Do You Remember Summer '09?

di _itsmeraffy_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Every Song Has a Story Behind. ***
Capitolo 2: *** I'm From Cheshire. ***
Capitolo 3: *** Please, Tell Me I've Been Pranked! ***
Capitolo 4: *** Different. ***
Capitolo 5: *** Strange Revelations. ***
Capitolo 6: *** You've Been Drinking Too Much For Sure. ***
Capitolo 7: *** Good Bye Fairy Tail. ***
Capitolo 8: *** The Famous Contryside's House. ***
Capitolo 9: *** Nightmare Before Christmas. ***
Capitolo 10: *** Letters To Emma. ***
Capitolo 11: *** Advices. ***
Capitolo 12: *** You Look Beautiful Tonight. ***
Capitolo 13: *** Look At The Stars.. ***
Capitolo 14: *** You and I, ended over U.N.I.. ***
Capitolo 15: *** Take A Break. ***
Capitolo 16: *** Still Into You. ***
Capitolo 17: *** "Which dress? The one she forgot to wear?" ***
Capitolo 18: *** "I Hate You Too" ***
Capitolo 19: *** Should I Add "After Spending Four Nights Together"? ***
Capitolo 20: *** Part Of My Life. ***
Capitolo 21: *** Wrong Enough To Make It Feel Right. ***
Capitolo 22: *** I Was Tired Of Feeling Alone. ***
Capitolo 23: *** Beside You ***
Capitolo 24: *** She's Not Here. ***
Capitolo 25: *** Forever On My Skin. ***
Capitolo 26: *** I Already Know. ***
Capitolo 27: *** Unusual. ***
Capitolo 28: *** Wherever You Are. ***
Capitolo 29: *** I'd Do Anything. ***
Capitolo 30: *** Love Me Again (Part 1) ***
Capitolo 31: *** Love Me Again (Part 2) ***
Capitolo 32: *** I'm Half A Heart Without You. ***
Capitolo 33: *** I Will Love You, Unconditionally. ***
Capitolo 34: *** Wait! It's Not Over Yet! ***
Capitolo 35: *** One Big Family. ***
Capitolo 36: *** Jealousy. ***
Capitolo 37: *** Everything's Back In Line. ***
Capitolo 38: *** Trouble, Trouble, Trouble. ***
Capitolo 39: *** That Hidden Photograph. ***
Capitolo 40: *** Saw The Mistakes of Up and Down. ***
Capitolo 41: *** How Are We Gonna Undo All The Pain? ***
Capitolo 42: *** Birthday Present. ***
Capitolo 43: *** Reunion. ***
Capitolo 44: *** Here We Go Again. ***
Capitolo 45: *** This Is Not Him. ***
Capitolo 46: *** The Best For Both Of Us. ***
Capitolo 47: *** But Now, Who Knew? ***
Capitolo 48: *** Stay. ***
Capitolo 49: *** The Crash. ***
Capitolo 50: *** Been Far Away For Far Too Long. ***
Capitolo 51: *** Listen To Me. ***
Capitolo 52: *** I Couldn't Ask For More. ***
Capitolo 53: *** Fucking Perfect. ***
Capitolo 54: *** Women's Talks & Tears. ***
Capitolo 55: *** We Still Got Time Left. ***
Capitolo 56: *** You're Giving Me a Heart Attack. ***



Capitolo 1
*** Prologo: Every Song Has a Story Behind. ***


Every song has a story behind.

Emma's POV.
 
-Frankie, se solo smettessi di cambiare stazione radio magari riusciresti a guidare meglio, non credi?-
-Eddaaai! Voglio trovare una canzone che mi piace, lo sai che la mattina ne ho bisogno prima di andare in università! Devo svegliarmi!-
-Sì lo so, ma sai.. vorrei arrivarci sana e salva in università!-
-Okay, va bene! Hai vinto, cambia tu.. quando ce n'è una che mi piace ti dico stop!-
-Sai che ti odio vero?-
Frankie mi fece una linguaccia per poi a tornare con gli occhi sulla strada. 
Vi starete chiedendo.. ma chi è Frankie? Bè, Frankie Reed, è la mia migliore amica. Ci siamo conosciute per caso, durante un mio viaggio studio in America quando ancora ero al primo anno di college. Destino vuole che finii proprio nella scuola in cui studiava lei, a San Francisco, e da lì nacque la nostra amicizia seguita dall'idea di trasferirci insieme a Londra per finire il liceo e per poi studiare entrambe giornalismo, come avevamo sempre sognato. Io invece sono Emma Edwards.. una semplice ragazza nata e cresciuta a Birmingham, in Inghilterra.
-Aspetta aspetta! Questa è SuperBass di Nicky Minaj! Ah uff, è finita!- Frankie si stampò in faccia un'espressione delusa.
-Dai, non è la fine del mondo!- commentai io, ma lei non mi diede ascolto perché era già immersa nella canzone che avevano programmato subito dopo.
-No dai, questa è lenta! Più che svegliare fa addormentare!- mi lamentai facendo per cambiare, ma lei mi bloccò.
-Ssssh, senti che belle parole! Non sai apprezzare la buona musica!- mi zittì posandomi la mano sinistra, quella più vicina a me dato la guida a destra dell'Inghilterra, così fui costretta ad ascoltarla.
 
Cause you were mine for the Summer
Now we know it's nearly over
Feels like snow in September
But I always will remember
You were my Summer love
You always will be my Summer love
 
-Mi sembra di aver già sentito qualcosa di simile.. è troppo sdolcinata!- dissi appena mi liberò per lasciarmi parlare. In effetti si, era come se l'avessi già sentita.
-Si anche a me sembra di averla già sentita! Ma non ho idea di chi la canti sinceramente!- mi rispose mentre la canzone continuava in sottofondo.
-Va bè, pazienza! Ora scendiamo, altrimenti arriveremo in ritardo a lezione!- Frankie parcheggiò la macchina al solito posto e ci dirigemmo insieme in classe.
Quella canzone non fece altro che rimanermi in testa per tutto il giorno. Durante la lezione di storia del giornalismo ero completamente sulle nuvole cantando quel verso che sembravo già conoscere a memoria.
 
-Emma.. Emmaa.. Emmaaaa!- qualcuno mi stava strattonando e non ne capii il motivo.
-Eh? Che succede?- alzai la testa dalla posizione in cui mi trovavo e mi resi conto di essere sdraiata sul divano di casa, completamente contorta in mezzo ai milioni di cuscini.
-Ti sei addormentata alle tre.. e ora sono le otto! Più che una diciottenne mi sembri una settantenne in crisi! Dai su, alzati che ordiniamo una pizza! Non ho voglia di cucinare!-
-Okay okay, sono sveglia! Chiama tu, io voglio una margherita.. grazie!- mi sollevai stiracchiandomi e rendendomi conto, purtroppo troppo tardi, di aver dormito in una posizione da incubo.. la mia schiena era bloccata.
-Caaause yoou were miiine for the summeer- canticchiò la mia amica dopo avermi annuito, dirigendosi a prendere il telefono.
-No ti prego Frankie, ho in testa quella canzone da tutto il giorno per colpa tua!-
-Idem, ma mi piace un sacco!-
-Hai scoperto chi la canta?-
-Sì, un gruppo che ha partecipato a xfactor due anni fa!-
-E come si chiamano?-
-Sì, pronto? Potrebbe farmi due pizze margherite? Si, l'indirizzo è "22 Kensington street". Tra quanto arriva? 10 minuti? Sì, va benissimo! Salve- riattaccò il telefono e ritornò di corsa a sedersi affianco a me sul divano.
-Non mi ricordo qualcosa che inizia con "One".. dev'essere anche un gruppo abbastanza famoso perché quando ho cercato su google mi sono usciti miliardi di risultati!- 
-Ah okay! Bè, questo fa capire quanto io e te siamo fuori dal mondo ultimamente!- questa volta fui io ad alzarmi dal divano per andare a recuperare il mio telefono che si trovava sul tavolo in cucina.
-Ah Emma, ha chiamato Josh mentre dormivi!- mi comunicò Frankie mentre stavo appunto controllando le 10 chiamate perse da parte sua.
-Cosa voleva?- chiesi di rimando. 
Io e Josh stavamo insieme ormai da due anni.. era iniziato tutto da un gioco, forse dal bisogno comune di toglierci qualcuno dalla testa ed infine ci eravamo entrambi innamorati.
-Ha detto solo di avvisarti che stasera non riuscirà a passare perché ha il turno di notte al locale!- 
-Ah, okay!- la mia reazione non fu molto felice, ma dovevo accettarlo.. non sarebbe morto nessuno se per una sera non ci saremmo visti!
-Comunque io ho scaricato quella canzone!- mi informò con un'espressione da colpevole stampata in viso.
-Ti prego! E' una delle classiche canzoni che ti rimangono in testa per troppo tempo e finisci per cantarle senza nemmeno rendertene conto!- 
-Esatto! E poi ho anche trovato una foto di quelli che la cantano, guarda un po'!- l'atteggiamento strano della mia amica mi fece capire che dietro a quella storia c'era decisamente qualcosa di strano, e ne ebbi la prova non appena mi mostrò l'immagine. 
-Ma quello.. ma quello è.. è...- dalla mia bocca uscivano solo dei suoni storpiati.. forse era tutto dovuto alla persona che avevo appena riconosciuto nella foto.
-Sì, è lui mia cara!- avevo ragione, Frankie si era data da fare mentre dormivo e aveva scoperto i componenti della band.
-Harry.. Harry Styles!- riuscii finalmente a pronunciarlo per intero.
-Quanto tempo sarà passato? Due anni?- 
-Tre anni Frankie, tre lunghissimi anni!- me lo ricordavo bene.. fin troppo bene.
 
 
 
Era una di quelle sere estive in cui avevo solo bisogno di stare seduta a guardare il mare e pensare.. Io e Frankie ci eravamo conosciute due anni prima e avevamo convinto le nostre famiglie ad andare in vacanza insieme quell'estate. Come meta avevamo scelto la Spagna, perché suo padre aveva un casa sulla spiaggia ad Ibiza. 
Era tutto così tranquillo, quando improvvisamente la quiete fu interrotta dall'urlo di due ragazzi che correvano verso la riva. Non avrei battuto ciglio, se quella fosse stata una giornata normale, ma avevo appena litigato con mia sorella maggiore Daisy perché come al solito, per colpa sua, i miei genitori non mi avevano dato il permesso di andare ad una festa a casa di un ragazzo che avevamo conosciuto il giorno stesso il spiaggia, alla quale tra l'altro lei sarebbe andata.. perciò non feci altro che irritarmi ulteriormente.
-Scusate, potreste abbassare il tono di voce?- quasi sbraitai per assicurarmi che mi sentissero.
Entrambi si girarono verso il luogo dove mi trovavo io, ovvero nella veranda della casa di Frankie che dava proprio sulla spiaggia. 
Uno dei due ragazzi si avvicinò; Non riuscivo a vederlo bene in faccia, l'unica cosa che riuscii a distinguere nel buio furono i suoi capelli ricci apparentemente perfetti.
-Dici a noi?- si atteggiò quando mi fu abbastanza vicino. Notai che indossava solamente un paio di mutande.
-Sì, sto cercando di rilassarmi.. non ho intenzione di sentire le vostre urla!- okay, forse mi comportai da vera stronza ma era tutto dovuto a mia sorella.
-Hey, stai calma! Siamo in vacanza e ci stiamo solamente divertendo!- si difese, non aveva tutti i torti in effetti. Però io non potevo divertirmi alla festa a cui sarei dovuta andare, perciò non volevo vedere nessuno divertirsi. 
-Abbassa i toni ragazzo, ti ho solo chiesto un favore!- lo rimproverai io.. Infondo chi era per rivolgersi a me in quel modo? Stava iniziando una vera e proprio lotta di insulti quando il suo amico corse a fermarlo.
-Hey hey Harry calmati! Ora andiamo!- lo braccò dal dietro e poi si voltò verso di me mimando un "scusalo" ed infine allontanandosi.
Quel ragazzo mi aveva davvero fatto innervosire, tanto che entrai in casa e corsi in camera da Frankie a raccontarle tutto, per poi finire ad insultarlo di nuovo come se lui fosse di fronte a me.
-Ma almeno era carino?- mi chiese lei.
-Reed per favore, non mettertici anche tu!- l'avevo chiamata per cognome. Ciò solitamente significava o che avevo voglia di chiamarla così, oppure che era un momento di totale tensione per me, ed in questo caso si trattava della seconda opzione.
-Ti ho fatto solo una domanda! Tranquilla!- 
-Okay, hai ragione! Non so se era carino, c'era troppo buio.. Fatto sta che anche se fosse stato carino, la sua arroganza avrebbe cambiato le carte in tavola!-
-Okay va bene, dai dormiamoci su! Domani è un altro giorno, vedrai che passerà tutto!-
Ascoltai il suo consiglio addormentandomi sul suo letto, per poi svegliarmi la mattina dopo finalmente più serena.. ma quella serenità sarebbe durata per poco.
Infatti, quando scendemmo in spiaggia notai la presenza dello stesso ragazzo riccio che si aggirava vicino alla mia sdraio. Ovviamente Daisy e Frankie mi avevano già abbandonata correndo a farsi un bagno.
-Hey!- esclamò proprio lui. Non gli risposi non degnandolo delle mie attenzioni.
-Hey, scusa per ieri sera.. mi sono comportato da stronzo!- si stava davvero scusando? Wow.
-Ah, meno male che te ne sei reso conto!- risposi io, ancora con fare scocciato.
-Sì, scusami davvero! Per farmi perdonare, vorrei invitarti a bere qualcosa stasera.. prometto che non mi comporterò come ieri!- ora capivo. Era il classico ragazzo che cercava di stare con più ragazze possibili in vacanza.
-Io non esco con gli sconosciuti!- feci per alzarmi dalla sdraio e raggiungere mia sorella e la mia amica, quando mi porse alla velocità della luce la sua mano.
-Hai ragione, piacere io sono Harry.. Harry Styles!- mi disse. Non volevo sembrare troppo scortese, così gli porsi la mano a mia volta.
-Emma Edwards, ora scusami ma devo andare- questa volta mi alzai, lo sorpassai e andai vicino alla riva. Gli davo le spalle, ma sentii chiaramente quello che disse.
-Emma, dove potrò rincontrarti?- urlò.
-Non credo ci rincontreremo!- risposi voltandomi un'ultima volta per poi raggiungere le altre due.
E ovviamente loro avevano visto tutto, perciò non fecero altro che chiedermi chi fosse e perché stessi parlando con lui.
-Daisy, se tu non avessi rovinato tutto ieri sera, a quest'ora non saprei neanche chi è quel ragazzo!- stavo ancora provando rancore, ed era evidente.
-Ma io non ho fatto niente! E' stata mamma a chiedermi se secondo me sarebbe stato un posto adatto per una quindicenne.. e chiaramente non lo era!- mi rispose schizzandomi dell'acqua addosso a causa della sua incapacità di non gesticolare mentre parlava.
-Va bene time out sorelle Edwards. Quello che è successo ieri ormai è passato, ora io voglio sapere tutto di quel ragazzo!- ci interruppe Frankie.
-Ma quel ragazzo non è nessuno! Si chiama Harry Styles, penso sia inglese a giudicare dal suo accento.. ma niente di più! Mi ha chiesto di uscire stasera, ma ovviamente gli ho risposto di no perché non so nemmeno chi sia!- feci un semplice e chiaro riassunto di ciò che sapevo di lui.
-Vedi che sei cretina Emma?? Come pensi che si conoscano i ragazzi? Se non trovi il coraggio non riuscirai mai a farlo!- bè, i commenti di mia sorella erano sempre molto confortanti.
-Ha ragione Daisy! Dovevi provarci!- e perché anche Frankie si stava alleando con lei?
-Ma non so neanche chi è! Potrebbe essere un maniaco! E comunque gli ho già detto di no e non lo vedrò mai più!- 
-Ne sei sicura? Perché credo che si stia dirigendo proprio qui! Heeey tuu! Emma è qui!- avrei voluto uccidere mia sorella in quel momento perchè aveva iniziato ad agitare le mani per farsi notare da lui.
-Smettetela! Basta!- le rimproverai quando entrambe si misero a invitarlo ad avvicinarsi, ma ormai era troppo tardi.. era già lì.
-Che vuoi ancora?- mi rivolsi a lui, che mi stava sorridendo.. dovevo però ammettere che il suo sorriso toglieva il fiato.
-Vieni a farti una nuotata? Mi devo ancora fare perdonare!- stavo per rispondergli un no secco, quando Frankie e Daisy in coro risposero al mio posto -Sì, lei viene!- spingendomi verso di lui. Le incenerii con lo sguardo, ma poi riuscii a trovare uno stratagemma.
-Se riesci a starmi dietro sì!- gli risposi. 
-Non sarà così difficile!- fece lui, non sapendo che me la cavavo abbastanza bene con il nuoto.
A quel punto mi voltai e incominciai a nuotare verso il largo, fermandomi dopo qualche minuto. Quando mi girai a vedere se era ancora vivo oppure se era annegato, lo vidi annaspare verso di me cercando affannosamente di respirare.
-Potevi dirmi che eri una professionista!- esclamò quando giunse a qualche metro da me.
-Io ti avevo avvisato!- lo presi in giro io non riuscendo ad evitare di ridere vedendo come era ridotto.
-Okay, hai vinto. Mi hai quasi fatto morire, perciò ora merito di essere perdonato!- si ostinava ancora con quella storia.
-Ma io non ce l'ho con te!-
-Sì invece, altrimenti non mi tratteresti in questo modo!-
-Io ti tratto così solo perché penso che tu sia un po' troppo altezzoso!- 
-Ma non lo sono! Vediamoci stasera, ti dimostrerò che non è così!- mi sembrava abbastanza determinato, e infondo non sarebbe successo nulla.. non sembrava un cattivo ragazzo.
-A patto che poi tu la smetta di assillarmi ogni giorno e che tu sparisca per tutta la mia permanenza qui!- misi in chiaro le cose.
-Va bene- rispose, così ripresi a nuotare verso la riva...ma lui continuò a parlare,
-La vedo un po' dura però, dato che la mia casa è proprio quella di fianco alla tua!- si bloccò per dare spazio alla sua risata.
-Ti aspetto alle 8 qui in spiaggia!- ecco, perfetto.. due mesi con quel ragazzo tra i piedi, davvero divertente!
 
 
 
 
Dlin Dlon…
-Dev'essere la pizza!- esclamò Frankie correndo alla porta. Dopo qualche secondo tornò in salotto con la nostra cena tra le mani.
-Meno male, stavo morendo di fame!- continuò, posando le pizze sul tavolo in cucina.
-Frankie, sai anche tu perché abbiamo già sentito quella canzone vero?- le domandai interrompendo il discorso che aveva iniziato su quanto amasse la pizza.
-Si Emma, lo so anche io!- mi rispose addentandone una fetta.
 
 
 
 
 
Heeeeey salve a tuttee! Wow, non posso crederci.. sono riuscita già a pubblicare il prologo della mia seconda storia! E' davvero un miracolo visto che di solito ho dei tempi di scrittura di un bradipo in letargo (non se se i bradipi vadano in letargo, ma suonava bene ahah).
Alloooora, bene che dire? In questo prologo penso che abbiate capito benissimo che vengono descritte due situazioni diverse.. ovvero la vita attuale di Emma e Frankie, nella quale vanno all'università e sono entrambe diciottenni, ma anche quella di tre anni prima dove invece erano in vacanza ad Ibiza ed erano entrambe quindicenni. 
Questo flashback è importante per capire la serie di avvenimenti che avverranno in seguito, ma non sarà l'ultimo dato che devo spiegare ancora cosa c'entri Harry Styles con Emma Edwards! In qualunque caso, i flashback li scriverò sempre in corsivo, in modo che non si confondano con l'altra parte della storia.
Spero che questo prologo vi abbia incuriosito e che continuerete a seguire gli sviluppi di questa storia! 
Chi mi ha seguito anche nella mia prima FF "This time it won't be the same!", saprà perfettamente che ci tengo sempre molto a "dare una faccia" ai miei personaggi, perciò per ogni capitolo pubblicherò qui sotto al mio spazio autrice delle foto che li rappresentano!
Come sempre, aspetto le vostre critiche! 
Un bacione, Raffy <3

 
 Daisy e Emma Edwards (Daisy è quella in piedi mentre Emma è quella seduta).

 
 
               
 
 
Frankie Reed.
 




Josh.



Ed ultimo, ma non per importanza Harry Styles (ho scelto questa gif perchè è cosìche me lo immagino nel flashback)






 

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Capitolo 2
*** I'm From Cheshire. ***


I'm From Cheshire.
 
(RICORDO CHE LE PARTI IN CORSIVO FANNO RIFERIMENTO AL FLASHBACK, MENTRE QUELLE SCRITTE NORMALMENTE FANNO RIFERIMENTO ALLA STORIA VERA E PROPRIA.)

Erano quasi le otto e ancora non ero uscita di casa. Non sapevo se fosse un buona idea, alla fine chi mi obbligava a farlo? 
Ok, in effetti c'era qualcuno che lo faceva; Mia madre per esempio, che era sempre stata una mia sorta di confidente, perciò non ero riuscita a tenergli nulla nascosto ed ovviamente, avendo lo stesso carattere di mia sorella, mi aveva consigliato di non dargli buca, o meglio aveva detto "Tanto sei qui fuori casa, se hai paura lancia un urlo e corro a salvarti", tanto per essere sarcastica.
-Ma, hey! Che ci fai ancora qui? Non dovevi vederti con quel ragazzo?- Frankie entrò improvvisamente nella mia camera, trovandomi ancora seduta sul letto. Ecco un secondo esempio.
-Non so se è una buona idea! Non lo conosco nemmeno, e poi non sono in cerca di ragazzi.. voglio solo divertirmi quest'estate e iniziare il college senza problemi- 
-L'ho sempre detto io di avere una sorella cretina.. non ti ha chiesto di sposarlo! Alza il sedere da quel letto e vai giù in spiaggia!- ed eccoci al terzo. Bè, la mia finezza dovevo pur averla ereditata da qualcuno, no? 
-E va bene, va bene vi accontenterò. Ma solo perché non voglio sentirmelo rinfacciare per tutta la vacanza- mi alzai e incrociai le braccia al petto.
-Credimi, non durerebbe solamente per questa vacanza. Ti ricordo che voi due vivete con me, io e Frankie ci alleeremmo per rovinarti la vita se non esci da quella porta ora!- okay, era stata decisamente chiara. Sbattei i piedi a terra a modi bambina capricciosa, poi uscii e presi un respiro profondo prima di scendere di corsa le scale evitando di sentire i commenti dei quattro genitori di sotto. Fortunatamente il mio piano funzionò alla perfezione, nessuno chiese niente. Quando misi piede fuori dalla veranda, notai subito una chioma riccia in lontananza di una persona seduta sulla sabbia e intuii subito di chi si trattasse. Mi avvicinai piano, così nel caso avessi cambiato idea sarei riuscita a tornare in casa di corsa senza che lui se ne accorgesse. Questo ovviamente sarebbe stato possibile se lui non si fosse reso conto della mia presenza appena chiusa la porta sul retro.
-Pensavo mi avessi dato buca!- esclamò quando fui a pochi metri da lui.
-Buona sera signor ricci perfetti.. e no, non sono così tanto malvagia da dare buca a qualcuno- bel modo iniziare una serata con una bugia.
-Ricci perfetti?- ripetè con un mezzo sorriso ruotando la testa verso di me. 
-Sì, non posso chiamarti così?- 
-Si, certo che puoi!- rispose, tornando a guardare il mare.
-Bene, quindi perché ci tenevi tanto che venissi?- mi sembrava più che scontata da parte mia una domanda del genere, aveva insistito così tanto!
-Perchè non mi è piaciuto il modo in cui ci siamo conosciuti, vorrei iniziare tutto da capo se per te non è un problema- mi sembrava una cosa alquanto inutile in quel momento, non sarebbe cambiata la mia idea sul fatto che fosse fin troppo sicuro di sè. Non volevo però al contempo sembrare una snob a cui non piaceva fare nuove conoscenze, perciò mi girai verso di lui e annuii.
-Okay, allora piacere, io sono Harry Styles. Vengo dal Cheshire in Inghilterra, precisamente da un paese chiamato Holmes Chapel.- sì, ne avevo sentito parlare.
-Avevo intuito dal tuo accento che fossi inglese. Io sono Emma Edwards, vengo da Birmingham.- questa volta fui io a porgergli la mano.
 
 
 
-Si e poi mi ricordo che eri rientrata in casa dicendo "E' inglese e ha quindici anni, perfetto no?" lasciandoci senza parole perché pensavamo saresti scappata dopo il primo minuto- disse Frankie tra un morso di pizza e l'altro.
-Bè, devo intuire che credevate molto in me quindi- commentai prima di bere un sorso di coca cola.
-Non è che non credevamo in te, è che tu eri uscita con la convinzione di odiare Harry, poi quando sei tornata eri completamente presa da lui- maledetta quella sera.
-E perché mi avete lasciato uscire? Perché?- 
-Perchè dovevi farlo, così come ora devi incontrarlo e chiedergli spiegazioni!-
-Stai scherzando vero?- 
-No Emma, sono serissima!-
 
 
-Stasera usciamo- Daisy piombò in camera mia mentre io e Frankie stavamo appunto decidendo cosa fare.
-E dove dovremmo andare?- domandai, per evitare di essere portata in qualche posto strano, sapendo perfettamente come era fatta mia sorella.
-In centro, ho convinto mamma a farvi venire con me.. sono diventata abbastanza responsabile, sapete- disse atteggiandosi. Io e la mia amica ci guardammo un secondo e poi scoppiammo a ridere contemporaneamente.
-Credo che vostra mamma sia impazzita!- esclamò lei.
-Va bene, allora fatti vostri.. andrò da sola- sembrava essersela presa, ma la conoscevo abbastanza bene da capire che stava solo fingendo.
-Dacci mezz'ora e siamo pronte- affermai correndo verso il mio armadio.
Bene, forse passò un po' più di mezz'ora, mal'importante è che  comunque alla fine riuscimmo a uscire di casa.
-Daisy, ti guardano tutti!- esclamò Frankie riferendosi alle migliaia di ragazzi che si voltavano per squadrarla dalla testa ai piedi, spesso ricevendo qualche bello schiaffo dalle loro accompagnatrici. 
-Ma sì, cos'avranno mai da guardare? E' solo una diciottenne bionda, bella, con gli occhi azzurri e un fisico perfetto. Davvero, non capisco cosa ci trovino in lei- commentai sarcasticamente. Avevo sempre sognato di diventare come mia sorella un giorno, lei era perfetta e soprattutto era sicura di sé, cosa che io non potevo affermare di me stessa.
-Oh, guarda Emma! C'è il tuo amichetto.- amichetto? Chi? Cosa? Dove? 
-Ciao Harry- urlò Frankie. Okay, no, non andava bene. Erano passate ormai due settimane dal nostro primo incontro e non aveva fatto ancora la prima mossa, però quelle due si ostinavano a dire che era cotto di me, quando in realtà ero convinta del contrario e la ragazza che si trovava con lui in quel momento dimostrava la mia tesi.
-Ciao ragazze, che ci fate qui?- sembrava alquanto sorpreso di vederci.
-Ecco perché…- sussurrai a bassa voce attirando l'attenzione di mia sorella che mi guardò confusa.
-Bè, non ci presenti la tua AMICA?- c'erano dei momenti in cui odiavo Daisy, e momenti in cui l'amavo.. ecco, quello era uno di questi.
Stava per aprire bocca, quando pensai bene di afferrare le mani delle mie accompagnatrici.
-Noi entriamo nel locale, ciao- non sapevo realmente dove stessi andando, ma entrai in una specie di discoteca tirandomi dietro le altre due. Ed era proprio la discoteca per cui Harry e la sua misteriosa amichetta erano in fila all'entrata. 
-Ma non ci faranno mai entrare saltando la fila- disse Frankie quando eravamo a circa un metro di distanza dal bodyguard. Io feci finta di non averla sentita, anche perché lui ci fece entrare tranquillamente.
-Dimentichi le capacità delle sorelle Edwards- le rispose al mio posto Daisy.
L'ultima cosa a cui volevo pensare in quel momento era Harry, così incominciammo a ballare sulle note di "I Gotta Feeling" dei Black Eyed Peas.
-Ma credi che sia la sua ragazza?- mi sussurrò, o meglio, urlò all'orecchio la mia migliore amica per farsi sentire.
-Non lo so, non voglio saperlo!- risposi continuando a ballare. Non feci in tempo a dire quelle parole, che qualcuno mi afferrò la mano trascinandomi via. C'erano due opzioni, o si trattava di un maniaco che aveva miracolosamente i capelli uguali a quelli di Styles, oppure era proprio lui.
-Hei ricciolino, lasciami andare e torna dalla tua amic…- stavo per dire amichetta, sì.. l'avrei detto se non mi avesse praticamente obbligato a tacere. E qual è il modo migliore per fare tacere una persona? Baciarla ovviamente.
-Harry, tu mi hai appena baciata?- oh bè, domanda intelligente Emma, davvero intelligente.
-Non lo so, e tu mi hai appena chiamato per nome?- 
-Non lo so- sì, idee chiare da parte di entrambi.
-Posso rifarlo?- chiese lui. L'unica cosa che riuscivo a capire, era che mi era piaciuto.Perciò lo afferrai per il colletto della camicia e lo avvicinai a me.
-E me lo chiedi anche?- risposi come se fosse una cosa più che ovvia prima di baciarlo di nuovo.
 
 
-No Frankie, mai e poi mai. E' finita tre anni fa, non si ricorderà più nemmeno che esisto!- oltretutto, avevo parlato a Josh di lui e molto probabilmente se l'avessi rivisto non ne sarebbe stato molto entusiasta.
-Ma come abbiamo fatto a non riconoscerlo prima? Ti ricordi quella canzone che mettevano continuamente alla radio fino a qualche mese fa e che non facevamo altro che cantare?- certo che me la ricordavo, ogni volta che salivamo in macchina eravamo costrette ad ascoltarla!
-Quale? Quella che faceva "Baby you light up my world like nobody else ..."?-
-Sì, esatto! Quella è la loro canzone d'esordio!- cosa? stava scherzando?
-Mi prendi in giro vero?- era solo uno strano gioco del destino forse. Lei fece segno di no con la testa.
-Ho letto che sono famosi ovunque.. persino in Cina! - 
-Ma io non li ho mai visti in televisione. Cosa normale d'altronde, visto che non la guardiamo mai! Pensa che gli avevo anche detto che avrebbe dovuto partecipare ad Xfactor!- 
 
 
 
-Man we were killin' time, we were young and restless, we needed to unwind. I guess nothing can last forever, forever.. no.. Back in the summer of '69- smise di cantare posando la chitarra al suo fianco e si fissò a guardarmi.
-Non credevo cantassi così bene. Dovresti partecipare a qualcosa come Xfactor, secondo me faresti molta strada.- dissi la mia, come sempre d'altronde. Ma davvero, non sembrava un ragazzo in grado di cantare in un modo che mi faceva venire persino la pelle d'oca.
-Mi sottovaluti cara, ma non credo che riuscirei a reggere tutta quella pressione. E comunque, non credevi neanche che baciassi così bene, eppure..- lasciò la frase in sospeso.
-Eppure cosa? Adesso non tirartela troppo ragazzo.- quanto mai dissi quella frase! 
Si buttò completamente su di me iniziando a farmi il solletico, ma riuscii ad alzarmi e iniziai a correre sulla sabbia cercando di sfuggirgli. Lui era dietro di me e mi stava inseguendo. Inutile dire che dopo neanche un secondo mi raggiunse, mi prese per i fianchi dal dietro e mi sollevò facendomi fare una giravolta. Senza accorgercene eravamo finiti in acqua ed era notte fonda.
-Ti prego smettila!- esclamai con una voce sommersa dalle risate causate dal solletico.
-Okay, la smetto- rispose fermandosi con le mani all'altezza della mia vita.
-Però smettila anche tu- 
-Ma io non sto facendo niente- mi difesi. Non capivo a cosa si stesse riferendo.
-Intendevo smettila di essere così, perché rischio davvero di innamorarmi di te- erano poche le persone che riuscivano a lasciarmi senza parole e lui l'aveva appena fatto. Lo guardai con occhi sognanti prima di accennare un sorriso e lasciargli un bacio leggero sulle labbra.
Quella sera tornai in casa completamente bagnata perché ovviamente la tenerezza di Harry si era trasformata in una vera e propria lotta di annegamenti. 
-Hey piccola, come mai sei fradicia?- mio papà non sapeva nulla di Harry, se non che era il ragazzo della porta accanto e che tra di noi si era instaurata una bella amicizia, ma ormai ci frequentavamo da un mese.. pensavo fosse giunta l'ora di dirglielo.
-Ero con Harry papà. E a proposito di lui..- non mi fece concludere la frase, si avvicinò a me e mi accarezzò il viso.
-Emma, pensi davvero che sia così stordito da non averlo capito? Quando parli di lui diventi rossa come un pomodoro!- come avevo fatto anche solo a pensare che non avesse scoperto tutto? Alla fine tra me e lui c'era sempre stata una strana connessione, ci capivamo senza dover parlare.
-L'unica cosa di cui vorrei metterti in guardia è di non innamorarti di lui, perché gli amori estivi sono estivi nel vero senso della parola.. durano pochi mesi- gli sorrisi, senza fargli capire che quel consiglio era arrivato troppo tardi perché ero già follemente innamorata di quel ragazzo. 
 
 
 
 
-Ma spiegami, da dove è nata quella canzone? Cos'è successo precisamente? Non me l'hai mai raccontato perché il suo nome e tutto ciò che riguardava lui è diventato impronunciabile dopo quella vacanza.- in effetti era vero. Avevo categoricamente vietato a chiunque conoscessi di parlare di lui perchè sentire il suo nome mi faceva solo stare male.
-Eh, non so cosa dire Frankie. Eravamo in spiaggia, il giorno prima della nostra partenza e mi confessò che aveva qualcosa da dirmi, ma che l'avrebbe fatto attraverso una canzone perché non ci sarebbe riuscito a parole. In quel momento pensavo avesse scelto una canzone scritta da qualcun altro, ma quando iniziò a suonare quella chitarra capii che non era così.-
 
 
 
-Domani parti- 
-Intuitivo riccioli d'oro, davvero intuitivo!- 
Eravamo ancora una volta seduti sulla spiaggia, come eravamo soliti fare per stare da soli, magari anche dopo essere usciti con gli altri ragazzi con cui avevamo creato una specie di compagnia.
-Lo so, me lo dicono tutti- amavo il suo modo di essere sarcastico e dolce allo stesso tempo.
-Comunque, vorrei dirti una cosa.. ma non riesco a farlo a parole. Preferirei cantartela.- cantare una canzone a me? 
-C-cantarmela? Harry, non farmi morire ti prego!- mi sorrise come per dire "Non posso assicurartelo" poi mi prese le mani e mi avvicinò a sé. Si girò e afferrò la chitarra che aveva portato, poi mi guardò per un minuto interminabile negli occhi prima di iniziare a suonare.
 
 
Can't believe you're packing your bags
Trying so hard not to cry.
Had the best time and now it's the worst time
But we have to say goodbye.
Don't promise that you're gonna write
Don't promise that you'll call
Just promise that you won't forget we had it all
 
Non era una canzone normale, era una canzone scritta da lui. Quelle parole erano dirette solo ed esclusivamente a me. 
Il fatto che sembrasse più una canzone d'addio dal suo testo, mi fece ripensare alle parole di mio padre, ma non mi arresi a piangere alle prime due strofe.. aspettai il primo ritornello per capire che le mie idee non erano errate.
 
 
Cause you were mine for the Summer
Now we know it's nearly over
Feels like snow in September
But I always will remember
You were my Summer love
You always will be my Summer love.
 
"Were", passato del verbo essere. "Sei stata mia per l'estate, ora sappiamo che è quasi finita". Cosa intendeva con ciò? Cosa?
Avrei voluto bloccarlo e fargli capire che non avrei voluto chiuderla lì. Londra e Holmes Chapel erano solamente a tre ore di macchina e a una e mezza di treno, ci saremmo potuti vedere spesso. Forse alla fine non avrei sopportato quella distanza, forse sarei crollata dopo la prima settimana, ma tentare non sarebbe costato nulla.  Avevamo solo quindici anni! Però lui aveva già previsto quel tipo di reazione, e non omise di cantarlo.
 
So please don't make this any harder
We can't take this any farther
And I know there's nothing that I wanna change, change.
 
 
"Non renderla più difficile, non possiamo più andare avanti".
Sì, l'aveva decisamente previsto. Se all'inizio stavo cercando di non piangere davanti a lui, in quel momento non riuscivo a fare altro. Quella canzone poteva essere vista in due modi: una canzone d'amore, o una canzone d'addio.. io ero sicura che lui la vedesse in ques'ultimo.
 
 
 
 
-E poi sei corsa in casa piangendo, questo me lo ricordo. L'hai lasciato lì sulla spiaggia.- anche Frankie non aveva dimenticato quella terribile serata.
-Sì, esatto. Non credo neanche che abbia provato a fermarmi. Rimase lì seduto, senza dire niente- forse quella era la cosa che avevo odiato di più. Sì, perché non si era mai fatto più sentire. Ci eravamo lasciati in un bruttissimo modo.
-E io mi chiedo: dopo tre anni è tornato nella tua vita.. non credi sia un segno?- fortunatamente il suono del mio cellulare mi salvò da quella domanda a cui non avrei saputo rispondere.
-E' Daisy!- dissi quando una foto di noi due comparse lampeggiante sullo schermo del telefono. 
Mia sorella si era trasferita in America l'estate prima lasciandoci sole nell'appartamento che condividevamo a Londra. Aveva trovato un lavoro come modella un anno prima e, per evitare di dover prendere continuamente voli da Londra a New York, aveva pensato bene di comprarsi una casa là. Per me e Frankie tutto ciò aveva un lato positivo, ovvero l'avere sempre un posto dove stare quando volevamo staccare dalla pioggia costante di Londra. Però ne aveva anche uno negativo, perché ci mancava  moltissimo.
-Daisy, non ci crederai mai!- non le diedi neanche il tempo di parlare.
-Ti ricordi quella canzone che io e Frankie continuavamo a cantare l'ultima volta che siamo venute lì?-
-Sì, come potrei dimenticarla? non avete fatto altro che cantarla.. mi è rimasta in testa per un mese dopo che ve ne siete andate.- eravamo in un certo senso ossessionate da quel motivetto, ma non avevamo mai pensato di risalire a chi la cantasse.
-Bene, quella canzone la canta un gruppo che si chiama One.. one qualcosa- 
-One Direction per caso?- Frankie che aveva sentito quello che aveva detto la bionda e annuì con la testa.
-Sì, mi dicono così dalla regia!-
-Ah, sono quei cinque ragazzi! Sono carinissimi, ci sono foto di loro ovunque qui a New York.- questo voleva dire che non aveva riconosciuto Harry?
-Come? E non ti sei accorta che uno di quei "ragazzi carinissimi" è Harry?-
-Harry Styles? Ops, ho detto il suo nome, scusa Emma!- si ricordava ancora quanto mi desse fastidio.
-Sì, lui. Tranquilla, ormai non mi fa più effetto. Ma ti rendi conto???-
-Harry Styles un cantante famoso.. e chi l'avrebbe mai detto?-
-Ma quello che non ti ho ancora detto è ancora peggio. L'altro giorno stavamo andando all'università e in radio hanno trasmesso una canzone.. la canzone era dei One Direction, ma indovina un po'? L'avevamo già sentita- mi faceva effetto pronunciarlo ad alta voce.
-Non mi starai dicendo che.. ODDIO, non mi starai dicendo che è QUELLA canzone?- okay, io e Daisy ci capivamo ancora benissimo nonostante la lontananza.
-Esatto. Non ci posso credere boo, sono sconvolta.- mi misi le mani tra i capelli appoggiando il telefono in viva-voce sul tavolo, in modo che anche Frankie potesse sentire la sua reazione. Boo era il soprannome che le avevo dato a circa tre anni e che usavo tutt'ora.
-Ah, bene. E ora che aspetti?-
-Che aspetto a fare cosa?-
-Che aspetti a rincontrarlo e a chiedergli spiegazioni?- Frankie alzò le braccia a modi vittoria.
-Lo sapevo che tu mi avresti dato ragione Edwards! Lo sapevo!- come facevano quelle due a pensarla sempre allo stesso modo? Erano impressionanti.
-E' l'unica cosa da fare Emmy Boo. Non è che lui può prendere una canzone che per te ha e ha avuto un significato e cantarla al mondo intero senza avvisarti.- mi aveva anche lei chiamato con il mio soprannome che mi aveva affibbiato perché inizialmente non era molto entusiasta del suo.. ma ciò significava che il quel momento mi stava dando davvero dei consigli da sorella, era da sempre stato così quando mi chiamava in quel modo. Forse aveva ragione però. 
Ma cosa avrei dovuto fare? Come avrei dovuto agire?
Troppe domande alle quali non riuscivo a rispondere.
 
 
 
 
Heeeey belle! Sono tornata e anche abbastanza in fretta no? 
Ho ricevuto due recensioni per lo scorso capitolo e devo dire che ne sono contenta, considerando che con l'altra storia, appena pubblicato il primo chapter ne avevo ricevuto solo uno, ovvero quello della mia migliore amica ahaha
Well, well well.. cosa dire di questo secondo capitolo?
Bè, inizio col dire so che questa parte può sembrare un po' noiosa perché sto scrivendo di cose già successe.. ma credetemi, sono importanti.
E annuncio che nel prossimo entrerà in scena Harry, tanto per rendervi felici! Ho apprezzato molto il fatto che qualcuno mi abbia dato dei consigli su come scrivere la scorsa volta, e mi piacerebbe sapere il parere di altre persone quindi non esitate a scrivere la vostra, mi farebbe davvero piacere!
Grazie alle 48 persone che fin ora hanno letto il prologo, spero di riuscire a soddisfarvi con questa storia <3
Un bacio a tutti, Raffy <3 
 
Emma e Daisy
          

 
Frankie
          

 
And the cutest boy ever
         

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Capitolo 3
*** Please, Tell Me I've Been Pranked! ***


Please, Tell Me I've Been Pranked! 

-Emma che ti succede? Ti vedo strana- erano passati tre giorni da quello fatidico della scoperta e ancora non mi ero rassegnata.
-Niente Josh, sono solo un po' stanca. Ho avuto da studiare un sacco per l'esame che ho dato oggi- stavo mentendo, non ero stanca. Ero solo in confusione, Harry e tutto ciò che riguardava lui non aveva fatto altro che girare nella mia testa da 72 ore ormai.
-Ah, okay capisco. Ma quindi quando parti per andare da Daisy? Perché i miei mi hanno chiesto di tornare a casa per stare qualche giorno con loro e pensavo di andarci mentre tu sei a New York-  eravamo seduti sul divano di casa sua e mi stava abbracciando teneramente come era solito fare.
-Io e Frankie non abbiamo più esami fino alla fine di Gennaio, perciò pensavamo magari di partire settimana prossima, stare lì circa dieci giorni e poi tornarci il mese prossimo nello stesso periodo!- a Natale ci saremmo riuniti tutti a Londra, compresi i genitori di Frankie che sarebbero venuti da San Francisco e quelli del mio fidanzato.
-Okay, io allora andrò verso il primo di dicembre a Manchester, così torniamo qui a Londra praticamente insieme- Josh era il fidanzato perfetto, qualsiasi cosa facesse, lo faceva per entrambi e non pensava mai solo a se stesso. Era stato lui a farmi dimenticare quell'estate 2009. Era stato lui a farmi uscire da quel vicolo buio in cui Harry mi aveva condotto.
 
 
Esattamente una settimana dopo, eravamo nella casa Newyorkese di mio sorella a decidere come passare il giorno. Seguendo l'idea di Daisy, uscimmo per le strade di Manhattan per una giornata all'insegna del puro shopping. Vivendo lì, lei conosceva quelle strade a memoria, perciò dovete credermi quando dico che svaligiammo la maggior parte dei negozi!La sera però arrivò velocemente e decidemmo di andare in centro a cenare, piuttosto che stare in casa.
-Daisy, come diavolo fai a camminare con quei tacchi ventiquattro ore su ventiquattro?- Frankie stava decisamente morendo dal dolore ai piedi dopo solo due minuti di camminata per raggiungere un taxi sotto casa.
-Con il mio lavoro sono praticamente obbligata a farlo- rispose come se fosse una cosa più che ovvia.
-Frankie, dimentichi che lei ora è una Top Model?- non potevo resistere dal prendere in giro mia sorella, era una cosa più forte di me. Ma lei era abituata, era sempre stato così il nostro rapporto, infatti si limitò a farmi una linguaccia prima di ridere assieme a noi.
Mangiammo di tutto e di più in un ristorante italiano, il solito in cui eravamo solite andare. Mia sorella ci teneva molto a portarci in un locale a ballare quella sera, ma io e Frankie eravamo ancora abbastanza stanche dal viaggio e scosse dal Jet-lag  perciò optammo per una semplice camminata nel centro città, promettendo che saremmo andate lì il giorno dopo. 
Era circa l'una di notte quando tornando all'appartamento sentimmo delle urla di ragazze quasi impazzite provenire da pochi metri avanti a noi.
-Dev'esserci qualche attore o cantante- constatò la bionda che probabilmente era abituata a situazioni del genere. Quella infatti era la classica zona dove i VIP alloggiavano negli hotel.
-Andiamo a vedere chi è daii!- Frankie non si smentiva mai e si mise quasi a correre per raggiungere la folla. -Ma non le facevano male i piedi?- chiesi a Daisy che era al mio stesso passo e che fece spallucce. Rimanemmo leggermente più indietro cercando di camminare più veloci, cosa abbastanza impossibile in effetti con quei tacchi indosso, fino ad arrivare davanti all'entrata di un'hotel. Le ragazze lì fuori sembravano quasi impazzite e c'erano un sacco di fotografi.
-Ma all'una di notte è possibile che ci siano così tante persone fuori da un hotel ad aspettare qualcuno? Chi sarà mai?- esclamai stupita. Pensai che dovesse trattarsi di qualcuno davvero famoso a quel punto. La maggior parte delle ragazze doveva avere più o meno su sedici anni ed è vero che a quell'età in America puoi avere la patente e quindi puoi essere libero di fare quello che ti pare, però quella situazione mi sembrava abbastanza esagerata. Conoscendo mia mamma, non me lo avrebbe mai permesso a quell'età, oppure mi avrebbe accompagnato lei stessa appostandosi in auto a controllarmi.
Provammo a chiedere ripetutamente chi stesse arrivando, ma nessuno ci diede retta, perciò decidemmo di sorpassare la folla e continuare per la nostra strada verso casa, ma proprio in quel momento un fuoristrada nero si fermò davanti all'hotel. Le urla incominciarono a moltiplicarsi, sembrava quasi di essere a uno stadio. 
Dall'auto scese una ragazza bionda, che non riuscii a riconoscere perché teneva la testa bassa, e subito dopo un ragazzo con i capelli abbastanza ricci e in maniche corte.. cosa piuttosto strana dato la temperatura di quella sera. Guardai mia sorella e Frankie facendo spallucce perché non riuscivo a capire chi fossero e come avessero fatto ad attirare così tanta gente lì.
-Ma Emma, sei diventata anche cieca?- quasi urlò Daisy girandomi di forza la testa verso quei due. Quanto mai lo fece!
Il ragazzo si girò per afferrare la mano della misteriosa bionda alle sue spalle e alzò il viso proprio verso la mia direzione.
Pensai per un attimo di avere delle allucinazioni o cose simili, ma poi capii che era lui. Aveva i soliti occhi, i soliti capelli e il solito sorriso. Era cambiato fisicamente però, non era più il ragazzino quindicenne di Holmes Chapel.
-Styles- fu l'unica cosa che riuscii a dire. Lui si bloccò un attimo, senza avermi sentito ovviamente dato che dissi quel nome in un tono talmente basso che nemmeno se fosse stato a un metro da me avrebbe sentito in mezzo a tutte quelle urla. 
Non poteva avermi riconosciuto, certo che no, però si fermò e mi guardò in un modo strano. Forse si chiedeva cosa ci facessero tre ragazze abbastanza cresciute, o almeno in apparenza, in mezzo a quella folla. Stette fermo circa dieci secondi, poi si girò come se niente fosse ed entrò nell'hotel. Forse non stava nemmeno guardando nella mia direzione.
Mi girai verso Daisy e Frankie sconvolta. Perché stava pian piano ritornando nella mia vita? 
-Chi era quella?- domandò la mia migliore amica indicando il punto in cui poco prima si trovavano i due.
-Non lo so, e comunque non mi importa. Torniamo a casa.- mi incamminai sorpassando entrambe che rispettarono la mia situazione ed evitarono di parlare di ciò che avevamo appena visto. Era vero, non mi importava sapere chi fosse lei, doveva essere sicuramente la sua ragazza dal modo in cui si tenevano per mano. L'unica cosa a cui riuscivo a pensare però era quanto lui fosse cambiato.
Tornate all'appartamento, mia sorella e Frankie andarono a dormire mentre io mi sedetti sul davanzale della finestra che dava su Central Park senza riuscire a chiudere occhio. Quella situazione mi aveva davvero sconvolta.
Presi il mio cellulare e la cosa che mi venne d'istinto fu scrivere nella barra di ricerca Google "Harry Styles". Volevo saperne di più, volevo sapere cosa era successo nella sua vita in quegli ultimi tre anni. L'unico argomento di cui si parlava ora però era : "Harry Styles e Taylor Swift, la nuova coppia".
Quindi dovevo intuire che la bionda con cui stava entrando in hotel era proprio la famosa cantante country. Finii poi per addormentarmi esattamente nella posizione in cui mi trovavo con il cellulare in mano.
La mattina dopo, sentii qualcuno toccarmi la spalla e mi svegliai di colpo.
-Eh? Cosa? Che succede?- rischiai di cadere dal davanzale scattando in piedi.
-Emmy boo, stai tranquilla. Cosa ci fai qui?- mia sorella si mise a ridere in seguito alla mia reazione.
-Non lo so, mi sa che mi sono addormentata qui ieri sera.- bè, era l'unica spiegazione in effetti.
-Ti ha sconvolto rivederlo vero?- perché riusciva sempre a capirmi cos' dannatamente bene?
-Non tanto il fatto di vederlo, ma il fatto che sia cambiato così tanto. Se tu non mi avessi spinto a guardare meglio, non l'avrei nemmeno riconosciuto. Inizialmente ho avuto come l'impressione che fosse un'altra persona, poi però ha sorriso e da lì sono riuscita a capire che era lui- il sorriso era come il marchio di fabbrica di Harry Styles, ne esistevano solo tre così: il suo, quello di sua madre e quello di sua sorella.
-Bè, è normale. E' cresciuto lui e sei cresciuta anche tu Emma.- aveva ragione, altrimenti mi avrebbe riconosciuta, no? No, okay forse mi aveva rimossa dalla mente il giorno dopo la mia partenza dalla Spagna.
-Si, ma comunque non mi importa. La ragazza con lui era Taylor Swift. La cantante country ultra miliardaria- dissi mostrandole una foto che avevo salvato sul cellulare appunto per fargliela vedere.
-Ah si? Ti giuro, non l'avevo riconosciuta. Sarà perché ha tenuto tutto il tempo la testa bassa- in quel momento mi suonò il telefono.
-E' Josh- esclamai. Eccolo sempre pronto a portarmi alla normalità. Mi tenne al telefono circa un quarto d'ora, ma io non gli raccontai niente di Harry, non volevo di facesse strani film mentali che in realtà non esistevano. Harry era parte del mio passato ormai.
Quando riattaccai il telefono, anche Frankie si era svegliata e stava già decidendo cosa fare quel giorno con mia sorella.
-Se andassimo a fare un giro a Time Square?- proposi io ottenendo il consenso di entrambe.
Dopo esserci fermate a prendere il consueto caffè da Starbucks, ci dirigemmo verso la famosa piazza. Era, come suo solito, affollatissima. Notammo un sacco di ragazze in fila per entrare in un negozio. Pensai subito che ci fosse qualche offerta anticipata ai il saldi natalizi, ma quando raggiungemmo il posto, mi accorsi che in realtà mi sbagliavo.
-1D World. Mi state prendendo in giro? Vi prego, ditemi che è uno scherzo e che c'è qualche telecamera qui intorno che ci sta riprendendo- non poteva essere vero, ero praticamente perseguitata dall'immagine di quel ragazzo. Frankie e Daisy stavano ridendo come delle pazze.
-Vi prego, non sto scherzando. Sono seriamente preoccupata.- come poteva scoprire l'esistenza di un negozio interamente dedicato a Harry e al resto del suo gruppo nel bel mezzo di New York proprio in quel momento?
-Dai Emma, tranquilla. Io voglio entrarci però!- sorella molto solidale devo dire.
-Daisy!!!- la sgridò Frankie incenerendola con lo sguardo.
-Eh va bene, scusa Emma. Stai tranquilla, è solo un momento. Vedrai che poi ti abituerai a vedere la sua faccia su tutti i giornali quotidianamente- 
-Daisy!!- questa volta mi aggiunsi anche io al richiamo di Frankie. Eravamo intente a fissarla mentre ci guardava come per dire "Che ho detto di male?" quando qualcuno mi chiamò.
-Emma?- più che chiamarmi, quella donna sembrava chiedersi se fossi veramente io. 
-Anne!- la riconobbi subito. Come avrei potuto non farlo? 
-Daisy, Frankie! Ci siete anche voi.- era bello vedere che almeno lei non era cambiata nemmeno un po'.
-Anne, ma che ci fai qui?- prese la parola mia sorella, stupita anche lei di vederla.
-Sono qui per Harry.- pronunciando il nome di suo figlio, girò automaticamente lo sguardo verso di me notando che avevo abbassato la testa. Mi accarezzò il viso e mi sorrise.
-Mio Dio ragazze, quanto siete cresciute! Ci ho messo un bel po' per riconoscervi- non si immaginava nemmeno quanto ci avessi messo io a riconoscere suo figlio.
-E Harry invece che ci fa qui a New York? Siamo un po' fuori dal mondo ultimamente, ma abbiamo notato questo negozio dove c'è la sua faccia ovunque e ci siamo abbastanza spaventate- wow, le doti di attrice di Frankie mi spaventavano.
-E se andassimo a mangiare qualcosa insieme così ne parliamo? C'è anche la mamma di Niall- quando vide le nostre facce abbastanza confuse su chi fosse Niall aggiunse -Il ragazzo biondo della band- indicandolo sull'insegna del grande negozio. 
-Va benissimo- rispose decisa Daisy. Si leggeva lontano un miglio quanto mia sorella volesse che io rincontrassi Harry per chiedergli spiegazioni.
Raggiungemmo la donna di cui ci parlava, che stava chiacchierando con delle ragazze in fila.
-Maura, loro sono Emma, Daisy e Frankie.. delle vecchie amiche di Harry- "si, amiche" pensai. -Ti dispiace se vengono con noi a pranzo?- Anne non era cambiata davvero per niente, aveva sempre il suo solito sorriso e il suo solito carattere dolcissimo.
-Certo che no! Piacere, io sono Maura- ci strinse la mano sorridendoci. Feci un veloce confronto con le foto di suo figlio che si intravedevano nel negozio e notai subito la profonda somiglianza. Maura era una donna bionda, abbastanza bassa e minuta, proprio come suo figlio a quanto pareva.
Ci dirigemmo tutte e cinque a un taxi parcheggiato vicino al negozio, sotto lo sguardo delle fans accanite che ci scrutavano per capire chi fossimo. 
Raggiungemmo un ristorante a Manhattan, che le due donne sembravano conoscere abbastanza bene. Appena entrammo, ci diedero il posto a sedere e da lì cominciò la lunga parlata.
-Ma quindi voi che ci fate qui a New York?- domandò subito Anne.
-Daisy ha trovato lavoro qui come modella e io e Frankie veniamo qui spesso a trovarla anche se noi viviamo e studiamo a Londra.- spiegai prontamente.
-Ah, capisco! Ho sempre pensato che avresti fatto strada nel modo della moda, mi ricordo ancora come ti guardavano tutti gli amici di Harry in Spagna.- oh, si me lo ricordavo bene anche io. Mentre tra mia sorella e Anne si era aperto il discorso sulla sua vita lavorativa, ripensai al momento in cui Styles mi aveva presentato sua madre.
 
 
 
-H, non voglio disturbare dai. Starà cucinando ora- avevo ormai preso il vizio di chiamarlo solo con l'iniziale del suo nome, mentre lui ogni volta inventava soprannomi diversi.
-Tranquilla, non ci sono problemi-  "oh no certo, non ci sono problemi. Mi stai solo portando a conoscere tua madre" pensai.
Ero sempre stata timida caratterialmente e lo stavo dimostrando in quel momento. Quando entrammo in casa, vidi subito la donna ai fornelli.
-Hey mamma. Voglio presentarti una persona!- no ma continua pure così, non sto morendo dalla vergogna, no no. Lei si girò e subito capii da chi suo figlio avesse preso il suo stupendo sorriso. Era una bellissima donna; avevi i capelli dello stesso colore di Harry e in quel momento erano legati in un grosso chignon e gli occhi verdi che catturavano subito l'attenzione. Suo figlio era praticamente la sua fotocopia.
-Tu devi essere Emma, io sono Anne. Piacere- esclamò asciugandosi le mani con uno strofinaccio vicino alla cucina e venendo verso di me. Annuii e feci per porgerle la mano, ma lei invece mi abbracciò. Il fatto di essere così affettuosi doveva essere una cosa di famiglia.
-Harry parla spesso di te..- disse guardando suo figlio. Mi girai verso di lui interdetta e poi sorrisi perché era visibilmente imbarazzato in quel momento.
-Ah si H? Cosa le racconti di me?- lui diventò rosso all'improvviso e si sistemò i capelli in quel suo modo strano che adoravo.
-Eeehm.. no niente.. io..- stava cercando di inventarsi qualcosa per uscire da quella situazione facilmente. Amavo vederlo reagire in quel modo così timido e insicuro.
-Ah, vedo che anche tu lo chiami H.- mi sorrise per poi rivolgersi al figlio. -Glielo hai detto tu che è il soprannome che ti diamo tutti noi in famiglia, oppure è una cosa sua spontanea?- gli domandò, cercando di metterlo un po' più a suo agio.
-No, è una sua decisione.-rispose ancora intimidito.
-Ah bene, allora direi che siete fatti l'uno per l'altra- affermò Anne spettinando i ricci perfetti di suo figlio.
Il mio imbarazzo era completamente sparito quando quella donna si era presentata. I suoi atteggiamenti mi misero subito a mio agio, senza farmi pensare che lei era in realtà la mamma del mio attuale "fidanzato".
 
 
 
-E tu Emma invece? Cosa studi?- ritornai alla realtà non appena Anne mi porse quella domanda.
-Io e Frankie studiamo entrambe alla facoltà di giornalismo a Londra. Siamo al primo anno per ora- morivo dalla voglia di aggiungere anche "E Harry invece?", ma ci pensò tranquillamente mia sorella, senza nessuno scrupolo.
-H ora è sempre impegnato con la sua band. Due anni fa si sono posizionati terzi ad Xfactor e da lì è iniziata la loro nuova vita. Sono praticamente sempre fuori casa, e forse questa è la cosa più difficile, Maura sicuramente mi darà ragione- si girò verso la donna bionda che stava annuendo. -Però stanno vivendo il loro sogno. Voglio dire, sono in vetta alle classifiche di tutto il mondo e il più grande tra i cinque ha solo 20 anni!- sprizzava orgoglio da tutti i pori. 
-Sono felice per lui, davvero- dissi io sorridendo e bevendo un sorso d'acqua che un cameriere ci aveva gentilmente versato nel bicchiere.
-Ma voi come vi conoscete?- domandò Maura incuriosita forse dai nostri comportamenti così confidenziali. Il mio sguardo istintivamente si posò su Anne che mi guardò di rimando e mi sorrise prendendo la parola.
-Ci siamo conosciute tre anni fa in Spagna, abbiamo passato praticamente tutta l'estate insieme perché Emma.. bè..- la vidi un po' in difficoltà perché chiaramente non sapeva se io volessi o no che lo dicesse. Sapeva quanto ci fossi stata male perché avevo continuato a sentirla dopo la vacanza, senza mai nominare il figlio ovviamente. Si era affezionata molto a me, come io mi ero affezionata a lei e a tutta la sua famiglia.
-Tranquilla Anne- le sorrisi e poi mi rivolsi a Maura. -Io e Harry siamo stati insieme durante quell'estate- conclusi io la frase, ricevendo delle occhiate strane da parte di Frankie e Daisy perché sicuramente non si aspettavano che riuscissi a dire una cosa del genere.
Passammo la maggior parte del tempo a parlare di quei cinque ragazzi che sembravano essere davvero famosi e quando le due madri ci dissero che avrebbero avuto un concerto al Madison Square Garden dopo pochi giorni sentii come un brivido percorrermi la schiena. Era forse felicità per quel ragazzo che mi aveva tranquillamente spezzato il cuore?
-Il MADISON SQUARE GARDEN? E' l'arena più grande al mondo! E' una cosa stupenda- la reazione di Frankie fu a dir poco memorabile. Non aveva fatto altro che prendere in giro Harry per un'estate intera, e ora si era sentita dire che avrebbe fatto un concerto in quel posto, cosa da non credere.
Le due donne erano davvero orgogliose dei figli, glielo si leggeva in faccia.
-Mi ricordo ancora quando mi cantava le canzoni in spiaggia, e guarda ora dove è arrivato- okay, forse avrei dovuto tenere per me quel commento infatti mia sorella mi lanciò un'occhiataccia come per dire "non è con lei che devi discuterne, ma con Harry". Così cambiai discorso immediatamente chiedendo della loro esperienza nel reality show.
Per tutto il pranzo parlammo della band di cui finalmente riuscii a memorizzare il nome, ovvero One Direction. Quando uscimmo, io e Anne rimanemmo più indietro rispetto alle altre e, quando mi afferrò per il polso fermandomi, capii che evidentemente doveva dirmi qualcosa.
-Hai già incontrato Harry?- mi domandò con un espressione strana, non aveva il solito sorriso. Sembrava piuttosto preoccupata.
-No, cioè in realtà l'ho visto ieri sera rientrare in hotel con la sua fidanzata, ma lui non credo mi abbia riconosciuta. Io, Daisy e Frankie stavamo tornando a casa quando ce lo siamo ritrovate davanti. Ci ho messo un bel po' a riconoscerlo, non sembra più lui.- accennò una risata per poi tornare seria posandomi entrambe le mani sulle spalle.
-Ah, quindi l'hai visto con Taylor?- avevo capito a cosa voleva arrivare. Pensava che fossi ancora innamorata di lui ed era preoccupata della reazione che avrei avuto sapendolo fidanzato.
-Si, credo proprio fosse lei- ne ero certa in realtà perché l'avevo letto su internet, ma non volevo farle capire che ero andata ad indagare sulla vita di suo figlio.
-Capisco. Bè, nemmeno io so se stanno insieme. Si saranno visti si e no quattro volte in vita loro- sembrava voler giustificare le sue azioni, non doveva piacerle molto il fatto di non sapere niente della vita amorosa di Harry.
-Tranquilla Anne, sembravano abbastanza affiatati- le feci un occhiolino e poi le misi un braccio attorno alle spalle per farle capire che ormai quella delusione d'amore era acqua passata. 
Una volta raggiunte le altre avanti a noi che stavano parlando con Maura e dopo aver fatto un giro per il centro, le due ci dissero che avrebbero dovuto tornare all'hotel.
-Emma, tu hai ancora il mio numero vero? Perché Gemma è in hotel e sicuramente appena saprà che siete qui vorrà vedervi- mi chiese Anne. Sapevo di averlo perché avevo controllato l'esatto giorno in cui avevo scoperto della fama di Harry. Avevo avuto l'istinto di telefonarle per chiederle informazioni su quella storia, ma ero riuscita ad evitarlo.
-Certo, tu hai il mio? Fammi sapere dove ci possiamo incontrare, non vedo l'ora di rivederla- Gemma era la sorella di Harry, avevo legato da subito anche con lei, anche se aveva quattro anni in più di me e morivo dalla voglia di rivederla.
-Sì, ce l'ho ancora. Credo che lo abbia anche lei in qualunque caso! Ci vediamo presto ragazze- salutammo sia lei che la madre dell'altro componente della band abbracciandole e, appena rimanemmo sole, mia sorella cominciò a sputare fuori tutto ciò che era riuscita fortunatamente a tenersi per se.
-Dio santissimo Emma. Se tu non parli con quella testa vuota ricoperta di ricci giuro che questa volta ti uccido!- mi girai verso Frankie in cerca d'aiuto, ma quella volta anche lei era completamente d'accordo con Daisy e stava annuendo dandole ragione.
-Non posso aiutarti questa volta Emma, Daisy ha perfettamente ragione- girai i tacchi e cominciai a camminare dalla parte opposta quando fui investita da un'orda di ragazzine che correvano e urlavano contemporaneamente. Non riuscivo ben a capire cosa dicessero, così voltai lo sguardo verso il punto in cui si stavano dirigendo.
-Ancora lui?- imprecai alzando le mani al cielo quando le altre due mi raggiunsero. Sì, era ancora Harry. 
-E' un segno del destino- dissero loro contemporaneamente. Io non risposi, ma alzai gli occhi al cielo per farmi capire.
Harry e una persona che sembrava essere una guardia del corpo data la sua statura e il modo in cui lo proteggeva, si stavano dirigendo proprio verso di noi.
Passarono entrambi a circa un metro da me sorpassandomi, circondati da migliaia di ragazze che cercavano di essere notate. Ancora una volta mi guardò in un modo strano, forse pensava che fossi una pazza che lo perseguitava ovunque. Si fermò a scattare foto e a firmare autografi sorridente come sempre e poi continuò per la sua strada.
-Perchè non vai lì?- mi incitò mia sorella. Io feci finta di non sentirla e continuai a fissarlo mentre si comportava amabilmente con quelle fans che lo stavano accerchiando e dopo circa due minuti lo vidi scomparire tra la folla.
Per tutto il giorno mi sentii ripetere che avrei dovuto andare da lui in quel momento, che sarebbe stata l'occasione perfetta. Forse non capivano che si era completamente dimenticato della mia esistenza. Mi avrebbe sorriso e firmato un autografo come se fossi una persona qualunque, o forse per lui ero davvero una persona qualunque che non aveva avuto nessun significato nella sua vita e per quello aveva deciso di usare la mia canzone per fare successo, magari anche essendosi dimenticato per chi l'aveva scritta.
Mi arrivò un messaggio da parte di Josh proprio quando ero sommersa da qui pensieri, che mi fece dimenticare di tutto il resto: "Ciao amore, spero che stia andando tutto bene nella grande mela. Mi manchi un sacco, ti salutano tutti qui. Ora vado a dormire perché mia mamma mi ha fatto sgobbare per tutto il giorno al ristorante, mi sa che non tornerò più così spesso a casa :P Salutami Daisy e Frankie. Ti amo." Era capace di illuminarmi la giornata con un semplice messaggio.
-Perchè sorridi guardando il cellulare? Sei impazzita?- 
-Ma che domande Frankie! Il suo Joshino le avrà mandato un messaggio sdolcinato no?- diciamo che mia sorella non provava molta simpatia nei confronti del mio fidanzato, diceva che era troppo sdolcinato e cose simili. Ormai mi ero abituata a sentirlo chiamare così da lei, perciò mi misi a ridere e le diedi una leggera spinta. 
Non prendevo mai le sue battute troppo seriamente perché sapevo proprio che erano modi per prendermi in giro. 
Dopo esserci bevute l'ennesimo Frappuccino della giornata, decidemmo di tornare a casa e proprio mentre stavamo entrando nell'appartamento, il mio telefono cominciò a squillare. Vidi sul display il nome di Gemma.
-Pronto?- dissi stampandomi un sorriso a trentadue denti in viso. Era un sacco che non ci sentivamo, avevamo perso i contatti, ma l'idea di rivederla non mi dispiaceva per niente.
-Emma! Cosa aspettavi a chiamarmi? Dobbiamo vederci!- scoppiai a ridere e misi il viva-voce in modo che anche le altre due potessero unirsi alla conversazione esclamando un "Ciao Gemma" collettivo.
Dopo una lunga chiacchierata al telefono, ci mettemmo d'accordo di incontrarci all'hotel dove alloggiava con tutta la famiglia, in modo che avremmo potuto rincontrare anche Robin, ovvero il fidanzato di Anne, e suo figlio Mike.
Ero talmente eccitata all'idea di rivederli, che non pensai a quello che sarebbe potuto succedere.  
Arrivammo davanti all'hotel prima di cena come prestabilito, rimanendo a bocca aperta per il lusso di quel posto. Era uno di quegli alberghi a cinque stelle che si vedono solamente nei film e quanto entrammo come ci avevano detto di fare per aspettarli nel lobby bar, ci sentimmo come fuori posto.
-Ma come diavolo possono permettersi una cosa del genere?- commentò Frankie a bassa voce dandomi un colpetto con il braccio per attirare la mia attenzione. La guardai con gli occhi spalancati che fecero capire tutto, così come fece mia sorella.
-Non ci posso credere, quanto siete cambiate!- riconobbi subito il tono di voce della primogenita Styles provenire dalle nostre spalle e mi girai per correrle incontro. Non capii quanto mi era mancata negli ultimi due anni fino a quel momento. 
-Ma guardatevi, sembrate tre modelle!- continuò a farci complimenti.
-Bè, su una cosa ci hai azzeccato visto che è il lavoro di Daisy- la informai io sorridente. Contemporaneamente ci raggiunsero Mike e Robin che salutammo con lo stesso entusiasmo. Eravamo molto legate a quella famiglia, è strano da dire perché ormai erano passati due anni dall'ultima volta che ci eravamo visti. Quello che adoravo di più di loro era che non avevano mai nominato Harry in mia presenza, non mi avevano mai nemmeno parlato della sua esperienza ad Xfactor, proprio perché io avevo chiesto di agire in quel modo. Era stato il mio primo vero amore in un certo senso, e dopo aver incontrato Josh, pensai fosse arrivato il momento di escluderlo completamente dalla mia vita, ottenendo il consenso di quella famiglia che mi era stata sempre così vicina. 
Mentre stavamo parlando degli studi e delle nostre vite, il cellulare di Gemma iniziò a suonare. Daisy era affianco a lei ed evidentemente aveva intravisto chi fosse il mittente data la sua reazione.
-Pronto? Sono giù al lobby e tra poco esco a cena, perché? No tranquillo, vengo dopo io a prenderla! No davvero, vengo io.- la vidi fare un'espressione abbastanza spaventata quando capii che le avevano chiuso il telefono in faccia. Anne si avvicinò per chiederle cosa fosse successo, ma ormai era troppo tardi. 
L'ascensore alle loro spalle, quindi di fronte a me, si aprì. All'interno c'era una ragazzo.. un ragazzo fin troppo familiare.
Si avvicinò a noi con la testa bassa ed una borsa in mano mentre tutti eravamo intenti a fissarlo.
-Tieni Gemma- disse porgendo una piccola borsetta nera alla ragazza in fronte a me. In quel preciso momento alzò lo sguardo e si fermò su di me senza finire la frase. La mia reazione fu in un primo momento rabbia, solo e soltanto rabbia. Rabbia repressa, ma anche rabbia nata dopo la scoperta dell'utilizzo di una canzone che aveva dedicato a me per un suo album.
Era come se fossimo presenti solamente io e lui in quella stanza, non sentivo più in chiacchiericcio della gente seduta ai tavolini intorno a noi, non vedevo più l'intera famiglia con cui sarei uscita a mangiare poco dopo. Non vedevo altro che lui. Potevo immaginare la mia espressione pietrificata perché era come se fosse riflessa su di lui.
-Emma- era una domanda o mi aveva riconosciuta? Cosa dovevo fare? Forse avrei dovuto rispondere si, o forse avrei dovuto semplicemente stare in silenzio. 
-Harry.- decisi infine di dire semplicemente il suo nome, continuando a fissarlo interdetta.




Heeeey carissime lettrici! Come state?
Sono o non sono stata velocissima? Hahah per i miei soliti canoni direi di sì :) 
Beene, siamo al terzo capitolo e come vi avevo preannunciato Styles is heeeree! O meglio, lui c'è anche se per poco tempo, ma la sua famiglia al completo è presente. 
Sto cercando un po' di attenermi alla realtà  dei fatti, come avrete ben notato, perciò mi sono sentita di inserire (a malincuore, lasciatemelo dire) il capitolo Haylor. Ovvero Harry Styles+Taylor Swift, per chi non lo sapesse.
Dico a malincuore perchè io adoro entrambi individualmente, ma vederli insieme mi fa stare malissimo purtroppo.
Ma vaaa bè, non siamo qui per parlare di me quindiii, lasciamo perdere :)
Ritornando al fatto che mi attengo alla realtà, mi dispiace se a qualcuno non piace particolarmente questa idea, ma io riesco ad avere più idee e un margine di scrittura più ampio.
Per concludere, spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e sono sicura che il prossimo piacerà ancora di più perchè Harry is back bitcheees hahah
Okay, stop me ne vado e vi lascio con qualche foto. Love youuuu<3
Raffy <3

 
Frankie.
 
               
 
Daisy.
 
              
 
Emma.
 
               

 
Harry.
 
               
 

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Capitolo 4
*** Different. ***


Different.

Il mio cuore aveva iniziato a battere così velocemente che sembrava stare per uscire dal mio petto. Chiunque non mi conosceva realmente avrebbe potuto chiedersi perché fossi così pietrificata dopo aver visto un mio semplice ex ragazzo, ma il problema era proprio quello. Lui non era un semplice ex ragazzo, lui era quello che era riuscito a farmi cambiare, quello che era riuscito a farmi uscire dal mondo parallelo che mi ero costruita dove riuscivo a vedere solo i miei aspetti negativi ed in quel momento mi stavo accorgendo di quanto fosse cambiato. La sua voce aveva un tono decisamente più profondo e la cosa più strana era stata sentirlo pronunciare il mio nome, o meglio sentire che se lo ricordava ancora. Ebbe inoltre la reazione che meno mi aspettai, ovvero quella di rimanere imbambolato a pensare a chissà cosa, incrementando l'imbarazzante situazione in cui ci trovavamo non solo noi due, ma anche tutti gli altri presenti.
-Grazie H, sarei salita io a prenderla non avresti dovuto preoccuparti. Comunque ora noi usciamo a mangiare, quindi ci vediamo dopo- fortunatamente Gemma cercò di liquidarlo in qualche modo, perché si era resa conto che né io né lui eravamo molto felici di quell'incontro. Anne poi si avvicinò al figlio, che ancora era immobile, gli diede un bacio sulla guancia e gli sussurrò qualcosa che non riuscii a capire perché sovrastato dalla voce di mia sorella. 
-Bene, dove ci dirigiamo di bello?- intervenne cercando di sdrammatizzare e farmi riprendere.
-Mmh, non saprei. Mamma, conosci qualche ristorante dove potremmo andare?- Gemma si rivolse ad Anne, che in quel momento stava indossando il suo cappotto bordeaux. 
-Io ne conosco uno, è qui vicino all'hotel. Chiedo a Andy di accompagnarvi.- si intromise Harry, anche se non mi pareva la domanda fosse stata rivolta a lui in realtà.
-Ma non c'è bisogno della sicurezza tesoro!- esclamò Anne. Evidentemente quell'Andy che aveva appena nominato doveva essere una guardia del corpo.
-Lo so, ma meglio prevenire no? E poi mi hanno appena detto che qui fuori si è riempito di persone e sono sicuro che non riuscireste nemmeno ad uscire da sole- il suo modo dolce di rivolgersi a quella donna non era cambiato per niente, così come il suo lento modo di parlare. Da una parte sembrava ancora essere il piccolo tenero ragazzo quindicenne, da un'altra era evidentemente un diciottenne cresciuto con un peso enorme sulle spalle, ovvero la sua carriera. 
-Ciao Harry- intervenne Frankie. Capivo benissimo quanto anche lei fosse sconvolta dal suo cambiamento, ma soprattutto sapevo per certo che sia lei che Daisy portavano rancore per quello che mi aveva fatto. Vedendo come si stava comportando mia sorella, avevo paura potesse tirargli un pugno da un momento all'altro.
-Ciao Frankie, ciao Daisy! Quanto tempo!- almeno a loro si era rivolto con più di una parola.
-Già- acconsentì la bionda delle due. O meglio, erano entrambe bionde, ma Frankie qualche mese dopo esserci conosciute aveva avuto la pazza idea di tingersi i capelli di rosso fuoco, coinvolgendomi nel "crimine". Lo definisco crimini perchè, glieli avevo tinti io quando si era presentata nel mio appartamento del college pregandomi di aiutarla e lo aveva fatto di nascosto dai suoi genitori che quando lo scoprirono andarono su tutte le furie. Ricordo ancora la loro reazione, la chiusero in casa per un mese. 
-Bene, direi che si è fatta una certa ora e avrei un po' fame- esclamò Gemma, posandomi un gomito sulla spalla e sorridendomi sviandomi da quei miei pensieri. Era inquietata dalla presenza di suo fratello e lei lo aveva capito benissimo.
-Ecco, sta arrivando Andy. Buona serata!- dovevo ammettere che il suo gesto era stato gentile. Si era preoccupato per noi o forse solamente per sua madre e sua sorella. Tutte lo salutarono, mentre io mi limitai a lanciargli un'occhiata che non sapevo nemmeno cosa significasse, poi gli diedi le spalle per andare verso l'uscita.
Appena aperto il portone d'entrata dell'hotel, pensai di non aver mai visto così tanti fotografi in vita mia. Si mischiavano tra le ragazze appostate lì fuori che erano bramose di incontrare i propri idoli. Sceso il primo scalino, proprio loro incominciarono a urlare i nomi di Anne e Gemma. L'uomo che Harry aveva mandato con noi cercava di proteggerci da quelle persone che cercavano in tutti i modi di toccarci. Mi sembrava di essere in un altro mondo, non ero abituata a cose del genere sopratutto perchè io non ero nessuno. Avrei potuto anche capire quella reazione esagerata alla vista della madre e della sorella del loro idolo, ma non alla vista mia e delle altre due presenti.
Sentii chiaramente le domande di alcuni paparazzi che chiedevano a me, Frankie e Daisy chi fossimo, ma fui talmente stordita dai flash delle macchine fotografiche, che non riuscii a far altro che abbassare la testa e non rispondere a nessuno mentre Andy ci accompagnò in un taxi pronto per noi.
Quella serata con Gemma e Anne fu davvero divertente. Parlammo di un sacco di aneddoti riferiti alla famosa vacanza passata insieme, finendo per ridere per ore.
-Emma, ti ricordi come ci siamo conosciute? Penso che tu mi abbia odiata in quella situazione- mi domandò Gemma quando davanti a noi passarono un ragazzo e una ragazza correndo e tenendosi per mano, forse le ricordava vagamente quella situazione. E io come avrei fatto a dimenticarmi  di quel giorno? 
 
 
-H, sta iniziando a piovere- esclamai ponendo i palmi delle mani all'insù per constatare che non me lo stessi soltanto immaginando. 
-Qualcuno sta complottando contro di noi. Non riusciamo mai a stare tranquilli senza che qualcosa ci disturbi.- disse sarcastico appoggiandomi un braccio intorno alle spalle e stringendomi a se lasciandomi un leggero bacio sulla nuca, che raggiungeva perfettamente dato la nostra differenza di altezza.
-Finiremo per tornare a casa fradici, me lo sento.- dissi quando la pioggia aumentò. Lui stette zitto per qualche secondo, come se stesse pensando a qualcosa poi mi afferrò la mano e iniziò a correre. Nel frattempo la pioggia si fece sempre più fitta per infine diventare un classico acquazzone estivo. Non sapevo dove ci stessimo dirigendo, ma mi fidavo delle sue idee strane dopotutto. Arrivammo in una spiaggetta dove non ero mai stata prima d'allora e continuammo a correre verso una scogliera.
-H, dove mi stai portando?- gli chiesi piuttosto confusa. Non mi rispose nemmeno, ma dopo poco giungemmo in una specie di grotta formatasi tra si scogli sul retro della spiaggia al riparo dalla pioggia.
Mi guardai attorno e mi resi conto che era davvero un posto bellissimo, si poteva vedere perfettamente il mare illuminato dalla luna alta nel cielo.
-Ma è bellissimo qui!- esclamai spalancando gli occhi.
-Eh certo, l'ho scoperto io questo posto- disse con la sua solita scarsa modestia. Ci frequentavamo ormai da due mesi, avevo imparato ad amare quel suo tipo di atteggiamente.
-Smettila altrimenti mi rimangio quello che ho detto- scherzai tirandogli un leggero schiaffetto sulla spalla. Lui si mise a ridere, poi improvvisamente si fermò incominciando a fissarmi come faceva spesso. Quella sera però mi guardava in un modo strano, come se con quello sguardo volesse dirmi qualcosa.
-Emma, io ti..- stava per dirlo, l'avevo capito. Stava per dire quelle tre famose parole e le avrebbe dette se qualcuno non ci avesse interrotti.
-Harry, che ci fai qui?- disse una ragazza sbucando dal nulla. Aveva dei capelli castani abbastanza lunghi ed era alta circa quanto me.
-Gemma? Potrei farti la stessa domanda- la guardai meglio in faccia quando intuii che i due si conoscevano e capii in un millesimo di secondo di chi si trattava.
-Emma, lei è Gemma.. mia s- lo interruppi.
-Tua sorella, si lo so. Piacere di conoscerti- lei sorrise stringendomi la mano che le avevo appena posto.
 
 
Si era già fatta mezzanotte quando finimmo di mangiare. Il tempo era decisamente volato, ma decidemmo di tornare a casa e di rimandare alla sera dopo l'uscita in quel famoso locale dove Daisy ci voleva portare.
-Ragazze, è stato davvero un piacere. Domani ci rivediamo vero? Tanto siamo qui anche noi fino al 10!- si poteva chiaramente capire dal suo atteggiamento che Gemma amava stare con noi. Avevo conosciuto ogni minimo suo aspetto da subito. Era la classica ragazza che non si faceva nessun problema a dirti le cose in faccia. Era molto schietta, ma sapeva essere anche dolcissima.. ed era proprio questo che mi piaceva di lei.
-Certo, assolutamente! Magari organizziamo qualcosa domani mattina.- risposi io a nome di tutte, giunte ormai davanti al loro hotel.
-Scusate se ve lo chiedo, ma non è che potrei entrare un attimo. Dovrei andare urgentemente in bagno- oh bè, mi erano note le incapacità nel contenersi di Frankie, ma scoppiai a ridere come tutte le altre.
-Certo tesoro. Entrate pure. C'è un bagno dove ci siamo incontrate prima- rispose Anne tra una risata e l'altra.
Continuando a chiacchierare, seguimmo lei e sua figlia nella hall dell'hotel dove le salutammo quando ci dissero che sarebbero andate in camera e che ci saremmo sentite la mattina dopo per decidere dove vederci. Frankie corse subito in bagno seguita da mia sorella, mentre io mi sedetti su uno sgabello del bar dove esattamente qualche ora prima era successo l'inaspettato. 
-Emma!- mi stavo quasi addormentando su quel bancone, ma mi risvegliai di colpo quando sentii il mio nome pronunciato dalla persona che avevo già riconosciuto, pur non essendomi girata a controllare chi fosse. Pensai che fosse un incubo, che davvero mi fossi addormentata sul bancone e che stessi rivivendo quello che era successo la sera stessa, ma infine realizzai che ero fin troppo sveglia.
-Sì, fino a prova contraria quello è il mio nome Harry- dissi piuttosto annoiata dandogli ancora le spalle. Avrei voluto solamente alzarmi ed andarmene, non sopportavo il fatto di rivederlo. Lui non rispose, inizialmente pensai che avesse preso lui l'iniziativa di allontanarsi, ma quando capii che in realtà stava facendo esattamente il contrario, provai a girarmi verso di lui. Mi stava guardando con uno sguardo che potevo definire decisamente da schiaffi. Esatto, tirargli uno schiaffo era l'unica cosa che avrei voluto fare in quel momento.
-Bè, sei.. sei cresciuta- intuitivo il ragazzo. Erano passati tre anni, era anche ovvio no?
-Non pensare che io sia stupida. Ho sentito la canzone in radio l'altro giorno, perché l'hai pubblicata? Perché la stai facendo sentire al mondo intero?- saltai giù dallo sgabello su cui ero seduta incominciando a gesticolare come solitamente facevo quando ero alterata. Probabilmente non era nemmeno al corrente del fatto che avessi sentito quel brano, anzi, sicuramente non lo era.
-Io.. io..- balbettò.
-Tu cosa eh? Tu cosa?- in quel momento non mi dava tanto noia il fatto di averlo rincontrato, ma il fatto di aver risentito per colpa sua quella canzone dopo tre anni.
-Hey, che succede qui?- Frankie e Daisy erano tornate dal bagno e in quel momento potevo intravedere milioni di punti di domanda sulle loro facce.
-Niente, ce ne stiamo andando. Ciao Harry.- essere superiore, quella era la chiave. Camminai verso l'uscita, non badando a cosa stessero facendo le altre due.
Appena messo piede fuori dall'hotel, mi passò di fianco una ragazza bionda intenta a parlare al cellulare. Ragazza che avevo conosciuto benissimo avendola vista la sera prima con Harry.
-Quella era Taylor Swift???- sbraitò la mia migliore amica appena mi raggiunse. Io mi girai guardandola come se la volessi uccidere.
-Ora andiamo a casa che è meglio.- mia sorella mi aveva capita perfettamente, non avrei più parlato quella sera.
E infatti così fu, arrivate a casa andai direttamente in camera mia senza dare retta a nessuno pur essendo consapevole che loro non c'entravano in tutta quella faccenda. Ma io ero sempre stata così, mi chiudevo a riccio non appena si presentava qualche problema. Incontrarlo mi aveva fatto capire quanta rabbia ancora provassi nei suoi confronti per avermi fatta innamorare e per poi avermi abbandonata. Sono cose che capitano, penserete voi, ma con Harry Styles tutto si complica. Lui era stato capace di penetrare nel mio cuore e rimanerci per fin troppo tempo. 
Erano le quattro di mattina e ancora non riuscivo a dormire così mi alzai e presi il mio telefono con cui chiamai Josh. 
-Amore tutto bene? Non è notte lì? Che ci fai sveglia?- non mi diede nemmeno il tempo di salutarlo che già mi fece capire il suo livello di preoccupazione.
-Non riuscivo a dormire, ma tranquillo sto bene! Tu che fai?- avevo bisogno di sentire la sua voce in quel momento, avevo bisogno di un suo abbraccio. Lui, immancabilmente lo capì così pensò bene di chiamarmi tramite Skype per vederci e sentirci in qualche modo meno distanti. Era la cura a tutti i miei problemi, trovava sempre un modo per farmi sentire meglio.
Mi addormentai alle sei di mattina, molto più tranquilla di quanto lo ero prima grazie a lui e alle nove in punto mia sorella venne a svegliarmi  dicendo che Gemma aveva chiamato e che si erano già messe d'accordo su cosa fare. Dopo essermi aggirata per circa un'ora in versione zombie per la casa, avendo dormito solo tre ore, capii che forse avrei dovuto vestirmi.
-Cosa voleva ieri sera?- mi sembrava strano che Daisy non mi avesse ancora fatto quella domanda, forse aspettava solo che mi calmassi un po'.
-Chi?- feci finta di non capire a chi si stesse riferendo.
-Secondo te?- non volevo parlarne ma sia lei che Frankie, che nel frattempo ci aveva raggiunte in bagno dove mi stavo sistemando i capelli, sembravano piuttosto curiose.
-Niente, gli ho solamente detto che mi ha dato fastidio quello che ha fatto con quella canzone- non stavo mentendo, era la pura verità.
-E perché sembrava stessi per saltargli al collo quando siamo tornate?- si aggiunse anche la mia migliore amica al discorso.
-Perchè gli ho domandato della canzone e lui non ha saputo rispondere.- 
-Gli hai dato il tempo di farlo almeno?-
-Sì ho aspettato una risposta per circa due.. due.. secondi, ecco. Io ero abbastanza alterata- sì è vero, non gli avevo dato nemmeno un po' di tempo, ma non ero certa di voler sentire una risposta.
-La prossima volta aspetta almeno dieci secondi almeno!- la buttò sul ridere Daisy.
-Non ci sarà una prossima volta.- con quella frase chiusi il discorso e uscii dal bagno.
Dopo la nostra colazione da Starbucks di routine, ci dirigemmo a Central Park dove ci eravamo date appuntamento solo con Gemma, dato che Anne sarebbe stata con Robin quel giorno.
-Eccola, la vedo. E' lì vicino al laghetto- indicai il punto preciso dove avevo individuato la ragazza in questione, seduta su una panchina. Ci muovemmo verso di lei e dopo esserci salutate decidemmo di fare una passeggiata per il parco. Ci raccontò che lei studiava all'università di Sheffield e che anche lei, come me e Frankie, aveva finito i suoi esami per quell'anno e che aveva deciso di prendersi quella vacanza a New York. Aggiunse anche che era la prima volta che seguiva suo fratello in qualche sua tappa al di fuori del Regno Unito. Lo fece con un po' di timore nella mia reazione nel sentire parlare di lui, ma dopo averlo rivisto il giorno prima mi ero resa conto di non provare altro che rabbia nei suoi confronti e che sentirne parlare dopotutto non era così terribile come lo era stato qualche anno prima. Riuscivo a sentire pronunciare il suo nome senza avere istinti omicidi ormai, c'era solo tanta anzi, tantissima rabbia che ribolliva dentro di me. Il perché dopo tutto quel tempo non fossi ancora riuscita a perdonarlo mi era ignoto, tre anni in fin dei conti avevano contribuito a cambiare molte cose.
-Ma cosa ci fa tutta quella gente lì?- Daisy indicò poco più avanti a noi un ammasso di persone che sembrava stessero accerchiando qualcosa, o qualcuno.
-Sembrerebbero dei fotografi- azzardò Gemma. In effetti aveva ragione, man mano che ci avvicinavamo riuscivamo a sentire il rumore degli scatti delle macchine fotografiche.
-Ehm, credo di aver capito di chi si tratta- Frankie diede la brutta notizia solo qualche secondo prima che anche noi ce ne accorgessimo, infatti la folla di paparazzi si aprì per dare spazio alle due persone che erano sotto l'occhio dell'obbiettivo e che stavano cercando di camminare tranquillamente.
-Ah, è mio fratello.- il suo tono non sembrava per niente entusiasta, forse perché sapeva che incontrarlo un'altra volta per me non sarebbe stata una passeggiata.
Anche lui si accorse della nostra presenza e si stampò un sorriso palesemente finto in volto prima di girarsi verso la ragazza con cui camminava mano nella mano e sussurrargli qualcosa dirigendosi verso di noi. Lei era chiaramente Taylor, la stessa con cui l'avevamo intravisto due sere prima. Quando fu abbastanza vicino, lei si voltò e ci sorrise. La conoscevo come cantante e alcune sue canzoni le avevo ascoltate per ore ed ore fino a qualche anno prima, perciò dovevo ammettere che avere una star del suo calibro davanti a me mi faceva sentire quasi una nullità. Anzi, le star davanti a me erano due.
-Ciao ragazze- avrei voluto tirare un pugno dritto sul suo sorriso che era ancora in grado di scombussolarmi.
-Ciao Harry- dissero in coro le altre tre. Posò lo sguardo su ognuna di loro e quando per ultimo giunse a me il suo sorriso svanì, ma cercò di non farlo notare girandosi verso la sua fidanzata.
-Lei è Taylor- sembrava una brava ragazza, così come i giornali e i media la dipingevano.
-Piacere, Daisy- mia sorella fu la prima a stringerle la mano, poi passò a Frankie ed infine a me.
-Piacere, Emma- dissi guardandola dritta negli occhi. Gemma, evidentemente la conosceva già, in quando si limitò a darle un veloce abbraccio.
-E voi siete?- domandò la cantante aspettando che completassimo la frase.
-Amiche, siamo delle vecchie amiche di Harry.- brava Emma, così si fa.
-Ah, bene. E' davvero un piacere conoscervi.- sorrise socchiudendo gli occhi come ero solita vederle fare nelle foto che spesso mi ritrovavo su i giornali.
-Bè, che ne dite di unirvi a noi? Stavamo giusto facendo una passeggiata.- Taylor ignorava il fatto che avrebbe potuto scatenare qualcosa di davvero pericoloso in quel modo.
-Ehm.. - Gemma, Daisy e Frankie spostarono gli occhi su di me, come se stessero aspettando che fossi io a dare la risposta. Alzai lo sguardo che avevo meticolosamente abbassato subito dopo aver risposto alla sua prima domanda e trovai gli occhi di Harry che mi stavano fissando. 
-Perchè no?- avevo capito perfettamente dall'espressione del ricciolino, che mi stava pregando di rispondere di no.. forse pensava che l'avrei screditato davanti alla sua conquista. Io in realtà sapevo benissimo che non l'avrei mai fatto, ma farglielo credere mi piaceva.
Taylor si rivolse a mia sorella dicendole -Ma io ti ho già vista da qualche parte. Forse su qualche giornale?- appena rincominciammo a camminare e si staccarono da noi parlando delle loro carriere come se fossero due grandi amiche. Avevo capito il piano di mia sorella, voleva farmi chiarire con lui togliendo di mezzo qualsiasi ostacolo. Io e Harry però eravamo completamente in silenzio mentre Frankie e Gemma cercavano di migliorare la situazione provando a introdurre un discorso, senza che io e lui dessimo segni di vita. 
Ero troppo presa a pensare alle tante cose che avrei voluto chiedergli, ma poi mi venne in mente che l'unica cosa che doveva interessarmi veramente era il perché di quella canzone, nient'altro. Proprio in quel momento, mi arrivo il classico messaggio di Josh che mi riportò il sorriso.
-Che succede Emma?- domandò Gemma vedendomi passare da un'espressione alquanto seria ad una fin troppo felice. 
-Niente, perché?- non mi andava di sbandierare ai quattro venti che il mio attuale fidanzato mi rendeva felice anche scrivendomi un semplice sms.
-Tranquilla, fa sempre così. Le avrà scritto Josh- bè, ci aveva pensato la mia migliore amica a quanto pareva. La guardai in cagnesco e lei si coprì la bocca con una mano come per farmi credere che le fosse scappato quel piccolo particolare, ma in realtà sapevo che l'aveva fatto di proposito. E probabilmente il suo piano malefico per fare alterare Harry aveva anche funzionato, dato che quando sentì quel nome, si risvegliò dalla sua fase di letargo acuto.
-Josh?- domandò sua sorella con un sorriso che mi fece capire che aveva intuito.
-Il suo fidanzato- Frankie era diventata la mia portavoce, o almeno credeva di esserlo.
-Ah, non mi hai raccontato questo piccolo particolare ieri!- continuò lei incuriosita. In quel momento, Harry fece un colpo di tosse che mi portò a voltarmi verso di lui e notare che sembrava abbastanza innervosito da quella situazione. Ma perché? Io non ero più niente per lui e di certo lui non era niente per me. Inoltre mi aveva appena presentato, anche se involontariamente, la sua fidanzata!
-Ragazze, che ne dite di fermarci a questo bar?- Daisy era la sorella migliore al mondo, decisamente. Lei e Taylor si fermarono e fecero in modo che le raggiungessimo e quindi evitandomi quella spiegazione su vita, morte e miracoli di Josh. Ci indicarono una specie di chiosco che dava sul laghetto del parco e tutti noi acconsentimmo, dirigendoci all'entrata. Ne approfittai per rispondere al messaggio appena ricevuto, non rendendomi conto di essere rimasta piuttosto indietro rispetto agli altri, o meglio alle altre, dato che Harry era esattamente di fronte a me.
-Emma, dobbiamo parlare- come poteva anche solo pensare di potersi rivolgere a me in quel modo? l'unica che poteva aver bisogno di chiarimenti ero io.
-Ah davvero? Non mi sembrava avessi molte risposte pronte per le mie domande ieri sera- 
-Okay, vuoi parlare della canzone? L'ho pubblicata perché è una bella canzone e mi dispiace non averti avvisata, ma ti ricordo che hai chiuso ogni tipo di contatto con me, non avrei potuto farlo- le mie mani erano entrambe pronte per prenderlo a pugni, non aspettavano altro.
-Io ho chiuso i contatti con te? Tu non mi hai dato altra scelta H!
-Va bene, okay hai ragione. Se vuoi che non permetta la riproduzione di quella canzone in radio o cose simili lo farò.- 
-Io non intendo assolutamente chiederti una cosa del genere Harry, avrei voluto essere avvisata. Tutto qui. Non puoi capire che colpo abbia preso sentendola in radio- avevo abbassato i toni. Non ero assolutamente soddisfatta della risposta che mi aveva dato, ma ero sicura che non avrei ricevute altre.
-Harry, non vieni?- la voce di Taylor interruppe il nostro breve discorso.
-Sì arrivo subito!- la liquidò velocemente facendole uno di quei sorrisi che ero abituata a vedere e poi si rigirò verso di me con un espressione dalla quale capii subito che in realtà avrebbe voluto chiarire davvero tutta quella situazione.
-Emma, dobbiamo finire questa conversazione- si passò le mani tra capelli e se li spostò nel suo solito modo.
-Ho un'idea- continuò. -Domani sera tu, Daisy e Frankie venite al nostro concerto al Madison Square Garden, subito dopo c'è una festa dove ci saremo tutti noi e i familiari. Lì ti spiegherò qualsiasi cosa tu voglia sapere.- non mi diede neanche la possibilità di rispondere, mi diede le spalle e tornò dalla sua fidanzata che lo stava aspettando all'entrata del locale.
Quella mattina sembrò non finire mai. Non ero molto convinta della proposta che mi aveva fatto Styles, in fin dei conto io e lui non eravamo in buoni rapporti, ma lui l'aveva intuito così non mi diede nessuna opzione di risposta. Lo disse sia a mia sorella che a Frankie le quali accettarono subito, bramose di vederlo su un palcoscenico come quello del Madison Square Garden. Gemma, che era seduta in fianco a me, mi sorrise e mi accarezzò la mano che era appoggiata sulla mia coscia quando capì che tutto quello mi metteva a disagio.
Decidemmo di pranzare in quel posto e, finalmente, circa alle due ci separammo dalla coppetta di innamorati per tornare ognuno alle proprie abitazioni, anche se nel caso di Gemma si trattava di un hotel. Ovviamente ci mettemmo d'accordo con lei per la serata in cui avremmo fatto felice mia sorella andando in quel famoso locale di cui ci aveva tanto parlato. 
-Taylor non è male, sembra una brava ragazza!- esclamò mia sorella appendendo il suo cappotto all'attaccapanni vicino all'entrata appena entrate in casa.
Io corsi al suo computer che era posizionato sul davanzale, ovvero dove lo avevo abbandonato la mattina stessa, senza nemmeno ascoltarla e digitai subito YouTube nella barra di ricerca. Avevo avuto un brutto presentimento dal momento in cui avevamo riaccompagnato Gemma e mi stava ancora perseguitando. 
Digitai il nome della canzone a cui stavo pensando in quel momento ed eccola, era lei.
-Bene, non mi sbagliavo- affermai rimanendo sconvolta nel sapere che le mie paure avevano qualche motivo di esistere.
-Cosa succede Emma?- Frankie corse vicino a me a guardò il computer.
-Sparks Fly, Taylor Swift. Stai scherzando vero?- aveva capito tutto.
-Non vi sto dietro ragazze, potreste spiegare?- mia sorella probabilmente non riusciva a ricondurre quel titolo alla canzone.
-Sparks Fly è la canzone che la tua cara sorellina ha dedicato a Harry quando stavano insieme e che ha continuato ad ascoltare per un anno intero dopo quello che è successo- Daisy aveva un'espressione abbastanza confusa.
-Quello che però mi ha fatto reagire così è il fatto che sia una canzone di indovina un po' chi? Taylor Swift!- conclusi io facendola rimanere a bocca aperta.
Mi resi ancora più conto di quanto le cose fossero diverse. Tre anni prima, quella cantante non sapeva nemmeno dell'esistenza di un certo Harry Styles, mentre in quel momento ci stava insieme e sembrava fosse la sua anima gemella.
La questione si chiuse velocemente, perché il mio cellulare iniziò a suonare. 
-E' mamma!- dissi guardando Daisy. 
Riposi e parlammo del più e del meno. Quando poi le raccontai tutto quello che stava succedendo, mamma scoppiò a ridere perché pensava la stessi prendendo in giro. Dopo essere riuscita a convincerla che stessi dicendo la verità mi consigliò di chiarire con Harry, disse che tutto ciò che ancora mi faceva arrabbiare era solamente passato e che quindi avrei dovuto provare a metterci una pietra sopra. Non aveva tutti i torti in effetti, ormai dovevo pensare alla mia nuova vita e soprattutto capire che la sua era completamente diversa.


Heeey, buona sera a tutte. 
Mi ci è voluto un po' più di tempo questa volta, causa scuola e veriche nelle ultime settimane di scuola prima delle vacanze inventate appunto per dare il colpo di grazia agli studenti -.-
Alloooora, in questo capitolo succede quel che succede ahah nel senso che Emma e Harry si rincontrano. Emma prova ancora forte rabbia nei confronti di Harry ed è piuttosto chiaro, mentre lui bè.. vuole chiarire in qualche modo la situazione.
Nel prossimo capitolo ci sarà una svolta nel loro rapporto in qualunque caso :)
Spero questo sia di vostro gradimento e soprattutto spero me lo facciate sapere tramite le recensioni che aspetto con ansia!
Un bacionee e, se non pubblicherò prima del 25, 
 BUON NATALE A TUTTIII <3
Raffy <3 xx.

Frankie

   


 
Daisy e Emma 
 
              
 
Gemma, Anne e Robin 
 
            
 
And last but not least, Harry Styles.
 
              
 


 

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Capitolo 5
*** Strange Revelations. ***


 Strange revelations.

-Cambio di programma ragazze!- ero appena uscita dal bagno ancora in accappatoio, dopo essermi fatta la mia classica doccia risanatoria e mia sorella già aveva iniziato a fammi preoccupare. Quella mattina era stata in un certo senso sconvolgente, non volevo altre sorprese.
-In che senso?- chiedemmo contemporaneamente io e Frankie. 
-Stasera mangiamo qui a casa, ci sarà anche Gemma- si bloccò. Speravo fosse finito tutto lì, ma la sua espressione faceva capire il contrario.
-E perché?- domandai passandomi l'asciugamano che avevo in mano tra i capelli.
-Ehm.. Siamo state invitate a piccolo un concerto di beneficenza che darà Taylor e dopo andremo in quel locale di cui vi ho parlato, perciò ho pensato di invitare qui lei invece di uscire a mangiare.- la guardai in cagnesco e sbuffai. Non che non mi andasse di andare al concerto, semplicemente non mi andava dover essere tutta sera a contatto con mister "Harry voglio chiarire Styles".
-Lo so, lo so che non ne sei entusiasta e che quella ragazza non ti sta molto simpatica perché sta con Harry, ma è stata gentile ad invitarci!- aveva capito malissimo. 
-No Daisy, hai frainteso! A me lei non sta antipatica e Harry non è di mia proprietà. Non me ne frega più niente di lui. Dimentichi che io ho Josh?- quella sua frase mi aveva decisamente mandato su tutte le furie. Frankie non era ancora intervenuta, le mancavano solamente i popcorn per far intuire che stesse assistendo a quella scena come se fosse al cinema.
-E allora perché reagisci così? Cosa ti ha fatto di male quella ragazza?- forse aveva ragione, ma mi dava alquanto fastidio quando lei mi trattava in quel modo. 
-Non mi va di vedere Harry- sputai il rospo, anche se ero più che convinta che lo sapesse già. Si rivolgeva a me con quelle parole solo per farmi accettare la realtà.
-Ma sembravano essersi calmate le acque prima al parco.- Frankie entrò nel discorso.
-Non si sono calmate le acque, stiamo solo fingendo davanti a Taylor perché mi ha chiesto gentilmente di non farlo sfigurare. Niente di più- in realtà non sapevo neanche io cosa stesse succedendo, quella situazione non mi piaceva per niente.
-Lei sarà su un palco, non avrete bisogno di fingere. Potrai ignorarlo tranquillamente- la fissai per qualche secondo riflettendo su se fosse o no una buona idea.
-E va bene, ma mi ha convinta solo perché non ho voglia di discutere con te!- tornai in bagno dopo avere assistito ad una sua specie di danza della vittoria.
Dopo circa un ora, Gemma arrivò, portando con sè del cibo cinese che mangiammo nel salotto. Ci disse che l'idea dell'invito era partita proprio da Taylor e che sembrava contenta di averci conosciute.
-Mi sembra una brava ragazza- commentai io, dopo aver ingoiato un boccone di spaghetti di soia e essere stata guardata malissimo da Daisy e Frankie.
-Sì, lo è. Ma da quando Harry sta con lei.. non so, è cambiato. - dentro di me pensai che forse aveva trovato quella che riusciva a tenergli testa e che non sarebbe riuscito a far soffrire come aveva fatto con me, ma poi capii dagli occhi di Gemma che la cosa era abbastanza seria.
-E' che si vedono raramente e mi sembra che lei lo trascuri e inoltre lo fa allontanare da me e da tutta la famiglia. Ad esempio, in questi giorni io, mamma, Robin e Mark siamo venuti qui a New York per passare del tempo con lui e ancora non abbiamo avuto la possibilità di cenare una sola volta insieme.- stava rispondendo alla domanda postale da mia sorella mentre io ero immersa nei miei pensieri.
-Ma magari è solamente una tua impressione. Voglio dire, sono entrambi stars mondiali. E' normale tutto ciò, non credi?- questa volta era stata Frankie ad esprimere la sua opinione e non aveva torto. Con il fatto che si vedessero poco, forse lui voleva stare la maggior parte del tempo con lei. Questo però non poteva giustificare la questione del suo trascurare la famiglia, che non mi piaceva per niente. Era sempre stato molto attaccato a sua madre e sentire dire quelle cose, mi stava spaccando il cuore.
Lasciammo quel discorso in sospeso, correndo a prepararci per la serata. Prendemmo un taxi subito sotto casa e, seguendo le indicazioni di Gemma arrivammo nel posto in cui ci sarebbe stato il concerto. C'era una lunga fila di persone che aspettavano di entrare, ma noi la sorpassammo ed entrammo da una porta secondaria grazie a dei pass che ci aveva lasciato Taylor a mia insaputa.
-Quello è mio fratello- Gemma indicò Harry, che era distante pochi metri.
-Ah, eccovi- esclamò lui, dirigendosi verso di noi sorridente. Stava parlando con dei ragazzi che, a giudicare dalle chitarre che tenevano in mano, dovevano far parte della band della sua fidanzata.
-Oh che bello, siete venute!- era arrivata anche lei, Taylor. Indossava un vestito rosso lungo fino alle ginocchia e i suoi capelli erano raccolti in una coda abbastanza alta. Sembrava seriamente felice di vederci.
-Grazie mille dell'invito- le sorrisi.
-Non c'è di che Emma, è davvero un piacere.- il fatto che si ricordasse addirittura il mio nome mi spaventava.
-Ora scusatemi, devo andare a finire di prepararmi. Seguirete il concerto dal back-stage con Harry! A tra poco. - ci sorrise, stampò un bacio veloce sulla guancia del suo fidanzato e corse in quello che supposi essere il suo camerino. Il riccio, che invece era rimasto di fronte a noi, ci invitò a seguirlo nella postazione da cui avremmo assistito allo spettacolo che sarebbe iniziato dopo pochi minuti.
Eravamo esattamente di fianco al palco, si poteva vedere la folla che aveva già preso posto e che stava bramosamente aspettando la cantante country.
-Non conosco molte sue canzoni- confessò Frankie guardandomi. Harry la sentì e si mise a ridere.
-Tranquilla, stasera canterà solo delle cover che sicuramente conoscete, ha deciso di farlo per beneficenza- quando lui finì quella frase, le luci in sala si spensero e Taylor fece il suo ingresso sul palco. Non avevo mai assistito ad un concerto dal back-stage, mi sembrava tutto così strano.
Lei aveva già iniziato a parlare ringraziando tutti per quella serata di beneficenza. Le prime canzoni che cantò, ebbero un gran compiacimento tra il pubblico. Si girò più volte nella nostra direzione sorridendoci e du lì che pensai a quello che Gemma ci aveva detto qualche ora prima. Mi sembrava impossibile che una ragazza come lei potesse mettersi in mezzo tra Harry e la sua famiglia. A proposito di quest'ultimo, per tutto il tempo avevo cercato di ignorarlo anche se casualmente era proprio affianco a me. Nessuno dei due aveva aperto bocca e soprattutto nessun dei due sembrava intenzionato a farlo.
-Bene, ora vi canterò una delle mie canzoni preferite di P!nk, credo che tutti voi la conosciate. Si intitola "Who Knew"- mi sembrava di aver già sentito quel titolo, ma non ricordavo come facesse la canzone.. O almeno fino a quando non iniziò a suonare la sua chitarra. 
 
