E se l'Akatsuki comparisse a casa mia?

di HidanJashinist
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Giorno Lunedì h. 6:00 ***
Capitolo 2: *** 2° Giorno Martedì h 6:00 ***
Capitolo 3: *** 3° Giorno Mercoledì h 6:00 ***
Capitolo 4: *** 4° Giorno Giovedì- Il cavaliere blu ***
Capitolo 5: *** 5° Giorno Venerdì- Una giornata da paura ***
Capitolo 6: *** 6° Giorno Sabato-A sentimenti scoperti ***
Capitolo 7: *** 7° Giorno Domenica- Un giorno migliore ***
Capitolo 8: *** 8° Giorno Lunedì- Oh per Jashin!! Cosa hai detto?! ***



Capitolo 1
*** 1° Giorno Lunedì h. 6:00 ***


La sveglia abbaiò come ogni barboso giorno scolastico,la presi distrattamente e feci cessare quel rumore insopportabile. Sbadigliai come fanno i leoni : aprendo la bocca e facendo strani versi.  Mi misi una mano nella frangia folta e spettinata e mi tirai indietro i capelli,facendo uno sbuffo assonnato. La mia camera era buia,quindi non vedevo un accidente,ma come facevo ogni mattina,mi alzai e rabbrividii per il freddo:avevo l’abitudine di dormire in mutande e reggiseno, la mattina così presto fa un freddo cane,ma per pigrizia non mi vestii e cercai di arrivare alla porta usando la memoria che ho nei confronti della mia camera da letto e mentre camminavo dove c’era il tappeto,schiacciai un qualcosa,ma cosa??  Feci mente locale pensando agli oggetti che c’erano il giorno prima sul pavimento,ma nessuno di quelli poteva avere la stessa consistenza della cosa che avevo appena pestato. Arrivai alla porta e accesi la luce del corridoio (non essendo ancora abituata alla luce mi sarei accecata se avessi acceso quella di camera mia),guardai verso il tappeto e per poco non mi venne un infarto : una figura era immobile sul mio tappeto!!! E un infarto mi venne davvero,non appena ebbi riconosciuto chi fosse … ERA HIDAN!! 
 


Il cuore e la mente si stavano consultando,dicendosi che probabilmente ero impazzita e lo pensai pure io insieme a loro,ma era vero: davanti ai miei occhi,sul mio tappeto,nella mia camera,nella mia casa,c’era il jashinista di cui vado pazza. A bocca aperta mi avvicinai con un’agitazione incredibile e mi abbassai per guardarlo meglio,dormiva? Mi rimisi a posto una spallina del reggiseno e con le mani tremanti,slacciai l’uniforme akatsukiana di Hidan e lo sguardo mi cadde sulla collana d’argento che ben conoscevo,la presi tra le mani ed era fredda,brillava sotto la fioca luce che entrava in stanza,la rimisi sul petto del suo possessore e appoggiai l’orecchio nella zona sopra il cuore,per sentire se battesse,sì,il cuore batteva a ritmo regolare. Subito dopo il mio gesto,mi dissi che ero una deficiente: sapevo benissimo che Hidan è immortale,cosa cacchio controllo se è vivo o meno?!?! Gli diedi un ultima occhiata e mi dissi : *Sto sognando,ora andrò al bagno e quando tornerò,lui non ci sarà più,o magari visto che sono ancora mezza rimbambita ho avuto una specie di miraggio… * Mi alzai e andai nel mio piccolo bagno,feci plin-plin e mi lavai le mani. Bene,ora dovevo tornare in camera a prendere i vestiti che avevo lasciato sulla sedia. Entrai di nuovo nella mia stanza e… era ancora lì! Mi riavvicinai di nuovo al “bell’addormentato” e gli sfiorai i capelli argentei : morbidi *-* Mentre facevo questo pensiero,notai che il “sommo splendore” aveva aperto gli occhi color ametista e aveva uno sguardo corrucciato e confuso. Prima che potessi muovere un muscolo,mi prese un polso con una stretta d’acciaio. Schiuse le labbra e chiese : “Chi diavolo sei?” 
 

Tirai,cercando di liberarmi da quella stretta e il mio povero cuore stava facendo i salti mortali per farmi rimanere cosciente. Con la mano libera spostai la frangia in stile emo dalla faccia,in modo da vederci bene e balbettai: “M-mi chiamo Andrea…” L’unica frase che riuscivo a dire era quella… Hidan mi squadrò dall’alto in basso e fece un grugnito portandosi una mano alla testa,come se gli facesse male. Ritornò con lo sguardo su di me e fece un’altra domanda : “Dove mi trovo?” lo guardai come se avessi visto una bestia magnifica ed esotica,sbattei le palpebre e risposi con più sicurezza : “Sei a casa mia. Sulla Terra… Non sei più nel mondo dei Ninja a quanto pare…” Hidan mi guardò ancora confuso e si mise a sedere lentamente,con la mano ancora ben stretta sul mio polso. In quel momento mi venne in mente un brutto pensiero: dato che sapevo tutto su quel dio sceso in terra,sapevo anche che ero a rischio di estinzione! Poteva sacrificarmi o uccidermi con la stessa facilità con cui io ammazzo le mosche d’estate e la cosa mi metteva decisamente a disagio. Indicando con la testa la sua mano,gli chiesi: “Non potresti mollare la presa? Non scappo mica…” Hidan mollò la presa e socchiuse gli occhi,chiedendomi: “Sei stata tu a farmi arrivare qui? E dov’è Kakuzu?” Si era appena ripreso e già pensava a dove fosse il suo collega! Wow,non pensavo che gli stesse così a cuore. Con uno sguardo dolce gli risposi: “No,Hidan. Non sono stata io a farti arrivare qui. E’ stata una sorpesa anche per me ritrovarti sul mio tappeto. Per quanto riguarda il tuo compagno di squadra,Kakuzu,non te lo so proprio dire,io ho trovato solo te.” Spalancò gli occhi con sorpresa e chiese: “Come fai a sapere il mio nome? E se non sei del mio mondo,come fai ad avere certe informazioni?” Accidenti se è sveglio il ragazzo O.O E pensare che tutti lo descrivono come un cretino… Sopresa a mia volta dalla sua domanda,risposi: “Nel mio mondo voi del mondo dei Ninja,siete famosi e ci sono persone come me,che amano sapere quello che succede nel vostro mondo. Io non so solo il tuo nome,so anche quando sei nato,dove,quanti anni hai,quanto sei alto,quanto pesi,cosa ti piace e cosa no… In parole povere,so tutto di te.” Nel suo sguardo vidi una nota di interesse e grande stupore. Casualmente mi cadde lo sguardo sul mio orologio nero da polso… 6:30!?!?!?  Oh cacchio!!! Non mi sono preparata per la scuola!! E mia madre si sarebbe svegliata alle 6:55 trovandosi un tizio in accappatoio a nuvole in camera mia!!! Mi alzai di scatto e dissi : “Possiamo parlarne dopo,Hidan? Ora sono estremamente di fretta! So che non mi conosci e che hai ancora un sacco di domande,ma per ora ascolta ciò che ti dico e per favore,esegui. Usa la Tecnica della Mimetizzazione e non farti vedere da nessuno al di fuori di me. Tra poco uscirò fuori da qui con un'altra donna,tu ci dovrai seguire. Dopo questo,cammineremo fino a una specie di… scatola nera, che ha 4 porte,io e l’altra ne apriremo 2 e ci siederemo all’interno,tu scegli una porta a caso ed entra anche te. Poi non dovrai fare altro che aspettare fino a che io non scenderò da lì e anche tu scenderai,poi ti spiego tutto. Ora per favore fa come ti ho chiesto!” Detto questo corsi di nuovo al bagno per pettinarmi e lavarmi i denti,erano già le 6:45,entro 10 minuti mia madre si sarebbe alzata per portarmi con la Ford Focus nera alla fermata del pullman per andare al mio liceo. Dovevo ancora vestirmi e dovevo ancora preparare l’ Eastpack nero con sopra disegnate le nuvole dell’Akatsuki con lo sbianchetto liquido (sono talmente malata da questa organizzazione che la disegno ovunque). Feci tutto a velocità da record e sempre sotto lo sguardo tra il divertito e il perplesso di Hidan. Sbuffai mentre mi mettevo la felpa bianca e mi accasciai sul divano,guardai l’orologio: 6:50. Avevo ancora del tempo per mettermi le Converse e il giubbotto con il cappuccio in pelliccia sintetica nera e ancora tempo per osservare il ragazzo nella mia camera. Hidan era ancora seduto a gambe incrociate sul tappeto blu e si massaggiava una tempia. Mi piegai verso di lui e chiesi: “Stai bene? Hai bisogno di qualcosa?” mi guardò con un sorriso beffardo e rispose: “Avrei bisogno di qualcosa,ma non penso che tu voglia darmela…” Lo guardai con la mascella che arrivava quasi a terra,scossi la testa e pensai: *Non pensare male! Pervertita. Magari intende tutt’altra cosa!!* Un caldo insistente mi avvolse le orecchie e le guance a quel pensiero e chiesi: “Dimmi di che si tratta e vedrò cosa posso fare.” Il suo sorrisetto non si tolse dalla faccia e rispose scuotendo la testa: “Niente niente… Te lo chiederò un’altra volta.” A quel punto anche il mio io  interiore si arrese e concordò col precedente sospetto sulla richiesta di Hidan. Sentii dei rumori e capii che mia madre si stava alzando. Con uno sguardo preoccupato gli mimai con la bocca la parola : “nasconditi”. Mi guardò alzando un sopracciglio e mosse velocemente le mani e scomparve alla mia vista. Mia madre si affacciò alla camera e mi chiese arrabbiata : “Allora! Sei ancora lì? Muoviti che se no arriviamo in ritardo!” Mi rizzai in piedi e diedi un ultimo sguardo al punto in cui c’era Hidan e pregai che mi desse retta. Uscimmo dalla casa e ci avviammo verso la macchina,entrammo e mamma accese il motore,fece retromarcia e poi girò verso la strada. Dopo pochi minuti arrivammo alla fermata del bus. Diedi un bacio a mia madre e scesi dall’auto mettendomi lo zaino sulle spalle. Appena mia madre se ne fu andata mormorai con imbarazzo : “Hidan,sei qui?” non ebbi subito risposta,ma qualcuno mi picchiettò alle spalle facendomi sussultare, mi girai e alzai lo sguardo verso gli occhi di Hidan (è più alto di me,io sono 1,72 m lui 1,77 m) che mi chiese: “Ora risponderai a tutte le mie domande?” annuii con convinzione e mi diressi verso la panchina dove mi siedo ogni mattina mentre aspetto il pullman. Lui mi seguì e si sedette al mio fianco. Cominciò: “Perché sai tutto di me e dei miei colleghi?” sorrisi e risposi: “So tutto di te,perché sei il mio preferito di tutta l’organizzazione e so tutto dei tuoi colleghi perché sono curiosa sul tuo mondo.”  Fissò un punto dall’altra parte della strada e poi si girò verso di me,sorridendo: “Dato che sai tutto di me,mi sembrerebbe giusto se tu mi dicessi tutto di te.” Lo guardai con la fronte aggrottata,non c’è molto da dire di me. Sono una ragazza alta,coi capelli castani di media lunghezza che arrivano al collo e una grossa frangia che mi copre gli occhi,essi sono di un color castano dorato con ciglia lunghe,sulle guance c’è una scia leggera di lentiggini e ho le labbra carnose,per il resto sono piuttosto normale. Sbuffai leggermente e cominciai a raccontare la solita solfa che vivo ogni giorno: “Come ti ho già detto mi chiamo Andrea,ma puoi chiamarmi Andre o Andrew. Faccio il liceo linguistico e sono al primo anno,che per te è un po’ come… un’accademia ninja. Studio lingue diverse oltre alle mia,ossia francese,tedesco e inglese. Mi piacciono gli animali e la musica e…” Avrei voluto aggiungere : *E mi piaci soprattutto te!*  ma non mi sembrava una cosa adatta,così lasciai la frase in sospeso. Hidan mi rivolse uno sguardo interrogativo,ma io scossi la testa. Chiese con un tono un po’ seccato: “Santo Jashin,sbaglio o ho detto “tutto”?”  lo guardai di sbieco da sotto la frangia e sorrisi testarda,canzonando la risposta che mi aveva dato poco prima : “Niente niente… te lo dirò un'altra volta.”  Mi guardò male e tornò ai suoi pensieri. In quel momento arrivò il pullman così mi alzai di scatto per poter essere tra i primi a salire,se no mi sarei dovuta fare il viaggio in piedi. Stranamente nessuno si mosse verso la porta aperta del bus poi realizzai il motivo: Hidan era dietro di me con fare noncurante e non è un tipo che passa inosservato per 2 motivi. Primo: è di una bellezza disarmante,secondo:  chi non passerebbe inosservato con un uniforme akatsukiana alle 7:15 del mattino? Mi tirai una manata in faccia e tirai Hidan per una mano,trascinandolo in pullman sotto lo sguardo sbigottito di tutti i presenti,arrossii violentemente e passai 2 biglietti nella macchinetta,poi mi sedetti in un posto a 4,visto che gli altri erano occupati e Hidan imitò il mio gesto. Due miei compagni di classe si sedettero davanti a noi e cominciarono a bisbigliare guardando nella nostra direzione. Sospirai seccata e tirai fuori l’MP3 dalla tasca del giubbotto,lo accesi e mi misi un auricolare nell’orecchio. Notai che Hidan mi guardava con interesse,indicando l’auricolare gli chiesi: “Vuoi?” Mi guardò senza sapere di cosa si trattasse,così gli infilai delicatamente l’auricolare nell’orecchio e gli feci cenno di ascoltare,lui annuì con gli occhi che erano di un ametista brillante e feci partire la canzone One More Night dei Maroon 5. Hidan ascoltò tranquillo la musica e mi rilassai dimenticando gli sguardi curiosi e irritanti dei miei compagni e di altre persone. Terminata la canzone gli indicai il piccolo display e feci scorrere i titoli delle canzoni e chiesi: “Vuoi scegliere tu la prossima?  Ti lascio libera scelta.” Lesse i titoli e scelse una canzone a caso,era la canzone dei Green Day,American Idiot. La canzone cominciò a volume altissimo ed entrambi sussultammo. Ridacchiai e abbassai il volume,notando l’espressione irrigidita di Hidan. Arrivammo al parcheggio dove il bus si ferma e scesi seguita dal jashinista,camminammo in silenzio fino all’entrata della scuola,in quel momento realizzai che Hidan non poteva entrare a scuola perché non era né uno studente né un professore. Pensai per un attimo e mi venne un’idea. La mia scuola è enorme a 3 piani,in tutto ci sono 72 classi e circa 28 studenti per classe,quindi ci sono circa 2016 studenti che entrano tutti insieme al suono della campanella,in quella confusione Hidan avrebbe potuto usare la Tecnica della Mimetizzazione senza che nessuno lo vedesse! Ah… vero… con quella dannata uniforme mi stupisce già che nessuno gli abbia ancora fatto le foto col cellulare… Mi misi in punta di piedi e gli sussurrai all’orecchio: “Togliti l’uniforme. Dai troppo nell’occhio.” Hidan mi rispose facendo l’occhiolino: “Se mi togliessi l’uniforme attirerei l’attenzione il triplo di adesso.” In effetti aveva ragione e poi… Non volevo che altre ragazze si mettessero a sbavare per lui,se fosse successo avrei potuto cavare gli occhi a tutte quelle gattemorte. Annuii: “E’ vero. Hai ragione. Allora infilati in una stanza,usa la tecnica e poi sali fino al terzo piano,classe n° 33. Rimani lì fuori e aspetta senza fare nulla!” sorrisi e gli feci ciao-ciao con la mano. Lui scomparve nella Sala Stampa e non lo vidi più. Le prime 3 ore non passavano e aspettavo con trepidazione l’intervallo,che arrivò con quel rumore così fastidioso e al tempo stesso così piacevole. Stavo per uscire dalla classe,quando uno dei 2 compagni che c’erano in pullman,mi bloccò e mi chiese: “Chi era il tipo vestito in modo strano vicino a te?” lo guardai come si guarda uno scarafaggio spiaccicato e risposi con una domanda: “Che te frega?” spalancò gli occhi e non disse nient’altro così uscii dalla classe. Chissà dov’era Hidan… Mi girai per dirigermi verso la macchinetta che distribuisce bevande calde e sbattei proprio contro di lui,notai che non aveva più l’uniforme,ma aveva una felpa della Monster. Lo guardai sorpresa e domandai con stupore: “Dove cacchio l’hai presa questa!?!?” Lui fece spallucce e rispose: “L’ho presa in prestito all’interno di uno spogliatoio. Di che ti preoccupi?” Non risposi subito: ero intenta ad ammirarlo vestito al modo di noi comuni mortali ed era semplicemente magnifico. Come faceva ad avere tutto quel fascino? Mi ripresi dai miei pensieri e risposi: “Non è prendere in prestito,è rubare…” Mi fece un sorriso malandrino: “Se sai tutto di me,dovresti anche sapere che sono un criminale di rango S e che non mi preoccupo di quello che mi dicono gli altri.” Arrossii: * Te l’ha fatta Andrew,ahahaha * ignorai il commento del mio io interiore e annuii alla sua affermazione,alzando le spalle e facendo un’espressione che diceva: * Sì,ok,hai ragione * Lui sorrise compiaciuto e io mi diressi verso la macchinetta per prendermi una cioccolata calda. Hidan non mi seguì e mi osservò da lontano mentre infilavo le monete nella fessura apposita. Quando tornai indietro gli avvicinai il bicchiere di plastica e gli feci cenno di assaggiarne un po’,prese il bicchiere bollente e a quel lieve dolore fece un sorriso,poi ne bevve un sorso senza aspettare che si raffreddasse e sorrise ancora… Dannato masochista-sexy…  Gli bisbigliai: “Hidan… c’è bisogno di fare quell’espressione di goduria mentre ti ustioni?” Fece una risata leggera con una lieve nota gutturale e rispose alla mia domanda: “Sì,ce n’è bisogno.” Lo guardai mentre mi sorrideva divertito e non potei fare a meno di sorridere a mia volta e gli sfilai la  cioccolata di mano e ci soffiai sopra prima di berne un po’. La campanella suonò e Hidan mi chiese : “Questa volta posso stare all’interno della classe?” La sua domanda mi incuriosì poi alzai le spalle e risposi: “D’accordo,però non farti vedere.” Entrammo in classe e vidi la sedia vuota di fianco a me spostarsi,anche se non lo vedevo,gli rivolsi un sorriso,il prof entrò in classe e il sorriso mi scomparve di colpo: era il prof di religione!!! Mi ero completamente dimenticata che alla quarta e ultima ora c’era religione! Hidan sarebbe andato fuori di testa se avesse assistito alla lezione! Probabilmente avrebbe sacrificato il prof! Cominciai ad agitarmi e il panico mi arrivò al cervello: serve una soluzione,ora! L’unica che mi venne in mente,era quella di preparare psicologicamente Hidan e dirgli di stare calmo. Sussurrai: “Hidan… nel mio mondo si studia una religione diversa da quella di Jashin,ti scongiuro di non aprire bocca e di non sacrificare nessuno,cerca di distrarti e a non ascoltare quello che dice il mio profess… Il mio sensei. Fammi questo piacere. Ah,poi affronteremo l’argomento “Sacrifici e Jashin”,dobbiamo assolutamente parlarne.” Non ricevetti risposta e nessun segno. Presi una grossa boccata d’aria e tentai di calmarmi mentre ci alzavamo in piedi salutando il prof. Il professore cominciò la lezione: “Allora ragazzi,oggi parleremo di chi siamo e qual è la differenza tra noi e gli animali.” Sospirai di sollievo:per fortuna il tema della lezione non riguardava strettamente il nostro dio… o dovrei dire il loro dio? Essendo atea,le lezioni di religione le seguivo solo per interesse e curiosità. La lezione di religione passa sempre veloce e la campanella suonò annunciando la libertà di tutti gli studenti. Ripreparai la cartella e mi misi il giubbotto,aspettai che tutti fossero usciti e attesi qualche secondo,poi Hidan ricomparve con un’espressione che non saprei descrivere,sembrava incazzato. Gli rivolsi uno sguardo preoccupato e gli chiesi: “Sei arrabbiato?” Volse lo sguardo nei miei occhi e sibilò: “Sì,e non poco. Che stronzate vi insegnano questi atei bastardi?!?” Impallidii e mi fece una domanda che speravo non mi facesse: “In chi credi,Andrea?” Era la prima volta che pronunciava il mio nome… Lo guardai e risposi: “In nessuno…” Come avrebbe reagito? Mi guardò e la sua occhiata era ancora di ghiaccio poi sorrise: “Meglio,così sarà più facile convertirti al culto di Jashin.” Tirai un sospiro di sollievo e indicando la porta dissi: “Muoviti o perderemo il pullman.” Sorrise e fece un cenno con il braccio: “Mi faccia strada.” Camminai in avanti e mi seguì. Il pullman arrivò al parcheggio quasi subito e questa volta eravamo arrivati in ritardo e i posti erano già tutti occupati,così rimanemmo in piedi. Dopo un paio di fermate trovammo dei posti liberi e facemmo l’ultimo pezzo di strada seduti. Eravamo ormai arrivati alla nostra fermata e una volta scesi notai ancora una volta gli sguardi dei soliti ficcanaso,anche Hidan se ne era accorto e con tutta la strafottenza possibile,fece loro il dito medio,con un ghigno da attaccabrighe. Gli tirai un pugno sulla spalla e lui sghignazzò,mentre io diventavo rosso fuoco per la vergogna. Mia madre arrivò con la macchina e Hidan aveva già effettuato la tecnica,salii senza vederlo e tornammo a casa mia. Mia madre annunciò: “Andrea,vado a prendere tua sorella,poi vado a lavorare,ci vediamo stasera.” Annuii e le diedi un bacio. Una volta che se ne fu andata Hidan sciolse la tecnica e mentre si sedeva al tavolo della cucina,mi chiese: “Mi spieghi questa usanza del bacio?” Stavo trafficando con la padella e la pentola per poter cucinare un piatto di pasta,quindi ero girata di spalle,risposi : “Quando saluti una persona che ami,si usa dare un bacio. Il motivo di preciso non lo so,ma quando dico: “Ciao mamma” e le do un bacio,lei mi risponde: “Se dio vuole.” E’ un gesto… scaramantico,come ad augurarsi di rivedersi…” Probabilmente ci stava riflettendo su,così per distrarlo gli chiesi: “Hai fame?” Sentii un gorgoglio e sorrisi: “A quanto pare sì. Sto cucinando una cosa molto semplice che si usa mangiare nel mio mondo. Spero che poi ti piaccia.” Misi l’acqua nella pentola e misi la fiamma al massimo,poi nella padella misi del sugo e della pancetta a cubetti,poi feci scaldare a fuoco lento. Nel frattempo che l’acqua bollisse preparai la tavola con le posate,i bicchieri e i piatti. Hidan guardò la forchetta con curiosità,poi mi ricordai che lui mangiava con le bacchette,gli spiegai: “Nel mio mondo,in particolare in questa zona, si mangia con la forchetta,cioè l’oggetto che stai osservando.” Non rispose e continuò ad osservare i miei movimenti in cucina. Bene,la pasta era ok e il sugo pure. Scolai la pasta e la misi nella padella,mescolando. Poi diedi le porzioni e mi sedetti a tavola. Cominciai a mangiare. Hidan guardò come usavo la forchetta e poi mi imitò,mangiando in silenzio. Strano,non è da lui non parlare. Lo fissai mentre mangiava e quando si accorse che lo stavo osservando rimase con la forchetta a mezz’aria e la bocca spalancata,sorrisi reprimendo una risata nel vedere quella buffa espressione sul suo volto. Chiese seccato: “Che hai da ridere?” sogghignai e risposi: “Eri buffo con quell’espressione! Ed ero un po’ soprappensiero perché non è da te non parlare.” Rimase colpito dalla mia sincerità e chiese: “Tu ti preoccupi per me?” Rimasi spiazzata da quella domanda così semplice e piena di verità : “Certo.” Al momento non mi veniva da dire nient’altro a parte quella parola,l’espressione di Hidan era indecifrabile,poi pensai che nessuno si preoccupava di lui: l’organizzazione lo vedeva come uno stupido rompipalle,buono solo a fare da esca per gli attacchi kamikaze,insultare e non portare rispetto a nessuno se non al suo dio. Mi rattristava che lo vedessero così,anche perché io lo guardavo con occhi totalmente diversi. Hidan interruppe i miei pensieri: “Ah…” dopo una pausa aggiunse: “Dobbiamo discutere di alcune cose,giusto?” Annuii e risposi: “Già. La prima cosa riguarda i tuoi sacrifici. Lo so che sono necessari per te,ma non puoi sacrificare le persone…” Hidan fece una smorfia e rispose: “Jashin-sama pretende 2 sacrifici al giorno e non ho la minima intenzione di non rispettare questo suo comandamento!” Mi morsi un labbro,era un bel problema… Chiesi tristemente: “Non potresti sacrificare degli animali?” Io amo gli animali,ma non voglio che ci siano 2 omicidi al giorno nel mio paese! Hidan alzò un sopracciglio: “Non ho mai sacrificato animali… Jashin-sama  non sarebbe d’accordo.” Gli feci uno sguardo implorante: “Ti prego Hidan. Non voglio che ci siano così tanti omicidi! Non potresti… sacrificare delle lucertole?” Hidan a quella domanda cominciò a ridere come un pazzo e non smise più per un minuto buono,lo guardai male mentre sparecchiavo e lui mi fece un sorriso: “Vedrò cosa dicono le sacre scritture al riguardo.” Gli feci un sorriso pieno di gratitudine e annunciai: “Bene… Io ora ho dei compiti da svolgere,tu guardati pure la televisione,leggi un libro o vai a farti una doccia. Poi quando arriverà mia madre nasconditi in camera mia. Va bene?” Hidan annuì e chiese: “Dov’è il bagno?” Lo tirai per una mano e lo portai verso il bagno,poi gli indicai la minuscola doccia: “Tutta tua.” Richiusi la porta e andai a prendere la cartella per fare i compiti. Sentii lo sciabordio dell’acqua e mi persi nelle traduzioni di latino. Dopo un quarto d’ora,a occhio e croce, avevo finito latino e mi mancavano ancora gli esercizi di inglese e tedesco. Stavo per aprire il libro d’inglese,quando un Adone con un asciugamano in vita fece il suo ingresso nel soggiorno,rimasi a bocca aperta ed esclamai: “Oh my god!” Hidan camminò verso di me e con la mano mi spinse il mento,facendomi chiudere la bocca,sfoggiava di nuovo il suo sorriso beffardo: “ Faccio questo effetto alle ragazze del tuo mondo?” Gli lanciai un’occhiata di fuoco al pensiero di altre ragazze assieme a lui,gelosa come una vipera ripensai a quando trovavo immagini o filmati HidaKona,HidaSaku o HidaHina, e feci un grosso sbuffo seccato poi risposi: “Sì. Mi dispiace non poterti tenere sotto chiave,tutto mio e di nessun altra.” Quando mi accorsi di quel  che avevo detto arrossii violentemente e notai il sorriso contento di Hidan che disse: “Nessuna mi ama per quello che faccio e per quello che sono… Hanno paura.” Risposi: “Anche io ho paura… So di cosa sei capace,però…” Come continuare? Come dirgli che lo ammiravo dal mio mondo da quasi 2 anni? Hidan aveva gli occhi brillanti e chiese con curiosità: “Però?” Avevo il respiro mozzo,il cuore batteva troppo forte e mi venne mal di testa,così continuai la mia frase con un  sussurro: “Però mi affascini… Hai uno splendore tutto tuo e lasci senza fiato…” Ormai avevo vuotato quasi tutto il sacco e rischiavo di svenire da un momento all’altro,così decisi di distrarmi,distogliendo lo sguardo dal jashinista e cercando di concentrarmi sui compiti di inglese. Hidan stava per dire qualcosa,ma si sentirono delle voci fuori dalla casa:erano tornate mia madre e mia sorella! Hidan corse nel bagno per rivestirsi e per rimettere al suo posto l’asciugamano. Quando tornò indietro mi fece l’occhiolino e ancora una volta utilizzò la Tecnica della Mimetizzazione. Mia madre e mia sorella entrarono . Salutai mia mamma: “Ciao vegia…” Mia sorella col suo solito tono da bambina di 7 anni idiota mi salutò : “Ciauuuuu Andreaaaa!!!” e mi saltò addosso. Con un calcio me la tolsi dalle scatole e la mandai a quel paese… Santo Jashin è odiosa… Dissi che non avrei cenato e andai nella mia camera chiudendomi la porta alle spalle. Vidi Hidan sdraiato sul mio letto che leggeva un manga,da lontano notai che era il n°37! Quello in cui lui veniva sconfitto da Shikamaru Nara! Guardai la sua espressione e aveva la fronte aggrottata. Si accorse che lo osservavo e sospirò: “Così anche tu sai della mia sconfitta… Oh Jashin…” Lo guardai con tenerezza e dissi: “Non mi importa che tu sia stato sconfitto,anche perché non ti ha eliminato del tutto! L’hai fregato.” Fece un debole sorriso,ma si vedeva che questo gli dava fastidio. Poi chiese: “Ehm,dove dormo stanotte?” Risposi senza pensarci: “Dove vuoi:sul divano,sul tappeto,sulla sedia…” Annuì e si alzò dal letto e si spostò sul tappeto,sedendosi a gambe incrociate,incominciò a pregare,tenendo la collana tra le dita. Lo osservai dire la sua preghiera e nel frattempo mi tolsi i vestiti per andare a dormire. Con nonchalance appoggiai la felpa bianca sulla sedia della scrivania,tolsi i jeans e li misi sullo stesso posto della felpa. Poi ricordai che non ero sola in camera,arrossii di nuovo,spensi la luce e mi infilai a letto,augurai la buona notte a Hidan: “Notte Hidan.” Rispose: “Notte.” Chiusi gli occhi e mi addormentai. 

