Cartoline da Storybrooke

di lulubellula
(/viewuser.php?uid=192261)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prigionieri (Sidney/Frederick) ***
Capitolo 2: *** Snow/Grace: I miss my mother ***
Capitolo 3: *** Aurora/Belle: Quel vecchio fuso incantato ***
Capitolo 4: *** Regina/ Pinocchio : Pretty little liars ***



Capitolo 1
*** Prigionieri (Sidney/Frederick) ***


Cartoline da Storybrooke

  1. Frederick/Sydney

    Prigionieri

      

    "Sono prigioniero per amore, intrappolato in uno specchio, un desiderio mal espresso e una lastra di vetro incastonata d' oro mi separano da lei, dalla mia Regina. E posso amarla, posso odiarla, posso disperarmi, ma non riesco a smettere di pensare a lei, a quanto sia bella, non posso e non voglio togliermela dagli occhi".

 

"Sono un prigioniero, sono intrappolato sotto uno spesso strato d' oro, sono più brillante di un trofeo. Mi piacerebbe potermi muovere, ma non posso, non riesco a fuggire. Vorrei tornare da lei, dal mio amore, dalla mia adorata Abigail, vorrei abbracciarla, baciarla, inginocchiarmi dinnanzi a lei e chiederle di sposarmi. Però non posso, perché sono qui, solo, nel bosco, prigioniero di una corazza d' oro, nascosto dal metallo più prezioso di tutti.

Dicono che non sia tutto oro quello che luccica e che, non tutto si possa comprare con il denaro e le pietre preziose: ad esempio l' amore, l' amore vero non ha prezzo, non si può ottenere nemmeno con tutto l' oro del mondo.

Tuttavia spero che lei possa riuscire a salvarmi e a liberarmi da questo sortilegio accidentale e rischiare tutto per riuscire a trovare la sua pentola piena d' oro alla fine dell' arcobaleno e per abbracciare il nostro lieto fine".

 

E' una mattina coma tante altre a Storybrooke, Sydney e Frederick stanno percorrendo il marciapiede seguendo direzioni opposte, avvicinandosi e allontanandosi, arrivando quasi a sfiorarsi, con noncuranza, ignari o dimentichi del fatto di aver vissuto in passato un destino, per certi versi, non del tutto diverso.

L' amore li ha distrutti, l' amore li ha salvati, ma loro non lo sanno, non ne hanno memoria o forse non ricordare nulla é meno doloroso del sapere tutto.

 

Note dell' autrice:

  • Questa é una raccolta di drabbles, flashfic, one shot, ispirate a personaggi che ho estratto a sorte, personaggi anche molto diversi tra loro, ma che potrebbero rivelarsi più simile di quanto non sembri.

  • I contesti e i luoghi potrebbero variare anche di molto, passato, presente nel mondo delle favole, Storybrooke prima e dopo la maledizione di Regina.

  • Nella speranza di leggere pareri e suggerimenti, ringrazio sin da ora chi leggerà

  • lulubellula

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Snow/Grace: I miss my mother ***


Cartoline da Storybrooke

Snow/Grace (Mary Margareth/Paige)

I miss my mother

Festa della mamma

   


Cammino per le vie del mio villaggio con mio padre, cercando di rimanere vicina a lui per non perdermi, per far sì che anche l' unico legame familiare che mi resta, non venga reciso.

“Andiamo, Grace, cerca di affrettare il passo, bambina mia, lo sai che il Signor Swanson, al mercato, non aspetta altro che una buona scusa per smettere di comprare i funghi che noi due raccogliamo con fatica nel bosco” mi dice papà, esortandomi a camminare più velocemente, mostrando la sua preoccupazione per le nostre già magre finanze.

Affretto il passo e ben presto giungiamo al mercato, un luogo che personalmente adoro, pieno di profumi, di colori, del vociare della gente, pieno di cibi ed oggetti che io posso solo ammirare da lontano.

Osservo mio padre che, come al solito, contratta con Swanson, cercando di spuntare un prezzo più umano di quello di sempre, ma l' uomo non cede e papà mi si avvicina, stanco e sfiduciato.

“Credo che dovrai aspettare ancora un po', Grace, prima di comprare il pupazzo che desideri tanto. Queste monete di rame ci bastano a malapena per mezzo sacco di farina integrale e per qualche verdura da due soldi, con cui insaporire la nostra minestra serale” mi dice mio padre, mantenendo lo sguardo a terra, amareggiato, vergognandosi della povertà e della miseria, che riusciva ad offrire alla sua unica figlia.

