”,perfino la sua famiglia l’ha abbandonata! Non voglio ripetertelo più” “Il mio reparto è specializzato in malattie gravi,di grado avanzato, e i pazienti all’interno sono in sviluppo di ricerca” “Il tuo reparto si trova in una fottuta clinica psichiatrica” “Dove si trova anche il tuo amico,in un reparto specializzato in incidenti stradali” “Cazzo! Era l’ospedale più vicino,perché di certo non saremmo venuti qui, questa clinica è conosciuta in tutta la città e non certo per la sua bella struttura e funzione, è conosciuta per chi ci vive dentro. Sei famosa sai? Ma io direi in negativo,e io non ti permetterò di pregare per lui”. Laurinda proprio non capisce tutto questo accanimento nei suoi confronti,dopotutto qualche giorno fa era stato proprio Kevin a raccontargli di sé ed il suo amico. Sta per allontanarsi quando,dopo aver posato il piatto sul comodino “Pregherò per te! Significherebbe aiutare un amico>”. I giorni sembrano non passare mai,eppure ne sono solo altri pochi,eppure Laurinda non sa ancora dove andare. L’infermiere ha appena concluso il suo lavoro in quella stanza,ha piazzato il suo ultimo ago nella pelle sottile del braccio di Laurinda,appena finito ritorna nel viale annunciando una visita. ”Ciao Laurinda,ti ricordi di me? Sono Nadia,la fidanzata di Stef. Mi hanno fatto un paio di domande ma sembra che alla fine mi abbiano dato il permesso. Come stai? Spero bene. Ho anche saputo che tra un po’ ritorni a casa,sono davvero contenta.” “Nadia,che bel nome che hai,direi bello quanto te. Sarei ipocrita a dirti che questo posto non mi mancherà,ancora di più se ti dicessi che non vedo l’ora di ritornare a casa. Saprai sicuramente che io una casa non c’è l’ho più . Ma questo non è quello che mi preoccupa. Forse ho solo un po’ paura di quello che può succedermi fuori,dell’aria,del cielo,le nuvole,i fiori,l’arcobaleno e la pioggia quando il tempo sarà cupo … e le persone. Forse le persone mi fanno più paura di tutto. Ma non ho paura che lo smog,l’inquinamento di città possano uccidermi,ho già fatto tanto per la ricerca e penso che in parte sia già riuscita a migliorare la vita degli altri.” “Quanto sei dolce. Mi dispiace di quello che pensi la gente di te. Servirebbe solo conoscerti un po’ meglio,e scoprire tante tue qualità farà solo più che piacere. Ti prometto che io stessa farò in modo che tu possa vivere al meglio la tua di vita. Lo smog,il caos non ti fanno male ,bisogna solo limitarsi. Quando ero piccola,mi raccontavano di te come un mostro ma io volevo sempre immaginarti come una dea,e un domani il mio ricordo sarà quello di una brava e utile persona … Dai vieni,farà piacere a Stef. Oggi è il suo compleanno, compie 18 anni e sono sicura che vorrà tanto che tu sia li. Ci sono i miei amici,la famiglia,Kevin … ma devi esserci anche tu” la sua mano è in quella di Laurinda,ma lei si stacca e preferisce guardare tutto dietro quel vetro,quel vetro che le ha fatto conoscere,in parte,un nuovo mondo. Laurinda osserva,e sono davvero tutti contenti dell’amore che ognuno prova nei confronti di Stef,un ragazzo tanto silenzioso,quanto paziente. Poi c’è Nadia,quella ragazza che sembra quasi volersi prendere cura di lei,anzi sembra quasi volerla bene,ma non capisce quel bene a cosa sia dovuto … e poi c’è Kevin,uomo alto e maturo per i suoi 19 anni,un uomo che però non riesce a lasciare andare i suoi pregiudizi,un uomo che sembrava averla accettata così come tutti la definivano o solo come lei è in realtà …… il tempo scorre,i festeggiamenti pure ….. gli occhi di Stef si aprono. I borsoni sono pronti,Stef è pronto per lasciare quella clinica,quel reparto,quella stanza,quel letto,adesso vuole solo ritornare a casa. Ha passato troppo tempo lontano dalla sua vita,ha solo voglia di parlare,ridere e abbracciare i suoi genitori,i suoi amici,lì con lui a condividere questo bel momento. Ha trascorsi oramai troppi mesi senza vivere,adesso vuole cantare. Laurinda è lì,che lo osserva,vorrebbe salutarlo,sapere se Stef la riconosce,se riconosce il suo canto,vorrebbe parlargli,ascoltare la sua voce. Stef è arrivato fuori la stanza,quella maledetta stanza che lo ha tenuto prigioniero per troppo tempo. E’ davanti il suo borsone con dentro i suoi cd preferiti,ne prende uno e ne legge il titolo di una canzone,quella canzone che ricorda di aver sentito recentemente,molto recentemente. “Amore,non è possibile,io e tuo padre non ti abbiamo mai cantato nessuna canzone,neanche i tuoi amici,era la radio che ascoltavi,non c’èra nessuna voce femminile,forse lo avrai sognato” Stef ne è sempre più convinto. “Ha ragione tua madre,adesso comunque non pensarci,devi solo essere felice,stai per ritornare a casa” . Stef abbraccia suo padre e prende il borsone. Si avvia verso l’uscita e intanto incrocia lo sguardo di Laurinda,lei che ne rimane sorpresa e vorrebbe dire qualcosa ma non ci riesce. Riesce solo a sorridergli. Passeranno solo altri tre giorni e anche lei ritornerà a casa,una casa che non ha più.

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Capitolo 2
*** La svolta ***


“Signorina Collins,le sto per dare un ottima notizia. Solo altri due esami e lei può ritornare a casa” . Laurinda dovrebbe manifestare tanta gioia,l’infermiera Matilda le ha appena detto che sta per lasciare la clinica e dopo tutto finirà lo stress fisico,e potrà finalmente urlare al mondo di essere stata sperimentata per il bene del prossimo. Ma Laurinda non è felice. “Signorina Collins,noto in lei tanto dispiacere”. “Oh no signorina Matilda,ma come ben sa io non ho più una casa dove stare,anzi penso che la parte peggiore venga dopo. La mia famiglia mi ha abbandonata perché nella pancia di mia madre sta per crearsi un vero e proprio essere umano,si spera sano,e la mia pazzia potrebbe influenzarlo negativamente,tutto questo significherebbe solo altra sofferenza. Io quindi ho solo provocato negatività ai miei genitori per tutti questi anni. E la mia? Io che ho trascorso la mia vita chiusa dentro una casa e poi una clinica,chi ci ha mai pensato a me? Forse è questo il problema. Mi sono sempre lusingata del fatto che gli altri potessero pensare a me,prendersene cura,ma devo dire che oggi sono davvero arrabbiata con loro. Ma anche con me stessa,avrei potuto soffrire di meno se solo me ne fossi resa conto prima. Mi scusi se le sto infastidendo con le mie parole,ma qui la gente sa tutto di me e fa finta di non sapere. Lei conosce benissimo la mia situazione,sa benissimo che una volta fuori di qui,sarò per una seconda volta,fuori dal mondo”. Laurinda è davvero una persona tanto bella quanto intelligente,non è pazza,è solo malata. Gli esami sono finiti. La sua unica valigia con dentro qualche pigiama e qualche tovaglia,con addosso una tuta un po’ vecchia e malfatta,i capelli raccolti in una coda e un paio di scarpette,Laurinda è pronta a lasciare quella che per tanto tempo è stata la sua casa. Sta per avviarsi verso l’uscita quando l’infermiera Matilda la ferma per dirle “Laurinda,prima che tu vada via,volevo dirti che mi mancherà la tua gentilezza e la tua spensieratezza,voglio ringraziarti perché nonostante io avessi già una certa età mi hai fatta maturare molto. Sei ancora giovane e sono sicura che avrai altre mille possibilità per vivere la tua vita. Sei una ragazza in gamba e se qualcuno tenta di spezzarti le gambe,sai sempre come legartele nuovamente. Questo lo dico io,non certo la gente che ti conosce solo tramite le cattive dicerie,perché io posso vantarmi di averti realmente conosciuta. Ti auguro tanta fortuna e tanto amore.” “ Grazie,signorina Matilda,grazie. Spero che il Signore accolga le sue preghiere e che il mio amore sia presto definito”. Laurinda sa bene che l’unico modo per poter sperare in un posto letto e un piatto di pasta,può solo chiedere aiuto alla sua zia,sorella di sua madre