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di Elisa99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Vita Nasce dalla Morte; ***
Capitolo 2: *** Come un coltello; ***
Capitolo 3: *** Per Capitol City io salterò; ***
Capitolo 4: *** Magari sarà un mondo più bello; ***
Capitolo 5: *** Quello che le parole non potrebbero dire; ***
Capitolo 6: *** Sangue di mostro; ***
Capitolo 7: *** Pigna, sangue, pinoli; ***



Capitolo 1
*** La Vita Nasce dalla Morte; ***


La Vita Nasce Dalla Morte

La vita nasce dalla morte.
Quando una persona muore, ne nasce un’altra. Non subito. Può impiegare giorni o perfino anni per  rinascere.
Quando Maysilee morì, il suo animo non si diede pace, non voleva morire così velocemente né in modo così brutale, quindi scelse con cura il prossimo corpo da abitare finchè un anno dopo trovò la persona perfetta a cui poteva affidarsi. Quando naque, i suoi genitori lo chiamarono Finnick.
È così che Finnick naque dalla morte di Maysilee.























OK, ammetto di non aver avuto proprio un'idea fantastica per il primo capitolo, ma questa era tipo da mesi a marcire nel mio computer, perciò l'ho voluto pubblicare per primo per fargli prendere un po' d'aria.
  Ciaoo
-Elisa

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Capitolo 2
*** Come un coltello; ***


Vai Glimmer, vai
Dai, perché ti impunti così?
Non ce la posso fare, no no no
Ce la devo fare, invece!
Finisco il mio monologo interiore mentre sfilo il coltello dal mio peluche di stoffa, disgustata da quello che avevo appena fatto: pezzi di cotone caduti a terra sul pavimento davanti a me, il mio pupazzetto irriconoscibile con un buco in pancia. Mi vengono i brividi a guardarlo, ma almeno non mi salgono le lacrime agli occhi, non per molto almeno. Guardo l’arnese che ho tra le mani, e penso che i coltelli non mi sono mai piaciuti. Sono così belli e appuntiti e scintillanti che non ti verrebbe mai in mente quanto fanno male, se non lo sapessi già. Ci mancava soltanto papà che mi ordinava di “uccidere” il mio peluche con quel coso, perché lo giudica troppo infantile per una ragazzina della mia età, eppure ho visto ragazzini più grandi di me, sette o otto anni, che ci giocano ancora! Ma non ci posso fare niente, e mentre ritorno a fissare con odio il coltello, decido che voglio diventare come lui. Bella. Appuntita. Scintillante. E letale.

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Capitolo 3
*** Per Capitol City io salterò; ***


Le mani mi sudano, ma non posso permettermi di sbagliare.
Agilmente, salto da terra fino alla sbarra, dove mi aggrappo e inizio a dondolare avanti e indietro fino a saltare di nuovo ancora più in alto fino ad arrivare al soffitto. Mi aggrappo alla rete appesa lungo il muro e inizio a muovermi finchè non arrivo alla fine della parete. Mi giro a salto sopra una postazione alla mia destra, mi giro di nuovo e salto facendo una capriola in avanti e toccando terra all’ultimo momento. Sfinita, gli strateghi mi congedano, annuendo impercettibilmente in segno d’approvazione e non riesco a  trattenere un piccolo sorriso. Almeno quest’anno, il tributo femmina del distretto 11 non prenderà il solito quattro, e sono felicissima di non dover deludere il mio distretto o la mia famiglia. Una scintilla di speranza mi attraversa gli occhi, e, una volta tanto, cerco di accorciare il tempo fino alla pubblicazione dei risultati.

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Capitolo 4
*** Magari sarà un mondo più bello; ***


Freddo.

È questo che sento.

Freddo freddo freddo.

Tanto freddo, e paura anche.

Paura di non ritornare mai più in una casa, con del cibo, dei giochi, dei vestiti

I miei piedi iniziano a diventare viola come i miei occhi, mentro li serro cercando di pensare a qualcosa di felice.
Non mi viene in mente niente.
Odio Katniss Everdeen, la odio per quello che ci sta facendo passare, ero tanto felice prima, con la mia famiglia, a ridere, passeggiare, truccarsi… Poi è arrivata lei.
Sono così immersa nei miei pensieri e nel freddo sconvolgente che non mi accorgo degli aerei. Da guerra. Che stanno lanciando bombe. BOMBE! QUI! A Capitol City! I ribelli! NO!
Sono le ultime parole che penso prima che tocchino terra ed esplodino accanto a me trascinadomi con loro in un mondo un po’ più bello. Prima che lo facciano, mi stringo al mio cappottino giallo.

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Capitolo 5
*** Quello che le parole non potrebbero dire; ***


Quello che le parole non potrebbero dire;


Le accarezzai i lunghi capelli, liscissimi, lucenti.

Le baciai il naso sussurandole parole d’amore all’orecchio, lei sorrise.

Un sorriso così bianco, così sincero da farmi venire la pelle d’oca.

Il vento soffiava tra le piante, fresco e rilassante.

Lei mise il suo braccio sulla mia schiena e appoggiò la testa sulla mia spalla, poi l’alzò, mi baciò i capelli e la rimise giù.

Degli uccelli bianchi all’orizzonte emigravano, creando danze meravigliose nel cielo, danze bellissime, imparagonabili. Guardai Annie. No. A lei no. A lei non si poteva paragonare nessuno.

