Due occhi blu come l'oceano

di Inu_Ran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1: L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** Cap. 2:Una nuova compagna ***
Capitolo 3: *** Cap 3: Ranma Saotome ***
Capitolo 4: *** Cap. 4: Sogno o realtà? ***
Capitolo 5: *** Cap. 5.Svegliarsi ***
Capitolo 6: *** Cap. 6: Vivere ***
Capitolo 7: *** Cap. 7: Tra la vita e la morte. ***
Capitolo 8: *** Cap. 8:Partenze. ***
Capitolo 9: *** Cap. 9: Felicità ***



Capitolo 1
*** Cap.1: L'inizio di tutto ***


                      Due occhi blu come l'oceano
Cap 1: L’inizio di tutto
Era una serata come tutte le altre: triste e buia. Un po’ come la mia vita. A piangere con me c'era il cielo che con la pioggia bagnava i miei capelli color del mare. Era in momenti come questi che mi sentivo libera, quando le mie lacrime si confondevano con la pioggia. Salate gocce d’acqua scendevano bagnandomi  gli zigomi e non avevano nessuna intenzione di smettere.  La mia vita era sempre stata piena di momenti felici alternati a momenti tristi, ma ero riuscita a risolverli perché con me c’era mia madre. Lei purtroppo a causa di un incidente è mor…… non riesco a dirlo e più forte di me: forse perché non ho mai accettato la sua scomparsa?o forse perché sono ancora convinta che questo sia solo un brutto sogno.
Sì un incubo.   Ora tornerò a  casa: mangerò, scherzerò con le mie sorelle e rivedrò  quel bel sorriso che solo lei, mia madre, riusciva a donarmi.
Lo stesso  sorriso che mi dava sicurezza, che mi tranquillizzava, che mi regalava una felicità nel cuore.
Lo stesso sorriso che è scomparso tanti anni fa.
Lo stesso sorriso che non tornerà mai più, come lei.
La sua scomparsa è stata come una doccia bollente che ci ha marchiato lasciando una grossa cicatrice nel cuore, ma chi ne ha sofferto maggiormente è stato mio padre che nel tentativo di colmare quel vuoto ,causato della sua assenza, iniziò a giocarsi tutto ciò che aveva indebitandosi e fu costretto a ripagare il tutto vendendo la mia libertà.
 
-figlie mie, a causa dei molti debiti che abbiamo una di voi dovrà fidanzarsi con un aristocratico che ci risolleverà  da questa  crisi. Il suo nome è…- mio padre prese un profondo respiro per poi continuare- Tatewaki Aristocrat Kuno- nessuno provo a parlare, nessuno provo a chiedere spiegazioni o  a dibattere perché in quel momento,sia io che le mie sorelle, avevamo un grossa confusione in testa.  Tanti, molti dubbi,problemi, preoccupazioni si stavano creando, ma sapevamo che non avevamo scelta per salvarci da questa assurda situazione: dovevamo sposare quell’uomo. Nella scuola che io e mia sorella
Nabiki, la secondogenita, frequentavamo vi era il club di kendo il cui leader era Kuno.  Lui era un ragazzo forte, ed abbastanza temuto dagli altri studenti, era un personaggio strambo perché era follemente innamorato della sottoscritta. Ero sicura che per salvare la mia famiglia io avrei dovuto sacrificare la mia felicità , perciò precedetti mio padre e incominciai a parlare-  Kuno è innamorato di me, quindi credo che io sarei perfetta per essere sua moglie e….- ..e non preoccupatevi per me, era questo che volevo dire ma l’unica cosa che usci fu una piccola goccia d’acqua che attraverso la mia guancia,per fortuna nessuno la notò o fecero finta di niente. – sorella non c’è  bisogno che tu ti sacrifichi, sei giovane.- la voce rassicurante di Kasumi, mia sorella  maggiore, mi diede la forza di ricacciare via le altre lacrime che cercavano di farsi spazio per uscire.- Akane è la tua scelta definitiva sappi che non potrai più tornare indietro-  mi alzai e mi voltai verso la porta, non volevo che lui, mio padre Soun, mi vedesse debole- si sono sicura- la mia voce mi tradì, le lacrime minacciavano di uscire quindi prima che ciò succedesse scappai via dai miei problemi, ormai l’unica cosa che rimaneva fare era rassegnarmi al mio destino.


Mi risvegliai. Era da quel famoso giorno che avevo lo stesso incubo che ormai mi tormentava ogni sera. Mi alzai, era bagnata sicuramente a causa della pioggia dell’altra notte, dormire in spiaggia era scomodissimo e notai anche il cambiamento del cielo, che, come me era tornato ad essere sereno, anche se in parte. Il posto dove mi andavo a rifugiare ogni volta che non riuscivo a sostenere la mia stessa vita, era  una piccola grotta vicino la spiaggia dove si poteva udire il rumore del mare. Ma una cosa che  destò i miei pensieri era la coperta che mi copriva le gambe e l’addome. Non  ricordavo di averla portata, eppure una’altra cosa che mi ricordavo prima di addormentarmi erano due occhi blu, blu come l’oceano.  
 

Salve:D a tutti questa è la mia prima fanfic, se dovesse esserci una storia simile la cancellerò subito anche perché non ho letto tutte le storie con la coppia AkanexRanma quindi non so se ne esiste un’altra somigliante alla mia. Spero la storia vi abbia incuriosito. Sono ben accette le recensioni sia negative, positive o neutre. Ringrazio chi ha recensito, chi ha  solo letto, chi ha messo la storia tra le preferite,le seguite o le ricordate. Al prossimo capitolo e grazie ancora a tutti.

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Capitolo 2
*** Cap. 2:Una nuova compagna ***


Angolo dell’autrice
Salve ^.^ a tutti sono tornata con il nuovo capitolo, mi dispiace avrei preferito farlo
uscire prima ma mi sono sentita male e quindi dopo essere guarita la prima cosa
che ho fatto è stato questo. Spero non vi siano errori nel capitolo io l’ho controllato
moltissime volte. Come al solito ringrazio tutti e vi lascio non vorrei farvi perdere altro tempo,
buona lettura a tutti:D
 

Cap. 2: Una nuova compagna
Era davvero tardi, mi dovevo  sbrigare se no sarei arrivata in ritardo a scuola. Tornai a casa e dopo aver salutato kasumi mi feci una doccia per levarmi la sabbia dai capelli, e per levarmi quella sensazione di appiccicaticcio . Dopo un bel bagno rilassante mi diressi nella mia stanza e mentre mi mettevo la divisa della scuola pensavo a quegli occhi blu che mi erano rimassi in pressi nella mente. Erano blu come l’oceano ed ogni volta che ci pensavo mi davano una sicurezza ed una serenità che mai prima d’ora avevo provato e poi …… e poi ….. cosa ci faceva quella coperta la? Qualcuno gentilmente deve avermi visto infreddolita e mi aveva coperto. Doveva essere un uomo, avevo riconosciuto un odore maschile proveniente della coperta, un odore che mi era entrato nel corpo e non aveva nessuna voglia di andarsene. Mi sarebbe piaciuto molto incontrarlo, anche solo per ringraziarlo e per vedere se quegli occhi fossero i suoi. Come sempre i miei pensieri mi stavano facendo perdere del tempo prezioso, quindi smisi di pensare e dopo aver preso la cartella mi sbrigai e andai in cucina  dove mi aspettava una sorpresa. Infatti Kuno aveva pensato da un po’ di tempo di trasferirsi a casa nostra’’ siamo fidanzati,dovremmo dormire nella stessa casa’’ cosi aveva detto e cosi aveva fatto senza preoccuparsi delle mie decisioni.
-cara a,ti aspettavo mi sei mancata tanto. Ma dove eri andata ieri sera ?- non mi diede il tempo di rispondere che le sue labbra si unirono alle mie, ciò  mi fece accapponare la pelle. Mi staccai subito dalle sue labbra e feci una smorfia per il disgusto, non era certo la prima volta ma ogni volta era schifoso- ero a casa di una mia compagna, sono passata per salutarvi io sto andando a scuola- stavo camminando verso l’uscita quando la voce dolce di kasumi … mi fermo- ma non mangi?- e nel dirlo mi rivolgeva il suo solito sorriso- scusa ma non ho fame ed è tardi, Nabiki ti precedo ci vediamo a scuola e … -dire quel nome mi costava molto - … ci vediamo a scuola Kuno-. Inizia a correre era davvero tardi non potevo perdere tempo con quello stupido- blah che schifo sento ancora il gusto del suo bacio nella mia bocca- mi ero bevuta tanta di quell’acqua per togliermi il sapore eppure….. non se ne andava, forse avrei dovuto provare ad usare il sapone? Sarebbe stato meglio del suo bacio.
Ero entrata da un po’ in classe e stavo parlando con le mie compagne quando la professoressa entro costringendo me e i miei compagni  a sederci.  La professoressa era una persona particolare, aveva l’aspetto di una bambina, ma se si arrabbiava assumeva le sembianze di donna. Indossava un vestito giallo,che, ad essere sinceri le donava di più da donna matura perché metteva in evidenza le sue forme perfette. Entrò come al solito con la sua allegria e ci presentò una nuova allieva. Era davvero graziosa: era alta forse quanto me, aveva i capelli rossi,rossi come il fuoco, legati con un piccolo codino ed indossava come noi la divisa del Furinkan - ragazzi questa è Ranma Saotome, una vostra nuova compagna. Puoi sederi vicino ad Akane- la ragazza si sedette vicino a me, era davvero bella e dalla faccia mi ispirava una grande simpatia. ‘’Ho deciso nell’ora della ricreazione andrò  a presentarmi’’. Le lezioni non finivano mai, ma finalmente l’intervallo era iniziato, altri 5 minuti e sono sicura che mi sarei addormentata nell’ora di biologia. Mi avvicinai e notai che la rossa stava uscendo dallo zaino del pane alle alghe-ciao, piacere io mi chiamo Akane-  la ragazza aveva distolto lo sguardo dal cibo- molto piacere io sono Ranma, è la prima volta che vengo in Giappone mi faresti da guida nel paese- stavo per dire ’’si,volentieri’’  ma mi bloccai non appena il mio sguardo si fermo sui suoi occhi blu come il cielo di notte. Anche i suoi occhi erano blu, ma non mi potrò mai sbagliare il colore non corrispondeva a quell’uomo dolce e gentile che mi aveva protetto dal freddo quella notte-ehi ci sei?- aveva iniziato a chiamarmi dovevo essermi persa,molti minuti, nei suoi occhi.- si ci sono scusa, ti farò da guida volentieri. Ci incontriamo al parco di Nerima alle 16, va bene?- sul suo volto si era formato un espressione dubbiosa- ma dov’è il parco? Preferirei se ci incontrassimo davanti la scuola o meno possibilità di perdermi. Ah…. Ti devo avvertire di una cosa prima che il sole scompaia lasciando posto alle tenebre io dovrò tornare a casa-le sue parole erano davvero inquietante ma non ci diedi molta importanza e dopo avergli sorriso rassicurandola che entro sera saremmo arrivati a casa andai a sedermi nel mio posto per continuare  le ultime, noiose, ore di lezioni. Finalmente la scuola era finita ed ero davvero eccitata all’idea di passeggiare per le strade di Nerima con la mia nuova amica.  Allorché  ebbi finito di mangiare mi misi un vestito rosa lungo fino alle ginocchia e con una leggera scollatura sulla schiena. I capelli decisi di lasciarli liberi, erano corti non mi davano fastidio nonostante il caldo. – Kasumi io esco ci vediamo dopo , torno verso le 23 non aspettatemi per cena- dopo la piccola gita in città sarei andata al mio posto preferito, ero curiosa di scoprire se il mio eroe,lo chiamavo così in assenza del suo nome, si fosse ripresentato. Chissà com’era? Chissà se era più grande di me? Forse fa parte della mia scuola? Forse lo conosco? Eppure sono convinta di aver visto quegli occhi da qualche parte. Mentre le mie domande si affollano nella mia testa non mi accorgo di essere arrivata davanti il cancello della scuola. Osservavo nei dintorni per vedere se Ranma fosse arrivata, ma solo pochi minuti dopo si presento-scusa il ritardo- era bellissima portava degli abiti cinesi: la casacca era azzurra che s’intonava perfettamente con gli occhi e dei pantaloni di un blu scuro. Non appena mi fu vicina feci il sorriso più grande che avevo- sei pronta per passare un pomeriggio nella città più bella del Giappone? Se si allora andiamo- smisi di parlare e invitai la mia compagna a seguirmi. Si prospettava un pomeriggio divertente

