Eccomi con una storia di, credo,
due capitoli. Spero possa piacervi, mi è venuta in mente nel tardo pomeriggio,
dato che dovevo andare a ballare, ma piove. Per una
volta che decido di andare a ballare, dico io! In genere sono la tipa che odia
la discoteca...bah, sarà destino.
Baci,
Erin.
Proie Rouge
Tra Buio e Luce...il mio Peccato
šsšt›s›
Non mi è
mai veramente piaciuto andare in discoteca. Ho sempre evitato di farmi
coinvolgere in quelle uscite che si organizzavano di solito quando
d’estate ero via da Hogwarts.
Come quelle di cui parlava mia cugina. Era sempre li
che mi ripeteva “ Ma dai Herm, possibile che a
diciassette anni ancora non hai messo piede in una discoteca?”
Ed io
“ Ma certo, sono andata un paio di volte. E per questo che le evito accuratamente!”.
E si
sa, quando Hermione Granger
si mette in testa una cosa, niente può farle cambiare idea. E
così passavo tranquillamente le mie vacanze estive a casa, per poi andare verso
Agosto alla Tana e stare con la famiglia Weasley ed Harry Potter. Ero felice, più che
felice di passare le vacanze estive con la mia famiglia, che non vedevo per un
anno intero: stare con loro anche per ‘noiose’ cene in
ristoranti importanti o chiacchierare con mia madre. Andare al mare e provare a
telefonare le mie compagne delle elementari con cui tento ancora di stabilire
dei contatti.
Insomma,
mi piaceva e mi rendeva felice passare la prima parte delle vacanze estive “
come una vecchia” simpaticamente definita da mia cugina Silvia. E lei è più
piccola di me, questo mi da decisamente sui nervi. Lei
è spensierata, allegra, vogliosa di girare, vedere, frequentare...conosce più
cose lei che neanche io che sono due anni più grande.
Le nostre
discussioni tipo, sono:
[...] “
Perché l’altra volta John mi ha passato uno spinello che...”
Ed io
“ Uno che?”
“ Ma si
dai, lo sai come si rolla una cartina?”
Ed io
“ Rollare una che?” [...]
[...] “ Oh, Hermione!
Ma hai mai bevuto per esempio...” la
vedevo eccitarsi “...dell’assenzio?”
“ Del cosa?”
“ Ma si quel...oh, lascia perdere” [...]
[...] “ Però non posso credere che tu non abbia mai provato un
Bacio della Morte!!”
“ Un che?” le feci eco stordita, per
l’ennesima volta.
“ Oh,
insomma! Sai quando aspiri fumo e poi lo cacci nella
bocca di un’altra persona, baciandola...non quando ti fumano in faccia – chiaro
invito ad una scopata...”
“
Silvia!” la rimproverai per il modo di parlare. Ma in mente mia pensavo: ah, davvero?! Non
lo sapevo... [...]
Praticamente, secondo lei ero un caso perso. Ed i miei,
avevano avuto l’infelice idea di trovarmi, come dire, giù di corda e mandarmi a
casa di Silvia, a Parigi, per farmi trascorrere delle felici vacanze estive.
“ Ma
guardate che io...io davvero sto bene qui, con voi!!” tentai di fargli capire. Ma niente. Mi prepararono una valigia e mi spedirono con un
aereo in Francia.
Ed ora eccomi, nella camera più disordinata che io avessi mai visto,
circondata dal caos più totale. La mia camera non è mai così! Ed
ora, ringraziando la mia maggiore età, posso fare incantesimi.
Levo la
bacchetta e sto per pronunciare un gratta e netta,
(ovviamente mia cugina sa che io sono una strega) quando qualcuno di mia
conoscenza mi guarda allibita e urla una frase del tipo “ Io mi ritrovo nel mio
disordine!” che mi ricorda incredibilmente Pablo Picasso.
