Lo slash del martedì di Bab1974 (/viewuser.php?uid=181083)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Luna, la gatta ***
Capitolo 2: *** Voglio una notte di fuoco ***
Capitolo 3: *** Uno scontro fatale ***
Capitolo 4: *** Ho già un rivale ***
Capitolo 5: *** Vieni via con me? ***
Capitolo 6: *** I matti tutti a me ***
Capitolo 7: *** Promesse da marinaio ***
Capitolo 8: *** Una dichiarazione sperata ***
Capitolo 9: *** Senza traccia ***
Capitolo 10: *** Una notte infinita ***
Capitolo 11: *** Il coltello dalla parte del manico non l'ho io ***
Capitolo 12: *** Ti prego, caccialo! ***
Capitolo 13: *** Non finirà mai! ***
Capitolo 14: *** Un brutto sogno ***
Capitolo 15: *** Un dolce risveglio ***
Capitolo 16: *** Tutta l'attenzione del mondo ***
Capitolo 17: *** L'indignazione è femmina ***
Capitolo 18: *** Wow, chi è un Dio in Terra? ***
Capitolo 19: *** La ricerca dura poco ***
Capitolo 20: *** Piccola Luna ***
Capitolo 21: *** Brindiamo al futuro ***
Capitolo 22: *** Luna alla riscossa ***
Capitolo 23: *** Luciano si convince che Luna lo odia per partito preso ***
Capitolo 24: *** My Diary ***
Capitolo 25: *** E' possibile addestrare un gatto? ***
Capitolo 26: *** Polso fermo ***
Capitolo 27: *** E se... ***
Capitolo 28: *** Mi fidavo di te ***
Capitolo 1 *** Luna, la gatta ***
Luna la gatta"Luna,
Luna, tesoro dove sei?" chiamai cercando quella vagabonda della mia
gatta. Sapevo che le piaceva stare in giro, ma sapevo pure che sarebbe
tornata in piena notte svegliandomi e non volevo correre il rischio.
Non era la prima volta che miagolava davanti alla porta fino a che non
aprivo e se non mi tirava giù dal letto lei ci avrebbero i miei
vicini: i suoi versi erano acuti e fastidiosi. Fu mentre la cercavo a terra che andai a sbattere in un paio di pantaloni a coste. Mi alzai scusandomi e mi ritrovai davnti il più bel ragazzo che avessi mai visto. "Di nulla, non preoccuparti. Suppongo che se cerchi a terra, questa Luna non sia la tua ragazza?" mi chiese. "E' la mia gatta." risposi. "Bene, quando l'avrai trovata che ne dici di venire con me per un caffè o una birra?" mi propose. "Vengo
lo stesso. Si arrangia a venire a casa, al massimo sveglierà i vicini."
dissi e lo seguì, fegandomene di Luna, i vicini e la testa che mi
arebbero fatto l'indomani. |
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Capitolo 2 *** Voglio una notte di fuoco ***
wwwwww
Voglio una notte di fuoco
Il mio semaforo interno era impostato sul verde. Ero più che disponibile. Era
un bel po' che non avevo un ragazzo. Due mesi prima Tonio era fuggito
dal mio appartamento, in cui stavamo convivendo, per colpa di... Luna. "O me o lei." mi aveva detto come ultimatum. Non avrei mai potuto lasciare la mia gatta fuori: alla fine avevo deciso di cacciare lui.
Luciano mi portò in bar aperto tutta la notte. Presi un caffè, tanto non avevo intenzione di dormire. Parlammo del più e del meno per quasi tutto il tempo, evitando accuratamente di parlare di 'noi'. Alla fine lui mi chiese se volevo raggiungerlo nel suo appartamento. "Sì." gli risposi senza pensarci un attimo. Mi
chiesi se lui avrebbe avuto dei problemi con la mia gatta vagabonda e
rompiscatole. Temetti che la risposta sarebbe arrivata fin troppo
presto e un'altra tacca si sarebbe aggiunta al collarino di Luna. |
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Capitolo 3 *** Uno scontro fatale ***
Uno scontro fataleUno scontro fatale
Passammo
due ore di passione, delle quali avevo un profondo bisogno,
abbandonandoci l'uno tra le braccia dell'altro. Per un po' non pensai
ad altri che a me stesso. Poi, a notte inoltrata... "Quindi,
Roberto, tu sei certo che Luna a quest'ora sta miagolando da
almeno un'ora per entrare, rompendo i cosiddetti a tutti?" mi chiese
Luciano. "Più che certo. È più precisa di un orologio svizzero, non
c'è nulla da fare. E non smetterà finché io non la farò entrare o fino
a che qualcuno dei miei vicini non la ucciderà, cosa di cui mi hanno
già minacciato a tal proposito." gli dissi "Anzi, sono preoccupato." "Che
bruti!" esclamò "Ora capisco perché la cercavi! E se ti accompagnassi a
casa che ne dici? Potremmo passare il resto della nottata da te."
aggiunse maliziosamente. "Allora verrebbe fuori il problemino
successivo. La sua gelosia. Un giorno, se durerà il nostro rapporto
oltre questa notte, ti pentirai di avermi incontrato." lo minacciai. "Ma come ti è capitata una gatta così... così..." s'interruppe. "Rompiballe?
