Be yourself.

di stardream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Smistamento. ***
Capitolo 2: *** Ossessione ***
Capitolo 3: *** Nervosismo fuori dal comune. ***
Capitolo 4: *** Prince ***
Capitolo 5: *** Sentirsi come un fuoco senza fiamma. ***
Capitolo 6: *** Forzatamente insieme. ***
Capitolo 7: *** La Camera dei Segreti. ***
Capitolo 8: *** In dulci veritas. ***
Capitolo 9: *** Ricordi. ***



Capitolo 1
*** Smistamento. ***


Un brusio concitato si diffuse lungo tutta la sala grande; gli alunni avevano appena assistito allo smistamento dei primini ed ora attendevano con trepidazione l’inizio del banchetto, la fame che si faceva sentire ormai da un po’. La preside, però, non aveva ancora fatto portar via il cappello parlante e restava ferma al suo posto, osservando con aria pensosa gli studenti della sua scuola. Quando finalmente si alzò ciò che disse fu una sorpresa per tutti.
-Benvenuti al vostro nuovo anno ad Hogwarts- affermò Minerva McGranitt rivolgendosi alla folla di studenti che riempiva la sala.
-Come molti di voi avranno sicuramente immaginato, dopo gli eventi di quest’estate saranno necessari dei cambiamenti- annunciò con tono autoritario -Per prima cosa vorrei far presente a tutti voi che Hogwarts sarà sempre e comunque la vostra casa ed ora- continuò facendo vagare lo sguardo lungo la sala -ci terrei a spiegare il motivo per cui ancora non vi è stata servita la cena.-
Tutti gli sguardi erano ormai rivolti alla nuova preside; il tono della McGranitt aveva senza alcun dubbio l’effetto di attirare l’attenzione anche degli alunni più svogliati.
-Lo scorso anno- riprese la preside -è stato ricco di avvenimenti che hanno sconvolto le vite di molti di voi.-
Fece una breve pausa prima di continuare, consapevole dei ricordi che le sue parole stavano riportando a galla in molti dei suoi studenti
-So benissimo che fa male ricordare ma non si può certo fingere che non ci siano stati dei cambiamenti … in tutti noi. Sette anni fa siete giunti in questa scuola, avete vissuto le vostre esperienze, chi più chi meno, come normali studenti- e qui il suo sguardo si posò sul gruppetto di Grifondoro che tanto l’aveva fatta patire in quegli anni- ma è inutile negare l’evidenza, molti di voi non sono più gli stessi di sette anni fa.
È per questo motivo che ho preso la decisione di sottoporre nuovamente gli alunni del settimo anno allo smistamento, perché indubbiamente alcuni di voi, ora come ora, non sono più adatti alla casa che vi ha accolto il vostro primo giorno ad Hogwarts. Pregherei quindi tutti gli alunni del settimo anno di riunirsi al centro della sala-
Il mormorio che era cessato durante il discorso della preside si risollevò, forse anche più intenso di prima. Gli studenti si guardarono tra loro alquanto sorpresi, non accennando ad alzarsi ma, quando la figura dai capelli neri e gli occhi verde smeraldo del Salvatore del mondo magico si alzò dal tavolo Grifondoro per dirigersi lentamente verso il centro della sala, lo sguardo fisso in quello della preside che gli rivolse un sorriso di gratitudine, tutti lo osservarono con ammirazione. Lentamente studenti del settimo anno, appartenenti a quattro diverse case, si alzarono dai propri posti per raggiungerlo.
Harry Potter, il bambino che è sopravvissuto, il prescelto ed ora l’eroe del mondo magico fu ben presto accerchiato dai suoi compagni Grifondoro mentre la preside si avvicinava al gruppo di studenti al loro ultimo anno srotolando una piccola pergamena dalla quale iniziò a leggere uno ad uno i nomi dei suoi studenti.
Lo smistamento fu rapido e la maggior parte degli alunni vennero riassegnati alla propria casa; alcuni  furono smistati, invece, tra Grifondoro, Corvonero e Tassorosso.
Solo la casa Serpeverde sembrava la stessa di sempre, nessun nuovo membro ne qualche alunno in meno. La voce profonda della McGranitt pronunciò il nome che tutta la sala stava attendendo
-Harry James Potter…-
Il ragazzo si avvicinò con passo sicuro allo sgabello, sedendosi comodamente ed attese che il cappello fosse posato sulla sua testa


Harry Potter, da quanto tempo …
disse il cappello magico in modo da essere sentito solo dal diretto interessato
Sai, stavo aspettando con ansia questo momento; ti ripeto le stesse cose che ti ho detto sette anni fa: saresti un ottimo Serpeverde … ambizione, furbizia, intraprendenza, sono tutte caratteristiche che possiedi; indubbiamente Serpeverde sarebbe ideale per te ma possiedi anche coraggio, audacia, lealtà e nobiltà d'animo, caratteristiche di ogni buon Grifondoro. Dimmi, Harry Potter, la tua scelta è la stessa di sette anni fa? Perché sai, anche se possiedi le caratteristiche giuste per entrambe le case io so benissimo quali prevalgono. Cosa hai deciso giovane Potter?

-Non mi importa- rispose il ragazzo sottovoce -non è come pensavo; essere Grifondoro o Serpeverde… non ha importanza; le case in sé non hanno importanza.-



Nel frattempo dal tavolo Serpeverde un ragazzo dai capelli biondi osservava la scena con aria annoiata.
“Quello stupido cappello ci sta mettendo un eternità con Potter” pensava tra se e se “Cosa diavolo ha da pensarci tanto?”
Improvvisamente però si ritrovò intento a fissare il volto di Potter; le labbra del moro si erano incurvate verso l’alto ma non era un sorriso, no … più un ghigno, di quelli che si potevano scorgere con facilità su un Serpeverde ma non su un tonto Grifondoro.
-Draco, hai notato anche tu l’espressione di Potter?- chiese un ragazzo moro al suo fianco. Anche Blaise Zabini aveva osservato attentamente la scena, incuriosito dal fatto che il cappello parlante ci stesse mettendo tutto quel tempo per una scelta scontata quale quella di Potter.
-No- sbuffò il biondino distogliendo lo sguardo; non poteva negare a se stesso, però, che Potter fosse affascinante se visto sotto determinati aspetti. Quel ghigno Serpeverde stampato sulle labbra, lo sguardo sicuro e la posa rilassata ma composta gli conferivano un fascino tutto suo.
“Ma cosa diavolo sto pensando? Harry Sfregiato Potter affascinante? Devono avermi lanciato un confundus”
 
Intanto il silenzioso discorso avvenuto al centro della sala sotto gli occhi di tutti ma udito da nessuna aveva portato ad una decisione

Bene allora, ho appena preso la mia decisione… davvero interessante Harry Potter …
In questo caso io ti assegno a …

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Capitolo 2
*** Ossessione ***


 
Salve a tuttiiiiiii… ecco a voi il secondo capitolo di Be yourself.
 
 



Ossessione
___________________________________________

 




Bene allora, ho appena preso la mia decisione… davvero interessante Harry Potter …
In questo caso io ti assegno a …
…SERPEVERDE!

 
Il silenzio scese nell’intera Sala Grande mentre ai tavoli diversi ragazzi quasi si strozzavano con il loro succo di zucca.
Centinaia di sguardi attoniti si posarono sull’eroe che, appena qualche mese prima, aveva sconfitto il più grande mago oscuro di tutti i tempi. Incurante di essere al centro dell’attenzione, dato che ormai ci era abituato da tempo, quest’ultimo si alzava con calma dallo sgabello porgendo il cappello magico alla preside.
Minerva McGranitt osservava perplessa quello che fino a pochi minuti prima era stato uno degli alunni più promettenti della casa che aveva personalmente diretto.
Aveva seguito Potter fin dal suo primo giorno a Hogwarts e, anno dopo anno, aveva visto nascere in lui un autentico spirito Grifondoro. Non esagerava, la preside, quando affermava di conoscere bene ogni suo alunno ma, evidentemente, Potter era un caso a parte perché ora, a distanza di anni, ancora non riusciva a comprendere i turbamenti di quel ragazzo che per troppo tempo si era caricato di un pesante fardello; non riusciva a spiegarsi come fosse possibile un simile sconvolgimento.
Aveva previsto che vi sarebbero stati dei cambi di casa per alcuni studenti ma non credeva che tra loro ci fosse anche lui… il ragazzo che tanto si era opposto al lato oscuro, che tanto aveva lottato per riportare la pace nel mondo magico; il ragazzo al quale erano stati portati via tutti gli affetti delle persone care proprio da loro, seguaci del Signore Oscuro… quasi tutti Serpeverde.
Ora proprio quel ragazzo si ritrovava membro della stessa casa che fino all’anno prima disprezzava con tutto se stesso. Il perché di questo cambiamento sfuggiva anche alla sua comprensione.
-Potter…- disse preoccupata.
-Non si preoccupi preside, va tutto bene- bisbigliò di rimando il ragazzo.
-Potter, dopo cena ti aspetto nel mio ufficio-
Un cenno affermativo fu tutto ciò che Harry rispose, prima di dirigersi verso il tavolo della sua nuova casa.
 
Zabini era rimasto letteralmente a bocca aperta. Mai avrebbe pensato ad un eventualità del genere. Mentre il ragazzo che aveva appena lasciato il centro della sala si avvicinava con calma al tavolo Serpeverde, Blaise si ritrovò a scambiare  di sfuggita uno sguardo perplesso con il biondino seduto al suo fianco.
Malfoy, dal canto suo, ancora non riusciva a focalizzare bene la situazione. Quel mentecatto di un cappello parlante doveva essersi sbagliato sicuramente…aveva davvero mandato Potter nella loro casa? Quell’ Harry Potter, il suo nemico di sempre?
-Blaise, ti prego dimmi che non è vero; dimmi che è tutto un incubo- disse Malfoy chiudendo gli occhi e portando le dita delle mani a sfiorare le tempie.
-Posso anche dirtelo, se ti accontenti di una bugia- rispose l’altro, trattenendo un sospiro di rassegnazione. Il suo migliore amico sarebbe diventato molto presto estremamente insopportabile e petulante, proprio come accadeva ogni volta che aveva a che fare con Potter per più di qualche minuto.
Ed ora che il suddetto ragazzo era diventato un membro della loro casa sarebbe stato alquanto difficile riuscire a sopportare le continue lamentele di un biondino in continua crisi isterica. Per fortuna non dividevano la stessa camera…
Guardandosi attorno Blaise analizzò la reazione degli altri suoi compagni.
Alcuni erano visibilmente scossi, altri non facevano una piega mentre c’era anche chi aveva accolto la notizia con un leggero sorriso.
Erano pochi, molto pochi coloro che vedevano favorevolmente Potter tra i Serpeverde e Blaise sperava vivamente che non accadessero spiacevoli incidenti nel dormitorio.
Anche lui, infondo, non era del tutto contrariato dall’idea di avere Potter con loro; doveva ammettere che per il fatto di aver sconfitto il Signore Oscuro e aver ridato loro la libertà di cui erano stati privati per troppo tempo, il Golden Boy di era guadagnato fiducia e rispetto anche dagli scettici Serpeverde.
 
Un leggero brusio si sollevò qualche posto più in la quando Harry si avvicinò al tavolo. Poi…
 -Benvenuto tra noi Potter. Come puoi vedere tu stesso ci hai lasciati senza parole-
La voce di Nott era stata la prima a distinguersi tra i mormorii.
Era risaputo che Theo preferisse di gran lunga gli uomini e che ci avesse provato almeno una volta con tutti i suoi compagni di casa ma Blaise era uno dei pochi a conoscenza del fatto che il suo amico aveva sviluppato una sorta d’ossessione per Potter da quando, quell’estate, l’aveva rivisto ad Hogwarts durante la guerra.
Era impossibile non notare, in effetti, quanto il Salvatore del mondo magico fosse diventato attraente e incredibilmente affascinante, nell’ultimo anno.
 
-Evitiamo le formalità, Harry va più che bene- rispose il nuovo Serpeverde con un sorriso che man mano si allargava.
-D’accordo, però tu dovrai chiamarmi Theo-  ribatté l’altro con la mano tesa. Harry si sporse per afferrarla saldamente.
 Ben presto vi furono mani tese e presentazioni da ogni angolo e Potter si ritrovò accerchiato da una folla di ragazzi.
 
Quando, prima di raggiungere Hogwarts, Theo aveva confessato a Blaise di voler scopare con Potter, il ragazzo aveva seriamente pensato che Nott fosse impazzito;
-Ma Potter è etero…- aveva risposto, sconcertato dalle idee malsane del suo amico.
L’altro aveva semplicemente scrollato le spalle puntando lo sguardo fuori dalla porta dello scompartimento. Blaise ne seguì la direzione, notando che le attenzioni dell’altro erano dirette ad un certo ragazzo moro di loro conoscenza, anzi… al sedere di quel ragazzo moro, proprio mentre l’amico si leccava il labbro soddisfatto affermando –Non è necessario che sia consenziente-
Era stato in quel momento che Blaise aveva iniziato a temere seriamente per l’incolumità del proprio posteriore… con Nott a dormire nella stessa camera di dormitorio non si sa mai.
 
Draco intanto stava osservando la scena leggermente infastidito, chiedendosi come fosse possibile un simile voltafaccia da parte dei suoi compagni, insomma… avevano sempre preso in giro Potter per qualunque cosa, anche quando non ce n’era motivo e ora erano tutti lì a fare amicizia. Semplicemente ridicolo.
Improvvisamente il volto di Draco si contorse in una smorfia di disgusto “Ecco, ci mancava solo Weasley. Ora siamo al completo” pensò irritandosi non poco quando il rosso si avvicinò a Potter afferrandolo per un braccio e trascinandolo lontano, fuori dalla sala grande.
 
