Anche gli incontri casuali sono opera del destino

di arimika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ii koto ga attara, warau no de ha nakute, waratte iru kara ii koto ga aru- Non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo, ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo. ***
Capitolo 2: *** La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta (Abraham Lincoln) ***
Capitolo 3: *** Se è vero che la natura non fa nulla invano, allora io che ci faccio qui? ***
Capitolo 4: *** Quello che è più incomprensibile è che ci sia ancora qualcosa di comprensibile (A. Einstein) ***
Capitolo 5: *** Aspettando il ritorno del bel tempo ***
Capitolo 6: *** Ogni cosa deve pur avere un punto d'inizio ***
Capitolo 7: *** Il ritmo ha qualcosa di magico, ci fa persino credere che il sublime ci appartenga (Johann Wolfgang Goethe) ***
Capitolo 8: *** Scommettere sulla propria sconfitta è un modo conveniente di assicurarsi la vittoria (Giovanni Soriano) ***
Capitolo 9: *** It can't be a ''Sayonara''... ***
Capitolo 10: *** L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue.(William Shaekespeare) ***
Capitolo 11: *** L'amore vero, è il cammino in due verso la luce di un'ideale comune (J. d'Hormoy) ***
Capitolo 12: *** If you want to find your prince, you'll have to kiss a lot of frogs ***
Capitolo 13: *** Primo giorno di lavoro. ***



Capitolo 1
*** Ii koto ga attara, warau no de ha nakute, waratte iru kara ii koto ga aru- Non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo, ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo. ***


Capitolo 1.    Ii koto ga attara, warau no de ha nakute, waratte iru kara ii koto ga aru- Non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo, ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo.

 
Ciao a tutti, mi chiamo Marika e sono un’artista. Voi vi chiederete:’ che c’è di strano?’’ niente, ma non è questo il punto.
 
Sono un’acrobata, ho una sorella e due genitori, lavoriamo per un circo itinerante.
 
Magari qualcuno di voi si starà chiedendo… chissà che vita favolosa farà questa ragazza, oppure… il circo, mah…
 
Posso affermare che il circo è come una grande casa per me… bla bla.
È così bello librarsi nell’aria … bla bla
 
Non sto scrivendo per dirvi le meraviglie del circo. Chi n’era interessato può benissimo farsi una ricerca o andare direttamente a vedere uno spettacolo.
 
Io sono io. Passo e chiudo. E questa è la mia filosofia di vita!
 
Detto questo, mi starete prendendo per pazza e probabilmente alcuni avranno già abbandonato questa storia. Grazie a chi è rimasto.
 

Stavo dicendo?
 

 


 

 

Ah si. Sono un’acrobata, ho una sorella e due genitori, niente di più normale, no?
 
La questione sarebbe normale se la mia famiglia fosse normale.
 
Io e mia sorella siamo le artiste migliori, nonché le uniche acrobate, ma questo sono dettagli ( ve l’ho già detto che sono la modestia in persona?).
O meglio, sarebbe un dettaglio se non mi avesse rovinato la vita.
 
Vogliono costringermi a rimanere un’artista del circo. Io, invece, voglio vivere una vita normale.
 
Non sarebbe una novità che i genitori obblighino i figli a compiere una determinata professione, ma siamo nel VENTUNESIMO secolo e questa è una mentalità più che arcaica.
 
Fortunatamente ho diciassette anni, dovrò sopportare ancora per poco tempo questo supplizio e sarò finalmente libera.
 
Ma qui c’è un altro problema.
 
Vi starete chiedendo, ancora? Ebbene si, c’è n’è ancora un altro.
 
Studio da privatista e annualmente frequento alcuni esami per valutare il mio livello di apprendimento, ma questa situazione sta diventando insostenibile.
 
Secondo i miei dovrei smettere di studiare e concentrarmi solo sul lavoro, ma non è un’attrattiva interessante.
 
Vi sembrerà strano ma voglio andare a scuola. Desidero conoscere altri ragazzi, avere nuovi amici, uscire… insomma, avere una vita normale e diplomarmi.
 
Infondo non chiedo niente di che. Ma il destino non sembra intenzionato ad aiutarmi.
 
Mia sorella si chiama Carmen, siamo gemelle, ma lei è diversa da me. Ha la mia stessa agilità, ma lei ha i lineamenti più delicati e più dolci.
È molto più bella di me.
 
Ha i capelli biondi e lisci, setosi e perfetti.
Io li ho di un nero spento e ricci, sembrano un groviglio.

Lei ha gli occhi azzurri e piccoli.
Io li ho rossi ed enormi.
 
Messaggio a tutte le fan di Twilight: non sono una vampira!
 
Sono testarda, ribelle, ma in questo assomiglio molto a Carmen.
Dal punto di vista caratteriale siamo veramente gemelle.
 
 
Questa è l’ultima città che visiterò da acrobata, gli spettacoli durano un mese e tra due settimane potrò abbandonare il circo.
Mancano solo due settimane e sarò maggiorenne.
Due settimane di spettacoli e lascerò la mia famiglia…
 
Nooooo, non sono triste… ok, forse un pochino… d’accordo, già mi mancano… *le scende una lacrima*
 
Ma che razza di pensieri mi faccio! Non mi devono mancare! Devo rimanere sulle mie… niente sentimentalismi, grazie.
 
Prego.
 
Non consideratemi stupida per favore!
‘’Ma no… in fondo non sei stupida’’ questo è quello che in molti staranno pensando, oppure starete ridendo di me (?).
 
Si lo so, sono un’idiota.
 
Uao… ho come la sensazione di essere un filino masochista…
 
‘’ma no’’– ’'ma sì’'- ‘’ma no’’- ‘’ma sì’’ litigano due bambine chibi con il mio stesso aspetto, forti i miei filmini mentali.
Avete presente quando negli anime dei bambini appaiono il bene e il male a consigliare il personaggio? Quei personaggini che hanno il compito di parlare e che alla fine complicano pure la situazione?
Bene, nella mia testa ce ne sono due di quel tipo. E stanno sempre a litigare!
 
Sono strana, strana, strana… e pure masochista! Ma voi mi volete bene lo stesso, vero?
 
 
Che giorno è oggi?
Uhm, vediamo… è il 14 settembre.
 
‘’Che senso ha chiedere che giorno è?’’ vi starete domandando.
 
Uhm… *domanda del pubblico viene gentilmente ignorata*
 
Che ore sono?
*controlla l’orologio*
Otto e trenta ore legali o ora del meridiano di Greenwich (?)… no, ora italiana!
 
‘’Ma dai! Non ti ricordi che sei in Italia?’’ * she is ignored your question, again*
 
Urca! (si sente Goku supersayan) Sto volandoooooo.
 
*tranquilli, è un’acrobata, sta solo saltellando da un lampione all’altro.*
 
Niente di più normale, no?
 
Fermata dell’autobus, aspettami … dove sto andando? Alla fermata dell’autobus
‘’ma no, dai’’ – ‘’ma sì, che c’è di male?’’ (l’allegra litigata fra quei piccoli esserini è ricominciata)
 
Autobus, autobus, autobus… che numero? Che linea?
 
- Scusi signora?- domando a una vecchietta che sta aspettando qualcosa o qualcuno (chissà, sarà l’autobus?)
- Come posso aiutarti bambina?- com’è fastidioso quando mi scambiano per una bambina… ma che ci posso fare… le persone anziane sono così.
- Sapete che linea devo prendere per andare alla Garibaldi?- simulo un finto sorriso
- Oh, che cara bambina. Vai già alla scuola superiore?- forse… -.-‘’
- Sissignora
- Ho un nipote che va a quella scuola- e a chi interessa?
- Ma non mi dica.
- Già già, è proprio un bravo giovanotto, sai?- certo è esattamente come dice lei… io volevo solo sapere quale autobus dovevo prendere!
- Non lo metto in dubbio
- Dovrebbe arrivare a momenti…
- Nonna, lascia stare quella ragazza - una voce maschile rimprovera la molto gioviale vecchietta, mi sta già simpatico il proprietario di quella voce- e lei, non si vergogna ad importunare una signora?- ok, ora la simpatia è finita.
 
Sentendo quella voce alla signora per poco non le prende un colpo, ed io con lei.
 

 

- Le stavo solo chiedendo quale fosse l’autobus per la Garibaldi!

- Il quattro.

- Ok, grazie.

 
Giro i tacchi e me ne vado.
Infilo gli auricolari, allungo una mano al palo più vicino, lo afferro. Un piccolissimo slancio e sono vicino alla luce, lì mi appollaio.
 
Mi sento un uccello… un avvoltoio!
 
Purtroppo non posso godermi la vista: il mio fenomenale occhio di falco ha inquadrato un autobus con il favoloso e faticoso numero quattro.
 
Tristemente scendo. Le persone mi fissano sbalordite, compresa quella nonnetta.
Che c’è di male nel salire su un palo?
 
 
Salgo sull’autobus, mi appoggio ad un palo, persa tra le note di Emma. Alla fermata successiva sale molta gente e vengo strattonata.
 
Argh!!! Il mio mp3!
 
È caduto! Nuooo!
Mi chino per prenderlo, ma il traffico ha decretato un oscuro destino: l’autista si ferma di botto, il contraccolpo è forte e la folla è spinta indietro… un piede… oh no, per favore nooooooo
 
Sigh sob… un piede… un piede… un piede… è stato distrutto!
 
Quel povero, piccolo, indifeso mp3! Tutte le mie canzoni cancellate!
Maledetto il giorno in cui decisi di prendere l’autobus per andare a scuola!
Maledetto il proprietario di quel piede!
Maledetto! Maledetto! Maledetto!
 
Alzo la testa muovendola a scatti, il mio sguardo fa paura, fulmino il proprietario di quel piede.
Quello incurante mi sorride e ride.
 
Due occhi rossi mi squadrano da capo a piedi, capelli corvini, carnagione pallida… per chi ci sperava, mi dispiace deluderla, non è Edward di Twilight.
Di suo ha solo gli occhi, in realtà hai capelli color del miele, e la carnagione semipallida.
Per favore no! Non un altro vampiro!
 
Assottiglio lo sguardo e controllo che non sia un vampiro… uff, meno male: niente canini! Bisogna stare attenti con tipi del genere, potrebbero anche essere vampiri, non si sa mai
‘’sì, come no’’- maledette vocine… stavolta hanno cinguettato all’unisono… che si siano messe d’accordo?
 

 

- I baci non sono inclusi nel pacchetto- ha l’aria da egocentrico.

-  Come scusa?- come si permette questo?!

- Ammettilo, si vede lontano un miglio che non fai altro che fissarmi la bocca- questo ha l’autostima a mille!

- Sicuro che non sei un vampiro egocentrico?

- Vampiro?

- Sì, vampiro, hai presente, come quelli della saga.

- Sì, so cos’è un vampiro, non ti fare tanto superiore.

- Ma che cosa?????????- inizio a propinargli una serie infinita d’insulti in giaggianese…
‘’vocina angelica: che lingua è? Vocina demoniaca: ed io che ne so?’’

 

Toh, la fermata dell’autobus… scendo.
La fermata è di fronte alla scuola.
 
Di quello strano ragazzo non c’è traccia.
 
Entro in quella scuola che sa tanto di normalità. Diversi ragazzi sono fuori, altri entrano… argh. Ed io che devo fare?
 
Guardo, ci sono due persone vicino all’entrata, sono adulti.

 

- Scusate, sono nuova e ho dimenticato in quale classe devo andare.

- Segreteria didattica, in fondo a destra, su quel corridoio- cavolo, sono di molte parole questi due.

 
Mi allontano senza commentare il silenzio carico di parole…
‘’sicura che fossero parole?’’- maledette vocine! E che ne so? Lasciatemi essere poetica, per favore.
 

 

- Marika Hackman… Marika Hackman… uhm… eccoti qui… sei in 3 E.

- La ringrazio.

- Di niente cara, ora va. Le lezioni qui iniziano alle nove. La ringrazio.

 
 

Detto questo, m’incammino verso quello che è il mio futuro, alias la mia classe.
 

 
 

 Il mio sorriso non mi ha mai abbandonato, d'altronde, si sa… un sorriso è un sorriso e a chi sorride succedono  sempre cose belle 



ARGHHHHHHHHH!!!!! Il mio MP3!!!!!!!!!!!!!


Metti la moneta, tira la manovella, apri la porta che esce la caramella!!!

Ciao a tutti e benvenuti nel mio spazietto personale‘’Metti la moneta, tira la manovella… etc etc’’
 
Sono Arimika… e sono la scrittrice di questo piccolo primo capitolo…
Grazie a tutti, specialmente a coloro che sono arrivati fin qui giù.
Se è vero che le parole non dette si perdono nel vento molte sono già state perse e scritte nell’aria. Sono, ovviamente, di ringraziamento.
Ciao, grazie, alla prossima ^_^ ci vediamo, anzi… scriviamo ;) al prossimo aggiornamento.

 ciCcss

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Capitolo 2
*** La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta (Abraham Lincoln) ***





Capitolo 2. La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta (Abraham Lincoln)
 
3 E… 3 E … 3 E…

La mia mano scorre lungo le pareti dei corridoi imbiancati dalla polvere e dal gesso, mentre sono alla ricerca della fatidica classe…

Però è strano che sia in una terza… dovrei essere in una quarta!!!!

Ti prego… ti prego…, per favore destino… fato… parche… moire… e chi più ne ha più ne metta… fa-fate in modo che sia una bella classe, che non si stupiscano dei miei occhi… che le ragazze non sognino il loro dolce Edward guardando le iridi rossastre…

Puah!

Corridoio, ave o soave corridoio… perché non mi porti alla mia classe???

Tohhhhh!

Eccola. La tanto agognata porta della 3 E si staglia forte e potente sopra di me… ma che sto dicendo? Che razza di linguaggio è mai questo? Testa… che scherzi mi fai mai?
‘’E noi che ne sappiamo?’’- e da quand’è che siete la mia testa?- ‘’sapessi…’’- SPARITE!!!

Uhm…

Sono tormentata da un angoscioso(?) conflitto interiore:

Apro la porta o non l’apro, questo è il dilemma… dilettevole Shakespeare, aiutami tu!!!!!!!!

Ah… qual destino infame… ah… qual ingiusto prologo ha scelto il mio filo?
Parche… *invoca le tre divinità con tanto di abito romano* parlate… la vostra umile servitrice attende il vostro responso…

E, dopo questa breve parentesi di pazzia torniamo al nostro dilemma… apro la porta???

‘’eh… ma hai bisogno del supporto del pubblico per aprire una porta?!’’- ZITTE!!!!!!!
Si credono divertenti, dovrebbero litigare… invece fanno coretti!

Infuriata con le vocine che mi scherniscono apro la porta…
 
- Scusate per l’interruzione…- mormoro a mezza voce.
- E tu chi diavolo saresti?- una signora anziana, con un accento acido nella voce, mi pone un’educatissima domanda…
- Io sono la nuova- finalmente sollevo la testa e squadro quelli che dovrebbero essere i miei compagni di classe.
- Non era previsto nessun  arrivo in questa classe!- sbotta la professoressa.
- Ma… ma…
- Rossi, vai in segreteria e chiedi alla signora Anna se è previsto che la signorina…
- Hackman
- Si, giusto… Hackman, sia una vostra compagna ed una mia alunna.
 
Un ragazzo si alza dal posto ed esce dall’aula, poi quella mi invita gentilmente ad andare al posto di quel tipo.
 

- Bene, riprendiamo la lezione…

 
Dopo parecchi bla bla ed altrettanti biri biri e tunc tunc… (onomatopee di non so quale significato) da parte della docente, vengo bruscamente svegliata dal dolce torpore indotto da un noioso chiacchiericcio dalla porta che sbatte e dall’affanno del famoso ragazzo mandato fuori mezz’ora fa.
 
- La signora Anna si scusa con Hackman per averla indirizzata verso la classe sbagliata… la sua è e sarà, sicuramente, la 4 B. Anf anf.
- Bene, può raccogliere il suo materiale e recarsi nella sua classe, signorina Hackman.
- Arri vederla a lei ed alla sua classe.- saluto con un sorriso ed un gesto della mano.
 
Qualcuna da dietro mi saluta sperando di attirare la mia attenzione, vengo diligentemente scortata da quel ragazzo… come faceva di cognome…. Uhmm
 
Ah si! Rossi!
 
…Verso la mia nuova classe
 
Argh!!!! M’è tornato il dilemma! Che classe mi aspetterà?
 
Che ore sono? *controlla l’orologio*
Nove e un quarto, un attimo… ma questo biondino qui a fianco ha impiegato tre quarti d’ora per sapere in che classe ero realmente?!
 
‘’ chiediglielo!’’-‘’non farlo’’-‘’ non dare retta a quell’angioletto da quattro soldi… chiediglielo!’’- ‘’ no… non farlo!’’- opto per la voce angelica… (la seconda) e non domando assolutamente nulla, in fondo sono fatti suoi.
 
