Winged Alchemist

di Light and Darkness
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio ***
Capitolo 2: *** 2. Ricordi e fughe ***
Capitolo 3: *** 3. Madre, figlio e fratello ***



Capitolo 1
*** Il risveglio ***


Prologo.

Il mio nome è Arcangel Pain, anche se molti mi conoscono come:Winged alchemist. Non ho una madre, non ho un padre. La persona che mi ha cresciuto che potrebbe essere mio padre e il further dell'esercito.

Sono stato un alchimista di stato per l'esercito, per buona parte della mia adolescenza. Non ho ricordi prima degli otto anni ed ora all'età di diciassette appena compiuti,ho fatto una scoperta incredibile, anche se io oserei dire orribile; il further, quello che ho sempre considerato un padre, in realtà è un homunculus.

L'ho scoperto solo ieri, quando ho visto il marchio del serpente Uroboro al posto della pupilla di quell'uomo, mi si è gelato il sangue nelle vene. Pochi minuti dopo sono stato arrestato, con l'accusa di essere una spia di Ishibal.

Ora mi trovo nella mia cella sorvegliato da due guardie che si assicurino che io non usi l'alchimia per fuggire.

Sento il rumore di passi distanti che si avvicinano sempre più alla mia cella, li distinguo sono di una, no due persone.Il ritmo cadenzato, inesorabile di questi passi mi rimbomba nelle orecchie e nella mente.

Attraverso le sbarre vedo due figure contro luce, una molto alta e quasi del tutto priva di capelli se non fosse per un ciuffetto biondo che sporge sul davanti , la seconda più bassa dai capelli neri, tutte e due vestono le uniformi dell'esercito.

“Apri la cella.” dice la più bassa alla guardia, la quale estrae dalla tasca un mazzo di chiavi che tintinna mentre le mandate della serratura scattano.

“Salve capitano Pain.”soggiunge Mustang.

“Salve colonnello. Armstrong.” gli rispondo io senza dargli troppo peso e salutando anche la figura più alta a fianco.

“Abbiamo l'ordine di scortarla sino al cortile dove ..... Beh lo sa.” lentamente mi alzo dalla branda e assieme ai miei due accompagnatori percorriamo i corridoi nel più assoluto silenzio.

In quegli istanti i miei pensieri vanno a Rose: una ragazza di un anno più giovane di me, con la quale ho convissuto dei bei momenti, inutile dire che ci amiamo.

Nel cortile il plotone d'esecuzione è pronto, Mustang mi conduce difronte hai soldati che tengono i fucili con le canne in alto.

Mentre quelli attendono che che io mi presenti difronte a loro, la mia mente è distante, essa vola, pensa a Rose e da lei non si distoglie neanche un secondo mentre compio l'ultimo passo, poi il further da il segnale di puntare le armi, il suo volto si contorce in una smorfia che pare un sorriso.

“Maledetto homunculus. Rose perdonami.” il segnale viene dato e l'ultima cosa che sento sono i proiettili che mi trapassano il corpo che cade a terra esangue e la pioggia che bagna il mio volto.

Poi di colpo tutto buio, poi i nuovo la luce davanti a me un enorme portale aperto, con decine di occhi che scrutano con le pupille violacee, di colpo il portale viene verso di me, io mi volto. Scappo, o almeno ci provo. Mi inghiotte, poi di nuovo buio, poi un lampo enorme una luce......

1.Il risveglio

Una enorme vasca di contenimento conteneva il corpo di Arcangel Pain, immerso in un fluido bluastro azzurro nel quale egli respirava senza problemi.

Era privo di sensi, ma un monitor segnalava che le sue funzioni vitali erano ottimali e stabili. Una figura apri la porta del laboratorio e schiaccio un pulsante, lentamente la vasca si svuotò mentre la figura usciva dal quel luogo in rovina.

Lentamente il ragazzo riprese coscienza, la testa gli doleva molto.

“Dove sono ?” pensò il ragazzo, non ricordava nulla di ciò che gli era accaduto, sotto i suoi piedi era disegnato un grosso disegno inciso nel pavimento.

“Un circolo alchemico, ma come ..?”si ricordava dell'alchimia, ma non da chi o come l'avesse appressa.

Su un tavolo malconcio Arcangel trovò dei vestiti puliti che indossò subito, erano dell'esatta sua taglia.

“Sembra che qualcuno gli abbia messi qui apposta per me.” pensò mentre li indossava scostandoli fece cadere qualcosa che era racchiuso in un fodero lungo di stoffa.

Arcangel lo tolse a rivelare una spada.

“Una katana.” disse lui sorpeso, anche se quello strumento gli era famigliare alquanto.

Lentamente Arcangel mosse qualche passo verso la porta che vedeva chiaramente essere aperta rischiarata dalla luce della luna. L'attraversò.

Una volta fuori un corridoio di macerie lo accoglieva, svoltò a destra, percorse diverse decine di metri guidato dalla tenue luce che filtrava dalle poche finestre rimaste sulle pareti.

