endlessy friendship.

di maleeec
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** if we coul only turn back time for one more day. ***
Capitolo 2: *** if not now, when? ***
Capitolo 3: *** Show me you care. ***



Capitolo 1
*** if we coul only turn back time for one more day. ***


if we could only turn back time for one more day.



’12:02’
Era domenica, una domenica di novembre. Intorno a me vedo tutto opaco, forse avevo dormito troppo bene. Niall la sera precedente mi aveva mandato un messaggio che non ero riuscita a leggere.
 
‘Domani, andiamo al mc. Ricordati di portarmi la relazione di scienze, buonanotte.’
 
Ecco, eravamo al solito punto. Gli portavo i compiti svolti, il materiale di cui aveva bisogno, non esitavo mai quando mi chiedeva un favore, ma nonostante tutto questo, Lui non mi aveva mai notato come speravo che facesse.
Erano otto anni che ormai ci frequentavamo. Lui a casa mia e io a casa sua. Sempre insieme. Sempre coinvolti nelle stesse situazioni. Pane e nutella lui, pane e nutella io.
Adesso avevamo sedici anni, ma non era più la stessa cosa di quando ne avevamo otto.
A quell’epoca ero la sua priorità numero uno, ero la sua ancora, dove poteva piangere e giocare. Adesso sono soltanto una delle sue tante amiche, solo che a differenza delle sue amiche, ero una sfigata. Lui era il capitano della squadra di baseball, e sapeva benissimo che la sua reputazione si sarebbe potuta rovinare se solo i suoi amici lo avessero visto in mia compagnia.
Questa cosa non la dava mai a vedere, ma io lo avevo intuito fin dal primo liceo. Frequentavamo tutti e due il terzo anno del liceo linguistico. Lui scelse quella scuola solo perché ci andavo io. Era più insicuro due anni fa. Aveva paura di perdermi, si fidava solamente di me, ero la sua corazza, un rifugio.
Alle scuole medie lo picchiavano ogni giorno, e tante volte io assistevo a quelle scene impietrita, come se fossi invisibile. Non potevo fare niente, e mi faceva un male cane saperlo. Dopo ogni pestaggio lo accompagnavo in bagno e prendevo dal mio zaino una borsetta con dentro il solito disinfettante e l’ovatta che ormai facevano parte del mio corredo scolastico. Lo medicavo con cura finchè quei segni indelebili si cicatrizzassero. Mi ricordo perfettamente il suo sguardo ghiacciato e dolorante. Il suo viso tumefatto e rosso di sangue mentre gli passavo quel maledetto pezzo di ovatta sulle profonde ferite. Mi è stato sempre grato per quelle cure che gli davo, ma in questi ultimi anni la situazione si è capovolta ed è come se lui si fosse dimenticato di tutto; dimenticato dei nostri momenti preziosi, quelli di una volta, quelli in cui eravamo noi stessi.
 
Decisi di prepararmi perché alle 13 dovevo incontrarmi col mio ‘amico di sempre’ Niall al mc.
Feci una doccia fredda per tonificarmi, poi mi vestii con una camicetta, dei jeans e la mia solita giacca di pelle nera, che indossavo per sentirmi più dura, ma semplicemente non lo ero. Non ero tagliata per indossare jeans strappati, borchie, calze a rete e cappelli colorati. Ero una tipa ‘casa-chiesa’.A Niall facevo tenerezza, diceva che ero diversa. Ma allora perché non mi guardava più come una volta? Perché non mi considerava?
Semplicemente perché ero solo una bambina ingenua, una bambina che serviva solo a farsi fare i compiti. Ecco qual era il suo concetto di diversa, almeno credo.
 
Uscii di casa con la testa piena di questi pensieri contorti, che come ogni giorno mi costringevano a prendere un’aspirina. Il mc dove ci saremmo dovuti incontrare era a pochi metri da casa mia. Tastai le tasche della mia giacca, per cercare le cuffiette, ma come al solito me le ero dimenticate sopra il comodino. Mi misi una mano sopra la fronte come per dirmi ‘stupida, stupida’.
Così continuai il poco tragitto che rimaneva ascoltando lo scricchiolio delle foglie bagnate sotto i miei piedi. Il cielo era diviso in tante piccole porzioni di nuvole. Avrebbe dovuto piovere da un momento all’altro. Il viale principale della città di Mullingar aveva ai lati dei maestosi alberi di castagno le quali foglie cadevano sull’asfalto come gocce di pioggia colorate. A vedere quel vortice di colori e a sentire quell'odore di autunno inoltrato mi venne in mente un flashback.
 
