Il dolce profumo dei petali di ciliegio.

di EuphemiaMorrigan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette. ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto. ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove. ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici. ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***


 

Il dolce profumo dei petali di ciliegio.

-Aspettando la nostra primavera-

Note di un'autrice annoiata sull'orlo di una crisi glicemica: Salve gente ^^, è proprio vero se non mi complico la vita non sono felice e quindi, visto che gli aggiornamenti di My Immortal da settimanali diverranno mensili, pubblico questa semi long -credo di 4/5 capitoli non di più-. Anche perché ho dannatamente bisogno di qualcosa di romantico, leggero e senza nessun dramma, sì so da me che è un argomento trito e ritrito e sono anche una persona incostante visto che affermai “io un AU scolastica non la scriverò mai!” ma davvero ho un profondo bisogno di zuccheri... se non lo facevo mi sarei presa a sprangate sui denti, e ci tengo ai miei denti... Buona lettura, se vi va lasciatemi un commentino ^^. Image and video hosting by TinyPic

Il primo amore è strano; dolce e amaro al tempo stesso,

ha il sapore del cioccolato fondente in una fredda sera d'inverno.

Ti culla tra le sue braccia facendoti credere che non finirà mai.

È inutile tentare di sfuggirgli,

molti vorrebbero farlo,

ma in realtà nessuno lo vuole davvero.

E se si è abbastanza folli da tentare, forse durerà realmente in eterno.



Il vento soffiava poderoso, strappando con brutalità i petali dei ciliegi in fiore, che vorticavano leggiadri creando figure immaginarie nel cielo plumbeo carico di nuvole grigie.

La loro era una danza antica e fatata, che trovava il suo termine quando quei meravigliosi petali morivano accasciandosi sul freddo suolo.

Quell'anno sembrava che l'inverno non volesse lasciare il posto al tiepido caldo della primavera già inoltrata, orde di persone si muovevano veloci per le strade della città, si erano lasciati alle spalle sciarpe e cappotti ma non i pesanti vestiti invernali e preferivano rimanere al caldo delle loro dimore anziché uscire all'aria aperta. Tutto questo però non impediva, ogni sabato pomeriggio, ai bambini più testardi di trascinare i sofferenti genitori al parco della città per giocare.

Quel giorno tra i tanti adulti del parco due coppie se ne stavano tranquille sotto le fronde di un enorme albero di ciliegio fiorito, parlando e tenendo d'occhio i loro scalmanati figli.

«Il prossimo anno i piccoletti inizieranno la scuola eh!» Esclamò sorridente, rivolta all'amica, una donna dai folti e lunghi capelli rossi come il fuoco, si muovevano al ritmo del vento come se avessero vita propria ed era costretta a scostarli ogni volta dal viso.

«Crescono in fretta» Rispose l'altra donna inclinando la testa di lato e accennando un piccolo sorriso dolce, i capelli neri come l'ebano erano raccolti in una coda bassa e gli occhi, del medesimo colore, vagavano per il parco, controllando apprensivi che i bambini non si facessero male giocando.

Kushina Uzumaki e Mikoto Uchiha si conoscevano dal primo anno delle medie e fin da subito, nonostante l'impulsività della prima e l'apparente freddezza dell'altra, divennero grandi amiche.

Una ragazzina dai profondi occhi chiari e dai capelli rossi correva veloce per le stradine della sua città; come ogni mattina si era svegliata in ritardo ed ora rischiava di beccarsi una nota già al suo primo giorno di scuola.

Era così concentrata sulla corsa che non si accorse minimamente di un'altra ragazza della sua stessa età che gli stava tagliando la strada, anche questa camminando con passo affrettato. Si scontrarono e Kushina finì a gambe all'aria sbattendo il sedere sul freddo asfalto.

«Cavolo, che male!» Imprecò ad alta voce alzandosi in piedi e massaggiandosi la parte lesa.

«Scema, la prossima volta guarda dove vai» Disse l'altra mentre si assestava la divisa che si era scomposta nello scontro, la guardò un'ultima volta dall'alto in basso con i suoi taglienti occhi color pece, poi girò i tacchi e se ne andò, incamminandosi con andatura fiera e distinta.

Kushina sgranò gli occhi per poi alzarsi di scatto e urlargli contro «Ehy tu strega, come hai osato insultarmi?» alzò un pugno al cielo in direzione di quella snob con la puzza sotto al naso, ma poi notando l'ora tarda riprese a correre maledicendo la sua sfortuna.

Per uno strano scherzo del destino le capitò come compagna di banco proprio la ragazzina altezzosa di poco prima... Stranamente nessuna delle due era così dispiaciuta come dava a vedere...”

Mikoto arrotolò una ciocca di capelli neri tra le dita, sfuggita dall'elastico della sua coda, e si rivolse al marito che stava animatamente discutendo con quello della sua amica «Fugaku caro, non assillare il povero Minato» era leggermente dispiaciuta dal dover assistere nuovamente, come ogni giorno, alle solite discussioni di quei due testoni. Ogni argomento era buono per litigare. Almeno con gli anni avevano smesso di prendersi a pugni.

«Non preoccuparti Mikoto-san, ormai so come trattare l'orso scorbutico che ti sei sposata» Affermò Minato con un sorriso solare mettendo una mano sulla spalla del suo vecchio amico, mentre questo la scrollava da lui stizzito.

Kushina rise alla scena guardando comprensiva e divertita la sua migliore amica.

«Tzs. Non crescerai mai» Sbuffò Fugaku irritato.

Due ragazzi di sedici anni, uno dai capelli neri e l'altro biondo, se ne stavano dando di santa ragione fuori dal cancello dell'istituto superiore che frequentavano.

«Idiota senza cervello» Inveì Fugaku preparandosi a dare al suo avversario un potente calcio sugli stinchi.

Minato parò il colpo e urlò «Damerino del cazzo» tentando di spaccargli la faccia con un pugno.

Passarono diversi minuti e i due continuavano a picchiarsi con forza, tempo dopo il biondo si fermò e disse «Fugaku-bastardo perché stiamo facendo a botte?».

«Sinceramente, non me lo ricordo» Rispose ansimando e sputando un po' di sangue dalla bocca, era davvero riuscito a spaccargli un labbro.

«Allora finiamola. Tanto ho vinto io, non vorrei rovinare il tuo bel faccino» Affermò Minato deridendolo.

«Minato mi hai rotto le palle, ora ti faccio vedere io» Esclamò il ragazzo moro tirandogli un pugno in piena faccia ricambiando il favore e spaccando anche il suo di labbro.

Per fermarli dovettero intervenire Kushina e Mikoto che, furiose ed esterrefatte dal loro comportamento, li presero a sberle così forti da fargli ancora più male di quanto se ne erano fatti da soli...”

Nonostante gli Uchiha e gli Uzumaki fossero due famiglie distinte, in tutti quegli anni si erano avvicinati sempre di più, superando insieme momenti difficili e condividendo quelli sereni, il clima che si respirava quando erano insieme era sereno e accogliente, si era instaurato un legame profondo tra loro. Così profondo che quando Mikoto rimase incinta del suo secondo figlio e Kushina del primo si ritrovarono tutti e quattro, chi più chi meno, a sperare in un maschio e una femmina così che una volta cresciuti, se il destino ci avesse messo lo zampino, avrebbero potuto innamorarsi ed unire in modo legale le loro due famiglie. Ma purtroppo non fu così, la bella Mikoto diede alla luce un altro maschio, per la gioia di Itachi, il figlio maggiore, che da sempre desiderava un fratellino.

Sasuke era intelligente e schivo, da un primo colpo d'occhio poteva sembrare un bambino glaciale e insensibile; quando in realtà non era così, nascondeva il lato più dolce del suo carattere mostrandolo solo alle persone che amava. Fugaku, quando lo prese la prima volta tra le braccia, affermò convinto il fatto che il suo secondogenito avesse preso tutta la bellezza di sua moglie. Infatti era così, all'apparenza delicato come una bambola di porcellana ma con lo stesso carattere duro e autoritario del padre.

Anche Kushina ebbe un maschio, Naruto, la copia carta carbone di Minato; aveva perfino ereditato lo stesso sorriso caldo e gentile. Ma era un peperoncino pieno di vita, un vero e proprio uragano. Minato lo chiamava adorabile volpe e perfino l'austero Fugaku appoggiava tale descrizione per Naruto, era praticamente impossibile dire di no ad una richiesta fatta da quella peste, difatti l'idea di andare al parco con quel tempo poco primaverile era stata proprio del piccolo Uzumaki.

«Dico solo che una scuola privata sarebbe più opportuna» Riprese il discorso Fugaku.

«Scherzi? I bambini che la frequentano sono tutti così tirati e rigidi. Naruto si troverebbe male in un posto del genere» Disse Kushina scuotendo la testa all'idea di suo figlio trasformato in un damerino. Quel vulcano biondo, per quanto ingestibile, doveva rimanere tale.

«Per Sasuke sarebbe perfetta, in fondo è la stessa che frequenta Itachi» ribadì lui sedendosi accanto alla moglie.

«Non credo la prenderà bene» Affermò Minato osservando i bambini che ora si stavano alternando per salire sull'altalena, era il turno di Itachi e Sasuke, e Naruto se ne stava con il solito tenero broncio ad aspettare il suo.

Al Namikaze scappò una piccola risata quando vide il minore degli Uchiha cedergli il posto con fare superiore, come se si fosse stancato di giocare, quando in realtà non era così, ma lo faceva solo per renderlo felice.

«Cosa te lo fa pensare?» Domandò Fugaku guardando il suo amico.

«Guardali si comportano come fratelli. Naruto lo dice chiaramente, Sasuke è forse un po' timido nelle sue dimostrazioni d'affetto ma osservalo -indicò Sasuke che stava spingendo con aria fintamente scocciata l'altalena di Naruto-, si prende cura di lui come se lo avesse adottato» Concluse ridendo per poi tornare composto, per quanto Minato Namikaze potesse esserlo.

«Credo che Minato abbia ragione tesoro» Affermò Mikoto rivolta al marito.

«Va bene. Niente scuola privata» Sbuffò lui, in fondo non poteva dargli torto, Sasuke non l'avrebbe mai perdonato se l'avesse diviso dal suo amico. E poi era l'unico bambino con cui aveva stretto amicizia, se li avesse separati il figlio minore si sarebbe chiuso in se stesso ancora di più, aveva ereditato il suo stesso carattere chiuso e freddo, quel carattere che di tutte le persone incontrate nell'arco della sua vita aveva fatto avvicinare a sé solo sua moglie, Minato e Kushina, e nonostante gli anni, nessuno di loro poteva ancora dire di conoscere alla perfezione ogni suo lato caratteriale.

«Evvia!» Urlò Kushina ridendo serena, sarebbe stato divertente vedere quei due mocciosi crescere insieme. E anche tremendamente dura, sentiva che le cose non sarebbero state come per suo marito e Fugaku o come per lei e Mikoto, forse però in certo senso migliori.



Intanto i bambini avevano deciso di cambiare svago, visto che si stavano annoiando, ed iniziarono a giocare a nascondino, visto che Itachi era il più grande del piccolo gruppetto era il suo turno contare

Sasuke e Naruto si erano nascosti insieme, inoltrandosi nel parco, accucciandosi dietro ad un grande albero.

«Sas'ké secondo te qui ci trova?» Sussurrò piano all'orecchio del suo amico.

«Shhhh se parli ci trova sicuramente» mormorò ammonendolo, mettendosi un dito davanti alle labbra.

Così Naruto si azzittì, passarono diversi minuti ma di Itachi ancora nessuna traccia.

«Uffa, io mi annoio» Si lamentò Naruto incapace di stare fermo e zitto per più di cinque minuti.

«Sei una lagna» Sbuffò Sasuke che in verità si trovava d'accordo con lui, ma non voleva ammetterlo.

«Facciamo un gioco mentre aspettiamo?» chiese speranzoso Naruto.

«Che gioco?»

«Ecco... Vediamo... Io ti faccio una domanda e tu giuri di dirmi la verità» Disse dopo averci pensato un po' su.

«Ma è stupido» Esclamò Sasuke per niente convinto da quella proposta.

«E dai, ti prego» Lo supplicò Naruto facendo gli occhi dolci e mettendo il broncio come al solito quando voleva ottenere qualcosa.

«Uffa... E va bene» Si arrese incapace di dirgli di no.

«Ok. Ok. Allora vediamo... Domanda, domanda, domanda. -cominciò a blaterare mettendosi l'indice sotto il labbro inferiore e alzando gli occhi al cielo- Eccola! Ti piace Sakura-chan?»

Sasuke arrossì imbarazzato «Beh... la trovo carina» disse esitante, sembrava più una domanda.

«Sì, sì lo è davvero! E poi i suoi capelli fantastici» Affermò euforico Naruto.

Sasuke storse la bocca immaginandosi i capelli rosa della bambina «No quelli no, sono rosa».

«Allora di che colore ti piacciono? Neri come i tuoi?» Chiese curioso.

«No, biondi» Rispose innocentemente.

«Come quelli di Ino-chan?»

«Emmm sì... Direi di sì» Disse Sasuke.

Per un po' calò nuovamente il silenzio, che fu interrotto come al solito da un'altra domanda di Naruto «'Suke senti, ma te li hai mai visti la tua mamma e il tuo papà darsi un bacino?»

«Sì, una volta» Rispose il bambino dagli occhi neri.

«Ma perché gli adulti si baciano sulle labbra?» Chiese nuovamente.

«Mamma mi ha detto che lo fanno perché si vogliono bene, è una dimostrazione d'affetto» Spiegò come fa un professore durante una lezione scolastica.

«Tu mi vuoi bene?»

«Certo... Che domande sono» Rispose spiazzato dalla domanda.

«Allora me lo dai un bacio?» Chiese sorridente.

«No scemo, lo fanno solo i grandi» Disse Sasuke esasperato dalla stupidità del suo amico.

«Uffaaaaaaaaaaa... Dai Sas'kè» Pregò mettendo in atto la solita tattica del broncio.

«Va bene. -Sbuffò rassegnato, avvicinando la proprie labbra a quelle di Naruto per un bacietto leggero e innocente- Contento?»

«Sì. -Affermò alzandosi in piedi felice- Andiamo Sas'kè secondo me Itachi Nii-san si è addormentato da qualche parte» concluse scherzando e porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.

«Pigro com'è non ci scherzerei tanto» Afferrò la sua mano tesa e si alzò.

«Stasera mamma ha detto che cenate da noi» Lo informò Naruto contento di poter passare del tempo in più con il suo migliore amico.

«Dimmi che non fa il Ramen» Disse mogio, sapeva che non c'era via di scampo.

«Ovvio che si mangia Ramen» Affermò Naruto, sapendo quanto odiasse quel piatto Sasuke.

Così ridendo uno e sbuffando l'altro si avviarono per mano verso i genitori che li stavano aspettando.



Il fastidioso suono della sveglia buttò letteralmente giù dal letto un biondo sedicenne che, strofinandosi gli occhi con il pugno della mano e sbadigliando sonoramente, si incamminò verso il bagno, dopo nemmeno due secondi che era entrato la porta si aprì d'improvviso.

«Papà mi devo lavare» Disse rivolto ad un trafelato Minato ammonendolo, mentre si toglieva la maglia del pigiama.

«Scusa Naruto è un emergenza, se non mi sbrigo tua madre mi uccide e tuo zio Fugaku gli da una mano... Spazzolino, spazzolino dove ti sei cacciato?» Affermò velocemente mentre cercava lo spazzolino perduto chiamandolo. Un pazzo senza speranza.

«Capito, capito. Andrò nel bagno degli ospiti, non voglio avere la tua morte sulla coscienza» Disse Naruto scuotendo la testa divertito.

«Sei il figlio migliore del mondo» Esclamò teatralmente Minato, fingendosi commosso dal suo gesto e mettendosi una mano sul cuore.

«Se se» Rispose raccattando le sue cose ed uscendo dal bagno.

Una volta finito di lavarsi e vestirsi si fiondò in cucina per fare colazione, stava morendo di fame.

«Oddio! Sei già in piedi? La fine del mondo deve essere vicina» Lo prese in giro Kushina, scompigliandoli i capelli biondi in un gesto affettuoso.

Naruto si buttò in avanscoperta del frigorifero per cercare la sua colazione, agguantò una merendina, del succo d'arancia e si mise seduto al tavolo.

«È colpa di quel bastardo di Sasuke -rispose a bocca piena alla madre- mi ha minacciato di uccidermi tra atroci torture, se gli facevo fare tardi il primo giorno di superiori».

«Dovrò ringraziarlo allora» Affermò Kushina. Proprio in quel momento il suono del campanello li interruppe e lei andò ad aprire, sapendo già chi aspettarsi davanti alla porta di casa.

«Buon giorno, Sasuke» Disse con un luminoso sorriso.

«Buon giorno, zia» Rispose il ragazzo, da quando era bambino gli era stato insegnato a chiamare i genitori di Naruto zia e zio, e lui faceva lo stesso con i suoi.

Naruto, sentendo la voce del suo amico, quasi non si strozzò con la colazione per finirla in fretta.

«''Wellà'' Teme, sono prontissimo, visto?» Disse allargando le braccia e facendo un giro su se stesso, mostrandosi perfettamente vestito e pronto ad uscire di casa.

«Muoviti e zitto -Affermò Sasuke gelido, appena alzato era sempre di pessimo umore, non che dopo migliorasse- Arrivederci zia Kushina, buona giornata» concluse rivolto alla donna trascinando per il colletto della camicia il cretino.

«Ehy piano -disse questi che si stava strozzando per la seconda volta in quella mattina- CIAO MAMMA. IL TEME RESTA A CENA» urlò in direzione di sua madre per poi, a fatica, staccarsi dalla presa di Sasuke.

«Chi ti ha detto che vengo a cena da te, dobe?» Chiese Uchiha inarcando un sopracciglio.

«Lo dico io» Rispose ridendo Naruto e prendendolo a braccetto.

«Smettila di fare il bambino» Disse scocciato staccandolo da lui.

«Cattivo teme, ed io che dimostro il mio affetto per te» Recitò fingendosi offeso.

«Ne faccio volentieri a meno, grazie» Si rivolse a lui ghignando divertito.

Dopo un buon quarto d'ora di cammino fatto di battute idiote da parte di Naruto e risposte piccate di Sasuke i due arrivarono difronte l'entrata della loro nuova scuola.

Le medie inferiori erano passate in un lampo e ora li aspettava un mondo completamente diverso da quello che conoscevano; pieno di cambiamenti così profondi da mettere in discussione perfino un rapporto consolidato in più di quindici lunghi anni.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


 

Capitolo due.

 

Note Hola! Ah ah ah, sono invischiata con Ao Oni, tento di scaricarlo da ore, correggevo una frase e guardavo il downloand, così ogni cinque secondi; quindi se vedete scritto da qualche parte un “maledetto puffo pedofilo blu” emmm segnalatemelo (?). Ah si per chi non sapesse cos'è è un gioco horror per pc, a me però fa ridere, ma io non conto rido di tutto! Comunque dov'ero? Ah si... Giochino del cavolo, computer malefico... Come potete notare dalle deliranti Note Autore -che non legge nessuno, lo so manco io lo faccio- questo capitolo inizierà in modo molto demenziale, ma ci si rifà alla fine, credo boh per ora il mio unico problema è il puffo blu. Maledetto puffo blu.

Grazie a chi segue, recensisce e preferisce... Bacioni!

Ah; Sasuke, Naruto e gli altri personaggi del manga non sono miei, anche perché se lo fossero col cavolo che stavo qui a scrivere Fanfiction o studiare ma me ne stavo su una spiaggia tropicale a bere Bahama Mama, Bob Kelso insegna ^.^

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-L'amore è una malattia infettiva.-

-Perché?-

-Chiedi perché? Osserva le coppiette che ti sono intorno, dei deficienti senza speranza che credono all'amore eterno e pregano di rimanere insieme per sempre, comportandosi da idioti e chiamandosi “pucci pucci”.-

-E noi allora cosa siamo?-

-Gli idioti per eccellenza.-

 

Il cancello della scuola si stagliava alto e minaccioso. Un nuovo anno era giunto e per le matricole del primo ogni cosa sembrava diversa da come ricordavano le medie inferiori. Naruto e Sasuke si osservarono intorno cercando la bacheca con affissi gli orari di lezione e lo smistamento degli alunni. Naruto teneva le dita incrociate mentre Sasuke all'apparenza se ne fregava.

«SI. GRAZIE JASHIN!» Urlò a squarcia gola il ragazzo biondo facendo voltare verso di lui metà dei ragazzi che se stavano nei dintorni, ma non gli importava nulla di questo, la cosa importante era che avrebbe passato altri tre anni con Sasuke come compagno di classe, e quindi ovviamente di banco. E anche per 'sti tre anni niente debito di Chimica pensò felice visto che il teme lo faceva sempre copiare.

«La sfiga mi perseguita» Affermò Uchiha con tono fintamente scocciato, in realtà ne era più che contento. Grazie Buddha. Grazie Allah. Grazie Gesù. Grazie Zeus. Grazie Krishna... Mentre Uchiha elencava e ringraziava mentalmente tutte le divinità conosciute Naruto si mise una mano sullo stomaco e si lamentò dolorante «Teme, devo essere agitato mi fa male la pancia.». In verità era il ramen avariato della sera prima.

«Dobe che oggi è giornata di stronzate?. Sediamoci» Disse Sasuke entrando nella loro aula e avanzando verso i primi banchi, non riuscì nemmeno ad avvicinarsi che si sentì afferrare la mano e fu trascinato verso i posti infondo, accanto alla finestra.

«Meglio qui» Rise Naruto notando l'espressione infastidita del suo amico e buttandosi a peso morto sulla sedia.

«Che palle» Sbuffò l'altro sedendosi composto, tirando fuori i libri dallo zaino e inforcando gli occhiali.

Grazie alla puntualità di Sasuke erano arrivati con largo anticipo e in aula c'era ancora poca gente, Naruto si osservò intorno curioso di capire come erano i suoi futuri compagni di classe, nonostante il sorriso solare e la battuta pronta era un ragazzo essenzialmente timido per questo non faceva facilmente amicizia con chi non conosceva. Uno dei ragazzi si avvicinò al loro banco, aveva i capelli castani, gli occhi di uno strano colore dorato e due tatuaggi rossi a forma di zanne sulle guance; si trascinò dietro un altro ragazzo dai capelli celesti -chiaramente tinti- e gli occhi chiari quasi color ghiaccio.

«Ciao. Io sono Kiba e lui è Suigetsu» Sorrise cordiale in loro direzione mentre Suigetsu faceva un cenno col capo a mo' di saluto.

«Io sono Naruto. Il musone accanto a me è Sasuke, piacere di conoscervi» Rispose con un sorriso solare.

«Imbecille. -Mormorò l'Uchiha- Sì, sì piacere» aggiunse rivolto velocemente hai due per poi tornare a guardare fuori dalla finestra.

Kiba si sporse verso Naruto sussurrandogli all'orecchio «Cos'è il tuo amico si è svegliato male?».

Naruto rise grattandosi una guancia imbarazzato «No e che Sas'kè è un po'...» non sapeva come concludere la frase e aveva leggermente alzato il tono della voce attirando l'attenzione del suo compagno di banco.

«Un morto» Finì per lui Suigetsu beccandosi un'occhiata fulminante da parte dell'Uchiha, alzò le mani e disse «Scusa amico, scherzavo».

I due ragazzi si sedettero nei banchi liberi davanti a loro e voltarono le sedie per parlare e conoscersi meglio.

«Vi conoscete da tanto?» Domandò Kiba che aveva notato il fatto che i due nuovi compagni di classe erano molto legati.

«Praticamente da quando siamo nati. È il mio migliore amico» Rispose sorridendo sereno, perfino Suigetsu che di solito era menefreghista verso i sentimenti altrui notò il profondo affetto di Naruto verso il ragazzo dai capelli neri; quando parlava del suo amico si accendeva una strana luce nei suoi occhi.

«La mia personale disgrazia» Sbuffò fintamente irritato Sasuke.

«Teme. Io mostro il mio amore incondizionato nei tuoi confronti e tu mi parli così?» Cominciò a lamentarsi Naruto recitando la parte del offeso.

«Mostralo al muro magari ricambia» Rispose Sasuke dandogli uno scappellotto sulla testa.

«Ahi. Uccidi tutto il mio romanticismo» Ribadì il biondo fingendo di star per scoppiare a piangere.

«E pensare che in realtà vorrei uccidere te» Disse di nuovo Uchiha. Si erano completamente dimenticati dei due ragazzi seduti davanti a loro, almeno fino a quando non sentirono lo scoppio di una risata. «Siete troppo divertenti» Affermò Kiba sghignazzando.

«Scusate ma state insieme?» Domandò invece Suigetsu leggermente impressionato dal fatto di potersi trovare di fronte ad una coppia gay. Sembravano così uniti, come una coppietta di innamorati.

«No» Rispose freddo Sasuke non dilungandosi oltre. Dopo quella domanda e il modo in cui l'aveva posta già gli stava sul cazzo.

«Stavo scherzando, ci conosciamo da secoli lo faccio sempre» Disse Naruto imbronciandosi lievemente.

«Scusate non volevo offendervi era solo una curiosità. -Affermò Suigetsu notando le loro reazioni- Comunque meglio così sarebbe stato abbastanza schifoso» Aggiunse poi tranquillamente, come se fosse una considerazione ovvia.

Kiba scoppiò nuovamente a ridere e si rivolse al ragazzo dai capelli celesti «Veramente. Niente froci qua dentro, grazie» disse dandogli una pacca sulla spalla.

Naruto a quelle parole sentì una strana morsa all'altezza dello stomaco e trasalì impercettibilmente, si sentiva a disagio. Sasuke notando il leggero cambiamento d'espressione del amico gli mormorò all'orecchio «Che hai?».

Naruto sorrise, un sorriso finto notò Uchiha, e rispose «Niente, niente» scuotendo lievemente la testa.

Kiba e Suigetsu stavano ancora ridendo e facendo battute quando la porta dell'aula si aprì.

«Oh il prof. Ragazzi alla pausa pranzo si sta insieme ok?» Chiese velocemente Kiba mentre spostava la sedia verso il suo banco.