- Serpeverde? SERPEVERDE? Harry, amico, ma cosa diavolo è successo? Dimmi che quel cappello da strapazzo si è sbagliato, ti prego dimmi che è tutto un errore- disse Ron al suo migliore amico mentre questi se ne stava zitto ad osservare la sua reazione. Quando Harry si decise a parlare fu il turno di Ron di restare senza parole.
-Oh, insomma Ron, non è mica la fine del mondo- disse Harry -Sono in un altro dormitorio, e con questo? Resti sempre il mio migliore amico, non cambierà nulla e poi abbiamo quasi sempre lezione insieme, non è una tragedia- concluse il moretto con un alzata di spalle.
Ron dovette appoggiarsi al muro per non barcollare –Mi… mi stai dicendo che a te va  bene così?-
-Esatto, Ron. Non credo che sia questa gran cosa. Voglio essere sincero con te, almeno questo te lo devo… Se non mi fossi opposto alla sua decisione, il cappello parlante mi avrebbe smistato a Serpeverde già il primo anno quindi in un certo senso era lì che dovevo finire-
Il verso a metà tra il sorpreso e l’inorridito di Ron era tra i più spassosi che Harry avesse mai udito ma si trattenne dal ridere, in quel momento il suo amico doveva capire quanto ci tenesse alla sua approvazione. Ron parve calmarsi e afferrò l’altro per le spalle.
 –Ti rendi almeno conto di ciò che stai facendo? Quelli fino all’anno scorso volevano ucciderti-
-Lo so- rispose Harry –ma so badare a me stesso-
Il rosso sospirò sonoramente lasciando andare l’amico, poi si voltò verso la sala Grande dirigendosi al tavolo Grifondoro –Però nel caso che ti servisse aiuto vieni subito da me- disse semplicemente.
Harry non riuscì a trattenere un sorriso e oltrepassò a sua volta la grande porta dirigendosi nella direzione opposta e bisbigliando in direzione dell’altro –Grazie, amico. Ci conto.-
 
Quella stessa sera, dopo cena, Harry si diresse verso l’ufficio della preside. Il Gargoyle di pietra lo fece passare senza richiedere nessuna parola d’ordine, evidentemente la McGranitt l’aveva avvisato del suo arrivo.
Bussò un paio di volte alla porta di legno, prima di essere invitato ad entrare. L’ufficio era esattamente come lo ricordava, caldo ed accogliente. Tutte le cianfrusaglie di Silente erano però state riordinate in una cristalliera addossata alla parete. La preside lo invitò a sedersi con un gesto della mano e, quando furono uno di fronte all’altra, la donna rivolse all’altro la domanda che tanto l’angosciava.
-Cosa è successo, Potter? Non riesco a spiegarmi come tu sia potuto finire a Serpeverde-
Harry la studiò con sguardo deciso, prima di rispondere.
-Onestamente, professoressa, credo che sia più corretto chiedere come io sia finito a Grifondoro, quando arrivai per la prima volta ad Hogwarts.-
Di fronte all’espressione sorpresa della McGranitt, Harry si sbrigò a chiarire.
-Vede, il cappello parlante ha semplicemente preso la stessa decisione di sette anni fa, solo che, a differenza di allora, oggi non mi sono opposto-
La preside aggrottò le sopracciglia e, sfilatisi gli occhiali, si strofinò gli occhi con la punta delle dita  –Mi stai dicendo che, anche allora, tu avresti dovuto essere un Serpeverde?-
-Esatto- rispose il ragazzo.
-Bene, Potter. In questo caso l’unica cosa che posso dirti è “buona fortuna con i tuoi nuovi compagni di casa”- rispose la preside alzandosi dalla sua sedia.
La discussione era terminata e anche Harry si alzò, dirigendosi verso la porta.
-Ah, Potter…- lo fermò la McGranitt prima che potesse aprire la porta.
-Per il momento dividerai la camera con il signor Malfoy, è l’unica con un posto libero in questo momento. Ti farò recapitare la tua nuova divisa direttamente in camera e… mi raccomando, fai attenzione-
-Non si preoccupi professoressa- rispose il ragazzo abbassando la maniglia e poi disse solo –Grazie- prima di chiudersi la porta alle spalle.

 

Era iniziato alla grande… il suo settimo anno ad Hogwarts.
 
 
 

***

Salve a tutti e grazie per aver letto anche questo secondo capitolo. Passiamo alle risposte.


Holly715: a quanto pare si, il nostro Harry è un nuovo Serpeverde. In fondo avrebbe dovuto esserlo sin dal primo momento, io personalmente ce l’ho sempre visto vestito di verde\argento.
Ti ringrazio molto per la recensione, fa sempre piacere sapere di essere seguiti.

 

 
Coccolona4ever: Eccoti accontentata con il secondo capitolo =)
Come vedi il nostro caro Harry avrà giusto un pochino di problemi ad ambientarsi nel nuovo dormitorio (soprattutto con un certo furetto dispettoso u.u)
Mi hai detto che è un argomento di cui hanno già trattato, se è così per favore potresti mandarmi i link di quelle storie (mi piacerebbe tanto leggere di Harry a Serpeverde. Hehehe è un ossessione)
Beh, a parte questo, mi ha fatto piacere la tua recensione. Spero che continuerai a seguirmi.

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Capitolo 3
*** Nervosismo fuori dal comune. ***


Ok, ok… mi faccio attendere… ma ecco a voi signore e signori la tanto attesa reazione di un Malfoy moooooolto arrabbiato.
Vi lascio al capitolo che seppur breve spero vi faccia sorridere almeno un po’.
 
Buona lettura a tutti…
 
 




Nervosismo fuori dal comune
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-NO! No, no, no, no… Blaiseeeeee!-
L’urlo si diffuse lungo tutto il dormitorio Serpeverde mentre il ragazzo che era stato appena interpellato da un inviperita figura bionda accorreva in tutta fretta temendo una catastrofe o peggio, cosa in realtà accaduta.
-Draco, cosa è successo?- chiese ingenuamente il moretto con voce affannata, troppo occupato a prestare attenzione al suo amico furibondo per accorgersi di un piccolo particolare di troppo nella stanza.
Si meritò uno sguardo di fuoco per la sua sconsideratezza poi, con uno scatto repentino, il biondino si fiondò fuori dalla porta, trascinandolo di peso nella stanza che ormai da sei anni condivideva con Theo.
Malfoy diede una rapida occhiata in giro, poi estrasse la bacchetta e la puntò contro il baule di Blaise che iniziò a fluttuare mezzo metro da terra.
-Ma che diavolo…- fece per chiedere il moretto, alquanto sorpreso per la reazione che stava avendo il suo amico ma venne bruscamente interrotto dall’altro che, preceduto dal pesante baule, si diresse nuovamente verso la sua camera di prefetto sbraitando quanti più insulti possibile e affermando, più rivolto a se stesso che all’amico –Ti trasferisci da me!-
Un tono secco che non ammetteva repliche, Blaise aveva imparato ormai a riconoscere i vari livelli di stizza del suo amico e questo era alto, molto alto.
Il moretto si chiese se Draco non avesse iniziato a dare i numeri a causa delle recenti novità su Potter .. Non sapeva quanto fosse andato vicino alla verità.
Una volta oltrepassata la soglia della camera di Draco, infatti, Blaise si rese conto di un dettaglio che prima, troppo intento a decifrare gli schiamazzi dell’altro, non aveva notato.
-Che ci fa un altro letto nella tua camera e… quello è il baule di Pott…-
-Non.pronunciare.quel.nome- sibilò il biondino mentre con un fluido gesto del polso fece atterrare il baule accanto a quello che evidentemente doveva essere il bagaglio di Potter. Bagaglio che Draco impiegò dieci secondi netti a far sparire con un veloce incantesimo.
Lo sguardo ancora furente dell’altro dissuase Blaise dal porre una qualunque domanda e, per non attirare l’ira del principe delle serpi su di sé, mise mano alla bacchetta per disfare i propri bagagli.
La sua curiosità, per quanto premesse al fine di essere soddisfatta, avrebbe atteso.
 

 
Intanto Harry si stava dirigendo con passo stanco verso i sotterranei. Era strano attraversare quei tetri corridoi del castello che solo un anno prima percorreva malvolentieri, con la consapevolezza che ben presto sarebbe giunto a quella che per un intero anno sarebbe stata la sua nuova casa, con dei nuovi compagni ancora da conoscere e quasi sicuramente un’ interminabile discussione con Malfoy riguardo la nuova disposizione delle camere… Oh si, Harry ne era certo, da perfetto principino viziato qual era, Malfoy non lo avrebbe mai accettato tra i Serpeverde, figurarsi come compagno di camera.
Avrebbero dovuto parlarne con la preside, l’avrebbe fatto lui stesso poco prima se non l’avesse ritenuto inutile.
Discutere con la McGranitt, da solo, senza uno straccio di motivazione valida per non parlare del fatto che non c’era la possibilità di una disposizione alternativa non sarebbe servito a nulla, solo a procurargli una sgridata e una lunga paternale sul fatto che i pregiudizi non sono mai serviti a nulla, che tentare non può che fare bene, che non si può restare nemici per sempre e bla, bla, bla …
Quando si ci metteva, la McGranitt era peggio di un registratore rotto quindi no, per quella sera si sarebbe fatto bastare la sfuriata di un Malfoy irritato. L’indomani si sarebbero accordati civilmente tra loro e, con una soluzione già alla mano ne avrebbero riparlato con la preside; con un po’ di fortuna avrebbero risolto la questione prima di venire alle mani e beccarsi qualche punizione.
Giunto davanti alla porta pronunciò la parola d’ordine che avevano concordato appena un paio d’ore prima e varcò la soglia della sua nuova sala comune che a quell’ora risultò quasi deserta.
Identica a come la ricordava, la stessa che aveva attirato la sua curiosità quando, al secondo anno, lui e Ron vi si erano intrufolati di nascosto per spiare Malfoy. Mai gesto fu più stupido e avventato e, ripensandoci ora, ad Harry venne da sorridere.
Da una delle poltrone verdi accanto al camino si destò la figura di un ragazzo moro che sorrise con fare furbescamente.
-Harry, finalmente sei tornato!- affermò Theo avvicinandosi all’altro ragazzo.
-Si, scusa Theo- rispose Harry. Poi si affrettò a spiegare -È che la preside voleva parlarmi urgentemente quindi…-
Theo agitò una mano, come a voler scacciare un insetto particolarmente fastidioso. Poi, come a voler liquidare tutta la faccenda disse ammiccando in direzione dell’ex grifone –lasciamo perdere, quando si viene convocati nell’ufficio della preside non ne esce mai niente di buono-
Poi continuò sghignazzando –infatti eri finito in camera con Draco eh?-
-E tu come fai a saperlo?- chiese Harry sorpreso della velocità con la quale si diffondessero le notizie. Allora era vero quel detto “anche i muri hanno orecchie”
-Beh, per prima cosa le sfuriate di Malfoy si sentono per tutto il dormitorio e solitamente quando accade l’oggetto di discussione sei tu; non invidio proprio Blaise che lo deve sopportare ogni volta…- ammise il Serpeverde
Non curandosi del fatto che Harry fosse ancora più sorpreso, dato che certamente non si aspettava che Malfoy parlasse così spesso di lui, Theo continuò –inoltre si da il caso che Draco abbia gentilmente rapito il mio compagno di stanza e smaterializzato i tuoi bagagli da me-
Harry sbatté qualche volta le palpebre; troppe notizie in troppo poco tempo.
–Oh, allora mi sono perso la sfuriata- disse in tono fintamente tragico.
I due scoppiarono a ridere mentre Harry si affrettava a nascondere i pensieri che stavano prendendo posto nella sua mente, pensieri che probabilmente non avrebbe mai dovuto fare, pensieri sul ragazzo che da anni era la sua nemesi ma che dalla fine della guerra era diventato la sua ossessione.


Doveva assolutamente impedire a Malfoy di entrare prepotentemente nella sua mente e sconvolgerlo in quel modo.

 
 






***
Ed ora il momento delle recensioni…

 

Holly715: sono felice che il precedente capitolo ti sia piaciuto ma, dopo quanto hai letto, posso ben dire che gli scleri di Malfoy andranno di male in peggio (^^)
(e se pensi che di peggio non potrebbe esserci, ahimè ti devo dire che ci sarà ;P)
 
Coccolona4ever: grazie, grazie, grazie… ne ho letta qualcuna e sono proprio come le cercavo.
E non preoccuparti delle recensioni, è bello anche sapere che c’è chi segue costantemente… è gratificante.
Alla prossima
=D
 
3gigugin1: u.u lo so, la perversione di Nott non è proprio sana ma ci accontentiamo di averlo così (un po' malato mentale e molto arrapato)
Eh, il nostro caro Draco non l’ha presa tanto bene ma passerà (prima o poi… forse… speriamo)
Comuuuuunque… felice che la storia ti piaccia.
Al prossimo capitolo.

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Capitolo 4
*** Prince ***


Scusate per l'enorme ritardo di pubblicazione, l'avevo quasi pronta già dall'altra volta ma non ho avuto il tempo per correggerla e finirla prima d'ora, questa nuova parte. Ringrazio tutti voi che commentate ed anche chi segue in silenzio. Grazie.








