Istinti atavici di Cornelia84 (/viewuser.php?uid=5133)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 15: *** capitolo XV ***
Capitolo 16: *** capitolo XVI ***
Capitolo 1 *** Capitolo I ***
Istinti Atavici
Capitolo I
Ci
sono cose nella vita che si possono definire innate: le scelte e i gusti di una
persona sono segnati fin dalla nascita e con il tempo non cambiano, ma
semplicemente si affinano. Ce ne sono altre che raggiungono la consistenza di “istinti
atavici” come ad esempio il metro con cui si scelgono le compagnie.
Per
me è sempre stata una questione di alchimia al primo
sguardo. Se nei primi minuti di conoscenza scatta la simpatia, sono capace di dare la vita per la persona in questione; se non succede
anche passando tutta la vita insieme e anche se fosse la persona migliore del
mondo passerò sempre tutto il tempo a cercarne i difetti. Era così ad 11 anni ed è così ora che ne
ho 17, anzi per essere precisi 16 anni e 10 mesi, visto che sono nata a
novembre. Non so di preciso perché mi ritrovi ora a fare una considerazione del
genere mentre guardo Hogwarts
che si estende pigra nella brughiera e il caldo sole settembrino percorre il
cielo. Sospiro alla finestra dove mi sono fermata per
qualche minuto: maledetta me quando ho accettato di aiutare la Sinister
con i piccoli, adesso mi tocca scorazzare tre volte a settimana un numero
improponibile di scartoffie in giro per il castello. Ora, non per vantarmi, ma
insieme alla zannuta Granger sono sempre stata la
migliore del corso di Aritmanzia
e così, quando la professoressa ha detto che le serviva qualcuno per dare
ripetizioni ai ragazzi del secondo anno, semplicemente non ho saputo resistere,
non sapevo che sarei finita a fare da balia ad un nugolo di poppantelli
e ormai tutto ciò che mi resta è rifugiarmi al settimo piano dove posso
starmene tranquilla.
<<
Ma guarda un po’ chi abbiamo qui! >>
O
forse no!
Mi
giro lentamente verso l’angolo del corridoio e lo vedo lì fermo, elegantemente
appoggiato alla parete che mi fissa ghignando sornione. Ricordate la questione
degli “istinti atavici”?
Ecco
il mio: Blaise Zabini.
Semplicemente abbiamo iniziato a litigare il primo settembre del primo anno alla stazione e non abbiamo più smesso.
Ora,
sarà da stupido romanzo sentimentale, ma avete idea di come sia
Blaise Zabini? No? Mi sembra giusto, voi
siete nei miei pensieri. Allora sarà meglio darvi delle delucidazioni: Blaise Zabini è semplicemente Dio
in terra, senza mezzi termini. Ha i capelli neri, più lunghi
di come sarebbe conveniente portare, insolitamente lisci; il viso dai tratti
spigolosi, la mascella pronunciata; il naso diritto, la fronte ampia e gli
occhi blu con sfumature violetto. È alto circa un
metro e 90, ha
il fisico prestante e la muscolatura deliniata
ma non esasperata. Vi sembra strano che io indugi tanto su questi particolari,
insomma dovrei odiarlo giusto?
Sbagliato!
Perché l’anno scorso, di punto in bianco ho smesso di vederlo come “quello che
ti chiama valchiria ma tanto che ti importa!” a
“quello che ti chiama valchiria e ti fa stare male”
Un po’ folle come cosa vero? Ma sapete,
continuando a parlare di “istinti” e di carattere, ci sono anche delle cose che
non apprezzeresti mai in tutta la tua vita ma che poi alla fine diventano un
unicum con te. Come dire, la legge dei contrari: ogni sopra hai il suo sotto; ogni Malfoy ha il suo Potter e quindi è destino che io, Millicent
Bulstrode sopporti il bellimbusto qui davanti. Ora,
se mi trovassi in una situazione migliore lo
affronterei a testa alta, ma visto che le disgrazie non vengono mai sole e che,
come dicevano i latini, milium abundare
quam deficere mi ritrovo
nel più squallido corridoio del castello con i capelli scarmigliati e
puzzolenti per colpa della lezione di erbologia; la
divisa sporca di inchiostro per la lezione con i ragazzi del secondo anno; un
malloppo di pergamene in braccio e i miei occhiali da segretaria che mi
ricadono leggermente sulla punta del naso. Immagino che chiunque non vedi l’ora di farsi trovare così davanti al proprio sogno
proibito!
Infondo
io non sogno il principe azzurro col cavallo bianco, ma vedere ammirazione e
stupore sulla sua faccia mi farebbe felice. Il punto è
che a stento mi consideri un bipede utile solo per spacciare i compiti e da
prendere in giro quando non c’è proprio nulla da fare. Troppa
grazia essere considerata un essere umano o addirittura una ragazza da lui.
Mi
fissa e io vedo chiaramente che sta facendo ogni sorta di violenza su se stesso
per non scoppiare a ridermi in faccia ma fallisce
miseramente << AHAHAHAH!!!!!! MERLINO BULSTRODE, SEMBRI LA VERSIONE WEASLEY
DELLA McGRANITH! >>
Appunto, è incredibile!
Secondo me riesce ad offendere anche quando respira!
Mi ha dato della zitella pezzente e inacidita in un colpo solo!
Ok,
calma ragazza. RESPIRA LENTAMENTE. Per quanto sia allettante ricordati che
ucciderlo e violentarlo (non importa in che ordine) non ti sarà di alcuno giovamento.
….
Beh,
forse ti farà stare bene, ma non ti sarà UTILE! Quindi
respira, sorridi ed entra in scena << Posso esserti utile? >> cerco
di rispondergli con un tono non troppo acido per sentirmi dire con tono
malizioso <<
Andiamo tesoro, lo sai che sono un tipo all’antica >>.
Andiamo
Milly, di qualcosa che lo faccia tacere per sempre!
….
Che
lo metta in difficoltà?
….
Almeno
un pochino
….
Oh
al diavolo! Ma perché me ne sto qui a fissarlo come
uno stoccafisso!
<<
Bullstrode, capisco di essere
sconvolgente, ma se non chiudi la bocca rischi di far scappare i pochi ormoni
che ti ritrovi, finirai per trasformarti nella statua di marmo cui tanto somigli!
>>
Dio
quanto lo ODIO!
<<
A parte offendere, si può sapere che diavolo vuoi?
>> ormai ho perso le staffe e lo affronto con il mio solito tono acido
accompagnato da un’espressione truce
<<
Sempre gentile eh? >> riprende lui staccandosi dal muro e iniziando a
scendere le scale dicendo con falsa indifferenza << Dimenticavo la
superba gentilezza vichinga >> per poi riprendere
quando ormai la rampa ha già iniziato a muoversi << Ero venuto a chiamarti
per la lezione di pozioni, ma visto che non ti interessa… >> lascia in
sospeso la frase sparendo ormai dalla mia vista. Io rimango gelata in corridoio
per poi riprendermi all’improvviso.
DANNAZIONE!
Sono in ritardo per pozioni, ho ancora un mucchio di scartoffie da sistemare e
quel maledetto è appena andato via con la scala più vicina al laboratorio e mi
toccherà fare il giro di mezzo castello per arrivare in classe! Lumacorno mi ucciderà!
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Capitolo 2 *** Capitolo II ***
Capitolo II
<< Ah, alla buonora
signorina Bullstrode >> mi riprende
svogliatamente l’anziano professore di pozioni anche se
dallo sguardo posso capire quanto lo disturbi vedere che un’appartenete alla
sua casa sia arrivata con quasi un quarto d’ora di ritardo. << Mi scusi professore ma purtroppo… >> cerco di giustificarmi ma
lui mi ferma seccato << Si, si. Vada a sedersi vicino alla signorina Parkinson e 5 punti in meno a Serpeverde
per il suo ritardo >> per poi riprendere a fissare inebetito l’operato della zannuta Granger. Do
una scorsa veloce alla lavagna dove campeggia la scritta pozioni muta aspetto e sbuffo prendendo il libro e posando la borsa. Odio
pozioni!
<< Si può sapere dove
diavolo eri finita? >> sbotta Pancy verso di me continuando a mescolare gli ingredienti
della sua pozione. << Niente, la solita storia! Zabini
era di nuovo in vena di paroline dolci >> le rispondo cominciando a
triturare grossolanamente gli ingredienti della mia pozione << Non
capisco perché non lo mandi al diavolo una volta per tutte
>> << Semplice, perché sarebbe perfettamente INUTILE. >>
<< Si però potresti provare almeno a
rispondergli per le rime. >> insiste lei. << Pancy,
devo ricordarti che l’ultima volta che l’ho risposto mi ha chiamato per un mese
“ omino della Michelin”. Ti assicuro che essere presa
in giro dai primini babbani Tassorosso
non è divertente! >> sbotto io infilando i primi ingredienti
nel calderone e guadagnandomi un nuovo rimprovero da parte del professore.
<< Dunque, vediamo,
aggiungere 3 grammi
di asfodelo e girare per venti secondi fin quando la
pozione non raggiungerà un color oro brunito. Bene, dov’è l’asfodelo…>>
borbotto tra me e me controllando tra le boccette che mi circondano. << Hay, pss, Bulstrode.
>> mi sento richiamare dal tavolo accanto al mio per trovarmi davanti
agli occhi Zaini che con un sorriso sadico dondola
davanti ai miei occhi la mia boccettina piena di asfodelo << perso
qualcosa? >> mentre
dietro di lui Goyle trattiene a stento una delle sue
risate scimmiesche. Io non ne posso più di lui e di tutte le sue stronzate così gli bisbiglio
minacciosa << Dammi la boccetta. >> ma lui
con falsa innocenza se la rigira tra le dita e fa un finto << Ah, ci devo
pensare. Certo, se tu fossi più gentile… >> << Zabbini,
molla quella boccetta ADESSO! >> sbotto più irritata che mai ma lui si
guarda intorno sadico per poi puntare gli occhi sul
calderone di uno di Tassorosso che al banco accanto a
quello di Draco sta distillando la Polisucco.
Lo vedo prendere la mira e io non posso fare a meno di dire
con voce roca << Dannazione, fermati Zabini!
>> << Perché ti crea qualche problema?
>> per poi
caricare il lancio. Io mi sporgo in avanti per fermarlo ma non in tempo. Con
assoluta precisione, dovuta al suo ruolo di cacciatore a Quidditch,
lancia la boccetta verso il Tasorosso ma il mio
intervento devia la parabola e l’asfodelo centra in pieno il calderone di Malfoy che aveva appena aggiunto
polvere di artigli di drago alla sua pozione.
Avviene tutto il un attimo, la reazione è esplosiva e lo strano liquido
verde si riversa in giro per la stanza ma colpisce in particolare Malfoy che stava in quel momento rimestando la pozione.
Nella classe è il panico: si sentono chiaramente i lamenti di Draco, deve essersi bruciato; tutti i ragazzi della fila si
allontanano dalla pozione che ha cominciato a rilasciare un denso e acre fumo
nero ed io non so assolutamente cosa fare, ma rimango bloccata al mio posto pallida mentre sento lontane le risate di Zabini su Potter. Il professor Lumacorno nel giro di dieci minuti e con rapidi colpi di
bacchetta riporta l’ordine nella stanza e dopo aver controllato lo stato di Malfoy e averlo spedito in infermeria fissa la mia zona
della classe e urla a pieni polmoni, risvegliandomi dal mio stato catatonico
<< VOI! VI RENDETE CONTO DI COSA AVETE COMBINATO! >>
Aspettate un secondo, perché
ha parlato al plurale? Non può credere sul serio che io c’entri qualcosa! È
tutta colpa di questo buzzurro, io che c’entro! Sto per tentare di discolparmi quando Zabini, forte
dell’appoggio del professore dice << Mi scusi professore ma Bullstrode mi ha urtato e mi ha fatto cadere la boccetta e…
>>
Viscido verme! Come osi dare tutta la colpa a me! E poi chi
potrebbe mai crederti? Hai spedito la boccetta tre banchi più avanti? Andiamo non può crederti sul serio!
Lo sto ancora fissando con
sguardo di fuoco quando il professore dice cambiando
completamente tono e addolcendosi << Sono sicuro che è stato un malinteso
ma dovrete comunque andare dalla Preside. >>
Io resto al mio posto a
fissare la schiena di Zabini che percorre l’aula
senza dire una parola quando la voce di nuovo
scorbutica del Professore mi risveglia << Signorina Bullstrode,
aspetta un invito via gufo? Vada immediatamente in presidenza! >> e così non posso fare a meno di seguire il mio tormento.
<< AVETE IDEA DI QUELLO
CHE AVETE COMBINATO! >> Appena la preside ha messo piede nel suo studio ha attaccato con la ramanzina, ma perché i professori
sono così ripetitivi poi! Zabini è così dannatamente
tranquillo vicino a me, solo un pochino annoiato dall’idea che possa fare tardi a cena. Io invece sono
semplicemente TERRORIZZATA. Non è facile essere la
secondo genita di una famiglia purosangue, non hai mai niente di
abbastanza interessante da offrire al mondo per farti notare. In effetti è uno dei motivi per cui mi impegno tanto nello
studio o comunque nelle cose che so fare. Forse è un po’ infantile, ma è un
modo come un altro per avere uno scopo. Se venissi
espulsa da Hogwarts, non mi resterebbe più nulla e
sarei costretta a vivere per sempre nella solitudine. Ho quasi 17 anni e, cosa
assolutamente scandalosa per l’alta società magica, non ho ne
un pretendente ne un fidanzato. Tutte le Serpeverde
del mio anno sono, in modo più o meno ufficiale, già
fidanzate e qualcuna già sta pianificando il matrimonio. Io, che sono la
secondogenita, sono riuscita ad estorcere ai miei la promessa che fin quando avrei avuto voti eccellenti e non mi fossi
fidanzata ufficialmente, avrei potuto intraprendere la carriera di medimaga. Quindi, non mi importa
se dovrò strisciare e accettero senza battere ciglio
qualsiasi punizione si inventerà la vecchia megera, infondo ne va di mezzo ben
più del mio futuro.
<< …grazie alla vostra
bravata il signor Malfoy è in uno stato molto
particolare che necessita assistenza costante. Mi
aspetto da voi quindi la massima e assoluta collaborazione e assistenza a
Madama Chips. >>
Oh, a
quanto pare non verrò espulsa. Un bel risultato.
<< …verranno
tolti 300 punti alla vostra casa… >> Zabini
sbuffa impaziente << …e non perdere i vostri privilegi nella scuola. Si Zabini, non faccia quella
faccia, dovrà lasciare la squadra di Quidditch.
>> << Mi scusi preside >> borbotto a
quel punto io << dovrò lasciare anche io l’impegno con la Professoressa Sinister? >> << No, la
professoressa mi ha già comunicato la necessità della tua collaborazione, anche
se purtroppo dovrai rinunciare alla votazione extra spettante a fine anno. >>
E ti pareva che non c’era il bidone! Zabini mi fissa
adesso ghignante, non capisco che diavolo ha da ridere, ho come la sensazione
che ancora non ci abbia detto tutto.
<< andate in infermeria
ora, e fatevi spiegare attentamente da Madama Chips e
fatevi dare tutte le istruzioni del caso. >> Conclude
la McGrannith
con un insolito sorrisino sulle labbra. Mi chiedo se sia prerogativa dei
presidi sorridere a quel modo.
Siamo appena usciti dal corridoio quando Zaini mi guarda e dice << Perché
quella faccia? >> << Niente >> rispondo tranquillamente
<< mi domando solo perché non ci hanno punito. >> << NON CI
HANNO PUNITO? >> sbotta irato lui << ha praticamente
regalato la coppa del Quidditch e quella delle case
ai Grifoni! >> <non te ne mai fregato niente dei punti che facevi perdere
alla nostra casa, mi sembra! E poi avresti potuto ammazzare Malfoy
con tutto l’asfodelo che hai fatto cadere TU nel
calderone! Credo che ci sia andata bene se dovremmo
subirci solo le lamentele di Draco fino a Natale!
>> sbotto io per poi piantarlo nel corridoio e
entrare in infermeria. Qui trovo Madama Chips che sta
chiudendo il paravento davanti al letto di Draco e mi
raggiunge immediatamente. Aspettiamo che arrivi anche Zabini
e ci fa strada verso il letto ma inizia a parlare
senza spostare il paravento << il signor Malfoy
è in una situazione molto particolare che richiederà la vostra completa e
totale attenzione. Il professor Lumacorno e la
professoressa Sprite hanno detto
che la cura non sarà pronta prima della primavera, quindi fino ad allora
dovrete assisterlo 24 ore su 24, avrete una stanza appositamente per voi tre
nel dormitorio e dovrete fare in modo di organizzare il vostro tempo in modo
che non rimanga da solo. >> io sono sempre più confusa: nessuna punizione
e fare da balia a Draco fino a primavera senza un
perché? Mi faccio coraggio e chiedo << Madama,
ma come mai nessuna punizione? >> per sentirmi dire ridacchiando <<
Oh, ma come mia cara, non hai capito? È questa la vostra punizione! >> per poi scostare il telo e rivelare Draco
Malfoy nel corpo di un innocente bambino di Due anni.
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Capitolo 3 *** Capitolo III ***
Capitolo III
Lisci e
morbidi fili di seta d’oro; occhi grigi aperti su due morbide guanciotte rosa; il corpo piccolo perso nella divisa da
Caposcuola verde-argento. Merlino,
se non sapessi chi è direi che è un amore! Si guarda
in torno un po’ spaesato per poi puntare gli occhi su Zabini,
ridurre gli occhi d’acciaio a due fessure gelide e cominciare a borbottare
contro Zabini ed io e madama Chips non possiamo fare a meno
di ridere. È impossibile non farlo vedendo la tipica espressione incazzata di Malfoy su di un
visino così dolce! A vederlo ti fa venire voglia di coccolarlo!
<< Cos’hai da lamentarti? >> ribatte il ragazzo. Così strano vederli l’uno accanto all’altro mai come in questo momento
in completo opposto. Il bambino risponde con un insensato borbottio in
cui biascica << …toto Bbini!
>> e alzandosi
goffamente e mettendosi in piedi sul letto. Io non posso fare a meno di avere
un moto di imbarazzo e tenerezza insieme: è vestito
solo della camicia sbottonata ed è Malfoy, eppure è
il corpo di un bambino molto piccolo. Io arrossisco e sorrido e lui, notando la
mia reazione dice << No ridi!
>> puntando i piedini e facendo di nuovo quella faccia
buffa << Oh, va bene! >> gli rispondo con tono
accondiscendente, non riuscirebbe in alcun modo a farmi arrabbiare conciato
così, è dolcissimo. Eppure mi rendo conto,
guardandolo, che devo fare qualcosa. Non so spiegarlo bene… mi sento… colpevole…
colpevole, anche se non ho fatto nulla in realtà. È stato solo un errore, una
fatalità eppure… le mie mani tremano. So per certo, vedendolo qui, ora, che
tutta Hogwarts venderebbe l’anima per vedere questo:
il grande Draco Malfoy debole
ed indifeso.
Un bambino.
Ed io?
Io non sono mai stata della
cricca di Malfoy, a parte forse al quinto anno, ma
neanche contro di lui. Visto da fuori la vita qui ad Hogwarts sembra che sia fatta solo di Malfoy
o Potter; o con l’uno o con l’altro; buono o cattivo;
auror o mangiamorte. Io non
ho mai apprezzato questa divisione della vita così rigida: non esistono santi e
demoni. Ognuno è capace di profondo egoismo o infinita generosità, in qualsiasi
momento.
Ed io ora mi trovo tra le mani la vita di Malfoy e non so cosa fare:
Potrei andarmene, andare in sala grande ed urlare << Hay
ragazzi, chi vuole vedere Malfoy con il pannolino? >>
. Penso che i Grifoni impazzirebbero dalla gioia e la cosa non dispiacerebbe
neanche a tutti quelli che Draco ha
maltrattato in questi sette anni perché “feccia non all’altezza della purissima
casata Malfoy”.
Oppure potrei andarmene nella mia stanza e lavarmene le
mani. Fingere che non sia successo nulla e dedicarmi a
qualcosa di più costruttivo, come i compiti di difesa o di trasfigurazione.
Volto la testa verso Zabini e lo vedo fare un sorrisino sghembo e tirare fuori dalla tasca interna dal mantello un portasigarette d’argento.
Io mi volto immediatamente temendo di vedere la faccia indignata e furibonda dell’infermiera
della scuola ma non trovo nulla, se non lo spazio vuoto accanto a me. Ritorno a
fissare il mio compagno di sventura che dondola tra le labbra una corta
sigaretta bianca; borbotta << Non è diverte dipendere da qualcuno eh
>> di fronte all’espressione seccata del piccolo Malfoy
e con un gesto indolente della bacchetta accenderla diffondendo nell’aria il
profumo acre del tabacco. << Ma ti sei bevuto il
cervello! >> inveisco allora io << È VIETATO fumare in infermeria,
e poi qui c’è un bambino e non puoi… >> ma vengo
bellamente ignorata dai due troppo impegnati a litigare tra di loro per la
piccola scatola d’argento, su cui spicca il marchio dei Malfoy,
che è tenuta tra le dita dell’altro mentre il piccolo cerca di prenderla
dicendo << Mia…dammi! Mia! >>.
Zabini continua a giocare un po’ così ma
si stanca presto e indolente si infila la scatolina in tasca e decreta <<
Io non ho la minima intenzione di fare da balia a questo marmocchio. Che se la cavi da solo, io me ne vado. >> e si rivolge verso la porta per uscire. In me scatta
qualcosa: non è il mio migliore amico ma, per quanto
sia allettante la cosa, non posso abbandonarlo in questa situazione! È pur
sempre un mio compagno di casa così esplodo << DOVE CREDI DI ANDARE! È un
nostro compagno di casa! Dobbiamo aiutarlo! E poi tu
non eri un suo amico? Dovresti vergognarti Zabini!