che tutto sembrava tranne esserle parente. Un cuore grande e sensibile,quasi come quello della nipote. Ha quattro figli ma Grenda(questo è il suo nome)non avrebbe mai voltato le spalle alla famiglia,soprattutto alla sua dolce Lauri,che andava a trovare spesso (quando le era possibile)a casa e in clinica. Il campanello suona,il giardino sembra essere stato rimesso in sesto,cosa che non si direbbe della casa,una pulita non le farebbe male. Il portone ,invece,è stato pitturato,i fiori rivitalizzati. La porta si apre,Grenda è sempre più vecchia,sarà che la morte del marito l’abbia davvero segnata anche fisicamente,solo quattro anni fa quando il piccolo Jason aveva solo qualche mese. Laurinda la guarda,accenna un piccolo sorriso,l’aria è stanca,delusa,rassegnata. “Laurinda,che cosa ci fai qui?.” Gli uccellini cantano beatamente,in effetti sono solo le tre del pomeriggio. “Zia Grenda,ho bisogno di aiuto,ho bisogno di te. So che non dovrei,so che mia madre ti ha sicuramente detto quello che è successo,che sta per succedere o forse quello che succederà,ma io non so dove andare,che fare,ti chiedo troppo ma tu sei l’unica speranza che ho di rifarmi una vita. Ti prometto che ti aiuterò con i piccoli,le faccende,troverò un lavoro,a me serve solo un po’ di affetto”. Grenda è una grande donna,non ha mai approvato la scelta di sua sorella e suo cognato,per la somiglianza si ipotizzava addirittura che le due fossero madre e figlia ma era solo una diceria di città così come sarebbe stata quella di qualche giorno a venire,si sarebbe detto che la fioraia Grenda ha messo in casa la pazza che si era messa in testa di “vivere”. Grenda ha quattro figli,Sammy,venti anni appena compiuti,Sailor di dodici,Micol di nove e infine un maschietto Jason di quattro anni. Nonostante le varie difficoltà,Grenda ha sempre tenuto al rapporto dei suoi figli con sua nipote,e i cugini sembrano andare molto d’accordo. Quasi per la stessa età,Sammy e Laurinda hanno sempre fantasticato sul loro futuro,l’una realmente,l’altra solo immaginando. “Voglio dirti che qui non sei un ospite ma una di famiglia,ti cercherò un lavoro,per adesso puoi occuparti della casa. Ho chiamato tua madre prima. Perdona la sua ignoranza,lei in fondo ti vuole bene. “Grazie zia se non fosse stato per te e la fiducia che mi hai posto, adesso sarei in mezzo ad una strada. Per quanto riguarda i miei genitori,posso solo dirti che li ringrazio per questi anni di avermi offerto un tetto sotto il quale stare,ma non posso ringraziarli per l’amore mai dato. Io ho solo ricevuto tanta indifferenza. Adesso se non dispiace agli altri,io voglio imparare a vivere e se non è troppo voglio anche imparare ad amare”. Sono oramai le 19.30,tra un po’ si cena,Micol è in salotto a guardare i cartoni,Jason in cucina(lecca le ultime dita di crema che la mamma ha usato per fare una buona crostata,Sailor è in camera sua e Sammy è con il suo ragazzo. “A quest’ora dovrebbe già essere qui,le ripeto sempre che per le 20.00 si mangia,ha la testa dura,quasi non sembra essere mia figlia.” “Zio Andrew aveva la testa dura … a me faceva ridere. Diceva sempre che io sarei cresciuta solo qualche altro centimetro ,e aveva ragione,sono rimasta bassa. Sei proprio stata fortunata,zia Grenda,lo hai sposato e ci hai fatto quattro bellissimi figli,anche se hanno la testa dura.” “Si lo so,averlo conosciuto mi ha riempito di gioia. Ma come facevi a sapere che avevo voglia di parlare di lui,voglia di ricordarlo così?” “Te l’ho letto negli occhi. Ops,penso abbiano bussato,e non sarà il caso se alla porta ci fosse tua figlia.” Laurinda è sempre così sorridente,bellissima. “Laurinda???!!! Ma che ci fai a casa? Da quanto è che non ci vediamo? Fatti abbracciare,mi sei mancata un casino”. Questa è Sammy,sembra davvero contenta di vederla. “Entriamo dentro”. La cena è a tavola,un bel pollo arrosto e patate fritte. Un’ottima cena alla quale di sicuro non può mancare Timon,il ragazzo di Sammy. “Lauri,voglio presentarti il mio fidanzato,Timon. Timon lei è mia cugina Laurinda. A quanto ho capito resterai qui con noi un bel po’,magari per sempre,sono davvero contenta,ma spero per te non proprio in eterno,sai mamma non cucina sempre così bene” “Mia figlia quanto sa essere spiritosa. Timon assaggia queste patate,sono buone,le ha fatte Laurinda”. Timon sembra quasi infastidito dalla presenza di quella ragazza. Tutti la conoscono,eppure lui sapeva benissimo che quella fosse la cugina della sua ragazza,lo sapeva da oramai quasi due anni.Timon e Sammy si sono conosciuti in spiaggia,qualche anno fa,erano in vacanza e tra un gavettone e l’altro è sbocciato l’amore. Un amore sincero,limpido. Timon ha quasi ventiquattro anni,studia e tra poco dovrebbe laurearsi in medicina. E’ un ragazzo serio,bravo,gentile,un “genio”(di quelli buoni però). E’ un uomo maturo eppure,non sembra avere voglia di comprendere la faccenda. La sua reputazione? Che fine farebbe se tutti verrebbero a scoprire che Laurinda Collins è in casa della sua ragazza? Timon diventerà un pezzo grosso e certe cose non può permettersele. “Piacere di conoscerti,io sono Laurinda,mi hanno detto che sei un bravo ragazzo e che stai per diventare medico,complimenti,sei giovanissimo. Sinceramente ti dico che quasi odierei il pensiero di conoscere un altro dottore seppure in futuro. Ne sono stata immersa per così lungo tempo. Ma non importa. Ti piacciono le patate?”. Timon proprio non vuole risponderle male. “Si grazie,sono davvero buone. Tu … tu che cosa vorresti essere?”. “Qualsiasi cosa,l’importante è che non sia me stessa”. Si è fatto tardi,è ora di andare a letto per i più piccoli,di fare i resoconti per i più grandi. “Scusami,pensavo ci fosse Sammy.” “Non preoccuparti,stavo prendendo un cuscino,penso che Sammy stia in bagno. “ “Ok.” “Scusami tu,mi dispiace se ti ho messo in imbarazzo stasera,non volevo certo che fossi io la prima persona da vedere,capisco quanto possa essere stato umiliante … “ “No anzi,scusami tu se ti ho fatto quella stupida domanda,io non volevo impicciarmi nei tuoi fatti personali,ma ero solo curioso. Ho intenzione di specializzarmi in cura delle malattie di tipo avanzato,penso che la tua sia piuttosto affascinante quanto inconoscibile,mi piacerebbe molto tenerti in contatto,certo questo non significa sottoporti ad altri test,esami,so che lo hai fatto per bene 23 anni e non voglio rubarti altro tempo,sei intelligente e … anche solo chiacchierare con te mi … sarebbe utile,utile soprattutto per me”. Laurinda è già seduta sul letto,Timon la raggiunge e continua “Sono un bravo ragazzo per tutti,perché questi tutti conoscono il bravo ragazzo. Sempre il migliore a scuola,nello sport,ho avuto tante ragazze,sono alto,biondo,ho una vita che farebbe invidia a chiunque,eppure a volte mi sento prigioniero di questa mia stessa vita. Vorrei fare qualcosa di più stravagante,particolare. Sammy è tanto orgogliosa,tosta,una vera pantera,il mio opposto. Ma mi sembra di aver già fatto tanto con lei,ho bisogno di evadere,anche solo per cinque minuti.