I wanna stay up all night, and do it all with you.

di xkeepdreaming
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** conoscenze. ***
Capitolo 2: *** ti va un po' di musica? ***
Capitolo 3: *** quella casa. ***
Capitolo 4: *** one direction? ***



Capitolo 1
*** conoscenze. ***


Chapter 1.

DIARIO DI CHANEL.

Un diario. Che diavolo ci faccio io ora con un diario? Forse dovrei presentarmi (a un diario?). Mi chiamo Chanel e ho 17 anni. Se fossi umano e venissi nella mia scuola probabilmente mi conosceresti. No, non sono popolare, anzi, sono tutt'altro che popolare. Diciamo che mi conoscono per il mio ego strano e perché cerco sempre di partecipare attivamente alla vita scolastica, sai, banda della scuola, club di musica, club di fotografia. Forse dovrei lasciare qualche corso.
Comunque questo diario non è personale. O almeno, per ora sì, ma dopo dovrò trarne spunto per una relazione del progetto di classe. Eh si, sei un progetto di classe.
Questo progetto consiste in un semplice scambio culturale, e noi dovremo aggiornarti quotidianamente sulla giornata passata. Per ora so solo che dovrò ospitare un ragazzo inglese, verrà a scuola qui, dormirà a casa mia. Fin ora nulla di strano, quello che mi spaventa è il fatto che dovremo essere amici. Non fraintendermi, sono piena di amici, ma mi vergogno un po' a parlare con i ragazzi. Magari sarà gay.
Ti lascio qui con questo dubbio esistenziale, perché tra un'ora l'aereo di Liam atterrerà (però Liam è carino come nome).

***

Ero all' aeroporto alla ricerca disperata di un volo proveniente da Londra, stavo passando davanti al Gate 1 e vidi un ragazzo molto carino, pensai di parlarci ma... no ok. Passiamo oltre. Dopo dieci minuti di ricerca disperata decisi di andare a chiedere a uno della sicurezza che passava giusto di lì in quel momento.
«Scusi?»
«Buongiorno. Dimmi tutto.»
«Salve, saprebbe dirmi a che Gate arriva il volo da Londra?»
«Guarda, il volo dev'essere già atterrato al Gate 3, giù in fondo.»
«Grazie!»
Mi allontanai correndo. Era possibile farsi conoscere così, come la tipica ritardataria?
Arrivai davanti al gate con il fiatone. La gente mi stava addosso e io non riuscivo neanche a muovermi. Ma finalmente lo vidi. Oddio, non sapevo se fosse davvero lui, ma c'era qualcosa che mi diceva di si. Era un ragazzo abbastanza alto e con i capelli alla Justin Bieber. Sembrava un po' disorientato ma come dargli torto? Si trovava in un paese nuovo, solo e che aspettava...me.
Mi avvicinai timidamente, ma man mano che mi avvicinavo la bocca mi si seccava e tutte le mie conoscenze dell'inglese sembrava svanissero nel nulla, come dissolte in mezzo al nulla. Ma dovevo farmi coraggio. Presi un lungo respiro e andai davanti a lui decisa come non mai ad avere una conversazione seria con qualcuno.
Ma mi precedette:
«Scusa, sei tu la ragazza degli scambi?»
Il suo accento inglese mi stava sciogliendo il cuore.
«Sì, sono io. Mi chiamo Chanel, forse lo sai già. Tu sei Liam, vero?»
«Sono io, esatto! Ci hai messo tanto ad arrivare qui?»
«No, figurati. Non abito molto lontano da qui. Due ore di viaggio in pullman. A te il viaggio come è andato?»
«Mi dispiace averti disturbata facendoti venire qui. Potevo tornare con una navetta. Comunque a me è andato benissimo. Le hostess egli altri passeggeri erano tutti molto accoglienti. Qua in Italia siete tutti molto simpatici.»
«E te sei bellissimo.»
«Come scusa?»
«NIENTE.»
Mi ero appena fatta una delle mie peggiori figuracce. Possibile che non riesco mai a stare zitta?
Pensai a come rimediare, quando vidi mio padre che si sbracciava per farsi notare. Una figuraccia in più. Ma pensandoci se non ci fosse stato lui non sarei neanche mai arrivata in aeroporto, visto che mi aveva accompagnata lui. Ci avvicinammo verso di lui. Il silenzio che c'era tra me e Liam era imbarazzante, molto imbarazzante.
Presentai Liam a mio padre e salimmo in macchina. Ci aspettava un lungo viaggio.