Dopo diversi minuti di cammino interrotto Arcangel trovò una porta che conduceva fuori da quel lugubre e fatiscente posto.

“Ma che razza di posto è questo ? Non ricordo nulla, fuorché il mio nome.” questi pensieri trascinarono la mente del ragazzo sino fuori quell'edificio.

L'aria fresca che gli entro nei polmoni gli sembro quasi cosa nuova una volta uscito di li, vento che della sera gli passava leggero sul volto.

“Cosa posso fare ora ? Dove andrò ?” queste domande tormentavano Arcangel sino alla nausea, quasi fossero dei martelli che picchiavano forte dentro la sua testa.

Ad un tratto Arcangel sentii un movimento a pochi passi da lui, fece in tempo a voltarsi per contemplare il volto di una donna sensuale e di bellezza rara . I lunghi capelli neri scendevano sulle spalle di lei che lo fissavano con occhi violacei tranquilli che trascinavano dentro una punta di malizia.

Quella allungo un mano verso di Arcangel e le unghie della donna si allungarono sino a trafiggerlo.

Nella frazione di un istante il ragazzo era a terra, quasi come morto.

“Non avrai esagerato Lust ? Beh se non altro almeno ora ho qualcosa da mangiare.” soggiunse Gluttony,un essere basso e tarchiato con il volto poco umano. Avvicinandosi al corpo di Arcangel.

“Non eri affamato ? E poi quella persona ci ha chiesto di eliminare tutte le persone ancora vive qui.” rispose lei.

“Bene Finalmente si mangia.”Lust si girò sapeva che vedere Gluttony mangiare non era gradevole, poi un sordo rumore di qualcosa di pesante che cade a terra.

Lust si girò, vide Gluttony steso a terra privo di sensi, il ragazzo che aveva trafitto poco prima era in piedi di fronte a lei con la katana sguainata e pronta a colpire.

“Ma come ? Tu non puoi essere vivo io ti ho colpito a morte.” soggiunse Lust con fare riflessivo.

Arcangel fu rapido come un fulmine, Lust non ebbe tempo di puntargli contro le sue unghie che lui le aveva già bloccato le mani.

“Ora capisco ragazzo, tu sei un homunculus come noi, ecco perché non sei morto.”

“Cosa vuoi dire con questo donna ? ” la voce di Arcangel era colma di domande dubbi, ma soprattutto rancore, un rancore immotivato, vicino e distante allo stesso tempo.

“Donna ? He he. Forse un tempo lo sono stata, ma ora.....” Lust non completò la frase.

Gluttony nel frattempo si era rialzato, e stava per colpire Arcangel quando lui si accorse di quello e lasciò Lust.

Il ragazzo saltò di lato e si mise la katana sul braccio, dopo di che batte le mani in un gesto automatico,neache lui sapeva il perché. La trasmutazione avveni in maniera immediata, la spada si fisso sul braccio di Arcangel facendolo diventare di metallo, poi la parte metallica proseguiva sino alla spalla, da li prendeva forma una ala segmentata da sette lame di katana taglienti e affiliate che risplendevano ala luce della luna.

“Sai usare l'alchimia vedo ?”

“Lust credo che dovremmo portarlo da quella persona.”

“Quella persona ? Di chi stai parlando mostriciattolo ?” Arcangel era furioso.

“Noi non possiamo fare il suo nome, ma forse può darti le rispose che cerchi se verrai con noi.” disse Lust la sua voce era sciolta tranquilla, quasi innaturale.

“Uhm questa persona di cui parlano, deve sapere molto su di loro e perché no forse anche su di me.” pensò Arcangel.

“Va bene, verrò con voi, ma non aspettatevi fiducia. Io non vi conosco. Anzi a dire la verità io non so neanche cosa siate. Io avevo colpito il tuo amichetto a morte, come è possibile che viva ancora? E soprattutto come e possibile che io si ancora in vita dopo il colpo che mi hai inflitto ?” le domande del ragazzo erano legittime.

“Perché non siamo umani, siamo homunculus. Umani morti trasmutati con l'alchimia.” Arcangel sentiva che le parole di Lust erano famigliari ma non ricordava ne dove ne quando le aveva sentite la prima volta, anche se sentiva degli spiragli aprirsi nella sua mente.

“Quindi io sono morto, ma come ? Quando ? Perché ? ” altre domande salivano alla mente di Arcangel senza trovare risposte.

“Non puoi ricordarlo, nessun homunculus può. Ma forse se vieni con noi potresti ritornare umano.” disse Lust suadente sorridendogli vagamente.

“Bene allora. Muoviamoci.” disse Arcangel, poi i tre si incamminarono.

“Sentite posso chiedervi almeno il vostro nome ?” chiese Il ragazzo che voleva sapere chi erano i suoi due strani accompagnatori.

“Il mio è Lust e questo è Gluttony. Anche se questi nomi ce l'ha dati quella persona.” disse lei quasi cinica.