- Sono stato un po’ in giro, se te lo stavi chiedendo- inizia lui… che fa? Mi legge nel pensiero???
- Molto interessante- mi fingo disinteressata
- È piuttosto noioso sentire il programma i primi giorni… non fanno altro che parlare di roba astratta, per esempio ‘’ non faremo questo ma quello… continueremo da ove avevamo interrotto, etc’’. insomma, è decisamente noioso… meno male che mi sei capitata tu e mi sono liberato, per un po’, di quella scocciatura.
- Molto interessante- pausa, in cui esprimo tramite parole non dette il mio acuto interesse verso il suo discorso- quanto manca?- arrivo subito al sodo.
- Eccoti arrivata… buttati in gioco!- mi spinge con forza verso la porta, inciampo sull’aria, rotolo per  terra e mi fermo un attimo prima di produrre un qualsivoglia ultrasuono percettibile in quella classe.
 
Anni di duro lavoro sul’equilibrio, sprecati in un istante.
Credo di aver fatto bene ad abbandonare il circo, messa come sono…
 
Apro la porta… argh! Mi ricordo di non aver bussato! Troppo tardi.
 
L’attenzione dei presenti si rivolge verso di me spostandosi alla mia persona dal mondo incantato, alias delle fate, alias dei Pokemon, alias della Marvel, alias delle pecore/cani/agnelli/caproni/mucche/maiali/asini/e qualche altro animale volante, alias dei trucchi e bacucchi, alias del campo da calcio, alias dei PC, alias un casino di mondi e sottospecie i mondi vari creati dalla idiozia, alias intelligente, alias superintelligenza ( pardon… è chiaro che il mondo in cui vivi/vivevi/vivrai durante le ore di lezione sia creato dalla tua superintelligenza).
 
Il mio, personalmente parlando, è creato dall’idiozia di una che non riesce a mettere due parole di seguito durante la 7° ora di lezione consecutiva…
 
Tutti e 20 gli studenti girano meccanicamente la faccia per fissarmi con occhi di brace… sembrano quelli di Caronte!
 
Per favore no… non sbranatemi!
 
- E lei sarebbe?- mi domanda una voce piena d’astio che mi ricorda molto quella dell’educatissima professoressa della 3 E.
- Sono la nuova arrivata- sbotto stanca di doverlo dire.
- Nome, cognome e a posto. Qui non si tengono presentazioni.
- Sono Marika…
- Ho detto niente presentazioni!- se quella era acida, questa è Crudelia De Mon!
- Ma… era solo un verbo!- un’occhiata di sbieco mi trafigge… con quella non si scherza… ma opto giocare con il fuoco.- senta prof mi lasci parlare!
- No, tu fai quello che dico io
 
Una mano dal pubblico interviene… dicendo.
 
Un attimo una mano può parlare |n.d. autrice… Che testa bacata!|
 
Comunque dice:
- Senta prof! Vede che vi state dilungando e noi non sappiamo ancora l’identità di sta totally spice!
- Come al solito hai ragione Manzoni. Allora nome, cognome ed età.
- Sono Marika Hancock, ho diciassette anni ‘’ e sono un ex acrobata’’- avrei tanto voluto dire, ma mi limitai a dire nome, cognome ed età.
 
Come frase mi suona tanto di quelle riunioni in cui si parlano dei problemi che affliggono quei poveri disgraziati.
Fortunatamente non ne ho ancora bisogno, o forse… uhm…
 
- Bene siediti in quel banco vuoto. Mi spiace se sei sola, ma il tuo compagno è assente. -- questa è la sua vendetta! Sono in prima fila, da sola, e perfettamente di fronte a lei!
- Non si preoccupi.- biascico rassegnata, mandandogli un anatema in giggianese… non so perché ma quando uso questa lingua che non conosco/ che ho inventato io per lanciare anatemi e maledizioni esse hanno sempre effetto…
 
Ma…

 

Qualcuno bussa alla porta
 

 
 

…Hanno anche…

 
 

Qualcuno apre la porta

 
 

…Il dannatissimo effetto…

 
 

Entra una massa disordinata di capelli color miele, due occhi rossi e la carnagione semipallida.

 
 

…Di ritorcere la loro maledizione…

 
 

Ca… cavolo! Il vampiro!

E mi si sta avvicinando!
 
 

…Su di me…


Si è seduto vicino a me!!!!!!!! NOOOOO!!!!





Metti la moneta, tira la manovella, apri la porta che esce la caramella!!!
 

  Ciao a tutti e benvenuti nel mio spazietto personale‘’Metti la moneta, tira la manovella… etc etc’’
 
Inizio uguale a  quello dell'altro capitolo, eh? Già, ma non è un problema ^_^
Infondo sono la maga dei copia-incolla, un esempio? Il titolo di questo piccolo spazietto! Copiato e incollato da quello dello scorso capitolo ù.ù
 
Tornado seri... ok, non riesco ad esserlo, scusate.
 
Evita per un soffio i pomodori
 
Ok, scusate, ma...
 
Non finisce di parlare che vede il set del suo studio smantellato dallo staff
 
Che sta succedendo?- sbraita l'autrice
 
Tempo finito- il capo
 
Argh! Nuooo...
 
Scusate ancora e ciao
 
Ps... Spero vi stia piacendo... accetto critiche!^_^
Grazie a chi segue i miei scleri ^_^
  





  

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Capitolo 3
*** Se è vero che la natura non fa nulla invano, allora io che ci faccio qui? ***


 CAPITOLO 3. Se è vero che la natura non fa nulla invano, allora io che ci faccio qui?

 
POV AUTRICE

Era la terza ora… e Marika stava giocherellando con un ciocca dei suoi capelli, mentre sentiva l’ennesima spiegazione del programma.
Il vampiro(?) , seduto al suo fianco, navigava su internet con il cellulare, nascosto dentro l’astuccio.
 
Ogni ragazzo/ragazza faceva qualcosa, cercando di apparire intento nel seguire la lezione… ma solo apparire!
Seguiva soltanto un ragazzo della prima fila, che prendeva anche appunti… su cosa? Probabilmente non lo sapeva nemmeno lui.
 
Il tizio dell’autobus non si era nemmeno presentato, e la nostra Marika appariva piuttosto scocciata della presenza di lui. Non le aveva chiesto scusa per averle rotto il suo amato Mp3, in più era il suo compagno di banco… avrebbe preferito buttarsi a mare in inverno, piuttosto che averlo affianco. Invece, le toccava tenerselo.
 
Dire che lo odiava era dire poco!
 
DRINNNN!!- trillò la campanella
 
I ragazzi saltarono, letteralmente, fuori dai loro banchi. Alcuni si diressero verso Marika, circondandola e ponendole numerosissime domande.
 

- Che scuola frequentavi?- le domandò un ragazzo moro dagli occhi scintillanti dalla curiosità.- Studiavo da privatista.

- È stato difficile l’esame d’ammissione?- chiese una ragazza con gli orecchini pendenti a forma di orsacchiotti, la fascia tra i capelli neri e lisci, con la frangetta e una meche lilla.- No, assolutamente! Erano cose basilari, quelle che chiedevano

Ad un tratto, in mezzo alle tante domande poste, comparve una dell’intervistata...

- Ma voi come vi chiamate?

- Adriano Fontana- disse il ragazzo moro

- Lara Sartori – rispose la ragazza con gli orecchini ad orsacchiotto

- Morfeo Vitale- disse un ragazzo biondo, molto simile a Leonardo Di Caprio.

 
Gli altri non si presentarono.
Che la considerassero indegna di apprendere il loro nome?
Si allontanarono subito.
 
 
Erano in venti in quella classe, e solo quelle tre persone rivolgevano la parola a Marika… ma lo facevano in maniera che la ragazza si sentisse a suo agio. Il vampiro (?), taciturno, scambiava qualche parola con lei, ma le risposte erano acide e taglienti.
 
Al termine di quella prima giornata Marika conversava liberamente e come se fossero amici da tempo con Adriano, Lara e Morfeo ed avevano deciso di incontrarsi insieme quella domenica.
Con calma si diresse alla fermata dell’autobus, il mezzo non sarebbe passato prima di mezz’ora e lei non aveva nessuna intenzione di annoiarsi perdendo tempo lì.
 
Così facendo perse tempo e, quando infine giunse alla fermata, l’autobus era già passato.
 

- Il prossimo non passa prima di un’ora.- disse una voce alle spalle di Marika, la ragazza si girò e vide il vampiro.

- Vorrà dire che aspetterò. Che ci fai qui?

- Non si vede? Ho perso l’autobus e mi tocca aspettare.

- I - Il mio stesso?

- Direi di sì. Dato che ci siamo scontrati incontrati questa mattina

 
Marika non avrebbe retto un minuto di più vicino al vampiro dal nome ignoto… ah… a quanto pare il suo soprannome era Vampiro! Persino i professori lo chiamavano così.
 

- Hancock!- trillò una voce acuta alle spalle, era la professoressa di Tedesco che incredibilmente sapeva il suo nome… non l’ho detto? Era una degli esaminatori all’esame ed è rimasta colpita dalla facilità con cui Marika parla Inglese, Tedesco, Francese, Spagnolo, Portoghese, Russo e Olandese.

- Mi dica.

- So che sai bene la lingua che insegno, per questo ti chiedo di dare ripetizioni ad una persona.

- Come scusi?

- Puoi dare ripetizioni a Vampiro?

 
‘’Come scusi? Io dare ripetizioni a quel deficiente patentato, che ha osato distruggere il mio Mp3 senza chiedere scusa per il suo atto. Mi spiace, ma se lo può scordare!’’ pensò Marika
 

- Non so se…- disse invece.

- Accetto l’aiuto di Hancock – si intromise nella discussione il distruttore di Mp3.

- Allora è perfetto!- disse quella, girò i tacchi, e se ne andò.

 
‘’ Ma io non ho dato la mia disponibilità!’’ disse tra sé e sé un ben noto cervello.

Sulla faccia di Marika era in corso un funerale. I muscoli erano veramente contratti!
 

- Dai non fare quella faccia, vedrai. Sarà divertente!

- Si, certo. Come una doccia fredda di prima mattina.
 
Lui le mise una mano sulla spalla, lei si divincolò sfuggendogli.

 

- Ma si può sapere che vuoi?

- Io? Niente, perché?

 
Silenzio…
 

- Ok, ho capito, dai vieni, andiamo ad un parco per ingannare il tempo.

- Io di qua non mi muovo- detto questo Marika balzò sul palo della luce, arrampicandosi, raggiunge la lampadina e lì si appollaia. | un dubbio, all'autrice, sorge spontaneo... un essere umano può appollaiarsi su un palo della luce senza rompelo?|

 
Un gesto spontaneo le fa frugare le tasche dei pantaloni elastici alla ricerca del suo Mp3,  ma un pensiero improvviso le trasmette un forte sentimento di rabbia. Il vampiro le aveva rotto il Mp3 e sempre lui, la stava fissando.
 

- Gier*!-esclamò ad un tratto il Vampiro |*Gier= avvoltoio

 - **Lk ben niet een gier!- le rispose urlando |** Lk ben niet een Gier= non sono un avvoltoio

- Che?????

- Fatti una cultura!

 
Prima che il ragazzo le rispondesse a tono arriva, fortunatamente, l’autobus, che li rapisce alla futura discussione, alias litigio.
 
Ma la giornata di Marika non è ancora finita!
 
POV MARIKA
 
Purtroppo ho conosciuto… (si fa per dire conosciuto)… un ragazzo carino, ok, fin qui ci può stare.
Ma è antipatico, presuntuoso ed arrogante e soprattutto sfascia Mp3, ora come farò a dire ai miei della tragica fine dell’apparecchio tecnologico??
 
Di questo non devo preoccuparmi… è il male minore, e poi… Non possono farmi niente.
 
 
Al termine del solitario, quanto silenzioso viaggio in autobus scendo e mi dirigo verso il circo. Qui butto deposito lo zaino e corro verso il mio esercizio preferito: il trapezio.
 
Sospesa a dieci metri eseguo i miei esercizi, la colonna che si allunga, le pose eleganti, le note della colonna sonora di Titanic e le splendide voci di Emma e di Laura Pausini, mi accompagnano durante le due ore di allenamento.
 
Al termine mi reco ad un giardino vicino, seduta leggo un libro su un prato rigoglioso. In questa città, che ho scelto come luogo in cui terminare gli studi, non ci sono moltissime aree verdi vicine, e la più vicina è al parco Due giugno.
Essendo i primi giorni di settembre, molti bambini e ragazzi corrono, parlano, camminano, interagendo tra di loro.
 
Io sono sola, su una panchina (eh sì, ho cambiato posto a sedere… troppo umido!)
 
E, ora che ci penso, ho anche una voglia matta di gelato.
Così decido di alzarmi e vado al bar che non dista molto… entro in un locale, apro l’anta del freezer e recupero un cono classico ed una coca, ma una mano afferra la lattina contemporaneamente alla mia. Me la strappa di mano, ne prende un’altra e si allontana.
 
Io mi giro.
 
Il Vampiro mi ha seguito anche qui! Ma è una tortura!
 

- Senti, scusa per prima- gli piacerebbe che dicessi, ma… - eh tu che cavolo ci fai qui? Mi segui per caso?- dico invece.

- Zitta! Non litighiamo qui. Se ci tieni a litigare ti darò corda, ma non facciamo scenate qui.- sembra infastidito.

- Che cosa?- mi mette una mano davanti alla bocca, paga anche per me e mi trascina via.

 
Mi conduce attraverso il parco, percorriamo i viali di ghiaia e cemento che circondano le aree verdi mi costringe ad entrare dentro un recinto che racchiude lo stagno dove vivono le tartarughe ed i pesci rossi. Ci sediamo nascosti dai rami di un salice.
Infine parlo.
 

- Quanto ti devo?

- Perché sei intenzionata a pagare per una coca ed un gelato offerti dal tuo compagno di banco

- Quand’è che me li hai offerti?

- Dettagli.- mormora preso alla sprovvista.

 
Silenzio.
 

- Allora che ci fai qui?- gli chiedo.

- Io? Facevo una passeggiata.

- Da solo? Non ci credo.

- E tu che ci facevi qui? Da sola?

- E chi ti dice che sono da sola?

- Infatti non è da sola. – mormora una voce fin troppo nota

 
Da dietro i cespugli compare la faccina sorridente della mia sorellina (magari!) sorellona (no, per carità) gemella.
 

- Finalmente ti ho trovata!- continua

- Si, scusami. Ecco la coca che volevi, come vedi non l’ho toccata- sibilo, chiedendole mentalmente e a gesti di reggermi il gioco.

- E lei chi sarebbe?- domanda chi? E chi se non lui… chiede il vampiro (?).

- Mia sorella gemella Carmen.

- Ciao, tu saresti…?

- Sono Vampiro, per gli amici, professori, familiari ed ogni essere umano così.

- Ok… Vampiro. È il tuo nome di battesimo?

- No… un soprannome.

- Eh senti… che ci facevi con mia sorella in un posto tanto isolato?-continua lei

- Le volevo chiedere delle ripetizioni in Tedesco.

- Di già? Ma oggi non è stato il vostro primo giorno di scuola?- si sta facendo parecchio impicciona.

- Ehm- è imbarazzato. Rosso.

- Intanto che Mister Pomodoro organizza un discorso logico, noi due ce ne andremmo, vero Marika?

- Si, subito. Ciao Vampiro- ‘’ricordati. Questa è l’ultima volta che ti saluto.’’ Maledette norme di buon’educazione che mi impediscono di dirglielo in faccia.

 
Salvata da mia sorella torno a casa, ceno e vado a dormire, senza quasi scambiare parola con i miei genitori o con gli altri membri del circo, tutti offesi per la mia decisione.
 
Domani sarà un nuovo giorno.
 
-13 al mio compleanno, alla mia libertà, al 28 settembre.

Angolo della galatina al gusto lampone che sta per finire nella mia bocca.

Grazie a chi sta seguendo, la prima fic in un settore è un'impresa ardua, specialemnte se comparata alle altre che sono meravigliose, ciononostante mi sto impegando sul serio per questa storia ed ho, per la prima volta nella mia vita, uno schema di ciò che deve succedere.
Bye bye, la vostra Pensiero-invisibile.

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Capitolo 4
*** Quello che è più incomprensibile è che ci sia ancora qualcosa di comprensibile (A. Einstein) ***


CAPITOLO 4.  Quello che è più incomprensibile è che ci sia ancora qualcosa di comprensibile.  (A.Einstein)
 
POV AUTRICE

Erano passati due giorni da quel breve dialogo al Parco Due giugno, in cui il vampiro l’aveva presa da parte.
 
I due eterni litiganti continuavano a bisticciare e lui, ovviamente, non le aveva chiesto scusa.
 
A Marika importava ben poco della sua disastrosa politica anti vampiro/ compagni smorfiosi. Al momento la sua unica preoccupazione era trovarsi un lavoro ed un’abitazione in cui abitare per i primi tempi.
 
A breve la sua famiglia sarebbe partita, ed inutili erano i tentativi della sorella di farla ragionare. La sua decisione era stata presa. Niente le avrebbe fatto cambiare idea.
 
Il Vampiro si divertiva a stuzzicare la ragazza, ignorante della precaria situazione in cui l’oggetto del suo divertimento si trovava.
 
Quel giorno avrebbero avuto la seconda lezione di educazione fisica ed avrebbero svolto alcune attività all’aperto.
 
