Istinti atavici

di Cornelia84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 15: *** capitolo XV ***
Capitolo 16: *** capitolo XVI ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Istinti Atavici

Capitolo I

 

Ci sono cose nella vita che si possono definire innate: le scelte e i gusti di una persona sono segnati fin dalla nascita e con il tempo non cambiano, ma semplicemente si affinano. Ce ne sono altre che raggiungono la consistenza di “istinti atavici” come ad esempio il metro con cui si scelgono le compagnie.

Per me è sempre stata una questione di alchimia al primo sguardo. Se nei primi minuti di conoscenza scatta la simpatia, sono capace di dare la vita per la persona in questione; se non succede anche passando tutta la vita insieme e anche se fosse la persona migliore del mondo passerò sempre tutto il tempo a cercarne i difetti. Era  così ad 11 anni ed è così ora che ne ho 17, anzi per essere precisi 16 anni e 10 mesi, visto che sono nata a novembre. Non so di preciso perché mi ritrovi ora a fare una considerazione del genere mentre guardo Hogwarts che si estende pigra nella brughiera e il caldo sole settembrino percorre il cielo. Sospiro alla finestra dove mi sono fermata per qualche minuto: maledetta me quando ho accettato di aiutare la Sinister con i piccoli, adesso mi tocca scorazzare tre volte a settimana un numero improponibile di scartoffie in giro per il castello. Ora, non per vantarmi, ma insieme alla zannuta Granger sono sempre stata la migliore del corso di Aritmanzia e così, quando la professoressa ha detto che le serviva qualcuno per dare ripetizioni ai ragazzi del secondo anno, semplicemente non ho saputo resistere, non sapevo che sarei finita a fare da balia ad un nugolo di poppantelli e ormai tutto ciò che mi resta è rifugiarmi al settimo piano dove posso starmene tranquilla.

<< Ma guarda un po’ chi abbiamo qui! >>

O forse no!

Mi giro lentamente verso l’angolo del corridoio e lo vedo lì fermo, elegantemente appoggiato alla parete che mi fissa ghignando sornione. Ricordate la questione degli “istinti atavici”?

Ecco il mio: Blaise Zabini. Semplicemente abbiamo iniziato a litigare il primo settembre del primo anno alla stazione e non abbiamo più smesso.

Ora, sarà da stupido romanzo sentimentale, ma avete idea di come sia Blaise Zabini?  No? Mi sembra giusto, voi siete nei miei pensieri. Allora sarà meglio darvi delle delucidazioni: Blaise Zabini è semplicemente Dio in terra, senza mezzi termini. Ha i capelli neri, più lunghi di come sarebbe conveniente portare, insolitamente lisci; il viso dai tratti spigolosi, la mascella pronunciata; il naso diritto, la fronte ampia e gli occhi blu con sfumature violetto. È alto circa un metro e 90, ha il fisico prestante e la muscolatura deliniata ma non esasperata. Vi sembra strano che io indugi tanto su questi particolari, insomma dovrei odiarlo giusto?

Sbagliato! Perché l’anno scorso, di punto in bianco ho smesso di vederlo come “quello che ti chiama valchiria ma tanto che ti importa!” a “quello che ti chiama valchiria e ti fa stare male”

Un po’ folle come cosa vero? Ma sapete, continuando a parlare di “istinti” e di carattere, ci sono anche delle cose che non apprezzeresti mai in tutta la tua vita ma che poi alla fine diventano un unicum con te. Come dire, la legge dei contrari: ogni sopra hai il suo sotto; ogni Malfoy ha il suo Potter e quindi è destino che io, Millicent Bulstrode sopporti il bellimbusto qui davanti. Ora, se mi trovassi in una situazione migliore lo affronterei a testa alta, ma visto che le disgrazie non vengono mai sole e che, come dicevano i latini, milium abundare quam deficere mi ritrovo nel più squallido corridoio del castello con i capelli scarmigliati e puzzolenti per colpa della lezione di erbologia; la divisa sporca di inchiostro per la lezione con i ragazzi del secondo anno; un malloppo di pergamene in braccio e i miei occhiali da segretaria che mi ricadono leggermente sulla punta del naso. Immagino che chiunque non vedi l’ora di farsi trovare così davanti al proprio sogno proibito!

Infondo io non sogno il principe azzurro col cavallo bianco, ma vedere ammirazione e stupore sulla sua faccia mi farebbe felice. Il punto è che a stento mi consideri un bipede utile solo per spacciare i compiti e da prendere in giro quando non c’è proprio nulla da fare. Troppa grazia essere considerata un essere umano o addirittura una ragazza da lui.

Mi fissa e io vedo chiaramente che sta facendo ogni sorta di violenza su se stesso per non scoppiare a ridermi in faccia ma fallisce miseramente << AHAHAHAH!!!!!! MERLINO BULSTRODE, SEMBRI LA VERSIONE WEASLEY DELLA McGRANITH! >>

Appunto,  è incredibile! Secondo me riesce ad offendere anche quando respira! Mi ha dato della zitella pezzente e inacidita in un colpo solo!

Ok, calma ragazza. RESPIRA LENTAMENTE. Per quanto sia allettante ricordati che ucciderlo e violentarlo (non importa in che ordine) non ti sarà di alcuno giovamento.

….

Beh, forse ti farà stare bene, ma non ti sarà UTILE! Quindi respira, sorridi ed entra in scena << Posso esserti utile? >> cerco di rispondergli con un tono non troppo acido per sentirmi dire con tono malizioso  << Andiamo tesoro, lo sai che sono un tipo all’antica >>.

Andiamo Milly, di qualcosa che lo faccia tacere per sempre!

….

Che lo metta in difficoltà?

….

Almeno un pochino

….

Oh al diavolo! Ma perché me ne sto qui a fissarlo come uno stoccafisso!

<< Bullstrode, capisco di essere sconvolgente, ma se non chiudi la bocca rischi di far scappare i pochi ormoni che ti ritrovi, finirai per trasformarti  nella statua di marmo cui tanto somigli! >>

Dio quanto lo ODIO!

<< A parte offendere, si può sapere che diavolo vuoi? >> ormai ho perso le staffe e lo affronto con il mio solito tono acido accompagnato da un’espressione truce

<< Sempre gentile eh? >> riprende lui staccandosi dal muro e iniziando a scendere le scale dicendo con falsa indifferenza << Dimenticavo la superba gentilezza vichinga >> per poi riprendere quando ormai la rampa ha già iniziato a muoversi << Ero venuto a chiamarti per la lezione di pozioni, ma visto che non ti interessa… >> lascia in sospeso la frase sparendo ormai dalla mia vista. Io rimango gelata in corridoio per poi riprendermi all’improvviso.

DANNAZIONE! Sono in ritardo per pozioni, ho ancora un mucchio di scartoffie da sistemare e quel maledetto è appena andato via con la scala più vicina al laboratorio e mi toccherà fare il giro di mezzo castello per arrivare in classe! Lumacorno mi ucciderà!

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II

 

<< Ah, alla buonora signorina Bullstrode >> mi riprende svogliatamente l’anziano professore di pozioni anche se dallo sguardo posso capire quanto lo disturbi vedere che un’appartenete alla sua casa sia arrivata con quasi un quarto d’ora di ritardo. << Mi scusi professore ma purtroppo… >> cerco di giustificarmi ma lui mi ferma seccato << Si, si. Vada a sedersi vicino alla signorina Parkinson e 5 punti in meno a Serpeverde per il suo ritardo >> per poi riprendere a fissare inebetito l’operato della zannuta Granger. Do una scorsa veloce alla lavagna dove campeggia la scritta pozioni muta aspetto e sbuffo prendendo il libro e posando la borsa. Odio pozioni!

<< Si può sapere dove diavolo eri finita? >> sbotta Pancy verso di me continuando a mescolare gli ingredienti della sua pozione. << Niente, la solita storia! Zabini era di nuovo in vena di paroline dolci >> le rispondo cominciando a triturare grossolanamente gli ingredienti della mia pozione << Non capisco perché non lo mandi al diavolo una volta per tutte >> << Semplice, perché sarebbe perfettamente INUTILE. >> << Si però potresti provare almeno a rispondergli per le rime. >> insiste lei. << Pancy, devo ricordarti che l’ultima volta che l’ho risposto mi ha chiamato per un mese “ omino della Michelin”. Ti assicuro che essere presa in giro dai primini babbani Tassorosso non è divertente! >> sbotto io infilando i primi ingredienti nel calderone e guadagnandomi un nuovo rimprovero da parte del professore.

<< Dunque, vediamo, aggiungere 3 grammi di asfodelo e girare per venti secondi fin quando la pozione non raggiungerà un color oro brunito. Bene, dov’è l’asfodelo…>> borbotto tra me e me controllando tra le boccette che mi circondano. << Hay, pss, Bulstrode. >> mi sento richiamare dal tavolo accanto al mio per trovarmi davanti agli occhi Zaini che con un sorriso sadico dondola davanti ai miei occhi la mia boccettina piena di asfodelo << perso qualcosa? >>  mentre dietro di lui Goyle trattiene a stento una delle sue risate scimmiesche. Io non ne posso più di lui e di tutte le sue stronzate così gli bisbiglio minacciosa << Dammi la boccetta. >> ma lui con falsa innocenza se la rigira tra le dita e fa un finto << Ah, ci devo pensare. Certo, se tu fossi più gentile… >> << Zabbini, molla quella boccetta ADESSO! >> sbotto più irritata che mai ma lui si guarda intorno sadico per poi puntare gli occhi sul calderone di uno di Tassorosso che al banco accanto a quello di Draco sta distillando la Polisucco. Lo vedo prendere la mira e io non posso fare a meno di dire con voce roca << Dannazione, fermati Zabini! >> << Perché ti crea qualche problema? >> per  poi caricare il lancio. Io mi sporgo in avanti per fermarlo ma non in tempo. Con assoluta precisione, dovuta al suo ruolo di cacciatore a Quidditch, lancia la boccetta verso il Tasorosso ma il mio intervento devia la parabola e l’asfodelo centra in pieno il calderone di Malfoy che aveva appena aggiunto polvere di artigli di drago alla sua pozione.

Avviene tutto il un attimo, la reazione è esplosiva e lo strano liquido verde si riversa in giro per la stanza ma colpisce in particolare Malfoy che stava in quel momento rimestando la pozione. Nella classe è il panico: si sentono chiaramente i lamenti di Draco, deve essersi bruciato; tutti i ragazzi della fila si allontanano dalla pozione che ha cominciato a rilasciare un denso e acre fumo nero ed io non so assolutamente cosa fare, ma rimango bloccata al mio posto pallida mentre sento lontane le risate di Zabini su Potter. Il professor Lumacorno nel giro di dieci minuti e con rapidi colpi di bacchetta riporta l’ordine nella stanza e dopo aver controllato lo stato di Malfoy e averlo spedito in infermeria fissa la mia zona della classe e urla a pieni polmoni, risvegliandomi dal mio stato catatonico << VOI! VI RENDETE CONTO DI COSA AVETE COMBINATO! >>

Aspettate un secondo, perché ha parlato al plurale? Non può credere sul serio che io c’entri qualcosa! È tutta colpa di questo buzzurro, io che c’entro! Sto per tentare di discolparmi quando Zabini, forte dell’appoggio del professore dice << Mi scusi professore ma Bullstrode mi ha urtato e mi ha fatto cadere la boccetta e… >>

Viscido verme! Come osi dare tutta la colpa a me! E poi chi potrebbe mai crederti? Hai spedito la boccetta tre banchi più avanti? Andiamo non può crederti sul serio!

Lo sto ancora fissando con sguardo di fuoco quando il professore dice cambiando completamente tono e addolcendosi << Sono sicuro che è stato un malinteso ma dovrete comunque andare dalla Preside. >>

Io resto al mio posto a fissare la schiena di Zabini che percorre l’aula senza dire una parola quando la voce di nuovo scorbutica del Professore mi risveglia << Signorina Bullstrode, aspetta un invito via gufo? Vada immediatamente in presidenza! >> e così non posso fare a meno di seguire il mio tormento.

 

<< AVETE IDEA DI QUELLO CHE AVETE COMBINATO! >> Appena la preside ha messo piede nel suo studio ha attaccato con la ramanzina, ma perché i professori sono così ripetitivi poi! Zabini è così dannatamente tranquillo vicino a me, solo un pochino annoiato dall’idea che possa fare tardi a cena. Io invece sono semplicemente TERRORIZZATA. Non è facile essere la secondo genita di una famiglia purosangue, non hai mai niente di abbastanza interessante da offrire al mondo per farti notare. In effetti è uno dei motivi per cui mi impegno tanto nello studio o comunque nelle cose che so fare. Forse è un po’ infantile, ma è un modo come un altro per avere uno scopo. Se venissi espulsa da Hogwarts, non mi resterebbe più nulla e sarei costretta a vivere per sempre nella solitudine. Ho quasi 17 anni e, cosa assolutamente scandalosa per l’alta società magica, non ho ne un pretendente ne un fidanzato. Tutte le Serpeverde del mio anno sono, in modo più o meno ufficiale, già fidanzate e qualcuna già sta pianificando il matrimonio. Io, che sono la secondogenita, sono riuscita ad estorcere ai miei la promessa che fin quando avrei avuto voti eccellenti e non mi fossi fidanzata ufficialmente, avrei potuto intraprendere la carriera di medimaga. Quindi, non mi importa se dovrò strisciare e accettero senza battere ciglio qualsiasi punizione si inventerà la vecchia megera, infondo ne va di mezzo ben più del mio futuro.

<< …grazie alla vostra bravata il signor Malfoy è in uno stato molto particolare che necessita assistenza costante. Mi aspetto da voi quindi la massima e assoluta collaborazione e assistenza a Madama Chips. >>

Oh, a quanto pare non verrò espulsa. Un bel risultato.

<< …verranno tolti 300 punti alla vostra casa… >> Zabini sbuffa impaziente << …e non perdere i vostri privilegi nella scuola. Si Zabini, non faccia quella faccia, dovrà lasciare la squadra di Quidditch. >> << Mi scusi preside >> borbotto a quel punto io << dovrò lasciare anche io l’impegno con la Professoressa Sinister? >> << No, la professoressa mi ha già comunicato la necessità della tua collaborazione, anche se purtroppo dovrai rinunciare alla votazione extra spettante a fine anno. >>

E ti pareva che non c’era il bidone! Zabini mi fissa adesso ghignante, non capisco che diavolo ha da ridere, ho come la sensazione che ancora non ci abbia detto tutto.

<< andate in infermeria ora, e fatevi spiegare attentamente da Madama Chips e fatevi dare tutte le istruzioni del caso. >> Conclude la McGrannith con un insolito sorrisino sulle labbra. Mi chiedo se sia prerogativa dei presidi sorridere a quel modo.

Siamo appena usciti dal corridoio quando Zaini mi guarda e dice << Perché quella faccia? >> << Niente >> rispondo tranquillamente << mi domando solo perché non ci hanno punito. >> << NON CI HANNO PUNITO? >> sbotta irato lui << ha praticamente regalato la coppa del Quidditch e quella delle case ai Grifoni! >> <non te ne mai fregato niente dei punti che facevi perdere alla nostra casa, mi sembra! E poi avresti potuto ammazzare Malfoy con tutto l’asfodelo che hai fatto cadere TU nel calderone! Credo che ci sia andata bene se dovremmo subirci solo le lamentele di Draco fino a Natale! >> sbotto io per poi piantarlo nel corridoio e entrare in infermeria. Qui trovo Madama Chips che sta chiudendo il paravento davanti al letto di Draco e mi raggiunge immediatamente. Aspettiamo che arrivi anche Zabini e ci fa strada verso il letto ma inizia a parlare senza spostare il paravento << il signor Malfoy è in una situazione molto particolare che richiederà la vostra completa e totale attenzione. Il professor Lumacorno e la professoressa Sprite hanno detto che la cura non sarà pronta prima della primavera, quindi fino ad allora dovrete assisterlo 24 ore su 24, avrete una stanza appositamente per voi tre nel dormitorio e dovrete fare in modo di organizzare il vostro tempo in modo che non rimanga da solo. >> io sono sempre più confusa: nessuna punizione e fare da balia a Draco fino a primavera senza un perché? Mi faccio coraggio e chiedo << Madama, ma come mai nessuna punizione? >> per sentirmi dire ridacchiando << Oh, ma come mia cara, non hai capito? È questa la vostra punizione! >> per poi scostare il telo e rivelare Draco Malfoy nel corpo di un innocente bambino di Due anni.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III

 

Lisci e morbidi fili di seta d’oro; occhi grigi aperti su due morbide guanciotte rosa; il corpo piccolo perso nella divisa da Caposcuola verde-argento. Merlino, se non sapessi chi è direi che è un amore! Si guarda in torno un po’ spaesato per poi puntare gli occhi su Zabini, ridurre gli occhi d’acciaio a due fessure gelide e cominciare a borbottare contro Zabini ed io e madama Chips  non possiamo fare a meno di ridere. È impossibile non farlo vedendo la tipica espressione incazzata di Malfoy su di un visino così dolce! A vederlo ti fa venire voglia di coccolarlo!

<< Cos’hai da lamentarti? >> ribatte il ragazzo. Così strano vederli l’uno accanto all’altro mai come in questo momento in completo opposto. Il bambino risponde con un insensato borbottio in cui biascica << …toto Bbini! >> e  alzandosi goffamente e mettendosi in piedi sul letto. Io non posso fare a meno di avere un moto di imbarazzo e tenerezza insieme: è vestito solo della camicia sbottonata ed è Malfoy, eppure è il corpo di un bambino molto piccolo. Io arrossisco e sorrido e lui, notando la mia reazione dice << No ridi! >> puntando i piedini e facendo di nuovo quella faccia buffa << Oh, va bene! >> gli rispondo con tono accondiscendente, non riuscirebbe in alcun modo a farmi arrabbiare conciato così, è dolcissimo. Eppure mi rendo conto, guardandolo, che devo fare qualcosa. Non so spiegarlo bene… mi sento… colpevole… colpevole, anche se non ho fatto nulla in realtà. È stato solo un errore, una fatalità eppure… le mie mani tremano. So per certo, vedendolo qui, ora, che tutta Hogwarts venderebbe l’anima per vedere questo: il grande Draco Malfoy debole ed indifeso.

Un bambino.

Ed io?

Io non sono mai stata della cricca di Malfoy, a parte forse al quinto anno, ma neanche contro di lui. Visto da fuori la vita qui ad Hogwarts sembra che sia fatta solo di Malfoy o Potter; o con l’uno o con l’altro; buono o cattivo; auror o mangiamorte. Io non ho mai apprezzato questa divisione della vita così rigida: non esistono santi e demoni. Ognuno è capace di profondo egoismo o infinita generosità, in qualsiasi momento.

Ed io ora mi trovo tra le mani la vita di Malfoy e non so cosa fare:

Potrei andarmene, andare in sala grande ed urlare << Hay ragazzi, chi vuole vedere Malfoy con il pannolino? >> . Penso che i Grifoni impazzirebbero dalla gioia e la cosa non dispiacerebbe neanche a tutti quelli che Draco ha maltrattato in questi sette anni perché “feccia non all’altezza della purissima casata Malfoy”.

Oppure potrei andarmene nella mia stanza e lavarmene le mani. Fingere che non sia successo nulla e dedicarmi a qualcosa di più costruttivo, come i compiti di difesa o di trasfigurazione.

Volto la testa verso Zabini e lo vedo fare un sorrisino sghembo e tirare fuori dalla tasca interna dal mantello un portasigarette d’argento. Io mi volto immediatamente temendo di vedere la faccia indignata e furibonda dell’infermiera della scuola ma non trovo nulla, se non lo spazio vuoto accanto a me. Ritorno a fissare il mio compagno di sventura che dondola tra le labbra una corta sigaretta bianca; borbotta << Non è diverte dipendere da qualcuno eh >> di fronte all’espressione seccata del piccolo Malfoy e con un gesto indolente della bacchetta accenderla diffondendo nell’aria il profumo acre del tabacco. << Ma ti sei bevuto il cervello! >> inveisco allora io << È VIETATO fumare in infermeria, e poi qui c’è un bambino e non puoi… >> ma vengo bellamente ignorata dai due troppo impegnati a litigare tra di loro per la piccola scatola d’argento, su cui spicca il marchio dei Malfoy, che è tenuta tra le dita dell’altro mentre il piccolo cerca di prenderla dicendo << Mia…dammi! Mia! >>.