“Non importa, papà, tanto ho già Cécile, la mia bambolina di paglia, le darò una sistemata, le cucirò qualche vestitino nuovo con dei ritagli di stoffa e diventerà una vera principessa!” risponde Grace.

“Comprate i fiori per le vostre mamme! Una scatola di cioccolatini per la festa della mamma! Profumi … collane … ninnoli a poco prezzo per tutte le giovani madri del villaggio!”.

Osservo papà che si rattrista al pensiero della mamma e allunga il passo, cercando di andarsene via il più in fretta possibile, evitando il miosguardo.

Lo seguo sino alla nostra casetta e lo aiuto a sbrigare le faccende di casa, a raccogliere la legna, a cuocere la zuppa con il pane raffermo.

Dopo cena, vado a coricarmi nel mio letto e, con le lacrime agli occhi, sottovoce, dico: “Auguri, mamma. Buona festa della mamma”.

 

 

 

“Alzatevi, principessina, alzatevi orsù, é il giorno del regal matrimonio di vostro padre con madamigella Regina!”.

Le mie ancelle mi destano e mi preparano un bagno caldo e le vesti da cerimonia.

Sarò la damigella d' onore di Regina, la mia nuova madre, matrigna mi sembra un termine inadatto per lei, sempre così gentile e piena di attenzioni nei miei confronti.

Ricordo molto poco di mia madre, ero davvero molto piccola quando lei é morta, gettando mio padre e l' intero reame nella disperazione più nera.

Mi manca, ogni giorno, ogni notte, mi mancano quei momenti felici che non abbiamo mai potuto avere, le coccole, le carezze, la sua presenza nella mia vita di tutti i giorni.

Mi mancano i suoi auguri il giorno del mio compleanno, i fiori che non le ho mai potuto regalare per la festa della mamma e che ornano il suo mausoleo.

Mi manca avere al mio fianco una donna che possa assomigliare ad una mamma e spero tanto che Regina possa esserlo per me, che possa voler essere anche un po' la mia mamma e non solo la seconda moglie di papà e la regina del nostro amatissimo reame.

 

 

 

“Ritagliate i fiori di carta e poi incollateli sul cartoncino per formare un bouquet colorato per la festa della mamma. Mi raccomando, cercate di finire il lavoro prima che suoni la campanella, così potrete consegnare immediatamente il regalo alle vostre mamme” dice Mary Margareth, esortando i suoi allievi.

“Va bene così, maestra?” Paige alza la mano e la chiama.

“Fammi un po' vedere - osserva il lavoro – brava, hai composto davvero un bellissimo bouquet. La tua mamma ne sarà felicissima”.

“Credi davvero?” le chiede Paige con gli occhi sognanti.

“Sì, certo, le mamme adorano i regali che i loro figli realizzano per loro, perché sono colmi di amore e di affetto. Lei lo apprezzerà moltissimo”.

 

NdA:

Rieccomi con la seconda shot della raccolta, che poi sarebbe un mini raccolta di momenti diversi, dedicati a Snow e a Grace, legati dalla mancanza di una figura materna e dalle ripercussioni di ciò sulla loro vita.

Ringrazio di cuore jarmione e anna27 che hanno recensito il primo capitolo, chi ha letto e chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate.

Fatemi sapere la vostra opinione

A presto

lulubellula

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Aurora/Belle: Quel vecchio fuso incantato ***


Cartoline da Storybrooke

Aurora/Belle: Quel vecchio fuso incantato (con la partecipazione non molto amichevole di Rumpelstilskin e Malefica)

  

“Al compimento del suo sedicesimo anno d' età, ella si pungerà con una fuso incantato e poi morirà”.

Le parole di Malefica riecheggiano nella sala delle cerimonie, facendo inorridire e spaventare a morte il Re e la Regina che avevano appena messo al mondo una bambina tanto bella e desiderata, la Principessa Aurora.

Tutta la corte, insieme a loro, rimase sbigottita di fronte al regalo malvagio della strega; tutti si voltarono verso l' unica tra la fate madrine che ancora non aveva reso omaggio alla piccola, aspettandosi da lei una sorta di miracolo posticcio.

