Lookin' This Photograph

di Elric_Kyoudai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


Ta-daan!èOé Aspettavate questo momento con impazienza, vero?*ridono*

Ecco a voi l'attesissimissimo seguito di An embarassing situation, ossia Lookin' this photograph!:D Preparatevi perché ne vedrete davvero delle belle...>_>

Ed-Vi odio.

Al-Niisan..ç_ç

Na&Mi- *mpf*

...Siamo giunte alla conclusione che Elricest = Malattia. Adorabile malattia. <3

Perché noi siamo malate. Sìsì.

Un ringraziamento a chi ha letto An embarassing situation, siete stati tanti e ne siamo davvero felici!*O* Speriamo che anche questa possa piacervi tanto quando l'altra (se non di più, a noi mica dispiace!èOé), e ovviamente speriamo di vedervi commentare anche qua!^____^

And now, let's start!èOé!

Capitolo primo

(dove si avranno porno, fango, torte mancate, grattini indesiderati e una quantità esponenziale di Elric VS Mustang)

E racconto sia, aveva pronunciato Mustang un paio d’ore prima.

E Al sembrava averlo preso alla lettera.

“Alphonse, chi diavolo è tutta sta gente?!”

“Gente che ti aiuterà a ricordare, nii-san.”

Un giro di telefonate e aveva riunito praticamente tutte le persone che avessero ricordi grandi e tangibili di Edward.

La casa straripava di gente, tutti più o meno preoccupati per il ragazzo.

“Tutti quanti?”

Ricordava uno ad uno i loro volti, i loro nomi, le loro storie.

Ciò che era nero, oscurato, erano le memorie che condivideva con Alphonse che avevano per protagonisti quegli individui.

“Sì, tutti quanti.”

“Devo ascoltarli tutti?”

“Tutti.”

“Anche Mustang?!”

“Anche Mustang.”

“Questa è cattiveria.”

"Paura, Fullmetal?"

"Non è cattiveria. Si chiama aiuto. E loro mi aiuteranno a farti ricordare!"

Al aveva messo da parte le lacrime, deciso più che mai a far tornare la situazione come prima. E non importava quanta gente servisse, lui ce l'avrebbe fatta.

E non importava neanche se avessero visto quanto in pessime condizioni era la loro casa.

"Possiamo iniziare..."

“Paura di LEI, Mustang? E’ come se avessi paura di un puledrino anestetizzato.”

Ed (che per qualche motivo, probabilmente legato all’amnesia, aveva smesso di dare del tu a Mustang come aveva cominciato a fare alla famosa cena) incrociò le braccia al petto, sbuffando. Passò lo sguardo su tutti i presenti, partendo da Alphonse e facendo il giro antiorario. Erano tutti in circolo, come ad un’assemblea di alcolisti anonimi.

Osservò i loro occhi, pieni di malcelata preoccupazione e voglia di aiutare.

Involontariamente, passò anche su Roy. E lo vide praticamente saltellare sul posto con aria divertita e maligna al contempo. Agitava discretamente la mano per farsi notare dagli Elric.

“…”

Lo guardò col sopracciglio alzato e la bocca deformata dal disgusto.

Se voleva avere la parola, era ovvio ch’era per qualcosa di maligno.

SICURAMENTE.

Ma Al (forse troppo ingenuo per la sua età) sembrò non capirlo. E gli diede la parola.

“Alphonse!!”

"C-che c'é, niisan?"

E il dubbio diventò disarmante certezza.

"Nah, ignoralo, Alphonse, non vuole rievocare certe beghe del passato! Difficoltà Fullmetal? Tranquillo, ci pensa Roy!"

Scattò in piedi con balzo felino, andando al centro della sala e guardando i presenti, con un ghigno molesto sul volto.

Almeno per Edward.

“Che c’è?! Ora questo inizierà a sparare cazzate sul mio conto! Ne sono sicuro!”

Sbuffò, rassegnato.

E che cominciasse a parlare, almeno.
Cominciava a dargli sui nervi quel senso di calore che sentiva stando accanto ad Alphonse e non riuscire a capire che diamine fosse.

Cominciava ad irritarlo avere quegli spazi bianchi e vuoti in testa che, sicuramente, erano prima occupati da qualcuno.

Che iniziasse a parlare, che diamine.

Almeno per una volta nella sua vita sarebbe stato utile.

"Ma..."

"Su, Al, ignoralo! – fece Roy, avvicinandosi allo smemorato e sorridendo maligno, mentre gli scompigliava i capelli - Dunque, cosa potrei tirar fuori... ah sì, certo! Sapete, Ed ha degli hobby strani… a lui piace frugare tra le mie cose..."

Fece qualche passo girando in cerchio, passi ampi.

Sembrava quasi serio.

"Il sottotenente Havoc mi aveva prestato delle riviste poco... adatte a un ragazzino come lui..."

Un brivido cominciò a percorrere, come un millepiedi, la schiena di Edward.

“Cosa DIAVOLO sta DICENDO, Mustang?!”

Non che gli fosse balenato in mente quel che intendeva raccontare.

Era quella faccia che non lo ispirava.

No, proprio per nulla.

Quindi stava per far sapere al mondo qualcosa di orrendo, disgustoso e SICURAMENTE FALSO.

"Taci, Edward. Lavoro per te e per tuo fratello. - Scappellotto. Ormai era di rito. - Come appunto dicevo... mentre tornavo da una giornata di lavoro faticosissimo, come ogni giorno, del resto... decisi di dare un'occhiata a quelle simpatiche riviste, ma quando misi piede in ufficio..."

Lanciò un'occhiata agli Elric, ghignando.

Al lo stava tenendo per le spalle, terrorizzato all'idea di una qualsiasi azione random del fratello.

Omicida probabilmente.

Decisamente probabile.

Dio, se non lo uccideva a fine riunione non lo faceva mai più.

Lui e la mania che gli era venuta di picchiarlo!!

“… dove vuoi andare a parare, maledetto str…”

“Nii-san!”

“Lo è, maledizione!!”

“Ma non puoi dirlo lo stesso!!”

“…”

“Continui, generale.”

Al, molto probabilmente, proprio non c’era arrivato. Né a che genere di riviste fossero, né cosa ci potesse fare il fratello.

"Grazie, Alphonse. - Sorriso bastardo - Continuando, e spero proprio che il ragazzetto non mi interrompa più, quando entrai in ufficio lo sorpresi contemplare le forme prosperose di un'avvenente ragazza in copertina..."

"... NIISAN!"

“NON E’ VERO!! NON E’ VERO!! NON E’ AFFATTO VERO!!”

Il volto di Edward era andato in fiamme, come quello di Winry. Tra gli altri, c’era chi ghignava come per complimentarsi con lui ch’era finalmente cresciuto, chi lo guardava schifato, chi meravigliato.

“Non è possibile!! Non ci credo!! E poi Alphonse con questo non c’entra nulla!! Sta raccontando inutili menzogne!!”

"Alphonse non c'entra niente? – rise il generale – Dio, la sua faccia, quando entrò, davvero non te la ricordi!? E' impossibile dimenticarsi quei simpatici occhietti a palla e le guance color peperone quando aveva visto di cosa stavamo parlando! - rise di grasse risate - Più o meno come la tua adesso!"

Al si schiaffò una mano sulla fronte, cercando di nascondervisi una volta realizzato di QUALE SIMPATICO ANEDDOTO Mustang stesse parlando.

"Senza contare le varie battutine dei soldati... Ah Fullmetal, che spasso!"

Lanciò un’occhiata di pieno odio verso Mustang, sperando di freddarlo all’istante.

“Non ci credo, io non sono un porco maniaco come lei! Non è vero! Alphonse, dimmi che non è vero!!”

Si voltò a guardare Al di fianco a lui, con occhi luccicanti. Più per le lacrime di disperazione che stava per versare che per altro.

"Aaah... - fece lui, piegando un sopracciglio, disperato almeno quanto il fratello - No, niisan, non sei un... porco maniaco..."

"Però ammettilo, quelle tette grosse di piacevano un sacco, eh!"

“La smetta di dire cose disgustose!!”

C’era una parte della mente di Ed che stava cercando, forse riuscendoci, di ricordare. L’altra parte preferiva rimanere oscura e inattiva. Decisamente.

“Non ha senso quello che dice, Mustang!! Perché sarei dovuto essere nel suo ufficio?! Alphonse, dimmi tu la verità su quest’idiozia!!”

"Non so se... quelle tette ti siano piaciute... – sbottò lui, staccando gli occhi da quelli suoi dorati e arricciando le labbra - Ma il Generale si stava decisamente divertendo, quel giorno..."

"Sfido io, Edward Elric colto di sorpresa con delle riviste porno in mano! Roba da filmare!"

Sgomento generale.

“Mustang!! La smetta di dire cose orrende del genere!!”

Il volto in fiamme e le lacrime agli occhi.

No, decisamente si rifiutava di ricordare.

“Alphonse, io non intendevo se mi piaceva o meno quella cosa!! Devi dirmi perché ero nel suo ufficio!! Se lo chiedessi a lui mi direbbe una bugia!! E’ matematico!!”

"Io... io... credo fossi lì per sistemare le sue cose... ti lamentavi sempre di quando ti mandava a pulire il suo ufficio!" fece lui, tentando di pescare uno tra i tanti motivi.

"Era lì perché sapeva che i porni eran lì. Fine." Ghignò.

"Generale, non è vero! La smetta!" sbraitò, rosso di imbarazzo.

“Io non leggo certe cose!! Lo fai tu perché sei un animale!! Non guardo di ste cose!! Lei è un maledetto bugiardo!! Diffamatore!!”

Oramai stava andando nei matti. Fortunatamente Al lo teneva per le spalle, sennò sarebbe saltato addosso a Mustang per finirlo a suon di pugni.

“Di certo ti stavo sistemando quel porcile e le avrò trovate per caso!!”

Esattamente.

"E' sicuramente così, Niisan! Glielo dica anche lei, generale!"

Dio, ora capiva l'ansietà di Edward quando gli aveva dato la parola!

"Io non c'ero, io non so. Lui guardava!" rispose quello, facendo spallucce

“Io non guardavo nulla!! La smetta di dire schifezze sul mio conto!! Lei guarda i porno!! Non io!!”

Tentò di liberarsi della presa di Al, dimenandosi per potergli piombare addosso.

Perché doveva essere presente anche Mustang, maledizione?!

“Stai dicendo solo idiozie!!”

E Al si mise in ginocchio sul divano, tenendolo stretto a se per non farlo scappare.

"Niisan ti sta solo provocando! Me lo ricordo io, non preoccuparti, mi avevi fatto la testa ad acqua quella mattina perché non ci volevi andare, a pulire!"

"Ti lamenti degli ordini di un tuo superiore, Fullmetal?"

E SE NE STUPIVA?!

COME POTEVA STUPIRSENE?!

“Certo che sì!! In quel dannato ufficio ci ho trovato di tutto!! Cartacce, preservativi USATI, fumetti idioti, cose sconce… di tutto!!”

Cominciava a ricordare, a quanto pare.

Purtroppo, sussurrava piangendo una parte del suo cervello.

“P... preservativi usati...?!" Si sentì un coro, dietro di lui.

"Se sono un latin lover, la colpa non è mia!"

"Dio Generale basta! Smetta di provocarlo!"

"Ma mi diverto!"

“Io no!! Assolutamente!! E non devi farlo nemmeno tu!!”

Nessuno sembrava oramai più stupirsi del tono confidenziale con cui si rivolgeva ad un suo superiore.

“Sei semplicemente orrendo!! E comunque le stavo mettendo semplicemente a posto, DI-SGU-STA-TO!!”

Al scoccò un'occhiataccia furiosa al Generale.

"Gliele brucerò. Tanto lo so che sono sue! Ricordo benissimo di aver visto un'etichetta col suo nome sulla copertina di Porcella 2000!"

Quelle riviste avevano girato un bel po'.

Quasi quanto stavano girando le palle di Ed e di come erano girate le voci per cui il generale Mustang e il piccolo Elric avevano trovato il Fullmetal fare… strane cose su quelle riviste. Addirittura, fra i più pettegoli, girava voce che Edward fosse ubriaco e che avesse chiesto a Roy d’insegnargli qualcosa di quello che la rivista illustrava.

Dio, perché stava ricordando?

“Fallo!! Bruciagliele tutte!! E magari brucia anche lui!!”

"Non posso bruciarlo!"

"Ahahah, Fullmetal che c'è? Ti stai ricordando per bene ogni dettaglio?"

Mustang sorrise, di un sorriso beffardo. Che se avesse potuto, se Al non lo stesse trattenendo, si sarebbe alzato e gli avrebbe assestato un bel pugno per farglieli cadere, quei dannati denti.

Dio, se stava ricordando.

Il viso gli stava andando letteralmente in fiamme. Non ricordava di essersi mai vergognato tanto in vita sua.

(Non ricordava i boxer in testa, appunto.)

“Brucialo!! E fregatene se non puoi!! Faresti un piacere all’umanità intera!!”

"Non VOGLIO bruciare qualcuno!"

Gli avrebbe detto "Brucialo tu!", se non avesse saputo che con tutta probabilità lo avrebbe fatto. In fondo battere le mani non sarebbe stato difficile.

"Tsk! Se mi bruciasse non ci sarebbe più divertimento per te e... il tuo... amico."

“… a cosa sta alludendo, Mustang…?”

Sopracciglio alzato e bocca disegnata secondo la linea irregolare del disgusto pieno.

Dio, che nervi quell’uomo.

“E comunque non mi sembra tu sia molto utile per aiutarmi a ricordare! E’ inutile come al solito, Blueflame idiota dei miei stivali!”

"Invece a me sembra che ti stia proprio aiutando... - ghignò - Forse Al quel giorno, per un momento ti ha odiato..."

Fermò il suo andare avanti e indietro per la stanza, guardandolo per cogliere la sua espressione.

"E comunque sai, a cosa alludo."

“No, non lo so.”

Fronteggiò il suo sguardo con smisurato orgoglio e gelò il proprio viso su un’espressione di disgusto e sufficienza.

“E poi, Alphonse non mi sembra proprio persona da odiare qualcuno.”

Erano i suoi occhi a parlare per lui. Per il fratellino che ancora non sapeva di avere. Di cui non ricordava nulla.

Alphonse in parte si rincuorò. Non aveva ancora ricordato che fosse suo fratello, ma per lo meno aveva inquadrato la sua persona senza tanti problemi.

E forse erra un barlume di speranza.

"Ma sì, Ed! – fece l’odiato, sbattendogli l'indice sulla fronte - Alla tua età lo fanno tutti!"

"Fare... cosa...?" balbettò Alphonse, senza capire.

"Ma ovvio, Al, guardare le riviste porno e mast..."

Questa volta, niente lo salvò da un pugno diritto sul naso.