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Capitolo 3
*** Cap 3: Ranma Saotome ***


Cap 3: Ranma Saotome
-Questa è Ranma Saotome- ed eccomi di nuovo qua a ricominciare la mia vita, come sempre. So che tutto questo non durerà molto e che dovrò cambiare. Sarà la 3° città che cambio insieme a mio padre, poverino, costringo quello scemo ogni volta a ricrearsi una nuova vita. Nonostante tutto quello che gli faccio  passare mi segue ed è sempre lui che si occupa di me, dei miei problemi perché io non ho mai avuto una madre. Ho sempre chiesto a lui che fine abbia fatto , e il motivo della  sua assenza, ma ogni volta riusciva a cambiare risposta, l’unica mia certezza è la consapevolezza che ella è viva. Credo sia questo che mi da la voglia di andare avanti: la voglia di vedere mia madre. La professoressa mi fa accomodare accanto una ragazza dai corti capelli blu e con degli occhi marroni, un colore che si avvicina al cioccolato, ma dietro ad essi vedo tanta tristezza, tanto rammarico e tanta rabbia. Mi sedetti e mentre seguivo le lezioni mi prefissai un obiettivo:conoscere la ragazza, avrei dovuto aspettare la fine della lezione e poi ….. e come se avessi già visto Akane, e così che si chiama, mi pare. La fine delle lezioni veniva segnata dal suono della campanella e dopo aver preso il cibo decido di mangiarlo per poi andare a parlarle, ma non ebbi neanche il tempo di addentare il mangiare che lei si fece avanti.- piacere io sono Akane- i suoi occhi erano così vicini ai miei, volevo sapere, dovevo sapere il dolore che portava dentro. Non so perché ma la sua tristezza  mi spezzava il cuore, la sua infinita malinconia era come un enorme masso che mi schiacciava . Mi presento e per saperne di più decido di usare la scusa della nuova arrivata e quindi di aver bisogno di una guida, sembra un ottima idea ma quando mi sta per rispondere si blocca.  Passano minuti d’imbarazzo, i suoi occhi puntati sui miei, i miei sui suoi non resistevo più stavo per diventare rossa dalla vergogna e ripresi la situazione in mano- ehi……ci sei?- sembrava come svegliatasi da un lungo sogno e dopo aver preso le giuste precauzioni per la sera e dopo un suo sorriso si sedette. Il suo sorriso …. era davvero carina, ma come potevo pensare cose del genere? Cercavo di cambiare il flusso dei miei pensieri, di concentrarmi nella lezione ma tutto mi riportava a lei e a quel bellissimo pomeriggio che avremmo passato insieme. Dopo altre noiosissime ore, anche se poco seguite dal sottoscritto, tornai a casa di corsa e cercai mio padre in tutta casa ma non trovandolo mi diressi in cucina per pranzare con del ramen, che avevo comprato ieri, ma al suo posto vi trovai una foglietto, non era molto chiara la scrittura ma mi sforzavo per comprenderla:
Ranma,
sono stato costretto a mangiare l’ultima scatoletta di ramen, ho provato a resistere ma lei mi chiamava -mangiami,mangiami- e altre frasi come- tuo figlio capirà, devi assolutamente mangiarmi- quindi alla fine puoi immaginare come è finita. Scusami ancora e stasera non torno a casa sto cercando un mio vecchio amico in città.
Il tuo adorato paparino.

Lo giurò su qualunque cosa che quando lo troverò, io lo ammazzo. Ma mentre cercavo disperatamente, ma con scarsi tentativi, del mangiare notai che era davvero tardi e quindi infilati i primi vestiti che trovai mi misi a correre per le strade di Nerima in cerca della scuola. Avevo il fiatone avevo corso il più veloce possibile ma ciò che mi blocco il fiato non fu la corsa, ero abituato a quei generi di allenamenti, ma la bellezza che  in quel momento sprigionava Akane. Quell’abito rosa con una leggera scollatura nella schiena le donava davvero tanto.’’ Basta Ranma, basta Ranma’’ mi ripetevo nella mia testa: come era possibile che quella ragazza mi era entrata nel cervello , e forse non solo in quello, non voleva più uscire? Ma ora la mia priorità era mangiare, per colpa di quell’irresponsabile di mio padre stavo morendo di fame, era tremendamente sgradevole doverglielo chiederlo, ma se non o avessi fatto sarei svenuta- Akane, sto morendo di fame mi porteresti in qualche posto di ristoro? E un’altra cosa non potresti pres….- non mi fece finire la frase che sul suo bel visino si allargò un sorriso: come potevo chiederle una cosa del genere? ‘’Fallo Ranma,fallo Ranma’’ il mio orgoglio stava combattendo con la mia,attuale, debolezza:la fame -… mi potresti prestare dei soldi, però se non li hai fa niente anzi dimentica tutto e….- le mie parole furono fermate da un suo dito poggiato sulle mie labbra – stai tranquilla, ti presterò tutti i soldi che ti servono- ma ciò che proseguì era una risata. Ero diventata rossa dalla vergogna, si stava fosse prendendo gioco di me? – cosa c’è da ridere?- mise le mani davanti la bocca- scusa e che avevi una faccia troppo buffa e…- continuava a ridere e non so come, riuscì a contagiarmi e due secondi dopo ci ritrovavamo tutte e due a ridere. La sua risata era soave ed ascoltarla era come musica per le mie orecchie avrei voluto continuare ad udire ancora questa armoniosa melodia finche non fu interrotta dal brontolio del mio stomaco.   Rideva, rideva, rideva e ancora ma quando fini mi prese la mano e mi porto in un ristorante di okonomiyaki. Erano già 10 minuti che io ed Akane camminavamo e farci compagnia era il vento che passava insistente tra le foglie creando un suono melodioso.
-eccoci siamo arrivate, questo posto è di una nostra compagna non so se ti ricordi di Ukyo- Ukyo……. non ricordo assolutamente questo nome perché quando sono entrata in classe l’unico nome che era entrato nella mia testa e aveva deciso di farvi dimora era il suo. Ma ora non era certo il momento di perdere tempo in certi pensieri, ora, si doveva mangiare. La graziosa ragazza che  cucinava era davvero carina portava i capelli lunghi a renderli più belli era quel fiocco bianco che portava. Indossava un vestito blu. Mentre  osservavo la ragazza che cucinava notai con che bravura e con che passione faceva il suo lavoro, era una vera maestra- tieni questa è tua- me la porse con un sorriso e dopo aver ringraziato mangiai. – è davvero ottimo, grazie tante, qualche altre volte verrò da te, sei davvero brava e…..- non ebbi l’opportunità di uscire che Akane mi aveva preso la mano e mi stava trascinando fuori- …… ciao Ukyo. Akane ti vuoi fermare dove stiamo andando- solo dopo pochi minuti lei si fermò, aveva il fiatone ma nonostante tutto riuscì a parlare
- scusa ma abbiamo tanti posti da visitare, non abbiamo certo tempo da perdere. Dobbiamo visitare ….- continuava con una lunga lista di monumenti, ma perché non riusciva a capire che l’unica cosa che mi interessava era sapere tutto  ciò che c’era da sapere su ella.
-ascolta, non ho tanta voglia di vedere monumenti vorrei solamente conoscerti meglio. Perché non mi porti al parco di cui parlavi stamattina?- avevo preso in mano la situazione, ero stanca di farmi trascinare da lei. Ma sul suo volto ciò che vidi non fu il solito sorriso sincero ma uno finto e i suoi occhi che poco prima avevano ospitato felicità ora erano di nuovo velati da uno strato di tristezza. – Sei una ragazza davvero strana, prima mi chiedi di farti da guida e poi cambi idea, comunque se vuoi andiamo al parco- ero riuscita a convincerla avrei saputo cosa nascondeva quel buco nero che risiedeva nel muscolo più importante del corpo, lo stesso muscolo che pompa il sangue che dà la vita. Ma non volevo aspettare: dovevo sapere subito quindi la presi per un braccio e le chiesi di correre, tanto ormai avevamo corso tanto non sarebbero stati pochi metri a stancarmi, vidi per pochi secondi il luccichio che fino a poco fa regnava nei suoi occhi.
Per nostra fortunate dopo il tragitto che avevamo percorso eravamo riuscite a trovare due altalene su cui ci sedemmo. –Akane, perché sei triste? Lo capito dai tuoi occhi- notai che il suo sorriso non l’aveva abbandonata, anche se fittizio , pensavo di aver fatto la cosa sbagliata. Mi ero permessa di entrare nella sua privacy, io che l’avevo conosciuta da poco, ma lei non sembrava disturbata da ciò e aprì la bocca per emettere  delle frasi- io sono la terza di due sorelle vivo con loro e mio padre, mia madre è……- prese fiato- … è morta- la sua voce aveva subito un cambiamento- sono una ragazza come tutte  le  altre, vivo la vita con felicità- mentiva, sapeva di mentire eppure lo faceva con una naturalezza unica, ma  si sa gli occhi sono lo specchio dell’animo e i suoi per me erano come un libro aperto.
-          Smettila-
-          Come scusa? Smettere di fare cosa?-
-          Smettila di mentire- continuava ma io non ero da meno, come poteva pensare di ingannarmi
-          Perché ti interessa tanto?ci conosciamo da poco eppure tu vuoi sapere tutto da me- era riuscita ad incastrarmi, aveva perfettamente ragion: perché mi importava tanto di lei? Era cosi  essenziale conoscere ogni dettaglio della sua vita? Allo stesso tempo volevo sapere ogni cosa per porre rimedio alle sue sofferenze.
-          Scusa hai perfettamente ragione ma mi piacerebbe molto aiutarti-
-          No scusa me, non avrei mai voluto attaccarti ma ricordare mi fa male. Non so perché ma di te mi fido molto so che non mi tradiresti mai-queste ultime parole furono come un colpo al cuore, lei si stava fidando di me ed io mentivo, ma non era certo il momento di pensare a questo
-          Inizio tutto pochi giorni dopo la morte di mia madre …..- iniziò a raccontare e infine l’unica cosa che uscì fu una piccola lacrima seguita da molte altre. Capì che in quel momento le parole erano superflue e che l’unica cosa di cui aveva bisogno era l’abbraccio di una
persona che la volesse bene, una persona che ormai,sapeva, non sarebbe più tornata.
 