Zabini continua a giocare un po’ così ma si stanca presto e indolente si infila la scatolina in tasca e decreta << Io non ho la minima intenzione di fare da balia a questo marmocchio. Che se la cavi da solo, io me ne vado. >> e si rivolge verso la porta per uscire. In me scatta qualcosa: non è il mio migliore amico ma, per quanto sia allettante la cosa, non posso abbandonarlo in questa situazione! È pur sempre un mio compagno di casa così esplodo << DOVE CREDI DI ANDARE! È un nostro compagno di casa! Dobbiamo aiutarlo! E poi tu non eri un suo amico? Dovresti vergognarti Zabini! >> Ma lui senza voltarsi, solo fermandosi sulla porta dice << Ti sbagli Bullstrode, eppure dovresti saperlo, tra le serpi non esistono amici. >> e se ne va sbattendola. Io resto ancora un po’ spaesata ma il pianto sommesso di Malfoy mi risveglia e avvicinandomi a lui gli dico semplicemente << Hay, non piangere su. Adesso ci pensa Milly a te. >> anche se sembra tanto una frase da romanzetto rosa

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Due letti a baldacchino; una nursery; dei giocattoli; una culla. Sospiro finendo di sistemare le mie ultime cose mentre gia Draco sonnecchia tra i giocattoli dopo averli controllati uno per uno. Ho fame, ma ho preferito non andare in sala grande. La notizia di quello che è successo a Draco ha fatto il giro del castello e da un paio d’ore a questa parte c’è stato un continuo pellegrinaggio di gente. Tutti quelli della cricca di Malfoy, Pancy in testa, sono passati da questa stanza e si sono messi a completa disposizione per servire il loro principino viziato. Anche se, cosa che mi ha un po’ stupito, non mancano i voltagabbana tra le serpi, e non parlo solo di Bla…ehm Zabini. Prima ho sentito Avery cercare di ingraziarsi Tiger. Non so cosa si siano detti, ma se Malfoy dovesse sospettare che qualcuno vuole diventare il nuovo principe delle serpi, non credo che gliela farebbe passare liscia, bambino o meno. Ho appena finito di sistemare le ultime cose quando un nuovo crampo sale dal mio stomaco. Ho VERAMENTE fame! DIETA DEL CAVOLO! A pranzo ho mangiato solo insalata e adesso sono a pezzi, e come se non bastasse ho una voglia matta di cioccolato ripieno di mielandia. Oh, devo solo smettere di pensarci. Al diavolo Pancy, mia madre e la loro stupida fissa sulle diete. Ma si, vado a tavola, forse se sono fortunata quando serviranno i dolci Pancy sarà troppo distratta a badare a Draccuccio suo per vedere cosa prendo. Mi avvicino a Malfoy che scopro non stare dormendo, ma impegnato a fare a pezzi un pupazzetto di Krum. Dicevo che era troppo tranquillo! << Malfoy, andiamo a mangiare >> << … otto! >> << Ma va? Ed io che devo farci? >> << Giusta! >> <> andiamo, il moccioso non penserà mica che io sono una specie di cameriera che sistema quello che lui rompe! << Dai vieni che andiamo a mangiare. >> gli dico prendendolo per mano e lui me segue remissivo, troppo remissivo. Strano, considerato come era fino a questa mattina, me l’aspettavo più piantagrane. Stiamo per uscire quando gli occhi mi cadono sull’armadio della stanza. Draco ha ancora addosso quella specie di tuta con cui lo ha vestito la Chips prima di lasciarmelo. Ha detto che devo fare la brava mammina con lui. Mammina un CAVOLO! Io ho sempre detestato i bambini, troppo dipendenti dagli altri. Eppure, non mi va di farlo entrare in sala grande così, non è abbastanza “Malfoy” vestito così! Così apro l’armadio e vedo tutto il ben di Dio in miniatura che ha messo a disposizione il preside e…mi viene un infarto: qui gronda orgoglio Grifondoro da tutte le parti, che Merlino ci salvi e Morgana ci protegga! Chiudo immediatamente le ante prima che Malfoy veda qualcosa ma lui inizia ad insistere << ..api! >> << No, Draco! Non c’è niente di bello qua dentro! Andiamo da Pansy, vieni. Lei ha la torta alla zucca! Ti piace no? >> << API!!! >> ripete impuntando i piedi e urlando con quanto fiato ha in corpo, che considerato quanto è piccolo è parecchio. Ma perché non mi faccio mai gli affari miei! << E va bene Malfoy, ma non dire che non ti avevo avvisato! >> e così, dopo aver aperto l’armadio lo predo in braccio per fargli avere la migliore panoramica dell’interno. Io aspetto che come minimo svenga, insomma è piccolo ma non è scemo, ma per quasi un minuto non emette fiato. Poi improvvisamente si sblocca e dice solo << Chifo! Quetto Potter! >> beh, non si può dire che non abbia colto il problema! << Visto che è brutto? Dai andiamo da Pancy! >> dico per tranquillizzarlo ma non ho neanche il tempo di fare un passo che mi ritrovo il ghigno di Malfoy in miniatura davanti agli occhi che mi dice innocentemente ( per quanto può esserlo un Malfoy) << No Pancy! Tu cambia! >> << Ma cambiare cosa! È un sacco di roba! Ci vorrà almeno un paio d’ore per trasfigurare tutto! Dai adesso devi mangiare! Lo faccio dopo cena! >> ma niente da fare, Malfoy è più cocciuto del previsto e così mi fa perdere mezza cena per sistemarlo come Merlino comanda. Ha accettato almeno di vestirsi alla babbana così adesso ha un bel maglioncino verde intenso con un drago d’argento ricamato sopra e dei comodi pantaloni marroni e corre intorno al tavolo verde-argento per far vedere il piccolo capolavoro di “orgoglio slayterin” che è diventato e mentre lo raggiungo al tavolo posso vedere chiaramente il ghigno soddisfatto dei grifoni spegnersi e qualcuno lanciare occhiate verso il magico trio. La Granger invece sembra cadere dalle nuvole e non capisce la reazione dei suoi compagni di casa. Cos’è senza la zannuta non siete capaci di tirar su uno scherzo decente? Comunque dovrò fare attenzione. Ci mancavano solo loro, come se non avessi già abbastanza grane!

 

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Il primo giorno è volato via così, ed anche il secondo, il terzo, il settimo. Sono la vice mamma di Draco da una settimana e ormai lui è entrato a pieno titolo nella mia routine quotidiana: svegliarsi prima del solito, cambiargli il pannolino, pappe, bagnetti, ormai non sono più un problema. Il vero problema è la stanchezza: tra i miei compiti e quelli di Draco, il lavoro con la Sinister e badare a Draco, non ho più un secondo per me. Anche la scuola è andata avanti rompendo gli equilibri, ormai c’è una specie di faida tra varie persone che vogliono prendere il posto di Draco come nemesi di Potter, perfino qualche Tassorosso, mah! Anche se in tutto questo quello che ci guadagna è proprio Potter, anche se lo vedo un po’ strano in quest’ultimo periodo, come se avesse troppe preoccupazioni. Oramai riesco ad avere un po’ di pace solo nella mia stanza ed è quasi mezzanotte. Sono riuscita a far dormire quel piantagrane di Malfoy e sto sfogliando svogliatamente le pagine rosa della gazzetta del profeta arrivate questa mattina quando Katie Grant, una ragazza del sesto anno, entra nella mia stanza con un sorriso a trentadue denti e squittendo come un criceto << Hay Milly, hai da fare domani? >> mi chiede mantenendo a stento l’eccitazione << A dire il vero no >> rispondo accomodandomi meglio sul divano su cui ci troviamo << Insomma, domani è domenica e anche se c’è la prima uscita ad Hogsmaide non credo che andrò da nessuna parte. Penso che resterò al castello. Perché? >> << Beh, vedi io e altre ragazze del sesto volevamo organizzare un pic-nic al lago e avevamo pensato di invitare anche voi del settimo. Abbiamo visto anche le previsioni sulla gazzetta e pare che sarà una vera giornata estiva. Che ne dici di venire con noi? Potresti portare anche Malfoy così vi diverte un po’, non credi? >> << Oh beh, l’idea sembra carina. Che hanno detto le altre? >> << A dire il vero le altre hanno già detto di si e sono certa che tu non vorrai mancare! >> dice rimanendo sulla porta, quasi come se dovesse scappare da un momento all’altra. << Bene! Allora non mi resta che accettare >> dico io cercando di trattenere la leggera delusione che vela la mia voce; detesto essere chiamata sempre per ultima, sembra quasi che non sia gradita la mia compagnia! << Ma perché non ti accomodi? >> riprendo io cerando di essere gentile << Posso offrirti qualcosa? >> << Oh no, Milly, ti ringrazio, ma è veramente tardi e non posso trattenermi! Ci vediamo domani in mattinata al lago! Mi raccomando porta il costume, potremmo fare un bel bagno! >> dice ormai sulla porta e salutandomi con la mano e ignorando il fatto che io sia ormai violacea al solo pensiero di farmi vedere dalle altre in costume da bagno, che orrore! Non sento quasi il suo saluto troppo presa dai miei pensieri ma all’improvviso mi coglie un’illuminazione: ha detto proprio “tutte hanno già accettato”? cioè tutte TUTTE? Oh, santi Merlino, Morgana e Calipso! Questo vuol dire che verrà anche Daphne Greengas! Sono MORTA! SEMPLICEMENTE MORTA!!! Daphne è in assoluto la ragazza più bella di tutta Hogwarts, anche un cieco se ne accorgerebbe! Io non reggerò mai il confronto con lei! Forse dovrei inventarmi una scusa o, ancora meglio non farmi vedere affatto, almeno salverò la mia dignità! Però… cavoli, una giornata tutta per noi! Potrebbe essere l’ultima volta in cui potremmo fare una cosa del genere, non sono sicura di volermelo perdere. Forse potrei arrivare ad un compromesso, infondo ho promesso di andare, non di fare il bagno con loro! E poi l’acqua sarà sicuramente fredda, insomma siamo in Scozia mica ai tropici, e sicuramente non adatta ad un bambino piccolo come Draco! Perfetto, potrò starmene per gli affaracci miei senza dovermi preoccupare! Magari se sono fortunata non si accorgeranno neanche se rimango vestita, tanto tutte domani saranno troppo impegnate a venerare Daphne – culo- da favola – e – cervello – di – gallina – Greengas! Oh, ma poi chi se ne frega, al resto penserò domani, adesso ho solo voglia di una dormita.

 

Come previsto, la mattinata è passata in fretta e senza troppi danni per la mia autostima. Me ne sto tranquilla all’ombra di una delle querce che segnano il perimetro del lago mentre Malfoy gioca con alcuni sassi trovati sulla riva. Fingo di leggere interessata la gazzetta del profeta, mentre invece i miei occhi e le mie orecchie non la smettono di seguire Daphne. Il costume verde nuovo che avevo comprato il mese scorso per le mie vacanze, che mi era sembrato tanto bello e raffinato, sembra uno straccio preso tra l’usato ed io sembro terribilmente goffa e sgraziata al confronto con il fisico perfetto di Daphne avvolto nei pochi centimetri di stoffa bianca ornato di corallo che indossa. La verità è che il centro dell’attenzione è lei, con le sue chiacchiere, i suoi gesti, il suo passare con falsa indifferenza le dita nei morbidi ricci biondi o l’ammiccare con i suoi occhi da gatta. Ed io mi sento divisa e combattuta tra due istinti: uno felice di non essere il centro dell’attenzione ed uno bruciante di invidia per lo stesso motivo. In questo momento Daphne sta elencando le sue avventure estive e anticipando la sua intenzione di provarci con Zabini, l’unico in tutta la scuola a non aver ceduto mai al suo fascino quando mi esce fuori, quasi senza rendermene conto, << Non credo che sia interessato a te! >> con tutta la bile che ho in corpo. Per alcuni istanti non vola una mosca e anche io sono abbastanza scioccata da quello che ho detto: da dove diavolo mi è uscita questa? Comunque non ho il tempo di rifletterci troppo perché Daphne mi fissa con gli occhi verdi ridotti a poco più di una fessura e mi chiede << Prego? >>

Sono sicura che tutte, nessuna esclusa, sta pregando perché io dica “no nulla, mi riferivo al giornale!” ma la verità è che sono stufa di tirarmi indietro e di farmi trattare a pesci in faccia da lei e da quelli come lei! Forse io non potrò mai neanche lontanamente sperare di essere amata da qualcuno come Blaise Zabini, ma per una volta non sono io quella che rimane a guardare mentre altri prendono il mio premio così le dico << Dicevo, Daphne, che da quello che mi ha detto non mi era parso che fosse molto interessato ad avere una relazione con te! >> << Oh ma davvero? E cosa ti fa essere così sicura, Millicent? >>

Ok Milly, pensa in fretta!

<< Beh, deve avermene parlato questa estate! >> << vi siete visti durante le vacanze? >> borbotta curiosa una del sesto anno seduta poco lontano da me << Certo, abbiamo passato le vacanze insieme. >> dico candidamente io abbassando il giornale e guardandola impallidire. Devo averla sparata abbastanza grossa, però non ho il tempo di pensarci troppo perché tutta l’attenzione è rivolta su di me e Daphne e tutte continuano a fissarci alternativamente come se stessero seguendo una partita di Quidditch.

<< Avete passato insieme l’estate! >> riprende sempre più agitata Daphne quasi come se volesse saltarmi alla gola << Si, siamo stati in vacanza insieme in Francia e abbiamo passato molto tempo insieme e... >>  ma non finisco di parlare perché Pancy mi fissa furiosa e prese al volo le sue cose se ne và di scatto mentre io le urlo dietro << … Hay Pancy, aspetta! Ma che ti è preso! Scusate ragazze ma vado a vedere cosa succede! >> e così pianto il discorso e, preso in braccio Malfoy e le mie cose, seguo la mia migliore amica.

<< Si può sapere che diavolo ti è  preso! >> dico quando finalmente riesco ad agguantarla ormai quasi al portone di ingresso con il fiatone. << Che è preso a me? Che è saltato in mente a te piuttosto! Credevo che fossimo amiche, avresti dovuto dirmelo! >> << Dirti cosa? >> cado io dalle nuvole non capendo a cosa si riferisce. << Non fare la finta tonta con me Bullstrode! Credevo che tra noi non ci fossero segreti, ma a quanto pare mi sbagliavo! >> <Parkinson! Non ti ho mai nascosto niente e non capisco adesso cosa ti prende! >> << Oh, non sai cosa mi prende? Chiedilo al tua ragazzo cosa mi prende! >> e mi pianta nel corridoio sempre più confusa. Ma non ho neanche il tempo di riflettere perché mi sento afferrare da dietro. Ma oggi vogliono tutti rompere me? << Bullstrode, che cazzo sei andata a dire alla Greengas? >> dice affondando dolorosamente le unghie nel mio braccio << Me la sono trovata tra i piedi al campo da Quidditch e adesso sta strillando ai quattro venti che io e te abbiamo una storia. Allora? >> io lo fisso con occhi sicuramente sgranati, ma come diavolo hanno fatto! Ma se sono a stento arrivata nella scuola! Le Slyterin fanno paura quando si tratta di pettegolezzi! << Mollami subito animale! >> gli rispondo io con lo stesso tono veemente che ha usato lui e tirando via il braccio << Io non ho detto proprio niente di strano a quella pazza! Ho detto solo che non ti interessava, ma non mi pare che questo sia un mistero! Vedi piuttosto di farle chiudere quella boccaccia, non ho nessuna intenzione di diventare il centro dell’attenzione di Hogwarts. E adesso scusami ho da fare! >> e provo a svicolarmi ma girato l’angolo mi trovo più o meno tutto il dormitorio femminile verde – argento con Daphne in testa che aspetta solo di vedere quello che sta succedendo ed io me ne sto impalata con la gola secca e il cervello ridotto ad una tabula rasa. Ma è mai possibile che debba sempre cacciarmi in situazioni assurde! Posso leggere negli occhi di Daphne la luce della vittoria, certa di potermi umiliare per l’ennesima volta davanti a tutta la Casa che si tramuta in gelida sconfitta quando Zabini mi abbraccia le spalle e mi sussurra all’orecchio, ma in modo abbastanza chiaro che Daphne lo possa sentire << Scusa tesoro se ti ho messo in imbarazzo. Adesso vado a togliermi questa, ci vediamo a pranzo ok? >> e dopo avermi baciato la fronte si allontana passando tra la folla.

 

Bene, bene dopo aver passato il mese di luglio tra mare e sole a Gaeta sono finalmente ritornata con un nuovo capitolo.

Ringrazio come sempre di tutto cuore le persone che leggono e quelle che recensiscono le mie fiction.

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


 

 

 

Cazzo, Cazzo, Cazzo!

Lo so che ripeterlo come un mantrha non mi servirà a molto, ma è mai possibile che solo a me capitino situazioni del genere? Credevo che il mio destino fosse quello di avere una semplice, tranquilla e NOIOSA esistenza! Cos’è, nella mia vita precedente ero il signore oscuro in persona? Adesso mi ritrovo in un guaio grosso quanto il ministero! Scommetto che chiunque altro se la sarebbe cavata con un paio di risate davanti al camino con della burrobirra del tipo “Allora, cos’è che hai detto a Daphne?” “ Sai le ho detto che ho passato l’estate con quello che le piace. Dovevi vedere la sua faccia! Davvero epocale!” e finire a ridere come deficienti! E invece NO! Perché quando gli altri contano balle se la cavano con una pacca sulle spalle e invece a me tocca l’umiliazione sulla pubblica piazza? Zabini, come minimo, vorrà la mia testa e sicuramente sarà disposto a fare qualsiasi cosa, perfino baciare Daphne in sala grande, pur di fare dispetto me! Come se poi IO fossi già abbastanza popolare! Sicuramente, dopo l’esibizione che sta preparando Zabini, passero il resto dell’anno con tutta la scuola a sparlarmi dietro già me li sento dietro a sparlare: “Visto che sfigata! Si è inventata di avere il ragazzo! E poi che infame, inventarsi una storia del genere quando sapeva benissimo che piaceva a Daphne!” sono sicura che perfino i Tassi mi distruggeranno! L’unica soluzione è evitarlo! Ha detto che mi aspettava in sala grande, basterà tenersi lontana da lui più o meno per il resto dell’anno, sai che ci vuole! Per il resto della casa sicuramente ci saranno altre centinaia di pettegolezzi più succosi del mio prima di cena!

<< Milly, pappa! >> la vocina di Malfoy e il leggero strattonare alla mano mi risvegliano dalle mie elucubrazioni mentali e mi riportano sul pianeta terra e mi costringono a fare i conti con la triste realtà, non posso evitare la sala grande in eterno! Dipendesse solo da me, sarebbe una mano santa, almeno forse sarebbe la volta buona che perdo i miei chili di troppo, ma non sono da sola, non posso dimenticarmi che mi è stato affidato un bambino. Così non mi resta altro da fare che essere matura, fare buon viso a cattivo gioco e affrontare le conseguenze delle mie azioni. Sento gli occhi della sala bruciare sulla mia schiena e resto in silenzio, ignorando anche i pochi che hanno il coraggio di fare un accenno di saluto verso di me. Circa al centro della lunga tavolata c’è un buco di circa tre o quattro posti su entrambi i lati al centro del quale c’è Zabini e i primini schiacciati ai lati come protezione dalle malelingue. Vorrei passare oltre ma due occhi blu come l’oceano più profondo e gelido mi inchiodano in piedi al mio posto, e non mi resta altro da fare che sedermi di fronte a lui e cercare di comportarmi ne modo più naturale è possibile anche se le mani mi tremano leggermente, e lui se ne accorge ma finge di non vedere. Passano minuti interminabili di silenzio, tanto che la sala riprende la sua vita di rumori e di parole, che quasi non mi ero accorta mancasse. Cerco di evitare il suo sguardo con tutte le mie forze e dedico tutte le mie attenzioni al bambino che ho in braccio, che quasi come se volesse aiutarmi, fa tutto ciò che è in suo potere per tardare la fine del pranzo, come se questo bastasse per farlo desistere. Quando il piatto di Draco ormai è vuoto, però, non so cosa fare: la sala è più vuota e più silenziosa di prima, forse qualcuno ha deciso di lasciar perdere ed è andato via, e a me non resta altro da fare che fissare il suo volto cesellato su cui ricadono ribelli ciocche scure. So bene che non è il momento, ma mi beo della sua bellezza. Sembra assurdo da dirsi, ma lui è bello perfino quando rabbia e vendetta agitano il suo animo, ed io ho il privilegio di essere una delle poche persone ad aver visto questo suo aspetto, anche se forse non è qualcosa di cui andare fieri. Il leggero ticchettare delle posate sul piatto mi risveglia dal mio sogno e mi costringe a tornare sul ciglio del precipizio su cui mi trovo. << Non credevo che avresti avuto il coraggio di venire. Mi racconti un po’ cos’è successo di preciso? >> si limita a dire dopo aver passato il tovagliolo sul bordo delle labbra alla fine del pasto, non mi ero neanche resa conto che lui stesse mangiando. Lo scruto un istante e dalla piega delle sue labbra capisco che lui sa perfettamente, nel minimo dettaglio, cosa è successo e cosa è stato detto in riva al lago, ma semplicemente lui vuole che sia io a parlare, che sia la mia voce a dire quello che è successo. Non so cosa dire, nulla di quello che provo adesso servirebbe a migliorare in qualche modo la situazione: il mio orgoglio mi dice di rispondere “Si, sono qui e no, non ho intenzione di dirti come è andata. Almeno ti ho rovinato un po’ la festa!” mentre la mia vena pavida direbbe “Si e sono venuta a chiederti scusa e a dirti che sono disposta a tutto pur di evitare la pubblica umiliazione” e poi c’è una parte di me che vorrebbe…

<< Tutto quanto? >> mi chiede furba la voce di lui guardandomi intensamente, quasi stesse cercando di vedermi attraverso mentre vedo chiaramente un piano prendere forma nella sua mente dal riflesso delle sue iridi. << Come, scusa? >> chiedo io leggermente confusa non capendo cosa c’entra la seconda frase con la prima ma il suo sorrisino sghembo mi causa un brivido lungo la schiena. Merlino, Calipso, Morgana e sacri Druidi, vi prego, ditemi che non ho pensato ad alta voce DI NUOVO!