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Capitolo 2
*** ti va un po' di musica? ***


Chapter 2.

Ci avviammo verso la macchina, mio padre aprì il bagagliaio e ci mise dentro la valigia di Liam. Era una valigia piccola considerando che doveva stare qui un mese.
Salimmo in macchina e mio padre iniziò a fare il terzo grado a Liam,
«Perchè deve sempre mettermi in imbarazzo?» pensai. Ma in fondo era solo un modo per proteggermi, doveva ospitare a casa un perfetto sconosciuto, è ovvio che voleva informarsi su di lui.
Dopo un po' però finirono le domande e un silenzio piombò nell' auto.
Era un silenzio imbarazzantissimo che ormai durava troppo a lungo.
Dieci minuti. Dieci minuti di silenzio che vennero poi spezzati da Liam che mi porse in mano un CD:
«Scusa, potresti metterlo?»
«Certamente.»
Prima di inserirlo nel lettore lo scrutai bene. Era un CD che amavo, il CD del 'Live at Wembley dei Queen'
Liam mi guardò un po' perplesso: «Che c'è, non ti piace?»
«No, tutt'altro. Sono il mio gruppo preferito!»
«Perfetto allora!»

Caricai il CD. Non mi sembrava vero che avevamo gli stessi gusti musicali, ma in fondo i Queen è uno di quei gruppi che piace un po' a tutti.
Il viaggio andò bene, cantammo, ci agitammo, e anche mio padre si sciolse un po'. Probabilmente gli sembrava di tornare ai vecchi tempi ascoltando quel CD; lui era andato a quel concerto, e mi sembrò quasi commosso quando il l'ultima canzone suonò la nota finale del disco.
Allora per calmarci proposi di mettere 'Dark Side of The Moon' dei Pink Floyd. Anche Liam amava quel CD; ero felicissima che qualcuno condividesse le mie stesse passioni.
La musica era rilassantissima e placò l'agitazione che si era creata prima, forse troppo; infatti Liam si addormentò.

«E così dolce mentre dorme.» pensai.
Che mi stessi innamorando di quel ragazzo che neanche conoscevo? No. Non era possibile. Lo conoscevo solo da poche ore, ma aveva quel non so che di speciale.
Tirai fuori il diario. Volevo aggiornarlo, magari così avrei preso un bel voto.

***

DIARIO DI CHANEL.
Ho finalmente conosciuto il ragazzo del progetto. E' simpatico e parla l'italiano molto bene. Si chiama Liam, lo sai già, ed è davvero carino. Ama la mia stessa musica, infatti ora stiamo ascoltando un po' di Pink Floyd e lui si è addormentato. Ti aggiornerò non appena torno a casa ok? ok.
***


Mi feci mille viaggi mentali fino a quando non mi addormentai anchio. Non era mai successo che mi addormentassi in auto quando c'era solo una persona sveglia, il guidatore, ma forse era la presenza di Liam che mi faceva sentire protetta. No, non era possibile.
Arrivammo davanti casa e io stavo ancora dormendo, mi svegliò Liam. Ma non era un risveglio dolce e normale, forse ci aveva provato, ma passò ai metodi forti; infatti mi svegliò strattonandomi da una parte all'altra e urlai:
«CHE COSA DIAVOLO STAI FACENDO?»
«Chanel. Siamo arrivati.»
Non ce la facevo a essere arrabbiata con lui, anche se ci provavo.
Scendemmo dalla macchina. Ormai il solo stava per tramontare, scompariva lentamente dietro le montagne che si vedevano di fronte casa mia.
«Hai davvero una bella casa?»
«Io? Non è male. E' un'insolita via di mezzo tra un villone e un condominio.»
E infatti era così. Non era né una mega villa né un piccolo condominio, era...una casa.
Mio padre scaricò la mini-valigia di Liam e decise di prenderla, ma Liam lo fermò dicendogli che ce la poteva fare da solo.
Tirai fuori le chiavi e entrammo in casa.