«Fate come vi pare» Rispose stizzito Sasuke. No, decisamente non li sopportava.

«Certo va bene» Si affrettò a dire il biondo con un sorriso che pareva più di circostanza ma di cui i due non si accorsero.

Quando tutti presero posto il professore iniziò a presentarsi. Era giovane, sulla trentina, aveva i capelli color argento, quasi bianchi e una strana mascherina sul viso «Buon giorno ragazzi. Io sono Hakate Kakashi e vi insegnerò letteratura giapponese, spero di passare un buon anno scolastico ma mi raccomando con voi di rispettare le regole...»

Il discorso continuò per un po', poi Kakashi iniziò l'appello facendo la conoscenza dei suoi nuovi alunni e nell'ultima mezz'ora rimasta introdusse gli argomenti che avrebbero affrontato nel corso dell'anno scolastico.

In tutto questo Naruto non stava ascoltando minimamente ed era perso nei suoi pensieri.

«Perché prima hai avuto quella reazione?» Sussurrò improvvisamente Sasuke riportandolo alla realtà.

«Non lo so. Non mi piace il fatto che appaiano così intolleranti, è una cosa che non sopporto. Però forse esagero» Rispose abbassando lo sguardo al suo banco.

«Sicuro? Solo questo?» Chiese nuovamente non del tutto convinto della risposta.

«Si 'Suke, non preoccuparti se ci fosse qualcos'altro te lo direi» mormorò poco convincente.

«Mmmm... Facciamo finta che per ora ci credo, comunque la prossima volta gli spacco la faccia» Concluse sicuro di sé.

«Teme. -lo ammonì per poi dire con voce accalorata ridendo piano per non farsi sentire- Mio cavaliere»

«Mia seccatura» Ribadì Sasuke alzando gli angoli delle labbra in un mezzo sorriso.

«Oddio sembravi Shika» Rise più forte tappandosi la bocca con una mano per non farsi sentire dal professore.

Sasuke si sentì stranamente felice dal fatto di essere riuscito a tirarlo su di morale, nessuno doveva permettersi di far perdere il sorriso a Naruto, per nessuna ragione.

 

Quando suonò il cambio dell'ora una ragazza dai capelli rosa si avvicinò sorridente al loro banco «Ciao ragazzi» li salutò.

Naruto la guardò per un attimo, poi la riconobbe e si fiondò ad abbracciarla «Sakura-chan non ti avevo riconosciuta. Teme guarda è Sakura facevamo l'asilo insieme» Disse euforico facendo un sorrisone che partiva dalle orecchie, stringendo i fianchi della ragazza.

Lei rise divertita «Naruto sto soffocando. Non cambierai mai» lo rimproverò bonaria.

«Ciao Sakura. Come va?» Chiese giusto per cortesia Sasuke.

«Bene grazie Sasuke-kun. Te? Ho sentito che Itachi-san si è trasferito» Rispose la ragazza guardandolo dolcemente, con occhi innamorati.

«Bene. Si ora studia Tokio, torna nei Week-end» La informò con poco interesse per il discorso. Non amava parlare di sé con gli estranei.

«Ed io ho ereditato la sua camera» Affermò fieramente Naruto beccandosi uno sbuffo irritato da parte del ragazzo moro.

Sakura sospirò ammirata «Wow, non credevo che sareste rimasti amici così a lungo»

«Perché no?» Chiese Naruto.

«Beh si cresce e poi il tempo cambia le cose... Io e Ino non ci parliamo da anni ormai» Disse torturandosi le mani con tono avvilito.

«Cosa? Come mai?» Domandò stupito Naruto, Ino e Sakura erano sempre stata ottime amiche quasi come lui e Sasuke.

«Ci piaceva lo stesso ragazzo e...» Lasciò cadere la frase senza continuarla.

«Che stronzata» sbuffò piano Sasuke, ma Uzumaki lo sentì e lo ammonì con un'occhiataccia.

«Mi dispiace Sakura-chan»

«Succede. Sono contenta però di aver ritrovato vuoi due» Disse con un sorriso e poi tornò al suo banco visto che stava per suonare nuovamente il cambio dell'ora.

«Povera Sakura-chan» Mormorò Naruto sedendosi sulla sedia, incrociando le braccia sul banco e poggiando la testa su queste voltandosi verso Sasuke.

«Litigare per una cosa del genere, arrivando perfino a non parlarsi è da immaturi» Affermò Sasuke prendendo dallo zaino i libri della lezione successiva.

«Sì però mi dispiace per lei... Comunque è sempre molto carina» Esclamò cambiando discorso, in realtà non gli importava poi molto se Sakura fosse carina o meno, era giusto una constatazione ovvia.

«Quello è vero» Concordò Sasuke, anche se quella considerazione da parte del ragazzo vicino a lui gli provocava un leggero fastidio.

«Ti piace?» Chiese Naruto, sembrava strano quasi acido.

«È un tipo» Disse alzando le spalle incurante.

Un tipo di scimmia pensò Naruto chiudendo gli occhi e mormorando con tono sprezzante «Come minimo te la porterai al letto spezzandogli il cuore, fai sempre così»

Sasuke fu stupito dalle parole del suo amico, di solito non gli importava di chi si portava a letto «No, non mi interessa farci una scopata».

Naruto alzò la testa di scatto e lo guardò negli occhi «Allora ti piace davvero?», era quasi un'accusa.

«Ma parli la mia lingua? Ho chiaramente detto che non mi interessa» Era irritato dal fatto di dover specificare una cosa ovvia più volte.

«Sicuro? Sicuro?» Chiese nuovamente Naruto.

«Dobe che cazzo sembri una fidanzata gelosa, che c'è?» Domando sull'orlo di una crisi di nervi, lo stava asfissiando.

«No e che... Ecco... - Era in difficoltà così si inventò la prima cosa che gli passò per la testa- Ero curioso tutto qui» Concluse grattandosi una guancia.

«Si va bene, ora sta zitto non voglio prendere una nota il primo giorno» Si affrettò a chiudere il discorso Sasuke.

Dopo questo episodio le lezioni continuarono tranquillamente e la giornata scolastica finì relativamente in fredda. Salutati i loro nuovi compagni di classe i due ragazzi si incamminarono pigramente verso casa Uzumaki.

«Infondo Kiba e Sui non sono così male se si conoscono meglio» Affermò Naruto rompendo il silenzio.

«Tu vedi il buono in tutti» Disse Sasuke stirando le braccia verso l'alto, si sentiva stanco e stressato dalla giornata appena passata, non amava stare a contatto con troppa gente tutta insieme, per lui le ore di scuola erano una tortura.

Arrivarono difronte il portone del palazzo poco dopo, Sasuke stava per entrare ma Naruto lo afferrò per la manica della divisa «Mi prometti una cosa?» Domandò improvvisamente con gli occhi rivolti verso il terreno.

Sasuke fu spiazzato dal cambiamento di tono e la domanda improvvisa, non riusciva a comprendere cosa significasse in quel momento «Che stai blaterando?».

«Voglio solo che prometti di essermi sempre amico.» Disse Naruto alzando lo sguardo su di lui.

«Dobe ma che ti sei fumano durante la pausa pranzo?» Chiese sinceramente convinto che si fosse preso qualcosa di strano.

«Sono serio Sasuke... Giura» Affermò nuovamente.

«Va bene... Giuro» Esclamò convincente aspettando la seconda parte del discorso, perché sapeva che non aveva ancora finito di parlare.

Naruto sospirò e si sedette sul muretto poco lontano dalla porta d'ingresso «Devo dirti una cosa».

L'altro non lo interruppe ma si accomodò di fianco a lui.

Naruto cominciò a balbettare con tono grave «Ci ho pensato molto e oggi ho preso la mia decisione... Credo sia giusto dirtelo... Sei il mio migliore amico e non posso tenertelo nascosto... E beh... È difficile da dire...».

«Smettila di vaneggiare e sputa il rospo» No. Sasuke Uchiha e pazienza non erano due parole che potevano stare nella stessa frase.

Il ragazzo biondo prese un profondo respiro e disse «Mi sono innamorato... di un ragazzo... Quindi credo di essere...» mormorò piano e incapace di guardare il suo amico negli occhi e di finire la frase.

Sasuke rimase paralizzato sul posto per qualche secondo, poi assimilò la frase, o almeno solo la parte che lui riteneva importante: Sono innamorato -figura a caso da eliminare- ecco cosa aveva recepito il suo cervello, e la sua ovvia equazione fu: Naruto + essere sconosciuto = appropriazione indebita di proprietà privata.

«Chi?» Domandò autoritario assottigliando gli occhi.

«Non è un problema se sono gay?» Chiese Naruto stupito dal fatto che su quello Sasuke non avesse battuto ciglio.

«Me ne fotto. Chi è?» Ringhiò nuovamente pronto a prendere appunti mentali su chi avrebbe dovuto pestare a sangue.

Naruto abbassò di nuovo lo sguardo imbarazzato, le gote si erano imporporate di rosso «Te». Fu un sussurrò impercettibile.

Sasuke smise di respirare per un attimo e lo guardò scioccato. Te... quelle due piccole lettere gli vorticavano in testa senza sosta «Come?» domandò incredulo.

«Io... Io... Scusa ho rovinato tutto, lascia perdere» Parlò velocemente Naruto alzandosi dal muretto in cui si erano seduti e affrettando il passo verso il portone del suo palazzo, maledicendosi interiormente.

Sasuke lo bloccò velocemente per un polso «Aspetta» disse voltandolo verso di lui «Non hai rovinato nulla dobe» bisbigliò ad un centimetro dalla sua bocca chinandosi adagio per assaggiarla, fu un bacio lento e dolce, un semplice contatto di labbra. Sasuke lasciò la presa sul braccio di Naruto e gli circondò la vita attirandolo a sé, il corpo caldo e morbido del biondo aderiva perfettamente al suo rendendolo estremamente appagato. Naruto avvertiva distintamente le famose farfalle nello stomaco di cui tutti parlavano da quanto si sentiva agitato e felice e gli occhi erano rimasti aperti e sgranati dalla sorpresa; lentamente, mentre il bacio si faceva più profondo, abbassò le palpebre e portò le mani ad intrecciarsi con i morbidi capelli color ebano mugolando sulle labbra del suo amico.

Dopo qualche minuto si staccarono e Sasuke poggiò la sua fronte su quella del ragazzo più piccolo sorridendo lievemente guardandolo nei profondi occhi chiari.

«Sasuke, ti amo» Disse Naruto diventando completamente rosso fino alle orecchie.

Uchiha si abbassò a baciargli il collo stringendolo più forte e Naruto sapeva che quello era lo strano modo di Sasuke di dire “Anche io”.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre. ***


  

Capitolo tre.

 

Note: Salve, fiuuuu che giornatacce che ho passato, e sto capitolo è stato scritto un po' a spezzoni quindi boh come è venuto fuori, è anche più corto degli altri... mah spero di rifarmi con il prossimo, e poi boh volevo alzare il rating ad arancione, anche perché vorrei inserire qualcosa di più emmm spinto... quindi boh... Vabbè s'è capito che non è giornata, non ci sto molto con la testa sto periodo, infatti ho riempito le note iniziali di boh!! emmm niente via, un bacio e un grazie a chi segue/recensisce/preferisce...

 

-Sai cosa sono i pregiudizi?-

-Opinioni comuni che rimangono irreversibili anche se modificano i dati conosciuti-

-No, è ciò con cui condivideremo da oggi in poi-

 

 

Il sole stava lentamente tramontando e le ombre degli alti palazzi creavano strane figure minacciose, un gioco di luci che si ripeteva da sempre, il buio e la luce si rincorrevano in un circolo infinito. Ma di questo a Sasuke e Naruto non importava, erano abbracciati da lunghissimi minuti sotto casa del ragazzo biondo e il vento serale smuoveva leggermente le loro vesti. Sasuke sfiorò con i polpastrelli una guancia del più piccolo e avvicinò il viso alla sua bocca assaggiandola nuovamente; si erano baciati per così tanto tempo da sentire i loro rispettivi sapori infondo alla gola anche dopo minuti che non si sfioravano. Quando interruppero l'ennesimo bacio Naruto strusciò il suo viso nell'incavo della spalla di Sasuke baciandogli il collo, poi si staccò e guardandolo dritto negli occhi chiese «Ora cosa facciamo?».

«Che intendi?» Domandò l'altro ragazzo attirandolo nuovamente a sé stringendolo tra le sue braccia.

«I nostri genitori... La scuola» Bisbigliò Naruto poggiando la testa sul suo petto.

Sasuke chiuse gli occhi sospirando «Non lo so» davvero non sapeva cosa fare o come comportarsi. Lui e Naruto erano sempre stati amici, ma il loro rapporto non era mai stato semplice amicizia. Lo sospettava da sempre, sentiva che c'era altro, qualcosa di molto più forte; un legame così profondo che sarebbe stato la fine o l'inizio di tutto. Era sinceramente convinto che fossero destinati a stare insieme dalla prima volta che guardò i suoi occhi chiari e puri. Ma nonostante questo non sarebbe stato facile per loro e soprattutto non sapeva come potessero prenderla i loro genitori.

Sasuke prese tra le mani il viso di Naruto e disse sicuro «Tentiamo».

«Vuoi dirlo?» Chiese sorpreso, non credeva che Sasuke volesse già rendere pubblica la cosa, era successo tutto così in fretta da fargli girare la testa.

«Ai nostri genitori sì. È giusto che sappiano... Però, per ora a scuola comportiamoci come sempre» Lo informò della sua decisione. Non aveva timore della reazione dei suoi compagni, non gli importava minimamente cosa pensassero gli altri. Ma sapeva che avrebbero subito degli atti di bullismo o emarginazione, non era stupido, ma in verità non si preoccupava nemmeno di questo, tenerli a bada non sarebbe stato un grosso problema per lui. In realtà era preoccupato per Naruto, lo conosceva e sapeva che dietro la maschera del ragazzino forte e solare si nascondeva insicurezza e timidezza, fingeva così bene che perfino quando si sentiva uno straccio sembrava il ragazzo più felice del mondo. A Sasuke ci vollero anni per capirlo veramente e accettare anche quel lato della persona che amava da sempre.

«Lo diciamo prima ai tuoi va bene?» Chiese Sasuke prendendogli la mano e avviandosi verso la casa di Naruto.

«Non so se è una buona idea» Esclamò Naruto mentre veniva trascinato verso la porta del suo appartamento.

«Ascolta, i tuoi genitori forse la prenderanno meglio dei miei e se avessimo loro due come supporto magari anche mio padre non ne farà una tragedia» Affermò Sasuke, l'ultima cosa che voleva era informare per primo Fugaku Uchiha.

Presero un profondo respiro ed aprirono la porta entrando nell'ingresso di casa Uzumaki.

«Bentornati ragazzi» Disse Mikoto accogliendoli con un sorriso.

Sasuke sgranò gli occhi: cosa diavolo ci faceva sua madre a casa di Naruto?. «Mamma?» disse sorpreso bestemmiando interiormente e maledicendo la proverbiale sfiga che non lo abbandonava mai. Naruto abbassò tristemente lo sguardo al pavimento, nulla da fare per quel giorno.

«Sasuke tesoro stai bene? Sembri strano. Naruto anche te, non hai detto una parola da quando siete entrati, che succede?» Chiese Mikoto preoccupata per il loro strano comportamento, forse era andato male il primo giorno di scuola?.

«Nulla zia, sto bene» Esclamò Naruto dirigendosi velocemente verso la sua camera da letto, senza nemmeno salutare i suoi genitori.

Sasuke dopo la sorpresa iniziale tornò composto e guardando Naruto che saliva le scale a testa bassa domandò con tono quasi glaciale «Madre, come mai è qui?».

Mikoto assunse un'espressione stupefatta e risposte «Kushina mi ha detto che saresti venuto a cena da loro e allora abbiamo pensato di stare tutti insieme, era un po' che non ci vedevamo. Ma Sasuke, qualcosa non va?» finì dolcemente in tono comprensivo, doveva esserci qualcosa il loro comportamento era strano.

«No. Niente, raggiungo Naruto e vado a togliermi la divisa, scusami. Ci vediamo a cena» Disse avviandosi anche lui verso la camera del suo ragazzo.

Ancor prima di fare un passo verso il piano superiore venne intercettato da Minato, che seduto sul divano del salone insieme a suo padre gli domandò «Ehy Sasuke, ma che ha mio figlio?» aveva in mano una birra e la televisione era accesa sintonizzata su qualche programma sportivo.

«Non lo so.» Rispose in tono neutro con un'alzata di spalle.

«Sei sicuro?» Insistette Namikaze.

«Minato, c'è la partita taci. Avranno litigato lasciali fare» Intervenne Fugaku con tono scocciato, tutte quelle chiacchiere già l'avevano innervosito.

Minato scoppiò a ridere cristallino «Spero non ci sia di mezzo qualche ragazza altrimenti finirà nel sangue» disse divertito.

Sasuke s'irrigidì sul posto e scosse la testa per riprendersi, senza nemmeno aspettare la risposta di suo padre a quella battuta -che in verità non voleva sentire- andò nella camera di Naruto. Quando entrò lo notò steso a pancia in giù sul letto con ancora la divisa scolastica indosso.

«Dobe?» lo chiamò dolcemente carezzandogli la testa.

La voce di Naruto proveniva ovattata visto che aveva il viso sprofondato nel cuscino e Sasuke non capì cosa stesse dicendo.

«Scemo se non alzi la faccia non ti capisco» Affermò mezzo divertito dal suo comportamento.

«Non chiamarmi scemo. -Disse Naruto voltandosi verso di lui- Dicevo... che ecco... se non vuoi dirlo oggi non fa nulla»

«Perché pensi che non voglia farlo?» Domandò irritato.

«C'è tuo padre» Mormorò avvilito nascondendo nuovamente la testa nel cuscino.

Sasuke si passò una mano nei capelli e sospirò pesantemente «Senti -inizio a dire- volevo solo aspettare un po' per dirlo a lui... volevo essere sicuro che almeno qualcuno fosse dalla nostra parte. Ma ormai credo sia meglio così, e poi mi spieghi perché dovremmo crearci tutti questi problemi? Cosa stiamo facendo facendo di male? Niente. Io... Lo sai cosa provo, cosa ho sempre provato per te, mi dispiace se non riesco a dirtelo... Ma... Ma lo sai Naruto... So che questo discorso può apparire tutto molto confuso, ma...» Sì bloccò incapace di continuare il discorso. Dio, era dannatamente difficile per lui esprimere i suoi sentimenti.

Naruto si mise seduto sul letto e poggiò la mano su quella di Sasuke «Teme, va bene così lo so» gli sorrise dolcemente stringendo la sua mano.

«Scendiamo?» Chiese Sasuke tornando al solito tono calmo e composto.

«Sì» Rispose il ragazzo dai capelli biondi, alzandosi dal letto senza lasciare la mano dell'altro.

Raggiunsero la cucina notando i loro padri tranquillamente seduti al tavolo discutendo di alcune pratiche di lavoro mentre le loro madri finivano di apparecchiare. Sasuke guardò le loro mani intrecciate, quella di Naruto per l'agitazione era sudata, e strinse un po' di più la presa. Sapeva che doveva parlare lui.

«Padre. Madre. Signori Uzumaki e Namikaze vi dovremmo parlare» Gli era uscito un tono di voce fin troppo formale, più di quello che voleva.

I quattro adulti sentendo quella voce si girarono a guardarli, Mikoto e Kushina notando le loro mani intrecciate si scambiarono un'occhiata consapevole. Minato posò i fogli che aveva in mano e incrociò le braccia in attesa, Fugaku invece chiuse gli occhi e contrasse la mascella nervoso. Sapevano che prima o poi sarebbe successo era solo questione di tempo, e tutti e quattro erano abbastanza preparati per quel l'evento.

Sasuke deglutì e poi disse sicuro «Io e Naruto stiamo insieme». Bene, la bomba era sganciata ora dovevano solo aspettare le loro reazioni.

Fugaku si guardò con Minato e poi sospirò facendo un gesto affermativo col capo, sembrava volesse dire Arrendiamoci all'evidenza, così senza nessun tono particolare di voce disse «Niente in contrario. Ora però smettiamola con le crisi adolescenziali e ceniamo»

«Cosa?» Sasuke era sorpreso, tutto qui? Niente insulti o liti furiose? Solo un misero non mi importa?.

Naruto alzò la testa che aveva abbassato per tutto il tempo guardando i suoi genitori e quelli di Sasuke.

«Quello che vuole dire Fugaku è che non cambia nulla se voi due state insieme o no, vi vogliamo bene allo stesso modo di prima» Aggiunse Kushina sorridendo serena.

Mikoto e Minato annuirono con convinzione.

«Ma non vi facciamo schifo?» Chiese Naruto ancora impressionato dalla situazione e dalle loro parole.

Minato lo guardò comprensivo «Siete i nostri figli come potreste farci schifo?»

«Sì ma... Siamo due ragazzi» Affermò Sasuke.

«Sasuke non importa e poi lo sospettavamo da un po'» disse sua madre dolcemente.

«Eh?» Domandò Naruto.

«Beh si vedeva dai» Rispose Minato ridendo dell'espressione che aveva assunto suo figlio.

«Ah si non fanno altro che filtrare da quando sono piccoli» Aggiunse Kushina, si stava divertendo a vedere i due ragazzi passare dall'espressione sorpresa a quella imbarazzata ogni due secondi.

«Erano così carini quando erano bambini» Disse Mikoto guardando complice la sua amica.

Naruto e Sasuke si scambiarono un'occhiata sorpresa, non si aspettavano di certo una cosa del genere. Naruto gli sorrise felice e allentò la stretta alla sua mano, ormai si stavano rilassando.

«Sì. Sì. Sono carini, lo sapevamo e bla bla bla ora però possiamo passare alle cose serie tipo cenare e tornarcene a casa Mikoto» Disse sbuffando Fugaku, erano già quindici minuti che stavano parlando delle stesse cose.

«Oh giusto! Mi ero dimenticata della cena. Sedetevi» Esclamò Kushina fiondandosi in cucina seguita dalla sua amica.

I due ragazzi si sedettero al tavolo in silenzio, tutto quello era strano e inaspettato ancora dovevano capacitarsi dell'accaduto.

«Ah Naruto ma poi il primo giorno di scuola come è andato? Vi hanno già riempito di compiti?» Chiese Minato curioso.

«CAZZO GLI ESERCIZI DI MATEMATICA!» Esclamarono entrambi alzandosi velocemente da tavola e fiondandosi nella camera di Naruto.

«Merda, è colpa tua dobe non possiamo iniziare l'anno così» Disse alterato Sasuke mentre cercava nel suo zaino il libro di matematica.

«Colpa mia? Teme tra i due sei tu quello geniale!» Rispose piccato Naruto che non trovava il suo.

«Ero preso da altro» Disse laconico sedendosi alla scrivania e iniziando i primi esercizi, per fortuna non erano tanti visto che si trattava del primo giorno.

«Emmm Sas'kè me li fai copiare?» Pigolò il più piccolo facendo gli occhi dolci e cercando di intenerire il suo ragazzo.

«Scordatelo!» Rispose questi guardandolo male e tornando a concentrarsi sulla matematica.

«Sas'kè ti amo tanto tanto tanto, dai mi fai copiare» Pregò Naruto congiungendo le mani davanti al viso e mettendosi affianco a lui.

Sasuke lo guardò e gli sorrise. Bene è fatta pensò Uzumaki festeggiando interiormente. «No» Disse il ragazzo moro trasformando il suo sorriso in un ghigno.

«TEME!» Gridò Naruto arrabbiato scagliandosi contro di lui per rubargli il quaderno.

 

Al piano di sotto i loro genitori ascoltavano diverti e rassegnati le loro urla.

«Ragazzini» Esclamò Fugaku scuotendo la testa.

«Non cambieranno mai» Disse Minato cominciando a ridere di gusto mentre sentiva suo figlio urlare “razza di bastardo senza cuore” al piano di sopra.

«Sarà dura» Sospirò Mikoto.

Gli altri non risposero nulla ma erano d'accordo con lei, il percorso che i due ragazzi avevano scelto di intraprendere brulicava di ostacoli. Ma insieme c'è l'avrebbero fatta, di questo ne erano assolutamente certi.

 

Dopo più di mezz'ora di lotta all'ultimo sangue i due ragazzi si ritrovarono sdraiati sul letto, uno sopra all'altro, Sasuke seduto sul bacino di Naruto gli teneva i polsi sopra la testa e lo guardava vittorioso. Naruto s'imbronciò e voltò la testa dall'altra parte offeso. Il ragazzo moro si sporse verso il suo collo e lo baciò dolcemente lasciandogli liberi i polsi.

«Che fai?» Chiese Naruto buttando le sue braccia dietro la sua schiena e attirandolo verso di sé.

«Ritiro il mio premio» Rispose tranquillamente Sasuke passando le labbra sul suo orecchio.

«Sas'kè... puff... sme... tila. Soffro il... hahaha... solletico» Naruto rise e si contorse quando gli soffiò nell'orecchio e lo sfiorò con baci leggeri.

«Mmmm» Mugolò Sasuke tornando a succhiarli e lambirgli il collo. Inserì una mano sotto la camicia della divisa e cominciò a sfiorargli i pettorali. Non credeva che il corpo di un uomo potesse essere così morbido ed eccitante.

Naruto gemette e di mala voglia portò le mani davanti al petto di Sasuke spingendolo lontano da lui «Sas'kè non ora» sussurrò piano.

«Scusa, hai ragione» Disse chinandosi nuovamente sulla sua bocca per un bacio casto e abbracciandolo stretto contro di lui.

Era ancora presto per qualcosa di più profondo di un semplice bacio, con Naruto le cose dovevano accadere lentamente, nel modo giusto. Perché Naruto era quello giusto.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro. ***


  

Capitolo quattro.

 

Note: Sera. Ecco questo è meno zuccheroso ma l'argomento che andrò ad introdurre -che poi avevo già mezzo introdotto con il secondo- sarà di rilievo solo in questo capitolo, no niente tragedie tranquilli! Ah nel prossimo alzo il rating in arancione, volevo alzarlo in rosso ma credo che poi alcune di voi non possano leggere e non mi sembra giusto visto che ho iniziato con il rating giallo, per cui mi trattengo da metterci una lemon troppo descrittiva! Ma ci sarà lo stesso ovviamente ^.^. un bacio grande!