<< Non ho gradito molto quello che avresti voluto dirmi, se avessi ascoltato il tuo orgoglio; in effetti, se vuoi un consigli disinteressato, ti consiglio di dare più spesso retta alla tua parte pavida, sembra essere la più assennata del tuo cervello. Hai detto che sei disposta a tutto pur di evitare una pubblica umiliazione e, d’altronde, io sono una persona ragionevole >>

Ma perché mi capitano sempre situazioni del genere! E poi, perché prevalgono sempre le idee sbagliate! Secondo me è ora che cominci a prendere in seria considerazione la vita da eremita!

<< Allora, rispondi alla mia domanda? >> dice prendendo la scatoletta d’argento dal mantello ed estraendone una sigaretta << Cosa hai detto alla Greengas per farla imbufalire a quel modo? >>

Al diavolo, che sia dannata se mi faccio mettere i piedi in testa in questo modo! Tanto nella merda già ci sono, tanto vale andarci con stile!

<< Le ho detto che avevamo passato le vacanze insieme e che in quella occasione mi avevi detto che lei non ti interessava >> rispondo quindi drizzando la schiena per guardarlo meglio negli occhi. Lui fregandosene dell’occhiataccia della McGrannith ha acceso la sua sigaretta e ha cominciato ha fare qualche tiro distratto mentre beve il suo caffé all’italiana che solo Dio sa come fa a procurarsi per poi dire << E la novità dove sarebbe? È dal quinto anno che non la calcolo di striscio. >> << Mi dispiace per il tuo ego, Zabini >> gli rispondo a questo punto con tono piccato << ma in effetti la notizia non sarebbe questa! Anche se non ho capito perché sarebbe tanto scandaloso il fatto che io e te saremmo andati in vacanza! >> gli spiego con l’ultimo grammo di pazienza che mi è rimasto. << Chi sa, forse lo scandalo è il fatto che tu avresti passato le vacanze con un uomo! >> << Ma va? E dove sarebbe? >> dico io con tutto il sarcasmo di cui sono capace, ma lui non si tira indietro e mi risponde << Sarà che non ne hai mai visto uno, per questo non riconosci quando ti sta davanti!>> fa lo spiritoso lui ma a quel punto mi scappa di dargli un calcio da sotto il tavolo diritto sullo stinco che lo porta a fare una smorfia di disappunto piegandosi per massaggiarsi la parte offesa. << Non ti troverai mai un ragazzo così Bullstrode! >> dice tornando a fissarmi diritto negli occhi con tono di sfida. Non lo sopporto! Non ho ancora incontrato la persona giusta per essere felice e mi sono innamorata della persona sbagliata ma non accetto che si prendano gioco di me e dei miei sentimenti così dico << Non mi serve certo un ragazzo, non saprei che farmene! >> sporgendomi verso di lui puntellando le mani sul tavolo. Lui si mette nella mia stessa posizione e quasi ringhiando dice << Sei lesbica o frigida? >>. Ci fronteggiamo così per alcuni secondi, dimentichi di tutto il resto per poi riprendere << Piantala se non ne vuoi un altro! >> << Ti piace sadomaso allora! Chi l’avrebbe mai detto che nascosta sotto la suora c’era una tigre! >>. Alla fine mi rendo conto di essermi sporta tanto da poter sentire il suo respiro sulle mie labbra e per difendermi, non mi resta altro che sedermi di nuovo di malagrazia sulla panca e con tutta l’irritazione che ho dire << Zabini, non sono dell’umore per le tue stronzate, quindi taglia corto! Mi hai fatto venire fin qui per dirmi qualcosa? Perché altrimenti io avrei altro da fare! >> << L’hai voluto tu, Bullstrode. >> dice lui sedendosi a sua volta e prendendo l’ultimo sorso, ormai freddo di caffé per darsi un tono per poi continuare  << Hai detto che io e te avremmo passato le vacanze insieme. >> << E allora? >> rispondo io con tono di sfida ma lui mi gela con un occhiata << Non mi va che mi si faccia il mio nome e potrei fartela pagare, a meno che… >> fa un sorrisino furbo e io capisco che forse siamo arrivati al nocciolo della questione << A meno che cosa? >> << A meno che tu non mi dia un piccolo aiuto durante l’anno. >> Ci siamo! Ecco dove voleva andare a parare! << Ancora? Cosa vuoi? I compiti per il resto dell’anno? Qualcuno che faccia la manutenzione alla tua roba da quidditch? O… >> << Voglio che tu divenga la mia fidanzata per il resto dell’anno! >> e, detto questo tira fuori dalla tasca dei calzoni della divisa una scatolina di velluto verde.

Ecco, questo non lo avevo calcolato! Il fiato mi si mozza in gola e la salivazione è ridotta a zero. La situazione mi sta DECISAMENTE sfuggendo di mano! È da una vita che sogno che lui mi dica una cosa del genere, eppure è così SBAGLIATO! Avrei volto che mi guardasse con calore e che provasse qualcosa per me. Invece cos’è questo scherzo? È vero dunque che non ha cuore, come dicono tutte le ragazze che sono state con lui?

Lui interpreta il mio silenzio come segno di interesse e continua quindi a blaterare di troppe corteggiatrici e di asfissianti attenzioni e di come l’idea gli fosse venuta per quello che ho detto io. <<…mi domando come mai non ci ho pensato prima! È un piano perfetto, dovrai solo fingere di essere la mia ragazza per qualche tempo, poi se trovo qualcuna di più interessante, basterà dire che abbiamo rotto. >>

Il suo cinismo mi fa quasi schifo! << Ed io non conto! Secondo te dovrei fingere di essere la fidanzatina perfetta e aspettare te che fai i comodacci tuoi! >> sbotto ormai irata e la mia voce rimbomba nella sala ormai vuota. Ci fissiamo a lungo, lui seduto ed io in piedi, dimentichi di tutto e tutti ad aspettare che qualcuno dica qualcosa. << E se rifiutassi? >> dico alla fine dopo essermi calmata un po’, ma lui mi risponde alzandosi << Non puoi rifiutarti, ho già mandato l’annuncio del nostro fidanzamento alla Gazzetta del Profeta, sarà pubblicato entro stasera, amore. >>

 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


<< Hay, hai letto la gazzetta stamattina? Lo dicevo io che c’era qualcosa che non quadrava! >> << E non sai cosa mi hanno raccontato delle Slyterin del terzo anno! >> << Cosa? Dai non tenermi sulle spine! >> << Beh, pare che lei ieri abbia detto che hanno passato insieme le vacanze! >> << Non posso crederci! E…insomma, secondo te lo hanno già fatto? >> << Ma insomma, hai capito di chi stiamo parlando! Monique Sanders, di corvonero ha detto che la Bulstrode doveva andare in vacanza per tutta l’estate a Nizza, capisci che intendo! Soli due mesi a Nizza! Secondo te non l’hanno fatto! >>  << Giura! >> << Si! E non hai visto ieri che hanno mangiato da soli? >> << Dio, mi sento un verme! >> << Perché scusa? >> << Beh, alla fine dell’anno scorso sono uscita con lui un paio di settimane, niente di serio chiaro, ma se sono andati in vacanza vuol dire che stavano già insieme e… >> << oh, Hanna di questo non mi preoccuperei! >> << Perché dici questo Susan? >> << Oh, solo voci di corridoio, ma pare che fin ora non si sia mai fatto scrupolo a farsi chiunque. Insomma, qui lo dico e qui lo nego, ma lei mi fa quasi pena, considerato il mandrillo che si ritrova! Insomma, non mi stuperei se avesse già un palco di corna! E poi… >> << Shh, sta arrivando! >>

 

Laide, viscide, luride PETTEGOLE! Dio quando odio questa scuola!

Tassorosso, Mi stanno sperlando dietro le TASSOROSSO! Ho veramente toccato il fondo! Lo zotico con cui, almeno a parole, sono fidanzata (e solo la parola mi mette i brividi) non si fa vivo da almeno ventiquattro ore, il che è una mano santa per la mia salute mentale. Anche se, secondo voi non è da impazzire questa situazione? Ho bisogno di aria e soprattutto ho bisogno di una persona amica con cui parlare e a cui chiedere consiglio. Così non mi resta che partire a caccia di Pancy, sperando che sia ancora mia amica, approfittando dell’ora buca tra le lezioni. Ho quasi fatto il giro della scuola, mentre le voci al mio passaggio si moltiplicano: Perché sono sola? Perché sono arrabbiata? Perché punto verso il giardino? Forse ho saputo qualcosa?

PERCHÉ C’È SEMPRE QUALCOSA DA SAPERE IN QUESTA SCUOLA!

Sono arrivata al chiostro interno e sto attraversando la lunga serie di archi gotici quando, all’ombra di una sottile colonna vedo Blaise che sussurra qualcosa a pochi centimetri dell’orecchio di Pancy e sento lei sogghignare in risposta mentre i pochi ragazzi fuori in cortile fissano curiosi la scena. Non so come, ma in pochi passi sono lì e tutto quello che controlla il mio corpo adesso è l’istinto, e la rabbia.

Non sono niente per lui, non giriamoci intorno, eppure il mio subconscio, a quanto pare, adora illudersi perché fa in modo che io, senza alcun vero diritto, carichi il colpo con tutte le mie forze che va ad abbattersi contro il viso di Blaise.

Perché l’ho fatto? Perché volevo ferirlo. L’unica cosa che volevo, era che avesse una parte del mio dolore. Così come non so perché la voce mi si strozza in gola né da dove esce la voce rabbiosa che strilla << DOVE DIAVOLO TI ERI CACCIATO! TI STO CERCANDO DA ORE! MA A QUANTO VEDO SEI IMPEGNATO! SCUSATE SE VI HO DATO FASTIDIO MA TANTO TOLGO IL DISTURBO! >>

E mi volto per andare via, perché la verità è che non ho più nessuno, neanche un nemico con cui litigare. Nella mia fuga non bado a dove vado, fino a trovarmi nella mia nuova stanza, Malfoy è ancora con la Chips, devo andarlo a prendere e, mentre con gesto rabbioso tiro indietro dal viso le mie lunghe ciocche scure, sento sulle mani l’umidore delle lacrime. Ho pianto senza neanche rendermene conto e sto continuando a farlo. Ma non ho modo di sapere per quanto continuerei perché la porta si apre ed entra Pancy Parkinson, la mia ex migliore amica che entra a passo di carica e mi aggredisce dicendo << Non posso credere che proprio tu abbia fatto una cosa simile! Ammettilo che è tutto un imbroglio per avere il mio Draco! >> << Ma quale imbroglio! E poi, quale tuo Draco! Se ci tieni tanto a Malfoy, puoi anche prendertelo! Anche se a vederti prima non sembrava che ci tenessi particolarmente! Cos’è Zabini non è all’altezza della sua fama? >> sputo io con tutto il veleno che ho in corpo io per sentirmi rispondere << Come osi! Certo non sono io quella che passa tutto il suo tempo con Draco quando ha già il fidanzato! >> << E certo non sono io quella che si è messa a fare la gatta morta con il ragazzo della sua migliore amica! >> strepito per poi coprirmi la bocca con le mani. Non posso crederci, l’ho chiamato “il mio ragazzo!” sono sfottuta, completamente andata! Pancy piega le labbra nel suo maledetto sorriso di scherno e mi dice semplicemente << TI HO FREGATO! >>. Io la fisso più o meno come un pesce lesso, questa…. Questa… << Parkinson sei una dannata troia! >> le urlo dietro mentre lei comincia ad andare avanti. Ci inseguiamo come bambine con lei che continua a deridermi ed io che continuo a negare << Adesso non puoi più rimangiartelo! Lo sapevo che eri cotta di lui >> << Tu mi hai imbrogliato! E poi l’ho detto perché… beh perché fa parte del… del… >> << Vostro accordo! >> io mi fermo ed anche lei, per riprendere fiato ma io dico << E tu che ne sai! >>  << Perché è quello che mi stava dicendo prima della tua bella figura da psicopatica! >> mi risponde semplicemente per poi mettersi le mani sui fianchi e dire << Complimenti comunque, se volevi far sapere a tutta la scuola che sei cotta di lui, hai fatto davvero un lavoro ineccepibile! >> << O Dio! >> mormoro io lasciandomi cadere sul letto a faccia in giù. << Su adesso piantala, vederti piangere una volta in una giornata è già uno shock sufficiente! >> dice Pancy sedendosi sul letto e passandomi le dita tra i capelli << E cosa dovrei fare secondo te? >> le rispondo io alzando la testa per guardarla negli occhi mettendo il broncio ma lei mi fa un sorriso e mi dice << Rivoltare la frittata e fare in modo di farlo cadere ai tuoi piedi! >> << Non essere ridicola Pance! >> sbuffo io alzandomi e, guardandomi allo specchio, dire con tono amareggiato << Guardami, sono grossa e goffa! È impossibile che uno come lui voglia mettersi con una come me. >> << Sai una cosa Milly, quando fai la frignona sei quasi peggio di quando fai la so tutto io! >> per tutta risposta mi dice lei alzandosi in piedi e mettendosi di fronte a me e fissandomi diritto negli occhi. Detesto doverlo ammettere, ma anche io detesto quando finisco a fare la frignona, ma quando si tratta del mio aspetto e di Blaise, beh non posso fare a meno di vedere solo difetti in me. La fisso di rimando negli occhi e capisco che la mia migliore amica sa esattamente cosa mi passa per la testa, e questo mi rincuora. Poi ripenso a quello che ha detto… << IO NON FACCIO LA SO-TUTTO-IO! >> << Si, come no! >> mi risponde lei per le rime avvicinandosi alla porta e aprendola per poi, guardandomi di sottecchi continuare << e la Granger è l’asso della squadra di Quidditch dei Grifoni! >>  per poi uscire quasi correndo. Mi slancio per inseguirla, ma vengo bloccata sulla porta dal mio ragazzo che , a quanto pare muore dalla voglia di rivedermi, visto che mi rimanda indietro e si chiude pesantemente la porta alle spalle. << Seriamente Zabini, dobbiamo piantarla di vederci in questo modo, la situazione comincia a diventare monotona! >> sbotto io cercando di superarlo ma fallendo miseramente. Così non mi resta che sbuffare e dire << Adesso che vuoi?! >> << Voglio sapere che cazzo ti è passato per la testa! Mi hai mollato una sberla che avrebbe steso quello zotico che chiamano professore! >> << E se non ti levi di torno, te ne sgancio un’altra! Ho di meglio da fare che darti retta! L’idea l’hai avuta tu, ed io non sopporto che si dica che io dovrei avere un palco di corna! >> vomito fuori senza pensare troppo alle conseguenze. Il suo sguardo si scurisce ancora e mormora solo << Se la metti così, me ne vado… >> ma quando abbassa la maniglia per aprire questa scatta a vuoto e la grande porta di faggio rimane strettamente chiusa. << Che cazzo gli piglia a sta porta! Era aperta fino ad un minuto fa! >> sbotta lui continuando ad abbassate convulsamente la maniglia di ottone. << Fa vedere. >> provo allora io prendendo il suo posto e, dopo alcuni tentativi arrendermi all’evidenza che la maniglia è bloccata. Proviamo anche con la magia ma i nostri incantesimi falliscono miseramente. A quel punto sbotto esasperata << Dannazione! Non posso rimanere chiusa qui dentro! Devo andare a lezione! >> e, come per magia, la serratura scatta e si apre, permettendoci di uscire. << Secondo te che significa? >> ha solo il tempo di chiedermi stupito Zaini e quando viene gelato dalla voce della McGrannith che dice con la sua solita calma << Oh signor Zabini, sono felice di vedere che finalmente ha occupato il suo posto nella stanza di punizione. Darò ordine agli elfi di spostare immediatamente le sue cose. Ed adesso sbrigatevi, se non volete fare tardi a lezione! >> prima di sparire dietro l’angolo del corridoio.  

 

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Capitolo 8
*** capitolo VIII ***


<< E quindi… la stanza è…è questa. >>. Ce ne stiamo ai due angoli della stanza senza rivolgerci la parola. Abbiamo provato ogni cosa per convincere la preside che non potevamo dormire nella stessa stanza, non ha voluto sentire ragioni. Anzi, per essere precisi, quando le abbiamo detto che non era “decente” ci ha riso in faccia e ha detto “Perché, volete arrivare vergini al matrimonio?”. Non so assolutamente come comportarmi o cosa fare: per sette anni non abbiamo fatto altro che litigare. Non c’è mai stata una parola gentile, figurarsi un discorso civile. Entrambi sappiamo perfettamente cosa ferisce l’altro, ma non sappiamo di cosa parlare tra noi, il che è assurdo! Non mi piace questo silenzio pesante! Ma si, provo a rompere il ghiaccio! Così tossisco leggermente e dico << Ehm, come erano i…i compiti ehm…si…di pozioni? >> aspetto qualche secondo ma non mi arriva una risposta. Mi giro verso di lui e vedo che sta sfogliando svogliato un libro ignorandomi bellamente. Ci riprovo, per la miseria siamo persone civili, non può non rispondermi! Così mi alzo dal mio letto e mi guardo intorno a caccia di un argomento. Di che potremmo parlare? Scuola? Naa, non mi va di pensarci anche nei momenti di relax. Libri? Non so, forse faccio troppo la figura della secchiona. Gli occhi mi cadono sulla radio che ho in camera: bingo! Musica! A quale ragazzo non piace la musica! Così dico, afferrando un CD << Hay sentito la nuova canzone delle sorelle stravagarie? >> ma anche questa volta non da segni d’attenzione. Ma chi diavolo crede di essere! Provo di nuovo ad attirare le sua attenzione << Hay Zabini, mi hai sentito? >> << A dire il vero ti sto ignorando. >> finalmente si degna di rispondermi facendomi saltare i nervi.

Bene, se vuole la guerra l’avrà! Così mi giro verso lo specchio e dico al mio riflesso << Oh Milly allora come ti andata la giornata? >> << Benissimo cara! Sai oggi ad aritmanzia sono stata interogata e ho avuto una E! >> << Di un po’, sei ammattita Bullstrode? >> mi domanda lui interrompendo le mie chiacchiere << No Zabini, ho solo trovato qualcuno di interessante con cui fare conversazione! >>  << Oh, e pensi che anche io possa partecipare? >> dice abbandonando quello che sta facendo e sedendosi meglio sul divano << Non ne sono sicura >> ribatto << infondo è una conversazione privata! >> << Tse, come se mi importasse qualcosa! La verità è che sembri una pazza! >> dice lui e così cominciamo con i nostri soliti battibecchi << E tu sei solo un gran cafone! >> << Botte! >> << Mandrillo! >> << Secchiona! >> << Essere una secchiona non è un offesa, sai? >> << se si è anche frigidi, si! >> << Ti dirò, che se non essere frigidi significa ripassarsi tutta la scuola, beh sono ben felice di ESSERLO! >> sbotto esasperata lasciandomi cadere sul mio letto << Ancora con questa storia patetica! >> sbotta lui dal divano incrociando le braccia al petto << Non mi porto a letto tutte le ragazze con cui esco! >>  << A no? >> ribatto io alzando scettica un sopracciglio. << No! >> continua seccato lui per poi ghignare come al suo solito << anche perché altrimenti a quest’ora non saresti più vergine! >> sento chiaramente il sangue ribollirmi nelle vene e arrossarmi il viso: detesto che si prenda gioco di me in questo modo! Così mi alzo e a passo di carica mi avvicino a lui << Non ne sarei così sicuro! >> << A no? >> scimmiotta il mio tono di prima facendomi scaldare ancora di più << NO! >> sbotto io perdendo di vista il discorso. << Quindi... >> continua lui alzandosi lentamente e fronteggiandomi << …se adesso ti baciassi, tu non proveresti niente, giusto? >>.

Non ho molto tempo per connettere, sento solo il mio collo muoversi per accennare un no, mentre i suoi occhi bruciano nei miei. Sento la pelle del viso accaldarsi mentre lui si fa sempre più vicino e sento le labbra bruciare lì dove lui poggia le sue leggermente schiuse. Sento lenti brividi lungo la schiena quando la sua lingua lambisce le mie labbra e senza sapere perché, mi trovo a dischiudere le mie e a rispondere al bacio che diventa sempre più profondo, non so bene se a causa delle mie braccia che stringono il suo collo o per la sua mano che mi accarezza la schiena. Il mio cuore batte forte, accelerato e sotto le dita che affondano nella sua camicia morbida, misto al calore del suo corpo, posso sentire la stessa accelerazione del mio. E mi rendo conto che vorrei che questo istante di viva gioia durasse per sempre.

