Il killer dell'Organizzazione

di frisulimite
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Hercule Chairot, il più grande detective del mondo ***
Capitolo 3: *** Ragazzini idioti, viaggi in treno e maghi logorroici ***
Capitolo 4: *** Sith, fantomatiche sorelle e custodi del Keyblade alla Fortezza Oscura ***
Capitolo 5: *** Intrigo sull'Olimpo ***
Capitolo 6: *** Omicidio al Castello della Bestia ***
Capitolo 7: *** Lo Sgarfamondo! ***
Capitolo 8: *** Il Castello Disney ***
Capitolo 9: *** l'Urkham Asylum ***
Capitolo 10: *** La Città di Halloween ***
Capitolo 11: *** La Battaglia dei Mille Heartless ***
Capitolo 12: *** Ritorno al Castello della Bestia ***
Capitolo 13: *** Il Grande Fantasmagorico Torneo degli Inchiappati ***
Capitolo 14: *** Un orsetto con una sola ala ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


cap 1bis

Il killer dell’Organizzazione

(il nuovo caso di Hercule Chairot)

Prologo.

Demyx si trovava in una comoda stanzetta nel castello dei Nobody (o Nessuno, se preferite). Stava provando il nuovo pezzo del suo album "Non ho un cuore", quando qualcuno entrò nella stanza. Mentre Demyx continuava a suonare il brano "Mi hai rubato il cuore", l’ombra sollevò un gigantesco spazzolino da denti e glielo spaccò in testa. Demyx cadde a terra, mentre l’uomo misterioso se ne andava.

- Il corpo è stato ritrovato da due Simili-Cameriere. Dicono di aver bussato, non ha risposto nessuno, sono entrati e lo hanno trovato così. – disse il Berserker-Commissario, indicando Demyx, il quale aveva a fianco uno spazzolino diviso in due parti. – Questo è quanto, signor Saix. – Saix disse: - Prima Vexen, poi Larxene, Laexeus, Marluxia, Zexion e ora anche Demyx. Qui c’è qualcuno che vuole distruggere l’Organizzazione XIII. – il Berserker-Commissario chiese: - Avete idea di chi possa essere stato? - - No. – rispose Saix. – Ma conosco qualcuno che ci può aiutare. Chiameremo il famoso investigatore privato Hercule Chairot, o Chairot Hercule, come preferite. Ha risolto casi difficilissimi come lo straordinario mistero dell’assassino dei Potter, il mirabolante caso della spada maledetta e il celeberrimo, unico, fantasmagorico e famosissimo caso del Sith rincoglionito. – il Berserker-Commissario chiese: - Volete davvero chiedere aiuto a questo Hercule Chairot? – Saix rispose: - Certo. Inoltre, quando avrà risolto il caso, ci impadroniremo del suo Nobody e del suo Heartless…MUAHAHAHA!!! – il numero 7 se ne andò ridendo come un matto, lasciando il Berserker-Commissario con mille dubbi.

Chi ha ucciso Demyx? Chi è questo individuo che si diverte a fare a fette i membri dell’Organizzazione? Dubito che lo scoprirete presto.

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Capitolo 2
*** Hercule Chairot, il più grande detective del mondo ***


cap2

Ringrazio Dark Magician, Sephirsena e malu kuku per aver recensito. Spero che vi piaccia anche il primo capitolo.

Capitolo 1. Hercule Chairot, il più grande detective del mondo.

Chairot atterrò a Crepuscopoli (suona meglio Twilight Town, ma fa niente). Scese dalla sua gummiship accompagnato dal suo fedele amico Mastings. Ad attenderlo c’era un Etereo-Autista, fermo davanti a una magnifica limousine. – Buonasera, monsieur… - esordì Chairot. – Qual è il suo nome? – l’altro rispose: - ……………- - He, he, he…lei non è un tipo molto loquace, eh? – disse Chairot, al che l’Etereo rispose: - ……………- e aprì la portiera della limousine. – Grazie, monsieur…come ha detto di chiamarsi? - - ………… - rispose quello. – Ho capito, non dovevo chiederlo, giusto? – e così dicendo Chairot entrò nella limousine, lasciando il povero Mastings fuori. – Ma, mi scusi signor Chairot, vuole farmi entrare? – domandò Mastings. – Ma certo che no, caro Mastings! – esclamò Chairot. – L’Organizzazione XIII ci ha mandato la limousine, ma io ho detto loro che non c’era bisogno di sprecare benzina, perché c’era una brava persona che avrebbe spinto la macchina molto volentieri. – Mastings esclamò: - Lei ha detto a quelli dell’Organizzazione che io avrei spinto la macchina, senza prima dirmi niente?! – Chairot rispose: - Esatto. Vedi che non sei così stupido? Monsieur…credo di essermi dimenticato il vostro nome. – l’Etereo disse: - …………… - Chairot disse: - Ok, ho capito tutto. Andiamo al Ring di sabbia. Mastings, corri a spingere! – Mastings andò dietro l’auto e cominciò a spingere la limousine, mentre Chairot urlava: - Verso l’infinito e oltre! – e procedendo a passo di lumaca, la limousine si muoveva.

Dopo circa 5 ore, arrivarono al Ring di sabbia, dove ad aspettarli c’era Saix, il quale, per ingannare il tempo, si era messo a fare il girotondo con dei Berserker, sotto gli occhi stupefatti di Seifer e compagni.

- Buongiorno! – salutò allegramente Chairot. – Più che altro buon crepuscolo. – disse Saix, il quale, vedendo Chairot, aveva smesso di fare il girotondo e aveva ripreso la sua tipica espressione truce/annoiata. – Lei è monsieur Saix, eh? – domandò Chairot, dando un’amichevole pacca sulla spalla di Saix, il quale rispose, senza perdere la calma: - Sì, sono Saix, membro numero 7 dell’Organ… - - Sì, sì, ho capito! La società che lei rappresenta ha qualche problemino, vero? – Saix sospirò e rispose, più annoiato che mai: - Sì. abbiamo deciso di chiamarla perché lei è un bravo detective. La porto sul luogo del delitto. – Chairot disse, vedendo che Saix stava andando contro un muro: - Ehm…la limousine è da questa parte. – Saix replicò: - Noi membri dell’Organizzazione XIII usufruiamo dei treni della celebre società "Darkness viaggi". Venga, per questa volta non pagherà il biglietto. – Chairot borbottò: - Quando la gente mi parla di cose che non capisco mi arrabbio come una bestia. – Saix balzò davanti a Chairot, la lingua di fuori e un rivolo di bava che colava da un lato. – Sei arrabbiato? Allora prendi questi Heartless e pestali! Falli a pezzi! Ti assicuro che è rilassante! – un migliaio di Heartless apparve, al che Chairot obiettò: - Ma io non ho il Keyblade! Non li devo mica ammazzare io. – Saix fece sparire gli Heartless e disse: - Giusto. Andiamo, che mi annoio a stare qua. – Saix aprì un varco nel muro e vi entrò, trascinandosi dietro Chairot.

- Beeeeeeeeeello questo posto! Voglio viaggiare anche io con l’agenzia "Darkenss viaggi". – disse Chairot. – Solo i dipendenti dell’Organizzazione XIII possono viaggiare con i meravigliosi treni dell’Oscurità. Il nostro treno è quello tutto blu da dove sta uscendo quel tizio con le grandi orecchie. – disse Saix, poi Chairot, vedendo il tizio incappucciato con le grandi orecchie, esclamò: - Ma quello è Topolino! Yuhuuuu!!! Sono un suo fan! – Saix disse: - La prego, si calmi, siamo in una stazione. Qui ci sono tutti i miei colleghi, non mi faccia fare brutta figura. – Chairot e Saix si avvicinarono ai binari 9 e 10, quando un ragazzo con gli occhiali, una cicatrice a forma di fulmine sulla fronte e un’aria da deficiente passò vicino a loro correndo verso i binari 9 e 10. L’impatto fu molto violento, ma questo non impedì al tizio di provare e riprovare a correre addosso al muro. – Io ho l’impressione di averlo già visto da qualche parte a quello. Forse un vecchio caso. – Saix lo ignorò e disse, sospirando e sbuffando: - Eccoci qua. Sicuro di non voler pestare un pochino gli Heartless? - - No, credo che ne farò a meno. – rispose Chairot, al che Saix disse: - Come vuole. Adesso le dispiace entrare? – i due entrarono nel treno, il quale partì con circa due ore di ritardo.

Saix stava in un angolo, intento a girarsi i pollici, a sbuffare e a cercare di sentirsi il polso. – Su, su. Perché fa quella faccia? Cosa la rattrista? – domandò Chairot, al che Saix rispose: - Mi hanno preso il cuore. – Chairot esclamò: - Aaaaah! Ho capito! Lei è innamorato! E chi è la fanciulla che le ha rubato il cuore? – Saix si alzò di scatto e urlò: - Come osa!? Io, con una…fanciulla!? Ma scherziamo!? Per chi mi ha preso? – Chairot rispose, leggermente intimorito da quella reazione: - Per Saix? – Saix si buttò sul sedile, annichilito da quella risposta, poi disse: - Comunque io sono senza cuore. – Chairot esclamò: - Ma come fa a dire di essere spietato in questo modo?! La rende felice l’essere malvagio?! – Saix domandò: - Felicità? Che cos’è? Di certo io non la conosco. – Chairot replicò: - Lei è proprio crudele! Fa queste battute orripilanti. Non ha un briciolo di cuore. – Saix urlò, tirando fuori dal nulla la sua arma, un enorme sturalavandini: - HO CAPITO CHE NON HO CUORE!! È la mia ossessione, vuole smetterla di ricordarmelo!!? Sto nanetto francese! – questa volta fu Chairot ad alzarsi, brandendo il suo bastone da passeggio: - Io sono belga! – Saix e Chairot fecero una breve gara a chi fa lo sguardo più feroce, poi tornarono a sedersi. – Dicevo che io sono un Nessuno. – disse Saix. – Sì! – esclamò Chairot. – L’ ho letta quella parte dell’Odissea! Quella in cui Polifemo grida: "AAAH!!! Nessuno mi colpisce a tradimento!" e i suoi fratelli credevano che stesse scherzando. Bel libro. – Saix aveva inarcato un sopracciglio, mentre cercava di comporre il numero di telefono della Neuro senza dare troppo nell’occhio. Saix a un certo punto chiese: - Ma che fine ha fatto il suo amico? – Chairot rispose: - A Mastings piace il lavoro manuale, così ho detto al Simile-Macchinista di prendersi una giornata libera, perché tanto Mastings avrebbe spinto il treno. – Saix decise che era inutile continuare a parlare con Chairot, quindi tornò a girarsi i pollici.

Appena arrivati Saix condusse Chairot sul luogo del delitto. – Ecco qua, signor Chairot. La lascio insieme al signor Xaldin e a quelli della scientifica. A non rivederci. – Chairot si avvicinò a Xaldin, il quale cercava di pulirsi i denti con le sue lance, con pessimi risultati. – Mi scusi, lei è monsieur Xaldin? – domandò Chairot. – No, sono sua sorella. – rispose quello, al che Chairot chiese: - Sarebbe così gentile da dirgli di venire qui, quando lo vede? – Xaldin si tagliò la guancia mentre cercava di togliere un pezzetto di carne che si era incastrato tra i denti. – Sono io Xaldin. – Chairot esclamò: - La somiglianza con vostra sorella è incredibile! – Xaldin ignorò il commento del detective belga, e condusse Chairot al centro della stanza. – Questo è il luogo esatto in cui è morto Demyx. – Chairot osservò lo spazzolino gigante e chiese: - Questa è l’arma del delitto, vero? – Xaldin annuì. – L’assassino deve essere molto forte. Lo spazzolino ha l’aria di essere pesante. – Xaldin disse: - Demyx è morto ieri sera alle ore 22: 59: 59. Probabilmente stava provando una nuova canzone. – Chairot domandò: - Monsieur Demyx suonava uno strumento? – Xaldin rispose: - Suonava la chitarra. Aveva formato un gruppo con Zexion, il famoso cantante rock. – Chairot esclamò: - Aaaah! Ho capito. Sa che io ero un loro grande fan? – Xaldin rispose: - No. Adesso che me l’ ha detto sono molto più tranquillo. - - C’è un non so che di sarcastico nella sua risposta. – disse Chairot, al che Xaldin esclamò: - Nooooo! Ma cosa mi dici mai!? – Chairot lasciò perdere la questione e si chinò per esaminare meglio l’arma del delitto, quando nella stanza entrò Axel. – Salve a tutti! Come va? – Xaldin disse: - Beh, è stato assassinato un altro membro dell’Organizzazione. Secondo te come sto, sapendo che potrei essere io la prossima vittima? – Axel ci pensò su, poi rispose: - Non saprei. Non sono molto bravo a capire le emozioni della gente. – Chairot intervenne: - Lei che cosa sa dell’omicidio? – Axel esclamò, decisamente allarmato: - Quale omicidio!? Io non ne so niente, capito!? Io non c’ero quando è morto Vexen, e neanche quando è morto Zexion! Non so proprio niente! Non ero neanche al Castello dell’Oblio quando sono morti. Cioè, io chiaramente non so che sono morti là…ehm, cioè, non so dove sono morti, però di certo non ero al Castello dell’Oblio, quindi… - Chairot lo interruppe e disse: - Mi sembra di capire che lei non ha ucciso Vexen. Però ha ucciso Zexion. - - Non è vero! Io ho solo detto a Riku Replica di ucciderlo…ops! – Chairot sorrise e si lisciò i baffetti, poi domandò: - Vuole dirmi com’è che ha ucciso Zexion e Vexen? Mi sembra chiaro che è il responsabile della morte di tutti e duee che ha cercato di ingannarmi. – Axel sospirò e disse: - Avete ragione. io complottavo nell’ombra insieme a Marluxia e a Larxen. Mi ricordo perfettamente come si sono svolti i fatti, parola per parola. – (FLASHBACK) "È una notte buia e tempestosa, e Axel è seduto davanti a un camino acceso insieme a Marluxia. – Axel, uccidi Vexen.- Dice Marluxia, al che Axel chiede: - Ma perché? - - Siamo in tredici, e il numero tredici porta sfiga. Il mio piano rischia di fallire. – risponde Marluxia. – Ok, lo ammazzo. – dice Axel per chiudere in fretta il discorso." (FINE FLASHBACK) Axel si riprese dalla trance in cui era caduto e disse: - Ho ucciso Vexen perché me lo ha ordinato Marilù…cioè Marluxia. E Zexion l'ho ammazzato perché non sopportavo quel ciuffo. – Chairot cominciò ad accarezzarsi i baffi, quando Xaldin chiese: - Allora, che cosa ha dedotto? – Chairot disse: - Sono giunto a una conclusione. – Xaldin esclamò: - Così presto?! È davvero fenomenale! – Chairot disse: - avete ragione. non era una cosa facile, ma adesso so tutto. Prenderò i bignè al cioccolato e panna. – Xaldin domandò: - M-ma, e il serial killer? – Chairot esclamò: - Ah, quello! È per questo che sono qui, vero? Eh, sì…mmm…vediamo un po’. – Axel, Mastings e Xaldin lo guardarono speranzosi, quando il detective concluse dicendo: - Si ragiona meglio a stomaco pieno. Mastings, dov’è il velocipede biposto pieghevole? – Mastings tirò fuori dal cappello un velocipede ripiegato su sé stesso, poi lo aprì, seguendo attentamente le istruzioni. – Bene! Au revoir! Verso l’infinito e oltre! – esclamò Chairot, mentre Mastings cominciava a pedalare come un matto, diretto verso il centro dell’allegra cittadina "Il mondo che non esiste", lasciando Axel e Xaldin stupefatti.

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Capitolo 3
*** Ragazzini idioti, viaggi in treno e maghi logorroici ***


cap3

Per chi si fosse perso il precedente giallo e per chi non ha ancora giocato (o finito) Kingdom Hearts II, una breve presentazione dei personaggi principali:

Hercule Chairot: investigatore privato dagli stupendi baffetti con un’ossessione per i dolci. Ha già risolto difficilissimi casi come il caso del "Sith rincoglionito" e il mistero del "vero assassino dei Potter".

Mastings: spalla deficiente di Hercule Chairot. È una delle poche persone al mondo il cui quoziente d’intelligenza è un numero negativo. Una volta ha strangolato un coccodrillo a mani nude.

Demyx: cantante e membro dell’Organizzazione XIII, è stato ammazzato con uno spazzolino da denti gigante mentre componeva una nuova canzone.

Saix: membro dell’Organizzazione XIII, dietro la sua calma si nasconde una natura giocosa.

Xaldin: membro dell’Organizzazione XIII, per risparmiare sugli stuzzicadenti usa le sue lance. Secondo voci non confermate, ha una sorella praticamente identica a lui.

Axel: membro dell’Organizzazione XIII e idiota. Ha ucciso Vexen ed è il responsabile della morte di Zexion.

Roxas: ragazzino inutile perennemente all’ombra di Sora.

Sora: custode del Keyblade. La sua massima ambizione è violentare Kairi. Il suo rapporto con Riku, però, è piuttosto equivoco.

Re Topolino: re del Castello Disney, ha l’abitudine di urlare che deve salvare il mondo, mentre agita le chiavi di casa con fare minaccioso.

Pippo: uno dei due fessi che vanno dietro a Re Topolino, nonché capitano dei cavalieri reali. È costretto ad andare dietro a Sora.

Paperino: altro fesso che va dietro a Re Topolino e mago di corte. Anche lui deve seguire Sora.

Riku: amico di Sora. La lunga permanenza nell’Oscurità gli ha fatto perdere il cervello, e adesso è convinto di essere l’uomo che è convinto di essere Ansem il Saggio. Il suo rapporto con Sora è piuttosto equivoco.

Kairi: amica di Sora e Riku, è anche una delle Sette Principesse del Cuore. La sua amicizia con Sora si è indebolita quando le sono giunte all’orecchio le storie riguardo a lui e Riku.

Ciccio u’Bombularo: ex-professore di Difesa Contro le Arti Oscure a Hogwarts, è un mitomane la cui massima ambizione è quella di essere giustiziato per un omicidio. A quanto pare è il nuovo padrone degli Heartless.

Sgarfabulli: simpatiche creature simili ai maiali, però con le zampe di un elefante, il collo di una giraffa, le ali di una libellula e la coda di un ragno. Vivono nello Sgarfamondo e si offendono se sentono qualcuno dire "Che assurdità", o se vengono chiamati Sgarfield. Sono ghiotti di bollonius fragiforme, una pianta velenosissima.

Sorella di Xaldin (?): la misteriosa sorella di Xaldin. Chairot afferma di averla vista, ma la sua esistenza non è confermata.

Simili-Cameriere: dei Nobody che si occupano di pulire delle stanze del castello del Mondo Che Non Esiste. Hanno ritrovato il corpo di Demyx.

Berserker-Commissario: aiuta Chairot a risolvere il caso del killer dell’Organizzazione.

Etereo-Autista: guida la limousine riservata ai membri dell’Organizzazione. Non è un tipo molto loquace.

Samurai-Spazzini: si occupano di pulire le strade del Mondo Che Non Esiste. Quando qualcuno butta una carta per terra, lo sfidano a duello mortale.

Misteriosa Voce Fuori Campo: una misteriosa voce fuori campo che interviene a sproposito durante la storia.

Adesso vi lascio al secondo capitolo. C’è voluto parecchio ma eccolo!

Capitolo 2. Ragazzini idioti, viaggi in treno e maghi logorroici.

Chairot e Mastings tornarono a Crepuscopoli, in cerca di un negozio di dolci e di qualcuno da interrogare. – Mastings, secondo te dove possiamo trovare una pasticceria? – domandò Chairot. – non saprei. Là c’è un negozio di caramelle, però. – rispose Mastings, indicando il negozio di caramelle dell’Area del tram. – Perfetto. Mi scusi, signor moguri, che caramelle vendete? – domandò Chairot, rivolto al moguri che stava davanti al negozio di caramelle. – Non ne vendo. Questo era un neozio di caramelle fino a poco tempo fa, poi la proprietaria me lo ha venduto. Io elaboro oggetti. – Chairot domandò: - E allora perché tenete l’insegna del negozio di caramelle? – il Moguri rispose: - Ma è ovvio. I programmatori si scocciavano di cambiarla. – Chairot e Mastings si allontanarono, e il detective aveva quasi rinunciato ai dolci, quando vide un ragazzo biondo parlare con tre amici. – Quindi con questi soldi compreremo delle ciambelle. – disse il ragazzo. Chairot decise di rimanere ad ascoltare appena sentì la parola "ciambelle". – Ma che dici Roxas!? Con tutti questi soldi possiamo comprarci delle angurie! – Chairot era sempre più attento. – E forse ci avanzeranno un po’ di soldi per comprare un gelato al sale marino, quando torniamo. – Chairot bisbigliò a Mastings: - Pediniamo questi ragazzi. Sono certo che non sarà tempo sprecato. –

I quattro ragazzi andarono alla stazione, seguiti da Chairot e Mastings. Stavano per entrare nella stazione, quando Chairot gli balzò davanti, brandendo il suo bastone da passeggio. – Ditemi dov’è questo stupendo negozio dove vendono tutte queste leccornie. – il ragazzo che si chiamava Roxas disse: - C’è un negozio in spiaggia. Ma c’è bisogno di un mucchio di munny per poterci andare. Noi abbiamo lavorato un sacco per avere i soldi necessari. – Chairot sorrise, poi alzò il bastone e lo abbassò con violenza sulla testa di Roxas. – Questi soldi servono di più a me che a voi. – disse, mentre prendeva il borsellino. – Ma questo non è giusto! – protestò Roxas, al che Chairot rispose: - Gnagnagna! Andiamo Mastings. Ci sono mucchi di ciambelle e angurie ad attenderci. – Mastings domandò: - Ma, Chairot, il furto è illegale. Non potremmo almeno interrogare il signor Roxas? – Chairot sbuffò. – E va bene. Mi dica, monsieur Roxas, lei conosce l’Organizzazione XIII? – Roxas rispose: - Io? No. Non so niente di questa Organizzazione, né dei Nobody, né degli Heartless, né del Keyblade. – in quel preciso istante nella mano di Roxas comparve un Keyblade. – Oh…ehm…forse ne so qualcosa. – Chairot chiese: - Sa che sei membri dell’Organizzazione sono stati uccisi? – Roxas esclamò: - Ma io non so proprio niente dell’Organizzazione! – Chairot domandò: - Mi dica. Cosa ha fatto ieri? Ha un alibi? – Roxas rispose: - Certo che sì. ho fatto una ricerca sulle Sette Meraviglie di Crepuscopoli. Ma erano tutte fesserie. – Chairot chiese: - Perché dice che erano tutte fesserie? – Roxas rispose: - Erano cose sceme. Tipo un ragazzo idiota che non sa contare degli scalini, una misteriosa entità che gioca con dei palloni in un vicolo, un tuo sosia nero e dall’aria malvagia che ti attacca, una misteriosa creatura che si trasforma in un tuo conoscente e si diverte ad attaccarti, un’altra misteriosa entità su una collina, un treno fantasma che solo io ho visto e una vecchia villa alla finestra della quale c’è una misteriosa ragazza con un vestito bianco che parla per enigmi. Tutte sciocchezze, non le pare? – Chairot disse: - Mi incuriosisce questa vecchia villa. Dove si trova? – Roxas stava per dirglielo, quando dal nulla apparvero dei Simili. Roxas si mise a urlare: - AAAAH! Degli strani cosi bianchi! Aiutoaiutoaiutoaiutoaiutoaiuto!!! – Chairot cercò di spiegare che lui li conosceva e che non erano pericolosi, quando apparve un tizio più basso di lui di almeno una ventina di centimetri; indossava un soprabito nero, aveva delle grosse orecchie e brandiva un mazzo di chiavi, usandole per picchiare i Nobody. I Simili, intimoriti dal comportamento del nanetto, scapparono a gambe levate. – M-ma quello è…Topolino! – esclamò Chairot, al che il topo in questione disse: - Stia zitto. Devo salvare il mondo dall’Oscurità. Prendete il treno blu che troverete dentro alla stazione. – e così dicendo se ne andò, agitando il suo mazzo di chiavi. – Non so. A Kingdom Hearts lo facevano sembrare una specie di saggio guerriero. Mah. – commentò Mastings. I due entrarono nella stazione, dove effettivamente c’era un treno. – Ma, Chairot, non dovremmo pagare il biglietto? – domandò Mastings. – Ma no! entriamo veloci e non ci chiederanno niente. – rispose Chairot, e così fecero.

- "E allora, io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da teee, ma il treno dei desideri, dei miei pensieri all’incontrario va." – Chairot si era messo a cantare questa canzone, e continuò a cantare il ritornello (perché conosceva solo quello) finchè non arrivarono a un isolotto sospeso nel vuoto, sul quale si trovava uno strano castello. Chairot e Mastings scesero dal treno e andarono verso la porta della curiosa costruzione, davanti alla quale c’era un tizio ciccione e calvo. – Ma io quello lo conosco! Quello è… - esclamò Chairot. Il tizio ciccione guardò il detective, poi spalancò gli occhi ed esclamò: - Non ci credo! Lei è… - Chairot completò la frase: - Io sono Hercule Chairot, il più grande investigatore privato di questo e di tutti gli altri mondi. E lei è Ciccio u’Bombularo! – Mastings domandò: - Ciccio u’Bombularo? Non era il professore di Difesa Contro le Arti Oscure durante il caso dell’omicidio dei Potter? - - Esatto, Mastings. – rispose Chairot. – Mio caro signor Chairot! Si renderà conto che il responsabile dell’omicidio sono io! – esclamò subito Ciccio u’Bombularo, al che Chairot disse: - In circostanze normali sospetterei di lei in quanto sa dell’omicidio quando nessuno gliene ha parlato. Ma siccome so che lei è una brava persona, non ho alcun motivo di indagare oltre. chi c’è là dentro? – aggiunse poi indicando l’edificio. – Là dentro c’era Yen Sid. Adesso sarà un Heartless. – Mastings chiese a Chairot: - Che cosa sta farfugliando? E chi è Yen Sid? – Chairot rispose: - È quello di Fantasia. il mago de "l’apprendista stregone". Se è come nel film, allora non dirà una parola. – Ciccio domandò: - Ma… scusate…avete appena scoperto che io comando gli Heartless. Non dite niente? – Chairot diede un’amichevole pacca sulla spalla dell’ex professore di Difesa Contro le Arti Oscure ed esclamò: - Hai ragione, vecchio mio! Complimenti! Da professore a signore delle creature dell’oscurità. Un bel passo avanti. Auguri per il nuovo lavoro. – e così dicendo entrarono dentro.

Chairot e Mastings salirono le scale, finchè non arrivarono a una porta, quando davanti a loro comparve la scritta "???". – Secondo te che cosa c’è nella stanza "Puntointerrogativopuntointerrogativopuntointerrogativo? – domandò Chairot. – Ma, Chairot, cosa dice!? Non ha capito che si legge "hmm?"- Chairot disse: - Lasciamo perdere, e vediamo che cosa si nasconde nella stanza "Puntointerrogativopuntointerrogativopuntointerrogativo". – il detective aprì la porta, poi lui e il suo compagno entrarono, e ciò che videro li scioccò profondamente. C’erano ancora scale. – Tutto qui? Mi aspettavo di più dalla stanza "Punto interrogativo ripetuto per tre volte". – commentò Chairot, quando apparvero degli strani cosi neri con delle antennine e gli occhi gialli. Uno di questi si avvicinò a Chairot e provò a prendere qualcosa dalla Borsa dei Dolci. La reazione di Chairot fu immediata: il detective prese il coso nero per le antenne e lo scaraventò sui suoi compagni, poi impugnò il suo bastone come se fosse un’arma. All’improvviso il bastone da passeggio sparì, lasciando il posto a una gigantesca chiave. – Hmm… non ho idea di cosa sia questa chiave, ma ho l’impressione che sia fatta apposta per essere spaccata sulla testa di quei cosi. – disse Chairot, e così fece. Il detective colpiva gli Heartless (perché di questi si trattava) senza pietà.

Dopo qualche minuto non c’era nessun Heartless ancora in vita (se di vita si può parlare nel caso degli Heartless), così Chairot e Mastings poterono andare alla porta successiva. Stavano per aprire la porta, quando apparve di nuovo l’enigmatica scritta "???". – Ma che vuol dire!? Non è questa la stanza "Puntointerrogativopuntointerrogativopuntointerrogativo"?! – esclamò Chairot. – Sono curioso di sapere che cosa c’è dietro questa porta. una voce intervenne: "Dietro questa porta c’è l’ultima battaglia. Vuoi procedere?"

- Sì, che mi rompo di non fare niente.

- No, mi voglio grattare la pancia.

- Che cavolo stai dicendo!? Questa non è la fine!

Chairot scelse l’ultima opzione. "Poffarre! È vero! Scusate l’interruzione, ragazzi." Chairot disse a Mastings: - Andiamo. Vediamo di risolvere il mistero della stanza "Puntointerrogativopuntointerrogativopuntointerrogativo". – e così dicendo entrarono.

La stanza non era molto grande. Dappertutto c’erano libri sull’allevamento dei maiali e riviste pornografiche e, seduto dietro a una scrivania c’era un tizio stravagante con un buffo cappello e una lunga barba. – Lei è il signor Yen Sid? – domandò Chairot. – Sì, sono io. – Chairot disse. – Vorremmo farle qualche domanda riguardo all’omicidio dei membri dell’Organizzazione XIII. – Yen Sid disse: - Ma fate come volete. Basta che poi ascoltate quello che devo dirvi. – Chairot chiese: - Lei dov’era ieri notte tra le ore 22 e le ore 22:59: 59? – Yen Sid rispose: - Ero con le mie amiche. – ghigno. – Abbiamo giocato all’infermiera e al paziente. – ghigno sempre più largo. – Per tutta la notte. – il ghigno era enorme. – Chi può confermarlo? – domandò Chairot. – Ma le fatine, ovviamente. Soprattutto…- ghigno grande oltre i limiti dell’immaginabile. - …Serena. – Chairot chiese: - Dove sono queste fate? – Yen Sid disse: - Prima dovete leggere questo librone. – e così dicendo mise un enorme libro sopra il tavolo. – Noi dovremmo leggere tutto quel coso immenso? – domandò Chairot. – Sì. dall’inizio alla fine. Così quando la storia finirà avrete qualcosa su cui scervellarvi, in attesa di un seguito che tarderà ad arrivare. – rispose Yen Sid. Chairot sospirò e aprì il librone, e si accorse che aveva solo tre pagine, ma molto spesse. – Tutto qui? Tre misere pagine? – domandò Chairot. Yen Sid annuì, poi disse: - Leggete, che è importante. – Chairot si immerse nella lettura.

- Rooonf…fiii… - Chairot era concentratissimo. – Bene, avete letto tutto? – Chairot alzò la testa di scatto e borbottò: - Sì, tutto. Era interessante. Specie la parte dell’inseguiment… - Yen Sid aveva inarcato le sopracciglia. - …volevo dire la parte del matrimonio… - Yen Sid si ritrasse leggermente. - …insomma era interessantissimo. – Yen Sid disse: - Bene. Adesso parliamo di qualcos’altro. Sapete cosa sono questi? – alle spalle di Chairot comparvero dei Nobody, alcuni dei quali si contorcevano, mentre altri lanciavano dei coltelli per aria per poi riprenderli al volo. – Ehm… sono giocolieri e contorsionisti? – azzardò Chairot. – No, capra! Questi sono dei Nobody. – disse Yen Sid. – Ooooooh… - dissero in coro Chairot e Mastings, poi il detective domandò: - Cosa sono i Nobody? – Yen Sid rispose: - Quando il cuore di una persona abbandona il corpo, si crea u Nobody. I Nobody sono dei gusci vuoti. Sembrano avere dei sentimenti, ma in realtà fanno finta. Cercano di sembrare umani lavorando, infatti ne incontrerete alcuni che fanno i muratori, altri i postini eccetera. Questi che vedete sono dei "Simili", e sono la forma più comune di Nobody. E adesso ditemi chi sono questi signori. – i Nobody scomparvero e al loro posto apparvero dei tizi incappucciati. – Uff, la vogliamo smettere con questi indovinelli!? – esclamò Chairot, al che Yen Sid rispose: - Certo che no. Lasciamo perdere per un momento quei tizi e ditemi una cosa. Noi lo vediamo sempre, il re quando vuole, il Papa quando muore, e Dio che vede tutto non lo vede mai. Cos’è? – Chairot esclamò: - Glielo chiedo un’altra volta. Vuole smetterla di parlare per enigmi?! – Mastings, il quale era rimasto a riflettere sull’indovinello, esclamò: - Ma certo! Il simile! – Yen Sid scoppiò a ridere. – Esatto! Il "Simile"! Capite la battuta!? Uhuhuhu! – Yen Sid cadde dalla sedia poi, dopo aver passato un quarto d’ora per terra a ridere come un matto, si rialzò, si lisciò la veste e disse: - Quei tizi incappucciati sono i membri dell’Organizzazione XIII. Sono dei… - - …Dei simpaticoni che però qualcuno vuole ammazzare. – completò Chairot. – Sì, forse… ma sono soprattutto dei Nobody, dei Nobody che controllano tutti gli altri. Ora, andate nell’altra stanza, dove le tre fatine ti cambieranno i vestiti. – aggiunse infine Yen Sid, indicando gli abiti di Chairot. – Perché? Cosa hanno che non va? – chiese Chairot. – Niente. È solo che ti servono abiti migliori se vuoi combattere l’Oscurità. – disse Yen Sid. – Ma chi ha mai detto che voglio combattere l’Oscurità! – esclamò Chairot. – Su, su. Non fare così. Adesso vai di là, ti daranno dei nuovi e bellissimi abiti. – replicò yen Sid, spingendo Chairot verso la porta che si trovava dietro la scrivania.

- Ti dirò, Mastings, che lo preferivo quando non parlava e si limitava a colpire Topolino con una scopa. – disse Chairot a Mastings una volta entrati nel guardaroba di Yen Sid. Nella stanza c’erano tre fate, circondate da abiti assurdi. – Scommetto che volete dei vestiti nuovi. – disse la fata vestita di rosso. – Uao! Ma come avete fatto a indovinarlo? – domandò Chairot. – Senti, nanetto, il capitolo deve finire, quindi tagliamo le parti inutili. – disse la fata. – Non perdiamo tempo a litigare, e diamogli subito il vestito. – le tre fate fecero una magia e il vestito di Chairot cambiò. Al posto della bombetta marrone c’era una bombetta nera, le scarpe un po’ consumate lasciarono il posto a delle scarpe identiche, ma nuove. – Ma… questi abiti sono… - esordì Chairot. – Stupendi, magnifici, originali? – suggerì la fata. – … Sono identici a quelli che avevo prima. – la fata sembrava offesa. – Identici!? Ma non vede che sono neri!? – Chairot disse: - Uh, che bello. Io e il mio amico dobbiamo andare. Au revoir. – e così dicendo Chairot e Mastings uscirono dalla stanza.

Yen Sid era fuori che li aspettava. – Bene, adesso vi dico una cosa. Per andare di pianeta in pianeta, dovrete aprire delle rotte, viaggiando con questo. – il mago indicò un magnifico velocipede biposto, con tanto di cannone. – Con quel velocipede viaggerete tra i mondi. Adesso andate a risolvere il caso, e mi raccomando, Chairot, usa bene il Keyblade…BONG! – Chairot aveva colpito Yen Sid con il suo Keyblade, poi disse: - Come vede so farne buon uso. Pedala Mastings, verso nuove avventure! – Mastings cominciò a pedalare, mentre Chairot mangiava i suoi dolcetti usando il Keyblade come forchetta, diretti verso un nuovo mondo.

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Capitolo 4
*** Sith, fantomatiche sorelle e custodi del Keyblade alla Fortezza Oscura ***


cap3bis

Ecco i personaggi che appariranno tra poco, e alcuni di quelli che compariranno nei capitoli a seguire.

Leon: un tipo Squall-ido (che battuta!), ha perso il lavoro e adesso è costretto a fare il muratore per ricostruire la Fortezza Oscura.

Merlino: un tempo era considerato un mago potentissimo, ma quando venne scoperta la relazione tra lui e la fata Smemorina perse tutto. Per arrotondare ospita a casa sua i muratori che devono ricostruire la Fortezza Oscura.

Mary Sue: è una stupenda e potentissima fanciulla, indossa abiti fashion ed è una vecchia conoscenza di Chairot. Adesso controlla tutti gli Heartless insieme a Ciccio u’Bombularo, e aspetta il momento opportuno per vendicarsi di Chairot.

Ade: il re degli inferi. Zeus ha chiuso il suo Cinodromo, e adesso Ade lo vuole riaprire per far perdere a Ercole tutti i suoi soldi in scommesse.

Zio Paperone: sogna di diventare ricco vendendo skateboard e gelati, anche se in teoria è già un plurimiliardario. Ha aperto il suo negozio vicino al cantiere della Fortezza Oscura, così i muratori comprano i suoi orrendi gelati.

Cloud: viene chiamato "Nube" dai suoi amici. Cloud ha rotto il suo spadone, e adesso cerca di tenerlo unito con del nastro adesivo. Un tempo (un tempo?) amava Sephiroth. E non si tratta di ammirazione, chiaro?

Sephiroth: un potentissimo guerriero. Ha una sola ala, l’altra l’ ha persa mentre giocava con la Masamune. Facendo lo stesso giochetto ha distrutto la virilità di Cloud.

Xemnas: il capo dell’Organizzazione XIII. Usa due spade laser da quando ha visto Star Wars Episodio III; adesso è convinto di essere un Sith, e cerca invano di convincere Saix a passare al Lato Oscuro.

DiZ: tizio misterioso, non si sa niente di lui.

Capitolo 2. Sith, fantomatiche sorelle e custodi del Keyblade alla Fortezza Oscura.

Dopo aver pedalato a lungo, Chairot e Mastings arrivarono alla Fortezza Oscura. Chairot scese agilmente (agilmente?) dal velocipede, lasciando a Mastings il compito di parcheggiarlo, mentre lui andava a cercare dei testimoni.

Chairot passeggiava tranquillo, quando vide un negozio con dentro un papero con un cappello rosso, poi, in un altro negozio, vide un papero praticamente identico, solo che aveva un cappello blu, infine vide un papero con un cappello verde che vendeva oggetti a un muratore con una cicatrice sulla fronte. "Denuncerò questo fatto. I bambini non dovrebbero lavorare." il detective era immerso in questi pensieri, quando vide una cosa che attirò la sua attenzione. Un gigantesco congelatore adibito a negozio di gelati. – Mi scusi, lei che gelati vende? – chiese Chairot a un papero con le ghette e una tuba in testa. – Ma non vede che sono occupato!? Sto trattando con questo distinto signore. Quanto ha detto che offre per il mio cuore? – aggiunse poi Paperon de Paperoni rivolto a un tizio incappucciato. – Uff, ho detto che le dirò l’ubicazione esatta di un ricchissimo giacimento di petrolio. Adesso vuole darmi il suo cuore? – a un certo punto qualcuno urlò: - No! lui è dell’Organizzazione XIII! – il tizio che aveva urlato era Sora, il quale si mise tra Paperone e l’uomo incappucciato, agitando il suo Keyblade. Il membro dell’Organizzazione provò a scappare, ma Sora gli diede un calcio nel sedere, facendolo cadere a terra. Il membro dell’Organizzazione si alzò e si tolse il cappuccio, rivelando la sua identità. – Ma…è… la sorella di Xaldin! – esclamò Chairot, indicando stupefatto l’individua (individua!?) che gli stava davanti. – Signor Chairot, che cosa vuole? Stavo solo facendo il mio lavoro. – disse la sorella di Xaldin (secondo Chairot era la sorella, per questo la chiamerò sorella di Xaldin N.d.A.). Sora cominciò a sbattere il Keyblade in testa alla sorella di Xaldin, la quale, cercò di fuggire a gambe levate. – Monsieur Sora! Le devo fare qualche domanda! – esclamò Chairot, ma Sora era già corso dietro alla sorella di Xaldin, con Pippo e Paperino al seguito. – E così crede di potermi sfuggire? La vedremo. – mormorò Chairot, poi fece un balzo inconcepibile persino per Topolino e si lanciò all’inseguimento di Sora.

La sorella di Xaldin (che per comodità chiameremo Xaldina) tirò fuori il walkie talkie in dotazione ai membri dell’Organizzazione e lo accese. – Qui è Xaldin. (pure problemi d’identità ha questa?! Non le bastava sembrare un uomo. Doveva essere pure schizofrenica.) Sono inseguito da Sora, un cane spilungone con un assurdo cappello in testa, un papero con una divisa da marinaio e dal nostro detective. Chiedo rinforzi. – - Non preoccuparti, Xaldina. Stiamo arrivando. – disse Xemnas attraverso il suo walkie talkie, poi aggiunse, rivolto a Saix. – Avverto una interferenza nella Forza. – Saix disse: - Se non la smetti con questa storia dei Sith, giuro che ti sequestro le spade laser. – Xemnas si mise a piagnucolare, scena di cui non voglio parlare per lasciargli un po’ di dignità.

Intanto Chairot aveva raggiunto Sora, Paperino e Pippo. – Fermi! Devo farvi qualche domandina. – Sora disse: - Ma noi dobbiamo affrontare l’Organizzazione XIII. Non abbiamo tempo da perdere. – Chairot tirò fuori da una tasca il suo blocchetto per gli appunti e domandò: - Lei dov’era quando Demyx è morto? – Sora rispose: - Dormivo. – Chairot chiese: - C’è qualcuno che può confermare ciò che dice? – Sora disse: - Pippo e Paperino erano con me. – Chairot osservò i due compagni di Sora, poi disse: - Non mi sembrano molto svegli. E poi, stando alle notizie che ho raccolto su voi tre, Pippo e Paperino stavano dormendo quando, stando a quanto dice lei, stava dormendo. Monsieur Sora, lei non mi convince. Conosce monsieur Vexen? – Sora rispose: - No. – al che Chairot esclamò: - Bugia, bugia! Lei l’ ha incontrato, poco ma sicuro. – Sora replicò: - Ma io le assicuro che non lo conosco. – Chairot tirò fuori da una tasca un Game Boy Advance e lo mostrò a Sora. – Chi è questo qui allora!? Questo sei tu, e questo è Vexen! È una settimana che provo a battere questo tizio, ma non ci riesco! – Sora esclamò: - Ma quello non sono io! – Chairot sorrise e disse: - Lei non mi convince affatto. Mi dica dove ha preso quel Keyblade. – Sora gonfiò il petto e rispose: - Modestamente, sono il Prescelto. – Chairot commentò: - C’era qualcun altro che sosteneva di essere il Prescelto, ma non mi ricordo chi era. Comunque anche io ho il Keyblade. – Chairot prese il suo Keyblade e lo mostrò a Sora, il quale si mise a piagnucolare: - Non è giusto! Perché anche lui ha il Keyblade!? Buhuu!! – Chairot disse: - Non cerchi di intenerirmi con queste scene patetiche. Adesso risponda alla mia domanda. Chi avrebbe potuto avere un movente per uccidere Marluxia, Larxene, Laexeus e Demyx, dato che ho scoperto che è stato Axel a uccidere Vexen e Zexion? – Sora esclamò: - Chi è stato ucciso!? – Chairot disse: - Non faccia il finto tonto. Lo sappiamo tutti e due che lei in questa faccenda c’è dentro fino al collo. Adesso mi dica chi, secondo lei, avrebbe un movente per uccidere i membri dell’Organizzazione. – Sora ci pensò su, poi gli venne un’idea interessante. Quella era l’occasione che aspettava per sbarazzarsi di Topolino, altro prescelto dal Keyblade, e quindi suo rivale. – Re Topolino! Lui vuole distruggere l’Oscurità. Sicuramente lui è il responsabile della morte di quei poveracci. – Chairot disse: - Chi crede di imbrogliare!? Lo so benissimo che il suo obiettivo è distruggere l’Organizzazione XIII. È anche vero, però, che Re Topolino vuole distruggere l’Organizzazione. Cosa mi dice di quei tizi dall’aria tonta? – Pippo esclamò: - Gaursh! Non dovrebbe essere così offensivo! Non pensa alla sensibilità di quei due che secondo lei hanno l’aria tonta!? A proposito, chi sono? – – Non penso che servirà a qualcosa interrogare quei due. - continuò Chairot - Ma lei non mi convince, monsieur Sora. Mi dica, che cosa ha fatto nell’ultimo anno? – Sora rispose: - Cercavo i miei amici Riku e Kairi. Adesso Kairi è al sicuro alle Isole del Destino, ma Riku è in giro nell’Oscurità insieme a Re Topolino, quindi lo devo cercare. – Chairot domandò: - E che mi dice di sua madre? Lei che fine ha fatto? Approva la sua scelta di salvare il mondo? Era sparita anche lei? – Sora borbottò: - Mia madre è una vecchia rompipalle e io me ne sono fregato altamente di lei… - Chairot fece un salto carpiato, poi esclamò: - Benissimo! Lei detesta sua madre! – Sora obiettò: - Ma che c’entra questo? – Chairot rispose: - Ma è ovvio. Se tu sei così insensibile da lasciare tua madre chissà dove, potresti benissimo essere il responsabile della morte di Marluxia, Larxene, Laexeus e Demyx. – Sora stava per ribattere, quando apparvero sei tizi incappucciati. – Oh, i miei clienti! Stavo interrogando monsieur Sora. – Sora esclamò: - Li faccio a fettine questi deficienti che neanche esistono! – il tizio al centro disse: - Ora sperimenterai tutto l’immenso potere del Lato Oscuro. – Saix si tolse il cappuccio, prese la sua strana mazza e esclamò: - Non voglio sentire altre allusioni alla Forza! Sono stato chiaro!? Altrimenti ti spacco la testa! – Xemnas replicò: - Sì, avverto l’ira che è in te. Essa ti fa implacabile…BONK! - - Ti avevo avvertito, brutto deficiente! – Saix, dopo aver colpito con forza inaudita la testa di Xemnas, gli piombò addosso, mentre gli altri membri dell’Organizzazione scommettevano sul vincitore. Sora cominciò a colpire a casaccio col Keyblade, cercando di distruggere gli incappucciati.

Chairot tirò fuori il suo Keyblade e cominciò a tirare botte in testa a tutti, finchè non caddero tutti a terra sfiniti. – Adesso ascoltatemi, monsieur Saix. Io non posso risolvere il caso se voi ammazzate tutti gli indiziati. – Saix guardò con odio Xemnas, il quale aveva cominciato a giocare con le spade laser. – Adesso, monsieur Xemnas, mi dica che cosa sa dell’omicidio di Demyx. – Xemnas rispose: - Niente. Quella sera stavo giocando al Signore Oscuro dei Sith. – Saix intervenne: - Posso confermare io. Non ha fatto altro che cercare di convincermi a passare al Lato Oscuro. – poi tornò a guardare con odio Xemnas. – Dunque, lei avrebbe avuto un movente per uccidere Zexion, Laexeus, Marluxia e Larxene. In fondo, tutti complottavano alle sue spalle. – Xemnas domandò: - Davvero complottavano? Perché nessuno mi dice mai niente? – Saix rispose: - Perché tu hai detto che puoi leggerci nella mente, e quindi non dobbiamo dirti niente. – Xemnas tossicchiò, poi Chairot gli chiese: - Secondo lei chi avrebbe avuto un valido motivo per uccidere sei membri dell’Organizzazione? – Xemnas ci pensò su, poi rispose: - Ma è ovvio. Sono stati i Jedi! – Saix alzò la sua mazza. – Dovete fare in fretta, signor Chairot. I Jedi sono implacabili. – Saix urlò: - Ma che diavolo c’entrano i Jedi!!? Maledetto, ti ammazzo!!! – Saix provò a saltare addosso a Xemnas, ma Chairot lo bloccò in tempo. – Suvvia, monsieur Saix. Questo è il tipico trucco dei Signor dei Sith. Non deve credere alle sue menzogne. – Saix gridò: - MA LUI NON È UN SIGNORE DEI SITH!!! – Chairot gli diede qualche amichevole pacca sulla spalla e gli disse: - Su, su. Non fare così. Adesso me lo fai un piacere? – Saix chiese: - Di che tipo? – Chairot rispose: - Beh, vorrei interrogare qualche suo amico del Mondo Che Non Esiste. Mi ci può portare? – Saix sorrise, poi rispose: - In questo caso… la risposta è no! – Chairot esclamò: - Ma come!… - Saix fece apparire degli Heartless, poi disse: - Se sei arrabbiato, picchia gli Heartless. Sono rilassanti, e se ne distruggi uno, questo libera una sorpresa. Un cuore che andrà nell’Oscurità, dove formerà Kingdom Hearts, rinomata località turistica che… - Chairot disse: - Stia zitto, monsieur Saix. Monsieur Xemnas,un’ultima cosa. Dov’è monsieur Xaldin? Se ne è andata pure sua sorella, a quanto pare. Ma io riuscirò a interrogare lei e suo fratello. – Xemnas disse: - Xaldin è andato al Castello della Bestia. Riguardo a sua sorella… non sapevo nemmeno della sua esistenza! Beh… io e gli altri membri dell’Organizzazione dobbiamo andare a complottare adesso. Arrivederci, signor Chairot. – Chairot disse: - Au revoir, monsieur Xemnas. – e così dicendo tornò verso il negozio di Paperone.

- Signor Chairot! – Sora, Pippo e Paperino lo avevano raggiunto. – La sua indagine è difficile e pericolosa. Potrebbe non riuscire ad arrivare fino in fondo. Perché non viaggiamo insieme? – Chairot rispose: - Per me va bene, monsieur Sora. Ma… chi è quel tizio con il cappellino di carta, la cicatrice e quella curiosa spada? – Sora rispose: - Quello è Leon. Un tempo era un famoso guerriero, ma poi ha perso il lavoro. Adesso fa il muratore. – Chairot disse: - Ah. Poveraccio. Buonasera, monsieur Leon. – l’altro rispose: - …Salve. – e poi se ne andò. – Il tizio mi sembra poco cordiale. - - Oltre ad aver perso il lavoro, ha perso ogni utilità nella storia. In Kingdom Hearts era più o meno importante, adesso invece è totalmente inutile, e questo non gli va giù. –

A un certo punto videro un tizio che in testa doveva avere almeno un quintale di gel e maneggiava una gigantesca spada avvolta nel nastro adesivo. – Buonasera, Nube. – lo salutò Sora. – Cosa hai fatto di bello oggi? – il tizio disse: - Non chiamarmi Nube. Comunque ho passato l’intera mattinata a riparare la mia spada col nastro adesivo. Adesso sto cercando una persona. – Chairot, il quale era sempre pronto a farsi gli affari degli altri, chiese: - Chi sta cercando? Magari è il nostro uomo. – Cloud puntò la sua spada al collo di Chairot e chiese: - Cosa intende con "il nostro uomo"? Sephiroth è solo mio! – Chairot prese il suo taccuino e annotò l’ultima frase detta da Cloud (o Nube, come volete). – Mi può descrivere questo tizio? Vorrei interrogarlo. – Cloud esclamò: - All’inizio del gioco!? Lei vuole incontrare Sephiroth all’inizio del gioco!? Deve essere pazzo. Comunque è alto… - sguardo sognante. - …ha lunghi capelli argentati… - lungo sospiro. - …occhi verdi e un’ala nera. E ha un lungo... cioè una lunga spada. Aaaah. – Chairot bisbigliò, rivolto a Sora: - Direi di andare a cercare il mio amico Mastings. Poi ce ne andiamo con lui in velocipede. – Sora disse: - Ok. – e se ne andarono, lasciando Cloud solo con le sue fantasie.

Mastings attendeva nel parcheggio per velocipedi, ed era appoggiato alla gummiship di Sora, Paperino e Pippo. – Mastings, andiamo, verso un nuovo mondo! Questi tre amici verranno con noi. Sono Sora, Paperino e Pippo. – Mastings protestò: - Ma ho appena trovato il posto! – Sora intervenne: - Beh, noi abbiamo la gummiship. Quindi possiamo andare tutti… - Chairot esclamò: - Vedi, Mastings!? Loro andranno con la loro nave! Così tu non dovrai trasportare quattro persone. Andiamo adesso. – Mastings domandò: - Ma perché non andiamo con la loro gummiship? – Chairot rispose: - Suvvia, Mastings! Potrei mai privarti del piacere di un viaggio in velocipede? Ovviamente no! Andiamo adesso! – così dicendo saltò sul velocipede, mentre Sora, Paperino e Pippo salivano sulla gummiship. – Verso l’infinito e oltre!!! – gridò Chairot, mentre il velocipede e la gummiship partivano alla volta di un nuovo mondo.

Nel frattempo, nel castello del mago Yen Sid, arrivò un corvo con dei vestiti fashion, e li depositò ai piedi delle tre fate. – Quegli abiti… come sono carini! Chi li indossava doveva essere proprio chic. – disse Serenella. – Già. A dire il vero, mi ricordano quelli di una ragazza bellissima. – disse Flora, al che Serenella disse: - Sì, si chiamava Mary S…oh no! Non dobbiamo ricordarla! Ricordate i danni che ha fatto nell’altro giallo? – Fauna disse: - Già. Ma… si sta gonfiando e rizzando come…come un palloncino! – Serenella commentò: - Avrei detto qualcos’altro.- Già. Come una pianta di pisello! - disse Flora, che, come da nome, di piante se ne intendeva. - Oh, mio Dio! – la bellissima Mary Sue era tornata, più bella e potente che mai. – Avrei una domanda. Che fine ha fatto Malefica? – disse Flora. – Non lo sai come vanno le cose nei telefilm, nelle soap opere e nelle fan fiction? Quando un personaggio non rinnova il contratto, si fa una puntata in cui muore! Non vi ricordate com’è finita Malefica? – Fauna rispose: - Sì. Era diventata una lucertola con la gola infiammata. Poi Sora, Paperino e Pippo l’ hanno sconfitta. - - Esatto!- fece Mary Sue - E adesso, controllerò tutti gli Heartless, porterò scompiglio in questo mondo, mi vendicherò di Chairot e scriverò mucchi di fan fiction su Kingdom Hearts! – le tre fate, terrorizzate scapparono a gambe levate dal mago Yen Sid, per farsi "consolare".

Bel capitolo vero? Purtroppo credo che per il prossimo ci vorrà più tempo di quello che ho impiegato per scrivere questo. Da adesso in poi, spremetevi le meningi per cercare di scoprire l’identità dell’assassino. Fatemi sapere le vostre teorie, mi farò quattro risate!

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Capitolo 5
*** Intrigo sull'Olimpo ***


cap4

Dopo tanto tempo, ho aggiornato! E come al solito, prima del capitolo, ci vuole un piccolo approfondimento. Però c’è una novità. Questa volta niente Grillario. Prima dell’inizio del nuovo capitolo, voglio offrire una chicca. Un’intervista col mitico, straordinario, simpaticissimo, geniale, e soprattutto modestissimo autore!(io)

F= frisulimite

M= Misteriosa Voce Fuori Campo Che Fa le Domande

M= Signor frisulimite, la prima domanda che le vorrei fare è questa: perché proprio Kingdom Hearts come ambientazione?

F= Perché sì. Non posso svelare tutti i segreti.(risate)

M= risposta esauriente. Quante avventure prevede per il nostro detective?

F= "quante" è una parola grossa. Anche "avventure" è grossa. Per non parlare di "prevede"!

M= quindi?

F= boh, mah, non so, chissà. Non posso dire di più. (risate)

M= Lasciamo perdere. A chi è ispirato il personaggio di Chairot?

F= a un tizio.

M= cosa ci può dire sui prossimi capitoli?

F= che ci saranno. Senza ombra di dubbio.

M= e per quanto riguarda l’assassino? Può darci degli indizi?

F= posso. Ma non lo farò. Posso solo dire che vuole ammazzare i membri dell’Organizzazione.

M= non c’è nessun altro nelle sue mire? Tipo Sora o qualcun altro?

F= domanda arguta. Però posso solo dire che…detesto i crauti!

M= oh…suppongo sia un indizio… credo… spero…

F= suppone male.

M= dunque… alcune voci di corridoio affermano che Saix avrà un ruolo cruciale nella storia. È vero?

F= a me sta simpatico! E detesta i crauti! Come me! trovo che i crauti siano disgustosi, lei?

M= lasciamo perdere. Piuttosto, a cosa serve Mastings? Se lo domandano in molti.

F= serve a compensare Chairot. Mastings è l’opposto di Chairot in tutti i sensi.

M= anche questa volta Mary Sue è la colpevole?

F= No, però avrà un ruolo importante.

M= come mai è tornata in vita?

F= non è mai morta. L’hanno solo arrestata.

M= ah. C’è qualcosa di CERTO che ci può dire sulla fan fiction?

F= che continuerà.

M= sulla storia?

F= sarà sempre più bella.

M= nessuna anticipazione sugli sviluppi?

F= ebbene, vi dirò qualcosa… una notizia sconcertante. Chairot scoprirà il colpevole!

M= almeno è qualcosa… (sospiro rassegnato) un’ultima domanda. Esiste veramente la sorella di Xaldin?

F= avete ragione, gli scacchi sono un hobby entusiasmante!

M= ma che c’entra?

F= le ho già detto che detesto i crauti!

M= se la sorella di Xaldin esiste, quella/o che abbiamo visto nei precedenti capitoli era Xaldina o Xaldin?

F= preferisco le lasagne ai cannelloni!

M= io non ho altre domande da porle. Grazie per averci concesso un’intervista e soprattutto per le delucidazioni e le anticipazioni!

F= è stato un piacere. Arrivederci!

Non vorrei aver svelato troppo con questa intervista. Godetevi questo nuovo capitolo.

Capitolo 4. Intrigo sull’Olimpo.

Chairot stava mangiando dei dolcetti, comodamente seduto sul sedile posteriore del suo velocipede ultimo modello, mentre Mastings pedalava come un matto per riuscire a stare dietro alla gummiship. – Mastings, mi viene un dubbio. I colpevoli potrebbero essere quei due tizi tonti. In fondo, dato che sono matti, potrebbero aver deciso di uccidere i membri dell’Organizzazione. Magari Sora ha detto qualcosa come: "Quanto vorrei vedere morti i membri dell’Organizzazione", e loro, siccome sono affezionati a lui, hanno deciso di farlo contento. Mmmm… all’arrembaggio, Mastings! – esclamò Chairot, e, per la prima volta, aiutò Mastings nel pedalare. – C-Chairot… sta usando… i pedali del sedile posteriore!? – disse Mastings, il quale era rimasto basito. – Mastings, sento che siamo vicini alla soluzione. Dobbiamo acchiappare quel cane dal naso assurdo e quel papero vestito da marinaio. – i due tizi in velocipede abbordarono la gummiship.

Chairot balzò "agilmente" dentro la gummiship, poi disse: - Vorrei fare qualche domanda a quei due tizi deficienti. – Pippo esclamò: - Le ho già detto che non deve essere offensivo! Lasci stare quei due poveri tizi, anche se io non ho capito chi sono. Yuk! – Chairot chiese a Paperino: - Lei dov’era ieri notte alle 22: 59: 59? – Paperino rispose (non sapendo come rendere la voce di Paperino attraverso lo scritto, ho deciso di farlo parlare come tutti gli altri N.d.A.): - Ero insieme a Pippo e Sora. Se non sbaglio ci eravamo appena svegliati. Era sicuramente sera. – Chairot domandò: - Come faceva a sapere che era sera? – Paperino rispose: - Il sole stava tramontando. Probabilmente hanno una strana ora legale. – Chairot esclamò: - Lei mente! A Crepuscopoli, come suggerisce il nome, il sole sta sempre per tramontare. Lei non mi convince. – Pippo disse: - Gaush! Come le salta in mente di interrogare noi!? Non ha mai letto "Topolino"? Là il cattivo è sempre scontatissimo. Perché non interroga Pietro Gambadilegno? – Chairot disse: - Non conosco nessun Gambadilegno. Lei accusa qualcuno senza avere le prove? Non va proprio. – Mastings bisbigliò: - Ma anche lei fa così, Chairot. – Chairot esclamò: - Che c’entra! Poi quelli confessano. E poi io sono il protagonista. – Sora obiettò: - No, io sono il protagonista. – Chairot disse: - Certo, come no. – poi chiese, rivolto a Pippo e Paperino: - Che cosa avete fatto, quando vi siete, stando al vostro racconto, svegliati? – Paperino rispose: - Dovevamo scegliere cosa fare. Abbiamo deciso di andare a cercare Riku e il Re. – Chairot domandò: - E la madre di Sora? A lei non avete pensato? – Paperino esclamò: - Ma se non ci pensa Sora chi ci deve pensare!? – poi si mise a saltellare come un pazzo. – Mmmm… è un tipo iracondo… non avrebbe difficoltà a uccidere una persona in momenti di ira… - Paperino prese il suo scettro, cominciò ad agitarlo con fare minaccioso e urlò: - Io non sono in grado di uccidere proprio nessuno! Chiaro!!? – Chairot sorrise a scrisse qualcosa sul suo taccuino. – Adesso la faccenda è chiara. Mastings, porta queste cose a mademoiselle Lemon. – e così dicendo diede il taccuino a Mastings, il quale obiettò: - Ma io non ho idea di dove sia mademoiselle Lemon! Con tutti questi mondi sarà impossibile trovarla. – Chairot disse: - Se sbagli strada non importa. Potrai fare una breve vacanza. Ho l’impressione che, se porti quel taccuino a mademoiselle Lemon, o se non glielo porti, non fa differenza. Il caso sembra facile. Sei ancora qui!? – Mastings montò in sella al velocipede e si allontanò.

Nel frattempo, Mary Sue complottava con Ciccio u’ Bombularo. – Presto ci vendicheremo di Hercule Chairot. – esordì lei. – Già. Si pentirà di non avermi accusato nel precedente giallo. – Mary Sue disse: - Ma a me non basta distruggerlo. Mi ha impedito di agire nel mondo di Harry Potter, ma in Kingdom Hearts le cose andranno diversamente. Avrò una relazione con Sora! – Ciccio u’ Bombularo disse: - Come obiettivo non è molto ambizioso. – Mary Sue continuò: - Io, quale incarnazione di un autrice di fan fiction, scriverò una stupenda storia dove Pippo e Paperino avranno una relazione! Muhahaha!!! Sono geniale! – Ciccio u’ Bombularo si allontanò da Mary Sue, guardandola impaurito. – Tutto sarà come io lo voglio. Distruggerò il male, nonostante io abbia un tristissimo passato. Tutti i parenti morti di una morte orribile. Un infarto mentre gli raccontavo un’idea riguardo a una storia Topolino/Xemnas. – Ciccio u’ Bombularo disse: - Adesso Chairot sta andando verso il Monte Olimpo. Che devo fare? – Mary Sue rispose: - Andrai là. Nel frattempo io vado a cercarti un compagno. Mi è appena venuta un’idea. – e così dicendo se ne andò.

Sora, Pippo, Paperino e Chairot passarono davanti al Monte Olimpo. – Questo posto sembra interessante. Suggerisco di scendere. – disse Chairot. – No. Al Monte Olimpo non ci andiamo! Odio quel mondo, e poi è troppo difficile. Voglio fare cose facili. – protestò Sora, ma Chairot replicò: - Senta, se vuole aiutarmi a risolvere il mistero, deve fare esattamente quello che dico io. Chiaro? – Sora sbuffò, poi disse: - Paperino, sbarchiamo sul Monte Olimpo. – la gummiship andò verso il Monte Olimpo. – Bravo, monsieur Sora. – disse Chairot. – Tanto il Monte Olimpo è un mondo piccolo… - disse Sora, ma Chairot esclamò: - Ma lei non legge le anteprime sulle riviste di videogiochi? Si sa da due anni che in Kingdom Hearts 2 ci sarà anche l’Oltretomba. – Sora urlò: - Nooooooooooooo!!! – Chairot sorrise e disse: - Penso che sia d’obbligo interrogare Ade, ecco perché andremo negli Inferi. – in quel momento la gummiship atterrò.

La prima missione di Ciccio u’Bombularo era convincere Ade ad unirsi a lui e Mary Sue. – Pensaci, Ade. Potresti liberarti per sempre di Ercole. – esordì Ciccio u’Bombularo. – Non mi serve il vostro aiuto. Ercole ha smesso di lottare nell’arena dell’Olimpo. Adesso scommette sul vincitore e basta. Finora ha vinto, ma ormai è uno schiavo del gioco. Finirà sul lastrico. – disse Ade. – Ti sbagli, Ade. Sull’Olimpo gli eroi sono molto fortunati. Dovrebbe scommettere negli Inferi, dove la fortuna degli eroi è annullata. – Ade sospirò. – Una volta qua c’era uno stupendo Cinodromo. Tutti venivano a scommettere, e io mi arricchivo perché nessuno aveva fortuna. Poi Zeus l’ha chiuso. – Ciccio u’Bombularo disse: - Dobbiamo riaprire il Cinodromo. Poi conquisteremo il mondo! – e scoppiarono a ridere da bravi cattivi.

Una volta atterrato, Chairot disse: - Direi di cominciare a interrogare quel tizio muscoloso laggiù. – e così dicendo andò da Ercole, seguito da Sora, Pippo e Paperino, il quale stava scommettendo sul vincitore del prossimo torneo. – Punto 2000 euro su Bracco Baldo! – lo sentì esclamare Chairot, il quale si avvicinò all’eroe, per poi chiedere: - Mi scusi, lei conosce l’Organizzazione XIII? – Ercole si girò e rispose: - Mai sentita nominare. Ehi, un momento! I nani da giardino non parlano! – Chairot disse: - Io sono Hercule Chairot, o Chairot Hercule, come preferisce. Sono un investigatore privato belga, dalla superba "R" moscia, dagli stupendi baffetti e dall’altezza invidiabile. Sono qui per indagare sull’omicidio di alcuni membri dell’Organizzazione XIII. Monsieur Marluxia, mademoiselle Larxene, monsieur Lexaeus e monsieur Demyx. Lei cosa sa? – Ercole inarcò le sopracciglia e cominciò a grattarsi la testa, con aria perplessa. – Ho seguito fino a: "Io sono". – disse poi. Chairot sospirò, poi chiese: - C’è qualche suo amico più sveglio? Finora ho interrogato ben poche persone. – Ercole esclamò: - Ma certo! C’è… beh… dunque… aspetti che ci penso… - dopo cinque minuti Ercole aveva la bocca spalancata, un rivolo di bava che colava da un lato. Dopo 10 minuti gli era venuto un tic all’occhio. Dopo un quarto d’ora gli usciva anche il sangue dal naso. – C’è Fil! – esclamò dopo venti minuti, svegliando Chairot, che stava schiacciando un pisolino. – Uh, che, cosa? Oh, bene! Dove posso trovare monsieur Fil? – Ercole indicò un tizio con delle corna e le zampe da capra e disse: - Quello è Fil. – Chairot domandò: - Ma chi, quello spilungone con le zampe da capra?! – Fil si avvicinò a Chairot e gli disse: - Sì. Sono io Fil. Scommetto che vuoi essere allenato da me. – Chairot esclamò: - Ma no! Non mi farei mai allenare da uno che è alto il doppio di me. Volevo farle qualche domanda riguardo all’omicidio di alcuni membri dell’Organizzazione XIII. – Fil disse: - Non diventerai mai un vero eroe se indaghi sulla morte della gente. – Chairot replicò, leggermente spazientito: - Ma io NON voglio diventare un eroe. Cioè, sono comunque l’idolo di tutti i giovani, i ragazzi mi vedono come un esempio da seguire, ma il mio lavoro è indagare. – Fil guardò Chairot, con aria decisamente perplessa, poi disse: - Non diventerai mai un eroe! – Chairot sospirò, poi domandò: - Conoscete qualcuno che sia in grado di darmi qualche informazione in più? – Ercole spalancò la bocca, il solito rivolo di bava che colava, ma Fil, per fortuna, disse: - Potete interrogare Ade. Inoltre, lui è il re degli Inferi. Potete interrogare i morti no? – Chairot esclamò: - Ma certo! Potremo chiedere informazioni direttamente a Demyx! Andiamo, monsieur Sora! Dica a quei due imbecilli di seguirci. – Pippo disse, chiaramente innervosito: - Senta, lei la deve smettere di dare dell’imbecille a gente che non conosce. Inoltre, scommetto che i tizi che secondo lei sono imbecilli, in realtà sono intelligenti, e hanno capito perfettamente che sta parlando di loro. E un’altra cosa. Perché quei poveracci dovrebbero andare con lei e Sora? Io e Paperino che facciamo? – Chairot fece finta di non aver sentito, e si avviò verso gli Inferi, con Sora, Pippo e Paperino al seguito.

Intanto, Ade e Ciccio u’Bombularo complottavano. – Ho un’idea! Per sconfiggere Ercole manderemo un guerriero esperto. Lo riporterò in vita. – esclamò Ade, poi accese alcune candele nere, cominciò a parlare in una lingua misteriosa (e probabilmente inventata), accompagnando il tutto con gesti macabri. – Scusa, ma è proprio necessario fare questo rito? – domandò Ciccio. – Veramente no. Volevo fare un po’ di scena. Ma ti accontento subito. – Ade schioccò le dita, e al suo fianco comparve un vecchietto in decomposizione. – Questo è Auron! Lui distruggerà Ercole! – esclamò Ade. Il vecchietto disse: - Eh? Che dovrei fare io?! Non c’è più rispetto per gli anziani. – e così si allontanò, andando a 5 chilometri all’anno circa. Ade disse a Ciccio u’Bombularo: -Devi prenderlo! È pericoloso lasciare libero quel fenomenale guerriero! – Ciccio u’Bombularo si lanciò all’inseguimento di Auron.