“Beh non penso che tu invece ne abbia uno ” riprese Lust.

“Veramente, io un nome ce l'ho è Arcangel.” disse lui in risposta.

“Lust muoviamoci ho tanta fame.” disse Gluttony.

Poco dopo i tre salirono su una carrozza che lentamente sfreccio nella notte sotto il cielo stellato.

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Capitolo 2
*** 2. Ricordi e fughe ***


2.Ricordi e fughe.

Erano passate più di tre settimane da quando Arcangel era stato portato da “quella persona”,come la definivano gli homunculus suoi compagni, sembrava quasi che avessero paura a pronunciarne il nome, quasi fosse un essere innominabile. Arcangel dal canto suo, non aveva problemi a pronunciare il suo nome, ma per non sentirsi troppo diverso dai suoi compagni anche lui la chiamava con quel nome.

Durante questo periodo, gli venne dato un nuovo nome, o meglio un abbreviazione del suo: Arc.

Aveva scoperto anche dove era situato il suo marchio del serpente uroboro, proprio sopra la scapola del suo braccio destro, però a differenza della maggior parte degli homunculus la sua pelle non era albina anche se quella persona gli aveva detto che non era rilevante.

E sempre in questo periodo aveva stretto amicizia con diversi di loro quali: Lust, Wrath, un ragazzino homunculus dai capelli marroni e gli occhi violacei e la pelle bianca eccezion fatta per un braccio ed una gamba come gli altri suoi simili, nato dalla trasmutazione fallita di un bambino morto appena nato e Gluttony.

Eppure neanche in quel frangente i dubbi smisero di tormentarlo, continuava a chiedersi il come fosse morto e per mano di chi.

“Che cos'hai Arc? Arc ? Mi stati ascoltando ?” gli chiese Wrath che saltava materasso, quella frase risveglio Arc dai suoi pensieri.

“Uhh Nulla piccoletto. Nulla He he.” rispose, lui e Wrath andavano molto d'accordo nel giro di breve i due si erano affezionati l'uno all'altro, come se Arc fosse divenuto il fratello maggiore di Wrath e Wrath il fratello minore di Arc.

“ Nulla. Forse è davvero nulla, allora perché questi pensieri mi martellano ? Agli altri non succede. Allora perché a me ?”

La stanza dove stavano Wrath e Arc era piccola, ma confortevole, i due letti sui quali i due amici dormivano erano morbidi e caldi.

Ad un certo punto la porta della stanza si apri, Sloth, una donna homunculus bellissima dai capelli marroni comparve sulla soglia.

Wrath smise di saltare sul letto e le corse incontro, e l'abbracciò forte.

“Mamma.”disse Wrath lei ricambiò l'abbraccio.

“Arc quella persona ti vuole vedere.” disse Sloth tranquilla con fare pigro e posato.

“Va bene andrò subito da lei.”Arc si mosse ed usci dalla stanza, si incammino per i corridoi che l'avrebbero portato da Dante.

Durante la strada incontrò Pride.

“Dove vai Arc ?”gli chiese lui gentilmente sorridendo.

Pride non era mai andato a genio. Arc sentiva come se il suo passato e Pride fossero estremamente legati, anche se non riusciva a spiegarselo.

“Quella persona mi ha mandato a chiamare Pride, ed intendo andarci subito, quindi non ho tempo da dedicare in conversazioni.” disse Arc secco.

“Non ti trattengo oltre allora.” Pride si scostò e Arc passò oltre rapido, sapeva di fuggire da qualcosa o qualcuno, ma non sapeva da cosa o da chi.

Arc arrivò davanti ad una porta busso.

“Avanti.” disse la voce di una donna giovane, Arc entrò.

“Sono venuto come mi avevi chiesto, posso sapere il motivo di questa convocazione ora ?” Arc stava guardando le fattezze di una donna vestita di una veste viola che non lasciava intravedere nulla fuorché le mani e il volto.

“Arc ti ho chiamato per discutere un po su di te.” disse lei disinvolta.

“E mi hai fatto venire qui per questo Dante ?” chiese Arc stupito.

“Ecco, i tuoi compagni non riescono a pronunciare il mio nome, tu non ti fai problemi, vorrei saperne il motivo ?”

“Non lo so.” Arc non era abituato a mentire, e anche in quel frangente stava dicendo la verità.

“Anche questo tuo continuo interrogarti su chi eri in vita.” Dante era curiosa,sapeva che Arc era diverso dagli altri homunculus, ma voleva comprenderne il perché. Sentiva qualcosa come una sorta di attrazione e repulsione per lui. Possibile che qualcuno avesse fatto un lavoro migliore del suo con Pride.

“E poi puoi usare l'alchimia senza problemi.”

“Anche Wrath lo fa.” disse Arc in risposta.

“Te l'ho già spiegato, lui lo può fare perché quello non è il suo braccio originale. Tu invece sembra che non abbia niente di simile.” disse Dante guardando fuori dalla finestra, il cielo era nuvoloso e minacciava tempesta.