 

<> sbottò la bionda sul divano della sala comune verde-argento << Che vuoi dire Dafne? >> le chiese una ragazza dalla carnagione scura sedutale accanto per sentirsi dire in modo concitato  << Da quanto tempo stanno insieme? Settimane? Mesi? Qualcuno li ha mai visti insieme? >>  << Beh, Dafne >> rispose quella << nelle ultime settimane saranno stati insieme e poi li hai visti ieri e…>> << Non essere sciocca Tracy! Li ho visti anche io che stavano seduti di fronte allo stesso tavolo! Quello che voglio dire è che nessuno, in tutta la scuola li ha mai visti baciarsi, abbracciarsi, uscire insieme, non si danno neanche la mano! >> concluse la ragazza sbuffando e affondando di più contro i cuscini << La verità è che ho come la sensazione che quei due vogliano fregarmi! >> << Beh, un modo per saperlo ci sarebbe, ma non so… >> riprese titubante la bruna attirando l’attenzione della compagna << Sputa il rospo Tracy! >> << Ho saputo da Nott, che Zabini è stato trasferito nella stessa stanza di Millicent! Basterà andare a sbirciare un po’! >> rispose allora ridacchiando per sentirsi dire con lo stesso tono cospiratore << Sei un genio Tracy! >> prima di alzarsi entrambe e dirigersi verso la loro meta.

 

Umh, ho perso il conto di quanto tempo è che mi trovo in questa situazione. I polmoni bruciano leggermente per il poco ossigeno che riesco ad inalare, però a suo modo fa parte delle sensazioni piacevoli. Penso che se le mie gambe continueranno a tremare in modo così indegno, non mi resterà altro da fare che lasciarmi cadere sul letto. Non mi sono mai sentita meglio, e forse mi sarei davvero lasciata andare se non avessi sentito la porta sbattere un po’ troppo forte e un colpo di tosse un po’ troppo secco che ci spinge a dividerci. Vedo Daphne fissare Blaise mentre Tracy Davis fissa famelica la scena pensando a quanti pettegolezzi riuscirà a cavarne. Io sono ancora qui, abbracciata a lui e inalo a grandi respiri il suo profumo speziato cercando di calmare il battito del mio cuore. << Che vuoi Daphne? >> chiede lui, ma non sembra arrabbiato, più che altro annoiato, come un bambino distratto da un giocattolo. Sono questo allora? Alzo la testa sperando che qualcosa neghi la mia ipotesi e che mi urli che è tutto sbagliato ma non succede, ma anzi incrocio lo sguardo di Daphne quando dice << Dovrei parlarti un secondo, ti dispiace? >> e riconosco quello sguardo, è lo sguardo da predatrice che usa quando vuole fortissimamente una cosa. E Daphne è in tipo che quando vuole una cosa se la prende, e non ha mai fallito come non fallisce questa volta, visto che senza una parola lui mi lascia sola e la segue remissivo.

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Quando un mese fa è cominciata tutta questa situazione, sapevo che sarebbe stata assurda, ma non capivo fino a quanto poteva arrivare. La cosa paradossale è che da trenta giorni a questa parte si è sviluppata una certa routine. Le mie giornate cominciano ogni mattina poco prima delle  7.00 ma non per un qualche spirito di sacrificio o per una qualsiasi altra ragione, semplicemente, qualcosa in me ha imparato che a quell’ora i raggi del sole entrano dalla falsa finestra che si apre sul muro e illuminano il letto di Blaise, che a quell’ora sta disteso tra le lenzuola bianche un po’ gualcite, con il viso sereno nell’abbandono del sonno. Mi alzo ogni mattina, come oggi, infagottata nel mio pigiama verde dal taglio maschile di una taglia in più e, come sempre, mi incanto a vedete li suo petto dalla pelle ambrata alzarsi ed abbassarsi al ritmo regolare della respirazione. Sento qualcosa che non ha nome ardermi dentro, gli occhi fissarsi sulla figura e le dita allungarsi verso la meta, nel folle desiderio di toccarlo, di sfiorare le sue labbra, di sentire di nuovo la sua pelle sotto le mie dita. Come al solito mi rifugio nel bagno della stanza, terrorizzata che possa svegliarsi quasi come se il mio sguardo fisso su di lui potesse disturbarlo nel sonno, e solo sentire l’acqua gelata sul viso riesce a calmarmi un poco. Ma questo non è un giorno come tutti gli altri. Mi fisso allo specchio mentre mi lavo i denti, alla ricerca di qualcosa che mi dica che sono diversa; oggi è il giorno del mio compleanno. 17 anni, e niente di diverso. Detesto normalmente guardarmi allo specchio ma oggi, come mai prima, scelgo di fissare il mio viso tondo, quasi come se fossi un’eterna bambina incapace di far altro che sorridere o i miei occhi scuri, sempre troppo grandi e sinceri, tanto che sembro sempre incapace di mentire. Eppure ho scoperto di potere anche questo: da un mese ormai, per me è normale girare per i corridoi a testa alta intrecciando le dita simulando tenerezza, baciare anche davanti a tutta la scuola fingendo un coinvolgimento che non c’è. Adesso che sono io l’oggetto dell’invidia del piccolo mondo che può essere il bagno delle ragazze  mi rendo conto di sentirmi come un sacco vuoto.  Sento la porta cigolare, sarà come al solito Zabini che ricomincia con la sua solita sceneggiata! Adesso entrerà, si gratterà la testa assonnato, poi il mento e dirà << Diavolo Bulstrode, ma ci dormi in quel bagno? Mai una volta che riesca a farmi una doccia decente! >> ed io come sempre risponderò << Zabini, non sono io che dormo in bagno, sei tu che ti svegli sempre troppo tardi! Comunque non ti preoccupare, ti ho lasciato tutta l’acqua calda che un narcisista come te ha bisogno! E adesso, se non ti dispiace dovrei uscire! >> e come sempre, si sposterà più del necessario, come se io avessi la peste. Certo, perché è questa la verità, ogni giorno mettiamo in scena uno spettacolo per la scuola, la cui prima scena sono le parole sussurrate all’orecchio entrando in sala grande, che continuerà a colazione, dove fingeremo di assaggiare la colazione dell’altro, e nel corridoio dove “il mio fidanzato” mi scorterà fino al mio banco geloso e che si concluderà con la scena madre delle coccole sul divano della sala comune ma che poi, calato il sipario si rivela gelida ignoranza. Non so perché mi abbia fatto questo, ma dopo avermi rubato quel bacio, il mio primo bacio, mi tratta come se avessi la peste, per poi abbracciarmi quasi possessivo quando qualcuno è nelle vicinanze e io sono così stanca di tutto questo, così non aspetto che ciò accada e prima che possa dire o fare nulla, mi dirigo verso il lato della stanza di Draco che, ancora semiaddormentato, si rigira tra le lenzuola e, ignorando i suoi capricci, lo preparo alla buona, quasi fuggendo dalla stanza. Come dovrebbe trascorrere il proprio compleanno una persona innamorata? Forse con la persona che ama? O va bene pure concedersi di fermarsi un istante, concentrando l’attenzione solo su se stesso e su ciò che si desidera veramente?

Mollo Malfoy ad una più che mai felice Pancy, entusiasta di passare qualche ora con Draccuccio suo e in più libera di poter fantasticare sul suo futuro di Lady Malfoy e mi rintano nell’ultimo posto dove ad una diciassettenne fidanzata con il più figo della scuola verrebbe in mente di passare il proprio compleanno: la gufiera. La scusa ufficiale propinata a Pancy è che i miei devono mandarmi un regalo voluminoso che preferisco accogliere in gufiera, in realtà ho una voglia matta di scappare anche da lei e dalle sue chiacchiere. Secondo “il piano infallibile della cara Pancy per avere tutti gli uomini ai propri piedi” il compleanno è il momento ideale per conquistare il ragazzo di turno lasciandosi coccolare nel giorno di festa e a questo punto dovrei avere Blaise Zabini in tasca. Accolgo con una buona dose di biscotti i gufi provenienti dai miei familiari e quelli dalle poche e scelte amicizie che mi concedo. È una vecchia tradizione della mia famiglia, quella di scrivere una lettera di auguri di accompagnamento al regalo per il compleanno anche ad una persona che vedi tutte le mattine e al gruppo è piaciuta tanto che hanno voluto allargare la tradizione. Apro così la mia borsa in cui già si trova il regalo di Pancy avvolto da carta rosa, il suo colore preferito che, come sa perfettamente, io detesto e lascio scivolare all’interno quelli dei miei familiari e dei migliori e più strampalati amici che si possa desiderare: c’è quello di Padma Patil e del suo ragazzo, George Turner e anche quello di Michael Corner e di altri Corvonero, tutti rigorosamente blu elettrico, come quello della loro casa. Nessuno sa delle mie “frequentazioni”, tutti sono ottusamente convinti che non possano esistere rapporti tra le case, ma tra me e i corvi si è stabilito un rapporto sincero, anche se ufficialmente noi non siamo niente. Nessuno sospetta nulla, ufficialmente i nostri sono regolari incontri di un club di studio e non è difficile ritrovarsi tutti insieme in biblioteca con la scusa di una ricerca o ci si incontra tutti insieme ad Hogsmaide.  Di solito scarto i regali e rispondo alle lettere davanti a tutti loro dopo che ci siamo riuniti  alla spicciola, da mielandia o alla testa di porco prendendo qualcosa e facendoci il nostro “party super esclusivo”, ma la preside, temendo per gli studenti ha vietato di mettere il muso fuori dai confini della scuola e da quando è successo l’incidente a Draco, non riesco a parlare con nessuno di loro, non sta bene che una Serpeverde frequenti metà della casa Corvonero tra cui spiccano mezzosangue e traditori. Così non mi resta che pregare di non trovare nessuno e tornare nella mia stanza.

 

Metto su la mia canzone preferita e lascio che la carta regalo scivoli sotto le mie dita rivelando il suo contenuto. Ogni pacco è una nuova emozione e porta le parole d’affetto scritte su biglietti più o meno fitti. Ad ogni regalo dedico la giusta attenzione, riponendolo poi con cura in un cassetto o su una mensola della stanza. Lascio per ultimo quello dei miei genitori che in effetti si rivela piuttosto voluminoso. Apro la piccola pergamena che lo accompagna dove campeggia la grafia minuta di mia madre che mi dice solo “ Spero che ti piaccia. “ e nulla più. Slego il nastro che tiene chiuso la scatola di cartone e, dopo aver tolto il coperchio della scatola, sollevo i lembi di carta leggera che nascondono il più bel abito che abbia mai visto: è un torrente di seta rosso fuoco, un corpetto modellato morbidamente ornato da rose di stoffa, da cui si intravede l’inizio di una lunga gonna. Sono semplicemente basita, non posso credere che una tale meraviglia sia destinata a una come me, così goffa ed insignificante, questo è un abito di classe!

Come attratta da un’antica malia, lo estraggo dalla scatola e mi dirigo verso lo specchio a figura intera che campeggia su una delle ante del massiccio armadio, non badando al leggero tonfo di qualcosa che cade a terra. Mi fisso allo specchio e non posso credere che quella sia io: l’abito, anche non indossato, cade morbido sulla mia figura mentre i miei lunghi capelli scuri si arricciano leggermente sul bordo della scollatura tenuta solo da due sottili spalline. Nonostante abbia il mio maglione scuro, non posso fare a meno di notare che l’abito lascia completamente scoperte le spalle e parte del decolté, mentre la gonna scivola morbida fino alle mie ginocchia coperte dai jeans, e un tenue rossore mi colora le guance rendendomi conto di come sarei con una cosa simile addosso: anche io per una volta sarei speciale.

Sento un leggero fruscio dietro e il leggero cigolare della porta dietro di me e, sollevando lo sguardo, incontro quello blu di Blaise. Mi sento sciogliere, come se mi avesse sorpresa nuda, e un po’ è così perché adesso non ho la corazza della mia alterigia a difendermi. I suoi occhi adesso hanno qualcosa di oscuro e profondo attraverso il vetro e posso quasi giurare di poter sentire il bruciore dei suoi occhi sulla pelle, al disotto dei vestiti. Sento qualcosa tremarmi dentro, un misto indefinito di vergogna e qualcos’altro che non so spiegare, come se stessi girando nuda per i corridoi, eppure è qualcosa di piacevole e desiderabile. Restiamo a fissarci per interminabili istanti, ma poi vedo la strafottenza, o qualcosa di simile, tornare nei suoi occhi e renderli di nuovo duri come pietra e capisco che la magia, o quello che era, si è rotta ed è persa per sempre. Abbasso gli occhi e quasi fuggo verso il mio letto dove con mosse veloci ed incuranti ripongo il vestito nella scatola. Zabini mi ignora di nuovo bellamente, ma infondo che mi importa, io non provo niente per lui chiaro, NIENTE! Quindi chi se ne frega se mi ignora! Anzi farò esattamente come fa lui senza starci a soffrire, non che ci abbia sofferto prima è chiaro…

DIO! Milly lasciatelo dire dalla tua coscienza, che ti conosce piuttosto bene, come bugiarda fai schifo! Certo che stai male se quando state soli ti ignora! Come se non ti fosse piaciuto già abbastanza prima! Avere sotto il muso una persona che ti piace e che ti rifiuta a priori è frustrante!

Maledizione! Ho una incredibile voglia di piangere ma tanto non risolverei niente, e sono sicura che se aprissi bocca adesso la voce mi tremerebbe talmente tanto in gola da non riuscire a spiccicare una parola, per questo preferisco dargli le spalle e fare finta di niente. È così che ci trova Pancy, che entra nella stanza con Malfoy al seguito dicendo << …adesso lo prendiamo e andi… e voi che ci fate qui! >>. Ci fissa alternativamente, forse chiedendosi se non abbia interrotto qualcosa, per poi fissarmi negli occhi e mandarmi un’occhiataccia per spingermi a farmi avanti con lui. Non ha capito che è lui a non volermi tra i piedi!

Però, per mia fortuna Pancy è Pancy e per lei la curiosità è tutto e, quando mette a fuoco il lembo di stoffa rossa sul mio letto, abbandona tutto, perfino il suo adorato Draco, e si dirige a passo spedito verso la scatola per aprirla febbrilmente e dire << O MIO DIO! Non posso credere ai miei occhi! È proprio lui! Da vicino è ancora più cool! >> << Pance si può sapere che vai blaterando! >> le chiedo io pur non essendo molto curiosa di saperlo, ma lei continua a fissare alternativamente me, Zabini e il vestito, cercando di capire se c’è in qualche nesso nelle cose.

<< Pance, cosa ti serve? >> ripeto io svegliandola dai suoi ragionamenti strampalati. << Ero venuta a prendere il mantello e la sciarpe di Draco per portarlo un po’ fuori e… >> ma non le faccio finire il discorso e, prendendo la palla al balzo, la prendo sotto braccio e dico << Ottima idea Pance, stiamo da troppo tempo chiusi in questo buco! Vieni stanno di là, nel guarda roba in sala comune, Draco tu resta qui che torniamo subito! >> trascinandola quasi di peso oltre la porta. << Merlino Milly, scusa! Non credevo di trovarvi lì e di interrompere…. >> borbotta lei a bassa voce, quasi mortificata, anche se nei suoi occhi è possibile leggere un luccichio di malizia, ma io tronco ogni sua congettura dicendo << Non preoccuparti, non hai interrotto nulla, anzi ti dorò che mi hai fatto un favore! >> per poi continuare porgendole il mantello e la sciarpa che cercava << senti, io vado dalla Chips ad avvertirla che portiamo Draco fuori, non vorrei che trovasse qualche problema anche per questo. Tu vai in camera mia a sistemarlo, ci vediamo al portone d’ingresso! >> e detto questo sparisco oltre il ritratto.

 

La ragazza con il caschetto scuro, fece come le era stato detto, mormorando << Dannazione, vedi tu con che muli devo avere a che fare! >> e rientrando nella stanza dalla quale erano frettolosamente uscite. Zabini continuava ad aggirarsi pensieroso per la stanza, sbirciando sulle mensole le nuove cose che Milly aveva appena posizionato, mentre Draco si aggirava per la stanza con una busta di medie dimensioni blu cobalto con eleganti scritte argento. Con un cenno della mano se la fece dare dal bambino per vederla meglio e i suoi sospetti si rivelarono fondati: quello era indubbiamente un invito per il gran ballo d’inverno del ministero, uno dei più grandi avvenimenti mondani dell’anno. La infilò furtiva nella sua borsa e, dopo aver coperto in modo adeguata il piccolo, biascicò poche parole di congedo prima di essere di nuovo inghiottita dal corridoio e, poco prima di arrivare a destinazione disse << Adesso Draco, c’è una cosa che dovresti fare per me. >>

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


<< Allora, mi raccomando Draco, non allontanarti troppo… >>

<< Mil… >>

<< … non avvicinarti al lago… >>

<< … non pensi di… >>

<< … e soprattutto… >>

<< Milly! Andiamo, sei troppo apprensiva! Ma sei da curare! >>

<< Andiamo Pance, dovrebbe importare più a te che a me, lo sai! >>

<< Probabile, ma se tu ti agiti tanto, che gusto ho poi a farmi venire le crisi? >>

<< Anche questo è vero! >>

Ci fissiamo un istante prima di cominciare a ridere fino quasi a perdere fiato, solo io e la mia migliore amica.

Siamo nel parco della scuola, l’aria è frizzante per la prima nevicata incipiente, mentre intorno a noi, il parco arde delle mille sfumature dell’autunno. Le foglie danzano portate dal freddo vento proveniente da nord e i miei capelli sono accarezzati dalle stesse dita fredde.

Ce ne stiamo tranquille a sparlare un po’ delle varie coppiette della scuola che passeggiano tranquille nel giardino e ridacchiando della nostre battute.

<< Hay, ci siamo Milly >> dice ad un certo punto Pancy << Castoro a ore due! >> mentre vediamo passare la Granger come al solito piena di libri fin sopra la testa.

<< Secondo te Weasley è riuscito a farsela? >> borbotto allora io guardando nella stessa sua direzione. << Santo cielo, Milly! Ma è disgustoso! >> ribatte allora lei << E poi non credo che Castori e Lontre possano accoppiarsi! >> strappandomi una nuova risata.

Potremmo continuare per ore ma siamo interrotte da una voce che riconosco benissimo << Ma guarda! E io che ero convinto che fossi rimasta a casa tua! Non ti si vede in giro da mesi! >>.  Mi giro e incontro lo sguardo scuro di Michael Corner che mi sorride sornione.

<< Mike! >> trillo io alzandomi dalla panchina e correndolo ad abbracciare. Io e Mike siamo praticamente cresciuti insieme e ci prendiamo in giro ormai da anni chiamandoci nei modi più disparati. È alto come me, abbiamo i capelli dello stesso colore e tra noi c’è anche una certa somiglianza. Chi non ci conosce e ci sente parlare, potrebbe veramente pensare che siamo fratello e sorella. Arrivano anche gli altri del “gruppo di studio” e finiamo a chiacchierare un po’. Cerco di coinvolgere Pancy nel discorso ma lei non riesce proprio a capire come faccio a circondarmi di corvi, così preferisce starsene in disparte. Sono ancora abbracciata a Mike, mentre lui mi avvicina a lui tenendomi un braccio sulle spalle. Visti da fuori potremmo sembrare una coppia, ma non mi pongo di questi problemi, lui è il mio fratellone!

<< Che ci fate qui fuori? >> chiedo al ragazzo che mi sta vicino, ma lui si limita a dondolare pigro il grosso tomo di rune antiche che ha nella mano e dire << Ti stavamo cercando! Da quando ti sei accasata non esci più! Cos’è, non dirmi che Zabini è geloso! Dai, abbiamo anche qualcosa come 17 righi di traduzione come scusa ufficiale! Staremo tranquilli almeno fino al pranzo! Dai, andiamo! >> e sto per rispondere quando un secco colpo di tosse mi interrompe.

 

Se ne stava sulla terrazza della torre di astronomia da un po’ a fumarsi una sigaretta in pace, lì non passava molta gente al di fuori delle lezioni e poteva starsene in pace a riflettere. Per quanto cercasse di divagare il pensiero, gli occhi cadevano sempre, insistentemente sulla ragazza bruna seduta sulla riva del lago. Era molto in alto, non riusciva a distinguerne il volto, eppure poteva giurare che stesse sorridendo. Un sorriso che lui aveva sempre dovuto spiare da lontano. Aveva dimenticato ormai da quando tempo cercava di entrare nelle sue grazie, di avere la sua attenzione. Era cominciato tutto al primo anno, sul treno che li portava ad Hogwarts la prima volta. Dopo Potter e Malfoy era lui l’attrazione del treno: undici anni e sua madre era già al terzo matrimonio….o forse il quarto, mah. Tutti i figli di purosangue del loro scompartimento lo fissavano e gli ponevano le questioni più disparate, solo lei se ne stava per i fatti suoi, ignorandolo completamente. Sapeva benissimo chi era, il signor Bullstrode era in affari con uno dei suoi patrigni, e lo aveva visto spesso con la famiglia. Ricordava di averla chiamata “cicciona” la prima volta, solo per dimostrare chi era il più forte in quello scompartimento, e si aspettava che scoppiasse in lacrime da un momento all’altro. Non aveva previsto due occhi scuri a inchiodarlo al suo posto, ne la vocina saccente a rispondergli “e tu sei stupido. E considera che il mio problema crescendo si risolve.”