>> Ma lui senza voltarsi, solo fermandosi sulla porta dice << Ti
sbagli Bullstrode, eppure dovresti saperlo, tra le
serpi non esistono amici. >> e
se ne va sbattendola. Io resto ancora un po’ spaesata ma
il pianto sommesso di Malfoy mi risveglia e
avvicinandomi a lui gli dico semplicemente << Hay,
non piangere su. Adesso ci pensa Milly a te. >> anche se sembra tanto una
frase da romanzetto rosa
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Capitolo 4 *** Capitolo IV ***
Due letti a
baldacchino; una nursery; dei giocattoli; una culla. Sospiro finendo di sistemare le mie ultime cose
mentre gia Draco sonnecchia tra i giocattoli dopo
averli controllati uno per uno. Ho fame, ma ho preferito non andare in sala
grande. La notizia di quello che è successo a Draco
ha fatto il giro del castello e da un paio d’ore a questa parte c’è stato un
continuo pellegrinaggio di gente. Tutti quelli della cricca di Malfoy, Pancy in testa, sono
passati da questa stanza e si sono messi a completa disposizione per servire il
loro principino viziato. Anche
se, cosa che mi ha un po’ stupito, non mancano i voltagabbana tra le serpi, e
non parlo solo di Bla…ehm Zabini.
Prima ho sentito Avery cercare di ingraziarsi Tiger. Non so cosa si siano detti, ma se Malfoy dovesse sospettare che
qualcuno vuole diventare il nuovo principe delle serpi, non credo che gliela
farebbe passare liscia, bambino o meno. Ho appena finito di sistemare le ultime
cose quando un nuovo crampo sale dal mio stomaco. Ho
VERAMENTE fame! DIETA DEL CAVOLO! A pranzo ho mangiato solo insalata e adesso
sono a pezzi, e come se non bastasse ho una voglia matta di cioccolato ripieno
di mielandia. Oh, devo solo smettere di pensarci. Al
diavolo Pancy, mia madre e la loro stupida fissa sulle diete. Ma si, vado a tavola, forse se sono fortunata quando serviranno i dolci Pancy
sarà troppo distratta a badare a Draccuccio suo per
vedere cosa prendo. Mi avvicino a Malfoy che scopro
non stare dormendo, ma impegnato a fare a pezzi un pupazzetto di Krum. Dicevo che era troppo
tranquillo! << Malfoy, andiamo a mangiare
>> << … otto! >> << Ma va? Ed io che devo farci? >> << Giusta! >>
<> andiamo, il moccioso non penserà mica che io
sono una specie di cameriera che sistema quello che lui rompe! << Dai
vieni che andiamo a mangiare. >> gli dico prendendolo
per mano e lui me segue remissivo, troppo remissivo. Strano, considerato come era fino a questa mattina, me l’aspettavo più
piantagrane. Stiamo per uscire quando gli occhi mi
cadono sull’armadio della stanza. Draco ha ancora addosso quella specie di tuta con cui lo ha vestito la Chips
prima di lasciarmelo. Ha detto che devo fare la brava mammina con lui. Mammina un
CAVOLO! Io ho sempre detestato i bambini, troppo dipendenti dagli altri. Eppure, non mi va di farlo entrare in sala grande così, non
è abbastanza “Malfoy” vestito così! Così apro l’armadio
e vedo tutto il ben di Dio in miniatura che ha messo a disposizione il preside
e…mi viene un infarto: qui gronda orgoglio Grifondoro
da tutte le parti, che Merlino ci salvi e Morgana ci protegga! Chiudo immediatamente
le ante prima che Malfoy
veda qualcosa ma lui inizia ad insistere << ..api! >> << No, Draco! Non c’è niente di bello qua dentro! Andiamo da Pansy, vieni. Lei ha la
torta alla zucca! Ti piace no? >> << API!!!
>> ripete impuntando i piedi e urlando con quanto fiato ha in corpo, che
considerato quanto è piccolo è parecchio. Ma perché non
mi faccio mai gli affari miei! << E va bene Malfoy,
ma non dire che non ti avevo avvisato! >> e così, dopo aver aperto l’armadio lo predo in braccio per
fargli avere la migliore panoramica dell’interno. Io aspetto che come minimo
svenga, insomma è piccolo ma non è scemo, ma per quasi
un minuto non emette fiato. Poi improvvisamente si sblocca e dice solo <<
Chifo! Quetto Potter! >> beh, non si può dire
che non abbia colto il problema! << Visto che è brutto? Dai andiamo da Pancy! >>
dico per tranquillizzarlo ma non ho neanche il tempo
di fare un passo che mi ritrovo il ghigno di Malfoy
in miniatura davanti agli occhi che mi dice innocentemente ( per quanto può
esserlo un Malfoy) << No Pancy!
Tu cambia! >> << Ma cambiare cosa! È un
sacco di roba! Ci vorrà almeno un paio d’ore per trasfigurare tutto! Dai adesso
devi mangiare! Lo faccio dopo cena! >> ma niente da fare, Malfoy è più cocciuto del previsto e così mi fa perdere
mezza cena per sistemarlo come Merlino comanda. Ha accettato
almeno di vestirsi alla babbana così adesso ha un bel
maglioncino verde intenso con un drago d’argento
ricamato sopra e dei comodi pantaloni marroni e corre
intorno al tavolo verde-argento per far vedere il piccolo capolavoro di “orgoglio
slayterin” che è diventato e mentre lo raggiungo al
tavolo posso vedere chiaramente il ghigno soddisfatto dei grifoni spegnersi e
qualcuno lanciare occhiate verso il magico trio. La Granger
invece sembra cadere dalle nuvole e non capisce la reazione dei suoi compagni
di casa. Cos’è senza la zannuta non siete capaci di
tirar su uno scherzo decente? Comunque dovrò fare
attenzione. Ci mancavano solo loro, come se non avessi già abbastanza grane!
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Capitolo 5 *** Capitolo V ***
Il primo giorno è volato via
così, ed anche il secondo, il terzo, il settimo. Sono la vice mamma di Draco da una settimana e ormai lui è entrato a pieno titolo
nella mia routine quotidiana: svegliarsi prima del solito, cambiargli il
pannolino, pappe, bagnetti, ormai non sono più un problema. Il vero problema è
la stanchezza: tra i miei compiti e quelli di Draco, il
lavoro con la Sinister e badare a Draco,
non ho più un secondo per me. Anche la scuola è andata avanti rompendo gli
equilibri, ormai c’è una specie di faida tra varie persone che vogliono prendere il posto di Draco come
nemesi di Potter, perfino qualche Tassorosso,
mah! Anche se in tutto questo quello che ci guadagna è
proprio Potter, anche se lo vedo un po’ strano in
quest’ultimo periodo, come se avesse troppe preoccupazioni. Oramai
riesco ad avere un po’ di pace solo nella mia stanza ed è quasi mezzanotte.
Sono riuscita a far dormire quel piantagrane di Malfoy
e sto sfogliando svogliatamente le pagine rosa della gazzetta del profeta
arrivate questa mattina quando Katie
Grant, una ragazza del sesto anno, entra nella mia
stanza con un sorriso a trentadue denti e squittendo come un criceto << Hay Milly, hai da fare domani? >> mi chiede
mantenendo a stento l’eccitazione << A dire il vero no >> rispondo
accomodandomi meglio sul divano su cui ci troviamo << Insomma, domani è
domenica e anche se c’è la prima uscita ad Hogsmaide non credo che andrò da nessuna parte. Penso che
resterò al castello. Perché? >> << Beh,
vedi io e altre ragazze del sesto volevamo organizzare
un pic-nic al lago e avevamo pensato di invitare anche voi del settimo. Abbiamo
visto anche le previsioni sulla gazzetta e pare che sarà
una vera giornata estiva. Che ne dici di venire con
noi? Potresti portare anche Malfoy così vi diverte un po’, non credi? >> << Oh beh, l’idea
sembra carina. Che hanno detto le altre? >>
<< A dire il vero le altre hanno già detto di si
e sono certa che tu non vorrai mancare! >> dice rimanendo sulla porta,
quasi come se dovesse scappare da un momento all’altra. << Bene! Allora
non mi resta che accettare >> dico io cercando di trattenere la leggera
delusione che vela la mia voce; detesto essere chiamata sempre per ultima,
sembra quasi che non sia gradita la mia compagnia! << Ma
perché non ti accomodi? >> riprendo io cerando di essere
gentile << Posso offrirti qualcosa? >> << Oh no, Milly, ti
ringrazio, ma è veramente tardi e non posso trattenermi! Ci vediamo domani in mattinata al lago! Mi raccomando porta
il costume, potremmo fare un bel bagno! >> dice ormai sulla porta
e salutandomi con la mano e ignorando il fatto che io
sia ormai violacea al solo pensiero di farmi vedere dalle altre in costume da
bagno, che orrore! Non sento quasi il suo saluto troppo presa
dai miei pensieri ma all’improvviso mi coglie un’illuminazione: ha detto
proprio “tutte hanno già accettato”? cioè tutte TUTTE? Oh, santi Merlino, Morgana e Calipso!
Questo vuol dire che verrà anche Daphne Greengas! Sono MORTA! SEMPLICEMENTE
MORTA!!! Daphne è in assoluto la ragazza più bella
di tutta Hogwarts, anche un cieco se ne accorgerebbe!
Io non reggerò mai il confronto con lei! Forse dovrei inventarmi una scusa o,
ancora meglio non farmi vedere affatto, almeno salverò
la mia dignità! Però… cavoli, una giornata tutta per
noi! Potrebbe essere l’ultima volta in cui potremmo fare una cosa del genere,
non sono sicura di volermelo perdere. Forse potrei arrivare ad un compromesso, infondo ho promesso di
andare, non di fare il bagno con loro! E poi l’acqua sarà
sicuramente fredda, insomma siamo in Scozia mica ai tropici, e sicuramente non
adatta ad un bambino piccolo come Draco! Perfetto,
potrò starmene per gli affaracci miei senza dovermi
preoccupare! Magari se sono fortunata non si
accorgeranno neanche se rimango vestita, tanto tutte domani saranno troppo
impegnate a venerare Daphne – culo- da favola – e –
cervello – di – gallina – Greengas! Oh, ma poi chi se
ne frega, al resto penserò domani, adesso ho solo
voglia di una dormita.
Come previsto, la mattinata è
passata in fretta e senza troppi danni per la mia autostima. Me ne sto
tranquilla all’ombra di una delle querce che segnano il perimetro del lago mentre Malfoy gioca con
alcuni sassi trovati sulla riva. Fingo di leggere interessata la gazzetta del
profeta, mentre invece i miei occhi e le mie orecchie
non la smettono di seguire Daphne. Il costume verde nuovo che avevo comprato il mese scorso per le mie vacanze, che mi era
sembrato tanto bello e raffinato, sembra uno straccio preso tra l’usato ed io
sembro terribilmente goffa e sgraziata al confronto con il fisico perfetto di
Daphne avvolto nei pochi centimetri di stoffa bianca ornato di corallo che
indossa. La verità è che il centro dell’attenzione è lei,
con le sue chiacchiere, i suoi gesti, il suo passare con falsa indifferenza le
dita nei morbidi ricci biondi o l’ammiccare con i suoi occhi da gatta. Ed io mi
sento divisa e combattuta tra due istinti: uno felice di non essere il centro
dell’attenzione ed uno bruciante di invidia per lo
stesso motivo. In questo momento Daphne sta elencando le sue avventure estive e
anticipando la sua intenzione di provarci con Zabini, l’unico in tutta la scuola a non aver ceduto mai al
suo fascino quando mi esce fuori, quasi senza rendermene conto, << Non
credo che sia interessato a te! >> con tutta la bile
che ho in corpo. Per alcuni istanti non vola una mosca e anche io sono
abbastanza scioccata da quello che ho detto: da dove diavolo mi è uscita
questa? Comunque non ho il tempo di rifletterci troppo
perché Daphne mi fissa con gli occhi verdi ridotti a poco più di una fessura e
mi chiede << Prego? >>
Sono sicura che tutte, nessuna esclusa, sta pregando perché io dica “no nulla, mi
riferivo al giornale!” ma la verità è che sono stufa di tirarmi indietro e di
farmi trattare a pesci in faccia da lei e da quelli come lei! Forse io non
potrò mai neanche lontanamente sperare di essere amata da qualcuno come Blaise Zabini, ma per una volta
non sono io quella che rimane a guardare mentre altri
prendono il mio premio così le dico << Dicevo, Daphne, che da quello che
mi ha detto non mi era parso che fosse molto interessato ad avere una relazione
con te! >> << Oh ma davvero? E cosa ti fa
essere così sicura, Millicent? >>
Ok Milly, pensa in fretta!
<< Beh, deve avermene
parlato questa estate! >> << vi siete
visti durante le vacanze? >> borbotta curiosa una del
sesto anno seduta poco lontano da me << Certo, abbiamo passato le
vacanze insieme. >> dico candidamente io abbassando il giornale e
guardandola impallidire. Devo averla sparata abbastanza grossa, però non ho il
tempo di pensarci troppo perché tutta l’attenzione è rivolta su di me e Daphne
e tutte continuano a fissarci alternativamente come se stessero seguendo una
partita di Quidditch.
<< Avete passato
insieme l’estate! >> riprende sempre più agitata Daphne quasi come se
volesse saltarmi alla gola << Si, siamo stati in vacanza insieme in
Francia e abbiamo passato molto tempo insieme e... >> ma non finisco di parlare perché Pancy mi fissa furiosa e prese al volo le sue cose se ne và
di scatto mentre io le urlo dietro << … Hay Pancy, aspetta! Ma che ti è preso!
Scusate ragazze ma vado a vedere cosa succede! >> e
così pianto il discorso e, preso in braccio Malfoy e
le mie cose, seguo la mia migliore amica.
<< Si può sapere che
diavolo ti è preso!
>> dico quando finalmente riesco ad agguantarla
ormai quasi al portone di ingresso con il fiatone. << Che
è preso a me? Che è saltato in mente a te piuttosto!
Credevo che fossimo amiche, avresti dovuto dirmelo!
>> << Dirti cosa? >> cado io dalle nuvole non capendo a cosa
si riferisce. << Non fare la finta tonta con me Bullstrode! Credevo che tra noi non ci fossero segreti, ma
a quanto pare mi sbagliavo! >> <Parkinson! Non ti ho
mai nascosto niente e non capisco adesso cosa ti prende! >> << Oh,
non sai cosa mi prende? Chiedilo al tua ragazzo cosa
mi prende! >> e mi pianta nel corridoio sempre
più confusa. Ma non ho neanche il tempo di riflettere
perché mi sento afferrare da dietro. Ma oggi vogliono
tutti rompere me? << Bullstrode, che cazzo sei andata a dire alla Greengas?
>> dice affondando dolorosamente le unghie nel mio braccio << Me la
sono trovata tra i piedi al campo da Quidditch e
adesso sta strillando ai quattro venti che io e te abbiamo
una storia. Allora? >> io lo fisso con occhi
sicuramente sgranati, ma come diavolo hanno fatto! Ma
se sono a stento arrivata nella scuola! Le Slyterin
fanno paura quando si tratta di pettegolezzi! <<
Mollami subito animale! >> gli rispondo io con lo stesso tono veemente
che ha usato lui e tirando via il braccio << Io non ho detto proprio
niente di strano a quella pazza! Ho detto solo che non ti interessava,
ma non mi pare che questo sia un mistero! Vedi piuttosto di farle chiudere
quella boccaccia, non ho nessuna intenzione di
diventare il centro dell’attenzione di Hogwarts. E adesso scusami ho da fare! >> e provo a svicolarmi ma girato l’angolo mi trovo più o meno tutto il
dormitorio femminile verde – argento con Daphne in testa che aspetta solo di
vedere quello che sta succedendo ed io me ne sto impalata con la gola secca e
il cervello ridotto ad una tabula rasa. Ma è mai
possibile che debba sempre cacciarmi in situazioni assurde! Posso leggere negli
occhi di Daphne la luce della vittoria, certa di potermi umiliare per
l’ennesima volta davanti a tutta la
Casa che si tramuta in gelida sconfitta
quando Zabini mi abbraccia le spalle e mi
sussurra all’orecchio, ma in modo abbastanza chiaro che Daphne lo possa sentire
<< Scusa tesoro se ti ho messo in imbarazzo. Adesso vado
a togliermi questa, ci vediamo a pranzo ok?
>> e dopo avermi baciato la fronte si allontana
passando tra la folla.
Bene, bene dopo aver passato
il mese di luglio tra mare e sole a Gaeta sono
finalmente ritornata con un nuovo capitolo.
Ringrazio come sempre di
tutto cuore le persone che leggono e quelle che recensiscono le mie fiction.
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Capitolo 6 *** Capitolo VI ***
Cazzo, Cazzo, Cazzo!
Lo
so che ripeterlo come un mantrha non mi servirà a
molto, ma è mai possibile che solo a me capitino situazioni del genere? Credevo
che il mio destino fosse quello di avere una semplice, tranquilla e NOIOSA
esistenza! Cos’è, nella mia vita precedente ero il
signore oscuro in persona? Adesso mi ritrovo in un guaio grosso quanto il
ministero! Scommetto che chiunque altro se la sarebbe cavata con un paio di
risate davanti al camino con della burrobirra del
tipo “Allora, cos’è che hai detto a Daphne?” “ Sai le ho detto
che ho passato l’estate con quello che le piace. Dovevi vedere la sua faccia!
Davvero epocale!” e finire a ridere come deficienti! E
invece NO! Perché quando gli altri contano balle se la
cavano con una pacca sulle spalle e invece a me tocca l’umiliazione sulla
pubblica piazza? Zabini, come minimo, vorrà la mia
testa e sicuramente sarà disposto a fare qualsiasi cosa, perfino baciare Daphne
in sala grande, pur di fare dispetto me! Come se poi IO fossi già abbastanza
popolare! Sicuramente, dopo l’esibizione che sta preparando Zabini,
passero il resto dell’anno con tutta la scuola a sparlarmi dietro già me li sento dietro a sparlare: “Visto che sfigata! Si è inventata
di avere il ragazzo! E poi che infame, inventarsi una storia del genere quando sapeva benissimo che piaceva a Daphne!” sono sicura che
perfino i Tassi mi distruggeranno! L’unica soluzione è evitarlo! Ha detto che mi aspettava in sala grande, basterà tenersi
lontana da lui più o meno per il resto dell’anno, sai che ci vuole! Per il
resto della casa sicuramente ci saranno altre centinaia di pettegolezzi più
succosi del mio prima di cena!
<<
Milly, pappa! >> la vocina di Malfoy e il
leggero strattonare alla mano mi risvegliano dalle mie elucubrazioni mentali e
mi riportano sul pianeta terra e mi costringono a fare i conti con la triste
realtà, non posso evitare la sala grande in eterno! Dipendesse
solo da me, sarebbe una mano santa, almeno forse sarebbe la volta buona che
perdo i miei chili di troppo, ma non sono da sola, non posso dimenticarmi che
mi è stato affidato un bambino. Così non mi resta altro da fare che essere
matura, fare buon viso a cattivo gioco e affrontare le
conseguenze delle mie azioni. Sento gli occhi della sala bruciare sulla mia
schiena e resto in silenzio, ignorando anche i pochi che hanno il coraggio di
fare un accenno di saluto verso di me. Circa al centro della lunga tavolata c’è
un buco di circa tre o quattro posti su entrambi i lati al centro del quale c’è Zabini e i primini
schiacciati ai lati come protezione dalle malelingue. Vorrei passare oltre ma
due occhi blu come l’oceano più profondo e gelido mi inchiodano
in piedi al mio posto, e non mi resta altro da fare che sedermi di fronte a lui
e cercare di comportarmi ne modo più naturale è possibile anche se le mani mi
tremano leggermente, e lui se ne accorge ma finge di non vedere. Passano minuti
interminabili di silenzio, tanto che la sala riprende la sua vita di rumori e
di parole, che quasi non mi ero accorta mancasse.
Cerco di evitare il suo sguardo con tutte le mie forze e dedico tutte le mie attenzioni al bambino che ho in braccio, che
quasi come se volesse aiutarmi, fa tutto ciò che è in suo potere per tardare la
fine del pranzo, come se questo bastasse per farlo desistere. Quando il piatto
di Draco ormai è vuoto, però, non so cosa fare: la
sala è più vuota e più silenziosa di prima, forse qualcuno ha deciso di lasciar perdere ed è andato via, e a me non resta altro da
fare che fissare il suo volto cesellato su cui ricadono ribelli ciocche scure. So
bene che non è il momento, ma mi beo della sua bellezza. Sembra assurdo da
dirsi, ma lui è bello perfino quando rabbia e vendetta agitano il suo animo, ed
io ho il privilegio di essere una delle poche persone ad aver visto questo suo
aspetto, anche se forse non è qualcosa di cui andare fieri. Il leggero
ticchettare delle posate sul piatto mi risveglia dal mio sogno e mi costringe a
tornare sul ciglio del precipizio su cui mi trovo. << Non credevo che
avresti avuto il coraggio di venire. Mi racconti un po’ cos’è
successo di preciso? >> si limita a dire dopo aver passato il tovagliolo
sul bordo delle labbra alla fine del pasto, non mi ero neanche resa conto che
lui stesse mangiando. Lo scruto un istante e dalla
piega delle sue labbra capisco che lui sa perfettamente, nel minimo dettaglio,
cosa è successo e cosa è stato detto in riva al lago, ma semplicemente lui
vuole che sia io a parlare, che sia la mia voce a dire quello che è successo.
