Sex, drugs and Rock'n'roll di Hoyden (/viewuser.php?uid=26054)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm so lucky! ***
Capitolo 2: *** I'll Help You ***
Capitolo 3: *** Cruelty ***
Capitolo 4: *** Sail Away with me... ***
Capitolo 5: *** Bitches ***
Capitolo 6: *** You are My Best Friend ***
Capitolo 7: *** My love... is only for You. ***
Capitolo 1 *** I'm so lucky! ***
- dunque ragazzi... devo dirvi una cosa
importante. Come sapete...-
e la prof di italiano inizia a parlare a manetta... mentre, ovviamente,
la maggior parte della classe non la ascolta minimamente. Che palle!!
È sabato mattina e c’è un sole che
spacca le pietre... c’è anche un caldo boia in
questa classe sminchia sminchia dove in trenta ragazzi siamo stipati
come sardine...
Guardo fuori dalla finestra. Il raggi si riflettono sul vetro e quasi
non divento cieca. Impreco tra me e me, mentre vedo solo pallini neri
sulle palpebre abbassate.
Quanto odio l’estate!!! Non è giusto che negli
ultimi giorni di scuola, in cui tutti, e con tutti comprendo anche i
prof e i compagni secchioni, sognano il mare e fanno finta di essere
completamente votati alla scuola.
Che ipocriti!! Io invece manifesto apertamente le mie idee
presentandomi in classe con un lieve abbronzatura rossastra e le
lentiggini che si moltiplicano a causa del sole sul mio naso.
Nessuno si è ancora accorto delle mia condizioni,
perciò ne approfitto per chiudere gli occhi un attimo,
continuando a vedere quei fastidiosi punti neri su sfondo giallo
fluorescente che mi fanno venire un’emicrania terrificante e
un nervosismo devastante.
In fondo sono nell’ultimo banco nell’angolo,
nascosta da un immenso giocatore di pallanuoto con due spalle enormi e
la testolina che smebra essere soggiogata dalla montagna di muscoli che
la circonda.
Dev’essere difficile camminare senza praticamente vedere dove
si va... che triste!!!
- ... Dopo questo piccolo esame, coloro
che sono interessati al lavoro di traduttori e interpreti, possono
usufruire delle numerose e, penso per voi, interessanti occasioni che
vi si presentano: potrete...-
il resto delle parole sparisce dalla mia mente, inghiottito dalle
prorompenti note di American Idiot... seguito da Holiday... e dalla
mia, almeno per ora, canzone preferita dei Green Day: Jesus of Suburbia.
Non so affatto le parole, nonostante mi sia applicata per almeno otto
anni dalla terza media in cui ho iniziato a conoscerli, per impararle a
memoria tutte. Giuro, c’ho provato, e a volte anche con il
magro risultato di poter canticchiare qualche ritornello sconnesso...
- Don’t wanna be an american
idiot...- mormoro fra me e me, mentre la mia compagna di banco, che
conosco a mala pena e che mi considera una cretina senza cervello con
qualche serio problema mentale, mi guarda come al solito, con
un’occhiata veloce che esprime pena, disgusto e anche un
pò di disprezzo.
Abbiamo gusti diversi in ogni campo, e, ovviamente, anche in fatto di
musica. Infatti lei odia i Green, che durano da più di un
decennio, a morte.
Finalmente distoglie lo sguardo e continua a seguire il discorso
sconnesso della prof.
-... Potrete avere l’occasione di servire finalmente a
qualcosa, invece di stare qui a marcire...- e meno male che se ne rende
conto almeno lei!!!
-...potrete tardurre dialoghi fra personaggi di discreta importanza
nella società odierna...-
E inizia a elencare persone che nessuno di noi ha mai visto o
sentito... o vecchi caduti in disgrazia... attori di tutte le
età (tranne quelli che realmente interessano alla
gioventù...) e infine i cantanti...
-Per chi supererà l’esame con un buon voto, ci
sarà la possibilità di entrare in contatto con
coloro che interessano a voi, ragazzini ignoranti...- grazie prof!!!
-...in fatto di musica... per esempio: Metallica, Planet funk...
Un mio compagno alza la mano: -Si dice ‘Fank’,
prof...-
-Sì, sì, va bene, è la stessa cosa...
– continua a elencare i nomi di gruppi ormai scomparsi, altri
sconosciuti, altri ancora appartenenti all’età
giurassica, ma che non volevano arrendersi al fatto di essere superati
da secoli, come i Rolling Stones o i Duran Duran... quasi quasi spero
di passare con venticinque, il minimo... o di non passare e di avere un
debito piuttosto che essere costretta contro voglia a cercare di far
capire a dei nonnetti come mi chiamo o cosa ci faccio in America...
La prof, ignara di tutti i commenti che percorrono la classe, continua
imperterrita: -... infine ci sono gruppi quasi sconosciuti o
recentissimi, che, secondo me, spariranno dopo
l’estate...purtroppo però, saranno a disposizione
degli alunni che usciranno con trenta o trenta e lode. Anche se
personalmente penso sia ingiusto non premiare degnamente gli alunni con
maggior talento... i Green Day, i Good Charlotte...-
-Si pronununciano ‘Griin Dei’ e ‘Guud
Sciarlott’, prof!!- esclama sempre il mio compagno, tentando
di lenire l’ignoranza della prof, mentre i miei pensieri sono
ormai privi di controllo... se riuscissi a prendere trenta e lode...
potrei vedere i Green dal vivo, e magari abbracciare Trè
Cool... o... addirittura... avere un bacio sulla guancia e un
riconoscimento pubblico per la mia simpatia e per la mia
intraprendenza...
Torniamo alla realtà: non prenderò mai trenta. Il
massimo delle mie possibilità è ventinove... o
ventotto e mezzo... ma per i Green farò
l’impossibile!!
Ma non posso andare in America sola soletta...
Vengo interrotta dal suono della campana di fine lezione. Si torna a
casa!! Meno male che sono solo a Genova e in poco tempo, in treno,
arrivo subito a Sestri, dove abito.
Ho una casetta carina in centro, che condivido con l’unica
amica con la quale siamo rimaste in contatto dopo le medie: Martina.
Lei è una fan scatenata dei Green... magari mi da una mano a
studiare... e magari andiamo insieme!!
Che bello!! La chiamo subito...
-Pronto?
-Sono Giuggi!! Torna a casa presto stasera... devo dirti una cosetta di
una certa importanza...
E, lasciandola sulle spine, senza dirle nulla di preciso, chiudo la
comunicazione.
Chissà che faccia farà, stasera...
JJJ!!!
Niente. Nessuna faccia in particolare. È quasi svenuta.
È molto pallida e respira a fatica. Poverina, che colpo si
è presa!! Però è una buona notizia,
perchè la prof. ha precisato che possiamo portare massimo
un’amica e/o amico, compreso il fidanzato. Ma, se annche ne
avessi uno, chi me lo farebbe fare di portarmelo dietro e rischiare di
fraintendere tutto con Tre???
-Non... stai... tu non mi stai facendo uno scherzo, vero?!?- mi chiede,
con tono eloquente.
Mi ritengo offesa e mi immusonisco un attimo.
-Ti ho mai mentito?!?- rispondo, guardandola di sbieco.
-Beh, ci sarebbe quella volta in cui...-
-Ok. No non sto mentendo. Te lo giuro. Vorrei che venissi con me, se
riuscissi a prendere quel dannato 30. magari riusciamo a raggiungerli
ovunque loro siano!!! Pensa...- e mi lancio in una spassionata
descrizione del mondo che avremmo potuto affrontare una volta in
America.
-Mi hai convinta. E va bene. Ti darò una mano a studiare,
ok?! Così sarò sicura del tuo successo. Va
bene?!- chiede infine, rassegnata ma impaziente di poter abbracciare
Billie Joe e di fregarlo ad Adrienne.
Ho paura che finiremo nei guai. O, perlomeno, verremo arrestate...
è quasi sicuro, ma ce la caveremo, spero.
-L’esame c’è... oh oh...
shit… tra pochissimi giorni!!! Che sfiga!! – mi
ricordo all’improvviso che ho a mia disposizione poco tempo
per prepararmi alla perfezione. Perciò Martina impugna i
libri di inglese e francese e li apre di scatto, sedendosi velocemente
al tavolo.
Iniziamo a studiare tutto lo studiabile e non ci fermiamo
finchè non sono le undici di notte.
-é già qualcosa. Se facciamo così per
un pò, possiamo farcela.- annuncia, trionfante.
-Certo, certo. Tanto non sei tu quella che deve stuidiare alla follia,
no?!- ribatto, stanca morta.
-Non fare tanto la difficile. Sappi che dobbiamo riuscire ad avere quei
due posti in aereo, e io farò tutto ciò che
è in mio potere per riuscirci!! –
inutile. Ormai è out. Completamente pazza. Ah, quanti
problemi.
Insomma, i giorni passano velocissimi, e tutti decorati dagli stessi
temi: studio, studio e ancora studio. Mi pento di aver parlato!!
Finalmente arriva il gran giorno. Per fortuna potrò sapere i
risultati quasi subito, dopo aver dato l’esame, in modo da
non dovermi crogiolare nell’ansia della bocciatura.
-Molinari- mi chiamano in aula. Per fortuna è solo orale.
Non avrei resistito alla tensione di due giorni d’esame.
Entro titubante, ma come folgorata da un’idea cretina, chiedo
al prof. sconosciuto che mi accompagna:
-Scusi ma... lei... come si chiama di nome?!?-
-Patrick, perchè?-
appena mi risponde, rischio seriamente di essere troncata da un
infarto. Questo nome... mi ricorda qualcosa...
Non ho tempo di pensarci, perchè inizia il dialogo.
Dalle cose più elementari a quelle più complesse.
Ogni domanda è un punto conquistato. Attacco e difesa,
attacco e difesa... proprio come nella pallavolo. Dai Giulia. Le tue
compagne contano su di te per questa battuta....
Finalmente l’interrogatorio finisce. Sono così
tesa che ogni movimento coinvolge tutto il corpo. I nervi non
rispondono molto bene... infine il presidente della Commissione dice:
-Very good. You’re accept.-
Punto! Match vinto dal Sestri!! Mi hanno promossa con lode!!!
Esco ringraziando con un sorriso raggiante e poche parole cortesi.
Appena fuori dall’aula stringo a me il diploma e i due
biglietti aerei più il contratto. Tre... sto arrivando.
Ho potuto scegliere da chi andare, e mi è andata bene, visto
che eravamo in molte in competizione per i Green. Ma le altre hanno
preso massimo 29. tiè!!! Nessuno mi può prendere
il MIO Tre!!!
Sono felicissima e orgogliosa di me stessa. È un risultato
importantissimo!!
Esco dall’edificio e trovo Martina che mi aspetta. Mi guarda
per cercare di capire le mie emozioni, ma il mio viso è una
maschera di marmo.
-Allora?!?- chiede titubante.
Ho nascosto bene i biglietti nello zaino, per recitare la mia commedia:
-Oh.. non molto bene, purtroppo....-
-Hai preso trenta, veeero?!?-
-No, mi dispiace. –
abbassa il capo e io frugo nella cartella senza guardarla in faccia.
Improvisamente le getto le braccia al collo, coi biglietti in mano, e
grido:
-INFATTI HO PRESO TRENTA E LODE!!!- e le sventolo i documenti
sotto il naso.
Il suo viso è trasfigurato da una gioia folle:
-Partiamo domani!!!- esclama tutto a un tratto, saltellando.
Ovviamente, però, bisogna prenotare l’albergo. Lo
scegliamo nella periferia di Los Angeles, dove sappiamo hanno la casa
loro. Costa una fortuna, ma paga la scuola!!!
Prepariamo le valigie in fretta e iniziamo a fantasticare:
-Chissà cosa mi dirà Billie...-
-You are beautiful...- canticchio stonando appositamente per imitare
James Blunt.
Martina non gradisce, e, ridacchiando, mi tira un cuscino in faccia,
mentre guardiamo il soffitto sedute sui nostri letti. Io rispondo al
bombardamento, così cominciamo una piccola battaglia di
cuscini, distruggendo, in senso figurato, la camera.
Almeno finchè un’arma non si va a schiantare
sull’a – bat jour sul mio comodino. Questa cade,
fracassandosi a terra.
-Ops... abbiamo un problema...- mormoro, mentre la mia amica si alza e
valuta i danni provocati.