L’aveva detestata con tutte le sue forze, e aveva affinato tutte le armi per farla male, ma se ad ogni battibecco la sconfitta diventava sempre più amara, si era reso conto che nell’ultimo periodo la vittoria diventava sempre più insapore. Sua madre, quando gliene aveva parlato, aveva trillato felice che finalmente il suo bambino si era innamorato, ma lui a tutte quelle scemenze sull’amore non ci credeva. Sua madre continuava a dire di essere innamorata a ogni suo compagno, ma dopo sette matrimoni inizi a perdere credibilità. Dette un altro tiro alla sigaretta mentre la porta delle stanza si apriva cigolando, rivelando Daphne Greengas. Rivoltò gli occhi in alto mentre la ragazza si avvicinava ancheggiando a lui: ecco un’altra cosa che detestava di quella scuola! Daphne era la sua spina nel fianco da almeno tre anni. Era stata una delle sue prime avventure, ci era anche andato a letto, e aveva anche scoperto che Daphne era una delle persone più sincere di questo mondo: era esattamente la pupattola idiota che sembrava. La ignorò, continuando a fissare la Bullstrode che diceva, chi sa cosa a Malfoy, mentre la Parkinson ridacchiava. Sentì una mano delicata appoggiarsi sul suo petto e li fermarsi più del dovuto. Rivolse un’occhiataccia alla ragazza che sfacciatamente si poggiava alla sua schiena ma questa, dopo aver maliziosamente sbattuto le ciglia disse << Posso… >> prima di sfilare il portasigarette dal taschino della sua camicia. La osservò di profilo mentre con studiata noncuranza si accendeva la corta sigaretta e cominciava a fumare accanto a lui. indubbiamente, la Greengas era una perfetta bambolina dai lunghi boccoli d’oro, il nasino alla francese e le labbra rosse di lucidalabbra. Fu una doccia fredda per lui quando le belle labbra si aprirono per dire << Tanto non mi incanti. >> << A che ti riferisci? >> finse indifferenza per darsi un tono, ma la ragazza accanto a lui piegò le labbra in un sorriso di scherno, prima di girarsi e appoggiarsi completamente a lui. Non aveva biancheria sotto la camicia, e poteva sentire il calore emanato dalla sua pelle, condito da un forte profumo di rose. << Lo so che stai cercando di far credere di essere innamorato della Bullstrode >> continuo, accentando con disgusto il cognome della compagna di casa << ma non credere di potermela dare a bere! Io lo so, che non è lei il tuo obbiettivo >> continuò poi accarezzando lentamente i bicipiti coperti dalle maniche della camicia tirati. << Che cazzo vuoi Daphne? >> ringhiò rabbioso, ma fu di nuovo ignorato dalla ragazza che aveva cominciato a girargli attorno mordendosi le labbra. << Che c’è Daphne, non t’hanno sbattuto abbastanza sta notte? Cos’è il “fortunato di turno” non ha retto il ritmo? O ha tradito le tue aspettative? >> continuò allora cattivo, cercando di scacciarla per sentirsi rispondere << No, Zabini, non preoccuparti, la mia vita sessuale procede a gonfie vele! Stavo solo cercando di capire cosa ci entrasse uno come te con una come quella. >> disse indicando con il capo l’esterno della finestra. Il ragazzo non rispose, non sapeva cosa dire. Era vero, non avevano niente in comune lui e Millicent Bullstrode, quasi come se non fossero neanche due esseri umani e questo spinse a continuare la ragazza << Ma del resto è logico! Perché dovresti frequentare quella sfigata! Scommetto che hai in mente un bel tiro! >> ma si fermò dopo essersi affacciata per sorridere civettuola << tanto più che, guarda sta con Michael Corner! >> indicandogli l’angolo del giardino dove la sua ragazza stava abbracciando il Corvonero. Daphne non si avvide quasi della fuga del ragazzo, tanto della foga. Blaise aveva sceso gli scalini a quattro a quattro e quando giuse in giardino, dopo pochi minuti e quando vide il braccio di Corner abbracciare mollemente la sua ragazza, decise che il corvonero avrebbe fatto a meno dell’arto.

<< Tesoro, ecco dove eri finita! >> mi sento richiamare da Zabini. Mi giro per guardarlo, ma è strano, sembra che abbia corso e mi fissa con sguardo di fuoco. Scambia solo pochi convenevoli con gli altri prima di avvicinarmi a lui quasi di peso e, dopo aver borbottato qualche parola sconnessa, baciarmi. Come sempre, mi abbandono alle sue labbra, perché non posso farne a meno, anche se questa volta è diverso: sembra quasi che voglia schiacciarmi, le sue labbra bruciano sulle mie e la sua lingua quasi lotta con la mia. Sento Mike ridacchiare e borbottare << Va beh, vi lasciamo soli piccioncini! Non vorremmo rovinarvi la privacy! >> e andare via lasciandoci di nuovo soli. Lui si stacca quasi con rabbia dalla mie labbra e questo mi ferisce, perché qualunque sia la causa della sua rabbia, non accetto che la scarichi su di me. << Che diavolo ti è saltato in mente! >> << Io faccio quello che voglio Bullstrode! >> << Se sei nervoso perché hai dei problemi, non venire a rompere me! E levati! >> gli strillo contro, agguantando Malfoy e rientrando nella scuola. << Perché non va a rompere una delle sue gallinelle! Possibile che non faccia altro che trattarmi come….come…. >> urlo nervosa gettando all’aria ogni sua cosa che mi capita a tiro mentre Pancy cerca di calmarmi << Andiamo, che sarà mai! E poi non è niente che non abbia già fatto in passato no! >>

Mi fermo a fissarla sospettosa. Questo comportamento non è da Pancy, non è dalla persona irascibile e vendicativa che è!

<< Perché lo stai difendendo Pance! >> le urlo quasi contro per sentirmi dire un veemente << Ma no! E chi lo difende….stavo solo…dicendo… >> ma viene interrotta da Draco che prende una busta blu e argento dalla borsa di Pency allungandomela. << No, Draco, non ora… >> prova a biascicare ma io sono più veloce di lei e la blocco << Non ora cosa, Pance? >> << Oh, niente è una sciocchezza…non badare a… >> << Pancy, che stai combinando! Cos’è quella busta >> ma è Malfoy a rispondermi dicendo << Allo printipessa! >> saltando goffamente sul posto. << Che diavolo stai combinando…. >> rincaro io, ma ormai alle strette Pancy sbotta << È un invito a tuo nome per il ballo d’inverno del ministero e volevo farti andare con Zabini! >> << PARKINSON! >> alzo io veemente la voce << Non andrò a nessuno stupido ballo e comunque non con quell’idiota, deficiente con disturbi di personalità! >> << Ma Milly, pensaci! >> parte ora alla carica << È il più importante evento dell’anno! >> << È solo una accozzaglia di mummie! >> ribatto io e continuando << con degli stupidi vestiti che fanno sembrare delle abatjour! Scordatelo, non andrò mai a quello stupido ballo! >> e sto per uscire dalla stanza quando Pancy vomita fuori << Ci andrà anche Daphne Greengas e ha detto che ci andrà con Zabini! >> io mi blocco sulla porta e girandomi le dico << Prego? >> ma lei ignora le mie parole e continua inclemente << E ha detto anche che lui renderà ufficiale il loro fidanzamento. E ha anche il tuo stesso vestito! >>

E no! Questo è troppo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, come va? Spero bene. Di solito non aggiungo mai commenti a fine capitolo ma non posso farne a meno oggi. Vorrei ringraziare di tutto cuore 123_amo, broken dreams, Callypso, DreamyVale, Fey, GinI, goldbuble, joey_ms_86, lottina, lyoko, Pikkola Rin e SoReLLiNaMaLfoY per aver aggiunto la fiction tra i preferiti e sara, ZIGURAT, olga, Zoe MonBlanck, madonna, piccolakana, goldbuble, Bel Oleander, SoReLLiNaMaLfoY, 123_amo, Fra e DreamyVale per le bellissime recensioni. Non ché tutti quelli che hanno seguito la storia fin qui. Spero che vi piaccia e di non deludervi. Non sapete quanto faccia felice il mio ego vedere il contatore salire.

Un abbraccio a tutti voi.

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


<< Credimi, io non ho niente contro di te! >>

<< Cos… >> Ma che è successo? Mi guardo le mani che stringono la fine porcellana di una tazza da the. La sala comune slyterin leggermente illuminata dalle fiamme del camino e la Greengas davanti a me che guarda e mi dice di fidarmi di lei. Ah, si il litigio con Zabini, il ballo, il vestito… volevo spaccarle la faccia, ma è andato tutto in fumo, come sempre avviene per le scelte avventate.

<< Tutti non fanno altro che dire cose maligne su di me! >> continua lei, ha le labbra imbronciate e gli occhi un po’ lucidi, sembra che stia soffrendo. << Greengas, io non… >> << Ti prego Milly, ci conosciamo da sette anni! Chiamami Daphne! >> << Daphne… io non… >> Non so cosa dire, ammetto di esserci rimasta male per tutti commenti velenosi su me e Zabini, ma non mi ero mai preoccupata di capire chi è che li mettesse in giro o di fermarli. Forse anche io ho la mia quota di colpa. << Io non ho mai pensato che tu potessi dire cattiverie su qualcuno. >> << Oh, sono così felice di sentirtelo dire! Ma di cosa volevi parlarmi! >>

Già, di cosa volevo parlarle? Sono venuta a cercarla per urlarle contro di tutto, ma man mano che scendevo le scale mi sono resa conto che non avevo niente da urlarle contro: “ Non venire al ballo del ministero”? balle, la sua famiglia lo organizza, è naturale che lei sia presente! “ Hai il vestito come il mio”? stupidaggine anche questa, i negozi che producono modelli decenti per streghe in Europa si contano sulle dita di una mano, non ci si preoccupa neanche di essere originali se non si vuole indossare abiti babbani. Oh e poi, il pezzo migliore “ Sta lontano dal mio ragazzo”. Ma con che diritto andrei a dire una cosa del genere? Si, e vero, gli altri credono che lo sia, ma non è giusto mentire, anzi tutto per me stessa, perché anche se non posso negare che, paradossalmente questa menzogna è per me come se avessi vinto alla lotteria, questa è e resterà una recita, che prima o poi finirà. E io non ho alcun diritto di dire a lei o a chi che sia che Blaise Zabini mi ama, perché non posso sapere il male che farei. Tirando le somme, ho preferito tenere la bocca chiusa, ma purtroppo ero troppo vicina e non ho potuto filarmela senza essere avvicinata da Daphne. Poi senza neanche rendermene conto è venuto fuori il discorso delle chiacchiere su me e Zabini e, in men che non si dica mi sono ritrovata a tranquillizzarla, e pensare che dovevo essere arrabbiata con lei!

La guardo ancora, sta aspettando che io le spieghi il motivo della mia “visita”. << Beh, è che mi è arrivata stamattina questa… >> dico un po’ titubante mostrandole la busta blu che ho in tasca. << Oh, ti è arrivata! Spero che i posti vadano bene! Sai mia madre ha dovuto lottare per assicurarti un posto nella tribuna delle rose! >> Dannazione, perché è venuta a dirmi una cosa del genere! Come faccio a dirle che non ho la minima intenzione di andarci se ho i posti migliori! << Daphne io non posso accettare… >> << Oh, certo che puoi! Sono sicura che ti divertirai, e magari finalmente riuscirai a farlo capitolare, quel testone! >>.

Capitolare? Oh, Merlino…non si aspetteranno che io…e lui…forse… lo farebbe? Sento le guance andare a fuoco e ridacchiando nervosa dico << Andiamo, non scherzare…lui non… >> << Non essere sciocca Milly! Anche un cieco si accorgerebbe che stravede per te! Dovresti essere felice no! Tutti noi lo siamo! >>. Penso di essere rossa come un peperone ormai e sento il cuore ad un passo dallo scoppiare. Stravede per me, veramente è così palese che lui prova qualcosa per me! Ed è possibile che non me ne sia mai resa conto, che io sia così cieca! Merlino se fosse vero! Solo a pensarci, mi sento così bene! O forse ho solo voglia di vomitare! O ancora vorrei urlare!

<< Certo che non è stato facile fargli vuotare il sacco… >> << Ti ha detto qualcosa! >> scatto forse troppo nervosa per fingermi disinteressata ma non mi preoccupo, perché tutta la mia attenzione è focalizzata sulle labbra di Daphne che si distendono in un sorriso e sulla sua mano che si allunga per prendere la mia, come se tutte le nostre discussioni, problemi e disaccordi non fossero mai esistiti, e sentirla dire << Ma certo, Blaise mi ha raccontato tutto questa mattina! certo che non deve essere certo facile! Potevi parlarcene! Io, Pancy e tutte le altre avremmo potuto aiutarti! Certo che devo dire che è subdolo fingere di essere la ragazza di Blaise, per far ingelosire e dichiarare Michael Corner! >>

<< COSA!!! >> dice una voce strozzata che a stento riconosco come mia. Che cazzo avrà detto quell’imbecille! Perché solo quel coglione può aver detto qualcosa a questa vipera! Lo sapevo, sono sempre stati in combutta, non hanno mai smesso di esserlo! Come può aver messo in giro una storia simile! Michael è il mio migliore amico, non potrei mai vederlo come…. Come un … Blah, mi vengono i brividi solo a pensarci! Devo scappare da qui, da queste chiacchiere, da… da questa situazione se voglio mantenere un minimo di dignità! Devo scappare via assolutamente da qui, non importa che scusa devo inventarmi! << Scusami Daphne, ma veramente non posso accettare >> dico posando l’invito sul tavolino << In effetti credimi, è per il tuo bene, non sono portata per il ballo e rischierei solo di rovinare tutto! >> snocciolo la prima scusa patetica così, con gli occhi bassi, per poi scappare verso la sala da pranzo, ho bisogno di qualcosa grondante cioccolato, per sentirmi meglio. Questo è il peggior compleanno della mia vita.


La ragazza bionda era appena rimasta sola a sorseggiare il suo the ormai freddo, quando una sua compagna dalla carnagione cioccolato le si sedette accanto e disse << Allora, come è andata? >> << Come vuoi che sia andata, Tracy! Ci è cascata con tutte le scarpe! Sarà di sicuro corsa a strafogarsi! Prevedibile cicciona! Senza contare che mi ha lasciato l'invito per il posto migliore, proprio al tavolo di Zabini! >> << Mi spieghi perché ti stai accanendo così contro di lei, Daphne? Zabini neanche ti interessa! >> << Accanendo io? Ma no, credimi, le sto facendo un piacere! Non bisognerebbe mai pretendere più di quanto si vale. E comunque, se proprio vuoi saperlo, nessuno tocca le mie cose senza permesso! >> e detto questo prese la busta che l’altra aveva lasciato e si diresse verso il suo dormitorio.


<< E apriti, maledizione! >> sono 15 minuti buoni che sto qui davanti a discutere con questa stupida pera per convincerla ad aprire la porta delle cucine. Non ho voglia di aspettare il pranzo, voglio del budino al cioccolato, e lo voglio ADESSO! Sono depressa e ho bisogno di tirarmi su. Ho appena fatto sapere alla più figa della scuola che oltre ad essere brutta e grassa, sono anche sfigata in amore e incapace nel ballo, quindi ho tutto il diritto di “affogare i dispiaceri” nel cibo! << Guarda che se la offendi non si aprirà mai! >> << Sei venuto a prendermi in giro anche tu? >> chiedo a Mike che mi affianca nel corridoio. << Perché, è successo qualcosa? >> sinceramente, ho bisogno di sfogarmi, e visto che non ho dolci da mangiare, tanto vale parlare! << È un po’ lungo da spiegare…sicuro che ti va di sentire? >> gli chiedo tenendo gli occhi bassi. Se devo parlare, tanto vale spiegargli tutto, o almeno quanto basta per alleggerirmi un po' la coscienza, e poi lui mi sorride così rassicurante ed è così dolce mentre mi dice << Non ti preoccupare, non ho impegni per il week-end. >> che mi viene naturale sputare fuori << Io non sono la ragazza di Zabini… >>. Ci pensa qualche secondo prima di dire sorpreso << Ma va? Se Devo essere sincero, da come ti ha infilato la lingua in bocca prima, non lo avrei mai detto! >>.

<< NON È DIVERTENTE >> ringhio io secca, mi sta distraendo e non mi va di sopportare un terzo grado, non voglio che si impicci troppo, ok è mio amico, ma ci sono delle cose che non riesco ad ammettere con nessuno, neanche con me stessa così lascio perdere << Senti, lascia stare ok? Tanto l'ho detto, è lungo da spiegare…e tu… >> << E no mia cara >> mi interrompe lui << se hai intenzione di dirmi solo quello che ti conviene, la finiamo qui. Se poi vuoi parlare farai bene a spiegati meglio! >>.

<< UFFA! >> sbotto io << Ok, è stata un’idea di Zabini quella di fingere di stare insieme. >> << E tu hai accettato! >> commenta lui. << Mi ha costretto! >> quasi urlo io stringendo gli occhi a fessura, ma Mike non si fa intimidire dal mio atteggiamento e dice << E immagino che tu ne stessi soffrendo atrocemente! >>. << Non è che avessi molta scelta! >> dico stringendo i pugni ma lui ribatte << Si che avevi scelta! Ammettilo che ti conveniva, voi Serpi non alzate dito se non ci guadagnate qualcosa! >> e questo mi fa veramente scoppiare così vuoto il sacco e dico << Che devo dirti eh? Che mi piaceva? Che nessuno mi era mai interessato tanto? Che avevo l’assurda e infantile idea che potesse innamorarsi di me? >> << Si, almeno saresti onesta! Ma non è andata come speravi, vero? Hai abbassato la guardia e ti hanno ferita, quindi adesso vuoi filartela! >> fa lui sbattendomi in faccia la verità, ma lo so che non mi sta accusando di nulla. << Piantala di leggermi nel cervello Mike! Voi corvi e il vostro dannato intuito, siete irritanti lo sai? >> dico dandogli le spalle e stringendo le braccia al petto. Lui mi segue e mi abbraccia e io mi sento molto più tranquilla fin quando dice, col tono con cui parrebbe del tempo << È l’unico modo per avere a che fare con voi serpi. Quando spiegate una cosa date ¾ del discorso per scontato. Specialmente tu! Ah, santa pazienza! Sentiamo, hai già deciso come vendicarti? >>.

<< HAY! Non sono così meschina io! >> sbotto indicandomi con foga ma lui conserva la sua flemma e abbracciandomi da dietro e mi dice << Non ci sei arrivata ancora, ma probabilmente ci saresti arrivata al terzo budino! Credimi, ti risparmio solo la raffica di addominali che avresti dovuto fare per ritornare in linea dopo! >> << Io continuo a dire che sei una seccatura! >> continuo io dopo averci riflettuto un attimo << E già che hai capito tutto, sai anche come dovrei fare per vendicarmi? >> << Mi dispiace, ma gli specialisti in vendetta siete voi, ti toccherà spremere le meningi. >> << Ah, ah. Che spasso… >> sono assolutamente depressa, continuo a pensare che, addominali o no, ho bisogno di zucchero. << Uffa >> fa lui stringendosi ancora un po’ a me << Ricapitoliamo, perché adesso hai deciso di mollare così? Ammetterai che da come vi siete comportati prima, dovevi essere a buon punto. >> << Non credo proprio Mike, era parte della sceneggiata, in realtà non se ne frega niente di me. >> e ormai gratto il fondo del barile del patetico! Odio i momenti in cui sono così debole. << E non ha neanche avuto il coraggio di venirmi a dire che si era stancato di me. >> sento le prime lacrime rigarmi il viso, fa più male di quanto abbia mai creduto. << Hay, basta piangere adesso... >> dice Michael stringendomi più forte << L'ultima volta che ti ho visto piangere è stato quando cadesti da cavallo, non sei mai stata una persona che si abbatte facilmente. >> << C'è sempre una prima volta! >> sbotto asciugandomi il viso. Provo un'ultima volta con il quadro, che questa volta, finalmente scatta, prima di dire << E adesso se non ti dispiace, vado a suicidarmi col budino, se sono fortunata la glicemia mi ucciderà prima che il grasso mi soffochi! >> con tono leggermente melodrammatico, probabilmente non riuscirei ad essere seria neanche al mio funerale. << Milly, dove credi di andare? >> mi ferma però sulla porta il mio migliore amico << Non hai ancora finito di spiegarmi tutto! >> ed io piego le labbra in un sorriso triste prima di rispondere << Ma si, tanto dopo non mi ferma nessuno. Ho detto a Daphne Greengas che non so ballare >>.