La sua
stanza è rosa. Altra cosa che non sopporto. Insomma,
rosa? Ma dico io...fosse un rosa antico...no! E’ un
rosa shocking! Lo dice proprio la parola: shocking! Io sono sotto shock.
E’ da tre
ore, ed ormai sono le undici di sera, che lei si sta preparando. E’ una sera
che mi vede in pigiama con orsacchiotti, distesa sul suo letto matrimoniale con
tanto di baldacchino fucsia, con un buon libro ed una pinza tra i capelli
crespi. Perché, avete qualcosa da ridire?!
Lei ha
lunghi capelli castano scuro, occhi verdi e bel fisico. E’ solo un po’ bassina, ma compensa con tacchi sui quali io non mi
riuscirei neanche a muovere.
Ritornando
al fatto “odio la discoteca”, Silvia è da tre ore che si sta provando abiti
succinti per fare cosa secondo voi? Andare in discoteca! Ed
io mi sto sorbendo tutte le sue ondate di voce acuta, sul dovere, secondo lei,
che ha una ragazza verso la società.
1 – Farsi
bella
2 –
Andare in Discoteca
3 –
Trovarsi un ragazzo
Tre punti fondamentali che mi vedono discordante a pieno. Ma,
cosa più assurda è che vuole che vada con lei. Anzi no, pretende che vada con
lei, un po’ perché non mi vuole lasciare sola a casa, un po’ perché non può farlo, un po’, anzi molto, perché
dice che sembro una vecchia e che se non voglio morire
giovane devo andare con lei. A me sta venendo da ridere al solo pensiero che
lei creda che io vada di buon grado in discoteca. Mi
viene davvero da ridere. A voi no??
“ Ora tu
scendi da quel letto e inizi a vestirti. Tra mezz’ora saranno qui i miei amici
con la macchina, quindi sei pregata di fare in fretta!” urlacchia,
mentre di spalle si prova l’ennesimo pezzo di stoffa. Perché
solo così posso definire quello che lei chiama ‘vestito leggermente scollato’.
“ Già te
l’ho detto: va’ tu. Io sto qui, non mi va di venire. E...” secondo voi perché non ho
terminato la frase? Silvia mi è addosso, e mi ha appena riversato una montagna di abiti coloratissimi sulla testa, urlandomi nelle orecchie
che non sarei rimasta a casa mai e poi mai, quindi mi conveniva sbrigarmi
perché non mi avrebbe aspettato.
“ Non
credi sia un controsenso? Insomma, se non vuoi aspettarmi e poi dici che mai e poi mai mi lasceresti a casa da sola...”
“ Ma smettila! Basta! Non voglio sentire obiezioni! Divertiti
per una volta, non pensare sempre alle stesse cose noiose! Scegli un vestito e
vieni con me. Ti prometto che se ti scocci, non ti obbligo mai più” la sua voce
acuta e stridula faceva a pugni con gli occhi dolci
che mi stava facendo. La odio. Eppure, le voglio un
mondo di bene.
Sbuffando,
scendo da letto richiudendo il libro ed inizio ad analizzare tutti gli abiti.
Oh mio Dio, ce ne fosse uno degno di questo nome. Sono
tutti pezzi di stoffa.
“
Ehm...sono tutti così belli, sono indecisa” ironizzo, prendendone i lembi con
due dita, faccia disgustata, come se stessi estraendo del pus di Barbatubero dalle sue ghiandole.
Ma
evidentemente Silvia non afferra.
“ Lo so lo so. Sono incredibilmente belli. Ora ti aiuto a
scegliere!” squittisce, mentre io alzo gli occhi al cielo.
Credo mi
abbia fatto provare come minimo trenta pezzi di stoffa,
mentre io cercavo accuratamente di scartare i più osceni. Vi lascio immaginare
quindi i più osceni come siano.
Intravedendo
un pezzo di stoffa decisamente
più abito, passo ad indossarlo. Devo dire che non mi sta per niente male! E’ blu scuro, formato
da un corpetto che si allunga fin sotto la vita, da dove si libra una gonna
svolazzante ma sottile. Tipico taglio francese.