‘QUINDICI. NIALL STO VINCENDO AHAHA’
‘TI SBAGLI DI GROSSO AMY, IO NE HO VISTE DICIASSETTE CADERE’
‘FOGLIE O CACCE DI UCCELLI?’
‘FOGLIE, STUPIDA!’
‘TU SEI STUPIDO’
‘NO TU’
‘NO TU’
 
D’improvviso il clacson di un’auto mi svegliò da quel tuffo nel passato. Per un momento pensai di sedermi su una panchina e piangere e piangere. Mi ricordai di una delle tante passeggiate dopo la scuola. Facevamo a gara. Chi vedeva più foglie cadere vinceva.,
Perché non potevo tornare indietro nel tempo? Solo un minuto, per ritrovare quella felicità che provavo quando ero insieme a lui veramente, quando ci divertivamo. Ma non tutti i desideri diventano realtà.
Varcai la soglia del mc e vidi Niall, seduto su uno sgabello di spugna ad aspettarmi, mentre sorseggiava un McFlurry al caramello. Era qualcosa di eccezionale.

 
 
 
SPAZIO DELL’ ‘AUTRICE’
Buonaseraaaaaaaaaaa. Mi chiamo Simona e questa è la prima storia che pubblico. Sono stata almeno un anno su efp come lettrice, però poi ho deciso di iniziare a scrivere anche io una storia :3
Spero di non perdere la voglia di scrivere per questa volta. Mi potete trovare qui https://twitter.com/lousjuliet su twitter. Recensite, accetto anche le critiche. CIAAO.

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Capitolo 2
*** if not now, when? ***



If not now, when?

‘Ciao Niall’

Dissi fredda. Mi sedetti sullo sgabello posto di fronte al suo e estrassi dalla mia giacca il cellulare, con cui potevo fingere di farneticare e sfuggire dallo sguardo tanto dolce quanto falso di Niall.

‘Ehy Amy. Che fai mi ignori?’
 
Mi passo una mano nei capelli, facendomi sussultare dentro per un attimo. Mi limitai in un semplice cenno con la testa. Volevo fargli capire che non ero una bambina che gli andava dietro, volevo fargli capire che non dipendevo da lui. Invece lo ero. Ero una persona debole quando mi trovavo di fronte a lui.
Da otto anni Niall era il pensiero che fisso che avevo in mente ventiquattro ore su ventiquattro. Mi aveva rubato il cuore, e si capiva. Lui lo aveva capito.
 
‘Amy che ordini?’

‘Un happy meal'

Per un attimo mi distaccai dallo schermo del cellulare, volevo incontrare il suo sguardo profondo e scordarmi tutto come succedeva sempre. Ci incrociammo. I nostri occhi fecero un breve discorso, per poi finire nell’oblio più profondo. Ognuno cercava di capire cosa l’altro cercava di dire con il suo sguardo.


‘Ehm…Amy…. Spongebob o Hello Kitty?’
‘Cosa?’
 
Mi ero imbambolata, ed era piuttosto imbarazzante. Tutto il mio piano stava andando a rotoli. Volevo far capire a Niall che non mi interessava, invece sembravo un’ape che cercava miele. I suoi occhi blu infinito avevano qualcosa di magnetico.
 
‘Il giocattolo nell’happy meal’
 
‘Ah, Spongebob'

‘Ottima scelta’
 
Mi sussurrò Niall. Mi scappò un sorriso naturale, che volevo nascondere, ma troppo sincero per farlo. Mi sentivo decisamente meglio con Niall. Era la mia perfetta metà. Il mio cuore combaciava con il suo come se fossero pezzi minuscoli di un puzzle gigante. Era perfetto, perfetto per me.
Ci portarono i vassoi con i panini e le patatine. Niall prese il giocattolo di Spongebob e gli diede la voce, proprio come faceva a dieci anni.

‘AMY, PASSAMI QUEL PUPAZZO DEVO FARGLI FARE LA VOCE DI SQUIDDI’
‘NIALL, COME PUOI FAR FARE LA VOCE DI UN POLPO AL PELUCHE DI UNA GALLINA?
‘AH AMY AMY AMY, POSSO TUTTO’
‘SE LO DICI TU’

Eccolo lì, un altro tuffo nei ricordi. Pensandoci mi venne un nodo alla gola, tossii forte. Niall corse in mio ‘aiuto’

‘Stai bene amy?’