Appena entrati negli Inferi, Chairot chiese: - Secondo voi dov’è monsieur Ade? – Paperino rispose, indicando una porta enorme sulla quale c’era scritto "Stanza di Ade": - Penso che sia da quella parte. – Chairot disse: - Bene! Gli chiederemo gentilmente se posso interrogare i morti. Il caso questa volta è semplice. – e così dicendo i quattro andarono verso la porta, quando un tizio vestito di nero tagliò loro la strada, correndo come un matto. – Inseguiamolo! – esclamò Sora, il Keyblade in mano. – Ma perché, monsieur Sora? – domandò Chairot. – Quel tizio nasconde qualcosa. Dobbiamo acchiapparlo e scoprire che cosa nasconde! – rispose Sora. – Ma non crede che siano affari suoi? – fece notare Chairot. – No. Era vestito di nero, e solo i cattivi indossano abiti neri. – disse Sora, poi si lanciò all’inseguimento del tizio in nero, seguito da Paperino e Pippo. – Un momento. Quello è un membro dell’Organizzazione XIII. Forse lo insegue qualcuno. Magari l’assassino! Dobbiamo salvarlo! – Chairot prese il suo Keyblade e corse dietro a Sora.

Dopo dieci minuti di inseguimento, con tanto di Heartless tra i piedi, Sora riuscì a raggiungere il tizio incappucciato. Sora gli balzò addosso e lo colpì col Keyblade, subito dopo arrivò Chairot. – Monsieur Sora! Allora è lei che uccide i membri dell’Organizzazione! Come si sente? – aggiunse poi, rivolto al membro dell’Organizzazione, il quale si tolse il cappuccio. – Io sono Luxord. Numero 10 dell’Organizzazione. – Chairot domandò: - Che cosa ci fa da queste parti? – Luxord rispose: - Missione per conto dell’Organizzazione XIII. Mi occupo di truccare le gare del Monte Olimpo. – Chairot chiese: - Lei cosa sa dell’omicidio di Demyx? – Luxord rispose: - Beh, nell’Organizzazione tutti avevano un buon motivo per ucciderlo. Xemnas lo odiava perché non voleva cedere al Lato Oscuro, Xigbar lo detestava perché aveva scoperto la relazione tra Demyx e Larxen, e Xigbar amava Larxen. Xaldin lo voleva morto perché una volta aveva detto che Xaldina era brutta e aveva le basette. Saix incominciò a odiare Demyx quando questi rifiutò la sue offerta di giocare a "Acchiappa l’Heartless". Povero Saix. C’è rimasto male. Axel bramava di uccidere Demyx da quando erano bambini. Axel si divertiva a creare fiammelle, e Demyx gliele spegneva sempre con dei piccoli getti d’acqua. È da quando avevano cinque anni che Axel voleva vedere morto Demyx. Io pure, devo ammetterlo, lo trovavo antipatico, perché a poker è sempre stato più bravo di me. – Chairot annotò tutto sul suo taccuino. Stava per domandare qualcosa, quando Sora disse: - Tu sei un membro dell’Organizzazione XIII, quindi io ti distruggerò per qualche oscuro motivo. – Luxord sorrise minaccioso. – Sistemerò subito la questione con voi. – disse Luxord, poi prese un tavolo e lo mise tra lui, Sora, Chairot, Pippo e Paperino. – Facciamo una partita a poker. Fino all’ultimo sangue. – aggiunse poi, mentre distribuiva le carte. A quel punto apparve Xigbar, il quale disse, rivolto a Luxord: - Fermo. Non puoi distruggere Chairot. Lui deve scoprire chi è che ci vuole uccidere. Prenditela con Sora. – a quel punto apparve Saix. – No. Sora ci serve per il nostro Oscuro E Misterioso Piano Ai Danni Dell’Umanità. – Xigbar obiettò: - Ma anche Chairot ha il Keyblade! Perché non usiamo lui invece di Sora? – Saix sorrise e rispose: - Ma è ovvio! Chairot deve pensare al caso, no? Non deve distrarsi per nessun motivo. – Xigbar replicò, indispettito: - Senti, Luxord ammazzerà Sora, che tu lo voglia o no. – Saix tirò fuori dal nulla la sua mazza, poi disse: - Questa sarà il mio unico argomento di conversazione. – Xigbar prese le sue pistole, poi disse: - Allora conversiamo, Saix. – Saix balzò addosso a Xigbar, e in breve i due furono coperti dalla polvere. Ogni tanto emergeva un braccio, un proiettile o la mazza di Saix, e intanto Luxord gridava: - Chi vincerà l’incontro?! Si accettano scommesse! –

A un certo punto tra i due contendenti apparve Axel, il quale disse: - Che succede qui? Xemnas comincia ad innervosirsi. Mi ha detto di dirvi che se non la smettete userà il potere del Lato Oscuro contro di voi. – Saix urlò in modo disumano, poi lasciò stare Xigbar per balzare addosso ad Axel. – XEMNAS NON PUÒ USARE IL LATO OSCURO! LO VUOI CAPIRE, EH!? EH!? – urlò, colpendo Axel sulla testa con violenza inaudita, come da abitudine. Anche Xigbar si lanciò nella mischia, e cominciò a sparare a caso. – Luxord nel frattempo aveva cominciato una partita a poker con Sora, e stava perdendo. – Dammi il tuo orecchino col simbolo dei Nobody, Luxord. – disse Sora, indossando il soprabito nero di Luxord, che lo aveva appena perso. All’improvviso apparve Xemnas, il quale esclamò: - Fermi tutti! – Axel, Saix e Xigbar si alzarono e nascosero le armi dietro la schiena. – Allora, io vi ho dato queste armi, ma non dovete usarle per farvi a fettine tra voi. Quindi ve le cambierò con altre armi, però meno pericolose. Avvicinati, Xigbar. – Xigbar si avvicinò a testa bassa, e consegnò le sue armi a Xemnas. – Visto che tu hai un’ottima mira, le tue nuove e innocue armi saranno delle… freccette! – Xigbar guardò sorpreso le due freccette da tiro a segno che Xemnas gli porgeva. – Su, prendile! – Xigbar domandò: - Ma come farò a combattere? C’è un killer sulle nostre tracce, dobbiamo difenderci. – Xemnas sorrise e rispose: - Basta usare la Forza. Segui l’istinto, Xigbar. – Xigbar prese le freccette, poi se ne andò. – Vieni Axel. Ho delle belle armi per te. – Axel protestò: - Io non voglio cambiare armi! Questi… questi cosi mi piacciono! – Xemnas replicò: - Non fare i capricci, Axel. Vieni qua subito, se no mi arrabbio. – Axel disse: - No, no, no! Non ci penso nemmeno! Queste armi ho e queste armi mi tengo. – Xemnas disse: - È tradimento, allora… - Axel esclamò: - Sì! Esatto! Mi sono stufato di te! E vuoi che ti dica tutto? Star Wars mi ha sempre fatto schifo! – Xemnas esclamò, mentre Axel scappava: - Saix! Insegui quel traditore e uccidilo! Non avere pietà! Però, prima di andare, prendi la tua nuova arma. – Saix guardò la sua nuova arma e domandò, incredulo: - Un… un martello di gommapiuma? – Xemnas rispose: - Sì. Così non ti farai male. Adesso insegui Axel! – Saix borbottò, mentre scompariva: - Sì, sì, va bene. Pur di non sentire più la tua voce. – Xemnas disse a Luxord, il quale ormai era in mutande: - Vieni. A casa parleremo del tuo vizio di giocare a poker. – Luxord se ne andò insieme a Xemnas.

Sora chiese a Chairot: - Perché non li ha attaccati? – Chairot rispose: - Loro sono i miei clienti, monsieur Sora. Il mio lavoro è scoprire chi li vuole uccidere e arrestarlo. – a quel punto arrivò Auron di corsa (corsa?), inseguito da centinaia di Heartless. – Scappate, presto! – urlò il vecchietto, quando gli cadde la dentiera. Auron tornò indietro per riprendere la sua dentiera, con il bastone in mano, pronto a colpire gli Heartless. Pippo commentò: - Quel vecchietto deve essere un eroe! – Chairot disse: - Chissà perché quegli Heartless lo inseguono. Interroghiamolo! – e così dicendo seguì Auron in mezzo a quell’esercito di Heartless, seguito da Sora, Paperino e Pippo. – Monsieur Sora! Usiamo l’attacco combinato per sistemare gli Heartless. – disse Chairot. – Ok. – acconsentì Sora.

Chairot saltò sul Keyblade, e lo usò come trampolino per saltare più in alto, poi prese la sua bombetta e la lanciò contro gli Heartless, che caddero sotto i colpi del cappello di Chairot, il cui cappello tornò indietro come un boomerang. Dopo lo straordinario e potentissimo attacco combinato, tutti gli Heartless erano distrutti, ma non passò molto tempo che ne arrivarono altri. – Presto, andiamocene! – urlò Auron, il quale aveva ripreso la sua dentiera e l’aveva rimessa al suo posto. – Io insisto nel dire che quel tizio è un eroe. – disse Pippo.

La corsa (se di corsa si può parlare nel caso di Auron e Chairot) non continuò a lungo, perché i cinque si trovarono di fronte a una porta chiusa con un enorme lucchetto. – E adesso che facciamo!? – domandò Paperino. Chairot prese la sua bombetta e la lanciò contro il lucchetto, il quale si ruppe. – Mille modi per utilizzare al meglio una bombetta. – disse Chairot mentre la porta si apriva.

Non appena varcarono la soglia, i cinque videro Ciccio u’Bombularo che li aspettava. – Ci incontriamo ancora, Hercule Chairot. – disse Ciccio u’Bombularo. – Oh, lasciatelo stare. Lui è innocuo. Non farebbe del male a una mosca. – disse Chairot, al che Ciccio u’Bombularo chiamò gli Heartless. – E così sarei innocuo? Heartless, attaccateli! – ordinò Ciccio, ma Auron disse, rivolto agli Heartless: - Ah, è così!? Ai miei tempi gli Heartless non se la prendevano con gli anziani! Ormai non insegnano più il rispetto per gli anziani. Secondo voi io come faccio a lottare, eh?! ragazzacci, se vi prendo vi faccio più neri di quanto non siate già! – gli Heartless scapparono intimoriti dall’iroso vecchietto ingobbito, il quale con una mano agitava il bastone, e con l’altra cercava di tener ferma la dentiera. – Vedete che scherzava? Se fossero stati veri non si sarebbero fatti intimorire da questo tizio. – Auron intervenne: - Mi chiamo Auron. - - Sì, sì, va bene. È stato un piacere rivederla, monsieur u’Bombularo. Adesso dobbiamo proprio andare. – Ciccio u’Bombularo decise di sfruttare la fiducia che Chairot aveva in lui a suo vantaggio, perciò domandò: - Quel Keyblade apre di tutto, vero? – Chairot rispose: - Sì. Perché? – Ciccio u’Bombularo disse: - Beh, vedete, quella laggiù è la porta del bagno di casa Ade, ma il fratello di Ade, che è dispettoso, lo ha sigillato. Può aprirlo? – Chairot disse: - Ma certo! Però non c’è bisogno di usare il Keyblade. Qui ci vorrebbe Mastings, però penso che la testa di Pippo andrà bene lo stesso. – Chairot prese Pippo e cominciò a colpire la serratura del "bagno" di casa Ade con la sua testa. Dopo pochi colpi la serratura si ruppe. – Era più raffinato usare il Keyblade, Chairot. – fece notare Sora. – AH, AH , AH, AH! Quella era la serratura del Cinodromo di Ade! Adesso che è aperto farà perdere a Ercole tutti i suoi soldi con stupide scommesse truccate! E dovrete tornare in questo mondo tante altre volte! – Chairot disse: - Monsieur u’Bombularo, lei ha sempre voglia di scherzare. Ho già interrogato monsieur Ercole, non credo che tornerò ancora in questo mondo. Au revoir, monsieur u’Bombularo. – Ciccio u’Bombularo domandò : - Come pensate di andarvene, signor Chairot ? Non vedete che sto bloccando l’uscita? – Chairot sorrise e rispose: - userò un vecchio trucco, che ho letto nella fan fiction più bella, geniale e simpatica del pianeta, scritta da un autore brillante, intelligente, simpatico e modesto dell’universo. Comunque… UN DINOSAURO GIGANTE ALLE SUE SPALLE! – urlò Chairot. Ciccio u’Bombularo si girò, e così Chairot, Sora, Paperino e Pippo riuscirono a fuggire dagli Inferi. – Venga, monsieur Auron! – urlò Chairot. – Eh?! Come dice?! Non capisco con questo tizio che urla! - infatti Ciccio u’Bombularo domandava: - Dov’è questo dinosauro?! Non lo vedo! – così Chairot, Sora, Pippo e Paperino se ne andarono, lasciando il vecchio Auron negli Inferi insieme a Ciccio u’Bombularo.

Una volta tornati sull’Olimpo, videro un tizio incappucciato. – Quello è un membro dell’Organizzazione! – esclamò Sora, Keyblade alla mano. Il membro in questione si levò il cappuccio, rivelando il suo volto. – La sorella di Xaldin! – Xaldina (o Xaldin?) si voltò . – Userò una tecnica classica, stia a vedere, monsieur Sora. Mademoiselle Xaldina! Non finga! Sullo spazzolino gigante usato per uccidere Demyx sono state ritrovate le sue impronte digitali! Ora vedrete che dirà che aveva usato i guanti. – Xaldina (?) scappò a gambe levate, e Chairot si lanciò al suo inseguimento, seguito da Sora, Paperino e Pippo. Chairot spiccò un balzo e piombò addosso a Xaldina (?). – Perfetto. Adesso, mademoiselle Xaldina, la dichiaro in arresto. – disse Chairot, ma Xaldina (?) esclamò: - Non sono Xaldina! Sono Xaldin! – Chairot domandò: - Se è così, perché è scappato quando le ho detto che c’erano le sue impronte digitali sullo spazzolino gigante? – Xaldin rispose: - Stavo aspettando un messaggio. Ed ecco il messaggero. – aggiunse, vedendo l’Etereo-Autista (che però da adesso fino a non so quando sarà un Etereo-Postino N.d.A.) che portava un messaggio. – Oh, il mio amico Etereo! Ha cambiato lavoro? – domandò Chairot. - ……………………. – rispose lui. – Ah! Che simpatico! Non è che la hanno licenziata? – chiese Chairot. - ………………….. – rispose quello, quando Xaldin esclamò: - Vuoi darmi quel maledetto messaggio!? – l’Etereo disse: - …… - e consegnò il biglietto a Xaldin, il quale cominciò a leggerlo lentamente (poche scuole nel Mondo Che Non Esiste). – Non mi fido di lei. Mi dica, se lei è Xaldin, dov’è Xaldina? – Xaldin urlò: - È mortaaaaa!!! C’è scritto nel biglietto! È stata ammazzata al Castello della Bestia! Andrò a salvare il suo corpo dagli sciacalli! – e sparì piangendo. – E così una sospettata è morta. Che cosa faremo adesso, signor Chairot? – domandò Paperino, al che Chairot rispose: - Beh… sono rattristato… ho pensato troppo all’omicidio di Demyx, senza considerare che anche altri membri sono morti e che altri ne moriranno, se non faccio qualcosa. Un minuto di silenzio per la povera Xaldina. Ehi… ma… quelli sono… SONO DELLE TORTE! Largo! Arrivo io! – urlò all’improvviso Chairot, entrando in una pasticceria in meno di due secondi.

Quando Chairot ebbe riempito il suo stomaco, disse a Sora, Paperino e Pippo: - Bene. Direi di andare al Castello della Bestia per far luce sull’omicidio di Xaldina. – e così dicendo i quattro salirono a bordo della gummiship, e cominciarono il viaggio che li avrebbe portati al castello della Bestia.

Questo capitolo lascia col fiato sospeso, vero? Scioccati dalla morte di Xaldina, eh? ma le sorprese non finiscono qui. Forse i più scaltri di voi hanno capito chi è l’assassino. Fatemi sapere i vostri sospetti, mi raccomando.

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Capitolo 6
*** Omicidio al Castello della Bestia ***


cap5

Eccoci al nuovo, entusiasmante capitolo dell’epopea Chairotiana! Questa volta iniziamo col Grillario, che, come ormai sapete, vi offre nuove e succose informazioni sui personaggi. Fate attenzione a tutti i particolari di questo capitolo, potreste scoprire l’identità dell’assassino (come no).

La Bestia: ha un Q.I. inferiore addirittura a quello di Mastings. È irascibile, peloso e puzzolente, quasi come uno Sgarfabullo. Ha degli attacchi psicotici tipo Saix. Non si sa come Belle lo sopporti; evidentemente a letto va tutto bene.

Belle: l’esatto contrario della Bestia. È masochista, per questo ha scelto di vivere con la Bestia. Soffre di allucinazioni, in quanto crede che i mobili della casa le parlino e che i camerieri siano mobili.

Lumière: una delle allucinazioni di Belle. Il nome del candelabro parlante è lo stesso del cameriere che Belle crede sia un candelabro.

Tockins: è un cugino di Chairot. Chairot ce l’ha a morte con lui perché lo supera in statura di cinquanta centimetri. Belle è convinta che sia un orologio, e ha affidato questo nome anche alla sua sveglia, con la quale Belle fa molte discussioni ad altissimo livello.

Mrs. Brick: lei è l’unica a non essere un’allucinazione. Lei è convinta di essere una teiera! La cosa diventa fastidiosa quando spreme il muco del naso nelle tazze.

Chicco: ennesima allucinazione di Belle, ma in realtà è il figlio di Mrs. Brick. Il suo Q.I. è quello di una tazzina, questo spiega perché Belle è convinta che lui sia una tazzina.

Xilofono/Fionolo: aspirante membro dell’Organizzazione. Le sue intenzioni non sono ancora note.

Mr. Pillow: un amico di Belle. Scoprirete presto chi è. MUHAHAHA!!!

Il Burattinaio Mascherato: entra in scena accompagnato da Misteriosa Voce Fuori Campo e da una musichetta eroica. La sua identità è ignota.

Capitolo 5. Omicidio al Castello della Bestia.

Chairot, Sora, Paperino e Pippo arrivarono al Castello della Bestia in poco tempo. – Mi raccomando, fate parlare me. so come ci si comporta in questi casi. – disse Chairot quando furono davanti alla porta del Castello, quando comparve la scritta "???". – Toh, eccoci di nuovo davanti alla stanza Puntointerrogativopuntointerrogativopuntointerrogativo. Bene, stavolta scoprirò il mistero di questa fantomatica stanza. – appena Chairot poggiò la mano sulla maniglia, una voce ormai nota disse: "Qua c’è la fine dell’inizio, quindi l’inizio della fine della tua avventura. Vuoi procedere?

· Sì, soffro di agorafobia.

· No, soffro di claustrofobia

· Si può sapere che cazzate dici!?

Chairot scelse l’ultima opzione. "Oh, accidenti ragazzi, avete ragione anche stavolta. Scusate l’interruzione."

Chairot aprì la porta, entrando così in un salone molto ampio. Al centro della stanza c’era il cadavere di Xaldina, al suo fianco uno sturalavandini insanguinato. La stanza era piena di Nobody: Sicari-Fotografi che fotografavano il cadavere di Xaldina, Simili della Scientifica e l’immancabile Berserker-Commissario, che parlava con un grosso coso peloso e puzzolente. – Ve lo ripeto, fate parlare me. Ci vuole tatto in questi casi. – disse Chairot, avvicinandosi alla creatura. – Ehilà, brutto puzzone! Come va? Non bene, se ti sei guardato allo specchio. Comunque, Xaldina com’è morta? Ti ha annusato? AH, AH, AH! – la Bestia rispose: - No. è successo stamattina presto. – Chairot domandò, incredulo: - Mattina!? Esiste la mattina in questo posto? – la Bestia grugnì, poi riprese il suo racconto. – Lo ricordo come fosse ieri. - - Quindi male, visto che è successo stamattina. – fece notare Chairot. – Vuole lasciarmi parlare o no!? – Chairot mormorò, mentre la Bestia ricominciava a parlare: - Non credevo che i cani sapessero parlare. – Pippo parve offeso da questa frase. – Dicevo che stamattina, dopo che mi sono svegliato, mi sono messo le pantofole, poi mi sono riaddormentato di botto. Belle mi ha svegliato spostando il letto. Diceva che lo stavo soffocando, e che il letto le aveva chiesto di aiutarlo. Cominciai a fare colazione alle ore… - - Vuole dirci quello che sa o deve raccontarci pure quello che ha fatto in bagno!? Ah, giusto, lei non lo usa. – aggiunse poi Chairot. – Senti, chiediamo all’autore se ci fa gentilmente un flashback. In bianco e nero e con tanto di contorni fumosi. - (FLASHBACK)La Bestia si stava affilando le unghie sul suo quadro. A un certo punto si sentì un urlo agghiacciante, che suonava più o meno così: – AAAAAAAAARAAARARGH!!! LA MORTE MI COGLIE! – la Bestia zampettò verso il salone, e vide qualcosa di agghiacciante. – Che cosa? – domandò Chairot. – Guarda che è l’autore che fa il flashback. Inoltre, vorrei far notare che l’urlo era più simile a questo. Possiamo riaprire il flashback, prego? – (FLASHBACK) A un certo punto si sentì un urlo agghiacciante, che (stando a quanto detto dalla Bestia) suonava più o meno così: - AAAAGRAAAAARAAAGH!!! QUALE INFELICE CONCLUSIONE DEL MIO CICLO VITALE! - la Bestia zampettò verso il salone, e vide qualcosa di agghiacciante. Xaldina giaceva al centro della stanza, vicino a lei c’era una persona. – E chi era? – domandò Chairot. Vuole lasciarmi finire un periodo senza interrompere? Dicevo che la persona era Belle, e stringeva uno sturalavandini insanguinato, con il quale stava conversando. (FINE FLASHBACK) – Perfetto! Allora l’assassina è Belle! – esclamò Sora. – E sono pronto a scommettere che lei in realtà è un Heartless o meglio, un membro dell’Organizzazione XIII. Andiamo, prima la uccidiamo, poi la interroghiamo. – Chairot intervenne: - No, monsieur Sora. Ricordi che, quando c’è una soluzione semplice, tutto ciò che rimane, specie se è improbabile, deve essere la verità. – Sora domandò: - E quale sarebbe, in questo caso, la soluzione più improbabile? – Chairot rispose: - Belle sa parlare con gli oggetti inanimati. Mi sembra abbastanza assurda come idea. E siccome qui sono IO il protagonista, noi chiederemo a Belle di interrogare lo sturalavandini. Monsieur Puzzone pelosone, potrebbe indicarci la stanza di mademoiselle Belle? – la Bestia disse: - Vi accompagnerà il mio maggiordomo. Il signor Tockins. – Chairot domandò: - Tockins? Un tizio basso, che assomiglia a un orologio? – la Bestia rispose: - Non assomiglia a un orologio. Si veste così per assecondare Belle. Poverina, ha delle allucinazioni. Crede che Tockins sia un orologio. – Sora mormorò: - Il maggiordomo… è SEMPRE il maggiordomo… specie se è un membro dell’Organizzazione. – Chairot disse alla Bestia: - Non c’è bisogno di disturbare il vostro maggiordomo, facciamo da soli. – e così dicendo si allontanò in fretta e furia. Sora lo raggiunse e gli chiese: - Come mai è scappato? – Chairot rispose: - Tockins è mio cugino, e siccome è molto più alto di me mi ha sempre preso in giro. E poi è emigrato in Francia! Traditore della patria. Ci mancava solo che andasse in Inghilterra e cominciasse a mangiare porridge. – mentre salivano, videro una stanza che nessuno aveva mai visto (d’altronde l’ho inventata io per l’occasione N.d.A.), dentro la quale c’erano Xemnas, Saix, Luxord e Xigbar seduti a un tavolo, davanti a loro c’era un ragazzino magro, con gli occhiali tondi e dalle lenti spesse, il volto ricoperto di brufoli e di sudore, i capelli grigio topo appiccicati alla fronte, le orecchie piene di cerume, i denti sporgenti e giallognoli, le braccia lunghe quasi fino a terra, le mani sudaticce e le gambe corte e tozze. Il suo abbigliamento era, se possibile, ancora più orribile del suo aspetto. Portava una camicia gialla che non vedeva del sapone da un paio di lustri, sporca di ogni genere alimentare e non. I pantaloni verdi lasciavano scoperte le caviglie pelose e i calzini rosa a pois verdi. I mocassini neri avevano dei buchi sulle punte per far passare le dita del piedone peloso (tipo Hobbit) del… del… coso. Saix lo guardò da capo a piedi, poi bisbigliò a Xemnas: - Ma dove lo hai preso questo? – Xemnas gli rispose: - Ho messo un annuncio in bacheca a Crepuscopoli. – Saix alzò gli occhi al cielo, poi disse: - Bene, possiamo cominciare l’esame. Nome. – Il coso rispose: - Fionolo. – Saix domandò: - Nome Organizzazione? – Fionolo rispose: - Xscilofono. Scxilofono. – Saix lo aiutò: - Xilofono forse? - - Esssciatto. – Saix impugnò la sua mazza e urlò: - SCIATTO A CHI!? TI SPACCO LA MAZZA IN TESTA, CAPITO!!? Bene, adesso riprendiamo l’esame. – Fionolo cominciò a strofinarsi le mani, le quali emettevano un suono tipo: "Squish, squish, splutch". – Perché vuole entrare nell’Organizzazione? – domandò Luxord. – Mi hanno schcartato dalla "Pupa e il sciecchione". Volevo fare la Pupa, ma me lo hanno impedito. – Xemnas domandò: - Lei ha un cuore? – Fionolo balbettò, cominciando a sudare più del solito: - N-n-no…non penshio… - Saix intervenne: - A me non la dai a bere. Riconosco uno che ha un cuore quando lo vedo. – Fionolo protestò: - No, non è vero. Io non ho un cuore! Cioè, forsciche picciolo picciolo. Un po’ raggrinzscito. Quasci non sci vede. Non scio scie ha vischio il Grinschscshsesh. – Saix domandò: - Il che?! – Fionolo ripetè pazientemente: - Il Grinschikiesche! Capito adesscio? – Saix inarcò le sopracciglia, ricordando i consigli dello psicologo: "Kuanto zente arrifare attakko pzikotiko, lei konti fino a tieci, e penzi alle pekorelle. Ze fuole, alla prima okkazione, può anke antare a zpiaccikarle le pecorellen, ma fazziamo un pazzo alla folta." Saix era tormentato da quel "pazzo", ma decise di lasciar perdere, per ora, quindi sorrise e disse: - Bene, pecorella… cioè, Fionolo, credo che tu volessi dire "Il Grinch". – Fionolo replicò: - E io che ho detto? Il Grinschiscioken. – Saix cominciò a massaggiarsi le tempie con la punta delle dita, poi Xemnas domandò: - Precedenti attività nel campo della malignità gratuita? – Fionolo si stropicciò le mani, col solito "splitch! Squotch! Splatcher!" poi disse: - Beh, io ho la liscienscia materna, e ho quasci completato gli scitudi elementari. Sciono in prima, quindi mi mancia poccisscimo. – Saix, che si era ripreso, disse: - Lei ha sei anni!? – Fionolo rispose: - No, ne ho trentascinquie. Quasci trentasciei, ma sciono un po’ precoscie. – Saix disse, sorridendo raggiante: - Benissimo! Lei è dentro l’Organizzazione, adesso! Le spiace se saltiamo la stretta di mano? – Fionolo rispose: - Oh, no scignor Sciaicsh. – Saix mormorò: - Morbide, bianche e batuffolose pecorelle…morbide, bianche e batuffolose pecorelle…ma…un pazzo alla volta…che vorrà dire?… - Fionolo saltellò allegramente, battendo le mani e facendo schizzare il sudore da tutte le parti. – Che bello! Sciono nell’Organizzscazsciosciosciuscione ics i i i! – Saix domandò a Xemnas: - Posso finire questa recita? – e Xemnas gli rispose: - Certamente. – Saix pigiò un tasto situato sotto il tavolo, e così si aprì una botola sotto i piedi di Fionolo, il quale cadde inesorabilmente. – Ragazzi, io vado nelle stalle, dalle mucche, i maiali, i cavalli e le pecorelle batuffolose. MUAHAHAHAHA!!! – e Saix se ne andò ridendo come un matto. Chairot entrò nella stanza, e chiese a Xemnas: - Che state facendo da queste parti? – Xemnas rispose: - Xaldin è venuto qua per Xaldina, quindi noi abbiamo trasferito la commissione d’esame qui. Ormai l’Organizzazione ha molti posti liberi, quindi cerchiamo nuovi adepti. – Chairot disse: - Voi avete visto qualcosa di sospetto qui intorno? Cerco un pericoloso assassino. – Xemnas rispose: - Ora che ci penso, in effetti ho visto un tipo sospetto. Alto, peloso, puzzava pure, brutte zanne, mantello viola zozzo, un tipo poco raccomandabile. – Chairot esclamò: - È il nostro uomo! Grazie mille. – e così dicendo andò verso la camera di Belle la psicotica.

Belle nella sua stanza stava parlando con il suo cuscino. – Oh, caro e dolce Pillow. Solo a te confido i miei segreti. Ssshh! Il Signor Wardrobe potrebbe sentirci. Sai che lui e il signor Bedsidetable amano spettegolare. Come dici, Mr Pillow? Sta arrivando qualcuno? Nascondiamoci sotto Mr. Bed, altrimenti dovremo prendere quelle medicine brutte brutte. – Chairot bussò alla porta. – Lascia stare Mrs. Door! – esclamò Belle aprendo la porta, incurante del pericolo. – Oh! È lei, Signor Nanetto da Giardino! Non la vedevo da un po’. Credevo fosse un detective belga dai baffi ridicoli! – Chairot disse: - Allora è una fortuna che i miei baffi siano bellissimi. Che stava facendo? – Belle rispose: - Assolutamente niente. Nasconditi, dolce Pillow! – disse lei al "Signor Pillow" a bassa voce. Chairot scrutò la ragazza. Aveva gli occhi grandi e spiritati, enormi occhiaie e un curioso tic al sopracciglio. – Si sente bene, mademoiselle Belle? – domandò Chairot. – Sì! Sto benissimo! Cosa vuole insinuare!? Che parlo da sola!? Io non parlo da sola! Lo chieda a Mr. Pillow! Mr. Pillow, smettila di nasconderti! – Chairot stette in silenzio per un po’, poi disse: - Quel cuscino non si è mosso di un millimetro. – Belle strillò, in preda a una crisi che neanche Saix si sognerebbe: - Noooo!!! Lui parlaaa!!! Perché non parli!? Parla, brutto stupido cuscino!! – Belle prese un coltello e urlò: - Vai, Mr. Miracle Blade! AAAAGH! – e provò a distruggere Mr. Pillow col coltello per affettare, ma Chairot prese il suo coltello per disossare e spinare e parò il colpo. – Non le permetterò di fare del male a Mr. Pillow! – Sora si stava grattando la testa perplesso, osservando il duello tra i due. – AAAGH! Io ucciderò Mr. Pillow! E ucciderò anche te! AH, AH, AH!!! – Belle prese la lama per tritare della terza serie perfetta e sferrò un colpo, ma Chairot parò con un coltello da bistecca. – Non mi impedirai di fare giustizia! YUNK! – a un certo punto Belle si voltò verso la finestra, e chiese: - Come hai detto? – stette in silenzio per un po’, poi cominciarono a spuntarle delle lacrime. – hai ragione, Mr. Window. I-io ho…ho sbagliato… - e scoppiò a piangere. – M- mi dispiace… Mr. Pillow. Mi v-vuoi perdonare? – Chairot disse: - Su, fate la pace. – Belle piagnucolò: - E dai, Mr. Pillow! I-io ti ho sniff… chiesto scusa-a. – Chairot rimproverò Mr. Pillow: - Su, fai la pace con Belle. – Pippo intervenne: - Yuk! Chairot ha ragione. Fate la pace. Voglio vedere solo facce sorridenti! Sorridete! Yuk! – tutti sorrisero forzatamente.

- Benissimo, mademoiselle Belle, adesso le vorrei chiedere alcune cose. – Belle si asciugò le lacrime e chiese: - Cosa? - - Vedo che lei si intende molto bene con gli oggetti inanimati. Potrebbe gentilmente fare qualche domanda allo sturalavandini? – Belle chiese: - Devo interrogare Stury? Ok, è simpatico! – e se ne andò saltellando e canticchiando "Mary aveva un agnellin". – Quella ragazza è un tipico esempio di persona al confine tra pazzia e genialità. – commentò Chairot. – A me sembra che abbia sforato da parecchio nella pazzia. – disse Sora. – Poco importa. Quella ragazza può risolvere ogni nostro problema. – Sora disse: - Speriamo che non incontri Xemnas. È pericolosissimo metterli insieme. Non mi fido di lei. – Saix entrò dalla finestra, con la mazza in mano e uno sguardo indemoniato: - BASTA CITAZIONI DI STAR WARS! TANTO NON LE CAPISCE NESSUNO! – Sora obiettò: - Xemnas le capisce. E lui è un Nessuno! Uhuhuh! Che risate! – tutti scoppiarono a ridere sotto gli occhi raccapricciati di Saix. – A ME LE PECORELLE BATUFFOLOSEEEEE!!! – e così dicendo si tuffò dalla finestra.

Chairot, Sora, Paperino e Pippo trovarono Belle nel salone intenta a parlare con Stury. – Davvero? E lei che ha detto!? – domandò Belle a Stury. – No! che troia! Se l’avessi incontrata io la davo in pasto a Mr. Miracle Blade e al suo amico Tony. – Chairot intervenne: - Non vorrei disturbare, ma sarebbe il caso di chiedergli qualcosa dell’omicidio. – Belle sbuffò, poi chiese, nella lingua degli sturalavandini: - Splup! Blub, splut, bub blub? – Belle stette ad ascoltare la risposta di Stury, poi disse a Chairot. – Dice che lui sa chi ha ucciso Xaldina. – Chairot chiese: - Può chiedergli se ci può dire il nome del criminale? - - Qualcuno ha detto "criminale"!? – un tizio più basso di Chairot si ergeva sulla soglia del castello. Portava una calzamaglia verde, sopra la quale portava dei mutandoni rosa, in perfetto stile supereroico, e intorno al collo aveva una tovaglia coi fiorellini. Un enorme ciuffo di capelli gli ricadeva sul volto coperto da una maschera da Zorro. – Io, il Burattinaio Mascherato, difenderò la Pace, la Libertà e la Democrazia Americana (nonché la monarchia giapponese)! – Chairot domandò: - Chi è quel tappo? E vai! È la prima volta che lo dico! Che bello! – il Burattinaio Mascherato strappò Stury dalle mani di Belle. – Adesso parlerai! Come dici? Non ne hai alcuna intenzione? Scegli: rispondi alle mie domande, o ti spezzo? – attese un po’, poi si portò una mano all’occhio e urlò: - Mi ha sputato in un occhio! Brutto sturacessi! – Belle esclamò: - Lo offende così! – il Burattinaio scoppiò a ridere. – Portare la Pace è un lavoro per il Burattinaio Mascherato! Via, verso nuove avventure!!! – il Burattinaio lanciò un rampino e si allontanò, mentre partiva la sua colonna sonora e Misteriosa Voce Fuori Campo diceva: "E così il Burattinaio Mascherato si allontana! Riuscirà a scoprire chi c’è dietro questo crimine che lui ha appena scoperto? E che gliene frega a lui!? E questa fan fiction riacquisterà un senso?! (No N.d.A.)Lo scoprirete, forse, nelle prossime puntate de "il Burattinaio Mascherato". Tatatananààà!!! Ragazzi, io mi ritiro, non mi pagano abbastanza per dire queste stronzate. Ma è ancora acceso questo affare? Non sono in onda, vero ragazzi? Vero? Vero?" Belle urlò: - Salvate Stury!!! – Sora esclamò: - Non sia mai detto che il Prescelto del Keyblade (che sono io, IO chiaro?!) ha lasciato uno sturalavandini in pericolo! Andiamo Pippo e Paperino! – Chairot tirò fuori il suo Keyblade e urlò: - Vengo anche io! Devo interrogare Stury! – e così quest’Armata Brancaleone si lanciò all’inseguimento dell’individuo in calzamaglia per recuperare uno sturalavandini. – Belle, dove vanno quei tizi? – domandò la Bestia con la sua solita voce simile al grugnito di uno Sgarfabullo. – Sono andati a salvare Stury. Ah, Puzzone, c’è una cosa che ti devo dire. - - Cosa? – chiese la Bestia. – Ebbene…Mr. Pillow…mi ha chiesto di sposarlo. E… e gli ho detto di sì. – la Bestia balbettò: - C-certo, cara. Adesso chiamiamo d-dei miei amici, si vestono bene, sempre in b-bianco e t-ti porteranno in un b-bel posto. – Belle gli domandò: - Stai forse dicendo che sono pazza!? – la Bestia rispose: - No. Io? Come ti salta in mente? Sai che ti amo! – Xemnas intervenne: - Stai attenta, Belle. Tu ti devi far largo tra le bugie che la Bestia ha messo intorno a te. Io ti posso insegnare le vie del Lato Oscuro. Ti posso dare il potere di salvare Mr. Pillow da morte sicura. – Saix piombò nella stanza, la mazza in mano e una pecora tra i denti. – Oh, ciao Saix. Io non stavo facendo niente, lo sai vero? No, cosa vuoi fare con quella mazza? Dov’è il tuo martello di gommapiuma? AAAAARGH!! –

Nel frattempo, Sora aveva quasi raggiunto il Burattinaio Mascherato, mentre Chairot si era fermato dopo i primi tre secondi di corsa e stava consumando la sua scorta di bomboloni alla marmellata. – Uff, che fatica. Devo trovare un modo per fermare il Burattinaio Mascherato. Forse salendo sul tetto… naaaah. In fondo è solo uno sturalavandini. – intanto il Burattinaio era arrivato in un vicolo cieco. – Sei in trappola, caro il mio tappetto. – disse Sora. – Non sono un tappo! Inoltre, con i tuoi venti centimetri di capelli, ci credo che sei più alto di me. – Sora si preparò a colpire il Burattinaio, ma quello prese il suo rampino e balzò sul tetto: - Ricorderete questo giorno come il giorno in cui avete quasi catturato il Burattinaio Mascherato! – Sora sorrise e disse: - Guarda che io ho già sviluppato la Fusione Valore. Ce l’ho anche io Gransalto. – poi balzò sul tetto. – Oh, oh. In questo caso… - il Burattinaio Mascherato diede un pugno in testa a Sora e scappò via. – Mi ha fregato! È un abile stratega. – e così ricominciò il formidabile inseguimento attraverso i tetti. Intanto Chairot si era deciso a salire sul tetto, e stava organizzando un sistema di paranchi e carrucole per poter salire col minimo sforzo. – Datemi una leva e un punto d’appoggio e vi solleverò il mondo! – gridò mentre iniziava la sua ascesa, stendendo il pugno verso l’alto come Superman. Una volta salito sul tetto, vide uno spettacolo agghiacciante. Sora aveva raggiunto di nuovo il tappo… cioè il Burattinaio Mascherato, e tutti e due si stavano preparando allo scontro finale, quando intervenne Misteriosa Voce Fuori Campo: "Quei due stanno per iniziare l’ultima battaglia. Vuoi procedere?

· Sì, aiuterò uno dei due.

· No, resto qua e mi godo la scena.

· Ancora tu!?

Inutile dire che Chairot scelse l’ultima opzione. "Sentite, l’affitto non si paga da solo! Io devo guadagnarmi da vivere! Credi che io mi diverta a rompere le palle ogni minuto!? Questi interventi mi danno 100 euro a botta! Non scherziamo…" Chairot tornò a concentrarsi sullo scontro imminente.

- È inutile fuggire ancora, Burattinaio. Ora lascia andare Stury. – disse Sora. – Vuoi che lo lasci andare? Ok, ai tuoi ordini. Addio, Mr. Stury! – e così dicendo lo buttò giù dal tetto. – Maledetto! Pagherai per quello che gli hai fatto! – " Possibile che il nostro eroe abbia compiuto un simile atto? Probabilmente sì. avrà qualche asso nella manica? Non credo, non è mica Luxord. Riuscirà a levarsi da questa spiacevole situazione? Lo scoprirete nella prossima puntata de "Il Burattinaio Mascherato". Tatatananààà!!! "Sono invincibile!"…Ragazzi, la cosa è davvero umiliante. Ehi, non è che lo avete lasciato acceso pure questa volta? Non mi può sentire nessuno, vero? Ehi! Rispondetemi!" il Burattinaio sorrise e disse: - Credi di potermi sconfiggere così facilmente? Anche se non vincerò, finchè ci sarà anche una sola persona che crede nella Pace, nella Libertà e nella Democrazia Americana, tu non avrai vita facile, gaglioffo! – Sora protestò: - Ehi! Sono io il buono! Mi ha rubato la battuta! Mammaaaa!!! – Chairot intervenne: - Devo ricordarti che tua madre è dispersa a causa TUA!? – Sora scoppiò a piangere. – Benissimo. Tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te, ribaldo. A me la mia arma! – così dicendo il Burattinaio fece per prendere un’arma, poi vide che non ne aveva una. – Nooooooo!!! Perché non ho un’arma!? Why, Kingdom Hearts… where is my weapon? Dannato Tetsuya Nomura! Che tu sia maledetto! – Sora si rialzò e , vedendo il Burattinaio in crisi, si preparò a colpirlo, ma quello si girò e si allontanò. – Non posso distruggerti, ma posso sempre scappare. Alla Burattinaio Caverna! – una botola si aprì sotto i piedi del Burattinaio, e lui ci cadde dentro, lasciando Sora sul tetto.

- Monsieur Sora! Venga ! La Bestia ha preso Stury! – urlò Chairot. La Bestia, infatti, aveva preso al volo Stury per farsi bello con Belle (curioso giochetto di parole), la quale lo stava coccolando. – Mi dispiace per Mr. Pillow. Ma io amo te, Puzzone. Stury sarà il simbolo del nostro eterno amore. – la Bestia disse: - Allora dobbiamo dividerlo equamente. – e così dicendo spezzò in due il povero Stury, sotto gli occhi sgranati di Belle. – Ecco, cara. Il pezzo con la ventosa è tuo. – Belle strillò: - Brutto barbaro!!! Hai ucciso Stury!!! Mr. Pillow aveva ragione sul tuo conto! Sei un bruto e puzzi! – e così dicendo se ne andò in lacrime.

Chairot commentò: - I testimoni importanti muoiono ogni volta. Ma siccome quello non era un testimone importante, direi che dobbiamo aspettarci un altro omicidio. – in quel momento Mastings spalancò la porta d’ingresso e chiese: - Ma chi era quel tizio che diceva che qui dietro c’era l’ultima battaglia?! Io l’ho mandato a quel paese e sono entrato. – a quel punto arrivò un tizio che somigliava molto a un candelabro. – Ehi! Che brutta cera! AH, AH, AH!!! – tutti risero sguaiatamente per la battuta di Sora, il quale si rotolava a terra per le risate. – Oh, mio Dio! Potrei morire! – esclamò Sora. – Non siamo troppo ottimisti. – disse Pippo. L’uomo-candelabro disse a Mastings: - Si accomodi monsieur. Nel nostro castello siamo molto ospitali. Non faccia caso al Puzzone. Adesso andiamo a cena. Non tocchi la roba da mangiare. Lei deve solo stare a guardarli mentre ballano. – Mastings esclamò allegramente: - Ehi, Chairot! Ha sentito come parla questo? Siamo nella sua patria, in Francia! Non è contento? – Chairot lo guardò, sul volto un misto di delusione e rabbia. – Tu quoque, Mastings. Io-sono-BELGAAAAAAAA!!! NON HO NIENTE A CHE FARE CON QUESTI…COSI! – Sora domandò: - Non ha detto di essere parente di Tockins? - - Qualcuno ha detto "Vieni maggiordomo?" ovviamente no! ma io vengo lo stesso perché non ho un cazzo da fare di meglio! – un tizio vestito da pendolo, che superava Chairot in altezza di tutta la testa, entrò nella stanza accarezzandosi i baffetti (che però non erano belli quanto quelli di Chairot N. d. A.). – Tockins. – sibilò Chairot. – Hercule. – disse gelido Tockins. – Vedo che non hai ancora tagliato quei baffi, Hercule. – Chairot disse: - Vedo che ti sei fatto crescere i baffi, Tockins. – Tockins ribatté: - E sono anche cresciuto in altezza, direi. Cosa che non si può dire di te. Non preoccuparti, gli uomini non si giudicano dalla statura. I nanetti da giardino sì, però! – Chairot balzò addosso a Tockins col Keyblade sguainato, e cominciò a colpirlo con ferocia pari a quella di Saix quando Xemnas parla di Star Wars. Mastings prese Chairot in braccio e lo allontanò da Tockins, il quale si alzò e si spolverò il vestito da orologio. – Dimentichiamo questo inconveniente. Dimenticavo la natura selvaggia di Hercule. Posso offrirvi una tazza di tè preparata dalla nostra formidabile Mrs. Brick? – Tockins ghignò. – Caro Tockins, io sono un latino, non bevo una bevanda demoniaca e inglese quale è il tè. Ma Sora sarà felicissimo di assaggiarla. – Sora disse: - Infatti! Adoro il tè, la mamma me lo faceva sempre mentre io e Riku giocavamo a mamma e figlio. Io facevo la mamma. – Chairot si allontanò lentamente da Sora, guardandolo sorpreso. – Bene. Mrs. Brick! Un po’ di tè per i nostri graditi… - ghigno malvagio. - …ospiti. Con molto… - ghigno troppo malvagio per essere descritto. - …zucchero. – una tizia simile a una teiera che con una mano si soffiava il naso e con l’altra spingeva un carrello entrò nella stanza. – C’è sempre posto per una tazza di tè! – il Cappellaio Matto e il Leprotto Bisestile entrarono nella stanza cantando: " Un buon non compleanno a me! a te! O a me! O a te!" dopo l’assurda esibizione, la storia riprese. – Tenga, monsieur Capellone. Per pulirsi può usare il pelo di Puzzone. – disse Mrs. Brick porgendo una tazza piena di te e di zucchero giallo (doveva essere grezzo di canna) a Sora, il quale lo bevve con gusto. – Ah! Ha un sapore caratteristico molto piacevole. Però è meglio quello che fanno alla taverna "Il droide asmatico". Non so se lo conoscete, è sul pianeta Upatataru. Non sono riuscito a scoprire il segreto del sapore speciale dei piatti di quel posto. – Chairot domandò a Mastings: - Hai portato quelle informazioni che ti avevo chiesto? – Mastings rispose, porgendogli dei fogli: - Sì. Qui c’è tutto. – Chairot chiese, dando un’occhiata ai fogli: - Non è che hai letto quello che c’è scritto? Ah, giusto. Tu non sai leggere. Che sciocco che sono! Adesso riprendiamo le indagini. – in quel momento al piano superiore comparve Belle, la quale teneva alta sopra la testa la rosa della Bestia (alias Puzzone). – Mrs. Rose mi ha chiesto di essere liberata da quel bruto, e io le ho risposto! Pagherai per i tuoi crimini, Bestia! – e così dicendo scappò via. – Si fermi, mademoiselle Belle! Quella rosa non può parlare! – urlò Chairot, ma la Bestia intervenne: - E questo chi gliel’ha detto? La rosa parla eccome. È così dolce. – Belle aveva preso Mrs. Forbici in Miracle Blade e teneva tutti sotto tiro. – Fermi! Avete visto la pubblicità, no!? taglia il gambo di una rosa come niente! Un altro passo e per Mrs. Rose sarà la fine! – in quel momento si sentì la voce del Berserker-Commissario nel megafono. – SI ARRENDA! IL CASTELLO È CIRCONDATO! NON FACCIA SCIOCCHEZZE! SE LIBERA SUBITO MRS. ROSE, GIURO CHE NON LE FAREMO DEL MALE! – Belle strillò: - Nooo!!! Non riuscirete a portarmi via i miei mobili! Devo salvare Mr. Pillow! – e così dicendo corse di sopra, mentre la Bestia e i mobili non mobili la seguivano, tenendosi a debita distanza, per non cadere sotto i colpi delle forbici tagliatutto. Chairot uscì dal Castello canticchiando allegramente, dicendo agli altri: - Qua nessuno ci da ascolto. Possiamo andarcene. - - Signor Chairot! – lo chiamò il Berserker-Commissario. – Che cosa ha scoperto? – Chairot rispose: - Molte cose. Ma a lei che è della polizia non gliene dirò neanche una, se no potrebbe arrivarci prima lei alla soluzione. Prrrrr!!! – il Berserker si ricordò degli insegnamenti di Saix. "Quando senti un improvviso bisogno di spaccare la testa a qualcuno, pensa alle pecorelle batuffolose. Aiuta molto" il Berserker andò nelle stalle insieme a Saix.

Intanto Belle era arrivata nella sua stanza e gridò: - Vieni, Mr. Pillow! Dobbiamo andarcene di qui! – Belle guardò su Mr. Bed e sotto lo stesso, poi guardò dentro al signor Wardrobe, ma Mr. Pillow era sparito: - Dove sei Mr. Pillow!? La mia vita non ha più senso senza di te! Per Mrs. Rose è giunta la fine, allora. – Belle prese le forbici e ricordò la televendita di Chef Tony: "Guarda queste forbici. Le puoi usare per tagliare del pollo, una rosa!" Belle rise istericamente. – Sì! Una rosa!! AH, AH, AH!!! – e cadde a terra contorcendosi come se fosse stata una pazza (se fosse stata una pazza?), così la Bestia riuscì a bloccarla e a salvare Mrs. Rose. – È finita. Chiamate i Simili-poliziotti. -

- Dovete trovare Mr. Pillow! Lui parla! Devono averlo rapito! Chiedetelo a Mr. Nanetto da giardino! Lui lo sa!! AIUTOOO!!! MR. PILLOOOOOOOOW!!! BONK! – il Signor Bedsidetable l’aveva colpita sulla testa con un cassetto, poi si avvicinò al Berserker-Commissario. – Grazie, signor Bedsidetable. Avete contribuito alla cattura di una pericolosa criminale. –

Incurante degli eventi che si erano verificati, Chairot si allontanò dal Castello, diretto verso i parcheggi per gummiship e velocipedi. – Ebbene, ci avviciniamo alla soluzione. Però, se un mistero sta per essere svelato, ecco che se ne presenta un altro. Chi ha rapito Mr. Pillow? Chi era quel…quel…quel coso che faceva l’esame? Chi è il Burattinaio Mascherato? E che cosa vuole? - - Io voglio solo difendere la Pace, la Libertà e la Democrazia Americana! – gridò il Burattinaio, il quale si ergeva su una torre del castello, sopra la testa di un gargoyle con un’aria tenebrosa tipo Batman. – Ignorate quel tappo. E sono due volte che lo dico! La giornata è riuscita. Adesso andiamo, verso nuove avventure! – disse Chairot salendo a bordo del velocipede insieme al fido Mastings. – Non dovremmo aiutare quei tizi del castello? – domandò Sora. – Ma no! diglielo tu, Coso Strano Dall’Aria Tonta. – Pippo domandò: - Ma di chi parla? – Paperino rispose: - Non ne ho idea. – - Comunque ha ragione. Non dobbiamo impiccionarci, dobbiamo mantenere il cardine del mondo. – Chairot disse: - Non avrei saputo dirlo meglio. Adesso andiamo, verso l’infinito e oltreeeeeee!!! – e sfrecciarono via in velocipede, con Mastings che pedalava e Chairot che canticchiava una colonna sonora appena inventata per l’occasione.

Emozionati eh? morite dalla voglia di scoprire chi si nasconde dietro la maschera del Burattinaio Mascherato. Vi dico che è qualcuno di talmente insospettabile, che non ci arriverete MAI. Però potete sempre farmi sapere le vostre opinioni. Vi do una dritta (è indispensabile). Ha un enorme ciuffo blu. Mi raccomando, fate attenzione alla figura di Fionolo e a quella delle pecorelle batuffolose. Hanno un ruolo cruciale (come no, sicuro).

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Capitolo 7
*** Lo Sgarfamondo! ***


cap6

Eccoci a un capitolo essenziale, forse ancor più cruciale più del precedente (ma anche no). Ho appena iniziato il capitolo, e già tutti hanno scoperto l'identità del Burattinaio Mascherato. Complimenti vivissimi, non credevo che fosse possibile intuirlo! Ma, come al solito, vi lascio al Grillario, prima di iniziare con questa nuova chicca.

Eroe del Silenzio: simpatica spalla poco loquace del Burattinaio Mascherato. Lo aiuta in qualche impresa eroica.

Sgarfabullo Supremo: il sovrano dello Sgarfamondo. Tiene tutti gli Sgarfabulli sotto il suo tallone, e vuole usare gli Heartless per andare in tutti gli altri mondi eccetera eccetera, dovreste sapere cosa fanno i cattivi.

Sgarfield: l'antenato di tutti gli Sgarfabulli. Nei tempi antichi ha perpetrato orribili crimini, e per questo gli Sgarfabulli si arrabbiano quando sentono il suo nome.

Sgarfinocchio: l'unico Sgarfabullo che ha osato combattere contro lo Sgarfabullo Supremo, per questo è stato imprigionato nella Torre di Sgarfabullia, la capitale dello Sgarfamondo.

Sgarfarfalla: una delle principesse del cuore! Una Sgarfabulla di bellezza indicibile, la sua coda di ragno ha fatto perdere la testa a molti Sgarfabulli.

Sgarfanullo: un Nobody di altissimissimissimissimissimo rango (ma anche no), evocato da Xilofono.

Sgarfantasma: un Heartless che si è generato dal cuore dello Sgarfabullo Supremo, consumato dai Bollonius Oscuri.

Bollonius Frangiforme: pianta estremamente velenosa, la parte più peculiare del Bollonius è nelle radici e si chiama "cisbio laterale". Fionolo ha creato una variante di questa pianta, il Bollonius Oscuro, che risveglia l'Oscurità del cuore. Lo Sgarfabullo Supremo ne va pazzo.

Polonko sincopato: quando mi verrà in mente un utilizzo sensato (sensato! AH, AH, AH!) per il Polonko sincopato vi spiegherò cos'è. Nel frattempo usate la vostra immaginazione.

Capitolo 6. Lo Sgarfamondo!

Chairot stava mangiando gli ultimi bomboloni alla marmellata che gli erano rimasti, comodamente seduto sul sedile posteriore del suo velocipede biposto, mentre Mastings, che non vedeva del cibo da un mese, pedalava come un matto per stare dietro alla gummiship. - Guarda, Mastings! Quello è il mondo dei pupazzetti di peluche! Non credo che servirà a qualcosa visitarlo. E guarda! Quell'altro è il mondo delle persone-che-sanno-tutto-quanto-e-che-rivelano-tutto-senza-fare-storie-e-che-non-si-possono-ammazzare-quando-stanno-per-rivelare-il-nome-dell'-assassino-se-sei-un-investigatore-che-deve-risolvere-un-caso-molto-intricato! Anf! Anf! Non credo che servirà a qualcosa visitarlo. Perché non andiamo in quel mondo psichedelico e dall'aria paciugosa? E su, e dai, e su, e dai, e su, e dai. - Mastings esclamò: - Non possiamo andare senza avvertire Sora e quei due...animali(?)! - Chairot sorrise: - Sta tranquillo. Ho installato un chip nella gummiship che mi permette di controllarla a distanza con questo dual shock. Tutti dicevano che era inutile comprarlo senza la playstation, ma adesso ho dimostrato che avevano torto! Presto, verso il mondo paciugosoooooo!!! - e così Mastings cominciò a pedalare verso il mondo paciugoso e psichedelico.

- Ma che razza di mondo è?! - esclamò Mastings non appena furono sbarcati. - Uuuuooaaaeeeeehiiiihaaaaaah! - disse Chairot in estasi, guardando le farfalline colorate e le pecorelle batuffolose che saltellavano allegramente sui prati color arcobaleno. Sembrava un po' il mondo dei Teletubbies. - A ME LE PECORELLEEEEEEE!!! - gridò Saix, che era spuntato dal nulla con la mazza già pronta, e si era messo ad inseguire gli ovini ridendo allegramente. - Quel ragazzo mi preoccupa. Ma facciamo un pazzo alla volta. - fece Chairot - Oh, forse non dovevo distrarmi mentre teleguidavo la gummiship. - alle loro spalle si sentì uno strano suono che del tipo "YUNK! SBEREQUACK! AAAARARARGH!" seguito da un tonfo che suonava come "SDUNG! BOOOOOAMM!!! CRASHPATUM!! SDING!SDISH!KRATAKABOOOOOOM!!!PING!". - Guardi, Chairot! Un UFO! - Chairot corresse Mastings: - No. quello era un Polonko sincopato. - Mastings lo guardò sorpreso, poi chiese: - Cos'è un Polonko sincopato? - Chairot alzò le spalle e rispose: - Chiedilo all'autore. Io seguo il copione. - in quel momento sopraggiunsero tre creature orribili, probabilmente attratte dal tonfo della gummiship (o del Polonko sincopato?). Sembravano dei maiali, ma con le zampe di un elefante, il collo di una giraffa, delle ali di libellula e la coda di un ragno (nel senso che non ce l'avevano). - V-voi chi siete? - domandò Mastings, decisamente impaurito alla vista di quelle nobili e forti creature. - Stai tranquillo, Mastings, ho già incontrato questi esseri in un altro caso, e ti assicuro che sono molto dolci. A meno che tu non li chiami Sgarfield o non dici... - - Ma che assurdità! - esclamò Mastings. - Sì! Prècisement Mastings! Dì la verità, li hai già incontrati una volta, eh? - gli Sgarfabulli balzarono addosso a Mastings con ferocia inaudita, tentando di inghiottirlo, quando dal Polonko sincopato appena schiantatosi uscirono tre cosi neri, che camminavano barcollando e stendevano le braccia in avanti emettendo strani versi. La creatura al centro, che aveva i capelli a punta, disse con voce inquietante: - CERVEEEEELLIIII... - Chairot strillò, balzando in braccio ad un contuso Mastings: - IIIIIH! GLI ZOMBIE!!! - - ...DI RAPA CHE NON SIETE ALTRO! Pippo, Paperino, non sapete nemmeno guidare una gummiship! Guardate in che razza di mondo di merda siamo finiti! - Chairot scese dalle braccia di Mastings e corresse Sora: - Quella non è una gummiship! È chiaramente un Polonko sincopato. Ma nessuno legge le riviste specializzate su gummiship e Polonki? - lo Sgarfabullo più alto intervenne: - Siete in arresto per ordine dello Sgarfabullo Supremo e del Nuovo Consigliere Reale Ciccio u'Bombularo. E vengono anche quei tre non-morti laggiù. - Chairot esclamò allegramente: - Se c'è Ciccio u'Bombularo possiamo stare tranquilli! È una persona di spiccata onestà e tempra morale. - e così dicendo si incamminò dietro ai tre Sgarfabulli, i quali scortarono lui e i suoi quattro compagni al Palazzo di Sgarfabullia, vicino allo Stadio di Sgarfabullia, alla Torre di Sgarfabullia e al Parco di Sgarfabullia.

In breve tempo arrivarono davanti al trono dello Sgarfabullo Supremo, uno Sgarfabullo molto più grande degli altri, con le corna da toro e due ali in più. Vicino a lui c'era Ciccio u'Bombularo, che si strofinava le mani come un malvagio complottatore. - Ehilà, Ciccio! - fece Chairot quando furono al suo cospetto - Come va!? Perché non dici a questi simpaticoni di toglierci le catene? Sono sicuro che c'è stato un malinteso e... - - Nessun malinteso, Chairot. Siete arrivati su questo mondo secondo i miei piani, e non ve ne andrete mai più! - Chairot esclamò: - Seeee, proprio, secondo i tuoi piani! Ma và! Comunque mi dispiace, ma non penso che ci tratterremo molto, vero ragazzi? - Sora rispose, guardando Ciccio con aria truce: - Secondo me questo qui fa parte dell'Organizzazione XIII. - Chairot domandò, incredulo: - Tu credi che lui sia un membro dell'Organizzazione!? UHUHUHU!!! CHE RIDEREEEEEE!!! Il numero quattordici, magari! E alla Prova Dell' Esistenza c'è scritto "Il Ciccione che somiglia a Zio Fester"! UHUHUHUHUHU! - Chairot cadde a terra per le risate. Ciccio u' Bombularo ribatté, piuttosto irritato: - Uff, ammetto che è stata una fortuita coincidenza quella che vi ha fatti arrivare qui, ma ciò non toglie che non ve ne andrete mai più! Così ordina la mia padrona. - Chairot si riprese dal riso convulso e domandò: - La professoressa McGrannit? - Ciccio u'Bombularo rispose: - No! Io non sono più un professore! Sono un signore del male ora! - Ciccio accompagnò le ultime tre parole con un mistico gesto delle mani. - Adesso portateli via! - Xemnas spuntò all'improvviso e chiese: - Ho sentito qualcuno dire "Signore Oscuro dei Sith"? perché se è così allora... oh, ciao Saix. Credevo fossi insieme alle pecorelle batuffolose. Oh, non dovevi disturbarti sai? No, fermo! BONK!BONK!BONK! - (censuriamo questa scena per esigenze di rating). - Suvvia, lo assecondi! - intervenne Chairot. Saix protestò: - Ma non posso mica dirgli che è un Sith! - - Dicevo a Xemnas! Monsieur Xemnas, se Saix non vuole accettare la realtà che lei è potente nel Lato Oscuro, non può costringerlo. Lo assecondi e basta. - Xemnas si ricompose e raccolse qualche molare, assumendo un' espressione magnanima in volto, poi disse: - Ha ragione, Chairot, mi sto comportando come un bambino. Saix, scherzavo, io non sono affatto un Sith, è tutta una mia fantasia. Certo, se dovessi scegliere il Lato Oscuro avrai il mio supporto... anche perché trovo piuttosto incoerente che un servo dell' Oscurità tenga per il Lato Chiaro. Ma non devi sentirti costretto, sai... - Saix si rannicchiò in un angolo e cominciò a succhiarsi il pollice, mormorando ogni tanto: - Pecorelle e buoni sentimenti.pecorelle e buoni sentimenti.un pazzo alla volta.-

Gli Sgarfabulli scortarono Chairot, Mastings, Sora, Paperino e Pippo alla Torre di Sgarfabullia, la gigantesca e "sicurissima" prigione costruita dagli Sgarfabulli. - Allora, per questo mondo facciamo una cosa classica. Vi imprigioniamo in una prigione dove non ci sono guardie, dove tutte le porte sono aperte e dove troverete l'aiuto di un pericoloso (per noi) criminale pronto a venirvi in soccorso per l'evasione, che sarebbe già facile senza l'aiuto di questo individuo. - disse il capitano degli Sgarfabulli. - Tipo Space Paranoids, l'Isola Che Non C'è, avete capito, no? - Chairot rispose: - Certo. Tutto chiarissimo, monsieur. - il capitano continuò: - Ovviamente vi metteremo in cella col pericoloso criminale, così non dovrete fare la fatica di trovarlo. Ordine dello zio Fester... ehm... cioè, del consigliere Ciccio u'Bombularo. - Sora borbottò: - Quello per me è un membro dell'Organizzazione. Non mi sbaglio mai io. - Chairot lo contraddisse: - Veramente sono IO quello che non sbaglia mai. - Sora replicò: - Però il caso non l'ha risolto, e sono già morti sette membri dell'Organizzazione sotto il suo naso. Immagino che quello che ha ammazzato Marluxia e Larxen sia particolarmente abile. Deve essere un guerriero formidabile, intelligente e di inaudita potenza. Chissà chi è. - Chairot lasciò perdere le inutili frasi di Sora e salutò il capitano degli Sgarfabulli, il quale chiese: - Volete che vi chiudo a chiave e poi vi lancio la chiave, o lascio direttamente la porta aperta? - Chairot esclamò: - Per carità, di chiavi ne abbiamo già abbastanza! Lasci la porta aperta, giusto il tempo di farci spiegare la situazione da quello Sgarfabullo prigioniero e usciamo. - il capitano se ne andò dicendo: - Va bene, ma sbrigatevi. Qua non abbiamo tempo da perdere. La strada verso il Palazzo dello Sgarfabullo Supremo è breve, meno pixel ci sono meglio è. -

Chairot andò verso lo Sgarfabullo prigioniero e gli disse: - Ciao, bimbo. Io mi chiamo Hercule Chairot, e tu come ti chiami, bimbo? - lo Sgarfabullo avrebbe inarcato le sopracciglia se le avesse avute, ma siccome non ne aveva si limitò a un sonoro peto e disse, mentre gli altri agonizzavano: - Io mi chiamo Sgarfinocchio, sono un raro esempio di bontà tra gli Sgarfabulli e sono l'unico che ha lottato contro lo Sgarfabullo Supremo. Certo, poi ho perso e sono finito qua, ma l'importante e che ho fatto questo gesto nobile. - e qui fece un altro peto. Chairot, il quale aveva una molletta da bucato sul naso, chiese: - Come mai non è fuggito in tutto questo tempo? - lo Sgarfabullo rispose: - Ma è ovvio! Perché... perché... - rimase in silenzio per un po', poi gli scappò un altro peto letale. Chairot tossicchiò, e disse: - Coff, coff! Suggerisco di andarcene da qua, prima che sia troppo tardi. - - Qualcuno ha detto "Come riusciremo a scappare da questa località così angusta ed oppressiva? Se solo ci fosse il Burattinaio Mascherato a salvarci!"?! Le vostre preghiere sono state esaudite, cittadini! Eccomi qua per difendere la vostra Libertà, la Pace e, ovviamente, la Democrazia Americana! - il Burattinaio Mascherato era apparso davanti alla porta della cella avvolto nel suo mantello (tovaglia) a fiorellini e guardava i sei prigionieri con occhi severi ma al contempo protettivi. - Guarda che la porta è aperta, tappo. E tre!!! E vai! - esclamò Chairot. Il Burattinaio chiuse la porta a chiave, per riaprirla subito dopo. - Ecco! Adesso vi ho liberati! Non ringraziatemi! Un supereroe come me deve aiutare anche i nemici in difficoltà! - Pippo domandò: - Che cosa ci fa lei da queste parti? - il Burattinaio rispose: - Devo sconfiggere uno dei miei più terribili nemici. Lo zio Fester! Mi hanno detto che è qua, per questo sono qui, insieme alla mia fedelissima spalla. - Paperino chiese: - E chi sarebbe? - il Burattinaio chiamò la sua spalla: - Vieni, Eroe del Silenzio! Rivelati a questi cittadini! - un tizio grosso, che somigliava a un gorilla più grande del normale entrò nella cella. Indossava anche lui una calzamaglia, però a strisce arcobaleno, col disegno di un orsacchiotto sul petto, sopra la calzamaglia portava dei boxer gialli a pallini viola, e, ovviamente, una bellissima mascherina leopardata sul volto. - Perché lui non ha il mantello? - domandò Chairot. - Perché lui ha un'arma e tu no, Burattinaio? - domandò Sora. - Perché mi devo vestire così? - domandò l'Eroe del Silenzio. - Calmatevi! Ho una risposta per tutti voi. Chairot, io sono il supereroe, lui è la spalla, solo i supereroi hanno il mantello. - Chairot domandò: - E allora Robin di Batman? - il Burattinaio urlò: - CHI È ROBIN!!? NON ESISTE NESSUN ROBIN, E TANTOMENO BATMAN! IO DIFENDO LA PACE, SONO IO IL CAVALIERE DELLA NOTTEEEEE!!! Benissimo, adesso torniamo alle domande. Sora, io ho un'arma, solo che non la porto dietro perché sono pacifista (bugia bella e buona)! Quanto a te, Eroe del Silenzio, il tuo abbigliamento serve a proteggere l'identità segreta, come il tuo nome originalissimo, che impedirebbe anche a Sherlock Holmes di risalire alla tua identità. - questa volta fu Chairot a urlare: - CHI È SHERLOCK HOLMES!!? NON CONOSCO NESSUNISSIMO SHERLOCK HOLMES! NON ESISTE! IO SONO IL PIÙ GRANDE DETECTIVE DEL MONDO, IO!!! NON ESISTEEEEEEEEE!!! - il Burattinaio Mascherato scappò via urlando all'Eroe del Silenzio: - Propongo una ritirata strategica! Viaaa!!! - "Il nostro eroe sta forse scappando a gambe levate di fronte a un nanetto da giardino coi baffi assurdi? Molto probabile, conoscendolo. Cioè... (non avevo letto il copione, scusate), volevo dire: Sicuramente una qualche donzella in pericolo lo chiama. E si sa, quando la fanciulla chiama, il Burattinaio risponde. Chi è la donna che fa palpitare il cuore del Burattinaio? Ehi, ragazzi, credo che quest'ultima frase sia sbagliata! C'è scritto "Palpitare il cuore". Me la spiegate 'sta faccenda? Come? Sì, sì, ho capito, io devo solo leggere il copione, ma poi ne riparliamo... Ehm ehm... eccoli là! Il Burattinaio Mascherato e l'Eroe del Silenzio che corrono eroici verso nuove avventure; niente li può fermare, il loro sguardo incute timore nei nemici e infonde coraggio negli animi dei loro protetti. Quali avventure li attendono? Lo scoprirete nelle prossime puntate de "Il Burattinaio Mascherato"! Tatatananààà!!! "Sono invincibile!" "E lo sono anche io, l'Eroe del Silenzio!". E con questo rassegno le mie dimissioni, ragazzi. Trovatevi qualcun altro che dica 'ste stronzate, io ho chiuso. Come dite? Un contratto a vita!? Dove cazzo c'era scritto!? Non potete usare l'inchiostro bianco su un foglio bianco! Ci rivediamo in tribunale! Brutti fetenti, pezzi di..." *censuriamo le ultime frasi di Misteriosa Voce Fuori Campo per le solite esigenze di rating*. Chairot gridò, mentre scappava dalla cella: - Presto! Seguitemi! Tanto qui non c'è neanche una guardia! - Paperino domandò: - Uack! E allora cosa sono quelli? - all'improvviso apparvero degli Sgarfabulli diversi da tutti gli altri, poiché erano neri e avevano degli assurdi occhi gialli e tondi, inoltre portavano sul petto un tatuaggio del simbolo degli Heartless. - Ma non era una mostrina? - domandò Sora. (nell'originale, forse N.d.A.) - Un secondo, prendo il Grillario per scoprire che Heartless sono. Funziona un po' come quel coso dei Pokèmon. - disse Chairot, tirando fuori dalla giacca una scatoletta microscopica con dei buchi sul coperchio, che conteneva un grillo con le ali bucate e le antenne spezzate. - Grillo, come si chiamano quegli Heartless ridicoli? - il grillo rispose: - Cri, cri, cri! - Chairot esclamò: - Tutto chiaro! Purtroppo non sa dirci che Heartless sono se non ne ammazziamo prima uno. - Sora domandò: - Ma non parla quello? - Chairot rispose: - Mica è un Grillo Parlante. - Sora tirò fuori il Grillo Parlante dalle sue mutande e disse: - Lui parla! A che ci serve il tuo grillo generico? - Chairot si tolse una scarpa e la lanciò contro il Grillo di Sora, il quale morì sul colpo. - Ma come hai potuto?! - strillò Sora con una ridicola vocina acuta. - Suvvia, abbiamo già il mio grillo, e poi quello rinasce, non hai mai letto Pinocchio? - Sora domandò: - Che significa "letto"? è dove ci si addormenta la sera, giusto? Anche se io non ne vedo uno da tre anni. - Chairot esclamò: - Lei mente! Alla Città di Mezzo c'era l'albergo, e là c'erano dei letti! Lei è nei guai, madame Sora. - Sora chiese: - Come ha detto, scusi? - Chairot si corresse: - Pardon. Mademoiselle Sora. Ora andiamo. Sgarfinocchio, facci strada. - lo Sgarfabullo petomane attaccò gli Heartless-Sgarfabulli. - Fermo! Non distruggerli tutti! Fatti dire come si chiamano, prima, se no non completiamo il Grillario. - urlò Chairot. - Ok. Glielo chiedo nella loro lingua. - acconsentì Sgarfinocchio. - ........? - l'Heartless rispose: - ........ - - Dice di chiamarsi "Sgarfoscuro". Segna sul Grillario. - Chairot esclamò: - Ci pensa il nostro fedele grillo! - Sora obiettò: - L'ha appena spiaccicato, ricorda? - Chairot disse: - Ci penserà il mio grillo. Grillo, scrivi tu il Grillario! - il grillo del detective disse: - Cri, cri, cri. - Chairot replicò: - Poche storie! Ecco la tua penna. - e così dicendo lasciò cadere una penna sul povero animale, che rimase quasi schiacciato, poi richiuse la scatola. - Andiamo, verso il Palazzo dello Sgarfabullo Supremo! - disse Sgarfinocchio con voce eroica, poi fece un peto. - Alt! Prima le devo fare qualche domanda. - intervenne Chairot. - Lei cosa sa dell'omicidio di monsieur Marluxia? E dell'omicidio di mademoiselle Larxen? E dell'omicidio di monsieur Lexaeus!? Eh? Eh!? Eh!!? - Mastings bisbigliò nell'orecchio di Chairot. - Lo mette a disagio così. - Chairot lo zittì: - Bisogna essere violenti con questi criminali incalliti. - Sora intervenne: - Questi criminali duroni, vorrà dire! AH, AH, AH, AH!!! - e cadde a terra per le risate. - Ma perché non devo risolvere il caso dell'omicidio di Sora? - domandò Chairot con gli occhi rivolti verso il cielo. Sora si rialzò, si asciugò le lacrime e disse: - Può continuare, Chairot. - il detective domandò a Sgarfinocchio: - Lei conosce l'Organizzazione XIII? - Sgarfinocchio fece un sonoro peto e rispose: - Intende dei tizi vestiti di nero, che parlano per enigmi, che hanno l'aria di essere cattivi. - - Sì! Sono proprio loro! - esclamò Chairot. - . sono un tantino scilinguati e sudano come lumache? - finì la frase Sgarfinocchio. - Ehm, no, non mi sembra che siano scilinguati. A parte... - e si interruppe. Sora domandò: - Cosa c'è, Chairot? - il detective alzò lo sguardo e disse: - Quanti erano questi tizi? - Sgarfinocchio fece un paio di peti e rispose: - A dire la verità era uno solo, ma mi ha trattenuto un sacco per raccontarmi i piani malvagi dell'Organizzazione XIII, di come era entrato in questo club, del fatto che non è vero che è raccomandato e che ha stretto un'ottima amicizia con Saix. - Chairot chiese: - Quando l'ha visto? - Sgarfinocchio rispose: - Beh, è passato parecchio tempo. almeno dodici anni Sgarfabulliani. - Chairot chiese: - E quanti sarebbero dodici anni Sgarfabulliani nel calendario belga? - Sgarfinocchio rispose: - Dodici secondi circa. Mentre parlavate coi grilli. - Chairot imprecò: - Mannaggia ai pescetti! Scusate il mio modo di parlare piuttosto scurrile. Dove stava andando quel... coso? - Sgarfinocchio rispose: - Diceva che doveva prendere un cuore. O era un corpo? O era un mazzo di fiori? O era un quadro? Ah, sì! ha detto che andava al Louvre a rubare la Gioconda per riportarla in Italia. - Chairot disse: - Se fosse vero sarebbe una bella cosa. Causare dei danni alla Francia è SEMPRE una cosa santa, peccato che probabilmente stava cercando un cuore. Dobbiamo inseguirlo. - Sgarfinocchio bloccò Chairot e gli disse: - Si fermi! Queste terre non sono sicure, ormai. Da un millennio Sgarfabulliano siamo infestati dagli Heartless e dai Bollonius Oscuri. Un millennio Sgarfabulliano equivale a più o meno venti minuti del vostro calendario. Sono arrivati proprio quando è comparso Ciccio u'Bombularo. Credo che le due cose siano legate. - Chairot domandò, incredulo: - Ciccio u'Bombularo non è un criminale. È un raro esempio di onestà, bontà e impegno civile. È sicuramente una coincidenza. -

Intanto, nella Reggia dello Sgarfabullo Supremo, Ciccio u'Bombularo stava parlando con l'ologramma di Mary Sue, che indossava un abito nero col cappuccio. - Hai fatto un ottimo lavoro, mio apprendista. Presto manderò da te Pietro Gambadilegno, lui ti darà ciò che ti sei meritato. - - Ma come ti sei conciata!? - domandò Ciccio. - Ultimamente ho visto molti tizi vestiti così, ho pensato che fosse la moda di questo posto. Ma hai ragione, sono meglio i miei abitini scollatissimi e attillatissimi rosa shocking! - e così dicendo, Mary Sue rimosse la veste nera, rivelando i suoi abiti fashion. Lo Sgarfabullo Supremo e Ciccio u'Bombularo guardarono con occhi esterrefatti quel misto di sensualità, d'innocenza e di purezza, che sembrava un angelo disceso dal cielo. Uno sguardo attento però, avrebbe notato che sotto quella bellezza era nascosto uno spirito combattivo ed indomito. Gli occhi di lei, di un azzurro purissimo, sprizzavano coraggio, amore verso il prossimo e spirito di sacrificio (tranne verso Chairot, ma la colpa era del detective. Tutta quanta.).