“ Ti sta
divinamente!” esclama Silvia, e senza darlo a vedere, per non
darle troppe soddisfazioni, annuisco distrattamente.
Passa a
sistemarmi i capelli e, non so come, li rende morbidi boccoli che mi ricadono a
metà schiena. Magico!
Mi
trucca, ed io insisto perché lo faccia in maniera naturale, e lei sbuffando lo
fa. Il risultato è meraviglioso, anche se lei avrebbe preferito calcare la
mano, come ha fatto con lei.
Mi porta
nell’armadio delle scarpe, dicendomi di scegliere quelle che mi piacciono di
più. Okay, sono pur sempre Hermione
Granger, ma anche io sono una ragazza, infondo. Ed è normale che rimanga stupefatta da tante belle scarpe. Ma davvero, non so portarle. Opterei
per delle ballerine, ma Silvia mi trucida con lo sguardo.
“ Le
ballerine fanno tanto brava ragazza che fa la passeggiata mattutina mano nelle mano col suo ragazzo!” dice schifata, come se fosse
un’eresia quanto descritto.
Alzo un
sopracciglio, chiedendomi come facciamo ad essere cugine.
“ Ti
spiego. Noi stasera siamo delle cacciatrici. Stiamo
andando in uno dei locali più in voga di Paris, uno di quelli dove potresti benissimo vedere Brad Pitt in persona. Lussuoso quanto
peccaminoso” mi dice con fare accattivante, facendo un gesto della mano che
richiama l’artiglio di una tigre. Ho paura: non mi piace come si sta
evolvendo la serata! “ Le ballerine non sono adatte...” aggiunge
poi, mostrandomi dei sandali blu paillettati, su cui
credo neanche Naomi Campbell
riuscirebbe a camminare.
Scuoto la
testa, ma lei insiste. Dio mio, ma che ho fatto di male!
Li provo, sto per alzarmi dal letto e...bong!
Sono a terra. Lei è sconsolata, mi aiuta ad alzarmi ed io tremante glieli
restituisco. Qualcosa di più basso? Per lei qualcosa
di più basso equivale a dire un
centimetro più basso e quindi me ne porge un altro paio, sempre blu, ma decisamente più belli. Si allacciano alla schiava, così
passo ad indossarli. Quando mi alzo traballo, ma
chissà come, riesco a mantenermi.
Credo di aver fatto almeno dieci o dodici volte avanti e dietro per la
stanza, fin quando non mi sono sentita sicura. Ecco la prova che Hermione Granger può tutto, anche
le imprese più ardue!!
Peng Peng
Qualcuno
ha suonato un clacson. Silvia si affaccia da una delle finestre della sua
villa, e vede che qualcuno è entrato nel parco antistante la sua residenza, per
la precisione, una decappottabile rosso fuoco, con un
ragazzo alla guida tutto gellato ed un altro affianco
con gli occhiali da sole. Qualcuno gli spiega che si chiamano da sole perché si mettono con il sole?
Ai sedili
di dietro c’è poi una ragazza avvolta in un abito di pelle aderente color fucsia...sto per dare di stomaco.
Silvia mi
prende per mano e mi strascina giù per le scale,
mentre cerco, non so come, si camminare sui miei otto centimetri di tacco.
La brezza
serale del 15 Luglio avvolge i nostri corpi seminudi, le nostre gambe praticamente nude, le nostre spalle altrettanto nude. Ma
come vi avevo detto, ho indosso solo un misero pezzo di stoffa.
“ Ehilà! Siamo venuti un po’ prima, spero non vi dispiaccia” esclama
uno, che Silvia bacia a timbro. Ci si saluta così ora tra amici? Perché sono sicura che non è il suo ragazzo: lei stasera è una cacciatrice. Saluta anche l’altro, sempre con un bacio
a timbro. Okay, sono solo amici. Sarà un vizio il
suo...almeno spero non lo faccia anche con la ragazza al sedile di dietro, e
fortunatamente le mie preghiere vengono ascoltate,
perché le da un bacio sulla guancia.
