Un bravo diavolo.

di namirami
(/viewuser.php?uid=221208)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sensibilità ***
Capitolo 2: *** Mai vista così bella. ***
Capitolo 3: *** Imprevisti. ***
Capitolo 4: *** Il patto. ***
Capitolo 5: *** Se femmina, so già come chiamarla. ***
Capitolo 6: *** L'altra faccia della luna. ***
Capitolo 7: *** Quattro chiacchiere. ***
Capitolo 8: *** Complicità ***
Capitolo 9: *** Arcobaleno. ***
Capitolo 10: *** Nirvana. ***



Capitolo 1
*** Sensibilità ***


Era una giornata piuttosto tranquilla sulla Thousand Sunny: Zoro si allenava, Robin leggeva un libro sul ponte, data la fresca aria primaverile, Franky e Usopp stavano mettendo a punto altre diavolerie, Chopper stava preparando nuove erbe medicinali, Brook canticchiava e...Rufy era stato appena buttato fuori dalla cucina da Sanji, quando vide avvicinarsi una piccola imbarcazione:

"EEEEEHIII, chi è?" urlò Rufy.

Quando fu più vicina, li riconobbe: erano Trafalgar Law e Bepo.

"ciao, Law!!! Ma che ci fai lì? Avanti sali su!" e nel dire questo, Usopp si avvicinò chiedendogli:

"sei sicuro che sia prudente farlo salire?".

"Certo! Lui è un mio amico!" e poi diretto a Law "e il resto della tua ciurma?"

"è una storia lunga...magari più tardi te la racconto!" e Rufy fece una faccia da cui si capiva che non era particolarmente interessato a storie lunghe. Intanto anche il resto della ciurma si era avvicinato ai nuovi arrivati e si stava creando, come al solito, un po' di confusione.

Solo Nami non c'era: si trovava nella stanza dell'acquario e stava ultimando una cartina. "Ma perchè non ci possono essere mai più di 5 minuti di pace?" si chiese, aveva voglia di uscire e dare un bel pugno a chi sapeva lei, ma le mancava pochissimo per finire quella cartina, e non voleva interrompere il lavoro...avrebbe dato una bella lezione terminato il disegno.

Intanto, sul ponte stavano continuando le allegre chiacchiere, quando Rufy disse:

"Ehi Sanji, prepari qualcosa di speciale per i nostri ospiti a pranzo? A proposito, quanto manca??"

"Va bene, va bene capitano...inizio a mettermi ai fornelli, ancora c'è un po' di tempo, ma date le razioni che devo preparare per te meglio iniziare! Robin-chan, vuoi qualcosa? Uno stuzzichino, una bevanda rinfrescante...e tu Nami-swan....oh ma Nami?".

"E' rimasta al lavoro" disse Robin "vado a chiamarla" e dicendo così si diresse verso la stanza dell'acquario e bussò delicatamente:

"Nami posso entrare?". "Meno male che è Robin" pensò, e le disse "Si certo entra".

Con un gran sorriso la accolse nella stanza e le fece vedere la sua nuova cartina ultimata proprio in quel momento "Guarda...che ne dici?"

L'archeologa si mostrò proprio soddisfatta "Bravissima! Il tuo tratto migliora sempre più!"

"Anche io sono piuttosto soddisfatta" e sentendo i continui schiamazzi di fuori chiese: "Che succede fuori?".

"Vieni a vedere: abbiamo ospiti" le rispose con uno dei suoi soliti sorrisi enigmatici.

Una volta fuori, Nami riconobbe subito i due passaggeri e pensò "Ma guarda un po' chi c'è...chi si diverte a far scambi di corpi..." e sì, ancora non aveva perdonato Law dopo l'avventura di Punk Hazard...ma proprio lui doveva salire a bordo?

Appena Brook la vide, le disse avvicinandosi: "Nami-san, data la presenza di due importanti ospiti a bordo....ci farebbe vedere le mutandine?"

"Piantala!!" urlò la ragazza, dandogli un calcio che lo fece volare dall'altra parte della nave.

Law e Bepo sorrisero: certo che Rufy aveva proprio una strana ciurma.

Nami voleva proprio dirgliene quattro a quel Law, e sgridare il capitano per averlo fatto salire...ma ora c'era qualcosa di più importante da dirgli, perchè sentì che il tempo stava per cambiare: "Rufy, dobbiamo virare! Sta per arrivare un ciclone e se rimaniamo qui ci travolgerà in pieno!".

"Ciclone?" disse Law con tono ironico, pensando che quella ragazza fosse impazzita: in effetti, era una bellissima giornata primaverile, e poi rivolgendosi a Bepo "avverti qualcosa?". Bepo, in quanto animale, spesso era il primo ad avvertire i cambiamenti del clima, ma gli rispose in senso negativo.

Allora la rossa pensò "Ma come si permette questo qui? Chi si crede di essere ?" facendo finta di non sapere che era una supernova, uno della flotta dei sette, uno dei più temuti pirati...ma ora non aveva il tempo di arrabbiarsi con lui, doveva istruire gli altri: "Franky e Usopp, al timone! Sanji e Zoro occupatevi delle vele! Chopper, controlla che non subiamo danni babordo! Robin tu controlla a tribordo! Brook sottocoperta: chiama subito se ci dovesse essere una falla!" e tutti scattavano, fidandosi ciecamente di lei.

Law rimase stupito: in quel momento sembrava lei il capitano, e soprattutto nessuno si faceva domande su un suo eventuale errore.

Così virarono, e solo dopo vari minuti Bepo disse al suo capitano "Forse quella ragazza ha ragione...". Infatti, entro poco si scatenò un forte ciclone e se non avessero cambiato rotta sarebbe stato molto più difficile evitare di essere risucchiati.

"Nami ha una sensibilità molto sviluppata" disse Robin avvicinandosi agli ospiti "uno dei problemi maggiori per chi naviga in queste acque è rappresentato dai repentini cambiamenti climatici, ma lei riesce a prevederli e a farci spostare prima che sia troppo tardi, è una dote innata che grazie alla sua passione per la navigazione è riuscita ad affinare sempre più".

"Sente i cambiamenti climatici anche prima di me" aggiunse Chopper "quindi non ti preoccupare Bepo: è normale che l'abbia avvertito prima di noi! Ed è meglio così, io non sarei in grado di istruire gli altri così come fa lei".

L'oceano rimase tempestoso per una ventina di minuti: poi ritornò il clima primaverile di prima.

"Uauuuu ragazzi, avete visto che onde??!!!" disse Rufy tutto eccitato: si era divertito da morire a farsi "cullare" dalle grandi onde che il ciclone aveva creato, ma non proprio tutti erano altrettanto gioiosi.

"Non cambierai mai" disse Zoro "comunque se è tutto finito io mi metto a dormire".

"Oh, il misero spadaccino ha già lavorato troppo per oggi" lo canzonò Sanji.

"Cos'hai detto sopracciglia finte?" rispose a tono Zoro.

"Come mi hai chiamato???" ed iniziarono a litigare come al solito. Nel frattempo, Nami aveva ancora un'espressione un po' preoccupata.

"Ehi Nami" le disse Chopper "ancora pericoli in vista?".

"No...o meglio non so, sento qualcosa di strano nell'aria ma non riesco a capire cosa stia per arrivare, non mi sono mai sentita così...non sembra qualcosa di imminente, eppure..." e mentre parlava così, iniziò a sudare, sentì il cuore battere sempre più velocemente, divenne rossa in volto e perse le forze, cadendo tra le zampe di Chopper.

 

 

 

Ciao a tutti! Law è un personaggio molto complesso, ma anche estremamente affascinante....e grazie a Gelidha ho imparato ad apprezzarlo molto. Spero di riuscire a renderlo bene in questa storia, ma non sarà facile perchè ancora si sa poco di lui ed è un personaggio difficile. Premetto che io sono una gran fan delle sanjixnami, eppure Gelidha è riuscita davvero a farmi ammirare Law da vari punti di vista, quindi questa è solo una piccola "deviazione" da quelle che sono le mie preferenze. Spero vi piaccia, se avete voglia recensite e ditemi dove sbaglio per poter migliorare!

Cosa sarà successo a Nami?

A presto con il prossimo capitolo per scoprirlo!  

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Mai vista così bella. ***


Tutti si precipitarono verso Nami e Chopper, ma quest'ultimo li esortò a rimanere un po' distanti per permettere alla ragazza di respirare, e poi si stava già riprendendo.

Nami” le disse “come ti senti? Riesci a parlare?”.

si...ora va meglio” rispose la ragazza, che sentiva il cuore battere più lentamente e stava riacquistando le forze “non so cosa sia successo, ma ora mi sento bene”.

credo di sapere cosa sia successo” disse Law, che era rimasto un po' indietro, con tono deciso “stiamo navigando in acque particolarmente pericolose, e secondo i miei informatori sta per arrivare la cosiddetta “Tempesta Infernale”, ed è proprio per avvisarvi che sono qui”.

Cosaaaaa???” dissero in coro Chopper, Franky e Brook. “Allora non è solo una leggenda?”

In tutte le leggende c'è un fondo di verità” affermò Robin.

Scusate...ci volete spiegare di cosa state parlando? E qual è il legame con il malore di Nami?” chiese Sanji.

E' difficile spiegare cosa sia, perchè né io nè credo nessuno dei presenti ha mai sentito il racconto di qualcuno che l'ha vissuta in prima persona, anche perché non sono tante le persone che riescono a sopravvivere” esordì la mora “comunque, si tratta di una tempesta molto violenta, che si verifica in alcune aree del Grande Blu a cadenze del tutto irregolari. Durante questo fenomeno, il Log-Pose non riesce più ad avvertire il magnetismo delle isole, ma l'ago inizia a girare vorticosamente, proprio a causa del grande sconvolgimento climatico. Ci sono onde molto alte, un vento forte e pioggia battente...l'intensità può essere variabile. Inoltre, si racconta che la tempesta inizi dando degli “avvisi”, cioè non si esprime fin da subito in tutta la sua forza. Forse il ciclone di prima era uno di questi “avvisi”. Poco tempo fa ho proprio letto un libro riguardo all'argomento”.

Ci fu un momento di silenzio, durante il quale la ciurma cercò di metabolizzare le informazioni appena apprese: quelli di loro che non erano nati nel Grande Blu non ne avevano mai sentito parlare.

Scusate” disse Usopp “ma ancora non riesco a capire come questa tempesta spieghi il malore di Nami”.

Credo che Law si riferisse alla sua sensibilità per i cambiamenti del clima...giusto?” disse Robin,e l'uomo fece un semplice segno di assenso con le testa, così l'archeologa continuò “Nami riesce sempre ad avvertire con largo anticipo il cambiamento del tempo, e se davvero questa tempesta si sta avvicinando, è possibile che lei ne senta gli “avvisi”.”

Vorrei vedere quel libro di cui parlavi prima” le disse Law.

Nessun problema. Seguimi”. E i due si diressero verso la camera delle ragazze.

E' un libro che ho letto da poco, per questo è ancora in camera” gli spiegò Robin, mentre cercava il volume nella libreria che lei e la sua amica avevano. Infatti, lei e Nami tenevano lì i libri che servivano più spesso e quelli che stavano leggendo. Intanto, Law iniziò a studiare la stanza: si notava ovunque il tocco femminile, era pulita, ordinata, profumata...completamente diversa da quella degli uomini, ne era certo. Mentre la perlustrava, lo sguardo gli cadde sulla foto di Nami da piccola, con Nojiko e Bellemere: era strano vedere un oggetto così tenero in una nave pirata. “E' la famiglia di Nami” gli spiegò Robin senza neanche voltarsi.

Sono abituato a studiare tutti gli ambienti in cui mi trovo” disse lui, in tono fermo.

E' una buona abitudine che ho anch'io. Comunque ho trovato il libro, gli diamo un'occhiata?”.

 

Passarono alcuni giorni. Nami non era più stata male, ma sentiva continuamente addosso gli occhi degli altri. Infatti, tutti, temendo che potesse di nuovo svenire o peggio, spesso la guardavano attentamente per capire se stava per sentirsi male, e se per caso nessuno la sentiva o vedeva per un po' iniziavano ad allarmarsi. Si stava davvero stancando: “Dannazione” pensava “so badare a me stessa!”. Sapeva che i suoi compagni si comportavano così per affetto, ed era bello avere chi si preoccupava per lei, ma talvolta esageravano!

Però quel giorno arrivò una bella sorpresa. Finalmente erano riusciti a farsi recapitare la posta dall'uccello postino, cosa che diventava sempre più difficile durante il loro viaggio. Mentre l'archeologa ritirava il giornale, si accorse che c'era anche una lettera: “Nami c'è una lettera per te!”, le sia avvicinò e gliela porse. “Cosa?una lettera?” la rossa era stupita: chi poteva aver bisogno di scriverle? Quando la prese e lesse il nome del mittente, quasi non riuscì a trattenere la gioia. “E' mia sorella!” esclamò.

Che aspetti? Aprila!” le disse Rufy. Nami non avrebbe voluto leggerla lì davanti a tutti, ma conosceva la curiosità dei suoi compagni, temeva che non sarebbe riuscita a tenerla a freno, e poi le avrebbero fatto tante domande...quindi, tanto valeva leggerla con loro.

 

Cara Nami,

come va la tua avventura? Spero proprio che ti stia divertendo, e qualcosa mi dice che è così.

La prima cosa che voglio dirti è: guai a te se ci fai ancora uno scherzo del genere! Sparire così per 2 anni...non sai che ansia che abbiamo provato. Si pensava che tu e la tua ciurma foste morti, ma Genzo, il dottore e soprattutto io sapevamo che stavi bene. Il villaggio stava perdendo le speranze, ma io ero certa che tu fossi viva: se davvero dovesse succederti qualcosa, io lo avvertirei. Comunque, non fare mai più una cosa del genere! Intese?? sì intese, rispondo io per te anche perché non accetto una risposta diversa.

Qui al villaggio va tutto molto bene: grazie ai soldi che ci hai lasciato siamo riusciti a ripartire, e il commercio dei mandarini va alla grande! Sono molto soddisfatta del mio lavoro. Vedessi quanto sono rigogliose le nostre piante!

Dalle foto che sono apparse sui giornali ho visto i tuoi cambiamenti, finalmente ti sei decisa a far crescere i capelli. Quante volte te l'avevo detto? Come al solito fai di testa tua, evidentemente dovevi smettere di sentirmi ripetertelo per tenerli lunghi. Ma avevo ragione: stai benissimo così! Guai se te li tagli: fa' come ti dico una volta tanto!

