The sun will shine again.

di zouiss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The sun will shine again. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** The sun will shine again. ***


Le sue mani che mi accarezzavano dolcemente, la sua bocca che mi mordeva la spalla cercando di trattenere un gemito, il suo sussurro caldo vicino all’orecchio “Ti amo Zayn”.

Mi sveglio di soprassalto, sudato. Sempre lo stesso sogno. Mi chiedo quando lui finirà di tormentarmi. Mi siedo sul letto –tanto ormai è inutile anche solo provare a riaddormentarsi-, e mi passo una mano nei capelli disordinati. Scuoto la testa e mi alzo definitivamente, dirigendomi con passo strascicato in salotto e accendo la TV, ma ben presto –non trovando niente di decente da guardare- la spengo, fissando lo schermo nero per qualche secondo-o forse minuto-.
Mi alzo e torno in camera prendo il telefono –lasciato sul comodino la sera prima- e controllo l’ora: le sette. Sbuffo e mi butto sul letto, chiudendo gli occhi. Ma subito l’immagine del suo volto mi appare davanti e apro di scatto gli occhi. Non voglio stare in casa oggi, non voglio pensarci più di quanto non faccia già. Così scatto immediatamente in piedi e mi avvicino all’armadio estraendone una felpa nera e dei pantaloni dello stesso colore e in più prendo un paio di boxer puliti. Poi vado in bagno e apro l’acqua della doccia per farla riscaldare mentre io mi tolgo la mia tenuta da notte –che non può essere sicuramente chiamata pigiama-. Quando entro dentro l’acqua è calda al punto giusto così inizio subito a lavarmi il corpo e la testa, cercando di rilassarmi. Ci resto per diversi minuti –probabilmente più del necessario- fino a che non decido di uscire e mi avvolgo in un asciugamano. Mi metto i boxer per poi asciugarmi i capelli col phon, lasciandoli giù, proprio come piacevano a lui, per poi mettermi i jeans e la felpa che avevo scelto prima. Prendo le chiavi e il portafoglio –non si sa mai- e mi metto il cappotto, per poi uscire di casa.
Fisso il cielo coperto di nuvole che non lasciano il sole brillare –non che capiti spesso qui a Londra- per un attimo e poi riprendo a camminare per le strade della città. Non posso fare a meno, però, di pensare che quel cielo rappresenta proprio il mio umore di questi mesi. Giro per le strade affollate della città, cappuccio della felpa alzato e testa bassa. Ma fa freddo, davvero tanto –dopo tutto è novembre e Londra non è sicuramente conosciuta per le sue temperature alte- così, stringendomi nel mio cappotto, decido di entrare dentro lo  Starbucks dietro l’angolo per fare colazione e riscaldarmi.

Ma quando entro, sempre tenendo la testa bassa, mi scontro con qualcuno e alcuni schizzi di liquido caldo mi finiscono sul viso, facendomi alzare improvvisamente la testa. Un ragazzo, che ha più o meno la mia età, si sta guardando la felpa bianca sulla quale si trova una macchia scura di caffè.
‘Scusami! Non stavo guardando dove andavo, mi spiace per la tua felpa’ mi scusai subito.
‘Non importa, tranquillo! Capita a volte’ disse questo, alzando le sguardo e sorridendomi. E subito mi persi. Mi persi nei suoi occhi, nel suo sorriso, mi persi in lui.
‘Mi spiace davvero. Lascia almeno che ti paghi un altro caffè. Non accetto un no come risposta!’ dissi, cercando di non fare la figura dello stupido.
‘Okay’ disse sorridendomi ancora. ‘Un frappuccino al caramel, allora’
‘Okay perfetto. Siediti al tavolo mentre io vado a prenderli’ gli dissi, prima di voltarmi.
‘Sono Louis, comunque!’ Disse prima che mi allontanassi troppo. Mi girai di nuovo e lo trovai ancora col sorriso stampato in faccia e la felpa sporca tra le mani.
‘Zayn’ dissi sorridendo anch’io. Era da tanto che non sorridevo davvero, ma il suo sorriso era davvero contagioso, oltre che bellissimo.
E in quel momento pensai che forse il sole brillerà di nuovo.