Non so cosa dire, nulla di quello che provo adesso servirebbe a migliorare in
qualche modo la situazione: il mio orgoglio mi dice di rispondere “Si, sono qui
e no, non ho intenzione di dirti come è andata. Almeno
ti ho rovinato un po’ la festa!” mentre la mia vena
pavida direbbe “Si e sono venuta a chiederti scusa e a dirti che sono disposta
a tutto pur di evitare la pubblica umiliazione” e poi c’è una parte di me che
vorrebbe…
<<
Tutto quanto? >> mi chiede furba la voce di lui
guardandomi intensamente, quasi stesse cercando di vedermi attraverso mentre vedo
chiaramente un piano prendere forma nella sua mente dal riflesso delle sue
iridi. << Come, scusa? >> chiedo io leggermente confusa non capendo
cosa c’entra la seconda frase con la prima ma il suo
sorrisino sghembo mi causa un brivido lungo la schiena. Merlino, Calipso, Morgana e sacri Druidi, vi prego, ditemi che non ho pensato ad alta voce DI NUOVO!
<<
Non ho gradito molto quello che avresti voluto dirmi, se avessi ascoltato il
tuo orgoglio; in effetti, se vuoi un consigli disinteressato,
ti consiglio di dare più spesso retta alla tua parte pavida, sembra essere la
più assennata del tuo cervello. Hai detto che sei disposta
a tutto pur di evitare una pubblica umiliazione e, d’altronde, io sono una persona
ragionevole >>
Ma perché
mi capitano sempre situazioni del genere! E poi,
perché prevalgono sempre le idee sbagliate! Secondo me
è ora che cominci a prendere in seria considerazione la vita da eremita!
<<
Allora, rispondi alla mia domanda? >> dice prendendo la scatoletta
d’argento dal mantello ed estraendone una sigaretta << Cosa
hai detto alla Greengas per farla imbufalire a quel modo? >>
Al
diavolo, che sia dannata se mi faccio mettere i piedi in testa in questo modo! Tanto
nella merda già ci sono, tanto vale
andarci con stile!
<<
Le ho detto che avevamo passato le vacanze insieme e
che in quella occasione mi avevi detto che lei non ti interessava >>
rispondo quindi drizzando la schiena per guardarlo meglio negli occhi. Lui
fregandosene dell’occhiataccia della McGrannith ha
acceso la sua sigaretta e ha cominciato ha fare qualche tiro distratto
mentre beve il suo caffé all’italiana che solo Dio sa come fa a
procurarsi per poi dire << E la novità dove sarebbe? È dal quinto anno
che non la calcolo di striscio. >> << Mi dispiace per il tuo ego, Zabini >> gli rispondo a questo punto con tono piccato << ma in effetti la notizia non sarebbe questa!
Anche se non ho capito perché sarebbe tanto scandaloso il fatto che io e te saremmo andati in vacanza! >> gli spiego con l’ultimo
grammo di pazienza che mi è rimasto. << Chi sa, forse lo scandalo è il fatto che tu avresti passato le vacanze con un uomo!
>> << Ma va? E dove
sarebbe? >> dico io con tutto il sarcasmo di cui sono capace, ma lui non
si tira indietro e mi risponde << Sarà che non ne hai mai visto uno, per
questo non riconosci quando ti sta davanti!>> fa
lo spiritoso lui ma a quel punto mi scappa di dargli un calcio da sotto il tavolo
diritto sullo stinco che lo porta a fare una smorfia di disappunto piegandosi
per massaggiarsi la parte offesa. << Non ti troverai mai un ragazzo così Bullstrode! >> dice tornando a fissarmi diritto negli
occhi con tono di sfida. Non lo sopporto! Non ho ancora incontrato la persona
giusta per essere felice e mi sono innamorata della persona sbagliata
ma non accetto che si prendano gioco di me e dei miei sentimenti così
dico << Non mi serve certo un ragazzo, non saprei che farmene! >>
sporgendomi verso di lui puntellando le mani sul tavolo. Lui si mette nella mia
stessa posizione e quasi ringhiando dice << Sei lesbica
o frigida? >>. Ci fronteggiamo così per alcuni secondi, dimentichi di
tutto il resto per poi riprendere << Piantala se
non ne vuoi un altro! >> << Ti piace sadomaso allora! Chi l’avrebbe
mai detto che nascosta sotto la suora c’era una tigre!
>>. Alla fine mi rendo conto di essermi sporta tanto da poter sentire il
suo respiro sulle mie labbra e per difendermi, non mi resta altro che sedermi
di nuovo di malagrazia sulla panca e con tutta l’irritazione che ho dire
<< Zabini, non sono dell’umore per le tue stronzate, quindi taglia corto!
Mi hai fatto venire fin qui per dirmi qualcosa? Perché
altrimenti io avrei altro da fare! >> << L’hai voluto tu, Bullstrode. >> dice lui sedendosi a sua volta e
prendendo l’ultimo sorso, ormai freddo di caffé per darsi un tono per poi
continuare <<
Hai detto che io e te avremmo passato le vacanze insieme. >> << E allora? >> rispondo io con tono di sfida ma lui mi gela con un occhiata << Non mi va che
mi si faccia il mio nome e potrei fartela pagare, a meno che… >> fa un
sorrisino furbo e io capisco che forse siamo arrivati al nocciolo della
questione << A meno che cosa? >> << A meno
che tu non mi dia un piccolo aiuto durante l’anno. >> Ci siamo!
Ecco dove voleva andare a parare! << Ancora? Cosa
vuoi? I compiti per il resto dell’anno? Qualcuno che faccia la manutenzione
alla tua roba da quidditch? O…
>> << Voglio che tu divenga la mia fidanzata per il resto
dell’anno! >> e, detto questo tira fuori dalla
tasca dei calzoni della divisa una scatolina di velluto verde.
Ecco,
questo non lo avevo calcolato! Il fiato mi si mozza in
gola e la salivazione è ridotta a zero. La situazione mi sta DECISAMENTE
sfuggendo di mano! È da una vita che sogno che lui mi dica una cosa del genere,
eppure è così SBAGLIATO! Avrei volto che mi guardasse con calore e che provasse
qualcosa per me. Invece cos’è questo scherzo? È vero
dunque che non ha cuore, come dicono tutte le ragazze che sono state con lui?
Lui
interpreta il mio silenzio come segno di interesse e
continua quindi a blaterare di troppe corteggiatrici e di asfissianti
attenzioni e di come l’idea gli fosse venuta per quello che ho detto io.
<<…mi domando come mai non ci ho pensato prima! È un piano perfetto,
dovrai solo fingere di essere la mia ragazza per
qualche tempo, poi se trovo qualcuna di più interessante, basterà dire che
abbiamo rotto. >>
Il
suo cinismo mi fa quasi schifo! << Ed io non
conto! Secondo te dovrei fingere di essere la
fidanzatina perfetta e aspettare te che fai i comodacci
tuoi! >> sbotto ormai irata e la mia voce rimbomba nella sala ormai
vuota. Ci fissiamo a lungo, lui seduto ed io in piedi, dimentichi di tutto e
tutti ad aspettare che qualcuno dica qualcosa. << E
se rifiutassi? >> dico alla fine dopo essermi calmata un po’, ma lui mi
risponde alzandosi << Non puoi rifiutarti, ho già mandato l’annuncio del
nostro fidanzamento alla Gazzetta del Profeta, sarà pubblicato entro stasera, amore.
>>
|
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Capitolo 7 *** Capitolo VII ***
<< Hay,
hai letto la gazzetta stamattina? Lo dicevo io che c’era qualcosa che non
quadrava! >> << E non sai cosa mi hanno
raccontato delle Slyterin del terzo anno! >> <<
Cosa? Dai non tenermi sulle spine! >> <<
Beh, pare che lei ieri abbia detto che hanno passato
insieme le vacanze! >> << Non posso crederci! E…insomma,
secondo te lo hanno già fatto? >> << Ma insomma,
hai capito di chi stiamo parlando! Monique Sanders, di corvonero ha detto che la
Bulstrode doveva andare in vacanza
per tutta l’estate a Nizza, capisci che intendo! Soli due mesi a Nizza! Secondo
te non l’hanno fatto! >> <<
Giura! >> << Si! E non hai visto ieri che
hanno mangiato da soli? >> << Dio, mi sento un verme! >>
<< Perché scusa? >> << Beh, alla
fine dell’anno scorso sono uscita con lui un paio di settimane, niente di serio
chiaro, ma se sono andati in vacanza vuol dire che
stavano già insieme e… >> << oh, Hanna di
questo non mi preoccuperei! >> << Perché dici questo
Susan? >> << Oh, solo voci di corridoio,
ma pare che fin ora non si sia mai fatto scrupolo a farsi chiunque.
Insomma, qui lo dico e qui lo nego, ma lei mi fa quasi pena, considerato il
mandrillo che si ritrova! Insomma, non mi stuperei se
avesse già un palco di corna! E poi… >> <<
Shh, sta arrivando! >>
Laide, viscide, luride
PETTEGOLE! Dio quando odio questa scuola!
Tassorosso, Mi stanno sperlando dietro
le TASSOROSSO! Ho veramente toccato il fondo! Lo zotico con cui, almeno a
parole, sono fidanzata (e solo la parola mi mette i
brividi) non si fa vivo da almeno ventiquattro ore, il che è una mano santa per
la mia salute mentale. Anche se, secondo voi non è da
impazzire questa situazione? Ho bisogno di aria e
soprattutto ho bisogno di una persona amica con cui parlare e a cui chiedere
consiglio. Così non mi resta che partire a caccia di Pancy,
sperando che sia ancora mia amica, approfittando dell’ora buca tra le lezioni.
Ho quasi fatto il giro della scuola, mentre le voci al mio passaggio si
moltiplicano: Perché sono sola? Perché sono arrabbiata?
Perché punto verso il giardino? Forse ho saputo qualcosa?
PERCHÉ C’È SEMPRE
QUALCOSA DA SAPERE IN QUESTA SCUOLA!
Sono arrivata al chiostro
interno e sto attraversando la lunga serie di archi
gotici quando, all’ombra di una sottile colonna vedo Blaise
che sussurra qualcosa a pochi centimetri dell’orecchio di Pancy
e sento lei sogghignare in risposta mentre i pochi ragazzi fuori in cortile
fissano curiosi la scena. Non so come, ma in pochi passi sono lì e tutto quello
che controlla il mio corpo adesso è l’istinto, e la rabbia.
Non sono niente per lui, non
giriamoci intorno, eppure il mio subconscio, a quanto pare,
adora illudersi perché fa in modo che io, senza alcun vero diritto, carichi il
colpo con tutte le mie forze che va ad abbattersi contro il viso di Blaise.
Perché l’ho fatto? Perché volevo ferirlo.
L’unica cosa che volevo, era che avesse una parte del mio dolore. Così come non
so perché la voce mi si strozza in gola né da dove esce la voce rabbiosa che
strilla << DOVE DIAVOLO TI ERI CACCIATO! TI STO
CERCANDO DA ORE! MA A QUANTO VEDO SEI IMPEGNATO!
SCUSATE SE VI HO DATO FASTIDIO MA TANTO TOLGO IL
DISTURBO! >>
E mi volto per andare via, perché la verità è che non
ho più nessuno, neanche un nemico con cui litigare. Nella mia fuga non bado a
dove vado, fino a trovarmi nella mia nuova stanza, Malfoy
è ancora con la Chips, devo andarlo a prendere e, mentre
con gesto rabbioso tiro indietro dal viso le mie lunghe ciocche scure, sento
sulle mani l’umidore delle lacrime. Ho pianto senza neanche rendermene conto e
sto continuando a farlo. Ma non ho modo di sapere per
quanto continuerei perché la porta si apre ed entra Pancy
Parkinson, la mia ex migliore amica che entra a passo
di carica e mi aggredisce dicendo << Non posso credere che proprio tu
abbia fatto una cosa simile! Ammettilo che è tutto un imbroglio per avere il
mio Draco! >> << Ma quale imbroglio! E poi, quale tuo Draco! Se ci tieni tanto a Malfoy, puoi anche prendertelo! Anche
se a vederti prima non sembrava che ci tenessi particolarmente! Cos’è Zabini non è all’altezza della
sua fama? >> sputo io con tutto il veleno che ho in corpo io per sentirmi
rispondere << Come osi! Certo non sono io quella che passa tutto il suo
tempo con Draco quando ha già il fidanzato! >> << E certo non sono io quella che si è messa a fare la gatta
morta con il ragazzo della sua migliore amica! >> strepito per poi
coprirmi la bocca con le mani. Non posso crederci, l’ho
chiamato “il mio ragazzo!” sono sfottuta, completamente andata! Pancy piega le labbra nel suo maledetto sorriso di scherno
e mi dice semplicemente << TI HO FREGATO! >>. Io la
fisso più o meno come un pesce lesso, questa…. Questa… << Parkinson sei una dannata troia! >> le urlo dietro mentre lei comincia ad andare avanti. Ci inseguiamo come bambine con lei che continua a deridermi
ed io che continuo a negare << Adesso non puoi più rimangiartelo! Lo
sapevo che eri cotta di lui >> << Tu mi hai imbrogliato! E poi l’ho detto perché… beh perché fa parte del… del…
>> << Vostro accordo! >> io mi fermo ed anche lei, per
riprendere fiato ma io dico << E tu che ne sai! >> << Perché è
quello che mi stava dicendo prima della tua bella figura da psicopatica!
>> mi risponde semplicemente per poi mettersi le mani sui fianchi e dire
<< Complimenti comunque, se volevi far sapere a
tutta la scuola che sei cotta di lui, hai fatto davvero un lavoro ineccepibile!
>> << O Dio! >> mormoro io lasciandomi
cadere sul letto a faccia in giù. << Su adesso piantala,
vederti piangere una volta in una giornata è già uno shock sufficiente!
>> dice Pancy sedendosi sul letto e passandomi
le dita tra i capelli << E cosa dovrei fare secondo te? >> le
rispondo io alzando la testa per guardarla negli occhi mettendo il broncio ma lei mi fa un sorriso e mi dice << Rivoltare
la frittata e fare in modo di farlo cadere ai tuoi piedi! >> << Non
essere ridicola Pance! >> sbuffo io alzandomi e, guardandomi allo
specchio, dire con tono amareggiato << Guardami, sono grossa e goffa! È
impossibile che uno come lui voglia mettersi con una come
me. >> << Sai una cosa Milly, quando fai la frignona sei quasi peggio
di quando fai la so tutto io! >> per tutta risposta mi dice lei alzandosi
in piedi e mettendosi di fronte a me e fissandomi diritto negli occhi. Detesto
doverlo ammettere, ma anche io detesto quando finisco
a fare la frignona, ma quando si tratta del mio aspetto e di Blaise, beh non posso fare a meno di vedere solo difetti in
me. La fisso di rimando negli occhi e capisco che la mia migliore amica sa
esattamente cosa mi passa per la testa, e questo mi rincuora. Poi ripenso a
quello che ha detto… << IO NON FACCIO LA SO-TUTTO-IO! >> << Si, come no! >> mi risponde lei
per le rime avvicinandosi alla porta e aprendola per poi, guardandomi di
sottecchi continuare << e la
Granger è l’asso della squadra di Quidditch dei Grifoni! >> per poi uscire quasi
correndo. Mi slancio per inseguirla, ma vengo bloccata
sulla porta dal mio ragazzo che , a quanto pare muore dalla voglia di
rivedermi, visto che mi rimanda indietro e si chiude pesantemente la porta alle
spalle. << Seriamente Zabini, dobbiamo
piantarla di vederci in questo modo, la situazione comincia a diventare
monotona! >> sbotto io cercando di superarlo ma
fallendo miseramente. Così non mi resta che sbuffare e dire << Adesso
che vuoi?! >> << Voglio sapere che cazzo ti è passato per la testa! Mi hai mollato una sberla che avrebbe steso quello zotico che chiamano professore!
>> << E se non ti levi di torno, te ne sgancio
un’altra! Ho di meglio da fare che darti retta! L’idea l’hai avuta tu, ed io
non sopporto che si dica che io dovrei avere un
palco di corna! >> vomito fuori senza pensare troppo alle
conseguenze. Il suo sguardo si scurisce ancora e mormora solo << Se la
metti così, me ne vado… >> ma quando abbassa la maniglia per aprire
questa scatta a vuoto e la grande porta di faggio
rimane strettamente chiusa. << Che cazzo gli
piglia a sta porta! Era aperta fino
ad un minuto fa! >> sbotta lui continuando ad abbassate
convulsamente la maniglia di ottone. << Fa
vedere. >> provo allora io prendendo il suo
posto e, dopo alcuni tentativi arrendermi all’evidenza che la maniglia è
bloccata. Proviamo anche con la magia ma i nostri incantesimi falliscono
miseramente. A quel punto sbotto esasperata << Dannazione! Non posso rimanere
chiusa qui dentro! Devo andare a lezione! >> e,
come per magia, la serratura scatta e si apre, permettendoci di uscire. <<
Secondo te che significa? >> ha solo il tempo di chiedermi stupito Zaini e
quando viene gelato dalla voce della McGrannith che dice con la sua solita calma << Oh
signor Zabini, sono felice di vedere che finalmente
ha occupato il suo posto nella stanza di punizione. Darò ordine
agli elfi di spostare immediatamente le sue cose. Ed adesso
sbrigatevi, se non volete fare tardi a lezione! >> prima di sparire
dietro l’angolo del corridoio.
|
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Capitolo 8 *** capitolo VIII ***
<<
E quindi… la stanza è…è questa. >>. Ce ne stiamo ai due angoli della
stanza senza rivolgerci la parola. Abbiamo provato ogni cosa per convincere la
preside che non potevamo dormire nella stessa stanza, non ha voluto sentire
ragioni. Anzi, per essere precisi, quando le abbiamo detto che non era
“decente” ci ha riso in faccia e ha detto “Perché, volete arrivare vergini al
matrimonio?”. Non so assolutamente come comportarmi o cosa fare: per sette anni
non abbiamo fatto altro che litigare. Non c’è mai stata una parola gentile,
figurarsi un discorso civile. Entrambi sappiamo perfettamente cosa ferisce
l’altro, ma non sappiamo di cosa parlare tra noi, il che è assurdo! Non mi
piace questo silenzio pesante! Ma si, provo a rompere il ghiaccio! Così tossisco
leggermente e dico << Ehm, come erano i…i compiti ehm…si…di pozioni?
>> aspetto qualche secondo ma non mi arriva una risposta. Mi giro verso
di lui e vedo che sta sfogliando svogliato un libro ignorandomi bellamente. Ci
riprovo, per la miseria siamo persone civili, non può non rispondermi! Così mi
alzo dal mio letto e mi guardo intorno a caccia di un argomento. Di che
potremmo parlare? Scuola? Naa, non mi va di pensarci anche nei momenti di
relax. Libri? Non so, forse faccio troppo la figura della secchiona. Gli occhi
mi cadono sulla radio che ho in camera: bingo! Musica! A quale ragazzo non
piace la musica! Così dico, afferrando un CD << Hay sentito la nuova
canzone delle sorelle stravagarie? >> ma anche questa volta non da segni
d’attenzione. Ma chi diavolo crede di essere! Provo di nuovo ad attirare le sua
attenzione << Hay Zabini, mi hai sentito? >> << A dire il
vero ti sto ignorando. >> finalmente si degna di rispondermi facendomi
saltare i nervi.
Bene,
se vuole la guerra l’avrà! Così mi giro verso lo specchio e dico al mio
riflesso << Oh Milly allora come ti andata la giornata? >> <<
Benissimo cara! Sai oggi ad aritmanzia sono stata interogata e ho avuto una E!
>> << Di un po’, sei ammattita Bullstrode? >> mi domanda lui
interrompendo le mie chiacchiere << No Zabini, ho solo trovato qualcuno
di interessante con cui fare conversazione! >> << Oh, e pensi che anche io possa partecipare? >>
dice abbandonando quello che sta facendo e sedendosi meglio sul divano <<
Non ne sono sicura >> ribatto << infondo è una conversazione
privata! >> << Tse, come se mi importasse qualcosa! La verità è che
sembri una pazza! >> dice lui e così cominciamo con i nostri soliti
battibecchi << E tu sei solo un gran cafone! >> << Botte!
>> << Mandrillo! >> << Secchiona! >> << Essere
una secchiona non è un offesa, sai? >> << se si è anche frigidi,
si! >> << Ti dirò, che se non essere frigidi significa ripassarsi
tutta la scuola, beh sono ben felice di ESSERLO! >> sbotto esasperata
lasciandomi cadere sul mio letto << Ancora con questa storia patetica!
>> sbotta lui dal divano incrociando le braccia al petto << Non mi
porto a letto tutte le ragazze con cui esco! >> << A no? >> ribatto io alzando scettica un sopracciglio.
<< No! >> continua seccato lui per poi ghignare come al suo solito
<< anche perché altrimenti a quest’ora non saresti più vergine! >>
sento chiaramente il sangue ribollirmi nelle vene e arrossarmi il viso: detesto
che si prenda gioco di me in questo modo! Così mi alzo e a passo di carica mi
avvicino a lui << Non ne sarei così sicuro! >> << A no?
>> scimmiotta il mio tono di prima facendomi scaldare ancora di più
<< NO! >> sbotto io perdendo di vista il discorso. <<
Quindi... >> continua lui alzandosi lentamente e fronteggiandomi <<
…se adesso ti baciassi, tu non proveresti niente, giusto? >>.
Non
ho molto tempo per connettere, sento solo il mio collo muoversi per accennare
un no, mentre i suoi occhi bruciano nei miei. Sento la pelle del viso
accaldarsi mentre lui si fa sempre più vicino e sento le labbra bruciare lì dove
lui poggia le sue leggermente schiuse. Sento lenti brividi lungo la schiena
quando la sua lingua lambisce le mie labbra e senza sapere perché, mi trovo a
dischiudere le mie e a rispondere al bacio che diventa sempre più profondo, non
so bene se a causa delle mie braccia che stringono il suo collo o per la sua
mano che mi accarezza la schiena. Il mio cuore batte forte, accelerato e sotto
le dita che affondano nella sua camicia morbida, misto al calore del suo corpo,
posso sentire la stessa accelerazione del mio. E mi rendo conto che vorrei che
questo istante di viva gioia durasse per sempre.