Questo è il primo capitolo! Vi do un avvertimento: le virgolette le uso quando c'è un dialogo,gli asterischi quando un personaggio sta pensando. Non so se continuare o meno questa fanfiction,ma dato che sono in un periodo molto ispirato,penso che continuerò. Se ci sono domande chiedete pure! Spero vi sia piaciuto,alla prossima :D




 

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Capitolo 2
*** 2° Giorno Martedì h 6:00 ***


Quella mattina riuscii a fregare la sveglia,ma di pochi minuti,così la spensi prima che potesse mettersi ad abbaiare. Sentii un peso sulle gambe,probabilmente era il mio gatto,Dado, che era venuto a farmi visita. Istintivamente mi tirai su con il busto e allungai una mano per accarezzarlo,ma… o il mio gatto era diventato una pantera o quello mezzo sdraiato sulla mia gamba non era il mio gatto! Al tatto sentii un corpo muscoloso,poi quando salii con una mano percepii qualcosa di morbido. Presi il cellulare e lo sbloccai per fare luce,strizzai gli occhi a quella luce fastidiosa e osservai chi era sdraiato sul mio letto. Awwww *.* Hidan stava dormendo mezzo rannicchiato con la testa appoggiata alla mia gamba e il mio gatto era sdraiato sopra di lui! Feci un grosso sorriso: uno spettacolo del genere appena svegli non può non mettere di buon umore. Sussurrai: “Dado…” Il mio gatto aprì gli occhi e si stiracchiò sul fianco di Hidan e rispose al mio richiamo: “Meeowrr!” Sentii un borbottio e un movimento,il gatto saltò giù e io illuminai il volto di Hidan col telefono, protestò: “Metti giù quel coso!” abbassai il cellulare e risposi: “D’accordo che ti avevo detto “dove vuoi” ma non pensavo di ritrovarti a dormire sul mio letto!” Si mise una mano tra i capelli argentei e spettinati e se li tirò indietro,poi si scusò: “Sì,scusami. Ma il tappeto era scomodo,la sedia pure e il divano era occupato…” Il divano era occupato? Forse mia madre si era addormentata lì ieri sera… Mi alzai e lo rassicurai: “Non fa niente… Non mi davi fastidio,anzi,mi hai scaldato.” Non ricevetti risposta e camminai verso la porta passando dal tappeto : “Hidan,oggi devo fare le stesse cose di ie…” Non terminai la frase perché ero inciampata e finii lunga e distesa per terra. Hidan si alzò di scatto e mi tirò su: “Imbranata…” sbuffai: “Al diavolo! Non c’era niente su ‘sto dannato tappeto ieri! Lo sai anche tu!” Mi diede ragione: “Sì,è vero… Avevo spostato la roba per poter pregare.” Il pensiero probabilmente  venne a entrambi: ma allora cosa c’era sul tappeto? Accesi la luce della camera e sia io che Hidan rimanemmo a bocca aperta: Kakuzu era sul tappeto e io c’ero inciampata sopra! Mi misi le mani trai capelli: “Oh santo Jashin… Ci mancava solo lui!” Hidan mi guardò offeso: “Perché “ci mancava solo lui”? Ti do fastidio??” Risposi scuotendo la testa anche con troppa energia: “No no no!!! Non mi dai alcun fastidio!!!” Mentre parlavamo, il caro tesoriere si alzò barcollante e guardò prima Hidan e poi me,scosse la testa e borbottò qualcosa poi ci squadrò di nuovo con quegli occhi verde smeraldo e chiese: “Hidan… Dov’è la mia valigetta?” Sia io che Hidan ci rimanemmo di sasso: non aveva chiesto né dove si trovasse né chi fossi io,ma pensò prima di tutto alla sua valigetta! Quest’uomo (se così si può chiamarlo) è proprio incredibile… Hidan scosse la testa e lo prese in giro: “Kuzu,ma pensi più alla tua stupida valigetta che al posto in cui ti trovi?” Kakuzu si guardò in giro e poi guardò me,rispose a Hidan: “Stranamente hai ragione… Chi è la tappa in mutande di fianco a te?” Diventai rosso incandescente per la rabbia e gli sbottai: “Come ti permetti di darmi della tappa!?! Solo perché sono più bassa di te! Sei tu che sei esageratamente alto!” Poi sussurrai offesa: “Almeno io non ho 91 anni…” Kakuzu spalancò gli occhi e rispose arrabbiato: “Guarda che t’ho sentito! Chi diavolo è,Hidan?” Hidan incrociò le braccia e rispose: “La padrona di casa Kuzu…” Kakuzu mi guardò e fece uno sguardo sarcastico: “Certo… Piantala di scherzare e dimmi chi è,magari ha qualche taglia sulla testa.” Lo presi in giro: “Ora sei te che stai scherzando. Ti pare che io possa avere una taglia sulla testa? Comunque,Hidan  non stava scherzando,sono davvero la padrona di casa.” Pensai: *Beh,non esattamente… Mia madre lo è…* scacciai quel pensiero,anche perché in un certo senso quei membri dell’Aka, erano sotto la mia custodia… Kakuzu mi guardò con uno sguardo assassino e chiese: “QUANTO FAI PAGARE!?!?” Mi misi a ridere tenendomi lo stomaco e risposi ancora ridendo: “Ahahah,pagare? Ahahah,Kakuzu… Stai scherzando? Perché mai dovrei farvi pagare il soggiorno? E poi i vostri soldi qui non valgono nulla.” Kakuzu a quell’affermazione sembrò sbiancare,poi chiese: “Perché? Dove ci troviamo?” Hidan lo canzonò: “Era ora che lo chiedessi!” Risposi: “Su un altro mondo,che non è il vostro…” E da lì raccontai tutto quello che avevo detto a Hidan il giorno prima,alla fine del racconto,mi venne in mente che con le mie chiacchiere avevo perso del tempo prezioso per fare colazione,così mi avviai al bagno a stomaco vuoto e mi preparai. Quando tornai indietro Hidan stava esaminando il mio cellulare,per sbaglio fece partire la suoneria dei messaggi e rimase a bocca aperta sentendo quel suono. Perché? Perché la suoneria dei miei messaggi è la sua risata! Mi guardò e capii dalla sua espressione che voleva spiegazioni,non esitai a spiegare: “Te l’ho detto che sei il mio preferito. Dovresti vedere le immagini che ho su di te.” Sogghignai e Hidan sembrò incuriosito: “Che immagini hai di me?” Gli feci l’occhiolino: “Ehehe,un giorno le vedrai.” Sbuffò e si rimise seduto. Kakuzu invece aveva trovato una banconota da 10 su un comodino e la stava esaminando,lo guardai con un sopracciglio alzato. Mi disse: “Così sono questi i vostri soldi…” Mi spaventai: “Non vorrai mica metterti a gestire pure le MIE di finanze!?!?” Kakuzu chiuse gli occhi e rispose: “Mmmh… Può darsi…” Scossi la testa e ribattei: “Scordatelo!” Kakuzu riaprì gli occhi e probabilmente sogghignò (non si vedeva con la maschera): “E chi me lo impedirà? Tu?” Gli lanciai uno sguardo feroce ma non mi calcolò minimamente e tornò ad osservare la banconota, sbuffai seccata e gli chiesi: “Hidan ti ha detto cosa dovrai fare?” Kakuzu fece un cenno con la mano e probabilmente imitò Hidan: “Usa la Tecnica della Mimetizzazione quando c’è la donna coi capelli rossi e bla bla bla… Non farti vedere da nessuno che abita qui e bla bla bla Mi stai ascoltando santo Jashin!?!? E bla bla bla bla bla!!!” Hidan smise di armeggiare col cellulare e guardò Kakuzu con uno sguardo piuttosto incazzato: “Baka!” Kakuzu gli lanciò un’occhiataccia: “Prima o poi riuscirò a ucciderti…” Questa scena non mi era nuova… Nel volume 36 mi sembrava di aver visto una litigata simile. Preparai lo zaino mentre gli altri 2 continuavano ad insultarsi e sorrisi divertita: uno aveva 22 anni,l’altro 91 e sembravano due bambini! Mia madre non tardò a farsi viva e gli altri 2 erano spariti. Camminammo fino alla Ford Focus ed entrammo. Dopo 2 minuti arrivammo allo spiazzo dove mia mamma mi lascia con la macchina e scesi. Quando se ne fu andata Kakuzu e Hidan ricomparvero,notai che Hidan aveva ancora la felpa “presa in prestito” mentre Kakuzu… Aveva una Polo rosa!! Mi misi a ridere e dissi con sincerità: “Il rosa ti sta bene Kakuzu!” Mi lanciò un’occhiataccia e non disse niente. Ci dirigemmo alla “famosa” panchina e ci sedemmo,era strano stare in mezzo a quei due che davano così tanto nell’occhio: Hidan aveva i suoi capelli argentati,che su un 22enne è un po’ strano,mentre Kakuzu si era tolto la maschera e il copricapo che porta di solito,lasciando i lunghi capelli castani liberi e le cicatrici sulla bocca ben visibili. Un ragazzo che passava lì davanti guardò il nostro gruppetto e fece una smorfia quando lo sguardo gli cadde su Kakuzu, fulminai lo stronzo con uno sguardo e quest’ultimo accelerò il passo scomparendo alla vista. Guardai Kakuzu con tenerezza e gli sussurrai: “Non farci caso! Sarai anche un 91enne ma i tuoi anni li porti benissimo! La prima volta che t’ho visto ho pensato che avessi 29 anni o giù di lì! Sei ancora un bellissimo nonno!” Gli feci l’occhiolino quando dissi l’ultima frase e lui mi guardò con uno sguardo stupito,mi girai verso Hidan e lui distolse subito lo sguardo,arrossendo. Gli feci un’espressione incuriosita ma fece finta di niente. Il pullman arrivò frenando rumorosamente e le porte si aprirono con un cigolio,presi 3 biglietti dalla tasca e anche stavolta,fummo i primi a entrare. Ci sedemmo nel posto a 4,io a fianco a Hidan e Kakuzu davanti a me,vicino al finestrino. Il bus era stra-pieno ma nessuno voleva sedersi vicino a Kakuzu,questa cosa mi diede molto fastidio,così mi spostai e mi sedetti vicino a Kakuzu,sia lui che Hidan mi fissarono a occhi sbarrati e dissi: “Mi sposto perché almeno qualcuno non farà il cagasotto e si siederà vicino a Hidan. Non capisco che problemi abbiano ‘sti idioti…” Kakuzu sembrava contento,mentre Hidan annuì,deluso. Una ragazza sui 16 anni,guardò Hidan con un sorrisetto e chiese: “E’ occupato?” Pensai nervosa: *Noooo,c’è seduto l’uomo invisibile! Stupida oca…* Hidan notò la mia espressione ostile e a quanto pare,decise di vendicarsi,disse: “No,è libero. Siediti pure.” La ragazza si sedette e sfiorò “accidentalmente” Hidan,la mia espressione da ostile,divenne inviperita e lanciai un’occhiataccia sia a lei che a Hidan,soprattutto a lei… Il viaggio sembrava interminabile nel vedere l’oca a fianco a Hidan,così decisi di fare di testa mia per mettere in guardia la ragazza. Mi alzai facendo finta di mettere lo zaino sul portabagagli sopra di noi e “accidentalmente” persi l’equilibrio,cadendo in braccio a Hidan,con il viso a pochi centimetri dal suo, Hidan era impietrito e col volto paonazzo,ma della sua reazione mi preoccupavo ben poco,ero molto più interessata alla reazione dell’oca,che mi guardava inacidita,con lo sguardo feci capire il messaggio: *E’ mio! Toccalo e ti sacrificherò a Jashin!* Lei si alzò e suonò il campanello per la fermata e quando il pullman si fermò,scese. Mi tolsi da Hidan e gli tirai la collana,facendolo avvicinare a me e gli sibilai: “Non sei di mia proprietà,ma nessuno mi impedirà di sacrificare chi ci prova con te!” Mi fissò a bocca aperta e io gliela chiusi come lui aveva fatto con me. Lo imitai: “Faccio questo effetto ai ragazzi del tuo mondo?” Hidan arrossì e io mi rimisi al fianco di Kakuzu con un sorriso soddisfatto,Kakuzu mi guardò e scosse la testa con un sorriso divertito. Arrivati al parcheggio,scendemmo e ancora una volta feci strada ai due akatsukiani fino alla scuola. La campanella suonò e Hidan accompagnò Kakuzu alla Sala Stampa dove utilizzarono la solita tecnica. Come al solito,salii le 3 rampe di scale fino alla mia minuscola classe e seguii le lezioni distrattamente: mi stavo chiedendo cosa stessero facendo Hidan e Kakuzu. Alla terza ora,finalmente suonò la campanella dell’intervallo e uscii dalla classe. Dall’altra parte del corridoio vidi Hidan e Kakuzu appoggiati al muro,Hidan stava leggendo un libro mentre Kakuzu contava i soldi del mio portamonete. Mi avvicinai e i due smisero di fare i loro passatempo. Hidan chiese: “Cosa facciamo ora?” Sfilai di mano il portamonete a Kakuzu e ne presi 1 euro e 20 cent e risposi a Hidan: “Facciamo merenda!” Alzò gli occhi al cielo e Kakuzu sbottò: “Ah no! Niente merenda! Costa!” Sbuffai e gli risposi: “Allora ne prenderemo solo 2 di bicchieri! Contento? Io e Hidan lo divideremo…” Kakuzu non era ancora convinto,ma lo ignorai e gli restituii 40 centesimi. Quando tornai indietro porsi il bicchiere a Kakuzu e l’altro a Hidan,Kakuzu cominciò a bere mentre Hidan esitava: “Che c’è Hidan?” chiesi. Lui mi guardò e sorrise: “Stavo ripensando a quello che mi avevi detto ieri sulla mia espressione quando mi ustiono.” Il mio volto prese colore e sorrisi: “Beh,oggi non hai voglia di ustionarti,visto che esiti a bere?” Rise e bevve metà del bicchiere in un colpo solo,poi si passò le labbra con la lingua,rimasi incantata a osservarlo mentre compiva quel gesto. Notai che l’angolo della sua bocca era un po’ sporco di cioccolata,allungai una mano e lo pulii con un dito,mi girai verso Kakuzu e scherzai: “E’ uno spreco lasciare la cioccolata sulle dita,vero Kakuzu?” Lui sbuffò e io mi leccai il dito. Hidan sorrise e mi passò il bicchiere per farmi bere la mia parte. Suonò di nuovo la campanella e le ultime 2 ore furono insopportabilmente noiose e fremevo dalla voglia di tornare dagli Zombie Konbi. Quando finalmente la campanella dell’ultima ora suonò,schizzai fuori dalla classe e andai incontro ai due akatsukiani. Mentre camminavamo verso il parcheggio dove il pullman si fermava ogni volta,raccontai loro la mia giornata che per me era molto noiosa,ma per loro era qualcosa di nuovo. Salimmo sul bus e ci sedemmo al solito posto,questa volta mi sedetti a fianco a Hidan e decisi che sarebbe stato il mio posto fisso,punto e basta! Dopo la mezz’oretta di viaggio,scendemmo alla fermata e aspettai che mia madre venisse a prendermi,o meglio,a prenderci. Tornata a casa,mia madre disse che avrebbe fatto le stesse cose di ieri,così mi sarebbe toccato cucinare ancora una volta e stavolta per 3 persone! Le mie giornate erano sempre uguali,ma questa volta,avevo ospiti in casa e non erano ospiti qualsiasi! Preparai un insalata con il tonno,dato che non avevo voglia di stare  ai fornelli e distribuii le porzioni. Kakuzu a differenza di Hidan,sapeva già come usare la forchetta,il jashinista lo guardava seccato e io invece ero stupita,Kakuzu sospirò: “Non ci vuole un genio per capire come usare ‘ste cose.” Indicò la forchetta. Hidan gli rivolse uno sguardo infastidito mentre io sorrisi. Fortunatamente non avevo compiti,così decisi di fare una doccia. Avvisai gli Zombie Konbi: “Vado a farmi una doccia. Fate quel che volete ma non rompete nulla e non uccidete il gatto!” Hidan sghignazzò mentre Kakuzu annuì. Mi allontanai e aprii il rubinetto dell’acqua calda della doccia,mentre aspettavo che si riscaldasse,mi tolsi la felpa e il resto dei vestiti e li misi nel catino dei panni da lavare,mi tolsi 3 orecchini di bigiotteria e lasciai il quarto in oro bianco dov’era,entrai e mi rilassai sotto il getto caldo. Presi lo shampoo e mi lavai la testa,la risciacquai e la rilavai un’altra volta,poi mi lavai il corpo col bagnoschiuma alla vaniglia. Aaah,fantastico,fare la doccia mi mette in pace col mondo! Mi avvolsi nell’asciugamano blu (lo stesso asciugamano con cui Hidan si era asciugato ieri) e uscii dalla doccia. Mi guardai allo specchio e vidi che avevo i capelli tirati all’indietro: sembravo la versione mora di Hidan. Ridacchiai e andai in cucina: “Ehi ragazzi,chi sembro?” Kakuzu sorrise e rispose: “Sembri un cretino immortale di mia conoscenza…” Hidan lo guardò male,poi si alzò dalla sedia e venne verso di me: “Ti manca ancora qualcosa…” Mi mise al collo la sua collana e poi si mise a recitare: “Sono Shikamaru MiFaccioiCerviNara! E ora ti seppellirò in una buca di 15 m e ti costringerò a parlare coi lombrichi per il resto della tua infinita vita!” Mi prese in braccio,cogliendomi di sorpresa e cominciai a ridere mentre Kakuzu con i suoi filamenti,prese Hidan e lo tenne fermo,io scesi dal jashinista e ringraziai Kakuzu: “Grazie Kuzu! Ora lo sacrifico!” Kakuzu sorrise,divertito dal gioco,mentre Hidan mi guardava chiedendosi cosa avessi in mente. Io imitai al meglio la sua risata sadica e chiamai il mio gatto,che arrivò incuriosito,presi uno dei suoi premi e lo appoggiai sul petto di Hidan,ordinai a Dado: “Prendilo Dado!” Il gatto guardò il premio e saltò addosso a Hidan per poter mangiare il piccolo pezzo di carne e una volta mangiato,cominciò a leccare il petto di Hidan con la lingua ruvida. Hidan cominciò a ridere e tentò con forti scossoni di liberarsi dalla presa dei “tentacoli” di Kakuzu,implorò: “Ti prego magnifico Hidan,risparmiami da questa tortura!!” Io risposi sul punto di piangere dal ridere: “Mai Shikamaru MiFaccioiCerviNara! Morirai così!” Anche Kakuzu si mise a ridere e liberò Hidan,quest’ultimo prese il gatto e lo appoggiò a terra,poi si avvicinò a me e sussurrò con un sorriso maligno: “Questa me la paghi.” Io imitai il suo sorrisetto e scappai nel bagno per potergli sfuggire.  Mi asciugai i capelli con il phon,anche se ormai erano già quasi asciutti,mi pettinai,indossai la biancheria pulita e mi osservai allo specchio: mi sentivo diversa,più felice,chissà cosa sarebbe successo il giorno dopo? Sarebbe arrivato un altro membro dell’Akatsuki? Quando pensai la seconda domanda,mi accorsi della coincidenza: sia Hidan che Kakuzu erano misteriosamente comparsi sul tappeto intorno alla stessa ora. Molto strano. Il giorno dopo avrei fatto più attenzione a mettere i piedi sul tappeto… Si sentì il rumore di una macchina che riconobbi subito,uscii dal bagno e avvisai Hidan e Kakuzu: “Effettuate la tecnica! Mia madre è tornata!” In meno di un secondo scomparirono e io accolsi mia madre sulla soglia: “Hallo.” Mia madre mi baciò la testa e mia sorella tentò di aggrapparsi alle gambe,ma le sfuggii per miracolo. Anche mio padre tornò. Mia madre chiese: “Cosa volete da mangiare?” Io specificai: “Niente pasta,lo sai che di sera non la mangio… Io propongo il pollo.” Mia madre borbottò qualcosa e io mi ritirai in camera per avvisare i ragazzi: “Io ora cenerò,mi dispiace che non possiate mangiare anche voi… Dobbiamo sistemare questa cosa più tardi.” Non ebbi risposta ma non ci feci caso. Tornai in cucina e risposi alle domande che tutti i genitori fanno a tavola: *Com’è andata a scuola?* e risposi come tutti gli studenti: *Bene… Non mi hanno interrogato.* Che routine tremenda,meno male che qualcosa era cambiato ed era un segreto solo mio,che nessun altro sapeva e che per questo mi piaceva ancora di più. Terminata la cena salutai e dissi che me ne sarei andata a letto. Una volta rientrata mi sdraiai sul letto e guardai il soffitto per un attimo,chiusi gli occhi e cercai di liberare la mente,quando li riaprii vidi due brillanti ametista, mi spaventai un attimo per la sorpresa,ma poi mi rilassai subito ricordando di chi fossero: “Sera,Hidan. Cosa c’è?” Non si spostò e rispose: “Stavo osservando cosa stavi facendo… E mi piace il colore dei tuoi occhi…” Arrossii e risposi: “Mi fa piacere… Anche a me piace il colore dei tuoi… Ehm…” Ci fu un silenzio strano e la mia temperatura corporea divenne altissima,lui aggiunse: “Te l’avevo detto che me l’avresti pagata…” Sbarrai gli occhi e aprii la bocca per ribattere,ma non avevo fiato,istintivamente spinsi con le mani il petto di Hidan,ma nonostante fossi forte,si mosse di soli pochi centimetri. Hidan aveva un sorriso perverso e io un’espressione smarrita,per fortuna intervenne Kakuzu,che coi suoi filamenti lo prese e lo spostò da me,tirai un sospiro di sollievo: nonostante il forte sentimento nei confronti di Hidan,non riuscivo minimamente a pensare di poterlo manifestare. Kakuzu spostò Hidan sulla sedia e lo appoggiò lì,poi si rivolse verso di me e mi chiese: “Tutto ok?” Rimasi colpita dalla sua premura e dalla sua gentilezza,gli risposi: “Sì sì,grazie Kakuzu.” Lui annuì e lanciò un’occhiataccia a Hidan: “Perdonalo,a volte si rincoglionisce un po’ e combina cazzate.” Io mi tirai su e mi misi seduta sul letto: “Lo so Kakuzu,lo conosco tanto quanto te e so della sua personalità,ma...” Kakuzu mi guardò aspettando che continuassi,ma non volevo dire chiaro e tondo ciò che provavo per il sadico jashinista,anche se sapevo perfettamente che oramai si era capito. Sussurrai a Kakuzu: “Te lo dirò dopo.” Kakuzu annuì e si sedette sul tappeto. Mi alzai e mi diressi verso Hidan,gli appoggiai una mano sulla spalla,ma lui non si girò,gli sussurrai: “Non ti preoccupare,farò finta che non sia successo nulla. Quando vuoi,ne parleremo.” Esitai,ma poi gli diedi un piccolo bacio sulla guancia: “Buonanotte.” Non rispose ma si girò con uno sguardo stupito. Guardai Kakuzu e gli sorrisi: “Buonanotte anche a te,Kuzu.” Annuì e ricambiò il sorriso. Mi tolsi solo i pantaloni,avevo freddo quella sera,mi infilai a letto e sprofondai nel sonno.

Ecco,ho aggiunto un mio commento alla fine del secondo capitolo :D Spero che l’arrivo di Kakuzu sia piaciuto. Grazie \(^O^)/ 
 

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Capitolo 3
*** 3° Giorno Mercoledì h 6:00 ***


"Andre..." Sentii il mio nome ma non ci feci caso.“Andrew…” Questa volta non feci finta di niente. Borbottai: “Non rompere…” Non sapevo chi mi stesse chiamando,ma non me ne importava: nessuno,al di fuori di mia madre e della sveglia,può rovinarmi il sonno. Ero così comoda a pancia in giù,nel calduccio del mio letto e nemmeno l’Apocalisse mi avrebbe fatto alzare! Qualcuno mi tirò un ciuffo di capelli della nuca,mi alzai di scatto e sbottai incacchiata nera: “Che cazzo c’è!?!?! Vorrei continuare a godermi le mie poche ore di sonno!” Il qualcuno cadde all’indietro sul letto per colpa del mio scatto. Rispose alzandosi: “Per Jashin! Giuro che non ti sveglierò mai più… Mi hai fatto venire un colpo rispondendo in quel modo!” Presi la sveglia che per fortuna aveva le lancette fosforescenti e guardai l’orario: 5:00. Mi girai e domandai: “Cosa c’è di così urgente da svegliarmi alle cinque del mattino? Sai bene che mi dovrei alzare tra un’ora e sicuramente non riuscirò a riaddormentarmi.” Hidan non rispose subito,lasciando una breve pausa di silenzio,poi mi rispose abbassando la voce: “Volevo parlarti della faccenda di ieri…” Mi sentii una merda: gli avevo risposto male,solo perché mi voleva parlare e mi aveva svegliato. Mi scusai: “Perdonami Hidan,la mattina sono intrattabile. Dimmi tutto.” Si spostò nel buio,forse si stava sedendo meglio,cominciò: “Mi voglio scusare per come mi sono comportato ieri e voglio dirti chi sono davvero.” Lo rassicurai: “Ti ho già perdonato… Per me è impossibile tenerti il muso…” Non rispose alla mia affermazione e continuò: “Da quando Nara mi ha imprigionato là dentro,ho avuto molto tempo per riflettere su me stesso in attesa che accadesse qualcosa… E sono cambiato,sono diventato più prudente,attento e più maturo… Ma alcune cose in me non sono cambiate e quello che è accaduto ieri ne è un esempio…” Non sapevo cosa rispondere: ero profondamente colpita e il sentimento per l’akatsukiano divenne più forte. Decisi di chiarirgli per filo e per segno quello che pensavo: “Ascoltami bene,non me ne frega niente di quello che è successo ieri. Ho notato che c’è qualcosa di diverso nel tuo modo di fare e questo mi rende orgogliosa di te: hai dimostrato che non sei uno stupido e che puoi migliorare! Anche se per me sei perfetto così come sei…” Hidan prese il mio cellulare dal comodino e lo sbloccò per fare luce,lo girò e illuminò il mio volto mezzo coperto dalla frangia, con la mano libera la spostò e mi guardò negli occhi. Voleva capire se ero seria? Non sapevo che sguardo avevo,probabilmente sembravo una statua,dato che era così che mi sentivo. Vidi l’ombra di un sorriso sul suo volto: “Grazie… Non avevo mai sentito un discorso del genere su di me…” Gli misi una mano sulla fronte e la feci scorrere verso l’alto,tirandogli indietro i capelli e ricambiai il suo sorriso. Scherzai: “Ora che ti sei “confessato” mi lascerai dormire?” Rise piano per non svegliare Kakuzu,anche se né io né Hidan sapevamo se ci aveva ascoltati tutto il tempo o se dormisse, e mi rispose: “Sì,ti lascerò dormire… Posso rimanere qua?” Spostai la trapunta e mi schiacciai contro la parete per fargli spazio: “Sì,ma quando la sveglia suonerà,dovrai alzarti.” Hidan fece un sorriso e si intrufolò sotto la coperta,mise il blocco al cellulare e lo appoggiò sul comodino. Si sistemò e appoggiò la testa sul cuscino,dandomi le spalle. Sentii il suo profumo e richiusi gli occhi.