- Ma chi l'ha scritta 'sta roba? E poi perché è tutta in rosa!? - protestò Ciccio u'Bombularo. - Ciccio, vuoi farmi finire la mia auto-descrizione? Devo ancora parlare dei miei capelli e del mio fisico. - disse Mary Sue. Dunque, dov'ero? Ah, sì, i capelli. Va bene, allora... I capelli erano di uno stupendo colore rosso ramato, con qualche riflesso biondo e violaceo, ma cambiavano continuamente alla luce del sole. Anche se dall'ologramma non si poteva sentire, i suoi capelli emanavano un dolcissimo odore di fragola, ciliegia, rose di campo e pompelmo. - Sì, fragranza agli agrumi di Sicilia. - commentò Ciccio u'Bombularo. - Ciccio, se mi interrompi un'altra volta ti stacco la testa a morsi, nonostante il mio smisurato amore verso il prossimo. - e così Ciccio u'Bombularo dovette ascoltare la descrizione dei vestiti di Mary Sue, di come portava i capelli, di quale rossetto metteva (anche se non ne aveva bisogno perché le sue labbra erano rosse di natura.), la lunghezza al millimetro delle sue ciglia, eccetera eccetera.

Tutto ciò fu un bene per Chairot, perché in questo modo Ciccio u'Bombularo, lo Sgarfabullo Supremo e Mary Sue non ebbero il tempo per complottare alle sue spalle. - Cosa sono queste piante nere, Sgarfinocchio? - domandò Mastings indicando degli strani arbusti che fiancheggiavano la strada per il Palazzo di Sgarfabullia. - Mastings, fai sempre domande inutili. - disse Chairot. - Sicuramente sono cose prive di importanza. - - Quelle sono piante importate da Ciccio u'Bombularo. Da quando gli Sgarfabulli hanno cominciato a mangiarle, sono apparsi gli Heartless. Lo Sgarfabullo Supremo ne divora a tonnellate. - disse Sgarfinocchio. - Non le toccate, specialmente il cisbio laterale. - - Il cisbio laterale? Non sarà questo coso che ho in mano? - disse Sora, mentre osservava da vicino un cisbio laterale e tentava di spremerne il contenuto per assaggiarlo. - Nooo!!! Solo uno Sgarfabullo può toccare un Bollonius Oscuro senza morire! - urlò Sgarfinocchio. - Ma che dici? Io sto benissimooooo...TUNF! - Sora cadde a terra. - Chairot, dobbiamo aiutarlo. - disse Mastings, al che Chairot replicò: - No. sta solo dormendo. - - Ma se non respira! - fece notare Paperino, con la sua solita aria incazzata. - Respira piano. Quando si sveglia ci raggiunge. - Pippo urlò: - Non gli batte il cuore! - Chairot obiettò: - Ragazzi, qui è pieno di gente che non ha un cuore e gira tranquillamente e causa pure parecchi problemi, figuriamoci se non ce la fa Sora. - Sgarfinocchio strillò: - Lo vuole capire che è morto!? - Chairot prese il suo Keyblade e urlò, mentre colpiva Sora in pieno petto con la sua arma. - Volete vedere che dorme!? Adesso lo sveglio! - Sora cacciò un urlo agghiacciante , per poi ricrollare a terra, solo che adesso sembrava più morto di prima. - Visto? Dormiva. Dopo ci raggiunge. - Mastings protestò: - Non possiamo lasciarlo là! Mi sembra già di sentire le lettere di protesta delle fans! - Chairot disse: - Mio caro Mastings, non puoi sentire delle lettere. Al massimo le puoi leggere, ma tu sei analfabeta, quindi... - in quel momento arrivò il Burattinaio Mascherato, il quale gridò: - Qualcuno ha detto "Vieni Burattinaio Mascherato, così puoi guarire questo disgraziato fanciullo!"? Non preoccupatevi, son qui, insieme al mio fido aiutante! - l'Eroe del Silenzio apparve al fianco del Burattinaio Mascherato. "Riuscirà il Burattinaio Mascherato a resuscitare Sora? E soprattutto, in che modo? Lo saprete nella prossima puntata de "Il Burattinaio Mascherato"! Tatatananààà!!! "Sono invincibile!" "E anche io lo sono, l'Eroe del Silenzio!" ragazzi, questa me la pagate! Ehi! Ma voi continuate a lasciarmi il microfono acceso! Non.non hanno sentito quello che ho detto l'altra volta. vero? Ragazzi, rispondetemi! Cosa sono quelle facce imbarazzate!?" il Burattinaio disse: - Non so che cosa volessero dire le tue ultime frasi, Voce Fuori Campo, ma questa volta hai toppato! Sapranno subito come farò tornare in vita Sora! Eroe del Silenzio, intrattieni questi buffoni in costume, mentre io salvo la vita a quel fanciullo. Vai, più veloce della luce! - il Burattinaio tese il pugno verso l'alto e provò a volare via, ma dopo un paio di maldestri tentativi disse: - Io prendo la vostra gummiship, ok? Sì, grazie. - Chairot gli urlò dietro: - Quello è un Polonko sincopato! - il Burattinaio balzò a bordo del Polonko sincopato (aveva un sistema di autoriparazione, così metto a tacere i lettori pignoli! N.d.A.) e volò via, poi cominciò a girare intorno allo Sgarfamondo in senso opposto a quello in cui ruotava, e in breve il mondo cominciò a ruotare nell'altro senso, facendo tornare il tempo sui suoi passi.

(Il tempo torna indietro di alcuni minuti)

- Fermo, Sora! Non toccare quel coso! - gridò Paperino. - Quale coso? Quello con cui Pippo sta giocando da tre ore? - Sgarfinocchio urlò, al colmo della disperazione, che per gli Sgarfabulli significa peti a volontà di inaudita puzza e violenza: - Nooo!!! Il cisbio laterale è letale per ogni essere vivente! - - Allora è una fortuna che io sia un cartone animato. - disse Pippo. - Ma, scusate, se funziona in questo modo, allora non dovrebbe essere letale neanche per Sora. Anche lui in realtà non esiste. - fece notare Chairot. - Non esisto!? Vuoi dire che sono un Nobody? - Pippo intervenne: - Comunque io sto benissimoooooooooooo... TUNF! - in quel momento ritornò il Burattinaio Mascherato, il quale esclamò allegramente: - Avete risolto il problema, pargoletti? - Paperino gridò, raccogliendo il cisbio da terra: - Col cazzo! Tutta colpa di questo cosoooooooo...TUNF! - il Burattinaio prese il cisbio e disse: - Non mi sembra pericoloso. Ah, già, dimenticavo che io sono immune a tutto. Tranne che alla Sgarfabullonyte verde. Annulla tutti i miei poteri. - l'Eroe del Silenzio domandò: - Quali poteri, scusa tanto? - il Burattinaio rispose: - Ehm, ehm. il potere delle ombre! La telecinesi! - Sora esclamò: - Sei riuscito a sintonizzare la televisione pechinese!? Uao! Sono anni che la cerco! - Chairot commentò: - E basta con queste battute! Inoltre quella di telecinesi è vecchia come me. - Sora domandò con volto stupito: - Quale battuta? Chi l'ha fatta? - il Burattinaio intervenne: - Inoltre ho la psicocinesi, la diacinesi, la cariocinesi... - Sora domandò: - Per caso lei è un fan della cultura orientale? - il Burattinaio lo ignorò e disse, indicando Paperino e Pippo: - Con questi poveri disgraziati che facciamo? Mando di nuovo indietro il tempo? - Sora rispose: - No. Paperino e Pippo muoiono, ma poi tornano dopo un poco. Stia tranquillo. Durante le battaglie con gli Heartless mi sono morti un sacco di volte. - Chairot chiese: - Si fanno cianotici in volto di solito? - Sora rispose: - Ehm. no, non mi pare. Perché? - Chairot alzò le spalle e rispose: - Sarà stata solo un a mia impressione. Adesso andiamo. - il Burattinaio Mascherato e l'Eroe del Silenzio scapparono avanti , per poi cominciare a correre al rallentatore, mentre Voce Fuori Campo diceva: "Il Burattinaio Mascherato sta forse scappando perché si rende conto che non può salvare quei due animali antropomorfi? Forse sì, mi sembra che sia un gran codardo, e a dirla tutta, non è affatto un eroe, bambini! Sì, esatto! Sto cambiando il copione! Avrò la mia vendetta rivelando al mondo l'identità del Burattinaio Mascherato!!! MUHAHAHAHAHA!!! AARGH! LASCIATEMI STARE! Il Burattinaio Mascherato altri non è che Ze...SDENG!" Sgarfinocchio disse: - L'unico modo per salvarli è portarli dallo Sgarfabullo Supremo, solo lui ha l'antidoto, ma ovviamente quando arriveremo noi lui sarà da un'altra parte e non ci saranno guardie. - Le previsioni di Sgarfinocchio si rivelarono esatte, poiché lo Sgarfabullo Supremo era insieme a Ciccio u'Bombularo ad ascoltare per la seconda volta (vedi viaggio indietro nel tempo) l'auto-descrizione di Mary Sue. Mary Sue, nonostante l'infanzia difficile, senza genitori, senza una guida nella vita, senza denaro, era riuscita a farsi valere, e aveva trovato molti amici, e tutti le volevano bene e l'aiutavano senza alcun motivo apparente, ma solo per puro amore. Mary Sue frequentò le migliori scuole italiane e americane, e ben presto scoprì di avere straordinari poteri, molto superiori a quelli dei suoi coetanei. Se avesse voluto avrebbe potuto avere ai suoi piedi tutti i ragazzi del mondo, ma lei amava solo una persona, e non avrebbe mai sfruttato il suo fascino per...PRRRRRR!!! - Chi interrompe la mia magnifica autobiografia con queste porcate!? - chiese irata Mary Sue, ma la rabbia la rendeva più affascinante, sprigionava forza da tutti i pori, ed era decisa a vincere colui che l'aveva interrotta in quel momento culminante del finale travolgente. - E basta! sta parlando l'Autore! Neanche tu puoi interromperlo. - protestò Ciccio u'Bombularo, tappandosi meglio il naso per non sentire la fragranza emessa dallo Sgarfabullo Supremo. Mary Sue domandò ancora una volta: - Chi è stato!? - lo Sgarfabullo Supremo ruttò e rispose: - Scusate. Troppi Bollonius Oscuri oggi. Poi la digestione fa questi scherzi. Orpo. - Mary Sue disse: - Allora, ricominciamo la descrizione dall'INIZIO. Così imparate a interrompere. - Ciccio u'Bombularo e lo Sgarfabullo Supremo urlarono insieme: - NOOOOOOOOO!!! Come vorrei che qualcosa interrompesse questa situazione! - - Sgarfabullo Supremo, dacci l'antidoto! - gridò Sora, irrompendo nella stanza accompagnato da Chairot, il quale degustava una mega brioche al gelato con panna, e da Mastings, che con una mano spingeva il carretto dei gelati e con l'altra la barella che trasportava i cadaveri di Paperino e Pippo. Mentre l'ologramma di Mary Sue spariva, lasciandosi dietro un piacevole odore di margherite e crostata alla frutta, lo Sgarfabullo supremo rispose: - Ma di quale antidoto parlate!? - Sgarfinocchio intervenne: - Quello per curare il veleno del Bollonius Frangiforme! - lo Sgarfabullo Supremo si alzò, ridacchiò e disse: - Per averlo dovrete combattere. - Sora commentò: - E ti pareva. Perlomeno non ha chiamato gli Heartless. - - Però, prima di combattere, a voi miei Sgarfoscuri! - gridò lo Sgarfabullo Supremo. - Eccolo lì. Signor Chairot, lei interroghi lo Sgarfabullo Supremo, noi pensiamo agli Heartless. - disse Sora. Chairot si diresse verso lo Sgarfabullo Supremo, ma incontrò Ciccio u'Bombularo sulla sua strada. - Ci incontriamo ancora, Hercule Chairot. Per l'ultima volta. - disse Ciccio. - Non mi dica che parte. Dove va? Non è che si trasferisce? Mi dispiacerebbe non vederla più, perché, vede, siccome io vedo sempre criminali, ogni tanto mi rattristo, ma quando vedo persone oneste e buone come lei cambio idea sull'umanità e torno a sorridere. - Ciccio u'Bombularo andò a sbattere la testa contro un muro, così Chairot poté andare dallo Sgarfabullo Supremo. - Mi scusi, prima di scontrarci, potrei farle qualche domandina? - lo Sgarfabullo acconsentì. - Allora, lei cosa sa dell'Organizzazione XIII? - - Niente. - - Benissimo. Altra domanda. Che dolci vendete qui? - lo Sgarfabullo Supremo rispose: - Crostate al Bollonius, da mangiare insieme alla sprite locale. È più gassata che negli altri mondi, perché aggiungiamo un ingrediente segreto, che tutti vorrebbero copiare. - Chairot prese appunti, poi chiese: - Lei dov'era la sera del giorno ignoto alle ore 22: 59: 59? - lo Sgarfabullo Supremo chiese: - Intende due ere geologiche sgarfabulliane fa? Un giorno di questi dobbiamo cambiare il sistema di datazione. Sarà il prossimo passo del mio governo se non mi ammazzate. Comunque ero qui a mangiare Bollonius Oscuri, penso. - Chairot disse: - Bene. Non ho altre domande. Adesso combattiamo! Anzi, combattete. - Sora, che aveva appena ammazzato l'ultimo Sgarfoscuro, non se lo fece ripetere due volte e cominciò a prendere a sberle lo Sgarfabullo Supremo, con l'aiuto di Sgarfinocchio, l'unico immune all'attacco "peto letale" dello Sgarfabullo. - Presto, Sgarfinocchio, attacco combo! Nube gassosa! - inutile descrivere questo attacco combo, sappiate solo che l'odore causato da quest'attacco era in grado di distruggere le pareti del palazzo.

- Ungh. mi avete battuto...ma sappi, caro Sgarfinocchio. - - Perché mi ignora? - domandò Sora. - Gliel' ho dato io l'ultimo colpo! - -...Dicevo, caro Sgarfinocchio... - - Ehm, ehm. - tossicchiò Sora salutando lo Sgarfabullo Supremo. - ... E Sora! Mi hai... mi avete sconfitto. Ma io, caro Sgarfinocchio... e Sora!... io ho qualcosa che ti... vi è caro. La tua...vostra amata Sgarfarfalla! - Sora domandò: - Chi cazzo è Sgarfarfalla!? - lo Sgarfabullo Supremo disse: - Vedi che facevo bene a rivolgermi solo a Sgarfinocchio? Potere dell'oscurità, a me! - e così dicendo volò via.

- Dobbiamo riprenderlo! - disse Chairot. - Deve darmi l'indirizzo di una buona pasticceria! E vorrei farvi notare che non abbiamo ancora l'antidoto. - Sora sbuffò, prese la prima bottiglietta che gli capitò sotto mano dal tavolo dello Sgarfabullo Supremo e la infilò in bocca ai due mezzi-morti-ma-più-che-altro-morti. - Ecco qua. Tanto scommetto che l'autore farà in modo che sia quella la boccetta giusta. Andiamo adesso! - incredibilmente Paperino e Pippo ripresero colore e corsero dietro a Chairot, Sora, Mastings e Sgarfinocchio, i quali si dirigevano verso la sommità del Palazzo dello Sgarfabullo Supremo.

I sei stavano arrivando in cima al palazzo, quando apparve Xilofono. - Scialve! Io scion il nuovo numero tredisci. Sciono sctiato mandato qui in missccione da Sciaicsc. Io e lui sciamo ottimi amisci, lo sciapevate? - Chairot chiese: - Che cosa ci fa lei qui? - Xilofono rispose: - Sciono qui per recuperare un bel po' di cuori. Andate, Heartlessciscissccish! - Xilofono attese, ma non arrivò nessuno. - Infatti dovevano arrivare gli Heartless!! AH, AH, AH!!! - Chairot inarcò le sopracciglia mentre Sora cadeva a terra ridendo come un matto (come un matto?). - Ascpiettate che sci riprovo. HEARTLESSCIESCSH!! - Chairot lo aiutò: - Volevi dire Heartless? Lo devi dire così: Heartless! - degli Sgarfoscuri apparvero vicino a Chairot. - Raccomandato. Io ho fatto esciattamente come hai fatto ttù! Heartlessciscish! Ma a me non appaiono. - Chairot disse: - Su, puoi usare questi. - Xilofono saltellò allegramente battendo le mani, schizzando sudore su tutti i presenti, poi disse: - Heartlesscisc, attaccate! - Chairot e Sora presero i loro Keyblade e cominciarono a menar botte da orbi ai poveri Heartless, finchè non vennero tutti distrutti. Xilofono sorrise come un ebete, poi disse: - Poveri Heartlesscisch, raccolgono cuori scienza pensciarsci sciu, eppure non conoscicono il vero potere di sciò che possciedono. La rabbia del Keyblade libera quei cuori, ed essci volano all'Oscicurità, liberi e scienza padrone, fin quando non sci uniscono per formare Kingdom Heartscisch. E quando quel momento verrà noi potremo finalmente esciscitere per davvero. - Sora si grattò la testa perplesso e disse: - Non è che ho capito che ha detto, eh. Però adesso lo ammazziamo! - Sora tenne il Keyblade alto sopra la testa, poi cacciò un urlo disumano e si preparò ad attaccare Xilofono, il quale lo supplicò: - Nooo! Fermo, devo leggiere una coscia. Mi do fuoco scie non me la fate leggiere! - e così dicendo si buttò addosso della benzina, poi tirò fuori dalla veste un accendino. - No, fermo! Te la facciamo leggere! Monsieur Sora, lo lasci stare. Lo devo ancora interrogare! - gridò Chairot. Xilofono estrasse dalla tasca un foglietto tutto accartocciato e bagnaticcio, e se lo stese davanti agli occhi cercando di leggerne il contenuto. - "Scie il scioggietto non risciponde agli scitimoli." che coscia intende per scitimoli? Mah. ".usciare la violensciscia per tirare fuori la sciua vera natura." E va bene! Tecnica della moltiplicasciusciascione dei sciorpi! Vado pazzsciuscio per Naruto! - Xilofono estrasse il suo xilofono e, dopo aver preso le bacchette con uno "Squishi, squosh", cominciò a suonarlo, creando una serie di cloni di sudore, che scorrazzavano in giro. - Ih, ih, ih! Li dovete pure discitruggiere in diesci sciesciondi! - esclamò Xilofono, senza smettere di suonare, fatta eccezione per le volte in cui gli scivolavano le bacchette dalle mani. - Quindi abbiamo solo dieci anni sgarfabulliani per distruggerli! - disse Sgarfinocchio. - Ma io non li tocco quei cosi schifosi! - urlò Sora. - E poi mi toccherebbe pulire il mio Keyblade! Non lo farò mai! - Xilofono esclamò: - Mancano scinque anni scigarfabulliani! - Pippo, Paperino, Mastings, Chairot, Sora e Sgarfinocchio correvano da tutte le parti per sfuggire ai cloni di sudore. - Non possiamo sconfiggerlo! Lui ha il potere del sudore! Ci vorrebbe un eroe pronto ad aiutarci. - Chairot attese l'arrivo del Burattinaio, ma quello non arrivò, poi riprovò: - Solo il Burattinaio Mascherato potrebbe salvarci da questa situazione, speriamo che arrivi! - niente. - Ma porca puttana, Chairot! Non arriva quello stronzo! - urlò Sora. - Qualcuno ha detto "Ecco che arriva quell'eroe del Burattinaio Mascherato!"? Eccomi! - gridò il Burattinaio, buttandosi da una torre del palazzo e aprendo il mantello, cercando di planare, con scarsi risultati. - Tataratatà! Tataratatà! TataatàtatataràSDENG! PUM! CRASH! SWIIIIISH! SPLATCH! - il Burattinaio Mascherato si rialzò, si spolverò la calzamaglia verde e disse: - Adesso sconfiggerò questo lestofante, nel nome della Pace, della Libertà e della Democrazia Americana! - Xilofono fece notare un particolare importante: - I diesci sciesciondi sciono finiti da un sciassccio di tempo! Ho vinto io! - il Burattinaio sorrise e replicò: - Non ci sono problemi! Vai, più veloce della luce! Vi dispiace se prendo in prestito la vostra gummiship anche questa volta? - Mastings rispose: - No, figurati, ma è un Polonko sincopato. - Chairot esclamò, ridendo: - E cosa sarebbe un Polonko sincopato!? Ne hai di fantasia, Mastings! Credi ancora a queste cose! Polonki sincopati! Che assurdità! - un miliardo di Sgarfoscuri apparvero e piombarono addosso a Mastings. - Ma perché a me!!? Chairot ha detto "che assurdità"! - gli Sgarfoscuri si infuriarono ancora di più, e cominciarono a strappare gli organi a Mastings, quando il Burattinaio cominciò a far tornare indietro il tempo.

(Alcuni minuti prima.)

- Ih, ih, ih! Li dovete pure discitruggiere in diesci sciesciondi! - esclamò Xilofono, quando arrivò il Burattinaio, con una faccia decisamente soddisfatta. - Che figo 'sto potere. Non vedo l'ora di dirlo a Luxord! Comunque, è giunta la tua ora, Xilofono. - Xilofono smise di suonare e disse: - Ma se non hai neanche un'arma. - il Burattinaio sorrise e ribatté: - Non è vero! Io posso copiare l'arma del nemico! A me, Xilofono! - nella mano del Burattinaio apparve un clone di Xilofono. - Non Xilofono! Lo xilofono! - Xilofono scomparve e apparve lo xilofono. - Adesso, caro Xilofono, verrai sconfitto dalla tua stessa arma! Moltiplicazione dei corpi! - e così dicendo cominciò a suonare. Ammetto che il suono prodotto era piacevole, ma non apparve neanche mezzo clone del Burattinaio (grazie al cielo N.d.A.). - Coscia scitavi pensciando di fare? Tu non hai il potere del sciudore. Adesscio ti insciegno come sci fa. Allora, devi sciunoare coscì. - e guidò le mani del Burattinaio sopra lo xilofono. - Suggerisco di andarcene mentre sono distratti. - disse Chairot e si allontanò piano piano, seguito da Sora, Paperino, Pippo, Sgarfinocchio e Mastings, lasciando Xilofono insieme al Burattinaio a far lezioni di musica.

I sei arrivarono in cima al palazzo, dove videro lo Sgarfabullo Supremo che minacciava una Sgarfabulla di indicibile bellezza, di gran lunga superiore a quella di Mary Sue (Non credo proprio che quella scrofa sia più bella di me è_é N.d.M.S.), anzi, era la più bella di quel mondo e di tutti i mondi esistenti, possibili e immaginabili (Ok, direi che possiamo smettere con questa patetica descrizione. Io odio le persone che insistono troppo nel descrivere qualcosa N.d.M.S.), le sue emanazioni odoravano di fiori di campo (Dove una vacca aveva appena fatto i suoi bisognini N.d.M.S.) e i suoi occhi ammaliavano tutti gli esseri viventi di sesso maschile, gli stessi Sora e Mastings non poterono fare a meno di subire il fascino di quella superba e flautulenta creatura (NOOOOO!!! Va bene l'omaccione deficiente, ma Sora no! L Avevo già in mente la parte in cui veniamo presi da una passione improvvisa e...SPLATCH!N.d. Crudele assassino appena ingaggiato) bene, adesso che Mary Sue è fuori gioco, possiamo riprendere con la storia. - Lascia stare Sgarfarfalla! - gridò Sgarfinocchio. - E quando finiscono questi assurdi personaggi originali? - sbuffò Pippo. - Potere dell'Oscurità, vieni a me, dammi la forza per cancellare questi sciocchi! - disse lo Sgarfabullo Supremo, addentando un Bollonius Oscuro e petando come non mai. - Avverto una strana sensazione... ungh... un brontolio alla pancia... questa è grossa, ragazzi. AAAAARGHPRRRRRRROOAARRR!!! - i sei avversari dello Sgarfabullo vennero avvolti da una nube verde e puzzolente, che celò tutto alla vista. - Monsieur Sgarfabullo! Le devo fare ancora qualche domanda! Lei conosce Xilofono?! - lo Sgarfabullo Supremo si stava trasformando, il sedere diventava verde e emetteva fumo, gli occhi erano diventati tondi e gialli, spuntarono delle unghie lunghissime sulle zampe da elefante, e il bel colorito roseo cedette il posto a un terrificante grigio, totalmente out! Il grigio non va più di moda dalla preistoria SPLATCH!. - Si è trasformato in un carboncino? - chiese Sora, quando apparve Ciccio u'Bombularo dal nulla. - Si è trasformato in un Heartless. Il Bollonius Oscuro risveglia l'Oscurità del cuore degli Sgarfabulli, e quello che vedete è lo Sgarfantasma! - Chairot chiese: - Ti sei laureato in biologia degli Sgarfabulli? - - No, sono solo un servo dell'Oscurità! Io ho importato i Bollonius Oscuri, e questo era esattamente l'effetto che volevo! - gridò Ciccio. - La scienza ci porta a commettere degli sbagli. Il suo amore per la scoperta l' ha portata a questo errore del tutto involontario. Sono certo che il Bollonius Oscuro, che fa questo effetto sugli Sgarfabulli, serve per curare qualche malattia terrificante. Dovrebbe stare più attento quando cerca di salvare il mondo. - disse Chairot, con espressione comprensiva. Ciccio u'Bombularo si buttò giù dal palazzo, gridando: - UN GIORNO DI QUESTI LO AMMAZZO A QUEL NANETTO!!! - Chairot gli gridò: - Non dovrebbe provare odio verso i nanetti! Che le avranno mai fatto! E poi qui non ne vedo! Come le è venuto in mente questo signor nanetto? - Ciccio lanciò un ultimo grido di dolore, mentre spariva tra le nubi verdi e puzzolenti, che ormai circondavano tutto il palazzo.

- Signor Chairot, vuole darci una mano!? - disse Sgarfinocchio, assorbendo un peto dello Sgarfantasma e rispedendolo al mittente per via orale. Chairot prese il suo Keyblade e lo lanciò alla cieca, e miracolosamente riuscì a colpire lo Sgarfantasma, il quale rimase stordito per un po', tempo più che sufficiente a Sora per colpirlo.

- Argh! Mi avete sconfitto... non credevo fosse possibile! - disse lo Sgarfantasma - Certo che è stato difficile. - commentò Sora. - ... ma, prima di lasciare questa terra... ucciderò Sgarfarfalla! PETO SUPREMO! - lo Sgarfantasma si gonfiò a dismisura, finchè non divenne un'enorme palla, poi petò, come mai uno Sgarfabullo aveva petato prima. Tutto ciò che si trovava sulla strada del peto venne ridotto in atomi. - No! Sgarfarfallaaaa!!! - Sgarfinocchio volò verso la Sgarfabulla, e la mise fuori dalla portata del peto dello Sgarfantasma, il quale divenne verdee si gonfiò sempre più, finchè non scoppiò come un palloncino, poi si dissolse, liberando un cuore. - Quel cuore lo prendo io! Abbiamo bisciogno di altri cuori per creare Kingdom Heartscisc. - disse Xilofono, che era spuntato dal nulla. - Allora, come sci prendevano i cuori? Dove ho messcio il "Manuale del perfetto membro dell'Organizzsciazscione icsc i i i"? - Xilofono prese il manuale, a cura dei professori S. Aix e X. Emnas. - Allora. "Quando Sora distrugge un Heartless, tendere la mano verso il cuore che si è appena liberato, fare due passi indietro, fare una giravolta battendo le mani, abbassarsi i pantaloni e appiccicare sulle proprie mutande il cartello con la scritta "Prendetemi a calci" che troverete in allegato con il manuale. A questo punto pronunciate ad alta voce la formula magica "asereje ja de je de jebe tude jebere saemiounouba jamajabi and de bughi and de buidibibì" ripetere la formula magica svariate volte, ballando come spiegato nei disegni di pagina 395.926." - Xilofono fece come scritto sul suo manuale, ma il cuore rimase dov'era. - Ma dove ho sbagliato? Vediamo cosa dice. "Se avete eseguito alla lettere le istruzioni, siete riusciti a rendervi ridicoli, e io pensando a voi, nelle lunghe sere d'inverno, morirò dalle risate... se avrò un cuore quell'inverno. A cura di S. Aix". Ho l'impressione che mi abbiano preso in giro. Proviamo a fare così. Cuore, vieni a meeeeee!!! - il cuore saltellò nella mano di Xilofono, il quale lo prese in mano con uno "Squosh, squash, splish splash". - Quescito sciervirà a noi dell'Organizzsciazsciuscione icsc i i i! Alla fascciasscia voscitra! - e così dicendo aprì la porta per la stazione della "Darkness viaggi" e scomparì. - Dannata Organizzsciasciu... cioè, Organizzazione! Quel cuore poteva essere interrogato! - esclamò Chairot. - Beh, a quanto pare siamo al punto di partenza, mes amis. Mi dispiace per monsieur Sgarfinocchio. Il suo mondo è distrutto. - Sgarfinocchio sospirò: - Eeeeh, e rimarrà così ancora a lungo temo, sempre se non fanno un seguito di questa fan fiction, o se l'autore non decide di ricostruirlo. Comunque noi Sgarfabulli faremo finta di rimettere tutto a posto, come succede alla Fortezza Oscura, al Monte Olimpo, alle Terre del Branco, ma solo alla fine riusciremo a completare i lavori. Accade anche nei videogiochi migliori. - Chairot sospirò: - Vorremmo aiutarvi, ma non possiamo. Lei e Sgarfarfalla vorrete restare da soli per un po', immagino. Quindi noi ci defiliamo, e andiamo alla ricerca di nuove persone da interrogare. Al Polonko sincopato! - Mastings obiettò: - Lei ha detto che i Polonki sincopati non esistono! - Chairot sorrise e disse: - Mastings, che teoria interessante e fantasiosa. C'è solo un problema, vede, lei non ha le prove. - Mastings balbettò: - M-ma lei... io... n-noi... voi. - - Hai dimenticato "tu" e "essi". Mastings, perdi colpi. - Mastings sospirò e seguì Chairot, finchè non arrivarono al parcheggio per velocipedi e gummiship (o Polonki sincopati). - Beh, in fondo questo mondo mi piaceva. Au revoir, Sgarfabulli. Mi mancherete, eppure so che ci rivedremo, un giorno. - disse Chairot, mentre Mastings cominciava a pedalare, e lo Sgarfamondo diventava sempre più piccolo.

- Chairot! c'è una lettera sotto il mio sedile! - disse Mastings. Chairot ingoiò il decimo bombolone al cioccolato e disse: - Gnam... fammi chomp... leggere. glomp! - Mastings gli passò la lettera e commentò: - È una lettera anonima. Non riesco a capire chi potrebbe averla scritta. - la lettera era in carta azzurra con inchiostro rosa chiaro, e profumava di pompelmo, arancio, rose e viole. Chairot ne lesse velocemente il contenuto:

 

Io la ammiro molto, signor Chairot. Nonostante i suoi ridicoli baffetti, la trovo affascinante, forse perché è il protagonista di questa storia assurda, dove io passo addirittura per cattiva! L Io so molte cose sul killer dell'Organizzazione, e sono pronta a dirle tutto, se verrà qui da me. Incontriamoci al Castello Disney, le dirò tutto quello che vuole sapere. Venga da solo.

P.S. Se vuole può portare quel figaccione di Sora e, se lo trova, anche quello strafigaccione Riku.

Kiss, kiss

Un'ammiratrice segreta.

M.S.

- La cosa puzza di trappola, Chairot. - - E tu come fai a sapere cosa c'è scritto? Non l'hai mica letta. - disse Chairot. - Ho sentito il narratore. È utile, sa? - rispose Mastings. - Vuoi dire che senti le vocine, Mastings? Stai perdendo parecchi colpi. Comunque, a me ricorda un po' il caso della spada maledetta. Ma noi andiamo comunque! Vai, verso l'infinito e oltreeeee!!! - il Burattinaio Mascherato passò velocemente a bordo della Burattinaiomobile dicendo: - Si dice: "Vai, più veloce della luce!" Tatanà! Senza Voce Fuori Campo non è la stessa cosa però. - e così la combriccola si diresse verso il Castello Disney, per incontrare la misteriosa informatrice.

Altro quizzone. Chi è la misteriosa informatrice? In questo capitolo erano nascosti indizi fondamentali (sicuramente!), che solo i più arguti di voi avranno notato. A questo punto (non) dovrebbe essere chiaro chi è l'assassino, quindi informatemi.

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Capitolo 8
*** Il Castello Disney ***


cap7

Regina Minni: una bruttona che non serve a niente in tutta la storia. Si vanta di essere una topa e parla con una vocina insopportabile. È preoccupata per la salute mentale del suo eterno fidanzato.

Paperina: dice sì e no cinque parole in tutta la storia, e fa una scenetta buffa con Paperino. A parte questo è inutile.

Le Scope: scopano tutto il tempo con evidente piacere. Sono più utili di Paperina.

Soprammobili: sono più utili di Paperina.

La Prima Pietra: un giorno, tanto tempo fa, Topolino vide un sasso per terra, e si convinse che aveva qualche potere misterioso, per cui adesso la tiene nei sotterranei del castello. Nonostante questo è più utile di Paperina.

Orazio: un cavallo latino. Scrive satire, ed è più utile di Paperina.

Clarabella: un’autentica vacca, quasi come Paperina, però è più utile.

Chiquita: passione mai finita. A parte queste battute di rara idiozia, è una gallina amica di Paperina. Però è più utile perché fa buon brodo.

Pietro: è stato ingaggiato da Mary Sue per accompagnare Ciccio u’Bombularo in una pericolosa missione al Castello Disney.

Pietro 2: il Pietro del passato. In realtà non serve a niente, però è più utile di Paperina.

Topolino (?): il Re del passato. A furia di giocare con le sue chiavi di casa le ha perse, e adesso cerca di costruire un enorme castello. Anche all’epoca era completamente pazzo, ed è sempre stato più utile di Paperina.

Cip: uno scoiattolo intelligente, esperto di Polonki sincopati e gummiship. Ovviamente è più utile di Paperina.

Ciop: uno scoiattolo stupido, non sa niente di niente, tanto meno di Polonki sincopati e gummiship, eppure è più utile di Paperina (ma di poco).

Mary Sue: ancora più bella e cattiva (smettiamola con queste calunnie insensate, non sono cattiva! Ma quando diventerò la padrona del mondo ve ne accorgerete… N.d.M.S.), questa volta ha ideato un piano degno della tredicenne più intelligente del mondo (alla faccia di Artemis Fowl! N.d.M.S.).

Burattinaio Mascherato: il noto supereroe rimasto senza narratore non può non combattere quando il Castello Disney è in pericolo. Chi si nasconde dietro la sua maschera?

Eroe del Silenzio: ora che Voce Fuori Campo, l’unica/o che condivideva le sue idee sulla serie del Burattinaio Mascherato, se n’è andata/o, è ancora più frustrato. Chi si nasconde dietro la sua maschera leopardata?

Voce Fuori Campo: è ritornata/o alla sua vecchia occupazione. Rompere le scatole quando nessuno glielo chiede con fastidiosi interventi quando qualcuno vuole aprire una porta particolarmente teatrale.

Ciccio u’Bombularo (?): è un po’ diverso da quello del presente. Ha una decina di quintali in meno, qualche migliaio di capelli e qualche centimetro in più. È un po’ più cattivo di quello del presente, ma resta sempre un mitomane.

Dottor Otto Von Krapfen: psicologo di fama mondiale, e direttore dell’Urkham Asylum. Tra i suoi pazienti ricordiamo l’Eroe del Silenzio, Saix, Belle e Mr. Wardrobe, con il quale fa lunghe chiacchierate (il dottore è a sua volta in cura per allucinazioni).

Capitolo 7. Il Castello Disney

- Ecco, Chairot. Penso che quello sia il Castello Disney. – disse Mastings, indicando una costruzione dalla forma assurda. – Mi ricorda una capanna di bambù con attaccate delle torri di cartapesta. Se non ci fosse la nostra informatrice, consiglierei di evitare questo posto. – Mastings pedalò in direzione del Castello Disney, sforzandosi di stare sempre davanti alla gummiship di Sora ( è un Polonko sincopato N.d.Chairot). – Questo mondo sembra molto grande. Guarda, sotto si vede una città, e quel castello si erge per chilometri in altezza. Ora dobbiamo vedere se quelli della Square Enix si sono sforzati di mettere qualche pixel in più. – commentò Chairot, mentre Mastings parcheggiava il suo velocipede nell’ hangar del Castello Disney. – Che bello! Siamo tornati a casa! Yuk! Adesso possiamo chiedere al Re di mandare qualcun altro insieme a questo idiota! – esclamò Pippo. – Chi è idiota, Pippo? Non vedo idioti in giro. – disse Sora. – Non c’è tempo da perdere! Dobbiamo andare dalla mia misteriosa informatrice. – esclamò Chairot, cominciando a salire le scale che portavano all’esterno.

- Stiamo uniti. Potremmo perderci in questo enorme castello. – disse Mastings. – Ma quale perderci! In tutto sono cinque stanze! – ribatté Paperino. A un certo punto Chairot sentì un rumore molto simile a "Splatch". – Credo di aver calpestato qualcosa. Qualcosa di marroncino e puzzolente. Che schifo, un topo morto! – Paperino intervenne: - Non offendere i topi! In questo mondo è proibito. – Chairot prese il roditore marrone spappolato e cominciò a guardarlo da varie angolature, cercando di capire quale fosse la testa. – Credo che questo coso rosso sia il naso. – commentò Chairot, pizzicando il naso del roditore. – Lasciamo stare quel topo e andiamo. Questo mondo già mi da sui nervi! Questa musichetta è snervante! – esclamò Sora, mentre Chairot faceva la respirazione bocca a bocca all’animaletto. – Lascia stare il mio amoooooreeeee!!! – urlò un altro cosino marroncino correndo incontro a Chairot con aria bellicosa. – Gaursh! Tu sei Cip. Quindi quello è Ciop. Da quando vi amate? – domandò Pippo. – Ci amiamo da sempre, ma l’abbiamo scoperto solo quindici anni sgarfabulliani fa. Che sarebbero quindici secondi normali. Era appena arrivata una ragazza stupenda, che profumava di rose e fiori di cam… - - Sì, sì, abbiamo capito. Ci dica cos’è successo dopo, monsieur Cip. – intervenne Chairot, che faceva roteare il corpo di Ciop con noncuranza. – Ebbene, a un certo punto è comparsa una nube rosa, il giardino… beh, lo vedrà da solo… e io e Ciop abbiamo scoperto di essere sessualmente attratti. – Chairot si accarezzò i baffetti, senza smettere di giocherellare col corpo di Ciop. – Non capisco che cosa possa essere successo. Sembra quasi una fan fiction slash. – Cip nel frattempo aveva liberato Ciop dalle tozze mani di Chairot e lo stava trascinando in un angolino appartato, con una strana luce bramosa negli occhi.

- Lasciamo perdere quei due criceti e proseguiamo. La mia informatrice ci aspetta. – disse Chairot mentre saliva le scale che portavano all’esterno. Appena usciti all’aperto, i cinque videro qualcosa di scioccante: tutte le siepi, che un tempo rappresentavano dei personaggi Disney, adesso mostravano dei personaggi di Harry Potter e Kingdom Hearts in posizioni sconce. – Solo una persona può aver fatto una cosa tanto orribile. Ma che sta facendo la siepe a forma di Harry insieme a Draco? – domandò poi Chairot. – Lasciamo perdere. Abbiamo già visitato due stanze, ne restano altre tre. Ehi, ma quelle due siepi non siamo io e Riku? Non mi dispiace questo nuovo design! – disse Sora entrando nel castello, che consisteva in un corridoio con due porte. Mastings provò ad aprirne una dandole delle botte con la testa, ma quella era sigillata. – Quella è la sala del trono. Perché non proviamo ad entrare nell’altra stanza? Tanto possiamo andare solo là. – disse Pippo, e così i cinque entrarono nella stanza in fondo al corridoio. - Bussiamo? – domandò Mastings. – Ma no. Apriamo e basta. – rispose Chairot. – E se fosse una camera da letto? – Chairot disse: - Dubito che questi personaggi dormano. Inoltre è pieno giorno, chi vuoi che dorma a quest’ora? – Mastings obiettò: - Devo ricordarle che l’orario in questi mondi non conta? Ricorda Crepuscopoli? – Chairot sbuffò: - Al massimo troveremo la Regina in camicia da notte. Non sarà così terribile. – fece per aprire la porta, quando una voce a noi ben nota intervenne. "Dietro questa porta c’è qualcosa di agghiacciante e pericoloso. Potrebbe essere la tua ultima battaglia. Vuoi entrare?"

- Finalmente la finiamo con questa storia assurda!

- No, preferisco esplorare questo vasto mondo.

- Ma tu non hai niente di meglio da fare il giorno!?

Come al solito Chairot scelse la terza opzione. "Sentite, adesso che ho mollato la serie del Burattinaio Mascherato sono in piena crisi! Non so come pagare il padrone di casa, un certo professor Otto Von Krapfen. Quello è pieno di clienti ricchi, che lo pagano profumatamente e chiede a me tutti quei soldi. Non so proprio dove trovare quei cinque euro." – Capisco, la sua situazione è davvero disperata, monsieur/madame Voce Fuori Campo. Ma io sto peggio di lei. Sono un investigatore privato che non viene mai pagato a fine giallo perché l’autore fa finta di essersi scordato. – disse Chairot. – Però, se ha un disperato bisogno di trovare un lavoro decente, potrebbe vedere gli annunci di Crepuscopoli, oppure commentare quelle siepi per conto di Telemarket. – "Penso che sceglierò quest’ultima. Voglio distruggere l’autore di quelle brutture!" Chiaramente Voce Fuori Campo non sapeva quello che diceva parlando di brutture, perché non aveva osservato bene la perfezione e la plasticità di quelle siepi, che mostravano la grandezza dello spirito artistico di colei che doveva esserci dietro, ma in quelle figure, che rappresentavano le gioie, le cose belle e importanti della vita, era celato anche il dolore, dolore nascosto nel passato dell’autrice. Già, perché l’autrice, la quale possedeva un cervello di gran lunga superiore a quello di Leonardo Da Vinci, provava un grande dolore per via della morte dolorosa di tutti i suoi parenti, di una schiera di amici e di un gran numero di conoscenti. Voce Fuori Campo non poteva sapere che rischiava la morte dicendo che quelle siepi, frutto della persona più dolce, bella e intelligente del pianeta, erano delle brutture. – E basta! vogliamo passare alle cose serie!? – esclamò Chairot, che si stava addormentando a causa della narrazione di una misteriosa entità che scrive in rosa. – Direi che adesso possiamo entrare. – disse Sora aprendo la porta. Lo spettacolo era terrificante. La regina Minni era completamente nuda, e faceva cose sconce con Orazio, il quale parlava in latino, quindi nessuno capiva che cosa stesse dicendo. – Topa mea! Pulcherrima est! – esclamava ogni tanto, sotto gli sguardi stupiti di Chairot, il quale non aveva neanche la licenza media, quindi non capiva il colto linguaggio del poeta latino. " Ve l’ avevo detto che era agghiacciante e pericoloso. Poi non vi lamentate…" – Ci scusi, madame Minni… - - Madame a chi!? Io sono una signorina. Tecnicamente non dovrei essere regina, visto che sono solo la fidanzata del Re. – Chairot domandò: - Lei sa che fine ha fatto Re Topolino? – Minni si alzò dalla scrivania, lasciando solo Orazio, il quale guardava bramoso Paperino, che si nascondeva dietro alla gamba di Pippo intimorito. – Il Re è sparito un anno fa. Stavamo pranzando, poi ha detto che scendeva sotto a comprare le sigarette. Quando l’ha detto mi sono preoccupata, perché lui non fuma, inoltre agitava le chiavi di casa in modo pauroso. – disse Minni. – Lei ci ha creduto? – domandò Chairot. – Ovviamente no! Però volevo stare sola col mio colto Orazio. – Chairot chiese: - Quindi, siccome Topolino è andato via per sconfiggere l’Oscurità, lei dovrebbe trovarsi d’accordo con Heartless e Organizzazione XIII, no? In fondo, senza di loro il Re sarebbe ancora qui. O forse è stata lei a incitare Topolino ad andare a combattere le tenebre. Eh? Eh!? Confessi! – Mastings bisbigliò: - Non dovrebbe essere così aggressivo. - - Zitto, Mastings. Bisogna essere cattivi, se no non confessano. – lo zittì Chairot. – E va bene! Ho una relazione con Orazio! – strillò Minni. – Questo lo sapevamo, madame. Vorremmo sapere qualcos’altro. – disse Chairot. Minni sospirò: - E va bene. Sono successe alcune cose strane nel castello. Il Re, tanto tempo fa, aveva trovato un sassolino per terra, e siccome è sempre stato un idiota, si è convinto che quel sassolino doveva avere dei poteri eccezionali, e l’ha messo al sicuro nelle profondità del castello. Inoltre, siccome era un sasso abbastanza grande, ci ha fatto dei buchi e ci ha messo dentro una lampadina, e cercava di convincere tutti che era la luce di quella pietra a proteggere il nostro castello dagli Heartless. La cosa triste è che tutti ci hanno creduto, anche gli Heartless. Solo che adesso, a quanto pare, hanno una nuova padrona, che è molto più furba della precedente, e ha provato a portare gli Heartless anche qui. – Chairot obiettò: - Io non vedo Heartless in giro. - - Ma è ovvio. Gli Heartless sono sommamente stupidi, e quindi si sono rifiutati di venire qui finchè la pietra non fosse stata rimossa. – disse Minni. – Ma che ci vuole a togliere una pietra!? – esclamò Sora, che aveva passato il tempo a guardare due quadri facendosi domande stupide come "Chi è questo? Un avo del Re?" e a guardare una scopa che scopava allegramente da tre ore ininterrottamente e con evidente godimento. – Il Re, che è anche paranoico, era convinto che tutti volessero rubargli la pietra, quindi l’ha appiccicata col Super Attack, dicendo cose insensate come "Nessuno prenderà il mio Tessoro". Quindi non è facile prenderla. Bisognerebbe rompere il piedistallo a cui è attaccata. – spiegò Minni. – L’unica cosa che potrebbe rompere il piedistallo è la testa di Mastings, ma Mastings è qui con noi. Vero, Mastings? Mastings? Dove sei? – domandò Chairot guardandosi intorno, ma Mastings era sparito. – Dobbiamo ritrovarlo! – esclamò Chairot, col Keyblade sguainato. – Attenti! Potreste perdervi! – urlò Minni. – Meglio che venga con voi, che c’ho i poteri. – aggiunse poi saltellando dietro a Sora, Pippo, Paperino e Chairot, che, nonostante fosse più basso di lei, riusciva a correre più velocemente. La topa si fermava ogni tre secondi, e il povero Sora doveva tornare indietro e usare un inutile comando di reazione per convincerla a venire, così i nostri eroi persero mezz’ora di tempo per fare dieci metri. – Uao! Che porta grande! – esclamò Chairot mentre si accingeva ad aprirla. "Questa è una delle porte più grandi del gioco, quindi non potevo mancare. Qua dietro c’è una battaglia, forse non l’ultima, ma c’è una battaglia, questo lo so!"

· Ma chissenefrega! Io entro lo stesso!

· Grazie per l’informazione amico! Io passo al mondo successivo.

· Ehi, Burattinaio! Ho ritrovato il tuo narratore! (ben ti sta, rompicojoni!)

Nonostante la tentazione di passare al mondo successivo, il desiderio di vendicarsi di Misteriosa Voce Fuori Campo prevalse nell’animo di Chairot, il quale chiamò l’altro eroe. – Qualcuno ha detto che c’è il mio fido destriero, cioè narratore!? – gridò il Burattinaio dalla cima di una torre di carta velina, che crollò sotto il suo peso. – Ma che tirchi quelli della Square Enix! Risparmiano su tutto, eh? – commentò Pippo. – In effetti mi ero sempre chiesto come si arrivasse su quelle torri. – concordò Paperino. – Aha! Vili ribaldi! Cosa avete fatto alla mia voce narrante!? Preparatevi a subire l’ira del Burattinaio Mascherato! A me la mia arma! – e mentre cercava la sua arma inesistente nei suoi mutandoni rosa, i nostri eroi (i veri eroi) entrarono nella sala del trono. – Uao! Questo posto è perfetto per andarci in skateboard! – esclamò Sora. – Ma che razza d’idee assurde che ti vengono! – disse Chairot, quando apparvero Xemnas, Saix e Xigbar. – Ah! Un posto grande e vuoto, perfetto per la sede degli esami per entrare nell’Organizzazione! – esclamò Xemnas, facendo apparire un tavolo enorme con una bacchetta magica. – Però mancano le pecorelle batuffolose. Il dottor Von Krapfen mi ha raccomandato di stare in ambienti dove le pecorelle siano sempre a disposizione. – commentò Saix. – Su, su, qui è pieno di animali. Topi, mucche, cavalli latini, paperi marinai, cani antropomorfi. Non sentirai la mancanza delle pecorelle. Senza dimenticare i nanetti da giardino con la bombetta in testa. – lo consolò Xemnas, ma Saix non era del tutto convinto. Xigbar si alzò all’improvviso e sbraitò: - Questo posto non mi piace! Questo tavolo è troppo piccolo! Questa veste è stretta! Queste armi non mi piacciono! Questa benda non mi piace! Questa storia non fa ridere! Il cappellino di tetsuya Nomura fa pena! Quei tizi non mi piacciono! Aspettate che li umilio un po’! – e andò incontro a Sora, Paperino, Pippo, Minni e Chairot sorridendo crudelmente. – Tu, sono capelli mai lavati quelli che hai in testa o ti si è incollato un piumino? – chiese a Sora, sghignazzando. – Quelli che hai in bocca sono denti o hai ingoiato una tagliola? – chiese rivolto a Pippo, che scoppiò in lacrime. Paperino intervenne in difesa di Pippo, strillando: - Ma lei è davvero cattivo! - - Sì, grazie. Comunque, vorrei sapere se questa è la tua voce o se hai ingoiato una trombetta. – disse Xigbar, e Paperino si mise a piangere insieme a Pippo, poi orchestrarono la loro vendetta. – Tu, regina dei miei stivali (che tra l’altro sono molto belli!), il re ti ha abbandonata perché sei petulante, brutta, zoccola e con un naso orrendo o per via delle tue enormi orecchie? – Minni rispose: - Non credo sia per le orecchie… - Xigbar arrivò da Chairot, il quale lo guardava dal basso con aria impassibile. – Sbeffeggiare te sarà divertentissimo! La tua bombetta è ridicola! – Chairot non mosse un muscolo e disse: - Lo dice lei. - - Ah, sei un duro, eh? Sei così basso che quando piove sei sempre l’ultimo a saperlo. - - Ne parli con il Burattinaio Mascherato. Lui la sente dopo, e lo devo pure avvisare, così ha il tempo di prendere l’ombrello. – disse Chairot. – Tu non crolli facilmente, eh? allora sappi che i tuoi baffetti fanno schifo! SCHIFO! – Chairot barcollò un attimo sbuffando come una teiera, poi prese un libro di risposte argute apparso dal nulla e cominciò a sfogliarlo, cercando una risposta adatta. Dopo aver consultato nell’ordine: "frasi per ogni occasione", "risposte celebri", "l’arte di insultare", "l’arte di ottenere ragione", "il potere della parola" e "il grande libro dei puffi", preso per rilassarsi un poco dopo tutte quelle letture impegnative, disse, con sguardo deciso, incrollabile e fiero come quello di uno Sgarfabullo: - Sarai bello tu! – Xigbar cadde a terra, distrutto da quella risposta così arguta, poi corse via piangendo come una fontana.

- Ce ne siamo sbarazzati direi. – disse Chairot, mentre gli altri si rialzavano, ancora scossi da quello scontro verbale così duro. – Ma è possibile che non si possa stare in pace da nessuna parte? – domandò Xemnas vedendo arrivare i cinque sfigatelli. – Pecorelle batuffolose… pecorelle… vi pesterò… non loro… le pecorelle… le pecorelle… il nanetto… NO! Io-saprò-resistere-alla-tentazione-di-Lerdammer… no, quella era un’altra cosa. – mormorò Saix massaggiandosi lentamente le tempie. – Vorremmo farvi qualche altra domanda. – disse Chairot. – Non se ne parla nemmeno. Dobbiamo selezionare nuovi membri dell’Organizzazione. Adesso si sposti, mi sembra di vedere un aspirante membro. – Chairot si spostò e lasciò passare un tizio orrendo, calvo, con delle borse sotto gli occhi, sopracciglia spesse, il naso schiacciato, gli mancava un orecchio, gli mancavano tutti i denti di sopra, aveva una cinquantina di chili in più del dovuto, le mani enormi, aveva una brutta gobba, portava un’elegante giacca grigia, una pulitissima e liscissima cravatta rossa e dei pantaloni corti a fiorellini arancioni e gialli, in testa portava una bella bombetta nera e calzava delle splendide ciabatte infradito verdi. Saix, che si era calmato, decise di cominciare l’esame. – Lei come si chiama? - - Io sono Bofoneo. – rispose quello. – Nome Organizzazione? - - Xenofobo. – rispose il coso biascicando. – Perché vuole entrare nell’Organizzazione? – Bofoneo rispose: - Voglio portare la distruzione nell’universo! MUHAHAHAHA!!! - - Ammirevole. Quesito importante, lei ha un cuore? – Bofoneo rispose biascicando: - No, che razza di domande. - - Precedenti occupazioni? – domandò Xemnas. – Serial killer, oscuro signore del male, dittatore, famoso mangiatore di cuori umani, esattore delle tasse e ausiliario del traffico. – rispose Bofoneo. Saix si alzò, gli andò incontro e disse sorridendo e tendendo la mano a Bofoneo. – benissimo. È stato un vero piacere conoscerla, ma non è lei che cerchiamo. Fa paura al piccolo Xemny. – Xemnas in effetti si era rannicchiato sotto la sedia dicendo che Bofoneo gli faceva paura, quindi Saix si sbrigò a fare andare via quell’uomo malvagio.

- Saix… n-non devi far v-venire p-più questi uomini c-c-cattivi. Oh, m-mi spavento, lo sai. – balbettò Xemnas mentre si risedeva sulla sedia, cercando inutilmente di riprendere un’aura di mistico potere oscuro. – Su Xemnas, su, non è successo niente. Sai che ti proteggo io da tutto… a parte da me stesso intendo. – cercò di tranquillizzarlo Saix, ma Xemnas strillò: - Ecco! Lo vedi!? Io sono spaventato e tu mi minacci! – Xemnas cominciò a succhiarsi il dito, mentre Saix mormorava: - Nulla di quello che vedi è reale… solo le pecorelle lo sono… sì, pecorelle… - Xigbar, vedendo il comportamento poco dignitoso dei due, cominciò ad additarli ridendo come un matto: - AH, AH, AH! E voi sareste i due capi dell’Organizzazione?! Viene spontanea una battuta sadica! Saix, quello è il tuo colore naturale o ti hanno versato un secchio di vernice blu in testa!? Uhuhuh! Che ridereeeee!!! Ehi, fermo! No, che vuoi fare con quel vaso di piombo? No, potresti fare male a qualcunoSBONK! SDISH! BONG! BONK! …ehi! Ma quella è la tua arma o mi stai picchiando con un mandolino!? AH, AH, SBENG! KABONK! – Xigbar tentò di sfuggire a Saix, il quale cominciò a inseguirlo brandendo la sua amata Claymore. – Per una volta devo dare ragione a monsieur Saix. Quel tizio fa battute di cattivo gusto. – commentò Chairot. – Mi hai mancato di un chilometro! – gridò Xigbar evitando una betoniera che Saix gli aveva lanciato addosso. – Sarà per quella ridicola cicatrice che non ci vedi bene!? Uhuhuh! Come sono comicamente cattivoooooCRASH! BOOOOM! SDISH!SDENG! – Saix cominciò a lanciare addosso a Xigbar tutto quello che gli capitava a tiro, cose tipo una petroliera, l’Empire State Building, due carri armati, un pianoforte, Ursula (che cantava allegramente, chissà perché) e altre cose persino più pesanti, finchè Xigbar non cadde a terra, senza però smettere di ridacchiare istericamente. – Sciomplimenti, splut! (molare a terra insieme a un litro di sangue) Sciei miiorato paresscio! Ma più scie altro sciei minorato paresscio! che risciate splut! (due incisivi a terra insieme a un paio di litri di sangue) e che dire di quel misscile nuclehare? Ho quasci scientito lo sciposcitamento splut (canini a terra insieme a qualche litro di sangue) d’aria. Potrei morire! Scpero che a letto tu scia più presciso di quanto tu non splut! Scia in battaia! Ohohoh! Mio Dio scie risciate! Splut! Splut! (gli ultimi due denti e altri quattro litri di sangue che se ne vanno). - - No, non lo è. – fece Minni con aria delusa. Seguì un lungo silenzio imbarazzato, durante il quale Saix si paralizzò e arrossì come un peperone.

- Basta. Abbiamo perso anche troppo tempo con queste scemenze. Se la mia informatrice non è qui, dove può essere? – disse Chairot, che era l’unico che non aveva capito la situazione. – L’ultima stanza del nostro vasto castello è la sala del Primo Sassolino. Si trova proprio sotto il tavolo di quei simpaticoni in nero. – disse Minni. – Potreste spostarvi? – chiese lei. – Prima dovrete combattere. – disse Xemnas, perché Saix era ancora in catalessi. – La vostra arroganza vi acceca! Non sarete voi a spostarci! – aggiunse sfoderando le sue spade laser. – La tua fiducia nel Lato Oscuro mal posta forse è. – disse Chairot prendendo il suo Keyblade. – Ecco. Adesso ricominciano con la storia della Forza. – sospirò Saix, che si era ripreso sentendo delirare Xemnas. – Xigbar, per favore chiama il mio amico Otto Von Krapfen. Sento che devo anticipare la seduta. – aggiunse poi mentre andava incontro a Xemnas, che saltellava come un matto agitando le spade laser, mentre i nostri eroi lo guardavano sorpresi e al contempo impauriti. Chairot fece un vertiginoso salto di tre centimetri e provò a colpire Xemnas, il quale evitò il colpo facendo un passo indietro, per poi contrattaccare con violenza, ma il piccolo detective fortunatamente perse l’equilibrio e cadde all’indietro, giusto in tempo per evitare il colpo sferrato dal Signore dei Sith. I due contendenti si lanciarono occhiate di fuoco, stavano per ricominciare il combattimento quando Saix diede due botte sulla testa di entrambi i "guerrieri". – Signori, volete comportarvi come si conviene? Già la storia è terribile, se poi vi mettete a fare queste cose in pubblico… - li rimproverò Saix. – Monsieur Saix, lei ha ragione. Messieurs Sora, Pippo e Paperino, mademoiselle Minni, andiamo nella Sala del Primo Sassolino. – disse Chairot aprendo una botola che si trovava sotto il tavolo della commissione d’esame dell’Organizzazione.