Marika, si era preparata la tuta dal giorno prima, inizialmente aveva deciso di indossare uno spartano vestitino che generalmente usava durante le sue esibizioni, ma alla fine aveva optato per una canotta giallo evidenziatore e leggins lunghi poco sopra il ginocchio.
Passò la matita nera e l’eye-liner creando il contorno occhi ed un leggero rossetto rosato, semi invisibile, sulle labbra; odiava truccarsi pesantemente come il suo aspetto pretendeva.
 
Uscì dalla roulotte, che era la sua casa al circo, comprò il biglietto dell’autobus dal giornalaio vicino ed aspettò alla sua fermata, appoggiata al suo dolce ed amato palo della luce.
 
Vampiro arrivò di soppiatto dietro di lei: si divertiva nel spaventarla!
Lei si sentì toccare da una mano la spalla, si voltò di scatto e vide il suo odiato compagno di banco sorridergli beffardo.
 


- Ehi!- esclamò lei
- Ciao anche a te!- salutò lui.
- Che vuoi?- sibilò Marika.
- Io? Niente!
- Dai parla.- sbuffo.
- Ho detto niente!
- Ok, d’accordo. CIAO. – disse scandendo bene l’ultima parola cercando di inviare nella mente di lui un’e-mail con, come allegato, la parola ADDIO a caratteri cubitali.
 
Chiusa conversazione? |l’autrice non sa nemmeno lei cosa combinano i suoi personaggi |
 


- Ehi senti!- il silenzio venne interrotto dalla voce del Vampiro.
- Ed ora che vuoi?- sbottò Marika.
- Niente, mi andava di chiamarti.
- Tu sei tutto matto!
- Ma sono divertente, ammettilo.
- Certo, certo, come vuoi tu.
 
Guarda la strada
 


- toh… guarda, sta arrivando l’autobus.- sibilò Marika
- Ah si. Ti va di sederti vicino a me?- le chiese il vampiro
- Ma anche no. - detto questo si allontanò da lui raggiungendo l’autobus e, non appena le porte si aprirono sale e si accomodò su un sedile che miracolosamente per lei era unico.
 
Vampiro la seguì velocemente e si appoggiò ad un palo vicino a lei.
 


- Ti dà fastidio se mi appoggio qui?- le chiese.
- Ma no, dai. Fa pure come vuoi. Ma certo che mi dà fastidio genio!
- Modestamente…-  ammiccò – sono un genio!
- Modesto il tipo- pausa- ed ora zitto e girati! Mi basta già il sopportarti per sei ore a scuola!
- Sopportarmi? Ma se sono così…- Marika smise di ascoltarlo, voltò la testa ed iniziò a pensare.
 
Raggiunta la fermata scesero dall’autobus ed entrarono a scuola.
A ricreazione non si rivolsero la parola e lei passò il tempo con Lara e Morfeo divertendosi e scherzando. Adriano era stato nuovamente convocato in presidenza, non era un bravo ragazzo e si impegnava nel dimostrarlo. Era la terza volta in tre giorni in cui era a scuola.
 
Alla fine passò una bella giornata e Vampiro non la importunò ulteriormente, ma a fine lezioni, sull’autobus…
 


- Te l’ho detto mille volte! Non gironzolarmi intorno, e soprattutto, sta alla larga da me!- disse una ragazza
- Ma se devi darmi le ripetizioni di latino…- continuò un ragazzo
- Ma non c’è qualcun altro?
- La prof ha chiesto a te.
- Ma io non ho accettato!- sbraitò Marika
- L’ho fatto io per te!- sbottò il vampiro.
- Te l’ho mai detto che ti odio, non ti sopporto e che sto per chiedere ai miei di portarmi con loro anziché rimanere qui, studiare, trovarmi un’abitazione che non voglio dormire sotto un ponte e trovarmi un lavoro che altrimenti non campo solo per non vederti?- si fermò di botto- cavolo che ho detto! Ehi senti, dimentica tutto, d’accordo?
- Senti senti, l’imperturbabile Hancock ha un segreto di tale dimensione…
- Dimentica tutto, ti prego!- disse Marika in tono supplichevole.
- E no… comunque se non sai dove dormire puoi venire da me. - rispose il biondino ammiccando.
- CHE COSA?????? MA TU SEI MATTO!!!- gli urlò contro.
 
Detto questo, lui sibilò una frase incomprensibile e lei riprese ad urlargli contro. Alcune signore nell’autobus sospirarono pensando ‘’ah, l’amore’’ ma era davvero amore il loro? Marika la pensava diversamente e quando arrivò alla sua fermata fece per scendere ma il suo braccio fu fermato e lei fu trattenuta perdendo la fermata, infuriata nera rivolse una serie di insulti in giaggianese al proprietario di quella mano, che era, indovinate chi?
Vampiro.
 
POV MARIKA.

Che vuole questo da me? Ehi senti: LASCIAMI ANDARE!
Ovviamente questi sono i miei pensieri e sono rivolti all’escogitare un qualche barbaro per ucciderlo… uff. non me ne viene nessuno in mente!
 
POV VAMPIRO

Bip bip…
FILE CRIPTATO
 
|frustrazione dell’autrice che non sa a cosa sta pensando il vampiro|
 
POV AUTRICE

Lara e Morfeo si erano dati appuntamento quel pomeriggio per incontrarsi ed andare in centro insieme, la ragazza stava correndo conscia dei suoi quindici minuti di ritardo.
il biondino la stava aspettando pazientemente, seduto su una panchina, meravigliandosi della sua pazienza e del suo autocontrollo che lo aveva fatto resistere per così tanto tempo.
Finalmente la ragazza giunse al parco Due giugno ed insieme al ragazzo andarono al Park & Ride lì vicino e, prendendo la navetta arrivarono in centro. Quando l’autobus si fermò di fronte al Petruzzelli, Morfeo iniziò a parlare.


- Senti Lara, ora dove andiamo?
- Come dove andiamo? Ci facciamo una bella passeggiata.
- E per domani come facciamo?-guardando la faccia stranita della ragazza- i compiti intendo
- Ah quelli. Già fatti!- sbuffò vantandosi della propria intelligenza, aveva terminato 17 esercizi di matematica in 15  minuti e realizzato un tema stupendo sulle vacanze estive in 30 minuti.
- Ma io no- non aveva terminato i 17 esercizi, era a malapena al terzo, nonostante avesse impiegato molto più tempo rispetto alla ragazza.
- Ok, poi passiamo da casa e te li passo.
- Grazie- disse facendo la faccia da gattino, quella tenera facente le fusa.
 
Passarono tutto il pomeriggio insieme, lei che faceva shopping e lui che portava le buste, stracarichi (stracarico Morfeo) tornarono a casa.
 
Lara tornò a casa, diede a Morfeo i compiti da fare e si attaccò al computer.
 
POV MARIKA
 
Mi chiedo come abbia fatto a convincermi.
Sono di fronte a casa di Vampiro, con una sacca contenente qualche vestito, incerta se premere il campanello, prendo un respiro profondo e suono, ad aprirmi viene una signora bruna, con i capelli a caschetto e gli occhiali, ha l’aspetto trasandato, ma esprime simpatia da tutti i pori
 


- Ciao, tu dovresti essere Marika… giusto?
- Si, signora…
- Demetra, ma non darmi della signora Marika cara, mi faresti sentire vecchia. Se è vero quello che mi ha raccontato mio figlio, sono ben lieta di ospitarti, ma lo sarei anche se non fosse così. Comunque vieni dentro.
 
Dopo infiniti ringraziamenti da parte mia mi accompagna in quella che sarà la mia camera, deduco sia quella degli ospiti, ma è decorata secondo il gusto giovanile ed è molto bella ed ampia.
 
Bene, ho una casa, ora… l’unico problema?
 
SONO SOTTO LO STETTO TETTO DI VAMPIRO!
 
- 11 ALLA LIBERTA’ , AL MIO COMPLEANNO, AL 28 SETTEMBRE. 


ANGOLO DI W LE PATATINE AL PEPERONCINO... ARGH. SONO FINITE A TERRA!

Ciao a tutti, qui è Pensiero_invisibile. Come va?
So che state pensando... che non aggiorno mai. Ma oggi ho finalmente terminato, quindi... perchè non ora?
Come sempre grazie a chi legge.

Per critiche/prese di potere/colpi di stato/ consigli/note /etc... etc... scrivetemi!!!
Bye bye
Pensiero_invisibile

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Capitolo 5
*** Aspettando il ritorno del bel tempo ***


CAPITOLO 5. ASPETTANDO IL RITORNO DEL BEL TEMPO


Trin trin... uno strano aggeggio vibrò nella stanza.
Triiiin... non sembrava intenzionato a fermarsi
Triiinnnnn... suonava scemando: una mano l'aveva afferrato. Pigramente quel trabbicolo, scherzo della tecnologia, venne depositato su un tappetino verde cinabro.

Qualcosa si mosse sotto le coperte, un corpo si alza dal letto, una ragazza assonnata dai capelli dotati di vita propria percorre quel lungo corridoio che la porterà nel bagno.
Come ogni mattina quella ragazza era impegnata a districare i suoi ispidi capelli neri e a domarli: tira da un lato, piastra dall'altro... l'effetto non è quello sperato.

< uffa... perchè proprio a me questi capelli> pensò.

Resasi presentabile uscì dal bagno, vestita, e prese la cartella. Con un movimento quasi automatico ripercorse il corridoio che la porterà all'uscio di quella casa ancora non sua, ma andò sbattere contro qualcosa, alzando lo sguardo intuì velocemente che si tratta del suo nemico, già Marika era tra le braccia di Vampiro.
Infastidita balzò indietro e, lo circumnavigò e procedette verso l'agognato uscio.
Una mano la trattenne per il polso...

< ma questo ha l'abitudine di prendere le persone per il polso?> pensò la tipa dai fulgidi occhi rossi, mentre fulmina l'aitante ragazzo dai capelli color miele.

- Che vuoi di prima mattina?- sbraita
- Ripetizioni
- Te le darò questo fine settimana
- Oggi è domenica!
- Sempre a puntalizzare, eh?
- Si, è bello averla vinta con te.
- Allora vedremo se lo dirai ancora dopo aver passato l'intera mattinata a studiare tedesco.
Detto questo, Marika aveva abbandonato la sua idea di fuga da quel tizio insopportabile e si era debolmente e pigramente incamminata verso quelle quattro ore di tedesco che ne sarebbero conseguite. Erano le nove di mattina di domenica 19 settembre.
- Allora il verbo Essen (= mangiare)
- Vediamo... ich esse (io mangio), sie essen (tu mangi), er isst (egli mangia), wir essen (noi mangiamo), sie essen (voi mangiate), sie essen (essi mangiano).
- Bene.
- Maledetta riforma.
- Come mai sei così mal messo in quarto in tedesco?
- è solo dall'anno scorso che lo studiamo ed io non me la cavo per niente bene, sono stato rimandato l'anno scorso, poi per una serie di ragioni sono stato bocciato.
- Ah..., vabbè continuiamo. Preferenza sul verbo?
- Uhm... trovato. Che tempo?
- Futuro.
- Ok. Ich werde dich immer lieben(= Io ti amerò per sempre), sie lieben mich immer (tu mi amerai per sempre).
- C-che stai dicendo?
- Ti sto predicendo il futuro.
- Hai una mente perversa!
- Grazie, sono fiero di essere così.
- Per oggi la lezione è conclusa.

Dopo solo due ore di coniugazione verbale la lezione si concluse con Marika che usciva sbattendo la porta. INCREDIBILE!!!

Furiosa camminò a lungo, ritornando inconsciamente al circo. Ma era mattina e gli artisti stavano ancora dormendo, non che lei avesse voluto davvero incontrare le persone con cui si sarebbe lasciata definitivamente; ciononostante quando arrivò tutti gli amici di un tempo le saltarono letteralmente addosso, ma fu salvata dal giovane domatore che, oramai, considerava un fratello.

Si nascosero dietro una roulotte, aspettando il ritorno del bel tempo ovvero che l'euforia dei circensi per la sua visita diminuisse.

Poi quel giovane l'abbracciò.
- Sapevo che saresti tornata.
- Ti sbagli, non sono tornata, sono solo venuta a prendere le ultime cose.
- Non ti credo, sai?!!!
- Ci avrei scommesso, non cambi mai Menny!
- Senti chi parla... in fondo non è passato molto tempo. Solo tre giorni.
- In effetti.

Menny, alias Menelao, era il suo gliore amico di Marika. Aveva i capelli neri cosparsi da ciocche blu ed i lineamenti orientali. Era sempre sincero e Marika si fidava molto di lui, addirittura più della sorella Carmen.
- Ancora dell'idea di rimanere in questo buco?
- Assolutamente si.
- Sai vero che non ti dimenticherò?
- Naturalmente.
- é per questo motivo che rimarrò con te, qui. A BARI.
- Che cosa?- era sbalordita.

POV MARIKA

Non ci potevo credere: Menny, il mio migliore amico da sempre, rimaneva con me!
- Perchè?- gli chiedo
- Non voglio perdere la mia ''sorellina'', la mia migliore amica e soprattutto, l'unica ragazza che ti rovescia il succo addosso per aver acconsentito ad una sua richiesta.
- Non mi dirai che ce l'hai ancora con me per un po' di succo???
- Un poco????? Mi hai fatto la doccia!
- Mi sono scusata!
- Esattamente come mi scuso io per questo.- Detto ciò, mi spinge verso una specie di piscina, sempre nascosta tra le roulotte, che io so bene cosa contiene.

Cerco di non cadere, ma ahimè... lui pesa troppo e mi schiaccia sotto la schiuma da barba, rimaniamo così per qualche istante, ed in contemporanea sento delle voci, sono due circensi.
Non si fermano a controllare dove siamo, e non rimaniamo nascosti.
Poi finalmente riemergiamo

- Era necessario?- sbotto
- Sì, se non volevi farti beccare. Comunque mi scuso ancora per la doccia di schiuma.
- Come facciamo a togliercela di dosso? Insomma, non posso presentarmi a casa della signora Demetra.
- Chi è?
- é la madre del mio compagno di banco, hanno deciso di ospitarmi. Ora devo solo trovare un lavoro.
- Devo essere geloso di questo tizio?
- No, è odioso, irascibile, idiota ed una serie di infiniti aggettivi sono adatti a lui, però è carino e si è preoccupato per me quando gli avevo detto in un moto d'ira che non sapevo dove andare a vivere.
- Devo stare attento. Potrebbe portarti via da me.
- Ma sul serio resterai con me???
- Naturalemente, non ti libererai facilmente di me.
Sorrido.

POV MENELAO

Il suo sorriso è stupendo, indescrivibile. Lei sempre dolce e disponibile, come avrei fatto se fosse sparita dalla mia vita? No, questo non l'avrei permesso.
è praticamente da quando siamo nati che ci conosciamo, ma è da poco che l'ho capito: io sono innamorato di Marika.
Mi prende per mano, felice, e mi conduce da qualche parte, lei è meravigliosa, sembra quasi una ninfa o una fata.
Ad un tratto decido di comprare qualcosa da mangiare, siamo al Largo Due Giugno e siamo terribilmente affamati! Prendo due toast al chiosco e ci sediamo su delle sedie sotto un gazebo, al riparo anche dalla calura estiva. Consumiamo il pasto scherzando e parlando un po', poi lei si alza e torna nel bar. Quando esce ha due coni gelato nelle mani, me ne porge uno che accetto ringraziando, e camminando per il parco andiamo vicino ad un salice, riparandoci con la sua ombra; qui non sembra esserci nessuno.
 
POV MARIKA

Siamo nello stesso posto in cui mi ha portata Vampiro, sono un po' agitata. Non capita spesso di rimanere da soli, o almeno era così finchè non ho deciso di abbandonare il circo.
 
POV MENELAO

Quanto è dolce, sta guardando due tartarughine nello stagno. Sono così belle, ma mai quato lei. Uh... si è sporcata il naso!
 
POV AUTRICE

Menny si appoggiò contro un tronco e, avvicinandosi, pulì il naso di Marika con il dito. Purtroppo ridendo, il ragazzo perse l'appiglio e cadde sulla povera Marika, rimasero così per alcuni istanti. I loro volti erano estremamente vicini. Il ragazzo si accorse di essere ad un passo dal baciare Marika, ma realizzò che si sarebbe buscato un sonoro schiaffo se l'avesse fatto: la ragazza lo guardava terrorizzata. E lui le voleva bene, così si alzò.

- Voglio chiedere alla signora Demetra se ti può ospitare. So che è scortese, ma... - esclamò inconscia della situazioe mentale in cui era l'amico
- Non penso ti negherà questo favore.
- L'unico problema è il figlio, ma male che vada ti troverai un alloggio.

***
Così poco dopo



Indescrivibile fu la faccia dell'Innominato vampiresco quando li vide, futili furono i suoi tentativi di parlare con loro: borbottavano cose incomprensibili presi dall'euforia del momento, infatti Demetra aveva acconsentito a far vivere con loro anche Menny.
Quando Vampiro seppe che sarebbe venuto a vivere con loro anche Menelao, ci rimase, non male, peggio.
Tra quei due spiravano i primi venti di tempesta.
Fu così che passò la giornata.
In una casa enorme da vivere in tre ora vivevano cinque persone. 