Mi scivolò una lacrima sulla guancia destra. I ricordi mi facevano quasi sempre quell’effetto.
Mi asciugai il viso con il lembo della camicia, poi mi soffiai il naso.
 
‘Adesso mi spieghi che succede’
 
Pagammo il conto. Avevo un dolore atroce allo stomaco. Davvero i ricordi mi facevano quell’effetto? Mi conveniva non pensarci a quel punto. Avrei dovuto scordarmi di tutto il passato con Niall. Tanto a lui non importava niente. Non importava niente di niente di me. Lui era popolare, bello, dolce. Che se ne doveva fare di una come me?
Uscimmo dal mc e fuori stava piovendo. Niall si tolse la giacca e se la mise sulla testa. Poi mi fece cenno con la mano e mi prese da un fianco, facendomi mettere sotto la giacca che in quel momento era come una grotta per noi. Corremmo per tutta la via principale di Mullingar sotto la pioggia. Ridevamo come se niente  ci potesse  far diventare tristi. Nessuno mai ci aveva distrutto quando eravamo insieme. Nessuno mai ci aveva mandato giù, neanche quegli stupidi bulli.

‘Prendi un foglio singolo e strappalo. Facile vero? Prendine tanti insieme e prova a strapparli. Ce la fai? No. Le persone da sole sono facili da buttare giù, come è facile strappare un foglio singolo. Le persone unite sono difficili da buttare giù, come tanti fogli insieme sono difficili da strappare’
 
Arrivammo alla decappottabile di Niall. Avevamo tutte e due il fiatone. Uno di fronte l’altro
I suoi occhi facevano una danza movimentata con i miei. Eravamo ammutoliti. C’eravamo solo noi, lo scrosciare della pioggia, e nostri fiati rumorosi. Mi continuava a guardare come se mi dovesse dire una cosa, ma non ce la faceva. La sua giacca ormai fradicia, non serviva più a niente. La sua maglietta bagnata metteva in mostra il suo corpo esile ma dannatamente bello per me.
I miei capelli umidi attaccati alle tempie, i suoi occhi umidi e brillanti che mi illuminavano dentro.
Era tutto perfetto.
Adesso i palmi delle sue mani combaciavano perfettamente con le mie mascelle. Un brivido sgattaiolò per la spina dorsale. Il suo tocco era inconfondibile,unico, favoloso. Chiusi gli occhi e…..pah. Niall mi lasciò un delicato bacio sulle labbra. Un bacio come quello che una mamma da al suo bambino, così piccolo d’aver paura di romperlo.  Delicato come un gatto quando lecca la sua zampetta, come quando un fiocco di neve si posa sulla terra dopo aver danzato in aria

‘Amy grazie per esserci sempre stata.’
 
‘Niall,sei sempre ciò  di cui ho bisogno’

CIAO BELLA GENTE!
Ho voglia di scrivere verde, non so il perchè. Comunque io faccio piccoli capitoli, ma cercherò di farne tanti. Non sono molto brava a scrivere quindi dopo poco la mia immaginazione si blocca. Vi prego recensite tutti, accetto anche le critiche.

-baaaaci simona :*

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Capitolo 3
*** Show me you care. ***


'show me you care.'
 
‘6:46’
Ero affacciata alla finestra della mia camera da letto a bere un caffè bollente. Sopra le mie gambe avevo un copertina di pail che aveva l’odore di Niall.
Era rossa, il suo colore preferito e quando veniva a dormire a casa mia, mia madre lo copriva con quella. Nonostante tutti questi anni il suo odore era sempre lo stesso; profumava di un non so chè di buono, un misto tra dolce e forte. Era inconfondibile. Non potevo dire lo stesso del suo carattere. Una settimana prima mi aveva baciata appassionatamente sotto la pioggia, ma il giorno dopo era come se non fosse successo niente:
‘ehi mi passi i compiti di letteratura?’
‘certo Niall, eccoli’
Tutto tornato alla canonica realtà. Volevo che Niall mi mostrasse un po’ di affetto oltre a quel ripetuto ‘grazie, per i compiti mi hai salvato il culo’. Si, è vero, Niall non è mai stato romantico, ha sempre preferito darmi una pacca sulla spalla che un bacio sulla guancia, ma non faceva la stessa cosa con le sue amiche cheerleader.
A ricreazione, molto spesso, Loro si sedevano sopra le sue gambe e gli accarezzavano il collo assiduamente, mentre lui ricambiava con delle carezze sulle cosce ed altre cose. Non volevo di certo che mi trattasse così, come una facile, ma volevo un po’ di tenerezza; volevo un po’ della sua dolcezza che nascondeva sotto la sudicia divisa da baseball.
 