All’improvviso, però, si siede sul mio letto, mi
guarda ed esclama:
-E a noi che ce ne frega?!? Tanto andiamo in America!!!!!-
scoppiamo a ridere come pazze, poi, tra altre chiacchiere, ci
addormentiamo sognando Los Angeles.
La domenica mattina è ancora più afosa del
sabato. Da schiattare. Noi però non ci badiamo,
perchè l’unica cosa che regna nelle nostre teste
è la faccia che Adrienne farà nel vedere il suo
amato maritino tra le braccia di un’altra.
Arrivate all’aeroporto ci mettiamo un pò a fare il
check-in e tutto, ma alla fine ci imbarchiamo quasi saltellando davanti
alle hostess che ci guardano male.
Sto vicino al finestrino, perchè voglio essere la prima a
vedere il continente che ci ospiterà per ben un mese!!!
Gli steward illustrano il corretto comportamento di bordo, ma noi non
badiamo loro. Siamo troppo prese, mi dispiace per loro.
Ci siamo alzate alle 4 del mattino per prendere questo aereo delle
dieci... e ora, stanche morte, sempre sognando i nostri idoli, ci
addormentiamo. (non fanno altro praticamente...)
Una hostess ci sveglia quando ormai siamo atterrati.
Ci catapultiamo fuori dal velivolo, ma, prima di abbandonarlo del
tutto, chiedo ad uno steward:
-Excuse me... could you tell me your name?
-Sure. I’m Patrick.
Non è possibile!!! Di nuovo!!
Raggiungo la mia amica dopo aver cortesemente ringraziato e salutato.
Ritiriamo i bagagli e usciamo dallo stabile. Ci troviamo in piena
città. È gigantesca, piena di grattacieli e di
auto.
Chiamiamo un taxi. Prima cosa che gli chiedo:
-What’s your name?
-My name is Patrick O’…
-Ok, ok, thanks. Can you …- gli chiedo di portarci prima
alla nuova casa, poi di aspettarci fuori e di accompagnarci dai Green
day.
Arrivate davanti alla casa di Billie Joe rimaniamo a bocca aperta:
è immensa e bellissima!! Attirati dal rumore delle ruote
sulla ghiaia del vialetto, esce di casa Mike, che ci viene incontro,
sorridendo.
-Hi! Wanna come in?- chiede gentile, dopo che il tassista ci ha
lasciate nel vasto cortile.
-But... where’re Billie and Tre? - Chiedo, ansiosa
di vedermi comparire di fronte il batterista.
-Sorry, but... – sbuffa leggermente, poi riprende a parlare,
ma stavolta...in italiano!! – và meglio
così? Mi capite, vero?-
io e Martina annuiamo stupite.
-Bene. Billie è andato a fare una passeggiata con Chiara,
mentre Tre....-
-No, no, stoppa!!- esclamo, ancora più allibita. Chiara?!?!
E Adrienne Nesser?!?! Glielo chiede Martina, più
abbattuta dalla notizia di quanto non lo sia io:
-Ma... e Adrienne? La moglie? Chiara è la terza figlia?
–
Mike sorride della nostra ignoranza:
-No. È la sua nuova girlfriend. –
-Già...il vecchio Bil ha bisogno di carne fresca!!!- esclama
una voce alle nostre spalle. Ma la riconosco. È Tre. Senza
dubbio. Me lo vedo davanti con un sorriso malizioso e al suo fianco...
-TU?!?!?!?- esclamiamo stupite io e la mia amica.
Silvia ci guarda innocente, ma basita anch’ella. Di certo non
si aspettava noi due, compagne di medie e superiori. Eravamo amiche, e
credo lo siamo ancora, anche se lei ha rinuciato a noi per andare a
vivere con Chiara. Giusto, Chiara!!! Ecco chi è!! Lo stesso
pensiero colpisce anche Martina, che si rabbuia.
-Vi conoscete? Poverine, per quanto avete dovuto sopportare questo
mostro?- chiede Tre, con un sorriso ironico e con un’aria
falsamente dispiaciuta. Nonostante la situazione, non posso fare a meno
di esibire un sorrisino timido e tirato. La nostra amica gli tira un
pugno allo stomaco, ma lui para... e allora succede
l’inimmaginabile!!! La prende per i fianchi, la solleva da
terra e... la bacia.
Io ci sto male. Malissimo. E mi viene da vomitare... Martina non
è in condizioni migliori, poverina. Sperava di poter
abbracciare Billie, e invece...
Ma anche la mia situazione non è migliore. Lo accetterei
persino, se non avessi, in fondo al cuore, la sicurezza che Silvia non
lo ama veramente...
-Bene...- ricomincia Mike, cercando di rompere il ghiaccio, - ...
perchè, per il mese che resterete qui, non alloggiate nella
nostra casa? Ormai non è più solo di Billie,
perchè Tre ha venduto la sua per...- nessuno lo ascolta
più. Almeno, non io.
Come un’eco lontano, sento la mia compagna di viaggio che
sussurra: -No, grazie. Non siamo qui per restare così a
lungo. Probabilmente torneremo a casa massimo in questa settimana, non
appena Giulia – mi indica tristemente. Vorrei non essere io
la causa della sua permanenza forzata...- avrà finito le sue
traduzioni. Vero, Giu?- mi chiede poi.
-Sì, sì, certo...- mormoro, in risposta. Il
bassista mi guarda preoccupato. Gli rivolgo un altro sorriso privo
d’allegria, e mi volto verso Tre. Un suo braccio circonda la
vita di Silvia... no, non posso accettarlo. Non resisto più.
Sento gli occhi che mi si inumidiscono velocemente, finchè
sono troppo gonfi per evitare lacrime.
Allora piango. Davanti a tutti, silenziosamente. Davanti a Tre Cool,
che mi fissa sbigottito. Davanti a Martina, che cerca a stento di
trattenersi dall’imitarmi. Davanti a Mike, che sembra quello
più in ansia. Mi fa un pò pena, solo in mezzo ai
suoi amici... e anche davanti a Elisa, che capisce il motivo e mi
sorride in segno di scusa o forse in segno di vittoria: “non
lo avrai mai, perchè è mio.”
Per un momento li odio tutti, vorrei sprofondare e svanire dalla faccia
della Terra. Dimenticare tutto, tornare a Sestri e ricominciare da
capo.
Ma no, come potrei?!? Ora sono qui. Benissimo. Lotterò per
ciò che voglio, che desidero ardentemente con ogni parte del
mio corpo e della mente. Lotterò per quel dannato batterista
e lo convincerò. Sì, ci riuscirò,
dovessi aspettare anni o millenni, giuro che ce la farò!!!
All’improvviso mi accorgo del fatto che sono in ginocchio,
che sono arrivati anche Chiara e Billie per mano davanti a Martina, del
fatto che ho smesso di piangere e... del fatto che ho una mano
sconosciuta sulla spalla... mi volto lentamente, fino a incrociare due
iridi azzurro intenso e un sorriso privo di ogni ironia.
Per un attimo penso di essermi inconsciamente affezionata a quel povero
sfigato di un bassista solo e abbandonato al suo dentista. (destino) in
fondo, da giovane era proprio carino...
Poi mi alzo lentamente. Tre non stringe più Silvia,
perchè si è chinata vicino a me, e vedo che
rabbrividisce all’occhiata che le indirizzo. Martina sta
fissando, piena d’odio che straripa, la coppia sopraggiunta
da poco, mentre Chiara mi saluta con una cordialità che mi
sembra un pò finta. Di cos’ha paura?! Che le porti
via quello smidollato di un drogato che ha per fidanzato?!? Poi,
d’improvviso, mi rivolgo a Billie:
-Ciao... allora, Mike ci ha proposto di restare qui, per il mese in
corso. E noi... accettiamo con piacere!- esclamo, con allegria studiata
e un raggiante sorriso, che non si estende però, anche agli
occhi.
La mia compagna di viaggio mi guarda costernata, ma io le rivolgo uno
sguardo deciso. “Vinceremo” le comunico.
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Capitolo 2 *** I'll Help You ***
Arrivata in sala da pranzo mi accorgo che nessuno ha ancora deciso cosa
mangiare nè dove procurarsi del cibo. Bene, ci
penserò io. In fondo, mia nonna mi ha impartito molti
insegnamenti in campo culinario, e mi diverto!!
Quindi mi faccio guidare da Billie e Chiara, che sembrano incapaci di
staccarsi l’uno dall’altra anche per un solo
momento, mi chiudo a chiave nella stanza e faccio mente locale delle
provviste: poche, ma essenziali.
A un tratto sento la chiave che gira nella toppa. Mi giro di scatto, ma
è solo Mike che, con un piede sulla soglia, fa per
andarsene.
-Oh... cercavo qualcosa da mangiare!! Mi hai chiuso dentro...- esclama,
sorridendo.
-Ah, beh... Certo!!! Senti, dammi una mano. Almeno sai che fare!- non
so dove ho trovato un tale coraggio. Ma almeno avrò un
pò di compagnia.
-ok, ti aiuto volentieri! In fondo di là ci sono due che si
stanno già litigando!! Dura da poco la loro storia e
già minaccia di infrangersi...- sospira.
Poi si avvicina a un cassetto, e ne estrae due grembiuli.
–Per un cuoco è fondamentale!!-
Lo fisso stupita mentre se lo infila al collo, arrotola le maniche
della maglietta e poggia le mani sui fianchi, con un sorriso.
-Fai... fai...- balbetto, trattenendomi per non ridere.
-Paura?!?-
-No...- poi scoppio a ridergli in faccia. Ammetto che non è
molto educato, ma bisogna avere uno spettacolo del genere davanti per
capire: il grembiule era della Pimpa, e, dalla canottiera, escono le
braccia muscolose ricoperte di tatuaggi. È un bel cotrasto...
-Ma dove l’hai presa una cosa del genere?- chiedo, con le
lacrime agli occhi, piegata in due.
-Guarda che tocca anche a te...- mi guarda a metà fra il
minaccioso e lo scherzoso. Ora fa paura. La minaccia di dover girare
con un grembiule con sopra Armando, a braccetto con Mike con quello
della Pimpa mi preoccupa. Così, quando ne srotola un altro
con sopra Pingu, arretro fino al frigorifero.
-Scherzi, vero?!? – chiedo.
-Ti sembro uno che scherza?- indica il proprio volto, che, da
sorridente e irrisorio diventa serio.
-oddio... io una cosa del genere non la infilo... – sono
spalle al muro. Fuck!!!
-Scommettiamo?- si avvicina lentamente mentre mi appiattisco sul frigo.
Sono anche chiusa dentro con un maniaco di Pingu!!!
Il resto non lo racconto, perchè è stato un
susseguirsi di insulti, imprecazioni e lotte. E siamo andati avanti a
ridere per una buona mezz’ora.
Non voglio sapere cos’hanno pensato gli altri...
Insomma, alla fine la cena era pronta, pane compreso fatto in casa, in
un’ora sola. Ora bisogna solo affrontare l’esame...
Apro la porta per andare in bagno e farmi una doccia, perchè
abbiamo finito per infainarci, quando incrocio lo sguardo eloquente di
Chiara. Mi sorride, e, anche se è un sorriso malizioso,
capisco che non ce l’ha con me. Perciò le faccio
una linguaccia con tanto di occhiolino e dito medio. Lei risponde con
un:-Fuck you!!- e riprende la lettura del libro che stava cercando di
tradurre dall’americano grazie all’aiuto di Billie.
Sono così carini insieme... mi dispiace sia per Marty che
per Chiara... non so per chi tifare!!
Arrivata in bagno, in fretta, mi spoglio e mi caccio sotto
l’acqua gelata. Rabbrividisco, ma mi piace. Mette chiarezza
tra i miei pensieri.
Non so come giudicare il primo giorno di permanenza. Da una parte
terrificante. Ho litigato, e io odio farlo. Ma dall’altra mi
sono divertita a cucinare con Mike, che sta ancora servendo.
Non ho fame e, piuttosto che scendere e vederli fare smorfie strane, me
ne sto qui, sotto l’acqua.
A proposito di Mike.... cos’era quel brivido? Quello che ho
provato mentre eravamo in camera... è stato strano...
Chiudo l’acqua e frego un asciugamano più grosso:
domani glielo lavo io.
Poi vado fino alla camera che condivido con Marty e mi sdraio sul
letto, solo con l’asciugamano addosso. Tanto saranno tutti di
sotto a discutere, chi vuoi che...