Si volta
verso di me e mi fa cenno di avvicinarmi. Arrivo accanto alla macchina e i due
ragazzi praticamente mi squadrano da capo a piedi.
Oddio, sono in imbarazzo.
“ E questa bellissima ragazza è...?” ammicca quello,
togliendosi gli occhiali.
“ E’ Hermione, mia cugina” risponde Silvia, saltando dentro la
macchina.
“ He-He-Hermione?” balbetta quello.
Credo non mi riconosca, probabilmente perché Silvia gli avrà
mostrato una di quelle foto in cui sono in pigiama con orsacchiotti e
pinza. D’altronde, io foto decenti non ne ho.
“ Ehm
si...tu sei?” dico, avvicinandomi con una mano stesa. Pessima mossa, perché
quella accanto a mia cugina mi fissa ridendo.
“ John” ah si, quello degli spine-qualcosa
“ piacere, bellissima” aggiunge, mentre mi prende per la vita e mi un sono
bacio sulla guancia. Credo di essere rimasta ancora con il braccio disteso.
L’altro,
quello al volante, quello tutto gellato, mi sorride,
sporgendosi per darmi un bacio sull’altra guancia.
“ Io sono
Alfred” si presenta, poi vengo
praticamente buttata dentro la decappottabile e si parte.
I mie capelli sono al vento, decisamente scompigliati, mentre la radio è ad alto
volume e mia cugina e l’amica, che a quanto pare si chiama Tania, stanno dando
spettacolo ballando mezze in piedi, come delle invasate. C’è John che da loro manforte, quello al volante, Alfred, che guarda tutto fuorché la strada, ed io che
sembro una bambina impaurita che non ha mai visto degli adolescenti felici. O anche una vecchia, scegliete voi.
Le strade
parigine sono affollatissime e trafficate e solo dopo un’oretta giungiamo a destinazione. Praticamente
è un locale con tanto di tappeto rosso, quelli dove ti aprono le portiere e ti
aiutano a scendere, dove ti parcheggiano l’auto e dove devi essere per forza in
lista per entrare. Ma a Silvia basta dire il suo nome,
non per niente mio zio è famoso quasi quando Brad Pitt, per l’appunto.
Mentre
il buttafuori sorride dopo che mia cugina gli ha rivelato la sua identità, ci
lascia entrare. E’ anche uno di quei locali dove ci sono guardie del corpo che
scortano continuamente varie persone dentro, quelle famose e irraggiungibili,
che saranno in odiosi privè.
E proprio
prima di noi passa un ragazzo con una camicia bianca mezz’aperta, un jeans scuro con una cintura a vita bassa, dei capelli
biondo chiarissimo scompigliati sulla fronte e leggermente lunghetti.
Dev’essere
il figlio di qualche pezzo davvero grosso, perché ha al suo seguito ben cinque bodyguard. Ovviamente la mia mente mi gioca brutti
scherzi perchè mi sembra di conoscerlo, ma mi sto evidentemente sbagliando.
Insieme a lui c’è un ragazzo invece scuro di pelle,
occhi blu e vestito pressoché come lui. Ma resta
leggermente dietro, sorvegliato solo da due guardie. Probabilmente è l’amico
del figlio del pezzo davvero grosso.
Camminando
sul tappeto rosso mi sento tanto diva del cinema, avvolta nel mio abito
cortissimo blu notte con tacchi alti. C’è così tanta gente solo nell’atrio che
precede l’entrata vera e propria del locale, così tanta e vestita in modo così
succinto, da far venire da ridere.
Silvia
sorride a qualcuno, salutandolo con i suoi amici. Si ferma a parlare con
qualcun altro, poi un altro gruppo ancora. Mi sento decisamente
fuori posto in certe occasioni.
Salutando,
Silvia torna accanto a me, mentre gli altri tre ragazzi ci sono dietro.