(si sdraia e porta le mani alla nuca),mi piacerebbe tanto salire sul pizzo di una montagna e urlare il mio nome,lo hanno fatto in tanti,io no. Mi piacerebbe e voglio farlo. Un giorno lo farò.Lo prometto a me stesso. (adesso si alza e sta per andare via dalla camera) … ah un’ultima cosa,domani pomeriggio ti va di venire con me a prendere un gelato? E’ una cosa semplice ma sembra che tu non l’abbia mai fatta. Bene,passo alle 15.45,sotto la soglia del portone,informerò io stesso Sammy,sarà contenta vedrai”. Laurinda davvero non capisce perché qualcuno l’abbia invitata a prendere un gelato. Gli uccellini continuano a deliziare con il loro bel canto l’udito dei passanti .Laurinda è lì che aspetta. E’ passata già una mezz’ora,Sammy le ha solo raccomandato di non parlare troppo,stimolerebbe il suo ragazzo,e allora sarà la fine, ha detto. Laurinda però è solo tesa,ha indossato una camicia colorata e una gonna con dei fiori,i capelli raccolti e un capellino per coprirsi dal sole. Ecco arrivare Timon. “Scusa,ho fatto tardi,c’era un po’ di traffico. Allora pronta? Aspetta che ti faccio una bella foto. Ecco fatto,sei venuta benissimo,vuoi vederla? “ “Una foto?Perchè?” “Perché sono sicuro che una foto non la avevi mai fatta.Andiamo, conosco una buona gelateria da queste parti.” “Timon,posso farti una domanda?” “Certo.” “Perché fai tutto questo per me? Avremmo potuto chiacchierare anche dentro casa.” “Non aver paura dell’aria,della gente,devi vedere la città,è meravigliosa. Vedrai che quando saremmo di ritorno non vorrai più rientrare in casa. Fidati di me”. Laurinda ama fidarsi delle persone. Il posto è fantastico. I bambini giocano, I ragazzi passeggiano, Gli anziani siedono sulle panchine e la gelateria è piena di gente che vuole gustarsi qualcosa di rinfrescante in un bel caldo pomeriggio. Laurinda non ha mai visto tanta così gente,l’erba,le panchine,i fiori,le strade,non ha mai visto tanto,e non ha mai camminato tanto. “Stanca? Spero di no,voglio portarti in un altro fantastico posto,poi ritorniamo qui e mangiamo un bel gelato,te l’ho promesso,solo che ti consiglio di assaggiare la vaniglia,Bob lo fa veramente ottimo. Ne resterai estasiata. Poi se preferisci la cioccolata,allora ti consiglio il gusto mmm … Laurinda ma mi stai ascoltando? “ In effetti Laurinda,è troppo presa da quel ragazzo che suona. Sembra maneggiare la chitarra con eleganza e bravura,è davvero incantevole e Laurinda resterebbe ad ascoltarlo per ore. Fissa la melodia con il suo sguardo perso nei suoi occhi,vorrebbe tanto vedere chi è,chiedergli qualcosa,ringraziarlo per quella dolce melodia. Forse è qualcuno che ha bisogno di una mano,forse è qualcuno che suona per dimenticare. “Adesso puoi aprire gli occhi…allora che ne pensi?” Laurinda ha di fronte a sé uno strato di fiori,rose,margherite,girasoli,che fanno da scenario ad un bellissimo laghetto, L’acqua è fresca,pulita,limpida,Laurinda sorride,è contenta,e adesso non deve preoccuparsi per la sua salute. Qui non c’è lo smog,l’inquinamento,qui c’è solo tanta aria che regala tutta la serenità che adesso serve a Lauri. “Si mi piace tanto,mi viene quasi voglia di cantare,peccato che ci stiano pensando già gli uccellini,anche loro sono inebriati da questa magica atmosfera. Vivevo in una clinica,non ho mai visto fino in fondo la luce,non ho mai scavato nel profondo della vita,della mia vita. Voglio ballare,urlare,ridere,voglio un gelato megaenorme. Gusto … cioccolato,vaniglia,pistacchio,qualsiasi . Potrei fare qualunque cosa,questo posto è meraviglioso. Oh grazie,grazie(si tuffa nelle braccia di Timon),se solo non mi fossi fidata di te,adesso sarei a casa,a lavare,stirare,non avrei mai provato tutto questo. Voglio tuffarmi,sii,ci tuffiamo insieme?” Laurinda è troppo entusiasta,euforica,si tufferebbe con tutti i suoi abiti e anche se non sa nuotare,non ha paura di affogare,ne sarebbe valsa la pensa. Timon la prende,la scuote,la fa ridere a crepapelle,la butta in acqua con tanta delicatezza,poi si toglie la sua maglietta oramai bagnata dal sudore e si tuffa. I due sembrano felici della cosa e della compagnia,come due bambini che per la prima volta vedono dell’acqua. “Alla fine anche tu ti sei fidato di me” “Si,ne avevo bisogno ….(tra sorrisi e affanni) adesso avrei voglia di baciarti.”

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Capitolo 3
*** Un lavoro quasi sicuro ***


Laurinda è in casa,sta dando da mangiare al piccolo Jason,eppure ripensa a quel bacio mai dato,chiesto si ma lei sa che si è trattato solo di un momento,un momento poco opportuno e reso tale da quel bel pomeriggio che Laurinda ricorda con un bel sorriso. “Mamma,io esco,vado a pranzo con Timon. Ciao Lauri,ci vediamo più tardi(un piccolo bacio al fratellino) … ah Timon mi ha detto di darti questo,dice che lo hai dimenticato in acqua. Che pazzi,tuffarsi con tutti gli abiti,con me Timon non le ha mai fatte queste pazzie,ma mi sa che non dispiacciono solo a lui. Ho avuto una grande idea in merito. Sto organizzando una festa per la sua laurea. Saremo solo io e lui e faremo qualcosa di unico,imprevedibile,che ci farà impazzire” “Prova ad andare su un pizzo di una montagna” “Eh? Su un pizzo di una montagna? Dici che è imprevedibile e unico?” “Sicuramente qualcosa che lo farà impazzire” “Mi devo preoccupare?” “No,ho solo immaginato. Non dovevi andare? Io porto Jason a fare il bagno.” “Ha appena mangiato. Ultimamente sei proprio strana. Vabbè io vado. Poi mi racconti cosa ti è successo. Tu non me la conti giusta. Ciao piccola.” Sammy è sempre sicura di ciò che ha. “Ho appena incontrato il proprietario del negozio di fronte,ha detto che le serve una nuova commessa,gli ho parlato di te,vuole vederti,esaminarti in un certo senso,prova solo a fare del tuo meglio e presentati oggi pomeriggio alle cinque puntuale. Vedrai il posto sarà tuo.” “Che bellissima notizia,sono davvero felice,zia. Grazie di tutto,non ci posso credere,come pensi che debba vestirmi,un paio di jeans,tuta o una gonna. I capelli raccolti che dici vanno bene? Oppure …” “Oh Laurinda,così stai benissimo. E’ solo un colloquio di lavoro,ti servirà solo una ripulita e nient’altro. Ho molta fiducia in Kit,lui saprà apprezzare le tue qualità e la tua voglia di imparare, tieni. E’ un piccolo portafortuna ,me lo regalò zio Andrew quando ci fidanzammo per la seconda volta. Avevamo litigato,e per fare pace lui mi diede questo medaglione,portalo sempre con te e sono sicura che le cose andranno per il verso giusto.” “Ma zia Grenda,non posso accettare,è tuo. Un ricordo non si regala.” “Oh piccola Lauri,non è un ricordo,è un portafortuna e mai come adesso tu ne hai proprio bisogno. Adesso non fatti vedere fino alle cinque di pomeriggio,va a riposarti,hai già fatto abbastanza in casa. Buon riposo.” Sono le 16:45,Laurinda è in anticipo. Sta aspettando il proprietario del negozio. La vetrina sembra promettere bene. Ci sono tanti bei vestiti,e anche molto colorati. Il proprietario è arrivato. “Tu devi essere la nipote di Grenda,giusto?” “Giustissimo,mi chiamo Laurinda Collins. Le sono davvero molto grata. Cioè voglio dire,mi fa piacere che lei si sia preoccupato della mia situazione,cioè io sono contenta che … “ “Un attimo,sta parlando troppo in fretta. Grenda non mi aveva detto chi fossi tu. Mi dispiace ma prenderti come mia dipendente significherebbe …” “Significherebbe mandare all’aria la sua reputazione. Dovevo immaginarlo. Lei è come tutti gli altri,proprio non riesce a vedere oltre. Volevo solo fare un semplice colloquio di lavoro,non ero intenzionata a venire qui come già effettiva sua dipendente,anche se zia Grenda sarebbe stata un’ottima raccomandazione. Ero eccitata solo per questo. Ecco,le restituisco il suo numero. Non mi serve,come non mi serve venire da lei e comprarmi dei vestiti. Anzi le consiglio di cambiare vetrina … è … è troppo colorata. Addio.” Laurinda è incazzata,ma è contenta di aver reagito. Ops,c’è qualcuno che sembra avere assistito alla scena,pazienza. Si fa un giro e poi un altro. Adesso adora camminare per la città,e di questo dovrebbe ringraziare Timon,già Timon. Chissà perché voleva baciarla. Perché proprio lei? Cosa gli era preso? Fino a pochi mesi fa la odiava così come tutta la città. Un negozio di dischi, Laurinda ama la musica,ha in tasca pochi spicci ma basteranno per comprare un cd. “Salve,vorrei l’ultimo cd dei Hout green. La versione più economica,gentilmente” Laurinda spera che il commesso non le dia contro. “Tu sei la ragazza di prima? Quella che ha urlato contro Kit? Sei stata fantastica. Complimenti,bel caratterino. “ “Mi hai