Sex, drugs and Rock'n'roll

di Hoyden
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm so lucky! ***
Capitolo 2: *** I'll Help You ***
Capitolo 3: *** Cruelty ***
Capitolo 4: *** Sail Away with me... ***
Capitolo 5: *** Bitches ***
Capitolo 6: *** You are My Best Friend ***
Capitolo 7: *** My love... is only for You. ***



Capitolo 1
*** I'm so lucky! ***


-    dunque ragazzi... devo dirvi una cosa importante. Come sapete...-
e la prof di italiano inizia a parlare a manetta... mentre, ovviamente, la maggior parte della classe non la ascolta minimamente. Che palle!!
È sabato mattina e c’è un sole che spacca le pietre... c’è anche un caldo boia in questa classe sminchia sminchia dove in trenta ragazzi siamo stipati come sardine...
Guardo fuori dalla finestra. Il raggi si riflettono sul vetro e quasi non divento cieca. Impreco tra me e me, mentre vedo solo pallini neri sulle palpebre abbassate.
Quanto odio l’estate!!! Non è giusto che negli ultimi giorni di scuola, in cui tutti, e con tutti comprendo anche i prof e i compagni secchioni, sognano il mare e fanno finta di essere completamente votati alla scuola.
Che ipocriti!! Io invece manifesto apertamente le mie idee presentandomi in classe con un lieve abbronzatura rossastra e le lentiggini che si moltiplicano a causa del sole sul mio naso.
Nessuno si è ancora accorto delle mia condizioni, perciò ne approfitto per chiudere gli occhi un attimo, continuando a vedere quei fastidiosi punti neri su sfondo giallo fluorescente che mi fanno venire un’emicrania terrificante e un nervosismo devastante.
In fondo sono nell’ultimo banco nell’angolo, nascosta da un immenso giocatore di pallanuoto con due spalle enormi e la testolina che smebra essere soggiogata dalla montagna di muscoli che la circonda.
Dev’essere difficile camminare senza praticamente vedere dove si va... che triste!!!
-    ... Dopo questo piccolo esame, coloro che sono interessati al lavoro di traduttori e interpreti, possono usufruire delle numerose e, penso per voi, interessanti occasioni che vi si presentano: potrete...-
il resto delle parole sparisce dalla mia mente, inghiottito dalle prorompenti note di American Idiot... seguito da Holiday... e dalla mia, almeno per ora, canzone preferita dei Green Day: Jesus of Suburbia.
Non so affatto le parole, nonostante mi sia applicata per almeno otto anni dalla terza media in cui ho iniziato a conoscerli, per impararle a memoria tutte. Giuro, c’ho provato, e a volte anche con il magro risultato di poter canticchiare qualche ritornello sconnesso...
-    Don’t wanna be an american idiot...- mormoro fra me e me, mentre la mia compagna di banco, che conosco a mala pena e che mi considera una cretina senza cervello con qualche serio problema mentale, mi guarda come al solito, con un’occhiata veloce che esprime pena, disgusto e anche un pò di disprezzo.
Abbiamo gusti diversi in ogni campo, e, ovviamente, anche in fatto di musica. Infatti lei odia i Green, che durano da più di un decennio, a morte.
Finalmente distoglie lo sguardo e continua a seguire il discorso sconnesso della prof.
-... Potrete avere l’occasione di servire finalmente a qualcosa, invece di stare qui a marcire...- e meno male che se ne rende conto almeno lei!!!
-...potrete tardurre dialoghi fra personaggi di discreta importanza nella società odierna...-
E inizia a elencare persone che nessuno di noi ha mai visto o sentito... o vecchi caduti in disgrazia... attori di tutte le età (tranne quelli che realmente interessano alla gioventù...) e infine i cantanti...
-Per chi supererà l’esame con un buon voto, ci sarà la possibilità di entrare in contatto con coloro che interessano a voi, ragazzini ignoranti...- grazie prof!!! -...in fatto di musica... per esempio: Metallica, Planet funk...
Un mio compagno alza la mano: -Si dice ‘Fank’, prof...-
-Sì, sì, va bene, è la stessa cosa... – continua a elencare i nomi di gruppi ormai scomparsi, altri sconosciuti, altri ancora appartenenti all’età giurassica, ma che non volevano arrendersi al fatto di essere superati da secoli, come i Rolling Stones o i Duran Duran... quasi quasi spero di passare con venticinque, il minimo... o di non passare e di avere un debito piuttosto che essere costretta contro voglia a cercare di far capire a dei nonnetti come mi chiamo o cosa ci faccio in America...
La prof, ignara di tutti i commenti che percorrono la classe, continua imperterrita: -... infine ci sono gruppi quasi sconosciuti o recentissimi, che, secondo me, spariranno dopo l’estate...purtroppo però, saranno a disposizione degli alunni che usciranno con trenta o trenta e lode. Anche se personalmente penso sia ingiusto non premiare degnamente gli alunni con maggior talento... i Green Day, i Good Charlotte...-
-Si pronununciano ‘Griin Dei’ e ‘Guud Sciarlott’, prof!!- esclama sempre il mio compagno, tentando di lenire l’ignoranza della prof, mentre i miei pensieri sono ormai privi di controllo... se riuscissi a prendere trenta e lode... potrei vedere i Green dal vivo, e magari abbracciare Trè Cool... o... addirittura... avere un bacio sulla guancia e un riconoscimento pubblico per la mia simpatia e per la mia intraprendenza...
Torniamo alla realtà: non prenderò mai trenta. Il massimo delle mie possibilità è ventinove... o ventotto e mezzo... ma per i Green farò l’impossibile!!
Ma non posso andare in America sola soletta...
Vengo interrotta dal suono della campana di fine lezione. Si torna a casa!! Meno male che sono solo a Genova e in poco tempo, in treno, arrivo subito a Sestri, dove abito.
Ho una casetta carina in centro, che condivido con l’unica amica con la quale siamo rimaste in contatto dopo le medie: Martina. Lei è una fan scatenata dei Green... magari mi da una mano a studiare... e magari andiamo insieme!!
Che bello!! La chiamo subito...
-Pronto?
-Sono Giuggi!! Torna a casa presto stasera... devo dirti una cosetta di una certa importanza...
E, lasciandola sulle spine, senza dirle nulla di preciso, chiudo la comunicazione.
Chissà che faccia farà, stasera... JJJ!!! 

Niente. Nessuna faccia in particolare. È quasi svenuta. È molto pallida e respira a fatica. Poverina, che colpo si è presa!! Però è una buona notizia, perchè la prof. ha precisato che possiamo portare massimo un’amica e/o amico, compreso il fidanzato. Ma, se annche ne avessi uno, chi me lo farebbe fare di portarmelo dietro e rischiare di fraintendere tutto con Tre???
-Non... stai... tu non mi stai facendo uno scherzo, vero?!?- mi chiede, con tono eloquente.
Mi ritengo offesa e mi immusonisco un attimo.
-Ti ho mai mentito?!?- rispondo, guardandola di sbieco.
-Beh, ci sarebbe quella volta in cui...-
-Ok. No non sto mentendo. Te lo giuro. Vorrei che venissi con me, se riuscissi a prendere quel dannato 30. magari riusciamo a raggiungerli ovunque loro siano!!! Pensa...- e mi lancio in una spassionata descrizione del mondo che avremmo potuto affrontare una volta in America.
-Mi hai convinta. E va bene. Ti darò una mano a studiare, ok?! Così sarò sicura del tuo successo. Va bene?!- chiede infine, rassegnata ma impaziente di poter abbracciare Billie Joe e di fregarlo ad Adrienne.
Ho paura che finiremo nei guai. O, perlomeno, verremo arrestate... è quasi sicuro, ma ce la caveremo, spero.
-L’esame c’è... oh oh... shit… tra pochissimi giorni!!! Che sfiga!! – mi ricordo all’improvviso che ho a mia disposizione poco tempo per prepararmi alla perfezione. Perciò Martina impugna i libri di inglese e francese e li apre di scatto, sedendosi velocemente al tavolo.
Iniziamo a studiare tutto lo studiabile e non ci fermiamo finchè non sono le undici di notte.
-é già qualcosa. Se facciamo così per un pò, possiamo farcela.- annuncia, trionfante.
-Certo, certo. Tanto non sei tu quella che deve stuidiare alla follia, no?!- ribatto, stanca morta.
-Non fare tanto la difficile. Sappi che dobbiamo riuscire ad avere quei due posti in aereo, e io farò tutto ciò che è in mio potere per riuscirci!! –
inutile. Ormai è out. Completamente pazza. Ah, quanti problemi.

Insomma, i giorni passano velocissimi, e tutti decorati dagli stessi temi: studio, studio e ancora studio. Mi pento di aver parlato!!
Finalmente arriva il gran giorno. Per fortuna potrò sapere i risultati quasi subito, dopo aver dato l’esame, in modo da non dovermi crogiolare nell’ansia della bocciatura.
-Molinari- mi chiamano in aula. Per fortuna è solo orale. Non avrei resistito alla tensione di due giorni d’esame.
Entro titubante, ma come folgorata da un’idea cretina, chiedo al prof. sconosciuto che mi accompagna:
-Scusi ma... lei... come si chiama di nome?!?-
-Patrick, perchè?-
appena mi risponde, rischio seriamente di essere troncata da un infarto. Questo nome... mi ricorda qualcosa...
Non ho tempo di pensarci, perchè inizia il dialogo.
Dalle cose più elementari a quelle più complesse. Ogni domanda è un punto conquistato. Attacco e difesa, attacco e difesa... proprio come nella pallavolo. Dai Giulia. Le tue compagne contano su di te per questa battuta....
Finalmente l’interrogatorio finisce. Sono così tesa che ogni movimento coinvolge tutto il corpo. I nervi non rispondono molto bene... infine il presidente della Commissione dice:
-Very good. You’re accept.-
Punto! Match vinto dal Sestri!! Mi hanno promossa con lode!!!
Esco ringraziando con un sorriso raggiante e poche parole cortesi. Appena fuori dall’aula stringo a me il diploma e i due biglietti aerei più il contratto. Tre... sto arrivando.
Ho potuto scegliere da chi andare, e mi è andata bene, visto che eravamo in molte in competizione per i Green. Ma le altre hanno preso massimo 29. tiè!!! Nessuno mi può prendere il MIO Tre!!!
Sono felicissima e orgogliosa di me stessa. È un risultato importantissimo!!
Esco dall’edificio e trovo Martina che mi aspetta. Mi guarda per cercare di capire le mie emozioni, ma il mio viso è una maschera di marmo.
-Allora?!?- chiede titubante.
Ho nascosto bene i biglietti nello zaino, per recitare la mia commedia:
-Oh.. non molto bene, purtroppo....-
-Hai preso trenta, veeero?!?-
-No, mi dispiace. –
abbassa il capo e io frugo nella cartella senza guardarla in faccia.
Improvisamente le getto le braccia al collo, coi biglietti in mano, e grido:
-INFATTI HO PRESO TRENTA E LODE!!!-  e le sventolo i documenti sotto il naso.
Il suo viso è trasfigurato da una gioia folle:
-Partiamo domani!!!- esclama tutto a un tratto, saltellando.

Ovviamente, però, bisogna prenotare l’albergo. Lo scegliamo nella periferia di Los Angeles, dove sappiamo hanno la casa loro. Costa una fortuna, ma paga la scuola!!!
Prepariamo le valigie in fretta e iniziamo a fantasticare:
-Chissà cosa mi dirà Billie...-
-You are beautiful...- canticchio stonando appositamente per imitare James Blunt.
Martina non gradisce, e, ridacchiando, mi tira un cuscino in faccia, mentre guardiamo il soffitto sedute sui nostri letti. Io rispondo al bombardamento, così cominciamo una piccola battaglia di cuscini, distruggendo, in senso figurato, la camera.
Almeno finchè un’arma non si va a schiantare sull’a – bat jour sul mio comodino. Questa cade, fracassandosi a terra.
-Ops... abbiamo un problema...- mormoro, mentre la mia amica si alza e valuta i danni provocati.
All’improvviso, però, si siede sul mio letto, mi guarda ed esclama:
-E a noi che ce ne frega?!? Tanto andiamo in America!!!!!-
scoppiamo a ridere come pazze, poi, tra altre chiacchiere, ci addormentiamo sognando Los Angeles.