Prince
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Stavano ancora ridendo allegramente quando Theo si avvicinò all’altro, cingendogli le spalle con un braccio ed abbagliandolo con un enorme sorriso che Harry mai prima d’ora aveva visto sul volto di un qualunque Serpeverde.
“Allora non sanno solo ghignare” si ritrovò a pensare l’ex grifone mentre distrattamente scostava la mano dell’altro, un po’ infastidito da tale confidenza improvvisa.
 –Beh, Harry, che ne dici di andare in camera nostra ora?- chiese Theo speranzoso e con uno sguardo che non prometteva nulla di buono. Harry sfoggiò uno dei suoi sorrisi finti che Hermione gli rimproverava tanto, dicendo che solo perché riusciva a nascondere bene le emozioni, non doveva prendere in giro gli altri, e rispose falsamente rammaricato –Senti Theo, non per qualcosa, ma la McGranitt mi ha messo in camera con Malfoy e non vorrei darle un motivo in più per preoccuparsi di questo mio inaspettato cambio di casa-
 
L’altro ragazzo lo guardò un po’ deluso ma certamente non pronto ad arrendersi; Theo, infatti, cercò ancora di convincerlo –Ma ormai Draco ha già spostato tutte le tue cose e lui e Blaise staranno dormendo…-
Harry non era certo il tipo di ragazzo che si lascia mettere alle strette da qualche parolina e, pronto a ribattere, affermò deciso.
–Non ho voglia di litigare con Malfoy questa sera, sono troppo stanco. Domani andremo a parlare con la preside sperando di risolvere la faccenda in modo civile, per questa sera, dato che sono stato molto gentilmente cacciato dal mio letto, dormirò sul divano-.
Detto questo, il ragazzo si lasciò cadere con grazia sul suo decisamente poco comodo letto improvvisato,
-In fondo non è certo il posto peggiore dove ho dormito- disse chiudendo definitivamente la discussione da vero Serpeverde quale adesso era.
Theo, sconfitto dalle parole dell’altro ragazzo, non poté fare a meno di ammirare la sua forza d’animo e il fatto che riuscisse ad imporsi sugli altri con tale facilità, da perfetta Serpe.
Harry non ne era consapevole ma aveva un forte ascendente sulle persone che lo circondavano; senza rendersene conto riusciva a catalizzare sulla sua persona le attenzioni di chiunque avesse il piacere di conoscerlo almeno un po’ e non perché fosse il bambino sopravvissuto o il salvatore del mondo magico; era il suo modo di porsi che riusciva ad affascinare gli altri più della sua fama o di tutte le cose che aveva fatto per l’intero mondo magico e Theo non era affatto immune a quel fascino, ci era cascato in pieno pochi mesi prima ed ora che aveva quel ragazzo a portata di mano non vedeva l’ora di avvicinarsi per toccarlo.
Aveva pensato a tutto, lo avrebbe sedotto poco a poco e ben presto lo avrebbe avuto nel suo letto; doveva solo pazientare un altro po’. Forzandosi a non avvicinarsi ulteriormente, si voltò verso le scale dei dormitori mormorando in direzione dell’altro un lieve –Torno subito-
Dopo qualche minuto Harry vide la testa di Theo sbucare da dietro delle coperte ed un cuscino
-Almeno prendi questi, non sei più nella torre Grifondoro, qui nei sotterranei la notte fa freddo… beh, in verità anche di giorno ma… beh, prendi e basta- disse Theo affrettandosi a deporre il tutto sulla poltrona accanto al divano.
-Grazie mille Theo, sei davvero gentile- disse Harry, sinceramente grato per quella premura dato che stava iniziando a congelare col la sua semplice maglietta di cotone al di sotto della tunica da mago.
-Oh, non c’è di che; buonanotte Harry- rispose l’altro sorridendo
Buonanotte Theo- disse Harry iniziando a sistemare le coperte alla bell e meglio sul divano mentre l’altro si allontanava verso la sua camera e lasciava l’ex grifone perso nei suoi pensieri…
Sarebbe stato un anno lungo.
 
Ormai era un’abitudine, per Harry, non riuscire a dormire molto la notte; gli incubi che lo tormentavano persistentemente dall’inizio dell’estate, quegli incubi di morte e distruzione, raffiguranti scenari che aveva visto per anni e che mai avrebbero lasciato la sua mente, non accennavano a svanire anzi, ogni notte che passava li riviveva sempre più vividi.
Il ragazzo, ormai perfettamente sveglio, lasciò il suo giaciglio improvvisato per iniziare quella che ormai era diventata la sua routine mattutina. Posizionandosi di fronte al camino in cui le braci emanavano ancora un flebile calore, tolse la leggera maglietta rimanendo a petto nudo e si stese  sul morbido tappeto verde e argento  che ricopriva buona parte del freddo pavimento per iniziare la prima sessione di esercizi. Passarono pochi minuti, però, che fu interrotto da un lieve sibilare alla sua destra. Voltandosi, Harry poté ammirare un meraviglioso esemplare di Vipera ammodyteslunga all’apparenza almeno 80 cm, gli occhi gialli che lo scrutavano con insistenza mentre si avvicinava strisciando sinuosamente.
“ciao, come ti chiami piccolo?” chiese Harry, rendendosi conto per la prima volta da mesi che la sua abilità di rettilofono non era affatto svanita con la morte dell’Horcrux presente nel proprio corpo.
“tu parli la mia lingua” chiese il rettile sorpreso, facendo guizzare la sua lingua biforcuta a qualche centimetro di distanza dal volto del ragazzo.
“Si. Che ne dici di farmi compagnia?” chiese Harry gentilmente. In tutta risposta il serpente si acquattò sul pavimento osservandolo curioso. I due si scrutarono negli occhi per qualche secondo, poi il rettile disse.
“mi chiamo Prince”
“Prince… bel nome, io sono Harry” rispose il ragazzo, iniziando a carezzargli la piccola testolina con un dito.
“Grazzzzzzie, l’ha scelto il mio padroncino” sibilò il serpente che nel frattempo accettava le carezze senza opporsi.
“E il tuo padroncino sarebbe…” chiese Harry, troppo curioso di scoprire quale Serpeverde fosse così pazzo da portarsi dietro un serpente pericoloso e lasciarlo libero per i dormitori, anche se aveva già un sospetto.
 
 
-Draco. Draco SVEGLIATI IMMEDIATAMENTE-
Blaise stava iniziando a diventare isterico mentre, in piedi sul suo nuovo letto, voltava lo sguardo in ogni angolo della camera, attento ad ogni possibile movimento improvviso.
-INSOMMA Draco!- urlò il Serpeverde lanciando un cuscino in direzione del compagno, cuscino che lo colpì in pieno volto, facendolo finalmente svegliare con una furia omicida negli occhi.
-Blaise, vuoi morire di prima mattina? Ti rendi conto che sono solo le 5?- sbraitò Draco in direzione dell’altro. Blaise non lo ascoltò minimamente, anzi, iniziò ad indicare un punto accanto alla porta e a balbettare
-È sca… è scapp…-
-Blaise, calmati e parla una buona volta- lo interruppe irritato Draco.
-Il tuo dannato serpente è scappato dalla gabbia- disse disperato Blaise.
Draco si voltò di scatto, notando finalmente  la teca di vetro vuota.
-Oh, cazzo…-  anche lui si tirò in piedi sul letto, afferrando contemporaneamente la bacchetta dal comodino
-Lumos- biascicò flebilmente, quasi non volesse fare rumore. La stanza venne illuminata a giorno ma del serpente nessuna traccia.
-Merda…- si lasciò sfuggire Draco; poi notò una cosa che lo fece rabbrividire: la porta della camera era socchiusa.




***

Ed ora passiamo ai commenti...


Holly715: Draco è davvero il personaggiò che mi risulta più semplice; davvero riesce spontaneo mantenerlo IC (almeno per ora) ma a noi piace così, no? XD

Believe97: Come vedi ho continuato con il cap 4. Sono stata un pò impegnata ultimamente ma spero di continuare presto. Sono felice che la storia ti piaccia, è sempre bello sapere di venire apprezzati.

Desolation_Row0407: "Non serve che sia consensiente"... non so neanche io come mi sia venuta in mente una cosa simile. Felice che la storia ti piaccia, spero continuerai a seguire. 

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Capitolo 5
*** Sentirsi come un fuoco senza fiamma. ***




Sentirsi come un fuoco senza fiamma.
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Draco saltò immediatamente giù dal letto e, incurante di essere ancora in boxer e t-shirt, si fiondò fuori dalla stanza come se ne andasse della propria vita, seguito a breve distanza da Blaise, altrettanto preoccupato. Da quando, l’anno precedente, il giovane Malfoy aveva introdotto tra le mura del castello quella creatura, che lui definiva adorabile ma di cui tutti, ed a ragione, avevano una dannata paura, aveva ricevuto solo qualche sporadico richiamo da parte del preside. Piton era sempre stato fin troppo accondiscendente riguardo al suo prediletto e tutte le cazzate che combinava ma ora le cose erano diverse… la McGranitt, che già di per sé non vedeva di buon occhio la nobile casata di Salazar Serpeverde, non sarebbe stata altrettanto indulgente. Nessuno doveva venire a conoscenza del piccolo incidente in corso o Draco non ne sarebbe uscito affatto bene.
-Dobbiamo trovarlo prima che gli altri si sveglino- affermò deciso Draco, rivolgendosi all’amico che gli stava dietro. Se avessero tardato e qualcuno si fosse imbattuto in Prince… Draco rabbrividì al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto succedere.
Fortunatamente gli alunni Serpeverde erano particolarmente legati alla loro privacy; almeno tutte le porte erano ben chiuse e gli unici due luoghi in cui cercare restavano la Sala Comune al piano di sopra e i bagni, in fondo a quello stesso corridoio.
Bastò un solo sguardo, tra i due, per delineare il piano di ricerca; Blaise si voltò verso l’interno del lungo corridoio mentre Draco si diresse cauto verso le scale.
Il buio che lo circondava era inquietante e, sommato al fatto che un animale decisamente pericoloso poteva sbucare fuori da ogni angolo in qualunque momento, si rivelò un valido motivo affinché il biondo iniziasse a maledire il fondatore della propria casa e tutti i suoi diretti discendenti, compresi quelli ancora in vita, se mai ce ne fossero stati, per non aver scelto un luogo più luminoso e magari, già che si trovava, più caldo ed accogliente, dove stabilire i dormitori che avrebbero accolto le future generazioni di alunni verde\argento.
L’unica fonte di luce proveniva dalle torce magiche poste ad intervalli regolari lungo lo stretto corridoio, le cui fiamme verdi si riflettevano sulla liscia e fredda superficie delle pietre che ricoprivano i muri creando ombre che si muovevano con fare minaccioso.
Draco aveva gli occhi spalancati, tutti i sensi all’erta e la bacchetta ben stretta tra le mani, pronto a cogliere anche il minimo movimento sospetto.
Quando giunse nei pressi della Sala Comune, dei sibili acuti attrassero la sua attenzione.  Era una litania continua, sembrava non interrompersi mai, anche se, ad un orecchio più attento, sarebbe stato evidente che fossero due voci differenti a produrre i medesimi suoni. Ma Draco pensava a tutt’altro in quel momento e, non curandosi di quel dettaglio, il biondo Serpeverde accelerò il passo, pronto ad irrompere nella stanza e riportare il suo animaletto che tanto adorava le fughe improvvise e teatrali, nella sua teca al piano di sotto, al sicuro. Sorrise, Draco, avvicinandosi alla stanza… aveva finalmente trovato il fuggitivo.

-… e dopo quel giorno, il padroncino ha giurato di non avvicinarsi mai più ad un fornello, a costo di morire di fame-
-Hahahaha…- Harry non riusciva a fermare le risate; era da molto tempo che non si lasciava andare in quel modo.
Dopo tutti gli orrori che aveva visto, ed in parte vissuto personalmente, non era più riuscito a ridere di gusto come in quel momento. Ben presto gli si offuscò la vista dalle lacrime che avevano iniziato a pizzicargli gli occhi e dovette darsi una calmata, tanto per non stramazzare al suolo perché a corto di fiato.
-Siete molto legati voi due…- disse il moretto. Non era una domanda, più che altro una constatazione.
-Ssssi, il padroncino è sempre stato tanto gentile con me, non come gli altri… scappano sempre quando esco dalla teca-, sibilò l’altro con espressione triste.
Harry allungò la mano per carezzargli la piccola testolina liscia. Lo capiva, in un certo senso; sapeva cosa voleva dire sentirsi soli, lo era stato per anni, prima di scoprire una nuova vita lì ad Hogwarts. La cosa che più lo aveva sorpreso delle parole del suo interlocutore, però, non era tanto il senso di solitudine che traspariva alla fine, quanto l’affetto e la gratitudine che il rettile nutriva verso il suo padrone.
Se qualche giorno prima gli avessero detto che, grazie ad un’ allegra chiacchierata con un serpente non proprio innocuo, avrebbe totalmente rivalutato l’idea che dopo anni di stupidi scherzi ed inutili litigi si era fatto dell’erede di casa Malfoy beh… probabilmente gli avrebbe dato del pazzo e consigliato una visita urgente al reparto psichiatrico del San Mungo ma ora… Ora non riusciva più a vedere Malfoy come il ragazzino spocchioso, arrogante, viziato ed egoista che gli si era presentato al primo anno… o almeno non solo! In fondo anche Malfoy aveva i suoi piccoli difetti che lo rendevano umano come chiunque altro; anche lui era capace di donare affetto… anche lui, probabilmente, sebbene non volesse ammetterlo, si sentiva solo, nonostante fosse circondato da una folla di altre persone.
Forse erano più simili di quanto in realtà apparissero agli occhi degli altri.
Un sibilo lo riscosse dai suoi pensieri, che avevano preso una direzione alquanto malinconica e dai risvolti imprevedibili insomma… pensare a Malfoy non faceva affatto bene alla sua salute mentale.
Smise di carezzare la piccola testolina verde ed allungò il braccio in un chiaro invito. Prince, dopo qualche attimo d’esitazione, iniziò a strisciare lungo il suo arto teso, avvolgendosi in larghe spire ed avviluppandosi, infine, sulle sue spalle nude.
-Quando ne hai voglia, puoi sempre venire da me. Sarei molto felice di parlare nuovamente con te- disse Harry, gli occhi fissi sulle braci che stavano iniziando a dare segni di cedimento, arrendendosi al loro inevitabile destino e tramutandosi in fredda cenere. Si sentiva un po’ così anche lui, come un fuoco senza la sua fiamma, destinato a soccombere sotto le aspettative di chi lo circondava.
-Grazzzzie- sibilò il rettile a pochi centimetri dal suo orecchio destro, finendo, poi, per strusciarsi contro la sua guancia, in segno di gratitudine.
Chi aveva detto che i serpenti erano animali freddi e schivi? Harry in quel momento si sentiva a suo agio, come davvero non lo era da tempo… si sentiva nuovamente se stesso.