NB: Alcune frasi in questo capitolo possono risultare molto offensive verso gli omosessuali, mi scuso ma è per la storia non è assolutamente il mio pensiero!

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Tre mesi. Da quando si erano dichiarati e avevano reso i loro genitori partecipi di questo erano passati tre lunghi mesi. Sereni e pieni d'amore. L'amore con la A maiuscola, quello che speri non finisca mai, che ti riempe il cuore di gioia e pace e ti fa vedere il mondo con occhi diversi. Quell'amore che anche se passeranno gli anni e ci saranno altri a farti battere il cuore non dimenticherai mai, ricorderai di quel tempo felice con un dolce sorriso sulle labbra e la stessa tenerezza di allora. Quel primo amore con cui condividerai tutte le tue esperienze, che si prenderà la tua prima volta con una tale delicatezza da far battere il tuo cuore all'unisono con quello della tua persona speciale. Quel sentimento potente e sconvolgente che speri con tutto te stesso possa durare in eterno.

Sasuke e Naruto camminavano in silenzio avviandosi verso il loro istituto superiore, il freddo dell'inverno inoltrato penetrava sotto la spessa superficie delle divise e i loro caldi respiri a contatto con l'esterno si condensavano creando una fitta e piccola nebbiolina. Non avevano ancora reso pubblica la loro relazione per timore della reazione dei loro compagni, per cui al di fuori delle mura domestiche erano costretti a comportarsi come gli amici di sempre, la situazione ormai stava diventando pesante, soprattutto per Naruto, che non desiderava altro che poter mostrare liberamente ciò che provava. Nelle prime settimane in cui si erano dichiarati ne avevano discusso animatamente per giorni, ma Sasuke si rifiutava di cambiare idea, non per lui, ma per il ragazzo che amava. Voleva proteggerlo. Ma passare tre anni fingendo di essere ciò che non erano più risultava ancor più insostenibile delle eventuale ritorsioni dei suoi compagni per il ragazzo dagli occhi azzurri.

«Possibile che siete sempre in ritardo?» Gridò sorridente Kiba facendogli un gesto di saluto, li stava aspettando, come tutte le mattine, poco fuori il cancello della scuola.

In quei primi mesi del nuovo anno scolastico Kiba e Suigetsu si erano avvicinati molto ai due ragazzi, scoprendo anche di avere diversi interessi in comune. Kiba adorava la musica così come Naruto e disquisivano giornate intere su chi fosse questo o quel cantante migliore, quando il ragazzo castano scoprì che Uzumaki sapeva suonare la chitarra per poco non cominciò a scodinzolare per fargli le feste. Ad entrambi piaceva mangiare e guadare horror alla televisione fino a tardi ed erano competitivi su tutto, si sfidavano nelle competizione più assurde finendo quasi sempre in parità e sgridati dalla preside, visto che combinavano giornalmente qualche casino. Sasuke e Suigetsu invece risultavano più pacati, scoprirono di avere li stessi gusti letterari e di amare praticamente li stessi videogiochi. Ad occhio esterno la situazione poteva apparire perfetta, ma purtroppo non era così. Il pensiero dei due sugli omosessuali precludeva a Naruto e Sasuke di considerarli veramente degli amici e renderli partecipi delle loro vite, facevano buon viso a cattivo gioco e condividevano serenamente le ore scolastiche e le rare uscite pomeridiane, tutto questo era divenuto una recita per i due.

Naruto come al solito alla vista di Kiba e dei cancelli dell'istituto trattenne un conato di vomito, da qualche settimana ogni mattina si svegliava con l'ansia che gli attanagliava lo stomaco e doveva correre in bagno a rimettere il nulla, stava diventando sempre più difficoltoso nascondere il colorito pallido che aveva ogni volta che usciva di casa e Sasuke da un paio di giorni si era fatto ancora più silenzioso osservandolo per minuti interi.

«Buon giorno Kiba» Disse con un sorriso di circostanza mentre questo gli dava una poderosa pacca sulla spalla.

Uchiha si limitò ad alzare il mento velocemente in un gesto di saluto continuando a camminare con le mani in tasca.

«Sempre logorroico il tuo amico eh!» Esclamò Kiba ridendo e seguendo i due ragazzi verso la loro classe.

«Lo sai odia svegliarsi presto la mattina» Rispose tranquillamente il ragazzo biondo, il tono di voce pareva stanco.

Sasuke non parlò, ma osservò di sottecchi con preoccupazione il colorito del suo ragazzo divenire ogni minuto che passava sempre più pallido, nessuno se ne era accorto ma lui che lo conosceva da anni sapeva che stava per succedere qualcosa di grave. Dopo le lezioni doveva assolutamente parlargli.

I tre si sedettero ai loro banchi e Naruto sospirò stancamente poggiando la testa sul freddo legno «Che cavolo di sonno» disse sbadigliando rumorosamente.

«Come no il sonno» Sussurrò tra sé Uchiha torturando con le mani il suo zaino, doveva stare calmo o sarebbe scoppiato a scuola e non era il caso.

«Begli amici! Grazie di avermi aspettato eh!» Urlò sarcasticamente Suigetsu dal fondo dell'aula camminando verso i tre ragazzi.

«Mica uno di noi è la tua ragazza che ti deve aspettare» Affermò il ragazzo castano dandogli un cinque come saluto. Naruto mormorò un ciao e Sasuke alzò distrattamente una mano per buona educazione, quei due erano l'ultimo dei suoi problemi in quel momento.

Suigetsu ricambiò i saluti poi si buttò a peso morto sul suo banco rivolgendosi a Kiba «Grazie cane rognoso ma prediligo le tette».

«Non preoccuparti sardina ammuffita la mia aspirazione nella vita non è di certo farmelo mettere in culo da te» Rispose con tono schifato storcendo la bocca.

Sasuke per la rabbia repressa spezzò la matita che aveva tra le mani, stava per alzarsi e spaccare la faccia di quelle due bestie che aveva difronte, quella non era la mattina adatta per le loro battute squallide. All'ennesimo “Cazzo ora che ci penso i froci scopano dove la gente normale di solito le fa uscire le cose. Dio, che schifo” la sua pazienza stava per saltare, ma si bloccò vedendo Naruto alzarsi di scatto dalla sedia e correre fuori dalla porta tenendosi una mano davanti alla bocca.

«Ma che gli è preso?» Chiese preoccupato Suigetsu guadagnandosi un'occhiata piena d'odio da Uchiha che senza degnarsi di rispondergli seguì Naruto fuori dalla classe, sicuramente si era fiondato al bagno dei maschi pensò, ed infatti lo trovò lì, chino sul lavandino mentre vomitava anche l'anima.

«Naruto?» Chiamò dolcemente massaggiandogli la schiena percossa dalle convulsioni.

Quando Uzumaki si calmò prese un profondo respiro e si sciacquò la bocca con dell'acqua fresca «Sto bene. Deve avermi fatto male qualcosa che ho mangiato ieri» disse con voce rauca, il colorito era peggiorato da bianco a giallo e le profonde occhiaie si notavano ancora di più.

Sasuke lo guardò alterato e poi scoppiò urlandogli contro «Cazzate! Sono settimane che stai così, credi sia così scemo da non averlo notato?».

«Davvero, non è niente» Mormorò abbassando lo sguardo al pavimento.

Sasuke poggiò le sue mani sulle spalle e avvicinò la fronte alla sua tornando a parlargli teneramente «Non mentirmi. So qual è il vero motivo. Non devi ascoltarli capito? Sono persone inutili».

«Lo so ma...» Si bloccò gli occhi pizzicavano per le lacrime trattenute e la frustrazione.

«Continua» Disse Sasuke attirandolo a sé e stringendolo tra le braccia, dando un bacio sugli scompigliati capelli biondo grano.

«Fa male. Mi fanno sentire come se stessimo facendo qualcosa di sbagliato» Bisbigliò sulla spalla del compagno poggiandosi stancamente a lui.

«Ascolta. Noi non facciamo nulla di male, se c'è qualcuno che sbaglia quelli sono loro» Affermò con convinzione carezzandogli delicatamente la schiena e sporgendosi a sfiorare le sua labbra per un piccolo bacio.

Naruto sgranò gli occhi «Sas'kè se ci vedono? Non avevi detto che...» venne bloccato da un altro bacio più profondo del precedente, le lingue lottavano nelle loro bocche rincorrendosi e carezzandosi. Le mani di Naruto si artigliarono ai capelli corvini di Sasuke spingendolo di più verso di lui, mentre quest'ultimo gli circondava la vita con le sue attirando il corpo caldo di Naruto verso il suo petto.

Quando si staccarono Uchiha disse «Tanto vale smetterla di nascondersi, volevo proteggerti e non farti stare male ma ormai è inutile. Così è solo peggio».

Naruto lo abbracciò nuovamente senza dire una parola e respirò il profumo della sua pelle.

«Te la senti di tornare in classe?» Chiese preoccupato Sasuke, forse dovevano farsi fare un permesso per uscire prima, nonostante il colorito fosse migliorato lo vedeva ancora pallido.

«Sì, ora sto meglio» Disse con un leggero sorriso tranquillizzando l'altro ragazzo.

Uscirono dai bagni e raggiunsero la loro alula, appena furono entrati il professor Kakashi, che aveva già iniziato a fare lezione, chiese «Uzumaki, Uchiha, volete spiegarmi il perché di questo ritardo?»

Sasuke risposte composto e rispettoso «Ci scusi professore ma Uzumaki non si è sentito bene e l'ho accompagnato in bagno».

«Capisco, ora come stai? -Chiese rivolto a Naruto- Vuoi andare in infermeria?» Domando notando il colorito del ragazzo.

«No la ringrazio, ora mi sento meglio» Rispose Naruto.

«Va bene. Allora sedetevi così possiamo finalmente continuare la lezione».

I ragazzi si sedettero ai loro banchi e stettero in silenzio, fortunatamente durante le ore di lezione nessuno poté domandare nulla al ragazzo biondo, pareva quasi che i professori si fossero messi d'accordo per entrare e uscire dalle classi nel cambio dell'ora in pochi secondi, era già molto riuscire a scambiare qualche battuta con il proprio compagno di banco.

Dopo una lunga e piena mattinata suonò la pausa pranzo e Kiba si avvicinò verso il banco di Naruto e Sasuke «Amico, ma che avevi prima?».

Naruto si guardò con Sasuke poi decise di mentire, sì avevano stabilito di non nascondersi più ma non gli sembrava il caso di farlo proprio oggi, e poi non voleva rendere partecipe Kiba del perché era stato male «Ecco, credo di aver fatto indigestione con qualcosa».

«Indigestione? Io e Sui stavamo per prenderci un infarto dalla preoccupazione per un'indigestione? Scemo» Affermò indignato incrociando le braccia al petto.

«Quanto sei tragico. -Disse Suigetsu rivolto verso di lui- Comunque Sasuke, capisco che eri preoccupato ma quello sguardo potevi anche risparmiartelo» Concluse ammonendolo e abbassandosi a prendere il pranzo dentro lo zaino.

Uchiha contrasse la mascella e prendendo Naruto per la mano si alzò incamminandosi verso la porta «Fottiti» Disse mentre trascinava il suo ragazzo.

Suigetsu lo raggiunse poco fuori la loro aula mettendogli una mano sulla spalla «Cazzo ti rode oggi eh?» Domandò si stava leggermente incazzando anche lui.

Kiba staccò la mano del ragazzo dalla spalla del Uchiha e disse «Ok basta! Cerchiamo di non litigare per nulla» stava tentando di placare l'animo dei due.

Naruto strinse la mano di Sasuke mormorando un «Teme smettila» che non fu sentito dall'altro, era così pieno di rabbia che se non fosse che rischiava l'espulsione avrebbe ammazzato di botte quei due seduta stante «Ascoltatemi pezzi di merda, -sibilò velenoso- mi sono rotto le palle di voi e delle cagate che escono dalle vostre bocche. Evaporate».

«Sasuke, ti prego» Lo richiamò Naruto tentando di farlo ragionare.

Kiba lo guardo furioso «Porca troia Uchiha vedi di andartene affanculo».

Naruto trattenne Sasuke da scagliarsi contro il ragazzo castano mettendosi di fronte a lui «Smettila, l'hai detto tu che non ne vale la pena».

Uchiha lo guardò e sospirò pesantemente «Hai ragione. Scusami» prendendo nuovamente la mano del più piccolo nella sua.

«Oddio! -Esclamò Suigetsu in lampo di consapevolezza- Quini non mi sbagliavo»

Intanto Sasuke, senza più degnarli di uno sguardo, trascinò via Naruto andandosene prima di perdere definitivamente la pazienza e combinare qualche casino.

«Di cosa?» Chiese Kiba che non aveva capito niente di ciò che era successo.

«Stanno insieme» Affermò l'altro voltandosi verso di lui.

«Ne sei sicuro?» Domandò nuovamente, sorpreso da quello che aveva appena detto il suo amico.

«Kiba ti prego, è palese» Disse sicuro poggiandosi al cornicione della finestra del corridoio.

Kiba osservò il punto dove erano spariti Uchiha e Uzumaki «Ora che si fa?».

Suigetsu lo guardò assottigliando gli occhi «Mi terrò alla larga da quei due. Meglio non avere nulla a che fare con quelli come loro» Sputò fuori schifato.

«Già. Però Naruto era simpatico» Disse Kiba leggermente dispiaciuto della situazione, anche se condivideva pienamente il pensiero dell'altro ragazzo.

«Simpatico o meno è pur sempre una checca» Esclamò Suigetsu entrando in classe, non aveva voglia di uscire.

Kiba lo seguì e si mise seduto al suo banco tirando fuori il pranzo e iniziando a mangiare in silenzio.

 

Intanto sul tetto della scuola Naruto se ne stava seduto accanto a Sasuke «Forse hai un po' esagerato» Disse in tono di ammonimento.

«Un cazzo. Se lo meritavano» Sbuffò offeso, lui lo difendeva e doveva beccarsi pure una ramanzina?.

Naruto sospirò passandosi una mano tra i capelli e scuotendo la testa, meglio non mettersi a litigare si disse. «Non voglio che ti metti nei guai. Tutto qui» Riferì avvolgendo le sue braccia al collo dell'Uchiha, attirandolo verso di sé baciandolo con veemenza.

Sasuke ricambiò il bacio portando Naruto sopra di lui, tra le sue gambe. Si staccò dalla sua bocca e passò a lambirgli il collo mentre gli massaggiava i fianchi con movimenti circolari, scendeva sempre più giù, lentamente, fino a sfiorare il cavallo dei sui pantaloni.

Uzumaki sospirò prendendogli il viso tra le mani e guardandolo negli occhi «Teme-maniaco, siamo a scuola» disse sorridendo solare.

«Non capisco se ci fai apposta o sono io che scelgo le situazioni meno adatte» Borbottò il suo ragazzo lamentandosi.

Naruto scoppiò a ridere di gusto alla vista di Sasuke che sembrava un bambino imbronciato. Piegò la testa di lato e disse «Un po' e un po'. Comunque stasera i miei non ci sono» diventò rosso fino alla punta delle orecchie dopo aver finito la frase.

Il ragazzo moro bloccò le sue lamentele e lo guardò sorpreso, sbaglio o quello era un invito?, si chiese ghignando. «Mmmm e che vuoi fare stasera?» Domandò al suo scemo preferito tornando a succhiargli il collo come un vampiro.

Naruto si staccò imbarazzato, alzandosi in piedi e agitando le mani davanti a sé in gesti negativi «Nulla. Nulla. Era la situazione... Il momento... Io non voglio fare niente».

Uchiha inarcò un sopracciglio guardandolo scettico «Sei assurdo dobe».

L'altro ragazzo gonfiò le guance e incrociò le braccia, mancava veramente poco che sbattesse perfino i piedi a terra.

Sasuke si alzò in piedi e circondò la sua vita con un braccio attirandolo a sé «Va bene. Va bene. Cena romantica e coccole?» propose baciandogli teneramente una guancia.

Naruto si sciolse e annuì felice «Sas'ké dovremmo tornare in classe, la pausa è finita da un po'» lo informò di mala voglia, in realtà avrebbe preferito restare solo con lui fino alla fine delle lezioni.

«Dai andiamo» Disse porgendogli la mano e accennando un sorriso Sasuke.

Camminarono tranquillamente per i corridoi affollati tenendosi per mano, poco importava cosa pensassero gli altri di loro. Erano liberi di amare e stare con chiunque volessero senza dare nessuna spiegazione.

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque. ***


  

Capitolo cinque.

 

Note: Hola! Ehehehe dai vabbè si sa che succede in 'sto capitolo, ecco non so se è troppo spinto, non mi vengono bene le vie di mezzo! Se ho violato qualche regola del sito ditemelo che modifico quella parte... e ho inserito un personaggio di cui di solito non scrivo mai! Indovinate un po' chi è! XD.

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Il pomeriggio passò in modo lento e noioso. Tutti erano venuti a conoscenza che Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha avevano una relazione, la notizia si era sparsa a macchia d'olio provocando le diverse e bizzarre reazioni del complesso di studenti. C'era chi li guardava con odio, schifandoli quando gli passavano affianco considerandoli la feccia della società, chi li insultava o faceva battutine acide e piene di veleno provocando la reazione dell'Uchiha che li metteva a tacere con uno sguardo fiammante, chi li guardava con pietà e commiserazione provocando ancora più fastidio di chi li provocava e chi si prodigava a paladino della giustizia difendendoli senza nemmeno conoscerli, solo per farsi vedere tolleranti. Erano pochi quelli che giustamente se ne fregavano e continuavano come se niente fosse le loro attività scolastiche, tutti gli altri erano persone inutili che basavano la propria esistenza e il proprio pensiero sulle scelte altrui omologandosi alla massa incapaci di avere una personalità propria. Gente vuota, parassiti che vivevano alle spalle degli altri giudicando chi gli era intorno, vivevano una vita diversa dalla loro solo per non trovarsi di fronte allo schifo che li circondava. Sasuke li osserva bisbigliare al loro passaggio e dentro di sé ringhiava di rabbia, avrebbe voluto farli tacere, metterli al loro posto urlandogli contro che lui era una persona libera, ed essendo libero aveva il diritto di amare chi voleva e come voleva. Ma la mano stretta nella sua gli impediva di mettersi nei guai, non poteva permettersi di finire sospeso per rissa e lasciare solo in quel covo di serpi il suo ragazzo. Lui e Naruto attraversarono i corridoi semi deserti della loro scuola e imboccarono l'uscita, la giornata era stata ardua e opprimente da superare, sentivano sulle spalle tutta la stanchezza di quelle ore e si trascinavano lentamente verso casa del ragazzo biondo. I genitori di Naruto erano partiti per il Week-end in modo da stare un po' soli e farsi una piccola vacanza, e Sasuke, dopo aver ottenuto il benestare dai suoi, aveva deciso di passare quei due giorni a casa del suo ragazzo.

Naruto una volta arrivati sospirò stancamente infilando la chiave nel buco della serratura aprendo la porta, appena entrato gettò malamente a terra il suo zaino e si stravaccò sul divano senza nemmeno togliersi le scarpe «Sono sfinito» sputò fuori chiudendo gli occhi e portando un braccio a coprirgli il volto.

Sasuke si tolse lentamente le scarpe e la giacca della divisa, posò il suo zaino vicino a quello di Naruto sciogliendosi poi la cravatta asfissiante, odiava portarla. Stirò le braccia verso l'alto in modo da sciogliere un minimo la tensione e si massaggiò il collo con una mano «Mi sento a pezzi. Senti vogliamo ordinare qualcosa per cena o cuciniamo?» chiese a Naruto sedendosi vicino a lui.

Naruto allungò le gambe che sentiva pesanti poggiandole sul grembo del ragazzo moro e disse «Ordiniamo. Non ci riesco a cucinare. Pizza?».

Sasuke si allungò verso il telefono lì vicino «D'accordo. Come la vuoi?» domandò componendo il numero della pizzeria a domicilio, dopo tutte le serate passate insieme a vedere film lo sapeva a memoria.

«Margherita. Non mi va nulla di troppo pesante» Rispose poggiando la testa sul bracciolo del divano e chiudendo di nuovo gli occhi ricordandosi tutti gli avvenimenti della giornata, quando Sasuke concluse la conversazione al telefono disse sorridente «Ma non mi avevi promesso una cenetta romantica e coccole?».

Sasuke lo guardò divertito prendendolo per le braccia ed issandolo sopra di lui «Per la cena ti conviene accontentarti, le coccole invece mi sembrano una splendida idea» Rispose ghignando e sottolineando in modo strano la parola coccole. Arpionò la testa bionda con una mano e lo baciò con forza, inserendo la propria lingua nell'umida e calda cavità giocando con quella del compagno e succhiandola ogni tanto quando i loro muscoli si spostavano nella sua bocca.

Dopo qualche minuto Naruto si staccò in cerca d'aria e gli diede un buffetto di ammonimento sulla testa «Queste non sono coccole maniaco» esclamò ridendo solare ad un centimetro dalla sua bocca. Le labbra di entrambi erano rosee e gonfie.

«Punti di vista. Per me lo sono» Affermò Sasuke leccandogli lascivamente una guancia e scendendo a slacciare i bottoni della camicia di Naruto, sfiorò i suoi caldi pettorali con i polpastrelli massaggiando il torace con movimenti leggeri, dall'alto in basso, fermandosi all'attaccatura dell'inguine per poi ricominciare in una lenta e dolce tortura, intanto lasciava sul collo brunito succhiotti e baci rumorosi.

Naruto era perso in tutte quelle nuove sensazioni, aveva il respiro pesante e gemeva ad ogni tocco di Sasuke, infilò le sue mani all'interno della camicia del compagno mimando i movimenti sulla sua schiena.

Sasuke si staccò e slacciò i primi bottoni cominciando anche lui a svestirsi. Il campanello suonò d'improvviso cogliendoli di sorpresa.

«Dio, è una congiura» Borbottò Uchiha alzandosi da lui per andare ad aprire, quella era sicuramente la cena, si maledisse per aver ordinato e ci mancò veramente poco che buttasse il povero e innocente fattorino giù dalle scale. Quando tornò nel salone e vide Naruto con la camicia aperta ad aspettarlo si diede un potente schiaffo mentale costringendosi a non saltagli addosso «Dove ci mettiamo? Cucina?» chiese controvoglia.

Naruto piegò la testa di lato e domandò con aria innocente «Ma te hai davvero fame?».

Sasuke ghigno gettando malamente i cartoni delle pizze sul tavolo, tornò sopra a Naruto e mormorò al suo orecchio «No» cominciando a succhiargli il lobo.

Naruto era così imbarazzato che stava man mano sfiorando tutte le gradazioni del rosso ma con un pizzico di coraggio disse «Non è meglio se ci spostiamo in luogo più comodo?».

Da quando il dobe è così intraprendente? Pensò Sasuke che però lo attirò a sé e lo prese in braccio appena finì di parlare, alzandosi dal divano.

«Che fai?» Gridò Naruto circondando con le gambe la sua vita per non cadere a terra.

«Ti porto in un posto più comodo, ovvio» Asserì Sasuke camminando verso la camera di Naruto e mordendogli una spalla prima di gettarlo sul letto, rise e si posizionò nuovamente sopra di lui, sembrava così piccolo al suo cospetto. Un lampo di consapevolezza lo colpì proprio in quel momento. Per Naruto quella era la sua prima volta. Deglutì agitato, non sapeva come comportarsi, non voleva rovinare la prima volta di Naruto e lui non era mai stato delicato con le ragazze che aveva avuto, alcune gli avevano dato dell'egoista. In effetti durante il sesso pensava solamente al suo piacere e mai a quello delle sue amanti.

Naruto notando la faccia preoccupata di Sasuke scoppiò a ridere cristallino «Teme smettila di bisticciare con il criceto che hai in testa. Non mi farai male, lo so» Disse dolcemente avvolgendo le braccia al suo collo e attirandolo più vicino a lui.

«Non ne sarei così sicuro» Mormorò Sasuke abbassando la testa, le lunghe ciocche corvine coprivano i suoi profondi occhi color pece.

«Sas'kè. -sussurrò prendendo il suo viso tra le mani e guardando in quei pozzi neri- Ti amo. Ti amo più di qualsiasi cosa al mondo, e non è una frase fatta, sarei disposto ad inseguirti per anni interi se mi scivolassi dalle dita. Prenderei i tuoi insulti e le tue urla in silenzio e continuerei ad amarti comunque. Tu sei sempre stato tutto per me. Un amico, un fratello, l'uomo che amo e la mia anima gemella, ne sono certo e nulla mi farà cambiare idea»*.

Sasuke sgranò gli occhi stupito dalla sincerità di quelle parole e lo strinse dolcemente contro il suo petto «Naruto... Io... Io ti amo, davvero perdonami se sono stato incapace di dirtelo prima» confessò in un mormorio baciandolo teneramente su una tempia. Il suo carattere di natura schiva e fredda in quei tre mesi di relazione gli impedì di confessare pienamente la completezza dei suoi sentimenti, ma dopo aver ascoltato quelle parole cariche d'amore non riuscì più a trattenersi.

Si baciarono nuovamente con trasporto e Sasuke lo spogliò completamente, quando finì quasi non si strozzò con la sua stessa saliva vedendolo per la prima volta interamente nudo, quel corpo sotto di lui era magnifico, così dannatamente sensuale e le morbide curve dei fianchi erano una della cose più belle che avesse mai visto. Se Naruto non fosse stato l'amore della sua vita l'avrebbe preso così, a secco, arrivando perfino ad usargli violenza. Cercò di calmarsi mentre continuava ad osservare ogni piccolo centimetro di quella pelle.

Naruto si sentiva tremendamente imbarazzato dalle occhiate cariche di desiderio dell'altro e per spostare la sua attenzione borbottò «Tu sei ancora vestito».

Sasuke tornò in sé e sorridendo soffiò nel suo orecchio «Rimedio subito». Si spogliò velocemente mostrando l'interezza del suo corpo all'altro, sovrastandolo nuovamente e strusciandoglisi contro, pelle contro pelle.