If someone said three years from now 
You'd be long gone 
I'd stand up and punch them out 
'Cause they're all wrong 
I knew better 
'Cause you said forever 
And ever 
Who knew 
 
 
"Se qualcuno avesse detto tre anni fa che te ne saresti andato, mi sarei alzata e gli avrei dato un pugno perché pensavo avrebbe avuto torto."
La sua voce sottolineava perfettamente il concetto. Mi stavo chiedendo se fosse una presa in giro o qualcosa di simile. Quella canzone era fin troppo esplicita per il mio caso. Tre anni, esattamente il numero di anni che era passato dall'ultima volta in cui avevo visto il suo attuale fidanzato. Mi voltai di scatto proprio verso quest'ultimo e notai che anche lui mi stava guardando di rimando. Avevamo entrambi gli occhi spalancati perché ci eravamo resi conto di quanto quel ritornello si addicesse a ciò che ci era successo. Tre anni da quando ci eravamo lasciati. Entrambi sapevamo quanto quelle parole esprimessero benissimo il mio pensiero. Era come se la mia mente gli stesse parlando.
 
Remember when we were such fools
And so convinced and just too cool?
I wish I could touch you again
I wish I could still call you friend
I’d give anything
 
"Ricordi quando eravamo così stupidi, così convinti e così carini? Vorrei poterti toccare ancora, vorrei poterti chiamare ancora "amico". Darei qualsiasi cosa."
Quelle parole erano così vere, così piene di significato per me in quel momento che mi sembrava quasi surreale trovarmi di fianco a lui e riuscire a fissarlo in quel modo. Non avevamo ancora smesso di guardarci, non lo avremmo fatto perché stavamo capendo quanto fosse strano esserci rincontrati dopo tre anni e esserci resi conto di quanto le cose fossero cambiate. Era buio ma potevo percepire una specie di scintilla nei suoi occhi che mi stava facendo intuire che gli dispiaceva davvero di avermi trattato in quel modo perché i suoi occhi non mentivano mai. 
Da una parte quella strana sensazione di liberazione che stavo provando mi piaceva, ma dall'altra non vedevo l'ora che la canzone finisse. Fortunatamente mancava solamente l'ultimo straziante ritornello e tutto sarebbe tornato anonimo come poco prima tra noi. E così fu, appena gli applausi coprirono la voce di Taylor che ringraziava il pubblico, smettemmo di guardarci tornando a ignorarci.
Non ascoltai nemmeno una delle canzoni che cantò in seguito, non avevo la capacità di farlo perché dentro la mia testa continuavano a risuonare le stesse parole . Era vero, se qualcuno mi avesse detto tre anni prima che Harry mi avrebbe lasciata, io non gli avrei mai creduto. Mi sarei messa a ridere perché ero convinta di aver trovato una sorta di principe azzurro, che non mi avrebbe mai abbandonata. Daisy, Frankie e Gemma avevano capito le mie condizioni dal momento in cui era finita la canzone incriminata e mi avevano lasciato in pace per non peggiorare la situazione abbastanza critica.
Mi risvegliai dal momento di trans che avevo avuto solo quando la sentii annunciare il titolo della canzone che avrebbe chiuso la serata.
-Per chiudere questo magnifico concerto, canterò una canzone che canterete sicuramente con me. Questa è "Summer of 69"- .
No, non poteva essere vero.. non poteva davvero aver scelto di cantare quella santissima canzone. Non avrei accettato di sentirla, no assolutamente no. Troppi ricordi, troppi rimorsi e troppa rabbia nella stessa sera. Quando prese la sua chitarra e incominciò a suonarne le prime note, sfilai il cellulare dalla borsa e finsi di dover rispondere a una chiamata. Mi voltai verso Gemma, Frankie e Daisy che stavano alla mia sinistra e indicando il telefono dissi che mi sarei assentata un attimo, poi guardai Harry per circa un secondo, sicura che avesse capito perché me la stessi dando a gambe, e mi allontanai dal palcoscenico uscendo dalla porta che dava sui camerini. 
Cosa stava succedendo quella sera? Forse tutto quello significava che non dovevo più scappare da lui e chiarire una volta per tutte. Non eravamo più legati da niente, se non dall'affetto represso che provavamo ancora l'uno per l'altra. Affetto che si tramutava continuamente in odio. 
Ripensai per un attimo a quella volta in cui mi aveva cantato quella canzone con la sua chitarra in spiaggia. Sembrava un tempo così lontano! Non era mai salito su un palcoscenico, se non con la sua band con cui cantava ai matrimoni o a cerimonie varie. Non era ancora entrato in quel mondo dove si trovava ora. Lui era solamente Harry Styles, non era Harry Styles dei One Direction.
Feci scivolare la schiena contro la parete alle mie spalle e mi sedetti a terra. Le mura erano isolate dal suono, perciò capii chiaramente che qualcuno aveva riaperto la porta da cui ero appena uscita perché risentii la musica familiare provenire dallo stage. Non alzai la testa, avevo già capito di chi si trattava quando un paio di converse bianche si posizionarono vicino a me.
-Emma, mi dispiace- scivolò anche lui nella mia stessa posizione. Stetti in silenzio per un attimo, poi alzai il volto e lo guardai dritto negli occhi.
-Voglio solo sapere una cosa Harry, poi potrai tornare a vivere la tua vita senza che io ti disturbi. Perché mi hai lasciata in quel modo?- era inutile continuare a nasconderlo, era tutto ciò che mi importava. Mi sarebbe servita quella risposta per chiudere definitivamente con lui.
-Io avevo paura. Avevo paura che sarebbe stato difficile a causa della lontananza e avevo paura degli effetti che avrebbe potuto avere su di me- non pensavo sarebbe stato così semplice ottenere una riposta a quella domanda, ma probabilmente anche lui non era più in grado di tenersi tutto dentro.
-E non hai pensato a come ci sarei rimasta io?- 
-Ci ho pensato tutti i santi giorni per un anno. Sono venuto più volte a Londra in treno e mi sono fermato davanti a casa tua, dopo aver chiesto a mia mamma dove ti eri trasferita con Daisy e Frankie. Non ho mai avuto la forza di suonare quel campanello e dirti che mi dispiaceva- 
Io non potevo credere alle mie orecchie. Quel ragazzo che per tutto quel tempo avevo tanto odiato, mi stava dicendo che in realtà non aveva mai avuto il coraggio di scusarsi pur avendoci provato. 
-Io.. io ero convinta che tu mi avessi usata durante quell'estate. Ero convinta non te ne fregasse niente di me.- ormai che la fase di confessioni era iniziata, pensai bene di non volermi tenere niente dentro.
-Non è così Emma. Nell'estate 2010 sono stato a Londra la maggior parte del tempo a causa di Xfactor. Un giorno sono riuscito a prendere coraggio, sono venuto ancora davanti a casa tua e ti ho visto con un ragazzo. Da quel momento ho capito che avevi voltato pagina e che avrei dovuto farlo anche io- mi aveva vista con Josh, era l'unico ragazzo con cui ero stata dopo di lui quindi si, mi aveva decisamente vista con Josh.
-Perchè non me lo hai detto subito? Perché non ti sei fatto aiutare da Anne o da Gemma per riuscire a contattarmi? Avevi il mio numero, perché non ti sei mai fatto sentire?- lo stavo riempiendo di domande, ma sembrava avesse tutte le risposte necessarie.
-Non sai quante volte ho selezionato il tuo numero per chiamarti e quante volte abbia annullato la chiamata. E per quanto riguarda mia mamma e mia sorella, ho chiesto loro di non farne parola con te, sapevo quanto mi odiassi e, dopo averti visto con quel ragazzo, capii di volere solo la tua felicità e soprattutto capii che ormai era troppo tardi.- forse non era stato così orribile come avevo sempre creduto. In fin dei conti si era pentito di avermi trattata in quel modo.
-Non sai quante notti ho passato sveglia a chiedermi cosa avessi sbagliato. Finii anche per darmi la colpa, credendo di essere stata troppo assillante. Josh è stato l'unico a farmi dimenticare di te, per circa due anni non ti ho più pensato. Poi quando l'altro giorno salendo in macchina ho sentito la tua voce alla radio, ho capito che c'era qualcosa in sospeso che volevo sentirti dire.- girai lo sguardo fisso davanti a me, non ero più in grado di guardarlo in quei suoi occhi lucidi. Passò del tempo in cui entrambi non aprimmo bocca; l'unico suono che si percepiva, erano quello dei nostri respiri.
-Ti prego Emma, perdonami- voleva che lo perdonassi, me lo aveva finalmente chiesto. 
In quel momento mi si presentarono nella mente tutti quei momenti belli che avevo passato con lui. A quindici anni non si è troppo giovani per innamorarsi, la nostra storia ne era stata la prova vivente. Mi rivoltai verso di lui e lo guardai per un minuto senza parlare, poi gli sorrisi.
-Amici?- domandai. Lui mi guardò per un attimo con un espressione seria, poi si lasciò andare.
-Amici- sorrise. Non sapevo se fosse una buona idea quella che mi frullava nella testa, ovvero quella di abbracciarlo, ma lui mi precedette facendolo di sua spontanea volontà. Era un abbraccio che significava tante cose che non eravamo riusciti a dirci in tutti quegli anni di lontananza. 
Slegatosi dall'abbraccio di alzò, mi porse una mano per aiutarmi a fare lo stesso e raggiungemmo le altre.
-Aspetta, ho un'idea- si bloccò prima di rientrare. -Dovremmo fare il nostro ingresso di là sorridenti come se non fosse mai successo niente, voglio vedere le facce delle nostre sorelle e di Frankie!- acconsentii immediatamente. Harry era sempre il solito, mi ero sbagliata a dire che era cambiato. 
Appena giungemmo davanti a Gemma, Daisy e Frankie, loro presero a guardarci in un modo strano dato il nostro comportamento. Incominciarono a guardarsi tra di loro, così come feci io con Harry prima di scoppiare a ridere capendo che il nostro piano aveva funzionato.
Il concerto finì, Harry sparì con Taylor nel camerino e io cercai in tutti i modi di ignorare le domande che le altre tre mi stavano facendo.
-Ma.. ma Emma? Cosa è successo? Perché eravate così sorridenti quando siete tornati?-
-Emma, parla!-
-Avete chiarito?-
Le loro domande si sovrapponevano una all'altra, mi sembrava di essere nel bel mezzo di un intervista.
-Ragazze, calme. Abbiamo trovato una tregua, ora se non vi dispiace vorrei andare a ballare. Domani vi spiegherò tutto con più calma- riuscii a zittirle anche per il semplice fatto che i due piccioncini ci stavano raggiungendo. Taylor era leggermente più avanti rispetto a Harry e teneva la sua mano venendo nella nostra direzione. Gemma mi guardò come per sottolineare il fatto che non le piacesse il modo in cui suo fratello veniva trattato.
-Allora, vi siete divertite?- "altroché" pensai. Sembrava avesse scelto canzoni di proposito solo per farmi ritornare alla mente determinate cose.
-Sì, grazie mille dell'invito- rispose Frankie sorridente. 
-Ora noi andiamo in un locale a Manhattan a ballare, vi va di venire con noi?- fui i a parlare. Mi sembrava giusto chiedere.
-Sì, perché no?- rispose Harry. In quel momento realizzai perfettamente quello che Gemma aveva cercato di farmi capire a cena, infatti vidi Taylor dare un leggero colpetto con il braccio al suo fidanzato e guardarlo contrariata.
-Harry in realtà voleva dire che siamo stanchi e che magari potremmo andarci un altro giorno- disse lei subito dopo. "No, non è vero. Harry vuole venire con noi" pensai nella mia mente guardando il diretto interessato. Lui teneva gli occhi bassi, quasi come se fosse sottomesso alla sua fidanzata. Feci un leggero sospiro del quale Gemma si accorse e fece spallucce guardandomi, come per dire che era esattamente quello a cui si riferiva.
Non cercammo di convincerli in altro modo e subito ci dirigemmo nel locale tanto osannato da mia sorella. Ci passammo qualche ora, prima di ritornare alle nostre abitazioni. 
Il giorno seguente sarebbe stato quello del gran concerto al Madison Square Garden.
 
 
Heeey bellezze :)
Innanzitutto, spero abbiate passato un buon Natale e che abbiate mangiato tanto da scoppiare, proprio come me ahaha.
Oggi è Santo Stefano, quindi non la tirerò molto per le lunghe, essendo festa :)
L'unica cosa che credo sia importante dire è che bè, avete visto questa specie di chiarimento tra Emma e Harry.. ma non pensiate che sia tutto così facile muahaha nel senso che ci saranno sia delle svolte, che dei passi indietro nei prossimi capitoli.
Prima di scappare, vi ricordo che aspetto i vostri parerii!
Aaah, dimenticavo:
Non ho riletto perchè sto postando di fretta, dato che i miei mi aspettano in salotto dai parenti, quindi nel caso aveste trovato degli errori di battitura, mi scuso :)
Un bacione a tutte, tanto amore.
Raffy <3 
Frankie
 
             
 
Daisy



Gemma



Emma



Harry




 

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Capitolo 6
*** You've Been Drinking Too Much For Sure. ***


You've Been Drinking Too Much For Sure.
 
Il riassunto della serata trascorsa è piuttosto veloce: arrivate al locale mia sorella incontrò il suo famoso ex ragazzo e abbandonò me, Frankie e Gemma al bancone del bar, sparendo per parlare con lui. Questo fu un grosso errore semplicemente perché Gemma, che teoricamente essendo la più grande tra tutte avrebbe dovuto tenerci d'occhio, fu quella che si sbronzò per prima. Così io e Frankie, abbastanza note per non reggere l'alcool, la seguimmo poco dopo. 
Quella era l'unica cosa che mi ricordavo in quel momento, mentre Daisy aveva pensato bene di accendere la musica a palla per svegliarci. Quando aprii gli occhi, l'unica cosa che percepii fu mia sorella cantare sulle note di "Hangover" di Taio Cruz, un forte mal di testa e Gemma nel mio letto.
-You've got a hangover uooooh you've been drinking too much for suuuure- la stava addirittura indirizzando a noi cambiando il soggetto della frase da "I" a "You". Era piuttosto esaltata per i miei gusti.
-SPEGNI. QUELLA. MUSICA.- urlammo contemporaneamente noi tre. 
-Ma vi siete messe d'accordo? E comunque questa canzone vi si addice- Daisy scoppiò a ridere in seguito a quella scena. 
-Che ci faccio qui?- Gemma sollevò la schiena dal mio letto portandosi le mani alle tempie, sintomo che non solo a me stava scoppiando la testa.
-Bè, da dove cominciare? Siamo entrate nel locale, sono sparita per mezz'ora e quando sono tornata non riuscivate a reggervi nemmeno in piedi. Ho dovuto chiamare un taxi per portarvi a casa.-
-Daisy non fare la santarellina, se non ci fosse stato James a guastarti la serata, ti saresti sbronzata anche tu- disse Frankie tirandole un cuscino addosso.
-Esatto, e spegni quella musica!- ripetei io, facendo lo stesso con un altro cuscino. Gemma ci copiò.
-E questo per che cos'era?- le domandò Daisy.
-Non lo so! Te lo avevano tirato tutte, non volevo essere l'unica a non farlo- tutte scoppiammo a ridere.
Ci facemmo raccontare per filo e per segno come era andata la serata mentre stavamo facendo colazione. In pratica il suo ex fidanzato, James, avevo provato a riconquistarla come sempre, e lei non aveva ceduto, così era tornata da noi che eravamo già in condizioni alquanto critiche.
-Gemma, la prossima volta sii più responsabile- la presi in giro io, sentendo la descrizione dettagliata del suo comportamento da ubriaca.
Daisy ci aveva svegliate a mezzogiorno e circa verso le due uscimmo di casa per accompagnare la signorina Styles all'hotel in cui alloggiava.
-Preparatevi, mia mamma vorrà sapere cosa è successo- ci disse prima di entrare. -Ma tranquille, potete dire la pura verità. Conoscendola si metterà a ridere- il rapporto tra Anne e Gemma era un po' come quello tra me e mia mamma. Anche loro si vedevano raramente, ma le poche volte in cui erano insieme, si comportavano come due sorelle; non avevano segreti.
-Buongiorno ragazze- non fece in tempo a finire la frase, che ce la ritrovammo davanti.
-Ciao Anne- rispondemmo a turno. -Ciao mamma, scusa se non ti ho detto che non sarei tornata stanotte.. ma .. vedi.. abbiamo avuto ehm.. abbiamo avuto qualche imprevisto- nessuna di noi riuscì a trattenere le risate dopo quella giustificazione.
-Ho già capito, vi siete ubriacate e non eri per niente presentabile.- 
-Come hai fatto a intuirlo?- scherzò Frankie.
-Bè, in realtà diciamo che io sono stata quella che le ha riportate a casa sane e salve essendo l'unica sobria- aggiunse Daisy dandosi arie.
-Scommetto che è stato solo perché avevi ben altro da fare- Anne ammiccò facendole l'occhiolino e noi scoppiammo a ridere di nuovo.
-Tutta questa felicità?- avrei riconosciuto la sua voce in mezzo a mille altre perché l'avevo sia amata follemente, che odiata come non mai.
-Oh, ecco l'altro figlio. Stanotte ne ho persi due su due! Dove eri finito?- sua madre lo abbracciò lasciandogli un bacio in fronte.
-Ero all'hotel di..-
-Fammi indovinare.. Taylor?- Gemma concluse la frase con un tono abbastanza contrariato. A quel punto suo fratello le lanciò un'occhiataccia.
-Avete per caso visto gli altri ragazzi? Dovremmo andare a provare!- lui cambiò discorso, forse sapeva già del pensiero di sua sorella sulla sua "Love Story".
-Sapremmo risponderti se solo ce li avessi presentati, non sappiamo neanche come sono fatti!- "Poco diretta Daisy" pensai tra me e me, ma in fin dei conti aveva ragione.
-Ma H! Ancora non glieli hai fatti conoscere?- lo rimproverò Anne. 
-E' vero, scusate. Ma guardate, sono lì. Ora ve li presento.- Harry incominciò a sventolare le braccia per farsi notare da quattro ragazzi che distavano pochi metri da noi. Tutti lo notarono e io li studiai per bene, uno per volta. Dovevo ammettere che erano tutti dei bei ragazzi.C'era il biondino che doveva essere Niall, il figlio di Maura, dato che era la sua fotocopia. Subito affianco a lui c'era quello moro che mi aveva incuriosito sui mega poster che avevo visto ovunque per la città, sembrava misterioso. Dietro a loro c'erano gli ultimi due, quello con la testa rasata e quello sempre sorridente.
-Styles, dobbiamo parlare con Taylor.. ti sta facendo stancare troppo ultimamente- a parlare fu proprio quest'ultimo. Harry accennò un sorriso trattenendosi un po', forse non si trovava molto a suo agio a parlare di quelle cose davanti a noi. Dopo aver esclamato un -Ciao Anne, ciao Gemma- generale, si bloccarono a fissare noi.
-Ma vedo che ci sono delle visite! Non ce le presenti Harold?- parlò quello con la testa rasata.
-Giusto, loro sono Daisy, Frankie e.. Emma- non capii perché ci fu quella breve pausa tra il nome della mia migliore amica ed il mio. 
-Ah, lei è la famosa Emma! Piacere, Liam- il ragazzo che aveva posto la domanda mi porse la mano presentandosi. Aspettate: "Famosa Emma?". Sapevano forse qualcosa di me?.
-Harry ci ha parlato molto di te. Piacere, Zayn- ormai stavo porgendo la mano in modo meccanico, fissando Harry e immaginandomi milioni di modi per ucciderlo dato che anche gli altri due, Niall e Louis, dissero la stessa cosa. 
-H, mi devi delle spiegazioni- dissi mentre gli altri quattro erano impegnati a presentarsi a Daisy e Frankie.
Lui chiaramente mi ignorò e cercò di sfuggire dicendo che doveva correre a provare per lo spettacolo di quella sera, ma la sua fuga non sarebbe durata a lungo, ne ero sicura. 
Quel pomeriggio lo passammo in giro per negozi, alla ricerca di qualcosa da indossare al concerto. La sera arrivò più in fretta del previsto.
-Come sto?- feci una giravolta su me stessa mostrandomi alla famiglia Styles, una volta tornate all'hotel dopo essere andate a casa a vestirci. Indossavo un vestito nero lungo fino a metà coscia e un paio di scarpe alte. I capelli li avevo raccolti in una treccia laterale.
-Ora capisco perché Harry era innamorato perso di te- disse Mark, prendendosi una gomitata dritta nelle costole da parte di Anne.
-Tranquilla, so tutto- le feci un'occhiolino al quale rispose con uno sguardo confuso. -Tu mi nascondi qualcosa!- mi sussurrò una volta salite sul taxi che ci avrebbe portato al Madison Square Garden.
Una volta giunti all'arena, realizzai quanto dovesse essere importante per dei cantanti fare un concerto in quel posto. Era immensa.
-Vedo le altre famiglie là- esclamò Robin, indicando dei posti a sedere. Il luogo era ancora vuoto.
-Ma ci sederemo con i parenti? Siamo così importanti?- mi sussurrò Frankie all'orecchio. Io la guardai sorpresa della stessa cosa e feci spallucce.
Anne si prese il carico di presentarci a tutti, appellandoci come "amiche di famiglia". Conoscemmo Johannah e Dan, la madre di Louis che aveva lo stesso identico sorriso del figlio ed il suo compagno; Karen e Geoff, i genitori di Liam, accompagnati dalle altre due figlie maggiori Ruth e Nicola; Maura, che già conoscevamo, Bobby e Greg i genitori di Niall e suo fratello; ed infine Trisha e Yaser, i genitori di Zayn. Devo ammettere che un secondo dopo, non mi ricordavo nemmeno uno di quei nomi, ma guardarli mi faceva un bellissimo effetto. Erano tutti così uniti e felici di trovarsi in quella situazione. Si leggeva l'orgoglio nella faccia di ognuno di loro.
Io, Frankie e Daisy seguimmo come dei cagnolini Gemma, che ci portò nella parte "giovanile" delle famiglie dove erano presenti anche vari amici, in modo da farci sentire meno a disagio. 
Nel pomeriggio avevamo avuto la grande idea di documentarci su qualche canzone della band, non volevamo sfigurare davanti a tutte quelle persone; si sarebbero chieste che diavolo ci facevamo lì. Fortunatamente qualche melodia mi era rimasta in testa, infatti era il genere musicale che piaceva a me e dovevo ammettere che le loro voci erano davvero belle. 
Non fu difficile fare conoscenza con i familiari, era tutta gente molto carina e cordiale. Proprio mentre stavo parlando con Ruth, la sorella di Liam, di quanto fosse strano trovarsi lì per me, le luci dell'arena che nel frattempo si era riempita, si spensero. Gemma mi stritolò una mano, facendomi capire il suo stato di agitazione e io cercai di farla calmare. Eravamo vicinissimi al palco, in una zona riservata da cui di vedeva tutto perfettamente. Il numero delle persone presenti quella sera era impressionante. E pensare che erano tutte lì per vedere quei cinque ragazzi che mi erano sembrati così semplici, lo era ancora di più.
Il palco si illuminò e sul mega schermo iniziò il conto alla rovescia che segnava l'entrata della band. Il pubblico urlava a gran voce e quando entrarono in scena, mi sembrò surreale vedere Harry lì su quel palco davanti a milioni di persone. E' vero, avevo sempre pensato che avrebbe fatto strada nel mondo della musica, ma vedere che i suoi sogni si erano realizzati mi fece venire addirittura i brividi.
-Hai visto come è cresciuto il mio fratellino?- Gemma aveva le lacrime agli occhi, la capivo benissimo.
Cantarono due o tre canzoni che fecero un gran successo tra il pubblico, tutti ballavano e cantavano continuamente e sullo schermo alle loro spalle venivano riprodotte le immagini che li rappresentavano dal momento della loro formazione. Daisy e Frankie erano emozionate quanto me, forse anche un po' sorprese nel vedere quello scricciolo ricciolino essersi trasformato in una star mondiale. 
Sfortunatamente però, arrivò anche il momento che più temevo. Louis, che nel frattempo avevo scoperto essere il più grande tra tutti i ragazzi, prese la parola.
-Ora canteremo una canzone che ci è molto cara perché l'ha scritta uno di noi, ovvero il nostro Harry.- il pubblico incominciò a sbraitare, mentre io avrei voluto sotterrarmi.
-Sì, vedo che avete già capito di che canzone si tratta. Questa è "Summer Love" ed è il primo singolo del nostro nuovo album che uscirà a breve!- .
La musica fin troppo familiare cominciò e io sentii una stretta al cuore, mi rividi per un momento in spiaggia, sola con Harry e la sua chitarra. Tutti e cinque i ragazzi si erano seduti sul bordo del palcoscenico, rendendo felici le fans proprio lì sotto. Niall suonava la chitarra assieme a due ragazzi della band musicale. Iniziò a cantare Zayn, come ricordavo dall'ultima volta in cui l'avevo sentita. Non avevo avuto più il coraggio di farlo, dopo quella mattina a Londra. 
La seconda strofa, come ricordavo perfettamente, era proprio quella di Harry. 
-Don't promise that you're gonna right, don't promise that you'll call. Just promise that you won't forget we had it all- la cantai inconsapevolmente, non sorprendendo affatto Gemma che infatti sapeva benissimo a chi era destinata. Mi sentii accarezzare le spalle da Anne, che era seduta proprio dietro di me e la guardai sorridendo, così come feci con Daisy e Frankie. Quel discorso che avevo avuto la sera prima con Harry, aveva davvero cambiato tutto.
Quando riportai lo sguardo sul palco, mi resi conto che proprio lui stava inconfondibilmente fissando me, mentre il biondino cantava il ritornello. Voleva forse renderlo ovvio? 
"Ma sì, chi se ne importa" pensai, prima di iniziare a cantare rendendolo chiaramente visibile al ricciolino.
-So please don't make this any arder. We can't take this any farther and I know, there's nothing that I wanna change.- cantando quella strofa mi resi conto delle lacrime che stavano bagnando il mio viso. Erano le parole con le quali mi aveva lasciato, facevano ancora male. Lo guardai ancora una volta, anche lui stava piangendo. Anche lui aveva le lacrime sul volto. Non volevo crederci.
Le sue lacrime, a differenza delle mie, le potevano vedere tutte le persone presenti quella sera. Tutti si stavano sicuramente chiedendo il perché di quel suo pianto, ma a lui non interessava, lui era felice di essere su quel palco a cantare quella canzone. Probabilmente avevano lo stesso puro significato delle mie: bei ricordi che tornano alla mente.
Quando la canzone finì, il boato del pubblico fu immenso ed io non avevo smesso per un secondo di guardare quel ragazzo che aveva ancora gli occhi da quindicenne.
Dopo una serie di altre canzoni, ci furono i discorsi di ringraziamento da parte di ognuno di loro che mi fecero emozionare perché dal loro modo di parlare, dal modo in cui non si vergognavano di avere le lacrime agli occhi davanti a tutte quelle persone, potevo capire quanto fossero ragazzi con i piedi per terra. Niall fu l'ultimo a parlare, e infine annunciò la canzone che avrebbe chiuso il concerto.
-La nostra ultima canzone sarà quella che avrà sempre un posto speciale nel nostro e nel vostro cuore. Grazie di tutto, questa è "What Makes You Beautiful"- 
Quando sentii quel titolo mi girai verso Frankie e Daisy scoppiando a ridere. Come avevamo fatto a sapere ogni singola parola di quella canzone, senza sapere chi la cantava? Bè, forse però era stato meglio così. Forse se lo avessimo saputo prima, non avrei mai più voluto ascoltare qualcosa di loro non venendo così a conoscenza della pubblicazione di "Summer Love". In effetti non rimpiangevo nulla. 
Dovete credermi quando dico che chiunque in quel posto cantò a squarciagola quel brano. Fu un momento bellissimo che non avrei mai scordato. 
L'intero concerto sembrò durare pochissimo, in effetti il tempo vola quando ci si diverte. Quando tutti i parenti si alzarono, compresa Gemma, chiesi dove ci stessimo dirigendo.
-Venite, stiamo andando nel backstage. Sul retro c'è il bus che ci porterà al luogo dell'after party!- mi sentivo in un certo senso importante ed ero sicura che Daisy e Frankie stessero provando lo stesso. Avevamo gli stessi trattamenti di qualsiasi familiare, ed era un onore.
-Ed ecco i nostri ragazzi!- quello che mi sembrava ricordare essere il padre di Liam esclamò quella frase correndo incontro al figlio, così come fecero tutti gli altri familiari verso i propri. Io, Frankie e Daisy pensammo di rimanere in disparte per un minuto, in quel quadretto non non c'entravamo. Quando vidi Anne, Gemma, Robin e Mark tornare verso di noi dopo essersi complimentati con Harry, notai proprio quest'ultimo allontanarsi per rispondere al telefono.
-Ma Taylor che fine ha fatto?- Frankie mi fece capire una cosa con quella domanda.
-Credo che non sia venuta- rispose Anne. Non appena concluse quella frase, mi diressi verso Harry che aveva appena riattaccato il telefono. Aveva uno sguardo triste.
-Che succede H?- lui alzò lo sguardo e abbozzò un sorriso vedendomi.
-Taylor non è venuta.. aveva promesso che ci sarebbe stata- c'era un velo di tristezza nei suoi occhi che non avrebbe dovuto esserci, era la sua serata.
-Ma ci sarà all'after part, no?-
-Sì, ma quello non importa. Questo è stato il concerto più importante della mia carriera e lei non era qui a sostenermi- non sapevo cosa dire. Era strano per me trovarmi in quella situazione; infine ebbi un'idea.
-Bè, non penso di contare come lei, ma se ti può consolare io sono qui e non sono mai stata così orgogliosa di te.- non c'era altro che verità in quella mia frase. Non era solo un modo per fare sentire meglio lui, era anche un modo per far sentire meglio me. Harry mi guardò per qualche secondo in silenzio, poi allungò le braccia verso di me in segno che avrebbe voluto abbracciarmi e io feci lo stesso.
-Ti voglio bene Em.- il mio volto era sul suo petto, non eravamo più alti uguali come tre anni prima, ormai lui mi superava di oltre venti centimetri. 
-Te ne voglio anche io H!- si okay, ma non mi sarei ovviamente fatta scappare quell'occasione per chiedergli come mai aveva pianto durante il concerto. Mi staccai dall'abbraccio continuando però a guardarlo.
-Harry, ti ho visto piangere prima- 
-Sì ehm.. scusa, mi sono fatto prendere un po' dalla situazione. Non cantavo quella canzone davanti a te da praticamente tre anni e boh, mi sono emozionato.- bene, era la conferma che avevamo provato la stessa cosa. Lo riabbracciai di nuovo, contenta di quella sua ennesima confessione.
-Che succede qui?- Louis, uno dei ragazzi della band, fece capolino tra di noi. Io e Harry reagimmo in modo imbarazzato, forse quel ragazzo aveva frainteso.
-Emma- disse lui. -Harry- dissi contemporaneamente io.
-Louis- aggiunse Louis ridendo. Io e Styles lo seguimmo a ruota.
-Tranquilli, ero solo venuto a dirvi che tra poco il bus parte e a meno che non vogliate stare qui, vi conviene muovervi- ci guardammo intorno e notammo che in effetti la maggior parte della gente era sparita. 
Usciti da quell'enorme edificio, prendemmo il bus sul quale mi ricongiunsi con Frankie e Daisy che, vedendo dal modo in cui dialogavano con Niall e Liam, non avevano dovuto sentir molto la mia mancanza.
-Ah eccoti.- esclamò Daisy. -E' la seconda volta che sparisci con Styles! Mi devo preoccupare sorellina?- le feci una linguaccia.
-Si esatto, dobbiamo preoccuparci?- Liam si intromise facendo, evidentemente, il verso a mia sorella. Mi misi a ridere evitando così quella domanda, anche se non c'era in realtà niente da evitare: Io e Harry stavamo solamente riuscendo a essere amici.
Una volta scesi dal bus, un'orda di fotografi ci corse incontro urlando uno per uno i nomi dei ragazzi.
-Ti dovrai abituare a questo- mi si affiancò Anne sorridente come sempre.
-Ma io non sono nessuno!- risposi facendole capire che per me quelle situazioni erano davvero impressionanti.
-Tu sei Emma Edwards, a loro basta questo- mi fece l'occhiolino e raggiunse Robin, pochi metri più avanti a noi. 
A un certo punto, un nome tra le voce dei paparazzi si fece sempre più presente.
-Taylor, Taylor. Guarda qui Taylor!- dovevo intuire che era arrivata. 
Raggiunsi l'entrata del locale e lei mi passò di fianco.
-Ciao Emma!- sorrise.
-Ciao Taylor!- risposi ricambiando.
Il locale era abbastanza buio, ma notai perfettamente che c'era una specie di palcoscenico dove i cinque ragazzi si erano posizionati inizialmente. 
Dopo circa mezz'ora, la maggior parte di presenti era già ubriaca, ma io Frankie e Gemma pensammo bene di risparmiarci quella sera. Ci saremmo concesse solamente un bicchiere, dato che Daisy aveva promesso che non ci avrebbe più riportate a casa in quelle condizioni.
C'era un secondo piano, a cui si aveva accesso da una scala a chiocciola. Proprio su quella, vidi Harry e Taylor tenersi per mano.
-Ce lo porta via anche durante la sua festa? Questo è davvero troppo!- evidentemente non ero stata l'unica a notarli, visto che Gemma commentò immediatamente.
-Tranquilla, te lo riporto qui io!- Niall aveva sentito la sua frase così subito prese in mano la situazione dirigendosi verso il palco e chiedendo a tutti i ragazzi di raggiungerlo. A Gemma spuntò un sorriso di sollievo quando vide suo fratello correre giù di corsa. O meglio, cercare di correre giù di corsa, dato che era abbastanza brillo.
-Bene, dobbiamo fare un annuncio!- esclamò Liam al microfono ricevendo l'attenzione di tutti i presenti.
-Aspettate, aspettate! Lo voglio dire io!- Harry ubriaco mi spaventava, avrebbe potuto dire qualche stupidata.
Improvvisamente mi ritrovai Taylor al mio fianco, non sapevo come avesse fatto ad arrivare lì senza che la vedessi, ma le sorrisi e tornai ad ascoltare i ragazzi.
-Siamo felici di annunciare che "Summer Love" si è posizionata al primo posto in 36 paesi!- la mia reazione fu quella di portarmi entrambe le mani davanti alla bocca stupita. Una canzone che Harry aveva scritto a quindici anni per me e sottolineo, per me, era prima in classifica in così tanti paesi. Era incredibile.
Tutti i presenti incominciarono ad applaudire e a complimentarsi con i ragazzi per il bel risultato ottenuto, ma Harry non sembrava aver finito il suo discorso.
-Vorrei ringraziare anche una persona in particolare che è qui in questo locale- "No Harry, non farlo, non farlo!" pensai tra me e me. 
-Lei mi ha ispirato questa canzone- Taylor di fianco a me sorrise portandosi una mano vicino al cuore come se fosse sicura si trattasse di lei. Probabilmente non sapeva nemmeno il testo del brano, altrimenti si sarebbe resa conto che era alquanto impossibile che parlasse di lei.
"Harry, non farlo. La ferirai". In qualunque caso non volevo che lei ci rimanesse male.
-Esattamente tre anni fa.- ecco, l'aveva fatto. Taylor cambiò repentinamente espressione.
-Grazie Emma Edwards, è tutto merito tuo!- mi indicò e tutti si girarono verso di me. 


Buonasera donzellee :)
Sono stata veloce anche questa volta? Ma ceerto che si haha 
L'ho fatto perchè siccome tra due giorni partirò per il mare e rimarrete senza capitoli per circa due settimane, volevo lasciarvi con un po' di suspense del tipo "oddio, adesso Taylor la uccide?" muauahahahha
Spero che vi sia piaciuto e spero di ricevere un po' più di recensioni, altrimenti che scrivo a fare? 
Un baciooone e grazie a
"nayn" per essere sempre presente con delle recensioni stupendee!
Love you, Raffy <3


 
      Frankie:
                 

 
Daisy:
                                                                         
 

Emma:
     

Gemma, Anne e Harry:
     
                       



 

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Capitolo 7
*** Good Bye Fairy Tail. ***


Good Bye Fairy Tail.
 
Mi sarei aspettata un'uscita di scena teatrale da parte di Taylor, invece lei rimase lì immobile senza dire una parola prima di raggiungere il suo fidanzato nel momento in cui scese dal palco.
-Vedete, è in momenti come questi che penso che mio fratello dovrebbe essere sempre ubriaco!- esclamò Gemma quando la musica si rialzò e tutti gli invitati ricominciarono a parlare tra di loro.
-Ma quindi lei non sapeva niente?- domandò Daisy, riferendosi chiaramente a Taylor.
-Evidentemente no, ma non credo che se la sia presa più di tanto.. voglio dire, tutti possono avere un passato no?- ero piuttosto convinta di ciò che stavo dicendo.
-Ne sei proprio sicura? A me non sembra molto tranquilla- Frankie indicò alle mie spalle la discussione che stava avvenendo tra lei e Harry. In effetti non sembrava per niente pacifica. 
Sinceramente non ne vedevo il motivo; io e Harry avevamo avuto un passato, ma quel passato era davvero concluso. Entrambi ci eravamo rifatti una vita, anche se lui ci era riuscito con migliori risultati. In quel momento eravamo riusciti a recuperare un'amicizia a cui chiaramente tenevamo molto, ma non avremmo mai speculato su ciò che era successo tre anni prima. Come lui aveva Taylor, io avevo Josh e non potevo esserne più felice.
Chiaramente tutto ciò non entrava in testa alla bionda che sembrava piuttosto scossa dalle parole del suo fidanzato. La serata infatti andò avanti senza la presenza dei due che, con la scusa che si sarebbero assentati qualche minuto, sparirono per circa tre ore ovvero fino alle quattro di mattina, ora in cui in party si concluse. Fummo accompagnate a casa dallo stesso Andy che ci aveva scortate fuori dall'hotel qualche sera prima e non parlammo più di ciò che era successo. Erano circa le cinque del mattino quando stavo finalmente infilandomi sotto le coperte dopo essermi struccata e aver indossato una felpa enorme che avevo rubato a Josh prima di partire, quando il mio telefono si illuminò. 
Pensai che fosse proprio il mio fidanzato, data l'ora. Il messaggio però era stato inviato da un numero sconosciuto e diceva "Affacciati alla finestra". Ovviamente non poteva essere lui, così feci come c'era scritto per vedere di chi si trattasse. Quando scostai le tende e mi sporsi all'esterno, trovai Harry arrampicato sulla scala antincendio vicino alla mia camera.
-Styles, che diavolo ci fai qui?- domandai cercando di tenere il tono di voce più basso possibile, non volevo che mia sorella e Frankie sentissero.
-Avevo bisogno di prendere un po' d'aria- rispose stupidamente.
-E ovviamente per prendere un po' d'aria hai deciso di venire qui, a quasi due isolati dal tuo hotel.- presi una pausa per poi giungere alla conclusione più ovvia.
-Sei ancora ubriaco?- più che una domanda, suonava come un'affermazione.
-No, sono sanissimo Emma. E prima non ero ubriaco, solo un po' brillo- sorrise lui. E per poco non si era fatto uccidere dalla sua ragazza aggiungerei.
-Va bè, hai intenzione di stare qui fuori al gelo o pensi di entrare?- non feci in tempo a chiederglielo, che si catapultò all'interno della mia camera con un salto.
-Come hai fatto ad arrivare qui? Nel senso, come hai fatto a scoprire dov'è la casa di Daisy?- inoltre era piuttosto strano che avesse proprio azzeccato la mia finestra.
-Mia sorella è una buona aiutante, poi ho visto che ti sei affacciata poco fa e ho capito che questa era camera tua- ah giusto, avevo sentito un rumore provenire da fuori ed avevo controllato sporgendomi.
-Mi sorprendi H!- dissi buttandomi sul mio letto. Lui mi guardò come per chiedermi se fosse autorizzato a fare lo stesso e quando annuii, si lanciò affianco a me.
-Come mai sei qui?- mi sembrava di essere un'inquisitrice, gli stavo ponendo miliardi di domande.
-Ho litigato con Taylor- ammise guardando di fronte a se.
-Fin lì penso ci siano arrivati tutti. Potevi evitare di farle fare la figura della scema!- dissi ridendo, anche se non mi era dispiaciuto affatto.
-Ma io ho solo detto la verità. Quella canzone è prima in classifica solo grazie a te, sei tu che mi hai ispirato e quindi sei tu che ti prendi i meriti!- si era voltato verso di me e mi stava fissando direttamente negli occhi. Io arrossi, mi faceva sempre quell'effetto.
-E comunque nel nuovo album ci sono altre canzoni che ho scritto pensando a te. Non le abbiamo inserite nel primo album solo perché avevamo già 18 canzoni complete- spalancai gli occhi sconvolta. 
-H, sappi che hai fatto un grosso errore a dirmelo- feci un espressione seria solo per farlo spaventare.
-Perchè?- ci ero riuscita, data la sua reazione.
-Perchè sai che sono curiosa, ora voglio sentirle!- risposi dandogli una leggera spinta. Lui si mise a ridere e sfilò il suo cellulare dalla tasca.
-Dovrei averne una qui sul telefono- mi disse scorrendo nella sua libreria di iTunes. Si fermò su una canzone intitolata "Rock Me".
-Eccola, è questa.- sfilò dall'altra tasca un paio di cuffiette e me ne porse una, notando la mia espressione mista tra spavento e terrore.
-Che c'è?- domandò.
-Rock Me?- ripetei il nome della canzone cercando di capirne il senso.
-Tu ascolta, le domande alla fine- mi fece l'occhiolino e mi porse di nuovo la cuffia, che questa volta accettai. 
La musica che sentii nelle mie orecchie mi ricordò subito "We Will Rock You", famosissima canzone dei Queen. Quando poi sentii la voce di Harry, cercai di nascondere i brividi che mi percorsero sulla schiena ascoltando attentamente il testo.
 
Do you remember summer ‘09 ?
Wanna go back there every night 
Just can’t lie it was the best time of my life 
Lying on the beach as the sun blew out 
Playing this guitar by the fire too loud 
Oh my my they could never shut us down.
 
"Ti ricordi l'estate del '09? Vorrei tornarci tutte le notti. Non posso mentire, è stato il periodo più bello della mi vita".
Non potevo credere alle sue parole, sì perché erano proprio sue. Aveva scritto lui quella canzone, era tutta farina del suo sacco e si riferiva a ciò che avevamo passato insieme. Nel frattempo di fianco a me canticchiava quel suo stesso assolo che finì per dare spazio alla voce di Louis.
 
I used to think that I was better alone 
Why did I ever want to let you go?
Under the moonlight as we stared at the sea 
The words you whispered I will always believe .
 
"Pensavo che sarei stato meglio da solo. Perché ti ho lasciata andare? Crederò sempre alle parole che mi sussurravi sotto la luna mentre guardavamo il mare". 
Sapevo perfettamente a cosa si riferisse. Infatti la prima vera volta in cui avevo confessato di amarlo eravamo in spiaggia e mi era uscito spontaneo, in un momento di silenzio mentre eravamo incantati a fissare il mare. Era stata una cosa improvvisa a cui non ero riuscita a dare freno, ma il sorriso che era spuntato sulla sua faccia dopo avermelo sentito dire non mi aveva assolutamente fatto pentire di averlo detto. 
 
I want you to rock me,rock me, rock me, yeah 
I want you to rock me, rock me, rock me, yeah 
I want you to hit the pedal heavy metal show me you care 
I want you to rock me, rock me, rock me yeah 
 
Sapevo perfettamente cosa volessero dire quelle parole nel linguaggio come si suol dire "urbano", e sapevo altrettanto meglio di non averle mai dette in quell'occasione perciò gli rubai il cellulare dalle mani mettendo la canzone in pausa.
-H!- esclamai guardandolo.
-Sì, lo so quello che stai pensando. Noi non siamo mai arrivati a quel punto, ma una notte l'ho sognato e ho pensato di scriverlo nella canzone- in quel momento mi sembrò talmente tenero che avrei voluto solamente abbracciarlo, ma pensai che sarebbe stata una cosa troppo spinta perciò mi limitai a sorridere e a spettinargli i capelli per poi far partire la canzone da dove l'avevamo lasciata. Dovevo ammettere che mi piaceva ogni singola parola. 
-Sono stato bravo vero?- si pavoneggiò quando finì.
-Se non la smetti ti dirò che fa schifo- lo minacciai scherzando. Ci mettemmo entrambi a ridere, finendo casualmente nello stesso momento e trovandoci senza nulla da dire.
-Spiegami un po di Taylor- era mio dovere fare quella domanda, era in un certo senso colpa mia il litigio di qualche ora prima.
-Taylor è una ragazza stupenda, ma mi sento come limitato in molte cose da quando sto con lei- pensai alle parole di Gemma e capii a cosa si riferiva.
-Forse dovresti prendere una posizione nel rapporto, no?- volevo davvero che fosse felice e mi stavo rendendo conto di quanto non lo fosse.
-Non so quanto ancora andrà avanti sinceramente Em.- si stava confidando con me e mi suonava stranissimo; ci eravamo rincontrati da poco, ma sembrava come se non ci fossimo mai persi di vista.
-E tu?- mi domandò tornando a guardarmi.
-Io cosa?-
-Torneremo ad ignorarci quando saremo a Londra per via del tuo ragazzo?- non sapevo che risposta dargli. Il mio cuore voleva urlare un gigantesco no, ma poi pensai a Josh. Forse si sarebbe ingelosito, anzi, sicuramente l'avrebbe fatto. Io però non volevo rischiare di perdere Harry di nuovo.
-Harry, mi hai già abbandonato una volta.. non penserai di volerlo fare di nuovo..vero?- speravo che riuscisse ad intuire ciò che quella frase significava tra le righe, ovvero che io non l'avrei lasciato andare e che avrei voluto che lui facesse lo stesso.
-Non sarò così stupido da commettere  lo stesso errore una seconda volta- mi fece l'occhiolino alzandosi dal mio letto e dirigendosi verso la finestra dalla quale era entrato; io lo seguii.
-Sei entrato in camera mia in stile Edward Cullen in Twilight e pensi di uscire nello stesso modo? Non preferiresti usare la porta?- ero sicura che mia sorella e la mia migliore amica stessero già dormendo, non si sarebbero accorte di niente.
-Tranquilla, c'è un taxi che mi aspetta qui sotto- disse aprendo la finestra.
-Ah giusto, dimenticavo che tu sei Harry Styles- lo presi in giro e lui si mise a ridere per poi riavvicinarsi di nuovo a me e stamparmi un bacio in fronte.
-A domani Em!- sussurrò.
-Ah, H.- lo richiamai per porgli la domanda che mi frullava in testa dal momento in cui era entrato in camera mia. Lui si bloccò con una gamba all'esterno e una all'interno, a cavalcioni sulla finestra.
-Come hai fatto ad avere il mio numero?- poteva sembrare una domanda stupida, ma per me non lo era affatto. Io avevo eliminato il suo numero dai contatti subito dopo essere scappata dalla spiaggia tre anni prima e pensavo seriamente l'avesse fatto anche lui.
-Non l'ho mai cancellato- mi sorrise. 
-A domani Styles- gli dissi soddisfatta della sua risposta. Lui con un balzo uscì sul piccolo terrazzo per poi sgattaiolare giù tipiche scale antincendio Newyorkesi.
Non successe niente di particolare nei giorni a seguire, oltre al fatto che io, Gemma, Frankie e Daisy diventammo membri ufficiali della compagnia che era costituita dai cantanti e dalla loro band. Ogni sera andavamo in qualche locale diverso e Harry, ovviamente, non ci degnò mai della sua presenza perché troppo impegnato a stare dietro alla sua fidanzata. Nessuno però sapeva che dopo ogni serata si presentava in camera mia e ci stava per delle ore a parlare di tutto e di più. Una sera finì addirittura per addormentarsi di fianco a me. La mattina dopo Daisy ci aveva trovati dormienti sul mio letto e aveva capito che ormai era diventata un'abitudine. Avevamo riacquistato un bel rapporto e ne ero felicissima, non c'era niente da nascondere. 
Ero sicura che Taylor ce l'avesse con me dalla famosa sera in cui Harry aveva confessato di aver scritto "Summer Love" per me. In realtà non mi importava più di tanto, mi dispiaceva semplicemente perché io non avevo colpe e non volevo passare per la "cattiva" della situazione.
Era arrivato ormai il momento di tornare a casa e di affrontare la realtà. Avrei rivisto Josh, quella era l'unica cosa che mi risollevava il morale quella mattina in aeroporto. Sarebbe stato tutto molto più facile se gli ultimi dieci giorni fossero stati normali, senza rivelazioni o incontri inaspettati. 
Rivedere Harry mi aveva fatto capire quanto mi fosse mancato, quanto mi fosse mancata la sua famiglia. Anne era come una seconda mamma per me, mentre Gemma era mia sorella seppur non di sangue. Una volta tornate a casa sarebbero state entrambe a tre ore da Londra, non avrei potuto più rivederle ogni giorno.
Inoltre non era mai stato così difficile partire lasciando Daisy alla sua vita a New York. Erano stati dei giorni intensissimi, pieni di sbalzi di umore, ma lei era sempre stata al mio fianco; l'idea di non vederla più 24 ore su 24 non mi piaceva affatto. 
Fortunatamente c'era Frankie, la mia ancora di salvezza. Sapevo benissimo che da migliore amica avrebbe cercato di non farmi mancare niente una volta tornate a Londra. 
Ci trovavamo entrambe in un sala d'attesa dell'aeroporto JFK insieme a Anne, Robin e Gemma. Mark e i parenti degli altri ragazzi erano partiti qualche giorno prima. Liam e Zayn mi avevano promesso che mi avrebbero presentato le loro fidanzate che non erano riuscire a venire in America a causa lavoro, una volta tornati in città. Tutti i ragazzi si erano dimostrati molto socievoli e soprattutto con i piedi per terra. Mi ero affezionata singolarmente ad ognuno di loro. Sembrava ci conoscessimo da sempre, ma forse in un certo senso loro sapevano molte cose sul mio conto.. per merito di Harry. 
Avremmo preso lo stesso volo che casualmente avevamo prenotato separatamente.. Mia sorella Daisy aveva detto chiaramente "Se non l'avessi rincontrato qui, l'avresti fatto sull'aereo. Era destino!" e in effetti non aveva torto. Era come se qualcuno avesse voluto farci rincontrare e avesse escogitato un miliardo di modi per riuscirci. Bè, avrei dovuto ringraziare quella persona, se davvero fosse esistita. Sì, perché incontrare lui e tutti i suoi amici era stato solamente un bene per me.
Proprio in quel momento, fecero ingresso nella sala di attesa.
-No Niall, ti ho detto che non sto vicino a te perché l'ultima volta mi hai fatto cadere la Coca Cola addosso!- stava dicendo Zayn.
-Ma tanto tu dormi per tutto il viaggio, io sarò bravo questa volta. Non ti prometto che non mangerò però.. visto che è chiaramente impossibile- rispose il biondino. Niall era la versione femminile di Frankie. Mangiava continuamente senza mai riempirsi.. forse era quello il motivo per cui si erano legati così tanto.
-Sto io vicino all'irlandese- si intromise Louis. Liam fece una specie di espressione di strazio, come se fosse il padre di quei tre bambini capricciosi, poi ci sorrise.
-Buon giorno ragazze!- esclamò lui stesso attirando l'attenzione degli altri, che ancora stavano discutendo.
-Mi lusinga che tu mi veda ancora tanto giovane da chiamarmi ragazza!- scherzò Anne.
-Ma Anne, loro non hanno niente più di te- aggiunse Louis.
-No infatti, sono io che ho solamente una trentina d'anni in più di loro- rispose lei. Tutte scoppiammo a ridere.
-Va bene, è meglio che vada a fare un giro per l'aeroporto. Vieni Robin!- il suo compagno la raggiunse posandole un braccio sulla spalla. -A dopo!- dissero contemporaneamente ricevendo la stessa frase in coro di risposta.
-Ma mio fratello?- domandò Gemma non appena i due uscirono. Ovviamente si poteva capire benissimo dove fosse.
-E' con Taylor. E' venuta a salutarLO- rispose Louis enfatizzando le due lettere finali. Avevo notato che da quella famosa sera, Taylor si era staccata completamente dal gruppo portando con se anche Harry. Chiaramente i ragazzi non dovevano esserne molto entusiasti.
Passò poco tempo prima che il ricciolino tornò da noi. Sembrava ormai aver chiarito con la bionda, forse aveva seguito i miei consigli.
Per tutto il viaggio non feci altro che ridere alle battute di Louis, che quel giorno sembrava fin troppo in forma. Si dice sempre che il tempo passa velocemente quando si sta bene e si è in buona compagnia, ecco, per me quel volo durò pochissimo. Mi sembrò essere passata solo un'ora quando il pilota annunciò il nostro imminente atterraggio a Heathrow.
Scesi dall'aereo cercando di convincermi del fatto che avrei rivisto tutti presto, e a quanto pare non ero l'unica, dato quello che Harry mi disse avvicinandosi.
-Spero che tu abbia salvato di nuovo il mio numero, ci sentiamo più tardi per organizzare quando vederci- mi abbracciò e tornò a guardarmi negli occhi, notando la mia immensa tristezza in quel momento. -E non essere giù, prometto che questa volta non sarà un addio- mi sussurrò nell'orecchio, prima di stamparmi un bacio sulla guancia. Quelle sue ultime parole mi fecero sorridere, forse era proprio quello che volevo sentirmi dire. 
Fu l'ultimo a salutarmi, Gemma e Anne erano state le prime e anche le più dolorose. Sarebbe stato più difficile rivederle, soprattutto per il fatto che da lì a poco avrei re-iniziato i corsi in università.  
Mi sentivo come se fossi uscita da una favola e fossi ritornata alla mia vita.
 
 
 
Sono tornaaataa. 
Okay, non odiatemi vi prego! Come avevo detto, sono tornata dal mare esattamente una settimana fa e ho fatto di tutto per riuscire a pubblicare il prima possibile, pur essendo pienissima di verifiche e interrogazioni (So che mi capirete benissimo).
Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo, anche se non succede niente di che. Certo, Emma e Harry si stanno avvicinando sempre di più.. ma non credete che Emma sia troppo presa da Josh per tornare dal suo vero amore? Mmmh chi lo sa? 
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi prego, vi scongiurooo! 
Okay, la smetto ahah aspetto con ansia le vostre recensioni e, come sempre, vi lascio con le foto dei nostri protagonisti!
Hope you liked it, love youuu <3
Raffy.
 
          Frankie:  
                                          
  

 
Daisy:
      
 
Emma:
    


Sono troppo orgogliosa di loro, davvero:

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Capitolo 8
*** The Famous Contryside's House. ***


The famous countryside's house.
 
L'approccio con la mia vecchia vita fu abbastanza difficile. Sì, perché erano cambiate tante cose non tanto all'apparenza quanto nella mia testa.
Appena tornata a Londra, mi ero precipitata da Josh per salutarlo. Dovevo essere sincera con me stessa però: in quei giorni lontana da lui non avevo sentito molto la sua mancanza. O almeno non come di solito accadeva.. questo era uno dei tanti motivi per i quali non facevo altro che pormi domande che mi facevano andare sovra-pensiero. Gli avevo raccontato tutto quello che era successo e, fortunatamente, non aveva avuto la reazione di disperazione che tanto mi aspettavo, anzi, era stato comprensivo e si era mostrato addirittura felice quando gli avevo confessato di essere contenta di aver ritrovato in Harry un amico.
Quest'ultimo, a proposito, si faceva sentire ogni singolo giorno; mi chiamava la sera e stavamo al telefono delle ore. Lui mi parlava dei suoi problemi ed io dei miei; non c'era nessun filtro tra noi. 
Josh ovviamente ne era a conoscenza, come era perfettamente a conoscenza del fatto che Harry stesse con Taylor, perciò non si poneva nessun problema a riguardo anche perché io non lo trascuravo in nessun modo. 
Anne e mia madre si erano rincontrate, riscoprendosi anche loro amiche come un tempo. Il sorriso che si era stampato sul viso di mia mamma non appena l'avevo fatta parlare con Anne al telefono nel giorno in cui ero andata a trovarla a Birmingham, era stato stupendo. Stavo pian piano riuscendo a capire che la rottura tra me e Harry era stata orribile non solo per noi diretti interessati, ma anche per tutti quelli che ci stavano intorno. Le nostre famiglie si erano legate abbastanza durante la famosa vacanza ed erano state costrette a evitare qualsiasi contatto date le condizioni per niente piacevoli che si erano create, ed ero felice che tutto si stesse sistemando.
Le due, inoltre, avevano pensato bene di organizzare una specie di rimpatriata durante le feste, quando sarebbero stati presenti anche i genitori di Frankie, in viaggio da San Francisco. Non sarebbe stata una cattiva idea se non fossi venuta a sapere tramite Harry, della presenza di Taylor in Inghilterra durante le vacanze natalizie. Il problema non era mio, quanto della bionda. Non volevo si creassero disguidi, perciò pensai bene di invitare anche Josh per dimostrare alla cantante che non avevo nessuna intenzione di rubarle il suo amato fidanzato.
Il problema peggiore era quello di non avere un posto dove stare. Le tre donne, ovvero Anne, mia madre e Nicole, la madre di Frankie, sembravano talmente prese dall'idea di rivederci tutti che fecero le cose in grande, non tenendo conto però che saremmo praticamente stati in metà di mille e sarebbe stato difficile trovare un posto dove stare. La casa Styles ad Holmes Chapel era piuttosto piccola per ospitarci tutti, così come quella dei miei a Birmingham e quella mia e di Frankie a Londra. Harry aveva proposto la sua villa lussuosa londinese, ma sfortunatamente Robin ebbe la pazza idea di invitarci nella sua casa di campagna, salvando così la situazione.
L'ho appena definita "pazza idea" perché potete immaginare me, Harry, Taylor, Josh, Gemma, Frankie e Daisy sotto lo stesso tetto per tre giorni? Esatto.. tre giorni perché, essendo la casa a circa quattro ore dal centro, sarebbe stato alquanto scomodo spostarsi in macchina per poi riuscire a stare insieme solo qualche ora.. O almeno questa era l'idea di tutti gli adulti coinvolti! Perciò i giorni 24, 25 e 26 Dicembre, sarebbero stati i tre giorni più strani e difficili della mia vita da diciottenne.
La sera prima di partire, Josh era rimasto a dormire da me e si era dimostrato più volte ansioso per quella specie di vacanza che avremmo dovuto passare insieme a una persona in particolare che a lui non andava molto a genio. In realtà il mio fidanzato non odiava Harry, provava solo una grande rabbia nei suoi confronti per avermi fatta soffrire. Era piuttosto protettivo.
 
La mattina della vigilia di Natale saremmo andati a casa di Robin con la mia macchina per incontrare gli altri.
Dovevo ammettere che era tutto stranissimo. Mi suonava tanto come uno di quei film in cui le famiglie si riuniscono durante le vacanze natalizie e, casualmente, incominciano a verificarsi delle serie di disastri improvvisi. Ero terrorizzata da tutta quella situazione, ma non lo davo a vedere. 
Frankie, al contrario, sembrava essere eccitata all'idea di scoprire cosa sarebbe accaduto, per questo le avevo ripetuto più volte di smetterla di guardare le sue amate soap opere britanniche. Si era perfino offerta di guidare per quattro ore al mio posto.. cosa alquanto strana da parte sua.
Non essendo riuscita a chiudere occhio per tutta notte, fortunatamente dormii per tutto il viaggio. Prima di cadere in un sonno profondo però, cercai di trovare tutti gli aspetti positivi dei successivi tre giorni. Per prima cosa, avrei passato molto tempo con la mia famiglia, cosa che non facevo praticamente mai. Saremmo stati al completo, dato che Daisy era atterrata a Birmingham la sera prima e si sarebbe diretta all'abitazione con i miei. Inoltre, sarei stata circondata da persone che adoravo profondamente. L'unica cosa che stonava in tutto quello era l'odio che nutriva Taylor nei miei confronti. Ma la soluzione era proprio lì, di fianco a me e portava il nome di Josh.
Non mi accorsi del fatto che l'auto si fermò parcheggiandosi di fronte alla destinazione, ma piuttosto mi svegliai di colpo quando qualcuno aprì di colpo la portiera sulla quale ero appoggiata.
-Ma che ca..- stavo per innalzare una sfuriata catastrofica nei confronti di chiunque si fosse permesso di agire in quel modo, ma quando mi trovai una modella bionda e alta quasi due metri davanti agli occhi, rinunciai per saltarle addosso abbracciandola.
-Daisyyyy- urlai mentre ancora le ero in braccio. Non la vedevo solamente da due settimane, ma per me era davvero molto tempo considerando il modo in cui noi due eravamo unite. 
-Ti ho quasi uccisa e sei così felice? Dovrei farlo più spesso allora!- mi prese in giro lei posandomi a terra.
-Ti sei salvata solo perché sono di buon umore- le risposi, cercando di nascondere l'ansia che mi assaliva. 
Anche Frankie e Josh scesero dall'auto, raggiungendoci. La prima salutò Daisy nel mio stesso modo, mentre il mio fidanzato, bè.. lui fu più trattenuto, dato che i due non si sopportavano più di tanto.
-Ah, ci sei anche tu Josh?- domandò mia sorella, che si prese una gomitata dritta nelle costole da parte mia.
-Sì, mi dispiace per te, ma sono stato invitato.- rispose lui con un sorrisetto falso. Daisy alzò gli occhi al cielo poi si voltò e ci fece segno di seguirla all'interno, così ebbi l'opportunità di avvicinarmi alla mia migliore amica.
-Iniziamo bene- le sussurrai. Lei mi guardò e fece spallucce, per farmi capire che avrei dovuto aspettarmelo da parte loro.
Appena entrati, mi sentii come a casa. Anne ci corse in contro, insieme a mia madre e a Nicole. Dopo averle salutate una per volta, mi guardai in torno aspettando la comparsa improvvisa di Gemma, che ovviamente non mi deluse correndo ad abbracciarmi. Eravamo sul ciglio della porta, ma già ero preoccupata perché non sapevo cosa sarebbe successo dentro. Non sapevo se Harry e Taylor fossero già lì, non sapevo che reazione avrebbe avuto Josh.
Seguimmo Anne, che ci portò nel salone di casa, dove trovammo Robin, mio padre e Gary, il padre di Frankie. 
-Appena arrivano Taylor e Harry vi porto nel bungalow dove dormirete per sistemare le vostre cose- ci disse Robin dopo averci salutato. 
Non fece in tempo a pronunciare l'ultima parola, che il campanello di casa suonò. Gemma corse ad aprire, decisamente bramosa di riabbracciare il fratello. Erano ormai passate quasi due settimane dall'ultima volta che l'avevo visto, perciò anche io ero abbastanza felice che fosse arrivato. Non potei dire lo stesso per il mio fidanzato, che si irrigidì chiaramente quando sentii la voce delle due pop stars avvicinarsi alla stanza dove ci trovavamo. Davo le spalle alla porta, perciò fui l'ultima ad accorgermi della loro entrata, ma fui la prima che Harry guardò. Era strano rivederlo in quella circostanza, come se tutto fosse cambiato in dieci giorni; come se tutto fosse ritornato come una volta, o meglio, quasi tutto.
Rimasi immobile nell'attesa che tutti salutassero i due, non perché aspettassi che fossero loro a fare il primo passo nei miei confronti, ma perché ero completamente immobilizzata dalla paura di comportarmi nel modo sbagliato con Taylor. 
Fortunatamente, lei capì la mia situazione e si avvicinò sorridendomi.
-Ciao Emma- addirittura mi abbracciò, facendo cadere ogni tesi sul possibile omicidio che avrebbe potuto commettere uccidendomi. 
-Ciao Taylor!- risposi entusiasta. Ero felice che fosse stata tanto saggia da capire che io non le avevo in realtà fatto nulla di male. Ora mancava il saluto di Harry.
Colsi l'occasione mentre la bionda si stava presentando a Josh per avvicinarmi al ricciolino.
-Hey H!- gli dissi spettinandogli, come mio solito, quei capelli sempre perfetti.
-Buongiorno Em, vedo che le buone vecchie abitudini non le hai perse!- rispose insinuando proprio a quello. Gli feci una linguaccia prima che Robin richiamasse la nostra attenzione.
-Bene, ora che ci siamo tutti, posso portarvi di là in modo che tutti riusciate a sistemare ciò che vi siete portati- affermò facendoci strada.
Uscimmo dal cortile che dava sul retro della casa, dove vi era un vialetto che concludeva con due grossi bungalow.
-In ogni bungalow ci sono tre camere e un salone. Abbiamo pensato vi avrebbe fatto piacere stare tutti insieme, perciò abbiamo preparato tutte le stanze nello stesso bungalow- disse una volta giunti all'entrata. Io guardai direttamente Daisy negli occhi appena Robin disse quella frase e lei per poco non scoppiò a ridere.
-Ah, dimenticavo- aggiunse prima di andarsene. -Questo è un luogo sacro. E' stato il primo posto dove i One Direction hanno fatto conoscenza, perciò trattatelo bene- concluse. Tutti noi scoppiammo a ridere, compreso Harry che quasi mandò via a calci il suo patrigno dopo quella battuta.
-Bene, le camere sono già decise no? Io, Daisy e Frankie in una e le due coppie nell'altra.- Gemma prese la parola e tutti annuimmo. Notai che Taylor stava stringendo la mano di Harry come per sottolineare il fatto che fosse suo.
Una volta dentro, le tre si presero la prima stanza, io e Josh la seconda e Harry e Taylor l'ultima, in ordine di entrata. Quello che Robin aveva denominato "salotto" era un enorme soggiorno, con tanto di cucina e televisione di circa cinquanta pollici. Mi ricordai di quella volta che Harry mi aveva parlato di quella casa, fantasticando su quando ci saremmo andati insieme.
 
 
-Robin è il compagno di mia mamma. I miei si sono separati molti anni fa, perciò Robin è come se fosse un secondo padre per me. La casa dove stiamo qui in spiaggia è sua, come anche quella dove andiamo a volte in Inghilterra. E' tipo a quattro ore da Londra, ma non è in un paese preciso.. è in campagna- stavo ascoltando come ipnotizzata la voce di Harry, che mi stava raccontando chi fosse quell'uomo che si era presentato qualche ora prima, mentre stavamo uscendo da casa sua.
-Dev'essere bella allora. Ho sempre sognato di avere una casa di campagna! I miei nonni vivono in un paesino nell'Oxfordshire e amo andare a trovarli, è tutto così tranquillo!- risposi io.
-Un giorno ti porterò in quella casa. Magari durante le prime vacanze scolastiche. E' enorme e non c'è mai nessuno.. è un peccato sprecarla, no?- sapevo già a cosa alludesse la sua mente perversa da quindicenne, perciò gli diedi un leggero pugno.
-Hey, non intendevo quello! Ho solo detto che mi piacerebbe portartici un giorno- si difese ridendo.
-Lo so H, non vedo l'ora- risposi posando la testa sulla sua spalla.
 
 
Ero certa che lui non si ricordasse di quel piccolo particolare, ma mi uscì un sorriso spontaneo pensandoci.
-Che c'è amore?- mi domandò Josh mentre stava svuotando il suo borsone.
-Niente, stavo solo pensando a una cosa- gli risposi nascondendogli ciò che avevo in mente. In quel preciso momento qualcuno bussò alla porta, salvandomi dalla mia morte che sarebbe avvenuta dopo la domanda "a cosa pensi?" che sicuramente il mio fidanzato mi avrebbe posto.
-Scusate se disturbo piccioncini- la voce di Gemma mi riempì di felicità. Anche lei si era presentata a Josh qualche minuto prima, ed ero convinta che mia sorella le avesse già fatto il lavaggio del cervello per farle capire che lui non era il ragazzo adatto per me.
-Figurati Gem, dimmi- le risposi sorridente. Lei, che si era solamente sporta con la testa nello spiffero di porta socchiusa, entrò in camera.
-Mi stavo chiedendo cosa vi andasse di fare oggi. Le due pazze nell'altra camera hanno proposto di ordinare una pizza e stare in casa a vedere un film, dato che ha iniziato a diluviare.-
-Sì, mi piace quest'idea!- risposi io entusiasta. Era la vigilia di Natale, e come ogni anno, mi sarebbe piaciuto passarla in casa tranquillamente. Josh annuì per dare la sua approvazione.
-Okay, abbiamo la casa tutta per noi. Mamma ha detto che stanno uscendo per andare a comprare tutto quello che serve per il cenone di stasera e per i prossimi giorni.- sembrava super eccitata di trovarsi lì con tutti noi.
-Ok, dove lo guardiamo quindi?- domandai.
-Mio fratello sta accendendo il camino qui in salotto- appena finita la frase, se ne sgattaiolò dalla camera.
-Per te va bene Josh?- gli chiesi, vedendo la sua espressione abbastanza persa.
-Sì, è che non sono abituato a vivere in una casa con due stars mondiali.. mi sento inutile!- rispose teneramente. Io gli sorrisi e gli accarezzai il viso prima di stampargli un bacio. 
 
 
-Guarderemo un film davanti al camino.. che tra l'altro ho imparato ad accendere lo scorso inverno- continuò a fantasticare.
-Oh, sembra una cosa romantica Harold- amavo chiamarlo in quel modo, anche se non era il suo vero nome. Anne mi aveva raccontato che le persone, sin da quando era piccolo, avevano sempre creduto che "Harry" fosse un'abbreviazione di "Harold" perciò un giorno, per scherzare, avevano incominciato a chiamarlo in quel modo che sembrava molto formale.
-Ma io sono romantico.. sei tu che non riesci a vedere questo mio aspetto- disse ironicamente. Non era vero, io lo capivo dal modo in cui mi guardava.
-E come sempre, sei poco modesto- lo presi in giro.
-E tu, come sempre, soffri il solletico- come previdi, incominciò a farmi il solletico facendomi ridere come solo lui sapeva fare. 
 
 
Dopo le varie proposte sul film che avremmo guardato, optammo per "Love Actually", nonché uno dei film preferiti di Harry. Taylor si comportò come i primi giorni in cui c'eravamo conosciute, nessuna occhiataccia, nessun riferimento particolare; Josh sembrò essere piuttosto tranquillo, perciò il bilancio della giornata sembrava essere positivo.. o almeno questo era quello che credevo alle cinque del pomeriggio, non sapendo cosa sarebbe successo da lì a poco.
 
 
 
 
Buonaaaaseraa!
Okay, parto con il dire che sono abbastanza triste.. non ho ricevuto nemmeno una recensione nello scorso capitolo :( Sono stra scoraggiata ora..
Va bè, lasciamo perdere non importa! Sono tornata, sperando di avere più fortuna questa volta. E' vero, è cortissimo, ma è un capitolo di passaggio che spiega la situazione in cui si trovano. Eeeeee *rullo di tamburi* nel prossimo capitolo ci sarà anche il POV di Harry, così finalmente capirete cosa frulla per la testa a quel ragazzo. 
Bene ora scusatemi tanto, ma devo scappare a rileggere filosofia perché domani la mia simpaticissima prof mi interroga. Fatemi sapere che ne pensate e anche cosa credete che succederà nei prossimi capitoli!
Hiiii everyoneeee, love you <3
Raffy <3

Frankie:                                                                                  Josh:                                                                              Daisy:
                        

Gemma:                                                                                 Harry:                                                                            Emma:
                          

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Capitolo 9
*** Nightmare Before Christmas. ***


Nightmare Before Christmas 

-Ragazzi, siamo a casa!- la voce di Anne giunse fino al bungalow dove ancora ci trovavamo. 
Tutti ci precipitammo ad aiutare con la spesa. Come immaginavo, avevano fatto una scorta di mangiare che avrebbe potuto tranquillamente durarci per circa tre anni.
-Ma siete andati al supermercato, o avete portato il supermercato a casa?- domandò Frankie pensando lo stesso.
-Lasciamo perdere, queste tre donne pensano che siate denutriti perché vivete tutti da soli e nessuno vi fa mai da mangiare- ci rispose Robin posando una delle pesanti porse sul tavolo della cucina. 
-Bè, io ho visto mangiare mia sorella, Frankie, Emma, Daisy e Taylor insieme quando eravamo a New York.. credetemi, sono ben lontane dalla denutrizione!- disse Harry aiutando sua madre con delle buste. 
-Sì esatto!- pensai che quell'aggiunta di Josh fosse solo un modo per far capire che anche lui mi conosceva bene. La trovai alquanto inopportuna, ma feci finta di niente. Pensai che fosse solo sintomo della sua insicurezza, ma che se avesse continuato così per molto, probabilmente avremmo dovuto parlarne seriamente. Odiavo il fatto che non si fidasse di me, o meglio il fatto che fingesse di fidarsi quando in realtà non lo faceva per niente.
Cercai di pensare ad altro mentre sistemammo ciò che avevano comprato e incominciammo tutti, esclusi gli uomini, a preparare la cena.
La situazione in cucina, che avrebbe dovuto essere tranquilla, al contrario era molto caotica. Tutto era dovuto alla moltitudine di persone. Io odiavo cucinare nel caos e ogni minimo tentativo di interruzione ci faceva andare su tutte le furie. Per questo avevamo vietato l'entrata da parte della componente maschile, ma evidentemente a Harry la concezione di "non disturbate" non era chiara.
-Donne, posso entrare in cucina oppure è off limits?- dopo uno sbuffo generale di tutte noi presenti, compresa Taylor, mia sorella gli rispose.
-Che diavolo c'è Styles?- le sue maniere non erano mai state molto gentili, ma l'adoravo anche per quello.
-Josh mi ha mandato a chiedere a Emma dov'è il suo computer- rispose intimidito da tutti quegli sguardi impazienti. -Vuole farmi vedere e foto della vacanza che avete fatto l'estate scorsa in Italia- si girò verso di me, perché chiaramente era a me che si stava rivolgendo.
Cosa stava cercando di fare il mio fidanzato? Sembrava si volesse mettere in mostra per far capire a Harry che io ero di sua proprietà e se c'era una cosa che odiavo era proprio il modo in cui lo faceva. Non aveva niente da dimostrare, Harry conosceva a perfezione la mia situazione sentimentale e non intendeva rovinarla in nessun modo. Evidente dimostrazione di quello che pensavo dall'inizio di quella avventura disastrosa: non si fidava per niente di me.
-Ah, quelle foto sono stupende! Dovete sapere che Josh ha una passione per la fotografia ed è davv..- mia madre cominciò uno dei suoi discorsi inutili su quanto il mio fidanzato fosse bravo a fotografare. 
-Mamma, ti prego.- sapevo che se non l'avessi interrotta, sarebbe andata avanti ore a parlare.. forse era una delle cose che più apprezzava di quel ragazzo.
-E' in camera nostra, sul comodino- continuai rispondendo ad Harry una volta che mia madre si era finalmente arresa alle mie condizioni.  Tornai a guardarlo prima che mi sorridesse e si voltasse per tornare in salotto, ma si bloccò non appena sentì la voce di sua madre.
-Ecco, io avevo il presentimento di essermi dimenticata qualcosa!- esclamò Anne improvvisamente mettendosi le mani nei capelli.
-Come faccio a cucinare la carne arrosto senza avere la carne?- continuò disperata.
-Mamma, tu sei andata al supermercato per la carne e hai dimenticato di comprarla?- Gemma sottolineò il fatto facendo ridere tutti. Mi sembrò subito un punto a mio favore. Forse qualche strana forza oscura aveva ascoltato le mie richieste e aveva finalmente trovato il modo di farmi scappare.
-Tranquilla Anne, ci penso io. Vado a comprarla al supermercato!- mi proposi subito, avrei fatto di tutto per fuggire da quella cucina in cui tutte erano su di giri per il cenone.
-Emma, ha iniziato a nevicare.. non credo che la tua Mini Cooper possa sostenere questa neve- perché Daisy doveva sempre puntualizzare tutto?
-Non c'è problema, vado io!- Harry Styles al supermercato per comprare della carne? Mmh, no, non era una buona idea.
-Harry, non sai nemmeno di che  tipo di carne ha bisogno- lo rimproverai io, ancora convinta di volere scappare per un po' dai fornelli.
-Va bè, me lo potete scrivere su un foglio- il silenzio ebbe la meglio in quella stanza, tutte stavamo immaginando quel riccio in giro per i reparti del supermercato in cerca di un semplice arrosto.
-Perchè non accompagni Emma?- che diavolo stava cercando di fare Gemma? La incenerii con lo sguardo mentre lei mi sorrise. Quella ragazza stava provando di farmi riavvicinare a suo fratello in tutti i modi possibili e la cosa era molto evidente. Non aveva mai nascosto il suo voler vederci uniti come una volta. 
-Sì esatto, andate voi due! Lei sa perfettamente quale carne comprare e tu hai una macchina enorme che non rischia di catapultarsi sulla neve- aggiunse mia sorella. Non che mi mettesse a disagio il fatto di stare con lui, ma mi dava fastidio anche il solo pensiero che Josh potesse ingelosirsi inutilmente.
-Okay, perfetto. Ti aspetto in macchina- ma come? Io non avevo dato il mio consenso!
-Aspet..- cercai di parlare, ma la voce di Taylor mi interruppe.
-Vi conviene sbrigarvi però, altrimenti non sarà mai pronto per stasera- avevo sentito bene? Taylor mi aveva appena dato la possibilità di andare al supermercato con il suo fidanzato? Bè, evidentemente Josh stava facendo un buon lavoro standomi vicino.
-Okay, avete ragione.- conclusi guardando per ultima Frankie, che aveva gli occhi spalancati. Non capivo cosa mi volesse dire, ma sembrava contrariata quanto me. Forse pensava anche lei che non fosse una buona idea.
Mi voltai verso la porta della cucina e notai che Harry era già uscito, perciò senza dire nient'altro corsi a prendere il mio giubbotto e mi avvicinai al mio fidanzato che era seduto sul divano affianco a mio padre.
-Amore, vado un secondo al supermercato perché Anne si è dimenticata di comprare la carne.- gli dissi.
-Okay, aspetta ti accompagno.- fece per alzarsi e io mi sentii quasi morire sapendo che avrei dovuto dirgli che stavo andando proprio con Harry, il motivo principale della sua insicurezza nei miei confronti.
-Tranquillo, mi porta Harry con la sua macchina. La mia finirebbe sicuramente in qualche fosso smarrito e non credo che sarebbe una cosa molto piacevole- cercai di essere il più convincente possibile, non volevo che pensasse che volessi fuggire con il suo acerrimo nemico in amore.
-Okay, a dopo amore- mi baciò e mi sorrise. Pensavo avrebbe avuto un'altra reazione, ma invece mi stupì. Salutai gli altri uomini e mi diressi verso la porta.
Una volta uscita, trovai la macchina di Harry già sul vialetto e corsi per raggiungerla cercando di sviare la neve. 
-Ti sto salvando la giornata, si vedeva lontano un miglio che non sopportavi più di stare lì dentro- mi disse appena misi piede nella sua enorme Range Rover nera. Il fatto che mi capisse così bene mi spaventava a volte.
-Si notava tanto?- chiesi retoricamente ridendo.
-Ti sei illuminata appena mia mamma ha parlato- continuò lui non bloccando la sua risata.
-Non credere che io non abbia notato che tu hai avuto la mia stessa reazione- gli dissi in modo minacciante puntandogli un dito contro. Lui, ovviamente, scoppiò a ridere sapendo che avevo perfettamente ragione.
-E' solo che loro sono tutte stressate! Anche Taylor, non pensavo che una come lei fosse così fissata con la perfezione. Io amo cucinare, ma devo essere rilassata per farlo- diedi la mia spiegazione più che ragionevole e lui continuò a prendermi in giro per il resto del viaggio.. classico di Harry. 
Dopo circa dieci minuti arrivammo al supermercato, fortunatamente ancora aperto pur essendo la vigilia di Natale.
-Bene, scendi o mi aspetti qui?- domandai aprendo la portiera.
-Scendo, non vorrei che ti rapissero!- rispose ironico.
-Sei tu quello più a rischio Styles! Io non sono una star che viene inseguita da miliardi di fans e paparazzi- uno pari. Mi fece una linguaccia e poi ci dirigemmo all'entrata a pochi metri dall'auto.
-Okay, il reparto carne è da quella parte- dissi sicura appena dentro.
-Come fai a dirlo?- ovviamente doveva contraddirmi in qualche modo.
-H, c'è scritto più grosso di te lì sopra- indicai un grosso cartellone che si trovava alla nostra destra e poi mi diressi in quella direzione. Mi seguiva come un cagnolino.
-Guarda Emma! Niall ama questo coso che non so come si chiami!- esclamò ad un certo punto. Mi girai verso di lui e notai che aveva tra le mani una bottiglietta di vetro che, leggendo sull'etichetta, conteneva una bevanda al cioccolato, da me conosciuta per via della mia migliore amica.
-Anche Frankie! Ne abbiamo la scorta in casa- risposi raggiungendolo. Contemporaneamente, un bambino corse verso di noi e si catapultò su quella bevanda che si trovava sullo scaffale a pochi centimetri.
-Mamma,mamma! L'ho trovato- urlò alla donna bionda che lo stava inseguendo disperata. Purtroppo mi accorsi troppo tardi che il bambino si stava arrampicando per riuscire a prenderne una bottiglia. E fu proprio quella stessa bottiglia che, dopo pochi secondi, cadde per terra rompendosi in mille pezzi e schizzando ovunque, compreso sui miei vestiti e su quelli di Harry.
Cercai di mantenere la calma.
-Scusate ragazzi, scusatemi davvero!- incominciò a ripetere la donna cercando di farsi perdonare.
-Non si preoccupi signora, non è successo niente.- rispose Harry sorridente. Non capivo come facesse a essere sempre così gentile con tutti.
Ci raggiunse immediatamente il responsabile del supermercato che ci indicò un bagno dove avremmo potuto sistemarci, dato che eravamo letteralmente ricoperti dalla bevanda al cioccolato.
-Ti giuro, avrei voluto uccidere quel bambino- esclamai mentre ci stavamo dirigendo nella zona che ci era stata indicata. Harry scoppiò a ridere.
-Sei piena di cioccolato in faccia- mi prese in giro. Fu per quel motivo che pensai a una vendetta e subito mi venne in mente. Passai una mano sulla guancia ricoperta di cioccolata e gliela posai dritta sulla sua, sporcandolo più di quanto già non fosse.
-Emma Edwards, tu sei morta- capii che era arrivato il momento di correre e fu quello che infatti feci fino a quando raggiunsi la porta del bagno.
-Va bene, va bene H. Tregua!- urlai quando mi resi conto che era a qualche metro da me.
-Okay, ma solo perché sei tu- rispose seguendomi all'interno del bagno.
In realtà più che un bagno sembrava un ripostiglio con solamente un lavandino e aggeggi sparsi qua e là. Non mi disturbava il fatto che Harry fosse entrato con me, dato che non ci sarebbe stato niente di scandaloso nel lavarsi la faccia e qualche macchia sui vestiti.
-Okay, andiamo prima che a casa comincino a impazzire senza carne!- disse lui girandomi le spalle e facendo per aprire la porta.
Il mio cuore si bloccò per un attimo quando vidi Harry spingere sulla maniglia, senza che la porta si aprisse. 
-H, che succede?- domandai, come se la situazione non fosse piuttosto ovvia: la porta era bloccata.
-Non si apre!- esclamò lui, continuando a far forza.
-Mi stai prendendo in giro vero?- speravo davvero che da un momento all'altro si girasse ridendo e dicendo che stava semplicemente scherzando.
-Se non ci credi provaci tu- gli feci segno di scansarsi per lasciarmi passare per cercare di muovere la maniglia, stessa cosa che aveva fatto lui fino a quel momento. 
La porta era completamente bloccata. Il panico incominciò a prendersi gioco di me e contemporaneamente cominciai a bussare sperando che qualcuno all'esterno sentisse. Lo feci per circa due minuti, quando si unì anche Harry, ma nessuno sembrava sentirci. Prima di arrendermi, sfilai il cellulare dalla tasca.
-Perfetto, non c'è campo- sembrava uno scherzo del destino. Io e Harry Styles rinchiusi in un ripostiglio di un supermercato. Vigilia di Natale perfetta oserei dire.
-Stai calma Emma, adesso verranno ad aprirci.- le sue parole mi entrarono da un orecchio e uscirono dall'altro. Ero terrorizzata.
Mi sedetti per terra scivolando con la schiena appoggiata al muro e dopo pochi secondi, lui fece lo stesso di fronte a me.
-E se non ci venissero ad aprire? Passeremo la vigilia di Natale chiusi in un ripostiglio del supermercato?- domandai disperata. Harry sorrise vedendo la mia reazione e poi incominciò a fissarmi in modo serio.
-Che c'è?- gli domandai. Mi ricordò tanto il modo in cui mi guardava tre anni prima. Capitava spesso che lo scovassi intento a fissarmi.
-Stavo pensando- 
-Fin qui ci sono arrivata anche io Styles- sembrava un fatto più che ovvio.
-Stavo pensando che mi sei mancata in questi tre anni. E' ormai un mese che ci siamo ritrovati e io non riesco nemmeno a ricordarmi com'era senza di te la mia vita- avevo sempre avuto la tendenza ad emozionarmi facilmente e quelle semplici parole mi fecero quasi venire la pelle d'oca.
-E' che io ho bisogno di persone come te. Ho bisogno di persone che mi conoscono per quello che sono e non solo perché sono un cantante di fama mondiale- fece un'altra pausa. Non aveva smesso un secondo di guardarmi con quegli occhi verdi.
-Essere circondati da gente che è presente solo perché sei famoso non è bello- non potevo capirlo, non avevo mai vissuto quella situazione. Era come se si stesse confidando con me. Non che non lo avesse mai fatto, ma quello era un'argomento mai affrontato.
-H, io non so cosa dire. Cioè, io non so cosa significhi vivere una vita come la tua, ma puoi stare certo che sono qui e non me ne andrò molto facilmente- stavo addirittura dimenticandomi la situazione in cui ci ritrovavamo e solamente dopo riuscii a realizzare di quanto fosse ancora in grado di tranquillizzarmi, di farmi dimenticare di quello che succedeva intorno a noi.
-Te ne sei andata solo perché io ho fatto in modo che tu te ne andassi. E ho sbagliato.- 
-Harry non devi cercare altre scuse, ti ho già perdonato da tempo!-
Il nostro discorso andò avanti per circa un'ora. Harry continuò a rimurginare sul passato e io continuai a rassicurarlo. In tutto quel tempo però, nessuno era ancora venuto a "salvarci". 
-Emma, sento dei passi qui vicino. Proviamo a farci sentire- detto fatto. Ci alzammo e andammo entrambi a picchiare contro la porta, fino a quando qualcuno ci diede segni di vita, tentando di aprire la porta.
-Ragazzi scusate, mi sono dimenticato di dirvi che la porta è rotta!- esclamò la stessa voce del ragazzo che ci aveva indicato il bagno.
-Non si preoccupi- gli rispose Harry, beccandosi un mio pugno subito dopo. Come poteva rispondere "non si preoccupi" sapendo che mi era quasi venuto un attacco di panico?
-Vado a prendere l'attrezzo per aprire- sentire quelle parole mi fece quasi rinascere. Dopo qualche altro minuto, ci vennero a liberare e di corsa uscimmo da quel supermercato, che definii maledetto, con il famoso arrosto per cui eravamo lì.
-Ho circa dieci chiamate perse di Josh e venti messaggi- affermai una volta salita in macchina guardando il mio cellulare che aveva incominciato a dare segni di vita. 
-Aspetta, chiamo mia mamma e dico che stiamo tornando.- potevo già immaginare tutta la famiglia preoccupatissima in casa. Ero sicura che tutti stavano già pensando al peggio, come per esempio un incidente d'auto dato il mal tempo. La neve, infatti, continuava a scendere imperterrita.
Anne rispose subito alla chiamata, rassicurò tutti e dopo circa venti minuti ci ritrovammo sul vialetto di casa. L'unica cosa che volevo fare in quel momento era farmi una doccia e rilassarmi, dato il brutto spavento che mi ero presa dopo esser stata chiusa per due ore dentro uno stanzino con Harry.
Appena entrati, tutti ci corsero incontro felici di rivederci. Come avevo immaginato, ci avevano già dati per morti.
Tutto ciò valeva per tutti escluso Josh, che sembrava quasi arrabbiato.
-Scusatemi, ma ora vado a farmi una doccia- dissi dopo aver posato la busta con la carne in cucina. Non feci in tempo a dirlo, che il mio fidanzato si precipitò affianco a me, seguendomi infuriato e muto fino alla nostra camera. 
-Emma, che cazzo hai fatto?- fu la prima cosa che mi domandò entrando nella stanza e sbattendo la porta alle sue spalle. 
-Siamo rimasti chiusi nel bagno del supermercato, te l'ho già detto amore- mi aveva riproposto quella domanda già un centinaio di volte ed ero in casa solamente da pochi minuti. 
-E che cosa ci facevate in bagno voi due.. insieme?- quella domanda me la sarei aspettata da tutti, ma non da lui. Pensavo fosse preoccupato per me, non credevo che si sarebbe interessato solo a quello che poteva essere successo tra me e Harry.
-Un bambino ci ha fatto cadere addosso una stupida bevanda, come puoi ben notare dai miei vestiti. Siamo andati a lavarci la faccia, dato che era ricoperta di cioccolato.- mi sembrava così chiaro e coinciso il motivo, ma lui continuava a guardarmi accanito.
-E io dovrei crederci?- dopo quell'ennesima domanda, sbuffai, andai verso il bagno dove avrei dovuto lavarmi e lui mi seguì, continuando con le sue domande inquisitorie.
-Josh ti prego, fammi fare una doccia in santa pace. Possiamo continuare a parlarne dopo?- ero davvero stanca di quella situazione. Non aspettai neanche una sua risposta, sbattendogli la porta in faccia. Mi stava trattando come se io fossi nel torto. Io non l'avrei mai tradito e tantomeno l'avrei fatto con Harry. 
Avrei voluto che quella mia doccia durasse un'eternità, solo per evitare di tornare in camera a giustificarmi con lui di qualcosa mai accaduto, ma purtroppo non c'era via di scampo. Quando riaprii la porta dopo essermi rivestita, vidi che il mio fidanzato era seduto sul letto e sembrava stesse aspettando solamente di distruggermi.
-Emma- sussurrò non appena si accorse della mia presenza.
-Josh, potresti fidarti di me per una buona volta? Ti prego.- non avevo pensato a nulla da dirgli in quella mezz'ora in cui mi ero rinchiusa in bagno. Non avevo preparato nessun discorso strano da fargli perché volevo solamente la sua fiducia. Non chiedevo altro.
-Perchè dovrei?- non mi ero sbagliata allora. I pensieri che affollavano la mia mente da quella mattina non erano errati.
-Perchè io amo te. La storia con Harry è finita da tempo! Lui non è più niente per me, se non una caro amico a cui tengo. Non ti tradirei mai, lo sai benissimo- l'avevo raggiunto, ero in piedi di fronte a lui, che ancora teneva la testa bassa. La alzò solamente per fissarmi negli occhi silenzioso, per poi riabbassarla e sospirare.
-Mi sono spaventato.- sussurrò. Le sue insicurezze mi facevano soffrire, mi facevano pensare che forse era tutta colpa mia, forse non gli dimostravo quello che provavo seriamente. 
-Lo so, ma ti prego, non dubitare mai più di me.- gli avevo aperto il mio cuore due anni prima, era riuscito a farmi stare bene, era riuscito a capirmi e sapevo che avrebbe continuato a farlo.
Proprio in quel momento, qualcuno bussò alla nostra porta.
-Scusate ragazzi, mi mandano a dire che la cena è in tavola- Daisy si era semplicemente affacciata in camera, ma era già riuscita a leggere la tensione sui nostri volti.
-Arriviamo subito- risposi, prima che richiudesse la porta.
Le acque si erano fortunatamente calmate, avevo messo in chiaro le cose. Josh sapeva perfettamente che era lui quello con cui volevo stare.
Il cenone della vigilia di Natale fu un cenone nel vero senso della parola. Chiunque si era dato da fare per far si che quella serata fosse perfetta. 
A mezzanotte tutti ci facemmo gli auguri. Liam, Niall, Louis e Zayn chiamarono Harry che li mise in vivavoce in modo che potessimo parlarci tutti. Frankie era stata circa mezz'ora al telefono con Niall, dimostrando sempre di più il suo interesse nei confronti dell'irlandese, che ovviamente ricambiava.
Ero felice tutto sommato,tutto stava andando alla perfezione. Anche i rapporti tra me e Taylor erano decisamente migliorati. Sembravamo ormai quasi amiche, anche se nessuno poteva battere il rapporto che avevo con la mia migliore amica, che aveva perfettamente capito che qualcosa non andava in me. Aveva capito che non riuscivo a far altro che pensare alle parole di Josh. Non si era fidato di me, quello non era per niente un buon segno. Pensai però di dimenticarmi di tutto ciò per quella serata, e così feci. 
Tenni Harry all'oscuro di tutto, così come feci con tutti gli altri presenti. Forse inconsciamente gli stetti il più lontano possibile, cercando di non allarmare ulteriormente il mio fidanzato. Mi fu difficile ignorarlo, ma era la cosa giusta da fare.. o almeno così credevo.
Una volta tornati nel bungalow tutti ci chiudemmo nelle nostre camere, bramosi di scoprire cosa avremmo trovato sotto l'albero il giorno seguente.
 
Quando si tratta del Natale si è tutti un po' bambini, giusto? Essendo bambini, ci si aspettano bei regali. Ecco, quello era esattamente ciò che speravo svegliandomi la mattina del venticinque Dicembre, ma non ciò che dovetti affrontare subito dopo.
Si prevedeva già il Natale peggiore di tutta la mia vita.
 
 
Heeey buona sera a tutti, belli e brutti. 
Okay, basta con queste cazzate Raffy. 
Bene, ricominciamo da capo: Buona sera ragazze! Come state?
Lo so, vi sembrerà incredibile, ma sono riuscita ad aggiornare.. finalmente. Bene, che dire di questo capitolo? Diciamo che è un po' strano, cioè, precede un capitolo alquanto complesso, ma che spero vi piacerà molto.
Ditemi, secondo voi Emma farebbe meglio a stare con Josh? Non so, datemi qualche parere, anche se in realtà ho già scritto il prossimo capitolo muahaha
Va bè, vi lascio e mi scuso per non essere molto presente, ma ultimamente vivo in ospedale praticamente -.- (storia lunga e complessa)
Anyway, vi lascio con le solite foto dei protagonisti e ringrazio in anticipo chiunque mi lascerà una recensione!
Love youuu <3
Raffy.

Ps: nel prossimo capitolo dovrei riuscire a inserire anche le foto dei genitori, tanto perchè mi piace dare un immagine ai personaggi.


Josh :                                                                                       Frankie:                                                                          Daisy:
                            

Harry:                                                                                     Emma:
 
                                    
 
 

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Capitolo 10
*** Letters To Emma. ***


Letters to Emma
 
Mi svegliai molto presto quella mattina. Voltai la testa alla mia destra,presumendo che non vi avrei trovato Josh. 
Infatti, a Natale era solito svegliarsi prestissimo. Mi aveva sempre raccontato che era una tradizione della sua famiglia quella di essere giù dal letto circa alle otto ogni venticinque Dicembre.
Pensai subito che probabilmente l'avrei trovato fuori dalla stanza su di giri, ad aspettarmi per aprire i regali.
Mi alzai, non mi cambiai neanche rimanendo con indosso il mio pigiama natalizio, mi infilai un paio di scarpe e andai a cercarlo per il resto della casa. Prima tappa fu il salotto del bungalow, ma non vi trovai nessuno. Seconda e ultima tappa fu in casa. Controllai in cucina, nel soggiorno e nelle varie stanze, ma di lui nessuna traccia.
"Forse è semplicemente in bagno e non me ne sono accorta", pensai. Tornai di corsa nel bungalow e mi catapultai nella mia camera da letto.
Aprii la porta del bagno sorridente credendo che me lo sarei trovata di fronte, ma capii di essermi sbagliata; non c'era.
Non mi restava altro che provare a chiamarlo, pensai che magari fosse uscito a fare un giro nell'attesa che tutti ci svegliassimo. Presi il mio telefono vicino al comodino, ma mi accorsi subito che affianco ad esso vi era un foglietto. Avrei giurato che non fosse presente la sera prima, perciò lo afferrai cercando di capire di cosa si trattasse.
Non mi ci volle molto a capire di cosa si trattasse. Era una lettera, una lettera chiaramente scritta dal mio fidanzato, una lettera che già dalle prime parole mi fece intuire che non avrebbe avuto un risvolto positivo.
 
"Buon giorno Emma! Innanzitutto, buon Natale. Ti scrivo qui i miei auguri perché non avrò altro modo di farteli, dato che quando ti sveglierai io non sarò già più in quella casa. Ora non incominciare a dare di matto, stai calma e leggi ciò che ho scritto fino alla fine, ti prego.
Allora, voglio iniziare con il dire che se me ne sono andato c'è un motivo, non l'ho fatto inutilmente. E' stata una decisione su cui ho meditato a lungo. 
Da quando siamo arrivati lì ieri mattina, mi sono sentito di troppo. Mi sembrava di non essere ben accetto da nessuno, forse perché tutti sperano in un ritorno di fiamma tra te e Harry. Non negarlo, lo sai anche tu che ho perfettamente ragione. Tutti sanno quanto voi due vi vogliate bene e sperano che possiate tornare ad essere come una volta. Io non ho badato più di tanto a questo, fino ad un certo punto però.
E' stato quando non vi ho più visti tornare dal supermercato che ho capito una cosa: Emma, io non riesco più a fidarmi di te quando c'è lui intorno. 
So quanto ti ha fatto soffrire, ma questa non è una giustificazione perché so anche quanto tu lo hai amato. Io non so se crederti quando mi dici che per te lui è solo un amico.
E' strano tutto questo, perché io ti amo più della mia stessa vita, lo sai benissimo.
Il fatto è che io non so più cosa pensare, non so nemmeno se credere al fatto che non sia successo niente tra voi a New York. So solo che io non posso sopportare questa situazione, non ce la faccio.
Se non mi vedi lì affianco a te a scartare i regali questa mattina, è perché io voglio lasciarti libera. Non voglio obbligarti a comportarti in un determinato modo solo a causa della mia presenza. Ti voglio talmente bene da aver capito che forse è meglio che io mi tolga di mezzo per un po'. 
Se con il tempo riuscirai a capire che io sono la persona con cui vuoi stare, allora sappi che la mia porta sarà sempre aperta per te. Non credere che sia una cosa semplice per me, ma so che ora come ora hai bisogno di guardare in faccia la realtà e io devo trovare la forza di fidarmi di nuovo di te.
E' la cosa giusta, ne sono sicuro.
Ti chiedo solo di non chiamarmi o di non scrivermi messaggi di nessun tipo dopo aver letto questa lettera. Passa il giorno di Natale in santa pace con la tua famiglia e tutti gli altri presenti, ne parleremo quando sarà il momento. 
Ah, un'ultima cosa. Il mio regalo di Natale per te e nell'armadio proprio di fronte a te.
Un bacio, Josh."
 
Avevo il cuore letteralmente spezzato in mille pezzi. Non avevo parole e nemmeno pensieri. La mia mente era completamente vuota. 
Aspettavo con ansia quella mattina e ora si era rivelata orribile. Come aveva potuto andarsene senza nemmeno dirmelo? Era scappato da me, era scappato dal mondo in cui vivevo. 
Mi alzai dal letto e camminai fino all'armadio citato nella lettera, senza forze e stroncata dalle sue parole.
Quando lo aprii vi trovai un pacchetto che conteneva all'interno una tuta OnePiece. Sapeva perfettamente quanto la desiderassi. Mi accorsi poi che non era una tuta come tutte le altre; sul retro, a livello delle spalle, vi era una scritta: "One In A Million".
Era il titolo della canzone che mi aveva dedicato appena conosciuti, quando in quel locale di Londra il dj aveva deciso di far risuonare la voce di Ne-Yo.
Senza nemmeno pensarci due volte la indossai e inconsciamente pian piano scivolai a terra. 
Mi sentii quasi svenire, fino a quando la voce di qualcuno mi fece risvegliare.
 
 
Harry's POV.
Era la mattina di Natale, quella che consideravo la più bella mattina dell'anno e anche l'unica in cui non mi disturbava dover essere sveglio prima di mezzogiorno.
Quando aprii gli occhi e guardai l'orologio erano le nove di mattina. Il rumore dell'acqua scrosciante proveniente dal bagno mi fece intuire che Taylor si stesse facendo una doccia. Non era un Natale qualunque, avevo un brutto presentimento. Non sapevo ancora che quel giorno mi avrebbe cambiato la vita.
Dopo pochi minuti la mia fidanzata uscì facendo in modo che, dopo averle fatto gli auguri, potessi anche io sistemarmi per andare a presenziare alla famosa colazione natalizia di casa Styles. Era una tradizione da decenni quella di incominciare la giornata con una fornitissima colazione subito dopo aver aperto i regali e quindi di abbuffarsi già di prima mattina.
-Harry, posso darti qui il mio regalo?- Taylor mi pose quella domanda mentre stavo sistemando i miei capelli arruffati di fronte allo specchio.
-Certo!- le risposi subito. Un sorriso si aprì sul suo volto quando sfilò dal cassetto vicino al letto una busta bianca porgendomela.
La aprii e all'interno vi trovai due biglietti aerei. Inizialmente non riuscii a trovare la destinazione, ma poi Taylor me la indicò saggiamente, notandomi in difficoltà. Erano due biglietti per le Isole Vergini, ai Caraibi. 
-Ma.. ma è grandioso- esclamai. Cercai la data di partenza e vi trovai stampato "1 Gennaio 2013". Voleva dire che saremmo partiti a Capodanno.
-Partiremo da New York, così riusciremo a passare l'ultimo dell'anno là in città.. non credo tu ci sia mai stato in quel periodo è davvero bello, ci sono…- Lei continuò a parlare, ma la mia attenzione si era focalizzata sulle sue prime parole. Ultimo dell'anno a New York solo io e lei? Avevo ben capito? Non fui per niente felice di quel particolare, infatti avevo già promesso ai miei compagni di band che l'avrei passato con loro e i nostri vari amici. Mi stavano facendo notare il fatto che passassi la maggior parte del tempo con la mia ragazza, anche se implicitamente. Io avevo sempre negato l'evidenza, ma negli ultimi giorni stavo incominciando a rendermene conto; non volevo per nulla al mondo trascurare i miei migliori amici.
-Qualcosa non va?- mi domandò bloccando il suo discorso, vedendo la mia espressione un po' allibita.
-No, va benissimo Tay! Grazie mille- mentii e mi sporsi per baciarla. Mentii così come ormai stavo facendo da davvero troppi giorni. Da quando avevo rincontrato Emma avevo capito molte cose che prima mi risultavano ignote. Avevo bisogno di una persona come lei nella mia vita, una persona che mi aprisse gli occhi.. Taylor era stupenda, ma con lei le cose non funzionavano bene. O meglio, all'apparenza eravamo la coppia perfetta, ma in realtà quella relazione stava diventando fin troppo monotona.
-E il mio?- mi distrasse di nuovo dai miei pensieri.
-Eh? Cosa?- risposi spaesato, avendo perso parte del discorso.
-Dicevo, il mio regalo dov'è?- mi domandò tendendo le mani verso di me aspettando.
-Ah giusto- le sorrisi, fingendomi felice di quella situazione e le porsi il suo pacchetto dopo averlo recuperato nell'armadio.
-Oddio Harry, ma è la discografia completa di James Taylor in dischi vinile!E' il regalo più bello che abbia mai ricevuto!- modestamente ero abbastanza bravo quando si trattava di regali. Per trovare quei dischi ci avevo messo mesi! 
Mi saltò in braccio e non finì un secondo di ringraziarmi fino a quando non la posai a terra e le afferrai la mano per portarla con me in casa, dove ci aspettavano tutti gli altri.
Bè, non proprio tutti a quanto pareva. Emma e Josh non erano lì. Non feci domande, non volevo che Taylor si infuriasse come era successo a New York.
Era una ragazza alquanto gelosa, anche se ultimamente sembrava le fosse passato il suo odio nei confronti della mia ex ragazza. 
Mi era difficile definirla in quel modo perché Emma era l'ex per eccellenza e quello la distingueva da tutte le altre. Dal '09 non ero mai più riuscito ad innamorarmi, pur essendo stato con parecchie persone spesso anche più grandi di me. Le varie storie erano sempre finite per il mancato interesse da parte mia.
Taylor era entrata nella mia vita a Marzo di quell'anno, ma poi per via della lontananza avevamo deciso che non ci sarebbe stato niente oltre all'amicizia tra noi e lei aveva voltato pagina con un altro ragazzo.
Le cose però erano cambiate quando l'avevo incontrata negli studi di Xfactor US a settembre. Entrambi avevamo pensato di provarci visto che il forte interesse da parte di entrambi non era diminuito. Ed ora eravamo lì, ancora insieme. Ciò però non giustificava il fatto che io avessi dei dubbi nei suoi confronti ultimamente. Credevo sarebbe stata quella giusta, quella che mi avrebbe fatto perdere la testa, ma l'incontro con Emma mi aveva davvero scombussolato; ero arrivato addirittura a dubitare di me stesso. Avevo capito di essermi sempre rifugiato in storie d'amore inutili. Avevo capito di essermi innamorato solo una volta nella mia vita, ed era successo proprio con lei tre anni prima.
 