-Sei bravissima!- Trè Cool spalanca la porta e io mi tiro
sedere di scatto. Il pezzo di stoffa arriva massimo a metà
coscia, e sono anche seduta...
mi alzo in fretta. Sono rossa, lo sento, e, nonostante sia umida,
inizio a sudare.
-ah... beh, comunque... non so come abbiamo fatto senza di te. Almeno
ora Mike serve a qualcosa!!- ride, e non sembra a disagio. Mi guarda
ancora per un lungo istante, poi mi fa un sorriso, si gira e se ne va,
chiudendo la porta.
Oddio... che colpo mi ha fatto prendere!! Ora mi rilasso, e mi
risdraio. Poi cambio idea, apro l’armadio e metto a posto
tutti i vestiti. Infine mi vesto, mi asciugo i capelli alla
bell’e meglio e decido di scendere a vedere il risultato del
mio lavoro.
Appena arrivo tutti si voltano verso di me. Poi parte un piccolo
applauso.
-E così abbiamo una cuoca!! Niente più ristorante
costoso!!- esclama Billie, sorridendomi. Anche Chiara mi sorride.
L’unica che non mi caga è Silvia. Trè
mi circonda le spalle con un braccio:
-Mike non è più solo!!!- ride, mentre io non mi
divincolo e non reagisco. Vedo il bassista che arrossisce.
-Festeggiamo?- propone il cantante, tirando fuori dalla credenza un
vassoio, dei bicchieri e del rhum. No!! Non può farmi
questo!! Io amo il rhum!! Ma non posso ubriacarmi qui, proprio il primo
giorno!!
-Per me no... brindate solo al mio successo!!!- esclamo, sforzando un
sorriso. Poi mi avvicino a Silvia che mi guarda male. La prendo per un
braccio e me la trascino dietro, mentre lei cerca prima di divincolarsi
e poi di alzarsi in piedi.
-Allora... senti, non sopporto che tu mi faccia il muso,
perciò chiariamoci qui e subito, ok?- inizio io. Lei mi
guarda e poi distoglie lo sguardo con espressione strafottente.
Le prendo il viso con una mano e la giro verso di me.
-Ma più di tutto esigo che mi si ascolti.
-bene, io non ho nulla da dirti. Sei tu che ti ostini a discutere di
Trè. Ma sai già che non sarà mai tuo,
visto che è mio, no?- chiede poi, scoccandomi
un’occhiata di sfida.
-Questo è tutto da vedere, ma... almeno qualche anno fa la
mettevamo sullo scherzo... ora invece ti arrabbi per un nonnulla...-
-Parla la perfettina. Io ho mollato tutto per stare con lui, sai? In
caso non te ne fossi accorta... tu che hai sacrificato, invece? Io
tutta la mia vecchia vita-
-Nulla. Ma... hai ragione, non ho speranze. Pazienza, sarà
il tempo a decidere... o Trè, a seconda dei casi. Ok?
Amiche? Non voglio perderti per lui, anche se è importante.-
-Ok, amiche. Ma non sperare di commuovermi...-
sorride. Ci stringiamo la mano. Per ora è fatta.
-Comunque... ho paura che abbia qualche preferenza per te, ora che hai
cucinato, sai?-
-Lo spero proprio. È a lui che l’ho dedicato, il
tutto!!! Ma cosa voleva dire con “Mike non è
più solo?!?”-
-Indovina?- sorride ancora, maliziosa, poi mi prende per mano e
torniamo in sala insieme.
C’è un casino infernale: Tré
è già crollato sul divano, in mutande, con la
cravatta e una bottiglia in mano. Billie sta uscendo con Chiara in
braccio con un lieve rossore sulle guance e tutti e due ridendo come
pazzi, rischaindo di schiantarsi contro un muro. Mike è
seduto su una sedia versandosi da bere da una bottiglia mezza vuota,
insieme a Martina, che inizia a cedere.
Ci rimaniamo. Ah, ho dimenticato che, ogni tanto, si sente Billie che
grida un “Fuck’em all” e il bassista che
risponde con un “Everyone is so full of shit!!”
Silvia si trascina dietro Trè, augurandomi la buona notte
visto che sono le undici.
Io però non so come schiodare Martina, che sembra
tutt’uno con la bottiglia, e ora beve a canna...
-Marty, vieni che è tardi...- mormoro, cercando di farla
tornare in sè.
Non mi risponde, perchè è ceduta. Però
Mike solleva il capo e mi guarda. Solo ora mi accorgo che addosso ha
solo i pantaloni e che puzza d’alcool da far paura.
-é... tardi... che fai?- chiedo, sperando che mi capisca.
-Andrò a letto, immagino... a meno che non ti voglia fare un
goccetto anche tu... ti farei compagnia volentieri...- baiscica, con la
voce impastata dal sonno. Si alza e barcolla fino alle scale. Poi cade
in ginocchio.
-Tutto bene?-chiedo, accostandomi.
-Sì, sì, certo. Tranquilla, buonanotte.-
-‘notte- mormoro, con la fronte aggrottata mentre si trascina
su per gli scalini. Arrivato al quinto cade di nuovo. Lo raggiungo.
-Ma sei sicuro...?-
-Certo!! Ci vediamo domani.- si aggrappa alla ringhiera e fa due passi
malfermi. Poi le sue gambe si piegano di nuovo e di nuovo io sono
subito lì.
-Ripensandoci... mi dai una mano? Non mi sento molto...- non finisce la
frase che vomita sullo scalino davanti, mentre io faccio un salto
indietro per non sporcarmi.
-Scusami...-
-n...niente, tranquillo...- evito la macchia che si estende sulle scale
e faccio passare un suo braccio intorno alle mie spalle. Lo porto fino
in camera sua e gli passo una canottiera.
-Mentre ti vesti vado a pulire le scale o Billie domani ci ammazza,
ok?- chiedo, mentre si stende.
-D’accordo, grazie ancora.-
-Figurati, mi diverto ad assistere i bassisti sbronzi maniaci della
Pimpa.-
detto questo scendo a cercare uno straccio e pulisco il tutto
cercando di fermare la nausea.
Quando torno su, sta già dormendo. Mi fa così
tenerezza, nonostante sia adulto, vaccinato e tatuato... gli copro il
braccio che spunta dalle coperte e gliele rimbocco. Anche se sono
più giovane di una decina d’anni, mi sento sua
madre... povera donna, morta...
Poi torno giù di sotto per scaracollarmi dietro anche Cina,
perchè non posso lasciarla sul tavolo...
La infilo nel letto senza fatica perchè è molto
più leggera rispetto a Mike... poi vado a dormire
anch’io, ma vestita, perchè appena tocco il
cuscino mi addormento di botto.
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Capitolo 3 *** Cruelty ***
Arrivata l’ora di cena, scendiamo di sotto in cucina. Nel
pomeriggio Mike ci aveva fatto da guida per la residenza del cantante.
È proprio gentile, e credo sia l’unico al quale il
nostro arrivo faccia piacere. Almeno avremo un amico.
Arrivate nella sala da pranzo, vediamo il tavolo, che ci aspettavamo
imbandito, privo di ogni vivanda.
Ci blocchiamo sulla porta, mentre gli altri ci fissano. Arrossendo
entrambe per l’attenzione suscitata, ci sediamo vicino al
bassista, che ci ha tenuto appositamente due sedie libere al suo fianco.
-Bene... allora, stasera dove si va a cenare?- chiede Chiara, rivolta
soprattutto a Billie, che, vicino a lei, le tiene una mano.
È la mano sinistra, dove si scorge un baluginio dorato. Oh
merda!!! È una fede!!! Sono sposati!!! Grazie al cavolo che
sono sempre insieme!!! Sono novelli sposini... come dirlo a Martina?!?!
Infine non ce n’è bisogno. Chiara se ne occupa
personalmente, porgendo alla mia vicina un elenco di ristoranti e
pizzerie varie. Con la mano sinistra ovviamente. E con il palmo rivolto
verso il basso. Certe volte è proprio stronza.
Martina emette un gemito e si accascia sulla sedia.
Io impreco sottovoce, fulmino Chiara che ricambia con
un’occhiata innocente, e, con l’aiuto di Mike,
sollevo la mia amica e la portiamo, di peso, in camera sua. SIlvia ci
segue, mentre Chiara resta in sala da pranzo con Tre e Billie.
-Oddio, cos’è successo?- chiede, una volta giunti,
la mia vecchia amica.
-Te lo spiego volentieri: Chiara le ha mostrato la fede- sibilo io, a
denti stretti. -Oh... mi dispiace. Veramente, pensavo volesse dirglielo
con più... delicatezza, ecco.-
-SIlvia, ragiona. La Chiara non è mai stata prudente
nè delicata, e da secoli e secoli si contendono Billie Joe.
Quale altro modo per dichiararle di aver vinto, finalmente?!- esclamo,
tutto d’un fiato, mentre il bassista, accanto a noi, terge la
fronte della nostra amica con un panno umido.
-Povera Cina... mi dispiace ancora di più. Almeno la disputa
è finita.- sospira Silvia, sedendosi sul letto, ai piedi di
Martina, che non accenna a riprendersi.
-La loro, certo. – mormoro, rabbiosa. Tutto questo ha fatto
risorgere la mia ira, e ora non posso placarla.
-Intendi Tre?! Ancora con questa storia?!- sbotta, alzandosi di
scatto.
-Sì, perchè?!? Credi che io sia qui solo per il
mio incarico?!??- ribatto, fronteggiandola. È dalle
superiori che litighiamo sempre sullo stesso sogno... che ora,
però, è più concreto e vicino che
mai...
Oh, mi sto infiammando per nulla...
-Senti, mettiamo le cose bene in chiaro: io lo amo, lui ama me, stiamo
insieme e viviamo nella stessa casa. Non credi di essere un
pò in svantaggio, Giulia?!?- grida poi, allargando le
braccia in segno di esasperazione.
No, no, no!! Non la lascio vincere... sarà in testa per poco.
-Ora forse, hai ragione. Però, sappi che in un mese
può succedere qualsiasi cosa!!- esclamo, lasciandomi cadere
sul letto, accanto a Mike che ci fissa sbalordito.
Non volevo fare scenate davanti a lui, ma è stato
più forte di me. Inevitabile. Improvviso. Uffa, quanto la
odio quando fa così!!!
Per tutta risposta gira i tacchi e se ne va sbattendo la porta con
forza.
Non abbastanza in fretta però, perchè ho il tempo
di mormorare: -Qualsiasi cosa...-
-Bene...vuoi che... che me ne vada... che ti lasci sola?- chiede tutto
d’un tratto il bassista, con voce dolce.
Mi viene di nuovo da piangere. Come qualche anno fa, quando litigavamo
per i motivi più impensabili. Ora, a ventun’anni,
non è cambiato nulla. È sempre stata
così irascibile... e incapace di parlare.
Di solito ero io che risolvevo le situazioni. Era per merito mio che
facevamo pace.
-Vuoi... che ti porti qualcosa?- riprova.
Mi fa così tenerezza ora che cerca di tirarmi su di
morale...
-No, no, grazie. Va bene così, resta pure, ho bisogno di
compagnia oltre a quella di un semi-cadavere...- tendo le labbra in un
sorriso forzato, -Non ho fame comunque. Grazie ancora.-
-Beh, come primo giorno non è il massimo, vero?- domanda
sempre con tono pacato. Non sa che, comportandosi così, non
fa altro che accrescere la mia sofferenza.
-Già. Proprio una brutta giornata...- rispondo, cupa. Vorrei
tanto essere a casa per poter accendere la radio e ascoltare i CD che
si abbinano ai miei sentimenti: Him e The Rasmus. Mi mancano, e non
posso ascoltarli perchè Martina ha portato solo quelli dei
Green.
Sarà il mio carattere, magari, ma bene o male mi ritrovo
sempre a litigare con qualcuno, e non capisco mai se è colpa
mia o sua...
Decido di parlarne con l’unica persona che mi è
rimasta:
-Sai, quando ero a casa, in queste situazioni, quando c’era
qualche problema... mi sfogavo ascoltando dei brani tristi, o comunque
cupi. Tipo... – e gli elenco tutti i vari gruppi che
ascoltavo nella segretezza della mia piccola camera, in preda a dubbi
più grandi di me.
-Mi sembra un metodo efficace. Io di solito suono. Per coprire il
casino che fanno Tre e Billie quando litigano, a causa della band,
delle ragazze... un pò di tutto insomma.- sfoggia un debole
sorriso – qualsasi motivo è buono per una lite.