<> sbottò la bionda sul divano della sala comune
verde-argento << Che vuoi dire Dafne? >> le chiese una ragazza dalla
carnagione scura sedutale accanto per sentirsi dire in modo concitato << Da quanto tempo stanno insieme?
Settimane? Mesi? Qualcuno li ha mai visti insieme? >> << Beh, Dafne >> rispose quella
<< nelle ultime settimane saranno stati insieme e poi li hai visti ieri
e…>> << Non essere sciocca Tracy! Li ho visti anche io che stavano
seduti di fronte allo stesso tavolo! Quello che voglio dire è che nessuno, in
tutta la scuola li ha mai visti baciarsi, abbracciarsi, uscire insieme, non si
danno neanche la mano! >> concluse la ragazza sbuffando e affondando di
più contro i cuscini << La verità è che ho come la sensazione che quei
due vogliano fregarmi! >> << Beh, un modo per saperlo ci sarebbe,
ma non so… >> riprese titubante la bruna attirando l’attenzione della
compagna << Sputa il rospo Tracy! >> << Ho saputo da Nott,
che Zabini è stato trasferito nella stessa stanza di Millicent! Basterà andare
a sbirciare un po’! >> rispose allora ridacchiando per sentirsi dire con
lo stesso tono cospiratore << Sei un genio Tracy! >> prima di alzarsi
entrambe e dirigersi verso la loro meta.
Umh, ho perso il conto di
quanto tempo è che mi trovo in questa situazione. I polmoni bruciano
leggermente per il poco ossigeno che riesco ad inalare, però a suo modo fa
parte delle sensazioni piacevoli. Penso che se le mie gambe continueranno a
tremare in modo così indegno, non mi resterà altro da fare che lasciarmi cadere
sul letto. Non mi sono mai sentita meglio, e forse mi sarei davvero lasciata
andare se non avessi sentito la porta sbattere un po’ troppo forte e un colpo
di tosse un po’ troppo secco che ci spinge a dividerci. Vedo Daphne fissare
Blaise mentre Tracy Davis fissa famelica la scena pensando a quanti
pettegolezzi riuscirà a cavarne. Io sono ancora qui, abbracciata a lui e inalo
a grandi respiri il suo profumo speziato cercando di calmare il battito del mio
cuore. << Che vuoi Daphne? >> chiede lui, ma non sembra arrabbiato,
più che altro annoiato, come un bambino distratto da un giocattolo. Sono questo
allora? Alzo la testa sperando che qualcosa neghi la mia ipotesi e che mi urli
che è tutto sbagliato ma non succede, ma anzi incrocio lo sguardo di Daphne
quando dice << Dovrei parlarti un secondo, ti dispiace? >> e
riconosco quello sguardo, è lo sguardo da predatrice che usa quando vuole
fortissimamente una cosa. E Daphne è in tipo che quando vuole una cosa se la
prende, e non ha mai fallito come non fallisce questa volta, visto che senza
una parola lui mi lascia sola e la segue remissivo.
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Capitolo 9 *** Capitolo IX ***
Quando
un mese fa è cominciata tutta questa situazione, sapevo che sarebbe stata
assurda, ma non capivo fino a quanto poteva arrivare. La cosa paradossale è che
da trenta giorni a questa parte si è sviluppata una certa routine. Le mie
giornate cominciano ogni mattina poco prima delle 7.00 ma non per un qualche spirito di sacrificio o per una
qualsiasi altra ragione, semplicemente, qualcosa in me ha imparato che a
quell’ora i raggi del sole entrano dalla falsa finestra che si apre sul muro e
illuminano il letto di Blaise, che a quell’ora sta disteso tra le lenzuola bianche
un po’ gualcite, con il viso sereno nell’abbandono del sonno. Mi alzo ogni
mattina, come oggi, infagottata nel mio pigiama verde dal taglio maschile di
una taglia in più e, come sempre, mi incanto a vedete li suo petto dalla pelle
ambrata alzarsi ed abbassarsi al ritmo regolare della respirazione. Sento
qualcosa che non ha nome ardermi dentro, gli occhi fissarsi sulla figura e le
dita allungarsi verso la meta, nel folle desiderio di toccarlo, di sfiorare le
sue labbra, di sentire di nuovo la sua pelle sotto le mie dita. Come al solito
mi rifugio nel bagno della stanza, terrorizzata che possa svegliarsi quasi come
se il mio sguardo fisso su di lui potesse disturbarlo nel sonno, e solo sentire
l’acqua gelata sul viso riesce a calmarmi un poco. Ma questo non è un giorno
come tutti gli altri. Mi fisso allo specchio mentre mi lavo i denti, alla
ricerca di qualcosa che mi dica che sono diversa; oggi è il giorno del mio
compleanno. 17 anni, e niente di diverso. Detesto normalmente guardarmi allo
specchio ma oggi, come mai prima, scelgo di fissare il mio viso tondo, quasi
come se fossi un’eterna bambina incapace di far altro che sorridere o i miei
occhi scuri, sempre troppo grandi e sinceri, tanto che sembro sempre incapace
di mentire. Eppure ho scoperto di potere anche questo: da un mese ormai, per me
è normale girare per i corridoi a testa alta intrecciando le dita simulando
tenerezza, baciare anche davanti a tutta la scuola fingendo un coinvolgimento
che non c’è. Adesso che sono io l’oggetto dell’invidia del piccolo mondo che
può essere il bagno delle ragazze mi
rendo conto di sentirmi come un sacco vuoto.
Sento la porta cigolare, sarà come al solito Zabini che ricomincia con
la sua solita sceneggiata! Adesso entrerà, si gratterà la testa assonnato, poi
il mento e dirà << Diavolo Bulstrode, ma ci dormi in quel bagno? Mai una
volta che riesca a farmi una doccia decente! >> ed io come sempre
risponderò << Zabini, non sono io che dormo in bagno, sei tu che ti
svegli sempre troppo tardi! Comunque non ti preoccupare, ti ho lasciato tutta
l’acqua calda che un narcisista come te ha bisogno! E adesso, se non ti
dispiace dovrei uscire! >> e come sempre, si sposterà più del necessario,
come se io avessi la peste. Certo, perché è questa la verità, ogni giorno
mettiamo in scena uno spettacolo per la scuola, la cui prima scena sono le
parole sussurrate all’orecchio entrando in sala grande, che continuerà a
colazione, dove fingeremo di assaggiare la colazione dell’altro, e nel corridoio
dove “il mio fidanzato” mi scorterà fino al mio banco geloso e che si
concluderà con la scena madre delle coccole sul divano della sala comune ma che
poi, calato il sipario si rivela gelida ignoranza. Non so perché mi abbia fatto
questo, ma dopo avermi rubato quel bacio, il mio primo bacio, mi tratta come se
avessi la peste, per poi abbracciarmi quasi possessivo quando qualcuno è nelle
vicinanze e io sono così stanca di tutto questo, così non aspetto che ciò
accada e prima che possa dire o fare nulla, mi dirigo verso il lato della
stanza di Draco che, ancora semiaddormentato, si rigira tra le lenzuola e,
ignorando i suoi capricci, lo preparo alla buona, quasi fuggendo dalla stanza.
Come dovrebbe trascorrere il proprio compleanno una persona innamorata? Forse
con la persona che ama? O va bene pure concedersi di fermarsi un istante,
concentrando l’attenzione solo su se stesso e su ciò che si desidera veramente?
Mollo
Malfoy ad una più che mai felice Pancy, entusiasta di passare qualche ora con
Draccuccio suo e in più libera di poter fantasticare sul suo futuro di Lady
Malfoy e mi rintano nell’ultimo posto dove ad una diciassettenne fidanzata con
il più figo della scuola verrebbe in mente di passare il proprio compleanno: la
gufiera. La scusa ufficiale propinata a Pancy è che i miei devono mandarmi un
regalo voluminoso che preferisco accogliere in gufiera, in realtà ho una voglia
matta di scappare anche da lei e dalle sue chiacchiere. Secondo “il piano
infallibile della cara Pancy per avere tutti gli uomini ai propri piedi” il
compleanno è il momento ideale per conquistare il ragazzo di turno lasciandosi
coccolare nel giorno di festa e a questo punto dovrei avere Blaise Zabini in
tasca. Accolgo con una buona dose di biscotti i gufi provenienti dai miei
familiari e quelli dalle poche e scelte amicizie che mi concedo. È una vecchia
tradizione della mia famiglia, quella di scrivere una lettera di auguri di
accompagnamento al regalo per il compleanno anche ad una persona che vedi tutte
le mattine e al gruppo è piaciuta tanto che hanno voluto allargare la tradizione.
Apro così la mia borsa in cui già si trova il regalo di Pancy avvolto da carta
rosa, il suo colore preferito che, come sa perfettamente, io detesto e lascio
scivolare all’interno quelli dei miei familiari e dei migliori e più
strampalati amici che si possa desiderare: c’è quello di Padma Patil e del suo
ragazzo, George Turner e anche quello di Michael Corner e di altri Corvonero,
tutti rigorosamente blu elettrico, come quello della loro casa. Nessuno sa
delle mie “frequentazioni”, tutti sono ottusamente convinti che non possano
esistere rapporti tra le case, ma tra me e i corvi si è stabilito un rapporto
sincero, anche se ufficialmente noi non siamo niente. Nessuno sospetta nulla,
ufficialmente i nostri sono regolari incontri di un club di studio e non è
difficile ritrovarsi tutti insieme in biblioteca con la scusa di una ricerca o
ci si incontra tutti insieme ad Hogsmaide.
Di solito scarto i regali e rispondo alle lettere davanti a tutti loro
dopo che ci siamo riuniti alla
spicciola, da mielandia o alla testa di porco prendendo qualcosa e facendoci il
nostro “party super esclusivo”, ma la preside, temendo per gli studenti ha
vietato di mettere il muso fuori dai confini della scuola e da quando è successo
l’incidente a Draco, non riesco a parlare con nessuno di loro, non sta bene che
una Serpeverde frequenti metà della casa Corvonero tra cui spiccano mezzosangue
e traditori. Così non mi resta che pregare di non trovare nessuno e tornare
nella mia stanza.
Metto
su la mia canzone preferita e lascio che la carta regalo scivoli sotto le mie
dita rivelando il suo contenuto. Ogni pacco è una nuova emozione e porta le
parole d’affetto scritte su biglietti più o meno fitti. Ad ogni regalo dedico
la giusta attenzione, riponendolo poi con cura in un cassetto o su una mensola
della stanza. Lascio per ultimo quello dei miei genitori che in effetti si
rivela piuttosto voluminoso. Apro la piccola pergamena che lo accompagna dove
campeggia la grafia minuta di mia madre che mi dice solo “ Spero che ti piaccia. “ e nulla più. Slego il nastro che tiene chiuso la scatola
di cartone e, dopo aver tolto il coperchio della scatola, sollevo i lembi di
carta leggera che nascondono il più bel abito che abbia mai visto: è un
torrente di seta rosso fuoco, un corpetto modellato morbidamente ornato da rose
di stoffa, da cui si intravede l’inizio di una lunga gonna. Sono semplicemente
basita, non posso credere che una tale meraviglia sia destinata a una come me,
così goffa ed insignificante, questo è un abito di classe!
Come
attratta da un’antica malia, lo estraggo dalla scatola e mi dirigo verso lo
specchio a figura intera che campeggia su una delle ante del massiccio armadio,
non badando al leggero tonfo di qualcosa che cade a terra. Mi fisso allo
specchio e non posso credere che quella sia io: l’abito, anche non indossato,
cade morbido sulla mia figura mentre i miei lunghi capelli scuri si arricciano
leggermente sul bordo della scollatura tenuta solo da due sottili spalline.
Nonostante abbia il mio maglione scuro, non posso fare a meno di notare che
l’abito lascia completamente scoperte le spalle e parte del decolté, mentre la
gonna scivola morbida fino alle mie ginocchia coperte dai jeans, e un tenue
rossore mi colora le guance rendendomi conto di come sarei con una cosa simile
addosso: anche io per una volta sarei speciale.
Sento
un leggero fruscio dietro e il leggero cigolare della porta dietro di me e,
sollevando lo sguardo, incontro quello blu di Blaise. Mi sento sciogliere, come
se mi avesse sorpresa nuda, e un po’ è così perché adesso non ho la corazza
della mia alterigia a difendermi. I suoi occhi adesso hanno qualcosa di oscuro
e profondo attraverso il vetro e posso quasi giurare di poter sentire il
bruciore dei suoi occhi sulla pelle, al disotto dei vestiti. Sento qualcosa tremarmi
dentro, un misto indefinito di vergogna e qualcos’altro che non so spiegare,
come se stessi girando nuda per i corridoi, eppure è qualcosa di piacevole e
desiderabile. Restiamo a fissarci per interminabili istanti, ma poi vedo la
strafottenza, o qualcosa di simile, tornare nei suoi occhi e renderli di nuovo
duri come pietra e capisco che la magia, o quello che era, si è rotta ed è
persa per sempre. Abbasso gli occhi e quasi fuggo verso il mio letto dove con
mosse veloci ed incuranti ripongo il vestito nella scatola. Zabini mi ignora di
nuovo bellamente, ma infondo che mi importa, io non provo niente per lui
chiaro, NIENTE! Quindi chi se ne frega se mi ignora! Anzi farò esattamente come
fa lui senza starci a soffrire, non che ci abbia sofferto prima è chiaro…
DIO!
Milly lasciatelo dire dalla tua coscienza, che ti conosce piuttosto bene, come
bugiarda fai schifo! Certo che stai male se quando state soli ti ignora! Come
se non ti fosse piaciuto già abbastanza prima! Avere sotto il muso una persona
che ti piace e che ti rifiuta a priori è frustrante!
Maledizione!
Ho una incredibile voglia di piangere ma tanto non risolverei niente, e sono
sicura che se aprissi bocca adesso la voce mi tremerebbe talmente tanto in gola
da non riuscire a spiccicare una parola, per questo preferisco dargli le spalle
e fare finta di niente. È così che ci trova Pancy, che entra nella stanza con
Malfoy al seguito dicendo << …adesso lo prendiamo e andi… e voi che ci
fate qui! >>. Ci fissa alternativamente, forse chiedendosi se non abbia
interrotto qualcosa, per poi fissarmi negli occhi e mandarmi un’occhiataccia
per spingermi a farmi avanti con lui. Non ha capito che è lui a non volermi tra
i piedi!
Però,
per mia fortuna Pancy è Pancy e per lei la curiosità è tutto e, quando mette a
fuoco il lembo di stoffa rossa sul mio letto, abbandona tutto, perfino il suo
adorato Draco, e si dirige a passo spedito verso la scatola per aprirla
febbrilmente e dire << O MIO DIO! Non posso credere ai miei occhi! È
proprio lui! Da vicino è ancora più cool! >> << Pance si può sapere
che vai blaterando! >> le chiedo io pur non essendo molto curiosa di saperlo,
ma lei continua a fissare alternativamente me, Zabini e il vestito, cercando di
capire se c’è in qualche nesso nelle cose.
<<
Pance, cosa ti serve? >> ripeto io svegliandola dai suoi ragionamenti
strampalati. << Ero venuta a prendere il mantello e la sciarpe di Draco
per portarlo un po’ fuori e… >> ma non le faccio finire il discorso e,
prendendo la palla al balzo, la prendo sotto braccio e dico << Ottima
idea Pance, stiamo da troppo tempo chiusi in questo buco! Vieni stanno di là,
nel guarda roba in sala comune, Draco tu resta qui che torniamo subito!
>> trascinandola quasi di peso oltre la porta. << Merlino Milly,
scusa! Non credevo di trovarvi lì e di interrompere…. >> borbotta lei a
bassa voce, quasi mortificata, anche se nei suoi occhi è possibile leggere un
luccichio di malizia, ma io tronco ogni sua congettura dicendo << Non
preoccuparti, non hai interrotto nulla, anzi ti dorò che mi hai fatto un
favore! >> per poi continuare porgendole il mantello e la sciarpa che
cercava << senti, io vado dalla Chips ad avvertirla che portiamo Draco
fuori, non vorrei che trovasse qualche problema anche per questo. Tu vai in
camera mia a sistemarlo, ci vediamo al portone d’ingresso! >> e detto
questo sparisco oltre il ritratto.
La ragazza con il caschetto
scuro, fece come le era stato detto, mormorando << Dannazione, vedi tu
con che muli devo avere a che fare! >> e rientrando nella stanza dalla
quale erano frettolosamente uscite. Zabini continuava ad aggirarsi pensieroso
per la stanza, sbirciando sulle mensole le nuove cose che Milly aveva appena
posizionato, mentre Draco si aggirava per la stanza con una busta di medie
dimensioni blu cobalto con eleganti scritte argento. Con un cenno della mano se
la fece dare dal bambino per vederla meglio e i suoi sospetti si rivelarono
fondati: quello era indubbiamente un invito per il gran ballo d’inverno del
ministero, uno dei più grandi avvenimenti mondani dell’anno. La infilò furtiva
nella sua borsa e, dopo aver coperto in modo adeguata il piccolo, biascicò
poche parole di congedo prima di essere di nuovo inghiottita dal corridoio e,
poco prima di arrivare a destinazione disse << Adesso Draco, c’è una cosa
che dovresti fare per me. >>
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Capitolo 10 *** Capitolo X ***
<<
Allora, mi raccomando Draco, non allontanarti troppo… >>
<<
Mil… >>
<<
… non avvicinarti al lago… >>
<<
… non pensi di… >>
<<
… e soprattutto… >>
<<
Milly! Andiamo, sei troppo apprensiva! Ma sei da curare! >>
<<
Andiamo Pance, dovrebbe importare più a te che a me, lo sai! >>
<<
Probabile, ma se tu ti agiti tanto, che gusto ho poi a farmi venire le crisi?
>>
<<
Anche questo è vero! >>
Ci
fissiamo un istante prima di cominciare a ridere fino quasi a perdere fiato,
solo io e la mia migliore amica.
Siamo
nel parco della scuola, l’aria è frizzante per la prima nevicata incipiente,
mentre intorno a noi, il parco arde delle mille sfumature dell’autunno. Le
foglie danzano portate dal freddo vento proveniente da nord e i miei capelli
sono accarezzati dalle stesse dita fredde.
Ce
ne stiamo tranquille a sparlare un po’ delle varie coppiette della scuola che
passeggiano tranquille nel giardino e ridacchiando della nostre battute.
<<
Hay, ci siamo Milly >> dice ad un certo punto Pancy << Castoro a
ore due! >> mentre vediamo passare la Granger come al solito piena di
libri fin sopra la testa.
<<
Secondo te Weasley è riuscito a farsela? >> borbotto allora io guardando
nella stessa sua direzione. << Santo cielo, Milly! Ma è disgustoso!
>> ribatte allora lei << E poi non credo che Castori e Lontre
possano accoppiarsi! >> strappandomi una nuova risata.
Potremmo
continuare per ore ma siamo interrotte da una voce che riconosco benissimo
<< Ma guarda! E io che ero convinto che fossi rimasta a casa tua! Non ti
si vede in giro da mesi! >>. Mi
giro e incontro lo sguardo scuro di Michael Corner che mi sorride sornione.
<< Mike! >> trillo io alzandomi dalla panchina
e correndolo ad abbracciare. Io e Mike siamo praticamente cresciuti insieme e
ci prendiamo in giro ormai da anni chiamandoci nei modi più disparati. È alto
come me, abbiamo i capelli dello stesso colore e tra noi c’è anche una certa
somiglianza. Chi non ci conosce e ci sente parlare, potrebbe veramente pensare
che siamo fratello e sorella. Arrivano anche gli altri del “gruppo di studio” e
finiamo a chiacchierare un po’. Cerco di coinvolgere Pancy nel discorso ma lei
non riesce proprio a capire come faccio a circondarmi di corvi, così preferisce
starsene in disparte. Sono ancora abbracciata a Mike, mentre lui mi avvicina a
lui tenendomi un braccio sulle spalle. Visti da fuori potremmo sembrare una
coppia, ma non mi pongo di questi problemi, lui è il mio fratellone!
<< Che ci fate qui fuori? >> chiedo al ragazzo
che mi sta vicino, ma lui si limita a dondolare pigro il grosso tomo di rune
antiche che ha nella mano e dire << Ti stavamo cercando! Da quando ti sei
accasata non esci più! Cos’è, non dirmi che Zabini è geloso! Dai, abbiamo anche
qualcosa come 17 righi di traduzione come scusa ufficiale! Staremo tranquilli
almeno fino al pranzo! Dai, andiamo! >> e sto per rispondere quando un
secco colpo di tosse mi interrompe.
Se ne stava sulla terrazza della torre di astronomia da un
po’ a fumarsi una sigaretta in pace, lì non passava molta gente al di fuori
delle lezioni e poteva starsene in pace a riflettere. Per quanto cercasse di
divagare il pensiero, gli occhi cadevano sempre, insistentemente sulla ragazza
bruna seduta sulla riva del lago. Era molto in alto, non riusciva a
distinguerne il volto, eppure poteva giurare che stesse sorridendo. Un sorriso
che lui aveva sempre dovuto spiare da lontano. Aveva dimenticato ormai da
quando tempo cercava di entrare nelle sue grazie, di avere la sua attenzione.
Era cominciato tutto al primo anno, sul treno che li portava ad Hogwarts la
prima volta. Dopo Potter e Malfoy era lui l’attrazione del treno: undici anni e
sua madre era già al terzo matrimonio….o forse il quarto, mah. Tutti i figli di
purosangue del loro scompartimento lo fissavano e gli ponevano le questioni più
disparate, solo lei se ne stava per i fatti suoi, ignorandolo completamente.