Genzo si lamenta della foto della tua taglia, dice che è troppo sensuale ( però l'ha fatta ingrandire e l'ha appesa da lui....). Il dottore è molto fiero del tatuaggio che ti ha fatto: nonostante tutti i pericoli che affronti, è ancora perfetto e anche il colore si è mantenuto. Mi piace tantissimo, perchè è come se ci portassi sempre con te, anche se siamo lontani. Inoltre dalle foto ho visto che hai ancora il braccialetto che ti ho dato: guai a te se lo perdi, capito?

Sono così curiosa di vedere le tue cartine: sono sicura che sono bellissime, già da piccola eri così brava...ora saranno spettacolari! Sicuramente realizzerai il tuo sogno, e appenderò la cartina del mondo a casa, la farò ingrandire in modo che occupi tutta una parete!

Non so se questa lettera ti raggiungerà mai, ma se così fosse, tu prova a rispondermi: magari la tua risposta arriverà tra tantissimo tempo, o forse mai...ma provaci! Se davvero questa lettera è arrivata fino a te, non è del tutto impossibile che la risposta mi arrivi, no?

Ah, quasi dimenticavo la cosa più importante che volevo dirti: NON TI HO MAI VISTA PIU' BELLA DI COSI' ”.

 

Con immenso affetto.

Nojiko.

 

Nami trattenne a stento le lacrime. Tante emozioni la travolsero: era così strano sentire sua sorella, temeva che durante quei 2 anni lei e gli altri si fossero preoccupati molto per lei, ma non era proprio riuscita a far aver loro sue notizie: rimanere su un'isola del cielo aveva i suoi svantaggi. Ma era l'ultima frase della lettera ad averla colpita più di tutto...allora sua sorella se n'era ricordata.

Ehi Nami” le disse Franky “ tua sorella sembra proprio una tipa in gamba, ma volevo chiederti...” non fece in tempo a finire la frase, che la rossa lo interruppe “Scusate, ma ho bisogno di andare i camera per un po'” e si diresse in camera sua, dove rimase fino a sera.

Per cena, andò in cucina dove trovò tutta la ciurma. Una volta seduta, sentiva gli sguardi dei suoi compagni su di lei, tutti si chiedevano cosa volesse dire quell'ultima frase, e perché fosse scritta in stampatello. La ragazza immaginava i loro pensieri, e come al solito decise di affrontare la situazione di petto, ed iniziò a parlare: “Era un gioco che avevamo iniziato tanto tempo fa. Una volta, per il nostro compleanno, Genzo e il dottore avevano regalato a me un libro per la navigazione, e a Nojiko una tutina per lavorare nel campo di mandarini...insomma, ci incoraggiavano verso i nostri sogni, perchè lei voleva continuare il lavoro di Bellemere. Quando si provò quella tuta, stava davvero benissimo, e nostra madre esclamò: “Non ti ho mai vista più bella di così!”. Io ero quasi gelosa, mia sorella se ne accorse e così decidemmo di farci insegnare a cucire dal dottore...volevamo riuscire a trasformare uno dei suoi vestiti, che sarebbe passato a me, così anche a me Bellemere avrebbe detto quella frase. Però...” piccola pausa, perchè ora ci voleva tutta la sua forza per andare avanti “quello fu l'ultimo compleanno con lei, io e mia sorella non riuscimmo a completare il vestito prima dell'arrivo di Arlong, quindi Bellemere non riuscì a dirmi quella frase...e mia sorella se n'è ricordata...”. Un momento di silenzio scese nella sala, poi Sanji disse:

Ora basta con i ricordi tristi: guarda qui che deliziosa cenetta ti ho preparato!” e aggiunse, guardando le facce affamate di Rufy, Usopp e Chopper “si si è pronto anche per voi, avanti tutti a tavola!”.

Mentre cenavano, Nami chiese “avete scoperto qualcosa di nuovo sulla tempesta?”.

Poco purtroppo” le rispose Robin. Erano soprattutto lei, Law e Chopper a studiare il più possibile il suo libro, ma le informazioni erano davvero scarse.

Ma stiamo lavorando per trovare qualcosa per te!”cercò di consolarla Chopper, ed iniziò a descriverle tutto ciò che Law gli aveva insegnato, perchè nell' ambito della preparazione di medicinali era un vero esperto...del resto esercitava la professione medica da più tempo della renna.

Ora basta” disse Law con tono deciso “cerchiamo piuttosto di recuperare più informazioni”. La piccola renna rimase un po' contraddetta: gli stava facendo dei complimenti, ma il collega sembrava quasi contrariato...per paura di dire ancora qualcosa di sbagliato, decise di acconsentire.

 

Quella notte, Nami fece fatica a prendere sonno, così si portò sul ponte della nave: era Zoro a fare la guardia, e come al solito dormiva. “Poco male per questa volta” pensò la ragazza “almeno non può vedermi”, ma per sicurezza si portò lontano da lui, sedendosi a guardare le stelle.

Dovresti bere un po' di questo sciroppo” le disse qualcuno da dietro, lei si voltò di scatto e notò Law a pochi metri da lei, in piedi, con una bottiglia e un bicchiere nelle mani “ti aiuterà a stare meglio”.

Non ne ho bisogno...ora sto benissimo” rispose in modo un po' acido...proprio non le andava giù quell'uomo, soprattutto dopo l'avventura di Punk Hazard.

Non è mai conveniente mentire ad un dottore” e continuò “è tutt'oggi che stai male, hai cercato di nasconderlo agli altri, ma non credere di essere sfuggita a me”. La rossa rimase di sasso: era vero, aveva sentito dei dolori, ma aveva cercato di nasconderli, poi la lettera di sua sorella l'aveva sollevata, era potuta andare in camera e così la giornata era passata. Sperava che nessuno si fosse accorto di niente. Invece....

Si alzò per avvicinarsi a Law, senza sapere bene cosa dirgli, ma lo fece troppo velocemente, ed ebbe di nuovo un attacco come pochi giorni prima: Law allora la prese e l'aiutò a sedersi “fai respiri profondi e lenti” le sussurrò “cerca di rilassarti, tra poco passerà”. La rossa provò a seguire i suoi consigli, sentendosi già confortata da quella voce sicura e suadente, e in effetti poco dopo riacquistò le forze.

Ora immagino che dovrò bere quello sciroppo” gli disse debolmente.

Assolutamente, ma prima dobbiamo andare in infermeria”. Lei lo guardò in modo stupito, e lui, con il suo solito tono pacato e il sorriso furbo, le spiegò: “Stai sanguinando dall'addome”.

 

Ciao! Era dà un po' di tempo che avevo l'idea della lettera...quella cosa del gioco tra Nami e la sorella non so bene come mi è nata, forse è un po' stupida...perciò fatemi sapere cosa ne pensate!

E ora la nostra navigatrice dovrà affidarsi alle cure del nostro dottore preferito...come andrà? Vorreste essere al posto della rossa, affidandovi alle sue mani? Fatemi sapere anche questo!

E ora come andrà questa visita? Che succederà tra i due? Sono molto interessata alle vostre opinioni, fatemi sapere cosa ne pensate, anche solo per dirmi “bene continua così” oppure “fai schifo, hai delle pessime idee è meglio se ti dai all'ippica”.

Al prossimo capitolo! 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Imprevisti. ***


Per varie sere Law e Nami continuarono a vedersi in infermeria di nascosto: lui controllava lo stato della ferita e cambiava le bende. Ogni volta, lei non poteva fare a meno di stupirsi di quelle mani così esperte che la medicavano e di quegli occhi grigi così profondi. Quasi quasi arrivò a convincersi che fosse un bene che rimanesse con loro ancora un po'. A quanto aveva raccontato Law, dopo che avevano avuto notizie della tempesta lui e Bepo si erano separati dagli altri per diramare l'informazione ai loro “soci”, cioè ai vari pirati con cui avevano stretto alleanze, e nella loro lista di persone da avvisare i Mugiwara erano stato lasciati volutamente per ultimi, perché sapevano che la loro prossima isola, chiamata Niji, era quella in cui si dovevano ritrovare con il resto della ciurma, quindi avevano pensato di raggiungerla con loro, cosa che sarebbe successa probabilmente dopo la tempesta. Rufy era sempre più convinto che Law fosse un suo amico, ma lui continuava a ripetere che era solo una questione di convenienza: non poteva permettersi che la ciurma dei Mugiwara risentisse della tempesta, avevano ancora quel patto stretto a Punk Hazard che li legava. Però nulla riuscì a togliere dalla testa di Rufy l'idea che lui e l'altra supernova fossero amici.

Bepo si trovava piuttosto bene nella ciurma: giocava tanto con Rufy, Usopp e Brook, aveva insegnato loro qualche trucchetto per pescare meglio e adorava fare da “poggiaschiena” con il suo morbido pelo a Robin quando leggeva sul ponte.

Nami non aveva più avuto malori importanti: a parte lievi capogiri o mal di pancia stava piuttosto bene, anche se quelle bende che le fasciavano la vita le ricordavano che poteva succederle di peggio. Ma ora c'era qualcos'altro che iniziava a preoccuparla: si ritrovò a pensare a Law più spesso di quanto avrebbe voluto, stava iniziando a guardarlo con occhi diversi, a scoprire in lui più qualità di quanto lei stessa volesse ammettere e non sapeva dove tutto questo l'avrebbe portata, ma qualcosa le diceva che stava per mettersi nei guai.

Quella sera, Robin era di guardia e Nami chiese a Law di andare a visitarla in camera sua: temeva che l'archeologa potesse insospettirsi nel vedere una luce accesa in infermeria, mentre le sere precedenti avevano fatto la guardia Zoro, Usopp, Frannky e Brook, ed era stato più semplice “sfuggire” a loro.

Così Law prese il necessario e si recò nella stanza della ragazza.

“Posso smettere di fasciarti, ormai la ferita è guarita”.

“Law io volevo...”.

“Questo chiaramente non significa che tu debba abbassare la guardia, bambina”

“Smettila di chiamarmi bambina! Lo so benissimo, e comunque....aaahhh” Nami sentì una fitta allo stomaco, prese il braccio di Law e lo strinse “la pancia...credo che il tempo stia per cambiare...”

“Su stenditi” le disse “ora ti farò un massaggio, cerca di fare respiri profondi”. Così iniziò a massaggiarle l'addome e dopo pochi minuti iniziò a sentirsi un po' meglio.

“Parlami di loro” disse Law guardando la foto di Nami da bambina.

“Sono mia madre e mia sorella” rispose sinteticamente.

“Questo lo capivo da solo. Avanti, raccontami di loro”. Non sapeva perché glielo chiedesse, ma in quel momento non aveva le forze per controbattere ed iniziò a raccontargli la sua storia.

“Mia sorella come già sai si chiama Nojiko e ha 2 anni più di me. E' una ragazza davvero in gamba: è bellissima, sveglia, intelligente, forte, intraprendente, determinata. Ha sofferto tanto come gli altri abitanti del mio paese, ma ha saputo ricostruirsi una vita. Se la conoscessi, non potresti che innamorarti di lei”.

“E tua madre?” chiese lui, noncurante dell'ultima frase della ragazza.

“Lei si chiama Bellemere: è stata molto più di una madre per noi...è difficile spiegarlo, ma tra noi tre c'è un legame indissolubile.”

“Anche lei ha sofferto, dunque” incalzò lui.

“Lei....si è sacrificata per noi. Quando Arlong ha invaso la nostra isola, ha chiesto a tutti un tributo in denaro, e Bellemere non aveva i soldi per pagare per tutte e tre, decise di usare tutto quello che aveva per noi due e lei fu uccisa. Poi Arlong mi rapì per farmi diventare la sua cartografa...scesi a patti con lui: avrei riscattato il mio villaggio pagando una somma in denaro. Ma lui non mantenne la promessa...però arrivò questa ciurma di scalmanati che salvò me e il mio paese”. Allora Nami tacque e si domandò come mai avesse parlato così tanto. “Accidenti” si disse “ma perché mi ha fatto raccontare tutte queste cose? Chissà forse uno sfogo mi ci voleva...ma proprio con lui? Be' a volte con gli sconosciuti è più facile...”. E mentre pensava questo sentì la mano calda di lui allontanarsi dal suo addome e ciò un po' le dispiacque.

“Oh...è passato!” esclamò, sorpresa del fatto che da quando aveva iniziato a parlare, non si era più preoccupata del dolore. Che l'avesse fatta parlare così tanto per distrarla?

“Lo so” disse lui con la sua solita sicurezza.

“Law” iniziò lei, mettendosi a sedere vicino a lui “non so bene perchè mi hai fatto raccontare tutte queste cose sul mio passato e non so come hai fatto a lenire il dolore così in fretta, comunque io volevo....” non fece in tempo a finire la frase che un forte scossone li fece ribaltare dal letto.

Il dottore si alzò rapidamente, la mise sul letto dicendole “Resta qui” ed uscì fuori molto velocemente, arrivando sul ponte prima dei Mugiwara senza che qualcuno notasse che era uscito dalla stanza delle ragazze.

Ben presto tutta la ciurma fu sul ponte: il mare era burrascoso e stava facendo ballare la nave in tutte le direzioni. Mentre tutti erano fuori a darsi da fare, Nami era ancora in camera: Law le aveva detto di restare lì ma...lei era la navigatrice! Ed era in momenti come quelli che serviva di più: quindi uscì, poteva essere pericoloso ma accettava il rischio.

Una volta fuori, iniziò ad ordinare agli altri come manovrare il timone, di quanto virare, come spiegare le vele...finchè Law non la interruppe: “Nami! Torna subito dentro!”

“Non ci penso neanche! Sono la navigatrice, è mio compito restare qui!”

Il dottore non sapeva più come dirglielo. Certo che era proprio testarda quella ragazza!

Chopper le si avvicinò: concordava con il collega e provò una tattica diversa, cercando di essere gentile: “Nami sarebbe meglio se tornassi dentro...vedrai che ce la caveremo!”

“Silenzio!” gli rispose “piuttosto aiuta Sanji ad ammainare le vele!”. Nami si sentiva male, ma strinse i denti e decise di resistere: voleva dimostrare che qualche piccolo malore non l'avrebbe fermata, del resto tutti i suoi compagni nelle battaglie lottavano fino allo strenuo delle loro forze.

Per fortuna, il maltempo durò ancora per poco: erano tutti piuttosto stanchi, essere svegliati in piena notte e dover essere belli scattanti per non farsi travolgere dal mare non era una passeggiata nemmeno per loro...ma del resto avevano scelto di vivere così!

Passato il peggio, decisero di tornare nelle rispettive stanze e il resto della notte passò tranquilla. La navigatrice però non riuscì a dormire: voleva assolutamente parlare con Law, voleva spiegargli il suo comportamento, non voleva che lui pensasse che fosse una bambina capricciosa.

Così l'indomani approfittò di un momento in cui si trovava da solo in infermeria ed entrò.