 
Angolo Autrice:
Sera a tutti :3 sono tornata, in questo periodo la mia ispirazione è alle stelle
anche se ho avuto dei problemi. Avevo appena finito di scrivere il capitolo,
ma siccome mi ero scordata di salvare ho dovuto riscriverlo dall’inizio perché
si è spento il computer XD. Ok sto impazzendo comunque avrete notato che ho
cambiato il narratore per renderlo più interessante, spero di esserci riuscita
fatemi sapere con le vostre recensioni:D. Ringrazio a tutti coloro che mi
seguono
Salve a tutti ^.^

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Capitolo 4
*** Cap. 4: Sogno o realtà? ***


Cap. 4: Sogno o realtà?
Era stata un pomeriggio molto piacevole. Avevo pianto, avevo riso, mi ero liberata di tutti quei pensieri,dubbi,incertezze, mi ero fidata ciecamente di lei, sapevo in fondo al cuore che mai mi avrebbe tradito, o almeno così credevo. Ciò che un po’ mi diede fastidio fu il suo silenzio, non proferì parola sulla sua vita, sulla sua famiglia, l’unica cosa che sapevo era il suo nome e che era straniera.
-Ti ho raccontato quasi tutto di me, perché non mi dici qualcosa di te? Della tua famiglia o di qualcos’altro?-era molto restia nel parlare e presupponevo che le mie domande non avrebbero avuto risposta e quindi stavo aprendo la bocca per cambiare discorso ma la sua risposta anche se con un tono di voce più triste, forse anche lui come me non voleva ricordare? Avevo sbagliato tutto.
- io ho viaggiato molto insieme a mio padre, mia madre non so che fine abbia fatto ma sono sicura che non è deceduta. Che altro potrei dirti? Uhm..……… mi sembra di non aver scordato nulla.-
Mi ero sbagliata la sua vita a parte l’assenza della madre era tutto sommato tranquilla anche se quegli occhi azzurri come l’acqua nascondevano qualcosa, ma non era il momento adatto per scoprirlo. Era tardi. Terribilmente tardi dovevo andare ad incontrare quegli occhi blu notte, chissà se dentro ad essi vi avrei trovato anche le stelle.
-Scusami ma si è fatto tardi e poi se non erro tu dovevi andartene via prima del tramonto? Mancano 10 minuti-
-hai perfettamente ragione parlando con te mi sono scordata di tutto. Ho davvero passato un ottima giornata, grazie di tutto, ci vediamo.- dopo che noi due ci congedammo andai in spiaggia.
10 minuti per arrivare.
10 minuti per scoprire cosa nascondeva il blu.
10 minuti e avrei scordato la mia vita per poche ore.
10 minuti 600 secondi, un eternità: forse non avrei resistito un secondo di più.
Era un lasso di tempo così corto ma allo stesso tempo lungo. Era come se la mia felicità si fosse concentrata in questi attimi. La poca luce non aiutava molto l’avvistamento del ragazzo dalle profonde iridi blu ma non mi stavo di certo perdendo d’animo. Non so se questo avrebbe richiesto ore e ore ma sarei riuscita a trovarlo, del resto io ero Akane Tendo e quando mi mettevo in testa una cosa riuscivo ad arrivare al traguardo,quasi sempre. Al susseguirsi della mia corsa arrivai in spiaggia ma con scarsi risultati: lui non c’era.
La vita mi aveva tolto mia madre, la mia libertà ma non era riuscita a strapparmi la mia speranza.
-La speranza è sempre l’ultima a morire. Per questo figlia mia non devi perdere mai le speranze, perché quando la vita sembri ti stia crollando addosso qualcuno ti tenderà una mano in segno di aiuto. Se dovesse essere una situazione difficile non essere orgogliosa ed accetta l’aiuto che ti viene offerto.- buffo, i consigli di mia madre mi vennero in mente proprio in quel momento dandomi la forza di continuare a cercarlo. La poca luce non era certo d’aiuto infatti alcuni dei lampioni che dovevano illuminare erano rotti e non riuscivano a compire ciò per cui erano stati creati. La luna era forse la fonte di luce più potente in questa nottata e riusciva a creare una atmosfera surreale, un atmosfera romantica. Forse mia madre aveva ragione avrei incontrato in questa serata il mio salvatore che mi avrebbe ridato la mia liberta. Dopo ore di camminata lungo la battigia, mi sedetti ormai era molto tardi ed ero molto stanca. Stavo tremando a causa di  una leggera brezza d’aria fredda, se solo mi fossi portata una giacca non starei qui a morir dal freddo.
-etchu, ecco ci mancava il raffreddore- presi l’orologio segnava le 23.00, avrei aspettato 10 minuti e poi me ne sarei andata a casa, prendere freddo per una persona che non sapevo neanche se esistesse non era indispensabile. Non ci avevo mai pensato, ma se mi fossi sognata tutto? E se quel blu che tanto ambivo fosse tutto nella mia testa? Scossi la testa non poteva essere così,  non potevo aver perso ore e ore a  cercare un fantasma.
-ectu-  un altro starnuto, ora la temperatura era notevolmente scesa rispetto a prima e mi portai le gambe vicino al petto abbracciandomi per darmi un sollievo di calore che arrivo, ma non grazie a questa posizione. Qualcuno mi aveva messo una coperta sopra le spalle, non riuscivo ad identificare la figura che mi stava davanti per colpa del’oscurità, l’unica cosa che era illuminata dalla luna era la parte superiore del viso e quei splenditi occhi che con la luce bianca donavano ad essi un colore più luminoso. ‘’gli occhi sono lo specchio dell’anima’’ ed  io in quelli riuscivo a vedere molta, tanta tranquillità e preoccupazione.
-Ti vuoi prendere la febbre? Già in precedenza ti avevo coperto perché eri infreddolita, non posso portarti la coperta ogni qualvolta che vieni qua- quella preoccupazione che pocanzi avevo notato era per me, questo mi riempiva il cuore di gioia. Il suo tono era dolce ma ciò che mi premeva di più era sapere l’aspetto di lui ma non si nascose da me anzi si mise vicino a me. Adesso riuscivo a vederlo, per merito della luce del satellite naturale, era muscoloso ma non troppo i  suoi capelli neri corvino erano legati da  un piccolo codino, che mi ricordava qualcuno. Anche Ranma portava la stessa capigliatura ma lei era una donna, questa era sicuramente una coincidenza non era facile nascondere le forme femminili per poi cosa? Spacciarsi per un uomo? Ero stanca e la mia mente si stava prendendo gioco di me, come potevo perdere tempo a fare delle ipotesi quando avevo l’occasione di stare col mio salvatore. Mi feci avanti e cominciai a parlare
-Grazie per l’altra volta ma mi dispiace la coperta l’ho scordata a casa. Io mi chiamo Akane Tendo, tu chi sei? Perché mi hai aiutato? Perché te ne sei andato e non mi hai svegliato? E perché…..- lui mi mise una mano davanti alla bocca, chissà forse avevo esagerato con le domande?
-ma tu la prima volta che incontri un ragazzo gli fai il terzo grado? Ti ho risposto in precedenza perché ti ho coperta avevi freddo e non volevo ti prendessi un malanno, non ti ho svegliata poiché stavi dormendo cosi bene. E per quanto riguarda il mio nome ……. be non posso rivelartelo ma piacere di conoscerti- la sua frase si chiuse con un largo sorriso che contornava il suo bel viso.
Presi il mio zaino ed estrassi un contenitore, avevo passato la mattinata a preparare il sushi per il codinato con l’aiuto di mia sorella Kasumi. Nonostante la cucina era un campo di battaglia e nonostante tutti gli ingredienti si trovavano attaccati a i muri c’è l’avevo fatta. Io Tendo Akane ero riuscita,anche se con difficoltà, a cucinare anche se……..non sapevo se era buono ma ci avevo messo molto impegno per far colpo su di lui. La composizione da me creata era molto colorata quindi gliela passai gentilmente chiedendogli se voleva favorire ed ecco che sul suo viso compariva,di nuovo, quel suo meraviglioso sorriso.
-sei molto gentile, l’hai fatto tu?-
-si, ci sono stata tanto a farlo spero che ti piaccia.- il cuore batteva forte mentre un pezzetto di cibo veniva portato, dalla sua mano, dentro la sua bocca. Quel pezzo veniva masticato piano piano ed il mi cuore non aveva intenzione di smettere: aspettava con impazienza il verdetto che presto sarebbe stato emesso dal moro.
Tic tac,tic tac, il tempo passava finche il vassoio non volo, ma che tempestivamente venne preso da me, e lui cadde sulla sabbia, ero davvero preoccupata, perché era caduto?si sentiva forse male?.
-tutto apposto? Cos’è successo?-faceva fatica a mettersi seduto gli diedi una mano quando finalmente ci riuscì potei guardarlo negli occhi ed ascoltare la motivazione di ciò appena accaduto .
-Questa roba è immangiabile, ma sei sicura di saper cucinare? Ma quanto sale gli hai messo se mangiavo un altro pezzo mi sarebbe venuta un intossicazione- espresse il suo giudizio tutto d’un fiato e la paura,l’ansia di poco prima si trasformarono in una profonda ira che si scateno col colpevole che mi aveva provocato con un buon pugno ben assestato nella testa.
-STUPIDO, COME TI PERMETTI DI CRITICARE IL MIO DURO LAVORO-
-ho solo dato il mio parere, SE SEI COSI PERMALOSA IO NON CI POSSO FARE NIENTE- adesso tutti e due avevamo alzato la voce
-SEI TU CHE NON SAI APPREZZARE LA MIA CUCINA, PREPARERO QUESTO PER QUALCUN ALTRO-
-NON LO FARE TI PREGO..-forse gli dava fastidio che io cucinassi per un individuo che non fosse lui-vuoi per caso avvelenare qualcun altro?.-
Silenzio, la luna era stata coperta da alcune nuvole rendendo la spiaggia buia, il mare si era improvvisamente agitato e in tutto il posto regnava il più completo silenzio, io ero immobile gli occhi chiusi ed sulla mia fronte una piccola vena pulsava piena di rabbia. Aprì la mano che fino a poco fa era chiusa in un pugno e gli diedi uno schiaffo. Il rumore che aveva prodotto era riuscito ad infrangere il silenzio di poc’anzi, presi il contenitore con il cibo che era rimasto e lo rimisi accuratamente nello zaino in modo tale da non farlo rovesciare. Quegli occhi che finora mi erano apparsi di un blu splendido erano solo due iridi normalissime che con la scarsa luce mi apparivano più scuri del solito. Devo ammetterlo era riuscito a ferirmi, non gliel’avrei di certo perdonata e non avevo voglia di vederlo in faccia quindi mi girai con la scusa di controllare che nello zaino ci fosse tutto  finché……… il mio cuore non smise di battere ad un piccolo contatto della sua mano con la mia spalla, mi chiese cortesemente di girarmi ed io feci un cenno del capo in segno di affermazione e mi girai con molta lentezza. Davanti ai miei occhi il ragazzo rozzo di poco fa era scomparso lasciandone un altro gentile che mi stava porgendo un fiore, anche se con un leggero imbarazzo, e le sue più sincere scuse, che accettai con un gran sorriso: il migliore che avessi. Il fiore che aveva preso doveva essere stato comprato in precedenza perché in spiaggia era improvabile trovarlo.
-Scusa, mi sono comportato come un maleducato perdonami-
-Certo tranquillo-
-ma ti prego quando vuoi farmi un regalo non cucinare più- la mia faccia era paralizzata non riuscivo a togliere quel sorriso e la rabbia verso di lui era svanita, anche dopo quest’ultima battuta, adesso l’unica cosa che era rimasta eravamo noi e la luna che con la sua luce ci faceva compagnia.
-guarda il mare si è calmato , proprio come te.E’ veramente bello.- il suo sguardo si era spostato nell’immensa distesa d’acqua davanti noi, ma aveva ragione il mare aveva smesso di agitarsi proprio come la sottoscritta. Appoggiai delicatamente la testa sulla sua spalla e mi misi ad osservare con lui la meraviglia davanti ai nostri occhi.
-Sai hai proprio ragione. È un bellissimo spettacolo- ma non riuscì a vedere per molto il mare che i miei occhi si erano già chiusi lasciandomi tra le braccia di Morfeo.
 