Sapeva benissimo chi era, il signor Bullstrode era in affari con uno dei suoi
patrigni, e lo aveva visto spesso con la famiglia. Ricordava di averla chiamata
“cicciona” la prima volta, solo per dimostrare chi era il più forte in quello
scompartimento, e si aspettava che scoppiasse in lacrime da un momento
all’altro. Non aveva previsto due occhi scuri a inchiodarlo al suo posto, ne la
vocina saccente a rispondergli “e tu sei stupido. E considera che il mio
problema crescendo si risolve.”
L’aveva
detestata con tutte le sue forze, e aveva affinato tutte le armi per farla
male, ma se ad ogni battibecco la sconfitta diventava sempre più amara, si era
reso conto che nell’ultimo periodo la vittoria diventava sempre più insapore.
Sua madre, quando gliene aveva parlato, aveva trillato felice che finalmente il
suo bambino si era innamorato, ma lui a tutte quelle scemenze sull’amore non ci
credeva. Sua madre continuava a dire di essere innamorata a ogni suo compagno,
ma dopo sette matrimoni inizi a perdere credibilità. Dette un altro tiro alla
sigaretta mentre la porta delle stanza si apriva cigolando, rivelando Daphne
Greengas. Rivoltò gli occhi in alto mentre la ragazza si avvicinava
ancheggiando a lui: ecco un’altra cosa che detestava di quella scuola! Daphne
era la sua spina nel fianco da almeno tre anni. Era stata una delle sue prime
avventure, ci era anche andato a letto, e aveva anche scoperto che Daphne era
una delle persone più sincere di questo mondo: era esattamente la pupattola
idiota che sembrava. La ignorò, continuando a fissare la Bullstrode che diceva,
chi sa cosa a Malfoy, mentre la Parkinson ridacchiava. Sentì una mano delicata
appoggiarsi sul suo petto e li fermarsi più del dovuto. Rivolse un’occhiataccia
alla ragazza che sfacciatamente si poggiava alla sua schiena ma questa, dopo
aver maliziosamente sbattuto le ciglia disse << Posso… >> prima di
sfilare il portasigarette dal taschino della sua camicia. La osservò di profilo
mentre con studiata noncuranza si accendeva la corta sigaretta e cominciava a
fumare accanto a lui. indubbiamente, la Greengas era una perfetta bambolina dai
lunghi boccoli d’oro, il nasino alla francese e le labbra rosse di lucidalabbra.
Fu una doccia fredda per lui quando le belle labbra si aprirono per dire
<< Tanto non mi incanti. >> << A che ti riferisci? >>
finse indifferenza per darsi un tono, ma la ragazza accanto a lui piegò le
labbra in un sorriso di scherno, prima di girarsi e appoggiarsi completamente a
lui. Non aveva biancheria sotto la camicia, e poteva sentire il calore emanato
dalla sua pelle, condito da un forte profumo di rose. << Lo so che stai
cercando di far credere di essere innamorato della Bullstrode >>
continuo, accentando con disgusto il cognome della compagna di casa << ma
non credere di potermela dare a bere! Io lo so, che non è lei il tuo obbiettivo
>> continuò poi accarezzando lentamente i bicipiti coperti dalle maniche
della camicia tirati. << Che cazzo vuoi Daphne? >> ringhiò
rabbioso, ma fu di nuovo ignorato dalla ragazza che aveva cominciato a girargli
attorno mordendosi le labbra. << Che c’è Daphne, non t’hanno sbattuto
abbastanza sta notte? Cos’è il “fortunato di turno” non ha retto il ritmo? O ha
tradito le tue aspettative? >> continuò allora cattivo, cercando di
scacciarla per sentirsi rispondere << No, Zabini, non preoccuparti, la
mia vita sessuale procede a gonfie vele! Stavo solo cercando di capire cosa ci
entrasse uno come te con una come quella. >> disse indicando con il capo
l’esterno della finestra. Il ragazzo non rispose, non sapeva cosa dire. Era
vero, non avevano niente in comune lui e Millicent Bullstrode, quasi come se
non fossero neanche due esseri umani e questo spinse a continuare la ragazza
<< Ma del resto è logico! Perché dovresti frequentare quella sfigata!
Scommetto che hai in mente un bel tiro! >> ma si fermò dopo essersi
affacciata per sorridere civettuola << tanto più che, guarda sta con
Michael Corner! >> indicandogli l’angolo del giardino dove la sua ragazza
stava abbracciando il Corvonero. Daphne non si avvide quasi della fuga del
ragazzo, tanto della foga. Blaise aveva sceso gli scalini a quattro a quattro e
quando giuse in giardino, dopo pochi minuti e quando vide il braccio di Corner
abbracciare mollemente la sua ragazza, decise che il corvonero avrebbe fatto a
meno dell’arto.
<<
Tesoro, ecco dove eri finita! >> mi sento richiamare da Zabini. Mi giro
per guardarlo, ma è strano, sembra che abbia corso e mi fissa con sguardo di
fuoco. Scambia solo pochi convenevoli con gli altri prima di avvicinarmi a lui
quasi di peso e, dopo aver borbottato qualche parola sconnessa, baciarmi. Come
sempre, mi abbandono alle sue labbra, perché non posso farne a meno, anche se
questa volta è diverso: sembra quasi che voglia schiacciarmi, le sue labbra
bruciano sulle mie e la sua lingua quasi lotta con la mia. Sento Mike
ridacchiare e borbottare << Va beh, vi lasciamo soli piccioncini! Non
vorremmo rovinarvi la privacy! >> e andare via lasciandoci di nuovo soli.
Lui si stacca quasi con rabbia dalla mie labbra e questo mi ferisce, perché
qualunque sia la causa della sua rabbia, non accetto che la scarichi su di me.
<< Che diavolo ti è saltato in mente! >> << Io faccio quello
che voglio Bullstrode! >> << Se sei nervoso perché hai dei
problemi, non venire a rompere me! E levati! >> gli strillo contro, agguantando
Malfoy e rientrando nella scuola. << Perché non va a rompere una delle
sue gallinelle! Possibile che non faccia altro che trattarmi come….come….
>> urlo nervosa gettando all’aria ogni sua cosa che mi capita a tiro
mentre Pancy cerca di calmarmi << Andiamo, che sarà mai! E poi non è
niente che non abbia già fatto in passato no! >>
Mi
fermo a fissarla sospettosa. Questo comportamento non è da Pancy, non è dalla
persona irascibile e vendicativa che è!
<<
Perché lo stai difendendo Pance! >> le urlo quasi contro per sentirmi
dire un veemente << Ma no! E chi lo difende….stavo solo…dicendo… >>
ma viene interrotta da Draco che prende una busta blu e argento dalla borsa di
Pency allungandomela. << No, Draco, non ora… >> prova a biascicare
ma io sono più veloce di lei e la blocco << Non ora cosa, Pance? >>
<< Oh, niente è una sciocchezza…non badare a… >> << Pancy,
che stai combinando! Cos’è quella busta >> ma è Malfoy a rispondermi
dicendo << Allo printipessa! >> saltando goffamente sul posto.
<< Che diavolo stai combinando…. >> rincaro io, ma ormai alle
strette Pancy sbotta << È un invito a tuo nome per il ballo d’inverno del
ministero e volevo farti andare con Zabini! >> << PARKINSON!
>> alzo io veemente la voce << Non andrò a nessuno stupido ballo e
comunque non con quell’idiota, deficiente con disturbi di personalità! >>
<< Ma Milly, pensaci! >> parte ora alla carica << È il più
importante evento dell’anno! >> << È solo una accozzaglia di
mummie! >> ribatto io e continuando << con degli stupidi vestiti
che fanno sembrare delle abatjour! Scordatelo, non andrò mai a quello stupido
ballo! >> e sto per uscire dalla stanza quando Pancy vomita fuori
<< Ci andrà anche Daphne Greengas e ha detto che ci andrà con Zabini!
>> io mi blocco sulla porta e girandomi le dico << Prego? >>
ma lei ignora le mie parole e continua inclemente << E ha detto anche che
lui renderà ufficiale il loro fidanzamento. E ha anche il tuo stesso vestito!
>>
E
no! Questo è troppo!
Salve a tutti, come va? Spero bene. Di solito non aggiungo
mai commenti a fine capitolo ma non posso farne a meno oggi. Vorrei ringraziare
di tutto cuore 123_amo, broken
dreams, Callypso, DreamyVale,
Fey, GinI,
goldbuble, joey_ms_86,
lottina, lyoko,
Pikkola Rin e SoReLLiNaMaLfoY
per aver aggiunto la fiction tra i preferiti e sara, ZIGURAT, olga, Zoe
MonBlanck, madonna, piccolakana, goldbuble, Bel Oleander, SoReLLiNaMaLfoY,
123_amo, Fra e DreamyVale per le bellissime recensioni. Non ché tutti quelli
che hanno seguito la storia fin qui. Spero che vi piaccia e di non deludervi. Non
sapete quanto faccia felice il mio ego vedere il contatore salire.
Un abbraccio a tutti voi.
|
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Capitolo 11 *** Capitolo XI ***
<<
Credimi, io non ho niente contro di te! >>
<<
Cos… >> Ma che è successo? Mi guardo le mani che
stringono la fine porcellana di una tazza da the. La sala comune
slyterin leggermente illuminata dalle fiamme del camino e la Greengas
davanti a me che guarda e mi dice di fidarmi di lei. Ah, si il
litigio con Zabini, il ballo, il vestito… volevo spaccarle la
faccia, ma è andato tutto in fumo, come sempre avviene per le
scelte avventate.
<<
Tutti non fanno altro che dire cose maligne su di me! >>
continua lei, ha le labbra imbronciate e gli occhi un po’
lucidi, sembra che stia soffrendo. << Greengas, io non…
>> << Ti prego Milly, ci conosciamo da sette anni!
Chiamami Daphne! >> << Daphne… io non… >>
Non so cosa dire, ammetto di esserci rimasta male per tutti commenti
velenosi su me e Zabini, ma non mi ero mai preoccupata di capire chi
è che li mettesse in giro o di fermarli. Forse anche io ho la
mia quota di colpa. << Io non ho mai pensato che tu potessi
dire cattiverie su qualcuno. >> << Oh, sono così
felice di sentirtelo dire! Ma di cosa volevi parlarmi! >>
Già,
di cosa volevo parlarle? Sono venuta a cercarla per urlarle contro di
tutto, ma man mano che scendevo le scale mi sono resa conto che non
avevo niente da urlarle contro: “ Non venire al ballo del
ministero”? balle, la sua famiglia lo organizza, è
naturale che lei sia presente! “ Hai il vestito come il mio”?
stupidaggine anche questa, i negozi che producono modelli decenti per
streghe in Europa si contano sulle dita di una mano, non ci si
preoccupa neanche di essere originali se non si vuole indossare abiti
babbani. Oh e poi, il pezzo migliore “ Sta lontano dal mio
ragazzo”. Ma con che diritto andrei a dire una cosa del
genere? Si, e vero, gli altri credono che lo sia, ma non è
giusto mentire, anzi tutto per me stessa, perché anche se non
posso negare che, paradossalmente questa menzogna è per me
come se avessi vinto alla lotteria, questa è e resterà
una recita, che prima o poi finirà. E io non ho alcun diritto
di dire a lei o a chi che sia che Blaise Zabini mi ama, perché
non posso sapere il male che farei. Tirando le somme, ho preferito
tenere la bocca chiusa, ma purtroppo ero troppo vicina e non ho
potuto filarmela senza essere avvicinata da Daphne. Poi senza neanche
rendermene conto è venuto fuori il discorso delle chiacchiere
su me e Zabini e, in men che non si dica mi sono ritrovata a
tranquillizzarla, e pensare che dovevo essere arrabbiata con lei!
La
guardo ancora, sta aspettando che io le spieghi il motivo della mia
“visita”. << Beh, è che mi è arrivata
stamattina questa… >> dico un po’ titubante
mostrandole la busta blu che ho in tasca. << Oh, ti è
arrivata! Spero che i posti vadano bene! Sai mia madre ha dovuto
lottare per assicurarti un posto nella tribuna delle rose! >>
Dannazione, perché è venuta a dirmi una cosa del
genere! Come faccio a dirle che non ho la minima intenzione di
andarci se ho i posti migliori! << Daphne io non posso
accettare… >> << Oh, certo che puoi! Sono sicura
che ti divertirai, e magari finalmente riuscirai a farlo capitolare,
quel testone! >>.
Capitolare?
Oh, Merlino…non si aspetteranno che io…e lui…forse…
lo farebbe? Sento le guance andare a fuoco e ridacchiando nervosa
dico << Andiamo, non scherzare…lui non… >>
<< Non essere sciocca Milly! Anche un cieco si accorgerebbe che
stravede per te! Dovresti essere felice no! Tutti noi lo siamo! >>.
Penso di essere rossa come un peperone ormai e sento il cuore ad un
passo dallo scoppiare. Stravede per me, veramente è così
palese che lui prova qualcosa per me! Ed è possibile che non
me ne sia mai resa conto, che io sia così cieca!
Merlino se fosse vero! Solo a pensarci, mi sento così bene! O
forse ho solo voglia di vomitare! O ancora vorrei urlare!
<<
Certo che non è stato facile fargli vuotare il sacco…
>> << Ti ha detto qualcosa! >> scatto forse troppo
nervosa per fingermi disinteressata ma non mi preoccupo, perché
tutta la mia attenzione è focalizzata sulle labbra di Daphne
che si distendono in un sorriso e sulla sua mano che si allunga per
prendere la mia, come se tutte le nostre discussioni, problemi e
disaccordi non fossero mai esistiti, e sentirla dire << Ma
certo, Blaise mi ha raccontato tutto questa mattina! certo che non
deve essere certo facile! Potevi parlarcene! Io, Pancy e tutte le
altre avremmo potuto aiutarti! Certo che devo dire che è
subdolo fingere di essere la ragazza di Blaise, per far ingelosire e
dichiarare Michael Corner! >>
<<
COSA!!! >> dice una voce strozzata che a stento riconosco come
mia. Che cazzo avrà detto quell’imbecille! Perché
solo quel coglione può aver detto qualcosa a questa vipera! Lo
sapevo, sono sempre stati in combutta, non hanno mai smesso di
esserlo! Come può aver messo in giro una storia simile!
Michael è il mio migliore amico, non potrei mai vederlo come….
Come un … Blah, mi vengono i brividi solo a pensarci! Devo
scappare da qui, da queste chiacchiere, da… da questa
situazione se voglio mantenere un minimo di dignità! Devo
scappare via assolutamente da qui, non importa che scusa devo
inventarmi! << Scusami Daphne, ma veramente non posso accettare
>> dico posando l’invito sul tavolino << In effetti
credimi, è per il tuo bene, non sono portata per il ballo e
rischierei solo di rovinare tutto! >> snocciolo la prima scusa
patetica così, con gli occhi bassi, per poi scappare verso la
sala da pranzo, ho bisogno di qualcosa grondante cioccolato, per
sentirmi meglio. Questo è il peggior compleanno della mia
vita.
La
ragazza bionda era appena rimasta sola a sorseggiare il suo the ormai
freddo, quando una sua compagna dalla carnagione cioccolato le si
sedette accanto e disse << Allora, come è andata? >>
<< Come vuoi che sia andata, Tracy! Ci è cascata con
tutte le scarpe! Sarà di sicuro corsa a strafogarsi!
Prevedibile cicciona! Senza contare che mi ha lasciato l'invito per
il posto migliore, proprio al tavolo di Zabini! >> << Mi
spieghi perché ti stai accanendo così contro di lei,
Daphne? Zabini neanche ti interessa! >> << Accanendo io?
Ma no, credimi, le sto facendo un piacere! Non bisognerebbe mai
pretendere più di quanto si vale. E comunque, se proprio vuoi
saperlo, nessuno tocca le mie cose senza permesso! >> e detto
questo prese la busta che l’altra aveva lasciato e si diresse
verso il suo dormitorio.
<<
E apriti, maledizione! >> sono 15 minuti buoni che sto qui
davanti a discutere con questa stupida pera per convincerla ad aprire
la porta delle cucine. Non ho voglia di aspettare il pranzo, voglio
del budino al cioccolato, e lo voglio ADESSO! Sono depressa e ho
bisogno di tirarmi su. Ho appena fatto sapere alla più figa
della scuola che oltre ad essere brutta e grassa, sono anche sfigata
in amore e incapace nel ballo, quindi ho tutto il diritto di
“affogare i dispiaceri” nel cibo! << Guarda che se
la offendi non si aprirà mai! >> << Sei venuto a
prendermi in giro anche tu? >> chiedo a Mike che mi affianca
nel corridoio. << Perché, è successo qualcosa? >>
sinceramente, ho bisogno di sfogarmi, e visto che non ho dolci da
mangiare, tanto vale parlare! << È un po’ lungo da
spiegare…sicuro che ti va di sentire? >> gli chiedo
tenendo gli occhi bassi. Se devo parlare, tanto vale spiegargli
tutto, o almeno quanto basta per alleggerirmi un po' la coscienza, e
poi lui mi sorride così rassicurante ed è così
dolce mentre mi dice << Non ti preoccupare, non ho impegni per
il week-end. >> che mi viene naturale sputare fuori << Io
non sono la ragazza di Zabini… >>. Ci pensa qualche
secondo prima di dire sorpreso << Ma va? Se Devo essere
sincero, da come ti ha infilato la lingua in bocca prima, non lo
avrei mai detto! >>.
<<
NON È DIVERTENTE >> ringhio io secca, mi sta distraendo
e non mi va di sopportare un terzo grado, non voglio che si impicci
troppo, ok è mio amico, ma ci sono delle cose che non riesco
ad ammettere con nessuno, neanche con me stessa così lascio
perdere << Senti, lascia stare ok? Tanto l'ho detto, è
lungo da spiegare…e tu… >> << E no mia cara
>> mi interrompe lui << se hai intenzione di dirmi solo
quello che ti conviene, la finiamo qui. Se poi vuoi parlare farai
bene a spiegati meglio! >>.
<<
UFFA! >> sbotto io << Ok, è stata un’idea
di Zabini quella di fingere di stare insieme. >> << E tu
hai accettato! >> commenta lui. << Mi ha costretto! >>
quasi urlo io stringendo gli occhi a fessura, ma Mike non si fa
intimidire dal mio atteggiamento e dice << E immagino che tu ne
stessi soffrendo atrocemente! >>. << Non è che
avessi molta scelta! >> dico stringendo i pugni ma lui ribatte
<< Si che avevi scelta! Ammettilo che ti conveniva, voi Serpi
non alzate dito se non ci guadagnate qualcosa! >> e questo mi
fa veramente scoppiare così vuoto il sacco e dico << Che
devo dirti eh? Che mi piaceva? Che nessuno mi era mai interessato
tanto? Che avevo l’assurda e infantile idea che potesse
innamorarsi di me? >> << Si, almeno saresti onesta! Ma
non è andata come speravi, vero? Hai abbassato la guardia e ti
hanno ferita, quindi adesso vuoi filartela! >> fa lui
sbattendomi in faccia la verità, ma lo so che non mi sta
accusando di nulla. << Piantala di leggermi nel cervello Mike!
Voi corvi e il vostro dannato intuito, siete irritanti lo sai? >>
dico dandogli le spalle e stringendo le braccia al petto. Lui mi
segue e mi abbraccia e io mi sento molto più tranquilla fin
quando dice, col tono con cui parrebbe del tempo << È
l’unico modo per avere a che fare con voi serpi. Quando
spiegate una cosa date ¾ del discorso per scontato.
Specialmente tu! Ah, santa pazienza! Sentiamo, hai già deciso
come vendicarti? >>.
<<
HAY! Non sono così meschina io! >> sbotto indicandomi
con foga ma lui conserva la sua flemma e abbracciandomi da dietro e
mi dice << Non ci sei arrivata ancora,
ma probabilmente ci saresti arrivata al terzo budino! Credimi, ti
risparmio solo la raffica di addominali che avresti dovuto fare per
ritornare in linea dopo! >> << Io continuo a dire che sei
una seccatura! >> continuo io dopo averci riflettuto un attimo
<< E già che hai capito tutto, sai anche come dovrei
fare per vendicarmi? >> << Mi dispiace, ma gli
specialisti in vendetta siete voi, ti toccherà spremere le
meningi. >> << Ah, ah. Che spasso… >> sono
assolutamente depressa, continuo a pensare che, addominali o no, ho
bisogno di zucchero. << Uffa >> fa lui stringendosi
ancora un po’ a me << Ricapitoliamo, perché adesso
hai deciso di mollare così? Ammetterai che da come vi siete
comportati prima, dovevi essere a buon punto. >> << Non
credo proprio Mike, era parte della sceneggiata, in realtà non
se ne frega niente di me. >> e ormai gratto il fondo del barile
del patetico! Odio i momenti in cui sono così debole. <<
E non ha neanche avuto il coraggio di venirmi a dire che si era
stancato di me. >> sento le prime lacrime rigarmi il viso, fa
più male di quanto abbia mai creduto. << Hay, basta
piangere adesso... >> dice Michael stringendomi più
forte << L'ultima volta che ti ho visto piangere è stato
quando cadesti da cavallo, non sei mai stata una persona che si
abbatte facilmente. >> << C'è sempre una prima
volta! >> sbotto asciugandomi il viso. Provo un'ultima volta
con il quadro, che questa volta, finalmente scatta, prima di dire <<
E adesso se non ti dispiace, vado a suicidarmi col budino, se sono
fortunata la glicemia mi ucciderà prima che il grasso mi
soffochi! >> con tono leggermente melodrammatico, probabilmente
non riuscirei ad essere seria neanche al mio funerale. <<
Milly, dove credi di andare? >> mi ferma però sulla
porta il mio migliore amico << Non hai ancora finito di
spiegarmi tutto! >> ed io piego le labbra in un sorriso triste
prima di rispondere << Ma si, tanto dopo non mi ferma nessuno.