“Devo spiegarti alcune cose” iniziò in modo diretto, senza tanti giri di parole.

Lui era di spalle, si voltò lentamente e la guardò con aria di sufficienza: “Perché dovrei ascoltarti?”.

La ragazza cercò di mantenere la calma: in effetti, lei non era stata particolarmente attenta ai suoi consigli...perché doveva ascoltarla?

“Senti” incominciò “io non sono una bambina viziata e capricciosa, se sono uscita durante la burrasca l'ho fatto perchè sapevo che sarei stata di grande aiuto agli altri...io sono la navigatrice ed è mia responsabilità...”

“Perché ti stai giustificando, bambina che non sei altro?” le chiese con il suo solito sorrisetto furbo.

Già: perché gli stava dicendo tutte quelle cose? Perché le interessava così tanto che lui non si facesse un'idea sbagliata di lei? Non seppe come rispondere, e allora cercò di deviare:

“Ti ho già detto di non chiamarmi bambina e...”

“Allora fammi vedere com'è che si comporta una vera donna, mostrami perché sei qui” la incalzò lui, sfidandola e rimanendo a guardarla con le mani incrociate dietro la nuca.

La rossa rimase titubante per qualche secondo, poi prese la sua decisione: a quel punto, tanto valeva provare. Si avvicinò a lui fino a sentire il suo odore terribilmente vicino, gli prese il volto tra le mani senza che lui opponesse resistenza e lo baciò. Temette che la respingesse iniziando a ridere di lei, invece sentì le sue labbra aprirsi e la sua lingua insinuarsi nella sua bocca. “Eccoci” pensò lei “come immaginavo: bacia maledettamente bene, accidenti a lui!”. Sentì le mani di lui scendere lungo i fianchi, fino ad arrivare al fondoschiena e vicine alla sua intimità, e dei brividi percorsero tutta la sua schiena.

Si staccò dalla sua bocca per riprendere fiato e sentì le sue mani di massaggiarle più intensamente l'interno coscia, stava per gettarsi di nuovo nelle sue labbra...quando accade l'imprevisto:

“Capitano, capitano! ho delle importanti informazioni...” Bepo era appena entrato nella stanza senza bussare data l'urgenza del messaggio che portava “oh...scusa, non volevo disturbare...ecco...io...” non sapeva davvero cosa dire, era imbarazzatissimo, mentre Nami con rammarico sentì che Law allontanava le sue mani da lei.

“Non ti preoccupare Bepo, tanto Nami stava per andarsene, giusto?”. Lei lo guardò accigliata: eppure gli sembrava che anche a lui stesse piacendo...che gli prendeva ora?

“Oh n-no Nami...ecco se devi finire di parlare fai pure, io posso tornare...”

“No” disse lei decisa “il tuo capitano ha ragione: stavo per uscire” quindi si voltò e chiuse forte la porta.

“Capitano scusa io non...”

“Ora basta Bepo: non hai interrotto niente, capito? E ora forza: dimmi cos'è che hai scoperto” e parlando così, lo invitò a sedersi ed iniziarono una lunga e fitta conversazione.

 

Ciao! Primo contatto fisico tra Nami e Law, purtroppo interrotto bruscamente...altrimenti è troppo semplice no?! :) magari la prossima andrà meglio...;)

Spero si capisca perchè Law e Bepo si allontanano momentaneamente dalla loro ciurma, ma se c'è qualcosa di poco chiaro (in questo o in altri punti della storia) chiedete pure io sono qui!

Mi piace far emergere il carttere tutto pepe di Nami: da aspirante dottore, non vorrei assolutamente una paziente come lei, penso sarebbe difficile farle seguire anche il più semplice dei regimi terapeutici...mi farebbe impazzire! Però questo carattere così forte potrebbe far colpo su qualcuno...

Inoltre mi piace anche far emergere le differenze tra i due dottori: c'era un accenno anche nel precedente capitolo, qui affiora il differente approccio ai pazienti: Law è piuttosto diretto e categorico, invece il piccolo Chopper cerca un metodo più dolce (peccato che data la “difficile” paziente nessuno dei due riesca nell'intento). E' un diverso modo di approcciarsi ai pazienti, ma entrambi sono medici scrupolosi e molto attenti.

Fatemi sapere che ne pensate!

2 piccoli incisi: 1) Nami e Law si vedono nella stanza delle ragazze quando Robin è di guardia perchè lei è particolarmente scaltra, non che gli altri siano tonti ma diciamo che era più facile passare inosservati (e poi le solite esigenze di trama) 2) Law sta scoprendo sempre più cose della rossa: la sua particolare sensibilità, la sua maestria nella navigazione e nel disegnare cartine e ora il suo passato...insomma si sta accorgendo che non è solo una gran sventola...ma non fateglielo notare, non gli piacciono questi discorsi...d'accordo? ;)

Ultima cosa: sono dell'idea che a volte raccontare tutto a degli sconosciuti sia meglio: sogno di incontrare un giorno uno in treno, raccontargli la mia vita, ascoltare i suoi consigli illuminanti e poi non rivederlo mai più...va be' queste sono mie idee folli lasciate stare colpa della mia mente bacata!

E ora che sucederà? Quali saranno le mosse dei nostri protagonisti dopo questo bacio così passionale? Alla prossima!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il patto. ***


Law aiutò Nami a sdraiarsi sul lettino dell'infermeria, le versò un bicchiere di sciroppo e quindi iniziò a preparare disinfettante e bende.

“Com'è possibile?” la rossa era incredula, era sicura di non essersi tagliata.

“E' tutto dovuto alla tua sensibilità per i cambiamenti del tempo” le rispose “so che proprio oggi un'isola non molto distante da qui è stata devastata da un forte nubifragio, forse è un altro degli avvisi della tempesta infernale. Ora bevi lo sciroppo”. Il suo tono non ammetteva tante repliche, eppure lei era ancora un po' restia. “Allora ha ragione tua sorella: devo dirti di non berlo affinché tu lo prenda?” le disse con quel suo solito sorrisetto furbo.

“Non è la prima volta che un'isola è distrutta da un nubifragio, mentre è la prima volta che ho questa reazione” replicò lei con una punta di stizza, per poi accingersi a bere lo sciroppo “sarà cattivissimo” pensò “chissà che intruglio è”.

“Ma ora c'è di mezzo la tempesta infernale” ribatté a tono il dottore, mentre si avvicinava a lei.

“Ehi ma...è buono! Ha un retrogusto di...mandarino!” esclamò entusiasta la ragazza.

“E' uno degli ingredienti” spiegò lui semplicemente “ora sdraiati”. Nami era stupita: da quanto aveva detto Chopper era soprattutto Law ad aver preparato dei medicinali per farla star meglio...come mai aveva usato anche i mandarini? Sapeva forse che erano i suoi frutti preferiti?

Law le tirò su la maglietta e le abbassò un po' i pantaloni: aveva un taglio qualche centimetro più in basso dell'ombelico. Notò la leggerezza delle sue mani mentre le spostavano i vestiti e lo sguardo concentrato sul suo taglio: due profondi occhi grigi lo stavano osservando in modo molto professionale. “Almeno non sembra un pervertito” pensò.

“Non è profondo” concluse il medico “in pochi giorni si risolverà. Ora tamponerò con un po' disinfettante, potrebbe bruciarti leggermente”. Fece come aveva detto, eppure Nami sentì solo un leggero pizzico “sembrerebbe bravo”continuò nei suoi ragionamenti.

Law prese le bende ed iniziò ad avvolgerle con gesti lenti attorno alla vita della ragazza, che di nuovo rimase stupita nel constatare la delicatezza dei suoi movimenti...avevano quasi un che di sensuale. “Pensare che con la stessa facilità è in grado di annientare terribili nemici...” si disse.

“Ora faresti bene a riposare” le consigliò una volta terminato il lavoro.

“Dovrei chiederti un favore” azzardò Nami: non avrebbe voluto trovarsi in quella situazione, ma per cause che non dipendevano da lei era costretta a stringere un patto con lui.

“Ti ascolto” le rispose, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e lasciando le mani a penzoloni, mostrandole uno dei suoi soliti sorrisetti, che la rossa si ritrovò ad ammirare.

“Potresti non dire niente agli altri?”

Lui la guardò un po' sorpreso: “Sei sicura?”

“Vedi, in questi giorni sono stati molto apprensivi e ciò mi fa piacere perché significa che ci tengono a me, però se sapessero anche questo si agiterebbero ancora di più, e non lo voglio, né voglio sentirmi soffocare...dovrei cercare di star tranquilla no? Ma sapere della loro eccessiva preoccupazione non mi tranquillizzerebbe affatto, anzi...io mi fido di loro, completamente, ma per ora sento che è meglio così...poi tu hai il segreto professionale, no?”

“Su questo hai ragione. Se non vuoi, non diremo nulla. Sei sicura di riuscirci?” le chiese, quasi in tono di sfida.

“Sì, certo” rispose decisa “piuttosto dovrei chiederti un'altra cosa...cos'altro mi succederà? Voglio dire...qualche giorno fa il mancamento, stanotte questo...e poi?? vomito, febbre alta, un'emorragia interna....”

“Hey hey bambina stai facendo viaggiare un po' troppo la fantasia!” le rispose divertito. “Ma che avrà da ridere? sono così buffa?” pensò lei.

Quindi il dottore continuò “Non sono un indovino, non so cosa ti succederà, ma è inutile fasciarsi la testa prima di rompersela no? Per ora cerca di non sforzarti e prendi un bicchiere di questo sciroppo la mattina. Qualsiasi dolore o altro sintomo dovessi avvertire, non aspettare di avvisare Chopper o me, oggi ti è andata bene, ma potresti non essere sempre così fortunata.” Le sue parole erano state piuttosto autoritarie, eppure lei continuava a guardare con attenzione quegli occhi grigi, trovandoli sempre più magnetici. “Nami mi hai capito?”

“Oh...ah si certo”.

“Domani ricontrollerò la ferita. Possiamo vederci qui quando tutti saranno andati a letto. Ed ora è meglio che ci vada anche tu”. Detto questo si alzò, mise a posto le bende e il disinfettante e se ne andò salutandola con un cenno della mano, prima che lei potesse ringraziarlo.

 

La mattina successiva, Nami si alzò sentendosi piuttosto bene. Scrisse la lettera di risposta a Nojiko, e nella busta mise anche una copia di una sua cartina. “Speriamo che non tardi troppo ad arrivare” pensò mentre la consegnava all'uccello postino.

Poi notò che sul ponte c'erano Law e Chopper che stavano discutendo di medicina: erano così diversi, se non fosse stato per la professione medica, Nami non avrebbe trovato nessun punto in comune tra loro. Certo che quel Law iniziava ad essere protagonista dei suoi pensieri...così, per distrarsi, decise di andare nel suo studio per iniziare un'altra cartina.

Poco dopo sentì bussare, disse avanti e Law entrò nella stanza.

“Ti ho detto di riposare”.

“Disegnare cartine è la mia passione. Non è un lavoro per me, non è pesante...e poi mi sento bene, se dovessi stare tutto il giorno chiusa in camera impazzirei” gli disse, quasi scusandosi.

Lui si avvicinò e si mise ad osservare le cartine “Le hai disegnate tutte tu?”

“Oh sì” rispose orgogliosa “il mio sogno è disegnare la cartina del mondo. Penserai che sono pazza, ma so che ci riuscirò!”.

“Ambiziosa la bambina” e lei non riuscì a capire se si stava complimentando con lei o la stava prendendo in giro. “Ti concedo di disegnare per non più di qualche ora al giorno. E vedi di darmi ascolto”.

“Cosa?? Ma Law ti ho detto che sto bene e...” proprio in quel momento ebbe un cerchio alla testa.

“Oh mi scusi dottoressa, se lo dice lei sarà così”. Nami si stava spazientendo: ma non gliela toglieva mai nessuno quell'espressione strafottente? “Ricordati cosa ti ho detto ieri sera” aggiunse il medico.

“Ehi non mi vorrai ricattare vero? La tua professione ti impone il segreto e ….”

“Nessun ricatto. Ma se non vuoi dire niente ai tuoi compagni, io rimango l'unico a cui parlare. Quindi vedi di ascoltare ciò che dico” ed uscì.

“maledizione” pensò lei “in che situazione mi sono messa?”. Poi rifletté sulla possibilità di dirlo a Chopper, ma si convinse che non era il caso, perché nonostante il segreto professionale secondo lei qualcosa gli sarebbe sfuggito dato lo stretto rapporto che aveva con gli altri. “E se lo dicessi a Robin?”: sì, lei il segreto l'avrebbe mantenuto, però le sarebbe servito solo come sfogo personale, ogni volta che si fosse sentita male si sarebbe comunque dovuta rivolgere a Law...e poi non voleva metterla in una situazione difficile nei confronti degli altri. Così, sospirando, si rassegnò a doversi fidare di lui.

 

 

Ciao! So che molte si aspettavano di più da questo capitolo, che invece risulta un po' scarno...ma calma ragazze, ogni cosa a suo tempo siamo solo al terzo capitolo! Spero di non avervi deluso, in tal caso fatemelo sapere e rimedierò! Ma sono sicura che già il prossimo capitolo vi piacerà di più! ;) per “esigenze di trama” (si dice così?) volevo far “alleare” Law e Nami, e se inserivo anche qualcosa del prossimo capitolo poi mi veniva troppo lungo questo, perciò alla fine questo può risultare un po' “mingherlino”, ma sottolineo che è avvenuto un passo importante tra i nostri due beniamini che prelude agli sviluppi che ci saranno nei prossimi capitoli (credo che in tutto saranno circa 10 i capitoli).

Ricordatevi che sono sempre molto interessata alle vostre opinioni! E non perdete le speranze...la storia avrà interessanti sviluppi!!! ;)

Spero si capisca perchè Nami sceglie di non dire niente agli altri e spero di non aver sminuito Chopper: Nami si fida di lui ma dato che è così amico anche degli altri teme che gli possa sfuggire qualcosa, però lo apprezza comunque tanto come dottore oltre che come amico! Non voglio che dalla storia la renna risulti “messa in seconda posizione” per la presenza di Law...anche Chopper è un ottimo dottore, se vi sembra che lo sminuisca fatemelo notare!

A presto, contateci!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Se femmina, so già come chiamarla. ***


Il giorno dopo Law e Bepo radunarono i Mugiwara sul ponte per comunicare loro le novità ricevute. “La tempesta è sempre più imminente. Varie isole ne hanno già risentito, così come molte navi in mare sono state sommerse, è necessario essere preparati” esordì Law.

“Ahh tranquillo, noi ce la sappiamo cavare alla grande in tutte le situazioni!”gli rispose con il suo solito sorriso smagliante Rufy.