Il suo sguardo ritorno su Arcangel, lo contemplo nella sua interezza di ragazzo dal bel fisico e dal bel volto.Il lungo cappotto bianco era chiuso e scendeva sino alle ginocchia, dove si intravedevano due pantaloni neri e le scarpe marroni scure. Al fianco la katana.

“Lui è cosi perfetto eppure, non posso accettare che qualcuno abbia fatto un lavoro migliore del mio.”pensava lei.

“Non capisco dove voglia andare parare con questi discorsi.”

“Puoi andare Arc.” disse lei, lui non disse nulla si limitò ad uscire dalla camera .

“L'unica cosa che ricordo è un cancello nero con dozzine di occhi dalle pupille violacee che mi fissano, ma che legame può avere con il mio passato ?” le domande di Arc non trovavano risposta.

Il vestito bianco di Arc si muoveva al ritmo dei suoi passi lenti che risuonavano per il corridoio vuoto. I capelli marroni ciondolavano sulla testa, le conversazioni con Dante non lo avevano aiutato; anzi incomincio a chiedersi il perché di quello strano interessamento di Dante per lui.

Mentre passava per il corridoio un altra coppia di passi si accodo alla sua.

Arc alzò lo sguardo e vide Envy che si stava avvicinando dalla direzione opposta alla sua.

Envy era un altro ragazzo homunculus dai lunghi capelli verdi e il viso duro, vestito con un top che lasciava il ventre scoperto, e dei corti calzoncini.

I due si detestavano vicendevolmente, in quanto Envy aveva sempre accusato Arc di essere il preferito di quella persona, ed invidiava il fatto che lui riuscisse a pronunciarne il nome senza problemi.

Arc non provava risentimento per Envy, anzi qualche volta aveva tentato pure di farselo amico, ma il fatto di venire continuamente accusato ingiustamente e a più riprese, ad Arc non andava giù, tanto che una volta i due arrivarono perfino alle mani quando in uno scatto Arc pronunciò il nome il Dante.

“Dove te ne vai novellino ?” chiese Envy con un ghigno. “Sto tornado nella mia stanza Envy, quella persona mi ha chiamato ed io.....” Envy a sentire quelle parole avvampo di rabbia. L'invidia che lo muoveva era tale da sembrare quasi insopportabile per lui.

Envy mise Arc al muro tenendolo per i baveri, di due spanne sollevato da terra.

“Lasciami Envy,che diavolo ti prende ?”

“Cosa vi siete detti ? Cosa ti ha detto quella persona ? Avrebbe dovuto convocare me che sono la sua prima creazione, non te novellino, non te.” Envy era furioso, invidiava la diversità di Arc, quasi fosse un pregio raro, ho un abilità innata che solo lui possedeva. Envy voleva essere il preferito di Dante e ogni volta che lei rivolgeva la parola ad Arc sembrava che gli facesse un torto. Questo Envy non poteva tollerarlo.

“Faresti meglio a lasciarlo andare. Quella persona ti vuole vedere subito.” disse Pride comparso all'improvviso. Envy lasciò andare Arc, poi gli punto un dito contro.

“Con te faccio i conti dopo.” esclamò infine Envy poi se ne andò con Pride.

Arc rimase per terra per diversi secondi prima di rialzarsi.

“Ma che gli prende a quello ? Come se non avessi già tanti problemi da parte mia.” pensò Arc passando vicino a due candelabri fissi alla parete, di colpo qualcosa arresto il suo passo.

“Tira il candelabro di sinistra verso il basso.” una voce nella mente di Arc gli parlava con tono freddo e meccanico, senza sapere perché il ragazzo esegui.

La parete si scostò di lato a rivelare una rampa di scale che saliva verso l'alto.

Arc sali le scale, al termine di queste si trovava una stanza che sembrava quasi un ufficio. Una scrivania, diverse librerie, una sedia.

Arc notò un libro sulla scrivania e la voce parlò di nuovo.

“Apri quel libro.” disse.

“Cosa ci troverò dentro ?” chiese il ragazzo, la voce non rispose.

Di nuovo Arc obbedi, apri il libro su una pagina a caso, la data risaliva a due mesi e tre settimane prima.

“Leggi.” ordinò la voce.

Arc lesse la pagina di quello che sembrava essere un diario di un futher dell'esercito.

Di colpo arrivato alla parte dove un capitano di nome Arcangel Pain veniva ucciso, la testa iniziò a dolergli forte, vedeva la scena lui che rimaneva immobile e impassibile durante la sua esecuzione, guardando il suo carnefice:Pride.

Come in un lampo di visioni e sensazioni, Arc senti i proiettili attraversarlo e poi i ricordi riaffioravano, rapidi e dolorosi come lo erano stati anzitempo. Arc ricordò chi era stato in vita.

Una mano gli passò sulla spalla e lo risvegliò da quel groviglio di pensieri.