<< E che centra col resto scusa? >> fa lui sorpreso al che io sbotto << MA SAI CHE NEANCHE LO SO! Mi è venuto fuori e basta! Ma tanto ormai sai che importa! >> << Non hai risposto alla mia domanda, sorellina! >> << Dannato impiccione che non sei altro! >> mi accaloro di nuovo per sentirmi dire << E tu sei una gran vigliacca! Non cambiare discorso! E poi, pensi sul serio che non lo scoprirei lo stesso! >>

Ci fissiamo per qualche secondo, e poi sputo il rospo più imbarazzante che esista << Ho dovuto dirlo...perchè...lui...cioè lei... insomma... >> << Vuota il sacco Millicent! >> << Al diavolo, te la sei cercata! Zabini ha detto che io e lui facevamo finta di stare insieme per attirare la tua attenzione... >> << COSA! Ma io... >> << E non è finita! Daphne Greengas mi ha procurato, o meglio ci ha procurato su richiesta di Zabini, i posti migliori per il ballo d'inverno del ministero. >> << E PERCHÈ CAVOLO DOVREI VENIRE AD UNO STUPIDO BALLO CON TE! >> << NON LO SO! E COMUNQUE IO NON SONO INTERESSATA AD ESSERE LA TUA RAGAZZA! >> << IO HO GIÀ LA RAGAZZA! ED É CON LEI CHE VORREI ANDARE IN UN POSTO DEL GENERE! E poi lo sai quanto Padma è gelosa! >> << E non strillare con me! Non sono io quella che ha messo su tutto sto casino! E poi, lo so meglio di te che Padma è gelosa! >>

Ci fissiamo ancora con il fiato corto, dannazione non era questo che volevo dire << Senti Mike,...io non... >> ma lui accenna ad un no con la testa per dire << Tutto ok sorellina, ho capito. Adesso ti senti meglio? >>.

Ci penso un po' e no, non si può dire che io stia bene. Forse un po' meglio , ma non di più. Ma preferisco non farlo preoccupare e fare di si con la tesa e farmi coccolare ancora un po'. << Allora, sei arrivata alla grande vendetta? >> mi chiede quando mi sono calmata un poco ma non mi resta altro che dire << No, per questa volta, credo che ne farò a meno. Dovrà passare prima o poi quest'amaro che ho in bocca. Ci vorrà solo un po', tutto qui. >> << Sai, mi chiedevo una cosa >> mi fa dopo un istante di silenzio << Perché lui? Perché non qualcun'altro o comunque qualcuno che ti volesse bene? >> Ci rifletto un secondo prima di rispondere << Non ne ho idea. Forse non hai torto, chiunque altro sarebbe stato più semplice, ma non so se sarebbe stato lo stesso. >> << Mah, forse hai ragione. Ma posso darti un consiglio Milly, vivi la tua vita più che puoi, senza badare a lui e a tutto il resto >> << Tze! Fosse facile! >> sbuffo io per rompere un discorso troppo serio per me ma lui non si arrende << Hai quell'invito no? E allora! Mettiti un bel vestito e prenditi la tua serata speciale! Ormai la nostra adolescenza sta finendo, quindi meglio godersela. Quante altre occasioni pensi di avere per giocare a fare la principessa. >> << Sai che non ho mai amato particolarmente le bambole. >> << Sai cosa voglio dire. Che ti costa? >> ci fissiamo un attimo, le parole sono uscite fuori senza neanche rendercene conto, come sempre. Mi mordicchio le labbra, perché ha ragione, perché dopo la scuola saremo uomini e donne che, nel bene o nel male, dovremmo cambiare le cose nel nostro piccolo mondo. E si, anche io che non ho mai pensato a questo cose, voglio un bel vestito e una sala addobbata per ballare, anche se non so farlo molto bene! Penso che Michael abbia letto sul mio viso il mio desiderio, perché distende le labbra, mi abbraccia un ultima volta e mi lascia sola dicendo << Pensaci Ok, sono sicura che non te ne pentirai! >>











Allora, salve a tutti/e. Lo so che questa volta ci ho messo più del solito, ma spero che sia abbastanza lungo da farmi perdonare, se no pazienza. Per quanto riguarda il tanto richiesto capitolo del ballo ho deciso di farvi cuocere ancora un po' nel vostro brodo, anche perché il ballo sarebbe il finale della storia e considerato tutto l'affetto che mi date seguendo e commentando, beh come minimo voglio che sia perfetto. Vi ringrazio ancora per tutto, non avete idea della carica che mi date, vi voglio bene!!!!!

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Capitolo 12
*** Capitolo XII ***


Se ne stava appollaiato sul davanzale di una finestra a fumare, fingendo di sfogliare pigramente il tomo di pozioni, mentre faceva scorrere di tanto in tanto, gli occhi ai due estremi del corridoio. L'aveva cercata dopo il loro scontro della mattina, ma non era riuscito ad avvicinarla, perché troppo impegnata a parlare prima con Daphne e poi con quel maledetto corvo spennato di Corner, lo avrebbe fatto nero un giorno o l'altro. Gettò stizzito la sigaretta non completamente fumata giù dalla finestra, mormorando qualcosa come << Che spreco! >>, per poi gettare il libro nella cartella aperta. Avrebbe dovuto essere già da un pezzo in biblioteca per preparare il test di trasfigurazione che la vecchia megera aveva programmato per il giorno dopo, ma il solo pensiero di andare a chiudersi in quel mare di polvere, gli faceva venire l'orticaria! Ma la cosa più importante era che sentiva il bisogno di parlarle. Forse erano solo i suoi stupidi ormoni da adolescente, ma era dalla mattina che non faceva altro che provarle tutte ad attirare la sua attenzione. Anzi no, il desiderare la sua attenzione era iniziato molto prima, adesso voleva qualcos'altro, anche se non sapeva dargli un nome. Quello che aveva detto Daphne quella mattina lo rodeva dentro come un tarlo: “Stavo solo cercando di capire cosa ci entrasse uno come te con una come quella”, erano state queste le sue parole e, per quanto sospettasse non rivolte verso di lui, si era sentito estremamente inadeguato paragonato a Millicent Bullstrode. Razionalmente non era possibile come cosa, perché Millicent Bullstrode non era certo una delle persone più popolari della scuola, e la sua famiglia non era niente di speciale. Eppure, perché un eppure c'era, si sentiva inadeguato vicino a lei. Aveva fatto carte false in quel mese passato gomito a gomito con lei, per fingere di non aver bisogno di lei, di essere superiore a lei, di aver di meglio da pensare che curarsi di lei ma c'erano sempre dei momenti in cui ci sbatteva contro come un muro, erano i momenti come quello che lo facevano sentire un idiota! Perché una persona non poteva avere un sorriso così luminoso, ne labbra così piene e invitanti anche quando imbronciate. Una ragazza alta quasi come un ragazzo, non poteva avere quella grazia e quella dolcezza mentre gioca con un bambino, ne quelle voluttuose curve mentre si infilava la divisa della scuola davanti allo specchio. Si era spesso chiesto, nell'ultimo periodo, se tutti questi pensieri fossero direttamente collegati all'astinenza, ma quella mattina aveva capito che la mancanza di una ragazza non significava niente, insomma aveva Daphne davanti agli occhi praticamente in saldo e il toccarla non gli aveva neanche sfiorato il cervello. In compenso, quasi come una punizione, aveva sentito la gelosia bruciargli dentro quando aveva messo a fuoco la mano di Corner su di lei, e non era la stessa gelosia di quando qualcuno tocca un tuo giocattolo o qualcuna delle tue cose, ma era stato il baratro di perdere qualcosa di infinitamente prezioso che non hai mai avuto veramente. Tirò un calcio stizzito ad una pergamena appallottolata che era caduta dal suo zaino. Detestava questa situazione! Era stato cresciuto come tutti i maghi purosangue di buona famiglia: un principino a cui bastava allungare un dito per avere tutto ciò che desiderava. Non si era mai posto il problema se quello fosse un metodo giusto o meno per crescere un bambino, nelle famiglie purosangue si veniva cresciuti in questo modo e sopravvivevano da secoli, quindi tanto sbagliato non doveva essere! Certo, come tutto, anche la loro vita aveva il rovescio della medaglia, e i rampolli delle grandi famiglie, lui compreso, lo avevano imparato fin troppo presto: etichetta, lezioni di musica, lingue, storia della magia, basi di pozioni, lezioni di volo (la parte forse più piacevole della giornata), basi di erbologia e ancora tantissime altre stronzate che avevano scandito le ore dei suoi primi 11 anni di vita. Paradossalmente, almeno per lui, Hogwarts era stata una liberazione!

Era sempre stata questa la sua vita, e se a cinque anni il desiderio era un nuovo set di gobbiglie e a dieci il capriccio era diventata una nuova scopa da corsa, da un paio d'anni a questa parte, aveva scoperto che cercare calore tre le braccia aperte delle ragazze poteva essere un'attività interessante. Aveva 17 anni, a primavera ne avrebbe compiuti 18, e fino all'estate era stato negli anni gloriosi del suo essere giovane uomo, quando cambiare una ragazza a settimana, per chi ci riesce, non fa storcere il naso proprio a nessuno. E avrebbe voluto rimanere in quella fase gloriosa, se non ci si fosse messa la Bullstrode di mezzo! Sua madre lo avrebbe preso per il culo a vita! Era una romantica persa, che quando non sta facendo gli occhi dolci a qualcuno, passava il tempo a spettegolare sulle sue conoscenze o, alla peggio a commentare le soap opera che mandavano su radio strega il giovedì sera. Era completamente e totalmente schiava dei sentimenti, e avevano sempre avuto mille discussioni. Lei diceva sempre che lui era l'unico punto fermo della sua vita, che voleva vederlo felice, e altre stronzate del genere e lui aveva sempre ribattuto che era necessario mantenere una certa noncuranza, non farsi prendere troppo, di essere capace di levare le tende qualora la faccenda si facesse troppo pesante, troppo impegnativa. E fin ora aveva sempre incontrato persone che avevano, coscienti o meno, confermato la sua teoria. E adesso si trovava fottuto del tutto! Non riusciva neanche ad ammetterlo con se stesso, però era stanco di nasconderlo, forse avrebbe dovuto...

<< Hay Zabini, sei su questa terra? >> lo risvegliò dai suoi pensieri la voce di Corner. Non lo aveva neanche sentito arrivare, tanto era immerso nei suo pensieri, e adesso se ne stava con la schiena poggiata al muro di fronte a lui, palesemente fingendo di sfogliare il giornale. Ad un passante, sarebbero potuti sembrare una coppia di vecchi amici, se non fosse stato per lo sguardo d'astio che si scambiarono. Blaise storse le labbra in un ghigno e cominciò a stuzzicare il suo avversario dicendo << Oh, perché eri preoccupato per me? Che tesoro, ma forse la piccola Milly non la prenderà bene, è gelosa lo sai? >> con la sua perfetta maschera di provocatore. C'erano quatto case ad Hogwarts: i grifoni erano le eterne teste calde, fin troppo facili da stuzzicare; i Serpeverde, fieramente disposti a vendere la loro madre pur di avere quello che vogliono, che passavano il loro tempo a provocare il mondo, fingendo di essere indifferenti; i Tassi la cui unica difesa è la fuga ed infine i Corvi con il loro fottuto intelletto. Ed infatti, il suo interlocutore non lo deluse e, facendo scoccare il giornale, lo ripiegò in quattro e disse << Se lo dici tu. Comunque non c'è da preoccuparsi perché io, al contrario non lo sono affatto! E neanche lei, in effetti, almeno da quello che mi ha detto prima! >> << Se lo dici tu, a me infondo non interessa! >> rispose infatti lui scuotendo le spalle, non accettare la provocazione era il modo migliore per non farsi fregare da quei filosofi da strapazzo. Prese svogliatamente la sua borsa, meglio cominciare in fretta quella dannata ricerca prima che la stanchezza e la noia la cancellino del tutto dalla mente. Ebbe appena il tempo di impilare tre passi però, prima che la voce gelida del corvonero lo bloccasse dicendo << Sarà interessante vedere come la prenderà Malfoy! >>.

Si paralizzò a metà del passo, chiedendosi cosa avesse mai scatenato quell'affermazione. Combatté alcuni secondi con la curiosità, rimanendo immobile e in silenzio. L'altro lo interpretò come un segnale di proseguire, perché si avvicinò all'altro, tanto da potergli bisbigliare nell'orecchio << Sarà divertente vedere come Malfoy ti ridurrà per averlo fatto diventare un ragazzino! >>. Un brivido di consapevolezza lo attraversò, era stato scoperto, ma non fece trapelare nulla del suo nervosismo, limitandosi ad allontanarsi di un passo e, sistemandosi la cravatta dell'uniforme ribattere << Non capisco a cosa ti riferisci. >> ma l'altro ragazzo non si tirò indietro, e guardandolo con sguardo di sfida disse << Credi che sia uno stupido? C'ero anche io in quell'aula, e non credere che non mi sia accorto di te che continuavi a tenere d'occhio il calderone di Malfoy. Sapevi che non potevi rischiare che si sciogliesse la polvere di artigli di drago, altrimenti sarebbe saltata tutta la scuola! >>

DANNAZIONE! Quel maledetto lo aveva messo alle strette, aveva scoperto il suo teatrino, e se Draco avesse scoperto che non si trattava di un incidente beh, si può dire che la morte sarebbe stato l'ultimo dei suoi problemi!Senza contare che avrebbe dovuto ammettere di averlo fatto solo per passare del tempo con lei, intollerabile per il suo orgoglio! Per questo si risolse a chiedere << Si può sapere che diavolo vuoi? >> per sentirsi rispondere << Tsh, semplice Zabini, voglio che tu non faccia soffrire Millicent, altrimenti dirò tutto a Malfoy, chiaro? >> << CRISTALLINO! >> si limitò a chiudere, prima di sparire dietro l'angolo della biblioteca.

Pensaci, che non te ne pentirai!” Ma quanto la fa facile il mio amichetto! Ma pensare a che? Sarà da vigliacchi, ma in una situazione come la mia scappare, se non la cosa più giusta, sembra tanto la cosa più facile da fare. E parlando di cose ovvie, se sono una slyterin è perché certo non brillo per coraggio! Tanto più, di che mi preoccupo? Tanto, se anche volessi andarci a quello stupido ballo (e io NON voglio andarci), non ho il biglietto, perché l'ho restituito a Daphne, quindi pur essendo preda di atroci sofferenze (ma neanche a parlarne!) purtroppo devo rinunciare!

Visto? Non è una tragedia, e non rischio figure di merda, perché è di questo che stiamo parlando! E poi è un ballo, e ci si va in coppia. E andarci con qualcuno del tuo stesso sesso non conta come coppia (a meno che non sia il/la tuo/a compagno/a). Quindi, ora che mi sento la coscienza leggera, mi è più facile filarmela in biblioteca per studiare anche perché, compleanno o no, domani c'è scuola e alla McGrannith non importa un fico secco se oggi è il mio compleanno, lei domani il test di Trasfigurazione lo farà comunque! Butto l'occhio alle porte-finestre e vedo grossi rivoli di pioggia sferzare il vetro, io ODIO il tempo inglese! Possibile che debba piovere di continuo! E poi è troppo variabile, bastano pochi secondi per far sparire il sole per giorni. Addio a qualsiasi forma di relax in giardino per oggi! Inizio a chiedermi se non abbia una qualche fattura, non è normale essere COSÌ SFIGATI! E soprattutto non così tanto in un solo giorno! Comunque, considerato che ormai l'orologio sta battendo le quattro, se sono fortunata, questa giornata di merda finirà senza altri problemi. E pensare che io volevo solo passare la giornata con i miei amici, che cavolo! Prendo il tomo di trasfigurazione un po' impolverato e lo sfoglio pigramente, prendendo alcuni appunti. La biblioteca è quasi deserta, dei pochi alunni che seguono il settimo anno, sono la sola in questa zona. La piuma d'aquila scorre leggera sulla pergamena, e quasi non mi accorgo del leggero borbottio di madama Pence, forse qualcuno ha chiesto delle informazioni. Ho quasi finito quando un'ombra si delinea sulla mia pergamena. Alzo gli occhi e di nuovo mi scontro con lo sguardo ardente di Blaise che mi trapassa e mi causa brividi su tutto il corpo, non pensavo che un'occhiata potesse avere quest'effetto. Lo fisso e balbetto un po', non so cosa dire dopo il modo in cui l'ho piantato prima, ma è lui che parla per me ed è come una doccia fredda << Tu hai qualcosa che io voglio. >>, e non è cosa ha detto, ma l'intonazione calda e profonda unita al suo sguardo, mi fanno tremare quasi di eccitazione, lo sento il lento brivido che piacevolmente mi percuote. E passano alcuni secondi, prima che la sua mano si allunghi e faccia per prendere il libro. Non so perché lo faccio, di nuovo l'istinto come unica guida, ma impunto le mani sulle pagine per bloccarlo e mentire dicendo << Purtroppo ti toccherà aspettare! Non ho ancora finito con i miei appunti! >>. Non so perché, ma accetta la sfida e, avvicinando la sedia accanto alla mia, dice solo << Aspetterò >>.

il suo fiato è caldo e leggero vicino al mio orecchio, tanto che mi si secca la lingua in bocca, per quanto mi faccia star male, non posso fare a meno di volere la sua vicinanza, un contatto con lui, mi sento così stupida! Se almeno venisse qualcuno a reclamare il libro! << Non Sperare che venga qualcuno a liberarti di me! >> mi scuote Blaise quasi come se mi avesse letto nel pensiero << I Grifoni copieranno dalla Granger, i Corvi hanno la loro biblioteca privata, i tassi stanno pregando perché il test non sia troppo difficile e di Serpeverde nella classe ci siamo solo noi due. Non hai scelta! >>. Ha snocciolato tutto troppo in fretta, e altrettanto in fretta mi volto verso di lui e vedo il suo volto vicino, troppo vicino. Le nostre labbra si cercano esigenti, il bacio che ci scambiamo è umido e profondo, eppure è diverso da tutti gli altri. Sento lo stesso calore vibrante che mi pervade il corpo, mentre con le labbra lui scende sulla mia gola, lambendo la delicata pelle dietro l'orecchio, mentre le mie dita scorrono nel suo setoso crine scuro. Brucio per tutto questo, eppure ho terribilmente paura di quello che sento, del luogo dove sono, di quello che sto facendo, di quello che farei adesso senza pentirmi. Ed è solo un leggero sussurro, che esce dalle mie labbra, che racchiude tutte le mie paure << ...Ti prego, non farmi male... >> ma è come un fulmine, perché Blaise si stacca da me come se bruciassi e il freddo che lascia è quasi il più insopportabile di tutto il vuoto provato fin ora.

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Capitolo 13
*** Capitolo XII ***


Mi evita come la peste ormai! Sono passati tre giorni, i tre più schifossimi giorni della mia vita! Ho scoperto che in una scuola come Hogwarts, se vuoi puoi sparire senza lasciare traccia. Detesto essere ignorata in questo modo! detesto l’indifferenza perché credo che sia l’arma più efficace di cui si possa mai disporre. Vorrei parlargli, vorrei dirgli quello che sento, anche se ho maledettamente paura di ciò che provo. << Mili, veni fuori a tocare! VENI! >> mi strattona il braccio il piccolo Draco. La pioggia, cominciata la sera del nostro litigio, invade ininterrottamente i tetti della scuola. Draco, a quanto pare, è insofferente quasi quanto me al maltempo, senza contare, che ormai i sotterranei sono umidi e freddi in maniera insostenibile; insomma, questo è il momento dell’anno in cui mi viene da invidiare i Grifondoro con la loro bella torre esposta ad ovest, anche se poi i sotterranei hanno anche loro un bel vantaggio: a giugno è l’unico posto in tutto il castello a mantenere una gradevole temperatura intorno ai 25°. << Draco, non vedi che piove? Non si può certo uscire! Quando c’è il sole andiamo a giocare, va bene? >> cerco di convincerlo, lui mi fissa e mette il broncio, hai ragione piccoletto, senza qualcosa da fare questa scuola è una noia mortale. Non so cosa inventarmi: non se ne parla a portarlo in sala comune, ci sono quelli del sesto che stanno preparando la verifica di incantesimi, a rischio che me lo schiantano davanti agli occhi! Fuori dalla scuola o a vedere gli allenamenti di quidditch neanche a parlarne, era cagionevole di salute a 17 anni, adesso rischia una bronchite per niente! << E se ce ne andassimo a giocare a gobbiglie in sala grande? >> butto lì per distrarlo. Non sembra molto convinto, ma mi segue nella sala deserta, mancano ancora ore alla cena, e chi non è impegnato nelle attività pomeridiane preferisce starsene rintanato nella propria sala comune.