Puoi dirlo. L'ho trovata dopo che era scappata di casa." spiegai "Era
molto curata e nel collarino che indossava c'era un numero di telefono
oltre al nome. L'uomo che mi rispose mi disse che era scappata di casa
perché la moglie l'aveva picchiata. Aveva tentato di fare del male ad
una neonata perché era gelosa di lei. E così me la sono tenuta io." Luciano mi sorrise. "Su, vestiamoci, andiamo da Luna." Appena
fuori dalla porta fummo travolti da un ragazzo che correva. La custodia
che teneva in mano cadde a terra e ne uscì un violino. Ci guardò come
se fosse colpa nostra... |
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Capitolo 4 *** Ho già un rivale ***
Ho già un rivaleHo già un rivale
"Avete visto che cosa avete combinato?" ci apostrofò con ira il ragazzo. Era carino, ma incazzato come una iena. "Se
tu non correvi a testa bassa," lo apostrofò Luciano scocciato di essere
prima travolto e poi aggredito da uno sconosciuto "forse ci avresti
evitato." Nonostante il tono arrabbiato gli raccolse lo strumento. "Correvi solo perché sei pazzo, o hai fretta?" gli chiese, tenendogli però il muso lungo. "Non tanta fretta, io corro sempre." ammise il ragazzo arrossendo. "Allora
entra un attimo nel palazzo e vediamo se il violino si è rovinato." lo
invitò, poi si rivolse a me "Ti dispiace se tardiamo un attimo ad
andare da Luna?" Scossi la testa. Temevo quasi che mi invitasse ad andarci da solo, ero disposto ad aspettarlo. Entrammo
dentro e ci fermammo sulle scale del condominio. Per fortuna sembrava
che Luciano non volesse farlo salire su. Avevo la sensazione che questo
sconosciuto sarebbe stato contento. All'improvviso aveva cominciato a
fare le fusa peggio di Luna. |
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Capitolo 5 *** Vieni via con me? ***
Vieni via con me?Vieni via con me?
Ok, prendiamola con filosofia. O è meglio che lo prendo a calci e gli faccio intendere che non deve toccare la roba mia? Anche se abbiamo fatto solo una scopata non è detto che non debba interessarmi di lui. Lo
scocciatore suona piuttosto bene, tanto che nessuno ne è dispiaciuto e
i vicini applaudono il che è strano visto che sono le quattro del
mattino. Il ragazzo fa un inchino: sembra che lo strumento sia
perfetto. Continua intanto a fare il lumacone con il MIO ragazzo, che
non è affatto disturbato. Sto per esplodere, meglio che me ne vada
prima che accada. "Ti ringrazio di tutto. Ora torno da Luna." gli dico e sto per uscire dalla porta. Lui mi trattiene. "Non vuoi che ti accompagni?" mi chiede con uno sguardo indecifrabile. "Non posso aspettare in eterno. La piattola non ti lasciava andare." lo accuso, cercando di mantenere il tono di voce calmo. "Perdonami, ma suona talmente tanto bene che mi sono distratto. Ora lo faccio uscire e ce ne andiamo." mi promette. Dopo
dieci minuti siamo su un taxi diretti a casa mia. Sorrido pensando alla
faccia esterrefatta del ragazzo del violino quando l'ha abbandonato per
venire via con me, ahah. |
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Capitolo 6 *** I matti tutti a me ***
I matti titti a meI matti tutti a me
Arriviamo
davanti al mio appartamento e ci rendiamo subito conto che è accaduto
qualcosa. Per un attimo temei che fosse successo qualcosa a Luna. C'era una marea di gente, i miei vicini e anche estranei, che guardavano in alto e fissavano il tetto. Luciano ed io scendiamo dal taxi e ci avviciniamo. Un poliziotto ci ferma. "Sono un inquilino del palazzo. Che cosa è successo?" chiedo preoccupato. "Un tentativo di suicidio." m'informa lui "Lei è per caso il signor Pesaci Roberto?" "Sì, sono io." dico stupito e ancora più preoccupato "Avete bisogno di me?" "Direi di sì". mi spiega lui "Dice di chiamarsi Nadini Tonio e di voler parlare con lei. Si butta se non lo fa." "Quello che ha preferito andarsene piuttosto che dividerti con Luna?" mi chiede Luciano, a bocca aperta. "Sì,
proprio lui." rispondo, poi al poliziotto dico "Siamo stati conviventi,
qualche mese fa, ma poi ci siamo lasciati per incomprensioni. Temo che
non mi abbia lasciato tutte le chiavi prima di andarsene, magari ne
aveva fatta una copia. Uff, io avevo un'altra serratura, ma non potevo
farla cambiare a tutto il palazzo." "Ci deve aiutare." mi dice il poliziotto "Lo convinca a scendere. Menta se necessario." Accetto, anche se scuoto la testa sconsolato. Sento qualcosa strisciarmi le gambe e un miagolio. "Luna,
sei contenta se si butta?" le chiedo. Mi sembra di vedere una smorfia