La sveglia suonò ma Hidan non la spense: dormiva beato schiacciandomi contro la parete con la schiena. Mi mancava un po’ l’aria e avevo caldo per colpa del suo calore corporeo. Lo spinsi con le mani,ma invece di svegliarsi,si girò e mi abbracciò come se fossi un peluche. Ora sì che mi mancava l’aria! Annaspai in cerca di ossigeno e gli tirai un calcio alla gamba,sperando che si svegliasse,ma fece solo una smorfia infastidita. Decisi di giocare la mia ultima carta: Kakuzu. Lo chiamai: “Kakuzu! Sveglia l’Orso Abbracciatutti che mi sta stritolando! Ah e per favore,spegni quella stupida sveglia…” Nella penombra vidi che non si mosse,ma utilizzò i suoi filamenti per spegnere la sveglia,mi chiese: “Che cos’è un Orso Abbracciatutti?” Ridacchiai pensando a Kakuzu che si guardava una puntata di Colorado e risposi: “E’ un tizio vestito da orso rosa che abbraccia tutti quelli che incontra…” Mi chiese stupito: “Perché? Hidan si è travestito da orso rosa?” Mi misi a ridere ma me ne pentii,perché Hidan strinse di più la presa sentendomi muovere, risposi implorante: “Ti prego Kakuzu,sveglia Hidan! Rischio di crepare per mancanza d’ossigeno!” Kakuzu si alzò e tirò una sberla sonora sulla testa di Hidan,il poveretto saltò per aria e cadde dal letto,rimanendo col sedere sul pavimento. Si massaggiò la testa e sibilò: “Che ho fatto brutto stronzo? Che bisogna c’era di prendermi a sberle??” Kakuzu lo ignorò e accese la luce. Strizzai gli occhi per abituarmi e risposi al posto di Kakuzu: “Gli ho chiesto io di svegliarti,ma non immaginavo che lo avrebbe fatto così.” Hidan si rialzò e chiese: “Non potevi svegliarmi te?” Sbuffai: “C’ho provato,t’ho pure dato un calcio,ma hai continuato a dormire stritolandomi con le braccia!” Hidan arrossì: “Stai dicendo che ti stavo abbracciando?” Annuii e lui non aggiunse altro. Kakuzu ci prese in giro: “Invece di parlare di abbracci e schifezze varie,guardate un po’ chi c’è sul pavimento…” Sia io che Hidan guardammo in direzione del tappeto e mi portai le mani sulla faccia,mugolando: “No no no… Ma perché lui?!? Dannazione,potrebbe farmi saltare in aria la casa!” Proprio così,il famoso dinamitardo biondo era rannicchiato sul tappeto e non dava segno di volersi riprendere. Mi alzai e andai ad osservarlo da vicino: sembrava addirittura innocuo mentre era incosciente. Lo scossi leggermente per svegliarlo. Aprì gli occhi azzurro pallido e urlò: “Chi sei tu,un???” Per la prima volta potei sentire con le mie orecchie il famoso “un” e risposi tranquilla: “Benvenuto a casa mia,Deidara. Stai calmo,oltre a te qui ci sono Hidan e Kakuzu,fammi il piacere di non far saltare in aria niente…” Deidara mi fissò sbalordito e quando aprì bocca per dire qualcosa,sapevo già cosa avesse voluto chiedermi e lo anticipai: “Mi chiamo Andrea e no,non sei più nel Mondo dei Ninja. So il tuo nome perchè lo so e non ho voglia di spiegarlo una terza volta anche a te…” Deidara richiuse la bocca e mi guardò seccato,poi rivolse lo sguardo a Hidan e a Kakuzu: “Ciao Zombie Konbi… Sarete voi a darmi spiegazioni,un?” Hidan alzò le braccia ed esclamò: “Io me ne lavo le mani! Non ho voglia di spiegare tutto il poema!” Tutti ci girammo verso Kakuzu che era appoggiato alla parete,lui ci ricambiò lo sguardo e sbuffò: “Sì sì va bene… Però voglio 15 euro per il servizio!” Lo fulminai con lo sguardo e ribattei: “Facciamo 3 e siamo a posto.” Kakuzu sogghignò: “Stai cercando di contrattare con me? Hai scelto il Nukenin sbagliato! Pretendo 13 euro.” Sbarrai gli occhi e poi sorrisi malignamente: “E tu hai davanti la Kunoichi più testarda del pianeta! Facciamo 6 e non parliamone più!” Kakuzu socchiuse gli occhi: “10,è la mia ultima offerta!” Volevo vincere questa discussione a tutti i costi e ci sarei riuscita! Sbottai: “7 euro!” Kakuzu sbuffò: “10. E sono irremovibile…” Deidara e Hidan ci guardavano mentre continuavamo a discutere e alla fine Hidan ci interruppe: “Piantatela… La racconterò io ‘sta storia a Deidara,così la facciamo finita.” Ci bloccammo e io rimasi piacevolmente sorpresa dal gesto di Hidan,mentre Kakuzu fece una specie di broncio e se ne andò verso la cucina ancora deserta. Hidan cominciò a spiegare tutta la storia a Deidara e io ne approfittai per andare a prepararmi. Quel giorno avevo voglia di “farmi bella” così dopo essermi lavata i denti,mi pettinai i capelli e col gel spostai la frangia a sinistra in modo che mi si vedesse in faccia,poi mi passai la matita nera sotto gli occhi e misi un rossetto bronzeo al profumo di ciliegia. Mi guardai allo specchio e sistemai una sbavatura,perfetto. Ritornai in camera e chiesi: “Ora sai tutto DeiDei-kun?” Il biondo annuì e così ringraziai Hidan: “Grazie Hidan per avere interrotto la discussione,se no a quest’ora saremmo ancora lì a parlare di prezzi.” Hidan non mi rispose e mi fissava,lo guardai alzando un sopracciglio: “Stai bene Hidan?” Lui si alzò e si avvicinò a me: “Che hai fatto?” Lo guardai perplessa: “Non ho fatto niente Hidan,sono solo andata a prepararmi.” Mi prese per un polso e mi trascinò verso lo specchio che c’era in corridoio,indicò il mio riflesso e ripetè la domanda: “Che hai fatto?” Lo guardai come se si fosse totalmente rimbambito e gli risposi: “Ho messo un filo di trucco e mi sono spostata la frangia,che c’è di male?” Prese il mio mento tra il pollice e l’indice e rispose: “Non sembri più tu…” Ribattei un po’ imbarazzata: “Avevi detto che ti piaceva il colore dei miei occhi… Ora che li ho resi ben visibili non ti piacciono?”  Scosse la testa e sussurrò al mio orecchio: “Mi piacciono talmente che voglio vederli solo io…” Divenni bordeaux e pensai che mi sarei sciolta da un momento all’altro: non avevo mai ricevuto un complimento del genere,perlomeno non da un ragazzo (alcune compagne mi dicevano che invidiavano i miei occhi e facevano complimenti,ma non le ho mai prese sul serio). Cercai di guardarlo negli occhi e chiesi: “Mi prendi in giro?” Sorrise e scosse la testa: “Mai stato più serio in vita mia…” Arrossii ulteriormente e ringraziai: “Grazie Hidan… Sei stato molto carino.” Gli presi delicatamente le dita con cui mi teneva e le spostai per potermene andare in camera per presentarmi meglio a Deidara,il jashinista mi seguì e si sedette sul letto. Deidara era seduto al contrario sulla sedia della scrivania e soffiava sotto il ciuffo che gli copriva l’occhio,facendolo sollevare e abbassare in un gesto ripetitivo. Mi avvicinai e gli porsi una mano: “Scusa per prima. Come già sai,mi chiamo Andrea,ma puoi chiamarmi anche Andrew o Andre.” Il biondo allungò la sua e strinse la mia. Sentii con orrore che qualcosa mi aveva inumidito la mano,Deidara socchiuse gli occhi e commentò: “Mmmh,sai di fragola,un.” Ritrassi la mano disgustata e la strofinai contro la spalla di Hidan,che fece una smorfia: “Ma che schifo! Santo Jashin ma devi proprio pulirti su di me!?!” Io risi e poi ripresi Deidara: “C’era bisogno di leccarmi la mano?” L’artista fece spallucce: “Eh scusa… Volevo sapere che sapore avessi…” Lo guardai e risposi: “Ehm… Ok… Vado a lavarmi le mani…” Deidara sghignazzò e sentii Hidan che gli diceva qualcosa. Ci riunimmo in cucina e aspettammo l’arrivo di mia madre per poter andare a prendere il pullman. Sentimmo un rumore e i 3 sparirono alla vista. Mia madre si affacciò in cucina e si preparò un caffè,poi mi salutò dandomi un bacio in testa: “Ciao.” Ricambiai il saluto e andai a prendermi le Converse e il giubbotto.

Alla fermata del bus,tremavo di freddo,erano le 7:00 e il pullman sarebbe arrivato dopo un quarto d’ora,sbuffando feci una grossa nuvola di vapore e Deidara la guardò dissolversi lentamente nell’aria. In 4 occupavamo tutta la panchina e io mi stringevo in mezzo a Deidara e Hidan per potermi riscaldare,Hidan notò che avevo freddo e appoggiò un braccio sulle mie spalle,gli feci uno sguardo di gratitudine e mi soffiai sulle mani per riscaldarle. Deidara commentò: “Se facessi esplodere un po’ di argilla farebbe meno freddo…” Io,Hidan e Kakuzu ci girammo all’unisono verso Deidara che alzò le braccia in segno di resa: “State tranquilli,un!! Non farò esplodere nulla,uffa,un…” Poi si guardò le mani e mi chiese: “Perché mi hai fatto mettere per forza i guanti,un?” Gli avevo fatto indossare i miei guanti di lana nera senza dita,per ovvie ragioni che gli spiegai: “Non è molto normale che tu abbia 2 bocche sulle mani… Non trovi?” Sbottò offeso: “No che non trovo! Non hanno nulla di strano,un! Sono loro insieme al mio genio a dar vita all’arte,un!!” Alzai gli occhi al cielo e ribattei: “Mettila così: almeno le tue creatrici d’arte non prenderanno freddo…” Mi fece una smorfia e non rispose. Finalmente il bus arrivò e le porte si aprirono col classico cigolio,entrai e passai 4 biglietti nella macchinetta poi mi sedetti al posto a 4 e stavolta eravamo al completo. Io e Hidan stavamo nei posti che erano rivolti verso il dietro del pullman,mentre Kakuzu e Deidara stavano nei posti rivolti verso il davanti. Il nostro gruppo era osservato da metà pullman ed era strano avere addosso tutti quegli occhi,per distrarmi proposi a Hidan di ascoltare un po’ di musica e lui accettò di buon grado. Accesi l’MP3 mentre lui si metteva l’auricolare e scelsi She Will Be Loved dei Maroon 5,Hidan mi guardò e chiese: “Come mai questa così malinconica?” Risposi: “Così… Mi piace,ma se vuoi cambio musica e metto qualcosa di più energico.” Hidan non disse niente,ma cambiai comunque e ne misi un’altra: Moves Like Jagger. Hidan chiuse gli occhi e si rilassò sul sedile mentre si perdeva nel ritmo,notai che ondeggiava un po’ la testa e sorrisi. Guardai Kakuzu e Deidara per sapere cosa stessero facendo: DeiDei guardava fuori dal finestrino,mentre Kakuzu fissava l’MP3. Mi tolsi l’auricolare e glielo porsi,lo prese in mano,mi guardò e poi se lo mise nell’orecchio,notai dal display che la canzone era finita così ne scelsi un’altra di un genere totalmente diverso: Whispers in the dark degli Skillet. Hidan aprì gli occhi e mi guardò stupito: “Che cambiamento… Non hai un gusto in particolare per la musica?” Risposi scuotendo la testa: “Quel che mi piace lo prendo,non sto a guardare il genere.” Sorrise e tornò ad ascoltare la musica. Guardai Deidara che era perso nei suoi pensieri nell’osservare il forte fiume che scorreva impetuoso nel paesaggio montano che costeggiava la strada e gli chiesi: “Ti piace guardare fuori,Deidara?” Si girò e rispose: “Sì… E’ un bel posto,un.” Sorrisi: a me non diceva nulla,ma forse perché l’avrò visto così tante volte che oramai non ci facevo più caso. Pensai al programma della giornata e il mio pensiero corse subito alla serata: avevo una sorpresa per i 3 akatsukiani. Arrivammo al parcheggio e scendemmo uno dopo l’altro,mi accorsi di non avere la cartella e il bus era già ripartito,esclamai: “Oh merda!!! LO ZAINO!!!” Nessuno dei 3 disse nulla,ma cominciarono a ridere e Kakuzu mi fece ondeggiare lo zaino davanti: “Che baka,meno male che ci sono io.” Gli presi lo zaino e sbuffai: “Grazie nonno Kakuzu…” Sorrise soddisfatto e non resistetti,lo presi per mano,in un momento di dolcezza inaspettata, e con l’altra presi quella di Hidan,sembravamo un allegra famigliola più che un gruppo di fuori di testa ed entrambi mi guardarono confusi,spiegai: “In questi 2 giorni e mezzo,sono stata molto bene insieme a voi… Spero che non dobbiate più tornare indietro. Kakuzu,ti vedo come un nonno e il mio affetto per te è come tale.” Kakuzu rimase interdetto e mi sentii come una bambina,invece che una liceale in piena adolescenza, ma quando mi girai verso Hidan, ripresi di colpo tutti i miei anni,perché il mio sentimento per lui,non era semplice affetto,era qualcosa di più forte che il solo pensarlo mi metteva disagio: sono sempre stata timida e non ho mai avuto il coraggio di dichiararmi a nessuno,figuriamoci con uno che era fuori dal comune come Hidan! Deidara interruppe il mio ragionamento e chiese: “Se per te Kuzu è un nonno,allora io cosa sono?” Deidara? Ho sempre pensato che sarebbe stato un cugino o un fratello perfetto,lo guardai: “Ti vedrei bene come fratello o cugino…” Deidara fece un sorriso e urlò nel mezzo della strada: “KATSU!” Tutti i presenti si girarono e io mi coprii la faccia con la mano. Pensai: *Non è possibile…* Deidara si fregò altamente degli sguardi e tirò fuori un ragnetto d’argilla che poi fece esplodere per davvero. Impallidii e gli bloccai le braccia: “Sei impazzito!?!?” Deidara rise: “Ahaha,suvvia,un. Cosa vuoi che faccia un innocuo C1?” Lo trascinai verso la scuola,seguita da Hidan e da Kakuzu.

-5 ore e mezza dopo

Il ritorno a casa fu tranquillo e Deidara non aveva fatto disastri a scuola grazie a Hidan e a Kakuzu che lo avevano tenuto d’occhio in mia assenza. Sospirai felice: avrei avuto 2 giorni di vacanza grazie alla festa dei Morti e quella dei Santi e sabato avevano deciso di farci fare il ponte, così in totale avevo 4 giorni di vacanza. Mi sdraiai sul divano e presi un libro per leggere un po’. Avevo detto ai ragazzi che potevano andare a farsi un giro per il mio piccolo paese che è in riva al lago di Lugano,magari fare un po’ di corsa o tenersi in forma con qualche esercizio fisico. Avevo incaricato Kakuzu di prendersi cura degli altri due e di tenerli sott’occhio,soprattutto Deidara che era il più attivo e giovane del trio. Lessi qualche pagina nel silenzio autunnale,ma mi stancai subito,non ero in vena di lettura. Non sapendo cosa fare,decisi di uscire anch’io e di farmi una passeggiata al parco che si trovava a 4 minuti di cammino da casa mia. Mi alzai e mi misi il giubbotto,presi l’MP3 e invece degli auricolari,presi le cuffie,che oltre a isolarmi dai rumori mi tenevano al caldo le orecchie. Scelsi Boom Boom di Justice Crew e mi avviai con calma. Non facevo caso a nulla,sentivo solo la musica e camminavo automaticamente verso la direzione giusta che sapevo alla perfezione da anni. Notai con la coda dell’occhio un movimento alla mia destra e mi voltai di scatto,ma non vidi nessuno. Feci una smorfia e anche se mangiavo i metri grazie alle gambe lunghe, accelerai il passo. Il pensiero che qualcuno mi stesse seguendo mi dava ai nervi e abbassai il volume delle cuffie per poter usare meglio l’udito. Ero ormai arrivata al parchetto e nel frattempo non avevo più notato nulla di strano. Per arrivare a una specie di spiaggia sul lago,dovevo attraversare un ponticello in cemento che scavalcava un fiumiciattolo quasi inesistente. Camminai sentendo il leggero rumore delle All Stars sul cemento rosa e andai a sedermi su una delle due altalene che c’erano nel minuscolo spazio dedicato ai marmocchi,che era stato rovinato da ragazzi più grandi,con scritte in sbianchetto e in pennarello indelebile. Osservai il lago incupito per il cielo scuro dell’autunno e inspirai a pieno l’odore umido,di pioggia, che si sentiva tra gli alberi. Qualcuno mi coprì gli occhi con le mani,io sussultai e mi venne l’istinto di urlare,ma non avevo voce. Lo sconosciuto mi abbassò le cuffie dalle orecchie e chiese: “Chi sono?” A quella domanda mi calmai di botto,chi faceva quella domanda,solitamente era un qualche amico burlone che giocava a “Indovina chi”. Allungai le mani verso quelle che mi oscuravano la vista e salii lungo le braccia,forti e muscolose. Primo indizio: era un maschio. Sentii le spalle e le seguii fino al collo,spostando la mano percepii i capelli,morbidi e di media lunghezza. Avevo abbastanza indizi e avevo capito chi fosse,ma decisi comunque di sbagliare: “Mmmh,sei Kakuzu?” Il ragazzo tolse le mani,fece il giro dell’altalena e si piegò verso di me: “Mpf,hai proprio una grande abilità nel riconoscere le persone…” Risi: “Ho sbagliato apposta,usuratonkachi. Come si fa a non riconoscerti?” Hidan fece un sorriso misto a una smorfia: “E in base a cosa,riesci a riconoscermi così facilmente?” Accavallai le gambe: “Le tue braccia sono state il primo indizio,le hai muscolose. Come la maggioranza dei maschi,hai le spalle larghe e i tuoi capelli sono morbidi e ti arrivano al collo. All’inizio pensai di riconoscerti grazie alla tua collana ma” Mi interruppe: “Ma la mia collana ce l’hai ancora te,da quando te l’ho messa al collo.” Sorrisi: “Mi hai tolto le parole di bocca.” Nel dirlo mi sfilai la collana e gliela porsi: “Questa è tua. So che ci tieni.” Hidan si abbassò e gliela rimisi al collo,ora era lui in tutto e per tutto. Si sedette sull’altalena al mio fianco: “Visto che ti sto convertendo senza problemi alla religione Jashin,ti meriteresti una collana tutta tua.” Feci un sorriso raggiante,come accessorio la sua collana mi era sempre piaciuta. Mi alzai e chiesi: “Ma se tu sei qui,dove sono Deidara e Kakuzu?” Sogghignò: “Sono sfuggito alle grinfie di Kakuzu,sono stato molto fortunato a non farmi prendere. L’ho rassicurato dicendogli che sarei tornato a casa,ma quando ho visto che non eri lì sono venuto a cercarti.” Scossi la testa: “Dopo, Kakuzu ti ucciderà…” Rise: “Se ci riuscirà! Ti ricordo che sono immortale.”  Sorrisi: “Dai immortale. Torniamo a casa.” Mi girai verso il ponticello e attesi che Hidan mi raggiungesse. Camminavamo fianco a fianco,con le mani in tasca,sulla strada del parchetto piena di foglie rosse,gialle e marroni. Sbirciai Hidan con la coda dell’occhio: guardava verso l’alto,con uno sguardo perso. Chissà cosa pensava… Mi fermai davanti a casa mia e aprii il cancello,scesi le scale e aprii la porta di casa. Una volta entrati,mi venne in mente una curiosità: “Hidan, come hai fatto a entrare?” Alzò un sopracciglio e mi prese in giro: “Non sono un comune mortale,in tutti i sensi, sono un ninja,dannazione. Per me è uno scherzo entrare in casa d’altri.” Sbuffai: “Non sono abituata ad avere dei ninja come conoscenti! Non mi sono abituata a tutte le vostre abilità!” Scosse la testa e si sedette sul tappeto per pregare. Ad un certo punto la porta si aprì ed entrarono Kakuzu e Deidara,quest’ultimo era bagnato da capo a piedi. Lo fissai a bocca aperta: “Ma cosa ti è successo?” Deidara fulminò Kakuzu con lo sguardo e rispose: “Il nostro caro Kakuzu mi ha scaraventato nel lago…” Guardai Kakuzu con uno sguardo interrogativo,si giustificò: “Voleva far saltare in aria un tipo ubriaco che gli aveva palpato il sedere dicendogli: “Ciao bella bionda. Facciamo quattro salti?” Deidara aveva tirato fuori un C1 e” Deidara lo interruppe: “E gli risposi: “Vuoi fare 4 salti? Allora adesso vedrai!” e stavo per fargli saltare la testa,ma poi Kakuzu mi ha lanciato nel lago…” Guardai male Kakuzu e chiamai Deidara: “Vieni “bella bionda”,che ti aiuto ad asciugarti.” Il biondo urlò: “NON DARMI DELLA “BELLA BIONDA” O FACCIO SALTARE IN ARIA TE!” Risi divertita: “L’ho detto con affetto DeiDei-kun. Non fare il permaloso.” Sbuffò e gli feci strada verso il bagno. Gli ordinai: “Togliti la maglia o ti ammalerai,poi vedrò di procurarmi una camicia…” Il biondo si tolse la maglia a rete fradicia e la appoggiò nel catino accanto, gli dissi: “Puzzi di acqua di lago… Dovresti farti una doccia,ma dato che non c’è tempo,ti laverò i capelli.” Gli chiesi con lo sguardo se potevo sciogliere il codino che aveva in testa,annuì e con qualche difficoltà,riuscii a togliergli il nastro rosso così ben intrecciato. Aprii il rubinetto dell’acqua calda del lavandino e gli chiesi: “Potresti abbassarti?” Il dinamitardo si piegò un po’ e gli misi lo shampoo in testa,ma aveva così tanti capelli che dovetti mettergli una dose extra. A ciocche lavai con accuratezza la testa,facendo attenzione a non tirargli i capelli o sicuramente mi avrebbe mandato a quel paese con un C2 come souvenir. Finito lo shampoo gli risciacquai la testa e gli strizzai piano i capelli,poi presi l’asciugamano e gli strofinai la testa. Gli indicai uno sgabello basso e si sedette,mentre io abbassai la tavoletta del gabinetto e mi sedetti lì. Mi chiese: “Perché ti prendi cura di me con così tanta attenzione,un?” Sbuffai: “Preferivi che ti lasciassi bagnato fradicio a puzzare di lago?” Rispose un po’ piccato: “No. Però potrei lavarmi anche da solo…” Soffocai un risolino: “Tu non sai dove si trovano gli oggetti,come ad esempio,la boccetta dello shampoo. E poi non saresti riuscito a toglierti le alghe che ti si erano impigliate nei capelli.” Fece una smorfia disgustata quando dissi l’ultima frase e sorrisi. Presi il phon e Deidara lo guardò con gli occhi sbarrati: “Cos’è quel coso,un?” Risposi: “E’ un phon. Serve ad asciugare i capelli. Fa un po’ di rumore ma non è pericoloso.” Accesi il phon e un casino tremendo invase il bagno,Deidara si irrigidì,ma feci finta di niente e gli asciugai con pazienza la folta chioma bionda. Terminata l’asciugatura,l’artista sembrava un pulcino che aveva subito l’elettro-shock, sospirai e presi la spazzola,cercando di domare i lunghi capelli spettinati di DeiDei che si lasciò fare e aspettò pazientemente. Quando finii di pettinarlo mi accasciai e osservai la spazzola: era piena di capelli. Deidara si osservò al grosso specchio del bagno e sembrava soddisfatto, gli chiesi: “Ti va bene DeiDei?” Rispose: “Sì. Sanno di camomilla… Non è molto adatto un odore del genere su un criminale di rango S,però non mi dispiace.” Sorrisi e pulii la spazzola. Quando uscimmo Hidan sbuffò: “Alla buon’ora. Dovevi asciugarlo o stavate tessendo l’asciugamano?” Alzai gli occhi al cielo e gli tirai una piccola pacca: “La prossima volta ci provi te ad asciugare la chioma di Dei,così vediamo se avrai ancora da ridire sul tempo che impiego io.” Ghignò: “Accetto la sfida!” Deidara lo guardò contrariato: “No no! Tu non metti le zampe sui miei capelli! Non voglio ritrovarmi pelato o con strane capigliature per colpa tua!” Hidan alzò un sopracciglio: “Ti sei fatto lavare e asciugare come un poppante da Andrew,che conosci da neanche un giorno,e non vuoi farti fare lo stesso trattamento da me che mi conosci da qualche anno?” Deidara ribattè sicuro di sé: “Lei è una donna,se non lo sa lei come si sistemano i capelli! E poi di te non mi fido neanche morto,proprio perché ti conosco da più tempo so come sei!” Che lingua biforcuta ha il ragazzo… Hidan alzò una mano in un gesto che diceva: *Oh,al diavolo. Lascia perdere.* E tornò in camera. Ormai era sera e i miei sarebbero tornati a breve,così chiesi ai ragazzi di entrare nella camera: volevo svelare la mia sorpresa per loro. Cominciai: “Stasera è il 31 ottobre e ci divertiremo un po’. Nel mio mondo,in un posto particolare chiamato America, si festeggia questo giorno uscendo di notte,travestiti o truccati, e si bussa alle porte delle case,chiedendo: “Dolcetto o scherzetto?” Se tutto va secondo i piani,il padrone di casa regala caramelle e dolciumi vari ai ragazzi. Se invece quest’ultimo si rifiuta,gli si fa uno scherzo. Ma dato che questa cosa la fanno i bambini,ci limiteremo a mostrarci in giro e a non fare scherzi stupidi se qualcuno si rifiuterà di darci qualcosa. Tutto chiaro?” Deidara chiese: “E dove sta il divertimento se non possiamo fare scherzi?” risposi: “Tanto per cominciare,voi non dovrete vestirvi per forza coi vestiti che si usano qui,ma potrete rimettere le vostre uniformi e non sarete costretti a nascondere le vostre peculiarità,ad esempio: Deidara,tu potrai mostrare con tranquillità le mani,ma se qualcuno ti chiede qualcosa al riguardo,dì che è un effetto speciale che ti è costato parecchio,in questo modo nessuno saprà che le tue bocche sono vere. E poi è una serata che passeremo stando insieme,quindi ci si diverte comunque in un modo o nell’altro.” Deidara non era ancora convinto: “E perché non dovrei far sapere che le mie bocche sono vere?” Sbuffai: “Perché chiamerebbero subito un medico per cucirtele o tagliartele! E non credo che tu voglia questo,giusto?” Deidara scosse subito la testa e rimase zitto. Hidan commentò: “Hai detto che si esce travestiti o truccati… Allora tu cosa ti metterai?” Sorrisi: “A proposito,ho bisogno del tuo aiuto per il mio travestimento,Hidan. Ti farebbe piacere aiutarmi?” Piegò la testa di lato e rispose sorpreso: “D’accordo… Ti darò una mano.” Guardai Kakuzu: “Domande?” Lui annuì: “Sì.” Lo fissai incuriosita: “Quale?” Rispose con serietà: “Posso chiedere dei soldi invece dei dolci?” Risi: “Provaci pure,ma non credo che qualcuno ti darà dei soldi.” Si sentirono dei rumori,ciò significava che la mia famiglia era rientrata, gli akatsukiani sparirono e io andai alla porta per accogliere i miei familiari.