vista? Eri tu che stavi spiando?” “Non stavo spiando,ho solo dato un occhiata in giro. Sei molto carina comunque.” “Eh? Grazie(arrosisce),scusa se ti ho dato del tu” “Hahahaha,siamo coetanei,allora fammi indovinare,ti chiami Laurinda? “ “Si e gentilmente non voglio sapere perché sai il mio nome” “Non sono di qui,ma mio padre mi ha costretto ad aprire questo negozio,sai dice che un bel ragazzo come me non può starsene a casa tutto il giorno senza fare niente. Eh si ha ragione. Solo così posso avere tante belle donne che mi gironzolano intorno,vengono qui apposta per me,e la vendita in compenso va a gonfie vele. Pensavo avessi fatto anche tu lo stesso(fa l’occhiolino)” “Molto sicuro,magari è vero. Ti faccio i miei di complimenti. Come mai conosci il mio nome se non sei di qui?” “Famosa anche all’al di là. Nel bene o nel male l’importante è che se ne parla. Il mio motto. Ecco il tuo cd. Offre la casa. “ “Oh no,non voglio avere debiti con nessuno,prenditi questi unici spicci che ho… “ “… e che non possono neanche farti comprare una caramella. Ho sentito che eri da Kit per un colloquio di lavoro. Se ti va,potresti venire da me e darmi una mano. Qualcuna mi servirebbe. E tu ,penso,che faccia al caso mio. Allora? “ “Mi stai offrendo un posto di lavoro? Così? E non hai paura di quello che possa pensare la gente? E se non ci viene più nessuno nel tuo negozio perché ci sono io?” “Pazienza,il problema sarà mio. Allora che fai,accetti?” Laurinda è entusiasta. “Si,certo,ovvio,grazie,grazie,grazie,quando posso iniziare?” “Adesso direi che è troppo presto,domani troppo tardi. Facciamo così,domani mattina alle nove qui e cominci a lavorare e, … stasera alle nove qui e ti porto a cena. Ovviamente pago io,e ovviamente il posto lo decido io. Non puoi dirmi di no,sono così affascinante,nessuno sa resistere al mio…” “Oh no,non posso venire a cena con t-…lei!” “Un appuntamento?? Ma Lauri ,è meraviglioso! Quando pensavi di dirlo a tua cugina Sammy ,quando? “ “Quando avrei avuto un appuntamento” “Vabbè non ci pensiamo,adesso devo fare di te una bellissima donna e anche sexy,ho tanti bei vestitini. Uno fa proprio al caso tuo.” “Oh no,un vestitino? Non so perché ho accettato,figurati se indosserò un vestitino.” “Laurinda,è il tuo futuro capo,è bello,giovane,ricco. Solo tu puoi non conoscere Eduard Timpton. Lui è il sogno impossibile di tutte le ragazze del quartiere. Ti invidieranno tutte,anche io … ma non dirlo a Timon hihi. Suo padre lo ha letteralmente buttato in questa città per fargli capire che essere ricchi non significa potersi permettere proprio tutto. Soldi,donne,ville,mare,gioco,tutto. I suoi sono brave persone e lui è stramegafigo. Ha anche un ottimo senso dell’umorismo. Chi lo avrebbe mai detto,mia cugina che non è mai uscita di casa,esce e chi incontra Eduard Timpton. E non solo. Lavorerà per lui e cenerà con lui? … Adesso basta,mi sto facendo prendere troppo dall’entusiasmo,pensiamo a cosa indosserai.” “Sammy?” “Si?” “Io ho un po’ paura,e se mai la mia presenza lo infastidisce? Se gli sembrerò una cretina?” “Ma che ti importa ,bacialo!” “Ma io non so come si fa!” Eduard è lì che aspetta oramai da un’ora,fosse stato per Laurinda sarebbe stata in anticipo,ma sua cugina la sa lunga sul fatto di corteggiamenti. Laurinda arriva,un vestitino arancione,delle scarpe verdi e i capelli,per la prima volta sciolti. Sembra essere uscita da un concorso di bellezza. Il suo. E’ bella,splendente come una stella. Eduard non può fare altro che ammirarla. “Wow, sei uno schianto,tutti questi anni di chiusura ti hanno fatto proprio bene. Non offenderti,è un complimento. Sei davvero bellissima!” “Grazie. Dove mi porti(la sua sembra essere l’aria di una bambina che per la prima volta esce),ho tanta fame e tanta voglia di …” “Aspetta,non me lo dire. Anche tu hai tanta voglia di fare?” “Di fare? Cosa? Di fare cosa?” “Tu intendevi fare cosa?” “Io ho tanta voglia di cantare!” “Ah peccato,vabbè sarà per la prossima volta,la prossima uscita(il suo braccio è dietro la sua nuca,le sfiora la spalla e … )” “scusa,ma non sono abituata a qualcuno che mi stringe qui dietro,puoi allontanarti da me? Un altro po’?” “Ti sembra di essere vicini? Ok,ok mi hai già detto che sei un piccolo fiore che deve sbocciare e hai bisogno di aiuto” “Non ho detto questo” “Non ti preoccupare,ti aiuto io(fa l’occhiolino)” “Voglio ritornare a casa,mi sento a disagio,non ho più fame,tu-lei è un po’ scortese,forse non dovevo accettare,forse deve trovarsi un’altra ragazza che possa aiutarla al negozio” “Forse devi solo calmarti. Ok,sto lontano da te,così va bene? E se proprio non hai fame,allora andiamo a fare una passeggiata” “Mi può … “ “Dammi del tu!” “Mi puoi portare a casa? Domani devo svegliarmi presto,se non mi sveglio in tempo non potrò venire a lavoro. E se non vengo a lavoro,forse non avrò una seconda possibilità. Per favore,non voglio più stare qui” Laurinda sembra essere piuttosto spaventata.

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Capitolo 4
*** Destinazione cuore ***


Che brutta sorpresa,Laurinda era tornata a casa prima ancora che l’appuntamento potesse iniziare. Ancora una volta Sammy è disperata,convincere la cugina a fare qualcosa di sua controvoglia è sempre un’impresa. “Ti ho detto di andarci,dimentica ciò che è successo ieri,vedrai che anche lui farà finta di dimenticare e sarà tutto apposto. Lui ti chiederà nuovamente di uscire e tu ti comporterai meglio. Questa è una minaccia,un po’ diabolica al dire il vero.” “Oh Sammy,ma come posso mai presentarmi al negozio dopo quello che è successo ieri,di sicuro Eduard vorrà cancellarmi dalla sua vita” “Esagerata,anzi ti sei sentita? Già che lo chiami per nome è un buon segno. Muovi quelle chiappe da lì e vai a lavorare,pensa a mia madre,ha fatto tanto per te,e adesso che ne hai la possibilità,quella di ricompensarla in qualche modo,molli per un tuo stupido capriccio. Su oramai sei cresciuta per fare alice nel paese delle meraviglie,piuttosto,metti un paio di jeans più stretti(sorride a 32 denti).” “Sai bene tu come farmi sentire in colpa,sono solo imbarazzata,e avere la faccia tosta e presentarmi lì come se niente fosse successo,non è da me. Ma hai ragione tu,sono grande oramai,mi prendo le responsabilità di ciò che faccio e affronto le conseguenze. Questi pantaloni penso vadano bene,metterò l’elastico blu,si intona . Ah un’ultima cosa,io non mi chiamo Alice!” “Ecco appunto. Ci rinuncio!” Il negozio stamattina è affollato,c’è sempre tanta gente,quasi sempre ragazze,sarà davvero che il fascino di Eduard mette in salvo la sua reputazione e il suo portafogli? Laurinda esita ad entrare,ha paura,la sua timidezza la blocca ogni volta che è in procinto ad avvicinarsi anche solo alla vetrina. “Laurinda ma che fai qui fuori? Guarda che sei in ritardo di quasi dieci minuti!” Eduard la ha rimproverata,da vero capo. “Mi dispiace,non succederà più,… avevo dimenticato le chiavi di casa. Sono pronta! Cosa faccio?