storpiarle il muso. "Beh, almeno stavolta la baraonda non è tutta colpa
tua." Chiedo a Luciano che stia attento che non mi venga dietro e seguo il poliziotto. |
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Capitolo 7 *** Promesse da marinaio ***
Una promessa da marinaioPromesse da marinaio
Un proverbio molto saggio dice: -Fare buon viso a cattivo gioco.- Era questa la mia intenzione e sperai di riuscire nell'intento. Presi l'ascensore e arrivai fino al tetto e da lì raggiunsi il mio ex. "Tonio,
non fare sciocchezze." lo implorai, cercando di essere convincente. Non
che non m'importasse di lui, ma temevo che bastasse un nulla per farlo
buttare davvero. "Roberto, sei qui allora!" mi chiese, il volto
pieno di lacrime, voltandosi verso di me. Il movimento lo fece
oscillare ed ebbi paura che sarebbe caduto. "Sì, sono tornato ora,
ti prego stai attento. Vieni verso di me, così possiamo parlare
tranquillamente." gli chiese, sperando che rientrasse subito. Dietro la
porta del tetto c'erano due agenti pronti ad agguantarlo a un mio
segnale. "No! Prima devi promettermi un paio di cose." mi gridò, sporgendosi intanto verso il baratro. "Ok, ok, dimmi, ma non buttarti per favore." farfugliai, cercando di stare calmo. "Giurami di tornare con me." mi ordinò. Un altro proverbio, ancora più saggio, recita: -Le
bugie hanno le gambe corte- ed io sono davvero una pena a mentire.
Sperai che non se ne accorgesse anche se mi conosceva bene. "Sì, sono d'accordo, io ti amo ancora, sei tu che hai scelto di andartene." gli ricordai. "Hai ragione, ma la prossima cosa che ti chiederò sarà più dura. Sopprimi Luna." mi disse, con lo sguardo crudele. "Ehm,
non sono sicuro di riuscire a farlo. Ma... ma se vuoi lo puoi fare te.
La puoi sopprimere tu." mi corressi, visto che all'inizio mi aveva
confuso la richiesta di Tonio, anche se non stupito. Tonio accettò e mi si avvicinò. Appena alla mia portata lo colpii con un pugno in pieno viso, stendendolo a terra. "Potete intervenire." dissi rivolto alla porta. Non c'è che dire, i proverbi ci azzeccano sempre, ma anche un bel pugno ha il suo perché. |
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Capitolo 8 *** Una dichiarazione sperata ***
Una dichiarazione sperata
Una dichiarazione sperata
Scendo e torno da Luciano. Mi stupisco a vedere fra le sue braccia Luna, che si fa coccolare da lui in maniera indecente. Piccola ruffiana, lei può avere contatti con chiunque, ed io no. Ora mi sente! Certo
sarebbe bello se le piacesse quello che spero che possa diventare il
mio nuovo ragazzo ma conoscendola si rivolterà appena capisce la
situazione. "Allora, è andato tutto bene?" mi chiede Luciano. "Sì." rispondo, tralasciando il fatto del pugno. Appena
mi avvicino, e mi faccio abbracciare da Luciano, Luna, che sembrava
tranquillissima, si rigira, gli graffia la mano e, dopo essere saltata
giù con una capriola, fa un versaccio al suo nuovo ex amico e scappa. "Avevi
ragione, è pazza." si lamenta Luciano osservandosi la ferita. "Però
sono certo che se ci organizziamo a farle capire che non voglio
portarti via da lei, capirà che non mi deve temere." Lo guardo pieno di gioia. "Questo significa che..." comincio. "Sì, se secondo te non corriamo troppo, potremmo provare a vivere insieme." mi conferma. Io lo bacio davanti a tutti, fregandomene della gente che ci osserva. |
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Capitolo 9 *** Senza traccia ***
enza traccia Senza traccia
Dopo
il primo attimo di gioia mi accorsi che Luna era sparita nel nulla.
L'unica traccia che aveva lasciato era la pipì che aveva fatto sulle
scarpe del mio nuovo ragazzo (suonava bene!). Luciano ci rimase davvero male: non aveva ancora capito con chi aveva a che fare! "Vuoi cercarla?" mi chiese. Scossi la testa. "Sono
certo che non si farà trovare per un bel po'." gli risposi,
demoralizzato. Mi era illuso, per un nanosecondo, che Luciano potesse
andare d'accordo con Luna: speranza, come al solito, vana. "Stanotte non mi va di rientrare a casa. Ti scoccia se torniamo al tuo appartamento?" chiesi facendo gli occhini da cucciolo. Luciano rise. "Ok,
anche perché tutta questa gente mi mette ansia. Che avranno da guardare
ancora?" sbuffò il MIO RAGAZZO "Sai, ho avuto la sensazione che
qualcuno fosse dispiaciuto che quello non si è buttato." "Che ci
vuoi fare, la gente non sa più come passare il tempo." dissi alzando le
spalle "Io salgo un attimo a prendere un cambio per qualche giorno.