I cinque entrarono nella Sala del Primo Sassolino, che non era esattamente come Chairot se l’era immaginata. Le pareti erano rosa shocking con fiorellini gialli, sul pavimento candido erano sparsi petali di rosa, margherita e fiori di campo, ma non lo si notava perché la stanza era piena di portabiti sovraccarichi di vestiti alla moda. – Mi viene qualche sospetto riguardo l’identità della mia informatrice. Solo una persona si firmerebbe M.S., porterebbe il caos in un così vasto e gaio mondo, e riempirebbe una storia disney di rapporti omosessuali, e questa persona è… - - Proprio io! – esclamò una ragazza spuntando da una rosa enorme appena sbucata al centro della stanza. – Maryanne Susan Genevieve Magdalene Delacroix-Abbott, ma i miei innumerevoli amici mi chiamano Mary Sue. – disse la splendida fanciulla. – Uaoooo! Che gran pezzo di… - fece Sora - Zitto! Devo ricordarti che è una PG? E poi da quando ti piacciono le ragazze? – lo zittì Paperino. – Da quando ho visto lei! Credo di sentire nel cuore qualcosa di nuovo… qualcosa che avevo provato solo per Riku… è AMORE! – esclamò Sora, che avanzava verso Mary Sue sbavando come Fionolo. – Come ha fatto a fuggire, mademoiselle Abbott? – domandò Chairot tramortendo Sora con un colpo di Keyblade. – Ho persuaso la polizia a farmi usare un computer per qualche ora. Il mio alterego umano ha scritto una splendida fan fiction in cui io, la sua splendida incarnazione, evado. Se volete ve la racconto. - - NOOOOOOO!!! – gridarono all’unisono tutte le persone di tutti i mondi possibili e immaginabili. – Sono qui perché gli Heartless si rifiutano di venire finchè quel sasso rimane lì. Dall’alto della mia genialità ho capito che quel sasso non serve a niente. – disse Mary Sue. – Ci voleva la genialità! L’ha capito persino Sora che non serve a nulla. – commentò Chairot. – Quel sasso non serve a nulla!? Quindi siamo in pericolo! Gli Heartless potrebbero arrivare! Aiutaiutoaiutoaiutoaiuto! – strillò Sora correndo in giro per la sala. – Non preoccuparti, Sora. Ti proteggerò io. – disse Mary Sue con voce estremamente sensuale. – Come puoi proteggerlo? Qui non hai alcun potere. – disse Chairot avanzando e brandendo il Keyblade minacciosamente. – Ammetto che il mio alterego è nuovo in questo fandom, ma ho imparato qualche trucchetto interessante. Tipo questo! – Mary Sue fece apparire sei Keyblade mai visti prima e dall’aria letale e ne prese uno con ogni mano. - Ma quante mani hai!? – domandò incredulo Chairot. – Pignolo, pignolo, pignolo! E va bene, mi accontenterò di tre per mano. – Mary Sue lanciò i Keyblade verso i nostri eroi (tranne Sora), così tutti e quattro furono costretti a ingaggiare una feroce battaglia con quelle armi che sembravano dotate di vita propria. – Non ho mai visto niente del genere! – esclamò Chairot lanciando dieci ciambelle contro un Keyblade per bloccarlo. – Ci credo, l’ho inventato io! Essere una Prescelta dal Keyblade è il minimo sindacale per una Mary Sue come me. – Mary Sue si voltò verso il Primo Sassolino e disse: - Ho usato tutti i miei immensi poteri per staccare quel sasso, ma evidentemente è stato attaccato col Super Attack, e i miei poteri non possono nulla contro una simile forza. Ma c’è qualcosa che può, e si chiama testa di Mastings! – Mary Sue fece apparire Mastings schioccando le dita, tenendolo a portata di Keyblade (un’Ultima Weapon mista a Fenrir sommata ai poteri della Lontano Ricordo). – Tira una testata a quel piedistallo, se vuoi salva la vita. – disse Mary Sue. – Una Mary Sue non può uccidere nessuno! – gridò Chairot colpendo il Keyblade con cui stava lottando (Leone Dormiente con influenze del Portafortuna, però un Portafortuna coi valori moltiplicati per tre). – Hai ragione, non uso questi metodi brutali. Io sono la persona più dolce e gentile del mondo. – Mary Sue tornò a rivolgersi a Mastings, stavolta con voce incredibilmente sensuale, troppo sensuale per l’orecchio umano (grazie al cielo Mastings è più simile a un vegetale): - Mastings, vorrei approfondire la nostra conoscenza… approfondire in tutti i sensi, ma non credo che sarà possibile se non siamo disposti a fare dei sacrifici per la nostra relazione. – Mastings la guardò con la bava alla bocca, ed era evidente che non aveva capito una parola del discorso della fanciulla. – Eh? Come? – domandò poi succhiandosi un rivolo di bava. – Prendi a testate quel piedistallo se vuoi scopare. – spiegò Mary Sue, e il nostro ebete preferito non se lo fece ripetere due volte. Dopo pochi colpi la testa di Mastings ebbe la meglio sul Super Attack. – Finalmente ho tolto il Primo Sassolino! Adesso gli Heartless non hanno più scuse per non venire qui! Venite! – in quel momento apparvero una ventina di Soldati con delle gonnelline rosa e un grazioso grembiulino a fiori, e sembravano tutti piuttosto infelici della loro nuova condizione. – Attaccate! – urlò Mary Sue brandendo diciotto Keyblade (ne erano apparsi altri dodici nel frattempo, e andavano a aumentare di minuto in minuto), ma gli Heartless non si mossero. Il capo dei soldati si avvicinò sconsolato a Mary Sue e le bisbigliò qualcosa all’orecchio. – Come sarebbe a dire che non vi piace la gonnellina!? E pensare che vi avevo pure chiesto se la preferivate rosa o verde! Potevate dirlo prima che comprassi due milioni di vestitini! Fortuna che quando i miei genitori sono tragicamente morti mi hanno lasciato una consistente eredità. – sbraitò Mary Sue. – Comunque, non vedete che siete elegantissimi? Questo look è migliore di quello che vi aveva dato Nomura, che tra l’altro ha un brutto cappello. – il Soldato bisbigliò qualcos’altro all’orecchio di Mary Sue, indicando poi i Simili che ridevano come matti vedendo gli abbigliamenti degli Heartless. – Sono invidiosi, invidiosi e basta. Su, adesso attaccate, e se fate i bravi poi vi compro pure delle scarpette. – il Soldato si preparò ad attaccare mentre i Simili cadevano a terra dalle risate. Il morale dei Soldati era bassissimo, quindi per Chairot, Sora, Paperino e Pippo fu facile porre fine alle loro sofferenze. – Per te è finita, Mary Sue! – esclamò Chairot. – Non farmi ridere! Credi di potermi sconfiggere!? – domandò lei agitando i suoi 50 Keyblade. – Non è possibile brandire cinquanta Keyblade! – esclamò Chairot che cercava sempre degli stupidi cavilli per tormentare la sfortunata Mary Sue, che però non si faceva intimorire da quel ridicolo nanetto da giardino col complesso di Napoleone. – Quando qualcuno mi dirà perché Xaldin può brandire sei lance e io non posso brandire cinquanta Keyblade allora smetterò di evocarne altri. Anche se adesso sono settantadue. – Mary Sue si librò in aria e cominciò a lanciare delle meteore addosso ai nostri eroi (avete presente Sephiroth? È la stessa cosa), che cercarono inutilmente di schivarle, poiché le meteore erano guidate da Mary Sue. La situazione per i nostri esseri petulanti che continuano a interferire nella altrimenti perfetta vita di Mary Sue, era difficile, quando arrivò un aiuto inaspettato (inaspettato?). – Fermati, maramalda! – gridò il Burattinaio Mascherato, che era entrato nella sala del Primo Sassolino a bordo della sua potente auto, una cinquecento verde a fiorellini rosa, dietro alla quale c’era l’Eroe del Silenzio a bordo del Silenziopattino che (come si può intuire dal nome) era un bellissimo monopattino rosa. – Certo che la frequenza del colore rosa è l’unica cosa buona in questa fan fiction. – commentò Mary Sue. – Affronta qualcuno al tuo livello, marrana! – esclamò il Burattinaio Mascherato cercando inutilmente un’arma nei suoi mutandoni. – Non potete fermarmi! Controllerò tutto quanto! AH, AH, AH! – gridò Mary Sue evocando altri Heartless per la gioia dei Simili che finalmente provavano un’emozione: la gioia! – C’è solo una soluzione, direi, ed è quella di far tornare indietro il tempo! Mi serve ancora la vostra gummiship, non ve la prendete, vero? – domandò poi a bassa voce il Burattinaio. – Ma certo. Ormai siamo abituati. – gli rispose Pippo. Il Burattinaio si stava avviando verso il parcheggio gummiship e Polonki sincopati, quando apparve un uomo vestito come un dio greco, che teneva in mano una clessidra e nell’altra una meridiana. – Fermi tutti! – gridò l’uomo. – Oh no! il malvagio Signore del Tempo, detto Kronos! – esclamò il Burattinaio cercando invano un’arma. – Ma che dici, coglione! Sono Luxord! – disse l’uomo. – Beh, se tu ti vesti come Kronos cosa pretendi? Poi mi confondo… - Luxord disse: - Ho perso tutti i miei impermeabili al gioco, e adesso sono costretto a girare vestito come un ebete. – Luxord sospirò, poi alzò le braccia al cielo e impose il silenzio, i suoi occhi divennero bianchi e la sua voce divenne ultraterrena: - Le porte del tempo sono state aperte senza il mio consenso! Voi, stolti mortali, avete osato alterare il corso degli eventi, avete interferito nel corso della storia! Chi è stato!? - - Fico, deve insegnarmi come si fa. – disse Mary Sue. – Sono a corto di poteri speciali. – aggiunse giocando con i suoi 200 Keyblade dagli straordinari poteri. – Pagherete per ciò! Nessuno apre le mie porte impunemente! Io che controllo le ore, i minuti, i secondi, i decimi di secondo, i centesimi di secondo e così via, punirò tutti voi. – gridò Luxord. – Vedete? Parla pure come il Signore del Tempo, come fa un povero supereroe a non confondersi? – commentò il Burattinaio, ancora scioccato per aver commesso un simile errore. – Visto che lei controlla le ore, i minuti eccetera, vorrei chiederle due favori. – disse Chairot evitando il colpo megapotentissimocheuccidetutti della Catena Regalportafortunanimaguardiana di Mary Sue. – Certo, stolto mortale. - - Se la smette di dire che sono stolto mi fa un piacere. – disse Chairot. – Allora, per prima cosa vorrei sapere che ore sono. Penso che sia ora di pranzo, visto che avverto un brontolio allo stomaco, ma voglio esserne certo, visto che in questi mondi l’ora non conta. – Luxord rispose: - Ma è ovvio che so che ore sono. Sono le… aspettate un attimo… quando la lancetta lunga è sulle 3 e la lancetta corta è tra le 11 e le 12 come si legge? – domandò poi. – Ehm, credo che si legga le tre e quindici. – disse l’Eroe del Silenzio, che faceva rari interventi, ma solo quando era sicuro di avere la risposta esatta. – Ma no, zoticone! Si legge l’una meno cinquantanove! – esclamò il Burattinaio, altro genio. – Si legge le undici e un quarto. Ma sbagliate tutti quanti perché sono le quattro e mezza, mi sono appena ricordato che mi hanno regalato una decina di orologi alla fine dell’altro caso. – disse Chairot. – Sono le tre e undici! Non contraddirmi, stolto mortale! – gridò Luxord riprendendo la sua voce ultraterrena. – Veramente faccio anche io le quattro e mezza. – intervenne Paperino. – E anche io. – confermò Pippo. – Tutti facciamo le quattro e mezza, persino Sora. – Sora disse: - Ehm, veramente faccio le quattro e ventinove, fa lo stesso? - - Santo Cielo! Ma possibile che non sei come gli altri mai!? Perché esisti, stolto essere!!? – gridò Pippo. – "Stolto" è una parola che solo io posso usare, stolto animale! E se vi dico che sono le tre e undici così sarà, perché io controllo le ore, i minuti, i secondi e tutta la compagnia bella. Qual’era la seconda richiesta, mortale (stolto)? – disse Luxord, che fluttuava allegramente. – Potresti farci tornare indietro nel tempo di una decina di minuti? Giusto in tempo per fermare quella fanciulla psicopatica prima che distrugga il Primo Sassolino. – disse Chairot. – Oh, a chi hai detto "fanciulla"!? – strillò Mary Sue, chiaramente offesa dalle parole di quel vile zoticone senza un minimo di classe, con dei baffetti e una bombetta totalmente out, che non fa altro che infastidire la povera e dolce Mary Sue. – Ma certo che posso, stolto mortale, io posso tutto perché sono il Signore del Tempo! – disse Luxord al massimo della sua aura mistica (o delirio), mentre prendeva il Mega Orologione Controlla Continuum Spazio/Temporale e preparava i nostri eroi a quel breve viaggio nel tempo, quando il Burattinaio spiccò un enorme balzo e afferrò Luxord per una gamba. – Lo sapevo! Tu sei il Signore del Tempo! Non mi ero sbagliato! Molla quel congegno infernale!! – gridò il Burattinaio cercando di afferrare l’Orologione di Luxord, che gridava: - Fermo! Così rischio di sbagliare il dosaggio di minuti! AAAAGH!!! – i nostri eroi vennero trasportati prima negli anni ‘60/’70. Chairot si alzò da terra con i suoi soliti abiti, solo che sulla bombetta aveva un fiorellino. – Accidenti! Devo aver sbagliato di qualche minuto. Niente di grave, adesso avete più tempo per risolvere i vostri problemi. – disse un Luxord con i capelli a cespuglio e il vestito da figlio dei fiori. – Ehi! Questo posto mi è familiare. – commentò il Burattinaio. – Ma sì, questo è il posto dove io e i miei amici d’infanzia giocavamo sempre. Ed eccoci arrivare! Quello basso basso sono io, poi quello con i capelli rosa è Marilù, il bisteccone è Aeleus, la tizia coi capelli rossi è Lea, quella bella fanciulla coi capelli blu invece è Isa (anagrammate Lea e Isa e aggiungete una X, poi capirete). Bei tempi! – Marilù strillò: - Mamma! Ienzo mi ha fregato i fiorellini! – la madre, una donna coi capelli rosa e un soprabito nero, disse: - Su, non c’è bisogno di piangere, devi semplicemente colpirlo con la tua falce. Tanto lui non sa combattere, non fa a pugni ed è pure un bel secchioncello. – - Hai ragione, mamma, però quel vestito fa davvero schifo. Io non mi vestirò mai così. – disse Marilù. Tutti i bambini si misero a ridere del povero ragazzino coi capelli blu, gli occhiali e un bel grembiulino da perfetto scolaro. – Ienzo è il cocco del maestro Ansem! Ienzo è il cocco del maestro Ansem! – cantilenavano i bambini, mentre Ienzo cominciava a piangere. – Lasciate stare Ienzo o vi piglio a pugni! – disse Aeleus minaccioso. – Eeeeeh! Io e Aeleus eravamo molto amici, lui era il braccio senza cervello, un perfetto idiota, e io la mente supergeniale. Eravamo tipo Asterix e Obelix. Secondo voi i loro nomi veri erano Ristae e Libeo? – disse il Burattinaio con sguardo sognante. – AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!! MA COME SONO VESTITI IN QUEST’EPOCA!!? SONO-FUORI-MODA! ANDIAMOCENE! – gridò Mary Sue in preda a una crisi di panico, poi cadde a terra come in preda alle convulsioni. – Ci penso io. – disse Luxord riprendendo a fluttuare. I nostri eroi fecero un altro viaggio nel tempo, stavolta più lungo, fino ad arrivare agli anni ’20, nell’epoca dello storico Steambot Willie!

- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! Qui è persino peggio! I miei bei capelli rossi, tendenti al biondo con riflessi castani! Tutto grigio! Il grigio è fuori moda! Non mi risulta che lo sia mai stato, a dire il vero. Ma fa lo stesso! – strillò Mary Sue, che cadde in catalessi. – Adesso possiamo stare tranquilli. Prendetele i cinquecento Keyblade. – disse Chairot, mentre il Burattinaio piangeva a dirotto. – I miei vestiti sono in bianco e nero! È così triiiiiisteee!! Perlomeno ho il mio ciuffo blu. – Chairot obiettò: - Veramente è in bianco e nero. - - Non dica sciocchezze. Al massimo è grigio. – disse il Burattinaio Mascherato. – No, no, intendo proprio in bianco e nero. Striato, tipo vestito finale di Xemnas. – disse Chairot. – NOOOOOO!!! – gridò il Burattinaio strappandosi i capelli, poi se ne pentì e corse a tuffarsi nel fiume. – Perfetto, non credevo che ci sarebbe cascato. Capelli zebrati, stiamo scherzando!? Comunque a quanto pare quelli fastidiosi se ne sono andati. – disse Chairot, mentre Sora saltellava come un canguro in giro gridando allegramente: - Sono in bianco e nero! E salto come un canguro! - - Quasi tutti quelli fastidiosi. – disse Paperino a Chairot. – Adesso cerchiamo di risolvere questo problema. Dobbiamo tornare alla nostra epoca, puoi prendertela comoda, Luxord, qui non c’è nessuno che ti darà fastidio. – disse Chairot, ma Luxord era rimasto spiaccicato da una clessidra gigante spuntata dal nulla. – Ma che sfiga! Manca solo un nostro arcinemico versione anni ’20 che prova a tramortirci e ci frega il Mega Orologione! – esclamò Mastings, che si era liberato dall’incantesimo di Mary Sue. In quel preciso momento spuntò un Ciccio u’Bombularo del passato, in bianco e nero e con la divisa dei professori di Hogwarts, che diede una botta in testa a Sora e prese il Mega Orologione. – Ecco! Con questo non arriverò più in ritardo alle lezioni! – esclamò osservando l’Orologione. – Mastings, non potevi stare zitto!? Però, quello non è un nostro nemico. Forse non è stata colpa tua. – disse Chairot, che fece due passi all’inseguimento dell’ ex-professore (solo che in quel tempo era ancora professore), poi si fermò per la stanchezza. – Però, ci pensate? Fare il professore a Hogwarts per ottant’anni. Per fortuna sono arrivato io e gli ho fatto perdere l’incarico. – commentò Chairot dando fondo alla sua riserva di bomboloni al cioccolato. – Dobbiamo riprendere quell’Orologione! – gridò Luxord, che si era appena svegliato. – Un momento! Posso farvi tornare indietro nel tempo di un paio di minuti, così riprenderemo l’Orologione e torneremo alla nostra epoca. – Chairot obiettò: - E come fa senza Orologione? - - Ho l’orologio da polso. È meno efficace è la possibilità di sbagliare il dosaggio è molto più elevata, ma fa niente. Sim sala biSBADRABANG! – una colonna presa direttamente dal Monte Olimpo cadde in testa a Luxord, che svenne provvidenzialmente.

Intanto, il Ciccio u’Bombularo del passato cercava di trasportare l’Orologione a casa sua. – Certo che è pesante. Mi servirebbe un aiuto per portarlo al fiume, e una volta lì dovrei trovare un mezzo di trasporto, qualcosa tipo un vaporetto, e sarebbe meglio se si chiamasse Willie. – disse Ciccio u’Bombularo, quando apparve Pietro Gambadilegno del passato, che canticchiava: - Vado al mio vaporetto Willie! Trallarallero! – Ciccio u’Bombularo sospirò: - Com’è allegro quel tizio. Il bello è che possiede pure un vaporetto che si chiama Willie, io invece non ce l’ho. Il mio si chiama Giangiovangingiacomello. – Ciccio u’Bombularo e Pietro Gambadilegno (del futuro) apparvero, e andarono incontro al Ciccio u’Bombularo del passato, che da adesso in poi chiameremo Ciccio u’Bombularo(P). – Stai tranquillo! Io sono Ciccio u’Bombularo del futuro! – esclamò Ciccio u’Bombularo(F). – E io sono Pietro Gambadilegno del futuro! – esclamò Pietro Gambadilegno(F). – E siamo i tuoi… FANTAGENITORI! – esclamarono insieme, sotto gli occhi sorpresi e spaventati (più spaventati) di Ciccio u’Bombularo(P). – Scherzavamo. Siamo molto affiatati, e ci conosciamo da sì e no cinque minuti. – disse Ciccio u’Bombularo(F). – Dimmi tutto del mio futuro! Sarò ancora uno stupido professore di Nonsochefarologia a Hogwarts? Avrò una cattedra migliore!? Oppure rimarrò sempre con quell’unico studente annoiato? – domandò Ciccio u’Bombularo(F). – Non posso dirti niente, a parte il fatto che diventerai un mitomane, incontrerai uno stupido nanetto da giardino francese e… - alle parole "nanetto da giardino francese" Chairot spiccò un balzo di parecchi chilometri, poi ripiombò addosso a Ciccio u’Bombularo(F), pestandolo col suo Keyblade. – IO-NON-SONO-FRANCESE! – gridava, mentre da un angolo Saix diceva: - Pensa alle pecorelle batuffolose! Non so che ci faccio qui, ma devi pensare alle pecorelle batuffolose. Un pazzo alla volta… ma che vuol dire… - aggiunse poi mentre scompariva. – Certo che nel futuro mi sono rammollito. Mi faccio pestare da un nano da giardino. Pietro(F), aiutami! – disse Ciccio u’Bombularo(P), e i due neo-amici si gettarono nella mischia.

Intanto l’Eroe del Silenzio e Mary Sue erano rimasti soli. – Beh, non ho piaceri di questo tipo da quando Larxen è morta… so che non dovrei approfittare di una ragazza in catalessi… ma… oh, suvvia, non lo saprà nessuno! – disse poi l’Eroe del Silenzio strisciando verso Mary Sue con un’espressione bramosa. – FERMATI! Come osi tradirmi!? Dopo tutti questi anni! – gridò il Burattinaio Mascherato uscendo dall’acqua, cercando disperatamente qualcosa di anche lontanamente simile a un’arma. – Senti, io sono solo la tua spalla. Non ho altri obblighi verso di te. E poi io sono uno di quei supereroi che vogliono il bacetto… - sorrise crudelmente. - … della bella fanciulla. – disse l’Eroe del Silenzio. – Hai ragione, ma siccome sono IO il vero eroe della storia, io avrò il bacetto… - sorrisetto. - … di Mary Sue. – disse il Burattinaio balzando addosso all’Eroe del Silenzio. – Fermi, brutti maiali! Io amo solo una persona! Magari due… se calcoliamo solo questo fandom. -esclamò adirata Mary Sue, che era uscita dal coma grazie alla sua enorme voglia di vivere e alla forza del suo cuore, e adesso si sentiva pronta ad affrontare ogni pericolo, tipo due maiali che la volevano stuprare. – Non volevamo stuprarti! Volevamo solo un bacetto! – esclamò l’Eroe del Silenzio. – Vero, Burattinaio? – ma il Burattinaio era già scappato da un pezzo a bordo della sua Burattinaiomobile. – Visto che sei rimasto solo tu, puoi redimerti aiutandomi a dare un aspetto decente a questo posto. – disse Mary Sue.

Intanto, vicino al fiume, i nostri eroi avevano messo in fuga i Cicci u’Bombulari e Pietro(F), riprendendosi l’Orologione. – Perfetto, messieurs, prima ho visto il nostro beneamato poeta, una vacca e una banana. – disse Chairot. – Intende dire Orazio, Clarabella e Chiquita? - - Sì, quelli. Voglio interrogarli. – disse Chairot. – Ma non era stato ammazzato nessuno a quei tempi! – esclamò Sora. – Bugia, bugia. C’è sempre, in qualunque epoca, qualcuno che è stato ammazzato. Lei mi sembra molto sospetto. – disse Chairot mentre andava dalla vacca, il poeta e la banana.

I nostri sei eroi (se Minni si può definire "eroe") arrivarono al cantiere del castello Disney poco dopo. – Mi scusi, mademoiselle Vacca. Vorrei farle qualche domanda. - disse Chairot. – Ih, ih, ih, suvvia, signor nanetto, mi imbarazza se mi chiama vacca. – e Clarabella cominciò a ridacchiare come un’oca, per poi scappare via. – Si fermi! Sta nascondendo qualcosa, monsieur Sora. Lei ha appreso l’abilità Glide? – domandò. – Beh, sì… perché? – Chairot domandò: - Mi può mostrare com’è? - - Ma certo. – disse Sora che non perdeva occasione per mettersi in mostra. Fece un doppio salto e cominciò a planare, ma appena ci provò Chairot gli balzò sulla schiena per farsi trasportare. – Grazie, monsieur Sora! Adesso voli! – Sora perdeva quota molto velocemente, ma nonostante questo riusciva a volare rasoterra, così iniziò l’inseguimento di Clarabella, che correva per il cantiere ridacchiando e gridando: - Sono inseguita da due uomini! Ih, ih, ih! – i muratori dell’impresa edile "Leonheart" guardavano la scena raccapricciati. – Si fermi, mademoiselle Vacca! – gridò Chairot dando un calcio nei fianchi di Sora per farlo andare più veloce. – Puoi cavalcare anche me, bel maschione! – gridò Clarabella, quando Orazio la bloccò dicendo: - Clarabella mea, quid facies!? – Clarabella cercò di sfuggire alla stretta del cavallo latino, senza risultati. – Finalmente l’abbiamo fermata. – disse Chairot scendendo dalla schiena di Sora, che giaceva più morto che vivo a terra. – Grazie monsieur Orazio. – disse Chairot. – Obsecro. – rispose Orazio. – Cosa tentava di nasconderci, mademoiselle Vacca? – domandò Chairot. – Ti faccio vedere subito cosa nascondo… - disse Clarabella portandosi le mani(?) alla gonna. – NO! No, la prego! Mi ha convinto. Lei non nasconde niente di niente. Vorrei farvi una domanda, però. Cosa sa dell’omicidio di Lexaeus, Zexion, Marluxia, Larxen, Demyx e Vexen? – domandò Chairot. – Beh, dipende. Quando sono stati ammazzati? – domandò Vacc… cioè, Clarabella. – Nel mio tempo sono morti da quasi tre giorni, ma in quest’epoca non sono stati ancora ammazzati. Moriranno tra ottant’anni. – - Absurdus est! – esclamò Orazio. – Come si permette!? È una cosa serissima! Lei è sospetto, monsieur Orazio. – disse Chairot adirato. – Tace, horti pumilione! – gli rispose Orazio. – Mi hanno chiamato nanetto da giardino, ma "horti pumilione" mai! – esclamò Chairot prendendo il suo Keyblade. – Insanus, stolidus, stultus, stupidus, hebes, socors, cordis! – gridò Orazio. – Insomma, vogliamo smetterla!? – gridò Paperino. – Ehi, guardate! Sono spuntati dei teatrini! – esclamò Sora, vedendo che erano spuntati effettivamente dei teatrini. – Perché non andiamo a guardare che spettacoli ci sono? – domandò Sora. – Perché devo interrogare questi tizi. – rispose Chairot. – Allora, mademoiselle Vacca, vuole rispondere alla mia domanda? – Clarabella ci pensò su, poi disse: - Negli ultimi tempi ho visto dei movimenti sospetti, in effetti. Prima ho incontrato quel professore ciccione, poi sono arrivati dei tizi in impermeabile nero. – Chairot chiese: - Quanti erano questi tizi in nero? – Clarabella rispose: - Erano tre, stavano litigando, ma non ho capito per quale motivo. – Chairot annotò tutto sul suo fedele taccuino, poi disse: - Benissimo. Adesso voglio interrogare quella banana. – Minni intervenne: - Vuole dire "gallina", vero? – Chairot disse: - io che ho detto? Banana. – Chairot stava andando dalla gallina, quando si accorse che Sora era andato a guardare gli spettacoli dei burattini. – Monsieur Sora! Non è né il tempo né il luogo per guardare i burattini! – esclamò Chairot . – E no! proprio ora che arriva Arlecchino? - - Arlecchino!? C’è Arlecchino!? – gridò Chairot. – Proprio lui, e c’è anche Pulcinella. – disse Sora. – Fammi largo, ragazzino. – disse accomodandosi sul prato grigio. – Ehi, ma quello non è Pulcinella! Quello è… il Re! – gridò poi Chairot tuffandosi nel teatrino. – Cazzo! Mi hanno beccato! – disse il Re vedendo arrivare Chairot di gran carriera. – Si fermi, monsieur Topolino! – gridò Chairot, che si trovava qualche piano più in basso. – Vi sbagliate! Non sono Topolino! Io sto solo costruendo il castello disney! E scendete! Vietato l’accesso ai non addetti ai lavori e…AAAAAAAAARGH! – gridò poi cadendo dal palazzo. – Monsieur Sora, dobbiamo inseguirlo! Entri anche lei nel teatrino! – gridò Chairot saltando sul trampolino che non si sa che ci faceva in un cantiere. – Ok, ho sempre sognato di entrare nel vivo dello spettacolo! – disse Sora ridacchiando per la sua bellissima battuta, poi saltò anche lui sul trampolino. Topolino riuscì ad aggrapparsi a un’impalcatura, per poi cominciare a rimbalzare anch’egli sul telo elastico. Mary Sue spuntò dal nulla e gridò: - Heartless! Inseguiteli sul trampolino! – i poveri Heartless saltarono sul trampolino insieme agli altri tre, per la felicità dei Simili che ridevano dall’inizio del capitolo ininterrottamente. – Cosa vi ridete voi!? – gridò Mary Sue. – Giù! – e li spinse sul trampolino, che stava diventando il più affollato della storia. – Ehi! Quello è Topolino! – gridò Pippo, che era appena saltato sul trampolino insieme a Paperino. – No! Io sono Pulcinella! Non conosco nessunissimo Re Topolino! – gridò Pulcinella(?). – L’ho preso! – gridò Sora, che aveva afferrato un Heartless per la gonna. I Simili, nonostante stessero sbattendo testa contro testa con gli Heartless, non smettevano di ridere. – Ecco! Laggiù c’è Topolino! – gridò Paperino indicando il drago Grisù. – No! quello è Topolino! – gridò Chairot. – Io sono la Strega Nocciola! – gridò il presunto Topolino. – M-m-mamma… - disse Sora, scioccato nel vedere che sua madre era salva. – Ho riconosciuto la voce da subito. – aggiunse poi. – Sora, brutto deficiente! Ti ricordi quando la nostra isola è stata distrutta!? Ti avevo detto di venire a cena che c’erano i crauti che ti piacciono tanto! – gridò la strega Nocciola (madre di Sora). – Mamma, io odio i crauti! – gridò Sora. – Non è vero! Li hai sempre mangiati con gusto! – strillò la strega. – Lasciami in pace, non mi hai mai capito! Io adesso sono il Custode del Keyblade, non puoi più trattarmi così! – gridò Sora nascondendosi alla vista della madre fra gli altri esseri rimbalzanti. – Mi scusi, lei sa qualcosa dell’omicidio dei membri dell’Organizzazione? – domandava Chairot a tutti quanti mentre rimbalzava. – Signor Chairot, andiamo via, c’è mia madre! – gridò Sora. – Allora dobbiamo scappare, anche io scappo quando c’è mia madre. – disse Chairot passando all’altro teatrino.

- Il flashback non lo vediamo? Vedo Mary Sue nella sua camera da letto, se è sera c’è la possibilità di vedere qualcosa di interessante… - disse Sora, ma Chairot era ossessionato dal pensiero di interrogare Re Topolino, che fuggiva a gambe levate per Lilliput. – Ecco il Re! È vicino a quel cannone! Ma questa città è minuscola! – esclamò Chairot. Topolino stava giocando a Godzilla in quella microscopica città. – Roooaaar! Sono Godzilla! Adesso vedranno cosa succede a infastidire il Re dei rettili, non del castello Disney! – disse Topolino prendendo la mira col suo cannone. "Re Topolino sta per sparare. È forse la fine per i nostri eroi? No! Perché ecco arrivare la speranza all’orizzonte! I nostri eroi non riuscivano a credere ai loro occhi, ma era proprio lui, il Burattinaio Mascherato!Tanananà! "Sono invincibile!" ma perché mi sono fatto riassumere? Maledetto Otto Von Krapfen, mi sono fatto infinocchiare un’altra volta per pagare il suo affitto." – Sono contento che tu sia tornato, Voce Fuori Campo! – gridò il Burattinaio dando un calcio a Topolino. Il cannone sparò subito dopo, ma l’intervento del Burattinaio fece sì che il colpo andasse contro un povero Heartless che passava da quelle parti. Topolino si rialzò e cominciò a combattere contro il Burattinaio Mascherato, che riuscì ad evitare la carica del Re spostandosi di lato, per poi dargli un calcione nel retro dei pantaloni con i bottoni gialli (che in quel mondo erano in bianco e nero). La lotta era terrificante: i due contendenti distruggevano i palazzi di cartapesta di quella città minuscola (tipo i Power Rangers). Topolino saltò e diede un calcio volante al Burattinaio Mascherato, che cadde a terra svenuto. Topolino approfittò della situazione e scappò nell’altro teatrino dicendo: - Non mi prenderete! In fondo non ne avete alcuna ragione, visto che io non sono Topolino. – Chairot si lanciò all’inseguimento del topo, seguito da Sora, Pippo e Paperino. – Ehi, c’è un altro flashback! Guardiamolo così capiamo che ci fanno Ciccio u’Bombularo e Pietro qui. – disse Sora. – Ma a chi gliene frega qualcosa, vorrei sapere solo questo io! Sono stati mandati da Mary Sue per rubare il sassolino, l’ho letto su una guida in internet. – disse Chairot per evitarci tutti quei flashback. – Ma come hanno fatto!? – domandò Pippo, che è sempre stato un po’ tardo e ha sempre avuto la tendenza a fare domande stupide e senza alcun fondamento. – Ma stai zitto che tu sei solo un cane dal muso orrendo! – gli disse Chairot. dentro al nuovo teatrino c’era un palazzo in fiamme, sulla cima del quale c’era Topolino che teneva in ostaggio Chiquita (passione mai finita AH, AH, AH! N.d.A.). – Non seguitemi, o la gallinaccia morirà! – gridò Topolino. – Lasci stare quella banana! – gli gridò Chairot. – Monsieur Sora, insegui quel sorcio! – Sora non se lo fece ripetere due volte e corse verso il palazzo in fiamme per fermare Topolino, che lasciò cadere Chiquita per poi scappare a gambe levate. – Prendete quella banana! – urlò Pippo. – Ma, Pippo, pure tu con questa storia delle banane!? Chiquita è una gallina! – disse Minni. – Infatti, una banana. – disse Pippo. Sora riuscì a prendere al volo Chiquita, quando Topolino spuntò da un garage a bordo di un’autopompa. – Vi avevo avvertiti, sciocchi! AH, AH, AH! – Topolino provò ad investire Chairot e Mastings, e invece investì una Biella Rovente che passava da quelle parti. Topolino accelerò e andò addosso a Pippo e Paperino, i quali riuscirono però a scansarsi. – Fermati, Topolino! – gridò Minni vedendo che si dirigeva verso di lei a tutta velocità. – Perché dovrei!? – le chiese. – Sono Minni, la tua fidanzata! – gli rispose lei. – Minni!? – gridò lui ingranando la quinta. In quel preciso istante passò il Burattinaio Mascherato, che si dondolava da tre ore su una corda attaccata al palazzo in attesa di poter salvare qualcuno al volo, occasione che si presentò in quell’istante. Topolino, vedendo che non era più possibile investire Minni, decise di passare all’ultimo teatrino.

- Si fermi, signor Chairot! qui c’è un altro flashback! – gridò Sora. – Non rompere le scatoline! Mi stai facendo innervosire, poi divento volgare! – disse Chairot. Il Burattinaio Mascherato andò a sbattere contro un muro proprio in quel momento, così Minni fu libera di seguire Chairot, Sora, Paperino, Pippo e Mastings nell’altro teatrino.

Questa volta i sei eroi si trovavano all’interno di una casa, dove Topolino si era nascosto. I nostri eroi entrarono in una stanza dove c’era un misterioso vortice che attirava tutti i mobili al suo interno e… Belle! – Guardate! I mobili si muovono! Lo dicevo! È così!! Credetemi! Si muovono e mi parlanooooo!!! – gridò Belle, che poi venne risucchiata a sua volta nel vortice. – Mi domando che ci faceva mademoiselle Belle da queste parti. – disse Chairot, quando apparve Topolino brandendo una sega elettrica. – MORIRETE TUTTI! VI UCCIDERÒ TUTTI! IMPARERETE CHE NON POTETE INFASTIDIRE UNO CHE NON È RE TOPOLINO! – gridò il Re tentando di segare Pippo. Sora prese il suo Keyblade e con un colpo disarmò il Re, che indietreggiò verso la parete. – Lei è nei guai, monsieur Topolino. – disse Chairot facendo roteare delle manette. Topolino balbettò cercando qualcosa sulla parete. – I-io n-non sono R-re Topolino… - Sora sbuffò: - Basta con questa storia! – Topolino si tolse una maschera e il suo vero volto era quello di… Malefica. – Malefica!? – disse incredulo Sora. – Te l’ho detto che non ero Topolino. – fece notare Topolino. – Ah, va beh, direi che possiamo tornare alla nostra epoca, dobbiamo solo andare da Luxord e restituirgli questo Orologione. – disse Sora. – A proposito, dove l’abbiamo lasciato? – chiese Mastings (INTERLUDIO: - Che idioti! Hanno lasciato proprio sotto il nostro naso l’Orologione! – commentò Ciccio u’Bombularo(F) rivolto a Pietro(F) e a Ciccio u’Bombularo(P), i quali stavano già trasportando l’Orologione sul vaporetto Giangiovangingiacomello FINE INTERLUDIO). – Non ne ho idea. – rispose Chairot, quando Malefica si tolse la maschera, rivelando il suo vero volto, cioè quello di Topolino. – Ma come! – esclamò Sora, mentre topolino attivava il vortice della stanza premendo un tasto nascosto nella parete. – Vi ho fregati! Non mi prenderete mai! – gridò mentre veniva risucchiato nel vortice. – Che bello. Siamo negli anni ’20, abbiamo perso l’Orologione, abbiamo inseguito un topo attraverso quattro scenari assurdi e ci ha pure fregati con un trucco scemissimo. Ma come si fa a non essere ottimisti!? – esclamò poi Chairot mentre il pavimento si sfondava. Per fortuna arrivò il Burattinaio che afferrò Chairot al volo e lo riportò al sicuro. – B- Burattinaio… mi hai salvato la vita… non ti aspetterai nulla in cambio, vero? - mormorò Chairot. – Se io fossi intelligente me lo aspetterei eccome, ma per tua fortuna non lo sono. Addio, miei cari gaglioffi! – esclamò il Burattinaio. – Ma perché ci salva la vita se è convinto che siamo dei gaglioffi? – domandò Pippo. – L’ha detto di non essere intelligente. – rispose Paperino, mentre usciva dal teatrino insieme ai suoi cinque amici.

Intanto, nel cantiere del castello, Mary Sue costringeva l’Eroe del Silenzio a dipingere tutto di rosa, solo che era una tonalità diversa di grigio. – Mary Sue, che sta facendo? – domandò Chairot vedendo come aveva ridotto il cantiere. – Sto migliorando questo posto sciatto! Guardate che bel rosa! – esclamò lei. – Ehm… veramente è grigio. – obiettò Sora. – Solo fino a quando non avranno inventato il technicolor. MWAHAHAHA!!! – Chairot prese il suo Keyblade e disse: - Non se ti fermiamo adesso. – Mary Sue scoppiò a ridere, poi fece apparire due Keyblade inesistenti anche a Final Mix, li unì in un’unica arma e fece apparire due creature rosa (grigio) e alate che brandivano dei Keyblade giganti. – Comincio a fare pratica con questo fandom. – disse Mary Sue, che si smaterializzò per poi riapparire alle spalle di Chairot, il quale riuscì a stento a evitare il colpo di Mary Sue. – Questa volta non vincerai, Chairot! Finalmente mi vendicherò! – esclamò Mary Sue facendo apparire venti Keyblade che andarono addosso ai nostri eroi (tranne Sora) tentando di infilzarli. – Sora, Mary Sue non ti attaccherà! Sarebbe contro la sua natura! Distruggila! – gli gridò Pippo. – Io, io… non ce la faccio… - disse Sora crollando a terra, vinto dal conflitto interiore che lo tormentava, quando avvenne qualcosa di inaspettato, e non è l’arrivo del Burattinaio Mascherato. – Sora, ti arrendi di già? Credevo fossi più forte di così. – disse una voce misteriosa nella testa di Sora. – Hai ragione. – disse Sora rivolto al niente. – Sente le voci, sente le voci. – bisbigliò Chairot, mentre Sora balzava addosso a una delle creature rosa (grigie)uccidendola. – La mia bellissima creatura! Pagherai per questo, Eroe del Keyblade! Ora non farai più parte delle mie fantasie erotiche. – strillò Mary Sue. A quelle drammatiche parole Sora cadde a terra, distrutto psicologicamente, ma il nostro detective preferito risolse la situazione. – Mary Sue, non puoi vincere! Non hai neanche un rapporto di parentela con uno dei protagonisti! – disse Chairot. – Hai ragione, è una grave mancanza… ma c’è tempo per rimediare! La tua sconfitta è solo rimandata! Sono ancora troppo debole in questo fandom. – e così dicendo Mary Sue sparì, lasciandosi dietro due gingilli. – Cosa sono? – domandò Paperino. – Quello è un Keyholder. – rispose Sora tendendo la mano per prenderlo, ma Chairot fu più rapido. – Prrrr! Fregato! Tu prenditi il mio Keyholder, la Testa di Ciambella. – disse Chairot lanciando a Sora una ciambella smozzicata. "Ottenuto Paradiso delle Yaoi" disse Voce Fuori Campo, che era il factotum della fan fiction. Il Keyblade di Chairot divenne rosa (grigio) e pieno di fronzoli e fiorellini colorati (grigi). – Perfetto, adesso abbiamo perso pure la padrona degli Heartless oltre alla dignità. Riprendiamoci l’Orologione. – disse Sora, ma l’Orologione era sparito. – Accidenti! Solo una mente geniale avrebbe potuto prenderlo! (INTERLUDIO: i Cicci u’Bombulari e Pietro(F) stavano ridendo come ebeti vicino al vaporetto Giangiovangingiacomello e al Mega Orologione rubato FINE INTERLUDIO) Forse qualcuno da queste parti ha visto chi l’ha rubato. – disse Chairot. Luxord si svegliò in quel momento e andò fluttuando verso Chairot, poi si poggiò a terra dicendo: - Io ho visto tutto! Vi risparmierò la fatica di cercare i colpevoli dicendovi subito che i ladri sonoSBONK! – una petroliera cadde in testa a Luxord, che ovviamente non poté dire ai nostri eroi il nome dei ladri. Ma ecco che arriva un aiuto inaspettato. "Chi appare all’orizzonte? Ma certo, come confondere la sua eroica figura? È lui, il Burattinaio Mascherato, che sopraggiunge per aiutare i deboli schiapponi. Tanananààà! "Sono invincibile!" Odio questo lavoro, e ODIO QUESTI IDIOTI CHE MI LASCIANO IL MICROFONO ACCESO!" il Burattinaio arrivò a bordo della cinquecento, cioè della Burattinaiomobile dicendo: - Tranquilli, brutti marioli, io, il Burattinaio Mascherato, aiuto anche i bifolchi come voi! – disse il Burattinaio, come sempre molto gentile verso i nostri eroi. – I ladri sono due ciccioni calvi molto simili a zio Fester e una specie di gatto obeso che cammina su due zampe. – Chairot cercò di immaginare un gatto obeso che cammina su due zampe, poi capì che si riferiva a Pietro. – Ma Ciccio u’Bombularo non può aver rubato, è contro i suoi sani principi. Sono sicuro che sia lui che il suo io del passato hanno una spiegazione plausibile. – disse Chairot andando verso il molo dove si trovava il vaporetto Giangiovangingiacomello.

- Presto! Dobbiamo scappare con questo orologio! Non so perché, ma dobbiamo farlo! – esclamò Pietro(F), quando sul suo vaporetto piombò un’enorme palla di lardo nera, che altri non era se non… Pietro(P)! – Brutto ribaldo! – esclamò Pietro(P) mentre tirava un calcio nelle palle del povero Pietro(F), che cadde sul ponte del minuscolo vaporetto. – Come hai osato rubare il vaporetto Willie!? – gridò la palla di lardo. – Imbecille! Questo è il vaporetto Giangiovangingiacomello! – gridò Ciccio u’Bombularo(P), quando un’altra palla di lardo atterrò sul vaporetto. La seconda palla di lardo era Chairot. – Fermi tutti! Rivoglio l’Orologione! – gridò brandendo il suo Keyblade rosa (grigio). – Questo vaporetto non ci regge tutti! Basterebbe un tappo alto meno di Chairot, magrolino e vestito da supereroe per farlo affondare. – disse Cicci u’Bombularo. – Eccooooomiiii!!! – gridò il Burattinaio saltando sul ponte del vaporetto. – Nooooo! Giangiovangingiacomello! – gridò Ciccio(P) mentre il suo vaporetto sprofondava nel fiume grigio. Sora si tuffò eroicamente nel fiume, diventando per qualche folle minuto un personaggio totalmente OOC, cioè coraggioso e forte. – L’Orologione! È il mio momento di gloria. – disse Sora prendendo l’Orologione che affondava. – Torniamo alla nostra epoca! – esclamò girando la chiavetta del Mega Orologione in senso orario. In meno di due secondi i nostri eroi arrivarono nel Giurassico. – Sora, brutto deficiente, e scusami se ti elogio, devi girare in senso antiorario! – gridò Pippo, che ne aveva abbastanza di questo capitolo assurdo. Luxord prese l’Orologione ridendo: - Sìììì!!! Finalmente ho l’Orologione! AH, AH, AH GNAM! – un dinosauro gigante mangiò il povero Luxord, che perse l’Orologione. – Adesso basta! – disse Chairot girando la chiavetta in senso antiorario. – Si fermi! Il povero Luxord!? – gridò Minni guardando Luxord che cercava di non farsi ingoiare dal dinosauro. – Voi tornate alla vostra epoca. Al dinosauro ci penso io. – disse il Burattinaio balzando addosso al dinosauro, cercando di colpirlo a mani nude. – Ma come farai a tornare alla nostra epoca!? – gridò Mastings. – Non preoccupatevi! Un eroe sa quando uscire di scena (musica drammatica), non sottovalutate il Burattinaio Mascherato… - disse il nostro eroe mentre gli altri sei sparivano in un turbine di colori, addolorati per la sorte incerta del Burattinaio Mascherato, di Luxord e dell’Eroe del Silenzio. – Ma io non volevo rimanere quiiiii!!! – gridava l’Eroe del Silenzio. – Vi siete scordati di meeeee!!! AIUTOOOOO!!! –

( Nel Presente)- Chairot, cos’era l’altro oggetto che abbiamo raccolto? Tutti i lettori se lo stanno chiedendo. – domandò Sora. – Uhmm, è una pagina di un diario… o forse un’agenda… leggiamo… -

Nota dell’Autore: siccome mi annoio di far ritrovare i diari in ordine sparso li farò ritrovare in ordine cronologico.

Agenda di Ansem 1

Ho fatto una scoperta eccezionale. L’individuo non è composto solo dal cuore, dal corpo e dall’anima, c’è un quarto elemento. Molti di voi non ci crederanno, ma il quarto elemento è il gas! Sì! e l’ho scoperto io per primo! Alla faccia di Xehanort! Pappappero! Ciùciurucciucciuru! Gnagnagna! (scrivo tutte queste cose se no il diario veniva corto-cortino) Tutti noi sappiamo cosa succede quando l’anima abbandona il corpo, il cuore e il gas, (l’individuo schiatta) sappiamo (grazie ai MIEI studi) cosa succede quando il cuore lascia dietro di sé corpo, anima e gas, ma cosa succede quando il gas abbandona corpo, cuore e anima? Se sperate che ve lo dica da subito siete degli illusi, cercatevi le altre pagine! Siete ancora lì? Via! Sciò! Ciccia! Nada de nada! Kaputt!

E l’agenda continuava così per tutto il foglio e per l’altra facciata. – Dove andremo adesso, Chairot? – domandò Mastings. – Belle è stata risucchiata dal vortice… anche Topolino è stato risucchiato, quindi probabilmente sono tutti e due nello stesso posto… voglio sapere dov’è Belle! Torniamo nel passato! – esclamò Chairot, ma Minni intervenne: - Non ce n’è bisogno, c’è un vortice così nel bagno del castello. - - Bagno!? C’è un bagno!? Quindi io e Paperino abbiamo fatto i nostri bisogni in giardino tutti questi anni quando c’era un bagno!? – gridò Pippo, stufo di questo mondo, di questo capitolo e di questa fan fiction. – Potevate anche chiedere. Orazio lo sapeva. – disse Minni. – Ita est. – confermò Orazio. – Sentite, andiamo nel vortice prima che io ammazzi qualcuno. – disse Paperino. Minni pigiò un pulsante che si trovava sotto la sua scrivania, così la libreria si spostò da un lato, rivelando una leva. Minni abbassò la leva, i due quadri si spostarono rivelando due serrature. – Dovete infilare i vostri Keyblade in quelle serrature e girare contemporaneamente in senso orario. – Chairot e Sora fecero come la Regina aveva detto loro; subito dopo una botola si aprì sul soffitto, e cadde anche una scaletta. I nostri eroi passarono attraverso la botola e si ritrovarono nel leggendario bagno del Castello Disney, gigantesco e pulitissimo.

- Perfetto, adesso entri nella tazza, signor Chairot. – disse Minni, alzando la tavoletta. – Ah no, ci entra prima Mastings. – disse Chairot ficcando Mastings nel water e tirando lo scarico. – BLUB! NOOOOOBLUP! SBLUB! – gridò Mastings. – Benissimo! Andiamo, messieurs! Verso il nuovo e misterioso mondo! – gridò Chairot, mentre lui e tutti gli altri si tuffavano nel WC per poi tirare lo scarico, diretti verso il nuovo mondo.

Capitolo mastodontico, eh? Conoscete il quarto elemento dell’individuo, adesso, e dovrebbe essere chiarissimo (come no) chi è l’assassino. Fatemelo sapere perché io non lo so! Per il prossimo capitolo non vi lascio alcun indizio, dovrete aspettare per sapere dove vanno i nostri "eroi".

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Capitolo 9
*** l'Urkham Asylum ***


cap8tris

Per la felicità di bambini e bambine torno con un nuovo capitolo e con la rubrica preferita da tutti: il Grillario!

 

 

   Otto Von Krapfen: il proprietario della casa di Voce Fuori Campo, direttore dell’Urkham Asylum, psicologo di Saix. Molti hanno avanzato l’ipotesi che sia lui stesso un pazzo, ma queste voci non sono confermate.

Saix: il paziente più ricco del professor Otto Von Krapfen, è affetto da attacchi psicotici. Ha un comportamento sospetto ultimamente…

Belle: è stata portata all’Urkham Asylum dopo gli avvenimenti al Castello della Bestia. Attualmente è rinchiusa in una cella imbottita priva di arredamento. Come sarà finita al Castello Disney del passato? Boh.

Naminè: altra paziente del professor Von Krapfen, è in crisi d’identità. Le malelingue affermano che il professore finga di curarla, e in segreto la sfrutti per fare gli scarabocchi in cui la gente vede ciò che vuole.

Axel: da quando Saix lo cerca si è nascosto in un posto insospettabile: l’Urkham Asylum. Finora Saix non si è accorto di niente.

Lea: attraente infermiera dell’Urkham Asylum dai capelli rossi. Molti pazienti hanno perso la TESTA per lei! (mio Dio, questa frase è un capolavoro di comicità! N.d.A.)

Babau: misterioso detenuto dell'Urkham Asylum. Quali saranno i suoi scopi?

DiZ: il tutore di Naminè. Alcune voci affermano che sia stato lui a convincere il dottor Krapfen a rinchiuderla in manicomio, ma sono le solite malelingue prive di fondamento. Nessuno ha ancora capito che voglia dire Darkness in Zero.

Mr. Phone: un diabolico personaggio, gioca coi sentimenti della gente, ha una mente perversa e un cuore di ghiaccio (cuore? Un telefono?). Ricatta Belle per i suoi loschi fini.

Mr. Pillow: è stato sequestrato da Mr. Phone. Non riusciamo a dormire sonni tranquilli sapendolo in questa situazione, se fosse con Belle potremmo dormire tra due guanciali (ok, la smetto con queste battute).

 

Capitolo 8: l’Urkham Asylum.

 

Nel precedente capitolo ero così preso dalla trama avvincente che mi sono scordato di inserire Paperina. “Pazienza”, direte voi, “tanto non serve a niente”. Ma io, che sono preciso, puntiglioso, perfetto, magnifico, simpaticissimo, intelligentissimo e modesto, ho deciso di inserirla lo stesso. Ed ecco a voi, ladies and gentlemen, Papeeeeerinaaa!!!

Paperina sale timidamente su un palco, dove c’è solo un microfono e Paperino. Ora puoi fare la scenetta buffa con Paperino. – Su, cara, parla, dì qualcosa. – la incoraggia Paperino. – Ehm… salve, io mi chiamo Paperina… – dice Paperina. Benissimo, le sue cinque parole le ha dette, ora facciamola sparire. Ora nessuno può dire che dico le cose e poi non le faccio. Ha fatto la scenetta buffa con Paperino e ha detto solo cinque parole, ora proseguiamo con la storia che i lettori si annoiano.

 

I nostri eroi stavano viaggiando attraverso le tubature del Castello Disney da parecchio tempo, finchè non uscirono da un tombino, che si trovava proprio davanti a un edificio nero e maestoso in stile gotico, circondato da fulmini perenni e alberi morti, e dal quale provenivano urla strazianti. – Questo posto mette i brividi… c’è un’atmosfera cupa, e poi questo silenzio è… - - CHOMP, MUNCH, GNAM, SLURP, GLOMP! – Chairot interruppe il discorso di Sora mangiando delle ciambelle in modo piuttosto rumoroso. – Davvero…glomp… agghiacciante, gnam… sono proprio munch, nervoso alla vista di questo glomp manicomio criminale gnam. - - E lei come lo sa che è un manicomio criminale? – domandò Pippo. – C’è scritto “Urkham Asylum, manicomio criminale” sulla cima del cancello. – rispose Chairot mangiando una brioche con gelato e panna in un sol boccone. – Ma… che ci facciamo qui? Non vedo né Belle né Re Topolino. Ma chi è quel tipo coi capelli blu elettrico, una cicatrice a X sulla fronte, l’impermeabile nero e la mazza chiodata? – domandò poi Sora vedendo entrare Saix nell’edificio con aria sospetta. – Non ne ho idea, il nome mi sfugge. – disse Mastings. – Neanche io mi ricordo chi è, ma sento che dobbiamo seguirlo. – disse Chairot mangiando le briciole che gli erano cadute sul panciotto. Il misterioso individuo bussò al cancello del manicomio, che si aprì con uno scricchiolio sinistro. L’individuo attraversò il viale di ghiaia evitando di calpestare gli scoiattoli e i topi morti. In breve arrivò alla porta del macabro edificio e bussò all’enorme portone. – Benvenuto, signor Saix. La stavamo aspettando. Si accomodi… - disse un infermiere dopo aver aperto il gigantesco portone, e sorrise mettendo in mostra i suoi canini appuntiti. – Quindi quell’individuo era Saix. Mi pareva di averlo già visto da qualche parte. – disse Chairot, che aveva pedinato Saix insieme a Sora, Paperino, Pippo e Mastings. Saix entrò nell’Urkham Asylum, e l’enorme portone si chiuse dietro le sue spalle. – Bussiamo anche noi. – disse Chairot andando verso l’edificio. – Ma perché? Non ha visto quell’infermiere macabro? – chiese Sora, che non brillava certo per coraggio. – Monsieur Saix aveva un’aria sospetta. Voglio sapere che cosa nasconde. – rispose Chairot bussando risoluto alla porta, quando si sentì una voce macabra e profonda dire: “Dietro questa porta si nasconde l’Oscurità eterna. Sei pronto a entrare? E non azzardatevi a dirmi che ho sbagliato anche stavolta!

 

·        Sì, io adoro affrontare le entità maligne dagli sconfinati poteri!

·        No, non ci penso nemmeno ad affrontare le entità maligne dagli sconfinati poteri!

·        Se non sparisci subito diventerò io un’entità maligna dagli sconfinati poteri!

 

Prevedibilmente Chairot scelse la terza opzione. “Insomma! Potrò mai lavorare in pace!? Dovevo ascoltare mia madre, e diventare un avvocato, non una stupida voce narrante.” Disse sconsolato/a Voce Fuori Campo, quando il portone si aprì e una voce da far rizzare i capelli in testa proferì: – Buonasera, signori. Non è prudente aggirarsi vicino all’Urkham Asylum a quest’ora di notte… si dice che qualcosa di oscuro e misterioso si aggiri in questo edificio… - - DOBBY! Non lavoravi a casa Malfoy nel mio ultimo caso!? – gridò Chairot afferrando il piccolo elfo domestico in un abbraccio letale. – Ancora lei!? Mi lasci! Adesso sono un infermiere dell’Urkham Asylum! Mi sto rifacendo una vita! E non sono più masochista, quindi non mi stritoli! – gridò Dobby cercando di sbarazzarsi di quel nanetto. – Vorremmo entrare, monsieur Dobby. – disse Chairot mollando l’esserino agonizzante. – Non è prudente. Ormai l’Urkham Asylum non è un posto sicuro. Le tenebre stanno indebolendo tutto, i criminali sono agitati, annusano l’evasione e… - Chairot diede uno schiaffo a Dobby. – Smettila di parlare così! Questa è una fan fiction demenziale, non c’è posto per queste frasi da film dark. – Dobby si fece da parte e disse: - Entrate, se volete. Il professor Otto Von Krapfen si trova in quella torre in alto in alto. – e così dicendo indicò una torre ad almeno due chilometri da terra che veniva costantemente colpita da tutti i fulmini e intorno alla quale gironzolavano dei pipistrelli. – Dovete parlare con lui per qualunque cosa, giusto per farvi fare parecchia strada e per prolungare questo capitolo. – disse Dobby. – Oh, bene! Saremo felici di fare un giretto per questo manicomio criminale! – disse allegramente Sora, che, come al solito, non si rendeva conto della situazione. – Credo che siate gli unici nostri ospiti lieti di esserlo… - disse Dobby sorridendo crudelmente, e Sora ricambiò con un sorrisetto ebete, convinto che fosse una battuta. Appena i nostri eroi si voltarono Dobby chiuse la porta rumorosamente e scoppiò a ridere sguaiatamente, per poi scomparire in una nuvola di fumo nero e viola. – Fico! Questo Mary Sue non lo sa fare. – commentò Chairot (Ma imparerò molto presto N.d.M.S.), poi si incamminarono nell’oscurità del corridoio, alle cui pareti erano attaccati dei quadri di celebri pazzi come Hannibal the Cannibal, Jack lo Squartatore e il peggiore di tutti: Barbablù! Ma siccome l’atrio era gigantesco e ai nostri eroi occorsero due ore buone per percorrerlo (anche perché Chairot insisteva per commentare ogni quadro che vedevano), noi nel frattempo passeremo a un altro personaggio chiave dell’intera storia.

 

Urkham Asylum: Cella numero 666. Ore 06:06:06 del pomeriggio del 06/06/06

 

Belle era rannicchiata in un angolo della sua cella imbottita e canticchiava una canzoncina macabra:

Novantanove scimmie… saltavano sul letto… una la squartarono… e le mangiarono il cervelletto…”

Un fulmine illuminò la cella buia, il che doveva insospettire visto che era priva di finestre, ma Belle non ci badò.

… un’altra la sventrarono… con le sue interiora fecero… delle salsicceeeeeee…”

Altro tuono, stavolta Belle sobbalzò leggermente.

Il telefono squillò… (sarebbe meglio ascoltare questo pezzo con la musica dell’Esorcista o qualcos’altro di inquietante, ci si immedesima meglio N.d.A.)

-         N-non sapevo… di avere u-un telefono in c-cella… - mormorò Belle alzandosi in piedi, guardando un telefono nero all’altro angolo della stanza.

Belle mosse qualche passo incerto verso il telefono. “Tu-tu… tu-tu… tu-tu…”

-         Cosa dici?… - domandò debolmente Belle mentre il suo vicino di cella cacciava un urlo di dolore, in grado di uccidere ogni speranza di felicità.

Belle cadde a terra e si tappò le orecchie, poi cominciò a piangere.

-         No… n-no… basta… vattene v-via… - pregò Belle senza smettere di piangere, mentre il telefono continuava a suonare. “Tu-tu…tu-tu…”

-         Mr. Phone ? – domandò Belle rialzandosi e guardando il telefono con i suoi grandi occhi spiritati.

“Tu-tu… tu-tu…”

-         Cosa c’è, Mr. Phone? – domandò Belle avvicinandosi ancora al telefono nero.

Lo squillo del telefono aumentò d’intensità.

Belle non si muoveva.

-         Lasciami in pace, Mr. Phone! – gridò Belle, afferrando la cornetta del telefono con violenza.

-         Clarice, tesoro, sei tu? – disse una voce all’altro capo.

-         C-chi sei? – domandò Belle.

-         Sono un amico, Clarice. – rispose la voce.

-         Non mi sembri un amico, e io non sono Clarice. – disse Belle.

-         Lo so, volevo solo metterti paura, Clarice, è per questo che la voce è alterata artificialmente. - disse Mr. Phone - Senti come fa paura: “Buuuuuuhauuuu!” Da i brividi, vero? E senti la risata malvagia: “MWAHAHAHAH!”. Fa accapponare i capelli. –.

-         C-cosa vuoi da me? – chiese Belle mentre un altro tuono squarciava il cielo.

Dall’altra parte del telefono si sentì una bassa risata maligna, poi il diabolico Mr. Phone disse:

-         Niente di terribile, Clarice… guarda vicino la porta, a terra. –

Belle guardò nel punto indicato dall’essere demoniaco e disse: - C’è… c’è una chiave… perché è a terra!? Cosa hai fatto a Mr. Key!? – domandò allarmata Belle correndo vicino a Mr. Key, mentre Mr. Phone rideva diabolicamente.

-         Mr. Key ha accettato di collaborare con me. – disse Mr. Phone. – Dovrai usare quella chiave per uscire di qui, Clarice. – continuò il crudele Mr. Phone.

-         Perché vuoi farmi evadere? – domandò Belle accarezzando dolcemente Mr. Key.

-         Ho un piano, ma ho bisogno del tuo aiuto per attuarlo, io non posso espormi adesso. Dovrai semplicemente… - *una serie di fulmini ci impedisce di sentire il resto della frase del satanico Mr. Phone*.

-         N-no… non lo farò mai… - disse Belle impaurita.

-         Oh, sì che lo farai, Clarice. Sai chi c’è qui con me? Mr. Pillow. – disse Mr. Phone.

-         N-no… n-non può essere… - disse Belle terrorizzata.

-         Invece è così. Mr. Pillow è qui accanto a me, e gli sto puntando contro un coltello. Non vorrai che tutte le sue piume d’oca vadano perdute per via di un piccolo taglio. –

-         NO! T-ti prego… non fargli d-del m-male… - lo supplicò Belle.

-         Clarice, Clarice, non lo farò se tu farai ciò che ti ho detto. – disse pazientemente Mr. Phone.

-         Ma io non sono Clarice. – fece notare Belle per la seconda volta.

-         Smetterò di chiamarti Clarice quando tu la smetterai di chiamarmi Mr. Phone, cara Clarice. –

-         Ho capito, Mr. Phone. – disse Belle, che poi chiese: - P- posso parlare con Mr. Pillow? –

-         Certamente. – disse Mr. Phone.

-         Pillow, stai bene? – domandò Belle. – Ah, meno male. – continuò lei dopo aver aspettato qualche secondo.

-         Non ti succederà niente, stai tranquillo, farò come mi ha detto. – disse Belle per tranquillizzare il povero cuscino prigioniero.

-         Adesso basta! – disse Mr. Phone.

-         No! Mr. Pillow! La prego, voglio parlare ancora con lui! – supplicò Belle.

-         Lo sentirà non appena avrà eseguito il suo incarico! – disse Mr. Phone, poi riattaccò.

Belle si rannicchiò di nuovo in un angolo della cella imbottita, piangendo per la tragica sorte di Mr. Pillow, e riflettendo su come eseguire l’incarico affidatole dal crudele, satanico, diabolico e malvagio Mr. Phone.

 

Dopo due ore buone i nostri eroi erano arrivati alla grande scala, e alla fine dell’atrio. – Perfetto! Siccome dobbiamo andare alla torre più alta direi che dobbiamo salire quelle scale, no? – disse Sora, che questa volta era certo di non poter sbagliare. Purtroppo Chairot demolì le sue certezze, infatti disse: - Veramente su quella porta che sembra dare un seminterrato c’è scritto “Via stramba e unica per lo studio del dottor Von Krapfen”. Credo che dovremmo andare di là. – Sora borbottò: - Non mi fido di un pezzo di carta attaccato col nastro adesivo sopra un cartello dove c’è scritto “seminterrato”. – Chairot sbuffò: - Lei è solo un malfidato, monsieur Sora. Vede? Non c’è alcun pericolo. – aggiunse poi aprendo la porta del seminterrato e entrando nella stanza. Sora guardò intimorito la porta, poi si fece coraggio (che parolona grossa se si parla di Sora) ed entrò nel seminterrato. Non appena mise piede nella stanza una botola si aprì sotto i suoi piedi. – Perché non si è aperta mentre c’era Chairooooooot!!? – gridò Sora mentre precipitava, per la gioia di Paperino e Pippo. – Però Sora per una volta ha detto una cosa intelligente, signor Chairot. perché lui è caduto e lei no? – domandò Paperino. – Boh. – rispose Chairot con un’alzata di spalle. – Probabilmente l’autore lo spiegherà tra qualche scena. Adesso andiamo. – Pippo, Paperino e Mastings cercarono di entrare nel seminterrato, evitando di cadere nella botola che occupava mezza stanza, l’altra metà era occupata da Chairot. – Ma come diavolo si fa ad arrivare allo studio del professor Von Krapfen da questo seminterrato? – domandò Chairot cercando di stare comodo in quel locale così angusto e stretto. – Ho l’impressione che fosse una trappola. – disse Mastings, sempre arguto. – Ma no! Che sciocchezze insensate! Basta un seminterrato con un cartello assurdo e una botola che porta chissà dove al suo interno per farti insospettire. – ribatté Chairot. – Non so voi, ma io voglio uscire. – disse Pippo cercando di uscire dal seminterrato, quando un colpo di vento fece chiudere la porta d’ingresso, facendo, tra l’altro, cadere il pomello. – Oh, no! Siamo chiusi dentro! – esclamò Mastings prendendo a testate la porta. – Fermi tutti, accendo la luce. – disse Chairot premendo un interruttore.

Due secondi dopo i nostri eroi vennero catapultati su un ottovolante, che partì a razzo verso il tetto, lo sfondò e volò per parecchi metri in verticale, fino a superare la torre del professor Von Krapfen. Subito dopo l’ottovolante si dissolse (biodegradabile N.d.A.), e i nostri eroi scoprirono che qualcuno gli aveva fatto indossare dei paracadute, che si aprirono automaticamente. Così i quattro atterrarono dolcemente sul tetto della torre del misterioso direttore del manicomio, che aveva un lucernario molto largo e aperto, così anche Chairot poté passarci dentro (con qualche difficoltà), arrivando nell’ufficio del professore. Lo studio era una stanza enorme, nella quale non c’erano porte, ma solo una botola, che si trovava vicino all’enorme scrivania del professor Von Krapfen. Davanti al tavolo c’erano due sedie e un divanetto nero, sul quale attualmente era comodamente sdraiato Sora, ma di questo parleremo più tardi. Dietro alla scrivania c’era una poltrona, e dietro alla poltrona, appeso alla parete, c’era un enorme ritratto di un uomo con degli enormi baffoni e una faccia da merluzzo. Le pareti erano bianche, ma il colore non si notava perché appoggiate alle pareti c’erano numerose librerie, un teletrasporto, un missile atomico, una betoniera, il Titanic, un’enorme frigorifero con dentro un pezzo dell’iceberg che l’aveva affondato, numerose maschere tribali, sarcofagi egizi, vasi contenenti cervelli umani e altri gingilli di buon gusto.

Sulla poltrona era raggomitolato un tizio panciuto, con due enormi baffoni da tricheco e due enormi dentoni da tricheco, e un’enorme coda da tricheco, un enorme naso da tricheco, delle enormi pinne da tricheco e…ops! Quello è il tricheco da compagnia del professor Von Krapfen, sapete, si assomigliano così tanto… il tizio sulla poltrona aveva i baffoni da tricheco e dei denti da tricheco, era semi calvo, aveva un monocolo, un pancione da tricheco e un elmetto militare tedesco, e prendeva appunti su un taccuino mentre Sora parlava.