“Rufy, devi avere la percezione del pericolo: questa non è una tempesta come tutte le altre, è una situazione del tutto anomala. Dobbiamo raccogliere più informazioni, essere sicuri di avere tutto l'occorrente per affrontare qualsiasi problema possa avere la nave, controllare le provviste”.

“Ti ripeto che non c'è nessun problema! Per le informazioni ci sono le tue conoscenze, e poi sarà solo quando ci imbatteremo nella tempesta che sapremo come affrontarla a seconda della sua intensità. Per eventuali riparazioni abbiamo il miglior carpentiere di tutti i mari, per il cibo Sanji saprà sempre dividerlo affinché basti per tutti, e poi possiamo pescare: grazie a ciò che ci ha insegnato Bepo abbiamo già un bel po' di pesce nell'acquario. Quindi è inutile preoccuparsi: non c'è nessun programma da fare!”. Law rimase un po' interdetto: sapeva che cappello di paglia era un tipo impulsivo e poco pianificatore, ma ora gli sembrava che stesse esagerando.

“Lascia perdere Law”gli disse avvicinandosi Chopper “il nostro capitano è così, non cambierà idea”

“Esatto” aggiunse un po' sconsolato Usopp “è sempre così, è inutile che cerchi di spiegargli la situazione, qui non si fanno programmi”.

“Yohoohohoho! Yohohoho!” esclamò Brook “avanti! Cantiamo una canzone e non facciamoci prendere dal panico! Ah...Nami-san, per rallegrarci ci farebbe vedere le mutandine?”. La ragazza non gli rispose neanche, gli diede solo un pugno che lo spalmò per terra.

“Nami-swannn!!! Robin-chwannn!!!” esordì Sanji, con gli occhi che si trasformavano in cuoricini “non vi preoccupate! Io vi proteggerò!!! Piuttosto, volete che vi prepari qualcosa?”.

“Io niente” rispose laconica la rossa.

“Io vorrei un caffè” rispose la mora.

“Arriva subito mia cara!!!” e si fiondò in cucina. Robin osservò Nami: capì che qualcosa non andava, ma non era ancora pronta per parlarne e decise di rispettare la sua decisione.

Pochi minuti dopo il cuoco tornò portando il caffè all' archeloga e un piccolo pensiero per Nami, che nel frattempo era andata nel suo campo di mandarini, lontano da tutti gli altri:

“Tieni, mia adorata” le disse porgendole una tazza con del te' al mandarino.

“Oh” Nami era soprapensiero e cadde dalle nuvole “grazie...” sibilò.

“Ti ho vista un po' triste prima, ma so che questa bevanda ha sempre un potere benefico su di te. Ricordati che per qualsiasi cosa io ci sono”.

“Sei sempre molto gentile. Comunque non c'è bisogno che ti preoccupi, e in ogni caso so che posso contare sul tuo appoggio!” gli rispose sorridendogli.

“Ahhh Nami-swan! Cosa non farei per questo sorriso!”.

“Il solito cascamorto” ghignò Zoro poco distante.

“Come hai detto???” ed iniziarono uno dei loro soliti battibecchi.

 

Nel pomeriggio videro una barchetta avvicinarsi. Un anziano signore era a bordo, con uno strano apparecchio: una grande lumacamera.*

“Ehi voi! Siete i Mugiwara?”.

“Si!!!” rispose a gran voce Rufy, che si era subito avvicinato.

“Sono qui perchè qualcuno ha bisogno di parlarvi! Questa apparecchio proviene da Alabasta, dalla principessa Nefertari Bibi in persona!”.

Rimasero tutti si stucco: erano sorpresi ed eccitati allo stesso tempo.

“Che aspetti? Sali su!” gli urlò Sanji, e lui e Franky lo aiutarono a salire. Mentre il vecchio metteva in funzione la lumacamera, Usopp sospirò “speriamo non sia una trappola”.

“Ma no!” disse il capitano “guardalo questo vecchietto: non è affatto pericoloso!”.

“E poi chi avrebbe il coraggio di salire da solo sulla nostra nave per tenderci un agguato?” aggiunse Zoro.

“Hai ragione” disse con convinzione il cecchino “niente paura!! ora sono più forte anch'io!!”.

Intanto tutti si erano radunati attorno alla lumacamera, anche Law, che stava comodamente appoggiato al pelo di Bepo, con il solito sguardo sereno e sicuro di sé. Nami lo guardava: ma perchè lui era così tranquillo mentre lei sentiva un tumulto dentro di sé che difficilmente stava trattenendo?

Quando tutto fu pronto, dall' apparecchio apparve l'immagine del volto di Bibi: anche chi non faceva parte della ciurma al momento dell'avventura di Alabasta la conosceva, perché gli altri avevano raccontato loro quella lunga avventura.

“Ragazzi!!! Da quanto tempo!” esclamò la principessa.

“Bibi!!!” risposero in coro.

“Oh come sono contenta di vedervi! Sono stata un po' in ansia negli ultimi 2 anni, ma sapevo che eravate salvi: voi avete la pellaccia dura!” disse sorridendo. E brevemente si raccontarono le ultime vicissitudini.

“Oh Bibi-chan, sei sempre più bella!” proruppe Sanji.

“Bibi! Sai che siamo tutti più forti?!” esclamò Chopper “e devo dire che anche tu sei in gran forma, hai un'aria particolarmente felice e serena...”

“Non ti si può nascondere niente dottore eh?” gli rispose “Koza, avanti vieni! È il momento!” e mentre il ragazzo entrava nella stanza, la lumacamera inquadrò tutto il corpo della giovane e i ragazzi notarono il suo ventre rigonfio.

“Ecco spiegata la tua aria così contenta!” esclamò la renna, mentre Koza si sedeva vicino a Bibi e le stringeva la mano.

“Ebbene sì ragazzi: il motivo principale per cui vi ho voluto contattare è questo, volevo essere io a dirvelo prima che l'informazione si diramasse: Koza e io aspettiamo un bambino”.

Tutti rimasero stupiti, ma anche estremamente felici per lei: era davvero raggiante!

“Ci sono altre due cose che voglio dirvi” proseguì la principessa “la prima è rivolta a Robin”. La mora era rimasta un po' disparte: Bibi aveva tutti i motivi per avercela con lei e non voleva rovinare quel momento agli altri, perciò si stupì quando si sentì chiamare. “Non conosco bene la tua storia, non so perchè ti eri unita a Crocodile, ma se Rufy ha deciso di farti entrare nella ciurma, vuol dire che sei una bella persona: perciò scordiamoci il passato e guardiamo al futuro, gli amici di Rufy sono anche amici miei” e lo disse con tono fermo, convinta di ciò che affermava.

“Bibi” sibilò Robin “grazie per la fiducia, sì mi farebbe estremamente piacere essere tua amica!”.

“Ottimo!” rispose la principessa “la seconda cosa che volevo dirvi è che io e Koza abbiamo messo a punto vari giochetti per scegliere il nome: per ora è in testa quello di Rufy”.

“Fantastico!” esclamò sorridendo il capitano, mentre gli altri uomini della ciurma rimasero un po' delusi. “E per i nomi femminili? Qual è il primo per ora?” chiese Usopp curioso.

“Oh” rispose Bibi “ma questi giochi riguardano solo i nomi maschili, perché se femmina so già come chiamarla” e nel dire questo spostò lo guardò su Nami. “Oh n-no...Bibi...non devi...” era rimasta proprio di stucco “ci sono tanti nomi che potresti scegliere e …”.

“Nami” la interruppe l'amica “tu hai rischiato tutto per me, hai messo in gioco la tua stessa vita, eri disposta a rinunciare alle cure mediche, così come ti sei sacrificata per il tuo paese, l'hai fatto anche per il mio. Sei stata un'amica fedele, hai saputo sempre come consolarmi quando piangevo nelle notti di sconforto, mi hai trasmesso tanta forza e tanto coraggio. Sei una donna stupenda, forte, intraprendente, determinata, pronta a sacrificarsi per chi ami...non potrei desiderare di più per nostra figlia” e nel dire questo strinse ancora di più la mano del compagno, che aggiunse “è vero, sono assolutamente d'accordo con Bibi”.

“Oh...grazie, Bibi” rispose Nami, che ancora non si era del tutto ripresa dalla notizia. Le chiacchiere continuarono ancora per un po', quindi si salutarono con la promessa di tenersi aggiornati sulla sua gravidanza e di poter vedere per primi le immagini del/la neonato/a.

 

A cena, tutti ancora parlavano della principessa, delle numerose avventure vissute con lei e delle ultime notizie. Erano così stupiti delle grosse novità, ed orgogliosi, perché se ora Bibi poteva essere così serena in parte era anche merito loro. Vederla così raggiante e piena di vita aveva riempito di gioia il cuore dell'intera ciurma, anche chi non la conosceva l'aveva ovviamente presa in simpatia.

Soprattutto Nami era sconvolta ed eccitata allo stesso tempo: rivedere l'amica le aveva fatto tornare in mente tanti ricordi, tutte le loro confidenze, le chiacchiere notturne, le lotte fianco a fianco, e aveva sentito in modo acuto la sua mancanza. E chiaramente non si aspettava che volesse chiamare sua figlia come lei: non aveva saputo come reagire, così le aveva detto semplicemente grazie, perchè cos'altro poteva dire di fronte ad una testimonianza d'amicizia e di fiducia così grande?

La lettera di sua sorella, il dialogo con Bibi...certo che ne aveva avute di sorprese in quei giorni! Ma la più grande, quella che ancora la tormentava, riguardava Law: ormai non poteva più negare a se stessa di pensare a lui continuamente, alle sue mani così esperte e alla sua bocca sulla sua. Era stata precipitosa e frettolosa, se ne rendeva conto, eppure non se ne pentiva, e non solo perché baciava in modo divino, ma anche perché la intrigava come difficilmente le capitava, non aveva mai incontrato un uomo così...ma il fatto che le facesse perdere la testa un po' la preoccupava, lei era abituata ad essere attenta a tutte le sue azioni e a far lavorare molto la sua mente brillante. Ormai questa situazione la stava snervando e la tormentava vedere lui così sereno, con la solita faccia da schiaffi, i modi sarcastici...eppure si era convinta che anche lui avesse provato qualcosa, che non fosse così freddo come mostrava, perché aveva sentito passione in quel bacio che si erano scambiati.

E si decise: avrebbe affrontato quella situazione di petto, gli avrebbe mostrato fino in fondo com'è che si comportava una vera donna.

 

*se avete visto il film “Strong World” dovreste sapere a cosa mi riferisco, comunque si tratta di una grande lumaca che nel guscio ha “installata” una telecamera

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Questo è un capitolo a cui tengo particolarmente: non so se qualcuno ha letto “Mille splendidi soli”(di cui ancora non ho capito se è uscito o no il film) di Hosseini, comunque l'ispirazione viene da lì e se non l'avete letto ve lo consiglio caldamente come “Il cacciatore di aquiloni” dello stesso autore (di questo è uscito il film). Sono 2 libri meravigliosi, anzi di più...è difficile descriverli, mi hanno trasmesso così tanto che non so spiegarlo in poche righe, ma vi assicuro che emozionano e insegnano tantissimo e si leggono davvero bene!

Fatta questa premessa, immagino che la coppia Bibi-Koza sia un po' nell'immaginario collettivo di tutti: mi sembra così naturale vederli insieme! Forse l'idea della lumacamera è un po' tirata per i capelli...non so ditemi voi...però qui “mi serviva” un dialogo, non mi bastava una lettera come per Nojiko...della serie “sfruttiamo tutta la fantasia”.

Voglio ringraziare chi sta seguendo la storia e chi l'ha messa tra le preferite e scusate se lo faccio solo ora!

E ora cosa farà Nami per dimostrare che non è una bambina? Al prossimo capitolo per scoprirlo!  

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** L'altra faccia della luna. ***


6.L'altra faccia della luna.

“Farò il turno di guardia!!!” sbottò Nami per l'ennesima volta. Erano tutti in cucina per decidere chi avrebbe fatto il turno quella notte, infatti toccava alla navigatrice, ma c'erano varie proteste, soprattutto Sanji e Chopper erano preoccupati che potesse stare male, ma lei si stava imponendo: era molto che non aveva malori importanti e voleva essere trattata come tutti gli altri, se la sapeva cavare in situazioni difficili. Così, Franky le si avvicinò e le diede un campanello:
“Scendiamo a un compromesso, pupa. Tieni questo” e continuò “ appena ti sentirai male suonalo, è piuttosto forte e anche se Chopper starà dormendo in modo profondo, con il suo super-udito ti sentirà!”concluse assumendo la sua solita posa da "super".
“D'accordo, faremo così: e non voglio più sentire una parola riguardo all'argomento!” concluse la ragazza.
“Va bene” sibilò Chopper con una voce minuscola “ma ti prego, appena senti un malore non aspettare a chiamarmi”.
“Si si...te lo prometto, sei contento?” e detto questo uscì portandosi sul ponte.
In quella discussione, Law e Bepo mancavano: erano sotto coperta per parlare di nuove comunicazioni che avevano ricevuto, riguardanti soprattutto la loro ciurma, che ormai erano vari giorni che non vedevano, e in quanto capitano Law voleva rimanere informato sui suoi compagni, anche se chiaramente sapeva che erano ragazzi in gamba e si fidava di loro.

Durante quel giorno, Nami aveva cercato di parlargli più volte, ma non c'era mai riuscita: la mattina l'aveva passata tutta con Chopper, di pomeriggio era stato un po' con Robin per discutere di nuove informazioni ricevute e poi con Bepo per pianificare i movimenti della sua ciurma, così non aveva trovato un momento in cui era da solo, e ciò le scocciava parecchio.

Ora era lì sul ponte con quel dannato campanello. “Un campanello! Un campanello!” ripensò fra sé e sé: la irritava, perchè si sentiva trattata come una ragazzina, ma forse tutto dipendeva dal fatto che non era riuscita a chiarire la situazione con il nuovo arrivato ed aveva quindi i nervi a fior di pelle.