Vieni anche tu?" "Perché no?" e mi seguì. "Buttai nella valigia
alla rinfusa tutto quello che mi veniva in mente potesse servirmi, poi
scendemmo di nuovo e tornammo nell'appartamento di Luciano. E lì un'altra sorpresa, come se per quella sera non ne avessi avute a sufficienza: la piattola violinista era ancora lì. |
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Capitolo 10 *** Una notte infinita ***
Una notte infinita
Una notte infinita
Questa notte sembra non avere mai fine! Il
mio desiderio al momento era di accoccolarmi fra le braccia di Luciano,
sotto il caldo delle lenzuola, prima che cominci la mia giornata
lavorativa ma ho la sensazione che dovrò tardare ancora. Il ragazzo
è seduto sulla scalinata che porta al portone del palazzo di Luciano e
si capisce da come alza la testa che era in attesa del suo ritorno. Scatta in piedi e si appiglia al suo braccio, appena scende sul marciapiede. "Ti stavo aspettando! Speravo che tornassi presto." gli disse euforico. Io scendo dal taxy ma il tipo ignora la mia presenza e continua a strusciarsi contro il MIO RAGAZZO (posso dirlo, è vero!). Luciano e talmente stupito e imbarazzato che non sa che dire e fare. Alla fine mi appendo al braccio libero e Luciano che finalmente comincia a reagire, forte della mia presenza. "Scusami, mi dispiace doverti deludere ma sono in compagnia." dice indicandomi. Il violinista mi guarda, alza un ciglio critico e poi dice al MIO RAGAZZO (ok, lo so sto esagerando con le maiuscole): "Sei sicuro di voler stare con lui, non mi sembra granché." mi apostrofa, come se fossi una nullità. Mi trattengo dal picchiarlo, mi fa ancora male il pugno da prima e mi ero ripromesso di non rifarlo troppo facilmente. "Ti assicuro che non è male per nulla." gli dice Luciano con un sorriso e prendendomi sottobraccio mi porta verso la porta. Io intanto alla piattola mostro la lingua, soddisfatto. |
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Capitolo 11 *** Il coltello dalla parte del manico non l'ho io ***
Il coltello dalla parte del manico non l'ho io
lI coltello dalla parte del manico non l'ho io
In quante maniere si può ferire qualcuno? Quella
notte io avevo ferito Tonio, colpendolo a tradimento e mentendogli
spudoratamente e Luna facendole capire che nella mia vita non ci
sarebbe stata solo lei. Luna aveva ferito fisicamente Luciano
graffiandolo in preda alla rabbia e alla gelosia che io avevo provocato
e se n'era andata tenendomi sulle spine, perché quella gatta volubile
poteva andarsene da un momento all'altro cercandosi un padrone che
amasse solo lei: povera sciocca! Infine Luciano aveva ferito me,
anche se forse non se n'era reso conto. Solo a parole ma tanto bastava
per fare sanguinare il mio cuore. Aveva già infilato la chiave nella toppa quando si era voltato verso il violinista. "Non ci siamo presentati io sono Luciano e lui è il mio ragazzo Roberto. Tu come ti chiami?" chiese Luciano alla piattola. "Io sono Damien." disse sorridendo poi starnutì. "Accidenti devo essermi ammalato a forza qui fuori." esclamò. "Senti,
perché non vieni su con noi." propose Luciano lasciandomi scioccato
"Non voglio che ti becchi un raffreddore per colpa mia. Ti darò qualcosa di caldo, non può farti che bene." Damien non se lo fece ripetere due volte e, copiandomi la lingua mentre Luciano non guardava, entrammo in casa. Luciano, questo non me l'aspettavo! |
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Capitolo 12 *** Ti prego, caccialo! ***
Ti prego, caccialo!Ti prego, caccialo!
Proprio non lo sopporto! Sta facendo di tutto per intromettersi nel rapporto fra Luciano e me. Comecavolosichiama,
(non mi sento in obbligo di ricordare il suo nome), si accomoda sul
divano e si comporta come se io non esistessi. Devo usare un po' di
persuasione e dare una scelta a Luciano: o io o lui. E spero che non mi
dica che mi comporto come Tonio con Luna. Luna non ha mai tentato di
rubarmi il fidanzato.
"Luciano, vuoi vedere se sono geloso?" gli
chiedo "Non c'è bisogno di fare altro, lo sono e se non vuoi che lo
cacci a calci in culo, ti conviene farlo tu." Luciano mi sorride. "Scusami,
è colpa mia. Ho la sindrome della crocerossina." mi dice candidamente
"Ora lo accompagno fuori e poi ci facciamo una bella dormita per quel
poco che rimane." Respiro contento e spero che sia davvero la volta buona: ho davvero bisogno di qualche ora di sonno prima di ricominciare una giornata di lavoro. |
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Capitolo 13 *** Non finirà mai! ***
Non finirà mai
Non finirà mai!