-         Mia madre non capisce che io ODIO i crauti! Ma io e lei non abbiamo mai saputo comunicare, e io per quattordici anni ho mangiato crauti! Crauti a colazione, crauti a pranzo, crauti a cena! – diceva Sora, mentre Krapfen prendeva appunti e ascoltava pazientemente, poi prese delle tavolette piene di macchie d’inchiostro firmate Naminè e le mostrò a Sora. – Coza lei fetere kvi dentren? – chiese. –Xigbar, numero 2 dell’Organizzazione. Riesco a riconoscere la benda sull’occhio destro e la cicatrice sulla guancia sinistra. – rispose Sora guardando la macchia d’inchiostro con odio. – Pene, molto pene. Tutto ciò è pene. - - No, è Xigbar, non pene. – obiettò Sora, che, chiaramente, non capiva l’accento tedesco. – Un immenso, crantizzimo pene!Lei è ozzezzionato da kvesta Orcanizzazionen XIII. – disse Von Krapfen. – Io non ci vedo alcun pene là dentro. – obiettò Sora guardando con attenzione la macchia d’inchiostro. – E in kvesta immagine koza ci fede? – disse Krapfen mostrando a Sora una macchia d’inchiostro a colori rosa e rosso. – Kairi completamente nuda, che mi saluta e dice che me la vuole dare… la collana di conchiglie. Niente pene neanche qui. – disse Sora. – Kvesta immacine rappresentare kiaro zimpolo falliko. Un rifiuten verzo di ezza è molto interezzante… pene… pene… - - Lei mi sembra un po’ fissato, sa? – fece notare Sora, totalmente privo di tatto e di cultura. – Kvesta immagine koza le zempra? – chiese il dottore mostrando una tavola con tredici macchie nere disposte a V. – L’Organizzazione XIII al completo! Quella macchia grande somiglia all’Eroe del Silenzio, un mio amico, e quella piccolina somiglia molto al Burattinaio Mascherato. – Krapfen prese appunti, poi disse: - Pene… lei fa immenzamente pene! Penissimo! Io ezzere ciunto ad una conclvuzionen, kualkosa ke nezzuno afefa mai penzato primen. Lei è ozzezzionato dall’Orcanizzazionen XIII! La ferità, però, è qvesta! L’Orcanizzazionen XIII non ezizte! Ya! Orcanizzazionen XIII non eziztere! – Sora sembrava sorpreso da quell’ultima affermazione. – M-ma, io li ho combattuti… - protestò debolmente Sora. – Illuzione! Come Pappo Natalen, Alienin in arean cinkuantunen, i Polonkin sincopaten… - Chairot, che aveva ascoltato i due mangiando salsicce di tricheco (pace all’anima sua), intervenne: - Veramente i Polonki sincopati esistono. – Otto Von Krapfen guardò il detective mentre questi spolpava le ossa del suo amato tricheco. – Lei defe ezzere il famozen tetectife prifaten… - Chairot sorrise soddisfatto lisciandosi i (pochi) capelli. - … Zherlock Holmez! – completò la frase il professore. – CHI-ARCIPUFFOLINA-È-SHERLOCK-HOLMES!!? – gridò Chairot sollevando un pianoforte giallo (altro oggetto di buon gusto) e stava per lanciarlo addosso al direttore del manicomio, ma il professore lo fermò dicendo: - Non tefe interfeniren turanten zedute pzikiatriken. Mi lazi finiren. – Chairot posò il pianoforte giallo e ascoltò il dottor Von Krapfen. – Lei kapire me? Lei defe ztaccarzi da kfeste illuzioni, propapilmenten zi è kreato tegli amizi immacinarien poikè zua matren la tormentafa con orriti krauti. – disse Krapfen prendendo appunti su un taccuino. – Lei dice, dottore? – chiese Sora, non del tutto convinto dalla spiegazione. – Ya, ezzere cozì! Lei atezzo cuarti kfesto pentolo e ripeta con me. – disse Krapfen facendo oscillare un pendolo davanti agli occhi di Sora. – Pentola? Quale pentola? Siamo alla televendita della Mondialcasa? – chiese Sora, sempre pronto all’equivoco quando parlava con gente straniera. – Zi defe concentraren! Ripeta con me… l’Orcanizzazionen XIII non ezizte… non ezizte, capito? Non eeeeezizteeeeee… - - Ma cosa sta dicendo!? – esclamò Sora. – Dice: “Non esiste, capito? Non eeeeesisteeeeee… - lo aiutò Paperino. – Aaaaaah! Ma non pretenderà di certo che io caschi in un trucco del geneRONF… RONF… - Sora si addormentò di botto. – Maletizionen! Kfesto pentolo non funzionaren con nezzunen! – gridò Von Krapfen, mentre Mastings ripeteva, con sguardo imbambolato: - L’Organizzazione XIII non esiste… non esisteeeeee… - Chairot prese una riproduzione della Torre Eiffel a grandezza naturale e cominciò a tirarla in testa a Mastings per risvegliarlo dall’ipnosi. – Perkè lei non sfeglia anche kfesto impecillen? – domandò il dottor Von Krapfen. – Ma, monsieur Wally Walrus, lei mi ha detto di non interferire durante la seduta, non ricorda? – disse Chairot. – Zerto che io ricordaren cosa io afere tetto, e poi non zono Wally Walrus. – Sora si svegliò perché doveva fare uno dei suoi soliti interventi inutili e controproducenti. – Come sarebbe a dire che lei non è Wally Walrus!? Io le ho svelato tutti i miei segreti e lei non è Wally Walrus!? Ha tradito la mia fiducia, signor Walrus. – piagnucolò Sora. – Ztia zitten, herr Zora! Lei tefe ztaccarzi da kfeste confinzionen infantilen! – gridò Krapfen scotendo con violenza Sora. – Mi coztrince a prendere zerizzimen proffetimenten! – urlò poi prendendo un incudine e buttandola in testa a Sora. Purtroppo per lo psicologo i capelli impastati di gel del nostro eroe bloccarono l’incudine. – AAAAAAAAAARGH!!! IO LA FARO FINITEN UNA FOLTA PER TUTTEN! – gridò Von Krapfen prendendo una bottiglietta di shampoo, con l’intenzione di lavare i capelli di Sora, quando arrivò qualcuno che solo pochi si sarebbero aspettati. E non è il Burattinaio. – Non potete! Deve essere giudicato! – gridò Xemnas, spuntato dal nulla. – È troppo ztupito per ezzere lasciato in fita! – disse Krapfen. Saix precipitò nella stanza dal lucernario chiedendo: - Posso anticipare la seduta di qualche oretta? Xemnas!? Che stai facendo qui!? – domandò poi Saix mentre i suoi capelli cominciavano ad arruffarsi, la cicatrice si allargava a dismisura e gli occhi si iniettavano di sangue. – N-niente, Saix! Non stavo citando Star Wars! Beh, arrivederci dottore – salutò Xemnas sparendo nel varco della Darkness Viaggi, mentre Saix si preparava a inseguirlo con la sua mazza gridando: - Dove credi di andare!!? Mi devi spiegare un po’ di cose, signorino! - - Herr Saix! Le pecorellen batuffolozen! Il primo pazzo è qvello più tifficilen! – gridò il direttore del manicomio. – A-allora… s-sono io il p-primo pazzo? – domandò Saix, con le lacrime agli occhi. – Non tica sciocchezzen! Zono confintizzimo che lei capizscen coza io intenteren qvanto io tire ti fare un pazzo alla folta. – disse Von Krapfen. – Ma certo! (boh?) – disse Saix scomparendo.     

-         Benizzimo, herr Zora, adezzo pozziamo riprenteren la zeduten pzikiatricken. – disse il dottore rivolgendosi a Sora, che tremava sul divanetto. – N-n-non ce n’è b-b-b-bisogno… l’Organizzazione XIII n-n-n-non e-esiste… però LASCI STARE I MIEI CAPELLI! T-tolga q-quello s-s-shampoo. – piagnucolò Sora. – Fete che atezzo zi è confinten ti ciò che io afere tetto lei? – chiese Krapfen sorridendo. – A propoziten… foi quattren, chi sieten? – domandò Krapfen prendendo una copia fedelissima della Masamune e puntandola addosso a Chairot. – Ziamon, cioè siamo Hercule Chairot, non Sherlock Holmes, il celebre investigatore privato, l’omaccione deficiente è il fido destriero, cioè, colonnello Mastings, e questi sono un cane antropomorfo che era stato abbandonato sull’autostrada e un papero dall’accento buffo che è sfuggito al forno. – spiegò Chairot. – Grazie per le definizioni, signor Chairot. – ringraziò il simpatico Pippo. – Penizzimo, coza cercaten all’Urkham Asylum? – chiese il dottor Von Krapfen. – Beh, innanzitutto volevamo interrogarla per sapere se ha avuto un ruolo importante negli omicidi dei membri dell’Organizzazione XIII, poi volevamo sapere se ha visto uno spilungone, con delle grandi orecchie nere, una coda nera, dei pantaloni con due enormi bottoni sia davanti che dietro e un’espressione deficiente. – disse Chairot mangiando uno dei tanti trichechi da compagnia del dottor Von Krapfen… ops! Quello È il professor Von Krapfen! – Per primizzima coza lei tofreppe lazsciare mia campa poi io rizpontere a lei. – disse il professore. – Ah, très bien. Mi scusi, se lei si chiama “Krapfen” mi viene spontaneo assaggiarla. La crema è di pessima qualità, comunque. Sarà inglese. – disse Chairot sputando Von Krapfen, che si rialzò, tolse come meglio poteva la saliva di Chairot dai suoi pantaloni e disse: - Eppene, io non afere più pallita itea ti coza foi ztaren parlanten, però forze i tetenuten zanno kvalcoza. In effetten ieri notte un tizio simile a qfello ta lei tezcritten ha profaten a far efatere i tetenuten. – Chairot chiese: - Vorrei interrogare i detenuti. È possibile? – il dottor Von Krapfen rispose: - Ma zerten! Purtroppen io ezzere impegnaten attualmenten con pazienten. – poi pigiò un pulsante situato sotto la sua scrivania, e dopo due secondi circa un’infermiera (?) dai capelli rossi raccolti in una treccia e dagli gli occhi verdi atterrò passando dal lucernario. – Mi ha chiamato dottor Von Krapfen? – domandò l’attraente (????????) infermiera dal seno decisamente, troppo, inumanamente scarso. – Ah, Frau Lea! Accompagni i noztri cratiti ozpiti a fare un ciro per il manicomien. – disse il dottor Von Krapfen. – Mademoiselle Lea, ho l’impressione di averla già vista da qualche parte. Ma dove!? Non alla Fiera del Bombolone, a giudicare da quanto è magra. – disse Chairot, mentre Lea ridacchiava. – Suvvia, signor Chairot! – esclamò Lea con un’assurda vocina stridula. – Ehi! Chi le ha detto che mi chiamo Chairot!? – domandò il detective, sempre arguto. – Ma tutti la conoscono! – Chairot sorrise inorgoglito. – Tutti conoscono i casi di Hercule Chairot, l’investigatore privato francese! – al suono orribile della parola “francese” Chairot balzò addosso all’infermiera con la chiara intenzione di strangolarla. – Zi fermi, herr Chairot! – gridò il tricheco (Von Krapfen) mentre cercava di dividere Chairot da Lea. – IO-SONO-BELGA-SONO-BELGA-SONO-BELGA!!! – gridava Chairot stringendo il sottilissimo collo dell’infermiera, la quale starnazzava come un’oca. – Mi lasciiii… mi lasciiii! – gridava Lea, poi all’improvviso la sua voce cambiò e divenne più profonda e mascolina (anche se non molto N.d.A.). – Mi lasci stare, brutto stronzo nano! – disse Lea afferrando Chairot per il collo, per poi scaraventarlo lontano. – Adesso possiamo iniziare la nostra visita guidata. – disse Lea riacquistando il suo tono di voce stridulo. – Zeguite Frau Lea, ma non fatela innerfoziren, z’infiamma molten fazilmenten. – disse il dottor Von Krapfen. Lea disse: - Mettetevi al centro della stanza. – i nostri eroi fecero come l’infermiera aveva detto loro, e quando si furono sistemati Lea fece un cenno a Krapfen, il quale pigiò l’ennesimo tasto nascosto sotto la sua scrivania, e sotto i piedi dei nostri eroi si aprì una botola. I sei caddero nella botola e precipitarono per un paio di chilometri in verticale, finchè non caddero su un’enorme pila di materassi.

-         Bene, signori, eccoci alle celle. – annunciò allegramente Lea, mentre un detenuto cacciava un urlo lacerante, un altro si trasformava in un lupo mannaro, un altro si trasformava in un vampiro, un altro in un Heartless e un altro in Galeazzi. – Disgustoso! – commentò Sora guardando storto l’uomo-Galeazzi. – Queste celle vanno dalla cella n° 1 alla n° 200. – disse Lea sorridendo per qualche oscuro motivo. – Il misterioso tizio con le orecchie enormi dove ha attaccato? – domandò Chairot. – Nel girone n°6, dove ci sono le celle dalla numero 600 alla 699. – rispose Lea sorridendo. – Sapete, è molto frequentato. Stamattina, proprio mentre pulivo i pazienti con camicia di forza dai loro escrementi, ho visto un tizio coi capelli blu elettrico… - - Blu elettrico? Non starà parlando di Saix? – disse Chairot. All’improvviso Lea cadde a terra tremante, il volto pieno di tic, poi si rialzò. – Non conosco nessuno con … con quel nome lì! Questo tizio che io non conosco si aggirava con aria sospetta vicino alla cella numero 666 e parlava freneticamente al cellulare. – spiegò Lea, ancora scossa per qualche oscuro motivo. – Ha sentito per caso quello che diceva? – chiese Chairot, convinto di essere a una svolta decisiva del caso. – Non ho sentito niente di preciso, diceva cose insensate tipo: “Sono stufo!” oppure “Attenta a te!” e “Fai come ti dico e non accadrà niente di male”. Ma non ho sentito nient’altro. – disse Lea. – Uhmmm…può portarci nel girone 6? – chiese Chairot. – Se volete possiamo saltare i primi cinque, ma vi perderete i Paranoici, gli Psicotici e gli Esauriti. Peccato, potevate conoscere l’Autore, magari vi diceva direttamente il nome dell’assassino. – disse Lea. – Ma ha ragione lei, Chairot! perché non chiediamo all’Autore? – chiese Sora. – Si ricordi, monsieur Sora, quando c’è una soluzione semplice, tutto ciò che rimane, specie se improbabile, dev’essere la verità. Sarebbe semplicissimo chiedere all’Autore. Adesso andiamo. – disse Chairot.

Lea fece strada attraverso i bui cunicoli dell’Urkham Asylum. Davanti a una cella c’era scritta la seguente frase col sangue: “La Camera dei Segreti è stata aperta. Nemici dell’Erede temete.”. – Ehm, che significa quella frase? – domandò Paperino intimorito. – Quella è la cella di Harry Potter. Poverino, non è più lo stesso dopo aver letto l’ultima Draco/Hermione. È un caso disperato. – spiegò Lea mentre Harry urlava come un pazzo (come?): – AAAAH!!! MAMMA! SONO IL PRESCELTO! SIETE CONTENTI, VERO!!? –

I nostri eroi passarono attraverso tubature, viaggiarono a bordo di enormi insettoni, passarono per i cupi sotterranei del manicomio, attraversarono le sabbie mobili del 5° girone e alla fine arrivarono al 6° girone. – Quella con la porta spalancata, dove si vedono tutti quegli Heartless, i Nobodies, i Polonki sincopati in assetto da guerra e Malefica che combattono con armi apocalittiche è la cella numero 666. – disse Lea indicando una cella trasformata in campo di battaglia. – Gnam… chi era, chomp, il prigioniero glomp, cioè munch, l’ospite? Glomp! – chiese Chairot mangiando un bombolone alla crema (krapfen). – Era la cella di una povera ragazza in preda alle allucinazioni. Si chiamava Belle. – i nostri eroi si guardarono a vicenda con faccia sorpresa, poi Sora chiese: - E chi è Belle? – Pippo e Paperino si abbracciarono e scoppiarono a piangere, addolorati per la demenza di Sora.

In quel momento Mastings vide Belle armata di Forbici Miracle Blade IIIª serie perfetta che cercava di scappare ai gironi superiori senza essere vista. – Ecco Belle, Chairot! – gridò Mastings indicando la fanciulla che scappava. – Presto, messieurs! Inseguiamola! – gridò Chairot iniziando l’inseguimento, inseguimento che finì prima di cominciare, perché Chairot cadde a terra dopo aver mosso un passo. – Sono…anf!… sono…anf! anf!… troppo…anf!… stanco… - sbuffò Chairot prendendo dei cornetti alla marmellata di Bollonius Frangiforme dal doppiofondo della sua bombetta. Sora decise di fare il ganzo, così disse: - La prendo io che ho l’abilità Glide! – e così dicendo saltò e poi cominciò a planare, ma Chairot gli balzò sulla schiena per la seconda volta in due capitoli e i due planarono verso Belle, che per tutta risposta lanciò il coltello per tritare addosso ai due. Chairot prese il suo spremiagrumi Miracle Blade e parò il coltello, poi prese la sua fedele lama per disossare e saltò (?) davanti a Belle, pronto per lo scontro finale.

Belle prese due coltelli per affettare (uno era quello in omaggio N.d.A.) e provò a tagliare in due Chairot, che parò con il suo coltellino. Quegli contrattaccò, ma Belle schivò e diede un calcio al detective, tentando di infilzarlo con entrambi i coltelli, ma Chairot rotolò lateralmente ed evitò il colpo. Chairot si rialzò, ma Belle con un colpo gli fece volare via il coltello per disossare e spinare. – P-perché, mademoiselle Belle? – chiese Chairot mentre Belle lo spingeva verso un baratro (c’era anche questo nell’immenso Urkham Asylum), tenendo un coltello sul collo del detective. – Io… io non avevo scelta! – strillò Belle piangendo. – A-avrebbe fatto del male a Mr. Pillow! – spiegò lei. – La prego, mademoiselle, se mi lascia andare la aiuteremo noi a salvare quel caro e dolce cuscino. – Belle disse: - No, non è possibile… nessuno mi crederebbe, signor Chairot. No, è la fine per lei! – Belle si preparò a dare il colpo di grazia al detective  (si prepara perché è scema e pazza, no? Chi se ne importa che lei aveva già il coltello sul collo di Chairot, si prepara lo stesso. N.d.A.) quando Sora, che stava svolazzando da tre ore in giro, finì addosso alla fanciulla, facendola cadere a terra. – Grazie, monsieur Sora! Mi ha salvato la vita! Non si aspetterà niente in cambio, spero. – disse Chairot.

Belle si rialzò e indietreggiò verso il baratro. – Noi la possiamo aiutare, mademoiselle Belle! Si fermi, e non le succederà niente. – disse Chairot avvicinandosi lentamente a Belle. – Lei non può fare niente  per me, Chairot. Mr. Phone ucciderà Mr. Pillow, lei e me… addio… - disse Belle, poi i buttò nel baratro, concludendo la caduta con un tonfo secco e inquietante. – Fortuna che il baratro era solo disegnato. Se no si sarebbe fatta male. – commentò Lea osservando Belle comodamente sdraiata sul pavimento.

-         Presto! Dobbiamo riprendere mademoiselle Belle! – esclamò Chairot tuffandosi nel disegno del baratro. Passeggiando comodamente sul realistico affresco , Chairot raggiunse Belle, che si rialzò e cominciò a scappare a gambe levate. Chairot non avrebbe mai raggiunto la schizofrenica, ma per sua fortuna arrivarono il Commissario-Berserker insieme ai suoi Agenti-Simili, Saix e tutti gli infermieri dell’Urkham Asylum capitanati da Lea . – Mademoiselle Belle! La prego, noi possiamo aiutarla! – gridò Chairot. – Ehi, tu con i capelli rossi! – disse Saix rivolto a Lea. – I-io? – chiese Lea tremante, mentre cominciava a uscirle il sangue dal naso. – Sì, tu! Non ti ho già vista da qualche parte? – domandò Saix guardandola attentamente. – No, sicuramente non la conosco. – disse Lea indietreggiando lentamente. – Ma sì! somigli proprio a una mia ex! Solo che lei l’ho ammazzata quando mi ha mollato. AH, AH, AH, AH!!! – Lea strillò inorridita, con una voce insospettabilmente mascolina. – Ridono tutte a questa battuta! – esclamò Saix divertito. – Sai, bella rossa, dovresti tenere i capelli sciolti, saresti molto più sensuale. – disse Saix provando a sciogliere la treccia di Lea. – MI LASCI!!! – gridò Lea. – Focosa, eh!? Vieni qua, trovo quel tuo trucco da clown molto eccitante! – Saix provò ad afferrare Lea, che per tutta risposta gli tirò un calcio nelle palle. Una volta ripresosi dal colpo Saix si rialzò digrignando i denti e guardò meglio Lea. – Sai chi mi ricordi? Somigli molto a un traditore. Pensa che gli do la caccia! Se me lo trovassi qua davanti prenderei la mia mazza gli romperei la schiena in due, poi gli taglierei tutti i capelli, gli ficcherei quelle armi assurde negli occhi, gli staccherei la testa e la metterei su un palo. – disse Saix. Lea cadde a terra più morta che viva. – Ehi! Ma che ti prende!? Forse non dovevo usare un linguaggio così rozzo… Ehi! Rossa! Scherzavo! Capito!? – Lea si rialzò. – Non gli taglierei mai i capelli! – concluse Saix. Lea ricadde a terra.

 

-         È inutile, signor Chairot, ho una missione da compiere, e lei non mi fermerà! – disse Belle, e detto ciò tirò fuori un rampino dalla sua camicia di forza rotta, usandolo per scappare. – Mademoiselle Belle! Si fermi!! – gridò Chairot, ma Belle era già scappata nei meandri del manicomio.

 

-         Signor Chairot, vogliamo proseguire la nostra visita? – domandò Lea, che sembrava inspiegabilmente ansiosa di allontanarsi da Saix. – Come sarebbe a dire? Belle è appena scappata, potrebbe compiere qualsiasi nefandezza, e lei vuole continuare la visita come se niente fosse?! – domandò Chairot con aria scandalizzata. – Beh… sì. – rispose Lea guardando Saix con la coda dell’occhio. – Ah, bene. Faccia strada. – disse Chairot con nonchalance. – Proseguiamo. – disse Lea conducendo i nostri eroi nelle più profonde viscere dell’Urkham Asylum.

-         I gironi sono finiti, qui ci sono gli alloggi di infermieri e dottori, nonché dei nostri clienti più facoltosi, che possono permettersi delle stanze iperattrezzate. – spiegò Lea. – Vedete? Quella è la stanza dove Saix passa parte del suo tempo. Quell’altra invece è la stanza di Naminè. Il suo tutore, il signor DiZ, ci dà molti soldi, con i quali abbiamo costruito una ventina di livelli sotterranei. – Chairot domandò: - Possiamo visitare mademoiselle Naminè? Mi è appena venuta questa curiosità, mi sento inspiegabilmente attratto da questo nome. - - Meglio di no. Naminè è rinchiusa là dentro, non esce praticamente mai ed è sorvegliata da guardie professioniste. Perché, vedete, lei è una Mary Sue. – disse Lea. – Non potete immaginare quello che potrebbe fare. Chi ha giocato a Chain Of Memories sa che è una fanciulla dolce e carina, con dei poteri unici e straordinari, riesce a far breccia nel cuore del protagonista e ha una sorta di parentela con uno dei personaggi principali. La teniamo in isolamento, se entrasse in contatto con l’altra parte di sé stessa diventerebbe una Mary Sue spaventosa. Chi la tollererebbe, poi? – Chairot chiese: - Chi è la metà di Naminè? - - Non lo sapete? È la Mary Sue del gioco per eccellenza, la dolciosissima Kairi, Il cui nome vuol dire mollusco marino. – rispose Lea. – E non dite che è una cozza! – aggiunse poi l’infermiera. – Vorrei tanto interrogare mademoiselle Naminè. – disse Chairot. – Come volete, ma è rischioso. – disse Lea andando verso la stanza di Naminè. L’infermiera fece cenno alle guardie di spostarsi, e quelle ubbidirono subito.

Lea aprì la porta, e i nostri eroi entrarono nella stanza di Naminè. – Ma dai! È tutta bianca! Che schifo! Meglio un bell’ arancione vivo. Sembra di stare in ospedale così. – disse Sora. – Invece siamo in un manicomio, pensa un po’. – disse Lea.

Naminè era seduta su una sedia bianca, vicina a un tavolo bianco, l’unico mobile della stanza, fatta eccezione per un letto bianco, e stava disegnando su alcuni fogli bianchi con dei pastelli (per quanto strano possa sembrare) colorati. – Mademoiselle Naminè, cosa sta facendo? – domandò Chairot. Naminè alzò lo sguardo e rispose:  - Disegno, deficiente! Ci sono dei fogli, ho dei pastelli in mano, secondo lei che faccio? – Chairot si accarezzò i baffetti e azzardò: - Magari vuole fare una costruzione di pastelli? – Naminè lo fulminò con lo sguardo e tornò ai suoi bellissimi (bleah!) disegni. – Chi stai disegnando? – domandò Chairot guardando gli orrendi scarabocchi colorati. – Una bambina che vive in una videocassetta. Deve stare stretta là dentro, questo la rende nervosa, immagino, infatti ha detto che mi ucciderà tra sette giorni. – rispose Naminè. – Dimmi, hai visto qualche cosa di sospetto? – domandò Chairot. – Certo. Ho visto un nanetto da giardino che parla, un omaccione di circa due metri con un’espressione da ebete, due animali dall’orrendo grugno e un tizio effeminato che gira brandendo una chiave gigante. – rispose Naminè con noncuranza. – Quelli laggiù sono i miei amici e compagni d’avventura, i bomboloni alla crema, quelli laggiù da te descritti sono delle palle al piede che mi seguono per tutto il mio viaggio, però non vedo nanetti da giardino che parlano. – disse Chairot. – Io sono Hercule Chairot, e sto indagando sulla morte di alcuni membri dell’Organizzazione XIII. Li conosci? – Naminè alzò lo sguardo ancora una volta, squadrò da capo a piedi Chairot (operazione che non richiese molto tempo), poi fece un’espressione disgustata e disse: - Mi dia del lei, tanto per cominciare. Comunque è ovvio che li conosco. Una fanciulla carina come me non poteva non entrare nel club più ganzo del momento. – Naminè sorrise. – Lei fa parte dell’Organizzazione XIII? – domandò Chairot. – Sono un membro onorario. Meriti speciali… diciamo che non conto un cazzo. Però mi hanno dato la tessera, posso usufruire degli sconti al cinema e posso far schiattare d’invidia i miei amici. – disse Naminè sorridendo. – Quali amici? – fece Sora guardandosi le unghie da varie angolature, sempre privo di tatto. – IO HO TANTISSIMI AMICI!!! Perché tutti quanti dovete essere cattivi con me?! Non ho nessun amicoooo!!! – strillò Naminè piangendo. – Ah-ah! Vedi che avevo ragione? Non hai amici! – esclamò Sora sorridendo soddisfatto. Naminè urlò ancora più forte, poi si alzò, prese la sua sedia (bianca) e cominciò a menare Mastings. – Ma perché io!? – chiese questi cercando inutilmente di parare i colpi di Naminè. – Lei è un omaccione enorme, è molto più divertente picchiare lei che quel nanetto che non mi arriva neanche al ginocchio. –  - Monsieur Sora, lei non ha un minimo di tatto! Naminè è un Nobody, non esiste nemmeno! Non mi pare il caso di far notare che non ha neanche un amico e i suoi parenti non esistono! Avrebbe un’esistenza già abbastanza complicata, se solo avesse un’esistenza!! Non mi pare il caso di infierire, specie se consideriamo che lei diventerà una zitella acida, che vivrà tutta sola in un’enorme casa piena di gatti! – gridò Chairot.

Naminè provò a buttarsi dalla finestra per porre fine alla sua dolorosa esistenza, ma cambiò idea quando si accorse che le mancavano due elementi per farlo: le finestre e l’esistenza. – Mademoiselle Naminè, si calmi! Non è il caso di fare così solo perché lei in realtà non esiste. – la tranquillizzò Chairot con scarsi risultati. Naminè tornò a sedersi sulla sua sedia bianca, ma era ancora parecchio scossa perché disegnava soltanto dei grossi cerchi neri. – Mi dica, lei ha visto qualcosa di strano qui dentro? Oltre a noi, intendo. – aggiunse poi il detective. – Ma certo! – esclamò Naminè tornando allegra. – Può descrivermelo? – chiese Chairot. – Beh, non sono brava a descrivere le persone, però posso farle un disegno. – rispose Naminè. – Bene. Si metta al lavoro. Lei disegna divinamente, non avrà problemi. – Naminè sorrise orgogliosa e cominciò a disegnare con grande impegno.

 

Due giorni dopo…

 

-         Signor Chairot, si svegli! – gridò Naminè scotendo Chairot. – L’ho finito! Mi è uscito proprio bene! – aggiunse porgendo il foglio al povero detective, che si svegliò a fatica e guardò il disegno, del quale porto una copia:

 

 

-         Ma non si capisce niente! – esclamò Chairot guardando il disegno da varie angolature. – Qual è la testa? – chiese Sora, sempre arguto. – Avete ragione, non c’è il colore. Così non si capisce. – osservò Naminè riprendendosi il disegno.

 

2 minuti dopo…

 

- L’effetto dovrebbe essere migliore, adesso. – disse Naminè porgendo il disegno colorato, che sono orgoglioso di mostrare in queste pagine:

  

 

-         Beh, devo ammettere che adesso è molto migliorato. – commentò Chairot. – Uhmm… la faccia non  mi dice niente, però ho l’impressione di aver già visto quell’impermeabile da qualche parte. – osservò Mastings. – È Saix! – esclamò Paperino, spazientito dalla stupidità dei suoi compagni di viaggio. – Stavo per dirlo io! – disse Mastings indispettito da quell’assurdo papero. – Lasciate perdere! Adesso che sappiamo che quello del disegno è Saix, voglio sapere cosa faceva di sospetto, mademoiselle Naminè. – disse Chairot. – Beh, io vedo sempre quest’uomo nell’Urkham Asylum. Ogni giorno alle cinque meno un quarto esce per andare dal professor Von Krapfen, poiché il suo appuntamento col professore è alle sei e dieci, quindi deve uscire un po’ prima per arrivare in orario. Ma oggi, alle sei e due minuti l’ho visto uscire dalla sua stanza, che è proprio accanto alla mia. Mi è sembrato strano tutto ciò, quell’uomo non è mai arrivato in ritardo. È preciso come un orologio svizzero, la gente regola l’orologio in base a quando esce, infatti tutti quanti sono arrivati in ritardo. Inoltre ho sfruttato il mio permesso speciale per uscire in quel momento per seguirlo. - - Quale permesso speciale? – chiese Chairot. – Vedete, siccome il mio paparino è ricco, io posso uscire dalla cella per un’ora al giorno, però in qualsiasi momento, capite? – spiegò Naminè. – Sì, continui. – disse Chairot. – Bene, io sono uscita in quel momento per sapere dove andava Saix, e ho visto che andava al telefono che abbiamo nel manicomio. Non ho scoperto chi volesse chiamare, perché la mia ora di libertà stava per finire e dovevo tornare qui. Il professor Von Krapfen era furioso quando gli dissi che Saix non sarebbe andato all’appuntamento. – disse Naminè. – Un momento... ha detto che il dottor Von Krapfen conosce un membro dell’Organizzazione? – chiese Chairot. – Ma certo che li conosce! È sempre stato lo psicologo di fiducia di tutti e tredici i membri. Non lo sapeva? – disse Naminè. – Signor Chairot, perché il dottor Von Krapfen ha detto che l’Organizzazione non esiste e che non sa niente degli omicidi se i membri dell’Organizzazione sono suoi pazienti? – chiese Mastings, che faceva sempre domande sensate. – Perché ha qualcosa da nascondere! Mademoiselle Lea, chiami il dottor Von Krapfen, immediatamente! – esclamò Chairot.

L’infermiera corse a chiamare il direttore del manicomio, ma in quel momento accadde l’imprevedibile.

 

Centro di sicurezza dell’Urkham Asylum. Ore 7:07:07 del pomeriggio.

 

Le due guardie osservavano tutti i corridoi dell’Urkham Asylum sui monitor che si trovavano di fronte a loro.

Non potevano immaginare che l’assassino era proprio dietro di loro, armato con un enorme mestolo da cucina.

-         Che noia! Oggi non succede niente di interessante. Solo cinque tizi buffi che si aggirano per il manicomio, un’evasa che gironzola nell’Urkham Asylum e vuole eseguire gli ordini di un telefono, Nobody, Heartless e Malefica che combattono davanti alla cella 666. Che palle! – commentò una delle due guardie.

L’assassino si avvicinò a Guardia1 e lo colpì con inaudita violenza col suo mestolo, e il povero Guardia1 cadde a terra morto.

-         Ma lei chi è!? – gridò Guardia2 cercando di prendere la sua pistola a raggi sonici. – Non senti che voce macabra e tenebrosa ho? – disse l’uomo nell’ombra con la sua voce macabra e tenebrosa. – Sono l’assassino, si vede lontano un miglio. – continuò l’assassino. – Non m’importa. Resta fermo dove sei! – disse Guardia2 puntando la sua pistola a raggi sonici contro l’assassino, ma la tecnologia delle guardie dell’Urkham Asylum non poteva competere con quella dell’assassino.

Tutto accadde molto velocemente: Guardia2 sparò due colpi contro l’assassino, che li parò col suo mestolo gigante, poi fece un balzo in avanti e fracassò la testa del suo avversario con un potente colpo di mestolo. – Incredibile come le cose per l’assassino siano facili. Adesso vediamo di movimentare la vita di quello sciocco nano da giardino. MWAHAHAHA!!! Accidenti, come faccio paura! – disse l’assassino armeggiando con gli strumenti del sistema di sorveglianza. – Direi che una bella evasione di massa è quello che ci vuole… eh, eh, eh… - mormorò l’assassino abbassando una leva sotto la quale spiccava la scritta: “Leva per aprire le porte di tutte le celle e per distruggere tutte le camicie di forza. Si prega di non abbassare a meno che non siate dei pazzi criminali a vostra volta”. – Perfetto! – commentò l’assassino mentre osservava le celle aprirsi e i criminali fuggire e picchiarsi, quando apparve il mezzobusto di Lea che diceva sorridendo: - Sta per andare in onda il film in prima visione EFP “Fuga dall’Urkham Asylum”. Ricordiamo che per la crudezza di alcune scene e la maturità dei temi trattati è consigliata la visione solo ad un pubblico adulto. Buona serata. - - Dannazione! I miei genitori mi hanno proibito di guardare i film impressionanti e violenti! Vorrà dire che devo scappare. – aggiunse poi l’assassino sfondando una parete con un bazooka preso da non si sa dove. – MWAHAHAHAHA!!! Addio, signor Chairot! – gridò l’assassino buttandosi nel vuoto.

 

-         Mmmm… mi fischiano le orecchie… ditemi un numero. – disse Chairot mentre evitava cinque criminali che correvano a braccetto per il manicomio cercando una via di fuga. – Ventiquattro! Il numero ventiquattro! – disse Mastings allegramente. – Ma dai! Proprio la X dovevi scegliere?! Non esiste un nome che inizi con la X! Dimmene un altro. – disse Chairot. – Uno! – intervenne Sora che sapeva contare solo fino a uno. – Uno… uno… A, B, C… no, aspetta, ci fermiamo alla A. A come… non mi viene… Adolfo? Attanasio? Adalgiso? Aginulfo? O forse, più semplicemente… Assassino! – esclamò poi Chairot. – Questo signor Assassino sta parlando di lei, Chairot? però, che nome buffo Assassino. – intervenne Sora. – Ma è ovvio! L’assassino è qui, lui ha aperto le celle, e sta anche parlando male di me, visto che mi fischia l’orecchio sinistro. – spiegò Chairot, geniale come sempre. – Signor Chairot! Siete la nostra unica speranza! Dovete andare subito nel girone degli psicopatici, la mia amica Roxy mi ha detto che un suo amico le ha detto che un’amica gli ha detto che un cugino le ha detto che gli psicopatici vogliono far saltare in aria l’Urkham Asylum! – gridò Lea, appena tornata da non si sa dove. – Veloce questo sistema di comunicazione. – commentò Pippo. – Presto! Dobbiamo andare e fermare quei pazzi! – gridò Sora prendendo il suo nuovo Keyblade, la “Testa di Ciambella” che gli aveva regalato Chairot in un momento di generosità. – Dobbiamo proprio andare? – chiese Chairot. – E va bene, facciamo un piccolo sforzo, va tutto nella mia lista spese tanto. Mademoiselle Naminè, au revoir. - - Certo, certo, ma chiudete la porta a chiave dall’esterno. Non sono abituata alla libertà. – disse Naminè cercando di riprodurre la Gioconda coi suoi fedeli pastelli. – Così non va, ci vuole il colore. – la sentì dire Chairot mentre chiudeva la porta.

I nostri eroi corsero verso i sotterranei, dove i folli evasi cercavano di far saltare in aria il manicomio. Dopo mezz’ora di folle corsa attraverso gli innumerevoli corridoi dell’Urkham Asylum e le enormi scalinate con mille e più scalini Chairot scese dalle spalle di Mastings, deciso a muovere qualche passo da solo.

-         Eccoli là. I peggiori ospiti del carcere. Si comportano malissimo con noi. Vi rendete conto? Noi li ospitiamo e non li facciamo nemmeno pagare e loro vogliono farci saltare in aria. Roba da matti. – commentò Lea, nascosta dietro ad alcuni cannoni sinaptici. – E che vuol dire sinaptici? – chiese Sora, che per una volta aveva fatto una domanda intelligente, alla quale l’unica risposta sensata è: non lo so, però ammetterete che è molto fico sinaptico. – Lasciamo perdere, abbiamo un manicomio da salvare. Sora, quando io e Paperino ti daremo il segnale noi tre partiremo all’attacco, mentre Chairot e Lea… - Pippo non finì la spiegazione del suo astuto piano d’azione perché Sora corse incontro ai criminali con il Keyblade sguainato e urlando come un pazzo. – Addio effetto sorpresa. – commentò Paperino, poi lui e Pippo seguirono Sora nel vivo della battaglia.

-         Guardate! Un cagnolino con un buffo cappello, un papero vestito da marinaio e un ragazzino dai capelli assurdi ci vogliono attaccare. – disse un sacco di insetti con bocca e occhi indicando tre dei nostri eroi. – Ma lei è il Wofwof! – esclamò Sora vedendo il sacco. – Idiota! Un tempo il mio nome era Babau, ma adesso tutti quanti potete chiamarmi Saw. – il Babau accompagnò la parola “Saw” con un curioso gesto delle mani (mani?). – Che vuol dire Saw? Tu sei inglese, Mastings, diccelo tu. – disse Chairot. – Beh, ehm, Saw vuol dire “io vidi”, ma non credo che centri qualcosa. – rispose Mastings. – Ma certo che c’entra! Vedi, il Wofwof ha quelle cavità che sembrano occhi, ma gli occhi non ci sono, quindi si fa chiamare Saw perché lui un tempo vedeva, poi ha perso gli occhi e… - Chairot fu interrotto (grazie al cielo N.d.A.) dal Babau. – Saw non vuol dire “io vidi”! cioè, vuol dire anche quello, ma in questo caso vuol dire sega! Io mi chiamo sega! – gridò il sacco di insetti. – Sega, eh? Questo ci dà un’idea di quanto tu debba valere, eh? AH, AH, AH, AH!!! – Sora cadde a terra ridendo per la sua bellissima battuta. – Ridete pure, riderete di meno quando farò esplodere questa bomba! – gridò Saw. – Quale bomba? – chiese Mastings. – Questa bomba qui! … ehi! Dov’è la bomba!? Era qui un attimo fa! – urlò il Babau vedendo che la bomba era sparita (insieme a tutti gli altri pazzi che avevano deciso di scappare prima del disastro, perché erano pazzi ma non idioti… non molto, almeno). Pippo e Paperino stavano giocando a palla con la bomba. – NOOO!!! PAZZI! – strillò il Babau barcollando verso Pippo e Paperino (senza piedi è difficile correre). – Senti chi parla. Passa Pippo! – disse Paperino prendendo la bomba al volo. – Io vi fermerò! – gridò il Babau inseguendo i due animali fino a un baratro (non disegnato, stavolta N.d.A.). – Lancia Paperino! Yuk! Yuk! – esclamò Pippo, che era vicinissimo al baratro, infatti quando Paperino lanciò la bomba al suo amico, questi non riuscì a prenderla, facendola cadere nel profondissimo burrone. – NOOOO!!! LA MIA BOMBA!!! – gridò il Babau tuffandosi nel baratro per riprenderla. Il sacco di insetti rimase sospeso per aria per qualche secondo, giusto il tempo sufficiente per dire: - Sono un cretino. – poi cadde per qualche chilometro. – Mastings, Sora, adesso potete riaprire gli occhi. Siamo tutti vivi. – disse Chairot ingurgitando l’ultimo lecca-lecca che gli era rimasto. Mastings e Sora, che erano pallidi come fantasmi, riaprirono lentamente gli occhi. – Benissimo. Adesso tutti i criminali sono fuggiti, noi siamo qui con un palmo di naso e senza un’informazione in più sugli omicidi. Ma come si fa a non essere ottimisti!? – gridò Sora, da perfetto idiota quale è, è sempre stato e sarà sempre, finchè la morte non lo separi dalla sua idiozia. – Una domanda per l’Autore: ma io ti sto antipatico? – chiese Sora, che non riuscirebbe a fare una domanda sensata neanche se gliela mettessero in bocca. Comunque la risposta è: ma no! Come ti salta in mente! I tuoi pensieri sono offensivi. – Ah, benone. – disse Sora, che non avrebbe riconosciuto del sarcasmo neanche se gli fosse passato davanti tenendo un cartello con su scritto “Sono il sarcasmo, non prendermi sul serio”. – Sbaglia, monsieur Sora. Mademoiselle Naminè ci ha detto che Saix aveva un atteggiamento sospetto, e mentre Pippo e Paperino giocavano e lei e Mastings vi cacavate sotto per la paura io ho visto Saix fuggire su un treno della Darkness Viaggi, diretto alla Città di Halloween. Quella sarà la nostra prossima destinazione. Però prima interrogheremo Krapfen. - disse Chairot, ma Lea intervenne: - Temo che non sarà possibile. Il dottor Von Krapfen è andato via a bordo della sua gummiship insieme al Mega Retino. Diceva che voleva ricatturare i detenuti. – Chairot disse: - Ebbene, non ci resta che andare alla Città di Halloween per chiedere spiegazioni a monsieur Saix. – al nome “Saix” Lea cadde a terra vomitando per qualche oscuro motivo. – Beh, au revoir, mademoiselle Lea. – salutò Chairot uscendo all’aperto attraverso un enorme squarcio in una parete, seguito dai suoi quattro compagni d’avventura.

E così i nostri eroi, a bordo del loro Polonko sincopato, andarono verso la Città di Halloween, giunti ormai a una svolta nel giallo.

 

Fine del capitolo! No, il giallo non finisce qui, illusi. Ho fornito un numero esasperante di indizi (almeno rispetto agli standard), e avete visto in azione l’assassino, quindi sicuramente tutti avete un’idea ben precisa della sua identità (beati voi). Messaggio per i fan del Burattinaio Mascherato: lo rivedremo ancora in questa fan fiction, e forse gli dedicherò una fan fiction tutta SUA. Trattenete il vostro entusiasmo, prego.

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Capitolo 10
*** La Città di Halloween ***


cap9

Ecco il Grillario di questo capitolo, unica fonte di conforto per voi lettori in ansia, pressati dall’enigma del secolo: chi uccide i membri dell’Organizzazione? Ok, ho parlato abbastanza, adesso vi lascio al Grillario di questo capitolo.

Jack Skeletron: il re della Città di Halloween. Si annoia molto, quindi passa il suo tempo tormentando la gente con scherzi stupidi, anche se da qualche tempo ha deciso di infastidire la Città del Natale.

Sally: una deficiente con il cervello di un amblipigio (l’amblipigio esiste davvero) scemo e lobotomizzato. Non ha niente da fare il giorno, se non annunciare cattive notizie e fare l’uccellaccio del malaugurio. Porta una sfiga tremenda.

Babau: tutti lo chiamano Wofwof per qualche oscuro motivo, ma lui preferisce farsi chiamare Saw (troppi film dell’orrore). Ha qualche diabolico piano ai danni dei nostri eroi, ai quali vuole proporre un gioco sadico.

Dottor Finkelstein: l’equivalente Halloweeniano del dottor Von Krapfen, solo che le sue invenzioni in genere causano più danni. In effetti ogni volta che qualcuno va alla Città di Halloween tutti i guai vengono causati da una sua invenzione. Deve essere perché Sally è la sua assistente, e si sa che dove tocca lei… Inoltre è il nonno brutto di Vexen.

Vado: va in giro per la Città di Halloween a rompere i coglioni quasi quanto Jack Skeletron. I suoi compagni di scorribande sono Vedo e Prendo, ma siccome mi stanno antipatici non li metto nel Grillario.

Mary Sue: dopo un capitolo di assenza è tornata a infastidire i nostri eroi, nonché i nostri lettori. (Non è vero, io non infastidisco nessuno, IO. Non come certi nani da giardino… N.d.M.S.)(Mi fischiano le orecchie, Mastings, dimmi un numero… N.d.Chairot)

Xemnas: ebbene sì, il capo dell’Organizzazione XIII è anche qui, solo che non sembra una minaccia stavolta.

Saix: tutti i sospetti sono puntati su di lui, al momento. Ha saltato una seduta col suo psicologo, cosa può averlo spinto a tanto? E soprattutto, quali saranno le conseguenze? Alle pecorelle l’ardua sentenza…

Burattinaio Mascherato: come avrà fatto a tornare? E soprattutto, perché diavolo è dovuto tornare!!? La risposta è una sola: boh?

Voce Fuori Campo: dopo che il Burattinaio è scomparso ha risolto i suoi problemi di stress. Quasi mi dispiace per la sua triste sorte…

Luxord: tornato anche lui dal passato. Sembra che lui e il Babau abbiano qualcosa in comune.

Xigbar: dopo questo capitolo non avrà più molta voglia di ridere…

Capitolo 9: la Città di Halloween

Paragrafo 1. Saw, l’Enigmista.

Chairot si svegliò con due pinze di ferro attaccate al muro che gli tenevano i baffi. Si trovava in una specie di cesso pubblico, tipo quelli degli autogrill, ma molto più grande. – Ehi! Non vedo niente! Potete accendere la luce? – chiese Chairot, e la luce si accese. – Uuuuuuuh… fico… vediamo un po’… spegnete la luce! – ordinò Chairot, e la luce si spense. – Bellissimo! Portatemi dei lecca-lecca! – ordinò Chairot ancora una volta, e i lecca-lecca arrivarono sopra un piatto d’oro, e il detective se li mangiò tutti in una volta. – Ma dico io, è mai possibile ordinare dei lecca-lecca in una situazione del genere!? – gridò Xigbar, il quale era attaccato a un macchinario che gli ficcava un sapone in bocca quando parlava, cosa frustrante per uno come lui. – Ha ragione, monsieur Xigbar. Mangiare in un cesso pubblico è quasi troppo anche per me. – disse Chairot. Xigbar sputacchiò un po’ di sapone e borbottò: - Mi riferivo a quei cosi attaccati ai baffi. – il sapone tornò in azione e impedì a Xigbar di fare qualche battutina offensiva. – Non mi danno fastidio. Sembrano i miei tirabaffi, li uso nella notte per far sì che i miei baffi siano sempre arricciati al punto giusto. – disse Chairot mentre Xigbar si dimenava per evitare il sapone.

Chairot diede un’occhiata in giro e vide chi altri c’era nella stanza. Sora era appeso per i piedi al soffitto, e ridacchiava allegramente esclamando ogni tanto: - Siete tutti a testa in giù! Che ridere! – in un altro angolo c’era la nemesi di Chairot, Mary Sue, attaccata al soffitto per gli stupendi capelli rossi, tendenti al biondo con riflessi castani, e diceva: - Che disastro! Ci vorranno ore per rifare la messa in piega! – Chairot ridacchiò sotto i baffi, poi tornò a guardare le condizioni degli altri ospiti. Xemnas sembrava quello messo meglio, non era neanche legato, ma la sua condizione era pessima poiché in testa aveva un casco da Darth Fener che evidentemente non gli permetteva di vedere, visto che andava a sbattere ad ogni parete, inoltre subiva una tortura indicibile. Indossava una veste da Jedi! Immaginatevi l’umiliazione. Saix era in mezzo a due letti da fachiro, tipo ripieno di un panino, ma ciò nonostante non la smetteva di ridere come (?) un matto vedendo Xemnas in quello stato pietoso che diceva: - Accendete la luce! L’Oscurità mi fa paura! – Luxord era legato davanti a un macchinario che gli sparava dei dadi nell’occhio e bruciava ogni due minuti una delle carte del suo mazzo. Infine, la cosa più sorprendente per Chairot, fu il vedere il Burattinaio Mascherato. Questi era apparentemente libero, ma la verità era drammatica. Sulla testa, proprio davanti al suo ciuffo blu, erano legate un paio di forbici, aperte, come a minacciare di tagliare i suoi capelli. Il manico delle forbici era legato a un filo che passava dietro la schiena del Burattinaio e arrivava fino ai piedi, inoltre aveva le mani legate. Se solo avesse mosso un passo le forbici sarebbero scattate e lui avrebbe dovuto rinunciare al suo ciuffo, cosa inammissibile, ovviamente. – Monsieur Burattinaio! Lei cosa ci fa qui? Non era finito nel Giurassico? – domandò Chairot, sorpreso nel vedere l’ "eroe" lì. – E tu che ci fai qui? – chiese il Burattinaio guardando le forbici preoccupato, stando ben attento a muovere il meno possibile i muscoli della faccia, oltre a quelli di tutto il resto del corpo. – Bella domanda. Se lo stanno chiedendo tutti i lettori, immagino. Facciamo una cosa, mandate un flashback, ma bello lungo, ok? Così noi nel frattempo ci organizziamo per la fuga. – disse Chairot, dall’alto della sua intelligenza.

(FLASHBACK) I nostri eroi sbarcarono alla Città di Halloween dopo un breve viaggio. Appena sbarcati videro uno spilungone scheletrico (AH, AH, AH! CHE RIDERE!) che gridava come un pazzo per spaventare (con scarsissimi risultati, visto che tutti ridevano) i passanti, cioè circa cinque persone. – Questo posto mi ricorda qualcosa. – commentò Sora. – Ma è ovvio, brutto deficiente col cervello di un babbuino ritardato! Ci siamo stati tre volte, e ogni volta che siamo venuti tu ti sei lamentato perché dovevi cambiare l’abito. – disse Paperino, il cui odio verso Sora cresceva di secondo in secondo. – Ma certo! Siamo ad Atlantica! – esclamò Sora. – Pippo, trattienimi se no lo uccido. – mormorò Paperino stringendo con forza il suo scettro magico. – Ma, Paperino, non puoi ucciderlo! È uno scheletro, capisco che è fastidioso, ma è impossibile ucciderlo! – disse Sora, convinto di essere simpatico a tutti mentre tutti volevano soltanto che si togliesse un po’ dalle palle. – Salve ragazzi! Benvenuti alla Città di Halloween! – intervenne Jack Skeletron sorridendo come un ebete, ma il sorriso si trasformò in una smorfia di disgusto quando guardò meglio i visitatori. – Certo che siete veramente brutti. – commentò Jack Skeletron. – Aho! Come ti permetti!? – gridò Mastings agitando il suo cappello furiosamente. – Mastings, calmati, è inutile arrabbiarsi, qui più ti dicono che sei brutto più è un complimento. – lo tranquillizzò Chairot, sorridendo. – Fate davvero schifo! Non ci sono insulti sufficienti per definirvi! – continuò Jack. – Calmo, Mastings, evidentemente ci trova molto affascinanti. Senti come ci insulta? Tutta salute. – disse Chairot sorridendo affabilmente. – Sgorbi! Voi siete angeli caduti dal cielo, solo che nella caduta vi siete davvero ridotti male! – gridò Jack, mentre i cittadini della Città di Halloween (sei persone massimo) si avvicinavano per sentire la causa del chiasso e, guardando i nostri eroi, commentavano con frasi tipo: - Beh, ha ragione però, son proprio brutti. - - Vedi? Tutti ci adorano! Siamo delle celebrità, Mastings. – disse Chairot con un sorriso ancora più largo stampato in faccia. – Dovrebbero rinchiudervi da qualche parte! Siete troppo orribili per girare in città! Mi viene da vomitare solo al pensare a voi! – gridò Jack. – Va bene fare dei complimenti, ma adesso mi sembrate solo dei gran ruffiani! – esclamò Chairot, leggermente infastidito dall’adulazione. – Dei cosi orridi che non meritano di esistere! Bruciamoli sul rogo! Però prima tagliamo quei disgustosi baffetti, non li sopporto più. Troppo arricciati, e poi tu hai quel sorrisetto come se fossi superiore, sei proprio il tipico francese! – la pupilla di Chairot si trasformò in una fessura, gli occhi si iniettarono di sangue, digrignò i denti, il riporto si alzò, i baffetti si arricciarono ancora di più, e in meno di un secondo il detective stava menando botte da orbi a Jack. In poco tempo il cranio di Jack volò via dal corpo. – Cazzo, tosti ‘sti francesi. – commentò la testa di Jack, ringraziando il cielo del fatto di essere volata lontana dal corpo,che invece rimase nelle grinfie di Chairot, che continuò a colpirlo finchè non divenne polvere cosmica.

- Benissimo, adesso che abbiamo eliminato le fonti di disturbo possiamo procedere. – disse Chairot tornando a sorridere affabilmente, come se niente fosse successo. E così i nostri eroi cominciarono ad esplorare la Città di Halloween, alla ricerca di Saix. La città era grande quanto uno sputo. C’era una piazza microscopica, un cimitero (con le bare N.d.A.), più due edifici: la casa di Jack, che però è inaccessibile, e il laboratorio del dottor Finkelstein, dove il dottore stava portando a termine una nuova e mirabolante invenzione perfettamente inutile, anzi dannosa. – Allora, ogni volta che siamo venuti qui siamo andati dal dottor Finkelstein come prima cosa. Giusto per vedere che casini ha combinato in nostra assenza. Poi si vedrà. Gaursch! – disse Pippo avvicinandosi al laboratorio del professore.

- Perfetto, ho creato questo automa gigantesco, l’ho dotato di armi apocalittiche, gli ho fornito conoscenze militari, l’ho dotato di una forza e di una resistenza incredibile, ha una pericolosa autonomia decisionale e uno spaventoso desiderio di sottomettere gli altri! Il mio maggiordomo è perfetto! – gridò il dottor Finkelstein, osservando la sua creatura magnifica, anche se stecchita, per ora. – Diamogli la vita. – disse Finkelstein abbassando una leva, e il mostro, circondato da scariche elettriche, lentamente si alzò. – SÌ!! È VIVO!! FINALMENTE!!! – gridò il dottor Finkelstein, quando la sua assistente, la stupida Sally, disse: - Ce l’avete fatta, dottore! Un successo straordinario! Cosa potrebbe andare storto, stavolta? - - NOOOOOO!!! Non dirlo! – tentò inutilmente di zittirla il professore. – Ma perché? Tutto va a meraviglia! Questo mostro non proverà certo a ribellarsi, non tenterà di distruggere la Città di Halloween tra cinque, quattro, tre, due, uno… adesso. – disse Sally sorridendo, quando il mostro cominciò a sparare a destra e a manca, fracassando tutte le apparecchiature. – Sai, Sally, a volte ho l’impressione che tu porti sfiga. – disse Finkelstein mentre il mostro scappava. – Dottore, ma come le salta in mente? Io, che le sono sempre stata così fedele, e lei mi accusa di portare sfiga? Io voglio solo il suo bene, spero che non le capiti mai niente di male. – la sedia a rotelle impazzì e cominciò ad andare contro il muro a velocità sempre maggiore, con la chiara intenzione di sfondarlo. – IO TI ODIO! – gridava Finkelstein tra un urto e l’altro. – Dottore! Stia attento! Il muro potrebbe rompersi e caderle addosso… ecco, appunto. – aggiunse Sally mentre la parete crollava addosso al professore. – Scusate, possiamo entrare? – chiese Chairot camminando sopra la parete che aveva spiaccicato il dottor Finkelstein. – Ma certo… - mormorò il dottor Finkelstein da sotto la parete. – Ma che bei baffi che avete! – disse Sally. – Questa qui la sta offendendo, Chairot. – osservò Mastings. – Ma no! in questa città le donne quando fanno complimenti sono proprio complimenti, specie se si parla dei baffi di qualcuno. – spiegò Chairot ad un confuso Mastings. – Speriamo che i baffi non si arruffino con questa umidità. – disse Sally, e prontamente i baffi di Chairot si arruffarono come due cespugli. – Oh, mi dispiace. – disse Sally con espressione addolorata. – Non fa niente, lei non poteva saperlo mademoiselle… - disse Chairot. - … Sally! – si presentò Sally e a quel nome scoppiò un temporale, mentre una tromba d’aria si avvicinava alla Città di Halloween. – Io sono Hercule Chairot, detective privato belga, e sottolineo belga, a scanso di equivoci, che potrebbero risultare sgradevoli per tutti. – si presentò Chairot togliendosi il cappello e facendo un piccolo inchino a Sally. – Ma che bei capelli! Se lo immagina se adesso prendessero fuoco!? – chiese Sally ridendo, mentre i capelli di Chairot prendevano fuoco. – Oh, mio Dio! Ci vorrebbe dell’acqua! – la padrona di casa del dottor Finkelstein, che abitava sopra di lui, decise di versare un bel secchio d’acqua sopra la testa di Chairot per farlo tacere. – Oh, no! Lei è tutto bagnato, speriamo solo che… - - ZITTA! NON DICA UNA SOLA PAROLA! – strillò Chairot strizzandosi i baffi. – Chairot, c’è qualcuno sotto la parete. Che faccio, lo tiro fuori? – chiese Mastings. – Va bene, magari ha qualche dolce addosso. Tanto a lui non serve più. – disse Chairot scendendo dalla parete caduta. – Invescie mi sciervono. – borbottò il dottor Finkelstein dopo che Mastings ebbe rimosso la parete. – Grazscie, giovanotto, non riuscivo a spostare quella maledetta parete di cartapescita. - - Era cartapesta? – disse Sally. – Io credevo fosse una tonnellata di mattoni! – il soffitto, che evidentemente non era di cartapesta, crollò addosso al dottor Finkelstein. – Mademoiselle Sally, ho l’impressione che lei porti una sfiga nera. – commentò Chairot. Il dottor Finkelstein strisciò fuori dalle macerie e prese la sua ultima invenzione, il cannone sinaptico (ne aveva venduto uno stock all’Urkham Asylum qualche tempo fa N.d.A.) e si preparò a sparare a Sally, quando arrivò Jack Skeletron a impedire la catastrofe. Per essere precisi, arrivò la testa di Jack Skeletron, saltellando. – Salve a tutti! Non vi faccio paura? Sono un teschio che saltella, non siete terrorizzati? – Jack attese la risposta, guardando i presenti, che trattenevano a stento le risate, vedendo l’irritante scheletro ridotto in quello stato. – Ok, non faccio paura a nessuno. Dottor Finkelstein, le dispiacerebbe fornirmi un corpo nuovo? L’altro ha avuto un piccolo incidente. – spiegò Jack saltellando verso il professore. – Ma certo! Creerò un nuovo corpo per il Re delle Zucchine! – esclamò Finkelstein mettendosi a lavorare. – Sono il Re delle Zucche, chiaro? Non delle zucchine, delle zucche. – fece notare Jack, parecchio infastidito da quel nomignolo che si portava dietro dalle elementari. – Ehi, il re delle zucche è uno… ZUCCONE! Mamma mia che battutona! – Sora cadde a terra, in preda a una crisi di risate causate dalla sua stupenda battuta. – Si sbrighi, dottore. Devo dare una lezione a Sora. – disse Jack guardando Sora con occhi cattivi. – Grazie per l’avvertimento, Jack. Vorrà dire che ne approfitterò per fare una cosa. – disse Sora avvicinandosi alla testa di Jack, che cercava di allontanarsi, con scarsi risultati. – C-cosa? – chiese balbettando Jack. – Questo! – rispose Sora sferrando un calcio alla testa di Jack. – Ahi! Jack, hai la testa dura, mi sono fatto male! – piagnucolò Sora massaggiandosi il piede.

Il professore gridò: - Fatto! Un nuovo e bellissimo corpo! Ed è molto più resistente dell’altro. – Finkelstein prese la testa di Jack e la sollevò per far vedere al re delle zucchine il suo nuovo corpo. – Davvero bello, dottore. Forse per una volta ha fatto un’invenzione non dannosa. – disse Jack osservando il nuovo corpo, molto più robusto del precedente (non che ci volesse molto), inoltre aveva in dotazione alcune bombe, missili, fucili, laser e chi più ne ha più ne metta. – Dottore, con tutte quelle armi se quel corpo perdesse il controllo sarebbe un vero guaio. – disse Sally. – NO! State attenti, il corpo di Jack perderà il controllo da un momento all’altro! – gridò il dottor Finkelstein correndo (si fa per dire) a nascondersi la sua ultimissima invenzione, il Polonko sincoarmato, nuova e terribile arma. – Ma no, non è successo niente. - disse Chairot osservando il nuovo corpo di Jack. – Incredibile! Allora forse Sally non porta sfiga. – commentò il dottor Finkelstein. – Ma è ovvio che non porto sfiga. Come ha potuto pensarlo, dottore? – chiese Sally scandalizzata. – Sally, non dire neanche un’altra parola. È un momento drammatico. – disse Finkelstein prendendo la testa di Jack e posizionandola con cura sul corpo. – Perfetto, adesso bisogna solo collegare la testa di Jack col suo corpo. – disse lo scienziato preparandosi all’ultima fase della ricostruzione del corpo di Jack, quando Sally disse: - È davvero un momento drammatico, il tipico momento in cui può capitare qualcosa di brutto. – Sally finì la frase nell’istante in cui Finkelstein attivò il nuovo corpo di Jack e, com’era prevedibile, questo impazzì. – Sally, stolta creatura! Ti avevo detto di stare zitta! TU PORTI IELLA!! – gridò il dottor Finkelstein mentre Jack (anche se Jack non aveva il controllo sul suo corpo) tentava di spiaccicarlo. – Se io portassi iella accadrebbero numerose catastrofi tutte nello stesso momento. Per esempio, tutte le sue invenzioni potenzialmente pericolose si dovrebbero attivare mentre io parlo, ma questo ovviamente non accad… - tutti gli strumenti del professore si attivarono. Cannoni laser, droidi da guerra , Polonki da battaglia e tante altre invenzioni pericolosissime cominciarono a sparare e a distruggere il laboratorio del dottor Finkelstein, che piangeva disperato sulla sua sedia a rotelle. – Mio Dio! Dottore, le giuro che non sapevo che sarebbe successo! – gridò Sally, quando la sedia a rotelle del dottor Finkelstein partì a razzo, passando dal muro caduto in precedenza. – Dobbiamo inseguire monsieur Jack Skeletron! Dovremo pur interrogare qualcuno, no? – disse Chairot lanciandosi all’inseguimento del re delle zucche, il cui corpo stava distruggendo la città.

Jack urlò: - Allontanatevi! Ha una potenza di fuoco sufficiente a ridurvi ad atomi! – ma Sora, noto per la sua stupidità, corse incontro a Jack, il cui corpo stava mirando l’Eroe del Keyblade con uno dei suoi tanti cannoni, quando avvenne qualcosa di inaspettato. Un oggetto volante non identificato arrivò a tutta velocità verso i nostri eroi, i quali evitarono di scontrarsi con questi abbassandosi rapidamente (tranne Chairot che era già abbastanza basso), così il misterioso mezzo volante urtò il corpo di Jack con violenza inaudita, distruggendo quella minaccia. – Secondo voi cos’era quello? – chiese Mastings. – Non ne ho idea. Sarebbe meglio indagare. – disse Paperino, ma Chairot obiettò: - Tanto l’Autore lo spiegherà. Non lascia mai niente al caso, quindi vediamo di trovare la testa di monsieur Skeletron. Ammesso che sia ancora intera. – e così dicendo il detective si mise a cercare la testa del re delle zucche vicino a quei frammenti di corpo, imitato dagli altri compagni d’avventura. Dopo un poco Sora gridò, tenendo una specie di palla bianca alta sopra la testa: - L’ho trovata! Ecco la sua testa! – Chairot osservò meglio la cosa che Sora aveva trovato, poi disse: - Guarda che quello è un uovo. – Sora stava per buttare via l’uovo, quando questi urlò: - Non sono un uovo! Sono la testa che stavate cercando, idioti! – Chairot sorrise, poi bisbigliò all’orecchio di Mastings: - Riprende a farci complimenti. – poi prese la testa di Jack dalle mani di Sora e chiese: - Monsieur Skeletron, vorrei sapere se conosce l’Organizzazione XIII. – Jack domandò: - Mmm… intende dei tizi che indossano dei soprabiti neri, in genere seguiti da alcuni cosi bianchi che ridono degli Heartless? – Chairot rispose: - Sono proprio loro. - - Mai visti. – disse Jack. – Ha visto per caso qualcosa di strano? Oltre a me e ai miei compagni d’avventura. – aggiunse poi Chairot. – Beh, ci sono sempre degli Heartless in giro, la differenza è che indossano degli orridi vestiti rosa. – rispose Jack. – Dove ci sono Heartless coi vestiti rosa c’è sempre Mary Sue, e dove c’è lei ci sono sempre molti problemi. – disse Chairot accarezzandosi i baffetti. – E dove ci sono Heartless ci sono cuori, e dove ci sono cuori c’è l’Organizzazione XIII! – concluse Sora prendendo il suo Keyblade. – E dove ci sono membri dell’Organizzazione c’è l’assassino, pronto a uccidere quei poveracci ignari e indifesi. – continuò Chairot. – Jack, dove hai visto gli Heartless? – chiese Pippo, deciso a prendere in mano la situazione. – Indovinate un po’. Nella tana del Babau. – rispose Jack. Chairot si accarezzò i baffetti con aria pensosa, poi disse: - C’è qualcosa che non va. Cosa ci fa qui Mary Sue? Qual è il ruolo del Babau in questa faccenda? – Sora, noto per le sue idee brillanti, intervenne: - Andiamo alla tana del Babau, ammazziamo qualche Heartless, uccidiamo Saix e… - - Lei sta parlando di uccidere i miei protetti!? Monsieur Sora, comincio a sospettare che sia lei l’assassino! – esclamò Chairot irato. – Ok, ok, va bene. Se vuole ammazziamo i Nobody. Certo sono più forti degli Heartless, però se incontriamo gli Eterei e i Simili allora… - disse Sora, quando Chairot urlò: - EUREKA! – Mastings chiese: - Cosa le succede, Chairot? – Chairot disse: - Che stupido! Come ho fatto a non pensarci prima? Presto, dobbiamo correre alla tana del Babau! – e così dicendo mollò la testa di Jack, che cadde a terra gridando: - Fermi! Non conoscete la strada! – Sora calpestò la testa di Jack dicendo: - Ci siamo già stati, non abbiamo bisogno dell’aiuto di un imbecille senza corpo. Sei un… NO… BODY! WAHAHAHA!!! – Sora cadde addosso a Jack per le risate, mentre gli altri correvano alla tana del Babau.

- Guardate! – disse Mastings indicando un deltaplano verde sul quale spiccavano le lettere "BM". – BM… sono le iniziali del Burattinaio Mascherato… - commentò Chairot. – Ci penseremo dopo, adesso dobbiamo interrogare monsieur Wofwof…SDENG! – qualcuno tramortì Chairot con un colpo di padella, ma il detective riuscì a vedere i suoi amici (i bomboloni) e gli altri compagni portati via da un enorme sacco di patate che camminava e si lasciava dietro una scia di insetti, poi venne trasportato anche lui. (FINE FLASHBACK)

Paragrafo 2. La soluzione dell’enigma.