–
-Allora sono nel posto giusto.- rispondo, mantenendo anch’io
un tono basso.
-Credo di sì.- il sorriso stavolta è sincero,
dolce e consolante. Vorrei perdermici in quegli occhi zaffiro... lo
scambio di sguardi ora, è intenso. Troppo per me...
-Allora, che mi sono persa, Giuggi?!- esclama con strana voce allegra
Martina, appena svegliata.
-Oh... nulla!! – risatina isterica, sono sconvolta dai
pensieri che vagavano nella mia mente qualche istante fa.-Solo... un
litigio, niente di che!- le sorrido per rassicurarla, ma noto che
è in condizioni migliori di me.
La vicinanza di Mike, se prima mi faceva piacere, ora mi opprime. E lui
deve sentire qualcosa del genere, perchè si congeda
gentilmente e torna in sala.
-Che succede, Giulia? Sei rossa...- chiede la mia amica, sedendosi
composta per guardarmi meglio negli occhi.
-Nulla. Assolutamente nulla.- mormoro, prima di raccomandarle di fare
presto e di raggiungermi di sotto. Poi, senza aggiungere altro, scendo
in fretta le scale.
Forse troppo in fretta.
Con un –Merda!!!!- inciampo, come mio solito, in un gradino e
atterrando al termine della scalinata, dove trovo Tre e Silvia che
stavano approfittando della riservatezza del sotto scala per
chiacchierare sommessamente intervallando le parole con un bacio
leggero.
Sussultano, ma, mentre SIlvia si sposta in fretta dalla mia
traiettoria, travolgo Trè che attutisce leggermente la
caduta.
-Ehm... scusa...- mormoro, imbarazzata al massimo, quando mi accorgo di
averlo letteralmente abbattuto e del fatto che mi fa da cuscino. Faccio
per rialzarmi con un salto, ma noto lo sguardo che mi rivolge SIlvia
e... non posso fare a meno di strusciarmi leggermente sul batterista,
che quasi non se ne accorge, fissando sempre con malizia la mia amica,
che sbianca di rabbia.
Lui si rialza, ma mi tende una mano per aiutarmi. La afferro
volentieri. Lo guardo. Mi guarda. Scambio d’occhiate. Che
bello!!! Sono emozionata al massimo, rossa, sento che inizio a
sudare...
-Bene, continuate pure!!- esclamo.
Mentre svolto l’angolo sento Silvia che sbotta arrabbiata:-
Per me però tutte quelle moine non le fai, vero,
Trè?!?!-
Sorrido. E anche questa è fatta.
NOTA:scusate se vi dovete di nuovo accecare, ma metto questo capitolo
in fretta, perciò vi dovete accontentare...
al massimo, se proprio tenete a leggerlo, scaricatelo e modificatelo...
poi cancellatelo pure ^_^
PS:grazie per i commenti, ank x quello negativo, xk è
costruttivo... ank se nn credo ke la cambierò...
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Capitolo 4 *** Sail Away with me... ***
Al mattino sono quella che sta meglio con Silvia, probabilmente,
perchè siamo le uniche senza mal di testa o emicrania da
sbornia.
La prima persona che incontro è Billie in cucina, in pigiama.
-Buongiorno!! Non ti abbiamo fatto una buona impressione, vero?- io
scuoto il capo, col sorriso.
-Ma Trè aveva ancora le mutande?- chiede poi, preoccupato.
Io scoppio a ridere.
-Certo! Altrimenti sarebbe finita male per lui... soprattutto se fossi
stata sbronza anch’io...- arrossisco.
Stavolta è lui a sorridermi.
-Siete diverse dalle altre due. Guarda che puoi dire quello che vuoi
qui, nessuno ti censura!!-
-Oh... beh... certo. Ah, Mike ha vomitato sulle scale, ma
c’ho pulito. Se vuoi ci ridò una passata-
-Non è giusto!! Lui c’ha già la
schiava? Guarda, la prossima volta faccio io, davvero. Grazie,
comunque. Sei qui da un giorno e già non potremmo
sostituirti.- mi sorride. Anche lui non è mica brutto.... ma
è impegnato.
-Vai tu a svegliare gli altri? Se vuoi iniziare a scocciarti
già di mattina...- ha anche una bellissima voce. Beh, del
resto è il cantante...
annuisco e mi avvio.
-Scusami...?- mi si rivolge in toni così gentili che non
riesco a riconoscere il Billie Joe dei video e delle canzoni, figo,
strafottente e stronzo.
-Ma tu come ti chiami?-
-Giulia. E, anticipandoti, la mia amica si chiama Martina.-
-Bene... mi fai un favore?-
-Tra un pò?!? Posso andare un attimo di sopra?-
-Appunto. Qualche volta contraddiscimi, sfottimi o mi sento male, ok?-
-Perchè dovrei se sono d’accordo con te?-
-Non esserlo. Per esempio, ora mi hai salutato gentilmente. Domani
fallo in un altro modo, ok?-
-Ok, stronzo. E vedi di non rompere più i coglioni,
perchè non sono qui per i tuoi comodi-
-Grazie. Vai pure. Caffè o the?-
-Quello che vuoi...- mi fa una faccia strana, - cognac, così
mi sveglio e mi immedesimo in questo gruppo di ubriaconi- mi sorride
col pollice in su.
La prima persona che vado a trovare è Chiara, ma
la incrocio in corridoio mentre scende. Un saluto veloce con un
sorriso. Evito accuratamente la camera di Silvia e Trè
perchè preferisco non abbattermi subito il morale.
Entro nella mia e trovo Marty che si sta vestendo con calma.
Ma basta nominare Billie Joe e subito lei si fionda di sotto.
Bene. Mi rimane una persona sola.
Che faccio, busso? E se lo sveglio?
Decido di entrare senza bussare, e mi rendo conto di aver fatto bene,
perchè dorme ancora. Appoggiato alla parete
c’è il basso.
Tocco le corde che vibrano producendo un’armonia di suoni
meravigliosa. Poi le fermo, altrimenti lo sveglio.
È bello come strumento, ma la mia vocazione è e
rimane la batteria, che ho imparato dopo molti sforzi. Mi sono persino
portata le bacchette, perchè non riesco a separarmene
più...
Ce le ho attaccate alla cintura, da quando mi sveglio a quando mi
addormento, quando le metto sotto il cuscino.
Certo, al check-in le hanno prese per randelli o comunque armi, ma
quando gliele ho fatte vedere si sono calmati.
Quando mi giro per andarmene, me lo trovo davanti con una faccia
assonnata e i capelli spettinati.
Sarà anche brutto, ma in quanto muscoli, Billie impallidisce
al confronto.
-grazie per ieri. – mormora, imbarazzato.
-E di cosa? Tu hai cucinato!!- sorrido nella penombra. Come secondo
giorno non è male.
Dio, ora mi rendo conto di tutto: abito insieme a degli idoli, che
parlano in italiano sebbene siano americani, e che mi si rivolgono come
fossi loro amica da sempre!!!
-Billie che ha detto?-
-Niente. Tranquillo.
-Solo perchè gli hai parlato tu. Sembri infondere una calma
sconosciuta in questa casa di casini-
-Lo so, non c’è bisogno che tu mi lodi- mi metto
in posa. Lui scoppia a ridere.
-Così sei una batterista, come il tuo Trè-
sbianco.
-Che hai detto?-
-Tu sei cotta di lui, anche se non capisco che ci troviate, tutte. Ma
c’ero al vostro litigio. E comunque hai delle bacchette al
fianco, quindi non è difficile immaginare...-
-Hai pienamente ragione. Sono lessa. E... sì, suono, ma non
sono brava-
-Non ti credo. Dopo colazione ti metto alla prova-
scendiamo insieme, ma quando arriviamo tutti ci guardano in modo
strano. Avverto lo sguardo di Trè e cerco di evitarlo. Mike,
d’improvviso, mi prende per un polso e mi tira a
sè.
-Ma che fai?!?- mi ribello, stupita.
Chiara e Silvia mi guardano una nota divertita negli occhi, e Martina
sembra stia per scoppiare a ridere.
-Questa Jane non la prende bene...- mormora Silvia, sorridendo. Al
sentire nominare quel nome, il bassista mi lascia subito, quasi
spingendomi via.
Io lo guardo, ancora più allibita di prima, ma non accenna
spiegazioni, e, quando dopo colazione mi paro davanti a lui per anadre
a suonare qualcosa, lui nega l’invito e si nasconde in
camera. È tanto triste...
-Silvia!!- grido, vedendo la mia amica in mezzo al corridoio le corro
incontro.
-Che c’è?-
-Chi... chi è Jane?- domando.
Lei scoppia a ridere.
-é la moglie di Mike, quella nuova... sembra che si stiano
per lasciare, infatti lei non c’è quasi mai, per
questo Trè ha detto che lui non sarebbe più solo
col tuo arrivo, ma... non so neanche come andrà a finire, e
Mike soffre tanto tutte le volte che la nominiamo.-
-Allora perchè l’hai fatto?- ribatto io,
arrabbiata. Come si può essere tanto crudeli?
-Perchè almeno non si faceva illusioni e ti lasciava stare-
-Ma, Silvy, era l’unica vera persona con la quale potevo
parlare, e ora mi evita!-
-Perchè non vuole avere altri legami sentimentali.
-e tu credi che si sarebbe innamorato di ME?!?- chiedo, sbalordita.
-Beh, da come ti guardava e da come passava tutto il suo tempo con te
pensavo proprio di sì!!!- esclama lei, con un sorriso
raggiante e innocente.
-Tu ciocchi!!!- mi giro e me ne vado. Devo parlare con Mike,
perchè non voglio che soffra, la cosa che più
detesto è vedere le persone intorno a me che hanno dei
problemi.
Salgo le scale, e spalanco la porta della sua camera senza neanche
bussare. Ma non ha neanche la fede... comunque...
-Che vuoi?- chiede, scontroso. Mi avvicino, ma sembra che io abbia la
lebbra, perchè mi rifugge. Mi siedo accanto a lui sul letto
e lo guardo a lungo, finchè non trova il coraggio di
guardarmi negli occhi.
-Ora che so chi è Jane, credo di poter aver il diritto di
parola da parte tua, no?- rispondo io.
-Non te ne deve fregare nulla di lei. Non voglio che tu ti immischi in
questa storia-
-Me ne sbatto di quello che pensi. Voglio aiutarti e conoscere quella
troia che ti fa tutto questo!- esclamo, alzandomi in piedi di scatto
davanti a lui.
-Ripetilo se ne hai il coraggio.- mormora a bassa voce, minaccioso.
-Non puoi difendere una persona che ti danneggia per il puro gusto di
farlo, Mike. Ma perchè non ci arrivi, che quella ti sta solo
usando?
-no, ripeti l’insulto. Cos’hai detto di Jane?-
-Che è una...- esito un attimo, poi riprendo sicurezza
– una troia.-
il colpo arriva forte e improvviso. Sento il capo che si volta
dall’altra parte, girato dall’impatto. Mi porto una
mano alla guancia dove mi ha colpito facendomi quasi perdere
l’equilibrio, con gli occhi appannati dalle lacrime di
dolore, e lo guardo. È arrabbiato, e sembra più
grande rispetto a ciò che è veramente. Tremo.
-Bene. Se non volevi aiuto potevi benissimo dirlo in un altro modo, ma
così ho capito.- gli volto le spalle e me ne vado, prima
lentamente, poi correndo e piangendo, con le bacchette che mi battono
sul fianco e che cadono davanti alla sua camera. Non mi fermo a
prenderle, le lascio. Incrocio Martina, che mi chiede cos’ho
mentre la sorpasso e mi catapulto giù dalle scale e poi
fuori dalla porta. Mi butto in mezzo alla strada, rischiando di farmi
investire da un taxi, e me ne torno in centro.
Arrivo davanti a uno stadio, dove leggo sull’insegna che la
sera ci sarebbe stato il concerto dei The Rasmus. Infatti vedo
un’auto che mi taglia la strada. Si ferma davanti a me, ed
è gigantesca, stupenda.
Dalla vettura escono loro quattro, circondati subito da altrettante
guardie del corpo.
Quando Lauri mi passa davanti mi concedo un sorriso, ma non mi lancio
in avanti come gli altri fans, perchè non sono proprio in
vena. Mi guarda e vede che piango. Mi vergogno da morire...