Arc si voltò, Pride era dietro di lui e lo guardava senza benda sull'occhio , il marchio del serpente uroboro era distintamente visibile al posto della pupilla.

“Pride.” nella voce di Arc non c'era stupore o paura, c'era solo odio.

“Cosa fai qui Arc ?”

“Maledetto.” Arc saltò oltre la scrivania estrasse la katana e si lanciò contro Pride con impeto.

Quello rapidamente schivò l'attacco e estrasse la sua sciabola. Il duello al arma bianca tra i due fu carico di tensione, ma Pride riusciva ad evitare tutti gli attacchi di Arc.

“Folle come pensi di colpirmi, io posseggo l'occhio perfetto.”disse Pride in tono di sfida.

“Ha ragione, grazie a quella dannatissimo occhio riesce a prevedere la mie mosse .” pensò Arc mentre cercava di prendere tempo tra un attacco e l'altro.

“Fuggi.” la voce dentro di lui parlò di nuovo. Arc ubbidi e scappò dalla stanza. Corse a più non posso. Si trovo nel cortile dove due mesi e tre settimane prima era stato ucciso.

Un tuono apri li cielo e la pioggia cadde, quasi a compiangere il ricordo di Arc.

Gli altri homunculus nel frattempo si erano radunati tutti da Dante, Pride fu l'ultimo ad entrare nella stanza.

“Cosa dobbiamo farne di lui ?” chiese.

“Non possiamo permetterci che intralci i nostri piani. ci ha traditi, ci ha traditi tutti Eliminatelo.” disse Dante seria.

Nessuno degli homunculus fiatò, tutti si mossero ed uscirono dalla stanza per raggiungere il cortile.

Arc stava sulle ginocchia, prese una manciata di terreno polveroso che era diventato fanghiglia.

“Io ricordo, finalmente ricordo. Eppure ora avrei preferito non ricordare. Mio dio che cosa sono diventato. Per il desiderio di ritornare umano ho sacrificato le vite di decine di uomini e donne. Tutto per poter creare la pietra filosofale, solo ora me ne rendo conto.”Arc pianse lacrime amare, le porte del cortile si aprirono e uscirono tutti gli homunculus. Fu Pride a parlare.

“Allora ricordi. Ricordi che sono stato io. Ebbene si, avevi scoperto il mio segreto. È stata un sorpresa per me saperti vivo come homunculus.”

“Fai silenzio, io ti ho sempre considerato come un padre, un esempio da seguire , invece sei solo un assassino che ha mosso il fuoco della guerra per il suo solo egoismo, ti rendi conto di quante persone hanno perso la vita per cercare di creare quella pietra ?” rispose Arc con ferocia, si slacciò il cappotto, rivelando una maglia attillata nera con sopra disegnato color rosso sangue il marchio dell'alchimia, poi si portò la katana al braccio poi batte le mani, e trasmutò la lama nell'ala formata dalle sette lame che si stagliavano dalla schiena di Arc.

Envy era il più desideroso di battersi, istintamente avanzò e colpi a terra con un pugno creando un piccolo affossamento nel terreno morbido, Arc si era salvato per pochi centimetri.

“Finalmente mi misuro con te all'ultimo sangue.”disse Envy con foga, godeva della battaglia in tutti i sensi. Arc spiegò la sua ala e quella si segmentò in sette lame di lunghezza sempre più grande.

“Ricordo anche come combattevo con questa ala, quando ero l'alchimista alato.” le lame partirono e raggiunsero i bersagli rispettivi, lo scopo di Arc però era solo fuggire, sapeva bene che non sarebbe sopravvissuto da solo contro sei homunculus.

Wrath gli si paro davanti e trasmutando il suo braccio in un fucile e sparò un colpo contro Arc, fu centrato in pieno stomaco, ma nonostante questo era ancora in piedi, ferì Wrath ,ma solo di striscio sulle gambe.

Arc correndo sul muro inizio a salire verso il tetto, Wrath era per terra scioccato, osservava Arc salire sul muro, non riusciva a sparare.

“Arc perché ? Perché ci tradisci ? Non vuoi ritornare umano anche tu ?” pensava Wrath, nemmeno le parole gli venivano fuori, poi di colpo si mise a piangere.

“Spostati bamboccio.” disse Envy mentre si avvicinava al muro Envy inizio a salire, nel giro di pochi secondi aveva raggiunto Arc.

“Maledizione, mi ha raggiunto.” disse Arc.

“Ora te la faccio pagare sporco traditore.” lo sguardo di Envy era colmo di rabbia.

Arc batté le mani e le punto sul muro, un enorme colonna usci e lo portò sul tetto.

Envy arrivò pochi secondi dopo, rapido come un fulmine Envy colpi Arc con forza e foga tali che quello sputò sangue.

Nel frattempo Pride aveva fatto chiamare un plotone di soldati, mentre Lust egli altri erano spariti per non farsi vedere dai soldati.

Il plotone era comandato dal colonnello Mustang che avanzava sobrio con il suo aspetto severo e composto.