*****



ANGOLINO DELLA PICCOLA FIAMMIFERAIA

Una voce allo speaker:
- Gentili lettori la direzione vi ringrazia calorosamente per la lettura di questa storia e vi chiede, inoltre, se potreste cortesemente lasciare un commento- la voce tace.

I clienti del negozio (i lettori) tornano a comprare(leggere/pubblicare) nel supermercato (il sito).

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Capitolo 6
*** Ogni cosa deve pur avere un punto d'inizio ***


 




CAPITOLO 6. Ogni cosa deve pur avere un punto d’inizio

POV MARIKA

Sapevamo entrambi che prima o poi Menny avrebbe dovuto dichiarare la sua intenzione di lasciare il circo, gli altri, già infuriati con me, avrebbero perso due amici, compagni ed artisti. Non ne sarebbero stati contenti.

é per questo motivo che avevamo deciso che saremmo andati insieme a dirlo, per farci forza l'un l'altro.

Ieri sera, dopo una lunga discussione, ero riuscita a fargli capire quanto fosse necessario andare insieme. Essendo sinceri avevo paura che mi avrebbe abbandonata e sarebbe rimasto con il circo.

Alle sei di mattina mi sveglio di soprassalto. Ho fatto un altro dei miei incubi.

Vedendo l'orario mi alzo e vado a preparare la colazione per tutti, sarò anche imbranata in cucina, ma concedetemi che il mio zabaione (l'unica cosa che riesce bene) è il migliore.

Vado in cucina, c'è una ragazza seduta sullo sgabello, ed al suo fianco un tizio di nostra ben nota conoscenza (Vampiro).

Mi nascondo nell'ombra non volendo rompere la loro intimità.

Lei assomiglia molto al ragazzo, ha i capelli color del miele perfettamente stirati e la ciocca davanti tenuta dietro l'orecchio, gli occhi rossi (un altro vampiro? che sta succedendo qui?) e la carnagione semipallida. Vedendo la sua bellezza la mia scarsa sembra impallidire di colpo.
La ragazza gli sta porgendo un sacchetto di tessuto.
Dal mio nascondiglio sono in grado di comprendere qualche frase della loro discussione.
 
- Vampiro, perchè l'hai fatto di nuovo?
- Si meritava una lezione.
- Si, ma...
- Niente ma... Marika che ne diresti di uscire da dietro quella colonna?

 Esco mortificata, probabilmente quel tizio ha un sesto senso micidiale vedendo come mi trova facilmente.

- S-scusate... ehm...- è tutto ciò che riesco a dire.- volevo preparare dello zabaione.
- è già pronto, mi aiuta a rilassarmi- dice la ragazza sconosciuta- io sono Irina.
- Piacere Irina, io sono Marika.
- Il piacere è mio, se vuoi scusarmi dovrei andare.- detto questo afferrò una merendina, una borsa ed uscì in strada.

Vampiro mi sta guardando molto male, ma ancora non mi sono accorta di un particolare importante.

-Che vuoi?- dico scocciata

- Cosa vuoi tu piuttosto, come ti salta in mente di nasconderti e spiare una civile conversazione altrui.

- Non l’ho fatto apposta! Mi sono alzata dal letto e sono venuta in cucina, ho persino il pigiama.

- Lo vedo- dice sorridendo, guardo il mio pigiama… cavolo è quello con i pulcini.

- … - mi sta fissando.

- Ehm- sono arrossita, che figura penosa che ho fatto!- Non guardarmi così, mi metti in imbarazzo- sono o non sono color peperone?

- Il fatto è che sei troppo carina con quel pigiama, ed ora che sei arrossita e ti stai mordicchiando il labbro sembri proprio una bellissima bimba.

- Bimba? BIMBA A CHI?????????? Io non sono una bambina!- urlo

- Tsk.- si gira e se ne va lasciandomi sola ed impalata.

 
Faccio colazione con un uovo allo zabaione e del latte, torno in stanza e mi vesto.
 
POV AUTRICE

Marika si legò i capelli in due buffi codini con due laccetti rossi, passò l’eyeliner nero per fare del contorno occhi, indossò i pantaloncini corti scurissimi, una t-shirt blu con la scollatura a V ed i sandali neri, era il look perfetto per una giornata iniziata male.

Andò a svegliare Menny.
Entrò nella stanza, spalancò le finestre e guardò verso il letto aspettandosi di trovare l’amico addormentato, ma ebbe una brutta sorpresa: il ragazzo era sparito, scomparso nel nulla senza lasciare alcuna traccia.

Sconcertata lo chiamò al cellulare ma la suoneria di Gangnam Style risuonò per la stanza, se non altro sarebbe tornato.
Un pensiero le attraversò la mente ‘’ E se fosse tornato al circo?’’, aprì l’armadio, ma i vestiti erano ancora lì. In quel momento si ricordò dalla sera precedente, si erano promessi di andare insieme ad avvertire i genitori di Menny del suo trasferimento in questa casa e del suo abbandono del circo.

Uscì di corsa dalla casa e raggiunse il circo.

Quando arrivò vide che sotto il tendone gli artisti si stavano allenando in quel momento, compresa Carmen e Menny. Carmen era elegante nel suo esercizio come era richiesto da tale: si stava allenando con i tessuti aerei. Menny stava giocando tristemente con i suoi animali, aveva un’espressione infelice e non tardò a notare Marika che si stava nascondendo dietro un pilastro.

Con un gesto meccanico, quasi fosse un automa, si alzò e la raggiunse.

- Perché sei venuto da solo? Cosa stai facendo?- chiese Marika

- Dovevo venire da solo, non hai idea dell’odio che provano nei tuoi confronti, tutti ad eccezione di me e Carmen, ovviamente. Non posso rimanere qui, mi dispiace.

- Perché?- domandò contrariata e dispiaciuta, un vago senso di disagio e delusione la prese.

- Se non avessi accettato di rimanere avrebbero soppresso o venduto gli animali, i miei genitori non avrebbero accettato di continuare l’addestramento, non potevo abbandonarmi, non so se mi capisci. – rispose e poi a bassa voce, con un tono quasi impercettibile - Perdonami.

- No, tu non hai niente di cui chiedermi scusa, in fondo che hai fatto? Mi hai solo illusa di avere uno dei miei amici qui con me, dopotutto che vuoi che sia.

- Senti…

- Non ti preoccupare, me la caverò comunque, forse è meglio così, non sarò legata al passato, ti chiedo solo una cosa, un ultimo favore come tua amica. Non tornare più qui, fa quello che vuoi ma non venire più a Bari ed impedisci che qualunque membro della compagnia mi venga a trovare…

- Per favore… fammi restare tuo amico.

- Addio.- disse Marika andandosene.

- Fammi anche tu una promessa: non chiuderti in te stessa e sii felice. Tornerò un giorno e, tieni.

Le lanciò un pacchetto ed una lettera, lei prese quegli oggetti e se andò.

Tornò al Parco Due Giugno, si era scoperta ad amare quel posto e passava lì tutti i momenti in cui voleva rimanere da sola e pensare.

Aprì la lettera.

Marika,
so già che non approverai la mia scelta e sai, dispiace anche a me abbandonarti.
Già prevedo la tua reazione quando ti comunicherò la mia decisione e ne sono terrorizzato.
Sai, non voglio allontanarmi da te, so a cosa hai rinunciato per rimanere in questa città che, a quanto pare, ami. So che sarai serena, ho notato come ti comporti con i tuoi amici, avete un bel legame ed un po’ ne sono geloso. Sono certo che quando leggerai questa lettera avremo litigato e tra noi i ponti, almeno per un po’, saranno chiusi.
Quel regalo non aprirlo prima che tu mi abbia perdonato, è importate per me che tu lo apra solo in quel momento, anche se è il mio regalo di compleanno.
Ah già, in bocca al lupo e sii felice anche senza di me.
  Menny.
  P.S. Più tardi verrò a prendere ciò che ho lasciato a casa di Vampiro.



Marika lesse la lettera e rimase a pensare, comprò qualcosa dal bar lì vicino e rimase al parco fino alla sera, tornò a casa, si buttò sul letto e si addormentò senza cena.
Quella notte gli incubi ripresero a tormentarla.

POV VAMPIRO

Marika è giù di morale, che sia per stamattina? È triste vederla così demoralizzata, è insolito da parte sua.

Menelao ha deciso di andarsene. In effetti mi stava antipatico, solo che ora questa casa sembra ancora più vuota.

*lampo di genio*

Con un’idea vado da mia madre e le comunico la mia iniziativa.
 
POV AUTORE

L’indomani fu il compleanno di Marika, lei non disse niente e fece in modo che nessuno sapesse del suo raggiungimento dell’età adulta. Andò a scuola come ogni giorno scolastico, il pomeriggio studiò e la sera si rilassò sul divano con un barattolo gigantesco di nutella, davanti ad uno splendido Titanic, piangendo nelle scene più drammatiche e sorridendo in quelle romantiche.
Poi andò a dormire. La settimana si susseguì monotona, talmente tanto da risultare infinita.


Poi fu la volta del sabato…
 
Quella mattina Marika uscì di casa trascinata da Lara, l’amica le aveva detto soltanto che c’era la necessità di comprarsi un completo da sera per un’imminente festa, usando come scusa Halloween, ma la sua affermazione non stava in piedi: mancavano 34 giorni al party di cui lei le aveva parlato infinite volte con aria nostalgica e sognatrice. In più non erano uscite per comprare dei costumi, bensì dei vestiti ed accessori normali.

Qualche mese prima Lara aveva partecipato ad un concorso ed aveva vinto un’ingente cifra, per questo pagò lei i vestiti che comprò l’amica.

Al ritorno dal pomeriggio di shopping intensivo Marika traballava per tutte le scatole e le buste che portava, in pratica avevano saccheggiato il centro.

Poi Lara la condusse a casa sua, le fece lasciare tutte le borse e presero ad uscire i vestiti comprati, ben presto ne risultarono sommerse!

Ridendo e scherzando abbinarono due completi e furono pronte. Marika non riusciva a capire il motivo di questa preparazione, ma credette che l’amica volesse andare in discoteca, quindi l’assecondò.

Lara aveva un lucidalabbra semi invisibile, gli occhi leggermente truccati, ma quel tanto per intensificarle lo sguardo e donarle un’aria di mistero, i capelli raccolti in due codini con due elastici con gli immancabili orsacchiotti uguali a quelli degli orecchini che erano carinissimi: erano composti da un cerchio e da un orsacchiotto che cercava di arrampicarsi sopra. Erano troppo dolci. Indossava una canotta gialla con le bretelle sottilissime, un paio di shorts e delle converse rosa.

Marika invece aveva un trucco leggero composto da eyeliner, ombretto lilla e lucidalabbra. Aveva un paio di pendenti con dei brillantini, una collana stretta vicino al collo con un ciondolo a forma di cuore, un vestito nero composto da top e gonna non troppo corta e delle ballerine anch’esse nere.

Qualcuno suonò al citofono e le due scesero, Marika continuava a non capire cosa dovessero fare. Giù erano attese da Morfeo e da Adriano, ambedue bellissimi.
Scese le ragazze, le fecero salire sulle rispettive moto. Morfeo fece salire Lara e Adriano Marika. E si avviarono verso l’ignoto.


Ad un certo punto scesero difronte alla casa di Vampiro, si sente della musica uscire da essa. Suonarono e Vampiro uscì seguito a ruota da un’ochetta tutta trucco che gli stava facendo il filo da molto tempo, solo che lui non sembra accorgersene; Marika la riconosce all’istante, è una loro compagna di classe, si chiama Sonia Benedini.


Entrarono in casa…



ANGOLINO DELLE STELLE LUCENTI, DEGLI ALBERI E DEI PRESEPI.

Ciao a tutti! Da quanto tempo che non ci sentiamo... finalmente sono tornata e questo è il mio regalo di Natale!!!
Auguri!!! Ah, se non aggiorno prima,  buon anno nuovo!
Scusate per il ritardo, spero che non succeda lo stesso per il prossimo capitolo.
Ciao!!!!
Arimika





 

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Capitolo 7
*** Il ritmo ha qualcosa di magico, ci fa persino credere che il sublime ci appartenga (Johann Wolfgang Goethe) ***








 CAPITOLO 7.Il ritmo ha qualcosa di magico; ci fa perfino credere che il sublime ci appartenga. (Johann Wolfgang Goethe)
 
POV AUTRICE

Dozzine di ragazzi ballavano a ritmo di musica commerciale, fiumi di bibite circolavano per la stanza ed era già scoppiato qualche inconveniente durante la prima parte della festa.

Marika sapeva bene che vi avrebbe dovuto partecipare e maledisse più e più volte il suo coinquilino per l’inaspettata sorpresa, si ritrovò a chiedere a Lara di ospitarla per la notte, perché, con ogni probabilità, sarebbe stata presa da folli raptus omicidi nei confronti del tanto malvagio Vampiro, ma l’amica era del parere di parteciparvi.

Infondo cos’era… un’innocente festa tra ragazzi piuttosto simile ad una discoteca. Niente di inaccettabile insomma.

Eppure Marika non riusciva a darsi per vinta e si intestardiva nel volersene andare, forse niente avrebbe potuto farle cambiare idea, non era proprio dell’umore giusto.
Vedere Sonia Benedini era un’autentica tortura per lei, poiché non la sopportava, era bisbetica, egoista e tremenda, in più aveva la fama di divoratrice di uomini, non che questo le importasse.

Assorta in congetture e piani criminali non sentì che qualcuno le si era avvicinato.

Una mano le si appoggiò su una spalla, Marika si girò di colpo, di fronte a lei vi stava Adriano. Con un sorriso la invitò a ballare, ma lei negò la chance. Lui non si diede per vinto, la prese per il bacino, la appoggiò su una spalla e ve la portò di peso nel centro del salone incurante dei lamenti e dei pugni che lei dava alla sua schiena supplicandolo di fermarsi. La rimise giù e lei, dopo aver cercato di fuggire invano, accettò il volere dell’amico e prese a danzare con lui.

Ballarono per tanto tempo a ritmo di musiche assordanti.

‘’Bara bara bara
Bere bere bere
Bara bara bara
Bere bere bere bere
Bara bara bara
Bere bere bere ‘’

Una serie di urli seguirono le prime strofe, la gente cominciò ad aumentare sulla cosiddetta pista. Mani e piedi si muovevano da soli trasportati dalla musica rimbombante che incantava il cervello fino a fartelo completamente rimbambire.
 
‘’E quando eu te pegar você vai ficar louca
Vai ficar doidinha, doidinha dentro da roupa
Quando eu te pegar vou fazer diferente
Tenho certeza, vai pirar a sua mente’’

Tutti stavano ridendo, scherzando. C’erano le coppiette che si sbaciucchiavano credendo di non essere visti, chi faceva una battuta, chi aveva la maglietta macchiata da punch, chi stava giocando al gioco della bottiglia. Si stavano divertendo insomma. Marika decise che era ora di divertirsi, lasciò Adriano che l’aveva gentilmente riportata alla realtà da quel suo bunker immaginario e si gettò da sola in pista, ben presto qualcuno le prese la mano nell’esatto momento in cui iniziava una splendida canzone.
 
‘’Mostrami i segni delle tue ferite
che mi sembrano guarite già da un pò
guardati quest'attitudine ti rende meno fragile
ma poco credibile
mi hai detto ti amo non mi ricordo
cercavo amore… ‘’

Marika si ritrovò a ballare dando la mano ad uno sconosciuto, o almeno così credeva. Le teneva ambedue le mani e stavano ballando così, lei aveva smesso di curarsi dell’identità del partner, anzi a essere sinceri non le importava granchè. Oramai tutto ciò che era importante era il dimenticare, stava cercando l’oblio spossando il corpo.
Terminata la canzone, lui la prese per un braccio e la portò verso delle poltrone dove stavano anche i compagni di classe di Marika.

- Ti stai divertendo?- le chiese una voce.

A Marika stava iniziando a girare la testa, troppi colori, troppa musica, troppe voci… non capiva più quello che le stava dicendo.

- Sì, molto.- rispose lei sorridendo.

- Ne sono lieto, ho avuto una bell’idea, non trovi anche tu?

Marika idealizzò in quel momento che aveva ballato fino a quel momento con Vampiro, sgranò gli occhi e tornò alla realtà. Come aveva potuto non accorgersene?!

- Credo che sarebbe stato meglio se avessi dormito.- ritornò la stessa acida di sempre.

- Uhm, ne dubito. Ti sei divertita, ed anche molto. Quindi non fare la solita acida, sei simpatica anche quando sorridi e non ti chiudi in te stessa, siamo amici, no? E gli amici si aiutano tra di loro.

- Lo terrò a mente.- replicò con la faccia sorniona.

- Ed ora vieni, si parte con i giochi!!!!!- la buttò tra gli amici, lei finì sui cuscini con uno ruzzolone.

- Questa me la paghi succhiasangue dei miei stivali. – fece per inseguirlo, ma Lara, che era seduta lì vicino le prese la mano e le fece cenno di sedersi, anche il futuro inseguito si sedette.

- Bene ragazzi, anche Marika e Vampiro giocheranno con noi.- disse poi Morfeo.