Finita la cena,annunciai a mia madre e a mio padre: “Sapete che stasera è Halloween e sapete anche che stasera uscirò con degli amici. Fino a che ora posso stare in giro?” Mia madre rispose: “Al massimo 23:00… E portati dietro il cellulare.” Annuii e me ne andai in camera. Chiamai Hidan: “Ehi Hidan,mi serve il tuo aiuto per il mio travestimento!” Hidan riapparve: “Ma ci sono i tuoi genitori in casa!” Lo rassicurai: “Stanno cenando,nessuno ci darà fastidio in bagno.” Annuì e andammo nel bagno. Chiese incuriosito: “Allora… Per cosa hai bisogno del mio aiuto?” Gli sorrisi: “Il mio travestimento… Sarai proprio tu! Dovrai gellarmi i capelli come solo tu sai fare e mi dovrai dare una mano a truccarmi di bianco e nero!” Hidan sorrise: “Hai proprio una gran fissazione per me…” Sussurrai,sperando che non mi sentisse: “Non immagini quanto…” Probabilmente mi sentì eccome ma non disse nulla. Gli porsi il tubetto del gel,lui lo aprì e ne prese una grossa manciata,se lo spalmò sulle mani e poi mi premette le mani sull’attaccatura dei capelli sulla fronte e tirò indietro,sistemò alcune ciocche ribelli e distribuì meglio il gel. Fece un passo indietro e mi guardò: “Mi sono superato stavolta.” Sorrisi: “Grazie sommo sensei del gel. Ora tocca al make-up!” Mi guardò stranito e gli chiarii: “Tocca al trucco.” Gli porsi una matita nera e cominciò a tracciare delle linee sul volto,poi prese una specie di crema bianca e riempì gli spazi giusti,poi prese un’altra crema nera e coprì il resto. Mi guardai allo specchio: aveva fatto un ottimo lavoro,mancava solo il colore dei capelli. Mi abbassai e aprì una credenza,dal quale tirai fuori una bomboletta con il tappo argentato,gli spiegai: “Questa bomboletta serve a colorare i capelli,l’ho già usata una volta,ha un colore più metallizzato del tuo.” Hidan prese la bomboletta,la scuotè forte e poi la spruzzò sui miei capelli che da castani passarono a un bell’argento metallizzato. Gli feci un sorriso: “Hai fatto un ottimo lavoro!” Annuì soddisfatto: “Sì,hai ragione.” Uscimmo dal bagno e ritornai in camera. Chiesi sorridendo: “Che ve ne pare?” Kakuzu mi guardò e fece finta di star male: “Oh no… Un altro Hidan,potrei avere 5 infarti per questo…” Hidan alzò gli occhi al cielo. Deidara sogghignò: “Concordo con Kakuzu.” Sorrisi e guardai Hidan con uno sguardo complice. Battei piano le mani: “Forza. Andiamo fuori!” Kakuzu e Deidara si alzarono e mi seguirono verso la porta,Hidan chiuse la porta della mia camera. Feci loro cenno di uscire e salutai la mia famiglia: “Ciao. A dopo.” Libertà!! Uscimmo dal cancello e lo richiusi. Kakuzu chiese: “Dove andiamo?” Indicai un punto verso una salita: “Saliremo lì e poi cominceremo a suonare i campanelli delle case.” Deidara modellò un C2 prima che potessimo fermarlo ed era un C2 a forma di volatile,si sedette sopra la sua creazione e disse: “Se avete voglia di camminare fate pure,io volerò,un.” Urlai allarmata: “NO! Ma che razza di baka sei!?! Se qualcuno ti vedesse volare finiremmo tutti nella merda fino al collo!” Deidara fece uno sguardo di superiorità: “L’hai detto tu che possiamo mostrare le nostre “peculiarità” e questa è una mia caratteristica,un.” Sbottai: “Mi sembrava sottinteso che tu non dovessi volare,che Hidan non deve tagliarsi la testa o che Kakuzu non deve strappare i cuori ai passanti!!!” Deidara sbuffò: “Ormai ho creato la mia arte e non ho intenzione di sprecarla,un!” Kakuzu si stancò della testardaggine di Deidara e lo tirò giù dal C2 con le fibre del suo corpo, gli intimò: “Piantala. Non siamo nel nostro mondo. Non sappiamo nulla di quello che potrebbe accaderci se facessimo i cattivi ragazzi. Per ora ci limiteremo a stare al gioco fino a che non torneremo a casa.” Ebbi un tuffo al cuore,stava dicendo sul serio Kakuzu? Stava solo al gioco? Mi girai verso Hidan chiedendo spiegazioni con lo sguardo,lui mi ignorò. Mi avvicinai a Kakuzu: “Vuoi dire che… State solo recitando? Che non c’è nulla di vero in quello che è accaduto finora?” Sentii un groppo in gola nel terminare la frase. Kakuzu mi fissò con gli occhi verdi,ma non potei decifrare la sua espressione,dato che si era rimesso la maschera. Esitò: “No… non è tutta una recita,intendevo solo che…” Sentii un dolore ai polmoni per la loro improvvisa contrazione,chiesi con la voce che era sul punto di spezzarsi: “Cosa intendevi Kakuzu? Che mi assecondate? O che mi state “tenendo a bada” facendo quello che voglio?” Hidan ruppe il suo silenzio: “Assolutamente no! Questo proprio no! Io non ho mai recitato,non ho mentito con le mie azioni! Non è un inganno! Kakuzu si sarà solo espresso male…” In fondo erano sempre dei criminali… dovevo davvero fidarmi? Fissai gli occhi ametista di Hidan,cercando di leggere dentro di lui. Sembrava sincero… *Dai Andrea… Fidati di loro. Al massimo rimarrai delusa ancora una volta dalla poca onestà della gente e soffrirai per un periodo…* Oh no,il mio io interiore si sbagliava su un particolare: non avrei sofferto per un semplice periodo,ma per molto,molto tempo… Presi aria e resistetti a strofinarmi gli occhi per non rovinare il trucco. Guardai i 3 akatsukiani,che aspettavano una mia risposta… Cercai di rompere il groppo e sussurrai: “Mi fiderò… Ma sappiate che se mi mentirete,non avrete più la mia fiducia…” Kakuzu sembrò rilassarsi,Deidara non rispose e Hidan si calmò. Camminammo in silenzio verso la salita e suonammo a un paio di campanelli. Dopo una mezz’ora l’atmosfera sembrò migliorare e si cominciò gradualmente a parlare,poi si scherzò e si finì col cantare in mezzo alla strada. Non avevo già dimenticato quello che era appena successo,anzi,rimaneva ben vigile nel cervello e si faceva vivo ogni tanto.

Mancavano 10 minuti alle 23:00, il tempo sarebbe bastato per tornare in orario. Deidara aveva un sorriso contento e commentò: “Hai avuto ragione Andre,è stato divertente!” Feci un sorriso forzato e Kakuzu rafforzò il commento di Deidara: “Vero! Mi sono rilassato dopo tanti anni di preoccupazioni,legati all’organizzazione e allo stile di vita.” Commentai: “Mi fa piacere che vi sia piaciuto,non so voi,ma io sono distrutta…” Rientrammo nella casa e andai a struccarmi mentre gli altri si preparavano a dormire. Andai da mia madre e le diedi la buonanotte,notò che c’era qualcosa che non andava e chiese col suo tono preoccupato: “Cosa c’è che non va? E’ successo qualcosa?” Ho sempre voluto bene a mia madre e in questo momento gliene volevo ancora di più: “Niente… Ho solo discusso con i miei amici e ora sono un po’ giù… Buonanotte mamma.” Le diedi un bacio e non insistette nel chiedermi dettagli. Mi misi una canottiera e dei pantaloncini in cotone,entrambi di un colore grigio pallido. Aprii la porta della mia camera e mi misi a letto. Sussurrai: “Buonanotte ragazzi…” Non ricevetti risposta,ma il letto cigolò sotto il peso di qualcuno che si era appena seduto: “Sono Hidan… Posso dormire ancora vicino a te?” Avrei voluto dire di no,ma sapevo perfettamente che invece avrei voluto abbracciarlo e dirgli tutto quello che stavo provando,ma non feci nulla di tutto ciò: “Sì. Puoi dormire qui.” Si mosse e alzò la trapunta,si sdraiò e stavolta non mi diede le spalle. Mi spostò i capelli e mi diede un bacio leggero sulla fronte: “Buonanotte… Scusaci.” Oh… Quale dolcezza… Un cerotto perfetto sulla mia ferita. Mi si chiusero gli occhi e sussurrai: “Non posso e non voglio tenerti il broncio… Hidan…” Mi addormentai,stravolta dalle emozioni e dalla giornata che aveva prosciugato tutte le mie energie.

Scusate per il mio giorno di ritardo,ma ricominciata la scuola,non ho avuto lo stesso tempo che ho avuto nei giorni precedenti. Perdonatemi se questo capitolo è lungo mezzo chilometro ^^’ Spero vi piaccia! Al prossimo capitolo! 

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Capitolo 4
*** 4° Giorno Giovedì- Il cavaliere blu ***


Mi svegliai di soprassalto con le lacrime agli occhi: stupido incubo… Hidan sbadigliò assonnato: “Yaaawnh… Buongio” Si bloccò nel vedere il mio volto rigato di lacrime e da assonnato passò all’essere sveglio... sveglio e preoccupato. Asciugò le lacrime con i pollici: “Neanche il tempo di aprire gli occhi che ti trovo già sconvolta?” Mi morsi le labbra e non resistetti all’impulso,scattai in avanti e lo abbracciai. Singhiozzai: “Sei qui,sei qui! Non sei sparito! Non andartene mai,ti prego!! Non mi lasciare!” Era sorpreso,abbassò piano le braccia ed esitò prima di accarezzarmi la testa. Chiese con un tono così dolce e comprensivo,che mai avrei pensato di sentire: “Perché dici così?” Cercai di calmare le scosse del pianto e tentai di rendere la voce il più chiara possibile,anche se con scarso successo: “Io… Ho sognato che ti chiamavo,ma tu non ti voltavi. Quando mi sono avvicinata mi hai guardato con uno sguardo di ghiaccio e non mi parlavi. Ho tentato di chiederti spiegazioni ma mi hai cacciata via e sei sparito. Non ho mai provato tanto dolore in vita mia! Giurami che non te ne andrai mai da me!” Le mie stesse parole mi fecero piangere ancora e mi vergognai del mio scarso autocontrollo e della mia pateticità. Hidan era un po’ scosso per quella richiesta e per il mio racconto: “Fin che potrò,non me ne andrò da qui. Purtroppo non posso fare promesse che non sono sicuro di mantenere…” Il suo volto era una macchia sfocata ai miei occhi,che erano pieni di lacrime,scossi la testa e mi coprii il viso con un braccio: “Sono patetica… Perdonami Hidan… Non dovrei neanche pensare di chiederti una cosa del genere…” Mi allontanai da lui,alzandomi dal letto e me ne andai verso il bagno,sempre cercando di non farmi vedere in volto da nessuno. Trovai un biglietto sulla maniglia della porta: * Oggi non ci saremo per tutto il giorno. C’è stato un imprevisto e non abbiamo voluto svegliarti sapendo che sono gli unici giorni in cui puoi dormire. Un bacione. Mamma* Chiusi il biglietto nel pugno e aprii la porta. Mi sedetti sul gabinetto e fissai quell’anima in pena nello specchio,che aveva gli occhi rossi,il viso contratto e i capelli spettinati. Jashin,quale vergogna… Cosa diavolo mi era passato per la testa? E con che faccia mi sarei fatta rivedere? Piansi ancora un po’,in silenzio,poi smisi,guardando con uno sguardo vuoto il mio riflesso,mi alzai e andai verso il lavandino,aprii il rubinetto e mi sciacquai la faccia,ora andava molto meglio. Mi asciugai con lentezza e mi passai una mano sul volto,presi fiato e uscii dal bagno. Deidara mi accolse con un grosso sorriso: “Guarda chi è arrivato,Andrew!!!” Lo guardai e gli feci un debole sorriso: “Chi è arrivato Deidara?” Si spostò di lato e fece un gesto teatrale con le braccia: “Ta-dan!” Osservai chi mi stava di fronte,un gigante di 2 m,con la pelle di un azzurro pallido,gli occhi piccoli e i capelli blu scuro: Kisame Hoshigaki. Lo spadaccino della Nebbia mi porse una mano,gli porsi la mia e lui me la strinse,facendomi sparire la mano nella sua da quanto era grande: “Piacere di conoscerti. Ti chiami Andrea,giusto?” Come già sapevo,era molto cortese e deliziosamente educato. Risposi: “Piacere mio,Kisame. Sì,mi chiamo Andrea. E così anche tu sei arrivato,cominciamo a diventare numerosi qua dentro.” Sorrise mostrando i denti aguzzi tipici degli abitanti del Villaggio della Nebbia: “E’ stato strano ritrovarmi qui. Ero alla sede dell’Akatsuki in attesa di ordini da Obito. E’ stata una vera sorpresa ritrovare i miei colleghi che si pensava fossero morti.” Sospirai: “Non immagini la mia di sorpresa...” Rise. Mi scusai: “Perdonami Kisame,devo parlare con Hidan… Mi hai trovato in un momento sbagliato…” Fece uno sguardo sorpreso: “Oh… Va bene. A quanto pare non sono stato molto fortunato.” Sorrise e mi fece una specie di inchino,spostandosi per lasciarmi passare,gli feci un sorriso grato e lo superai. L’incontro con Kisame mi aveva migliorato l’umore,più tardi avrei trovato un modo per sdebitarmi. Rientrai in camera. Kakuzu era seduto sulla sedia che leggeva un documento o qualcosa di simile,Hidan invece era ancora seduto sul mio letto. Chiesi con calma ma con fermezza: “Potresti lasciarci soli,Kakuzu?” Alzò gli occhi dal foglio e con calma uscì dalla stanza,chiudendosi la porta alle spalle. Mi sedetti a fianco a Hidan: “Non sai quanto mi vergogno,Hidan. Non so cosa mi sia preso. Ho ceduto alle emozioni. Scusami…” Si prese il volto tra le mani: “Non devi scusarti. Capisco cosa provi…” Mi si illuminò una lampadina nella mente: si riferiva a quello che era successo poco tempo fa. Continuò: “Anche le mie emozioni mi hanno giocato brutti scherzi. Ho sempre fatto lo scemo,il pervertito,ne ho fatte tante… Ho sedotto tante kunoichi e poi le ho mollate… Non sai quanto mi stia pentendo delle mie azioni,perché essendo maturato,ho capito i miei errori… Ho paura di provare ancora emozioni,soprattutto verso una ragazza.” Ero stupita da quello che aveva appena detto! Non ero al corrente delle sue azioni! Il mio io interiore mi prese in giro: *Anche Kishimoto conosce i diritti alla privacy dei suoi personaggi e ha preferito non parlare dei fatti di Hidan u.u* Lo mandai a cagare: non era il momento per fare battute. Lo guardai: “Hai appena detto qualcosa che non sapevo... Sono senza parole…” mi guardò allarmato,poi abbassò lo sguardo intristito: “Sapevo che mi avresti odiato se ti avessi raccontato questa storia…” Scossi forte la testa e gli alzai il viso: “No,Hidan. Io non ti odio e non ti odierò mai… Non sono senza parole per quello che hai fatto,sono senza parole perché hai avuto il coraggio di dirmi una cosa così delicata… Hidan io ti” Si sentirono delle urla: “FERMATI! Non entrare!!” La porta si spalancò di colpo e Deidara entrò nella stanza urlando: “Ho fameeeee!!! Ti prego Andrew fai qualcosa da mangiare!!” Kakuzu entrò, lo prese per la collottola come se fosse un gattino e uscì dalla stanza. Mi alzai: “Il dovere mi chiama…” Hidan mi trattenne per una mano: “Finisci la tua frase! Tu mi?” Mi avvicinai e sussurrai: “Je t’aime…”Lo dissi in un'altra lingua,per non farmi capire da lui. Ma in un certo senso avevo detto cosa provavo. Mi fissava senza capire e io riuscii ad andarmene prima che mi chiedesse altro. Sarei mai riuscita a dirgli per davvero quello che provavo? Entrai in cucina e Deidara esclamò: “Evvai!!” Guardai il nuovo arrivato che guardava la scena tenendo senza sforzo la sua Samehada sulla spalla. Dissi: “Kisame,per scusarmi,ti farò scegliere il piatto che dovrò cucinare,però fammi un favore,sceglilo tra quelli che ti dirò,perché non sarei capace di cucinare i vostri piatti. Allora… Pasta, minestra o fritto?” Kisame ci pensò su: “Cosa friggi?” Risposi: “Fiori di zucca.” Annuì: “Interessante. Sceglierò questo. Per favore,posso aiutarti in cucina?” Scossi la testa: “Mi aiuterà Deidara,così si distrarrà dalla fame. E poi voglio scusarmi per la mia pessima accoglienza,quindi tu non muoverai un dito.” Deidara sbuffò: “Uffa… Perché io,un?” Risposi sorridendo: “Perché visto che sei un ottimo artista,sono sicura che farai un capolavoro anche in cucina.” Conoscevo il carattere e la mentalità di Deidara ed è un tipo molto orgoglioso,infatti come previsto, fece un sorriso compiaciuto: “In effetti sono un genio… Va bene,mostrerò la mia arte anche in qualcosa di semplicissimo come la cucina,un!” Presi gli ingredienti per la pastella e li misi sul tavolo: latte,farina e sale. Spiegai: “Io laverò e pulirò i fiori di zucca,mentre tu preparerai la pastella. Per te sarà un gioco da ragazzi,dato che l’impasto è un po’ come l’argilla quando è modellabile.” Lo stavo decisamente elogiando troppo. Sorrideva tutto tronfio e contento,prese la farina e la fece scendere nel piatto,prese il latte e ce lo versò sopra,poi aggiunse un pizzico di sale. Come faceva a sapere il procedimento? Beh,meglio per me. Lavai sotto il getto d’acqua i fiori e li misi ad asciugare su uno Scottex. Presi una piccola padella e ci misi l’olio da frittura,accesi il fuoco e lasciai che si scaldasse. Nel frattempo osservai Deidara:era maledettamente bravo,impastava meglio di un panettiere e aggiungeva gli ingredienti con una professionalità impressionante. Gli feci un complimento sincero: “Sei talmente bravo che è un piacere guardarti… Complimenti DeiDei.” Si girò e fece un sorriso raggiante: “Grazie! Hai ragione: è come l’argilla,un.” Continuò il suo lavoro e la pastella era perfetta,né troppo liquida né troppo collosa. Presi i fiori e tagliai il gambo e il pistillo,ma senza spaccare la corolla. Misi un pezzetto di pane nell’olio per vedere se era pronto: era ok. Intinsi i fiori nella pastella e poi li misi nell’olio. Fatto,non restava che aspettare che dorassero e si indurissero. Con le mani sporche di pastella picchiettai Deidara sul naso,sporcandolo. Il biondo socchiuse gli occhi: “Vuoi la guerra? E guerra avrai!” Si alzò e mi mise una mano in faccia,sporcandomela tutta. Risi e gli corsi dietro per restituirgli il “favore”. Entrambi eravamo sporchi di pastella e ridevamo come dei matti. Kakuzu e Kisame,ci guardavano come se fossero dei genitori pazienti coi 2 figli che si facevano i dispetti,mentre Hidan sembrava infastidito. Sussurrai all’orecchio di Deidara: “Tregua? Vediamo di far divertire un po’ anche gli altri.” Deidara annuì e urlò: “L’arte-è-esplosioneeee!!!” E si lanciò addosso a Kisame,facendogli il pizzetto con la pastella,io invece saltai verso Kakuzu e lo colpii sulla fronte,Kisame rideva di Kakuzu e Kakuzu sfotteva Kisame. Mi avvicinai a Hidan e avvicinai il dito alle sue labbra e con un tocco leggero,gliele sporcai di pastella,gli feci un sorriso e gli feci capire il messaggio: rilassati! Sorrise e finalmente si tolse quell’aria così cupa che non era da lui. Tirò fuori la lingua,leccandosi le labbra, disse: “Sei un po’ sporca qua.” Mi toccò la guancia e inaspettatamente la leccò,togliendo la pastella. Rimasi senza fiato,ma non volevo tornare al clima di tensione di prima,così lo lasciai fare. Aggiunse: “Anche qui.” Leccò il mento. “E pure qui.” Passò sullo zigomo,fece una smorfia compiaciuta e fece finta di accorgersi di qualcosa: “Sei sporca anche lì.” Indicò le labbra,sorrisi e me le pulii da sola: “Dove?” Rise e sembrava tornato l’Hidan calmo e spiritoso che era prima,ne fui molto contenta. Deidara allungò una mano verso sé stesso e la lingua della sua mano gli pulì la punta del naso,poi Deidara effettuò l’azione del detto *Una mano lava l’altra* e la bocca della mano sinistra pulì la destra. Kisame si era pulito con un tovagliolo che passò anche a Kakuzu. Controllai i fiori: erano ben dorati e dall’aspetto sembravano croccanti. Presi un piatto con della carta da forno e ci misi sopra il nostro pranzo. Ognuno di noi mangiava 4 fiori. Misi un pizzico di sale sui miei e me li gustai,il nostro gruppo occupava tutto il tavolo e il clima che si era creato sembrava quello di una famiglia o di un gruppo di amici di vecchia data. Kisame era soddisfatto: “Buoni! Non avevo mai mangiato dei fiori fritti!” Kakuzu mangiava lentamente: “Vero,sono molto gustosi.” Hidan sorrise: “La prossima volta la faccio io la pastella.” Ridacchiai e Deidara alzò la testa verso l’alto,col naso all’insù: “E’ tutto merito mio se il nostro pranzo è così buono! La pastella l’ho fatta io e tu,Hidan, non sapresti fare meglio di me!” Si era montato la testa,colpa mia. Hidan rise di gusto: “La prossima volta vedremo chi sarà il più bravo!” Kakuzu scherzò: “Non vale Hidan,ti sei già comprato un giudice!” Guardò nella mia direzione,alzai le mani: “Ehi Kuzu! Guarda che io sono neutrale! Non faccio favoreggiamenti.” Kakuzu e il mio io interiore dissero la stessa cosa nello stesso momento: “Seeeeh,come no!” Risi e ammisi: “Beh,forse un pochino sì.” Che meraviglia stare insieme! Mi sorpresi del mio cambiamento d’umore così improvviso,ma ne ero felice,perché preferivo essere contenta invece che triste. Proposi: “Volete il dolce?” Deidara esclamò: “Sììì!! Dango!!!!” Scossi la testa: “Mi dispiace DeiDei,non ho i dango qui.” Fece una smorfia. Kisame rispose: “Sì,un dolce ci starebbe bene. Cosa ci proponi?” Amavo la cavalleria di Kisame,pensai che saremmo diventati migliori amici. Risposi: “Cioccolata,tiramisù o panna cotta. Da bere succo d’ananas o ACE.” Mi sentivo una cameriera. Deidara chiese: “Cosa sono il tiramisù e la panna cotta?” Sorrisi: “Per saperlo li devi assaggiare,ti darò due piccole porzioni,così assaggerai e sceglierai.” Deidara annuì. Kisame disse: “Io tenterò con la cioccolata.” Kakuzu ci pensò su e poi rispose: “Io prenderò solo il succo d’ananas,la cioccolata fa ingrassare e penso già dal nome che la panna cotta o il tiramisù siano delle bombe caloriche…” Lo guardai contrariata: “Non sai cosa ti perdi Kakuzu,sei sicuro di non voler assaggiare nessun dolce?” Glielo leggevo negli occhi color smeraldo e rubino che era indeciso,cercai di farlo cedere: “Facciamo così,ne prenderai una piccola porzione e poi andremo tutti a farci una bella passeggiata sul lungo-lago,va bene?” Kakuzu cedette e annuì. Ora mancava solo il jashinista: “Io prenderò il succo ACE e la panna cotta!” Mi girai verso il frigo e tirai fuori i due cartoni dei succhi e le scatole che contenevano la panna cotta e il tiramisù,appoggiai il tutto sul tavolo,poi tornai davanti al frigo e mi abbassai per prendere la barretta di cioccolato per Kisame. Gliela porsi: “Ecco qua,Kisame.” Ringraziò,tolse la carta e addentò la barretta. Intanto tagliai le porzioni di tiramisù per Deidara e Kakuzu, poi presi la panna cotta sia per loro due che per Hidan. Diedi loro i piattini con il cucchiaio a fianco,poi versai i succhi a Hidan e a Kakuzu. Mi sedetti e osservai le loro reazioni. Kisame era estasiato e continuava a ripetere che la cioccolata gli piaceva moltissimo,Deidara aveva assaggiato i due dolci,ma era completamente indeciso,chiese timidamente: “Posso prendere entrambi?” Sospirai e gli diedi un’altra porzione di ambedue,lui sorrise contento e si fiondò sul suo dessert. Kakuzu mangiava cercando di nascondere l’espressione entusiasta,ma non ci riusciva. Hidan era deliziato: “Mmmh,squisito…” Avevo un sorriso da ebete in faccia e neanche impegnandomi riuscivo a toglierlo. Quando tutti ebbero finito di mangiare sparecchiai e Kakuzu si offrì per aiutarmi a pulire i piatti: io lavavo e lui asciugava. Terminate le pulizie della cucina Kakuzu fece un cenno verso la porta: “Io ora andrei a farmi quel giretto sul lungo-lago di cui mi hai parlato… Chi viene con me?” Kisame alzò la mano: “Io. Voglio vedere il posto in cui vive Andre.” Mi fece un sorriso e io ricambiai. Deidara annuì: “Vengo anch’io. Questo villaggio mi ispira molto!” Volevo correggerlo dicendogli che non vivevo in un villaggio,ma visto che era contento,decisi di non interferire col suo buon umore. Hidan scosse la testa: “Io voglio farmi un pisolino…” Kakuzu lo prese in giro: “Il solito pigrone… Beh,fa come ti pare,almeno starò un po’ tranquillo senza di te!” Hidan gli fece una smorfia infastidita e Kakuzu sogghignò. Tutti si girarono verso di me,curiosi. Dichiarai: “Io rimarrò in camera mia. Voglio realizzare il progetto che mi è venuto in mente su un disegno. Divertitevi e fate i buoni!” Il mio io interiore si mise a ridere di gusto: * Ahahahaha!! Ceeerto! Fate i buoni! Ma cosa sei? Il tizio della pubblicità dei panettoni!?!?* Ridacchiai al pensiero. I 3 salutarono e uscirono di casa. Hidan si sdraiò sul divano e si mise un braccio in faccia: “Aaaah,che pace… Mi addormenterò senza problemi.” Sorrisi e mi diressi in camera,accesi il computer,presi foglio,matita,gomma e temperino e mi sedetti sulla sedia per poter cominciare il mio disegno. Aprii una cartella nei Documenti e decisi di prendere ispirazione dalle immagini che avevo salvato nel corso del tempo su Hidan. Ne trovai una yaoi,lui e Kakuzu in una posa,ecco… Ehm… osè,diciamo,la vocina interiore si fece sentire: *Kukuku, osè? Dovrebbero arrestarti per le immagini che ti salvi! Fai schifo… * Alzai mentalmente un sopracciglio,pensai: *Dai un’occhiata stupido io interiore, e dimmi se anche tu non ti faresti arrestare pur di tenere un’immagine del genere!* Il mio io interiore,non è altro che me stessa,in tutto e per tutto,coi miei più oscuri desideri e la mia sincerità senza “censure”, e per questo concordò con me: *Effettivamente… SONO DA SBAVO *ç*!!! * Scossi la testa e mi venne un’idea,così disegnai. Circa 2 ore dopo osservai il mio lavoro: faceva schifo… Ero delusa da me stessa,ma ero stanca di riprovare e riprovare,così lasciai lì tutto e mi dissi: *Ci riproverò domani.* Uscii dalla camera e andai a controllare il jashinista. Era seduto sulla sedia e sul tavolo… C’era una bottiglia di vino vuota!!! Chiesi con gli occhi spalancati e le pupille dilatate: “Cosa hai fatto Hidan?” Si girò e rispose con un accento strano: “Niiiiente… Avevo solo sete e ho aperto il fri… il fri… Il fri-coso e ho preso quella roba da bere… Era così buona…” O io stavo sognando o Hidan si era davvero scolato un litro di vino rosso! Mi presi a sberle: no,non sognavo. Mi si accese un allarme: ATTENZIONE! Hidan ubriaco era pericoloso,molto… Fuori di melone com’era,chissà cosa avrebbe potuto fare! Mi avvicinai e cercai di tirarlo su dalla sedia: “Su alzati. Ti porto a letto. Non avresti dovuto bere quella roba!” Mi fece un sorriso sghembo: “Ehi dolcezza,da quando sono le donne a portare a letto gli uomini,eh? Mmmmh,però non mi dispiace.” Mi pietrificai e per poco non mi si slogava la mascella per lo stupore: “No Hidan, a letto ci vai solo per dormire e rimetterti col cervello collegato!!” Fece un espressione contrariata: “Ah no. Non vado a letto sciolo per dormire,te lo puoi sssciordare!” Era così ubriaco che cominciò a biascicare le parole. Non risposi e ringraziai il cielo di avere dei buoni muscoli,perché trascinare Hidan sul letto matrimoniale dei miei fu un’impresa. Lo feci sedere sul letto e feci per andarmene,ma lui mi prese per i fianchi e con uno strattone mi fece perdere l’equilibrio,così caddi sulle sue gambe. Mi avvicinò il viso all’orecchio e sentii il suo alito tremendamente “profumato” di vino: “Viscto? Ehehehe,sciei mia.” Cercai di alzarmi ma aveva serrato le braccia intorno alla mia vita e non ci riuscivo, cercai di far ragionare il suo unico neurone con la sbornia: “Hidan! Non sono di tua proprietà! Lasciami andare!” Scosse la testa e mi morse piano il collo: “Scì che sei di mia proprietà! E ora te lo dimossssctrerò!” Sembrava un incrocio con Orochimaru con quella S sibilante! Il mio desiderio per lui,era presente,ma non volevo che accadesse quando aveva bevuto come una spugna! Mi baciò dietro l’orecchio e mi leccò la nuca,mi vennero i brividi e la pelle d’oca. Hidan tolse un braccio e con quello sfiorò il mio,era il momento buono per tentare di sfuggirgli! Cercai di alzarmi,ma era maledettamente forte anche con un solo braccio. Ridacchiò: “Dove scperi di andare? Mi piace un po’ di resistenza,sciei così deliziosa…” Col braccio libero, andò sotto la mia felpa e gli mollai una testata sul muso. Fece un grugnito: “Mpf,la gattina ha tirato fuori la unghie,eh? Ora vedi…” Mi sollevò senza sforzò e mi buttò sul letto,veloce come un fulmine,si mise sopra la mia schiena a cavalcioni e mi bloccò. Si abbassò al mio orecchio: “Ti punirò per il tuo gescto.” Urlai: “Sei fottutamente ubriaco! Piantala Hidan!!! O giuro che ti castrerò a calci!” Rise e non era una risata divertita,era una risata sadica e mi fece paura. Cercai di farlo cadere dimenandomi. Mi tirò una pacca sul sedere: “Cosa scperi di fare? Ahahah,ora mi divertirò un po’.” Come fargli abbassare la guardia? Agitata come non mai mi venne in mente la soluzione più logica: portarlo dalla mia parte. Poteva funzionare. Mi fermai e rilassai il corpo,Hidan lo notò: “Sono riuscito a domare la tigre a quanto pare.” Gli feci un tono suadente: “Mmmh,posso morderti quelle labbra così belle? Ho sempre voluto farti mio…” Incrociai mentalmente le dita. Hidan si alzò e mi fece girare,mettendomi a pancia in su,si abbassò e mi baciò l’incavo del collo: “Puoi farmi quello che vuoi. Ma dopo che mi sarò divertito un po’.” Cazzo,merda e porca puttana… Anche da ubriaco era un dannato stronzo egoista… Tentai di convincerlo ancora,mi alzai un po’ e gli accarezzai il petto,mordendomi il labbro: “Dai… Fammi giocare per prima.” Fece un sorriso perverso e si leccò le labbra: sembrava un predatore con la sua vittima. Rispose: “Mmmmh,va bene…” Si tolse e cosa fece? Chiuse la porta a chiave!! Impallidii e il mio unico pensiero fu: *Sono fottuta…* Con un gesto provocatorio,si tirò in avanti i pantaloni e ci fece cadere la chiave, sogghignò: “Per sfuggirmi dovrai prenderla,tesoro. E non è detto che anche se tu riuscissi a prenderla ti lascerei andare.” Il mio io interiore non sapeva se saltargli addosso e accontentarlo o mettersi a urlare come un dannato. Presi fiato e mi allontanai lentamente,finendo con la schiena alla testiera del letto,Hidan si avvicinò e non potei fermarlo: con uno scatto mi tolse la felpa e la lanciò sul pavimento,poi mi sovrastò. Mi osservò con quel dannato ghigno: “Arrapi… Anche Jashin-sama sarà contento di quello che ti farò.” Il cuore batteva a una velocità inaudita e non sapevo più che fare,le avevo tentate tutte,ma quel coglione mi aveva complicato la situazione,mettendosi la dannata chiave nei boxer! Il mio io suggerì: *Beh,visto che non hai più scampo. Goditela!* Cambiai espressione e un fuoco mi fece incazzare: gli avrei strappato le mutande pur di sfuggire a questa situazione! Hidan allungò una mano verso il reggiseno,ma gliela bloccai con la mia. Si liberò quasi subito,ma non si accorse che gli stava arrivando un calcio nello stomaco: il vino gli aveva attutito i sensi oltre che a mandargli in pappa il cervello. Rotolò sul letto. Fece una smorfia: “Cominci a farmi arrabbiare… E quando mi arrabbio sono guai!” Mi spaventò,ma poi gli urlai: “Puoi andare a fanculo! Giuro che appena torni sobrio,ti infilerò la bottiglia nel” Mi era saltato addosso e mi stava togliendo anche i pantaloni. Lo spinsi ancora una volta e mi ritrovai in mutande. Rise: “Ahahaha,mi piaci… E più ti arrabbi più mi viene voglia di farti la festa! Sei arrapante quando mi insulti.” Oh santo Jashin, aveva perso totalmente la ragione e stavolta non c’era Kakuzu a salvarmi il sedere! Letteralmente… Tornò all’attacco,bloccandomi le braccia e le gambe. Le uniche armi che mi erano rimaste erano la testa e i denti. Tirò una spallina coi denti: “Non ho bisogno delle mani per svestirti del tutto!” Gli ringhiai: “E nemmeno io ne ho bisogno per tenerti a bada!” Gli morsi il labbro inferiore e tirai, di tutta risposta mi baciò,riuscendo a infilarmi la lingua in bocca. Il mio cervello fece “boom”,manco se Deidara ci avesse infilato una delle sue creazioni e avesse dato il famoso comando. Tolse le mani che mi tenevano ferme le braccia e mi prese il viso,tirandomi a sé. Cosa feci? Ci cascai in pieno e ricambiai il bacio. Senza che me ne accorgessi mi aveva tirato su e ora gli tenevo la vita con le gambe stando seduta sulle sue. In un gesto automatico gli presi la testa,affondando le dita nei suoi capelli. Giocavamo a una specie di tira e molla e per mia fortuna/sfortuna,la sua sbornia lo fece crollare. Prima di svenire del tutto,mi fece un sorriso: “Penso… di amarti…” Mi svenne tra le braccia e di punto in bianco mi sentii tremendamente colpevole: non solo avevo ceduto ai miei sentimenti,ma avevo permesso che Hidan si ubriacasse! Avrei dovuto metterlo subito in guardia su quel dannato vino!! Ancora una volta mi sentii una merda e avevo tutte le ragioni per sentirmi così! Lo distesi sul letto e andai verso la porta ma… Era chiusa… Mi girai e guardai di sottecchi i pantaloni di Hidan: NO! Non lo avrei denudato per uscire! Avrei aspettato il suo risveglio e gli avrei chiesto di prendere la chiave. Sicuramente sarebbe stato sobrio dopo il “pisolino”. Sentii dei rumori: Kakuzu e gli altri erano rientrati. Sentii che Kakuzu mi chiamava,risposi: “Sono qui!! Siamo chiusi qua dentro!!” Kakuzu tentò invano di aprire la porta,sentii che qualcuno si era avvicinato a lui. Era Deidara,che commentò: “Oh,ma brutti porci! Che state facendo là dentro,un!?!” Gli risposi: “Ma vai a cagare… Ne parliamo dopo… In pratica Hidan era ubriaco fradicio,ora sì è addormentato,ma la chiave ce l’ha lui per aprire la porta!” Kakuzu chiese perplesso: “E che problema c’è se la chiave ce l’ha lui?” Sbottai: “Ce l’ha nei boxer! Ecco dove sta il problema!” Kakuzu borbottò: “Un grosso problema…” Alzai un sopracciglio: cosa intendeva dire Kakuzu? Il mio io interiore commentò: *Yaoi,yaoi,yaoi,yaoi,yaoi… * Ehm,meglio non saperlo… Deidara rise: “Ahahaha,avanti Andrew,fai la brava e ruba la chiave all’uccellino! Ahahah è per una buona causa!” Rideva di gusto… Ringhiai: “Appena esco di qui ti cucio le altre 3 bocche! E piantala di fare lo spiritoso!” Kisame,che si era appena avvicinato,chiese preoccupato: “Non ti ha fatto niente Hidan,vero?” Arrossii molto ripensando a pochi minuti fa: “Ehm,no no…” Sentii un movimento alle mie spalle e mi voltai di botto: Hidan si era svegliato. Mugugnò: “Dove sono? E perché tu sei in mutande? E che cacchio ho nei boxer?!?” Con nonchalance si controllò e tirò fuori la chiave: “Ma che caz…? E questa che ci fa qui???” Mi ero rivestita e appena vidi la chiave,tirai un sospiro di sollievo,chiesi: “Non ti ricordi niente di quello che hai combinato?” Hidan spalancò gli occhi: “Oh per Jashin! No! Non mi ricordo nulla! Che ho fatto??” Gli spiegai tutta la storia e diventò pallido quando gli dissi la parte finale. Disse: “Non ti avrò mica fatto male?!?” Risposi: “No no… Non mi hai fatto male.” Sembrò sollevato: “Meno male… Ma… Davvero ti ho fatto e detto quelle cose?” Annuii diventando rossa, e pensai al detto: *In vino veritas* voleva dire che Hidan mi amava? Per saperlo bastava chiedere,mi schiarii la voce: “Pensi di amarmi?” Hidan rimase a bocca aperta: “Io… ehm…” Gli misi un dito sulle labbra: “Non ti costringerò a dirlo. Lo dirai quando lo vorrai… Ora per favore,apri quella dannata porta.” Si alzò e aprì la porta,però barcollò e fece un gemito: “Cazzo… Credo che sto per sboccare…” Kisame lo prese per le spalle e lo portò in bagno,corsi subito ad aiutarlo. Kisame mi ordinò: “Tienigli la collana mentre rimette… Intanto vado a prendere dell’acqua.” Mi chinai verso Hidan e gli tenni la collana per evitare che la sporcasse. Poverino,aveva le convulsioni e imprecava a mezza voce tra un boccheggio e l’altro. Chiesi: “Stai meglio?” Rispose con un filo di voce: “Meglio,ma comunque di merda… Giuro che diventerò astemio…” Alzai gli occhi al cielo:non ci credevo che avrebbe smesso. Si tirò su mentre Kisame era tornato con un bicchiere d’acqua,me lo porse e io lo appoggiai alle labbra di Hidan: “Bevi…” Bevve l’acqua a piccoli sorsi. Kisame gli chiese: “Riesci ad alzarti?” Hidan tentò di alzarsi ma gli girava la testa e per poco non cadeva,ma per fortuna Kisame lo prese in tempo e lo fece appoggiare alle sue spalle. Lo portò in camera e lo mise sul mio letto. Kisame tornò indietro e comunicò: “Si è addormentato…” Kakuzu scosse la testa: “Doveva averci dato dentro con l’alcool per ridursi così.” Risposi: “Un litro a giudicare dalla bottiglia vuota sul tavolo…” Deidara girò il coltello nella piaga: “Cosa avete fatto là dentro? Eh? Non vi si può lasciare soli neanche un attimo!” Gli mollai una sberla e inveii contro di lui. Era sera tardi ed ero fuori gioco,avrei dormito sul divano. Mi distesi e mi addormentai di colpo.