Gemma fu la prima a corrermi incontro appena ci vide entrare in casa. Ci scambiammo gli auguri e poi passai a salutare tutti gli altri. Avevo un sorriso finto stampato in faccia perché riuscivo solamente a chiedermi dove fossero Emma e Josh.
Mi avvicinai a Daisy, lei sicuramente avrebbe saputo spiegarmi.
-Hey!- sussurrai. Lei si voltò, dato che mi dava le spalle inizialmente, e mi guardò storto.
-Styles, ci siamo salutati due secondi fa- il carattere di quella ragazza non mi stupiva, ormai ero abituato e la buttavo sul ridere come mi aveva insegnato Emma.
-Lo so Daisy. Volevo solo chiederti se sai dov'è tua sorella.- l'occhiata che lanciò a Frankie e a Gemma, che erano proprio di fianco a lei, mi fece capire che qualcosa non andava.
-No, credo avesse qualcosa da fare in.. - cominciò a balbettare, decisamente in difficoltà.
-In università- intervenne Frankie concludendo la frase. 
-Sì, doveva finire una cosa in università- mia sorella mise insieme la frase. Sembrava la trama di un film in cui le tre ragazze vogliono coprire l'assenza dell'amica.
-In università il giorno di Natale? E soprattutto a quattro ore da qui?- mi stavano chiaramente nascondendo qualcosa.
Le tre si guardarono ancora, fino a quando Daisy alzò gli occhi al cielo sbuffando.
-E va bene.- disse afferrandomi per un braccio e strattonandomi lontano dai presenti, in modo che nessuno potesse sentirci.
-Che succede Daisy? Mi sto preoccupando.- lei sospirò, sembrava nella mia stessa situazione.
-Harry, è successo un casino. Josh l'ha lasciata, o meglio, se n'è andato- rimasi sconvolto da quello che mi era stato appena detto. Josh sembrava follemente innamorato di lei, perché aveva fatto una scelta del genere?!
-Non chiedermi il perché, so solo che prima l'ho trovata per terra in camera sua in un mare di lacrime, credevo fosse morta o qualcosa di simile inizialmente. Non mi sembrava respirasse. Poi ha aperto gli occhi e mi ha fatto leggere la lettera che lui le ha lasciato. Non ho fatto in tempo nemmeno a parlare, ha preso le chiavi della sua macchina ed è uscita prima che tutti si svegliassero- come poteva dirmi una cosa del genere così tranquillamente?
-Io devo andare a cercarla Daisy- fu la prima cosa che mi passò per la mente. Dovevo trovarla, dovevo riportarla a casa sana e salva.
-No Harry, non farlo. Sarebbe peggio. E' successa la stessa cosa quando l'hai lasciata tu, so com'è fatta.- aveva gli occhi lucidi, sintomo del fatto che odiava vederla stare male. Erano legate da un rapporto speciale, un po' come me e Gemma. Avrei dovuto ascoltarla.
-Tranquillo, tra poco tornerà a casa- non mi rassicurava quella frase, ma forse aveva ragione. In fin dei conti la conosceva meglio di me. 
-Cosa hai detto ai tuoi genitori?- domandai riferendomi al fatto che chiaramente avrebbero notato la sua assenza.
-Loro pensano che sia andata ad accompagnare Josh dai suoi genitori. Frankie si è inventata qualcosa del tipo che suo nonno non è stato molto bene e che lui ci teneva ad andare a trovarlo.- annuii per far capire che pensavo fosse stata una buona idea quella di nascondere la verità.
Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere, Emma mi aveva espresso chiaramente quanto lei tenesse a Josh e quanto fossero innamorati. 
Stavo per tornare dagli altri quando Daisy riattirò la mia attenzione.
-Harry- mi voltai verso di lei. -Stalle vicino, anche se ti dirà di volere il contrario. Ne ha bisogno.- le sorrisi debolmente e annuii. 
L'avrei fatto anche se non me l'avesse chiesto, ma ora sapevo che qualcuno contava su di me e sul fatto che fossi presente, non avrei potuto deluderla.
Una volta tornati nell'altra sala, feci come se nulla fosse accaduto. Ci furono delle occhiate d'intesa tra me, Gemma e Frankie e Daisy ogni volta che Emma veniva nominata, ma nessuno se ne accorse.
Le uniche quattro persone a sapere la verità eravamo noi e stavamo aspettando con ansia il suo ritorno. 
Mi ritrovai a fingere per l'ennesima volta davanti agli occhi di Taylor affermando di non avere nessuna notizia di Emma, ormai sembrava essere diventata un'azione ordinaria. 
Le ore passarono e durante il pranzo sentii il bisogno di allontanarmi da quell'ambiente fin troppo felice. Non potevo continuare a recitare, ero preoccupato per lei, volevo sapere dove fosse.
Erano circa le due del pomeriggio e ancora non avevamo iniziato i secondi piatti, dovevo fare qualcosa.
-Scusate, vado a recuperare il mio telefono nel bungalow. Ho dimenticato di chiamare Zayn ieri- fu la prima cosa che mi venne in mente. In realtà l'avevo chiamato eccome, ma fortunatamente nessuno si rese conto che stavo mentendo. Taylor mi disse che mi avrebbe aspettato lì e io colsi quell'occasione per rimanere un po' da solo. Il telefono ovviamente non era in camera come avevo fatto credere, ma era ben saldo nella tasca dei miei pantaloni. Giunsi alla conclusione che se fossi andato nella stanza in cui dormivamo io e Taylor, probabilmente avrei avuto poco tempo dato che la mia ragazza sarebbe venuta a cercarmi dopo qualche minuto, perciò pensai a un luogo dove avrei potuto stare in santa pace per un po'. 
Avevo già pensato a dove nascondermi, infatti sapevo a perfezione dove si trovasse la chiave di riserva che apriva il secondo bungalow. Andai di corsa a recuperarla e mi precipitai dentro di esso. Non accesi neanche la luce, mi buttai sul letto a peso morto e la prima cosa che mi venne d'istinto fare fu provare a telefonare a Emma. Invece di sentire la sua voce rispondere però, sentii quella della segreteria telefonica pronta ad avvisarmi che il telefono era spento. Questo successe per circa quaranta volte di fila.
Guardai l'orologio sul mio polso, segnava ormai le tre del pomeriggio. Era fuori casa dalla mattina alle nove circa, da quanto mi era stato detto. 
Dove diavolo era finita?
Persi le speranze, lanciando il telefono lontano da me, ma pur sempre sul letto. Fu proprio in quel momento che una luce fece capolino, facendo sì che la stanza che fino a quel momento era stata buia, si illuminasse.
 
Emma's POV.
Ero fuori di casa ormai da sei ore quando guardai l'orologio. Ero stata tutto il tempo rinchiusa nella mia macchina in una campagna non lontana dalla casa di Robin. Avevo ripensato a molte cose ed ero giunta alla conclusione di non avere realmente una colpa in quello che era successo.
Io non avevo mai dimostrato un interesse nei confronti di Harry. Certo, era evidente che ci tenessi a lui, ma nessuna delle mie azioni aveva anche solo fatto presupporre che non l'avessi ancora dimenticato. Forse Josh non riusciva a capirmi, al contrario di come avevo sempre creduto. O forse era solo un momento di crisi.
Da quando ero tornata da New York due settimane prima, avevo incominciato a pensare a come sarebbe stata la mia vita se io e H non ci fossimo mai separati. Forse non sarei stata in quella situazione, forse in quel momento sarei stata felice. Non avrei mai incontrato Josh, ma magari Harry non avrebbe partecipato ai provini di Xfactor per colpa mia.
Ogni volta arrivavo al punto che le cose sarebbero andate in modo troppo diverso e che quindi tutto ciò che era successo era il nostro destino. Ma se l'addio, o forse arrivederci, di Josh fosse stato un segno per farmi capire che qualcosa doveva cambiare nella mia vita?
Dovevo dare una svolta a quella situazione ed il modo migliore per farlo era tornare a casa. Misi in moto l'auto e dopo circa dieci minuti mi ritrovai davanti alla porta, sperando di non essere visibile ai presenti per riuscire a sgattaiolare in un posto dove nessuno avrebbe potuto disturbarmi.
Aprii con la chiave che avevo preso quella mattina e, cercando di fare il meno rumore possibile, attraversai il salone per raggiungere l'uscita che dava sul giardino nel retro della casa.
Non passai dalla cucina, ma intravidi chiaramente tutte le famiglie intente a ridere scherzare e consumare il pranzo natalizio. Fortunatamente nessuno si accorse del mio rientro. Feci per andare nella mia stanza nel bungalow, ma intuii che sarebbe stato chiaramente un posto dove chiunque avrebbe potuto trovarmi. Mi guardai un po' intorno e infine intravidi la porta dell'altro bungalow semi aperta.
Lì non mi avrebbe scovata nessuno, ne ero certa. 
C'era buio all'interno, ma non avrei acceso le luci altrimenti avrebbero capito. Pensavo fosse filato tutto liscio, ma improvvisamente sentii un rumore provenire dalla stessa stanza in cui mi trovavo.
Presi il cellulare che avevo in tasca che era stato spento fino a quel momento, sbloccai lo schermo e lo puntai di fronte a me in modo da illuminare. Avevo il terrore che qualcuno mi vedesse in quelle condizioni.
Notai una figura seduta sul letto che si trovava a pochi metri da me. Mi ci volle pochissimo per capire di chi si trattasse.
-Harry? Che ci fai qui?- chiesi sorpresa. Era la prima volta che parlavo dopo sei ore di pianto, la mia voce era decisamente diversa dal solito. Lui si alzò velocemente e si incamminò nella mia direzione.
-Emma, io.. io credevo ti fosse successo qualcosa. Ho provato a chiamarti un sacco di volte, ma non mi hai risposto.- anche la sua voce era strana e aveva il viso rigato dal pianto. Si era seriamente preoccupato per me.
-Scusa, ma ho preferito spegnere il telefono in modo da non ricevere nessuna chiamata o messaggio- in realtà l'avevo fatto per far si che non fossi io a scrivere o chiamare nessuno, ma non volevo farmi vedere troppo fragile da lui. 
-Che ti succede?- c'era buio, ma riuscivo ugualmente a vedere la scintilla nei suoi occhi verde smeraldo. La poca luce che entrava dalle finestre illuminava una grossa poltrona vicino al letto che catturò la mia attenzione e verso la quale mi diressi prima di rispondere, ovviamente seguita la lui.
-Josh mi ha lasciata, ma credo che questo tu già lo sappia- mi sedetti, o meglio, mi ci buttai sopra. Lui non si fece problemi a ritagliarsi un piccolo spazio di fianco a me, pur considerando che la poltrona era stata progettata per ospitare solamente una persona. 
-Sì, me lo ha detto Daisy.- abbassò la testa guardando il pavimento. Entrambi non avevamo parole. 
Il silenzio, oltre che al buio, regnò in quella stanza per qualche minuto. 
Quello che successe dopo fu troppo veloce da ricordare; so solo che vidi il viso di Harry avvicinarsi sempre di più, fino a quando le sue labbra sfiorarono le mie. Io non rifiutai quel suo bacio improvviso, non mi allontanai e inizialmente non capii nemmeno quanto fosse sbagliato. Poi riuscii a realizzare e fu in quel momento che mi staccai repentinamente da lui e lo guardai dritta negli occhi.
Ero sicura che l'espressione stampata sul suo viso fosse identica alla mia. Un misto tra spavento e incredulità.
Scossi velocemente la testa e mi alzai dalla sedia ancora scossa.
-E' stato uno sbaglio.- affermai subito. Lui scattò in piedi di fronte a me.
-Sc.. scusa Emma, non so cosa mi sia preso- balbettò le sue scuse immediatamente, non riuscendo più nemmeno a guardarmi negli occhi.
Non risposi, feci qualche passo indietro prima di voltargli le spalle e uscire da quel luogo, per andare a rifugiarmi nella mia stanza.
Che cosa avevo appena fatto?
 
So, here I am!
Ecco il decimo capitolo.. e che decimo capitolo aggiungerei! Come vi avevo preannunciato, è successo qualcosa di un po', come si può definire? Sconvolgente? Forse.
Bè, fatto sta che ovviamente Harry non ha resistito! Chiariamo che la situazione ha portato quel povero ragazzo a fare ciò che ha fatto, perché sotto sotto forse ancora prova qualcosa per lei!
Fatemi sapere cosa ne pensate, è importante :)
Ora vi lascio e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
Love you, Raffy <3


Emma:                                                                  Harry:                                              Daisy:
                                     


Josh:                                                                    Frankie:                                                           Gemma:
                                                   

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Capitolo 11
*** Advices. ***


Advices.

Da quando mi ero ripresentata in cucina, non avevo fatto altro che ignorare Harry e lui faceva lo stesso con me.
Quel bacio non era stato così innocente e ci avevo pensato fin troppo dopo essermi rinchiusa in camera. 
Avevo provato qualcosa nel momento in cui le sue labbra erano venute a contatto con le mie, qualcosa che non avrei sicuramente provato se fossi stata indifferente a lui. Era stata una sensazione strana, come se tra di noi nulla fosse cambiato pur essendo stati lontani per ben tre anni.
Avevo notato in lui una tendenza a stare lontano anche da Taylor e questo non mi piaceva per niente. Non volevo che perdesse l'opportunità di stare con una ragazza come lei solo per quello sbaglio. 
Sbaglio, sì, lo avevamo definito entrambi in quel modo.
 
Ero stata inoltre inondata da miliardi di domande riguardanti un presunto nonno di Josh, di cui non sapevo nemmeno l'esistenza. Capii che c'era lo zampino di qualcuno in tutto ciò, sicuramente per non far fuoriuscire la verità, ovvero che ero stata lasciata miseramente dal mio fidanzato il giorno di Natale. 
Frankie, vedendomi al quanto disorientata, mi prese in disparte per spiegarmi che era stata appunto una sua idea quella di inventarsi un motivo valido per il mio allontanamento dalla casa di quella mattina e fu in quella occasione che le raccontai ciò che era successo poco prima.
-Emma, che c'è? Ti vedo strana- mi domandò. Non volevo dire a nessuno del bacio, nemmeno alla mia migliore amica, anche se mi risultò impossibile.
-Frankie, ti ricordo che Josh mi ha lasciata.. non credi sia normale il fatto che sia un po' strana?- sapevo che non ci sarebbe cascata. Era capace di capirmi fin troppo bene, non sarei mai stata capace di nasconderle un'avvenimento del genere.
-C'è sotto qualcos'altro. Muoviti, dimmi tutto- a quel punto non potei negare nulla. Dopo qualche secondo di silenzio mi decisi a confessare.
-Harry mi ha baciata.. - lasciai la frase in sospeso, non notando tracce di stupore nella sua espressione. -E io non l'ho rifiutato- aggiunsi, credendo che almeno quello l'avrebbe fatta sussultare o rimanere sorpresa. Lei, invece, rimase immobile fino a quando un sorriso non le spuntò in viso.
-Chissà come mai la cosa non mi meraviglia- esclamò facendo in modo che rialzassi lo sguardo che avevo puntato verso il basso per la vergogna. Il mio ragazzo mi aveva lasciata poche ore prima e io già avevo baciato un'altra persona. Non volevo sembrare una poco di buono.
-Emma, tu e Harry non aspettavate altro da quando vi siete incontrati a New York. E' inutile negarlo- la bloccai prima che continuasse.
-No Frankie, non mi è mai passato per l'anticamera del cervello- ribattei prontamente, pur dubitando della mia stessa affermazione. 
-Ascoltami, io ti conosco da un po' di anni ormai e credo di aver abilità intellettive abbastanza elevate per capire ciò che realmente vuole la mia migliore amica.- odiavo quello che aveva appena detto, lo odiavo perché era totalmente vero.
-Ma.. ma io sto con Josh- sussurrai.
-STAVI con Josh!- sottolineò in modo evidente quel verbo al passato. -Lui ti ha lasciata perché ha capito che non c'è spazio nel tuo cuore per nessuno al di fuori di quello stupido cantante riccio- non volevo darle ragione, ma il modo in cui l'aveva appena definito mi fece scoppiare ridere e lei mi seguì a ruota.
-Che succede qui belle ragazze?- mia madre ci sorprese all'improvviso interrompendo la nostra conversazione. Era davvero difficile tenere tutto nascosto a quella donna, considerando il fatto che ero solita confidarmi sempre con lei, ma quella volta non potevo o forse non me la sentivo.
-Niente Debbie, stavamo solamente parlando- Frankie rispose prontamente, al contrario di me.
-Okay, ora venite di là però! Dobbiamo finire di aprire i regali, dato che prima Emma non c'era.- annuimmo entrambe prima che lei si allontanasse. Mi avevano detto subito che avevano preferito non aprire i regali fatti da me per aspettare il momento in cui anche io avrei aperto i miei. Questo voleva dire che avrei dovuto aprire quello di Harry e lui avrebbe dovuto aprire il mio… l'idea non mi entusiasmava più di tanto. 
Appena diedi i primi segni del mio voler scappare il più lontano possibile, Frankie mi trascinò in salotto pregandomi di comportarmi normalmente.
-Stavate aspettando me?- scherzai ascoltando i consigli della mia migliore amica.
-Facciamo che prima voi aprite i miei, così posso andare a sotterrarmi nel caso vi facciano schifo.- continuai, facendo ridere i presenti. Questa volta anche Harry aveva seguito la massa, speravo riuscisse a fingere che tutto fosse normale tra noi così come stava cercando di fare la sottoscritta.
La voce di mia sorella echeggiò nella stanza quando urlò che avrebbe dato il via all'apertura. Sia a lei che a Frankie avevo regalato una cosa che progettavamo di fare da mesi ormai: un appuntamento per un tatuaggio in un negozio a Londra. 
Erano anni che pensavamo di tatuarci qualcosa per sottolineare la nostra amicizia/sorellanza e pensai che quello sarebbe stato il regalo adatto. Ovviamente avevo dovuto convincere i miei genitori e quelli di Frankie, e c'era voluto molto tempo.
La mia migliore amica capì subito che il suo regalo sarebbe stato identico a quello di Daisy, perciò non aspettò il suo turno e incominciò a scartarlo per poi iniziare a sbraitare cose incomprensibili abbracciandomi.
-Emma, grazie!- esclamarono entrambe quasi in lacrime dalla felicità. Io non ero a pieno della mia contentezza, dato tutto ciò che era successo nelle ultime ore, ma cercai di non darlo a vedere.
Dopo loro, passammo ai regali di Gemma e Taylor. Sì, ero stata in un certo senso obbligata a farlo anche a quest'ultima. Non che la cosa mi dispiacesse, ma non avevo idea di cosa le sarebbe piaciuto perché ero fermamente convinta che lei avesse tutto quello di cui necessitava nella vita. Avevo chiesto un aiuto disperato a Harry, che mi aveva suggerito di comprarle una borsa che aveva visto in un mercato di artigianato a Camden Town. Fortunatamente le piacque, così come a Gemma piacque la collana personalizzata che avevo pensato di comprarle. L'estate in cui ci eravamo conosciute, avevamo inventato o meglio preso in prestito da una canzone, un motto che ripetevamo ogni volta che ne avevamo occasione ed avevo pensato di farglielo incidere su una targhetta.
-"Love is all you need"- lo lesse prima di scoppiare a ridere ricordando da cosa era nato.
 
 
-Harry, che cosa stai facendo?- la voce di Gemma lo distrasse dalla sua concentrazione.
Eravamo in spiaggia, poche sere dopo il giorno in cui H mi aveva presentato sua sorella. Il riccio era intento a scrivere qualcosa sulla sabbia mentre tutti noi eravamo seduti attorno a un piccolo falò.
-Sto scrivendo una cosa sulla sabbia- rispose serio e impegnato.
-Ma davvero H? Non l'avrei mai detto- mi intromisi nel discorso. Lui appena sentì la mia voce alzò la testa per guardarmi.
-Sto scrivendo il mio motto- aggiunse fissandomi. Io e Gemma scoppiammo a ridere.
-Da quando tu hai un motto fratellino?- lo prese in giro lei.
-Da sempre- riabbassò la testa continuando.
-E quale sarebbe?- domandai io. Ancora una volta tornò a guardarmi. Adoravo il modo in cui lo faceva, sembrava sempre che mi stesse ammirando con quegli occhi verdi.
-"Simple but effective"- rispose lui.
Io guardai Gemma e, dopo essere scoppiate a ridere di nuovo, chiaramente pensammo la stessa cosa.
-Okay, inventiamoci anche noi un motto- esortò lei.
-Ho un'idea!- esclamai io immaginando qualcosa che fosse reale per me in quel momento. Lei mi stava guardando, ma io spostai lo sguardo davanti a me dove si trovava suo fratello e aspettai che rialzasse la testa prima di parlare.
-Love is all you need- dissi. Un sorriso si stampò sul suo viso mettendo in evidenza le sue fossette che tanto adoravo. 
-Già.- sussurrò lui sorridendomi.
 
 
La indossò subito sorridendo. Cercai di non guardare Harry negli occhi, dato che quella frase l'avevo pensata proprio per lui a quei tempi. Faceva ancora male pensarci a volte. Faceva male perché era strano trovarsi lì dopo tutti quegli anni in una situazione del genere dove tutto è dettato dal destino. 
Mi distolsi dai miei pensieri al più presto, mentre andammo avanti con l'apertura dei regali. Dopo Gemma passammo agli adulti, a cui avevo regalato delle cose semplici come vestiti, sciarpe e simili. Fortunatamente furono apprezzati.
Ne mancava solo uno.
-Harry, tocca a te!- esclamò Gemma, ancora all'oscuro di ciò che era successo tra me e suo fratello.
Ci avevo messo giorni per pensare ad un regalo adatto ad Harry. Avevo paura che tutto sarebbe risultato banale agli occhi di una star mondiale come lui, ma purtroppo io non potevo permettermi nulla di quello che sicuramente la sua ragazza altrettanto milionaria gli aveva regalato, perciò pensai di andare sul sicuro.
Mi ero casualmente ricordata che un giorno a New York mi aveva mostrato la foto un cappello che avrebbe voluto comprare, ma che aveva scoperto essere andato fuori produzione nell'unico negozio che lo vendeva. Perciò, essendo mia sorella una modella che quindi lavorava nel mondo della moda, avevo pensato di chiederle di procurarmene uno. Speravo solamente che non l'avesse già fatto lui.
L'espressione che ebbe in viso quando scartò il pacchetto però, mi fece capire di aver fatto centro.
-Ma.. ma come hai fatto a trovarlo? Mi avevano detto che non li avrebbero più prodotti!- esclamò rivolgendosi a me per la prima volta dopo ciò che era successo. Aveva in mano quel cappello arancione e lo fissava come se fosse un regalo da miliardi di sterline.
-Succede quando hai una sorella modella- risposi guardando Daisy che mi fece  l'occhiolino. 
-Grazie Emma! Grazie davvero- non seppi come, ma riuscii a reggere il suo sguardo. Sembrava addirittura che i suoi occhi stessero sorridendo.
-Ora è il tuo turno- mia madre mi incitò, probabilmente sapeva già che il regalo di qualcuno in particolare mi avrebbe sorpreso.
I primi che aprii furono quelli di mia sorella e della mia migliore amica. 
Quello di Daisy era un buono di TopShop da duecento sterline, mentre quello di Frankie delle scarpe che desideravo da mesi. Poi passai a Taylor e Gemma. 
La cantante mi sorprese regalandomi delle cuffie, le famose Beats. Mi ricordai di averle espresso il desiderio di comprarle e apprezzai molto il suo pensiero. Gemma invece mi regalò un vestito stupendo con un biglietto che diceva che avrei dovuto indossarlo all'ultimo dell'anno, facendomi capire che l'avremmo passato insieme.
Aprii poi quello dei miei genitori, dei genitori di Frankie e infine quello di Anne e Robin. Mi alzai a ringraziare tutti, cercando di evitare l'ultimo regalo che avrei dovuto affrontare,
Non volevo aprire quello di Harry, non volevo farmi vedere fragile agli occhi degli altri. Forse però sarei sembrata più fragile se avessi deciso di non scartarlo. Si sarebbero chiesti il motivo e alla fine avrei dovuto spiegare troppe cose. Ecco, quella non era la via da intraprendere, perciò afferrai il pacchetto di Harry, o meglio la busta, e presi un respiro profondo. 
La prima cosa che lessi fu il nome del cantante che adoravo più di qualsiasi cosa.
-Ed Sheeran? Oddio, ma Harry! Come hai fatto? I biglietti per tutti i suoi concerti sono finiti da mesi- lo guardai incredula e lui mi sorrise.
-Succede quando uno dei tuoi migliori amici si chiama Edward ed ha i capelli rossi- copiò la risposta che gli avevo dato dopo averlo sorpreso con il mio regalo.
-Ma come hai fatto a saperlo? Cioè, io non ti ho mai detto che.. io … oddio- cominciai a blaterare, come ero solita fare. 
-Un giorno parlando con Daisy ho scoperto la tua passione per le sue canzoni e ho pensato subito di procurarti un biglietto- guardai mia sorella. Era stata il tramite dello scambio di regali tra me e Harry. Aveva aiutato sia me che lui. Poi mi guardai intorno e vidi i presenti sorridere, come se improvvisamente tutto quello che Josh aveva scritto in quella lettera si stava trasformando in realtà. Scossi la testa, cercando di eliminare quell'immagine dalla mente.
-Grazie, grazie davvero. Ma dove sarà? Non c'è scritta nè data nè luogo- notai guardando il biglietto.
-Dove vorrai e quando vorrai. Ed sta facendo il tour in America, quindi ho pensato di regalarti anche un biglietto aereo per volare nel luogo del concerto ed una prenotazione per camera in hotel, qualunque essi siano - avrei voluto urlare e piangere dalla felicità in quel momento. Era il più bel regalo che avessi ricevuto in quel giorno, pur sapendo quello che era successo tra di noi, non potei nascondere la mia gratitudine nei suoi confronti.
Mi sentii contemporaneamente un po' in debito. Dopotutto, io gli avevo regalato un semplice cappello, mentre lui aveva optato per un biglietto di un concerto, un biglietto aereo ed addirittura una camera in hotel. La differenza era abissale.
 
 
Harry's POV.
 
Di certo non avevo rimediato al casino che avevo combinato baciandola, ma quel regalo sicuramente aveva contribuito a fare calmare le acque. 
Avevo pensato molto a ciò che avevo fatto, ma ero convinto che l'avrei rifatto se mi si fosse presentata un'altra situazione del genere. Era inutile negare che provassi ancora qualcosa per lei e soprattutto era inutile negarlo a Taylor.
Dopo aver finito l'apertura dei regali, si erano già fatte le sei di sera. Ognuno era andato nella propria stanza in vista del secondo round del cenone natalizio che ci aspettava dopo qualche ora. Mentre la mia ragazza era intenta a farsi una doccia che sembrava durare un'eternità, uscii dalla camera ancora immerso nei miei pensieri da quella mattina. Non appena chiusi la porta alle mie spalle, mi scontrai contro qualcuno.
-H!- capii subito che si trattava di Emma. Quando la guardai, notai che aveva il viso rigato dal pianto, di nuovo.
-Che succede Emma? Perché stai piangendo?- era inutile, il mio istinto protettivo nei suoi confronti non se ne sarebbe andato facilmente.
-Io.. io non sto piangendo..- la sua voce era spezzata.
-Ti conosco abbastanza bene per affermare che tu stai mentendo- le posai l'indice sulla punta del mento per far si che risollevasse lo sguardo, che aveva meticolosamente puntato a terra.
-E' che mi sento sola di là in camera.. Josh non c'è più- finì giusto in tempo la frase, poi scoppiò in lacrime abbracciandomi come non faceva da tempo. Io le accarezzai il capo cercando di trovare le parole giuste da dire.
-Ci sono io qui per te- forse non era ciò che si aspettava, ma era importante per me farle sapere che sarei sempre stato presente. Si discostò leggermente dall'abbraccio e la differenza di altezza le permise di guardarmi negli occhi, pur essendo ancora avvinghiata a me.
-Il tuo regalo.. Harold non dovevi!- ero convintissimo che prima o poi mi avrebbe fatto un discorso del genere.
-Infatti non dovevo, volevo farlo- sottolineai il verbo volere, per farle capire che non doveva preoccuparsi.
-Ma io ti ho regalato un semplice cappello!- il fatto che non si fosse ancora staccata da me, mi faceva provare una strana sensazione.
-Io desideravo quel cappello Em! E' stato il regalo più bello- finalmente vidi un sorriso aprirsi sul suo viso. Era tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento.
-Hey Harry! Dove sei finito?- la voce della mia fidanzata interruppe la mia fase di adorazione nei confronti della ragazza che stringevo tra le braccia in quel preciso momento.
-Ah, Taylor deve essere uscita dalla doccia. Ci vediamo dopo Edwards- lasciarla in quelle condizioni mi spezzava il cuore.
-Va bene, io vado dalle tre oche di là!- mi rispose riferendosi a Gemma, Daisy e Frankie. Sapevo che l'avrei lasciata in buone mani. Le sorrisi prima che si slegasse dall'abbraccio e mi superasse per andare verso la stanza in fondo al corridoio. Rimasi lì a guardarla fino a quando non chiuse la porta alle sue spalle e poi tornai nella mia camera.
-Dove eri finito tesoro?- Taylor aveva solo un asciugamano addosso e con un altro si stava asciugando i capelli. Si avvicino lentamente accarezzandomi il viso. Sapevo che stava cercando di sedurmi, ma non avrei ceduto ai suoi tentativi. Non dopo quello che era successo.
-Vado a farmi una doccia- le sorrisi e mi allontanai, notando chiaramente una traccia di delusione nella sua espressione.
Durante la cena, quella sera, Emma non mi degnò nemmeno di uno sguardo, ma non ne capii il perché. Mi ignorò di nuovo.
Quella notte feci l'amore con Taylor, ennesima prova per capire che non mi sentivo più legato a lei in nessun modo. Ricordavo l'effetto che aveva su di me agli inizi, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso e mi sembrava impossibile avere la possibilità di stare con una ragazza di quel genere. Ora però sentivo il bisogno di un'altra persona, avevo capito che in tutto quel tempo avevo solo cercato un suo rimpiazzo. 
La mattina del ventisei Dicembre fu abbastanza monotona. Sembravo essere l'unico sveglio in casa. Quando mi alzai dal letto decisi di andare in cucina e proprio lì trovai un biglietto di mia mamma che diceva che tutti i genitori erano usciti per fare una passeggiata. Quindi dedussi che tutte le ragazze stessero ancora dormendo.
Questo fino a quando non vidi mia sorella uscire dal bungalow e dirigersi verso la casa dove mi trovavo io.
-Fratellino, cosa ci fai già sveglio?- mi domandò, sapendo perfettamente che stava assistendo ad un evento più unico che raro, dato che erano solamente le dieci di mattina.
-Non lo so Gemma, me lo sto chiedendo anche io- le risposi ridendo.
-Bè, forse io potrei darti una spiegazione.- le mostrai un'espressione alquanto dubbiosa che la indusse a continuare.
-Secondo me non riesci a dormire perché pensi ad Emma- era stata chiara, concisa e ci aveva azzeccato come al solito.
-No, ti sbagli- okay, aveva ragione, ma io dovevo negarlo. Era nella mia indole.
-No H, non mi sbaglio. Ti conosco e so quanto ti abbia scombussolato rincontrarla. Tre anni fa ero convinta avessi fatto la mossa sbagliata e non volli aiutarti quando mi dissi che avresti voluto tornare da lei, perché sarebbe stato un gesto insensato dopo quello che le avevi fatto. Ora però non puoi stare con Taylor come se niente fosse!- si era seduta su uno degli sgabelli intorno alla penisola della cucina e si stava versando del latte in un bicchiere. Mi ricordavo benissimo di  quando si era rifiutata di darmi una mano per riconquistare Emma, era delusa dalla mia mossa e quindi aveva prontamente risposto che "ben mi stava" trovarmi in quella situazione.
-L'ho baciata.. ieri- confessai, sentivo il bisogno di farlo. Lei mi guardò e sorrise.
-Lo so, me l'ha raccontato. Mi ha anche raccontato di quanto sia confusa per tutto quello che è successo in queste ultime settimane- abbassai il viso e sospirai pensando a quelle ultime parole.
-Ma l'ha definito uno sbaglio, Gemma! Lei ama Josh, non c'è più posto per me- 
-Sai perché Josh l'ha lasciata?- fece una pausa. Io scossi la testa dando risposta negativa. -L'ha lasciata perché è convinto che lei sia ancora innamorata di te- quelle parole mi lasciarono quasi di stucco. Ero forse il l'unica persona che pensava che Emma mi stesse ignorando?
-Non lo so, io.. io.. non lo so.- non avevo parole in quel momento.
-H, è evidente il fatto che tu non provi più niente per Taylor. Metti almeno le cose in chiaro con lei- le dispense di consigli di mia sorella mi erano sempre serviti fino a quel momento, forse avrei dovuto ascoltarla. Mi alzai dallo sgabello sul quale anche io mi ero seduto e la fissai per un secondo.
-Grazie Gemma- le diedi un forte abbraccio e poi mi diressi deciso verso la camera da letto. Dovevo parlare con la mia fidanzata.
 
 
Buona seraaaaa!
Sono tornata, sì! Diciamo che ho deciso di pubblicare per distrarmi da tutte le foto del tour che NON POSSO guardare, dato che non voglio rovinarmi la sorpresa prima del quattro Aprile haha
Bè, questo capitolo non so perché, ma a me piace un sacco. Credo si perché Harry capisce cosa vuole realmente. Non saprei. 
Perché non me lo dite voi? ;)
Vi lascio velocemente perché sto morendo di sonno (sì, è sabato sera e sembro una vecchia di ottant'anni)!
Spero che vi sia piaciuto anche voi, aspetto i vostri commenti!
Un bacione a tutte le lettrici <3
Raffy <3 xxxx

       Frankie:                                                                   Daisy:                                                                    Gemma:
                                                  

                                                   Harry:                                                                 Emma:
                                                                 

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Capitolo 12
*** You Look Beautiful Tonight. ***


You Look Beautiful Tonight.
 
Harry's POV.
Quando aprii la porta della mia stanza, ritrovai la mia attuale ragazza a pochi passi. Aveva un'espressione abbastanza seria, non doveva essere un buon segno.
-Harry, dobbiamo parlare- disse puntando lo sguardo verso il pavimento di legno.
-Stavo per dire la stessa cosa- io, contrariamente a lei, ebbi il coraggio di fissarla dritta negli occhi. 
In realtà non sapevo come esprimere quello che mi girava per la testa da giorni. Erano un insieme di sensazioni ed emozioni che non erano riproducibili a voce. Probabilmente capì che non avrei preso l'iniziativa nel discorso, perciò mi voltò le spalle, si sedette sul letto e mi fece segno di avvicinarmi. Senza dubitare, mi misi proprio accanto a lei.
-Io credo che qualcosa non vada tra di noi. Non credo che tu sia davvero innamorato di me, o almeno non credo che questo amore nei miei confronti superi quello che provi per Emma- in una semplice frase era riuscita a riassumere il mio pensiero. Inizialmente avrei voluto reagire d'istinto, e ciò che esso mi suggeriva era di rispondere semplicemente con "Ecco, questo era quello che volevo dire", stile bambini a cui non viene in mente una parola e se la sentono suggerire da un adulto. Fortunatamente però ci pensai su, per non rischiare di peggiorare la situazione già molto critica.
-Io.. io non credo più di sapere cosa voglio- lo ammisi, era l'unico modo che avevo per farle capire.
-So che ciò che vuoi non sono io.- mi faceva male sentirle dire quelle parole poiché erano stati molti i sacrifici che avevamo fatto per stare insieme, ma non volevo illuderla. Sospirò prima di continuare.
-Credimi, mi distrugge dover affrontare questa situazione perché sai quanto ci tengo alla nostra storia, ma voglio solo il bene per te- ancora non le avevo tolto lo sguardo di dosso, così riuscii a notare i suoi occhi farsi mano a mano più lucidi. -A volte bisogna sapersi mettere da parte. Non servirebbe a niente continuare questa farsa, quando è più che evidente quello che provi per lei, Harry- era strano sentirle pronunciare frasi del genere. Non mi aspettavo sarebbe riuscita a capirmi ancora prima che provassi a spiegare. 
-Forse non è la cosa giusta da fare, io non lo so, non posso saperlo.. ma…- mi bloccò prima che finissi.
-Non c'è nessun "ma"! Io voglio solo il meglio per te, come ho già detto, e se quello che vuoi è stare con lei io non sono nessuno per impedirtelo.- aveva incominciato a piangere seriamente ormai. Non glielo avevo mai visto fare in quei mesi, avevo sempre pensato che fosse una ragazza che tende a nascondere i proprio sentimenti dietro alle battute e alle risate varie. Tesi il braccio per raggiungere le sue guance con la mia mano e asciugarle le lacrime. 
Odiavo vederla in quel modo. Odiavo fare star male le persone in generale.
-Io non voglio farti del male Taylor, sai quello che ho dovuto passare per riuscire a far funzionare la nostra relazione. Tutti gli insulti sui giornali, l'odio da parte delle fans e da altre persone che non credevano in questa storia. Abbiamo affrontato tutto insieme, ma ora siamo giunti a un punto in cui dobbiamo decidere cos'è meglio per noi. Siamo giovani, abbiamo una vita davanti e sono sicuro che sarai d'accordo con me nel dire che la vita che ci aspetta è una delle migliori, quella che abbiamo sempre sognato.- presi una pausa, notando che sul suo viso stava incominciando a spuntare un sorriso.
-Questo non è un addio, è un arrivederci! Magari un giorno ci renderemo conto di aver sbagliato tutto e ritorneremo sui nostri passi, ma per ora quello di cui abbiamo bisogno non è questo. La nostra storia ci sta solo allontanando da una visione reale di ciò che ci sta intorno!- non avevo mai creduto di essere tanto intelligente da poter formulare una frase tale, ma mi uscì spontanea. 
-Hai ragione. Spero solo che tu riesca ad essere felice, io mi concentrerò sul mio nuovo album e tu sulla tua vita- pensavo sarebbe stato tutto molto più difficile, ma Taylor era una ragazza matura per la sua età. 
-Ora credo sia meglio che io vada. Passerò un po' di giorni con la mia famiglia a Nashville- si alzò dal letto passandosi una mano tra i capelli, come sempre in ordine. 
Andò a recuperare la sua valigia e la riempì di tutti i vestiti che aveva portato. Non l'avrei fermata, non le avrei chiesto di restare perché non era ciò che volevo. 
Ma cosa volevo io realmente? Come avrei fatto a capirlo? Erano domande a cui non riuscivo a rispondere.
Dopo circa mezz'ora, mi disse che sarebbe andata a salutare tutti gli altri e io le dissi che l'avrei accompagnata all'aeroporto dove il suo aereo la stava aspettando. Prima che varcasse la porta della nostra camera, mi venne in mente il regalo che mi aveva fatto.
-Aspetta Taylor.- corsi a recuperare i biglietti aerei che si trovavano nel comodino vicino alla mia parte del letto e glieli porsi.
-No, tienili! Non importa se non verrò io con te, portaci Emma, sono sicura che le farà piacere!- quella fu l'ennesima dimostrazione della sua estrema bontà. Non obiettai, sapevo che non me lo avrebbe permesso. Le dissi che l'avrei aspettata in macchina mentre sarebbe andata a salutare.
 
 
Emma's POV.
Passai la notte insonne, ovviamente, chiedendomi cosa avrei dovuto fare della mia vita. Tutti i miei punti fissi stavano scomparendo pian piano, a cominciare da Josh. Stavo controllando il mio profilo di Twitter, cosa che non facevo ormai da secoli, scoprendo di aver avuto un aumento di followers improvvisi e non riuscendo nemmeno a leggere le menzioni. Mentre mi domandavo a cosa fosse dovuto tutto quello, quando qualcuno bussò.
-Avanti!- esclamai quasi spaventata da quel bussare improvviso. 
Non appena la porta si aprì, davanti a me vidi Taylor. Indossava un giubbotto e aveva con se una valigia. Cosa diavolo stava succedendo?
-Buongiorno Emma, scusa il disturbo! Sono solo venuta a salutarti, sto partendo per Nashville- mi ci volle poco più di un millesimo di secondo per far si che riuscissi a collegare la sua partenza a Harry.
-Perchè? Cos'è successo?- avevo il terrore che fosse per l'ennesima volta colpa mia.
-Stai tranquilla, non è niente. Sono passata perché ci tenevo a dirti una cosa..- lasciò la frase il sospeso come se stesse aspettando un mio consenso.
-Dimmi- la indussi a continuare.
-Emma- prese una breve pausa, posò la valigia a terra e socchiuse la porta alle sue spalle. -Josh non ti merita, non merita le tue lacrime. C'è una persona che ti ama e penso che tu sappia benissimo a chi mi sto riferendo. Non fartelo scappare, lui è quello giusto- sentirmi dire parole del genere da lei mi fece chiedere a me stessa se davvero fossi così cieca da non capire ciò che stava succedendo. Era come se tutto stesse andando a rallentatore per farmi capire ogni motivo di ogni singola mossa dei personaggi del film che era la mia vita, ma che non ci riuscissi ugualmente. Taylor mi si avvicinò e mi abbracciò senza più parlare. Solo quando uscì dalla mia stanza mormorammo contemporaneamente un debole "Ciao".
Era tutto così insensato. Non avevo mai fatto parola con lei del fatto che Josh mi avesse lasciato, eppure l'aveva intuito. Bè, molto probabilmente bisognava essere davvero limitati per non farlo. 
Era l'ultimo giorno che avrei dovuto passare in quella casa dopotutto, perciò mi stampai un sorriso in faccia e dopo essermi cambiata uscii dalla mia camera per raggiungere tutti gli altri. Guardandomi intorno, notai l'assenza di Harry. Pensai subito che fosse dovuto alla partenza della sua ragazza, o forse ex ragazza ormai.
Senza che facessi domande, Gemma mi si avvicinò.
-Non me lo chiedere, è sparito- ennesimo, e speravo ultimo, dramma natalizio.
 
La giornata fu abbastanza tranquilla, nessuno chiese più nulla del mio attualmente ex fidanzato e soprattutto nessuno domandò il motivo dell'assenza di Harry. Le ore volarono tra scherzi, cibo, giochi e solite cose che si fanno nei giorni di festa. Da una parte ero felice di vedere le tre famiglie così unite, ma dall'altra non facevo altro che pensare a come sarebbe stato se non avessi incontrato Anne per caso a New York.
Ma dopotutto mia madre sembrava così felice di aver ritrovato in lei un'amica, così come la madre di Frankie che con il suo accento americano si cimentava in battute divertenti; sua figlia aveva decisamente preso da lei la sua tendenza ad essere sempre molto sarcastica. Mio padre, Robin e Gary si divertivano moltissimo e mi veniva sempre spontaneo un sorriso sentendoli discutere sul calcio e cose simili.
Era stata una bella rimpatriata per tutti.. tutti al di fuori di me e Harry. 
Daisy, Gemma e Frankie erano state la cornice dei drammi vari avvenuti tra le due coppie scoppiate in quei tre giorni. Coppie che ormai non erano più tali. Erano bastate 48 ore a Josh e poco più a Taylor per capire che quello non era il posto adatto a loro. Avevano entrambi deciso di lasciarci la possibilità di chiarirci le idee. 
E forse, anche se tutto ciò faceva davvero male, avevano fatto la cosa più sensata. 
H non si fece vedere per tutto il giorno, ma non mi sembrò per niente strano. Ero stata nella sua stessa situazione il giorno prima e ancora in quel momento avrei voluto scappare per starmene da sola a piangere lontana da tutti e da tutto. 
La sera arrivò il momento di abbandonare la casa. Daisy sarebbe stata a Birmingham dai miei genitori fino ai primi di Gennaio, io e Frankie saremmo tornate a Londra, mentre i suoi sarebbero partiti per San Francisco. Anne e Robin sarebbero rimasti lì ancora qualche giorno, mentre Gemma sarebbe tornata a Sheffield. 
Tutto stava per terminare. Uscendo dalla porta principale e salutando gli altri, mi chiesi anche che fine avesse fatto quel ragazzo che mi aveva scombussolato la vita da quando era ricomparso. 
Realizzai che forse stava scappando proprio da me. Avevo rovinato la sua storia con Taylor, per cui aveva lottato per molto tempo. Era tutta colpa mia, non me lo sarei mai perdonata. Come avrei potuto anche solo pretendere che si facesse vivo?
Bè, forse non avrei dovuto, ma fu l'unica cosa che riuscii a fare nei giorni successivi, che furono molto pesanti da sopportare.
Migliaia di paranoie mentali non facevano altro che assillarmi. Frankie cercò in tutti i modi di farmi sollevare il morale, ma il fatto che né Harry né Josh si fossero fatti sentire non faceva altro che farmi disperare. Aspettavo solo una telefonata, ma ovviamente essa non arrivò.
 
Era ormai il 29 di Dicembre. Dopo esattamente due giorni sarebbe stato l'ultimo dell'anno. 
Eravamo state invitate alla festa che avrebbe dato Zayn nella sua casa in città. L'idea non mi entusiasmava per niente, ma dovetti cedere ai numerosissimi tentativi di convincimento attuati dalla mia migliore amica. Ovviamente lo fece solo perché non vedeva l'ora di vedere Niall, che ormai era diventato come un'ossessione. Non faceva altro che parlare con lui al telefono, nominarlo in ogni frase (spesso non di senso compiuto)… diciamo che si era presa una bella cotta. Non volevo ferire i suoi sentimenti non accontentandola. In fondo sarebbe stata una serata normale.. 
Solo io, lei, mia sorella, Gemma, una band famosa in tutto il mondo e qualche amico. Semplice no? 
Sì, semplicissimo.
Peccato che avessi un punto interrogativo grosso come una casa stampato in fronte, ovvero: come avrei dovuto comportarmi con Harry? 
Non mi sarei sicuramente posta il problema se avesse dato almeno un minimo cenno di vita in quei tre giorni!   
     
Sfortunatamente il 31 Dicembre arrivò. Non avevo avuto problemi sul vestito da indossare, infatti Gemma me ne aveva regalato uno apposito a Natale. Non potei dire la stessa cosa per mia sorella e Frankie purtroppo.
Daisy ci aveva raggiunto a Londra il 30 e avevamo passato una giornata intera a fare shopping. Non che la cosa mi dispiacesse, ma quelle due erano abbastanza difficili da accontentare perciò girammo circa un centinaio di negozi per far si che trovassero l'abito adatto, rigorosamente nero.
In quel momento eravamo nel mio appartamento ad aspettare che Gemma arrivasse da Sheffield e passasse a prenderci per dirigerci a casa Malik. Non riuscii a nascondere la mia agitazione.
-Em, stai tranquilla! Andrà tutto bene- cercavano entrambe di tranquillizzarmi.
Una volta in macchina, la primogenita Styles ci stilò la lista dei presenti quella sera. Ovviamente sottolineando il fatto che ci sarebbero stati molti amici dei ragazzi e che questi amici sarebbero stati abbastanza attraenti. 
Peccato che la cosa non mi interessasse affatto. Ero appena stata mollata dal ragazzo che amavo, o almeno credevo di amare, l'ultima cosa a cui pensavo era cercarmene un altro.
Quella rotta sembrava portarci verso il quartiere di Notthing Hill. Come avevo potuto non pensarci prima? Zayn poteva certamente permettersi una casa in quel luogo. Gemma ci disse che i cinque ragazzi vivevano tutti nello stesso blocco, una villa affianco all'altra.
Dopo circa venti minuti, l'auto si fermò davanti ad un cancello.
-Eccoci, siamo arrivati.- disse Gemma parcheggiando proprio lì di fronte.
-G, io non se quanto possa essere una buona idea. Voglio dire, tuo fratello mi odia.- ammisi scendendo dall'automobile dal suo stesso lato. Fortunatamente Frankie e Daisy non mi sentirono, altrimenti avrebbero di nuovo iniziato con le loro ramanzine.
-Em, mio fratello non ti odia! Stravede per te, vedrai che andrà tutto bene.- le sorrisi, non avendo parole per risponderle. Mi voltai alla mia sinistra e vidi il cancello di casa aprirsi. Guardai la mia migliore amica, che era rimasta leggermente indietro con me, e entrambe ci rivedemmo subito in uno di quei film di teen-agers dove le ragazze sfigate vengono invitate alla festa di qualche riccone nella scuola. Non potei dire lo stesso per mia sorella, dato che per il lavoro che faceva era sicuramente abituata a vedere case del genere, e nemmeno di Gemma.. chissà quante volte aveva partecipato a feste del genere in case del genere!
Frankie mi guardò sbalordita quando mettemmo piede all'interno. L'arredamento era modernissimo, c'erano addirittura degli skateboard appesi al muro, segno che Zayn fosse un amante di quel genere di cose. Era davvero tutto perfetto. Non c'era ancora molta gente, ma riconobbi immediatamente la risata di Louis provenire da un'altra stanza. La porta ci era stata aperta da Paul, il loro manager non che guardia del corpo, perciò non dovevano essersi accorti del nostro arrivo.
-C'è qualcuno in casa?!- urlò Gemma per farsi sentire. Non appena finì quella frase, qualcuno ci corse in contro, e chi se non il padrone di casa?
-Buona sera ragazze! Scusatemi, non mi ero accorto del vostro arrivo. E' che Paul ha insistito molto sull'essere presente stasera, per evitare imprevisti di qualsiasi genere.- si giustificò Zayn. Lo squadrai dalla testa ai piedi. Indossava una camicia bianca leggermente sbottonata e dei pantaloni neri. Stava davvero bene.
-Hey Zayn, Louis ha chiesto dove hai… oh, buonasera!- una ragazza dai capelli viola ci raggiunse. Guardandola, capii subito che doveva essere la sua fidanzata, da come mi era stata descritta. Era bellissima, non era una di quelle ragazze perfette di cui riesci solo a pensare "Questa deve essere una modella"; Era una ragazza normalissima, alta circa quanto me e con un sorriso a dir poco stupendo.
-Perrie, loro sono Emma, Daisy e Frankie.- non nominò Gemma, evidentemente doveva già averla conosciuta. -Ragazze, lei è Perrie, la mia fidanzata- non mi ero sbagliata. Ci stringemmo la mano e scambiammo due parole veloci prima che continuasse a dire ciò per cui aveva raggiunto Zayn.
-Dicevo, Louis chiede dove hai messo i bicchieri di plastica- domandò implicitamente.
-Aspetta, ragazze lasciate qui i cappotti e le borse- disse indicandoci il guardaroba. - Così andiamo tutti di là- ci fece segno di seguirlo. Avevo il terrore di farlo, perché capii subito che nell'altra stanza avrei rincontrato Harry.
E così fu, infatti. Una volta entrati in cucina trovammo tutta la band al completo, compresa un'altra ragazza abbracciata a Liam che intuii dover essere Danielle, la fidanzata secolare di cui mi aveva parlato.
Harry stava scherzando con Louis quando facemmo la nostra entrata. Aveva un sorriso sincero in viso, che improvvisamente si trasformò in un'espressione seria quando mi vide e ciò diede conferma ai miei pensieri.
-Buonasera!- esclamò Niall. In quel momento vidi Frankie sbiancare letteralmente; non doveva essere un bel momento nemmeno per lei dato che ormai era definitivamente persa per quell'irlandese. Rispondemmo in coro prima che la ragazza riccia ci si avvicinasse.
-Piacere, io sono Danielle, la ragazza di Liam- strinse la mano a tutte, lasciando per ultima me.
-Tu devi essere Emma giusto? Ho sentito molto parlare di te- mi disse facendomi l'occhiolino. Non capii a cosa si riferisse, ma probabilmente anche lei doveva essere stata partecipe delle crisi e ai rimorsi di Harry nei miei confronti di due anni prima, dato che Liam mi aveva raccontato di essere fidanzato con lei da più di due anni oramai.
C'erano anche altri ragazzi in quella cucina letteralmente enorme, perciò non c'era un silenzio imbarazzante come potrebbe sembrare. Il silenzio era però nella mia testa, dato che dopo aver salutato tutti, sapevo che avrei dovuto salutare anche LUI.
Non volevo sembrare infantile, perciò mi avvicinai.
-Ciao H!- dissi normalmente, aspettandomi una sua risposta. Inizialmente stette zitto e mi guardò, poi sospirò.
-Sei bellissima stasera.- mi sussurrò nell'orecchio dandomi un bacio sulla guancia. Mi sentii svenire, ma mi ripresi nel momento in cui mi lasciò lì sola e imbambolata.
Sarebbe stata una lunga serata.

Buooon Pomeriggio!!
Allora, parto con il dire che mi è stato chiesto il motivo per cui non aggiorno velocemente; bè ecco la risposta.
Il fatto di non avere molte feedback alle mie storie non mi rende molto invogliata a scrivere, tutto qui!
Anyway, eccomi con un nuovo capitolo :)
Che ne pensate?
Fatemi sapere, ci tengo!
Raffy <3


                                      Emma:                                                                                                                                    Harry:
                                                                          

                                        Frankie:                                                                                                                                    Daisy:
                                                          

 
                                                                                                                  Gemma:
                                                                                

 

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Capitolo 13
*** Look At The Stars.. ***


Look At The Stars..
Eravamo lì da più o meno un'ora ormai e dovevo ammettere che Gemma aveva ragione, quella casa pullulava di bei ragazzi. 
Però, come avevo già detto in partenza, quello sarebbe stato il mio ultimo pensiero. Volevo solamente divertirmi.
Stavo facendo conoscenza con Perrie che mi stava raccontando della sua band e di come era cambiata la sua vita dopo aver vinto Xfactor. Non mi meravigliai a sentirle dire di come da ragazza normalissima che abitava in un paesino inglese, si fosse trasformata in una pop star pronta a conquistare il mondo, ne avevo già sentito parlare da qualcuno dopotutto.
Ci eravamo spostate nel soggiorno rigorosamente con un bicchiere pieno di un drink di cui ignoravo il nome in mano ed intente a parlare del più e del meno, quando Zayn ci raggiunse.
-Vedo che state facendo conoscenza- esclamò apparentemente felice. Si poteva capire dal modo in cui la guardava quanto fosse innamorato di lei.
-Già, abbiamo anche scoperto di avere lo stesso cognome!- disse lei sorridente stampandogli un bacio sulla guancia.
-Oh, le signorine Edwards quindi- ironizzò lui. Pensai fosse giunto il momento di lasciarli un po' soli, dato che mi ero praticamente impossessata di Perrie da inizio serata, non volevo farmi odiare dal povero Zayn.
-Avete visto per caso mia sorella?- cercai un escamotage per allontanarmi.
-Sì, dovrebbe essere di là in cucina- rispose prontamente il moro abbracciando teneramente la sua fidanzata. Io allora gli sorrisi, dicendo che l'avrei raggiunta.
Entrando nella stanza di collegamento tra salotto e cucina, fui bloccata da un ragazzo .
-Piacere, io sono Adam- disse porgendomi la mano senza nemmeno darmi un secondo per realizzare cosa stesse succedendo. 
Gli sorrisi ugualmente per non essere scortese, intuendo dalla sua espressione che forse si aspettava sapessi di chi lui si trattasse.
-Ho partecipato alle selezioni di Xfactor quest'anno, sono stato scartato all'ultimo- avevo c'entrato il punto, era passato anche lui per quel programma televisivo.
-Ah, piacere! Io sono Emma- ricambiai la stretta.
-Come mai qui?- domandò lui. Fortunatamente c'era ancora qualcuno che non conosceva vita, morte e miracoli riguardanti la sottoscritta.
-Sono una vecchia amica di..- esitai per un attimo quando mi sentii sfiorare una spalla.
-E' una mia amica.- concluse una voce fin troppo riconoscibile proveniente da colui che si era fermato accanto a me.
Quel tocco mi fece quasi venire i brividi alla schiena. 
-Ah, sei un'amica di Harry. Capisco! Bè, allora direi che appena il dj si decide a mettere un po' di musica mi concederai un ballo, no?- era una richiesta piuttosto sfacciata da parte di qualcuno che avevo appena conosciuto, ma volevo vedere che reazione avrebbe avuto quel ricciolino appena arrivato sentendo la mia risposta.
-Certo che sì, a dopo!- risposi salutandolo e dirigendomi verso il tavolo al centro della sala da pranzo. Sarei riuscita a farlo e quindi anche a riempire il mio bicchiere di un'altra dose alcool, se solo non fossi stata afferrata per un polso e bloccata in partenza.
-Vuoi davvero ballare con Adam?- mi domandò H facendosi sempre più vicino. Stava cercando di provocarmi e la cosa non mi piaceva per niente.
Non si era fatto sentire per tutti quei giorni e ora si permetteva anche quel tipo di pretese? Forse non mi conosceva poi così bene.
-Perchè non dovrei?- risposi con una domanda.
-Non ho niente in contrario, stavo solamente chiedendo.- sapevo che stava mentendo. Lo capii dal fatto che non mi stesse più guardando negli occhi.
-Bene, a dopo H!- mollai la presa della sua mano sulla mia e raggiunsi sua sorella dall'altra parte della cucina.
Lei, Frankie e Daisy stavano parlando con Danielle, la ragazza di Liam. Mi intromisi nel discorso, facendo conoscenza con quest'ultima.
Aveva cinque anni in più rispetto al famigerato componente della band e, nonostante ciò, la loro storia andava decisamente a gonfie vele. 
Liam era uno di quei ragazzi che dava tutto se stesso per far sì che una relazione funzionasse, ci raccontò.
Mentre ci stavamo immergendo sempre più nei nostri discorsi da ragazze, sentimmo la voce di Louis risuonare nella casa, il che mi fece intuire che stesse usando un microfono.
-Okay, tra esattamente mezz'ora saremo nel 2013, quindi è ora di animare un po' la festa!- esclamò alzando il volume della musica. Fu come un richiamo per tutte le persone disperse nella casa, infatti ci raggruppammo nell'enorme salotto.
Non feci in tempo ad arrivare, che rimasi da sola in mezzo alla folla intenta a muoversi a ritmo. Infatti, Frankie era stata rapita da Niall che si stava cimentando in un balletto alquanto stupido e Gemma stava parlando con una delle sorelle di Liam, il quale a sua volta stava ballando con la sua fidanzata. A quel punto mi guardai intorno per cercare mia sorella, notando poi che era finita a ballare con Mr Tomlinson in persona. La cosa mi sorprese alquanto, ma non ebbi tempo di rifletterci su poiché fui accerchiata da un paio di braccia. Mi voltai per capire di chi si trattasse e di fronte a me vidi Adam, il ragazzo a cui ingenuamente avevo promesso un ballo.
-Ah, vedo che non te ne sei dimenticato- constatai subito, finendo di bere il mio drink per poi posare il bicchiere sul tavolino più vicino.
-Come avrei potuto? Una ragazza come te mi concede un ballo e io mi faccio scappare l'occasione?- ora capivo ciò che intendeva G dicendo che gli amici di suo fratello and company erano abbastanza attraenti quanto sfacciati nel provarci con una ragazza.
Non mi tirai indietro, non volevo risultare una che non si sbilancia nemmeno per un ballo. Gli permisi anche di posare le sue mani sui miei fianchi, ma solamente perché speravo avrebbe dato fastidio a qualcuno in particolare, che ovviamente stava fissando il mio compagno di ballo con un'espressione piuttosto decifrabile. Non sapevo neppure perché mi stessi comportando in quel modo, forse il troppo alcool mi stava dando alla testa.. o forse stavo solo attuando un comportamento da stupida che non mi avrebbe portato da nessuna parte. L'unica cosa certa era che non avrei cambiato una virgola in tutto ciò che stavo facendo perché volevo capire cosa lui volesse da me.. e anche cosa volessi io stessa.
La canzone che partì era una delle più famose del momento: Clarity di Zedd http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=3Y8IlyT0ssk
Non avevo mai fatto caso al testo, fino a quando non notai che era stato Harry a suggerirla al dj e che ora stava cercando una preda con cui ballare.
 
Una ragazza mora piuttosto alta gli si avvicinò mostrandogli un sorriso di quelli classici che significano "ci sto chiaramente provando con te". Inizialmente pensai tra me e me che non avrebbe ceduto alle sue avance, dopotutto aveva terminato una storia da pochi giorni, ma ovviamente fece il contrario.
Ciò mi fece pensare che anche io stessa stavo facendo lo stesso. Ero stata lasciata dal ragazzo con cui ero stata per due anni e mi ritrovavo lì a ballare con un completo sconosciuto solo per notare la reazione che avrebbe avuto lui.. io e Harry eravamo l'una la versione di sesso opposto dell'altro.
Cercai di focalizzarmi su altro, mentre Adam pian piano cercava di farmi avvicinare a sè. Mi ricordai di dover ascoltare il testo del brano in riproduzione perciò cercai di isolarmi da tutto ciò che stava accadendo quando quello che doveva essere il ritornello iniziò.
 
 
Cause you are the piece of me 
I wish I didn't need 
Chasing relentlessly 
Still fight and I don't know why 
 
If our love is tragedy why are you my remedy 
If our love's insanity why are you my clarity.
 
 
"Perché tu sei la parte di me di cui vorrei non aver bisogno. Ci stiamo inseguendo senza sosta continuando a combattere senza sapere perchè. Se il nostro amore è una tragedia allora perchè sei tu il mio rimedio? Se il nostro amore è follia allora perché se tu la mia lucidità?"
Il fatto che sapessi le parole di quella canzone a memoria, ma che allo stesso tempo non vi avessi mai pensato seriamente, mi fece capire che Harry l'aveva scelta di proposito. L'aveva fatto per farmi riflettere. Lui sapeva che avrebbe centrato il suo obbiettivo. 
Lo guardai mentre quella ragazza si avvinghiava a lui e notai che lui mi stava guardando di rimando. Cosa stava cercando di ottenere? Era una delle poche volte in cui non riuscivo a capirlo.
Il brano sembrò durare un'eternità e quando finalmente finì e riuscii a staccarmi da Adam, lo lasciai da solo andando alla disperata ricerca di mia sorella.
Quando la trovai, stava ancora parlando con Louis.
-Daisy, ho bisogno di te- dissi in panico totale. Louis capì che qualcosa non andava, perciò si allontanò volontariamente. Lei non mi diede nemmeno la possibilità di parlare, aveva già intuito tutto.
-So che Harry sta tentando in tutti i modi di attirare la tua attenzione, ma dopotutto cosa vedi di sbagliato in tutto ciò?- mi pose subito una domanda che mi lasciò senza parole. 
-Vedi, non sai neppure rispondermi!- continuò dopo qualche secondo di silenzio. Ed aveva completamente ragione.
-Forse il fatto che entrambi abbiamo terminato la nostra relazione con due persone che pensavamo di amare nemmeno una settimana fa?- la domanda non la stavo ponendo a lei, quanto a me stessa e la risposta era: sì, era decisamente per quel motivo che il modo in cui ci stavamo comportando era completamente sbagliato.
-E allora Emma? Qual'è il problema? Se, come dici tu, le vostre relazioni sono terminate quasi contemporaneamente è chiaro che qualcosa dal momento in cui vi siete rincontrati ci deve essere pur stato, non credi? E vorrei sottolineare che hai appena detto "due persone che pensavamo di amare".. non credi di esserti appena data una risposta da sola- perché mi stava facendo pensare che avesse ragione? Come poteva avere un così enorme potere sulla mia mente?
-Ora torna là e divertiti- concluse quando notò che non avevo più niente da dire. 
Feci come mi disse lei, ritornai in mezzo agli altri invitati dove ritrovai Gemma e con cui passai il tempo fino a quando Frankie decise di degnarci di nuovo della sua presenza.
-A bentornata- esclamai io appena la vidi. Il sorriso imbarazzato che aveva sulla faccia mi fece capire che doveva essere successo qualcosa, ma non feci in tempo ad informarmi su ogni minimo particolare perché la voce del dj ci interruppe.
-Bene, mancano pochi minuti alla mezzanotte. Ognuno si avvicini alla persona con cui vuole iniziare quest'anno- mi chiesi perchè stesse dicendo cose del genere.
Alla mia destra si ripresentò mia sorella, così io e le tre amiche lì presenti ci stringemmo in un abbraccio che durò fino a quando il conto alla rovescia non segnò l'inizio del nuovo anno. 
-Il 2013 sarà l'anno buono- esclamò Frankie. 
Scambiarsi gli auguri fu quasi un'impresa impossibile perché l'entusiasmo collettivo mi fece perdere qualsiasi cognizione. Mi guardai intorno in cerca di Harry, non sapevo perché, ma lo stavo cercando dal momento in cui il dj aveva pronunciato la sua frase ad effetto, ovvero di avvicinarsi alla persona con cui si avrebbe voluto iniziare l'anno nuovo. 
La prima persona a cui avevo pensato era stato lui, ma evidentemente il mio pensiero non era stato ricambiato. Mentre abbracciai uno per volta ogni componente della band continuavo a chiedermi dove fosse finito e perché non fosse lì con noi. Passai a Perrie e Danielle sempre con lo stesso pensiero in testa. Mi sembrava di essere come in una bolla, esterna alla situazione. Speravo che gli altri non riuscissero a notarlo o che credessero fosse solo un effetto dello champagne che sorseggiavo di tanto in tanto.
Guardai l'orologio che portavo al polso, segnava le 00.10. 
Erano passati dieci minuti enon si era fatto vivo. 
Aprii la piccola borsa nera in cui tenevo solamente il mio cellulare e incominciai a leggere uno per uno tutti i messaggi di auguri che avevo ricevuto solo per estraniarmi ulteriormente. Lessi quello da parte dei miei genitori, da alcuni amici e improvvisamente mi bloccai su un sms ricevuto dal numero di Harry.
Esitai prima di leggerlo, avevo paura.
-Emma, tutto bene?- mi domandò Niall avvicinandosi.
-Sì, certo- risposi, pur non essendo per niente credibile.
-E allora perché stai fissando il cellulare immobile da circa un minuto?- bella domanda.
-Me lo chiedo anche io!- insceneggiai una finta risata, dopo la quale Niall capì che forse era il caso di lasciarmi perdere, non ero proprio di buona compagnia in quel momento, ma mi sarei scusata sicuramente perché non mi piaceva sembrare scontrosa.
In quel momento però cercai di prendere coraggio e di aprire quel messaggio che tanto mi spaventava. Lo feci ed appena lessi la frase che vi era scritta, mi venne in mente che era successa la stessa identica cosa due anni esatti prima.
 
La festa andava a gonfie vele. Avevo conosciuto Josh qualche settimana prima e stavamo passando il capodanno insieme con i nostri amici nel suo appartamento. Era passata la mezzanotte da qualche minuto oramai ed ero uscita sul terrazzo per telefonare ad amici e parenti non presenti in quel momento per augurare buon anno.
Leggendo i vari messaggi ricevuti, mi accorsi che uno di essi aveva un mittente sconosciuto, un numero non salvato sul mio cellulare e che non avevo mai visto prima. Aprii questo SMS e vi trovai la prima strofa di una delle mie canzoni preferite, Yellow dei Coldplay. 
Leggendolo, fui raggiunta da Frankie.
-Emma, sei ancora viva? Ti stiamo aspettando dentro- esclamò appena mi vide.
-Eh? Sì, sto rispondendo a dei messaggi- ovviamente il suo animo curioso la spinse a rubarmi il telefono di mano e a leggere ciò in cui mi ero persa con la testa.
-Look at the stars, look how they shine for you and everything you do- pronunciò ad alta voce e mi guardò perplessa.
-Ma questa è una delle tue canzoni preferite. Non volevi mica tatuarti questa frase?- esattamente, il mio sogno era quello di tatuarmela come regalo per i diciotto anni.
-Sì, ma non so chi mi abbia inviato questo messaggio!- le rubai il telefono dalle mani. 
-Rispondi, chiedi chi è- mi suggerì lei.
-No, probabilmente sarà qualcuno che ha sbagliato numero- giunsi alla conclusione più ovvia e insieme alla mia migliore amica rientrai in casa.
 
 
La frase era esattamente la stessa che avevo ricevuto nella notte dell'ultimo dell'anno nel 2010. 
Ricollegai tutti i pezzi del puzzle mancanti e mi ricordai che solo lui avrebbe potuto mandarmi un messaggio del genere perché era l'unico, oltre a Frankie e Daisy, a sapere quanto quella frase significasse per me. Era l'unico con cui avevo parlato di quella mia idea di stamparmi per sempre quelle parole sulla pelle.
Incominciai ad agitarmi chiedendomi perché mi avesse scritto se in quel momento era sparito, così pensai a cosa potesse significare.
-Guarda le stelle..- dissi tra me e me. Poi ci arrivai.
-Guarda le stelle! Ovvio, è sul terrazzo di cui mi ha parlato Zayn prima- esclamai con tono più alto correndo alla ricerca del padrone di casa.
Lo trovai in compagnia di Perrie e gli corsi incontro.
-Zayn, prima mi hai parlato di un terrazzo.. dov'è?- mi doveva aver preso per una pazza, ma avevo bisogno di trovare Harry. Mi guardò storto inizialmente, ma poi mi indicò le scale che mi avrebbero portato a destinazione. Le feci alla velocità della luce ed arrivai in cima addirittura con il fiatone.
Mi ritrovai una porta bianca davanti e esitai sull'aprirla.. se mi fossi immaginata tutto? Se mi fossi sbagliata?
In quel momento i pensieri dovevano essere messi da parte, presi coraggio e afferrai la maniglia. Appena si aprì, un vento gelido mi venne contro.
Non mi ero dimenticata del fatto che si congelasse all'aperto, ma avevo pensato di non perdere tempo cercando il mio cappotto. 
Misi piede all'esterno e davanti ai miei occhi vidi una persona di spalle.. quella persona era colui che mi aspettavo. Ciò significava che non mi ero sbagliata.
Non gli corsi incontro baciandolo romanticamente sotto le stelle e nemmeno gli urlai di amarlo, niente di tutto questo.
Non ero salita su quel terrazzo per proclamargli il mio amore, dato che momentaneamente era inesistente, ero lì perché avevo bisogno di lui così come lui aveva bisogno di me. Il bisogno forse un giorno si sarebbe trasformato in amore, o meglio, sarebbe tornato ad esserlo, ma in quel momento necessitavo solo di sapere che lui sarebbe stato presente nella mia vita e che non se ne sarebbe andato facilmente. 
Quando si voltò, notai nel suo sguardo un velo di felicità nell'accorgersi che l'avevo raggiunto e che avevo capito tutto. Nessuno dei due parlò, eravamo distanti ancora qualche metro quando mi fece un cenno con la testa indicando una panchina che si trovava alla nostra destra. Lo seguii e mi sedetti vicino a lui.
Ancora nessuna parola. 
Si sfilò la giacca che indossava e me la pose sulle spalle, recuperando il suo cellulare nella tasca e un paio di cuffie. Non capii cosa stesse cercando di fare fino a quando non me ne porse una. Mi voleva fare ascoltare una canzone, era chiaro ormai. 
Posai la testa sulla sua spalla e appena il brano partì, capii di averlo già sentito. Era una canzone sua e dei ragazzi, evidentemente voleva dirmi qualcosa.
Partì Liam a cantare e subito dopo ci fu la strofa di Harry. 
 
 
Can we fall, one more time?
Stop the tape and rewind
And if you walk away I now I'll fade
cause there is nobody else
It's gotta be you
 
Ora ricordavo, il titolo era "Gotta Be You". Quelle parole avevano un preciso senso per Harry, altrimenti non avrebbe pensato di farmele ascoltare. Il problema però era che io non sapevo quanto fossi pronta a fare ciò che la canzone suggeriva, ovvero innamorarmi ancora una volta di lui.
Ero più che convinta di una cosa però, H era sempre rimasto nei miei pensieri in quegli anni, anche se in qualche angolino remoto. Forse non me n'ero resa  nemmeno conto, ma non se n'era mai andato dalla mia vita. Era tutto così difficile. 
Non si era mosso di un millimetro, così come io ero ancora avvinghiata a lui. 
 
I'll be here by your side
no more fears, no more crying
 
Il significato era ben preciso. Forse lui ci teneva davvero a me, forse quel bacio che mi aveva rubato nella casa di campagna non era stato un errore. 
Non sapevo cosa avesse provocato a lui, ma io non avevo ancora smesso di pensarci.
 
Can we try one more, one more time?
One more, one more, can we try?
One more, one more time
I'll make it better.
 
Guardavo le stelle nel cielo e mi chiedevo quale strano destino mi avesse permesso di rincontrarlo. Qual era il motivo di tutto ciò che stava accadendo? La canzone stava ripetendo apertamente di provare ancora una volta, di provare e vedere come sarebbe andata. La confusione si stava prendendo gioco della sottoscritta.
Sembrava ruotare tutto intorno a me e a lui in quel momento, non esisteva nessun altro al mondo al di fuori di noi.
La canzone finì con un "solo tu" finale, che mi fece continuare a riflettere sul perché avesse deciso di fare quel passo.
Era piuttosto rischioso riprovare a creare un rapporto con me, ma era allo stesso tempo troppo difficile non farlo.
Il silenzio regnava ancora.. si sentivano solo le risate di qualche persona abbastanza ubriaca per le strade di Londra alle 00.30 del primo Gennaio 2013. 
Mi tolsi la cuffia e realizzai di non aver ancora fatto una cosa, perciò mi girai verso di lui.
-Buon anno H- dissi accennando un sorriso. Lui sembrava essere piuttosto pensieroso.
Non mi rispose, guardò il cielo per qualche secondo, poi riportò gli occhi su di me.
-Parti con me domani Em- mi lasciò spiazzata con quella proposta. Sapevo che sarebbe partito per una vacanza ai Caraibi, che gli era stata regalata da Taylor.. Gemma era alquanto pettegola su tutto ciò che riguardava suo fratello.
-Ma.. ma- avrei voluto rispondere, ma le parole mi sfuggivano, perciò incominciai a balbettare cose senza senso. Lui capì cosa mi stava passando per la mente.
-Da amici, solo da amici. Abbiamo bisogno di passare del tempo insieme e questo è il miglior modo per farlo- non aveva tutti i torti.
Ma ero davvero pronta per allontanarmi da Londra sola con lui dopo tutto quello che stava succedendo?
Ci pensai su qualche minuto, lui non mi mise fretta. Sapeva che sarebbe stata un scelta ardua per me. Stavo fissando il verde della panchina ormai da un po' quando rialzai lo sguardo incontrando lo stesso colore nei suoi occhi.
-Io.. - io non ero in grado di formulare una frase. Mi schiarii la voce e deglutii per la centesima volta prima di esprimere la mia decisione.
-Va bene, parto con te-. 
 
 
 
 
 
Buooooonasera a tutte :)
Bè, come potete vedere, ho finalmente pubblicato il 13esimo capitolo. Uno dei più strani e rivelatori fin ora, forse.
Voi che ne pensate? Emma avrà fatto la scelta giusta? Mmmmh si scoprirà nelle prossime puntate :)
Sono felice che qualcuno si stia davvero appassionando alla storia, ci tengo molto. 
So che sarete un po' annoiate dal fatto che ogni volta pubblichi foto dei protagonisti, ma a me piace un sacco farlo haha
Ora scappo, spero di trovare qualche recensione domani :)
Un bacione, Raffy <3

                          Harry:                                                                                              Emma:
                                                         

      Frankie :                                                                   Daisy:                                                                    Perrie:
                                 

        Gemma:                                                                                                                            Danielle:
                                           

 
 EEEEHM:
 
                                               

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Capitolo 14
*** You and I, ended over U.N.I.. ***


You and I, ended over U.N.I..

Dopo lo smarrimento iniziale, avevo cominciato a pensare che in fin dei conti l'idea di Harry non era stata così pessima. Dopotutto saremmo partiti da amici e saremmo tornati tali.. era solo un modo per staccare dalla vita corrente, dato che avevamo entrambi subito una "delusione" pochi giorni prima. Avevamo bisogno di svagarci e anche di trovare un senso al nostro rapporto. 
Raccontandolo a mia sorella e a Frankie, ricevetti solo risposte riguardanti il fatto che secondo loro, o ci saremmo uccisi a vicenda, o l'amicizia avrebbe dato spazio ad altro. Ovviamente le avevo messe a tacere entrambe, affermando che sarebbe stata una cosa impossibile.
Il fatto che avremmo dovuto partire esattamente qualche ora dopo la sua proposta, fece sì che abbandonassi casa di Zayn prima delle altre persone per riuscire a racimolare qualcosa da gettare in valigia. Gemma aveva deciso di accompagnarmi a casa per aiutarmi in tutto ciò e anche da parte sua, ovviamente, non mancarono commenti riferiti a ciò che stava succedendo.
-Quindi avete deciso di partire..- lasciò questa frase in sospeso mentre entrambe eravamo immerse nel disordine dei miei vestiti.
-In realtà tuo fratello ha proposto tutto, quindi sarebbe meglio dire "ha deciso"- la corressi immediatamente ripiegando adeguatamente i vari abiti che stavo pescando nella massa sparsa nel mio armadio.
-Bene, ha deciso lui.. però tu hai accettato! E scusami se te lo dico, ma.. conoscendo mio fratello, non credo sia stata una richiesta così innocente- era ormai chiaro il pensiero collettivo: tutti erano certi che Harry avesse qualcosa in mente. Io però ero convinta del contrario, perché avevo notato quanto fosse ancora scosso dalla rottura con Taylor.
-Ti sbagli G, non avrei accettato altrimenti. Le nostre storie sono finite entrambe più o meno una settimana fa, né io né lui abbiamo intenzioni strane. Ha solo pensato che sarebbe stata una cosa utile il fatto di allontanarsi da tutto e da tutti per qualche giorno e, sapendo che io stessa mi trovo nella sua identica situazione, ha pensato bene di propormi di accompagnarlo- non capivo come potessi essere così lucida a quell'ora, dato che erano circa le cinque di mattina, ma soprattutto dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo. 
Il discorso si chiuse lì, l'avevo convinta. Ora dovevo solamente cercare di convincere me stessa di tutto ciò che stavo ripetendo a chiunque me lo chiedesse. 
La partenza era stata collocata alle sette di mattina, ebbi pochissimo tempo per sistemarmi prima che Gemma mi riaccompagnasse a casa di Zayn dove Harry mi avrebbe aspettato. Chiesi a mia sorella di avvisare i nostri genitori, che sicuramente non l'avrebbero presa male dato che si fidavano ciecamente del mio compagno di viaggio. Non scoprii cosa fosse successo tra lei e Louis, così come non venni a sapere niente di Frankie e Niall. La cosa un po' mi dispiaceva, ma misi entrambe al corrente che al mio ritorno mi avrebbero dovuto raccontare tutto filo per segno.
Da quando eravamo ritornate nel quartiere di Notthing Hill e avevamo rifatto la nostra apparizione nella casa, il mio cuore non aveva smesso di battere all'impazzata. Ero agitata a tal punto di pensare che stessi facendo un errore. 
Anche Liam, Louis e Niall erano rimasti lì dopo la festa, perciò mi dovetti sorbire le battute da parte loro riguardanti il fatto di stare attenta alle mosse improvvise di Harry. Ovviamente non riuscii a non ridere, pur notando che H non ne era molto entusiasta. Danielle e Perrie mi augurarono buon viaggio, sottolineando che avremmo dovuto vederci appena avrei fatto ritorno in Inghilterra. Erano delle ragazze davvero gentili e amichevoli.
-Paul è arrivato, possiamo andare- la voce di Harry catturò la mia attenzione, così smisi di parlare con Daisy e corsi a recuperare il mio cappotto che avevo abbandonato sul divano all'entrata. Paul ci avrebbe accompagnato all'aeroporto e da lì avremmo preso un volo privato diretto a New York. Il perché di questo scalo nella "grande mela" mi era completamente ignoto, poiché Harry aveva voluto tenermelo nascosto nonostante i miei numerosi tentativi nel convincerlo a svelarmi il mistero.
Ancora in preda all'ansia, uscii di casa preceduta dai saluti di tutti i presenti e salii su un auto nera parcheggiata fuori dal cancello.
Nè io, né H avevamo ancora osato rivolgerci la parola; tutto era chiaramente dovuto all'imbarazzo che c'era tra di noi in quel momento. Paul però pensò bene di alleviarlo, incominciando a fare discorsi sottolineati dal suo accento irlandese che ci tennero compagnia per gran parte del viaggio. Raggiungemmo l'aeroporto di Heathrow in meno di venti minuti e fummo scortati da lui fino ai banchi check-in, in seguito ai quali ci lasciò soli. 
-Daai dimmi perché faremo tappa a New York! Ti prego, ti pregooo!- supplicai per l'ennesima volta agendo come una bambina capricciosa.
-Okay ho capito. Avrei voluto che fosse una sorpresa, ma evidentemente la tua curiosità non la farà rimanere tale, giusto?- domandò spettinandomi leggermente i capelli e sorridendo. Era il primo sorriso che gli vedevo accennare dalla sera prima. Annuii più volte facendogli capire che aveva assolutamente ragione.
-Mi conosci Harold- gli risposi ricambiando con la sua stessa espressione sorridente.
-Come ben sai, ti ho regalato un biglietto per andare a vedere Ed..- fece una pausa mentre io incominciavo a scalpitare.
-E lui stesso mi ha detto che stasera avrà un concerto al Madison Square Garden, perciò ho pensato di fare tappa lì, per poi ripartire subito dopo- avrei voluto saltare dalla gioia in quel momento.. o meglio, fu proprio quello che feci. Gli portai le braccia al collo abbracciandolo, subito prima che la voce della donna che ci avrebbe stampato i biglietti per il volo riattirasse la nostra attenzione.
Dopo circa dieci minuti, ci spostammo nella zona di imbarco. Sinceramente non ero abituata a girare con una star del suo calibro, perciò non ero nemmeno abituata a essere accerchiata da paparazzi e semplici ragazze che chiedevano autografi e fotografie. Pensai subito che quegli scatti probabilmente sarebbero finiti  su giornali e siti internet e che tutti si sarebbero chiesti chi fosse la ragazza misteriosa accanto a Harry Styles. 
La cosa non mi entusiasmava per niente; Danielle mi aveva raccontato di essere stata spesso "insultata" e presa di mira da fans accanite oppure oggettivata da  giornalisti incompetenti.. questo era ciò che più mi spaventava. Ero solo un'amica di Harry e volevo rimanere tale, anche se sapevo perfettamente che la voce si sarebbe sparsa e che probabilmente sarei improvvisamente diventata la sua promessa sposa, secondo qualcuno. 
Fortunatamente dopo qualche foto concessa alle persone che ci inseguivano, o meglio che inseguivano Harry, lui mi afferrò per una mano e incominciò a correre dirigendosi verso una piccola stanzetta vicino alla zona in cui ci saremmo imbarcati.
-Qui siamo al sicuro- affermò chiudendo la porta alle sue spalle. Mi era tanto sembrata una fuga da film e quello mi fece intuire che lui avesse capito quanto quella situazione fosse nuova e strana per me.
-Mi dispiace, non pensavo ci sarebbe stata così tanta gente anche a quest'ora- continuò guardando l'orologio che segnava le 6.30 di mattina.
-Tranquillo, non importa- lo rincuorai io. D'altronde avevo deciso di riaccettarlo nella mia vita sapendo che la sua era cambiata completamente.. ero a conoscenza che avrei dovuto abituarmi ad essa.
Dopo circa mezz'oretta passata tra scherzi e insulti amichevoli, cosa che non era per niente cambiata, ci imbarcammo sull'aereo sul quale avremmo passato sei ore. Non ero abituata a tutto quel lusso che mi stavo concedendo negli ultimi giorni, ed entrare su quell'aeromobile me lo fece notare ancora di più. Ero sempre stata solita comprare voli low-cost per andare ovunque, ma in quel momento capii la differenza sostanziale tra i due mondi. Delle hostess addirittura ci accolsero subito, mostrandoci i nostri posti a sedere, quando solitamente venivo snobbata da qualsiasi assistente di volo. Davanti ai sedili spaziosissimi, vi era un piccolo televisore con delle cuffie con le quali avremmo potuto ascoltare musica o guardare film, cosa del tutto strabiliante ai miei occhi.
-Oh guarda, c'è l'album di Ed!- esclamai euforica scorrendo tra le varie scelte musicali.
-Qual'è la tua canzone preferita del disco?- domandò lui indicando lo schermo.
-Mmmh, U.N.I.- risposi dopo averci pensato qualche secondo. Lui strabuzzò gli occhi rimanendo quasi sorpreso.
-Quella è la MIA canzone preferita- rispose sottolineando l'aggettivo possessivo.
-E chi saresti tu per vietare che sia anche la mia?-  gli risposi scherzando.
-Io sono quello che ti ha regalato un biglietto introvabile per il suo concerto e che potrebbe riprenderselo da un momento all'altro- mi minacciò cercando di nascondere un sorriso palese.
-Bè, Ed mi farebbe entrare lo stesso perché gli farei gli occhi dolci- lo spensi con una semplice frase e lui sbuffò senza più replicare.
-Va bè, ma così non vale!- fece il finto offeso portando le braccia al petto e incrociandole. Io scoppiai a ridere e gli rubai il cappello che portava in testa, ovvero quello che gli avevo regalato io stessa. Lui inizialmente oppose resistenza ridendo, ma una volta che lo indossai si sistemò i capelli nella sua stranissima maniera e propose di guardare un film. La visione per la sottoscritta durò circa cinque minuti, poiché mi addormentai profondamente sulla spalla di Harry risvegliandomi poi nel momento dell'atterraggio, quando quest'ultimo mi accarezzò i capelli facendomi notare che avremmo dovuto scendere dall'aereo.
Nessuno sapeva del nostro arrivo a New York, perciò fortunatamente non trovammo paparazzi e fotografi vari all'esterno dell'aeroporto e ciò ci permise di dirigerci immediatamente nell'hotel dove avremmo lasciato momentaneamente le nostre cose. Giunti alla reception, una ragazza che si occupava delle camere ci accolse.
-Buongiorno. Gradite una camera doppia oppure due camere separate?- l'imbarazzo in quel momento mi avvolse. Guardai Harry che fece lo stesso e rimanemmo in silenzio per quella che mi sembrò essere un'eternità. Presi poi l'iniziativa.
-Va bene una doppia, grazie- sapevo perfettamente di aver appena fatto una scelta un po' azzardata, ma dopotutto non vi avremmo passato molto tempo e solitamente non ci sono problemi a condividere gli spazi tra amici, no? Ovvio, non se quegli amici sono stati insieme in passato.. però quel particolare mi sfuggì.
Harry ebbe un'espressione sorpresa in viso assistendo alla mia risposta. Forse avrebbe preferito due camere separate? 
Come avevo pensato però, dopo aver posato le nostre valigie, uscimmo subito per fare un giro in città. 
Central Park fu il posto in cui ci fermammo. Il fuso orario ci permise di stare tranquilli per qualche ora, dato che essendoci cinque ore di differenza rispetto a Londra, era talmente presto che nessuno oltre ai pazzi corridori mattutini, si aggirava per il parco. Pensai subito di scrivere a mia madre, rassicurandola sul fatto che fossi ancora viva e che non fossi stata rapita, ma che fossi partita di mia spontanea volontà. Ovviamente non ce ne sarebbe stato bisogno, poiché la sua risposta immediata fu "Tranquilla, mi fido. Divertiti con Harry, fatti sentire appena puoi. Un bacio, Mamma e Papà.", proprio come avevo immaginato.
La giornata volò in compagnia di quest'ultimo e non trovammo nessun problema rapportandoci l'un l'altro. Questo fino a quando non tornammo in hotel a prepararci per il concerto a cui avremmo assistito.
-Mi faccio prima io la doccia?- domandò lui appena entrati in camera. 
-Da quello che mi ricordo sei tu quello che ci impiega più tempo, caro Harold- feci riferimento a quella volta in cui lo aspettai circa un'ora nella sua stanza mentre si stava preparando per uscire. Lui sorrise, probabilmente pensando la mia stessa cosa.
-Prometto che sarò veloce questa volta!- disse chiudendo la porta del bagno e senza lasciarmi possibilità di replica. 
Fu di parola, dopo circa venti minuti sentii l'acqua della doccia spegnersi, il che mi fece capire che da lì a poco sarebbe uscito e mi avrebbe lasciato il posto.
Il fatto è che non pensai che probabilmente si sarebbe rivestito in camera e che avrei assistito a una scena del genere.
Infatti, quando la porta si riaprì, la figura che mi riapparse in fronte fu quella di Harry intento ad asciugarsi i capelli con una salvietta, a petto nudo, coperto solamente da una salvietta leggermente più grande rispetto a quella che aveva tra le mani.
-Tutto tuo!- esclamò uscendo. 
Mi domandai se stessi respirando oppure no, quando scosse la testa per muovere la chioma riccia. Il suo fisico era decisamente migliorato rispetto a tre anni prima. La pancetta aveva lasciato spazio a addominali scolpiti e a una miriade di tatuaggi sparsi sul petto e sulle braccia. 
-Ehm.. sì, g-g-razie- balbettai.
-Tutto bene Emma?- mi stava provocando, era più che ovvio. Lo capivo dal suo sorisetto.
-S-s-i, tutto bene. Vado a farmi la doccia- abbassai lo sguardo arrossendo e dirigendomi nel bagno. 
"Perché non ho chiesto due camere separate?" pensai tra me e me una volta sola. 
Dopo aver finito la doccia ed essermi convinta a rientrare nella stessa stanza di Harry, lui mi disse che saremmo usciti a cena in un posto vicino all'arena in cui avremmo assistito al concerto e che la notte l'avremmo passata in quello stesso hotel poiché l'aereo sarebbe partito la mattina dopo.
Tutto ciò mi fece impanicare, soprattutto perché in quella camera vi era un solo letto.. e di certo io non avrei dormito per terra!
Lasciai questi enormi particolari da parte durante la cena. "Pizza Hut" era assolutamente uno dei posti che più adoravo e, ovviamente, Harry aveva pensato bene di portarmici. Ci sedemmo in un tavolino vicino alla vetrina e improvvisamente incominciai a notare dei flash di macchine fotografiche provenienti dall'esterno. Certo, i paparazzi ci avevano seguito, e chi se no?
-Se vuoi ce ne possiamo and..- non lo lasciai nemmeno finire di parlare. 
-No Harry, non importa. Non mi danno fastidio- a me interessava essere lì con lui in quel momento, non volevo pensare a tutto quello che stava succedendo intorno. Mi sarei di certo abituata a tutta la sua fama. Quando mi sentì dire queste semplici parole, il sorriso si ripresentò sul suo viso e io pensai bene di addentare la mia adorata pizza.
-Domani sarai su tutti i giornali- disse ridendo, notando che qualcuno stava ancora cercando di immortalarci. Io sorrisi e mi girai verso quelle persone facendo visibilmente un segno di pace con indice e medio della mano alzati. H scoppiò a ridere e mi seguì a ruota, così come i paparazzi che ci salutarono e si allontanarono.
-Vedi? Basta semplicemente essere gentili!- esclamai facendo riferimento al fatto che se ne fossero andati ed intenta ad ingurgitare un altro pezzo di pizza.
-Il fatto che tu mi stia dando consigli su come allontanare i paparazzi è preoccupante Em! Non dovrebbe essere il contrario?- scherzò lui.
-Non è colpa mia se sei un incapace mio caro!- dopo questa mia affermazione, Harry mi guardò malissimo. Sapevo che aveva in mente qualcosa per vendicarsi e cosa avrebbe potuto fare se non rubarmi l'ultima fetta di pizza? Lo odiai amaramente in quel momento.
Dopo la nostra cena un po' movimentata, fummo scortati all'interno dell'arena. Ci ero stata il mese prima per assistere a un concerto abbastanza imprevisto, ed essere lì mi faceva ricordare quella serata.
Non sapevo dove ci stessimo dirigendo, fino a quando Harry non si voltò per darmi spiegazioni.
-Ti porto a conoscere una persona- mi disse sorridente. Capii subito che la persona in questione doveva essere Ed, perciò cercai di trattenermi dall'urlare e anche dallo svenire improvvisamente. 
Arrivammo nella zona backstage e il riccio si fermò davanti alla porta del camerino sulla quale vi era scritto "Ed Sheeran". Non era un sogno, era tutto reale.
Bussò e dopo qualche secondo ci aprì colui che consideravo quasi un dio.
-Oh, Harry!- esclamò abbracciandolo. Capii di non essermi sbagliata nel pensare che fossero grandi amici.
-Buona sera Edward- rispose lui, chiamandolo con il suo nome completo. A quel punto, entrambi si voltarono verso di me.
-Tu devi essere Emma, giusto?- sapeva addirittura il mio nome. Non riuscivo a crederci.
-S-si, s-s-sono Emma- balbettai stringendogli la mano che mi aveva porto. "Stai facendo la figura dell'ebete", pensai tra me e me. Harry doveva aver pensato la stessa cosa, poiché mi guardò con un espressione che indicava che sarebbe scoppiato a ridere da lì a poco, ma fortunatamente capì la mia situazione di panico e corse in mio soccorso.
-Bene, ti lasciamo finire di prepararti. Ci vediamo alla fine del concerto Weasley- inizialmente pensai al perché l'avesse chiamato in quel modo, ma collegai quasi subito: era tutto dovuto alla sua somiglianza con Ron Weasley di Harry Potter. Dopo che i due si abbracciarono, Ed si sporse per baciarmi sulla guancia e ci allontanammo, tornando nell'arena e prendendo posto. Eravamo nella stessa identica postazione in cui avevo assistito al concerto dei One Direction il mese prima.
-Emma, sei viva?- non avevo ancora parlato da quando ci eravamo allontanati da uno dei miei cantanti preferiti.
-Sono ancora in fase panico. Ciò, ti rendi conto? Io ho appena conosciuto Ed Sheeran- probabilmente a lui doveva sembrare una cosa normalissima, ma per me non lo era affatto. Miliardi di persone sognavano una cosa del genere, e avevo appena avuto la fortuna di viverla. Forse non mi rendevo ancora conto però che altrettanti miliardi di persone avrebbero dato la vita per essere al mio posto, affianco ad Harry Styles. Per me era tutto così semplice, tutto così scontato. Non ero ancora entrata nell'ottica di essere affiancata da una persona conosciuta in tutto il mondo e amata da un sacco di persone.
-Sì, l'ho notato: "Io s-s-sono E-e-emma"- mi prese in giro imitando la figuraccia di poco prima. Io lo guardai con un'espressione minacciosa e gli tirai un leggero pugno sul braccio.
-Smettila. Non ero mentalmente pronta- non riuscivo a togliermi il sorriso dalla faccia, perciò sapevo di non essere per niente credibile.
Dopo poco tempo, il Madison Square Garden cominciò a riempirsi e venne messa in riproduzione della musica, nell'attesa che il cantante facesse la sua apparizione sul palcoscenico. Come c'era da immaginarsi, una delle tante canzoni che avemmo il piacere di ascoltare, fu "Summer Love". 
Fu una vera e proprio battaglia da parte di entrambi il cercare di nascondere quanto quello ci stesse mettendo in imbarazzo. Fortunatamente trovammo un altro argomento stupido sul quale discutere per coprire le parole che mi aveva dedicato anni prima e che si trovavano ormai in testa alle classifiche mondiali.
Quando finalmente Ed uscì in scena, cercai in tutti i modi di trattenermi dall'essere una pazza da incatenare, ma non potei non cantare tutti i brani. Se non ci fosse stato Harry probabilmente lì avrei urlati a squarciagola, ma in quel momento stavo cercando di sembrare il più normale possibile. Anche lui sapeva tutti i testi a memoria e spesso ci ritrovavamo a cantare delle strofe insieme, con la sola differenza che lui era in grado di farlo perfettamente, mentre avrei potuto tranquillamente essere scambiata per una gallina o qualcosa di simile.
Pur essendo in una zona piuttosto nascosta, più di una volta ci era capitato di venire quasi accecati dai flash delle macchine fotografiche appartenenti alle persone che ci circondavano, soprattutto quando Ed decise addirittura di nominarci. 
Era già arrivato il momento dell'ultima canzone quando, dopo il suo discorso di chiusura e di ringraziamento, aggiunse una frase che mi fece andare in iperventilazione.
-Okay, questa è l'ultima canzone di stasera. La dedico a due amici che sono tra il pubblico, Harry e Emma. So che la canzone preferita di entrambi, perciò eccola: U.N.I.- iniziò a suonare con la sua chitarra le prime note, mentre io cercavo di evitare di svenire. Harry mi guardava con aria colpevole.
-Lo so che sei stato tua dirglielo- mi rivolsi a lui puntandogli un dito contro. Contemporaneamente mi sorrise e tornò a guardare il palco.
L'ultima volta che l'avevo ascoltata, era stato qualche giorno prima nella mia casa a Londra. Non avevo fatto altro che pensare a Josh, a noi ed alla nostra storia. Ma in quel momento, lì in quell'arena, lui era completamente fuori dalla mia testa. Ogni singola parola mi portava alla mente Harry. Durante il ritornello non riuscii a trattenere le lacrime, un po' per l'emozione, ma un po' anche per la confusione che si era creata. 
 
Harry:
 
So am I close to you anymore, if it's over?
And there's no chance that we'll work it out?
That's why you and I, ended over U N I 
And I said that's fine, but your the only one that knows I lied 
You and I ended over U N I 
And I said that's fine, but your the only one that knows I lied.
 
Mi trovavo al Madison Square Garden per il concerto di uno dei miei migliori amici e l'unica cosa a cui riuscissi a pensare era a come avrei dovuto comportarmi con la ragazza al mio fianco. Emma era così solare e a suo agio che mi faceva sentire solamente un cretino quando le paranoie incominciavano ad assalirmi. E quella canzone che stavamo entrambi cantando non faceva altro che ricordarmi la nostra storia. Da come eravamo diventati due sconosciuti dopo tutto ciò che c'era stato tra di noi. Quando lei aveva deciso di partire con me ero stato in un certo senso preso alla sprovvista, perché mai avrei pensato in una sua risposta positiva. Spesso non sapevo come rivolgermi a lei, non sapevo se anche lei stesse riflettendo sulle mie stesse cose. 
Fu proprio durante quel ritornello che vidi delle lacrime sul suo viso e senza nemmeno pensarci la strinsi a me con il braccio che più le avevo vicino e lei rimase lì, con la testa sulla mia spalla per il resto del brano. 
 
Because if you want,
I'll take you in my arms and keep you sheltered
from all that I've done wrong
And I know you'll say, that I'm the only one
But I know,
God made another one of me
to love you better than I ever will.
 
Fu durante la mio strofa preferita che mi accorsi quanto tutto si stesse irrimediabilmente riferendo a noi. "Dio ha creato una copia di me per amarti meglio di come io farei mai". Era un'iperbole forse, ma era completamente vera. L'avevo fatta soffrire e non me lo sarei mai perdonato. Anche Emma doveva averlo intuito, poiché le sue lacrime ripresero a farsi strada sul suo viso. 
Non sapevo in che modo consolarla, poiché evidentemente non esisteva nessuna scorciatoia o via d'uscita. Dovevamo affrontare tutto insieme, anche se avrebbe fatto male.
 
 
 
 
RIECCOMI QUI!
Non sono sparita, nossignore! So di averci messo molto anche questa volta, ma come sempre sono presa da scuola e cose varie :(
Spero di riuscire a rileggere il prossimo capitolo velocemente e sistemarlo in altrettanto poco tempo, poiché tra una settimana partirò per Londra e il 4 Aprile (sto per svenire) sarò all'O2 arena per il concerto di.. indovinate un po' di chi?? Mmm sì, dei One Direction.
Non ci posso ancora credere, sono super contenta!
Anyway, spero vi sia piaciuto questo quattordicesimo capitolo. Se avete suggerimenti o richieste, non fatevi problemi a riferirmeli, sono sempre ben accetti!
Ora vi lascio, sperando di ricevere qualche commento anche questa volta!
Un bacione, a presto! 
Raffy <3

                                            Harry:                                                                                          Emma:
                                                     

Deborah (mamma di Emma&Daisy)                      Daisy                                              Frankie:                   Gemma, Robin, Anne (adoro questa foto) 
                      

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Capitolo 15
*** Take A Break. ***


Take a Break. 
Emma.
A fine concerto fummo invitati a cena da Ed e da alcuni suoi amici. Mi sembrava una cosa impossibile, eppure era vero. 
E inoltre, l'unica persona che potevo ringraziare era proprio lì affianco a me. 
Harry mi stava trattando da regina, anche se entrambi eravamo a conoscenza della tensione presente tra noi. Dopotutto però era come se il nostro capitolo non si fosse ancora chiuso, o non volesse farlo. Sembrava che il ghiaccio si stesse sciogliendo; tutto pian piano stava tornando alla normalità. 
Da i suoi piccoli gesti capivo quanto fosse felice di essere lì e soprattutto quanto fosse contento che ci fossi anche io. Durante la cena aveva addirittura deciso di scattarci una foto mentre facevamo le nostre solite facce stupide e quando salimmo sull'auto che ci avrebbe riaccompagnato all'hotel, disse che l'avrebbe postata su Twitter.
-Oh, anche io ho Twitter!- esclamai non appena glielo sentii nominare. Non mi ci connettevo dalla volta in cui mi ero resa conto che i miei followers si erano improvvisamente triplicati.
-Davvero? Allora aspetta, ti seguo- si concentrò con quell'aggeggio in mano, così decisi anche io di controllare se il mio account esistesse ancora. Guardando nelle interazioni notai il mio ultimo nuovo follower, Harry appunto, e ricambiai il follow. Era strano per me usare quel social network, non ne ero capace. Avevo deciso di creare un profilo solo perché mia sorella me ne aveva parlato tempo prima. Inizialmente mi era sembrato divertente, ma quando avevo incominciato ad andare in palla non capendo come realmente funzionasse, ci avevo rinunciato. 
Pochi secondi dopo, notai che Harry aveva veramente pubblicato quella foto. La didascalia che aveva aggiunto diceva "PAL." parola che usava spesso e a dismisura e ovviamente lo sottolineai nel commento che aggiunsi.
In quel viaggio verso l'hotel mi fece una breve lezione su come usare Twitter e mi convinse a scaricare anche un'altra applicazione chiamata Instagram della quale capii solamente che serviva per condividere foto, ma pensai che avrei avuto tempo per farmi insegnare tutto per bene in seguito e non a notte fonda.
Rientrati nella nostra camera l'imbarazzo tornò. Mi ero momentaneamente dimenticata durante quella serata che avremmo dovuto dormire nello stesso letto.
Cercai di perdere tempo, stando circa mezz'ora in bagno con la scusa che mi sarei dovuta struccare. Quando fu il turno di Harry, mi infilai sotto le coperte in modo che quando sarebbe tornato io avrei fatto finta di dormire e nulla di strano sarebbe accaduto. Ci mise decisamente meno tempo di me a cambiarsi, forse perché mi ero completamente dimenticata della sua abitudine di dormire solo con un paio di mutande indosso.
Fortunatamente non si accorse del fatto che fossi sveglia quando si sdraiò di fianco a me. Tenendo gli occhi semichiusi mi accorsi che prese il suo telefono tra le mani e scrisse qualcosa sorridendo. Si voltò poi di spalle per spegnere la luce, dopo avermi fissato per circa cinque minuti immobile, e si addormentò al mio fianco poco prima che riuscissi anche io a prendere sonno.
 
Mi svegliai circa alle 7 di mattina, il che significa che dormii pochissimo considerando che eravamo tornati in hotel alle 3 di notte.
Il problema era che avevo paura di fare qualsiasi movimento, di sfiorare il corpo di Harry per sbaglio e svegliarlo. Ero abbastanza a disagio.
Presi il cellulare che avevo messo in carica sul comodino alla mia destra e provai a collegarmi su Twitter cercando di ricordare gli insegnamenti appresi poche ore prima. Seguivo solamente quattro persone in quel momento ovvero mia sorella, Frankie, Gemma e Harry.. perciò mi fu facilissimo notare che prima di addormentarsi lui avesse dato la buonanotte a tutte le sue fans. Guardai per curiosità anche i commenti alla nostra foto accorgendomi di quanto fosse già diventata un caso di stato. Molte persone si erano incominciate a preoccupare del fatto che io e lui potessimo stare insieme, perciò non erano mancati gli insulti nei miei confronti. La cosa non mi preoccupava, o meglio, un po' mi faceva rattristare perché non capivo l'odio che si era innalzato nei miei confronti, ma poi mi ricordai le parole di Danielle. Ci era passata anche lei e me l'aveva ben raccontato. Era normale che le fans fossero gelose di qualsiasi persona si avvicinasse ai ragazzi, le capivo benissimo poiché anche io avevo provato le stesse cose sulla mia stessa pelle.
Notando poi che molti insulti erano arrivati anche sul mio profilo che era stato citato nel tweet di Harry, decisi di chiarire le cose una volta per tutte scrivendo "Tranquille ragazze, io ed Harry siamo solamente buoni amici". Ero sicura di aver fatto la cosa giusta, perciò posai il cellulare, mi preparai e decisi di uscire a fare una passeggiata. Una volta fuori dall'hotel avvistai Starbucks. Mi ricordai improvvisamente quanto Harry amasse svegliarsi bevendo il suo amato frappuccino, perciò pensai di portargli la colazione in camera. Quando vi ritornai, lo ritrovai ancora nel letto. Lo guardai per qualche minuto pensando come fosse strana la vita. Sembrava voler averci fatto rincontrare a tutti i costi. Quando posai i bicchieri e il sacchetto con i muffins che entrambi amavamo sul tavolo, lui aprì gli occhi e sollevò la testa per guardarmi. Non me ne accorsi subito poiché ero di spalle, ma quando mi voltai vidi il sorriso che aveva sulle labbra e mi venne spontaneo ricambiarlo.
-Buon giorno!- esclamai aprendo le tende per far entrare un po' di luce. Guardai l'orologio, erano ormai le 9.
-Buon giorno. Colazione in camera?- si alzò dal letto e mi si avvicinò, mi stampò poi un bacio sulla guancia e si diresse verso il bagno. 
Non ebbi nemmeno il tempo di realizzare poiché si mosse in maniera troppo veloce lasciandomi quasi di stucco.
Mi tolsi giubbotto, sciarpa e cose varie aspettando il suo ritorno. Fortunatamente indossò una maglietta, forse per evitare che arrossissi di nuovo.
-Grazie mille- mi sorrise afferrando la sua colazione. 
-Qual'è il programma di oggi?- gli chiesi. Ero abbastanza impaziente di partire. Nonostante amassi New York avevo bisogno di un po' di relax su una spiaggia dispersa, lontana da tutti e da tutto. Harry guardò il suo orologio, mandò giù il boccone che aveva appena messo il bocca e mi fissò per qualche secondo.
-Tra un'ora abbiamo l'aereo- dopo quella risposta mi alzai di colpo per sistemare tutto ciò che avevo portato con me in fretta e furia e lui scoppiò a ridere.
-Sei sempre la solita Em!- mi prese in giro e io lo incenerii con lo sguardo.
-Eh bè, tu cosa aspettavi a dirmelo? Cinque minuti prima che arrivassero a prenderci? - da lì incominciò il nostro solito litigio quotidiano, ovviamente non un litigio vero e proprio, ma amavamo punzecchiarci e fingere di prendercela per delle nullità.
 