“Mi dispiace, Vostra Maestà, ma non é in mio potere quanto mi chiedete, io non posso impedire quanto Malefica ha predetto, posso solamente far sì che, a tempo debito, lei e tutta la corte cadano in un sonno incantato, un sonno lungo cento anni, che sarà spezzato solo dal bacio del vero amore”.

All' udire ciò, i genitori di Aurora si tranquillizzarono un pochino ed ordinarono che ogni fuso del regno venisse bruciato nella speranza di riuscire ad impedire il compirsi della triste profezia.

Ma così non fu, il sonno incantato colpì la bella e l' intero reame, che per più di cento anni dormì con lei, in attesa di Filippo e del bacio del vero amore, la magica più potente che esista al mondo”.

 

 

“Fila, fila, mio bel fuso, trasforma questa vile lana in oro zecchino!”.

Belle, da lontano, osserva la scena con gli occhi sgranati, non riesce a credere a ciò che vede, Rumpelstilskin sta trasformando in oro un mucchio di lana di poco valore.

“Fila, fila, mio bel fuso, fila e mostrami lo spione intruso!”.

Belle sente una forza magica, come delle braccia invisibili che la cingono e la conducono da lui, non può fuggire, né opporvisi, é del tutto inutile lottare contro questa forza misteriosa che la sfinisce e la ferisce,é molto più semplice abbandonarvisi e lasciarsi trasportare verso di lui.

O meglio, sarebbe molto più semplice se lei non avesse una viscerale paura di farsi scoprire da lui, ma, a quanto pare, é già troppo tardi per questo.

Rumpelstilskin si alza e le dice: “Ebbene mia piccola ed insolente sguattera, a quanto pare non hai saputo tenere a freno la tua sciocca curiosità di fanciulla civettuola quale sei. Ma non lo sai che cosa succede alle spie? Hai mai sentito quel detto: ' La curiosità uccise il gatto?'. Sai, personalmente, adoro questo proverbio, potrei quasi farlo scrivere sul portone del castello, come monito, per precauzione, che ne dici?” chiede lui, assumendo quel solito ghigno beffardo e strafottente che ha sempre quando si sente particolarmente realizzato.

Belle esita e poi risponde: “Dico che ...”.

Rumpelstilskin la zittisce immediatamente: “Shh, stai zitta! La mia era solo una domanda retorica! Ora, visto che mi serve una sguattera, sarò magnanimo e non ti ucciderò, ti lascerò in vita. Tuttavia, una settimana nelle segrete del castello non te la leva nessuno!”.

Belle viene circondata nuovamente da quelle braccia invisibili che la trasportano verso le segrete del castello con la forza.

“La tua sete di denaro e di potere sarà la tua rovina!” gli urla contro Belle, mentre viene trascinata via.

“Il tuo volermi cambiare ad ogni costo, sarà la tua!” le dice lui, prima di rimettersi a filare.

 

 

 

“Driin, driin!”.

Il campanello del negozio di Mr Gold suona per qualche secondo, prima che la porta si apra.

Entra una donna bionda e vestita di nero, con i capelli ben acconciati e le vesti sontuose.

“Bentornata, mia cara, il tempo non passa mai per voi, é trascorso oltre un secolo dall' ultima volta che mi avete fatto visita, eppure siete rimasta la stessa, Milady Malefica”.

“Bando alle ciance, Rumpelstilskin, non mi piego alle vostre lusinghe. Sapete sin troppo bene il motivo per cui sono giunta fin qui”.

L' uomo annuisce e va nel retrobottega, poi torna trasportando un pesante arcolaio in legno.

Malefica lo osseva con ammirazione, poi si volta verso Rumpelstilskin: “Augurati che questa volta funzioni a dovere, non posso permettere che quell' insignificante principessina si salvi di nuovo per colpa di una qualche insulsa fata di serie B. Stavolta tutto dovrà funzionare al meglio o me la prenderò con te, mio caro Mr Gold” afferma con disprezzo.

“Ma certamente, Malefica. Tuttavia, tutto ha un prezzo, mia cara, anche questo fuso” insinua lui, sfregandosi le mani per il lauto affare.