Alle sette e mezza avrei dovuto prendere l’autobus per andare al liceo, per arrivare ci voleva circa venti minuti e io in quei venti minuti ascoltavo la musica e disegnavo sui  vetri appannati piccoli omini pieni di amore, che però si scioglievano subito, lasciandomi amareggiata.
Paragonavo io e Niall a quegli omini che facevo sui vetri. Ognuno teneva all’altro, ma per colpa di qualcosa\qualcuno sono destinanti a non stare insieme, ognuno per la propria strada.
Era quello a cui voleva parare Niall, forse. Forse lui non voleva stare più con me perché si era stancato, perché voleva vedere gente nuova e più popolare.
A pensare quelle cose il mio stomaco si annodava e tirava. Niall si era dimenticato di tutte le attenzioni che ci scambiavamo, di tutti i bei momenti. Ci siamo allontanati senza neanche dirci ‘addio’ senza neanche avere l’intenzione di farlo, almeno io.
 

Arrivai alla fermata dell’autobus, mi misi le cuffiette e mi sedetti sulla panchina ghiacciata della fermata. Non so a quel punto, se quello che vedevo era vero o meno. Un ragazzo con un ciuffo nero pece, era appoggiato con la spalla sul palo dell’elettricità e che col suo i-phone mi stava cercando di fare una cosa. Ero davvero irritata. Mi alzai di scatto, senza accorgermi del mio zaino caduto sull’asfalto bagnato.
 
‘Ehi, ti sono caduti i libri per terra!’
Disse, facendo una smorfia, per non scoppiare a ridere.
 
‘Non mi interessa, mi interessa soltanto sapere il perché di quella foto che mi stavi facendo di nascosto’
Incrociai le braccia al petto e alzai un sopracciglio in attesa di una risposta. Quel ragazzo capelli color pece, si morse il labbro inferiore poi mi rispose freddamente
 
Perché sei terribilmente carina.’
Strabuzzai gli occhi. Mi uscirono quasi fuori dalle orbite, non ero abituata a risposte così immediate. Ero abituata ai giri di parole e alle smorfie di menefreghismo di Niall. Il mio cuore iniziò a battere come una palla da basket sul parquet.
 
Beh? Che succede? Chiamo un’ambulanza? AHAHA
Quell’atteggiamento da bulletto mi stava facendo impazzire, gli volevo saltare addosso, portarmelo a casa e offrigli un tè, volevo parlare con lui dei miei problemi. Volevo gridargli in faccia ‘SEI UNA BOMBA’ ma mi limitai in una semplice risposta.
 
‘No, non c’è bisogno, grazie del complimento comunque.’
La mia risposta fredda lo lasciò atterrito, come quando ti tolgono le alette di pollo tanto succose e tanto desiderate, da sotto gli occhi. Mi girai, dandogli le spalle e mi accovacciai pigramente per raccogliere i libri umidi e odorosi di muschio. Sentii che si stava avvicinando insicuro verso di me.
 
‘Ehm… vuoi una mano?
‘No, grazie mille.’

Non diede ascolto alle mie parole. Bello e testardo. Prese un libro da terra e passandoselo tra le mani grandi e tanto viola per il freddo, iniziò a sfogliarlo con un’aria da intellettuale.
 
Mh, storia dell’arte…bella questa edizione, ne ho una simile a casa’
Mi mostro i suoi denti perfetti, poi richiuse la bocca e mentre sfogliava quel libro che per lui non aveva nessun interesse, se non quello di rimorchiare, passò la lingua sul suo labbro superiore.
Contorsi le labbra e con un gesto brutale gli strappai il libro dalle mani.
 