(Eduard sembra aver dimenticato ,o almeno fa finta di averlo fatto).” “La signorina al bancone ha bisogno di un consiglio.” “Salve,in cosa posso esserle utile? … Nadia?” “Laurinda? Che strano vederti qui. Come stai? Fatti abbracciare. Sono davvero contenta di vederti,come dire,in forma. Ti trovo bene. Non sapevo lavorassi qui.” “In realtà,oggi è il mio primo giorno di lavoro,spero di fare del mio meglio.” “Non ne dubito. Io ci vengo spesso,quando ci sono delle offerte sui miei gruppi preferiti,adoro la musica. Ma oggi sono qui per comprare un cd a Stef,voglio fargli un regalo. Oggi sono due anni che stiamo insieme,è il nostro anniversario. Allora che mi consigli,questo o …. Questo? Ah a proposito,lui non sa che ci fossi pure tu all’ospedale,ma ricorda perfettamente di una voce che gli faceva compagnia durante i mesi di letto. E’ strano,non so come sia possibile,ma lui dice di ricordare. I suoi genitori non vogliono che lui sappia di te insomma,ma per ringraziarti,gli darò un bacio anche da parte tua.” Laurinda vorrebbe tanto conoscere Stef,solo parlargli. “Ti consiglio questo. Qualche volta gli ho cantato questa canzone. Sono 17,50. Grazie mille per l’acquisto e l’abbraccio. Spero di rivederti presto.” “Contaci” Eduard ha appena finito di leggere il giornale. “La conosci?” “Diciamo di si. Vado da quel signore,penso stia aspettando una commessa”. Anche la prima giornata lavorativa si è conclusa,e bene. E’ stata faticosa. Ma tenersi impegnati,non è mai una scocciatura. “Ottimo lavoro,ho fatto bene ad assumerti. Lo sapevo che non me ne sarei pentito,il mio istinto non sbaglia mai (fa l’occhiolino)” “Grazie. Sono davvero sollevata . Non hai fatto altro che darmi fiducia e di questo ti ringrazio. Sono molto emozionata sai? E’ la prima volta che mi sento così,davvero utile. Tutte quelle persone aspettavano me. Grazie. Ti sembro un idiota eh?” “Niente affatto,solo una ragazza in gamba” “Eh già. Io … ecco io volevo chiederti scusa per ieri,mi sono comportata come una bambin …” “Non dire un’altra parola,non devi sprecare troppe delle tue energie,ti serviranno per domani. Penso che tu ti sia resa conto del lavoro che c’è da fare e di quanta energia servi. Anzi spero anche che tu ti sia accorta che la gente ti guarda con occhi normali,se c’è qualche cretino che fa battutacce,tu lascialo in pace,è solo frustato,ci vuole pietà per queste persone.” “Ma io volevo scusarmi per l’appuntamento di ieri” “Ma non ti è chiaro? Va a casa e riposati. Ci vediamo domani,puntuale.” “Sei arrabbiato con me per ieri sera?”. L’aria si fa più cupa ma fresca. “No,sono io quello che dovrebbe chiederti scusa. Ma il fatto è che io non immaginavo quanto fosse difficile per te relazionarsi con una persona. Che sia un uomo o una donna,non c’è differenza pensai. Ma mi sono ricreduto. Stamattina sei stata meravigliosa con tutte quelle persone. Questo significa che tu sai benissimo come relazionarti con la gente. Sei gentile,audace e capace di fare tutto. Il tuo problema è uscire con un uomo che ci prova. E io questo non lo avevo capito,scusa.” … “Sto andando a casa,ti va di accompagnarmi?” Il suo sorriso è incantevole. Il rumore dei canarini è asfissiante per Sammy,sembra quasi odiarli,anche se il loro canto annuncia la primavera. “ E non provarmi a dirmi che sono deliziosi,Lauri,mi danno fastidio,che rabbia,sono troppo contenti e io no.” “Hai litigato con Timon?” “No perché avrei dovuto litigarci?” “Niente,pensavo fosse successo qualcosa,ti ho vista così.” “Allora peggio. Stamattina sono andata dall’estetista e mi ha detto che il nostro appuntamento è slittato,e io mi sono incazzata.” “Ci sono cose peggiori . Comunque,io qua ho finito,oggi è domenica quindi niente lavoro,se ti va possiamo uscire e farci una bella passeggiata. E’ così bella l’atmosfera.” “Dici che un’estetista la troviamo? Di domenica? A me sembra strano!” “Non mi riferivo di certo a questo. Voglio solo camminare e osservare la gente” “Lo fai tutti i giorni. Perché non chiami Eduard e gli chiedi compagnia? “ “Oggi aveva da fare. “ “Non è che ti piace un po’? Ti prego dimmi di si” “A me? No,assolutamente no. Lui è il mio datore di lavoro e insieme parliamo,solo! Dì a zia Grenda che torno tra un po’.” “Il giubbotto!”. L’aria che si respira è davvero magnifica. C’è anche tanta gente. Troppa per essere domenica. Qualcuno suona. Sembra essere quello della volta scorsa. Questa volta Laurinda è decisa a scoprire chi è. Si avvicina e … adesso conosce il suo volto. La musica è stata di gradimento,la gente dopo averlo applaudito,ritorna a fare le proprie cose. “Kevin, ciao.” Laurinda è contenta di vederlo. “Tu!? Che ci fai qui?” “Niente di importante,sono venuta per fare una passeggiata e ti ho sentito suonare,sei davvero molto bravo.” “Grazie.” “Come stai? Tutto bene? E’ molto che non ti vedo.” “Lo so. Io sto bene e tu?” “Anche. La scuola? Sei stato promosso?” “Si,tutto ok,scusa adesso devo tornare a casa” “Di già. Mi avrebbe fatto piacere parlare un po’ con te.” “Appunto. Ho da fare,non posso. Ciao.” “Stef come sta?” Kevin si ferma e dopo qualche minuto si gira,guarda quegli occhi così grandi che aspettano solo una risposta. “Sta meglio.(si avvicina fino a sfiorare il suo viso)-ti interessa?” “… Si. Voglio solo sapere se si sente meglio. Ho visto Nadia qualche settimana fa.” Kevin si allontana. “Lo so,me lo ha detto. Senti,Stef non sa manco che esisti,quindi lascia stare. “ “Ho capito(questa volta Laurinda non oppone resistenza.),grazie di avermi dedicato due minuti. Ciao.” Kevin è sempre così distante nei suoi confronti. Ma perché? Laurinda Sta ritornando a casa. Vede una macchina parcheggiata. Non l’ha mai vista. Entra. “Ciao Laurii,finalmente ,dove ti eri cacciata? Indovina un po’? Timon ha comprato una nuova macchina. Non è grandioso. Per festeggiare,resterà a cena con noi.” I sguardi di Laurinda e Timon si incrociano. E’ passato tanto da quando i due non si sono più visti,da quel giorno in cui lui tentò di baciarla. La faccia di Laurinda sembra essere preoccupata,quella di Timon felice.

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Capitolo 5
*** IO TI CREDO ***


E’ sempre difficile dover ammettere i propri sentimenti così come le proprie colpe. Laurinda ha davvero tanto bisogno di parlare con Sammy,il suo ragazzo ha tentato di baciarla e per tutta la sera non ha fatto altro che fissarla. Le sorrideva . “Lauri,cosa cerchi nella mia camera?” “Oh niente,in realtà aspettavo te. So che saresti venuta per aggiustarti i capelli” “Stanno davvero male?” “No,stanno benissimo. In realtà volevo dirti una cosa che per me è molto importante. Mi sento in colpa per avertela tenuta nascosta tutto questo tempo. Adesso prendo coraggio e ti dico tutta la verità di cui abbiamo bisogno entrambe” “Lo sai che così mi preoccupi,mica ti droghi? Sai è vecchia quanto stupida questa scusa, ti senti in colpa per non avermi detto che ti piace Eduard e che vorresti stare con lui? Fa niente,adesso lo so. Raccontami tutto.” “E’ molto più complicato di quanto pensi,uffa. Guarda la mia faccia,sono seria e preoccupata,è una cosa importante e devo dirtela,subito!” “Ah ecco dove eravate finite,giù stiamo aspettando voi per il dolce.” “Amore,ti stavi preoccupando eh? Timon è sempre così premuroso con me,sto parlando con mia cugina,deve dirmi una cosa importante. Su vai via(un bacio a stampo sulle labbra)” “Cosa deve dirti? Cosa devi dirle? (lo sguardo di Timon non è più molto felice di quanto potesse esserlo prima.Adesso vuole solo accertarsi che Laurinda non faccia capire niente a sua cugina di quello che sta succedendo tra lei e il suo ragazzo,niente di cui apparentemente dovrebbe temere.)” “Devo parlarle,da sola,tu lo sai cosa devo dirle,lo sai,e visto che non le hai detto niente,farò io” “Io lo so? Ma cosa dici? Hai voglia di scherzare? Dai andiamo giù (rivolgendosi a Sammy)che se no tua madre si incazza” “Eh no. Adesso voi due mi spiegate cosa sta succedendo qui.” Sammy adesso è davvero insospettita e non lascerebbe quei due andar via neanche se le strappassero tutti i capelli dalla testa (forse). “Eccoci qui mamma,scusa per l’attesa,ma stavamo discutendo e finalmente dopo tanto tempo mi hanno detto la verità” “Quale verità?” “Lauri era preoccupatissima di come potessi io reagire,ma alla fine si è dovuta ricredere. Scegliere la macchina del mio ragazzo non è un peccato,decidere il posto dove andare a cena si. Ah proposito,stasera ho mangiato più che bene,sei un ottima cuoca e anche una donna di lusso,hai cucinato certe prelibatezze,che non tutti possono permettersi. Un applauso alla mia mamma.” Laurinda è fuori che pensa. La notte si prospetta lunga e tormentosa. Timon