Kaboom! Mai lasciare del vino in casa se ci sono degli Akatsukiani in giro! Ho lasciato un po’ le briglie con questo capitolo. Il capitolo 5 non tarderà ad arrivare. Per favore commentate e date suggerimenti: sono ben accetti! Se avete idee per qualcosa che vorreste che accadesse io sono disponibile :D Grazie e al prossimo capitolo! 

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Capitolo 5
*** 5° Giorno Venerdì- Una giornata da paura ***


Qualcuno mi scosse con energia,svegliandomi: “Mmmmh… Che c’è?” Ero talmente stanca e assonnata che non avevo la forza di arrabbiarmi. Mi strofinai gli occhi mentre mi alzavo lentamente per mettermi seduta,osservai distrattamente dov’ero e ricordai tutto. Guardai chi fosse stato a svegliarmi: Kakuzu. Mi chiese: “Sei sveglia? Ho 2 notizie,una buona e una cattiva…” Sbuffai: che bel risveglio,neanche il tempo di accendere il cervello che già mi sento dire che c’è qualcosa che non va. Borbottai: “Problemi… Problemi,sempre problemi… Ma che palle… Dimmi la cattiva Kakuzu,preferisco arrabbiarmi e/o preoccuparmi prima di gioire…” Si grattò la nuca e sembrava preoccupato: “Ecco… vedi… Hidan è… scomparso…” Saltai in piedi facendo spaventare Kakuzu e urlai: “COSA!?!? HIDAN E’ SCOMPARSO!?!? Ma che razza di ninja siete se manco un vostro collega riuscite a controllare!?!? Oh cacchio… Chissà cosa starà facendo!!” Mi disperai per un po’ e Kakuzu mi lasciò sfogare,poi commentò: “Ehm,guarda che non è un bambino… Insomma,sa cavarsela da solo… E poi perché mai dovremmo controllarlo? Non mi pare che tu ci abbia chiesto di fare una cosa del genere…” Mi bloccai: “Ehm… Già… Sì,scusa… Sono una stupida.” Sorrise: “Già.” Lo guardai seccata,ma capii dalla sua espressione che lo aveva detto con affetto e lasciai perdere. Mi misi le mani tra i capelli e cominciai a torturarli tirando le ciocche,in preda al nervosismo. Perché quel ragazzo riusciva a farmi venire i capelli bianchi? Sarei diventata una 60enne in meno di una settimana… Kakuzu mi mise una mano sulla spalla: “Su,non ti preoccupare,lo troveremo. Magari è solamente andato a farsi un giro per schiarirsi le idee,potrebbe tornare anche da solo. Intanto… Vuoi sapere la buona notizia?” Annuii senza guardarlo e continuai a fissare le mie ginocchia mentre tormentavo la frangia. Chiamò: “Puoi venire…” Sentii dei passi e alzai lo sguardo: rimasi stupita! Un tipo alto,coi capelli neri legati in una coda,mi salutò: “Buongiorno…” Era Itachi Uchiha. Mi alzai e gli strinsi la mano: “Buongiorno anche a te,Itachi… Non mi aspettavo che saresti arrivato tu. Sei tra i più famosi qui,lo sai?” Alzò le spalle: “Non mi piace essere al centro dell’attenzione… E nemmeno io mi aspettavo minimamente di ritrovarmi qui…” Sapevo che era di poche parole e particolarmente impassibile,ma così era troppo anche per le mie aspettative! Feci un’espressione un po’ perplessa: “Ehm,ok Itachi…  Hai bisogno di qualcosa?” Scosse la testa e tacque. Mancavano solo i grilli a fare: “Cri cri!! Cri cri!” Come si vede nei film… Poi mi venne un’illuminazione: “Itachi! Tu puoi vedere il chakra con lo sharingan! Riusciresti a vedere quello di Hidan?” Alzò un sopracciglio: “Non ho mai usato lo sharingan su Hidan,anche se lo vedessi,non lo riconoscerei.” Feci un “ah” scontento e mi sedetti,poi pensai: *E meno male che questa era la buona notizia… Kakuzu non sa proprio riconoscere una cosa buona da una cattiva… va beh,questa non era buona,ma non la posso chiamare neanche cattiva,almeno oltre a Kisame,c’era qualcun altro sano di mente.*  Deidara entrò in soggiornò e diede fuoco a Itachi con lo sguardo: “Mpf… Ciao Uchiha.” Accentuò la voce sul cognome di Itachi. Si sedette al mio fianco e continuò a guardarlo in cagnesco. Perfetto! Ma quanto faceva schifo questa giornata?? Prima la scomparsa di Hidan,poi la freddezza di Itachi e ora Deidara incazzato! Cosa poteva accadermi ancora? Il mio cellulare suonò e risposi: “Pronto?” Mi rispose mia madre: “Ciao Andre. Come va lì?” Risposi mentendo: “Alla grande mami… Ma non avevi detto che l’imprevisto era solo per ieri? Dove siete adesso?” Rispose: “Siamo da tua zia… Non si è sentita bene e dobbiamo rimanere qui anche perché la Focus è dal meccanico… Non so quando torneremo. Ascoltami bene: non fare disastri,non aprire a nessuno (intendeva il cancello e la porta,in pratica ero segregata in casa…) e fai attenzione!” Sbuffai: “Altri ordini?” Mi mandò a quel paese e poi mi salutò.  Beh,meglio così: non mi sarei dovuta preoccupare della presenza dei miei. Spinsi la spalla di Deidara con una mano per richiamare la sua attenzione: “Vieni con me. Andiamo a cercare Hidan.” Non disse di no,probabilmente voleva togliersi dagli occhi Itachi. Presi il giubbotto e mi infilai degli stivali alti,aprii il cancello e presi le chiavi: “Andiamo a cercare Hidan,voi fate attenzione e chiamatemi sul cellulare se torna o se ci sono problemi.” Uscii senza aspettare una risposta e il biondo mi seguì senza fiatare. Dopo 5 minuti di camminò,si sfogò: “Quanto mi sta sul culo Uchiha… Vorrei farlo saltare in aria!” Risposi: “Lo so che ti sta sul culo… Ti ha sconfitto e umiliato,così sei stato costretto ad unirti all’organizzazione… E ora tu serbi rancore nei suoi confronti.” Mi guardò e ghignò: “Sai una cosa?” Risposi incuriosita: “No,cosa?” Rise: “L’argilla rosa!” Lo corressi: “Si dice “la merda rosa” però penso che tu lo abbia storpiato a tuo piacere,vero?” Sbuffò: “Con te è noioso! Sai sempre tutto!” Mi indignai: “E’ stato noioso quando t’ho riempito di pastella? O quando ho dato una sistemata al nido di merli che hai in testa?” Sghignazzò: “Va bene,quello era divertente… Ma com’è che hai chiamato i miei capelli? Credo di non aver sentito bene…” Risposi convinta: “Nido di merli… Hai sentito perfettamente.” Fece una mossa con le dita e comparvero dei C1,sbarrai gli occhi: “Cosa hai intenzione di fare?!” Rise: “Ora vedrai.” Lanciò i ragnetti verso di me e urlò: “Katsu!” Ci fu un’esplosione e io saltai indietro cadendo col sedere sul cemento,sbottai: “Brutto stronzo… Mi si sono rovinati i jeans bianchi!!!” Mi lanciò un altro ragnetto e diede di nuovo il comando,mi rialzai abbastanza in fretta da poterlo evitare e lui rispose scuotendo la testa: “Finché non mi porterai un po’ di rispetto,ti bombarderò di C1 e se insisti,passerò al C2!” Urlai: “Ma questo è un ricatto! TI RICORDO CHE COMANDO IO!!” Sbuffò: “Sembri Pain…” Mi lanciò un'altra creazione d’argilla che mi esplose molto vicino: “Deidara… O la pianti o ti faccio dormire nel pollaio anziché in camera mia! E non cucinerò per te!” Si fermò per un attimo,poi rise ancora: “Sei proprio Pain in versione femminile e senza piercing! Ahahaha! Va bene,la smetto. Andiamo a cercare il tuo bello…” Diventai rossa: “Non è il mio bello!!” Deidara alzò un sopracciglio: “E io sono Sasori… Si vede lontano un miglio che c’è interesse reciproco. E poi… Pensi che non ci accorgiamo dei vostri piccoli gesti? Anche se non sembra siamo tutti svegli e attenti.” Desiderai che una voragine si aprisse sotto i miei piedi: “Se fosse come dici tu,staremmo già insieme,no?” Scosse la testa: “E’ solo questione di tempo… poi diventerò zio.” Se prima ero rossa,ora non so che colore avessi: “DEIDARA! Sei completamente fuori strada! Hidan è solo un amico molto speciale! E… perché hai detto che diventerai zio?” Sorrise: “Convinta tu… Io non ci credo che è solo un “amico speciale”. E poi… Non hai mica detto che mi vedi perfetto come fratello?” Sorrisi,che cosa dolce che aveva detto: lui zio, perché io ero sua “sorella”! Feci un finto sbuffo: “Chiariamo una cosa,io non voglio per nessuna ragione dei figli, 1° sono troppo giovane 2° io e i marmocchi non andiamo per niente d’accordo! Però sei riuscito a commuovermi DeiDei,ma non montarti la testa: non diventerai mai zio.” Rise e finii per ridere anch’io. Ricominciammo le ricerche per un bel po’ e cominciò ad imbrunire e a fare più freddo. Mi strinsi nel giubbotto e sospirai: nessuna traccia di Hidan. Deidara disse: “Ormai è buio… Torniamo indietro. Lo cercheremo ancora domani se non dovesse tornare oggi.” Annuii triste e tornammo a casa. Kisame ci accolse alla porta: “Meno male! Siete tornati! Cominciavo a preoccuparmi! Notizie di Hidan?” Scossi la testa mentre mi toglievo gli stivali e il giubbotto. Andai sul divano e mi sdraiai a pancia in giù,affondando il viso in un cuscino: ero molto amareggiata e in pensiero. Kakuzu sussultò e disse: “Oh cavolo… Guardate qui!” Mi alzai e guardai il punto indicato da Kakuzu su un giornale e rimasi a bocca aperta,l’annuncio diceva: “Omicidi nel Varesotto! Un ragazzo sui vent’anni ha assassinato 2 persone in pieno giorno!” Tutti guardammo la foto dell’articolo: Hidan trasformato per il rito di Jashin! Impallidii: “Non è possibile… Come ha potuto?” Kisame lesse: “Questo ragazzo non è conosciuto da nessuno e a quanto pare,si è travestito come un sadico personaggio manga e ha assassinato due uomini proprio con lo stesso cruento rituale di questo suddetto personaggio! La polizia ha cominciato le indagini ma non hanno trovato tracce.” Un silenzio tombale cadde nella casa. Deglutii e ordinai: “Copritevi bene ragazzi… Andremo fin lì volando… E recupereremo quello svitato!” Mi guardarono come se avessero visto un alieno e aggiunsi: “Non è una richiesta,è un ordine! Deidara,prepara il C2…” Stava per ribattere ma feci uno sguardo che non ammetteva repliche e richiuse la bocca,uscendo dalla casa. Kisame,Itachi e Kakuzu mi comparirono davanti e indicai la porta con la testa,uscirono tutti tranne Itachi,che chiese: “Sei sicura di quello che stai facendo? Hidan potrebbe essere parecchio turbato e quindi potrebbe essere in preda a un raptus omicida…” Annuii: “Potrebbe essere colpa mia… E tengo moltissimo a quel sadico assassino! Voglio solo che torni e che spieghi perché l’ha fatto!” Non rispose e uscì,lo seguii. Deidara aveva preparato il C2: un grosso dragone d’argilla. Kakuzu non era molto convinto: “Non sono sicuro che sia la cosa giusta… Ma temo che poi partiresti da sola,e che potresti finire nei guai e non voglio averti sulla coscienza.” Sorrisi: “Grazie Kuzu. Ma non ti preoccupare,non finirei nei guai.” Kisame fece una smorfia: “Il mio elemento è l’acqua… non credo che volare faccia per me…” Deidara lo prese in giro: “Dai fifone. Le mie creazioni sono sicurissime a meno che non dia il comando di esplodere…” Kisame salì poco convinto sul dragone e tutti imitammo il suo gesto. Deidara fece alcuni movimenti con le mani e il dragone si mosse,librandosi nella notte. Kisame strinse Itachi per la paura dell’altezza. Sul dragone,Deidara era davanti,io dietro di lui,Kakuzu dietro di me,Itachi dietro Kakuzu e Kisame… Beh,in fondo al dragone! Il povero Itachi si lamentò: “Kisame! Mi stai soffocando! Non ti preoccupare: non cadi!” Kisame lo strinse più forte: “No no no!!! Deidara fammi scendere!!! Vi seguirò a nuoto o a piedi! Ma ti prego fammi scendere!!!” Sentii Deidara sogghignare e fece alcuni movimenti con le mani: il dragone cominciò a fare delle virate! Poi scese in picchiata. Non mi sentivo nemmeno io a mio agio e strinsi il dinamitardo temendo di cadere,Deidara ridacchiò mentre Kisame cercò di soffocare un grido. Il dragone fece un rapido movimento e con un colpo sbattè le ali,riprendendo quota,cominciai a stancarmi delle esibizioni di Deidara e gli urlai per sovrastare il vento: “Deidara piantala di fare cazzate!” Lui rise: “Mi sto solo divertendo un po’!” E fece fare acrobazie ancor più pericolose al C2. Kakuzu e Itachi erano gli unici,oltre a Deidara,ad essere calmi. Notai che Kakuzu si era fatto una specie di cintura di sicurezza con le sue fibre nere,mentre Itachi era calmissimo perché lo è sempre ma cominciava a perdere la calma per colpa di Kisame,che continuava a fare urli soffocati e a stringere sempre più forte il povero Uchiha. Itachi esplose: “Deidara! Piantala! Kisame mi sta uccidendo per colpa tua!” Deidara fece spallucce: “Embè?  A me che importa? Sono problemi tuoi.” Gli tirai un pugno sulla schiena: “Fa come ti dice,anche io sono stufa di fare ‘sti giri del cavolo! E se non la smetti ti strapperò i capelli coi denti!” Deidara borbottò qualcosa,probabilmente un insulto e fece volare normalmente il C2. Passò mezz’ora,poi vedendo un cartello stradale dall’alto,annunciai: “Siamo arrivati nel posto in cui hanno avvistato Hidan!” Deidara diede un altro ordine e il C2 scese lentamente,fino ad atterrare in un parco deserto. Kisame saltò giù e abbracciò un albero: “Grazie grazie grazie!! Oh,amata terra! Quanto mi sei mancata!” Itachi sbuffò: “Almeno ha smesso di stritolare me e si sta sfogando sull’albero…” Chiesi: “Voi che rintracciate i cercoteri,saprete sicuramente da che parte cominciare per trovare Hidan. Giusto?” Deidara tossì,Kakuzu guardò da un’altra parte,Kisame continuò a tenere abbracciato l’albero. Guardai Itachi,che rispose tranquillo: “Non esattamente. Ci limitiamo a cercare nel posto indicato,poi di solito è il cercoterio,o meglio, la forza portante a cercare noi per sconfiggerci.” Mi diedi una manata in faccia e feci scendere pesantemente la mano,li guardai e scossi la testa. Sospirai: “Uff… D’accordo… Itachi,cerca con lo Sharingan,un chakra forte,qualsiasi che tu consideri potente…” Lui annuì e sussurrò: “Sharingan!” Si guardò intorno e per un attimo sparì,Kisame mi rassicurò: “E’ andato a controllare,tornerà tra pochissimo.” Tre minuti dopo tornò indietro: “Ho trovato un chakra particolare a circa un chilometro e mezzo da qui.” Kisame tirò un sospiro di sollievo: “Fantastico,almeno potremo camminare invece di volare!” Deidara ridacchiò e Kisame lo fulminò con lo sguardo. Guardai Itachi e gli sorrisi: “In fondo… sono felice che sia arrivato tu.” Mi parve di vederlo sorridere,ma essendo buio,non ne ero per niente sicura. Mi venne in mente un problema: “Ehm,ragazzi… Io… non sono veloce come voi a correre e so tantomeno saltare sugli alberi… Come farò a starvi dietro?” Kakuzu sbuffò: “Dovresti farti qualche anno all’accademia ninja… Per ora… Ti porterò io.” Lo guardai per traverso: “Cosa intendi dire con “ti porterò io”? Non vorrai mica…” Kakuzu annuì sbuffando: “Sì,hai capito. Ti porterò tenendoti sulla schiena.” Detto questo si abbassò e spostò indietro le braccia,esitai,poi mi avvicinai,appoggiai le mani sulle sue spalle e Kakuzu mi ordinò: “Salta su.” Gli dissi preoccupata: “Ma ti farò male alla schiena! Peso troppo per te!” Sbuffò: “Muoviti,non sono un rammollito e poi sono un ninja,potrei sollevare il tuo pullman con una mano. Ora salta prima che cambi idea e ti trascini per la strada!” Non esitai oltre e gli saltai sulla schiena,mi prese e mi sistemò meglio,gli misi le braccia al collo e strinsi le gambe alla sua vita. Chiese: “Da che parte Itachi? Facci strada.” Itachi fece un salto e sparì alla vista,Kakuzu sussurrò: “Tieniti forte…” Gli obbedii senza pensarci due volte e giusto in tempo,perché terminata la frase spiccò un salto e cominciò a correre,saltando un po’ sui rami e un po’ sulle auto parcheggiate e sui muretti. Era fantastico stare in groppa a nonno Kakuzu! Era velocissimo e sicuro nei suoi movimenti,gli sussurrai: “Potresti portarmi ogni mattina a scuola così?” Scosse la testa: “Tu sei pazza…” Risi: “Può darsi. In fondo sto convivendo con dei criminali,quale persona sana di mente lo farebbe?” Non rispose e vidi che Deidara e Kisame ci correvano a fianco,ma non vedevo Itachi,chiesi a Kakuzu: “Ma dov’è Itachi? Io non lo vedo.” Rispose: “E’ 5 metri più avanti. Lo vedo e lo sento. Quando ti entrerà in quella testa che sono un ninja?” Non risposi. Dopo poco Kakuzu si fermò e mi appoggiò a terra,Itachi indicò un edificio abbandonato o in costruzione,non si capiva, e annunciò: “Il chakra che ho sentito proviene da lì dentro.” Kisame commentò: “Ma che bel posticino si è scelto l’immortale…” Camminai in avanti verso l’edificio e oltrepassai senza problemi la rete arancione che si può trovare nei cantieri. Faceva freddo lì dentro e tutto era decadente,mi sentivo in un film dell’orrore… Chiamai: “Hidan… Sei qui?” Sentii dei rumori verso una delle tante stanze vuote e spoglie che c’erano nell’edificio e mi diressi verso quei rumori. Sussurrai: “Hidan…” Girato di spalle,appoggiato con le mani alla finestra, Hidan faceva quasi paura: sembrava pericoloso e mille allarmi mi suonavano nella testa avvisandomi che non era una bella situazione e che mi conveniva levar le tende. Si girò lentamente e vidi brillare la collana e il suo ghigno alla luce della luna,gli occhi luminosi che mi osservavano nella semioscurità della stanza. Chiesi,col cuore che cominciava a battere più veloce: “Cosa ci fai qui? E perché hai ucciso quelle due persone?” Sentii una specie di sbuffo e una risata bassa che mi fece accapponare la pelle: “Le ho uccise per divertimento! E Jashin-sama è stato molto contento di aver ricevuto il mio dono. Cosa ci faccio qui? Ahah… Potrei farti la stessa domanda.” Tremai, il tono della sua voce era basso, sembrava una minaccia. Deglutii e presi fiato,risposi: “Sono qui perché voglio che tu torni a casa… Ero preoccupata e io e Deidara ti abbiamo cercato tutto il giorno… Poi… Abbiamo visto la tua foto su un giornale e siamo venuti a cercarti…” Scosse la testa: “Preoccupata? Per me? Ahahah… Anche tu mi prendi in giro alle spalle… Come tutti gli altri stronzi che ti sei portata appresso. Nessuno si preoccupa per me! Per me c’è solo odio e paura,nient’altro!!” Mi spaventò e lui se ne accorse: “Visto!?! Anche tu stai tremando di paura davanti a me!! Sei falsa e mi hai mentito!! Non è preoccupazione,la tua è paura!!!” Mi sentii male e un dolore mi colse il petto: “Ora… mi fai paura. Ma prima di tutto ciò,non ne ho mai avuta nei tuoi confronti. Ero sommersa dall’ansia quando Kakuzu mi aveva detto che eri scomparso! Mi avevi promesso che finché avresti potuto saresti stato con me!! Ma sei scappato!” Mi bruciarono gli occhi. Hidan mi fissava in silenzio,un silenzio tremendo che mi fece ricordare il mio incubo… Sentii come se mi fosse esploso qualcosa e ricordai quali dannati presagi portassero i miei sogni: i miei sogni,non sono normali,mi fanno vedere dei piccoli flash delle cose che mi accadranno e mi avevano predetto questo… Indietreggiai,gli occhi che cominciavano ad annebbiarsi per le lacrime trattenute. Sussurrai: “Non ti ho mai odiato… Non mi sono mai presa gioco di te… E la paura di adesso… è quella di perderti.” Sentii il bisogno di andarmene,di scappare,di sottrarmi alla presenza di Hidan,mi voltai e camminai verso l’uscita. Vedevo tutto grigio,vuoto,spento,privo di vita e non mi sentivo il corpo,mi sembrava di essere un fantasma o qualcosa di simile. Hidan mi aveva bloccato l’uscita,sbarrandola col suo corpo e mi chiese con rabbia: “Perché hai paura di perdermi? Perché poi non avresti di che divertirti?! Eh? Cosa provi nei miei confronti!?!?” Alzai piano lo sguardo e come se fosse la confessione di un crimine,sussurrai: “Provo amore…” Tacque e rimanemmo così,l’uno davanti all’altra, guardandoci negli occhi.
Non siamo vicini alla fine! Perlomeno non alla fine di questa storia. Il sesto capitolo arriverà tra un po’,penso che la scuola mi darà dei problemi… Cosa ne pensate? Spero di averlo reso un po’ interessante e spero non smielato o troppo… da soup opera xD (Sono una romantica,rischio di danneggiare le FanFiction) Please,comment! E sono sempre disponibile a suggerimenti,anzi,sono ben accetti! Un abbraccio da HidanJashinist \(^O^)/ 

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Capitolo 6
*** 6° Giorno Sabato-A sentimenti scoperti ***


Quanto tempo era passato? Secondi? Minuti? Non saprei dirlo,so solo che quel dannato silenzio dopo aver rivelato quello che provavo,mi stava uccidendo. Hidan era davanti a me,con uno sguardo che non capivo e aspettavo che mi rispondesse. Si allontanò lentamente e sussurrò: “No… Non è vero… Mi stai ancora prendendo in giro.” Sembrava scosso,quasi impaurito e faceva male: “No. Come fai a non capire che non ti sto mentendo? Che sono qui col cuore in mano e che ti sto dicendo i miei sentimenti? Perché non capisci?” Non so quanto sarei riuscita a reggere in quel modo,ero sul punto di scoppiare. Hidan indietreggiò: “Io… Non lo so… Perdonami se non ho mantenuto la mia promessa… Scusa.” Scomparve. Provavo solo dolore,un male alla testa e una morsa nel petto, che mi fecero rimanere senza fiato,caddi in ginocchio sul cemento e lasciai che le lacrime scendessero senza ritegno. Battei un pugno per terra,facendomi male e il mio pensiero urlava chiedendo perché. Arrivarono gli altri. Kisame chiese preoccupato: “Che è successo? Dov’è Hidan?” Itachi rispose per me: “Non è qui… Non sento il suo chakra…” Sussurrai con un filo di voce: “Lui non mi ha creduto… Se n’è andato…” Kakuzu e Deidara si guardarono senza sapere che fare,Kisame mi abbracciò dandomi un po’ di conforto e Itachi sospirò,si girò e scomparve. Kisame mi consolò: “Vedrai che tornerà. Itachi è andato a cercare il suo chakra. Non so cosa sia successo qua dentro,ma non ti preoccupare,abbi fiducia.” Fiducia? La fiducia e la speranza sono sempre con me quando si tratta di Hidan… Ma ora… Non so cosa pensare. Lo guardai: “Io non posso far altro che sperare… Non posso fare nient’altro.” Itachi tornò indietro e Kisame lo guardò speranzoso ma lui scosse la testa. Kakuzu mi si avvicinò: “Torniamo a casa. Conosco Hidan. E non ha mai fatto una cosa del genere,anch’io sono sorpreso…” Mi alzai e senza dir nulla,mi allontanai.
 