All’improvviso mi prende per un braccio e mi trascina con
sè, così, senza avvertimento.
Mi trovo circondata dal gruppo e dai gorilla, mentre vedo un sacco di
gente che si protende verso i quattro per avere un autografo o comunque
un ricordo.
Arriviamo all’interno della struttura e mi porta con
sè, fino al suo camerino. Sembra tutto così
irreale...
-Così sei tu! Ma che fortuna!- esclama poi, dopo che gli
altri tre si sono ritirati nei loro camerini e che si è
lasciato vadere su un divano.
Ma perchè sanno tutti tutte le lingue tranne me? Sono
così ignorante?
-Io? A fare cosa?- chiedo, stupita.
-sei su tutti i giornali, sei di Genova! Sei qui per
quell’intervista, no?-
-Sì, ma...-
-Lo so, lo so. Ai Green Day. Beh, del resto loro fanno più
scalpore di noi, immagino, soprattutto con tutti gli insulti che
rivolgono ai politici e al mondo intero...- mormora poi.
-Su... tutti i giornali? IO?!?-
-Sì, soprattutto ora che abiti con loro! In America le
notizie girano veloci...- ride. Io ancora non credo a cosa mi
sta succedendo...
-Ah... beh, certo...-
-Senti, sei qui, perchè?-
-Perchè... mi ci hai trascinata...-
-A parte questo! –
-Beh... sono scappata e... il vostro concerto è imperdibile-
sussurro, asciugandomi gli occhi. Meno male che non mi ero messa la
matita, sennò che cerchi da panda!
-Ah, davvero? Allora perchè non hai scelto noi, invece che
loro?- chiede, un pò irritato.
-Perchè non vi hanno proprosto, mi dispiace. Magari
pensavano che il finlandese fosse troppo difficile... ma nulla
è troppo difficile per un vero fan, no?-
sorride, un pò rassicurato e leggermente imbarazzato.
È carino, con gli occhi scuri in evidenza...
-Senti... visto che sei qui... perchè non resti con noi?
Devo farmi perdonare per la mia scortesia, no? E poi... sei diversa
dalle altre fans. Sei più timida, meno pazza... mi piaci-
arrossisco. Accidenti!!
Il concerto inizia in fretta, e gli do una mano a prepararsi. Oddio, ho
l’onore di truccarlo!!! Però le piume se le mette
da solo perchè io faccio un casino e le spargo dappertutto.
Alla fine, dopo aver assistito a tutto lo spettacolo, mi chiede, sudato
e con l’asciugamano in spalla:
-Ti fermi con noi per una festa?- sono emozionata al massimo...
oddio!!!
Sto per rispondere quando una voce mi interrompe, chiamandomi. Mi volto
e mi trovo davanti Mike, col fiatone e imbarazzato. Lancia
un’occhiata di sufficienza a Lauri. E la rabbia mi assale di
nuovo. Senza neppure rivolgergli la parola acconsento alla proprosta
del cantante e li seguo, ma il bassista non si arrende e mi segue,
prendendomi per una spalla.
-Scusami, io... non volevo, davvero...-
-Non ho nulla da dirti. – tronco il suo tentativo di farsi
perdonare e salgo in macchina vicino a Lauri, senza neppure guardarlo
in faccia. Rimane lì senza sapere che fare nè
dire. Inizio a sentirmi in colpa, magari non l’ha davvero
fatto apposta... no, Giulia, sei forte. Non mollare ora...
arriviamo e scendiamo. Lauri mi prende per mano. Ma perchè
sta succedendo tutto questo?!? Ho paura...
-No fear...- mi mormora il cantante nell’orecchio, mentre
entriamo in un salone gigantesco e pieno di... dark!!! Sono tutti in
nero, pieni di ceroni... sono meravigliosi, questo è il mio
mondo e a ‘fanculo i Green Day!!
Due ragazze sbronze complete mi truccano e alla fine anch’io
assomiglio loro, anche perchè mi vesto sempre in nero...
Mi abbandono al casino, senza coscienza, ma so che non rischio
perchè Lauri mi sorveglia, lo sento... piano piano mi sono
innamorata anche di lui... all’improvviso parte un lento, e
tutto diventa irreale al massimo grado: il cantante mi pende per mano e
mi fa ballare, con le mani sulla mia schiena e io stretta a lui come
una patella...
Poi guardo l’orologio. È mezzanotte.
Lauri nota il mio movimento.
-Cenerentola deve tornare a casa?- chiede, dolce nel mio orecchio.
-Credo di sì, anche se l’idea non mi
entusiasma...-
ride, poi mi guarda.
-Puoi rimanere con me, se vuoi. Ancora un pò... –
ha detto... ha detto con me. Non con noi, con la band, ma con me, con
LUI!!!
Mi batte forte il cuore, soprattutto quando mi prende il viso fra le
mani.
-Che... che stai facendo?-
-Mi approprio di ciò che mi spetta...- mormora. E come fai a
dirgli di no? Mi bacia, ed è la cosa più bella e
strana che mi sia successa in tutto questo tempo.
-Non stai correndo troppo?- chiedo, stupita ma felice.
-Perchè, un appuntamento è troppo presto?-
-Ma non mi conosci neppure!!-
-io mi fido delle prime impressioni. E la prima impressione che mi hai
fatto è stata di assoluta tenerezza e dolcezza. Mi piaci-
All’inizio penso che sia ubriaco. No, è sobrio.
Poi penso che è un sogno. No, è
realtà, me lo confermano le braccia che mi cingono. Che
bello... aspetta che io gli dica qualcosa... e cosa gli dico?
-Anch’io. E la prima impressione che ho avuto di te
è stata di assoluta perfezione- che battuta
stupida. Ma fa effetto...
Sorride e fa per baciarmi di nuovo, ma è tanto tardi, e
Martina si starà rodendo, perchè magari Mike
l’ha mandato lei... ciònonostante rimango per
qualche minuto. Poi chiedo:
-Quanto resti a Los Angeles?-
-Poco, solo una settimana, ma... potresti venire con me.
-Ora corri davvero-
-i just wanna fly, ‘cause I sail away, cara mia-
-ma devo rimanere. Va beh... domani... ci vediamo? –
-vengo a prenderti io!- esclama, sempre sorridente.
-Ma allora... stiamo insieme?!?!?-
-Solo se tu vuoi, Giulia-
-E me lo chiedi? È una vita che ti aspetto!!-
Sorride ancora, poi mi lascia andare. Le mie
“truccatrici” mi salutano radiose nei loro vestiti
neri, e anche Aki non mi dimentica.
Esco sognante e raggiante. Ma la mia gioia svanisce quando mi trovo
davanti Mike.
-Cosa vuoi da me?- domando, scontrosa, mentre il mio Paradiso si
sgretola davanti ai miei piedi.
-Ti riporto a casa. E voglio...-
-Farti perdonare? –
-Esatto-
-Non ce la farai. Mi dispiace, ma io volevo solo aiutarti e tu mi hai
picchiata. Come faccio a credere a uno così?-
-Lo so, mi dispiace, Giulia, davvero. Non volevo... è che...
io la amo ancora, ma non fa altro che farmi soffrire. Il mio cuore non
regge. Non ce la faccio più... – rimango
insensibile, almeno finchè la sua voce non si incrina e una
lacrima gli scende lungo il viso. Ormai siamo arrivati, senza neppure
accorgercene.
-Mike? Stai bene?-
mi guarda, abbattuto.
Mi fa tenerezza, così come ne ho fatta io a Lauri.
Così, quando lui cade in ginocchio, afflitto, mi lascio
cadere vicino a lui e lo abbraccio, mentre lui mi stringe
convulsamente. Chissà da quanto non si sfogava apertamente
con un amico... sì, sarò sua amica,
perchè capita di sbagliare, e io ho sbagliato tanto...
-Tranquillo. Ora andrà tutto a posto...-
-No, nulla andrà a posto. Perchè Jane torna
domani-
ci rimango. Volevo essergli vicino, ma ho appuntamento con Lauri...
impreco.
Poi lo accompagno, ormai è tardi, e sono tutti a letto, a
fare cosa non lo voglio sapere.
Come ieri gli rimbocco le coperte e mi sento sua sorella. Ho fatto
presto a fare amicizia. Ma mi stupisce il fatto che Billie non lo abbia
aiutato fino adesso, se lui ne aveva così bisogno e se sono
amici da così tanto.
-Tu ci sarai domani, vero?-
-Certo. Io ci sarò sempre se avrai bisogno. Ora sono tua
amica. –
-Allora sono perdonato?- mi guarda. E come faccio a dirgli di no?
Acconsento. Chiude gli occhi, ma io rimango finchè non si
addormenta con il sorriso.
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Capitolo 5 *** Bitches ***
Altra mattina, solita sveglia. Devo scusarmi con Lauri e mandare a
‘fanculo Jane. Ma che bel programmino carino!!! Cerco
Martina, ma non la trovo. Anche i suoi vestiti non ci sono.
C’è un biglietto sul suo letto:
"Mi dispiace lasciarti così, ma non ce la faccio a vedere la
Carlotta sempre appiccicata a Billie. Mi dispiace non riesco ad
accettarlo. Ci rivediamo quando torni alla tua vera casa, dalle tue
vere amiche. Divertiti anche senza di me. Parto alle undici.
Ti chiamo quando arrivo.
Baci,
Marty"
Ci rimango di merda e inizio a odiare anche la Chiara. Bene, devo
mandare a ‘fanculo due persone... nessun problema. Magari
riesco ancora a beccarla... oh, no!!! Sono le undici e mezza!! Mi
lascio cadere sul letto e mi riaddormento.
Mi sveglia un bacio sulle labbra. Mi trovo davanti Lauri, in nero e
bellissimo.
Mi tiro a sedere in fretta, arossendo di vergogna.
- non é stato difficile entrare in camera tua. Sta casa
è un mortorio!! La tua guardia del corpo non
s’è più vista, ma si è fatta
vedere una bionda da paura! È un trans?!?-
lo fulmino con un’occhiata. Poi mi rendo conto che lei
è qui.
-Jane è arrivata- mormoro. Mi alzo in fretta, mi vesto, mi
lavo e Lauri rimane a guardarmi andare avanti e indietro con un
sorrisino sul viso. Quando me ne accorgo lo guardo. Lui tira fuori da
dietro la schiena un mazzo gigantesco di rose... nere, con al centro
una sola, piccola rosa rosso fuoco.
-Oddio... sono bellissime, Lauri... –mi avvicino e lo
ringrazio con un bacio leggero.
-No, tu sei bellissima-
ho la mia gonna nera a balze e sono tutta in nero come una vera dark,
compreso il trucco che assomiglia a quello che mi hanno messo ieri sera
le sue amiche.
Gli sorrido riconoscente, poi scendiamo. Mi trovo davanti Jane appena
finiscono le scale. È bellissima, biondissima e altissima,
tutta in tiro e con la fede che ancora le brilla al dito.
-E tu chi sei?- chiede. È irritante la sua vocetta acuta.
-Giulia, piacere. Interprete e traduttrice- esclamo con un sorriso,
mentre Lauri cerca di non scoppiare a ridere.
-Sì... bene, sai dov’è il mio Mike?-
non so cosa risponderle...
-Credo che sia in camera sua. Te lo vedo a chiamare- scocco
un’occhiata a Lauri e lui acconsente col capo, con un
sorrisino malizioso.
Risalgo di corsa senza lasciarle il tempo di protestare e mi fiondo in
camera del bassista, che sobbalza non appena entro.
-é qui, vero?-
-Ma se la ami così tanto, perchè la eviti?!-
-Perchè mi sono accorto che non la amo più e la
sua presenza mi da solo fastidio- mormora, mentre sgrano gli occhi.
-E ti costava così tanto informarmi della tua nuova
decisione prima che io ti facessi una domanda idiota?-
-Mi piacciono le tue domande idiote...- sorride.
-bene... Sono felice di questo per te, ma c’è una
biondona terrificante di sotto vicino al mio nuovo ragazzo e questo mi
irrita leggermente...-
mi guarda a sua volta sgranando gli occhi.
-TU stai col corvo?!?!- chiede, mentre arrossisco e faccio un cenno
d’assenso.
-Ma non è carino il fatto che tu lo chiami così,
sai?-
-Colpa mia se la sua passione è spellare poveri uccelli
innocenti?- scoppiamo a ridere nonostante i suoi commenti mi facciano
arrabbiare da morire.