Alzò gli occhi  verdi, che si fusero con i miei, creando mille sfumature diverse, dicendo quello che le parole non potrebbero dire. Mi toccò le labbra con le sue e mi sussurò – Ti amo.
 

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Capitolo 6
*** Sangue di mostro; ***


Sangue di mostro;

Cosa ho fatto?

Ho le mani premute contro il viso così forte che credo possano bucarmi la faccia.

E’ tutta colpa mia, lo so. Ma ormai è troppo tardi. “Che cosa ho fatto?”.

Lo penso strillando nella mia mente, così rumorosamente che credo possano sentirlo aldilà della porta, Ma nessuno viene a bastonarmi.O a gridarmi contro riempendomi di insulti, cosa che troverei molto giusta, ma non posso restitere ancora. Voglio morire. Non ho mai desiderato così tanto di morire, per quel che ne so.

Ma come farei a saperlo??

Non ho più ricordi, sensazioni, un briciolo di amore. Sono incontrollabile, così tanto che solo la consapevolezza mi tortura. La consapevolezza che potrei alzarmi in questo momento ed uccidere tutti, Pollux, Castor, Cressida, Finnick, Gale o persino Katniss.  Katniss.  POTREI uccidere la paladina dei ribelli. Questo mi fa rabbrividire. Non credo che importi ancora qualcosa di lei, come katniss, come persona, o solo come soldato tira-frecce. Forse però mi importa di Finnick o di Gale. Non lo so. Ma tanto che importa? In caso non deciderei io chi uccidere. Ma io non devo perdere il controllo, e per questo non ne ho la volontà. Allora devo morire.

Un sorriso nasce dalle mie labbre.

Io devo morire.

Non c’è altra scelta, sarebbe troppo pericoloso tenermi vivo, no?

Loro saranno d’accordo a uccidermi. Lo devono essere.

Il mio cuore va a mille, battendo furiosamente, cercando di uscire dal mio corpo, velocissimo, pulsante, doloroso.

Conficco i polsi nelle manette, facendo uscire sangue di mostro, di ibrido, puzzolente, sporco.

 

Mi calmo, il dolore acuisce tutto, mi riporta alla realtà, che appunto è fatta di dolore, ma è meglio se è chiara. Faccio un lungo e profondo respiro per calmarmi, e apro la porta dell’armadio.






 
 
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 7
*** Pigna, sangue, pinoli; ***


Pigna, sangue, pinoli


Pino.
Lo annuso di nuovo.
Pigna.
Pinoli.
Ricordi.
Le mie pupille si allargano, fino a coprire le mie iridi marroni.
I miei occhi cercano Katniss, e lei è là.
Che mi guarda.
Che aspetta qualcosa.
Da me.
Cosa posso dirgli?
I miei occhi si appannano e per un secondo ho un flashback.
Una bambina corre,
si trova in un bosco.
Trova una pigna
Ci sono dei pinoli dentro
Li mangia
Hanno un buon sapore
Sua madre esce fuori da un albero, e la abbraccia, e iniziano a mangiarli insieme, e lei è felice.
La scena cambia
La bambina non è più una bambina
Ha diciasette anni
È nel bosco, sotto lo stesso albero dove aveva trovato la pigna
Ma non è felice
Ed è sola
Sua madre non c’è
Ma c’è lui, che raccoglie un’altra pigna da terra, ci sputa del sangue sopra, e me lo offre.
“Sei felice adesso?” Mi chiede, mentre i suoi occhi marroni incontrano i suoi
Occhi da serpente.
Il flashback finisce, e mi ritrovo di nuovo nella stanza.
Guardo Katniss
Ad un tratto non posso più resistere
Scoppio
Le stritolo il polso pregandola di ucciderlo, ma lei giura su stessa che lo ucciderà
No, no, no!
Non su se stessa, a cosa importa a lei di se stessa?
“Giuralo sulla tua famiglia!”
Gli occhi di lei si allargano, e per un attimo vedo il dolore attraversagli la mente,
 ma non mi importa, deve giurarlo!
“Lo giuro.”
Grazie, Katniss, grazie.
E scusa, se morirai, che non ho potuto dimostrarti quanto in questo momento io

Ti voglia bene.


















 

 
Angolo autrice:
Ciao ragazzi, come va?
Parecchio triste questa storia, lo so, ma la storia di Johanna è così, triste.
Si è capito che era Johanna lei, vero? Spero di sì.
Naturalmente l'uomo con gli occhi di serpente è il dottor Snow il presidente Snow, che sputa sopra la pigna che per Johanna rappresantava i momenti di felicità che ha avuto con la sua famiglia che adesso non ha più. Ho cercato di entrare nella sua testa, e ho scritto, come praticamente tutte le mie storie, di getto, senza pensare a fermarmi a controllare o a pensare di sostituire una frase con un'altra.
Secondo me lei ha sempre odiato nel profondo Katniss, pensando che non sia la vera Ghiandaia Imitatrice, ma la migliore in circolazione. E ho sempre pensato che piano piano i loro rapporti miglioravano, finchè Katniss non le porta il fagotto di pigna, e là Johanna capisce la purezza del suo animo.
Spero che vi sia piaciuta la storia, e, che recensiate o no, sono felicissima che siate arrivate fino a questo punto.
Vi saluto,
Elisa
 

 

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