Naruto alla vista del corpo nudo sopra di lui arrossì violentemente, era immenso, non credeva che Sasuke potesse essere così muscoloso, i vestiti nascondevano fin troppo bene le spalle larghe e forti che erano quasi il doppio delle sue, le gambe erano toniche e su di queste passavano tese fasce di muscoli, la pelle lattea splendeva quasi e... E... Ok, come diavolo poteva far entrare quel coso dentro di lui? Pensò preso dal panico cominciando a respirare pesantemente.

Sasuke si sorprese vedendo Naruto sgranare gli occhi agitato e carezzandogli i capelli disse «Shhh calmo tesoro, se vuoi possiamo fermarci qui per oggi».

«No non voglio... Fermarmi... È che... Che... Credo sia troppo... Troppo grande» Bisbigliò rischiando l'auto-combustione per l'imbarazzo.

Sasuke sentendo le sue parole buttò la testa indietro ridendo di gusto, poi tornò serio e sfiorandogli teneramente una guancia disse «Non ti farò male. Lo giuro».

Naruto respirò profondamente rilassandosi, lasciandosi andare ai suoi tocchi. Si strusciavano uno contro l'altro mentre il desiderio cresceva. Con tutta la delicatezza possibile Sasuke preparò Naruto ad accoglierlo dentro di sé strappandogli dei rumorosi gemiti. Il cuore di entrambi batteva così forte da voler quasi uscire dai loro petti. Fare l'amore con la persona che si ama cambia il modo di vere le cose, ti completa, diventando una sola anima in due corpi distinti. Platone affermava che ognuno di noi ha la sua metà, colui o colei che insieme a te crea l'essere perfetto, raggiungendo insieme la più completa felicità. L'altra metà della mela. Basta trovarla e tutto vi apparirà più chiaro. Capisci di aver trovato la tua parte mancante quando il solo vedere il suo viso ti rende sereno, quando lo stomaco si contrae dolorosamente ad ogni suo tocco, quando leggi nei suoi occhi la stessa devozione che provi tu per lui o lei. È questo ciò che gli uomini chiamano vero amore.

Sasuke strinse la mano di Naruto mollemente abbandonata sul materasso tra la sua, la sollevò al viso e ne baciò il dorso penetrandolo lentamente e sussurrando sulle sue labbra mentre lo baciava con riverenza «Ti amo».

Naruto ansimava sotto di lui sentendosi quasi spaccare in due, ma con tutto il poco fiato che aveva nei polmoni mormorò dolcemente «Anche io Sasuke».

Fecero l'amore per tutta la notte, dolcemente, con forza e passione, così da legare i loro corpi e le loro anime con funi invisibili. Si addormentarono serenamente abbracciati, finalmente completi.

 

La mattina dopo, un bel sabato mattina, la porta dell'abitazione si aprì lentamente. Gli era stato detto che li avrebbe trovati a casa Uzumaki così decise di fargli una sorpresa, era molto che non vedeva i due ragazzi e voleva passare del tempo con loro come una volta. Sicuramente stavano ancora dormendo. Si avvicinò alla camera degli ospiti dove di solito dormiva Sasuke e la aprì di scatto per fargli uno scherzo, ma non vi trovò nessuno. Sbuffò e si avviò verso quella di Naruto, certamente si erano addormentati insieme parlando fino a tardi. Quando aprì la porta, prima di poter dire qualsiasi cosa, si bloccò spalancando gli occhi sorpreso. Erano lì nudi ed abbracciati.

 

 *Hahaha ok più veritiera di sta frase non c'è nulla secondo me!

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Capitolo 6
*** Capitolo sei. ***


 

Capitolo Sei.

 

Note: Salve, ah si qui saranno OOC perché LUI non lo so caratterizzare e mi incasina pure gli altri personaggi. in questi giorni sono stata super veloce ad aggiornare che da domani fino al fine settimana sarò impegnata, ci si legge Domenica -spero-. Grazie a tutte le fantastiche ragazze che seguono/recensiscono/ricordano e preferiscono! Scusate eventuali errori ma sono in frettissima stasera!! La foto non c'entra niente con il capitolo, ma era troppo carina e lo messa lo stesso! ^.^

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Era lì. Di fronte a quella porta, osservava sconvolto la scena che gli si presentava davanti agli occhi: Naruto e Sasuke abbracciati teneramente sul letto, completamente nudi. Amanti. Se fosse stato qualcun altro forse avrebbe trovato quella situazione estremamente dolce, ma non la pensava così; se ne stava rigido sul posso assumendo un espressione contrariata, la situazione era grave. Con un cipiglio sul viso si incamminò verso la cucina di casa Uzumaki sedendosi al tavolino posto al centro della stanza. Doveva risolvere quel problema, il prima possibile. Si passò una mano tra i lunghi capelli neri e sospirò pesantemente. Questa volta il suo Otouto aveva esagerato.

 

Sasuke aprì lentamente le palpebre ancora assonnato, una macchia gialla davanti ai suoi occhi gli copriva la visuale della stanza, ci mise qualche secondo per capire dove fosse e cosa fosse successo la notte precedente, quando il sonno lo abbandonò definitivamente stirò le labbra in un leggero sorriso sprofondando il viso sulla zazzera bionda che aveva accanto, mugolando appagato respirandone il profumo. Si era innamorato come un cretino, lui che si considerava incapace di provare tali sentimenti in realtà aveva scoperto di essere innamorato da sempre. Baciò delicatamente la fronte di Naruto e scese dal letto attento a non svegliarlo, stirò le braccia intorpidite sopra la testa sciogliendo i muscoli della schiena, si chinò a terra raccogliendo i suoi boxer per poi dirigersi verso la cucina sbadigliando sonoramente, aveva assolutamente bisogno di un caffè caldo per svegliarsi del tutto. Quando raggiunse la sua meta notò una figura scura in penombra seduta al centro della stanza, ci mise poco a riconoscere chi fosse «Nii-san?» chiamò attonito, Itachi doveva essere a Tokio per l'università, cosa ci faceva lì? Nonostante lo stupore iniziale fece un immenso sorriso e si mosse verso di lui per abbracciarlo, quel giorno si sentiva felice come non lo era mai stato, nulla poteva rovinare quel momento. Quanto si sbagliava.

Itachi si alzò e ricambiò rigido l'abbraccio «Buon giorno Sasuke», il tono era strano e glaciale, il minore se ne accorse e si staccò da lui osservandolo prudente, qualcosa non andava.

«È successo qualcosa?» Domandò preoccupato.

Itachi si sedette nuovamente sulla sedia e incrociando le gambe disse freddo «Dimmelo tu».

«Non capisco, di cosa stai parlando?» Chiese impressionato dallo strano comportamento del fratello maggiore.

«Non capisci? -Sembrava si stesse alterando per qualcosa- Forse il fatto che ho sorpreso mio fratello e il suo, suppongo, ex migliore amico nudi in un letto può avermi stupito, non trovi?. Sasuke dimmi che non è ciò che penso» concluse guardandolo intensamente negli occhi.

Sasuke sospirò pesantemente, era il momento delle spiegazioni «Io e Naruto stiamo insieme», disse tranquillamente, capiva lo stupore iniziale del fratello per averli sorpresi in una situazione del genere, ma come l'avevano accettato i suoi genitori l'avrebbe fatto anche Itachi. Almeno così sperava.

«Stai scherzando?» Domandò alzando leggermente il tono di voce.

Sasuke sgranò gli occhi alla sua reazione e sussurrò un flebile «No, Itachi io...».

Non lo fece finire di parlare che gli inveì contro «Naruto è un uomo dannazione, come pensi di vivere se stai con un uomo? Chi ti prenderà a lavorare?»

«Non è così, le persone non si giudicano per il loro orientamento sessuale» Rispose con tono acido, si stava scaldando e sentiva le mani tremare dalla rabbia.

«Svegliati Otouto è così che gira il mondo» Esclamò allo stesso modo in cui gli aveva risposto Sasuke.

Il minore abbassò la testa e strinse i pugni «Credevo che ne saresti stato felice».

«Dovrei essere felice di una cosa contro natura?» Sputò fuori acido.

Quelle parole colpirono Sasuke come un potente pugno nello stomaco mozzandogli il respiro. Itachi resosi conto che forse aveva un po' esagerato si calmò e disse «Scusami Otouto. Non è solo il fatto che sei gay il problema»

«Cosa?» Domandò alzando di nuovo la testa e guardandolo negli occhi.

Itachi chiuse i suoi e disse «Posso anche accettare il fatto che ti sia innamorato di un uomo, ma ti rendi conto che è Naruto?».

«Quale cazzo è il problema se sto con Naruto? È un ragazzo e allora? Me ne fotto di quello che pensa la gente» Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo contro suo fratello.

«Ti ripeto il problema non è solo il fatto che è un uomo. Quello è il male minore, se vogliamo metterla in questi termini» Ribadì rigido e serio con il solito tono glaciale.

Sasuke stava per parlare ma venne interrotto dal rumore di passi che si avvicinavano alla cucina «Teme perché urlavi?» domandò Naruto facendo il suo ingresso nella stanza, poi si accorse di Itachi e con un sorriso enorme gridò felice fiondandosi ad abbracciarlo «Itachi nii-san che bella sorpresa».

Itachi ricambio lievemente l'abbraccio e poi si staccò da lui, Naruto si accorse dell'atmosfera tesa e chiese guardando prima l'uno e poi l'altro «Che succede?».

«Nulla. -Rispose Sasuke sfiorando leggermente il suo braccio- Vai a cambiarti dobe sei ancora in pigiama» Concluse dolcemente, lo voleva lontano da lì, doveva parlare con Itachi da solo.

Prima che Naruto potesse anche solo pensare di risponde l'Uchiha maggiore si rivolse a lui «Per qual motivo tu e Sasuke state insieme?».

Naruto non capì il senso di quella domanda e rispose d'impulso «Perché ci amiamo».

«Per me non è così» Disse calmo il ragazzo più grande.

Naruto lo guardò stranito, che diavolo stava dicendo?.

«Smettila, tieni fuori Naruto da questa storia. -Affermò Sasuke infuriato- Andiamo a cambiarci, dopo parlerò da solo con Itachi» Disse rivolto a Naruto e scoccando un'occhiataccia al maggiore come avvertimento.

Naruto non parlò e lo segui mogio, perché non finivamo mai di avere problemi? Prima la scuola, ora Itachi. Perché erano tutti contro di loro? Pensò tristemente mentre si infilava in silenzio i pantaloni della tuta, Sasuke lo abbracciò da dietro e disse «Dobe su è solo la sorpresa vedrai che risolverò tutto» gli posò un leggero bacio sulla testa e si staccò da lui.

«E se Itachi dovesse dirti di lasciarmi?» Domandò flebilmente con gli occhi lucidi puntanti al pavimento. Sapeva che veniva prima Itachi, era sempre stato così.

Sasuke non rispose e si diresse in cucina lasciandolo solo, in realtà in quel momento non sapeva nemmeno cosa dire «Andiamo fuori» disse a suo fratello aprendo la porta d'ingresso e aspettando che lo raggiungesse. Intanto Naruto era scoppiato a piangere seduto contro la parete della sua camera con le ginocchia al petto.

 

«Allora qual è il vero problema? Non è che sono gay vero?» Chiese Sasuke arrivando dritto al punto, erano fermi davanti la porta chiusa di casa Uzumaki.

«No non propriamente. Sono fermamente convinto che abbiate confuso affetto fraterno con amore» Rispose non spostando il suo sguardo da quello del minore.

«Ne sei convinto? Che cazzo ne sai? Sono tre anni che non ti fai vedere, come pretendi di comprendere quello che ci lega? Sono cambiato, lui è cambiato, è tutto completamente diverso da quando eravamo bambini» Sputò fuori con rabbia.

«Appunto! Vi conoscete da quando eravate in fasce, è normale che in un momento delicato come l'adolescenza i sentimenti possano confondersi» Ribadì con convinzione Itachi.

«Quindi sei venuto qui per sputare sentenze? Non mi serve un psicologo Itachi» Era furioso, non riusciva a capire perché suo fratello non potesse semplicemente accettare ciò che lo rendeva felice.

«No, ero qui per rivedere mio fratello e un vecchio amico. Sono qui per farti capire che stai sbagliando. Sia per te stesso, che per Naruto e per i nostri genitori» Affermò sicuro di sé incrociando le braccia al petto.

«Che intendi dire? Cazzo finisci un discorso» Gli inveì contro sempre più agitato.

Itachi lo guardò stupito dal suo comportamento, non sembrava nemmeno suo fratello, si stava facendo comandare dai sentimenti che provava «Quando finirà. Perché finirà, oltre a far del male a Naruto rovinerete anche un rapporto di amicizia costruito in anni. Lo sai, nostra madre considera Kushina come una sorella e nostro padre, per quanto non lo ammetti, prova per Minato ciò che io provo per te. Sono sempre stati una famiglia, e voi egoisticamente la state rovinando».

Sasuke non poteva credere a quello che aveva appena ascoltato, Itachi davvero pensava quelle cose? «Credi davvero che sia così?» domandò gelido.

«Sì» Rispose altrettanto freddo il maggiore.

«Perfetto se è così non abbiamo altro da dirci. Puoi anche andartene» Disse aprendo la porta di casa.

Itachi lo bloccò per una spalla «Sasuke ascolta...» venne fermato dal tono deluso e arrabbiato di suo fratello «No, ero disposto perfino a mettermi contro papà per stare con Naruto e tu non sei diverso da lui, non lo lascerò, se accetterai la cosa ne sarò felice altrimenti... Per me sei morto» staccò la presa dalla sua spalla e chiuse violentemente la porta, per la prima volta nella sua vita era andato contro il volere di suo fratello.

Itachi guardò la porta chiusa davanti a sé e si passo una mano sul viso, forse questa volta ho sbagliato io, pensò incamminandosi fuori. Non aveva compreso quanto forte potesse essere il loro legame.

 

Sasuke si sdraiò sul divano del salone, la testa gli doleva e si sentiva distrutto, sapeva che avrebbe dovuto raggiungere Naruto e rassicurarlo ma in quel momento non se la sentiva, era arrabbiato e deluso dal comportamento di Itachi. Si alzò, aveva bisogno di non pensare a nulla, raggiunse lo stereo vicino alla televisione e vi inserì il primo cd che trovò, qualsiasi cosa andava bene pur di non ricordare le accuse di suo fratello. Tornò al divano stendendosi nuovamente e, mentre le prime note della canzone si perdevano nella stanza, chiuse gli occhi.

Naruto ancora seduto a terra sentì la musica che proveniva dal salone, si diresse lentamente nella stanza e vide Sasuke, si avvicinò a lui stendendoglisi dolcemente sopra e abbracciandolo per i fianchi, il ragazzo moro sentendo il peso che lo sovrastava aprì lentamente gli occhi trovandosi di fronte quelli chiari e profondi di Naruto, erano rossi e gonfi, aveva pianto. Carezzò gentilmente la sua guancia e lo baciò a fior di labbra mormorando «Naruto, te vieni prima di Itachi».

Il ragazzo biondo a quella confessione affondò la testa nell'incavo della spalla di Sasuke dicendo «Mi dispiace».

«Di cosa?» Chiese Uchiha cominciando a massaggiargli lievemente la schiena, si stava rilassando, Naruto aveva il potere di calmarlo e renderlo sereno con un solo tocco.

«Itachi... È colpa mia se...» Sasuke gli prese il viso tra le mani baciandolo in modo violento impedendogli così di finire la frase.

«Se qualcuno ha una colpa allora quello è lui. Capirà, ci vorrà tempo ma capirà» Affermò quando si staccò dalle labbra del suo ragazzo.

Naruto passò le mani nei capelli corvini e iniziò ad accarezzarli lievemente baciando ogni tanto il collo di Sasuke. Uchiha lo strinse forte a sé lasciandosi andare alle sue carezze.

Non era vero quello di cui era convinto Itachi, non stavano insieme per abitudine, non si erano innamorati solo perché si conoscevano da anni. Se avesse osservato attentamente il sorriso sereno di Sasuke quando guardava i profondi occhi blu della persona che amava o il modo in cui Naruto osservava Sasuke, si sarebbe reso conto che era molto più profondo il loro di qualsiasi altro finto amore etero avesse mai incontrato sul suo cammino.

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Capitolo 7
*** Capitolo sette. ***


 

Capitolo sette.

 

Note: Lo so. Lo so. Avevo detto domenica. Ma avete presente quanto ti svegli la mattina (alle 6) vai alla tua fermata a prendere il pullman, con la pioggia che nonostante l'ombrello ti lava per quanta viene giù, e... e ovviamente il pullman non passa. Bene se c'è l'avete presente potete capire che sono leggermente alterata e mi sono sfogata scrivendo. Comunque questo capitolo personalmente mi piace molto e ho amato scriverlo, un po' perché ho messo le bassi per una delle mie coppie preferite, un po' per la parte finale e perché credo di essere tornata IC con i personaggi, e a questo proposito ringrazio Mente libera per la recensione, davvero. Se sforo un'altra volta tiratemi le orecchie, so che è un AU quindi magari il carattere varia dall'originale però vorrei essere più fedele possibile ^:^. Baci, baci, baci, baci a tutte!!

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Itachi Uchiha camminava lentamente, con le mani nelle tasche dei suoi pantaloni, attraversando il vecchio parco in cui lui, Sasuke e Naruto giocavano quando erano piccoli. L'inverno ormai inoltrato impediva agli abitanti di Konoha di uscire dalle loro calde case per cui quel posto era quasi deserto, pochissime persone sfidavano il freddo di quel giorno per una passeggiata all'aria aperta. Itachi si sedette su di una scomoda e vecchia panchina ripensando agli avvenimenti di quella mattina. Sapeva di essere stato esagerato e di aver detto cose che molto probabilmente nemmeno pensava veramente, ma mancava da casa da più di tre anni, se ne era andato lasciando un Sasuke ancora ragazzino ed era tornato trovandosi difronte quasi un adulto, un uomo pronto a difendere le sue scelte e i suoi ideali, non era preparato a questo, il suo istinto protettivo nei confronti del fratello minore gli aveva impedito di vederlo cresciuto. Semplicemente voleva proteggerlo, evitargli di soffrire e far soffrire. Ma gli uomini sono creature libere, hanno il diritto di vivere le loro esistenze come meglio credono e nessuno può avere la presunzione di tappargli le ali, nemmeno a fin di bene. Itachi era sempre stato convinto di questo, ma quando le situazione vengono vissute in prima persona non si è mai pronti per reagire nel modo più opportuno.

«Sono stufo di giocare a nascondino» Disse imbronciandosi un ragazzino moro di quattro anni.

«Cosa vuoi fare?» Chiese suo fratello maggiore sbuffando rassegnato, doveva badare a suo fratello e il suo amico praticamente ogni sabato pomeriggio.

«A rincorrerci. A rincorrerci» Gridò euforico saltellando qua è là un bambinetto dai grandi occhi blu.

«Non mi va» Rispose l'altro bambino, voleva fare qualcosa di meno faticoso quel giorno, magari potevano andare sulle altalene? Si sembrava una buona idea.

«Uffa» Sbuffò il piccolo dagli occhi chiari gonfiando le guance e mettendo il broncio.

Il ragazzino moro lo guardò per un attimo e poi disse distaccato «Non mi è venuto in mente nulla facciamo come dice Naruto, ok Nii-san?».

«Emmm ok» Rispose il più grande sorpreso dal fatto che il suo otouto avesse detto sì a qualcosa che non avesse proposto lui.

Itachi sospirò al ricordo e sorrise lievemente, era stato veramente cieco per tutti quegli anni. Forse quella strana relazione aveva davvero un futuro.

 

Una bella ragazza di sedici anni passeggiava nel parco guardando gli alberi spogli stringendosi nel lungo e pesante cappotto rosso che portava, avrebbe fatto meglio a rimanersene a casa ma sentiva il bisogno di stare sola con i suoi pensieri e di quel periodo il posto migliore per farlo era il parco semi deserto. Distrattamente notò qualcuno seduto alla panchina a qualche metro da lei, sembrava un viso famigliare, quando lo riconobbe sgranò gli occhi e accelerò il passo «Itachi-san» chiamò felicemente avvicinandosi a lui sorridendo.

Itachi la guardò confuso non riconoscendola. Era una ragazzina, quasi sicuramente dell'età di suo fratello, grandi occhi verdi e lunghi capelli rosa lasciati sciolti. Aguzzò la vista, aveva qualcosa di conosciuto quel volto sorridente.

«Perché non gli piaccio?» Si lamento una bambina di circa cinque anni con le lacrime agli occhi, accucciata vicino ad un cespuglio del parco.

«Ehy tu! Sei Sakura? Guarda che tua madre ti cerca» Le disse un bambino più grande dandogli un buffetto sulla testa per ottenere la sua attenzione.

Lei lo guadò stupita, era così simile a Sasuke-kun, «Te chi sei?» Domandò osservandolo attentamente. Eh si! Era identico.

«Mi chiamo Itachi. Ora vado, se perdo di vista otouto papà mi uccide. Tua mamma era là» Disse il ragazzino indicandogli un punto dietro di lei e salutandola.

«Sakura?» Disse sorpreso non appena la riconobbe.

Lei rise accomodandosi vicino a lui «E già, sono proprio io».

Itachi la osservò per qualche secondo, anche lei era veramente cresciuta, e la cosa lo sorprese ancora di più visto che erano passati più di tre anni dall'ultima volta che l'aveva vista «Sei molto cambiata» esclamò tornando a guardare il parco dinanzi a sé.

«Bah... Io mi vedo sempre uguale» Rispose lei stringendosi le spalle per il freddo.

«Passata la cotta per Sasuke?» Domandò lui senza il benché minimo interesse ma solo per parlare, però quando posò il suo sguardo su di lei seppe di aver detto la cosa sbagliata, nuovamente nell'arco di quella giornata.

«Si e no. -Rispose lei leggermente triste- È innamorato di qualcun altro quindi dovrò farmela passare».

«Già» Sbuffò lui ricordandosi di chi era innamorato suo fratello e del fatto che sembrava lo avessero saputo tutti prima di lui.

Lei si mise a ridere di gusto stupendo Itachi che più che una risata si aspettava un commento al vetriolo sulla coppia «Dio, ora che ci penso quei due insieme scommetto che sono una coppia comica micidiale. Ho ragione? Litigano su tutto vero?» Chiese con un'enorme sorriso sulle labbra.

«Non ne ho la minima idea» Rispose Itachi guardando le sue labbra, era veramente carina ora che la osservava meglio.

«Ah no? -Domandò lei sbattendo le palpebre stupita. Poi le venne in mente una cosa e disse- Giusto, scusa, sarai tornato da poco è normale».

Itachi sospirò pesantemente «Non è per quello».

«Non capisco. Allora cosa?» Chiese lei piegandosi in avanti, puntando i gomiti sulle sue gambe e poggiando la testa tra le mani.

«Non lo so. Io, non credo siano fatti per stare insieme» Sputò fuori lui.

Sakura assunse una strana espressione e si tirò di nuovo su di scatto, voltandosi verso di lui e guardandolo dritto negli occhi «Perché? Perché sono due ragazzi? Che cambia eh? L'amore è sempre amore, non conta di chi ti sei innamorato. Uomo o donna che sia, basta che sia vero. Sinceramente, quando mi è stato detto che stavano insieme ci rimasi male, e ancora ci sto male visto che è successo un giorno fa, ma sai che ti dico? Si vedeva Itachi. Il loro è un rapporto chiuso, nessuno può entrarci o mettersi in mezzo, è così da sempre, vivono in un mondo tutto loro quando sono insieme. E poi Sasuke-kun sorride solo a Naruto, è qualcosa di... Di... Non so nemmeno spiegarlo, credo che quel tenue sorriso nasconda tutto l'amore che prova per lui. E nonostante tutto sono felice per loro. Capisci? Non dovresti giudicarli solo per il loro sesso» concluse il discorso continuando a guardarlo seriamente negli occhi. Itachi ne rimase stupito, era davvero una ragazza buona e intelligente, sorrise lievemente e mormorò «Grazie Sakura».

Lei ricambiò il sorriso e disse «Figurati. Per così poco».

«Ora devo andare. -Affermò Itachi alzandosi dalla panchina- Ma, la prossima volta ti andrebbe di bere un caffè insieme?» Finì rivolto alla ragazza.

Lei arrossì leggermente «Va bene» rispose imbarazza.

«Ciao Sakura» La salutò lui tornando su i suoi passi verso la casa di Naruto.

Sakura ampliò il leggero sorriso trasformandolo in uno enorme, in fondo la vita riservava sempre delle belle sorprese. Anche nei periodi più bui.

 

Naruto se ne stava seduto sul divano del salone con la televisione accesa e lo sguardo rivolto verso di essa, in realtà non stava minimamente ascoltando ciò che veniva trasmesso in quel momento e nemmeno stava pensando a quello che era successo in mattinata, semplicemente tentava in tutti i modi di non pensare a nulla. Sasuke gli aveva proposto di andare da qualche parte visto che era sabato ma lui non se la sentiva proprio di uscire, così Uchiha decise di andare nella camera di Naruto a finire gli esercizi per il lunedì successivo, era inutile parlare con Naruto quando era in quello stato, in quei tre mesi poi era capitato molto spesso. Gli serviva tempo, solo quello.

Sasuke si sentì abbracciare da dietro, non si girò sapendo già chi fosse «Teme io ho fameeee» si lamentò Il ragazzo biondo poggiando la testa sulla sua spalla e trascinando l'ultima lettera della frase fino all'inverosimile.

«Vai in cucina e mangia» Disse gelido troppo concentrato sui compiti per dargli retta.

«No. Ho avuto un'idea geniale» Affermò ridendo e staccandosi da lui.

«Tu hai idee?» Domandò scettico Sasuke, da quando i dobe erano diventati pensanti?

«Bastardo -disse mettendo il broncio, nemmeno due secondi dopo tornò a sorridere dicendo- Andiamo da Ichiraku?».

«Neanche morto» Rispose fulmineo Sasuke, non avrebbe mangiato quella porcheria per nulla al mondo.

Naruto lo guardò per qualche secondo poi adottò la sua tecnica segreta: prenderlo per sfinimento. «Dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai...» Cominciò a pregare saltellandogli intorno.

Sasuke si mise una mano sulla fronte e scosse la testa esasperato «Ti odio quando fai così».

«È un sì?» Chiese sorridente Uzumaki.