Per rilassarsi un po' decise di stendersi sulla fresca erbetta della nave: quella notte il clima era proprio piacevole e in cielo c'era una bellissima luna piena. Nel guardarla, alla ragazza venne in mente Law. “In fondo lui assomiglia alla luna” si disse “una parte visibile, quella che fa vedere a tutti, il pirata freddo, spregiudicato, cattivo, senza pietà e senza scrupoli, il chirurgo della morte...e poi c'è la parte nascosta, recondita, che tiene al buio e non vuole mostrare a nessuno”. Però a Nami sembrava di aver avuto un piccolissimo assaggio di quell'altro Law, o meglio di quella “faccia” che così astutamente nascondeva a tutti e...be', gli era proprio piaciuto quel poco che era riuscita ad intravedere. “Chissà” continuò nei suoi ragionamenti “forse è un meccanismo di difesa legato al suo passato”. Del resto anche lei faceva la dura per ciò che le era successo nell' infanzia, era un modo per evitare di dover soffrire così tanto come allora.
Mentre pensava a tutto ciò, sentì dei rumori dal suo campo di mandarini, così si recò lì. Si avvicinò piano e notò tra i cespugli un cappello fin troppo familiare.
“Law” sospirò “che ci fai qui?”gli chiese riponendo delicatamente il campanello che si era portata dietro per terra, in modo da non farlo suonare inappropriatamente.
“Volevo mangiare un mandarino. E tu? Non dovresti già essere a letto, bambina?” le rispose con il suo classico tono sarcastico, che lei odiava e adorava allo stesso tempo.
“Questo è il mio campo di mandarini: se ne vuoi uno devi chiedere il mio permesso, e comunque sono qui perchè è il mio turno di guardia” gli rispose, cercando di assumere un tono che fosse il più autoritario possibile, ma era difficile mentre provava a non perdersi in quegli occhi grigi.
“Ahahah! Tu di guardia? Non pensavo che su questa nave facessero la guardia anche le bambine...certo che è proprio severo il vostro capitano eh?” la canzonò lui, e continuò “davvero si fidano? E se arriva un nemico che fai? Immagino che quel campanello serva per chiamare i rinforzi”.
Quanto lo stava odiando Nami in quel momento!
"Stammi a sentire, “signor-so-tutto-io” " cercò di rispondergli a tono, fingendo una calma che in realtà non aveva “ti ripeto per l'ultima volta che io non sono una bambina, so affrontare situazioni difficili perchè l'ho dovuto imparare sin da quando ero davvero una bambina, ho già sconfitto vari nemici e non ho paura di scontrarmi con altri! Vedi di ricordartele queste cose, non intendo ripetertele!”.
“Ooohh, allora la gattina sa tirare fuori le unghie” le rispose con tono suadente, avvicinandosi a lei “su rossa, fammi vedere fin dove riesci a spingerti” la provocò, e ora lui era troppo vicino, il suo odore si stava facendo troppo intenso per resistergli...di nuovo le loro labbra si toccarono e le loro lingue iniziarono una danza infuocata. Nami si strinse a lui e si sentì quasi svenire quando avvertì le sue caldi mani portarsi sotto la maglietta e sfiorarla in modo così sapiente. Le loro bocche si staccarono un attimo, si guardarono rapidamente negli occhi per poi tornare a baciarsi con ancora più passione. Law la portò per terra, quindi lei si mise sopra di lui, mentre il dottore le toglieva la maglietta e quasi le strappava di dosso la minigonna. Con mani tremanti, lei gli tolse felpa e cappello, gli slacciò i pantaloni ed iniziò a togliergli, e fu lui a sfilarseli mentre si portava sopra di lei. Nami temeva davvero che tra poco si sarebbe sentita mancare: baciava in modo divino e ad ogni tocco delle sue mani mille brividi la percorrevano. “Accidenti” pensò “probabilmente mi sto cacciando in un grosso guaio, è un pericolosissimo pirata...ma non riesco a fermarmi....”. Trattene a stento un gemito quando lui le slacciò il reggiseno e le tolse le mutande, anche lei gli sfilò le sue e si goderono per vari minuti la sensazione dei loro corpi nudi che si toccavano.

Quindi Law iniziò a baciarle il collo, mentre con le sue mani si avvicinava alla sua intimità e lei si morse il labbro inferiore per non urlare di piacere. Lentamente iniziò a penetrarla, mentre lei ansimava sempre più velocemente. Quando iniziò a muoversi più intensamente, lei aprì la bocca per urlare, ma il dottore glielo impedì baciandola di nuovo. La rossa si chiese se potesse esistere un piacere più intenso: le sue mani che la sfioravano ovunque, la sua bocca che le infuocava l'anima, e il sentirlo dentro di sé le dava sensazioni paradisiache.

Avrebbe voluto esternare le mille sensazioni che stava provando, voleva gridare e far sapere che Law era suo. No, non c'era piacere più grande, o almeno lei non riusciva ad immaginarselo, e non le importò più del resto: del rischio di poter essere scoperti se qualcuno si fosse alzato, del guaio in cui si stava cacciando abbandonandosi ad un pirata così temuto...in quel momento c'erano solo loro due e ogni altra cosa perse semplicemente d'importanza.

Lasciò andare le sue paure, le sue incertezze e le sue inibizioni: voleva godersi al massimo quel momento concedendosi a lui completamente, mentre erano avvolti da un intenso profumo di mandarini.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ciao! so che risulteranno ooc entrambi, sia Nami che Law probabilmente non si lascerebbero andare così facilmente...soprattutto lei. Però la mia idea è che Nami si senta attratta dal bel dottore tanto da avere la mente annebbiata e comportarsi in modo "irrazionale", salvo poi ragionarci a sangue freddo...e Law, be' lui mantiene sempre il controllo della situazione, si lascia andare ma mai del tutto....o forse la travolgente rossa è riuscita a scuoterlo per davvero?  be' mi affido alle vostre critiche, fatemi sapere se vi sembra un'idea troppo balorda e cosa ne pensate di questo capitolo, ci tengo!. 
Grazie ancora a chi segue la storia (state aumentando, grazie davvero!!!) e a chi vorrà lasciare un pensierino!
p.s.: so che ti ho deluso FoH, perchè sono ooc ed è avvenuto tutto velocemente, spero solo di non averti deluso troppo (ma solo un po'), comunque spero capirai il mio punto di vista, inoltre ci saranno dei "chiarimenti" riguardo al comportamento precipitoso di Nami nel prossimo capitolo...ciao! ;)

Ah, e dato il periodo....auguri a tutti di un felicissimo anno nuovo!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Quattro chiacchiere. ***


“Ma...cosa...dove...”sussurrò Nami aprendo gli occhi. Entro pochi secondi capì di trovarsi nel suo letto e girando leggermente il viso riconobbe una nota testa mora.
“Ben svegliata” le disse dolcemente Robin.
Di colpo la navigatrice si ricordò della notte precedente: tante immagini le affollarono la testa tutte insieme e troppe domande le si affacciarono nella mente, tanto che stava quasi per scoppiare.
“Robin...io non so...come...” cercò di formulare una frase di senso compiuto ma era in evidente difficoltà.
“Nami, credo tu abbia bisogno di una bella chiacchierata. Sai da un po' di giorni ho notato che qualcosa sta cambiando in te e sai benissimo che una degli aspetti che più mi piace della nostra amicizia è che ognuna sa rispettare i tempo dell'altra, ma credo che uno sfogo farebbe proprio al caso tuo...soprattutto ora”.
“Ma... che vuoi dire?” le chiese, non riuscendo a capire se già sapeva qualcosa.
“Vedi tu ancora non mi hai detto niente, ma...è stato Law a portarti qui, tu dormivi e ti aveva coperto con la sua felpa, invece che vestirti con i tuoi abiti, ti ha rimesso a letto e poi ha ripreso la felpa. Vi ho visti entrare, ho fatto finta di dormire ma credo lui si sia accorto che ero sveglia”. E qui si fermò, ora toccava alla rossa parlare e l'amica intendeva rispettare la sua decisione: se si fosse confidata l'avrebbe ascoltata, altrimenti le avrebbe lasciato i suoi spazi. Nel frattempo nella mente di Nami vari pezzi si stavano rimettendo insieme: capì come era arrivata in camera, realizzò in quel momento di essere nuda sotto le coperte e notò i vestiti della sera precedente sopra una sedia... e comprese anche che l'archeologa aveva già intuito tutto, ma stava aspettando che fosse pronta a parlarne.
“Robin...io e Law...” dirlo a voce alta a Robin le faceva sembrare tutto più vero, ma il ricordo del suo profumo le fece capire che era comunque tutto già fin troppo reale “abbiamo fatto l'amore...non so come sia successo, lo sai non lo sopportavo dopo l'esperienza di Punk Hazard, mi irritava parecchio...eppure c'è qualcosa in lui che mi attrae tremendamente e...temo di aver fatto un gran casino!!!” e nel pronunciare queste parole si portò il cuscino sulla faccia.
“Nami, guarda che non ti devi giustificare! E' così comune invaghirsi dell'ultima persona a cui penseremmo. E anche se forse non lo vuoi ammettere, Law ha tante qualità, pur rimanendo un temuto pirata. A me non sembra così strano, soprattutto considerando il tuo carattere”.
“In che senso?” le chiese togliendosi il cuscino dalla faccia.
“Quello che voglio dire è che sei una ragazza tosta, passionale, impulsiva e determinata, perciò è normale che tu sia attratta da un uomo intelligente, sagace e riflessivo. Sei bellissima, potresti avere tutti gli uomini che vuoi, eppure sei stata con chi non ti ha minimamente fatto la corte, anzi ti prendeva in giro e ti lanciava tante battutine ironiche. Con lui niente è semplice e tutto va duramente guadagnato, anche il più insignificante dei complimenti. Ma forse proprio con questo modo di fare è riuscito a colpirti, hai notato in lui qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri, non credi anche tu?”.
“Forse hai ragione...ma ho tanti dubbi. Voglio dire: cosa sappiamo di lui? Nulla, anche se Rufy continua a considerarlo un amico, lui ha sempre precisato che tra loro c' è solo un'alleanza, e ciò che si dice sul so conto non è affatto rassicurante...e poi chissà in che loschi traffici è implicato. Pensaci: lui e Bepo hanno addirittura lasciato la loro ciurma per avvisare i “soci”...un CAPITANO che abbandona i suoi compagni nonostante l'arrivo della tempesta infernale per avvisare le persone con cui ha stretto chissà che affari! devono essere proprio questioni importanti per spingerlo a tanto”.
“Vorrei ricordarti che noi siamo tra le persone con cui Law ha stretto affari” disse serafica Robin.
“Ah...” Nami era un po' interdetta, in effetti l'amica aveva ragione “si d'accordo...ma lo sai anche tu che tra i pirati noi siamo un'eccezione, non tutti sono come noi, anzi...la maggior parte saccheggia città, vuole solo potere e ricchezza calpestando i diritti degli altri e...”
“Nami, non puoi giudicarlo solo da questo. Non dico che tu non abbia ragione, anche per me è strano pensare ad un capitano che lascia i suoi compagni per avvisare non si sa bene chi, ma è anche vero che Law si è sempre tenuto informato sui loro movimenti e immagino che se si trovassero in difficoltà saprebbe come raggiungerli”.
“Be'...si, probabilmente è così. Però...”
“Quello su cui voglio farti riflettere è che non è giusto giudicare una persona solo dalle voci che girano sul suo conto, chiunque essa sia...pensa alla tua storia: qualcuno potrebbe venire a sapere che facevi parte della ciurma di Arlong e giudicarti di conseguenza, senza scavare a fondo e scoprire le vere motivazioni che ti avevano spinta ad allearti con lui”.
Nami rimase per un momento di sasso: Robin riusciva sempre a farle vedere le situazioni da più punti di vista, a chiarirle le idee quando era confusa.“D'accordo ho capito: a tutti si concede il beneficio del dubbio...comunque è inutile fare tutti questi discorsi, io sono stata precipitosa, dovevo riflettere di più e...be' lui non ci starà neanche più pensando”.
“Io non ne sarei così sicura” le disse enigmatica l'archeologa.
“Uhmm...quel sorrisetto non piace per nulla...a cosa ti riferisci?”
“Sai, quando ti ha riportato in camera, prima di andare via si è messo sedere vicino a te ed è rimasto a guardarti per almeno una decina di minuti, se non di più. Avrei voluto vedere meglio il suo viso, ma era buio...però qualcosa mi dice che era uno sguardo pieno d'ammirazione. E sai, in questi giorni l'ho osservato per capire con chi avevamo a che fare: non è affatto semplice, è una persona estremamente scaltra e attenta...eppure talvota l'ho sorpreso ad ossevarti, anche se spesso nascondeva gli occhi sotto il suo cappello. Ma sai cosa ti dico? Che lo sguardo che ti rivolgeva era molto intenso” e aggiunse “comunque, visto lo sconvolgimento che ti ha creato, immagino sia stato molto bravo ieri notte!” concluse per sdramatizzare.
“Sai Robin” le sussurrò Nami con lo sguardo perso nel vuoto “non è tanto e solo per il sesso in sé, ma per il momento subito dopo...quando tutto il mondo si ferma e si rimane semplicemente in due”.
“Oh” le disse la mora dopo alcuni secondi di silenzio “è molto bello quello che hai detto, sai?”
“Oh Robin...meno male ci sei tu! probabilmente hai ragione riguardo a tutte le cose che mi hai detto, ma ora non so davvero che fare, voglio dire lui è un rivale del nostro capitano, è pericoloso...e io sono terribilmente confusa! La situazione mi sta sfuggendo di mano e odio non avere il controllo delle mie azioni, sono abituata a pensare prima di agire e non dopo come sto facendo ora. Mi sembra di aver combinato un gran pasticcio!”
“Aaah amica mia...ti consiglierei di non farti tanti programmi, ma agire seguendo le tue emozioni, solo così non avrai inutili rimorsi. E poi” aggiunse con un sorriso malizioso “io avrei un altro nome per quello che tu chiami pasticcio, ma penso non ti piacerebbe sentirlo!”.
“NO, non lo voglio sentire!!!” le rispose la rossa con la voce modificata dal cuscino che si era rimessa sopra la faccia.