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Capitolo 3
*** quella casa. ***


Chapter 3.

Entrati in casa Liam sgranò gli occhi come se fosse entrato in un qualche enorme palazzo reale coi lampadari di cristallo, ma tutto quello che vedevo io era il solito e semplice ingresso di casa mia.
«Abiti davvero qui?» mi chiese mentre si guardava attorno.
«Penso sia ovvio. Se no non saremmo qui, non credi?»
Liam mi guardo sorridendo.
«Solo che non mi sembra vero. È davvero bello qui. Avete tutti case così enormi in Italia?»
«Difficile da dire. C'è chi ha case piccole, chi case enormi, questa è una casa normale.»
Non riuscivo a capire quello stupore, perché si gasava tanto vedendo una casa? Magari dalla città da dove veniva non c'erano case come queste? È strano da pensare però.
«Forse è meglio che accompagni Liam nella sua stanza.» mi disse papà.
«Sì, hai ragione. Vieni.»
Liam mi seguì timidamente mentre salivamo le scale, fin quando arrivammo davanti alla porta della sua stanza. La aprii e lo feci entrare: «Ecco, questa è la tua stanza. Spero ti piaccia.»
Quel 'spero ti piaccia' era un po' ironico; era ovvio che gli piacesse, quella stanza piaceva anche a me. Aveva i muri decorati con un motivo a nuvole, che assumevano un colore rosa/arancione quando c'era il tramonto, come se fosse magico. Ma l'arredamento era molto essenziale: una libreria bianca e semplice, piena di libri, enciclopedie e manuali vari, un letto a una piazza e mezzo, una moquette blu, un armadio e una scrivania.
«Scherzi? È bellissima! Starò davvero qui?»
«Se non vuoi puoi sempre usare la mia camera...»
«No, è davvero perfetta.»
«Posso chiederti una cosa?»
«Certamente, dimmi tutto.»
«Come mai sei così affascinato dalla mia casa?»
Lui posò la valigia e si sedette sul letto, sospirando.
«Non è facile da spiegare.»
«Provaci.»
«Sai. La mia famiglia non è molto benestante, e viviamo quasi di rendita. Sono riuscito a venire qui usando tutti i miei risparmi, sperando di poter trovare un lavoro o una sistemazione in questo paese.»
«Oh, mi dispiace. Vedrai che andrà meglio.»
«Ne sono sicuro.» disse mentre si avvicinava alla finestra.
Ecco perchè. Mi sento quasi in colpa. Possibile che non me ne fossi accorta prima?
Promisi a me stessa che l'avrei aiutato, a qualsiasi costo.
«Il panorama è davvero stupendo.» disse mentre guardava fuori.
«Uh?»
Si girò verso di me e mi guardò un po' perplesso. Forse si era accorto che ero pensierosa.
«A cosa stai pensando?»
«Niente, stai tranquillo.» gli dissi sorridendo. Ok, se ne era accorto.
«Scusa, è colpa mia. Non dovevo dirti della mia situazione.»

«Ma figurati. Anzi, so come aiutarti! Cercherò di aiutarti.»
«Davvero?» mi disse con un sorriso a 32 denti.
«Sì. E forse so già come.»
In realtà no. Non sapevo affatto come aiutarlo. Ma vederlo sorridere era la cosa più bella dell'universo. Un suo sorriso illuminava la stanza più di quanto facesse il sole in una giornata estiva.
Devo smetterla con questi pensieri.
«È bello parlare con te.»
Gli sorrisi.
«Devo confessarti una cosa. Sai prima in macchina, mentre ascoltavamo i Queen? Ecco. Sogno di diventare come loro.»
«Come?»
«Non prendermi per pazzo ma ho una band. Siamo cinque ragazzi, ma siamo alle prime armi. Sogno con tutto me stesso di cantare davanti a un pubblico di migliaia di persone, a Wembley.»
«É una cosa bellissima. Mi piacerebbe ascoltare la tua band.»
«Davvero?» Mi disse mentre prendeva la valigia. Stava cercando qualcosa.
«Cosa stai cercando?»
«Questo.»
Tirò fuori dalla valigia un CD con una custodia semplice e con sopra scritto in pennarello nero indelebile 'One Direction'.