sta per andar via,ma prima si ferma sulle scale dove è seduta Lauri. Vuole solo parlarle. “Avresti commesso un grosso errore se avessi raccontato tutto a Sammy,è tua cugina,le avresti spezzato il cuore. “ “E tu sei il suo ragazzo! Volevo solo raccontarle tutto proprio perché è mia cugina,non mi pare giusto tenerle nascosto un bacio” “Un bacio che non c’è mai stato.” “Ma che ci sarebbe stato se non fosse stato per me. E’ stato imbarazzante,ma adesso che avevo raccolto tutto il coraggio dispensabile per dirle che di te forse non può fidarsi tanto,perché tengo a lei,e esigo che tu abbia solo un po’ di rispetto . State insieme da molto,e so che tu la ami,non puoi mandare tutto all’aria solo perché è arrivata la cugina vissuta per anni tra ospedali,cliniche e case. Ti interessa solo la curiosità che hai nei confronti della sfigata di turno che tanto dopo un bacio ti ringrazierà perché ti dirà che per lei è stata la prima volta. Non puoi buttare tutto all’aria per una tua stupida curiosità,capisci? Fai solo del male a te stesso e a Sammy … e a me. Ti prego,lascia in pace questo pensiero e torna indietro.” “E se ti dicessi che mi sto innamorando di te?”. Lauri vorrebbe sprofondare in un sonno profondo e non svegliarsi più. “Così peggiori solo le cose. Adesso smettila e non mentire. Vado a dire tutto a Sammy,ne ho abbastanza. “ “No tu non vai da nessuna parte,vieni qui”. La presa di Timon è talmente forte che Lauri non riesce a liberarsene. “Senti,Laurinda Collins,io non sto mentendo,sto solo dicendo la verità. Se poi vuoi farmi passare per un bugiardo,fai pure,ma sappi solo che io sto dicendo la verità” “E allora perché non ne parli con Sammy,perché non hai voluto che io parlassi,devo farlo prima che sia troppo tardi” “Perché? Hai paura che anche tu possa innamorarti di me? Hai paura di questo? … Devi smetterla di avere paura (adesso le lascia il polso) devi vivere cazzo. E se ti faccio tanto schifo perché allora quando mi vedi,non riesci a togliermi questi tuoi occhi di dosso. Perché? Tu mi vuoi,lo so,lo percepisco,perché non accetti che anche io possa volere te,o possa innamorarmi di te? Perché???!” La sua voce sempre più forte,la sua presa(di nuovo) sempre più dolorosa,i suoi occhi sempre più grandi. La sua paura sempre più profonda. “Ti prego,lasciami. Voglio solo ritornare in casa,lasciami.” “No io non ti lascio,tu andrai da lei,le dirai tutto,io non voglio,tu non dovresti neanche pensarlo,hai capito?”. Timon sembra un diavolo colpito. Comincia a sfiorare le sue gambe,la sua pelle,i suoi occhi. “Non voglio farti del male,voglio solo stare con te”. Laurinda chiude gli occhi,il suo sangue smette di circolare,il suo cuore si ferma,vorrebbe non dover ricordare. Un rumore,uno strano rumore che rompe il silenzio di quella che doveva essere una notte lunga e tormentosa. “Lauri,come stai?” “Sto bene. Eduard. “ Lauri piange,vede Timon steso con un cazzotto,rovinato dalla sua stessa pazzia. “Abbracciami,io non volevo essere qui con lui,volevo solo parlare,dire la verità,io non volevo” “E’ tutto ok,è tutto ok. E’ tutto finito.” “Oh oddio cosa è successo?”. Zia Grenda è fuori in pigiama. “Lauri,tesoro,che cosa significa,cosa è successo,spiegami giovanotto,cosa è successo? …. L- auri”. I suoi occhi grandi. La serranda è socchiusa. “Stai bene ,tesoro?” “Oh si zia Grenda,adesso si. Grazie tante Eduard.” “Oh si giovanotto,non so che cosa ci faceva qui a quest’ora,ma so solo che lei è arrivato nel momento giusto.” “Già,penso sia questo l’importante” . Lauri sembra meno confusa di prima. “Ma Timon? Dove è? Come sta? Non si è fatto male,vero?” Il vento ulula,i fiori emanano un profumo strano,quasi diverso dal solito. Timon si è rialzato,ha solo il naso gonfio e un occhio nero. Sammy è irriconoscibile,sembra essere invecchiata di una decina d’anni. Solo loro due,nel bel mezzo di una notte avviata al tradimento. “Spiegami solo il perché di quello che hai fatto,che stavi per fare,devi solo spiegarmi il perché,io pretendo che tu mi dia una risposta. Chiaro?? (questa volta la sua voce si fa più acuta)Perché hai dovuto,perché … (adesso piange) dove è finito il nostro noi,il nostro amore,i nostri progetti,il tuo buon senso. Stavi per abusare di mia cugina. Come hai potuto anche solo provarci. E se Eduard non fosse arrivato in tempo,che cosa sarebbe successo,che cosa avresti fatto. Ma te ne rendi conto? E non provare a giustificarti, non puoi. Dimmi solo perché (adesso è davvero affranta dalle sue stesse lacrime).” “Amore … “ “Non chiamarmi amore” “Sammy,mi dispiace,io non volevo,non lo so cosa mi sia preso,davvero. Non volevo farle del male,credimi,io non avrei mai avuto il coraggio di fare una cosa così tanto disgustosa. Stiamo da anni insieme,dovresti conoscermi bene,dovresti sapere che tipo di persona sono. Non so cosa mi sia passato per la testa,ma mai e poi mai avrei pensato di abusare di tua cugina,credimi. Io ti amo e …” “Non osare pronunciare quelle stupide parole. Parli di amore? Ma come ti permetti. Io ti uccido se lo rifai. Vai via,via dalla mia vita. Sono stanca,sono stanca anche di piangere. Non te lo meriti. Addio Timon e che il diavolo possa portarti con se.” Sammy va via senza pensarci due volte,in lacrime e tra urla e bestemmie si dirige verso sua madre,anche essa colpita. Eduard e Laurinda hanno visto la scena,stanno per rientrare dentro quando Timon preso dalla disperazione,dal rimorso,si getta ai piedi di Laurinda e implora il suo perdono. “Ti prego,perdonami. Io non volevo farti del male … mi dispiace,volevo solo sfiorare il tuo cuore,non so perché,non avrei dovuto,mi dispiace,perdonami.” Eduard gli tira qualche calcio “Vai via,se tra cinque secondi ti ritrovo qui giuro che chiamo la polizia ma prima ti farò a pezzettini e li incastrerò nella merda che hai nella tua testaccia. Non farti più vedere.” Timon va via dopo aver sfogato il suo pianto,mamma e figlia rientrano,Eduard è lì che aspetta che faccia altrettanto Lauri “Io ti credo,non hai bisogno del mio perdono.” Timon lascia quella notte con un sorriso. Quanto può essere amara una notte,e dolce un giorno? E’ quasi ora di chiudere. La mattinata è conclusa,sarebbe ora di mettere qualcosa sotto i denti. “Lascia stare,qui chiudo io,tu torna anche a casa” “Grazie Eduard. Eduard,posso chiederti una cosa” “Certo” “Perché ieri eri a casa di zia Grenda,passavi da quelle parti,o eri venuto apposta a dirmi qualcosa?” “Sapevo che prima o poi mi avresti fatto questa domanda,ho cercato di evitarla,ma a quanto vedo non ci sono riuscito. Diciamo che la seconda opzione è quella più corretta. “ “Sarebbe?” “Curiosa. Un po’ troppo aggiungerei. Volevo un po’ di compagnia,tutto qui,avevo voglia di vederti e sono venuto da te. E credimi,quello che ho visto è stata la cosa che non avrei mai voluto vedere,sono partito e ho tirato un cazzotto.” “Cosa hai visto di preciso?” “Uno stronzo che ti stava toccando. Davvero non ti rendi conto della gravità della cosa? Sei intelligente,ma ti fai abbindolare dal tuo buon senso,ieri hai detto di perdonarlo,di credergli,ma credere cosa?” “Era solo in difficoltà,si sarebbe fermato. Credo nel suo buon senso,tutto qua. Forse sono l’unica ad averlo capito davvero,ma non è questo il vero problema. Non era lui,ma io,il problema intendo. Non volevo ricordare.” “Ricordare cosa?” “Ricordare davvero chi mi ha fatto del male. Ricordare quella persona sarebbe troppo doloroso,ecco perché la mia mente ne ha fatto a meno per tutto questo tempo.” “Ti va di raccontarmi cosa ti è successo,e cosa ricordi?” “Non ne ho mai parlato con nessuno,tu hai un buon motivo per cui dovrei raccontarlo a te?” “Oh si,ho altri 20 minuti tondi tondi prima che arrivi il bus,sai stamani la mia macchina ha fatto un po’ di storie e così l’ho scaricata per un buon mezzo,il bus appunto(fa l’occhiolino).”