 
Mi svegliai perché qualcosa di duro mi era appena piombato addosso , ci volle del tempo prima che il mio cervello riuscisse a svegliarsi dal mondo dei sogni e solo quando tornai alla realtà capì che ciò che mi aveva colpito era un pallone. Infatti dei bambini stavano giocando in spiaggia e senza chiedermi scusa tornarono a riprendere il gioco che era stato interrotto, ovviamente non prima di aver recuperato la palla. Ma non ero da sola accanto a me c’era mia sorella Kasumi ….Kasumi?
Ma cosa ci faceva qui oggi non c’era scuola quindi non era venuta a svegliarmi, forse era semplicemente preoccupata poiché avevo detto che sarai tornata a casa, ma continuare a chiedersi il perché era inutile avrei fatto prima a chiedere alla diretta interessata.
-Buongiorno, come mai sei qui?- la dolce Kasumi mi fece un grande sorriso per poi rispondere
-Oggi non eri in camera tua credevamo che eri andata a fare un po’ di jogging ma poi sono andata a fare la spesa e ti ho trovato in spiaggia- ma se mia sorella era venuta qua doveva aver visto lui, eppure non c’era.
-Kasumi non c’era nessuno quando sei venuta?-
-No, ti ho visto qui e ti ho coperto con un mio cappotto, sai il pranzo che avevi preparato si è bagnato tutto quindi l’ho buttato ho per caso fatto male?- il suo tono era dispiaciuto si era resa conto che quello che aveva fatto io non l’avrei apprezzato ma non era questo che mi interessava ora erano ben altri pensieri. Cercai il fiore che mi aveva dato e che avevo tenuto stretto tra le mani ma non ne trovai traccia così anche delle sue impronte, quelle si potevano facilmente cancellare ma la coperta ed il fiore dove poteva essere.
-sorella stai bene? forse stai ancora dormendo. Avrai sicuramente sognato tutto, torniamo a casa-
‘’avrai sicuramente sognato tutto’’ di tutto il discorso della castana avevo impresso nella mia mente solo quella frase.
E se avesse ragione? Se io avessi sognato tutto?
Un’altra volta la vita si era presa gioco di me, ma questa volta questo scherzo mi aveva fatto molto male in un muscolo all’altezza del petto.
 
 

 
Angolo Autrice:
Dopo 3 mesi,credo, sono tornata con un nuovo capitolo :). Lo so sono stata un
po’ lenta. Spero che vi sia piaciuto il capitolo, come avrete notato ho aggiunto un’immagine,
al più presto metterò le foto negli altri capitoli. Se ci riuscirò la prossima settimana metterò il
nuovo capitolo se non fosse cosi ritornerò a settembre perché parto.
Buone vacanze a tutti e salve^^ 

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Capitolo 5
*** Cap. 5.Svegliarsi ***


Cap. 5: Svegliarsi.

Il tempo è un grande maestro, ma sfortunatamente uccide tutti i suoi studenti. Hector Berlioz
Ero seduta accanto a lui, le sue braccia mi cingevano e la mia testa era sopra le sue possenti spalle. La mia mente aveva trovato ristoro solo quando il suo profumo era entrato nei miei polmoni inebriandomi. Stare abbracciati a fissare l’enorme distesa di acqua, che tanto mi ricordava i suoi occhi, donava una serenità nel mio cuore. Ero come una principessa e il suo corpo era il mio castello, in questo momento sembrava di vivere in una favola, sapevo che era un momento effimero ma cercavo di godermelo il più possibile. Ma come ogni favola non può durare al lungo e quel castello crollò come fosse fatto di sabbia, quella distesa blu davanti ai nostri occhi scomparve prendendone il posto il colore dell’oscurità:il nero. Io ero di nuovo la ragazza di sempre e mi accasciai portando con lentezza le mie mani sulla testa. Tremavo.
 L’unica cosa che volevo fare era urlare se non fosse che la voce si era bloccata in gola, ciò che non cessavano di fluire erano le lacrime che scorrevano come un fiume in piena, nel mentre con gli occhi cercavo un appiglio ma attorno a me l’unica cosa presente era il nulla.


Solo pochi raggi del sole passavano dalla persiana anche se questi non riuscivano ad illuminare totalmente la stanza.  Era grazie al loro che ero riuscita a svegliarmi tornando alla realtà. Aver scoperto da mia sorella Kasumi che tutto quello che il ragazzo, il fiore,il nostro battibecco, la nottata in sua compagnia era stato un bellissimo sogno, ma sempre un sogno mi aveva sconvolto.  Erano trascorsi già 2 giorni d’allora la mia razionalità non aveva perso tempo a ricordarmi, attraverso il sonno, che stavo usando la fantasia per costruirmi la felicità e la mia coscienza mi chiedeva di attaccarmi alla speranza e credere che il bel moro fosse reale. La mia porta che fino a poco fa era chiusa si aprì. La sagoma che si trovava affianco al muro era all’oscuro e difficilmente identificabile, la persona non aveva ancora aperto bocca ed io non avevo ancora connesso il cervello con il resto del corpo e non avevo la capacità di parlare così, decisi di mettermi seduta per provare a svegliarmi del tutto. Il mio movimento aveva portato la persona oltre la porta a parlare.
-Buongiorno , pensavo che stessi dormendo non volevo disturbarti- si fece ancora più avanti, adesso riconoscevo l’inconfondibile sorriso di Kasumi- Scendi sotto che Kuno vuole parlare a tutta la famiglia di qualcosa di molto importante-  dopo di che richiuse la porta per poi dirigersi in cucina. Sprofondai con la testa sopra il cuscino che giorno terribile: la mia mente era in confusione tra un eterna lotta tra razionalità e coscienza e come se non bastasse Kuno aveva deciso di svegliarmi con uno dei suoi soliti discorsi su l’amore che ci univa e cavolate del genere. Schiusi la persiana, spalancai la finestra e presi più aria possibile nei polmoni, ascoltai il cinguettio degli uccellini e presi il primo vestito che trova:era arancione con le spalline, arrivava fino le ginocchia, all’altezza del seno erano presenti dei fiori gialli. La scuola era chiusa a causa di una perdita di un tubo quindi avevamo una settimana libera che mio padre aveva scelto di passarla in famiglia e con Kuno. Passare le giornate con lui era un vero supplizio ma le avrei rese un po’ piacevoli recandomi ogni sera in spiaggia, per un motivo solo:cercarlo. I miei pensieri mi avevano distratto portando i miei piede, senza che me ne accorgessi, davanti la porta della sala da pranzo, forzai un grande sorriso ed apri la porta. Come prevedibile, da molte mattine, il mio fidanzato veniva salutandomi con un bacio che ogni volta riuscivo a schivare con un agile movimento di testa, pochi millimetri riuscivano a separarci ma quelli sufficienti per evitarlo.
- papà- quel nome detto da lui era devastante per le mie orecchi- è da tempo che sto con la piccola e dolce Akane- se avesse usato un altro aggettivo per me l’avrei ucciso -quindi…- si alzo; si diresse  da me e s’inginocchio. Sapevo ciò che voleva fare o almeno l’immaginavo.
No,no, no, no, no, no ti prego no.
-Akane Tendo vuoi sposarmi?-
Crac, era il suono del mio cuore che a quelle parole si ruppe, sarebbe arrivato questo momento ma non credevo che fosse cosi vicino.
Cosa avrei risposto?cosa avrei detto? Avrei accettato? O avrei trovato il coraggio per rifiutare e mandare tutto all’aria? O mi sarei sacrificata per la mia famiglia? No, no, no era nella più completa confusione. Non avrei mai fatto scena muta ma la risposta arrivò da mio padre.
-Ma certo è meraviglioso, fra 3 mesi vi sposerete.-  la felicità esplose in tutta la casa:  mio padre continuava a ripetere a Kuno com’era fortunato a sposarmi, Nabiki era neutrale era sempre stata menefreghista e il mio imminente passaggio ad una vita matrimoniale non era riuscita a distoglierla dalla sua rivista,Kasumi sorrideva congratulandosi con me ed io…… io non esprimevo emozioni perché in tutto quel lasso di tempo mi ero estraniata, credendo che stessi guardando un'altra persona che non ero io
- Akane che ne diresti di andare in cerca di abiti da sposa? 3 mesi passano velocemente- “3 mesi passano velocemente” parole che mi avevano colpito e mi avevano portato alla realtà, adesso comprendevo che la ragazza che si stava sposando, che vedeva la sua vita buttata a una giovane età era io.
-Certo usciamo ora- non mi andava a genio di andare in giro per negozi  ma avevo voglia di uscire di andare via perché stavo soffocando.
-amore hai deciso bene, vieni che ti do un abbraccio- lo scansai avvicinandomi a Kasumi e prendendole le mani corsi via da casa mia con la scusa che non c’era tempo da perdere per il matrimonio.
Nerima non era una cittadina molto grande ma aveva molti negozi in centro, anche se da sposa erano pochi, mia sorella per tutto il tragitto aveva parlato dei preparativi e di cose futili che non avevano nessuna importanza ma ad ogni sua parola rispondevo con un sorriso, falso, ma sorriso. Fu Kasumi che mi fece notare la scritta sopra la nostre teste “abiti da sposa” avrei voluto scappare ma i piedi non rispondevano ai miei comandi e pian piano loro mi stavano conducendo dentro. Ero una condannata che veniva portata al patibolo.
-Buongiorno, prego posso esservi utile- il commesso che si avvicino a noi era molto alto, indossava un smoking, portava i capelli corti e tirati indietro, si vedeva che aveva stile.
-Lei è la futura sposa?- e con un dito  indico me, risposi con un cenno della testa- bene le faccio vedere alcuni abiti della nuova collezione- e corse di la. Il provarmi dei vestiti da sposa un po’ mi entusiasmava, chi da piccola non ha mai sognato il giorno delle sue nozze? Io da anni avevo già pianificato tutto anche se non avevo messo in conto che mi sarei unita in matrimonio con un tipo rozzo come Kuno. Non passarono molti minuti e il commesso tornò con 3 tipi di abiti: il primo era molto semplice, senza spalline e con una fascia di strass sotto il seno, il corpetto presentava delle piegature, il secondo era già più complesso il corpetto presentava dei ricami che da un lato scendevano fino un fianco che creava delle piegature molto grandi il vestito arrivava a terra ed infine il terzo quello che mi colpì di più. Era senza spalline ma aveva due nastri attaccati all’inizio dell’abito e si univano dietro il collo, davanti vi era una specie di spaccatura all’altezza del seno dopodiché la stoffa liscia continuava fino i piedi. Mi ero innamorata di quell’abito e senza perdere tempo lo presi per poi provarlo.
-Ti sta davvero bene.- fu il commento di Kasumi che mi distolse dalla mia figura nello specchio.
-Si, davvero bene. Non posso dire la stessa cosa del tuo sorriso.- un’altra persona commentò il mio vestito ma non era del commesso e neanche di mia sorella maggiore ma questa frase era detta da una persona familiare.
Era la voce di una persona che conoscevo bene, una persona fredda, calcolatrice che non aveva peli sulla lingua: Nabiki.
-Come scusa?- ci mancava una discussione con n per concludere al meglio la giornata.
-Sto parlando del tuo sorriso falso, devi allenarti meglio se no Kuno se ne accorge.- lei non riusciva mai a mentire anche se ciò poteva ferire una persona, per questo un po’ la invidiavo.
-Smettila Nabiki, non iniziare a discutere proprio in questo posto. Non potevi fargli i complimenti e basta?- kasumi aveva deciso di intervenire in mia difesa per questo dovevo ringraziarla ma la questione con mia sorella dovevo risolverla io.
-k sto solo dando un consiglio alla mia sorellina, che c’è di male?- interrupi k perché oggi la giornata non era andata proprio bene ed avevo bisogno di sfogarmi e una discussione con lei mi avrebbe aiutato.
-Smettila non sto fingendo-
-Smettila tu. Pure nostra sorella si era accorta che fingevi.- anche lei aveva capito tutto, la dolce ed ingenua Kasumi? Era così evidente? La mia maschera si stava pian piano disintegrando? Ma da quando? Forse quando avevo incontrato lui? Se veramente esisteva.
-Tu non sai come mi sento io, neanche lo amo e se lo faccio e per voi …- non riuscì a finire che incomincio lei
-Ti ho detto di smettere di fare la vittima.- il suo tono era freddo era riuscita a non tradirsi e rimanere impassibile a ciò, non posso dire questo anche di me che piccole gocce salate mi iniziarono ad irrigare il volto.
-Sei una bambina piangi sempre e…..-
-TU NON CAPISCI NON PUOI GIUDICARE.- mi ero alterata avevo perso il controllo e cominciai ad urlare. Adesso nel negozio erano scomparsi tutti le uniche eravamo noi due, anche i commessi che poc’anzi parlavano con la clientela rimanevano zitti osservano i nostri discorsi. Non importava se mi giudicavano, non mi importava io ero concentrata solo su di lei.
-Fammi finire ti sto dicendo che non c’è bisogno di piangere o di fare la vittima perché sei stata tu a decidere tutto, tu hai voluto fidanzarti con lui. Io ero disponibile mi sarei messa con lui. Sei autodistruttiva hai fatto tutto da sola, se solo ti fossi fatta aiutare avremmo trovato una soluzione e non staremo qui a discutere. – niente continuava ad essere spietata e buttava la sua sentenza non prendendo in considerazione i miei sentimenti.
-Non esiste la soluzione a tutti i problemi.-
-INVECE  ESISTE BASTA CERCARLA.- la voce che fino poco fa era ferma, stabile era scoppiata in un grido- perché non vuoi capire che lo faccio poiché non voglio vedere che ti fai male da sola, perché?- risultava più come una domanda disperata. Lei che era calcolatrice e la sua felicità si fermava sui soldi si stava preoccupando per me e l’unica cosa che mi riuscì fare  fu di correrle incontro abbracciandola –Grazie- le sussurrai all’orecchio. Adesso la gente continuava  i suoi discorsi con i commessi, tutti erano tornati a fare ciò che avevano interrotto a causa delle nostre urla ma un’altra voce si fece viva, era rimasta in disparte perché le avevo chiesto questo.
-Visto che avete risolto a cambiati e andiamo. Nabiki non avrai un po’ esagerato?-
-No, perché?-  la risposta di mia sorella mi fece ridere e andai in camerino correndo, mia sorella era riuscita a strapparmi un piccolo sorriso dichiarando di essere interessata alla mia vita.
 