“ Allora,
ti piace?”
“ Lo
ammetto, mi sento un po’ fuori posto...ma mi piace” le
sorrido.
Ormai ci
sono dentro, quindi non posso fare altro che lasciarmi andare. Passare una
serata a mettere il muso proprio non mi va. E poi sono a Parigi, qui non mi
conosce nessuno, è un locale lussuosissimo e posso divertirmi anche io. Poi, a
vacanze finite, tornerò la solita Hermione Granger.
Questa
sarà la festa del mio piccolo peccato.
Ci sono
altri due buttafuori ai lati di una piccola porta con una tenda nera calata:
l’ingresso.
I due
uomini imponenti sono vestiti in smoking, ed hanno tanto di auricolari
e occhiali scuri. Anche a loro si dovrebbe spiegare
che si, fanno scena, ma è notte fonda. Affianco ad entrambi sostano due
tavolini con dei vasi di vetro di murano neri, contenenti
centinaia di rose rosse, di un rosso così scuro da sembrare sangue. Non ho mai
visto delle rose così belle.
Stiamo
avvicinandosi ai due, mentre alle mie orecchie inizia a giungere solo la base
della musica.
“ Silvia Von Roudier” pronuncia mia cugina,
ed i due sembrano sciogliersi dalla loro aria severa ed intransigente. Tania si
posiziona dietro di noi e i due ci fanno passare,
scostando la tenda nera, mentre vedo alle mie spalle John
e Alfred prendere rispettivamente due rose rosse da
dentro i calici. Hanno il gambo corto e le mettono nel taschino della camicia.
Silvia mi
avrà visto guardarli, perché mi si avvicina, mentre stiamo percorrendo un
corridoio illuminato da luci rosse e soffuse, ai cui lati ci sono delle
poltrone e dei banconi che hanno l’aria di occuparsi dell’accoglienza dei soprabiti o roba simile.
“ Le rose
rosse sono un’esclusiva di questo locale. Sai, tutti
gli uomini ne prendono una per donarla, durante la serata, alla ragazza che
scelgono come preda. Non per niente il nome del locale è Proie
Rouge ovvero Preda Rossa” mi spiegò,
quasi arrivati davanti all’altra tenda, ora rosso fuoco.
Risi come
una stupida.
“
T’immagini se qualche ragazzo resta con la rosa sul petto, perché non trova
nessuna che gliela dia?” da quando sono diventata così
volgare? Ma sto ridendo, immaginandomi qualche pesce lesso
che non riesce a fare colpo. Ma mia cugina mi spiazza.
“ Oh Hermione che eresia...nessuno
resta a bocca asciutta al Proie Rouge.
Nessuno” sussurra, con voce di chi la sa lunga.
Effettivamente
il pavimento di marmo nero è cosparso di petali di rosa e vari boccioli, ma non
perché qualcuno li stia gettando così, insoddisfatto della serata. Sto per
vedere, infatti, l’ennesima coppia che sta salendo una scala a chiocciola, che
a tutta l’aria di portare a delle stanze. E lei sta gettando la sua rosa per
terra, quella che quel bell’imbusto
le ha donato, trascinandoselo per la cravatta.
Deglutisco,
forse troppo rumorosamente.
“
Agitata?” mi chiede, davanti al drappo rosso fuoco.
Scuoto la
testa, ma lo sono...eccome. La musica si fa viva e giunge alle mie orecchie. Al
di la di quella tenda c’è il Proie
Rouge vero e proprio.
“
Ricorda. Il Proie Rouge si
chiama così non perché in qualche modo noi ragazze siamo le prede. Chi ha la
rosa rossa ad inizio serata?” mi chiede, aggiustandosi l’abito.
“ I
ragazzi” rispondo meccanicamente, come se stessi a
scuola.
“
Ecco...fai due più due. Noi siamo le cacciatrici e facciamo illudere gli uomini di essere solo delle prede. Ma sono
loro le Prede Rosse. Entriamo...”