Ho detto a Daphne Greengas che non so ballare >>.
<<
E che centra col resto scusa? >> fa lui sorpreso al che io
sbotto << MA SAI CHE NEANCHE LO SO! Mi è venuto fuori e
basta! Ma tanto ormai sai che importa! >> << Non hai
risposto alla mia domanda, sorellina! >> << Dannato
impiccione che non sei altro! >> mi accaloro di nuovo per
sentirmi dire << E tu sei una gran vigliacca! Non cambiare
discorso! E poi, pensi sul serio che non lo scoprirei lo stesso! >>
Ci
fissiamo per qualche secondo, e poi sputo il rospo più
imbarazzante che esista << Ho dovuto
dirlo...perchè...lui...cioè lei... insomma... >>
<< Vuota il sacco Millicent! >> << Al diavolo, te
la sei cercata! Zabini ha detto che io e lui facevamo finta di stare
insieme per attirare la tua attenzione... >> << COSA! Ma
io... >> << E non è finita! Daphne Greengas mi ha
procurato, o meglio ci ha procurato su richiesta di Zabini, i posti
migliori per il ballo d'inverno del ministero. >> << E
PERCHÈ CAVOLO DOVREI VENIRE AD UNO STUPIDO BALLO CON TE! >>
<< NON LO SO! E COMUNQUE IO NON SONO INTERESSATA AD
ESSERE LA TUA RAGAZZA! >> << IO HO GIÀ LA RAGAZZA!
ED É CON LEI CHE
VORREI ANDARE IN UN POSTO DEL GENERE! E poi lo sai quanto Padma è
gelosa! >> << E non strillare con me! Non sono io quella
che ha messo su tutto sto casino! E poi, lo so meglio di te che Padma
è gelosa! >>
Ci
fissiamo ancora con il fiato corto, dannazione non era questo che
volevo dire << Senti Mike,...io non... >> ma lui accenna
ad un no con la testa per dire << Tutto ok sorellina, ho
capito. Adesso ti senti meglio? >>.
Ci
penso un po' e no, non si può dire che io stia bene. Forse un
po' meglio , ma non di più. Ma preferisco non farlo
preoccupare e fare di si con la tesa e farmi coccolare ancora un po'.
<< Allora, sei arrivata alla grande vendetta? >> mi
chiede quando mi sono calmata un poco ma non mi resta altro che dire
<< No, per questa volta, credo che ne farò a meno. Dovrà
passare prima o poi quest'amaro che ho in bocca. Ci vorrà solo
un po', tutto qui. >> << Sai, mi chiedevo una cosa >>
mi fa dopo un istante di silenzio << Perché lui? Perché
non qualcun'altro o comunque qualcuno che ti volesse bene? >>
Ci rifletto un secondo prima di rispondere << Non ne ho idea.
Forse non hai torto, chiunque altro sarebbe stato più
semplice, ma non so se sarebbe stato lo stesso. >> <<
Mah, forse hai ragione. Ma posso darti un consiglio Milly, vivi la
tua vita più che puoi, senza badare a lui e a tutto il resto
>> << Tze! Fosse facile! >> sbuffo io per rompere
un discorso troppo serio per me ma lui non si arrende << Hai
quell'invito no? E allora! Mettiti un bel vestito e prenditi la tua
serata speciale! Ormai la nostra adolescenza sta finendo, quindi
meglio godersela. Quante altre occasioni pensi di avere per giocare a
fare la principessa. >> << Sai che non ho mai amato
particolarmente le bambole. >> << Sai cosa voglio dire.
Che ti costa? >> ci fissiamo un attimo, le parole sono uscite
fuori senza neanche rendercene conto, come sempre. Mi mordicchio le
labbra, perché ha ragione, perché dopo la scuola saremo
uomini e donne che, nel bene o nel male, dovremmo cambiare le cose
nel nostro piccolo mondo. E si, anche io che non ho mai pensato a
questo cose, voglio un bel vestito e una sala addobbata per ballare,
anche se non so farlo molto bene! Penso che Michael abbia letto sul
mio viso il mio desiderio, perché distende le labbra, mi
abbraccia un ultima volta e mi lascia sola dicendo << Pensaci
Ok, sono sicura che non te ne pentirai! >>
Allora,
salve a tutti/e. Lo so che questa volta ci ho messo più del
solito, ma spero che sia abbastanza lungo da farmi perdonare, se no
pazienza. Per quanto riguarda il tanto richiesto capitolo del ballo
ho deciso di farvi cuocere ancora un po' nel vostro brodo, anche
perché il ballo sarebbe il finale della storia e considerato
tutto l'affetto che mi date seguendo e commentando, beh come minimo
voglio che sia perfetto. Vi ringrazio ancora per tutto, non avete
idea della carica che mi date, vi voglio bene!!!!!
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Capitolo 12 *** Capitolo XII ***
Se
ne stava appollaiato sul davanzale di una finestra a fumare, fingendo
di sfogliare pigramente il tomo di pozioni, mentre faceva scorrere di
tanto in tanto, gli occhi ai due estremi del corridoio. L'aveva
cercata dopo il loro scontro della mattina, ma non era riuscito ad
avvicinarla, perché troppo impegnata a parlare prima con
Daphne e poi con quel maledetto corvo spennato di Corner, lo avrebbe
fatto nero un giorno o l'altro. Gettò stizzito la sigaretta
non completamente fumata giù dalla finestra, mormorando
qualcosa come << Che spreco! >>, per poi gettare il libro
nella cartella aperta. Avrebbe dovuto essere già da un pezzo
in biblioteca per preparare il test di trasfigurazione che la vecchia
megera aveva programmato per il giorno dopo, ma il solo pensiero di
andare a chiudersi in quel mare di polvere, gli faceva venire
l'orticaria! Ma la cosa più importante era che sentiva il
bisogno di parlarle. Forse erano solo i suoi stupidi ormoni da
adolescente, ma era dalla mattina che non faceva altro che provarle
tutte ad attirare la sua attenzione. Anzi no, il desiderare la sua
attenzione era iniziato molto prima, adesso voleva qualcos'altro,
anche se non sapeva dargli un nome. Quello che aveva detto Daphne
quella mattina lo rodeva dentro come un tarlo: “Stavo solo
cercando di capire cosa ci entrasse uno come te con una come quella”,
erano state queste le sue parole e, per quanto sospettasse non
rivolte verso di lui, si era sentito estremamente inadeguato
paragonato a Millicent Bullstrode. Razionalmente non era possibile
come cosa, perché Millicent Bullstrode non era certo una delle
persone più popolari della scuola, e la sua famiglia non era
niente di speciale. Eppure, perché un eppure c'era, si sentiva
inadeguato vicino a lei. Aveva fatto carte false in quel mese passato
gomito a gomito con lei, per fingere di non aver bisogno di lei, di
essere superiore a lei, di aver di meglio da pensare che curarsi di
lei ma c'erano sempre dei momenti in cui ci sbatteva contro come un
muro, erano i momenti come quello che lo facevano sentire un idiota!
Perché una persona non poteva avere un sorriso così
luminoso, ne labbra così piene e invitanti anche quando
imbronciate. Una ragazza alta quasi come un ragazzo, non poteva avere
quella grazia e quella dolcezza mentre gioca con un bambino, ne
quelle voluttuose curve mentre si infilava la divisa della scuola
davanti allo specchio. Si era spesso chiesto, nell'ultimo periodo, se
tutti questi pensieri fossero direttamente collegati all'astinenza,
ma quella mattina aveva capito che la mancanza di una ragazza non
significava niente, insomma aveva Daphne davanti agli occhi
praticamente in saldo e il toccarla non gli aveva neanche sfiorato il
cervello. In compenso, quasi come una punizione, aveva sentito la
gelosia bruciargli dentro quando aveva messo a fuoco la mano di
Corner su di lei, e non era la stessa gelosia di quando qualcuno
tocca un tuo giocattolo o qualcuna delle tue cose, ma era stato il
baratro di perdere qualcosa di infinitamente prezioso che non hai mai
avuto veramente. Tirò un calcio stizzito ad una pergamena
appallottolata che era caduta dal suo zaino. Detestava questa
situazione! Era stato cresciuto come tutti i maghi purosangue di
buona famiglia: un principino a cui bastava allungare un dito per
avere tutto ciò che desiderava. Non si era mai posto il
problema se quello fosse un metodo giusto o meno per crescere un
bambino, nelle famiglie purosangue si veniva cresciuti in questo modo
e sopravvivevano da secoli, quindi tanto sbagliato non doveva essere!
Certo, come tutto, anche la loro vita aveva il rovescio della
medaglia, e i rampolli delle grandi famiglie, lui compreso, lo
avevano imparato fin troppo presto: etichetta, lezioni di musica,
lingue, storia della magia, basi di pozioni, lezioni di volo (la
parte forse più piacevole della giornata), basi di erbologia e
ancora tantissime altre stronzate che avevano scandito le ore dei
suoi primi 11 anni di vita. Paradossalmente, almeno per lui, Hogwarts
era stata una liberazione!
Era
sempre stata questa la sua vita, e se a cinque anni il desiderio era
un nuovo set di gobbiglie e a dieci il capriccio era diventata una
nuova scopa da corsa, da un paio d'anni a questa parte, aveva
scoperto che cercare calore tre le braccia aperte delle ragazze
poteva essere un'attività interessante. Aveva 17 anni, a
primavera ne avrebbe compiuti 18, e fino all'estate era stato negli
anni gloriosi del suo essere giovane uomo, quando cambiare una
ragazza a settimana, per chi ci riesce, non fa storcere il naso
proprio a nessuno. E avrebbe voluto rimanere in quella fase gloriosa,
se non ci si fosse messa la Bullstrode di mezzo! Sua madre lo avrebbe
preso per il culo a vita! Era una romantica persa, che quando non sta
facendo gli occhi dolci a qualcuno, passava il tempo a spettegolare
sulle sue conoscenze o, alla peggio a commentare le soap opera che
mandavano su radio strega il giovedì sera. Era completamente e
totalmente schiava dei sentimenti, e avevano sempre avuto mille
discussioni. Lei diceva sempre che lui era l'unico punto fermo della
sua vita, che voleva vederlo felice, e altre stronzate del genere e
lui aveva sempre ribattuto che era necessario mantenere una certa
noncuranza, non farsi prendere troppo, di essere capace di levare le
tende qualora la faccenda si facesse troppo pesante, troppo
impegnativa. E fin ora aveva sempre incontrato persone che avevano,
coscienti o meno, confermato la sua teoria. E adesso si trovava
fottuto del tutto! Non riusciva neanche ad ammetterlo con se stesso,
però era stanco di nasconderlo, forse avrebbe dovuto...
<<
Hay Zabini, sei su questa terra? >> lo risvegliò dai
suoi pensieri la voce di Corner. Non lo aveva neanche sentito
arrivare, tanto era immerso nei suo pensieri, e adesso se ne stava
con la schiena poggiata al muro di fronte a lui, palesemente fingendo
di sfogliare il giornale. Ad un passante, sarebbero potuti sembrare
una coppia di vecchi amici, se non fosse stato per lo sguardo d'astio
che si scambiarono. Blaise storse le labbra in un ghigno e cominciò
a stuzzicare il suo avversario dicendo << Oh, perché eri
preoccupato per me? Che tesoro, ma forse la piccola Milly non la
prenderà bene, è gelosa lo sai? >> con la sua
perfetta maschera di provocatore. C'erano quatto case ad Hogwarts: i
grifoni erano le eterne teste calde, fin troppo facili da stuzzicare;
i Serpeverde, fieramente disposti a vendere la loro madre pur di
avere quello che vogliono, che passavano il loro tempo a provocare il
mondo, fingendo di essere indifferenti; i Tassi la cui unica difesa è
la fuga ed infine i Corvi con il loro fottuto intelletto. Ed infatti,
il suo interlocutore non lo deluse e, facendo scoccare il giornale,
lo ripiegò in quattro e disse << Se lo dici tu. Comunque
non c'è da preoccuparsi perché io, al contrario non lo
sono affatto! E neanche lei, in effetti, almeno da quello che mi ha
detto prima! >> << Se lo dici tu, a me infondo non
interessa! >> rispose infatti lui scuotendo le spalle, non
accettare la provocazione era il modo migliore per non farsi fregare
da quei filosofi da strapazzo. Prese svogliatamente la sua borsa,
meglio cominciare in fretta quella dannata ricerca prima che la
stanchezza e la noia la cancellino del tutto dalla mente. Ebbe appena
il tempo di impilare tre passi però, prima che la voce gelida
del corvonero lo bloccasse dicendo << Sarà interessante
vedere come la prenderà Malfoy! >>.
Si
paralizzò a metà del passo, chiedendosi cosa avesse mai
scatenato quell'affermazione. Combatté alcuni secondi con la
curiosità, rimanendo immobile e in silenzio. L'altro lo
interpretò come un segnale di proseguire, perché si
avvicinò all'altro, tanto da potergli bisbigliare
nell'orecchio << Sarà divertente vedere come Malfoy ti
ridurrà per averlo fatto diventare un ragazzino! >>. Un
brivido di consapevolezza lo attraversò, era stato scoperto,
ma non fece trapelare nulla del suo nervosismo, limitandosi ad
allontanarsi di un passo e, sistemandosi la cravatta dell'uniforme
ribattere << Non capisco a cosa ti riferisci. >> ma
l'altro ragazzo non si tirò indietro, e guardandolo con
sguardo di sfida disse << Credi che sia uno stupido? C'ero
anche io in quell'aula, e non credere che non mi sia accorto di te
che continuavi a tenere d'occhio il calderone di Malfoy. Sapevi che
non potevi rischiare che si sciogliesse la polvere di artigli di
drago, altrimenti sarebbe saltata tutta la scuola! >>
DANNAZIONE!
Quel maledetto lo aveva messo alle strette, aveva scoperto il suo
teatrino, e se Draco avesse scoperto che non si trattava di un
incidente beh, si può dire che la morte sarebbe stato l'ultimo
dei suoi problemi!Senza contare che avrebbe dovuto ammettere di
averlo fatto solo per passare del tempo con lei, intollerabile per il
suo orgoglio! Per questo si risolse a chiedere << Si può
sapere che diavolo vuoi? >> per sentirsi rispondere <<
Tsh, semplice Zabini, voglio che tu non faccia soffrire Millicent,
altrimenti dirò tutto a Malfoy, chiaro? >> <<
CRISTALLINO! >> si limitò a chiudere, prima di sparire
dietro l'angolo della biblioteca.
“Pensaci,
che non te ne pentirai!” Ma quanto la fa facile il mio
amichetto! Ma pensare a che? Sarà da vigliacchi, ma in una
situazione come la mia scappare, se non la cosa più giusta,
sembra tanto la cosa più facile da fare. E parlando di cose
ovvie, se sono una slyterin è perché certo non brillo
per coraggio! Tanto più, di che mi preoccupo? Tanto, se anche
volessi andarci a quello stupido ballo (e io NON
voglio andarci), non ho il biglietto, perché l'ho restituito a
Daphne, quindi pur essendo preda di atroci sofferenze (ma neanche a
parlarne!) purtroppo devo rinunciare!
Visto?
Non è una tragedia, e non rischio figure di merda, perché
è di questo che stiamo parlando! E poi è un ballo, e ci
si va in coppia. E andarci con qualcuno del tuo stesso sesso non
conta come coppia (a meno che non sia il/la tuo/a compagno/a).
Quindi, ora che mi sento la coscienza leggera, mi è più
facile filarmela in biblioteca per studiare anche perché,
compleanno o no, domani c'è scuola e alla McGrannith non
importa un fico secco se oggi è il mio compleanno, lei domani
il test di Trasfigurazione lo farà comunque! Butto l'occhio
alle porte-finestre e vedo grossi rivoli di pioggia sferzare il
vetro, io ODIO il tempo inglese! Possibile che debba piovere di
continuo! E poi è troppo variabile, bastano pochi secondi per
far sparire il sole per giorni. Addio a qualsiasi forma di relax in
giardino per oggi! Inizio a chiedermi se non abbia una qualche
fattura, non è normale essere COSÌ SFIGATI! E
soprattutto non così tanto in un solo giorno! Comunque,
considerato che ormai l'orologio sta battendo le quattro, se sono
fortunata, questa giornata di merda finirà senza altri
problemi. E pensare che io volevo solo passare la giornata con i miei
amici, che cavolo! Prendo il tomo di trasfigurazione un po'
impolverato e lo sfoglio pigramente, prendendo alcuni appunti. La
biblioteca è quasi deserta, dei pochi alunni che seguono il
settimo anno, sono la sola in questa zona. La piuma d'aquila scorre
leggera sulla pergamena, e quasi non mi accorgo del leggero borbottio
di madama Pence, forse qualcuno ha chiesto delle informazioni. Ho
quasi finito quando un'ombra si delinea sulla mia pergamena. Alzo gli
occhi e di nuovo mi scontro con lo sguardo ardente di Blaise che mi
trapassa e mi causa brividi su tutto il corpo, non pensavo che
un'occhiata potesse avere quest'effetto. Lo fisso e balbetto un po',
non so cosa dire dopo il modo in cui l'ho piantato prima, ma è
lui che parla per me ed è come una doccia fredda << Tu
hai qualcosa che io voglio. >>, e non è cosa ha detto,
ma l'intonazione calda e profonda unita al suo sguardo, mi fanno
tremare quasi di eccitazione, lo sento il lento brivido che
piacevolmente mi percuote. E passano alcuni secondi, prima che la sua
mano si allunghi e faccia per prendere il libro. Non so perché
lo faccio, di nuovo l'istinto come unica guida, ma impunto le mani
sulle pagine per bloccarlo e mentire dicendo << Purtroppo ti
toccherà aspettare! Non ho ancora finito con i miei appunti!
>>. Non so perché, ma accetta la sfida e, avvicinando la
sedia accanto alla mia, dice solo << Aspetterò >>.
il
suo fiato è caldo e leggero vicino al mio orecchio, tanto che
mi si secca la lingua in bocca, per quanto mi faccia star male, non
posso fare a meno di volere la sua vicinanza, un contatto con lui, mi
sento così stupida! Se almeno venisse qualcuno a reclamare il
libro! << Non Sperare che venga qualcuno a liberarti di me! >>
mi scuote Blaise quasi come se mi avesse letto nel pensiero <<
I Grifoni copieranno dalla Granger, i Corvi hanno la loro biblioteca
privata, i tassi stanno pregando perché il test non sia troppo
difficile e di Serpeverde nella classe ci siamo solo noi due. Non hai
scelta! >>. Ha snocciolato tutto troppo in fretta, e
altrettanto in fretta mi volto verso di lui e vedo il suo volto
vicino, troppo vicino. Le nostre labbra si cercano esigenti, il bacio
che ci scambiamo è umido e profondo, eppure è diverso
da tutti gli altri. Sento lo stesso calore vibrante che mi pervade il
corpo, mentre con le labbra lui scende sulla mia gola, lambendo la
delicata pelle dietro l'orecchio, mentre le mie dita scorrono nel suo
setoso crine scuro. Brucio per tutto questo, eppure ho terribilmente
paura di quello che sento, del luogo dove sono, di quello che sto
facendo, di quello che farei adesso senza pentirmi. Ed è solo
un leggero sussurro, che esce dalle mie labbra, che racchiude tutte
le mie paure << ...Ti prego, non farmi male... >> ma è
come un fulmine, perché Blaise si stacca da me come se
bruciassi e il freddo che lascia è quasi il più
insopportabile di tutto il vuoto provato fin ora.
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Capitolo 13 *** Capitolo XII ***
Mi evita come la peste ormai! Sono passati tre
giorni, i tre più schifossimi giorni
della mia vita! Ho scoperto che in una scuola come Hogwarts,
se vuoi puoi sparire senza lasciare traccia. Detesto essere ignorata in questo
modo! detesto l’indifferenza perché credo che sia
l’arma più efficace di cui si possa mai disporre. Vorrei parlargli, vorrei dirgli quello che sento, anche se ho maledettamente
paura di ciò che provo. << Mili, veni fuori a tocare! VENI! >> mi strattona il braccio il piccolo Draco. La pioggia, cominciata la sera del nostro litigio,
invade ininterrottamente i tetti della scuola. Draco,
a quanto pare, è insofferente quasi quanto me al maltempo,
senza contare, che ormai i sotterranei sono umidi e freddi in maniera
insostenibile; insomma, questo è il momento dell’anno in cui mi viene da
invidiare i Grifondoro con la loro bella torre
esposta ad ovest, anche se poi i sotterranei hanno anche loro un bel vantaggio:
a giugno è l’unico posto in tutto il castello a mantenere una gradevole temperatura
intorno ai 25°. << Draco, non vedi che piove?
Non si può certo uscire! Quando c’è il sole andiamo a
giocare, va bene? >> cerco di convincerlo, lui mi fissa e mette il
broncio, hai ragione piccoletto, senza qualcosa da fare
questa scuola è una noia mortale. Non so cosa inventarmi: non se ne parla a portarlo
in sala comune, ci sono quelli del sesto che stanno preparando
la verifica di incantesimi, a rischio che me lo schiantano davanti agli occhi! Fuori dalla scuola o a vedere gli allenamenti di quidditch neanche a parlarne, era cagionevole di salute a 17
anni, adesso rischia una bronchite per niente! << E se ce ne andassimo a giocare a gobbiglie
in sala grande? >> butto lì per distrarlo. Non sembra molto convinto, ma
mi segue nella sala deserta, mancano ancora ore alla cena, e chi non è
impegnato nelle attività pomeridiane preferisce starsene rintanato nella
propria sala comune.