-Ti devo far vedere una cosetta...- lo prendo per mano, sgusciamo sul
corridoio sentendo Lauri che ride e fiondandoci in camera mia.
-Non credete che sia un pò presto per imboscarvi insieme?-
ci urla dietro Chiara, col sorriso, mentre io avvampo fino alla punta
delle orecchie.
Ci chiudiamo dentro perchè non voglio che qualcuno venga a
rompere e che ci sia uno scandalo terrificante.
-Allora, che c’è?-
io prendo il gigantesco mazzo di rose e glielo ficco sotto al naso.
-Mi hai trascinato lungo tutto il corridoio solo per questo?- al mio
cenno d’assenso sorride.
-il corvo è un uomo fortunato ad averti con
sè...- dice, mentre mi scompiglia i capelli che avevo
sistemato con tanta cura, e sbavandomi l’ombretto bianco
sulle guance per togliere ogni piccola traccia di vita dal mio viso
solitamente roseo.
Protesto offesa, ma poi scendiamo uno dopo l’altro, tra le
risatine cattive delle due migliori amiche e il sorriso radioso di
Lauri nel vedermi. Innavvertitamente mi prende per i fianchi e mi fa
roteare per l’ingresso, sollevando la gonna nera che mi
avvolge come una nube temporalesca.
Mi fa ridere così tenero...
-Ma ciao, Mike!!!- esclama Jane, abbracciandolo. Lui le sorride
svogliato e ricambia brevemente l’abbraccio, mentre lei lo
avvolge con la sua nube di profumo che stenderebbe persino un elefante.
Gli stampa un bacio sulla guancia, che lui si cancella non appena lei
gli volta le spalle.
Billie e Chiara sono sempre appiccicati, e mettono a disagio persino
me, che di Billie non me ne può fregar di meno...
-Si pranza?- chiede Trè, ovviamente, mentre Silvia gli tira
un pugno al ventre, facendolo piegare dal dolore tra le risate
generali.
-ma... chi ha cucinato, scusate?- chiedo, stupita.
-Jane...- mi sussurra all’orecchio Chiara, con
un’espressione che chiarisce subito le sue opinioni riguardo
alla donna.
A tavola Jane si appiccica al povero bassista, che però non
si ritrae. Possibile che mi abbia mentito?
Silvia si siede tra Trè e Chiara, che ha vicino Billie. Io
faccio per sedermi, ma Lauri mi precede spostandomi galantemente la
sedia.
Sulla tavola regna un’aria allegra, almeno finchè
non ci si parano davanti i piatti. Il loro aspetto è
orribile, ma nessuno fiata.
-Allora, chi assaggia?- chiede Jane, raggiante.
Nessuno risponde, ma il mio cantante si fa avanti. Tutti lo guardiamo
disgustati e incerti. Lui avvicina la forchetta alla bocca, e, appena
inizia a masticare, lentamente sbianca più di quanto sia
già bianco.
-Non sei un genio in cucina, eh, Jane?- chiede Billie, suscitando
l’ilarità della tavolata.
-Ma non è per questo che il mio Mike mi ha sposato, dico
bene?!- risponde lei, rivolta al bassista che non risponde.
-Lo spero bene, amico mio!!- esclama allora il cantante, battendogli
sulla spalla una pacca amichevole.
-A proposito del matrimonio, Jane, devo parlarti, poi...- mormora.
-Puoi dirlo ora. Non c’è nessun problema!!-
-Veramente è una cosa seria...-
-Ma puoi parlare, Mike!!-
-Non mi sembra il caso...- cerca di interromperla.
-Dai, dimmi...-
-No, nulla-
-Ora me lo dici- la voce si fa acuta.
-Non voglio, non ora.-
-ORA!!-
-D’accordo!! VOGLIO IL DIVORZIO!!!- sbotta lui, tutto
d’un fiato, alzandosi in piedi di scatto.
Lei spalanca la bocca e mi rivolge un’occhiata
d’odio puro.
-é per lei, vero?!?! Per quella troietta in nero, che ti
viene pure a chiamare in camera la mattina!!! Magari ti presta qualche
servizietto anche la notte!!- esclama, indicandomi. Silvia e Chiara non
sanno se ridere o arrabbiarsi, e stanno zitte. Almeno loro. Io non
rispondo e attacco la traccia numero tre dell’album
“Hide from the Sun” dei The Rasmus. No Fear...
destination darkness…Girl, you lived your life like a
sleeping swan… Ma Lauri non tace. Si alza in piedi e la
fronteggia.
-Dico, ma ti sei vista?!?!?! Tutta incipriata fino ai piedi, con le
calze a rete e la minigonna che ti scopre il culo!! Ti sembra il
caso?!?!- urla, contro Jane che impallidisce di rabbia. ...your time
has come... to go deeper... Si incazza ancora di più quando
Mike non replica in sua difesa, gira i tacchi e se ne va, dopo aver
detto, o meglio minacciato:
-non mi vedrete mai più qui dentro!!-
Sanga le risponde:
-E menomale!!-
poi si sente solo il portone che sbatte e nella casa scende il
silenzio. ...no fear, destination darkness...
-Bene, e una rompicoglioni in meno- sospira Chiara, guardandomi.
–Ora ci dovremmo togliere dai piedi anche l’altra.
–
Lauri fa per intervenire, ma io gli poso una mano sul braccio,
facendogli segno di tacere. ... girl, final journey has just begun...
Sono anni che la sopporto così com’è,
posso farlo ancora.
La ignoro e mi alzo.
-Oh, ti sei offesa?!-
-Perchè dovrei?- rispondo con un’altra domanda,
mentre sento le lacrime pungermi gli occhi. Le ho permesso di rovinarmi
la vita anche per troppo... mi giro di scatto e me ne vado, fra le
risatine delle due migliori amiche. Sento dei passi che mi seguono. Mi
fermo per affrontare l’avversario, mentre il trucco nero cola
dagli occhi come sangue fin sulle guance provocando righe nere nel
bianco dell’ombretto.
È Lauri. Lo so prima di vedermelo arrivare davanti
preoccupato e furioso... ma dietro c’è... Mike.
Tutti e due? Accidenti!!!
-che hai?- mi chiede il cantante, tenero come sempre, circondandomi le
spalle con un braccio mentre il bassista mi porge un fazzoletto per le
lacrime con un sorrisino timido.
-Niente... –
-Ma allora te la sei presa?!?- chiede una voce sarcastica alle spalle
dei due. Fisso la Chiara con odio puro, ma lei non reagisce. Continua
solo a sfottere. Non la reggo... la odio alla follia...
la spingo via perchè mi blocca l’uscita dalla
porta e, per la seconda volta in tre giorni, scappo via, di corsa,
lasciando che la gonna alla quale tengo tanto mi impacci. Dopo un
pò cado. Mi rialzo e continuo a correre. Sento delle voci
dietro di me che mi chiamano, ma le ignoro e penso che sono la cosa
più veloce del mondo, e sfreccio via, più veloce
che posso... voglio fuggire dall’odio e
dall’ipocrisia... voglio la solitudine!!!
Attraverso una strada e rischio di farmi investire. La macchina passa e
io mi lascio cadere sul marciapiede.
Dopo un pò mi raggiunge Mike, stranamente.
-Che ci fai qui?! Mi è toccato rincorrerti, pazzoide!!! Tra
un pò mi viene un infarto!!!-
-Vorrei che venisse a un’altra persona- mormoro fra i denti,
con la voce che trema di rabbia.
-non era un insulto poi così crudele...- incrociando il mio
sguardo si corregge- hai ragione, è stata veramente
terribile... oh, ma come...?!-
lo interrompo, altrimenti mi arrabbio anche con lui, e non voglio.
-Smettila, per favore. È vero, me la sono presa per una
scemata, ma lei non è da meno... comunque, è
sempre stata così, tranne i primi tempi, in cui non la
conoscevo abbastanza da capirla...non puoi capire cosa vuol dire avere
una vita impossibile per delle incomprensioni...-
-Veramente anch’io come vita non scherzo...- mi zittisco e mi
maledico per il mio poco tatto.
-Mi... mi dispiace... non volevo dire che...-
-Lo so, tranquilla. Non so perchè, ma la Chiara è
lì che si rode di rabbia, forse perchè ti ho
seguita... è un pò possessiva...- ride per
cercare di rompere il ghiaccio. Io gli sorrido. È patetico,
ma ci prova in tutti i modi ad essermi amico...
-Ah, e il tuo corvo... credo che la aggiungerà alla sua
collezione di creature imbalsamate-
-Lauri non è quel genere di persona!!!-
-Come fai a dirlo se l’hai conosciuto solo ieri?- mi sorride.
Oh, ma che dolce!!!
Apriamo la porta di casa perchè è riuscito a
riportarmici a stento dopo avermi asciugato le lacrime, e la troviamo
deserta. O quasi...
-Come ti è venuto in mente di trattarla così,
brutto cretino?!?!- impreca Silvia contro Lauri, anche lui incazzato
nero.
-Ah, perchè lei invece mi ha trattato bene!!! E poi, come
osa trattare così una sua amica?-
-La Giulia non è, e non sarà mai una nostra
amica!!! Lei è solo... solo... una... lesbica
rompicoglioni!!!- sbianco. Inizio a tremare e sento le gambe che stanno
per cedere. Non posso credere che l’abbia detto davvero...
anche se solo perchè arrabbiata, magari, ma per me
è una pugnalata.
La guardo triste, mentre sento nuove lacrime che mi scendono lungo le
guance.
Lauri non regge più. Le si avventa addosso e le tira un
pugno ben mirato al ventre. Lei si piega in due dal dolore.
Trè scatta in avanti e ricambia il pugno a Lauri. O almeno,
ce l’avrebbe fatta se io non mi fossi messa in mezzo. Mi
becca proprio in mezzo alle scapole, e per un momento la vista mi si
annebbia, vedo solo dei puntini su sfondo nero... riprendo conoscenza,
e vedo gli altri che mi guardano stupiti.
Poi mi volto verso Silvia, che si raddrizza in modo da superarmi
nonostante il dolore.
Le sorrido. È... strano, trovarsi così faccia a
faccia dopo tanto tempo... poi, prima che si possa ritrarre o possa
avere una qualsiasi reazione, la abbraccio. Le macchio la maglietta di
nero e bianco, continuando a piangere come una bambina, sussultando a
ogni singhiozzo.
Quando mi sono calmata, sollevo lo sguardo e incontro il suo, duro.
-Davvero pensi questo?- chiedo, portandomi una mano alla guancia per
potermi togliere il troppo ombretto, mentre lei mi fissa interdetta per
un attimo.
-Perchè non dovrei?- risponde alla fine, sperando di
ferirmi. Beh, non ce la farà, perchè ormai ho
sofferto così tanto che un dolore in più mi
è indifferente.
-Volevo solo avere una tua opinione- cerco di controllare la voce, ma
si nota il tono leggermente acuto a causa del pianto trattenuto.
-Beh, ce l’hai. Che te ne fai ora?-
-Nulla. Assolutamente nulla. Volevo solo sapere se potevo contare
ancora su un’amica in questa casa.- le volto le spalle col
capo chino.
-I Green Day camminano a testa alta- mi ammonisce lei.
-Io non sono e non sarò mai una di voi- le rispondo,
lanciando un’occhiata eloquente a Lauri. Mi sorride
nonostante la rabbia, mi raggiunge e mi circonda le spalle con un
braccio. Lasciamo gli altri tre e ce ne andiamo in camera.
-Perchè ti sei messa in mezzo? Me la so cavare, sai?-
mormora a tono basso, profondo e caldo, cercando di calmarmi.
-Non ne dubito. Ma non volevo scatenare una rissa.-
-Come sapevi che io non avrei picchiato il grassone, per vendetta?-
-Perchè c’ero io in mezzo, Lauri- è la
prima volta che lo chiamo direttamente per nome, e mi fa uno strano
effetto...
sorride.
-Ti fidi così tanto di me?- mi sussurra
nell’orecchio.
-Sei l’unica persona di cui mi fido, ormai- mi posa una mano
sulla guancia e mi cancella il segno nero. Vorrei davvero fuggire con
lui, ma devo ancora fare l’intervista, e ho perso due giorni
preziosi anche se ho ben un mese a mia disposizione. La fame inizia a
farsi sentire, ma la ignoro. Essere al sicuro fra le sue braccia
è tutto ciò di cui ho bisogno ora.
-Fai male... mai fidarsi di uno sconosciuto...- mi sorride, malizioso.