Poco dopo la chiacchierata con Robin, la rossa decise di andare da Law. Mentre si portava sul ponte per cercarlo, notò i suoi compagni impegnati nelle loro classiche attività: Chopper, Rufy e Usopp avevano gli occhi a forma di stelline nell'osservare alcune migliorie che Franky aveva apportato al suo corpo – e la ragazza rabbrividì al solo ricordo di cosa aveva provato all'interno di quel corpo- Brook stava suonando una dolce melodia e sentiva Sanji affaccendarsi in cucina e Zoro allenarsi dall'altra parte della nave...sembrava tutto come sempre, tutto regolare...ma dentro di lei qualcosa stava cambiando, o forse era già cambiato e doveva solo trovare la forza di affrontarlo.
Incrociò Bepo e gli regalò uno dei suoi migliori sorrisi:
“Ciao Bepo! Avrei bisogno di parlare con il tuo capitano, sai dirmi dov'è?”
“Oh, è in infermeria” e non riuscì a dirle altro, stregato da quel sorriso smagliante.
“Grazie mille” gli disse accarezzandogli la testa, per poi dirigersi da Law. Non sapeva bene cosa dirgli, ma sentiva di doverlo vedere. Quindi bussò alla porta dell'infermeria e il dottore la fece enrtrare.
“Buongiorno” gli disse in tono allegro e accomodandosi sul lettino.
“Buongiorno. Desidera?” rispose lui in modo più secco, alzando appena lo sguardo dal libro che stava consultando.
Avrebbe voluto rispondergli “sei tu che desidero” e saltargli addosso, ma frenò l'istinto al ricordo di quanto era stata bene la notte precedente e gli chiese ciò che da un po' di tempo le frullava in testa: “Avrei una curiosità...perchè hai deciso di diventare dottore?”. Lui la guardò perplesso, non capendo dove volesse arrivare con quella domanda, però decise di stare al suo gioco e vedere dove l'avrebbe portato.
“Conoscere la struttura e la funzione del corpo si rivela estremamente utile: conosci meglio te stesso ed hai un vantaggio verso molto avversari. E soprattutto” aggiunse assumendo un'aria piuttosto sadica “sapere come si ammala permette di avere a disposizione molti punti deboli per colpire i propri nemici” concluse secco.
“Già” fece Nami “però potresti limitarti a studiare la medicina, invece tu eserciti la professione” puntualizzò.
“Non farti strane idee, bambina. Per poter capire davvero le nozioni è necessaria la pratica e questo è il motivo principale per cui esercito. Inoltre per me i pazienti sono come degli enigmi: è interessante partire dai sintomi e vedere cosa c'è sotto, ed operare è indubbiamente la parte che più mi piace. Adoro la scarica d'adrenalina che avverto durante gli interventi, vedere come reagisce il corpo umano...è eccitante. Tutto qui”. Quella risposta non la convinceva, per nulla. No, era convinta che ci fosse altro, che gli piacesse curare gli altri. Poteva non salvare Rufy a Marineford, poteva non prepararle quelle medicine che in quei giorni l'avevano aiutata a star meglio....in fondo, ma molto in fondo, era un bravo diavolo. Mentre pensava a tutto questo lo vide avvicinarsi e si sedersi accanto a lei, e sorridendo maliziosamente le disse:
“Non c'è nessuna volontà umanitaria, nessuna vocazione a salvare il mondo dal male. Se non ci credi posso presentarti molte persone che ti confermerebbero quanto sfrutto le mie conoscenze mediche a discapito degli avversari, oppure” e qui il suo sorriso divenne così provocante che la ragazza a stento trattenne a voglia di baciarlo lasciandolo finire di parlare “per ricordarti la mia cattiveria, posso sempre scambiare ancora il tuo corpo con quello dei tuoi compagni...uhm, vediamo, chi ti piacerebbe essere? Magari il capitano....anche se scommetto che al cuoco farebbe piacere tornare per un po' nel tuo corpo” concluse sogghignando.
Nami lo fulminò, ricordando quanto avesse penato a Punk Hazard “Tu provaci soltanto e io....”
“Tu cosa, bambina?” di nuovo, la stava sfidando. Nami notò quanto godesse nel prenderla in giro, nel provocarla in modo così irritante ed eccitante allo stesso tempo. Si chiese come facesse a risultare così odioso ma anche così sensuale, ma si disse che era pur sempre un diavolo. E avrebbe voluto rispondergli a tono, ma il suo tentativo fu reso vano da un forte dolore che avvertì al petto.
“Aaaahh....” sibilò portandosi le mani sul cuore. Rapidamente Law si alzò e le ordinò:
“Avanti stenditi, è il caso che ti visiti” ma notò uno sguardo piuttosto dolorante che mai le aveva visto prima.
“No...non posso...devo uscire...”.
“Nami, non riusciresti neanche a stare in piedi, dove vorresti andare?” le chiese in tono ironico, ma capì che la rossa stava molto peggio rispetto alle volte precedenti.
“Non è come le altre volte...”sussurrò. Law stava per farla sdraiare quando lei lo fermò: “Devo avvisare gli altri!” gli disse chiamando a sé tutte le sue forze e avendo chiaro cosa volesse dire quel malore che si intensificava sempre più. “Si...lo sento, non ho mai avvertito un dolore così forte...non è semplicemente un avviso, la tempesta sta per arrivare...e non sarà affatto una passeggiata”.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ciao a tutti! spero che queste feste stiano andando bene e che l'anno nuovo sia cominciato in modo eccellente! 2 parole sul capitolo: spero di aver reso abbastanza bene il rapporto tra le due ragazze e che il dialogo vi piaccia; avevo pensato di cancellare  il consiglio di Robin di "seguire le proprie emozioni" perchè mi sembrava OOC, anche lei è una delle menti del gruppo e non si lascia tanto trasportare dai sentimenti, però  ho pensato che il "campo dell'amore" è una sittuazione diversa dall'affrotnare nemici, e poi chissà magari anche lei avrebbe voluto in passato seguire le sue emozioni, ma non ha potuto data la necessità di nascondersi , per  pentirsene dopo...ok sto degenerando, questa è una fanfiction della fanfiction lasciamo perdere! Comunque come frase mi piaceva e l'ho lasciata. Qui compare il tittolo della storia, anche se tutti sin dal primo capitolo sapevate a chi si riferiva l'espressione "bravo diavolo" l'ho comunque voluta inserire.  Invito tutti i lettori a farmi notare qualsiasi errore o imprecisione o inesattezza di sorta, perchè anche se rileggo molte volte i capitoli non sempre è sufficiente. Grazie a chi segue la storia (numero in aumento....grandi! :) ), a chi l'ha messa tra i preferiti e a chi vorrà lasciare un pensierino, cosa per me importante.             A presto!  e preparatevi per la tempesta......;)                                           

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Complicità ***


Nami convinse Law a portarla sul ponte dove radunarono tutti gli altri per informarli dell'imminente arrivo della tempesta.

“Non c'è tempo da perdere” disse Nami con fatica, cercando di sfruttare le poche energie che aveva per istruire gli altri su come comportarsi “Franky, tu vai al timone, su ogni lato della nave ci deve essere una persona, tu Sanji-kun occupati delle vele e...”

“Nami per favore andiamo in infermeria!” le disse Chopper, quasi pregandola “Hai bisogno di una visita, questo dolore al petto va analizzato meglio, stai sudando copiosamente e...”

“Chopper ho detto che non c'è tempo da perdere! Ognuno dev'essere al suo posto e sapere cosa fare, io non ho nessuna intenzione di starmene sotto coperta mentre qui a momenti scoppierà l'inferno!”

“EEEHH!!!” la renna non voleva credere alle sue orecchie “No! No! No! E ancora no! E' troppo pericoloso nelle tue condizioni restare qua fuori!”

"No!!!" la ragazza cercò di essere il più autoritaria possibile, ma non era semplice....era vero che stava dannatamente male, ma aveva tutte le intenzioni di rimanere lì fuori con tutti gli altri, loro erano una squadra!

"Ti prego, ragiona, già sarà estremamente duro per noi, per te..."

"Per me cosa?? affronteremo questa tempesta TUTTI INSIEME, come facciamo sempre quando abbiamo un problema!" la rossa si stava davvero esasperando, aveva poche forze e non era così che intendeva utilizzarle.

"Ma..." Chopper non sapeva più che fare, così chiese aiuto al collega "Law, ti prego, diglielo anche tu!". Nami si voltò verso di lui sperando che la comprendesse, e rispose semplicemente:

“Gliel'ho già detto, ma a quanto pare resta ferma nella sua decisione. Credo sia nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, sa che rischia molto, però non possiamo costringere nessuno a farsi visitare”. La rossa sospirò benedicendo il cielo perché finalmente si sentiva capita e si scambiò un sguardo complice con Law: aveva un'aria di sfida, quasi a dirle “vediamo quanto resisti”, e lei l'accettò, mentre Chopper era allibito: Law aveva detto praticamente che Nami poteva morire con la stessa serenità e freddezza con cui si poteva leggere una lista della spesa. Prima che la renna potesse intervenire di nuovo, Rufy esclamò:

"Nami può restare qui".

"COSAAAA???" esclamò il piccolo dottore che si stava sempre più demoralizzando....ci si metteva anche il capitano ora?

"Avanti, Chopper, Nami è una Mugiwara, quindi è forte! e poi se proprio dovesse sentirsi così male da rischiare la vita, potrebbe sempre andare sotto coperta e tu o Law potreste curarla, no?" spiegò Rufy con la sua solita aria serena. Il fatto che il loro capitano fosse dalla sua parte confermò alla navigatrice che la sua fosse un'idea balorda e insensata, ma non le importava in quel momento, perchè pur consapevole dell'assurdità della sua decisione non intendeva cambiarla. Mentre la renna non sapeva cosa rispondere al suo capitano, quest'ultimo si avvicinò alla navigatrice, si tolse il suo cappello e glielo mise sulla testa. Nami si commosse a quel gesto: sapeva quanto quel cappello valesse per il suo capitano...e anche per lei e tutti gli altri. E pensare che quando aveva conosciuto Rufy aveva creduto fosse un pazzo a ritenere un cappello un tesoro, e poi...quel cappello era diventato il simbolo della libertà, dell'importanza delle promesse, dell'amicizia, di cosa voleva dire essere un vero pirata.

“Sai che ogni tesoro è al sicuro con me” gli disse. Rufy sorrise rispondendole:

“Già, per questo è meglio se lo tieni tu durante la tempesta”. Anche gli altri sorrisero e approvarono la decisione del capitano, solo Chopper aveva ancora qualche remora.

"Non ti preoccupare troppo, Chopper, vedrai che neanche questa tempesta riuscirà a scalfire la strega" ghignò Zoro. Normalmente Nami gli avrebbe dato un bel pugno sulla testa da fargli venire tre bernoccoli, ma in quel momento lo ringraziava tacitamente perchè a modo suo la stava appoggiando.

"Ehi, brutto marimo, come hai chiamato la mia dolce fata?" gli ringhiò contro Sanji.

"Cosa?? come l'hai chiamata tu piuttosto, dei tre aggettivi che hai usato non ce n'è uno corretto!!" gli rispose a tono lo spadaccino, ed iniziò uno dei loro soliti litigi.

Nel frattempo, Robin si avvicinò a Law: “E la tua ciurma? Non sei preoccupato per loro?”

“Per niente” le rispose tranquillamente “sono già arrivati a Niji, la nostra prossima meta, e sulla terraferma sarà molto più semplice per loro affrontare la tempesta, ma anche se fossero stati in mare avrebbero saputo come fronteggiarla”. Robin allora capì: Law voleva avvisare i suoi alleati, ma voleva anche mettere al sicuro la sua ciurma e pur non sapendo con esattezza quando sarebbe scoppiata la tempesta, era comunque riuscito a farli arrivare sull'isola del loro incontro per tempo. Incrociando lo sguardo di Nami, capì che anche lei doveva essere arrivata alle sue stesse conclusioni; ora però non c'era davvero più tempo da perdere e la rossa continuò a dare istruzioni ai ragazzi. Appena ebbe finito, soparraggiunsero grossi nuvoloni neri che non promettevano nulla di buono. Il vento si alzò e le prime gocce di pioggia iniziarono a scendere, ben presto si formarono grosse onde che sballottavano la Thousand Sunny in ogni direzione.

“Sanji ammaina le vele! Franky vira di dieci gradi a destra!” la navigatrice continuava a controllare il mare e a coordinare le manovre dei ragazzi. Quel dolore al petto continuava imperterrito, era come una stiletatta al cuore, ma ci avrebbe pensato dopo...perchè ci sarebbe sicuramente stato un dopo.

All'improvviso spuntò una grossa roccia contro la quale rischiarono di schiantarsi e Franky non sarebbe riuscito a cambiare direzione in tempo, così Nami la fece notare a Rufy che si gonfiò in modo da porsi tra la roccia e la nave ed impedire che venisse danneggiata.

“Per un pelo” sospirò Usopp. Una nuova enorme onda li sollevò ad almeno una trentina di metri, il cecchino si sentì quasi mancare e non riuscì a mantenere l'equilibrio. Stava per cadere in mare ma Rufy riuscì ad afferrarlo e trarlo in salvo, anche se nel riportarlo sulla nave lo scaraventò contro Zoro.

“Ehi stai più attento la prossima volta!!!” gli urlarono i due amici con denti da squalo, ma il capitano rispose seraficamente:

“Oh...scusate! Comunque vedo che state bene! Avete visto che onde!!! sono uno sballoooooo!!!”. A tutti spuntò un gocciolone sulla testa: solo Rufy poteva trovare divertente una situazione del genere.

Andò avanti così per circa due ore: il tempo non ne voleva proprio sapere di placarsi, la pioggia continuava a cadere fitta, il vento era impetuoso e ogni tanto spuntavano scogli che i ragazzi vedevano all'ultimo secondo e allora intervenivano o Rufy o Zoro, oppure emergevano dei mostri marini (dato che nessuna delle zone del Grande Blu sembrava esserne priva) e allora ci pensavano tutti gli altri. Nami si stava forzando il più possibile: sentiva di sudare freddo e di avere la febbre, quel maledetto dolore al petto non voleva proprio attenuarsi, anzi si stava irradiando al collo e alle spalle, ma non voleva arrendersi...aveva sopportato situazioni peggiori, avrebbe superato anche quella. Però ci fu un momento in cui fu troppo: sentì le forze venirle meno e si dovette appoggiare alla ringhiera della Sunny, che era estremamente scivolosa e rischiò di cadere in mare...e prima che i Mugiwara realizzassero il tutto per poterla aiutare, sentì una voce sussurrare: “Room”. Era Law: aveva usato il suo potere per salvarla, ora lei si trovava dentro la sua “room”, sapeva quindi che lui poteva controllarla...in un primo momento rabbrividì al solo pensiero, ma subito dopo comprese che di certo in quel momento non si sarebbe messo a fare uno dei suoi stupidi giochetti con i corpi e che era al sicuro finchè fosse stata lì. Lo guardò sperando che non la portasse sottocoperta, ma capisse che voleva restare lì, protetta da lui, finchè non fosse finita la tempesta. Lui le fece un leggero cenno d'assenso col capo e Nami realizzò che, come prima sul ponte, l'aveva ancora una volta compresa e decise di affidarsi a lui, come la notte precedente. Continuarono così per un'altra ora: Nami peggiorava, ma data la sua nuova situazione si sentiva un po' più speranzosa.

D'un tratto la pioggia iniziò a scendere in modo meno forte, il vento a indebolirsi e dalla vedetta Usopp urlò: “Terraaaa!!!!!”. Tutti scrutarono l'orizzonte, e aiutati dal fatto che le nuvole si stavano dirandando. intravidero l'isola di Niji.

Esultarono colmi di gioia e sentendosi rafforzati dopo aver superato anche quella avversità.