“Mustang!! Lavati quella lingua, santi!!”

Poi si rivolse ad Al, che guardava quell’altro con aria interrogativa.

“Non ascoltarlo, Alphonse, dice solo idiozie.”

"O... ok..." si limitò a dire Al, lanciando un'occhiata prima al fratello furibondo, poi a un Mustang decisamente dolorante in ginocchio sul tappeto mentre si teneva il viso.

"Vuoi deturparmi?!" urlò, sollevando il pugno destro e agitandolo a vuoto.

“Non ci vuole molto, vedendo come parte. E comunque la migliorerei solo!”, rispose, lievemente (?) acido, incrociando le gambe sul divano e le braccia al petto. Sbuffò profondamente.

“E te la sei ampiamente cercata.”

"Ti manderò a casa la fattura. E comunque sai benissimo di averli sfogliati anche tu, quei giornali. Me lo ricordo!"

"... niiisan?"

“E io la fattura la brucerò. E non sfogliavo proprio niente!! Maniaco visionario diffamatore!! Alphonse, non ascoltarlo!! Per favore!!”

"No, niisan, lo sai che... - No, che non lo sapeva - ... beh, non preoccuparti, mi fido più di te che di lui!"

"Alphonse da che parte stai!?"

“Dalla mia, com’è giusto che sia!”

Rise Ed, altezzoso, con la testa rivolta al soffitto, con la mano sulla guancia.

Sì, stava ricordando. Ma nessuna traccia di Alphonse.

"Ah-ah. Sta dalla tua perché tu non sei capace a farti valere da solo... e comunque ammettilo, ti sono piaciute."

Braccia conserte, ghigno sul viso. Mustang ci godeva, a stuzzicarlo.

"Altrimenti non ti ci avrei trovato imbambolato."

E se avesse voluto avrebbe potuto mandargli un bacetto, tanto per fargli saltare i nervi definitivamente.

“Non ero imbambolato perché mi piacevano, ero imbambolato dal disgusto!!”

Continuava a sbraitare, indicandolo col dito come un avvocato.

Si sta trasformando in una pagliacciata. O un’assurdità.

Sempre colpa di Mustang.

"Tutti dicono così, alla prima occhiata. Alla seconda... - si avvicinò, con fare poco convincente, e fletté il busto in avanti - già cominci a cambiare idea..."

E il suo indice sfiorò il mento, gratta gratta.

"... G-Generale io mi ferm..."

Un secondo pugno. Questa volta sotto il mento.

“Le. Sembro. Un. Cavolo. Di. Gatto. Mustang?!”

Oramai Ed fumava di rabbia e vergogna.

Santi, sembrava che Mustang non avesse altro da fare nella vita che tormentargli le palle.

“E tanto non ci sarà una seconda volta!!”

"Dici? Scommetto che se vado in camera tua ne trovo altre..."

Un pugno sulla testa.

"... e la prossima volta ti ritroverai calvo."

"Ahum, basta, smettetela di discutere! - sbottò Al, battendosi le mani sulle ginocchia - Così non arriveremo a niente!"

Quasi ignorò Alphonse, troppo impegnato nelle sue beghe col Generale.

Neppure l’orgoglio aveva scordato, a quanto pare.

“Ah-ah, voglio proprio vedere come mi fai diventare calvo, uomo che sussurrava ai cavalli!”

E lui subito gli afferrò la coda, tirandola un poco.

"Sicuro di volerlo sapere?"

“Provaci se hai coraggio!”

Era nel suo sangue, questo. Questo continuo sfidare con bocca e occhi.

Non provocare il cavallo che dorme.

... ok, non era proprio così, ma... lui tirò comunque,sentendo i capelli tendersi sotto la sua stretta. E Al si mise in ginocchio sul divano, dando deboli pacche alla mano di Roy.

"Generale! La smettaaa!"

Piuttosto che lamentarsi con lui, Elric si sarebbe morso la lingua e se la sarebbe mangiata. Tutta.

“Ah! Crede anche di farmi male?! Illuso!”

Gli tirò l’ennesimo pugno, questa volta nello stomaco.

Stavano dando spettacolo. Come al solito.

"Non lo credo, Fullmetal... - E tirò con più forza, vedendo Ed strizzare un attimo gli occhi - Ne sono sicuro!"

E ovviamente i due non facevano nulla per evitare possibili danni o, più probabilmente, figure di merda.

Ad Alphonse venne l'immensa voglia di alzarsi e prendere una bacinella piena d'acqua così da gettarla addosso al Gatto e al Cane e raffreddare un po' i bollori.

Probabilmente, l’unica soluzione possibile.
Ed saltò giù dal divano, calciando la parte bassa tra le gambe di Roy.

“Ma fai sempre le stesse cose Mustang, sei un gran bel po’ palloso…”

Non riuscì a ribattere, preso a tenersi tra le mani il gioiello di famiglia.

"Niisan! - adesso era Al però a prenderlo per la coda - Chiedi scusa al Generale!"

E intanto il pubblico ammirava, basito.

“No! Per nulla! Non chiederò MAI scusa a quest’uomo così palloso e privo d’inventiva!”

Era diventato un vizio prenderlo per i capelli?

"Ma guardalo, gli hai fatto male davvero stavolta! Almeno aiutalo!”

“Era mia intenzione fargli male, Alphonse, sai? E comunque CI GODO!!”, esultò.

Alphonse scosse la testa. Era impossibile far ragionare il fratello, soprattutto quando c'era Roy Mustang tra le palle.

... proprio il caso di dirlo poi.

Sbuffò, saltando giù dal divano e avvicinandosi a Roy, dandogli una mano a rimettersi in piedi e facendolo accomodare accanto ad Edward.

"Sta bene?"

"... gli strapperò gli arti che gli rimangono..."

Grosso gocciolone sulla testa.

“Non ci riusciresti neppure mettendoci tutte le tue misere forze e il tuo ancor più misero cervello.”

Oramai era un ring Elric VS Mustang, senza possibilità di vittoria di uno dei due. O che uno dei due la smettesse.

Insomma, una battaglia persa in partenza.

"Lascia che mi riprenda e vedrai Dio in persona."

Una battaglia che sarebbe potuta durare all'infinito, se qualcuno non avesse messo freno.

"Adesso basta. Tutti e due. Avete dato spettacolo, ora torniamo di nuovo in carreggiata?"

“Prima voglio proprio vedere come ci riuscirà. Ah! Contaballe gonfiato!”

"Ho. Detto. Basta."

Piede che batteva a terra, sguardo che non accettava repliche.

"Dillo a Mustang! Io non c'entro! Ha iniziato lui!"

Leggera reminiscenza del rapporto che aveva dimenticato. Alphonse faceva quello sguardo e lui la piantava. Stavolta non successe semplicemente perchè aveva perso la memoria. Anche se un po' influenzato pareva esserlo comunque.

"Edward..." sbottò, spazientito, lasciando scivolare le braccia sui fianchi.

Roy scosse la testa, abbozzando un sorriso.

"Su Fullmetal, non fare il bambino.”

Voltò la testa con lentezza meccanica e la sua faccia divenne una maschera di rabbia.

“Io BAMBINO? Lei racconta INFAMIE sul mio conto, mi tocchi manco fossi suo FIGLIO e IO sono il bambino?! Il suo metro di giudizio è decisamente sballato, Blueflame dei miei stivali.”

"io dico solo la VERITA', ti tocco perché MI DIVERTO, e SI’, tu sei un BAMBINO. Hai ancora il moccio al naso."

Il leggero rumore di una mano che si scontrava sulla fronte, ripetuto almeno una decina di volte.

“Non ho il moccio al naso!! E se mi tocchi perché ti diverti sei un maledetto pervertito!! Vergognati!!”

"Quelle riviste ti han fatto male al cervello, eh, Ed..."

"Generale, per favore..." implorò Al sentendosi piccolo piccolo.

Inutile supplicare Edward, eh?

“E non mi chiamare Ed!! Te l’ho già detto!! Non puoi!! Mi fa schifo detto da lei!!”

Non riusciva proprio minimamente ad accorgersi di come stava mettendo in imbarazzo il povero Alphonse. E di come si stava rendendo schifosamente ridicolo di fronte a tutti.

"Ah sì... e chi può chiamarti Ed, Ed?"

... forse contava in un dejàvù. Alphonse gli dedicò uno sguardo, che lui ricambiò, sollevando un sopracciglio.

Si, ci contava.

“TU no di certo! Ti avevo anche detto chi! Poteva Winry e… un’altra persona… oltre Pinako obaachan…”

Sì, c’era un’altra persona. E sentiva ch’era importante. La più importante di tutte.

Ma non riusciva a figurarsi il suo volto nella mente. Anche con tutti gli sforzi possibili ed immaginabili.

Però era sicuro che ci fosse.

Al cento per cento.

“Trova il nome a quell'altra persona, e forse ti lascerò le palle in pace, Fullmetal."

Si stiracchiò, alzando le braccia verso il soffitto e le gambe sul pavimento, sperando di aver attivato in lui qualche meccanismo. E vide Al sorridergli, con la coda nell'occhio.

“Non è affatto vero, lo so benissimo che sarai il mio tormento eterno.”

Di nuovo gambe incrociate e braccia al petto, il mento sulla mano destra.

Chi era?

Chi poteva essere?

No, porca miseria, non ci riusciva proprio.

Né volto, né nome.

“No, non so chi sia, cazzo…”

Che fastidio assurdo.

Il sentore di aver perso una sfida.

"Allora continuerai ad essere tormentato."

Al dal canto suo lo guardò. Si stava sforzando di farsi luce tra i suoi ricordi, lo sapeva, lo vedeva.

E quasi si ritrovò a chiedersi se fosse successo a lui, come sarebbero andate le cose.

... probabilmente avrebbe sentito un gran vuoto.

Quello che sentiva Edward, nonostante non lo desse a vedere.

“Mustang, il suo ragionamento non ha senso. Ho già la sfiga che non ricordo un pezzo FONDAMENTALE della mia storia poi devo avere TE che mi minacci di cose impossibili e mi tormenti le palle in modo assurdo? Dov’è la logica? Blueflame dei miei stivali.”

"Le mie minacce sono tutte fattibilissime, Edward. E se ricorderai qualcosa, ammesso che il tuo cervello non sia andato perennemente in vacanza, sarà SOLO GRAZIE A ME."

E con quale convinzione lo disse, poi!

Sicuramente a furia di dire stupidate, gli avrebbe provocato un altro trauma. Al era sicuro che se Ed avesse potuto scegliere chi dimenticare, quello sarebbe stato proprio il Generale.

Certamente, avrebbe preferito dimenticare la persona che più odiava al mondo, piuttosto che quella più importante.

“Fattibilissime un paio di palle! E io non ho il cervello marcio come TE, idiota!!”

"Dici? Allora come mai stiamo facendo tutto questo?"

Allargò le braccia, indicando la gente di fronte a lui.

"Il Niisan non ha un cervello marcio, Generale. Su."

"In questo momento una sua parte è TERRIBILMENTE marcia, Alphonse..."

“Non è marcia! Ho solo scordato qualcosa!! Non usare termini a sproposito, analfabeta!”

Al solito, ogni loro discussione prendeva risvolti osceni del genere. Una raffica d’insulti.

"Il problema è che la parte davvero marcia del tuo cervello sembra esser rimasta intatta, Fullmetal!"

E sarebbe potuta durare anche tutta la notte, senza l'intervento di un arbitro sempre all'erta.

"Ma la volete piantare?!"

Anche di due.

"Winry, Dio sia lodato, fermali!" fece Al, piagnucolando.

“Ha cominciato lui!!”, si difese Edward, infilando nell’occhio dell’altro un indice accusatore.

"Non mi interessa chi ha cominciato. Mi interessa che LA PIANTATE, questa roba sta diventando una barzelletta!"

"Ahia - gli afferrò la mano, strattonandogliela - Sei violento!"

“Con te sempre, Blueflame.”

No, Winry non poteva riuscirci a fermarli. Proprio no.

Se a malapena, in generale, poteva riuscirci Alphonse, la fanciulla non aveva nessuna possibilità.

“Sempre. E. Comunque.”

"Prima o poi ti sbatterò in galera per insubordinazione."

"Prima o poi qualcuno vi ucciderà per aver raggiunto il limite della sopportazione." sbottò Winry, tornando a sedersi affianco alla nonna.

"Prima o poi ti chiuderò in camera per evitare di fare danni, Niisan..."

Sommerso dagli insulti, Edward decise di rispondere ad uno per volta.

A Roy: “Provaci e anche tu avrai bisogno di qualche arto di metallo.”

A Winry: “Prima ucciderò io Mustang.”

A Alphonse: “Non puoi chiudermi in camera!! Sono tuo fratello maggiore!!”

E si mise la mano sulla bocca.

Era una frase che gli era uscita di bocca automaticamente, senza pensarci.

Non ricordava ancora Alphonse, per nulla, ma quelle erano parole intrise in lui. Uscite automaticamente.

"...Ehi. Sta funzionando?"

Al gli si gettò alle spalle, guardandolo con intensità. Sperava in un accenno, in un assenso, in un "Ho ricordato", o qualunque cosa di simile, mentre il cuore, alle sue parole, gli era letteralmente salito in gola.

"Ripetilo... Niisan, ripetilo!"

“… non so neppure che ho detto.”

Una di quelle frasi che vengono pronunciate soprappensiero. Una di quelle che non ricordi perché l’hai pronunciata mentre la tua mente era altrove.

Così era catalogabile l’agglomerato di parole uscito dalle labbra di Edward.

Tuttavia, Alphonse non si sentì di dire qualcosa, e si limitò a sospirare, lasciando che le mani scivolassero dalle sue spalle.

"Non importa... ricorderai..." e sorrise, rimettendosi a sedere.

“Uff, spero… perché comincia a farmi male la testa…”

"Mi dispiace Niisan..."

"Non ti facevo così arrendevole, Fullmetal..."

Un secondo dito nell’occhio.

“Io non sono arrendevole, bastardo!”

Oroscopo di oggi per i cavalli: la cecità busserà presto alla vostra porta.

"LA PIANTI, CRISTO?!

“No, fino a quando respirerai!!”

"...Non ho altri occhi da cavare, almeno."

"Hai altre due cose rotonde da cavare a morsi, però."

"...Se le vedresti, non le morderesti, fidati..."

"Le prenderei a calci."

"Dico che ti farebbero ben altro effetto."

"Non sono una delle tue donne, imbecille."

"...E meno male."

"Dovrei dirlo io. Dev'essere un'esperienza orribile venire a letto con te."

"Non si può mai sapere finché non si prova... - bisbigliò, facendo spallucce. - Comunque non siamo qui per questo."

"E non credo che lo proverò mai!!"