La giornata si era conclusa normalmente, sempre con i discorsi sul matrimonio, ma direi tranquillamente ed adesso stavo ad ascoltare il rumore prodotto dalle onde. Speravo nella comparsa di uno splendido ragazzo che ,stranamente, compari davanti ai miei occhi, me li strofinai per paura che fosse un’illusione. Mi avvicinai con molta lentezza e pizzicai il suo braccio e dalla sua bocca uscì un piccolo lamento.
-Ma sei pazza? Mi hai fatto male- i miei occhi si illuminarono.
-Sei reale? – la sua faccia si fece piena di dubbi e mi rispose con una delle sue frasi che come la notte precedente mi faceva imbestialire.
-Certo, ma tu sei strana. Vai da uno psichiatra.-
-Come scusa, l’altra volta sei scomparso portando con te tutte le prove della tua esistenza.- gridai.
-La coperta era bagnata ,così come la cena, e le onde avevano portato via il fiore. Sono dovuta andare via, ma c’è bisogno che gridi come una isterica?- il mio livello di sopportazione era al limite e gli tirai uno schiaffo.
-Dillo di nuovo e ti faccio gonfiare la faccia a forza di schiaffi.-
-Ok, ammetto di aver esagerato ma non possiamo fare così tutte le sere. Se succede anche domani me ne vado.-Lui aveva intenzione di  vedermi di nuovo? Un’altra sorpresa stava illuminando, anche se ormai finita, la giornata.
-Certo cercherò di trattenermi, ma tu sii più gentile. Ho una sorpresa per te, oggi dopo lo shopping con le mie sorelle sono tornata a casa e ho cucinato stavolta deve essere venuto buono, vuoi assaggiare?- piegò la schiena e mi chiese scusa ma non voleva morire. Presi il cibo dallo zaino e iniziai a rincorrerlo per tutta la spiaggia, passammo una serata scherzando e rincorrendoci, non mangiò ciò che avevo cucinato, ma non mi rovinò la nottata e solo quando eravamo stanchi ci sdraiammo nella  spiaggia per poi addormentarci.
 

Note dell’autrice:
Salve :D, scusate per il ritardo ma dopo essere tornata dalle vacanze mi sono ammalata.
Ma si può stare male in estate? No, eppure io ci sono riuscita XD. In questo capitolo ho introdotto Nabiki perché credo che sia la persona migliore a far svegliare Akane.  Ho messo di nuovo Ranma  poiché ci vuole un po’ di romanticismo dopo tutto questo tempo. Mi scuso perché non sono molto brava nella descrizione dei vestiti da sposa, se avete tempo qua sotto i sono i link e potete vederli, sono messi in ordine come li ho descritti nel capitolo. Ora che l’estate è finita avrò più difficoltà nell’aggiornare per colpa dello studio u.u. Ci vediamo alla prossima ^.^


  http://www.google.it/imgres?q=abiti+da+sposa&um=1&hl=it&sa=N&rlz=1C1SKPL_enIT473IT476&biw=1024&bih=485&tbm=isch&tbnid=
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abiti_da_sposa.php&imgurl=http://www.davideguida.com/sposa2010/abiti_da_sposa_2010_
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http://www.google.it/imgres?q=abiti+da+sposa&um=1&hl=it&sa=N&rlz=1C1SKPL_enIT473IT476&biw=1024&bih=
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2109&hovh=269&hovw=187&tx=136&ty=124&sig=117168208587355734824&page=3&tbnh=133&tbnw=
85&start=34&ndsp=21&ved=1t:429,r:3,s:34,i:258

 
http://www.alfemminile.com/coppia/album667051/abiti-da-sposa-vestiti-da-sposa-15822979.html#p519la foto è la 519
 
 
 

 

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Capitolo 6
*** Cap. 6: Vivere ***