Non capii come riuscimmo ad arrivare in aeroporto senza essere assaliti dai fans, ma fu quello che realmente accadde e dopo circa quattro ore di viaggio arrivammo nel luogo che da subito denominai paradiso. Appena scesa dall'aereo non potevo credere ai miei occhi.
Ero sempre stata abituata a viaggiare in posti strani ed esotici con i miei genitori, ma non avevo mai visto nulla del genere. Mi sembrava un sogno.
Guardai Harry senza parole. Davanti a noi c'era praticamente il nulla. Tante palme e tanta pace che era la cosa di cui entrambi avevamo bisogno.
-E'.. è stupendo- balbettai quando uscimmo dall'aeroporto, ancora sotto shock. Mi aveva raccontato di esserci già stato una volta, ma anche lui sembrava strabiliato.
-Aspetta di vedere l'hotel in cui staremo!- mi avvisò salendo su un auto che ci aspettava all'uscita.
Fummo scortati nel luogo di cui avevamo appena parlato e subito ci mostrarono la nostra stanza in modo che potessimo lasciarvi le nostre valigie. "Nostra" perché ovviamente eravamo nuovamente nella stessa camera. Speravo almeno si potessero avere due letti separati per evitare di passare circa una settimana in imbarazzo continuo. Non che mi desse fastidio averlo intorno ventiquattrore su ventiquattro, anche lui sapeva quanto gli volessi bene, ma dovevo ancora riabituarmi all'idea dopo tutto ciò che era successo.
Ovviamente le mie preghiere non furono ascoltate. Infatti vi era solamente un letto matrimoniale; fui però felice dal fatto che fosse circa a tre piazze, perciò sarei riuscita a tenermi a dovuta distanza per evitare qualsiasi tipo di problema. 
Decidemmo di svuotare i nostri bagagli prima di andare in spiaggia, così non avremmo avuto nulla in disordine. Harry era sempre stato alquanto preciso nel tenere in ordine i suoi vestiti, non aveva perso quell'abitudine. 
Nel frattempo, pensai di accendere il cellulare che non controllavo più da quella mattina presto. Avevo già mandato sms a tutti a casa per far sapere che ero ancora viva, ma avrei voluto provare a chiamare mia madre, dato che ero partita senza nemmeno avvisarla.
Mi arrivarono una miriade di messaggi. Non avevo impostato il silenzioso, perciò anche Harry si mostrò sorpreso.
-Da quando sei così ricercata Em?- mi prese in giro lanciandosi a capofitto sul letto con la pancia all'insù, giungendo proprio di fianco a me che ero sdraiata nella stessa posizione. La sua testa sfiorava la mia. 
Non risposi subito, poiché il nome del destinatario che mi apparse sullo schermo mi fece quasi venire voglia di lanciare il telefono il più lontano possibile. Anche lui si accorse che qualcosa non andava.
-Tutto bene? Che succede?- domandò preoccupato. Io lo fece pazientare ancora un po', prima di prendere un respiro profondo e rispondere.
-E' Josh.- il silenzio calò nella stanza prima che lui prese la parola.
-Che vuole?- mi chiese. Io lessi uno dei messaggi ad alta voce.
-"Emma, che fine hai fatto? Sono passato a casa tua questa mattina e non c'era nessuno. Ho provato a chiamare Frankie e Daisy, ma nessuna delle due mi risponde. Dove sei? Ho capito di aver sbagliato tutto, ti prego perdonami."- nessuno dei due fiatò quando finii di leggere.
A un certo punto, pur non riuscendo a vederlo, sentii Harry muoversi e dopo pochi secondi ritrovai il suo viso sopra al mio, distante solamente qualche centimetro.
-Dimmi che non hai intenzione di rispondergli.- quasi mi implorò. Io mimai immediatamente un no con la testa e lui accennò un sorriso.
-Ho un'idea. Ora entrambi spegniamo i cellulari, li riaccenderemo quando ritorneremo a Londra. Voglio godermi questa settimana qui con te, non voglio che degli imprevisti ce la rovinino- era un pensiero stupendo, mi fece capire quanto ci tenesse al nostro rapporto che si stava ricreando.
-Okay, prima mi conviene avvisare mia madre e tu avvisa Anne. Le conosci quelle due, potrebbero preoccuparsi e decidere di prendere un aereo fin qui per vedere se siamo ancora vivi!- non era un'esagerazione, ne sarebbero state davvero capaci.
-Aspetta, mia mamma mi ha detto che si sarebbe vista con la tua oggi. Proviamo a chiamarle tramite Skype, anche se non so che ore siano là ora- ci eravamo già abituati al fuso orario e non avevamo più la cognizione del tempo, ma in qualunque caso aveva avuto una bella idea anche perché ero più che certa che quelle due sarebbero state in attesa di una nostra telefonata pur se fossero state le 4 di mattina.
Con il suo telefono digitò il numero Skype di Anne e dopo qualche secondo ricevemmo una risposta. Si aprì la video chat e sua madre era in primo piano.
-Ciao Mamma!- esclamò lui appena la vide. 
-Oh ragazzi! Che bello, siete ancora vivi- ovviamente avevo dedotto bene. Erano già in pensiero per noi. 
-Emma! Oddio sei viva?- mia madre si immise nella conversazione e io ed Harry scoppiammo a ridere per le loro reazioni.
-Si mamma- rispondemmo all'unisono, ognuno alla propria. Entrambe fecero un sospiro di sollievo.
-Debbie tranquilla, mi prendo io cura di lei.- lui cercò di tranquillizzare mia madre.
-H, non so se questo sia un bene!- scherzò lei. Dovevo aver preso pur da qualcuno il mio senso dell'umorismo tagliente, no?
Dopo qualche battuta del genere, fortunatamente sembrarono essersi calmate.
-Ma dove siete? Vedo un spiaggia alle vostre spalle- disse Anne. In effetti eravamo ancora seduti sul letto e stavamo dando le spalle alla grande vetrata della nostra camera che dava sulla riva dell'oceano.
-Siamo alle Isole Vergini! Tuo figlio mi sta viziando.- risposi io facendo un'occhiolino di intesa. Mia madre sembrò quasi morire di invidia in quel momento perché aveva sempre sognato di andarci.
-Harry, pretendo che tu mi ci porti un giorno. Voglio provare anche io a stare un po' in quella pace.- commentò infatti, facendoci ridere.
-A proposito di ciò- continuò lui. -Vi abbiamo chiamato prima di tutto per farvi sapere in che parte del mondo ci troviamo, ma anche per avvisarvi che i nostri cellulari rimarranno spenti per l'intera settimana.- affermò. Miracolosamente le due donne furono subito comprensive e non fecero domande ulteriori.
-Va bene ragazzi, l'importante è che se dovesse succedere qualcosa ce lo facciate sapere. Ora andate a godervi la vostra vacanza, noi stiamo andando a fare shopping. A presto!- ci liquidarono velocemente senza darci nemmeno modo di salutarle, forse anche loro avevano intuito quanto avessimo bisogno di staccare un po' la spina. Una volta chiusa la video chiamata, Harry si voltò verso di me sorridendo.
-Visto? Io ho sempre buone idee- frase dettata dalla sua solita poca modestia ovviamente.
-Va bene H, io vado a prepararmi per andare in spiaggia. Se tu vuoi stare qui e continuare a lodarti per me va bene!- mi alzai, afferrai il costume che avevo posato sulla sedia accanto al letto e dopo avergli fatto una linguaccia mi chiusi in bagno.
 
 
 
Harry.
Dovevo ammettere che il fatto che Josh si fosse fatto vivo non mi aveva per nulla reso una delle persone più felici del mondo. Potevo sembrare egoista, ma volevo che Emma non pensasse nient'altro che a noi in quei giorni. Volevo farle capire quanto fosse un bene per entrambi la nostra vicinanza.
Forse lei non la vedeva in quel modo, forse per lei non era importante essere con me quanto lo fosse essere in vacanza.. ma io le avrei fatto cambiare idea in poco tempo, ne ero certo.
Dopo cinque minuti uscì dal bagno con indosso solo un costume e un cappello di paglia. Rimasi  a bocca aperta poiché non me lo aspettavo.
-H? Che ti prende?- mi domandò vedendomi completamente ammutolito. Io sbattei le palpebre qualche volta, poi mi ripresi.
-No, niente. S-s-stavo.. ehm, stavo solo pensando che mi conviene andare a prepararmi.- abbassai gli occhi e corsi in bagno. Solo dopo aver chiuso la porta alle mie spalle mi accorsi di non aver portato con me il costume che avrei dovuto indossare. Riaprii e davanti a me trovai Emma pronta a porgermelo con un braccio teso verso di me. Amavo l'espressione che aveva quando le passava per la testa quanto fossi stupido e sbadato. Le sorrisi e sussurrai un grazie prima di richiudermi in bagno.
Tutto in quell'occasione mi riportava alla mente l'estate in cui ci eravamo conosciuti; La spiaggia, il mare, la pace che c'era in quel posto..
Sembravamo essere tornati indietro nel tempo fino al 2009. 
Il problema era che molte cose erano cambiate. Prima di tutto io; Non ero più quel ragazzino spensierato che pensava solo a divertirsi, ora dovevo essere responsabile. Avevo un lavoro e non era un peso molto leggero da portare sulle spalle.  Sotto certi punti di vista ero ancora lo stesso però. Per esempio in ciò che provavo per Emma. Lei era una di quelle ragazze che con la sua semplicità ti sa conquistare. 
Una volta giunti in spiaggia ci posizionammo su due sdraio non molto distanti tra di loro e inizialmente ci fu un silenzio di tomba, poiché nessuno dei due sapeva cosa dire. Io non volevo atteggiarmi in modi che le avrebbero fatto pentire di essere arrivata fin lì con me.
Il ghiaccio fortunatamente si sciolse quando lei propose di andare a fare un bagno in quel magnifico mare.
Fu tutto così spontaneo che la giornata sembrò volare in un baleno.. 
La serata però era alle porte…


Heeeeila! Buon pomeriggio a tutti :)
Allora, innanzitutto mi scuso per questo ritardo vergognoso.. però vi prego capitemi, ho avuto un miliardo di cosa da fare ultimamente e non ho avuto nemmeno un po' di tempo per sedermi, mettere insieme le idee e scrivere.
Infatti, proprio per questo mi scuso per quest'orribile e brevissimo capitolo.
Spero mi capirete e soprattutto spero mi facciate sapere se è davvero così schifoso ;)
Ora vi lascio! Un bacione :)
Raffy <3



Emma e Harry:

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Capitolo 16
*** Still Into You. ***


Still Into You
Emma
La prima giornata era passata fin troppo velocemente, il tempo era davvero volato.
In quel momento stavamo già uscendo per andare a cena e per poi dirigerci in un locale che Harry conosceva. Mi ricordavo quanto gli piacesse spassasserla in discoteca e potei notare che ciò non era per niente cambiato.
Mi stavo rendendo sempre più conto di quanto mi sentissi a mio agio con lui e di quanto potessi parlare o atteggiarmi in qualsiasi modo senza essere giudicata. Harry dopotutto conosceva la vera me, non c'era nessun motivo per il quale avrei voluto nascondermi. 
Quando uscì dal bagno dove si era rinchiuso per prepararsi, rimasi a bocca aperta nel notare quanto avesse acquisito stile nel vestirsi. Non che tre anni prima non ne avesse, ma ormai non era più quel ragazzino che non comprava in nessun negozio al di fuori di Abercrombie e Jack Wills. Indossava infatti un paio di jeans super aderenti, una canottiera bianca e una giacca nera sopra. Era a dir poco impeccabile, poteva far invidia addirittura a modelli di alta moda.
-Come siamo belli H!- dissi in tono scherzoso riferendomi alla sua eleganza. Ovviamente era un apprezzamento, non una presa in giro.
-Volevo essere all'altezza della mia accompagnatrice- rispose sogghignando. Sapeva benissimo quanto quelle frecciatine non facessero altro che farmi arrossire, ma forse quello era proprio il suo obbiettivo.
Il ristorante in cui cenammo era meraviglioso con una vista stupenda sull'Oceano. Strano a dirsi non ci fu nessun cenno di imbarazzo, nessun silenzio improvviso. Eravamo perfettamente a nostro agio l'uno con l'altra.
Quando anche il dolce ci fu servito, sentimmo una voce femminile richiamare l'attenzione di Harry. Inizialmente pensammo entrambi che provenisse da qualche fan che era riuscita a trovarci anche in un posto del genere, ma quando una ragazza ci si avvicinò entrambi capimmo di chi si trattasse.
-Lou! Che ci fai qui?- esclamò Harry alzandosi e andandole incontro. Era Lou Teasdale, hair-stylist ufficiale della band. L'avevo già vista numerose volte, ma non avevo mai avuto il piacere di conoscerla. 
-Ho provato a chiamarti un miliardo di volte oggi, ma il tuo cellulare sembra essere morto! Sono qui con Tom e Lux per una settimana e solo ieri sera ho scoperto da Niall che anche tu saresti venuto con..- si bloccò guardandomi e sorridendomi. Ero rimasta seduta, ma pensai fosse arrivato il momento di presentarmi.
-Piacere, Emma- dissi porgendole la mano. Lei mi sorrise di nuovo e ricambiò il saluto.
-Lou.- aveva un sorriso dolce e sincero. -Ho sentito molto parlare di te- aggiunse facendomi un occhiolino. 
Era una frase che avevo sentito forse un miliardo di volte da quando il caso aveva voluto che io e Harry ci rincontrassimo, ma dovevo ammettere che non mi dispiaceva per niente.
-E loro dove sono ora?- domandò H, riferendosi a i due che aveva citato lei poco prima. 
-Sono qui fuori. Lux ha visto le altalene sulla spiaggia e ha voluto andarci a tutti i costi. Perché non vi unite a noi? Pensavamo di andare in un locale tra poco- Harry mi guardò aspettando un mio consenso che ovviamente arrivò subito.
-Certo! Prendo le mie cose e sono pronta- dissi riavvicinandomi al tavolo per recuperare la mia borsa. Lou aggiunse che ci avrebbe aspettato fuori.
Quando fummo di nuovo soli, Harry ci tenne a spiegarmi il suo rapposto con loro.
-Lou e Tom sono in pratica parte della mia famiglia e la loro figlia Lux è un po' come se fosse mia sorella, ma se non ti va di passare il tempo con loro non farti problemi a dirlo, non se la prenderebbero- mi disse.
-H, non devi nemmeno pensarlo! Non vedo l'ora di conoscere Lux!- doveva trattarsi di quella bambina che avevo visto in molte foto quando avevo deciso di indagare sulla vita di Harry in internet. Mi sorrise contento, dovevano davvero significare molto per lui.
Una volta fuori, ci dirigemmo verso le altalene che si scorgevano in lontananza e colui che doveva essere Tom ci venne incontro.
-Haz, è destino incontrarsi dappertutto?- disse abbracciando il mio amico. Dopo un millesimo di secondo si rivolse a me.
-E tu devi essere Emma, giusto?- sorrise.
-Esattamente!- risposi con una stretta di mano.
-Hally, Hally!- la voce di una bambina giunse alle nostre orecchie. Era Lux, che non essendo ovviamente ancora in grado di parlare, cercava di attirare l'attenzione di Harry. Lui subito le corse incontro e la prese in braccio.
Quella scena mi fece tenerezza, era stupendo vederlo comportarsi in quel modo con i bambini. Aveva una predisposizione ad essere simpatico a qualsiasi bimbo incontrasse.
Lou mi raggiunse e nel frattempo Tom seguì sua figlia e Harry. 
-Emma- sorrise prima di posarmi una mano sulla spalla e guardare nella mia stessa direzione. -non fartelo scappare, è un ragazzo d'oro-.
Meditai sulle sue parole, ci meditai a fondo mentre lo guardavo giocare con quella bambina adorabile. Pur volendo, non riuscivo a trovargli un difetto, ma allo stesso modo non riuscivo a rivedermi con lui. Tutto ciò era strano perché le circostanze mi facevano capire che avrei dovuto prendere le cose così com'erano. Sembravamo destinati a stare insieme, ma la mia mente non faceva altro che pensare che sarebbe potuta finire male un'altra volta.
Mi voltai verso la ragazza che avevo in fianco e pensai a una risposta sensata.
-Non lo farò, non un'altra volta.- mi meravigliai di quello che era appena uscito dalla mia bocca. Avevo praticamente ammesso il fatto di volerci riprovare quando in realtà non ci avevo nemmeno mai pensato prima di quel momento.
-Bè, per quello che ne so la prima volta è stato lui a fare il grande errore no?- Lou era chiaramente al corrente di tutto, avevo già notato dalla loro complicità quanto fossero legati.
-Già, e chi dice che non lo rifarà? Non voglio soffrire ancora per lo stesso motivo- era una situazione un po' strana. Eravamo entrambe lì a fissare il vuoto e pur essendoci conosciute da circa mezz'ora, parlavamo come se ci conoscessimo da molto più tempo.
-Credimi, non sarà così ingenuo.- era come se fosse più che certa di ciò che stava dicendo.
Nel frattempo Harry, Tom e la piccola Lux stavano tornando da noi perciò il discorso rimase in sospeso. Decidemmo di recarci in quel locale di cui avevamo già parlato. Non era un nightclub, ma un bar normalissimo dove sarebbe potuta entrare anche la bambina.
Ci sedemmo tutti a un tavolino e ordinammo da bere. Chiaccherammo per un bel po', giusto il tempo di potermi innamorare di Lux. Era stupenda e stranamente sembrava gli piacessi anche io. 
-Che ne dite se vado a chiedere al dj di mettere una canzone un po' più movimentata? Questa fa sembrare il locale un mortorio!- Tom si alzò proponendoci ciò e ricevendo il consenso immediato di Lou.
-Si si! Aspetta, so io quale! Come si chiama la canzone nuova dei Paramore?- domandò a me ed a Harry. 
Io e lui ci guardammo poiché entrambi conoscevamo il titolo e entrambi sapevamo che il testo ci avrebbe alquanto messo in imbarazzo. Dopo qualche secondo, prese lui l'iniziativa.
-Still Into You- sussurrò scrutando con in suoi occhi verdi dritto dentro i miei. Non riuscii a guardarlo ancora per molto, tanto che mi rigirai verso Lux che stava cercando di dirmi qualcosa nel suo linguaggio sconosciuto. Anche solo il titolo di quella canzone faceva pensare a noi due. 
Dopo qualche minuto Tom tornò al tavolo e tutto contento disse che avevano accettato la proposta e che avrebbero messo la canzone da lì a poco. Fortunatamente trovai un escamotage per allontanarmi per un po' quando Lux si alzò e incominciò a correre per il locale. Mi offrii subito di badare a lei prima che i suoi genitori si alzassero.
Ero piuttosto certa di essere stata con lei per circa cinque minuti, perciò decisi di riportarla al tavolo. In quel tempo, eravamo state nel bagno dove Lux aveva deciso di giocare quindi mi era stato impossibile sentire se la canzone fosse attualmente finita.
Ovviamente la fortuna non era dalla mia parte, tanto che quando raggiunsi gli altri, stava iniziando il ritornello incriminato. 
 
 
I should be over all the butterflies, but I'm into you. 
And baby even on the worst nights.. 
I'm into you, I'm into you. 
Let 'em wonder how we got this far, 
'Cause I don't really need to wonder at all. 
Yeah, after all this time. 
I'm still into you. 
 
"Non dovrei più sentire le farfalle nello stomaco", quante volte me l'ero ripetuta da quando l'avevo rincontrato? Non riuscivo più nemmeno a tenere il conto. 
Mi risiedetti mandando leggermente gli occhi al cielo pensando che forse sarei dovuta rimanere con Lux per più tempo.. non volevo risultare fragile agli occhi degli altri, ma ogni volta che qualcosa riguardava me e Harry, lo ero inevitabilmente.
"Sì, dopo tutto questo tempo sono ancora innamorata di te". Era vero anche per me o stavo solo ripetendo nella mente le parole della canzone?
Stavo cercando di non guardarlo, ma i suoi occhi furono come una calamita. Era evidente quanto stessimo pensando alla stessa cosa il che era strano poiché da quando eravamo atterrati su quell'isola, non c'era stato nessun tentativo da parte sua di avvicinarsi a me in quanto "più di amico". Ormai il nostro comportamento scherzoso era entrato nella quotidianità. Il suo sguardo era serio e la cosa un po' mi spaventava.
-Gradite qualcos'altro da bere signori?- fui salvata dal cameriere che ci aveva servito poco prima e che non aveva smesso di fissarmi da quando eravamo entrati. 
-No.- rispose Harry scontroso.. evidentemente non ero stata l'unica a notarlo. Il povero ragazzo si allontanò con lo sguardo da cane bastonato mentre quella canzone straziante stava giungendo al termine. 
Era difficile lottare contro i propri sentimenti, lo era più del previsto. Ma in realtà io non conoscevo la vera natura dei miei, non sapevo che cosa stessi provando veramente.
Quando, usciti dal locale, salutammo Lou e Tom dandoci appuntamento al giorno seguente cominciai a farmi mille problemi sul come comportarmi una volta soli. Era come se tutto stesse ripartendo da zero e l'imbarazzo fosse tornato. 
Eravamo sul vialetto che ci avrebbe riportato al nostro bungalow quando decisi di rivolgergli la parola dopo aver passato praticamente tutto il viaggio dal locale all'hotel in silenzio.
-Perchè sei stato così scontroso con quel cameriere?-domandai intimorita. Lui rallentò il passo poiché era qualche metro più avanti di me e mi guardò con un'espressione sorpresa.
-Scontroso? Io?- fece come se nulla fosse successo.
-Sì H, tu. Gli hai risposto malissimo solo perché mi stava chiedendo se volessi qualcosa da bere.- nel mio cuore dovevo ammettere che ci speravo che si fosse comportato così perché un po' geloso.
-Ti sbagli Emma, gli ho risposto normalmente- si comportava in modo strano e non capivo il perché. Avevamo passato una bella serata dopotutto, non c'era motivo di essere arrabbiato. In qualunque caso, non gli risposi per non incrementare qualsiasi cosa gli stesse succedendo.
Una volta arrivati in camera, mi diressi verso il bagno per cambiarmi e nessuno dei due aprì bocca. Quando tornai nella stanza, Harry era già a letto e mi dava le spalle. Non capivo cosa stesse succedendo, non capivo che cosa avessi fatto per farlo reagire in quel modo. 
Non mi sdraiai subito, mi sedetti con le spalle posate alla spalliera del letto e mi misi a guardare fuori dalla finestra. Cercai di trovare una spiegazione, ma in realtà una spiegazione non c'era. 
 
La mattina dopo l'unica parola che sentii uscire dalla sua bocca fu un misero "buongiorno". Ci dirigemmo a fare colazione nel ristorante dell'hotel per poi incontrarci in spiaggia con Lou e Tom. Una volta raggiunti loro, incominciò di nuovo a parlare come se la mia sola presenza gli procurasse fastidio.
Addirittura posizionò la sua sdraio dalla parte opposta della mia, lasciandomi vicino a Lou e Lux mentre lui stette con Tom.
-Che succede?- mi domandò lei non appena i due si allontanarono con Lux per andare a prendere qualcosa da bere.
-In che senso?- cercai di fingere che non ci fosse nulla di strano, ma non ero mai stata una brava attrice.
-Emma, lo capirebbe chiunque che c'è qualcosa che non va tra te e Harry! Ieri sera vi atteggiavate in modo completamente diverso mentre ora sembrate due completi sconosciuti- in effetti era chiaro che ci stessimo ignorando. O meglio, lui stava ignorando me e io stavo agendo di conseguenza.
Sospirai prendendomi qualche secondo per pensare a una risposta. 
-Non lo so Lou, da quando siamo usciti dal locale non mi rivolge più la parola. Non capisco cosa io possa aver fatto di male, mi sono comportata normalmente!- cercai di giustificarmi con lei, ma in realtà mi stavo giustificando a me stessa.
-Ho notato da come ha trattato quel cameriere che qualcosa non andava.. lui è sempre gentile con tutti- pensai subito di non essere stata una stupida allora a domandargli il perché avesse reagito in quel modo.
Ci eravamo ormai sedute sulla sdraio, alzateci dalla posizione di lucertole al sole. Potevamo vedere benissimo Tom, Harry e Lux al bar poco lontano da noi.
-Quando ci sono io cambia completamente. Sembra gli dia fastidio la mia presenza- dissi guardandolo sorridere rincorrendo la piccola.
-Io credo solo che dobbiate chiarire, evidentemente qualcosa ha dato il via a questo suo comportamento- il discorso di concluse quando le diedi ragione poiché il diretto interessato stava ritornando. 
Per tutto il giorno mi sentii come una completa estranea poiché non mi rivolse né uno sguardo né una parola. Una volta tornati in stanza, ognuno si preparò per conto proprio perché saremmo usciti a cena tutti insieme per poi andare a ballare. Lux sarebbe rimasta in camera con una persona che avrebbe badato a lei, visto che l'hotel in cui alloggiavano loro offriva quel servizio. La situazione cominciava a darmi davvero sui nervi, non sopportavo di essere ignorata inutilmente. 
Decisi che era decisamente arrivato il momento di mettere fine a quel suo comportamento, uscii dal bagno dove mi stavo truccando e me lo trovai in fronte mentre cercava qualcosa nell'armadio che era esattamente di fianco alla porta.
Fece per voltarmi le spalle e allontanarsi, ma non glielo permisi. Afferrai un suo braccio e lo feci rigirare verso di me ritrovandomi a pochi centimetri dal suo viso.

To be continued..
 
 
Heeeey buon pomeriggio a tutte!
Sono stata più veloce dell'ultima volta, visto?? E' che finalmente è finita la scuola e ho più tempo per dedicarmi a qualcosa di diverso dallo studio.
Passando al capitolo.. so che vi sarà sembrato tutto un po' strano, ma nel prossimo capirete molte cose.. a meno che qualcuno non lo abbia già capito ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate e scusatemi se non sempre rispondo alle recensioni, ma davvero ho avuto pochissimo tempo ultimamente..
Prometto di essere più presente da ora in poi :)
Un bacio, Raffy <3

Harry                                                                             Emma                                                                                 Lou, Lux e Tom
                                               

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Capitolo 17
*** "Which dress? The one she forgot to wear?" ***


"Which dress? The one she forgot to wear?"

-Puoi dirmi che diavolo ti prende?- domandai piuttosto alterata. -Anzi no, metto da parte le buone maniere, dimmelo e basta.- ritrattai la domanda facendo in modo che gli fosse chiaro di non aver altra scelta.
Lui non mi stava guardando negli occhi, aveva lo sguardo basso. Le mie mani erano ancora posate sulle sue spalle, ma da lì a poco si spostarono sul suo viso per alzarlo e far sì che i suoi occhi incrociassero i miei. 
-Dimmi cos'ho fatto di male per essere completamente ignorata!- aggiunsi notando che non aveva intenzione di rivolgermi la parola. 
In quel momento sospirò.. forse si era deciso a parlare.
-Me lo chiedi anche?- rispose come se fosse più che ovvio. -Sei scappata non appena ho nominato quella canzone solo perché il titolo era un po' mmh, come si può definire.. ambiguo forse? Ma il problema non è tanto questo.. è che hai fatto capire chiaramente ciò che vuoi e ciò che pensi facendo ciò. E in più ti sei messa a flirtare con quel cameriere.. se pensavi sarebbe passato inosservato bè, non è così!- disse tutto d'un fiato come se si stesse tenendo dentro quelle parole da tempo. Sapevo benissimo che avrebbe finito per parlare di quel cameriere, ma non pensavo se la fosse presa per il fatto della canzone. 
Non sapevo cosa rispondergli, abbassai lo sguardo rompendo così il nostro contatto visivo.
-Non hai niente da dire in tua difesa? Bene, ne ero sicuro.- si voltò e fece per andare dall'altra parte della stanza, ma appena mosse il primo passo trovai il coraggio di rispondergli.
-Io non ho flirtato con nessuno, non ci ho nemmeno pensato. Se sono qui con te ci sarà un motivo, no? O credevi davvero che fossi tu l'unico a provare ancora qualcosa? Durante la canzone me ne sono andata perché non volevo farmi vedere fragile dagli altri.- mi bloccai per qualche secondo per prendere fiato.
-Ma evidentemente i miei sforzi nel provare a fidarmi ancora di te non servono a niente, tanto vale continuare ad ignorarsi.. forse è la cosa giusta da fare!- presi la mia borsa che era posata sul letto, lo sorpassai e uscii dalla camera lasciandolo da solo.
Non mi piaceva essere trattata in quel modo e Harry lo sapeva benissimo. Così come sapeva bene che non avevo neanche concesso uno sguardo a quel povero ragazzo la sera prima.. erano i suoi classici film mentali che gli facevano pensare il contrario. 
Mi diressi da sola nel punto in cui avremmo dovuto incontrarci con Lou e Tom. Fosse stata un'altra situazione probabilmente mi sarei rinchiusa in casa, ma quella sera avevo voglia di divertirmi e di sbattere in faccia ad Harry la realtà. Io non ero quel tipo di ragazza che poteva usare quando voleva e far sentire uno schifo a piacimento. Appena raggiunsi i due, Lou capì che qualcosa non andava.. sicuramente aveva collegato ciò di cui avevamo parlato con il fatto che gli avrei chiesto spiegazioni e sicuramente dal mio atteggiamento si poteva benissimo intuire come si era concluso il tutto.
-Buonasera!- dissi, cercando di sforzare un sorriso. Loro mi risposero in coro, poi Lou guardò Tom.
-Tu aspetta Harry, noi incominciamo ad andare.- gli disse prima di prendermi sottobraccio ed incamminarsi con me verso il ristorante.
 
 
Harry.
Mi aveva letteralmente spiazzato con quelle parole. Aveva finalmente ammesso di essere lì per il mio stesso motivo, peccato lo avesse fatto perché io mi ero comportato da cretino. Conoscevo benissimo Emma e sapevo quanto le desse fastidio mostrare le sue emozioni in pubblico, mi pentii non essermene reso conto prima. Si era allontanata per quel motivo la sera prima, come avevo fatto a non capirlo? 
In qualunque caso era troppo tardi per rimurginarci sopra, stavo ormai uscendo dall'hotel e a pochi metri da me avrei trovato…
-Tom?- dissi in modo interrogativo, poiché mi aspettavo di vedervi Lou ed Emma insieme.
-Che c'è H, sorpreso di vedermi?- domandò ironicamente.
-No è che..- mi interruppe. 
-Non so cosa tu abbia combinato sta volta, si sono già incamminate- mi informò avendo capito tutto. 
Una volta raggiunte, lei non mi rivolse parola e sembrò divertirsi molto con i nostri amici. Appena io cercavo di intervenire oppure loro due cercavano di rendermi partecipe, lei smetteva di sorridere o di fare qualsiasi altra cosa e iniziava ad ignorarmi. Non era per niente bello, avrei voluto ritornarmene in camera.
La cena sembrò durare un'eternità. Guardavo in continuazione l'orologio sperando che arrivasse in fretta il momento in cui ce ne saremmo andati da quel ristorante per dirigerci al locale.. qualche drink sicuramente mi avrebbe aiutato a stare meglio.
-Okay, direi che possiamo andare!- disse finalmente Lou a un certo punto. 
Chiamammo un taxi e circa a mezzanotte arrivammo alla discoteca. Ero felice del fatto che Emma e Lou stessero legando molto, ma d'altronde il carattere di Emma era impossibile non piacesse a qualcuno! Non appena entrati, ci dirigemmo al bancone del bar..
 
 
Emma.
-Tu cosa bevi Em?- mi chiese Tom.
Ero felice di aver legato con lui e Lou, altrimenti avrei passato la mia vacanza rinchiusa in una stanza d'albergo per colpa dello stupido atteggiamento di Harry.
-Mmmh, un Mojito può andare bene!- risposi pronta.
-Ah, ci vai giù leggera quindi?- scherzò Lou. 
Harry se ne stava lì in silenzio e ci guardava divertirci, stava provando sulla sua stessa pelle ciò che avevo provato io la sera prima. Mi voltai per afferrare il drink che mi era stato preparato dal barista e appena tornai nella posizione iniziale, lo vidi accerchiato da tre ragazze che evidentemente l'avevano riconosciuto. Dire che erano leggermente nude sarebbe stato un eufemismo e l'istinto era quello di avvicinarmi e trascinare via con me il motivo del loro scatenamento di ormoni.
-Carino il vestito!- commentai con Lou l'abbigliamento fin troppo spinto di una di loro.
-Quale vestito? Quello che ha dimenticato di indossare?- disse lei facendomi scoppiare a ridere. La mia risata era abbastanza rumorosa e attirò l'attenzione di Harry che momentaneamente teneva lo sguardo basso perché quelle ragazze avevano le loro mani in parti del suo corpo per niente caste.
-Andiamo a ballare?- proposi. Lou subito annuì, mentre Tom guardò nella direzione di Harry e sospirò.
-Io vado a dargli una mano- disse dirigendosi nella sua direzione.
Dovevo ammettere che mi dava fastidio vederlo attorniato da altre ragazze, dovevo ammetterlo a me stessa perché solo nel momento in cui ero uscita dalla nostra stanza lasciandomi Harry alle spalle ero riuscita a capire che ero lì perché ero ancora presa da lui. Non era soltanto un'illusione che a volte mi si era presentata nella mente. 
In quel momento però non sapevo più cosa volevo veramente.. ero tutto così strano perché gli avevo sbattuto in faccia una realtà che forse nemmeno lui si aspettava. Ero in mezzo alla pista con un Mojito in mano mentre lui se la spassava con delle ragazze sconosciute.. forse quella situazione si era presentata per dimostrare la nostra incompatibilità. Dopotutto lui era un cantante di fama mondiale mentre io ero solo una studentessa.
-Emma, vado un attimo a telefonare in hotel per sentire se Lux sta bene. Torno tra un secondo!- fui per poco tempo abbandonata anche da Lou dopo circa dieci minuti. Fu in quel momento che mi si avvicinò un ragazzo che sembrava volerci provare con me.
-Hey ciao!- mi disse sorridendo. Non ero solita dare confidenza agli sconosciuti, soprattutto nelle discoteche, ma in quel momento notai che Harry liberatosi dalle "succhia-sangue" mi stava fissando ai bordi della pista da ballo.
-Ciao!- dissi, fingendo di non essere infastidita.
Lui si mise a parlare credendo che lo stessi ascoltando mentre io stavo solo recitando per dare fastidio a qualcuno di preciso. Il drink era ormai finito, perciò proposi di avvicinarci al bar. Lui si offrì di chiederlo al barista per me, perciò io restai un po' più distante dal bancone. In quel preciso momento qualcuno mi afferrò il braccio facendo in modo che mi voltassi verso di lui. 
-Dobbiamo parlare.- pur essendo buio era evidente si trattasse di Harry.
-H, ne abbiamo già parlato.- cercai di chiudere il discorso velocemente poiché non mi sembrava il luogo adatto per chiarire.
-Ma..- fu interrotto.
-Ecco il tuo drink!- quel ragazzo di cui nemmeno ricordavo il nome mi raggiunse. Avrei voluto ringraziarlo e mandarlo via, ma dovevo reggere il gioco.
-Grazie.. grazie eemh..- cercai inutilmente di ricordarmi il suo nome mentre Harry rideva sotto i baffi.
-Sean!- mi aiutò il povero malcapitato. La scena doveva essere divertente dopotutto.
-Sì, grazie Sean!-  afferrai il bicchiere e mandai giù tutto d'un sorso. Non avrei dovuto farlo, perché sapevo benissimo di non reggere per niente l'alcool.
Fortunatamente arrivò Lou a salvarmi da quella situazione imbarazzante.
-Che ne dici di uscire a prendere un po' d'aria Emma?- mi prese per mano e senza aspettare una risposta mi trascinò dietro di lei.
Appena uscite da una delle porte del locale mi guardò e scoppiò a ridere.
-Emma, tu sei un fottuto genio!- disse riferendosi a poco prima quando fingevo di ascoltare quello Sean. Io la seguii sia perché divertita, ma anche perché sotto effetto dei drink bevuti. Lou aveva dieci anni in più di me, ma sapeva ancora come divertirsi.
Rimanemmo più o meno cinque minuti lì fuori e dopo essere rientrate non incontrai più il povero ragazzo, fortunatamente aggiungerei.
Erano circa le due di notte quando decidemmo fosse giunta l'ora di andarcene, ormai le ragazze che "importunavano" Harry erano aumentate e in più erano completamente ubriache, il che peggiorava la situazione. Il tutto era diventato abbastanza insopportabile perciò ci dirigemmo verso l'uscita. 
-Ci vediamo domani allora!- esclamai salutando Tom e Lou e mi incamminai verso l'hotel seguita da Harry.
Non ero ubriaca, stranamente avevo retto più del solito, ma ero piuttosto brilla e ciò fece in modo che non riuscissi a camminare senza barcollare. Anche Harry non era per niente sano, a entrambi piaceva divertirsi.
-Sei ubriaca.- affermò. Mi bloccai per voltarmi verso di lui.
-Io non sono ubriaca mio caro, sono sanissima. I tuoi occhi sono chiaramente indicatori del fatto che tu non sia sobrio invece- erano lucidissimi e aveva un sorriso da ebete stampato in faccia.
-Sono sano anche io!- rispose. In effetti se fossimo stati veramente ubriachi non saremmo riusciti nemmeno a fare un discorso di senso compiuto, era già capitato una volta in Spagna. Daisy e Gemma ci avevano riportato a casa perchè Frankie le aveva chiamate in soccorso.
Il resto della strada la percorremmo in silenzio, così fino a quando ci immettemmo nel vialetto della nostra stanza quando qualcuno spuntò da uno dei cespugli.
-Haarry! Harryy! Finalmente ti ho trovato!- mi sbucò in fronte una delle ragazze che mi sembrava aver visto strusciarsi su di lui in discoteca.
L'espressione che si stampò sul viso di Harry era completamente di terrore, sembrava volesse incominciare a correre per scappare da lei. Io scoppiai a ridere e stetti a guardare mentre lei corse ad abbracciarlo. Era impressionante come riuscisse ad essere gentile con chiunque, pur rendendosi conto che chiaramente quella ragazza non era una fan ma solamente una che cercava di portarselo a letto.
-Ehm.. ora devo andare.. scusami. No, non voglio venire nella tua stanza!- stava cercando inutilmente di liberarsene mentre io continuavo a spassarmela.
Ci riuscì solamente quando mi girai per proseguire verso la nostra stanza incominciando a correre per chiudersi dentro. Fu in quel momento che mi fermai e guardai la ragazza.
-Aspettalo qui, sono sicura che domani mattina tornerà- le feci l'occhiolino e lei mi annuì sconsolata. Pensai che fosse talmente ubriaca che avrebbe potuto farlo seriamente.
Giunta alla porta fui costretta a bussare perché lui aveva bloccato la serratura.
-H apri, sono io.- dissi subito.
-E' lì con te?- domandò con una voce quasi terrorizzata.
-No, sono da sola. Pensi davvero che potrei farti una cosa simile?- forse la mia risata finale non aiutò a rendermi credibile.
-Sì.- disse convinto aprendo di un millimetro la porta. Quando vide che ero seriamente da sola mi fece entrare.
Senza dire più niente mi tolsi le scarpe lanciandole in un angolo della stanza e mi diressi verso il bagno dove rimasi chiusa per circa un quarto d'ora.
In quella frazione di tempo ripensai a tutto quello che stava succedendo.
Era davvero il caso di comportarsi in quel modo per gelosia? O forse era arrivato il momento di guardare in faccia la realtà e decidere qual era la cosa giusta da fare?
Mi passarono per la mente anche tutti i messaggi ricevuti da Josh e fu proprio quello che mi fece prendere una decisione. Spensi la luce per andare di là a parlarne con Harry, sperando che non fosse già collassato sul letto, ma appena aprii la porta mi bloccai..
 
 
 
 
Heeeey! Buonasera a tutteee!
Dovete ammettere che ho aggiornato in tempi RECORD! Ve lo avevo promesso o no?
Beeene, parliamo un po' del capitolo. Chi aveva indovinato il motivo per cui Harry aveva reagito in quel modo? Bè, era piuttosto chiaro :)
E ora secondo voi cosa starà per succedere? Cose belle o cose brutte?
Mmmh.. fatemi sapere un po' cosa ne pensate? ;) Prometto di rispondere alle recensioni questa volta!
Un bacione, Raffy <3

                     Emma:                                                             Harry:                           Lou, Tom, Lux e Harry.

                               

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Capitolo 18
*** "I Hate You Too" ***


"I Hate You Too"

Davanti a me c'era Harry, mi dava le spalle. Le luci erano ancora spente, nessuno dei due le aveva accese una volta rientrati. 
Tutto mi riportò alla mente ciò che era successo tre anni prima nella stessa identica situazione.
 
(Flashback)
Tornati dalla discoteca ero corsa in bagno per cambiarmi. I miei genitori mi avevano dato il permesso di stare da Harry a dormire, lasciandomi estremamente stupita. Avremmo dormito tutti a casa sua dopo la serata poiché avevamo organizzato una specie di "pigiama party". C'erano Daisy, Frankie, Gemma e anche qualche amico di Harry.. in caso contrario i miei non mi avrebbero dato la possibilità ovviamente.
In quella precisa stanza però c'eravamo solo io e lui, lontani da tutti gli altri che si stavano sistemando nella taverna dove c'erano altri letti.
Mi aveva dato la possibilità di usare il bagno di camera sua per cambiarmi e darmi una sistemata e in quel momento avevo appena aperto la porta per uscirvi ritrovandomelo di fronte. Avevamo avuto una discussione quel pomeriggio e ancora non l'avevamo del tutto chiarita.
-H, dovrei passare- gli dissi dato che bloccava la strada tra me e l'uscita di quella camera. 
Posò la sua mano sulla porta alle mie spalle in modo che fossi ancora più incastrata il quel piccolo spazio.
-Har..- non riuscii a parlare poiché si avventò sulle mie labbra iniziando a baciarmi. 
Era chiaro che quella sera non avrebbe voluto fermarsi a un semplice bacio, avrei dovuto capirlo quando si era offerto di accompagnarmi nella sua stanza pur essendo il bagno al piano di sotto libero. Immediatamente pensai se fosse la cosa giusta o meno.
Avevo sedici anni, anche se non ancora compiuti, ma non era l'età a bloccarmi. Non l'avevo mai fatto con nessuno fino a quel momento e avevo paura di risultare solamente una "sfigata" dicendoglielo. 
Nel frattempo eravamo finiti sul suo letto e ormai era chiaro come non fosse tutto una mia impressione. Fu in quel momento che decisi di parlare.
-Ehm Harry.. io..- dissi quasi  imbarazzata.
-Sei ancora arrabbiata con me, lo so.. hai ragione ho sb..- non lo lasciai finire.
-No, è che non me la sento. Non in questo momento- lo dissi chiaramente, senza cercare scuse e lui non reagì male come credevo.
-Okay Emma, tranquilla. Abbiamo ancora molto tempo davanti, possiamo aspettare.- in quel momento mi sembrò la frase più bella che mi avesse mai detto. Gli sorrisi e lo baciai di nuovo.
-Però puoi andare avanti a scusarti.. stavi dicendo "hai ragione, ho sbagliato"- lui si mise a ridere mettendomi una mano davanti alla bocca per farmi smettere di parlare. Poi mi guardò per qualche secondo con quel suo sorriso stampato in faccia e sospirò.
-Ti amo e mi dispiace.- "modo migliore per scusarsi" pensai subito. Lo afferrai per il colletto della camicia e lo avvicinai a me.
-Ti amo anche io- dissi prima di baciarlo di nuovo.
 
Ed eccoci di nuovo nella stessa identica situazione tre anni dopo.. forse mi stavo immaginando tutto, forse le cose non erano le stesse.
Dopotutto eravamo cresciuti entrambi e avevamo avuto altre esperienze. In quel momento se si fosse ripresentato il suo stesso tentativo avrei dovuto inventare un altro tipo di scusa per evitarlo.. se così avessi voluto. 
La mia prima volta era stata con Josh ed era stato solo un modo per cercare di levarmi dalla testa Harry. Tutto ciò andava contro i miei principi perché avevo sempre pensato che la mia prima volta avrebbe dovuto essere con una persona che realmente amavo. Purtroppo solo dopo due anni dall'inizio della storia con Josh mi ero resa conto di come lui fosse sempre stato un rimpiazzo.
La persona che causava tutta la confusione era proprio lì e si era appena voltato verso di me. Non sapevo cosa dire, avrei voluto rompere il silenzio con una delle mie battute inutili per evitare quella tensione, ma mi risultò completamente impossibile. 
Distava da me poco più di un metro.
Pensai che se mi fossi messa a camminare superandolo e mettendomi a letto, forse quella sensazione strana sarebbe finita perciò lo feci.
Il problema fu che, appena lo raggiunsi, lui afferrò il mio polso e mi tirò a se. Io quasi mi spaventai, perché non me lo sarei mai aspettata.
Le sue mani erano strette sui miei fianchi e mi stava guardando dritto negli occhi.
-Mi dispiace di essermi comportato in quel modo, mi dispiace di averti fatto sentire completamente ignorata ieri sera. Hai ragione, ho sb..- era tutto così strano, l'avevo bloccato proprio nello stesso momento in cui stava per pronunciare le stesse parole di tre anni prima. 
-H, non ti sembra un dejà vu?- domandai non allontanandomi nemmeno di un millimetro.
Mi piaceva essergli così vicino, mi faceva sentire bene.. era una sensazione che non provavo da troppo tempo.
Lui mi guardò un po' confuso e spiazzato da quella domanda, forse non se n'era reso conto o semplicemente non ricordava perché per lui non era stato un avvenimento tanto importante quanto lo era stato per me.
-Tre anni fa mi ha detto le stesse identiche parole.. non so se..- mi interruppe.
-Lo so, mi ricordo perfettamente. Eravamo in camera mia in Spagna..- okay, mi ero sbagliata.. ricordava anche lui.
-Ero arrabbiata con te perché credevi mi piacesse il tuo amico spagnolo- scoppiammo a ridere entrambi ripensando a quanto ingenui fossimo. Poco prima che tornassi seria, notai che Harry mi stava fissando.
Sapevo cosa stava per succedere, sapevo benissimo che da lì a poco mi avrebbe baciata e sapevo ancora meglio che non l'avrei rifiutato. 
Quando le sue labbra toccarono le mie capii che era ciò che stavo aspettando da quando l'aveva fatto l'ultima volta nel bungalow in campagna.
Era una sensazione che desideravo provare, ma non me n'ero mai resa conto. Era come se tutto il mondo intorno a noi non esistesse.. c'eravamo solo io e lui e.. 
e il letto dove finimmo dopo qualche minuto.
Eravamo entrambi maturati e sapevamo cosa stavamo per fare.. non ci pensai nemmeno un secondo quando incominciai a slacciare i bottoni della camicia che indossava. Era la cosa giusta.
 
Non dubitai nemmeno un po' di ciò che stavo facendo e non facevo altro che ripetermi quanto fossi stata stupida a voler evitare qualsiasi cosa o persona che gli riguardasse in quegli anni, quando in realtà sapevo benissimo che non avrei smesso di pensare a lui.
Amare un'altra persona era stato solo un errore e me ne convinsi ancor di più quando realizzai di essere sdraiata nel letto che condividevo con Harry dopo aver fatto l'amore con lui.. ero la persona più felice del mondo in quel momento e, a giudicare dal sorriso che aveva lui sul viso mentre mi guardava, doveva esserlo anche lui.
Mi avvicinai alle sue labbra senza toccarle e sorrisi.
-Solo amici eh?- scherzò lui riferendosi a ciò che avevamo accordato prima di partire. A quel punto risi di gusto e gli stampai un bacio sulla guancia.
-Buonanotte Harold.- dissi sdraiandomi. Nelle due notti passate in quel letto avevo sempre cercato di stargli il più lontano possibile, aiutata dal fatto che lo spazio fosse enorme, ma il quel momento sembrava esserci una calamita che mi attirava al suo corpo. 
Harry mi strinse a lui e mi diede un bacio in fronte. 
-Oh H, dimenticavo una cosa!- dissi prima di chiudere gli occhi ed addormentarmi.
-Dimmi- rispose pronto.
-Domani mattina potresti trovare la bionda qui fuori.. credo mi abbia creduto quando le ho consigliato di aspettarti perché saresti tornato da lei- scoppiai a ridere vedendo il terrore materializzarsi nella sua espressione.
-Ti od..- non lo lasciai finire perché mi fiondai dolcemente sulle sue labbra togliendogli la possibilità di parlare.
-Ti odio anche io!- conclusi prima di dare la buonanotte un'ultima volta.
 
La mattina dopo mi svegliai felice come non mi succedeva ormai da tempo. Ero tra le braccia di Harry e ciò rendeva tutto migliore.
Era strano capire che era ciò che aspettavo da fin troppo tempo. 
Avrei voluto raccontarlo a Frankie e Daisy, ma avevamo deciso di non parlare con nessuno fino al nostro ritorno.. perciò avrei aspettato. 
Ero ancora assorta nei miei pensieri quando anche Harry si svegliò.
-Buongiorno!- esclamò sorridente. 
Io lo guardai in silenzio dritto nei suoi occhi verdi. Pensavo a quanto fossi fortunata ad essere lì.
-Giorno!- risposi infine lasciandogli un bacio sul braccio che mi avvolgeva. Mi guardò per circa un minuto senza più parlare.
-Che c'è?- gli chiesi a un certo punto.
-Niente, è che credevo di essermi immaginato tutto.. quando mi sono svegliato è stato un shock- l'avevo intuito. Anche per me era molto strano in effetti.
-In senso positivo o negativo?- chiesi sospettosa facendolo ridere.
-Lascio a te la scelta- rispose continuando a sorridere. La cosa non mi piacque affatto, perciò tirai verso di me il lenzuolo che ci avvolgeva e mi alzai coprendomi con quello.
-Bè vorrà dire che ti lascerò da solo mentre andrò a meditare su questo!- gli feci una linguaccia e dopo aver preso un costume e un vestito nell'armadio, mi chiusi in bagno per prepararmi. 
 
Harry
-Non c'era bisogno che chiudessi la porta a chiave!- esclamai una volta che Emma si chiuse in bagno per prepararsi ad uscire.
Era stata una nottata al quanto strana.. prima ci eravamo fatti ingelosire a vicenda in discoteca quasi odiandoci, poi eravamo finiti a letto insieme. Le cose non erano mai come sembravano con Emma ed era proprio questo che mi piaceva di lei. 
Svegliarmi al suo fianco era stato un shock in senso positivo, poiché ero abituato da tanto a svegliarmi di fianco a persone con cui passavo la notte per divertimento, mentre con lei era tutto diverso. Anche quando stavo con Taylor il risveglio dopo una nottata insieme era sempre confusionario. 
Con Emma era stato tutto chiaro dal secondo in cui avevo riaperto gli occhi ritrovandola sorridente. 
-Oh si invece! Se entrassi in bagno in questo momento probabilmente finiremmo per non andare più in spiaggia.- mi rispose da dietro la porta. 
Ero felice del fatto che ci stessimo comportando normalmente pur dopo quello che era successo la notte prima. Nessun tipo di imbarazzo, nessun modo diverso di atteggiarsi.. eravamo ancora quei due che adoravano punzecchiarsi per qualsiasi cosa. 
-Ecco, sono pronta!- esclamò piombandomi di fronte mentre ero immerso nei miei pensieri. 
-Penso di essere la persona più fortunata al mondo in questo momento!- dissi quasi a bocca aperta squadrandola dalla testa ai piedi. Era stupenda.
-Piantala scemo!- mi disse dandomi una leggera spinta. -E sbrigati altrimenti esco senza di te!- aggiunse mentre mi dirigevo verso il bagno.
Dopo esserci fermati a fare colazione nel ristorante dell'hotel, ci dirigemmo nel luogo in cui avremmo dovuto incontrare Lou e Tom. 
Appena ci videro in lontananza, la piccola Lux cominciò a correrci incontro. Avete presente quello che succede nei film comici quando lo sfigato del momento pensa che la ragazza dei suoi sogni gli stia correndo incontro per abbracciarlo, lui spalanca le braccia e lei lo ignora abbracciando quello/a dietro? Ecco, fu ciò che successe quando Lux saltò in braccio ad Emma.
-Credo di essermi offeso!- esclamai sorpreso mentre Emma rideva per la scena che si era appena verificata.
-H, mi sa tanto le piace più di te!- scherzò Lou divertita una volta che ci raggiunse con Tom.
-Bè, mi sembra più che ovvio- commentò Emma sorridente facendomi una linguaccia.
-Che è successo?- esclamò Tom con un grosso punto interrogativo in faccia. Si stava evidentemente riferendo al fatto che quando ci eravamo salutati la sera prima, io e la ragazza che in quel momento di trovava al mio fianco, sembravamo odiarci ardentemente.
-Mi sa che siamo persi qualcosa Tompad!- seguì Lou. Lo chiamò in quel modo, "TomPad" perché Tom aveva fatto parte di un gruppo inglese abbastanza famoso, i "The Paddingtons" e quello era una specie di soprannome con cui era solito essere chiamato. 
-Le cose sono migliorate quando ho detto alla ragazza della discoteca che ci aveva seguito di aspettarlo fuori dalla camera!- rispose lei facendo scoppiare a ridere sia Lou che Tom.
 
Emma
In spiaggia ci comportammo in modo spontaneo, non avevamo paura di avvicinarci l'uno all'altro quando ne avevamo voglia. Era un posto piuttosto tranquillo a livello di paparazzi, perciò non avevamo bisogno di evitare nessun comportamento. 
Dopo il pranzo sulla spiaggia, Harry mi propose di andare a fare una passeggiata sul lungomare. Dovevo ammettere che ero terrorizzata da quello che sarebbe successo una volta tornati a casa.. lui non era una persona con cui potere uscire normalmente, Harry Styles era famoso in tutto il mondo e io non sapevo nemmeno come comportarmi.
-Che c'è? Ti vedo pensierosa.- come al solito mi leggeva nel pensiero e non avevo ancora capito come facesse.
-Eh? No.. niente- provai a mentire, pur sapendo che non avrebbe funzionato.
-Em, non mi freghi. Ti conosco e so quando qualcosa non va.- si fermò e mi posò una mano sulla spalla facendo in modo che mi fermassi a mia volta. Io guardai a terra esitando e muovendo la sabbia sotto i miei piedi.
-E' che ho paura che tutto questo finisca presto. Voglio dire, quando torneremo a casa non potremo comportarci così. Tu sei una star internazionale e andrai in giro per il mondo mentre io dovrò seguire i corsi in università per dare gli esami e ho paura che non pot..- non potei finire la frase perché le mie labbra furono sigillate da un suo bacio. 
-Non devi pensare a queste cose. Non importa se abbiamo due vite diverse, io sono sempre lo stesso. Se dopo tutto questo tempo ci siamo rincontrati ci dev'essere un motivo e lo sai benissimo anche tu.- lo guardai e accennai un sorriso afferrando una sua mano per proseguire la camminata.
-Non ho intenzione di farti scappare.- disse non appena accennai il primo passo, ritirandomi verso di se.
Quando riprendemmo la passeggiata, lo facemmo mano nella mano. Era molto strano, perché ricordavo benissimo quanto Harry non amasse farlo.
-Harold, non è vero che non sei cambiato!- esclamai. Lui reagì con un'espressione sorpresa evidentemente non capendo a cosa mi stessi riferendo.
-Una volta odiavi camminare mano nella mano mentre ho quasi l'impressione che se adesso provassi a lasciartela non ci riuscirei!- aveva intrecciato le sue dita con le mie.
-Mi stai sfidando?- domandò con il suo solito sorriso intimidatorio. Io sorrisi.
-No, è che mi devo ancora abituare a tutto questo!- risposi, felice come non lo ero da tempo.



Ehilàà! I'm back :)
Tenderei a sottolineare ancora una volta che so mantenere le promesse haha sono stata abbastanza veloce!
Poi bè, ammettiamolo, questo è un capitolo abbastanza importante.. un po' di suspance ci voleva no?
Chi di voi aveva predetto che sarebbe successo tutto ciò? In effetti sì, era prevedibile, ma ci voleva dopo tutto questo tempo non credete?
Fatemi sapere che cosa ne pensate, io ora vi lascio! 
Alla prossima, un bacio!
Raffy <3

                                 Emma:                                                                Harry:                                                              Tom, Lou e Lux.
                                                  

 

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Capitolo 19
*** Should I Add "After Spending Four Nights Together"? ***


Should I Add "After Spending Four Nights Together"?
 
Sfortunatamente, il giorno del nostro ritorno a casa arrivò. 
Dico sfortunatamente perché avevo passato una settimana stupenda e soprattutto in tranquillità, cosa che non succedeva da tempo. 
Dovevo ammettere che era strano adattarsi allo stile di vita di Harry. 
Con questo non intendo dire che si comportava come uno di quei VIP egoisti, anzi, era del tutto il contrario. Il suo atteggiamento era quello di una ragazzo normale, come se nulla fosse cambiato da quando ci eravamo conosciuti. Era nel momento in cui veniva riconosciuto da un centinaio di persone in un posto disperso nel nulla, che mi accorgevo di quanto le cose fossero cambiate e dovevo ancora abituarmene.
In qualunque caso, eravamo riusciti a goderci la settimana in santa pace. Conoscere Lou, Lux e Tom era stato davvero stupendo, erano parte integrante della vita di Harry da come avevo potuto capire. Passava la maggior parte del tempo con loro quando andava in giro per il mondo ma anche semplicemente quando era a Londra. E poi mi ero follemente innamorata di quella bambina! 
 
-Come credi che reagiranno tutti?- domandai dopo aver salutato questi ultimi, prima di entrare in aeroporto. Loro sarebbero tornati il giorno seguente con un altro volo. 
-Bè, mia mamma e tua mamma probabilmente inizieranno a organizzare un matrimonio- rispose sorridendo. Fece ridere anche me, ma entrambi sapevamo che non mi stavo riferendo ai nostri familiari.. loro avrebbero sicuramente capito. 
-Lo sai a cosa mi riferisco H!- eravamo in fila per il check-in, lui era di fronte a me e la mia valigia posta tra i nostri corpi ci divideva. Gli passai una mano tra i capelli dicendo quella frase.
-Ascoltami Emma, non mi interessa cosa penserà il resto del mondo. Nessun giornalista, nessuna fan o nessun altra persona mi farà cambiare idea. Non mi importa se lo accetteranno o se mi giudicheranno per aver fatto la scelta sbagliata.. io sono felice e non ascolterò nessuno.- il mio viso si illuminò grazie al sorriso che mi aveva fatto spuntare. Erano ormai passati 4 giorni dalla fatidica notte e non mi ero pentita nemmeno per un secondo della mia scelta. Mi alzai sulle punte e raggiunsi le sue labbra sporgendomi sulla valigia tra di noi.
-E i ragazzi? Loro come la prenderanno?- chiesi riferendomi a Zayn, Liam, Niall e Louis. Lui rise e mi prese il viso tra le mani.
-Loro mi hanno consigliato di "saltarti addosso" dal momento in cui te li ho presentati, non credo si faranno problemi quando verranno a sapere che ho seguito il loro consiglio per quattro notti di fila- spalancai gli occhi sorpresa e poi gli tirai un pugno sul braccio ridendo. Ovviamente non lo spostai nemmeno di un millimetro, dato la sua stazza. Sembrava un ragazzo alquanto magrolino, ma in fattore muscoli non era per nulla messo male!
Dopo aver ricevuto i nostri biglietti, ci dirigemmo nella sala d'attesa del gate d'imbarco e vedendo un cartello che indicava la zona Wi-Fi mi sorse spontanea una domanda.
-Non credi dovremmo riaccendere i cellulari? Giusto per vedere chi ci ha cercato..- abbassai lo sguardo e lui ovviamente capì a chi mi stessi riferendo.
-Ok, a patto che tu non risponda a Josh.- sapevo benissimo che lo stava facendo per il mio bene e non per una strana forma di possessione improvvisa nei miei confronti. Feci segno con le braccia per giurare che non l'avrei fatto e sfilai il telefono dalla tasca della borsa, così come fece lui. 
Una miriade di squilli ci indicò che avevamo ricevuto un sacco sms in quei giorni. 
Così come mi aveva chiesto, eliminai quelli di Josh.
-62..- dissi dopo averlo fatto.
-Cosa?- domandò voltandosi verso di me.
-Tutti i messaggi di Josh.. che ho cancellato senza leggere.- dissi sorridendo e tornando a guardare il mio cellulare. Non avevo lo sguardo rivolto verso di lui, ma sapevo benissimo che aveva un'espressione sollevata in viso. A un certo punto scoppiò a ridere e gli domandai cosa fosse successo.
-"Possiamo accettare che tu abbia spento il cellulare, ma non possiamo accettare il fatto che tu non ci faccia sapere se Emma è finita o no nel tuo letto. Sai, ci sono delle scommesse in ballo qui!"- scoppiai a ridere quando capii che mi stava leggendo un messaggio inviatogli dai ragazzi.
-Quando torniamo gli farò un bel discorsetto!- esclamai fingendo di essere minacciosa. 
Andando avanti a scorrere tra i messaggi, ne trovai un sacco inviati da Daisy, Frankie e Gemma. Mi sentivo un po' in colpa per non avergli già raccontato tutto filo e per segno, ma avrebbero potuto aspettare ancora per qualche ora.
-Ah H! Non mi hai ancora spiegato come si usa quell'applicazione… Inst.. Insta qualcosa- la mia memoria non era delle migliori.
-Instagram?- domandò ridendo ai miei tentativi di azzeccare il nome.
-Esatto!- risposi soddisfatta.
-Okay, dammi il cellulare.- disse prima di scattarci una foto con l'autoscatto ordinandomi di fare una "faccia triste".
-Ecco, ora fai così e la pubblichi. Puoi anche aggiungere una descrizione e taggarmi!- la spiegazione fu piuttosto esauriente.
-Mmmh, cosa posso scrivere?- pensai ad alta voce.
-Londra stiamo tornando- rispose dopo qualche secondo.
-Pensi che dovrei aggiungere anche "Dopo aver passato quattro notti insieme?"- scherzai. Lui fece finta di pensarci e poi mi seguì a ruota nel ridere. 
Dovevo ammettere, amavo il rapporto che si era ricreato tra di noi.
 
Sull'aereo fu un continuo stuzzicarci come nostro solito, fino a quando improvvisamente le cose non si fecero serie.
-Domani esce il disco e iniziamo le prove per il tour- affermò guardando dritto il sedile in fronte a se. Ero a conoscenza di entrambe le cose, perciò non capii perché avesse quello sguardo piuttosto triste.
-E non ne sei felice? Io non vedo l'ora di ascoltare le canzoni!- si era offerto più volte di farmele sentire durante quella vacanza, ma io avevo sempre rifiutato dicendo che avrei voluto aspettare il momento in cui tutto il Mondo avrebbe avuto la possibilità di farlo. Poteva sembrare una cosa strana, ma io ero fatta così. Ormai conoscevo a memoria le canzoni del loro primo album, dopo aver messo il repeat nel periodo di silenzio tra me e Harry a Dicembre.. era l'unico modo che avevo per sentire la sua voce e poi dovevo ammettere che mi piaceva il loro sound.
-Sì, anche io non vedo l'ora..- la sua espressione non era cambiata, gli presi il viso tra le mani e lo feci girare verso di me.
-Che c'è che non va?- mi feci seria anche io.
-Un tour di circa dieci mesi nel quale sarò lontano da casa per 7..- era la prima volta che ne parlavamo. Ero a conoscenza di quel tour e sapevo perfettamente che sarebbero stati in giro per il mondo per un periodo molto più lungo del solito. Non mi ero mai posta il problema che forse non ci saremmo visti per la maggior parte dei mesi, forse perché tra noi non era ancora successo niente prima di quella vacanza.
-Lo so..- non sapevo come rispondergli, era strano anche per me. Non ero nelle condizioni di consolarlo perché non avevo mai provato una situazione simile. Nessuno dei due ritornò più su quel discorso, forse non era il momento adatto.. non sapevamo nemmeno cosa ci fosse tra noi dopotutto!
Il viaggio fu abbastanza tranquillo, tra film e chiacchere passò velocemente e fu come se ci fossimo dimenticati di quel piccolo momento di serietà.
-Quando devi ricominciare a frequentare i corsi in università?- mi domandò quando ormai eravamo quasi giunti a destinazione.
-Settimana prossima, ma non dovrò andare tutti i giorni.- risposi tirando un sospirò di sollievo, odiavo dover frequentare da lunedì a venerdì.
-E gli esami?- continuò.
-Gli esami si possono incominciare a dare da Maggio, pensò che farò tutto subito così avrò l'estate libera- quelli erano i piani miei e di Frankie.. avevamo anche pensato di fare una vacanza in Francia a Giugno, ma su quello sorvolai.
La voce dell'hostess che annunciava l'atterraggio ci interruppe, perciò non seppi se quelle domande avessero uno scopo o fossero solo degli spunti per parlare.
Quando l'aereo toccò terrà, sentii le farfalle nello stomaco. Sapevo benissimo che fuori da quell'aeromobile le cose sarebbero state diverse e avevo paura di essere giudicata dalle persone. Harry notò il mio disagio.
-Emma, stai tranquilla. Andrà tutto bene!- mi sorrise e indossò i suoi occhiali da sole, così come feci io. 
Era circa mezzogiorno a Londra e la giornata era piuttosto serena, cosa molto strana.
Nessuno ci importunò. Ci dirigemmo in una zona diversa da quella in cui ero solita andare a ritirare le valigie, eppure Heathrow lo conoscevo piuttosto bene; doveva essere un posto riservato a persone famose. Riconobbi subito Paul, intento a recuperare i nostri bagagli.
-Hey ragazzi!- esclamò appena ci vide.
-Paul!- rispondemmo in coro.
-Com'è andata la vacanza?- domandò con il suo forte accento irlandese mentre ci incamminavamo verso l'uscita.
-Bene, grazie!- risposi per entrambi. -C'è tanta gente fuori?- domandai impaurita.
-Abbastanza, non riusciamo a farvi uscire dall'uscita sul retro perché ci sono più persone lì. Comunque la macchina è proprio qui davanti.- finsi un sorriso e lui se ne accorse.
-Tranquilla- mi disse mentre Harry non sentì.. probabilmente aveva già intuito quello che c'era tra noi. 
L'uscita si faceva sempre più vicina.
-Pronta?- mi domandò H quando raggiungemmo le porte scorrevoli oltre le quali avremmo trovato l'auto. Non sapevo perché avessi così tanto terrore, dopotutto non era diverso da quello che era successo a New York, paparazzi e fans urlanti.
-Sì- inspirai ed espirai, poi feci il primo passo seguendo Paul. 
L'impatto fu quello che mi aspettavo, un'insieme di urla che identificai con il nome "Harry" e un sacco di flash nella nostra direzione. Io abbassai il viso, non tanto per nascondermi, ma per evitare di venire accecata da essi. Nessun insulto a mio nome o nessuna cosa lanciata per cercare di uccidermi.. fu un sollievo. Pensai fosse normale, dato che nessuno sapeva nulla di cosa fosse successo tra me e la star mondiale al mio fianco. 
Il tragitto fino all'auto fu breve, Harry si fermò a firmare qualche autografo e appena ci raggiunse Paul ci informò che eravamo diretti a casa di Louis dove ci avrebbero aspettato gli altri.
-Gli altri chi?- domandò Harry. Non capiva, come me d'altronde.. entrambi pensavamo che saremmo ritornati nelle nostre rispettive case.
-I ragazzi, Daisy, Frankie e credo ci sia anche tua sorella- rispose lui.
-Daisy? Che ci fa ancora a Londra? Avrebbe dovuto tornare a casa sua cinque giorni fa!- esclamai sorpresa.
-Bè Emma, dev'essersi affezionata di quella casa- Paul fece l'ambiguo facendomi l'occhiolino. Io e Harry ci guardammo confusi, poi entrambi collegammo le cose ed esplodemmo in un "aaaah" corale.
-Louis e Daisy!- giunsi alla conferma della tesi che mi si era formata nella mente già dalla sera dell'ultimo dell'anno.
-E Frankie?- domandò Harry, probabilmente non si era accorto di come il biondino la guardava.
-Niall..- risposi come se fosse più che ovvio. Paul scoppiò a ridere.
-Potreste fare domanda per entrare nell' FBI!- commentò.
Dopo circa venti minuti arrivammo nel quartiere di destinazione e passammo davanti a un po' di case prima di arrivare a quella di Louis.
-Io abito in quella- disse Harry indicandone una. Era bianca, come praticamente tutte le case a Notting Hill ed era molto simile a quella di Zayn. Avevo sempre sognato di vivere in una casa di quel tipo, sin da piccola quando con i miei genitori e Daisy facevamo i nostri giri per Londra. Ogni volta che passavamo per quel quartiere, rimanevo incantata perché sembrava tutto così tranquillo e perfetto. 
-Wow- gli risposi e contemporaneamente l'auto si fermò. Come mi aveva spiegato Gemma, abitavano tutti uno vicino all'altro e la casa di Louis era proprio di fronte a quella che mi aveva indicato Harry poco prima. Quando scendemmo, ebbi un un brivido poiché non mi ero ancora riabituata al clima di quella città. Il fatto che ci fosse il sole, non toglieva che ci fossero circa 4 gradi. 
Passare dai 30 che avevamo trovato ai Caraibi a quella temperatura non ero così facile.
Harry era già quasi all'entrata mentre io ero ancora al vialetto che portava al cancello.
-No ma tranquillo H, non aspettarmi!- quasi urlai. 
-Che c'è non riesci ad arrivare fin qui da sola?- lo guardai e sbuffai. 
-Ah che bello, vedo che non siete cambiati nemmeno di una virgola!!- Daisy uscì in veranda nell'esatto momento in cui c'era stato quel nostro scambio di battute amaro. Sia io che Harry scoppiammo a ridere per il suo commento.
-Bè, a parte per il fatto che siete abbronzati da far schifo!- aggiunse Gemma varcando la porta.
-Abbiamo proprio delle sorelle maggiori simpatiche- commentò Harry quando lo raggiunsi. Loro due si misero a ridere e ci aiutarono con i bagagli che Paul aveva lasciato all'entrata prima di salutarci ed andarsene.
Quando entrammo in casa, mi guardai intorno. Era moderna, diciamo molto in stile Louis per il poco tempo in cui ero riuscita a conoscerlo. 
-Aaaah, eccovi finalmente!- esclamò proprio il padrone di casa. Ero confusa sul perché fossero tutti lì e perché fossero tutti seduti sul quel divano gigante intenti a scrivere su fogli di carta.
-Aspettate, che succede?- sbraitò Harry nella mia stessa identica situazione. Loro scoppiarono a ridere probabilmente intuendo che pensassimo stessero organizzando qualche cospirazione contro di noi.
-Stiamo organizzando la festa di domani sera per il lancio del disco. Marco ci ha dato libera scelta su invitati, luogo dell'evento e qualsiasi altra cosa.. è per questo che vi abbiamo dirottati qui, abbiamo bisogno del vostro aiuto!- Marco era il loro manager italiano, l' avevo conosciuto all'after party dopo il concerto al Madison Square Garden. I ragazzi avevano un rapporto stupendo con lui.
-Io proporrei di invitare Johnny Depp- scherzai disfacendomi del cappotto che avevo indosso e buttandomi a capolino sul divano di fianco a Frankie che mi abbracciò.
-Tutto questo entusiasmo da dove arriva? Harry, che le hai fatto fumare?- la mia migliore amica si riferiva al fatto che solitamente avrei cercato di sviare da un compito simile, mentre in quel momento non avevo neanche accennato un po' di contrarietà. Lui si mise a ridere e si sedette affianco a me.
-Dev'essere stato il sole a metterla di buon umore- rispose facendomi l'occhiolino. Avevo già un cuscino pronto da tirargli contro nel caso avesse detto ciò che pensavo gli stesse uscire dalla bocca.. ma ovviamente non ci volle molto prima che qualcun altro lo facesse al suo posto.
-Credo tu abbia confuso la parola sole con un'altra che inizia con la stessa lettera!- esclamò Zayn, al quale arrivò dritto in faccia quel cuscino.
Dopo di ciò, cercai un diversivo per scappare da quella situazione imbarazzante e mi inventai qualcosa.
-Scusa Louis, potresti dirmi dov'è la cucina? Ho bisogno di bere qualcosa- dissi alzandomi in piedi. Lui fece per rispondere, ma fu interrotto da mia sorella.
-Vieni, ti accompagno io- mi prese per mano e mi tirò dietro di sé.
-Oh, credo che abbiano bisogno di altro aiuto.. vero Gemma?- Frankie e la sorella di Harry ci seguirono a ruota. Sembrava mi volessero rapire e le circostanze erano tali, dato che mi rinchiusero in quella cucina e mi puntarono tutte e tre gli occhi addosso.
-Mi fate quasi paura- confessai facendo un passo indietro e andando a scontrarmi con il tavolo in mezzo alla stanza.
-Non hai via di scampo Em, devi raccontarci tutto!- disse mia sorella.
-L'avrei fatto anche se non mi aveste aggredita in questo modo- risposi ridendo.
-Sì, ma così è più divertente- affermò Gemma guardando la mia migliore amica che annuiva.
-Bene, che vi devo dire? Io e Harry..- lasciai la frase in sospeso e guardai per terra. Loro, forse inconsciamente o forse no, fecero un passo verso di me contemporaneamente.
-TU E HARRY?- sbraitarono nello stesso momento. Io le guardai storto, sembravano impazzite.
-Io e Harry abbiamo deciso di..- presi una pausa abbastanza lunga e poi le guardai negli occhi una ad una. -Abbiamo deciso di provarci di nuovo.- allargai le braccia in segno di resa e sui loro visi spuntarono sorrisi enormi.
-Lo sapevoooo!- Daisy mi sembrò un po' troppo entusiasta, così come le altre due.. perciò le bloccai subito.
-Hey hey aspettate, anche voi mi dovete delle spiegazioni! Tu che ci fai ancora qui Daisy?- la guardai in modo minaccioso. -E tu Frankie?- feci lo stesso con lei. Gemma scoppiò in una risata rumorosa, si mise al mio fianco perché ormai l'imputata non ero più io, ma le altre due rimanenti e spiegò tutto.
-Okay, vi risparmio la fatica. Daisy e Louis sono alquanto affiatati, mentre tra Niall e Frankie sta nascendo qualcosa- ci doveva pur essere un motivo per cui amavo la famiglia Styles, no?
 
 
Harry
-Sputa il rospo Styles!- esclamò Liam non appena sentimmo la porta della cucina chiudersi. Era ovvio che fossero curiosi su quanto fosse successo. Succedeva ogni volta che qualcuno di noi usciva con qualcuno.
-Tanto sei spacciato Payne, la vittoria è nelle mie mani!- Louis, dopo aver detto ciò, corse a sedersi al mio fianco e mi mise una mano sulla spalla. Avevo gli occhi dei quattro ragazzi puntati addosso. Eravamo molto uniti, era impossibile tenersi qualcosa per se.. non che io volessi ovviamente.
-Emma mi ha concesso una seconda chance.- risposi subito, in modo che non avrebbero torturato. Zayn saltò in piedi e battè un cinque a Louis.
-Noi ve l'avevamo detto! Ora sganciate i soldi!- fece quest'ultimo, rivolgendosi a Liam e Niall. 
Io scoppiai a ridere per la scena appena verificatasi, avevo degli strani amici!
 
 
Buoooonasera a tutti :)
Che ve ne pare allora di questo capitolo? Non succede niente di che in realtà, ma mi piace l'idea di H e E ne parlino agli amici!
Spero sia piaciuta anche a voi! Se è così (ma anche se non lo è), fatemelo sapere tramite una recensione! Ve ne sarei molto grata:)
Un bacio enorme a tutte!
Raffy <3

                                                                     Emma:                                                                                             Harry
                                              


                                                         Daisy                                                                                                                    Frankie   

                                    Gemma                                                                                                                      The boys 
                          

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Capitolo 20
*** Part Of My Life. ***


Part Of My Life
 
Fino a sera rimanemmo lì su quel divano cercando di tirare fuori dai nostri cervelli più idee possibili. Alla fine tutto quel duro lavoro aveva portato a una bella organizzazione, sperando che il giorno dopo la festa sarebbe stata gradita a tutti gli invitati. 
Ordinammo del cinese a pranzo, mentre in quel momento avevamo appena finito di mangiare la pizza che ci eravamo fatti portare per cena.
-Bene, direi che è ora che io vada. Devo ancora svuotare le valigie!- annunciai dopo aver aiutato a ripulire la cucina. 
Io e Harry eravamo stati piuttosto distanti da quando eravamo entrati a casa di Louis. C'erano stati momenti in cui avrei voluto avvicinarmi e semplicemente abbracciarlo, ma mi ero trattenuta perché non sapevo ancora come comportarmi con lui davanti agli altri. Era piuttosto strano, avevo come la paura di potergli dare fastidio. Non erano mancati gli scambi di sguardi continui ovviamente, ma nessun tipo di smanceria. Non che io fossi il tipo che amava i continui baci e cose simili! Ciò non toglieva che ormai non avessimo più nessun tipo di problema nel comunicare, cosa che ci bloccava prima della vacanza. 
-Sì, veniamo anche noi. Ho parcheggiato la macchina qui davanti- aggiunse mia sorella, parlando anche per Frankie. Dopo aver concluso la frase, mi guardò con lo sguardo da colpevole.
-Ma Daisy, tu non hai una mac..- non feci in tempo nemmeno a finire di parlare perché capii. -Hai preso la mia giusto?- la incenerii con lo sguardo mentre lei annuiva. 
-Non le è successo niente, lo giuro. E' ancora intatta- mise le mani avanti perché sapeva benissimo che ero a conoscenza della sua spericolatezza quando si trattava di guidare. Tutti gli altri nel frattempo si stavano godendo la scena, mentre io stavo per sfiorare il tentato omicidio.
-Lo spero. Va bè, aiutami a portare fuori la valigia almeno- non appena pronunciai quelle parole, Harry si offrì volontario per aiutarmi.
-Aspetta, faccio io.- disse mentre mi stavo infilando il giubbotto. Amai quel suo gesto. 
Dopo aver salutato tutti, dissi a Daisy e a Frankie che le avrei aspettate fuori. Offrii a Gemma di venire da noi per la notte visto che la sua attuale casa era a tre ore da Londra, ma disse che avrebbe dormito a casa del fratello e che ci saremmo viste la mattina dopo per andare a comprare un vestito per la festa, come avevamo progettato.
Uscii sul vialetto dove era parcheggiata l'auto e vi trovai Harry intento a posizionare la mia valigia nel bagagliaio.
-Hai bisogno di qualche muscolo in più Styles?- lo presi in giro anche se era più che ovvio non stesse facendo nemmeno un po' di fatica. Lui non rispose finchè non gli fui circa a un metro di distanza, quando mi afferrò per un polso e mi attirò a se.
-Ho bisogno di altro sinceramente.- disse prima di avventarsi sulle mie labbra. Dovevo ammettere che dopo più di mezza giornata passata ad aspettare quel momento, sentii le farfalle nella pancia quando finalmente il mio corpo venne a contatto con il suo. 
-Resta da me stanotte- quasi mi implorò facendomi gli occhi dolci. La sua schiena era appoggiata alla mia macchina e io ero abbracciata a lui.
-Non posso H, devo sistemare casa. Rimango domani sera, dopo la festa.. te lo prometto.- mi strinsi di più a lui. Faceva freddo, ma sarei rimasta lì all'aperto tra le sue braccia per ore. 
-Okay, ricordati che me l'hai promesso!- mi guardò serio prima che mi alzassi sulle punte per baciarlo di nuovo.
-Oddio, non sono più abituata a vedervi così- entrambi sentimmo la voce di Frankie, segno che avremmo dovuto salutarci.
-Ti dovrai riabituare F- le rispose Harry. Io fui sollevata da quella risposta, perché capii che la nostra lontananza quel pomeriggio era solo stata dovuta a un po' d'imbarazzo iniziale.
-Oh che bella coppietta felice!- commentò Daisy raggiungendoci. 
-Ecco l'altra- feci io stampando un bacio sulla guancia ad Harry per poi dirigermi verso il posto di guida della mia auto.
-A domani H!- dissi prima di entrarvi. Lui mi sorrise e mi fece l'occhiolino. Daisy stava per salire, ma fece segno di essersi dimenticata di qualcosa.
-Harry!- lo richiamò facendo in modo che si rigirasse verso di noi. -Sappi che se la farai soffrire di nuovo, te la vedrai con me.- disse piuttosto seria. 
Conoscevo mia sorella, sapevo che non stava scherzando. Mi voleva un gran bene e avrebbe fatto di tutto per vedermi felice. Lui spostò lo sguardo su di me, che nel frattempo lo stavo fissando.
-Non succederà, è una promessa- mi sarei aspettata una risposta buttata un po' sul ridere, mentre fu talmente serio che quasi non lo riconobbi. Non aveva spostato gli occhi di un centimetro da me.. è come se volesse a tutti i costi convincermene.
-Bene!- esclamò Daisy chiudendo la portiera e sedendosi al posto del passeggero. Lo guardai per un'ultima volta prima di inserire la retro ed uscire dal viale dove si trovavano le cinque case. 
Una volta entrate in casa, pensai fosse giunto il momento di chiedere spiegazioni riguardo Louis e Niall. Accordammo quindi che ne avremmo parlato davanti a una vaschetta di gelato dopo esserci infilate nei nostri pigiami super pesanti.
-Okay, parto io.- prese l'iniziativa Frankie saltando sul mio letto.
-Allora.. non c'è nulla di che tra me e Niall per ora.- prese una cucchiaiata di gelato. -Ci sentiamo da capodanno e passiamo un sacco di tempo insieme, ma non è ancora successo niente.- sembrava abbastanza triste per questo fatto. Frankie era sempre stata molto insicura nelle sue relazioni.
-Non ci pensare nemmeno.- le dissi appena finì di parlare. Lei mi guardò stranita.
-A fare che?- chiese chiarimenti.
-A lasciare perdere.- invece di puntare il dito contro, le puntai il cucchiaio con cui mi stavo ingozzando di gelato. -Ho visto come ti guarda.. e non innocentemente se vogliamo proprio dirla tutta. Non tirarti indietro F.- lei mi sorrise e poi tornò a guardare la sua vaschetta. 
-Bene, ora parliamo di me!- si intromise mia sorella. 
-Mai sentito parlare di egocentrismo Daisy?- la accusai scherzando. Era impaziente di raccontarmi di Louis e io ero altrettanto impaziente di ascoltare.
-Bene.. io e Louis usciamo dalla sera di capodanno.. quando mi ha baciata- dalla mia bocca uscì uno strano verso di stupore.
-Ti ha baciata?- domandai.
-Sì, non è ancora successo niente nel senso che non sono finita nel suo letto come sicuramente avrai fatto tu con Harry..- Frankie scoppiò a ridere.
-Hey!- la bloccai tirandole un cuscino addosso.
-Che c'è? Sto solo dicendo la verità- si difese lei ridendo prima che io la guardassi storto. 
-Bè, in qualunque caso ci siamo solo baciati- concluse. 
-Numerose volte-aggiunse la mia migliore amica prima di qualche secondo di silenzio.
-Ma quindi ci sei andata a letto?- mi domandarono in coro riferendosi a me e ad Harry non appena abbassai la guardia. 
Scoppiai a ridere, prima di mandare gli occhi al cielo.
 
Harry
Ritornai a casa con mia sorella, come pianificato. Aspettavo solo il momento in cui mi avrebbe chiesto di Emma. 
Io e Gemma eravamo sempre stati molto legati, fin da bambini quando le raccontavo delle numerose ragazzine di cui mi ritenevo innamorato e lei non ne faceva mai parola con nessuno mantenendo il segreto. 
Una volta in cucina, versai un po' di acqua in un bicchiere e nel preciso momento in cui feci per bere, lei si schiarì la voce e fece un'espressione che non significava altro che "sto aspettando".
-Che c'è?- feci finta di non capire.
-Oh smettila H. Sai benissimo cosa voglio e non andrai a dormire fino a quando non mi avrai raccontato- come immaginavo.
-Ma se non dormo domani sarò un straccio al lancio del disco- cercai qualche scusa, sapendo che mia sorella non mi avrebbe dato scampo.
-Ecco infatti, quindi ti conviene parlare- guardai per un attimo la sua espressione e arrivai subito alla conclusione: aveva decisamente preso da mia madre.
Mi sedetti su uno degli sgabelli intorno al tavolo della cucina e le feci segno di sedersi accanto a me. 
-Non c'è molto da raccontare.. ha deciso di darmi una seconda occasione- mandai giù quel sorso d'acqua che rimaneva nel bicchiere.
-E tu non la sprecherai, giusto?- mi domandò lei. La sua voce si era improvvisamente fatta più dolce e comprensiva.
-Non questa volta.. non me lo perdonerei mai- non me la sarei più fatta scappare. Emma era ciò che volevo, ciò che mi serviva per andare avanti.
-Non te lo perdonerebbe nemmeno lei- prese un respiro. -E neanche io per tua informazione. Prova a farle del male e te la vedrai con me!- aggiunse sorridendo. Mi ero appena sentito dire quelle parole da Daisy e mai prima di quel momento ero stato più convinto della mia risposta.
-Ma tu sei mia sorella! Dovresti essere dalla mia parte!- scherzai facendole l'occhiolino.
-Non questa volta H, io sono dalla parte delle donne!- era largamente femminista... lo era sempre stata. 
-Glielo hai detto alla mamma?- domandò poco dopo. Sapevo che ne sarebbe stata contentissima, ma ne io né Emma avevamo avuto il coraggio di farlo quando, atterrati in Inghilterra, avevamo chiamato sia lei che Debbie per informare che eravamo vivi e vegeti. 
-Non ancora.. è che è successo tutto così velocemente, non sappiamo neanche noi come definire quello che c'è tra di noi ora!- le spiegai il mio tormento di quel momento.
-Se posso esprimere la mia opinione..- si fermò un attimo in attesa della mia conferma che arrivò subito. -secondo me siete solo due persone che stanno iniziando una storia. Non c'è nulla di strano in voi H.- quelle sue parole mi rassicurarono, poi pensai che la sera seguente saremmo apparsi in pubblico e non ero sicuro che Emma volesse sbandierare a tutto il mondo la nostra storia.
-E domani sera? Ci saranno un sacco di paparazzi fuori dal locale, non so se lei sarà felice di farsi vedere con me. Ho paura che venga giudicata male..- mia sorella fece un'espressione confusa che mi fece capire che avrei dovuto spiegare la mia ultima affermazione.
-Io e Taylor ci siamo lasciati da poco, ma non mi da fastidio tanto quello che potrebbero pensare di me-  presi una pausa. -Perché sinceramente è irrilevante- aggiunsi poi. -Ho solo paura che se ne fuoriescano con parole cattive nei confronti di Emma- era il mio unico pensiero.
-Senti Harry, non devi pensare a tutto ciò adesso. Tu devi pensare solo ad essere felice e se questo accade grazie a lei, allora fregatene di quello che le altre persone diranno!- i consigli di Gemma erano sempre i migliori, non c'era niente da fare. 
Non le risposi, ma mi sporsi verso di lei per abbracciarla. Non so come avrei fatto senza di lei.
 
 
Emma
La mattinata di shopping si era rivelata piuttosto produttiva, tutte e quattro avevamo trovato qualcosa da indossare. Chiedemmo anche a Danielle e Perrie se avessero voluto unirsi a noi, ma entrambe risposero che avrebbero dovuto lavorare, perciò ci accordammo che ci saremmo trovati a casa di Zayn prima di dirigerci al locale che avevamo affittato. Io avevo optato per un tubino rosso senza spalline, Daisy per un vestito color verde smeraldo, Frankie per uno nero ed infine Gemma ne aveva comprato un bianco e nero con delle diverse fantasie stampate. 
Era alquanto strano per me ritrovarmi in quella situazione. Stavamo andando alla festa per il lancio del disco della band più famosa al mondo e io frequentavo uno dei componenti. Continuavo a pensare che da un momento all'altro mi sarei risvegliata nel mio letto rendendomi conto che tutto ciò che pensavo fosse successo dal giorno in cui avevo sentito quella canzone in auto, fosse stato un sogno. Era quasi surreale pensare che finalmente ero riuscita a ritrovare la persona che mi aveva fatto innamorare per la prima volta e che tutto stesse filando liscio.
I ragazzi avevano deciso di mandare un van a prenderci a casa mia e di Frankie, dove ci eravamo preparate tutte. Mi ero truccata poco, non volevo risultare troppo esuberante poiché avevo il terrore di come avrebbero reagito tutte le persone invitate a vedere una semplice ragazza universitaria insieme ad una delle persone più ricercate del pianeta. 
-Emma, cosa ti prende? Mi sembri agitata- mi domandò Frankie posando una mano sul mio ginocchio mentre ero presa a guardare fuori dal finestrino.
-Niente, sono solo..- pensai a come definire la mia situazione emotiva. -Sono solo terrorizzata al pensiero di andare a quella festa.- dire la verità mi era sembrata la cosa meno grave. Tutte e tre scoppiarono a ridere, dovevo aver avuto un'espressione piuttosto divertente in viso. Subito dopo però cercarono di tranquillizzarmi dicendo che non avrei dovuto preoccuparmi del giudizio della gente, stessa cosa che poco prima mi aveva detto Harry tramite messaggio. 
Non averlo visto per un giorno intero era stato straziante perché ormai mi ero abituata all'idea di averlo 24 ore su 24 intorno. In quel momento eravamo davanti all'entrata della casa di Zayn, l'avrei rivisto dopo qualche secondo e ne ero elettrizzata. 
Sentimmo le risate sin dalla porta di entrata e la prima persona che ci venne in contro fu Danielle che indossava un tubino nero. Mi ci volle un attimo per riconoscerla, poiché aveva stirato i capelli a differenza di quando l'avevo conosciuta. Dopo averla salutata, andammo nel salotto dove trovammo Perrie. Anche i suoi capelli erano cambiati: non erano più viola, erano ritornata al suo biondo naturale. D'altronde mi aveva detto che era una di quelle tinte lavabili. 
-Buonasera ragazze!- ci sorrise mentre sistemava un bicchiere nell'apposito mobile sopra il lavandino. Lei e Zayn vivevano insieme ormai da un po', ma in quella settimana era stata a casa sua a Newcastle per passare un po' di tempo con la madre. Era tornata appositamente per la festa.
-I ragazzi sono fuori in veranda, venite- ci fece strada quella che potei definire "padrona di casa".
Quando uscimmo sul terrazzo, tutti e cinque smisero di parlare e ci guardarono. Erano molto eleganti, ma ovviamente la mia attenzione si focalizzò su Harry. Indossava un paio di pantaloni neri super aderenti con delle "pezze" in pelle a livello delle ginocchia, una camicia bianca con un ricamo rosso ed infine uno smoking nero. Guardai anche gli altri subito dopo e notai che i colori degli abiti erano coordinati tra loro, dovevano evidentemente essersi messi d'accordo.
-Che eleganza!- esclamò Liam abbracciando Danielle facendomi intendere che doveva essere arrivata anche lei qualche minuto prima di noi. 
-Buonasera!- disse poi Zayn guardandoci una per una, seguito dagli altri tre. 
Il mio sguardo ritornò su Harry; mi stava fissando ormai da qualche minuto e ciò mi faceva quasi sentire a disagio. Mi avvicinai per salutarlo e sul suo viso spuntò un sorriso.
-Hey!- sussurrai. Era leggermente distante dagli altri ragazzi, che nel frattempo si erano spostati al centro del terrazzo. A quel punto mi posò una mano sul fianco facendolo scorrere fin dietro la schiena e mi tirò verso di se facendo sì che fossimo petto contro petto.
-Hey!- disse poi, copiando il modo in cui l'avevo detto io. Mi misi a ridere, così come fece lui, poi presi l'iniziativa e lo baciai. Non c'era nessun tipo di tensione tra di noi, solo quelle farfalle nello stomaco che incominciavano a svolazzare ogni volta che eravamo vicini. Era la classica sensazione che mi aveva sempre provocato la sua vicinanza.. pensavo che con il tempo le cose sarebbero cambiate, ma non era ancora successo.
-Voi due avete intenzione di stare in disparte per tutta la serata?- ci prese in giro una voce che riconobbi essere quella di Louis. 
Harry gli indirizzò il dito medio poco prima che mi voltassi verso di lui e notassi che era abbracciato a mia sorella. Non mi meravigliavo di quella nuova coppia, dopotutto Daisy era la versione femminile di Louis! 
Dopo aver chiacchierato lì in terrazzo per un po', il suono del campanello ci indicò che erano arrivate le due auto che ci avrebbero portati al locale. Io, Gemma, Harry, Zayn e Perrie salimmo sulla prima e tutti gli altri ci seguirono con la seconda. L'agitazione era tornata a farsi sentire. Non avevo idea di comportarmi davanti ai paparazzi.. dovevo sorridere oppure nascondermi? 
Il van su cui eravamo era abbastanza spazioso, H e Zayn erano dalla parte opposta rispetto a noi ragazze e questo permise a Perrie di darmi qualche consiglio.
-Ti vedo agitata Emma- disse sottovoce per non farsi sentire dai ragazzi.
-Non so come comportarmi quando scenderemo dalla macchina.- ammisi alla cantante che sicuramente ne sapeva più di me.
-Tu sorridi a tutti, sii gentile con i paparazzi e vedrai che loro saranno gentili con te!- terminò quella frase proprio nel momento in cui l'auto si fermò.
Incominciai a vedere già i flash dietro i vetri oscurati dell'auto. Cercai lo sguardo di Harry e lo trovai subito, pronto a rassicurarmi. Eravamo già stati inseguiti dai paparazzi a New York, ma non mi ero nemmeno interessata di scoprire cosa avessero scritto di noi perché sapevo che era solo amicizia. In quel momento però c'era molto di più.
I primi a scendere furono Zayn e Perrie: lui le afferrò la mano e lei rimase leggermente indietro. Cercai di guardare i suoi movimenti e notai che stava facendo quello che aveva suggerito a me. 
Ora toccava a noi.
Guardai Gemma ed afferrai la sua mano, mentre Harry ci aiutò a scendere dall'auto. Pensai che tenere la mano alla mia amica piuttosto che a lui sarebbe stata una scelta intelligente. Era la prima volta che uscivamo in pubblico dopo quello che era successo, escludendo l'uscita dall'aeroporto, non volevo mettermi troppo in mostra. 
I flash erano quasi accecanti ma io sorrisi a tutti, mantenendo stretta la mano di Gemma e camminando affianco a suo fratello.
L'entrata del locale mi sembrò quasi un miraggio e quando la raggiunsi tirai un sospiro di sollievo.
-Visto che non è andata poi così male?- mi sussurrò Harry nell'orecchio. A quel punto lasciai la mano di sua sorella e gli stampai un bacio sulla guancia. Subito dopo guardai di fronte a me e intravidi Lou e Tom. 
-Lou!- la chiamai per far si che si girasse. Richiamò l'attenzione del suo fidanzato e insieme raggiunsero me e i due fratelli Styles.
-Buonasera!- dissero entrambi sorridenti. Restammo lì a parlare finchè non arrivarono i tre componenti della band mancanti insieme a Daisy, Frankie e Danielle. Mi guardavo intorno ed ero sempre più incredula. Il locale era pieno di gente che ero abituata a vedere in televisione, sui giornali e a sentire in radio, non mi ero mai nemmeno immaginata che un giorno sarei stata al loro stesso party. Harry mi afferrò la mano e mi trascinò dietro di lui dicendo che avrebbe voluto presentarmi degli amici. Fu quando mi trovai Rita Ora di fronte, che capii che avrei potuto svenire da un momento all'altro.
-Ciao Harry!- esclamò lei. Avevo sempre pensato fosse una ragazza stupenda e adoravo le sue canzoni; averla così vicina era surreale. 
-Ciao Rita! Sono felice che tu sia venuta- gli rispose lui.. io ero completamente in stato di shock e senza parole. 
-Lei è Emma..- dicendo ciò mi accarezzò la mano stretta alla mia.. -La mia ragazza.- aggiunse lanciandomi uno sguardo sorridente.
In quel momento andai quasi in iperventilazione. Non mi aveva mai definito in quel modo. Lo guardai leggermente stupita prima di tendere la mano alla cantante inglese di fronte a me.
-La tua ragazza eh?- gli feci il verso non appena rimanemmo soli. Lui a quel punto mise le mani sui miei fianchi e mi guardò negli occhi.
-Avresti preferito essere definita come "la ragazza che non smette di tormentarmi da circa tre anni"?- mi prese in giro ed io gli tirai un leggero pugno sul petto. 
 
La serata continuò nel migliore dei modi. Fu stupendo ascoltare finalmente l'album che era a tutto volume nel locale ed innamorarsi sempre di più delle voci di quei ragazzi. Non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto il loro genere musicale, ma dovevo ammettere che le loro erano le classiche canzoni che rimangono nella testa per giorni e quello era il punto di forza. 
H mi presentò moltissime persone del mondo dello spettacolo e ogni volta che mi definiva la sua ragazza, mi faceva sentire la persona più fortunata del mondo. Era da tempo che non passavo una serata così divertente in compagnia di amici.
Ad una certa ora, gli invitati cominciarono ad andarsene fino a quando non rimanemmo solamente noi ragazze e i cinque cantanti.
-Bene, direi di andare. Domani mattina presto dobbiamo andare in studio per le prove- esordì Liam, che era chiaramente il più responsabile del gruppo.
Parlando con Danielle quella sera avevo scoperto che loro due vivevano insieme, ma che lei aveva anche una casa a Manchester poiché spesso si recava lì per lavoro. Era per quel motivo che il giorno prima non era a casa di Louis con tutti noi. 
Stavo pian piano realizzando che tutto quello che avevo sempre pensato sulle persone famose più o meno della mia età era completamente errato. Credevo che la vita per loro fosse facile solo perché avevano soldi, ma in realtà il denaro era una grande responsabilità; si presumeva che maturassero prima del normale e il fatto di convivere con la propria ragazza a meno di 20 anni era un segno di questa maturazione prematura.
Ci incamminammo verso l'uscita sul retro, dove ci aspettavano le auto e Gemma si avvicinò a me e ad Harry.
-La casa è vostra stanotte, io dormo a casa tua Emma!- ci disse facendoci l'occhiolino. Io la guardai con uno sguardo di gratitudine, così come fece suo fratello. 
-Ah Em, ricordati che domani mattina dobbiamo passare in università per controllare i corsi che iniziano Lunedì!- mi disse Frankie quando si rese conto che non avrei dormito nel nostro appartamento. Dopo aver deciso l'orario, salutai sia lei che mia sorella e salii sulla stessa auto in cui salirono Liam, Danielle, Zayn, Perrie ed Harry. Nel tragitto parlammo della serata e i ragazzi vollero sapere quali fossero le nostre canzoni preferite del nuovo album. Avevo scoperto che anche le altre due ragazze non avevano voluto ascoltarlo prima che uscisse.
-Suppongo che Little Things sia la preferita di tutte e tre- affermò Zayn non appena Liam ci pose la domanda ricevendo la nostra conferma.
-Bè, esclusa quella?- domandò Harry mentre mi stringeva la mano.
-Posso escludere anche "Summer Love" e "Rock Me"?- scherzai io evidenziando il fatto che le avesse scritte entrambe dedicandole a me. Tutti scoppiarono a ridere capendo la mia battuta perché ovviamente tutti ne erano a conoscenza.
-"Last First Kiss"- risposi quando tornò il silenzio.  -Stavo per dire la stessa cosa!- disse stupita Perrie che era seduta di fronte a me. -Non ci credo, anche io!- aggiunse Danielle. A quel punto tutti e tre i ragazzi scoppiarono a ridere 
-Penso che abbiate qualche strano potere o cose simili- esclamò Liam tra una risata e l'altra.
-L'abbiamo scritta interamente noi tre quella- aggiunse Harry. 
Tutte portammo una mano alla bocca in segno di stupore e poi ci mettemmo a ridere pensando quanto fosse strano. 
Ci vollero circa venti minuti per arrivare. Ero un po' agitata, non ero mai stata a casa di Harry e tantomeno non ci ero mai stata sola con lui.
Ormai non potevo più tirarmi indietro, eravamo esattamente nella via dove si trovavano le cinque case.
-Bene, a domani allora- si congedò Liam stringendo la mano di Danielle. Tutti rispondemmo a tono.
-Ci sarai anche tu in studio, vero Emma? Potremmo andare a mangiare qualcosa insieme a pranzo- disse Perrie. Non mi ero ancora posta quel problema, non sapevo se Harry fosse contento di avermi intorno per così tante ore al giorno. Lo guardai cercando una risposta nella sua espressione e quando mi resi conto del fatto che mi stesse quasi sorridendo con gli occhi, la trovai.
-Certo, vi raggiungerò dopo essere passata in università- risposi sorridendo e tornando a guardare la bionda. A quel punto ci congedammo definitivamente e ci dirigemmo ognuno alla propria residenza. Harry mi afferrò la mano non appena ci incamminammo. 
Lo guardai sorridendo e mi strinsi a lui posando la testa sulla sua spalla. Mi sembrava ancora tutto un sogno. 
Lasciammo che il cancelletto del suo giardino si chiudesse alle nostre spalle e percorremmo il vialetto che portava alla veranda. La parte esterna era molto simile alle quella delle due che avevo già visitato. 
-Pronta a vedere la mia stupenda casa?- mi domandò.
-Credo che se ti rispondessi di si potrei pentirmene perché aumenterei solamente il tuo ego!- risposi scherzando.
-A quanto pare mi conosci bene!- rise lui infilando la chiave nella serratura. 
Quando la porta si aprì, premette l'interruttore vicino all'entrata e accese le luci di tutta la casa. Rimasi quasi senza parole, era una casa stupenda. Dovevo ammettere che era molto meglio di quelle di Louis e Zayn. Harry aveva sempre avuto buon gusto dopotutto.
Era openspace, e modernissima. La cucina era completamente in metallo e su un piccolo soppalco, unica cosa che la divideva dalla sala dove si trovava un divano immenso e una televisione appesa al muro. La cosa che mi sorprese di più fu il camino che occupava tutta la parete della televisione. Era una di quelle ville che si vedono solo nei film.
-Wow.. H… é bellissima- dissi guardandomi intorno. Vidi anche una scala di legno di portava al piano di sopra dove immaginai ci fossero le camere da letto. Camminai verso il centro del salotto e notai la vetrata che dava sul giardino sul retro, dove si trovava una piscina molto simile a quella che avevo visto a casa di Zayn. La guardai stupida e poi spostai lo sguardo su di lui. 
-L'acqua è riscaldata- l'idea di farci un tuffo quasi mi tentò. 
-E' davvero stupenda.. sono senza parole- ripetei ancora. Ero rimasta sorpresa nel vedere quella di Louis e Zayn, ma non avrei mai immaginato che quella di Harry mi avrebbe stupito così tanto. Avevo sempre avuto un debole per quel tipo di arredamento e sin da piccola sognavo di potermi comprare una casa tutta mia una volta grande e di arredarla in quel modo. 
-Vieni, ti faccio vedere il resto- mi prese per mano e camminai dietro di lui. Mi aspettavo di tutto sinceramente, quando avevo esplorato casa di Louis, avevo scoperto la presenza di un'enorme sala giochi che qualsiasi bambino avrebbe sognato.. bambino, non ventunenne!
Entrammo in una stanza al piano terra e quando mi guardai intorno notai che sui muri erano appesi i tantissimi premi che la band aveva ricevuto.
-Disco di platino in America, Brit awards..- dissi ad alta voce ciò che vedevo davanti a me. In quel momento mi rattristai pensando che io non ero mai stata presente in quei momenti così importanti per lui, né come amica, né come qualcosa di più. 
Mi teneva ancora per mano e quando notò che qualcosa non andava mi si avvicinò e mi sollevò il viso con un dito facendo in modo che lo guardassi. Il suo sguardo mi fece capire che si stava chiedendo cos'avessi, perciò non aspettai la domanda e gli risposi immediatamente.
-E' che mi sembra tutto così strano Harry. Io fino a due mesi fa non sapevo nemmeno dell'esistenza di questa band e voi avevate già vinto una miriade di premi e avevate già successo in tutto il mondo. Io non sono mai stata presente quando vi hanno annunciato di aver vinto come "miglior band" ai Video Music Awards, o come miglior canzone ai Teen Choice Awards- mi stavo guardando intorno leggendo solo alcuni dei tanti riconoscimenti che avevano ricevuto. 
-Emma, Emma aspetta fermati- non mi ero nemmeno resa conto di aver cominciato a blaterare, ma sentendo quelle sue parole mi bloccai e gli tornai vicino.
-Ascoltami. E' vero, tu non eri presente in quei momenti piuttosto importanti per me, ma ricordati che la colpa di tutto ciò è solo mia. Se io non ti avessi lasciato andare oppure se io avessi avuto il coraggio di venirti a cercare tre anni fa, le cose sarebbero andate diversamente.- prese una piccola pausa e puntò i suoi occhi dritti nei miei. 
-Forse però ora non saremmo qui insieme, forse non avremmo nemmeno avuto il coraggio di iniziare una storia e di vedere come sarebbero andate a finire le cose. Ce ne saranno tanti altri di momenti come quelli, incrociando le dita, e sono sicuro che tu sarai lì con me. Siamo abbastanza maturi per far sì che le cose funzionino.- 
Non mi ero mai sentita una specie di "imbucata" nella sua vita e non avevamo mai parlato così seriamente di tutto ciò che stava succedendo. Mi aveva fatto capire che lui voleva che ci fossi, che non era solo un passatempo. 
-Vieni, ho un'idea!- lo seguii in quella che evidentemente era la sua stanza da letto. Era enorme e allo stesso tempo molto semplice. C'era un letto a due piazze, una televisione di fronte e qualche armadio. 
-Non pensavo fossi così ordinato H!- dissi notando che era tutto al proprio posto. 
-E' Gemma quella ordinata, è stata qui quando eravamo in vacanza e ha sistemato tutto!- mi sembrava un po' strano in effetti. Non era mai stato un tipo che amava l'ordine. Si sbottonò la camicia e aprì l'armadio da cui prese due magliette. Una la lanciò a me e una se la portò con sé in bagno.
-Che c'è? Non penserai di stare con quel vestito per tutta notte vero?- mi domandò non appena notò che avevo un'espressione dubbiosa. Non sapevo cosa avesse intenzione di fare, ma la cosa mi intrigava. Quando ritornò in camera indossava una canottiera bianca e un paio di boxer neri. 
-Il bagno è libero!- mi fece strada. 
Io vi entrai, mi tolsi velocemente il vestito rosso e mi lavai il viso per togliermi il trucco. Poi legai i capelli in una coda e indossai la maglia che mi aveva dato Harry. Mi arrivava circa a metà gamba e guardandomi allo specchio notai che era dei "Kiss" la famosa band. A quel punto tornai nella stanza da letto.
-Eccomi- feci la mia entrata di scena e Harry si mise a ridere. Era seduto sul letto con il suo portatile davanti e sembrava avesse organizzato qualcosa.
-Che cosa sta succedendo?- gli domandai camminando verso di lui. Una volta giunta vicino al letto mi sedetti affianco a lui.
-Ti renderò partecipe dei momenti che mi hanno portato ad essere chi sono oggi- mi disse serio. Guardai lo schermo e vidi che aveva messo in riproduzione un video su YouTube di cui il titolo era "Harry Styles, audizione Xfactor". Mi voltai verso di lui, quasi scoppiai in lacrime e lo abbracciai. 
-Grazie- dissi sinceramente mentre avevo ancora le braccia intorno al suo collo. Lui non mi rispose, portò le sue labbra vicino alle mie a mi baciò.
Guardare tutti quei video con lui fu una sensazione stupenda. Vederlo così diverso, così cresciuto era stranissimo. L'Harry che vedevo in quei video era ancora un ragazzino, ma quello che avevo di fianco in quel momento era decisamente cresciuto. 
-Oddio, "Summer of '69"- esclamai non appena quel video iniziò. Mi ricordavo ancora di come si divertiva a cantarmi quella canzone in spiaggia tre anni prima.
Scoppiavo in lacrime più o meno durante ogni esibizione prima che i commenti stupidi di Harry su come si vestissero o su come fossero impacciati sul palco mi facessero morire dal ridere. Fu quando cantarono "Chasing Cars" che fui quasi inconsolabile. Era una delle mie canzoni preferite e tutta quella situazione non riuscì a farmi calmare. Piansi ancora di più quando vennero annunciati in terza posizione e in quel momento giurai di aver visto una lacrima anche sul viso di Harry. La visione continuò, da Xfactor passammo al loro primo documentario "A Year In The Making" dove scoprii che Harry aveva avuto un brutto momento quando il primo singolo uscì. 
Era una sensazione stupenda quella che stavo provando, averlo lì di fianco felice di raccontarmi la sua storia mi rendeva felice. 
Quando finimmo di vedere l'ultimo video, si erano già fatte le quattro di notte e mi ricordai che avrebbe avuto le prove la mattina dopo.
-H, è meglio dormire. Non voglio vederti mezzo morto domani!- gli dissi mentre richiudeva il suo portatile e lo posava sul mobile vicino al letto.
Mi si avvicinò, io mi ero già sdraiata e messa sotto le coperte. 
-Sicura di non voler dormire nella stanza degli ospiti?- mi prese in giro e si stese affianco a me. Presi il cuscino sotto la mia testa e glielo tirai addosso.
-Lo prendo come un no- si mise a ridere a mi abbracciò.
 