Mhhh, se tu chimica e formule x al quadrato le intendi storia dell’arte, allora sei un genio incompreso’
Si grattò la leggera peluria che aveva sulle guance, poi fece un mezzo sorriso sarcastico
 
‘Secchiona’
‘Essere secchiona,  non vuol dire saper leggere il titolo di un libro’

Lo lasciai a terra, come una macchina senza benzina, come un leone senza preda, come io senza Niall.
Mi porse la mano destra e mi guardò  intensamente negli occhi.
 
‘Zayn’
‘Una persona che non vorrebbe conoscerti’

Risposi in una maniera completamente estranea ai miei modi di fare, ma quel ragazzo, con i capelli carbone e con gli occhi color resina, mi stava facendo battere troppo forte il cuore. La mia mente gridava ‘ehi Amy, qui, in questa scatoletta, c’è scritto in caratteri cubitali soltanto NIALL!
Forse era arrivato il momento di lasciar perdere il mio amico di sempre, forse era meglio cambiare aria come lui aveva fatto con me.
 
‘Davvero non vuoi conoscermi? Non ci credo, ragazzina.’

Aveva ragione, volevo conoscerlo come nessun’altro mai, volevo che prendesse il posto di Niall, volevo scordarmi di tutto il male incosciente che mi aveva fatto il mio migliore amico, quello che mi regalava le figurine fluorescenti delle principesse, quello che mi offriva sempre le patatine al ketchup e lasciava sempre il regalo per darlo a me, quel ragazzo con cui io sconfiggevo ogni tipo di male.
 
‘Amy’
Dissi aprendo bene la bocca. Poi sentii il rumore ferroso dell’autobus che arrivava, mi sistemai lo zaino pieno di libri e girai il viso verso Zayn, il ragazzo moro che mi accelerava il battito cardiaco.
 
‘Già te ne vai, Amy?’
NO, NON ME NE VOLEVO AFFATTO ANDARE. VOLEVO RIMANERE CON LUI, VOLEVO SFOGARMI PERCHE’ MI SEMBRAVA UNA PERSONA ADATTA PER QUESTO. VOLEVO SCAPPARE CON LUI, PERCHE’ MI PIACEVA DA MATTI, MI FACEVA UN EFFETTO DIVERSO DA QUELLO CHE MI FACEVA NIALL. Ma mi tenni tutto dentro.
 
‘Sta arrivando il pullman, devo andare a scuola’
‘Che scuola?’
‘Liceo Linguistico’
‘Che lingue ti piacciono’
‘Tedesco e Italiano’

Il pullman era arrivato davanti a noi. Quella vecchia ferraglia scassata stava ostacolando la  possibilità  di conoscere una nuova realtà che non fosse Niall e il suo comportamento.
 
‘Devo andare, ciao Zayn’
Le porte scorrevoli dell’autobus si aprirono davanti a me, salii il primo gradino, ma Zayn mi bloccò per un braccio, facendomi scorrere una carica elettrica, che partii dalle unghie rovinate delle mie dita e finii al più piccolo dei neuroni presenti nel mio cervello.
 
‘Ti lascio il mio numero di telefono scritto sul palo della fermata.’
‘Per me va bene’

Il nostro scambio di sguardi veniva interrotto dalle frecciatine che ci mandavano le solite ragazze di periferia che indossavano jeans strappati e  chili e chili di eyeliner sbavato sul contorno degli occhi.
 
‘Ehi bamboccia, sbrigati che siamo in ritardo’
Quel cafone dell’autista mi chiamava rumorosamente e Zayn pareva infastidito.
 
Okay, ti lascio andare, ricordati del numero’
‘Certo’

Salgo pigramente gli scalini dell’autobus e mi siedo agli ultimi sedili tempestati di dediche, che hanno scritto i ragazzini depressi, in momenti di noia.
L’autobus riparte col suo solito rumore assordante. Osservo Zayn allontanarsi dalla fermata e  dirigersi all’angolo di fronte; apre un pacchetto di sigarette e ne accende una con fare menefreghista. La porta alla bocca, aspira profondamente e poi rilascia una nuvola di fumo denso dal naso.
Zayn, il mio prossimo grande dilemma.
 
 BUUUUUUUONSALVE GENTE
Ciao ragazze, questo è il terzo capitolo della mia storia infrastagliata:3 comunque scusate il ritardo. questa volta sono riuscita ad allungare un pò di più il capitolo, anche se non è granchè. vabene, adesso vi lascio alla lettura.
-simona.

 

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