- Che gioco state facendo?- chiese Marika finalmente incuriosita, lasciando perdere il suo coinquilino.

- Le denara… ok, a dir la verità è Obbligo, giudizio o verità, senza giudizio. Non guardarmi come se avessi detto una bestemmia.- disse Adriano che era incredibilmente loquace mentre Marika gli faceva una faccia terribile.

- Iniziate voi due.- disse Sonia Benedini con l’aria di chi la sa lunga.

- Cara Marika… obbligo o verità?- iniziò Morfeo.

- Verità- rispose lei un po’ titubante.

- Quando è il tuo compleanno?- le chiese lui, suggerito da Lara che fremeva dalla curiosità da quasi due settimane.

- Il 28 settembre.

- Ma è già passato!- esclamò sorpreso Adriano.

- Non ci hai detto niente.- replicò Lara delusa.

- Si vede che non voleva festeggiarlo con voi.- disse l’oca truccata accarezzando i suoi orecchini e portandosi, con un gesto indubbiamente programmato, i lisci capelli neri dai riflessi rossi dietro l’orecchio.


La guardai in cagnesco.

- È solo che non ho passato un bel periodo e non avevo intenzione di festeggiare il mio compleanno.


Silenzio.

- Bene continuiamo?- propose Marika sorridendo, cercando di alleggerire la pesante tensione.

 
Tutti annuirono.

- Vampiro. Obbligo o verità?- chiese Marika.

- Decide Sonia per me.- disse facendo l’occhiolino alla liscia.

- Allora sarà verità.- decise l’oca, mentre per la sorpresa il ragazzo stava per sputare fuori tutto il punch che aveva fin a quel momento ingurgitato.

- Bene… qual è il tuo vero nome?

- Devo proprio dirlo?- Marika annuì facendogli gli occhi dolci, lui si lasciò convincere – il mio nome è Nelapsi.

- Eh??? Stai scherzando?- gli chiese la ragazza.- che nome è?

- No, non sto scherzando. A quanto pare mia madre era un’appassionata di vampiri, li adorava, sapeva a memoria tutti i nomi e le loro caratteristiche, pensa un po’ quando avevo pochissimi anni ho iniziato a vedere i film horror sui vampiri, aveva contagiato anche me con questa sua follia. Pensa che aveva intenzione di chiamarmi Ch’iang Shin, poi ha optato per questo nome. Ma che lo dico a fare! Era meglio se m’inventavo un nome qualunque, altro che il mio.- disse marcando le ultime parole con un accento stizzito.

- Guarda un po’, quante cose che si vengono a sapere durante una festa… vero Nelapsi?- commentò Sonia

- Ma se tu lo sapevi già! Te lo sei fatta dire tante di quelle volte. – le disse un’altra ragazza dai capelli liscissimi, dal trucco uguale a quello dell’amica e dalla gonna a palloncino.

- Continuiamo, dai.


Ascoltarono scottanti verità (nessuna) e risero di imbarazzanti, crudeli e divertenti obblighi; dopo un bel po’ di tempo la festa finì, piano piano tutti si ritirarono nelle loro case, rimasero solo Marika e Nelapsi, anzi Vampiro, nella grande casa: la sorella era andata con la madre in Basilicata per il weekend per non disturbare la festa.

- Ti va di ballare ancora un po’?- le chiese ad un tratto lui.

- Uhm, va bene. Ma non per molto, sono stanca.

Ballarono sulle note delle musiche di Enya.

‘’Who can say where the road goes
Where the day flows, only time’’
 
‘’May it be an evening star
Shines down upon you’’

Furono solo alcune tra le tante. Marika si addormentò ballando, senza accorgersene, cullata dal dondolio che simulava quello delle onde dell’oceano quando placido.

Scivolò nel sonno, mentre stava ballando con una creatura apparentemente immortale, abbracciata ad essa.

Il dio Sonno la trasse a sé, Vampiro si accorse che Morfeo le era passato vicino sfiorando le sue palpebra con un mazzo di rossi e profumati papaveri, la ragazza, da comune mortale qual era ora giaceva sopita con la testa appoggiata al suo petto, le mani penzoloni ed il lento sospiro.
Lui la avvicinò al divano, ve la distese. Accomodò come meglio potè i cuscini e la coprì con una coperta leggera.

Si allontanò da lei per andare in camera sua a dormire, si girò e la fissò, stava sorridendo beata come mai faceva da sveglia. Guardò l’orologio, erano le 03. 28 di domenica 5 ottobre. Dopo un istante riprese la strada ed andò nella sua stanza.

Morfeo ripassò nella stanza ed anche il secondo mortale si addormentò.

Nella casa scese il silenzio.





 Angolo del telefonino squillante che finisce in una fontana per la vibrazione.
 
Ciao a tutti!!!!!!!!
Causate per il forte ritardo, causa voglia di far niente e blocco dello scrittore, ma eccoci qui con uno nuovo capitolo per questa storia.
sniff
Scusate, *si soffia il naso con un fazzoletto* è bello tornare a scrivere dopo una pausa così lunga.
Allora? Che mi raccontate? Vi sta piacendo?
Cosa ne pensate del nome del nostro bel Vampiro? A dir la verità l’ho trovato così, per caso… è un vampiro slovacco molto pericoloso. Si dice, infatti che egli possa massacrare interi villaggi in una sola volta e che possa uccidere con un solo sguardo, brrr. Secondo voi centrerà qualcosa?
Le canzoni menzionate sono: la prima ‘’Bara bara bere bere’’ di Michel Telò, la seconda ‘’Cercavo amore’’ di Emma Marrone, la terza ‘’Only time’’ e la quarta ‘’May it be’’ di Enya, quest'ultima è anche colonna sonora del film Il signore degli anelli- il ritorno del re.
Per chi non li ha visti ne consiglio la visione.
Inutile dire che sono ben accolte le critiche, gli apprezzamenti ed i consigli.

La vostra Arimika che come sempre vi ringrazia per la pazienza e la lettura del capitolo ^_^

CIAO!!!








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Capitolo 8
*** Scommettere sulla propria sconfitta è un modo conveniente di assicurarsi la vittoria (Giovanni Soriano) ***










CAPITOLO 8.Scommettere sulla propria sconfitta è un modo conveniente di assicurarsi la vittoria. (Giovanni Soriano)

POV ADRIANO


L’indomani della festa stiamo camminando allegramente nel parco, io, Lara, Morfeo e Vampiro o, per meglio dire Nilapsi. È pomeriggio inoltrato, ma la nostra Marika non aveva ancora dato segni di vita: i nostri telefonini non avevano ancora ricevuto alcuna chiamata.
L’avevamo lasciata ancora placidamente addormentata in camera sua e siamo venuti qui.

Passeggiamo per il parco Due giugno mentre Lara e Morfeo si scambiano tenere effusioni ed io e Vampiro commentiamo le ragazze che circolano. Ho già avuto un numero telefonico! Sono veramente bello!

- Non ti vantare troppo, sei ancora sotto, io ne ho rimediati tre.- si pavoneggia quel bell’imbusto di un apparente immortale.

- Sese, solo perché una ragazza aveva tre cellulari con tre numeri diversi.

- La tua è tutta invidia, bello mio.- dice Nilapsi credendosi Narciso

- Appunto sono bello, più bello di te.

- Vuoi scommettere?

- Affare fatto! Quale scommessa? Sono pronto a tutto.- replico sicuro.

- Bene, allora il primo che bacerà Marika avrà vinto, e vincerà una settimana di compiti fatti dal perdente!

- Che cosa???? Ma è nostra amica.

- Che c’è? Hai paura forse? Infondo sei così bello… o sbaglio?

- N-no, n-non è questo il problema, è che- butto giù il groppo alla gola che mi si sta formando - che tu hai un mega vantaggio! Voi due vivete sotto lo stesso tetto!

- Allora ti invito a stare da noi finché la nostra scommessa non avrà termine.

- …

- Che c’è hai paura di perdere?

- No! Non lo trovo giusto nei suoi confronti…

- Maddai! Sarà divertente!

 POV AUTRICE
 
Così passarono diversi giorni, Adriano si trasferì a casa di Vampiro ed ogni giorno i due rendevano la vita impossibile alla ragazza
 
POV MARIKA
 
Sto facendo una corsetta per il Lungomare, è utile per rimanere in forma e l’aria salmastra è piacevolissima. Oggi sarei dovuta andare a scuola, ma fingendo un malanno sono riuscita a marinare la scuola, sono sotto pressione: dopodomani la mia famiglia parte.
 
Oggi è venerdì, venerdì 10 ottobre.
La mia decisione è stata presa, anche se molte volte sono stata sul punto di crollare, il mio orgoglio mi ha sempre sorretta e non ho ancora capito se questo sia un bene o un male.
 
Sarebbe tutto più facile se odiassi veramente la mia famiglia, ma non ci riesco. Perderò mamma, papà, Carmen e Menny con questa mia scelta; fino a quando ancora reggerò, combatterò e mi pesterò i piedi da sola, fino a quando non crollerò delusa e sola, ancora non so.
 
Non sono disperata, ma un leggero senso di solitudine mi attanaglia stringendomi in una morsa a cui non posso sfuggirvi.
 
Uno squillo al telefono mi distoglie da questi cupi pensieri, cerco il dispositivo elettronico che sto usando come Mp3 sostitutivo a quello rottomi da quel disgraziato di Vampiro. Poi mi ricordo, premo un tasto sul filo degli auricolari e rispondo.
 
Una voce femminile elettronica parla allo speaker.
 

- Buongiorno! La chiamo dalla Vodafone, volevo informarla del nostro nuovo piano tariffario e dei vantaggi in cui incorrerebbe se passasse alla nostra compagnia. È lei la signorina Hancock?

- Si, sono io. Mi scusi ma non sono interessata.

 
Chiudo il telefono.
Riprendo la mia corsa, sto passando per Pane e pomodoro, il parco è bello e quando il mare non è agitato è bello farvi un bagno, sono venuta qui un paio di volte, una delle quali la domenica successiva al mio primo giorno di scuola con Morfeo, Lara e Adriano.
 
Poco dopo odo di nuovo uno squillo.
Una voce maschile magnetizzata parla.
 

- Buongiorno! La chiamo da Tim, volevo informarla del nostro nuovo piano tariffario e …

- Mi spiace non sono interessata.

 
Chiudo il telefono in faccia al tipo del call center. Scusate, ma dico la verità. Due chiamate in meno di cinque minuti sono un po’ eccessive.
 
Passa qualche altro minuto.
 
La suoneria del mio telefono riecheggia di nuovo disturbando per l’ennesima volte la voce di Laura Pausini mentre canta Celeste.
 

- Buong…

- Eh no ora basta, mi spiace ma non sono interessata.

 
Chiudo la chiamata infuriata e scocciata.
 
Nemmeno trascorso un minuto mi arriva un messaggio. Lo apro e lo leggo.
 
‘’ Ma che ti salta in mente????? Sono Lara! L’amica tua, la tua compagna di scuola!
Perché mi hai chiuso il telefono in faccia? Dove sei? Rispondimi immediatamente! *faccina arrabbiata*
’’
 
Argh!!! Non era di nuovo il call center. In fretta digito una risposta sul telefono.
 
‘’ Madonna mia, scusa!!! Non l’ho fatto apposta! *occhioni dolci* mi hanno chiamato due tizi del call center e mi sono a dir poco scocciata, ero convinta fossi uno di loro!!!! Excuse, excusemoi, scusa,verontschuldigen, entschuldigen, excusar ’’
 
Poco dopo arriva la risposta.
 
‘’ Abbiamo, anzi. Hai un grossissimo problema! ’’
 
Cavolo!!! Che sarà mai!
 
‘’ Dimmi tutto! ’’
 
‘’ Adriano e Vampiro hanno scommesso ’’
 
‘’ Non vedo quale sia il problema ’’
 
‘’ Hanno scommesso su di te! ’’
 
‘’ Eh??? Come scusa?’’
 
‘’ Hanno scommesso su chi dei due riuscirà per primo a baciarti! Dicono che risale a domenica scorsa, ma solo poco fa ne sono venuta a conoscenza. A dicono anche che il perdente dovrà fare i compiti per il vincitore ’’
 
‘’ Grazie per l’avvertimento, mi vendicherò *faccina malefica* ’’
 
Oh… e voglia se mi vendicherò. Non la passeranno liscia quei due, nossignore, tant’è vero che mi chiamo Marika.
 
Mi sorge un dubbio e se non mi chiamassi Marika, e se fossi stata adottata?
Vabbene, tant’è vero che sono nata. E questo è vero, perché non sono un robot, né un clone ^_^.
 
Spengo il cellulare, non voglio più essere disturbata, e lo ripongo accuratamente in tasca, poco male se non sentirò più la musica, ho solo bisogno di stare per conto mio e pensare.

Compro un giornale ‘’il mercato del lavoro ’’ e mi siedo su una panchina del parco che sorge ove stava Punta perotti.
 
POV AUTRICE
 
Parecchi pensieri, molti piani assassini e criminali, Marika aveva pronto un piano malvagio per far rimanere male Vampiro, certo, le sarebbe dispiaciuto per Adriano, ma sarebbe stato divertente vedere la loro faccia dopo quello che aveva intenzione di fare.
 
Salì sull’autobus alla fermata vicino al Petruzzelli e, nonostante il chiasso, chiamò qualcuno al telefono. Scese alla fermata precedente alla sua, una mano le si poggiò sulla spalla.
 

- Sei pronto?- disse lei senza nemmeno girarsi.

- Assolutamente, miss Totally Spice. Sarà divertente in fondo.

- Già e la mia vendetta sarà ultimata.

 
Si incamminarono a piedi scherzando. Lui la seguì fino alla casa di Vampiro, lei gli fece cenno di entrare.
 

- Ciao Marika- la salutò Adriano.

- Che ci fa qui lui?- chiese sgarbatamente Nilapsi.

- Ciao ragazzi! È dall’una che non ci vedevamo.

- Senti Paride, perché non te ne vai?- gli disse la creatura traseterna.

 
Paride Manzoni, compagno di classe dei nostri protagonisti, occhi verdi e capelli color nocciola, è senza dubbio un indiscutibile attore, sarà per questo che la ragazza che ama lo rifiuta? Comunque Marika era diventata una sua amica qualche tempo dopo ed era lui ad averla iniziata agli occhi dei suoi compagni di classe facendole un veloce giro di presentazioni.
 

- Perché se ne dovrebbe andare?-lo difese Marika.

- Me la cavo io tesoro, non ti preoccupare.

- TESORO????- urlarono Vampiro e Adriano.

- Ehm si, è il mio ragazzo- disse lei sorridendo.

- Già, lei è la creatura più bella e dolce del mondo.

- È uno scherzo vero? Paride insomma, i tuoi gusti non erano molto migliori?!- disse Vampiro.

- Come ti permetti!- la difese.

- Grazie amore, e grazie anche per avermi accompagnato.

- Di niente.- le disse accompagnando il suo gesto con una carezza.- a domani.

 
Lui fece per andarsene, impugnò la maniglia, ma si fermò.
Si voltò di scatto, prese una mano alla ragazza tirandola a sé e la baciò dolcemente sulle labbra.
 
Adriano e Vampiro sgranarono gli occhi per la scena a cui stavano assistendo e fecero un faccia terribile.
 
Quei due si allontanarono ed iniziarono a ridere.
 

- E con questo la scommessa l’ho vinta io- disse Marika ridendo.- ah, a proposito. Grazie Paride, ti devo un favore e voi ragazzi, dato che siete in due, due settimane di compiti mi dovete, nel senso che me li farete voi in quanto perdenti.

- No problem Marika, con tutti quelli che ti devo io.- disse sicuro Paride.

- N-non è n-non è p-possibile, n-on è possibile, che significa tutto questo?- disse Nilapsi balbettando.

- Semplice, che la scommessa l’ho vinta io. Ciao Paride. – si girò ed iniziò ad andarsene, ma ad un certo punto disse con aria seria- non provate più a fare scommesse su di me, siamo ben chiari?

 
Detto questo se ne andò, i tre ragazzi rimasero soli nell’ingresso, poi anche Paride se ne andò.
 
Senza un commento ed allibiti i due salutarono Irina che si stava preparando dello zabaione ed andarono a dormire consci che da domani sarebbe iniziato il loro incubo.


L’indomani il sole era splendente e Marika andò in spiaggia a prendere gli ultimi raggi di sole mentre quei due erano chini sui libri di lei.
Trascorsero la giornata in balia dei propri pensieri, dei propri compiti e delle proprie maledizioni. 


CAPITOLO DELLE GOCCE DI RUGIADA MATTUTINA CHE SI FORMANO SUL TAVOLO DELLA SCRIVANIA MIA.

Ciao a tutti! Ecco a voi un nuovo capitolo di questa storia. Spero vi stia piacendo.
Un grazie speciale va a Novalis che immancabilmente recensisce i capitoli di questa storia dai risvolti come dire... divertenti. Lei  sa quanto questa storia mi stia prendendo e divertendo, spero sia lo stesso anche per voi.
Commentate, datemi un parere affinchè questa storia possa entusiasmarvi e piacervi.
Ci sentiamo al prossimo capitolo.
Bye bye.