-H. 6:00

Eravamo a casa da poco e io ero distrutta e stanca per aver trascorso tutta la notte in piedi,gli altri erano ancora svegli e vigili essendo abituati a momenti anche peggiori del mio. Itachi,Kisame e Deidara erano seduti al tavolo da pranzo a parlare dei possibili spostamenti di Hidan,Kakuzu invece era seduto sul divano,vicino al bracciolo, mentre io ero dall’altra parte del divano,sdraiata con una coperta e combattevo col sonno. Ad un certo punto Kakuzu alzò lo sguardo e inarcò un sopracciglio guardando verso la porta della mia camera,chiesi: “Cosa c’è Kakuzu?” Rispose mentre si alzava per andare a controllare: “Ho sentito qualcosa…” Aprì la porta ed entrò,subito dopo uscì e urlò: “Deidara!! Ho una bella sorpresa per te!” Deidara si alzò incuriosito e anche lui andò a vedere,sentii che urlò: “Sasori-sama!!!” Sbadigliai assonnata e feci un mezzo sorriso: almeno Deidara era contento… Parlottarono un po’ all’interno della stanza e dedussi che stavano spiegando tutta la storia a Sasori. Mi girai con la pancia verso il poggia-schiena del divano e chiusi gli occhi: non ce la facevo più a restare sveglia. Sentii che Deidara parlava di me: “Quella che dorme è Andrea! E questa è la sua casa, ci ha permesso di vivere con lei.” Sentii la voce di Sasori molto fioca,cominciavo a sprofondare nel sonno: “Ah… Bene… Sai una cosa? La vedo perfetta come marionetta,sembra avere una buona muscolatura…” Deidara sbottò: “No! Non puoi farci una marionetta! Ormai mi ci sono affezionato!! Ha detto che mi vede come un fratello!” Feci un sorriso mentalmente,poi mi addormentai.

-Sei ore dopo

Aprii un occhio e mi guardai in giro,poi aprii anche l’altro e mi alzai,mettendomi seduta, e mi massaggiai la testa. Deidara mi tirò un colpetto: “Alla buon ora! Saluta Sasori-sama!” Mi girai e osservai la scena: Deidara aveva un sorriso a 32 denti,mentre Sasori mi guardava con uno sguardo calmo,rassicurante: *Oddio, Sasori rassicurante… Ora le hai dette proprio tutte,eh?* Il mio io interiore era sempre pronto a punzecchiarmi… Salutai,cercando di avere uno sguardo il più gentile possibile: “Ciao Sasori. Piacere di vederti in carne e ossa per la prima volta.” Allungò una mano e io gliela strinsi,notai i segni delle giunture tra il braccio e il polso: “Ciao Andrea… E così hai accolto a braccia aperte sei membri di un’organizzazione criminale,me compreso? Devo dire che hai fegato.” Sorrisi: “Nel mio mondo non avete motivo di uccidere nessuno,non c’è Pain a comandarvi o comunque nessuno che da ordini. Siete semi-liberi qui. Dico “semi” perché delle piccole regole ci sono anche qua. Spero che ti piaccia restare qui.” Sasori annuì: “Hai ragione,non c’è Pain a comandare. Ma uccidere è nella nostra indole. Ti senti ancora così sicura?” Risposi con calma: “Se mi volevano morta,ci avrebbe già pensato Hidan al primo giorno a togliermi dalla circolazione…” Una nota amara comparve nella mia voce e Sasori se ne accorse: “Problemi con Hidan? Effettivamente quel tipo non è tutto a posto,ha un carattere e un atteggiamento orrendi.” Lo bruciai con lo sguardo: “Non osare parlar male di Hidan. Io lo adoro in tutto quello che è! E tutti hanno dei difetti,tu compreso!” Sembrava sconcertato dalle mie parole: “Ti piace Hidan? Sul serio? Oooh… Sei la prima persona a dire una cosa del genere! A quanto pare il suo amato dio Jashin gli ha fatto un regalo…” Non sapevo se essere lusingata o offendermi… Non gli risposi,mi alzai e mi stiracchiai,sentendo un “crack” alla schiena: “Ahi…” Dormire sul divano non è molto salutare per me… *Sei peggio di una vecchia,ah-ah-ah!* Alzai gli occhi al cielo. Andai ai fornelli e preparai qualcosa da mangiare per tutti,tranne che per Sasori: da quel che sapevo lui non aveva bisogno di mangiare. Essendo in cinque,andai a prendere la sedia della scrivania e la misi vicino alle altre. Kisame,Itachi,Kakuzu e Deidara si sedettero al tavolo mentre Sasori rimase sul divano. Non si parlava al tavolo da pranzo e invece dell’acqua,in tavola avevo messo della birra che mi aveva regalato una mia conoscente,la aprii e me ne versai un bicchiere. Kisame mi guardò con uno sguardo di rimprovero e anche Itachi aveva lo stesso sguardo,li rassicurai: “State tranquilli,non ho intenzione di ubriacarmi, avevo voglia di qualcosa di amaro e ne bevo solo un bicchiere. Lo prometto.” Kisame non era ancora convinto e si portò due dita indicando i suoi occhi e poi girò la mano verso di me,il messaggio era chiaro: *Ti tengo d’occhio!* Sorrisi e ammiccai,Itachi invece si era già rassicurato e nel vedere il gesto di Kisame sorrise e tornò a mangiare con calma. Finito il pranzo rimisi tutto a posto,andai verso il divano e controllai il cellulare: 1 nuovo messaggio. Mentre lo aprivo mi sedetti: “Ciao Andre,hai mangiato? Staremo via ancora due giorni, tuo zio ti porterà alla fermata dell’autobus e ti verrà a prendere quando tornerai da scuola. Ciao un bacio. Mamma.” Che colpo di fortuna,sarebbe stato tutto più facile senza i miei. Kakuzu mi chiese: “Andiamo a cercare Hidan?” Chiusi gli occhi e inspirai,poi risposi: “No… Non lo cercheremo più. Lui non vuole farsi trovare,quindi è inutile che andiamo a prenderlo se sappiamo che scapperà di nuovo. C’è qualcosa che lo fa sentire insicuro e io,per quanto voglia riportarlo qui,non ho il diritto di obbligarlo e poi l’hai detto anche tu che non è un bambino e che sa cavarsela da solo.” Kakuzu aggrottò la fronte: “Se è quel che desideri, non insisterò.” Sospirai e presi un quaderno vuoto che non veniva usato,presi una matita e disegnai qualcosa di astratto. Il foglio si riempì di linee che sembravano i rami spogli di un albero,poi disegnai senza precisione un piccolo volatile che riempii di nero. Aggiunsi altri piccoli particolari che non avevano senso,come dei cerchi con dei puntini all’interno. Deidara si sedette al mio fianco e osservò il mio scarabocchio: “Che cos’è?” Alzai le spalle: “Non lo so,ho disegnato a caso… Arte astratta?” Rise: “Arte astratta? Ascolta bene: l’arte è un ist” Nello stesso momento completai la frase insieme a lui: “Istante appassionante che sboccia dalla compostezza… Sì sì,lo so.” Mi fissò sbigottito e risi: “Non fare quella faccia! Ho letto questa frase nel volume 36,lo hai detto anche a Tobi,o meglio, Obito.” Sorrise: “Beh,almeno c’è qualcuno che mi ascolta. Quante citazioni sai?” Non ci avevo mai pensato,sorrisi e feci un broncio per sottolineare il fatto che ci stavo pensando: “Mmmmh… Non lo so sinceramente. Però mi sono utili a volte.” Mi fece uno sguardo interrogativo piegando la testa di lato: “In che senso ti sono utili?” Ridacchiai: “A volte minacciò le persone con le frasi che dice il jashinista o quando sono felice o mi succede qualcosa urlo “Katsu”…”  Mi guardò con uno sguardo divertito: “Sei molto particolare,lo sai? Sei talmente pazza da tenere noi in casa,ti piace Hidan,conosci il nostro carattere e non sei ancora scappata a gambe levate!” Arrossii: “Sì,so che non sono molto a posto,né con le rotelle né con i gusti personali. Però sono io e non cambierò mai.” Sorrise e commentò: “In fin dei conti… La tua arte astratta non è orrenda. Dovrei provarci anch’io.” Gli porsi il quaderno e la matita: “Lascia libero sfogo alla tua mano e poi guarda cosa ne salta fuori.” Prese gli oggetti e appoggiò la schiena al divano,rilassando le spalle e cominciò a disegnare. In fondo DeiDei è un ragazzo molto simpatico e anche se fa lo sbruffone è capace di dimostrare un po’ di tenerezza. Gli feci uno sguardo adorante,identico a quello con cui guardavo mia sorella quando non parlava ancora (bei tempi… Ora il silenzio è solo un lontano miraggio .-.) e mi alzai per andare a controllare gli altri. Sasori era nella mia camera a frugare in un cassetto,simulai un colpo di tosse e si girò di scatto, gli chiesi: “Cosa stai cercando in quel cassetto? Se cerchi qualcosa devi chiedere a me.” Guardò in un’altra direzione: “Niente… Volevo solo vedere cosa c’era qua dentro…” Lo presi in giro: “Vah che ti si allunga il naso…” Mi urlò incavolato: “NON TI CI METTERE ANCHE TE CON QUESTE CAZZATE SU PINOCCHIO!!! NE HO PIENE LE PALLE DI ‘STA STORIA!!” Lo guardai per circa 4 secondi,poi cominciai a ridere: “Ahahahaha, povero cucciolo! L’hai scelto te di trasformarti in una marionetta! Ti sei fregato da solo!” Stava fumando di rabbia e irritazione,così scappai in giardino per evitare che mi facesse fare la sua stessa fine. Trovai Kisame e Itachi seduti sul fico che c’è davanti alla casa e Itachi teneva in braccio il mio gatto e lo accarezzava insieme a Kisame. Sorrisi e mi avvicinai sotto l’albero: “Siete adorabili. E anche il mio Dado vi adora.” Dado infatti si strusciava sotto il mento di Itachi e faceva le fusa mentre era accarezzato dai due nukenin. Kisame fece un sorriso: “Avevo un po’ paura dei gatti… Però a Dado piaccio e non mi ha ancora assalito.” Risi: “Non ti ha ancora assalito perché è in un momento di calma! Appena ha voglia di giocare comincia a morderti e a graffiarti: in quei momenti conviene stargli alla larga.” Kisame guardò stupito il gatto di 4 chili che stava in braccio a Itachi,poi saltò giù dall’albero: “Mmmh,meglio che me la fili allora… Non voglio farmi mordere da quei dentini acuminati!” Itachi rise e Dado miagolò felice,che coppia magnifica! Mi congratulai con Itachi: “Complimenti: hai appena conquistato il mio gatto. Come ti senti?” Rise: “A differenza di Kisame mi piacciono i gatti… E a quanto pare io piaccio a loro. Mi sento bene.” Scossi la testa mentre osservavo quel ruffiano del mio gatto che andava in delirio per le coccole dell’Uchiha. Kisame annunciò: “Vado a farmi un giro. Uno di voi due vuole venire con me?” Itachi scosse la testa: “Rimango quassù ancora un po’.” Risposi: “Sì,dai. Vengo con te. Dove vuoi andare?” Sorrise: “Veramente non lo so. Conosci qualche bel posto?” Annuii: “Sì,sulla montagna c’è un magnifico panorama: si vede tutto il lago e i paesi dall’altra parte.” Kisame batté le mani e disse: “Benissimo. Allora fammi strada.” Aprii il cancello e uscii aspettando che anche Kisame uscisse,poi richiusi e camminammo verso la montagna. Era una giornata di sole e si stava bene,la montagna era sì e no a cinquecento metri da casa mia. Per salire bisognava prendere una stradina sterrata,dissestata e piena di rovi. La indicai: “Beh,questa è la strada. Seguimi e fai attenzione a dove metti i piedi.” Kisame annuì e io cominciai a salire per la strada. Scavalcai un bel po’ di rovi e certe radici fastidiose,Kisame mi seguiva senza sforzo, decisi di fargli qualche domanda per rendere la salita meno faticosa e più piacevole: “Kisa,posso farti un po’ di domande?” Rispose: “D’accordo,va bene. Cosa vuoi sapere?” Cominciai: “La prima cosa che ho notato,è che oggi Samehada non è con te. Come mai?” Rispose: “Beh,non mi serve molto ora che non devo combattere. L’ho nascosta in un posto sicuro.” Mi preoccupai un po’: “Cosa intendi per sicuro?” La sua voce prese un tono incuriosito: “Che l’ho lasciata in un luogo che conosco solo io. Perché?” Scossi la testa: “Niente. Ho un’altra domanda,questa però è un po’ delicata…” Rispose un po’ perplesso: “D’accordo,chiedi pure.” Chiesi: “Kisame… girano delle voci che vorrei chiarire. La prima è che ti piace Itachi,la seconda è che tu hai due… ehm… insomma due…” Mi girai e gli indicai il punto sotto la cintura. Kisame rimase a bocca aperta e le sue guance presero un colore più scuro: “EEEEH?! N-no che non mi piace I-Itachi!! Non sono m-mica g-gay!!! E per la seconda cosa… e-ehm…” Stava tentennando e balbettava molto imbarazzato,si girò dall’altra parte con il viso ormai blu e si passò una mano tra i capelli: “Insomma… Non posso dire una cosa del genere a u-una ragazza!” Alzai le mani e sorrisi: “Capisco! Non insisterò e mi terrò questo dubbio.” Kisame aveva un broncio imbarazzato e tirò un sospiro di sollievo,ma sospettavo che non mi avesse detto la verità. Ormai eravamo quasi arrivati al punto in cui mi fermavo quando salivo in montagna con la mia famiglia. Passai sotto un castagno e mi diressi sopra a una grossa pietra liscia e ammirai il paesaggio sottostante: alberi di ogni tipo,tutti rossi o spogli,il lago che luccicava imponente con la montagna che lo circondava,le barche e i motoscafi scivolavano sull’acqua lasciandosi una scia argentata. Kisame rimase a bocca aperta: “Wow! Che meraviglia!” Annuii: “Hai ragione Kisame,è una meraviglia. Una delle poche che si possono ammirare qui,in questo paese microscopico.” Sorrise e spiccò un salto su un albero lì vicino,poi si guardò intorno: “Questo bosco è molto più intricato e irregolare del nostro. Si potrebbero fare delle belle imboscate!” Sbuffai: “Imboscate… a chi? Mica vorrai far venire un infarto a quelli che vengono a raccogliere i funghi!” Rise mentre saltava giù: “A nessuno! Dicevo tanto per dire!” Sorrisi poi sospirai: *Mi sarebbe piaciuto salire qui con Hidan… Chissà cosa starà combinando adesso…* Kisame mi tolse dai miei pensieri: “Torniamo giù? Penso che per oggi siamo stati in giro abbastanza.” Annuii e cominciai a scendere,scivolando sulle pietruzze e rischiando di rompermi qualcosa,ma per fortuna non persi l’equilibrio e ripresi a scendere.
Trovammo Sasori davanti al cancello,Kisame lo salutò: “Ciao Sasori,che fai qua davanti?” Sasori alzò lo sguardo verso Kisame: “Volevo parlare con Andrea…” Mi vennero i sudori freddi: non starà ancora pensando alla mia presa in giro?!? Kisame fece per andarsene ma gli feci uno sguardo implorante, mi si leggeva in faccia che volevo la presenza di qualcun altro oltre al rosso! Si sedette sul muretto basso che stava di fianco a Sasori e non si mosse. Sasori aggiunse: “Da solo…” Kisame mi fece uno sguardo di scuse e scese per le scale. Chiesi: “Cosa c’è Sasori? Non te la sarai presa per quello che ti ho detto prima,spero.” Alzò un sopracciglio: “In effetti mi brucia ancora la tua spiritosaggine... Ma non è per quello che sono qui.” Tirai un sospiro di sollievo: “Meno male… Allora per cosa volevi parlarmi?” Sasori mi fece uno sguardo serio: “Voglio capire cosa stai tramando… E’ impossibile che tu lasci la maggioranza di un’organizzazione criminale in casa tua,senza un secondo fine. Cos’hai in mente?” Ma che grilli saltavano in testa a queste persone? Vedono complotti ovunque! *Anche Hidan…* Il mio io interiore le azzeccava tutte… Risposi seccata: “Non sto tramando nulla. Provo solo una grande simpatia e ammirazione per voi,tutto qui. Che razza di secondi fini potrei avere,secondo te?” Sasori scosse la testa: “E’ per quello che te l’ho chiesto. E’ troppo assurdo che tu permetta una cosa del genere!” Sbuffai seccata: “Se vuoi ti caccio fuori di casa e ti lascio coi tarli del pollaio!!” Sbraitò: “NON SONO FATTO DI LEGNO!! Dannazione e porca vacca! Ma perché ce l’avete su con ‘sto Pinocchio di merda!?!? Ma in che lingua parlo!?!?” Risposi a tono: “Parli lo stronzese!! Sei testardo Sasori!! Una bambola testarda! SE IO CE L’HO SU CON PINOCCHIO TU CE L’HAI SU CON ME CHE TRAMO ALLE VOSTRE SPALLE!!” Ci guardavamo in cagnesco ed ero sul punto di cantargliene un bel po’,però Deidara e Kakuzu,sentendoci urlare, erano arrivati a controllare. Deidara trattenne Sasori per le braccia: “Ma per che cosa state gridando? Datti una calmata Danna!!” Kakuzu mi tirò per un polso: “Già. Cosa avete da urlare in mezzo alla strada? Se avete da discutere,lo farete in casa.” Sasori tirò Deidara: “Lasciami andare! Non stavamo per scatenare una rissa!!” Lo punzecchiai: “Questo lo pensi te!” Mi diede un’occhiataccia ma io non lo calcolai e scesi le scale,sbottando: “Io ho concluso la discussione,Sasori. Questa è la verità e se non vuoi crederci sono affari tuoi!” Sentii che borbottava: “Ora capisco perché c’è una sola donna in tutta l’organizzazione e che non è nemmeno disponibile…” Digrignai i denti ma decisi di non tornare indietro per sbranarlo vivo. Aprii con violenza la porta di casa e la richiusi sbattendola con altrettanta rabbia. Itachi mi guardò e chiese con cautela: “Cosa avete combinato?” Kisame mi guardava come se avesse davanti una bestia feroce di tale pericolosità da metterlo in difficoltà. Risposi: “Sasori mi fa incazzare!! Dice che io ho dei secondi fini solo perché vi permetto di vivere in casa mia,nonostante sappia benissimo che siete dei pericolosi assassini!” Itachi non rispose,Kisame invece commentò: “Effettivamente non è molto normale quello che tu fai. Però è un bel gesto fidarsi di noi,a me personalmente,fa piacere ricevere questa fiducia.” Sbuffai e mi buttai sul divano: “Non ho nessun motivo per complottarvi alle spalle… Mi piace la vostra compagnia,anche se a volte mi fate vedere i sorci verdi… Prima del vostro arrivo,la mia vita era una cosa insopportabile,troppo uguale… Rischiavo di impazzire,ora invece rischio di impazzire per motivi migliori.” Sorrisi: “I miei motivi ora siete voi e mi piace prendermi cura,a mio modo, di questi pazzi akatsukiani.” Kisame sembrava quasi commosso,Itachi invece aveva un sorriso accennato. Kakuzu fece un applauso canzonatorio,mi girai e vidi che era appoggiato alla parete con un sorriso: “Che cosa dolce hai detto!” Usava un tono da ragazzina smielata,ovviamente stava scherzando, Deidara aveva un sorriso da un orecchio all’altro che mi metteva un po’ a disagio,Sasori invece mi guardava in cagnesco. Sbuffai: “Se parli in quel modo mi viene il voltastomaco Kakuzu… Il tono da ragazzina non fa per te.” Rise e annunciò: “Stasera cucino io. Vedendoti fare,ho capito come funziona e ci voglio provare!” Risposi preoccupata: “D’accordo,ma se rompi qualcosa,io poi rompo te…” Kakuzu mi fece un cenno con la mano e rispose: “Non ti preoccupare! Prometto che non romperò nulla!” Annuii e mi sedetti sul divano,seguita a ruota da Deidara,Itachi e Kisame.

-Nel frattempo, in un luogo sconosciuto.

Quella ragazza mi ha fatto il lavaggio del cervello! Non è vero che mi ama! Si è divertita a prendermi in giro… Tutto qui… Come quegli altri bastardi… Pensavano che io non sentissi le loro prese in giro alle mie spalle. *E se fosse vero? Non puoi lasciarti sfuggire qualcosa di bello come questo,Hidan!* Nutrivo della speranza… E’ vero. Mi passai la mano tra i capelli e mi accasciai sulla panchina che c’era in quel posto sconosciuto,freddo e spoglio. Mi mancava la casa di Andrea… E sentivo che mi mancava anche lei… Mi presi mentalmente a schiaffi: *Non puoi pensarlo davvero,Hidan!* Mi tornarono in mente i discorsi su di me che avevo casualmente sentito un giorno…

-Un anno prima. Nei pressi del Villaggio della Pioggia,covo dell’Akatsuki

Pain ci congedò e lo insultai nel pensiero: mi dava dannatamente sui nervi! Non sopportavo i suoi ordini e le sue paranoie… Annunciai: “Me ne vado a dormire… A domani sfigati.” Mi allontanai ma mi ricordai di aver dimenticato la mia collana in stanza. Stavo per entrare,quando sentii Sasori: “Meno male che se n’è andato… Non sopporto quell’immortale…” Kakuzu rispose: “Almeno tu non ce l’hai in squadra! Quel coglione mi rallenta con quel suo stupido rituale e le sue preghiere a quel dio inesistente… L’unico dio è il denaro e lo si sa! Quanto è stupido quel bamboccio…” Pain cercò di calmare gli animi: “Silenzio. Kakuzu, Hidan è molto utile all’organizzazione! Col suo corpo immortale è l’unico adatto ai tuoi raptus omicida. E’ solamente colpa tua se adesso sei costretto a stare in squadra con lui. Ora piantatela di fare storie e andate a riposarvi! Domani partirete tutti per andare a riscuotere le taglie di chi catturerete!” Tutta l’organizzazione rispose con un sì,ma a parte Pain,nessuno se ne era andato. Deidara sbuffò: “Però tra Pain e Hidan,non so chi sia il più pesante… Sono entrambi insopportabili… Uno si crede un dio,l’altro è un fanatico religioso che bestemmia e insulta chiunque.” Sasori rispose: “Preferisco Pain a Hidan,almeno Pain ha un po’ di civiltà…” Konan interruppe le discussioni: “Andate a letto! Avete sentito gli ordini del sommo Pain! Muovetevi!” Sentii dei borbottii e mi allontanai: dannati stronzi… E così è questo quello che pensano di me… Fasulli idioti…

Mi presi la testa tra le mani e sospirai nella fredda notte. Alzai lo sguardo verso il cielo e osservai la luna e le stelle: *Nessuno mi ha mai amato…* Però… forse… ci può essere una prima volta… NO! Non illuderti,Hidan! Oooh… dannazione. Jashin aiutami… Cosa dovrei fare? Mi inginocchiai e cominciai a pregare.

-A casa di Andrea h.22:00

Salutai: “Buonanotte ragazzi!” Kisame mi sorrise,Deidara rispose: “Buonanotte!” Kakuzu mi salutò con la mano,Itachi fece un cenno con la testa e Sasori mi guardò male. Mi diressi verso la mia camera e mi misi il pigiama,mi distesi sul letto e incrociai le braccia dietro la testa: *Buonanotte anche a te Hidan…* Sospirai triste e mi addormentai.