«Sì» Sbuffò lui fermandosi dall'ucciderlo, gli aveva fatto tornare il mal di testa.

Nemmeno due secondi dopo Naruto lo stava praticamente trascinando verso la porta di casa ridendo cristallino, Sasuke cercava di staccarselo di dosso senza successo e borbottava contrariato lamentandosi del fatto di essersi messo con un'idiota.

Quando il campanello li sorprese bloccandoli a pochissimi passi dalla loro meta, Naruto cambiò espressione rabbuiandosi improvvisamente, andò ad aprire già sapendo chi si sarebbe trovato davanti. Infatti era Itachi. Ogni volta che si sentiva felice, qualcosa o qualcuno doveva rovinare quel momento, ogni dannatissima volta. Stava per sbattergli la porta in faccia nonostante sapesse che era il fratello del suo ragazzo e quest'ultimo teneva a lui, quando la voce dell'Uchiha maggiore lo riportò alla realtà «Mi dispiace -quelle due semplici parole bloccarono Naruto e Sasuke sul posto, Itachi continuò a parlare spiegandosi- Ho esagerato. Sasuke te sei libero di amare chi vuoi ed io non ho il diritto di immischiarmi nella tua vita. E poi ho capito che in realtà “state insieme” da molto più tempo di quello ufficiale» concluse Itachi guardandoli entrambi, sembrava sincero.

Naruto fece un enorme sorriso e gli saltò praticamente al collo urlando «Nii-san, ti strangolo. Questa mattina mi hai quasi fatto morire d'infarto».

Itachi rise leggermente per poi rivolgersi a Sasuke «Otouto staccami di dosso il tuo strambo ragazzo».

Sasuke scosse la testa divertito non servivano parole o eclatanti dimostrazioni d'affetto fra loro due per capire che era tutto risolto. Prese Naruto per le spalle tirandoselo contro «Buono su dobe, sennò non ti porto a spasso» disse dandogli delle leggere pacche sulla testa.

«Teme, mica sono un cane» Disse offendendosi e gonfiando le guance.

Itachi li osservò, Sakura aveva ragione erano un vera coppia comica «Dove eravate diretti?».

«Da Teuchi, ovviamente» Urlò Naruto euforico.

Sasuke si mise le dita nelle orecchie e disse «Dobe, potresti parlare con un tono di voce normale? Sembri un megafono».

Naruto gli fece la linguaccia «Esagerato. -disse rivolgendosi poi ha Itachi- Vieni con noi?».

«Certo! È tanto che devo magiare un buon piatto di ramen» Accettò volentieri il maggiore dei fratelli Uchiha.

Passarono un tranquillo pomeriggio da Teuchi e quando fu ora di rientrare le strade dei ragazzi si divisero. Itachi tornò a casa dei suoi genitori e Sasuke e Naruto si diressero all'appartamento di quest'ultimo.

«Mi sono divertito» Affermò Naruto camminando di fianco a Sasuke.

«Mmm» Rispose l'altro prendendo la mano di Naruto nella sua.

«Non ricordavo che Itachi fosse così simpatico» Continuò Il ragazzo biondo.

Sasuke per tutta risposta alzò le spalle e non rispose.

Naruto lo guardò stranito e disse «Sempre logorroico eh?».

Uchiha ricambiò lo sguardo ma non disse nulla, continuarono a camminare in silenzio (o almeno Sasuke in silenzio, Naruto aveva borbottato per tutto il tragitto) fino a quando non raggiunsero casa Uzumaki.

Naruto si tolse le scarpe e con uno sbuffo raggiunse la camera da letto «Ah sono pieno! Felice e ho sonno, la giornata perfetta» disse abbracciando il cuscino.

Sasuke si era tolto la maglietta e lo guardava scuotendo la testa, un bambino era meno infantile del dobe «Naruto, alza il culo dobbiamo lavarci» ordinò strattonandolo per una spalla.

«Eh? No Sas'kè e dai sono stanco, la faccio domani mattina la doccia» Si lamentò usando il cuscino come scudo tra se e il suo ragazzo.

Sasuke inarcò un sopracciglio vedendo il dobe fare il... Beh dobe e strappandogli di mano il temibile (idiota di un Naruto) cuscino lo prese per i fianchi e se lo buttò in spalla.

«Teme malefico» Urlò Naruto mezzo arrabbiato e mezzo divertito sbattendo i piedi in aria e aggrappandosi stretto a lui.

Sasuke, entrati in bagno, lo poggiò delicatamente a terra. In realtà aveva intenzione di affogarlo sotto la doccia ma non era il caso di andare in galera per l'omicidio di un cretino. Aprì la doccia e finì di spogliarsi «Prima la faccio io, poi te e non protestare» disse bloccando le lamentele di Naruto sul nascere.

In realtà Uzumaki in quel momento stava pensando a tutto meno che lamentarsi, la sera prima non aveva potuto vederlo benissimo nudo era troppo concentrato su “altro” per osservare i minimi particolari di quel corpo bianco. Deglutì rumorosamente e si mise le mani sulla faccia per non guardare. Dopo qualche minuto sentì qualcosa battergli sulla testa, tolse le mani dal viso e alzò gli occhi «Baka che diavolo stavi facendo?» era Sasuke nudo e bagnato davanti a lui che gli dava dei leggeri pugnetti sulla testa. Naruto a quella vista rischiava seriamente l'epistasi o l'infarto.

Sasuke sogghignò e avvicinò i loro bacini facendo sgranare gli occhi al suo compagno «Mmmm mi sembra che tu abbia un problemino qui in basso» disse strusciandosi sensualmente contro di lui. Tolse la sua maglietta arancione e passò le labbra a lambirgli i pettorali leccandogli il contorno di un capezzolo, lo spinse fin sotto la doccia ancora aperta e gli sfilò i pantaloni allacciando le sua gambe alla schiena continuando a far frizionare i loro bacini.

Naruto sospirava pesantemente avvolgendo le sue braccia al collo di Sasuke e buttando indietro la testa inarcandosi ad ogni strusciata, sentì distintamente le dita del suo ragazzo passare tra lo spacco delle natiche e prepararlo delicatamente, quando fu pronto allargò ancora di più le gambe aspettando di essere riempito da lui.

Sasuke sorresse le cosce di Naruto con entrambe le mani e si spinse completamente dentro di lui in un solo colpo, avvertiva il corpo contro di sé tremare e gemere di piacere ad ogni penetrazione. Dopo poche e potenti spinte vennero entrambi accasciandosi al suolo sfiniti.

«Sei un pervertito» Lo accusò Naruto tentando di far tornare normale il suo respiro.

Sasuke posò mollemente una mano sul suo fianco massaggiandolo dolcemente «Come se non ti piacesse» affermò ghignando.

Naruto gli scoccò un occhiataccia per poi sorridere sereno. Anche quel giorno era passato e sembrava essersi risolta ogni cosa. Sembrava.

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Capitolo 8
*** Capitolo otto. ***


  

Capitolo otto.

 

Note: Salve bellezze! Ecco qui l'ottavo capitolo, non ho molto da dire oggi -meglio così-. Un bacio. Grazie a chi segue/ricorda/preferisce/recensisce e chi legge solamente!

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Sabato sera. Ore 1.25 di notte. Al di fuori della discoteca Bunshin* quattro giovani sedicenni se ne stavano seduti su di un muretto fumando e parlando tranquillamente tra loro.

«Sui, passami una sigaretta! Ho dimenticato di prenderle prima» Disse un ragazzo dai corti capelli arancioni rivolgendosi all'amico. Per non essere nemmeno maggiorenne era ben piazzato e molto alto, incuteva timore il solo guardarlo in faccia. Nonostante questo però era da sempre stato un ragazzo gentile e disponibile se non lo si faceva arrabbiare.

«La prossima volta comprale» Rispose Suigetsu lanciandogli il pacchetto di Malboro rosse.

Tutto era come ogni sabato sera; Suigetsu, Kiba, Jugo e Sai si incontravano da qualche parte e passavano la serata assieme: giocando ai videogiochi, al bar davanti ad una bottiglia di birra, mangiando pizza al taglio e passeggiando per le strade di Konoha, oppure, come quella sera, andando in discoteca. Ormai erano anni che si conoscevano ed erano diventati un gruppo affiatato.

Sai, il ragazzo dai corti capelli neri e dagli occhi grigio scuro, si sporse leggermente verso Suigetsu e dandogli una pacca sulla spalla parlò deridendolo «Ho sentito che vai in classe con due froci».

«Che palle. Ero riuscito giusto a dimenticarmene stasera» Disse il ragazzo interpellato sbuffando infastidito.

«Ma non eravate amici?» Chiese serenamente Jugo mentre si accendeva una sigaretta.

Lui fece una smorfia disgustata dicendo «Scherzi? Il solo fatto che devo vederli tutti i giorni in classe mi fa ribrezzo».

In tutto questo Kiba non aveva ancora espresso la sua opinione, restava in silenzio con lo sguardo perso davanti a sé. Era d'accordo con il suo amico e la pensava alla stessa maniera ma le sue parole le trovava fin troppo pesanti alle volte. «Forse stai esagerando» Sussurrò a voce bassa rivolgendosi a lui.

«Li difendi?» Lo accusò il ragazzo dai capelli celesti guardando scocciato.

«Non credo ci sia nulla da difendere e comunque non lo farei. Però... In fondo, cosa ci hanno fatto quei due di male per parlarne così?» Domandò alzando le spalle indifferente.

«Ma se ci hanno preso per il culo tre mesi interi» Sputò fuori acido l'altro.

Sai a quella frase scoppiò a ridere schernendo Suigetsu con un'occhiata significativa.

«Non in quel senso deficiente!» Gli urlò contro ammonendolo.

Kiba continuò il suo discorso «Non dico di approvare le loro scelte, ne che domani andrò da Uzumaki a fare l'amico, ma pensandoci bene la cosa dovrebbe rimanerci del tutto indifferente. Cazzo mi frega con chi scopano!» In quei due giorni aveva ripensato cos'era successo a scuola e capì che di quei due semi sconosciuti non gli importava nulla. Ognuno viveva come voleva.

«Fanno schifo» Ribadì Suigetsu incrociando le braccia al petto.

«Beh molto normale non è! Ma a voi cosa vi importa? L'essere umano è libero di vivere la sua vita come meglio crede se le sue scelte non intaccano gli altri» Intervenne con tono calmo e piatto Jugo.

«Cazzo! Cos'è il pro-gay day? Ma fottetevi, mi sono rotto le palle di voi perbenisti. La pensate come me ma non volete dirlo ecco qual è la verità» Affermò Suigetsu scendendo dal muretto in cui era seduto e andandosene lontano da loro senza nemmeno salutare. Non ne capiva il motivo ma Uzumaki e Uchiha insieme gli davano tremendamente fastidio. Quelli erano i momenti in cui si sentiva tremendamente frustato.

 

Domenica pomeriggio Naruto, Sasuke e Itachi avevano deciso di passarla insieme guardandosi un film a casa del ragazzo biondo. Nonostante il maggiore dei fratelli Uchiha provasse ancora un po' di disagio a passare del tempo con loro come coppia, si stava progressivamente abituando all'idea. A nemmeno metà del secondo tempo si alzò dal divano e disse «Scusate ragazzi ma vi devo salutare» infilandosi il lungo cappotto nero poggiato alle sue spalle.

«Ma come? Vai di già?» Domandò Naruto deluso, visto che quel giorno sarebbero tornati i suoi genitori sperava che sarebbe rimasto a cena con loro.

Itachi sorrise in sua direzione «Si mi spiace ma ecco... Volevo fare un giro al parco, è molto che non tornavo a Konoha». Il tono di voce era leggermente incerto.

La cosa non sfuggì a Sasuke che chiese sorridendo lievemente, come se avesse intuito qualcosa «Appuntamento?».

Itachi fu colto di sorpresa «No! -si affrettò a dire- Volevo solo fare un giro per conto mio».

Naruto scoppiò a ridere vedendo il maggiore degli Uchiha così agitato «Itachi Nii-san chi è la fortunata?» Chiese curioso.

«Sfortunata» Lo corresse Sasuke divertendosi a mettere suo fratello a disagio.

Itachi scosse la testa esasperato e si incamminò velocemente verso l'uscita «Nessuno!» urlò sbattendo la porta di casa dietro di sé.

Naruto sbatté le palpebre stupito e poi scoppiò nuovamente a ridere «Secondo me gli piace davvero qualcuno» disse guardando il suo ragazzo.

Sasuke alzò un sopracciglio immaginandosi suo fratello innamorato e la trovò una cosa assurda «Mi rimane difficile vederlo in una situazione del genere».

«Non ci vedevi nemmeno te, eppure...» Affermò con un leggero sorriso Uzumaki lasciando in sospeso la frase. Eppure ti sei innamorato di me.

Sasuke si sporse verso di lui e lo bloccò tra il suo petto e il divano sussurrando malizioso ad un centimetro dalla sua bocca «E chi ti dice che non stia con te solo per il sesso?».

«Mmmm non ci avevo mai pensato Uchiha, forse dovrei lasciarti» Rispose con lo stesso tono Naruto circondandogli la vita con le gambe e alzando il viso congiungendo le sue labbra con quelle del compagno per un bacio casto.

«Oppure anche tu potresti sfruttarmi per questo» Propose Sasuke mordendogli il collo e strusciandosi su di lui, in un modo che era tutto all'infuori di innocente.

«Mi pare un'ottima idea!» Esclamò Naruto ridendo. Quelli erano i momenti in cui si sentiva estremamente felice.

 

Intanto Itachi era ritornato al parco sperando di incontrarvi Sakura, si sentiva uno stupido per questo ma parlare con quella ragazzina lo rendeva sereno come non lo era mai stato in vita sua. La fortuna pareva sorridergli quel giorno visto che la trovò poco dopo seduta alla solita panchina del pomeriggio precedente, il leggero vento le smuoveva le ciocche di capelli rosa sulla fronte; pareva stesse riflettendo su qualcosa di molto importante era immersa nei suoi pensieri, e lui guardandola la trovò estremamente bella in quel momento.

Quando Sakura notò la presenza del ragazzo sorrise lievemente in sua direzione, felice di incontrarlo di nuovo. Lui si sedette accanto a lei non dicendo una parola. Passarono diversi minuti senza dirsi nulla, semplicemente si beavano della presenza dell'altro al loro fianco.

«Allora questo caffè?» Interruppe quella pace la ragazza voltandosi verso di lui e guardandolo in un modo che Itachi non comprese, sembrava felice, i suoi occhi splendevano di una luce che non aveva mai visto, pareva la stessa luce che intravide una volta negli occhi di suo fratello guardando Naruto. Non ne capiva il motivo, il ragazzo che amava da sempre era innamorato di uomo e mai avrebbe potuto stare con lui, eppure non sembrava triste per questo. Quegli occhi lo inchiodarono sul posto come se fossero una calamita. Si ritrovò a pensare a quanto fosse cieco e idiota Sasuke per non accorgersi della folgorante bellezza e dolcezza di quella ragazza. La sentiva così simile a lui e così diversa allo stesso tempo da mandarlo in confusione per la prima volta. Con Sakura tutto era una prima volta. Non aveva mai sorriso a qualcuno che non conosceva, non era mai stato felice di parlare con gli altri e mai ne aveva ascoltato i consigli, lei riusciva invece ad avere la sua completa attenzione.

Itachi schiarì i suoi pensieri e fece un gesto affermativo col capo. Si incamminarono verso la caffetteria più vicina e una volta ordinati i loro caffè sedettero ad un tavolo.

«Come stai?» Domandò Itachi parlandole direttamente per la prima volta quel giorno.

«Molto bene» Rispose lei mentre si guardava intorno, non era mai stata in quel posto; era carino e accogliente, poi con il ragazzo vicino a lei si sentiva a casa e felice.

«Anche per quel che riguarda mio fratello?» Domandò lui in modo strano, come se fosse scocciato per aver dovuto nominare Sasuke.

Lei sospirò e poi sorrise guardandolo direttamente negli occhi «Sai, mi è capitato di rifletterci molto in questi due giorni e ho capito una cosa importante. Io non ero innamorata di Sasuke-kun, la mia era una semplice ossessione della ricerca del principe azzurro. L'amore vero è altro».

«Capisco. E cos'è secondo te?» Chiese curioso di sentire la sua risposta e sollevato dal fatto che non fosse più innamorata di suo fratello.

Sakura arrossì lievemente e distolse lo sguardo «Credo sia qualcosa di inaspettato. Che ti colpisce come una pallottola, non sai da dove arriva e non sai perché, però vedi nitidamente chi ha sparato, ci si sente felici come non lo si è mai stati prima di allora e speri con tutto il cuore che la persona di cui sei innamorata ti veda per come sei e non per come appari, ricambiando quello che provi tu» Il tono di voce era diminuito man mano che parlava e il suo sguardo si era spostato verso il tavolino incapace di guardare in viso il ragazzo che aveva difronte.

Itachi ascoltò attentamente la sua risposta e sorrise ampiamente in sua direzione «Hai ragione è veramente inaspettato».

Lei alzò di nuovo il viso verso di lui e notò nei suoi profondi occhi neri qualcosa di diverso da ciò che era abituata a vedere quelle rare volte che l'aveva incontrato, qualcosa che le diede la speranza di aver trovato qualcuno simile a lei, qualcuno con cui essere felice. Quelli erano i momenti in cui ringraziava di essere venuta al mondo.

 

La domenica era passata fin troppo velocemente e il lunedì mattina Naruto e Sasuke dovettero riprendere normalmente le lezioni alla loro scuola.

«Toh guarda, la nostra coppia d'oro» Disse in tono derisorio Suigetsu non appena i due ragazzi misero piede in classe.

Sasuke lo guardò adirato e gli ringhiò contro «Tappati la bocca idiota o te la tappo io».

Suigetsu si alzò dalla sedia e si avvicinò a lui sicuro di sé «Che aspetti» disse a pochi centimetri dal viso dell'Uchiha aspettando che facesse una mossa per poterlo pestare.

Sasuke lo spinse lontano da sé facendolo sbilanciare e preparandosi a sferrargli un pugno in faccia.

«No! teme ti prego» Disse Naruto bloccandolo e provando inutilmente a trascinarlo al loro banco.

Sasuke si staccò violentemente da lui «Mi ha rotto il cazzo, si merita una lezione» gli urlò contro sfogando su Naruto la sua rabbia.

Uzumaki strinse la sua mano «Sas'kè ti metterai ne guai per niente, non cambierà le sue idee solo perché gli spacchi la faccia» lo ammonì cercando di farlo ragionare.

Suigetsu rise divertito alla scena «Giusto Uchiha la tua ragazzA ha ragione. Fate schifo» sputò fuori velenoso.

Il resto della classe osservava curiosa il loro comportamento, ma nessuno interveniva. Kiba a testa bassa osservava il pavimento indeciso sul da farsi. Sakura invece stringeva i pugni, avrebbe voluto mettere al suo posto quel pallone gonfiato ma sapeva che avrebbe solo peggiorato la situazione. Per fortuna il professor Ibiki Morino entrò in classe e fece sedere i suoi alunni.

«Bene vi ho portato il compito della settimana scorsa, quando chiamo il vostro nome avvicinatevi alla cattedra» Disse severo iniziando a chiamarli in ordine alfabetico.

«Uchiha» disse dopo svariati minuti.

Sasuke raggiunse la cattedra e prese tranquillamente il foglio del compito corretto, quando vide il voto sgranò gli occhi. Cinquanta su cento. Era impossibile.

«Vai al tuo posto Uchiha» Lo riprese il professore guardandolo con mal celato astio.

Sasuke ingoiò l'insulto che stava per uscire dalle sue labbra e tornò al suo posto fumando di rabbia.

«Uzumaki» Chiamò poi Ibiki.

Anche Naruto quando vide il suo voto rimase perplesso «Professore è impossibile che abbia preso solo quaranta su cento. Ho studiato con Uchiha e...».

Non riusci a finire la frase che venne interrotto dalla risposta gelida di Ibiki «Non mi interessa cosa fate te e Uchiha. Vai al tuo posto. Ora».

Naruto abbassò la testa e tornò al suo banco, guardò Sasuke e si sedette sospirando accanto a lui. Non c'era mai fine ai loro problemi.

 

Sasuke aprì la porta di casa e senza nemmeno salutare i suoi genitori si fiondò in camera, era furioso. Non bastavano i compagni di classe a farli sentire diversi e colpevoli, ora anche i professori, non gli importava di cosa pensassero di loro, non gli interessavano i pregiudizi della gente, ma la situazione era pesante e a tratti stava diventando insostenibile. Si sedette sul letto sospirando e mettendosi una mano tra i capelli, non aveva nemmeno voglia di cenare. Qualcuno bussò alla porta distogliendolo dai suoi pensieri.

«Otouto?» Chiamò Itachi vedendo suo fratello più pallido del solito.

Sasuke posò la sguardo su di lui e disse «Non dovevi partire per Tokio questa mattina?».

«Ho cambiato idea, resto fino a dopo le vacanze di Natale. Qualcosa non va?» Domandò leggermente preoccupato per il minore.

«No, sto bene» Rispose questi senza nessun particolare tono nella voce.

Itachi lo guardò attentamente. No, non stava bene, ma se non voleva parlarne di certo non poteva costringerlo «Capisco. Volevo invitare te e Naruto in montagna per le vacanze, vi va di venire?» Chiese cambiando discorso ma continuando ad osservare attentamente Sasuke.

«Credo si. Scusa vorrei rimanere solo devo finire i compiti» Affermò sempre con lo stesso tono piatto e distaccato alzandosi dal letto e facendo spazio sulla scrivania piena di fogli e libri di ogni tipo.

Itachi fece per uscire dalla porta ma poi si fermò e disse «Qualsiasi sia il problema lo risolverete insieme. Non chiuderti in te stesso Otouto», non si girò per vedere la sua reazione, semplicemente si chiuse la porta alle spalle e scese al piano inferiore.

Sasuke aveva poggiato le mani sul legno della scrivania e stringeva i pugni così forte da far diventare le nocche ancor più bianche di quanto fosse già la sua pelle. Sapeva che sarebbe stata dura, l'aveva messo in conto dalla prima volta che aveva tenuto stretto a sé Naruto, ma credeva fermamente di poter superare ogni cosa da solo. Si sbagliava.

 *Non mi è venuto nulla di meglio.

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Capitolo 9
*** Capitolo nove. ***


  

Capitolo nove

 

Note: Salve! Ok i personaggi descritti, il GameStop e i giochi elencati non sono miei -purtroppo- e niente di ciò che è scritto è a scopo di lucro (hahaha si ogni tanto mi ricordo di specificarlo).

Ecco a voi il nono capitolo, parliamo un po' di Suigetsu e chiudiamo la sua storia in questo modo, la cosa è di libera interpretazione potete decidere voi come è finita, leggendo il capitolo capirete perché. Ci sono due modi per interpretarlo secondo me, o Suigetsu a capito i suoi sbagli e la smetterà di inveire contro Sasuke e Naruto o semplicemente... Non c'è più. Comunque sia nella storia non apparirà più e non verrà nominato, questo capitolo è interamente dedicato a lui. Spero di aver reso bene la sua ultima apparizione. Bacio, alla prossima!

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Le vacanze di Natale erano appena iniziate, la città splendeva grazie agli addobbi, per più di due settimane il problema scuola era stato accantonato e tutti gli studenti potevano rilassarsi e divertirsi come volevano; c'era chi avrebbe passato le feste in famiglia e chi invece decideva di andarsene in vacanza con i propri amici. Per Naruto e Sasuke quegli ultimi giorni di lezione erano stati terribilmente pesanti. In classe a parte Sakura nessuno si avvicinava più a loro ne gli parlava, le battutine di Suigetsu si erano fatte ogni giorno più pesanti e il professor Ibiki trovava sempre un'ottima scusa per punirli, anche se non ce n'era motivo.

Naruto scacciò via i brutti pensieri e finì di preparare le sue valige, sarebbero partiti quella sera ma tutto eccitato dall'idea di andarsene per un po' dai loro problemi già aveva finito di mettere in sesto le sue cose. Rise ripensando a quando Itachi gli aveva detto che sarebbe venuta con loro anche Sakura, non credeva possibile che la stessa ragazzina dai capelli rosa innamorate da secoli di Sasuke avrebbe potuto dimenticare la sua cotta grazie al fratello della suddetta. Però insieme erano perfetti, c'era un'atmosfera così dolce e rispettosa tra loro da farlo sentire a disagio solo guardandoli parlare tranquillamente, come Sakura affermava che Naruto e Sasuke quando erano insieme si chiudevano nel loro mondo, così facevano loro due, senza nemmeno accorgersene.

Guardò l'orologio e sbuffò, era ancora troppo presto per partire. Prese il cellulare dalle tasca dei jeans e decise di mandare un messaggio al suo ragazzo: “Teme, se hai finito di preparare le tue duemila valige da principino -e non ti azzardare a portare la PlayStation- vieni a casa mia, ok? Aspettiamo Itachi e Sakura-chan qui da me. Vedi di rispondermi e non fare come al solito che non rispondi mai... Ti amo”.

Una volta inviato il messaggio decise di mangiarsi qualcosa mentre aspettava la risposta di Sasuke, in fondo era ora di pranzo.

 

Suigetsu era seduto al tavolo della cucina in completa solitudine, rigirava le bacchette nel piatto senza la benché minima voglia di toccare cibo. La testa era poggiata sul palmo aperto della mano e il gomito era puntato al tavolo. Uno sbuffo uscì dalle sue labbra mentre con sguardo vuoto osservava il piatto ancora pieno. Quasi due anni, da quando Mangetsu era morto in un'incidente stradale, erano passati quasi due anni e dall'allora la sua vita era completamente cambiata, la rabbia e il dolore per la perdita del fratello l'avevano reso un'altra persona, sfogava il suo tormento sugli altri chiudendosi in se stesso ogni giorno di più. Nemmeno si rendeva conto di quanto fosse divenuto fragile.

«SEI UNA PUTTANA» Sentì urlare suo padre dal piano superiore. Sussultò leggermente per poi tornare a contemplare il tavolo senza curarsi delle urla. Dalla morte di Mangetsu il clima a casa era completamente cambiato, i suoi genitori non facevano altro che litigare ed urlarsi contro colpe che non avevano. Suo padre gridava e picchiava sua moglie per la frustrazione, mentre sua madre piangeva in un angolo e lo accusava di aver ucciso il suo bambino. Come se fosse stato lui a guidare l'enorme camion che aveva preso in pieno la macchina di Mangetsu. Ormai si era abituato a quella situazione, tutto ciò non lo colpiva più come una volta, era stato logorato da quello molto tempo prima.