Fece una faccia schifata. Alzò lo sguardo e vide Alphonse tentare d'incendiarlo con gli occhi. Poté giurare di vedere distintamente un'aura maligna intorno a lui.

"... chi deve raccontare...?"

Cominciava a diventare (ritornare?) succube di quel ragazzo.

Si alzò nuovamente Winry, scuotendo la testa per sistemare la coda.

"Posso andare avanti io? Ne ho una bella da raccontare..." sogghignò, avvicinandosi ai due.

"...Winry, vacci piano..." mormorò Al, preoccupato.

Più che una riunione atta a far ricordare Alphonse da Edward, sembrava più una setta volta a ucciderlo.

Ed guardò il ghigno malvagio della ragazza, e deglutì.

“Che diavolo vuoi raccontare…?”

“Ti ricordi che tu e Al, da piccoli, volevate sposarmi?”

Infarto.

Al si schiaffò una seconda volta la mano sulla faccia.

Sempre più disperato.

"Winryyy..." cantilenò, come ad implorare pietà. Non per altro, a lui la cosa non lo metteva minimamente in imbarazzo, ma DIO, aveva appena finito di scannarsi col Generale, e lei che faceva? Gli dava pure supporto!

"Si?"

Vocina angelica.

"Perché...?"

"Vedi che ricorda! - e fece segno di vittoria. - Allora... ricordo benissimo che era quel periodo in cui tu e Al imbrattavate ogni pezzo di carta con scarabocchi..."

Era tutta una congiura, per forza.

Un diabolico piano realizzato per uccidere moralmente Ed.

Lo era PER FORZA.

“Non erano scarabocchi ma cerchi alchemici, innanzitutto.”

Era diventato paonazzo, ma tentava in ogni modo di non darlo a vedere.

Per evitare le prese in giro di Mustang.

Ma Winry pareva iniziare a prenderci gusto.

"Oh beh. Per me erano scarabocchi. E anzi, ancora non capisco cosa ci sia di bello nell'imbrattare le cose con gessetti o chissà che. Meno male che batti le mani. - Sbottò, fulminandolo, mentre da dietro si sentiva una risata trattenuta a stento. - Ad ogni modo. Quel giorno discutevate per tutto! Tu punzecchiavi Al perché aveva DI NUOVO fatto la pipì a letto, lui ti prendeva in giro perché la zia ti aveva sgridato per non aver bevuto il latte..."

Ed tirò un calcio nello stinco a Mustang.

Poi guardò Winry.

Poi Alphonse.

Restò fissò su Alphonse.

“Facevi la pipì a letto…?!”

Arricciò le labbra, mentre le sue guance prendevano un colorito roseo.

"Ero PICCOLO..."

“Pff…”

“Ed, non è questo l’argomento!!”

“Sì, ma…”

“Smettila!”

Edward si chetò un attimo, tentando di non ridere più.

Al sperava di sprofondare.

“Niisan, sei crudele…”

“Non è vero!”

"Almeno a me, la mamma non mi sgridava ogni santo giorno perché non bevevo il mio latte..."

Incrociò le braccia, guardando interessato il soffitto.

"E comunque non lo faccio più!"

“Ma speravo anche, Alphonse!! E comunque il latte fa schifo.”

“Ragazzi…”

Winry, mediamente disperata, tentò di riavere l’attenzione su di sé.

“Stavo dicendo, prima che un certo fagiolino…”

“EHI!!”

“Io non ho fatto nomi. Hai la coda di paglia?”

“…”

“Stavo dicendo. Ricordi che litigavate spesso su chi mi avrebbe sposato? Sostenevi sempre che dovevi essere tu perché eri il maggiore, ma Al diceva che eri troppo basso per sposarmi. Il che è vero. Bene, ti ricordi che una volta gli hai lanciato una sfida, e chi avrebbe vinto mi avrebbe sposato a sedici anni?”

Pinako obaa-chan iniziò a ridacchiare. Ricordava bene anche lei quella storia.

"Ah, sì, me lo ricordo! - fece Al, dimenticandosi per un momento delle sue piccole pecche da poppante e sorridendo. - Niisan si arrabbiava sempre quando glielo dicevo! E lui mi aveva puntato il dito contro sbraitando -Te la farò vedere io, Al! Winry sarà la mia sposina!- e poi andava dalla mamma a piangere perché gli dicevo che era basso..."

“Io non piangevo per una sciocchezza del genere!!”

Un leggero caldo alle orecchie gli diede il segnale di una vergogna crescente.

“Oh, sì invece! Ti lamentavi tantissimo se Al ti prendeva in giro su questa cosa…”, ghignò Winry, passeggiando in circolo in mezzo alla stanza, tenendo le mani incrociate dietro la schiena, “Come sempre, del resto, fagiolino.”

“NON CHIAMARMI FAGIOLINO!!”

Non ci fu bisogno di trattenerlo solo perché Winry era una ragazza (se fosse stato Mustang, o un maschio a caso, le avrebbe pesantemente prese).

“Okay, Ed, okay… ti ricordi esattamente cosa sei arrivato a fare per conquistarmi…?” domandò lei, mettendosi un dito sopra le labbra sorridenti, adorabilmente malvagia.

“No. Ovvio.”

“Allora Al lo ricorderà, vero Al?”

Al ridacchiò, portandosi una mano alla bocca.

"E... e come potrei dimenticarlo?"

Dio, il giorno del lerciume, lo avevano ribattezzato sua madre e Pinako. Portò il suo sguardo a quello del fratello, vedendolo quasi ringhiare. Poi scambiò uno sguardo d'intesa con Winry.

"Niisan si lamentava del fatto che Winry badasse solo alla sua altezza...Così un giorno venne da me con lo sguardo furioso... forse quella mattina lo avevi preso in giro di nuovo? - rise - Comunque...Poco lontano da casa c'era un piccolo stagno melmoso... - Si voltò a guardare il fratello - Tu eri arrivato e avevi urlato TI SFIDO!, mentre io giocavo con Winry..."

“Esatto, esatto!”

Gli occhi le brillarono di intenzione maligna e il suo sorriso si fece ancor più carino.

“Stavamo normalmente giocando quando tu arrivasti, fagiolino guastafeste. Senza neppure aspettare la risposta, gli saltasti addosso, finendo nello stagno.”

Roy, che stava quasi soffocando per non ridere, scoppiò sulla faccia di Ed.

"Fullmetal è un maiale!!"

Si piegò in due, tenendosi lo stomaco con ambo le mani, e Edward lo guardò, fulminandolo con lo sguardo. Al poggiò una mano sulla spalle del fratello, lo sforzo immane per non ridere anche lui.

"Eravamo lerci fino al collo! Tu mi prendevi per il colletto e ci facevi rotolare nel fango, e gridavi La sposo io, la sposo io!!"

“E avevi anche fatto venire tua madre e mia nonna, per far decretare a loro il vincitore!”

“E’ UNA CONGIURA!! UNA MALEDETTA CONGIURA!!”

Ed diede finalmente voce al pensiero martellante che gli rimbombava in testa da un po’.

“Oh, eravate adorabili tu e Al!”, intervenne Pinako, ridacchiando.

“Decisamente carini!”, aggiunse Winry, ridendo più apertamente.

“Quanto darei per vederti, Fullmetal…”

"Generale, sarebbe meglio di no, sul serio... - disse Al, lasciando scappare un'innocente risata - Si sarebbe sporcato... non facevamo che battere i pugni sul fango!"

"Avevate sporcato il mio vestito nuovo..." sbottò la ragazza, incrociando le braccia e annuendo.

"Fullmetal che fa il maiale nel fango non me lo perderei neanche a costo di non uscire con una donna per un mese..."

“Sai che ti posso picchiare nel fango quando ti pare?”, disse Ed, guardando Mustang con furia omicida.

“Ti ricordi, Al? Avete lottato per quasi un’ora…”

“Un’ora e mezza. Mamma cronometrò.”

Non era stato Alphonse a parlare, ma Ed.

Piano piano, i pezzi di puzzle cominciavano a comporre un quadro completo.

Piano piano, cominciava a ricordare l’episodio del fango.

Winry e Alphonse sorrisero al contempo, annuendo.

"Già. E poi per colpa tua voleva punirci, e voleva dare tutta la torta per la merenda solo a Winry… Oltretutto, non aveva vinto nessuno, e tu mi tenesti il muso fino all'ora di cena!"

"Però Al la sua parte di torta l'aveva presa... tu no, Ed."

“Fullmetal maiale e senza cibo!”

“Mustang, SMETTILA.”

“E per una settimana ti sei rifiutato di giocare con noi! Eri proprio un bambino, Ed…”

“Qualcuno non ha qualche ricordo un po’ più DEGNO?!”

"Io!"

Una mano che sbuca da dietro la spalla di Winry.

"Ah, signorina Andrea!" fece Al, sorridendo.

E stavolta fu il turno di Ed di schiaffarsi la mano in faccia. Mentre già Roy pregustava il momento.

“No, tu no.”

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Credevate vi avessimo abbandonati/e, eh?è__é Ma siamo tornateeeeeeee èçççé!! Con un capitolo drogato almeno quanto il primo - se non di più. Ribadiamo il fatto che noi NON ODIAMO EDO. Lo amiamo con tutte noi stesse çOç!! Ma si presta così bene alla parte della vittima - Ed: VITTIMA UN CAZZO!! - che non è possibile non distruggerlo moralmente con queste boiate xDDD<3

Ringraziamenti èçé:
Shari_Aruna: Purtroppo per Ed ci vorrà ancora taaaaaaanto tanto tempo prima che si ricordi decentemente di Aru ;O; Ma prima o poi qualcosa succederà..;_; *tra tanto tanto tempo.*
Aduah: XD Grazie mille. Beh si perché se Ed non soffre non ci si diverte!XD
Black90: Ecco il nuovo capitolo!<3 Siamo contente che tutte fremevate per l'attesa *^*
Sorelle Elric: Andrea è un nostro personaggio XD Vedrai qua la sua funzione - Noi l'amiamo <3 - E.... In realtà siamo degli alieni muccosi, ma non dirlo a nessuno. è_é
Fedar: Ecco il secondo capitolo ^O^<3
Juka: è la malattia più bella del mondo *O* <3<3 E' bello sapere che qualcuno condivide il nostro morbo çOç <3
Mintgirl e alchimista de fero: credo che Ed toccherà Mustang più di quanto tu creda, e non in senso buono/porno.v__v
Eringad: Non abbiamo aggiornato propriamente presto, ma abbiamo aggiornato çOç;; Liete che ti sia piaciuto <3
Kira7: La nostra fan *O* *strafelici di avere una fan come lei çOç* Ecco il secondo capitolo, fossimo state in Edo, non saremmo uscite vive da tutto questo çOç

And Now SHOW MUST GO ON è-é


Capitolo Due

(dove troviamo foto imbarazzanti, ricordi altrettanto imbarazzanti e uno che salvò Fullmetal dalla vergogna più totale.)

“Che maleducato, Edward! Fai parlare anche me!”
E, senza aspettare risposta, si alzò.
Qualsiasi cosa potesse riferire riguardo al suo passato, sarebbe stato qualcosa di vergognoso.
Per. Forza.
E non erano pregiudizi riguardo al fatto che Andrea portava una quarta di reggiseno quanto una quarta nei boxer.
Ma perché non poteva essere certo un racconto di lealtà e coraggio quello che la ragazza, gonna lunga di jeans e maglietta corta, lievemente sculettante in mezzo alla stanza, mignoli alzati, si apprestava a raccontare.
“Fullmetal, hai avuto una storia d’amore con questa splendida fanciulla?”
“Muoia.”
“Oh, che adulatore signor Mustang!” trillò lei, con una voce insolitamente femminile (dio, che miracoli la medicina).
"Generale, per favore..." sorrise Winry, agitando la mano.
Ed era visibilmente terrorizzato. Perché quella DONNA, no, non portava a nulla di buono. E il suo racconto non lo avrebbe aiutato, se non a sprofondare nella vergogna.
Come se non ci fosse dentro già abbastanza.
"Dai, Niisan, in fondo è per il tuo bene!"
"Sì... – ridacchiò Mustang – il tuo... bene... mph..."
“Mustang, veda di morire, okay?”
Più guardava la donna (perché di maschile oramai non aveva più nulla, neppure le mani, di partenza delicate; aveva il corpo sottile e lunghi capelli rossi a boccoli, bocca carnosa, insomma una gran bella ragazza), più i sudori freddi ricoprivano il corpo di Edward.
Che gelò quando aprì le belle labbra.
“Come saprete tutti…”
Quando agitava garbatamente le braccia, tintinnavano per i braccialetti che portava.
“Quand’ero piccola avevo un corpo… diciamo, diverso…”
“Fullmetal maiale in ogni sensooo!” se ne uscì il Blueflame, sempre malizioso nel comprendere.
“MUSTANG DIO CRISTO MUOIA!!”
E un morso arrivò al braccio sinistro di Roy.
"NIISAN, PIANTALA, CIELO!" urlò Al, prendendolo per le spalle e tirandolo a sé, sentendo i denti del fratello digrignare sulla pelle di Mustang, mentre si poggiava, affannando, al suo petto.
"Oh Ed, come sei dolce... difendi sempre così le belle ragazze..?" fece il generale, ammiccando.
“...”