Note:

Okay uhm. Boh questa FF era rimasta persa in una delle mie cartelle, me ne ero completamente dimenticata.
L'ho scritta all'inizio, cioè appena sono entrata nel fandom (diciamo così) dei One Direction, ma non l'ho mai pubblicata perchè..Beh perchè c'è qulcosa che non mi convince, ma l'ho appena ritrovata e non volevo che rimanesse dimenticata in quella cartella ancora una volta, quindi la pubblico, anche se fa abbastanza pena.
Okay la prima parte dovrebbe essere Ziam, o almeno io mi sono immaginata Liam, ma voi vi potete immaginare anche Niall o Harry. Dipende da chi preferite :)
Bene tra un po' queste note sono più lunghe di questa 'cosa' quindi me ne vado.
Grazie a chi leggerà :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


‘Zayn ti devi muovere’ sento Louis urlare dal salone.
‘Arrivo Lou, due minuti e sono pronto’ gli urlo in risposta. Mi guardo allo specchio del bagno e sorrido. I chili che avevo perso sono tornati, così come il sorriso. Le occhiaie sono quasi del tutto sparite, anche se ogni tanto l’incubo torna a farmi visita di notte. Mi do un’ultima occhiata allo specchio e poi esco dal bagno, scendendo le scale, trovando Louis in fondo ad esse ad aspettarmi.
‘Ci fosse una volta in cui sei puntuale Malik’ dice guardandomi storto e passandomi la mia giacca che teneva in mano.
‘Ehi mi serve tempo per essere bello’ dico indossandola.
‘Tzè’. Louis apre la porta d’ingresso ed esce seguito subito dopo da me.
‘Guidi tu’ dico, lanciando le chiavi della macchina a Louis, che, non aspettandoselo, le fa cadere a terra. ‘Sei un impedito’
‘Non è colpa mia se non mi avvisi quando mi lanci le cose’ risponde l’altro.
Montiamo in macchina e raggiungiamo casa Styles in dieci minuti.
Scendiamo dalla macchina ed io mi appoggio allo sportello, infilandomi le mani nelle tasche dei pantaloni, e fisso il castano.
‘Che c’è?’ mi chiedo questo, sentendo, probabilmente, il mio sguardo puntato su di lui.
‘Vieni qui’ gli dico.
‘Dai Zayn che c’è? Siamo già in ritardo e sai che odio esserlo.’ dice avvicinandosi di qualche passo, posizionandosi davanti a me.
Mi scosto dalla macchina e annullo la distanza che c’è tra noi, posandogli un bacio sulle labbra. Louis subito si rilassa, passando le braccia dietro il mio collo come fa ogni volta che ci baciamo. Io invece porto le mie mani sui suoi fianchi, stringendolo di più a me.
‘Uhm, adesso possiamo andare’ dico, allontanandomi di pochi centimetri dal suo viso.
Louis apre gli occhi, ancora chiusi dopo il bacio, e mi fissa, facendomi perdere, come la prima volta che ci siamo incontrati. E pensare che sono passati cinque mesi.
‘Sei un idiota’ mi dice scuotendo la testa, cercando di rimanere serio, ma i suoi occhi non riescono a mentire. Si gira e si dirige verso la casa di Harry.
‘E tu hai un bel culo’ dico, raggiungendolo e palpandoglielo leggermente.