<< Dai Draco, lanciala qui. Vedi che non è difficile? >> dico tenendo in braccio Draco che gioca con le piccole sfere d’orate ridacchiando per l’ennesimo schizzo d’inchiostro. È così che ci vede Blaise quando entra nella sala: ha i capelli e il mantello che grondano di pioggia, possibile che non abbia applicato un incantesimo per proteggersi? Non so a cosa pensasse, con chi fosse o cosa stesse facendo fuori, so solo che era qualcosa che lo rendeva felice, visto che appena mi mette a fuoco, fa il giro della sala e fa per sedersi al capo opposto rispetto al mio della sala. Mi rigiro l’idea in testa e decido che voglio parlargli, sono stufa di aspettare e sono un’ambiziosa arrivista, non sarei una serpe no? E se non troverò il coraggio di dirgli che vorrei tanto che lui mi amasse almeno un poco, forse troverò il coraggio di sorridergli e di chiedergli se possiamo essere amici, conviventi civili o come diavolo vuole metterla lui, qualunque cosa pur di non essere una completa estranea. Lascio Draco alle sue biglie e mi avvicino con passo non troppo nervoso. Devo rompere il ghiaccio, e non mi viene niente di meglio per la testa di estrarre la bacchetta e di asciugarlo con un colpo di polso. Lui si rigira verso di me, abbandonando la tazza di The fumante che è appena apparsa al suo posto, e mi fissa con occhi, non più ardenti e sconvolgenti come un minuto fa, ma con scaglie di zaffiro cupo, cosè che ti va così male? Possibile che mi detesti così tanto? Mi fissa per un attimo per poi fare per alzarsi e scappare. Dannazione, sono stanca di correre sempre dietro a qualcosa che non posso avere! Voglio parlargli, spiegargli quello che mi sta succedendo, o almeno provarci. Allora mi allungo e lo blocco per il braccio << Smettila di trattarmi in questo modo e guardami! >> sorprendendo me stessa prima che lui per il mio coraggio << Sono stufa di... >> << Che vuoi? >> Mi interrompe gelandomi << Non mi dire che adesso pretendi un ringraziamento! Potevi anche risparmiartelo, nessuno te lo ha chiesto! >>

Maledizione, perché mi ha fermato? Non so se riuscirò a trovare il coraggio per dire quello che provo, ma devo trovarlo, è ora di crescere ormai. Raccolgo in silenzio il mio coraggio e faccio per andarmene in una zona più appartata della sala, trascinandomelo quasi di peso dietro, non è divertente vero? No, non devi divertirti affatto a giudicare da come strattoni e dalla veemenza che ci metti per tirare via il braccio che io non lascio fin quando non mi sento abbastanza al sicuro. Sto impazzendo, non c'è altre spiegazione! Sono stanca di questa lunga farsa logorante! Mi sento come se in questi giorni, avessi vissuto mille anni. Mi giro per fissare Blaise Zabini negli occhi, dove ancora campeggia il suo sguardo annoiato. Dannazione! Perché non lo capisci! Perché non mi guardi? Perché non ti accorgi di me? Sono così ributtante, da meritare solo il tuo disprezzo! Così esplodo, ed è una liberazione << Smettila di trattarmi così! >>

<< Così come? >> mi fa eco avvicinandosi ancora << Così come? Sono io quello continua a stare al palo senza sapere perché! >> gettandomi contro ancora la sua rabbia. Ormai ho deciso di calare le mie carte, non sopporto che mi disprezzi. Vorrei che mi amasse, ma se non è possibile vorrei che mi rispettasse, vorrei che incontrandomi in un corridoio non sposti lo sguardo disgustato. Fa più male di quanto io possa sopportarlo. << Dovresti sapere fin troppo bene il perché >> rispondo io prendendo fiato lentamente << Sei tu che hai voluto questo gioco! >> un gioco che mi è inesorabilmente scivolato tra le dita << Se pensavi che io sarei rimasta ai tuo comodi, ti sbagli! Ho anche io il mio orgoglio, il mio diritto di scegliere! >> << E che vorresti fare ora? Liberarti di me! Credi che sia così facile? Ti senti forte solo perché è passato del tempo? Non credere che non possa ancora fartela pagare! >>  mi rinfaccia rabbioso. È sconvolto e nervoso, non credo di averlo mai visto così prima, ma non ho ne voglia ne tempo di preoccuparmene, e scelgo il modo peggiore per parlargli << Fammela pagare allora! >> scimmiotto il suo tono << Vediamo che sai fare! Non avevo paura prima e non ne ho adesso! >> ma so di mentire. Blaise mi guarda come se lo avessi appena schiaffeggiato, e mi fa male. Possibile che sia anche questo amare? Il desiderare che la persona a cui va il nostro amore non soffra? Forse è proprio così, ed è per questo motivo che rompo il nuovo silenzio tra noi, mi avvicino e lo stringo forte. È un abbraccio che sa di addio, ma non so se è solo il mio cuore che mi sta giocando qualche brutto tiro. È la prima volta che mi faccio avanti e a parte la tensione del corpo, non conosco la sua reazione, forse adesso avrà un nuovo motivo per voler stare lontano da me. È dura per me ammetterlo, ed è con voce flebile che dico << Io ci speravo…ci credevo veramente. Pensavo che poteva esserci…>> prendo fiato per non piangere e per trattenere la parola “Amore” che per un attimo mi era balenata sulle labbra << …esserci qualcosa…di bello. Ma se l’unica cosa che può esserci tra noi è questa specie di guerra continua, io preferisco rinunciare. >>

Passano dei secondi pesanti che sanno di anni. Dì qualunque cosa, rilassa le spalle o accenna un qualche movimenti, ma fa Qualcosa! Non sopporto questo stallo! Non riesco quasi più a sentire niente se non il tuo cuore lento e regolare che batte contro il mio. Sento le tue dita sulle mie spalle, quando mi scosti un po’ dal tuo petto, di nuovo con occhi vivi, adoro il blu cangiante dei tuoi occhi, forse c’è speranza, ed è per questo che anche io distendo leggermente le labbra, quando tu, guardandomi negli occhi i chiedi << Che credevi Millicent, che saremmo diventati amici? >>. Sento il cuore battermi lento e potente nel petto, non mi sono mai sentita così viva, e posso giurare che l’aria non sappia più di pioggia, ma di fiori come in primavera. Vorrei tanto seguire il mio cuore, e urlare ciò che adesso mi urla nella mente: “No, per niente Blaise, perché io sono innamorata, e voglio stare con te, e affrontare il futuro con te. Ma non è così che funziona, perché ho maledettamente paura, come sempre, di non farcela e poi mirare basso non sempre è un errore, per questo dico << Si, speravo che si potesse fare. Insomma, essere amici, non sarebbe male… >> ma non mi fai finire, perché ti stacchi da me e prima di andare via dici con tono aspro << Spiacente Bullstrode, ma io non voglio essere tuo amico. >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hola a todos, come va?

Perdonatemi per il ritardo improponibile, ma per la prima volta in vita mia, ho dovuto riscrivere il capitolo. Era mezzo scritto ma non mi piaceva, così ho fatto pulizia!!!!

Direte voi, mai riscritto niente e lo devi fare giusto adesso? Che dire, c’è sempre la prima volta!

Volevo ringraziarvi per il grande affetto dimostrato, siete assolutamente STUPENDE/I (chi sa che non ci siano anche maschi che leggono).

Volevo avvertire che non sono sicura di riuscire ad aggiornare tanto presto perché a giugno e luglio ho gli esami all’università e poi VACANZA!!!!!! Quindi se non dovessi farmi sentire tanto presto, non vi preoccupate. Se non ci si sente prima, buone vacanze a tutti!!!!

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV ***


“Spiacente Bullstrode, ma io non voglio essere tuo amico.”

“Spiacente Bullstrode, ma io non voglio essere tuo amico.”

“Spiacente Bullstrode, ma io non voglio essere tuo amico.”

“Spiacente Bullstrode, ma io non voglio essere tuo amico. “

 

GRR

Affondo nervosa la forchetta nel piatto provocando un fastidioso stridio, mentre raccolgo malamente la posta di questa mattina, senza neanche degnarla di uno sguardo.

Una settima.

Quel lurido, viscido, maledetto e non so che altro con una sola frase mi ha ridotto a poco più di una ameba per UNA SETTIMANA!

Giuro che lo ammazzo, fosse l’ultima cosa che faccio!

Mi ha costretto ad ingoiare tutto il mio orgoglio e a darla vinta alla perenne paura di sbagliare qualcosa che mi assilla.

Ok che sono innamorata, ma a tutto c’è un limite!

Non mi vuoi intorno? Perfetto!

<< Milly, mia cara, saresti così gentile da passarmi il sale? >> Mi distrae la sua voce dal posto di fronte al mio. Maledetto! Neanche quando mi commisero per colpa sua mi lascia in pace! << Hai le gambe no, USALE! >> << Sei di cattivo umore tesoro? Ti prego, infondo è così vicina…>> Continua Blaise suadente, pare che anche oggi abbia intenzione di portare avanti la solita sceneggiata, ma io no ed è per questo che lo interrompo e, con il miglior tono acido del mio repertorio gli dico << Mi pare che siamo seduti di fronte, quindi se vuoi qualcosa prenditela da solo! Ah, e rispondendo alla domanda di prima, Si sono di PESSIMO umore! >>

<< Vedi di darti una calmata, Bulstrode. Non ho certo bisogno di te! >> mi rinfaccia quasi ringhiando ed io ribatto con lo stesso tono << Anche io non so cosa farmene di te! >> << Bene! >> << Bene! >> Per poi tornare a concentrarci sui nostri piatti, e devo dire che ci sarei rimasta volentieri se da pochi posti più avanti del nostro non sentissi la maledetta risatina acida della Greengas che dice << hihihi, a quanto pare qualcuno ha finito la luna di miele! >> ed è per questo che esplodo e, alzandomi in tutta la mia bella mole di 180 cm le dico << Va a farti fottere Daphne! >> paralizzando sul posto più o meno mezza sala grande con la mia uscita e uscendo poi sdegnosa dalla sala grande per andare a posare la mia posta in camera e sbollire la rabbia prima di andare a lezione.

 

Blaise Zainbi rimase a fissare sorpreso la schiena della ragazza seduta un attimo prima di fronte a lui. Il tavolo era silenzioso nei secondi di stallo prima che Daphne cominciasse ad inveire contro il mondo e l’universo per il modo in cui è stata trattata. Eppure, wow…quante volte e quante persone a quel tavolo avevano sognato di zittire sdegnosi quella vecchia megera senza avere le palle di farlo! E non solo al loro tavolo, probabilmente una buona fetta di alunni della scuola… e magari, chi sa, anche qualche professore.

“Per le mutande di Merlino! Io AMO quella donna!“

E che CAZZO!

Da dove gli usciva quella ora? Ok, la ragazza era passabile…ma da questo a… no no no no no no!

Ci DOVEVA essere un errore!

Non poteva…lui NON POTEVA aver pensato di… di ama

CAZZO lo stava facendo un’altra volta!

Doveva andarsene da li, ORA!

Che sa se il suo vecchio amico Draco, anche se col pannolino, poteva essergli di aiuto.

 

POV Draco

“Uffa, che palle! Stupido corpo di poppante! Non riesco a fare niente! Giuro che se scopro chi è stato gli stacco la testa! << Allora Draco >> mi chiama con tono zuccheroso l’infermiera della scuola << io adesso vado dalla Professoressa Sprite a prendere delle erbe. Tu non muoverti da qui e non toccare niente mi raccomando, Millicent dovrebbe essere qui a minuti, io torno presto… >> E dove vuoi che vada vecchia befana! Quelle maledette maniglie sono troppo alte! Perché non sono stato rispedito al Maniero! Lì avrei tutto quello che voglio! Invece devo stare qua a prendermi le pigliate per il culo della scuola! Quando tutto questo sarà finito si pentiranno di aver sfidato me! Mentre rimugino su queste cose vedo la porta dell’infermeria aprirsi. E vai, Milly è arrivata! È ora di levare le tende! Aspetta un secondo, che cazzo ci fa qui Blaise? << Ah, sei ancora qui, fantastico! La Chips non c’è? >> mi fa lui venendomi vicino, è strano sembra nervoso… boh? Comunque trotterello verso di lui e gli dico << Cip non c’è! Andata a pendere ebba, ma torna! >> ecco, ci risiamo! Stupido corpo che non impila una frase decente! Ma lui pare non ascoltarmi, perché mi prende per sotto le ascelle e mi solleva di peso sulla scrivania dell’infermeria per guardarmi occhi negli occhi e borbotta << Magnifico moccioso! Adesso facciamo un discorsetto tra uomini. >> << No occioso! >> sbotto irato, maledizione sono un Malfoy! Un po’ di rispetto! << Si… si, come ti pare! >> mi risponde lui condiscendente << niente moccioso. Allora…Cazzo se è difficile! Io…io ho pensato una cosa prima e… >> Oh, allora ci siamo? Andiamo Blaise, fammi divertire! << Cofa… >> storpio un po’ io la situazione spingendolo a parlare. << Beh, vedi Draco…tu lo sai…no aspetta…emh…tu vuoi bene a Milly no… >> Dio, mai visto niente di più patetico! Merlino se lo sfotto a vita! << Anche Baise vuole bene a Milly? >> chiedo col tono ingenuo da bambino. Il mio vecchio amico Blaise mi fissa con la stessa faccia di granito e il colorito tendente al verde. TI HO FREGATO BELLO MIO! << Ehm, si Draco, anche io voglio bene a Milly… >> continua lui guardandosi intorno come se un ippogrifo infuriato dovesse aggredirlo a minuti << …però Draco non lo dice a nessuno vero? >> << No, Draco non lo dice, si si! >> ripeto io, puoi metterci la mano sul fuoco che lo dirò con la grancassa se mi riesce! << Ecco, bravo Draco! Però adesso io voglio fare un…un, come dire… ah ecco, un regalo a Milly… >> “continua sempre con lo stesso tono che sembra stia parlando con un idiota, come se fossi io quello che sta parlando di donne con un moccioso di 2 anni! Vuoi farle un regalo? Mettiti con lei e fai un regalo al mondo, almeno ti togli dalle scatole PEZZO D’IDIOTA! Ok questo è più o meno quello che vorrei dirgli, però è troppo complicato nella mia situazione. Come faccio a farglielo capire? Per mia fortuna proprio in questo momento entra la Chips che, vedendo Blaise nella stanza dice << Oh, che inaspettata sorpresa! Non credevo che per una volta si sarebbe scomodato signor Zabini! >> mentre Blaise mormorando qualche parola di circostanza mi prende in braccio e mi trascina nella nostra camera, perfetto!

 

<< MA COME HA OSATO QUELLA LURIDA PEZZENTE! >> << Andiamo Daphne! Cerca di darti un contegno! >>. A parlare erano state una delle ragazze più corteggiate della scuola e la sua fida compagna. Erano rinchiuse in una delle aule in disuso dove si erano rifugiate dopo aver evitato, con una scusa banale, l’ennesima lezione. << Devo vendicarmi di lei, Tracy! >> rispose la bionda cominciando a percorrere a grandi passi il piccolo spazio libero dai vecchi banchi. << Che ne è stato poi di quella faccenda del ballo? Non ti aveva restituito l’invito? >> la bloccò la bruna causando un nuovo scatto d’ira nella bionda << Dah, non ricordarmelo! Giusto stamattina mia madre mi ha mandato un gufo e mi ha detto che non può fare niente! A meno ché lei non se ne resti a casa, non c’è verso di ritirarle l’invito! E credi veramente che si faccia sfuggire un’occasione simile? È grassa, non stupida! >> che si gettò indietro rabbiosa le sue ciocche color grano. L’altra rimase qualche secondo in silenzio per poi dire << e quindi al ballo ci sarà anche quello scimmione di Igor, quello che dovrebbe essere il tuo cavaliere… >> << Dove vuoi andare a parare Tracy? >> si fermò improvvisamente interessata l’altra davanti al luccichio maligna dell’amica per sentirsi dire << Forse ho la soluzione che cerchi! >> prima di agguantare carta e penna dalla borsa e cominciare a scrivere una lettera.

 

POV Draco

“Merlino che palle! Nell’ultima ora ho scoperto che perfino la polvere sotto le mie scarpe è più interessante del mio migliore amico in piena crisi adolescenziale! Sta ancora andando su e giù come un ossesso per la stanza elencando qualunque dettaglio di Milly per poi farneticare che le sue sono solo “osservazioni superficiali che non significano niente” come no, perché sapere quanto zucchero mette nel the la mattina è “osservare superficialmente” una persona! Bleach! Almeno avesse il buonsenso di andarlo a dire a lei! << … e poi, credimi Draco, non significa niente, però… beh lei è intelligente, spiritosa e … >> buon merlino, mi sta facendo venire il diabete! Sarà meglio che trovi il modo di farlo stare zitto, altrimenti finisce lo ammazzo! Così mi alzo e barcollando leggermente a causa del pannolino percorro la stanza fino al baule di Millicent. È qui che butta di solito la sua posta e quindi ci sarà anche quello che cerco. Mi bastano pochi gesti per trovare la busta azzurra che le avevano recapitato con il vestito ormai più di un mese fa e che le hanno rimandato questa mattina. Non deve averci fatto caso questa mattina, era troppo impegnata a litigare con Blaise. Dannazione è troppo lontana! Non ci arrivo ad afferrarla ed è a quel punto che un’ombra scura mi avvolge e sento Blaise dire << Che cazzo fai con la testa qui dentro? Cos’è ti piacciono le mutande di Milly? >> ma si zittisce quando vede cosa volevo prendere. La prende al mio posto e mi porta fino al suo letto portandomi sulle spalle come un sacco di patate << Cos’è? Un suggerimento? Dici che dovrei portercela? >> mi chiede dubbioso, << Ti! Cotì Milly pincipessa! >> rispondo io con tutto l’entusiasmo del moccioso che sono. << Già, proprio una principessa! >> mi fa lui un po’ sognante << Ma Draco, hai dimenticato che Milly non è come Pancy o Daphne? A lei non piacciono queste cose! >> conclude lui dubbioso, ma io sono sicuro di me e dico << No preocupare! Milly piace fetta! Lei contenta! >> << Mah, se lo dici tu, lo faccio! >>

 

<< AAAAAAHHHHHHHH!!!!!!!!!! COME SONO EMOZIONATA!!!!!! >>  << Ma di che cavolo parli Pance! >> siamo in pausa pranzo e siamo solo io e Pancy in giardino. Fa freddo, ormai manca poco alla prima nevicata ma approfittando del timido sole stiamo qui in attesa che comincino le lezioni del pomeriggio << Non posso crederci! Sabato è il gran giorno! Ma ci pensi! >> mi risponde lei trattenendo a stento l’entusiasmo ma io sono ancora dubbiosa << Gran giorno? Ma di che? >> << Oh andiamo! >> mi risponde lei spazientita << Non venirmi a dire che te ne sei dimenticata! Il gran ballo del ministero è questo sabato! L’invito ce l’hai no! Sarà bellissimo andarci! Peccato che io dovrò accontentarmi di quell’orso di mio fratello ma… >> mi sommerge di chiacchiere ma io non ci sto << FRENA! Che biglietto! Io il mio l’ho restituito a Daphne, te lo sei dimenticato! Io non vado a nessun ballo >> …purtroppo… no, che penso, NO! È una fortuna, ecco!

<< Ma che dici! Un’ora fa mia madre mi ha invito l’elenco completo degli invitati! Tu ci sei e come! >> risponde cavando dalla tasca un foglio azzurro familiare… anche troppo… o merlino! È quello che mi è arrivato questa mattina! Ma quando imparerò a leggere la posta di mattina!

Quando me lo porge scorro velocemente l’elenco fino al mio nome, risulta al tavolo più esclusivo della serata, quello della rosa, dove siedono le due coppie che aprono le danze della serata. È con sguardo tremante che vedo la scritta M. Bulstrode, D. Greengas, I. Penev  su tre lati del tavolo completarsi con il nome B. Zabini. Non posso crederci! Viene anche lui! Sarebbe troppo bello se fosse per accompagnare me! Ma forse…perché non sperare? Infondo che costa! Oddio! Sarebbe la sera più bella della mia vita! Ed è… << SABATO! HAI DETTO CHE IL BALLO È QUESTO SABATO! >> urlo io riconnettendo il cervello alla bocca. << SI! Non è fantastico! >> saltella felice Pancy << No che non lo è se oggi è giovedì e non sei neanche andata dal parrucchiere! >> sputo fuori io depressa per sentirmi dire << Oh! Tutto qui il problema! No problem tesoro! Ti farò diventare uno schianto! Piuttosto, hai già invitato il tuo cavaliere! >> continua maliziosa, << Oh, credo che abbia fatto da solo! >> e arrossisco un po’ restituendole il foglio. Lei lo prende sorridendo radiosa ma dopo aver studiato attentamente la pergamena diventa seria, prima di dire << Ci deve essere un errore! Così disposti hai il cavaliere sbagliato! >>

 

 

 

 

 

Salve!!!!!!

Passate buone ferie?

Lo so che volete la mia testa ma portate pazienza! Il finale è in arrivo!

Intanto prendo questo spazio per fare alcuni ringraziamenti:

1)      A tutti quelli che leggono le mie fiction, è stupendo vedere quel contatore lettori che va sempre più su, ti fa sentire bene e siete una bella spinta per andare avanti.