Perché tutto ciò?
“Edward, sii più gentile almeno davanti ad una fanciulla così amabile…”
Decisamente, Roy non aveva niente di meglio da fare che prendere Ed per i fondelli.
E, altrettanto decisamente, questi non trovava niente di meglio da fare che rispondere a tono come un cretino.
“Quindi posso ucciderla perché non ha le tette, vero?”
“Ed! Stavo facendo un discorso!!”
"Edward, lascia parlare la signora!" fece Winry, morente di curiosità.
"Signorina."
"Scusa."
“Purtroppo non ho ancora trovato un uomo disponibile a sposarmi…”
“Posso lasciarle il mio numero dopo la riunione, se vuole…”
“Oh signor Mustang, lei è davvero adorabile!”
"Da quando ha certe tendenze, Blueflame?"
"Niisan..."
"Una bella donna è sempre una bella donna."
"Ma la volete piantare?!"
"Diglielo, Al, non mi fanno raccontare, tergiversano e basta!"
Edward roteò gli occhi, praticamente disperato.
“Non tergiversiamo, è che non sapevo dei nuovi gusti di Mustang.”
Andrea sbuffò, tenendo le braccia conserte al (quarta di reggiseno dotato) petto.
“Stavo dicendo… da piccola avevo un corpo diverso, ma già mi esercitavo a truccare, in vista del mio vero corpo… e gli Elric erano cosìììì disponibili…”
Roy iniziò a ridere come un deficiente.
Winry si gustava la scena, osservando la faccia di Ed cambiare colore per ben otto volte.
"Io le prestavo i trucchi della mamma... poi la mamma se la prendeva con Ed..."
Roy cercò di trattenere la risata, arricciando terribilmente le labbra.
“Al, questo non lo sapevo! Mi dispiace se vostra mamma se la prendesse col piccolo Edward!”
Ci mancò poco che lui non le sputasse in faccia. Solo perché Al lo trattenne.
“Dicevo…”
Continuava a muovere la mano destra mentre parlava, tintinnando come una fata.
“Mi serviva qualcuno su cui provare i trucchi. Ma la mia mammina non mi comprava le bambole, così usavo gli Elric come cavie. Più precisamente, il piccolo Edward.”
"Oh, Fullmetal, ora capisco tante cose..." annuì Mustang, facendo improvvisamente serio, mentre Al percepiva l'aura omicida di Edward pronto a scagliarsi alla prossima provocazione.
“MUSTANG, CHE DIAVOLO VUOLE DALLA MIA ESISTENZA?!”
"Ora che ci penso... - fece Winry portando un dito al mento - Ogni tanto Edward si rifiutava di uscire dalla stanza, e quando apriva la porta per bestemmiarci contro, aveva sempre un velo di ombretto..."
"Winry..." implorò Al, tremando.
Andrea ridacchiò leggermente, con la mano davanti alla bocca.
“Chiedevo sempre ad Edward di lasciarsi truccare, forse perché i capelli lunghi gli davano un’aria un po’ più femminile… dovevate vedere com’era scontroso quando glielo domandavo così gentilmente! Per fortuna che c’era Al a convincerlo con quei suoi bellissimi occhioni…”
I brividi ricoprirono l’intero corpo di Ed e quello di Al, che si ritrovò per la prima volta ad avere DAVVERO paura di suo fratello.
"A-Andrea... i-io non facevo niente... eh... eheh..." ridacchiò, imbarazzato.
"E bravo Alphonse!" fece Roy, dandogli un’amorevole pacca sulla spalla.
“Generale, non ci si metta anche lei…”
“Ma sì, Alphonse, ti ricordi che mi aiutavi sempre tantissimo a convincere quel testone del tuo fratellino?”
La ragazza si avvicinò al biondo, abbassandosi e baciandolo sulle labbra.
“… che cavolo…”
“Come quando eravamo piccoli! – rispose lei, baciando Al subito dopo – Non ti ricordi com’eri carino con i codini e il lucidalabbra? Ooh, poi stavi cosìììì bene con la matita nera!”
Entrambi si passarono la mano sulle labbra, guardandosi e scostando subito lo sguardo.
Non era una buona idea sentirla parlare, no no no.
"Ed, queste cose non me le hai mai raccontate! - fece Winry - Avrei potuto partecipare anche io!"
"Winry, è meglio così, davvero! - fece Al, scuotendo le braccia, gelandosi al solo pensiero di quelle due assieme. - E... io... non lo convincevo ecco..."
Scarso tentativo di mettersi in salvo.
“Ma sì! Come fai sempre! O usavi i tuoi grandi occhi o la psicologia inversa! Era così facile per te fregare Ed…”
Il suddetto guardò diritto nelle iridi Alphonse.
Con un serio intento omicida.
“… che… cosa… sta… dicendo… Alphonse…?”

Mamma, aspettami, sto arrivando.
"E-Ecco... mi... mi veniva naturale, non è colpa mia!!" tentò di giustificarsi.
"Al è sempre stato il tuo punto debole, Ed!" ridacchiò Winry.

Dio, quanto aveva ragione.
“Punto debole un corno!! – sbottò, non senza aver prima tirato un calcio a Mustang che, di fianco, gli stava bombardando le orecchie di risate volgari – Non è possibile che mi truccassi da donna!! Per Dio!!”
“Ma stavi così bene! Coi fiori tra i capelli e gli orecchini… le collane ti stavano d’incanto, e…”
“Andrea, lo stai uccidendo…”
Poco ci mancava, infatti, che Ed svenisse e schiumasse dalla bocca.
Intanto schiumava di rabbia.
"Alphonse, dimmi che avete una foto, ti prego." bisbigliò Roy, guardandolo con occhi languidi. Ma Al si rifiutò di ascoltarlo, ben più impegnato a non far prendere a Edward il lume della ragione.
Sempre che non fosse troppo tardi.
“Ho io delle foto, signor Mustang!”, fece Andrea, tutta contenta.
Un “Oooh” generale si levò dalla folla, mentre l’anima di Ed sembrò fuggire dal suo corpo.
“Edward era cosììì rapido nel togliersi il trucco che doveva per forza fargli qualche scatto… ho la memoria corta, sa – mano sulla guancia, occhi al cielo, scosse leggermente la testa – quindi mi sarei scordata quel bel faccino così ben truccato!”
La mascella di Ed arrivò a terra, forando il pavimento.
“Ricordi, Edward, com’era facile minacciarti? O foto, o latte.”
"Non glielo avevo detto io che odiavi il latte!!" si premurò di dire Alphonse, parando le mani davanti. Ma stranamente Ed lo fulminò.
Stranamente, eh.
"Oh Fullmetal. Credo che dovresti rifarlo, eri davvero carino!" fece Mustang, dandogli un'amorevole pacca sulla schiena.
Calcio nello stinco di Mustang.
Una, due, tre volte.
Sperando di spaccarglielo in mille pezzettini NON ricomponibili.
“Veda. Di. Morire.”
Fissò Alphonse.
“Ci credo veramente poco, sai?”
Fissò Andrea.
“Tu… tu… tu…”
“Io, Edward?”
“…”
Era talmente… sconfitto da tutto, che non riusciva neppure ad insultarla.
"Non morirei neanche se mi pagassi." sorrise Mustang, nascondendo il dolore.
"... mi ha regalato un gatto!!" frignò Al, aggrappandosi al braccio del biondo.
"Dai, Ed, in fondo non eri così male... - ghignò Winry, guardando le foto - Eri quasi più femminile di me!"
“Non ci vuole tantissimo, sai Winry?”
La fanciulla tentò di tirargli la chiave inglese, che abilmente schivò.
“Mustang, se le trasmuto tipo un miliardo in oro alchemico mi promette che SCHIATTA? E, Alphonse, UN GATTO NON E’ UNA SCUSA PER RIVELARE I MIEI PUNTI DEBOLI AL NEMICO!!”
“Io non sono un nemicoooo… signor Mustang, mi difenda!!”
"Ma Andrea era la nostra amica...Non voleva farti male!"
"Al, già da bambino eri un genio, lasciatelo dire. E no, l'oro non vale quanto vederti morire di vergogna.", rise Mustang.
Intanto Winry armeggiava con la sua coda, tirandola verso l'alto.
"PUOI RIPETERE?!"
“Cristo, ma ce l’avete coi miei capelli?! Lasciami andare!!”
Ed, per principio di cavalleria, non poté alzarsi dal divano per convincere, con metodi più rapidi, Winry a lasciargli andare la coda.
“Qua stiamo perdendo di vista il motivo per cui siete qua, maledizione!!”
"... hai ragione!" sbottò lei, e lo lasciò andare.
"A me invece sembra proprio di averlo ben al centro della questione..." sorrise Mustang mentre passava le foto a Pinako obaachan, allibita.

E' proprio vero che non si conosce mai abbastanza delle persone care!
"E poi se il tuo cervello lavorasse, sai quante grane in meno per tutti?"
“Il mio cervello lavora divinamente, Cristo! E’ il suo che fa più scioperi dei controllori dei treni!”
Si accorse in quel momento che le foto stavano girando.
Rapido, le rubò dalle mani di Pinako, ch’era preda di un attacco isterico di risate.
E si guardò, schifato.
Al si affacciò teneramente sulla sua spalla, indicando una foto dove Ed aveva addosso un simpatico ombretto arancio.
"Qua però non stavi male..."
"Secondo me stava benissimo in tutte!" replicò Roy, strappandogliela di mano ed esaminandola attentamente.
“Mustang, Cristo, spero lei muoia fulminato.”
Calciandogli il piede, Ed gli fregò le foto.
Ce ne fosse stata UNA, UNA SOLA in cui fosse stato un minimo decente.
Smalto, rossetto, ombretto, cipria.
Di ogni colore possibile.
Codini, trecce, chignon.
Margherite, spallette, collane, orecchini.
Cristo santissimo, perché stava ricordando QUESTO?
"MA perché, ti imbarazza sentire la verità?" ghignò il generale, sorridendo. "L'ombretto rosa confetto secondo me era quello che ti stava meglio..."
"Ed, - fece Winry - Non avrai iniziato a farti le trecce dopo... QUESTO?"
“Cristo, Winry, CERTO CHE NO!!”
Il ragazzo vessava in uno stato di prostrazione mentale talmente forte che per poco non si sciolse come un budino sul divano per la disperazione.
“Mustang, un giorno subirà la mia atroce vendetta, lo sa?”
Andrea, intanto, ridacchiava, estremamente divertita dalla scena.
E si sentiva utile, perché percepiva che Ed si stava ricordando.
Un pezzettino in più aggiunto al puzzle che, sperando, lo avrebbe ricondotto a ricordarsi di Alphonse.
"E ci devo credere? Prima facevi sempre la coda." ghignò la ragazza, con una fotografia di Ed con un simpatico rossetto rosa davanti alla bocca.
"Aspetterò con ansia il momento... mi divertirò ancora di più!"
"Aaahn, niisan, per me staresti bene con qualunque cosa addosso!"
Al saltò in piedi, rubando le fotografie ai presenti e riconsegnandole alla legittima proprietaria.
"Tienile ben nascoste, Andrea!"
“Certo, Alphonse caro!”
La ragazza tornò a sedere, rimettendo le fotografie nella borsetta di lustrini, con un sorrisetto adorabilmente compiaciuto dipinto sul viso.
“Nelle foto nostro padre aveva la coda, PER QUESTO HO COMINCIATO A FARMI LA TRECCIA!! Mustang, non si divertirà per nulla. E tu, Alphonse, sei un ruffiano!”
"Non sono un ruffiano, cerco di aiutarti, IO! – fece, fulminandolo. – O preferisci stare in balia del generale?
"A me non dispiacerebbe di certo..." sorrise quest’ultimo.
"Oh, Edward, che motivi futili... dì la verità, hai anche tu certe tendenze..."
“Winry, cristo!! Non ho tendenze di alcun genere!! Smettila, per favore, o Mustang continuerà e c’andrà giù sempre più pesante!!”
La disperazione lo stava ricoprendo da cima a fondo, riempiendolo come un bigné si riempie di crema.
“Io non starò mai in balia a lei, Mustang!!”, ci tenne comunque a specificare.
"Lo sei già, Ed!" dissero in due in coro.
"Riusciremo ad andare avanti senza avere almeno una volta certe sceneggiate?" sospirò Alphonse, guardando la nonna che, sorridendo biecamente, sollevò le spalle.
“… Aaaal, ti prego saaaalvamiiii…”