-------------

‘Ho detto che devi andartene Louis’ dissi, guardandolo negli occhi con rabbia.
‘No, finchè non mi dici che cosa ho fatto!’ mi risponde, quasi urlando. Era cocciuto, voleva saperlo, ma io non sapevo che dirgli.
‘No’ dico, avvicinandomi a lui e prendendolo per un braccio. ‘Ho detto che te ne devi andare. Adesso.’ Lo strattono per il braccio, trascinandolo verso la porta.
‘Zayn, ti prego non..’ cerca di farmi ragionare, ma non funziona.
 ‘Zayn ti prego un cazzo Louis. Te ne devi andare. Cos’è che non capisci di questa frase?’ dico continuando a strattonarlo. Forse stringo troppo forte la presa, perché gli esce un gemito di dolore dalle labbra, ma non mi importa, non in quel momento. L’unica cosa di cui mi importa è che lui esca presto da casa mia.
‘Amo..’ stava dicendo Louis, singhiozzando, ma io lo interrompo ‘Non. Ti. Azzardare. A. Chiamarmi. Amore.’ Dico a denti stretti. E subito la consapevolezza si fa spazio negli occhi lucidi di Louis. Fa un sorriso amaro, guardando per terra. Si pulisce le lacrime cadute sulle sue guance con le mani e poi rialza la testa, inchiodandomi con il suo guardo.
‘Sai, pensavo che.. Non lo so, pensavo fossi riuscito a fartelo dimenticare, ma a quanto pare non è così. Però devo darti un punto per la tua recitazione perfetta, sai? Sei riuscito a farmelo credere davvero, bravo. Dovresti fare l’attore invece del modello.’ Si libera della mia presa e si gira aprendo leggermente la porta.
‘Vaffanculo Zayn.’ Dice prima di aprirla del tutto e sbatterla forte dietro di lui.
Mi appoggio al muro e mi lascio scivolare lungo di esso, finché non mi ritrovo seduto per terra. Guardo per qualche secondo il vuoto davanti a me, per poi chiudere gli occhi e appoggiare la testa al muro.
 

Note:
Uhm..Non lo so perché alla fine ho deciso davvero di continuarla, non ci avevo pensato finché non mi ci avete fatto pensare (scusa il gioco di parole), ma non mi ci è nemmeno voluto tanto ad immaginarmi un dopo, ma è stato difficile buttarlo giù. Non ero (sono) convinta di quello che è uscito. In breve volevo semplicemente raccontare una serata normale dei due, volevo far vedere che comunque il loro rapporto non è uno di quelli dove il ‘ti amo’ è stra usato tanto che perde anche il vero significato, ma un rapporto normale, vero. O comunque ho provato a renderlo tale. Ho in mente un continuo, ma non so cosa uscirà e quando uscirà, ma nel frattempo spero che questo vi sia piaciuto.
Alla prossima, spero. E ah, scusate se è troppo corto, ma non mi riesce descrivere troppe cose, la mia prof me lo diceva sempre che riassumo troppo, ma non ci posso fare niente. Proverò a rendere il prossimo più lungo :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Affondo un’ultima volta dentro si lui per poi venire. Esco immediatamente e mi sdraio accanto al corpo del castano.
‘Noto con molto piacere che a letto sei rimasto una bomba, Z’ dice, ancora ansante.
Sorrido, un sorriso stanco, e chiudo gli occhi. Ho avuto quello che volevo. Liam è tornato da me, ha detto che mi ama, si era scusato per avermi fatto soffrire e ci credevo, era sincero. Allora perché non sono felice? Perché sento che mi manca una parte, una parte fondamentale?
Liam si volta verso di me, sento il suo sguardo puntato sul mio viso, ma non apro gli occhi. Non riuscirei a reggere quello sguardo. Non mi chiede niente, si limita solo a fissarmi, come se volesse leggermi nel pensiero.
E mi addormento così, con il suo guardo addosso e con davanti l’immagine di due occhi che mi fissano, pieni di lacrime.
 