2)      A : Zoe MonBlanck, 123_amo, Babykagome, Olga, Zoe m., Broken dreams, Sara, Zigurat, Madonna, Piccolakana, Goldbuble, Bel Oreander, SorellinaMalfoy, Fra e DreamyVale ( rigorosamente in ordine di recensione dalla più recente) per le bellissime parole che mi lasciate, è anche grazie a voi (e anche un po’ colpa vostra ;) ) se i personaggi si evolvono in un certo modo.

3)      E a 1 - 123_amo 2 - babykagome 3 - Bluking 4 - broken dreams 5 - Callypso 6 - criandola 7 - DreamyVale 8 - Fey 9 - GinI 10 - goldbuble 11 - joey_ms_86 12 - lottina 13 - lyoko 14 - Madeline 15 - Pikkola Rin 16 - scarabbokkio 17 - SoReLLiNaMaLfoY per aver aggiunto la storia nei preferiti e non so cosa dirvi perché sarei troppo retorica, a parte GRAZIE!!!!!!

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Capitolo 15
*** capitolo XV ***


<< COSA! >>

Sputo fuori con una voce stridula che non riconosco come la mia strappando il foglia dalle dita di Pancy

 NO, NO e NO!

Mi rifiuto che finisca in questo modo!

Era qui allora che voleva andare a parare? È certo! Già me le sento le chiacchiere di quelle pettegole! Senza dimenticare che a mia madre verrà come minimo un infarto!

Ah, ma quei due bastardi hanno fatto i conti senza di me! Se credono che gli darò la possibilità di umiliarmi a quel modo, si sbagliano di grosso! Per questo stritolo la carta tra le dita e piego le mie labbra, forse per la prima volta, in un sorrisino mefistofelico e parto alla carica per la mia vendetta!

<< E anche questa è fatta! >> sussurrò Blaise seguendo con gli occhi il volo del suo falco con il suo invito formale a Milly. Uscì lentamente dalla gufiera avvolgendosi strettamente nel pesante mantello di lana e tenendo per mano il piccolo Draco che si guardava curioso intorno affascinato dalla danza delle ultime foglie incendiate dall’autunno. << Che ne dici Draco, ho fatto bene a scriverle una lettera? Non lo so, forse avrei dovuto parlarle o…boh, che ne so! >> per sentirsi rispondere << Milli piace letera! >> dalla voce sottile del piccolo. << Ah, si! >> disse allora più tranquillo << A Milli piace letera! >> facendo il verso al piccolo prima di prenderlo in braccio facendolo volare per gioco. “Chi sa, forse Draco a ragione. Invitarla al ballo per lettera è stato facile e lì non sarà difficile parlarle. Forse potremmo sul serio diventare amici….magari….magari potrei anche dirle quello che provo….ma forse la spaventerei….no, meglio di no…forse amici andrà bene, poi col tempo vedremo.

Rientrando nella sala comune la sua attenzione fu catturata dal sorriso aperto e smagliante che Daphne sfoggiava mentre leggeva da una pergamena blu accanto a Tracy Davis. Era oggettivamente un sorriso perfetto, ma freddo e calcolatore. Che diavolo aveva combinato adesso? E che aveva da essere tanto “felice” ora? Ebbe quasi la sensazione di sentire un campanello d’allarme accendersi nella sua testa. C’era solo una cosa che poteva renderla così felice: la vendetta!

Le si accostò con passo svelto, e nervoso e quando si scontrò con gli occhi verdi e profondi della ragazza, essa si profuse in un sorriso ancora più aperto e falso prima di dire << Blaise caro! Come mai ancora in giro a quest’ora? >> invitandolo ad accomodarsi accanto a lei. << Ho la mattinata libera Daphne, tu piuttosto, non avevi divinazione a quest’ora? >> le rispose con un tono acido nella voce, rimanendo in piedi, continuando a fissarla diritto negli occhi per sentirsi rispondere << Ah, la Cooman è una tale noia! >>. Daphne si alzò dal divano su cui era seduta e con passo calcolato appoggiò le mani sulle spalle tese del ragazzo e sorridendo complice disse << Però pensandoci, forse potremmo divertirci insieme! >> lo vide sbuffare e ruotare gli occhi al cielo, ma non si diede per vinta, così riprese << A proposito, lo sai che è arrivata la disposizione definitiva del ballo d’inverno? >> cominciando la sua recita fatta di ammicchi e mezze parole che aveva sempre fatto cadere tutti ai suoi peidi.

 

 Sto percorrendo i corridoi a passo di carica stritolando tra le dita l’invito di Pancy. Al diavolo lui, lei e tutto il resto! Lo odio e ho solo voglia di piangere e di urlare! Come ha potuto farmi questo! È qui che volevano andare a parare, e io ci sono cascata come un pollo! Maledizione! Affondo le dita nella tasca della gonna, e trovo la scatola che tempo fa mi ha messo tra le mani. Che sciocca, me lo porto ancora dietro da più di due mesi, senza neanche pensarci! Mi fece rabbia quel giorno, eppure avevo la vaga speranza che significasse qualcosa, che potesse essere un inizio, invece era solo il primo atto della commedia. Ho un groppo alla gola che mi soffoca, che non fa che crescere quando entro in sala comune e lo vedo in piedi davanti al camino mentre Daphne lo abbraccia e ride come non le ho mai sentito fare. Inutile girarci in torno, mi sento ferita. Fa male vederlo così tranquillo, forse felice, senza di me. Ci sono così tante cose che vorrei dire e che vorrei fare, ma più di tutto voglio dimenticare. Si, sognare e sperare è bello, ma inutile che nascondi la testa sotto la sabbia Milly, tu per lui non esisti. Sei come i miliardi di teste che affolla il mondo, quelli di cui non ti fai domande, o al massimo noti solo di che colore ha il mantello. Blaise ha scelto, e ha scelto una vita senza di me, tutto qui. << A proposito, lo sai che è arrivata la disposizione definitiva del ballo d’inverno? >> sento tirar fuori a Dafne mentre comincia ad accarezzargli le spalle. Lo vedo farsi attento alle sue parole, o forse sarebbe meglio dire ai suoi gesti, visto che adesso lei si sta strusciando come una gatta in calore su di lui. Comunque si finge interessato, visto che chiede un laconico << E Allora? >> ed è allora che Daphne fa la sua migliore risatina di scherno << Oh, ma che vecchia volpe che sei! Come se non sapessi… >> ma si interrompe girandosi verso di me e comincia la seconda parte della sua commedia, ma questa volta non andrà come pianificato. La vedo fermarsi e balbettare, come se non lo sapessi che sta recitando, e indicandomi con un cenno del capo. Blaise si volta e lo vedo accennare un sorriso, pezzo di merda, questo doveva essere il tuo trionfo, non è vero? << Che stavi dicendo Daphne? Mi interessa, continua! >> dico con falsa allegria dopo aver lanciato un’occhiataccia a Blaise, ed è così che lei comincia a farci un lungo e prolisso resoconto delle ultime chiacchiere del ballo. Lui cerca di guardarmi negli occhi, ma io evito il suo sguardo. So che se lo guardassi ora, vedrebbe tutto la sofferenza che provo, e non voglio dargli anche questo potere << … e poi, come stavo dicendo a Blaise, siamo anche allo stesso tavolo! Non è stupendo! >> conclude lei ridendo di nuovo. Nessuno di noi tre osa dire niente, ma la domanda aleggia tra noi pesante. Nessuno ha il coraggio di fare riferimento al quarto al tavolo o fare qualche riferimento all’assortimento delle coppie, anche se posso giurare di vedere il corpo di Blaise tendersi di aspettativa. È in questo momento che decido di mandare giù il maledetto amaro che sento in bocca e dico << Già, ho ricevuto proprio ora la convocazione del ballo! Mi pare che verrà anche un certo Penev con noi. Scommetto che sarà veramente fantastica la serata! >>.

Vedo Blaise tendersi ancora e Daphne allargare, per quanto ancora possibile, il suo sorriso. Lei sembra divertirsi molto, io non mi sto divertendo per niente! La cosa che non capisco, è perché Blaise non dica niente, perché lascia che Daphne comincia ad intessere le lodi di questo tizio che lei ha chiamato Igor. Tse, alla fine neanche mi importa, ed è un sollievo la certezza che almeno non dovrò passare la serata a fissare loro che tubano. Certo, farò soffrire la mia famiglia, infondo ho di nuovo deluso le aspettative che avevano per il mio futuro, ma adesso sento solo che non mi riguarda. Troveranno un’altra scusa per essere fieri di me. Metto su la mia maschera migliore quando guardo lui, sporco bugiardo che non è altro, e mormoro qualcosa sul voler parlare con lui. Non voglio guardarlo, ne voglio sentire la sua voce. Lascio che tutto i gradini scorrano in fretta per arrivare nella nostra stanza, stringendo tra le dita la piccola scatola di velluto che mi regalò. Esplodo non appena la porta si ricongiunge al muro << Spero che ti stia divertendo! >> non c’è bisogno che spieghi a che mi riferisco, lo vedo dalla sua faccia scura. E vedere la sua indifferenza, la sua mancanza di reazione, mi porta a sputare fuori un veleno che non sapevo neanche di avere, perché dico <<… Sai, alla fine, io ci speravo anche… >> con la voce tremante e gli occhi bassi, non voglio che mi veda piangere << … Ma non posso sopportare questo… >> prendo la scatola dalla tasca e l’appoggio sul tavolo più vicino << …credevo che potesse nascere qualcosa, ma ho fallito. Non importa, sarà per un’altra volta. >> ed esco sbattendo la porta dietro di me.

 

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Capitolo 16
*** capitolo XVI ***


<< Pance, mi stai stritolando! >> << Vuoi essere o no la più invidiata della serata? >> << Devo rispondere? >> << Dah, io ci rinuncio! >> siamo nella mia vecchia stanza, mancano solo poche ore al ballo. Merlino come sono nervosa! Mi tremano le mani e sudo freddo all’idea di questa serata! << Uffa, Pancy! Io non voglio venire! >> piagnucolo in maniere infantile per l’ennesima volta. << Spiacente dolcezza! >> mi sbraita contro Pancy fermando un secondo il lavoro sapiente della sua bacchetta che le acconcia i capelli << Non dopo che ho perso la bellezza di due ore della mia vita per acconciarti i capelli! >>. Mi guardo allo specchio mordendomi le lebbra rosse di lucidalabbra e non mi riconosco: una giovane donna mi guarda dallo specchio, con lunghi capelli castani agitati da morbide onde; il viso illuminato dal trucco sapiente, gli occhi sottolineati dalle ciglia scure di mascara, la labbra rosse e piene  ed il corpo  fasciato dall’ elegante abito rosso ornato da rose di stoffa. Non posso essere io quella! È assolutamente troppo! << Non posso essere io quella… non… >> << La vuoi smettere! >> sbotta di nuovo Pancy allacciando la fascia del suo abito rosa << Lo so che non è proprio il tuo stile Milly, ma arrenditi all’atroce realtà! Le tue sono solo PARANOIE! Arrenditi! Anche tu sei bella, punto e basta! Forza, prendi stola e borsetta che andiamo! >> << Ok… arrivo… >> borbotto io scontenta facendo per inforcare gli occhiali ma vengo freddata << Che credi di fare con quei cosi? >> mi ferma infatti Pancy cominciando a scavare nel suo beauty case, << Non so Pan, forse metterli! Ti ricordo che sono miope e senza rischio di finire contro qualcuno! >> << Magari siamo fortunati e finisci diritta diritta addosso a Blaise >> borbotta prima di lanciarmi un pacchetto di lenti a contatto usa e getta e minacciarmi << Metti queste e poche storie! >> costringendomi a fare come mi dice.

<< Pancy… >> ricomincio io titubante seguendola lungo il corridoio che esce nella sala comune << sei sicura che non avrò problemi? Insomma, sono… >> << Tacchi da 5 cm? >> mi tronca lei << Andiamo Milly! Quei tacchi sono il minimo sindacale per una festa del genere dice alzando un po’ il suo strascico e mostrando i suoi 13 cm. Ok, ci rinuncio! Se è questo che vogliono, porterò un po’ a spasso la maschera della strafiga sicura di se, finirà questa serata ed io potrò ritornare ad essere la solita un po’ bruttina e insicura di me di tutti i giorni. In effetti, neanche quella mi sta più bene addosso come maschera ormai, ma è quella di cui conosco tutte le regole, quella con cui posso meglio difendermi dalle botte della vita. Pensieri un po’ amari per una serata del genere. << Hai preso il tuo Carnet? >> mi richiama dai miei pensieri cupi Pancy << Il mio cosa? >> le chiedo e lei mi sventola sotto il naso il suo piccolo notes legato al polso per segnare i compagni di danza. Scavo per un secondo nella minuscola borsa che ho in mano per avere la conferma di non averlo e avere la certezza che può essere solo in un posto. E dal sorriso di scherno capisco che ha fatto due più due e mi batte sul tempo << Pancy, che ne dice se tu… >> << Ottima idea! Tu va a prendere il tuo carnet in camera, mentre io ti aspetto all’ingresso! A dopo tesoro! >> piantandomi nel corridoio, quanto la DETESTO!!!!!

Busso o non busso? Dannazione, non so che fare! Beh, tecnicamente la stanza è ancora la mia no… forse dovrei entrare e basta… magari chiedere di Draco… che razza di modi… mollare anche lui, così di punto in bianco… magari, ecco…do solo una sbirciatina… apro appena la porta e avrei fatto meglio ad evitare: Blaise è di spalle alla porta e ha indosso una camicia bianca e dei pantaloni di taglio classico neri. Dio se gli sta bene! Sembra un uomo, non il tardo adolescente che è! Sta litigando con la cravatta nera quando mi decido a fare i primi passi all’interno. Quando mi vede attraverso il riflesso si volta a guardarmi, e anche io non posso fare a meno di fissarlo, restando imbambolata come un’idiota, anche se non mi interessa più di tanto. Sfuggo il suo sguardo scorrendo la stanza e vedo il carnet che ero andata a cercare, così lo prendo e mugugnando appena uno << … scusami… >> spero di andarmene, ma lui mi ferma sulla porta dicendo << Aspetta… >>

Rimaniamo in silenzio, senza guardarci. La porta è lì, di fronte a me, ma sento come un peso sullo stomaco che mi costringe a restare dove sono. Passano secondi pesanti come piombo, prima che si decida a prendere il mio polso e girarmi. Non so da dove mi venga fuori questa cosa, ma vedendo il polso nella sua grande mano, sembra così piccolo e fragile, anche se so benissimo che è tutta un’illusione, sono sempre stata forte. Però mi rendo conto che adesso non lo sono affatto, sento solo un’enorme paura che mi stringe il cuore. << … Mi dispiace per come mi sono comportato. Sono stato solo uno sciocco a pensare… >> comincia a dire, ma io non voglio sentirlo, perché sono sicura che sta per dire che questi tre mesi sono stati solo una presa in giro, uno scherzo stupido. Ma io non voglio ascoltare, perché per quanta sofferenza mi abbia dato, ho avuto anche la gioia di avere dei ricordi su di noi, e non voglio rinnegarli. Per questo scoppio e comincio a piangere, perché sono stanca di stringere i denti. E alla faccia del lavoro di Pancy e di tutte le chiacchiere fatte fin ora, mi ritrovo con lunghi rivoli scuri di mascara sulle guancie a fare cenno di no con la testa. E non rifletto molto quando apro bocca e parlo chiaro, tirando fuori tutto il veleno che ho in corpo, ma anche il più dolce dei mieli << Basta… ok, ho capito, non c’è bisogno che vai oltre. Mi chiedo solo se non era più facile dirle la verità dall’inizio, infondo tu e Daphne siete la coppia del secolo…inutile girarci intorno… e in realtà la stupida solo sono io… è che avevo così tanta paura di stare male… e l’occasione era così buona…stupida io a non rendermi conto che la verità è la cosa migliore in certi casi…beh, ti auguro buona fortuna…per il resto, passerà. Anche se adesso non mi resta che starmene a guardarti felice. Infondo è anche questo l’amore…. E devo farlo perché… sono innamorata di te. >> e non ci penso molto a mollarlo lì con la bocca aperta e gli occhi sconvolti e ad andarmene, devo convincere Pancy che restare al castello è la cosa giusta da fare.

 

I tacchi mi stanno uccidendo.

La musica è una noia mortale.

Ho la faccia deformata da un sorriso talmente falso da sembrare una paresi facciale.

L’ho già detto che i tacchi mi stanno uccidendo?

In meno di tre ore ho scoperto di avere come migliore amica un mulo, ho detto al ragazzo che amo che può fare quello che vuole e pare che la zecca bionda che si è portato mi ha preso in parola, e che il tipo con cui sono venuta a questo stupido ballo è una piovra! Non so come sia stato possibile, ma per un tacito accordo, per tutta la sera io e Blaise non siamo mai stati allo stesso tavolo, anche se non ho fatto altro che spiarlo per tutta la sera. Pancy dice che ho fatto bene a dirgli tutto e che l’idiota è lui se non ha preso al volo l’occasione, e che non dovevo sprecarci neanche una lacrima. Mi ha trascinato qui e mi ha fatto ballare praticamente con tutta la sala, eccetto Blaise contro cui ha ringhiato per tutta la sera. Prima che le note dell’ennesimo valzer si spengano, lascio la mano del mio cavaliere e vado sulla terrazza della sala in cerca di ossigeno. Fa un freddo cane qui fuori, il cielo ormai è grigio e carico di neve, manca poco alla prima nevicata dell’anno. Mi stringo le braccia al petto ma lo so che non serve a molto, ma non voglio tornare dentro a prendere lo scialle. Ed è mentre mi sto perdendo di nuovo nei miei pensieri tristi che mi viene messa una giacca sulle spalle mentre due mani calde mi accarezzano le braccia. Non mi ci vuole molto a capire che è lui, mi è bastato sentire il suo profumo muschiato nell’aria e mentre il cuore comincia infido a battermi forte e a sperare, il mio orgoglio ferito ritorna alla carica: dannazione, non sono la povera principessina che aspetta sul bastione! È per questo che mi scosto rabbiosa e faccio cadere la giacca scura a terra mentre mi giro a guardarlo. << Che diavolo vuoi ancora, Zabini! >> lo aggredisco << Non ti sei divertito abbastanza per stasera? Mi pare che avevamo chiarito che… >> ma lui mi blocca sbottando << Dannazione Bullstrode, vuoi chiudere quella boccaccia una dannata volta! Razza di femmina testarda e ostinata! Ma giusto di te dovevo innamorarmi! >> lui ha detto tutto di un fiato e quando finisce trattiene il respiro. Anche io sono senza fiato, mentre cerco di dare un senso a tutto quello che ha detto. Non riesco a crederci, e devo avere proprio una faccia sconvolta se lui mi accarezza il viso e mi sussurra vicino all’orecchio << Non mento, e ti prometto che non ti farò mai soffrire. Non mi era mai successo, MAI di amare qualcuno come amo te. Farò qualsiasi cosa, per vederti felice… >> e forse altre cose, ma non ha più importanza, perché le sue parole danno coraggio al mio cuore, e le paure vanno a farsi benedire, perché gli avvolgo le braccia intorno al collo, e lo zittisco con il mio primo vero bacio d’amore.

 

<< AH, come sono CARINI! >> disse Pancy trattenendo a stento la gioia. Un po’ sgangherato, ma il suo piano perfetto era andato in porto! Erano anni che pensava che quei due testoni erano perfetti insieme! << Mah, se lo dici tu Parkinson… >> Borbottò un meno entusiasta Michael Corner sistemandosi la cravatta. Per quanto ci provasse, non riusciva proprio ad andargli a genio quel tipo << …Comunque non sono così sicuro che sia la persona giusta per Milly. E se le fa male? O la fa soffrire o peggio… >> ma la ragazza non lo fece finire << Ah, vedi di chiudere il becco, uccellaccio del malaugurio! Come se Milly non fosse già abbastanza paranoica di suo! Fortunatamente, adesso dovrebbe essere finita! >> << Tse, finita Parkinson? Ma se è appena cominciata! Sai quante altre gatte da pelare ci rifileranno quei due! >> << Beh, conoscendoli, devo ammettere che hai ragione. Adesso andiamo, meglio lasciarli da soli e poi ho una cosetta da fare… >> concluse ghignando sinistramente, cosa che non piacque per niente all’altro ragazzo che sospettoso chiese << Perché, che devi fare? >> per sentirsi dire un innocente e per niente credibile << Oh sai Corner, qualcuno dovrà pur dire alla cara Daphne la bella notizia! >>

 

 

 

 

 

 

OH mio Dio!!!!!

Non ci credo che ho finito!!!

È stranissimo ma credo proprio che si possa dire chiusa qui. Il finale magari a qualcuno sarebbe piaciuto diverso, ma ho preferito farlo schietto e diretto anche perché sarebbe stato troppo pesante.

Ringrazio tutte le persone che hanno letto, commentato e seguito la fiction. Spero di avervi divertito (o comunque di non avervi annoiato troppo) e vi ringrazio ancora per tutto quello che mi avete dato. Alla prossima volta. CIAO!!!!!!!!

 

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