 

Merda… quella era una risata?
Draco si bloccò qualche metro prima dell’enorme arcata d’ingresso alla Sala Comune. Se c’era stata una risata, allora, oltre quell’uscio, in compagnia di Prince, doveva esserci qualcuno…
Dannazione, chi diavolo era così stupido da andare in giro a quell’ora del mattino e da non rendersi neanche conto di avere un rettile altamente pericoloso a fargli compagnia?
Le risate erano improvvisamente cessate, lasciando un silenzio inquietante ad aleggiare nell’aria. Draco avrebbe dovuto darsi una mossa, intervenire prima che potesse accadere qualcosa di estremamente spiacevole ma il nervosismo e l’ansia gli avevano paralizzato le gambe.
Si mosse come al rallentatore e, quando ebbe piena visuale della stanza, si stupì nel non scorgervi nessuno, nemmeno il serpente.
Per un istante pensò che, forse, la cena della sera prima gli fosse rimasta sullo stomaco, tanto da causargli allucinazioni uditive ma, udendo nuovamente dei sibili sommessi provenienti dal divano, si accinse ad avvicinarsi, dandosi mentalmente dello stupido.
Solo che le sue gambe si bloccarono nuovamente dopo pochi passi o, per meglio dire, il suo cervello smise di impartire ordini ai suoi arti nell’esatto momento in cui le sue orecchie udirono un mugolio stanco e di fronte ai suoi occhi si stagliò la figura di un ragazzo alto e moro… mezzo nudo.
Era di spalle e… Merlino, poteva scorgere alla perfezione i muscoli tonici di quelle grandi spalle, poteva quasi percepirne la solidità, anche senza toccarle.
Draco deglutì senza farsi sentire. Il colpo di grazia era proprio lì, su quelle spalle. Il suo Prince, serpente velenoso, potenzialmente pericoloso e quant’altro, era comodamente avviluppato a quegli arti tonici e sodi; strisciava con lentezza estenuante lungo quelle linee ben definite, seguendo movimenti che Draco non poté fare a meno di definire sensuali.
Il volto del ragazzo era in ombra; le braci del camino, ormai spente, avevano fatto cadere la stanza nella più completa oscurità, rotta soltanto dalla tenue luce delle torce proveniente dal corridoio alle sue spalle. Un tenue bagliore che stava creando un apprezzabilissimo gioco di luci ed ombre su quel corpo mozzafiato.
-Non sai che è mal’educazione fissare la gente, Malfoy?-
La salivazione di Draco scese a zero. Quella voce, quel tono… solo una persona osava rivolgersi a lui in quel modo saccente e strafottente…
-Potter- si lasciò sfuggire, adirato.
Sì, perché aveva appena avuto pensieri poco casti su quel… quel…
-Credo che dovresti far più attenzione alle tue cose- lo rimproverò il moretto, dando un’ultima carezza al rettile e facendolo poi levitare verso il suo proprietario.
-Pensa agli affari tuoi, Sfregiato- disse maligno il biondino.
Come si permetteva di fargli la predica? Draco prese il serpente sotto un suo incantesimo di levitazione e si diresse furibondo in camera sua senza degnare Potter di un altro sguardo.
Era furioso.
Furioso perché ora quell’idiota era un Serpeverde… semplicemente assurdo.
Furioso perché Prince, che si era sempre lasciato toccare solo da lui, aveva permesso a quello sfigato di accarezzarlo invece di azzannarlo… razza di traditore.
Furioso per aver avuto pensieri sconci alla vista del corpo seminudo del suo più acerrimo rivale.
Ma era ancora più furioso con se stesso e col suo maledetto desiderio di tornare indietro e dare un’altra occhiata.

 

Era stato uno stupido, un vero idiota… Come aveva potuto pensare che lui e Malfoy fossero simili? Non era neanche lontanamente possibile, una cosa del genere. Malfoy tirava fuori il lato peggiore del suo carattere.
Aveva fatto bene, continuava a ripetersi… aveva fatto bene a trattarlo come al solito, a comportarsi in quel modo brusco e così diverso dal suo solito approcciarsi agli altri.
Allora cos’era quel senso di oppressione al petto?
 
 
 







***
Salve gente; come potete vedere sono ancora viva...
 

FM107 3 RADIOCAOS: felice di conoscerti… È sempre un piacere vedere nuove recensioni e mi fa piacere che la storia ti piaccia *u*
Eh si, l’altra volta avevo avuto dei problemi al PC e non avevo potuto aggiornare in tempo ma rieccomi con un nuovo capitolo… le cose iniziano a farsi interessanti XD.
Io adoro quel serpentello (ed anche Harry =P)
Beh, non andrò per le lunghe, grazie di seguire questa storia, spero di risentire altri tuoi pareri.
Al prossimo capitolo ;D
 


holly715: Eh, Draco, Draco… sempre il solito. Questo capitolo darà l’inizio ai primi cambiamenti; come avrai notato già si stanno insinuando i primi dubbi nei nostri cari protagonisti. Ed ora cosa succederà?
 
 
 
Ma, gente… non dimenticatevi un quesito fondamentale: cosa combinerà il nostro caro Theo? Beh, forse lo scoprirete al prossimo chappy (o forse no…)
A presto ;D

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Capitolo 6
*** Forzatamente insieme. ***


Forzatamente insieme
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Erano appena le sei, mancavano ancora due ore alla colazione e il dormitorio era praticamente vuoto, dormivano tutti tranne lui.
Lui e Malfoy, si corresse mentalmente.
Le braci ormai ridotte ad immobile cenere avevano smesso di irradiare calore da un po' ed Harry iniziava a sentire il freddo dei sotterranei che penetrava fin dentro le ossa. Si avvicinò nuovamente al divano per raccogliere la sua maglietta e coprirsi un po'; a quel punto non sarebbe più riuscito a fare i suoi esercizi mattutini.
Uno schiocco improvviso lo fece voltare di scatto ed i suoi occhi si posarono sulla figura minuta di una piccola elfa.
-Winky?- chiese Harry sorpreso di vedere l’elfa. Poi ricordò; la McGranitt gli aveva detto che la divisa gli sarebbe stata recapitata in camera.
-Harry Potter, signore, Winky è venuta a portare divisa. Winky lascia su tavolino?- rispose infatti la sua piccola amica, confermando ciò che aveva appena pensato.
-Si. Grazie Winky-
Harry osservò la sua nuova uniforme; era simile alla precedente solo che le rifiniture erano in verde anziché in rosso. Sarebbe stato davvero strano indossarla.
-Se non c’è altro, signore, Winky va via.-
-No, aspetta.- la fermò Harry -Ehm… potresti dirmi dove trovare i bagni?- chiese leggermente imbarazzato. Era stato uno stupido a non chiederlo a Theo la sera prima.
Winky annuì indicando le scale -Certo, signore. In fondo al corridoio, signore, al piano di sotto.-
-Oh, grazie.- rispose Harry regalandole un sorriso.
-Ora Winky va. Buongiorno, signore- disse Winky prima di smaterializzarsi con un sonoro ‘pop’, unico rumore all’interno della stanza.

 
Trovare i bagni fu semplice e, una volta sotto il getto dell’acqua calda, Harry poté finalmente sciogliere la tensione, che non sapeva nemmeno avesse accumulato.
Si soffermò a pensare a ciò che era accaduto poco prima, con Malfoy.
Non riusciva a spiegarsi quella strana sensazione che lo aveva assalito, quando l’altro lo aveva attaccato con le sue solite parole taglienti. In fondo c’era abituato, non c’era mai stato altro che rivalità tra loro, puro e semplice antagonismo che in un certo qual modo era diventato familiare, quasi indispensabile.
I continui battibecchi con l’altro erano l’unica cosa stabile che Harry avesse mai avuto in quei duri e quanto mai lunghi sei anni, forse ancora più stabile della sua amicizia con Ron ed Hermione, amicizia che talvolta aveva vacillato.
Quei litigi erano diventati una routine, qualcosa di cui non poteva fare a meno, qualcosa che lo aveva fatto sentire per la prima volta un ragazzo normale, lo avevano fatto sentire Harry e non un pazzo visionario, come lo vedevano i Dursley, non il ragazzo sopravvissuto, non il perfetto e coraggioso eroe del mondo magico, semplicemente Harry.
E non era sicuro che tutto ciò fosse attribuibile alla lite in se, quanto più al fatto che dall’altra parte ci fosse Malfoy, l’unico che non lo aveva mai messo su un piedistallo, l’unico che con il suo comportamento aveva fatto in modo che il vero Harry, quello che nessuno aveva imparato a conoscere perché troppo accecati dalla fama e dalle voci che giravano sul suo conto, sopravvivesse sotto il peso delle aspettative e delle finte maschere che era stato costretto ad indossare per isolare la sua debolezza, le sue insicurezze, per essere all’altezza del compito che gli gravava sulle spalle.
Quell’Harry che continuava ad urlare per poter uscire, quella parte di sé che, nonostante tutto, sperava ancora di trovare qualcuno che la aiutasse a riemergere.
Harry non poteva fare a meno di quelle liti, erano il suo unico modo per andare avanti, l’unico modo che aveva per sentirsi se stesso e non poteva rinunciarvi.
La verità, però, era che ci era rimasto male quando aveva capito che nulla sarebbe cambiato tra loro.



-Sei ancora vivo!- fu l’esclamazione di Ron quando quel mattino rivide il suo migliore amico all’ingresso della sala grande. Esclamazione subito seguita da un abbraccio stritolatore stile Weasley.
Era quasi tentato di ridergli in faccia, se solo avesse avuto abbastanza aria nei polmoni.
-Ron… così mi uccidi tu, però!- riuscì solo a dire, prima che il rosso si allontanasse di qualche passo con un sonoro -Ohps-
Harry scosse il capo ma sorrise al suo migliore amico che stava letteralmente morendo dalla curiosità, glielo si leggeva in volto. Non passò molto tempo, infatti, prima che Ron parlasse.
-Oh, al diavolo… davvero non è successo niente? Insomma sono Serpeverde… Serpeverde! Sicuro che non ti hanno affatturato mentre dormivi? Perché stai ridendo?-
Harry, infatti, non era riuscito a resistere oltre ed aveva iniziato a ridere di fronte all’apprensività del suo amico, che gli ricordava incredibilmente i modi di Molly.
-Niente- rispose con ancora qualche risata che gli sfuggiva dalle labbra – È solo che… hahaha amico, eri identico a tua madre-
Ron lo guardò orripilato, il volto sconvolto. Un gemito disgustato fuoriuscì dalle sue labbra mentre quasi lo supplicava –Ti prego no… dimmi che non l’ho fatto-.
Harry ci pensò qualche istante prima di rispondere. Si avvicinò al suo migliore amico e, dopo avergli mollato una sonora pacca sulla spalla sinistra, si limitò a dire, già ormai diretto verso il tavolo della colazione –Non preoccuparti, mammina; starò attento!-.
Tre… Due… Uno…
-Ugh!- eccolo... il gemito desolato che diede inizio ad un'altra fragorosa risata.
 

Si stava dirigendo verso il tavolo Serpeverde con in mente un unico obiettivo: trovare Malfoy, costringerlo ad ascoltarlo, anche ricorrendo alle maniere forti, se necessario,  e trascinarlo dalla McGranitt per risolvere una volta per tutte la questione delle camere. Sarebbe stato un piano perfetto se non fosse stato per un piccolo, insignificante problemino: non appena Harry fu abbastanza vicino, Theo gli si appiccicò al braccio impedendogli qualsiasi movimento ed inondandolo di domande.
-Buongiorno Harry, dormito bene?- Chiese il ragazzo che nel frattempo aveva iniziato ad osservarlo con un sorriso che per Harry aveva un che di inquietante.
-Stamattina non ti ho visto in dormitorio, ti sei svegliato presto? Wow, la divisa Serpeverde ti sta davvero bene…- quella voce era davvero perforante.
Harry tentò di dare qualche strattone per liberare il braccio… impresa vana, ormai poteva dire addio al suo arto, sequestrato da Theo.
Alla fine, arresosi al fatto che non sarebbe riuscito a parlare con Malfoy quel mattino, si sedette accanto a Theo svogliatamente. I suoi occhi vagavano lungo tutta la sala comune, quasi a cercare qualche anima buona che potesse salvarlo da quel supplizio, mentre ascoltava solo vagamente le chiacchiere dell’altro, cogliendone qualche parola di tanto in tanto.
-Ah, stamattina ho trovato questo in camera. Penso sia per te…-
Queste ultime parole attirarono l’attenzione dell’ex grifone che si ritrovò puntato davanti agli occhi un piccolo pacchetto rettangolare, avvolto da carta nera lucida. Lo prese tra le mani osservandolo meglio da vicino e notò l’indirizzo del mittente sul retro… Harry sorrise e depose l’oggetto in borsa. Lo avrebbe aperto più tardi, quando sarebbe stato nuovamente solo.

 

 
“Però, a Potter stava davvero bene il verde…”
Un momento, aveva appena fatto un complimento a Potter? Draco scosse la testa, come a voler allontanare quel pensiero il più possibile e distolse lo sguardo, deciso ad ignorare l’altro.
Solo che il chiacchierare incessante di Theo e il fatto che fosse praticamente addosso a Potter, toccando quei muscoli ben fatti… oh, Merlino santissimo, perché.
Perché diavolo si ritrovava a pensare queste cose? Lui lo odiava Potter, punto. E avrebbe fatto in modo che nessuno ne dubitasse.
-Hey Draco, DRACO?-
-Nhh…- Draco si voltò verso il suo migliore amico, con il quale stava discutendo prima che il dannato Potter lo distraesse. Cavolo, com’era possibile farsi distrarre da un tal elemento!
-Ah, bene. Ti sei degnato di darmi attenzione, finalmente. Stavo dicendo che per questa sera volevamo organizzare una prova per i primini, come quella dell’anno scorso, ricordi? Quella si che è stata uno spasso.-
La mente di Draco fu lesta a fare una connessione.
Prova+Potter=divertimento assicurato.
-Mi sembra un’idea geniale, Blaise. Ovviamente parteciperà anche Potter…- disse all’apice della felicità.
-Ovviamente…- rispose l’altro, perplesso di fronte all’eccessivo entusiasmo dell’amico.
Sul volto di Draco comparve un ghigno malefico mentre pensava allo spettacolo di quella sera. Sarebbe stato l’inizio della sua nuova e personale battaglia contro Potter e nessuno avrebbe mai messo in dubbio che ciò che li legava fosse puro e semplice odio.
 