Al.
Aveva detto Al, non Alphonse.
Iniziava il processo.
In modo naturale.
(Sì, ricordava ora gli occhi liquidi e dolci che lui gli faceva per convincerlo a sottoporsi agli esperimenti di Andrea. Ma decise di non abbaiargli contro.)
"Oh, niisan..."
Al gli mise le mani sulle orecchie, evitando che qualunque risata isterica penetrasse senza preavviso nelle sue orecchie. Sorrise, sentendo nuovamente le sensazioni che suo fratello soltanto era capace di dargli.
E avrebbe pregato fino allo stremo per sentire nuovamente un "niichan" dalla sua bocca, ma tentò di convincersi che, forse, non mancava poi tanto.
"Avete finito con questa pagliacciata?! Edward, hai bisogno di una visitina all'isola di Yok per ricordarti di tuo fratello?"
Un'orda di treccine scure si sollevò, lasciando che la loro cara maestra Izumi li guardasse dall'alto in basso.
"S... sensei..."
“No! Grazie!! Ne ho avuto abbastanza per tutte le tredicimila vite (magnifiche) che vivrò!! E anche per questa, stia tranquilla!”
Ed osservò la maestra, sapendo che lei aveva un’infinità di cose da raccontare su di lui e Alphonse. E si chiese, sudando freddo, quale avrebbe raccontato.
Pregò ogni dio e ogni santo (in cui comunque non credeva, ma faceva molto scena) che non portasse qualche d’indegno come gli altri fino a quel momento.
"Ho sentito delle cose terribili, Ed. Terribili! Qua ci vuole qualcosa di dannatamente, oscenamente NORMALE."
Dio sia lodato, pensarono entrambi.
"E immagino tu sia d'accordo."
"No, fine del divertimento..." mugugnò Roy, assieme a una Winry che gli si era unita per dargli man forte.
“Maestra, le ho mai detto quant’è bella e affascinante?” fece Ed, con gli occhi che brillavano, per poi sbarrarsi quando vide Shigu osservarlo brandendo un’ascia.
Sporca di sangue.
Deglutì, inquietato.
“Racconti, maestra, racconti qualcosa di estremamente figo nei miei confronti!” aggiunse, facendo la linguaccia a Mustang.
"E chi ha parlato di fighezza?! Io ho detto NORMALE. E caro... - si voltò verso il marito, sorridendo - Metti giù, spaventi Al così."
"G-Grazie, maestra..." balbettò Alphonse, stringendo le spalle di Ed tanto da fargli male.
“Maestra, qualcosa di bello farebbe bene al mio ego, e almeno questo qui – indicò il generale, infilandogli un dito nell’occhio (forse neppure apposta. Forse.) – la smetterebbe!”
"Qualcosa di bello... Forse posso raccontare di quell'unica volta in cui sei stato utile a tuo fratello...? - sbottò, portando un indice alla bocca, guardando Shigu.- Anche perché, se non vuoi sotterrarti, le altre sarebbe meglio evitarle."
“Come l’unica volta?! Io sono sempre utile!!”
“Vedo molte facce dubbiose al riguardo, Fullmetal.”
“Che cazz…”
Si guardò un attimo attorno.
Ma rimase zitto.
Detestava dar ragione a Roy.
"Ed, taci... fai meglio." sorrise Winry.
Per tutta risposta si sentì soltanto un mugugno molesto, e la testa di Izumi che si muoveva su e giù in cenno di assenso.
"Quando eravate sotto il mio insegnamento, vi davo sempre qualche momento di svago. In fondo eravate dei bambini, sareste impazziti se vi avessi fatti allenare fino alle ore piccole. "
"Ci faceva andare sempre prima di cena, così ci stancavamo e mangiavamo di gusto!"
"Già. E Ed a volte era così stanco da riuscire persino a bere un bicchiere di latte." disse, vittoriosa.
Ed la guardò con gli occhi ridotti a fessure.
“Non è possibile che io abbia bevuto quella robaccia.”
“Infatti, tappo era e tappo è rimasto.”
“Mustang, vuole diventare cavallo fritto?”
"Niisan, basta minacce culinarie..." fece, pensando alla serata di due giorni prima.
"E' capitato solo due volte, credo. Ma è successo, Ed, mi spiace per te."
"Si, me lo ricordo anche io! - fece Al sorridendo - Però facevi una faccia schifatissima mentre lo mandavi giù!"
“Mi pare sinceramente impossibile.”
E fece una faccia ancor più schifata.
“Era questo il ricordo? Ricordarmi di Al che ridacchiava sotto i baffi mentre buttavo giù quell’immonda immondosità?”
"No, Edward. Ma era divertente."
E tutti lanciarono un'occhiata a Mustang, che intanto aveva preso ad ammirare intensamente le pareti ancora zuppe di fragole, nascondendo il sorriso stupido sul suo volto agli occhi del Fullmetal.
Mentre questi teneva la mano schiaffata sulla fronte.
Sospirò.
“… sì, molto divertente. Per favore, prosegua”
"Ok, ok...una sera, non so che diavolo vi fosse saltato in testa di giocare a nascondino, fatto sta che Al sparì."
"... ahh! - fece l'interessato, battendo il pungo sulla mano - Ricordo quel giorno! - ridacchiò - La colpa non era mia, è niisan che non sa cercare bene!"
“Ehi! Io cerco benissimo!”
“Ovviamente, essendo un cane…”
“Mustang, cristo, ma non può fare a meno di commentare, UNA SANTISSIMA VOLTA?”
“Uhm…”
Mano sotto il mento e atteggiamento pensieroso.
“No.”
“Sensei, continui, per favore, o questi due non smetteranno mai…”
"Edward, tu eri venuto a casa poco prima di cena, ti ricordi? Avevi quasi le lacrime agli occhi, e dire che non ti avevo mai visto frignare fino a quel punto... non trovo più Al, non trovo più Al, continuavi a ripetere..."
"Eri così agitato che abbiam dovuto minacciarti col latte..." ridacchiò Shigu, da dietro sua moglie.
"Quando avevi recuperato la calma... mi hai implorato di andare a cercarlo... te lo ricordi?"
Sguardi speranzosi.
“… vagamente.”
Qualche ombra, qualche suono.
Voci, un pianto isterico e continuo.
“Cioè, mi ricordo che stavo molto male… e piangevo davvero un sacco…”
"Oh beh, è già qualcosa. Ci abbiam messo decine di minuti a farti calmare, se non ricordassi sarebbe una grossa, grossa offesa."
E rubò l'ascia al marito, facendola roteare con la mano.
"Maestra..." mormorò Al, e questa poggiò nuovamente l'arma a terra.
"Sì, scusa, Al. - sorrisino - Alla fine abbiamo mollato la cena sul tavolo, dato che non avevi alcuna intenzione di mangiare senza tuo fratello, e siamo andati a cercarlo..."
"Edward a fine giornata è rimasto senza voce..." sorrise Shigu.
"Io di quel giorno ricordo di aver avuto una paura tremenda di non ritrovare più niisan... e faceva freddo, e c'erano... animali che ululavano..."
Brividino.
Ed abbracciò il fratello, istinto naturale nel sentire il racconto.
“Povero, povero Alphonse…”
Qualche reminescenza c’era.
“Devi aver avuto un sacco di paura, eh?”, sussurrò accarezzandogli la testa. Fregandosene di Roy che ridacchiava come un cretino.
"Tanta... - fece, sospirando - Probabilmente avrei paura anche adesso, se succedesse!" ridacchiò.
"Però Al, urlavi talmente tanto che è stato grazie a te se ti abbiamo ritrovato! – disse Izumi, annuendo – Certo che eri proprio ben nascosto..."
"La mattina andavo sempre là! - si affrettò a dire - Ma di notte non capivo proprio come tornare indietro..."
“Usavi sempre lo stesso nascondiglio, non capisco come cavolo ho fatto a non trovarti…”
Una mano sotto al mento e sguardo pensieroso rivolto verso l’alto.
“Ah! Eri caduto in quel piccolo burrone che c’era proprio accanto al tuo nascondiglio, no?”
"Sì! - fece, sollevando un poco la voce, guardandolo mentre ancora era stretto nel suo abbraccio - Ero sempre stato attento ad evitarlo, ma ero così nel panico che mi ero completamente dimenticato della sua esistenza!"
"E sicuramente da come urlavi ti eri fatto un gran bel male, Al... quando Ed ti aveva trovato aveva ricominciato a piangere come un bamboccio!"
“Perché avevo ritrovato una cosa importante, mica per nulla!”
Se non altro, ricordava che aveva rischiato di perdere qualcosa di assolutamente prezioso.
Peccato che ci fosse ancora solo l’ombra dorata, ancora.
Anche se in quel preciso spezzone della sua vita l’ombra andava modellandosi.
"Fullmetal, tu frigni sempre per nulla."
Eh beh, mica poteva star zitto per sempre.
"Generale la pianti. – fece Al, rifilandogli uno scappellotto in testa - Ad ogni modo... la maestra mi aveva preso da quel burrone e..."
"E Edward mi implorava per farti portare sulle sue spalle! Non pensavo foste così affiatati, a quel tempo, sul serio!"
"Io non mi volevo neanche far portare da niisan, sembrava così stanco che mi sembrava di fargli male così... ma alla fine aveva insistito così tanto...!"
“Non frigno sempre. Frigno per le cose importanti. E comunque ero piccolo!”
Carezzò la testa di Alphonse come fosse un cagnolino.
“Aspetta, forse ricordo… eri talmente spaurito che poi ti sei addormentato sulle mie spalle, no?”
E Al mosse piano la testa su quella mano, godendosi appieno le coccole.
"Sì... le spalle del niisan sono sempre state così comode..."
"Quando siamo tornati a casa Ed, sei andato a mettere Al a letto e sei rimasto con lui tutta la notte. E non hai mangiato, Dio quanto cibo sprecato..." fece Izumi, scherzando.
"Però almeno era andato a finire tutto bene!" disse Winry, sorridendo mentre guardava i due.
Qualcosa si stava muovendo, finalmente.
“Beh, ero un bambino… - disse Ed arricciando le labbra, vergognoso – ed ero suo fratello maggiore, è naturale che mi preoccupassi. Poteva aver preso la febbre, o che ne so io! E poteva aver bisogno di me!”
Tutti lo guardano speranzosi.
Stava ricordando tutto?
“… è così, no?”, domandò poi, non più tanto sicuro dei suoi ricordi e delle sue parole.
"Sì... - Al gli strinse la mano, poggiandosi sulla sua spalla, ignorando la sua titubanza, sperando di confermare ogni suo pensiero vagante - Sì, niisan, se non ci fossi stato tu, le cose sarebbero andate molto peggio..."
"E dire che da piccoli vi facevate sempre i dispetti!" disse Winry.
"Ma eravamo piccolissimi... e il niisan voleva sempre farsi bello agli occhi della mamma!"
“Cioè, sto nano riusciva a farsi bello davanti a qualcuno?”
Gli interventi di Mustang erano sempre a sproposito.
Era impressionante come riuscisse a dire sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato.
“Mustang… la prego. Taccia. Mi faccia sto piacere. Per una volta che avevo un bel ricordo!!”
“Appunto, qualcuno doveva smontarti.”
"Generale, è malvagio lo sa?"
"Grazie del complimento, Winry." e strizzò l'occhio che probabilmente Ed gli avrebbe cavato se fosse stato aperto.
I due fratelli sospirarono, convinti che ormai non ci fossero più speranze.
"La mamma alla fine non faceva mai favoritismi! Ci voleva bene allo stesso modo!"
"Comunque è normale che siate stati così uniti in quel periodo - disse Izumi, guardandoli - Eravate senza genitori, se non contavate l'uno sull'altro, sarebbe stata la fine..."
C’era una vocina, in Edward, che sospirava muta, sospirava come fossero uniti tantissimo anche ora.
Ma era muta, per l’appunto, e il ragazzo non riuscì ad udirla.
“Capito…”
Se i ricordi, leggeri come piume, cominciavano a riaffiorare, sembrò non essere così per i sentimenti.
“Aah, sono così contento che per una volta qualcuno abbia raccontato un racconto in cui faccio bella figura…”
“Fullmetal, hai pianto dall’inizio alla fine…”
“IN CUI FACCIO BELLA FIGURA.”
"Generale, almeno piangeva per qualcosa di importante! Non sta scritto da nessuna parte che un uomo non debba piangere! Ed era piccolo!"
Il solito piccolo, dolce, protettivo Alphonse. Con o senza amnesia, era sempre suo fratello.
"La bella figura con me, l'ha fatta per certo!"
"Comunque se vuoi Ed posso raccontare di quando hai provato a mettere i miei ves..."
“ANDREA, TI PREGO, TACI!! TI PREGO!! RISPARMIAMIII!!”
Effettivamente, per una volta che riusciva a non fare una figura del cavolo, bisognava fargli godere il momento di gloria.
“E comunque SO che stavi per dire MENZOGNE!!”
"Non sono menzogne! Quel vestito rosso ti piaceva così tanto!"
"Niisan... questa non la sapevo..."
Risatine di sottofondo. Niente gloria stavolta, Ed.