- E questo è quello che è successo, Burattinaio. Ma lei lo sapeva, era ai lettori che dovevamo spiegarlo. – concluse Chairot, mentre il Burattinaio stava fermo immobile, per evitare il taglio del ciuffo. – Imbecilli! Volete…BLUB, BLUB…antarla di parlare!? Trovate un modo per…ARGH! SPLUT! BLUB!… liberarmi! – gridava Xigbar mentre il sapone gli sciacquava la bocca. A un certo punto una voce intervenne, una voce che veniva dal nulla, una voce macabra e misteriosa, la voce del cattivo, è chiaro: - Siete stati portati qui perché non avevo niente di meglio da fare. Voi non mi conoscete, ma io conosco benissimo voi e… - - Ma cosa dici!? Tu sei il Wofwof! – disse Sora, che, per una volta, aveva ragione. – E va bene, forse mi avete sentito nominare, ma ho cambiato identità. Adesso sono… - voce estremamente macabra. - … Saw! L’Enigmista. – disse Saw. – Oui, va bene. Adesso, monsieur Saw, le dispiacerebbe lasciarci andare? – chiese Chairot. – Non ho intenzione di lasciarvi liberi, voglio proporvi un bel giochetto sadico per riempire questo capitolo altrimenti vuoto. – disse Saw. – Parla, malvagio essere. – disse il Burattinaio, stando però bene attento a non muoversi di un millimetro. – Voi siete prigionieri in questo cesso pubblico, nel quale si diffonde lentamente un gas letale. Estratto di peto di Sgarfabullo. Ben presto morirete tutti. – spiegò la misteriosa voce di Saw. – Inoltre, ho qualcosa in ostaggio… - una parete si spostò, rivelando un’enorme vasca di acido, sulla quale erano sospesi i cinque ostaggi. – Il primo ostaggio è un omaccione intelligente quanto un verme un po’ scemo! Signori, un bell’applauso per il signooooooooooor… MASTINGS! – una luce illuminò il primo ostaggio. – Ah, va beh, è solo Mastings. – commentò Chairot, quando una luce illuminò il secondo ostaggio. – N-no… non è possibile… - mormorò Chairot in preda al panico. – Esatto! Ho preso i tuoi bomboloni alla crema! – esclamò il Babau mentre Chairot scoppiava a piangere. – Fate un bell’applauso agli altri ostaggi. Signori e signore… - Mary Sue fece uno sguardo feroce. - … volevo dire, signori e signorina, un bell’applauso per i signori… i cosi, diciamo, Paperino e Pippooooo! – una luce illuminò gli ostaggi in questione, sospesi come gli altri ostaggi sull’enorme vasca di acido. – Uuuuuh! Bravi! Paperino, Pippo, siete molto coraggiosi! È un nuovo sport estremo? Stare sospesi su una vasca di acido. Voglio provarci. – disse Sora, arguto come sempre. – Non so se hai notato la tua scomoda situazione, Sora. – disse Saw. – Io così sto comodissimo. Sembrano tutti a testa in giù! – esclamò Sora ridacchiando. – Va bene, ci rinuncio. Questo ostaggio è un altro energumeno intelligente quanto una vongola, è fortissimo ma fa tutto quello che gli dice un assurdo nanetto vestito da supereroe. – annunciò Saw. – Un bell’applauso per l’Eroe del Silenzio! – una luce illuminò l’Eroe del Silenzio, che piangeva disperato sospeso sulla sua corda, la quale non sembrava in grado di reggere il suo peso ancora per molto. – E ora l’ultimo ma non meno importante. È un ciccione, ha un passato da professore, un presente da mitomane e nessun futuro. Noto per le sue opere di beneficenza, premiato più volte col premio di "Persona più buona dell’anno", in esclusiva il signor Ciccio u’Bombularoooooo! – annunciò Saw, mentre una luce illuminava l’ultimo ostaggio. – Le corde che li tengono sospesi sull’acido si consumano poco a poco. Entro dieci minuti il primo ostaggio cadrà, poi il secondo, il terzo e così via. – spiegò Saw. – Voi li volete salvare a tutti i costi, vero? – i nostri eroi cominciarono a fischiettare con noncuranza, tutti tranne Chairot, che guardava con aria preoccupata i suoi bomboloni. – Facciamo finta che voi abbiate urlato "Sìììì! Dicci come salvarli, teniamo troppo a loro!", così vi posso dire che per salvarli dovrete per prima cosa liberarvi. Come fare? Boh, non lo so neanche io, evidentemente le mie torture sono troppo complicate persino per me. – disse Saw. – Benissimo. Il gas si diffonde in questa stanza dalla quale non ci possiamo muovere e cinque cose a noi più o meno care sono sospese su una vasca di acido, e cadranno una ad una! Ma come si fa a non essere ottimisti!? – gridò Sora istericamente, ma Chairot lo tranquillizzò dicendo: - Monsieur Sora, non vede che monsieur Xemnas e monsieur Burattinaio sono più o meno liberi di agire? Saranno loro a salvarci. – il Burattinaio gridò: - MAI! Se io muovo un solo passo il mio bellissimo ciuffo verrà tagliato! Non può chiedermi di fare questo! - - Ma in fondo è solo un ciuffo di capelli! Può ricrescere! – esclamò Chairot. – Io non mi muovo di un millimetro! Però… - il Burattinaio Mascherato esitò. – Però? – chiese Chairot. – Però io ho un potere che fa al caso nostro. Io posso creare fino a sei copie di me stesso che provvederanno a liberarci! – esclamò il Burattinaio concentrando poi le sue forze, finchè non riuscì a creare altri sei Burattinai Mascherati. Il piano sembrava perfetto, l’unico problema era che tutte le copie erano legate come il Burattinaio. – Maledizione! Adesso siamo bloccati insieme a sei Burattinai Mascherati! Tra l’altro quel ciuffo è orribile, il suo alito è peggiore di quello di uno Sgarfabullo, i suoi piedi sono troppo grandi per quel corpo microscopico e la sua faccia sembra un quadro cubista! – gridò Xigbar, e avrebbe continuato ancora per molto se la terribile tortura di Saw non gli avesse infilato in bocca il sapone, strofinando energicamente. – Ho io un’idea! – esclamò Mary Sue improvvisamente. – Chiamerò gli Heartless! – disse, poi fece un fischio e dieci Soldati apparvero, vestiti con le solite gonnelline rosa e delle scarpe coi tacchi a spillo. – Benissimo, adesso liberatemi. – ordinò Mary Sue ai tristi Heartless, quando Saix intervenne: - Liberate me, e prometto che vi darò dei vestiti decenti. – gli Heartless corsero a liberare Saix. – Ma voi da che parte state? – chiese Sora senza smettere di ridacchiare per la curiosa posizione in cui si trovava. – Gli Heartless si alleeranno con chiunque sia più comprensivo verso i loro confronti. – spiegò Saix, impassibile come sempre, poi si mise a dare croccantini ai Soldati, i quali lo guardavano storto. – Benissimo, adesso posso andarmene. – disse Saix allontanandosi dal bagno pubblico. – Si fermi, monsieur Saix! Le devo fare qualche domanda. – disse Chairot, ma Saix si era già allontanato. - Almeno non si chiuda la porta alle spalle... - SLAM - ... Come non detto... - Concluse il detective. – Non c’è modo di fuggire! – gridò il Burattinaio. "Il Burattinaio Mascherato si arrende questa volta? Non è in grado di salvare la sua vita e quella delle altre vittime di Saw? Lo sapremo tra pochissimo! Sempre qui, con le Avventure del Burattinaio Mascherato e dell’Eroe del Silenzio! Tatatananàà! "Sono invincibile!" – Misteriosa Voce Fuori Campo! Capiti a proposito! – esclamò il Burattinaio. – Qui sei l’unica, o l’unico? Boh, lasciamo perdere. Tu non sei legato. Avanti, liberaci! – intimò l’eroe. "Ma come!? Tu sei l’eroe! Non ci penso nemmeno! Come godo…" disse Voce Fuori Campo. – Ma, mademoiselle… monsieur… insomma! Voce Fuori Campo, se tu aiutassi monsieur Burattinaio diventeresti famosa, vorranno intervistarti, ti inviteranno nei programmi televisivi, e tu riceverai un mucchio di soldi, con i quali potrai comprare una casa tua! Non dovrai più fare la voce narrante di questo supereroe da strapazzo. – disse Chairot, come se il Burattinaio non fosse stato presente. "Beh, se la metti in questi termini… forse… beh, magari potrei farci un pensierino…" disse Voce Fuori Campo, quando il Burattinaio Mascherato intervenne: - Non ho bisogno dell’aiuto di una stupida voce narrante per salvarmi! – poi mise la mani tra le forbici e mosse un passo in avanti. Le forbici scattarono sulla corda che teneva ferme le mani del supereroe, senza fare alcun danno al suo ciuffo. – Perché non l’hai fatto prima, brutto imbecille nano! Mi aspettavo che almeno il tuo cervello compensasse la tua altezza, evidentemente mi sbagliavo! – disse Xigbar, gentile come sempre. – Furfante! Offendi il mio onore di paladino della Pace, della Libertà e della Democrazia Americana! Per questo ti lascerò lì a marcire. – disse il Burattinaio additando Xigbar. – Monsieur Burattinaio, non vorrà lasciarci qua? – disse Chairot. – Ma certo che no, brutto fellone. Libererò tutti voi. Compreso il tizio col casco da Darth Fener. – rispose il Burattinaio, quando Xemnas disse: - Non ho bisogno del vostro aiuto! Voi non conoscete l’immenso potere del Lato Oscuro! State a vedere. – Xemnas si concentrò, cercando di liberarsi con l’aiuto della Forza. A un certo punto Xemnas prese le sue spade laser e cominciò a usarle per distruggere il casco da Darth Fener. Inutile dire che questo secondo metodo si rivelò più efficace, infatti dopo a malapena due colpi Xemnas era libero. – Ehehe… visto? La Forza è potente in me… ehi! Ma questo è… no… sto indossando… sto indossando una veste da Jedi! AAAAAARGH! – e scappò via urlando. Il Burattinaio Mascherato liberò tutti gli altri, poi disse, con la sua solita voce eroica: - State dietro di me! Apro io la porta, se c’è qualcosa di pericoloso vi difenderò io, brutti ribaldi. – e così dicendo si avvicino alla porta, ma quando si preparò ad aprirla cadde a terra, come in preda a una crisi epilettica. – Burattinaio! Cosa succede!? – chiese Mary Sue, allarmata per la sorte del supereroe. – Mademoiselle Mary Sue! Credevo che lei fosse innamorata di Sora! – esclamò Chairot scandalizzato. – Beh, certo, ma anche il supereroe in calzamaglia ha un certo fascino. – mormorò Mary Sue con voce sensuale accarezzando il Burattinaio che non la smetteva di contorcersi. – La… la m-maniglia… è… è in… Sgarfabullonyte… verde… è letale per me… - mormorò il Burattinaio indicando la maniglia della porta, la quale era di un verde acceso. – C’è solo una soluzione. – sentenziò Sora prendendo il suo Keyblade. – Dobbiamo distruggere la Sgarfabullonyte. – e si preparava a distruggere la porta, quando qualcuno disse: - Non potete. Quella porta è fatta di un materiale indistruttibile, che va oltre la mia comprensione e la vostra. Non potete fare proprio niente, se non rassegnarvi. - - Ma lei chi è? – chiese Chairot voltandosi verso l’uomo nell’ombra. – Io sono… DiZ. – rispose questi venendo alla luce.

 

Saix gironzolava allegramente per la tana del Babau, con gli Heartless e i Nobody al seguito. Ora che nessuno lo vedeva, Saix saltellava ridacchiando e canticchiando: - "…Casca la Terra, tutti giù per terra! Tutti giù per terra!" – e gli Heartless nel frattempo si domandavano perché non avevano padroni seri, come era il vecchio Ansem. – Uh? Perché non entriamo qui dentro, ragazzi? – domandò Saix sorridendo affabilmente, mentre leggeva il cartello sulla porta della stanza in cui voleva entrare. Il cartello diceva: "Stanza fatta apposta per Saix", cosa che fece preoccupare non poco gli Heartless. – Su, non abbiate paura. È fatta apposta per me, non ci sono pericoli. – li rassicurò Saix, senza smettere di sorridere. Il capo dei Soldati si fece timidamente avanti e bisbigliò qualcosa all’orecchio di Saix, che mutò immediatamente espressione. La cicatrice si allargò, i capelli si arruffarono, tipo gatto, poi Saix prese la sua mazza e cominciò a menare botte in testa agli Heartless, mentre i Simili sghignazzavano come matti. –FACCIAMO-UN-PAZZO-ALLA-VOLTA! – gridava Saix mentre massacrava gli Heartless.

Quando anche l’ultimo Heartless cadde a terra più vivo che morto, Saix ritornò a sorridere e disse: - Adesso entriamo. – aprì la porta ed entrò nella stanza "fatta apposta per lui".

La stanza era buia, non si poteva vedere niente. Saix fece qualche passo avanti, quando la porta si chiuse di scatto. – Ma cosa?… - Saix non fece in tempo a finire la frase, perché stava accadendo qualcosa di inaspettato e terribile. Le pareti non erano pareti, erano televisori. Centinaia di televisori, e si accesero tutti insieme. Saix prese i suoi occhiali da vista, che teneva sempre ben nascosti sotto la veste, per vedere ciò che i televisori trasmettevano. Grosso errore. – "Tanto tempo fa, in una Galassia lontana lontana…" no… no, no, no… - Saix corse verso la porta urlando: - FATEMI USCIRE! VI PREGO! – Saix si voltò a guardare gli schermi. "Star Wars. Episodio III. La vendetta dei Sith". – NOOOOOOOOOOOO!!! – gridò Saix mentre il film iniziava.

- Cos’è stato quell’urlo lacerante? – domandò Chairot, senza sapere che era Saix che si godeva Star Wars. – Uno dei vostri amici sta morendo. Morirete tutti. – disse Saw, poi cominciò a sghignazzare come un ebete. – Allora devo sbrigarmi a interrogare monsieur DiZ. Domanda numero 1: cosa vuol dire Darkness in Zero? Se lo chiedono tutti da sempre. – disse Chairot rivolto a DiZ. – Beh, è ovvio. Darkness in Zero vuol dire… beh… insomma… è chiaro che… scusate, perché tormentate me e non tormentate Xemnas!? A lui lo avete chiesto cosa significa: "Non più eterno di quella tua radiosità"? – disse DiZ, innervosito da quella domanda. – Très bien, monsieur DiZ. Lei conosce l’Organizzazione XIII? – domandò Chairot. – Certo. È ovvio. Sei di loro sono i miei apprendisti. – rispose DiZ. – Ah, davvero? Interessante… mi dica, perché lei non è nell’Organizzazione allora? Dovrebbe esserne il capo, se ci sono sei suoi apprendisti. – disse Chairot. – Purtroppo il mio apprendista migliore, Xehanort, mi ha buttato via come una pezza vecchia. In seguito ha formato l’Organizzazione XIII. – disse DiZ. – E pensare che avevo pure appeso un suo ritratto nel mio ufficio. – aggiunse poi. – Lei vorrebbe vendicarsi dei suoi apprendisti? – chiese Chairot. – Certo! – rispose DiZ. – Però tre di loro sono già morti. Vexen, Lexaeus e il povero Zexion. – il Burattinaio Mascherato si mise a fischiettare con aria innocente, poi si ricordò che c’era la Sgarfabullonyte e ricadde a terra in preda alle convulsioni, e Mary Sue ricominciò a coccolarlo. – Monsieur DiZ, lei conosce qualcuno che avrebbe avuto un movente per uccidere i membri dell’Organizzazione? – chiese Chairot. – Per quanto mi riguarda è stato Axel. – rispose DiZ. – Cosa glielo fa pensare? – domandò Chairot. – Ebbene, sono praticamente certo di aver visto Axel ammazzare Vexen, ma non ne sono sicuro perché Riku mi chiamava, chiedendomi chi ero e quindi mi sono distratto. – spiegò DiZ. – Vede, io ero al Castello dell’Oblio quando Vexen, Lexaeus, Zexion… - il Burattinaio Mascherato tossicchiò. - … Marluxia e Larxen sono stati uccisi. – Chairot domandò: - Era presente quando qualche altro membro è morto? - - Beh, io tenevo d’occhio Riku, che ha combattuto con Lexaeus e Zexion. Ricordo che Lexaeus, quando Riku lo sconfisse, si congedò dicendo: "Era meglio morire in duello, piuttosto che fare quello che dovrò fare" poi borbottò altre cose come "maschera" e "pigiamone" e "monopattino". – disse DiZ. – Quindi, stando alla sua testimonianza, Lexaeus non sarebbe morto in quel duello. Eppure secondo monsieur Saix è morto. Hanno trovato il cadavere. – disse Chairot. Luxord domandò, bisbigliando nell’orecchio di Chairot: - Chi glielo ha detto che abbiamo trovato i cadaveri? - - Correzione in corsa da parte dell’Autore. – rispose Chairot con noncuranza. DiZ proseguì col suo racconto: - Riku affrontò Zexion, e ovviamente ebbe la meglio. Chi avrebbe mai potuto perdere contro quel nanetto dal ciuffo assurdo, senza arma e con dei piedoni ridicoli. Inoltre è l’unico che non ha doppiatore. Tutti gli altri hanno un doppiatore, anche se alcuni ce l’hanno solo nelle battaglie, lui niente. – il Burattinaio riuscì miracolosamente ad alzarsi poi protestò: - Non è vero! Scommetto che questo Zexion era un vero genio! E poi il doppiatore nel remake di Chain Of Memories glielo daranno. – DiZ lo ignorò. – Insomma, poi Zexion ha incontrato Axel e Riku Replica, e quest’ultimo l’ha ammazzato. – Chairot domandò: - Chi è Riku Replica? – DiZ rispose: - Riku Replica era un clone di Riku. L’aveva creato Vexen; era bravissimo a clonare la gente, sapete? – Chairot disse: - Ebbene, Riku Replica ha ammazzato Zexion davanti ad Axel? - - Sotto suo ordine, però Axel se ne andò prima che Riku Replica uccidesse il mio apprendista. – spiegò DiZ. – È successo qualcosa dopo che Axel se ne andasse? – domandò Chairot, e DiZ rispose: - Zexion ha detto qualcosa a Riku Replica sotto voce, non ho sentito, anche perché Riku e Re Topolino mi tormentavano con le loro assurde domande. Non ho mica tutte le risposte, manco fossi Ansem il Saggio! – Chairot si lisciava i baffetti, poi chiese: - Tutto questo è accaduto nel Castello dell’Oblio? – DiZ annuì. – Forse in questo castello troveremo degli indizi importanti… dove si trova? – chiese Chairot. – Vicino a Crepuscopoli, se volete quando usciamo di qua vi ci porto. – disse DiZ. – Ma come facciamo a uscire? – domandò Sora, che per la prima volta aveva fatto una domanda intelligente. – Con la mia ultima invenzione! – rispose DiZ prendendo una boccia per pesci rossi alla quale aveva attaccato una pistola ad acqua, poi la puntò verso la porta e disse: - La ridurrò a dati! – e cominciò a spruzzare l’acqua addosso alla porta.

- È inutile, tra un minuto Ciccio u’Bombularo cadrà nell’acido, seguito dall’Eroe del Silenzio e… - esordì Saw, quando l’Eroe del Silenzio cadde nell’acido. – Oh… forse quella corda non era ben fissata… - borbottò Saw. – Oh, no! L’Eroe del Silenzio è morto! – gridò Sora, quando Luxord intervenne, prendendo il suo Mega Orologione del Tempo. – Tranquilli! Io che controllo le ore, i minuti, i secondi, i decimi di secondo eccetera, farò tornare indietro il tempo, così potremo salvare l’Eroe del Silenzio. – disse Luxord preparandosi a far tornare indietro il tempo, quando una parete gli crollò addosso, impedendogli di usare i suoi mistici poteri. – Come faremo adesso? – chiese Mary Sue, quando DiZ urlò: - CE L’HO FATTA! … Uffa, sono riuscito a ridurre a dati solo la maniglia. – borbottò poi, mentre il Burattinaio si rialzava. – Burattinaio! – esclamò Mary Sue, felicissima di vedere il Burattinaio di nuovo in piedi, pronto a combattere contro le forze del male solo per farla contenta, perché il Burattinaio, come tutti quanti, era rimasto ammaliato dalla bellezza di Mary Sue. – Salverò io l’Eroe del Silenzio! – annunciò il Burattinaio, ma Xemnas, che era appena tornato dal suo giretto turistico nella tana del Babau, intervenne: - Qui non ci sono né gummiship né Polonki sincopati con i quali puoi far tornare indietro il tempo, ma c’è un modo per salvare l’Eroe del Silenzio. – Chairot, che si sentiva trascurato, chiese: - E come? Non è possibile salvare le persone dalla morte. – il Burattinaio chiese: - È possibile ottenere questo potere? - - Non da un Jedi. – rispose Xemnas, poi gongolò: - Che bello! Non c’è Saix a sgridarmi! – Mary Sue intervenne: - Ma vi siete scordati che io sono Mary Sue!? Io ho la magia Areiz! – Chairot obiettò: - A Kingdom Hearts non esiste la magia Areiz. - - Brutto nanetto pignolo! Io sono Mary Sue! I miei poteri sono straordinari, capito!? – subito dopo Mary Sue gridò: - AREIZ! – e l’Eroe del Silenzio spuntò dalla vasca di acido, libero e felice.

Intanto Saix si godeva Star Wars per la seconda volta, quando Saw gli disse: - Vorresti uscire da questo incubo, Saix? Ebbene, c’è un passaggio tra gli schermi, e si aprirà adesso, ma rimarrà aperto per poco, perché si richiuderà tra poco, anzi, si è già aperta, ma mentre mi ascolti è passato un po’ di tempo. E ancora, e ancora, e ancora, e… - Saix corse verso il passaggio, che era già mezzo chiuso. Saix si mise a correre attraverso il passaggio, poi chiamò gli Heartless e i Nobody. – Cominciate a spingere le pareti. Bravi, così! – ordinò Saix allegramente, mentre i Nobody e gli Heartless si sforzavano di tenere aperto il passaggio.

Mary Sue, vedendo che a Ciccio u’Bombularo non restava molto tempo, quindi usò i suoi immensi poteri per far levitare l’ex-professore lontano dalla vasca di acido. – Avete salvato due ostaggi, ma Mastings, Paperino, Pippo e i bomboloni alla crema di Chairot sono ancora lì. – disse Saw, crudele come sempre. – Sora nel frattempo girava per il cesso pubblico aprendo dei cofani pieni di tesori (chissà che ci facevano là), poi, vedendo che Paperino e Pippo sarebbero caduti da un momento all’altro, disse: - Li salvo io che posso volare! – e così dicendo saltò e volò verso Paperino e Pippo, che sarebbero caduti da un momento all’altro. Come al solito Chairot approfittò della situazione e balzò sulla schiena di Sora; gli tirò i capelli come fossero un manubrio e Sora fu costretto a planare verso gli ostaggi che Chairot voleva salvare: i bomboloni. Chairot fu rapidissimo: appena lui e Sora passarono davanti a Mastings il detective tagliò la corda che lo legava e l’omaccione deficiente riuscì ad aggrapparsi a una gamba di Sora. Chairot prese al volo i bomboloni, poi disse: - Sora, dirigiti verso Pippo e Paperino! – e Sora obbedì prontamente. Chairot salvò i due animali antropomorfi e li fece salire sulla schiena di Sora, che doveva sopportare il peso non indifferente di Chairot, Mastings, Pippo, Paperino e i bomboloni alla crema.

- Bravi. – disse Saw. – Però non è ancora finita. Siete bloccati qui dentro. Dovevate scappare subito, come ha fatto Saix, adesso tutte le porte sono bloccate, e l’estratto di peto di Sgarfabullo si diffonde. Tra poco morirete tutti. – in effetti i nostri eroi cominciavano a sentire quell’odore nauseabondo. – Tranquilli! Ho quasi ridotto a dati questa porta! Tra poco usciremo. – disse DiZ, senza smettere di tenere quella boccia per pesci rossi che era la sua invenzione portentosa. – A proposito. – aggiunse DiZ rivolto a Chairot. – Ecco un’altra agenda di Ansem e una portentosa Fusione. – in quel momento apparve una scritta: "Ottenuto Agenda di Ansem 2" poi un’altra scritta: "Ottenuto Fusione Ciambella. Grazie all’aiuto di Sora Chairot può usare due Keyblade, le sue doti investigative aumentano di cinque punti. Consumo: tre barre turbo".

- Ehi! Ma così sembra quasi che sia Chairot il protagonista! – protestò Sora, che non aveva ancora capito di non essere il protagonista in questa fan fiction.

Chairot prese in mano la situazione. – Si sposti, monsieur DiZ. Userò la Fusione Ciambella! – Sora provò a protestare, ma Chairot aveva deciso, così Sora sparì dalla scena, e Chairot sfoggiò il suo vestito in Fusione. Era uguale a quello che aveva prima, solo che questo era bianco invece che nero. – Scansatevi. – disse Chairot usando i due Keyblade (il Paradiso delle Yaoi e la Testa di Ciambella) per sfondare la porta. – Presto, fuggiamo da questo luogo di perdizione! – gridò il Burattinaio Mascherato uscendo dal cesso pubblico. – Ma qui ci sono molti cofani! Li devo aprire tutti! – protestò Sora, ma tutti gli altri erano già andati avanti, ma accadde qualcosa di assolutamente inaspettato. Un "misterioso" sacco grigio che perdeva insetti da tutte le parti piombò addosso ai nostri eroi, che caddero a terra svenuti.

Chairot fu il primo a svegliarsi, e quando ciò accadde vide che la sua gamba era legata con una catena, come tutti gli altri, che si svegliarono poco dopo. – Ben svegliati. – li salutò Saw. – Monsieur Wofwof! Ci liberi immediatamente! – ordinò Chairot. – Ho già detto e ripetuto che il mio nome è Saw. – disse il Babau. – Ebbene, volete finire il gioco? Ecco qua. Voi siete legati con delle catene. Per salvarvi dovrete prima rompere le catene. – disse Saw, mentre Saix cercava inutilmente di rompere la sua catena mordendola. – Vi serve una sega, è chiaro. – continuò Saw. - O una buona conoscenza del Lato Oscuro della Forza. – osservò Xemnas. – Neanche quella! – lo zittì Saw. – Tu sottovaluti il mio potere… - borbottò Xemnas, mentre Saix cercava inutilmente di avvicinarsi a lui per ucciderlo. – Voi non avete le seghe, però avete il materiale per costruirle. – Sora urlò, al colmo della disperazione: - Noooo! Io non so farmi le seghe! Non ho mai fatto una sega in vita mia! Riku era bravo, ricordo che quando dovevamo costruire la zattera, siccome voleva aiutare, ha fatto molte seghe. Infatti abbiamo costruito la zattera in poco tempo. – tutti quanti guardarono male Sora, che pensò bene di tacere.

- Ma quando sarete liberi? – continuò Saw. – Siete comunque prigionieri, perché la porta che dà all’esterno è chiusa. Serve la chiave, ma dov’è la chiave? – Chairot rispose: - Se non lo sai tu che sei il cattivo sadico. – Saw cominciava a spazientirsi. – La chiave è in una cassa di piombo, chiusa anch’essa a chiave. Ma dov’è la chiave della cassa di piombo? - - Non lo so, ma qualcosa mi dice che stai per dircelo. – disse Chairot. – Esatto. La cassa di piombo è vicina a voi, ma la chiave è sepolta al centro di un isolotto artificiale… ma… - - … ma dov’è l’isolotto artificiale? Sì, abbiamo capito. – disse Mary Sue, che, come Chairot, non prendeva molto sul serio Saw. – Si trova al centro di un lago artificiale infestato da squali e piranha che non mangiano da dieci giorni. Ma dov’è questo lago artificiale? – ormai tutti ignoravano Saw: Pippo e Paperino giocavano a poker con Luxord, e discorrevano del fatto che a Luxord piaceva molto il modo di fare di Saw e la sua passione per carte e gioco d’azzardo. Saix sembrava gatto Silvestro mentre escogita un piano ai danni di Titti, e Xemnas lo guardava timoroso. Ciccio u’Bombularo complottava insieme a Mary Sue contro Chairot, Sora stava pensando a qualche battuta spiritosa da fare, una di quelle battute che facevano sempre ridere tutti, Chairot mangiava i bomboloni, il Burattinaio Mascherato stava escogitando un modo per salvare tutto e tutti, l’Eroe del Silenzio mormorava frasi senza senso tra sé e sé, Mastings dormiva della grossa, in fondo in tutto il capitolo non aveva fatto niente, e Xigbar… Xigbar era sparito da un po’, in effetti. Nessuno l’aveva visto da quando erano stati catturati una seconda volta. – Il lago artificiale è in fondo a questa stanza, ma in mezzo c’è una vasca piena di acido ricavato dalla saliva degli Sgarfabulli. Sta a voi riuscire nell’impresa. –

I nostri eroi si misero a confabulare tra loro per decidere chi dovesse compiere quell’impresa. – Sentite, è impossibile attraversare la vasca di acido, perciò prenderò io la chiave usando i miei poteri telecinetici. – disse il Burattinaio, eroico come sempre. Il Burattinaio concentrò i suoi poteri, e in effetti sull’isolotto si vedeva un po’ di movimento, segno che il piano del supereroe stava funzionando. Xemnas commentò con un: - La Forza è potente in quel ragazzo. Il lato oscuro avverto in lui. – Saix intanto ringhiava.

Dopo un quarto d’ora passato tentando di muovere la cassa, il Burattinaio disse: - Non ce la faccio. – l’Eroe del Silenzio intervenne, come al solito parlava poco, ma diceva sempre cose intelligenti: - Io direi di tagliare una gamba al Burattinaio, così è libero e può usare quella barchetta che vedo laggiù per oltrepassare la vasca di acido. Credo sia fatta apposta. Poi per oltrepassare il lago infestato da squali e piranha può usare quella barchetta di legno sotto la quale sono appesi dei pezzi di carne. Non corre alcun rischio. – il Burattinaio esclamò: - Aspettate! Io ho un altro potere! Ho il potere di manipolare le persone con le mie illusioni! – il Burattinaio cominciò a gesticolare con le mani, abbandonò la sua voce eroica per una voce bassa e carica di mistico potere, tipo quella di Luxord: - Andate voi… andate vooooooi… aaaaandaateeee vooooi… - diceva, mentr etutti lo guardavano come se fosse (?) pazzo. – Va bene. – annunciò Mary Sue. – Ci vado io. Anzi, ci vanno gli Heartless. – gli Heartless, infelici come sempre, comparvero, pronti ad eseguire gli ordini della loro padrona, quando Saix disse: - No! Ubbidite a me che sono più fico, potente, cattivo e intelligente. – Mary Sue borbottò: - Non credo proprio che tu sia più fico di me. – gli Heartless ovviamente andarono da Saix, pronti a liberarlo. – Non è giusto! Quel Saix mi ruba tutti gli Heartless! – protestò Mary Sue, quando Saw decise d’intervenire di persona.

- Ma… Saw è… è… - balbettò Paperino terrorizzato. – Un enorme sacco di patate! – completò Sora ridendo. – Un giocatore d’azzardo come me! – lo corresse Luxord. Saw disse: - Questa volta non ho avuto bisogno di combattervi, non avete speranze contro le mie supertrappole! Non potete prendere quella chiave! – Chairot ebbe un illuminazione. – Ci stiamo preoccupando per delle chiavi quando siamo pieni di Keyblade? – disse. Mary Sue prese venti Keyblade, Sora prese la sua testa di Ciambella e Chairot la Paradiso delle Yaoi, in poco tempo spaccarono le catene e aprirono la porta, decisi ad allontanarsi dalla tana del Babau e a finire questo capitolo alla svelta.

- Non potete fare questo! – disse Luxord. – È barare questo! – protestò, e Saw si dichiarò perfettamente d’accordo con lui, poi disse: - Partitina a carte? – Luxord non seppe dir di no.

- Wow! Sto' gioco è stato una figata! - disse Sora - Facciamo un altro giro? -

I nostri eroi si trovarono in una stanza buia, l’ultima stanza che li separava dalla libertà. – Ehi! C’è qualcosa qui! – disse Ciccio u’Bombularo. – Sembra un corpo. – disse Mary Sue, che non vedeva niente, come gli altri d’altronde. Chairot cominciò a saltellare sull’oggetto misterioso, senza capire cosa fosse. "Chi è il nostro personaggio misterioso?" intervenne Voce Fuori Campo. – Pure il presentatore TV?! – domandò Chairot. "Ve lo ripeto, l’affitto non si paga da solo! Cominciate a fare le domande" Sora chiese: - Mmm… è un uomo? – "Sì, è un uomo... se possiamo definirlo così." confermò la Voce. – ha più di cinquant’anni? – chiese Mary Sue. "Ma mooooolto di più!" rispose Voce Fuori Campo. Chairot aveva un’idea di chi potesse essere, così chiese: - Ha due occhi? – "No" rispose la Voce. – Scommetto che è Xigbar! – disse Chairot, e invece era… "Un alieno con cinque occhi! Questi alieni vivono fino a duemila anni, e questo ne ha milledue. Ed è ovvio che non ha due occhi" disse Voce Fuori Campo, che poi aggiunse: "Ah, se vi interessa, ho trovato Xigbar morente" una luce illuminò Xigbar, che giaceva in un angolo, steso vicino a un pennello gigante spezzato in due.

- Monsieur Xigbar! Cos’è successo!? – chiese Chairot correndo vicino al morente membro dell’Organizzazione, che sputò sangue e borbottò: - …t… tu…ah… s-se… - - Sta cercando di dicri il nome del suo aggressore! – disse Chairot. – Si sforzi, monsieur Xigbar! Cosa vuole dirci!? – Xigbar raccolse le sue ultime forze e disse: - T-tu… sei brutto! E anche quegli altri! Panzoni flaccidi! Ecco cosa siete! Saix ha litigato col suo barbiere e si vede, i capelli di Mary Sue sono tinti, in realtà sono grigio topo! Ah, ah, ah!!! Ungh… - e Xigbar morì, lasciando i nostri eroi con queste ultime, enigmatiche parole.

- Beh, monsieur Sora, direi di proseguire il nostro viaggio. – disse Chairot quando salirono sulla gummiship (o Polonko sincopato). – Dove siamo diretti? – chiese Sora. – Verso la Fortezza Oscura! – annunciò Chairot, e così i nostri eroi andarono verso la Fortezza Oscura, dove qualcosa di terribile li attendeva.

Che conclusione, gentili lettori. Era parecchio che non aggiornavo, ma finalmente eccovi un altro splendido capitolo horror. L’agenda di Ansem la inserisco nel prossimo capitolo, ovviamente. Felici di rivedere il Burattinaio? Immagino di no. La figura di DiZ è molto importante, ve lo dico, fate attenzione alla sua testimonianza, contiene indizi importanti.

Il prossimo capitolo è: la Battaglia dei Mille Heartless.

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Capitolo 11
*** La Battaglia dei Mille Heartless ***


cap11

Grande capitolo, l’attesa battaglia dei mille Heartless. Nuove e scioccanti verità, il caso visto sotto una nuova luce. Dopo la morte di Xigbar

Agenda di Ansem 2

Come dicevo nella precedente agenda, l’individuo è composto di anima, cuore, corpo e gas. Visto che io qui non ho niente da fare ho deciso di scoprire cosa succede quando il gas abbandona cuore, anima e corpo. Le novità non sono finite! Oggi ho scoperto che qualcuno ha ammazzato Vexen. Ben gli sta, era un secchione, peggio di Zexion. E poi era brutto e antipatico. Osava correggermi quando facevamo esperimenti sui cuori della gente, inoltre tutti e sei i miei apprendisti ne capivano più di me, ecco perché li ho interrotti… cioè, volevo dire, volevano continuare quegli esperimenti scellerati, ma io, dall’alto della mia saggezza, li ho interrotti. I miei sei adorati apprendisti per tutta risposta mi hanno preso e buttato in un posto che neanche io so cos’è. Per fortuna avevo con me la mia carta di credito e ho comprato una villa a Crepuscopoli. A parte il nome è una bella città. Faccio una bella vita: vivo insieme a mucchi di Nobody, un tizio psicopatico, brutto e stupido che dice di essere Ansem, ma a questo ci sono abituato. Chi non vorrebbe spacciarsi per me, che sono il più bello e intelligente del mondo? Il problema è che sbava dietro alla piccola Naminè. Un giorno o l’altro lo riduco a dati con la mia boccia per pesci rossi. A proposito, l’altro giorno stavo facendo immersioni (uno dei miei tanti hobby), quando ho trovato un piccolo pesce pagliaccio. L’ho catturato e ho deciso di chiamarlo Nemo. Bel nome. Originale, soprattutto. Ero indeciso se chiamarlo Nemo o Ansem, poi ho optato per Nemo. Mannaggia, mi sono accorto solo ora che non ho parlato per niente delle mie scoperte sui cuori e sull’esistenza umana. E va beh, sarà per la prossima volta, quindi adesso correte a cercare altre agende. Di corsa, via, sciò, sloggiate! Nessuno vi vuole!

E non poteva mancare il Grillario, no? Magari poteva mancare, ma non fa niente.

Re Topolino: i nostri eroi l’hanno finalmente ritrovato. Nasconde qualcosa, quindi è compito di Chairot scoprire cosa nasconde.

Cloud: continua a scoprire il suo lato femminile, ed è sempre alla ricerca di Sephiroth. La sua spada è ridotta sempre peggio, e lui ha quasi esaurito il nastro adesivo.

Sephiroth: è diventato da poco il nuovo sponsor del nuovo shampoo della Darkness Corporation. Passa le sue giornate nell’Abisso Oscuro, a fare non si sa che cosa.

Xilofono: il nuovo acquisto dell’Organizzazione XIII è stato mandato alla Fortezza Oscura. Usa uno strumento chiamato xilofono con il quale controlla il sudore. È un pessimo guerriero, ma nessuno ha il coraggio di attaccarlo perché è troppo schifoso e sudaticcio.

Leon: ha gravi problemi con la Darkness, che fa di tutto per distruggere la Leonheart Costruzioni. La sua arma è una cazzuola.

Xemnas: in questo capitolo scopriremo verità scioccanti sul suo conto.

Saix: continua a dare la caccia ad Axel. Ormai lui è Mary Sue litigano sempre per il controllo degli Heartless. Cosa gli ccadrà adesso che si è messo contro una Mary Sue?

Axel: sempre più codardo. Dopo essersi travestito da infermiera è scappato alla Fortezza Oscura. Adesso gira con una busta sulla testa per non farsi riconoscere da Saix.

Il Burattinaio Mascherato: ha percepito il grave pericolo ed è accorso subito alla Fortezza Oscura per aiutare. Ignora che la sua voce narrante lo detesta profondamente

Misteriosa Voce Fuori Campo: continua a infastidire i nostri eroi. Il suo odio verso il Burattinaio cresce di minuto in minuto.

Capitolo 10. La Battaglia dei Mille Heartless.

 

Mastings pedalava come un matto, mentre Chairot lo frustava per non fargli perdere il ritmo. – Via, Mastings! Dobbiamo arrivare alla Fortezza Oscura! Voglio interrogare i membri della Leonheart Costruzioni. – diceva Chairot colpendo Mastings con la frusta. – Chairot, non ce la faccio più! – disse Mastings. – Suvvia, Mastings, e se non avessi preso quelle renne da Babbo Nachele come avresti fatto? – chiese Chairot. – Ma quelle renne non aiutano mica a trasportare il velocipede! – esclamò Mastings guardando con odio le renne che si riposavano sugli innumerevoli sedili posteriori del velocipede. – Appesantiscono solo il carico. – Chairot lo ignorò e lo frustò ancora. Fu allora che videro la Fortezza Oscura, circondata da una nube nera.

- L’ho sempre detto io che quei macchinari di Cid inquinano l’atmosfera. – disse Sora ridacchiando mentre sbarcavano. I nostri eroi passarono davanti al negozio di Zio Paperone, impegnato a combattere contro Amelia, e poco più in là videro il mitico Nube che si metteva lo smalto sulle unghie. – Bonjour, monsieur Nube. – lo salutò Chairot. – Salve. – disse Nube guardandosi le unghie da varie angolature. – Mi dica, ha visto qualcosa di strano da queste parti? – chiese Chairot. – Mmm… di cose strane se ne vedono molte. Un papero che cerca di vendere gelati e skateboard, guerrieri potentissimi che diventano muratori, maghi che affittano la propria casa, tizi incappucciati che fanno shopping da Qui, Quo e Qua, topi che inseguono questi tizi brandendo un mazzo di chiavi, nani da giardino che fanno un sacco di domande, e non c’è neanche l’ombra di Sephiroth. – disse Cloud. – Come ha detto? – chiese Chairot. – Ho detto che ci sono nanetti da giardino che fanno domande e non c’è Sephiroth. – rispose Nube. – Non questo, intendo quella cosa riguardo ai topi con un mazzo di chiavi. – disse Chairot. – Certo, un topo con un soprabito nero e delle orecchie enormi. È andato da Leon, il proprietario della Leonheart Costruzioni. – spiegò Nube. – Leonheart Costruzioni? Quelli che ricostruiscono la Fortezza Oscura? – chiese Chairot. – Sì, sono proprio loro. Vede, la Darkness sta mettendo le mani su tutto, e il presidente della società, Darkside, vuole rovinare il signor Leon. - - Ma che ci importa di cosa vuole fare Darkside!? – intervenne Pippo. – L’osservazione di monsieur Pippo è giusta. A noi cosa importa dei diabolici piani del presidente di questa famosa società? – Cloud, che era impegnato a mettersi il rossetto, rispose: - Assolutamente niente, l’autore voleva perdere un po’ di tempo in chiacchiere inutili. – Chairot inarcò un sopracciglio, poi lasciò perdere Nube perché aveva visto un nanetto incappucciato con delle enormi orecchie correre verso l’area fortificata della Fortezza Oscura. – Quello è monsieur Topolino! Presto, messieurs, inseguiamolo! – esclamò Chairot. Sora, Paperino e Pippo si lanciarono all’inseguimento di Topolino, ma il detective, che come sappiamo era un genio, aveva provveduto a legare una corda intorno al collo del prescelto del Keyblade, così quando questi cominciò a correre Chairot veniva tranquillamente trascinato.

- Monsieur Topolino! – chiamò Chairot. Il topo in questione si girò, e quando vide chi lo stava inseguendo prese a correre a gambe levate gridando: - Io non sono Topolino! Avete preso un granchio! – Sora ne approfittò per fare una bella battuta: - No, abbiamo preso un topo! – Paperino, che ormai non sopportava più Sora, afferrò il Prescelto del Keyblade e lo scaraventò contro il Re, che venne colpito in piena schiena. Normalmente Topolino non si farebbe fatto niente, visto che Sora era ed è tuttora anoressico. Ma siccome era stato colpito dai capelli di Sora, che non erano mai stati lavati ed erano più duri e resistenti di quelli di Cloud, lo squarcio nella sua schiena era ampio, ed era una fortuna che la spina dorsale non si fosse spaccata. – Maestà, le devo fare qualche domanda! – disse Chairot che, essendo legato a Sora, era stato lanciato addosso al Re. Topolino si alzò, si spolverò la veste, poi si tolse il cappuccio e esordì: - Ebbene, mi avete preso finalmente. – – Già, Maestà. Lei è un testimone chiave nell’intera faccenda. Per prima cosa voglio sapere se conosce l’Organizzazione XIII. – chiese Chairot. – Ma certo, ho abbandonato Minni per scoprire chi erano, è ovvio che li conosco. – rispose Topolino, al che il detective chiese: - Come ha fatto ad abbandonare la regina Minni? – Topolino ridacchiò e rispose: - Le ho detto che scendevo un attimo sotto a prendere le sigarette, poi non sono più tornato. Semplice, no? Ci casca sempre. Penserei che lo fa apposta per liberarsi di me, se non sapessi che è troppo stupida per fare una cosa del genere. – Chairot chiese: - Stando alla testimonianza di DiZ lei era con Riku nel Castello dell’Oblio. Cos’è successo esattamente là dentro? – Topolino rispose: - Mi dispiace, non posso dirvelo. – Sora intervenne, piagnucolando: - Perché non può? – Topolino rispose: - No, mi hanno fatto fare giurin giurello. – Pippo e Paperino cominciarono a prendere in seria considerazione l’idea di spodestare il loro Re, quando le mura saltarono in aria, così mucchi di Heartless e di Nobody cominciarono a entrare. – Ma che razza di Nobody sono quelli?! – chiese Sora vedendo passare degli esseri bianchi con una faccia simile a quella di un maiale, un collo lungo come quello di una giraffa, delle ali di libellula, le zampe snelle e molleggiate da elefante e la coda da ragno. – Ce lo dirà il nostro grillo! – disse Chairot allegramente tirando fuori il suo grillo malandato dalla tasca. – Allora, che cosa sono quelli? – domandò Chairot mentre Paperino consultava il Grillario del defunto Gillo Parlante. – Quelli sono Sgarfanulli, dei Nobody di alto rango, svolazzano qua e là facendo peti sugli avversari. Para i peti e poi contrattacca con violenza. – spiegò Paperino. – Molto interessante… ehi, dov’è Topolino? – chiese a quel punto Sora. – Noooooooo!!! – strillarono in coro Paperino e Pippo. – Era la nostra unica speranza di sbarazzarci di Sora, ed è scappato di nuovo! – infatti Topolino era in fuga attraverso il crepaccio, mentre mucchi di Heartless arrivavano da tutte le parti.

La scena era drammatica. Gli Heartless arrivavano da ogni dove e si dirigevano verso la Fortezza Oscura, incrociando così i numerosi muratori. Leon, vedendo arrivare tutti quegli Heartless gridò ai suoi operai: - Maledetti vandali! Non gli permetteremo di rovinare la Fortezza quando non è ancora finita! All’attacco ragazzi! – i muratori, armati di cazzuole, andarono incontro agli Heartless.

- Io non combatto che mi rovino lo smalto. Però la spada ce l’ho. – disse Cloud, ormai truccato per bene, mostrando a Leon la sua vecchia lama arrugginita avvolta nel nastro adesivo. – Non fare l’imbecille e vai a combattere! – esclamò Leon dando un calcio nel sedere a Nube facendolo piombare in mezzo al crepaccio, nel pieno della battaglia. Mary Sue e Ciccio u’Bombularo, nel frattempo, osservavano gli Heartless che combattevano coi Nobody, anche se questi ultimi erano svantaggiati perché morivano dalle risate vedendo il nuovo look degli Heartless. – Combattete, miei fashion Heartless! Distruggete i puzzolenti cosi bianchi! – Ciccio chiese: - Ma perché li vuoi distruggere? - - Perché loro sono così bianchi e puliti, i invece non riesco a ottenere quel candore! – rispose Mary Sue. Fu in quel momento che apparve… Riku. – Riku!? – disse incredula Mary Sue. – No, sono solo una delle copie create da Vexen. E ora faccio televendite! – annunciò la copia di Riku prendendo un detersivo. – Per ottenere un candore come quello dei Nobody, usa il detersivo Darkness. – Mary Sue però osservava il Keyblade oscuro che Riku teneva nell’altra mano. Il televenditore, notando lo sguardo di Mary Sue, disse: - Sì, è un Keyblade, ma al contrario del Keyblade che voi avete a casa vostra, questo Keyblade ha il potere di aprire i cuori delle persone. Chiamate per una dimostrazione sul vostro cuore, gratuita e senza impegno. – Mary Sue prese il suo Keyblade e lo usò per distruggere il televenditore-Riku. – Benissimo, adesso che le distrazioni sono eliminate, possiamo tornare ai nostri diabolici piani di conquista del mondo, cari Ciccio u’Bombularo e Pietro. – disse Mary Sue sorridendo, quando vide Chairot, Sora, Pippo e Paperino. – Miei Heartless. – disse Mary Sue. – Lasciate perdere i cosi puzzolenti e attaccate Chairot! – ordinò la stupenda fanciulla. – Pietro, Ciccio, andiamo noi. Oggi avrò la mia vendetta. – i tre corsero incontro ai nostri eroi, pronti a combattere.

- Guardate! Il mio buon amico Ciccio u’Bombularo. Lei che ci fa con quei criminali di Pietro Gambadilegno e Mary Sue? – chiese Chairot andando incontro a Ciccio u’Bombularo, che disse: - Io non sono suo amico. È giunto il momento di regolare i conti una volta per tutte! – Chairot inarcò un sopracciglio mentre Ciccio u’Bombularo e Mary Sue dicevano il loro motto:

- Preparatevi a passare dei guai! - disse Mary Sue

- Dei guai molto grossi! - fece Ciccio

- Proteggeremo i mondi dalla devastazione! -

- Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione! -

- Denunceremo i mali della verità e dell’amore! -

- Estenderemo il nostro potere fino alle stelle! -

- Sono Mary Sue! -

- E io Ciccio u’Bombularo! -

- Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce! -

- Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere, lottare e soffrire! – concluse Ciccio.

- Miao, proprio così! - intervenne Pietro

Tutti quanti fissarono in modo strano il trio, poi Chairot disse: - Ma dove li trovano simili incapaci? E poi cosa c’entra il Team Rocket? Ho sempre odiato i Pokèmon e tutto ciò che viene dal Giappone! – Sora guardò con odio Chairot, poi gridò: - Distruggerò questi cattivoni una volta per tutte! – e così dicendo si lanciò all’inseguimento dei tre capi degli Heartless. i due maschi decisero di darsi alla fuga, Mary Sue invece fece: - Codardi! Miei Heartless, distruggete Sora e i cosi bianchi e comincerò a prendere in considerazione l’idea di stipendiarvi! – gli Heartless avevano ripreso a lottare con molto entusiasmo, quando apparve Saix, che disse: - Se vi alleate con me vi pago da subito. - - E io gli pago pure gli straordinari! – ribatté Mary Sue. – Ma io pagherò pure gli arretrati. – gli Heartless erano dubbiosi, ma quando Saix disse: - Inoltre gli restituirò i vecchi abiti. – non ebbero più dubbi e strisciarono dal numero 7 dell’Organizzazione.

- Approfittiamone adesso che sono distratti per fuggire. – disse Chairot saltando sulle spalle di Mastings per farsi trasportare. I cinque presero a correre attraverso il crepaccio, Sora davanti a tutti che ammazzava tutto ciò che si muoveva, dietro Mastings che portava sulle spalle il detective belga e in fondo Paperino e Pippo, che stavano meditando il suicidio da quando Topolino era fuggito.

I nostri eroi a un certo punto furono costretti a fermarsi, perché da un arco nero era uscito un essere ripugnante… Xilofono! – Monsieur Xilofono! Sta bene? Dopo la morte di monsieur Xigbar chissà chi verrà attaccato tra voi membri dell’Organizzazione. – disse Chairot scendendo dalle spalle di Mastings. Xilofono sembrava sorpreso di vederli, perché cominciò a sudare molto di più del normale, poi però disse sputacchiando: - Ehi, ragasci, che vitalità! – Paperino, spazientito dalle assurdità avvenute in 4 pagine, ordinò a Xilofono: - Smamma! - - Ma, monsieur Paperino, volevo fare qualche domanda a monsieur Xilofono. – Sora intervenne per fare una delle sue battute sceme: - Già, la mia domanda è "come ha fatto un rammollito come te a entrare nell’Organizzazione XIII?". Che risate! – tutti guardarono male Sora, tranne Xilofono che sudava tantissimo per la tensione dovuta allo scontro imminente. – Non sci dovrebbe giudisciare nessciuno dalle apparenscie. – disse Xilofono, e Sora ne approfittò per fare un altro intervento spiritoso: - Se non dobbiamo giudicare Nessuno chi giudichiamo? Gli Heartless!? AH, AH, AH! – Paperino, Pippo, Chairot e Mastings presero le loro armi e si prepararono a darle in testa a Sora, ma Xilofono, convinto che i quattro volessero attaccarlo, si mise di spalle e borbottò: - Io iel’avevo detto che scitavano mandando il tipo scibaiato. – (FLASHBACK)- Allora, chi mandiamo alla Fortezza Oscura? – domandò Saix guardando ad uno ad uno i membri dell’Organizzazione rimasti. – Uh, uh! Vado io! – strillava Xilofono saltellando e tenendo la mano alzata. – Ti prego, sciscegli me, scisciuegli me! – Saix lo ignorò e chiese: - Non c’è nessun altro che vuole andare? - - Ti pregooo! Manda me! Ti sciuppliscio! Sciarò all’altezza! – Saix sospirò e disse: - Va bene, se ci tieni tanto andrai tu, Xilofono. - - Yuuuhuuuu! Scie bello! Vado in miscione! – esultò Xilofono che sudava sempre più.(FINE FLASHBACK) – Chisscià persciè hanno mandato me. – sospirò Xilofono mentre Chairot, Paperino, Pippo e Mastings picchiavano Sora per farlo tacere. Avevano appena terminato il pestaggio, quando disse: - Chi è questo buffone? – Paperino borbottò: - Senti chi parla di buffoni. – Mastings intervenne: - Ricordate che l’Organizzazione è fatta di Nobody, non hanno cuore. – Chairot chiese: - E questo che c’entra col fatto che quello è un buffone? – Xilofono non diede a Mastings il tempo di rispondere: - Oh, noi scie l’abbiamo un sciuore! Non arrabbiatevi. – a quelle parole, Saix arrivò dal nulla gridando: - AH, QUINDI CE L’HAI UN CUORE!!? L’HO SEMPRE SOSPETTATO, ADESSO TI DISTRUGGO! - - Ma no, Sciaicsciusci! Scitavo sciolo sciersciando d imbroiarli! – si giustificò Xilofono. – AH, E’ COSÍ!!? – Xilofono annuì debolmente. – Ah, benone, potevi anche dirlo prima. – disse Saix sorridendo amabilmente, poi se ne andò giù per il crepaccio saltellando e canticchiando. Sora disse: - Pensare che io ci avevo quasi creduto quando ha detto che ha un cuore. Meno male che è arrivato Saix, se no mi sarei fatto imbrogliare. – Xilofono si voltò e disse: - Scilenscio, traditore! – la pozza di sudore che si era formata sotto Xilofono si sollevò e formò tre figure, che poi si trasformarono in uno xilofono e in due bastoncini per suonarlo. Xilofono afferrò i bastoncini e cominciò a suonare, dicendo: - Dansce sweat! DANSCE! – apparvero cinquanta copie di sudore di Xilofono che cominciarono ad andare addosso ai nostri eroi. – Ma che schifo! Ancora con queste copie di sudore! – esclamò Chairot schivando le copie di sudore che gli andavano addosso. – Io direi di approfittarne adesso che è fermo per colpirlo. – propose Pippo, ma Xilofono lo sentì e decise di cambiare strategia. Si mise lo xilofono sotto il braccio e cominciò a saltellare come un cretino per il campo di battaglia creando delle colonne di sudore. I nostri eroi si tenevano a debita distanza da Xilofono, che avanzava suonando il suo strumento. – Non potete vincere! – gridò mentre lanciava delle sfere di sudore contro i nostri eroi , poi riprese a suonare come un matto. Ogni tanto qualche copia di sudore spuntava e andava addosso ai nostri eroi, che non sapevano più cosa fare.

Xilofono evocò altre colonne di sudore disposte a cerchio intorno a Chairot e gli altri, e si stringeva sempre più. – Oh no! Che schifo! Non poteva essere meno disgustoso?! – domandò Mastings mentre le colonne di sudore si avvicinavano, quando a Chairot venne un’idea veramente geniale. – Monsieur Sora, usiamo il nostro comando Limite! – esclamò il detective. – Ma quale, quello dell’altra volta? – chiese Sora, e Chairot rispose: - No, ne ho appreso uno nuovo quando ho fatto Level Up. – Paperino chiese: - E quand’è che hai fatto Level Up? – Chairot borbottò: - Bof! Sciocchezze! Io ho fatto molte volte Level Up, anche se non mi avete visto. Sono già a livello 72. – Xilofono continuava a suonare freneticamente, evocando sfere e colonne di sudore.

Chairot prese il suo Keyblade e lo usò per lanciare Sora addosso a Xilofono, che cadde a terra, poi Chairot saltò sui capelli di Sora come trampolino per saltare ancora più in alto. Mentre faceva questa operazione prese anche il Keyblade di Sora, e quando si trovò per aria mirò Xilofono e gli lanciò i due Keyblade in piena faccia. Xilofono si rialzò a fatica e si preparò per riprendere a suonare, ma Chairot ricadde a terra proprio in quel momento, e il poveraccio finì schiacciato dal detective. Chairot si alzò a fatica, e quando ci riuscì Xilofono scomparve gridando: - Non finisce qui! - - Aspetti, monsieur Xilofono! Le devo fare qualche domanda! – esclamò Chairot, ma Xilofono era già scomparso. Paperino sospirò: - Questo capitolo è iniziato proprio male. Prima il Re ci scappa da sotto il naso, poi incontriamo un membro dell’Organizzazione che prova a distruggerci quando noi vogliamo solamente scoprire chi li vuole uccidere e quel che è peggio è che abbiamo ancora Sora tra le pall… - Pippo intervenne: - … Tra i piedi, voleva dire! – Chairot guardò nel crepaccio e vide che c’erano anche il Burattinaio Mascherato e l’Eroe del Silenzio che combattevano contro gli Heartless, nonchè Topolino che cercava di svignarsela senza essere visto. Purtroppo per il Re, Pippo lo vide, e quando ciò accadde il cane dal brutto grugno gridò: - Vostra Maestà! Tornate qua! Non vi permetterò di scappare un’altra volta! – e così dicendo si lanciò all’inseguimento del sorcio. questi si girò e, nel vedere Pippo che lo inseguiva brandendo il suo scudo, si spaventò, prese il suo Keyblade e diede una botta in testa al suo Capitano dei Cavalieri Reali, che cadde a terra. – NOOOO!!! PIPPO! – strillò Paperino correndo incontro al suo amico, seguito da Chairot, Mastings e Sora. – Pippo! Non mi lasciare solo insieme a quel deficiente di Sora! – gridò Paperino scotendo il corpo , che non dava segni di vita, poi si alzò e disse, rivolto a Topolino: - Non solo ci hai lasciati per più di un anno con questo imbecille… - Sora chiese a Chairot: - Ma di chi parla? – mentre Paperino continuava ad avanzare verso il Re. - … non solo il suo io del passato ha tentato di ucciderci, adesso ha pure ucciso Pippo! Pagherà per questo… - sibilò infine Paperino sollevando il suo scettro. Sora, che non perdeva occasione per menare botte, prese il suo Keyblade e si preparò anch’egli a colpire il Re, che fece: - Sei arrabbiato? Mi odi? Allora prendi la tua rabbia e riversala sugli Heartless. – schioccò le dita e alle sue spalle apparvero un’infinità di Heartless. – Ehi! Ma quelli da dove spuntano!? – chiese Sora. – L’ho visto fare in un videogioco. – rispose Topolino scappando giù per il crepaccio.

I nostri eroi erano circondati da migliaia di Heartless, e le cose si sarebbero messe male per loro se non fossero arrivati in quel momento tutti gli operai della Leonheart Costruzioni, che cominciarono a fare a fettine i malcapitati Heartless. Chairot gridò: - Scappiamo giù per il crepaccio, presto! – come al solito Chairot saltò sulle spalle di Mastings, ma prima si trascinò Pippo dietro. – Ma se è morto! – esclamò Paperino. – Beh, visto che sono a corto di pietanze pensavo di portarci dietro Pippo, così potremo sgranocchiare qualcosa durante il viaggio. – spiegò Chairot mentre tutti lo guardavano con gli occhi sbarrati. – Che c’è!? In alcuni paesi la gente mangia i cani, dopotutto. – si giustificò il detective. Il momento di imbarazzo fu interrotto da una visione veramente scioccante. Xemnas era seduto in un angolo del crepaccio e porgeva un piattino vuoto ai passanti, mostrando anche un cartello con la scritta "Non ho un cuore, datemene qualcuno" e borbottava: - Fate la carità… non ho un cuore, vivo in un castello immenso insieme a migliaia di esseri bianchi senza un cuore. Non li posso mantenere tutti. Donate un cuore… fareste sorridere gente che non può sorridere. – Chairot cadde dalle spalle di Mastings, trascinato dal peso di Pippo, che si svegliò nell’istante esatto in cui Chairot gli cadde sulla testa con tutto il suo peso. – Monsieur Pippo! – esclamò Chairot. – L-lei è… è… è vivo! Che scalogna, niente spiedini di cane, oggi. – Pippo si rialzò e si massaggiò il nasone, poi disse: - Gaursh! Ho sognato che incontravamo il Re e, proprio quando io e Paperino credevamo di poterci sbarazzare di Sora, Topolino scappava, io lo inseguivo e lui mi colpiva con il suo Keyblade sul naso, e tutti voi credevate che io fossi morto. Che strano sogno! – concluse poi. – Ehm, mi dispiace, Pippo, ma non era un sogno. Topolino sta scappando in mezzo a tutti quegli Heartless e cerca di seminarci. – disse Paperino. – Presto, messieurs! Dobbiamo riprenderlo! – disse Chairot, quando videro che erano stati circondati da mille Heartless. I poveracci indossavano delle collanine, dei braccialetti e le loro armature erano rigorosamente rosa, mentre la loro spada era senza punta, così evitavano di fare del male alla gente. L’unico Heartless che non era un cavaliere corazzato era il povero capo Heartless, che piangeva mentre i Samurai, impegnati a pulire la gola, ridevano come matti.

- Presto, Topolino sta scappando! – gridò Sora. – Suggerisco di andare addosso a quegli Heartless e di distruggerli! Alla caricaaaa! – strillò Chairot. Sora, Pippo, Paperino e Mastings si lanciarono addosso agli Heartless, mentre Chairot si girava e andava a interrogare i presenti ridacchiando sotto i baffetti. – Mi scusi, lei cosa sa dell’omicidio di Vexen, Lexaeus, Zexion, Xigbar, Demyx, Marluxia e Larxen? – chiese Chairot a un cavaliere corazzato che stava per colpirlo in testa con la sua spada senza punta. L’Heartless stava per rispondere, quando qualcosa di rosa e verde balzò addosso all’Heartless e cominciò a dargli dei pugni sulla testa: - Stai indietro, marrano! Quel gaglioffo è affar mio! – disse il Burattinaio Mascherato mettendosi tra Chairot e l’Heartless. – Ma io volevo interrogarlo! – protestò il detective, ma il Burattinaio lo zittì: - Io devo combattere per la Pace, la Libertà e la Democrazia Americana! E… - il Burattinaio non completò mai la frase perché cinquanta Heartless gli andarono addosso e lo trascinarono lontano. Chairot sospirò e disse: - Andrò ad interrogare qualche altro Heartless, qui ce ne sono a migliaia… ehi! Ma quello è Xemnas! – Chairot cominciò a "correre" verso Xemnas, che continuava a chiedere cuori ai passanti, ma quando il leader dell’Organizzazione vide il detective, si alzò e scappò a gambe levate, mettendo tra sé e Chairot una cinquantina di Heartless. – Accidenti! Perché tutti i sospettati scappano? – si chiese Chairot, quando vide Topolino che correva dietro Xemnas, poi vide Axel che rincorreva Topolino, Saix che rincorreva Axel con la sua mazza in pungo, Mary Sue che inseguiva Saix, l’Etereo-postino che inseguiva Mary Sue e Sephiroth che inseguiva l’Etereo-postino, e andavano tutti verso l’abisso oscuro. Chairot stava per inseguirli, quando vide Sora circondato da migliaia di Heartless che lo picchiavano e non lo lasciavano muovere, e poco distante vide anche Pippo, Paperino e Mastings che prendevano un tè comodamente seduti nell’unico angolo del crepaccio senza Heartless. Chairot corse ad aiutare Paperino, Pippo e Mastings. Chairot andò dai tre e disse: - Ho appena visto monsieur Xemnas, Topolino, Axel, Saix, mademoiselle Mary Sue, l’Etereo-postino, un tizio coi capelli argentei e una lunga spada che correvano laggiù! Raggiungiamoli! – Pippo e Paperino non se lo fecero ripetere due volte e corsero verso l’abisso oscuro, ma Mastings li fermò e chiese: - E Sora? Lo lasciamo in mezzo a tutti quegli Heartless? – tutti e quattro guardarono verso Sora che veniva pestato a sangue dagli Heartless, poi dissero, tutti in coro: - Dopotutto è l’eroe del Keyblade, se la caverà! – e subito dopo inseguirono il folto gruppetto che si era radunato all’abisso oscuro.

 

Xemnas si era allontanato solo perché voleva trovare una zona migliore per fare l’elemosina, e Topolino, da bravo Custode del Keyblade rompipalle che era, si era messo a inseguirlo per fermarlo. – Xemnas! Non ti permetterò di farlo! – gridò Topolino. Xemnas si girò e chiese: - Fare cosa, scusa? Chiedere qualche cuore per chi non ne ha? – Topolino rispose, agitando il Keyblade: - Non mentire! Tu hai in mente qualcosa di dannoso per l’umanità! – Chairot arrivò in quel momento, seguito da Pippo, Paperino e Mastings. – Monsieur Topolino! Le devo fare qualche domanda! – gridò il detective. Il Re si girò e disse: - Ancora voi!? Ma cosa volete da me!? – Chairot si avvicinò e chiese: - Lei conosce monsieur Xemnas? – Topolino chiese: - Xemnas? Intendete Xehanort? – Chairot esclamò: - Xehanort!? Volete dire che quello lì non è il Nobody di Ansem?! – Topolino sorrise, come se Chairot fosse stato un bambino che non capisce molto bene quello che gli si sta dicendo, poi disse: - Ma certo che non è Ansem! Ansem è un amico mio, so riconoscerlo. Questo qui è solo un impostore che si spaccia per Ansem, un misero fasullo. – Xemnas intervenne: - Vacci piano con le parole. – ma Topolino non gli diede ascolto e continuò: - Un verme che vuole essere chi non è, uno scarafaggio indegno di esistere… - Xemnas sbuffò: - La vogliamo piantare? - - Un ripugnante essere che infanga il nome di persone oneste! – gridò Topolino. – E basta! Abbiamo capito! – urlò Xemnas. – Un essere inferiore la cui sola esistenza è una macchia per l’intero pianeta. - - Chi ha mai detto che esisto? – domandò Xemnas, spazientito dal comportamento di Topolino.

Chairot intervenne: - Monsieur Topolino, quindi questo qui è Xehanort, uno degli apprendisti di Ansem? Ma se è così… dov’è Ansem? – Topolino sorrise nuovamente, poi aprì bocca per rispondere ma si accorse che neanche lui conosceva la risposta a quella domanda. - … Non lo so. – mormorò infine. Xemnas, vedendo il Re in difficoltà, cominciò a sghignazzare. – E così non sai dov’è Ansem? Mi fai proprio ridere! Adesso io vado, ho di meglio da fare. – Xemnas stava per scomparire, e Topolino si lanciò nel varco insieme a lui proprio nell’istante in cui Pippo gli diceva: - Dobbiamo parlare di Sora. – Paperino e Pippo, non appena il Re scomparve insieme a Xemnas, cominciarono a piangere, poi, quando videro che Sora era riuscito a sbarazzarsi degli Heartless e li aveva raggiunti, presero in considerazione anche il suicidio.

- Ehi, ragazzi, che mi sono perso? – chiese Sora allegramente dando amichevoli pacche sulle spalle a tutti (Chairot, a causa della sua bassa statura, venne colpito sulla testa,e non sulla spalla). Chairot si massaggiò la testa e disse: - Abbiamo appena scoperto che Xemnas non è il Nobody di Ansem, ma il Nobody di Xehanort, un misero impostore che ha preso il nome di Ansem. – Sora commentò: - Bene, non ho capito niente, sapete? Adesso mi spiegate chi è quel tizio? Ho l’impressione di averlo già visto da qualche parte. – Sora indicò un tizio con un impermeabile nero e i capelli rossi che se ne stava appoggiato a un muro che li guardava con aria di sufficienza. Il tizio disse: - Così cadete dritti nella sua trappola. – provò ad avvicinarsi ai nostri eroi, ma scivolò su un lombrico e cadde a terra. Chairot e Mastings andarono ad aiutare il tizio coi capelli rossi, che si massaggiò il naso sanguinante, poi chiese: - Lei è l’investigatore Hercule Chairot? – un pezzo di Heartless passo a tutta velocità sopra la testa del tizio "misterioso" tagliandogli i capelli. Sora chiese: - Tu chi sei? Ho l’impressione di averti visto non molto tempo fa… forse all’Urkham Asylum? – il tizio gridò: - IO NON ERO ALL’URKHAM ASYLUM, CHIARO!!!? Io sono Axel, e non sono un’infermiera di nome Lea, chiaro? Avete memorizzato? – Axel stava per inciampare nuovamente, ma questa volta vide l’ostacolo e fece un passo più lungo, così da evitarlo. Purtroppo per lui, qualcuno aveva lasciato un rastrello all’abisso oscuro, e Axel lo pestò proprio sulla punta. Il rastrello si alzò e lo colpì in piena faccia. Chairot domandò preoccupato: - Mademoiselle Axel, si sente bene? – Axel strillò: - Perché ha detto "mademoiselle"!? Comunque sto benissimo, ma non è questo che sono venuto a dirvi. – Axel indietreggiò e si appoggiò alla parete, ma non si era accorto che su quest’ultima c’era una sporgenza alquanto appuntita. Axel lanciò un grido straziante, poi si allontanò dalla parete, sulla quale era rimasto il suo sangue. – Mastings, vai a curare quel poveraccio. – ordinò Chairot voltandosi verso Mastings e indicando Axel col suo bastone da passeggio. Per Axel era evidentemente una giornata sfortunata, perché Chairot, indicandolo col bastone, lo colpì in piena faccia. – Sentite, lasciatemi stare che sto benissimo anche così, e poi… - Axel non finì la frase perché una palla da baseball gli arrivò a tutta velocità in testa. – Monsieur Axel, la smetta di fare il misterioso! Ci vuole dire una volta per tutte che cosa la turba? – disse Chairot spazientito. Axel rispose: - Ebbene, io credo di sapere chi ha ucciso Vexen, Lexaeus, Zexion, Larxen, Marluxia, Xigbar e Xaldina. – Chairot sospirò: - Sento che Axel sta per morire. Avanti, ci può dire il nome? – Axel rispose: - Ma certo! Ve lo dico subito. – Chairot lo guardò sorpreso. – In genere dicono che non possono dirlo e poi muoiono. Forse è cambiato qualcosa in questo giallo. – Axel stava per dire il nome dell’assassino, quando… - Axel! – Axel, al sentire quella voce, cadde a terra vomitando, mentre i capelli diventavano bianchi. Gli sarebbe uscito sangue dal naso, se non fosse che gli stava già uscendo.