A Nami vennero le lacrime agli occhi: finalmente era tutto passato, poter tornare a vivere i suoi giorni senza stare continuamente male, senza aver paura di sanguinare all'improvviso, era riuscita a portarli alla loro meta ed erano tutti sani e salvi. Udì le grida d'esultanza dei suoi compagni, girandosi intorno vide Franky assumere la sua solita posa urlando “super” in modo più forte dell'usuale, Rufy gettarsi nel morbido di uno smarrito Bepo che non sapeva come reagire, Brook, Usopp, che nel frattempo era sceso dalla vedetta, e Chopper avevano già iniziato a ballare, Zoro e Robin scrutavano intensamente l'orizzonte e Sanji stava canticchiando il solito “Mellorine!” in suo onore perchè era riuscita a portarli a Niji, con il solito occhio a forma di cuore. E Law...lo vide sorridere, e si ritrovò inevitabilmente ad amare quel sorriso così rassicurante e provocante. Si chiese come facesse ad essere così magnetico: mai Nami si era sentita attratta così tanto da un uomo da perdere per davvero la testa, e il tutto nel giro di poco tempo.

Spostò lo sguardo ancora una volta sull'isola di Niji, temendo quasi che fosse un miraggio, perché le sembrava troppo bello che fosse davvero finita....ma ora il suo corpo veniva a chiederle il conto per tutti gli sforzi a cui lo aveva sottoposto. Improvvisamente sentì le gambe cederle...e cadde come corpo morto cade.

 

Ciao! Chiedo umilmente scusa al Sommo Poeta per avergli rubato una frase: so che si sta rivoltando nella tomba, ma l'idea di concludere questo capitolo con questa frase mi piaceva troppo, così l'ho “rubata”...di nuovo scusa Dante, ricordati della grande adorazione che ho per te e cerca di perdonarmi.

Detto questo (scusate ma era d'obbligo) chiedo venia anche a voi per il ritardo nell'aggiornare, tra l'altro c'è qualcosa in questo capitolo che non mi convince, l'ho rimodellato più volte, ma rimane sempre qualcosa che non mi torna. Comunque, l'idea era quella di evidenziare il “Law stratega e pianificatore” e il lavoro di squadra, oltre alla complicità che si viene a creare tra Nami e Law. Siete chiaramente caldamente invitati a muovere qualsiasi domanda per punti che non ho ben descritto e a criticare, cosa per me molto importante, ma per questa volta vi chiedo di usare molto tatto nel farmi notare i miei sbagli, dato il mio instabile equilibrio psico-fisico in questo momento di grande studio...non siate troppo cattivi (ma del resto non lo siete mai stati quindi non mi preoccupo). A parte tutto, dite quello che pensate realmente!

Grazie di cuore a chi segue la storia, a chi l'ha messa tra le preferite o le ricordate e a chi vorrà lasciare un pensiero! Un grande abbraccio a tutti, a presto! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Arcobaleno. ***


L'isola di Niji era piuttosto piccola: pochi villaggi abitati da povere persone che vivevano grazie alla pesca e all'agricoltura, e tanta vegetazione ad avvolgere quelle piccole case. Alte piante circondavano la costa ed avvolgevano quei villaggi, quasi a proteggerli ed abbracciarli come madri premurose. La bellezza di quella flora così rigogliosa contrastava fortemente con lo scenario che i pirati videro sulla spiaggia attraccando sull'unico piccolo molo: sulla spiaggia c'era una distesa di corpi umani in pessime condizioni. Molti uomini si trovavano in mare durante la tempesta ed erano stati scaraventati sulla spiaggia, altri erano abitanti dell'isola rimasti travolti dalle onde. Al loro arrivo i pirati furono accolti in modo amichevole : gli isolani non avevano paura di loro perchè la ciurma degli Hearts aveva spiegato la situazione e sapevano che non li volevano saccheggiare. Del resto, anche se fossero state quelle le loro intenzioni, c'era ben poco da rubare, soprattutto in quel momento.

Quando i Mugiwara sbarcarono insieme ai loro “ospiti”, i pirati Hearts corsero subito verso il loro capitano: Shachi e Penguin iniziarono ad infastidire Bepo rifacendosi del tempo perso mentre Jean Bart si rivolgeva direttamente al capitano per sapere come stesse. Quest' ultimo però non voleva perder tempo in inutili convenevoli: occorreva affrettarsi per soccorrere quelle persone e avere qualche possibilità in più di riuscita, pochi minuti avrebbero potuto far la differenza tra la vita e la morte per molti di loro. I malati furono suddivisi: la maggior parte fu portata nel sottomarino di Law, dove c'era molto spazio disponibile, soprattutto chi necessitava di un intervento, data l'attrezzata sala operatoria di cui disponeva il capitano degli Hearts; gli altri furono accolti o nella Sunny o, i meno gravi, in una piccola capanna che Franky rapidamente costruì sulla spiaggia.

Tutti cercavano di darsi da fare: Sanji aiutava a preparare i pasti per i malati, Franky e Usopp riparavano gli edifici distrutti, Rufy, Zoro e Brook davano una mano ai pescatori. I pirati Hearts si comportavano allo stesso modo: una parte aiutava la popolazione e una parte Law, così come Robin aiutava Chopper. Del resto i più occupati erano proprio i dottori.

Passarono così i tre primi giorni, ma qualcosa angustiava Chopper, che decise di confidarsi con l'archeologa in un raro momento di pausa, sul ponte della loro nave:

Sono preoccupato per Nami, si è sforzata troppo, avrei dovuto essere più categorico...”

Vedrai che le serve solo più tempo, non sono un medico ma so che è forte” cercò di consolarlo l'amica. Dopo la caduta, la ragazza era stata portata in infermeria e quindi spostata nella sua camera. In quei giorni era rimasta incosciente per la maggior parte del tempo e nei momenti in cui si era svegliata a stento si ricordava ciò che era successo o riconosceva i suoi compagni.

Mentre parlavano così videro avvicinarsi Law:

I bambini chiedono di te” disse il capitano degli Hearts rivolgendosi al collega. Infatti, tra i feriti vi erano anche alcuni bambini che subito si erano innamorati del “dottore dal naso blu” e volevano essere curati solo da lui, così come adoravano Bepo e non facevano che coinvolgerlo nelle loro marachelle: l'orso, pur se impacciato, non riusciva a non intenerirsi alla vista di quegli occhioni dolci che chiedevano un po' di svago dopo la tragedia passata, e inevitabilmente si trovava coinvolto nei loro giochi.

A Law la cosa non dispiaceva affatto: lasciava volentieri a Chopper il compito di occuparsi di quei mocciosetti.

Vado subito!” gli disse la renna rallegrandosi, sperando che i bambini l'avrebbero distratto dai suoi sensi di colpa. “Potresti andare a controllare Nami? Sai oggi ancora non si è mai svegliata....”. Gli rispose con un leggero cenno del capo. Robin decise di seguire Chopper e mentre si allontanava insieme a lui lanciò un intenso sguardo all'altro medico, come a dirgli “trattala bene, ti controllo”. Law sospirò: sapeva che l'aveva visto portare Nami nella sua camera dopo che erano stati insieme, ma evidentemente la mora era stata molto ben informata su ciò che era successo. “Donne” si disse “mai una volta che stiano zitte”.

Si diresse verso la camera delle ragazze dove trovò Nami già sveglia e seduta sul letto, con l'aria un po' spaesata.

Law...”gli disse debolmente.

Mi hai riconosciuto subito? Questo è già un miglioramento” le disse sorridendo mentre si sedeva su una sedia vicino a lei. “Ti ricordi qualcosa dei giorni scorsi? Della tempesta, dei suoi avvisi, del fatto che siamo arrivati a Niji?”.

Io...be', è tutto un po' confuso, ma sto iniziando a rimettere insieme i pezzi, mi affiorano continuamente nuovi ricordi....sì mi ricordo della tempesta, mi ricordo tutto quello che è successo durante la tempesta, ma non di ciò che è accaduto dopo...cosa mi è successo?”.

Hai avuto un malore, o meglio una sincope. Consiste in una perdita temporanea della coscienza e del tono posturale, a risoluzione spontanea. È dovuta al fatto che arriva meno sangue al cervello: le cause possono esser tante, ma nel tuo caso direi che non ci sono molti dubbi, cioè tutto lo stress che ti ha causato la tempesta, sia con i suoi avvisi sia quando si è scatenata.”

Mi devo preoccupare?”

Ma sai” disse lui con nonchalance “c'è chi ha detto che l'unica differenza tra la sincope e una morte improvvisa è che nel primo caso ci si risveglia”. A queste parole la ragazza rabbrividì, ma le successive la consolorano un po' “comunque, nel tuo caso non c' è da allarmarsi, del resto Chopper ti terrà sotto controllo e non c'è un alto rischio di recidiva. Fossi in te, spererei solo di non incontrare un'altra tempesta infernale”.

Uhm...ok, ho capito e...”

Bene” le disse alzandosi “ora riposa: sarebbe molto interessante spiegarti i meccanismi della sincope e la circolazione cerebrale ma non ho tempo da perdere quindi...”

Bene!” fece Nami: per una volta voleva esser lei a interromperlo mentre parlava “se non hai tempo da perdere è perfetto” e continuò alzandosi dal letto e avvicinandosi a lui “possiamo saltare la parte in cui ti complimenti con me perchè ho vinto la sfida e ho resistito alla tempesta, e anche il momento in cui mi dici di quanto tu ti sia preoccupato per me” disse con un tono che rese volutamente troppo drammatico “e passare subito al momento della ricompensa” concluse con sorriso malizioso. Law all'inizio finse di non capire:

Ricompensa?”

Già” rispose lei prendendolo per mano “direi che me la sono proprio meritata”. Di nuovo, i loro sguardi troppo vicini e le loro bocche troppo vogliose l'una dell'altra: si baciarono, e come sempre Nami sentì una forte sensazione di benessere invaderla. Ma Law interruppe presto quel contatto:

Bambina te l'ho già detto, devo andare” ma lei non ci credette, a quelle parole, perchè credeva a quello che sentiva, a quella particolare alchimia che si veniva a creare tutte le volte che stavano insieme. Nient'altro contava, né i suoi pregiudizi, né la ritrosia di lui. Così mentre lui stava per andarsene, gli prese un polso per bloccarlo:

Law” ed erano tante le cose che voleva dirgli: voleva ringraziarlo per l'aiuto prima e durante la tempesta, e rassicurarlo sul fatto che anche lei aveva paura di lasciarsi andare, ma ci stava credendo sempre più nel suo sentimento, e che non doveva lasciare che spettri del passato rovinassero il suo presente e il suo futuro. Ma non sapeva come spiegargli tutto questo, così semplicemente gli disse: “anche tu ti sei meritato una ricompensa, sei stato molto bravo durante la tempesta. Avanti.... sono così male?”. Gli occhi della ragazza erano quelli di una persona decisa, sicura, i suoi soliti occhi fieri, non c'era più paura di sbagliare. Vide Law arrestarsi: ovviamente, avrebbe potuto benissimo liberarsi dalla sua presa e andarsene, ma non lo fece.

No” sussurrò il ragazzo “sono io il male” concluse mentre la sua bocca era già su quella della ragazza e le sue mani iniziavano a sfiorarla in modo così esperto, come lei ben ricordava. Ma la rossa si accorse che il suo bacio era più tenero e che la stava toccando con maggior delicatezza: in effetti, anche se il dottore non l'avrebbe mai ammesso, si era un po' preoccupato anche lui, soprattutto perchè l'aveva appoggiata e l'aveva sfidata, quindi si era assunto la responsabilità di ciò che poteva succederle.

In un lampo si ritrovarono nudi sul letto: Law lasciò condurre il gioco a Nami all'inizio. Si godette i baci della ragazza che era sopra di lui e i suoi lunghi capelli che gli solleticavano la pelle. Lei gli baciò il collo, scese lungo il petto per poi arrivare alla sua virilità: lo sentì sospirare e fu contenta del fatto che anche lui stesse provando a lasciarsi trasportare da quel sentimento che stava nascendo tra loro. Nami si sentiva sempre meglio, come se stesse assorbendo dalla pelle del ragazzo una magica medicina rinvigorente.

Continuarono così fino a che il ragazzo decise di condurre lui il gioco: con un gesto agile e dolce al tempo stesso portò la rossa sotto di lui e proprio come aveva fatto la ragazza iniziò a baciarla ovunque, godendosi i suoi gemiti sempre più intensi. Quando lo sentì entrare in lei, la ragazza lo strinse forte a sé, voleva quasi stamparsi i suoi tatuaggi addosso, voleva fondersi con il suo profumo per non scordarselo più. Ciò che prima la intimoriva, ora la eccitava: il rischio di essere scoperti e di lasciarsi trasportare da un temuto pirata lo correva ben volentieri, e quando il ragazzo la portò in paradiso non ebbe dubbi sul fatto che quella sensazione valesse molto di più delle sue preoccupazioni.

 

 

 

Quando Nami si svegliò, trovò Law già vestito che stava per uscire.

Ehi...ciao” gli disse, contenta di essere riuscita a vederlo prima che se ne andasse.

Dovresti affrettarti, altrimenti ti perderai lo spettacolo, non si sa quanto durerà” le disse con il suo solito sorriso enigmatico.

Cosa? Quale spettacolo?” la ragazza non capiva...che si fosse dimenticata ancora qualcosa?

Vieni fuori e lo scoprirai” le rispose mentre usciva lasciandola con uno dei suoi sguardi ammaliatori.

Così Nami si vestì in fretta e si portò sul ponte: stava calando il sole e capì subito a cosa si riferisse Law. C'era un grandissimo e bellissimo arcobaleno che si estendeva da una parte dell'isola, i cui colori brillavano ancora di più grazie alla luce rosso fuoco del tramonto.

E' questa la particolarità dell'isola, da cui il suo nome*” le spiegò il dottore “dopo ogni temporale spunta un gigantesco arcobaleno, che spesso rimane per vari giorni, e sembra che più è forte il temporale, più a lungo rimane in cielo l'arcobaleno” concluse il dottore mentre scendeva dalla nave e raggiungeva gli altri sulla spiaggia.

Nami, nell'ammirare quella meraviglia, non potè fare a meno di paragonarla alla sua situazione con il ragazzo: era come se loro fossero alle due estremità di quell'arcobaleno, ognuno doveva percorrere una salita per raggiungere l'altro, attraversare la propria metà dell'arcobaleno. Sarebbe stato molto difficile, avrebbero dovuto superare i loro pregiudizi e le loro insicurezze e cercare di fidarsi l'uno dell'altra. Da lassù la caduta avrebbe fatto molto male, pensò Nami, però lo spettacolo che avrebbero potuto vedere giunti in cima all'arcobaleno doveva essere a dir poco strabiliante.

 

*Niji vuol dire arcobaleno in giapponese.