Assieme a lui Armstrong che come Mustang avanzava.

“Homunculus.” disse Pride indicando i due che combattevano sul tetto.

I soldati presero a sparare contro Envy e Arc.

Arc fu colpito al braccio da un proiettile partito proprio dalla pistola di Mustang. Arc guardò sotto, lo sguardo suo e del colonnello si incrociarono sotto la pioggia che scendeva lenta.

“Capitano Arcangel.” pensò Mustang.

“Roy Mustang: il Flame Alchemist.” disse Arcangel, in quell'istante un pugno poderoso gli arrivò in volto.

Arc cadde a terra, Envy lo teneva sotto tiro dei suoi poderosi pugni, quando un proiettile centrò il collo di Envy il quale cadde addosso ad Arc.

Arc se lo levò di dosso , si alzò, guardò sotto Pride era li sotto e sorrideva con il suo sorrisetto beffardo.

Arc levò l'ala in alto e quella si segmentò Arc la lanciò contro Pride, nessuna la ma lo colpi eccetto una che gli si pianto nella spalla.

Poco dopo Arc era scappato dalla città, piangeva, non riusciva a sopportare il fatto che le persone di cui si era fidato erano in realtà degli sporchi assassini.

“Perché ? Perché ? Perché a me deve toccare anche la possibilità di soffrire ?”.

Ora capiva la differenza tra lui e gli altri homunculus, lui poteva ancora provare le sofferenze della vita, rivedere il suo caro amico Roy Mustang sparargli addosso gli provocava addosso solo: rabbia, dolore, rancore, e forse i peggiori di tutti i ricordi.

Ricordi di come Mustang fosse stato un amico per lui, di come i due avessero condiviso quasi tutto, persino la prigionia durante la quale Arc sentiva un vuoto, e l'impotenza di non poter parlare non lo aiutava, ma nonostante tutto Mustang e Armstrong gli sono sempre stati vicino e lo avevano ascoltato.

Lentamente Arc si addormentò in una foresta non molto distante da Capital city, pensando a tutti coloro che aveva incontrato in quella sua non vita.

Stava morendo. Dei colpi ricevuti il più letale era certamente quello di Wrath, ma Arc non se ne preoccupava. Sapeva che come homunculus non sarebbe potuto morire.

La pioggia cadeva, Arc vide di nuovo il cancello, questo si apri e rivelò decine di occhi violacei che lo guardavano, delle spire d'oscurità lo avvolsero, lo tiravano verso il cancello spingendolo ad attraversarlo.

Poi un lampo squarciò il cielo, Arc riprese conoscenza. Si alzo, ed da li cominciò il suo viaggio.

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Capitolo 3
*** 3. Madre, figlio e fratello ***


3.Madre, figlio e fratello.

Roy Mustang stava seduto nel suo studio pensando a quello che aveva visto due pomeriggi prima.

“Arc, com'è possibile che tu sia diventato un homunculus ?” il bicchiere di liquore che Mustang teneva in una mano era in attesa di venire bevuto.

“Eppure il tuo corpo non è stato esumato dalla tomba, allora come ?” la domanda percorreva la mente di Mustang più e più volte.

“Sto davvero iniziando a pensare che il comandate supremo sia un homunculus. Me l'hai più spesso ripetuto in cella che lo era. Io non ho mai creduto che tu fossi una spia di Ishibal, ma non so cosa senti o provi ora, ti ricorderai di me ? Di Louis ? E di tutti i nostri commilitoni ?” dubbi,dubbi e null'altro attraversavano la mente di Roy.

Poi un rumore, la finestra in frantumi.

“Sapevo che saresti venuto. Capitano Arcangel.” la voce di Mustang era sicura e ferma, la pistola puntata verso Arc. L'ala di questo veniva resa luminosa dalla luce della luna.

“Che cosa vuoi ? Parla homunculus.” disse Mustang con forza.

“Parlare Roy, nient'altro. Ah per favore, evita le formalità. L'hai detto tu sono un homunculus ora.” disse Arc con calma, Roy non abbassò la pistola.

Arc si mosse e si sedette sulla prima sedia che trovò.

“Scusa per la finestra, ma non mi pare il caso di puntarmi addosso un arma,e se avessi voluto ucciderti l'avrei fatto subito, non pensi ?” Arc stava tranquillamente seduto parlando con parole calme e pacate, Roy lentamente abbasso la pistola.

“Ha ragione, gli homunculus non si fanno problemi a uccidere le persone che trovano.” rifletté Mustang.

“Come ti ho già detto:voglio parlare Roy, ti spiace ?” disse Arc, il tono era tranquillo ma triste.

“Si, mi spiace abbastanza vederti ridotto cosi e....... Ma un momento. Tu ti ricordi di me ?” Roy era stupito, ma non lo faceva vedere.

“Si, anche se ci ho messo un po' a ricordare tutto.”la voce di Arc era molto triste.

“Va bene sentiamo di che cosa vorresti parlare ?”