Sono
persa ancora nei miei pensieri, quando Silvia sposta il drappo rosso e sento
chiacchierare e strillazzare Tania con i due ragazzi
dietro di me.
Sto
entrando e ciò che mi si para davanti è qualcosa che i miei occhi ingenui mai avevano visto prima. Come ho detto, prima
di questa volta ero stata in delle discoteche, una o due. Ma questa...questa...oh, questa è spettacolare!
L’ambiente
è stupendo, praticamente le luci alternate fanno
vedere ben poco, ma si capisce che è spettacolare. Disposto su più livelli, in
alto, davvero il alto, ci sono dei balconi di alcuni privè, la pista è gremita di gente, i ragazzi che vedo
hanno tutti la rosa rossa sul petto.
Per
molti, la festa è appena iniziata.
La musica
techno da fracassarti i timpani, l’ambiente è
ovattato per il troppo fumo e odore di alcool che
preme forte contro le mie narici. Luci soffuse, rosse per lo più, e come detto,
luci alternate, come flash, che ti permettono di vedere ed un attimo dopo sei nei buio più totale, per poi tornare a vedere.
L’odore
della pelle che si struscia su altra pelle, lingue che s’incontrano, mani
invadenti che ti toccano quando cammini. Un mix di
profumi m’invade, sento le gambe molli e gli occhi
lucidi. Però mi sento come sollevata su un nuvola,
avvolta da qualcosa di indescrivibile, perché acquisto così tanta scioltezza da
sembrare quasi irreale. Sto facendomi largo tra la folla, andando verso Silvia
davanti a me.
Ci
voltiamo: abbiamo perso Tania, John e Alfred.
“ Li
abbiamo persi!” urlo nell’orecchio di Silvia, che per la musica troppo alta mi
chiede di ripetere.
Poi
indica un cubo, sul quale scorgo Tania. John sta
regalando la sua rosa ad una tipa e...incredibile, lei accetta. Caspita che
velocità! Alfred è impegnato in un ballo sfrenato con
una biondina.
“
Tranquilla, stanno benissimo!” mi urla di rimando, prendendomi
per mano e strascinandomi nella folla.
Il Proie Rouge, ecco cos’ho davanti. Ed è un mix di
trasgressione, passionalità e peccato.
Credo di
aver visto due ragazzi fare praticamente sesso, contro
una colonna corinzia di marmo nero, ricoperta di edera rossa. Ma forse è stata solo mia impressione.
E’
incredibile quanto la musica mi sia entrata
nell’anima. E’ così forte che inizia a far parte di te, respiri a ritmo di
musica, cammini a ritmo di musica, pensi anche,
involontariamente, a ritmo di musica.
Per
l’appunto, sto camminando, tenendo una mano a Silvia, e alzo una mano alla
testa, affondandola tra i mie boccoli, mentre muovo il
capo ricoperto di riccioli color miele, lungo fino a metà schiena, sorridendo e
chiudendo gli occhi.
Hermione
Granger è ufficialmente in estasi.
Sto ballacchiando, mentre continuo ad attraversare la folla, ma
un gruppo di persone irrompe fra me e Silvia, spezzando il contatto che ci
tiene unite. La mia mano vaga nel nulla, ho una paura tremenda di restare da
sola. Ma eccola, la mia cuginetta,
mi riafferra e mi porta con lei a centro pista, dove iniziamo a ballare.
Non
credevo neanche di saper ballare in modo così naturale, come se lo facessi da
secoli.
Sarà che
ho scoperto finalmente di avere diciassette anni, sarà l’aria colma di profumi
dall’aria importante e penetrante, sarà la
musica...sarà il Proie Rouge,
ma stasera voglio divertirmi.
Silvia è
davvero molto bella, posso notare quanti ragazzi la stanno guardando in questo
momento, tutti sono girati nella nostra direzione e...un attimo, fermi tutti,
stanno guardando ME.