 

Era quasi ora di pranzo ed Harry si stava godendo il sole all’aperto. Finalmente era riuscito a seminare Theo, che quella mattina sembrava particolarmente attento ai suoi spostamenti tanto che, puntualmente, si ritrovava braccato e senza vie di fuga.
Dubitava che la sua pace sarebbe durata ancora lungo, dunque decise di godersi appieno quei momenti di tranquillità. Iniziò a frugare nella borsa, in cerca del pacchetto che aveva ricevuto a colazione, ma fu interrotto da una voce allegra prima che potesse trovarlo.
Dal suo comodo posto, tra le radici di un albero posto lungo il lago, poté sentire i passi leggeri che si avvicinavano. Pochi secondi e il volto di Luna sbucò da dietro il vicino cespuglio.
-Sapevo che ti avrei trovato qui- disse la ragazza, sorridendo allegra.
Harry sorrise a sua volta; non sapeva come diavolo facesse, ma quella ragazza sembrava sapere sempre dove cercarlo. Era davvero sveglia, nonostante, a volte, sembrasse ancora più tocca della Cooman.
-La preside ti sta cercando, dovresti andare nel suo ufficio il prima possibile- disse allegramente aspettando che si alzasse.
Si diressero insieme verso l’entrata del castello, parlando nel frattempo del più e del meno.
Una volta dentro salutarono per dirigersi verso due direzioni differenti. Prima che Harry potesse voltare l’angolo, però, Luna lo raggiunse nuovamente.
-Harry, quasi dimenticavo… fai attenzione; stamattina mi è sembrato di vedere qualche Gorgosprizzo attorno a Nott, forse è per questo che si comporta in modo così strano.-
Harry cercò di non ridere, tentò davvero di resistere. Ovviamente non ci riuscì e, ancora scosso dall’eccesso di risa, salutò la compagna e si allontanò lungo il corridoio.
Arrivato in prossimità del gargoyle di pietra che celava l’entrata dell’ufficio, Harry iniziò a far mente locale per cercare di capire il motivo della sua urgente convocazione.
Eppure non aveva fatto nulla di male, aveva seguito normalmente le lezioni, era stato anche attento; niente litigi con Malfoy… oh cazzo! Malfoy!
Quella mattina, Winky gli aveva portato la divisa in sala comune, non in camera… questo voleva dire che la preside aveva scoperto della loro sistemazione notturna. Lo aveva scoperto e non l’era piaciuto per niente, a giudicare dall’urgenza con cui lo aveva fatto chiamare.
Sospirando sonoramente, Harry si apprestò a varcare l’entrata ormai lasciata libera da un gargoyle con un inquietante ghigno sul volto.
Quando raggiunse l’ufficio, la preside era comodamente seduta alla sua poltrona dietro la scrivania mentre di fronte a lei erano poste due sedie, una delle quali già occupata da Malfoy.
Un nervoso ed agitato Malfoy.
Harry avanzò, sedendosi al suo fianco, ormai consapevole che per la successiva mezz’ora, che precedeva il pranzo, avrebbero dovuto sorbirsi una delle migliori o peggiori, dipende dai punti di vista, sfuriate della McGranitt.

 

 
“Cazzo, sono morto… questa vecchia befana ha scoperto di Prince, me lo sento. Mi darà una punizione senza fine, questa volta. Ma come diavolo fa a sapere sempre tutto? Che miseria, in fondo non si è fatto male nessuno e… “
Le sue riflessioni vennero interrotte dall’arrivo di Potter, che si sedette sulla sedia lasciata libera al suo fianco. Draco si sentiva a disagio sotto quello sguardo severo e accusatorio. Non aveva mai sopportato le lunghe attese e quella era un vero tormento.
-Signor Malfoy, ho saputo ciò che è successo in dormitorio…-
E Draco non ce la fece più a resistere, scoppiò all’improvviso.
-Non volevo, è stato un incidete, io…-
-Mi sta dicendo, signor Malfoy, che è stato tutto un errore?- chiese la preside, non credendo a ciò che le sue orecchie avevano appena udito.
-Si, non succederà più. Farò in modo che non succeda di nuovo-. Si affrettò ad aggiungere Draco; forse, se l’avesse giocata bene, la carta del “Non lo rifarò più” gli avrebbe risparmiato una scomoda punizione.
-Bene, allora non ci sono problemi…- riprese la preside, non sapendo quale santo ringraziare per aver risolto tutto con tale facilità.
-Ma, professoressa, non può-. Intervenne Harry, disperato. Aveva finalmente la possibilità di risolvere la situazione e Malfoy stava mandando tutto a farsi benedire. Dannato ragazzo… che diavolo gli era passato per la testa?
-Signor Potter, mi sta dicendo ciò che posso o non posso fare?- replicò la McGranitt
-Le ricordo che qui le decisioni le prendo io e, dato che per il signor Malfoy si è trattato solo di un errore, la questione è chiusa; il signor Zabini tornerà nella sua camera e voi due inizierete a convivere pacificamente. Sono stata chiara?- continuò furente.
-Cosa? Ma io…- fece per replicare Draco, per poi rendersi conto di aver fatto una grossa, colossale, mastodontica cazzata. Dannazione a lui ed alla sua impazienza. Ora doveva solo scegliere tra l’avere Potter in camera o dire addio ai suoi giorni di libertà, confessando l’incidente del serpente.
Lo sguardo furente della preside, che nel frattempo si era voltata nella sua direzione, accelerò notevolmente i tempi della sua riflessione.
-…non vedo l’ora- si affrettò a dire con un sorriso tirato, tanto falso quanto il fatto che lui e Potter potessero convivere “pacificamente”.
-Bene, ora andatevene e non fatevi vedere per un bel pezzo-. Disse la preside, chiudendo definitivamente la discussione.
I due ragazzi si alzarono contemporaneamente e celando a mala pena la rabbia, si affrettarono ad allontanarsi quanto più possibile da quell’ufficio, ognuno in una direzione diversa.

 
 
 

 









***

Ed eccoci al capitolo 6… Spero che le riflessioni di Harry siano state chiare a tutti, nel caso ne riparliamo nelle prossime NOTE.
Che dire, alla fine rimarrete con qualche dubbio che verrà risolto nel prossimo capitolo.
-->Cosa contiene il pacchetto che ha ricevuto Harry
-->Di che prova parlavano Draco e Blaise?
Continuate a seguirmi per scoprirlo.
 
 

È  l’ora delle recensioni…

FM107 3 RADIOCAOS: Hai perfettamente ragione, di questo passo la gelosia per il serpente sarà inevitabile u.u
Eccoti qui il capitolo 6, ricco di novità succulente. Piaciuta la sorpresa finale?
 

holly715: Sese… aspetta e spera. Ci saranno pure molti dubbi ma per come sono fatti quei due non sarei tanto ottimista sul fatto che presto si metteranno insieme.
Per il momento accontentati di questo piacevole (per noi, non per loro eh!?) finale di capitolo. Cosa mai mi combineranno quei due nella stessa camera?
Al prossimo Capitolo ;D
 

Clare_Love: Ed ecco il seguito. Colpi di scena a non finire in questa storia, eh? Dì la verità, pensavi che ormai la questione delle camere fosse risolta, vero?
Muhahahahaha sono perfidaaaaaaaaaaa
XD
 

clara125: Più vado avanti, più mi piace scrivere questa storia. Sarà che adoro fare la parte della scrittrice cattiva che attira disgrazie sui suoi personaggi? Mah, forse si (sicuramente)
Spero che tu abbia apprezzato anche questo capitolo. Felice che la storia ti piaccia *u*
 

ElAndEm: Il mio piccolo, adorabile Prince sta riscuotendo successo. Ed Harry a Serpeverde… Beh, secondo me ci sta proprio bene. Grazie per aver scelto di seguire questa storia (me felice)
Al prossimo capitolo ;D

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Capitolo 7
*** La Camera dei Segreti. ***



La Camera dei Segreti.
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Una volta solo, Harry si diresse a passo svelto verso la fine del lungo corridoio. Era furioso, con se stesso per aver permesso quell'assurda situazione senza obiettare ma ancora di più con quell'idiota di Malfoy...

Dannazione, se non metto al più presto il massimo della distanza possibile tra me e lui, finisce che lo ammazzo” bisbigliò tra se e se in un sibilo feroce, quasi tentato di tornare indietro e dar sfogo alla sua rabbia. Aveva bisogno di restare da solo per calmarsi e riacquistare un minimo di buonsenso e c'era solo un posto, in tutta Hogwarts, dove era sicuro di trovare un po' di pace.
Scese le scale fino a ritrovarsi al secondo piano e percorse il corridoio frettolosamente, quasi ne andasse della sua sanità fisica e mentale, fino a ritrovarsi di fronte ad una malmessa ed incrostata porta di legno che sicuramente aveva visto giorni migliori. Girò lentamente il pomello, facendo attenzione affinché nessuno lo vedesse varcare la soglia della porta.
Ad accoglierlo c'era lo squallido bagno femminile, infestato ormai da molti decenni dal petulante fantasma di Mirtilla Malcontenta.
Le pareti erano lerce e umide, risultato delle frequenti immersioni del fantasma nei water, che puntualmente causavano l'allagamento del bagno; le finestre erano sudicie e poco si riusciva a scorgere da esse, mentre un leggero ticchettare annunciava la rottura di una delle tubature. Quel bagno sembrava uscito da una guerra; neanche una squadra di elfi domestici al completo sarebbe riuscita a rimetterla in sesto.
Fortunatamente quel giorno la cara Mirtilla aveva deciso di occuparsi del bagno dei prefetti, su al quinto piano, ed Harry aveva via libera. Si avvicinò, quindi, al rubinetto con sopra l'incisione di un serpente acciambellato nelle sue spire e lievemente, quasi in un sussurro, sibilò l'ordine di aprirsi.
Davanti ai suoi occhi il lavandino mutò forma, alcune pietre si ritrassero, svanendo alla vista, altre si addossarono a quelle accanto, fino a far apparire un entrata oscura, quasi un buco nero pronto a risucchiare al suo intento ignare vittime.

Erano passati così tanti anni dall'ultima volta che aveva varcato quell'ingresso e ne avrebbe volentieri fatti passare altrettanti se non avesse avuto urgente bisogno di un luogo in cui poter stare da solo. Concedendosi un ultimo, profondo, respiro di aria pulita, si lasciò scivolare in quella fenditura sporca della polvere accumulata in tutti quegli anni. L'atterraggio fu, come al solito, un disastro e l'aria di chiuso di quel luogo era pressoché irrespirabile.
Harry esitò solo un momento, prima di voltarsi e richiudere l'ingresso. Era solo, finalmente.
Si passò velocemente le mani sugli abiti, prima puliti ed ora ricoperti di polvere, nel vano tentativo di darsi una ripulita, ma si arrese ben presto e si diresse verso l'interno del cunicolo che aveva percorso solo una volta, ma che ricordava perfettamente.
Era quasi arrivato all'enorme sala dove riposava lo scheletro gigante del Basilisco, quando si fermò. Sulla destra, nascosta dietro una fitta trama di ragnatele, s'intravedeva una porta in legno di rovere, con un pomello che, a prima vista, sembrava uno smeraldo grande come un pugno.

Dicendosi che ormai più sporco di così non poteva diventare, sbottonò i polsini della camicia arrotolandola fino ai gomiti ed afferrò quella spessa ragnatela, curioso di scoprire cosa ci fosse oltre quella porta.


Ovviamente si sbagliava di grosso, era letteralmente diventato un batuffolo di polvere che cammina... ora si che era sporco al massimo.
Una volta ripulita ed aperta la porta, Harry si era ritrovato in un'enorme stanza immersa nell'oscurità. Un semplice lumos era stato più che sufficiente.
Si trovava quello che sembrava un accogliente salotto; la carta da parati verde era rifinita con arabeschi argentati che davano un senso di raffinatezza ed eleganza. Sulla destra si stagliava un enorme camino, di fronte al quale era posizionato un accogliente divanetto con due poltrone al lato ed un tavolino da tè in legno di noce.
Ai lati del camino vi erano delle spesse tende color argento.


Harry si avvicinò lentamente, spostando, al suo passaggio, qualche nuvoletta di polvere. Afferrò saldamente un lembo della tenda e lo tirò con forza, rivelando un ampia finestra incantata, che riproduceva fedelmente il tempo esterno.
Ormai la stanza, illuminata dai caldi raggi solari, si mostrava al ragazzo in tutta la sua bellezza ed Harry ripose la bacchetta, apprestandosi ad aprire anche l'altra tenda.
Una rapida occhiata in giro rivelò come, lungo la parete sinistra, si aprissero altre porte. La prima conduceva ad una camera da letto arredata deliziosamente con un'enorme cabina armadio e una graziosa cassapanca. Al centro un grande letto a baldacchino con lenzuola di seta grigie e tendaggi verdi, mentre la parete dietro di esso era composta da un'enorme specchio; sulla sinistra, una piccola porta conduceva ad un bagno privato. Incredibilmente, nonostante avesse sempre avuto gusti semplici, Harry la trovò gradevole e di suo gusto.
Le altre due camere si rivelarono uno studio, che ad un'attenta ispezione scoprì contenere montagne di libri antichi e preziosi, ed una cucina.
Ritornato nel salotto, Harry decise che in fondo valeva la pena risistemare quel luogo; sarebbe diventato il suo rifugio.




Kreacher” chiamò qualche minuto dopo, il tono deciso e risoluto. Dopo qualche secondo il piccolo elfo domestico apparve con uno schiocco ed una nuvola di polvere si sollevò dal luogo in cui era apparso.
Cosa desidera,padrone?” chiese reverente, ma con un luccichio negli occhi che non prometteva nulla di buono. Purtroppo non aveva altra scelta se non chiedere al suo elfo di aiutarlo a ripulire; da solo non ce l'avrebbe mai fatta e non poteva chiede a nessun altro se voleva che quel luogo restasse segreto.

Questi sono gli appartamenti privati di Salazar Serpeverde, Kreacher; hanno bisogno della dovuta cura ma sono stati trascurati a lungo. Sono le stanze del fondatore della casa in cui generazioni della famiglia Black sono state accolte. Pensi di poter riportare tutto com'era un tempo?” chiese il giovane mago, ormai consapevole che per trattare con quel subdolo elfo che si ritrovava bisognava agire d'astuzia.
Come desidera, padrone. Sarà un onore per Kreacher.”