“Ringrazia la tua buona stella che non ti abbia ucciso molto tempo fa, Zoppichino. Consideralo una merce di scambio, la tua vita per la mia vendetta” afferma Malefica prima di andarsene, ridendo e sbattendo la porta, dietro di sé, lasciando il povero Rumpelstilskin senza parole, per una volta.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Regina/ Pinocchio : Pretty little liars ***



Cartoline da Storybrooke

Regina/Pinocchio: Pretty little liars

   

 

“Mi amate, mia Regina?” mi chiede il Re, il padre di quella sporca mocciosa traditrice, baciandomi amorevolmente sulla bocca e lasciandomi inspirare la sua nauseabonda acqua di colonia, il profumo della sua presunzione, della sua nobiltà regale, del sangue innocente versato da Daniel.

Trattengo a stento le lacrime e gli rispondo: “Ma certo, marito mio, come potrei non amarvi? Sposare voi é stato il coronamento dei miei sogni più arditi, divenire regina é il sogno di ogni fanciulla che si rispetti” gli rispondo mentendo.

Non sto facendo altro ultimamente, mento a mio marito, a mio padre, a quella sciagurata di mia madre che mi ha messo i bastoni tra le ruote ma che ho già sistemato a dovere, mento persino a me stessa.

Le bugie sono meno dolorose della verità, sto costruendo la mia intera esistenza su un mucchio di menzogne, sto costruendo con le mie stesse mani la mia prigione dorata, stupenda da vedere, un inferno da vivere.

“Vorrei tanto che diventaste come una madre per me, siete così buona, Regina” la mocciosa non fa' altro che ripetermi quelle insulse parole in continuazione, facedomi venire una gran mal di testa e il voltastomaco.

“Mi volete bene, Regina?” mi chiede con quegli occhioni grandi e speranzosi, annacquati da una stomachevole ed esagerata speranza vero il prossimo e buonismo.

“Ma certo, mia cara, come potrei non volervene, vi amo, da morire” le rispondevo sinceramente, soprattutto riguardo alle ultime parole.

 

 

“Mi raccomando, Pinocchio, vai a scuola! Ricorda ciò che ha detto la Fata Turchina: 'Se sarai uono e sincero, un giorno diverrai un bambino vero'. Mi raccomando, Pinocchio, studia e comportati bene. Tieni, porta questa mela alla maestra!”.

“Grazie, padre Geppetto, non mancherò, sarò buono e mi impegnerò moltissimo!”.

Ero partito con le migliori intenzioni del mondo, un abbecedario e una mela in mano, fermamente convinto di dare ascolto al Babbo e al Grillo Parlante, ma si sa, la tentazione fa l' uomo ladro ed io sono solo un bambino, un bambino di legno per giunta, con la zucca un po' vuota ed ingenuo all' inverosimile.

Immaginate quanto le tentazioni che trovai sul mio cammino mi fecero smarrita la strada maestra.

La strada giusta é sempre la più faticosa da percorrere e io non sono mai stato paziente, né particolarmente assennato, ho preferito il Gatto e la Volpe al Grillo, Mangiafuoco al mio Babbo, Lucignolo alla Fata Turchina.

E per fare ciò ho detto molte, troppe bugie, sperando di non essere scoperto e di farla franca.

Le bugie però hanno le gambe corte e il naso lungo e su quest' ultimo punto ne so qualcosa.

 

 

“Ti voglio bene, Henry, non fuggire!” gli corri incontro, sperando di riconquistare il suo amore, la sua fiducia, gli corri incontro, con la speranza che tuo figlio possa a sua volta volertene.

“Non é vero, sei una bugiarda!” ti grida contro e non sa quanto queste parole possano farti male, perché é vero, sei una bugiarda, lo sei diventata per amor di vendetta.

Queste parole però ti fanno male perché, in questo momento, non te le meriti, perché tu vuoi davvero bene a tuo figlio, ma sai che lui non prova lo stesso sentimento per te e, in fondo, un po' é colpa tua, perché questo é il prezzo che devi pagare per gli errori commessi, per le vite distrutte, per le bugie che hai raccontato.

Così ti fermi e lo lasci andare, ti fermi perché sai che il suo odio é la moneta con cui sei stata ripagata, ma, in fondo, speri che lui ti possa perdonare, perché lui é l' unico che ti tenga aggrappata a quel poco di umanità che ti é rimasta.

NdA:
Grazie mille a chi legge e a chi commenta la storia
A presto
lulubellula

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1335804