<< Dai Draco,
lanciala qui. Vedi che non è difficile? >> dico tenendo in braccio Draco che gioca con le piccole sfere d’orate ridacchiando
per l’ennesimo schizzo d’inchiostro. È così che ci vede Blaise quando entra nella sala:
ha i capelli e il mantello che grondano di pioggia, possibile che non abbia applicato
un incantesimo per proteggersi? Non so a cosa pensasse,
con chi fosse o cosa stesse facendo fuori, so solo che era qualcosa che lo
rendeva felice, visto che appena mi mette a fuoco, fa il giro della sala e fa
per sedersi al capo opposto rispetto al mio della sala. Mi rigiro l’idea in testa
e decido che voglio parlargli, sono stufa di aspettare e sono un’ambiziosa
arrivista, non sarei una serpe no? E se non troverò il
coraggio di dirgli che vorrei tanto che lui mi amasse
almeno un poco, forse troverò il coraggio di sorridergli e di chiedergli se possiamo
essere amici, conviventi civili o come diavolo vuole metterla lui, qualunque cosa
pur di non essere una completa estranea. Lascio Draco
alle sue biglie e mi avvicino con passo non troppo nervoso. Devo rompere il
ghiaccio, e non mi viene niente di meglio per la testa
di estrarre la bacchetta e di asciugarlo con un colpo di polso. Lui si rigira
verso di me, abbandonando la tazza di The fumante che è appena apparsa al suo
posto, e mi fissa con occhi, non più ardenti e sconvolgenti come un minuto fa,
ma con scaglie di zaffiro cupo, cosè che ti va così
male? Possibile che mi detesti così tanto? Mi fissa
per un attimo per poi fare per alzarsi e scappare. Dannazione,
sono stanca di correre sempre dietro a qualcosa che non posso avere! Voglio parlargli,
spiegargli quello che mi sta succedendo, o almeno provarci. Allora mi allungo e
lo blocco per il braccio << Smettila di trattarmi in questo modo e guardami!
>> sorprendendo me stessa prima che lui per il mio coraggio << Sono stufa di... >> << Che vuoi? >> Mi interrompe gelandomi << Non mi dire che adesso pretendi
un ringraziamento! Potevi anche risparmiartelo, nessuno te lo ha chiesto!
>>
Maledizione, perché mi ha fermato? Non so se riuscirò
a trovare il coraggio per dire quello che provo, ma devo trovarlo, è ora di
crescere ormai. Raccolgo in silenzio il mio coraggio e faccio per andarmene in
una zona più appartata della sala, trascinandomelo quasi di peso dietro, non è
divertente vero? No, non devi divertirti affatto a
giudicare da come strattoni e dalla veemenza che ci metti per tirare via il
braccio che io non lascio fin quando non mi sento abbastanza al sicuro. Sto impazzendo, non c'è altre spiegazione! Sono stanca di
questa lunga farsa logorante! Mi sento come se in questi giorni, avessi vissuto
mille anni. Mi giro per fissare Blaise Zabini negli occhi, dove ancora campeggia il suo sguardo annoiato.
Dannazione! Perché non lo capisci! Perché
non mi guardi? Perché non ti accorgi di me? Sono così
ributtante, da meritare solo il tuo disprezzo! Così esplodo, ed è una liberazione
<< Smettila di trattarmi così! >>
<< Così come? >> mi fa eco avvicinandosi
ancora << Così come? Sono io quello continua a
stare al palo senza sapere perché! >> gettandomi contro ancora la sua
rabbia. Ormai ho deciso di calare le mie carte, non sopporto che mi disprezzi. Vorrei che mi amasse, ma se non è possibile vorrei che mi rispettasse, vorrei che
incontrandomi in un corridoio non sposti lo sguardo disgustato. Fa più male di
quanto io possa sopportarlo. << Dovresti sapere
fin troppo bene il perché >> rispondo io prendendo fiato lentamente
<< Sei tu che hai voluto questo gioco! >> un gioco che mi è
inesorabilmente scivolato tra le dita << Se pensavi che io sarei rimasta ai tuo comodi, ti sbagli! Ho anche io il mio orgoglio, il mio diritto di scegliere! >> << E che vorresti fare ora? Liberarti di me! Credi che sia così
facile? Ti senti forte solo perché è passato del tempo? Non credere che non
possa ancora fartela pagare! >> mi rinfaccia rabbioso. È sconvolto e
nervoso, non credo di averlo mai visto così prima, ma non ho ne voglia ne tempo di preoccuparmene, e scelgo il modo peggiore
per parlargli << Fammela pagare allora! >> scimmiotto il suo tono
<< Vediamo che sai fare! Non avevo paura prima e
non ne ho adesso! >> ma
so di mentire. Blaise mi guarda come se lo avessi appena schiaffeggiato, e mi fa male. Possibile che
sia anche questo amare? Il desiderare che la persona a cui va il nostro amore
non soffra? Forse è proprio così, ed è per questo motivo che rompo il nuovo
silenzio tra noi, mi avvicino e lo stringo forte. È un abbraccio che sa di addio, ma non so se è solo il mio cuore che mi sta giocando
qualche brutto tiro. È la prima volta che mi faccio avanti e a parte la
tensione del corpo, non conosco la sua reazione, forse adesso avrà un nuovo
motivo per voler stare lontano da me. È dura per me ammetterlo, ed è con voce
flebile che dico << Io ci speravo…ci credevo veramente.
Pensavo che poteva esserci…>> prendo fiato per
non piangere e per trattenere la parola “Amore” che per un attimo mi era
balenata sulle labbra << …esserci qualcosa…di bello. Ma
se l’unica cosa che può esserci tra noi è questa specie di guerra continua, io
preferisco rinunciare. >>
Passano dei secondi pesanti che sanno di anni. Dì qualunque cosa, rilassa le spalle o accenna un qualche movimenti, ma fa Qualcosa! Non sopporto questo
stallo! Non riesco quasi più a sentire niente se non il tuo cuore lento e
regolare che batte contro il mio. Sento le tue dita sulle mie spalle, quando mi
scosti un po’ dal tuo petto, di nuovo con occhi vivi,
adoro il blu cangiante dei tuoi occhi, forse c’è speranza, ed è per questo che
anche io distendo leggermente le labbra, quando tu, guardandomi negli occhi i
chiedi << Che credevi Millicent, che saremmo diventati
amici? >>. Sento il cuore battermi lento e potente nel petto, non mi sono
mai sentita così viva, e posso giurare che l’aria non sappia
più di pioggia, ma di fiori come in primavera. Vorrei tanto seguire il mio cuore,
e urlare ciò che adesso mi urla nella mente: “No, per niente Blaise, perché io sono innamorata, e voglio stare con te, e
affrontare il futuro con te.” Ma
non è così che funziona, perché ho maledettamente paura, come sempre, di non
farcela e poi mirare basso non sempre è un errore, per questo dico << Si,
speravo che si potesse fare. Insomma, essere amici, non sarebbe male… >> ma non mi fai finire, perché ti stacchi da me
e prima di andare via dici con tono aspro << Spiacente Bullstrode, ma io non voglio essere tuo amico. >>
Hola a todos,
come va?
Perdonatemi per il ritardo
improponibile, ma per la prima volta in vita mia, ho dovuto riscrivere il
capitolo. Era mezzo scritto ma non mi piaceva, così ho
fatto pulizia!!!!
Direte voi, mai riscritto niente e lo devi fare giusto adesso? Che dire,
c’è sempre la prima volta!
Volevo ringraziarvi per il
grande affetto dimostrato, siete assolutamente STUPENDE/I (chi sa che non ci siano
anche maschi che leggono).
Volevo avvertire che non sono sicura di riuscire ad
aggiornare tanto presto perché a giugno e luglio ho gli esami all’università e
poi VACANZA!!!!!! Quindi se non dovessi farmi sentire
tanto presto, non vi preoccupate. Se non ci si sente prima, buone vacanze a
tutti!!!!
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Capitolo 14 *** Capitolo XIV ***
“Spiacente
Bullstrode, ma io non voglio essere tuo amico.”
“Spiacente
Bullstrode, ma io non voglio essere tuo amico.”
“Spiacente
Bullstrode, ma io non voglio essere tuo amico.”
“Spiacente
Bullstrode, ma io non voglio essere tuo amico. “
GRR
Affondo
nervosa la forchetta nel piatto provocando un fastidioso stridio, mentre
raccolgo malamente la posta di questa mattina, senza neanche degnarla di uno
sguardo.
Una
settima.
Quel
lurido, viscido, maledetto e non so che altro con una sola frase mi ha ridotto
a poco più di una ameba per UNA SETTIMANA!
Giuro
che lo ammazzo, fosse l’ultima cosa che faccio!
Mi
ha costretto ad ingoiare tutto il mio orgoglio e a darla vinta alla perenne
paura di sbagliare qualcosa che mi assilla.
Ok
che sono innamorata, ma a tutto c’è un limite!
Non
mi vuoi intorno? Perfetto!
<<
Milly, mia cara, saresti così gentile da passarmi il sale? >> Mi distrae la
sua voce dal posto di fronte al mio. Maledetto! Neanche quando mi commisero per
colpa sua mi lascia in pace! << Hai le gambe no, USALE! >> <<
Sei di cattivo umore tesoro? Ti prego, infondo è così vicina…>> Continua
Blaise suadente, pare che anche oggi abbia intenzione di portare avanti la
solita sceneggiata, ma io no ed è per questo che lo interrompo e, con il
miglior tono acido del mio repertorio gli dico << Mi pare che siamo
seduti di fronte, quindi se vuoi qualcosa prenditela da solo! Ah, e rispondendo
alla domanda di prima, Si sono di PESSIMO umore! >>
<<
Vedi di darti una calmata, Bulstrode. Non ho certo
bisogno di te! >> mi rinfaccia quasi ringhiando ed io ribatto con lo
stesso tono << Anche io non so cosa farmene di te! >> <<
Bene! >> << Bene! >> Per poi tornare a concentrarci sui
nostri piatti, e devo dire che ci sarei rimasta volentieri se da pochi posti
più avanti del nostro non sentissi la maledetta risatina acida della Greengas che dice << hihihi,
a quanto pare qualcuno ha finito la luna di miele! >> ed è per questo che
esplodo e, alzandomi in tutta la mia bella mole di 180 cm le dico << Va a
farti fottere Daphne! >> paralizzando sul posto
più o meno mezza sala grande con la mia uscita e uscendo poi sdegnosa dalla
sala grande per andare a posare la mia posta in camera e sbollire la rabbia
prima di andare a lezione.
Blaise
Zainbi rimase a fissare sorpreso la schiena della
ragazza seduta un attimo prima di fronte a lui. Il tavolo era silenzioso nei
secondi di stallo prima che Daphne cominciasse ad
inveire contro il mondo e l’universo per il modo in cui è stata trattata.
Eppure, wow…quante volte e quante persone a quel tavolo avevano sognato di
zittire sdegnosi quella vecchia megera senza avere le
palle di farlo! E non solo al loro tavolo, probabilmente una buona fetta di
alunni della scuola… e magari, chi sa, anche qualche
professore.
“Per
le mutande di Merlino! Io AMO quella donna!“
…
…
…
E
che CAZZO!
Da
dove gli usciva quella ora? Ok, la ragazza era passabile…ma da questo a… no no no
no no no!
Ci DOVEVA
essere un errore!
Non
poteva…lui NON POTEVA aver pensato di… di ama…
CAZZO
lo stava facendo un’altra volta!
Doveva
andarsene da li, ORA!
Che
sa se il suo vecchio amico Draco, anche se col pannolino, poteva essergli di
aiuto.
POV
Draco
“Uffa,
che palle! Stupido corpo di poppante! Non riesco a fare niente! Giuro che se
scopro chi è stato gli stacco la testa! << Allora Draco >> mi
chiama con tono zuccheroso l’infermiera della scuola << io adesso vado
dalla Professoressa Sprite a prendere delle erbe. Tu non muoverti da qui e non
toccare niente mi raccomando, Millicent dovrebbe
essere qui a minuti, io torno presto… >> E dove vuoi che vada vecchia
befana! Quelle maledette maniglie sono troppo alte! Perché non sono stato
rispedito al Maniero! Lì avrei tutto quello che voglio! Invece devo stare qua a
prendermi le pigliate per il culo della scuola! Quando tutto questo sarà finito
si pentiranno di aver sfidato me! Mentre rimugino su queste cose vedo la porta
dell’infermeria aprirsi. E vai, Milly è arrivata! È ora di levare le tende!
Aspetta un secondo, che cazzo ci fa qui Blaise? << Ah, sei ancora qui,
fantastico! La Chips non c’è? >> mi fa lui
venendomi vicino, è strano sembra nervoso… boh? Comunque trotterello verso di
lui e gli dico << Cip non c’è! Andata a pendere ebba,
ma torna! >> ecco, ci risiamo! Stupido corpo che non impila una frase
decente! Ma lui pare non ascoltarmi, perché mi prende per sotto le ascelle e mi
solleva di peso sulla scrivania dell’infermeria per guardarmi occhi negli occhi
e borbotta << Magnifico moccioso! Adesso facciamo un discorsetto tra
uomini. >> << No occioso! >> sbotto
irato, maledizione sono un Malfoy! Un po’ di
rispetto! << Si… si, come ti pare! >> mi
risponde lui condiscendente << niente moccioso. Allora…Cazzo se è
difficile! Io…io ho pensato una cosa prima e… >> Oh, allora ci siamo?
Andiamo Blaise, fammi divertire! << Cofa…
>> storpio un po’ io la situazione spingendolo a parlare. << Beh,
vedi Draco…tu lo sai…no aspetta…emh…tu vuoi bene a
Milly no… >> Dio, mai visto niente di più patetico! Merlino se lo sfotto
a vita! << Anche Baise vuole bene a Milly?
>> chiedo col tono ingenuo da bambino. Il mio vecchio amico Blaise mi
fissa con la stessa faccia di granito e il colorito tendente al verde. TI HO FREGATO BELLO MIO! << Ehm, si Draco, anche io
voglio bene a Milly… >> continua lui guardandosi intorno come se un
ippogrifo infuriato dovesse aggredirlo a minuti << …però Draco non lo
dice a nessuno vero? >> << No, Draco non lo dice, si si! >> ripeto io, puoi
metterci la mano sul fuoco che lo dirò con la grancassa se mi riesce! <<
Ecco, bravo Draco! Però adesso io voglio fare un…un, come
dire… ah ecco, un regalo a Milly… >> “continua sempre con lo stesso tono
che sembra stia parlando con un idiota, come se fossi io quello che sta
parlando di donne con un moccioso di 2 anni! Vuoi farle un regalo? Mettiti con
lei e fai un regalo al mondo, almeno ti togli dalle scatole PEZZO D’IDIOTA! Ok
questo è più o meno quello che vorrei dirgli, però è troppo complicato nella
mia situazione. Come faccio a farglielo capire? Per mia fortuna proprio in
questo momento entra la Chips che, vedendo Blaise nella stanza
dice << Oh, che inaspettata sorpresa! Non credevo che per una volta si
sarebbe scomodato signor Zabini! >> mentre
Blaise mormorando qualche parola di circostanza mi prende in braccio e mi
trascina nella nostra camera, perfetto!”
<<
MA COME HA OSATO QUELLA LURIDA PEZZENTE! >> << Andiamo Daphne! Cerca di darti un contegno! >>. A parlare
erano state una delle ragazze più corteggiate della scuola e la sua fida
compagna. Erano rinchiuse in una delle aule in disuso dove si erano rifugiate
dopo aver evitato, con una scusa banale, l’ennesima lezione. << Devo
vendicarmi di lei, Tracy! >> rispose la bionda cominciando a percorrere a
grandi passi il piccolo spazio libero dai vecchi banchi. << Che ne è
stato poi di quella faccenda del ballo? Non ti aveva restituito l’invito?
>> la bloccò la bruna causando un nuovo scatto d’ira nella bionda
<< Dah, non ricordarmelo! Giusto stamattina mia
madre mi ha mandato un gufo e mi ha detto che non può fare niente! A meno ché
lei non se ne resti a casa, non c’è verso di ritirarle l’invito! E credi
veramente che si faccia sfuggire un’occasione simile?
È grassa, non stupida! >> che si gettò indietro rabbiosa le sue ciocche
color grano. L’altra rimase qualche secondo in silenzio per poi dire << e
quindi al ballo ci sarà anche quello scimmione di Igor, quello che dovrebbe
essere il tuo cavaliere… >> << Dove vuoi andare a parare Tracy?
>> si fermò improvvisamente interessata l’altra davanti al luccichio
maligna dell’amica per sentirsi dire << Forse ho la soluzione che cerchi!
>> prima di agguantare carta e penna dalla borsa e cominciare a scrivere
una lettera.
POV
Draco
“Merlino che palle! Nell’ultima ora ho scoperto che perfino la polvere
sotto le mie scarpe è più interessante del mio migliore amico in piena crisi
adolescenziale! Sta ancora andando su e giù come un ossesso per la stanza
elencando qualunque dettaglio di Milly per poi farneticare che le sue sono solo
“osservazioni superficiali che non significano niente” come no, perché sapere
quanto zucchero mette nel the la mattina è “osservare superficialmente” una
persona! Bleach! Almeno avesse il buonsenso di
andarlo a dire a lei! << … e poi, credimi Draco, non significa niente, però…
beh lei è intelligente, spiritosa e … >> buon merlino, mi sta facendo
venire il diabete! Sarà meglio che trovi il modo di farlo stare zitto,
altrimenti finisce lo ammazzo! Così mi alzo e barcollando leggermente a causa
del pannolino percorro la stanza fino al baule di Millicent.
È qui che butta di solito la sua posta e quindi ci sarà anche quello che cerco.
Mi bastano pochi gesti per trovare la busta azzurra che le avevano recapitato
con il vestito ormai più di un mese fa e che le hanno rimandato questa mattina.
Non deve averci fatto caso questa mattina, era troppo impegnata a litigare con
Blaise. Dannazione è troppo lontana! Non ci arrivo ad afferrarla ed è a quel
punto che un’ombra scura mi avvolge e sento Blaise dire << Che cazzo fai
con la testa qui dentro? Cos’è ti piacciono le mutande di Milly? >> ma si
zittisce quando vede cosa volevo prendere. La prende al mio posto e mi porta
fino al suo letto portandomi sulle spalle come un sacco di patate <<
Cos’è? Un suggerimento? Dici che dovrei portercela? >>
mi chiede dubbioso, << Ti! Cotì Milly pincipessa! >> rispondo io con tutto l’entusiasmo del
moccioso che sono. << Già, proprio una principessa! >> mi fa lui un
po’ sognante << Ma Draco, hai dimenticato che Milly non è come Pancy o Daphne? A lei non piacciono
queste cose! >> conclude lui dubbioso, ma io sono sicuro di me e dico
<< No preocupare! Milly piace fetta! Lei contenta!
>> << Mah, se lo dici tu, lo faccio! >>
<<
AAAAAAHHHHHHHH!!!!!!!!!! COME SONO EMOZIONATA!!!!!! >> <<
Ma di che cavolo parli Pance! >> siamo in pausa pranzo e siamo solo io e Pancy in giardino. Fa freddo, ormai manca poco alla prima
nevicata ma approfittando del timido sole stiamo qui in attesa che comincino le
lezioni del pomeriggio << Non posso crederci! Sabato è il gran giorno! Ma
ci pensi! >> mi risponde lei trattenendo a stento l’entusiasmo ma io sono
ancora dubbiosa << Gran giorno? Ma di che? >> << Oh andiamo!
>> mi risponde lei spazientita << Non venirmi a dire che te ne sei
dimenticata! Il gran ballo del ministero è questo sabato! L’invito ce l’hai no!
Sarà bellissimo andarci! Peccato che io dovrò accontentarmi di quell’orso di
mio fratello ma… >> mi sommerge di chiacchiere ma io non ci sto <<
FRENA! Che biglietto! Io il mio l’ho restituito a Daphne,
te lo sei dimenticato! Io non vado a nessun ballo >> …purtroppo… no, che
penso, NO! È una fortuna, ecco!
<<
Ma che dici! Un’ora fa mia madre mi ha invito l’elenco completo degli invitati!
Tu ci sei e come! >> risponde cavando dalla tasca un foglio azzurro
familiare… anche troppo… o merlino! È quello che mi è arrivato questa mattina!
Ma quando imparerò a leggere la posta di mattina!
Quando
me lo porge scorro velocemente l’elenco fino al mio nome, risulta al tavolo più
esclusivo della serata, quello della rosa, dove siedono le due coppie che
aprono le danze della serata. È con sguardo tremante che vedo la scritta M. Bulstrode, D. Greengas,
I. Penev su tre lati del tavolo completarsi con il nome B. Zabini. Non posso crederci! Viene anche lui! Sarebbe troppo
bello se fosse per accompagnare me! Ma forse…perché non sperare? Infondo che
costa! Oddio! Sarebbe la sera più bella della mia vita! Ed è… << SABATO!
HAI DETTO CHE IL BALLO È QUESTO SABATO! >> urlo io riconnettendo il
cervello alla bocca. << SI! Non è fantastico! >> saltella felice Pancy << No che non lo è se oggi è giovedì e non sei
neanche andata dal parrucchiere! >> sputo fuori io depressa per sentirmi
dire << Oh! Tutto qui il problema! No problem
tesoro! Ti farò diventare uno schianto! Piuttosto, hai già invitato il tuo
cavaliere! >> continua maliziosa, << Oh, credo che abbia fatto da
solo! >> e arrossisco un po’ restituendole il foglio. Lei lo prende
sorridendo radiosa ma dopo aver studiato attentamente la pergamena diventa
seria, prima di dire << Ci deve essere un errore! Così disposti hai il
cavaliere sbagliato! >>
Salve!!!!!!
Passate
buone ferie?
Lo
so che volete la mia testa ma portate pazienza! Il finale è in arrivo!