- Monsieur Saix! Se ne vada, innervosisce il testimone! – esclamò Chairot, ma Saix se ne fregava e gli diceva. – Non si preoccupi, ci assicureremo che riceva la punizione massima. Niente caramelle per un mese! – Axel si mise a piangere, poi usò le sue ultime energie per sparire nell’oscurità. Sora, che non parlava da un po’, decise di fare una domanda stupida e totalmente fuori luogo: - Dov’è Kairi? – Saix inarcò un sopracciglio, poi sorrise e disse: - È così importante per te? – Sora rispose: - Abbastanza. – Saix chiese: - Dimostrami quanto. – Sora sospirò molte volte, poi disse: - Rinuncerei a Riku per lei. – Saix borbottò tra sé qualcosa come: - Sarebbe bastato inchinarsi… - e poi disse: - Quindi è davvero importante… in questo caso… la risposta è che mica l’ha presa l’Organizzazione. – Sora gridò: - Che cosaaaaa!!!? Non l’avete presa voi!!? Ma come sarebbe a dire!? – Saix alzò le spalle e rispose: - Nessuno ha detto che l’avevamo presa noi, hai tratto tu questa conclusione, e io avevo voglia di divertirmi alle tue spalle. Ma non preoccuparti, se sei nervoso puoi rilassarti con gli Heartless. Picchiali, è piacevole… - Saix chiamò alcuni Heartless, e Sora accettò il consiglio e li distrusse. Chairot intervenne: - Tutto ciò è molto interessante, ma se permettete non vedo cosa centra! È una pubblicità di calmanti? – un altro televenditore-Riku arrivò dal nulla dicendo: - Qualcuno ha parlato di calmanti? Di certo voi usate ancora quegli antiquati Heartless! Da adesso, però, la Darkness offre dei calmanti fenomenali. Calmanti Darkness e non solo, nei centri commerciali Darkness. Venite a trovarci nel nostro dominio, Kingdom Hearts. – Chairot stava per ribattere, quando apparve Mary Sue che disse: - Non dire sciocchezze. – Mary Sue distrusse il televenditore. – Kingdom Hearts deve essere il mio dominio! È mio per diritto divino, sono stata designata per governarlo dal mio trisavolo, che aveva previsto che io sarei stata l’unica degna di averlo come dominio. – Mary Sue chiamò degli Heartless che circondarono Saix, il quale ridacchiò e disse: - Stolta. – Saix evocò dei Simili che distrussero gli Heartless, mentre Chairot, Paperino, Pippo, Sora e Mastings guardavano lo spettacolo spazientiti. – E io allora chiamo altri Heartless! – disse Mary Sue, ma i Simili, per ignoti motivi, saltarono addosso a Mary Sue impedendole di fare un qualsivoglia movimento. – Accidenti! Perché tutti quelli che incontro mi saltano addosso!? – chiese Mary Sue mentre scompariva.

Chairot, dopo due minuti di silenzio causati dal curioso spettacolo appena visto, disse a Saix: - Siete arrivato nel momento meno opportuno! Monsieur Axel stava per rivelarmi il nome di colui che secondo lui è l’assassino di voi membri dell’Organizzazione. Capita un tipo così in tutti i gialli, ma solo in questo c’era qualcuno disposto a dirmelo subito, arriva lei e glielo impedisce. – Saix gridò: - SENTI, TU DEVI SOLO INDAGARE, NON ASCOLTARE LE TESTIMONIANZE DI INSULSI TRADITORI COME AXEL, SONO STATO CHIARO!!!? – Chairot annuì debolmente mentre Saix ringhiava e lo guardava dall’alto in basso con occhi assassini. – Benissimo, allora. Non abbiamo alcun motivo per litigare. – disse Saix sorridendo amichevolmente, poi sparì canticchiando "Il caffè della Peppina".

Paperino disse: - Ma gente normale ce n’è in questa storia? – Pippo gli rispose: - No, sembra proprio di no. A parte noi due. E pensare che Saix pure sembrava così ragionevole. – Chairot sospirò e cercò nel doppiofondo della sua bombetta un bombolone al cioccolato, poi andò verso il burrone e disse: - A quanto pare abbiamo perso quattro testimoni in pochi minuti. Non ci resta che tornare indietro e cercare di interrogare qualche Heartless, oppure monsieur il Burattinaio Mascherato. Non vedo altra soluzione. – i nostri cinque eroi stavano per tornare alla Fortezza Oscura, quando apparve qualcuno che nessuno, tranne Chairot, avrebbe mai avuto il coraggio di interrogare. Sephiroth. – Buonasera, monsieur… - - Sephiroth. – si presentò Sephiroth voltandosi verso Chairot, che gli sorrideva affabilmente. – Chairot, perché è così mite con quest’uomo? Non ha detto che bisogna essere sempre aggressivi per farli parlare? – domandò Mastings a Chairot, che lo zittì. – Dipende sempre dalle circostanze, Mastings! – in quel preciso istante arrivò l’Etereo-postino che trasportava un’enorme scatola sulla quale spiccava la scritta "Gel per capelli Darkness". L’Etereo portò la scatola vicino a Sephiroth e disse: - ……… – Sephiroth rispose: - Come sarebbe a dire che è per me? ci deve essere un errore. – Sephiroth prese la sua masamune e la usò per aprire la scatola, poi ci guardò dentro e vide che si trattava di gel per capelli in quantità industriale. – Ma io non ho ordinato gel per capelli! – gridò Sephiroth agitando un barattolo sotto il naso (?) dell’Etereo, che disse: - …………………… - - Come dice? – fece Sephiroth. – Me lo manda un ammiratore segreto che si è firmato "Nube"? E il conto lo devo pagare io?! – l’Etereo rispose: -… - - Non faccia il vago con me! – esclamò Sephiroth brandendo la masamune. L’Etereo-postino disse, rimanendo impassibile: - …… - - Lei non capisce proprio! NON VOGLIO IL GEL PER CAPELLI, E NON PAGO NIENTE!!! Non m’importa se è della Darkness, io voglio semplicemente il mio shampoo! Crede che i miei capelli sarebbero così morbidi e fluttuanti se usassi il gel!!? – un altro venditore-Riku spuntò dal nulla dicendo: - Ovviamente no. Solo lo shampoo alla Rampipianta della Darkness garantisce lucentezza e morbidezza ai tuoi capelli. – Sephiroth distrusse con un colpo il povero venditore, poi disse all’Etereo: - Riporta questo gel al mittente, e digli da parte mia che lo sto cercando. Digli che Sephiroth vuole chiudere i conti. – l’Etereo se ne andò borbottando: - ……… -

Chairot si avvicinò a Sephiroth e lo chiamò dandogli dei piccoli colpetti sulla gamba (perché gli arrivava più o meno lì), poi chiese, con una vocina timida e impaurita: - Mi scusi, mi sembra di capire che lei è monsieur Sephiroth. – Sephiroth si girò e guardò il piccolo detective. – Beh, noi conosciamo Cloud… vorremmo farle qualche domanda sull’omicidio di alcuni membri dell’Organizzazione XIII. È possibile? – Sephiroth disse: - Non so niente dell’Organizzazione, anche se ho avuto occasione di conoscerla poiché vengono spesso a fare compere nei nostri centri commerciali. Comunque… voi cinque, chi siete? – chiese Sephiroth prendendo di nuovo la sua masamune e puntandola addosso a Mastings. – Ma perché le grane toccano sempre a me? – domandò Mastings esasperato, ma non ottenne risposta. – Io sono Hercule Chairot, Custode del Keyblade nonché detective privato. – si presentò Chairot. – Capisco, quindi quello è il Keyblade. Ma non è che m’importi più di tanto del Keyblade. Sa che io volevo diventare investigatore privato? – chiese Sephiroth. – No, però fa piacere incontrare un quasi collega. Cosa le ha impedito di realizzare il suo sogno? – Sephiroth cominciò a raccontare: - Era il mio primo incarico e la mia spalla era un fallimento completo, quindi la affettai e, deluso e amareggiato, dissi: "Quella spalla faceva davvero schifo, adesso prenderò al mio fianco il primo che incontro". Purtroppo il primo che incontrai fu Cloud, e così fui obbligato a portarmelo dietro. A causa sua mi deconcentrai, persi le staffe e provai a distruggere il pianeta. Purtroppo ho fallito e da allora nessuno mi ha più chiamato a investigare. – Chairot commentò: - Che storia triste, ma… perché mi guarda in quel modo? – Sephiroth disse: - Suppongo che tu sia stato incaricato di indagare sulla morte di alcuni membri dell’Organizzazione. - - E anche se fosse? – disse Chairot. – Mi domando se non incaricheranno me, quando ti avrò sconfitto. – disse Sephiroth preparandosi allo scontro, mentre partiva il sottofondo di "One Winged Angel".

Chairot scappò a gambe levate, e Sephiroth lo inseguì agitando la masamune. Evidentemente la paura aveva decuplicato le forse di Chairot, ma questo significava che riusciva a stento a stare fuori dalla portata della spada di Sephiroth, che a un certo punto fece un salto e atterrò davanti al detective. Questi strillò, prese un bombolone alla crema e lo spiaccicò in faccia a Sephiroth. – C-H-A-I-R-O-T! Forza Chairot! – strillava Sora, saltellando ai bordi dell’abisso oscuro insieme a Paperino e Pippo, anche se loro erano molto meno entusiasti di lui. Sephiroth si pulì la faccia con un gesto nervoso, scomparve e riapparve davanti a Chairot per attaccarlo di sorpresa, ma il belga era disposto a tutto pur di sopravvivere, quindi, per la prima volta nella sua vita, non esitò a sprecare un altro bombolone, spiaccicandolo in faccia al povero Sephiroth. Questa operazione si ripeté molte volte, e ogni volta Chairot era costretto a sprecare un bombolone, finchè non li esaurì tutti. A quel punto Sephiroth gli andò incontro per colpirlo, ma Chairot si ricordò che aveva il Keyblade, lo prese e lo usò per colpire Sephiroth in testa, per poi riprendere a scappare a gambe levate. Sephiroth scomparve e riapparve davanti a Chairot e lo afferrò per la gola, ma questi prese da una tasca la sua panna spray e cominciò a riempirci la bocca di Sephiroth , finchè non venne lasciato libero. Chairot approfittò del fatto che Sephiroth aveva la bocca piena di panna per colpirlo in piena faccia col Keyblade. – Oh, ma sei matto!? Come ti salta in menta di colpirmi con una chiave gigante!!? –gridò Sephiroth massaggiandosi il naso, ma Chairot era così nervoso al pensiero di avere di fronte il nemico più forte della sua avventura che non provava alcuna pietà, per questo diede un altro colpo al povero Sephiroth, facendolo cadere all’indietro. Chairot approfittò della posizione di Sephiroth e gli saltò sulla pancia, per poi menargli botte da orbi sulla testa.

Sephiroth in realtà non era un guerriero così forte come dicevano tutti, però diventava praticamente invincibile quando perdeva le staffe. Solo Cloud gli aveva fatto perdere le staffe in passato, e quella volta Cloud ci aveva rimesso pressoché inesistente virilità e la sua spada, che infatti era tenuta insieme con il nastro adesivo; e fra l'altro avevano perso la vita molte persone. Nell’esatto istante in cui Chairot gli era saltato sulla pancia, Sephiroth aveva perso le staffe.

Sephiroth si rialzò all’improvviso e fece cadere Chairot a terra, poi prese la sua masamune e lo attaccò con forza tale, che qegli riuscì a stento a parare il colpo. Sephiroth non si arrese e sferrò un altro attacco, che sarebbe certamente andato a segno se Chairot non fosse rotolato via giusto in tempo per evitare l’attacco. Chairot si alzò e provò a contrattaccare, ma Sephiroth sparì e riapparve dall’altra parte del campo per lanciare addosso a Chairot le sue temibili meteore. l'investigatore rotolava da una parte all’altra del campo come una pallina del flipper per evitare le meteore, ma sarebbe certamente finito male, se non fossero arrivati zio Paperone e il Mago Merlino in quel preciso momento. – Lei, giovanotto! – disse Merlino mettendosi davanti a Sephiroth, che tornò a terra guardando i due vecchietti con aria perplessa. – Ce l’abbiamo proprio con lei! Sa che lanciando meteore fa un rumore pazzesco!? Dopo pranzo la gente vuole dormire! – gridò Merlino, e zio Paperone aggiunse: - È vero, questo è disturbo della quiete pubblica. – Sephiroth protestò: - Ma noi stavamo combattendo… - Merlino lo zittì: - Potete combattere benissimo senza fare rumore! – Sephiroth mormorò: - Ma io sono il boss più difficile del gioco… - - Lei può pure essere mia suocera, ciò non toglie che deve fare meno rumore, e deve anche abbassare questa musica snervante! – gridò Paperone. – Ma "One Winged Angel" è la mia colonna sonora, non potete togliermela, come boss più difficile perderei in credibilità. – protestò Sephiroth, ma Merlino alzò una mano e disse: - Si figuri, lei è un giovanotto sveglio, saprà benissimo farsi strada come boss anche con una colonna sonora più rilassante. Ai miei tempi i cattivi non avevano tutti quanti la loro musica personale, una sola uguale per tutti. Ah, i giovani d’oggi. – disse zio Paperone, poi lui e Merlino se ne tornarono alla Fortezza Oscura continuando a lamentarsi del fatto che gli anziani non vengono più rispettati e i boss di oggi vogliono essere i più difficili senza fare nessuno sforzo e senza avere rispetto per gli anziani.

Chairot nel frattempo stava cercando di allontanarsi dall’abisso oscuro senza essere visto da Sephiroth, ma Sora, vedendolo, gridò: - Forza, signor Chairot! Deve tornare indietro e ricominciare a combattere! Forza, siamo tutti con lei! – se Paperino e Pippo avessero deciso di uccidere Sora in quel momento, Chairot non avrebbe avuto nulla da ridire, poiché avrebbe dato qualunque cosa pur di essere lontano da Sephiroth. Dal canto suo, il boss riprese ad attaccare con rinnovata furia. Chairot riusciva comunque ad evitare di farsi colpire, ma gli attacchi di Sephiroth erano ormai devastanti e sempre più veloci; le cose si mettevano male per Chairot.

Sephiroth sferrò un colpo diretto al fianco del detective, che parò, ma Sephiroth, con un movimento rapido, gli sfiorò il volto con un fendente, tagliandogli mezzo baffo.

Stava per sferrare un altro colpo, ma questa volta era Chairot ad aver perso le staffe. Fece un balzo e colpì Sephiroth dall’alto, questi indietreggiò mentre Chairot sferrava rapidissimi fendenti in rapida successione, che Sephiroth tentava di parare in ogni modo. Alla fine Sephiroth, ormai sull’orlo dell’abisso, provò a colpire il detective, che schivò con un salto e ripiombò addosso a Sephiroth sferrandogli l’ultimo colpo col Keyblade, e facendolo così sprofondare nel burrone.

- Benissimo. Ho appena battuto Sephiroth, il nemico più difficile. Certo che sono proprio bravo. – Sephiroth svolazzò davanti a Chairot e disse: - Uffa, sono fallito pure come boss. Andrò a riflettere sulla mia vita dentro il libro di Winnie the Pooh. Arrivederci. – e così dicendo se ne andò. Sora vide Chairot che stava telefonando a qualcuno e gli chiese: - A chi sta chiamando? – Chairot rispose: - Chiamo la Polizia Che Non Esiste per sapere dov’è l’obitorio. Voglio esaminare meglio il cadavere di monsieur Xigbar. – Chairot attese qualche minuto al telefono, poiché a rispondergli era stato l’Etereo-centralinista (aveva cambiato di nuovo lavoro). – Benissimo, messieurs. Indovinate un po’ dov’è l’obitorio? – gli altri alzarono le spalle e Chairot li illuminò ridacchiando: - Al Castello della Bestia. –

I nostri eroi stavano partendo quando videro arrivare Leon il muratore che gridava: - Ehi! Abbiamo trovato un computer importantissimo nella Fortezza Oscura! Non volete darci un’occhiata?! - - Magari tra qualche capitolo! Tanto alla fine non scopriamo niente d’interessante. L’ho visto in un videogioco! – rispose Chairot mentre Mastings cominciava a pedalare e la gummiship partiva, portando i nostri eroi verso nuove ed entusiasmanti avventure nel Castello della Bestia.

Capitolo polposo! Abbiamo scoperto scottanti verità su Xemnas, e l’Agenda di Ansem ci ha fornito molte preziose conoscenze. Inoltre abbiamo appena visto il combattimento più difficile e numerosi nuovi personaggi finora solo nominati. Ma cosa accadrà nel Castello della Bestia? In quel mondo accadono cose straordinarie, lo sappiamo tutti molto bene.

Un’ultima cosa. Voglio darvi un vero indizio. La figure di DiZ e di Topolino giocano un ruolo essenziale nell’intera (quasi intera) storia. Adesso traete voi le conclusioni!

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Capitolo 12
*** Ritorno al Castello della Bestia ***


cap 12

Scusate l’immenso ritardo, ma è terribile quando a un artista come me manca l’ispirazione. Per farmi perdonare ho preparato un nuovo capitolo, pieno di rivelazioni sensazionali! Ormai lo sapete che vi offro sempre nuovi e succulenti indizi e sempre affascinanti risvolti psicologici per i nostri personaggi. E chi vi aiuta a comprendere la psicologia di questi personaggi? Ma è ovvio, il Grillario, scritto dal grillo di Chairot in persona (magari con un piccolo aiuto da parte dello stesso Chairot).

La Bestia: da quando Belle se n’è andata non c’è più nessuno a impedirgli di distruggere la sua vita. Ha ripreso a bere, ha smesso di lavarsi, sempre ammesso che si sia mai lavato, ha ripreso ad affilarsi le unghie sul divano, ha cessato di fare i suoi bisogni nella lettiera che Belle gli aveva amorevolmente preparato. Ha trovato in Mrs. Brick la nuova donna dei suoi sogni, che gli massaggia i piedi e gli fa da schiava (sarà perché lei in effetti fa parte della servitù?)

Belle: come sappiamo è fuggita dall’Urkham Asylum e nessuno sa dov’è. Può darsi che tornerà al Castello della Bestia in cerca del conforto dei suoi amici mobili, ma cosa accadrà quando scoprirà che la Bestia adesso sta con Mrs. Brick?

Mrs. Brick: è diventata la fidanzata/sguattera della Bestia, lavora tutto il tempo per il brutto puzzone e deve sorbirsi pure le lamentele del padrone ubriacone. Lei stava meglio quando faceva il tè per gli abitanti del castello, ma gli altri stanno meglio adesso che possono bere il tè senza rischiare di inghiottire il muco della buona ma psicotica dama. Il padrone invece non ha questa fortuna.

Tockins: è sempre sgarbato verso Chairot per via della sua altezza, così il detective ha deciso d’indagare sulle azioni passate del cugino. Dopotutto, l’assassino è sempre il maggiordomo.

Lumière: rompipalle come sempre, la sua situazione è migliorata da quando Belle è stata arrestata, perché non deve più vestirsi da candelabro.

Mr. Pillow: come sappiamo è misteriosamente sparito, e adesso è nelle grinfie del diabolico Mr. Phone, che lo sta usando per i suoi malvagi scopi ai danni dell’umanità.

Il Burattinaio Mascherato: Chairot l’ha incontrato per la prima volta proprio qui, al Castello della Bestia, e adesso il supereroe è di nuovo qui. Qualunque cosa succeda siamo tutti più tranquilli sapendo che c’è il Burattinaio a vegliare su di noi.

L’Eroe del Silenzio: lui è un po’ meno contento di avere il Burattinaio vicino, e a quanto pare sta prendendo in seria considerazione l’idea di dimettersi.

Misteriosa Voce Fuori Campo: la sua identità è ancora avvolta nel mistero più misterioso, ma la Voce continua a intervenire a sproposito durante la storia, anche se i suoi interventi sono diminuiti da quando ha riottenuto l’incarico di voce narrante del Burattinaio Mascherato.

Mr. Phone: questa misteriosa entità è tornata sulla scena, più malvagia, crudele, corrotta, brutta che mai. La vita di Mr. Pillow è nelle sue mani, e nessuno sa quali siano i suoi veri obiettivi. Non si sa ancora qual è la sua vera identità

 

 

Capitolo 11. Ritorno al Castello della Bestia.

 

Chairot stava dando un’occhiata ai suoi appunti mentre Mastings pedalava. - Mastings, mi sto rendendo conto che abbiamo pochi indizi. Alla Città di Halloween mi era venuta un’idea, ma non ho alcuna prova per confermarla. Il caso è terribilmente intricato… - disse il detective. – Di chi sospetta, Chairot? – chiese Mastings, e il detective belga rispose: - Non te lo posso dire. Non voglio dare alcun aiuto ai lettori. Il problema è che non trovo nessun movente, ma sento che scopriremo qualcosa trovando altre Agende di Ansem e, magari, rivedendo il cadavere di Xigbar riusciremo a scoprire qualcosa che prima ci era sfuggito. – Mastings a quel punto esclamò: - Eccoci arrivati al Castello della Bestia! – i nostri atterrarono nel parco, dove erano riuniti molti tizi con un soprabito nero che facevano la fila per entrare nel castello. – Cosa sta succedendo qui? – domandò Chairot quando scese dal velocipede, mentre Sora e i suoi due "amici" parcheggiavano la gummiship sopra le rose della Bestia. – Non lo sa che qui ci si può iscrivere al club più fico del momento? Ho sentito che c’è Xemnas in persona ad accogliere i nuovi iscritti! Sono così emozionato! – disse un tizio molto simile a un babbuino, ma con una faccia più brutta. Chairot e Mastings riuscirono a entrare nel castello sgomitando e menando botte a quelli che sbarravano loro la strada. I due salirono le scale ed entrarono nella sala da ballo, nella quale era stato piazzato un tavolo enorme dietro al quale erano seduti Saix, Xemnas, Luxord e Xaldin. Chairot stava per dire qualcosa, quando nella stanza entrarono due tizi assurdi. Uno era un nanetto coi baffi gialli, un elmetto alato in testa, un gladio e una borraccia. L’altro era alto e grasso, la veste da Organizzazione lo lasciava scoperto dalla vita in su, aveva dei baffi rossi come i capelli e portava un menhir sulle spalle. I due si avvicinarono al tavolo, e Saix chiese: - Qual è il vostro nome nell’Organizzazione? – il tizio coi baffi gialli rispose: - Asterix e Obelix. I nostri veri nomi erano Ristae e Libeo. – Xemnas smise di giocare alla playstation e disse, battendo sul tavolo con un martelletto: - Assunti! – Saix si portò una mano tra i capelli e borbottò: - Ma dove siamo finiti? Ah, povera Organizzazione XIII… meno male che ho le pecorelle… - Saix prese una pecorella e cominciò ad accarezzarla con una mano, mentre con l’altra reggeva un coltello con il quale tagliava lentamente il collo della pecora, che stava lentamente morendo sgozzata, per poi berne il sangue. – mentre Luxord accompagnava i due nuovi membri in un’altra sala per prepararli meglio al nuovo incarico che li attendeva, Chairot si piazzò davanti al tavolo dei membri dell’Organizzazione e disse: - Sono qui per visitare il cadavere di Xigbar. – Saix prese i suoi occhiali e se li sistemò sul naso, poi aprì la sua agenda e diede un’occhiata agli impegni della giornata, poi disse: - Ah, sì, lei deve essere il dottor M. Oribondo, vero? – Chairot rispose: - No, sono Hercule Chairot, si ricorda di me? mi ha chiamato per indagare sulla morte di alcuni membri dell’Organizzazione. – Saix si alzò all’improvviso e esclamò: - Qualcuno ha ammazzato alcuni membri dell’Organizzazione!? Perché non mi hanno informato?! – Chairot disse: - Guardi che è stato proprio lei a chiamarmi, non ricorda? – Saix si massaggiò la fronte, poi rispose: - Ah sì, è vero. Mi perdoni, ma ultimamente sono molto stressato. Ho saltato un appuntamento col dottor Von Krapfen, e adesso non mi sento molto bene. – Chairot chiese: - Potrebbe essere pericoloso saltare una seduta col dottor Von Krapfen sia per lei che per chi le sta attorno, non trova? – Saix rispose: - Sì, normalmente sarebbe pericoloso, ma io sono corso ai ripari. Prendo dei calmanti. Cioè, lei crede che il sedativo per balene sia un calmante? Le dirò che non mi fa molto effetto… - Chairot chiese: - Posso sapere dove si trova monsieur Bestia? – Saix rispose: - Ha accettato di lasciarci stare nel suo castello, in cambio noi abbiamo trasformato la sua stanza in una specie di grotta da cavernicolo e abbiamo distrutto tutti i bagni che c’erano nel castello. Non ne troverà neanche uno, ci mettiamo d’impegno, quando facciamo qualcosa. – Chairot annuì, poi disse: - Io vado a fare qualche domanda alla Bestia. Au revoir, monsieur Saix. – - Arrivederci, signor Chairot ! – borbottò Saix mentre mordeva la zampa di una pecorella batuffolosa.

Chairot e Mastings lasciarono la stanza e, sgomitando in mezzo a quella folla di aspiranti membri dell’Organizzazione, riuscirono a raggiungere la stanza della Bestia.

Ma, Chairot, non dovevamo analizzare il cadavere di Xigbar? – domandò Mastings quando giunsero davanti alla porta della stanza della Bestia. – Caro Mastings, deve capire che è difficile mettere a disagio un morto, ed è ancora più difficile costringerlo a confessare qualcosa rivelando a tutti i suoi segretucci e segreti. Per questo interrogheremo prima monsieur Bestia, poi potremo andare all’obitorio. – rispose Chairot mentre abbassava la maniglia della porta, quando una voce disse:

"Dietro questa porta c’è… esattamente non so cosa c’è, ma sicuramente c’è qualcosa! Ecco, così non potrete dirmi che ho sbagliato. Non può di certo essere vuota. Volete procedere?"

· Certo, così ti faccio contento!

· Manco morto, ho di meglio da fare.

· Chissà perché sento che hai sbagliato anche questa volta…

Ovviamente Chairot scelse la terza opzione, forse perché gli portava fortuna. "Non illuderti. Ho sbirciato nella stanza giusto prima che voi arrivaste, e so per certo che in questa stanza c’è qualcosa. Aprite e ve ne accorgerete!" Chairot aprì la porta e vide che… la stanza era completamente vuota. Avevano tolto tutti i mobili, non c’era nessuno. – Vede, Voce Fuori Campo? Non c’è niente in questa stanza. – disse Chairot, ma Voce Fuori Campo intervenne: "Ti sbagli! Guarda là, c’è la Bestia! Lui è ancora qui!" effettivamente la Bestia c’era, però era sul balcone. – Monsieur, o madame, Voce Fuori Campo, monsieur Bestia è sul balcone, quindi non è nella stanza. Come al solito ha sbagliato. – Voce Fuori Campo gridò, al colmo della disperazione: "Non è possibile!! Scommetto che non mi pagheranno neanche questa giornata di lavoro! Maledetti sfruttatori! Mi sa che dovrò prendere in considerazione l’idea di fare il narratore per le recite scolastiche…" Chairot e Mastings andarono sul balcone, quando la Bestia li vide. – Salve. – disse la Bestia con la sua voce simile al grugnito di un maiale raffreddato e un po’ scilinguato. – Bonsoir, monsieur Bestia. Volevamo farle qualche domanda. – lo salutò Chairot. – Tanto per cambiare. Senta, io non so niente dell’Organizzazione, mi lasci in pace. – disse la Bestia, ma Chairot effettuò un triplo salto carpiato al sentire quella frase. – Lei mente! Monsieur Saix mi ha detto che lei ha dato loro il permesso di stare nel suo castello! Come lo spiega ciò!? Eh? Eh!? EH!!? – gridò Chairot saltellando istericamente sotto il naso della Bestia. – Uff, sì, li ho fatti stare qua, ma solo perché adesso sono veramente io il padrone del castello! Prima che arrivasse lei c’era quella pazza di Belle che costringeva i servitori a vestirsi da mobili, coccolava la mia rosa e parlava coi muri e coi cuscini. Le devo qualcosa, signor Chairot. – disse la Bestia, quando Chairot chiese: - Credevo che lei amasse Belle. Come mai questo ripensamento? – la Bestia rispose: - Nessun ripensamento! Io l’avevo fatta stare qua solo per farne una sguattera, invece poi si è rivelata una seria minaccia per le pulci che mi accompagnano sempre e per tutti i parassiti che abitano nel castello. Da quando lei non c’è più passo le mie giornate con Mrs. Brick. L’unico suo difetto è il tè. A questo proposito vorrei dire che… - la Bestia non finì la frase perché Mastings disse: - Cos’è quella cosa nera che ci viene addosso? – la Bestia e Chairot si girarono verso il punto indicato da Mastings. La figura era sempre più chiara, e in pochi secondi i nostri eroi videro che l’oggetto non identificato era Belle, che scendeva con un paracadute nero come un’oscura minaccia sul castello della Bestia. – AH, AH, AH! Eccomiiii! – gridò Belle mentre una misteriosa orchestra cominciava a suonare la cavalcata delle valchirie. A un certo punto, mentre Belle rideva come (?) una matta, passò a tutta velocità un altro oggetto non identificato, ovvero il Burattinaereo, il mezzo aereo del celebre Burattinaio Mascherato, che ruppe il paracadute della folle. – Dannato nanetto mascherato! Pagherai per questooooo!!! – gridò Belle mentre precipitava sul balcone del castello.

- Mademoiselle Belle! Come è arrivata fin qui? – chiese Chairot mentre la ragazza si alzava. – Sa benissimo che sono fuggita dall’Urkham Asylum. – rispose Belle guardando con odio la Bestia. – Ma credevo che fosse stata fermata dalla polizia, oppure che fosse rimasta bloccata in quel mondo. – disse Chairot. – Signor Chairot, non sia ridicolo. È stato estremamente semplice convincere Miss Gummiship a darmi un passaggio. Per fortuna c’è gente gentile in questi mondi, anche se i rozzi non mancano. – aggiunse Belle tornando a guardare la Bestia, profondamente impegnato a grattarsi dietro l’orecchio con la zampa posteriore. – Mademoiselle Belle, allude forse a monsieur Bestia? – domandò Chairot. Belle rispose: - Sì. Questo maledetto puzzone mi ha lasciato in quel maledetto manicomio per due giorni! Come hai potuto, Bestia!? – la Bestia balbettò: - Beh, s-sembrava che tu a-avessi b-b-bisogno di cure, cara… - - BISOGNO DI CURE!!? Anche tu credi che io sia pazza!? Lo sai meglio di me che i mobili parlano! – strillò Belle, quando Chairot intervenne: - Si calmi, mademoiselle. Non deve prendersela con monsieur la Bestia solo perché lui l’ha fatta finire in manicomio, non ha mosso un dito per liberarla, si è subito sbarazzato dei mobili a lei tanto cari e si è fidanzato con Mrs. Brick. Non è proprio il caso, guardi. – Belle mosse una mano verso il suo coltello per affettare, poi ci ripensò e disse: - Ho intenzione di rimanere qui, nel castello. E stavolta non ho intenzione di andarmene. Non preoccupatevi, non sarò una presenza incombente. – aggiunse poi ghignando, mentre il cielo si riempiva di fulmini. L’ombra di Belle si allungò, e la pazza allungò le braccia in modo minaccioso, mentre Chairot, Mastings e la Bestia tremavano in un angolo del balcone. – STASERA CI DIVERTIREMO COME PAZZI!!! – gridò Belle, poi scoppiò a ridere, e la sua risata fragorosa e folle risuonò sinistramente per tutto il castello.

- Bene, se lo dice lei. Io e il mio amico Mastings vorremmo vedere il cadavere di monsieur Xigbar. – disse Chairot. – M-ma certo… se Belle c-ci concede di a-andare… - balbettò la Bestia, guardando intimorito Belle, che disse: - Oh, voi andate… non accadrà niente… per ora, almeno… - poi sogghignò, e tutti si accorsero che i suoi occhi erano di un giallo simile a quello degli occhi di Saix. I nostri eroi si allontanarono dalla stanza in fretta, e la loro uscita di scena fu accompagnata dalla sinistra risata di Belle, che li seguì fino alle segrete.

- Signor Chairot, ma dove sono finiti Sora, Pippo e Paperino? – domandò Mastings mentre scendeva le scale insieme al piccolo detective belga, che rispose: - Credo che monsieur Sora sia il tizio che sta combattendo con monsieur Xemnas, mentre Paperino e Pippo sono quei due che giocano a backgammon in un angolo. – in effetti Sora e Xemnas stavano duellando, un duello feroce, senza esclusione di colpi, tutto era permesso… - Vai, Pikachu! – gridò Sora, cosa che non aveva alcun senso, visto che Pikachu non c’entrava proprio niente. – Ma scusa, tu hai detto che tutto era permesso, e io mi sono regolato di conseguenza. – Sora non fece quasi in tempo a finire la frase, poiché Xemnas lo attaccò con violenza. Sora cadde a terra a causa del calcio negli stinchi che Xemnas aveva sferrato, poi il numero 1 dell’Organizzazione disse: - Le tue deboli facoltà non possono nulla contro il potere del Lato Oscuro! – poi lanciò fulmini dalle dita, ma Sora riuscì ad allontanarsi appena in tempo, per poi nascondersi dietro mucchi di paglia, casse, mobili rotti, Polonki sincopati e quant’altro c’era nelle segrete. Mentre questa graziosa scenetta tra Xemnas e Sora si consumava, Chairot, Mastings, Paperino e Pippo avevano iniziato una piacevole partita a briscola. Dopo poco tempo arrivò anche Luxord, così la briscola divenne un poker.

- Non puoi nasconderti per sempre, Sora. – disse Xemnas. – Anche perché la stanza non è molto grande. – fece intelligentemente notare Paperino, quando Xemnas disse: - Sora… sento le tue emozioni… i tuoi pensieri ti tradiscono, essi sono molto forti, specialmente verso… tua sorella. E così hai una sorella gemella. - - Che cazzo dici? – intervenne Sora, ma Xemnas non lo ascoltò, e continuò il suo bizzarro discorso: - Obi-Wan è stato saggio a nasconderlo a me, ora il suo fallimento è completo. - - MA COSA CAZZO DICI!!? – gridò Sora uscendo dal suo nascondiglio (faceva finta di essere un albero, lo aveva imparato alle recite delle elementari), per poi balzare addosso a Xemnas, sferrando una serie di rapidi e violenti colpi col Keyblade, finchè il numero 1 non cadde a terra. – È finita, Xemnas. – disse Sora preparandosi a dare l’ultimo colpo a Xemnas, che urlò: - Fermo! Non puoi farlo! – Sora domandò: - E perché mai? Tu hai ucciso mio padre! – Xemnas si alzò e rispose: - Ti sbagli, Sora. Io non ho ucciso tuo padre, perché in realtà nessuno ha ucciso tuo padre, oltretutto c’è da considerare che sono io tuo padre. – Sora inarcò un sopracciglio, quando arrivò sua madre, ovvero la Strega Nocciola, che disse: - Guarda che è vero, sai? Lui è il mio carissimo maritino. Adesso, Sora, Xemnas, venite che ci sono i crauti! – Sora e Xemnas gridarono in coro: - NOOOOOOOOOOOO!!! – poi scapparono a gambe levate, seguiti da Chairot, Pippo, Paperino e Mastings, mentre Luxord decise di andare in giro a truffare la gente col vecchio e sempre efficace gioco delle tre carte. I nostri eroi si lasciarono alle spalle la madre di Sora ed entrarono nel gigantesco obitorio dell’Organizzazione XIII. – Io credevo che i membri dell’Organizzazione sparissero una volta uccisi. – commentò Paperino, ma Chairot gli rispose prontamente: - E bravo, e noi come potevamo fare per analizzare il cadavere di Xigbar? Non siete logico, monsieur Paperino. – il detective belga si girò e vide Topolino che cercava di portare via il corpo di Xigbar. Il topo sarebbe di certo riuscito a scappare, se non fosse stato per Saix, che stava giocando ad "Acchiappa la talpa" proprio lì vicino. Purtroppo per il Re, Saix non aveva messo gli occhiali, così il numero 7 scambiò Topolino per una talpa, così gli diede una botta sulla testa con la sua pesante mazza. Mastings legò Topolino a una sedia, poi prese il cadavere di Xigbar e lo posizionò sul tavolo dove Saix aveva piazzato il suo "Acchiappa la talpa", così il povero numero 7 fu costretto ad andare a giocare da un’altra parte. Chairot si avvicinò al cadavere del defunto numero 2 e lo osservò a lungo, poi, dopo aver fatto un’accuratissima analisi, sentenziò: - Quest’uomo è proprio vecchio! – Paperino e Pippo fecero un applauso al grande detective, che s’inchinò sorridendo compiaciuto, per poi tornare ad analizzare Xigbar: - Che schifo, ha i capelli pieni di forfora! – esclamò Chairot, e continuò a fare considerazioni del tipo: "Ha le unghie inumanamente sporche!" oppure: "Costui non ha visto un dentista da almeno cinquant’anni." E anche: "Guardate, la pelle è sepolta sotto tre strati di untume, cibo e schifezze varie." Dopo mezz’ora passata a commentare la bruttezza di Xigbar, Pippo urlò: - Insomma, che cosa ha concluso di interessante per la soluzione del giallo!!? – Chairot sbuffò, poi disse: - Ok, ok. Il tizio orrendo è morto da circa 80 anni. – Sora intervenne, sicuro di dire una cosa intelligente: - Al massimo ottanta ore. È morto alla Città di Halloween. - - E invece no, monsieur Sora. Quest’uomo è morto nel 1928. –

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Questa fan fiction è presentata da: Darkness Divani!

Chairot va a sedersi su un bel divano nero e comincia a mangiare bomboloni a palate, facendo cadere chili di crema e cioccolato sul divano. – Oh no! Ho sporcato il mio bellissimo divano! Come farò?! – esclama Chairot in modo palesemente finto, quando ecco arrivare il televenditore-Riku. – Non si preoccupi, i nuovi divani della Darkness Divani contengono dei Blu Cicci che verranno a pulire il vostro divano da ogni cosa che intacchi il loro nero. – annuncia Riku, ed ecco arrivare i Blu Cicci che cominciano a pulire il divano con solerzia. Il televenditore continua: - E non dimenticate, per le prime cinquanta telefonate c’è anche il tavolino "Cane Rabbioso", disponibile nelle tonalità blu Oltretomba e rosa Mary Sue. Cosa aspettate? Telefonate! E adesso passiamo a un’altra strepitosa offerta…

40 Minuti più tardi…

FINE PUBBLICITÀ

- Quest’uomo è morto nel 1928. – disse nuovamente Chairot. – Va bene, abbiamo capito. Non c’è bisogno di ripeterlo due volte. – disse Pippo. – Ma come può essere una cosa del genere, signor Chairot? – intervenne Saix. – Sappiamo che Xigbar è morto alla Città di Halloween. Non può essere morto nel 1928! – Chairot si accarezzò il suo baffo e mezzo, poi commentò: - In effetti dovrebbe essere come dice lei, monsieur Saix. Ma una mente aperta come la mia vede oltre la realtà. Ricordate, quando c’è una soluzione semplice quello che rimane, specie se improbabile, deve essere la verità. – la Bestia disse: - Tutto ciò è molto interessante, ma io devo andare nella sala da ballo con Mrs. Brick. – e così dicendo se ne andò di corsa.

- Mentre monsieur Bestia non c’è noi potremo fare un giro nel castello. Sarebbe interessante, no? Potremmo trovare degli indizi interessanti. – disse allegramente Chairot uscendo dalle segrete, diretto verso l’atrio, seguito da Sora, Paperino, Pippo e Mastings.

Appena arrivati nell’atrio videro uno spettacolo davvero assurdo. Il Burattinaio Mascherato in persona (persona è una parola grossa, però) era lì, ma non nella sua solita posa eroica che incuteva sempre timore nei suoi avversari e rispetto e sicurezza nei suoi protetti, bensì era a terra agonizzante. Di fronte a lui c’era una misteriosa figura la cui testa era avvolta in una specie di asciugamano bianco con delle decorazioni a fiorellini. L’anonimo tizio reggeva un pezzo di Sgarfabullonyte verde, e la puntava addosso al Burattinaio, e rideva. – Non è una questione personale. – disse il losco figuro, e per un folle attimo a Chairot parve di aver già sentito quella voce, poi tornò a concentrarsi sugli avvenimenti. – M-maledetto… chiunque tu sia… - disse il Burattinaio mentre l’uomo si avvicinava tenendo la Sgarfabullonyte in mano. – Mi dispiace. È finita, Burattinaio Mascherato. – il tizio con l’asciugamano in testa sollevò la pietra. Stava per colpire il supereroe, quando arrivò un aiuto del tutto inaspettato. Mary Sue si mise in mezzo al tizio e al Burattinaio Mascherato, fece apparire un nuovissimo Keyblade enorme, ma maneggevole, dall’aria imponente, rozza e crudele, ma al contempo delicato, luminoso e leggiadro, e lo usò per colpire il losco figuro. Il tizio con l’asciugamano in testa barcollò sotto a causa del rapido ma violento colpo dell’infallibile Keyblade di Mary Sue, il suo asciugamano cadde a terra, così tutti videro il suo volto. Invece non aveva volto, infatti il tizio divenne improvvisamente immateriale, e i suoi vestiti caddero a terra come (?) un mucchio di stracci. Mary Sue demolì la Sgarfabullonyte con un colpo del suo magnifico e sbrilluccicosa Keyblade, poi si girò verso il Burattinaio e lo abbracciò, domandando: - Stai bene, piccolo nanetto dall’enorme ciuffo? – il supereroe sarebbe rimasto tra le braccia dell’avvenente Mary Sue, se non fosse per la visione di Chairot e gli altri che lo guardavano con tanto d’occhi, perciò l’eroe si alzò, si spolverò la calzamaglia e disse: - Non si preoccupi, cara e dolce mariola, sono un supereroe e so cavarmela da solo. – Paperino alzò gli occhi al cielo e commentò: - Certo, ci sentiamo tutti più sicuri adesso che c’è lei in circolazione, nessun criminale oserà farsi avanti. – in quel momento si sentì un terribile urlo provenire dalla sala da ballo.

I nostri eroi entrarono di corsa nella grande stanza, e videro Mrs. Brick e la Bestia al centro della sala, e davanti a loro Belle! – Mademoiselle Belle, che sta facendo!? – domandò Chairot mettendosi davanti alla psicopatica. – Stia indietro, patetico nano da giardino! Si è intromesso troppe volte, adesso è una questione tra me e la Bestia! – gridò Belle sbarrando gli occhi enormi e gialli. – D’accordo, Belle. Cosa vuoi? – domandò la Bestia. – Vendetta. – rispose semplicemente Belle. – Ho intenzione di trasformarti in un Heartless, e per farlo ho preso qualcosa che ti è caro. – Pippo esclamò: - La rosa! – Belle inarcò un sopracciglio, poi disse: - In effetti non sapevo cosa scegliere tra il deodorante e la rosa. Io ho preso il deodorante… - la Bestia eseguì un triplo salto carpiato e gridò: - YUUU-HUUUU!!! - - … Ma ho preso anche Mrs. Rose per sicurezza. – disse Belle mostrando sia il deodorante che la rosa. – D’oh! – esclamarono tutti. – Non preoccupatevi, messieurs, la indurrò alla ragione! – esclamò Chairot, quando si avvide che Belle era scomparsa proprio mentre parlava, e con lei era scomparsa Mrs. Brick. – Mannaia ai pescetti! In quest’ultimo pezzo gli eventi si susseguono troppo rapidamente. – commentò Chairot, quando arrivò Tockins. – Chairot, ho visto Belle andare nell’atrio! – esclamò Tockins. – Dall’alto della tua intelligenza, cosa suggerisci di fare? – Chairot si avvicinò al cugino e rispose: - Ti suggerisco di ammazzarti! – poi se ne andò nel salone seguito dalla Bestia, Mastings, Sora, Pippo e Paperino. Lo scontro finale con suo cugino era solo rimandato. Tutti erano tesi, nessuno capiva più che cosa stava succedendo, visto che tutto si stava svolgendo troppo velocemente.

Nell’atrio c’erano tutti. Xemnas, Saix, Luxord, il Burattinaio Mascherato e Mary Sue, e tutti guardavano verso l’alto, verso una sporgenza dove si trovava Belle, che rideva e teneva strette a sé la rosa e Mrs. Brick. Qualcuno aveva chiamato i Dragoni-Pompieri, il commissario-Berserker e tutte le Forze dell’Ordine Che Non Esiste.

Ognuno dei presenti cercava di tirare giù Belle a proprio modo, chi tirando sassi, chi (Luxord) cercando di convincerla a scendere per una partitina a poker, chi invece la ignorava e chi cercava di arrampicarsi lungo i muri per farla scendere. – Dobbiamo impedire che facciano del male a mademoiselle Belle. – disse Chairot. – Monsieur Sora, tenga a bada Mary Sue! - - Sì… con piacere… - rispose Sora sbavando. – Anzi no! Sora, tenga fermo il Burattinaio, Paperino, Pippo, fermate Mary Sue, Mastings, ferma tutti gli altri! Monsieur Bestia, lei vada a picchiare mio cugino Tockins. – ordinò il detective belga

Non appena la folla fu calmata dai nostri eroi, Chairot domandò a Belle: - Perché sta facendo tutto questo, mademoiselle? Le ripeto che noi possiamo aiutarla! – Belle alternò una serie di risatine isteriche a pianti altrettanto isterici, poi gridò: - Tutti dite di volermi aiutare! La Bestia lo disse… - - Non è vero. – bisbigliò la Bestia, ma Belle lo ignorò e proseguì il suo monologo. - … eppure la Bestia non ha mosso un dito per salvare Mr. Pillow, e ha causato la morte del dolce Stury! Quelli dell’Urkham Asylum dicevano di essere miei amici e di volermi aiutare, ma credevano che fossi matta, e anche lei, signor Chairot, ha detto di volermi aiutare numerose volte. Anche Mr. Phone, che mi ha dato la libertà, aveva promesso di aiutarmi, ma dopo che ho eseguito l’incarico che mi aveva affidatonon si è fatto più sentire! La Bestia ha tolto tutti i miei mobili, e mi ha tradito con Mrs. Brick! Una teiera, capite!? UNA TEIERAAA!!! – Belle prese un coltello da bistecca Miracle Blade IIIª Serie Perfetta. Stava per piantarlo nel collo di Mrs. Brick, ma Sora intervenne, e per la prima volta la sua domanda fu utile: - Ma perché, Belle? Perché fai tutto questo? – le pupille di belle divennero due fessure, i capelli disordinati sembravano improvvisamente più grigi, il volto era sfigurato da una terrificante espressione di pura follia. – Per Mr. Pillow… Ho fatto tutto questo solo per Mr. Pillow. Lui è la mia vita. Senza di lui non ho motivo di vivere. Lo voglio vendicare, ecco perché trasformerò la Bestia in Heartless. E un giorno io ritroverò quel cuscino… e quando Mr. Pillow sarà mio, io potrò esistere completamente. – disse Belle, poi saltò giù dalla sporgenza insieme a Mrs. Brick e la rosa, e uscì fuori dal castello. I nostri eroi la seguirono, mentre i Nobody, Mary Sue e quelli dell’Organizzazione, perso l’iniziale entusiasmo per la cattura di Belle, cominciarono a festeggiare, a ubriacarsi e a giocare ad "Acchiappa la talpa". Il Burattinaio invece salì ai piani superiori del castello con fare sospetto.

 

Belle attendeva Chairot e gli altri fuori dal parco, su un ponte. La fanciulla sorrideva crudelmente vedendo l’espressione rabbiosa della Bestia (simile a quella che aveva quando andava in bagno) mentre le correva incontro, e sorrideva ironicamente vedendo Chairot che arrancava dietro Mastings, Sora, Paperino e Pippo. – Tu! – gridò la Bestia fermandosi a pochi passi da Belle (con somma felicità di Chairot). – Fuori dal mio castello! - - Non sarebbe meglio tornare all’Urkham Asylum tutti insieme e fare quattro chiacchiere lì con tè e biscottini? – Belle rispose: - Con piacere. Ma preferisco viaggiare leggera. Cosa posso lasciare qui? Mrs. Brick? O la rosa? O forse il tuo deodorante, puzzone? - - Molla il deodorante, Belle. – biascicò la Bestia. Le cose si stavano mettendo proprio male, quando avvenne qualcosa di totalmente inaspettato. I lettori più scaltri avranno già capito.

Il Burattinaio Mascherato era sul tetto del castello in sella alla sua bicicletta rosa. Il supereroe cominciò a pedalare, e si fiondò a tutta velocità giù dal castello, gridando: - Sono come E.T.! Posso volare con una biciclettaaaa!!! – il Burattinaio probabilmente sarebbe morto, ma la fortuna era dalla sua parte, così l’eroe volò dritto addosso a Belle, che mollò la rosa, Mrs. Brick e il deodorante.

- Patetico esserino ripugnante! – gridò Belle al Burattinaio, mentre Mrs. Brick scappava con la rosa e il deodorante, ma l’eroe non badò all’insulto. – Fai schifo! Sei un supereroe fallito! – il Burattinaio rimise in piedi la sua bici. – Insulso omuncolo rivoltante vestito di rosa e di verde! – il supereroe borbottò: - A me il rosa e il verde piacciono… - - E quel tuo ciuffo è assolutamente ripugnante! – gli occhi del Burattinaio si riempirono di lacrime, poi l’eroe capì che era indecoroso per uno come lui piangere, quindi passò all’azione e diede un cazzotto a Belle, che indietreggiò fino alla fine del ponte. Schierati di fronte alla pazza c’erano Chairot, armato di coltello per disossare e spinare e di Keyblade, Sora, che, a giudicare dall’espressione, era capitato lì per sbaglio, Paperino e Pippo, che non avrebbero fatto paura neanche a Xemnas, l’infuriato Burattinaio Mascherato, Mastings e una specie di enorme ammasso di pelo puzzolente, con uno straccio viola sulle spalle, che era la Bestia. Visti gli avversari non c’è da sorprendersi nell’apprendere che Belle sorrise, per poi afferrare due coltelli per affettare Miracle Blade. Il volto di Belle era totalmente trasfigurato. Gli occhi erano del tutto gialli, il volto era diventato terribilmente pallido, i capelli le ricadevano sul viso, le labbra erano diventate nere e sottili. Insomma era la moglie ideale per Voldemort.

Iniziò il combattimento. Paperino, Pippo e Mastings si fiondarono addosso a Belle, che balzò sopra le loro teste effettuando una capriola in aria. Una volta atterrata Belle prese lo spremiagrumi Miracle Blade e lo usò per tramortire Paperino. Sora sperava di colpirla mentre era impegnata col papero, ma Belle era troppo veloce, così Sora mancò la ragazza, che lanciò tutti e quattro i coltelli da bistecca addosso a Sora. I coltelli colpirono Sora alle spalle e alle gambe, immobilizzandolo alle mura del castello (potenza Miracle Blade), dove il Prescelto del Keyblade decise di rimanere per godersi la battaglia feroce.

Pippo sferrò un violento colpo contro Belle, ma questa prese il coltello per tritare e tritò lo scudo del Capitano dei Cavalieri Reali; una volta disarmato Pippo Belle gli tagliò i suoi unici tre capelli con le forbici Miracle Blade, e concluse l’attacco con un calcio negli stinchi del poveraccio. Ormai rimanevano in piedi solo Chairot, il Burattinaio, Mastings e la Bestia. Chairot cominciò a mangiare bomboloni, la Bestia e Mastings attaccarono frontalmente Belle, mentre il Burattinaio Mascherato scivolò alle sue spalle per attaccarla a sorpresa. Ma Belle non si faceva fregare così facilmente. Belle balzò alle spalle di Mastings e lo colpì alle spalle con la paletta per tritare Miracle Blade. La forza del colpo lo fece finire dritto addosso al Burattinaio, così gli unici avversari di Belle ormai erano Chairot e la Bestia.

Chairot, vedendo che gli altri combattenti erano messi male, cercò di alzarsi, con scarsi risultati, così Belle e la Bestia si ritrovarono soli, nella loro ultima lotta. Belle scoppiò a ridere sguaiatamente, poi si mise a piangere, poi cominciò a urlare. Tutto ciò era molto inquietante, visto il curioso cambiamento fisico di Belle da dolce fanciulla in figlia di Lord Voldemort. Chairot era quasi riuscito ad alzarsi.

La Bestia tirò fuori le unghie e Belle affilò i coltelli per affettare.

Chairot era in piedi.

I muscoli di entrambi i combattenti erano tesissimi, pronti a scattare.

Chairot era di nuovo caduto.

Belle disse: - È finita, Bestia. –

Chairot era in piedi, in una posizione stabile, ma era tardi.

La scena sembrava al rallentatore. Sia Belle che la Bestia scattarono l’una verso l’altro.

La Bestia ringhiò e sollevò una zampa.

Belle sollevò un coltello per affettare.

La Bestia abbassò la zampa con violenza per squarciare il petto di Belle.

Belle parò con il manico dell’altro coltello per affettare, e l’attimo successivo il coltello per affettare che Belle teneva alto sopra la sua testa aveva colpito il petto della Bestia, che cadde a terra.

Chairot leccò la crema che gli era caduta sul panciotto, poi prese il Paradiso delle Yaoi e si preparò a combattere, ma Belle lo disarmò lanciandogli contro un coltello per sbucciare e pelare Miracle Blade. – Mi dispiace, Chairot. Non c’è più niente da fare. – mormorò Belle, ma Chairot prese il coltello per disossare e spinare e disse: - Questa lotta è inutile, mademoiselle Belle. Deponga i coltelli, e risolviamo la cosa pacificamente. – Belle ridacchiò, poi saltò addosso a Chairot ringhiando. I due caddero a terra, ma la lotta continuò. Belle graffiava e mordeva, mentre Chairot era più sulla difensiva. Il feroce duello continuò senza risultati eclatanti per l’una o l’altra parte, finchè Belle non prese un coltello da bistecca. La fanciulla provò a piantarlo nel petto di Chairot, ma questi bloccò la mano di Belle. Il detective non avrebbe resistito a lungo, se non avesse visto che Belle portava al dito un anello. Con un rapido movimento Chairot sfilò l’anello dal dito di Belle e gridò: - Se ti muovi butto giù dal ponte Mr. Ring! – Belle si bloccò. In quel momento scoppiò un improvviso temporale (che è molto drammatico e molto utile per finire il capitolo). Il Burattinaio Mascherato nel frattempo si era rialzato, e ora era alle spalle di Belle. Il supereroe approfittò del momento di smarrimento di Belle per prenderla alle spalle. La ragazza, nonostante la sorpresa, riuscì a divincolarsi, prese di nuovo un coltello per affettare e lo alzò verso il cielo, quando un fulmine colpì la lama in acciaio inossidabile Miracle Blade. La scossa colpì anche Belle, che cadde a terra. Chairot si inginocchiò accanto a lei e le sentì il polso, poi, vedendo lo sguardo preoccupato del Burattinaio, disse: - Stia tranquillo. È ancora viva. L’incubo è finito. –

Il giorno seguente scoprirono che il fulmine aveva guarito Belle dalla sua psicosi, la pace era tornata davvero al Castello della Bestia, Chairot aveva un altro mistero davanti e nessun indizio. Nonostante ciò, i nostri eroi partirono per non si sa quale mondo, alla ricerca di altri indizi.

Grandioso! Contenti della guarigione di Belle? Ma chi è il tizio con l’asciugamano in testa? Cosa voleva Mr. Phone? Come ha fatto Xigbar a morire nel 1928? Questi misteri verranno svelati… probabilmente mai! Alla prossima!

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Capitolo 13
*** Il Grande Fantasmagorico Torneo degli Inchiappati ***


cap12

Questa volta niente Grillario, bensì uno speciale (come l’intervista con l’Autore). Per capire meglio la psicologia dei membri dell’Organizzazione XIII ho preparato questo inserto. Signore e signori, ecco a voi il resoconto di una riunione tra membri dell’Organizzazione prima degli omicidi (non si sa mai, magari ricavate qualcosa di utile e poi me la riferite).

Speciale Organizzazione XIII:

 

Tutti e tredici i membri dell’Organizzazione erano seduti sui loro troni (bianchi) nella immensa sala (bianca) piena di troni (bianchi). Xemnas stava parlando da tre ore, e gli altri membri dell’Organizzazione si giravano i pollici o lo ascoltavano annoiati. - … I Jedi rimasti saranno intercettati e sconfitti! – gridò Xemnas, svegliando i membri che si erano assopiti. – Scusa, Xemnas, ma questo che diavolo c’entra? – domandò Xaldin, ma fu Xigbar a rispondere: - Non c’entra assolutamente niente, caro il mio Commissario Basettoni! Quelli che hai in testa sono capelli orrendi, unti e luridi o è solo una pelliccia buttata nel fango? - - Dobbiamo parlare di cose serie. – intervenne Saix. – Luxord, la veranda che hai costruito al Confine con la Devastazione è un’offesa al decoro del condominio, devi assolutamente toglierla. – Luxord rispose, indignato: - Ma se l’intero Punto Morto è una veranda! Io non tolgo un bel niente! – Xemnas impose il silenzio con un teatrale gesto delle mani, poi disse: - Parlerà Lexaeus, il più saggio tra noi. – tutti guardarono Lexaeus, che rimase in silenzio per un po’, poi aprì la bocca e disse: - Gu! – tutti quanti fecero un grande applauso a Lexaeus, che decise di nascondere il suo nervosismo dandosi delle botte in testa col suo tomahawk. In quel momento intervenne Nicole Kidman: - Scusate, la piscina sul tetto? – Saix disse: - E che siamo, a Hollywood? – poi le fracassò la testa con un colpo secco di claymore. Xaldin disse: - Marluxia, quando innaffi le piante la tua acqua cade sui miei panni stesi ad asciugare. La situazione è davvero insostenibile. - - Sarà per questo che sono sempre sporchi di terriccio. – dissero in coro Xigbar e Larxen, poi si scambiarono un lungo e dolce sguardo e Xigbar le fece l’occhiolino. Xaldin ignorò i due e continuò le sue proteste: - Demyx non può suonare a qualsiasi ora del giorno e della notte. Cosa hai da dire? – Demyx si stava dondolando sul suo trono, finchè Saix non gli diede una spinta alle spalle per farlo precipitare. Una caduta di circa 200 metri. – Tirate fuori uno dei suoi cloni! – ordinò Saix, e i suoi Berserker scongelarono un clone di Demyx, che si arrampicò sul suo trono, per poi riprendere a dondolare. – Altra questione importante è la pessima condizione del lato orientale del castello, a causa dei numerosi incendi causati da Axel. – continuò Xaldin, che durante quelle riunioni si divertiva a criticare tutti e a fare i dispetti. Axel protestò: - Ma smettila e lavati i capelli invece di infastidirci! – Saix intervenne: - Xaldin ha ragione, le sue obiezioni sono tutte sensate e… - - Inoltre dobbiamo pagare tutti l’ascensore e i Corridoi d’Oscurità. – ricominciò Xaldin. Quella frase congelò Xigbar che disse: - Io mi teletrasporto, quindi OVVIAMENTE non pagherò un solo munny. – Xaldin sbraitò: - Tu paghi come tutti gli altri, brutto coso orbo! – Xigbar gridò: - A chi hai dato del "coso"?! Piuttosto, quelli sono i tuoi occhi o ti sei messo dei pezzi di bottiglia nelle orbite? – Larxen ridacchiò a quella simpatica e amichevole battuta. Demyx protestò: - Se Xigbar non paga l’ascensore io non pago l’acqua! – Saix ridacchiò e disse: - Certo, Demyx, adesso perché non scendi giù? – Demyx rispose: - No, grazie, voglio godermi la riunione. – Saix lo colpì nuovamente col claymore, e lo fece precipitare. Un Berserker stava già scongelando un clone di Demyx, quando Saix lo fermò, dicendo: - C’è tempo. Non abbiamo fretta. – Xemnas riprese la parola e disse: - Io propongo di inventare una nuova religione! L’Altare ce l’abbiamo già, non vedo il problema… ho già in mente tutto… -

VISIONE GLORIOSA DI XEMNAS:

- Fratelli! Non disperatevi! Qualunque cosa vi capiti, pensate che noi non esistiamo! Capite? Non ci siamo, siamo nulla. E adesso adoratemi… cioè, adorate Kingdom Hearts… pregate, fratelli… ma anche no, tanto non esistiamo, che preghiamo a fare? –

FINE VISIONE GLORIOSA DI XEMNAS

- Sì, sarebbe una grande idea. Tu cosa ne pensi, Vexen? – domandò Marluxia a Vexen, che rispose: - Io non penso quando ci sono nove tizi che mi sono inferiori di grado. Perché io sono il numero 4, e voi siete tutti inferiori. Tranne quelli che mi sono superiori. Pappappero! – e Vexen passò il resto della riunione a fare pernacchie e smorfie a tutti quelli inferiori a lui, specie ad Axel, Marluxia e Larxen. Xigbar intervenne: - Facciamo parlare il marmocchio che è entrato nell’Organizzazione solo perché Axel l’ha raccomandato. – Roxas protestò: - Vorrei che mi teneste più in considerazione. E non è vero che Axel mi ha raccomandato. – Axel bisbigliò: - Sì che è vero. – Xigbar sorrise e disse: - Ma certo, piccolo caro! Noi ti teniamo in considerazione, ti abbiamo pure comprato il gelatino che ti piace tanto! – Roxas cominciò a saltellare istericamente sulla sedia sbavando come una lumaca in calore (o Xilofono, che è lo stesso). – Prendi il gelatino! – Xigbar lanciò il gelato addosso a Roxas, che si lanciò nel vuoto per afferrare il gelato. L’azione si concluse con un violento: "TA-PUM!", seguito dalla canonica frase di Saix. – Scongelate uno dei suoi cloni. – Roxas protestò dal basso: - Ma sono ancora vivo, ragazzi! – Saix fece cadere un’ incudine sopra la testa di Roxas, poi con noncuranza disse: - Ora non più. Scongelate uno dei suoi cloni. – Luxord chiese: - Ma ci hai fatto clonare tutti? – Saix rispose: - Ma certo che no! A clonare è stato Vexen. – Vexen cominciò a gongolare, poi si ricordò che a fargli il complimento era stato un suo sottoposto, quindi cominciò a fare boccacce al povero Saix, visibilmente offeso. – Vogliamo sapere se siamo stati clonati tutti, sfregiato! – gridò Xigbar, sotto lo sguardo alla "Se ti prendo sarai mio" di Larxen. – Ovvio che non vi ho fatti clonare tutti. È possibile clonare solo gli individui con il Q.I. inferiore a 10. Vexen ha clonato, infatti, solo Riku, Demyx, Roxas, un paio di vermi ritardati, Axel e Clemente Mastella. Più di così non si può, temo. – spiegò Saix, poi aggiunse, rivolto a Vexen, che stava canticchiando per non sentire la voce degli inferiori. – Non ho ragione, Vexen? – Vexen si gettò da un lato, come per evitare le parole di Saix, e rispose: - Tu non PUOI avere ragione, perché sei solo il numero 7, mentre io sono il numero 4. Se io dico che 2 e 2 fanno 5… beh, quanto fanno? – Saix inarcò un sopracciglio e rispose: - Quattro. – Vexen disse: - Da capo. - - MA "DA CAPO" COSA!!? – sbraitò Saix agitando il claymore. – Calmo, Saix, si tratta solo dell’ultimo libro che ha letto… - esordì Roxas, ma Saix lo colpì col claymore in testa e lo fece piombare giù. Dopo aver ordinato: - Scongelate uno dei suoi cloni. – saltò da un capo all’altro della stanza, dritto sul trono di Vexen, che protestò: - Me lo riempi tutto di germi! – poi cominciò a versare detergente sul trono, mentre Saix lo pestava. – Mi dovrò fare lo shampoo!!! – strillò Vexen, poi, quando Saix lo afferrò per la gola, gridò, in preda al panico più assoluto: - Mi sto sciogliendooooo!! Che mondo crudeleeee! – Marluxia passò sul trono di Vexen saltellando di trono in trono, gridando con la sua vocetta stridula: - Fermi, amici! – Xemnas impose il silenzio, poi, quando ogni rumore cessò (a parte quello dello strofinaccio di Vexen sul suo trono), disse: - Vexen, quanti Riku potresti clonare? – Vexen rispose, tutto contento perché a rivolgergli la domanda era stato un suo superiore, anzi, il Superiore: - Ne ho già clonati duecentomila unità, tutti pronti a combattere. – Xemnas sorrise, poi disse: - Direi che la cosa più importante di cui dobbiamo discutere adesso è la votazione di un esercito per l’Organizzazione XIII. – Saix borbottò: - E quale membro voterebbe una cosa del genere? - - Io. – rispose prontamente Xemnas. – E propongo di dare al Superiore dei poteri speciali e… ops! Ma guarda, sono io il Superiore. – Zexion, che era rimasto in silenzio tutto quel tempo, intervenne: - Credo che nessun membro voterebbe una cosa del genere. – Xemnas ghignò e disse: - Tanto il mio voto, poiché sono il Superiore, vale quattordici, quindi… - Zexion si mise in piedi sul trono (non che facesse molta differenza, forse era più alto da seduto) e gridò: - La cosa è ridicola, vile marrano! Ti consegnerò alla giustizia, gaglioffo che tormenti impunemente i mondi! – Xemnas chiese a Zexion, con dolcezza: - Quanto sei alto, Zexion? – Zexion rispose: - Sono alto circa coff coff centimetri. – Xemnas sorrise, poi domandò nuovamente: - Che arma usi, Zexion? - - Non ho una mia arma, al massimo posso riprodurre quella degli altri. – Xemnas chiese: - Che numero di scarpe porti? – Zexion rispose: - 47, ma questo cosa c’entra? – il sorriso di Xemnas si allargò. – Chi è l’unico dell’Organizzazione che non combatte? – Zexion rispose, sconsolato: - Io. - - E chi è l’unico membro dell’Organizzazione che non ha doppiatore? – Zexion rispose, decisamente scocciato: - Io, io, io! – Xemnas domandò, stavolta a Vexen: - Vexen, qual è il grado di Zexion nell’Organizzazione? – Vexen ghignò crudelmente, al settimo cielo, poi sbraitò, additando Zexion: - A malapena il numero 6! Diciamo che è diventato numero 6 per mancanza di candidati. L’ultimo degli apprendisti, conta meno di Larxen! Che già lei conta poco, perché è solo la numero 12, numero che a mio giudizio non dovrebbe esistere, dobbiamo fermarci al quattro. – Saix obiettò: - Se i numeri si fermassero a 4 tu saresti l’ultimo, no? – Vexen si gettò nuovamente da un lato per evitare le parole di Saix, poi, dopo aver pensato a una risposta arguta da dare, si tappò le orecchie e cominciò a canticchiare una cosa che sonava come: - Non ho intenzione di ascoltare i numeri inferiori al 4! Sì, sì, sì! – Xemnas ignorò Vexen, che non riusciva mai a limitare le sue risposte, e disse, sempre con dolcezza, al povero Zexion: - Quindi, caro ragazzo, cosa credi di contare nell’Organizzazione? – Zexion mise il broncio, poi Xemnas riprese il suo discorso. – Allora, chi vota l’esercito dell’Organizzazione e i miei poteri speciali? – nessuno alzò la mano, tranne Xemnas, che disse: - Tanto il mio voto vale quattordici! –

Fine Speciale Organizzazione XIII

 

Capitolo 12

Il Grande Fantasmagorico Torneo degli Inchiappati

I nostri eroi avrebbero dovuto passare prima dallo Sgarfamondo, per poi accedere al Monte Olimpo, ma siccome l’Autore si scocciava di fare lo Sgarfamondo per ora, Mastings riuscì a distrarre Chairot con un astuto stratagemma. – Guardi, Chairot! Bomboloni! – gridò Mastings indicando un punto impreciso alle spalle di Chairot. – DOVE!!? DOVE!!!!?? – gridò Chairot voltandosi, giusto in tempo per non vedere lo Sgarfamondo. – Mi dispiace, Chairot, devo essermi sbagliato. – disse Mastings. – Ma no, Mastings. – disse Chairot voltandosi. – C’era un negozio di bomboloni nel punto da te indicato. Se non ci fossi tu non so come farei. – il detective ingoiò un bombolone senza masticarlo, poi vide il Monte Olimpo all’orizzonte. – Mastings, atterriamo lì! – gridò Chairot balzando sulle spalle dell’amico, che stava per soffocare sotto il peso non indifferente del detective belga. – Ma ne è proprio sicuro? Non è meglio andare all’Isola che non c’è? Così ci troviamo subito in Inghilterra e concludiamo la storia. – azzardò Mastings. – Stai forse cercando di boicottarmi? Noi non andiamo da nessuna parte se non scopriamo CHI è l’assassino. Dobbiamo trovare altre Agende di Ansem, scoprire alcune cose sul dottor Von Krapfen e scoprire cosa voleva dirci Lea. Tutto ciò è possibile solo in due modi: mangiando molte ciambelle e interrogando i morti. Con le ciambelle ci siamo, dobbiamo interrogare i morti. – Mastings supplicò: - Ma io voglio andare a casa! Non possiamo tornare da miss Lemon per cercare, non so, qualche notizia? – Chairot saltò addosso a Mastings e ruotò il manubrio del velocipede verso il Monte Olimpo.

- Chairot! Non vedo niente!! Andremo a sbattereeee!! – gridò Mastings, e così accadde. Il velocipede andò dritto addosso alla gummiship, e l’agglomerato che si era venuto a creare in seguito allo scontro precipitò dritto dritto negli Inferi, creando al centro della stanza in cui era caduto un cratere che si riempì di una curiosa sostanza verdognola.