La domenica mattina è ancora più afosa del sabato. Da schiattare. Noi però non ci badiamo, perchè l’unica cosa che regna nelle nostre teste è la faccia che Adrienne farà nel vedere il suo amato maritino tra le braccia di un’altra.
Arrivate all’aeroporto ci mettiamo un pò a fare il check-in e tutto, ma alla fine ci imbarchiamo quasi saltellando davanti alle hostess che ci guardano male.
Sto vicino al finestrino, perchè voglio essere la prima a vedere il continente che ci ospiterà per ben un mese!!!
Gli steward illustrano il corretto comportamento di bordo, ma noi non badiamo loro. Siamo troppo prese, mi dispiace per loro.
Ci siamo alzate alle 4 del mattino per prendere questo aereo delle dieci... e ora, stanche morte, sempre sognando i nostri idoli, ci addormentiamo. (non fanno altro praticamente...)
Una hostess ci sveglia quando ormai siamo atterrati.
Ci catapultiamo fuori dal velivolo, ma, prima di abbandonarlo del tutto, chiedo ad uno steward:
-Excuse me... could you tell me your name?
-Sure. I’m Patrick.
Non è possibile!!! Di nuovo!!
Raggiungo la mia amica dopo aver cortesemente ringraziato e salutato.
Ritiriamo i bagagli e usciamo dallo stabile. Ci troviamo in piena città. È gigantesca, piena di grattacieli e di auto.
Chiamiamo un taxi. Prima cosa che gli chiedo:
-What’s your name?
-My name is Patrick O’…
-Ok, ok, thanks. Can you …- gli chiedo di portarci prima alla nuova casa, poi di aspettarci fuori e di accompagnarci dai Green day.
Arrivate davanti alla casa di Billie Joe rimaniamo a bocca aperta: è immensa e bellissima!! Attirati dal rumore delle ruote sulla ghiaia del vialetto, esce di casa Mike, che ci viene incontro, sorridendo.
-Hi! Wanna come in?- chiede gentile, dopo che il tassista ci ha lasciate nel vasto cortile.
-But... where’re Billie and Tre? -  Chiedo, ansiosa di vedermi comparire di fronte il batterista.
-Sorry, but... – sbuffa leggermente, poi riprende a parlare, ma stavolta...in italiano!! – và meglio così? Mi capite, vero?-
io e Martina annuiamo stupite.
-Bene. Billie è andato a fare una passeggiata con Chiara, mentre Tre....-
-No, no, stoppa!!- esclamo, ancora più allibita. Chiara?!?! E Adrienne Nesser?!?!  Glielo chiede Martina, più abbattuta dalla notizia di quanto non lo sia io:
-Ma... e Adrienne? La moglie? Chiara è la terza figlia? –
Mike sorride della nostra ignoranza:
-No. È la sua nuova girlfriend. –
-Già...il vecchio Bil ha bisogno di carne fresca!!!- esclama una voce alle nostre spalle. Ma la riconosco. È Tre. Senza dubbio. Me lo vedo davanti con un sorriso malizioso e al suo fianco...
-TU?!?!?!?- esclamiamo stupite io e la mia amica.
Silvia ci guarda innocente, ma basita anch’ella. Di certo non si aspettava noi due, compagne di medie e superiori. Eravamo amiche, e credo lo siamo ancora, anche se lei ha rinuciato a noi per andare a vivere con Chiara. Giusto, Chiara!!! Ecco chi è!! Lo stesso pensiero colpisce anche Martina, che si rabbuia.
-Vi conoscete? Poverine, per quanto avete dovuto sopportare questo mostro?- chiede Tre, con un sorriso ironico e con un’aria falsamente dispiaciuta. Nonostante la situazione, non posso fare a meno di esibire un sorrisino timido e tirato. La nostra amica gli tira un pugno allo stomaco, ma lui para... e allora succede l’inimmaginabile!!! La prende per i fianchi, la solleva da terra e... la bacia.
Io ci sto male. Malissimo. E mi viene da vomitare... Martina non è in condizioni migliori, poverina. Sperava di poter abbracciare Billie, e invece...
Ma anche la mia situazione non è migliore. Lo accetterei persino, se non avessi, in fondo al cuore, la sicurezza che Silvia non lo ama veramente...
-Bene...- ricomincia Mike, cercando di rompere il ghiaccio, - ... perchè, per il mese che resterete qui, non alloggiate nella nostra casa? Ormai non è più solo di Billie, perchè Tre ha venduto la sua per...- nessuno lo ascolta più. Almeno, non io.
Come un’eco lontano, sento la mia compagna di viaggio che sussurra: -No, grazie. Non siamo qui per restare così a lungo. Probabilmente torneremo a casa massimo in questa settimana, non appena Giulia – mi indica tristemente. Vorrei non essere io la causa della sua permanenza forzata...- avrà finito le sue traduzioni. Vero, Giu?- mi chiede poi.
-Sì, sì, certo...- mormoro, in risposta. Il bassista mi guarda preoccupato. Gli rivolgo un altro sorriso privo d’allegria, e mi volto verso Tre. Un suo braccio circonda la vita di Silvia... no, non posso accettarlo. Non resisto più.
Sento gli occhi che mi si inumidiscono velocemente, finchè sono troppo gonfi per evitare lacrime.
Allora piango. Davanti a tutti, silenziosamente. Davanti a Tre Cool, che mi fissa sbigottito. Davanti a Martina, che cerca a stento di trattenersi dall’imitarmi. Davanti a Mike, che sembra quello più in ansia. Mi fa un pò pena, solo in mezzo ai suoi amici... e anche davanti a Elisa, che capisce il motivo e mi sorride in segno di scusa o forse in segno di vittoria: “non lo avrai mai, perchè è mio.”
Per un momento li odio tutti, vorrei sprofondare e svanire dalla faccia della Terra. Dimenticare tutto, tornare a Sestri e ricominciare da capo.
Ma no, come potrei?!? Ora sono qui. Benissimo. Lotterò per ciò che voglio, che desidero ardentemente con ogni parte del mio corpo e della mente. Lotterò per quel dannato batterista e lo convincerò. Sì, ci riuscirò, dovessi aspettare anni o millenni, giuro che ce la farò!!!
All’improvviso mi accorgo del fatto che sono in ginocchio, che sono arrivati anche Chiara e Billie per mano davanti a Martina, del fatto che ho smesso di piangere e... del fatto che ho una mano sconosciuta sulla spalla... mi volto lentamente, fino a incrociare due iridi azzurro intenso e un sorriso privo di ogni ironia.
Per un attimo penso di essermi inconsciamente affezionata a quel povero sfigato di un bassista solo e abbandonato al suo dentista. (destino) in fondo, da giovane era proprio carino...
Poi mi alzo lentamente. Tre non stringe più Silvia, perchè si è chinata vicino a me, e vedo che rabbrividisce all’occhiata che le indirizzo. Martina sta fissando, piena d’odio che straripa, la coppia sopraggiunta da poco, mentre Chiara mi saluta con una cordialità che mi sembra un pò finta. Di cos’ha paura?! Che le porti via quello smidollato di un drogato che ha per fidanzato?!? Poi, d’improvviso, mi rivolgo a Billie:
-Ciao... allora, Mike ci ha proposto di restare qui, per il mese in corso. E noi... accettiamo con piacere!- esclamo, con allegria studiata e un raggiante sorriso, che non si estende però, anche agli occhi.
La mia compagna di viaggio mi guarda costernata, ma io le rivolgo uno sguardo deciso. “Vinceremo” le comunico.

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Capitolo 2
*** I'll Help You ***