Cap.6:Vivere.
-English is very important so…- la bocca della professoressa si apriva per poi richiudersi non appena le parole uscivano, anche se secondo il mio punto di vista , erano incomprensibili.
Noia. Noia perché in quel momento l’unico posto dove volevo stare era tra le braccia di lui, la mia mente vagava non era certamente interessato a quell’inutile lezione di inglese.
Ormai una settimana era volata portando con sé un vento freddo che entrava nelle ossa portando nel sangue una tristezza che spariva quando una dolce brezza mi riscaldava con i suoi abbracci. Lo ammetto il nostro rapporto era cresciuto ogni giorno di più, con piccoli gesti, che mi rendevano una persona migliore. Una persona che pensavo se ne fosse andato con mia madre, ma invece avevo notato che la vita riusciva a sorprendermi ogni volta. Ciò che non riuscivo a spiegarmi era lo strano comportamento di  Ranma: così gentile e interessata a me e alla mia gioia aveva risposto con svogliatezza alla mia richiesta di incontrare il moro alla spiaggia. Non aveva neanche perso tempo a creare una scusa: solo un no secco. Ma la mia vita doveva andare avanti, avevo promesso a lui che la mia esistenza sarebbe tornata nelle mie mani e con avrei lasciato le redini a nessuno. Avevo anche trovato un lavoro per guadagnarmi dei soldi, di li a poco avrei raggiunto la somma per ripagare i nostri debiti e così quell’incompetente di  Kuno se ne sarebbe andato. Agognavo il momento dell’uscita del mio futuro marito dalla mia abitazione ma non era ancora arrivato ma come avevo aspettato mesi avrei aspettato qualche settimana.
-Akane Tendo, what are you doing? Why don’t you hear me?-  la professoressa aveva terminato la sua lezione rendendosi conto che la mia attenzione per tutta l’ora non era stata rivolta verso lei. Che scusa avrei inventato? L’insegnante non era stupida e conveniva farle le mie scuse.
-I’m so sorry- mi sorrise forse la mia risposta non l’aveva prevista soprattutto in inglese, avevo avuto la meglio su ella e dato che la scuola per quest’oggi era terminata; presi tutti i libri e li infilai nello zaino per poi allontanarmi dall’aula seguita da Ranma.
-Io non capisco perché non vuoi conoscere il ragazzo misterioso?- era stufa di rispondere sempre alle stesse domande ma non tardava mai a parlare.
-Quante volte te lo devo dire che non mi interessa e che non mi devi chiedere sempre le stesse cose.-
- Scusa ma sono sicura che andresti d’accordo con lui: è simpatico, un po’ maleducato quando gli offro del cibo che cuccino per lui- le scappò un piccolo sorrisino- ma sa anche essere dolce.- notai che le sue guancie si erano colorate di porpora, dava l’impressione che quel complimento fosse stato fatto a lei. Impossibile mi dissi e continuai tranquillamente a chiacchierare con ella, inseguito mi congedai e andai verso casa: oggi partiva il piano drispnvkac.
Svoltai l’angolo e mi ritrovai davanti al portone di casa vicino c’era una scritta’’ palestra Tendo e Kuno’’ era tardi ma non troppo, potevo rimediare a quello scempio e per farlo avrei attuato subito il mio piano. Mi diressi nelle scale con un’energia che non mi apparteneva da anni, aprì la porta di
Nabiki per poi richiuderla  con delicatezza.
-Nabiki  sei pronta per il piano DRISPNVKAC?- la sua faccia si trasformò in un grande punto interrogativo
-il DR….che?- non era possibile la sera prima ne avevamo parlato ed adesso non ricordava niente.
-Devi mangiare più pesce aiuta la memoria. E’ il nostro piano:Dobbiamo Risparmiare I Soldi Perché Non Vogliamo Kuno A Casa Nostra.-
-Ma tu sei pazza! La notte di invece di dormire ti inventi i nomi dei tuoi piani?- -nostri- la corressi- nostri si lo so. Ma per abbreviare lo chiameremo piano k, ok ?-
Il mio era stato tempo sprecato pensare a quel nome mi aveva portato via parecchio tempo che potevo impiegare nello studio della cucina, stavo pian piano , ma molto piano, migliorando nella preparazione di pranzi.
-Se per te va bene per me è uguale. Ho trovato un lavoro da commessa e pomeriggio inizio, mi pagano  bene  e tu?-
-Io lavoro già da tempo benché io abbia raccolto una cospicua somma non basta a pagare i nostri debiti. Di tutto questo ne papà ne Kuno devono scoprirlo rovinerebbero i nostri piani.-
-Kasumi?- anche lei aveva il diritto di saperlo del resto faceva parte della famiglia.
- Già lo sa da tempo prima di te. Devi sapere che questo piano è iniziato da tempo, non volevo coinvolgerti non eri ancora pronta ma in questo momento la tua vivacità, voglia di lottare, energia è tornata proprio come tempo addietro.-
Aveva ragione. Come sempre sentivo che la voglia di vivere scorreva nelle mie vene che mi invadeva tutto il corpo. Guardai l’orologio il mio turno sarebbe iniziato da li a poco quindi mi congedai, mi direzionai nella mia stanza indossando la mia divisa da lavoro. I lunghi pantaloni neri si intonavano splendidamente alla camicia rossa, sopra di essa c’era ricamato il nome del negozio. Noi vendevamo dei cappi di alta moda invidiati da tutto il mondo: la collezione di Obaba.
Era una attiva vecchietta che aveva buon gusto e aveva deciso di creare una collezione .
Il pomeriggio era stato calmo ma molto conveniente poiché restando fino le 21.00 avevo guadagnato altri soli ma ero anche in un tremendo ritardo per la seconda volta nella giornata avrei dovuto chiedere scusa,a casa, per l’orario. Avrei consumato la cena con i miei famigliari e poi sarei passata alla spiaggia ma poco speranzosa che il moro mi avesse aspettato.
Ma la vita si sa è imprevedibile. Nonostante il freddo, l’ora lui era seduta ad osservare quella distesa d’acqua con in mani una coperta, quella del nostro inizio.
M’incamminai verso di  lui tappandogli gli occhi.
-Chi sono?-
-Una ragazza che non sa cucinare……. Akane- rise, la sua voce riuscì a mandarmi un gran colore in tutto il corpo, ma l’affronto che avevo subito non poteva trattenermi da un pacca, molto energica, che gli diedi nella schiena.
-Che simpatico? Sai sono 3 settimane che ti conosco e non hai mai confessato che il mio cibo è buono. Non mi arrenderò riuscirò a farti sputare quelle parole.-
-Quali scusa?-
-E’ troppo buono a ne voglio ancora.- ma non sembrava che lui mi stesse prendendo sul serio.
-Ma sarà un giorno molto lontano comunque sei molto più carina quando sorridi.-le guance mi si colorarono di rosso e sedendomi mi girai per non incrociare  quello sguardo a cui sapevo non resistere. Però mi prese il braccio costringendo i miei occhi ad incrociare i suoi blu come l’oceano,
il contatto con la sua pelle mi fece arrossare, di nuovo, e dentro di me un flusso di emozioni mi stava invadendo il cervello mandandolo in tilt. Il mio corpo non rispondeva agli ordini impartiti dalla mente, e la mia faccia lentamente si avvicinava alla sua.
‘’Fermati’’urlava il cervello ma il corpo si rifiutava e continuava il suo cammino verso quelle labbra carnose,’’cosa fai?Smettila ’’ continuava ma ormai era tardi le mie labbra si poggiarono sulle sue lasciandogli un casto bacio.
Sapeva di fragola.
Mi staccai rendendomi conto  dell’enorme errore che avevo appena commesso, dalla sua bocca non proferivano parole: era il presagio di un suo rifiuto verso di me? Ma non potei fare a meno di passarmi la lingua nelle labbra per sentire ancora il sapore che mi aveva lasciato.
-Tu mi piaci.- le cose o si fanno bene o non si fanno quindi questa frase non avrebbe si sicuro aggravato di più la mia situazione, mi sarei dichiarata e aspettando la mia sentenza mi sarei messa il cuore in pace.
-Dal primo giorno che ti ho incontrato, mi hai cambiato. Grazie a te la voglia di vivere mi è tornata...- continuai prendendo una gran boccata d’aria -… Ti prego di qualcosa accetterò qualunque tua decisione.-
Silenzio.
Il sole stava per tramontare ed il cielo che fino a poc’anzi aveva un colore scuro adesso era pieno di sfumature rosa per poi pian piano passare al giallo.
-Ho capito tu non…- finire la frase fu difficile allorché le mie labbra furono di nuovo premute sulle sue, non avevo cercato io questo contatto: ma lui. Questo piccolo gesto era meglio di altre  100 parole. E nel mentre il sole saliva. Il bacio che inizialmente era casto diventò sempre più passionale. E saliva. Eravamo solo io e lui, niente poteva spezzare quel momento idilliaco…… E mancava poco per essere su nel cielo .…O forse una cosa inaspettata avrebbe rovinato tutto. Finalmente il sole illuminava, con i suoi raggi,tutta la terra. Ed allora senti delle forme crescere nel corpo del moro, la sua altezza diminuire e il suo corpo rimpicciolire. Mi staccai e ciò che vidi non mi piacque affatto, i suoi occhi mi facevano montare una rabbia dentro. Chi avevo davanti? Lui ora una lei. Ed io conoscevo la lei che mi stava davanti.
-Lo so sei sconvolta ma ascoltami anni fa con mio padre caddi in una sorgente in Cina che trasformo il mio corpo. Di mattina sono costretto a stare in un corpo che non mi appartiene e la sera torno ad essere me stesso. Credimi non mento- paura?no,rabbia solo tantissima rabbia mischiata con la delusione. Delusione di essermi fidata di una persona che mi ha preso in giro tutto il tempo.
-Io ti credo, ne ho sentito parlare anche se non immaginavo che fosse vero… ma tu mi ha tradito. Tempo fa ti chiesi di raccontarmi la tua storia ma tu non hai menzionato tutto ciò.-
-Mi avresti respinto come stai facendo ora.- la sua voce calda era stata sostituita da quella squillante di una ragazza
-Mi hai deluso, non so se potrò ancora stare con te.- mi girai per andare via ma le mie gambe si fermarono non appena sentì le sue parole.
-Mi hai baciato, ti è piaciuto e mi hai confessato i tuoi sentimenti. Anche io ti amo, cosa cambia ora? Riuscirò a tornare come prima ma ho bisogno di te.-
-Perché non capisci che non posso,mi hai mentito.- non appena la frase fu completa corsi verso la strada avevo bisogno di riordinarmi le idee ma da sola. Non appena arrivai nel marciapiede lui prese le mie mani, stringendole energicamente, non aveva intenzione di mollarle.
-Di cosa hai paura? Smettila di scappare da tutto e tutti ed affronta le conseguenze delle tue azioni.
Prima mi baci e poi scappi poiché sono diverso?-lui era arrabbiato o arrabbiata, non sapevo neanche se darle del lei o del lui, con me. Un rumore aveva invaso le mie orecchie, non volevano sentire quelle parole che mi trafiggevano il cuore.
-Ora la colpa è mia?-E il rumore aumentava.-No, è di entrambi.- Il rumore era forte sempre di più. -Smettila,smettila.-mi tappai le orecchie le sue parole mi stavano ferendo. Il rumore ora era insopportabile. Stanca della situazione mi staccai dalla presa di Ranma e corsi in avanti, il rumore si fece più forte e mi girai,vidi che il chiasso era stato procurato da una macchina che a tutta velocità veniva verso di me. Il rumore era sempre più forte, sempre più vicino. Chiusi gli occhi,ormai era finita, l’ultima cosa che vidi furono
i bellissimi occhi blu:blu come l’oceano.
 

 
Angolo dell’autrice.
Buonaseraaaaaaaaaaaaaaaaa a tutti :3.
Sono piena d’ispirazione scriverei un giorno intero, ma aimè mi
manca il tempo.
Come mi sia venuta in mente la collezione di abiti di Obaba non lo so
e neanche il nome del piano XD. Ragazzi siamo alla fine di questa storia mancheranno si o no 3-4 capitoli circa, sono molto triste
poiché mi divertivo a scrivere ç.ç.
Ci terrei a ringraziare tutti coloro che leggono,recensiscono,
o mettono le storie in una delle liste.
Un ringraziamento speciale a Rochita a cui dedico questo capitolo grazie per essere stata sempre presente ^.^.
Ora vi lascio buona serata a tutti :D
 
 

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Capitolo 7
*** Cap. 7: Tra la vita e la morte. ***