Si alzò da tavola con la solita morsa allo stomaco e senza dire una parola uscì di casa, tanto nessuno si sarebbe preoccupato della sua assenza. Camminò per diversi minuti senza meta e nel suo tragitto si fermò proprio di fronte al negozio di videogiochi. Fece una strana smorfia sul viso e si perse nei ricordi.

 

Suigetsu e Mangetsu erano da diversi minuti davanti la vetrina del GameStop ad osservare rapiti l'ultima uscita di Assassin's creed.

«Costa un casino» Sbuffò con tono rassegnato il più giovane sporgendosi ancora di più verso la vetrina e maledicendo i loro genitori per la paghetta misera di quel mese.

«Magari se mettiamo insieme i nostri risparmi ce la facciamo» Disse Mangetsu controllando quanto aveva nel portafogli.

Suigetsu lo guardò di sottecchi e disse conoscendo il fratello «Guarda che se si compra a metà poi voglio giocarci anche io».

«Questa è un'accusa bella e buona di egoismo» Rispose sorridendo sbieco.

«Non ti sto accusando, lo sei» Affermò ridendo divertito mentre metteva la sua parte di soldi. Da quando lo comprarono fino alla morte di Mangetsu riuscì a giocare con quel videogame solo due volte, e dopo la sua morte fino a quando non incontrò Sasuke non giocò mai più.

 

Sedette sospirando su una panchina vicino la fermata dell'autobus e si guardò intorno le strade erano semi deserte, proprio come quel sabato.

 

La scuola era iniziata da più di due settimane e Suigetsu e Sasuke stavano camminando per le strade di Konoha da soli, quel sabato pomeriggio Kiba aveva la febbre alta e Naruto era dovuto rimanere a casa per aiutare i suoi genitori. Di solito uscivano raramente insieme e anche quel giorno non avevano intenzione di incontrarsi, ma dopo una settimana piena di compiti in classe e dopo che Naruto la sera precedente aveva chiamato Sasuke dicendogli “Dai teme, non è così male almeno prova a conoscerlo” nessuno dei due poté rifiutare. Così di contro voglia giravano a vuoto rivolgendosi sì e no due parole in croce ogni quindici minuti. Quando passarono dinanzi l'insegna del negozio di videogiochi Sasuke sbuffò contrariato, non poteva di certo mettersi a -come affermava Naruto- sbavare come una cane sulle nuove uscite come se vedesse una salsiccia, davanti ad uno sconosciuto. Si era rovinato il sabato pensò continuando a camminare.

«Uchiha dove cazzo vai?» Lo richiamò Suigetsu che si era imbambolato ad osservare finalmente l'uscita di Skyrim. Nonostante non giocasse dalla morte di suo fratello la passione che aveva ereditato da lui non era calata nemmeno un po'. Gli occhi gli brillavano, sembrava un bambino.

Sasuke si avvicinò a lui mantenendo il suo solito atteggiamento composto, anche se dentro di sé stava saltellando come un cretino. Doveva uscire il mese prossimo invece eccolo li. Rettifica, questo è il sabato migliore della mia vita pensò guardando attentamente il prezzo.

Suigetsu irritato dal fatto che non avesse detto una parola si girò verso di lui, solo per trovarlo quasi schiacciato contro la vetrina nella sua stessa posizione «Oh mio dio è l'apocalisse» disse stupito.

«Perché?» Chiese Sasuke non degnandolo di uno sguardo.

«Non ti facevo un tipo da videogiochi» Affermò convinto guardandolo attentamente come se avesse scoperto una nuova forma di vita extraterrestre.

«E io non ti facevo un tipo che parla così tanto» Rimbeccò Sasuke alzando un sopracciglio.

«Tuché -disse Suigetsu sorridendo- Senti visto che non sei così stronzo come pensavo che ne dici di passare il sabato a casa mia giocando un po'. Anche se ti avviso sono un po' arrugginito».

«Come mai?» Domandò pensando seriamente che in fondo, ma molto in fondo, non era proprio malaccio passare del tempo con lui.

Suigetsu distolse lo sguardo e alzò le spalle indifferente «Non gioco da molto. Tutto qui».

«Mmmm d'accordo» Accettò Uchiha anche lui con un alzata di spalle.

Suigetsu rise divertito notando quanto fosse simile a Mangetsu in quell'occasione, sarebbero potuti diventare amici. Forse.

 

Suigetsu scosse la testa tornando al presente, in quei mesi si era attaccato all'infantile speranza di aver ritrovato suo fratello. Sasuke era così simile a lui in molte cose da averlo confuso, leggeva li stessi libri di Mangetsu, aveva la stessa fissa per i videogiochi e si rivolgeva a lui chiamandolo “pesce lesso”, la prima volta che sentì quelle parole per poco non si mise a piangere. Era stupido, lo sapeva. Ma il dolore mai superato della perdita l'avevano confuso. Poi d'un tratto finì ogni cosa e la colpa era da imputare solo a lui. Si sentiva come se avesse perso nuovamente Mangetsu. Era di nuovo solo.

 

Sasuke era sdraiato sul suo letto ad osservare il soffitto cercando una soluzione per il problema Ibiki, non poteva affrontarlo da solo visto che era un professore e avrebbe dovuto parlarne con la preside. Ma sarebbe stata la scelta giusta? O parlarne con lei avrebbe solo peggiorato la situazione? Era questo che lo preoccupava più di tutto. Questo il fatto che Suigetsu non aveva demorso con gli insulti nemmeno per un attimo. Non capiva, si non poteva definirlo amico e mai ci aveva pensato, ma in quei mesi l'aveva conosciuto e nonostante le sue idee sui gay credeva davvero che una volta aver detto la verità, e magari essersi anche insultati pesantemente, tutto si sarebbe, se non risolto, almeno divenuto solo un passaggio delle loro vite. Non voleva che li accettasse, e benché meno tornare a parlare con lui. Voleva solo che li lasciasse in pace.

Il suo cellulare cominciò a squillare distraendolo dai suoi pensieri e tirandolo fuori dalla tasca dei pantaloni rispose.

«TEME! -Urlò dall'altro lato Naruto sfondandogli i timpani- SEI VIVO? SONO TRE VOLTE CHE TI MANDO LO STESSO MESSAGGIO E NON RISPONDI».

«Dobe abbassa la voce mi stai uccidendo, guarda che ci sento» Lo sgridò allontanando leggermente il telefono dal suo orecchio.

«NO CHE NON CI SENTI. PERCHÈ NON HAI RISPOSTO PRIMA?» Chiese Uzumaki rifiutandosi di abbassare il tono, tanto che Sasuke fece un'espressione dolorante.

«Ero con il mio amante» Rispose calmo. Pessima mossa.

«TEME. IDIOTA. IMBECILLE. BAKA. BASTARDO. VEDI DI ALZARE IL CULO DA DOVE SEI E VENIRE A CASA MIA. ORA. È UN ORDINE» Grido Naruto con tutto il fiato che aveva attaccandogli poi il telefono in faccia.

Sasuke guardò il suo cellulare divertito e si alzò dal letto per cambiarsi, salutò Itachi e i suoi genitori avviandosi lentamente verso casa di Naruto. Poco dopo aver voltato l'angolo notò la figura di Suigetsu seduto su una panchina a fumare, distolse lo sguardo e passò dritto ripetendosi le solite parole “non ne vale la pena”.

«UCHIHA» Urlò l'altro ragazzo bloccandolo.

Sasuke si fermò senza voltarsi tentando in tutti i modi di non scagliarsi contro quello stronzo.

Suigetsu osservò le spalle tese e i pugni chiusi del ragazzo davanti a lui «No. Non somigli a mio fratello. Mi ero sbagliato» Sussurrò per poi girarsi dall'altra parte andarsene.

Sasuke si voltò a guardarlo. Perché non l'aveva insultato come al solito? Che significava quella frase? Sospirò stanco e tornò su i suoi passi, non poteva preoccuparsi anche per lui, aveva già i suoi problemi da risolvere.

 

Itachi si era appena finito di cambiare e preparare la sua valigia, caricò in macchina le sue cose e quelle del fratello poi mandò un SMS a Sakura. “Sei pronta?”

Poco dopo ricevette la risposta della ragazza “Sì, Itachi-san”.

Sorrise leggendola e scrisse “Dovresti smetterla di aggiungere il san. Passo a prenderti tra dieci minuti”.

Il cellulare squillo nuovamente “D'accordo... Itachi”. Niente suffisso onorifico.

Salì in macchina e partì, da quando aveva incontrato Sakura sorrideva molto più spesso.

 

Suigetsu tornò a casa, era solo, per un attimo si chiese dove fossero finiti i suoi genitori, poi scosse la testa decretando che non gli importava. Voleva leggere qualcosa, senza pensare a nulla. Entrò nella sua stanza e prese dal cassetto della scrivania il libro preferito del fratello, non lo aveva mai letto realmente, lo conserva chiuso in un cassetto senza aver mai trovato il coraggio di aprirlo. Lo sfogliò delicatamente e una frase scritta matita lo colpì profondamente, era la scrittura di Mangetsu.

 

L'essere umano è libero di fare qualsiasi cosa, è la società che lo costringe a vivere incatenato.

 

Prese una penna dalla scrivania e scrisse sotto quella frase:

 

Siamo solo carne da macello.

 

Chiuse il libro e si sedette difronte la finestra. Di Suigetsu Hozuki non era rimasto più nulla.

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci ***


 

 

Capitolo dieci.

 

Note: Eccoci con il decimo capitolo, questo e il prossimo saranno assolutamente deliranti e beh era anche ora che si divertissero un po' e non avessero problemi. In fondo sono in vacanza. Se questo vi scioccherà (?) il prossimo sarà peggio... Povero Itachi nii-san!

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Sasuke sbuffò irritato per la centesima volta in cinque minuti, se ne stava sul sedile posteriore della Mercedes nera 4x4 di Itachi con le braccia incrociate al petto e l'aria scocciata.

Naruto all'ennesimo sbuffo di Sasuke lo guardò in cagnesco, una vena stava pulsando prepotentemente sulla sua fronte. Se avesse sbuffato ancora o si fosse lamentato gli avrebbe spaccato la faccia con un pugno, diventando così “vedovo” prima del previsto.

«Che palle» Sbuffò Uchiha lamentandosi per l'ennesima volta. COMBO!

Naruto ridusse gli occhi a due fessure e con molta grazia urlò come impossessato «SASUKE LA PROSSIMA VOLTA CHE TI LAMENTI TI SPIACCICO LA TESTA SUL FINESTRINO COSI' LA SMETTI DI IRRITARMI» Alzando un pugno in sua direzione per minacciarlo. La sua pazienza era giunta al limite massimo.

Sakura rise diverta seduta al posto del passeggero e sporgendosi verso Itachi disse «Itachi non è meglio se facciamo sedere uno dei due davanti? Credo che rischieranno di uccidersi a vicenda» propose osservando dallo specchietto Sasuke che tentava di strozzare Naruto con la cinta.

Itachi guardò l'omicidio che si stava compiendo nei sedili posteriori della sua macchina e sorridendo divertito «Non preoccuparti Sakura è il loro modo di dimostrarsi affetto» rispose intravedendo Naruto attaccarsi con i denti alla manica della felpa di suo fratello e dandogli dei sonori pugni sullo sterno.

«Se lo dici te» Disse Sakura scuotendo la testa all'ennesimo “Dobe spero che tu abbia fatto testamento. Perché oggi morirai”.

Il maggiore degli Uchiha posò la sua mano destra su quella della ragazza e intrecciò le dita con le sue sorridendogli dolcemente, Sakura arrossì leggermente ricambiando il sorriso, non si era ancora abituata a quel suo lato tenero anche se non poteva ancora definirlo fidanzato, la loro relazione stava procedendo con delicatezza, lentamente. Stavano costruendo le basi per qualcosa di prezioso.

Naruto e Sasuke smisero di picchiarsi e osservarono la scenetta romantica che si stava svolgendo davanti a loro.

«Credo che mi stia per venire il diabete» Commentò Sasuke guardando le loro mani intrecciate.

«Solo perché tu sei un pezzo di Iceberg senza cuore. -Disse Naruto rivolto al fidanzato- Sono così carini da far venire la carie ai denti» Aggiunse ridendo divertito per il rossore di Sakura e lo sguardo tagliente di Itachi.

Sasuke fece un mezzo sorriso e rimbeccò «Sembrano usciti da una soap-opera argentina».

Naruto scoppiò a ridere ancora più forte «Oddio! La rocambolesca storia d'amore di Mastro Itachi e señorita Sakura» Disse facendo il verso ad uno dei tanti presentatori televisivi.

Sasuke riuscì a trattenersi a stento dal ridere come un'idiota a quella battuta.

Itachi si schiarì la gola e li ammonì con tono severo «Allora avete finito?».

«Scherzi Itachi nii-san? Ma se abbiamo appena cominciato» Affermò Naruto con le lacrime agli occhi immaginandosi Sakura vestita da donna delle fazendas.

«Sai cosa dobe? Per me sono più da film in bianco e nero, oppure... Hai presente Via col vento?» Chiese ghignando.

Naruto gonfiò la le guance e rise ancora più forte di prima «Oddio! Mi fa male la pancia» disse tenendosi lo stomaco con le mani e piegandosi su se stesso.

Sakura sbuffò seccata e all'esima battutina si sporse verso i sedili posteriori dando un sonoro pugno sulla testa ad entrambi «SHANNARO! Smettetela immediatamente di dire cavolate. Parlate proprio voi due che quando avete i vostri attacchi di romanticismo fate venire il latte alle ginocchia?» gli urlò contro arrabbiata, per poi maledirsi perché si era lasciata andare davanti ad Itachi, tornò composta e abbassò lo sguardo imbarazza. Ora l'avrebbe considerata una ragazza violenta e poco femminile.

Itachi invece scoppiò a ridere di gusto «Ben fatto Sakura. -Disse rivolto a lei- Picchiati da una ragazza, che vergogna» Aggiunse spostando lo sguardo ai due con tono derisorio.

«Vorrei vedere te! I pugni di Sakura-chan sono micidiali» Pigolò Naruto massaggiandosi la parte indolenzita con una smorfia sul viso.

«Ha ragione! -Confermò Sasuke- E poi il nostro non è romanticismo, semplicemente lo tratto bene per avere in cambio quello che voglio. Chiamasi proficuo personale» concluse convinto lasciandosi andare sul sedile.

Naruto inarcò un sopracciglio e lo guardò scettico «Teme di la verità, ti droghi!».

Sasuke si volto verso di lui confuso «Che diavolo dici?».

«Ah perché ci credi davvero a ciò che hai detto?» Domandò guardandolo dritto negli occhi.

«Assolutamente sì» Affermò velocemente e sicuro di sé.

«Bene! -Esclamò Naruto incrociando le braccia al petto e tornando a guardare di fronte a sé- Da oggi sei in punizione. Niente sesso, niente baci, niente carezze» Lo informò con tono duro.

«SCHERZI?!» Sbraitò in sua direzione Sasuke.

«Assolutamente no» Gli rispose Naruto imitando il tono saccente del fidanzato.

Sakura e Itachi si guardarono confusi, quei due passavano da un'umore all'altro ogni cinque minuti.

Sasuke si sporse verso Naruto e provò a tirarlo verso di sé «No! Teme ti ordino di tenere le mani apposto» inveì contro di lui il ragazzo biondo tentando di sfuggire alla sua presa. Anche se non poteva di certo andare lontano visto che erano in macchina.

«Naruto su, volevo solo abbracciarti» Gli disse Sasuke tentando di fare il tono di voce più dolce che conoscesse. Erano in vacanza e quello per l'Uchiha minore significava solo una cosa: fare l'amore con il dobe il più tempo possibile, eventualmente legandolo anche al letto.

«Solo se mi copri un chiosco di ramen» Disse Naruto, che forse con le sue richieste era volato un po' troppo in alto.

«Che?» Sasuke rimase paralizzato sul posto, va bene che per quanto riguardava i soldi non poteva lamentarsi ma suo padre rimaneva pur sempre un semplice impiegato delle poste*.

Itachi per poco non si strozzò dalle risate, quel giorno stava perdendo la faccia di Uchiha impassibile. Ma non gli importava più di tanto se poteva divertirsi così di gusto.

Sakura rise completamente sconcertata dalla richiesta di Naruto e dall'impagabile espressione sul viso di Sasuke. Aveva ragione, quei due insieme erano fantastici.

Naruto punto il suo dito davanti alla faccia e muovendolo in un gesto negativo disse «No ramen; No sesso» imitando la famosa pubblicità del Martini.

Sasuke lo guardò come si guarda un pazzo visionario, poi ghignò pericolosamente in sua direzione, in un secondo si buttò sopra di lui schiacciandolo contro il suo peso «Catturato» disse vittorioso bloccandogli i polsi con una mano e iniziando a baciargli il collo.

Naruto si agitò sotto il suo peso e ridendo urlò «AIUTO CHIAMATE LA SWAT, L'F.B.I, I CASCHI BLU, UN MANIACO MI VUOLE VIOLENTARE» cercando di liberarsi dalla sua presa.

Itachi dopo qualche minuto parcheggiò e fermò la macchina dicendo «Emmm... Ragazzi? Saremmo arrivati. Otouto puoi continuare a molestarlo in camera?» Scese dal mezzo e aprì la portiera a Sakura prendendola per mano.

Naruto e Sasuke a quell'ennesima dimostrazione di “amore” d'altri tempi scoppiarono a ridere contemporaneamente.

Il ragazzo biondo vedendo il suo fidanzato distratto sgusciò da sotto di lui, con una corsa fulminea prese la sua valigia dal porta-bagagli e corse verso l'albergo gridando divertito «ASILO, CHIEDO ASILO. UN PAZZO DAI CAPELLI A CULO D'ANATRA MI VUOLE UCCIDERE».

Sakura aveva le lacrime agli occhi dalle risate e non riusciva nemmeno a respirare, quella era la vacanza più bella che avesse mai fatto.

Itachi osservò scioccato suo fratello ringhiare in direzione di Naruto urlargli contro “CRETINO DI UN DOBE! GIURO CHE NON TI FACCIO CAMINARE PER UNA SETTIMANA INTERA”. Scosse la testa rassegnato e prese gli ultimi bagagli da macchina «Sakura, per queste due settimane facciamo finta di non conoscerli eh?».

«Sono assolutamente d'accordo» Disse la ragazza che ancora stava ridendo per la scena di prima.

Quando giunsero davanti alla hall del loro albergo trovarono i due con la testa china di fronte ad un omone alto e imponente che si scusavano per il loro comportamento.

«Mi scusi? Vorrei avere le chiavi della camera 207 e 208. sono Uchiha Itachi» Si rivolse al l'uomo con tono cordiale.

Questo lo guardò stranito poi chiese indicando Sasuke «Parenti?».

Itachi fulminò con lo sguardo i due ragazzi che avevano ripreso a litigare e disse con tono rassegnato «Purtroppo sì».

«Tenga» Disse l'uomo severo porgendo le due chiavi al ragazzo.

Itachi porse la chiave 208 a Sakura, avevano preso due stanza singole, e insieme alla ragazza si incamminò agli ascensori, scoccando un'occhiataccia a Sasuke e Naruto.

«Credo che Itachi nii-san si vergogni di noi» Sussurrò il ragazzo biondo all'orecchio del suo fidanzato.

Sasuke inarcò un sopracciglio mentre vedeva suo fratello salire sull'ascensore «Il problema è un altro Naruto» affermò seriamente.

«E quale?» Domandò curioso Uzumaki.

«Se continua così non scoperà mai!» Disse Sasuke con tono preoccupato, Itachi era un pessimo Uchiha.

Naruto lo guardò attentamente poi disse «Qual è il piano d'azione capitano?»

Sasuke incrociò le braccia al petto e si voltò verso di lui «Prima di tutto prendiamo la chiave della nostra camera. Se non sbaglio è la 215».

Naruto quasi saltellò verso la reception e dopo essersi scusato per la millesima volta prese la loro chiave raggiungendo poi Sasuke agli ascensori, si mise difronte a lui e facendo il saluto militare disse «Missione completata capo».

Raggiunsero la loro stanza e una volta entrati buttarono le valige a terra in malo modo.

«Allora teme qual è il piano?» chiese nuovamente Naruto sdraiandosi sul grande letto matrimoniale.

Sasuke si tolse la pesante felpa blu e disse malizioso salendogli sopra «Prima mi vendico di te».

«CHE?!» Naruto non fece in tempo a protestare che la sua bocca venne tappata violentemente da quella di Sasuke. In pochi minuti si ritrovarono nudi sul loro letto a fare l'amore come non lo avevano mai fatto prima di allora.

Se quelle erano le vendette di Sasuke avrebbe dovuto farlo arrabbiare molto più spesso, pensò Naruto spingendo il bacino verso il suo ragazzo e aggrappandosi alle sue forti spalle.

Dopo aver fatto l'amore per più di due volte, Sasuke si era vendicato ampiamente, si ritrovarono nudi e accaldati nel loro letto.

«Da domani inizia il piano “incastra il furetto”» Affermò l'Uchiha minore passando le mani tra i capelli di Naruto che era sdraiato sul suo petto rivolto verso di lui.

Uzumaki gli bacio dolcemente un pettorale e domandò «Ma Itachi non vuol dire marmotta?».

«È uguale dobe, marmotta, furetto. Non cambia molto» Rispose Sasuke che stava per addormentarsi.

Naruto si alzò a sedere improvvisamente e disse «I nomi in codice»

«Eh?» Chiese Uchiha guardandolo confuso.

«Non abbiamo scelto i nostri nomi in codice. Io sarò Kyuubi» disse convinto Naruto alzando due dita in gesto di vittoria.

«Dobe che bambinata. Ma per farti contento, Taka» Decretò Sasuke con un'alzata di spalle, in realtà si stava divertendo pure lui.

Quella vacanza si stava rivelando migliore di quanto pensassero, e per una volta dopo tante preoccupazioni poterono sentirsi finalmente sereni.

 

*Ah ah ah chi credeva che Fugako avesse la solita aziendona leader nel settore (che poi quale settore?) alzi la manina? Invece no è un impiegato delle poste. Hahaha e cavolo c'è lo vedo proprio bene.

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Capitolo 11
*** Capitolo undici. ***


  

Capitolo undici.

 

Note: Salve ragazze mie ^.^. Uff... Il capitolo più lungo che abbia mai scritto in vita mia quasi 4000 parole! Assurdo... Comunque che dire è un po' romantico e un po' demenziale, soprattutto demenziale. Nel prossimo i ragazzi torneranno a casa e dovranno affrontare il problema Ibiki. Vabbè basta con le note che già il capitolo è abbastanza lungo. Ho riso 10 minuti guardando l'immagine! XD

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L'alba era sorta da un pezzo, le montagne ricoperte di neve erano illuminate da un'intensa luce quasi rosata, nevicava piano e i fiocchi canditi si posavano al suolo confondendosi con il manto bianco che ricopriva già quel luogo di pace. Tutto taceva, il silenzio rilassante era disturbato solo dal raro cinguettio di alcuni uccellini temerari che volavano tra i rami ricoperti di soffice neve.

«Qui Kyuubi a Taka. È tutto tranquillo. Passo» Mormorò con tono cospiratorio Naruto al suo walkie talkie. Era accucciato dietro un vaso davanti alle camere 207 e 208.

«Dobe mi spieghi perché devi parlare dentro quel coso se stiamo a due centimetri di distanza?» Domandò Sasuke al suo orecchio, anche lui se ne stava nascosto dietro quel enorme vaso dal dubbio gusto: alto più di due metri e con disegnate sopra delle scene di antichi Samurai, una cosa orribile «E poi perché mi hai costretto a vestirmi in questo modo ridicolo?» Aggiunse allargando le braccia e mostrando il suo vestiario. Di fatti sia Sasuke che Naruto -su costrizione di quest'ultimo- erano vestiti in divisa mimetica, sembravano pronti per una gara di paintball, Naruto si era perfino disegnato una riga nera orizzontale che passava sopra il suo naso. Sarebbe anche andato bene se fosse stata estate o primavera ma Sasuke si chiedeva seriamente come avrebbero potuto nascondersi se loro erano vestiti di verde e marrone ed il paesaggio era tutto bianco? A quel punto sarebbe stato meglio travestirsi come al carnevale di Rio tanto non cambiava molto.

«Zitto Taka, è per entrare nella parte. Passo. E usa il walkie talkie. Passo» Ordinò Naruto parlando sempre nello stesso tono, si stava divertendo da matti.

«Sei un emerito idiota. Passo» Affermò Sasuke parlando dentro quello stupido aggeggio come voleva il suo ragazzo. Un po' per farlo contento e un po' perché anche lui si stava sciogliendo e entrando nella parte.

Naruto lo fulminò con un'occhiataccia e poi passando sopra all'insulto disse «Qual è il piano?. Passo».

«Te pedini sua Santità furettosa ed io la Marshmallow gigante. Il piano di oggi si chiama Akatsuki. Stasera ci aggiorniamo su eventuali sviluppi. Dobbiamo prima conoscere i soggetti. Passo» Spiegò Sasuke guardandolo finalmente divertito. In realtà il piano di quel giorno era leggermente inutile, ma ormai erano entrambi completamente partiti.

«Perfetto. Ma se dovessero passare tutto il giorno insieme? Passo» Chiese giustamente, in fondo erano quasi fidanzati.

«Non preoccuparti Kyuubi. Il Santo per oggi voleva andare a fare snowboard e alla Marshmallow non piace. Saranno divisi. Passo» Lo rassicurò Sasuke.

«SNOWBOARD?!» Gridò Naruto completamente preso dal panico.

Sasuke gli tappo la bocca con una mano e bisbigliò al suo orecchio «Shhhh Dobe, sei pazzo? Ci sentiranno».

Naruto si staccò dalla sua presa e disse «Io non so nemmeno sciare Sas'ké come faccio a pedinare Itachi oggi?» Aveva gli occhi sgranati dal terrore.