Arrivata in sala da pranzo mi accorgo che nessuno ha ancora deciso cosa mangiare nè dove procurarsi del cibo. Bene, ci penserò io. In fondo, mia nonna mi ha impartito molti insegnamenti in campo culinario, e mi diverto!!
Quindi mi faccio guidare da Billie e Chiara, che sembrano incapaci di staccarsi l’uno dall’altra anche per un solo momento, mi chiudo a chiave nella stanza e faccio mente locale delle provviste: poche, ma essenziali.
A un tratto sento la chiave che gira nella toppa. Mi giro di scatto, ma è solo Mike che, con un piede sulla soglia, fa per andarsene.
-Oh... cercavo qualcosa da mangiare!! Mi hai chiuso dentro...- esclama, sorridendo.
-Ah, beh... Certo!!! Senti, dammi una mano. Almeno sai che fare!- non so dove ho trovato un tale coraggio. Ma almeno avrò un pò di compagnia.
-ok, ti aiuto volentieri! In fondo di là ci sono due che si stanno già litigando!! Dura da poco la loro storia e già minaccia di infrangersi...- sospira.
Poi si avvicina a un cassetto, e ne estrae due grembiuli. –Per un cuoco è fondamentale!!-
Lo fisso stupita mentre se lo infila al collo, arrotola le maniche della maglietta e poggia le mani sui fianchi, con un sorriso.
-Fai... fai...- balbetto, trattenendomi per non ridere.
-Paura?!?-
-No...- poi scoppio a ridergli in faccia. Ammetto che non è molto educato, ma bisogna avere uno spettacolo del genere davanti per capire: il grembiule era della Pimpa, e, dalla canottiera, escono le braccia muscolose ricoperte di tatuaggi. È un bel cotrasto...
-Ma dove l’hai presa una cosa del genere?- chiedo, con le lacrime agli occhi, piegata in due.
-Guarda che tocca anche a te...- mi guarda a metà fra il minaccioso e lo scherzoso. Ora fa paura. La minaccia di dover girare con un grembiule con sopra Armando, a braccetto con Mike con quello della Pimpa mi preoccupa. Così, quando ne srotola un altro con sopra Pingu, arretro fino al frigorifero.
-Scherzi, vero?!? – chiedo.
-Ti sembro uno che scherza?- indica il proprio volto, che, da sorridente e irrisorio diventa serio.
-oddio... io una cosa del genere non la infilo... – sono spalle al muro. Fuck!!!
-Scommettiamo?- si avvicina lentamente mentre mi appiattisco sul frigo. Sono anche chiusa dentro con un maniaco di Pingu!!!
Il resto non lo racconto, perchè è stato un susseguirsi di insulti, imprecazioni e lotte. E siamo andati avanti a ridere per una buona mezz’ora.
Non voglio sapere cos’hanno pensato gli altri...
Insomma, alla fine la cena era pronta, pane compreso fatto in casa, in un’ora sola. Ora bisogna solo affrontare l’esame...
Apro la porta per andare in bagno e farmi una doccia, perchè abbiamo finito per infainarci, quando incrocio lo sguardo eloquente di Chiara. Mi sorride, e, anche se è un sorriso malizioso, capisco che non ce l’ha con me. Perciò le faccio una linguaccia con tanto di occhiolino e dito medio. Lei risponde con un:-Fuck you!!- e riprende la lettura del libro che stava cercando di tradurre dall’americano grazie all’aiuto di Billie. Sono così carini insieme... mi dispiace sia per Marty che per Chiara... non so per chi tifare!!
Arrivata in bagno, in fretta, mi spoglio e mi caccio sotto l’acqua gelata. Rabbrividisco, ma mi piace. Mette chiarezza tra i miei pensieri.
Non so come giudicare il primo giorno di permanenza. Da una parte terrificante. Ho litigato, e io odio farlo. Ma dall’altra mi sono divertita a cucinare con Mike, che sta ancora servendo.
Non ho fame e, piuttosto che scendere e vederli fare smorfie strane, me ne sto qui, sotto l’acqua.
A proposito di Mike.... cos’era quel brivido? Quello che ho provato mentre eravamo in camera... è stato strano...
Chiudo l’acqua e frego un asciugamano più grosso: domani glielo lavo io.
Poi vado fino alla camera che condivido con Marty e mi sdraio sul letto, solo con l’asciugamano addosso. Tanto saranno tutti di sotto a discutere, chi vuoi che...
-Sei bravissima!- Trè Cool spalanca la porta e io mi tiro sedere di scatto. Il pezzo di stoffa arriva massimo a metà coscia, e sono anche seduta...
mi alzo in fretta. Sono rossa, lo sento, e, nonostante sia umida, inizio a sudare.
-ah... beh, comunque... non so come abbiamo fatto senza di te. Almeno ora Mike serve a qualcosa!!- ride, e non sembra a disagio. Mi guarda ancora per un lungo istante, poi mi fa un sorriso, si gira e se ne va, chiudendo la porta.
Oddio... che colpo mi ha fatto prendere!! Ora mi rilasso, e mi risdraio. Poi cambio idea, apro l’armadio e metto a posto tutti i vestiti. Infine mi vesto, mi asciugo i capelli alla bell’e meglio e decido di scendere a vedere il risultato del mio lavoro.
Appena arrivo tutti si voltano verso di me. Poi parte un piccolo applauso.
-E così abbiamo una cuoca!! Niente più ristorante costoso!!- esclama Billie, sorridendomi. Anche Chiara mi sorride. L’unica che non mi caga è Silvia. Trè mi circonda le spalle con un braccio:
-Mike non è più solo!!!- ride, mentre io non mi divincolo e non reagisco. Vedo il bassista che arrossisce.
-Festeggiamo?- propone il cantante, tirando fuori dalla credenza un vassoio, dei bicchieri e del rhum. No!! Non può farmi questo!! Io amo il rhum!! Ma non posso ubriacarmi qui, proprio il primo giorno!!
-Per me no... brindate solo al mio successo!!!- esclamo, sforzando un sorriso. Poi mi avvicino a Silvia che mi guarda male. La prendo per un braccio e me la trascino dietro, mentre lei cerca prima di divincolarsi e poi di alzarsi in piedi.
-Allora... senti, non sopporto che tu mi faccia il muso, perciò chiariamoci qui e subito, ok?- inizio io. Lei mi guarda e poi distoglie lo sguardo con espressione strafottente.
Le prendo il viso con una mano e la giro verso di me.
-Ma più di tutto esigo che mi si ascolti.
-bene, io non ho nulla da dirti. Sei tu che ti ostini a discutere di Trè. Ma sai già che non sarà mai tuo, visto che è mio, no?- chiede poi, scoccandomi un’occhiata di sfida.
-Questo è tutto da vedere, ma... almeno qualche anno fa la mettevamo sullo scherzo... ora invece ti arrabbi per un nonnulla...-
-Parla la perfettina. Io ho mollato tutto per stare con lui, sai? In caso non te ne fossi accorta... tu che hai sacrificato, invece? Io tutta la mia vecchia vita-
-Nulla. Ma... hai ragione, non ho speranze. Pazienza, sarà il tempo a decidere... o Trè, a seconda dei casi. Ok? Amiche? Non voglio perderti per lui, anche se è importante.-
-Ok, amiche. Ma non sperare di commuovermi...-
sorride. Ci stringiamo la mano. Per ora è fatta.
-Comunque... ho paura che abbia qualche preferenza per te, ora che hai cucinato, sai?-
-Lo spero proprio. È a lui che l’ho dedicato, il tutto!!! Ma cosa voleva dire con “Mike non è più solo?!?”-
-Indovina?- sorride ancora, maliziosa, poi mi prende per mano e torniamo in sala insieme.
C’è un casino infernale: Tré è già crollato sul divano, in mutande, con la cravatta e una bottiglia in mano. Billie sta uscendo con Chiara in braccio con un lieve rossore sulle guance e tutti e due ridendo come pazzi, rischaindo di schiantarsi contro un muro. Mike è seduto su una sedia versandosi da bere da una bottiglia mezza vuota, insieme a Martina, che inizia a cedere.
Ci rimaniamo. Ah, ho dimenticato che, ogni tanto, si sente Billie che grida un “Fuck’em all” e il bassista che risponde con un “Everyone is so full of shit!!”
Silvia si trascina dietro Trè, augurandomi la buona notte visto che sono le undici.
Io però non so come schiodare Martina, che sembra tutt’uno con la bottiglia, e ora beve a canna...
-Marty, vieni che è tardi...- mormoro, cercando di farla tornare in sè.
Non mi risponde, perchè è ceduta. Però Mike solleva il capo e mi guarda. Solo ora mi accorgo che addosso ha solo i pantaloni e che puzza d’alcool da far paura.
-é... tardi... che fai?- chiedo, sperando che mi capisca.
-Andrò a letto, immagino... a meno che non ti voglia fare un goccetto anche tu... ti farei compagnia volentieri...- baiscica, con la voce impastata dal sonno. Si alza e barcolla fino alle scale. Poi cade in ginocchio.
-Tutto bene?-chiedo, accostandomi.
-Sì, sì, certo. Tranquilla, buonanotte.-
-‘notte- mormoro, con la fronte aggrottata mentre si trascina su per gli scalini. Arrivato al quinto cade di nuovo. Lo raggiungo.
-Ma sei sicuro...?-
-Certo!! Ci vediamo domani.- si aggrappa alla ringhiera e fa due passi malfermi. Poi le sue gambe si piegano di nuovo e di nuovo io sono subito lì.
-Ripensandoci... mi dai una mano? Non mi sento molto...- non finisce la frase che vomita sullo scalino davanti, mentre io faccio un salto indietro per non sporcarmi.
-Scusami...-
-n...niente, tranquillo...- evito la macchia che si estende sulle scale e faccio passare un suo braccio intorno alle mie spalle. Lo porto fino in camera sua e gli passo una canottiera.
-Mentre ti vesti vado a pulire le scale o Billie domani ci ammazza, ok?- chiedo, mentre si stende.
-D’accordo, grazie ancora.-
-Figurati, mi diverto ad assistere i bassisti sbronzi maniaci della Pimpa.-
 detto questo scendo a cercare uno straccio e pulisco il tutto cercando di fermare la nausea.
Quando torno su, sta già dormendo. Mi fa così tenerezza, nonostante sia adulto, vaccinato e tatuato... gli copro il braccio che spunta dalle coperte e gliele rimbocco. Anche se sono più giovane di una decina d’anni, mi sento sua madre... povera donna, morta...
Poi torno giù di sotto per scaracollarmi dietro anche Cina, perchè non posso lasciarla sul tavolo...
La infilo nel letto senza fatica perchè è molto più leggera rispetto a Mike... poi vado a dormire anch’io, ma vestita, perchè appena tocco il cuscino mi addormento di botto.

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Capitolo 3
*** Cruelty ***


Arrivata l’ora di cena, scendiamo di sotto in cucina. Nel pomeriggio Mike ci aveva fatto da guida per la residenza del cantante. È proprio gentile, e credo sia l’unico al quale il nostro arrivo faccia piacere. Almeno avremo un amico.
Arrivate nella sala da pranzo, vediamo il tavolo, che ci aspettavamo imbandito, privo di ogni vivanda.
Ci blocchiamo sulla porta, mentre gli altri ci fissano. Arrossendo entrambe per l’attenzione suscitata, ci sediamo vicino al bassista, che ci ha tenuto appositamente due sedie libere al suo fianco.
-Bene... allora, stasera dove si va a cenare?- chiede Chiara, rivolta soprattutto a Billie, che, vicino a lei, le tiene una mano. È la mano sinistra, dove si scorge un baluginio dorato. Oh merda!!! È una fede!!! Sono sposati!!! Grazie al cavolo che sono sempre insieme!!! Sono novelli sposini... come dirlo a Martina?!?!
Infine non ce n’è bisogno. Chiara se ne occupa personalmente, porgendo alla mia vicina un elenco di ristoranti e pizzerie varie. Con la mano sinistra ovviamente. E con il palmo rivolto verso il basso. Certe volte è proprio stronza.
Martina emette un gemito e si accascia sulla sedia.
Io impreco sottovoce, fulmino Chiara che ricambia con un’occhiata innocente, e, con l’aiuto di Mike, sollevo la mia amica e la portiamo, di peso, in camera sua. SIlvia ci segue, mentre Chiara resta in sala da pranzo con Tre e Billie.

-Oddio, cos’è successo?- chiede, una volta giunti, la mia vecchia amica.
-Te lo spiego volentieri: Chiara le ha mostrato la fede- sibilo io, a denti stretti. -Oh... mi dispiace. Veramente, pensavo volesse dirglielo con più... delicatezza, ecco.-
-SIlvia, ragiona. La Chiara non è mai stata prudente nè delicata, e da secoli e secoli si contendono Billie Joe. Quale altro modo per dichiararle di aver vinto, finalmente?!- esclamo, tutto d’un fiato, mentre il bassista, accanto a noi, terge la fronte della nostra amica con un panno umido.
-Povera Cina... mi dispiace ancora di più. Almeno la disputa è finita.- sospira Silvia, sedendosi sul letto, ai piedi di Martina, che non accenna a riprendersi.
-La loro, certo. – mormoro, rabbiosa. Tutto questo ha fatto risorgere la mia ira, e ora non posso placarla. 
-Intendi Tre?! Ancora con questa storia?!- sbotta, alzandosi di scatto.  
-Sì, perchè?!? Credi che io sia qui solo per il mio incarico?!??- ribatto, fronteggiandola. È dalle superiori che litighiamo sempre sullo stesso sogno... che ora, però, è più concreto e vicino che mai...
Oh, mi sto infiammando per nulla...
-Senti, mettiamo le cose bene in chiaro: io lo amo, lui ama me, stiamo insieme e viviamo nella stessa casa. Non credi di essere un pò in svantaggio, Giulia?!?- grida poi, allargando le braccia in segno di esasperazione.
No, no, no!! Non la lascio vincere... sarà in testa per poco.
-Ora forse, hai ragione. Però, sappi che in un mese può succedere qualsiasi cosa!!- esclamo, lasciandomi cadere sul letto, accanto a Mike che ci fissa sbalordito.
Non volevo fare scenate davanti a lui, ma è stato più forte di me. Inevitabile. Improvviso. Uffa, quanto la odio quando fa così!!!
Per tutta risposta gira i tacchi e se ne va sbattendo la porta con forza.
Non abbastanza in fretta però, perchè ho il tempo di mormorare: -Qualsiasi cosa...-