Quello sguardo... quel viso... l’ho desiderato tanto, fino ad
adesso, e ora... è così strano... mi accoccolo
fra le sue braccia, con le sue labbra posate sui miei capelli, in
silenzio.
È bella l’atmosfera che c’è
fra noi. Mi è passata la voglia di piangere. Non sento
più nulla, tranne una immensa gioia...
All’improvviso la porta si apre, e io scatto in piedi dallo
spavento.
Spunta Trè. Lancia un’occhiata piena
d’odio a Lauri, poi mi si rivolge con un tono strano:
-Mi dispiace per prima... ti... ti ho fatto male?-
-Fai te, l’hai mezza ammazzata- sibila fra i denti il mio
cantante.
-Zitto tu. Non c’entri. Se provi a metterti in mezzo questa
volta non ci sarà lei a proteggerti da me.- lo minaccia
Trè. Sì, mi piace, ma non posso accettare che
dica questo, per conto mio, poi! Ma come osa?!?
-E tu che ne sai?- gli ringhio contro, con le sopracciglia aggrottate.
-Beh... è ovvio che non potrai proteggerlo per sempre,
bambina-
-Bambina?!? E osi darmi della bambina? Da quanto ho visto fino adesso
la persona più infantile fra noi sei tu!- gli punto
l’indice contro, iniziando a surriscaldarmi. Non mi importa
chi ho davanti, mi hanno già soppresso abbastanza.
Sento Lauri che mi abbraccia per calmarmi. Mi divincolo e fisso
Trè negli occhi con disprezzo. Ha perso la gentilezza di
prima e sembra essere pronto a picchiarmi ancora. Prima o poi
m’ammazzano di botte fra tutti...
-Avanti... che aspetti?! Colpiscimi, se ti credi tanto coraggioso da
potertela pendere con una donna!!!- continuo a urlare, incazzata nera.
Pensavo non se lo facesse ripetere due volte, invece ha esitato:
-Io volevo solo scusarmi perchè quel colpo non era rivolto a
te. Stai rendendo il tuo soggiorno qui un vero inferno. Ora
l’ho fatto e me ne vado.- detto ciò mi volta la
schiena ed esce dalla camera, a passo di marcia sbattendo la porta.
Appena è nel corridoio, cedo e mi lascio cadere sul letto.
-Sei... stata... accidenti... non pensavo fossi così...-
mormora Lauri, sedendosi al mio fianco.
Io mi tiro su.
-Neanch’io veramente, ma... Non avrei permesso che ti
insultasse oltre, lo sai. Ma l’ho fatto per un preciso
motivo...- lo guardo, e lui ricambia con affetto. Gli prendo il viso
fra le mani, accarezzandogli, con le dita, le guance.
-Dimmi questo motivo...- mi implora, con un sorriso, prendendomi le
mani fra le sue e portandosele alle labbra, posandovi un bacio leggero.
-Io... l’ho fatto perchè... –
è difficile parlare, con i suoi occhi verdi che comunicano
direttamente con la parte più profonda del mio spirito.
-Perchè ti amo tanto- sussurro infine, abbassando il capo.
Questa volta è lui a prendermi il viso fra le mani, e, con
un sorriso, mi bacia.
-Ti basta come conferma?- mi chiede poi, in un orecchio.
-No... non ho capito bene...- le sue labbra scendono sul collo, poi
sulla clavicola che spunta dalla maglietta. Lo fermo.
-Non ora... ti prego.-
-Come vuoi tu. Aspetterò in eterno, amore mio- a queste
parole mi sciolgo. Perchè aspettare?
-Non serve così tanto, sai?- sono io che lo bacio, mentre mi
spinge sul letto con delicatezza e mi segue.
Ho paura, ma non posso fermarlo. Non voglio fermarlo.
È strano, perchè di solito ci mettevo
un’eternità a togliermi questa dannata maglietta.
Ora che lo fa lui, invece, in pochi attimi scivola via dal mio corpo,
così come la mia esitazione.
-Ti amo anch’io.- mi mormora nell’orecchio, mentre
il respiro gli si affanna.
Sto fremendo. È così strano, ma allo stesso tempo
così bello... sembrava che il mio corpo aspettasse solo un
incentivo per iniziare a muoversi da solo, senza la guida della mia
mente che si agita confusa per essere liberata dalla prigione del mio
capo.
E la libertà le viene donata dalla persona che amo...
contemporanea a una gioia immensa e completa. Vorrei rimanere unita a
lui per sempre.
Poggia il capo sul cuscino, vicinissimo al mio viso, con un sorriso
sulle labbra mentre il sudore impregna la sua pelle bianca.
-Hai ragione... l’eternità non serviva-
è ancora dentro di me, e il suo spirito farà
sempre parte del mio, ma qualche istante dopo, con mia grande
delusione, mi abbandona, al contario della felicità che mi
ha dato.
Lo ringrazio con un bacio, mentre scivola lentamente nel mondo dei
sogni. Io lo seguo subito dopo, con un sorriso sulle labbra.
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Capitolo 6 *** You are My Best Friend ***
-Oddio... – mi sveglia un sussurro quasi terrorizzato.
Spalanco gli occhi, ma mi occorrono molti istanti prima di poter
mettere a fuoco l’immagine di Silvia che mi guarda sbalordita.
-Che... che c’è?- chiedo, più stupita
di lei. Contrariata, mi accorgo che Lauri non c’è
già più.
-Sei... sei mezza... e copriti!!- esclama, lanciandomi un maglione
nero. È di Lauri, e, prima di infilarlo, lo annuso pr
sentire ancora il suo odore, che mi è rimasto dentro.
-Beh...- sospira sollevata non appena sono vestita. Poi mi costringe a
sedermi sul letto che avevo appena rifatto insieme a lei e domanda:
-Allora, com’è stato?-
-Meraviglioso- rispondo, con tono sognante.
-Col corvo? Mi aspettavo segni di beccate...- le lancio uno sguardo
truce, e lei sorride. Poi si incupisce leggermente.
-Non dirmi che eri ancora...-
quando annuisco, assume un’espressione di rabbia e
preoccupazione.
-Dev’essere stato terribile allora. La prima volta
è sempre la peggiore.-
-Questo non te lo so dire, visto che sono senza esperienza. Ma spero di
accrescere al più presto la mia conoscenza...- le lancio uno
sguardo eloquente.
Lei risponde con un sorriso malizioso, ma subito diventa seria. (hanno
litigato... e ora si presenta in camera così?! È
senza senso, lo so...)
-Perchè hai insultato Trè?-
mi ero dimenticata persino di quello...
-Non sono stata io a insultare. E non sono stata così
crudele. Ma non potevo permettere che si prendesse gioco del mio
ragazzo, questo lo capisci, no?-
-Certo, probabilmente anch’io avrei fatto lo stesso. Ma non
possiamo continuare a litigare. Per questo Billie ha deciso di farvi
riappacificare e ha convinto la Chiara. Quando si tratta di un amico di
lei, lui si incazza, ma se si tratta di una presenza femminile...-
-Sono fatti l’uno per l’altra. Così
come... – sospiro, perchè la frase che sto per
dire mi costa una fatica immane.- Così come te e
Trè. Te lo lascio ufficialmente, ok? Così non ci
saranno più motivi seri di divisione fra noi, Silvy-
-Che persona magnanima...- è maligna, ma mi rivolge un
sorriso dolce e mi abbraccia, avvolgendomi nel suo profumo, che adoro
da morire, mentre i suoi capelli biondi ricadono sulla mia schiena.
-Grazie- mormora. Poi mi lascia. –Sai, la Chiara non
è gelosa solo con Billie-
fa per andarsene, ma si ferma e si risiede vicino a me.
-Mi dispiace per quello che ho detto. Non lo pensavo, ero solo
arrabbiata. Davvero... chiedo perdono.- mi guarda supplicante. Anche a
lei non so e non posso dire di no.
-Lo so, ti conosco troppo bene, tesoruccio-
-Ah... solo una cosa... non chiamarmi tesoruccio e... come fai con
Mike?-
-Lui è solo un amico-
-Ma non sembrava da come eravate appiccicati e da come ti ha difeso
ieri.-
la guardo sbalordita.
-Mi ha difeso?-
-Sì, e mi ha dato della troietta senza valore! E cose del
genere...-
-Mi... mi dispiace, soprattutto se è per colpa mia-
-Avrai cose più gravi di cui dispiacerti, col tempo. In
fondo me lo meritavo, così come tu ti meriti un amico
sincero dopo che la Marty ti ha abbandonata.-
-lei non mi ha abbandonata, e lo sai. Lei è partita per...-
-Billie, lo so. Ma non possiamo farci nulla. Forse il tempo
curerà tutte le ferite. Per ora... divertiamoci e prendiamo
la vita così com’è! Ah, a proposito...
Lauri ha lasciato un messaggio per te-
appena sento il suo nome, il cuore vortica come inpazzito nel mio
petto.
-Ha detto che stanotte ti vuole accanto, perchè ha un
concerto a San Francisco. Vuole che tu lo accompagni. Passa a prenderti
fra... 10 minuti-
Io sgrano gli occhi.
-Svegliarmi prima no?- salto in piedi e cerco dei vestiti adatti. Poi
li vedo in mano a Silvia. Sono i miei preferiti, tutti neri e eleganti.
La ringrazio con un sorriso.
-Ah, non mi guardi bene?- indica il proprio abbigliamento... anche lei
è tutta in nero, con solo la cravatta rossa che risalta,
uguale agli altri membri della band e alla Chiara, probabilmente. Non
le chiedo di aiutarmi a truccarmi, perchè è un
disastro col make-up, lo so.
Bianco sulle guance, due o tre piume di Lauri nei capelli, cerchi neri
molto femminili e rossetto nero... o no?
-Come sto?-
-Fai paura, Giulia- una voce calda mi risponde. Lauri. È
dietro a Silvia, e mi porge una scatolina.
Una collana e un paio d’orecchini di perle nere.
Meravigliosi.
Lo bacio in fretta lasciandogli il segno sulle labbra. Mi aiuta a
metterli.
-Sei stupenda-
-Cambi parere un pò in fretta?- lo rimprovero. Lui mi
sorride.
-Colpa mia se sei volubile? Ah, a proposito... stasera verrai
presentata al mondo come... mia. Ufficialmente, sul palco.- sbianco
più dell’ombretto.
-Stai scherzando?-
-Affatto- infatti è serissimo, ma percepisco, anche se non
sembra, una certa agitazione in lui. Sembra che, da quando ci siamo
uniti, siamo un’unica essenza. Silvia sorride soddisfatta
abbracciata a Trè.
-Verremo anche noi.- mormora il batterista, rivolto a me.
-Per farti coraggio...- mi bisbiglia Silvia, con un occhiolino.
-Temo che ne avrò bisogno-
-Mi dispiace per le offese e per il pugno...- continua il batterista.
Io gli sorrido.
-Scuse accettate e reciproche. Grazie per venire-
-Ah, gli altri non vengono. Mike non si sente bene e gli sposi ne
approfittano.- Trè mi tira una gomitata esplicita e non
posso fare a meno di scoppiare a ridere. Poi però mi
preoccupo.
-Vado a vedere come sta Mike. Mi dispiace che stia male...- mi rivolgo
essenzialmente a Lauri, che annuisce comprensivo, ma anche agli altri
due, che mi fissano preoccupati.
-Forse non ti conviene...-
troppo tardi. Sono già partita in quarta per accertarmi
della salute del mio unico vero amico.
Apro la porta della sua stanza, ma non c’è. Mi
aspettavo di trovarlo a letto influenzato...
Lo cerco per tutta la casa, senza risultato. Infine arrivo in garage,
da dove sento provenire della musica...
Infatti è lì.
È seduto sulla poltrona (...) di solito adibita alla
batteria, con in mano il basso, strimpellando qualche nota.
Dalla melodia sembra “Wake me up when September
ends” e già da lì inizio a
preoccuparmi. Non è una canzone molto allegra, quella... Non
mi ha sentito arrivare, e posso scivolare nelle ombre con
facilità grazie ai miei vestiti. A volte sono proprio
adatti. Quando finisce il pezzo, trovo coraggio:
-Allora... perchè non vieni stasera?- chiedo esitante.
-io... non me la sento, mi dispiace. Probabilmente i fans della tua
band ci odiano e non voglio finire in una rissa insieme a
Trè, sinceramente- chiude la frase con un sorriso.