Aspettavo in cucina che Luciano mi dicesse di aver cacciato lo scocciatore, quando me lo trovai davanti, bianco come un cencio. "Roby, ho chiamato un'ambulanza." mi disse concitato. Il bicchiere che avevo in mano stava per cadermi dalla sorpresa. "Che è successo?" chiesi allarmato. "Damien è svenuto. Non sapevo che altro fare." mi disse prima di tornare nel salottino. Mi
appoggiai al lavandino e il mio primo pensiero fu se per caso non fosse
tutta una finta. Poi pensai che fosse improbabile e nel caso avrebbe
fatto una pessima figura con i medici che sarebbero arrivati. Decisi
comunque di andare a controllare: in ogni caso Luciano era in grave
pericolo. Non volevo che Piattola trovasse una qualsiasi scusa per
rubarmi il fidanzato. Già dalla scena che vidi, capii quanto avevo ragione. Damien
era sdraiato sul divano, gli occhi semichiusi e ripresi i sensi, semmai
li avesse mai persi, si stava avvicinando alle labbra del mio ragazzo. "Ehi tu, se non vuoi stare male sul serio, ti conviene fermarti!" esclamo irritato. Damien si gettò sul divano sbuffando mentre si sentiva la sirena dell'ambulanza. "Io ho chiamato il 118! Sei pazzo? Che figura ci faccio." lo accusò Luciano. Damien fece spallucce e si preparò all'interrogatorio degli infermieri. |
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Capitolo 14 *** Un brutto sogno ***
Un brutto sognoUn brutto sogno
L'ambulanza
se l'è portato via. Credo che abbiano intenzione di denunciarlo per
procurato allarme. Anche Luciano ha rischiato ma Demian, bontà sua, si
è preso tutta la colpa. In realtà credo che lo abbia fatto per
tenersi una possibilità nei suoi confronti e, nonostante sia più che
disponibile, sarebbe stato difficile attrarlo se lo avesso messo nei
guai. Almeno per questa sera me lo sono levato dalle scatole. Finalmente io e Luciano possiamo goderci il resto della notte, per il poco che ne rimane. Ci addormentiamo abbracciati. Dopo meno di un'ora mi sveglio trafelato: ho fatto un sogno davvero brutto. Ero un
trapezista e e lavoravo senza rete assieme a Luciano. o mi dovevo
lanciare e lui mi doveva prendere. Mi lancio verso di lui, pieno di
fiducia. Per un motivo e per un altro, non mi prende e mi lascia cadere
nel vuoto. Uff, questa nottata del cavolo ha lasciato il segno nella
mia psiche assieme a una domanda: Luna, dove si sarà cacciata? Tornerà
da me? |
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Capitolo 15 *** Un dolce risveglio ***
Un dolce risveglio
Un dolce risveglio
Per un attimo al risveglio mi sento spaesato. Mi accorgo di non essere nel mio letto e di aver vicino uno sconosciuto. Poi faccio mente locale e ricordo la lunga, infinita notte predente. Di tutti gli accadimenti alla fine me ne rimangono solo due fissi. Luna è scomparsa e ho un ragazzo. Se non fosse che sono preoccupato per la sorte della mia gatta, potrei dire di avere l'universo in mano.
Do un bacio dietro la nuca a Luciano che si sveglia sorridendomi. Lui sembra meno intontito di me ma forse non ha avuto i miei incubi. "Buongiorno bellissimo." mi apostrofa "Non ti sei ancora pentito di esserti messo con me?" "Fammi prima prendere un bel caffè nero, poi decido. Non riesco a connettere se non faccio colazione." gli dico. "Idem. Adesso ti preparo il caffè migliore dell'Universo" mi dice "se ora mi ami, poi bacerai la terra dove cammino." Sorrido e mi alzo per andare in bagno. Comincia una nuova giornata lavorativa, spero di sembrare troppo sulle nuvole in negozio. |
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Capitolo 16 *** Tutta l'attenzione del mondo ***
Tutta l'attenzioe del mondo
Tutta l'attenzione del mondo
Mi sento ad una spanna dal pavimento e tutte le mie colleghe, visto che sarei l'unico maschio in teoria, se ne accorgono. "Terra
chiama Luci! Terra chiama Luci! Attendiamo risposta. Sei ancora intero
o dobbiamo mandare una navicella di soccorso." dice Paola, facendo
ridere anche la mia titolare Teresa, che di solito è piuttosto seria. "Davvero
Luci, sono preoccupata." si preoccupa Teresa avvicinandosi. "Oggi
brilli per l'assenza del tuo sguardo. Ti sarai mica innamorato?" chiede
infine. Io abbasso lo sguardo imbarazzato. Le ragazze, in tutto quattro, lasciano persino i clienti e mi attorniano chiedendo a gran voce spiegazioni. Teresa le riporta all'ordine: per fortuna i clienti sono più curiosi di loro. Inizio a raccontare loro la notte precedente. All'arrivo del tentativo fallito di Tonio tutti mi ascoltavano colpiti. "Ti avevo avvertito che era folle." mi dice Paola. "Quindi tu non pensi che sia colpa di Luna che fa impazzire i miei compagni?" chiedo. "Un po' di colpa ce l'ha anche lei. Ma se uno è già smasato puoi stare sicuro che non può migliorare." Alzo le spalle e mi accingo a proseguire la mia storia. |
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Capitolo 17 *** L'indignazione è femmina ***
L'indignazione è femminaL'indignazione è femmina
"E poi vi siete fatti altre coccole?" mi chiede una cliente impicciona. Mi sento lievemente imbarazzato. All'improvviso mi rendo conto che tutti mi seguono con attenzione. Comunque
proseguo il racconto e parlo di Coso (il violinista), e del suo
tentativo di rubarmi il ragazzo appena conquistato e tutte le ragazze
s'indignano. "Io l'avrei cacciato a calci in culo." mi dice sempre la cliente di prima. La guardo: è una cliente affezionata e ci tratta come figlie. "Ci ho pensato ma non volevo far vedere subito il mio lato violento a Luciano." dico.