-Bene...vuoi che... che me ne vada... che ti lasci sola?- chiede tutto d’un tratto il bassista, con voce dolce.
Mi viene di nuovo da piangere. Come qualche anno fa, quando litigavamo per i motivi più impensabili. Ora, a ventun’anni, non è cambiato nulla. È sempre stata così irascibile... e incapace di parlare.
Di solito ero io che risolvevo le situazioni. Era per merito mio che facevamo pace.
-Vuoi... che ti porti qualcosa?- riprova.
Mi fa così tenerezza ora che cerca di tirarmi su di morale...
-No, no, grazie. Va bene così, resta pure, ho bisogno di compagnia oltre a quella di un semi-cadavere...- tendo le labbra in un sorriso forzato,  -Non ho fame comunque. Grazie ancora.-
-Beh, come primo giorno non è il massimo, vero?- domanda sempre con tono pacato. Non sa che, comportandosi così, non fa altro che accrescere la mia sofferenza.
-Già. Proprio una brutta giornata...- rispondo, cupa. Vorrei tanto essere a casa per poter accendere la radio e ascoltare i CD che si abbinano ai miei sentimenti: Him e The Rasmus. Mi mancano, e non posso ascoltarli perchè Martina ha portato solo quelli dei Green.
Sarà il mio carattere, magari, ma bene o male mi ritrovo sempre a litigare con qualcuno, e non capisco mai se è colpa mia o sua...
Decido di parlarne con l’unica persona che mi è rimasta:
-Sai, quando ero a casa, in queste situazioni, quando c’era qualche problema... mi sfogavo ascoltando dei brani tristi, o comunque cupi. Tipo... – e gli elenco tutti i vari gruppi che ascoltavo nella segretezza della mia piccola camera, in preda a dubbi più grandi di me.
-Mi sembra un metodo efficace. Io di solito suono. Per coprire il casino che fanno Tre e Billie quando litigano, a causa della band, delle ragazze... un pò di tutto insomma.- sfoggia un debole sorriso – qualsasi motivo è buono per una lite. –
-Allora sono nel posto giusto.- rispondo, mantenendo anch’io un tono basso.
-Credo di sì.- il sorriso stavolta è sincero, dolce e consolante. Vorrei perdermici in quegli occhi zaffiro... lo scambio di sguardi ora, è intenso. Troppo per me...
-Allora, che mi sono persa, Giuggi?!- esclama con strana voce allegra Martina, appena svegliata.
-Oh... nulla!! – risatina isterica, sono sconvolta dai pensieri che vagavano nella mia mente qualche istante fa.-Solo... un litigio, niente di che!- le sorrido per rassicurarla, ma noto che è in condizioni migliori di me.
La vicinanza di Mike, se prima mi faceva piacere, ora mi opprime. E lui deve sentire qualcosa del genere, perchè si congeda gentilmente e torna in sala.
-Che succede, Giulia? Sei rossa...- chiede la mia amica, sedendosi composta per guardarmi meglio negli occhi.
-Nulla. Assolutamente nulla.- mormoro, prima di raccomandarle di fare presto e di raggiungermi di sotto. Poi, senza aggiungere altro, scendo in fretta le scale.
Forse troppo in fretta.
Con un –Merda!!!!- inciampo, come mio solito, in un gradino e atterrando al termine della scalinata, dove trovo Tre e Silvia che stavano approfittando della riservatezza del sotto scala per chiacchierare sommessamente intervallando le parole con un bacio leggero.
Sussultano, ma, mentre SIlvia si sposta in fretta dalla mia traiettoria, travolgo Trè che attutisce leggermente la caduta.
-Ehm... scusa...- mormoro, imbarazzata al massimo, quando mi accorgo di averlo letteralmente abbattuto e del fatto che mi fa da cuscino. Faccio per rialzarmi con un salto, ma noto lo sguardo che mi rivolge SIlvia e... non posso fare a meno di strusciarmi leggermente sul batterista, che quasi non se ne accorge, fissando sempre con malizia la mia amica, che sbianca di rabbia.
Lui si rialza, ma mi tende una mano per aiutarmi. La afferro volentieri. Lo guardo. Mi guarda. Scambio d’occhiate. Che bello!!! Sono emozionata al massimo, rossa, sento che inizio a sudare...
-Bene, continuate pure!!- esclamo.
Mentre svolto l’angolo sento Silvia che sbotta arrabbiata:- Per me però tutte quelle moine non le fai, vero, Trè?!?!-
Sorrido. E anche questa è fatta.



NOTA:scusate se vi dovete di nuovo accecare, ma metto questo capitolo in fretta, perciò vi dovete accontentare...
al massimo, se proprio tenete a leggerlo, scaricatelo e modificatelo... poi cancellatelo pure ^_^
PS:grazie per i commenti, ank x quello negativo, xk è costruttivo... ank se nn credo ke la cambierò...

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Capitolo 4
*** Sail Away with me... ***


Al mattino sono quella che sta meglio con Silvia, probabilmente, perchè siamo le uniche senza mal di testa o emicrania da sbornia.
La prima persona che incontro è Billie in cucina, in pigiama.
-Buongiorno!! Non ti abbiamo fatto una buona impressione, vero?- io scuoto il capo, col sorriso.
-Ma Trè aveva ancora le mutande?- chiede poi, preoccupato.
Io scoppio a ridere.
-Certo! Altrimenti sarebbe finita male per lui... soprattutto se fossi stata sbronza anch’io...- arrossisco.
Stavolta è lui a sorridermi.
-Siete diverse dalle altre due. Guarda che puoi dire quello che vuoi qui, nessuno ti censura!!-
-Oh... beh... certo. Ah, Mike ha vomitato sulle scale, ma c’ho pulito. Se vuoi ci ridò una passata-
-Non è giusto!! Lui c’ha già la schiava? Guarda, la prossima volta faccio io, davvero. Grazie, comunque. Sei qui da un giorno e già non potremmo sostituirti.- mi sorride. Anche lui non è mica brutto.... ma è impegnato.
-Vai tu a svegliare gli altri? Se vuoi iniziare a scocciarti già di mattina...- ha anche una bellissima voce. Beh, del resto è il cantante...
annuisco e mi avvio.
-Scusami...?- mi si rivolge in toni così gentili che non riesco a riconoscere il Billie Joe dei video e delle canzoni, figo, strafottente e stronzo.
-Ma tu come ti chiami?-
-Giulia. E, anticipandoti, la mia amica si chiama Martina.-
-Bene... mi fai un favore?-
-Tra un pò?!? Posso andare un attimo di sopra?-
-Appunto. Qualche volta contraddiscimi, sfottimi o mi sento male, ok?-
-Perchè dovrei se sono d’accordo con te?-
-Non esserlo. Per esempio, ora mi hai salutato gentilmente. Domani fallo in un altro modo, ok?-
-Ok, stronzo. E vedi di non rompere più i coglioni, perchè non sono qui per i tuoi comodi-
-Grazie. Vai pure. Caffè o the?-
-Quello che vuoi...- mi fa una faccia strana, - cognac, così mi sveglio e mi immedesimo in questo gruppo di ubriaconi- mi sorride col pollice in su.