Arimika








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Capitolo 9
*** It can't be a ''Sayonara''... ***








CAPITOLO 9. It can’t be a ‘’Sayonara’’…
 
POV AUTRICE

La fatidica domenica che tanto aveva depresso e tanto aveva pesato alla nostra protagonista arrivò.
 
Quella mattina si alzò presto , guardò l’orologio; dava le quattro del mattino, mentre la sveglia sarebbe suonata due ore dopo.
Andò in cucina, mise una coperta su Irina che si era addormentata su un barattolo di Nutella, prese qualcosa da mangiare e consumò la colazione.
Con calma si preparò. Si truccò pesantemente, ma lo fece con una tale cura che sembrava essere il trucco che usava per i suoi spettacoli, indossò una maglia enorme dal taglio di un poncho grigia, con qualche scritta e un paio di leggins da sopra la caviglia.
Ricontrollò l’orologio, erano le cinque.
 
Fece una faccia scocciata e chiamò Lara.
 

- Pronto?- una voce assonnata rispose al telefono.

- Ciao Lara sono Marika, sei pronta?

- Ma stai scherzando? Non sono neanche le cinque del mattino e tu mi vieni a chiedere se sono pronta!?!

- A dir la verità sono le cinque e due minuti.

- Appunto prestissimo!

- Ma sono comunque passate le cinque! E l’appuntamento con i ragazzi è alle sette.

- Dettagli, ma abbiamo ancora del tempo. Scommetto che stai già venendo qui.

- Hai sbagliato.- nella camera di Lara si sentì il rumore del citofono, la ragazza corse fino ad esso, alzò la cornetta ed un voce al citofono parlò – Sono già qui.

 
Aprì la porta.
 

- Che cavolo ci fai qui a quest’ora?

- Ti passo a prendere.

- L’appuntamento è qui. Torna immediatamente a casa!

- Ma non posso restare qui? Solo un pochino.- chiese con voce supplicante.

- Senti, tesoro. Di là stanno dormendo i miei genitori e mia sorella, è già un miracolo che con il casino che hai fatto non si siano svegliati. Per favore…

- E se stessi in silenzio?

- Ti conosco troppo bene mascherina, non riuscirai mai a stare in silenzio

- Uhm… forse hai ragione. Ma dammi una possibilità, soltanto una.

- Eh va bene… te la dò vinta. Ma come fiati devi andartene.

- Farò silenzio a partire da… -urtò un vaso che cadde a terra- … a partire da ora.

- Marika Hancock.

- Per favore.

- Hai appena rotto un vaso della dinastia Ming.

- Ok, ho capito. Maledetto vaso!- borbottò tra i denti. Aprì la porta e se ne andò, l’amica le mandò un messaggio.

Lo lesse ‘’ Marika, mi dispiace di averti mandata via. Sul serio.’’
Lei si che era un’amica, quando non ti cacciava però e quando non si rompeva un vaso della dinastia Ming.

 
Erano le cinque e trenta e Marika tornava piano piano a casa.
Aprì l’uscio e si sedette sul divano.
Si sentì toccare ad una spalla, poi qualcuno si appoggiò accanto a lei nel biposto.
Quel qualcuno era Vampiro. Le prese una mano ed iniziò a parlarle.
 

- Marika, ultimamente tra noi ci sono state alcune incomprensioni, ci siamo trattati male vicendevolmente. Mi dispiace per la scommessa, mi spiace anche che per darmi una lezione tu abbia baciato quello sciocco di Paride.

- Ihi- iniziò a ridere Marika- non dirmi che ci hai creduto sul serio? Quello era un effetto scenico, non avrei mai sprecato il mio primo bacio con lui. Io avevo imparato a farlo al circo, lui ad un corso di recitazione; è incredibilmente bravo.

- Posso farti una domanda?

- Certo dimmi pure.

- Perché sei così chiusa in te stessa?

- Non sono chiusa! Sono come un libro aperto.- ribatté agitata la ragazza.

- Le bugie fanno del male a chi cerca di ingannarsi, come tu stai facendo.- replicò lui calmo e con atteggiamento filosofico.

- Ci sono verità che è meglio mascherare.

- Allora ammetti che c’è qualcosa che non va!- disse trionfante Nilapsi.

- Si, no, forse…

 
Lui si alzò, piegò il busto e le gambe, le prese le mani e la spinse contro il divano con più forza, bloccando ogni suo movimento. La guardò negli occhi che erano alla stessa altezza di quelli di lei, erano vicinissimi, tanto che Marika sentiva il suo respiro.
 

- Tu hai qualcosa che non va! E se non vuoi dirmelo rimarremo così in eterno.

- E se provassi a scappare?

- Non ci riusciresti.

 
Lei provò a muoversi, a divincolarsi, iniziò anche a scalciare, ma lui la teneva stretta, non demordeva. Alla fine, stanca e affaticata dovette arrendersi, si vedeva che Vampiro era un ragazzo: nonostante tutti i suoi allenamenti di potenziamento Marika non riusciva a contrastare la sua forza.
 

- Allora?- domandò per l’ennesima volta.

- Il fatto è… il fatto è che… - aveva paura di parlare, di aprirsi.- il fatto è che ho paura. Paura di restare sola. Ho paura di vedere andar via i miei cari e di non rivederli mai più. Ho paura, ti rendi conto?- i primi singhiozzi scossero il petto della ragazza- Mi maledico per il mio orgoglio per non essere rimasta nel circo dopo la mia decisione. Mi maledico per essere una frana sia come figlia, che come amica, che come sorella. Mamma, papà, Carmen e Menelao rischio sul serio di perderli! E non è un gioco, uno stupido gioco. – grandi lacrimoni iniziarono a scendere dagli occhi- Rimarrò sola; oggi vedrò andar via le persone che per me sono le più importanti del mondo, la solitudine mi spaventa. Ho paura. Ma tu che puoi capire? In fondo non sai niente.

- Non dare tutto per scontato. Le cose non sono sempre come sembrano.

- Ma tu non sei una cosa, tu sei una persona.

- Già, sono una persona che ha il terrore di vederti triste, di vederti così fragile. Sono una persona che non è facile da gestire, ma che tu stai riuscendo incredibilmente bene a manovrare. Mi stai spaventando perché non sei più tu, non sei la ragazza che mi rispondeva sempre male fino ad una settimana fa. Sei un’altra persona che non riconosco più.

- Cosa credi? Le persone si nascondono sempre dietro quello che non sono, brutto beota.

- Ma io so che non sei così. Guarda ora. Hai ripreso ad insultarmi.

- Già…-disse iniziando a ridere.

- Su dai, ora ritorna a sorridere. Torna la stessa di sempre: forte e coraggiosa anche difronte a due imbecilli come ci siamo comportati io e Adriano.

 
Dicendo così, le si avvicinò, le cinse il busto con le sue braccia abbracciandola, il volto di lei poggiava sul petto di lui, bagnando il pigiama con le lacrime. Rimasero così per un po’ di tempo, lei si calmò e le lacrime scemarono. Poi lui lasciò l’abbraccio e lei gli sorrise, fu un sorriso spontaneo anche se seminascosto dalle lacrime.
 

- Grazie. – fu tutto quello che riuscì a dirgli.

 
Lui ricambiò il sorriso e andò a prepararsi, mentre lei correva ad aggiustarsi il trucco poiché assomigliava ad un panda.
Erano le sei e mezza.
Alle sette i due suonarono al campanello di Lara, Morfeo, che era già arrivato, aprì la porta. I genitori e la sorellina di Lara erano scomparsi, come lo era la macchina.
Alle sette ed un quarto, precise, prensero un autobus, che miracolosamente portava all’aeroporto di Palese, a e quarantacinque arrivarono.
 
POV MARIKA
 
Già lì, pronti per l’imbarco, stavano i miei amici, i membri del circo; in parole povere la mia fantastica famiglia.
Il loro volo era programmato per le otto, se avessi tardato anche solo di poco se ne sarebbero andati senza che li salutassi.
Sto correndo dai miei amici e dalla mia famiglia.
Le lacrime hanno ricominciato a rigarmi il volto. Mi fermo, sono una tipa forte, non posso permettermi di mostrarmi debole, le asciugo e mi butto letteralmente su mia sorella, che per poco non cade a terra. Dopo un attimo di sorpresa ricambia l’abbraccio con un sorriso dolce. Anche i suoi occhi sono lucidi.
 

- Sorellina!

- Sorellina!

- Non voglio lasciarti sorellina. Non voglio che tu te ne vada via!- gridiamo all’unisono incuranti degli altri passeggeri che ci guardano straniti.

 
Menny mi prende per un braccio e mi abbraccia.
 

- Grazie per esserti ricordato di me, scusa Carmen, ma ora è il mio turno.- dice sembrando offeso.

- Ti ho perdonato, guarda che mi sono ricordata di te, solo che Carmen era più vicina. Ah, già. Oggi pomeriggio aprirò il tuo regalo.

 
Siamo abbracciati, l’un l’altro ci teniamo per mano sperando di rimandare il momento della separazione.
Poi facciamo il nostro simbolo segreto: alziamo al cielo una L fatta dalle nostre mani. È un simbolo copiato, ma ci rende sereni. Significa che ovunque saremo, non importa quanto distanti nella realtà, noi veglieremo sempre l’un l’altro e non ci dimenticheremo mai vicendevolmente.
Grazie ragazzi per la vostra amicizia.
Poi abbraccio gli altri circensi.
 
Luca e Vincenzo, i pagliacci.
Gennaro, il mangiatore di fuoco.
Yumi e Toma, i contorsionisti cinesi.
Pablo e Manuelita, i ballerini spagnoli.
Martina, l’addestratrice.
E tanti altri.
 
Poi arriva il turno dei miei genitori.
Mi sale un groppo in gola. Ho paura.
Lo mando giù e mi avvicino loro, faccio per abbracciarli.
Loro mi fermano.
Il loro volo è stato annunciato. Si allontanano da me, e senza nemmeno una parola se ne vanno via. Gli altri mi salutano, anche Carmen e Menelao se ne vanno.
 

- Non è un addio sorellina, è solo un arrivederci.

- Ricordatelo.

 
Sono le ultime parole rivoltemi dai miei migliori amici, prima di sparire nella sala d’imbarco.
 
La sala di aspetto diventa vuota. La baraonda che avevano provocato di colpo è finita, sparita. L’aura di allegria ha lasciato il posto a quella solita atmosfera tipica degli aeroporti.
 
La mia famiglia, stasera, sarà già a New York, pronti ad iniziare un nuovo tour nel nuovo continente.
 
Rischio seriamente di non rivederli mai più, nessuno di loro, nonostante ciò che mi hanno detto.

Crollo a terra esausta, distrutta.
Lara, Morfeo, Adriano e Nilapsi hanno osservato la scena dal lato, nascosti nella penombra. Vampiro corre da me quando le lacrime ricominciano per l’ennesima volta ad uscire incontrollate. Mi abbraccia, mi stringe forte.
Mi dice solo due parole.
 

- Sii forte.

 
Sì, sarò forte. Non cederò a questa abnorme difficoltà.
Prima o poi li rivedrò, ne sono sicura; speriamo prima, però. Intanto fa male, troppo male perché riesca ad ignorarmi, sento che hanno appena portato via una parte di me stessa.
 
Torniamo a casa, Vampiro mi sta sempre accanto ed ogni tanto mi abbraccia, come fanno, allo stesso modo, anche gli altri per tenermi su di morale.
Grazie ragazzi, probabilmente se non ci foste voi io sarei completamente distrutta.
Ho il cuore a pezzi e gli occhi da panda.
Ma non posso arrendermi, li rivedrò, solo questo conta.
Cullata dal movimento dell’autobus, cado in una sottospecie di incoscienza, sento che qualcuno appoggia la mia testa sul suo petto e rimaniamo così, in silenzio.
 
ANGOLINO DEL BATTITO DELLE ALI DI UN DRAGO CHE MI HA PORTATO SULL’ISOLA CHE NON C’è.
 
Ciao a tutti, eccomi qui. Di nuovo, con quest’ennesimo capitolo.
Vi sta piacendo? È un po’ triste e malinconico, ma non possiamo farci niente, non potevo rimandare questo momento. Comunque sia, siate allegri, a breve ci sarà il party di Halloween, che assolutamente non è da perdere! Ci sono novità in arrivo.
Se volete lasciate una piccola recensione.
Grazie per la lettura e per essere arrivati fin qui.
Grazie a Novalis che ha recensito lo scorso capitolo e grazie a chi ha messo questa storia tra le seguite, preferite e ricordate.
La vostra Arimika. 










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Capitolo 10
*** L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue.(William Shaekespeare) ***







CAPITOLO 10. L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue (William Shaekespeare)
 
POV AUTRICE

Ferme in un negozio si trovavano due ragazze, ferme all’angolo della strada due ragazze stavano aspettando che qualche macchina si fermasse per poter attraversare, ferme su una panchina due ragazze stavano mangiando un gelato.
 
Una delle due stava facendo delle facce buffe, l’altra sorrideva.
Una aveva negli occhi una luce cupa, l’altra le faceva una linguaccia.
Una mandava messaggi al cellulare, l’altra sbirciava cosa e a chi l’amica scrivesse.
 
Tre ragazzi con in mano altrettanti gelati rispettivamente al gusto nocciola, stracciatella e caffè stavano camminando in direzione delle due sedute al parco.
 
Uno camminava con fare trascinato, un altro era deciso, il terzo masticava una gomma.
Uno aveva un piercing all’orecchio, l’altro aveva una collana con un ciondolo a forma di zanna del tutto simile a quella di una tigre arcaica, zannuta, il terzo aveva un bracciale al polso, fatto da piastrine, con un gancio a cui erano appese due lettere, la L e la M.
 
Una mano si appoggiò sulla spalla di una delle ragazze che ignorarono i ragazzi.
Uno di essi si sedette vicino a quella dagli orecchini con la testa da orsacchiotto. Le cinse la vita con il braccio e rimase lì a fissarla, quando se ne accorse la ragazza girò la testa di scatto, ritrovandosi con il viso di lui vicinissimo al suo.
 

 

- Ehm… ehm… devo andare a comprare una cosa. Ti raggiungo dopo Marika, tanto sei in buona compagnia- disse la ragazza allontanandosi.

 
Il ragazzo che l’aveva abbracciato le andò dietro.
Il silenzio calò glaciale.
Marika sospirò, qualcuno fece lo stesso vicino a lei.
 

 

- Eh ora che c’è? -disse il ragazzo con il piercing rivolto a Marika.

- Niente, è solo che me li vedo così bene insieme… perché non si fidanzano?

- Non sono cose che ci riguardano, devono rispettare i loro tempi.- disse il tipo biondo.

- Uhm, forse hai ragione. Peccato solo che non possiamo fare niente per velocizzare la questione. – sospiro.

 
Ricominciarono a parlare del più e del meno, poi i due ragazzi che erano andati al bar decisero finalmente di ritornare, la ragazza aveva un po’ di trucco sbavato e gli occhi rossi.
Marika la afferrò per il polso e trascinandola disse:

 

- Morfeo, Vampiro, Adriano, noi dobbiamo andare.

 
Si allontanarono velocissimamente.
 

 

- Lara che è successo?

- Non è successo niente.

- Non mentirmi.

- Non ti sto mentendo.

- Lo sai vero che a me puoi dire tutto?

- Sì…

- Ebbene?

- Il fatto è… il fatto è che mi sono dichiarata!

- CHE COSA HAI FATTO?- urlò Marika

- Già, alla fine l’ho fatto, ma …

- Ma cosa? State insieme adesso, no?

- NO!!! È questo il problema. Mi ha respinta.

- Aspetta, lui cosa ha detto? È uno scherzo, vero. O ma come scherzo non è affatto divertente. Sii sincera.

- È la verità Marika, te lo giuro. Mi ha detto di no.

- No. No. Non è possibile, ma stiamo parlando dello stesso ragazzo che pure uno struzzo converrebbe che sia innamorato di te?- disse la ragazza sconsolata sedendosi su un muretto, prendendo la testa fra le mani e assumendo un tono disperato.- stupida! Stupidissima divinità dei sogni!!!

- Divinità dei sogni?

- Si, verso la fine dell’egemonia greca Morfeo era una delle tre divinità in cui si era sdoppiato il dio Sonno, era la divinità dei sogni che sfiorando gli occhio delle persone con dei papaveri le faceva sognare. Ergo Morfeo.

- Ahhhh interessante, sei un’appassionata di mitologia, nevvero?

- Ja.

- Tedesco?

- Ja… oh scusami è che alle volte mi viene naturale di parlare in questa lingua.- a bassa voce.- se lo prendo finisce male quel tizio.

- Guarda che ti ho sentito benissimo.

- Scusa.

- Incredibile!

- Cosa?

- Sono consolata da colei che dovrei consolare.- disse Lara guardandola negli occhi.

- Il mondo è strano! Ma sono già passate due settimane, oramai io non ho più niente per cui essere consolata!

- Ja Ja Ja.- le due scoppiarono a ridere.

 
 
Intanto in qualche altra area del parco…
 

 

- Che cosa hai fatto?- riprese Nilapsi.

- Ve l’ho già detto.- rispose Morfeo.