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Capitolo 4
*** one direction? ***


Chapter 4.

Lo presi e me lo rigirai tra le mani.
«Lo ascolterai?» mi chiese.
«Certamente. E sono sicura che sarà il mio nuovo cd preferito.»
«Lo spero. Per ora abbiamo fatto solo cover, ma Niall sta iniziando a scrivere qualcosa.»
«Niall?»
«Sì, uno dei ragazzi, lo conoscerai.»
Come lo conoscerò? Che siano venuti anche loro qui in Italia? Però devo ammettere che non mi dispiacerebbe conoscere i suoi amici.
Parlammo della sua band per molto tempo. Parlammo di Harry, Niall, Louis e Zayn, quattro dei cinque vocalisti, e di Josh, Sandy, Andy e John, i musicisti. Mi parlò di come provavano, di che musica cantavano. Si vedeva che era molto legato a tutti loro.
Dopo decisi di lasciare Liam un po' solo, doveva ancora sistemarsi le cose.
Nel frattempo andai in camera mia ad ascoltare il cd.
Aprii la custodia e ne tirai fuori un foglietto con scritte le tracce del disco:
1. Torn.
2. Isn't she lovely?
3. Forever Young.
4. Cry Me a River.
5. Hey there Delilah.
6. (niall)
7. (zayn)
Quelle canzoni. Le amavo. Misi il foglietto dentro la scatola e non esitai un secondo; inserii subito il CD nello stereo. La prima traccia partì e io rimasi incantata da quelle 5 voci. Erano così diverse, ma così coordinate, quasi si compensassero tra di loro.
L'audio era ottimo, gli strumenti a tempo. Era perfetto. Mi innamorai subito di quella band, di quei 'One Direction'.
Finii di ascoltare il CD. Avevo le lacrime agli occhi. Avrebbero fatto strada, ne sono sicura.
Iniziai a canticchiare quelle canzoni fin quando non sentii qualcuno bussare alla porta.
Aprii e vidi Liam davanti a me. Dopo avere sentito quelle canzoni lo vidi con occhi diversi.
«Allora, che ne pensi?» Mi chiese timidamente.
«Penso che già amo la vostra band.»
Mi abbracciò. Era l'abbraccio più bello della mia vita.
«Che ne dici se ti faccio vedere meglio la casa?»
«Pensi che potrei perdermi?»
«Possibile.»
Ci scambiammo una risata. Lo portai a vedere la mia stanza, la cucina, il bagno, la stanza dei miei genitori, lo studio, la sala, il giardino, insomma, lo portai a vedere la casa.
Dopo decidemmo di andare a farci un giro, giusto per vedere il centro. Andammo a prendere un gelato, e dopo ci fermammo in un parchetto.
«Mi piace questa città.»
«Sì, è carina, ma onestamente non saprei darti un giudizio. Vivo qua da 17 anni e la vedo come il solito e semplice paesino in cui abito.»
«Però è bella. È tranquilla, ma trovi sempre qualcosa da fare.»
Gli squillò il telefono e rispose parlando in inglese; inutile dire che non ci capivo quasi nulla, aveva un accento troppo particolare.
Io aspettai pazientemente e infine riattaccò.
«Scusami, era Louis. Ti ho già detto che sono qui anche loro?»
«No. Ehy, cosa aspetti a farmeli conoscere? Andiamo!»
Mi disse che dovevamo trovarci davanti al cinema, conoscevano già la città loro?
Ormai era buio, ma non era tardissimo, erano solo le 7. Però era inverno, il sole cala prima.
Arrivammo davanti al cinema, intanto Liam mi aveva parlato ancora di più dei suoi amici, e da quanto ho capito sono tutti davvero simpatici.
Sentii qualcuno urlare: «Hey, Liam! We're here!»
Liam gli si avvicino di corsa: «Hi Harry! How are you? She is Chanel, a friend of mine. I'll live in her house for a month.»
Parlava troppo veloce e mi stava irritando, allora gli chiesi se non potessero parlare italiano, i ragazzi approvarono, e finalmente conobbi i 'fantastici 4' che da ora in poi sarebbero stati i 'one direction'.

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