"Ehi, ricominciamo a lavorare, qui?" ci incita Teresa, dopo aver soddisfatto la sua curiosità. "Ma che siamo in regime di dittatura?" l'apostrofa la nostra affezionata cliente. Tutti la fissiamo stupiti. "Ehm, grazie signora, ma credo che abbia ragione." le dico. "Tutte
al lavoro" dice Paola battendo le mani e ci mettiamo a seguire le
clienti, anche se la maggior parte sarebbero state ore ad ascoltarmi. |
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Capitolo 18 *** Wow, chi è un Dio in Terra? ***
Wow, chi è un Dio in Terra?
Wow, chi è un Dio in Terra?
"E Luna?" mi chiese a bassa voce Paola. Le sorrisi triste: era l'unica pecca di quella giornata. "Passerò
la pausa di mezzogiorno, la notte e qualsiasi altro momento libero che
avrò a disposizione a cercarla." le disse convinto. Fuori aveva
cominciato a diluviare e sapevo che la mia gatta odiava l'acqua. ero
l'unico momento in cui non sarebbe mai uscita di casa e se era fuori
era più rompiscatole del solito. Avevo l'intenzione di usare le due
ore e mazza di pausa, mangiando un panino al volo e dirigendomi per
prima cosa nel mio appartamento, per vedere se era tornata in zona.
"Ehi,"
mi apostrofò Teresa poco prima della chiusura mattutina "un dio greco vuole la
tua attenzione. Dimmi dove l'hai trovato magari ne hanno uno anche per
me." Alzai lo sguardo e vidi Luciano: tutte sbavavano e mi facevano segni più o meno volgari. La
cliente della mattina, una delle nostre più affezionate, e che era
ancora lì per rifarsi completamente il guardaroba, lo apostrofò
bruscamente. "Ehi,
tu! Dovresti stare più attento quando cammini, hai il fango che ti
arriva alle ginocchia." disse con la sua grazia da elefante. Beh,
era l'unica che lo aveva notato! Tutte le altre lo guardavano in viso o
nel fondoschiena. Spero di non dover fare scenate di gelosia anche alle
mie colleghe. |
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Capitolo 19 *** La ricerca dura poco ***
La ricerca dura poco
La ricerca dura poco
Luciano ed io uscimmo dal negozio e corremmo al mio appartamento. Nella
zona non trovammo alcuna traccia di Luna. Eravamo sul punto di
andarcene quando fummo raggiunti dal mio vicino che più di una volta mi
aveva promesso di fare la pelle alla gatta e per un attimo temetti per
la sua incolumità. "State cercando quella peste di Luna, vero?" chiese in tono dimesso. Io annuii incapace di dire qualcunque cosa. Per fortuna ci pensò Luciano. "Sa cosa le è successo?" s'informò. Lui
si trattenne un attimo, come se stesse per darmi una pessima notizia.
Le mie gambe si piegarono e credo che sarei caduto se non ci fosse
stato Luciano a tenermi su. "Credo che sia ancora viva, almeno il
veterinario a cui l'ho portata ha detto che era solo stordita." ci
spiegò "Una macchina l'ha investita durante il temporale." Tornai a respirare regolarmente. Il vicino mi diede l'indirizzo del veterinario e corremmo da lui. Vedendo gli occhi verde smeraldo e sentire il suo miagolio di benvenuto mi fece rinascere. |
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Capitolo 20 *** Piccola Luna ***
Luna, Luna
Piccola Luna
Avevo cominciato a coccolare la mia piccolina che stancamente faceva le fusa. Non ero abituato a vederla così abbattuta e mi dispiaceva. Il
veterinario mi disse che era solo un po' intontita e che qualche giorno
di riposo sarebbe stato sufficiente per farla riprendere. Luciano invece, sapendo che Luna era molto gelosa, mi stava lontano aspettando il momento giusto per avvicinarsi. Come avrei fatto a portare Luna ad abitare con Luciano? Era una cosa che non avevo preso in considerazione.
Passammo
nel mio appartamento a prendere le sue cose: il cuscino su cui dormiva,
la sua lettiera, i suoi giochi, il suo cibo. Ci avviammo poi verso il
domicilio di Luciano. Fuori dalla porta c'era ancora la piattola.