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Capitolo 6
*** La verità ***


L’aria è diventata più fresca. Gli uccellini continuano il loro canto indisturbati. Eduard accende una sigaretta. “Ti da fastidio se ti fumo in faccia?”. Lauri piuttosto divertita “Oh si,abbastanza. Puoi sempre farne a meno. Il fumo non è un buon rimedio.” “Buon rimedio per cosa? “ “Non lo so,ma penso che tu fuma per distrarti. Forse è stupido,ma ho questa vaga impressione.” “Maledizione,non si può nascondere niente a te. Pazienza,piuttosto parlami di quello che è successo,visto che non ci capisco mai niente della tua vita.” Laurinda non ha più vie di fuga. “E’ successo poco prima che entrassi in clinica per fare gli ultimi esami. Ero uscita di nascosto dato che mi era proibito di farlo. E’ come se davanti a me si fosse aperto un mondo nuovo. Per la prima volta respirai aria nuova,pulita. Feci pochi passi,poi mi gettai a terra. Ero entusiasta. Il sole era leggero,ma splendente. La mia casa si trova molto lontana dal centro-paese. Forse per questo mia madre mi diceva che era piuttosto pericoloso allontanarsi da soli,soprattutto per una donna. Chiusi gli occhi per qualche secondo,ma dovetti aprirli subito,vidi qualcuno saltarmi addosso . Non sapevo bene cosa mi stesse facendo,ma non capivo perché. Perché io? Cosa poteva mai trovarci in me un uomo? E cosa ci faceva una donna vicino che urlava e che lo implorava di fermarsi. Per lo shock ho dimenticato i loro volti,ma quello che ho subito no. Non ho mai raccontato a nessuno questa storia,perché penso sia la storia più triste che qualcuno possa ascoltare.” Il vento ulula, Laurinda fissa quei pochi uccellini rimasti ,in silenzio. Eduard non ha bene afferrato il suo stato d’animo. Di pomeriggio,Lauri ama passeggiare,quando può. Eduard le ha dato un pomeriggio libero. Il parco è sempre più affollato. La musica,sempre più dolce. Il ragazzo che suona sembra essere quello dell’altra volta. Come è bello chiudere gli occhi e sentire quelle note così delicate. Laurinda questa volta può cogliere la vera essenza. Si avvicina,aspetta che la musica sia finita ,che la gente vada via , e solo così può davvero vedere il volto di quell’angelo. Il suo sembra essere un viso familiare,già visto. Laurinda ha un sussulto. Uno spavento,non può essere:è il ragazzo visto tanto tempo fa in clinica,è Stef. “Ciao Stef,ti ricordi di me?” “Ciao,no al dire il vero penso di non averti mai vista,chi sei?” “Ah si giusto. Piacere,mi chiamo Laurinda. Sono davvero contenta,anzi no emozionata. E’ la prima volta che sento la tua voce. E’ davvero bella. La tua musica è stupenda. Ti faccio i miei complimenti.” “Grazie. Scusa,ma come fai a conoscere il mio nome?” “Ti ho incontrato in clinica per la prima volta. Mi piaceva l’idea di avere un amico,è per questo che quando eri incosciente,ti cantavo delle canzoni anche se sapevo che non potevi sentirle materialmente ma col cuore. Volevo solo farti compagnia,eri spesso solo. Sono Laurinda Collins,per anni ho vissuto tra casa e clinica,reparto B60,te ne avranno sicuramente parlato ,oppure conoscerai la mia storia come una leggenda di paese. Ho avuto la fortuna di fare la tua conoscenza,tu non mi hai mai potuta vedere,adesso scusami,anche s ei tuoi non avrebbero voluto,io volevo parlarti.” “Ho una voce che mi rimbomba nella testa,era bella,leggera,ho sempre voluto incontrare quella voce,ringraziarla,e se adesso mi dici che appartiene a te mi meraviglio. Non mi interessa il tuo nome,o la storia che il paese ti ha etichettato. Potresti cantare per me?” . Il cuore di Lauri batte forte,e se Stef ci ripensasse? Se da sveglio non potrebbe mai sopportare la sua voce?Il canto inizia … e Stef sembra apprezzare. La abbraccia,molto felice. “Grazie,grazie tante. Era troppo tempo che ci pensavo,che ti pensavo. Volevo solo sapere che viso avesse quella voce. E adesso che lo so,non ti lascerò andare così facilmente. Voglio passare con te le prossime ore,raccontami qualcosa di te. Mi hai salvato dalla noia totale che avrei potuto subire in quella clinica per matti. Dimmi tutto quello che vuoi.” “Non ho molto da raccontare,in realtà. Più o meno ci hanno già pensato gli altri a cucire la mia vita,nulla di interessante.” “Dai non ci credo,dai davvero peso a cosa possa pensare la gente. E poi non è gratificante sapere esattamente quello che sanno tutti quanti gli altri. Sempre la solita storia,i tuoi genitori si rimboccheranno le maniche quando ti vedranno una famosa donna in carriera. Ti ho sempre immaginata come la vittima del quartiere,ci sei finita tu sotto i ferri,mia cara,ma adesso fa in modo che sia tu a dettare le leggi della tua vita. Fanne un capolavoro.” “Oh non sai quanto è bello sentirti dire queste parole.” “Ed è eccitante scoprire che eri tu quella che cantava,se ricordo ci sarà un motivo. Una buona azione,e farmi compagnia non è da tutti,non sempre ci riesce la mia ragazza.” “Allora ne sono lusingata. Ah mi è venuta in mente una cosa da dirti e che nessuno sa. Odio farmi il bagno. Mi sento intrappolata e come se non ne potessi uscire. Lo so è stupido ma è vero.” “Accidenti” “E tu? Qualcosa che odi? Il giorno che odi di più?” “Non è certo quello in cui mi faccio il bagno,no vabbè scherzo. In realtà odio il giorno in cui venni a sapere che il mio migliore amico si scopava la mia ragazza. Che fosse il contrario non mi avrebbe ferito nello stesso modo. Ci tengo molto a Kevin,alla sua amicizia,è come un fratello per me. Lo ho perdonato e mi sono rimesso con Nadia. Ho dovuto farlo,mi sento in debito con loro,in qualche modo.” “Perché? Cosa è successo? Li hai davvero perdonati perché ti sentivi in colpa o perché volevi?” “Forse entrambi. Circa due anni fa li invitai a casa mia per far vedere loro la medaglia che avevo appena vinto alle olimpiadi di nuoto. Volevo ubriacarmi e ho bevuto fino a sfondarmi,lo stesso Kevin e Nadia un po’ meno,per questo ne ha approfittato per dirmi della sua relazione con il mio migliore amico. Li ho cacciati fuori casa,si sono allontanati,e hanno picchiato a morte una ragazza non poco lontano da casa mia. Kevin la addirittura violentata. Almeno sembra.Nadia voleva fermarlo ma non ci è riuscita. La ragazza sembra aver dimenticato tutto,o almeno penso,non ha mai denunciato l’accaduto.Ma il vero problema è che il vero responsabile sono io. Sono io a dover chiedere scusa a quella ragazza. Spero che un giorno possa perdonarmi. Bene,detto questo,io ti saluto.Devo proprio andare,mi ha fatto piacere fare la tua conoscenza,ci si vede in giro. Ciao Laurinda,e mi raccomando comincia dalla fine per delineare il tuo percorso. L’inizio sarà meno difficile. Promesso. Alla prossima”.

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Capitolo 7
*** La resa dei conti ***


Laurinda sembra più serena,è una bella giornata di sole. E dopo una bella corsa e una buona merenda,è proprio ora di andare a fare shopping. “Sammy,ti va di accompagnarmi al negozio di fronte quello in cui lavoro? Sai hanno messo i sconti su un paio di jeans,e penso di comprarli. Sarei molto felice se mi facessi compagnia,ho anche bisogno di un consiglio e il tuo di sicuro non passerà inosservato.” “Grazie tante,ma non mi va.” “Dovresti uscire un po’. E’ una bella giornata,sarebbe un peccato restare a casa,e poi in realtà ti sto chiedendo aiuto. Questo mese Eduard mi ha aumentato il salario,e così posso cambiare qualcosa nel mio guardaroba che non sia sempre la solita maglietta o la gonnellina a fiori. Alzati da quel divano e posa quelle noccioline,la tua reputazione la rovineresti così.” “Tu che tiri il morale a me? Ma dove siamo arrivate? E dire che fino a poco tempo da era il contrario.” “Ed è per questo che ci sono i parenti,per tirarsi il morale a vicenda.” “Ok mi hai convinta,vada per lo shopping,che sia per me o per te. Lauri … è mica tanto strano che io pensi ancora a quel maiale di Timon?” “No ,lo ami ed è normale … e poi lui non è un maiale ed è innamoratissimo di te. Abbi fiducia nelle mie parole. Adesso andiamo prima che si faccia troppo tardi.” E già,chissà Timon dove sia adesso. La serata è ancora lunga. La luce ha fatto spazio alle tenebre.Lauri non ha tanto sonno,scende giù in cucina per bere un bicchiere d’acqua. Seduta a tavola ripensa ai quei quattro ragazzi,chi per un motivo chi per un altro hanno tutti sconvolto la vita della povera ragazza pazza. Era molto tempo fa,anni quando i signori Collins vennero informati della grave malattia della loro unica figlia. Di tipo avanzato era stato detto,crisi epilettiche,gravi lesioni del sistema nervoso,possibili attacchi verso gli esterni. Una bambina tranquilla,serena bellissima. Un