- Si, ma perché hai fatto una cosa simile?- disse Adriano.

- Uffa… non deve render conto a nessuno delle mie azioni!

- Invece a qualcuno ne rendi conto! A Lara, la ragazza che ti piace e che stai facendo soffrire.- rimbeccò Adriano.

- Senti da che pulpito viene la predica.

- Io sono un’altra questione e poi non sono più innamorato di quella, la voglio lasciare!!!

- Si può sapere il perché?- chiese Vampiro.

- Perché sono un tipo inaffidabile, perché rischierei di farla soffrire inutilmente.- rispose Morfeo

- Cosa rappresenta lei per te?

- Per me lei è tutto, ma proprio per questo non voglio che soffra.

- Ma hai visto come stava disperata la ragazza che vuoi proteggere, per colpa tua?

- Si.

- Non ho altre parole da aggiungere, vergognati.

 
 Detto questo Vampiro e Adriano se ne andarono lasciando Morfeo da solo con i suoi pensieri, tormentato dai sensi di colpa e dalle parole dette da Vampiro ‘’ vergognati’’, ‘’vergognati’’ rimbombavano nella sua mente, fortissime.
 
Si alzò di corsa alla ricerca delle ragazze, ma i loro non c’era più alcuna traccia.
 
Marika accompagnò l’amica a casa, distraendosi con il pensiero che tra quattro giorni sarebbero andate al party di Halloween si consolarono vicendevolmente.
 
Per i giorni seguenti Lara e Morfeo si evitarono completamente, Marika complice riuscirono a non parlare fino alla festa.
 
La festa, una delle più in dell’anno, si sarebbe tenuta a scuola, così i nostri protagonisti diedero una mano ad allestire la palestra che non era molto grande. Selezionarono un Dj affidabile che avrebbe lavorato su un palchetto allestito apposta per l’occasione, prepararono la scenografia che quell’anno, come per quelli trascorsi, sarebbe stata a tema: era la volta della notte delle streghe!!!! Tada dadà… tada dadà…
 
Attaccarono tendoni neri, per coprire il bianco dei muri, appesero lampade finte e vere ai lati della stanza per poter spegnere la classica illuminazione gialla, sostituendola con una al neon tremolante.
Incollarono sulle tende pezzi di carta rossa che dovevano assomigliare a delle fiamme, con l’autorizzazione del preside misero anche una sorta di copertura in plastica per il pavimento!
Sparsero qua e là delle ragnatele finte, alcune enormi, e dei ragni giganteschi del tutto simili a quello del Signore degli Anelli ed anche alcuni a grandezza naturale, poi spruzzarono una sostanza gelatinosa rossa, altra bianca per la polvere.
Per quanto riguarda il mobilio presero in prestito dei mobili antichi, alcuni vecchi e dismessi, delle sedie spettrali, all’interno delle credenze misero le casse per il volume. Allestirono tavolini e appesero, ciondolanti dall’altissimo soffitto, pipistrelli di plastica. E posarono un insolito obelisco, decorato con teschi e ragni, sulla cui sommità giaceva un bucranio.

Il 30 ottobre, verso la sera, ogni ragazzo che aveva partecipato alla realizzazione della sala e chiunque altro avrebbe partecipato alla festa finì di aggiustare il proprio abito, di aggiungere qualche ritocco al trucco che avrebbero usato o comprato qualche accessorio.

Quella notte Marika dormì a casa di Lara, l’indomani sarebbero andate insieme a scuola e, al ritorno, avrebbero iniziato subito a prepararsi.
 
Ciascun ragazzo non vedeva l’ora che arrivassero le fatidiche sei del pomeriggio seguente.
 
Anche Vampiro, Adriano e Morfeo non facevano altro che pensare alla festa immaginando i vestiti degli amici.
 
ANGOLINO DEL MANGAKA DILETTANTE CHE RIUSCIRA’ AD AFFERMARSI COME TALE (?)
 
Ciao a tutti!!!
Era da un po’ che non pubblicavo, eh? Vi sono mancata? Ringrazio Novalis per i suoi preziosi commenti e tutti coloro che hanno aggiunto questa storia tra le preferite, seguite e ricordate.
Allora, partiamo con la sessione domande a raffica…
Inizia un lancio all’autrice che viene linciata da ottimi pomodori, che spreco di vitamine…
Gli spettatori tirano sacchetti di sabbia… erano meglio i pomodori, perché non sono stata zitta ? >.<
Comunque spero vi stia piacendo, ovviamente per commenti, critiche e consigli c’è un piccolo spazietto qui sotto… se vi va ditemi cosa ne pensate.
 
Bye bye
 
Arimika







 

 





 

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Capitolo 11
*** L'amore vero, è il cammino in due verso la luce di un'ideale comune (J. d'Hormoy) ***







CAPITOLO 11.L'amore vero, è il cammino in due verso la luce di un ideale comune.
(J. d'Hormoy)

 
Il giorno della festa di halloween sembrava iniziare tranquillamente, senza novità.
I ragazzi andarono a scuola, ma c’era già una certa tensione nell’aria. All’ultima ora di lezione i ragazzi sfrecciarono, letteralmente, come treni della Linea Rossa nelle loro case.

Marika e Lara non furono un’eccezione.

Entrarono nella casa di Lara, e volarono nella mansarda ove era la camera della ragazza. La sera prima vi erano già stati depositati migliaia di scatole e scatolette e vestiti vari. Su un tavolino vi erano dei sandwich che le ragazze spazzolarono via in cinque secondi.

Iniziò subito la prova costume e trucco.
Provarono tutti i vestiti, alla fine Lara era indecisa tra un costume da orsacchiotto ed uno da bambola assassina. Purtroppo per lei il costume da orso era troppo carnevalesco che mostruoso, così dovette optare per quello della bambola.
Marika invece aveva già deciso: si sarebbe vestita da vampira: con i suoi occhi avrebbe terrorizzato chiunque le si avvicinasse.
Scelti i vestiti le due passarono alla fase trucco e parrucco, che durò un’ora e mezza a testa. La prima a proporsi per la tortura fu Marika, poiché l’amica voleva mostrarle la sua bravura aumentata a dismisura da quando lavorava in un parrucchiere.
Per prima cosa tagliò di qualche dito i capelli scalandoli, poi li tinse di nero, ma non del suo colore, infatti esso era infinitamente più brillante e, al tempo stesso, incuteva terrore. Non so come ci riuscì ma glieli lisciò e la piega resse l’intera serata senza nemmeno che si formasse un riccio.
La truccò dandole un look completamente dark, affilando lo sguardo e rendendola praticamente irriconoscibile. Le diede da spalmarsi sul corpo una crema e, qualche istante dopo la sua pelle era sbiancata di colpo.
Poi toccò a lei.
Applicò alcune extension colorate ai capelli e li legò in due diversi codini, passò sulle labbra un rossetto rosso scurissimo e truccò pesantemente il resto della faccia, sbiancando le gote e perfezionando i lineamenti. Al termine dell’operazione il suo volto sembrava di vera porcellana!
Poi si vestirono, Marika indossò un vestito lungo con uno spacco frontale che iniziava poco sotto il bacino ed una scollatura mozzafiato, il vestito aveva un corpetto blu notte ed una gonna nera come la pece. Indossò i guanti ed un paio di scarpe alte con il tacco, almeno dieci.
Lara invece indossava un vestito fucsia e nero con la gonna a palloncino di tulle lunga fina alle ginocchia sulla quale era stato spruzzato del ‘’ sangue’’ per rendere realistico il costume, delle calze a maglie strappate e delle scarpe con decolté fucsia.

Quand’erano praticamente pronte le due presero i cellulari e si recarono alla festa.
 

- Sei pronta?

- Certo che sì! Divertiamoci!

Le due entrarono nel salone già affollato.
La prima persona che riconobbero fu Sonia Benedini con indosso un vestito da vedova nera, probabilmente mai scelta fu più azzeccata a parer di Marika.
 

- Per caso hai visto Adriano?- le chiese Lara

- Lui, era con Nilapsi e Morfeo in fondo alla sala, li vedo di qua. C’è anche qualche ragazza con loro, che le stiano abbordando?- rispose Sonia imitandole la voce

- Vedremo!- esclamò Marika trascinando via l’amica.

- Ohoh… qualcuna è gelosa. Attenta Lara, non è che ti sta rubando il ragazzo?- insinuò l’oca bionda con malizia.

- Taci- sibilò Marika a denti stretti e sparì con Lara nella folla.

 
Le ragazze andarono al centro della pista ed iniziarono a ballare, in breve tempo attirarono l’attenzione e qualche altro ragazzo le avvicinò.
 

- Voglio tuo sangue…- sibilò qualcuno all’orecchio di Marika.

 
La ragazza si spaventò mentre l’amica fissava la scena, poi qualcuno afferrò la mano a Lara che sparì trascinata via nella folla perdendo di vista Marika.
 
Marika si ritrovò da sola con qualcuno che stava attentando al suo cuore facendola sobbalzare  di paura continuamente. Tuttavia non trovava il coraggio di voltarsi anche perché le sue mani erano state immobilizzate.
 

- Credo che tu abbia sbagliato preda, sono un vampiro.

- Migliofe essefe sangue di vampifo, dufa in etefno.

 
Rendendosi conto che il tizio che la bloccava non aveva intenzione di lasciarla, optò per una soluzione meno vampiresca, ma sicuramente d’effetto.
Alzò un piede e pestò con il tacco quello di lui.
 

- Ahi ahi… vampifa cattiva! Vampifa cattiva!- disse lui abbracciandola da dietro- mefiti di essefe punita!

 
L’abbraccio diventò più stretto. I battiti del cuore della ragazza accelereranno spinti dalla paura.
 

- Brutto vampiro da strapazzo mollami all’istante.

- No no… il gioco inizia ofa.- Marika cercò di sbattere i pugni sulla persona che la teneva prigioniera.

 
Il suo carceriere la fece girare e la nostra vampira si ritrovò il petto dell’altro vampiro difronte alla faccia. Alzò lo sguardo e riconobbe un attore nato nel volto truccatissimo del trans eterno.
 

- Paride!- quasi gridò la ragazza

- Finalmente ti sei accorta che ero io!!!! Certo che ce n’è voluto di tempo prima che ti accorgessi della mia vera identità.- le rispose il carceriere

- Non è colpa mia se sei un bravo attore- poi notando la posizione in cui erano- che ne diresti di lasciarmi?

- Ah si… giusto- disse sciogliendo la presa.

- Ahhhhhh, finalmente. Che spavento che mi hai fatto prendere vampiro dei miei stivali!

- Ihih! Dovevi vederti eri paralizzata.

- Facevi sul serio paura!!!

- Grazie grazie, troppo buona.- iniziò a vantarsi.

- Ecco che torna mister modestia.- disse lei mettendo le mani sui fianchi.

 
Si sedettero a lato della sala e si misero a scherzare prendendo di mira la ben nota vedova nera, alias Sonia Benedini.
Marika si dimenticò completamente dell’amica rapita e, quando si accorse della sua scomparsa, era completamente sparita dalla sua vista.

- Sai dov’è Lara?

- Una mummia l’ha rapita mentre ti spaventavo.

- Dobbiamo aiutarla!

 
I due iniziarono a cercarla, per sbaglio finirono nell’area dove stavano gli amici della ragazza che fortunatamente riuscirono ad evitare: Lara e Marika avevano deciso che quella sarebbe stata la loro serata, ovvero tutta al femminile.

La vampira li sbirciò: vide un ben noto vampiro vestito da shinigami con una falce nella mano mentre beveva qualcosa di rosso e un cappellaio matto che stava provando a far uscire una lepre dal cappello con scarsi risultati.
Nei due individuò Nilapsi e Adriano, ma di Morfeo non c’era ombra.
 
 
Intanto Lara era stata trascinata da qualcuno finendo dietro il palco, lontani da occhi e orecchie indiscreti.
Quel tizio pareva uno zombie dai vestiti laceri e dalle ferite rammendate, ma non sembrava intenzionato a volerle mostrare il vestito.
 

- Senti… - guardò negli occhi la ragazza- inizio con il dire che sono uno stupido, che per quello che sto per dire probabilmente mi vergognerò per tutta la vita.

 
Il volto del ragazzo aveva un non so che di familiare.
 

- Potrebbe anche essere tardi ma voglio dirtelo lo stesso.

 
Da quella coltre di capelli tinti di rosso era individuabile qualcuno biondo… i lineamenti, gli occhi, non poteva essere lui.
 

- Il fatto è che sono rimasto meravigliato quando me l’hai detto e non so come ho potuto risponderti a quel modo. Sono pentito, terribilmente pentito.

 
Era lui, era Morfeo lo zombie rapitore.
 

- Ho capito, non c’è bisogno che ti scusi. In fondo non è colpa tua se per te non valgono gli stessi sentimenti che ho io. Se tu non mi ami non è colpa tua- disse Lara ingenuamente.

- Non hai capito niente…- abbassò lo sguardo.

- Invece ho capito benissimo- pronunciò queste parole guardandolo negli occhi.

- No…

 
Morfeo prese la sua faccia con le mani e la avvicinò alla sua, si piegò per raggiungere l’altezza della ragazza.

Lara strabuzzò gli occhi.

Morfeo li chiuse.

Un piccolo dolcissimo tocco sfiorò le labbra della bambola assassina.
 
I due si allontanarono.
Morfeo si girò e prima di allontanarsi disse sottovoce: - Lara, io ti amo.
Il ragazzo corse via lasciandola da sola, impietrita.
 
Poco dopo Marika e Paride riuscirono a trovarla.
Era nella stessa posizione in cui l’aveva lasciata Morfeo, con la stessa espressione di stupore. Pareva una statua di cera, anzi no, una bella bambola di porcellana.


Angolino del povero pomodorino spaventato... - Ich! Ho paura, non voglio essere tiarato sull'autrice!

Ciao a tutti, questa volta il mio angolino sarà piuttosto ridotto... ho i minuti contati, anzi le parole contate!
Inizio ringraziando coloro che hanno messo questa storia tra le preferite, le seguite e le ricordate.
Spero continuerete a seguirmi.
Che ne dite di un po' di questo capitolo sorpre dolce?
Premetto che questa è solo la prima parte della festa, come potevo non scrivere due capitoli su questo party dopo avervi fatto aspettare per dieci?
Se volete lasciate un commentino (per sapere il vostro parere e magari aiutarmi a migliorare questa storia) come sempre molto gradito.
Che dire...

Bye bye

Arimika





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Capitolo 12
*** If you want to find your prince, you'll have to kiss a lot of frogs ***


CAPITOLO 12. If you want to find your prince, you will have to kiss a lot of frogs.
 
‘’Sono io la morte e porto corona, io son di tutti voi, signora e padrona. E così sono crudele così forte sono dura, che non mi fermeranno le tue mura.’’
 
L’angelo della morte si librava sulle teste delle persone incerto su chi colpire come sua vittima.
Un vampiro stava leggermente assaporando il sangue di un malcapitato svenente.
Lampi di magia attraversavano la palestra.
Ululati si alzavano rivolti alla luna che, guarda caso, era piena.
Mummie si alzavano dai loro sarcofagi.
Folate di fuoco avrebbero circondato il panorama rendendolo infernale.
 
Sarebbe stato questo il paesaggio, se fosse stato vero, visto dal palco dove uno sfortunato DJ, scelto a caso, suonava alla bella e meglio ritmi e musiche di ogni genere.
 
Invece lo spettacolo non era esattamente così: tra ragnatele e cappelli a punta non si celavano delle streghe, ma solo delle innocenti liceali; tra canini pronunciati e voglia di sangue non si nascondevano i vampiri in una bara, ma solo ragazzi con voglia di divertirsi.
 
Tra questi una giovane vampira ed una bambola assassina ancora scioccata stavano bevendo del punch ridendo con un vampiro irriverente di nome Paride che faceva le imitazioni dei propri professori incurante della loro presenza come sorveglianti speciali nella palestra e delle loro occhiatacce.
 
Lara non riusciva a credere a quello che era successo: Morfeo dopo averla respinta l’aveva baciata! E si era anche confessato!
 
Marika vedendo l’amica emotivamente in stabile la trascinò nel bagno delle ragazze che, fortunatamente, era vuoto e aperto e si fece raccontare tutto.
Anche lei rimase stupita se non più di Lara per quello che Morfeo aveva combinato. Questa volta l’avrebbe sentita se non si decideva a darle una spiegazione.
No, certo non a lei, ma alla bambola assassina che le stava a fianco.
 
Quando uscirono dal bagno le ragazze videro il caro zombie che era al centro dei loro pensieri. Quando anche egli le scorse si allontanò più velocemente che poté.
 
Le due si guardarono stranite e Marika permise a Lara di seguirlo rimanendo sola.

- Mi chiedo per quanto ancora continuerà a scappare da lei- sibilò una voce all’orecchio.

 
La vampira si girò di scatto e si ritrovò avvolta da un mantello nero appartenente al vestito di qualcuno, nell’ombra che li circondava il volto del proprietario era illuminato da una delle luci spettrali della palestra.
Marika lo riconobbe immediatamente, tante volte l’aveva visto così, forse troppe!
 
Vampiro!
 