Tenta più tardi.
Se la vita era un gratta e vinci, Ed sembrava non avere la fortuna di vincere neppure un centesimo, almeno quel giorno.
“Ho capito perché indossi sempre quella palandrana rossa, Fullmetal! Ti ricorda il vestitino della tua infanzia!”
“No!! Andrea non inventare palle!!”
"Non sono palle, Edward! Tu amavi DAVVERO quel vestito! Dicevi sempre che ti faceva somigliare alla mamma!"
"Edward, potevi chiederli a me i vestiti!" fece Winry, indignata.
"Poteva far a meno di vestirsi da donna se è per questo!!" rise ancor più forte Mustang, quasi cadendo dal divano.
“Mustang!! Non osi credere a queste cose!! Non tanto perché me ne freghi di quel che pensa!!”
Ma perché altrimenti sarebbe andato avanti per mesi interi. Lo sapeva.
“Andrea!! Te le stai inventando di sana pianta!!”
"Ma l'idea ci sta! Altrimenti ogni tanto metteresti qualcos'altro!"
Mesi forse era limitativo.
"Ma non è vero! Me lo ricordo come se fosse ieri!!"
"Se fosse stato ieri, sarebbe stato ancora meglio, Andrea!" ribatté Roy, senza ormai dar contegno alla sua risata.
“Smettetelaaaaa!!”
Ed saltò sul divano, in preda ad un attacco isterico.
“Qualcuno esca con un altro racconto!! Per favore!! Salvatemi!!”
“Ragazzino, scendi da quel divano, maleducato!”
“… Mustang, dette da lei queste parole non hanno alcun significato, sa…?”
"Ah no? Beh - ghignò, prendendolo per la coda e costringendolo a tornare giù - Ora lo avranno per forza."
Al scosse la testa - rassegnato all'idea che mai, nella loro relazione, sarebbe esistito un momento di tregua - mentre Ed con un tonfo sordo ricadeva sul divano.
"Bastaaa..." fece il minore, dando un colpetto sulla mano del generale. Poi si voltò verso gli spettatori.
... la prossima volta avrebbe fatto pagare il biglietto: era uno spettacolo da baracconi a tutti gli effetti!
"C'é... qualcun'altro?"
Una mano sottile ed elegante si levò dalla folla, agitandosi elegantemente. Al diede la parola alla giovane ragazza che muoveva le lunghe dita per farsi notare. Si alzò, e nessuno degli uomini (e perché no, anche alcune donne) poté staccarle gli occhi di dosso.
Si alzò una fanciulla estremamente graziosa, con lunghissimi capelli dorati, più chiari di quelli degli Elric – quasi raggi di sole – ed occhi grandi d’un bellissimo verde smeraldo. Viso elegante e guance leggermente colorate di petali di papavero per tutti quegli sguardi che miravano la sua figura, in mezzo alla sala, così magra e slanciata. Teneva le mani in grembo, tormentandosi il bordo della maglietta a frappe.
“Io… avrei qualcosa da raccontare…”
Aveva una voce estremamente melodiosa, dolce – da usignolo, da cantante.
"... Fullmetal, e questa dove la nascondevi fino ad oggi?"
La squadrò da capo a piedi, sorridendo. Magari avrebbe potuto invitarla a cena fuori, e ridere con lei di quanto Edward Elric fosse irascibile, inutile e - soprattutto - basso.
“Signor Mustang, non dite così, mi mettete in imbarazzo…”
La giovane si nascose il viso, oramai rosso come un peperone, tra le mani, totalmente morta d’imbarazzo.
“Oh, ciao Ivien.”
Ed la salutò alzando semplicemente la mano immobile. La guardò col sopracciglio alzato, chiedendosi che cosa avrebbe tirato fuori lei.
Anche Andrea la fissava, ed improvvisamente si perse in una risatina trillante.
“Aaaah, io so cosa vuole raccontare la nostra piccola, deliziosa, adorata Ivien!”
"Davvero, signorina Andrea? E' una cosa bella quanto quella che ci ha raccontato lei, oppure meglio?"
... avrebbe potuto portarle a cena tutte e due. E poi via in qualche love hotel, perché no.
"Generale, non dovrebbe provarci con ogni donna che vede!" prese parola Winry, sollevando le spalle. Ma Roy si limitò a sorridere e ad ammiccare.
"Aw... - sospirò Al - Ivien, è quello che penso, vero?" chiese, sperando che iniziasse prima dello scatenarsi dell'inferno.
“Sì, Al caro, credo sia proprio quello che pensiamo entrambi!”
Ed deglutì.
Se Andrea pensava a qualcosa, quello a cui pensava anche Al non era qualcosa di buono.
Di certo non lo era.
“… perché nessuno ha qualcosa di degno da dire su di me?”
Non sapeva assolutamente che avrebbero pronunciato le belle labbra piene di Ivien, ma doveva essere per forza qualcosa di ignobile.
“Allora… - iniziò lei, incapace di fissarlo negli occhi per il troppo imbarazzo – quando ero piccola, ecco… io… ero molto innamorata di Edward-san…”
Il citato si schiaffò una mano in volto, diventando rosso.
E Al aveva fatto centro, così come Andrea.
Niente, NIENTE avrebbe potuto fermare la rovina di Edward Elric quella sera. Se non il ricordo immediato di suo fratello.
"Fullmetal, invidio la tua fanciullezza..." sospirò Roy, poggiando il gomito sul ginocchio e il mento sulla mano.
"Generale, non si faccia idee sbagliate..." lo bloccò Al, prima che potesse andare oltre.
"Ma è la verità! Tu non lo invidiavi?"
"Certo che no! - fece, roteando gli occhi - Anzi!"
Edward guardò Ivien – e lei arrossì per quello sguardo.
Nella sua visione, Ed la stava fissando con amore e gratitudine per aver reso mondiale quel dolce ricordo.
Nella visione del resto del mondo, Ed la stava fissando come per chiedersi…
PERCHE’?
“Allora… visto che non riuscivo a parlarci…”
“Questo perché Ed era un totale buzzurro e molto scortese con le ragazze, eh!”, si premurò di sottolineare Andrea, con voce bassa e sottile, per evitare d’infrangere i sogni della giovane.
“Mi limitavo a… scrivergli delle lettere che Alphonse-san gli passava…”
E il volto dello smemorato assunse un’espressione estremamente perplessa. Quasi schifata.
Ma questo era un particolare che Ivien tentava di non considerare.
"Solo che... - Al buttò un'occhiata al fratello maggiore, solo per vedere quanto potesse andare avanti. - Ivien era troppo timida per scrivere da parte di chi erano... e quindi il niisan non sapeva da chi provenissero..."
"Ah! - Winry sorrise, maligna - Io le ho lette tutte! Erano proprio da diabete!" ghignò, vedendo Ed sprofondare nel baratro della vergogna.
"Fullmetal, ripeto. Invidio la tua fanciullezza."
“Mustang… taccia, per FAVORE…”
“Non erano da diabete! – protestò debolmente Ivien, oramai con tutto il corpo in fiamme – E… credo che Edward-san non abbia mai capito ch’erano le mie…”
Effettivamente no.
La fissava, la fissava, la fissava.
E basta.
Forse chiedendole di sprofondare con lui.
Ma anche da sola schifo non gli faceva.
"Ed pensava che fossero di Al."
Ecco dove Alphonse non voleva arrivare per evitare a Edward ulteriori umiliazioni.
"Winry..." implorò.
"E' vero! - Agitò la mano, come ad imitare Ivien, senza bracciali che tintinnassero al movimento. - Winry, Winry, Al mi ha dato un'altra lettera!! Lo ripeteva ogni volta!"
E un ridacchiare per nulla celato fece voltare i presenti.
"Ah... ahah... - fece Roy, la mano davanti alla bocca - Ora le ho sentite proprio tutte!!"
Edward si rannicchiò su se stesso, chiedendosi se per qualche errore umano Al avesse trasmutato il divano e l’avesse reso capace d’inghiottire gli esseri umani.
Andrea ridacchiò, evidentemente divertita.
“Ed vedeva il suo fratellino cosìììì attaccato a lui che credeva che fosse arrivato a scriverglielo nelle lettere, eh!”
“… non notava quello sproposito di… - Ivien arrossì ancora di più – Ti amo, Edward-san?”
“NON. RICORDO.”
"Ma davvero hai certe tendenze?" fece Roy, dandogli una gomitata leggera sul fianco.
E quasi lo sentì ringhiare.
"Edward sforzati dai. Quelle lettere devono esserci ancora, da qualche parte..."
"Io non so niente." Si affrettò a dire Alphonse, portando le mani in avanti e mettendosi sulla difensiva. Non sarebbe stato artefice né della sua morte, né di quella del fratello.
“Io… io… io non le ho più.”
E se le aveva, preferiva non ricordare.
Però cominciava a rimembrare lo sguardo perso che rimaneva su Al per dieci minuti buoni quando gli consegnava lettere al profumo di lavanda.
(Effettivamente, perché Al avrebbe dovuto dargli lettere sue che odoravano di lavanda?)
E comincia a rimembrare la faccia gongolante che gli si congelava in volto quando le riceveva e andava in giro a vantarsi dell’amore che suo fratello provava per lui.
"Non ci credo. - sbottò la ragazza, portandosi le mani ai fianchi - Tu le hai nascoste. Non butteresti mai qualcosa di Al! Neanche sotto amnesia! Neanche in punto di morte!"
Ed effettivamente poteva anche aver ragione.
"Winry, se dice di non averle..."
"Fullmetal, dillo a me, vado io a prendere i tuoi preziosi ricordi..." sorrise, continuando a molestargli il fianco.
E il Generale si ritrovò il gomito del Fullmetal nel suo, di fianco.
“La. Smetta.”, sibilò, viso in fiamme.
E tentò di non ricordare dove fossero.
Ma se ne ricordò.
Ma fece finta di nulla.
E sprofondò sempre di più.
E quasi singhiozzò di depressione.
"Ricordo anche cosa dicevano!"
E Al, guardando i due interessati, non seppe dire chi di più somigliasse al colore dell'amata palandrana del fratello.
"I tuoi capelli sembrano il sole al mattino..." cominciò a cantilenare, la mano sul petto.
“ALPHONSE TACI ORA SUBITO IMMEDIATAMENTE!!”
Dal divano, Edward si buttò su Al, facendolo cadere precipitosamente a terra.
“NON. DIRE. UNA. PAROLA. DI. PIU’!!!”
"Auch!!" esclamò, sbattendo la schiena sul pavimento duro.
"Aaaah, Fullmetal ha la rabbia, la rabbia!! - urlò Roy, indicandolo col braccio agitato - L'ho detto io!! Va soppresso!!"
"Niisan, mi fai malee!!"
"Edward, smettila su! - Andrea lo guardò, contrariata - Non si fanno queste cose ai fratellini!"
“Ma non ho fatto nulla! Gli ho solo impedito di dire qualcos’altro!!”
Ivien guardava la scena, con le mani sulla bocca.
“Edward-san…”
“Sì?”
“Le… sono piaciute le lettere?”
Edward la guardò, grattandosi il capo, ancora sistemato sul bacino del fratello.
“Beh, sì…”
E Ivien si illuminò di gioia.
“Eccessivamente diabetiche, forse…”
"N-niisan, sei pesanteee..." sibilò.
"Ma come Fullmetal - vociò Roy, coprendolo all'istante. - Non avevi detto che avevi dimenticato?"
Odiava quel ghigno così tanto che se avesse potuto, il suo automail e quei denti bianchi avrebbero avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo.
Sul serio!
“Lei taccia e la smetta di rompere!!”
Si levò dal corpo di Al, aiutandolo a rialzarsi e sedendosi di nuovo con lui sul divano.
“Ivien, puoi anche sederti, ora…”
“Okay…”
Non disse nulla in contrario, ma le parse che il suo ruolo fosse veramente minimo. Ma così andava ad Ed.
Roy si guardò attorno, dopo aver posato per qualche manciata di secondi lo sguardo sulle gambe della bionda, pregustando il momento della cena.
"Beh - fece poi, sollevando le spalle. - Finiti i racconti? Devo toglier fuori un altro aneddoto pornografico della vita di Fullmetal?"
“NON CI SONO ANEDDOTI PORNOGRAFICI SULLA MIA VITA, BLUEIMBECILLEFLAME!!”
“Ci sono io!”
Stavolta parlò una voce virile.
Senza neppure chiedere la parola, si alzò un ragazzo di bell’aspetto, coi capelli tagliati corti e scurissimi, occhi blu e un sorriso smagliante.
“Io ho da raccontare.”
"No, tu no!"
E tutti si sconvolsero nel sentire la vocina dolce di Al irritata. Si voltarono a guardare prima uno, poi l'altro. Su Al il rosso della... gelosia?
L'altro invece era di una spavalderia disarmante.
"Non parli!"

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Capitolo 3
*** Capitolo Terzo ***


“Perché, Al

E siamo al capolinea ;_;!

Con rammarico annunciamo che questo è l'ultimo capitolo di Photograph!;_; Come al solito finire una fic in una certa maniera, con certi elementi e in certe situazioni è risultato un parto, quei due esseri ci sfuggono sempre di mano, e alla fine moltiplicano il numero delle pagine per 200!;O;

Come sempre grazie ai lettori fedeli, siete adorabili ;_; Speriamo che l'ultimo capitolo di Photograph - a cui seguirà qualcos'altro che dobbiam ancora partorire, ma arriverà è_é [Credeteci!è_é] - vi piaccia almeno quanto i due precedenti!

 

Ringraziamenti ;O;

 

Aduah: Che Edward possa finire in manicomio, in verità è una possibilità da non scartare xD In effetti gliene stan succedendo di tutti i colori, chissà se prima o poi riuscirà a farci l'abitudine, povero... Grazie per il commento!<3

Nii_san: Sì, Andrea è il nostro amabile travestito che ha intrapreso la via della femminilità!çOç Ecco il nuovo capitolo, perdono per il ritardo ;O;

Maggiore_Bagnato: XD Tranquillo, non è una fic yaoi!^O^ Qua trovi solo amore fraterno e voglia di prendere a cazzotti un certo cavallo! Siamo contente che ti sia piaciuta così tanto!<3 E l'esagerazione con quei due non è mai abbastanza!*lollano assieme a Maggiore* Molti personaggi sono nostri, tanto per arricchire il file delle situazioni imbarazzanti del caro Acciaio!XD

Faccina Buffa: Ma no, povera Andrea ;_; E' così brava e buona çOç *si aggrappano a faccina e le fan il lavaggio del cervello per farle cambiare idea* Grazie del commento!*^*

Fedar: xDD Che bello, riusciamo a mettervi di buon umore!*gioiscono* Scriviamo in coppia, e durante l'estate siamo state insieme, e nonostante i tentativi di scrivere erano buoni, il richiamo del cazzeggio era troppo forte per non essere ascoltato ;O; E dopo l'estate, la scuola ci ha distratte, ecco çwç

Dimea: ^O^ Grazie! Scriviamo in due, Mikael_Ace e Nacchan!^__^ Vieni a leggere anche le nostre fic scritte in solo, se vuoi!èwé

Kira7: Aw, la nostra tatina!*^* Le tue recensioni ci sciolgono - grazie anche per quella a Neko, sei stata adorabile ;_; <3. L'omino che ora darà sfoggio di tutta la sua strafottenza verrà odiato con amore da Al, ma tanto l'aMMMore trionferà è_é [Non c'entra niente, perdono ;O;] Grazie per esser la nostra fan numero uno!*^* <3

Simona: Eccolo qua^O^ Grazie del commento >*<

 

E ora, si alzino i sipari, va in atto l'ultimo... Atto çOç!

 

 

Perché, Al? Perché non dovrei parlare, scusa?”

“Appunto, Alphonse. Che hai?”

Ed lo guardò col sopracciglio alzato, non riuscendo a trovare risposta al comportamento del fratello.

"Non ho niente. - Era quasi acido. Insolito. - Semplicemente non è il caso che parli!"

Incrociò le braccia al petto, lanciando uno sguardo poco amichevole al ragazzo che stava in piedi di fronte a loro.

Semplicemente quello non doveva aprire bocca.

“Alphonse, hai fatto parlare tutti. Anche lei. – e chiaramente si riferiva ad Andrea – Perché non dovrebbe parlare quello che sembra il più normale di tutti?”

Ed effettivamente, tra ragazze non ragazze e finte bambole di porcellana e sensei manesche, quello pareva essere il ragazzo messo meglio.

“Ecco, vedi? Fammi parlare, Al.”

Quello si chinò sul capo castano chiaro del ragazzo, scompigliandogli i capelli come un fratello maggiore. Gesto che irritò ancora di più il minore degli Elric, che alzò le braccia, rischiando di mollare un pugno al fratello vicino, con le orecchie che quasi parevano prendere fuoco, e gli occhi liquidi di nervoso e solo lui sapeva cos'altro.

No, decisamente non gli andava.

"Perché deve parlare? Non sono sufficienti loro?! - e intanto le sue guance si facevano sempre più simili a due mele - Bastano, no?!"

“No, Alphonse! Lo avrei detto, sennò.”

Non riusciva a capire cos’avesse contro quel ragazzo. D’accordo che assomigliava un po’ tanto a Mustang, ma a questo punto le parti sarebbero dovuto essere invertite.

“Al, voglio solo… aiutare tuo fratello. Non fare il bambino, dai…”

E lo disse in modo talmente viscido ed odioso che i nervi di Alphonse stavano per denunciare un sonoro e doloroso crollo.

"Tu... - infatti. - TU non lo vuoi aiutare!!"

Portò le bracci in avanti, cercando di raggiungere almeno la vita di quella bestia nemica davanti ai suoi occhi, ma con scarso risultato.

Si ritrovò una mano di Edward piantata alla spalla, che lo teneva senza molta fatica.

"Tu, tu... - e abbassò il volume della voce, diventando muto per il resto delle persone - Tu vuoi solo provare a portarmelo via di nuovo..."

Lo fulminò nuovamente, accavallando anche le gambe e poggiandosi di peso sul poggiaschiena.

 “Dai, Alphonse…”

Edward non riuscì a sentire nulla delle parole tristi del suo niichan, ma dal suo viso riuscì a percepire il dispiacere, dipinto negli occhi chiari.

Mentre l’altro non sentì e non percepì, e preferì ignorare Al.

“Allora! Io sono Raven – si presentò lui, sfoggiando un affascinante sorriso con tanto di Armstronglitter – e sono qui per raccontarvi una storiella molto divertente…”

“Qualcos’altro di ignobile al mio riguardo?!”

“No, Ed, figurati…”

"No, Ed, figurati!!" gli fece il verso Al, sollevando le braccia e guardando al cielo.

Per poi sgonfiarsi in un sonoro sbuffo, e tornare alla sua posizione originale.

Totalmente fuori dal suo essere Alphonse.

“Lascialo parlare, Al!”

Quanto suonava strano Edward che rimproverava Alphonse. Ma, in fondo, era ancor più strano vedere Al così arrabbiato con una persona che, teoricamente, doveva essere amica di entrambi.

Raven ignorò il ragazzo, continuando a parlare.

“Dovete sapere che, quando eravamo piccoli, avevo stretto amicizia con gli Elric. Ma in particolare con Ed. E questo sembrava non andare perfettamente a genio a suo fratello…”

Sembrò usare un tono sottilmente ironico e canzonatorio.

Tono che Al non parve proprio... apprezzare.

"Mio fratello era solo stato gentile perché eri sempre da solo!" sbottò, fendendo l'aria con un calcio.

Ma perché era venuto anche lui?! Chi diavolo l'aveva fatto entrare?

Pensandoci, probabilmente era stata Andrea, affascinata dal suo bel viso.

“Credi quel che vuoi, Alphonse… - fece il ragazzo, ignorandolo, dandogli la schiena – Stavo dicendo… stringemmo amicizia io e il maggiore degli Elric. E il piccolo sembrava molto contrario, appunto… c’è un episodio, al riguardo…”

"Un episodio che nessuno desidera conoscere!" sbraitò quello, mordendosi poi il labbro.

Non era proprio il caso che qualcuno andasse a decantare la sua storia.

"Semplicemente, TU non sapevi stare al tuo posto!"

O semplicemente, TU non sapevi lasciar stare tuo fratello due secondi. Piattola!”