“Informazioni. Voglio sapere se negli archivi ci sono i dati di ogni singolo soldato.”

“Si, ma a che ti serve questa informazione ?” Mustang non capiva, cosa gli stesse chiedendo l'amico.

“Bene. Ti chiedo un favore: devi recuperare il mio fascicolo.”il volto di Arc era serio come non mai.

“E a cosa ti servirebbe ?” chiese il colonnello.

“Affari miei.”rispose Arc secco.

“Non lo prenderò finché non mi dirai a cosa ti serve.”

“Mustang ti prego di prenderlo, ho bisogno di sapere. Te lo chiedo in nome della nostra vecchia amicizia.”Roy rimase impassibile, ma dopo diversi secondi si mosse e usci dalla stanza.

“E finita. Ora andrà a chiamare dei soldati.” pensò Arc in quei momenti di vuoto, poteva scappare, ma non voleva. Pochi minuti dopo Mustang tornò con un libro in mano.

Nel cuore di Arc si riaccese la speranza come un faro nella notte.

“Eccolo.” disse Roy poggiandolo sul tavolo.

Arc lo sfogliò e andò a cercare nelle pagine iniziali, poi corse verso la finestra e usci rapido.

“Voglio proprio vedere cosa cercava. ”penso Mustang avvicinandosi al libro aperto.

La pagina riportava la data di nascita di Arcangel e la cosa più importante il nome e la residenza dei suoi veri genitori.

Nel frattempo Arc correva come un folle, voleva raggiungere quel posto alla svelta, e il fatto che fosse in un posto isolato che, seppure non lontano da Capital city non gli rendeva più facili le sue ricerche la sera era ormai vicina e Arc era stanco.

Alla fine dopo aver corso si ritrovò di fronte a una casa bianca in mezzo alla foresta.

Il ragazzo di fermo a riprendere fiato.

“Finalmente. Mia madre doverebbe abitare qui. Per la prima volta la vedrò. Sono cosi emozionato, anche se nelle mi condizioni non potrei dirlo.”pensò il ragazzo mentre camminava lentamente verso la porta.

Poi si fermò.

“Wrath ? Cosa ci fai qui ?” il ragazzino stava sulla soglia, il suo volto era il ritratto dell'ira fatta a persona, subito corse contro Arc.

“Perché ? Arc, perché ci hai traditi tutti, non vuoi ritornare umano ?” Wrath lo guardava con i suoi occhi violacei, i pugni erano stretti in segno di disapprovazione.

“Wrath, io in vita sono stato ucciso da Pride. Come puoi pretendere che io aiuti il mio carnefice, lui non è altro che un assassino. A questo punto preferisco che lui stia in questa condizione maledetta cosi come lo sono anch'io.” Arc fece un pausa , Wrath lo guardava con uno sguardo disperato e carico di odio allo stesso tempo.

“Io voglio ritornare umano, ma non voglio spargere altro sangue, noi homunculus siamo stati creati proprio per muovere il fuoco della guerra. Tu non puoi immaginare, il dolore che sente la gente. Tu non hai mai visto la guerra da vicino, io che sono stato un soldato l'ho vista troppe volte.” Arc era serio, freddo, composto , sentiva dentro di se la dignità di un soldato, che comunque soffre per i nemici che ha ucciso.

“Basta, stai zitto.” Wrath corse verso Arc, i suoi muscoli erano tesi, pronti a colpire.

Arc riusci a evitare il pugno di Wrath solo di pochi centimetri, non voleva combattere contro il bambino homunculus, sapeva che a muoverlo erano i dubbi, e le false speranze che Dante gli aveva propinato per troppo tempo.

Arc scanso di lato Wrath si avvicinò a un albero, sali sopra di esso e ruppe un ramo, immediatamente lo trasmutò in uno stilo appuntito di legno.

Arc allora capi che Dante aveva mandato proprio Wrath a ucciderlo per il fatto che lui non avrebbe mai ucciso il bambino.

“Dante, ancora una volta giochi con i miei sentimenti ?” si chiese mentre Wrath avanzava.

“E va bene, ma io mi difenderò soltanto, io non sono un assassino come Pride, ne tanto meno come te Dante.” disse mentalmente Arc mentre trasmutava la sua spada in ala.

“Dimmi Wrath. Cosa cerchi in realtà ? Cosa ti ha promesso quella persona ?” disse Arc cercando di provocare Wrath a reagire.

“Questo non ti riguarda.” Wrath avanzò con impeto verso Arc .

Arc usò l'ala per farsi scudo dall'attacco del bambino, la punta si fermò a poca distanza dalla fronte di Arc, poi lui prese Wrath tenendogli fermo il braccio con la punta di legno.

“Io non ti voglio uccidere, Wrath , io ti voglio bene come un fratello. Unisciti a me, e ti assicurò farò di tutto per farti ritornare umano.” le parole di Arc erano pacate e gentili.

“Io voglio solo ritornare con la mia mamma, se seguo te, non la potrò più rivedere .” disse Wrath piangendo.