Guardai verso Luciano: non ero proprio in vena di discussioni. Luciano lo prese per un braccio e lo pregò di non disturbarci più. fu un lampo. Poi
entrammo in casa. Luna cominciò lentamente a visitare ogni angolo della
casa. Alla fine si avvicinò a me e mi miagolò debolmente. Sembrava
dirmi -Dove cavolo mi hai portato? Non è casa mia.- La presi in braccio e la coccolai. Per fortuna era troppo stanca per recriminare e si addormentò. |
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Capitolo 21 *** Brindiamo al futuro ***
Festeggiamo al futuroBrindiamo al futuro
Ci vuole circa una settimana per far tornare Luna allo stato originale. Nel frattempo sembra accettare qualsiasi cosa gli venga fatto e detto, senza discutere. Mentre lavoriamo si prende cura di lei un'anziana vicina di Luciano, Paolina, che arrotonda la pensione in questa maniera. In questo modo scopro che Luciano ha un cane, un piccolo bastardino di cui non mi aveva neppure accennato, Luis. Comincio
a credere che la nostra convivenza sia impossibile: già non sopporta
altri umani la mia gatta, non so come reagirebbe con altri animali. La
prima sera che passiamo tutti e quattro insieme Luciano tira fuori una
bottiglia di champagne per festeggiare l'inizio di una nuova vita
insieme. Luna miagola insoddisfatta, Luis mi sembra invece più giocherellone: speriamo bene per il futuro. |
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Capitolo 22 *** Luna alla riscossa ***
Luna alla riscossa
Luna alla riscossa
Una settimana dopo Luna era in piena forma. Per prima cosa ricevetti al lavoro la telefonata della vicina che piangeva come una fontana, anzi la cascata delle Marmore. "Luna
è scomparsa." mi disse "Ho chiamato i Carabinieri e mi hanno detto che
non è loro competenza e il canile ha detto che visto che ha la
medaglietta la dovrebbero riportare." Io già immaginavo cosa era accaduto: Luna stava pattugliando la zona, visto che non la conosceva. Cercai di rassicurare la signora. Poi
mi chiamò anche Luciano, visto che la vicina aveva avvertito anche lui.
Anche a lui spiegai che era normale: Luna era una gatta di casa ma con
un animo vagabondo. Forse ora cominciava a capire con chi aveva a che fare, anche se ero certo che il peggio doveva ancora avvenire. |
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Capitolo 23 *** Luciano si convince che Luna lo odia per partito preso ***
Luciano si convince che Luna lo odia per partito presoLuciano si convince che Luna lo odia per partito preso
Ci
sarebbe da scavare parecchio nella testa di Luna. Se fosse un'umana la
porterei da uno psicologo, essendo solo un animale vorrei chiedere
aiuto al veterinario da cui la porto di solito. Luciano non lo trova necessario: pensa che bastino due coccole per essere suo amico. Non la conosce proprio! La sera, quando non usciamo, guardiamo la tv assieme ognuno con il proprio animaletto sulle gambe. Per dimostrarmi che non ci sono problemi decide di fare cambio: mi dice di tenere Luis, mentre lui farà lo stesso con Luna. Capisco che non capirà fino a che non ci sbatterà la testa, quindi accetto. La
serata sembra passare tranquilla, Luis che mi si accoccola senza
problemi e mi fa pentire di non avere un cane e Luciano che accarezza
pigramente Luna dietro il collo. Ogni tanto lancio un'occhiata alla
loro volta e mi stuisco quando è passata quasi un'ora senza che accada
nulla: forse anche Luna si è lasciata andare al fascino del mio ragazzo. Solo
quando sento un gemito stupito uscire dalle labbra di Luciano capisco
che Luna ha ricominciato. Lo vedo sollevarla, guardarla fisso nel muso
mentre miagola soddisfatta, osservarsi i pantaloni, poi guardarmi in
viso, sconvolto. "Mi ha pisciato addosso." mi dice sconsolato. Io cerco di stare serio, per non offenderlo: che non mi dica che non l'avevo avvertito! |
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Capitolo 24 *** My Diary ***
My DiaryMy Diary
Butto inchiostro sulla carta per sfogare quello che provo. Non so rinunciare a Luna e sento che Luciano è il ragazzo giusto per me. Come posso conciliare le due cose se cozzano tra di loro? La buona volontà Luciano la mette, al contrario di Luna che fa di tutto per mettersi in cattiva luce. La pipì sulle gambe è stata solo il principio. Poi
è venuta la pupù sulle lenzuola, dalla parte di Luciano, la sparizione
di scarpe e ciabatte sempre sue, per non parlare di tanti altri piccoli
dispetti, fantasiosi anche per un essere umano e stupefacenti da parte
di un gatto. Oltretutto è davvero brava a infastidire Luciano, senza scocciare me, abile in maniera paurosa. Alla fine Luciacino ha ceduto. "Facciamola
vedere ad uno specialista, hai vinto tu." mi dice esasperato, poi
aggiunge "Comincio a pensare che sia stata lei a fare impazzire Tonio." Sento
i brividi e mi vedo vecchio, in compagnia di una gatta moribonda, senza
possibilità di riuscire a trovare nessuno che rimanga sano di mente in
nostra compagnia. |
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Capitolo 25 *** E' possibile addestrare un gatto? ***
E' possibile addestrare un gatto? È possibile addestrare un gatto?