La mattina dopo –o forse è meglio dire pomeriggio, visto che sono quasi le 14- mi sveglio e Liam non è più accanto a me, ma non me ne importa. Non sono dispiaciuto o arrabbiato. Niente. Sono solo sollevato di non dover recitare la mia parte di prima mattina.
E pensare che quasi un anno fa se fosse successa una cosa simile sarei stato di malumore tutto il giorno. Ma i sentimenti cambiano, no? Mi alzo dal letto e mi infilo i boxer, per poi scendere di sotto e prepararmi la colazione. Appena finisco di mangiare vado sul divano e accendo la tv, ma non la guardo davvero. Ad un certo punto, però, mi ricordo che quel pomeriggio sarei dovuto andare a fare la spesa -non c’era più niente da mangiare in casa-. Ma un’altra idea mi balena in testa quando alla tv passa una testa piena di ricci che subito mi ricorda una persona:Harry.
Mi precipito in camera mia, mettendomi i primi vestiti che mi capitano davanti e poi corro in bagno dove mi lavo i denti e mi sistemo in fretta e furia i capelli, sistemandoli in un ciuffo, proprio come piacciono a lui. Prima di andare da Harry però devo andare da un’altra persona. Così prendo portafoglio e chiavi ed esco di fretta, quasi correndo, e vado a casa di Liam.
Arrivo con il fiatone –forse avrei dovuto fumare di meno, forse- e proprio quando sto per suonare il campanello della casa del castano il portone si apre. Liam è davanti a me, con la tuta.
‘Ti stavo aspettando’ dice guardandomi negli occhi con  uno sguardo impenetrabile spostandosi di lato per lasciarmi entrare.
Che vuol dire che mi stava aspettando? Aveva già capito tutto o semplicemente si aspettava una mia visita? Queste domande mi tormentano mentre entro in casa sua e mi dirigo in salotto. Mi guardo intorno e beh, non è cambiato nulla. C’è sempre lo stesso buon odore e gli stessi mobili e le stesse foto di Liam e la sua famiglia, con i suoi amici e –stranamente- di Liam con me. Vederle mi fa sentire un po’ in colpa per quello che dovrò fare, ma cerco di non pensarci e mi siedo sul divano.
‘Non credevo ti ci sarebbe voluto così poco per deciderti, però’ dice Liam sedendosi accanto a me.
‘Per che cosa?’ chiesi, veramente confuso.
‘Per capire che non sono io quello che vuoi, o almeno non più’ dice, guardandomi dritto negli occhi.
‘Cosa?’ chiesi stupito. ‘Come..Come fai a saperlo?’ chiesi, con gli occhi spalancati.
‘L’ho capito. Quando sono tornato eri confuso, felice di vedermi ma..Non così felice, alla fine. Ed eri strano, non riuscivi nemmeno a guardarmi negli occhi quando hai detto di amarmi e niente, ho fatto due più due. E stanotte ne ho solo avuto la conferma. Ti conosco e so quando menti Zayn.’ Dice, alzando le spalle, come se non fosse niente.
‘Mi dispiace.’ Ed era vero. Mi dispiaceva, tanto. Ma lui mi aveva lasciato solo proprio quando avevo più bisogno di lui e mi aveva ferito. E solo grazie a Louis ero andato avanti, solo grazie a Louis ero riuscito a dimenticarmelo, a smettere di odiarlo per quello che mi aveva fatto.
‘Lo so, ma è anche colpa mia alla fine e non provare a dire che non è vero. Ti ho lasciato ed è ovvio che tu sia andato avanti.’ Dice, dandomi una pacca sulla spalla. In questo momento capisco perché mi sono innamorato di Liam. Metteva sempre gli altri prima di se stesso e riusciva sempre a dire le cose giuste per non farti sentire in colpa. ‘Vai da lui Zayn. Riprenditelo.’ Aggiunse.
Mi butto tra le sue braccia, stringendolo a me.
‘Ti voglio bene Lì.’ Gli dico, poggiando la mia testa sulla sua spalla.
‘Anch’io Zayn.’ Dice accarezzandomi i capelli dolcemente. Alzo il volto e prendo il suo con una mano, lasciandogli un casto bacio sulle labbra.
‘Grazie, di tutto.’ Sciolgo l’abbraccio ed esco da quella casa, con il cuore più leggero.
 
 
Note:
I’m bacccck.
Non credevo di farcela e invece eccomi qui.
Non mi convince questo capitolo, per niente, soprattutto l’ultima parte, ma me l’ero immaginato così e resterà così.
Il prossimo credo sarà l’ultimo e proverò a non ritardare troppo, i promise. Bene, non credo ci sia molto da dire, quiiiiiiindi me ne vado.
Spero vi piaccia :) ah, scusate se ci sono errori, ma non ho avuto voglia di rileggerlo. Spero non ce ne siano troppi.

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