Adoravo addormentarmi tra le sue braccia.

Heeey, Eccomi qui! Sono tornata! Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento. Sono stata piuttosto dolce, ma sappiate che come ho già detto non saranno tutte rose e fiori! Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, è una gioia per me trovare delle recensioni! Un bacio, alla prossima.
Raffy<3
                 Daisy                                                Frankie                                                     Danielle                                                        Perrie
                 


                                                             Emma                                                                      Liam, Niall, Louis, Zayn, Harry.
                                         



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 21
*** Wrong Enough To Make It Feel Right. ***


Wrong Enough To Make It Feel Right.

Passarono due settimane da quel giorno.
La storia tra me ed Harry andava a gonfie vele. Ne avevamo parlato con i nostri genitori, o meglio, i nostri genitori lo intuirono quando, durante una cena a casa dei miei, Harry non mi tolse gli occhi di dosso. Non ci volle molto a mia madre ed a Anne per trovare una risposta alle molte domande che si erano fatte per quel motivo.
Io e Frankie eravamo ritornate in università, mentre mia sorella era ritornata a New York per lavoro; l'avremmo rivista da lì a poco perché sarebbe tornata per la settimana della moda di Londra che avrebbe avuto atto esattamente la settimana seguente.
I ragazzi stavano lavorando sodo per la preparazione del concerto, lo sapevo perfettamente dato che, nella maggior parte dei giorni in cui non avevo nessun corso da seguire, ero in studio con loro. Tra la mia migliore amica e Niall la storia era ancora in via di apertura. Il fatto che io rimanessi spesso a dormire da Harry la aiutava perché Niall si offriva sempre di ospitarla da lui per evitare che rimanesse da sola nel nostro appartamento. Passavano le nottate a guardare film e a scherzare tra loro.. ero certa che sarebbe successo qualcosa d'altro prima o poi.
L'ultima settimana di Gennaio l'avevo spesa organizzando una festa a sorpresa per il compleanno di Harry.
Sarebbe stato il primo che avremmo passato come coppia.. ricordavo ancora quando l'1 Febbraio del 2010 mi ero connessa sul mio profilo FaceBook e avevo casualmente letto un post di auguri di Gemma indirizzato proprio a lui. Ovviamente io non avevo mai accettato la sua richiesta d'amicizia, ma sapevo perfettamente il giorno della sua nascita poiché ne avevamo parlato a lungo pensando a cosa avremmo fatto per la festa dei nostri 18 anni. Sfortunatamente non l'avevamo passata insieme, ma pensai che organizzare qualcosa per i 19 non sarebbe stato un male!
Avevo contattato molti suoi amici grazie all'aiuto di sua sorella, Anne e Robin. Tutto stava andando alla perfezione. 
Tutto escludendo il fatto che Josh aveva incominciato a inondarmi di telefonate e messaggi a cui non risposi mai e di cui non mi sentii di parlare con Harry perché si sarebbe solo arrabbiato. Erano messaggini insensati in cui ripeteva in continuazione quanto si fosse pentito della sua scelta. Io ormai avevo già voltato pagina, anzi, era stato tutto grazie a quello che lui pensava fosse stato un errore. Andandosene in quel modo era riuscito a farmi capire cosa e soprattutto chi volevo veramente.
In quel momento ero seduta davanti al mio computer a casa cercando di capire quante persone saremmo state alla festa quella sera e se il catering che avevo assunto aveva ricevuto tutte le informazioni necessarie, quando il mio telefono incominciò a squillare.
-E' ancora lui.- sentii la voce della mia migliore amica provenire dal divano su cui era seduta. Lei ovviamente ne era a conoscenza.
-Come lo sai?- le domandai dato che la sua era stata un'affermazione più che convinta.
-Hai sbuffato non appena hai guardato lo schermo. Emma, dovresti bloccare il suo numero- mi voltai velocemente verso di lei.
-Tu sai come bloccare un numero e me lo dici solo ora?- erano settimane che quella storia andava avanti.
-Non ci avevo mai pensato.. dammi qua- si alzò e mi si avvicinò afferrando il cellulare che le porsi. 
Non so come, ma dopo aver premuto qualche cosa qua e là, sullo schermo apparve una scritta che diceva che il suo numero era stato bloccato e che non avrei potuto più ricevere né messaggi, né chiamate.
Dopo averla ringraziata riposai il telefono sulla scrivania e ci vollero pochi secondi prima che ricominciasse a suonare. Il terrore si materializzò nei nostri sguardi, ma appena lessi di chi si trattava, un sorriso nacque spontaneo.
-H!- risposi pimpante. 
-Hey Em, sono dalle tue parti. Ti va di andare a fare un giro?- l'occasione cascava a pennello poiché quella sera ci sarebbe stata la festa e avrei dovuto tenerlo impegnato per far sì che non tornasse a casa sua, luogo dove si sarebbe tenuto il tutto, e che quindi non scoprisse nulla. Era il 31 Gennaio, non il primo Febbraio, ma il giorno dopo lui e i ragazzi avrebbero avuto delle interviste in alcune radio per promuovere il tour.. Sarebbero stati in giro per l'Inghilterra per una settimana, escludendo Londra dove avrebbero pubblicizzato la settimana seguente. L'unico giorno disponibile era proprio quel Sabato.
-Ehm, ssì.. va bene, dammi un quarto d'ora. Mi sono svegliata da poco!- erano le undici di mattina, in realtà mi ero svegliata circa alle 8 per concludere le ultime fasi dell'organizzazione, ma non dissi niente per non dare nell'occhio. 
Chiusi la telefonata e guardai Frankie in panico.
-Ma se lui esce con me, come faccio io ad andare a casa sua ad aspettare che il catering sistemi le cose?- come avevo fatto a non pensarci prima?!
-A che ora devi essere là?- mi domandò lei.
-Il ragazzo con cui ho parlato mi ha detto che arriveranno verso le tre del pomeriggio, questo significa che devo tenere Harry occupato fino alle otto di questa sera- stavo pensando a un modo per riuscire ad essere in due posti contemporaneamente, ma ovviamente era impossibile.
-Ho un'idea! Chiama Louis e chiedigli se può pensarci lui ad H!- la mia migliore amica era sempre utile in quei casi.
-Giusto, tanto ora che Daisy è a New York è sempre libero.- le risposi digitando il suo nome nella barra di ricerca della mia rubrica.
 
 
Harry
Non ero mai stato bravo a dire bugie, ma quella mattina stranamente Emma ci era cascata. Non ero affatto dalle sue parti, ero a casa e mi ero appena svegliato. 
Avevo solo voglia di vederla, ma non volevo sembrarle troppo "appiccicoso" perciò mi ero inventato una scusa.. 
Era passato un quarto d'ora esatto dal momento in cui l'avevo chiamata ed ero a qualche metro da casa sua nella mia macchina. Non la vidi lì fuori, perciò pensai di scendere e di andare a suonare il campanello. 
La cosa bella di Londra era che potevo andare in giro tranquillamente senza essere assalito come in America. I fans erano molto più tranquilli e capitava raramente di essere bloccato per firmare autografi e foto.
Quando giunsi davanti al portone, vidi avanti a me la sagoma di una persona che mi pareva di conoscere. Ci vollero pochi secondi prima che questi si girasse.
-JOSH!- esclamai sorpreso. Cosa ci faceva l'ex della mia attuale ragazza davanti a casa sua?!
-Oh ciao, Harry! Che ci fai qui?- sembrava piuttosto tranquillo, mentre io sentivo che sarei scoppiato da lì a poco.. avevo i nervi a fior di pelle.
-Stavo per farti la stessa domanda. TU?- cercai di fargli capire che la sua presenza non era gradita.
-Sono venuto a prendere Emma. Ci siamo dati appuntamento qui davanti per chiarire, ma sembra che non arrivi. Tornerò più tardi. A presto Harry.- non avevo parole per rispondergli, lo guardai allontanarsi e rimasi immobile di fronte al portone vetrato, vedendo Emma arrivare sorridente. 
 
Emma
Scesi le scale di corsa rendendomi conto di essere un po' in ritardo. Raggiunto l'ultimo gradino vidi che Harry era già lì ad aspettarmi.
-Buongiorno H!- mi sporsi per dargli un bacio, ma lui si scansò.
-Che ti prende?- gli domandai confusa. Perché si stava comportando in quel modo? Aveva lo sguardo basso e sembrava stesse per scoppiare da un momento all'altro.
-Che prende a me? Non credi di avermi tenuto nascosto il fatto che ti senti ancora con Josh per troppo tempo?- lo guardai quasi offesa per ciò che era appena uscito dalla sua bocca.
-Non parlo con Josh da quando se n'è andato da casa di Robin, lo sai benissimo!- gli risposi a tono.
-Davvero? E allora come mai l'ho appena incontrato fuori da casa tua? E come mai mi ha detto che ti stava aspettando perché vi siete dati appuntamento per chiarire?- cominciai a pensare che mi stesse prendendo in giro, ma quando notai il suo sguardo serio e penetrante mi resi conto che non era così.
-Senti Harry, ha ricominciato a perseguitarmi con messaggi e chiamate circa due settimane fa, ma io non ho MAI risposto. Non so cosa ci facesse qui fuori, ma io non c'entro nulla!- ero sempre stata sincera con lui, avevamo deciso di non nasconderci niente. Non avrei voluto farlo innervosire inutilmente parlandogli di Josh.
-Bene, quindi non solo mi hai tenuto nascosti i vostri incontri, ma anche i messaggi- non l'avevo mai visto così arrabbiato.
-Ne ho avuto abbastanza per oggi Em, me ne vado- girò i tacchi e cominciò a camminare verso la sua auto che era parcheggiata vicino al marciapiede. Io lo guardai andarsene immobile, ferma davanti al portone. Non cercai di fermarlo, né gli risposi. Ero in uno stato di confusione assoluta.
Passarono circa dieci minuti prima che mi decidessi a risalire in casa e quando lo feci, Frankie subito mi domandò cosa stesse succedendo.
-Harry ha incontrato Josh qui fuori e pensa che io e lui ci vediamo di nascosto.. se n'è andato- risposi in un completo stato di trans lasciandomi cadere sul divano.
-JOSH?? E che cazzo ci faceva qui fuori Josh?- la finezza abbandonò Frankie.
-Non lo so.- le risposi fissando il vuoto. Non tolsi nemmeno la giacca, ero sconvolta e incredula.
-Cosa hai intenzione di fare adesso?- si sedette affianco a me e mi accarezzò i capelli.
-Puoi per favore chiamare Louis e dirgli che deve evitare che Harry torni a casa dalle tre in poi?- di certo, con tutta la fatica che avevo fatto per organizzare il compleanno, non avrei mandato tutto all'aria!
Frankie fece come le chiesi ed io alle tre in punto mi intrufolai con lei in quella casa dove avevo passato la maggior parte del tempo nelle ultime settimane. Tutto proseguì alla perfezione, il catering seguì tutti i miei "ordini" e in circa tre ore finirono di sistemare il necessario. Tutto fuorché il fatto che Harry non si fece sentire. Mi sarei aspettata un messaggio da parte sua. Pensavo si sarebbe reso conto che in realtà Josh aveva mentito, ma nulla. 
Ogni tanto sbirciavo fuori dalla finestra per controllare se Louis fosse tornato a casa, ma fortunatamente non lo fece.
Circa verso le sei, Gemma arrivò e ci aiutò a sistemare e ultime cose. Non le raccontai niente di quello che era successo, non volevo rovinare un giorno come quello.
-Bene, direi che è ora che io me ne vada!- dissi a Frankie quando Gemma ci aveva lasciate momentaneamente sole per parlare al telefono. 
-Come? Te ne vai?- mi domandò lei confusa.
-Sì, non penserai che io stia qui dopo quello che è successo oggi!- sussurrai perché sentii dei passi raggiungerci in cucina.
-E cosa dirai a Gemma?- la sua voce si fece ancora più bassa, ma non ebbi il tempo di risponderle poiché quest'ultima si ripresentò.
-Io vado a vestirmi, ci vediamo più tardi ragazze!- mi inventai una scusa davanti alla sorella di Harry, sapendo che in realtà non avrei fatto ritorno in quella casa. 
Mi misi alla guida della mia auto chiedendomi se stessi facendo la cosa giusta e la risposta che mi diedi fu "sì, la stai facendo". Dopotutto era stato lui ad andarsene quella mattina, era lui che aveva deciso di non credermi e di non darmi nemmeno la possibilità di spiegare. Quando rientrai nel mio appartamento, decisi di farmi una doccia riparatrice.. Rimasi sotto il getto d'acqua probabilmente per un'ora pensando se una stupidaggine del genere avesse davvero incasinato la nostra storia. 
Come si era permesso Josh di presentarsi davanti a casa mia? E perché Harry gli aveva creduto?
Tutte domande a cui non trovavo risposta.
 
Harry
Erano circa le otto e trenta di sera quando Louis si decise a tornare a casa. Mi aveva telefonato subito dopo ciò che era successo quella mattina, un po' come se mi avesse letto nel pensiero. Non gli raccontai niente, ma sicuramente lui notò che qualcosa non andava quando lo raggiunsi a casa sua circa alle due di quel pomeriggio. Per quel motivo aveva deciso di portarmi a fare un giro per Londra. 
Sembrava piuttosto turbato anche lui, continuava a controllare il suo telefono come se stesse aspettando una chiamata. Pensai che qualcosa non andasse tra lui e Daisy, ma non domandai per far si che lui non chiedesse nulla di Emma. Non mi andava di parlarne.
Eravamo nel vialetto di casa e avevamo deciso di ordinare una pizza a casa mia e guardare un film insieme ai ragazzi.
Inserii la chiave nella serratura, entrai e accesi la luce. In quel preciso momento vidi tutti i miei amici e parenti spuntare dal nulla urlando "sorpresa".
Feci due più due cercando di capire cosa stesse succedendo e intuii fosse la festa a sorpresa per il mio compleanno. Guardai Louis che aveva un'espressione da colpevole in faccia e poi scoppiai a ridere chiedendomi come avessi fatto a non rendermi conto che era stato in ansia tutto il giorno per paura che volessi tornare a casa dove avrei scoperto la sorpresa.
-Grazie, grazie a tutti!- esclamai quando uno ad uno gli invitati si avvicinarono per salutare. 
C'erano tutti i miei amici di Holmes Chapel, persone che non vedevo da tantissimo tempo e che ero felicissimo di incontrare. Quando vidi Jonathan, il mio migliore amico di infanzia, quasi scoppiai in lacrime. Mia mamma e Robin erano lì.
Era tutto perfetto.
Mi guardai un po' intorno e intravidi Gemma e Frankie. 
-Buona sera ragazze!- dissi con un sorriso a trentadue denti stampato in viso. 
-Oh, ecco il festeggiato!- sbraitò mia sorella scompigliandomi i capelli. In quel momento sentii qualcuno posarmi una mano sulla spalla. 
-Debbie!- esclamai voltandomi e vedendo i genitori di Emma. Mi fecero gli auguri e poi pensai di chiedere a loro dove fosse la loro figlia. Non l'avevo ancora vista e avevo bisogno di parlarle. Era quello che stavo pensando dal momento in cui ero rientrato in quella casa.
-Non lo so H, credevo fosse con te- mi rispose suo padre confuso. 
Mi girai immediatamente verso Frankie, ancora alle mie spalle, convinto che lei sapesse tutto. Aveva lo sguardo basso e sembrava stesse ignorando la situazione. Dopo aver annunciato che mi sarei assentato per un attimo, afferrai il polso di quella ragazza facendole quasi cadere in bicchiere che aveva in mano e la trascinai nel corridoio vicino alle scale.
-Dov'è?- le domandai preoccupato. 
-Dove vuoi che sia Harry? E' da giorni che si sta impegnando per organizzarti questa diavolo di festa e tu cosa fai? La accusi di vedersi con Josh quando sai benissimo che non lo farebbe mai. Mi ha addirittura chiesto di bloccare il suo numero per far si che non gli arrivassero né chiamate né messaggi!- era arrabbiatissima ed io ero solo un coglione. Ci rimasi di stucco quando disse che era stata proprio Emma ad aver organizzato la festa.
-Em.. Em ha fatto tutto questo per me?- chiesi incredulo. 
-Sì, ma evidentemente non ti meriti nemmeno un po' di quello che fa ogni santo giorno per te H. Basti pensare che tu sei qui a divertirti e lei è chiusa in casa.
-Devo andare, scusa..- non ci pensai su nemmeno un secondo, corsi verso la porta evitando chiunque volesse fermarmi per parlare; salii sulla mia macchina e premetti il piede sull'acceleratore. Fui davanti a casa sua in tempo record.
 
Emma
Indossavo uno di quei maglioni giganti che avevo rubato ad Harry, aveva il suo profumo e tutto ciò mi sollevava il morale. La festa doveva essere già iniziata da un po', speravo tutto fosse andato secondo i piani. 
Era seduta sul divano con il mio portatile sulle gambe intenta ad ascoltare canzoni deprimenti, classico in quei momenti. Non so come, ma avevo finito per ascoltare Taylor Swift. Forse perché alcune sue canzoni si addicevano a quel mio momento di tristezza pura e insensata. Fu quando partì la riproduzione di "Sparks Fly" che sprofondai su quel divano.
Fui salvata da quel momento di panico dal suono del campanello. Stranamente non era quello del portone al piano di sotto, ma quello della porta di casa. Pensai che Frankie si fosse dimenticata qualcosa e mi alzai lasciando la musica continuare il suo corso. 
Guardai nell'occhiello e vidi l'ultima persona che pensavo che fosse. Girai la chiave nella serratura e lo fissai immobile.
-Harry che cosa ci fai qui? Dovresti ess..- non riuscii a finire la frase poiché lui fece un passo in avanti raggiungendomi, posò le sue mani sul mio viso e lo avvicinò al suo per baciarmi. 
-E questo per cos'era?- gli domandai. Era ancora a pochi centimetri dal mio viso.
-Mi dispiace per aver dubitato di te, mi dispiace di aver creduto a lui. E' solo che ho una costante paura di perderti, e sentirmi dire quelle cose mi ha fatto credere che ciò stesse succedendo.- sospirai, sapevo di dovergli delle scuse a mia volta.
-No è colpa mia. Non ti ho detto dei messaggi e delle chiamate perché non volevo ti facessi esattamente questi problemi. Ho bloccato il suo numero, non mi darà più fastidio. Non mi perderai.. a meno che Johnny Depp non mi proponga una fuga d'amore improvvisa, a quel punto mi dispiace, ma sceglierei lui!- sdrammatizzai la situazione, era quello che tendevo a fare ogni volta. Harry si mise a ridere e mi baciò di nuovo, prima di guardare il computer posato sul divano.
-Ma.. questa non è una canzone di Taylor? Perché la stai ascoltando? Ti stavi già coalizzando con lei per creare la banda delle ex assassine?- scoppiai in una delle mie classiche risate fin troppo rumorose e gli diedi un leggero schiaffetto sul braccio.
-No cretino! Questa è la canzone che ti ho dedicato tre anni fa.. anche se in realtà tu non l'hai mai saputo- spalancò gli occhi in segno di stupore e corse vicino al mio portatile per far ricominciare la canzone da capo.
 
The way you move is like a full on rainstorm and I’m a house of cards.
You’re the kind of reckless that should send me running,
but I kinda know that I won’t get far.
And you stood there in front of me just close enough to touch,
close enough to hope you couldn’t see what I was thinking of.
 
Erano esattamente le sensazioni che avevo provato la prima volta che l'avevo visto. Avevo subito pensato fosse "un tipo di ribelle che avrebbe dovuto farmi scappare", ma non avevo mai voluto farlo.
-Giuro che non avevo mai sentito questa canzone!- mi disse prima che lo zittissi per dare spazio al ritornello.
 
Drop everything now, meet me in the pouring rain,
kiss me on the sidewalk, take away the pain,
’cause I see sparks fly whenever you smile.
Get me with those green eyes, baby, as the lights go down:
give me something that’ll haunt me when you’re not around,
’cause I see sparks fly whenever you smile.
 
"Occhi verdi", esattamente come quelli di Harry. Era tempo che non ascoltavo quella canzone, ma tutto sembrava aver ancora un senso. 
Harry si era ormai seduto, intento ad ascoltare parola per parola e la sua espressione mi faceva intuire che anche per lui era la stessa cosa. 
 
I run my fingers through your hair and watch the lights go wild,
just keep on keeping your eyes on me: it’s just wrong enough to make it feel right.
Lead me up the staircase, won’t you whisper soft and slow?
I'm captivated by you baby, like a firework show.
 
Il bridge di quella canzone era la parte che preferivo, perciò iniziai a cantarla e lui mi guardò sorridendo. 
-Abbastanza sbagliato da farlo sembrare giusto- ripetè quando ripartì il ritornello. 
Si alzò, mi si avvicinò e posò le mani sui miei fianchi coperti dal suo maglione.
-Questa frase ci descrive.-  mi agganciai con le braccia intorno al suo collo.
-Era quello che stavo per dire!- mi abbracciò senza dire più niente. Rimanemmo in quella posizione per circa un minuto, poi mi ricordai della festa.
-Harold, tu dovresti essere alla tua festa di compleanno! Ci ho messo una settimana per organizzarla, non te la lascerò rovinare così!- sbraitai infuriata.
-Non vado da nessuna parte senza di te- si impuntò mentre cercavo di spingerlo verso la porta per incoraggiarlo ad uscire.
-H, non posso venire conciata così!- esclamai facendogli notare che indossavo solo il suo maglione e un paio di mutande.
-No bè, potresti anche togliere il maglione.. a quel punto saresti perfetta- non c'era nulla da fare, era un pervertito e non sarebbe ma cambiato. Lo guardai storto prima di decidermi.
-Aspetta un attimo, vado a vestirmi.- corsi in camera lasciandolo da solo per circa cinque minuti. Indossai un abito nero che avevo comprato per l'occasione e sciolsi i capelli che avevo legato in una coda alta. Non mi truccai, non avrei fatto in tempo.
-Sono pronta- annunciai infilandomi le scarpe e correndo in salotto. Lui mi fissò per qualche secondo con la mascella serrata.
-Wow- fu l'unica cosa che disse prima che io gli tirassi la mia borsa addosso e lo spingessi fuori. 
Una volta ritornati a casa sua, la festa andò a gonfie vele. Mi presentò tutti i suoi amici di infanzia. Rividi la sua amica Ashley che avevo conosciuto in Spagna in quell'imbarazzante momento in cui avevo creduto mi stesse "tradendo".
Tutti si congratularono per la bella organizzazione, compresi Niall, Liam, Zayn e il mio aiutante Louis. Purtroppo Perrie non era riuscita ad essere presente quella sera, perché dopo due giorni sarebbe iniziato il tour delle Little Mix, il suo gruppo, ed erano già in viaggio verso l'Irlanda dove avrebbero avuto il primo concerto. A notte inoltrata, gli invitati cominciarono ad andarsene. Rimasero solo Anne, Robin e Gemma che quella notte avrebbero dormito lì.
Anche io e Frankie rimanemmo a Notting Hill. Lei, come potrete immaginare, dormì da Niall mentre io rimasi con Harry. 
Il giorno dopo lui e i ragazzi partirono, Frankie e Danielle decisero di dedicare la loro giornata a loro stesse andando dal parrucchiere e dall'estetista mentre io e Gemma, che sarebbe partita per tornare a Sheffield quella sera, andammo a fare un po' di shopping in Oxford Street. 
La mattina dopo, quando io e la migliore amica uscimmo per dirigerci in università, passammo davanti a una delle tante edicole di Londra e notammo che sulla prima pagina del "The Sun" c'era una foto mia e di Gemma del giorno prima.
-Che diavolo ci faccio in prima pagina?- sbraitai vedendola. Frankie si avvicinò all'edicolante, gli diede della moneta e comprò il giornale.
-Ora lo scopriremo!- iniziò a leggere l'articolo ad alta voce. 
-"Sembra sia una cosa seria per Harry questa volta: Emma Edwards e Gemma Styles si divertono per le strade di Londra"- mi venne spontaneo ridere pensando a quanto tempo i giornalisti sprecavano per parlare di una ragazza come me. 
Dopo le due ore passate in università, tornammo a casa. Tutto ciò era strano, perché ormai mi ero abituata all'idea che avrei rivisto Harry subito dopo la fine del corso mentre quella volta non l'avrei visto per sette giorni. 
Ci rendemmo conto quanto la nostra vita in un certo senso fosse cambiata. Io e Frankie non eravamo mai state popolari, non avevamo mai visto le nostre facce sui giornali ed ora tutto questo sembrava essere all'ordine del giorno. A volte era stressante, perché essere sotto gli occhi di tutti non era così facile. 
La settimana sembrava non voler passare. Ogni giorno sembrava durare un'eternità, era strano dover passare così tanto tempo lontano da lui.
Perrie ci invitò a uno dei suoi concerti che si sarebbe tenuto a Londra una di quelle sere. Avevo ascoltato il loro album e le canzoni mi erano entrate subito in testa, perciò mi divertii moltissimo. Non capitava spesso di poter andare nel backstage di un gruppo così famoso! Anche le altre tre ragazze erano simpaticissime come la fidanzata di Zayn. Dopo il concerto andammo fuori a mangiare e le conoscemmo meglio. Erano persone normalissime per cui era davvero strano essere famose in tutta la nazione e in molti altri paesi del mondo. 
Daisy tornò a Londra il giorno dopo quella serata per la settimana della moda e ne approfittammo per andare a fare quel tatuaggio che avevo regalato sia a lei che alla mia migliore amica per Natale. Decidemmo di fare le nostre tre iniziali incatenate, per evidenziare il fatto che non ci saremmo mai separate.
Anche la settimana seguente io e Harry riuscimmo a vederci poco durante il giorno, poiché era sempre impegnato a promuovere il Tour, perciò dormii da lui tutte le sere. Stavo incominciando a capire ciò che intendeva Harry quando eravamo sull'aereo di ritorno dalla nostra vacanza ormai un mese prima.
Il "Take Me Home Tour" sarebbe iniziato la settimana seguente; era difficile separarci per qualche giorno, non volevo pensare a come sarebbe stato stare separati per tutti quei mesi. 
 
 
 
Hiiiiii! 
Mi sto sinceramente meravigliando di me stessa perché non credo di aver mai aggiornato in così poco tempo hahah.
A parte gli scherzi, lo faccio perché tra pochi giorni partirò (credo che pubblicherò un altro capitolo prima) e non avrò più la connessione ad internet fino alla fine di Agosto. So di non aver ricevuto molti feedback con questa storia, ma spero comunque che a qualcuno piaccia leggerla come a me piace scriverla. 
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, anche un semplice "Mi piace" o "Mi fa schifo" è accettato :)
Ora vi lascio, alla prossima :)
"Cute as a button every single one of you" (cit. Marcel) hahaha
A presto, Raffy<3

                        Emma e Harry.                                          Frankie.                                                Gemma.
                       


                                                                                                                 The Boys.
                                                                       
 
 
 

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Capitolo 22
*** I Was Tired Of Feeling Alone. ***


 
I Was Tired Of Feeling Alone.

Cercammo di passare la maggior parte del tempo insieme nella sua ultima settimana di "libertà". Ogni giorno si inventava qualcosa per farmi felice ed io mi sentivo sempre più fortunata ad averlo ritrovato. Non avrei mai pensato che sarebbe andata così bene tra noi. Forse il nostro punto forte era il non aver cambiato atteggiamento l'uno con l'altra. Ci prendevamo ancora in giro continuamente e l'amicizia era la parte fondamentale della nostra relazione. 

Il 23 Febbraio, prima data del Tour, arrivò velocemente. Il primo show sarebbe stato all'O2 Arena di Londra ed i ragazzi erano elettrizzati all'idea. Stavano letteralmente vivendo il loro sogno.
Io avevo volontariamente deciso di non seguire più le loro prove  da quando avevano incominciato a usare la scenografia e i discorsi che avrebbero tenuto in occasione, non volevo rovinarmi la sorpresa. Nonostante ciò, avevo conosciuto la band che avrebbe aperto i loro shows in tutto il Mondo. Si chiamavano "5 Seconds of Summer", un gruppo australiano. I componenti erano quattro: Luke, Michael, Ashton e Calum. Erano simpaticissimi e legai subito con tutti loro.  

Io, Danielle, Frankie e Daisy arrivammo all'Arena insieme quella sera. Tutti i parenti dei ragazzi, che avevo già conosciuto al MSG, erano accorsi in città ed erano tutti eccitatissimi così come noi. Perrie sarebbe arrivata direttamente con un volo dalla Scozia, avendo un giorno libero dal suo tour straziante. 
Nel backstage erano tutti in fibrillazione. Lou stava sistemando i capelli ai ragazzi e Lux girava per i camerini con delle cuffie enormi in testa mentre Gemma la rincorreva. Mi guardai intorno poiché avevo perso momentaneamente Harry e lo vidi intento a sbirciare fuori da una finestra con uno sguardo assorto, così mi avvicinai. 
-Hey!- gli stampai una bacio sulla schiena, era a dorso nudo. Lui voltò leggermente la testa verso di me e mi sorrise.
-Che c'è?- gli domandai poiché sembrava pensieroso.
-Sono in ansia- mi confessò questa volta ruotando tutto il corpo per guardarmi negli occhi. Mi fece tenerezza in quel momento.
-Andrete benissimo H , ne sono sicura!- gli accarezzai un braccio dall'alto verso il basso fino a raggiungere la mano che gli afferrai con entrambe le mie.
-Lo spero- mi rispose agitato.
-Io sarò lì fuori a sostenerti- mi sporsi sulle punte e gli lasciai un leggero bacio sulle labbra.
-Harry, tocca a te!- la voce di Lou ci interruppe, era il suo turno di sistemare i capelli.
-Io vado, buona fortuna Harold!- lo salutai e raggiunsi le altre ragazze che erano già andate a sedersi in sala.
Portai con me Lux, Lou ci avrebbe raggiunto appena finito di lavorare.
L'arena era completamente piena e il pubblico era rumorosissimo. Parenti, amici e noi ragazze eravamo tutti nello stesso settore e molte fans sedute vicino a noi vennero a chiedere di fare delle foto. Io ero stata tutto il tempo in piedi intenta a seguire Lux, perciò ero apparsa in meno scatti rispetto agli altri.. non ero ancora abituata a quella specie di fama, ero sempre stata abbastanza timida.
Quando i 5 Seconds Of Summer cominciarono a cantare, Lou ci raggiunse. Tutti ci scatenammo sulle loro canzoni che conoscevamo ognuno per motivi diversi. Personalmente le conoscevo poiché Harry non aveva fatto altro che ascoltarle a tutto volume ultimamente.
Dopo circa mezz'ora, Luke annunciò che la loro parte di spettacolo era finita e che dopo circa 10 minuti sarebbero saliti sul palco "I ragazzi più sexy del momento", citando le sue parole. Tutti e quattro ci raggiunsero poi sugli spalti e il concerto iniziò poco dopo. 
Ero senza parole, sapevano tenere il palcoscenico in una maniera quasi spaventosa data la loro giovane età. Ogni volta che si avvicinavano alla nostra zona, ci lanciavano degli sguardi o ci salutavano tramite microfono. Si spostarono da uno stage all'altro su una piattaforma che li fece "volare" sopra il pubblico e fecero emozionare tantissimo ogni singola persona presente quella sera. 
Dopo il secondo concerto, si spostarono da Londra per esattamente due settimane senza aver nemmeno un giorno libero, il che mi rese difficile raggiungere Harry in qualunque parte dell'Inghilterra fosse. Dovevo frequentare spesso l'università in quel periodo e nei week-end cercavo di riposarmi il più possibile.
Lui mi capiva perfettamente, ma nonostante ciò mi ripeteva ogni giorno durante le nostre sessione di Skype o FaceTime che fosse, quanto volesse che fossi lì con lui. Fortunatamente dopo quei quindici giorni di fuoco, avrebbero avuto 48 ore libere. 

Quella mattina fui svegliata dal suono del campanello. Frankie era uscita per svolgere delle commissioni, perciò fui costretta ad andare a vedere chi fosse. Guardai fuori dalla finestra e riconobbi Paul che aspettava vicino al cancelletto.
-Higgins! Che ci fai qui?- ormai avevo preso confidenza anche con lui, era un po' come se fosse il mio secondo papà.
-Harry mi ha detto di venirti a prendere, sta tornando e vuole passare due giorni nella casa in campagna.- non ne sapevo assolutamente niente di quella sua idea perciò a primo impatto rimasi un po' sorpresa, ma poi corsi a prepararmi. Chiamai la mia migliore amica mentre scendevo le scale velocemente dopo essermi vestita, per avvisarla che non ci sarebbe stato nessuno a casa in quei due giorni. Non credo che le dispiacesse molto, probabilmente avrebbe passato del tempo con Niall.
Sulla macchina, Paul mi fece qualche domanda sull'università e io gli chiesi come fossero andate quelle due settimane senza noi ragazze in Tour. Sapevo benissimo che Harry non era quel tipo di persona che faceva notare quando gli mancava qualcuno, preferiva tenerlo per sé, ma Paul mi disse che si poteva capire dal modo in cui si isolava per stare delle ore al telefono con me. 
-Fino a poco tempo fa lo faceva solo quando chiamavano sua mamma o sua sorella!- esclamò facendomi sentire importante.
In qualche ora raggiungemmo la casa che ormai conoscevo abbastanza bene. Quando scesi salutai il mio accompagnatore e corsi verso l'entrata. Vi era una Range Rover nel parcheggio e la porta era semi aperta, ciò mi fece capire che lui doveva essere già arrivato.
Misi piede in casa e posai giacca e borsa nella quale avevo messo dentro velocemente qualche cambio di vestiti, poi andai alla ricerca del mio ragazzo.
-H, dove sei?- sbraitai, bramosa di rivederlo. Erano passate solo due settimane, ma erano sembrate un'eternità.
Nessuno mi rispose, ma sentii dei passi provenire dal giardino sul retro. Corsi vicino alla porta scorrevole vetrata e lo vidi lì, intento a tornare in casa dopo essere stato nel bungalow. Restai lì immobile aspettando che mi notasse e lo fece un secondo dopo, alzando lo sguardo.
Smise di camminare e il suo viso si illuminò grazie al suo sorriso. Io non aspettai altro tempo, aprii la porta e gli corsi incontro fino a saltargli in braccio quando lo raggiunsi. Mi sollevò prontamente, doveva aspettarsi una reazione del genere.
Quando mi rimise con i piedi per terra mi guardò negli occhi, sapevo che stava per dire una cavolaia delle sue.
-Ti sono mancato così tanto?- ecco appunto, lo conoscevo fin troppo bene.
-No, in realtà non mi sei mancato per niente, ma siccome Paul mi ha detto che tu hai sentito molto la mia mancanza ho pensato di fingere per non farti dispiacere!- gli risposi a tono, come mio solito.
-E dove la trovo un'altra che farebbe questo per me?- a quel punto mi diede quel bacio che stavo aspettando dal momento in cui l'avevo visto camminare verso di me. 
Il secondo giorno ci raggiunsero Anne, Gemma, Robin ed i miei genitori: fu praticamente una rimpatriata.
Anche per me era molto difficile vedere i miei a causa dell'università, perciò ogni occasione per loro era buona per venirmi a trovare. Dopo cena, ci sedemmo tutti intorno al camino; fuori aveva incominciato a nevicare e quell'atmosfera in casa era perfetta. Si poteva sentire anche nell'aria la felicità che era presente in ognuno di noi. Harry ci raccontò ogni minimo particolare di ciò che era successo in Tour aggiungendo anche che si era fatto insegnare qualche accordo di chitarra da Niall.
-Eh bè, allora che aspetti a farci sentire qualcosa fratellino?- lo incitò Gemma. A quel punto lui si alzò senza nemmeno pensarci un secondo e andò a recuperare lo strumento tornando dopo qualche minuto.
-Sto lavorando a questa canzone da qualche mese; non è ancora come vorrei, ma ci siamo quasi- si risedette affianco a me e posò la chitarra sulle gambe. 
Quando iniziò a suonare ruotò leggermente il volto nella mia direzione e quel suo sguardo mi fece capire che c'entrassi qualcosa nella canzone che stava per cantare. Una semplice occhiata conteneva sempre più di mille parole quando si trattava di Harry, perciò presi un respiro profondo e mi misi all'ascolto. 
La melodia era lenta, il che dava un tono di serietà a quell'esibizione. Poi iniziò a cantare e il mondo intorno a me sembrava non esistere.
Now you were standing there right in front of me
I hold on scared and harder to breath
All of a sudden these lights are blinding me
I never noticed how bright they would be

 
Dentro di me continuavo a ripetermi quanto fosse impossibile che Harry avesse scritto quelle parole pensando a me. Pensai a l'ultima volta in cui ci eravamo trovati in una situazione simile: lui con la chitarra e io bramosa di ascoltare cosa gli passava per la mente. Fu così che mi venne in mente "Summer Love"
Cercai di non paragonare le due situazioni e quindi di non immaginare a cosa sarebbe successo se anche questa fosse stata scritta per "lasciarmi"; tutto ciò era anche semplicemente impossibile da credere, considerando che eravamo entrambi felicissimi. 
Dicendo "Improvvisamente queste luci mi stanno accecando, non avevo mai notato quanto splendenti fossero" era ovvio che si riferisse alla fama, a come tutto stesse cambiando improvvisamente nella sua vita.. speravo fosse una nota positiva.

 
I saw in the corner there is a photograph
No doubt in my mind it’s a picture of you
It lies there alone on its bed of broken glass
This bed was never made for two

La sua voce, quella canzone e la melodia risuonavano a perfezione nella stanza. Sapevo che da lì a poco sarebbe arrivato il ritornello e mi preparai al peggio, sempre sperando che non fosse un addio anche quella volta.
 
I’ll keep my eyes wide open
I’ll keep my arms wide open
Don’t let me
Don’t let me
Don’t let me go
‘Cause I’m tired of feeling alone

Si era rivelato tutto fuorché un addio anzi, era proprio i contrario. Mi stava chiedendo di non lasciarlo andare via da me, mi stava implorando di non lasciarlo sentire di nuovo solo perché era stanco di quella sensazione. Era come se la vita mi avesse fatto un regalo, non potevo sprecarlo non ascoltando ciò che quella canzone diceva. Non me lo sarei fatto scappare.
 
I promised one day I’d bring you back a star
I caught one and it burned a hole in my hand oh
Seems like these days I watch you from afar
Just trying to make you understand
I’ll keep my eyes wide open yeah

Ci fu una risata collettiva all'inizio di quella strofa quando cantò "ti promisi che un giorno ti avrei portato una stella, ne ho presa una ed essa mi ha bruciato la mano lasciando un buco". L'ironia di Harry non poteva mancare! 
Tutti tornammo seri quando continuò dicendo "sembra che in questi giorni io ti guardi da lontano, cercando di farti capire che terrò i miei occhi aperti". Era esattamente quello che stava succedendo nelle ultime settimane, mi guardava solo attraverso lo schermo di un pc o di un telefono, sempre cercando di farmi capire che lui era lì.. che non se ne sarebbe andato facilmente. 
La canzone finì con un timido e sussurrato "non lasciarmi andare perché sono stanco di dormire da solo", prima che la stanza si riempisse di applausi e complimenti. Era stato chiaro a tutti i presenti fin dall'inizio che l'avesse scritta per me e non erano mancati gli sguardi emozionati di Anne e mia madre vedendomi con gli occhi gonfi di lacrime. Non era certo cosa da tutti i giorni sentirsi dedicare delle parole del genere!
Proprio per quel motivo ero in totale shock, non riuscii a ringraziare Harry nel modo dovuto.. non riuscii nemmeno a commentare. 
L'avrei fatto una volta soli.

Quel momento arrivò in fretta, dato che ci rendemmo conto di quanto si fosse fatto tardi e ci rinchiudemmo tutti nelle nostre stanze da letto. 
Dopo essermi infilata il pigiama che avevo portato con me ed essermi seduta al centro del letto in cui io e Harry avremmo dormito, aspettai ansiosa che lui uscisse dal bagno e che mi raggiungesse. Quando aprì la porta, mi mostrò quel suo sorriso che mi faceva mancare il fiato e si mise proprio in fianco a me.
Adoravo i letti durante l'inverno.. non che non lo facessi anche d'estate, ma d'inverno sono tutti sormontati dalle coperte in piuma d'oca che mi affascinavano e ancora lo fanno. Era tutto perfetto, il preciso posto in cui dovevo essere.
-H, non so che dire..- ammisi di essere rimasta senza parole.
-Non devi dire niente, erano solo due parole in croce e qualche accordo di chitarra..- odiavo quando si sminuiva in quel modo, perciò gli afferrai il viso che aveva puntato le sguardo verso il basso e lo risollevai facendo in modo che mi guardasse.
-E' stata la cosa più bella che una persona abbia mai fatto per me. Devo ammettere che per un secondo mi sono immaginata il momento in cui mi hai cantato "Summer Love" per la prima volta e mi sono ritrovata quasi a pregare che non volessi rompere di nuovo.- feci una pausa cercando di capire dai suoi occhi cosa stesse pensando.  
-Io non me ne andrò facilmente, non finchè sarai tu a dirmi di non farlo.- continuai. -Se mai arriverà il giorno in cui capirai che io non sono ciò di cui hai bisogno allora mi farò da parte, ma per ora io sono qui e non mi muovo.- gli sussurrai quelle parole a qualche centimetro dal suo viso. Lui era immobile e i suoi occhi erano fissi nei miei. Sembrava quasi che non fosse respirando, ma poi un sospiro mi fece capire che era ancora in vita.
-Io.. - sapevo che stava per dire qualcosa di importante, lo capivo dal suo sguardo e dal modo in cui si sfregava nervosamente le mani una contro l'altra. 
-Io ti amo Emma.- il mio cuore si bloccò per un attimo. Nella mia mente si ripetè miliardi di volte quella scena.. era successo tutto così velocemente. 
Per la prima volta dopo tre anni aveva espresso ciò che provava per me.. aveva ammesso di amarmi. 
Nella mia testa continuavo a chiedermi se fosse vero. 
Aveva veramente detto quelle tre parole che all'apparenza sembrano semplici, ma che hanno un immenso significato?
L'aveva fatto? 
Quando giunsi alla conclusione che era veramente successo, cercai di capire cosa avrei dovuto rispondergli. 
Cercai di riordinare le idee e di concepire ciò che avrei dovuto fare in quell'occasione.
La domanda che mi stavo ponendo era: lo ama davvero? Non ci fu molto su cui rimurginare poiché la risposta arrivò immediatamente.
-Ti amo anche io Harry- dissi prima di buttarmi tra le sue braccia. 
Mi rendeva felice come nessuno era mai riuscito a fare fino a quel momento. 


Heeeeey, I'm back!
Le mie vacanze sono finite una settimana fa, giusto il tempo di riprendere la mia solita vita ed eccomi qui a pubblicare questo capitolo. 
Bè, che ne pensate? Hanno espresso i loro sentimenti.. dire "Ti amo" a una persona è un grande passo, non credete?
Fatemi sapere che ne pensate :)
A presto! Un bacio, Raffy <3

                                             
                                                                        Emma                                                                 Harry

                                                                             

 

 

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Capitolo 23
*** Beside You ***


Beside You

Un mese dopo ci si poteva rendere conto che era tutto andato in salita dal giorno in cui Harry aveva ammesso di amarmi ed io avevo fatto lo stesso.
Ero riuscita a seguirlo in tour per una settimana prendendomi una pausa dall'Università; mi stavo abituando ad essere riconosciuta dalla gente quando camminavo per le strade di Londra, a ritrovare la mia faccia in prima pagina sui giornali di gossip, ma soprattutto a evitare di prendere sul serio le parole cattive  che alcune ragazze innamorate della star mondiale che potevo definire "mio fidanzato" non facevano altro che attribuirmi sui social network.
Avevo addirittura raggiunto un milione di followers su Twitter ed era strano come nelle menzioni, tra i tantissimi complimenti, fossero sempre gli insulti o le cattiverie e risaltare. Harry continuava a ripetermi che l'unica cosa che avrei dovuto fare era evitare di dare corda a quelle persone e stavo seguendo a pieno il suo consiglio. Non ero mai stata una che dava molto peso agli insulti e avrei continuato ad essere così.
Nonostante fossi la stessa Emma, mi piaceva la mia nuova vita; certo, non si poteva dire che fosse facile uscire di casa con una guardia del corpo che ti segue a qualche metro di distanza, ma quello era il prezzo da pagare per stare con la persona che amavo. 
 
 
In quel momento mi trovavo sul mio letto a Londra, intenta a concludere un saggio che avrei dovuto consegnare il giorno seguente. Erano circa le 20.30 quando il mio telefono squillò. Sullo schermo si illuminò una foto in primo piano di Harry, il che mi fece capire che fosse lui a chiamarmi. Era alquanto strano, dato che ormai conoscevo a memoria i suoi orari e sapevo perfettamente che avrebbe dovuto salire sul palco dopo circa dieci minuti. 
-Hey, tutto bene?- risposi allarmata.
-Sì, ti ho chiamato per farti ascoltare una cosa.- si sentiva il vociare della folla presente nell'arena dove avrebbero suonato e, in un secondo, quel vociare aumentò facendomi capire che si era spostato dal backstage ed ora era affianco al palcoscenico.
Riconobbi la voce di Michael dei 5sos annunciare il titolo di una canzone che non conoscevo. 
-Questa è "Beside You". E' una nuova canzone che abbiamo scritto con l'aiuto di un nostro amico. Mi raccomando, dateci dentro perché questo nostro amico la sta facendo ascoltare per la prima volta a qualcuno tramite telefono dal backstage!- capii che con quel "qualcuno" si stesse riferendo a me ed intuii perciò che fosse Harry la persona di cui parlavano.
Ma certo, aveva dedotto che il modo migliore per riuscire a farmi morire era quello di scrivermi canzoni.. forse voleva farmi fuori! 
Sentii la risata di Harry per quella presentazione e poi tutto ciò che sentii fu la melodia di quella canzone che mi piacque fin da subito.
 
 
Within a minute I was all packed up 
I’ve got a ticket to another world 
I don’t wanna go 
I don’t wanna go 
Suddenly words are hard to speak 
When your thoughts are all I see 
“Don’t ever leave,” she said to me 
 
When we both fall asleep, underneath the same sky 
To the beats of our hearts at the same time 
So close but so far away 
 
 
"Quando entrambi ci addormentiamo sotto lo stesso cielo, i nostri cuori battono all'unisono. Così vicini, ma così lontani". 
Capii subito il perché di quelle parole. Era ovvio che si sentisse in colpa per essere così spesso lontano da me. 
Io non volevo che la pensasse così. Io mi ritenevo così fortunata ad avere una così bella persona affianco e volevo che fosse felice per il suo successo mondiale così come lo ero io.
Mentre tutti quei pensieri si formavano nella mia testa, le lacrime cominciarono a bagnarmi il viso; era inevitabile. 
 
Another day, and I’m somewhere new 
I made a promise that I’ll come home soon 
Bring me back, bring me back to you 
 
When we both wake up underneath the same sun 
Time stops, I wish that I could rewind 
So close but so far away 
 
"Un'altro giorno e sono in un posto nuovo. Ti ho promesso che tornerò a casa presto. Portami indietro da te. Quando entrambi ci svegliamo sotto lo stesso sole, il tempo si blocca e vorrei poter tornare indietro. Così vicini ma così lontani".
Non riuscivo a smettere di piangere. Ero avvolta nella felpa che Harry mi aveva volontariamente lasciato prima di ripartire per l'ennesima volta e non riuscivo a pensare ad altro che a quanto mi mancasse. Eravamo davvero così vicini, ma allo stesso tempo lontanissimi. 
La canzone continuò e quando giunse al termine, la voce del mio fidanzato tornò a farmi compagnia. 
-Dovevo fartela sentire.. - affermò man mano che si allontanava dal palcoscenico. Lo potevo intuire dato che il caos stava scemando. 
-Mi manchi.- fu l'unica cosa che riuscii a dire. Cercai di non fargli capire che stavo piangendo, ma ovviamente fu inutile.
-Non piangere, altrimenti finirò per farlo anche io!- cercò di farmi tirare su il morale. 
Quella situazione per me era del tutto nuova in fin dei conti; non ero abituata ad avere un ragazzo che girava il mondo in Tour con i suoi compagni di band e non ero nemmeno mai stata così tanto orgogliosa di una persona in vita mia. Calò il silenzio, prima che dicessi ciò che mi passava per la mente senza esitare.
-Ti amo. Ora però corri a prepararti, non voglio che il concerto inizi in ritardo per colpa mia- lo sentii sghignazzare e infine sospirare. 
-Ti amo anche io- sussurrò prima di concludere la telefonata. Sembrava tutto così tragico, ma dopotutto non ero mai stata così felice in vita mia. 
 
Un secondo dopo, Frankie si precipitò in camera mia. 
-Che è successo? Ti ho sentita piangere, tutto bene?- mi misi a ridere constatando ciò che avevo già intuito.
-Stavi origliando?- la colsi sul fatto.
-Chi? Io? No! E' che passavo di qui e..- sospirò. -Sì, stavo origliando.- ammise abbassando il capo. La conoscevo fin troppo bene!
-Piangevo perché mi ha fatto sentire una canzone che ha scritto insieme a Mike, Luke, Ash e Calum- le dissi, facendo sì che mi guardasse con gli occhi spalancati. 
-Non è giusto! Perché devi essere sempre tu quella che si trova i ragazzi perfetti?- classico.
-Ehm.. sbaglio o sei tu quella che non si da una mossa con Niall? Sono sicura che lui è di gran lunga più dolce di Harry!-.
Da lì cominciò il nostro lungo e solito dibattito che trovò fine solamente a notte fonda.. per quel motivo fui costretta a concludere il mio saggio circa alle tre di notte. 
 
Una settimana dopo, ci furono sei concerti di fila all'Arena di Londra, questo fece in modo che Harry e i ragazzi fossero a casa per sette giorni. Mi feci raccontare tutto ciò che era successo quando non ero con lui; una sera poi ci riunimmo tutti a casa di Harry e, mentre eravamo tutti seduti sul divano a chiaccherare del più e del meno, noi ragazze fummo informate del fatto che avevano iniziato a girare un film che sarebbe uscito ad Agosto. 
-Perchè, da quando sapete recitare?- li prese in giro Frankie facendo ridere tutte noi.
-Non recitiamo, Ben e la troupe ci riprendono nella nostra vita quotidiana.. sarà un video documentario- spiegò Liam mentre gli altri facevano imitazioni varie per far capire che erano degli ottimi attori.. anche se in realtà dimostravano il contrario. 
-Avevamo incominciato a riprendere i momenti più importanti dal concerto al MSG, ma poi ci è stato proposto da Morgan Spurlock e Ben Winston di mettere tutto insieme per creare un film.. ci è sembrata una bella idea e abbiamo accettato- continuò Harry, seduto affianco a me.
Ero al settimo cielo per loro, un film era davvero qualcosa di grande, immenso!
 
Passarono poche settimane prima che il Tour in Inghilterra e Irlanda finì. Questo presumeva che da lì a poco sarebbe iniziato quello Europeo che mi avrebbe tenuta lontana da lui per molto più tempo, dato che cadeva a pennello con la sessione finale di esami all'università. 
 
 
Harry.
Il Tour Europeo era iniziato ormai da qualche settimana e, dopo aver passato i giorni liberi tra la fine di un tour e l'inizio di un altro con Emma e la mia famiglia, sentivo nostalgia di casa più del solito. Era la prima volta che ci esibivamo in Europa e dovevo ammettere che ogni posto era strabiliante, ma sapevo benissimo di non poter nascondere più di tanto il fatto che mi mancasse la mia ragazza. Era anche la prima volta che mi spostavo per il mondo avendo una fidanzata fissa, perciò stavo cercando di abituarmi e stavo allo stesso tempo realizzando che non era per niente semplice.
Era il 18 Maggio ed eravamo appena arrivati a Milano, in Italia. Mi era sempre piaciuta quella città, ci eravamo stati due volte in passato per promuovere i dischi, in quel momento mi sembrava diversa dal solito. Sembrava spenta, ma sapevo perfettamente che ero io ad esserlo e che il mio umore rispecchiasse in tutto ciò che mi stava intorno. 
 
Tante volte mi ero soffermato a parlare con Louis, realizzando che per lui quella sensazione era costante, poiché Daisy abitava a New York e la vedeva molto raramente.. doveva essere un inferno. Anche per Liam era così, e in quel periodo doveva essere ancora più dura perchè Danielle gli aveva chiesto una pausa, nessuno di noi sapeva il perché. Era piuttosto giù di corda, ma cercava di spassarsela fingendo di non pensarci.
A Zayn mancava Perrie pur essendo stato nella stessa situazione l'estate prima, quando eravamo in America e in Australia. Diceva sempre che non ci si può mai prendere la mano a stare così tanto tempo lontano dalla persona che si ama. A Niall, invece, mancava Frankie.. nell'ultimo mese si erano avvicinati molto e Emma mi aveva detto che c'era decisamente qualcosa tra loro.. finalmente oserei dire!
Concludendo, eravamo tutti abbastanza affranti. Potevamo sembrare dei giovani e spensierati a chiunque venisse a contatto con noi, ma in realtà eravamo cinque ragazzi normalissimi a cui mancava casa. Amavamo il nostro lavoro, amavamo girare per il mondo, ma quella nostalgia eravamo più che sicuri che sarebbe sempre rimasta.
Era strano pensare a come esattamente un anno prima io, Louis e Niall prendessimo in giro Liam e Zayn ogni qual volta facessero intuire che gli mancavano Danielle e Perrie e come ora ci trovassimo anche noi tre nella loro stessa situazione. Era tanto più strano il fatto che fossero tutti e cinque impegnati contemporaneamente.. non era mai successo da quando ci eravamo conosciuti.. che ci stessimo mettendo la testa a posto?
 
Quel pomeriggio avevamo deciso di andare a fare una passeggiata in centro città subito dopo esserci sistemati al solito hotel, ma fummo bloccati da una miriade di fan che ci aspettavano proprio davanti ad esso, perciò ci fermammo volentieri a firmare autografi.. era sempre un piacere farlo.
 
 
Emma.
Quel pomeriggio del 18 Maggio ero più eccitata del solito.. era Sabato ed io, Perrie, Daisy e Frankie ci trovavamo in Italia. Precisamente a Milano, il luogo dove alloggiavano i ragazzi. Era piuttosto strano non sentire la presenza di Danielle, ma noi tutte l'avevamo capita quando aveva deciso di prendersi una pausa dalla relazione con Liam; dopo due anni voleva chiarirsi le idee.
In qualunque caso, noi quattro avevamo pensato di fare una sorpresa a Harry, Zayn, Louis e Niall. Sì, finalmente la mia migliore amica e quest'ultimo, aveva deciso di darsi una chance.
 
Ci ero già stata una volta in Italia, sfortunatamente con Josh, ma sarebbe stata la prima volta per me a Milano.
Arrivammo all'hotel prima dei ragazzi e fummo talmente fortunate che furono bloccati dalle fans così avemmo più tempo per organizzarci. Sapevamo perfettamente che, come loro solito, avrebbero deciso di stare tutti e cinque nella stessa camera che, solitamente, era anche più grande del mio appartamento; questa volta però Liam, che era a conoscenza del nostro imminente arrivo, ci aveva aiutato a progettare il tutto riuscendo a convincerli a stare in stanze separate; non so come ciò fu possibile poiché quei cinque sembravano attaccati con la colla, ma era filato tutto alla perfezione.
Corremmo di corsa in ascensore quando Liam stesso ci avvisò che sarebbero rientrati da lì a poco ed ognuna di noi si intrufolò nella camera del rispettivo fidanzato. 
 
Quando udii le chiavi girare nella serratura, sentii le farfalle nello stomaco. Non vedevo l'ora di rivedere Harry; non vedevo l'ora di riabbracciarlo.
Ero esattamente dietro la porta del bagno vicino all'entrata quando lui mi oltrepassò senza accorgersi della mia presenza.
Stavo solo cercando un modo per sorprenderlo e l'occasione arrivò nel momento in cui si buttò sul letto, estrasse il suo cellulare dalla tasca digitando un numero di telefono e sorrise guardando l'immagine che era apparsa sullo schermo. 
Sperai che fossi proprio io la persona a cui stava telefonando, in modo che il suono del mio iPhone gli avrebbe fatto capire che in realtà ero molto più vicino di quanto pensasse. Le mie preghiere furono ascoltate e la mia suoneria impostata su "Marimba" partì all'impazzata. 
Mi trattenni dal ridere immaginando la sua faccia in quel momento e cercai di nascondermi ancora di più dietro la porta. Sentii i suoi passi avvicinarsi fino a quando la luce del bagno si accese.
-Quante volte ti ho detto che devi cambiare suoneria?- disse ancora prima che uscissi dal mio nascondiglio. Quella domanda mi fece scoppiare nella mia classica risata rumorosissima e a quel punto non esitai a farmi finalmente vedere saltandogli in braccio. 
 
Dopo il primo momento super romantico, fummo interrotti da qualcuno che bussò alla porta.
-Chi è?- domandò lui andando ad aprire. Quando lo fece, scorsi subito la figura di una persona che non avrei potuto confondere con nessuno.
-Lou!!!!- esclamai correndo ad abbracciarla. Ci eravamo legate davvero molto ed inoltre a Londra io ed Harry uscivamo spesso con lei e Tom; avevo decisamente sentito anche la sua di mancanza, nonostante ci sentissimo ogni giorno.
-Scusate il disturbo, ma ti devo sistemare i capelli H.. tra mezz'ora avete un'intervista.- lo disse sottovoce, quasi fosse dispiaciuta di darci quella notizia. Harry inizialmente sbuffò, ma poi si sedette e le fece fare il suo lavoro. Mi sarebbe piaciuto passare un po' di tempo con lui, ma sapevo benissimo che non potevo pretendere troppo in quelle occasioni! 
Nel frattempo, colsi l'occasione per buttarmi sotto la doccia. Era una cosa che necessitavo fare non appena scendevo da un aereo, era più forte di me.
Quando finii, mi ritrovai Harry nel bagno intento a darsi qualche ritoccatina alla capigliatura che Lou gli aveva appena sistemato.
-Lou ti ucciderà!- commentai io, avvolgendomi nell'asciugamano. 
-Oh, lo so bene!- rispose rivolgendosi a me tramite il riflesso nello specchio. Io gli sorrisi e a quel punto si girò, posandosi sul lavandino alle sue spalle e tirandomi verso di lui dopo avermi afferrato i fianchi. 
-Tu vieni con me, vero?- non sapevo se fosse più una domanda o un'affermazione, ma annuii in qualunque caso. 
-Sì, se mi lasci andare a vestirmi- risposi facendogli notare che ero in accappatoio. A quel punto mi baciò e mi permise di andare a recuperare un vestito nella valigia. 
Sarebbe stata la prima volta in cui mi avrebbe portata sul luogo di un'intervista.. dovevo ammettere che era alquanto eccitante.  
 
 
Buoooon pomeriggio ragazze! 
Eccoci qui, a questo capitolo alquanto sdolcinato! Vi consiglio di godervelo, poiché durerà ancora per poco.. chi ha letto anche l'altra mia storia, saprà benissimo che tendo ad essere un pochettino credele muahahah. 
Bene, detto questo, ho voluto inserire l'Italia nella storia perché ho cercato di seguirli 24h su 24 quando erano qui e mi piaceva l'idea di parlarne, essendo comunque il nostro caro amato/odiato paese!
Ho già quasi concluso il prossimo capitolo, se a qualcuno interessa :) Spero di ricevere qualche vostro commento e consiglio, visto che ultimamente scarseggiano :(
In qualunque caso, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e, ovviamente, a preeesto <3
 
Un bacio, Raffy <3

                                                                Emma                                                                  Harry 
                                                                             

                               Daisy                                                                  Frankie                                                                 Perrie
                                      


                                                                                                         The Boys
                                                      


 

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Capitolo 24
*** She's Not Here. ***


She's not here.

Fummo condotti ad uno studio televisivo, ovviamente in due auto diverse poiché anche gli altri tre avevano deciso di invitare le rispettive ragazze all'intervista.
Tutti quelli che circondavano parlavano italiano, lingua che mi affascinava, ma di cui non capivo niente se non qualche semplice espressione, come ad esempio "Ciao"; proprio per questo motivo le persone che ci avevano accolte dovevano aver pensato che fossi una pazza, dato che non facevo altro che ripetere quella parola.
Fecero sedere i ragazzi su un divano in una sala completamente bianca, accerchiati da uomini con telecamere ed infine una donna dai capelli rossi si presentò e si sedette in fronte a loro mentre Lou attuava gli ultimi ritocchi di trucco e parrucco. 
-Bene, possiamo iniziare!- esclamò la stessa intervistatrice, che parlava perfettamente inglese. 
Io e le ragazze ci posizionammo dietro ai cameraman intente a seguire parola per parola. Perrie e Daisy erano state intervistate più volte a causa del loro lavoro, perciò doveva essere una cosa normale vedere tutta quella gente al lavoro intorno ai ragazzi, ma per me e Frankie era una situazione del tutto nuova ed eravamo, piuttosto disorientate.
-Buongiorno Zayn, Louis, Harry, Niall e Liam- disse la donna nominandoli nell'ordine in cui erano seduti. Tutti risposero disinvolti, ormai erano abituati a ciò. Inizialmente gli furono poste alcune domande sul Tour e in seguito sul film che sarebbe uscito in Agosto, poi passarono al personale. 
-So che questo non c'entra molto con il tema dell'intervista, ma le vostre fans italiane mi hanno pregato di chiedervi chi di voi è ancora single- rabbrividii. Io ed Harry eravamo apparsi numerose volte in pubblico, ma mai gli era stato chiesto qualcosa di simile poiché chiunque sapeva che nessuno dei cinque era molto felice di parlare della propria vita privata. Guardai dritto nei suoi occhi verdi che mi stavano fissando; quando mi sorrise non potei far altro che ricambiare.
-In realtà io sono l'unico single al momento- rispose Liam. Gli lessi nel viso il dolore che provava per quella situazione; cercava di nasconderlo, ma era evidente.
-Quindi mi state dicendo che quattro su cinque sono impegnati?- chiese conferma la giornalista. 
-Esatto!- fece Niall guardando Frankie. Ero felice che finalmente fossero una vera e propria coppia. 
-In realtà le nostre ragazze sono proprio lì, dietro le telecamere- Louis ci indicò sorridente.
-Hanno deciso di farci una sorpresa e si sono presentate in hotel stamattina a nostra insaputa- continuò Zayn. 
-E vi va di parlarci un po' di loro? Zayn sappiamo benissimo che stai da tempo con la famosa Perrie Edwards, mentre voi tre?- si riferì solamente ad Harry, Louis e Niall. 
Notai che il mio ragazzo mi stava guardando per capire se tutto ciò mi stesse dando fastidio, perciò gli sorrisi e gli mimai che non c'era nessun problema.
-Io ed Emma, la ragazza con cui mi avete visto ultimamente, ci siamo ritrovati dopo anni e ciò a permesso a Louis e a Niall di incontrare le loro..- disse Harry con la sua classica parlata lenta e tranquilla.
-In che senso?- domandò la donna evidentemente curiosa. 
-Daisy è la sorella di Emma..- disse Louis imbarazzato. -E Frankie la sua migliore amica- continuò l'irlandese del gruppo. 
Era la prima volta che si aprivano in quel modo davanti a dei giornalisti e noi ragazze non potemmo non notarlo. Nessuna era in cerca di attenzioni, ma era davvero bello sentire parlare di noi in quel modo poiché ci sentivamo parte integrante delle loro vite. 
-Non avevano mai risposto a nessuna domanda sul nostro conto- sussurrò Daisy quasi leggendomi nel pensiero mentre l'intervista continuava. Io e Frankie annuimmo mentre Perrie ci guardava sorridente. Pur essendo con Zayn da ormai due anni, anche per lei era piuttosto strano quando lui faceva cenno alla loro relazione in pubblico.. era sempre stato piuttosto riservato. 
-Bè, deve trattarsi di qualcosa di serio allora- sentimmo la voce di Lou raggiungerci. Lei conosceva bene quei ragazzi, ne aveva passate tante con loro.

Rimanemmo lì ancora una mezz'oretta, tempo in cui furono scattate le varie foto che avrebbero fatto parte dall'articolo, poi ci dividemmo. Zayn e Perrie tornarono in Hotel, così come mia sorella e Louis; Niall e Frankie uscirono a mangiare qualche specialità italiana, Liam andò in centro con la band ed infine io e Harry andammo a fare shopping.
Il giorno dopo ci spostammo a Verona, dove ci fu il primo concerto italiano; la sera stessa tornammo a Milano, dove avrebbero cantato il giorno seguente. 
Purtroppo quel weekend finì molto velocemente e fummo costrette a salutare i ragazzi per ritornare alle nostre vite londinesi. 

Era ormai già fine Maggio quando tornarono a casa per una pausa dopo il Tour Europeo. In quel periodo io e Frankie avevamo minimo un esame a settimana, ma ce la cavammo al meglio riuscendo a dedicare del tempo anche ai nostri amici e fidanzati. 
A circa metà Giugno sarebbe iniziato il Tour Americano, che li avrebbe tenuti lontano da noi fino ad Agosto, il che non faceva altro che farmi pensare a come avrei resistito tutto quel tempo senza vederlo.. d'altronde l'America non era tanto vicina da potersi spostare di continuo. 

Era la sera del 13 Giugno, una settimana esatta prima della loro partenza; Avevo finito di dare gli esami in università qualche giorno prima, perciò mi stavo godendo tutto il tempo possibile insieme ad Harry, prima di doverlo salutare e non vederlo per oltre due mesi. 
-Quando vi daranno gli esiti?- mi domandò mentre eravamo seduti sul divano a guardare un film mangiando pop corn. 
-Solitamente li danno a fine mese.- risposi mandando giù un boccone e guardandolo con i miei soliti occhi sognanti. 
-Quindi non sarò qui con te per festeggiare- sembrava piuttosto serio. Sapevo benissimo quanto odiasse starmi lontano. 
-E chi ti dice che ci sarà da festeggiare? Potrei essere andata malissimo!- cercai di sdrammatizzare la situazione. 
A quel punto lui posò la ciotola contenente i pop corn che teneva sulle gambe accanto a sé, mise in pausa la televisione e si voltò verso di me. 
-Ci sto pensando da un po' di giorni..- si bloccò guardando per terra. Avevo paura che si trattasse di qualcosa di brutto, perciò aspettai qualche secondo prima di sollecitarlo a continuare. 
-Harry sappi che se non ti muovi a concludere la frase, potrebbe venirmi un infarto da un momento all'altro- il fatto che si mise a ridere per quel mio commento, mi fece però cambiare idea.. o meglio, in apparenza.
-Allora.. l'altro giorno, parlando con i ragazzi, ci siamo resi conto che staremo davvero molto tempo lontano da casa quest'estate..- volevo che arrivasse al punto nel minor tempo possibile, ma evidentemente non era il suo piano. 
-E quindi?- ero alquanto nervosa.
-E quindi ho pensato di chiederti..- mi stava tenendo sulle spine. Speravo solo che le parole con cui stava per concludere quella frase non fossero "una pausa". Presi un respiro profondo e lo guardai fisso negli occhi.
-Bè, ho pensato di chiederti se ti va di venire in Tour con me.- tirai un sospiro di sollievo. 
Non mi aveva lasciata, non mi aveva chiesto una pausa. Mi aveva chiesto solamente di stargli vicino, mi aveva fatto capire quanto ci tenesse a me. 
Mi girai anche io verso di lui e sospirai di nuovo; conoscevo tutti i modi per farlo innervosire e dovevo ammettere che mi piaceva prenderlo in giro. 
-Harry..- feci il suo gioco; cercai di creare suspense. Lui mi guardava con i suoi grandi occhi verdi, chiaramente pronto a sentirsi rispondere un NO categorico.
-Per un momento mi hai fatto credere che mi stessi lasciando, cretino!- presi il cuscino affianco a me e ridendo glielo tirai addosso. Lui stette al gioco, ma allo stesso tempo era in attesa di una risposta ed io, ovviamente, volevo fargliela pagare per quello che mi aveva fatto passare qualche minuto prima.
-Bè H..- cercavo di inventarmi un modo per farlo rimanere sulle spine. Lui mi stava guardando tesissimo. 
-Io non..- sapevo che quel "non" gli avrebbe scatenato una reazione e così fu.
-No, hai ragione. Scusa, è stata una domanda troppo azzardata. Sicuramente avrai organizzato altro con i tuoi amici, non puoi porti dei limiti solo per stare con me..- ero riuscita nel mio intento. Stavo trattenendo il respiro per non scoppiargli a ridere in faccia.
-Harry..- gli alzai il viso con entrambe le mani, dato che aveva ormai puntato lo sguardo verso il basso. 
-Si?- domandò lui confuso.
-Stavo per dire che non credo ci sia idea migliore!- a quel punto non riuscii ad evitare la risata che aumentò vedendo l'espressione sul suo viso. 
-Dovresti intraprendere una carriera da attrice!- mi ritirò il cuscino a sua volta.
-Dici?- continuai a prenderlo in giro ripetendo la scenetta che che avevo improvvisato per fargli credere di non voler accettare la sua proposta. 
Fu così che circa dopo un secondo me lo ritrovai sdraiato sopra di me intento a farmi il solletico definendola una "punizione" per come mi ero comportata. 
-Ti amo e non vedo l'ora di partire con te- gli dissi nel momento in cui si fermò per fissarmi dritto negli occhi. 
Non mi rispose, si limitò ad avventarsi sulle mie labbra. 


Una settimana esatta dopo, io e Frankie ci trovavamo a casa nostra di fronte a due valigie completamente vuote.
-Cosa si mette in valigia in questi casi?- espresse lei a parole ciò che vagava nella mia mente. 
Niall le aveva fatto la stessa proposta che era stata fatta a me, perciò eravamo nella stessa identica situazione: pronte a partire per l'America in poche ore. 
-Non lo so, penso che metterò dentro tutto ciò che mi capita sotto mano. Fai conto che tra due settimane dobbiamo ritornare a Londra, quindi se ci dimentichiamo qualcosa siamo sempre in tempo a rimediare- le risposi senza esserne del tutto convinta. Era vero, saremmo ritornate a Londra per andare in università a controllare i risultati dei nostri esami. 
-E se mi dimenticassi qualcosa di cui ho bisogno in questi quattordici giorni?- la mia migliore amica era capace di rendere tutto più difficile.
-Bè, in quel caso saresti una stupida. Ora muoviti, dobbiamo essere pronte tra solo due ore!- la sollecitai dirigendomi verso il mio armadio. 
Avevo passato gli ultimi giorni a Birmingham insieme ad Harry, rendendo i miei genitori le persone più felici del mondo. Amavano avermi a casa e soprattutto amavano vedere come io e lui stessimo bene insieme. Anche a Daisy era stato proposto di unirsi ai ragazzi in tour da Louis e aveva accettato immediatamente, dicendo che ci avrebbe raggiunto in aeroporto a New York. 
Danielle e Liam erano ritornati di nuovo insieme, più uniti che mai. Purtroppo però, lei non avrebbe potuto seguirci 24 ore su 24 a causa del suo lavoro, così come Perrie che era impegnata nello scrivere il secondo album che le altre componenti delle Little Mix; entrambe ci avrebbero raggiunte ogni volta che ne avevano l'occasione. 
Era così strano pensare che avremmo avuto il nostro posto sul famoso bus che li portava in giro per il mondo. Avremmo avuto il nostro letto.. sarebbe stata la nostra casa per più di due mesi e non potevo essere più felice. Ero circondata da persone con cui amavo stare, come per esempio Lou, Tom e la piccola Lux che ci seguiva ovunque.. era tutto perfetto. 
I primi giorni andarono benissimo. Fummo accolte bene da chiunque nella troupe. Era strano, ma eccitante. 
Inoltre era bellissimo poter passare finalmente un po' di tempo con mia sorella senza il pensiero che dopo qualche ore avremmo dovuto salutarci. 


Harry.
Stavo rientrando nell'hotel di New York con Emma, mentre tutti i paparazzi cercavano di farci domande. Il tour era ormai iniziato da due settimane e le ragazze si erano ambientate benissimo. Nonostante ciò, non erano abituate alle attenzioni dei media, perciò cercavo sempre di tenere Emma al "sicuro" perché non volevo che le parole stupide di qualche giornalista la ferissero.
-Ignorali- gli sussurrai quando sentii una delle loro classiche domande del tipo "come ci si sente ad essere il rimpiazzo di Taylor Swift?".
-Tanto loro non lo sanno che in realtà le cose sono andate al contrario!- mi rispose sorridente una volta dentro. 
Riusciva sempre a sorprendermi, non importava cosa accadesse. Lei era sempre pronta a ribaltare la situazione facendola sembrare a suo favore.
Le misi un braccio sulle spalle per abbracciarla e le stampai un bacio in fronte.
Subito dopo di noi entrarono Daisy e Louis, anche loro abbracciati e sorridenti. 
-Dimmi che non lo hai fatto veramente e che me lo sono sognata!- diceva lei ridendo riferendosi a qualcosa che doveva essere successo da poco.
-Che hai fatto sta volta?- gli domandò Emma quando ci raggiunsero. Louis scoppiò a ridere, lasciando la parola alla sua ragazza. 
-Ha fatto il dito medio ai paparazzi qui fuori perché continuavano a fare domande su di me- spiegò la bionda ancora immersa nella risata. 
-Louis, non so cosa tu abbia fatto, ma qui fuori è un delirio!- esclamò Zayn entrando ed indicando i fotografi. 
-Solo una delle sue solite cazzate, tranquillo!- commentai io. 
Fu in quel momento che sentii una voce femminile chiamarmi. 
-Harry?- sembrava più una domanda che un'esclamazione, perciò mi voltai per vedere di chi si trattasse.
-Kara!- esclamai non aspettandomi di vederla. 
Kara Marshall era una modella inglese che avevo conosciuto ad una festa l'anno prima. Ci eravamo sentiti per un po' di tempo, prima che mi mettessi con Taylor, ma niente era mai accaduto. 
-Che ci fai qui?- mi domandò.
-Sono in tour con i ragazzi- indicai Zayn e Louis, togliendo il braccio dalle spalle di Emma. 


Emma.
Quella ragazza dai capelli biondo platino era apparsa dal nulla e la prima cosa che avevo pensato guardandola era la parola "perfezione".
Aveva un viso davvero stupendo. 
-Loro sono Emma e Daisy- Harry ci presentò; tesi la mano per stringergliela, così come fece mia sorella mentre lei ripeteva il suo nome. Intuii che doveva essere un'amica del mio ragazzo poiché sembravano molto in confidenza.
-Bene, noi andiamo perché siamo esausti! A domani!- disse Louis, parlando anche a nome di Daisy e Zayn.  
Erano ormai le due di notte. Dopo il concerto eravamo usciti a mangiare qualcosa e dovevo ammettere che a quell'ora la stanchezza cominciava a farsi sentire. Inoltre, il giorno dopo io, Frankie e mia sorella avremmo dovuto partire per Londra per i risultati dell'università.
-Ti dispiace se salgo anche io? Sono stanchissima!- mi rivolsi ad Harry. 
-No, tranquilla! Aspettami in camera. Arrivo tra qualche minuto-  mi rispose sporgendosi verso di me per darmi un bacio. Salutai la sua amica con un semplice ciao e seguii gli altri tre sull'ascensore alle nostre spalle.
Non appena giunsi in camera, dopo essermi cambiata, mi sdraiai sul letto e caddi in un sonno profondo. Probabilmente non mi sarei svegliata fino alla mattina seguente, se non avessi sentito degli strani rumori. Sembrava che qualcuno stesse cercando di entrare in camera, perciò allungai il braccio alla mia destra, dove solitamente dormiva Harry, ma nel letto non c'era nessuno al di fuori di me. Presi il cellulare che avevo posato sul comodino e guardai l'orario. 
-Sono le cinque- constatai. 
A quel punto capii che la persona che era appena entrata in camera non era altro che Harry, perciò accesi la luce.
-Emma, sei ancora sveglia?- domandò quasi spaventato. Io lo guardai con un occhio aperto ed uno chiuso mimando un no con la testa.
-Ti ho sentito entrare e mi sono svegliata! Ma dov'eri? Sono le cinque!- probabilmente se fossi rimasta sveglia ad aspettarlo mi sarei preoccupata a morte.
-Scusa, ero con Kara giù nella hall. Ora torna a dormire!- si avvicinò al letto e si sporse verso di me per baciarmi. 
Mi fidavo ciecamente di lui, perciò non feci nessun altra domanda prima di ritornare nel mondo dei sogni.
La mattina dopo, sia lui che Niall e Louis ci accompagnarono all'aeroporto. Daisy aveva deciso di farsi qualche giorno a Londra con noi, approfittandone per andare a trovare i nostri genitori. Non ci furono saluti tragici questa volta, perché sapevamo che dopo esattamente sette giorni ci saremmo rivisti.

 
Arrivammo in città la Domenica ed il Lunedì mattina ci precipitammo in Università, ansiose di sapere il risultati del nostro primo anno. 
Sia io che Frankie, pur seguendo corsi diversi, riuscimmo ad ottenere il massimo dei voti, il che ci permise quindi di chiudere con un "First". Eravamo al settimo cielo, tutto stava andando perfettamente negli ultimi tempi. Quando chiamammo i ragazzi per avvisarli, sembravano addirittura più entusiasti e orgogliosi di noi.
Daisy non faceva altro che definirci dei geni, così come i miei genitori che ci raggiunsero per qualche giorno a casa nostra. 
Anche Gemma aveva concluso con il massimo dei voti e per lei era il suo ultimo anno, così decise che per festeggiare sarebbe partita con noi per l'America.
Per questo motivo, a metà settimana venne da noi a Londra.

La Domenica in cui finalmente saremmo ripartite arrivò; Avevo uno strano presentimento da qualche giorno, poiché ogni volta che provavo a telefonare ad Harry, il suo telefono suonava libero e non ricevevo mai risposta. Solo dopo circa mezz'ora, era lui stesso a richiamarmi. 
Poteva sembrare una cosa normale, dopotutto erano in Tour ed erano impegnati 24 ore su 24 la maggior parte dei giorni; il fatto che però niente di simile fosse mai successo mi rendeva un po' perplessa.
Avevamo il volo alle sette di sera, ma esattamente dodici ore prima io ero già sveglia e agitata. Continuavo a pensare che Harry mi stesse evitando e ciò non mi permetteva di prendere sonno. Mi alzai dal letto che condividevo con Gemma, controllai che mia sorella e Frankie stessero ancora dormendo ed infine presi il mio portatile e mi diressi in cucina. 
Dopo essermi preparata una tazza di caffè, mi sedetti sul divano il salotto ed aprii il computer. Mi connessi a Facebook, notando che nessuno dei profili dei ragazzi era online. Fu in quel momento che mi resi conto che dovevano dormire tutti, dato che si trovavano a meno sei ore di differenza. 
Mi connessi in seguito su Twitter e lì successe il tutto. 
Mi apparse subito il tweet di una fan dei ragazzi che seguivo che diceva "Harry, che combini?" ed una foto era allegata. 
Quando l'aprii, sentii il mondo cadermi addosso. Era un collage del mio ragazzo che indossava una maglietta dei Kiss ed in seguito una foto di Kara, la sua apparentemente amica, che indossava la stessa identica maglietta uscendo dal suo hotel la mattina dopo aver passato la notte lì.
La tazza mi scivolò dalle mani, facendo un rumore talmente forte da svegliare le ragazze. Io ero immobilizzata davanti al pc.
-Em, che succede?- Gemma fu la prima a correre in salotto, probabilmente era quella con il sonno più leggero.
Non riuscivo a rispondere.. non volevo rispondere. Sapevo perfettamente nella mia testa che poteva essere una semplice coincidenza, ma incominciavo già a collegare tutte le cose. Come per esempio il fatto che non rispondesse mai al telefono da quando Kara si era ripresentata..
-Emma!- esclamarono contemporaneamente Frankie e Daisy. 
Continuai a non dire nulla, ma mia sorella intuì subito che si trattava di qualcosa che avevo visto sul computer; per quel motivo, evitando di scivolare sul caffè che avevo rovesciato sul pavimento, mi si sedette affianco e guardò lo schermo. 
-Sono sicura che è una coincidenza.. non ti farebbe mai una cosa del genere.- disse subito.
-Ma che suc..?- Gemma si bloccò non appena vide l'immagine. -No Emma, non può averlo fatto! Sai quanto ti ama.. non lo farebbe mai!- continuò.
La mia migliore amica non aprì bocca, mi conosceva talmente bene da sapere che in quel momento non avevo bisogno di parole. L'unica cosa che fece fu porgermi il mio cellulare ed impormi di chiamare il diretto interessato. 
-Chiamalo- disse. -Ora- aggiunse quando mi vide leggermente contrariata. 
Pensai che la ragione fosse dalla parte di Frankie; in fin dei conti lui era l'unico che poteva darmi una spiegazione, ed io mi fidavo ciecamente del mio ragazzo.
Selezionai il suo numero che si trovava tra i preferiti e, dopo qualche squillo, rispose una persona che era tutt'altro che Harry.
-Lou?- domandai. Riconobbi subito la voce della madre di Lux, nonché ormai amica.
-Emma! Scusa se ho risposto io, ma Harry è impegnato- mi disse subito. Perciò pensai stesse lavorando, pur essendo ormai le due di notte dove si trovavano loro.
-Ah, capisco! E' con i ragazzi? Posso provare a chiamare uno di loro e farmelo passare allora- la mia intuizione non era sempre perfetta. Il silenzio prolungato dall'altra parte del telefono non mi fece presagire nulla di buono.
-No Em.. è con Kara.- cercò di dirlo nel modo più tranquillo possibile per far sì che non mi preoccupassi, ma per la seconda volta quella mattina, sentii il mondo cadermi addosso. 
-Okay, grazie mille Lou!- appena mi rispose, chiusi la telefonata e lanciai il telefono dall'altra parte del divano.
Le altre avevano già intuito il tutto. 



Harry.
Era arrivato il giorno in cui Emma sarebbe finalmente tornata. In quella settimana dovevo ammettere che avevo passato molto tempo con Kara e mi sentivo colpevole poiché avevo trascurato molto la mia ragazza, perciò pensai di farle una sorpresa ed andarla a prendere in aeroporto. 
Gli altri avrebbero aspettato il hotel poiché erano presi a scrivere una canzone per il nuovo album.. io avevo già buttato giù tutte le mie idee su un foglio e avevo lasciato loro libero arbitrio. Quel pomeriggio volevo farmi perdonare da lei.
Salii sulla grande macchina nera con Paul e ci dirigemmo insieme all'aeroporto di New York. Una volta entrati, andammo nella zona arrivi in una sala in cui non avrebbe avuto accesso nessuno, se non le persone che sarebbero scese dall'aereo che era appena atterrato, in modo da non essere seguito da fotografi o fans. 
Quando le porte del tunnel che aveva condotto tutti dall'aeromobile fin lì si aprirono, cominciai a cercare visi conosciuti. 
Conoscevo abbastanza Emma e le altre ragazze da sapere perfettamente che sarebbero state le ultime ad uscire.. e così fu. 
Vidi Gemma ridere con Daisy e Frankie su qualcosa che doveva essere appena successo, ma non appena si accorsero della mia presenza, diventarono più serie che mai. Paul era alle mie spalle e come me si stava chiedendo cosa stesse accadendo e soprattutto perché la mia ragazza non fosse ancora scesa dall'aereo.
-Ciao ragazze!- dissi non appena giunsero a pochi metri da noi. Gemma mi lanciò uno sguardo fin troppo accanito.
-Che succede? Dov'è Emma?- chiesi subito dato che non mi degnarono di una parola. Tutte e tre si guardarono, probabilmente per decidere chi avrebbe risposto.
-Non è qui. E' a Londra.- fu Daisy a darmi la notizia. 
Fu come se il pavimento sotto di me stesse scomparendo e io stessi facendo un volo in caduta libera.
Cosa era successo? Cos'erano tutti quegli sguardi?  E perché Emma non era lì?

Buooon Pomeriggio!
Allora, come state ragazze?? Spero bene :)
Weeeell, questo è il capitolo che da inizio a un po' di problemucci.. Vi avevo avvisate muahahah
Spero tanto che vi piaccia, perciò aspetto i vostri commenti!
Un bacione, Raffy <3


  
                                         Daisy                                                         Frankie                                                 Gemma
                                    

                          Kara Marshall                                                              Lou                                                                The boys          

 

                                                                                                                           Harry e Emma
                                                                   

                                                         



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Capitolo 25
*** Forever On My Skin. ***


Forever on my skin

Odiavo dover far la parte della gelosa, ma odiavo ancor di più dover essere quella che cerca di far finta di non essersela presa; per questo motivo presi la decisione migliore: restai a Londra. 
Inizialmente le ragazze furono un po' contrariate; cercarono in tutti i modi di convincermi a partire con loro, ma non mi smossero. 
Non mi sarei presentata davanti ad Harry a chiedere spiegazioni forse proprio perché non volevo sentirmi dire in faccia che i miei presentimenti erano corretti. Non volevo che mi confermasse che era davvero stato con quella modella stratosferica e che si era dimenticato di me in una sola settimana.
Quando Gemma, Daisy e Frankie uscirono di casa per dirigersi in aeroporto, sprofondai nel mio letto addormentandomi.
Mi svegliai quella che scoprii essere la mattina dopo, a causa del suono del mio telefono.


Harry.
Quando mi sentii ripetere le stesse identiche parole da mia sorella, cominciai a camminare avanti e indietro per quella sala. Cercai il telefono in tasca, ma mi resi conto di essermelo dimenticato in hotel. Paul si era allontanato di qualche metro, controllando che nessuno facesse accesso in quella parte dell'aeroporto.
-Vi prego, che è successo? - chiesi per l'ennesima volta, sperando di ricevere una risposta. A quel punto Gemma mi si avvicinò.
-Harry, ne parla chiunque. E' possibile che tu non sappia niente?- non capivo a cosa si riferisse, ma capii quando Frankie mi mostrò un'immagine sul suo telefono. Una parte della fotografia ritraeva me e Kara mentre rientravamo in hotel due sere prima, mentre l'altra ritraeva Kara mentre usciva indossando la mia maglietta la mattina dopo. 
-Non è possibile.. no, no. Non è successo niente, lo giuro!- guardai subito Daisy, che mi stava fissando con uno sguardo piuttosto confuso.
-La persona a cui devi delle spiegazioni è Emma, non siamo noi.- mi disse proprio lei. Mi meravigliai del fatto che non mi avesse ancora ucciso con le sue mani.
-Io.. io ho bisogno di vederla. Devo parlarle.- non mi voltai nemmeno verso Paul per capire quale fosse la sua opinione. Mi guardai intorno cercando di capire dove andare e poi incominciai a correre verso il banco dei check in. Nessuno cercò di fermarmi, nemmeno il grande e grosso Higgins.
Mi girai solo nel momento in cui porsi la carta di credito alla donna addetta ai biglietti, subito dopo averle detto di voler partire per Londra con il primo aereo disponibile. I loro sguardi non erano contrariati.
-Ricordati di tornare entro tre giorni!- urlò Paul, riferendosi ai giorni liberi che avevamo prima del prossimo concerto.
Sembravano tutti fieri della mia mossa; speravo che anche Emma avrebbe reagito così.


Emma.
-Pronto?- la mia voce mattutina sembrava più uno stridolo.
-Emma?- domandò un tono femminile con un forte accento inglese, di cui non conoscevo l'appartenenza.
-Sì, chi parla?- era ancora piuttosto scossa e non mi andava di parlare con nessuno. Volevo solo stare nel mio letto senza pensare a niente.
-Sono Kara.- quel nome mi fece rabbrividire. Lei cominciò a parlare, intuendo che non avrei detto assolutamente nulla.
-Ho visto che su i giornali si parla di me e Harry, perciò volevo solo avvisarti.- se l'avessi avuta davanti, l'avrei molto probabilmente uccisa.
-Avvisarmi di che cosa? Che hai colto l'occasione del fatto che fossi partita per portartelo a letto? Bè, se pensi che sia una cosa da vantare allora fatti qualche domanda.- non parlavo così animatamente dal momento in cui avevo visto la foto incriminata.
-Forse dovresti fartela tu, dato che a quanto pare lui non aspettava altro che tu te ne andassi.- andai su tutte le furie.
-Senti, non so come tu abbia fatto ad avere il mio numero e non mi interessa, ma prova a telefonarmi ancora una volta o a farti anche semplicemente vedere davanti ai miei occhi e giuro che non la passerai liscia.- a quel punto le chiusi il telefono in faccia.
Potevo sembrare una ragazza calma e buona, ma quando una persona era capace di farmi infuriare in quel modo nessuno riusciva davvero a tenermi a bada.
Mi alzai dal letto, avvolta nel mio piumone.. pur essendo Giugno, in quei giorni si gelava a Londra. 
Quando giunsi in cucina, mi preparai la mia classica tazza di caffè senza la quale non potevo vivere e mi misi a fissare fuori dalla finestra pensando a quanto avrei voluto tirare i capelli a quella finta bionda e strapparglieli completamente. 
Ero talmente distrutta, che mi sembrò addirittura di vedere Harry scendere da un taxi e dirigersi verso il cancelletto del mio appartamento. 
Mi voltai, pensando di essere completamente impazzita e fu in quel preciso momento che il citofono di casa mia suonò. 
Tornai di nuovo vicino alla finestra, sperando di essermi immaginata tutto, ma per la seconda volta vidi la stessa identica cosa.. Harry era davvero lì fuori.
Aprii l'anta e lo guardai.
-Che diavolo ci fai qui Styles?- esclamai incredula. 
-Aprimi ti prego.. devo spiegarti- sembrava distrutto, ma non mi sarei fatta prendere in giro.
-Ci ha già pensato la tua michetta. Mi ha appena chiamato!- lo informai di ciò che era appena successo. La sua espressione cambiò, sembrava arrabbiato.
-Chi, Kara?- domandò.
-Perchè, te ne sei portato a letto altre in mia assenza?- mi sentivo male a dover anche semplicemente pensare a quelle cose.
-Non sono stato con nessuno Emma! Ti prego, aprimi!- non avevo nessuna intenzione di farlo e lui lo capì.
-Va bene, vorrà dire che resterò qui giù fino a quando non mi farai salire- sapevo perfettamente che ne sarebbe stato capace, ma non pensavo si sarebbe spinto a tal punto, perciò accettai la sfida e mi andai a sedere sul divano convinta che sarebbe durato poco.
 
Fissai l'orologio davanti a me per un'ora e dovevo ammettere che morivo dalla voglia di sapere se lui fosse ancora lì. Avrei scommesso mille sterline che in quel momento era già su un aereo di ritorno in America. 
Decisi di alzarmi per andare a controllare e, quando lo feci, mi resi conto che molto probabilmente avrei perso i miei soldi: era seduto sul marciapiede ad aspettare un mio cenno di vita. 
Sospirai pensando se fosse la cosa giusta da fare, poi mi avvicinai al citofono e premetti il pulsante per aprire. 
Sbirciai dalla finestra per vedere la sua espressione, che fu completamente di sorpresa. Si alzò di colpo e in un millesimo di secondo lo trovai alla porta.
Lo feci entrare, ma appena si sporse per abbracciarmi io feci un enorme passo indietro scansandomi. 
-Em..- pronunciò il mio nome sconsolato. Io lo guardai, aspettando di sentire cos'avesse da dirmi. Mi andai a sedere sul divano, ancora avvolta nella coperta e così fece lui, posizionandosi accanto a me.
-Non è successo niente con Kara. Siamo tornati in hotel assieme perché da quando ci siamo visti l'altro giorno, lei ha deciso di stare in una stanza lì. Poi l'altra sera ha perso le chiavi ed, essendo notte fonda e non essendoci nessuno in reception, le ho offerto di dormire sul divano di camera nostra.. Non so come, ma la mattina dopo è uscita con indosso la mia maglia.- finì e mi guardò, aspettando una risposta che non arrivò. Lo stavo fissando dritto negli occhi, cosa che non era per nulla facile.
-Tra me e lei non è successo niente! Ti prego credimi Emma!- si sporse ancora verso di me per afferrarmi le mani, ma io non glielo permisi.
-Perchè dovrei credere a te e non al fatto che lei mi abbia appena chiamato, vantandosi di essere stata a letto con te?- conoscevo già la risposta in realtà.
-Perchè io ti amo e non ti farei mai una cosa simile.- non esitò nemmeno un attimo. Aveva detto quella frase in un modo talmente convincente da stupirmi.
A quel punto mi alzai, lasciando cadere il piumone che mi copriva. Mi ricordai solo in quel momento di aver indosso una delle sue maglie, che mi arrivava più o meno a metà coscia. 
-Non fare strani commenti sul fatto che io stia indossando questa maglietta. Era l'unica.. era.. ehm, era lì e l'ho messa.- classica figura da stupida.
-Non stavo per dire nulla- mi rispose sogghignando, cercando di nascondere che stesse per scoppiare a ridere. 
Evitandolo volutamente, mi avviai verso la cucina senza dire nulla e riempii due tazze di caffè. Tornai sul divano porgendogliene una; sapevo perfettamente che non era abituato a quell'orario, essendo ormai da quasi un mese in America.
-Grazie- disse subito. 
Sembrava stessi cercando di prendere tempo, ma in realtà non sapevo realmente cosa dire.
-Styles..- mi decisi a parlare. Lui saltò sull'attenti e tendendo il braccio posò la tazza sul mobile affianco al divano. 
Lo fissai da capo a piedi, rendendomi conto che c'era soltanto una cosa da fare..
-Quanto puoi essere stupido? Ti rendi conto che hai preso il primo volo da New York a Londra per me?- nessuno aveva ma fatto tanto.
-Quindi mi perdoni?- mi fece una specie di sguardo da cucciolo a cui solitamente non sapevo resistere.
-Solo se mi prometti che non porterai nessun'altra ragazza in camera!- gli puntai l'indice contro.
-A meno che tu non mi stia nascondendo qualcosa, una ragazza dovrò pur portarcela- come al solito mi fece scoppiare a ridere rendendo evidente il fatto che stessi cercando di fare l'arrabbiata, anche se in realtà mi stavo sciogliendo pian piano. Era inutile dire che mi fidavo ciecamente di lui. 
Mi avvicinai per dargli una spinta con entrambe le mani, ma lui me le afferrò tirandomi verso di se in modo che finissi esattamente sdraiata sopra di lui sul mio divano.
-Quante volte.. te lo devo … ripetere… che il sesso non aggiusta le cose?- dissi, cercando di parlare tra un bacio e l'altro.
-Bè, ma se ci pensi in realtà abbiamo già chiarito.- mi rispose guardandomi negli occhi a pochissimi centimetri dal mio viso.
-Mi sembra una risposta accettabile- non potei fare a meno che riavventarmi su di lui.


Dopo aver finito di "fare la pace", partirono le riflessioni alquanto strane del mio ragazzo.
-Dovremmo farci un tatuaggio.- affermò mentre mi stringeva tra le sue braccia.
-Ancora?- gli risposi. Avevo ormai perso il conto di quanti ne avesse.
-Intendo io e te- specificò. Rimasi un po' spiazzata inizialmente, non credevo potesse mai pensare una cosa simile.
-E se ci lasciassimo? Avresti per sempre il mio straziante ricordo stampato sulla pelle..- cercai di fare la tragica, anche se in realtà non riuscivo nemmeno pensare al giorno in cui ci saremmo definitivamente separati. Poteva sembrare infantile, ma speravo non accadesse mai.
-Non sarebbe straziante. Sarebbe il ricordo del periodo più bello della mia vita.- Harry aveva quei momenti di dolcezza che mi facevano decisamente venire il diabete, ma allo stesso tempo li adoravo poichè mi facevano sentire importante. Mi voltai per guardarlo bene negli occhi e così fece anche lui.
-Ci sto, a patto che mi porti in quello studio di cui mi parli sempre a Los Angeles- la maggior parte dei tatuaggi li aveva fatti in quel posto. Sapevo la storia di ognuno di loro ed ero a conoscenza del fatto che alcuni non avessero alcun senso, ma altri erano pieni di significato ed erano esattamente quelli che aveva fatto lì.
-Indovina? E' il posto in cui andremo quando partiremo da qui. Il prossimo concerto è a Los Angeles, gli altri partiranno stasera da New York- rispose.
Bene, ero pronta a marchiare la mia pelle con qualcosa che sarebbe appartenuto anche lui. 
Ero pronta a lasciare un segno indelebile. 
Era strano come fossi riuscita a passare da infuriata com'ero, a felice come una pasqua. Era l'effetto che Harry aveva su di me, non potevo negarlo.


Harry.
Non potevo essere più felice. Ero riuscito nel mio intento ed ero contento di essere stato capace di dimostrare che a lei tenevo più di qualsiasi altra cosa. 
Continuavo a ripeterlo a chiunque, anche a me stesso, quanto fosse tutto perfetto con Emma. Non sentivo il peso di una relazione seria come in tutte le storie che avevo avuto fino a quel momento, stavo bene.. decisamente bene.
Avevamo deciso di passare un altro giorno a Londra, grazie ai miei tre giorni liberi. 
In quel momento stavamo scendendo dall'aereo che ci aveva portato direttamente a Los Angeles ed Emma mi aveva lasciato momentaneamente solo con Paul, che ci era venuti a recuperare all'aeroporto, per far si che riuscissi a firmare gli autografi delle ragazze che mi avevano accolto. 
Mi rendevo conto sempre più di quanto la cercassi quando non era vicino a me. Scrutai in ogni angolo per capire dove fosse, fino a quando non la vidi parlare sorridente con Preston, l'altro addetto alla sicurezza. Mi uscì un sorriso spontaneo e inconsapevolmente mi estraniai dalla situazione rimanendo incantato a guardarla, finchè una delle ragazze non mi riportò alla realtà chiedendomi una foto. 
Dopo circa dieci minuti, furono tutte allontanate da Paul, per permettermi di raggiungere la mia fidanzata. Non mi resi conto però che una di loro mi stava seguendo. 
Non appena arrivai accanto a Emma, lei mi sbucò di fianco. Ebbi un momento di terrore, poiché pensavo avrebbe dato contro alla mia ragazza.
-Scusate, posso avere una foto con entrambi?- mi calmai subito. Preston cercò di allontanarla, ma Em la fermò sorridente.
-Certo!- le rispose. Adoravo il fatto che avesse oltrepassato la parte del disagio dovuto all'essere conosciuta da praticamente tutto il mondo. Non che le piacesse a pieno, visto che era sempre stata abbastanza timida, ma stava pian piano accettando il tutto. 
La fan americana si mise in mezzo a noi due e chiese a Paul di scattare la fotografia. Quello che mi colpì più del resto fu quello che disse prima di andarsene.
-Grazie mille. Sei la fidanzata migliore che Harry potesse avere, non ascoltare chi dice il contrario!- sul viso di Emma si aprì un sorriso enorme e subito si sporse per abbracciarla. 
-Credo che qualcuno abbia più fans di te ormai!- scherzò Preston rivolgendosi a me e facendo ridere tutti.
Dopo averla salutata ci dirigemmo subito alla "tattoo parlour".


Emma.
Avevo ancora il sorriso stampato in viso per quello che mi ero sentita dire da una delle tante fan in aeroporto quando entrammo nello studio dove avremmo dovuto fare il tatuaggio.
-Ciao Harry! Ben tornato!- esclamò colui che doveva essere il padrone del locale.
-E tu sei Emma, giusto?- si rivolse a me, tendendomi la mano. -Piacere, Bill- continuò. Dopo i saluti iniziali, ci fece sedere in una saletta dicendoci che sarebbe tornato non appena avremmo deciso cosa tatuarci. Non ne avevamo ancora parlato, il che era strano. 
-Dev'essere qualcosa che ci rappresenta..- disse Harry una volta soli. Ci guardammo intensamente negli occhi per circa 5 minuti, pensando ad una buona idea ed infine, neanche facendolo apposta, esclamammo insieme: -Ho trovato!-.
Scoppiai a ridere nel vedere la sua espressione nel momento in cui si accorse che avevamo parlato esattamente nello stesso momento.
-Stavo pensando ad una frase.. in realtà è una frase che hai scritto tu..- dissi guardando per terra.
-"Do You Remember Summer '09?"- mi anticipò. Alzai lo sguardo repentinamente e piuttosto spiazzata poiché era esattamente quello che avevo in mente.
-Ma come?- replicai.
-Ti leggo nel pensiero Edwards.. ormai dovresti esserne al corrente!- si avvicinò abbracciandomi e dandomi un bacio in fronte. 

La realtà era che lui mi capiva più di qualsiasi altra persona al mondo. Eravamo in perfetta sintonia e spesso mi chiedevo come fosse possibile, ma non c'era una risposta plausibile. Eravamo fatti l'uno per l'altra. 





Buooooonasera!
I'm back with another chapter :) 
Avete visto??? Si tatuano il nome della FanFiction.. che genio che sono hahaha. 
Okay, tornando seria; Sembra che abbiano fatto pace.. durerà o non durerà? Cosa ne pensate?
Fatemi sapere tramite una recensione cosa ne pensate e soprattutto cosa vorreste che accadesse!
Un bacio, Raffy <3


                      Emma                                                    Harry                                                            Kara (con la maglia di Harry)
           







   

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Capitolo 26
*** I Already Know. ***


I Already Know
 
Dopo due mesi dal giorno in cui ero arrivata in America con Harry, il Tour terminò. 
Prima di fare ritorno a casa, parteciparono ai Video Music Awards a Brooklin il che fu alquanto strano per noi ragazze, perché fu la nostra prima apparizione su uno schermo televisivo in qualità di fidanzate. Nonostante tutto, chiunque incontrassimo aveva cercato di farci sentire a nostro agio. 
Erano stati mesi bellissimi, non mi ero mai divertita così tanto in vita mia. Tutti i componenti della crew erano stati gentilissimi e ci avevano accolte al meglio.
Con Harry era sempre andato tutto a gonfie vele, così come con tutti gli altri. Perrie e Danielle ci avevano raggiunto due settimane prima di tornare a Londra ed avevamo passato 5 giorni al mare a Miami con loro. 
Il rapporto che si era instaurato tra me e Lou, inoltre, era stupendo; era come se fosse la mia seconda sorella maggiore. Passavamo ogni secondo insieme; io, Frankie, Daisy, Gemma e lei eravamo praticamente inseparabili. 
Eravamo una grande e grossa famiglia.


Ora era ormai il 30 Agosto. Il giorno dopo la première del film dei ragazzi, intitolato "This Is Us"
Era stato surreale camminare sul red carpet del cinema di Leicester Square a Londra accanto a tutte quelle persone famose internazionalmente. Era il cinema in cui io e Frankie andavamo sempre prima che la nostra vita cambiasse e ritrovarsi lì come qualcuno conosciuto in quasi tutto il mondo era davvero strano. 
Harry si prese cura di me nel vero senso della parola; evitò che qualsiasi giornalista mi importunasse facendo domande sulla mia vita privata ed era sempre presente, qualsiasi cosa stessi facendo. Mi sentivo amata e quella era la cosa più importante. 
Vedermi sul grande schermo di quel cinema fu ancora più strabiliante. Non avrei mai pensato che mi potesse succedere una cosa simile nella mia misera vita da studentessa.
La sera avevamo fatto tardi, poiché era stato organizzato un After Party in un famoso locale dove festeggiammo contemporaneamente anche il compleanno di Liam che si teneva lo stesso giorno. C'erano tutti i parenti, gli amici e noi ragazze; Fu una sensazione bellissima. 
Proprio a causa della festa, quella mattina avevo dormito fino a tardi. 
Quando aprii gli occhi, mi accorsi che Harry non era sdraiato accanto a me, cosa molto strana dato che ci trovavamo a casa sua e non era praticamente mai successo che si svegliasse prima di me.
-H?- lo chiamai, con una voce che faceva decisamente intuire quando potessi essere stata sbronza la sera prima.
Non mi rispose, ma lo vidi uscire dal bagno di camera sua intento ad allacciarsi i bottoni della sua camicia.
-Buongiorno!- mi sorrise avvicinandosi e chinandosi su di me per darmi un bacio.
-Come mai sei vestito? Stai uscendo?- mi sembrava più che ovvio porgli una domanda del genere, dato che avevamo deciso di partire per Holmes Chapel nel pomeriggio e non avevamo nessun programma per la mattinata.
-In realtà sto andando da Cal a Los Angeles. Mi ha chiesto di raggiungerlo per qualche giorno.- Cal era il fotografo ufficiale dei One Direction, nonchè grande amico di Harry. 
-Ah..- quella risposta mi lasciò spiazzata. 
-Tranquilla, starò via per poco tempo- mi sorrise, mettendosi in spalla il suo borsone marrone che aveva evidentemente riempito di vestiti mentre io stavo ancora dormendo. 
Mi sembrava tutto molto strano. Mi aveva ripetuto più volte quanto fosse felice di essere a casa per poter passare del tempo con la sua famiglia e ora stava ritornando in America, posto che aveva lasciato solo una settimana prima.
Non mi diede nemmeno il tempo di replicare; mi si avvicinò di nuovo per abbracciarmi e salutarmi, scese le scale e sentii la porta chiudersi. 
Mi alzai dal letto cercando di riordinare le idee, poi intuii che forse aveva bisogno di stare un po' da solo. Lo capivo benissimo, sapevo quanto potesse essere stanco di aver sempre tutta quella gente intorno. 
Dato che Frankie era in Irlanda con Niall, decisi di andare a trovare i miei genitori a Birmingham fino a quando Harry non sarebbe tornato. 
Aspettai invano una sua chiamata per tutto il giorno ed infine la sera mi scrisse un messaggio per avvisarmi che andava tutto bene e che era con Cal e sua moglie. 