«Vuoi ritirarti Kyuubi?» Chiese Sasuke guardandolo dritto negli occhi.

«Mai!» Esclamò Naruto tornando in sé.

Le porte delle camere si aprirono quasi contemporaneamente e ne uscirono Sakura e Itachi.

«Buon giorno Sakura» La salutò Itachi dandogli un leggero bacio a stampo sulle labbra.

Sakura arrossì leggermente e rispose «Buon giorno anche a te».

Naruto e Sasuke per poco non vomitarono la colazione, due barrette energetiche comprate appositamente per quella missione, alla scena stomachevole che gli si presentò davanti agli occhi.

«Taka, la situazione è grave. Passo» Sussurrò Naruto guardando dritto di fronte a sé i due che prendevano l'ascensore e scendevano al piano di sotto.

Quando furono spariti oltre le porte i ragazzi si misero di nuovo in piedi davanti l'ascensore chiuso.

Il piano Incastra il furetto aveva inizio.

Prima parte del piano: Operazione Akatsuki, conosci il tuo nemico all'alba.

Ore 10.00 A.M.

I due sorvegliati speciali si erano svegliati relativamente tardi ed ora erano nel salone principale dell'albergo a consumare le loro colazioni.

Kyuubi era appostato dietro un enorme pianta ornamentale poco distante dall'uscita di emergenza della sala. Chiunque passasse di lì lo guardava in modo strano e stupito, all'ennesimo sguardo scioccato si mise un dito davanti la bocca e sussurrò alla vecchietta che lo guardava quasi impaurita «Tranquilla signora sono solo in missione».

La vecchina si sporse un po' verso di lui e disse «Giovanotto ma lei è un poliziotto?».

«No signora sono una spia» Disse convinto per poi tornare a controllare il suo obbiettivo.

Taka a Kyuubi. Rispondi. Passo” sentì gracchiare il suo walkie talkie, lo prese dalla tasca della mimetica e facendo l'occhiolino alla vecchietta che ancora lo stava guardando stralunata rispose “Qui Kyuubi. Dimmi Taka. Passo”.

Non fraternizzare con gli sconosciuti. Passo e chiudo” ordinò la voce metallica di Taka.

Ok capo. Chiudo” Rispose velocemente Kyuubi mettendo via il suo walkie talkie e tornando a rivolgersi alla signora affianco a lui «Mi dispiace ma il capo e stato chiaro devo chiederle gentilmente di allontanarsi, potrebbe far saltare la mia copertura» gli disse in tono cordiale sorridendogli gentilmente.

«Oh certo mi scusi caro, ora vado» Disse questa allontanandosi lentamente da lui.

Kyuubi tornò a fissare attentamente i due giovani al tavolo poco distante e si concentrò sul piano di quel giorno.

Intanto Taka era anch'esso appostato, però dietro ad una delle due enormi colonne che dividevano l'uscita principale dalla sala da pranzo. Quando gli altri clienti dell'albergo passando lo guardavano in modo strano semplicemente gli scoccava un'occhiata raggelante. Notò il Santo e la Marshmallow alzarsi da tavola e scoccarsi un bacio veloce per poi dirigersi in due direzione opposte “Qui Taka. Pronto per iniziare?. Passo” bisbigliò contattando Kyuubi.

Prontissimo. Chiudo” Gli rispose l'altro. Anche se non voleva ammetterlo in quella situazione si stava divertendo come mai prima di allora.

Le due spie, senza farsi vedere, si divisero e seguirono il loro obbiettivo. La parola d'ordine per quella missione era: invisibili come Ninja.

La giornata di appostamento passò relativamente in fretta e nonostante un maniaco gridato a Sasuke durante il pedinamento nei bagni termali delle ragazze e la probabile frattura del perone di Naruto per essere caduto dalla funivia ne Sakura, ne Itachi avevano sospettato nulla. La giornata però -come già si sapeva- si rilevò perfettamente inutile, anche perché; a parte l'amore di Sakura per i fanghi non avevano scoperto nulla di nuovo o essenziale. Quella sera andarono a letto distrutti senza nemmeno avere la forza di dirsi buona notte.

 

Secondo giorno.

Seconda parte del piano: Operazione Sharingan, la gelosia è tutto.

Ore 11.30 A.M. In ritardo sulla tabella di marcia.

«Cazzo. Cazzo. Cazzo» Imprecava Naruto saltellando per la stanza mentre tentava di infilarsi un calzino e lavarsi i denti contemporaneamente.

«Dobe ti avevo detto di impostare la sveglia» Lo sgridò Sasuke allacciandosi la scarpe da tracking.

Naruto andò a sbattere contro il comodino e cadde inesorabilmente a terra, di sedere. «Porca vacca che male!» Sbraitò massaggiandosi la parte lesa.

«Muoviti idiota quei due sono già andati» Lo avvisò Sasuke aprendo la porta della loro stanza e fiondandosi fuori.

Naruto imprecò un'altra volta e tirandosi su velocemente i pantaloni della tuta lo seguì «Eccomi. Eccomi» ansimò correndo in sua direzione.

Sasuke si voltò verso di lui per dirgli di muoversi quando si accorse di un piccolo particolare «BAKA! LE SCARPE» gli urlò contro adirato.

Naruto si guardò i piedi e mettendosi una mano dietro la testa disse ridendo «Mi sono dimenticato». Corse nuovamente verso la loro camera e superando qualsiasi record di velocità in cinque secondi si infilò le sue scarpe e tornò dal suo fidanzato «Sono prontissimo capo».

Sasuke sbuffò e tornò ad osservarlo di sottecchi decretando che perfino in tuta e con i capelli completamente scapigliati era pur sempre stuprabile. No, non bello. Stuprabile. Scosse la testa tornando alle cose importanti «Allora, oggi Itachi e Sakura andranno insieme a fare tracking. Il piano è questo: dobbiamo farli ingelosire portandoli al litigio così poi faranno pace nel modo giusto, quindi tu ci proverai con mio fratello e io con Sakura. Capito?» Spiego Uchiha mentre uscivano dal loro albergo e si incamminavano verso il boschetto poco distante.

«Teme, ma come diavolo gli è venuto in mente di andare a fare tracking con la neve?» Domandò mettendo il broncio e stringendosi le spalle per il fretto. Avrebbe preferito rimanere al caldo nella loro camera a farsi molestare da Sasuke.

«Mio fratello è pazzo, ecco come gli è venuto in mente» Rispose il ragazzo moro che già sentiva le dita dei piedi congelate. Come minimo gli sarebbero cadute quel giorno.

Naruto in uno slancio di mancanza di affetto gli prese la mano e si attaccò a lui come una ventosa.

«Dobe! Staccati» Gli intimò il suo ragazzo tentando di toglierselo di dosso.

«Antipatico» Disse Uzumaki mettendo il broncio e stringendosi di più al suo fianco.

Il tempo era pessimo, il freddo penetrava nei loro vestiti seppur pesanti e non si vedeva traccia di Itachi e Sakura. Camminarono per più di mezz'ora inoltrandosi nel fitto del bosco senza incontrare nessuno. Ad un certo punto Naruto si fermò e chiese «Ma sei assolutamente certo che siano passati di qui?».

Sasuke lo guardò sicuro e rispose «Mi sono mai sbagliato su qualcosa?».

Naruto stava per rispondere che sì, si era quasi sempre sbagliato su qualsiasi cosa, ma preferì tenersi quel pensiero per sé e lasciar perdere. In fondo cosa poteva mai succedere di catastrofico?

 

Intanto, mentre i due camminavano senza meta nel bosco, Itachi e Sakura erano comodamente seduti sui divani del loro albergo, al caldo, a sorseggiare una buona tazza di cioccolata.

«Abbiamo fatto bene a non uscire oggi» Disse Sakura portando al tazza alla bocca e bevendo un sorso di cioccolata calda.

«Già. Non era sicuro con questa tormenta» Concordò Itachi sorridendo lievemente in sua direzione.

Sakura si accoccolò teneramente sulla spalla del ragazzo più grande e sospirò felice.

 

Mentre si stava consumando la scena da diabete fulminante, dopo un'ora di cammino Naruto e Sasuke decisero di tornare indietro, anche perché oltre alle dita dei piedi rischiava di cadergli anche i naso.

«Mi sento lord voldemort» Balbettò Naruto battendo i denti per il freddo e massaggiandosi il naso congelato.

«Credo di avere una paresi facciale» Affermò Sasuke maledicendo suo fratello.

«Come se cambiasse qualcosa dalla realtà. Te ce l'hai sempre la paresi» Disse Naruto tentando di ridere, ma rinunciando quando sentì tirare i muscoli facciali.

«Tzs» Sbuffò Uchiha tremando per il freddo.

Camminarono per un'altra ora buona in direzione del loro albergo e quando finalmente arrivarono davanti alla porta principale Naruto si inginocchiò a terra baciando il pavimento.

«Salvo. Lode a Jashin, sono salvo» Disse quasi con le lacrime agli occhi per la commozione.

«Cretino» Sputò fuori Sasuke dandogli un pugnetto sulla testa senza aver veramente l'intenzione di fargli male.

Quando raggiunsero la sala pranzo notarono Itachi e Sakura beatamente seduti sugli immensi divani.

«E voi che ci fate qui?» Sbraitò Naruto puntando il dito verso di loro, gocce d'acqua colavano dai vestiti dei due. Era la neve che a contatto con il caldo della stanza si stava sciogliendo.

«Ci riscaldiamo dal freddo. -Rispose Sakura in tono ovvio. Poi notando i loro vestiti fradici aggiunse- Ma dove siete stati?».

«Tracking» Disse glaciale Sasuke cercando di uccide con un'occhiataccia il fratello maggiore. Se solo sapessi sputare fuoco dagli occhi, pensò nero di rabbia.

«Ma siete pazzi! Anche io e Itachi volevamo andare ma con questo tempo è impossibile» Esclamo la ragazza guardando preoccupata Naruto che stava tremando e sbattendo i denti dal freddo.

Itachi li guardò scettico per un momento poi disse «Vi conviene cambiarvi o vi prenderà qualcosa».

«Grazie capitan ovvio» Ringhiò Sasuke trascinando per un polso il suo ragazzo che si stava per trasformare in un pupazzo di neve.

Una volta che si furono asciugati e cambiati tornarono dai due, prima di varcare la soglia della stanza Sasuke disse bloccando Naruto «Ricordi il piano?».

«Emmm si ma secondo me non ci crederanno» Rispose non molto sicuro della riuscita.

«Fidati dobe» Disse convinto l'Uchiha.

Una volta tornati dalla coppia Naruto si sedette in mezzo ai due e Sasuke vicino a Sakura all'estremità destra del divano.

Naruto si tormentò le mani per qualche minuto prima di rivolgersi al più grande degli Uchiha. «Ecco Itachi nii-s... Cioè Itachi... Potrei parlarti?» disse imbarazzato senza riuscire nemmeno a guardarlo in faccia.

Itachi notò il comportamento strano sia di Naruto che di suo fratello e intuendo che c'era sotto qualcosa rispose «Certamente Naruto-kun».

Naruto sgranò gli occhi, non aggiungeva mai il kun al suo nome. Perché quella volta l'aveva fatto? Decise di non pensarci troppo e continuò «Potremmo spostarci da un'altra parte?» chiese mentre tentava di farsi coraggio. Oggi ventidue dicembre dell'anno duemiladodici Naruto Uzumaki lascerà questo mondo per mano del fratello maggiore del uomo che ama. Dono tutti i miei pochi risparmi all'orfanotrofio della città e ai bambini che lo abitano, al mio assassino lasciò in avere in miei cd e dvd visto che abbiamo li stessi gusti. A Sakura-chan una foto dove eravamo all'asilo insieme durante la recita scolastica vestiti da pomodori giganti, ai miei cari genitori tutto l'amore e l'affetto provato per loro e a zio Fugako e zia Mikoto lascio tutta la mia collezione di scatole di ramen di tutto il mondo. A quello stronzo del mio fidanzato invece un bel niente, perché tutto ciò è colpa sua.

Mentre Naruto si alzava dal divano seguendo Itachi e pensava e ripensava al tuo testamento e al fatto che forse avrebbe dovuto metterlo su carta. Sasuke stava cercando le parole adatte per provarci con Sakura.

«Sai il rosa ti dona» Disse il minore degli Uchiha tentando di fare un complimento alla ragazza e buttando in dietro la bile, odiava il colore rosa.

«Grazie Sasuke-kun» Rispose sorridendo e prendendo dal tavolo li vicino un giornale iniziando a leggerlo. Forse potrei proporre ad Itachi di andare a sciare domani, però niente snowboard, pensò mentre sfogliava contro voglia le pagine.

Sasuke sospirò pesantemente e disse «Dovrei dirti una cosa importante».

Sakura si voltò a guardarlo e aspettò che continuasse.

Nello stesso momento poco distanti da loro Naruto si rivolse a Itachi «Devo dirti una cosa».

Il maggiore degli Uchiha lo osservò attentamente e aspettò.

Nel momento esatto in cui Naruto e Sasuke stavano per parlare qualcosa andò storto.

«SASUKE» Sentirono gridare tutti e quattro.

Una ragazza leggermente più grande di Sakura si buttò letteralmente tra le braccia del ragazzo moro strusciandosi contro di lui e ripetendo tutta contenta «Non credevo di rivederti, mi sei mancato tanto». Aveva i capelli rosso fuoco, gli occhi dello stesso strano colore e portava un paio di occhiali dalla montatura leggera. Era molto carina.

Naruto cominciò a fumare di rabbia mentre gli passavano in testa le più disparate immagini di come poter uccidere la piovra scarlatta. Possibilmente nel modo più doloroso possibile. Si avvicinò a loro a passo di rinoceronte lasciando Itachi divertito e rassegnato ad osservare la scena. Quando li raggiunse sentì dire alla ragazza ancora tra le braccia di Sasuke, che non riusciva a togliersela di dosso «Lei chi è Sasuke?» il tono sembrava geloso e guardava Sakura in modo strano.

Haruno la osservò per un attimo poi allungando una mano verso di lei disse con finto tono cordiale «Sakura, la FIDANZATA di Itachi. Il fratello di Sasuke-kun» sottolineo la parola fidanzata e la calcò così forte da mettere quasi paura.

«Oh. Io son Karin piacere» Rispose l'altra diventando improvvisamente affabile e gentile con la ragazza, mentre gli stringeva la mano.

Naruto tossì cercando di attirare la sua attenzione. Karin si voltò verso di lui e domandò «Ah, tu saresti Itachi?», il tono era quasi schifato, in effetti con una tuta più larga di almeno due taglie, gli occhi socchiusi dalla rabbia e i capelli completamente arruffati non era poi questo grande spettacolo.

Una vena cominciò a pulsare sulla fronte di Naruto mentre guardava come QUELLA si strusciava e abbracciava sul suo fidanzato.

«No lui è Naruto» Rispose Sasuke facendola alzare dalle sue gambe e mettendosi in piedi a sua volta.

«È un tuo amico, Sasuke?» Chiese guardandolo con occhi innamorati.

«No è il mio fidanzato» Disse Sasuke con il tono più calmo che potesse avere. Naruto intanto stava festeggiando internamente la faccia sconvolta di quella racchia. Nella sua immaginazione stava facendo il moonwalk per tutta la sala.

«Andiamo dobe» Lo chiamò Sasuke prendendolo per un polso e trascinandolo verso gli ascensori.

Karin li guardò sconvolta andare via «Stanno insieme?» Sussurrò incredula.

Sakura rise e si alzò raggiungendo il suo ragazzo che stava osservando la scena a pochi passi da lei, mise una mano sulla spalla alla rossa e disse «Mettiti l'anima in pace».

Karin fece una smorfia e poi sbuffò «Peccato» tornandosene su i suoi passi.

Intanto in camera, Sasuke si era buttato sul letto sospirando. Si sentiva distrutto, quella camminata era stata inutile e non avevano risolto nulla nemmeno al piano inferiore.

Naruto si sdraiò su di lui accoccolandosi sopra il suo petto e chiese «Quella chi era?».

«Nessuno. Una con cui mi vedevo un anno fa» Rispose con tono distaccato circondandogli i fianchi con le braccia e baciandogli i capelli ancora un po' umidi a causa della doccia veloce che si erano fatti una volta tornati dalla brutta esperienza del tracking.

«Ci sei andato a letto?» Domandò di nuovo Uzumaki posando la testa sul suo torace e ascoltando il lento respiro di Sasuke.

«Sì» Disse quest'ultimo che non voleva mentirgli. La verità era sempre la cosa migliore .

Naruto mugolò di fastidio e nascose la testa nell'incavo del suo collo.

«Sei arrabbiato?» Chiese Sasuke intrecciando le dita tra i capelli biondi.

Naruto lo guardò attentamente negli occhi e rispose «No. Mi da fastidio, ma non sono arrabbiato. Sapevo di non essere stato il primo».

«Sarai l'ultimo però» Affermò dolcemente Sasuke attirandolo a sé per un bacio.

Quando dopo qualche minuto si staccarono Naruto gli disse «Senti teme ma per il piano che facciamo?».

Uchiha sbuffò sonoramente «Sai che ti dico? Lasciamo le cose come stanno. In quasi tre giorni di vacanza mi sono solo stancato e ho rischiato di prendermi una polmonite. Morirà vergine. Problemi suoi» Concluse il suo discorso incrociando le braccia dietro la testa e spostando lo sguardo al soffitto.

«Mmmm ok. Potremmo fare qualcosa di meglio che pedinare tuo fratello e la sua ragazza» Concordò Naruto dandogli un leggero bacio sul collo.

«Tipo?» Chiese Uchiha inarcando un sopracciglio.

Naruto si alzò da lui e disse malizioso «Inaugurare l'idromassaggio».

Sasuke si tirò su dal letto e quasi lo sbatté contro il muro per baciarlo, la stanchezza era solo un ricordo. Lo prese in braccio e mentre gli divorava le labbra lo portava verso il bagno.

Naruto sorridendo sulla bocca del compagno circondò le sue spalle con le braccia e si stringeva a lui.

In quel momento iniziarono realmente le loro vacanze Natalizie.

 

Nella stanza 207 Itachi e Sakura si stavano baciando. La ragazza passò gentilmente le mani tra i lunghi capelli corvini del ragazzo mentre lui stringeva i suoi fianchi avvicinandola a sé.

«Itachi?» Mormorò lei quando smisero di baciarsi.

«Dimmi» Rispose lui sfiorandogli dolcemente una guancia.

Sakura arrossì lievemente e disse «Grazie».

«Di cosa?» Domandò stupito il ragazzo più grande.

«Di avermi fatto innamorare di te» Affermò teneramente sorridendo in sua direzione.

Itachi sgranò gli occhi poi sorrise anche lui, si sporse verso le sue labbra e prima di baciarla nuovamente sussurrò «Ti amo anch'io».

Quella notte finalmente fecero l'amore.

 

La mattina seguente Naruto e Sasuke notando il loro cambiamento, cioè meno impacciati e più passionali. Tirarono un sospiro di sollievo.

«Visto ci sono riusciti anche da soli» Esclamò contento Naruto sedendosi al tavolo per fare colazione e osservando i due piccioncini che, ad un tavolo distante dal loro, si stavano baciando per la centesima volta da quando erano entrati nel salone.

«Cataloghiamolo come miracolo di Natale» Disse Sasuke addentando un pezzo del suo tramezzino. Odiava le cose dolci, a qualsiasi ora del giorno.

«Che si fa oggi capo?» Domandò ridendo Uzumaki spalmando circa un quintale di nutella sulla sua fetta di pane tostato.

Sasuke fece una smorfia disgustata alla scena e poi rispose sicuro «Sesso».

«Sas'ké smettila di comportarti da maniaco sessuale» Ululò Naruto ammonendolo e voltandosi dall'altra parte offeso.

Sasuke fece uno sbuffo e poi disse «Sci. Pranzo. Regali di Natale e poi sesso».

«Mmmm ok già la cosa è più accettabile, però voglio anche giocare con la neve» Affermò mettendo il broncio e guardandolo teneramente per farlo capitolare.

«No!» Disse deciso Uchiha bevendo una tazza del suo caffè, amaro naturalmente.

«Dai teme» Lo pregò l'altro.

«Mi rifiuto di comportarmi come un poppante» Esclamò senza dare a Naruto la possibilità di ribattere.

Sakura e Itachi si avvicinarono ai due mentre stavano ancora discutendo «Naruto, ti va di fare un pupazzo di neve?» chiese la ragazza sorridendo.

Alla parola pupazzo di neve gli si illuminarono gli occhi e alzandosi di scatto dalla sedia urlò felice «Sì. Sakura-chan tu si che mi capisci». La prese per un braccio e la trascinò fuori correndo.

«Bambini» Sputò fuori Sasuke guardando il suo ragazzo tirare Sakura per tutta la sala.

Itachi si sedette di fronte al fratello e ghignando in sua direzione disse «Mi pare che non ti dispiaccia molto stare con un bambino».

«Nemmeno a te» Replicò Sasuke sentendo la risata cristallina di Sakura e le urla contente di Naruto.

«Già. Nemmeno a me» Concordò il maggiore.

 

Quelle due settimane di vacanza per i ragazzi furono il modo migliore per sfuggire ai loro problemi e alle loro preoccupazioni. Si divertirono e si amarono come volevano fare da tempo. Ma non si può sfuggire alla realtà per troppo. Era il momento di tornare alle loro vere vite.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo dodici. ***


 

Il dolce profumo dei petali di ciliegio.

-Epilogo-

 

Note. Ciao carissime. E già è la fine, circa manca una One-shot a rating rosso perché... mmm... mi va di scriverla. Però ufficialmente questo è l'epilogo, senza possibilità di seguito!

La vedete l'immagine? Mi ha ispirato tutta la storia. Comunque note conclusive e ringraziamenti sono a pie pagina. Buona lettura!

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L'opinione di Naruto e Sasuke sulle vacanze Natalizie era una sola; erano passate fin troppo velocemente. Il rientro alla solita vita, quello alla loro scuola, fu più pesante del previsto. Un secondo dopo aver varcato la soglia della loro aula tutte le preoccupazioni lasciate indietro durante le due settimane precedenti erano tornate prepotentemente a colpire le loro esili spalle da adolescenti.

A nulla servivano le parole di conforto dei genitori; il loro “Passerà, insieme ce la farete” sembrava completamente inutile in quel momento. La rabbia e la frustrazione li stava lentamente logorando e cambiando, la cosa peggiore era l'indifferenza di chi gli stava attorno. Persino gli insulti, le battutine acide e sprezzanti dei loro compagni di classe pesavano meno dell'apatia che li circondava. Invisibili, indegni di calpestare il suolo che li circondava, questo era ciò che provavano ogni singolo giorno.

Ad eccezione di rari casi, come Sakura e la maggior parte del corpo insegnanti, gli altri li ignoravano e scansavano come se il solo stare a pochi metri di distanza potesse infettarli. Erano considerati qualcosa di sporco, un virus contagioso.

Un giorno come tanti altri, durante la pausa pranzo, Naruto era mollemente poggiato alla rete di sicurezza del tetto mentre Sasuke, seduto a gambe incrociate con la schiena contro il muro, consumava in silenzio il suo pranzo a pochi metri da lui. Di solito con loro c'era Sakura che con le sue chiacchiere e i suoi sorrisi riempiva la loro giornata alleggerendo la profonda sofferenza, che nonostante non dessero a notare, provavano. Ma quella volta non era con loro, aveva deciso dopo molti ripensamenti, non volendo lasciare da soli i suoi amici, di anticipare il week-end ed andare a trovare Itachi a Tokio, visto che per colpa degli studi del ragazzo non riuscivano a vedersi da più di un mese.

Il cellulare di Naruto squillo avvisando che era arrivato un messaggio. “Cretinuto su con la vita! So che vi manco ma cercate di resistere senza la mia sfavillante presenza. Salutami Sasuke-kun. Vi voglio bene. Ps: Itachi è convinto che i pomodori abbiano dato al cervello al suo Otouto.” Naruto sorrise leggendolo. In quei mesi Sakura era stata vicino ai due ragazzi come se fosse stata una sorella, ricreando e rafforzando quel rapporto che avevano iniziato a costruire da bambini e che poi si era perso con gli anni. Non chiedeva nulla in cambio e sapeva perfettamente come far tornare il buono umore anche solo con una parola, quel piccolo messaggio era la conferma che li pensava costantemente e gli era vicina. Si staccò dalla rete di protezione e si andò a sedere vicino a Sasuke poggiandogli la testa su una spalla e facendogli leggere il testo del messaggio.

Uchiha fece una smorfia e disse «Stupido Aniki, questa me la paga».

Naruto rise lievemente e spostò una ciocca di capelli corvini dal viso del suo ragazzo, tornando poi ad osservare il suo cellulare e rispondendo a Sakura. “La tua “sfavillante” (che razza di termine) presenza non ci manca tranquilla; goditi il fine settimana e Itachi nii-san... Soprattutto Itachi. Anche noi ti vogliamo bene! Ps: il teme si vendicherà. Io mi preoccuperei furetto.” inviò il messaggio e guardando di sottecchi Sasuke continuare a consumare in silenzio il suo pasto attese la sicura risposta di Itachi all'ultima frase. Infatti dopo qualche secondo il cellulare squillò nuovamente. “Mi ci gioco casa che vi manco da morire, senza di me non siete in grado nemmeno di allacciarvi le scarpe. Sono Itachi, riferisci al tuo amato -l'ho diseredato da fratello minore- che lo aspetto. E non sono un furetto, idioti!”. Uzumaki scoppiò a ridere attirando le attenzioni del ragazzo accanto a lui.

«Che hai?» Domandò voltandosi verso il compagno.

Naruto gli mostrò nuovamente il telefono.

«Posso?» Chiese Sasuke sfilandoglielo dalle mani ad un suo gesto affermativo.

Comprati i biglietti per l'Antartide Aniki perché quando tornerai non esisterà luogo dove potrai nasconderti. Le scarpe me le so ancora allacciare da solo Strawberries, grazie dell'interessamento. Sasuke.”

Non passò nemmeno un minuto che ricevette risposta e questa volta lo lesse direttamente ad alta voce per rendere partecipe anche il compagno «L'acido muriatico è più divertente di te Otouto. Sakura ti manda a quel paese, io anche. Salutaci Naruto ora dobbiamo lasciarvi. Ps: per qualsiasi cosa noi siamo qui».