Intanto
prendo questo spazio per fare alcuni ringraziamenti:
1) A tutti quelli che leggono le mie fiction, è stupendo
vedere quel contatore lettori che va sempre più su, ti fa sentire bene e siete
una bella spinta per andare avanti.
2) A : Zoe MonBlanck,
123_amo, Babykagome, Olga, Zoe m., Broken dreams, Sara, Zigurat, Madonna, Piccolakana, Goldbuble, Bel Oreander, SorellinaMalfoy, Fra e DreamyVale
( rigorosamente in ordine di recensione dalla più recente) per le bellissime
parole che mi lasciate, è anche grazie a voi (e anche un po’ colpa vostra ;) )
se i personaggi si evolvono in un certo modo.
3) E a 1 - 123_amo
2 - babykagome 3 - Bluking 4 - broken dreams 5 - Callypso 6
- criandola 7 - DreamyVale 8 - Fey 9 - GinI 10 - goldbuble 11 - joey_ms_86
12 - lottina 13 - lyoko 14 - Madeline
15 - Pikkola Rin 16 - scarabbokkio 17 - SoReLLiNaMaLfoY per aver aggiunto la
storia nei preferiti e non so cosa dirvi perché sarei troppo
retorica, a parte GRAZIE!!!!!!
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Capitolo 15 *** capitolo XV ***
<<
COSA! >>
Sputo
fuori con una voce stridula che non riconosco come la mia strappando il foglia dalle dita di Pancy
NO, NO e NO!
Mi
rifiuto che finisca in questo modo!
Era
qui allora che voleva andare a parare? È certo! Già me le sento le chiacchiere
di quelle pettegole! Senza dimenticare che a mia madre verrà come minimo un
infarto!
Ah, ma quei
due bastardi hanno fatto i conti senza di me! Se credono che gli darò la
possibilità di umiliarmi a quel modo, si sbagliano di grosso! Per questo
stritolo la carta tra le dita e piego le mie labbra, forse per la prima volta,
in un sorrisino mefistofelico e parto alla carica per la mia vendetta!
<<
E anche questa è fatta! >> sussurrò Blaise seguendo con gli occhi il volo
del suo falco con il suo invito formale a Milly. Uscì lentamente dalla gufiera avvolgendosi strettamente nel pesante mantello di
lana e tenendo per mano il piccolo Draco che si guardava curioso intorno
affascinato dalla danza delle ultime foglie incendiate dall’autunno. <<
Che ne dici Draco, ho fatto bene a scriverle una lettera? Non lo so, forse
avrei dovuto parlarle o…boh, che ne so! >> per sentirsi rispondere
<< Milli piace letera!
>> dalla voce sottile del piccolo. << Ah, si! >> disse allora
più tranquillo << A Milli piace letera! >> facendo il verso al piccolo prima di
prenderlo in braccio facendolo volare per gioco. “Chi sa,
forse Draco a ragione. Invitarla al ballo per lettera è stato facile e lì non
sarà difficile parlarle. Forse potremmo sul serio diventare
amici….magari….magari potrei anche dirle quello che provo….ma forse la
spaventerei….no, meglio di no…forse amici andrà bene, poi col tempo vedremo.”
Rientrando
nella sala comune la sua attenzione fu catturata dal sorriso aperto e
smagliante che Daphne sfoggiava mentre leggeva da una
pergamena blu accanto a Tracy Davis. Era oggettivamente un sorriso perfetto, ma freddo e calcolatore. Che diavolo aveva
combinato adesso? E che aveva da essere tanto “felice” ora? Ebbe quasi la
sensazione di sentire un campanello d’allarme accendersi nella sua testa. C’era
solo una cosa che poteva renderla così felice: la vendetta!
Le
si accostò con passo svelto, e nervoso e quando si scontrò con gli occhi verdi
e profondi della ragazza, essa si profuse in un sorriso ancora più aperto e
falso prima di dire << Blaise caro! Come mai ancora in giro a quest’ora?
>> invitandolo ad accomodarsi accanto a lei. << Ho la mattinata
libera Daphne, tu piuttosto, non avevi divinazione a
quest’ora? >> le rispose con un tono acido nella voce, rimanendo in
piedi, continuando a fissarla diritto negli occhi per sentirsi rispondere
<< Ah, la Cooman è una tale noia! >>. Daphne si alzò dal divano su cui era seduta e con passo
calcolato appoggiò le mani sulle spalle tese del
ragazzo e sorridendo complice disse << Però pensandoci, forse potremmo
divertirci insieme! >> lo vide sbuffare e ruotare gli occhi al cielo, ma
non si diede per vinta, così riprese << A proposito, lo sai che è
arrivata la disposizione definitiva del ballo d’inverno? >> cominciando
la sua recita fatta di ammicchi e mezze parole che aveva sempre fatto cadere
tutti ai suoi peidi.
Sto percorrendo i corridoi a passo di carica
stritolando tra le dita l’invito di Pancy. Al diavolo
lui, lei e tutto il resto! Lo odio e ho solo voglia di piangere e di urlare!
Come ha potuto farmi questo! È qui che volevano andare a parare, e io ci sono
cascata come un pollo! Maledizione! Affondo le dita nella tasca della gonna, e
trovo la scatola che tempo fa mi ha messo tra le mani. Che sciocca, me lo porto
ancora dietro da più di due mesi, senza neanche pensarci! Mi fece rabbia quel
giorno, eppure avevo la vaga speranza che significasse qualcosa, che potesse
essere un inizio, invece era solo il primo atto della commedia. Ho un groppo
alla gola che mi soffoca, che non fa che crescere quando entro in sala comune e
lo vedo in piedi davanti al camino mentre Daphne lo
abbraccia e ride come non le ho mai sentito fare. Inutile girarci in torno, mi
sento ferita. Fa male vederlo così tranquillo, forse felice, senza di me. Ci
sono così tante cose che vorrei dire e che vorrei fare, ma più di tutto voglio
dimenticare. Si, sognare e sperare è bello, ma inutile
che nascondi la testa sotto la sabbia Milly, tu per lui non esisti. Sei come i
miliardi di teste che affolla il mondo, quelli di cui non ti fai domande, o al
massimo noti solo di che colore ha il mantello. Blaise ha scelto, e ha scelto
una vita senza di me, tutto qui. << A proposito, lo sai che è arrivata la
disposizione definitiva del ballo d’inverno? >> sento tirar fuori a Dafne
mentre comincia ad accarezzargli le spalle. Lo vedo farsi attento alle sue
parole, o forse sarebbe meglio dire ai suoi gesti, visto che adesso lei si sta
strusciando come una gatta in calore su di lui. Comunque si finge interessato,
visto che chiede un laconico << E Allora? >> ed è allora che Daphne fa la sua migliore risatina di scherno << Oh,
ma che vecchia volpe che sei! Come se non sapessi… >> ma si interrompe
girandosi verso di me e comincia la seconda parte della sua commedia,
ma questa volta non andrà come pianificato. La vedo fermarsi e
balbettare, come se non lo sapessi che sta recitando, e indicandomi con un
cenno del capo. Blaise si volta e lo vedo accennare un sorriso, pezzo di merda,
questo doveva essere il tuo trionfo, non è vero? << Che stavi dicendo Daphne? Mi interessa, continua! >> dico con falsa
allegria dopo aver lanciato un’occhiataccia a Blaise, ed è così che lei
comincia a farci un lungo e prolisso resoconto delle ultime chiacchiere del
ballo. Lui cerca di guardarmi negli occhi, ma io evito il suo sguardo. So che
se lo guardassi ora, vedrebbe tutto la sofferenza che provo, e non voglio
dargli anche questo potere << … e poi, come stavo dicendo a Blaise, siamo
anche allo stesso tavolo! Non è stupendo! >> conclude lei ridendo di
nuovo. Nessuno di noi tre osa dire niente, ma la domanda aleggia tra noi
pesante. Nessuno ha il coraggio di fare riferimento al quarto al tavolo o fare
qualche riferimento all’assortimento delle coppie, anche se posso giurare di
vedere il corpo di Blaise tendersi di aspettativa. È in questo momento che
decido di mandare giù il maledetto amaro che sento in bocca e dico <<
Già, ho ricevuto proprio ora la convocazione del ballo! Mi pare che verrà anche
un certo Penev con noi. Scommetto che sarà veramente fantastica
la serata! >>.
Vedo
Blaise tendersi ancora e Daphne allargare, per quanto
ancora possibile, il suo sorriso. Lei sembra divertirsi molto, io non mi sto
divertendo per niente! La cosa che non capisco, è perché Blaise non dica
niente, perché lascia che Daphne comincia ad
intessere le lodi di questo tizio che lei ha chiamato Igor. Tse,
alla fine neanche mi importa, ed è un sollievo la certezza che almeno non dovrò
passare la serata a fissare loro che tubano. Certo, farò soffrire la mia
famiglia, infondo ho di nuovo deluso le aspettative che avevano per il mio
futuro, ma adesso sento solo che non mi riguarda. Troveranno un’altra scusa per
essere fieri di me. Metto su la mia maschera migliore quando guardo lui, sporco
bugiardo che non è altro, e mormoro qualcosa sul voler parlare con lui. Non voglio
guardarlo, ne voglio sentire la sua voce. Lascio che tutto i
gradini scorrano in fretta per arrivare nella nostra stanza, stringendo
tra le dita la piccola scatola di velluto che mi regalò. Esplodo non appena la
porta si ricongiunge al muro << Spero che ti stia divertendo! >>
non c’è bisogno che spieghi a che mi riferisco, lo vedo dalla sua faccia scura.
E vedere la sua indifferenza, la sua mancanza di reazione, mi porta a sputare
fuori un veleno che non sapevo neanche di avere, perché dico <<… Sai,
alla fine, io ci speravo anche… >> con la voce tremante e gli occhi
bassi, non voglio che mi veda piangere << … Ma non posso sopportare
questo… >> prendo la scatola dalla tasca e l’appoggio sul tavolo più
vicino << …credevo che potesse nascere qualcosa, ma ho fallito. Non importa,
sarà per un’altra volta. >> ed esco sbattendo la porta dietro di me.
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Capitolo 16 *** capitolo XVI ***
<<
Pance, mi stai stritolando! >> << Vuoi essere o no la più invidiata
della serata? >> << Devo rispondere? >> << Dah, io ci rinuncio! >> siamo nella mia vecchia
stanza, mancano solo poche ore al ballo. Merlino come sono nervosa! Mi tremano
le mani e sudo freddo all’idea di questa serata! << Uffa, Pancy! Io non voglio venire! >> piagnucolo in maniere infantile per l’ennesima volta. << Spiacente
dolcezza! >> mi sbraita contro Pancy fermando
un secondo il lavoro sapiente della sua bacchetta che le acconcia i capelli
<< Non dopo che ho perso la bellezza di due ore della mia vita per
acconciarti i capelli! >>. Mi guardo allo specchio mordendomi le lebbra rosse di lucidalabbra e non mi riconosco: una
giovane donna mi guarda dallo specchio, con lunghi capelli castani agitati da
morbide onde; il viso illuminato dal trucco sapiente, gli occhi sottolineati
dalle ciglia scure di mascara, la labbra rosse e piene ed il corpo
fasciato dall’ elegante abito rosso ornato da rose di stoffa. Non posso
essere io quella! È assolutamente troppo! << Non posso essere io quella…
non… >> << La vuoi smettere! >> sbotta di nuovo Pancy allacciando la fascia del suo abito rosa << Lo
so che non è proprio il tuo stile Milly, ma arrenditi all’atroce realtà! Le tue
sono solo PARANOIE! Arrenditi! Anche tu sei bella, punto e basta! Forza, prendi
stola e borsetta che andiamo! >> << Ok… arrivo… >> borbotto io scontenta facendo per inforcare gli occhiali ma vengo
freddata << Che credi di fare con quei cosi? >> mi ferma infatti Pancy cominciando a
scavare nel suo beauty case, << Non so Pan, forse metterli! Ti ricordo
che sono miope e senza rischio di finire contro qualcuno! >> <<
Magari siamo fortunati e finisci diritta diritta
addosso a Blaise >> borbotta prima di lanciarmi un pacchetto di lenti a
contatto usa e getta e minacciarmi << Metti queste e poche storie!
>> costringendomi a fare come mi dice.
<<
Pancy… >> ricomincio io titubante seguendola
lungo il corridoio che esce nella sala comune << sei sicura che non avrò
problemi? Insomma, sono… >> << Tacchi da 5 cm? >> mi tronca lei
<< Andiamo Milly! Quei tacchi sono il minimo sindacale per una festa del
genere dice alzando un po’ il suo strascico e mostrando i suoi 13 cm. Ok, ci rinuncio! Se è
questo che vogliono, porterò un po’ a spasso la maschera della strafiga sicura
di se, finirà questa serata ed io potrò ritornare ad essere la solita un po’
bruttina e insicura di me di tutti i giorni. In effetti, neanche quella mi sta
più bene addosso come maschera ormai, ma è quella di cui conosco tutte le
regole, quella con cui posso meglio difendermi dalle botte della vita. Pensieri
un po’ amari per una serata del genere. << Hai preso il tuo Carnet? >>
mi richiama dai miei pensieri cupi Pancy << Il
mio cosa? >> le chiedo e lei mi sventola sotto il naso il suo piccolo
notes legato al polso per segnare i compagni di danza. Scavo per un secondo
nella minuscola borsa che ho in mano per avere la conferma di non averlo e
avere la certezza che può essere solo in un posto. E dal sorriso di scherno
capisco che ha fatto due più due e mi batte sul tempo << Pancy, che ne dice se tu… >> << Ottima idea! Tu
va a prendere il tuo carnet in camera, mentre io ti aspetto all’ingresso! A
dopo tesoro! >> piantandomi nel corridoio, quanto la DETESTO!!!!!
Busso
o non busso? Dannazione, non so che fare! Beh, tecnicamente la stanza è ancora
la mia no… forse dovrei entrare e basta… magari chiedere di Draco… che razza di
modi… mollare anche lui, così di punto in bianco… magari, ecco…do solo una
sbirciatina… apro appena la porta e avrei fatto meglio ad evitare: Blaise è di
spalle alla porta e ha indosso una camicia bianca e dei pantaloni di taglio
classico neri. Dio se gli sta bene! Sembra un uomo, non il tardo adolescente
che è! Sta litigando con la cravatta nera quando mi decido a fare i primi passi
all’interno. Quando mi vede attraverso il riflesso si volta a guardarmi, e
anche io non posso fare a meno di fissarlo, restando imbambolata come
un’idiota, anche se non mi interessa più di tanto. Sfuggo il
suo sguardo scorrendo la stanza e vedo il carnet che ero andata a cercare, così
lo prendo e mugugnando appena uno << … scusami… >> spero di
andarmene, ma lui mi ferma sulla porta dicendo << Aspetta… >>
Rimaniamo
in silenzio, senza guardarci. La porta è lì, di fronte a me, ma sento come un
peso sullo stomaco che mi costringe a restare dove sono. Passano secondi
pesanti come piombo, prima che si decida a prendere il mio polso e girarmi. Non
so da dove mi venga fuori questa cosa, ma vedendo il polso nella sua grande
mano, sembra così piccolo e fragile, anche se so benissimo che è tutta
un’illusione, sono sempre stata forte. Però mi rendo conto che adesso non lo sono
affatto, sento solo un’enorme paura che mi stringe il cuore. << … Mi
dispiace per come mi sono comportato. Sono stato solo uno sciocco a pensare…
>> comincia a dire, ma io non voglio sentirlo, perché sono sicura che sta per dire che questi tre mesi sono stati solo una presa
in giro, uno scherzo stupido. Ma io non voglio ascoltare, perché per quanta
sofferenza mi abbia dato, ho avuto anche la gioia di avere dei ricordi su di
noi, e non voglio rinnegarli. Per questo scoppio e comincio a piangere, perché sono
stanca di stringere i denti. E alla faccia del lavoro di Pancy
e di tutte le chiacchiere fatte fin ora, mi ritrovo con lunghi rivoli scuri di
mascara sulle guancie a fare cenno di no con la testa. E non rifletto molto
quando apro bocca e parlo chiaro, tirando fuori tutto il veleno che ho in
corpo, ma anche il più dolce dei mieli << Basta… ok, ho capito, non c’è
bisogno che vai oltre. Mi chiedo solo se non era più facile dirle la verità
dall’inizio, infondo tu e Daphne siete la coppia del
secolo…inutile girarci intorno… e in realtà la stupida solo sono io… è che
avevo così tanta paura di stare male… e l’occasione era così buona…stupida io a
non rendermi conto che la verità è la cosa migliore in certi casi…beh, ti
auguro buona fortuna…per il resto, passerà. Anche se adesso non mi resta che
starmene a guardarti felice. Infondo è anche questo l’amore…. E devo farlo
perché… sono innamorata di te. >> e non ci penso
molto a mollarlo lì con la bocca aperta e gli occhi sconvolti e ad andarmene,
devo convincere Pancy che restare al castello è la
cosa giusta da fare.
I
tacchi mi stanno uccidendo.
La
musica è una noia mortale.
Ho
la faccia deformata da un sorriso talmente falso da sembrare una paresi
facciale.
L’ho
già detto che i tacchi mi stanno uccidendo?
In
meno di tre ore ho scoperto di avere come migliore amica un mulo, ho detto al
ragazzo che amo che può fare quello che vuole e pare che la zecca bionda che si
è portato mi ha preso in parola, e che il tipo con cui sono venuta a questo
stupido ballo è una piovra! Non so come sia stato possibile, ma per un tacito
accordo, per tutta la sera io e Blaise non siamo mai stati allo stesso tavolo,
anche se non ho fatto altro che spiarlo per tutta la sera. Pancy
dice che ho fatto bene a dirgli tutto e che l’idiota è lui se non ha preso al
volo l’occasione, e che non dovevo sprecarci neanche una lacrima. Mi ha
trascinato qui e mi ha fatto ballare praticamente con tutta la sala, eccetto
Blaise contro cui ha ringhiato per tutta la sera.
Prima che le note dell’ennesimo valzer si spengano, lascio la mano del mio
cavaliere e vado sulla terrazza della sala in cerca di ossigeno. Fa un freddo
cane qui fuori, il cielo ormai è grigio e carico di neve, manca poco alla prima
nevicata dell’anno. Mi stringo le braccia al petto ma lo so che non serve a molto,
ma non voglio tornare dentro a prendere lo scialle. Ed è mentre mi sto perdendo
di nuovo nei miei pensieri tristi che mi viene messa una giacca sulle spalle
mentre due mani calde mi accarezzano le braccia. Non mi ci vuole molto a capire
che è lui, mi è bastato sentire il suo profumo muschiato nell’aria e mentre il
cuore comincia infido a battermi forte e a sperare, il mio orgoglio ferito
ritorna alla carica: dannazione, non sono la povera principessina che aspetta
sul bastione! È per questo che mi scosto rabbiosa e faccio cadere la giacca
scura a terra mentre mi giro a guardarlo. << Che diavolo vuoi ancora, Zabini! >> lo aggredisco << Non ti sei
divertito abbastanza per stasera? Mi pare che avevamo chiarito che… >> ma
lui mi blocca sbottando << Dannazione Bullstrode,
vuoi chiudere quella boccaccia una dannata volta! Razza di femmina testarda e
ostinata! Ma giusto di te dovevo innamorarmi! >> lui ha detto tutto di un
fiato e quando finisce trattiene il respiro. Anche io sono senza fiato, mentre
cerco di dare un senso a tutto quello che ha detto. Non riesco a crederci, e devo
avere proprio una faccia sconvolta se lui mi accarezza il viso e mi sussurra
vicino all’orecchio << Non mento, e ti prometto che non ti farò mai
soffrire. Non mi era mai successo, MAI di amare qualcuno come amo te. Farò qualsiasi
cosa, per vederti felice… >> e forse altre cose, ma non ha più
importanza, perché le sue parole danno coraggio al mio cuore, e le paure vanno
a farsi benedire, perché gli avvolgo le braccia intorno al collo, e lo zittisco
con il mio primo vero bacio d’amore.
<<
AH, come sono CARINI! >> disse Pancy
trattenendo a stento la gioia. Un po’ sgangherato, ma il suo piano perfetto era
andato in porto! Erano anni che pensava che quei due testoni erano
perfetti insieme! << Mah, se lo dici tu Parkinson… >>
Borbottò un meno entusiasta Michael Corner sistemandosi la cravatta. Per quanto
ci provasse, non riusciva proprio ad andargli a genio quel tipo << …Comunque
non sono così sicuro che sia la persona giusta per Milly. E se le fa male? O la
fa soffrire o peggio… >> ma la ragazza non lo fece finire << Ah,
vedi di chiudere il becco, uccellaccio del malaugurio! Come se Milly non fosse
già abbastanza paranoica di suo! Fortunatamente, adesso dovrebbe essere finita!
>> << Tse, finita Parkinson? Ma se è
appena cominciata! Sai quante altre gatte da pelare ci rifileranno quei due!
>> << Beh, conoscendoli, devo ammettere che hai ragione. Adesso andiamo,
meglio lasciarli da soli e poi ho una cosetta da fare… >> concluse
ghignando sinistramente, cosa che non piacque per niente all’altro ragazzo che sospettoso chiese << Perché, che devi fare? >>
per sentirsi dire un innocente e per niente credibile << Oh sai Corner,
qualcuno dovrà pur dire alla cara Daphne la bella
notizia! >>
OH
mio Dio!!!!!
Non
ci credo che ho finito!!!
È stranissimo
ma credo proprio che si possa dire chiusa qui. Il finale magari a qualcuno
sarebbe piaciuto diverso, ma ho preferito farlo schietto e diretto anche perché
sarebbe stato troppo pesante.
Ringrazio
tutte le persone che hanno letto, commentato e seguito la fiction. Spero di
avervi divertito (o comunque di non avervi annoiato troppo) e vi ringrazio
ancora per tutto quello che mi avete dato. Alla prossima volta. CIAO!!!!!!!!
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