Io e mia mamma andammo a fare shopping il giorno seguente, insieme a Gemma ed Anne che ci avevano raggiunte in città. 
Non mi mostrai preoccupata della situazione ai loro occhi, ma in realtà lo ero eccome. Sapevo che qualcosa non andava perché Harry non si era mai comportato in quel modo. Non aveva mai fatto qualcosa senza darmi una spiegazione. 
Anche Anne era molto dispiaciuta del fatto che fosse partito poiché capitava raramente che lui avesse del tempo libero e avrebbe voluto stargli accanto. Mi aveva raccontato quanto le mancasse comportarsi da madre a tutti gli effetti e io odiavo vederla giù di morale.
Nonostante ciò, non feci parola con nessuno della mia preoccupazione per evitare di peggiorare la situazione. Mi dipinsi un finto sorriso sul volto e andai avanti per circa un settimana a ricevere solamente un sms al giorno da parte sua; mai una telefonata. 

Quando mi avvisò che sarebbe ritornato, esattamente otto giorni dopo, mi precipitai a Londra ad aspettarlo. 
Sentii il motore della macchina entrare nel vialetto di casa sua e incominciai ad avere le palpitazioni perché sapevo che qualcosa stava per cambiare.. ne ero certa. 
Entrò dalla porta e mi guardò sorridente. Era un sorriso spento, lo notai fin da subito. 
Lasciò cadere il suo borsone vicino al divano su cui ero seduta e si mise accanto a me. Mi fissò per qualche minuto, rendendo ancora più ovvio il tutto.
-Dobbiamo parlare..- mi aspettavo di sentire quelle parole dal momento in cui era partito per Los Angeles. 
I miei occhi avevano incominciato a riempirsi di lacrime nonostante non avesse ancora iniziato il suo discorso.
-Abbiamo passato otto mesi bellissimi insieme Em..- in quel momento, non riuscii più a contenermi e abbassai il viso completamente inondato.
-Non andare avanti, ho già capito.- cercai di nascondere i mio pianto, ma fu tutto inutile.
-Ti prego fammi finire- mi sollevò il viso con un dito e mi obbligò a guardarlo negli occhi. Non era mai stato così difficile.
-Em, tra un mese partirò per l'Australia e poi andrò in Giappone. Tu in quel periodo inizierai l'università e non potrai starmi affianco.- stava dicendo cose che già sapevo, ma sentirle dire da lui in quel modo mi faceva pensare al peggio.
-Ho provato a stare lontano questa settimana proprio per rendermi conto di come sarà la situazione non vedendoti tutti i giorni e devo ammettere che non credo riuscirò a resistere. Sarà troppo difficile e la cosa migliore in questo momento è prenderci una pausa..- me lo aspettavo, ma avevo davvero sperato che non si trattasse di ciò. Era come se stesse cercando una giustificazione per lasciarmi.
-Non prendiamoci in giro H. Sappiamo entrambi che due persone non si lasciano perché si amano troppo o perché non riuscirebbero a stare lontani l'uno dall'altra!- odiai doverlo dire, ma era esattamente ciò che pensavo. Mi asciugai qualche lacrima con le mani e mi alzai in piedi.
-In qualunque caso, penso di aver recepito il messaggio- mi incamminai verso l'armadio all'entrata dove avevo appeso il mio cappotto e lo indossai, accorgendomi che mi aveva seguito.
-Em, aspetta..- cercò di bloccarmi mentre mi dirigevo verso la porta, perciò mi voltai verso di lui.
-Sapevo benissimo che questo momento sarebbe arrivato prima o poi. Sapevo che ti saresti reso conto di aver scelto la ragazza sbagliata, ma speravo sarebbe successo il più tardi possibile. Comunque, non voglio farti perdere altro tempo. Spero che tu possa essere felice.- non aspettai altro tempo, aprii la porta e uscii senza voltarmi. 
Harry non disse niente, non provò a fermarmi come speravo avrebbe fatto. Non si pentì di ciò che aveva appena detto. 
Fu quando mi ritrovai da sola nella mia auto parcheggiata fuori da casa sua che cominciai a piangere come non facevo da tempo. Mi mancava quasi il respiro. Non potevo credere di essermi davvero illusa del fatto che Harry Styles ed io avremmo passato la nostra vita insieme. 
D'altronde chi ero per avere un privilegio simile? Cosa mi rendeva migliore di qualsiasi altra ragazza?
NULLA.
L'unica risposta plausibile. 

Passò un mese da quel momento e ancora non avevo del tutto attutito il colpo. Ero stata la maggior parte del tempo a Birmingham, chiusa in casa dei miei genitori ad ascoltare la sua voce solo tramite le sue canzoni, poiché non si fece mai sentire.
Mi ero rifiutata di stare a Londra, per evitare di doverlo vedere o di dover vedere chiunque me lo ricordasse. 
Frankie mi chiamava ogni giorno pregandomi di tornare, ma non mi ero mai veramente decisa a farlo fino a quel giorno, 1 Ottobre. 
Sapevo che i ragazzi sarebbero partiti per l'Australia e riuscii anche a farmi entrare in testa che loro non c'entravano niente con quello che era successo tra me e Harry. Non dovevo avercela con nessuno, solo con me stessa perché continuavo a stare così male. 
Mi decisi a tornare in città proprio il giorno della partenza. 
Non appena entrai in casa mia, lei mi corse incontro abbracciandomi e, qualche secondo dopo, fu seguita da Niall che aveva passato lì la notte.
-Come stai?- mi chiese proprio quest'ultimo.
-Potrebbe andare meglio- risposi abbastanza giù di morale e posando il borsone che avevo con me vicino al divano. 
Frankie mi guardò dispiaciuta, ma io le sorrisi cercando di farle capire che non doveva essere in pena per me. 
-Non pensavo fosse nemmeno possibile vedervi separati. Voglio dire, sembravate fatti l'uno per l'altra- continuò l'irlandese. Io feci spallucce abbassai lo sguardo sperando che cambiasse discorso.
-E' inutile parlarne Niall. Quel che è stato è stato!- era faticoso esprimermi ad alta voce. -L'unica cosa che ho bisogno di fare ora è scusarmi con voi ragazzi, con Perrie, Danielle, Lou e tutti gli altri per avervi escluso dalla mia vita in questo ultimo mese.- mi ero resa conto di quanto fosse stata una mossa stupida.
-Non ci pensare neanche!- esclamarono contemporaneamente prima di scoppiare a ridere. 
Erano perfetti insieme e tutto ciò mi portava malinconia perché non facevo altro che pensare a quanto anche io e Harry fossimo così fino a qualche tempo prima.
-No davvero Em, non ti scusare con noi. E' normale!- Frankie si fece avanti per abbracciarmi e Niall ci guardò sorridendo teneramente. 
-Ti va di venire con noi? Stiamo andando in aeroporto dove ci aspettano gli altri- mi propose il biondo. Io lo guardai indecisa.
-Dai! Non puoi lasciarli partire senza salutarli!- cercò di convincermi la mia migliore amica.
Ci pensai su un attimo. Pensai a quanto sarebbe strano rivederlo a pochi metri di distanza e non poterlo abbracciare.. non potergli, o meglio non volergli, rivolgere la parola. 
Sarebbe stato difficile? Sì, decisamente. 
Valeva la pena perdere tutti gli amici per una storia d'amore andata male? Assolutamente NO.
-Okay, datemi un minuto per cambiarmi- ero sicura di quello che stavo per fare.

Dopo circa mezz'ora, ci trovammo a Heathrow grazie a Preston che era venuto a recuperarci con un'auto. 
Appena entrati nell'aeroporto, vidi in lontananza Liam e Danielle. Sorrisi spontaneamente, felice che tutto andasse di nuovo bene tra loro. Subito dopo, mi sentii posare il braccio sulla spalla da qualcuno. Mi voltai e vidi Zayn sorridente accanto a me.
-Heeey!- esclamai abbracciandolo. 
-Emma! Pensavamo non volessi più vederci!- questa volta fu Louis a parlare. In realtà ero sicura sapesse benissimo quello che stavo passando.. Daisy non se l'era di certo tenuta per se durante le loro sessioni Skype giornaliere!
-Bisogna dare una sistemata a questi capelli!- sentire la voce di Lou mi rese felicissima, tanto che le corsi incontro per abbracciarla.
-In realtà avrei bisogno di un make-over completo!- commentai, alludendo al fatto che fossi distrutta.
-Emma!- anche Liam e Danielle ci raggiunsero; fu proprio quest'ultima a esclamare il mio nome prima di stringermi tra le sue braccia.
-Mi siete mancati un sacco!- mi rivolsi a tutti, guardandoli in faccia uno per uno.
Per un momento mi ero quasi dimenticata di tutto. Mi era quasi sembrato come ai vecchi tempi. 
Qualcosa però mi fece tornare alla realtà e fu il suono del telefono di Lou. Mi venne spontaneo guardare di chi si trattasse, poiché era proprio di fianco a me. Sarebbe stato meglio non farlo, dato che il nome che apparve sul display fu quello di Harry.
-Pronto?- disse lei, cercando di non nominarlo per evitare che mi deprimessi ancora di più. 
Mi aveva telefonato anche lei praticamente ogni giorno da quando Harry le aveva raccontato di avermi lasciata e non aveva ancora realizzato; questo perché era stata a contatto con noi due come coppia praticamente 24 ore su 24 rendendosi conto di quanto stessimo bene insieme! 
-Okay, arriviamo!- la vidi sbracciarsi cercando di farsi notare da qualcuno in lontananza, perciò guardai nella sua stessa direzione cercando di capire chi fosse quella persona.
Fu proprio in quel momento che mi sentii precipitare. 
Lui era lì.. circa a cento metri da me.
-Ragazzi dobbiamo andare ad imbarcarci- sentii il sottofondo le parole di Paul che ci aveva raggiunto, ma non staccai lo sguardo da colui che ormai ero obbligata a definire ex ragazzo. 
Aveva chiamata Lou invece di venire da noi perché si era accorto della mia presenza. Era chiaro, non voleva neppure vedermi e tutto ciò mi distruggeva.
Mentre salutavo uno a uno i ragazzi e i membri della crew che si stavano incamminando verso il gate di imbarco, riuscii a convincermi di una cosa: tra me ed Harry era veramente finita; non era come in uno di quei film romantici in cui il ragazzo si accorge di aver fatto l'errore più grande della sua vita. 

Era tutto terminato. Over. The End.

L'ultima ad abbracciarmi proprio Lou, che mi guardò con un'espressione triste.
-Promettimi che quando tornerò, non ti vedrò più conciata in questo stato- le sorrisi.
-Fisicamente intendi?- sapevo benissimo che si stava riferendo ad altro, ma la buttai sul ridere.
-Lo prometto.- aggiunsi dopo, mentre si stava allontanando.

Non appena Frankie e Danielle finirono di salutare Niall e Liam, ci mettemmo vicino alla vetrata che dava sulla pista, per vederli imbarcarsi sul mezzo che li avrebbe portati dall'altra parte del mondo. 
Forse ci sarebbe voluto molto tempo per dimenticare.. non lo avrei saputo fino a quando non sarebbe davvero successo.
L'unica cosa di cui ero certa in quel momento erano le lacrime che mi scorrevano sul viso mentre vedevo Harry salire su quell'aereo.


Buooooonasera!
Eccoci qui, con un capitolo più triste che mai.
OMMIODDIO, Harry ha lasciato Emma? Ma come è possibilee?
Muahaah io vi avevo avvisate ;)  Rimanete incollate al computer nelle prossime settimane se volete sapere come si evolverà la situazione!
Nonostante la nota tragica, spero che vi sia piaciuto ugualmente.
Fatemi sapere un po'.. aspetto le vostre recensioni!
Un bacio, Raffy <3


                          Emma                                                          Harry                                                                         Lou
      

                          Frankie                                                                         Niall, Louis, Liam, Zayn, Harry
        

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Capitolo 27
*** Unusual. ***


Unusual

Due settimane dopo l'inizio dell'università, i corsi obbligatori per il primo mese terminarono perciò io e Frankie decidemmo di prenderci una piccola vacanza all'estero. Lei diceva di farlo per volersi rilassare, ma in realtà sapevo benissimo che stava cercando un modo per farmi distrarre il più possibile e non farmi pensare agli ultimi accaduti. Era stato davvero difficile riuscire a superare, anche se parzialmente, la delusione che avevo ricevuto.
Era grazie a lei, mia sorella e Gemma che stavo decisamente meglio. Ringraziavo il cielo ogni giorno per avermi donato delle amiche così!
Avevamo deciso tutte e quattro di dirigerci in Francia per una settimana ed era andata a gonfie vele. Dovevo ammettere che vedere Gemma, mi faceva involontariamente pensare a Harry, ma ormai ci pensavo in modo diverso. Non scoppiavo più in lacrime come qualche settimana prima e, in qualunque caso, lei era in grado di farmi sentire meglio standomi accanto.
Sia lei che Anne si erano "schierate" dalla mia parte dal momento in cui lui mi aveva lasciata. Avevamo toccato quell'argomento una sola volta, quando mi avevano invitato a casa loro subito dopo la partenza di Harry. Da quel momento, avevano capito che evitare sarebbe stato meglio, ma nonostante ciò erano sempre presenti per me. Inoltre, ero sicura che mia madre avesse riferito a Anne del periodo di pianto continuo e semi-depressione che avevo avuto durante il primo mese, perciò lei era sempre molto cauta nel parlare quasi avendo paura di farmi scoppiare in lacrime di nuovo. 

Nonostante tutto, in Francia diedi il meglio di me; ritornai ad essere quella ragazza a cui piaceva divertirsi con le amiche e che reggeva decisamente poco l'alcool. Questo fece sì che fossi ubriaca sette sere su sette. 
Ovviamente sapevo di non essere più la stessa di prima; una storia d'amore così ti cambia, pur non volendo. 
Nonostante Gemma portasse il cognome Styles, voleva vedermi voltare pagina così come mia sorella e Frankie. Le attenzioni che ricevevo dai ragazzi intorno a me non mi interessavano però. Allo stesso tempo non volevo pensare ad Harry. Non volevo che mi rovinasse anche quei pochi giorni di pausa che ci eravamo prese. Fu quello il motivo per cui non mi feci problemi a ballare con sconosciuti o a scambiarci qualche parola. Non era nella mia indole, ma capii che non avere nella mente il mio ex ragazzo 24 ore su 24 mi avrebbe davvero aiutato.
Tornammo a Londra una settimana esatta prima del mio diciannovesimo compleanno. Non avevo nessuna voglia di organizzare una festa, 
soprattutto perché la maggior parte dei miei amici in quel momento era dall'altra parte del mondo e non avrebbe avuto senso festeggiare senza di loro.


La mattina del due Novembre mi svegliai, convinta che sarebbe stato un giorno come un altro, non sapendo che in realtà non sarebbe stato poi tutto così tranquillo. 
Non appena aprii gli occhi, sentii qualcuno saltare sul mio letto. 
-Auguri Emmaaaaaaa!- non poteva che essere Frankie, dato che Gemma era ritornata ad Holmes Chapel e Daisy a New York.
-Grazie, grazie!- le risposi cercando di mettermi seduta. -Frankie, ora puoi smetterla di saltare sul letto!- le dissi dopo circa un minuto.
-Sai quanto mi piace!- mi rispose lei facendo un grande ultimo salto, finendo seduta affianco a me.
-Bene, visto che oggi è il tuo compleanno..- la interruppi subito.
-Frankie tranquilla, non voglio nessun tipo di festa o regalo! Mi va benissimo stare tranquille a casa- non appena terminai quella frase, mi suonò il cellulare.
-E' Daisy!- esclamai. -Ma perché mi sta chiamando con il numero inglese se è a New York?- a quella domanda, la mia migliore amica rispose alzando le spalle in segno del fatto che non lo sapesse neanche lei.
-Pronto?- risposi subito dopo.
-Auguri sorellinaaaa!- il suo urlo fu talmente forte che fui costretta ad allontanare il telefono dall'orecchio.
-Grazie!! Ma come mai mi chiami con il numero inglese?- si ammutolì improvvisamente prima di schiarirsi la voce.
-Ehm, perché mi sono dimenticata di ricambiare la scheda sim ieri, mentre stavo recuperando un numero di una mia amica su quella inglese- era talmente sbadata che ero certa non fosse la prima volta. 
Dopo essere state al telefono circa dieci minuti, mi arrivò un altro avviso di chiamata. Erano i miei genitori.
-Scusa Daisy, devo rispondere alla mamma!- la salutai e ricevetti gli auguri sia da mia madre che da mio padre.
Letteralmente un secondo dopo, mi telefonarono Anne, Robin e Gemma. 
-Ma vi siete messi d'accordo? Mi state chiamando tutti contemporaneamente!- esclamai durante la telefonata di gruppo.
Appena riattaccai, ricevetti i messaggi dei ragazzi, di Danielle, Perrie, i componenti della crew ecc.. 
Quando riuscii finalmente ad alzarmi dal letto, pronta per la colazione che Frankie mi aveva preparato in occasione, fui costretta a risedermici perché il cellulare ricominciò a squillare. Stranamente, anche lei mi chiamava dal numero inglese e non da quello che usava solitamente all'estero.
-Hey Lou!- risposi, felice di sentirla.
-Tanti auguri Emma!- mi mancava un sacco. Avevo visto Lux e Tom spesso in quel periodo, dato che non l'avevano seguita in Australia, ma si sentiva molto la sua mancanza.
-Grazie! Ma come mai anche tu mi chiami dal numero inglese?- doveva essere una coincidenza.
-Ehm.. ho usato la scheda inglese? Devo aver sbagliato!- mi rispose titubante. Non diedi molto peso a ciò, così incominciammo a parlare di cosa avremmo fatto quando ci saremmo riviste e soprattutto del cambio che volevo attuare ai miei capelli.

Il tour era terminato due giorni prima in Giappone e sapevo che dopo circa una settimana l'avrei rivista, così come avrei rivisto tutti gli altri. Quello che mi spaventava era il come avrei reagito rivedendo Harry; non mi ero posta quel problema per molto tempo, forse perché ormai sapevo come sarebbe andata a finire: mi sarei sentita malissimo inizialmente, ma poi sarei sicuramente riuscita a tornare in me. 
In qualunque caso, la colazione che la mia migliore amica mi aveva preparato, era riuscita a farmi eliminare dalla mente qualsiasi oscuro pensiero. 
-Non credo di aver mai mangiato così tanto in vita mia!- esclamai imboccandomi l'ultimo pancake. 
-Non parlare troppo presto Em, la giornata non è ancora finita!- mi puntò un dito contro.
-Cos'è, hai pianificato di farmi prendere venti chili il giorno del mio compleanno? Non credo si possa considerare come regalo- le risposi ironica.
-E invece sì! Ora alzati da quella sedia perché andiamo a fare shopping. Stasera usciamo a cena per festeggiare e non abbiamo nulla da mettere- mi disse, afferrandomi le mani e sollevandomi dalla sedia. 
-Ma io shto ancona bangianbo- le risposi con la bocca piena, facendole capire che non avevo intenzione di terminare quella colazione.
-Muoviti Em!- si mise a sistemare e dopo aver finito il mio frullato al cioccolato, la aiutai.


Harry.
Eravamo tornati a Londra in anticipo di qualche giorno, poiché Frankie, Gemma e Daisy ci avevano informati della festa a sorpresa che volevano organizzare per il compleanno di Emma. Lou aveva dato subito la sua disponibilità per aiutare, così come gli altri ragazzi, compresi Michael, Luke, Calum e Ashton.
Si erano tutti affezionati a lei e non ne ero per niente stupito. Aveva quel carattere che ti prendeva subito perché era solare, ma allo stesso tempo timida e riservata. Era diversa da qualsiasi altra persona avessi mai conosciuto. Forse si avvicinava molto ad essere come mia sorella.. quello doveva essere il motivo per il quale andavano così tanto d'accordo.
A proposito di Gemma, fu proprio lei a chiedermi se avessi o meno voluto esserci alla festa. 
Ci misi un po' per decidermi.. non volevo rovinarle la serata con la mia presenza. Era stato tutto molto strano da quando l'avevo lasciata. Non riuscivo ancora a capire il perché l'avessi fatto.. era come se qualcuno si fosse impossessato della mia mente in quel momento e mi avesse costretto a comportarmi in quel modo. 
Forse la distanza che sapevo ci sarebbe stata tra noi mi aveva fatto preoccupare, ma non pensavo sarei mai arrivato a tanto. 
In quel momento sentivo il bisogno di chiarire delle cose con lei.. cose che mi ero tenuto dentro dal momento in cui ero salito su quell'aereo diretto a Sidney un mese prima. Avrei voluto chiamarla ogni santo giorno, sentire la sua voce e rendermi conto del perché fossi così confuso e perso allo stesso tempo. Proprio per questo, avevo deciso di essere presente quella sera.
I miei amici mi erano stati molto d'aiuto in quel periodo. Avevano cercato di farmi pesare meno quell'orrenda situazione.
A tutti mancava casa, a tutti mancavano le rispettive famiglie, fidanzate e amici perciò era più facile essere capito. Lou era stata sempre presente per me, per lo più facendomi intuire di aver fatto un grosso sbaglio senza senso. Non era assolutamente dalla mia parte, ma si era dimostrata un'amica vera nelle lunghe chiacchierate che avevamo avuto; una volta mi aveva addirittura fatto sentire la voce di Emma mettendo in viva voce durante una loro telefonata. 
Ero riuscito a immaginarmi il sorriso sul suo viso nel momento in cui la sua risata era risuonata dal telefono. Quello era stato il segno che mi aveva spinto a pensare.. ed ero giunto ad una conclusione. 



Emma. 
Mi sembrava tutto molto strano quel giorno. Frankie mi stava facendo girare miliardi di negozi in cerca di un vestito per entrambe che non avrebbe dovuto essere né troppo serio, né troppo da "sguattera" da circa tre ore. Io amavo fare shopping, ma quel giorno mi sembrava inutile. Più che altro perché non avrei dato nessuna festa o non avrei fatto nulla di che!
-Ti prego F! Non ci vedrà nessuno stasera.. perché sei così ossessionata da questo vestito?- implorai di smetterla, uscendo dall'ennesimo camerino con l'ennesimo vestito indosso. Lei non mi rispose, spalancò gli occhi e portò le mani davanti alla bocca in segno di stupore.
-Che c'è? Che ti prende?- fui spaventata dalla sua reazione.
-Emma. Questo vestito sembra fatto su misura per te!- continuò a mantenere quell'espressione tale che mi fece venir voglia di guardarmi allo specchio.
Quando lo feci, capii che aveva ragione. Era un tubino beige e oro, lungo fino a metà coscia.
-Lo prendo!- dissi immediatamente, scaturendo la risata della mia amica.
-Meno male che tu eri quella che non aveva bisogno di vestiti!- mi prese in giro, riprendendo una frase che avevo detto io poco prima.
Anche lei trovò l'abito perfetto; era azzurro con dei fiori rosa e verdi dipinti. L'avrebbe sfoggiato con il suo nuovo colore di capelli, che le era stato fatto dalla sorella di Lou, Sam Teasdale, anche lei Hair-Stylist. Il Rosso mogano se n'era andato, lasciando spazio ad un castano scuro che le donava.
Era proprio da Sam che eravamo andate a farci sistemare la chioma quel pomeriggio. Era un tipo come Lou, forse perché erano gemelle.
Finito il nostro make-over giornaliero, Frankie decise finalmente di ritornare a casa. Erano ormai le sei del pomeriggio.
-Alle nove dobbiamo essere al ristorante, ho prenotato per quell'ora!- mi disse non appena mi sfilai le scarpe per buttarmi a capofitto sul letto.
Ovviamente mi addormentai e fui svegliata due ore dopo da una Frankie ancora più agitata di quanto non fosse prima del mio riposino.
-Che ti prende F? Sei perfetta, non essere in panico. Stiamo solo uscendo a cena!- le dissi quando entrambe ci stavamo specchiando davanti all'armadio.
Era decisamente in ansia, ma non mi spiegavo il perché.
-E' che sono felice di festeggiare!- era una delle scuse più inutili che avessi sentito dare da qualcuno.
-Cazzo! Ho dimenticato gli orecchini da Niall quando sono andata a prendere il maglione che avevo lasciato da lui!- disse improvvisamente, mente eravamo in procinto di uscire.
-Mi spieghi il collegamento? Ti sei tolta gli orecchini per prendere un maglione?- mi suonava piuttosto strana la cosa.
-No stupida! Li ho tolti per indossarlo ed evitare che si impigliassero- okay, ora il ragionamento filava.
-E ne hai proprio bisogno?- cercai di convincerla del contrario, non mi andava di andare in quel quartiere che non frequentavo da ormai due mesi.
-Sì, decisamente. Dai Em, facciamo un salto a prenderli- mi implorò, sapendo che avrei dovuto guidare io e che quindi era a mia discrezione.
-Okay, veloce però! Altrimenti faremo tardi.- le risposi, prendendo il mio cappotto e borsa per poi uscire di casa.

Dopo circa venti minuti, arrivammo a Notting Hill. Quel posto aveva decisamente troppi ricordi.. troppe cose mi facevano pensare.
La casa di Niall era esattamente l'ultima rispetto alle altre quattro, il che mi obbligò a passare davanti a quella di Harry. Era strano l'essere passati dallo stare insieme 24 ore su 24, al non sapere più nemmeno come sta l'altro. Ero ancora talmente sconvolta che mi era addirittura sembrato di vedere una luce accesa in cucina.. 
Harry mi mancava, chiunque l'avrebbe intuito.. Mi chiedevo ogni santo giorno cosa avessi fatto di male per meritare di essere lasciata così, con una spiegazione senza senso. Non sarebbe stato facile voltare pagina, ormai l'avevo capito. 
-Em?- Frankie si era accorta del fatto che fossi in fissa sull'abitazione dal momento in cui avevamo svoltato in quella via.
-Ci sono.- le risposi in intesa e parcheggiando davanti alla villetta del suo fidanzato.
-Ti aspetto qui.- le dissi.
-NO!- mi fece quasi spaventare per il modo in cui lo disse.
-Ehm.. volevo dire no. Vieni che almeno facciamo prima.- non capivo che aiuto potessi darle in quel caso, ma la seguii.

Non immaginavo nemmeno quello che mi sarei ritrovata davanti una volta aperta la porta.


Buoooonasera! Come state belle ragazze?
Ho aggiornato abbastanza velocemente, il che mi fa pensare che sto leggermente trascurando la scuola -.-
Cooomunque, bene: festa di compleanno, Harry, Emma, tutti gli altri… Cosa succederà secondo voi?
Cose belle o cose brutte?
Fatemelo sapereeeeee <3
Un bacio, Raffy. xx


                                   Emma                                                                    Harry                                                    Frankie
                              

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Capitolo 28
*** Wherever You Are. ***


Wherever You Are
 
Quello che vidi davanti a me inizialmente fu un enorme ammasso di gente che esclamava contemporaneamente la parola "Auguri" battendo le mani e sorridendo. Rimasi abbastanza sconvolta da tutto ciò, non me lo sarei mai aspettata. Soprattutto non mi sarei aspettata di vedere tutti coloro che credevo essere ancora in Giappone o dispersi in qualche altra parte del mondo. 
-Oddio, grazie!- risposi ancora shoccata. 
Quando finalmente riuscii a realizzare che si trattava di una festa a sorpresa per il mio diciannovesimo compleanno e che quelle persone erano lì per me, cominciai a guardarmi intorno, in cerca di coloro che ero certa avessero organizzato tutto alle mie spalle ed ovviamente le trovai tutte insieme poco distanti da me.
-Voi quattro me la pagherete!- minacciai mia sorella, Frankie, Gemma e Lou che scoppiarono a ridere contemporaneamente.
-Ma .. ma come avete fatto?- domandai spalancando le mani in segno di stupore.
-Siamo delle brave organizzatrici.- rispose Daisy. -Anche se ci siamo quasi fatte scoprire stamattina- continuò Lou. 
-Giuro che vi avrei uccise se vi avessi avuto a portata di mano!- sbraitò Frankie. Io cercai di collegare il tutto.
-Aaaah. Ma quindi è per questo che ho ricevuto le vostre chiamate dal numero inglese. Ed è per questo che mi avete chiamato tutti praticamente nello stesso momento!!- ci sarebbe arrivato chiunque.. tranne me ovviamente.
-E tu.. tu Frankie mi hai fatto provare un miliardo di vestiti solo per tenermi impegnata!- mi rivolsi a lei.
-Oh, sei molto intuitiva sorellina- mi prese in giro Daisy.
-Oh guardati Emma. Mi sembra strano pensare che diciannove anni fa a quest'ora eri solo uno scricciolo!- la voce inconfondibile di mia madre giunse alle mie orecchie, perciò mi voltai ad abbracciare sia lei che mio padre.
-Papà, spiegami come hai fatto a farle tenere la bocca chiusa questa volta! Di solito mi racconta sempre tutto!- mi rivolsi a lui, che si mise a ridere.
-Non lo so nemmeno io!- mi rispose.
-Auguri Emmaaa!- questa volta la voce era quella di Anne, seguita un secondo dopo da quella di Robin. Ero felicissima che fossero lì anche loro. Qualche minuto dopo, ci raggiunsero anche Johanna e Dan, la mamma di Louis e il suo patrigno. Erano legatissimi a Daisy e di conseguenza anche a me.
-Auguri Emma, che bello rivederti!- mi abbracciò e subito notai qualcosa di diverso in lei.
-E questo pancione?- domandai, notando il fatto che sembrasse decisamente incinta.
-Aspettiamo due gemelli!- Dan la abbracciò e mi diede la bellissima notizia. 
-Oddio, sono felicissima per voi!- feci gli auguri ad entrambi -E tu Daisy cosa aspettavi a dirmelo?- la rimproverai subito.
-E' colpa mia in realtà! Anche gli altri l'hanno saputo solo oggi, perché volevo essere sicuro che mia mamma volesse dirlo a tutti- la voce inconfondibile di Louis giunse alle mie spalle, prima che mi abbracciasse stampandomi un bacio sulla guancia.
-Auguri Emma!- mi disse sorridente più che mai. Subito dietro a lui, vidi Zayn, Liam e Niall che insieme mi fecero gli auguri.
C'era un sacco di gente a quella festa. Perrie e le altre tre ragazze delle Little Mix, Danielle, Michael, Ashton, Luke e Calum. Mi sentivo davvero amata.

Andò tutto perfettamente fino a un certo punto.
Ero entrata in quella casa da circa mezz'ora e ancora non mi ero resa conto della presenza inquietante di Harry. 
Me ne accorsi solamente mentre, abbracciando Ashton, mi girai verso le scale che portavano al piano di sopra e lo vidi lì fermo a fissarmi.
-Che ci fa lui qui?- sussurrai nell'orecchio a Frankie.
-Ha voluto esserci- mi rispose facendo spallucce.
Non lo vedevo da un mese. Quel mese era stato difficile, molto difficile. Non mi aspettavo che ritrovarmelo davanti agli occhi mi avrebbe fatto sentire ancora allo stesso modo, ma le mie gambe tremavano.. mi guardavo intorno cercando una via d'uscita.
-Ti prego Em, non reagire in questo modo- Daisy aveva capito tutto e si era avvicinata. Sapeva che stavo per crollare di nuovo.
-E ora, un po' di musica!- sentii la voce di Zayn provenire dalle casse che ci circondavano e in seguito lo vidi su una specie di piano rialzato con una console davanti e delle cuffie da dj.
-Sei molto nella parte!- gli urlai sorridendo. Quel sorriso sparì un secondo dopo, perché la mia traiettoria fu invasa da quella persona che me lo aveva fatto perdere anche poco prima. 
La musica partì e io fui trascinata in cucina da Lou.
-Che ti succede?- le chiesi non appena mollò la presa sul mio braccio. Si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno ad ascoltare.
-Io gli avevo detto che sarebbe stato meglio non venire, ma lui ha insistito.. non voglio vederti stare male di nuovo Em- sembrava quasi volersi scusare con me per la presenza di Harry. 
-Non è colpa tua Lou.. non è colpa di nessuno. Prometto che dal momento in cui torneremo di là mi sarà indifferente!- le porsi il mignolo in segno di una "pinky promise" e lei mi sorrise.
-Okay. Mi fido.- quando entrambe tornammo nell'altra stanza , mi presi un po' di tempo per parlare con ogni singolo invitato.
Nonostante cercassi di evitarlo in ogni modo possibile ed immaginabile, sentivo continuamente due occhi puntati su di me. Quegli occhi di cui avevo sentito così tanto la mancanza.
Quando arrivai dai ragazzi dei 5SOS, riuscii a distrarmi un po'.
-No, adesso tu mi spieghi perché i tuoi capelli sono rosa!- mi rivolsi subito a Michael. Lo conoscevo da ormai quasi un anno, ed ancora non l'avevo visto per più di un mese con lo stesso colore.
-Chiedilo alla tua amica Lou! E' impazzita! Voleva a tutti i costi farmi rosa quando è arrivata in Australia!- si giustificò lui, scaturendo le risate dei suo compagni.
-Bè, diciamolo Emma. Questo colore gli dona! Esprime proprio la sua essenza- lo prese in giro Ashton, il più grande del gruppo.
-Pensa che settimana prossima dobbiamo girare il video per la nuova canzone, alquanto seria e triste, e lui si presenterà con quella chioma fosforescente!- continuò Luke. Il loro accento australiano mi affascinava moltissimo. 
-Nuova canzone? E cosa aspettavate a dirmelo? Voglio sentirla ora.. assolutamente- amavo il loro genere. Era uno stile alternativo ed ero davvero curiosa.
-Ma..- Calum sembrava non esserne molto convinto mentre guardava i suoi tre amici con uno sguardo quasi terrorizzato.
-Non credo sia una buona idea..- continuò Michael.
-Esatto, e poi non abbiamo nemmeno con noi il demo- Luke cercò di trovare un'altra scusa.
-E figuratevi se Niall non ha in casa qualche chitarra e qualche basso! Potete cantarla.. sarete le guest star di questa festa!- esclamai io, facendo segno all'irlandese di avvicinarsi.
-Ma Emma.. non so se..- l'ennesima giustificazione di Ashton fu interrotta dall'arrivo del padrone di casa.
-Diiitemi!- esclamò, con un bicchiere rigorosamente pieno di birra in mano.
-I ragazzi qui presenti volevano chiederti se hai una chitarra e due bassi. Vogliono farmi sentire la loro nuova canzone!-vidi il viso di Niall sbiancare.
-N..nuova canzone?- balbettò, guardando negli occhi il rosa di capelli.
-Emma insiste..- allargò le braccia in segno di resa. 
Non capivo cosa stesse succedendo e il perché le loro reazioni fossero tutte così strane, ma infine l'ebbi vinta e andai a recuperare un microfono vicino alla console di Zayn, per introdurli.
-Scusate l'interruzione, ma ho chiesto Michael, Luke, Ashton e Calum di farci sentire la loro nuova canzone.- mi bloccai un'attimo. -Ho fatto anche la rima!- mi resi leggermente ridicola, prima che il mio sguardo si focalizzasse su quella persona posata al muro vicino alle scale che portavano al piano di sopra.
-Ora lascio a loro le vostre attenzioni!- scossi la testa e passai il microfono a Luke.
-Okay, questa è Wherever You Are. Premettiamo che non è stata scritta da noi, ma da un nostro caro amico.- quando il biondino pronunciò quelle parole, mi girai immediatamente verso Harry. Mi sembrava un deja-vu. 
Lui era ancora nella stessa posizione di qualche minuto prima e mi stava ancora fissando imperterrito. Era ovvio che quel caro amico di cui parlavano era proprio lui.. era quello il motivo per il quale non erano molto felici di farmi sentire la canzone; doveva essere, ancora una volta, su noi due e sulla nostra storia.
Capii di aver fatto un grosso errore, dal quale ormai non potevo tornare indietro, perciò mi preparai al peggio quando i primi accordi di chitarra partirono.
Luke prese fiato per iniziare la strofa e io cominciai a tremare. 


 
For a while we pretended
That we never had to end it
But we knew we'd have to say goodbye
You were crying at the airport
When they finally closed the plane door
I could barely hold it all inside

 

"Per un po' abbiamo fatto finta che la nostra storia non dovesse mai finire, ma sapevamo che ci saremmo dovuti dire addio. Stavi piangendo all'aeroporto, quando finalmente chiusero le porte dell'aereo riuscivo a malapena a trattenermi".
Probabilmente anche se Luke non avesse detto espressamente che era stata scritta da qualcun altro e non da loro quattro, l'avrei intuito dal primo verso. Era ovvio che si riferisse a me ed Harry, ed era tanto più ovvio il fatto che mi avesse visto piangere quel giorno in cui era salito sull'aereo diretto a Sidney.


 
Torn in two 
And I know I shouldn't tell you
But I just can't stop thinking of you
Wherever you are
You
Wherever you are
Everynight I almost call you
Just to say it always will be you
Wherever You are

"Sono distrutto e so che non dovrei dirtelo, ma io proprio non riesco a smettere di pensare a te, ovunque tu sia. Ogni notte quasi ti chiamo per dirti che sarai sempre tu, ovunque tu sia".
Mi guardai intorno, cercando il supporto di qualcuno. La persona che trovai immediatamente al mio fianco fu Gemma. La guardai con gli occhi pieni di lacrime e lei si avvicinò ancora di più, fino a stringermi con un braccio intorno alla mia spalla. Non servivano parole in quel momento, bastavano quelle che Harry aveva pensato per me. 

 
I could fly a thousand oceans
But there's nothing that compares to
What we had so I walk alone

I wish I didn't have to be gone
Maybe you've already moved on
But the truth is I don't want to know

 

"Potrei volare su mille oceani, ma non c'è niente che si avvicini a quello che noi abbiamo avuto, perciò andrò avanti da solo. Vorrei non aver dovuto essermene andato, forse tu hai già voltato pagina.. ma la realtà è che non voglio saperlo".
Ed ecco la frase che aspettavo, cantata dalla voce di Calum. La frase che esprimeva il suo pentimento per l'avermi lasciata.. quella che mi fece capire che non ero stata una stupida a credere nelle favole, a credere che forse si sarebbe reso conto dell'errore che aveva commesso.
Io non avevo voltato pagina, non capii come avesse anche semplicemente potuto pensarlo. Quello che io e Harry avevamo avuto non poteva essere così velocemente dimenticato. Sarebbe rimasto lì per un sacco di tempo, nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto. 
Voltai la testa verso Gemma, era ancora lì di fianco a me. Le sorrisi e provai a voltarmi ancora un po' di più, per cercare ancora una volta lo sguardo di Harry.. sguardo che non incrociai più, perché lui stesso non era più dove l'avevo visto poco prima.


 
You can say we'll be together
Someday
Nothing lasts forever
Nothing stays the same
So why can't I stop feeling this way

 

"Puoi dire che un giorno staremo insieme. Niente dura per sempre, niente rimane lo stesso.. Ma allora perché non riesco a smetterla di sentirmi così?".
Il bridge era sempre la parte più devastante della canzone. 
Mi indicava che in qualche secondo avrei dovuto prepararmi per ringraziare i ragazzi davanti alla folla presente alla mia festa, eliminando qualsiasi traccia di lacrime sul mio volto e stampandomi un sorriso in faccia.
Ebbi abbastanza tempo per paragonare quel momento a quando Harry mi aveva dedicato la sua prima canzone, "Summer Love".
Era completamente diverso. Sì, perché quel giorno mi stava facendo capire che non poteva esserci nulla tra di noi, che avremmo dovuto dirci addio. 
Adesso invece, stava cercando di farmi capire il contrario. Sembrava che riuscisse ad esprimersi al meglio solo tramite dei testi del genere.
Feci un respiro profondo quando l'ultimo ritornello si concluse, abbracciai per un'ultima volta la mia amica e poi mi diressi verso i ragazzi sorridente. 

Come avrei dovuto reagire? Di certo non l'avrei aspettato a braccia aperte dopo quello che mi aveva fatto passare in quei due mesi terribili.. ma cosa avrei fatto? Sarei stata davvero capace di chiudergli una porta in faccia? 



Buooongiorno! Sono troppo felice di essere riuscita a inserire una delle mie canzoni preferite al momento nel capitolo.
Se non avete mai sentito
"Wherever You Are" dei 5 Seconds Of Summer, fareste davvero meglio a cercarla su YouTube ed ascoltarla. E' semplicemente stupenda!
Okay, tornando a noi.. Harry ha scritto un'altra canzone per Emma. Secondo voi cosa avrà in mente?
Fatemelo sapere, aspetto le vostre idee :)
Un bacio, Raffy <3 xx

                                                                     Harry                                                                 Emma
                                                            

 
                                       Frankie                                                      Daisy                                                           Gemma
                                          
                                                           
                                                                       Lou                                                              Calum, Luke, Ashton, Michael
                                              

                                                        


 

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Capitolo 29
*** I'd Do Anything. ***


I'd Do Anything
 
Avevo bisogno di stare da sola qualche minuto per riprendermi da quella situazione alquanto strana. 
Feci cenno a mia sorella che sarei tornata in un attimo, poi salii le scale di quella casa che ormai conoscevo piuttosto bene. Giunta al piano superiore, mi diressi nella camera degli ospiti, dove avevo dormito quelle poche volte in cui avevamo organizzato delle serate a casa di Niall. 
Posai la mano sulla maniglia e appena dentro mi gettai a capofitto sul letto distante pochi metri da me; non accesi la luce, il che fu un punto a mio svantaggio.
-Sapevo che ti saresti rifugiata qui.- una voce mi fece alzare di colpo. Era una voce che conoscevo fin troppo bene e che non avrei voluto sentire in quel momento.
-A quanto pare io non sapevo che l'avresti fatto anche tu, altrimenti non sarei venuta in questa stanza.- la rabbia che mi ribolliva dentro sentiva il bisogno di uscire. Il fatto che fosse tutto buio, non mi permetteva di capire a che distanza fosse da me. 
-Em, ascoltami..- lo interruppi subito.
-No Harry, ti ho già ascoltato fin troppo.- feci per voltarmi ed andarmene, ma non me lo permise. Mi afferrò il braccio destro, facendo in modo che mi girassi verso di lui. Ora lo vedevo perfettamente. La luce dei lampioni che entrava dalla finestra metteva in evidenza il suo viso. Sentivo il suo respiro, quasi affannato, su di me. 
-Ti prego Em..- sembrava quasi implorarmi. 
Pur volendo, non riuscivo a fare la parte di quella a cui non fregava più niente della persona che aveva di fronte. Lasciai la sua presa e mi avvicinai al letto, accendendo l'abat jour che si trovava lì affianco. Lui mi seguì e si sedette vicino a me.
-So che ce l'hai con me.. che vorresti strangolarmi in questo momento..- non potevo negarlo, mi limitai ad annuire. 
-Ma questa cosa mi sta uccidendo..- continuò. A quel punto dissi la frase più prevedibile che potesse esserci.
-L'hai voluto tu.- guardarlo negli stessi occhi che avevano avuto il coraggio di lasciarmi mi risultava ancora difficile.
-Lo so. E credimi se ti dico che sono passati due mesi e ancora mi chiedo il perché!- quelle parole mi distrussero. 
-Te lo dico io il perché Harry.- presi un respiro profondo. -Evidentemente ti sei reso conto dell'errore che hai fatto stando insieme ad una semplice ragazza come me. Io non sono nemmeno lontanamente paragonabile alle persone con cui sei stato fin ora. Io sono una semplice studentessa che avrebbe dato di tutto pur di vederti sorridere, pur di vederti felice. Non sono nessuno in confronto a loro, lo ammetto, ma credimi.. nessuna al mondo ti ha amato più di quanto abbia fatto io, questo è poco ma sicuro.- erano parole che mi ero tenuta dentro dal momento in cui avevo abbandonato casa sua a Settembre. Era inevitabile il fatto che le lacrime avessero bagnato il mio viso ed ero certa che lui se ne fosse accorto.
-Ora, se permetti, devo tornare di là dalle persone che mi vogliono bene veramente e che tengono davvero a me.- mi alzai dal letto, asciugandomi le guance e nello stesso esatto momento lo fece anche lui. 
Quando fui vicina alla porta, con la mano sulla maniglia, la sua voce mi bloccò.
-Hai usato il tempo al passato- si schiarì la voce e io aspettai che continuasse per capire a cosa si stesse riferendo. -"Nessuna al mondo ti ha amato più di quanto abbia fatto io"- ripetè la frase che gli avevo appena indirizzato. -Vuol dire che hai già voltato pagina?- non sapevo se rispondergli con la verità o inventando una bugia, ma alla fine optai per l' essere sincera.
-No H, non sei così facile da dimenticare.- detto ciò uscii da quella stanza, mi guardai nello specchio che avevo di fronte, cancellai ogni traccia di pianto e mi stampai un sorriso in viso per scendere dagli altri come se niente fosse. 

Harry
Quella sua risposta mi aveva lasciato spiazzato, ma mi aveva dato contemporaneamente un po' di speranza. Volevo riacquistare la sua fiducia, volevo farle capire di aver fatto uno sbaglio. Quando scesi, andai subito alla ricerca di mia sorella e la trovai intenta a parlare con Danielle.
-Gem, vieni un attimo- la chiamai invitandola a seguirmi nel sottoscala, cosa che fece subito dopo essersi scusata con la ragazza di Liam per dover abbandonare il loro discorso.
-Che c'è H? Vuoi uccidermi e lasciarmi morente in questo posto?- mi domandò confusa guardandosi intorno.
-No, voglio solo farti una domanda.- il suo sguardo mi fece capire che aveva già intuito il tutto.
-Sii te stesso, è l'unico modo per riconquistarla.- era come se mia sorella fosse in grado di leggermi nel pensiero. La abbracciai e poi feci per uscire da quella stanza, un secondo prima di bloccarmi.
-Aspetta, perché mi stai aiutando?- le domandai ricordandomi la sua promessa riguardante il distruggermi nel caso avessi fatto del male a Emma.
-Perchè sei mio fratello e, da sorella maggiore, ho il dovere di farti rimediare all'errore più grande che tu abbia mai fatto.. anzi, ripetuto!- dopo avermi risposto, bevve un sorso di drink che aveva nel bicchiere nelle sue mani e mi superò per uscire.
Aveva perfettamente ragione: avevo ripetuto lo stesso errore di tre anni prima.


Emma
La festa terminò a notte inoltrata. Verso le due in quella casa c'eravamo solo io, Frankie, Daisy, Gemma, i miei genitori e Niall. 
Ci mettemmo a sistemare ogni cosa, finendo circa alle tre. 
-Bene, direi che è ora di andare!- dissero i miei genitori. Sarebbero ritornati a Birmingham la notte stessa con Daisy, poiché il giorno dopo avrebbero dovuto lavorare entrambi, mentre mia sorella aveva preso degli impegni con delle sue vecchie amiche.
-Tu rimani qui, vero?- mi rivolsi a Frankie che rispose affermativamente. 
Dopo aver salutato tutti, io e Gemma ci dirigemmo verso casa mia. Sarebbe rimasta a dormire da me perché il giorno dopo saremmo andate entrambe a Bournemouth con Lou, Lux e Tom. Avevamo pensato di passare un giorno diverso dal solito.. l'idea della spiaggia d'inverno mi piaceva un sacco!
La mattina seguente ci svegliammo entrambe stordite dalla semi-sbronza della sera prima e ci mettemmo in auto fino ad arrivare a casa di Lou, dove tutti e tre ci aspettavano. Lasciai la mia auto nel loro garage e partimmo con quella di Tom.
Pur essendo il 3 Novembre, il sole splendeva su tutti i luoghi che attraversammo nelle due ore di viaggio che ci portarono alla località di mare.
La mattinata in spiaggia fu divertentissima.. Amavo passare del tempo con loro!
In un certo senso, riuscii per un attimo a non pensare alla sera prima. Il discorso affrontato con Harry mi aveva perseguitato tutta la notte.. non ero riuscita a fare altro che rivedere nella mia testa i suoi occhi che mi guardavano e le parole che erano uscite dalla sua bocca.
Gemma, Lou e Tom lo sapevano perfettamente.. sapevano che non era un momento facile per me, ma cercavano in tutti modi di farmi sentire meglio.
Il pomeriggio io e Gemma portammo Lux ad un famoso parco divertimenti della città, lasciando i suoi genitori da soli a godersi un po' di tranquillità. Doveva essere difficile essere stati così distanti per così tanto tempo. 

Io e Gemma eravamo molto simili caratterialmente, perciò mi capiva molto più velocemente di quanto facesse chiunque altro.
-Come stai Em?- colse l'occasione di domandarmelo quando ci fermammo in un bar per bere una cioccolata calda. La guardai per un attimo prima di rispondere.
-Stavo meglio ieri pomeriggio- fui sincera, sapevo di potermi fidare di lei. 
-E' venuto da me ieri sera, chiedendomi indirettamente se è ancora possibile riuscire a riconquistarti..- Gemma ed Harry erano molto uniti, sapevo che lei avrebbe voluto che io e suo fratello ci rappacificassimo, ma non era poi così facile.
-Abbiamo parlato.. mi ha chiesto se ho già voltato pagina. Non so come possa anche semplicemente averlo pensato.- il fatto che fosse sua sorella non mi spaventava, avevamo un bel rapporto e fino a quel momento mi aveva sempre risollevato in morale nei momenti difficili.
-Lo so Em.. so anche che l'unico in grado di farti stare meglio ora è lui.- non sapevo come facesse a capire il mio stato così facilmente.
-Ed è questo il problema Gem.- bevvi un sorso di cioccolata prima che il nostro discorso fosse interrotto dalla voce della piccola Lux.
-Emma.. Gemma.. voglio giochi!- non fui totalmente dispiaciuta di quell'interruzione, volevo evitare di pensare a lui almeno quel giorno, anche se le persone con cui ero in quel momento non facevano altro che ricordarmelo.
Dopo essere salita su circa un centinaio di attrazioni per bambini con Gemma e la piccola, ci dirigemmo in spiaggia. Era bello sedersi sulla sabbia e fissare il mare. Lux era talmente stanca che si era addormentata nel suo passeggino non appena Lou e Tom ci avevano raggiunti. 
Erano circa le cinque del pomeriggio, ma il cielo era già scuro da far sembrare notte. Avevamo pensato di ripartire verso le nove di quella sera, in modo da non essere di ritorno a Londra troppo tardi, dato che la mattina seguente avrei dovuto presentarmi in università.
Passammo circa due ore a scherzare in riva al mare. Era strano pensare che la persona che avrei dovuto ringraziare per avermi fatto conoscere quelle tre persone era proprio quella che mi stava facendo soffrire.
-Che ne dite di andare a mangiare qualcosa? Penso che Lux abbia fame- propose Lou.
-Non fare finta che sia tua figlia quella che vorrebbe mangiare in continuazione, sappiamo benissimo che sei tu!- la prese in giro Gemma facendoci scoppiare a ridere.
-E va bene, lo ammetto. Sto morendo di fame! Vi prego, andiamo in qualche ristorante!- confessò poi.  Tutti fummo d'accordo con lei.
-Incominciate ad andare.. io arrivo tra un attimo.- mi rivolsi a loro. 
Avevo bisogno di stare qualche minuto da sola a pensare, cosa che non facevo da molto tempo. Mi ero sempre esposta ad altre persone, rifiutando di giudicarmi da sola.
Non appena si allontanarono, sfilai un paio di cuffie dalla mia borsa e mi mi misi ad ascoltare un po' di musica guardando il mare.
La prima canzone che partì, neanche a farlo apposta, fu quella che Harry mi aveva dedicato all'inizio di quell'anno: Don't Let Me Go. La stavo evitando ormai da molto tempo perché mi sembrava che quelle parole avessero perso significato. Il "non lasciarmi andare" che veniva ripetuto continuamente, non aveva più alcun senso perché io avevo cercato di tenerlo il più vicino possibilie a me, ma era stato lui a volersi allontanare.
Mi strinsi nel mio cappotto e fissai le onde fino a quando la canzone terminò. A quel punto feci per alzarmi ma qualcosa, o meglio qualcuno, mi bloccò.
Sentii una mano posarsi sulla mia spalla, così mi girai immediatamente per vedere di chi si trattasse. Quando mi scontrai con i suoi occhi, ebbi quasi un mancamento.
-Che ci fai tu qui?- domandai sorpresa.
-Ci siamo conosciuti in spiaggia, ricordi?- ovviamente non fu la risposta alla mia domanda.
-Sì Harry, ma evidentemente non hai capito quello che ti ho chiesto.- non mi sarei mai aspettata di ritrovarlo lì.
-Sono qui per te Emma.- si sedette di fianco a me, rendendomi impossibile alzarmi ed andarmene. Non fisicamente, ma mentalmente. Era come se avesse una calamita dentro di se che mi impediva di allontanarmi.
-Ne abbiamo già parlato ieri sera.. non ho intenzione..- mi interruppe prima che riuscissi a concludere la frase.
-Ti ricordi? Io ero seduto in spiaggia ad aspettarti..- era chiaro che non avesse intenzione di farmi rovinare tutto.
-Tu decisi di chiamarmi "Ricci perfetti"..- le sue parole mi spinsero a ricordare quella sera.
-Eri fissato sul fatto di voler riniziare tutto da capo perché il modo in cui ci eravamo conosciuti il giorno prima non ti era piaciuto..- continuai il racconto ed involontariamente mi voltai per guardarlo negli occhi.
-Mi piacerebbe poterlo fare anche ora..- sospirò. Io mi rigirai per fissare il mare. -Mi piacerebbe poter riniziare tutto da capo e poterti chiedere di dimenticare le parole che ti ho detto due mesi fa..- cercai di trattenermi, non volevo scoppiare in lacrime di nuovo.
-Non penso che sarei d'accordo. Cancellare tutto vorrebbe dire anche eliminare tutti i momenti belli che abbiamo passato insieme.- mi feci prendere la mano.. era un discorso diverso dal solito.
-Allora ti chiederei solo di dimenticare quelli brutti..- aveva sempre la risposta pronta.
-Pensaci Harry.. anche i momenti brutti hanno sempre portato a qualcosa di bello, no?- ero consapevole della risposta che stava per darmi.
-Non quello che stiamo vivendo..- non mi sbagliai. -E lo so che sono stato io a volerlo.. che è tutta colpa mia..- continuò. 
A quel punto mi voltai verso di lui che mi stava fissando ormai da un po'.
-In questi due mesi non ho fatto altro che chiedermi che cosa avessi sbagliato, cosa ti avesse spinto ad allontanarti da me; se fossi stata troppo apprensiva, troppo invadente. Il pensiero mi perseguita ancora. E' stato così strano non vederti e non sentire la tua voce per così tanto tempo che sono arrivata addirittura al punto di credermi ossessionata da questa storia..- il mio discorso non aveva una vera e propria conclusione.
-Emma, l'errore è stato mio. Lo sbaglio è stato solo e soltanto mio.- sembrava che con quegli occhi stesse penetrando nella mia anima.
-Ma capisci che non posso lasciarmi andare così facilmente? Non posso tornare tra le tue braccia e fare come se niente fosse, anche se è quello che vorrei favvero fare.- non riuscii più ad evitare le lacrime.
-Posso aspettare tutto il tempo di cui hai bisogno..- la situazione continuava a farsi più seria.
-Saresti davvero disposto a farlo?- non me lo sarei mai aspettata. Non pensavo sarebbe giunto a dire una frase del genere.
-Io ti amo Emma.. sarei disposto a fare qualunque cosa pur di riaverti con me.- sussurrò.



Heeeeeey tutti!
I'm back :) Come state ragazze? Spero stiate tutee super bene!
Okay, mi sono soffermata molto su questo capitolo perché penso che il discorso tra Emma e Harry sia alquanto importante. 
Pensate che Emma cederà? E che ne dite della dichiarazione finale di Harry?
Fatemi sapere tutto (vi prego). Qualsiasi sensazione o sentimento che vi ha provocato questo capitolo!
Ora vi lascio!
Un bacione, Raffy <3 xxxx

                                                  Emma                                                      Harry                                               Gemma 
                                       

                                                                                                     Lou, Lux, Tom
                                                     





 

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Capitolo 30
*** Love Me Again (Part 1) ***


Love Me Again
(Part 1)

Harry
Passarono due settimane, giorni in cui cercai di starle il più lontano possibile per non metterle fretta e per non farle credere che fossi impaziente. Ero serio quando dicevo che avrei aspettato tutto il tempo che le sarebbe servito, non mi sarei rimangiato la parola.
Nonostante stessi cercando di non dare nell'occhio, aspettavo quella sera da ormai quattordici giorni; ci saremmo finalmente rivisti in occasione della festa di compleanno di Danielle. 
Saremmo andati al Funky Buddha, locale preferito di Liam e la sua ragazza. Dovevo ammettere che l'ansia mi assaliva. Il terrore di sentirmi dire ciò che non volevo sentire era presente più che mai.
Avevo appena visto la sua auto passare nella mia via, diretta probabilmente verso casa di Niall dove avrebbe lasciato Frankie. Louis mi aveva detto nel pomeriggio che Daisy non sarebbe riuscita ad esserci, perché impegnata in un servizio fotografico a New York e che Emma si era offerta di partecipare alla "Walk Of Fame" con lui e quindi anche ad una probabile "Walk Of Shame", considerando che non era una ragazza che reggeva molto l'alchool.
Mi ero preparato un miliardo di discorsi per qualsiasi evenienza, nonostante non sapessi ancora se avesse preso una decisione o se avesse ancora bisogno di tempo. Era una situazione strana.. mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo.

Emma
Dopo essere giunta a casa di Louis, il mio possibile futuro cognato, aspettammo l'auto che avrebbe condotto noi due, Niall, Frankie, Zayn e Perrie al locale dove si sarebbe tenuta la festa per i venticinque anni di Danielle. Era strano pensarla tanto più grande rispetto a me, poiché aveva decisamente l'animo di ragazzina. Un po' come con Lou, non mi era mai capitato di notare la differenza di età che c'era tra noi!

Era da tempo che non vedevo Paul, perciò quando venne a scortarci sull'auto, non feci altro che domandargli come stessero i suoi tre meravigliosi figli e sua moglie.. dovevo recuperare il tempo perduto. 
Inoltre, nonostante cercassi di non darlo a vedere, ero ansiosa perché avrei rivisto Harry dopo due settimane di silenzi. 
Quella sera a Bournemouth, dopo aver raggiunto gli altri per la cena, ci eravamo salutati e nessuno dei due si era fatto più sentire. Sapevo perfettamente che stava cercando di lasciarmi del tempo per pensare, ma io continuavo a essere sempre più confusa; non sapevo quale fosse la cosa giusta da fare.
Dopo circa venti minuti di auto, giungemmo davanti al locale in questione. Mi ero offerta di "accompagnare" Louis dato che mia sorella non ci sarebbe stata, così quando tutti e sei scendemmo dall'auto, lo presi sotto braccio e ci incamminammo verso l'entrata. 


Harry
Io, Gemma, Lou e Tom arrivammo alla discoteca nella macchina dietro a quella di Emma e gli altri. 
Avevo voglia, o meglio, bisogno di rivederla.
Quando misi piede sul tappeto rosso che portava all'entrata, alzai lo sguardo e la vidi lì, sottobraccio con Louis mentre sorrideva ai paparazzi. Indossava un vestito bianco e nero ed un giubbotto di pelle. Notai subito che aveva imparato il trucco per non essere accecata da tutti i flash delle macchine fotografiche: portava gli occhiali da sole, così come le aveva consigliato Perrie una delle ultime volte in cui eravamo usciti tutti insieme a Miami durante il Tour. 

Era stupenda, come sempre. 
Il suo sorriso risaltava rispetto a quello degli altri.


Proprio mentre ero intento a fissarla come un forsennato, mia sorella mi tirò una gomitata dritta sul fianco.
-Mi hai fatto male!- mi lamentai subito, mentre Lou e Tom se la spassavano dalle risate dopo aver assistito alla scena.
-Sai che se la fissi ancora un po' se ne potrebbe accorgere?- mi domandò Gemma retoricamente.
-Come se non lo avesse già fatto!- commentò Lou, afferrando la mano del suo compagno.
-Va bene. La smetto. Ora entriamo però.- mi incamminai verso l'orda di paparazzi intenti a scattare foto.
-Tranquillo che non scappa!- esclamò Tom ridendo. A quel punto mi girai per indirizzargli il dito medio e presi sottobraccio mia sorella.


Emma
Ero davanti alla porta d'entrata quando mi accorsi che esattamente dietro di noi c'erano Lou, Tom, Gemma e… Harry. 
Sentii come un vuoto allo stomaco man mano che si avvicinavano. Sembrava di essere tornati alle scuole elementari, quando il ragazzo per cui avevi una cotta ti stava vicino e tu sentivi le farfalle… peccato che quelle farfalle sembrassero impazzite.
-Ciao ragazzi!- salutò Lou non appena giunse a pochi metri di distanza. La prima persona che abbracciò fui io. Amavo il rapporto che si era creato tra noi.
-La festeggiata non è ancora arrivata?- domandò Gemma, dopo avermi salutata. Non le risposi, rimasi in fissa sulla persona dietro di lei.. suo fratello. 
Dovevo ammetterlo, mi faceva ancora lo stesso effetto. Era quel ragazzo perfetto che si è solite vedere solamente sui giornali o in televisione, che le ragazze normali come me possono solamente sognare.. ed il mio sogno si era avverato, ma allo stesso tempo si era infranto quando mi aveva lasciata.
-Ciao Harold!- lo salutò Niall, dandogli una pacca sulla spalla. 
Non riuscii a salutarlo; non riuscii a fare come se niente fosse davanti a tutti quegli obbiettivi fotografici, nonostante i nostri occhi si fossero incrociati un miliardo di volte e la tensione fosse evidente.
Fui salvata dal fatto che io, Gemma, Lou e Perrie ci mettemmo a parlare dei vestiti che avevamo scelto per l'occasione fino a quando Liam e Danielle finalmente arrivarono. 
Avevo sempre adorato il loro modo di stare insieme. Erano davvero una coppia perfetta ed era così bello pensare che si fossero conosciuti quando ancora Liam non era nessuno, quando ancora stava nascendo il Liam Payne che era in quel momento.
Dopo averle fatto gli auguri a turno, entrammo nel locale dove trovammo tutti gli altri invitati che erano arrivati prima di noi. C'erano i suoi colleghi, parenti e amici, tra cui molta gente del mondo dello spettacolo. Proprio per questo motivo i proprietari, che conoscevano i ragazzi, avevano pensato di chiudere il club a chiunque non fosse stato invitato alla festa, il che avrebbe evitato il bisogno di avere guardie del corpo intorno per tutta la serata.

Vidi in lontananza anche Ashton con Luke e Calum e corsi a salutarli. Erano tornati a Londra dopo il tour solo per essere presenti alla mia festa a sorpresa ed quelle due settimane dopo il mio compleanno erano tornati in Australia a casa loro per passare del tempo con le famiglie, perciò non avevo avuto l'occasione di passarvi del tempo.
-Ciao Emma!- mi abbracciò subito il primo, per poi dare la possibilità di farlo agli altri.
-Ciao ragazzi! Come state? Com'è andata a casa?- domandai.
-Tutto benissimo! Mio fratello avrebbe voluto tenermi lì ancora per un po' e si è decisamente messo a piangere quando l'ho dovuto salutare, ma sono felice di essere di nuovo in Inghilterra.- rispose Ashton.
-Mi avevi promesso che mi avresti fatto conoscere.. ehm- mi dimenticai per un attimo il nome del suo fratellino di cui mi aveva tanto parlato. 
-Harry..- mi aiutò Luke facendomi bloccare un attimo a causa di quel nome.
-Sì, ecco.- mi riusciva difficile pronunciarlo, perché era solo uno il viso che riuscivo ad accostarvici.
-Lo so, ma anche tu ci avevi promesso che saresti venuta in Australia!- mi rinfacciò lui. A quel punto avrei voluto rispondere che non era colpa mia se non vi ero andata, che era stato qualcun altro a non volerlo, ma mi limitai a sorridere e a dargli ragione.
-Ma dov'è Michael?- chiesi per cambiare discorso, notando che il quarto componente della band era assente.
-E' esattamente dietro di te!- mi rispose Calum indicandolo.
Quando mi girai per salutarlo, dopo essere stata quasi accecata dai suoi capelli fuxia fluorescenti, mi accorsi della persona che aveva in fianco e il mio cuore si fermò.
-Hey Em!- esclamò l'australiano vedendomi. Mi ci volle qualche secondo per riprendermi. 
Harry era lì a pochi centimetri da me.. era perfetto, non si poteva negare. Fu proprio questo il motivo per il quale non riuscii a staccargli gli occhi di dosso inizialmente. Indossava i suoi soliti pantaloni neri, una camicia leggermente sbottonata e una giacca nera.. sapeva benissimo come farmi soffrire ulteriormente.
-C-c-ciao Michael!- balbettai. 
Bene, se per caso avessi voluto nascondere agli occhi di Harry il mio disagio, non ci ero per niente riuscita.
-Ciao ragazzi!- esclamò Harry dando un cenno di testa ciascuno. -Emma!- fece lo stesso con me. 
Inizialmente non sapevo come reagire. Era okay? Mi stava bene un saluto del genere? Così semplice e insensato?
Erano le domande che dovevo pormi, perché nel caso l'avessi rifiutato, se l'avessi allontanato da me, quello sarebbe stato il massimo che avrei ottenuto da lui.
-Harry!- risposi con lo stesso tono. 
Sembrava ci stessimo sfidando a chi riuscisse a tenere duro per più tempo e di certo i brani che il Deejay riproduceva in sottofondo non aiutavano. 
Una volta aver ritrovato Gemma e le altre infatti, sentii una delle canzoni più famose del momento iniziare.. era "Love Me Again" di John Newman.

 
Know I’ve done wrong, left your heart torn
Is that what devils do?
Took you so long, where only fools gone
I shook the angel in you!



"So di aver sbagliato, ho lasciato il tuo cuore a pezzi…".
Mi sarei messa a ballare su quelle note come tutte le altre, se sole le parole non fossero state così destinate a me. Il destino aveva deciso di punirmi quella sera. 

 
I need to know now, know now
Can you love me again?  

 

"Ora ho bisogno di sapere: puoi amarmi di nuovo?".
Mi guardai intorno per capire se ci fosse lo zampino di Harry in tutto ciò, perché mi sembrava così poco casuale; quando però le ragazze mi invitarono a ballare con loro, capii che mi stavo solamente facendo dei film mentali. Era tutto frutto della mia mente contorta. 
Una semplice canzone mi stava mandando in paranoia, non poteva andare avanti così.
-Dai Em, che aspetti?- quando anche la festeggiata mi incitò a muovermi, cercai di eliminare dalla testa qualsiasi tipo di pensiero e mi lasciai andare.
Smisi di guardarmi intorno, non cercando più i suoi occhi che solitamente erano sempre fissi su di me. Fu proprio quando Gemma ed io ci mettemmo a cantare il bridge come due pazze scatenate, che incrociai il suo sguardo.
Era serio più che mai, mentre io mi stavo divertendo. Avrei tanto voluto essere capace di fregarmene, di continuare a spassarmela, ma non ero quel tipo di persona. Sapevo di dovergli una risposta, una spiegazione.. il problema era che nemmeno io sapevo quale essa fosse.


Harry
Dovevo ammettere che vederla ridere e divertirsi con le altre mi faceva pensare al peggio. Sembrava stesse benissimo senza di me, mentre io ero completamente assorto nei miei pensieri, cercando di evitare di isolarmi.
-H! Che ti prende?- Zayn mi si avvicinò, notandomi strano.
-Niente- non volevo esplicitare il fatto che avrei voluto andarmene all'istante pur di non continuare a pensare a lei.
-E' evidente che non è così!- rispose mettendomi una mano sulla spalla.
-Oh eccoti amore!- la voce di Perrie ci sopraggiunse, ma non appena si accorse della situazione si scusò.
-Tranquilla, non hai interrotto nulla!- cercai di evitare che Zayn continuasse il discorso.
-Non è vero Harry. Mi devi rispondere e tu Pez stai qui, che forse sai aiutarlo meglio di me.- quel ragazzo non avrebbe cambiato idea facilmente. Sospirai e tornai a guardare in mezzo alla pista, indicando Emma e mia sorella che stavano ballando allegramente.
-Ho capito..- disse subito la bionda guardando nella mia stessa direzione.
-E' che sembra così felice..- mi lasciai andare, non avevo altra scelta.
-Harry credimi, sta soffrendo anche lei.. E' solo che non lo da a vedere! Sai quante volte ha pianto sulla mia spalla da quando tu l'hai lasciata? Non te lo immagini neanche.- il pensiero di averla fatta stare così male mi uccideva.
-Perciò ora, se ci tieni davvero, vai lì e riprenditela. Non aspettare che sia lei a fare il primo passo anche perchè, conoscendola, non ne è il tipo!- Perrie era chiara e concisa, non aveva vie di mezzo. Io rimasi a guardarla per qualche secondo, prima di accorgermi che Zayn la stava fissando con aria di ammirazione.
-La mia ragazza è un genio!- disse ad occhi spalancati.
-Le dai ragione quindi?- gli domandai ancora pensieroso.
-Certo che si! Muoviti, non stare lì impalato. Hai fatto il danno? Ora cerca il modo di rimediare!- sembrava di essermi sentito ripetere quelle parole in continuazione da ormai due settimane. 
Lou non faceva altro che dirmelo, ma io non avevo mai avuto il coraggio.. forse ora era arrivato il momento.

Emma
Mi faceva ancora  strano trovarmi in mezzo a così tante persone famose, non mi sarei mai abituata.. Era ancor più strano pensare che io passassi la maggior parte del tempo con persone rinomate in tutto il mondo. 
Mai nella mia vita avrei mai pensato di essere conosciuta da tutti come "Emma Edwards, la ragazza di Harry Styles".. o forse meglio dire la "ex ragazza" oramai.
-Em, tutto bene?- mi si avvicinò Frankie, dopo aver ballato con Niall. 
Io ero posata al bancone del bar, completamente sovrappensiero, aspettando che il barista mi preparasse il drink che avevo ordinato. 
Era ormai l'una di notte, ciò voleva dire che in due ore Harry non si era ancora avvicinato a me.. non aveva fatto nessuna mossa.
-E se avesse cambiato idea?- non esplicitai né soggetto né argomento, ma lei capii immediatamente.
-Non credo l'abbia fatto Em.. ti sta fissando da quando siamo arrivate con l'aria da cane bastonato!- Sospirai. Ero forse l'unica a vederlo disinteressato?
-Ma tu cosa hai intenzione di fare?- mi domandò lei.
-Non lo so F.- le risposi dopo qualche secondo. 

Passò circa un'altra ora in cui fui completamente persa nel tentativo di capire cosa volessi da me stessa. Arrivò verso fine serata il momento decisivo.
-Ora un lento richiesto dalla nostra festeggiata Danielle!- esclamò il dejaay dalla sua postazione. 
Quando le note della canzone richiesta partirono, mi sentii sprofondare nel pavimento della discoteca. Incominciai a guardarmi intorno, notando che tutti stavano cercando la propria compagna o compagno per ballare su quel brano a me così caro. 
Io stavo cercando qualcuno in particolare.. l'unica persona che avrebbe capito il perché la canzone mi faceva quell'effetto.
-Questa è U.N.I. di Ed Sheeran!- annunciò lo stesso dejaay.


 
So am I close to you anymore, if it's over?
And there's no chance that we'll work it out?
That's why you and I, ended over U N I 
And I said that's fine, but your the only one that knows I lied 
You and I ended over U N I 
And I said that's fine, but your the only one that knows I lied.

 

Quel ritornello non fece altro che farmi ricordare il viaggio a New York con Harry; il suo regalo di Natale; il bisogno di staccare la spina.
Continuai a cercarlo tra la gente che avevo intorno, sembrando quasi una stupida immobile in mezzo alla pista.
Mi ci volle ancora qualche secondo per realizzare dove fosse..per realizzare che forse era arrivato il momento di chiarire le cose.
Mi chiesi se anche lui in quel momento stesse pensando a me.. a quando Ed ci aveva dedicato quella canzone e a come entrambi ci eravamo sentiti protagonisti del suo testo.


 
Everything's great but not everything's sure,
But you live in your halls and I live in a tour bus.


Finalmente lo trovai, era lì a qualche metro da me. Non mi ero mai resa conto quanto quella frase si addicesse alla nostra situazione. O meglio, quell'intera canzone ci descriveva. 
Gli sorrisi, sperando che anche lui stesse pensando lo stesso, ma quel sorriso durò poco.. giusto il tempo di notare che una ragazza era completamente avvinghiata a lui.
Because if you want 
I'll take you in my arms 
and keep you sheltered, 
From all that I've done wrong 
And I know you'll say that I'm the only one, 
but I know God made another one of me, 
to love you better than I ever will 


La stessa frase che era riuscita a farmi scoppiare in lacrime al Madison Square Garden durante il concerto a cui assistemmo insieme, riuscì a farlo anche il quel momento.. peccato che le situazioni fossero completamente diverse.
Mi aveva promesso che mi avrebbe aspettato.. che si era davvero pentito di ciò che aveva deciso di fare.
Lo fissai per qualche secondo, giusto il tempo di incrociare il suo sguardo, poi mimai un "no" disdegnato con la testa e mi incamminai verso i bagni del locale, certa che sarei riuscita a stare da sola per un po'.


Ci ero cascata per l'ennesima volta.



Eeeccomi qui ragazze! 
Come state? Siete felici che sia riuscita ad aggiornare relativamente presto? Io decisamente hahah.
Bene, come avrete sicuramente notato, in questo capitolo ci sono molti cambi di punti di vista tra H e Emma. Ovviamente è una cosa voluta, nel senso che serve per far capire meglio le loro intenzioni e quello che provano.
Ma cosa ne pensate voi??? Credete che ce la farannno prima o poi a chiarire questi due?
Fatemi sapere tutto ciò che pensate, aspetto le vostre idee!
Un bacio, Raffy <3 xxx

                                                                  Emma                                                                    Harry
                                                                            
             Zayn e Perrie                             Liam e Danielle                                    Tom e Lou                                       Niall e Frankie
                      
 
                                                               Louis                                                                Gemma
                                                              




   


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Capitolo 31
*** Love Me Again (Part 2) ***


Love Me Again (Part 2)
 
Scappare dai problemi non è mai la scelta giusta da prendere, ma era la prima cosa che mi era venuta in mente nel momento in cui avevo visto Harry abbracciato ad un'altra ragazza, ballare su quella canzone che aveva un significato enorme per entrambi.
Mi chiusi la porta del bagno alle spalle e mi misi davanti allo specchio che occupava tutta la parete. Posai tutte e due le mani sul lavandino e incominciai a fissare il riflesso di me stessa. 
Dopo circa un minuto le lacrime ricominciarono a rigarmi il volto. 
Capii subito che non era tutto dovuto solo a ciò che era appena successo; era l'accumulo di stress che mi portavo dietro ormai dal momento in cui ero stata lasciata. Il problema era che l'unica persona che sarebbe stata in grado di farmi sentire meglio era solo e soltanto lui.

Quando finalmente riuscii a muovermi da quella posizione, notai che nel bagno alquanto chic c'era addirittura una poltrona.. la ignorai completamente facendo scivolare la mia schiena contro il muro di marmo freddo accanto ad essa, fino a sedermi per terra.
Una volta chiusi gli occhi e posata la testa sulle mie ginocchia, sentii il rumore della porta aprirsi. 
Sapevo perfettamente che non sarei stata sola per molto e sapevo ancor meglio chi fosse appena entrato.
-Emma..- la sua voce era capace di farmi battere il cuore a mille. Non alzai il viso, non volevo farmi vedere in quelle condizioni; non meritava le mie lacrime.
-Ti conviene tornare di là, non vorrai mica farla aspettare.- la mia voce era spezzata dal pianto. 
Mi pentii subito di aver reagito così, non volevo farmi vedere così fragile ai suoi occhi.
-Non penserai che io abbia qualcosa a che fare con quella ragazza, vero?- a quel punto, la rabbia fece sì che mi alzassi su due gambe di colpo e lo guardassi sconcertata.
-Bè, non mi sembrava un abbraccio così innocente!- dissi con tono rabbioso voltandomi per dargli le spalle.
-Era solo una fan che è riuscita ad entrare e si è fiondata su di me non appena mi ha visto!- mi sentii una stupida in quel momento.
Avevo dubitato di lui e di quello che mi aveva detto due settimane prima riguardante l'amarmi. Mi feci indolcire per qualche secondo, prima di ricordarmi che comunque era colpa sua se ero in quelle condizioni disastrose.
-Non ti devi giustificare con me. Io non sono nessuno per giudicare- continuai a stare girata di schiena, ma il mio tono di voce era diverso. Ero più calma, ma forse più arrabbiata con me stessa.
Fu a quel punto che sentii la sua mano sfiorarmi la spalla destra. Ebbi un brivido che mi attraversò tutta la schiena circa un centinaio di volte, ma cercai di non darlo a vedere. Non mi mossi.
-Ti sbagli Em. L'unica persona in questo mondo che ha la possibilità di arrabbiarsi per una cosa simile sei tu e mi dispiacerebbe se facessi il contrario.- anche lui si era tranquillizzato, lo capii dal suo modo di parlare. 
In quel momento non riuscii più a trattenermi. Cominciai a piangere più del solito, come non avevo mai fatto davanti a lui. Le uniche persone che avevano assistito ad un mio pianto simile erano state Frankie, Gemma e mia sorella. 
-E allora perché è tutto così difficile Harry? Perché hai deciso di farmi soffrire come nessuno aveva mai fatto prima? Una spiegazione ci deve pur essere!- quelle parole furono quasi urlate. Era una liberazione poterglielo chiedere finalmente. Una liberazione potergli porre quelle domande che fin ora mi ero sempre posta autonomamente.
Fu lì che la sua mano sulla mia spalla fece presa girandomi verso di lui. 
Lo guardai per qualche secondo; il suo viso era rigato dalle lacrime, così come il mio. Mi teneva con entrambe le mani per le braccia e mi fissava dritto negli occhi.
Furono pochi i secondi che passarono prima che mi attirasse a sé, facendo in modo che le nostre labbra si toccassero dopo così tanto tempo. 
Ebbi qualche momento di smarrimento. Continuavo a chiedermi se fosse la cosa giusta, se lo volessi veramente. 
La risposta la ebbi nel momento in cui io stessa feci un passo indietro appoggiandomi al muro alle mie spalle e afferrando la sua camicia per far si che non si staccasse nemmeno di un millimetro da me mentre lui posò una mano sul muro, facendo scivolare l'altra sul mio fianco.
Credetemi quando vi dico che quello fu il bacio più lungo e allo stesso tempo più bello nella storia dei baci. Era così vero e voluto che non avrebbe mai trovato rivali.
Nel momento in cui distaccò le sue labbra dalle mie, mi guardò per un periodo che mi sembrò interminabile. 
I suoi occhi verdi non avevano perso la capacità di uccidermi con un semplice sguardo.
-Evidentemente sono impazzito nel momento in cui ho pensato di poter resistere senza dei baci del genere.- non era la vera risposta alla domanda che gli avevo posto, ma sorvolai. Appena terminò la frase, lo presi di nuovo per il colletto della camicia attirandolo a me.
Le cose incominciarono a scaldarsi fin troppo, come era solito succedere tra noi, ma non mi sembrava il caso di continuare.. soprattutto per il luogo in cui ci trovavamo.
-H, non credi sia alquanto squallido? Siamo nel bagno di una discoteca!- gli feci notare che stavamo andando troppo velocemente.
-Ma io non sto facendo nulla, è colpa tua!- non potevo dargli torto in effetti.
-Okay, ma tu dovresti fermarmi!- ci guardammo negli occhi per qualche secondo a pochi centimetri di distanza, prima di scoppiare entrambi a ridere. 
Poi d'un tratto, tornammo seri.
-Mi sei mancata Edwards.- abbassò lo sguardo, quasi fosse intimidito dalla situazione.
-Ci sono voluti quasi tre mesi per fartelo capire?- ero come al solito quella che non la dava mai vinta.
-L'ho capito dal momento in cui sei uscita da casa mia a Settembre..- mi confessò.
-Perchè non mi hai fermato? - non volevo sembrare troppo insistente, ma avevo bisogno di sapere.
-Perchè pensavo di averti persa per sempre.- quella risposta mi fece letteralmente sciogliere e contemporaneamente fuoriuscire il cuore dalla gabbia toracica.
-Sarei tornata indietro anche se avessi sentito un semplice scricchiolio del divano sul quale eri seduto..- questa volta fui io ad abbassare gli occhi; non ero solita espormi così tanto. L'unica persona con cui riuscivo a farlo era proprio quella che avevo di fronte, ma dopo tutto quel tempo era così surreale.
Prima di rispondermi, mi sollevò il mento con l'indice della sua mano destra, facendo in modo che ritornassi a guardarlo negli occhi.
-Scusa. Scusami per tutto il dolore che hai provato- mi sentii morire quando vidi l'ennesima lacrima uscire dai suoi occhi.
-Scusa se sono un coglione che non è capace di tenersi vicino le persone che ama..- avrei voluto sorridere, poiché aveva involontariamente ripetuto di amarmi, ma mi trattenni e gli asciugai il viso.
-Promettimi che la prossima volta ci penserai su- sembrava una frase infantile, ma per me aveva un significato importantissimo.
-Non ci sarà mai più una prossima volta Emma. Non devi nemmeno pensare ad una cosa del genere- ritornai ad appoggiare la schiena al muro quando mi afferrò il viso con entrambe le mani e mi baciò di nuovo.
Fu strano come improvvisamente mi sentii meglio; era come se tutto lo stress e tutta la rabbia fossero spariti per lasciare spazio all'amore che ancora provavo per quel ragazzo che riusciva a stupirmi in qualsiasi modo. 
Chi lo sa, forse avrei dovuto rifiutare la sua richiesta di perdono; forse non avevo fatto la scelta giusta, ma non mi importava. Seguii il mio cuore e mi sentii talmente bene da riuscire a farlo conciliare con la mente.

Dopo qualche minuto ancora, ritornammo nella sala da ballo ed ovviamente le espressioni sul viso dei nostri amici quando ci videro uscire dal bagno contemporaneamente furono memorabili. 
In qualunque caso, non ne parlammo con nessuno. Io tornai da Gemma, Frankie e le altre ragazze mentre lui andò dai ragazzi. 
Come non eravamo mai stati una di quelle coppie che non riuscivano a stare separate, non lo saremmo stati nemmeno in quel momento.
Furono circa le quattro quando decidemmo di concludere la serata, consegnando i regali a Danielle, che aveva deciso di aprirli alla fine e non a mezzanotte durante il taglio della torta.
Infine, quasi tutti gli invitati lasciarono la discoteca e rimanemmo solamente Io, Gemma, Frankie, Perrie, Danielle, Lou e i cinque ragazzi più Tom. 
Andammo a turni nel guardaroba per recuperare i cappotti. Io, Perrie e Frankie fummo le ultime.. o almeno così pensavo; Non appena loro due uscirono, infatti, Harry entrò facendomi spaventare.
-Ci tieni così tanto a farmi morire?- domandai tenendo una mano sul cuore.
-Sono semplicemente venuto a prendere il mio cappotto!- esclamò con un sorriso da colpevole.
-Sì, chiudendo la porta alle tue spalle e sbarrandomi la strada? - feci finta di essermela presa per quel suo comportamento, ma in realtà era quello che stavo aspettando da fin troppo tempo. Lui si mise a ridere per poi andare a prendere il suo giubbotto.
-Hai da fare una volta uscita di qui?- mi domandò. Sapevo benissimo dove voleva andare a parare, ma finsi di non capire.
-In che senso?- risposi. Gli davo le spalle perché ero intenta ad uscire dal guardaroba nel momento in cui mi aveva posto la domanda.
-Ehm.. nel senso che..- lo interruppi girandomi verso di lui e scoppiando a ridere.
-H, se vuoi chiedermi di venire da te puoi anche farlo!- gli dissi avvicinandomi. Il suo sorriso di sollievo mi fece venire la pelle d’oca.
-Okay, allora: hai voglia di venire da me?-  amai il suo modo di chiedermelo, ma nonostante tutto, mi piaceva farlo rimanere sulle spine perciò feci un’espressione pensierosa guardandolo dritto negli occhi.
-Bha.. non so..- sussurrai. A quel punto, sapevo che avrebbe messo in atto qualsiasi mossa per convincermi ed era proprio ciò a cui volevo arrivare.
Fece un passo verso di me e si fiondò di nuovo sulle mie labbra, tenendomi il viso con le mani. Mi ero quasi dimenticata quanto mi sentissi quasi svenire ogni volta che mi sfiorava!
Quando si fermò, rimase a pochi centimetri da me ed ancora una volta non resistetti dall’attirarlo a me proseguendo il bacio. 
-Presumo questo sia un sì..- sussurrò respirando sul mio collo. 
Non gli diedi risposta, mi limitai a sorridergli maliziosamente e a tornare dagli altri che ci aspettavano sull’uscita sul retro, per evitare lo stormo di paparazzi che si era piazzato all’entrata.
Quando giunse il momento di salire sulle auto, io e Harry ci guardammo intensamente. Aspettammo entrambi che tutti salissero rimanendo gli unici ancora giù dai van.
-Che fate voi due? Rimanete qui?- Frankie si affacciò dal finestrino abbracciata a Niall.
Nessuno era ancora a conoscenza del fatto che avessimo deciso di riprovarci.. che avessi pensato bene di dargli un’altra chance, perciò ero quasi in soggezione in quel momento.. stavo solo aspettando una mossa di Harry, la quale non tardò ad arrivare.
Infatti, dopo pochi secondi si avvicinò a me afferrando la mia mano e portandomi con sé nell’auto dove già erano saliti Gemma, Louis, Lou e Tom.
L’espressione sul viso della mia migliore amica fu epica, motivo per il quale scoppiammo entrambi a ridere una volta seduti sui sedili dell’auto, non rendendoci affatto conto che i nostri compagni di viaggio erano altrettanto confusi. 
Le due ragazze si stavano guardando con gli occhi sbarrati, mentre Tom e Louis fissavano noi due.
-Mi sembra un déjà-vu!- esclamò il fidanzato di Lou, ottenendo il consenso di tutti gli altri.
-Gem, credo sia meglio che tu venga a dormire da me stanotte!- esclamò Lou alludendo al fatto che sarebbe stato meglio lasciarci soli.
-Ho capito che avrei dovuto farlo nel momento in cui sono saliti su quest’auto!- rispose lei ancora sorpresa.
-Che ne dite di ospitare anche me? Vorrei evitare di sentire strani versi attraverso i muri.. - Louis era il solito spiritoso. Non mi trattenni dal tirargli una gomitata dritta nel fianco, dato che era seduto di fianco a me.
-Tomlinson, abiti a due case di distanza dalla mia!- Harry stette al gioco.
-Appunto! Scommetto che anche Niall vi sentirà. Dopo tre mesi mi sembra ovvio!- si riferiva al fatto che la casa dell’irlandese fosse ben più  lontana rispetto alla sua, in linea d’aria.
-Oh, smettila Louis!- mi misi a ridere tirandogli un leggero boffetto sul braccio. 
Poi guardai Harry che era di fronte a me.. i suoi occhi non promettevano niente di innocente.
Mi era mancato tutto quello.. mi era mancata la sensazione del tornare a casa e sapere che il giorno dopo mi sarei svegliata accanto a lui e che il suo sorriso mi avrebbe dato il buongiorno. Mi era mancato il poter scherzare così.. mi era mancata qualsiasi cosa da quando Harry era uscito dalla mia vita.

Penso sia inutile dire che quella notte fu una delle più belle e intense della mia vita. Era chiaro dai comportamenti di entrambi che era ciò di cui avevamo bisogno. Oltre a fare l’amore, parlammo di molte cose che mi ero persa in quei mesi di distanza.
Sapevo perfettamente che da lì a poco sarebbe uscito il loro terzo album, che avevano concluso da poco; così come sapevo che avevano annunciato un tour mondiale negli stadi. 
-E Frankie ti ha fatto sentire qualche canzone?- mi domandò quando mi mostrai preparata sull’argomento mentre ci trovavamo sotto le coperte nel suo letto.  
Ne avevo già ascoltate parecchie quell’estate, prima che decidessero quali delle tante che avevano scritto sarebbero state sull’album e prima ancora che le registrassero.
-Sinceramente ho evitato di ascoltarle perché sentire la tua voce non faceva altro che farmi stare male.- la sua espressione mi spezzò il cuore.
-Ma ora sono pronta per ascoltarle!- cercai di rimediare e farlo tornare a sorridere. 
-Domani faremo una full immersion nell’album allora.- mi strinse a se baciandomi la fronte. Guardai l’orologio, erano circa le sette di mattina.
-Intendi dire oggi, giusto?- gli feci notare che si era fatto alquanto tardi. Lui mi sorrise ed entrambi decidemmo di darci la buonanotte. 
Nel momento in cui spense la luce, si avvicinò a me posando la sua bocca sul mio orecchio.
-Grazie.- sussurrò.
Non mi ci volle molto per capire che si stesse riferendo al fatto che gli avessi dato un’altra possibilità.
-Non sono brava a respingere le persone che amo anche se spesso mi spingono a provare il sentimento opposto- era il mio chiaro modo per dichiararmi a lui per l’ennesima volta.
-Ti amo anche io Em.- ed ecco l’ennesimo brivido alla schiena. 



Heeeeey ragazze!
Come state?? Io benone, soprattutto perchè questo capitolo mi fa un sacco emozionare e spero faccia lo stesso con voi.
Ho avuto un momento di dolcezza infinita e, a quanto pare, Emma e Harry sono tornati in loro stessi. Sono ancora quei due ragazzi follemente innamorati.
Spero che questa mia idea vi piaccia, in caso contrario, fatemelo sapere :)
Un bacione a tutte e al prossimo capitolo!
Raffy <3 xxx



                             


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Capitolo 32
*** I'm Half A Heart Without You. ***


I'm Half A Heart Without You

La mattina dopo mi svegliai attorniata dalle braccia tatuate di Harry. Ammirai per qualche secondo quella scritta indelebile identica alla mia che segnava la nostra lunga e contorta storia. Ultimamente mi ritrovavo a fissare quella sul mio braccio e a deprimermi, ma in quel momento mi misi a ripassare la sua con le dita rendendomi conto di aver fatto la scelta giusta.
Harry non aveva un sonno pesante, perciò si mosse quasi subito e la prima cosa che fece aprendo gli occhi fu sorridere come un bambino quando riceve come regalo il giocattolo dei suoi sogni.
-Buongiorno..- sussurrai sporgendomi verso di lui e baciandogli il collo, dato che era esattamente alla mia altezza. 
Lui continuò a sorridere ancora per un po’, poi mi accarezzò la schiena attirandomi a sé e, dopo essersi chinato leggermente per baciarmi, mi rispose.
-Buongiorno!- la sua voce mattutina era qualcosa di incredibile. 
A quel punto mi alzai e mi diressi in bagno per darmi una sistemata. Dopo circa cinque minuti tornai in camera, indossai una sua maglietta che aveva lasciato su una delle poltrone e lo guardai sorridente.
-Vado a preparare la colazione- annunciai, incamminandomi verso la porta. Quando la raggiunsi, la sua voce mi fermò.
-Em- mi chiamò. 
-Dimmi!- mi voltai ammirando il suo viso perfetto che si nascondeva sotto il piumone.
-So di avertelo già detto, ma mi sei mancata!- si alzò con la schiena, mostrando il suo torso ricoperto da tatuaggi.
-Anche tu Harold, anche tu.- gli dissi prima di voltarmi e scendere in cucina.

Facendo le scale, cominciai a fantasticare su come fosse bello ritrovarmi in quel posto che due mesi prima avevo incominciato a definire casa. Certo, in quel momento tutte le mie cose non erano più lì, Gemma mi aveva aiutato a portarle via quando Harry era in Tour, ma in qualunque caso provavo ancora la stessa sensazione di appartenenza.
Preparai la classica colazione inglese, con tanto di uova strapazzate proprio come piacevano ad Harry e lo ammirai scendere gli scalini mentre posizionavo i piatti sul tavolo al centro della cucina. Non appena mi raggiunse, si avvicinò a me e abbracciandomi mi diede un bacio in fronte.
Dopo aver finito di mangiare, Harry corse a recuperare il suo telefono che stava squillando al piano di sopra.
-Pronto?- rispose con ancora quella voce graffiata che adoravo mentre scendeva di nuovo.
-Okay. Sarei venuto ugualmente con Emma per farle ascoltare l’album, perciò è perfetto!-nel frattempo mi guardava serio; sembrava stesse cercando di leggermi nel pensiero. Dopo aver chiuso la telefonata invece, mi guardò con fare interrogativo.
-Ti va di venire in studio con me?- mi domandò. Sapeva perfettamente quanto adorassi farlo, mi divertivo a far finta di sapere utilizzare tutti gli aggeggi che mi circondavano.
-E me lo chiedi anche?- avevo un sorriso enorme stampato in viso.
-Dobbiamo registrare le ultime canzoni, poi ti farò sentire tutte le altre- non riuscii a nascondere la mia eccitazione perciò gli corsi incontro dall’altra parte della cucina e gli saltai in braccio agganciando i miei piedi dietro la sua schiena. La sua presa fu come sempre saldissima e, dopo avermi fissato negli occhi per qualche secondo, non resistette al baciarmi come non aveva ancora fatto quella mattina. Dato che adoravo farlo rimanere di stucco, improvvisamente mi liberai dalle sue braccia facendo finire il contatto tra le nostre labbra. 
-Vado a vestirmi ora.- corsi verso le scale facendogli una linguaccia.
-Prima mi illudi e poi scappi così?- sbraitò quando fui a metà scalinata.
Io scoppiai a ridere e, come avevo annunciato, trovai qualcosa da indossare pronta per la giornata che mi aspettava. 


Dopo circa un’oretta raggiungemmo lo studio dove trovammo tutti gli altri ragazzi. Fu strano entrare in quella sala mano nella mano con Harry e vedere tutti gli occhi dei presenti puntati su di noi. Anche Helene, la vocal coach, fu quasi spiazzata dalla scena.
-Bè? Avete visto un fantasma?- domandai ironicamente. 
-No, in realtà stiamo vedendo un sorriso sulla faccia di Harold dopo tre mesi, il che è anche peggio!- fu Liam a rispondere dando all’interessato una pacca sulla spalla.
-Peccato non aver registrato la canzone che registreremo oggi quando eri ancora affranto e dolorante!- continuò Helene scherzando.
-Tranquilla Hel, ho un’idea!- si propose Louis, sapevo sarebbe stata una delle sue solite stupidate, perciò mi preparai psicologicamente quando mi si avvicinò posandomi una mano sulla spalla.
-Em, non è che puoi lasciarlo? Così il suo umore sarà perfetto per registrare, le emozioni si sentiranno ancora di più!- e fu proprio come immaginavo. Tutti scoppiammo a ridere, compreso Niall che non riuscì a smettere per circa cinque minuti.
Quando tutti ripresero a leggere i fogli che avevano in mano, contenenti il testo del brano, guardai Harry in modo sospetto.
-Mi devo preparare i fazzoletti?- mi riferii al fatto che avessi intuito che quella canzone fosse stata scritta per me e che fosse alquanto triste.
-Potrebbero servirti!- mi prese in giro lui, meritandosi un mio leggero schiaffo sul suo braccio.
-Si chiama "Half A Heart". L’ho scritta con Liam. Lui aveva messo giù una parte quando aveva rotto con Danielle e io ho unito la mia, che ho scritto mentre eravamo in Australia.- mi spiegò tornando serio. Lo guardai con uno sguardo impaurito, poi mi misi comoda sulla poltrona affianco ad Helene la quale mi porse le cuffie che mi avrebbero dato la possibilità di sentirli cantare.
Appena i primi accordi di chitarra risuonarono nelle mie orecchie associai il ritmo a “More Than This”, una delle mie canzoni preferite del mio primo album. Subito dopo, Liam si avvicinò al microfono e sentii lo sguardo di Harry su di me attraverso il vetro.

So your friends' been telling me
You've been sleeping with my sweater
And that you can't stop missing me
Bet my friends' been telling you
I'm not doing much better
Because I'm missing half of me


“Quindi, i tuoi amici mi hanno detto che dormi con la mia felpa e che non riesci a smettere di sentire la mia mancanza. Scommetto che i miei amici ti hanno detto che io non sto molto meglio, perché mi manca metà di me stesso”.
Sentii i brividi percorrere ogni singolo angolo del mio corpo. Capii subito che quella parte parlava di me, poiché era vero.. in tutto quel tempo avevo dormito con i suoi vestiti indosso e non c’era stato un solo secondo in cui non avevo sentito la sua mancanza pur cercando di far sembrare il contrario. Ero certa, inoltre, che tutto gli fosse stato riferito da chiunque mi avesse visto stare male.
Cercai di controllarmi, ma non riuscii a far altro che incominciare a mangiarmi le unghie.. segno del fatto che fossi alquanto nervosa. 
La voce calda di Zayn poi, diede via al ritornello.

 
And being here without you
It's like I'm waking up to

Only half a blue sky
Kinda there but not quite
I'm walking round with just one shoe
I'm a half a heart without you

I'm half a man, at best
With half an arrow in my chest
I miss everything we do
I'm a half a heart without you


“Ed essere qui senza te è come se mi stessi svegliando sotto la metà di un cielo blu..”
Collegai immediatamente quella frase alla nostra distanza nel periodo di Tour in Australia. 
“Mi manca tutto ciò che facevamo, sono la metà di un cuore senza te”.  Sentire risuonare quelle parole, mi fece rendere ancora più conto di non aver sbagliato a dargli una seconda chance; ero nel posto giusto con la persona giusta.


 
Forget all we said that night
No it doesn’t even matter
Cause we both got split in two
If you could spare an hour or so
We’ll go for the lunch down by the river
We could really talk it through

“Dimentica tutto quello che ci siamo detti quella sera, non ha importanza perché entrambi ci siamo spaccati in due”. 
Adoravo il timbro di voce di Louis e quello fu il preciso momento in cui cominciai a sentire qualche lacrimuccia sulle mie guance.. era inevitabile.
Quella frase aveva un significato preciso; avevamo discusso sul fatto di dimenticare tutto, di fare finta che nulla fosse successo. Mi sentivo partecipe di quella canzone come non mai.
Tutto precipitò quando Harry si avvicinò al microfono per cantare il secondo ritornello. La sua voce era la migliore che avessi mai sentito, non per sminuire gli altri quattro, ma ero un po’ di parte dopotutto.
Mi guardava dritto negli occhi attraverso il vetro che ci divideva, mentre io mi stavo praticamente contorcendo sulla sedia dietro alla console.
Sentire quelle parole cantate da Zayn era stato emozionante, ma sentirle uscire dalla bocca di Harry fu qualcosa di indescrivibile.


 
Though I try to get you out of my head
The truth is I got lost without you

“E anche se sto cercando di farti uscire dalla mia testa, la verità è che sono perso senza te”. 
Il bridge toccò a Niall in questo brano, ma nonostante ciò io continuai a guardare colui che aveva deciso di dedicarmi quelle parole. 
Non penso si possa descrivere il sentimento che si prova in una situazione del genere.. ci si sente importanti, come mai prima. 
Rimasi lì immobile a pensare a cosa poter dire a Harry, come poter ringraziarlo per qualcosa del genere o meglio, come poter ringraziarlo per esserci ancora.
Quando la canzone finì, Helene si alzò dal mio fianco ed entrò nella sala registrazione per congratularsi con i ragazzi e per dare qualche suggerimento a livello vocale. 

Io rimasi immobile, ancora in stato di shock.. guardai verso destra, dove era seduto uno dei produttori che avevo già visto qualche volta e lui mi sorrise.
Forse pensava fossi pazza o cose simili, dato che sembravo completamente sulle nuvole mentre mi asciugavo il viso dalle lacrime.
Dopo qualche minuto ancora, Helene tornò in sala e subito dopo di lei Niall uscì a bere un sorso d’acqua.
-Che te ne pare?- mi domandò versandola nel bicchiere. Lo guardai, pregandolo di fare come se non mi avesse posto quella domanda per evitare di scoppiare in lacrime dall’emozione. Il biondino mi capì subito, ormai mi conosceva bene, peccato che in un secondo momento ci raggiunse anche Harry, dal quale ovviamente non sarei riuscita a sfuggire. 
-Commenti?- domandò, affiancando il suo amico. 
In quel momento, proprio quest’ultimo fu decisamente rumoroso nel bere facendo in poche parole lo strano suono di un risucchio strusciando le labbra sul bicchiere, perciò entrambi lo incenerimmo con lo sguardo.
-Sì, okay scusate. Vi lascio soli!- alzò le mani in segno di scuse e tornò nella sala registrazione dove Louis in quel momento stava registrando dei cori.
Dopo essere scoppiati a ridere, mi alzai incamminandomi verso un’altra sala dello studio dove in quel momento non vi era nessuno e Harry mi seguì a ruota.
-Che ne pensi allora?- domandò di nuovo sedendosi su una di quelle poltrone girevoli identiche a quella dove ero stata seduta fino a pochi secondi prima.
-Vuoi davvero saperlo?- incrociai le braccia posandomi al tavolo della console dietro di me. Il suo sguardo accigliato mi diede subito la risposta.
-Okay..- gli risposi prendendo una pausa e cercando di mettere insieme le idee.
-Penso che tu sia un cretino!- esclamai alzando leggermente il tono di voce e tirando un calcio alla sedia sul quale era seduto facendolo allontanare a causa delle ruote. Lui fu sorpreso.
-Che ho fatto adesso?- cercò di difendersi.
-Perchè non me le hai dette a voce due mesi fa queste cose se davvero le hai scritte quando eri in Australia?- era la domanda che continuavo a pormi.
Forse ciò avrebbe migliorato la situazione molto prima, forse entrambi avremmo sofferto di meno.
-Perchè.. ehm.. perché..- era ovvio che non avesse una risposta.
-Perchè?- ripetei io mentre lui si alzava dalla sedia avvicinandosi a me.
-Perchè sono un cretino!- esclamò afferrando le mie mani e ponendomele intorno al suo collo.
-Vedo che mi dai ragione allora!- lui sorrise, così come feci io alzandomi sulle punte e facendo sfiorare i nostri nasi.
-L’importante è che ora siamo qui insieme però, giusto?- non poteva esserci domanda migliore per concludere quel discorso.
-E’ l’unica cosa che conta!- a quel punto mi spinsi ancora più verso le sue labbra e lo baciai.



Buooona sera!
Come va ragazze? Siete sopravvissute al primo approccio con Midnight Memories? Io no haha.
Ovviamente, appena ho ascoltato "Half A Heart" ho pensato a questa Fan Fiction, sembrerà stupido, ma mi è sembrata la descrizione perfetta della situazione.
Spero che vi sia piaciuta la mia idea di inserirla in questo e, ovviamente, spero che il capitolo stesso vi sia piaciuto!
Ora direi che vi lascio, perchè sono stanca morta e credo che mi metterò sotto le coperte fino a lunedì mattina quando dovrò svegliarmi per andare a scuola :)
Un baciooo, Raffy <3 xxx
 
                                                                       Emma                                                                         Harry
                                           


                                                        

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Capitolo 33
*** I Will Love You, Unconditionally. ***


I Will Love You, Unconditionally

Dopo aver finito in studio, il resto della giornata lo passammo a casa davanti al camino ascoltando le altre canzoni. Harry era così orgoglioso di quell’album che qualunque brano iniziasse, non faceva altro che ripetere “questa è la mia preferita”.. un po’ come facevo io d’altronde.
Quando mia mamma mi chiamò all’ora di pranzo mi resi conto che né lei né mio padre sapessero ancora nulla di ciò che era successo negli ultimi giorni. 
Non lo avevamo detto a nessuno al di fuori di chi ci avesse visto insieme, non volevamo sbandierarlo al mondo intero ed era strano pensare di dovere dire a entrambi i miei genitori che io ed Harry eravamo tornati insieme, perché mi avevano visto soffrire e sicuramente avrebbero sottolineato gli aspetti negativi di quella storia, aspetti a cui io non volevo nemmeno pensare.

Ci fu un momento nel pomeriggio in cui mi venne spontaneo rispondere al telefono di Harry quando Anne chiamò mentre lui era in cucina a prendere qualcosa da mangiare.
-Pronto?- dissi.
-EMMA?- fu lì che mi resi conto che nemmeno lei sapesse nulla di tutto ciò.
-ehm.. ciao Anne!- esclamai, cercando di non dare troppo nell’occhio, o meglio, nell’orecchio.
-Ho per caso sbagliato numero? Pensavo di aver chiamato H! Probabilmente ho digitato male, scusa!- non se lo aspettava; nessuno le aveva detto nulla, nemmeno Gemma e, soprattutto, nemmeno i giornali ne erano a conoscenza.
-No no, non hai sbagliato! Ho risposto io, ma il telefono è quello di Harry- era l’unica cosa da fare, non potevo trovare altra via d’uscita.
In quel preciso momento, lui mi raggiunse.
-Ma..ma dove siete? Emma.. oddio, c’è qualcosa che devo sapere?- era più che ovvio che avesse già intuito. Anne era impossibile da fregare.
Harry mi guardava, sforzandosi di non scoppiare a ridere per la mia espressione imbarazzata, così presi un cuscino da dietro di me e glielo scaraventai addosso, scatenando una sua risata alquanto rumorosa.
-Ah, ma c’è anche lui! L’ho sentito!- non sapevo cosa fare.
-Sì, te lo passo subito!- gli passai il telefono e scoppiai a ridere a mia volta. I miei genitori avrebbero decisamente saputo il tutto in pochi minuti.
L’unica cosa che gli sentii dire fu un “Sì, ti richiamo”, immerso tra una risata e l’altra.
-Sei troppo stupida Em!- mi ritirò il cuscino e con un balzo si avvicinò a me sul divano.
-Io ti odio! Stavo solo cercando di evitare che lo scoprisse così per telefono- mi giustificai, mettendo giù un’espressione imbronciata.
-Sarebbe anche l’ora di farlo sapere a tutti, non credi?- quella domanda mi prese alla sprovvista poiché era estremamente seria, così come l’espressione di Harry.
-In che senso?- non capivo dove volesse andare a parare.
-Voglio che tutti sappiano che la persona che mi rende felice sei tu, perciò verrai con me a presentare l’album in questi giorni.- più che una proposta sembrava un’affermazione.
-E l’università?- c’era sempre quel piccolo dettaglio.
-Saltare qualche lezione in una settimana non ti cambierà la vita dai!- non potevo dargli torto.