 La prima persona che vado a trovare è Chiara, ma la incrocio in corridoio mentre scende. Un saluto veloce con un sorriso. Evito accuratamente la camera di Silvia e Trè perchè preferisco non abbattermi subito il morale.
Entro nella mia e trovo Marty che si sta vestendo con calma.
Ma basta nominare Billie Joe e subito lei si fionda di sotto.
Bene. Mi rimane una persona sola.
Che faccio, busso? E se lo sveglio?
Decido di entrare senza bussare, e mi rendo conto di aver fatto bene, perchè dorme ancora. Appoggiato alla parete c’è il basso.
Tocco le corde che vibrano producendo un’armonia di suoni meravigliosa. Poi le fermo, altrimenti lo sveglio.
È bello come strumento, ma la mia vocazione è e rimane la batteria, che ho imparato dopo molti sforzi. Mi sono persino portata le bacchette, perchè non riesco a separarmene più...
Ce le ho attaccate alla cintura, da quando mi sveglio a quando mi addormento, quando le metto sotto il cuscino.
Certo, al check-in le hanno prese per randelli o comunque armi, ma quando gliele ho fatte vedere si sono calmati.
Quando mi giro per andarmene, me lo trovo davanti con una faccia assonnata e i capelli spettinati.
Sarà anche brutto, ma in quanto muscoli, Billie impallidisce al confronto.
-grazie per ieri. – mormora, imbarazzato.
-E di cosa? Tu hai cucinato!!- sorrido nella penombra. Come secondo giorno non è male.
Dio, ora mi rendo conto di tutto: abito insieme a degli idoli, che parlano in italiano sebbene siano americani, e che mi si rivolgono come fossi loro amica da sempre!!!
-Billie che ha detto?-
-Niente. Tranquillo.
-Solo perchè gli hai parlato tu. Sembri infondere una calma sconosciuta in questa casa di casini-
-Lo so, non c’è bisogno che tu mi lodi- mi metto in posa. Lui scoppia a ridere.
-Così sei una batterista, come il tuo Trè- sbianco.
-Che hai detto?-
-Tu sei cotta di lui, anche se non capisco che ci troviate, tutte. Ma c’ero al vostro litigio. E comunque hai delle bacchette al fianco, quindi non è difficile immaginare...-
-Hai pienamente ragione. Sono lessa. E... sì, suono, ma non sono brava-
-Non ti credo. Dopo colazione ti metto alla prova-
scendiamo insieme, ma quando arriviamo tutti ci guardano in modo strano. Avverto lo sguardo di Trè e cerco di evitarlo. Mike, d’improvviso, mi prende per un polso e mi tira a sè.
-Ma che fai?!?- mi ribello, stupita.
Chiara e Silvia mi guardano una nota divertita negli occhi, e Martina sembra stia per scoppiare a ridere.
-Questa Jane non la prende bene...- mormora Silvia, sorridendo. Al sentire nominare quel nome, il bassista mi lascia subito, quasi spingendomi via.
Io lo guardo, ancora più allibita di prima, ma non accenna spiegazioni, e, quando dopo colazione mi paro davanti a lui per anadre a suonare qualcosa, lui nega l’invito e si nasconde in camera. È tanto triste...
-Silvia!!- grido, vedendo la mia amica in mezzo al corridoio le corro incontro.
-Che c’è?-
-Chi... chi è Jane?- domando.
Lei scoppia a ridere.
-é la moglie di Mike, quella nuova... sembra che si stiano per lasciare, infatti lei non c’è quasi mai, per questo Trè ha detto che lui non sarebbe più solo col tuo arrivo, ma... non so neanche come andrà a finire, e Mike soffre tanto tutte le volte che la nominiamo.-
-Allora perchè l’hai fatto?- ribatto io, arrabbiata. Come si può essere tanto crudeli?
-Perchè almeno non si faceva illusioni e ti lasciava stare-
-Ma, Silvy, era l’unica vera persona con la quale potevo parlare, e ora mi evita!-
-Perchè non vuole avere altri legami sentimentali.
-e tu credi che si sarebbe innamorato di ME?!?- chiedo, sbalordita.
-Beh, da come ti guardava e da come passava tutto il suo tempo con te pensavo proprio di sì!!!- esclama lei, con un sorriso raggiante e innocente.
-Tu ciocchi!!!- mi giro e me ne vado. Devo parlare con Mike, perchè non voglio che soffra, la cosa che più detesto è vedere le persone intorno a me che hanno dei problemi.
Salgo le scale, e spalanco la porta della sua camera senza neanche bussare. Ma non ha neanche la fede... comunque...
-Che vuoi?- chiede, scontroso. Mi avvicino, ma sembra che io abbia la lebbra, perchè mi rifugge. Mi siedo accanto a lui sul letto e lo guardo a lungo, finchè non trova il coraggio di guardarmi negli occhi.
-Ora che so chi è Jane, credo di poter aver il diritto di parola da parte tua, no?- rispondo io.
-Non te ne deve fregare nulla di lei. Non voglio che tu ti immischi in questa storia-
-Me ne sbatto di quello che pensi. Voglio aiutarti e conoscere quella troia che ti fa tutto questo!- esclamo, alzandomi in piedi di scatto davanti a lui.
-Ripetilo se ne hai il coraggio.- mormora a bassa voce, minaccioso.
-Non puoi difendere una persona che ti danneggia per il puro gusto di farlo, Mike. Ma perchè non ci arrivi, che quella ti sta solo usando?
-no, ripeti l’insulto. Cos’hai detto di Jane?-
-Che è una...- esito un attimo, poi riprendo sicurezza – una troia.-
il colpo arriva forte e improvviso. Sento il capo che si volta dall’altra parte, girato dall’impatto. Mi porto una mano alla guancia dove mi ha colpito facendomi quasi perdere l’equilibrio, con gli occhi appannati dalle lacrime di dolore, e lo guardo. È arrabbiato, e sembra più grande rispetto a ciò che è veramente. Tremo.
-Bene. Se non volevi aiuto potevi benissimo dirlo in un altro modo, ma così ho capito.- gli volto le spalle e me ne vado, prima lentamente, poi correndo e piangendo, con le bacchette che mi battono sul fianco e che cadono davanti alla sua camera. Non mi fermo a prenderle, le lascio. Incrocio Martina, che mi chiede cos’ho mentre la sorpasso e mi catapulto giù dalle scale e poi fuori dalla porta. Mi butto in mezzo alla strada, rischiando di farmi investire da un taxi, e me ne torno in centro.
Arrivo davanti a uno stadio, dove leggo sull’insegna che la sera ci sarebbe stato il concerto dei The Rasmus. Infatti vedo un’auto che mi taglia la strada. Si ferma davanti a me, ed è gigantesca, stupenda.
Dalla vettura escono loro quattro, circondati subito da altrettante guardie del corpo.
Quando Lauri mi passa davanti mi concedo un sorriso, ma non mi lancio in avanti come gli altri fans, perchè non sono proprio in vena. Mi guarda e vede che piango. Mi vergogno da morire...
All’improvviso mi prende per un braccio e mi trascina con sè, così, senza avvertimento.
Mi trovo circondata dal gruppo e dai gorilla, mentre vedo un sacco di gente che si protende verso i quattro per avere un autografo o comunque un ricordo.
Arriviamo all’interno della struttura e mi porta con sè, fino al suo camerino. Sembra tutto così irreale...
-Così sei tu! Ma che fortuna!- esclama poi, dopo che gli altri tre si sono ritirati nei loro camerini e che si è lasciato vadere su un divano.
Ma perchè sanno tutti tutte le lingue tranne me? Sono così ignorante?
-Io? A fare cosa?- chiedo, stupita.
-sei su tutti i giornali, sei di Genova! Sei qui per quell’intervista, no?-
-Sì, ma...-
-Lo so, lo so. Ai Green Day. Beh, del resto loro fanno più scalpore di noi, immagino, soprattutto con tutti gli insulti che rivolgono ai politici e al mondo intero...- mormora poi.
-Su... tutti i giornali? IO?!?-
-Sì, soprattutto ora che abiti con loro! In America le notizie girano veloci...- ride.  Io ancora non credo a cosa mi sta succedendo...
-Ah... beh, certo...-
-Senti, sei qui, perchè?-
-Perchè... mi ci hai trascinata...-
-A parte questo! –
-Beh... sono scappata e... il vostro concerto è imperdibile- sussurro, asciugandomi gli occhi. Meno male che non mi ero messa la matita, sennò che cerchi da panda!
-Ah, davvero? Allora perchè non hai scelto noi, invece che loro?- chiede, un pò irritato.
-Perchè non vi hanno proprosto, mi dispiace. Magari pensavano che il finlandese fosse troppo difficile... ma nulla è troppo difficile per un vero fan, no?-
sorride, un pò rassicurato e leggermente imbarazzato.
È carino, con gli occhi scuri in evidenza...
-Senti... visto che sei qui... perchè non resti con noi? Devo farmi perdonare per la mia scortesia, no? E poi... sei diversa dalle altre fans. Sei più timida, meno pazza... mi piaci-
arrossisco. Accidenti!!
Il concerto inizia in fretta, e gli do una mano a prepararsi. Oddio, ho l’onore di truccarlo!!! Però le piume se le mette da solo perchè io faccio un casino e le spargo dappertutto.
Alla fine, dopo aver assistito a tutto lo spettacolo, mi chiede, sudato e con l’asciugamano in spalla:
-Ti fermi con noi per una festa?- sono emozionata al massimo... oddio!!!
Sto per rispondere quando una voce mi interrompe, chiamandomi. Mi volto e mi trovo davanti Mike, col fiatone e imbarazzato. Lancia un’occhiata di sufficienza a Lauri. E la rabbia mi assale di nuovo. Senza neppure rivolgergli la parola acconsento alla proprosta del cantante e li seguo, ma il bassista non si arrende e mi segue, prendendomi per una spalla.
-Scusami, io... non volevo, davvero...-
-Non ho nulla da dirti. – tronco il suo tentativo di farsi perdonare e salgo in macchina vicino a Lauri, senza neppure guardarlo in faccia. Rimane lì senza sapere che fare nè dire. Inizio a sentirmi in colpa, magari non l’ha davvero fatto apposta... no, Giulia, sei forte. Non mollare ora...
arriviamo e scendiamo. Lauri mi prende per mano. Ma perchè sta succedendo tutto questo?!? Ho paura...
-No fear...- mi mormora il cantante nell’orecchio, mentre entriamo in un salone gigantesco e pieno di... dark!!! Sono tutti in nero, pieni di ceroni... sono meravigliosi, questo è il mio mondo e a ‘fanculo i Green Day!!
Due ragazze sbronze complete mi truccano e alla fine anch’io assomiglio loro, anche perchè mi vesto sempre in nero...
Mi abbandono al casino, senza coscienza, ma so che non rischio perchè Lauri mi sorveglia, lo sento... piano piano mi sono innamorata anche di lui... all’improvviso parte un lento, e tutto diventa irreale al massimo grado: il cantante mi pende per mano e mi fa ballare, con le mani sulla mia schiena e io stretta a lui come una patella...
Poi guardo l’orologio. È mezzanotte.
Lauri nota il mio movimento.
-Cenerentola deve tornare a casa?- chiede, dolce nel mio orecchio.
-Credo di sì, anche se l’idea non mi entusiasma...-
ride, poi mi guarda.
-Puoi rimanere con me, se vuoi. Ancora un pò... – ha detto... ha detto con me. Non con noi, con la band, ma con me, con LUI!!!
Mi batte forte il cuore, soprattutto quando mi prende il viso fra le mani.
-Che... che stai facendo?-
-Mi approprio di ciò che mi spetta...- mormora. E come fai a dirgli di no? Mi bacia, ed è la cosa più bella e strana che mi sia successa in tutto questo tempo.  
-Non stai correndo troppo?- chiedo, stupita ma felice.
-Perchè, un appuntamento è troppo presto?-
-Ma non mi conosci neppure!!-
-io mi fido delle prime impressioni. E la prima impressione che mi hai fatto è stata di assoluta tenerezza e dolcezza. Mi piaci-
All’inizio penso che sia ubriaco. No, è sobrio. Poi penso che è un sogno. No, è realtà, me lo confermano le braccia che mi cingono. Che bello... aspetta che io gli dica qualcosa... e cosa gli dico?
-Anch’io. E la prima impressione che ho avuto di te è stata di  assoluta perfezione- che battuta stupida. Ma fa effetto...
Sorride e fa per baciarmi di nuovo, ma è tanto tardi, e Martina si starà rodendo, perchè magari Mike l’ha mandato lei... ciònonostante rimango per qualche minuto. Poi chiedo:
-Quanto resti a Los Angeles?-
-Poco, solo una settimana, ma... potresti venire con me.
-Ora corri davvero-
-i just wanna fly, ‘cause I sail away, cara mia-
-ma devo rimanere. Va beh... domani... ci vediamo? –
-vengo a prenderti io!- esclama, sempre sorridente.
-Ma allora... stiamo insieme?!?!?-
-Solo se tu vuoi, Giulia-
-E me lo chiedi? È una vita che ti aspetto!!-
Sorride ancora, poi mi lascia andare. Le mie “truccatrici” mi salutano radiose nei loro vestiti neri, e anche Aki non mi dimentica.
Esco sognante e raggiante. Ma la mia gioia svanisce quando mi trovo davanti Mike.
-Cosa vuoi da me?- domando, scontrosa, mentre il mio Paradiso si sgretola davanti ai miei piedi.
-Ti riporto a casa. E voglio...-
-Farti perdonare? –
-Esatto-
-Non ce la farai. Mi dispiace, ma io volevo solo aiutarti e tu mi hai picchiata. Come faccio a credere a uno così?-
-Lo so, mi dispiace, Giulia, davvero. Non volevo... è che... io la amo ancora, ma non fa altro che farmi soffrire. Il mio cuore non regge. Non ce la faccio più... – rimango insensibile, almeno finchè la sua voce non si incrina e una lacrima gli scende lungo il viso. Ormai siamo arrivati, senza neppure accorgercene.
-Mike? Stai bene?-
mi guarda, abbattuto.
Mi fa tenerezza, così come ne ho fatta io a Lauri. Così, quando lui cade in ginocchio, afflitto, mi lascio cadere vicino a lui e lo abbraccio, mentre lui mi stringe convulsamente. Chissà da quanto non si sfogava apertamente con un amico... sì, sarò sua amica, perchè capita di sbagliare, e io ho sbagliato tanto...
-Tranquillo. Ora andrà tutto a posto...-
-No, nulla andrà a posto. Perchè Jane torna domani-
ci rimango. Volevo essergli vicino, ma ho appuntamento con Lauri... impreco.
Poi lo accompagno, ormai è tardi, e sono tutti a letto, a fare cosa non lo voglio sapere.
Come ieri gli rimbocco le coperte e mi sento sua sorella. Ho fatto presto a fare amicizia. Ma mi stupisce il fatto che Billie non lo abbia aiutato fino adesso, se lui ne aveva così bisogno e se sono amici da così tanto.
-Tu ci sarai domani, vero?-
-Certo. Io ci sarò sempre se avrai bisogno. Ora sono tua amica. –
-Allora sono perdonato?- mi guarda. E come faccio a dirgli di no?
Acconsento. Chiude gli occhi, ma io rimango finchè non si addormenta con il sorriso.

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Capitolo 5
*** Bitches ***


Altra mattina, solita sveglia. Devo scusarmi con Lauri e mandare a ‘fanculo Jane. Ma che bel programmino carino!!! Cerco Martina, ma non la trovo. Anche i suoi vestiti non ci sono. C’è un biglietto sul suo letto:

"Mi dispiace lasciarti così, ma non ce la faccio a vedere la Carlotta sempre appiccicata a Billie. Mi dispiace non riesco ad accettarlo. Ci rivediamo quando torni alla tua vera casa, dalle tue vere amiche. Divertiti anche senza di me. Parto alle undici.
Ti chiamo quando arrivo.
Baci,
Marty"
 
Ci rimango di merda e inizio a odiare anche la Chiara. Bene, devo mandare a ‘fanculo due persone... nessun problema. Magari riesco ancora a beccarla... oh, no!!! Sono le undici e mezza!! Mi lascio cadere sul letto e mi riaddormento.