Soddisfatto, Harry decise di tornare in superficie. Si era fatto tardi ormai ed era quasi ora di riprendere le lezioni. Con un ultima raccomandazione all'elfo, si decise a varcare la soglia degli appartamenti.

Quel rifugio gli sarebbe tornato molto utile.


 





* * *

Eccomi di nuovo qui, popolo di EFP.
Vorrei porgere le doverose scuse a tutti voi che leggete e recensite questa storia.

Vedete, qualche mese fa ho avuto problemi al PC e credevo di aver risolto. Non era così...
I virus mi hanno sommersa ed ho dovuto fare un ripristino di emergenza. Purtroppo, tutti i documenti e quant'altro sono andati persi ed io sono caduta nello sconforto (ergo, non riuscivo a ritrovare le parole per scrivere di nuovo i capitoli persi). Per questo motivo avevo deciso di mollare tutto.

Oggi, però, mi sono rimessa al PC dicendomi che arrendersi era da codardi ed ho riscritto il cap 7 di BE YOURSELF.
Non è venuto come quello scritto in precedenza ma è soddisfacente, per cui cari lettori, vi annuncio la ripresa di questa storia, a breve seguita dalle altre lasciate in sospeso.

Vi ringrazio per la pazienza.



Ecco a voi il nuovo capitolo fresco di Stamp... ehm, digitazione.
Al prossimo capitolo si vedrà anche la reazione Draco Malfoy.


 



 

Angolo recensioni:


FM107 3 RADIOCAOS : A quanto pare quei due si somigliano fin troppo ;D
Vero che quel pacchetto incuriosisce ma mi vedo costretta a rimandare di qualche chappy (verrà aperto quando Kreacher finirà di pulire, promesso)
Posso solo dire che sarà una sorpresa gradita (soprattutto al nostro Harry XD)
Alla prossima.


holly715
:Che dire... Nott è visto da me come l'antagonista. Dracuzzo gli farà fare una brutta fine (muhahahaha)

 

ElAndEm: Come ho detto prima, Nott avrà vita breve (quando Dracuzzo capirà cosa vuole, però...)
La prova è rimandata al prossimo capitolo, spero comunque che questo cap.7 ti abbia soddisfatta.
Alla prossima. =D

 

themina : Non ho mai sopportato il fatto che solitamente dividano Harry e Ron... Sono amici, per la miseria. Gli amici non si abbandonano come pezze vecchie.
Per questo io continuo a sostenere l'amicizia intercase ( come diceva anche il buon vecchio Albus)
Poi, beh, Draco che si inguaia da solo ci voleva, no? XD


 

Lady Devil : Sono dell'idea che quei due faranno faville. In attesa del momento fatidico non resta che immaginare e ridere... tanto.


Lunadistruggi
: Prince è il mio cucciolone... lo adoro quel serpentello e lo rivedrai molto presto.
Per quanto riguarda Theo, deve ancora combinare qualcosa prima di poter essere gentilmente e misteriosamente fatto sparire dall'autrice di queesta storia ( che sarei io u.u)
E Luna... che dire di lei. Pazza fino alla fine, ma adorabile comunque.
Ci si sente al prossimo Capitolo =)

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Capitolo 8
*** In dulci veritas. ***


In dulcia veritas.
________________________________________________

 

 

I corridoi del castello erano vuoti ed i passi frettolosi di una figura bionda echeggiavano tra le pareti di fredda pietra. Improvvisamente, senza preavviso, il rumore si fece più rado, fino a cessare del tutto lasciando il ragazzo in uno strano ma piacevole silenzio. Alla sua sinistra, da una grande vetrata, penetravano i caldi raggi del sole settembrino ed i suoi occhi furono attratti dai placidi movimenti di un tentacolo che increspavano le acque del lago.
Com'era potuto succedere, si chiese, poggiando la fronte sulla fredda lastra di vetro. Com'era possibile che non glie ne andasse una buona, da quando era salito sul treno il giorno prima?
Prima lo smistamento di Potter tra i Serpeverde, poi la rabbia di ritrovarselo come compagno di camera indesiderato, la fuga del suo temerario serpente, quelle strane ed insensate emozioni che aveva provato nel vedere quella figura in sala comune, per poi scoprire che si trattava proprio di Potter ed ora... Lui e Potter compagni di camera... era impensabile, eppure quella vecchia megera lo aveva bellamente messo alle strette e non aveva potuto ribattere in alcun modo.
Con un sospiro stanco si staccò dal confortante sostegno di quella vetrata e tentò di riacquistare almeno una parvenza di compostezza. Era un Malfoy, dopo tutto; avrebbe trovato una soluzione.

Riprendendo a camminare si disse che, nonostante tutto, quella sera si sarebbe fatto due risate a vedere Potter umiliato di fronte all'intera casa Serpeverde. Se non altro sarebbe stata una piacevole consolazione.
Non curandosi del fatto che fosse in evidente ritardo, Draco entrò spavaldamente in Sala Grande e, impassibile di fronte agli sguardi curiosi degli altri studenti, si sedette accanto al suo migliore amico che, prevedendo il suo arrivo, gli aveva messo da parte il pranzo.
Lui e Blaise si conoscevano da anni ormai, riuscivano a comprendersi come neanche due fratelli sarebbero stati in grado di fare per cui Draco non si stupì nel non ricevere domande inopportune, ben consapevole che comunque avrebbe dovuto spiegare tutto al suo amico non appena si fosse calmato abbastanza.
Tagliuzzò distrattamente il polpettone accompagnato da una generosa porzione di patate mentre il suo sguardo correva lungo il tavolo al quale era seduto. Pochi posti più in là, accanto a Theo, c'era l'unico posto vuoto. Ringraziando Merlino per aver avuto almeno la fortuna di non ritrovarsi nuovamente di fronte colui che evidentemente si era autoproclamato il suo tormento di quell'anno, iniziò a mangiare con gusto, sentendosi meglio non appena il languore nel suo stomaco si fu placato.


Subito dopo pranzo il settimo anno Serpeverde aveva due ore buca, così Draco lanciò uno sguardo d'intesa a Blaise e si diresse in camera. Iniziò a rovistare nel baule alla ricerca di un cofanetto in legno di rovere che sua madre gli aveva regalato anni addietro, era squisitamente intagliato a mano con ornamenti in argento, ma ancora più prezioso era il suo contenuto, una scorta di ingredienti di prima qualità per pozioni oltre ad alcune tra le più rare sostanze quali, ad esempio, crine di Unicorno ottenuti durante la luna piena e lacrime di Fenice.
Dopo qualche minuto la porta si aprì per lasciar entrare un giovane ragazzo moro dall'aria accigliata.
-Ora mi spieghi cosa è successo e non cercare scuse!- affermò convinto il nuovo arrivato, incrociando le braccia sul petto ed appoggiandosi con la schiena alla porta che aveva provveduto a chiudere poco prima.
-Mhh... aiutami a preparare così non perdiamo tempo- rispose Draco accennando con la testa al piccolo paiolo che aveva tirato fuori insieme alla sua preziosa scorta.
-Stai preparando la pozione per stasera?-
-Mi sembra ovvio che qualcuno debba farlo e non mi va di rischiare affidando il compito a qualche incapace- rispose Malfoy piccato, nessuno poteva mettersi a confronto con lui, non in materia di pozioni.
Mentre Blaise preparava il calderone, ingrandendolo il necessario per preparare la giusta quantità di pozione e trasfigurando il comodino in un tavolo di lavoro dove poggiarlo, Draco prese ciò che gli serviva: Crine di Unicorno, Piume di Jobberknoll, Radici di Aconito, Sangue di Drago e per finire un aggiunta di lacrime di Fenice.
-La vecchia megera mi aveva mandato a chiamare- disse mentre sminuzzava accuratamente ed uniformemente il crine di unicorno, rendendolo tanto fine da sembrare polvere.
-Questo l'avevo intuito, cosa voleva?-
-Ha scoperto del cambio di camera...- disse lasciando in sospeso la frase mentre accendeva il fuoco sotto il calderone e ne regolava la fiamma.
-E...?- chiese Blaise, stufo di aspettare i comodi del suo compagno che evidentemente si stava divertendo un mondo a stuzzicare la sua curiosità.
-... è mi ha fottuto. Mi ha costretto a dividere la camera con Potter e non ho neanche avuto il tempo di ribattere che ci ha cacciati fuori.-
-Frena, frena, frena. Aspetta un momento... Ci? Vuoi dirmi che Potter era lì con te, ha sentito tutto e non ha detto niente?- chiese il moretto sorpreso da tale risvolto.
-Oh, no... ci ha provato ma la megera ha iniziato a sbraitargli contro. Ahhh, Blaise, avresti dovuto vedere la scena, San Potter che viene strigliato dalla sua capocasa, davvero esilarante.-
Continuarono a preparare la pozione in silenzio per quasi un'ora, stando attenti ad abbassare le fiamme al momento giusto ed a mescolare gli ingredienti secondo il giusto verso.

-Quelle sono lacrime di fenice?- chiese improvvisamente Blaise rigirandosi tra le mani l'ampollina di liquido perlaceo e sollevandola quel tanto che bastava per permettere alla tenue luce proveniente dalle fiamme basse sotto il calderone di infrangersi sulla superficie liscia del contenitore.
-Si- rispose Draco girando altre due volte in senso antiorario e lasciando che la pozione diventasse finalmente incolore -saranno un'ottima variante al solito Veritaserum; con quelle chi berrà la pozione sarà costretto non solo a dire la verità ma anche a mostrarla-
-Mostrarla?-
Draco ghignò vittorioso, avvicinandosi nuovamente al baule ed estraendone un piccolo contenitore ovale che, una volta ridimensionato con il giusto incantesimo si rivelò essere un pensatoio.
-Si, Blaise. Mostrarla.-

 

 

Erano ormai le dieci di sera e tutti erano rientrati nei propri dormitori. Nei sotterranei gli alunni Serpeverde si erano riuniti in sala comune, pronti per la loro notte di divertimento.
Quella sera, prima di cena, Draco e Blaise si erano recati di nascosto nelle cucine, col chiaro intento di attuare la prima parte del piano.
Blinky, l'ex elfa di casa Zabini che, come molte altre cose, del resto, era stata confiscata dal Ministero dopo la fine della guerra, ora lavorava ad Hogwarts.
Essendo comunque fedele al suo vecchio padrone non era stato un problema, per Blaise, convincerla a mettere appena qualche goccia di pozione nel succo di zucca di tutti i primini Serpeverde, compreso Potter.
Ed ora erano lì, disposti a casaccio chi su poltrone e divani, chi seduto a terra, osservando i primini (e Potter) seduti in semicerchio al centro della sala, il pensatoio poggiato accuratamente sul tavolino di fronte al camino, in modo che tutti potessero vederlo.
Le regole del gioco erano semplici, in un sacchetto erano stati messi i nomi di tutti i nuovi arrivati ed ogni alunno, dal secondo anno in su, avrebbe estratto un nome a caso e posto la scelta al sorteggiato; una versione un po' più elaborata di obbligo o verità, solo che in questo caso chi poneva le condizioni non doveva temere un'eventuale vendetta... semplicemente geniale.

Le prime domande furono le più innocenti, fatte dagli sprovveduti del secondo anno; niente di eccezionale o estremamente imbarazzante.
Quando Benjamin Harper, del terzo anno, pescò il nome di Potter, la stanza fu invasa da un inquietante silenzio, rotto solo dall'agitarsi sul posto del diretto interessato.
-Allora Potter- disse Ben con falsa voce innocente -Obbligo o verità?-
Harry si sentiva stranamente a disagio, aveva capito come funzionava il gioco, aveva anche intuito che tutti loro avevano inconsapevolmente bevuto del Veritaserum, dato che molti primini prima di lui avevano tentato invano di mentire.
Non capiva come fosse possibile che nessuno riuscisse ad opporsi, nel mostrare i ricordi legati alle domande poste, e questo lo frenava non poco dallo scegliere la seconda opzione. Tuttavia non aveva nulla da nascondere ed essere obbligato a fare qualcosa dai suoi “nuovi compagni” non era proprio allettante.
-Verità- si ritrovò a dire con tono non proprio sicuro ma non lasciando intuire a nessuno la sua indecisione.
-Bene, allora. Come mai Harry Potter, Salvatore del mondo magico e Grifondoro per eccellenza si trova tra i Serpeverde?-
Dannata sagacia Serpeverde, doveva prevederlo che se ne sarebbero usciti con domande a insidiose ma almeno si trattava di una richiesta innocua.
Senza poter fare nulla per fermarsi, Harry si alzò e si avvicinò al pensatoio, lasciando fluire al suo interno il ricordo di quando otto anni prima si era ritrovato a discutere per la prima volta col cappello parlante e permettendo a tutti i presenti di vederlo.

 

 

-Potter, sei un dannato doppiogiochista, sei sempre stato un Serpeverde?- la voce di Draco ruppe il silenzio che si era venuto a creare nella stanza
-Ho già risposto alla domanda, Malfoy. E mi sembra di averlo fatto abbastanza dettagliatamente- rispose il moretto, sedendosi nuovamente al suo posto e dando le spalle al biondo.
Draco stava per rispondere a tono, ma fu interrotto da Darren Ross, quarto anno, che pose la sua domanda ad un tremante primino impaurito.
Il gioco continuò senza eclatanti colpi di scena, in fondo i ragazzini del primo erano ancora dei bambocci, ma era estremamente divertente umiliarli, soprattutto quando Everett, del quinto, costrinse un'intrepida serpe, che aveva scelto Obbligo, a ballare con gli abiti trasfigurati in un grazioso tutù bianco o quando Sherman, sempre del quinto, obbligò un'ingenua ragazzina a rivelare la sua tremenda paura per i fantasmi proprio un attimo prima che la testa del Barone Sanguinario spuntasse dal pavimento, a pochi metri da lei. Inutile dire che venne prontamente zittita con un incantesimo silenziante per evitare visite inaspettate del capocasa.