Feci quello che mi aveva chiesto, girai l’Europa con lui e i ragazzi per una settimana e mi sembrò di essere tornata indietro nel tempo.. era come se nulla fosse cambiato, come se non mi avesse mai lasciato. 
L’album ebbe, come previsto, un successo strabiliante in tutto il mondo affermandosi primo in classifica praticamente ovunque durante la prima settimana.
Una volta tornata a casa, seguii gli ultimi corsi in università prima della pausa invernale mentre Harry e gli altri quattro partirono per l’America per partecipare a programmi come Xfactor e simili, sempre per promuovere l’album. Alla fine di Novembre, finalmente, tornarono a casa per godersi le meritate vacanze. 
Era ormai risaputo che fossimo tornati insieme, i giornali non facevano altro che parlarne ed il mio profilo Twitter era inondato di persone che mi chiedevano di confermarlo. 
Ci pensò Harry a farlo durante la loro ultima apparizione televisiva dell’anno alla finale di Xfactor UK.
Tutte noi ragazze, comprese Gemma e Lou, eravamo nel backstage quando Dermot o’Leary alla fine della performance sulle note di Midnight Memories, indagò sulla vita amorosa di tutti e cinque.
-Bè, di voi quattro sappiamo tutto quindi..- constatò quando Liam, Louis, Zayn e Niall confermarono le loro relazioni.
-E tu Harry? Ultimamente siamo tutti un po’ confusi sulla tua vita sentimentale- sentii un brivido percorrermi la schiena mentre lo fissavo intrepida dal backstage. Gli sguardi di tutte le altre ragazze puntarono su di me immediatamente.
-Bè, penso che la maggior parte delle persone l’abbia intuito.. In qualunque caso, ci tengo a confermare che io ed Emma stiamo di nuovo insieme..- non ero ancora abituata a sentirgli pronunciare il mio nome davanti ad una telecamera, o meglio, davanti al mondo intero.
Fui così felice che quando uscirono di scena gli corsi incontro saltandogli in braccio.


Quel periodo era molto importante per noi. Un anno esatto prima io ed Harry ci eravamo rincontrati e da allora tutto era cambiato. 
La mia vita non era più monotona e vuota, si era riempita grazie a lui e a tutte le altre persone che erano venute o ritornate a farne parte. 
La mattina del primo Dicembre mi svegliai e non trovai Harry accanto a me, ma solamente un biglietto con scritto: “Preparati, alle 18 di stasera troverai qui fuori una macchina ad aspettarti, prendi qualche vestito con te e non fare domande”.
Avevo in un certo senso intuito qualcosa nei giorni precedenti, poiché chiunque mi circondasse agiva in modo strano. Persino quando parlai della festa di compleanno che avrei voluto organizzare per Gemma il 3 Dicembre, avevo ricevuto strane reazioni. 
Non avevo pensato però al fatto che Harry avesse organizzato qualcosa di strano, perché non avevamo nemmeno accennato a quella ricorrenza; io non volevo sembrare troppo pesante e probabilmente nemmeno lui, perciò non avevamo ancora affrontato l’argomento.
Passai tutto il giorno a chiedermi cosa avesse mai potuto organizzare. Chiamai amici e parenti, ma tutti sembravano essere all’oscuro, anche se non ci credevo per niente.
Quando salii sull’auto quella sera, alla guida trovai Andy, una delle guardie del corpo dei ragazzi.
-Buonasera Em!- esclamò sorridente. Lo guardai storto per qualche secondo, poi partii all’attacco.
-Ti prego, dimmi dove mi stai portando! Ti prego, ti preeeeego!- le mie doti da bambina capricciosa non potevano essere superate da nessuno.
-Mi dispiace, sono stato obbligato a tenere la bocca chiusa.. posso solo dire che stiamo andando all’aeroporto.- cercai in tutti i modi di convincerlo, ma non ce la feci. Feci la finta imbronciata e recuperai il mio cellulare che avevo buttato nella borsa che avevo riempito di qualche vestito.
Notai immediatamente i messaggi ricevuti dalle mie amiche e da mia madre.
Quello di Frankie diceva “Buon viaggio Em.”, così come quello di mia sorella e di mia madre. Per ultimo ricevetti quello da parte di Gemma e Anne, che molto probabilmente sapevano qualcosa di più, che diceva “Buon viaggio Em! Ps: smettila di cercare di corrompere Andy per dirti dove sei diretta, non ce la farai mai!”. 
Ero molto prevedibile.
Una volta giunta ad Heathrow, Andy mi accompagnò all’imbarco e giunti al momento di salire sull’aereo, mi bendò gli occhi e mi pose delle cuffie sulle orecchie.
-Harry ha deciso di fare le cose in grande!- disse poco prima.
Sull’aereo mi fu tolta la benda e ci vollero pochi minuti prima che cadessi in un sonno profondo, come ero solita fare durante i voli. Fui svegliata nel momento dell’atterraggio, quando fui di nuovo bendata per scendere dall’aereo.
Continuavo a chiedermi come fosse possibile che H avesse organizzato tutto ciò senza farsi scoprire.

Non sapevo dove stessi andando, ero guidata dalle mani di Andy. L’unica cosa che capii fu che salimmo su un taxi e poi mi persi completamente. 
Dopo circa mezz’ora di auto, ci fermammo e finalmente mi fu permesso di scendere. 
-Stai qui ferma un attimo, recupero i bagagli dal taxi- mi sentii dire dal mio accompagnatore. Ammetto che avrei voluto sbendarmi immediatamente e scoprire cosa stesse succedendo, ma allo stesso tempo non avrei voluto rovinare il duro lavoro di quel pazzo che potevo definire mio fidanzato, perciò fui paziente. 
-Okay, puoi toglierla ora.- mi aiutò a slacciare il nodo sulla mia testa e in un secondo capii tutto.
Ero davanti all’Hotel Palace di New York, hotel dove io ed Harry ci eravamo rincontrati esattamente un anno prima. Mi portai istintivamente le mani alla bocca in segno di stupore e qualche secondo dopo lo vidi scendere gli scalini all’entrata e venirmi incontro. Andy ci superò lasciandoci soli e portando il mio bagaglio all’interno.
-Harry. Tu sei pazzo!- esclamai saltandogli al collo abbracciandolo.
-Pensavi mi fossi dimenticato?- mi domandò. Dovevo ammettere che quel pensiero mi aveva attraversato la mente qualche volta.
-Non.. non lo so. So solo che non capisco niente in questo momento.- gli risposi guardandolo negli occhi.
A quel punto non mi diede risposta, mi prese per mano e mi portò all’interno. Un sacco di ricordi mi attraversarono la mente riportandomi all’anno prima.
-Qui è dove sono praticamente morta dopo averti rivisto!- esclamai attraversando la reception.
-E li invece è dove mi hai aggredito la stessa sera mentre io cercavo di parlarti tranquillamente.- aggiunse lui, indicando il bancone del bar.
-Ci credo! Non ti eri nemmeno degnato di salutarmi ed hai esordito con un “Sei cresciuta!”- gli rinfacciai io facendolo ridere.
-Dai vieni, ti porto in un posto- mi fece strada sul retro dell’hotel, dove ci aspettava un’auto.
L’aria di New York era fredda ed era già buio, esattamente il clima dell’anno prima. Non riuscivo a realizzare il fatto che fosse passato così tanto tempo.. era così strano che mi era difficile crederci.
-Dove andiamo?- domandai, con la mia solita curiosità.
-Qualche minuto e lo saprai!- mi rispose sedendosi affianco a me.
Lo guardai con uno sguardo assorto, pensando a quanto fossi fortunata ad essere lì con lui. Lui ricambiò lo sguardo e sorrise facendomi venire le solite farfalle nello stomaco che non mi abbandonavano mai. Mi sporsi per baciarlo, dato che non lo avevo ancora fatto dal giorno prima, poi mi misi a guardare fuori dal finestrino cercando di capire dove fossimo diretti.
Quando l’auto si fermò, riconobbi il posto.
-Madison Square Garden, H?- lo guardai basita. Lui mi sorrise e si incamminò all’entrata.
Da quel momento in poi non aprii più bocca, cercai di fare il più silenzio possibile mentre lui avanti a me mi guidava tenendomi la mano.
L’enorme arena era completamente vuota; c’eravamo solamente io e lui. I nostri passi facevano eco, così come ero sicura si potesse sentire il battito accelerato del mio cuore.
Lui per primo si sedette esattamente al centro della gigantesca platea, di fronte allo schermo che era stato montato per l’occasione. Io lo seguii subito dopo.
-Vorrei uscire viva da questo posto..- sussurrai guardandolo, non appena la luce del proiettore si accese. 
La sua risata riempì l’edificio e subito dopo lo fecero le prime note di una canzone che adoravo in quel momento: Unconditionally di Katy Perry. 


 
Oh no, did I get too close?
Oh, did I almost see what’s really on the inside?
All your insecurities
All the dirty laundry
Never made me blink one time

“Oh no, mi sono avvicinata troppo? Oh, ho quasi visto ciò che c’è veramente dentro di te?” 
Quelle semplici parole descrivevano un miliardo di cose. Eravamo entrati nella vita l’uno dell’altra senza spaventarci di cosa avremmo potuto trovarci.
Avevamo ascoltato quella canzone insieme un sacco di volte perché sapeva quanto io l’adorassi e quanto non facesse altro che farmi pensare alla nostra storia. 
Nel momento in cui iniziò il primo ritornello, iniziarono anche ad essere riprodotte sullo schermo delle immagini.
Non erano immagini qualunque; erano foto, nostre foto. Le prime ci ritraevano ancora sedicenni sulla spiaggia, sorridenti e ingenui.. Non sapevamo che quell’incontro avrebbe portato a tutto ciò.


 
Come just as you are to me
Don’t need apologies
Know that you are a worthy
I take your bad days with your good
Walk through this storm I would
I’d do it all because I love you, I love you



“Prendo i tuoi cattivi giorni con quelli buoni. Camminare attraverso questa tempesta, lo farei. Farei tutto ciò perché ti amo”
Ovviamente, avevo iniziato a piangere come mio solito. Le foto erano state appositamente messe in ordine cronologico; eravamo ormai giunti a quelle dell’anno precedente.. durante concerti, eventi o semplicemente scatti che avevamo fatto casualmente durante la vita quotidiana.
Eravamo ancora seduti per terra ed afferrai la sua mano stringendola stretta, continuando a fissare lo schermo. Sentivo il suo sguardo su di me.

 
Unconditional, unconditionally
I will love you unconditionally
There is no fear now
Let go and just be free
I will love you unconditionally

“Ti amerò incondizionatamente”. Non c’era niente d’aggiungere a quelle parole. Era tutto perfetto.
Quando la canzone terminò, pensavo fosse tutto finito, ma in realtà partì un breve video che era stato registrato l’anno prima esattamente in quel posto dopo il loro concerto.
Le persone riprese eravamo io e lui. Non stavamo ancora insieme in quel periodo, ma la complicità era evidente. Salutavamo la telecamera e non appena pensammo che fosse spenta, ci abbracciammo per circa un intero minuto. Tempo durante il quale in realtà eravamo stati ripresi a nostra insaputa. Non parlammo, non dicemmo nulla. L’abbraccio racchiudeva più di mille parole.

Non appena il tutto finì, non avevo nemmeno parole per esprimermi. Mi voltai verso Harry che era ancora lì intento a fissarmi e allargai le braccia in segno di stupore.
-Non.. non so cosa dire..- balbettai asciugandomi le lacrime.
-Allora lascia parlare me..-  si alzò e fece fare lo stesso anche a me. Annuii e gli lasciai afferrare le mie mani.
-E’ passato ormai un anno dal momento in cui ci siamo rincontrati.. ne abbiamo passate tante in questo periodo, no?- aggiunse una risata che mi riempì il cuore.
-Nonostante gli alti e i bassi, sono sempre rimasto convinto di una cosa.- sospirò per un attimo e lo feci anche io, avevo il cuore a mille.
-Tu sei l’unica persona al mondo che riesce a farmi sentire in questo modo quando è con me.. non so spiegarti bene come mi sento, è qualcosa di indescrivibile. Posso solo dirti che ho provato a stare lontano e so che non durerei nemmeno un giorno senza te ora come ora. Perciò voglio proporti una cosa…- non riuscivo nemmeno a respirare e le mie gambe tremavano. 
Non appena notai che stava sfilando qualcosa dalla tasca dei suoi pantaloni il mio cuore si bloccò.
-Quello che voglio proporti è di farci una promessa..- quando vidi che quello che aveva in mano era esattamente ciò che pensavo che fosse, cominciai a piangere di nuovo.
-Con questo anello non ti voglio mettere fretta, non voglio spingerti a fare qualcosa che non vuoi fare. Voglio solo che simboleggi il nostro amore. Voglio che tu lo tenga, perché sono sicuro che un giorno decideremo di sposarci e di mettere su famiglia.- sospirò di nuovo mentre io mi portai le mani alla bocca.
-Promettimi che cercheremo sempre di trovare una via d’uscita anche quando in mondo sembrerà caderci addosso. Promettimi di non permettermi mai più di fare una scelta stupida come quella che ho fatto le due volte in cui ho deciso di interrompere la nostra relazione.- 
Io ero senza parole. Ero fissa su quell’anello che mi aveva posto al dito e non mi capacitavo di nulla. Non potevo credere avesse avuto un’idea così perfetta e meravigliosa allo stesso tempo.
Una promessa.
-Io… io..- cercai di parlare notando che stava aspettando una mia risposta. 
-Io te lo prometto Harry. Ti prometto che non ti lascerò andare facilmente perché sto passando il migliore tempo della mia vita con te. Grazie per tutto questo, grazie di esserci sempre per me.. grazie per l’anello, grazie per - non mi fece finire, poiché si avventò sulle mie labbra sollevandomi e prendendomi in braccio.

Dovevo ammettere che in un primo momento mi era sembrato davvero avesse intenzione di chiedermi di sposarlo, ma quello che aveva fatto era ancora meglio. Mi aveva proposto di stare con lui per sempre, perché alla fine era proprio quello il significato della promessa.. e lui aveva pensato di sigillare tutto con un anello.
-Aspetta, guarda bene l’anello.- mi disse mettendomi a terra. Me lo sfilai e lessi l’incisione all’interno. Vi era una data.
-2009/infinito- dissi ad alta voce.
Il fatto che avesse pensato di scrivere 2009 mi fece realizzare sempre di più quanto fosse perfetto, perché significava che non avrebbe cancellato il passato. Tutto era iniziato da lì.
-Ovviamente, anche io ho un anello con incisa la stessa cosa.- mi fece notare tendendomi la sua mano.

Lo guardai con gli occhi pieni di lacrime di gioia e lo ammirai per qualche secondo.
-Ti amo Harry Styles.- esordii come se fosse quasi una liberazione.
-Menomale, altrimenti tutto il mio duro lavoro sarebbe stato invano!- commentò facendomi scoppiare a ridere.

Era sempre il solito idiota ed io ero follemente innamorata di lui.



Eeeeccomi! 
E' passato un po' di tempo, ma sono tornata! 
Bè, innanzitutto augurisssiiimi per un buon Natale (anche se è già passato) ed un felice anno nuovo :)
Passando al capitolo, mi ci è voluto un po' per partorirlo, ma spero proprio che vi piaccia. Harry è un gran romanticone, o almeno a me piace immaginarlo così!
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Un bacioo, Raffy <3

                                                     

 

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Capitolo 34
*** Wait! It's Not Over Yet! ***


Wait! It's Not Over Yet!
 
Passammo una settimana indimenticabile a New York.
Furono sette giorni completamente diversi dal solito: niente concerti, niente corse per non ritardare la tabella di marcia.. niente di niente. Solamente io e lui.
Mi dispiacque moltissimo non essere stata insieme a Gemma il giorno del suo compleanno, ma le promisi che appena saremmo tornati avremmo festeggiato in modo straordinario i suoi 23 anni.
Io ed Harry avevamo già organizzato il tutto ovviamente! Infatti, in quel preciso periodo i ragazzi dei 5 Seconds Of Summer avevano fatto il loro ritorno a Londra per un tour che avevano organizzato ad inizio anno. Entrambi sapevamo perfettamente che c’era del tenero tra Gemma e Ashton, il batterista, perciò per festeggiare la portammo ad uno dei concerti e poi ci recammo tutti insieme in un locale londinese.
Era stato abbastanza difficile convincere Harry ad organizzare questa cosa, perché era piuttosto geloso nel vedere sua sorella con un ragazzo, ma le mie tecniche di convincimento non avevano fallito nemmeno quella volta.
Subito dopo quella serata, passai qualche giorno a casa dei miei genitori a Birmingham con Daisy ed Harry passò del tempo ad Holmes Chapel. 
Ovviamente, l’anello al mio dito fece scandalo. Chiunque lo vedesse non faceva altro che chiedere se fosse un anello di fidanzamento, così come in rete e sui giornali di gossip si continuavano a fare varie supposizioni sulla possibile data del matrimonio. Era anche stata diffusa la notizia che fossi rimasta incinta e che quindi Harry avesse deciso di chiedermi di sposarmi!
-E pensare che stiamo studiando giornalismo! Mi licenzierei piuttosto di scrivere cose del genere!- aveva commentato Frankie oltreoceano, dato che nel frattempo era andata a trovare i suoi a San Francisco con Niall.
Daisy mi aveva insegnato a buttarla sul ridere, d’altronde anche lei era stata ripetutamente vittima di false notizie. 

Essendo già giunti alla metà di Dicembre, erano in atto i preparativi per i vari cenoni e pranzi Natalizi. 
Tutto non faceva che farmi pensare al Natale dell’anno precedente, giorno in cui la mia vita era cambiata: io ero stata lasciata da Josh; Harry aveva rotto con Taylor; il nostro primo bacio dopo tutto quel tempo; la confusione nella mia testa… insomma, un’insieme di circostanze che ci avevano portato dove eravamo in quel momento.
Nei giorni che avevo trascorso a Birmingham avevo continuato lo shopping natalizio, che io ed Harry avevamo già iniziato, con mia sorella e mia mamma in modo da avere tutti i regali pronti e di non dover fare tutto all’ultimo momento. Inoltre, Robin aveva chiamato i miei genitori per invitarli di nuovo alla casa di campagna per passare il Natale tutti insieme. Ovviamente io ed Harry avevamo avuto la grande idea ed era un bene che le nostre famiglie fossero così unite, riuscivamo a passare molto più tempo insieme grazie a ciò.
Questa volta saremmo partiti il 24 sera, perché il giorno della vigilia l’avremmo passato dai miei nonni con i vari parenti sparsi per l’Inghilterra. Daisy sarebbe poi partita per Doncaster il 26, per passare il “Boxing Day” con Louis e la sua famiglia. Anche la loro relazione, nonostante la lontananza, andava a gonfie vele.

Era ormai passata una settimana dall’ultima volta in cui avevo visto Harry ed era decisamente fuori dagli standard dato che vivevamo 24 ore su 24  insieme, perciò alla Vigilia, non appena finito di mangiare salutai tutti gli zii, cugini e nonni presenti in casa e corsi a prepararmi per partire. La casa di campagna distava circa due ore da Birmingham, perciò ovviamente mi addormentai sulle gambe di mia sorella durante il viaggio.  
Quando finalmente giungemmo a destinazione erano quasi le undici di sera. Camminai sul vialetto che portava all’entrata con fare da zombie.
-Io non capisco come Harry possa stare con una che non regge nemmeno fino a mezzanotte!- mi presero in giro mia sorella e mio padre.
-Dai ragazzi, è ancora in balia del Jetlag- mia mamma cercò di difendere l’indifendibile, ovviamente causando ancora più risate.
-Mamma, è tornata praticamente un mese fa da New York!- ribattè Daisy quando eravamo ormai davanti alla porta.
-Ora basta prendermi in giro però!- risi e poi mi finsi imbronciata. 
-Che succede qui?- la porta si aprì ed Anne esordì con uno dei suoi classici sorrisi.
-Annee!- esclamammo tutti e quattro insieme. Era da tempo che non la vedevo, perciò corsi ad abbracciarla.
-Mi prendono in giro!- le spiegai la situazione e lei si mise a ridere.
Robin ci raggiunse dopo qualche secondo e, dopo i vari saluti, Anne capì dal modo in cui mi guardavo intorno che cosa, o meglio chi, stessi cercando.
-H e Gem sono di là nel bungalow- si rivolse a me e Daisy facendomi l’occhiolino.
Non passò un secondo, che entrambe eravamo già in marcia verso la dependance. Daisy non vedeva entrambi da un po’, perciò era eccitata all’idea di passare del tempo con loro.
Aprii la porta elettrizzata e sorrisi non appena li vidi. Erano seduti sul grande divano che c’era nel salotto all’entrata e stavano guardando la televisione.
-Geeem!- esclamai correndole incontro ed ignorando suo fratello. Lo feci apposta ovviamente, per vedere la reazione sul viso di Harry che invece salutò Daisy per prima.
-Come stai?- le domandai stringendola.
-Bene, tu? Ho saputo che il primo trimestre all’università l’hai concluso al meglio!- avevo ricevuto i risultati il 20 Dicembre e non avevamo ancora avuto modo di parlarne.
-Sì, mi hanno anche proposto uno stage in uno studio giornalistico per il semestre- la informai felice.
A quel punto, qualcuno si schiarì la voce. Non fu necessario voltarmi verso di lui per capire di chi si trattasse.
-Oh, ciao H! Non ti avevo visto- continuai la farsa. Lui mi fece una linguaccia e a quel punto mi lasciai andare e lo abbracciai sorridente.
-Bene, quando apriamo i regali?- ovviamente la mia trasformazione in bambina di circa cinque anni in quel periodo non si smentì nemmeno quell’anno.
-Domani mattina Em- rispose mia sorella interrompendo la sua chiacchierata con Gemma. 
Era un classico della notte di Natale; sin da piccole, io ero sempre quella che non voleva aspettare la mattina seguente per scartare i regali e lei era sempre quella che ci teneva a fare tutto secondo le regole.. mi ero sentita ripetere quelle parole un miliardo di volte ormai!
-Ma se ci pensi, tra meno di un’ora è già..- mi interruppe di nuovo. -Domani Emma.- ripetè come se si stesse rivolgendo appunto ad una bambina.
Guardai Harry in cerca di un conforto, visto che in realtà era suo il regalo che non vedevo l’ora di aprire, ma anche lui sembrava essere d’accordo con Daisy.
-Ufff.. va bene!- accettai la sconfitta e ci dirigemmo tutti in casa dai nostri genitori.
-Eccoli!- esclamò Robin non appena ci vide. Stava cercando una bottiglia di spumante in cucina.
-Ah, volevate bere senza di noi? Che ingrati!- scherzò Gemma sedendosi sul divano accanto ad Anne.
Dopo aver chiacchierato circa fino a mezzanotte, aprimmo la bottiglia e brindammo facendoci gli auguri. Ovviamente io non mi arresi.
-Apriamo i regali adesso?- ci riprovai.
-Domani mattina!!- esclamarono tutti contemporaneamente. La scena fu decisamente comica.
-Va bene, scusate!- dovevo aver fatto tanta tenerezza in quel momento, che Harry mi attirò a se e mi stampò un bacio sulla guancia.
-Direi che è ora di andare a letto per me, dato che domani mattina mi devo svegliare presto per cucinare!- esclamò Anne, raccogliendo uno ad uno i bicchieri.
-Ti seguo!- mi mamma si mise ad aiutarla ed infine tutti e gli adulti si ritirarono nelle loro camere mentre noi quattro tornammo nel famoso bungalow.
-Bene, io dove dormo?- domandò mia sorella.
-Considerando il fatto che non penso tu voglia dormire tra Emma e mio fratello, dormirai in camera con me- le rispose Gemma indicando me ed Harry.
Dopo l’ennesima gag della serata, ci dirigemmo nella nostra camera. 
Ricevemmo un sacco di telefonate; Liam e Danielle furono i primi. A seguire, Frankie e Niall ci chiamarono dall’Irlanda, dove avrebbero passato il Natale con i parenti del biondino. Perrie e Zayn furono i terzi e, per ultimo Louis, che ci unì alla telefonata che stava facendo con Daisy. Ovviamente, dopo di loro arrivarono anche quelle di Lou e Tom e i messaggi di tutti i nostri amici di infanzia e non. Fu alquanto impegnativo possiamo dire, ma infine riuscimmo a concludere.
-Harry!- sbraitai non appena lui si buttò sfinito sul letto, dopo aver posato il telefono sul comodino. Alzò la testa e mi guardò.
-Che c’è?- il suono ovattato indicava il fatto che la sua faccia fosse stata immersa di nuovo nel materasso.
-Niente, avevo voglia di dire il tuo nome- mi giustificai io soddisfatta, dirigendomi verso il bagno.


Harry.
Adoravo passare del tempo con la mia famiglia ed il fatto che ci fosse lì anche Emma con la sua, migliorava ancora di più il mio umore. Riuscivo a rendermi conto di quanto fossi fortunato in tutti i sensi; adoravo che le nostre famiglie andassero così d’accordo!
In quel momento lei era in bagno a cambiarsi. Sapevo quanto fosse impaziente di aprire i regali, perciò pensai fosse giunto il momento di darle il primo dei tanti che le avevo comprato. Approfittai di quel momento, andai a recuperarlo nel mobile del salone all’entrata e ritornai di corsa in camera, mettendolo al centro del letto e sedendomici affianco.
Avevo pensato a talmente tante cose da regalarle per quel Natale, che non ero riuscito a sceglierne una in particolare ed avevo finito per comprarle tutte. Il pacchetto che avrebbe aperto da lì a poco, conteneva un maglione natalizio che avevamo visto in America. Se n’era praticamente innamorata, ma non l’aveva comprato definendolo troppo costoso. Avevo visto il desiderio di indossarlo nei suoi occhi e non avevo resistito dal tornare in quel negozio da solo e regalarglielo.
-Eccomi! Il bagno è tutto tuo!- esclamò tornando in camera. Ovviamente notò il mio strano comportamento.
-Che ti prende H?- mi domandò poco prima che le facessi un cenno con la testa indicandole il pacchetto.
-Oddio, ma quello è il mio regalo!- con un balzo mi raggiunse sul letto e si fiondò su di esso spezzando in mille pezzi la carta con il quale era stato incartato e portandosi le mani davanti alla bocca stupita rendendosi conto di cosa si trattasse.
-Ma… ma.. ma è il maglione che abbiamo visto in America!- esclamò gioiosa mentre io le sorridevo.
-C..come hai fatto a comprarlo? Siamo stati insieme praticamente 24 ore su 24 quando eravamo là!- la sua curiosità non dava tregua, ma amavo quel suo aspetto.
-Il penultimo giorno mi sono svegliato presto la mattina e sono uscito per andare a comprarlo prima che ti svegliassi- le svelai il mistero.
-Grazie grazie graaazie!- mi saltò addosso facendo si che entrambi ci ritrovassimo sdraiati una sopra l’altro.
-Ora però voglio darti il mio regalo- sussurrò avvicinando la sua fronte alla mia. Sapeva come farmi andare su di giri. 
Si avvicinò fino al arrivare a qualche millimetro dalle mie labbra e strofinò il suo naso contro il mio.
-Vado a prenderlo!- si allontanò di colpo e si immerse letteralmente nel suo borsone estraendo un pacchetto.
-Per un momento ho pensato ti riferissi ad altro!- allusi al fatto che avesse cercato di provocarmi poco prima.
-Bè, per quello c’è tempo tutta la notte!- mi fece l’occhiolino e tornò a sedersi affianco a me.


Emma.
Adoravo farlo rimanere di stucco in quel modo perché l’espressione confusa che aveva sul viso ogni volta era stupenda. 
Il regalo che avevo deciso di consegnargli per primo era in realtà l’ultimo che avevo comprato. Quell’anno mi ero data alla pazza gioia in fattore regali per quanto riguardava Harry, non mi ricordavo più nemmeno quanti gliene avessi fatti!
-Lo apro ora?- mi domandò.
-Questo sì, gli altri te li darò domattina- risposi eccitata all’idea. Il Natale era il mio periodo dell’anno preferito!
Harry iniziò a scartare. Quel pacchetto conteneva qualcosa che ultimamente non faceva altro che indossare e che io adoravo.
-Oh, finalmente posso dire di avere una vera bandana e non delle maniche di vecchie camicie!- esclamò sorridente ottenendo il mio consenso.
-Grazie Em- si sporse verso di me per darmi un bacio.
-Ora cambiati, voglio dormire!- lo spinsi verso il bagno.
-So che in realtà pensi che dormendo il tempo passi più velocemente in modo da poter aprire i regali il più presto possibile!- disse chiudendo la porta alle sue spalle. Aspettai che tornasse in camera per rispondere.
-E anche se fosse?- gli feci una linguaccia e lui si sdraiò sul letto accanto a me.
-Bè, potresti anche posticipare un po’ l’ora di dormire no?- si avvicinò e sapevo perfettamente a cosa si stesse riferendo.
Ovviamente non ero ancora in grado di resistergli, perciò finimmo per fare l’amore. Non che mi dispiacesse!
La mattina dopo mi svegliai più felice che mai e incominciai svegliare Harry baciandogli il collo, come ero spesso solita fare.
-Buongiorno!- esclamai non appena aprì gli occhi.
-Buongiorno Em!- mi sorrise e mi attirò a se abbracciandomi. Aveva già intuito il perché fossi così pimpante, perciò si alzò in men che non si dica e insieme ci cambiammo per andare in casa ad aprire i regali con gli altri. Io, ovviamente indossai il maglione che mi aveva regalato e lui la bandana.
Una volta in cucina, trovammo Gemma e mia sorella intente a bere del caffè. 
-Buongiorno ragazze!- esclamai versandone una tazza a me e ad Harry. 
Dopo aver fatto colazione, ci spostammo tutti e quattro in salotto dove si trovavano i miei genitori, Anne e Robin e incominciammo ad aprire i regali.
Per primi, iniziarono gli adulti e subito dopo passammo a noi. 
Iniziò Gemma che ricevette una sciarpa di Burberry da Anne e Robin, un buono di Topshop da mia sorella ed i miei genitori e un nuovo cellulare da me ed Harry. Era la prima volta che facevamo dei regali insieme come coppia, perché fino a quel momento li avevamo sempre fatti separati. Era una sensazione strana, ma mi piaceva.. mi faceva capire sempre più quanto la nostra storia fosse seria, cosa che mi veniva ricordata costantemente anche dall’anello che portavo al dito.
Passammo poi a mia sorella che ricevette dai miei una borsa, da Anne, Robin e Gemma un borsellino ed infine da me ed Harry un nuovo iPad.
Arrivò il mio turno.
Da mia madre e mio padre ricevetti il nuovo iPhone, probabilmente perché li avevo esasperati continuando a chiederglielo. Da mia sorella, ricevetti un set di cover di Michael Kors proprio per il nuovo cellulare; da Gemma, Anne e Robin invece ricevetti una collana di Tiffany&Co che volevo da tempo.
A quel punto pensai fossero finiti, dopotutto avevo già ricevuto quello di Harry.
-Bene, ora tocca te H!- esclamai sorridendogli. Lui mi guardò per qualche secondo, poi scattò in piedi e corse via.
-Che gli prende?- domandai agli altri, anche loro alquanto spiazzati dalla sua mossa. 
Non fecero in tempo a rispondere, perché dopo circa un minuto Harry tornò da noi con una specie di sacco tra le mani porgendomelo.
-Che cos’è?- gli chiesi confusa. Guardai dentro e vidi un sacco di pacchetti da scartare.
-Sono i tuoi regali da parte mia!- mi rispose risedendosi sul divano.
-H, mi stai prendendo in giro? Mi hai già regalato il maglione che indosso che, tra l’altro, so per certo che ti è costato moltissimo!- cercai tra le facce dei presenti il consenso, ma tutti sembravano troppo impegnati ad ammirare il gesto d’amore di Harry.
-Dai Emma, apri i regali!- esclamò mia sorella incuriosita.
Le diedi ascolto e incominciai a tirare fuori uno ad uno i cinque pacchetti che il sacco conteneva.
Aprii il primo e vi trovai un paio di occhiali da sole; nel secondo vi trovai una cover rigida per il mio portatile; nel terzo vi trovai una borsa di Michael Kors; nel quarto vi trovai un orologio della stessa marca e infine nell’ultimo trovai un paio di Loboutin. 
Ero senza parole, non sapevo davvero come reagire. Avevo le lacrime agli occhi, non per il gesto in sè, ma per il fatto che non ci fosse stato uno tra tutti i regali che avevo ricevuto da lui che non mi fosse piaciuto. Non avevo mai espresso il desiderio di ricevere una di quelle cose, ma l’avevo sempre sperato e lui mi aveva praticamente letto nel pensiero. Mi conosceva, mi conosceva davvero. 
Dopo aver provato le stupende scarpe, mi fiondai su di lui per abbracciarlo e ringraziarlo di tutto.
-Grazie, grazie, grazie, grazie. Grazie un milione di volte!- esclamai guardandolo dritto negli occhi.
-Non devi ringraziarmi- disse prima di darmi un bacio. In altri casi avrebbe aggiunto qualche suo discorso filosofico, spiegandomi il perché di tutti quei regali, ma sapevo perfettamente che in quel momento si sentiva leggermente a disagio davanti ai miei genitori e i suoi, perciò mi fece capire con gli occhi che avremmo parlato più tardi.
-Ora tocca ad Harry!- esclamò Anne, interrompendo il nostro scambio di sguardi infinito.
Lui sorrise ed incominciò ad aprire appunto quello di sua madre e Robin.
-E’ sempre impossibile fare regali ad Harry, tutto sembra troppo poco!- esclamò quest’ultimo. Probabilmente solo per me era una passeggiata.
Finì di scartarlo e ammirò sorridente il paio di stivali che gli era stato regalato.
-Abbiamo constatato che quelli che indossi ultimamente sono praticamente distrutti, perciò abbiamo pensato di comprartene un altro paio!- spiegò Anne.
-Siete andati sul sicuro!- commentò Gemma, facendo riferimento al fatto che indossasse stivali giorno e notte. Tutti scoppiammo a ridere e lui continuò a scartare.
Quello di Gemma si rivelò essere un nuovo paio di cuffie e quello di mia sorella ed i miei genitori, che avevano comprato davanti ai miei occhi, era invece una camicia di Burberry. Arrivò il momento dei miei regali. Anche io ci avevo dato dentro, perciò li recuperai da sotto l’albero dove erano stati posizionati insieme agli altri, e li posai davanti a lui.
-Anche tu non scherzi Em!- esclamò Gemma ad occhi spalancati. 
-I miei non sono al suo livello!- mi giustificai, ricordandogli che io non ero miliardaria a differenza di suo fratello.
Harry incominciò eccitato a scartare il primo dei cinque.. neanche a farlo apposta, ci eravamo fatti lo stesso numero di regali.
-Wow!- esclamò sorridente non appena si accorse che si trattava di un cappotto… e tutti sapevano quanto Harry amasse i cappotti.
Andò avanti poco dopo; Il secondo era un nuovo borsone per quando viaggiava; il terzo il suo profumo preferito; il quarto erano un nuovo paio di jeans ed il quinto era quello che mi piaceva di più degli altri, ed era quello il motivo per cui l’avevo lasciato per ultimo.
Avevo pensato di regalargli un set di due anelli, visto che li indossava sempre, con stampate le nostre iniziali. Io avrei indossato quello con l’”H” e lui quello con la  “E”. Quando lo aprì, capii che anche per lui era decisamente il preferito.
Mi prese la mano e mi infilò quello con la sua iniziale sorridente e poi mi strinse a lui avvicinando la sua bocca al mio orecchio. Approfittò di quel momento in cui tutti si erano messi a parlare, per sussurrarmi un “Ti amo” timido, ma allo stesso tempo sincero. 
Dopo aver chiacchierato collettivamente per ancora un po’ di tempo, io, Harry, Daisy e Gemma ci alzammo per portare tutti i regali nelle nostre camere, ma fummo bloccati dai quattro genitori.
-Aspettate!- esordì Anne.
-Non è finita- continuò mia madre sorridente.
Non sapevamo assolutamente che cosa avessero in mente. Ci guardammo tutti spaesati e confusi mentre ritornavamo a sederci.


TO BE CONTINUED..


Heeeeey, buon anno a tutte!
Spero abbiate passato un buon Capodanno così come è successo a me! 
Spero anche che questo capitolo alquanto natalizio vi piaccia! Non succede nulla di che, ma sinceramente adoro scrivere delle due famiglie perchè sono così unite e carine insieme!
Fatemi sapere cosa ne pensate, è importante per me :)
Un bacioo, Raffy <3 xxx


                                                                          Emma                                                      Harry
                                                         

                                                                           Gemma                                                                   Daisy
                                          


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Capitolo 35
*** One Big Family. ***


One Big Family
 
-Che succede?- domandò Harry, esternando la domanda che tutti e quattro ci stavamo ponendo nella nostra mente.
I miei genitori insieme ad Anne e Robin erano lì seduti sorridenti come se niente fosse, mentre noi eravamo in procinto di avere un attacco nervoso.
-Abbiamo un altro regalo per voi..- disse mio padre, guardandoci uno ad uno negli occhi.
-Già..- aggiunse mia madre.
Non vedevo l’ora di sapere di cosa si trattasse e tutta quell’attesa mi stava uccidendo.
-Bè? Quando avete intenzione di dircelo?- Gemma era evidentemente nella mia stessa situazione. Tutti e quattro scoppiarono a ridere.
-Abbiamo pensato di regalarvi un viaggio.. ve lo siete meritati e vogliamo che vi prendiate del tempo per voi.- svelò infine Anne.
Tutti esplodemmo di felicità. Guardai Harry e pensai che finalmente avremmo passato del tempo in santa pace, senza dover nasconderci dai paparazzi o dover posticipare i nostri piani a causa del lavoro o dell’università.
-Aspettate. Dobbiamo aggiungere qualcosa!- Robin interruppe la nostra fase euforica.
-Non sarete solo voi quattro..- sorrise guardandomi. -Niall, Liam, Louis, Zayn, Frankie, Danielle, Perrie e Ashton si sono sentiti dire le stesse cose dai loro genitori in questo preciso momento!- sentii come se il mio cuore stesse scoppiando dalla felicità. Avrei passato del tempo con le persone che più adoravo al mondo, senza avere nessuna pressione.
-Spero di non aver dimenticato nessuno.. sono circa un centinaio!- commentò poi sorridente.
-Mi state dicendo che ci sarà anche Louis?????- mia sorella stava per svenire. La guardai e scoppiai a ridere, poi passai lo sguardo su Gemma che stava contenendo la sua reazione, perciò mi avvicinai a lei.
-Non sei contenta??- le domandai.
-E me lo chiedi anche?- domandò abbracciandomi.
Harry era talmente entusiasta che corse ad abbracciare chiunque si trovasse di fronte.
-Grazie, grazie davvero!- si rivolse a tutti e quattro.
-Era l’idea migliore che poteste avere!- continuai io.
-Ci è voluto pochissimo per metterci d’accordo con gli altri. E’ stata una cosa spontanea!- disse mia madre avvicinandosi a me e mia sorella.
-Passate un sacco di tempo insieme, ma siete sempre così impegnati che ci è sembrata una bella idea darvi la possibilità di stare insieme senza pensare a nient’altro che a divertirvi.- Anne si rivolse ad Harry.
Non sapevamo più come ringraziarli. Era stato un pensiero bellissimo da parte loro ed ero certa sarebbe stata la migliore vacanza di sempre.



Era ormai il 28 Dicembre, giorno della partenza; Io e Frankie eravamo nella nostra casa a Londra, intente a preparare le valigie.
Ci era stata svelata la destinazione, che sarebbe stata Santo Domingo. Avevano pensato a tutto i genitori, affittando un’intera parte di un villaggio turistico dove saremmo stati in tranquillità, serviti e riveriti.
-Avresti mai creduto poco più di un anno fa, che ci sarebbe successa una cosa del genere?- mi domandò, mentre sceglievamo i costumi.
Ci ragionai su un attimo; sembrava una domanda scontata, ma in realtà non lo era. Nel periodo a cui aveva fatto riferimento lei, non sapevo nemmeno cosa volesse dire avere una vita del genere.
-No. Non avrei mai pensato a qualcosa di simile. Voglio dire, ci vedi? Io e te eravamo solamente due studentesse universitarie e ora stiamo partendo per una vacanza con la boyband più famosa al mondo, della quale due membri sono nostri fidanzati.- mi bloccai da quello che stavo facendo per un secondo e guardai l’anello che avevo al dito sorridendo.
-Mi dispiace interrompervi.- Daisy irruppe nella nostra camera, con una valigia enorme tra le mani.
-Non è che vi potreste sedere sopra? Non riesco a chiuderla!- domandò, indicando l’evidente problema.

Dirigendoci all’aeroporto sul van che era passato a prenderci sotto casa, stavamo realizzando quanto il tutto sarebbe stato come una vacanza di famiglia, perché alla fine era proprio ciò che eravamo. Una grande famiglia.
Giunti a Heathrow, entrammo dal retro dove incontrammo Liam, Danielle, Zayn e Perrie che erano arrivati poco prima di noi. 
-Ciao ragazze! Come state?- esordii io salutandole.
-Oh, grazie per la considerazione Em!- scherzò Liam.
-Sarei arrivata anche da voi due! Suvvia Liam, non fare il permaloso!- lo presi in giro mentre gli altri ridevano per la scena.
-Lascialo perdere, è solo un po’ geloso- disse Danielle abbracciandomi, poco prima che lo facesse anche Perrie.
In quel momento arrivò un’altra auto, dalla quale scesero Harry, Gemma e Ashton. Quest’ultimo era arrivato dall’Australia la sera prima. 
-Ciao Australiano!- esclamai io allargando le braccia, facendogli capire che aspettavo un abbraccio.
-Ciao Em!- mi corse incontro e mi sollevò nel salutarmi. Nel momento in cui mi posò a terra, entrambi ci accorgemmo che Harry ci stava fissando con aria confusa, mentre Gemma era già andata a salutare i presenti.
-Bè, almeno una differenza tra i due l’abbiamo trovata!- esclamò Ashton, facendo riferimento ai discorsi che facevamo l’estate precedente riguardanti il fatto che Gemma e Harry sembrassero gemelli in tutto e per tutto. 
-Buongiorno H!- gli dissi poi avvicinandomi a lui e baciandolo sulla guancia. Il sorriso tornò sul suo viso.
-Buongiorno- rispose posandomi un braccio attorno alla spalla.
-Ma Louis e Niall che fine hanno fatto?- domandò Perrie.
Frankie e Daisy si guardarono e gli ci volle un solo secondo per formulare la loro risposta.
-I soliti ritardatari!- esclamarono insieme, proprio nel momento in cui l’ennesimo van nero fece la sua entrata nella zona dell’aeroporto dove ci trovavamo.
-Scusate ragazzi, Niall non trovava il caricatore del cellulare!- si giustificò Louis correndo verso di noi.
-Ma che dici? Sei tu quello che ci ha messo tre ore a prepararsi! Io ti ho aspettato fuori casa al freddo!!- lo contraddisse Niall causando una risata collettiva.
-In qualunque caso, ora entriamo!- esordì Zayn, incamminandosi.
Tutti lo seguimmo e, dopo circa un’oretta, ci ritrovammo sull’aereo. Rigorosamente prima classe, cosa che non succedeva spesso a una ragazza come me.
Il volo sarebbe durato circa tredici ore, perciò ci eravamo tutti posizionati nelle mega poltrone, pronti ad addormentarci da un momento all’altro. 
Io ed Harry eravamo nella stessa cuccetta ed in quel momento lo stavo ammirando mentre lui stava parlando con Niall di fronte a noi. Ero andata in fissa sul suo viso ed ero certa di avere un’espressione da ebete stampata in faccia.
-Che c’è?- mi domandò quando finì il suo discorso su i “cibi caratteristici di Santo Domingo” iniziato dal biondino.
-Niente, è solo che sono felice di essere qui.- gli risposi abbracciandolo all’altezza della sua vita.
-Incomincio ad intravedere un tuo lato tenero Edwards, mi sbaglio?- mi prese in giro, così il mi staccai subito da lui dandogli le spalle.
-Eh dai! Lo sai che scherzo!- mi prese e mi rigirò verso di lui, in modo da ritrovarci faccia a faccia.
-Se vuoi posso continuare ad essere insensibile, basta chiederlo!- gli dissi imbronciata.
-Mi vai bene in tutti i modi!- sorrise avvicinandosi per baciarmi, ma io lo bloccai a pochi centimetri.
-Chi è quello dolce da mettere il diabete adesso?- lo presi in giro, prima di afferrarlo per il colletto della sua camicia e baciarlo. 

Avevamo occupato l’intera prima classe di quel volo, perciò nessuno interruppe le nostre fasi di isteria durante quelle tredici ore. Guardammo film e cantammo canzoni a squarciagola e le hostess non facevano altro che lanciarci strane occhiate.
Era bello notare come tutti ci trovassimo bene tra di noi. Gemma e Ashton si erano integrati benissimo, pur essendo “la nuova coppia”. Harry era addirittura riuscito ad accettare la loro storia, il che mi stupiva sempre più.
Quando mi svegliai, notai che eravamo solo a metà del viaggio. Harry stava ancora dormendo accanto a me, perciò cercai di non svegliarlo e sfilai dalla mia borsa un paio di cuffie ed il mio cellulare che avevo impostato sulla modalità “aerea”. 
Decisi di ascoltare un po’ di musica e premetti il tasto “shuffle”. La prima canzone che andò in riproduzione fu “Summer Love”.
Pensai ci fosse qualche complotto contro di me a quel punto, perché era la canzone che più mi faceva emozionare in assoluto. Guardai di fronte a me ed incrociai lo sguardo di Frankie dubbioso, poiché aveva notato che la mia espressione era mutata. Le feci segno che era tutto okay e mi strinsi ad Harry. Forse la stretta fu troppo forte, dato che si svegliò all’improvviso.
-Hey!- esclamò guardandomi ed accarezzandomi il viso.
-Scusa, non volevo svegliarti.- dissi sfilandomi una cuffia e tornando ad appoggiare la testa sua sua spalla.
-Che ascolti?- domandò rubandomela di mano e rimanendo spiazzato.
-Emma, che ti prende?- era sorpreso, non capitava spesso che ascoltassi quel genere di canzoni. In generale quelle che mi aveva dedicato mi facevano sempre piangere, perciò evitavo di ascoltarle davanti a lui anche se in realtà erano quelle che ascoltavo di più quando lui non c’era.
-Niente, ascolto una canzone- feci finta di nulla. Ci stavamo guardando dritti negli occhi.
-Sembra che abbiate gli occhi a cuoricino quando vi guardate!- mia sorella era sempre in grado di rovinare quei momenti. Si era alzata per andare al bagno e passandoci affianco aveva interrotto il nostro discorso.
-Grazie Day!- esclamai, notando la sua espressione annoiata. 
Faceva sempre così, ma in realtà sapevo quanto fosse contenta di vedermi con lui. Finalmente stavo con la persona giusta.
La osservai quando tornò a sedersi al proprio posto di fianco a Louis. Quest’ultimo era completamente perso per lei, la guardava con uno sguardo assorto e decisamente innamorato. 

Dopo circa sei ore l’aereo fece il suo atterraggio ai Caraibi. Eravamo tutti eccitatissimi, sembravamo dei bambini durante la loro prima gita scolastica.
Un pulmino venne a recuperarci all’aeroporto e ci portò al Villaggio turistico dove i nostri genitori avevano prenotato. Scendemmo e rimanemmo tutti a bocca aperta davanti all’entrata. Era stupendo, sembrava quasi un castello. 
Sembravamo davvero degli idioti, perché eravamo in fila rivolti verso l’hotel ed eravamo tutti in silenzio… fino a quando Louis non urlò.
-Che ti prende?- domandò Harry sporgendosi, dato che Louis era esattamente alla parte opposta della fila.
-Niente, gli ho spettinato i capelli!- spiegò Zayn.
-Stati attenti, non c’è Lou! Dovrete arrangiarvi da soli!- commentai io facendo riferimento al fatto che senza quella donna si sentivano persi.
-Non glielo ricordare! Potrebbero avere delle crisi di pianto isterico!- esclamò Perrie facendo ridere tutti.

Il caldo era quasi estenuante, non vedevamo l’ora di buttarci in acqua. Prima di tutto però, ci furono consegnate le chiavi della stanza.
Sembrava essere stato studiato tutto nei minimi dettagli. Le camere erano tutte situate una accanto all’altra, lontano dagli altri ospiti del villaggio. Anche il nostro arrivo era stato pianificato in modo da non essere visti da nessuno. I nostri genitori avevano proprio voluto darci un modo per riposarci.
Decidemmo tutti di recarci a sistemare le valigie prima di andare in spiaggia. 
Quando io ed Harry entrammo nella nostra camera rimasi sconvolta. Era una suite stupenda e aveva una porta finestra che dava direttamente sulla spiaggia. 
Non appena me ne accorsi, corsi lì fuori e notai che anche le altre ragazze lo avevano fatto poiché ci trovammo tutte e sei contemporaneamente sulla specie di terrazzino.
-Wow!- fu l’unica cosa che riuscii a dire chiudendo la finestra e tornando da Harry che nel frattempo si era tolto la maglietta che indossava.
-Wow- ripetei, questa volta riferendomi al suo fisico statuario però.
-Ti si è incantato il disco?- mi prese in giro camminando verso di me.
-Perchè non vai a farti fottere H?- era il nostro classico comportamento quotidiano.
Quando finalmente mi raggiunse, mi cinse i fianchi con le sue braccia ed io alzai il viso per guardarlo. 
-Questa situazione non ti ricorda un po’ l’anno scorso?- mi domandò, riferendosi al nostro viaggio alle Isole Vergini.
-A parte per il fatto che l’anno scorso quando siamo arrivati eravamo a disagio nel dormire nello stesso letto, sì!- risposi sorridendo e ripensando a quei momenti.
-Va bè, a metà vacanza però non ti dispiaceva quel famoso letto.. o sbaglio?- alludeva alla nostra prima volta, così gli diedi una leggera spinta, mi misi a ridere e lo fece anche lui prima di avvicinarsi e incominciare a baciarmi in un modo che faceva evidentemente capire quale fossero le sue intenzioni in quel momento.
-H..- dissi, cercando di bloccarlo.. anche se la cosa più difficile in quel momento era riuscire a bloccare me stessa.
-Mmmh..- mugolò, impegnato a non staccare le sue labbra dal mio collo.
-Dovremmo prepararci, gli altri ci aspettano in spiaggia..- odiavo dover fare la guasta feste.
-Uff..- sospirò lui bloccandosi e guardandomi negli occhi.
-Dai, vado a mettermi il costume!- affermai dirigendomi verso la mia valigia.


Harry.
Ero nel posto giusto con le persone giuste. 
La giornata in spiaggia passò in un attimo: non avevamo fatto altro che ridere e scherzare. Era un po’ come essere di nuovo in tour senza però dover lavorare e la cosa mi piaceva un sacco.
Quando tornammo in camera, lasciai ad Emma la possibilità di farsi una doccia prima di me ed io mi sdraiai sul letto a pensare.
Mille cose mi passavano per la testa in quel momento. Presi il mio telefono e entrai su Twitter, per vedere cosa ci fosse di nuovo. 
I paparazzi ci avevano avvistati all’aeroporto di Londra, ma poi avevano perso le nostre tracce perciò in quel momento tutti si chiedevano dove fossimo.
C’erano ragazze che tweettavano “5/5 dei ragazzi con rispettive fidanzate più Ashton e Gemma sono in vacanza insieme.”. Alcune erano felici che ci fossimo presi del tempo per riposarci, altre odiavano il fatto che fossimo tutti accoppiati perché avrebbero voluto essere al posto di Emma e le altre.
Insomma, la situazione era un po’ incasinata.. per quel motivo, decisi di rispondere a qualche tweet e ne scrissi uno io stesso.
“Relax” era l’unica parola che avevo deciso di inserire nei 140 caratteri a disposizione. In un secondo, fu retweettata circa un milione di volte e ottenne un sacco di risposte. Una di queste era di mia sorella, che aveva pensato di rispondere “Perché sei su Twitter? Vai a prepararti, altrimenti farai tardi.. come al solito.”.
Classico di Gemma. Le avevo risposto “Non sono io il ritardatario, parla con Niall e Louis” e li menzionai nel tweet.
Succedeva raramente che notassimo i tweet che ci inviavamo a vicenda, ma quel giorno anche i miei due compagni di band risposero.
Era diventata una grande chiacchierata, anche Daisy e Frankie si erano aggiunte.
-Perchè stai ridendo come un rincoglionito da solo sul letto?- la voce di Emma mi riportò alla realtà.
-Niente, Niall e Louis si stanno insultando su Twitter!- le risposi alzandomi in piedi e camminando verso di lei, che si era fermata ai piedi del letto con indosso il suo accappatoio.
-Classico!- disse stampandomi un bacio sulla guancia prima che mi avviassi verso il bagno.


Emma.
Ci preparammo per la serata. Avremmo cenato al ristorante e poi saremmo andati in un locale che ci era stato consigliato dai proprietari del villaggio in cui alloggiavamo.
Durante la cena, la battaglia tra Niall e Louis continuò fino a quando Daisy decise di darci un taglio.
-Louis, se non la smetti stanotte dormi fuori!- lo minacciò con la sua solita vena romantica.
A quel punto lui si era zittito immediatamente e noi tutti avevamo incominciato a ridere senza riuscire a fermarci.
Adoravo stare con quelle persone, mi trovavo benissimo con loro. Era come se li conoscessi da sempre.
Dopo aver mangiato, fummo scortati all’uscita dove ci aspettavano tre van con i quali ci saremmo diretti alla discoteca, alla quale arrivammo dopo circa dieci minuti.
Ovviamente non poteva filare tutto liscio, perciò appena scendemmo dalle auto il mio cuore si bloccò per un attimo.
-Oh, ciao Harry! Che ci fai qui?- non avevo mai sentito la voce di quella ragazza e non l’avevo mai vista dal vivo, ma sapevo perfettamente di chi si trattasse.
-Ciao Kendall!- rispose lui alquanto imbarazzato.


Buonaseeeera ragazze!
Non ci crederete mai, ma ho aggiornato!! Vi avevo promesso che l'avrei fatto, dato che domani parto per una settimana :)))
Allora, che ne pensate? 
Non ho resistito dall'inserire Kendall.. come sapete, io sono una che si attiene molto alla realtà!
Ora vi abbandono, perchè non ho ancora finito di preparare i bagagli! Fatemi sapere tutto nelle recensioni!
Un baciooo, Raffy <3 xxxx


                           Emma                                                   Daisy                                       Gemma                                        Frankie
   

                             Perrie                                                          Danielle                                                                   Ashton
                        


                                              


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Capitolo 36
*** Jealousy. ***


Jealousy
 
Conoscevo benissimo quella ragazza: Kendall Jenner; solo il nome faceva strabuzzare gli occhi. 
Ero inoltre a conoscenza del fatto che fosse forse un po’ troppo ossessionata da Harry ed il luccichio nei suoi occhi non faceva altro che metterlo in evidenza. Nonostante ciò, non volevo fare la parte della gelosa, perciò feci finta di nulla.
-H, io entro con gli altri!- esclamai quando notai che aveva intenzione di trattenersi fuori per salutarla. Lui mi fece un cenno di consenso e io gli diedi le spalle per afferrare la mano di Gemma ed entrare affiancata da lei ed Ashton.
-Non faccio commenti- mi disse lei sottovoce, notandomi un po’ perplessa. 
Mi capiva al volo un po’ come suo fratello, perciò non riuscii a nasconderle il fatto che non fossi molto felice di quello che era appena successo.

Harry
Ero rimasto male per il gesto di Emma. Mi aveva lasciato lì fuori con una ragazza che sapeva benissimo essere ossessionata da me da tempo. Era un po’  come se non le interessasse. Ero del parere che un po’ di gelosia ci dovesse essere in una coppia, il minimo indispensabile ovviamente, purché non si arrivasse all’indifferenza.
-Sono in vacanza con i miei amici! Tu invece?- le risposi, cercando di focalizzarmi su di lei e non sugli strani pensieri che avevo in mente.
-Io sono qui per un servizio fotografico.- mi rispose sorridente più che mai.
-Ah capisco.. Bè..- cercai di trovare un diversivo per allontanarmi da lei ed entrare nel locale, ma evidentemente l’idea non le piaceva.
-Che ne dici se andiamo a berci qualcosa un giorno di questi?- mi domandò afferrandomi per un braccio. Sapevo per certo che fosse a conoscenza del fatto che fossi impegnato ormai da tempo, ma la cosa sembrava non toccarla più di tanto.
-In realtà..- mi voltai per guardare l’entrata della discoteca e vidi Emma ridere a crepapelle abbracciando Ashton, perciò ci ripensai.
-Sì, perché no? Ci sentiamo per metterci d’accordo!- mi sporsi per darle un veloce bacio sulla guancia e mi incamminai verso il portone principale.
Una volta raggiunta la mia ragazza e mia sorella, le sorpassai andando da Louis e Zayn al bancone del bar. Non mi era piaciuto quel suo comportamento e di certo non ci sarei passato sopra così facilmente. 
-Che ci faceva qui la Jenner?- mi domandò il primo dei due. Prima di rispondere, mi guardai intorno per evitare che qualcuno sentisse i nostri discorsi.
-E’ qui per un servizio fotografico e mi ha chiesto di vederci uno di questi giorni.- la tranquillità con cui lo dissi spaventò anche me.
-H? Che cazzo stai combinando?- questa volta fu Zayn a parlare.
-Niente, perché?- gli risposi, aggiungendo un “Mojito grazie”, diretto al barista. 
-Ti sei forse dimenticato di essere qui con Emma?- continuò.
-No, non me ne sono dimenticato, ma credo che a lei non interessi dato la sua reazione.. e comunque, non vedo il motivo per cui non dovrei vedere un’amica!- non credevo nemmeno io alle mie parole, ma c’era qualche meccanismo strano nella mia testa che mi spingeva a pronunciarle.
-Io non ti capisco Harold!- esordì Louis, afferrando il suo drink e allontanandosi.
-Pensa a quello che fai- aggiunse Zayn seguendolo.

Emma
-Che diavolo prende a tuo fratello?- io e Gemma eravamo sconvolte dalla scena che si era appena presentata ai nostri occhi. Harry era entrato facendo finta che noi non ci fossimo.
-Non ne ho idea, ma se potessi lo prenderei a pugni!- mi rispose.
-Bevete qualcosa ragazze?- domandò Ashton. Io guardai il bancone del bar e vidi che Harry era proprio lì.
-Sì, ma vengo anche io!- feci cenno proprio verso quest’ultimo.
Quando tutti e tre giungemmo lì davanti, scorsi gli altri ragazzi e ragazze già in pista a scatenarsi mentre io mi avvicinai al mio fidanzato.
-Hey, tutto bene?- gli domandai, cercando di capire cosa fosse successo. Lui bevve un sorso del Mojito che aveva tra le mani e lanciò uno sguardo verso il dj.
-Sì, vado dagli altri!- esclamò, lasciandomi lì sola come una cretina.
Dopo qualche secondo Gemma mi si avvicinò, mano nella mano con il suo ragazzo.
-Quindi?- domandò, cercando anche lei di capire.
-L’unica cosa che so è che non ho voglia di rimanere in questo posto. Dite agli altri che sono tornata in hotel, a dopo!- non ci meditai su nemmeno un po’. 
Feci la prima cosa che mi venne in mente: andarmene. 


Harry
Passarono circa 10 minuti dal momento in cui l’avevo lasciata al bar da sola, quando mi accorsi che lei non era più lì.
Mi guardai intorno cercando di capire dove fosse. Passai in rassegna tutti i divanetti del privè e qualsiasi angolo della discoteca, ma nulla da fare.
Avevo sbagliato a comportarmi in quel modo, l’avevo capito dall’espressione che avevo visto sul suo viso prima di raggiungere gli altri in pista. 
Continuai a cercare per un bel po’ di tempo, prima che mia sorella mi si avvicinasse e mi guardasse storto.
-Hai per caso visto Em?- le domandai. L’ultima volta l’avevo vista con lei, perciò era molto probabile che sapesse dove fosse.
-Certo.- mi rispose prontamente.
-E…- le feci capire che aspettavo che me lo dicesse.
-E’ tornata in hotel!- mi disse. 
-Ma come?- la mia reazione fu piuttosto sconvolta. Se n’era andata prima ancora che la serata iniziasse.
-La conosci, non è una che si fa mettere i piedi in testa molto facilmente fratellino!- certo, era tutta colpa mia.
Uscii di corsa sperando che non se ne fosse andata veramente, ma all’uscita non trovai nessuno se non il buttafuori.
-Scusa, hai visto per caso una ragazza mora con un vestito nero?- gli chiesi, consapevole del fatto che la mia descrizione non fosse delle migliori.
-Sì, ha preso un taxi circa venti minuti fa!- mi rispose sorprendendomi. 
Lo ringraziai velocemente e corsi dall’altro lato della strada, cercando di trovare un taxi che mi portasse da lei.
-Ci rivediamo!- mi sentii dire mentre camminavo velocemente sul marciapiede. Mi voltai per vedere di chi si trattasse.
-Non ora Kendall, sto cercando di tornare dalla mia ragazza!- le risposi forse un po’ troppo in malo modo e non aspettai una sua reazione perché rincominciai la ricerca.
Non appena ne trovai uno, vi salii più in fretta che mai e mi feci riportare all’hotel. Provai a telefonarle, per sapere se fosse veramente lì o se fosse andata da qualche altra parte, ma ovviamente il telefono era staccato. Recuperai le chiavi in reception e corsi verso la stanza 222.


Emma
Forse avevo reagito troppo istintivamente, ma odiavo essere trattata in quel modo senza un vero motivo, o almeno senza  che questo motivo venga esplicitato.
Ero tornata in camera ed ero uscita sul terrazzo sedendomi in spiaggia. 
Io ed Harry non litigavamo spesso, esclusi i nostri bisticci quotidiani che non avevano niente a che fare che con un vero litigio, perciò non sapevo mai come reagire quando ciò accadeva. Scappare era quello che mi riusciva meglio.
Rimasi circa mezz’ora da sola sdraiata con lo sguardo rivolto verso il cielo, prima che sentissi la porta-finestra dalla quale ero uscita riaprirsi. 
Non c’era bisogno che mi girassi per sapere di chi si trattasse. 
-Sei venuto qui per ripetermi che va tutto bene?- non aspettai nemmeno che facesse il primo passo, mi buttai a capofitto.
Lui approfittò nella mia posizione per coprirmi la visuale e porsi davanti ai miei occhi.
-Sono venuto qui per chiederti scusa- disse poi, sedendosi accanto a me. 
A quel punto sollevai la schiena e lo guardai dritto negli occhi.
-Che c’è che non va? Perché ti sei comportato così?- gli domandai, cambiando tono.
-Mi ha dato fastidio la tua indifferenza nel momento in cui mi hai visto insieme a Kendall.- mi sputò la verità in faccia e io sentii come se un miliardo di coltelli mi stessero trafiggendo il corpo. 
-Tu davvero credi che a me non interessi?- gli domandai per conferma.
-E’ ciò che dai a vedere Em..- non ebbe più il coraggio di guardarmi negli occhi perciò abbassò lo sguardo.
-Tu forse non sai che ogni volta che qualsiasi ragazza al di fuori di me ti si avvicina io ho sempre paura che ti possa portare via.. forse non sai che ho il terrore che tu prima o poi ti accorga che c’è molto meglio di me in giro! Quando ti sei avvicinato a Kendall avrei voluto farle capire che avrebbe dovuto starti alla larga, ma non mi è mai piaciuto fare la parte della gelosa H!- presi una pausa e lui tornò a fissarmi.
-Ciò non vuol dire che io sia indifferente o che io non sia gelosa. Lo sono eccome!!- confessai quasi con il cuore in mano.
Harry stette in silenzio per qualche secondo e poi mi guardò con uno sguardo profondo.
-Perdonami.- disse con fare supplichevole. Mi uscì spontanea una risata.
-Ma certo che ti perdono cretino!- esclamai dandogli una spinta che lo fece finire sdraiato.
Un millesimo di secondo dopo mi afferrò per il braccio e fece in modo che mi sdraiassi anche io, posando la testa sul suo petto. 
-Nessuno riuscirà mai a portarmi via da te..- sussurrò accarezzandomi i capelli. 
Sorrisi tra me e me prima di alzare il capo e spingermi verso il suo viso per stampargli un bacio.
-Anche perché non lo permetterò!- conclusi stringendolo in un abbraccio.
Potrebbe sembrare una frase scontata, ma fare la pace era sempre la miglior parte del litigare. 
-Che facciamo?- mi domandò dopo qualche minuto di silenzio.
-Non lo so.. se non ti dispiace, non mi va di ritornare in discoteca.- gli risposi. Non volevo rivedere la faccia di quella ragazza.
-Tranquilla, non era nei miei piani.- disse alzandosi in piedi e tendendomi le mani per aiutarmi a fare lo stesso. 
-Facciamo una passeggiata?- proposi indicando il lungo mare che avevamo di fronte, illuminato dalla luce della luna. Lui mi guardò e fece un sorrisetto malefico.
-Che c’è? No, Styles.. No.- intimai, non appena capii le sue intenzioni. -Non ci pensare nemmeno. No. Harry, Noooooooo!- il mio cercare di dimenarmi fu totalmente inutile, dato che mi prese in spalla a modi sacco di patate e si mise a correre verso la riva del mare.
Non appena raggiungemmo l’acqua, si assicurò che la profondità fosse abbastanza e poi mi lasciò cadere. Quando risalii in superficie, ero completamente fradicia dalla testa ai piedi mentre lui era ancora intatto. Lo guardai per qualche secondo e poi pian piano mi avvicinai.
-Sai H, stavo pensando..- incominciai a pianificare la mia vendetta e lui incominciò a indietreggiare perché aveva intuito in cosa essa consistesse.
-Non pensare Em, ti prego.- mi implorò inutilmente.
-Stavo pensando che non ti abbraccio abbastanza..- dissi nel preciso momento in cui mi fiondai su di lui facendolo cadere in acqua.
Quando risalì mi guardò con uno sguardo misto tra sorriso e rabbia. 
-Ti odio Em..- disse slacciandosi la camicia e lanciandola sulla spiaggia.
-Non ci credi nemmeno tu quando lo dici!- lo presi in giro andando sempre più a largo nuotando.
-Ora dove vai?- domandò quasi preoccupato. Ovviamente l’oscurità aumentava man mano che mi allontanavo dalla riva.
-Vieni a prendermi se riesci!- lo sfidai e in men che non si dica lo trovai accanto a me.
-Non ti facevo così veloce!- gli dissi attorniando le mie braccia attorno al suo collo mentre lui mi cingeva i fianchi.
-Non mi conosci!- esclamò avvicinandosi al mio viso.
-Posso assicurarti che sono una delle persone che ti conosce meglio in questo mondo, caro Styles.- affermai posando la mia fronte sulla sua; nonostante fosse buio, il colore dei suoi occhi risaltava.
-Ah si? Allora dimmi un po’, secondo te cosa sto pensando in questo momento?- mi mise alla prova.
-Secondo me stai pensando che mi ami alla follia e che senza di me non potresti vivere..- dissi ironicamente e lui sorrise.
-Questo è quello che stai pensando tu, ammettilo!- strofinò il suo naso contro il mio e poi sbraitò. -Emma Edwards ha un cuore!- entrambi scoppiammo a ridere.
-Anche se mi scoccia ammetterlo, ti amo cretino.- dissi prima di incollarmi alle sue labbra.

Nonostante tutto, la serata che sembrava essere partita con il piede sbagliato, si era rivelata essere una delle più belle di sempre. 


Good evening girls!
Lo so, questo capitolo è orribile e veramente corto, ma mi serviva un modo per passare ad un altro argomento perciò l’ho definito “capitolo di passaggio”.
Spero comunque che vi piaccia, perché mi sono impegnata, ma accetterò qualsiasi critica come sempre!
Ora scappo perché devo andare al cinema.. lasciatemi i vostri commenti, le vostre idee e richieste nelle recensioni!
Un bacio, Raffy <3 


                                                        

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Capitolo 37
*** Everything's Back In Line. ***


Everything's Back In Line

Aspettammo l'alba in riva al mare e nel frattempo ci raggiunsero anche Louis e Daisy. 
Stare con quei due significava ridere continuamente per gli stupidi battibecchi e probabilmente loro pensavano la stessa cosa dello stare con me ed Harry. Nonostante tutto però, sembravano più felici che mai ed io non potevo essere più contenta che mia sorella venisse trattata come si deve da un ragazzo. Louis era davvero innamorato di lei, anche se in apparenza non lo dava a vedere perché ci teneva a mantenere la sua immagine da macho. Finalmente Daisy aveva trovato qualcuno che ci teneva veramente, dato che tutti i suoi ex tendevano ad approfittarsi della sua esagerata bontà! Era inoltre strano realizzare come a me non fosse mai andato a genio uno dei suoi ragazzi e a lei non fosse mai andato bene uno dei miei, fino a quel momento. 

Tornammo in camera circa alle 7 di mattina ed Harry trovò un numero infinito di chiamate perse sul telefono che aveva lasciato sul letto prima di correre da me in spiaggia.
-Ancora?!- esclamò, probabilmente leggendo di chi si trattasse.
-Che c’è?- domandai chiudendo la porta finestra alle mie spalle.
-Kendall mi ha chiamato circa una ventina di volte e ha lasciato un sacco di messaggi- affermò. Io cercai di controllarmi e, anche se sapevo quanto ad Harry facesse piacere vedermi gelosa, lo feci notare lo stretto necessario; per esempio ruotando gli occhi al cielo nel sentire il suo nome.
-Ah.. e che voleva?- chiesi mentre mi faceva segno per farmi capire che stava ascoltando uno dei tanti messaggi in segreteria.
Mi sedetti sul letto mentre lui camminava avanti e indietro con il telefono attaccato all’orecchio e, finalmente, dopo qualche minuto tornò a darmi attenzioni.
-Chiede se abbiamo voglia di andare alla festa che organizza a casa sua stasera..- disse, facendo trasparire il fatto che non ne fosse per niente entusiasta.
-Abbiamo?- ripetei, cercando di capire se l’invito fosse rivolto anche a me.
-Sì, ha esplicitato che ci tiene anche alla tua presenza- si voltò verso di me sorpreso.
Lui era seduto ai piedi del letto mentre io mi trovavo al centro di esso, perciò di mise a quattro zampe e cominciò ad avvicinarsi gattonando.
-E tu che ne dici?- gli domandai quando il suo viso era a pochi centimetri dal mio.
-Non lo so.. tu?- chiese lui. Dovevo ammettere che averlo a quella minima distanza mi faceva sempre lo stesso effetto.
-Non so cosa abbia in mente quella ragazza, ma io credo che dovremmo andarci tutti insieme. Avvisiamo anche gli altri.. potrebbe rivelarsi una bella serata!- mi era sempre piaciuto partecipare alle feste e, anche se la ragazza in questione non mi andava molto a genio, non volevo togliere la possibilità a tutti i miei amici di divertirsi.
A quel punto Harry si gettò su di me facendo in modo che mi sdraiassi e ci ritrovassimo di nuovo faccia a faccia.
-Sicura?- domandò per conferma.
-Sì H, sono sicura!- risposi afferrando il colletto della sua maglia e tirandolo verso di me.
-Ora sarà meglio dormire!- esclamai dopo un lungo ed intenso bacio che mi provocò decisamente troppo farfalle nello stomaco.
-Lo fai apposta vero?- domandò guardandomi scendere dal letto e infilarmi il pigiama che avevo sul comodino.
-Faccio apposta cosa?- sapevo perfettamente a cosa si riferisse, ma adoravo stuzzicarlo.
-Mi provochi e poi mi lasci così!- non si era mosso di un centimetro dal momento in cui mi ero alzata.
Scoppiai a ridere e balzai di nuovo accanto a lui. 
-Dai H, cambiati e vieni a dormire- sussurrai infilandomi sotto il lenzuolo e chiudendo gli occhi.
-Questa me la paghi- intimò lui, facendo come gli avevo detto e causando la mia ennesima risata.

Considerando che eravamo riusciti ad addormentarci circa alle 8 di mattina, ci risvegliammo nel pomeriggio grazie al suono del mio cellulare.
-Pronto?- risposi con voce sonnolenta.
-Avete intenzione di dormire tutto il giorno?- la voce fin troppo squillante di Frankie mi fece quasi spaventare e riuscì a sentirla anche Harry pur non essendo in vivavoce.
-Frankie, potresti abbassare il tono?- balbettò lui, girandosi dall’altra parte. 
-Ops, l’ho svegliato?- era più che soddisfatta.
-Credo che ti odierà per il resto della sua vita- mi misi a ridere guardando l’espressione di Harry che si era rigirato verso di me.
-Comunque, stasera siamo stati invitati alla festa di Kendall..- la informai e guardando l’orologio notai che erano già le quattro del pomeriggio.
-Kendall… quella Kendall?- sottolineò più volte il suo nome.
-Sì, avvisa gli altri!- non sembrava essere troppo convinta di questo fatto, ma mi diede corda e riattaccò dicendo che avrebbe dovuto chiamare Daisy per svegliare anche lei e Louis.


Dopo esserci finalmente alzati da quel letto, raggiungemmo gli altri in spiaggia e parlammo dello strano invito.
Kendall non andava molto a genio a nessuno dei ragazzi, più che altro perché avevano sempre pensato fosse una ragazza fin troppo viziata. Nonostante ciò però, fummo tutti d’accordo sull’andare al party e Harry la chiamò per organizzarci sugli orari prima di tornare in camera. 
Mi dava alquanto fastidio il fatto che fossero così in contatto, ma lui mi aveva espresso chiaramente di non provare nulla per lei e io volevo fidarmi al 100%.
Uscimmo alle otto e mezza per cenare e alle dieci ci dirigemmo a casa Kardashian.
Ero già sorpresa del fatto che quella famiglia avesse case ovunque sparse per il mondo, ma dopo aver constatato che quella in questione somigliava più ad una reggia che ad un’abitazione, lo fui ancora di più.
-Ma quante persone ci vivono qui?- domandò Perrie, nella mia stessa situazione.
-In realtà non ci vive nessuno Pez.. è solo una delle tante case che hanno per le vacanze!- rispose mia sorella piuttosto sconvolta.
-E dove probabilmente vanno una volta ogni cento anni..- continuò Danielle.
-Che spreco..- commentò Gemma, ottenendo il consenso di tutti.
Ci incamminammo poi verso l’entrata, dove ad aspettarci c’era una delle guardie del corpo di Kendall, la stessa che avevo visto la sera prima.
Non facemmo nemmeno in tempo a mettere piede all’interno, che la voce piuttosto profonda della padrona di casa ci allietò.
-Ah, Harry!- esclamò correndo verso di noi, ovviamente ignorando tutti al di fuori del mio ragazzo.
Louis si schiarì la voce, per farle notare la nostra presenza.
-Oh, hai portato tutti!- non sembrava molto entusiasta.
-Già!- esclamò Zayn, mano nella mano con Perrie. 
-Bè, entrate pure!- ci fece strada verso il salotto, o meglio, verso il salone di circa 2000 metri quadrati dove già si trovavano decine di volti famosi.
-Tu devi essere Emma, giusto?- mi porse la sua mano e io non esitai a stringergliela. Ovviamente notò l’anello che avevo al dito.
-Ma.. ma che bello!- era rimasta sconvolta, ma non voleva darlo a vedere. Era nel dito dove solitamente si porta l’anello di fidanzamento ed ero certa che avesse pensato che Harry mi avesse chiesto di sposarlo.
-Hai visto? Mio fratello ha buon gusto! Piacere, io sono Gemma- la primogenita Styles si intromise e fece in modo che l’adorassi più di quanto già facessi.
Il nostro rapporto era sempre in salita ed erano quei piccoli gesti che mi facevano capire quanto ci tenesse a me.
Dopo aver fatto il giro di presentazioni, ci disse che si sarebbe assentata un attimo e tutti e sei i ragazzi si fiondarono sul buffet, lasciando noi ragazze sole.
Classico errore, perché ci diedero praticamente il via per iniziare a spettegolare.
-Quella deve essere Kris Jenner- disse Danielle sottovoce, indicando la donna che si era avvicinata ad Harry. 
-Se il piano di Kendall è quello che penso, farà di tutto per tenerti lontano da lui- mia sorella aveva abbastanza naso per queste cose.
-Ragazze tranquille, è solo una festa e sono sicura che Kendall non ha nessun piano..- cercai di infondere tranquillità nelle mie amiche.
-Forse non conosci la fama di questa famiglia!- esordì Perrie.
Non volevo ammettere che fossi quasi spaventata da quella situazione, perciò cercai di cambiare discorso.
-Ma quello non è Kanye West?- cercai di contenermi indicandolo.
-Oddio, Liam impazzirà!- esclamò Danielle, facendo sì che tutte ci girassimo verso il lui in questione e scoppiassimo a ridere vedendo la sua espressione per l’essersi accorto della presenza di uno dei suoi rapper preferiti.
Dopo esserci dirette anche noi al buffet, mi avvicinai ad Harry che mi presentò una miriade di suoi amici presenti alla festa. Mi chiedevo sempre come facesse a conoscere così tante persone, ma a quanto pare era un mistero.
-Hey Harry, vieni un attimo! Mia madre vuole farti conoscere una persona!- i nostri discorsi furono interrotti dall’ultima voce che avrei voluto sentire in quel momento. Non gli diede nemmeno la possibilità di replicare, poiché lo prese sotto braccio e lo portò al cospetto di Kris lanciandomi un’occhiatina che mi fece venir voglia di risponderle con un gesto non molto bon-ton.
-Te lo fai portare via così?- Louis mi si avvicinò; aveva in mano uno stuzzicadenti con un’oliva infilzata in esso e mi guardava con un’aria pensierosa. Era piuttosto difficile rimanere serie davanti a una scena del genere, perciò scoppiai a ridere prima di ritornare normale.
-Non me l’ha rubato! Ha solo detto che doveva fargli conoscere qualcuno..- non ero convinta delle mie stesse parole.
-Sì, ma sembra si stia approfittando un po’ troppo di questa situazione- me li indicò, facendo in modo che mi girassi e notassi che Kendall era avvinghiata a lui.
-E’ un po’ come in High School Musical: tu sei Gabriella e lei e Sharpay..- strabuzzai gli occhi, sperando di aver capito male.
-Louis, non hai veramente detto quello che ho sentito vero?- stavo trattenendo le risate.
-Ho fatto un semplice paragone e se non hai mai visto quel film hai avuto un’adolescenza difficile, fattelo dire!- a quel punto scoppiai a ridere di nuovo e mi spinsi verso di lui per ringraziarlo. In un modo o nell’altro riusciva sempre ad aiutarmi.
-Quindi, se io sono Gabriella vuol dire che alla fine Troy sarà mio..- lo sorpresi quando mi misi a seguire il suo ragionamento.
-Brava Emma!- mi tese la mano e ci battemmo un cinque.
-Ma in realtà è già tuo.. quindi vai e riprenditelo!- mi incoraggiò mangiando l’oliva che aveva in mano.
-Penso di avere un’idea migliore…- non ci pensai su nemmeno un secondo e mi diressi verso il Dj che Harry mi aveva già presentato alla console.
Dopo avergli espresso le mie intenzioni, lui gentilmente accettò la mia richiesta e mise in riproduzione la canzone che ero certa avrebbe fatto tornare il mio ragazzo da me. 
Era passato ormai un anno dal momento in cui ci eravamo resi conto quanto quelle parole potessero essere dirette a noi e, quando U.N.I. di Ed Sheeran partì, in nemmeno un millesimo di secondo Harry si girò verso la console e sorrise, probabilmente perché era certo che mi avrebbe trovata lì.
Lo vidi abbandonare la conversazione velocemente, ovviamente con i suoi soliti modi gentili ed educati, poi incominciò a camminare verso di me che nel frattempo avevo iniziato a scendere le scale che mi avevano portato sulla piattaforma del dj.
-Sono ancora capace di attirare la tua attenzione a quanto pare..- dissi quando giungemmo uno di fronte all’altro, abbassando lo sguardo.
-Avevi qualche dubbio su ciò?- domandò dopo una veloce risata. 
A quel punto alzai il viso e feci spallucce per fargli capire che non avevo nessuna risposta alla sua domanda; lui poi posò una mano sul mio fianco destro e mi attirò a lui facendo in modo che posassi la mia testa sul suo petto.
-Sembra che ti vogliano portare via da me a tutti i costi!- sussurrai stringendomi a lui.
-Vorrà dire che non otterranno ciò che vogliono!- rispose afferrandomi il viso con me mani.
-Come dice L0uis: io sono Gabriella e tu sei Troy.. Lei è solamente Sharpay.- mi aveva contagiata.
-Lezioni di vita di Louis Tomlinson.. mi sembra giusto che si ispiri a qualcosa di serio come High School Musical!- lo prese in giro.
-Non so se preoccuparmi del fatto che tu abbia capito al volo di che film si tratti- lo guardai storta.
-Mia sorella è sempre stata innamorata di Zac Efron, perciò penso di averlo visto circa un centinaio di volte- si giustificò facendomi scoppiare a ridere.
Quando tornai seria mi resi conto che lui era rimasto incantato nel guardarmi.
-Che c’è?- gli domandai.
-Niente, è solo che mi sembra surreale ascoltare questa canzone e pensare che esattamente un anno fa speravo di potermi trovare in una situazione del genere..- adoravo quando partiva per la tangente con i suoi discorsi filosofici.
-Because, if I was gonna go somewhere, I'd be there by now, and maybe I can let myself down..- cantai ciondolando da una parte all’altra.
-Wow, le tue doti canore migliorano!- mi prese in giro, riferendosi al fatto che ogni volta mi sentiva cantare sotto la doccia.
-Non sono io la cantante della coppia!- gli feci una linguaccia.
-And I know you'll say that I'm the only one, but I know God made another one of me to love you better than I ever will.- questa volta fu lui a cantare quello che sapeva benissimo essere il mio verso preferito: “E so che tu dirai che io sono l’unico, ma io so che Dio ha creato un altro come me in grado di amarti meglio di quando io potrò mai fare”.
-Non credo sia possibile H..- affermai non appena iniziò di nuovo il ritornello. Non avevo terminato la frase, ma lui ovviamente mi lesse nel pensiero e avvicinò le sue labbra alle mie. Era come se per quei circa quattro minuti ci fossimo estraniati da quel luogo e fossimo finiti in un mondo tutto nostro.
-Hey voi due!- la voce di Liam ci riportò alla realtà.
-Qualcuno non è molto felice di vedervi così affiatati!- continuò Danielle avvicinandosi mano a mano con il suo ragazzo e guardando nella direzione dove si trovava Kendall piuttosto infuriata. Sia io che Harry seguimmo il suo sguardo fino ad incontrare quello della padrona di casa, che immediatamente lo distolse.
-Non l’ha presa bene..- constatai.
Subito dopo ci dirigemmo dagli altri che si trovavano ancora vicino al mega banco del buffet. 
-Uh, vedo che hai seguito il mio consiglio!- esclamò Louis avvicinandosi assieme a mia sorella.
-Non gli avrai davvero fatto quel paragone ad High School Musical di cui mi avevi parlato, vero?- gli domandò mia sorella mandando gli occhi al cielo. 
Io ed Harry li guardammo e scoppiammo a ridere per l’espressione che lui aveva in viso in quel momento.
La serata si concluse bene tutto sommato; Kendall continuava a non essere felice di vedere me ed Harry insieme ed io continuavo a sentirmi la ragazza più fortunata del mondo per avere la possibilità di avere accanto un ragazzo come lui..
Tutto alla normalità.


Heeeeeeey! Ciao a tutte.
Mi scuso immediatamente per questa lunghissima attesa, ma come vi avevo preannunciato, sono stata presissima dalla scuola. In realtà lo sono ancora, ma ho trovato giusto un po’ di tempo per sistemare questo capitolo e pubblicarlo.
Bè, spero che vi sia piaciuto e soprattutto che sia stato messo in evidenza ciò che Harry prova per Emma!
Fatemi sapere se c’è qualcosa di preciso di cui volete che io scriva nei prossimi capitoli, farò di tutto per accontentarvi :)
Aspetto le vostre (spero numerose) recensioni!
Un bacio a tutte, Raffy <3

                             Emma e Harry                                         Gemma e Ashton                                      Perrie e Zayn
                                     
                            Danielle e Liam                                         Frankie e Niall                                         Daisy e Louis
                          




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Capitolo 38
*** Trouble, Trouble, Trouble. ***


Trouble, Trouble, Trouble
Una volta usciti da casa Kardashian/Jenner, tirai un sospiro di sollievo.  Fuori ad aspettarci c’erano tre Taxi uno dietro l’altro.
Io, Harry, Gemma e Ashton salimmo sull’ultimo e non appena il tassista mise in moto, il biondino che si era posizionato davanti accese la radio.
-Stop everything now, meet in the pouring rain.. Kiss me on the sidewalk, take away the pain..- il ritornello di quella canzone a me piuttosto cara riempì le mura del taxi su cui ci trovavamo. Io ed Harry ci guardammo prima di sorridere contemporaneamente.
-Cambia stazione Ash.. questa ragazza è ovunque!- esclamò Gemma riferendosi al fatto che la canzone fosse di Taylor Swift.
-No! Lascia qui!- esclamammo io e lui contemporaneamente, facendo quasi spaventare i due.
-E’ una vostra strana perversione ascoltare le canzoni dell’ex di mio fratello?- si rivolse poi a me. Io ed Harry scoppiammo a ridere.
-E’ una storia lunga Gem!- rispose Harry al mio posto.
-Pensa che io pensavo fosse impazzito quando l’ho trovato nel backstage tutto triste ad ascoltare questa canzone quando eravamo in Australia!- esclamò Ashton, rivolgendosi alla sua ragazza.
Mi voltai immediatamente verso Harry, facendogli notare che si era dimenticato di raccontarmi quel piccolo particolare.
-Gem, potresti dire al tuo amichetto di evitare di mettermi così in ridicolo?- disse lui a quel punto.. era piuttosto in imbarazzo.
-Sai benissimo che non lo farò mai!- rispose lei, mentre sia io che Ashton eravamo piegati in due dalle risate.

-Vorrei richiamare la vostra attenzione facendovi notare che oggi è il 31!- esclamò Louis quando tutti arrivammo a destinazione.
-E’ l’ultimo dell’anno e non sappiamo nemmeno cosa fare per festeggiare!- esordì Liam mentre ci dirigevamo alle nostre stanze.
-Io ho un’idea..- disse poi Niall leggermente sotto voce.
-E cosa aspetti a dirla?- si mostrò impaziente Frankie, mano nella mano con lui.
-No, voi ragazze non saprete niente fino a domani, o meglio stasera!- rispose l’irlandese sorridendo.
-Uh, okay! Mi piace l’idea di rilassarmi in spiaggia l’ultimo dell’anno senza dover pensare a niente!- esclamò mio sorella, ottenendo il consenso di noi tutte.
Dopo aver constatato che davvero si sarebbero impegnati solo i sei ragazzi ad organizzare tutto, ci dirigemmo ognuno nella propria camera dandoci la buona notte. Non appena misi piede sul parquet che caratterizzava il pavimento, mi sfilai le scarpe che mi avevano massacrato i piedi lanciandole dall’altra parte della stanza e subito dopo feci lo stesso con il vestito che indossavo, facendolo finire sul letto. 
Nel momento in cui mi stavo accingendo a raggiungere il bagno per struccarmi, le mani di Harry mi si posarono sui fianchi e mi bloccarono. Non servì dire niente, perché quel suo gesto mi ipnotizzò immediatamente e fece sì che mi girassi verso di lui e lo guardassi dritto negli occhi, capendo velocemente quali fossero le sue intenzioni. Nel preciso istante in cui le nostre labbra si toccarono, fummo interrotti dal suono del cellulare. 
Harry sbuffò sfilandolo dalla sua tasca dei pantaloni e io risi quando lessi sullo schermo che si trattava di Anne. Non era la prima volta che succedeva, perciò anche lui scoppiò a ridere con me, prima di rispondere.
-Ciao mamma!- la salutò. Non ci eravamo mossi di un millimetro, era ancora a pochi centimetri da me ed io stavo ammirando le sue espressioni.
-Sì, è qui.. metto in vivavoce!- a quel puntò andò a sedersi sul letto e mi fece segno di raggiungerlo.
-Ciao Emma!- la voce di Anne uscì dalle casse di quel telefono.
-Ciao Anne!- le risposi sorridente, quasi come se lei potesse vedermi.
-Come state tu è Gemma? Vi state divertendo?- domandò.
-Fammi capire mamma, tu chiami sul mio telefono e non preoccupi nemmeno un po’ di come sta tuo figlio???- Harry interruppe il nostro discorso facendo l’offeso.
-Oh scusa H, non volevo farti ingelosire!- avevo in mente l’immagine della faccia che quella donna avrebbe potuto avere in quel momento.
-Non sono geloso!- si giustificò lui, incrociando le braccia al petto e facendomi scoppiare dalle risate nuovamente.
-Ha solo delle manie di protagonismo Anne, niente di che!- lo presi in giro.
-A volte mi chiedo come tu faccia a sopportarlo!- amavo il nostro rapporto. Era come se fosse la mia seconda madre.
-Mamma, sappi che se mi abbandona per qualche ragazzo di qui darò la colpa a te!- scherzò Harry. Il suo sguardo era talmente intenso che quasi mi faceva paura.
-Stai tranquillo H, è troppo innamorata!- arrossii come mio solito a quella sua affermazione, ma non potevo darle torto.
Quando la telefonata terminò, Harry finalmente ebbe quello che stava aspettando dato che mi saltò addosso e non mi diede nemmeno modo di fermarlo.. non che volessi farlo!
Andammo a dormire che era già mattina e circa alle dieci il telefono di Harry squillò di nuovo. Io non ebbi la forza di aprire gli occhi ed annuii solamente quando mi disse che si trattava di Niall e che avrebbe dovuto raggiungere lui e gli altri ragazzi per organizzare.
La serata fu stupenda come immaginavo; avevano deciso di ambientare tutto sulla spiaggia ed avevano assunto un catering per preparare il cenone di capodanno. Quando arrivò la mezzanotte mi resi conto di quanto quello fosse stato il migliore anno di sempre, tra alti e bassi ovviamente. Era stato merito di tutti coloro con cui mi trovavo in quel momento. Non mi avevano lasciata sola un secondo e mi avevano sempre fatto sentire amata.
Ero ancora più convinta che Harry fosse la persona migliore al mondo, non avrei mai trovato qualcuno che sarebbe riuscito a farmi cambiare idea.
Telefonammo a tutti i parenti e amici a casa; Quando chiamammo Lou e Tom, quasi scoppiai in lacrime sentendo la voce della piccola Lux augurare buon anno.. era come se fosse la mia sorellina, perciò ogni passo avanti che faceva mi rendeva orgogliosa.

Purtroppo la vacanza terminò dopo circa una settimana e tutti tornammo alla nostra vita di sempre. 
Non appena giunti in Inghilterra, io raggiunsi i miei a Birmingham con mia sorella che purtroppo partì pochi giorni dopo per New York, Harry andò con Gemma ad Holmes Chapel e tutti gli altri raggiunsero le rispettive famiglie, compresi Ashton che si prese una settimana di vacanza in più prima per andare a trovare la sua famiglia in Australia e Frankie che fece tappa a San Francisco.
Una settimana dopo, io e quest’ultima tornammo in università ed organizzammo i corsi per il secondo semestre. Avremmo avuto studi part-time, ciò significava che dovevamo frequentare l’università molto meno rispetto al solito il che ci avrebbe permesso di aver più tempo per noi, cosa che ci fu utile già dal primo week-end, dato che si tenne la festa di Zayn organizzata rigorosamente in tutto e per tutto da Perrie. 
La mattina dopo quel party fu un completo post-sbornia.
-Harry, perché siamo qui?- domandai non appena mi resi conto che eravamo nel letto di casa mia e non a casa sua come nostro solito.
-Buongiorno!- esclamò come per farmi capire che non mi ero nemmeno degnata di salutarlo.
-Scusami, è che mi scoppia la testa!- risposi avvicinandomi a lui e stampandogli un bacio sulle labbra.
-Siamo venuti da te perché quando siamo usciti dal locale non siamo riusciti ad evitare i paparazzi e Paul ha preferito lasciarci qui..- mi spiegò, facendo si che man mano mi tornassero in mente i pezzi del puzzle per ricomporre la serata.
-Ho bevuto?- domanda piuttosto inutile da parte mia. Lui scoppiò a ridere.
-Mi chiedo chi non lo abbia fatto ieri sera.. eravamo tutti completamente ubriachi!- rispose stringendomi a sè.
-Okay, ora mi alzo e scendo a prendere due mega bicchieri di Caffè al bar, dato che non credo ce ne sia in casa!- dissi balzando giù dal letto.
-Non dovresti viziarmi così..- esclamò lui con la sua classica voce mattutina, stiracchiandosi.
Rimasi ad ammirarlo per qualche secondo.. era impressionante come ogni minimo gesto facesse, per me fosse perfetto.
-Lo so..- risposi infilandomi una tuta e un paio di converse che avevo affianco al letto. Quando feci per uscire dalla stanza, mi resi conto di non aver preso il cappotto, perciò afferrai quello di Harry che era di fianco a me e gli mandai un bacio con la mano.
Non appena mi chiusi la porta principale alle spalle, mi fermai un secondo per metabolizzare il tutto. Non era una cosa che facevo spesso ultimamente, perciò mi ritornarono in mente i momenti in cui scendevo al bar sottocasa per prendere il caffè a me e Frankie.. momenti in cui non sapevo nemmeno dell’esistenza di una band chiamata One Direction. Sorrisi inconsapevolmente al pensiero che Harry fosse lì dentro ad aspettarmi.
Scesi le scale il più velocemente possibile e, non appena giunsi al cancelletto all’entrata, mi imbattei nel mio vicino di casa.
-Emma?- sembrava sorpreso di vedermi. 
-Ciao Connor!- esclamai. Era da tempo che non lo vedevo. Secondo Frankie, nonostante i quasi dieci anni di differenza, aveva sempre avuto una cotta per me.
-Da quanto tempo! Non pensavo vivessi ancora qui!- in realtà non mancavo da molto da casa mia, ma non lo incrociavo da mesi.
-Certo che vivo qui.. è che la maggior parte delle volte sono a casa del mio ragazzo che è anche più vicina all’università- gli risposi sorridente.
-Ah giusto, il tuo ragazzo.. Non è quello che canta nella boyband del momento?- domandò anche se evidentemente conosceva già la risposta.
-Sì, esatto! Harry!- un sorriso mi venne spontaneo nominandolo.
-Capisco.. è un ragazzo fortunato!- mi sentii leggermente a disagio in quel momento.. Non avevo mai notato le avance che secondo Frankie faceva ogni volta, ma quella mattina era diverso.
-Ora devo scappare, a presto Con!- cercai una via per sgattaiolare il più in fretta possibile.
-Ma no aspetta, ti accompagno!- si offrì, aprendomi il cancello e facendomi segno di precederlo nell’uscire.
-No davvero, non ce n’è bisogno!-esclamai, cercando di fargli cambiare idea.
-Lo so, ma voglio farlo!- sorrise insistendo. Non volevo continuare a discutere, perciò annuii e cominciai a camminare verso il bar in questione.
Cercai di ordinare il più velocemente possibile per tornare in casa da Harry, ma il mio accompagnatore sembrava non essere della mia stessa idea dato che continuava ad iniziare discorsi non notando che avrei voluto liquidarlo in quel preciso istante.
-Va bene, ora vado! Ci si vede!- a quel punto quasi scappai dal locale lasciandolo alla mie spalle. Ero consapevole di non essermi comportata in modo educato, ma non vedevo altra via d’uscita.
Quando riaprii la porta di casa, trovai Harry di fronte a me con indosso un paio di pantaloni che aveva lasciato a casa mia precedentemente e con in mano il suo cellulare. Era piuttosto serio.
-Scusa H, so di averci impiegato più del previsto, ma..- non mi lasciò finire la frase.
-Ma sei stata intrattenuta da qualcuno- disse diretto.
-Sì, dal mio vicino di casa.- quella sua serietà quasi mi spaventò. -E tu come fai a saperlo?- domandai subito dopo.
A quel punto lui mi mostrò quello che stava leggendo attentamente sul suo cellulare, ovvero un articolo su quello che era appena successo.
-Emma Edwards sembra essersi stancata del famigerato Harry Styles. Questa mattina lascia casa sua con un altro uomo e si dirige da Starbucks sorridente. Sembra anche essersi completamente dimenticata di indossare il cappotto del famoso membro della boyband inglese!- lessi ad alta voce sconvolta.
-Harry, sai benissimo che non è così! Ho incontrato Connor qui sotto e ha insistito per accompagnarmi..- mi giustificai anche se ero convinta fosse una cosa inutile.
-Lo so Emma, ma mi da fastidio che queste persone giungano immediatamente a conclusioni del genere. - mi voltò le spalle e appoggiò entrambe le mani sul tavolo al centro della cucina. Io mi avvicinai a lui posando i due caffè e lo abbracciai dal retro, facendo in modo che si girasse verso di me.
-Non mi stancherò così facilmente di te.. Te l'ho ripetuto un miliardo di volte!- lo guardai dritto nei suoi occhi verdi. Lui strinse le sue braccia intorno ai miei fianchi e mi sollevò per poi posarmi sul tavolo sul quale aveva fatto sì che mi sedessi.
-So benissimo che non dovrei reagire così, ma ogni volta ho paura- abbassò lo sguardo mentre le sue mani erano posate sui miei quadricipiti.
-Paura di cosa? Che io organizzi una fuga d’amore con un altro?-lo presi in giro alzandogli il viso, posandogli il mio indice sul suo mento.
Sapevo che non era la fiducia nei miei confronti che scarseggiava, era quella nei suoi che non era adeguata perché pensava veramente che io riuscissi a lasciarlo per un altra persona; Non capivo nemmeno come facesse a pensare qualcosa di simile.
-Su H, sai bene che non ne sarei mai capace. Connor è solo il mio vicino di casa! Lo conosco da anni!- cercai di tranquillizzarlo e quando mi sorrise capii di essere riuscita nel mio intento. Mi passò il caffè e facemmo colazione in completa sintonia, come ormai avveniva quotidianamente.


Harry
Quando Emma mi disse che sarebbe andata a farsi una doccia mi venne spontaneo recuperare il mio telefono e digitare il numero dell’unica persona che mi avrebbe dato le risposte che cercavo.
-Hey Harry!- rispose Frankie con la sua voce squillante.
-Ciao F, scusa il disturbo.. ho bisogno di alcune informazioni da parte tua..- mi sentivo insicuro più che mai, quel Connor non mi piaceva nemmeno un po’.
-Dimmi!- esclamò, pronta ad aiutarmi.
-Cerca la prima pagina del “The Sun” su Google- esordii. Dopo qualche secondo di silenzio in cui potevo sentire le sue dita digitare sulla tastiera del suo pc, udii un sospiro.
-Non si è ancora dato per vinto- affermò. -Quello è Connor, il nostro vicino di casa.- continuò.
-Cosa intendi dire?- ero impaziente di sapere.
-E’ sempre stato infatuato di Emma, ma lei non se n’è mai resa conto. Penso abbia circa 27 anni tra l’altro.- il suo tono era serio.
-Grazie Frankie.- sussurrai.
-Ma cos’è successo?- domandò giustamente.
-Niente di che. Em è scesa a prendere due caffè e l’hanno fotografata con quel tizio facendo supposizioni che non stanno né i cielo né in terra!- spiegai in poche parole.
-Sai che non ti tradirebbe mai Harry. Non sarebbe in grado!- mi rassicurò.
-Non è lei quella che mi preoccupa.. è lui!- esclamai poco prima di salutarla e concludere la telefonata.

Non sapevo il perché, ma avevo un brutto presentimento. Quel ragazzo non mi piaceva affatto.


Heeeeey care lettrici/lettori!
Come state? Come al solito, devo scusarmi per il mio ritardo, ma cerco di scrivere appena ho un minuto di tempo ed ultimamente ne ho davvero poco! Inoltre, non avevo molta ispirazione per questo capitolo ed è proprio per questo che vi chiedo cosa vorreste leggere nel prossimo!
Cosa ne pensate di Connor? E' innocuo come pensa Emma oppure avrà ragione Harry? Rispondetemi nelle recensioni, in modo che io riesca ad esaudire le vostre richieste :)
Anche se questo capitolo alquanto striminzito non mi è piaciuto molto, spero sia piaciuto a voi perchè questa è la cosa più importante!
Datemi un po' di idee, mi raccomando!
A presto (lo prometto), Raffy <3 xxxx

                                           Emma                                                                  Harry                                                     Connor
                                             






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Capitolo 39
*** That Hidden Photograph. ***


That Hidden Photograph

Passò una settimana e, fortunatamente, Connor non si fece più vedere. Mi aveva già creato fin troppi problemi con una semplice chiacchierata, dato quello che Frankie mi aveva riferito su quanto Harry fosse preoccupato all’idea che io potessi cedere alle avance del mio vicino di casa.
Ero piuttosto occupata in quel periodo. Oltre all'università, si era aggiunta l'idea di Nick Grimshaw, uno dei migliori amici di Harry nonché mio, che mi aveva contattata dicendomi che avrebbe voluto organizzare la festa di compleanno di quest’ultimo, dato che il primo Febbraio si avvicinava sempre più.
Mi ero resa immediatamente disponibile ad aiutare ad organizzare, perciò il tempo che passavo con Harry era ridotto rispetto al solito. Il fatto di dovergli tenere tutto nascosto ovviamente non era a mio favore visti gli ultimi avvenimenti riguardati Connor, ma una festa a sorpresa è una festa a sorpresa!


La settimana prima della festa, tornai a casa dall’università con Frankie e ordinammo una pizza come ai vecchi tempi.
Era venerdì pomeriggio ed i ragazzi sarebbero stati impegnati in alcune interviste tutto il giorno, perciò ci saremmo godute un po’ di tempo per noi.
-Bè, con Niall?- le domandai. Non passavamo molto tempo da sole, quindi colsi l’occasione per spettegolare un po’.
-Penso di non essere mai stata così innamorata di qualcuno in vita mia! E poi, i miei genitori lo adorano!- esclamò sorpresa delle sue stesse parole, fiondandosi su una fetta di pizza. Io scoppiai a ridere addentandone un pezzo della mia.
-E tu?- mi domandò a sua volta con la bocca piena, riferendosi alla mia storia con Harry. -Anche se è inutile chiedertelo, dato che avete gli occhi a cuoricino 24 ore su 24!- aggiunse.
-Hai già la risposta! E’ solo un po’ preoccupato ultimamente a causa di Connor…- lasciai in sospeso la frase, afferrando il mio cellulare che era posato affianco a me sul divano; Mentre Frankie mi esponeva le sue teorie sul nostro vicino di casa, io mi connessi su Twitter per leggere un po’ di novità.
C’erano un sacco di foto dei ragazzi in giro per le radio di Londra e io adoravo leggere le reazione delle persone che riuscivano a incontrarli; erano sempre felicissime e ciò mi rendeva orgogliosa di tutti e cinque, perché sapevano perfettamente come far sentire amati i loro fans.
Quando finimmo di mangiare, mi alzai per buttare i cartoni della pizza e mi resi conto che era giunto il momento di portare fuori la spazzatura. Vivevamo poco in quella casa ultimamente, perciò era difficile tenerla in ordine come facevamo un tempo.
Lasciai Frankie da sola per circa cinque minuti e quando tornai i casa la trovai in piedi, con il telefono in mano e con una faccia sconvolta.
-Cos’è successo?- domandai allarmata. Pensai subito al peggio.
-Niente, tranquilla..- cercò di evitare il discorso, tornando disinvolta a sedersi sul divano.
-No Frankie, quella non era un’espressione da “niente”!- mi avvicinai e le feci capire che non gliel’avrei data vinta.
-Sì invece Em, stavo solo controllando le mie menzioni su Twitter- sapevo perfettamente che c’era qualcosa di più.
-Se non me lo dici sarò costretta a scoprirlo da sola- feci una mossa improvvisa per cercare di rubarle il telefono che teneva ben saldo tra le mani, ma lei non me lo permise.
-Va bene, va bene, basta!- si arrese quando notò che avrei continuato a cercare di recuperarlo.
-Dimmi tutto!- esclamai preoccupata sedendomi accanto a lei.
-Premetto che è una cosa vecchia.. dev’essere di quest’estate..- disse così lentamente da mettermi ancora più ansia.
-Muoviti F!- intimai guardandola seriamente.
-Promettimi che non la prenderai male però- capii che si trattava di qualcosa di grave, ma annuii lo stesso.
-Okay, tanto l’avresti scoperto ugualmente.. si tratta di una foto che è stata pubblicata pochi minuti fa sull’Instagram dell’amico di una ragazza..- sbloccò con il codice il suo iPhone e quasi tremò voltando lo schermo verso di me.
Appena capii di cosa si trattava, sentii il mondo cadermi addosso. Presi il telefono con le mie stesse mani per guardare meglio la fotografia che mi aveva appena mostrato la mia migliore amica.
Si trattava di Harry e di una ragazza di cui non conoscevo l’identità, o meglio credevo di non conoscere.
Si trovavano entrambi sul pavimento, lui seduto e lei a cavalcioni su di lui, intenta evidentemente a baciarlo. Feci lo zoom sulle braccia di Harry, notando che non aveva il tatuaggio che si era fatto subito dopo che eravamo tornati insieme, perciò dedussi che si trattasse del periodo in cui eravamo stati separati. 
Alzai lo sguardo verso Frankie che mi stava guardando a sua volta, pronta per una mia crisi isterica o qualcosa di simile. 
Io però non avevo la forza di reagire. Rimasi immobile per qualche minuto prima di sussurrare poche parole.
-Mi aveva detto che non era stato con nessuno…- la mia voce di poteva percepire leggermente. 
-Magari è un fotomontaggio Em!- la mia migliore amica stava cercando di consolarmi quando notò le lacrime fuoriuscire dai miei occhi.
-Mi aveva giurato di aver pensato costantemente a me in quei mesi..- non l’ascoltai nemmeno, si capiva perfettamente che era reale.
Ebbi un lampo di genio proprio riguardando l’immagine. Mi ricordai di aver visto una foto di lui e una ragazza nel periodo in cui erano ci eravamo separati. Ai tempi avevo indagato e avevo scoperto che si trattava una modella americana, Paige Reifler, e che Harry era uscito con lei e la sua compagnia per qualche sera quando si era recato a New York, prima di tornare in Inghilterra. Avevamo parlato di quell’avvenimento quando avevamo deciso di tornare insieme, perché avevo da subito avuto le mie paure e i miei dubbi riguardo quella ragazza che all’apparenza era perfetta, ma lui mi aveva sempre confermato di averla vista solo in occasione di quella festa a casa di un amico che avevano in comune e la sera dopo. A quel punto cercai le foto incriminate e capii immediatamente che i miei presentimenti erano giusti. La ragazza nella foto che Frankie mi aveva mostrato era vestita esattamente nello stesso modo di Paige, stessa cosa per Harry. 
Tornai alla realtà quando mi resi conto che la mia amica mi stava guardando quasi spaventata da quel mio raptus improvviso.
-So chi è!- esclamai questa volta più arrabbiata e delusa di qualche minuto prima.
-Ti ricordi quella tizia che era apparsa in alcune foto con Harry a Settembre? Bionda, bella..- mi interruppe subito.
-Sì, la modella!- capì immediatamente.
-Ecco, è lei! Guarda!- le porsi il mio telefono per farle vedere ciò che avevo constatato. Frankie mi guardò desolata.
-Mi aveva chiaramente detto che non era successo niente tra di loro!- il nervosismo mi portò a scoppiare in un pianto quasi isterico.
Mi alzai velocemente dal divano e corsi in camera da letto; presi la borsa e le chiavi della macchina, poi tornai in salotto dove indossai il cappotto.
-Dove sai andando Em?- Frankie era piuttosto preoccupata. Probabilmente si stava maledicendo da sola per avermi fatto notare quella fotografia.
-Vado a casa dei miei.- dissi dura più che mai.
-Ma aspetta! Prova a chiamarlo e a chiarire la situazione!- mi consigliò alzandosi e camminando verso di me.
-Non ne vedo il motivo. Mi basta sapere che mi ha mentito su una cosa importante come questa per decidere cosa fare! Ti chiamo quando arrivo- la salutai velocemente senza darle possibilità di replicare e corsi velocemente giù dalle scale fino a raggiungere la mia auto parcheggiata davanti a casa.
Non me lo sarei mai aspettata da lui.