solo episodio sembrò rivoluzionare il tempo,quello che era bastato per rendersi conto dell’evoluzione comportamentale della bambina,o meglio un solo momento mai più ripetibile. Dopo la grave violenza subita,Lauri sembrava volesse menare il mondo intero,i suoi stessi genitori,arrivando a minacciarli con un coltello la loro stessa vita. Se solo però coloro che la avevano messa al mondo se ne fossero accorti prima,avessero ascoltato la loro bambina,si sarebbero resi conto di quanto fossero fortunati e di quanto la malattia avesse dato buone speranze di vita per la loro unica figlia. “Hanno bussato alla porta,chi va ad aprire?” … “Vado io mamma”. Summy sta per aprire quando le si mette davanti Laurinda “Sarà sicuramente il piccolo Braian,gli ho promesso una partita a carte con Jason.” “Jason è al parco con Susan,penso che la partita la dovrai spostare per un altro giorno,povero Braian.” La porta si apre,il piccolo Braian sarà cresciuto troppo in fretta. Al suo posto un uomo affranto,distrutto dal suo alter ego,ma che di una cosa è sicura,l’amore che prova per quella donna. “Timon! Che ci fai qui? Ti avevo detto di non farti più vedere in casa nostra.Vai via.” “Ti prego Summy,non mandarmi via. Ho solo bisogno di vederti,di parlarti,ho bisogno che tu mi perdona,ho bisogno di te.” “Sono solo passati tre mesi,che ti aspetti che ti capisca,ti comprenda o peggio ancora che ti perdona? Mai! Mi rimprovero ogni giorno di amarti e non riesco a smettere,ma non posso fare finta che non sia successo,non posso ritornare con te,vivrei ogni momento quel giorno,e non voglio più farmi del male,non voglio più vederti,mai più,ti prego basta ,devi sparire ,devi sparire (oramai in lacrime).” “Sono solo venuto a chiederti scusa e sono qui per dirti che sto per partire per La Francia,ho vinto un concorso,farò come hai detto tu,andrò via dalla tua vita,per sempre,ma lascia almeno che ti dia un ultimo bacio,ti prego.” “No non mi toccare,non lo fare.” Timon la prende,la scuote,lei cerca di evitare la sua stretta forte e possente, Grenda è preoccupata,vorrebbe reagire ma Lauri capisce. “Lasciali trovare il loro equilibrio.” I due sembrano muoversi in un ballo violento ma sincero. E dopo vari passi di danza,il bacio sembra regalare tanta voglia di amare. Laurinda è pronta per la sua scelta,quella che farà di lei una donna innamorata,volenterosa a imparare l’arte più difficile che possa esistere ma che le regala tanta gioia,emozione e al tempo stesso preoccupazioni. “Sapevo di trovarti qui,è il tuo posto preferito.” “Eduard??! Ciao.” “Ciao Laurinda,al dire il vero speravo di essere la tua scelta,ma se è vero che il cuore è cieco,il tuo deve essere strabico. (Ride). Non preoccuparti per me,passerà. Non mi sono mai innamorato seriamente e l’idea che possa essere successo adesso mi fa rabbrividire. Se dicessi che sono scontento,sarei ipocrita. Mi sento bene nonostante tutto,sto provando qualcosa che non ho mai provato,adesso posso andare,lascia solo che facci una cosa.(la bacia delicatamente sulle labbra).Adesso posso lasciarti alla tua vera scelta. Buona fortuna,ti amo.” Laurinda è in ansia,sembra che le stia venendo un colpo,eppure sembra solo felice all’idea di rivederlo,è emozionata, forse innamorata. Lui è li,sempre al solito angolo,con una mano in tasca,cuffie all’orecchio e viso al sole. Gli uccellini deliziano il momento con un il canto soave. La gente passeggia,i bambini giocano,le mamme corrono,i ragazzi fanno strada. Laurinda sembra impacciata,ma è doveroso doverlo ringraziare anche se non dovesse ricambiare. “Ciao,ti disturbo?” … Stef ha appena messo in pausa la sua canzone preferita. “Ehi sei tu,non mi disturbi,avevo un po’ di tempo libero e così sono venuto al parco per starmene tranquillo,a casa è successo un macello,i miei sono fuori e Kevin è all’ospedale.” “Ospedale? Spero sia nulla di grave” “Una visita alla gamba,qualche giorno fa se le è rotta giocando a calcio,ma te piuttosto come stai? Un casino anche dalle tue parti è?” “Che intendi?” “Niente,immaginavo… senti io adesso devo ritornare a casa,ti va di accompagnarmi,potremmo prenderci anche un caffè,sempre se ti piaccia.” “In realtà ero venuta apposta qui,mi ha fatto piacere parlare con te qualche volta,ma…” “Guarda che ho capito tutto,non c’è bisogno di aggiungere altro,eri solo curiosa di sapere che cosa pensasse quel coglione restato in coma ma che ha avuto la fortuna di teneri accanto,non ti ringrazierò mai abbastanza per questo,ma credimi non c’è bisogno che tu faccia altro,non vorrei che il tuo Eduard si ingelosisce se mi vede passare altro tempo con te.” “Che c’entra Eduard? Lui ti ha detto qualcosa?” “No,non ci ho mai parlato con lui,e non è che mi interessi,ho visto il feeling che c’è tra di voi,lui è cotto perso di te,lo si nota e tu…” “Io gli ho appena detto che non è lui la mia scelta- L’aria adesso si fa calda,l’ansia sale- Mi ha detto che è innamorato di me,almeno pensa di esserlo,ma non è lo stesso per me. Da quando ti vidi,quella prima volta,in me è scattato qualcosa non so ancora cosa sia,ma vederti per me era un’emozione troppo forte per sostenerla tutta di un colpo solo. Appena uscita fuori di lì,speravo potessi rincontrare anche solo per un minuto e parlarti,sentire la tua voce,sfiorarti le mani,guardarti fisso negli occhi. Avevo bisogno di te,di capire,adesso non so,ma so solo che mi piacerebbe tanto venire a bere un caffè con te,non aspettavo altro,che tu me lo chiedessi,che tu ti accorgessi di me,pensavo che Nadia dovette essere proprio fortunata ad averti con sé,Kevin mi ha ferita ma per questo non lo odio perché è amico tuo. L’unico bacio che sognerei è il tuo.” I due si avvicinano,il vento afoso ricalca le loro forme,l’ombra dell’albero accanto diventa più chiara,come la voce di Stef … “E ci hai messo così tanto a dirmelo” le sussurra e poi la bacia. Come è bello ritornare dopo tanto tempo nella stessa città,stesso paese,stessa strada,stessa casa. “Lauri,non immaginavo fossi tu,ma guardati,come sei cambiata,anzi per niente,sei solo diventata più bella.” Zia Grenda è felicissima di vederla. Sette anni sono tanti. “Sammy come sta,e il piccolo Jason?” “Sammy è appena andata al parco,doveva portare Ted … è andata al parco,invece il piccolo Jason è oramai diventato un ometto,ha appena compiuto 16 anni e pretende il motorino,che la mamma però ha promesso solo se quest’anno passerà senza recuperi. Piuttosto te come stai? Il viaggio ti ha fatto bene?” “Mi ha ridato la vita zia,ho anche lavorato tanto,peccato che sia finita questa esperienza,ma sono ritornata più grintosa che mai,ho ancora tanta strada da fare,anzitutto devo trovare un lavoro e poi una casa,anche se con i risparmi di questi sette anni posso già pagarmi qualche mese di affitto,voglio riprendermi la mia vita,come ho fatto fuori. “ “Sai bene che qui sei sempre la benvenuta.” “Lo so,e di questo ti ringrazio molto,bene direi che un giro al parco non farà male.” Il parco è rimasto lo stesso. “ Indovina chi sono?” “Laurinda Collins???!!!! O mamma fatti abbracciare! Ma come ci siamo fatte trendy.” “Sempre la solita spiritosa,zia Grenda mi aveva detto che eri qui.” “Mamma vado sullo scivolo con Alex.Torno subito.” Laurinda è un po’ confusa,ma si tratta solo di qualche secondo. “Perché non me lo hai mai detto che se avessi un figlio?” “Appena te ne andasti,scoprì che ero al quarto mese,non volevo angosciarti con le solite preoccupazioni,i soliti problemi,ma quando è nato è stato per me il giorno più bello della mia vita. Gli ho sempre parlato della zia straniera e ti confesso che non vede l’ora di conoscerti per bene(sorride).” “Lo stesso vale per me,anzi ho già capito che bel caratterino che deve avere,tutto sua madre… il padre è Timon?” “Si ma non lo sa, e non mi va di parlarne,adesso poi è da un po’ che mi frequento con un altro ragazzo quindi … “ “E chi è? Voglio sapere!” “Eduard Timpton!,spero solo non ti dispiaccia.” “Ma che scherzi,anzi sono felicissima per te e E – Eduard … chi è Alex?” “Un suo amico,si vogliono bene. E’ venuto qualche volta a casa ma niente di che,sai voglio stare alla larga dai suoi genitori,non mi piacciono.” “Perché?” “Perché hanno abbandonato la loro figlia nel momento in cui ne aveva bisogno,è il tuo fratellino Lauri,è bello e solare come te.” Laurinda sembra sorpresa,ma davvero quel bambino le somiglia molto. Come è strana la vita. “E dimmi,Lauri,con Stef poi come siete rimasti?.” “All’inizio in contatto,poi ho saputo che si è rimesso con Nadia,non l’ho più sentito,tra i vari impegni ho imparato a farne a meno,il mio ,dopotutto è ancora un AMORE da DEFINIRE”.

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