Chairot emerse dal cratere salendo sulla testa di Mastings, non senza qualche difficoltà, e vide qualcosa di veramente scioccante. – Hanno aperto un parco giochi!!! – esclamò il detective vedendo una curiosa costruzione luminosa in lontananza. Sora era ancora più entusiasta di Chairot, infatti saltellava istericamente e chiedeva a Pippo e Paperino: - Ci andiamo? Eh? Eh? Ci andiamo? E su, e dai! – Pippo rispose: - No, Sora. E cerca di calmarti, prendi esempio da Chairot, che è sempre così calmo e posato. – Chairot saltellava davanti a Mastings e gli chiedeva: - Ci andiamo al parco giochi? Eh? Eh? Ci andiamo? E su, e dai! – Mastings rispose: - No, Chairot. Dobbiamo risolvere il caso, no? – Chairot smise di saltellare e si erse in tutta la sua statura di fronte a Mastings, e disse, con voce cavernosa: - Mastings, ti ho chiesto se andavamo al parco giochi solo per educazione! Io tanto ci andrò comunque! – Mastings si rannicchiò in un angolo vedendo Chairot così arrabbiato, e il detective belga riacquistò la sua tipica espressione bonaria. – Ora che abbiamo messo a tacere il piccolo deficiente possiamo andare al parco giochi. – e così dicendo si avviò verso la barchetta che portava al parco giochi, quando si sentì un curioso frignare. In un angolo dell’ingresso dell’Oltretomba giaceva Ercole, che piagnucolava in modo indecente. – Monsieur Hercule, cosa è successo? – domandò Chairot avvicinandosi all’ex- eroe. Al sentire l’Autore che diceva "ex-eroe" Ercole gridò come un maiale sgozzato. – L’Autore ha ragioneeee! Io non sono un eroe! Non sono niente, sono un fallito e basta! – gridava il povero imbecille, mentre Fil cercava inutilmente di consolarlo dicendogli: - Ma no che non sei un fallito. Ricordi tutte le imprese eroiche compiute contro mostri e simili? Te le sei già scordate? – Ercole rispose: - Certo che me le ricordo, ma è inutile saper combattere mostri e catastrofi naturali quando hai un nemico che è in grado, in modo del tutto legale, di demolire uno stadio ingaggiando un’impresa di demolizioni. – Fil ignorò quell’obiezione e disse: - Ma smettila! Tu sei un eroe! Tutti lo pensano. - - Veramente no. – intervenne un tizio che passava di lì per caso. – Ma se è uno schiappone! – esclamò una signora col carrello della spesa (che non si sa che ci faceva da quelle parti). – Non dategli false speranze, eh? rimarrà maggiormente deluso se gli fate credere di essere un eroe! – rincarò la dose un bambino. – Ma non vedete come è debole? – domandò una signora dando un colpo nelle palle di Ercole col suo bastone. – Vedete? Riesco a metterlo a terra persino io. – concluse la vecchietta colpendo l’eroe sulla testa col bastone. Sora, che spuntava fuori sempre nei momenti sbagliati, prese il suo Keyblade e cominciò a menare botte in testa a Ercole dicendo: - Certo che è davvero debole! Guardate! Lo meno e non reagisce! – a un cenno di Chairot Pippo, Paperino e Mastings colpirono Sora sulla testa onde evitare danni permanenti al cervello già poco capiente di Ercole. "L’eroe" si alzò a fatica e disse: - Io sono un fallito! Sono un vero e proprio inchiappato! – in quel preciso istante si sentì una voce dire: - Inchiappato? – subito dopo comparve Ade. – Parliamo sempre di "inchiappato", ma sappiamo CHI lo è davvero? – Chairot si lisciò i baffetti, stava per rispondere, ma Ade non gliene diede il tempo. – Il grande, fantasmagorico, reboante, retorico, organolettico, barocco, musicale Torneo degli Inchiappati offerto dalla ditta Ade & co., sponsorizzato dalla Darkness… - Darkside, direttore della Darkness, seduto in tribuna, salutava amichevolmente il pubblico. - … ci rivelerà chi è veramente una schiappa pazzesca! È un torneo solo per vere schiappe! E naturalmente, Ercole, tu parteciperai! – Ercole domandò: - E se io non volessi partecipare? – Ade prese un foglio e lo sbatté in faccia a Ercole dicendo: - Vedi la lista delle iscrizioni? C’è scritto: "Vuoi partecipare? Sì o sì". Non hai altra scelta! – Chairot inforcò gli occhiali, guardò il documento e dopo un po’ commentò: - Beh, ci ha fregati, è tutto legale. Dobbiamo partecipare a forza. C’è persino il marchio di re Topolino! – Paperino sospirò e disse: - E capirai… - Chairot, che era un’intelligenza superiore, domandò ad Ade: - Ma nel videogioco lei non usava Megara per ricattare Ercole o qualcosa del genere? – Ade ci pensò su, poi disse: - Grazie per l’idea, Chairot. Forse dopo la userò, dipende dall’Autore. Se avrà voglia di inserire il personaggio di Megara è un conto, se no mi devo arrangiare per vie legali o quasi. –

Il re degli Inferi gridò: - Tutti i concorrenti del Torneo degli Inchiappati vengano qui adesso! – l’entrata degli Inferi si riempì in circa due secondi di gente di ogni tipo. Tra i concorrenti più significativi ricordiamo il Burattinaio Mascherato insieme alla sua fedele spalla, l’Eroe del Silenzio, poi come non citare Xilofono, accompagnato da Xemnas, Saix e Luxord che facevano il tifo per lui (mica loro tre potevano partecipare al Torneo degli Inchiappati). Inoltre c’era la terribile Mary Sue, che, pur non essendo inchiappata, partecipava al Torneo per primeggiare anche lì. E infine, ultimo ma non ultimo, con la sua figura imponente e ingobbita, col suo bastone per camminare e la sua aria da imbecille, Auron, detto dagli amici intimi Matusalemme. Ade si piazzò in tribuna d’onore, poi annunciò: - Abbia inizio il Grande, fantasmagorico Torneo degli Inchiappati!! Entri il nostro giudice! – l’ex-Etereo-postino, da poco assunto da Ade come giudice (quindi da adesso è ufficialmente Etereo-giudice) arrivò e annunciò, con voce decisamente solenne: - …………. – tutti quanti gli Heartless e gli spettatori applaudirono, ed ebbe inizio il primo scontro. Il Burattinaio Mascherato contro degli Heartless chiamati "Fastidioso intermezzo", composti da tre shadow. Lo scontro, visti i concorrenti, fu brevissimo. Gli shadow balzarono addosso al Burattinaio e a suon di graffi, e pedate lo sconfissero. Dopo dieci secondi il Burattinaio era raggomitolato su sé stesso, la calzamaglia strappata e gli occhi pesti. L’Etereo annunciò, con voce tremante per l’emozione: - …… -

I nostri eroi videro passare Auron, curvo sul suo bastone, accompagnato dai due diavoletti idioti di Ade, Pena e Panico. – Ehi, Auron, come stai? – chiese Sora piazzandosi davanti al vecchietto, che lo guardò attentamente, poi biascicò una cosa che suonava come: - Fammi passare, ragazzaccio, abbi rispetto per chi è più anziano di te! – Chairot intervenne, notando il curioso modo di parlare del vecchio: - Che fine ha fatto la sua dentiera, monsieur Auron? - - Dentiera!? Quale dentiera!? Io non uso dentiere! – strillò Auron salendo con fatica sulla barchetta che lo avrebbe portato all’arena. – Cos’è successo a monsieur Auron? – disse Chairot. Sora, che non sapeva farsi i fatti suoi, disse: - Dobbiamo assolutamente scoprirlo. Quando finisce lo scontro dobbiamo seguirlo e scoprire cosa gli è successo e, quando capiterà l’occasione, cominceremo a menar le mani! – e così i nostri eroi si prepararono al loro terribile avversario: la diabolica Mary Sue.

Chairot, Mastings, Paperino, Pippo e Sora entrarono nell’arena correndo (tranne Chairot, ovviamente), e non videro nessuno. Ma quando l’Etereo annunciò: - ……………… - dal tetto partì un’enorme colonna di luce che abbagliò tutti i presenti. Quando la luce svanì al centro della sala c’era Mary Sue, che dava le spalle a Chairot e agli altri. La ragazza stavolta era ancora più bella del solito, ciò forse era dovuto alla nuova gamma di colori acquisita dai suoi occhi e alle due grandi ali argentate, che riuscivano a illuminare a giorno quel luogo tanto oscuro, perché Mary Sue non era oscura, né tanto meno malvagia, anzi, era la fanciulla più dolce del mondo, ma non era disposta a farsi rovinare la sua vita (tra l’altro già segnata da innumerevoli dolori) da quegli idioti, che non capivano niente dell’amore, della gioia, della generosità e del vestire alla moda. Lei si girò, e quando fece apparire il suo potentissimo e unico Keyblade l’impianto di filodiffusione cominciò a suonare One Winged Angel (consigliabile ascoltare questo pezzo con Advent: One Winged Angel, rende meglio).

Chairot e Sora presero i loro non altrettanto potenti Keyblade, Pippo e Paperino si armarono, rispettivamente, di scudo e scettro (anche se al confronto con l’arma di Mary Sue sembravano un foglio di carta e uno stuzzicadenti N.d. Mary Sue) e Mastings prese il suo bastone.

Mary Sue sorrise, scomparve e riapparve subito dopo alle spalle di Mastings, che venne colpito immediatamente da tredici misteriosi colpi. Chairot rotolò addosso a Mary Sue, che lo evitò saltando dall’altra parte del campo. Pippo lanciò il suo scudo addosso a Mary Sue che, con due tocchi di Keyblade al terreno, erse un muro impenetrabile come difesa. Pippo, preso alla sprovvista cercò di scappare, ma Mary Sue lanciò il Keyblade come boomerang e lo colpì prima sulle gambe e poi sulla testa. Sora e Chairot ripartirono alla carica, mentre Paperino usava Energiga su Pippo, ma Mary Sue cominciò a ruotare velocemente su se stessa, generando un forte vento che spazzò via i due Prescelti dal Keyblade. Sora si rialzò per primo e lanciò, insieme a Paperino, Blizzaga addosso a Mary Sue; purtroppo non sapevano che la ragazza era immune a tutti gli elementi, e anzi li assorbiva, così Mary Sue, ritrovate nuove forze, disse, ridacchiando dolcemente: - Vi mostrerò il VERO potere della magia Blizzaga. – schioccò le dita e Paperino venne congelato.

Chairot ormai era di nuovo in forze, infatti lanciò con tutte le sue (scarse) forze il Keyblade addosso a Mary Sue, e il colpo stavolta andò a segno. Vedendo la ragazza piegata in due dal terribile colpo inferto dal detective, Sora pensò di invocare il Genio (non importa che non è ancora stato ad Agrabah, gli è avanzato da Kingdom Hearts, va bene?) per concludere alla svelta la cosa. L’apparizione del Genio non spaventò molto Mary Sue, anche perché in teoria Sora non poteva ancora invocarlo, perciò si limitò a dire: - Vi mostrerò il vero potere delle invocazioni. – e dal tetto apparve un enorme drago. – Vieni, Bahamut! – gridò Mary Sue mentre l’invocazione scendeva in picchiata verso i nostri eroi. Chairot obiettò: - Non c’è Bahamut a Kingdom Hearts! – Mary Sue rise, poi disse: - Dimentichi forse chi sono io? Io sono Mary Sue, niente mi è impedito! – subito dopo Mary Sue apparve alle spalle di Chairot e lo colpì col suo potente Keyblade. Mastings, Pippo e Paperino corsero incontro a Chairot per aiutarlo, ma Bahamut glielo impedì lanciando una serie di sfere infuocate davanti a loro, dividendo in due il campo di battaglia.

Mary Sue si avvicinò al detective, sollevò il suo Keyblade e provò a colpire Chairot, ma Sora, in uno dei suoi rarissimi momenti di semi-intelligenza, la colpì in pancia. Mary Sue, vedendosi sconfitta dal Prescelto del Keyblade, decise di usare la sua voce terribilmente seducente. – Sora, non puoi uccidermi… non puoi farlo, dopotutto noi siamo dalla stessa parte. – Chairot si alzò e disse: - Monsieur Sora, non la ascolti! Cerca solo di confonderla, non le dia retta! – Mary Sue ignorò il detective e continuò a parlare: - Sora, tu sai che non vuoi uccidermi e non puoi. Perché io sono tua sorella! – Sora barcollò sentendo quelle parole, anche perché lui sapeva benissimo, nel suo inconscio, che Mary Sue, quella dolce fanciulla così bella e buona, era sua sorella. Non poteva ucciderla, non avrebbe mai potuto uccidere la sua splendida sorella. Mary Sue si alzò, fece riapparire il suo Keyblade e provò a recidere, con un movimento estremamente aggraziato, la testa di Chairot, ma il detective era troppo basso, così il fendente della ragazza colpì l’aria. Questo errore permise a Chairot di sferrare un potente colpo alle gambe di Mary Sue, che cadde nuovamente a terra. La fanciulla ricominciò a implorare. La sua voce era densissima di dolcezza, musicalità, sensualità e bontà: - Non potete uccidermi! Non vedete come sono troppo innocente per subire un simile e drammatico fato… non vedete come sono carina? Sono buona e dolce come una pecorella batuffolosa. – le sue ultime due parole segnarono la sua sconfitta, perché Saix, seduto in tribuna d’onore (accanto ad Ade), sentì l’improvviso impulso di lanciare il suo claymore verso colei che aveva pronunciato le magiche parole. Il claymore arrivò dritto dritto sulla testa di Mary Sue , che svenne all’istante (una botta del genere l’avrebbe dovuta ammazzare, ma lei è Mary Sue, non muore per simili sciocchezze). L’Etereo annunciò, con voce solenne: - …….- l’incontro era vinto, finalmente.

I nostri eroi uscirono dall’arena e videro Auron che zoppicava verso la sala di Ade. Non avendo niente di meglio da fare, su suggerimento di Sora, lo seguirono per scoprire cosa nascondeva.

Auron, che evidentemente non conosceva molti posti in cui nascondersi, appena uscito dalla sala principale degli Inferi cominciò a parlare con Ade, a volume di voce perfettamente udibile da tutti, dei loro oscuri e diabolici piani. – Allora, Auron, ricapitoliamo quello che devi fare. Devi convincere a Ercole a scommettere su di te nel prossimo incontro. Ho preparato tutto, dovrai scontrarti contro il Burattinaio Mascherato, quindi anche l’ultimo degli idioti scommetterebbe su di te, in una situazione del genere. Poi arriva la parte più difficile, devi farti sconfiggere dal Burattinaio, così noi prenderemo i soldi di Ercole, gli faremo dei prestiti, e quando non potrà pagare lo porteremo in tribunale, gli faremo una causa di un paio di lustri, e nel frattempo gli distruggeremo l’automobile, gli bruceremo la casa, costringeremo Megara e Fil a prostituirsi, lo faremo partecipare all’Isola dei Famosi, gli faremo delle foto insieme a un trans e altro ancora. So già dove trovare un certo Marluxia, per quest’ultima parte. Dopodiché lo ricatteremo con l’aiuto di Fabrizio Corona. Avremo tutti gli dei e i politici ai nostri piedi, e se si dovessero opporre possiamo sempre ricorrere alla mafia! MWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!! – Auron chiese: - Eh? Puoi ripetere tutto dall’inizio? – Ade sospirò e disse: - Devi solamente perdere contro il Burattinaio Mascherato. Ho sentito che da qualche tempo Nomura si è degnato di dargli un’arma… adesso combatte con un libro! Ehehe… te lo immagini che buffo!? Uhuhuh! Cosa sarà quel libro? "Mille ricette per ogni occasione" di Antonella Clerici? Ridacchio al solo pensiero! – Auron si mise a ridere sguaiatamente, poi Auron chiese: - Ma che hai detto, scusa? – Ade, decisamente indispettito, ordinò: - Vista la tua stupidità, ti obbligo anche a far cadere in rovina Sora e i suoi sciocchi amici. Sono certo che Sora sarà abbastanza scemo da scommettere su di te! MWAHAHAHA!!! – Auron domandò nuovamente: - Coooooosa?! Chi è un Emo? – Ade gridò: - TU COSTRINGERAI SORA A SCOMMETTERE SU DI TE NEL PROSSIMO SCONTRO!!! – Auron si mise a urlare a sua volta: - MA CHE COSA STAI DICENDO!!!? SE URLI NON CAPISCO UNA PAROLA! - - TU FARAI QUELLO CHE TI ORDINO E BASTAAAAAAA!!! Altrimenti scordati la tua dentiera in diamanti artificiali! – Auron urlò: - Nooooooooo!! La mia dentiera in diamanti artificiali, nooooooooooooo!!! – Ade ordinò: - Vattene via! Vattene! – Auron scappò piagnucolando.

- Parbleu! Quell’Ade è davvero diabolico, è un demonio! – commentò Chairot vedendo Ade che giocava con la dentiera di Auron. – Auron è costretto a eseguire gli ordini di Ade perché questi lo ricatta con la sua dentiera. Dobbiamo fermarlo perché non abbiamo nulla da fare! – disse eroicamente Chairot. – Mastings, aggiungi alla mia lista spese la voce "Salvataggio di Ercole dallo scandalo". – aggiunse poi il detective seguendo Auron.

Nell’entrata degli Inferi si stava consumando un nuovo dramma. Mary Sue non sopportava il pensiero di aver perso contro un mucchio di perdenti fuori moda. Era inammissibile, ma nonostante tutto c’era una consolazione. Mary Sue, nella sua infinità bontà, era contenta che a vincere fosse stato il miglior… no, così sembra che sia Chairot il migliore… ecco facciamo così: Mary Sue, nella sua immensa modestia, era contenta che a vincere fosse stato colui che lei reputava il migliore, anche se la migliore, come tutti sapevano, era lei. Così è perfetto, il mio dramma è finito, possiamo andare avanti con quest’insulsa storia priva di storia d’amore. Risolto lo spinoso problema di Mary Sue, i nostri eroi si dedicarono a complottare insieme a Ercole contro Ade, che a sua volta complottava con Pena, Panico e Auron, i quali complottavano tra di loro contro Ade, anche se Auron non sapeva che Pena e Panico, d’accordo con Darkside, stavano complottando contro di lui, ma Pena e Panico non sapevano che Auron aveva stipulato un patto difensivo insieme a Saix e un patto di non aggressione con Mary Sue e Ciccio u’Bombularo, i quali a loro volta avevano firmato l’Asse Mary/Ciccio/Xemnas per fermare l’avanzata dei Jedi, ma Xemnas non sapeva che tutti stavano complottando contro di lui e che tutti avevano firmato un patto di Ignoranza dei Patti In Favore di Xemnas e Axel, che non comprendeva di essere un idiota, tentava di complottare contro tutti, anche se tutti sapevano che lo faceva e lo ignoravano bellamente. Ci stavamo avvicinando alla Prima Guerra Mondiale.

La Triplice Intesa (formata da Chairot, Sora e Ercole), aveva concluso che l’ex-eroe dell’Olimpo avrebbe scommesso su Auron per intrattenere tutti, mentre gli altri due rubavano la dentiera di quest’ultimo, per costringerlo a passare dalla loro parte, in vista del futuro conflitto mondiale. L’unico che sembrava totalmente estraneo alla faccenda era il Burattinaio Mascherato, che con aria ingenua si era messo in mezzo a quelle potenze, ansiose di espandersi in poco tempo.

"Oh! Vogliamo smetterla di giocare a Risiko e concentrarci sulla scrittura? Qui i lettori si rompono!"

Pardon.

Chairot e Sora entrarono nella Sala di Ade di nascosto, e videro che il signore degli Inferi, sapendo che tutti potevano entrare nella sua sala quando volevano, aveva lasciato la sua potentissima arma segreta proprio lì, sul tavolo, vicino a un cartello luminoso che la indicava ed emetteva dei curiosi suoni ogni tre secondi. – Accidenti, dov’è nascosta la dentiera? – domandò Sora cercando in giro. – Presto, Pippo, è il momento buono per lasciarlo qui per sempre. – bisbigliò Paperino, ma Pippo obiettò: - Prima dobbiamo prendere la dentiera, Paperino. – Pippo allungò la mano per prenderla, quando Sora esclamò: - Che bravi, l’avete trovata! - - Non potevamo andarcene subito vero, signooOOor Pippo? Dovevamo prima prendere la dentiera! Come si fa a vivere senza prendere la dentiera!? È ridicolo! È RIDICOLO!! – e subito dopo balzò addosso a Pippo dandogli botte in testa. Chairot prese la dentiera e accadde qualcosa di terrificante. Il detective barcollò, vedendo tutte le schifezze che erano incastrate nei denti finti del guerriero, e per riprendersi dovette far ricorso a uno dei suoi bomboloni alla marmellata. – Perfetto, messieurs! Adesso torniamo da Auron, prima che sia troppo tardi, non si sa cosa potrebbe accadere. – in quel momento però apparvero molti Nobodies… un’infinità di Nobodies… un numero di Nobodies non quantificabile in termini terrestri. In condizioni normali per Chairot e Sora sarebbe stata una vera sciocchezza avere ragione di quei cosi, ma, siccome qui siamo in una scenetta non guidata, gli Nobodies sono praticamente invincibili. A salvare le chiappe dei nostri eroi, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno se Nomura si fosse degnato di farci giocare due secondi con Chairot, furono gli Heartless, che, non avendo niente da fare, cominciano ad azzannare le chiappe dei poveri Nobodies, che sono perseguitati dalla sfiga ovunque vadano. Approfittando della confusione, Chairot e gli altri si diedero alla fuga, dentiera alla mano, per raggiungere il Cinodromo prima che fosse troppo tardi.

Mentre i nostri eroi cercano di tornare al Cinodromo, nell’arena infuriava una terribile battaglia. Il Burattinaio, convinto che l’immobilità di Auron fosse una sua fine tattica per confonderlo, rimaneva fermo a saltellare dall’altra parte del campo tenendo il suo libro in mano. La situazione quindi era di completo stallo. Ogni tanto il supereroe cercava di fare un piccolo saltino in avanti per spaventare Auron, che tanto non vedeva nulla perché aveva scordato gli occhiali a casa. Dall’alto Ade incitava il Burattinaio, gridando come un matto emettendo fiamme da tutto il cuoio capelluto: - E muoviti e picchialo! Dagli una botta in testa col tuo Kamasutra! – il Burattinaio fece una faccia stupita e chiese: - Cos’è il Kamasutra, scusate? – Ade scoppiò a piangere, mentre il supereroe riprendeva a saltellare per il campo di battaglia urlando frasi insensate volte a spaventare Matusalemme, che tanto non le sentiva e rimaneva impassibile. Insomma tutto era in equilibrio, finchè non arrivò Sora, con la dentiera in mano, urlando ad Auron: - Ehi, Auron! Ho la tua dentiera! – Auron si girò di scatto chiedendo: - Eh? Cosa? Non capisco, e lei chi è, signorina? E io che ci faccio quBOMP! - - Ah-ah! Lo sapevo che si sarebbe mosso! – gridò esultante il Burattinaio agitando il libro che aveva sconfitto Auron. – Sìììì!! Ho vinto, ho vinto! Evviva il Kamasutra! - - Non credo proprio. – intervenne un ometto calvo, bassottello, con gli occhiali spessi come fondi di bottiglia e un libro più grosso di quello del Burattinaio sotto il braccio. – E lei chi è? – domandò Ade. – Sono il notaio Puntiglio Regolini. La scommessa di Ercole non è valida, poiché uno dei partecipanti andava oltre il limite d’età imposto dal regolamento. – Ade era alquanto perplesso, anche perché sul cartello delle iscrizioni c’era scritto "da 0 a 99 anni" – Inoltre… - continuò il notaio - … la scommessa è avvenuta durante una particolare congiunzione astrale che ne invalida la… - Regolini non finì la frase perché Ade, ridendo fino a lacrimare, lo incenerì. – Finiamola con la legalità! Finora ho fatto tutto quasi a norma di legge, ora si gioca con le mie regole! – e così dicendo piombò in mezzo al campo tra le fiamme, mentre Saix e Xemnas gridavano in coro: - Scommetto sul tizio con la fiammella in testa! Scommetto sul tizio con la fiammella in testa! Scommetto su Lumière! – Ade cessò di emettere fiamme per guardare con stupore misto a sdegno i due membri dell’Organizzazione, che si zittirono, anche se Xemnas azzardò un piccolo: - La piccola fiammiferaia? – che grazie al cielo non fu udito da nessuno, così la storia poté riprendere in pace.

- Signori miei, sono costretto ad ammettere che perderò il Torneo… perché vi distruggerò tutti!! MWAHAHAHAHAHAHA!!! – gridò Ade, quando Pena e Panico, vedendo minacciato Auron, loro alleato, intervennero dicendo: - Se vuoi loro devi vedertela con noi! – Ade, che era alleato di Pena e Panico, vedendosi tradito, annullò ogni patto con loro e li attaccò, ma a quel punto intervenne Darkside con la legge degli affitti e prestiti in favore di Pena e Panico. Le cose peggiorarono per Ade quando Saix, che aveva firmato un patto difensivo con Auron, secondo il quale doveva intervenire solamente se Auron fosse stato attaccato, intervenne in battaglia. Xemnas volle intervenire in favore di Saix insieme alle forze dell’Asse, ma Mary Sue e Ciccio u’Bombularo avevano firmato un patto di non aggressione, e dichiararono la loro estraneità al conflitto. Xemnas chiamò rinforzi da tutte le parti, quando scoprì l’esistenza del Patto Anti-Xemnas firmato da mezzo mondo (l’altra metà aiutava economicamente); nel frattempo Axel si fregava le mani in un angolino, convinto di stare manipolando abilmente tutti quanti. Ade, che aveva sperato di concludere la battaglia in poco tempo, vide svanire il suo sogno della guerra-lampo. La guerra di movimento si era trasformata in una guerra di posizione. Il Burattinaio, invece, non sapendo che fare, menava botte col suo Kamasutra a chiunque gli passasse vicino, senza contare le forze Jedi arrivate da poco. La battaglia era furiosa. Non si capiva un accidente di niente. La situazione sembrava irrisolvibile. – Che situazione complicata. Ci vorrebbe un deus ex machina. – commentò Sora, sotto lo sguardo stupito di tutti i presenti, che per un attimo smisero di combattere. – Un che? – domandò Mastings. – Scusate… - disse Sora. - … Nessuno di voi sa cos’è un Deus ex machina? Ragazzi, la mia laurea in lettere antiche è sprecata qua. Deus ex machina è una frase latina che significa "Dio dalla macchina", che è a sua volta copiata dal greco "apò mekhanès theòs". La frase ha origine con il teatro greco e con quello romano. In tali ambiti una mechanè calava un dio (o più dèi) sulla scena per risolvere una situazione intricata e apparentemente senza possibile via di uscita. Da qui, il "dio che viene dalla macchina". Il significato della frase deus ex machina è stato ampliato nel tempo per indicare qualsiasi soluzione di una storia che non presti il dovuto riguardo alla logica interna della storia stessa ed è così improbabile da sfidare la sospensione del dubbio, tale, comunque, da permettere all'autore di far finire la storia nel modo voluto. Il tragico greco Euripide era noto per l'uso di questo tipo di soluzione, recuperata in tempi moderni ad esempio nella narrativa poliziesca. Che ignoranza, gente. E pensare che siamo nell’antica Grecia. – Chairot tramortì Sora con il Keyblade e, tra gli applausi generali di tutti i presenti, lo mise sulle spalle di Mastings, poi i nostri cinque eroi se ne andarono. – Dobbiamo interrogare le anime dei membri dell’Organizzazione uccisi! – disse Chairot, incamminandosi verso l’attrazione del parco giochi, "Interroga il tuo morto preferito", condotto da Wanna Marchi.

Il detective entrò e vide una signora coi tentacoli, i capelli bianchi e una curiosa colorazione violacea. – Ursula? – disse Chairot incredulo, vedendo lo strano essere. – Ma non sa leggere? Sono Wanna Marchi! Ursula è mia sorella. Adesso, siccome hai sbagliato hai la sfiga addosso, devi comprare i miei tronchetti della fortuna per salvarti. – i nostri eroi fecero una faccia stupita, poi fecero una colletta e comprarono un tronchetto della fortuna. – Madame, vorrei interrogare qualche morto, se è possibile. – disse Chairot. – Ma certo, caro, però prima deve uscire il nostro cliente, che credo ormai abbia finito, vero signor Saix? – Saix, che, come i nostri eroi, se l’era svignata alla chetichella non appena aveva potuto, uscì con le lacrime agli occhi dalla sala per le riunioni con gli spiriti. – Sob, non credevo che il cugino Sgrizzo fosse pieno di sentimenti… non l’avrei mai ammazzato se l’avessi saputo… e povera mia madre, se avessi saputo che mi aveva dato alla luce non le avrei fracassato la testa… e i miei fratelliiiiii… non sapevo che non erano spacciatori di droga… altrimenti non li avrei scaraventati sotto un tir. Come ho potuto essere così senza cuore? – diceva Saix piangendo, quando Sora intervenne, col suo solito tatto. – Ma tu non hai un cuore. – Saix si calmò all’improvviso. – Oh, giusto, nessun problema, allora. Sono giustificato. Signor Chairot, cosa ci fa lei qui? Anche lei ha ammazzato qualcuno per errore? – domandò poi il numero 7. – Veramente ero qui per interrogare Vexen, Larxene, Marluxia, Lexaeus, Zexion, Demyx e Xigbar. – Saix ignorò Wanna Marchi che borbottava: - Sette morti… costerà un casino… anche perché sette è un numero magico… - e disse: - Io ho già provato a parlare con Lexaeus e Zexion, ma sono curiosamente irreperibili… il motore di ricerca morti afferma che la salma da me selezionata è inesistente. – in quel momento apparve Luxord, che disse: - Potete anche evitare di interrogare Demyx. Siamo pieni di suoi cloni. – Chairot chiese: - E perché vi preoccupate per la morte di Demyx, se avete i suoi cloni? – Saix borbottò: - Vedete, qualche tempo fa avevo finito i miei calmanti, così ho cominciato a fare ciò che somiglia di più al sedarsi. Distruggere i cloni di Demyx. Tutti e ventimila. Inoltre, dopo la morte di Vexen, i congelatori dove erano rinchiusi i cloni si sono spenti, e i cloni sono andati a male. Vedeste che schifo, erano tutti una poltiglia disgustosa, tutti flaccidi. Abbiamo dovuto buttare pure il baccalà e la cipolla tritata. E poi il minestrone congelato si è mescolato ai cloni… i capelli di un Axel erano tutti verdognoli, e nella bocca di un Roxas c’era la testa di un pesce… bleah! – e così dicendo Saix e Luxord sparirono, lasciando Chairot e gli altri piuttosto perplessi. – Très bien, madame Wanna Marchi. Possiamo andare a interrogare i morti? – domandò nuovamente Chairot alla maga, che rispose affabilmente. – Ma certo, e potrete anche farlo gratis, se comprate le mie creme di bellezza alle alghe marcescenti… allontanano anche la malasorte, perché puzzerete così tanto che anche lei vi starà lontana. – Chairot disse: - Va bene, ne compreremo cento grammi. – Wanna Marchi scoppiò a ridere. – Con cento grammi non vi faccio parlare manco con Mastella quando muore! – Chairot, indispettito, pagò la tariffa standard dicendo: - Preferisco pagare il biglietto, allora. – e subito dopo i nostri eroi entrarono nella mistica stanza dove si interrogavano i morti.

La Mistica Stanza era nera, buia. L’unica fonte di luce veniva da un tavolino che sembrava sospeso nel vuoto, non fosse stato per i cavi d’acciaio chiaramente visibili che lo sorreggevano. Chairot mosse un passo in avanti, e una serie di piccole lucine gli illuminarono il cammino. Il detective avanzò, seguito da Sora, Paperino, Pippo e Mastings, fino ad arrivare al tavolino, dietro al quale era seduto qualcuno, avvolto in un manto nero che lo copriva interamente. Il tizio disse, con voce macabra: - Signorino… non è prudente aggirarsi per questa sala a quest’ora… i morti bramano le vostre anime… vogliono strapparvi alla vita terrena alla quale voi siete disperatamente attaccati… - una serie di malvagie risate ultraterrene si udirono in lontananza, accompagnate da lamenti terrificanti. – Questa voce… DOBBY! – gridò poi Chairot afferrando l’ometto, che, in effetti, era l’elfo domestico. – Oh, noooo… - mormorò Dobby un attimo prima di essere strangolato dal detective, ma siccome mi sono scocciato di vedermi Dobby tra i piedi, quando Chairot lo mollò l’elfo perse l’equilibrio e cadde nel baratro oscuro, pronto per essere divorato dai morti. – Oh, poveretto… - mormorò Chairot vedendo un morto che sputava un occhio di Dobby. – Eh beh, di qualcosa bisogna pur morire, adesso interroghiamo monsieur Demyx. – detto fatto, Demyx apparve, con la sua solita aria idiota stampata in faccia, perché dopotutto di questo si trattava, di un idiota. – Salve, ragazzi, non ci conosciamo, ma temo che voi siate più forti di me, e che se non fossi già morto mi avreste fatto fuori voi. – disse Demyx l’Idiota, soprannome guadagnatosi durante il tempo. Scusate se insisto su questo punto, ma Demyx era veramente idiota. Non mi piace ripetermi, ma era un idiota matricolato, pensate che faceva dei corsi pomeridiani per coltivare le sue doti naturali di imbecille, e aveva anche ricevuto numerosi riconoscimenti che attestavano il grado di idiozia raggiunto. – Monsieur Demyx, nonostante lei sia un idiota, vorremmo sapere chi l’ha assassinata. – esordì Chairot, per stare il minor tempo con quell’idiota (perché Demyx era un idiota). L’idiota, da bravo idiota, disse idiotamente: - Non lo so, mi hanno ammazzato? Non sono morto per cause naturali? – Chairot, capendo di avere a che fare con un idiota che più idiota non ce n’è, tirò lo sciacquone e fece finire Demyx in fondo all’Oltretomba, insieme agli altri idioti (anche se non idioti quanto lui, ovviamente, perché Demyx era molto idiota, più di quanto si pensi, e noi pensiamo già abbastanza che sia idiota). – Prossimi interrogati. Marluxia e Larxene! – annunciò Chairot selezionandoli dal menù dei morti più gettonati. I due apparvero. Marluxia era in mutande rosa, mentre Larxene lo insultava, dandogli tra l’altro dei calci in pancia. – Messieurs? – azzardò Chairot, ma fu zittito da Larxene, che gli tirò un immateriale calcio in pancia. – Monsieur Marluxia, ma che fa? – domandò Chairot rivolto alla ragazza bionda. Marluxia strillò, con la sua voce straordinariamente virile, nonostante l’aspetto: - Guardi, signore, che io sono Marluxia! – Chairot scoppiò a ridere, poi disse, con le lacrime agli occhi: - E adesso mi verrà a dire che quel ragazzo coi capelli biondi è Larxene, vero? – i due defunti membri-schiappe dell’Organizzazione tirarono da soli lo sciacquone, pur di non stare con Chairot, e sparirono. Chairot si sollevò e selezionò il nuovo membro da interrogare, Vexen, che poco cordialmente gli sputò in un occhio, dicendo: - Non parlo con quelli che mi sono inferiori di numero, tanto meno se non sono nell’Organizzazione! – e così dicendo scomparve ridacchiando e lavandosi le mani e la bocca per aver pronunciato quelle diciassette parole.

- A quanto pare resta solo Xigbar da interrogare, dato che Lexaeus e Zexion non sono reperibili. – disse Chairot ignorando il Burattinaio Mascherato e l’Eroe del Silenzio che gli passavano alle spalle giocando a frisbee. Xigbar apparve, e non appena vide chi lo aveva chiamato sentì il bisogno di sbeffeggiarli. – Grazie, questo è il più bel regalo della mia vita, anzi, della mia morte. Poter sbeffeggiare delle persone ancora una volta. Allora, con chi cominciamo? Io sono propenso per quel tizio che o ha l’asma oppure crede che ci sia gente che lo sta per sgozzare o ha una voce davvero molto buffa. – disse l’ex-numero 2 guardando bramoso Paperino,poi aggiunse con aria minacciosa: - Eh, il giorno del ringraziamento è vicino, papero. MWAHAHAHA!!! – a fermare quel gioco crudele ci pensò Chairot, che disse: - Monsieur Xigbar, vorremmo sapere chi l’ha uccisa. Poi ci faremo sbeffeggiare quanto vuole. – Xigbar ridacchiò, poi disse: - Ti piacerebbe saperlo, eh? – Sora intervenne: - Rinunceresti alla possibilità di vendicarti del tuo assassino solo per farci un dispetto?! – Xigbar rispose, sorridendo affabilmente: - Sì! No, aspetta… - ci pensò un po’ su, poi rispose: - … sì, lo farei proprio. Au revoir! – e così dicendo tirò lo sciacquone, urlando: - Un’altra cosa… puzzate e siete brutti! – traumatizzati da quella risposta, i nostri eroi uscirono dalla Mistica Stanza e poi dall’attrazione, senza aver avuto niente, se non una fornitura a vita di crema di bellezza, un sorriso di Wanna Marchi e un tronchetto della fortuna da dividere in cinque.

- Messieurs, suggerisco di tornare alla Fortezza Oscura. Magari Merlino ha qualcosa da dirci, oppure troveremo delle notizie interessanti in quel computer di cui parlava Leon due capitoli fa, o magari troveremo la pasticceria aperta, e chissà, il Signore opera in modo imperscrutabile. – gli altri quattro compagni di Chairot si allontanarono da lui mormorando: - E questa da dove l’ha presa? Dal Gobbo di Notre Dame? – e andarono a vedere chi aveva vinto il Torneo degli Inchiappati.

 

Lo spettacolo dell’arena era devastante. Ade aveva perso tutti i denti, Mary Sue era sempre splendida splendente, parapapaparà parapapaparà, sono splendida splendente io mi amo finalmente… Ciccio u’Bombularo era persino più brutto del solito, il Burattinaio Mascherato era distrutto, ma era felice poiché aveva decisamente dimostrato le sue doti in quel torneo. – Dichiaro il Burattinaio Mascherato un inchiappato pazzesco! – annunciò Ade dando al Burattinaio la coppa con il braccio ancora sano. In quel momento arrivò Fil, che, rivolto a Sora, Paperino e Pippo, disse: - Io invece vi nomino Cuccioli di Inchiappato. Non siete ancora delle vere schiappe. Prendete esempio dal Burattinaio, lui sì che non sa fare niente! – Ercole non era più demoralizzato per un effetto combinato di due cose. L’aver perso il torneo degli Inchiappati, dimostrando di non esserlo, e il fatto che Mary Sue aveva concentrato le sue (Sue) attenzioni su di lui. Xemnas adesso sapeva da chi guardarsi, infatti era andato in un eremo sperduto in Tibet. Axel avrebbe continuato a ridacchiare credendo di aver manipolato tutti ancora a lungo, se non fosse arrivato Saix. Dopo ciò Axel inciampò e cadde in un oscuro baratro, dal quale non sappiamo se è uscito (e non lo sapremo ancora per qualche capitolo, mi sa). Mary Sue fu costretta a regalare a Chairot, come indennità di guerra, un potentissimo Keyblade tutto in diamanti mOoOOooooOoOoOolto sbrilluccicosi e carinucci chiamato "Flagello di tutte le cose brutte, cattive e out". Sora dovette accontentarsi del Keyblade datogli da Auron, la "Dentiera Tonante". Dopo aver salutato tutti, specie Auron, che non sentiva un accidente di nulla, i nostri eroi tornarono ai loro mezzi di trasporto e partirono verso la Fortezza Oscura, sperando di trovare almeno lì delle informazioni interessanti.

Ormai aggiorno una volta ogni morte di Papa, ma i capitoli sono sempre più complessi e le trame complicate. In questo capitolo ho districato ulteriormente l’intricata matassa che è il Killer dell’Organizzazione. Dopo le attente testimonianze dei membri dell’Organizzazione e lo speciale dedicato sempre al gruppo più cool del momento dovreste aver capito qual’era il clima che c’era nel Mondo Che Non Esiste, quindi adesso tutti quanti sapete chi è l’assassino, quindi manco c’è bisogno che ve lo dico. Davvero, ma che continuo a fare? Tanto ormai tutti avete capito, quasi quasi finisco qua. Potrei farlo, ma devo ancora svelare altri enigmi che sicuramente voi non avete compreso. Chi è il Burattinaio Mascherato? Chi è l’Eroe del Silenzio? Chi è l’uomo con l’asciugamano in testa? Ecco perché devo illuminarvi. Al prossimo intrigante (?), spaventevole (questo sì) e serissimo (no) capitolo, "Un Orsetto con una sola ala". MWAHAHAHAHAHAHAHHAHAHA!!!

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Capitolo 14
*** Un orsetto con una sola ala ***


cc

 

Il nuovo straordinario capitolo del giallo evento dell’anno! Va bene, ci ho messo un mesetto e anche più, ma non permetterete a una simile, isolata (come no), piccola svista di guastarvi questa bella storia.

Nell’ultimo capitolo abbiamo concluso la storia del Monte Olimpo, Chairot e Sora hanno dei nuovi Keyblade e adesso sono diretti alla Fortezza Oscura. Come al solito in questo mondo non mancano i gravi problemi, quindi ecco, nel vostro beneamato Grillario, tutte le notizie sui nuovi personaggi che incontreremo di qui a poco (ma anche di qui a molto)

 

Winnie the Pooh: personaggio dalle ambigue amicizie. Ama il miele, di cui si rifornisce da uno spacciatore di nome Uffa. Passa le sue giornate con un maialino (?) di nome Pimpi, un frocetto rosa e con la vocetta stridula, e Tigro, una tigre che trova molto divertente la sua lunga coda allungabile. Il suo nuovo amico del cuore, Sephiroth, col quale condivide molte passioni, è decisamente più raccomandabile. L’orsetto nasconde un grande segreto.

Sephiroth: ha messo su un po’ di pancetta da quando ha aderito alla religione di Winnie the Pooh. La sua Masamune è in naftalina, adesso indossa delle ciabatte infradito e una camicia hawaiana e ama svisceratamente il miele e far ginnastica dopo averne mangiato molto. Pimpi: estremamente ambiguo maialino (???) rosa, grande amico di Winnie the Pooh. Da un po’ di tempo si pensa che Marluxia, dopo la sua morte, si sia reincarnato nel cosino perverso che passa le giornate con l’orsetto Pooh.

Tigro: altra cattiva compagnia di Winnie the Pooh. Saltella tutto il giorno sulla sua coda e istiga Pooh a partecipare ai suoi sadici e perversi giochi, illudendolo che siano un toccasana per la sua salute.

Tappo: al contrario di quanto suggerisce il nome, che potrebbe far pensare a una reincarnazione del Burattinaio Mascherato, il tizio è uno dei più alti del Bosco dei Cento Acri. L’unico con un briciolo di cervello, sta organizzando la nascita di una grande e potente industria di ortaggi e biotecnologie. Il suo succo di carota è celebre, ma alcuni eco-terroristi come Tigro e, per riflesso, Pooh gli distruggono gli ortaggi. Lavora spesso con Darkside per una possibile fusione della Tappo inc. e la Darkness Corporation.

Uffa: un gufo che usa la sua sapienza ai danni dei poveri idioti analfabeti del Bosco dei Cento Acri. È convinto che il miele abbia degli effetti simili a quelli dell’eroina, per questo lo spaccia. Non ha mai scoperto che ciò non è vero perché Sephiroth e Pooh vanno ogni due ore a rifornirsi da lui, come se fossero tossicodipendenti. Otto Von Krapfen: vedendo nell’idiozia dei personaggi del Bosco dei Cento Acri qualcosa di più che semplice imbecillità, si è temporaneamente trasferito nella casa di Uffa, che è di sua proprietà (come tutte le case in affitto da quelle parti)

Capitolo 13

 

Un orsetto con una sola ala (One winged teddy bear)

 

Chairot, Mastings, Sora, Paperino e Pippo atterrarono alla Fortezza Oscura poco tempo dopo essere partiti dal Monte Olimpo. I nostri eroi andarono a casa di Merlino, giusto perché non avevano un accidente di meglio da fare. Il mago era stato aggredito dagli Heartless, che volevano rubare il libro di Winnie the Pooh. Perché gli Heartless erano tanto interessati a rubare il libro di Winnie the Pooh? La risposta è semplice. Subito fuori dalla casa di Merlino si trovava Mary Sue, che ordinava: - Portatemi quel libricino dolcissimo e coccolacchiottoso! Voglio mangiarmi Winnie the Pooh di baci! Sarà tutto mio! – e gli Heartless, nei loro vestitini rosa, furono costretti a obbedire e a rubare il libro, ma l’arrivo di Chairot e degli altri glielo impedì. Dopo una breve battaglia quegli insopportabili esserini fastidiosi che interferivano sempre nei grandiosi e geniali piani di Mary Sue riuscirono, ovviamente per pura fortuna, a distruggere i potentissimi e aggraziati Heartless di Mary Sue. Chairot si preparò a distruggere anche Mary Sue, che pensò fosse meglio sparire e rimandare lo scontro finale con il detective.

Merlino apparve in quel momento, dicendo: - Avete distrutto quei maledetti Heartless! Venite dentro, dobbiamo parlare di cose importanti. Temo che sia successo qualcosa a Pooh. – i nostri eroi seguirono il mago nella casa, e si prepararono a sentire una delle sue spiegazioni noiose.

- Gli Heartless di Mary Sue, sotto suo ordine, hanno provato a rubare il libro di Pooh. In effetti questo libro non serve a niente, però ho pensato fosse meglio avvertirti, Sora, visto che Pooh è tuo amico. – spiegò Merlino. Sora fece una faccia stupita e chiese: - Io non conosco nessun Pooh, amico mio. E a dire il vero, non mi sembra di conoscere manco te. Anzi, non so che ci faccio qui. Sarà meglio che me ne vada. – a un cenno di Chairot Mastings tramortì Sora, poi il detective poté parlare: - Non si preoccupi, monsieur Merlino. Le mie indagini sono a un punto fermo, quindi posso perdere tempo per salvare un tizio che non conosco e dal nome buffo che vive dentro un libro. Mastings, aggiungi alla lista spese la voce "Salvataggio del Bosco dei Cento Acri", 2000 munny. – Merlino riprese a spiegare: - Ho già mandato qualcuno per aiutare i poveri idioti che abitano quel libro, il professor Otto Von Krapfen, ma preferisco avere anche lei. – l’interesse di Chairot fu destato da quell’ultima notizia. – Il dottor Von Krapfen è qui? – domandò, e Merlino rispose intelligentemente: - No, è nel libro del Bosco dei Cento Acri. – ignorando quella risposta stupida, Chairot prese il libro, lo aprì, diede un calcione a Mastings, che finì dentro al libro con Sora in braccio, poi anche il detective si tuffò anche lui in quel bellissimo e paciugoso mondo, mentre Paperino e Pippo, che non erano fessi, decisero di rimanere fuori almeno da quel mondo, per evitare per un po’ la fastidiosa compagnia di Sora.

Sora arrivò per primo, e cadde su un mucchio di deliziosi fiorellini. – Che culo! – fu il commento del prescelto del Keyblade, quando gli cadde addosso Mastings. – Beh, poteva andare peggio… - borbottò Sora cercando di spostare l’omaccione dalla sua schiena, quando arrivò Chairot, e le cose, infatti, andarono peggio. Coi suoi innumerevoli chili Chairot cadde sopra Mastings, e il povero (ma mica tanto) Sora rimase schiacciato, e sarebbe sicuramente morto se Chairot non fosse rotolato via.

Benissimo, eccoci qui! Monsieur Sora, visto che lei è già stato qui, adesso può dirci dove dobbiamo andare? – domandò Chairot. Sora si rialzò, spolverò i suoi orridi vestiti e rispose: - Boh? Io non sono mai stato qui. – Chairot esclamò: - Ma come!? Monsieur Merlino ha detto che lei è già stato da Pooh! – Sora guardò Chairot con una faccia decisamente strana, cominciò a muovere istericamente le orecchie e a far roteare follemente gli occhi.

Dopo mezz’ora passata con Mastings che si girava i pollici stando seduto sotto un albero, Sora che faceva quelle curiose facce e Chairot che guardava Sora con un misto di disgusto e disprezzo, arrivò un curioso orsetto giallo con una maglietta rossa. L’orsetto, vedendo Sora, cominciò a correre (parola molto grossa, diciamo barcollare) verso di lui, urlando: - Sora! Sora! Finalmente ci rincontriamo! – Sora guardò Pooh con la sua solita espressione idiota, poi disse: - È un piacere per me vederti, Persona-Che-Non-Conosco. – Pooh domandò a Chairot: - Che cosa è successo a Sora? – Chairot rispose, tendendo la mano all’orsetto: - Niente, è solitamente idiota. Io sono Hercule Chairot, o Chairot Hercule, come preferisce, noto detective privato che si preoccupa di salvare anche quelli che non sono suoi clienti perché è molto altruista (e soprattutto perché tanto va tutto sulla lista spese di monsieur Saix e la ditta che lui rappresenta). Abbiamo sentito dire che da queste parti è arrivato un certo Dottor Otto Von Krapfen. Dove possiamo trovarlo? – Pooh guardò Chairot con un’espressione molto simile a quella di Sora, quando arrivò un curioso gufo che non volava. – Il dottor Otto Von Krapfen? Io lo conosco. – disse il gufo mettendosi davanti a Chairot. – È il proprietario della mia casa. È venuto qui qualche ora fa e mi ha sfrattato con la scusa che non avevo pagato gli ultimi tre lustri di affitto. Al momento, però si trova insieme a Pimpi nell’orto di Tappo. – Chairot disse: - Grazie, monsieur…? – Uffa rispose, tendendo l’ala: - Uffa. - - Non c’è bisogno di essere così sgarbati. Chairot le ha solo fatto una domanda. – intervenne Sora, che si era stancato di giocare a fare le facce idiote insieme a Pooh. – No, guardi che Uffa è il mio nome. – spiegò Uffa. – Uffa, non ne azzecco mai una! – commentò Sora, e Uffa intervenne, dando dei colpetti sulla gamba di Sora con la sua ala: - Ci conosciamo da tanto, Sora, so benissimo che ogni tanto ne dici qualcuna giusta. – Sora scoppiò a piangere: - Non è veroooo! Dico solo un mucchio di cazzate! – Chairot commentò: - Non posso dargli torto, dice solo un mucchio di cazzate. – Sora, sentendolo, pianse ancora più forte, così Chairot fu costretto a urlare per farsi sentire da Uffa. – MI PUÓ PORTARE DAL DOTTOR OTTO VON KRAPFEN!!? – Uffa rispose, gridando a sua volta: - CERTAMENTE! MI SEGUA! – e così dicendo svolazzò via, seguito da Chairot e Pooh (che avevano lo stesso tipo di camminata) e dal buon Mastings, che, fucile alla mano e sguardo folle negli occhi, mirava al povero Uffa.

Chairot e Pooh rallentavano notevolmente la passeggiata, poiché si fermavano a ogni vasetto di miele che vedevano per mangiare. Uffa era l’unico che non era intenzionato a distrarre il detective l’orsetto dalla loro operazione, anzi, li incoraggiava e sghignazzava tra sé. Dopo la loro lunghissima marcia scorsero uno strano coso rosa. Il coso si girò, vide Chairot e si preparò a lanciare un grido, ma Chairot fu più svelto, e lui aveva molte più ragioni di urlare, visto l’aspetto quantomeno inquietante dell’essere.

- Cosa essere tu? – domandò Chairot a Pimpi, che, in risposta, scappò dietro un albero. – Presto, messieurs! Inseguiamo quel… coso! – e così dicendo il detective corse (parolona) dietro a Pimpi, ma la sua corsa (diciamo "marcia a passo un po’ più veloce del solito") fu arrestata da una visione non tanto meravigliosa. Il coso rosa era nascosto dietro all’imponente figura di un tricheco dotato di elmetto militare tedesco. – Wally! – gridò un altro tricheco, vestito di tutto punto. – Reztituizcimi zupito mio elmetten e non importunaren i zignori. – ordinò il tricheco all’altro tricheco. – Monsieur Krapfen! – esclamò allegramente Chairot porgendo la mano al celebre psicologo, che, visto il detective, esclamò in modo altrettanto allegro: - Herr Chairot! – e strinse la grassa mano che l’altro gli porgeva. – Monsieur Krapfen, la stavo cercando. Vorrei farle qualche altra domanda per quanto riguarda l’omicidio dei membri dell’Organisation treize. – il dottor Von Krapfen inarcò un sopracciglio grande quanto una basetta di Xaldin, poi domandò: - I mempri tella koza? – Chairot sospirò e disse: - Organizzazione XIII. Non finga di non sapere il francese e risponda. Cosa ne sa? - - Nienten. – rispose pacatamente Von Krapfen accarezzando il suo tricheco. – Niente? Ne è sicuro? Ci pensi bene. Sa che dal nostro ultimo incontro un altro membro dell’Organizzazione è stato ammazzato? – Krapfen esclamò, decisamente allarmato: - Mi aucuro che non zi tratten ti mio carizzimo amico Zaix. Zi za che il primo pazzo ezzere zempren il più tifficilen. – Saix, che non si sa come, era lì e stava giocando allegramente con Ih-Oh (stupido asino a cui il nostro numero VII cercava di attaccare la coda con l’ausilio del Claymore), domandò, con le lacrime agli occhi: - I-io sono un pazzo a-allora? – Krapfen rispose: - Zuffia, herr Zaix. Non zi finca ztupito. – Saix si asciugò gli occhi, ma era ancora visibilmente triste, finchè non arrivò Mary Sue.

- Saix, Saix, un bell’ometto come te che piange? – disse Mary Sue sorridendo dolcemente al numero VII, che osservò: - In effetti non ne ho alcuna ragione. Non ho un cuore, non sento niente. – in quel momento arrivò Sora, che, giusto per far notare la sua comicità, gridò: - ADESSO INVECE MI SENTI!!? Ahahahahaha!!! Come sono comico! – Saix disse, riacquistando la solita espressione annoiata/impassibile che la presenza di Sora gli induceva: - Se avessi un cuore morirei dalle risate. – Krapfen intervenne: - Fete, herr Zaix, che za fare tello zplentito umorizmo? Lei ezzere una perzoncina educata e simpatica kfanto fuole. – Sora commentò: - Se non fosse così LUNATICO! – un gran freddo scese sul Bosco dei Cento Acri, che in breve fu coperto completamente di neve.

Dopo aver tolto la neve dai suoi baffetti, Chairot si premurò di tramortire Sora con un secco colpo di Keyblade sbrilluccicoso, poi riprese il suo discorso col dottor Von Krapfen: - Monsieur Krapfen, che fine ha fatto mademoiselle Naminè? – lo psicologo sparò a un picchio dal curioso ciuffo rosso che ridacchiava come un ebete da tre ore, poi rispose: - Io afere lasciato lei con zuo patre atottifo, herr DiZ. Coza forrà tire Tarkness in Zero? - - Non cambi argomento, monsieur Krapfen. Mi dica, lei dov’era quattro giorni fa alle ore 22:59:59? – domandò Chairot, ansioso di arrivare alla soluzione del giallo. – Ero all’Urkham Azylum; prentefo accorti con mia infermieran Lea per ricoferare Xemnaz. Il prezzen ti fanciullen fu ti 30 tenari. – spiegò lo psicologo, al che Chairot chiese: - Lei sa per caso dove sono al momento monsieur Xemnas e monsieur Luxord? Ormai, oltre a Saix e Xaldin, che non vedo da quando sua sorella è morta, sono gli ultimi membri originali dell’Organizzazione… – - Zi zpaglia, herr Chairot. – lo interruppe Krapfen. – Lei timenticaren altro mempren … - - Chi? Me lo dica, monsieur Krapfen. – disse Chairot. – Lei timentica Roxaz. Numero tretici tell’Orcanizzazionen. – Chairot prese il suo blocchetto per gli appunti e chiese: - Me lo può descrivere? - - Ha i capelli commozi… - esordì Krapfen, ma quell’inizio turbò non poco Chairot, che chiese: - Gommosi? - - Ya, ya! Commozi! Prantisce tue Keyplate. – continuò Krapfen, e Chairot interruppe nuovamente: - Un altro col Keyblade? Acciderbolinapiripiccola! - - La fuole zmettere ti interrompermi? – chiese Krapfen mettendo in mostra i suoi dentoni da tricheco. – Continui, prego. – disse Chairot cercando di ignorare lo psicologo. – Pene, molto pene. Tornanto a Roxaz… ha una foce preciza zpiccicaten a kfella ti Jezze McCartney e… - - Aspetti. – intervenne Chairot, che aveva ricordato una cosa. – Ha l’abitudine di fare stupidi lavoretti per guadagnare soldi da spendere in gelati al sale marino? - - Ezatten. – dichiarò Krapfen. – E magari abita a Crepuscopoli… - continuò Chairot. – Ya, ya! Molto prafo! - - Lo conosco. – concluse Chairot. – L’ho incontrato qualche tempo fa, all’inizio di questo caso.*- Ma in quel preciso momento avvenne qualcosa di inaspettato… Se state pensando al Burattinaio Mascherato siete fuori strada.

Sephiroth avanzava verso di loro, ma il suo aspetto non era il solito. Tanto per cominciare, non aveva più quell’espressione ebete che gli hanno dato a Kingdom Hearts, ma sorrideva beatamente. Indossava un paio di occhiali da sole, una vezzosa camicia hawaiana arancione e delle ciabatte infradito. Mangiava avidamente miele, contenuto in un barattolo che teneva sottobraccio, con le dita di una mano, e doveva essere un’abitudine, vista la grande pancia ma ciò non era la cosa peggiore del suo nuovo Io. Sephiroth aveva messo degli orridi fiocchetti e nastri rosa e gialli sulla sua ala e, cosa ancora peggiore, Winnie the Pooh gli viaggiava sulle spalle.

Sora si alzò improvvisamente e balzò davanti a Sephiroth agitando il Keyblade come un pazzo. – Maledetto! Muori! – gridò l’Eroe mentre si preparava a colpire violentemente il povero Sephiroth, quando si sentì un terribile sparo.

Uffa era morto! Chairot non fece neanche in tempo a domandare: - Chi è stato? – perché vide Mastings col fucile in mano che ghignava davanti al corpo dell’agonizzante Uffa. – Mastings!? Ma perché? – domandò Chairot, al che Mastings rispose: - Avevo un profondo desiderio di cacciare qualcosa, e vedendo quell’uccellaccio non ho resistito. – Chairot si chinò su Uffa e, dopo averlo esaminato accuratamente, sentenziò: - Può ancora essere salvato, ma dobbiamo fare in fretta e… - non riuscì a finire la frase, perché in quel momento arrivò Tigro, odioso animale perverso che non faceva altro che saltare sulla sua coda, che balzò dritto dritto sulla pancia di Uffa, spegnendo in lui ogni scintilla di vita. – Ehi, Pooh bello! Che facciamo? Andiamo a distruggere le carote di Tappo? – domandò Tigro ridacchiando come un ebete, ma, prima che Pooh potesse rispondere, Chairot domandò: - Perché vuole distruggere le carote di monsieur Tappo, chiunque egli sia? – Tigro rispose, effettuando due saltelli sul posto: - Perché sono un eco-terrorista e voglio distruggere le inquinanti fabbriche di Tappo. Quindi… - Tigro fu interrotto da due spari. Mastings, vedendo anche una tigre, era completamente impazzito, e sparava addosso al perverso Tigro, che scappò a gambe levate verso una grande costruzione che si ergeva in lontananza. – Presto, messieurs! Inseguiamolo! – e così dicendo Chairot e gli altri presenti si lanciarono all’inseguimento di Tigro.

Intanto, all’interno della Sala riunioni della Tappo inc…

- Signori. – esordì Tappo, rivolto a Darkside, presidente della Darkness Corporation, e ai suoi più stretti collaboratori, Scuotiterra, Spina Oscura, Lord Vulcano e Lord Tormenta e altri. – Cosa tengo in mano? – domandò mostrando una carota. – "Una carota", direte voi. Ma sbagliate. Questo, signori, è il futuro. – Darkside, che, per l’occasione speciale, si era messo una giacca, una cravatta verde a pois gialli e dei mocassini, emise un lungo "Oooooooh" di stupore. – Sì, signori. Non è una semplice carota! Questa è LA carota! Contiene in sé tutto ciò che serve all’organismo. E, cosa ancora più straordinaria, non ha niente di naturale! È fabbricata! Finta! Petrolio, uranio arricchito, Coca Cola Light! Ecco i letali componenti di questa "semplice" carota! – i presenti applaudirono, mentre Tappo sorrideva soddisfatto. – Ebbene, tutti compreranno le mie carote. – continuò Tappo, ma Darkside chiese: - Cosa glielo fa pensare? – Tappo ghignò e rispose: - Semplice. Danno assuefazione! Il fastidioso sapore di benzina e di Coca Cola sfiatata dovuta ai vari ingredienti sono perfettamente coperti da… - Tappo ghignò in modo decisamente inquietante, tant’è che tutti gli Heartless si allontanarono dal tavolo intimoriti. - … aromi naturali! – Spina Oscura, che era un po’… debole di cuore (ridete, capre!), morì sentendo quella parola. – SÌ! AROMI NATURALI! – gridò Tappo battendo un pugno sul tavolo. – Mister T. – disse cordialmente il Mietitore. – C’è una cosa curiosa nelle sue carote. Pare che diano assuefazione. – Tappo replicò: - Dicerie insensate. E anche se fosse? Meglio per i nostri affari, non trovate? – il Mietitore, che amava fare sollevamento problemi, chiese: - È vero che le sue carote sono cancerogene? – NON SIAMO PER DISCUTERE DI QUESTE IDIOZIE!! – gridò Tappo. – Il mio solo obiettivo è quello di usare gli abitanti di questo insulso bosco come schiavi, trasformare questo posto in una sola, unica, enorme fabbrica! – ma in quel momento avvenne l’incredibile. Un terremoto!

 

- Un terremoto?! – gridò Chairot aggrappandosi a un albero per non cadere. – Non è possibile! Deve essere opera dell’Organizzazione XIII! – gridò Sora mentre cadeva sopra un masso. – No. Non è stata l’Organizzazione. – disse Tigro indicando il cielo. Il Burattinaio Mascherato aveva afferrato il libro del Bosco dei Cento Acri e diceva: - Ho ritrovato la mia arma, finalmente! – la sua voce era potentissima, e ciò era dovuto alle sue dimensioni gigantesche. Quella fu l’unica occasione in cui il Burattinaio fu il più alto. Il libro era sollevato a mezz’aria dal supereroe, e tutti gli alberi crollavano. Persino l’enorme palazzo della Tappo inc. era crollato, ma il presidente era uscito dall’edificio e correva incontro ai nostri eroi gridando come un matto: - Maledetti! Ve la vedrete con gli uomini della Sicurezza! – e in quel momento apparvero degli Heartless. Heartless del tutto simili a Tappo, ma ingobbiti e con l’abitudine di saltare. Chairot disse: - Monsieur, noi non c’entriamo niente! È quel tappo, anche se adesso non è tappo, lassù! – ma Tappo, che era piuttosto suscettibile, andò su tutte le furie sentendo la parola "tappo". – IO SAREI RESPONSABILE DELLA DISTRUZIONE DEL MIO PALAZZO!? – gridò Tappo, poi schioccò le dita e gli Heartless andarono addosso a Sora e Mastings. Perché solo a loro due? Perché Sora aveva una faccia idiota, aveva il Keyblade ed era a inerme al momento, e Mastings perché non volevano prendersela con i più piccoli.

- Monsieur Sephiroth, ci salvi lei. – supplicò Chairot, ma Sephiroth era preso da altri problemi. – Dov’è Pooh?! – chiese con occhi molto spaventati.

Saix, che, come sappiamo, aveva l’abitudine di sparire quando arrivavano molti Heartless, stava, appunto, per sparire, ma vedendo il suo amato psicologo, dottor Von Krapfen, aggredito dagli Heartless, decise di intervenire. – Prendete il bastoncino! – gridò il numero 7 lanciando un bastoncino lontano. Gli Heartless, da bravi idioti, corsero a prendere il bastoncino, lasciando in pace non solo il dottor Krapfen, ma anche tutti gli altri presenti. – Grazie, herr Zaix. Ha fatto un pazzo molto importanten ferzo zua kuaricione. – disse Krapfen dando delle amorevoli pacche sulla spalla di Saix, che balbettò: - I-io ho f-fatto il p-p-pazzo? - - Nein, lei afere fatto un pazzo importanten! – Saix scoppiò a piangere in modo indecoroso, e a consolarlo pensò la brava Mary Sue, che era ricomparsa in quel momento solo per coccolare Saix.

Il terremoto continuava, perché il Burattinaio Mascherato, per festeggiare il ritrovamento della su amata arma, si era messo a saltellare come (?) un idiota nella casa di Merlino. Chairot riuscì ad evitare di cadere giù dal libro aggrappandosi col Keyblade a un albero, Sora, Mastings, Krapfen e Pimpi si erano salvati aggrappandosi a una gamba di Sephiroth che, preso com’era dalla ricerca di Pooh, ignorava le leggi della fisica e rimaneva sospeso a mezz’aria; Saix si comportava in modo simile a Sephiroth, infatti, preso com’era dal suo dramma, rimase in aria come se niente fosse. Tappo era salito sull’elicottero che aveva comprato e sorvolava il Bosco alla ricerca di Pooh e Tigro, ma la ricerca di quest’ultimo era vana, poiché, convinto com’era di poter effettuare salti di diversi chilometri, aveva provato a saltare sull’elicottero di Tappo; ovviamente l’impresa non era riuscita, così precipitò giù dal libro urlando come un maiale che sta per essere sgozzato, e nessuno lo vide mai più.

- Vedo Pooh! – gridò Sora a un certo punto, indicando una grotta sulla parte opposta del libro. – Come facciamo a raggiungerlo? – domandò Sephiroth. – Chissà cosa potrebbe succedergli! – in quel momento la fortuna aiutò i nostri eroi, infatti si udì il Burattinaio dire: - Adesso che non devo combattere nessuna terribile minaccia posso chiudere il libro. – e così fece. Non appena la grotta fu vicina ai nostri eroi, Chairot mollò la presa, per poi aggrapparsi a una roccia vicina alla grotta. Gli altri seguirono il suo esempio (tranne Saix che rimase dov’era, impedendo al Burattinaio di chiudere il libro), e in meno di un minuto tutti erano sull’altra parte del libro, dentro la grotta.

Winnie the Pooh in pochi minuti era decisamente cambiato. Adesso aveva lunghi, argentei capelli, gli occhi erano diventati verdi, aveva una lunga ala nera e teneva in mano una lunga katana. – Siete arrivati. – disse Pooh. La sua voce era decisamente cambiata. Adesso era inquietante e densa di malvagità. – Pooh! Che ti è successo? – domandò Sephiroth togliendosi gli occhiali da sole. – Sephiroth, amico mio. – disse Pooh voltandosi verso i nuovi arrivati. – Temo che i nostri ruoli si siano invertiti. Adesso sono io il cattivo più cattivo dei cattivi più cattivi. – Chairot intervenne: - Ma che dice? - - Signor Chairot… le spiego subito. Quando Sephiroth è arrivato qui io l’ho riempito di buoni sentimenti, amore verso il miele e somma idiozia. Ma la sua cattiveria è troppo granitica per svanire, e l’ho accolta dentro me. Io ho svuotato Sephiroth, l’ho distrutto e l’ho riempito del vecchio me. Ora mi sono rivelato, ho intenzione di aprire questo mondo all’Oscurità. Io sono il nuovo Sephiroth! – spiegò Pooh, poi prese la spada e saltò addosso a Chairot, che parò col Keyblade sbrilluccicoso e contrattaccò con violenza, ma ecco sopraggiungere un aiuto inaspettato. Non è il Burattinaio! – Fermi! – gridò Tappo entrando con un battaglione di Heartless. – Morirete tutti! TUTTI! TU… - ma il nuovo Pooh lo mise a tacere con un secco colpo di katana. – Questo mondo verrà distrutto dall’eterna Oscurità! – gridò Pooh. Ma Tappo si rialzò, era diventato molto più grande, gli occhi gialli, lo stemma degli Heartless sul petto e un’espressione malvagia sul volto. Iniziò una lotta furiosa tra Pooh, Chairot, Sora, Tappo, Mastings e gli Heartless. Sephiroth fu subito colpito da Pooh e messo al tappeto. – Io sono il Carotovoro! – gridò Tappo (Carotovoro). – Non ce ne frega! MUORIIIII!! – gridò Pooh per porre fine alla svelta all’assurdo duello, poi volò addosso al Carotovoro e… seguì una luce abbagliante.

Quando tornò la normale illuminazione (cioè la non-illuminazione) il Carotovoro era svanito, distrutto dalla potenza di Pooh, e Pooh era a terra, tornato normale e con la sua solita espressione ebete.

- Presto! Andiamo via di qui! – gridò Chairot e, seguito da Sora e gli altri, uscì dal libro a tutta velocità, diretti verso nuove avventure possibilmente meno assurde e pericolose.

Epilogo…

Winnie the Pooh era di nuovo a casa sua. Aveva dato una bella festa con i suoi amici sopravvissuti e adesso apriva la porta per godersi l’aria mattutina. Ma, non appena uscì fuori insieme a Roo, Kanga, Pimpi e Ih-Oh vide qualcosa di terribile. Sora, Chairot e Mastings se n’erano andati, ma Sephiroth era lì. – C-ciao, Sephy… - salutò Pooh. – Ciao, Pooh. Sai una cosa? La mia malvagità è tornata, e mi sento molto fuori forma… devo fare qualcosa di cattivo… - ghignò e si avvicinò ai poveri animaletti spaventati.

Pochi minuti dopo Merlino trovò il libro completamente bruciato.

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