-Certo, capisco, ma... sei un mio amico, no?
Annuisce.
-beh, in teoria dovresti partecipare a tutti i momenti che per me sono
importanti, anche se non ti costringerò mai a partecipare a
tutti i miei esami, in futuro. Ma... stasera... è davvero
importante per me... io ci tengo tanto, Mike. Vieni, ti prego-
mi guarda a lungo negli occhi, poi, quando vede che sto per mettermi a
piangere, mi concede un’offerta:
-io vengo.- esulto di gioia e comincio a baciarlo sulle guance,
facendolo arrossire. Mi piace metterlo in imbarazzo...
-Ma solo a una condizione.- mi rabbuio improvvisamente. Ho paura di
quello che sta per chiedermi, sinceramente... è un amico, ma
mi fido solo di me stessa per scelta di vita dalla prima superiore...
in seguito ai molti tradimenti subiti.
-Tu, ora, devi suonare con me. Un brano a mia scelta. Alla batteria-
-Ma Mike!!! Non abbiamo tempo, e Lauri è già di
sopra ad aspettarmi, tutto in nero, fighissimo al massimo...- mi
trattengo solo perchè mi zittisce.
-Per gli amici si ha sempre tempo. E io ci tengo.-
sorrido riconoscendo la sconfitta.
-Ma come faccio senza bacchette?-
Penso che prevedesse la mia domanda, perchè mi sorride e le
tira fuori da chissà dove.
-E ora?- chiedo. Mi cede lo sgabello e mi accomodo. Oddio...
è la batteria di Trè, ovviamente. Non ci
pensavo...
-Non dovremmo chiedere a Trè se...-
-Che vuoi che gliene freghi?!- risponde.
-Bene... e ora... voglio... American Idiot?- annuisco. Più o
meno mi ricordo il pezzo, perchè l’avevamo suonato
alle superiori.
-Allora... 3,2,1... attacca!-
inizio col tempo, poi la canzone cresce. All’improvviso,
Billie spunta con un pennarello indelebile in mano con a fianco Chiara
e iniziano a cantare. Silvia ha la chitarra del cantante in mano, e
accompagna. Trè e Lauri non ci sono. Saranno a pestarsi. Mi
faccio coinvolgere dall’atmosfera e guido. Dio Santo, sto
suonando con i Green Day!!!
Nel momento in cui nel video esce la vernice verde dalle pareti che
cadono a pezzi, spuntano i due componenti mancanti e ci innaffiano di
pittura. I miei vestiti!!! Nonostante tutto, non smettiamo di suonare,
continuiamo fino alla fine anche se quasi non ci vedo più...
All’ultimo accordo Billie assale Trè e gli tira
più volte il pennarello in testa, mentre a me, casualmente,
parte una bacchetta di mano che becca Lauri sullo stomaco, lasciandogli
un livido nerastro, come in seguito mi ha confessato e ho visto...
La batteria, da bella, è ridotta a uno schifo... la
chitarra, da blu, è verde marcio... i capelli di tutti fanno
paura.
Devo farmi una doccia.
Lo stesso pensiero attraversa la mente di tutti. Billie impugna una
canna e ci innaffia, anche chi non era verde da capo a piedi.
Tutti bagnati in mezzo al giardino. Io mi domando cosa pensano quelli
che ci vedono...
La Chiara salta addosso a Billie e gli punta la canna sulla faccia,
mentre Trè e Mike lo tengono fermo. Il cantante prova a
divincolarsi senza successo.
Infine il trucco del gruppo è completamente sciolto, e
sembriamo un’assemblea di panda inferociti...
Entriamo in casa per cambiarci.
-Mi sa che arrivarai in ritardo, stasera... il tuo pubblico si
arrabbierà?- chiedo a Lauri.
-Il pubblico può aspettare un’infinità.
Nulla conta più di te...- ci baciamo nell’atrio, e
il contatto con il suo corpo, evidenziato dai vestiti zuppi, mi agita.
-Su, piccioncini, che siamo in ritardo!!!- ci urla Silvia dalle scale,
in braccio al batterista, che per farla stare zitta, visto che gli sta
bucando un orecchio urlandoci contro, la bacia. Lei ricambia con
intensità, e poi scompaiono. Non voglio sapere nulla...
-Vieni, ho una sorpresa per te...- Lauri mi porta in camera e mi mostra
una scatola.
Dentro c’è un vestito magnifico, tutto nero di
seta... me lo metto e cerco le scarpe, mentre il cantante si prepara a
sua volta, perchè anche lui si è portato un
completo di ricambio, sostenendo di non fidarsi dei “pazzoidi
di questa casa di cura”.
Finalmente sono pronta.
-Perchè non facciamo un duetto, stasera? Hai una bella
voce...- mi propone Lauri, allacciandomi la collana davanti allo
specchio. Poi mi bacia il collo.
Mi giro in modo da essergli di fronte.
-Tu sei matto!! Un duetto?!?! IO?!?! No, il concerto è tuo,
canti tu. Semmai duettiamo in altro...- occhiata eloquente.
Alla fine ho scelto un trucco meno pesante, ma non ho rinunciato alla
matita e a un velo d’ombretto nero.
Sono le sei. Il concerto c’è alle sette. Dobbiamo
sbrigarci.
Incontriamo i nostri accompagnatori sulla soglia, già pronti
di tutto punto. Silvia è stupenda.
Chiara ci saluta in pigiama, mi lancia un’occhiata
ammonitrice e se ne torna dal suo maritino.
-Ci sono già passata... vedrai, sarai apprezzatissima!!!- mi
sussurra nell’orecchio la mia amica, mentre ci dirigiamo
verso la piazza.
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Capitolo 7 *** My love... is only for You. ***
Arrivati, è piena di gente che ci vieta il passaggio, ma i gorilla dell'altra volta ci aprono la strada.
Non pensavo ci fosse tanta gente per i The Rasmus, senza offesa, ovviamente.
Incontriamo il resto della band nel corridoio dei camerini. Aki e Pauli mi baciano sulle guance mentre Eer, per far ingelosire il suo amico, mi lancia un'occhiata languida seguita da un baciamano galante.
Riesce nell'intento perchè Lauri lo fredda con uno sguardo, ma noi scoppiamo a ridere.
Come la volta precedente, lo aiuto con il trucco. Mi presta due o tre piume (ne ha infinite, di mille colori diversi!) e mi aiuta a metterle.
Il risultato è...
-Pazzesco- Mike.
-Orrendo- Tré.
-Meraviglioso!- Aki.
-Contagioso...- Eero.
-Incantevole- Pauli.
-Spaventoso!- Silvia. -Ti sei messa a spennare polli anche tu?- Rido.
-No, ma si deve vedere subito che abbiamo qualcosa in comune, no?- le risponde Lauri, splendido come sempre, ma se possibile anche migliore.
E' proprio il bello e dannato dei video... incredibile vedere la sua trasformazione così da vicino: bello e terribile, maledetto nell'anima... Avrei continuato ad elogiarlo mentalmente se la folla non si fosse messa ad urlare, segno che il concerto ha inizio.
I membri della band si incoraggiano l'un l'altro, noi pure, e salgono sul palco, Lauri per ultimo perché si congeda con un lungo bacio.
Vengono accolti da un chiasso assordante.
Attaccano con "In the Shadows", poi con "First Day of my Life", suonano tutto "Peep" per alleggerire l'atmosfera e un altro pezzo di Dead Letters. Infine concludono con "F-F-F-Falling" che tanti amano, me compresa.
Lauri inizia a parlare in inglese:
-Bene... ora devo farvi un annuncio molto importante per me. Voglio che tutti voi partecipiate alla mia gioia per essere finalmente riuscito a trovare l'angelo che ha portato la risposta dal Paradiso e ha curato il mio cancro... facendomi inoltre uscire dall'oscurità!- dice, riferendosi ad alcuni testi... e a me. Io rimango a bocca aperta, mentre Silvia brontola con Tré:
-Però tu non mi hai fatto tutte queste lodi, vero?- mentre il batterista arrossisce imbarazzato, Mike e io scoppiamo a ridere. Finchè Lauri non mi blocca la risata a metà gola aggiungendo: -Come here, Giulia-
Dio, mi ha chiamata per nome... sul palco!
-Coraggio!- Silvia mi spinge fuoi dalle quinte, e io mi avvicino esitante e sorridente al cantante, che mi sta mostrando alla folla continuando a lodarmi. Per un attimo il silenzio di tomba al mio ingresso, poi...
il boato assordante. La folla mi apprezza!
Sento i miei tre coinquilini applaudire dietro le quinte: mi sembra di sognare!
Lauri mi circonda le spalle con un braccio e sorride al suo pubblico.
-E' stato stupendo!- esclamo, lasciandomi cadere senza ritegno sul divano, esausta e felice. E' stata la notte migliore di tutta la mia vita!
-Già, hai fatto una bella figura, ragazza mia...-Silvia mi affibbia un colpetto sulla spalla, mentre si toglie la sciarpa.
-Sei stata fantastica!- esclamano in coro Lauri e Mike, per poi guardarsi "amichevolmente" in cagnesco. Sembra che il mio cantante e i Green siano finalmente riusciti ad andare d'accordo.
Tré solleva la mia amica senza sforzo per la vita e se la posiziona sulle spalle.
-Cazzo, ma quanto pesi?!- sbotta poi, simulando uno sbuffo.
-E a te che te ne frega?!- risponde lei, offesa. Il batterista scocca un occhiolino a Lauri: -Ma io so come farmi perdonare... se vuoi qualche dritta...- sia io che Silvia in qualche modo lo picchiamo. Allora lui fa finta di farla cadere, per poi riprenderla subito, al volo, dicendo: -Io e la mia gilfriend leviamo le tende, voi fate come volete!- ci salutano e scompaiono.
-Bene... che si fa?- chiede Mike, rivolto a tuti e due.
Io e Lauri ci guardiamo. Lo stargli vicino senza poterlo toccare, dopo oggi, mi sta facendo impazzire.
-Un'idea ce l'avrei...- propone lui, che sembra avere i miei stessi pensieri.
-Allora non voglio immischiarmi- si tira subito indietro il bassista, sorridendo e avanzando verso le scale dalle quali proviene, inaspettatamente, un commento di Tré: -Se volete fare un'orgia... io sono disponibile!- suono soffocato.
-Scherzava!- grida Silvia. Poi più nulla, tranne alcune risate... censura.
-Bene, a domani allora- saluta Mike incamminandosi.
-A...Aspetta- lo fermo. Ormai per me, anche se da pochi giorni, è una tradizione accompagnarlo. Perciò, dopo aver "ordinato" a Lauri di aspettarmi in camera, prendo per il braccio il bassista, che protesta dicendo che probabilmente il corvo si sarebbe arrabbiato o comunque ingelosito.
-Lauri non è così... non come Billie, almeno- protesto io, difendendo il mio boyfriend.
Arrivati nella sua stanza, mi chiede di girarmi, ma mentre si toglie la camicia per mettersi la canottiera, noto gli addominali scolpiti e mi tornano in un attimo quegli infidi sospetti del primo giorno. Mi mordo un labbro per scacciarle, senza molto successo. Tuttavia, riesco ad avvicinarmi e a rimboccargli le coperte da rituale.
Gli scocco quindi un bacio sulla guancia:
-Give me a long kiss goodnight and everything will be all wright..- sento che bisbiglia. Fingo di ignorarlo, spengo la luce e torno in camera dove trovo una bellissima sorpresa: Lauri in boxer e maglietta, ovviamente neri.
-Devo essere geloso?-
-Nient'affatto. Tutto ciò che desidero è davanti a me in questo momento- replico. Mi sorride.
Le piume cadono sul pavimento, seguite subito dopo dal mio vestito, che emette un lieve fruscio.Scorrendo
le mani sul suo petto, mi sorprendo a pensare che Mike dev'essere molto meno morbido, ma forse il calore si eguaglia...
Scuoto il capo.
Però il mio cantante ha splendide mani che adoro sentire sulla mia pelle.
Il suo dolce sussurrare promesse mantenute mi riempie l'anima...
Con le sue labbra appoggiate sulla mia gola, inizio a seguire le onde della sua spina dorsale con l'anulare, e piano piano il suo respiro diventa regolare, si rilassa.
Quando mi guarda negli occhi, per un istante li vedo color zaffiro, ma subito tornano verdi, profondi e caldi.
Mi sorride e, mentre io ricambio, chiude gli occhi e si addormenta sul mio petto.
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