“Sloth non è tua madre lo vuoi capire ?” disse Arc con forza sballottandolo.

“BUGIARDO.SEI SOLO UN BUGIARDO.” disse Wrath urlando poi qualcuno usci dalla foresta.

“L'ho sempre detto io: mai mandare un moccioso a fare un lavoro da grandi.” disse Envy un ghigno malevolo dipingeva il suo volto.

“Envy, maledetto cosa ci fai qui ?” la risposta era scontata.

Envy non disse nulla, si lancio verso Arc il quale lascio andare Wrath, segmentò la sua ala e colpi Envy, ma vello si mosse più rapi do e tirò un poderoso pungo a Arc che lo fece volare contro un albero.

Arc si rialzò un po intontito dalla botta subita. Poi batté le mani.

“Bene Envy, ora faccio sul serio.” disse Arc con un rivolo di sangue alla bocca.

“Non chiedo di meglio.” disse Envy con tono di sfida, poi avanzò di corsa pronto a colpire di nuovo.

Arc mise la mani a terra, da quel punto si sollevò un cupola di polvere che lo avvolse.

“Non ti basterà uno scudo di polvere a proteggerti codardo.” Envy iniziò a tirare pugni nel centro della cupola. Poi si senti un secondo battito di mani Envy tirò un pugno in direzione del battito, quando però cerco di ritirare in dietro il pugno, non vi riusci, qualcosa lo tratteneva.

“Ma che diavolo ?” la polvere si diradò Arc era a poca distanza da Envy il quale aveva il braccio conficcato dentro l'albero.

“Uno degli elementi che più compongono la sostanza di ogni essere vivente è il carbonio, può essere malleabile come la gomma, e duro come il diamante. Prima ho reso la corteccia molle e successivamente dura come il diamante allo sopo di intrappolarti.” disse Arc strafottente.

“Maledetto tu e la tua alchimia. Liberami, dov'è finito il tuo onore di soldato ?” disse Envy.

“Ti liberò subito, ma prima ti rendo indietro ciò che mi hai dato sovente e volentieri.” Arc tirò diversi pugni in volto ad Envy fino a farlo svenire.

A fermarlo fu Wrath dicendogli più volte di fermarsi.

Pochi istanti dopo Arc liberò Envy e disse a Wrath di portarlo via. Il bambino homuncullus prese Envy sulle spalle, ma prima che ebbe la possibilità di andare via, una persona era comparsa sulla soglia della casa. Izumi guardava i due per diversi secondi non disse nulla, Wrath la ignorò.

Lei lo fermò.

“Dove vai ?”

“Io non ti conosco , non parlo con gli sconosciuti.” disse Wrath con disprezzo, portando via Envy.

Quando i due se ne furono andati Arc guardò Izumi negli occhi, vide i suoi stessi occhi.

“M... Ma....Mamma... Finalmente ti vedo.” Arc era commosso e immensamente felice. Le corse incontro per abbracciarla come Wrath faceva con Sloth.

“Arc sei davvero tu ? “ disse lei incredula mentre lui le veniva incontro, in breve le lacrime uscirono a tutti e due.

“Arc mi avevano detto che eri morto, che eri una spia di Ishibal, ma io non ci ho voluto credere.”

“Sono successe molte cose in diciassette anni di vita, ma ora sono qui.” disse Arc.

Arc le racconto ogni cosa salvo il fatto che lui fosse un homunculus, ignorava come lo era diventato, e sapeva che se avesse parlato avrebbe rotto la felicità che regnava nel cuore di sua madre.

Sapeva però che non avrebbe potuto tenere nascosto per sempre quell'orribile segreto.

“Arc, io devo rivelarti una cosa.” disse lei con rammarico.

“Dimmi, ti ascolto.”

“Quel bambino homunculus, è tuo fratello. Il parto ebbe delle complicazioni, e lui non nacque, mori prima, io non sopportai il dolore di perderlo, e cosi cercai di trasmutarlo....” Izumi non fini la frase.

Arc era sconcertato, lui considerava Wrath suo fratello adottivo. Ma in realtà lui era davvero suo fratello.

“Capisco, ma devi crucciarti di questo, non sopportavi di aver perso me, e cosi hai tentato di fare ciò che l'alchimia proibisce.” tentando di rimanere più calmo possibile Arc si ritirò per andare a letto.

“Lei ha già sofferto tanto, ma io non voglio farla soffrire ulteriormente, però tocca a me dirle la verità. Ma perché a me ? Chi l'ha deciso ?” Arc si mise sotto le coperte pensando a ciò che avrebbe dovuto fare nei giorni seguenti.

Salve a tutti. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ora sto lavorando al quarto. Fan's di Envy spero non mi uccidiate se lo fatto svenire e menare da Arc. Comunque nel quarto due nostre vecchie conoscenze faranno la loro comparsa. Nel frattempo potete recensire pleaze ? Ringrazio in particolare The_Dark_Side peri suoi commenti.

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