 

 

Ciao!!! scusate il ritardo, ma oggi ho avuto un esame che mi ha tenuto occupata per tanto tempo, era piuttosto impegnativo, ma....è andato benissimoooooo!!! sono stra-felice, e stasera per festeggiare giapponese!!! quindi, potete essere più cattive con le critiche questo giro (scherzo eh....). Ok, a parte tutto, spero che vi sia piaciuto questo capitolo, forse la parte iniziale è un po' noiosa, ma volevo descrivere almeno un po' la situazione, ho cercato di non farla troppo lunga perchè non essendo brava nelle descrizioni avevo paura di annoiarvi troppo, comunque ditemi voi che ne pensate e chiaramente se avete dei dubbi o se sono stata troppo frettolosa in alcuni passaggi chiedete pure ciò che non vi torna!

In questo capitolo Law si lascia un po' andare, spero di non aver esagerato e che il contesto giustifichi il suo comportamento.

Che altro dire: spero di non essermi sbagliata sul significato di Niji, ho letto un libro della Yoshimoto (che amo come scrittrice) che si chiama “Arcobaleno” e il titolo originale è “Niji”, quindi credo sia corretto.

Un abbraccio a tutti, e non ringrazierò mai abbastanza tutti quelli che seguono la storia, che l'hanno messa tra le preferite o le ricordate e chi recensisce....non sapete quanto vi apprezzo!!!

A presto per l'ultimo entusiasmante (o almeno spero di riuscire a renderlo tale) capitolo!

Ah...ve lo già detto che oggi sono felice? ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Nirvana. ***


I dieci giorni successivi trascorsero piuttosto tranquilli. I villaggi erano stati quasi interamente ricostruiti, le attività della pesca e dell'agricoltura stavano riprendendo e solo poche persone erano ancora ricoverate nel sottomarino degli Hearts.

La permanenza a Niji era molto tranquilla, anche troppo per Rufy.

“Io voglio l'avventuraaaaaaa!!!!!! quando si riparte?!” chiese per la dodicesima volta ad una scocciata Nami, che quasi iniziava a credere fosse meglio un'altra tempesta infernale piuttosto che ascoltare la solita cantilena del suo capitano.

“Rufy, ti ho già detto che il Log Pose impiegherà ancora tre giorni per registrare il magnetismo, poi potremo partire e non dubito che avremo tutte le emozioni e le avventure che vorremo. Hai capito?”

“Umhh...si....” le rispose un po' mogio.

“Ehiiiii Mugiwara!!!” urlò mentre correva verso di loro Moriko, il sindaco di uno dei villaggi, che era stato salvato grazie al tempestivo intervento dei dottori “volevo informarvi del fatto che io e gli altri isolani abbiamo deciso di organizzare una festa! Finalmente il peggio è passato....e poi vogliamo ringraziarvi!”

“Ohh...nessun ringraziamento!” gli rispose deciso Rufy.

“Non siamo gli eroi di nessuno” gli fece eco Zoro.

“Oh, va bene...ma non potete mancare! Ci saranno tantissimi piatti prelibati, e sakè a volontà!” disse Moriko, che, pur conoscendoli da poco, aveva già capito quali erano i punti deboli di quei due. Gli occhi di Rufy si trasformarono in due stelline:

“Allora è deciso! Verremo alla festa....ma nessun particolare ringraziamento, mi raccomando!” gli rispose mentre già sognava i chili di carne che avrebbe mangiato.

“Non si può mai rinunciare a del sakè” aggiunse serafico lo spadaccino.

Così il giorno trascorse con l'allegra frenesia dei preparativi per la festa che si sarebbe tenuta quella sera e che, inevitabilmente, si sarebbe protratta fino alla partenza dei pirati.

Nel frattempo, c'era qualcos'altro che incuriosiva i Mugiwara: il sottomarino di Law: Chopper era stato il primo di loro a salirci ed era rimasto a dir poco entusiasta. Il suo giudizio così positivo era legato alla sala operatoria molto attrezzata, con strumenti d'avanguardia, e alle stanze disponibili per ricoverare i malati, ma nonostante questo i suoi compagni morivano dalla curiosità di vederlo dato il racconto della piccola renna. Nemmeno per Law fu semplice tenere a bada la loro frenesia: finchè c'erano ricoverati molti malati fu relativamente semplice tenerli alla larga, poi però decise di cedere alle continue insistenze di cappello di paglia: neanche a dirlo, era proprio Rufy il più smanioso di esplorare il sottomarino, perchè anche se vi era già stato si ricordava ben poco. Così il capitano degli Hearts affidò i Mugiwara a Jean Bart: avrebbero potuto vedere la sua nave solo sotto la supervisione del suo compagno, perchè di certo Law non avrebbe permesso che scorrazzassero liberamente per il suo sottomarino. Mentre lo esploravano, gli occhi di Rufy, Chopper, Franky e Usopp si illuminavano continuamente e già il carpentiere stava progettando nuove migliorie da apportare alla Sunny prendendo ispirazione proprio da ciò che vedeva.

Anche Nami prese parte a quella “visita di gruppo”, ma fu piuttosto semplice per lei sgattaiolare via dal controllo di Bart e raggiungere ciò che più le interessava, cioè la stanza del capitano. Dopo che erano stati insieme, lui era stato piuttosto schivo e restio a parlarle. Non che lei si aspettasse molto di più, però le ore scorrevano inesorabilmente, tra poco si sarebbe dovuti salutare e ancora non era riuscita a parlargli.

Sperò di trovarlo nella sua camera, ma quando entrò non vi trovò nessuno. Già, sarebbe stato troppo facile.... La sua stanza era come se l'immaginava: spaziosa, ben organizzata, ordinata, con un oblò particolarmente grande, in modo da avere un'ottima visuale di ciò che succedeva all'esterno, con un grande tavolino con molte cartine, che subito la ragazza si mise a studiare. Quindi si concentrò sul grande armadio che occupava quasi metà parete: lo aprì e fu investita dall'odore di Law...le venne voglia quasi di tuffarvisi dentro, poi le venne un'idea “uhmm...quasi quasi...” si disse, per decidere alla fine di seguire il suo istinto.

 

 

Qualche ora dopo, la navigatrice passeggiava sulla spiaggia insieme a Robin.

“Capisci?? mi evita, e io non so più comportarmi....” disse una spazientita Nami. Non sopportava il fatto di non avere il controllo della situazione, né l'idea di non riuscire a controllare bene le sue emozioni e il suo comportamento, ma era più forte di lei: ogni volta che si trovava con Law qualcosa la spingeva inevitabilmente tra le sue braccia.

“Dev'essere una situazione nuova anche per lui” cercò di calmarla di Robin, provando a vedere la relazione dal punto di vista dell'uomo “e forse neanche lui sa bene come comportarsi... evidentemente non è solo lui che esercita una forte attrazione verso di te...”

“Evitarmi non mi sembra il modo di arrivare ad una soluzione, però! È qualcosa che dobbiamo affrontare insieme....”
“Sì, ma considera che Law è un uomo abituato ad avere il pieno controllo delle situazioni in cui si trova, a pianificare e riflettere attentamente prima di agire, per non farsi mai cogliere impreparato. Vedi, è come se paragonassimo la sua vita ad un sottomarino: è tutto ben organizzato, lui è l'arredatore e ha messo ogni cosa nel posto giusto, ogni stanza rappresenta una delle sue attività, quindi c'è il posto per il ruolo di capitano, per quello di Shichibukai, per quello di medico....ora però sei entrata tu, e lui non sa dove collocarti, non sa se sia meglio riorganizzare tutti gli spazi oppure dover cambiare sottomarino, e non dev'essere una scelta semplice.”

“Oh....” Nami rimase proprio colpita da questa metafora “già, sarà così...ma nonostante tutto io devo assolutamente parlargli!”

“Be', vedrai che stasera sarà la volta buona!” la incoraggiò la mora.

 

Di sera, durante la festa, tutti si divertono spensieratamente...o quasi.

 

La festa si svolse proprio come i pirati immaginavano: le vie dei villaggi erano piene di luci e colori, ovunque vi erano tavoli con ogni prelibatezza, la musica si spandeva nell'aria e, neanche a dirlo, persino in questa piccola isola Brook era conosciuto ed aveva tante fans a cui non sembrava vero poter assistere ad uno dei suoi concerti e che erano ben felici di regalargli le loro mutandine.

Rufy stava dando molto lavoro da fare ai cuochi e Chopper, accanto a lui, stava cercando di imitarlo:

“Dobbiamo fare riserve di energie per le nostre prossime avventure!!!” strillava pieno d'entusiasmo tra una portata e l'altra.

“Io....sto scoppiando....” sussurrò la renna.

“Guarda che non devi fare tutto quello che fa lui...” gli consigliò Usopp, perchè lo stomaco di Rufy....era solo suo, assolutamente impareggiabile. Zoro era già al decimo boccale di sakè, a Sanji non sembrava vero di non aver cucinato per una sera e si stava divertendo con tante ragazze dell'isola, Usopp aveva già iniziato a raccontare le sue fantomatiche avventure, Franky stava mostrando le sue varie “trasformazioni” tra una bottiglia di cola e l'altra. Come sempre, le più composte erano le due ragazze:

“Nami, credo di saper dove sia Law”. L'archeologa stava analizzando tutta l'isola facendo spuntare inosservata occhi ovunque, infatti la ciurma di Law era sparsa per le varie strade: aveva visto Shachi e Penguin, che tra un piatto e l'altro trovavano sempre qualche battutina da lanciare a Bepo, aveva anche visto Bart e gli altri membri, mentre il capitano non sembrava proprio essere lì con loro.

“Uh? Stai usando il tuo potere, eh?!” le chiese una speranzosa Nami.

“Nel suo sottomarino, nella sua stanza....fossi in te, mi affretterei”. La rossa non se lo fece ripetere due volte e si diresse alla nave degli Hearts.

Con circospezione si portò verso la stanza di Law. Bussò e sentì la sua voce dirle avanti.

“Buonasera” gli disse.

“Buonasera, bambina. Ti stavo proprio aspettando” le rispose mentre si alzava dal letto e le si avvicinava.

“Oh...davvero?! E dimmi, posso fare qualcosa per te?” gli chiese maliziosa la navigatrice: ecco che di nuovo avvertiva quella forza che la spingeva verso di lui dimenticandosi di tutto e di tutti.

“Ridammi la mia felpa, gatta ladra” le rispose diretto. Infatti, quel pomeriggio quando era stata nella sua camera ne aveva approfittato per rubargli una felpa, in modo da conservare un pezzetto di lui.

“Se tu mi ridai la mia cartina” gli rispose a tono. Infatti, proprio mentre i Mugiwara erano a visitare il suo sottomarino, Law aveva fatto una capatina sulla Sunny per poter prendere una cartina. Rimase sorpreso, immaginava che la ragazza se ne sarebbe accorta, ma non pensava così presto. Si guardarono per un attimo, poi scoppiarono a ridere. Avevano avuto la stessa idea, e ciò alleggerì l'atmosfera.

“Lo so che sei triste per la mia imminente partenza” esordì la ragazza con un tono che rese volutamente troppo drammatico, in modo simile a quanto aveva fatto pochi giorni prima “ma non ti devi preoccupare” aggiunse “perchè vedi, oggi ho studiato le vostre prossime mete...be' chiaramente non tutte sono prevedibili, però analizzando il vostro percorso ho notato che non è molto diverso dal nostro, quindi...non è un addio, ci rivedremo spesso, ne sono convinta. E poi hai ancora quel patto stretto con il mio capitano, no?!” caricò le ultime parole di speranza, quasi le stesse dicendo più per se stessa che per lui. “E poi” continuò con aria provocatoria “sappi che, quando arriverò a Raftel, ti aspetterò, e quando Rufy diventerà il re dei pirati, ti consolerò”.

“Ehi, un momento bambina...da dove arriva tutta questa sfrontatezza?!” le chiese un divertito e sorpreso Law. Questa Nami così sicura e maliziosa lo stava proprio intrigando.

“Colpa delle cattive compagnie che frequento”gli disse senza tanti giri di parole.

“Aaahhh, Nami....” sospirò Law “certo che in te c'è molto più di ciò che si vede, e non è poco quello che si vede” sussurrò mentre la scrutava da capo a piedi. Come al solito, la ragazza indossava un succinto abito che risaltava tutte le sue forme, e rimase quasi allibita alle parole del dottore, perchè era forse la prima votla che le faceva un complimento, e sapeva quanto valeva detto da lui.

Law si avvicinò alla porta, la ragazza temette se ne volesse andare, già stava per dirgli qualcosa, quando lo vide chiudere a chiave la porta della stanza ed tornare verso di lei.

“Nami” bisbigliò il ragazzo. Disse il suo nome in modo così suadente che ciò bastò a farla sussultare.

“Si?!”

“Hai mai vissuto un'esperienza totalizzante, di assoluto benessere, hai mai provato la sensazione di dimenticarti tutto il mondo, ogni problema e ogni dolore tu abbia, uno stato di totale piacere, in cui ogni preoccupazione sparisce e le dimensioni del tempo e dello spazio vengono perse? sei mai stata in quello che alcuni chiamano il nirvana?” le chiese un malizioso Law mentre la invitava a portarsi sul suo letto. Nami rimase un po' interdetta a queste parole:

“Io...no...”.

“Già, lo immaginavo” le disse Law mentre si sedeva sul letto accanto a lei ed iniziava ad accarezzarle la schiena “del resto, non hai mai trascorso due giorni interi da sola con il chirurgo della morte”.

 

 

 

Ciao a tutti! Ed eccoci all'ultimo capitolo: come sempre, il ritardo nell'aggiornamento è dipeso da studio (nel frattempo ho dato un altro esame) e da problemi di connessione ad internet. Comunque, spero di non avervi deluso con il finale della storia. L'idea del “doppio furto” mi sembrava carina, quella delle “rotte in comune” non so se può reggere....comunque, c'è sempre il patto tra Rufy e Law.

Detto questo, non posso che ringraziare mille volte tutti quelli che hanno seguito la storia, chi l'ha messa tra le ricordate o preferite, tutti i preziosi consigli che mi avete dato nelle recensioni e che sono stati utilissimi e i complimenti....davvero GRAZIE GRAZIE GRAZIEEEE!!!!!

Dato che è l'ultimo capitolo, mi piacerebbe che anche tutti i lettori “silenziosi” mi dicessero cosa ne pensano della storia, ma chiaramente che ognuno agisca come meglio crede!

A tutti coloro che leggeranno la storia magari tra un po', sappiate che qualsiasi ulteriore commento sarà ben gradito, anche se a distanza di tempo da questo ultimo capitolo.

Bene, quindi finalmente ho finito di stressarvi almeno per un po'.....un grandissimo e fortissimo abbraccio a tutti tutti tutti!!!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1405766