Cap. 7: Tra la vita e la morte.
Tic,Tic.Piccole gocce d’acqua scendevano bagnando ogni cosa. Prima lentamente poi sempre più veloce.
Tic,Tic.Esse riuscivano a creare una melodia non appena s’infrangevano contro la lastra di marmo bianca.Tic,Tic.
I fiori ormai colti e messi li accanto sembravano riprendessero vita dopo che l’acqua rinfrescava i loro petali.Tic,Tic.
I corti capelli blu ormai zuppi ricadevano davanti alla faccia, coprendo i piccoli occhi nocciola.Tic,Tic.
E per quanto volessi che la pioggia smettesse di creare quel ritmo monotono, ogni mio tentativo era inutile.
La tomba che si ergeva davanti a me era poco illuminata a causa delle nuvole che oscuravano il cielo, solo un piccolo raggio di Sole riuscì a illuminare la scritta che vi era:
“Qui riposa Akane Tendo”
Un'altra nuvola oscurò l’unica possibilità di luce e calde copiose lacrime si unirono alla pioggia scivolando sul mio viso. Una macchina a tutta velocità aveva spazzato via la mia vita come fa il vento con un castello di carta. L’unico mio rimpianto e di essermi congedata con lui con un litigio,che mi era  costata la vita, e adesso ero davanti alla mia tomba a vedere come il tempo nonostante la mia assenza andasse avanti.
Un dolore mi colpì il braccio,ma non ci feci molto caso, preferì concentrarmi sulla fitta che stava colpendo il cuore. Sempre più forte, sempre di più. Sulle spalle sentivo il senso di colpa crescermi  e appesantirsi. Impossibile sostenere tutto quel peso per questo mi accasciai a terra. Il dolore al braccio aumentava era quasi insostenibile così con l’altro lo tenevo cercando di alleviare il dolore. Poggiai lentamente la testa a terra e chiusi gli occhi ormai stanchi di quella situazione. Non volevo morire, volevo vivere mi maledissi per tutte le volte che avevo desiderato il contrario. Io volevo solo che la pioggia cancellasse via tutto e poi sparisse per dar possibilità al cielo di sorgere e segnare un nuovo inizio dove ci sarei stata anche io.
-Signorina si svegli.- Qualcuno mi stava cercando, ma dove? Nonostante gli occhi leggermente
chiusi riuscì a percepire la luce che mi stava illuminando: era la mia speranza .Allungai le mani ed aprì le palpebre e lo vidi.
Un uomo con una divisa da pronto soccorso mi stava puntando a dosso una piccola lampadina, misi le mani davanti per non accecarmi ma allorché il mio braccio era vicino alla faccia, il dolore di prima riprese stavolta in maniera più acuta.
-Sono viva?- la mia domanda mi uscì spontanea, la vita mi aveva concesso un'altra opportunità, tutto quello era stato un sogno, un bruttissimo incubo.
-Certo stai bene a parte la ferita dal braccio ma c’è ne occuperemo subito …- notai infatti che del  sangue stava macchiando la mia pelle bianca come la neve -…  non posso dire lo stesso della ragazza insieme a lei-Ragazza? Certo Ranma era con me, ma ora di lei nessuna traccia.
-Mi sa dire dov’è?.-
-E’ stata investita dalla macchina, l’abbiamo mandata all’ospedale con urgenza. Mi dispiace.-No,no,non era vero.
-Ma la macchina ha investito me.-
-Forse lei è stata spinta, questo spiegherebbe la ferita al braccio, la salvata.-No,no,no dovevo forse essere felice di quel gesto? No ero solamente arrabbiata poiché si era sacrificato per me dopo tutto quello che gli avevo detto. Chiesi in quale ospedale fosse. Lo conoscevo. Corsi incurante del braccio e delle grida dell’uomo. Non avevo bisogno di guarire ma solo di sapere se stesse bene.
Correre,correre,correre sempre più veloce, incurante della fatica della stanchezza, quando tutto sarebbe stato apposto,solo allora, mi sarei riposata. Mi ci vollero un paio di minuti per arrivare infatti non era molto lontano l’ospedale, percorsi altri centimetri fino all’entrata.
-Scusi mi sa dire dove si trova Ranma Saotome?. Sono una sua parente.- fece sì col capo e inizio a guardare lo schermo del computer in cerca della stanza.
-E’ in sala operatoria, deve andare sempre dritto e poi alla fine del corridoio girare a destra.-
-Grazie.- e continuai la mia corsa e non appena svoltai vidi un uomo maturo con una piccola bandana bianca in testa , indossava una maglietta bianca e dei pantaloni neri. Dei sandali lo proteggevano dal freddo del pavimento, la sua espressione esprimeva preoccupazione ed ansia non si accorse neanche della mia presenza. Mi sedetti accanto a lui cercando di non far rumore per non distoglierlo dai suoi pensieri, il silenzio regno per alcuni,interminabili, minuti allorché tutto fu spezzato della sua bassa voce.
-E’ dentro già da 1 ora, la vedi quella luce rossa quando il colore sarà verde tutto sarà finito. Piacere Akane io sono il padre di Ranma. Ho sentito parlare di te mi aveva detto che ieri sera sarebbe stato un giorno importante ti avrebbe rivelato tutto ma poi io…- la sua voce si stava come rompendo e la causa era una lacrima solitaria che scese di suoi enormi occhi-… s-scusami  ma mi hanno chiamato ed io non immaginavo che fosse successo questo, ho bisogno di riposte:Perché nessuno mi dice come sta mio figlio?- queste ultime parole le aveva gridate. Avrei voluto consolarlo, abbracciarlo, dirgli che la colpa era mia ma che tutto sarebbe andato bene, che l’avrei vista, ora era una donna, uscire da quella porta criticando il mio cibo e ridere delle sue facci buffe, osservare ammirata quel blu come il mare e poi e…… e poi niente perché nessuno usci da quella porta, il colore era sempre rosso. “Devi lottare, ti ricordi la mia promessa? Devi ancora ammettere che la mia cucina è buona”risi,anche  se per poco, al pensiero che avevo avuto.
-Lei sta male,venga con me la medico.- una ragazza dai lunghi capelli biondi e con un camice bianco mi ricordo della mia ferita.
-Vai se succede qualcosa ti avverto.- questa volta era stato il padre di Ranma, mi feci forza e seguì la dolce signorina. Entrammo in una stanza tutta bianca al centro vi era una lettino a destra della stanza c’era una scrivania e delle sedie, a sinistra una lungo armadio era attaccato al muro di dentro dovevano esserci i documenti dei vari pazienti. Con molta delicatezza mi fasciò il braccio, il tutto durò 15 minuti.
-Mi scusi mi potrebbe prestare il telefono per informare la mia famiglia?.-
-Certo, con piacere qui c’è il telefono.- andai vicino ad esso e digitai il numero di casa mia.
-Pronto casa Tendo.- la voce dall’altra parte della cornetta era quella di Nabiki.
-Ciao sono Akane, non torno a casa una mia amica è all’ospedale perché è stata investita.-
-Ok, ma in quale ospedale ti trovi?In caso verrò a prenderti-.
-E’ l’ospedale del dottor Tofu,stai attenta a non fare venire Kasumi.- Quando il dottore vedeva mia sorella, i suoi occhiali si appannavano ma non solo quello il suo cervello andava in tilt, era innamorato di lei e viceversa  ma lo dimostravano in maniera diversa.
-Ok, forse vengo ci vediamo.- Posai la cornetta e tornai nella sala di prima.
Il signor Saotome era rimasto immobile nella stessa pozione e con la stessa espressione di prima, forse più preoccupato, la luce non era ancora diventata verde.
I minuti passarono e poi le ore,nel mentre mille e milioni di pensieri si accavallavano nella mia testa.
Finalmente dopo ore la luce che fino pochi minuti fa era rossa come il sangue ora era verde speranza, come la speranza che a lui non fosse capitato niente. Il medico si avvicinò e noi due.Ci alzammo.
-Abbiamo avuto delle complicanze ma adesso e stabile- tutti e due tirammo un sospiro di sollievo- ma come dicevo poc’anzi abbiamo trovato della complicanze e lei be..-
-Continui la prego.-
-Lei è in coma..- ed inizio con un discorso sulla progresso della medicina che per me non aveva nessuna importanza. Se era vero che la medicina stava facendo dei progressi: perché era in coma?. Mi tappai le orecchie e me ne andai da quel posto che mi stava soffocando. Fuori dall’edificio pioveva. Era ormai sera e non c’era nessuno, ma ciò non m’importava, presi più fiato possibile allargando i polmoni per poi farlo uscire.
-PERCHE’ LUI?PERCHE’?- ma l’unica risposta fu il ticchettio delle goccie.    
 
 
Angolo dell’autrice:
Salve a tutti, sono tornata :). Sono stata un po’ cattiva, forse non dovevo
mandare Ranma in coma.
Non è morto perché non mi piacciono le storie con un finale così triste,
e poi nelle recensioni  qualcuno mi ha chiesto di non fare morire nessuno
ed io mantengo le promesse.
Sono depressa poiché la mia storia sta per finire ç.ç.
Ringrazio tutti quanti per avermi seguito=)
Non vi faccio perdere del tempo, ciao a tutti ^.^   

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Capitolo 8
*** Cap. 8:Partenze. ***


Cap. 8: Partenze.

La vita andava avanti. Le mie giornate scolastiche erano sempre le stesse; la mattina la scuola e il pomeriggio a lavoro. Andavo avanti, lottavo per la mia vita. Oggi la giornata era stupenda, il cielo sgombro da nuvole permetteva la visione di una distesa d’azzurro, il mare era sereno questo significava che la primavera era ormai alle porte. I miei capelli, in questi mesi, erano allungati adesso arrivavano alle spalle anche fisicamente ero cresciuta i miei lineamenti erano più asciutti ed il viso quello non era cambiato per niente vi era,però, un sorriso .  Percorsi altri metri e mi avviai alla porta aprendola. La vita andava vanti ma in quella stanza tutto si era fermato. La tendina era chiusa e non permetteva che i raggi del Sole entrassero dalla finestra, era buio ma ormai mi sapevo orientare benissimo. Quante volte ero entrata lì? Tante ormai avevo perso il conto. Spostai le tende e aprì la finestra per cambiare aria. Il silenzio che c’era nella stanza era  fastidioso, quanto avrei voluto sentire la sua voce calda. Ormai erano passati 2 mesi dall’incidente e lui o meglio lei non si era mai svegliata. Ogni pomeriggio, lavoro permettente, andavo a trovarla e aprendo la porta speravo che mi salutasse, che mi insultasse. Illusioni, solo illusioni. Suo padre ormai viveva da noi poiché non sopportava di vivere in un posto vuoto dove suo figlio non vi era, fortunatamente si era trovato bene con mio padre e le sue giornate si erano alleviate di poco. Presi una sedia e cominciai a parlare, studi dicevano che per risvegliarsi dal coma la voce di qualcuno di importante portava giovamento.
-Ciao Ranma- amavo tanto dire il suo nome- come stai?- stetti qualche minuto in silenzio aspettando che aprisse la bocca e mi rispondesse, ma la sua risposta non arrivò- Io bene, tuo padre si trova bene a casa mia e mi fa piacere. Sto imparando tante cose dal mio futuro suocero.-risi perché l’idea che il signor Saotome potesse far parte della mia famiglia mi riempiva di gioia.
-Fra 1 mese mi sposo quindi se non mi vuoi perdere cerca di svegliarti.-ogni giorno glielo ripetevo con la speranza del suo risveglio. Gli presi la mano e le diedi un bacio per salutarla. Era tardi. Ma la mano che stringevo si mosse e quando mi distanziai da lui vidi i suoi occhi blu puntati sui miei nocciola. Il cuore cominciò a battere all’impazzata. Avevo aperto gli occhi. Si era svegliato. Da tanto, troppo tempo non avevo rivisto quella distesa di blu.
-Mm- mugugnò. Presi il controllo sul mio cervello e mi accorsi che la mia faccia era ancora sopra la sua.
Divenni rossa e mi rimisi nella sedia;l’avevo baciato senza il suo permesso.
-Vado a chiamare il medico.- e corsi verso la porta nella speranza che qualcuno fosse nei paraggi, per mia fortuna un medico stava discutendo con un paziente e non appena finì gli chiesi di seguirmi.
Fu molto gentile e mi seguì nella stanza dove avevo lasciato Ranma. Era ancora sveglio ciò voleva dire che non stavo sognando. Il medico controllo che tutto fosse apposto e dopo un’attenta analisi mi disse che il paziente era in ottima salute e che gli sarebbe bastato del riposo per ritornare come prima, successivamente se ne andò.
-Hai sentito è meraviglioso, vado ad avvisare tuo padre.-  mi avviai ma la sua mano mi strinse il polso.
-Akane.- era affaticato ma non sembrava importagliene poiché continuò- Tu mi hai baciato, mi hai perdonato?-
-Perdonato? No perché ti sei sacrificato per me e sei entrato in coma, sei stato un egoista;sarà difficile perdonarti questo.- dissi seria.
-Non solo ti salvo sono pure egoista? Mi spieghi il perché?- fu veloce ma accorciai la distanza poggiando le mie labbra sulle sue.
-Perché non potevo fare questo mentre eri in coma, non potevo sapere se ti era piaciuto e non potevo guardarti negli occhi. Sei stato egoista non hai pensato come la tua morte mi avrebbe potuto rovinare la vita.- calde lacrime scorrevano sul mio viso, avevo cercato in questi mesi di sorridere ma adesso non riuscivo più a trattenerle. – Non sai quanta paura ho provato, non sai come mi sono sentita sola senza di te. Senza accorgermene sei diventato troppo importante e poi i medici dicevano che non ti saresti più svegliato e io…io- le sue braccia avvolsero  le mie esili spalle, la sua mano era immersa nei miei capelli e mi sussurrava di calmarmi che adesso non se ne sarebbe andato più. Tra le sue braccia la mie paure scomparivano lasciando che il sereno tornasse da padrone. Mi sarebbe piaciuto rimanere con lui in quella posizione per sempre ma il volto addolorato di suo padre si fece spazio nella mia mente e mi dovetti staccare.
-Tuo padre è stato molto in pensiero, vado a chiamarlo.- ed uscì dalla stanza per telefonargli. Non appena  ebbi chiamato a suo padre tutta la mia famiglia eccetto Kuno vennero all’ospedale.  Quel pomeriggio passo tra risate, pianti e felicità. Eravamo una bella famiglia tutti insieme.
Nei giorni successivi Ranma cercò di recuperare quei 2 mesi persi. La vita continuava a scorrere e lui la inseguiva per riprendere quello che aveva perso. Dovevo ammetterlo lo ammiravo poiché era forte.  Quello di cui sto parlando è la forza: di andare avanti, di non arrendersi mai e di sfidare tutto e tutti. Io ero sempre con lui. Stare insieme a lui mi faceva sentire viva e quindi dopo avergli giurato amore eterno non l’avevo abbandonato nel suo cammino verso una vita migliore. Dopo una settimana l’avevano dimesso e per festeggiare questo mi aveva invitato in spiaggia. Non appena l’orologio segnò le dieci mi avviai verso la spiaggia ero vestita con; una gonna nera che arrivava sopra le ginocchia, una canottiera rosa che aderiva con il mio corpo lasciando intravedere le mie forme perciò mi portai un giacchetto, avevo abbinato delle ballerine nere. I capelli li avevo lasciati sciolti e portavo un cerchietto rosa. Sebbene la spiaggia era quasi sempre buia vicino al mare c’era un’illuminazione. Lui aveva preparato un  tavolino con sopra delle candele e del cibo. Aveva organizzato tutto nel dettaglio:era stupendo. Spostò la sedia ed io mi sedetti,prima di andare al suo posto mi diede un bacio. Iniziammo a mangiare e solo dopo aver finito il dolce incominciò a parlare, il suo viso era serio. Tremavo ma non per il freddo; avevo paura. Perché era diventato serio?
-Devo partire.-
-Cosa?-neanche il tempo e lui se ne voleva andare via? Ma era meglio se prima di trarre le conclusioni lo ascoltassi.
-Io e mio padre abbiamo deciso di partire per la Cina. Abbiamo scoperto che li ci sarà un modo per farmi tornare normale. Lo faccio perché ti amo. Quando tornerò ti aiuterò anche a sbarazzarti di Kuno-Mi ama? Si è tanto se era disposto ad andare in Cina per cambiare per me ed anche per lui.
-Anche io ti amo e se questa è la tua scelta l’accetto. Tornerai?-
-Certo e qui ho per te un’altra notizia.- si alzò dalla sedia e s’inginocchio poi prese una custodia dalla tasca dei pantaloni e mi disse le parole più belle che avessi mai sentito.
-Quando tornerò:vuoi sposarmi?- e aprì la custodia mostrando un piccolo anello con un brillante al centro. Non era grande ma per me era la cosa più preziosa al mondo, mi sarei accontentata anche di un pezzo di vetro. La mia risposta non tardò e gli gridai un ‘si’ per poi abbracciarlo e baciarlo.
Quella sera la Luna ci illuminava e rendeva tutto romantico, il giorno dopo sarebbe partito, io non avrei avuto la certezza del suo ritorno, di lui avevo solamente un anello che era il segno della sua promessa eppure non m’importava;in quel momento l’unica cosa importate eravamo io e lui. Il suo bacio da prima casto divenne sempre più passionale e senza rendercene conto eravamo sdraiati: lui sopra di me. In quella notte tutti e due divenimmo una cosa sola. Un paio di giorni dopo accompagnai Ranma all’aeroporto e lo vidi andarsene via da me. Guardai l’’anello e mi dissi a me stessa che lui sarebbe tornato. Lui sarebbe tornato da me e mi avrebbe sposato. Guardai di nuovo l’anello e risi fantasticando sul suo ritorno.