Avvampo,
sono sicura, molti parlano tra loro, mi indicano...a
questo punto credo si stiano chiedendo chi sono, non avendomi mai visto. Perché c’è Parigi al Proie Rouge, ma io non riesco a passare inosservata. C’è tutta
Parigi, si, ma tutta Parigi che s’incontra li più
spesso di quanto immaginavo. Ed io non mi ero mai
vista al Proie Rouge prima
d’ora.
Sento
delle mani sul mio sedere, mani dure e prepotenti che
mi schiacciano contro un corpo, mi scanso infastidita e lui evapora. Altre mani
mi sfiorano i capelli, la pelle...mi sfiorano tutta. Ma stiamo ballando al centro del Proie
Rouge e quando mi giro, non vedo nessuno da cogliere
in flagrante.
Silvia
sta dando il meglio di sé e a quanto pare, un ragazzo si avvicina, sembra
davvero molto carino. Ma non è solo, con lui ce ne un altro. Ci stanno praticamente
circondando, ma non posso vedere bene le loro fisionomie nelle luce della
discoteca. Hanno la rosa rossa ferma nel taschino della loro camicia bianca, da
cui posso notare i loro fisici pazzeschi.
Luce, poi di nuovo buio.
Luce, e ancora buio.
Quello
che si avvicina a Silvia è bruno, posso vederlo. Iniziano a ballare, Silvia gli
sorride: le piace davvero. Si stanno estraniando, si stanno
avviluppando tra loro. Ed io? Io sono intrappolata tra
due mani che mi tengono per la vita, il suo profumo m’invade l’anima, riesco
perfino a chiudere gli occhi, mentre le sue mani fanno compiere al mio bacino
dei giri ritmici, giri che compie anche il suo,
incollato al mio sedere.
Sento la
camicia di tessuto pregiato conto la mia guancia rosea, il calore del suo
corpo.
Luce
Mi volto.
E’ biondo, è bellissimo.
Buio
Sento le sue mani stringermi a lui, posso poggiare la testa nell’incavo del
suo collo.
Luce
Ha un
neo, proprio sotto la mascella lattea. Una pelle d’avorio, quasi.
Buio
Sto
perdendo il controllo, non lo conosco, non so chi sia...ma
mi fa impazzire.
Luce
Sposto la testa per portarla davanti a lui, posso poggiare il mio naso sul suo
mento. Abbassa il capo, ci sfioriamo i nasi. I suoi
occhi sono del colore del cielo in tempesta.
Buio
Il suo
respiro caldo mi fa arrossire, sento una sua mano salirmi lungo la vita,
sfiorarmi il seno, la spalla nuda che scotta sotto le sue carezze, la guancia,
che prende a solleticare. Affonda una mano nei miei boccoli. Ho
caldo.
Luce
Il suo
viso è perfetto, sembra un angelo. Ma
ha uno sguardo malizioso. Lo sguardo del peccato.
Eccolo,
il mio Peccato.
Buio
Balliamo,
la musica ci avvolge, non esiste niente all’infuori di lui per me. Niente.
Luce
Sono ad
un palmo da lui. Mi ritrovo a fissarlo. Ma mi
allontano di qualche centimetro.
Oh Mio
Dio...
Buio
Sento
vacillare le sue carezze. Anche lui ha capito. Il mio
cuore batte così forte che posso quasi sentirlo.
Luce
Non ci
posso credere. E’...
Buio
Il suo
profumo, il suo corpo. Le sue mani su di me.
Luce
E’ Draco Malfoy.
Buio
Faccio mezzo passo indietro, la sua mano ancora sulla mia vita sembra scottarsi. La ritrae.
Luce
Il mio
sguardo perso nel suo. Siamo confusi, non arrabbiati. Confusi perché se non ci
fosse stata la Luce,
avremmo continuato a giocare con il nostro Peccato, senza rendercene conto.
Buio
Mi volto,
dandogli la schiena. Figure passano davanti ai miei occhi, musica assordante,
odore di fumo ed alcool. All’improvviso mi sembra tutto così sbagliato.