Era giunto il turno del sesto anno, quando Asteria Greengrass pescò nuovamente il nome di Potter, che si arrischiò a scegliere l'obbligo.
-Via i vestiti- disse la ragazza con voce maliziosa e divertita.
Tutti gli sguardi vennero ben presto attirati dal ragazzo al centro della sala; anche un paio d'occhi color della tempesta, che da quella mattina avrebbero volentieri voluto posarsi nuovamente su quel corpo, si voltarono pigramente ad osservare la figura del moretto che, senza lamentarsi, con movimenti lenti ma precisi iniziò a sfilarsi prima il maglioncino, poi a slacciare uno ad uno i bottoni della camicia, rivelando poco alla volta lembi di pelle abbronzata e muscolosa.
Con la camicia aperta sul petto, si abbassò a togliersi scarpe e calze, rimanendo a piedi nudi sul morbido tappeto verde. In sala comune regnava nuovamente quello stupido silenzio che sembrava calare ogni qual volta l'attenzione veniva attirata da Potter.

Approfittando di un istante in cui il moretto aveva deciso di fermarsi, Draco volse lo sguardo al resto dei compagni. Fu allora che si rese conto che tutti si stavano godendo lo spettacolo ed oltre alla totalità delle ragazze, anche alcuni ragazzi avevano uno sguardo famelico. Sentendo distintamente un fruscio in tutto quel silenzio che invadeva la stanza, Draco si voltò nuovamente solo per ritrovarsi di fronte Potter che stava lentamente portando le mani all'attaccatura dei pantaloni.

Harry se la prese con calma, slacciando con estrema lentezza i tre bottoncini che tenevano chiuse le estremità e, con un gesto fluido e deciso si sfilò completamente i pantaloni, gettandoli sul pavimento dietro di lui, mandando poco dopo la linda camicia bianca a far loro compagnia e restando solo con un paio di boxer neri talmente stretti che potevano essere una seconda pelle.

Era uno spettacolo da mozzare il fiato e Draco, per una volta, non riuscì a trovare nulla per controbattere l'affermazione che il suo cervello aveva appena fatto in automatico.
Si era incantato ad osservarlo, ad osservare le linee marcate dei bicipiti e degli addominali, affascinato dalla leggera peluria che dall'ombelico scendeva in linea retta verso il basso, fino a sparire oltre...
-Tutti i vestiti, Potter-
La voce di Asteria lo riscosse dalle sue fantasticherie e si ritrovò a spostare lo sguardo sulla ragazza. Aveva davvero detto ciò che credeva? Lei voleva che...
-Mi dispiace Greengrass- disse Potter con tono malizioso ed innocente al tempo stesso
-questo è intimo- continuò portando il pollice a sfiorare la linea dei boxer -e tu hai detto vestiti- ghignò infine tornando al proprio posto, i vestiti ormai abbandonati sul pavimento.

Draco si rese conto solo allora di aver trattenuto il respiro. Si chiese automaticamente cosa diavolo gli stesse succedendo. Era ovvio che avesse apprezzato il corpo di Potter, ora se ne rendeva conto e riusciva ad ammetterlo come non aveva fatto quella mattina; era un uomo, a cui piacevano altri uomini... era ovvio che ammirasse tutto quel ben di dio.
La cosa che lo lasciava interdetto era invece la strana sensazione che l'aveva colto alla bocca dello stomaco, quando si era reso conto che almeno un terzo delle persone in quella stanza aveva ammirato quel corpo tanto quanto lui. Sensazione che si era intensificata nel momento in cui Asteria aveva chiesto a Potter di togliere anche quell'ultimo, striminzito, pezzo di stoffa che gli era rimasto.
No, quella sensazione proprio non riusciva a spiegarsela.
Un urletto irritante proveniente dalla sua destra lo riscosse dai suoi pensieri solo per vedere Theo che con un sorrisetto famelico si rivolgeva a Potter.
-Allora Harry, cosa scegli?-
Un momento, Nott aveva pescato il nome di Potter? Nott... c'era qualcosa che avrebbe dovuto ricordarsi, qualcosa di cui gli aveva parlato Blaise qualche mese prima. Solo che non riusciva a ricordare cosa fosse.
-Verità-
Ovvio che scegliesse verità, dopo la bella scenetta di prima un Obbligo equivaleva a nudità, quindi...
-Hai mai fatto sesso con un uomo?-
Draco per poco non si strozzò con la propria saliva

 

“-Sai, qualche giorno fa ho incontrato Nott-

-E con questo?-

-Ah, niente. Solo che a quanto pare si è preso una bella cotta per un ragazzo-

-Come se fosse la prima volta. Quello ci prova con qualunque cosa respiri.-

-Si, ma fin'ora non ci aveva ancora provato con un Grifondoro...-”

 

Grifondoro... Potter era un Grifondoro, Potter era …
-Si- rispose Potter tremando dalla testa ai piedi, nell'evidente sforzo di trattenersi dal dire la verità.
Poi successe l'impensabile, nel momento in cui la pozione lo costrinse ad alzarsi e versare il ricordo nel pensatoio, Potter sgranò gli occhi ed un lampo di luce bianca invase il contenitore, impedendo a chiunque di vederne il contenuto.
Quando la luce nella stanza tornò normale il liquido del pensatoio era mosso da forti vibrazioni e Potter si affrettò ad indossare i pantaloni e raccogliere la camicia.

-Ne ho avuto abbastanza- disse con voce bassa, roca, affannata; un ringhio sommesso. Gli occhi sbarrati, ridotti a due fessure percorsero l'intera sala dopodiché Potter uscì dal dormitorio chiudendo violentemente l'entrata dietro di sé.




 

*Attenzione* Volevo chiedere a tutti voi che seguite questa storia se posso apportare una modifica; dati gli eventi, credo di dover alzare il rating. Preferite che le scene ROSSE vengano pubblicate all'interno del capitolo o ci sono minorenni e dovrei censurare i capitoli per poi scrivere singole Shot da collegare? Per favore, fatemi sapere al più presto.

Stardream

 

 

Fiuuuuu, ce l'ho fatta... eccomi con (finalmente) il capitolo dedicato ai Serpeverde.
(me si nasconde dai lettori)

Forse vi aspettavate qualcosa di più spinto o imbarazzante, in fondo stiamo parlando di subdole serpi ma è stato un modo come un altro per mantenere intatto il carattere dei personaggi e svelare qualcosa in più.

Spero comunque che vi sia piaciuto perché ci ho messo davvero tanto tempo (e pazienza) e mi piace come capitolo.

Mi raccomando, fatemi sapere i vostri pareri, sono curiosa di sentire le maledizioni che vi inventerete contro i miei ritardi di pubblicazione.
Al prossimo capitolo (con la rivelazione del contenuto di un certo pacchetto misterioso che voi conoscete bene)

 

 

Angolino (piccino, piccino) delle recensioni:

narutina90 : Carissima, che dici, ora il tuo capitolo preferito è cambiato? Harry malizioso al punto giusto è davvero delizioso =Q___
Sappi che anche io vedo molto bene Harry come leader e ti dirò, già stavo progettando un capitolo davvero caruccio che spero apprezzerai (per non rovinarti la sorpresa ti dico solo una parola: Quidditch)
Ti ringrazio davvero per la recensione (me felice), io vivo di recensioni. Spero davvero di sentirti ancora.
Al prossimo capitolo =D

 

holly715 : non smetterò mai di scusarmi per aver avuto anche solo il pensiero di fermarmi. A quanto pare questa storia ti piace davvero, altrimenti non saresti qui (a rendere felice una povera scrittrice)
Grazie di seguirmi ancora, al prossimo capitolo =)

 

ElAndEm : Stai pur certa che quelle stanze non rimarranno vuote ancora a lungo, farle trovare al nostro Harry è stata una genialata (e non fa niente se sembro un'esaltata, la modestia non è il mio forte)
Spero tu abbia apprezzato questo capitolo e conto di risentire il tuo parere. A presto =D

 

Yuu chan : Nuova recensrice, NUOVA RECENSRICEEEEEE (Me superfelice) hai visto, alla fine non hai aspettato molto (almeno rispetto a quando hai recensito)
Il pacchetto misterioso... cosa conterrà? Come detto sopra, lo saprai nel prossimo capitolo (è davvero una cosa dolcissima e super lovelove, una chicca che mi è venuta in mente e che non sono più riuscita a scrollarmi di dosso)
Sono contenta lo stesso di essere tra le seguite, non preoccuparti di questo. Spero davvero di risentirti presto (sai, sono recensione dipendente ;-P)
Al prossimo capitolo.

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Capitolo 9
*** Ricordi. ***


Ricordi

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Una volta fuori dai dormitori, Harry non riuscì a muovere un altro passo; si appoggiò ad una parete umida, il respiro leggermente affannato e gli occhi che bruciavano, e si lasciò cadere a terra.
Tremava, inutile negarlo; lui che credeva di aver superato tutto, di aver relegato il passato in un angolo remoto della propria mente, ora tremava di fronte a quel ricordo che gli aveva rigettato davanti agli occhi un momento della sua vita che avrebbe volentieri dimenticato.
Consapevole che chiunque avrebbe potuto vederlo in quelle condizioni, il ragazzo si impose di calmarsi. Spinse la testa indietro, fino ad incontrare la fredda pietra e chiuse gli occhi lasciandosi sfuggire un sospiro che diceva più di mille parole.
Quanto tempo era passato da allora? Anni sicuramente, ma non ricordava il momento preciso, in fondo dopo tutto quel tempo passato a cercare di dimenticare, i dettagli scivolavano via con immensa facilità.
Il dolore, però, la paura, il disprezzo, quelli non se ne andavano, non riusciva a rimuoverli. Perché ricordava così nitidamente la pioggia che batteva sul vetro della finestra, il cigolio del letto e la fastidiosa ruvidità delle coperte? Perché non riusciva a dimenticare la sensazione di quelle mani che si muovevano sul suo corpo, il dolore di quei segni rossi che si erano formati sulla sua pelle ad un contatto più brutale, il sapore delle proprie lacrime quando quella stessa notte si era risvegliato solo nel suo letto e, silenziosamente, aveva potuto dar sfogo a tutto ciò che aveva dentro?
Perché non riusciva a dimenticare ed andare avanti, chiudere gli occhi e far finta di niente, come aveva fatto così tante volte in quegli ultimi anni pieni di sofferenza e morte e lacrime?
Semplicemente non era così forte come dava a vedere; mentre tutti vedevano un ragazzo allegro e fiducioso, pronto ad aiutare il prossimo con un sorriso, il vero Harry urlava, dilaniato dalla sofferenza di ricordi strazianti, di tutti quei morti e feriti, del sangue di innocenti ma anche di colpevoli, protagonisti di memorie lontane che seppur appartenenti al passato continuavano a tormentarlo ancora e ancora, aspettando solo un segno di cedimento, attendendo il momento migliore per mostrarsi più nitide e fargli così più male possibile.

In realtà non aveva mai dimenticato, non era andato avanti, non aveva cancellato nulla dalla sua mente, né un volto bagnato dalle lacrime, né le grida strazianti di chi sa che tutto sta per finire, di chi vede con i propri occhi la morte.
E lui stava lentamente raggiungendo quel punto di non ritorno, in cui il dolore sarebbe stato tale che non ce l'avrebbe più fatta a fingere di star bene, ma non poteva cedere, non poteva permettere a nessuno di scorgere il bagaglio di ricordi che si portava dietro da ormai troppi anni e che pian piano era diventato pieno fino all'orlo; avevano avuto tutti qualcuno per cui piangere, ricordi che si sarebbero legati alla loro mente per il resto della vita e lui non voleva che gli altri sapessero, non voleva che capissero. Se avessero scorto anche il minimo segno di cedimento, non sarebbe più riuscito a riemergere da quel mare di dolore.

Aprì improvvisamente gli occhi non riuscendo a scorgere nulla attorno a sé; il buio lo avvolgeva e sembrava quasi cullarlo ma non era il momento di lasciarsi andare; si alzò lentamente, un po' stanco, in fondo quella giornata era stata davvero lunga e lui aveva bisogno di riposare, per quanto gli incubi che la notte lo perseguitavano potessero permetterglielo.
Fu con una nuova risolutezza che varcò la soglia della sala comune, ritornando sui propri passi, e con sorpresa si rese conto che non c'era più nessuno. Una rapida occhiata all'orologio gli fece sgranare gli occhi: era passata più di un ora... era stato lì fuori per tutto quel tempo.
Silenziosamente si diresse ai dormitori, scorgendo piano le piccole targhe che adornavano le porte chiuse, fino a giungere all'ultima stanza, quella più in fondo, sul cui uscio spiccava la targhetta

MALFOY---POTTER

E quasi gli sfuggì una risata. Era così strano vedere i loro nomi accostati senza qualche imprecazione di mezzo, così curioso come quell'assonanza di lettere suonasse strana ed al contempo affascinante. In realtà la cosa più strana era che per la prima volta da quando quell'assurda situazione era venuta a crearsi, Harry non pensava che fosse così male condividere la camera con quello spocchioso Serpeverde... almeno litigare con lui l'avrebbe distratto dal vagare con la mente su pensieri ben poco allegri.

 




Erano già passati venti minuti da quando Draco era tornato in camera. Appena entrato aveva sentito l'esigenza di chiudersi dentro, per evitare che Potter riuscisse in qualche modo a mettere piede in quella stanza. Aveva già preso la bacchetta in mano per formulare un incantesimo che bloccasse la porta, ma si era fermato quasi subito; in fondo cosa poteva mai essere dormire nella stessa stanza con Potter... solo una tragedia da niente, no?

Indeciso su cosa fare, si sedette sul proprio letto, la porta in vista e la bacchetta ancora in mano. E nonostante tutti gli sforzi che stava facendo per non tornare con la mente in quella direzione, non riuscì a fare a meno di ripensare ad una mezz'ora prima, all'improvvisa furia che aveva scorto negli occhi di Potter, al tremore di quelle mani mentre veloce si rivestiva, al respiro veloce ed affannato, al tono glaciale della sua voce... era diverso dal solito Potter, dal ragazzo calmo e affabile, dal Grifondoro arrogante e stupidamente imperturbabile che aveva visto nel corso di tutti quegli anni e stupidamente si chiese se, in fondo, non avesse sbagliato a giudicarlo, se in realtà anche Potter non indossasse una maschera da sfoggiare in pubblico per non mostrare agli altri la sua vera natura.