«Ringraziali» Disse Naruto portandosi le gambe sotto al mento e circondandole con le braccia.

Sasuke sbuffò e rispose per l'ultima volta. “Il dobe ringrazia. Io no. Ps: vedi di non metterla incinta, non voglio un nipote dai capelli rosa!”. Inviò e lanciò il telefono a Naruto che riuscì a prenderlo per un soffiò.

«Teme! Già 'sto telefono ha fatto più voli dell'Enterprise, lancialo pure mi raccomando» Lo sgridò il ragazzo biondo che grazie a Sakura e Itachi si era leggermente rilassato.

«Almeno lo cambi. Non so se l'hai notato ma è dell'epoca giurassica» Rispose a tono Sasuke.

«Ci sono affezionato» Mormorò Naruto imbronciandosi.

Uchiha si sporse verso di lui, e pochi secondi prima che suonasse la campanella di fine intervallo, lo baciò catturandogli le labbra con la sua bocca, portò una mano tra i capelli biondi e approfondì il contatto inserendo la lingua nell'umida e calda cavità. Fosse stato per lui avrebbe volentieri saltato l'ultima ora. Quel giorno uscivano leggermente prima per la mancanza di Kakashi-sensei, ma dovevano sorbirsi ugualmente un'ora di matematica con Ibiki Morino.

Nel frattempo che si incamminavano controvoglia verso la loro classe Naruto si fermò e disse «Devo andare in bagno, ci vediamo dentro». Non aspettò risposta e tornò su i suoi passi scendendo velocemente al piano inferiore sperando di non trovare troppa fila.

Sasuke sospirando pesantemente entrò in classe e senza degnare nessuno di uno sguardo si sedette al banco che condivideva con Naruto.

Il professor Morino una volta varcata la soglia sbatté violentemente il registro sul tavolo «SEDETEVI!» intimò con un grido quasi minaccioso facendo trasalire i suoi alunni, quel giorno pareva più alterato e severo degli altri. Uchiha sperò con tutto se stesso che Naruto decidesse di saltare direttamente quell'ora.

«Dov'è Uzumaki?» Domandò aspro guardando il ragazzo moro dopo aver fato l'appello.

Sasuke con il tono più rispettoso e finto che potesse avere rispose «È in bagno professore».

«Bene. Grazie Uchiha sei sempre una fidanzata informata» Disse sarcastico preparandosi ad iniziare la lezione e risvegliando l'ilarità della classe.

Sasuke deglutì ingoiando l'ennesimo insulto che stava per salire dalle sue labbra e scostò lo sguardo verso la finestra. Doveva stare calmo, avrebbe solo peggiorato le cose se avesse risposto, si ripeteva mentre le sue mani cominciavano a tremare dalla rabbia.

Naruto intanto era finalmente riuscito ad andare in bagno e si stava sciacquando le mani al lavandino, molto lentamente quasi sperasse che la campanella suonasse proprio in quel momento senza dover nemmeno passare un secondo nella stessa stanza con Morino. Ma non poteva lasciare Sasuke da solo a sopportare le occhiatacce e le battutine acide di quell'uomo. Proprio quando si decise ad uscire due ragazzi dell'ultimo anno entrarono cominciando a fissarlo, ormai ci era abituato quindi senza aspettare nemmeno un secondo uscì.

«Bellezza dove vai?» Gridò uno dei due ridendo divertito.

Non si girò in sua direzione e stringendo i denti per non rispondere e far scoppiare un'inutile rissa, che avrebbe soltanto giocato in suo sfavore, continuò spedito per la sua strada.

«Oh, ma guardate! Grazie per averci degnato della sua presenza signor Uzumaki. Era a rifarsi il trucco?» Affermò Ibiki un secondo dopo che lo vide entrare in classe.

Naruto strinse i pugni e rispose glaciale «C'era fila» per poi sedersi accanto a Sasuke.

Morino assottigliò gli occhi al tono aspro dell'alunno e disse «Una nota di demerito credo sia la soluzione migliore per i suoi dieci minuti di ritardo».

Naruto sgranò gli occhi «COSA?!» chiese sorpreso alzandosi di scatto dalla sedia.

«Uzumaki si sieda immediatamente o diverranno due» Minacciò il professore cominciando a scrivere sul registro.

«È ingiusto, lei non può farlo» Parlò duramente Naruto rimanendo in piedi.

«SIEDI OPPURE GIURO CHE TI FACCIO PENTIRE DI ESSERE ENTRATO IN QUESTA SCUOLA» Urlò furioso Morino alzandosi dalla cattedra.

Sasuke prese la meno di Naruto e lo spinse a sedersi contro la sua volontà «Dobe chiedigli scusa. Ora» ordinò perentorio.

«Ma Sas'ké...» Cercò di obbiettare.

«Fallo» Disse Sasuke guadando preoccupato e furioso l'uomo che si avvicinava al loro banco. Sì quel giorno era peggio dei precedenti

Naruto sospirò e disse «Mi scusi, non accadrà più».

Il professor Ibiki sbatté le mani al suo banco e parlò «Che non accada più ragazzinA».

Sasuke contrasse la mascella e strinse da sotto il banco la mano di Naruto per farlo stare calmo. Non era un codardo, fosse stato per lui gli avrebbe già spaccato la faccia, aiutato volentieri dal suo compagno, ma se l'avesse fatto si sarebbe rovinato la vita per un uomo che non era degno nemmeno di definirsi tale. Li avrebbero sospesi facendogli così ripetere l'anno e lui in quella scuola voleva restarci il meno tempo possibile. Non è una storiella per bambini, dove ogni cosa si risolve perché i protagonisti e chi gli sta intorno fa la cosa giusta. La vita reale è un'altra cosa. Ricordava ancora il colloqui con la preside di qualche giorno addietro, le parole esatte furono “Non posso mettermi contro un professore rispettato come il signor Morino solo per voi due”. Voi due, come se in realtà non contasse niente la loro felicità, come se loro stessi non contassero nulla. Dovevano resistere ecco tutto. Mikoto e Kushina avevano proposto perfino di fargli cambiare scuola. Fugaku e Minato volevano andare a parlare di persona con la preside all'ennesima porta sbattuta da Naruto e al perenne sguardo vuoto di Sasuke. Ma cosa sarebbe cambiato? l'intolleranza non fa parte solo di un determinato contesto, è ovunque e scappare non risolve nulla.

Quando l'ultima ora suonò e tutti i ragazzi dell'istituto uscirono Naruto si bloccò difronte il cancello principale abbassando la testa. Sasuke gli circondò le spalle da dietro e lo strinse a sé «Tranquillo, andrà bene. Sono solo altri due anni» mormorò al suo orecchio tentando di consolarlo un po'.

«Perché?» Sussurrò stanco poggiandosi contro il petto del compagno.

Sasuke lo voltò verso di lui e gli baciò la fronte «Ti prometto che tutto si sistemerà. Che quando c'è ne andremo di qui ogni cosa sarà perfetta».

«Giura» Disse Naruto guardandolo nei profondi occhi neri.

«Lo giuro» Rispose Sasuke abbassandosi leggermente per baciarlo.

La vita reale non è una storia, ne una favola per bambini. Non sempre finisce bene, il tuo felice e contenti devi creartelo da solo e molte volte, la maggior parte, fallisci inesorabilmente tentando di farlo. Soffri, piangi e lotti; ma nonostante tutto qualcosa andrà sempre storto, l'unica cosa che puoi fare per non sprofondare e trovare la forza per proteggere ciò in cui credi, allora forse sarai mediamente felice. La felicità assoluta non esiste, così come non esiste l'assoluta tristezza. La vita, la nostra intera esistenza, è fatta di momenti bui e momenti di luce, sta a noi riuscire a prenderne solo il meglio. Sta a noi resistere.

 

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

 

«DOBE! ALZATI IMMEDIATAMENTE» Urlò quella mattina un Sasuke Uchiha più furioso del solito mentre tentava di togliere le coperte pesanti da sopra il corpo del compagno, che più che dormire sembrava piombato in coma.

«Mmmm... Sas'ké altri cinque minuti ti prego» Rispose Uzumaki sbadigliando sonoramente e stropicciandosi gli occhi con una mano.

Sasuke sbuffò e lo guardò in cagnesco, tolse le coperte con un gesto fulmineo e prendendolo per i fianchi lo tirò su trascinandolo in bagno «Ti do due secondi per lavarti e vestirti» minacciò uscendo dal bagno e sbattendo la porta.

Erano passati dodici anni dalla prima superiore, anni in cui Naruto e Sasuke dovettero affrontare l'intolleranza e l'ignoranza della gente che li circondava ogni giorno, il bullismo durante il liceo invece di diminuire era aumentato e quante volte dovettero difendersi e fare a pugni con qualche altro studente, una volta Naruto ci andò così pesante da spaccare il labbro inferiore e un sopracciglio di un ragazzo della loro età che li aveva insultati, a causa di questo scontò perfino una settimana di sospensione, quante volete ingoiarono gli insulti e fecero finta di non sentire i mormori per i corridoi ogni volta che passavano. Sasuke per colpa dell'intolleranza del professor Morino era stato costretto perfino a rinunciare alla facoltà di medicina di Tokio. Non poteva nemmeno sperare di essere ammesso agli esami con un due immeritato in matematica e il conseguente calo nelle altre materie. A diciotto anni Naruto lo trovava a studiare fino alle tre del mattino per tentare di essere ammesso almeno ad Oto, ci riuscì ed ora all'età di ventotto anni era divenuto un medico di ruolo all'ospedale della città dove aveva frequentato l'università; nonostante Naruto definisse Orochimaru un viscido serpente non poteva negare che in tutti quegli anni aveva fatto il possibile per aiutare Sasuke a raggiungere i suoi obbiettivi, e pur restando un uomo indecifrabile da comprendere entrambi gli erano profondamente grati. Naruto decise di sua spontanea volontà di non continuare gli studi e lavorare al ristorante di famiglia, sia Minato che Kushina speravano in futuro migliore per il figlio, ma la vita non è sempre come la immaginiamo noi. E comunque Naruto era felice. Due anni dopo la fine del liceo mentre stava lavorando al Rasengan* incontrò nuovamente Kiba, era entrato nel ristorante in compagnia di una bella ragazza dai capelli neri e gli occhi chiari, quasi bianco perla. Per la prima volta parlarono realmente, non poteva considerare Kiba un amico, purtroppo il passato non si dimentica così facilmente, ma l'Inuzuka in tutti quegli anni era gradualmente cambiato e ogni sabato sera portava la sua fidanzata -e successivamente futura moglie- a cena da lui, instaurando così un sereno rapporto di conoscenza.

Itachi e Sakura si erano sposati tre anni prima e ora avevano due gemelli di un anno, una bambina dai capelli rosa -per la “gioia” dello zio- e un bambino identico a Sasuke in tutto e per tutto. Sakura aveva aperto, grazie all'aiuto dei suoi genitori, un piccolo alimentari a Konoha e Itachi lavorava per la polizia, realizzando così il sogno che aveva fin da bambino; la donna non era mai stata d'accordo con la scelta del marito, temeva per lui, ma non poté impedirgli di realizzare ciò che desiderava da anni.

Fugaku e Mikoto dopo che entrambi i loro figli si sistemarono vendettero la loro casa, troppo grande per sole due persone, e comprarono un piccolo ma confortevole appartamento accanto a quello dei loro vecchi amici. I ragazzi ogni volta a andavano a trovare i loro genitori, trovavano i padri intenti di far funzionare la vecchia PlayStation di Sasuke e le madri a preparare qualche dolce o spettegolare di qualche loro vecchia amica; nonostante gli anni le cose, fortunatamente, non erano affatto cambiate.

Sasuke e Naruto si erano trasferiti ad Oto da ormai diversi anni, e quest'ultimo era costretto quasi ogni giorno a fare il pendolare per arrivare a Konoha e aprire -l'ormai- suo ristorante. Era abbastanza dura ma non avrebbe cambiato nulla della loro vita. Tutti i sacrifici che avevano fatto e i periodi bui che avevano passato nel corso della loro adolescenza erano serviti a farli giungere alla loro personale felicità.

Naruto uscì dalla doccia e si vestì velocemente, raggiungendo poi la cucina dove il suo compagno -purtroppo due omosessuali non potevano ancora sposarsi nel loro paese- stava preparando la colazione.

«Sas'ké ora che ci penso oggi non è domenica?» Domandò fulminato dalla consapevolezza che quel giorno nessuno dei due doveva andare al lavoro, visto che il teme aveva già fatto il turno domenicale il mese scorso.

«Sì e allora?» Rispose Sasuke passandogli il piatto con dentro i toast.

«Come allora? Potevamo dormire ancora un po'» Sì imbronciò Uzumaki addentando una fetta di pane tostato alla marmellata di ciliege.

«Ancora un po'? Ma se sono le undici e quaranta? Dobe questa più che colazione è pranzo, cavolo» Disse Uchiha sgridandolo della sua pigrizia e portando alle labbra la tazza di caffè bollente.

Naruto lo guardò attentamente e poi parlò «Ti preferivo romantico come i primi mesi che stavamo insieme».

«Accontentati» Rispose lapidario Sasuke.

«Forse dovrei chiedere il divorzio» Affermò Naruto.

«Ma se non siamo nemmeno sposati» Esclamò Sasuke alzando lo sguardo verso di lui.

Eccolo, è questo che voleva Naruto. «Beh... Allora potremmo prima sposarci e poi divorziare» Propose con un sorriso sul volto.

«Mi stai chiedendo di diventare tuo marito dobe?» Domando con un ghigno Sasuke che aveva capito dove volesse arrivare il suo compagno.

«Sì. Ma solo per poi lasciarti e farmi pagare gli alimenti sia chiaro» Affermò ridendo sonoramente.

«Mmmm e dov'è il mio anello di brillanti?» Chiese scherzando Sasuke e allungando la mano verso di lui.

«Aspetta» Disse Uzumaki alzandosi di scatto dalla sedia e correndo verso la sua camera. Sasuke rimase sorpreso e paralizzato sul posto, non poteva averlo fatto davvero?. Gli avrebbe spaccato la testa sul tavolo, non era di certo lui la donna della coppia, pensò scrocchiandosi le dita e aspettando il ritorno del cretino per farlo fuori definitivamente.

Naruto tornò sorridente in cucina e prima ancora che Sasuke potesse parlare alzò la mano al cielo mostrando un gigantesco anello di plastica rossa, di quelli che si trovano dentro le confezioni delle patatine. Sasuke scoppiò a ridere e scosse la testa rilassandosi.

«Teme così mi ferisci. Ci ho speso tutti i miei risparmi» Disse con tono fintamente offeso.

Sasuke si alzò da tavola e lo raggiunse, prese tra le mani quell'orribile cosa e se la gettò alle spalle sorridendo divertito, lo abbracciò e sussurrò al suo orecchio «Uzumaki Naruto vuoi sposarmi e far valere la nostra unione solo in Spagna, alcune parti dell'America e in non so quale altro Paese?» Domandò baciandogli teneramente il collo profumato dopo la doccia.

«Io avrei detto: vuoi sposarmi e rendermi l'uomo più felice del mondo avendo te accanto per sempre?. Ma non posso pretendere tanto da un bastardo» Rispose circondandogli i fianchi e poggiando la testa sulla sua spalla.

«E un sì?» Chiese Sasuke prendendogli il viso tra le mani e guardandolo negli occhi.

«Sì» Bisbigliò Naruto alzandosi sulle punte per far congiungere le loro labbra. Con gli anni Sasuke si era alzato di circa venti centimetri invece lui arrivava a mala pena al metro e settanta, quindi quando doveva baciarlo era costretto a tendersi come una corda di violino per raggiungere la sua altezza.

Uchiha si abbassò su di lui e gli circondò la vita con le braccia, fece schiudere le labbra carnose di Naruto passandoci sopra la lingua e penetrò quell'antro umido e caldo che dopo tutto quel tempo conosceva a menadito, ma di cui mai si stancava. Si staccò dolcemente da lui e pizzicandogli gentilmente il collo disse ridendo lievemente «Che ne dici di festeggiare?». Nuovamente si sporse verso di lui e mentre divorava le sue labbra rosse e gonfie dal bacio precedente lo trascinava fin sopra il tavolo della cucina, ancora apparecchiato.

«Teme... Smettila... Combineremo un disastro...» Biascicò Naruto tra un bacio e l'altro cercando senza troppa forza -in fondo non era molto contrario- di toglierselo di dosso.

Uchiha lo tenne fermo arpionandogli con una mano la nuca e facendo si di sporgere il collo del compagno lo morse forte sulla giugulare.

Il sesso mattutino con Sasuke si trasformava sempre in una lotta dove Naruto poteva benissimo essere accusato di masochismo. Quando sentì i denti del suo amante graffiargli la pelle gemette e circondò con le gambe il suo bacino facendo frizionare i loro membri.

Uchiha con una mano sparecchiò il tavolo, facendo cadere a terra tutto ciò che vi era sopra e ci sdraiò Naruto, lo sovrastò con il suo corpo spogliandolo in pochi secondi dei suoi indumenti rimanendo ad osservarlo per qualche secondo, stupendosi di come ogni volta il vederlo nudo sotto di sé gli procurasse sempre lo stesso effetto; Con un movimento fluido delle mani si tolse anche lui i vestiti portando le dita della mano alla sua bocca disegnando con i polpastrelli il contorno delle labbra.

Naruto serrò gli occhi e schiuse la bocca accogliendo le dita, le succhiò e leccò come ormai aveva imparato a fare in tutti quegli anni e sentì il respirò di Sasuke aumentare progressivamente ogni secondo che passava. Allargò le gambe e le sollevò in modo da mostrare l'interezza del suo corpo liberando poi le dita ormai pronte e aprì gli occhi già leggermente opachi guardando il volto del suo amante.

Sasuke fece scivolare le dita per tutto il corpo ambrato portandole in mezzo alle gambe di Naruto, palpò le sue natiche e lo preparò con molta calma ad accoglierlo. Quando sentì le pareti interne cedere al suo tocco sfilò le dita e si posizionò meglio sopra di lui, prese le sue gambe sode portandole alla schiena e lo penetrò lentamente, affondando in lui centimetro dopo centimetro.

Naruto spalancò gli occhi oramai liquidi sentendosi invadere da Sasuke e posò le mani sul suo petto sfiorandogli i pettorali ardenti, ogni volta che si sentiva riempire da lui provava le stesse identiche sensazioni della loro prima volta.

Sasuke iniziò progressivamente a muoversi dentro e fuori da quell'antro umido scandendo un ritmo sempre più veloce ad ogni spinta, incapace di trattenersi gemette quando le pareti bollenti lo strinsero e affondò con ancora più forza in lui.

Naruto urlò e si inarcò quando lo colpì con una spinta più potente delle precedenti e poco dopo venne sentendosi riempire dal caldo liquido di Sasuke.

«Sei... Anf... Uno... Anf... Stronzo» Ansimò Uzumaki spostando lo sguardo al pavimento notando il casino che aveva combinato Sasuke per scoparselo sul tavolo della cucina.

Uchiha non rispose, ma rimanendo ancora dentro di lui cominciò a sfregare il suo viso nell'incavo del collo di Naruto, leccando e succhiando ogni tanto la pelle sudata.

«Vuoi lasciarmi?» Chiese tirandogli piano una ciocca di capelli corvini.

«No» Mugolò Sasuke afferrando le sue cosce e issandolo contro di lui alzandosi in piedi.

«Che stai facendo?» Domandò l'altro preso dal panico sentendosi mancare la terra sotto i piedi.

«Inauguriamo casa» Disse calmo Uchiha spostandosi verso il salone.

Naruto gemette quando lo sentì uscire da lui per poi rientrare una volta che lo aveva fatto stendere a pancia in sotto sul divano. «Ma... ma... se viviamo qui... da anni!» Ansimò soffocando un urlò quando il suo amante gli afferrò i fianchi e se lo tirò indietro con violenza.

Sasuke si chinò a baciargli una spalla e senza fermare i movimenti del bacino rispose «Ma il mese scorso abbiamo rifatto il pavimento del bagno, quindi...» lasciò la frase in sospeso e leccò sensualmente il contorno del suo orecchio, mordendogli poi il lobo e tirandolo lievemente.

Quando finalmente Sasuke lasciò andare Naruto, solo dopo aver inaugurato e festeggiato anche in camera da letto e nel bagno, quest'ultimo respirava a fatica ripetendo «Se continuiamo così morirò prima dei trentanni».

«Cretino» Disse Uchiha circondandogli la vita con una mano e portandolo al suo fianco, erano sdraiati sopra il loro letto matrimoniale; nudi, sudati e stanchi.

«Adoro la domenica» Aggiunse sorridendo appagato a sprofondando il viso nella zazzera bionda, circondando le esili spalle di Naruto con le sue braccia e sospirando soddisfatto.

Naruto spostò una mano verso il suo fianco massaggiandolo delicatamente «Vorrei poter rimanere così per sempre... Vorrei che tutto questo non finisse mai» sussurrò chiudendo gli occhi.

Sasuke strinse di più la presa intorno a lui e disse in modo serio e convinto «Non permetterò che finisca».

«Ti amo Sas'ké» Parlò stancamente Naruto prima di sprofondare nel sonno al caldo tra le forti braccia della persona che amava.

Sasuke non rispose chiudendo anche egli gli occhi e stirando le labbra sottili in un fine sorriso felice.

 

Vi rendete conto di quanti tipi di amore esistono?

Provate ad osservarvi attorno per un attimo. Tutta quella gente che non degnereste mai di uno sguardo, la vedete?. Le sentite le risate cristalline dei bambini che giocano insieme? I sussurri di due anziani che ancora si tengono per la mano? Ascoltate i discorsi assurdi di due amici che si comportano come fratelli? Il richiamo di un padrone verso il suo animale? Tendete l'orecchio verso quella coppia seduta su una scomoda panchina sfidando il freddo dell'inverno e il caldo dell'estate solo per stare insieme? Le amiche di sempre ridere felici mentre si perdono per i negozi della città?.

Riuscite anche solo ad intravedere tutto questo? Ciò che vi circonda, ogni singola cosa, è una piccola forma d'amore.

Amo le giornate d'estate passate ad osservare l'immenso azzurro di un cielo sereno.

Amo l'inverno e alzare la testa verso i soffici fiocchi di candida neve.

Amo i temporali e le tempeste autunnali, la pioggia e l'odore di muschio di prima mattina.

Amo un camino acceso e un libro in mano nelle gelide serate di inverno.

Amo i miei amici, la mia famiglia e il mio compagno.

Sì è un uomo, e lo sono anch'io. E per una volta sono qui a chiedermi cosa cambia? Non è lo stesso sentimento che provate voi che vi definite normali?.

Adoro vederlo ridere, quei rari sorrisi sereni per me sono tutto e amo quando le sue braccia forti circondano il mio corpo proteggendomi da ciò che mi fa star male.

Amo la sua testardaggine, il suo modo di fare fiero e distaccato.

Amo quando mi da del cretino, quando si perde nei suoi pensieri, quando lo chiamo al lavoro e mi risponde scocciato, quando litighiamo, quando vinco io, quando vince lui.

Amo il modo in cui facciamo l'amore e amo come mi guarda.

So che mi ama anche lui anche se a volte non me lo dice, ma non conta perché se sai leggere gli occhi e i gesti di chi ti sta accanto le parole diventano inutili.

 

Dal diario di Naruto Uzumaki.

24 Aprile, 2024.

 

-Sasuke, secondo te tenere un diario e da femmine?-

-Sì dobe, Cristo dimmi che non hai un diario-

-Emmm... Parliamo d'altro ok?-

-Sto con un cretino!-

 

 

*Lo so è scontato ma sexy no justu non è un nome adatto ad un ristorante XD.

 

Note conclusive: Allora che dire, capitolo molto lungo e ricco di avvenimenti. La storia si è conclusa perché beh era inutile andare avanti per forza, questo doveva essere il punto di chiusura. Ibiki non ha ricevuto nessun richiamo, come d'altronde accade quasi sempre, La preside non voleva e non poteva fare nulla per loro. Cosa avrebbe risolto istituendo un'assemblea? Che le pecore avrebbero annuito e lasciato perdere per un po', e dopo? Sarebbe tornato tutto uguale. Nonostante tutto, e il fatto che ne Naruto, ne Sasuke siano riusciti a realizzare tutti i loro obbiettivi (e sono stata fin troppo buona nella vita reale se riesci a conquistarne mezzo e già molto) sono felici, o almeno sereni. Si amano e si supportano, molto probabilmente -sicuramente- i problemi non finiranno di certo ma una volta cresciuti il modo in cui li affronteranno sarà migliore e più maturo.

In Giappone contrariamente a ciò che si pensa le unioni civili tra omosessuali sono proibite dalla legge, così come l'adozione di minori. Esistono leggi contro la discriminazione sessuale ma non possono sposarsi, almeno io sapevo questo. Non so se le leggi sono cambiate e ora come ora non mi va di informarmi, se sapete qualcosa me lo fate sapere? Grazie.

Itachi e Sakura invece vivono felicemente a Konoha, e mi pare di aver descritto tutto.

Kiba ha cambiato il suo modo di vedere le cose soprattutto grazie ad Hinata (la sua fidanzata) e ora cerca di rimediare agli errori del passato. Forse un giorno riuscirà a farlo.

Che dire è un felice e contenti molto strano lo ammetto, però credo rispecchi la realtà, almeno un p'.

Come ho spoilerato sopra manca un'extra, che è una lemon. Non se si svolgerà prima o dopo l'epilogo, la parte rossa è scritta manca il contorno.

In conclusione ringrazio tutte le persone che hanno messo la storia tra le seguita/ricordate/preferite. Grazie, grazie, grazie °si inchina°.

E poi chi ha commentato, sono sempre stata felice di leggere le vostre recensioni ed i vostri consigli. Sperando di non fare qualche gaff scrivendo qualche nome in modo errato, ringrazio davvero tanto:

Wolf99.

Ryanforever.

LadyDepp.

SaNaYa.

PinguPanda.

RedFoxx.

Frida_e.

Mente libera.

EuphieKai.

Grazie davvero tantissimo, vi mando un bacio e un abbraccio ^.^

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