Salve!!! Ed ecco il sesto capitolo! Che ve ne pare? Suggerimenti sempre ben accetti,mi raccomando ^^ Se ci sono domande o cose poco chiare,vi risponderò! Un abbraccio da HidanJashinist \(^O^)/ 

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Capitolo 7
*** 7° Giorno Domenica- Un giorno migliore ***


Yaawhn… Avevo un cerchio alla testa quella mattina. Mi alzai e mi stiracchiai,poi mi piegai e diedi un bacio alla testa del mio micio. C’era un po’ di luce e osservai la mia camera: sul letto che spettava a mia sorella (che dorme ancora con i miei,per il momento) dormiva Kakuzu,sulla sedia della scrivania c’era Deidara che russava un pochino, sul grosso cavallo a dondolo (regalo di Natale di 8 anni fa) c’era sdraiato a pancia in su,Kisame. Guardai il tappeto per vedere chi ci fosse,ma era vuoto. Uscii senza far rumore dalla stanza e controllai il resto della casa. Passai prima per la camera da letto dei miei: Itachi dormiva sul letto matrimoniale! Lo osservai e feci una smorfia,lui da solo,lo aveva occupato tutto,dato che aveva le gambe e le braccia spalancate in stile “angelo”. Richiusi piano la porta e controllai il gabinetto,anche perché mi scappava… Aprii tranquillamente la porta e mi venne un colpo: Sasori seduto sul cesso! Mi coprii gli occhi ed esclamai imbarazzata: “Ma Sasori! Si chiude la porta del cesso quando si entra!” Sbraitò: “Guarda che si bussa prima di entrare! E comunque non sto pisciando… Ho passato la notte qui.” Mi tolsi la mano dagli occhi ed effettivamente,Sasori era solo seduto sul gabinetto chiuso. Chiesi: “Ma non potevi andare sulla sedia o sul divano? E comunque levati,mi scappa…” Piegò la testa di lato: “Cosa ti scappa?” Lo guardai male e scostai la frangia dagli occhi per fargli vedere il mio sguardo: “Ma stai scherzando? Mi scappa la plin-plin!” Fece una smorfia: “E che cacchio è la plin-plin?” Sbottai: “Oh Sasori,levati dalle palle!! Devo urinare!!!” Si alzò e sbuffò: “Sì sì,mi levo! Datti una calmata,dannazione!” Si tolse e io feci per abbassarmi i pantaloni del pigiama,ma notai che non era uscito. Dissi parecchio seccata: “Ma vuoi un invito per lasciarmi pisciare in pace? Per Jashin! Ma stai sempre nei cessi insieme agli altri?!?!” Mentre usciva sbuffò: “E’ ovvio che stavamo tutti insieme nello stesso cesso! Ma ti sei alzata con la luna storta!?” Risposi mentre mi sedevo sulla tazza: “No che non mi sono alzata con la luna storta! Sei tu che sei un pirla!” Spalancò la porta e urlò: “COME MI HAI CHIAMATO?!?!” Urlai a mia volta: “SASORI!!! CAZZO!!!” Gli lanciai in testa un flacone di crema che avevo davanti e lui si decise a chiudere la porta. Continuai: “Ma allora sei davvero un pirla! Sai cosa sto facendo e apri pure la porta! Ma oltre alla carne ti sei tolto pure il cervello?!?!” Rispose: “Lascia perdere… E comunque il mio cervello è più grande del tuo!” Lo mandai a quel paese sottovoce mentre mi sistemavo. Uscii dal bagno e tirai una sberla al rosso che protestò: “Ahia! Ma perché?!?” Risposi: “Così imparerai a non aprire le porte dei gabinetti quando c’è dentro qualcuno… E anche perché hai osato dire una stupidaggine sulle proporzioni del tuo cervello.” Stava per protestare e a giudicare dal colore della faccia uguale ai capelli,stava per raccontarmene di tutti i colori,ma gli tappai la bocca con una mano: “Ho sentito un rumore in soggiorno…” Mi afferrò il polso e mi spostò la mano con un gesto stizzito: “Magari sarà solo uno degli altri che si è svegliato,no!?” Lo ignorai e andai a vedere. Mi affacciai in soggiorno e vidi,girato di spalle, un coso verde e alto… Zetsu!!! Lo chiamai con cautela: “Zetsu.” Si girò e lo Zetsu bianco chiese: “Chi sei? E come fai a sapere come mi chiamo?” Quello nero gli disse: “E che t’importa di chi sia quella tipa emo? Mangiamola che ho fame!” Saltai indietro: “Ma che mangiarmi,oh?!? Non t’azzardare!” La metà nera rise: “Cibo che minaccia,ahaha. Mi sa che questa sa di roba piccante!” Quello bianco ribatté: “No! Per me sa di dolce,guarda che sguardo da agnellino impaurito.” Sbottai: “Agnellino ci sarai te! Vah che ti sbrano io se dici un’altra cacchiata simile! Nonno Kakuzu!!! Alzati per favore!! E’ una questione di vita o di colazione!!” Vidi comparire Kakuzu tutto strepenato (come si dice a casa mia,vuol dire disordinato,scosso) davanti alla porta di camera mia: “Che minchia hai detto? Questione di vita o di colaz” Si bloccò vedendo Zetsu e annuì: “Aaah… Capito… No Zetsu,lei non si mangia… Fa parte del club.” La parte nera sbuffò: “Dannazione… Sembrava buona…” La bianca si limitò a sospirare e anch’io sospirai,ma di sollievo. Kakuzu si mise a spiegare per l’ennesima volta la nostra lunga e intricata storia e alla fine Zetsu annuì: “Ho capito… Quindi ora state aspettando che Hidan ritorni e ogni giorno compare uno dei nostri? Bene…” Nel frattempo il resto degli akatsukiani si era svegliato e ora tutti volevano la stessa cosa: fare colazione. Misi in tavola i succhi di frutta,pane,miele e marmellata,dissi: “Servitevi pure. Io non faccio colazione,non ho fame.” Kakuzu mi fece uno sguardo severo: “Devi mangiare la mattina e sottolineo devi. Voglio cominciare ad addestrarti per farti diventare agile e veloce come noi.” Lo guardai come se avessi avuto un’apparizione: “Cosa?!?! Stai scherzando spero!” Mi guardò alzando un sopracciglio: “Ti sembra che stia scherzando? Sono dannatamente serio. Voglio che impari a difenderti e a combattere. Ho un’idea per te.” Scossi la testa: io e le arti marziali,ci siamo incontrate un po’ di tempo fa,quando ho fatto karate per poi fermarmi alla cintura arancione. Ora non mi ricordo neanche un kata (si pronuncia katà ma non so come si scrive .-.) ma in compenso avevo imparato a parare le rare sberle di mia madre. Chiesi incuriosita: “Che idea?” Fece un sorriso: “E’ una sorpresa. Non ti dirò nulla fino al momento opportuno.” Feci un broncio e lui sorrise ancora di più. Terminata la colazione erano le 10:27. Decisi di farmi una doccia per svegliarmi del tutto. Andai nel bagno,ma stavolta chiusi la porta a chiave per sicurezza.  Mi lavai con calma sotto il getto tiepido e una volta finito,afferrai l’asciugamano e me lo avvolsi al corpo. Ero appena uscita dalla doccia ed ero davanti allo specchio,quando vidi comparire dietro di me Zetsu. Saltai per aria e urlai: “ZETSU!! Ma che ci fai qua dentro!?!?!” Rispose con calma: “Ho usato la mia tecnica e sono entrato qui. Che c’è di male?” Sapevo che Zetsu era un po’ particolare,quindi gli spiegai con una sottile pazienza: “C’è di male che dentro al bagno ci sono io!” Mi osservò mentre mi tenevo stretta l’asciugamano e rispose: “Ok… Quindi io… dovrei uscire?” Annuii e lui scomparve lentamente passando nel pavimento. Ma usare le porte per lui era un optional?? Meno male che non mi stavo già cambiando… *Ihihihi,se no sarebbe rimasto traumatizzato,povero Zetsu!* Ringhiai contro la mia stessa perfidia e mi asciugai i capelli con il phon. Scossi la testa facendo ondeggiare la frangia e il ciuffo dietro al collo e osservai che anche se mi dimenavo come un cane,i miei capelli tornavano in ordine,come se li avessi pettinati, ghignai tra me e me: *Il vantaggio ad avere i capelli così dritti che volendo potrei evitare di pettinarli.* Mi pettinai comunque e mi lavai i denti,poi mi rivestii e tornai in soggiorno. I ragazzi si trovarono qualcosa da fare: Itachi era fuori con Kisame e Zetsu a fare un giro di perlustrazione. Kakuzu aveva detto che aveva bisogno di farsi un giro e Deidara era nella mia camera sdraiato sul letto. Anche io avevo bisogno di prendere aria e avvisai il biondo: “DeiDei… Esco. Avvisa gli altri quando tornano.” Mi misi il giubbotto e gli stivali. Mi rispose: “Ok. Fai attenzione.” Uscii e andai al parco. Mi sedetti sull’altalena su cui si era seduto Hidan. Appoggiai la testa alla catena e guardai il lago,l’aria era più fredda del solito. Non c’era nessuno,era ancora presto,probabilmente,visto che era domenica, la maggior parte delle persone dormiva ancora e il sole aveva ancora un po’ di strada da fare prima di arrivare in alto. Accesi l’MP3 e misi al massimo volume la canzone dei Lunapop, Un giorno migliore,infilai gli auricolari nelle orecchie: “Cosa mi aspetto dal domani,il sole in faccia o no,ma in fondo io ci spero ancora,che tu ci sia nel mio domani e se ti incontrerò,spero di sfiorare le tue mani. Soli eppure in mezzo alla gente io e te, riscaldati dal calore di una “Benson and Hedges”… Se mi vuoi domani sarà,un giorno migliore vedrai,se mi vuoi domani sarà un giorno migliore vedrai. E cosa dire di noi? Forse che in fondo,non importa se tu mi vuoi. Cosa mi aspetto dal domani? Beh,credo che sia giusto dirti che non voglio niente senza te. E tu sei molto di più di quello che tu sai,sei sole e pioggia negli inverni miei. Se mi vuoi,domani sarà un giorno migliore vedrai. Se mi vuoi domani sarà un giorno migliore vedrai! Aspetta almeno un minuto,non dirmi che non mi vuoi! Devo trovare un appiglio,prima che tu te ne vai da me. Wo-oh,apri le tue ali e vola via con me… Cosa mi aspetto dal domani? Il sole in faccia o no,ma in fondo io ci spero ancora che tu ci sia nel mio domani e se ti incontrerò spero di sfiorare le tue mani. Soli eppure in mezzo alla gente io e te,riscaldati dal calore di una “Benson and Hedges”. Se mi vuoi domani sarà un giorno migliore vedrai,se mi vuoi domani sarà un giorno migliore vedrai…” Quella canzone di circa vent’anni fa,mi era molto vicina e sentirla mi faceva stare male e bene nello stesso momento,male perché mi ricordava che lui non c’era, bene perché diceva le cose che provavo per Hidan. Serrai la mascella e in quel momento mi si oscurò la vista e mi spaventai. L’auricolare mi venne sfilato dall’orecchio e sentii una voce: “Chi sono?” Saltai dall’altalena e mi girai di scatto: “HIDAN!!” Gli saltai al collo e lo strinsi forte,sul punto di piangere per la gioia,ricambiò l’abbraccio e disse: “Che canzoni ascolti,eh? A quanto pare ti manco davvero,questo mi rende felice. Scusami,avrei dovuto fidarmi subito di te,perdonami per non averti dato fiducia…” Non alzai lo sguardo dal suo petto e risposi: “Ti perdono... E comunque,quella canzone mi fa pensare a te…” Mi strinse più forte poi si abbassò e mi diede un bacio dolce e non prepotente come il primo che avevo ricevuto da lui. Altro che farfalle,in quel momento nel mio stomaco c’erano gli elefanti! Avrei potuto sollevare il mondo con una mano da quanto mi sentivo bene. Ricambiai e mi lasciai stringere dal suo caldo abbraccio. Sentii una risatina alle nostre spalle,Hidan si girò e insultò lo spione: “Dannato Zetsu… Sempre in mezzo alle palle e sai pure i fatti di tutti… Sparisci prima che ti faccio diventare rosso di sangue.” La parte nera rise: “Ehehehehe. Suvvia Hidan, sei appena tornato e l’unica cosa che sai fare e accaparrarti la ragazza? Almeno saluta come si deve un tuo socio!” Hidan lo guardò male: “Fanculo… Ti piace come saluto?” La parte bianca sbuffò: “Non sei cambiato di una virgola… Sempre il solito cafone…” Urlai: “Zetsu sparisci!” Ridacchiò e scomparve nel terreno. Hidan si sedette su una panchina a fianco alle altalene e mi fece cenno di sedermi sulle sue gambe. Mi sorrise e si picchiettò le labbra con un dito. Chiesi: “Cosa vuoi dire con quel gesto?” Sorrise ancora di più: “Bacio.” Arrossii e nascosi lo sguardo sotto la frangia: “Mi mette un po’ in imbarazzo,un gesto del genere da parte tua…” Mi scostò i capelli: “Allora me lo prenderò da solo il mio bacio.” Mi prese il viso tra le mani e mi baciò sulle labbra,un gesto così dolce… Come vedevo fare da alcuni ragazzi con altre ragazze,le coppie che osservavo raramente, e ora quello che provavano loro,lo stavo provando io! Non sapevo come muovermi e decisi che l’istinto lo avrebbe fatto per me: allungai una mano verso la sua testa e lo accarezzai,mentre con l’altra mano mi appoggiavo alla sua spalla. Lui apprezzò e spostò una mano alla base della mia schiena,spingendomi verso di sé. A piccoli intervalli si scostava e mi fissava con i suoi occhi ametista, poi disse: “E così è questo quello che si prova… Il sentimento vero… Vorrei stare così per ore.” Commentai,accarezzandogli il viso: “Desideri l’impossibile. Ma ora è meglio se torniamo a casa,qui fa freddo.” Non avevo freddo da un pezzo, mi era salita la temperatura già da quando lo avevo rivisto, era solo una scusa per portarlo a casa: *Perché? Cosa pensi di fare???* Sbuffai: no non era per quel motivo. Ci alzammo e Hidan mi porse una mano,io gliela strinsi e camminammo mano nella mano fino a casa. Davanti al cancello,si era riunita quasi tutta l’organizzazione: colpa di Zetsu, che sicuramente aveva già detto tutto agli altri. Kakuzu fu il primo a parlare: “I miei occhi vedono davvero quello che sto guardando? Hidan mano nella mano con una futura kunoichi?” Hidan lo guardò male e chiese: “Cosa intendi dire con “futura kunoichi”? Di che stai parlando?” Kakuzu gli fece uno sguardo severo: “Quello che ho detto. La addestrerò io personalmente.” Hidan ringhiò: “Perché? Non ha bisogno di essere una ninja! Non dovrà fare la nostra vita!” Kakuzu fece uno sguardo che non ammetteva repliche e la discussione si concluse. Kisame e Deidara cominciarono a battere le mani e Kisame mi fece un gran sorriso: “Che meraviglia! Un’altra coppia!! Sono così felice per voi!” Ok… Kisame è gay. Deidara fece scoppiare alcuni C1 e sghignazzò:  “Lo sapevo!! Danna ho vinto la scommessa!! Sai già cosa devi fare!” Sasori gli fece lo sguardo assassino più spaventoso che gli avessi mai visto fare e cominciò… A cantare! “Io non ho fili eppur sto in piè,so camminar e so ballar. Fili avevo ed or non più eppur non cado giù! Viva la libertà,muovo testa,mani e piè. Che bella novità,fate tutti come me!” Cominciai a ridere e per poco non cadevo per terra da quanto ridevo: “Deidara! Ma perché gli hai fatto cantare la canzone di Pinocchio??” Deidara rideva tanto quanto me: “Perché ho vinto la scommessa!!! In pratica,gli ho detto che vi sareste messi insieme,ma lui sosteneva di no. Così abbiamo scommesso e se lui perdeva doveva cantarla!! Sto morendo,ahahah!” Sasori sibilò: “E morirai presto,stronzo…” Più Sasori si arrabbiava e più era divertente. Alla fine anche Hidan e Kisame si misero a ridere,mentre gli altri tre ridacchiavano senza farsi notare. Annunciai: “Ordineremo una pizza per festeggiare!! Ho 20 euro e basteranno. Preparatevi ragazzi! La adorerete!” Scendemmo ed entrammo in casa,afferrai il telefono e chiamai la pizzeria d’asporto. Mentre facevo l’ordine,sentii che i ragazzi stavano facendo un mucchio di domande a Hidan. Deidara era il primo: “E così Zetsu vi ha beccati,eh?!? Com’è stato Hidan?? Il tuo primo bacio!!” Hidan gli fece una smorfia: “Non è affar tuo… Però mi è piaciuto… Comunque non era il mio primo bacio!” Mi girai di scatto col telefono attaccato all’orecchio e Hidan aggiunse: “Però lo considero come primo,perché è il primo con vero… amore…” Faticava a pronunciare l’ultima parola e lo capivo,anche a me metteva un po’ in imbarazzo. Itachi fece una domanda totalmente diversa: “Dove sei stato fino ad ora?” Hidan si sedette sul divano e sbuffò: “Al freddo… Su una panchina e in alcuni edifici abbandonati…” Itachi annuì e per la prima volta,sorrise a Hidan: “Penso che ora non te ne andrai più. Vero?” Hidan lo fissò per un attimo,poi guardò verso di me e rispose: “No. Non me ne andrò più.” Sorrisi e chiusi la chiamata al telefono: “Tra 20 minuti arriva! Cosa facciamo nel frattempo?” Sasori prese la bottiglia di birra nel frigo e versò il contenuto in un bicchiere a parte,poi la richiuse e la appoggiò sul pavimento: “Ho sentito parlare di un gioco che si chiama Obbligo o Verità. Ebbene,voglio giocarci,così forse potrò vendicarmi sul cretino biondo…” Mi brillarono gli occhi: a quel gioco ci avevo giocato raramente,ma mi era sempre piaciuto. Annuii e ordinai: “Perfetto, Sasori. Sediamoci tutti in cerchio sul pavimento!” Gli akatsukiani si sedettero uno alla volta per terra e formammo un grosso cerchio,Kakuzu borbottò: “Mi sa che ne vedremo delle belle…” Sasori disse: “Comincio io.” E fece girare la bottiglia. Girò per un paio di secondi,poi,lentamente, si fermò su Kakuzu. Sasori chiese: “Obbligo o verità?” Kakuzu fece una smorfia: “Verità.” Sasori pensò,poi chiese: “Sei mai stato fidanzato?” Kakuzu ghignò: “No. Le donne sono uno spreco di tempo e denaro…” Sasori sbuffò: “E te pareva…” Kakuzu fece girare la bottiglia che si fermò verso Kisame: “Obbligo o verità?” Kisame rispose: “Obbligo!” Kakuzu sorrise compiaciuto: “Devi baciare Itachi sulla guancia.” Kisame diventò blu scuro: “Ma Kakuzu! Andrea dì qualcosa!” Mi scusai: “Mi dispiace Kisame,ma è la regola. Si chiama “obbligo” e infatti vuol dire che sei obbligato a fare questa cosa. Mi dispiace.” Kisame fece una smorfia contrariata e diventando sempre più blu,diede un bacio a Itachi,ma talmente leggero che quasi non lo aveva nemmeno sfiorato,poi sbottò: “Contento Kakuzu??” Kakuzu ondeggiò la testa: “Non molto,ma oggi faccio il bravo e non insisto.” Kisame tirò un sospiro di sollievo e fece girare la bottiglia che terminò il suo giro su Hidan. Kisame chiese: “Obbligo o verità?” Hidan rispose sicuro di sé: “Obbligo.” Kisame guardò Kakuzu con uno sguardo vendicativo e disse: “Ti obbligo a sedurre Kakuzu…” Hidan spalancò gli occhi: “Questo è un colpo basso Kisame,augurati che la bottiglia non scelga te dopo il mio turno!” Osservai mentre Hidan usava un tono suadente su Kakuzu e lo toccava con movimenti da far svenire. Ammetto che quell’obbligo non era male e vedere Kakuzu che sprigionava fumo dalle orecchie era divertente. Hidan si girò verso Kisame e sbottò: “Così può bastare?!” Kisame annuì e Hidan si risedette al mio fianco e fece girare la bottiglia che si fermò su Deidara, Hidan fece la domanda: “Obbligo o verità?” Deidara ci pensò: “Verità.” Hidan chiese: “Pensi ancora che suicidarsi facendosi esplodere,sia stata una grande trovata?” Deidara sbuffò: “Ammetto che mi sono incazzato parecchio quando ho saputo che Sasuke era ancora vivo nonostante il mio C0… Ma trovo che sia comunque la mia opera migliore.” Hidan annuì e Deidara fece girare la bottiglia che si fermò su Zetsu: “Obbligo o verità,Zetsu?” Zetsu rispose: “Obbligo.” Deidara rise: “Devi baciare il gatto di Andrew,senza mangiarlo!” Urlai: “NO! E se poi non si controllasse e mi mangiasse Dado?!?! Scordatelo!” Deidara tentò di rassicurarmi: “Non ti preoccupare,non gli piacciono i gatti,preferisce la carne umana.” Deidara chiamò il mio gatto,che arrivò quasi subito,poi lo prese e lo avvicinò a Zetsu. Dado cominciò a fare le fusa e quando Zetsu gli si avvicinò,gli leccò la punta del naso. Zetsu rimase stupito e diede un bacio sul muso del micio. Deidara rise e lasciò andare il gatto che se ne andò via tutto contento. Zetsu fece girare ancora una volta la bottiglia che si fermò su Itachi,Zetsu fece la famosa domanda e Itachi scelse Verità. Zetsu chiese: “Qual è il tuo cibo preferito?” Tutti si lamentarono: era una domanda sciocca,addirittura sprecata,ma a Itachi non dispiacque per nulla e rispose tranquillo: “Polpette di riso con alga konbu e il cavolo.” Sorrisi: la risposta la sapevo già, l’avevo letto su un libro speciale. Itachi diede un colpetto alla bottiglia che girò e si fermò nella mia direzione,Itachi chiese calmo: “Obbligo o verità?” Ero più calma se me lo chiedeva lui,in fondo era Itachi Uchiha,cosa mai avrebbe potuto chiedermi? Sfidai la mia sorte: “Obbligo.” Itachi disse la sua richiesta: “Dovrai dare un bacio a ognuno di noi e per ogni bacio,dovrai toglierti un indumento. Dove si darà il bacio,dovrà sceglierlo il fortunato. L’indumento lo sceglierai te.” Diventai rosso fuoco e chiesi incredula: “Stai scherzando,vero? Dimmi che stai scherzando!!” Rispose con la sua dannata pacatezza: “No che non sto scherzando. Dico sul serio.” Anche gli altri erano stupiti tanto quanto me e Itachi ordinò: “Il primo che dovrai baciare,sarà Sasori,poi Deidara,me,Kisame,Zetsu,Kakuzu e infine Hidan. Avanti.” Lo maledissi nella mia mente: il mio unico pensiero era Hidan! Chi se lo aspettava che mi tirasse un brutto tiro come quello?!? Sasori mi guardò impassibile e bisbigliò: “Fronte…” Chiesi mentalmente perdono a Hidan (e anche alle fan girl,che mi staranno maledicendo a loro volta) e diedi un bacio appena accennato sulla fronte di Sasori,mi tolsi la felpa e ringraziai il fatto che mi ero vestita a strati,così rimasi in maniche corte. Deidara ci pensò su: “Mano.” Mi allungò una mano,ma girò il palmo e mi avvicinò la bocca della sua mano! Gli tirai una sberla e gli baciai il dorso della mano: “Fai schifo DeiDei…” Sbuffò e io mi tolsi la cintura,Itachi mi guardò di traverso: “Non è un indumento!” Ribattei: “Sì che lo è,dato che sta sopra ai pantaloni. Non rompere Itachi,non hai specificato quello che dovevo togliermi,e ora è troppo tardi per rifare l’obbligo,quindi: Shhh!!” Itachi sbuffò: “Pff… Bene. Ora tocca a me.” Hidan lo bruciò con lo sguardo e gli fece capire che doveva fare attenzione. Itachi indicò la punta del naso e tirai un sospiro di sollievo. Mi sporsi in avanti e baciai piano il punto da lui indicato e mi tolsi la maglia a maniche corte,rimanendo in reggi. Il prossimo era Kisame che sorrise: “Guancia.” Con lui era già più facile,dato che avevo più feeling e che sapevo che era gay (o meglio,ne ero sicura al 99,9 %) e gli diedi un bacio amichevole senza problemi. Mi tolsi i pantaloni e rimasi in “tenuta da pigiama”. Toccava a Zetsu: la parte bianca indicò lo zigomo,mentre la nera,chissà perché,scelse la spalla. Eseguii il mio obbligo e mi tolsi le calze, ormai ero a corto di vestiti e mancavano ancora Kakuzu e Hidan… Kakuzu fece uno sguardo seccato e indicò il mento e gli diedi un bacio leggero e mi tolsi l’orologio,Itachi mi guardò male: “Adesso qua non puoi dire che non ho ragione! L’orologio non è un indumento!!” Feci una smorfia: “Ma ci tieni così tanto a farmi togliere i vestiti?? Te l’ho già detto: non hai specificato cosa devo togliere. E anche se hai detto indumento,non me ne frega un cavolo!” Kisame mi diede una mano e mi mise una sciarpa al collo,mi sorrise: “Ora puoi togliertela! Quella non si può dire che non sia un indumento!” La tolsi e feci un sorriso trionfante a Itachi che era sul punto di usare Amaterasu su Kisame. Sorrisi guardando Hidan e ricambiò il sorriso,indicando le sue labbra. Gli diedi un bacio,ma sembrava non voler mollare la presa e Kakuzu lo staccò con la forza. Itachi sogghignò: “Ultimo indumento. Che scegli?” Oh cazzarola… M’ha fregato… Hidan mi bisbigliò nell’orecchio… La sua idea era ottima! Si alzò e io lo seguii si mise davanti alla porta di camera mia e la aprii,poi si girò verso il resto degli akatsukiani e si mise immobile a coprirmi,dietro di lui,mi tolsi il “reggi-petto” e glielo consegnai. Lo prese e io entrai con uno scatto in camera,chiudendomi la porta alle spalle. Dopo ne uscii con addosso la giacca del pigiama e mi risedetti al cerchio,Hidan fece ondeggiare il mio “indumento” davanti a Itachi e disse: “Questo è mio. Ha eseguito il tuo orrendo obbligo. Non pensavo che fossi capace di simili richieste,Itachi…”  Itachi sbuffò: “Pfff,tu sei capace di cose ben peggiori e presto lo scoprirà anche Andre.” Aggiunse: “Quanto vorrei il Byakugan al posto dello Sharingan…” Lo guardammo tutti e si stava per commentare la sua affermazione ma il campanello di casa mia suonò e chiesi: “Ehm,vai tu Sasori?” Il rosso sbottò: “Perché io!?” Risposi: “Perché sei l’unico di aspetto normale e anche perché saresti l’unico in grado di pagare… Io non ho il tempo di rivestirmi…” Sbuffò,si alzò e andò verso la porta. Tornò dopo pochi secondi con il cartone della pizza in mano,la appoggiò sul tavolo e lo ringraziai. Mangiammo con calma,tra una chiacchiera e l’altra e Deidara si lasciò sfuggire un rutto,peccato che fosse uscito da 3 bocche… Commentai: “Salute Deidara! Ma dovresti sentire che ruggiti quando si beve la Coca-Cola,altro che ruttare come hai fatto te.” Chiese: “Cos’è la Coca-Cola?” Gli porsi il mio bicchiere e gli feci cenno di bere. Bevve quasi tutto il bicchiere in un sorso solo, fece una smorfia e poi si lasciò andare,ruttando in modo terrificante. Esclamò: “Katsu!!! Che roba! Ne berrò a litri di sta roba!” Gli rubai il bicchiere: “No! Prima che mi tiri giù la casa con le tue emissioni d’aria!” Rise e finì di mangiare. Terminato il pranzo,avevamo tutto il pomeriggio davanti: che fare? Tanto per cominciare: rivestirmi. Chiesi con imbarazzo a Hidan: “Ehm… N-non è che potresti ridarmi il mio… r-re…” Sorrise e lo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni: “Tieni. Però… Posso allacciartelo io?” Pensai di prendere fuoco e risposi: “E-ecco… Io preferirei di no… Magari un’altra v-volta.” Fece un verso e me lo porse,lo presi e scappai nella camera per rivestirmi. Non ero psicologicamente del tutto consapevole di quello che era successo fino ad ora,ero ancora incredula sul fatto che il jashinista fosse tornato. Mi guardai nel riflesso del cellulare e rimasi immobile a pensare. Sentii la porta aprirsi lentamente e mi voltai per vedere chi fosse l’intruso: il mio gatto! Mi sedetti sul letto e lui mi raggiunse,accoccolandosi sulle mie gambe e cominciò a fare le fusa,strusciandosi sulla pancia. Lo accarezzai: “Ciao bello della mamma. Hai voglia di coccole? Come mai non sei da Itachi?” Sapevo che non poteva rispondermi,ma a volte sembrava che capisse,perché rispondeva con dei miagolii. Stavolta non miagolò,ma mi si strusciò sotto il mento,mordendomi piano. Gli feci una carezza sulla testa e si spinse contro la mia mano per intensificare il contatto: strano,non aveva mai fatto una cosa del genere. Mi sdraiai sul letto e il gatto si spostò,sdraiandosi sulla mia pancia,aprì la bocca e pensai che stesse per sbadigliare,ma invece parlò: “Bello della mamma,eh? Rilascio!” Poof! Il gatto in chi si trasformò? Nientemeno che nel sadico jashinista! Che ora occupava non solo una parte del mio stomaco,ma le gambe e il busto! Esclamai: “Hai usato la Tecnica della Trasformazione del Corpo!” Ridacchiò: “In parole povere: Henge No Jutsu. Sì,l’ho usato. Posso sapere perché mi hai chiesto il motivo per cui non ero da Itachi? O meglio,il tuo gatto.” Risposi: “Perché il mio gatto si è invaghito di Itachi… E posso sapere perché hai usato quella tecnica?” Sorrise: “Per curiosità. Volevo vedere come ti comportavi con qualcuno che non fosse del nostro gruppo. A volte sembra che tu nasconda qualcosa o che trattieni quello che vuoi dire e mi fa incuriosire troppo.” Feci un cenno verso di lui: “Se ti togli,potrei cominciare a dirti quello che penso. Altrimenti mi terrò i miei pensieri per me…” Si scostò e si mise seduto al mio fianco. Si avvicinò e mi accarezzò la guancia: “Allora… Cosa nascondi?” Presi fiato e volsi lo sguardo da un’altra parte: “Non mi sento ancora totalmente a mio agio con te… Nel rapporto che c’è ora… Io ti conosco in un modo diverso e ora mi sembra tutto così irreale: mi sembra di sognare.” Annuì e si avvicinò pericolosamente al mio volto: “Ah e così non ti senti a tuo agio con me? E come dovrei fare per tranquillizzarti?” Baciò con leggerezza il mento: “Così?” Mi diede un altro bacio,ma sulla gola: “O così?” Avvampai e mi allontanai: “Se continui così rischi di farmi venire un infarto! Vade retro stupendo ragazzo!” Rise e mi lasciò in pace: “Mi cacci come il demonio. So di essere un essere dannato,ma addirittura un “vade retro”. E comunque: non voglio ucciderti.” Si avvicinò e sussurrò: “Per ora.” Il mio cuore perse un battito e impallidii, lui mi fissò impassibile,poi rise e mi baciò: “Che baka che sei,credi a tutto quello che ti dico… Scherzo dobe!” Gli diedi un colpo sulla spalla: “Te sei un baka! Mi hai fatto spaventare…” Mi abbracciò e appoggiò il mento sulla mia testa: “Allora cercherò di non scherzare su temi del genere. Takara…” Lo guardai con l’espressione di chi non ha capito un tubo,sorrise: “Un giorno ti dirò il significato di quella parola… E sarà un giorno dopo che tu avrai detto un sì.” Ma cosa cavolo stava dicendo? Lasciai perdere e gli baciai un braccio: “Va bene.”