Mi sveglia un bacio sulle labbra. Mi trovo davanti Lauri, in nero e bellissimo.
Mi tiro a sedere in fretta, arossendo di vergogna.
- non é stato difficile entrare in camera tua. Sta casa è un mortorio!! La tua guardia del corpo non s’è più vista, ma si è fatta vedere una bionda da paura! È un trans?!?-
lo fulmino con un’occhiata. Poi mi rendo conto che lei è qui.
-Jane è arrivata- mormoro. Mi alzo in fretta, mi vesto, mi lavo e Lauri rimane a guardarmi andare avanti e indietro con un sorrisino sul viso. Quando me ne accorgo lo guardo. Lui tira fuori da dietro la schiena un mazzo gigantesco di rose... nere, con al centro una sola, piccola rosa rosso fuoco.
-Oddio... sono bellissime, Lauri... –mi avvicino e lo ringrazio con un bacio leggero.
-No, tu sei bellissima-
ho la mia gonna nera a balze e sono tutta in nero come una vera dark, compreso il trucco che assomiglia a quello che mi hanno messo ieri sera le sue amiche.
Gli sorrido riconoscente, poi scendiamo. Mi trovo davanti Jane appena finiscono le scale. È bellissima, biondissima e altissima, tutta in tiro e con la fede che ancora le brilla al dito.
-E tu chi sei?- chiede. È irritante la sua vocetta acuta.
-Giulia, piacere. Interprete e traduttrice- esclamo con un sorriso, mentre Lauri cerca di non scoppiare a ridere.
-Sì... bene, sai dov’è il mio Mike?-
non so cosa risponderle...
-Credo che sia in camera sua. Te lo vedo a chiamare- scocco un’occhiata a Lauri e lui acconsente col capo, con un sorrisino malizioso.
Risalgo di corsa senza lasciarle il tempo di protestare e mi fiondo in camera del bassista, che sobbalza non appena entro.
-é qui, vero?-
-Ma se la ami così tanto, perchè la eviti?!-
-Perchè mi sono accorto che non la amo più e la sua presenza mi da solo fastidio- mormora, mentre sgrano gli occhi.
-E ti costava così tanto informarmi della tua nuova decisione prima che io ti facessi una domanda idiota?-
-Mi piacciono le tue domande idiote...- sorride.
-bene... Sono felice di questo per te, ma c’è una biondona terrificante di sotto vicino al mio nuovo ragazzo e questo mi irrita leggermente...-
mi guarda a sua volta sgranando gli occhi.
-TU stai col corvo?!?!- chiede, mentre arrossisco e faccio un cenno d’assenso.
-Ma non è carino il fatto che tu lo chiami così, sai?-
-Colpa mia se la sua passione è spellare poveri uccelli innocenti?- scoppiamo a ridere nonostante i suoi commenti mi facciano arrabbiare da morire.
-Ti devo far vedere una cosetta...- lo prendo per mano, sgusciamo sul corridoio sentendo Lauri che ride e fiondandoci in camera mia.
-Non credete che sia un pò presto per imboscarvi insieme?- ci urla dietro Chiara, col sorriso, mentre io avvampo fino alla punta delle orecchie.
Ci chiudiamo dentro perchè non voglio che qualcuno venga a rompere e che ci sia uno scandalo terrificante.
-Allora, che c’è?-
io prendo il gigantesco mazzo di rose e glielo ficco sotto al naso.
-Mi hai trascinato lungo tutto il corridoio solo per questo?- al mio cenno d’assenso sorride.
-il corvo è un uomo fortunato ad averti con sè...- dice, mentre mi scompiglia i capelli che avevo sistemato con tanta cura, e sbavandomi l’ombretto bianco sulle guance per togliere ogni piccola traccia di vita dal mio viso solitamente roseo.
Protesto offesa, ma poi scendiamo uno dopo l’altro, tra le risatine cattive delle due migliori amiche e il sorriso radioso di Lauri nel vedermi. Innavvertitamente mi prende per i fianchi e mi fa roteare per l’ingresso, sollevando la gonna nera che mi avvolge come una nube temporalesca.
Mi fa ridere così tenero...
-Ma ciao, Mike!!!- esclama Jane, abbracciandolo. Lui le sorride svogliato e ricambia brevemente l’abbraccio, mentre lei lo avvolge con la sua nube di profumo che stenderebbe persino un elefante.
Gli stampa un bacio sulla guancia, che lui si cancella non appena lei gli volta le spalle.
Billie e Chiara sono sempre appiccicati, e mettono a disagio persino me, che di Billie non me ne può fregar di meno...
-Si pranza?- chiede Trè, ovviamente, mentre Silvia gli tira un pugno al ventre, facendolo piegare dal dolore tra le risate generali.
-ma... chi ha cucinato, scusate?- chiedo, stupita.
-Jane...- mi sussurra all’orecchio Chiara, con un’espressione che chiarisce subito le sue opinioni riguardo alla donna.
A tavola Jane si appiccica al povero bassista, che però non si ritrae. Possibile che mi abbia mentito?
Silvia si siede tra Trè e Chiara, che ha vicino Billie. Io faccio per sedermi, ma Lauri mi precede spostandomi galantemente la sedia.
Sulla tavola regna un’aria allegra, almeno finchè non ci si parano davanti i piatti. Il loro aspetto è orribile, ma nessuno fiata.
-Allora, chi assaggia?- chiede Jane, raggiante.
Nessuno risponde, ma il mio cantante si fa avanti. Tutti lo guardiamo disgustati e incerti. Lui avvicina la forchetta alla bocca, e, appena inizia a masticare, lentamente sbianca più di quanto sia già bianco.
-Non sei un genio in cucina, eh, Jane?- chiede Billie, suscitando l’ilarità della tavolata.
-Ma non è per questo che il mio Mike mi ha sposato, dico bene?!- risponde lei, rivolta al bassista che non risponde.
-Lo spero bene, amico mio!!- esclama allora il cantante, battendogli sulla spalla una pacca amichevole.
-A proposito del matrimonio, Jane, devo parlarti, poi...- mormora.
-Puoi dirlo ora. Non c’è nessun problema!!-
-Veramente è una cosa seria...-
-Ma puoi parlare, Mike!!-
-Non mi sembra il caso...- cerca di interromperla.
-Dai, dimmi...-
-No, nulla-
-Ora me lo dici- la voce si fa acuta.
-Non voglio, non ora.-
-ORA!!-
-D’accordo!! VOGLIO IL DIVORZIO!!!- sbotta lui, tutto d’un fiato, alzandosi in piedi di scatto.
Lei spalanca la bocca e mi rivolge un’occhiata d’odio puro.
-é per lei, vero?!?! Per quella troietta in nero, che ti viene pure a chiamare in camera la mattina!!! Magari ti presta qualche servizietto anche la notte!!- esclama, indicandomi. Silvia e Chiara non sanno se ridere o arrabbiarsi, e stanno zitte. Almeno loro. Io non rispondo e attacco la traccia numero tre dell’album “Hide from the Sun” dei The Rasmus. No Fear... destination darkness…Girl, you lived your life like a sleeping swan… Ma Lauri non tace. Si alza in piedi e la fronteggia.
-Dico, ma ti sei vista?!?!?! Tutta incipriata fino ai piedi, con le calze a rete e la minigonna che ti scopre il culo!! Ti sembra il caso?!?!- urla, contro Jane che impallidisce di rabbia. ...your time has come... to go deeper... Si incazza ancora di più quando Mike non replica in sua difesa, gira i tacchi e se ne va, dopo aver detto, o meglio minacciato:
-non mi vedrete mai più qui dentro!!-
Sanga le risponde:
-E menomale!!-
poi si sente solo il portone che sbatte e nella casa scende il silenzio.  ...no fear, destination darkness...
-Bene, e una rompicoglioni in meno- sospira Chiara, guardandomi. –Ora ci dovremmo togliere dai piedi anche l’altra. –
Lauri fa per intervenire, ma io gli poso una mano sul braccio, facendogli segno di tacere. ... girl, final journey has just begun... Sono anni che la sopporto così com’è, posso farlo ancora.
La ignoro e mi alzo.
-Oh, ti sei offesa?!-
-Perchè dovrei?- rispondo con un’altra domanda, mentre sento le lacrime pungermi gli occhi. Le ho permesso di rovinarmi la vita anche per troppo... mi giro di scatto e me ne vado, fra le risatine delle due migliori amiche. Sento dei passi che mi seguono. Mi fermo per affrontare l’avversario, mentre il trucco nero cola dagli occhi come sangue fin sulle guance provocando righe nere nel bianco dell’ombretto.
È Lauri. Lo so prima di vedermelo arrivare davanti preoccupato e furioso... ma dietro c’è... Mike.
Tutti e due? Accidenti!!!
-che hai?- mi chiede il cantante, tenero come sempre, circondandomi le spalle con un braccio mentre il bassista mi porge un fazzoletto per le lacrime con un sorrisino timido.
-Niente... –
-Ma allora te la sei presa?!?- chiede una voce sarcastica alle spalle dei due. Fisso la Chiara con odio puro, ma lei non reagisce. Continua solo a sfottere. Non la reggo... la odio alla follia...
la spingo via perchè mi blocca l’uscita dalla porta e, per la seconda volta in tre giorni, scappo via, di corsa, lasciando che la gonna alla quale tengo tanto mi impacci. Dopo un pò cado. Mi rialzo e continuo a correre. Sento delle voci dietro di me che mi chiamano, ma le ignoro e penso che sono la cosa più veloce del mondo, e sfreccio via, più veloce che posso... voglio fuggire dall’odio e dall’ipocrisia... voglio la solitudine!!!
Attraverso una strada e rischio di farmi investire. La macchina passa e io mi lascio cadere sul marciapiede.
Dopo un pò mi raggiunge Mike, stranamente.
-Che ci fai qui?! Mi è toccato rincorrerti, pazzoide!!! Tra un pò mi viene un infarto!!!-
-Vorrei che venisse a un’altra persona- mormoro fra i denti, con la voce che trema di rabbia.
-non era un insulto poi così crudele...- incrociando il mio sguardo si corregge- hai ragione, è stata veramente terribile... oh, ma come...?!-
lo interrompo, altrimenti mi arrabbio anche con lui, e non voglio.
-Smettila, per favore. È vero, me la sono presa per una scemata, ma lei non è da meno... comunque, è sempre stata così, tranne i primi tempi, in cui non la conoscevo abbastanza da capirla...non puoi capire cosa vuol dire avere una vita impossibile per delle incomprensioni...-
-Veramente anch’io come vita non scherzo...- mi zittisco e mi maledico per il mio poco tatto.
-Mi... mi dispiace... non volevo dire che...-
-Lo so, tranquilla. Non so perchè, ma la Chiara è lì che si rode di rabbia, forse perchè ti ho seguita... è un pò possessiva...- ride per cercare di rompere il ghiaccio. Io gli sorrido. È patetico, ma ci prova in tutti i modi ad essermi amico...
-Ah, e il tuo corvo... credo che la aggiungerà alla sua collezione di creature imbalsamate-
-Lauri non è quel genere di persona!!!-
-Come fai a dirlo se l’hai conosciuto solo ieri?- mi sorride. Oh, ma che dolce!!!
Apriamo la porta di casa perchè è riuscito a riportarmici a stento dopo avermi asciugato le lacrime, e la troviamo deserta. O quasi...
-Come ti è venuto in mente di trattarla così, brutto cretino?!?!- impreca Silvia contro Lauri, anche lui incazzato nero.
-Ah, perchè lei invece mi ha trattato bene!!! E poi, come osa trattare così una sua amica?-
-La Giulia non è, e non sarà mai una nostra amica!!! Lei è solo... solo... una... lesbica rompicoglioni!!!- sbianco. Inizio a tremare e sento le gambe che stanno per cedere. Non posso credere che l’abbia detto davvero... anche se solo perchè arrabbiata, magari, ma per me è una pugnalata.
La guardo triste, mentre sento nuove lacrime che mi scendono lungo le guance.
Lauri non regge più. Le si avventa addosso e le tira un pugno ben mirato al ventre. Lei si piega in due dal dolore. Trè scatta in avanti e ricambia il pugno a Lauri. O almeno, ce l’avrebbe fatta se io non mi fossi messa in mezzo. Mi becca proprio in mezzo alle scapole, e per un momento la vista mi si annebbia, vedo solo dei puntini su sfondo nero... riprendo conoscenza, e vedo gli altri che mi guardano stupiti.
Poi mi volto verso Silvia, che si raddrizza in modo da superarmi nonostante il dolore.
Le sorrido. È... strano, trovarsi così faccia a faccia dopo tanto tempo... poi, prima che si possa ritrarre o possa avere una qualsiasi reazione, la abbraccio. Le macchio la maglietta di nero e bianco, continuando a piangere come una bambina, sussultando a ogni singhiozzo.
Quando mi sono calmata, sollevo lo sguardo e incontro il suo, duro.
-Davvero pensi questo?- chiedo, portandomi una mano alla guancia per potermi togliere il troppo ombretto, mentre lei mi fissa interdetta per un attimo.
-Perchè non dovrei?- risponde alla fine, sperando di ferirmi. Beh, non ce la farà, perchè ormai ho sofferto così tanto che un dolore in più mi è indifferente.
-Volevo solo avere una tua opinione- cerco di controllare la voce, ma si nota il tono leggermente acuto a causa del pianto trattenuto.
-Beh, ce l’hai. Che te ne fai ora?-
-Nulla. Assolutamente nulla. Volevo solo sapere se potevo contare ancora su un’amica in questa casa.- le volto le spalle col capo chino.
-I Green Day camminano a testa alta- mi ammonisce lei.
-Io non sono e non sarò mai una di voi- le rispondo, lanciando un’occhiata eloquente a Lauri. Mi sorride nonostante la rabbia, mi raggiunge e mi circonda le spalle con un braccio. Lasciamo gli altri tre e ce ne andiamo in camera.
-Perchè ti sei messa in mezzo? Me la so cavare, sai?- mormora a tono basso, profondo e caldo, cercando di calmarmi.
-Non ne dubito. Ma non volevo scatenare una rissa.-
-Come sapevi che io non avrei picchiato il grassone, per vendetta?-
-Perchè c’ero io in mezzo, Lauri- è la prima volta che lo chiamo direttamente per nome, e mi fa uno strano effetto...
sorride.
-Ti fidi così tanto di me?- mi sussurra nell’orecchio.
-Sei l’unica persona di cui mi fido, ormai- mi posa una mano sulla guancia e mi cancella il segno nero. Vorrei davvero fuggire con lui, ma devo ancora fare l’intervista, e ho perso due giorni preziosi anche se ho ben un mese a mia disposizione. La fame inizia a farsi sentire, ma la ignoro. Essere al sicuro fra le sue braccia è tutto ciò di cui ho bisogno ora.
-Fai male... mai fidarsi di uno sconosciuto...- mi sorride, malizioso.
Quello sguardo... quel viso... l’ho desiderato tanto, fino ad adesso, e ora... è così strano... mi accoccolo fra le sue braccia, con le sue labbra posate sui miei capelli, in silenzio.
È bella l’atmosfera che c’è fra noi. Mi è passata la voglia di piangere. Non sento più nulla, tranne una immensa gioia...
All’improvviso la porta si apre, e io scatto in piedi dallo spavento.
Spunta Trè. Lancia un’occhiata piena d’odio a Lauri, poi mi si rivolge con un tono strano:
-Mi dispiace per prima... ti... ti ho fatto male?-
-Fai te, l’hai mezza ammazzata- sibila fra i denti il mio cantante.
-Zitto tu. Non c’entri. Se provi a metterti in mezzo questa volta non ci sarà lei a proteggerti da me.- lo minaccia Trè. Sì, mi piace, ma non posso accettare che dica questo, per conto mio, poi! Ma come osa?!?
-E tu che ne sai?- gli ringhio contro, con le sopracciglia aggrottate.
-Beh... è ovvio che non potrai proteggerlo per sempre, bambina-
-Bambina?!? E osi darmi della bambina? Da quanto ho visto fino adesso la persona più infantile fra noi sei tu!- gli punto l’indice contro, iniziando a surriscaldarmi. Non mi importa chi ho davanti, mi hanno già soppresso abbastanza.
Sento Lauri che mi abbraccia per calmarmi. Mi divincolo e fisso Trè negli occhi con disprezzo. Ha perso la gentilezza di prima e sembra essere pronto a picchiarmi ancora. Prima o poi m’ammazzano di botte fra tutti...
-Avanti... che aspetti?! Colpiscimi, se ti credi tanto coraggioso da potertela pendere con una donna!!!- continuo a urlare, incazzata nera. Pensavo non se lo facesse ripetere due volte, invece ha esitato:
-Io volevo solo scusarmi perchè quel colpo non era rivolto a te. Stai rendendo il tuo soggiorno qui un vero inferno. Ora l’ho fatto e me ne vado.- detto ciò mi volta la schiena ed esce dalla camera, a passo di marcia sbattendo la porta. Appena è nel corridoio, cedo e mi lascio cadere sul letto.
-Sei... stata... accidenti... non pensavo fossi così...- mormora Lauri, sedendosi al mio fianco.
Io mi tiro su.
-Neanch’io veramente, ma... Non avrei permesso che ti insultasse oltre, lo sai. Ma l’ho fatto per un preciso motivo...- lo guardo, e lui ricambia con affetto. Gli prendo il viso fra le mani, accarezzandogli, con le dita, le guance.
-Dimmi questo motivo...- mi implora, con un sorriso, prendendomi le mani fra le sue e portandosele alle labbra, posandovi un bacio leggero.
-Io... l’ho fatto perchè... – è difficile parlare, con i suoi occhi verdi che comunicano direttamente con la parte più profonda del mio spirito.
-Perchè ti amo tanto- sussurro infine, abbassando il capo.
Questa volta è lui a prendermi il viso fra le mani, e, con un sorriso, mi bacia.
-Ti basta come conferma?- mi chiede poi, in un orecchio.
-No... non ho capito bene...- le sue labbra scendono sul collo, poi sulla clavicola che spunta dalla maglietta. Lo fermo.
-Non ora... ti prego.-
-Come vuoi tu. Aspetterò in eterno, amore mio- a queste parole mi sciolgo. Perchè aspettare?
-Non serve così tanto, sai?- sono io che lo bacio, mentre mi spinge sul letto con delicatezza e mi segue.
Ho paura, ma non posso fermarlo. Non voglio fermarlo.
È strano, perchè di solito ci mettevo un’eternità a togliermi questa dannata maglietta. Ora che lo fa lui, invece, in pochi attimi scivola via dal mio corpo, così come la mia esitazione.
-Ti amo anch’io.- mi mormora nell’orecchio, mentre il respiro gli si affanna.
Sto fremendo. È così strano, ma allo stesso tempo così bello... sembrava che il mio corpo aspettasse solo un incentivo per iniziare a muoversi da solo, senza la guida della mia mente che si agita confusa per essere liberata dalla prigione del mio capo.
E la libertà le viene donata dalla persona che amo... contemporanea a una gioia immensa e completa. Vorrei rimanere unita a lui per sempre.
Poggia il capo sul cuscino, vicinissimo al mio viso, con un sorriso sulle labbra mentre il sudore impregna la sua pelle bianca.
-Hai ragione... l’eternità non serviva-
è ancora dentro di me, e il suo spirito farà sempre parte del mio, ma qualche istante dopo, con mia grande delusione, mi abbandona, al contario della felicità che mi ha dato.
Lo ringrazio con un bacio, mentre scivola lentamente nel mondo dei sogni. Io lo seguo subito dopo, con un sorriso sulle labbra.