“Ehi! – saltò su Ed – Al non è una piattola!”

“Da piccolo sì. E taci, che non te lo ricordi.”

A queste parole si acquietò, colpito ed affondato.

“Dicevo… l’episodio. Io e Ed avevamo otto anni e giocavamo normalmente, quando…”

"Quando tutti decisero che era ora di tornare a casa!"

Alphonse scattò in piedi, mettendosi davanti a Raven. E fu un alternarsi di sguardi adirati e divertiti, e imbarazzanti e provocatori.

"E dai, Al, eravate piccoli..." sibilò Winry, sperando di non suscitare ancor di più l'ira del piccolo Elric.

"NON mi interessa."

“Alphonse! Siamo qui per riportarmi la memoria, mi sembra! – esclamò Edward, sempre col sopracciglio alzato. – non mi sembra il caso di fare così.”

“Appunto, Al” si unì Raven, sorridendo beffardo.

E al quel punto sbuffò, sonoro.

"... fate come volete. Io non vi ascolto."

E si risedette di peso, tappandosi le orecchie con le mani.

“Amen! – fece Raven, sorridendo ancor più malignamente - Allora… un giorno io e Ed – calcò per bene il monosillabo, tentando di far irritare ancora di più Alphonse per tutta la confidenza che si stava prendendo – stavamo giocando normalmente. Senza Al, non so per quale motivo – e in verità lo sapeva benissimo – non c’era. Ma poi…”

E troncò la frase, come per volere tutti col fiato sospeso.

"Ma poi ti ho fregato e sono venuto comunque, alla faccia tua!" sbottò Al, battendo nervosamente il piede sul pavimento.

Si sentiva estremamente in imbarazzo a sputare acido in modo gratuito. Ma quel ragazzetto lo aveva sempre fatto andar fuori di testa, per un motivo o per l'altro.

... ok, sempre per lo stesso motivo, in realtà.

E questo non gli piaceva affatto.

“Sì, ma è qua la parte divertente del mio racconto…”

Raven si avvicinò ad Ed con un sorrisetto strafottente stampato sulle labbra.

“Ricordi, Ed? Ricordi come arrivò? Sembrava una furia! – iniziò a ridere, aumentando il nervosismo del più piccolo – Ti prese per un braccio e ti portò via, senza darti nemmeno il tempo di dire una sillaba! Solo perché passavamo dell’innocente tempo insieme…”

“… davvero, Alphonse?”

Ed si voltò verso il fratello, fissandolo con un sopracciglio alzato.

"..."

Al respirò profondamente, chiedendosi quale santo in Cielo dovesse odiarlo a tal punto. portò le braccia ancora più in alto, abbassando il viso e nascondendolo sotto la frangia.

"Ed, tu per Al - intervenne Winry - eri una specie di dio, era normale che fosse geloso!"

"NON ERO GELOSO!" sbraitò, diventando dello stesso colore di un pomodoro maturo.

Oooooh, sì che lo eri, Al! Ricordo che arrivasti di tutta fretta, infuriato come non ti avevo mai visto, solo perché per una volta tuo fratello preferiva giocare con qualcun altro! Non oso immaginare le scenate che gli avrai fatto a casa…”

Il ragazzo iniziò a ridere, mentre Ed si metteva una mano sotto il mento, tentando di ricordare.

“Ah, sì! Io e te stavamo giocando con la sabbia e arrivò Al, arrabbiatissimo, non so per quale motivo…”

"E c'è da chiedere?!"

Perché gli pareva che quell'essere stesse parlando venti volte più degli altri?! Non poteva sedersi e stare zitto?

"... e comunque non gli ho fatto nessuna scenata!" urlò il più piccolo degli Elric, marcando bene le ultime due parole.

“Sicuro? Io sentivo le urla da casa mia, Al…” sghignazzò Raven, con evidente tono canzonatorio.

Era molto divertente prendere in giro Alphonse, perché se la prendeva tantissimo.

“Perché avresti dovuto arrabbiarti, Al?! Stavo solo giocando!!

"Non erano le mie! E... e... non ci dovevi stare e basta!" rispose, senza degnare il fratello di uno sguardo.

“… sì. Ma non ho capito perché. Spiegami!”

Perché NO!”

Spiegamiiiiiii!”

“Dai, Al, spiega a tutti i presenti perché sei venuto come un isterico a riprenderti tuo fratello maggiore… è per aiutarlo! Su!”

In verità sembrava solo esserci il sadico gusto di vederlo umiliato.

"Non fa differenza, non lo aiuterebbe comunque!!"

E respirò a bocca aperta, riprendendo fiato.

Era decisamente snervante.

“Sì che lo aiuterebbe, perché scoprire di nuovo qualcosa su suo fratello potrebbe scattare qualche molla nel suo cervello…”, rispose Raven con tono saputello, con le braccia incrociate e il solito sorriso.

“Piccolo, per di più.”

“LEI TACCIA, MUSTANG!!

"... io non dico proprio niente, dillo tu se ci tieni tanto."

E sbuffò, decretando il suo silenzio.

“Non ha senso se lo dico io. Devi parlare tu. Su, su, fa il bravo fratellino…”

"NO. No no e NO. Io non lo dico... non..."

... Al pensò che quello fosse il suo Roy Mustang personale.

Effettivamente, a qualcuno stava venendo il dubbio che il generale abbia avuto figli nascosti durante la sua travagliata giovinezza.

“Alphonse, per l’amor di Dio, parla! O mi esploderà la testa!”

“Quella è facile ad andarti in cortocircuito, Fullmetal.

“VUOLE UN CALZINO USATO IN BOCCA, LEI?!

"Aaaah, smettetela! - sbottò infine, lasciando scivolare le braccia sui fianchi. - Ero geloso, ok? Geloso-marcio! Basta, fine, stop!"

E poi sollevò lo sguardo verso Raven, fulminandolo.

"SODDISFATTO?"

“Io sì!”

Quello prese ad applaudire, stupidamente.

Ed lo fissò un attimo, battendosi poi un pugno sul palmo di carne.

Aaaah! Sì! Ricordo!”

Era una parola grossa, ma ci furono spezzoni di film che gli si piantarono nel cervello. Gote rosse, sussurri sibilati a labbra contratte, e un’ombra che si nascondeva in camera sua e non gli parlava per sei ore consecutive.

Gli carezzò il capo castano, con un mezzo sorriso.

Al lo guardò, senza voltare appieno il viso verso di lui, sussurrando una sola parola, come un soffio, per paura di sentire una risposta negativa.

E ignorando gli applausi sarcastici del moro.

"... davvero?"

“Un pochino… Raven c’è…”

Abbassò il capo, un po’ amareggiato.

Ma tu non ci sei… perfettamente… un po’ sì, però!”

"Aw..." si abbattè, fissando le ginocchia.

"Beh, però - prese parola Pinako, avvicinandosi ai due. - E' un passo avanti, no, Ed? Al?"

"Mh..." mugugnò in risposta l'ultimo, abbozzando un sorriso.

“Un po’…” fece Edward, mesto.

Se volete io ho altre storielle divertenti!”, fece Raven, sorridendo ancor di più.

“No, Raven, Al è già irritato così.”

Al si risollevò un poco. Almeno a sentirsi chiamare da suo fratello senza pronunciare tutte e otto le lettere del suo nome.

"Non c'è bisogno che tu racconti altro..." sibilò Al, come a volere l'ultima parola. E poi si appoggiò sulla spalla di quel fratello che appena si ricordava di lui, sospirando.

E il semplice fatto che lo chiamasse senza il suo intero nome di battesimo era da considerare un ulteriore passo avanti.

“Nessuno ha più niente da dire?” mormorò Ed, sprofondando nel divano, mentre Raven si rimetteva al proprio posto, sbuffando per non aver potuto rendere il mondo partecipe della abnorme gelosia che alimentava il giovane Elric.

Tutti si guardarono in faccia, senza notare nessuna nuova mano alzata pronta a mettere in ridicolo almeno uno dei fratelli.

E poi, poff. Un pugno che sbatteva sul palmo della mano, mentre la voce di Winry esclamava un Ah! compiaciuto.

"Mi è venuto in mente che da bambini andavamo spesso al mare. Vi ricordate?"

"Mh, sì..." risposero i due, rivolgendo il viso alla ragazza.

"Potremmo tentare. Cioé, dico, facciamo i bagagli e andiamo al mare, magari così la memoria torna? No?"

"Si, cara - sospirò Roy, sollevando gli occhi al cielo - Il mare evocherà i ricordi del passato... e forse il neurone di Fullmetal deciderà di risvegliarsi, è un'ottima idea... anche perché avrò il piacere di..."

E ridacchiò, senza concludere la frase.

“Morire per mano mia, spero!! Lei che diavolo c’entra?! Qua si parlava di NOI TRE!! Io Al e Winry!! Lei non c’entra un cazzo!!

"No, veramente era riferito alle belle donne in bikini. Anche perché Tu, uccidere Me. Roba da barzellette. E... nessuno ha detto che la gitarella fosse esclusiva vostra. Quindi... nhi si vuole unire?"

Trascinò l'ultima vocale, risultando altamente convincente. Talmente tanto che tutti alzarono la mano, trascinati dal suo... furore?

“Che diavolo vuole che ricordi se siete tutti qui a rompere le palle?!

“Io trovo l’idea del generale estremamente interessante! – esclamò Raven, ignorando il piccoletto, riguardo l’idea delle donne in bikini, con gli occhi che brillavano – Non tarparci le ali, Ed!”

“VOI SARESTE QUI PER ME, IMBECILLI!!

Ooooh, su, Ed! – trillò Andrea, con le mani sui fianchi – Non fare il guastafeste!”

“NON AVETE CAPITO NIENTE, CRISTO!!

"... andiamo solo noi tre!" si impuntò Al, decisamente convinto di non voler passare un minuto di più con quell'essere riluttante dai capelli corvini.

"MA dai, Alphonse, a te non daremo fastidio!" esclamò Roy, facendogli l'occhiolino.

A te no, a Edward più che volentieri.

“SONO I MIEI COGLIONI CHE ROMPERA’, LEI!!

Non avrebbe sopportato una vacanza forzata insieme a quell’essere!! Non sarebbe mai sopravvissuto. MAI. E alla sua salute mentale ci teneva. Quindi Mustang non doveva venire assolutamente.

“NESSUNO DI VOI VERRA’!!

"Neanche io...?" mormorò Ivien, gli occhi liquidi e un dito - con tanto di unghia laccata - sul labbro arricciato.

"Neanche tu."

"Aw..." E incrociò le gambe, imbronciandosi.

"Che essere crudele. Se non ci porta con lui..." iniziò Izumi.

"... LO SEGUIREMO!! - Mustang alzò il pugno destro al cielo, gli occhi infuocati - E lui non ci fermerà!"

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!! NON FATELOOOOOOOOOOOOOOOOOO!! VI TRASMUTERO’ TUTTI IN PIETRE!! E NEPPURE FILOSOFALI!! SASSI!!”

E per un attimo l’idea di Raven Sasso accarezzò la mente di Al.

Gli si accostò ancor di più, guardando l'essere immondo con gli occhi ridotti a fessure.

... davvero una bella prospettiva.

"Niisan, perché non lo fai ora..?"

"AL!" urlò Winry.

"Non a te! - dito puntato in una non vaga direzione - A lui!"

“Sono troppo bello per diventare un sasso.”

“Mi piace questo ragazzo!”

Anche lei, signor Mustang.”

“Dio Santo.”

"Perché... Perchééé..."

"Dai ragazzi, non sarà traumatico, basterà... evitarli!"

"Evitare loro? Tu non li conosci!" dissero in coro, schiaffandosi una mano sulla fronte.

"Io voglio venire - esclamò Pinako, avvicinandosi ai due mori e battendo le mani rugose sulle spalle - Avete la mia benedizione!"

"Ma zia!!"

“Visto, Fullmetal? Sono tutti d’accordo! Quindi non puoi evitare!!

La mano di carne passò dalla fronte, agli occhi, alla bocca, al mento. All’aria per un bel dito medio alzato in direzione Mustang.

“Non ha nessun senso!!

Ma solo voi tre sarebbe noioso, non credi?” aggiunse Raven, poggiandosi una mano sulla spalla di Roy.

"Meglio la noia dell'esaurimento nervoso!" decretò Al, agitando la mano.

“Appunto!!”, lo supportò Ed.

“Ma non vi daremo così tanto fastidioooo…”

“TACI, RAVEN, CHE NON TI CREDE NESSUNO!!

"Al si arrabbierà con te, e Ed si arrabbierà perché hai fatto arrabbiare Al, e noi ci arrabbieremo per spirito di emulazione. Non è proprio una bella prospettiva, sai?"

E tutti mugugnarono alle parole della bionda.

Infatti fa schifo.”

“Uhm, in effetti non è bella, Ed…”

Raven si mise la mano sotto il mento, emulando Mustang.

“… ma a noi poco importa! Non ho ragione, ragazzi?”

“… tu…!!”

"A te non importa! A ME sì!"

Batté un piede sul pavimento, sentendo il nervoso entrargli in vena.

Ma quell'essere non poteva restare rinchiuso in qualche cassetto dei ricordi dimenticato dal mondo?!

"Niisan, non farli venire!!"

“Niisan non farli venire il cavolo!! Se ne avessi le capacità li legherei tutti alle loro case…”

“Al Fullmetal piace il sadomaso?”

“…!!!”

"Niisan?!"

"Edward non ricordavo... ma beh, d'altronde ci sono così tante cose che non mi dici..." sibilò Wiry, sollevando le spalle e scuotendo la testa.

PERCHE’ CREDETE AD UN DEFICIENTE COME MUSTANG, VOI?! A ME NON PIACCIONO CERTE COSE!!”, iniziò a gridare il diretto interessato, con la faccia che rassomigliava ad un pomodoro maturo.

Per tutta risposta Alphonse tirò un sospiro di sollievo, mentre Winry fece scivolare rapidamente le braccia lungo i fianchi.

"Aw, che delusione."

"Signor Mustang, queste cose non sono adatte a un ragazzo come Ed, non per adesso..." canticchiò Andrea, guardandosi le unghie.

“… COSA VUOL DIRE CHE DELUSIONE?!”

Ooh, basta sparar cazzate! – saltò su Raven, mettendo un piede sul divano – Dobbiamo decidere quando partire!”

"Che delusione vuol dire che delusione! - sbottò la bionda - Il tempo di cercare una casa e partiamo!"

"Ma come, Winry! - fece Al, disperato - Ti sei coalizzata con loro!"

"A me basta che si vada al mare."

“MA CON LORO ATTORNO NON AVREMO UN SECONDO NETTO DI PACEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!”, si disperò Ed mettendosi le mani tra i capelli.