E poi ripensò a Nott, ad Asteria, ed a tutti quelli che avevano letteralmente sbavato su Potter appena mezz'ora prima. E non riusciva a spiegarsi quella strana sensazione che gli attanagliava lo stomaco, quella stupida sensazione che ritornava più intensa quando riportava alla mente il breve dialogo avuto con Blaise appena un paio di mesi prima.
Senza rendersene conto aveva lasciato andare la bacchetta, che era rotolata via, e si era lasciato cadere con un sospiro sulle morbide coperte del suo letto, le braccia aperte ai lati del busto ed i piedi ancora ben saldi a terra.

Chiuse gli occhi, ancora assorto nei suoi pensieri e non si rese conto del lieve rumore della maniglia che si abbassava.

 

 


Harry entrò esitante, non sapeva cosa aspettarsi; certamente una bella maledizione era tra i primi posti della sua classifica personale.
Ciò che invece vide, appena varcato l'uscio, lo spiazzò totalmente; un Draco Malfoy semidisteso sul letto, le gambe al di fuori del materasso toccavano con i piedi a terra mentre la parte superiore era morbidamente adagiata sulle coperte. I capelli, che ormai da anni il ragazzo aveva smesso di impiastricciare col gel, erano liberi da ogni costrizione; sparsi un po' a casaccio sul copriletto scuro, gli incorniciavano il volto, decisamente più rilassato di quanto Harry l'avesse mai visto.
Le palpebre erano chiuse, non serrate ma morbidamente calate a coprire gli occhi e le labbra erano leggermente dischiuse, il respiro lieve e regolare.
La camicia, sempre in perfetto ordine, era stata tirata fuori dai pantaloni e si era sollevata fin sopra l'ombelico, lasciando scoperto un ventre piatto e tonico dalla pelle liscia e chiara.

Harry si ritrovò a pensare che in fondo Malfoy era davvero un bel ragazzo e se solo avesse tenuto un po' più spesso la bocca chiusa avrebbe potuto essere addirittura affascinante.
Un sibilo alla sua sinistra lo fece trasalire e nello stesso momento anche Malfoy riaprì gli occhi, fissandoli su di lui.
Poi si alzò, lentamente, rassettandosi la camicia ora leggermente spiegazzata, i capelli in disordine, e lo fissò con il solito sguardo sprezzante.
-Stammi bene a sentire, Potter, questa situazione non mi piace... non mi piace per niente. Non ti azzardare ad invadere i miei spazi né a toccare la mia roba sono stato chiaro? E stai nella tua parte di stanza- disse, indicando un angolino in cui era stato gettato il suo baule e spostato il suo letto.
Harry sbuffò, cercando di trattenersi ma ben presto iniziò a ridere sonoramente.
Oh, si; era davvero buffo un Malfoy ancora scarmigliato che cercava di intimorirlo facendo la voce grossa. Ed era ridicolo il fatto che in una stanza tanto grande quell'idiota pensasse di relegarlo in un angolino, neanche fosse un cane randagio raccattato sul ciglio della strada.
-Cosa diavolo hai da ridere?- disse stizzito il biondino.
Harry si decise a calmarsi per poter finalmente dire la sua.
-Senti, Malfoy, mi sembra ovvio che tu non piaccia a me almeno tanto quanto io non piaccio a te ma ormai è inutile lamentarsi. Dato che ci troviamo in questa situazione vediamo almeno di ridurre al minimo i danni. Ti propongo una tregua...-
-Stai scherzando Potter? E secondo te dovrei lasciar perdere il mio passatempo preferito?-
Harry lo guardò sorpreso per poi riprendere subito in mano il discorso.
-Oh, ma hai capito male. Io non ho la minima intenzione di essere civile, non con te almeno. Ti stavo solo proponendo di evitare scontri inutili, almeno in camera quando siamo da soli.
Non ce la faccio a sopportarti anche la sera e vorrei evitare di dormire con la bacchetta sotto il cuscino- disse divertito ma con una serietà nella voce che fece riflettere il biondo Serpeverde sulla possibilità di accettare la proposta.
In fondo non ci perdeva niente ad accettare anzi, tutto di guadagnato; sarebbe stato troppo stressante inventare nuovi insulti ed avere sempre la risposta pronta e lui aveva bisogno di riposare la notte...
-Va bene Potter, ma fuori da quella porta non ti darò pace- rispose indolente mentre si riaccomodava sul letto.
-Bene- disse Harry avvicinandosi al suo di letto ed iniziando a spogliarsi -Ma non pensare che rispetterò la tua assurda divisione della stanza-

Draco si sollevò di scatto, proprio mentre il moretto finiva di togliersi gli ultimi indumenti restando, come appena un ora prima, solamente in boxer.
-Buonanotte Malfoy- disse Harry con un ghigno soddisfatto, infilandosi sotto le coperte ed accentuando ancora di più l'espressione compiaciuta quando dalle sue spalle sentì chiaramente provenire uno sbuffo infastidito e il frusciare delle coperte che annunciava la resa... per quella sera.

 

 

 

"Mani, mani sudate, avide, violente...
mani su di lui che lo bloccavano, lo stringevano, gli lasciavano segni sulla pelle.
Quei segni che sarebbero scomparsi in pochi giorni ma il cui ricordo sarebbe rimasto marchiato a fuoco nella sua mente.
E grida, urla di dolore, di disperazione, soffocate da carne poggiata sulle sue labbra.
E gemiti ed affanni... e lacrime trattenute.
E una sofferenza senza fine come se il mondo gli stesse crollando addosso,
come se non dovesse più esserci un domani..."

 

 



Harry si svegliò improvvisamente, la bocca spalancata in un muto grido di dolore, le guance bagnate dalle lacrime che erano state fin troppo trattenute, il cuore che martellava violento nel petto.

Non sapeva quanto tempo aveva passato così, seduto nel suo letto con gli occhi spalancati e le mani tremanti; non sapeva dire quando aveva portato le mani agli occhi per tentare di arginare quelle lacrime che imperterrite continuavano a cadere, quando si era rannicchiato su se stesso, le braccia a raccogliere le ginocchia e la testa nascosta tra esse... sapeva solo che ad un certo punto un contatto freddo e delicato lo aveva ridestato e si era ritrovato a specchiarsi in due occhietti gialli e preoccupati.
Allungò una mano per carezzare la piccola testa di Prince, che evidentemente lo aveva visto piangere ed era sgattaiolato via dalla sua teca
“Sto bene, scusa se ti ho fatto preoccupare” disse il ragazzo in serpentese, a voce bassa per non svegliare il suo compagno di stanza.
“Davvero? Stavi piangendo prima...”
“Si... ma è passato, davvero. Ora sto bene.” rispose Harry, grato a quel dolce rettile, che in così poco tempo era diventato quasi un appiglio per lui.
“Va bene. Posso dormire con te?” chiese il serpente, acciambellandosi accanto alla sua gamba.
“Certo che puoi” disse passando un'ultima carezza sulla sua pelle squamosa.
Improvvisamente, però, si ricordò di una cosa e, affacciandosi al lato del suo letto, tirò su la sua borsa. Frugando al suo interno trovò quasi subito ciò che cercava.
Dopo tutto quello che era successo quel giorno aveva proprio dimenticato il pacchetto che aveva ricevuto in mattinata.
Lo aprì ansioso di sapere cosa contenesse e rimase sorpreso nel trovare un quadernino dalla copertina rigida con su incise le iniziali

L.E.

Prima di aprirlo si accorse anche di una lettera che era scivolata al suo fianco.

 

 

“Caro Harry,
Come vanno le cose lì ad Hogwarts? Qui già sentiamo la tua mancanza, soprattutto il piccolo Teddy.
Sai, Harry, ha pianto tutto il giorno, ieri, e solo verso sera si è calmato un po'. Ormai sei come un padre per lui, e credo che anche tu gli voglia bene come un figlio, lo vedo quanto lo coccoli, cosa credi?

Riportando il discorso sul contenuto del pacco, sappi che i lavori stanno procedendo bene, credo che per la fine della scuola potrai tornare ad abitare qui a Godric's Hollow. Giù in cantina abbiamo trovato una piccola zona ancora intatta, c'era un baule che ho messo da parte, penso sia giusto che sia tu ad aprirlo. Ho trovato inoltre questo quadernino. Non l'ho letto, ma credo sia il diario di tua madre. Te lo invio, sono sicura che lei avrebbe voluto che tu lo leggessi.

Io e Teddy ti mandiamo tanti saluti, non vediamo l'ora di rivederti per Natale.

Mi raccomando, fai attenzione e non cercare guai.

Con affetto
Andromeda.

 

Sua madre... il diario di sua madre.
Lily Evans.
Con mani tremanti Harry riprese il quadernino ed aprì la prima pagina. Una scrittura elegante e raffinata spiccava sulla carta ormai ingiallita

 


Al mio Harry...
…con la speranza che l'amore possa guidarti sempre.

30 Ottobre 1981

 

Il giorno prima. Sua madre gli aveva scritto quella dedica il giorno prima che Voldemort... che loro...
Istintivamente portò una mano alle labbra per trattenere un singhiozzo che minacciava di uscire.
Sua madre... lei sapeva che stava per succedere qualcosa. Lo sapeva ma non era scappata, aveva affrontato il destino a testa alta. Lei sapeva e gli aveva lasciato i suoi ricordi, gli aveva lasciato una parte di se stessa.
Con il cuore in gola Harry sfogliò un'altra pagina, ritrovandosi a fissare la data: 13 Agosto 1971

Risaliva agli undici anni di sua madre...

 

 

 

 

 

***

Allora, gente. Capito qualcosa? (spero di no, altrimenti addio sorpresa)
Per quanto riguarda il rating ho preso la mia decisione, questa storia verrà alzata di livello e messa sul piedistallo rosso (Yuhuuuuuu)
Però io non sopporto le ingiustizie (e non mi piace quando gli autori alzano il rating escludendo così molti lettori) quindi continuerò su questa storia finché non avrò scene Rosse. Quando si presenterà tale evento riposterò l'intera storia su un altro indirizzo, con le scene censurate.

(Lo so che non ci avete capito un piffero... capirete meglio al momento, vi basti sapere che nessuno verrà escluso, la storia sarà ancora leggibile a tutti)


Un bacione a tutti e non abbandonatemi... ho bisogno di voiiii

 

 

 

 

 

 


 

Angolo delle recensioni:



holly715 : Allora... spero che dopo la spiegazione tu abbia capito qual'era il senso della fine del precedente capitolo. Semplicemente un ricordo manomesso, qualcosa che Harry non vuole far sapere in giro.
Ora, tornando al capitolo di appena letto... che ne pensi? Piaciuto il finale?
Ci sentiamo al prossimo capitolo. Ciaooooo

 

 

Kayley :Nott può anche essersi fregato da solo ma ha adempiuto al suo scopo (non si è capito, vero, che lo uso come una marionetta? Muhahahaha)
Comunque ecco a te il capitolo 9 dove alcune cose vengono accennate ma sta a voi lettori cercare di capirci qualcosa. (Io da scrittrice onnisciente so già tutto u.u)
Beh, ti saluto ora.... al prossimo capitolo =D

 

 

iscizu : Grazie, grazie (adoro i complimenti hehe (viva la modestia))
Comunque non preoccuparti, risolverò il problema del rating senza nuocere a nessuno (anche perchè non sopporterei di perdere i miei adorati lettori)
Detto ciò, filo a rispondere alle altre recensioni.
Al prossimo capitolo ;D

 

 

narutina90 : Ti ho già detto che ti adoro, vero? Beh, te lo ripeto, TI ADOROOOOOO... Le tue recensioni mi spronano a dare il meglio, davvero. (Credo che prima o poi farò una tua citazione all'interno di un capitolo... XD)
Comunque si, sfruttare i vantaggi per i propri scopi è proprio una caratteristica Serpeverde ma che vuoi farci, secondo te Dracuzzo poteva starsene zitto zitto, in un angolino, senza dire la sua?
Ohhhh, la tua cara Ninfa è una tipa simpatica eh... Spero le piaceranno le scene che ho in cantiere, voglio una sua opinione in proposito, quando sarà il momento.
Per quanto riguarda la sorpresa ti dico solo un'altra cosa: non si tratta di una partita vera e propria (diciamo che lo scoprirai presto; se non il prossimo capitolo, quello dopo.)
Ok, ho detto tutto? (*ricontrolla*) SI. Ci sentiamo al prossimo chappy. Ciaoooooooooooooo

 

 

silfo : Avevi perso la storia??? Io mi stupisco che tu l'abbia ritrovata. Sono mesi che cerco una vecchia storia e ti giuro, non riesco a trovarla più... mi sto disperando ç_ç
Prince d'ora in avanti sarà presente più spesso. Forse non per discorsi molto vasti ma sicuramente ci sarà... è un tenerooooooone.
Comunque (hem, hem) ti ringrazio per la recensione e spero di continuare a sentirti.
Al prossimo capitolo =)

 

 

Yukkiko : Purtroppo non mi è venuta proprio di fare un Harry arrabbiato, in fondo per come ho intenzione di proseguire non credo che la rabbia sia l'elemento predominante.
Felice che la storia ti piaccia, spero che continuerai a seguirmi.
Al prossimo capitolo. Ciaooooooooo.

 

 

Melleth : Rinfodera l'arma, per carità...hai visto, ti ho accontentata in tempi accettabili. (pura fortuna, avevo già il capitolo mezzo scritto e le idee chiare in testa)
Purtroppo per il prossimo chappy non ti assicuro una tale velocità ma mi impegnerò a fare il prima possibile.
Allora, che ne pensi di questo capitolo? Piaciuto il finale inaspettato?
Ci sentimo presto. =D

 

 

ElAndEm : Uff, e ora come faccio a spiegarti la situazione... forse è meglio che la storia faccia il suo corso, ti dirò solo che c'è qualcosa sotto (e penso si sia capito ora, no?)
Il ricordo è stato abilmente manomesso dal nostro ingegnoso Harry che pur di non farlo vedere agli altri ha bloccato l'effetto della pozione (Mitico Harry!!!)
Draco invece sta a metà strada verso la verità (quando finalmente aprirà gli occhi avrà un infarto sicuro)
Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Alla prossima XD

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