Ecco il settimo capitolo!!! Vi sono mancate le mie cavolate? Commentate per favore :3 Chi pensate che arrivi nell’ottavo capitolo? Sarà l’ultimo personaggio che arriverà (Ma come!?! Mancano almeno altri tre personaggi!! Se conti anche Nagato e tutti i Pain aumentano!!! Nd.Tutti) Lo so,ma ho deciso di non mettere tutta l’Aka,il perché lo scoprirete nel prossimo capitolo. Ripeto: i suggerimenti sono ben accetti!
Un abbraccio da HidanJashinist \(^O^)/  P.S: Mi dispiace per Ali,ma veniva davvero brutto tutto staccato tra una riga e l'altra ç_ç Posso sempre ingrandire il formato,ma staccarlo tra una riga e l'altra era davvero inguardabile. Mi scuso .-.
 

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Capitolo 8
*** 8° Giorno Lunedì- Oh per Jashin!! Cosa hai detto?! ***


“I really wanna, really wanna be with you! Cuz you are my love,you are my shine, you are my dear,so trust me trust trust me,yeah!” Saltai per lo spavento nel letto e presi il cellulare per farlo tacere e mi riappoggiai al cuscino. Hidan era appoggiato sopra il mio stomaco,mi sporsi in avanti e gli baciai la ferita che Asuma gli aveva fatto all’orecchio. Mugugnò qualcosa,ma non sembrava dar segno di volersi svegliare,sorrisi e gli sussurrai,talmente vicina da sfiorarlo: “Sveglia. Devo andare a studiare.” Non sapevo se mi avesse sentito,ma disse qualcosa: “No… Non voglio andarmene… Lasciala stare!” Lo guardai preoccupata: stava facendo un incubo? Lo scossi e lui si svegliò di scatto: “Eh?! Cosa succede!?” Gli accarezzai i capelli argentei: “Stavi facendo un incubo? Ti ho svegliato perché devo andare al liceo.” Mi baciò: “No,era solo uno stupido sogno,non importa. Va bene… Andiamo in quello schifo di liceo.” Sorrise: “Comunque: ciao takara.” Ancora questo termine… Che diavolo voleva dire? Sbuffai: “Se fai così mi fai passare la voglia di alzarmi dal letto…” Rise: “E’ un invito il tuo? Mmmh,non ti accontenterò bella. Devi andare al tuo liceo,l’hai detto tu.” Feci una smorfia: “Pervertito… Tanto mia madre non mi lascerebbe bigiare…” Mi fece uno sguardo interrogativo e spiegai: “Intendo dire che non mi lascerebbe saltare la scuola… Dai,Hidan, sveglia gli altri.” Sorrise: “Loro sono in piedi già da un pezzo. Sono io che non mi voglio allontanare da te.” Lo spinsi: “Non fare il romanticone! Non è da te dire così.” Sbuffò: “Come dovrei comportarmi con te? Vuoi che ti tratti male? Non sarai mica masochista come il sottoscritto!?” Risi e gli baciai quella bocca impertinente: “Nah,comportati naturalmente. E poi,no,non sono come te.” Alzò gli occhi al cielo: “Argh,mi sto comportando naturalmente! O,beh,sto cercando di migliorare…”  Mi alzai: “Sei duro d’orecchi… Ti ho già detto che tu sei perfetto così come sei.” Mi allontanai ma lo sentii bisbigliare: “Sono tutto meno che perfetto… Come fai a non accorgertene…” Andai nel bagno,mi pettinai,mi lavai i denti e mi passai la matita nera sotto gli occhi. Andai in cucina e salutai gli akatsukiani che bevevano… caffè?!? Kakuzu era seduto sulla sedia e sorseggiava da una tazzina,chiesi incredula: “E da quando sapete fare il caffè?” Alzò lo sguardo dalla tazzina e sbottò: “Non siamo idioti e io meno di tutti,difatti sono stato io a prepararlo.” Presi un succo dal frigo e mi sedetti, Deidara spuntò da dietro la balaustra che separa la cucina dal soggiorno: “Ehi Andrew!! Ma non ti sei accorta di niente?” Lo guardai perplessa: “Ehm,no. Di cosa mi sarei dovuta accorgere?” Rise e indicò la sedia a fianco a me,mi girai e rimasi stupita: un paio di occhi dotati di Rinnengan mi osservavano severi, il proprietario di quegli occhi si presentò: “Sono Pain. Il capo dell’organizzazione. Kakuzu mi ha parlato di te. E così saresti una futura recluta?” Guardai Kakuzu che sorrise e si avvicinò: “Non fare quella faccia Andrea. Hai capito bene: è questa la mia idea per te. Farai parte di Alba!” Pensai di svenire: “Kakuzu. Cos’hai combinato? Io,recluta dell’Akatsuki? Sei matto!” Rise: “Non puoi tirarti indietro,Pain ha accettato la mia proposta e tu ora sei sotto il suo comando. Benvenuta novellina!” Scossi la testa: “E come pensi di addestrarmi? Qui non esistono shuriken,né kunai,né senbon o rotoli proibiti! E di sicuro,non posso escludere la scuola per sottostare agli ordini di Pai… del capo!” Pain sorrise compiaciuto e rispose al posto di Kakuzu: “Andrea… Cambierà tutto per te. Anche il tuo nome cambierà e d’ora in poi ti chiamerai Kureyo, e soprattutto la tua vita cambierà. So come tornare nel Mondo dei Ninja e tu,verrai con noi.” WTF?!?! Pain era serio?? E io stavo per cambiare mondo?! Urlai troppo scossa: “Ma capo!!! Non posso abbandonare i miei studi e la mia famiglia! Sarebbero troppo preoccupati e qui succederebbe un casino!!” Alzò una mano per chiedere silenzio e cessai di strillare. Rispose con calma: “Per questo non c’è problema. Sai meglio di me che Zetsu può sostituirti con una sua copia vegetale e per quanto riguarda gli studi,verrai istruita da me e da Konan.” Il mio io interiore fece la faccia dell’urlo di Munch: *KONAN!?!? Noooooooooooo!!!!! No,nein,NO! Konan no!* Annuii: “D’accordo… Sono ai suoi ordini e come ha detto Kakuzu,non posso tirarmi indietro. Prima posso salutare mia madre?” Pain annuì e io mi alzai,andai nella camera da letto dei miei e le diedi un bacio sulla guancia: “Ciao mamma. Ti voglio bene.” Si svegliò e ricambiò: “Anche io…” Uscii e mi diressi verso la cucina, e notai che c’era un’altra me. Fissai la mia copia e quella mi salutò: “Ciao Kureyo! Lo sai che mi assomigli molto? Eheheh.” Mi assomigliava in aspetto… Ma non in carattere: “Pain-sama, ma la copia ha le mie stesse conoscenze? E gli stessi atteggiamenti?” Pain mi spiegò: “Ci serve il tuo sangue,ne basta una goccia. Poi il clone vegetale,la assorbirà e allora sarà uguale a te,sotto ogni aspetto.” Presi uno spillo e mi bucai un dito,stringendo i denti, e allungai il piccolo punto rosso alla mia copia che leccò via la goccia. Hidan era lì a fianco e mi baciò il dito con un sorriso: “E’ buono il tuo sangue.” Mi vennero i brividi e mi circondò con le braccia,appoggiando la faccia al mio collo: “Ti spaventi per così poco… Sei proprio una baka,magari Kakuzu ti temprerà il carattere.” Risposi con un tono di sfida: “Potresti perdere quello che sono ora e ritrovarti con una fredda assassina,saresti contento dopo?” Scosse la testa: “No,mi piace la fifona che sei. Takara…” Sentii una tecnica: “Shinra Tensei!” E Hidan venne scaraventato sul muro,guardai Pain e lui spiegò seccato: “Non ci devono essere relazioni sentimentali tra i colleghi. Parti col piede sbagliato Kureyo.” Hidan in meno di un secondo,era davanti a Pain e gli sibilò: “Non me ne frega delle tue pallose paranoie! Mi comporto come mi pare con i miei colleghi!” Pain lo fulminò con lo sguardo e Hidan non lo calcolò,gli sussurrai: “Cerca di fare il bravo e vedrai che anche Pain ti tratterà meglio.” Mi ghignò: “Io non faccio il bravo e non può impedirmi di viziarti. Sei di mia proprietà,non sua.” Arrossii e mi scusai con Pain: “D’accordo Pain-sama. Chiedo scusa.” Pain parlò a tutti indicando me: “Dovreste prendere esempio da lei e portarmi un po’ di rispetto. E ora,si torna a casa!” Strinsi la mano di Hidan e Pain pronunciò una qualche tecnica segreta che non conoscevo. Diventò tutto buio.

-Mondo dei Ninja. Luogo sconosciuto

Sentii delle voci intorno a me: “Sta bene?” “Sì,è solo svenuta. In fondo c’era da aspettarselo.”  “Quando si risveglierà?” “A breve.” Aprii gli occhi e mi accorsi di essere su una branda o qualcosa di simile. Mi misi seduta e notai che non avevo addosso i miei vestiti,ma una maglia a rete,dei pantaloni corti e una divisa che mi era molto familiare. Mi guardai intorno e mugolai: “Hidan…” Il jashinista si piegò e mi baciò la fronte: “Ciao Andre. Come stai?” Risposi un po’ scossa: “Bene,penso… Chi mi ha cambiato?” Rise: “Konan. Non ha permesso che ti cambiassi io… Lo sai che sei una bella visione vestita così?” Arrossii e mi alzai, osservando il luogo in cui mi trovavo, era una camera grande, nello stesso stile che avevo visto a Konoha leggendo i miei adorati manga. Devo dire che mi piaceva. Volsi lo sguardo verso una donna che però non mi piaceva per nulla: Konan. Si presentò con un tono freddo: “Sono Konan,il capo ti vuole vedere.” Cercai di non essere maleducata e trattenni i miei pensieri: “Fammi strada,per favore.” Girò i tacchi e aprì una porta,la seguii e scese delle scale,fermandosi al piano di sotto. Scesi le scale e arrivai in una specie di salotto,dove c’erano tutti. Pain si alzò in piedi e annunciò: “Salutate la nuova recluta. Da oggi in poi,Kureyo sarà un membro di Alba. Di conseguenza,le squadre cambieranno. Kakuzu,come suo maestro,sarà nella sua squadra.” Hidan fece un sorriso, e Pain continuò: “Ma al posto di Hidan,ci sarà Konan.” Sia io che Hidan spalancammo la bocca,ma Hidan non si limitò ad aprirla: “COSA!? Metti Konan al posto mio!?!? Non puoi farmi questo!” Pain alzò un sopracciglio: “Da quando non posso? Datti una calmata Hidan,così ho detto e così sarà. Kakuzu e Konan saranno i suoi maestri e una volta terminato il suo addestramento,le squadre cambieranno nuovamente. Tu,Hidan, starai in squadra con Deidara. E questi sono gli unici cambiamenti per voi. Kureyo…” Risposi: “Sì. Pain-sama?” Riprese a parlare: “Konan ti mostrerà il covo e più tardi ti insegnerà la teoria ninja,Kakuzu ti insegnerà le arti marziali, Itachi quelle illusorie e magiche.” Annuii obbediente,ma questa cosa non mi piaceva. Pain e gli altri se ne andarono,lasciando me e Konan da sole. Lei indicò la stanza: “Qui è dove ci riuniamo e dove si discute degli spostamenti e delle missioni. Seguimi.” Cominciò a camminare e risalì le scale,io la seguii senza fiatare e mi indicò il corridoio davanti a noi: “Qua sopra ci sono le stanze di ognuno dei membri,la tua è l’ultima in fondo a destra. La camera dove eri prima è l’infermeria ed è questa qui.” Svoltò sulla sinistra,dove c’era un altro corridoio e indicò una porta bianca con incisi degli ideogrammi che purtroppo non capivo. Chiesi: “Che c’è scritto sulla porta?” Rispose alzando un sopracciglio: “Infermeria… Non è ovvio?” *Ma che caz? Sono nuova,caspita! E si da il caso che sia italiana,non giapponese!! Per mio dispiacere non so leggere i caratteri orientali!!* Presi un respiro profondo: “Non so leggere questi caratteri…” Mi fissò incredula e riprese a spiegare: “Le due stanze che ci sono qua a fianco sono il bagno e l’armeria. E’ vietato prendere oggetti dall’armeria senza permesso,chiaro?” Sbuffai: “Cristallino…” D’accordo… Sto ufficialmente per sbranarla in stile Zetsu… Il mio io interiore era furente: *Ma come si permette di usare questo tono!?!? Quel dannato fiorellino glielo faccio ingoiare!* Ridacchiai al pensiero e Konan si voltò di scatto,smisi giusto in tempo da non farmi vedere da lei. Socchiuse gli occhi e scese un’altra volta le scale,ritornando a quello che non era un salotto,ma una sala riunioni e camminò verso un’altra porta che era scorrevole e disse: “Questa è la cucina.” Camminava molto veloce,come se avesse il fuoco sotto i tacchi bassi delle sue scarpe… Le stavo dietro senza problemi,ma non sopportavo quel modo sbrigativo… Uscii e per la prima volta,vidi com’era il paesaggio del mondo dei Ninja: una foresta,un cielo azzurro senza aerei e un’aria pura,priva di inquinamento e un sole splendente. Konan indicò dei pupazzi con dei bersagli: “Quelli saranno i tuoi primi avversari. Kakuzu dovrà impegnarsi parecchio per farti diventare almeno genin…” Mi morsi il labbro per la rabbia e cercai di non calcolarla: appena avrei imparato a combattere le avrei fatto le chiappe a strisce… Chiesi: “Hai ancora altro da mostrarmi?” Fece segno di no e tirai un sospiro di sollievo. Konan mi ordinò: “Aspettami qui.” Scomparve e presi del tempo per guardarmi intorno,trovai un secchio pieno d’acqua e guardai la mia immagine: mi piacevano i miei nuovi abiti,soprattutto la divisa a nuvole. I miei capelli erano raccolti in una coda e la frangia era stata fermata con delle forcine, notai con un certo sgomento che insieme al mio orecchino tondo in oro bianco,ne erano comparsi altri 3 nei buchi che prima erano vuoti, erano degli orecchini pendenti corti con sfumature di blu e azzurro. Molto carini… Konan tornò indietro e in mano aveva un pacco di libri,me li porse e li sfogliai: erano tutti scritti in giapponese… Commentai: “Suppongo che mi insegnerai a leggere i vostri caratteri…” Rispose: “Già. Mi toccherà insegnarti prima a leggere… Come te la cavavi nella tua accademia?” Il mio liceo? Beh,non facevo schifo,ma in storia facevo proprio vomitare… Per il resto i miei voti non erano malvagi,avevo la media del 7. Risposi: “Andavo abbastanza bene… Mi insegnerai anche il controllo del chakra?” Mi guardò e sospirò: “Sarai un allieva molto impegnativa… Comunque sì,cercherò di insegnarti a controllare il chakra. Devo farti partire da zero.” Feci un’espressione che diceva: *Eh,vedi un po’ te. Da me non c’era bisogno di combattere…* Konan mi fece uno sguardo severo e sospirai: mi mancava già casa mia? No,mi mancava Hidan,questo sì. Per circa due ore,Konan mi fece scrivere con un pennello l’alfabeto e diventai matta: ero brava in disegno,ma ricordarsi tutti quei caratteri era micidiale. Anche Konan era distrutta,per lei era come insegnare cose ovvie e non sempre era paziente,ma ho cercato di fare del mio meglio. Finita la lezione,arrivò Kakuzu e lei se ne andò. Mi rallegrai: “Che bello!! Kakuzu!” Urlò: “Ma che Kakuzu e Kakuzu,chiamami Sensei!! E adesso addominali! 3 serie da 80!” Eeeeh!? Vacca logia!! Non stava scherzando,aveva tutta l’aria di chi se non fai quel che dice ti uccide… Senza aprire bocca,mi sdraiai sul terreno e cominciai a fare gli addominali,dopo quelle mi fece fare le flessioni… Però con lui seduto sulla mia schiena!! Peccato che se non alzavo sia il mio sedere sia lui,mi faceva sollevare dei pesi da 15 chili l’uno: se continuavo così mi sarebbero spuntati dei muscoli da far invidia a un culturista! Continuai così per altre 2 ore e dopo ero distrutta,stanchissima,peccato che avrei dovuto passare lo stesso tempo con Itachi e fu lui per primo,a tentare di insegnarmi il controllo del chakra: era un maestro molto paziente e devo ammettere che era anche dannatamente bravo. Non feci molto con quello che era il mio chakra,aveva un colore strano: non era blu,era arancione-rosso. Itachi mi insegnò a raccoglierlo in un unico punto,ma non ero questo granché a controllarlo,spesso spariva e mi toccava ripetere tutta la procedura per farlo riapparire. Alla fine del mio primo giorno di allenamento,pensavo di morire: avevo la testa come un pallone per tutte le nozioni nuove che avevo imparato e il mio corpo sembrava di cemento da quanto era pesante. Mi trascinai in quella che era la mia stanza e mi tolsi la divisa,appoggiandola su un tavolino basso. Osservai meglio la mia nuova camera: era spaziosa,con pochi mobili essenziali,un comodino,un armadietto,il tavolino e un futon. Era un po’ spoglia,ma avrei pensato più avanti a come darle una sistemata. C’era anche una finestra in stile orientale,di cui mi innamorai a prima vista: aveva una forma geometrica e delle decorazioni in legno stupende. Guardai con meno entusiasmo il futon,bianco con un cuscino tendente all’azzurrino pallido, ero abituata a dormire sopra il materasso di un letto singolo! Non in un futon su un tatami… Sospirai e mi ci sdraiai sopra: era un po’ strano,vedevo il pavimento troppo vicino e non sapevo se sarei riuscita a dormire in un posto così spoglio. Sentii bussare alla porta, risposi: “Entra pure.” La porta scorrevole si spostò ed entrò Hidan: “Ciao takara. Com’è andato l’allenamento?” Mentre parlava si sedette sul futon,risposi appoggiandomi alla sua spalla: “Sono distrutta… Itachi è bravo a insegnare,ma Kakuzu e Konan mi hanno spossata… Ho tanto sonno.” Il mio stomaco fece un rumore tremendo e Hidan rise: “E hai anche fame a giudicare dal rumore che fai. Non ti preoccupare: oggi tocca a Kisame cucinare. Come ti sembra la tua nuova casa?” Feci un sorriso: “Sono contenta di non dover cucinare io. Sì,mi piace qui,ma non so se riuscirò a dormire qua dentro… E’ spoglia e mi da l’impressione di essere sola…” Mi strinse leggermente: “Farò incazzare Pain venendo a dormire con te,ma non me ne frega.” Sorrisi,ma non volevo che si cacciasse nei guai: “No,stai dove sei. Non voglio cacciarti nei guai. Ribelle che non sei altro.” Rise: “Piace anche a me starti a fianco quando hai il becco chiuso! E Pain deve capire che non ha il permesso di vietarmi di stare con i miei colleghi.” Gli tirai un colpo,fingendomi offesa: “Ah, e così ti piace starmi vicino quando ho il becco chiuso?! Allora terrò le mie labbra sigillate e non ti rivolgerò parola.” Aveva parato il mio pugno e lo teneva nella sua mano,si avvicinò e sorrise seducente: “Ho i miei metodi per farti aprir bocca.” Il mio io interiore era scalmanato,fuori controllo: *Oh mio Jashin!! Se lo prendo non lo mollò più questo ragazzo!* Mi baciò il collo e mi imprigionò con le mie stesse braccia,tenendomi dietro la schiena,il braccio sinistro con la mano destra e viceversa. Sentii il suo sorriso sulla mia pelle: “Ti ho imprigionato e ora ti torturo.” Morse il bordo del mio orecchio,facendomi venire la pelle d’oca,prese con una mano sola le mie mani e con quella libera mi tolse l’elastico,facendo scendere i capelli sul collo e ci affondò il viso. La mia temperatura corporea era tremendamente salita e Hidan si divertiva a giocare con le mie reazioni. Mi ghignò: “Non cedi ancora? Sei più resistente di quanto pensassi…” Mi girò e mi lasciò le braccia,che io incrociai sul petto. Lo guardai con uno sguardo provocatorio e lui ricambiò la mia occhiata con un sorriso perverso. Intrecciò le nostre dita e si avvicinò,spingendomi fino a terra,dandomi una fila di baci dalla gola fino alla bocca,tentò di forzarmi con la lingua,ma lo sorpresi,mordendolo. Rise divertito: “Il mio piccolo cagnaccio ha tirato fuori le zanne… Sei dannatamente testarda. Cosa devo fare per addolcirti?” Sorrisi e gli abbassai le mani e senza proferir parola,gli baciai le labbra,avvolsi le gambe alla sua vita e diedi fondo a tutta la mia dolcezza. Hidan era stupito: “Vuoi comandare,eh? Mh,potrei anche lasciarti fare… Potrei.” Mi spinse,facendomi stare sotto di lui e mi guardò soddisfatto: “Così mi piace.” Gli feci uno sguardo assassino e lo spinsi,invertendo le posizioni. In quel momento decisi di parlare: “Detesto ricevere ordini e tu non sei il mio capo.” Sapevo che ero su un confine pericoloso,ma forse… ero davvero masochista? *Temo di sì cara mia… Vuoi sfidarlo a tutti i costi e sai che bel caratterino ha. Sì sì,sei masochista.* Ecco la perla di saggezza del mio io interiore… Hidan aveva una strana luce in quegli occhi meravigliosi,si tirò su quel tanto che bastava per essere faccia a faccia e morse leggermente il mio labbro inferiore: “Ti domerò prima o poi. Ti amo.” Bam! Mi avevo tirato una frecciata nel punto giusto e lo sapeva! Invertì nuovamente le posizioni e mi baciò con tenerezza: “E rieccoti sotto il mio controllo.” La porta si aprì ed entrò Deidara: “Ehi Kure è pronta la ce… OH PER TUTTE LE ESPLOSIONI!!!” Io e Hidan lo guardavamo imbambolati e DeiDei fissava noi scioccato. Simulai un colpo di tosse e Hidan si spostò,alzandosi in piedi e io imitai il suo gesto. Risposi paonazza: “Ehm,grazie Deidara… Scendo subito.” Hidan si allontanò e mi fece l’occhiolino mentre tirò una spallata a Deidara che venne spostato in malo modo. Scossi la testa e rivolsi uno sguardo di scuse a Deidara che commentò: “Se non vi si tiene d’occhio va a finire che divento sul serio zio…” Risi: “E’ troppo presto DeiDei! E poi non voglio figli! Quando ti entrerà in quella testaccia?” Rispose: “Tu la pensi così,ma Hidan non si lascerà fermare così facilmente: quello che vuole lo ottiene.” Mi lasciò un po’ sorpresa: in fondo Hidan era un po’ cambiato… Non farà una cosa del genere senza il mio consenso… *Ne sei così sicura? Sappiamo entrambe che ti fidi ma sei un po’ timorosa. Deidara ti ha avvertito,no? Allora fai attenzione!* Il mio io interiore ci teneva a spaventarmi… Scossi la testa e feci un sorriso a Deidara: “Grazie Deidara. Ma mi fido di Hidan.” Annuì e uscì dalla stanza,lo seguii a ruota fino alla cucina,che aveva un grosso tavolo lungo e basso,con tanti cuscini a fianco. A capotavola c’era Pain,alla sua destra Konan e alla sua sinistra Sasori,al fianco di Sasori si sedette Deidara,vicino a Konan c’era Itachi e al suo fianco c’era un posto vuoto che sicuramente era di Kisame,dopo Deidara c’era Zetsu e dopo di lui Kakuzu, al fianco di Kisame c’era Hidan e io mi sedetti al fianco del mio preferito. Kisame arrivò con un grembiulino blu scuro con la scritta: “Shark of the kitchen.” Molto carino… In mano aveva dei piatti che appoggiò a ogni posto e alla fine si sedette. Pain disse: “Buona cena a tutti.” E cominciarono a mangiare tranquilli. Presi le mie bacchette e osservai cosa avevo nel piatto,sembravano dei ravioli,uno dei piatti che preferisco. Ringraziai le mie uscite al ristorante cinese/thailandese e afferrai senza problemi il raviolo fumante: era buono. Hidan aveva in mano una piccola bottiglietta: “Hai sete?” Arrossii: “Sì,grazie. Versa pure.” Riempì il mio bicchiere con un liquido trasparente,pensai che fosse acqua ma mi sbagliavo… Era sakè! Caldo e con un sapore che non sopportavo. Per poco non facevo la doccia a Kakuzu con uno sputo di sakè,ma riuscii a trattenermi e mandai giù quella sorsata amara che mi disgustò totalmente: il mio massimo di alcol sono il vino bianco,lo spumante e la birra,ma l’unica volta che avevo voluto provare il sakè ne rimasi sconvolta… Hidan osservò la mia smorfia disgustata: “Che c’è? Non ti piace il sakè?” Annuii e gli porsi il mio bicchiere,lui lo prese e travasò il contenuto nel suo. Mi sussurrò all’orecchio: “Facciamo arrabbiare Pain e intanto ti farò amare il sakè.” Ero curiosa… Bevve un piccolo sorso di sakè,ma non lo mandò giù,mi si avvicinò e con un bacio mi fece bere quella schifezza amara. Pain tossì,ma Hidan lo ignorò e mi baciò di nuovo,dandomi un altro sorso di sakè,che cominciava davvero a piacermi,ma solo per un motivo… Pain battè un pugno sul tavolo: “Hidan! Kureyo! Piantatela! Dannazione,siamo a tavola e ho già detto che non voglio storie amorose tra i colleghi!” Hidan girò il coltello nella piaga: “E come giustifichi il rapporto tra te e Konan? Pensi che non sentiamo cosa combinate la notte?” Pain lo fulminò: “Io sono il capo! Shinra Tensei!” E il mio amato venne scaraventato un’altra volta nel muro,sfondandolo. Pain aggiunse con calma: “Deidara,poi aggiusta quel muro… Kureyo,non farmi arrabbiare,non hai fatto la stessa fine di Hidan solo per due motivi,primo, sei nuova,secondo, sei ancora troppo fragile per restare in vita a una tecnica del genere.” Impallidii e balbettai: “S-sì Pain-sama,prometto di non farla arrabbiare.” Tutta l’organizzazione osservava me,Pain e Hidan,che era appena tornato al suo posto e che stava maledicendo sottovoce Pain. La cena terminò senza altri scontri ed era ora di andare a dormire. Salii al piano di sopra e mi feci un bagno caldo per rilassare i muscoli,dopodiché mi preparai mettendomi un pigiama leggero che avevo trovato dentro il mio armadio,mi lavai i denti e camminando con calma entrai nella mia camera che all’interno aveva solo una candela a fare luce. Sentii dei passi e Pain entrò nella mia stanza: “Spegnere le luci. Buonanotte Kureyo.” Risposi: “Buonanotte anche a lei Pain-sama.” Sorrise e uscì. Soffiai sulla candela e orientandomi con la luce lunare che entrava dalla finestra,mi sistemai nel mio futon. Mi ero quasi addormentata,quando sentii il fruscio della porta scorrevole. Mi girai e Hidan mi sorrise come un bambino monello,poi entrò nel mio futon e mi diede un bacio sulla guancia: “Ehehe,mi piace fare incazzare quello stronzo. ‘Notte Andre.” Sorrisi e mi addormentai nel giro di pochi minuti.

Ed ecco l’ottavo capitolo!! Dopo questo comincerò una nuova serie,una storia ambientata nel loro mondo,anziché nel nostro. Cosa ne pensate? Spero vi sia piaciuto! Un abbraccio da HidanJashinist \(*u*)/ 

 

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