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Capitolo 6
*** You are My Best Friend ***


-Oddio... – mi sveglia un sussurro quasi terrorizzato. Spalanco gli occhi, ma mi occorrono molti istanti prima di poter mettere a fuoco l’immagine di Silvia che mi guarda sbalordita.
-Che... che c’è?- chiedo, più stupita di lei. Contrariata, mi accorgo che Lauri non c’è già più.
-Sei... sei mezza... e copriti!!- esclama, lanciandomi un maglione nero. È di Lauri, e, prima di infilarlo, lo annuso pr sentire ancora il suo odore, che mi è rimasto dentro.
-Beh...- sospira sollevata non appena sono vestita. Poi mi costringe a sedermi sul letto che avevo appena rifatto insieme a lei e domanda:
-Allora, com’è stato?-
-Meraviglioso- rispondo, con tono sognante.
-Col corvo? Mi aspettavo segni di beccate...- le lancio uno sguardo truce, e lei sorride. Poi si incupisce leggermente.
-Non dirmi che eri ancora...-
quando annuisco, assume un’espressione di rabbia e preoccupazione.
-Dev’essere stato terribile allora. La prima volta è sempre la peggiore.-
-Questo non te lo so dire, visto che sono senza esperienza. Ma spero di accrescere al più presto la mia conoscenza...- le lancio uno sguardo eloquente.
Lei risponde con un sorriso malizioso, ma subito diventa seria. (hanno litigato... e ora si presenta in camera così?! È senza senso, lo so...)
-Perchè hai insultato Trè?-
mi ero dimenticata persino di quello...
-Non sono stata io a insultare. E non sono stata così crudele. Ma non potevo permettere che si prendesse gioco del mio ragazzo, questo lo capisci, no?-
-Certo, probabilmente anch’io avrei fatto lo stesso. Ma non possiamo continuare a litigare. Per questo Billie ha deciso di farvi riappacificare e ha convinto la Chiara. Quando si tratta di un amico di lei, lui si incazza, ma se si tratta di una presenza femminile...-
-Sono fatti l’uno per l’altra. Così come... – sospiro, perchè la frase che sto per dire mi costa una fatica immane.- Così come te e Trè. Te lo lascio ufficialmente, ok? Così non ci saranno più motivi seri di divisione fra noi, Silvy-
-Che persona magnanima...- è maligna, ma mi rivolge un sorriso dolce e mi abbraccia, avvolgendomi nel suo profumo, che adoro da morire, mentre i suoi capelli biondi ricadono sulla mia schiena.
-Grazie- mormora. Poi mi lascia. –Sai, la Chiara non è gelosa solo con Billie-
fa per andarsene, ma si ferma e si risiede vicino a me.
-Mi dispiace per quello che ho detto. Non lo pensavo, ero solo arrabbiata. Davvero... chiedo perdono.- mi guarda supplicante. Anche a lei non so e non posso dire di no.
-Lo so, ti conosco troppo bene, tesoruccio-
-Ah... solo una cosa... non chiamarmi tesoruccio e... come fai con Mike?-
-Lui è solo un amico-
-Ma non sembrava da come eravate appiccicati e da come ti ha difeso ieri.-
la guardo sbalordita.
-Mi ha difeso?-
-Sì, e mi ha dato della troietta senza valore! E cose del genere...-
-Mi... mi dispiace, soprattutto se è per colpa mia-
-Avrai cose più gravi di cui dispiacerti, col tempo. In fondo me lo meritavo, così come tu ti meriti un amico sincero dopo che la Marty ti ha abbandonata.-
-lei non mi ha abbandonata, e lo sai. Lei è partita per...-
-Billie, lo so. Ma non possiamo farci nulla. Forse il tempo curerà tutte le ferite. Per ora... divertiamoci e prendiamo la vita così com’è! Ah, a proposito... Lauri ha lasciato un messaggio per te-
appena sento il suo nome, il cuore vortica come inpazzito nel mio petto. 
-Ha detto che stanotte ti vuole accanto, perchè ha un concerto a San Francisco. Vuole che tu lo accompagni. Passa a prenderti fra... 10 minuti-
Io sgrano gli occhi.
-Svegliarmi prima no?- salto in piedi e cerco dei vestiti adatti. Poi li vedo in mano a Silvia. Sono i miei preferiti, tutti neri e eleganti. La ringrazio con un sorriso.
-Ah, non mi guardi bene?- indica il proprio abbigliamento... anche lei è tutta in nero, con solo la cravatta rossa che risalta, uguale agli altri membri della band e alla Chiara, probabilmente. Non le chiedo di aiutarmi a truccarmi, perchè è un disastro col make-up, lo so.
Bianco sulle guance, due o tre piume di Lauri nei capelli, cerchi neri molto femminili e rossetto nero... o no?
-Come sto?-
-Fai paura, Giulia- una voce calda mi risponde. Lauri. È dietro a Silvia, e mi porge una scatolina.
Una collana e un paio d’orecchini di perle nere. Meravigliosi.
Lo bacio in fretta lasciandogli il segno sulle labbra. Mi aiuta a metterli.
-Sei stupenda-
-Cambi parere un pò in fretta?- lo rimprovero. Lui mi sorride.
-Colpa mia se sei volubile? Ah, a proposito... stasera verrai presentata al mondo come... mia. Ufficialmente, sul palco.- sbianco più dell’ombretto.
-Stai scherzando?-
-Affatto- infatti è serissimo, ma percepisco, anche se non sembra, una certa agitazione in lui. Sembra che, da quando ci siamo uniti, siamo un’unica essenza. Silvia sorride soddisfatta abbracciata a Trè.
-Verremo anche noi.- mormora il batterista, rivolto a me.
-Per farti coraggio...- mi bisbiglia Silvia, con un occhiolino.
-Temo che ne avrò bisogno-
-Mi dispiace per le offese e per il pugno...- continua il batterista. Io gli sorrido.
-Scuse accettate e reciproche. Grazie per venire-
-Ah, gli altri non vengono. Mike non si sente bene e gli sposi ne approfittano.- Trè mi tira una gomitata esplicita e non posso fare a meno di scoppiare a ridere. Poi però mi preoccupo.
-Vado a vedere come sta Mike. Mi dispiace che stia male...- mi rivolgo essenzialmente a Lauri, che annuisce comprensivo, ma anche agli altri due, che mi fissano preoccupati.
-Forse non ti conviene...-
troppo tardi. Sono già partita in quarta per accertarmi della salute del mio unico vero amico.
Apro la porta della sua stanza, ma non c’è. Mi aspettavo di trovarlo a letto influenzato...
Lo cerco per tutta la casa, senza risultato. Infine arrivo in garage, da dove sento provenire della musica...
Infatti è lì.
È seduto sulla poltrona (...) di solito adibita alla batteria, con in mano il basso, strimpellando qualche nota.
Dalla melodia sembra “Wake me up when September ends” e già da lì inizio a preoccuparmi. Non è una canzone molto allegra, quella... Non mi ha sentito arrivare, e posso scivolare nelle ombre con facilità grazie ai miei vestiti. A volte sono proprio adatti. Quando finisce il pezzo, trovo coraggio:
-Allora... perchè non vieni stasera?- chiedo esitante.
-io... non me la sento, mi dispiace. Probabilmente i fans della tua band ci odiano e non voglio finire in una rissa insieme a Trè, sinceramente- chiude la frase con un sorriso.
-Certo, capisco, ma... sei un mio amico, no?
Annuisce.
-beh, in teoria dovresti partecipare a tutti i momenti che per me sono importanti, anche se non ti costringerò mai a partecipare a tutti i miei esami, in futuro. Ma... stasera... è davvero importante per me... io ci tengo tanto, Mike. Vieni, ti prego-
mi guarda a lungo negli occhi, poi, quando vede che sto per mettermi a piangere, mi concede un’offerta:
-io vengo.- esulto di gioia e comincio a baciarlo sulle guance, facendolo arrossire. Mi piace metterlo in imbarazzo...
-Ma solo a una condizione.- mi rabbuio improvvisamente. Ho paura di quello che sta per chiedermi, sinceramente... è un amico, ma mi fido solo di me stessa per scelta di vita dalla prima superiore... in seguito ai molti tradimenti subiti.
-Tu, ora, devi suonare con me. Un brano a mia scelta. Alla batteria-
-Ma Mike!!! Non abbiamo tempo, e Lauri è già di sopra ad aspettarmi, tutto in nero, fighissimo al massimo...- mi trattengo solo perchè mi zittisce.
-Per gli amici si ha sempre tempo. E io ci tengo.-
sorrido riconoscendo la sconfitta.
-Ma come faccio senza bacchette?-
Penso che prevedesse la mia domanda, perchè mi sorride e le tira fuori da chissà dove.
-E ora?- chiedo. Mi cede lo sgabello e mi accomodo. Oddio... è la batteria di Trè, ovviamente. Non ci pensavo...
-Non dovremmo chiedere a Trè se...-
-Che vuoi che gliene freghi?!- risponde.
-Bene... e ora... voglio... American Idiot?- annuisco. Più o meno mi ricordo il pezzo, perchè l’avevamo suonato alle superiori.
-Allora... 3,2,1... attacca!-
inizio col tempo, poi la canzone cresce. All’improvviso, Billie spunta con un pennarello indelebile in mano con a fianco Chiara e iniziano a cantare. Silvia ha la chitarra del cantante in mano, e accompagna. Trè e Lauri non ci sono. Saranno a pestarsi. Mi faccio coinvolgere dall’atmosfera e guido. Dio Santo, sto suonando con i Green Day!!!
Nel momento in cui nel video esce la vernice verde dalle pareti che cadono a pezzi, spuntano i due componenti mancanti e ci innaffiano di pittura. I miei vestiti!!! Nonostante tutto, non smettiamo di suonare, continuiamo fino alla fine anche se quasi non ci vedo più...
All’ultimo accordo Billie assale Trè e gli tira più volte il pennarello in testa, mentre a me, casualmente, parte una bacchetta di mano che becca Lauri sullo stomaco, lasciandogli un livido nerastro, come in seguito mi ha confessato e ho visto...
La batteria, da bella, è ridotta a uno schifo... la chitarra, da blu, è verde marcio... i capelli di tutti fanno paura.
Devo farmi una doccia.
Lo stesso pensiero attraversa la mente di tutti. Billie impugna una canna e ci innaffia, anche chi non era verde da capo a piedi.
Tutti bagnati in mezzo al giardino. Io mi domando cosa pensano quelli che ci vedono...
La Chiara salta addosso a Billie e gli punta la canna sulla faccia, mentre Trè e Mike lo tengono fermo. Il cantante prova a divincolarsi senza successo.
Infine il trucco del gruppo è completamente sciolto, e sembriamo un’assemblea di panda inferociti...
Entriamo in casa per cambiarci.
-Mi sa che arrivarai in ritardo, stasera... il tuo pubblico si arrabbierà?- chiedo a Lauri.
-Il pubblico può aspettare un’infinità. Nulla conta più di te...- ci baciamo nell’atrio, e il contatto con il suo corpo, evidenziato dai vestiti zuppi, mi agita.
-Su, piccioncini, che siamo in ritardo!!!- ci urla Silvia dalle scale, in braccio al batterista, che per farla stare zitta, visto che gli sta bucando un orecchio urlandoci contro, la bacia. Lei ricambia con intensità, e poi scompaiono. Non voglio sapere nulla...
-Vieni, ho una sorpresa per te...- Lauri mi porta in camera e mi mostra una scatola.
Dentro c’è un vestito magnifico, tutto nero di seta... me lo metto e cerco le scarpe, mentre il cantante si prepara a sua volta, perchè anche lui si è portato un completo di ricambio, sostenendo di non fidarsi dei “pazzoidi di questa casa di cura”.
Finalmente sono pronta.
-Perchè non facciamo un duetto, stasera? Hai una bella voce...- mi propone Lauri, allacciandomi la collana davanti allo specchio. Poi mi bacia il collo.
Mi giro in modo da essergli di fronte.
-Tu sei matto!! Un duetto?!?! IO?!?! No, il concerto è tuo, canti tu. Semmai duettiamo in altro...- occhiata eloquente.
Alla fine ho scelto un trucco meno pesante, ma non ho rinunciato alla matita e a un velo d’ombretto nero.
Sono le sei. Il concerto c’è alle sette. Dobbiamo sbrigarci.
Incontriamo i nostri accompagnatori sulla soglia, già pronti di tutto punto. Silvia è stupenda.
Chiara ci saluta in pigiama, mi lancia un’occhiata ammonitrice e se ne torna dal suo maritino.
-Ci sono già passata... vedrai, sarai apprezzatissima!!!- mi sussurra nell’orecchio la mia amica, mentre ci dirigiamo verso la piazza.