Poi la
musica cambia, è decisamente più intrigante e
passionale. Eccitante, oserei dire.
Buio
Oh si, il
buio mi aiuta. Aiuta a chiudere gli occhi e non pensare. Non pensare che volevo
solo peccare di un peccato talmente piccolo, da averlo fatto diventare
involontariamente “Il Peccato” per eccellenza.
Luce
Mi volto
vero di lui: non sono una vigliacca. Le braccia abbandonate lungo il corpo
stretto in questo abitino succinto, il suo sguardo è fisso
nel mio, le sue labbra carnose che ti fanno venir voglia di baciarle.
Posso
lasciarmi andare? Posso essere semplicemente Hermione
per stasera?
Buio
Il suo
profumo viaggia nella mia mente ed arriva dritto al cuore, senza nemmeno
avvisare.
Luce
Si avvicina a me, poggia la sua mano sulla mia vita. Tutto
questo mi fa impazzire. Ma cosa mi succede?
Buio
“ E se fossimo solo Draco ed Hermione, per stasera?” mi sussurra all’orecchio, sento le
sue labbra e le desidero.
Ed
incredibile: mi spiazza.
Luce
Mi
carezza una guancia, si toglie la rosa dal taschino e me la sistema tra i
capelli. Mi ha donato la sua rosa,
l’unica cosa che riesco a pensare il quel momento,
sono sconvolta. Non so cosa fare.
Buio
Lui
chiude gli occhi e poggia la sua tempia conto la mia, mormorando le frasi di
quella canzone divenuta così passionale. Mi sto sciogliendo tra le braccia di Draco Malfoy. Ma non siamo ad Hogwarts, non siamo nel mondo
magico. Qui, al Proie Rouge,
siamo solo due ragazzi che stanno ballando.
‘Ballando’
però mi sembra riduttivo, a questo punto.
Mi sembra
di star facendo l’amore con lui. Ecco cosa provo adesso.
Ed allora mi viene da pensare a come sia farlo davvero con lui.
Luce
Perché
non m’importa se lui è Draco Malfoy?
Perché non m’importa se mi sta carezzando la guancia
con il dorso della sua mano, con i polpastrelli delle sue dita affusolate?
Buio
Il suo respiro sulle mie labbra, il suo naso a sfiorare il mio.
Luce
Mi
appaiono i suoi occhi d’argento, i suoi occhi di
tempesta.
“ Draco...” sussurro, ma forse lui
non mi sente. Mi è venuto così naturale chiamarlo per nome. Per me lui stasera
è Draco, punto.
“ Shhh...” le sue labbra carezzano
le mie. La sua mano sale dietro la mia nuca, mi avvicina
a sé.
Mi sta
baciando.
Buio
Fare
l’amore con lui dev’essere pericoloso: già, potrei
morire. Perché se solo ballare con lui mi sconvolge i sensi e baciarlo mi
provoca queste sensazioni a limite dell’umana concezione...allora facendo
l’amore con lui arriverei all’orgasmo praticamente morta.
Luce
Apro gli occhi, vedo la pelle d’avorio della sua guancia.
Li
richiudo: ora per me esiste solo il BUIO.
Ci baciamo, per non so quanto tempo. Le sue labbra premono
contro le mie, le divorano, mentre la sua lingua accarezza la mia, e bacio come
mai avevo fatto prima.
Fine Prima Parte
Questa storia è completamente
dedicata a mia cugina Silvia. Eggià, esiste davvero. Ma non è come descritta, a parte l’aspetto fisico ed il
fatto che sia più piccola di me di due anni. Lei è decisamente
timida e non così sfacciata. Ma immedesimandomi in Hermione
più di quello che avrei dovuto (forse mi rivedo in
lei, chissà) non ho potuto che mettere “Silvia” al nome della cugina, perché
Silvia è la persona a cui voglio davvero un mondo di bene, una di quelle poche
persone di cui non potrei fare a meno. Ti Voglio Bene!!