Luciano
ed io dovevamo trovare un'esca per riuscire a mettere Luna nella
gabbietta che l'avrebbe portata dal veterinario. Fummo costretti ad
usare il suo pupazetto preferito, l'unica cosa al mondo a cui tenesse,
a parte la mia presenza. Paola, la dottoressa, che conosceva bene il caratterino della mia gatta, ci ascoltò mentre le esponevamo il problema. "Ehm,
è molto più difficile addestrare un gatto, in confronto ad un cane." ci
disse, guardandola fare le fusa al pupazzo, che io chiamavo Oscar. Ogni
tanto lanciava occhiate sornione a Luciano come se gli volesse far
notare che preferiva coccolare un bamboccio, piuttosto che lui. "Non
è impossibile," continuò Paola "ma Luna ha già una certa età, e i gatti
per natura sono più testardi. Ci vuole davvero molto impegno, di
tempo soprattutto. Anche di denaro, soprattutto all'inizio, però una
volta capito come fare, potrete continuare da soli e usufruire di
un'addestratore solo nel caso di bisogno." "Sono disposto a tutto
per passare la mia vita accanto a lui." disse cingendomi la vita. io
arrossì, mentre Luna abbassò le orecchi, come se fosse pronta ad
attaccare. Paola scuoté la testa, sorridendo. "E mi raccomando, se decidete di farla addestrare deve partecipare anche Louis." ci consigliò. |
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Capitolo 26 *** Polso fermo ***
Polso fermo
Polso fermo
Paola ci consigliò il nome di un ragazzo che avrebbe dovuto aiutarci per l'addestramento di Luna. Prendemmo un'appuntamento per l'indomani, giusto per parlare del nostro caso. Luigi Rossi era uno dei pochi addestratori tutto tondo, cioè che addestrava qualsiasi tipo di animale. Ci disse che era molto difficile avere ragione su un gatto di quell'età e che ci voleva molta collaborazione da parte nostra. Giacché il problema era il rapporto con Luciano, lui doveva presentarsi da solo con Luna. Bisognava avere il polso fermo.
Ci
mettemmo nelle sue mani. Luna era in braccio a Luciano e gli stava
masticando un dito. Il mio ragazzo era davvero un martire, speravo che
non si pentisse di tutta la fatica che stava facendo.
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Capitolo 27 *** E se... ***
E se...E se...
Seguono
le settimane e non vedo alcun miglioramento nel comportamento di Luna,
anzi mi sembra addirittura peggiorata, come se le sedute con
Luigi abbiano l'effetto contrario. Io non sono più andato, come da richiesta esplicita e non saprei dire cosa non va. "Io
non capisco." cerca di giustificarsi Luciano, come se si sentisse in
colpa "Cerco di fare tutto ciò che mi viene detto. Probabilmente, senza
volerlo, sbaglio qualcosa." Lo consolo come posso e come so che gli
piace e vengo ripagato da un sorriso tenero e innamorato: che farei se
qualcuno me lo portasse via. All'improvviso vengo colto da un idea
balzana ma neppure troppo: e se il problema non fossero né Luna, né
Luciano? Se in realtà fosse tutta colpa dell'addestratore che sta
cercando di sabotare gli esercizi per evitare che Luna si affezioni,
anzi che faccia di tutto per farla irritare ancora di più nei suoi
confronti? Potrebbe avere delle mire sul mio ragazzo. Già
sopporto a malapena, e solo perché non voglio fare la figura del
geloso, che la Piattola ronzi sempre attorno a casa nostra. Un altro
rivale sarebbe troppo. Ho capito che il mio ragazzo è bellissimo ma non
posso certo continuare a fulminare tutti quelli che s'avvicinano. |
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Capitolo 28 *** Mi fidavo di te ***
Mi fidavo di teMi fidavo di te
Mi preparo a controllare direttamente che non accada quello che mi sono messo in testa. Non
sarebbe nulla se avessi delle pessime sensazioni e poi basta. Purtroppo
molte volte succede che ho ragione a preoccuparmi, e non mi sento
neppure in colpa con il mio ragazzo. In realtà io mi fido di lui, ma non degli altri e mi aspetto sempre che tramino per portarmelo via. Il negozio ha le insegne spente e la dicitura 'Chiuso per inventario'. La cosa mi puzza. Che senso ha mettere un cartello del genere? Decido di tentare di entrare e alla fine riesco per una porta secondaria. Lo
spettacolo non è certo dei più esaltanti: Luigi, attaccato alla
'fontana' (termine scopiazzato da una canzone del mitico Dalla) del mio
ragazzo e beveva avidamente i suoi liquidi; Luciano che a occhi chiusi
assaporava quel momento (maiale); la povera Luna, l'unico essere
nell'intero universo che mi ama incondizionatamente, chiusa in una
piccola gabbia. Decido di prenderla sù e portarla nel mio vecchio appartamento. Nel movimento Luciano si riscuote: fa appena a vedermi andare via e a chiamare il nome. Luna ed io ce ne torneremo nel nostro appartamento, soli. |
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