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Capitolo 7
*** My love... is only for You. ***


Arrivati, è piena di gente che ci vieta il passaggio, ma i gorilla dell'altra volta ci aprono la strada.
Non pensavo ci fosse tanta gente per i The Rasmus, senza offesa, ovviamente.
Incontriamo il resto della band nel corridoio dei camerini. Aki e Pauli mi baciano sulle guance mentre Eer, per far ingelosire il suo amico, mi lancia un'occhiata languida seguita da un baciamano galante.
Riesce nell'intento perchè Lauri lo fredda con uno sguardo, ma noi scoppiamo a ridere.
Come la volta precedente, lo aiuto con il trucco. Mi presta due o tre piume (ne ha infinite, di mille colori diversi!) e mi aiuta a metterle.
Il risultato è...

-Pazzesco- Mike.
-Orrendo- Tré.
-Meraviglioso!- Aki.
-Contagioso...- Eero.
-Incantevole- Pauli.
-Spaventoso!- Silvia. -Ti sei messa a spennare polli anche tu?- Rido.
-No, ma si deve vedere subito che abbiamo qualcosa in comune, no?- le risponde Lauri, splendido come sempre, ma se possibile anche migliore.
E' proprio il bello e dannato dei video... incredibile vedere la sua trasformazione così da vicino: bello e terribile, maledetto nell'anima... Avrei continuato ad elogiarlo mentalmente se la folla non si fosse messa ad urlare, segno che il concerto ha inizio.
I membri della band si incoraggiano l'un l'altro, noi pure, e salgono sul palco, Lauri per ultimo perché si congeda con un lungo bacio.
Vengono accolti da un chiasso assordante.
Attaccano con "In the Shadows", poi con "First Day of my Life", suonano tutto "Peep" per alleggerire l'atmosfera e un altro pezzo di Dead Letters. Infine concludono con "F-F-F-Falling" che tanti amano, me compresa.
Lauri inizia a parlare in inglese:
-Bene... ora devo farvi un annuncio molto importante per me. Voglio che tutti voi partecipiate alla mia gioia per essere finalmente riuscito a trovare l'angelo che ha portato la risposta dal Paradiso e ha curato il mio cancro... facendomi inoltre uscire dall'oscurità!- dice, riferendosi ad alcuni testi... e a me. Io rimango a bocca aperta, mentre Silvia brontola con Tré:
-Però tu non mi hai fatto tutte queste lodi, vero?-  mentre il batterista arrossisce imbarazzato, Mike e io scoppiamo a ridere. Finchè Lauri non mi blocca la risata a metà gola aggiungendo: -Come here, Giulia-
Dio, mi ha chiamata per nome... sul palco!
-Coraggio!- Silvia mi spinge fuoi dalle quinte, e io mi avvicino esitante e sorridente al cantante, che mi sta mostrando alla folla continuando a lodarmi. Per un attimo il silenzio di tomba al mio ingresso, poi...
il boato assordante. La folla mi apprezza!
Sento i miei tre coinquilini applaudire dietro le quinte: mi sembra di sognare!
Lauri mi circonda le spalle con un braccio e sorride al suo pubblico.

-E' stato stupendo!- esclamo, lasciandomi cadere senza ritegno sul divano, esausta e felice. E' stata la notte migliore di tutta la mia vita!
-Già, hai fatto una bella figura, ragazza mia...-Silvia mi affibbia un colpetto sulla spalla, mentre si toglie la sciarpa.
-Sei stata fantastica!- esclamano in coro Lauri e Mike, per poi guardarsi "amichevolmente" in cagnesco. Sembra che il mio cantante e i Green siano finalmente riusciti ad andare d'accordo.
Tré solleva la mia amica senza sforzo per la vita e se la posiziona sulle spalle.
-Cazzo, ma quanto pesi?!- sbotta poi, simulando uno sbuffo.
-E a te che te ne frega?!- risponde lei, offesa. Il batterista scocca un occhiolino a Lauri: -Ma io so come farmi perdonare... se vuoi qualche dritta...- sia io che Silvia in qualche modo lo picchiamo. Allora lui fa finta di farla cadere, per poi riprenderla subito, al volo, dicendo: -Io e la mia gilfriend leviamo le tende, voi fate come volete!- ci salutano e scompaiono.
-Bene... che si fa?- chiede Mike, rivolto a tuti e due.
Io e Lauri ci guardiamo. Lo stargli vicino senza poterlo toccare, dopo oggi, mi sta facendo impazzire.
-Un'idea ce l'avrei...- propone lui, che sembra avere i miei stessi pensieri.
-Allora non voglio immischiarmi- si tira subito indietro il bassista, sorridendo e avanzando verso le scale dalle quali proviene, inaspettatamente, un commento di Tré: -Se volete fare un'orgia... io sono disponibile!- suono soffocato.
-Scherzava!- grida Silvia. Poi più nulla, tranne alcune risate... censura.
-Bene, a domani allora- saluta Mike incamminandosi.
-A...Aspetta- lo fermo. Ormai per me, anche se da pochi giorni, è una tradizione accompagnarlo. Perciò, dopo aver "ordinato" a Lauri di aspettarmi in camera, prendo per il braccio il bassista, che protesta dicendo che probabilmente il corvo si sarebbe arrabbiato o comunque ingelosito.
-Lauri non è così... non come Billie, almeno- protesto io, difendendo il mio boyfriend.
Arrivati nella sua stanza, mi chiede di girarmi, ma mentre si toglie la camicia per mettersi la canottiera, noto gli addominali scolpiti e mi tornano in un attimo quegli infidi sospetti del primo giorno. Mi mordo un labbro per scacciarle, senza molto successo. Tuttavia, riesco ad avvicinarmi e a rimboccargli le coperte da rituale.
Gli scocco quindi un bacio sulla guancia:
-Give me a long kiss goodnight and everything will be all wright..- sento che bisbiglia. Fingo di ignorarlo, spengo la luce e torno in camera dove trovo una bellissima sorpresa: Lauri in boxer e maglietta, ovviamente neri.
-Devo essere geloso?-
-Nient'affatto. Tutto ciò che desidero è davanti a me in questo momento- replico. Mi sorride.
Le piume cadono sul pavimento, seguite subito dopo dal mio vestito, che emette un lieve fruscio.Scorrendo
le mani sul suo petto, mi sorprendo a pensare che Mike dev'essere molto meno morbido, ma forse il calore si eguaglia...
Scuoto il capo.
Però il mio cantante ha splendide mani che adoro sentire sulla mia pelle.
Il suo dolce sussurrare promesse mantenute mi riempie l'anima...
Con le sue labbra appoggiate sulla mia gola, inizio a seguire le onde della sua spina dorsale con l'anulare, e piano piano il suo respiro diventa regolare, si rilassa.
Quando mi guarda negli occhi, per un istante li vedo color zaffiro, ma subito tornano verdi, profondi e caldi.
Mi sorride e, mentre io ricambio, chiude gli occhi e si addormenta sul mio petto.

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