- Vampy!- era diventata solita chiamarlo in quel modo- mi fai uscire da qua sotto? È inquietante!- gli chiese con fare brusco.

- Ssh…- disse lui abbracciandola e stringendola forte a se- non roviniamo questo momento.

- Ma cosa? Che stai facendo?

 
Il ragazzo infilò nelle orecchie di lei delle cuffie.
 

- Happy birthday, Marika- le sussurrò dolcemente dandole un piccolo bacio sulla guancia.

 
Nilapsi le mise in mano un piccolo pacchetto regalo che lei subito aprì.
 
Marika non poteva crederci! Aveva aperto il regalo, al suo interno vi era un piccolo Mp3 lilla!!!
 
La ragazza lo abbracciò d’impulso e gli diede un piccolo bacio sulla guancia senza mai smettere di ringraziarlo per l’inatteso regalo.
 

- Perché ora?- gli chiese allentando l’abbraccio, riferendosi al regalo.

- Perché non ti ho fatto un regalo al tuo compleanno e perché te lo ruppi sull’autobus il giorno in cui ci siamo incontrati.

- Non hai risposto alla mia domanda, perché ora?

- Non c’è una motivazione precisa- sembrava voler aggiungere qualcos’altro ma non lo fece.

- Eh dai! Dì!- insistette lei.

 
Il ragazzo si allontanò da lei, che non aveva rinunciato a saper la motivazione per cui le aveva donato un nuovo Mp3.
Ma lui fu più veloce e riuscì a confondersi in mezzo ad un esercito di spiriti e mostri.
 
Marika provò a cercarlo, ma di lui non c’era nessuna traccia.
 
 
Intanto anche Lara era andata a cercare uno zombie di nostra conoscenza, ma sfortunatamente era incappata in un noto capannello di ochette tutte vestite da diavoli rossi con costumi praticamente identici, l’unica, ovviamente come direbbe lei, che spiccava nel gruppetto starnazzante era una ragazza dai lisci capelli neri, con riflessi anche più rossi del solito.
Stava camminando con lo sguardo perso solo allo focalizzare Morfeo quando urtò Sonia Benedini.
La ragazza stava bevendo del punch che immancabilmente, per la spinta ricevuta, si rovesciò sul corpetto del vestito nero, rigorosamente con la gonnellina corta.
 

- Tu, essere! Come ti sei permessa!- urlò quella alterandosi visibilmente.

- Ops, scusa- disse lei ancora con la testa fra le nuvole e non ben conscia della situazione in cui si stava cacciando.

- Devi prostrarti ai miei piedi prima che accetti le tue scuse- le ordinò l’angelo caduto con fare saputo.

- Senti ragazza, non so che tu voglia da me, ma oggi non è giornata; io non sono come quei beduini di certi ragazzi che sarebbero pronti a diventare tuoi schiavi per avere la tua parola, quindi non ti aspettare che io venga a fare la tua servetta o a ‘’prostrami’’ ai tuoi piedi, perché, forse non l’hai ancora imparato, non sei la reginetta del mondo!- le vomitò in faccia una marea di parole acide e dette in un modo tale che persino lei si stupì di quello che aveva detto.

 
La Benedini rimase interdetta, poi realizzando dopo alcuni minuti quello che aveva detto Lara, afferrò una caraffa di punch che era portata in quel momento da alcuni camerieri assunti apposta per la festa (erano altri studenti) e gliela rovesciò addosso.
 
La bambola assassina si ritrovò in pochi secondi con il trucco completamente sciolto, i capelli fradici e i vestiti appiccicati, insomma, il suo costume perfetto era pressappoco andato a farsi benedire.

In quel momento si sarebbe veramente trasformata in quello che aveva scelto come personaggio da mascherarsi se non fosse che tutte le luci nella sala si spensero e venne illuminato un unico punto, una luce gialla colpì Lara mostrando lo stato in cui l’oca l’aveva ridotta.

Una voce al megafono disse: ‘’ Ed ecco a voi la Miss Halloween di quest’anno…- dopo averla vista lo speaker proseguì- ehm, ops, ecco a voi Miss Gavettone! Signorina ma lo sa vero che non è salutare fare una doccia di questo momento e soprattutto qui?’’

Tutti i presenti scoppiarono a ridere; la ragazza, mortificata, corse via trattenendo a stento le lacrime d’imbarazzo e vergogna con le mani.
Sonia intanto stava ridendo come non mai con le sue amiche elogiandosi e ricevendo complimenti per il modo in cui aveva rovinato la giovane.
 
Quando un ragazzo capì cos’era successo a Lara, avvertì i due ragazzi che erano con lui che si sarebbe allontanato per un po’ e si avviò velocemente verso la direzione presa dalla ragazza.
 
Uscì dalla palestra e andò in giro per il piano terra, quindi per il resto della scuola, ma di lei non c’era nessuna traccia. Uscì dall’edificio ed andò nella pineta perfettamente curata di cui il preside andava molto fiero al contrario delle attrezzature sportive lì vicino abbandonate in uno stato vergognoso.
 
Seduta su una panchina, debolmente illuminata dalla luna e da un lampione lì vicino stava Lara che disperatamente cercava di contattare qualche suo familiare per tornare a casa, ma inutilmente.
 
Il ragazzo le arrivò alle spalle, le prese la mano che aveva il telefono e le chiuse la chiamata che stava nuovamente partendo.
Lei si voltò e vedendo il giovane, che riconobbe, si girò di scatto nella sua posizione iniziale diventando color pomodoro.

Morfeo, perché di lui si trattava, le si sedette a fianco, ringraziando l’oscurità della notte per cui non era possibile vedere il rossore che gli stava colorando le guance.

Lara singhiozzò ancora piangendo, lui la avvicinò a sé permettendo che le lacrime di lei ed il trucco sbavassero sul suo costume, incurante che gli si bagnasse o sporcasse la maglietta, consolandola con un muto silenzio privo di parole.
 

- Su su, dai. Non è la fine del mondo Lara- le disse Morfeo quando la ragazza finalmente smise di piangere ed i singhiozzi andarono scemando.

- …

- Sai che sei ugualmente bellissima?

- Non è vero. Sono un mostro- gli rispose lei a bassa voce, quasi con un borbottio.

- Ma Halloween è la festa dei mostri, no? E poi non hai forse sentito ciò che ti ho detto prima?

- A cosa ti riferisci?- le domandò in uno stato di semi incoscienza.

- A questo.

Le prese delicatamente con una mano il volto e la baciò.
La ragazza rimase di stucco.
''Che cosa stava succedendo? Non eri tu quello che mi avevi respinta? Quello di prima non era solo un sogno?'' Probabilmente erano questi i suoi pensieri.
 

- Ti amo- le disse sommessamente completamente rosso.

- Anch’io- gli rispose Lara incredula.

 
Furono interrotti da una suoneria, era il cellulare di lei. Le era arrivato un messaggio!
 
‘’ Ho ricevuto il tuo messaggio, tra poco sarò lì a prendere te e Marika.’’ Era di sua madre.
 
Lara gli mostrò il messaggio e tenendosi per mano andarono a cercare Marika.
La trovarono che stava parlando con Paride, scusandosi la trascinarono via.
 
Arrivò la madre che era passata da un pezzo la mezzanotte.
Salutarono Morfeo e la macchina partì.
 
Lui rimase immobile nelle tenebre della notte ancora meravigliato per quello che era successo. 




ANGOLO DEL VOCABOLARIO DI LATINO TROPPO PESANTE PERSINO PER UN GORILLA

  
Ciao a tutti!
E' da un po' che non aggiorno, scusatemi tanto. Spero di non fare ulteriori ritardi, che dirvi... vi è piaciuto?
Spero di sì, anche se non mi convince moltissimo.
Sono ben accolti ogni genere di pareri ^_^
ATTENZIONE SPOILER: nel prossimo capitolo Marika si troverà finalmente un lavoro ed aprirà il regalo di Menelao (e già, non l'ha ancora aperto ^_^)
OK, ora basta così.
Non posso dirvi altro.
Bye bye e grazie per essere arrivati a leggere la fine di quest'altro capitolo
Arimika

 









 

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Capitolo 13
*** Primo giorno di lavoro. ***


CAPITOLO 13. Primo giorno di lavoro
 
Il tempo di crogiolarsi in strani e bisbetici pensieri era finito. Il tempo di nulla facenza pure.
            
Marika stava correndo verso un qualche luogo, chissà perché: era ovviamente in ritardo!
Era domenica e finalmente aveva trovato un annuncio sul giornale che faceva al caso proprio.
 
Mesi e mesi di ricerca, se così si può definire, avevano dato i loro frutti.
Aveva trovato un lavoro, o era quello che sperava (non era ancora stata assunta), e stava correndo disperata con il curriculum sotto braccio.
 
Raggiunse in fretta e furia la stazione degli autobus lì vicina e prese il suo, ovviamente il pullman era strapieno e dovette rimanere in piedi imprecando in giaggianese per la sua colossale sfortuna.
 
Riguardò la rivista che teneva in mano: dava l’appuntamento per le 10 di quella mattina!
Ricontrollò l’orologio, erano le 10. 15… era fregata!
Scese alla sua fermata ed corse il più velocemente possibile ringraziando la sua adorata velocità. Svoltò ad un angolo ed entrò in un piccolo locale fuori mano.
La proprietaria, una signora di mezz’età con qualche ruga malamente nascosta, la accolse sorridente.
 

- Signorina, è qui per il lavoro o per ordinare qualcosa?

- Per il lavoro signora- le rispose Marika cercando di controllare il fiatone- ecco il mio curriculum- le disse porgendo quel pezzo di carta così fondamentale.

- Niente formalità ragazza, non mi serve un curriculum per vedere di che pasta sei fatta, se sei una buona a nulla me ne accorgerò perché fallirai. Non è un lavoro facile come credi quello della cameriera!

- Signorsì signora.

- Bene, sei disposta a fare immediatamente la prova pre- assunzione? Se mi soddisferai potrai lavorare il questo locale, altrimenti sai dov’è la porta.

- Signorsì signora.

- Vai di là e -le indicò una porta - soddisfa quanti più clienti possibili, in bocca al lupo… come hai detto che ti chiami?

- Marika… - si schiarì la voce- Marika Hancock.

 
La ragazza prese un grembiule che era abbandonato sul bancone, un taccuino ed un blocchetto degli appunti.
Si sistemò i capelli in una coda che miracolosamente pareva reggere, aggiustò il fiocco del grembiule e si incamminò verso la sala indicatale.
 
Si meravigliò subito dell’atmosfera, era allegra e spartana, con luci e musica.
In alcune nicchie nel muro c’erano dei tavoli e delle poltrone dagli sgargianti colori, c’era anche un mega televisore al plasma!
Era sicuramente un bel posto di ritrovo per i ragazzi del quartiere… una ragazza dai lineamenti orientali, a quanto pareva dall’uniforme, una cameriera titolare, le andò incontro.
 

- Bene, bene. Signorina… - si schiarì la voce per far intendere a Marika di dover dire il suo nome.

- Marika Hancock- rispose prontamente.

- Watashi no namae wa Ayame desu ( lett. Il mio nome è Ayame), sorry uff scusa… mi è scappato- disse ridendo- io sono una senpai, uffa!- sbuffò- non riesco a dire una frase per intero in italiano quando sono felice!- si lamentò gonfiando le guance come se fosse una bimba.

Marika sgranò gli occhi, allora non era la sola a confondersi con le lingue!

- Sono una cameriera, a pieno titolo. E ti sto dando le nozioni base. Presta attenzione- le disse con fare simpatico e poco superiore, ma con una sottile vena di intransigenza.

- Signorsì Ayame.

- Ayame- san per te, ricordatelo!- la rimproverò con una pacca sulla fronte- ehi ciao Paride-kun! Da questa parte- richiamò qualcuno, correndo verso di lui; un attimo dopo apparve trascinando per la manica un ragazzo che borbottava qualcosa a causa dell’irruenza della giovane- Marika, lui è Paride; Paride, lei è Marika, se dovesse farcela sarà la nostra nuova collega!

- Non c’è bisogno di presentazioni Ayame- le disse sorridendo, poi guardando la nostra ragazza- io la conosco già, non è vero?

-
Chiamami Ayame- chan! A- YA- ME- CHAN, né?

- Ok ok – disse lui accondiscendente

- Siamo compagni di classe Ayame- san- le disse Marika

- Ok, minna! - dicendo questo batté le mani per attirare un po’ d’attenzione- al lavoro- afferrò Marika per il polso e le indicò un tavolo dove quattro clienti innervositi per l’attesa stavano aspettando un cameriere.

Marika si aggiustò la coda, deglutì insicura e si avviò verso di loro.

- Bene ragazzi, cosa vi posso portare?- disse con fare affabile.

- Avevamo già ordinato alla tua amica, ma questa non si è degnata di portarci niente. – le rispose uno masticando una gomma.

- Vi chiedo perdono da parte sua, se possiate essere così gentili da darmi i vostri ordini rimedierò al torto arrecatovi.

- Bene, tre birre alla spina, due panini e un sandwich.

- Arriveranno in meno di cinque minuti- disse lei congedandosi.

 
Dopo poco tornò al tavolo con l’ordinazione, quelli pagarono, consumarono i loro acquisti e se ne andarono.
 
Verso le otto…
 

- Marika- urlò la donna dal bancone, lei si voltò nella sua direzione- domani ti aspetto alle quattro! Non tardare!

 
Dapprima la ragazza era confusa, ma resasi conto della comunicazione saltò felice.
Ora avrebbe potuto mantenersi da sola!
 

- Non tarderò, signora Diana- disse uscendo dal bar.

 
Fuori ad aspettarla c’era una moto con sopra un ragazzo che le stava porgendo il casco.
 

- Scommetto che ti hanno scartata- commentò il tipo misterioso.

- Ciao anche a te, mi dispiace ma dovremo dire a questa santa donna di tua madre che io lascio casa. Bye bye Nelapsi- disse abbracciandolo.

- Hai già trovato dove vivere?

- Sì, Ayame si è proposta di condividere il suo appartamento e così l’affitto, pagheremo di meno entrambe ed avremo compagnia.

- Quindi oggi è l’ultimo giorno che ti vengo a prendere- commentò triste.

- Sì, ma come? Non sei contento? Non ero una gran scocciatura per te?- gli disse.

- Infatti è così, ragazzina - sibilò tra i denti.

- Vedi che non sei tanto più grande di me.

- Invece sì, ho un anno in più rispetto a tutti voi.

- E perché di grazia? Se sua magnificenza si degna di rispondermi.

- Sono stato bocciato tre anni fa, ora basta parlarne e sali in moto. Dobbiamo tornare a casa e tu- le puntò un dio contro- devi preparare le valigie.

- Sta tranquillo, se non mi sopporti proprio non ti devi preoccupare. Ci rivedremo solo a lezione, stupid idiot!

 
Iniziò una discussione tra i due che si protrasse fin oltre la cena.
Poi, Marika, infuriata per le ennesime offese ricevute dal ragazzo, si chiuse in camera sua e si sedette sul letto.
 
POV MARIKA
 
Stupido idiota!
Ma davvero non capisce?
Che vuole che faccia? Che resti qui? In questa casa, a sbafo?
Io non sono una così e non ho intenzione di rimanere oltre il necessario. Ovviamente prima devo salutare Irina e la signora Demetra.
Poi quella cosa che è stato bocciato… devo assolutamente saperne qualcosa da Lara, Morfeo e Adriano… oh! Perché sono giorni che penso solo a quell’idiota! È insopportabile il modo in cui si è intrufolato nella mia testa, è semplicemente tremendo!
 
Quasi quasi uso il regalo di Menny per rilassare un po’ i nervi, esco dall’armadio una stuoia intrecciata su cui è scritto ‘’ ricordati che ti sono vicino ’’ e sorrido ripensando al suo volto ed alle notizie che lui e Carmen mi danno per via telefonica. Pare che stiano bene negli Stati Uniti, ma che presto si sposteranno in Messico.
 
Prendo le aste di incenso e le immergo nell’acqua, subito si propaga un odore gradevole, che mi rasserena.
Poi, rimetto tutto a posto, afferro il mio peluche Cherubino, un bell’orsacchiotto con il cuore in mano, un altro regalo di Menny, e mi butto sul letto sperando che il sonno mi accolga nel suo oblio e ripromettendomi di informarmi, l’indomani, sul passato dell’idiota.
 
 
 PICCOLO ANGOLINO INNOMINATO.
Buongiorno signori e signore, scusate per il mio ennesimo mega ritardo.
Giuro che non si ripeterà più ( oppure sì???, speriamo di no comunque)
Premessa: questo capitolo è dedicato a Novalis che tanto ha atteso il primo giorno di lavoro di Marika (e che mi tartassava con il fatto che lei dovesse trsferirsi al più presto! Ma sono solo dettagli)
Un ringraziamento a Novalis e Euphemia per aver recensito il precedente capitolo.
Per domande, pareri (anche quelli negativi sono ben accetti, eh!) e consigli esiste un angolino qui sotto, yeah!
Grazie a tutti coloro che segono questa mia fic.
Un abbraccio, un bacio ed un augurio di buon compleanno.
Alla prossima,
Arimika!
Yeah!!!
Bye bye!









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