Perché, perché, perché?!

Una volta che vai contro Dio, lui fa di tutto per non farti andar bene una cosa.

Ecco, quella situazione era perfettamente rispecchiante quell'affermazione.

"... io sto a casa." fece Al, sentenzioso.

“Non puoi! Io come faccio poi?!

Sia a ricordare che a sopportarli, sottintendeva.

"Resta anche tu!" fece l’altro, come se fosse la cosa più logica del mondo.

"No, voi due siete le guest star - cantò Andrea, alzandosi in piedi e battendo le mani - non potete proprio stare qui!"

“Al, andiamo al mare per farmi ricordare, idiota!! Non possiamo rimanere a casa!!

Erano tutt’e due al limite del livello dell’esasperazione.

"IO CON QUELLO LA' - inutile dire chi. - NON VOGLIO STARCI, OK?!"

"Alphonse caro su, non fare il bambino..." mugugnarono Roy, Raven e Andrea all'unisono.

Ottimo.

“… ehi, voi! Alphonse caro un corno!” fece Ed, (senza sapere perché) irritato.

Dal canto suo, Al rabbrividì a sentirsi chiamare a quel modo.

Semplicemente disgustoso.

"Sentite, arrangiatevi - concluse Winry - Io adesso cerco una casa e vado al mare, e voi fate un po' come vi pare, ok?"

“Cerca quella in cui andavamo da piccoli!”

Ecco, un altro frammento di ricordo che si annunciava grazie alla voce e alle frasi non ponderate del più grande degli Elric.

"Ammesso che esista ancora." fece, alzando le spalle mentre raccattava il quotidiano dalla cesta dei giornali.

"... la trovi lì?"

"Chissà, magari Fortuna vuole che per una volta siamo fortunati, no?"

“Esisterà! O la costruiremo io e Al! … cioè, io costruirò, Al mi darà le indicazioni.”

E Al rise, muovendo la testa in cenno di assenso. Per qualche secondo le chiacchiere si calmarono, risollevate poi da un "Eccola!" esclamato da Winry con fin troppo entusiasmo, a parere dei due fratelli.

“L’hai trovata?” domandò Ed, in fondo lasciandosi prendere dall’entusiasmo di lei.

Ricordava di amare quella casa. Era vicino al mare, e la loro camera si affacciava sempre sulla spiaggia, e si riempiva sempre di odore di salsedine – e lui amava il sapore tipico dell’acqua marina. Poi ricordava che guardava sempre – forse con Al, ma quello era uno dei particolari che non riusciva a ricordare – il mare in tempesta da vicino, sgattaiolando dalla finestra e scendendo lungo un albero, per poi farsi sgridare dalla mamma – ma troppo soddisfatto da quello spettacolo meraviglioso per dar eccessivamente peso alle parole apprensive di quella santa donna.

"Certo che l'ho trovata, pensavi che fallissi?" sorrise lei, agitando il giornale in aria, il pollice sopra l'annuncio che non aveva faticato a trovare.

Centocinquanta metri dal mare, un'enorme casa dai muri color panna e il tetto mattone, che presto sarebbe stata nuovamente partecipe di uno stralcio di vita dei fratelli Elric e compagnia.

“No, no… bene! Partiamo domani, Al, Winry?”

Evitò di nominare gli altri, quasi se ne fosse scordato – o sperando se ne scordassero gli altri.

"Uhm - esclamò Al, annuendo. - Ok!"

E non tardò, davanti a loro, un alzarsi di pugni e un vociare felice che violentò letteralmente loro le orecchie.

"... voi non eravate inclusi!"

"Oh, Al su, ci divertiremo! - fece Winry, avvicinandosi e dandogli un affettuoso colpo di giornale in testa - E ora vado a chiamare la proprietaria!"

Dev’essere libera per forza!”

O sarebbe impazzito, con quelli lì dietro e soprattutto in un’altra casa.

“Ah, per voi non c’è spazio.”, ghignò Ed rivolgendosi agli intrusi.

"Possiamo sempre accamparci fuori, o prendere una casa vicina e stare da voi tuuuutto - e Roy allargò le braccia, mentre allungava la u - il giorno! Felice, Fullmetal?"

“Oh, sì, tanto quanto durante il mio addestramento. U-GUA-LE.”

"Oh beh, l'addestramento non era mica brutto..." ghignò lui, sorridendogli.

“Spero di vederla morire nel dolore.”

"Nah, troppo presto."

"Entro i prossimi due giorni allora."

"Ahah - e gli poggiò una mano sulla testa, come fosse... un parroco che benedice un bambino - Piccolo, ingenuo Fullmetal..."

E la mano di Edward, invece, arrivò sotto il mento di Roy, chiusa a pugno. Abbastanza intenzionata a spaccargli qualche osso.

“A CHI HA DETTO STUPIDO BAMBOCCIO DI INVISIBILI DIMENSIONI?!

"... mh. - fece, afferrando il polso al biondo e allontanandolo dal suo viso. - A te?"

E si ritrovò un calcio nello stinco.

“MUOIA!!”

"Ouch!"

"Voi due, la smettete! - sbottò Winry, rientrando in salotto - La casa è nostra per una settimana!"

“Una settimana! – esultò Ed, per poi ammosciarsi – Una settimana con quelli lì…”

"Una settimana..." gli fece eco Al, ammosciandosi ancor di più.

"Una settimana di donne in costume, yay!" fecero Roy e Raven, scambiandosi un cinque.

“Una settimana di supplizio… almeno non li avremo con noi a dormire…”

Io non ci conterei, Ed.

“Beh, guardiamola dal lato positivo, avrò più tempo per ricordare…”

"Speriamo funzioni..." mugugnò Al, sospirando.

Mentre davanti a loro, i due pervertiti ingaggiavano un amabile trenino.

“DEVE FUNZIONARE.”

O sarebbe impazzito.

"... non voglio passare una settimana con loro però. Cioé. Impazzisco."

“Siamo in due, Al. Ma è l’unica cosa che possiamo fare. Anzi, l’ultima.”

E sbuffò, rassegnato.

Lo sapeva, sarebbe morto.

Alphonse gli passò una mano gentile sulla spalla, cercando di sollevarlo.

"... e se... - si morse il labbro - non funzionasse..?"

“E’ impossibile che non funzioni. Se non funzionerà… troveremo altre soluzioni. Vedrai.”

Ed esibì quel sorriso che rassicurava sempre il fratellino. Quello che sembrava dire ‘Io ho la soluzione per tutto!’.

Anche se ancora non aveva trovato niente di veramente efficace.

Al annuì, sentendosi un po' sollevato da quello sguardo familiare, poi ridedicò la vista alla mandria di esseri umani che sarebbe stato - ormai si era rassegnato, non c'era nulla che potesse fare - al loro seguito per infiniti giorni.

... cielo.

"Beh, ragazzi, - esclamò Winry, bloccando il suo flusso di pensieri - domani alle sei tutti in macchina!"

Un 'Whooo!' e qualche 'Così presto?' riempì l'aria, segno che il messaggio era stato recepito e assimilato.

“Sì, così presto. E chi non si presenta all’ora stabilita, sta a casa!”, sentenziò Edward, sperando segretamente che Mustang avesse il sonno estremamente pesante e che non si svegliasse. Lui, insieme a tutti gli altri.

"Allora per sicurezza metterò la sveglia alle quattro e mezza, non mi perderei quest'occasione - per distruggere il Fullmetal, ma questo era sottinteso - per niente al mondo!"

"Winry. - bisbigliò Al - Non si potrebbe partire dieci minuti prima, tanto per lasciarli tutti qua?"

“No-no, Alphonse! – s’intromise Andrea, che sembrava avere un udito decisamente fine, muovendo il dito indice a destra e sinistra – Altrimenti non sarebbe per nulla divertente…”

E poi ci sarebbe una sanguinaria vendetta ad aspettarvi.”, finì la frase Ivien, guardando il suo amato Edward-san con un sorriso.

I due fratelli rabbrividirono per un istante.

Alphonse immaginava Raven infierire sul suo corpo con un rastrello e sulle sue orecchie canzonandolo per la sua gelosia.

Edward si vide sommerso da un'orda di cavalli in preda a una ridarola incontrollabile.

... glip.

"Nh..." le rispose, sospirando pesantemente.

Concetto afferrato, rassegnazione.

“Bene, allora ci vediamo tutti domani!”, fece Andrea battendo le mani.

Tutti uscirono dalla casa esultanti, ovviamente tranne gli Elric.

Si guardarono negli occhi. Sospirarono.

“Andiamo a dormire, Al…”

 

“QUESTO E’ UN INCUBOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!

"No, Fullmetal, è il più bello dei sogni!"

Perché sì, avere l'indice del Generale Mustang costantemente conficcato tra le costole alle sei del mattina era il massimo dell'aspirazione per ognuno.

"State fermi! - si lamentò Al - mi state schiacciando contro lo sportello!!"

“Dio, ma non poteva prendere una macchina DA SOLO?! O farsi portare dalla Hawkeye?! PERCHE’ DEVE ROMPERE I COGLIONI A NOIIII?!” continuò a sbraitare Ed, ignorando il suo povero fratellino con un principio di soffocamento.

"Riza non poteva venire, per lei il lavoro è sacro, anche se avanza ferie di anni. - altra ditata nello stomaco - E poi l'altra macchina era troppo piena."

Sprizzava gioia da tutti i pori.

"A-Aiutooo..."

“C’era Armstrong, c’era Havoc, C’ERA CHIUNQUE!! PERCHE’ DEVE STARE QUI!!

E, seguitando a non calcolare totalmente suo fratello, diede una gomitata nelle costole a Mustang.

Non sarebbero sopravvissuti.

Non sarebbe sopravvissuto nessuno.

"Volevo stare col mio sottoposto preferito."

E un cuoricino, proprio li, tra le loro teste, sarebbe stato perfetto per esprimere la sua gioia.

Torturare il nano, parte uno.

“LO SO BENISSIMO CHE LEI MI STA PRENDENDO PER IL CULO!! LA SMETTA, PEZZO DI IMBECILLE!!

Ooooh, Edward, per favore! – squittì Andrea, muovendo le mani sul volante a caso, causa quelle urla nelle orecchie, zigzagando sulla strada, quasi provocando un incidente di massa – Taci!”

“DILLO A MUSTANG!!

“Signor Mustang, taccia per favore… E state uccidendo il povero Alphonse!”

"G-grazie Andrea..." sibilò quel poveretto, sentendo improvvisamente più spazio verso la sua destra.

"Oh, scusa Al." fece Roy, mettendo le mani sul grembo e inchinando la testa.

Per poi far scivolare con nonchalance il dito nel solito posto.

"Ah ah."

E il piede d’acciaio di Ed finì su quello di carne di Roy.

“Ah ah ah.”

Un urlo poco delicato andrò a stuprare con violenza le orecchie dei passeggeri, e Winry spalancò le braccia, coprendo la visuale di Andrea.

"AAAAH, ANDREA RIPRENDI IL VOLANTE IN MANO!!" fece Al, vedendola gesticolare.

“NON TE LA PRENDERE CON ME, E’ COLPA DEL SIGNOR MUSTANG CHE URLA!!

"E' FULLMETAL CHE NON SI FA MOLESTARE IN PACE!"

“E’ OVVIO CHE NON VOGLIO ESSERE MOLESTATO, PEZZO DI DEFICIENTE!!

"PIANTATELA!" gridarono i tre passeggeri all'unisono, mentre Andrea riprendeva in mano il volante, evitando una sicura strage.

LA DEVE PIANTARE LUI!! SE LA SMETTE LUI IO LA SMETTO!!”

"Io non la pianto!"

"Intanto piantatela di urlare, santo iddio!"

Ed gli infilò una gomitata nel fianco.

“E IO LE PIANTO UN DITO NELL’OCCHIO!!

"E io ti faccio sparire quei pochi attributi che hai, nano." gemette, tentando di riprendersi dalla gomitata.

"Andrea, accelera!" pregarono Al e Winry, già stanchi delle grida dei due poppanti nel sedile posteriore.

“A CHI HA DETTO BRUTTA PULCE MINUSCOLA E MICRODOTATA?! – strillò quello, dandogli una gomitata tra le gambe – E NON RISPONDA A TE, UOMO PRIVO DI FANTASIA!!

"A un piccolo essere biondo che si trova a due centimetri dalla mia spalla sinistra. O forse dovrei dire dalla mia ascella."

Che puzza. Come lei.”

"Io non puzzo. E' il tuo naso che non sente altro che il tuo odoraccio e le tue flatulenze notturne ad essere totalmente impazzito, la mia ascella è pulita e profumata!"

E gliela schiaffò in faccia, allargando il ghigno sul viso.

... magari avrebbe finalmente sentito l'odore di pulito, il tappo!

“QUALCUNO FICCHI LORO UN CALZINO IN BOCCA, NON NE POSSO PIU’!!

La povera Andrea sembrava sull’orlo di una crisi di nervi pesante. Strinse il volante convulsamente, sperando che uno dei due fosse preso da un ictus fulminante. O che uno dei mille gatti di Alphonse (poteva sentire il debole miagolio di un cucciolo nascosto sotto la sua camicia azzurra) mangiasse la lingua di uno dei due. Uno a caso.

Ma visto che nessuno sembrava intervenire, decise ch’era meglio fare da sola, come sempre.

“SE NON VOLETE ESSERE MOLLATI QUI, IN MEZZO ALLA LANDA DESOLATA, VEDETE DI TACERE!!

Sperò con tutta se stessa di essere ascoltata per una buona volta. Più che altro per loro.

"Non sono io, è lui che continua - e poggiò una mano sulla testa bionda di Acciaio, cominciando a spingerlo verso il basso - a molestarmi verbalmente, non vedi?"

Sembrava un attore nato, la voce appena rotta.

Ed da canto suo lo fulminò con lo sguardo.

"Generale, per favore..." Pigolò Al, terrorizzato all'idea che tutta quella sceneggiata potesse andare avanti per tutta la vacanza.

“Allora.”

Andrea inspirò profondamente, tentando di mantenere la calma.

“Il prossimo che parla LO CASTRO. D’accordo? Anzi. Il prossimo che parla tra Edo e Roy lo castro. E non credo vi piacerebbe.”

Mutismo mode On.

Alphonse tirò un sospiro di sollievo, mentre poggiava la mano sul ventre, ad accarezzare il micio da compagnia.

Roy levò la mano dal capo di Ed, incrociando poi le braccia e guardandolo di sbieco.

"Ne parliamo più tardi." mormorò, premurandosi di sollevare soltanto un angolo della bocca per far uscire le parole.

“Spero di ucciderla più tardi, in verità.

“EDWARD…”

“Okay okay okay taccio!”

Forse, così il viaggio sarebbe stato un po’ più sereno.

Forse.

 

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