 
Note dell’autrice:
Scusatemi sono in ritardo, mi dispiace molto ma sono stata impegnata.
Mi sono divertita a scrivere questo capitolo:). Ho cerato di far uscire la mia
parte romantica e spero di esserci riuscita:D. Ringrazio tutti coloro che mi seguono
sempre. Il prossimo capitolo sarà l’ultima e cercherò di non deluderti. Non vi trattengo
più e vi lascio.
Grossi bacioni a tutti ^.^

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Capitolo 9
*** Cap. 9: Felicità ***


Cap. 9: Felicità
Il lungo abito bianco mi fasciava il corpo. Il velo dello stesso colore del vestito era attaccato ai capelli con un piccolo fermaglio a forma di farfalla,i miei capelli erano semplici li avevo lasciati lisci. Le scarpe che portavo avevano un tacco altissimo ed erano l’ideale per una della mia statura. La mia guance erano più rosee a causa del fard, l’occhio era contornato da una matita azzurra che si abbinava perfettamente con l’ombretto del medesimo colore.  Mi guardai allo specchio e sorrisi.
-Stai molto bene.- si complimentò Kasumi. Tutte e due le mie sorelle indossavano un vestito uguale poiché erano le mie damigelle. Il vestito arrivava sopra le ginocchia, le spalle erano sprovviste di spalline. Sotto il seno una fascia le circondava e si chiudeva con un fiocco dietro. Le scarpe avevano un tacco di 10 cm, davanti erano aperte e ad unire le dita era una fascia, nella caviglia un nastro attaccato alle scarpe formava un fiocco, molto simile a quello del vestito. I loro abiti, anche le scarpe, erano color pesca. Ai vestiti avevano abbinato una borsetta bianca con qualche pagliette. I capelli di Nabiki erano sempre gli stessi, li teneva corti. Colei che aveva un capigliatura più complessa, rispetto a noi, era mia sorella maggiore. Portava i capelli sciolti; le punte erano state arricciate e mentre di sopra erano lisci.
-Grazie.- le risposi con cortesia.
-Credo che dovresti toglierlo.-  fu Nabiki a prendere parola indicando l’anello che portavo al dito.
-Si lo so..- dissi con tono rassegnato-.. ma  se dovessi toglierlo e lui tornasse che figura ci farei.-
-Ma lui non verrà.-
L’anello in questione mi era stato regalato da Ranma: era il simbolo della promessa del nostro matrimonio. Come potevo credere che lui non sarebbe tornato da me? In questi due mesi mi aveva scritto ed era grazie alle sue lettere se continuavo a sperare in un suo ritorno. Avevo cercato in tutti modi di ritardare il matrimonio con Kuno : ma senza risultato. I soldi che io e mia sorella avevamo raccolto erano bastati per pagare pochi debiti. Mi girai di nuovo verso lo specchio e sorrisi come poc’anzi. Nonostante fossi vestita con l’abito da sposa, nonostante sapessi che li fuori mi aspettava un uomo che non amavo, mio padre ed altri invitati, continuavo a credere che lui sarebbe arrivato.
-L’ultima lettere è stata scritta un mese fa, come fai ad essere sicura che lui verrà.- aveva perfettamente ragione, che prova avevo io del suo ritorno.
- Perché io lo amo e credo alle sue parole. Mi ha promesso che sarebbe tornato ed io lo aspetterò.- una lacrima solitaria solcò il mio viso ma non smisi mai di sorridere perché credevo in noi.
Toc , toc. Qualcuno stava bussando alla porta, mi asciugai la guancia e chiesi chi fosse. Era mio padre era vestito con un completo nero sul volto un espressione serena.
-Ciao, cosa volevi?- si avvicinò a me e mi strinse forte.
-Volevo vedere la mia splendida figlia.-
-Però papà cosi mi soffochi.- si sciolse in quel dolce abbraccio e mise un braccio sotto il mio.
-Hai perfettamente ragione, il matrimonio deve iniziare. Sono così contento di essere colui che ti porterà all’altare.- Nonostante i suoi difetti mio padre era una di quelle persone che non sarei mai riuscita ad odiare anzi una di quelle che amavo di più. Andai verso di lui ed insieme scendemmo le scale. Arrivammo fuori. Il giardino era pieno di sedie, in fondo ad esso vi era un altare dove un prete ed Kuno mi aspettavano. Non appena feci la mia comparsa  il pianista, alla destra dell’altare, incominciò a suonare la marcia nuziale. Per tutto il tragitto fui accompagnata da mio padre solamente quando mi  trovai al cospetto del mio futuro marito mi lasciò. Il prete iniziò la messa senza interrompersi fino al..
-Se qualcuno vuole che i due qui presenti non si sposino parli ora o taccia per sempre.- mi girai nella vana speranza che qualcuno ponesse fine a questa tortura ma nessuno apri bocca. Mi rigirai e feci segno al prete di continuare.
-Perfetto allora io vi dich….-
-FERMI! ASPETTATE!- mi girai di scatto e non riuscì a trattenere le lacrime. Lui era venuto. Era di li. Con i suoi meravigliosi occhi che risaltavano di più con il completo bianco che portava. Buttai il mazzo, che tenevo in mano, di fiori a Kuno e corsi verso Ranma. Non lo abbracciai, ne lo baciai. Rimasi in mobile, poco mi separava da lui, a fissarlo. Volevo assaporare il momento, volevo godermi ciò che avevo atteso per due mesi.
-Akane, sono tornato per te. Guarda è giorno ed io sono normale…- non avevo fatto caso al suo aspetto, mi importava solo che lui fosse la-.. in Cina sono riuscito a guadagnarmi tantissimi soldi. Posso pagare tutti i tuoi debiti. Sono tornato per te. – non parlai, lo ascoltai. Nel frattempo Kuno si avvicinò e sputo parole avvelenate al moro.
-Non lo vedi che lei non ti ama. Sei uno stupido! vattene hai solo perso del tempo.-
-Bastardo. - Ringhiò Ranma.
- Ora ti dimostro l’amore che Akane prova per me.- e avvicinò le sue labbra verso il mio viso,  ma ciò che lo accolse fu un forte schiaffo.
-Kuno non ti ho mai amato. Mi fai schifo, io amo lui.- e non appena finì la frase baciai Ranma. da quanto tempo mi era mancata la sua presenza? Da tanto. I suoi baci e le sue carezze erano stati, per due mesi,dei ricordi nella mia mente e oggi dopo tanto sentì tante sensazioni percorrermi lungo il corpo: calore, serenità e tanto amore. Mi staccai per vedere che espressione aveva kuno.
Non poteva credere ai suoi occhi e avrebbe voluto picchiare Ranma, se nabiki non l’avesse preso e sbattuto fuori di casa sarebbe finita a rissa. Nel mentre il ragazzo che mi stava accanto mi guardo con quegli occhi pieni d’amore e mi chiese:
-Andiamo a sposarci.- Non esitai; lo guardai in quelle meravigliose distese blu, che mi avevano attratto fin dall’inizio, e gli risposi di si incamminandomi verso l’altare.
Questo era l’inizio della mia vita con lui.
 

Angolo autrice:
ç____________ç che dire? Sto piangendo. Scusate il ritardo ma finalmente sono riuscita a dare un finale a questa storia. Alla fine i due stanno insieme :D e per chi lo volesse sapere Kuno è stato sbattuto fuori di casa con tutte le sue cose -un po’ mi dispiace u.u.- Mi sono divertita molto a scrivere e vedere come alcuni di voi hanno apprezzato la mia storia. Ci tengo  molto a ringraziare chi ha messo la storia tra le seguite:
 

beppin79 
ciachan 
 
Julius CX princesss 
rorox92 
 
S n o w 
 
serenyty82 
 
vitoboss32 
chi ha messo nelle preferite:

Jonatic95
lola2 
 
chi ha recensito;dandomi la voglia di andare avanti e alle volte di farmi comprendere i miei sbagli per poi migliorare:

Rochita
Rinne
Julius CX
Misaki17
DakotaChan
verycoc
frangilois
e chi ha solamente letto. Spero di non aver dimenticato nessuno.
Grazie a tutti per avermi seguita,
un bacio Inu_Ran =).
 

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