Harry
Fui felicissimo quando i microfoni dell’ultimo programma radiofonico a cui avevamo partecipato quel giorno si spensero.
Non vedevo l’ora di tornare finalmente a casa per passare il weekend con Emma, dato che ultimamente non ci vedevamo spesso. Mi aveva promesso che per quei due giorni non si sarebbe staccata da me, perciò la voglia di entrare in casa mia e trovarla lì era immensa. Non ero riuscito a contattarla da circa le due del pomeriggio perché il mio telefono si era scaricato, ma avevo chiesto a Zayn di mandarle un messaggio per avvisarla di ciò.

Dopo circa mezz’ora ci ritrovammo finalmente sul vialetto di casa, tutti sollevati dopo una giornata stressante come quella che avevamo vissuto.
La prima cosa che notai, fu l’assenza dell’auto di Emma che di solito era parcheggiata davanti alla mia villetta.
Constatando poi la presenza di quella di Danielle, pensai che probabilmente si era fatta dare uno strappo da lei, sapendo che si sarebbero viste quel pomeriggio.
Dopo aver salutato gli altri, estrassi le chiavi dal mio giubbotto e giunsi di corsa davanti alla porta, aprendola in un millesimo di secondo.
Quando finalmente entrai però, mi resi conto che Emma non era lì. Tutte le luci erano spente e l’edificio era completamente vuoto. Salii in camera, pensando che avrebbe potuto essere lì, ma nessuna traccia di lei. La prima cosa che feci a quel punto fu afferrare il telefono vicino al mio letto e digitare il suo numero. 
Dopo circa 10 squilli, la sua segreteria telefonica registrata con la sua voce mi fece intuire che non avrebbe risposto. 
Decisi di chiamare Frankie, sperando che almeno lei avrebbe saputo dirmi dove fosse. 
-Harry- rispose poco dopo, con un tono piuttosto serio e non solare come suo solito.
-Ciao Frankie! Sai per caso dov’è Emma? Non mi risponde al telefono e qui a casa non c’è traccia di lei!- le domandai, facendole notare il mio stato di preoccupazione. Lei a quel punto sospirò e ciò non era un buon segno.
-Sì, lo so…- rispose. Io stetti in silenzio, aspettando che continuasse. -E’ a Birmingham e non credo voglia vederti.. anzi, ne sono sicura!- quelle sue parole furono come una pugnalata. 
-Birmingham? C..come? Pp.. perché?- balbettai sentendo il bisogno di sedermi sul letto.
-Non hai visto la foto che sta circolando da oggi pomeriggio?- mi domandò. Non avevo idea di cosa stesse parlando.
-No, il mio telefono si è scaricato completamente e sono appena arrivato a casa!- esclamai in panico.
-Ecco, allora controlla in rete.. capirai!- mi rispose, prima di riattaccarmi il telefono in faccia.
-No! F! Aspetta!- cercai di fermarla inutilmente, dato che aveva già chiuso la telefonata.
Corsi a recuperare il caricabatterie sulla scrivania in salotto e vi collegai il telefono. 
Lo accesi impaziente e aprii subito l’applicazione di Twitter, certo che avrei subito trovato ciò che cercavo. Dopo pochissimo infatti, notai tra le mie interazioni un sacco di commenti come “Perché l’hai fatto Harry?”, ripetersi centinaia di volte. Uno dei tanti aveva un’immagine allegata e intuii fosse proprio quella incriminata, perciò vi premetti sopra in men che non si dica.
Quando finalmente la vidi, le mie gambe cominciarono a tremare. Non l’avevo mai vista in vita mia e non sapevo nemmeno fosse stata scattata.
Mi tornò alla mente quella sera, quando avevo fatto quel grosso errore. Ero a New York con Cal ed eravamo stati entrambi invitati alla festa di compleanno di un nostro amico, luogo dove appunto avevo conosciuto Paige, la ragazza nella foto. 
La sera dopo aveva dato un party nel suo loft ed avevo accettato di andarci, per cercare di distrarmi un po’ e non continuare a pensare ad Emma. 
Ovviamente l’alcool non mi era stato d’aiuto, dato che quando Paige aveva cercato di baciarmi, anche lei ubriaca, io non mi ero tirato indietro. 
Non l’avevo raccontato ad Emma solo perché non l’avevo ritenuto nemmeno un bacio, non era stato niente.
Forse non avrei dovuto tenerglielo nascosto, ma purtroppo me n’ero reso conto troppo tardi. 


Emma
Appena arrivata a casa mia, i miei genitori avevano subito capito che non era il caso di fare domande. Evidentemente il mio viso rigato dal pianto valeva più di mille parole. L’unica cosa che mi ero limitata a dire era stato un “Non ci sono per nessuno!” quasi urlato, prima di chiudermi in camera mia.
Avevo spento il telefono nel momento in cui avevo lasciato Londra. Non volevo parlare con nessuno e, soprattutto, non volevo sentire nessuna giustificazione.
Durante le quasi due ore di viaggio, mi ero posta un miliardo di domande ed ero giunta addirittura a pensare che forse non avrei dovuto prendermela così, perché d’altronde in quel periodo io ed Harry non eravamo una coppia. 
Quando però mi ricordai di avergli chiesto chiaramente se fosse stato o no con qualcun altro e che la sua risposta fosse stata un no diretto, capii di non aver fatto nulla di sbagliato.
La mia reazione era stata più che corretta.
La sera scesi a mangiare qualcosa, sforzandomi di farlo solo perché non volevo che mamma e papà si allarmassero, poi tornai nel mio letto. Il telefono di casa squillava continuamente e puntualmente sentivo mia madre liquidare le persone con un “Sì, ma non vuole parlare con nessuno mi dispiace”, che mi faceva intuire che le telefonate fossero indirizzate a me.
Passai la notte insonne, rivoltandomi un miliardo di volte in quel letto e pensando a come avrei dovuto risolvere la questione. 

Quando il sole cominciò a sorgere, mi infilai una tuta, presi il mio giaccone, mi infilai un paio di cuffie e uscii di casa. Non so per certo dire quante miglia percorsi quella mattina, ma furono decisamente moltissime.
Ogni volta che la riproduzione casuale di iTunes sceglieva a random una canzone dei One Direction, le lacrime scendevano a fiumi sul mio viso. Fortunatamente ero forse l’unica persona in giro per la città a quell’ora, non volevo che nessuno mi vedesse così vulnerabile. 
Guardai l’orologio quando ormai erano circa le nove e decisi di dirigermi verso casa. Quando raggiunsi il vialetto, notai immediatamente che l’auto di Gemma era parcheggiata davanti all’abitazione.
Cercai in tutti i modi di cancellare i segni del pianto e camminai verso l’entrata.
Non appena aprii la porta, davanti a me trovai mia madre in compagnia di Frankie ed appunto Gemma.
-Ciao Em!- esclamarono le due insieme.
-Ciao! Che ci fate qui?- non cercai nemmeno di sforzare un sorriso, poiché sarebbe stato inutile.
-Le ho invitate io..- rispose mia madre al posto loro.
-Abbiamo cercato di contattarti in tutti i modi, ma lei ci ha fatto capire che l’unico modo per parlarti sarebbe stato venire fin qui!- esordì Frankie.
Mia mamma a quel punto si allontanò, come se sapesse leggermi nel pensiero.
-Scusatemi se non mi sono fatta sentire, ma volevo evitare che..- Gemma mi interruppe. -Che mio fratello riuscisse a contattarti- completò la mia frase, ottenendo un cenno di consenso.
-Ora prendi qualche vestito e mettilo in borsa, non abbiamo tempo da perdere- cominciavo a non seguire il filo del discorso.
-Non capisco..- ammisi confusa.
-Ho chiesto a Mike le chiavi della casa a Brighton, staremo lì per tutto il tempo di cui avrai bisogno- chiarì Gemma nominando Mike, il suo fratellastro, figlio che Robin aveva avuto con la sua precedente moglie.
-Ma..- cercai di oppormi inutilmente. 
-Nessun “ma” Emma! Prepara le tue cose, non hai altra scelta- la mia migliore amica mi spinse su per le scale verso camera mia.

Dovevo ammettere di avere delle amiche stupende. L’idea di portarmi lontano da tutti e da tutto era perfetta.
Avevo bisogno di pensare, avevo bisogno di tempo. 





Eccomi qui, più in anticipo di quanto sia mai stata in vita mia haha
Allora, che ne pensate? Avreste mai pensato a qualcosa di simile o credevate forse che Connor avrebbe creato qualche problema?
Bè, alla fine è sempre Harry quello stupido, perciò c'era da immaginarselo!
Tra l'altro, ho preso spunto da una vera foto (che posterò qui sotto) e da un vero avvenimento, perciò spero l'idea vi sia piaciuta!
Anche se così non fosse, ci terrei a saperlo, perciò lasciatemi una recensione con tutti i vostri pensieri a riguardo!
Ora vi lascio, nell'attesa dei vostri commenti!
Un bacio, Raffy <3 xxxx


                                 


                                            

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Capitolo 40
*** Saw The Mistakes of Up and Down. ***


Saw The Mistakes of Up and Down

Ero stata poche volte a Brighton, ma quella città mi affascinava moltissimo.
Mike mi aveva spesso parlato di quella casa che aveva comprato esattamente in riva al mare; sì, a dividerla dalla spiaggia infatti c’era solo la porta sul retro. Appena entrata mi resi conto che la mia immaginazione non aveva per niente deluso le mie aspettative, perché fui subito ammaliata dalla vista che aveva ogni singola finestra. 
La presenza di Gemma e Frankie rese le cose più facili, riuscii a non pensare ad Harry per tutto il giorno.. cosa che avrei definito impossibile fino a quella mattina. Passammo la giornata sulla spiaggia a mangiare schifezze e a parlare di tutto. Il clima era molto più caldo rispetto a Londra; certo, non superava i 10 gradi ed il vento era alquanto gelido, ma si stava decisamente bene.
Tornammo dentro verso cena ed ordinammo del cibo cinese per poi addormentarci a notte inoltrata, dopo aver guardato un film sul divano in salotto.
La mattina dopo fui svegliata dalla luce del sole che faceva capolino dalle finestre. Mi resi conto che le mie amiche non erano lì accanto a me, ma non appena mi alzai, trovai un biglietto che avevano lasciato sul tavolino della cucina con scritto “Siamo uscite per prendere la colazione, ci vediamo tra poco” .
A quel punto feci per dirigermi verso il bagno, ma il campanello suonò e immaginai fossero già tornate, perciò corsi ad aprire sorridente.
-Già di rito..- mi bloccai non appena mi accorsi che chi avevo davanti non erano esattamente Gem e Frankie. Il sorriso che avevo il viso si trasformò in tutt’altro e il mio cervello mandò immediatamente il messaggio alle mie braccia di chiudere la porta.
-No Em, ti prego! Lasciami spiegare!- lui era ovviamente più forzuto di me, perciò riuscì ad evitare che lo facessi. 
-Non c’è niente da spiegare, vattene!- cercai di nuovo di spingere la porta nella sua direzione, ma lui riuscì a spalancarla e ad entrare nella casa di suo fratello.
-Non è vero Emma, ascoltami!- gli diedi le spalle e mi avvicinai al tavolo della cucina. Stetti in silenzio perché sapevo perfettamente che sarei scoppiata a piangere dal nervosismo in qualche millesimo di secondo. Lo sentii avvicinarsi e non appena provò ad accarezzarmi un braccio io lo schivai e lui sospirò.
-Quel bacio non significa niente Emma, lo sai bene!- il suo tono era quasi sulla difensiva.
-No Harry, quel bacio significa eccome! Magari potrà essere stato inutile per te, ma per me non lo è affatto!- continuai a dargli le spalle per nascondere le lacrime che stavano bagnando il mio viso.
-Ascoltami.. era un mio momento di quasi depressione perché mi ero reso conto di aver sbagliato tutto. Quando quella ragazza..-
-Paige.- lo interruppi voltandomi verso di lui e facendolo sospirare di nuovo.
-Quando Paige ci ha provato con me ero talmente ubriaco che non mi sono reso conto di nulla!- stava cercando una giustificazione.
-Queste parole non giustificano nulla Harry.- risposi diretta asciugandomi le guance con una mano.
Non lo vidi con i miei occhi, ma sentii il chiaro spostamento d’aria che stava ad indicare che si stava avvicinando di nuovo, perciò mi voltai. 
-Ma non ha avuto nessun significato Em!!- esclamò per l’ennesima volta.
-Non importa H! Quello che mi da fastidio è che tu non mi abbia detto niente per tutto questo tempo! Evidentemente avevi qualcosa da nascondere, non credi?- sputai tutto d’un fiato.. mi stavo tenendo quelle parole in bocca dal momento in cui avevo visto la foto.
-Non avevo nulla nascondere!!!- mi rispose. -E poi noi non…- lo bloccai perché sapevo perfettamente quello che stava per dire.
-No. Non dirlo. Peggiorerai solo se cose- lo avvisai per evitare che lo facesse.
-Noi non stavamo nemmeno insieme in quel periodo!- non mi ascoltò e sbraitò quelle parole che mi fecero quasi crollare a terra. 
Era la cosa peggiore che avesse mai potuto dire. Stetti in silenzio per un po’, poi mi incamminai verso la porta che nel frattempo si era chiusa grazie al vento.
-Ciao H!- gli feci segno di uscire con la mano. 
Lui si era chiaramente pentito di ciò che era appena uscito dalla sua bocca, glielo si leggeva in faccia. Fu quello il motivo per cui non si oppose e mi raggiunse immediatamente. Quando fu sul punto di varcare l’uscita mi fissò dritto negli occhi, come se volesse aggiungere qualcosa. In realtà quello sguardo per me valeva più di mille parole. Lo guardai andarsene, voltandosi quasi ad ogni passo per vedere se io fossi ancora lì. Cercai di immaginare l’espressione che ebbe nel momento in cui chiusi la porta. Non potevo essere certa della sua, ma sicuramente conoscevo la mia poiché feci scivolare le mie spalle contro il muro e mi sedetti a terra tenendomi la testa con le mani mentre iniziai a piangere di nuovo.
 
Dopo qualche minuto sentii il motore della sua auto accendersi, per poi sentire le voci di Gemma e Frankie che cercavano di capire cosa stesse succedendo. Quando rientrarono in casa con la colazione e mi trovarono in quello stato, vollero sapere tutto per filo e per segno. 
-E alla fine ha aggiunto “Non stavamo nemmeno insieme in quel periodo”.. ed è stato in quel momento in cui gli ho fatto capire che sarebbe stato meglio andarsene.- conclusi il mio racconto mentre gli occhi delle mie amiche erano puntati su di me.
-Mio fratello è un coglione! Ma come gli è venuto in mente?- Gemma era furiosa, il che non era per niente strano dato che era quasi sempre dalla mia parte. Certo, il suo rapporto con Harry era stupendo e l’essere schierata con me non cambiava assolutamente le cose; significava solamente riuscire a dargli i giusti consigli per poter sistemare tutto, come aveva già fatto altre volte.
Dopo aver discusso a riguardo, entrambe si resero conto che sarebbe stato meglio cambiare argomento, perciò ci buttammo a capofitto sulla colazione che avevano comprato.
-Potremmo sfamare un intero esercito con tutto questo!!- esclamai io, vedendo ciò che avevano portato a casa.
-Non ringraziarci!- scherzò Frankie, intimando al fatto che la quantità di cibo che mangiavo era paragonabile esattamente a quello che avevo appena detto.

Passammo un altro giorno a fare  completamente niente e verso sera ripartimmo per tornare a casa. Come mio solito, mi addormentai in auto e fui risvegliata quando eravamo ormai giunte all’entrata dell’appartamento mio e di Frankie. La prima cosa che notai fu che la mia auto era parcheggiata lì fuori, cosa alquanto strana dato che l’avevo lasciata a Birmingham. 
Dopo aver salutato Gemma, tutto si spiegò. Quando entrammo infatti, trovammo mia mamma e mia sorella nel salotto di casa.
-Daisy??????- fui felicissima di vederla.. sentivo il bisogno di mia sorella in quel momento. Lasciai la borsa all’entrata e corsi ad abbracciarla.
-E io sono trasparente?- domandò mia mamma facendo finta di essersi offesa. Io e Frankie scoppiammo a ridere, mentre Daisy le rispose con il suo solito sarcasmo inglese.
-Dai, non essere gelosa mamma!- esclamò. Quella scena mi sembrò un dejavu; mi ci volle poco per ricollegare il tutto al battibecco scherzoso tra Harry ed Anne che era avvenuto telefonicamente quando eravamo in vacanza.. ovviamente ciò mi fece rattristare e non riuscii a nasconderlo.
-Che c’è Em?- mi domandò mia sorella accorgendosene. 
-Niente- finsi un sorriso. -Sono felice di vederti!- esclamai, questa volta dicendo la verità.
Cenammo tutte e quattro insieme fino a tardi e poi ci mettemmo a dormire, o meglio, mia madre e la mia migliore amica si addormentarono mentre Daisy mi venne a chiamare in camera mia.
-Hey Em..- sussurrò, sapendo per certo che fossi ancora sveglia. Quando la guardai mi fece cenno di seguirla in cucina. 
Ci sedemmo sugli sgabelli intorno al tavolo e lì mi chiese di raccontarle ciò che era successo. Avevo cercato di tenerglielo nascosto per non farla preoccupare, dato che era a New York; Da una parte non volevo mai che lasciasse il suo lavoro solo per colpa mia, ma dall’altra ero estremamente felice quando lo faceva perché mi faceva sentire importante.
-Penso che tu abbia visto la foto, no?- iniziai a spiegare e lei annuì. -Ecco.. beh.. Harry mi aveva giurato di non essere stato con nessun altra, glielo avevo chiesto chiaramente.- erano le parole che continuavano a frullarmi nella testa da giorni.
-Come ha giustificato il tutto?- mi domandò versandosi del caffè in una tazza. 
-Ha semplicemente detto che non ha significato niente per lui..- omisi la frase che più mi aveva fatto del male. 
-Ah! Meno male che non ha detto che in quel periodo non eravate insieme!!!- esclamò lei. La mia espressione le fece subito intuire che non era proprio andata così.
-No.. Em.. Non dirmi che l’ha fatto..- aveva un’espressione mista tra sconforto e delusione. Io mi limitai ad annuire senza dire niente.
-E tu come hai reagito?- in realtà immaginava già la mia risposta.
-L’ho cacciato.- abbassai lo sguardo. Le sue parole mi fecero capire che avevo ottenuto il suo consenso sulla mia azione.
Prima di ritornare a letto, mi fermò per pormi un’ultima domanda.
-E sabato?- non ci avevo ancora pensato. Non avevo ancora pensato al fatto che la festa di compleanno di Harry si sarebbe tenuta in meno di una settimana.
-Non credo verrò.. però tu promettimi che ci andrai con tutti gli altri!- la scongiurai, perché sapevo benissimo quanto Louis ci tenesse alla sua presenza. Sarebbe comunque tornata il Venerdì imminente da New York, appunto per partecipare a quel compleanno.
-Ma..- cercò di contraddirmi. -Niente “ma” Daisy, ti divertirai anche senza di me! Poi ci sarà Louis!- quando nominai il suo ragazzo, i suoi occhi si illuminarono.
-Ah giusto, devo ancora avvisarlo. Non gli ho detto che sono qui a Londra e probabilmente sarà in pensiero perché non mi sono fatta sentire da stamattina!- sbloccò il suo telefono, ma io la fermai.
-No aspetta, fagli una sorpresa! Ti porto io lì domani prima di uscire con mamma e F!- le diedi un consiglio e lei accettò subito la mia proposta. 
Così andammo a dormire e la mattina dopo ci svegliammo e ci dirigemmo a Notting Hill. Quando arrivammo nella via dei ragazzi, cercai di guardare il meno possibile la casa di Harry, per evitare di scoppiare a piangere. Daisy ci salutò e si diresse verso l’entrata di casa Tomlinson mentre io, Frankie e mia madre eravamo pronte per una giornata di shopping per le vie di Londra. 
Nel momento in cui feci la retro per uscire dal viale, incrociammo l’auto inconfondibile di Harry che stava tornando verso la sua abitazione. 
Non potei fare a meno di incrociare il suo sguardo. Aveva una faccia stanca e le occhiaie si notavano lontano un miglio.
-Niall mi aveva detto che non era ancora tornato da quando si è presentato ieri a Brighton..- constatò Frankie con i suoi occhi. 
Mia madre gli fece un cenno con la mano per salutarlo e lui simulò un sorriso facendo lo stesso. 
Io premetti il piede sull’acceleratore, cercando di allontanarmi il più velocemente possibile da lui.

Harry
Avevo passato la notte da Gemma. Mi ero fatto trovare a casa sua non appena lei era tornata da Brighton.
Mi vedeva piangere raramente e quella notte non avevo fatto altro. Più che piangere non facevo altro che pentirmi di essere stato così stupido da non dire niente ad Emma di quella storia. Mia sorella mi aveva fatto capire fin da subito la sua posizione che era, giustamente, concorde a quella di Emma.
“Hai sbagliato e solo tu puoi trovare un modo per rimediare” mi aveva ripetuto circa un centinaio di volte. 
Non chiudevo occhio da tre giorni ormai e quella mattina ero certo che Emma l’avesse notato vedendomi in macchina. 
Odiavo quella situazione ed odiavo me stesso per essere stato in grado di far si che si presentasse.
Restai chiuso in casa fino al pomeriggio del giorno dopo, Martedì, quando Liam si presentò alla porta costringendomi a vestirmi per andare alle prove delle varie esibizioni che avremmo avuto la giornata seguente per presentare il nuovo singolo.  
Non avevo neppure avuto modo di fare sapere ad Emma che sarebbe stata una delle sue canzoni preferite dato che avevamo deciso di cambiarla in quel week end appena passato. 
Ero a pezzi, letteralmente, ma avrei dovuto cercare di nascondere i miei sentimenti davanti al pubblico. Ovviamente non lo feci davanti ai miei amici. 
Lou capì subito che qualcosa non andava, non appena mi vide arrivare a testa bassa alle prove quel giorno. 
Mi disse che non sentiva Emma da Venerdì mattina perché il suo cellulare era costantemente spento.
-E’ per quella foto che sta girando?- mi chiese mentre mi sistemava i capelli.  Mi limitai ad annuirle perché non avevo nemmeno le forze per spiegare il tutto per l’ennesima volta. Avevo sbagliato e ciò faceva malissimo, più di qualsiasi altra cosa.


Emma
Quella settimana non avrei avuto nessun corso in università, il che mi permetteva di dormire fino a tardi ogni mattina anche perché mia mamma era già tornata a Birmingham e non c’era più motivo di farmi vedere attiva sin dal mattino presto. 
Quel Mercoledì però fui svegliata dal rumore proveniente dal salotto. Mi guardai intorno e notai che né Frankie, né Daisy erano più in camera letto perciò mi alzai per scoprire cosa stessero facendo. Quando giunsi nell’altra stanza, le trovai davanti al televisore.
-Ma..- guardai l’orologio sbadigliando. -Che ci fate sveglie alle 7 di mattina?- domandai stiracchiandomi. 
Entrambe si guardarono perplesse, come se non volessero darmi una risposta.
-Io te l’ho detto che avremmo fatto troppo rumore preparando il caffè!- sbraitò mia sorella mentre Frankie la guardava colpevole.
-Okay.. ditemi che sta succedendo!- esclamai bloccando il loro imminente litigio.
Non feci in tempo a finire la frase, che la presentatrice del famoso programma “This Morning” in tv mi diede una risposta.
“Ed ora, il momento che tutti stavamo aspettando! Sono con noi i One Direction con il loro nuovo singolo: You & I”. 
Capii il perché non mi avessero svegliato e avessero preferito fare tutto di nascosto.. semplicemente non volevano farmi sentire ancora peggio di quanto già stessi.
-Oh- sussurrai. Incurante di ciò che stessi facendo; mi sedetti sul bordo del divano dove loro erano posizionate e stetti in silenzio. 
Si sentiva la tensione in quella stanza, perché sapevo perfettamente che sia Frankie che Daisy avrebbero voluto urlare e cantare ad alta voce.
-Potete farlo ragazze, non vi mangio mica!- le presi in giro quando mi accorsi che si stavano trattenendo. 
Quando iniziarono a comportarsi come anche io ero solita fare qualche giorno prima, rimasi lì a fissare Harry attraverso il televisore e quando arrivò il momento del ritornello le due affianco a me si zittirono e lasciarono spazio alla sua voce.


 
You and I
We don’t wanna be like them
We can make it till the end
Nothing can come between you and I
Not even the Gods above can separate the two of us
No nothing can come between you and I
Oh, you and I


“Tu ed io, noi non vogliamo essere come gli altri. Noi possiamo farcela fino alla fine, niente si può mettere tra di noi!”
Sentii come se quelle parole fossero indirizzate a me. Harry guardava dritto dentro l’obbiettivo della telecamera con quegli occhi verdi e sembrava quasi fosse proprio lì di fronte a me a dirmi quelle cose.


 
I figured it out
Saw the mistakes of up and down
Meet in the middle
There’s always room for common ground



“Ho capito, ho visto gli errori dall’inizio alla fine. Incontriamoci nel mezzo, c’è sempre spazio per il terreno comune” 
La strofa in questione toccò a Zayn, ma per qualche strano motivo la telecamera continuò ad essere puntata su Harry e sia a me che a Daisy e Frankie venne spontaneo sospirare quando ci accorgemmo che stava annuendo a quelle parole che sembravano descrivere quello che era successo. Sembrava mi stesse chiedendo perdono tramite un programma nazionale.
Quando la canzone terminò in silenzio ritornai in camera, mi sedetti sul letto e riaccesi il telefono dopo tutti quei giorni. Lessi i tantissimi messaggi da parte di Harry e capii che qualcosa doveva cambiare.

O meglio, capii che io avrei dovuto cambiare le cose.



Buoooon pomeriggio! 
Visto? Questa volta non sono in ritardo e sinceramente sembra strano anche a me poter dire qualcosa di simile.
Sarà che sono stata a casa malata tutta settimana, perciò ho avuto molte ispirazioni che spero vi siano piaciute!
Secondo voi cosa farà Emma? Succederà qualcosa di bello oppure qualcosa di veramente brutto??
Fatemelo sapere nelle recensioni, mi raccomando!
Ringrazio tutte quelle care persone che ogni santa volta spendono il loro tempo per complimentarsi e farmi sapere cosa ne pensano del capitolo.. voi siete il secondo motivo per cui scrivo (il primo ovviamente è la mia passione).
Ora vi lascio, sperando di poter rispondere a tanti vostri commenti!
Un bacio, Raffy <3 xxxx
 
                                                                Emma                                                                 Harry
                                                            
 
                                            Gemma                                                  Frankie                                                Daisy
                             

 

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Capitolo 41
*** How Are We Gonna Undo All The Pain? ***


How Are We Gonna Undo All The Pain?


Sapevo per certo qual era la cosa giusta da fare; Harry non si sarebbe riconquistato la mia fiducia facilmente dopo tutto ciò che era successo. 
Mi ero già sentita insicura di me stessa nella fase Kendall, figuriamoci dopo quell’ultimo avvenimento.. aveva proprio distrutto ogni traccia di autostima che avevo nel sangue e non era una buona cosa, motivo per il quale me la sarei ripresa a breve.
Telefonai a Gemma, notando di aver ricevuto una sua chiamata poco prima di riaccendere il cellulare.
-Hey Gem!- la salutai non appena alzò la cornetta.
-Em! Finalmente!- in effetti non mi sentiva da qualche giorno. 
-Scusa se non mi sono fatta sentire..- esordii io immediatamente. 
-Tranquilla, ho già in mente il modo in cui riuscirai a farti perdonare!- potevo immaginare il suo sorrisetto in viso pur non avendola davanti.
-Dai, spara!- la sfidai. Stavo decisamente meglio e si poteva capire dal mio tono di voce.
-Stasera Ashton e i ragazzi presentano il loro nuovo EP al KOKO London.. Ci terrebbero un sacco che ci fossi anche tu!- mi stava quasi supplicando e potevo benissimo sentire la voce del suo ragazzo in sottofondo fare lo stesso con il classico ed inimitabile accento australiano.
-Frankie e Daisy lo sanno già, giusto?- la mia domanda era più che ovvia, dato che immaginavo ci sarebbe stata la nostra troupe al completo.
-Esatto!- risposero i due contemporaneamente.
-E…- non servì nominarlo, poiché capirono al volo a chi mi stessi riferendo.
-Sì, ma non sarai costretta a stare con lui!- rispose Gemma. 
-Starete tutti nel privè al piano superiore, è abbastanza grande che potreste anche non notare la presenza l’uno dell’altra!- aggiunse Ashton, poco credibile.
-E va bene, ci sarò!- mi arresi dopo qualche secondo di silenzio. Mi pentii quasi subito dopo aver riattaccato, ma pensai che dopotutto sarebbe stata solamente una bella serata in compagnia dei miei amici. Forse sarebbe anche stato il momento giusto per attuare ciò che avevo in mente. 

Il tempo era stranamente bello a Londra quel giorno, perciò io, mia sorella e Frankie lo passammo ad un parco vicino casa. Facevano di tutto per farmi pesare il meno possibile quella situazione piuttosto confusa e io non potevo che esserne grata. 
Telefonai anche a Lou, notando le sue chiamate perse sul mio cellulare. Sapevo perfettamente che stava lavorando per i ragazzi, ma nonostante ciò si prese del tempo per parlare con me. Doveva già aver capito che qualcosa non andava, probabilmente perché Harry aveva vuotato il sacco, perciò cercò di rallegrarmi un po’. Mi disse poi che ci sarebbe stata anche lei quella sera e la cosa mi mise ancor di più di buon umore; inoltre, aggiunse che Lux chiedeva spesso dove fossi finita, perciò mi venne spontaneo organizzare una giornata con lei, Tom e la piccola.

Tornammo a casa per l’ora di cena, dopodiché ci preparammo per la serata. Ero felice di rivedere i ragazzi dei 5SOS al completo dopo così tanto tempo.
Giungemmo al KOKO circa alle otto di quella sera e fummo scortate all’entrata del backstage dove incontrammo Luke, Mike, Calum e Ashton, prima di salire nella zona che ci era stata riservata per vedere il concerto.
Non appena misi piede sull’ultimo scalino della scala che portava al piano di sopra, sentii la risata inconfondibile di Harry ed istintivamente mi voltai per fare dietro front, ma mia sorella fu pronta ad evitare che lo facessi e a lanciarmi un’occhiata per farmi capire che dovevo stare tranquilla.
A quel punto presi un respiro profondo e feci la mia entrata nel privè dove si trovavano già i One Direction al completo, Lou, la sua gemella Sam e Gemma.
Salutai tutte le ragazze, mentre Daisy e Frankie si diressero immediatamente dai rispettivi fidanzati. Quando fu poi il momento di salutare gli altri presenti, evitai Harry in maniera evidente. Avevo notato perfettamente che lui non aveva smesso un secondo di fissarmi dal momento in cui ero apparsa da quelle scale.
Avevo ovviamente messo in atto il mio piano strategico vestendomi esattamente come piaceva a lui, perciò la cosa non mi sorprese. 
Cercai il più possibile di ignorarlo e di farmi vedere felice ai suoi occhi, non volevo che pensasse che in realtà stavo morendo dalla voglia di andare da lui e fare come se nulla fosse successo. 
No, non l’avrei fatto.. non quella volta. 
Per cercare di distrarmi andai a prendere qualcosa da bere con Lou e Sam, felicissima di rivederle. 
Quando il concerto iniziò, io e Gemma incominciammo a cantare a squarciagola i primi brani che erano ormai i loro classici. Poi Ashton prese la parola per annunciare una delle nuove canzoni e vidi i suoi occhi illuminarsi. Non avevo mai visto Gemma così presa da una persona ed ero felicissima per lei. 

-Bene, spero che vi siano piaciute le due canzoni che abbiamo appena cantato che faranno parte nel nuovo EP. La prossima è la mia preferita, si chiama “The Only Reason”. Spero vi farà lo stesso effetto che fa a me!- disse il batterista mentre Gemma mi scavava il braccio destro con le unghie per l’emozione. 
-Questa ti piacerà!- esclamò lei prima che gli accordi di chitarra partissero. 

 

Don't talk
Let me think it over
How are we gonna fix this?
How are we gonna undo all the pain?



“Non parlare, fammici pensare su. Come sistemeremo le cose? Come annulleremo tutto il dolore?”
Già dal primo verso mi sentii presa in causa. E’ strano come in momenti del genere tutte le canzoni sembrano fatte apposta per raccontare la tua storia e quello che ti sta succedendo. Guardai dalla mia sinistra, dove ero sicura avrei trovato lo sguardo di Harry; infatti così fu. 
Era lì immobile con il suo bicchiere di birra in mano e stava molto probabilmente pensando anche lui la stessa cosa. 

 

When I close my eyes and try to sleep
I fall apart and find it hard to breathe
You're the reason the only reason
Even though my dizzy head is numb
I swear my heart is never giving up
You're the reason the only reason


Il ritornello fu come una pugnalata nello stomaco. Non avevo smesso di fissarlo nemmeno per un secondo e lui aveva fatto lo stesso.
Sembrava che quelle parole ci stessero aiutando ad esprimere ciò che pensavamo. Continuammo a lanciarci sguardi fino a quando la canzone finì e tutto mi sembrava così strano perché non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione del genere.. non avrei mai pensato di vedere quella foto qualche giorno prima ed essere quasi costretta ad allontanarmi da lui in quel modo. Se non fosse successo, probabilmente in quel momento sarei stata abbracciata a lui come Niall e Frankie oppure mia sorella.
-Hey Em, tutto bene?-  fu proprio la voce di Daisy a farmi risvegliare da quel mio stato di trans. Mi voltai verso di lei e annuii prima che tornasse ad abbracciare Louis.
Quando mi voltai di nuovo verso il palcoscenico, Gemma si strinse a me. -Hai bisogno di prendere un po’ d’aria?- mi domandò accarezzandomi il viso.
-No, va tutto bene tranquilla!- o almeno così credevo. 
Dopo qualche minuto di pausa che la band si prese per parlare con il suo pubblico, arrivò il momento che più temevo.
-E' giunta l'ora di uno dei nostri classici!- esclamo Luke ed io cominciai a tremare. -Questa è Beside You!- quando sentii il titolo ci fu un flashback nella mia mente che mi riportò al giorno in cui l’avevo ascoltata per la prima volta, quando Harry mi aveva chiamato per farmela sentire mentre i ragazzi aprivano uno dei concerti del Take Me Home Tour.
Quando ci avevo pensato a casa, mi ero auto convinta che sarei riuscita a sopportare tutto. Mi ero convinta che non sarei scoppiata a piangere sulle prime note; ora però sentivo che sarebbe successo presto, perciò mi allontanai.


Harry
Sapevo che il momento di una delle canzoni che avevo scritto per Emma prima o poi sarebbe arrivato e, non appena i ragazzi incominciarono a suonare, mi voltai verso la sua direzione per riuscire a catturare la sua espressione. Quando lo feci però, notai che lei non era più lì di fianco a mia sorella come pochi minuti prima. 
A quel punto camminai verso Gemma e lei subito capì chi stessi cercando, perciò mi indicò la direzione verso la quale si era diretta. 
Aprii la porta del bagno e la vidi di spalle in fronte a me. L’istinto era quello di correre ad abbracciarla, ma riuscii a contenermi per evitare ulteriori danni.
-Non riacquisterai la mia fiducia facilmente Styles!- non si era voltata, ma aveva capito immediatamente che ero stato io ad entrare.
-Lo so.- risposi. Aveva confermato ciò che era nella mia testa da giorni.
-E’ difficile anche per me sai?- questa volta si voltò allargando le braccia e guardando verso l’alto. 
Non risposi subito, mi limitai a fissarla dritto negli occhi per circa un minuto. La tensione era evidente, probabilmente si poteva anche tagliare con un coltello.
-Cosa posso fare per riconquistarti?- domandai. Ero completamente devoto alle sue parole; avrei fatto qualsiasi cosa per riaverla.
-Non sarò io a dirtelo Harry- aggiunse una piccola risata. -Sarebbe troppo facile, non credi?- la domanda era retorica. -Fai quello che ti senti di fare se davvero ci tieni a me.- il “compito” che mi era stato appena affidato poteva essere da un lato semplice, ma dall’altro davvero arduo.
-Ce la farò!- esclamai quando ormai mi aveva superato e aveva già raggiunto la porta per uscire dal bagno. Si bloccò poco prima di posare la mano sulla maniglia.
-Lo spero- concluse, prima di riaprire e far sì che le voci dei ragazzi giungessero anche in quella stanza insonorizzata.
-Aspetta!- la fermai perché il mio sguardo era proprio finito sulla sua mano; lei si fermò di nuovo voltando solamente il capo.
-Porti ancora l’anello?- le domandai, notandolo. 
Lei non mi rispose, accennò un sorriso ed alzò le spalle contemporaneamente. Sorrisi anche io perché capii che significavo ancora qualcosa per lei.

Emma
Il concerto finì poco dopo il discorso che avevo avuto con Harry e, non appena Ashton, Luke, Michael e Calum uscirono dal backstage, ci dirigemmo in un pub londinese per festeggiare il lancio del loro disco. 
Avevo sempre avuto un bel rapporto con Luke e quella sera non avevamo smesso un secondo di parlare, forse a causa di tutto quel tempo che avevamo passato lontani l’uno dall’altra. Gli spiegai anche cos’era successo con H e ciò non lo sorprese affatto.
-Avevo intuito in effetti! Deve essere quello il motivo per cui non ha ancora smesso di incenerirmi con lo sguardo da quando siamo qui!- esclamò alla fine del mio racconto. Mi misi a ridere e in un certo senso mi sentii realizzata perché avevo capito come far sì che lui si sentisse quasi allo stesso modo in cui mi ero sentita io vedendo le varie fotografie. A quel punto guardai il biondino di fianco a me con aria da illuminazione.
-Si, okay. Ti aiuto io a farlo ingelosire!-mi aveva praticamente letto nel pensiero.
Probabilmente non ci sarebbe stato molto da fare per riuscire nel nostro intento, dato che la sua sola vicinanza faceva impazzire Harry.
Fu quello il motivo per cui ci comportammo in maniera normalissima: scattammo foto che pubblicammo su Instagram e ridemmo per tutta la serata. Ovviamente tutti i presenti parteciparono, escluso quello che fece l’emarginato per quasi tutta la serata. Forse non aveva ancora capito che stando con le mani in mano non mi avrebbe riconquistato facilmente.

La mattina dopo fui svegliata dalla risata di Frankie. Mi sollevai di colpo dal letto, quasi spaventata dalla sua intensità.
-Grazie F!- esclamai ironica ancora mezza intontita dal troppo alcool della sera prima. 
Lei non smise di ridere nemmeno quando si accorse di avermi svegliata. Quando avevamo arredato casa, avevamo deciso volontariamente di posizionare i nostri letti esattamente davanti alle porte in modo da riuscire a parlare da una stanza all’altra dato che erano opposte, perciò potevo vederla perfettamente lì seduta a fissare il suo computer.
-Corri, vieni a vedere!- tra una risata e l’altra, mi fece segno con la mano di avvicinarmi a lei. A quel punto mi avvolsi con la coperta del mio letto e mi precipitai sul suo attraversando il corridoio di casa. 
Non appena mi sedetti con la schiena posata sullo schienale del letto, capii che motivo avesse di ridere. Stava leggendo un po’ di notizie online e la prima che balzava fuori selezionando “News” sulla pagina di Google era alquanto divertente.
-"Harry Styles, il tuo Heartache is On the Big Screen"- lessi ad alta voce il titolo dell’articolo in questione e scoppiai a ridere a mia volta.
-Ma è un genio!- esclamai poco dopo riferendomi alla persona che lo aveva inventato. 
Si trattava di un articolo gossip corredato da tanto di fotografie della sera precedente che mi avevano immortalata mentre uscivo dal KOKO e dal Pub in cui eravamo stati in seguito, sorridente e sotto braccio con Luke; la parte migliore in tutto ciò era la presenza di Harry, esattamente dietro di noi, con una faccia da cane bastonato. Il giornalista aveva usato il nome di una delle nuove canzoni dei 5 Seconds Of Summer, “Heartache On the Big Screen”, per evidenziare il dolore che emergeva dall’espressione del componente della boy band più famosa al mondo nel vedermi felice con Luke. 
-Styles è proprio stupido!- commentò poi Frankie. Io la guardai cercando di capire cosa intendesse.
-Dai Em, si vedeva benissimo quanto soffrivi ieri sera ogni volta che lo guardavi… morivi dalla voglia di correre da lui!- sinceramente speravo che non si fosse notato, ma alla mia migliore amica era chiaramente impossibile nascondere qualsiasi cosa.
-Anche se devo ammettere che tu e Luke siete davvero una bella coppia!- mi misi a ridere e le diedi una spinta che la fece quasi cadere.
-Che c’è? E’ la verità!- continuò anche lei ridendo. 
-Speravo che il mio piano non fosse così ovvio!- esclamai riferendomi all’aiuto che Luke si era offerto di darmi.
-Pensavi veramente che non mi sarei accorta che stai cercando di fare ingelosire Harry per fargli provare quello che hai provato anche tu?- mi lasciò senza parole perché, come al solito, sembrava fosse all’interno della mia testa.
-L’importante è che non lo scopra H!- era l’unica cosa che contava.
-Tranquilla, mi ci è voluta una sera intera per farlo capire a Niall, non credo che Harry sia molto più perspicace di lui!- scoppiai a ridere all’idea di lei che spiegava la situazione al suo ragazzo.

Passammo gran parte della mattinata su quel letto a parlare fino a quando non suonò il mio cellulare, cosa che mi costrinse ad alzarmi per andare a recuperarlo in camera mia. Ero convinta fosse Daisy, ma quando lessi il nome del chiamante sullo schermo fui quasi sorpresa.
-Hey Luke!- lo salutai sorridente. Frankie mi lanciò un’occhiataccia dalla stessa posizione in cui l’avevo lasciata.
-Stai scherzando? Assolutamente sì, va benissimo! Perfetto, a stasera!!- chiusi la telefonata e mi misi a fare i salti di gioia per la stanza.
-Cosa voleva?- chiese lei incuriosita.
-Mi ha invitato ad andare con lui, Michael, Gemma, Ashton e Calum al concerto Beyoncè stasera!- sapevo perfettamente che lei ci sarebbe andata la sera dopo con Niall, Liam e Danielle, perciò fortunatamente non mi avrebbe ucciso con le sue stesse mani.
-Harry morirà di invidia!- esclamò quasi più eccitata di me all’idea.
Proprio quando lo nominò, il mio telefono mi segnalò che mi era arrivato un messaggio da parte sua.
-“Beyoncè stasera?”- lo lessi ad alta voce prima che la mia migliore amica scoppiasse a ridere. 
-Mi sa tanto che Luke l’ha battuto sul tempo!- lo prese in giro Frankie. Io non avevo nemmeno accennato un sorriso e lei se ne accorse.
-Cosa c’è che non va Em?- mi domandò facendo sì che rialzassi lo sguardo che era rimasto fisso sul cellulare.
-Niente..- mentii. -E’ che… non so.. non so cosa rispondergli. Non voglio che ci rimanga male!- questa volta dissi la verità.
Non ero una di quelle ragazze capaci di far soffrire qualcuno senza avere nessun rimorso di coscienza; ero tutt’altro.
-Spero tu stia scherzando!- sbraitò lei. -Dopo tutto quello che ti ha fatto passare non puoi reagire così!- mi ammonì.
-Sì, okay, ma capisci che ieri sera gli ho detto che avrebbe dovuto cercare di riconquistarmi? Lui sa perfettamente quanto io adori Beyoncè e forse questo è un suo modo per farmi capire che tiene a me!- la mia mente contorta non aveva poi tutti i torti.
-Sicuramente è così Em, ma non puoi dargliela vinta alla prima occasione! Tu stasera andrai con Gemma e gli altri, lui avrà altri modi per rimediare..- il suo tono lasciava intuire che non mi avrebbe dato altra possibilità di scelta.
-Okay, cosa rispondo?- ero completamente in confusione.
-“Mi dispiace H, ci vado con Luke e gli altri!”.- sospirai e feci per parlare, ma non me lo permise. -NO, non puoi chiedergli se vuole venire anche lui!- mi aveva già capita.

Ascoltai Frankie e quella sera mi divertii con i ragazzi e Gemma. Avevo sempre adorato Beyoncè e quel concerto mi aveva ricordato il perché del mio amore incondizionato nei suoi confronti. Sembrava che i paparazzi ci avessero seguito ovunque, quindi mi aspettavo già rumors totalmente infondati sulle prime pagine dei gossip il giorno dopo. 
Immaginavo anche la faccia di Harry nel leggerli e ciò mi spezzava il cuore.. odiavo farlo soffrire, lo odiavo davvero.


Heeeeey buon giorno a tutte!
Ho approfittato di questo giorno di vacanza dalla scuola per sistemare il capitolo e pubblicarlo! 
Devo ammettere che questa "cosa" con Luke aspettavo di scriverla dai primi capitoli della storia.. avevo avuto un'illuminazione ed ho aspettato il momento perfetto per inserirla! 
Voi che ne pensate? Credete che Harry si arrenderà o che alla fine riuscirà nel suo intento? 
Fatemi sapere ogni singolo pensiero tramite recensione! 
Alla prossima! Un bacio!
Raffy <3 xxxx

 
                                          Luke e Emma                                                                                       Gemma e Asthon
                                      

                                         Frankie e Niall                                                                                                       Daisy
                                                    

 

One Direction e 5 Seconds Of Summer





        
 

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Capitolo 42
*** Birthday Present. ***


Birthday Present

I giorni in quella settimana passarono velocemente, molto velocemente. 
Il venerdì sera ero rimasta a casa da sola perché Frankie era al concerto di Beyoncè ed avrebbe dormito da Niall, mia sorella e Louis erano a cena con la famiglia di quest’ultimo, mentre Gemma era uscita con Ashton. 
Non mi avrebbe fatto del male passare un po’ di tempo tra me e me in fin dei conti; mi avrebbe aiutato a svuotare la mente da tutte quelle idee negative che la riempivano ormai da quando io ed Harry avevamo parlato.
Certo, tutto sarebbe stato più facile se la mezzanotte di quella sera in solitudine non avesse segnato il 1° di Febbraio sul calendario, giorno del suo compleanno. Sembrava ormai una tradizione il non riuscire a festeggiarlo in santa pace. 
Avevo avvisato Nick dicendogli che non sarei stata presente alla festa che avevamo organizzato perché non ne avevo la forza.. non riuscivo ad essergli indifferente come sembrava stesse facendo lui da qualche giorno.
Nessun messaggio, nessuna chiamata, niente di niente.
Era forse il segnale? Significava forse che era finita?
Non avevo risposte.
Ero seduta sul mio letto con il cellulare in mano a meditare se fosse il caso o meno di fargli gli auguri. Le circostanze mi spingevano a pensare che gli avrebbe dato addirittura fastidio sentire la mia voce, perciò non ci riuscii.
Non chiusi occhio tutta notte; rimasi nella stessa identica posizione fino a quando il sole sorse. Non sapevo nemmeno che ore fossero quando la porta di casa si aprì e mia sorella entrò. So solo che cominciai a piangere tra le sue braccia e mi fu davvero difficile smettere. 
-L’ho voluto io. Sono stata io ad allontanarmi da lui.- Daisy mi preparò del tè caldo e me lo portò a letto.
-Non assumerti le colpe Em. Non ci provare neanche!- mia sorella sarebbe stata sempre dalla mia parte e lo stava provando.
-Ma è la verità Daisy! Se io avessi semplicemente accettato le cose, a quest’ora sarei con lui pronta a festeggiare il suo compleanno! Invece sono qui dopo una nottata insonne che non ricordo nemmeno sia passata.- nella mia mente mi ero creata un’immagine in cui mi vedevo nella stessa situazione di Bella Swan quando Edward Cullen l’abbandona nel secondo film della saga di Twilight. Infatti avevo fissato il muro davanti a me inerme dal momento in cui ero rimasta sola, al momento in cui mia sorella era rientrata quella mattina.
-Facciamo così..- le sue idee a volte mi facevano paura. -Ora tu ti alzi da questo letto, ti vesti e vieni con me in centro.- non avrebbe accettato un no come risposta.
-A fare che?- non ero molto in vena di uscire di casa in quelle condizioni. 
-Andiamo a comprarci un vestito per stasera!- rispose come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
-Io non verrò stasera Daisy.- esclamai, stanca di ripeterlo. 
-Oh sì che verrai! E indosserai qualcosa che farà capire a quella testa di..- la bloccai. -DAISY!- sbraitai per evitare che lo insultasse ulteriormente.
-Volevo dire a quella testa di ricci, tranquilla!- cercò di sviare dicendo la prima cosa che le venne in mente e io non riuscii ad evitare di ridere.
-Va bè, gli farai capire quello che si perde.- concluse tra le mie risate.

E così quella giornata la passai in giro per Londra con mia sorella. Solamente io e lei, cosa che non succedeva da tempo e che mi era davvero mancata. Lei ci sarebbe sempre stata, nel bene e nel male, e nonostante i nostri litigi inutili dovevo ammettere che non sapevo come avrei fatto senza il suo appoggio.
Quando ritornammo a casa mia, non appena aprimmo la porta, Frankie e Gemma mi corsero incontro abbracciandomi. Dovetti intuire che Daisy avesse già diffuso la notizia della mia presenza alla festa.
-Aspetta, dov’è finita l’altra?- Gemma si guardò intorno, evidentemente cercando qualcuno; Dopo qualche secondo, Lou apparve dal fondo del corridoio con la sua classica borsa piena di “cose per i capelli”, così come le definiva lei.
-Bè, che aspetti Em? Devi o non devi fare colpo su qualcuno?- mi domandò facendomi segno di avvicinarmi a lei.
Il sorriso che nacque sul mio viso partiva da un orecchio e terminava all’altro. Loro non erano delle semplici persone, erano la mia famiglia. Mi avevano aperto gli occhi.
Chi avevo voluto prendere in giro fingendo di essere felice e stampandomi un sorriso in faccia nei giorni precedenti? 

Mentre Lou si occupava dei miei capelli, io recuperai il mio cellulare che non avevo ancora toccato da quella mattina. Mi connessi a Twitter, per controllare se ci fosse qualcosa di nuovo ed il primo tweet che mi si presentò davanti fu quasi un colpo al cuore.
-“I’m missing half of me”- lo lessi ad alta voce e Lou mi guardò nello specchio davanti a noi. Dalla sua espressione intuii che avesse già capito: Harry aveva usato un social network per esprimere i suoi sentimenti. L’aveva fatto perché voleva che tutti lo sapessero, voleva che tutti sapessero che gli mancavo.
Un minuto dopo, Frankie arrivò di corsa nel bagno dove ci trovavamo con il telefono in mano e quasi senza fiato sbraitò ciò che io avevo appena letto. 
-Grazie F, l’abbiamo già visto!- risi per le sue condizioni.
-Dovresti fare un po’ di sport, sai? Se sei così affaticata per aver corso dalla cucina a qui la cosa è un po’ grave!- la prese in giro Lou.

Finimmo di prepararci quando ormai erano già le otto di sera; la festa sarebbe iniziata circa un’oretta dopo in un locale che Nick aveva deciso di affittare, ma avremmo dovuto recarci lì un po’ prima per evitare che Harry scoprisse la sorpresa vedendoci arrivare.
-Non so se è una buona idea..- brontolai scendendo le scale di casa per raggiungere il taxi che ci era passato a prendere.
-Smettila Em!- sbraitarono all’unisono le altre quattro. Fui quasi spaventata dalla loro sincronia perciò mi azzittii.
Nonostante cercassero di mettermi a mio agio in tutti i modi, io mi ero completamente ammutolita. 


Harry
Avevo un’idea riguardante il fatto che i miei amici avessero organizzato qualcosa per il mio compleanno perché Niall, Liam, Louis e Zayn avevano avuto uno strano comportamento quel pomeriggio quando avevo domandato quali fossero i loro programmi per la serata. Avevano risposto in maniera piuttosto discutibile ed inoltre Nick era passato da casa mia sul tardo pomeriggio e mi aveva costretto ad indossare qualcosa di elegante dicendo che avrebbe voluto farmi conoscere una sua cara amica a cena. 
Non avevo molta voglia di festeggiare, o meglio, non avevo voglia di festeggiare senza Emma. 
Gli ultimi giorni erano stati terribili. Qualsiasi giornale o chiunque online, parlava del nuovo amore che sembrava essere sbocciato tra lei e Luke ed io non riuscivo a fare altro che sentirmi sprofondare. Mi ero rassegnato anche all’idea che non mi avrebbe fatto gli auguri quel giorno, e così infatti era stato.
Diciamo che non ero molto in vena di feste e cose simili, ma forse sarebbe stato l’unico modo per distrarmi. Questo fu il motivo per cui finsi di non aver capito nulla. Era passata circa mezz'ora da quando eravamo io e Nick eravamo usciti di casa quando il taxi ci lasciò davanti ad un locale che sembrava chiuso.
-Che ci facciamo qui?- domandai guardandomi intorno. Quel posto era deserto.
-Che ore sono?- mi domandò lui senza rispondermi. Guardai l’orologio velocemente.
-Sono le nove- affermai, notando un’espressione di sollievo sul suo viso.
-Okay, entriamo!- esclamò sorridente facendomi strada all’interno. 
Non appena aprii la porta davanti a me, accadde ciò che avevo previsto: tutti i miei amici più cari si presentarono in fronte a noi esclamando contemporaneamente “Auguri”. Finsi di esserne realmente sorpreso perché non volevo deludere le aspettative del mio amico; prima o poi però avrei dovuto insegnargli come organizzare una vera e propria sorpresa. 
Mi guardai intorno salutando uno ad uno gli invitati e fu proprio in quel momento che mi accorsi della sua presenza. Mi girai alla mia destra afferrando il braccio di Nick per avvicinarlo a me.
-Em..Emma è qui?- gli sussurrai nell’orecchio balbettando. Lui sospirò.
-Mi ha detto che non sarebbe venuta, ma oggi pomeriggio ha cambiato idea!- mi rispose guardando nella mia stessa direzione. 
-E’ stupenda..- si riferì proprio a lei. 
-Lo so.- risposi continuando a fissarla. 


Emma
Mi aveva vista; mi aveva notata ed aveva sussurrato immediatamente qualcosa a Nick, probabilmente gli aveva chiesto di mandarmi via o cose simili.
La mia schiena era costantemente attraversata da brividi e non ne capivo il motivo. Di fronte a me c’erano Zayn e Perrie che non vedevo ormai da un po’ di tempo. Stavamo parlando del più e del meno quando ci raggiunsero anche tutte le altre coppie, compresi Lou e Tom.In quel momento mi sentii completamente fuori luogo. Ognuno di loro era affiancato dalla persona che amava mentre io ero lì da sola, inutile.
-Scusatemi, torno subito..- indicai il bicchiere che avevo in mano come per dire che sarei andata a riempirlo, ma in realtà non l’avrei fatto. Avrei voluto andarmene da quel posto il più velocemente possibile. Il contatto visivo che avevo avuto con Harry non era assolutamente stato un buon segno.
Cercai la prima via d’uscita e trovai una porta che dava su delle scale. Non ci pensai un secondo e salii velocemente i gradini, fino a raggiungere il terrazzo all’ultimo piano del palazzo in cui ci trovavamo. La vista sulla città era mozzafiato e io ne approfittai per godermela, sedendomi vicino alla ringhiera che delimitava la zona. 
-Hey!- dopo qualche minuto, la voce inconfondibile di Louis interruppe il silenzio. Mi voltai verso la porta dalla quale ero uscita poco prima e lo trovai lì, con le mani in tasca e sorridente come sempre.
-Se mia sorella ti ha mandato a cercarmi, dille pure che sto bene!- esclamai, immaginando che Daisy si fosse preoccupata non vedendomi.
-Non è stata Daisy a dirmelo, l’ho fatta di mia spontanea volontà..- lo guardai storto mentre si avvicinava, per poi sedersi proprio accanto a me.
-Sto bene Tomlinson, sul serio!- finsi, come ormai facevo da giorni.
-Non è vero Emma.- affermò serio. -Ormai ti conosco e so per certo che stai soffrendo.- continuò, centrando in pieno il punto.
-Il fatto è che credo di aver mandato tutto a puttane.- mi meravigliai io stessa della mia improvvisa volgarità, ma Louis sembrò non accorgersene nemmeno.
-Ti sbagli.. è stato lui a mandare tutto a puttane, non tu!- mi corresse. Era chiaro che sapesse già tutta la storia.
-Ma io ho ingigantito le cose..- abbassai lo sguardo. 
-Tu ti sei comportata nel modo giusto. Ora devi solo capire una cosa: lo vuoi oppure no nella tua vita?- quella domanda era piuttosto semplice per me.
-Non potrei definirla vita senza lui al mio fianco.- risposi diretta e concisa tanto che anche Louis spalancò gli occhi dallo stupore.
Fu quello il momento in cui entrambi sentimmo una presenza alle nostre spalle schiarirsi la voce, motivo per cui ci girammo contemporaneamente.
Harry era lì, era dietro di noi e probabilmente aveva sentito gran parte del discorso.
Louis si alzò, dicendo che avrebbe tolto il disturbo, e tornò alla porta dove Harry era rimasto. Gli diede una pacca sulla spalla e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio. Per quanto sembrasse fuori di testa ed estremamente infantile a volte, quel ragazzo era sempre presente nel momento del bisogno.
Vista quella scena, tornai a guardare il panorama aspettando che Harry si avvicinasse. Non volevo fare la prima mossa, ma ormai non sapevo nemmeno se mi trovavo nel torto oppure no. Fortunatamente ci pensò lui a raggiungermi e a sedersi accanto a me.
-Non pensavo saresti venuta..- confessò, guardando nella mia stessa direzione.
-Ho capito benissimo che la mia presenza ti ha dato fastidio, è per questo che sono venuta qui.- i suoi occhi penetrarono nei miei e quasi mi ipnotizzarono.
-Sai che non è così Em!- esclamò sulla difensiva.
-Bè, a quanto pare non ti interessa molto avermi nella tua vita dato che non hai fatto nessun passo avanti da quando abbiamo parlato Mercoledì- il mio tono era diventato più duro ed arrabbiato.
-Come avrei dovuto reagire alle foto di te e Luke? Venendo sotto casa tua e rischiando di trovarlo lì?- sapevo perfettamente che quella storia gli avrebbe creato problemi.
-Luke è un amico e lo sai benissimo! Mi è stato vicino in questi giorni perché non faccio altro che piangere 24 ore su 24! Come pensi mi sia sentita non ricevendo messaggi o chiamate da parte tua dopo quello che ci siamo detti? Avevi promesso che avresti fatto di tutto per riavermi, ma in realtà sei stato più lontano che mai!- fu una delle poche volte in cui riuscii a trattenere le lacrime che minacciavano di sfociare dai miei occhi. Ero una di quelle persone che piangeva per ogni cosa: nervosismo, felicità, tristezza; quella volta però non avrei voluto farmi vedere ancora più vulnerabile di quanto già fossi.
-Io non.. non..- non trovava neppure le parole per spiegare cosa stesse succedendo.
-Facciamo una bella cosa H, quando troverai il modo di esprimerti fammelo sapere!- mi alzai velocemente e camminai verso la porta che mi riportò dagli altri invitati alla festa.
Lui non cercò nemmeno di fermarmi; rimase lì, senza dire una parola.

Harry
Dal momento in cui mi lasciò solo su quel terrazzo, al momento in cui la festa terminò, non smisi un secondo di pensare a come sistemare le cose. Cercai di non darlo a vedere al taglio della torta oppure durante le tante chiacchierate con gli invitati, ma era l’unica cosa che avevo in testa. 
Come in tutti i party, noi della band e le rispettive fidanzate decidevamo di andarcene alla stessa ora. Era diventata ormai una tradizione, anche se in realtà non ci facevamo nemmeno caso.
Fui sorpreso di notare che Emma era ancora lì a parlare con mia sorella perché pensavo avrebbe fatto di tutto per scappare appena possibile. Fu in quel momento che ebbi un raptus improvviso e trovai una soluzione.
Così, quando chiamammo i classici due taxi per riportarci a casa, chiesi di farne arrivare uno in più per attuare il mio piano, sperando che avrebbe funzionato.
Paul, come sempre presente, ci avvisò che le auto erano arrivate mentre ero intento a parlare con Liam, perciò lo abbandonai velocemente e feci quello che avevo pianificato. Mi avvicinai ad Emma ed afferrai la sua mano, conducendola con me sull’ultimo dei taxi. Non oppose resistenza, forse perché non si rese nemmeno conto di quello che stava succedendo, dato che mi meravigliai io stesso della mia velocità.


Emma
Quando Harry mi afferrò la mano che condurmi con lui sull’auto, capii che aveva in mente qualcosa. Nonostante ciò, non mi sciolsi immediatamente e per tutto il tragitto, che ci stava evidentemente portando verso casa sua, io guardai fuori dal finestrino mentre lui mi fissava.
Gli altri due taxi che ci precedevano ci avevano seminati, perciò arrivammo nel quartiere di Notting Hill da soli, senza che nessun altro ci vedesse.
Harry mi fece segno di seguirlo verso l’entrata di casa sua e io stetti muta, per l’ennesima volta.
Quando aprì la porta e accese le luci, andai a sedermi in salotto. Dopotutto, ogni volta che entravo in quel posto mi sentivo come a casa mia.
-Dobbiamo parlare.- affermò, sedendosi dalla parte opposta del divano che occupava un’intera parete.
-Ti ho detto tutto quello che avevo da dirti Harry.- aprii bocca per la prima volta da quando avevamo lasciato il locale.
-Anche io..- rispose serio. 
-Bene, allora direi che non ho tempo da perdere. Esco e chiamo un taxi per portarmi a casa, non scomodarti!- mi alzai e feci per camminare verso la porta, ma Harry non me lo permise poiché si mise a correre e mi sbarrò la strada.
-Ti ho sentito prima, mentre parlavi con Louis..- la sua vicinanza mi metteva in soggezione e non riuscii a guardarlo negli occhi.
-Sì, l’avevo notato.- cominciai a pensare che forse mi stessi comportando in maniera troppo dura nei suoi confronti.
-Pensi davvero quello che hai detto?- a volte mi sembrava facesse domande stupide e senza senso.
-Intendi quando mi ha chiesto se ti rivoglio o meno nella mia vita?- sapevo per certo che si stava riferendo a quello.
Alzai gli occhi e trovai i suoi decisamente troppo vicini, perciò feci spontaneamente un passo indietro.
-Sì, hai risposto che non potresti definirla vita senza di me al tuo fianco- l’avevo detto veramente?
Oh, sì che l’avevo fatto!
-E quindi?- sentii le mie guance arrossire. Fece un passo verso di me per riavvicinarsi.
-E quindi ti prego Em, credimi quando ti dico che mi dispiace e che mi manca tornare a casa e trovarti presa dalle mille cose da studiare; Mi manca svegliarmi la mattina e vederti lì accanto a me; Mi manca tutto di te e penso che questo stare lontani sia durato fin troppo da far capire ad entrambi che non è ciò che vogliamo!- ero in fissa sul suo viso.
Odiavo dargli ragione, ma quello che aveva appena detto era la verità.
-Odio trovarmi in questo tipo di situazioni!- sbuffai e sbattei il piede destro per terra come se fossi una bimba intenta a fare i capricci. Ciò lo fece sorridere.
-Allora perdonami..- prese una piccola pausa mentre io ero completamente in preda alla confusione. -Ti prego!- aggiunse prima che mi voltassi per dargli le spalle e mi portassi entrambe le mani alla testa.
-Mi avevi promesso che non mi avresti mai più fatto soffrire, mentre eccoci qui.. di nuovo.- constatai, ritornando a guardarlo.
-Hai ragione, ed ho sbagliato a non dirti nulla. Probabilmente sarebbe stato tutto più semplice!- si fermò e recuperò lo spazio che si era creato tra noi a causa dei miei movimenti. Quando fu abbastanza vicino, mi afferrò entrambe le mani e fece in modo che alzassi lo sguardo.
-Sono un cretino..- disse prima che lo interrupessi.
-Su questo ti do perfettamente ragione!- lui sorrise, così come feci io.
-Dammi un’altra possibilità!- gli lasciai le mani e mi misi a camminare nella direzione opposta a lui.
Quell’attesa lo stava facendo impazzire, ne ero consapevole, ma se lo meritava. Ora stava a me decidere cosa fare: continuare a soffrire pensando che un giorno le cose si sarebbero sistemate, oppure riaccoglierlo nella mia vita a braccia aperte consapevole che era l’unica persona in grado di farmi sentire bene? 
Mi fermai quando giunsi vicino alla sponda del divano. Feci perno su uno dei tacchi che indossavo quella sera e mi rivoltai per guardarlo.
-Come ho detto a Louis, non posso immaginare una vita senza di te al mio fianco..- lui capì che il mio discorso non era terminato.
-Quindi?- era in fibrillazione; potevo benissimo notare il tremolio nelle sue gambe.
-E quindi vieni qui cretino!- a quel punto il suo sorriso illuminò tutta la casa. 
-Ah, dimenticavo!- di bloccò a metà strada quando gli feci il segno di “stop” con la mano destra. Mi guardò quasi terrorizzato.
-Auguri!- esclamai sorridendo alla sua reazione.
A quel punto mi corse in contro e mi diede uno di quei baci che mi faceva domandare se fosse tutto un sogno o se fosse realtà.  Mi strinsi a lui come se l’ultima cosa che volessi fare fosse lasciarlo andare.. non l’avrei permesso. Non gli avrei più permesso di allontanarsi da me.
-Okay..- disse poi.
-Okay cosa?- domandai confusa.
-Okay, ora puoi chiamare il taxi e farti portare a casa..- il suo senso dell’umorismo era davvero fuori luogo a volte, ma era una delle tante cose che adoravo di lui.
Feci un sorriso forzato e gli diedi una spinta che ovviamente non lo mosse nemmeno di un centimetro.
-Va bene. Pensavo di darti il tuo regalo di compleanno, ma…. a quanto pare non è gradito! Ciao Styles!- feci finta di dirigermi all’uscita indossando il cappotto, ma non me lo permise perché mi afferrò per i fianchi e mi attirò a se baciandomi di nuovo.
-Tu non vai da nessuna parte Edwards- mi sussurrò poi nell’orecchio.
-Sono felice di sentirtelo dire.- conclusi prima di fiondarmi nuovamente su di lui. 




Okay, vi starete chiedendo come mai ho aggiornato così presto.. 
La realtà è che avevo pronto questo capitolo da circa una settimana e morivo dalla voglia di pubblicarlo, perchè stranamente mi piace abbastanza! Diciamo che mi sono impegnata perchè non volevo scrivere qualcosa di banale.. fari tornare insieme immediatamente sarebbe stato troppo semplice, non credete?
Bene, spero che vi sia piaciuto tanto quanto è piaciuto a me scriverlo! Fatemi sapere quello che ne pensate e cosa vi aspettate dal prossimo! 
Vi lascio, ma ci rivedremo presto su questo schermi!
Un bacio, Raffy <3 xxxx

 
           Emma                                                                    Harry 
                          

Gemma                                                      Frankie                                                                   Daisy
         


 

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Capitolo 43
*** Reunion. ***


Reunion
 
Il giorno dopo mi svegliai più felice che mai, buttandomi a capofitto sul petto nudo di Harry che era sdraiato accanto a me.
Lo strinsi come per cercare di capire se stessi sognando oppure no ed appena sentii la sua voce darmi il buongiorno, realizzai che era tutto reale.
-Giorno!- risposi al saluto e alzai lo sguardo per raggiungere i suoi occhi. 
Scendemmo insieme a fare colazione, così come eravamo abituati, e non riuscii a togliermi quel sorriso da ebete dal viso. Mentre preparavo il caffè, Anne telefonò ad Harry dicendogli che tutti i suoi parenti che non erano riusciti a sentirlo, le avevano dato il compito di fargli gli auguri. Quando lui chiuse la telefonata, dopo avermi salutato sua madre, notai una nota di tristezza nella sua espressione e immaginai subito di cosa si trattasse.
-Ti mancano, vero?- gli domandai, riferendomi a tutta la sua famiglia e ai suoi amici d’infanzia. 
-Sì..- fece una pausa. -E’ che vorrei avere tempo per ringraziarli ad uno ad uno per il supporto che mi danno!- mi avvicinai a lui e lo abbracciai dal dietro, stampandogli un bacio sulla schiena cercando di consolarlo, per quanto fosse possibile.
Mi sentivo un po’ responsabile di tutto ciò perché, quando io non facevo ancora parte così costantemente della sua vita, ogni occasione di pausa e vacanza, Harry la sfruttava per recarsi ad Holmes Chapel oppure a Manchester dai parenti. Fu quello il motivo per cui ebbi un’illuminazione quella mattina.

Approfittai della sua lunga doccia post colazione per mettere in atto il mio piano. Per prima cosa chiamai Anne.
-Ciao tesoro, c’è qualcosa che non va?- sembrava quasi allarmata, dato che l’avevo sentita pochi minuti prima.
-No Anne, tranquilla! E’ solo che ho avuto un’idea e vorrei chiederti se ti sembra fattibile- le dissi prima che mi invitasse a spiegare.
-Allora, ho pensato di organizzare una festa a sorpresa per Harry dove saranno presenti tutti i parenti e amici che non vede da tempo. So perfettamente quanto gli manchino e vorrei dargli l’occasione di rivederli tutti..- aspettai una sua risposta impaziente.
-Emma..- ero trepidante. -Mi sembra un’idea stupenda!!- esclamò felice più che mai.
Nei pochi minuti che mi restarono prima che Harry tornasse da me, decidemmo che si sarebbe tenuta il giorno seguente.
Inoltre avevamo deciso che lei si sarebbe occupata di chiamare tutte le persone che avremmo voluto fossero presenti e che Gemma le avrebbe dato una mano. Io invece mi sarei occupata del lato organizzativo e di evitare che Harry venisse a sapere qualcosa. 
Mentre lui era in camera a vestirsi, ricevetti una chiamata da parte di sua sorella con la quale concordammo il luogo dove si sarebbe tenuto il tutto. Prima della telefonata mi aveva già inviato una ventina di messaggi in cui esprimeva la sua immensa felicità per il fatto che io ed Harry avessimo finalmente chiarito le cose.. era la nostra fan numero uno. 
-Secondo me la casa di mia mamma e Robin andrebbe benissimo! Possiamo fare una specie di rinfresco in giardino, tanto in questi giorni le temperature sono abbastanza alte.- mi sembrava un’idea perfetta e confermai velocemente, prima che Harry tornasse a farmi compagnia.

-Con chi eri al telefono?- mi domandò scendendo dalle scale. Speravo non avesse sentito nulla.
-Con Gemma!- risposi, cercando di suonare il più naturale possibile.
-Voleva sapere tutti i particolari?- mi domandò sedendosi affianco a me sul divano e posandomi un braccio intorno al collo. 
-Sì, ma tranquillo, ho evitato di raccontarle come è andata stanotte altrimenti mi avrebbe chiuso il telefono in faccia!- lo feci ridere e rimasi immobile ad ammirarlo in ogni suo piccolo particolare. 
Dopo circa mezz’ora spesa a punzecchiarci come eravamo soliti fare, decisi che fosse arrivata l’ora di contattare il catering che avrebbe organizzato la serata del giorno dopo. Usai come scusa il fatto di dovermi vestire, dato che saremmo usciti da lì a poco.
Quando giunsi in camera feci la mia serie di telefonate, parlando talmente sottovoce da sembrare una psicotica a chiunque ci fosse dall’altra parte della cornetta, dopodiché recuperai dall’armadio di Harry alcuni vestiti che avevo lasciato lì ed uscimmo.
Continuavo a ricevere messaggi e chiamate e notai chiaramente la sua curiosità, perciò evitai di assentarmi troppo frequentemente. Per pranzo raggiungemmo Gemma e Ashton in un ristorante in centro, cosa che mi permise di parlare con lei direttamente e non tramite un cellulare. 
-Allora? A che punto siamo?- mi domandò quando entrambe ci rifugiammo in bagno dopo aver ordinato.
-Ho chiamato il catering prima di uscire e ho dato loro il numero di tua mamma, in modo che contattino lei per sapere gli spazi disponibili e cose varie. Tu hai già sentito qualcuno?- le domandai super ansiosa. Volevo che quella serata andasse per il meglio, glielo dovevo.
-Ho chiamato gli amici di Harry, mia mamma si occuperà dei parenti.- mi rispose tranquillizzandomi.
Detti un’occhiata all’orologio, pensando che se fossimo state in bagno per troppo tempo lui si sarebbe reso conto di qualcosa, perciò feci segno a Gemma e mi incamminai verso la sala dove si trovavano Ashton e Harry.
Poco prima di raggiungere il tavolo, lei mi sfiorò il braccio fermandomi.
-Em..- mi sussurrò per indurmi ad indietreggiare leggermente in modo da sentirla meglio. -Sono felice che tutto si sia risolto tra voi, non credo riuscirei a vedere mio fratello con qualcuno che non sia tu!- quelle parole mi arrivarono dritte al cuore e sentii tutto l’affetto che quella famiglia mi dava ogni giorno senza esserne nemmeno consapevole.
-Come dico sempre ad H: non vi libererete di me facilmente!- esclamai prima di afferrarle la mano e dirigerla insieme a me al tavolo.
Fortunatamente nessuno, nemmeno Ashton che era ovviamente a conoscenza di tutto, si fece scappare qualche minimo riferimento alla festa, ed Harry non sospettò di nulla. 
Passammo la giornata insieme ad Hyde Park, il mio parco di Londra preferito, e verso sera tornammo a casa. Avevo messaggiato con Anne per tutto il tempo, perché volevo essere informata nei minimi dettagli; quando arrivammo a casa, Harry si mise a cucinare affermando che avrebbe messo in atto le sue abilità culinarie, mentre io mi rifugiai in camera da letto per telefonare a sua madre.
-Ho parlato con i ragazzi del catering e mi hanno detto che domani pomeriggio saranno qui!- disse subito.
-Perfetto! Hai chiamato tutti gli invitati?- le domandai, chiudendo la porta alle mie spalle per evitare che Harry mi sentisse parlare.
-Sì, hanno tutti confermato la presenza! Saremo circa una cinquantina di persone!- mi sentii realizzata in quel momento perché ero quasi incredula di essere riuscita ad organizzare qualcosa che lo avrebbe reso felice.
-Il problema ora è: come farlo venire ad Holmes Chapel, senza che sospetti qualcosa?- domandai pensierosa.
-Pensavo di chiamarlo domani e chiedere se vi andrebbe di venire a cena qui dato che non ci vediamo da un po’..- mi rispose lei. Era un’idea perfetta perché ero certa che Harry non le avrebbe mai dato un no come risposta.
-Okay, io sarò in università fino alle due del pomeriggio e credo che mi venga a prendere lui perché mi ha detto che vuole portarmi a mangiare in un posto a Camden.. Chiamalo verso quell’ora, così non gli permetterò di rifiutare l’invito nel caso remoto in cui voglia farlo!- le mi rispose affermativamente e continuammo a parlare ancora per qualche minuto, prima che mi rendessi conto che mi ero assentata per fin troppo tempo dal piano di sotto. Avevo usato la scusa della doccia, ma Harry si sarebbe decisamente accorto che non era quello con cui avevo occupato il mio tempo, perciò dissi ad Anne che avrei dovuto abbandonarla per buttarmi davvero sotto il getto dell’acqua.
-Va bene, poi vai a controllare cosa sta facendo in cucina.. non vorrei che finisca per incendiare la casa!- esclamò poco prima di salutarci.
-Tranquilla, nel caso sentissi odore di bruciato mi precipiterò giù!- la rassicurai ironicamente e poi le diedi appuntamento alla telefonata programmata per il giorno seguente; prima che riattaccassi però, riattirò la mia attenzione pronunciando il mio nome.
-Dimmi- risposi, pensando che avesse qualcos’altro da aggiungere riguardo alla festa.
-Grazie!- esclamò con una voce quasi commossa. Non mi servì chiedere a cosa si stesse riferendo.
-Non devi ringraziarmi Anne! Sai perché lo faccio..- ero ancora un po’ in imbarazzo nell'ammettere i miei sentimenti nei confronti di Harry quando parlavo con lei e Robin oppure con i miei genitori. Dopotutto, avere una storia così seria a poco più di diciott’anni non è cosa da tutti!
A quel punto ci salutammo veramente e dopo una doccia veloce, mi infilai una maglia di Harry e scesi a controllare se avesse o meno distrutto qualcosa.
-Sei ancora tutto intero?- domandai mettendo piede sull’ultimo gradino. 
Quando giunsi in cucina, notai che aveva apparecchiato la tavola in modo impeccabile con addirittura un fiore in mezzo ad essa. Era ancora alle prese con i fornelli, ma appena sentì la mia voce si voltò per guardarmi. Aveva i capelli raccolti nel suo solito codino che aveva iniziato a farsi dal momento in cui aveva deciso di lasciarli crescere, ed il suo sorriso illuminava tutta la stanza.
-Sì, è quasi pronto!- mi rispose tutto indaffarato. 
-Lo sai che ti adoro quando cerchi di improvvisarti cuoco, vero?- gli domandai ammirandolo.
-E’ il motivo per cui lo faccio!- mi fece l’occhiolino e dopo qualche minuto si presentò a tavola con la cena.
Passai una serata bellissima e mi convinsi sempre di più di aver fatto la scelta giusta perdonandolo perché dopotutto non sarei mai stata bene senza di lui al mio fianco.

La mattina cercai di non fare rumore mentre uscivo per andare in università per evitare che si svegliasse. Sul vialetto trovai Frankie ad aspettarmi. Aveva passato la notte da Niall e ci eravamo messe d’accordo per andare a fare colazione insieme, dato che frequentavamo lo stesso corso.
Le raccontai della festa e lei non fece altro che ripetere che era un’idea stupenda e che Harry ne sarebbe stato contentissimo. Quando finimmo anche l’ultima lezione, uscimmo insieme e trovammo l’auto di Harry nel parcheggio ad aspettarci. Adoravo quando veniva a prendermi perché significava che avremmo passato tutto il giorno insieme, cosa che quando lavorava succedeva raramente.
Accompagnammo Frankie da Niall e poi ci recammo al ristorante di cui mi aveva parlato. Non appena ci sedemmo al tavolo, il telefono di Harry squillò; era ovviamente Anne.
-Ciao mamma!- rispose Harry sorridente. -Sono fuori a mangiare con Em!- continuò. A quel punto ci fu una pausa in cui immaginai gli stesse venendo chiesto quello che avevamo deciso. Capii di aver ragione quando Harry spostò lo sguardo su di me.
-Em, domani hai lezione?- mi domandò e io feci segno di no con la testa. -Allora ti va di andare a cena dai miei stasera? Possiamo fermarci a dormire lì e tornare domattina..- aveva decisamente funzionato.
-Certo H! E’ da tanto che non li vedo!- mi regalò un sorriso a trentadue denti prima di confermare la nostra presenza alla madre.
Era andato tutto secondo i piani e cercai di non farmi vedere troppo eccitata all’idea di andare nel Cheshire, altrimenti avrebbe sospettato qualcosa.
Quando finimmo di pranzare, facemmo un giro per Camden Town ed approfittai di uno dei momenti in cui Harry fu fermato dai fans, per chiamare Gemma e chiedere a che punto fosse il catering, dato che lei era ad Holmes Chapel già dalla mattina.
-Tutto bene, stanno allestendo qui fuori- mi descrisse tutto per filo e per segno, in modo da farmi capire se l’azienda a cui mi ero rivolta avesse seguito quello che avevo chiesto di fare o meno.
-A che ora saranno lì gli invitati?- chiesi velocemente, vedendo che Harry si stava riavvicinando.
-Abbiamo detto di venire per le otto, ma se arrivate un po’ più tardi è meglio.. così siamo sicuri che ci siano già tutti!- in quel momento, suo fratello era accanto a me.
-Ehm, va bene.. buona giornata!- dovetti fingere, ma Gemma intuì immediatamente e mi saluto ridendo a crepapelle.

Tornammo a casa per prepararci e, mentre Harry era sotto la doccia, ne approfittai per andare da Louis a salutare mia sorella che sarebbe ripartita il giorno seguente per New York. Avevo già informato tutti i ragazzi su quello che avevo organizzato, perciò la notizia del mio trovarmi lì si sparse in un millesimo di secondo ed immediatamente mi trovai attorno Liam, Zayn, Louis e Niall intenti a chiedermi qualsiasi cosa riguardo alla festa. Loro non avrebbero partecipato, era più una cosa di famiglia e non se la sarebbero sentita, ma volevano essere a conoscenza di ogni minimo particolare.

Dopo circa mezz’ora li salutai e tornai in casa a prepararmi. Salimmo in auto circa alle diciassette e trenta, pronti per tre ore di viaggio.
Quando arrivammo nel paese natale di Harry, parcheggiammo davanti a casa sua e dovetti ammettere che non si sarebbe mai detto che all’interno ci fosse qualcuno.. o almeno, non si sarebbe mai detto che ci fossero circa 5o persone ad aspettarlo.
Quella sera c’era una temperatura che solitamente in Inghilterra si poteva trovare solo in estate, cosa che mi rese felice dato che la festa si sarebbe tenuta in giardino. Ero talmente in ansia che non riuscivo nemmeno a parlare, ma cercai di non darlo a vedere. Gemma mi aveva scritto venti minuti prima che tutti gli invitati erano arrivati e io l’avevo avvisata quando eravamo giunti ad Holmes Chapel, in modo che tutti si nascondessero.
Harry andò tranquillamente a suonare il campanello, non si aspettava niente di niente. 
Dopo qualche secondo, Anne ci aprì la porta sorridente. Il suo sorriso nascondeva anche un po’ di agitazione, ma in quel caso sarei stata l’unica ad accorgermene. 
-Ciao ragazzi!- esclamò abbracciandoci e baciandoci. Ci invitò ad entrare e raggiungemmo insieme a lei la cucina che dava sul giardino.
-Dov’è Robin?- domandò H, sedendosi su uno degli sgabelli intorno al tavolo. Immaginavo che avessero organizzato al meglio il momento della sorpresa e capii che sarebbe stato così dalla risposta di Anne. 
-Dev’essere fuori.. ho apparecchiato in giardino.. Vai a chiamarlo!- gli rispose, fingendo di essere indaffarata ai fornelli. 
A quel punto, quando Harry si alzò, lei mi guardò con un’espressione quasi sollevata.
Era arrivato il momento.
Fuori le luci erano tutte spente, ma non appena lui si avvicinò alla porta, vidi Gemma comparire alle mie spalle e dirigersi verso gli interruttori che le avrebbero accese.. 



Harry
Non appena aprii la porta scorrevole che portava sul retro della casa, le luci si accesero improvvisamente e davanti a me si presentarono tutte le persone che non vedevo da tempo.. alcune anche da anni!
C’erano tutti i miei parenti e i miei amici di scuola, tutte quelle persone che desideravo rivedere. Rimasi immobile qualche secondo prima di realizzare.
A quel punto mi voltai e alle mie spalle vidi mia mamma, Gemma e Emma sorridenti e compiaciute nel vedermi così sorpreso. Fu quando tutte e tre mi fecero segno di andare a salutare gli invitati, che mi immersi nella folla. 
Dopo circa venti minuti, ero solo riuscito a parlare con la metà di loro, ma mi resi conto che stavo facendo qualcosa di sbagliato.
Fu così che, dopo aver parlato con Ashley e Ellis, due mie ex compagne di classe, mi voltai verso la zona dove avevo visto Emma per l’ultima volta e mi diressi verso di lei. Era ancora con mia mamma e mia sorella, perciò ne approfittai per ringraziarle per ciò che avevano fatto per me.
-Oh, non devi ringraziare noi H! E’ stata un’idea di Em!- esclamò mia mamma mentre la stavo abbracciando. 
Mi voltai velocemente verso di lei e ero quasi certo di avere gli occhi a cuoricino in quel momento. La guardai per degli interminabili secondi prima di afferrarle la mano ed attirarla a me per stringerla in un mega abbraccio.
-Mi hanno aiutato anche loro! Anzi, sono state parte integrante dell’organizzazione- aggiunse lei. 
-Allora abbraccio di gruppo!- esclamai allagando le braccia, facendo in modo che si unissero anche mia mamma e Gemma.


Emma
Harry mi aveva preso per mano e mi aveva presentato ogni singola persona che era stata invitata alla festa; come al solito era riuscito a farmi sentire importante sia ai miei occhi, che agli occhi di tutti. Conoscevo alcuni dei suoi amici invitati, ma la maggior parte di loro li vidi per la prima volta poiché vivevano negli appartamenti dell’università e non li avevo mai visti in giro per Holmes Chapel quando ci ero stata con Harry.
Il sorriso sul viso di quel ragazzo accanto a me non faceva altro che riempirmi di gioia. Ce l’avevo fatta, l’avevo reso felice ed avevo raggiunto il mio intento.
La serata sembrò volare e dopo aver salutato anche gli ultimi ad andarsene, rimanemmo solamente io, Gemma, Harry, Anne e Robin.
-Bene, sistemeremo domani qui fuori!- esclamò quest’ultimo, esprimendo il desiderio di rifugiarsi nel suo letto. Anne gli prese la mano e insieme si incamminarono verso la loro camera.
-Oh, dimenticavo!- si fermò lei voltandosi verso di noi. - Em, H! Potete dormire nella camera degli ospiti- ci sorrise prima di continuare a dirigersi in direzione delle scale che portavano al piano di sopra. Anche Gemma ci diede a buona notte ed infine rimanemmo solo io e lui nel salotto di casa.
A quel punto mi abbracciò, così dal nulla. Non me lo aspettavo per niente e rimasi un po’ sorpresa.
-E questo per cos’era?- domandai guardandolo negli occhi, dopo che mi aveva lasciato andare.
-Era un grazie!- esclamò posandomi le mani sui fianchi. -E anche un “Ti amo”, ma quello è ovvio!- aggiunse sorridente.
-Non è poi così ovvio H- improvvisai un’espressione imbronciata e abbassai la testa. A quel punto lui me la sollevò con un dito.
-Ti amo Emma, potrei ripetertelo all’infinito!- il mio broncio si trasformò in sorriso e gli portai repentinamente le braccia al collo per abbracciarlo di nuovo.
-Ora va meglio- affermai prima che le nostre labbra diventassero una cosa sola.




Buonasera donzelle!
Per quello che mi riguarda, potreste anche linciarmi viva in questo momento a causa della lunga attesa che vi ho fatto patire.
Lo so, è passato un secolo dall'ultima volta che ho pubblicato un capitolo, ma anche questa volta la colpa è dello studio! Appena ho un secondo libero provo a scrivere, ma spesso sono talmente stanca da non trovare l'ispirazione :(
Credo sia questo il motivo per cui non sono molto orgogliosa di quello che ho scritto.
Nonostante ciò, spero che a voi sia anche lontamente piaciuto e vorrei davvvveeero saperlo! Perciò spero di ricevere qualche misera recensione :)
Ora vi lascio, alla prossima! (che sarà più prossima di questa ultima volta haha)
Un bacio, Raffy <3 xxxx


                                                          

                            

                                                   



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Capitolo 44
*** Here We Go Again. ***


Here We Go Again

L’indomani ci svegliammo piuttosto tardi, o meglio, fu Gemma a svegliarci facendo la sua entrata trionfale nella camera dove io e suo fratello ci eravamo sistemati.
-Sveglia, è mezzogiorno!!- sbraitò aprendo le finestre e facendo in modo che entrasse la luce.
Harry afferrò il cuscino che aveva sotto la testa e glielo tirò dritto in faccia, mentre io scoppiai in una delle mie classiche risate rumorosissime che fecero sì che Anne venisse a controllare cosa stesse succedendo.
-Tutto bene ragazzi?- esordì sull’uscio della porta.
-Mamma, mi ha tirato un cuscino addosso!- si lamentò Gemma, immedesimata completamente in una bambina di massimo cinque anni.
-Harry!- lo ammonì Anne, guardandolo storto. 
-Ma ha aperto la finestra e mi ha svegliato!- replicò lui imbronciato.
Io stetti lì a guardare, immersa nelle risate. Era una di quelle classiche scene che si presentavano quando io e Daisy vivevamo ancora con i nostri genitori qualche anno prima.. tutto ciò mi portò un po’ di nostalgia.
-Oh ragazzi, crescerete mai?- domandò retoricamente Anne. Ero sicura che anche lei avesse nostalgia di quei momenti passati in famiglia, anche dei piccoli litigi tra Harry e Gemma. Infatti, il suo “crescerete mai” aveva una nota ironica di per sé, in quanto i suoi due figli erano completamente indipendenti alla loro giovane età. 
-Vieni Em, ho preparato la colazione!- a quel punto la donna si rivolse a me, facendomi segno di seguirla. 
-Mi cambio e scendo, così li faccio litigare in santa pace!- scherzai io.
Nonostante l’orario, Anne ci aveva preparato la famosa colazione inglese che tutti adoravamo e che probabilmente mi avrebbe fatta sentire piena per circa una settimana. Subito dopo aver mangiato, io ed Harry partimmo per tornare a Londra.
Mentre eravamo per strada però, mi propose di fare un salto anche dai miei genitori per permettermi di salutarli. Ovviamente accettai, perciò rimanemmo a Birmingham fino a dopo cena, quando partimmo casa.
Nemmeno il giorno dopo avrei avuto lezione, ma Harry avrebbe iniziato con i ragazzi le prove per il Tour mondiale che sarebbe iniziato dopo circa un mese perciò non ci saremmo visti. Mentre eravamo in macchina, ricevetti una telefonata da parte di Luke, con il quale organizzammo la giornata seguente decidendo di passarla insieme. Tutto ciò fece ingelosire Harry, cosa che come sempre mi rendeva impercettibilmente felice.
-Che c’è?- gli domandai dopo aver chiuso la telefonata e aver notato che il suo sguardo si era incupito.
-Nulla!- mi rispose, guardando la strada dritta in fronte a se.
-Il modo in cui stai cercando di staccare il volante dell’auto mi fa pensare il contrario!- gli feci notare che si stava esprimendo tramite i suoi gesti.
-E’ che domani io non ci sarò e tu passerai la giornata con Luke..- disse in un tono che mi fece tenerezza. 
A quel punto mi avvicinai alla sua postazione di guida, passandogli una mano tra i capelli e dandogli un bacio sulla guancia.
-Lo sai che adoro quando ti ingelosisci?- glielo avevo ripetuto un miliardo di volte. Lui distolse lo sguardo dalla strada per un secondo, per guardarmi e sorridermi.
-Luke è solo un amico, lo sai bene! Non c’è spazio per nessun altro nel mio cuore.. è già occupato completamente!- esclamai, posando la testa sulla sua spalla, sporgendomi dal sedile del passeggero.
-Da chi?- domandò facendo il finto tonto. Alzai velocemente il capo, guardandolo malamente.
-Da un cretino che in questo momento vorrei uccidere!- risposi, facendogli spuntare un sorriso enorme sul viso.
Arrivammo a Notting Hill abbastanza tardi, perciò mi buttai direttamente nel letto, stanchissima a causa della lunga giornata. Harry puntò la sua sveglia alle 7 di mattina, dato che avrebbe dovuto partire piuttosto presto con gli altri ragazzi per il Bedfordshire, dove si trovava lo studio.
Cercò di non svegliarmi, ma ovviamente nel momento in cui si chinò su di me per darmi un veloce bacio in fronte prima di uscire, io mi aggrappai al suo collo minacciando di non lasciarglielo fare.
-Em, non pensavo che te l’avrei mai detto, ma credo che tu mi debba lasciare andare!- esclamò in tono ironico, seduto sul bordo del mio lato del letto.
-Oh bè, nessun problema! Ho già un sostituto!- non dissi il nome di Luke, ma sapeva benissimo che mi stavo riferendo proprio a lui.
Era un ovvia provocazione, ormai mi divertivo a vedere le sue reazioni.. poteva essere frutto della mia mente malata, ma mi faceva sentire più amata.
-Ma…- prenderlo così alla sprovvista a quell’ora del mattino sapevo l’avrebbe mandato in crisi, perciò scoppiai a ridere.
-Vai H! Gli altri ti aspettano!- gli diedi una spinta e feci in modo che si alzasse in piedi. Lui fece il finto disorientato per qualche secondo, ma quando mi sporsi per salutarlo una volta per tutte, si chinò di nuovo e mi stampò un baciò sulle labbra.
-A stasera!- disse, camminando verso le scale che lo avrebbero portato al piano di sotto.
Quando sentii chiaramente il suono della porta aprirsi, mi resi conto di essermi dimenticata qualcosa.
-H!-  lo chiamai, ricevendo la sua attenzione.
-Dimmi!- esclamò. Me lo immaginai ai piedi della porta, pronto ad uscire con il suo borsone in spalla. Forse l’avevo fermato per niente, ma sentivo il bisogno di aggiungere qualcosa.
-Ti amo!- dissi a gran voce. Non potevo vederlo, ma sentivo quasi le vibrazioni che il suo sorriso emanava.
Non ricevetti nessuna risposta, il che mi fece pensare che fosse uscito, ma quando mi girai dall’altra parte del letto lo sentii salire i gradini velocemente, così mi rivoltai verso l’entrata della camera dalla quale spuntò fino a buttarsi su di me.
-Ti amo anche io!- esclamò, dopo avermi quasi soffocato con un abbraccio.
In quel momento potevo definirmi realizzata, perciò lo lasciai uscire in santa pace e mi misi a dormire per qualche altra ora, prima di svegliarmi e prepararmi per uscire con Luke.
L’andamento di quel mese fu più o meno uguale; io seguivo l’università ed Harry le prove. Fortunatamente avevamo i nostri giorni liberi, che passavamo solitamente in casa oppure dai nostri genitori, ma sempre insieme. 


Arrivò il giorno della partenza dei ragazzi. La prima parte dello Stadium Tour si sarebbe svolta nel Sud America e sarebbe durata circa 20 giorni. 
Non più di tanto quindi, considerando che eravamo stati lontani per molto più tempo. 
Questo periodo coincideva esattamente con la mia ultima sessione di esami. Io e Frankie eravamo abbastanza contente di ciò, dato che una volta terminato il semestre, avremmo potuto tranquillamente seguirli ovunque.
La mattina del 23 Aprile li accompagnammo in aeroporto. Mia sorella era tornata da qualche giorno, giusto per passare un po’ di tempo con Louis, perciò vi era la nostra banda al completo, comprese Perrie e Danielle.
I saluti erano sempre strazianti in quei casi, ma si cercava  di non darlo a vedere. Li salutammo con un sorriso stampato in faccia, fino a quando le porte del loro volo privato si chiusero; Dopodiché, ci lasciammo andare a tutti i pensieri che sorgevano spontanei. 
Eravamo felici per loro e per la loro carriera, ma era davvero difficile stare lontani. Per Perrie sarebbe stato ancora più difficoltoso, dato che anche per lei sarebbe iniziato a breve il tour con le altre componenti delle Little Mix, perciò avrebbe avuto decisamente meno tempo per precipitarsi da Zayn.
Nonostante ciò, avevamo già organizzato di raggiungerli nel Nord America d’estate.
I 5 Seconds Of Summer avrebbero ancora una volta supportato i One Direction, perciò anche Gemma si sarebbe aggregata. 
In un certo senso ero felice di tutto ciò, perché significava riunirsi con la nostra grande famiglia. Tutti i bodyguard, i vocali coach, Lou ecc..

La prima settimana fu abbastanza dura, perché ero talmente abituata ad avere Harry intorno 24 ore su 24 che era stato davvero difficile passare a vederlo solamente tramite Skype o FaceTime. 
Il momento più bello della giornata era quando arrivava l’ora in cui sapevo mi avrebbe chiamata; mi prendevo la mia pausa dallo studio straziante e parlavamo di tutto e di più. Era dalla parte opposta del mondo, ma era ugualmente capace di farmi sentire a due passi da lui.
La mia amicizia con Luke si stava fortificando sempre più. Potevo ormai definirlo uno dei miei migliori amici; sapeva ogni minima cosa di me e ciò non mi spaventava, perché era tutto reciproco. 
Lo stress assaliva sia me che Frankie, perciò le altre ragazze ed Ashton, Luke, Calum e Michael cercavano sempre di farci svagare. Gemma ci convinceva ad uscire quasi ogni sera e contribuiva a tranquillizzare suo fratello ogni volta che qualche nota di gelosia si presentava nei confronti del mio amico australiano.
Tra lei ed Ashton andava a gonfie vele, ma anche lei avrebbe dovuto salutarlo per circa venti giorni, dato che i 5 Seconds Of Summer avrebbero avuto il loro tour in America, prima di cominciare ad affiancare i One Direction.
Quando accompagnammo anche loro in aeroporto, mi convinsi che mi sarei dovuta decisamente occupare solo dei miei esami che sarebbero iniziati esattamente tre giorni dopo.


Harry
L’inizio del tour era stato grandioso. Non pensavamo che la nostra prima volta negli stadi sarebbe andata così bene. Eravamo sorpresi ed eccitati al pensiero di girare tutto il mondo con un show del genere. 
Erano passate ormai due settimane dalla nostra partenza e, quel giorno, Emma avrebbe avuto il suo ultimo esame, quello di letteratura inglese.
Era notte fonda da noi in Brasile, mentre a Londra era già tarda mattinata. Nonostante ciò, ero riuscito a chiamarla prima che entrasse in università e stavo aspettando che mi ritelefonasse per farmi sapere i commenti a caldo. Sapevo quanto fosse importante per lei seguire gli studi per realizzare il sogno di diventare giornalista e volevo starle il più vicino possibile. 
In quel momento mi trovavo sdraiato sul letto, nella camera che condividevo con Zayn, intento a fissare il soffitto.
-Non penso di averti mai visto così innamorato..- la voce del mio amico mi fece sussultare poiché ero convinto che stesse dormendo.
-Sei sveglio?- alzai solamente la testa per controllare. Il suo letto era esattamente di fronte al mio, perciò non mi servì sporgermi di molto.
-Continui a muoverti e a far illuminare lo schermo del cellulare Harold, anche volendo non riuscirei ad addormentarmi!- mi rispose in un semi sorriso.
-E’ che Emma aveva un esame e sto aspettando che mi chiami per farmi sapere com’è andato!- a quel punto Zayn si mosse e si sedette posando la schiena sullo schienale del suo letto.
-Lo so, me lo hai detto circa un centinaio di volte prima di spegnere la luce qualche ora fa!- lo disse in tono ironico ovviamente, ma ero consapevole della mia evidente agitazione.
-Ripeto, non ti ho mai visto così innamorato H- continuò dopo, ripetendo quello che aveva affermato qualche minuto prima.
In realtà non sapevo cosa rispondergli.. Era vero, non avevo mai provato quello che stavo provando per Emma con nessun altra ragazza.
Avevo sempre pensato che l’amore non facesse per me e che fosse una sorta di convenzione a cui tutti si adeguano perché a un certo punto della vita si sente il bisogno di avere qualcuno al proprio fianco, ma con lei era tutto diverso. 
-E’ perché non lo sono mai stato. Sono sicuro che sai cosa intendo, è stata una cosa improvvisa, un po’ come tra te e Perrie!- avevo seguito passo a passo la storia tra lui e la cantate delle Little Mix. Era iniziato tutto ai tempi in cui non eravamo ancora così famosi, dato che era passato meno di un anno da quando avevamo conquistato il terzo posto ad Xfactor quando avevano iniziato a frequentarsi.
-A volte mi mancano quei tempi..- capivo benissimo cosa intendeva. -Una volta eravamo molto più uniti; non che ora non lo siamo, non fraintendere!- erano frequenti i discorsi piuttosto intellettuali tra me e quel ragazzo e quello aveva tutta l’aria di esserlo.
-Penso che sia dovuto al fatto che siamo cresciuti. Insomma, quando ti sei messo con Perrie avevi 18 anni ed io 17. Mi ricordo per filo e per segno come hai cercato di conquistarla e come noi tutti ti abbiamo aiutato nell’impresa, ma credo fosse così perché ancora eravamo adolescenti.. Ora invece le hai chiesto di sposarti e nessuno di noi se lo aspettava perché non ne avevamo mai parlato seriamente!- il suo sguardo mi fece capire che mi stava dando ragione. Ci aveva fatto sapere tutto solo ad opera compiuta, quando anche Emma e le altre erano state avvisate dall’euforica Perrie. 
-Ovvio, neanche ora siamo uomini vissuti, ma abbiamo ormai tutti raggiunto i 20 anni e abbiamo molto meno tempo per occuparci di queste cose.- sembrava strano anche dirlo, perché in effetti avevamo raggiunto moltissimi obbiettivi alla nostra giovane età.
-In realtà non ci ho pensato su il tempo necessario per parlarne con qualcuno. Nel senso, ho pensato “Sì, è la ragazza giusta.” e sapevo che se avessi chiesto consiglio anche solo a mia madre, avrei cambiato idea perchè in effetti siamo giovani entrambi!- anche io ero rimasto scosso da quella notizia inizialmente, ma poi avevo ripensato a quante ne avevano passate per stare insieme e a quanto Zayn l’amasse, perciò mi ero ricreduto immediatamente.
In quel preciso momento il mio telefono incominciò a squillare e io iniziai ad agitarmi. Zayn lo notò e si mise a ridere.
-Rispondi cretino!- mi tirò un cuscino addosso poco prima che accettassi la telefonata.


Emma
-Se ti ha sorriso vuol dire che è andata bene!- cercava di rassicurarmi Harry. Come al solito io ero in crisi post esame e con Frankie ci eravamo dirette al McDonald’s più vicino per riempirci di schifezze.
-O che ci stava provando con te..- aggiunse, poco prima che lo mandassi a quel paese. 
-Quando hai gli esiti?- domandò tornando serio. 
-Fine settimana prossima, poi sono libera!- ero felice di poterlo dire finalmente. 
Nonostante ciò, io e la mia migliore amica avevamo deciso di  passare qualche giorno tra New York e San Francisco subito dopo i tanti attesi risultati, ciò voleva dire che l’arco di tempo in cui non avrei visto Harry si sarebbe allungato da 20 giorni ad un mese.
-Em..- mi bloccò lui, quando incominciai a divagare come facevo sempre durante le nostre telefonate che duravano anche delle ore a volte.
-Dimmi..- ero pronta ad ascoltarlo.
-Mi manchi- disse con una voce affievolita. 
Dovevo ammettere che sentivo la sua mancanza come non mai ultimamente, forse perché non ero più abituata a stargli lontana. Avrei voluto averlo lì affianco a me in quel momento, ma allo stesso tempo non volevo fargli pesare il fatto che fosse in Tour, perché sapevo quanto amasse il suo lavoro.
-Anche tu..- risposi, fermandomi un attimo dall’ingozzarmi di patatine fritte. Ci fu un momento di silenzio perché entrambi stavamo provando lo stesso sentimento: nostalgia.
-Ora torna a dormire però, altrimenti salirai sul palco mezzo addormentato- cercai un diversivo per salutarlo, perché percepii delle lacrime inutili comparire nei miei occhi. Frankie lo notò subito, perciò mi afferrò la mano e mi accarezzò il viso: sapeva benissimo come mi sentivo.
-Va bene, ci sentiamo più tardi!- non fu difficile da convincere.
-Ah, dimenticavo!- riattirò la mia attenzione. -Se vedi Gemma potresti dirle di smetterla di inviarmi foto di Dusty??- riuscì anche quella volta a strapparmi un sorriso, o meglio, una risata dato che mi immaginai sua sorella mandargli miliardi di messaggi contenenti le foto del loro gatto.
-Penso che le dirò di fare il contrario- lo presi in giro, prima di salutarlo definitivamente.
Quando rimisi il telefono in borsa guardai dritta negli occhi la mia migliore amica e sospirai.
-Ho bisogno di un altro McFlurry!- esclamai alzandomi e andando a fare la fila.
Stavo per affogare la mia tristezza in una coppetta di gelato.



Eeeeccomi qui!
Sono tornata.. Vi ho fatto patire un po' anche questa volta, ma è decisamente passato meno tempo rispetto all'ultima volta!
Benee, qui va tutto a gonfie vele a quanto pare! Cosa ne pensate? 
Mi stavo chiedendo, se dovesse esserci un colpo di scena, come la prendereste? O meglio, che colpo di scena vi piacerebbe vedere, per non entrare nella monotonia della storia?
Spero di ricevere abbastanza risposte a queste domande, giusto per capire se quello che ho in mente di scrivere potrebbe essere anche lontanamente apprezzato! 
Vi do appuntamento al prossimo capitolo, ciao ragazzee!
Un bacio, Raffy <3 xxx


         




 

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Capitolo 45
*** This Is Not Him. ***


This Is Not Him

Io e Frankie ci trovavamo in America dai suoi genitori ormai da tre giorni e saremmo partite dopo qualche ora. La prima parte della settimana l’avevamo passata da Daisy a New York e prima di tornare a casa ci eravamo spostate a San Francisco. 
Per il secondo anno di fila avevamo superato gli esami con il massimo quasi in tutte le materie e tutti si stavano dimostrando orgogliosi di noi. Il giorno degli esiti ero stata inondata da telefonate di Harry che era probabilmente più in ansia di me; i miei genitori non avevano ancora smesso di piangere dopo una settimana e tutti gli amici non avevano fatto altro che complimentarsi.. ero bello non deludere le aspettative di nessuno. 
Non ero mai stata una ragazza con voti alti prima dell’università, ma da quando avevo iniziato a fare ciò che realmente mi piaceva, ovvero studiare giornalismo, tutto era cambiato. Al college facevo disperare i miei per quanto riguardava alcune materie, ma ormai non c’era più nulla di cui preoccuparsi.
Risultati così alti avevano permesso ad entrambe l’accesso diretto allo stage del terzo anno, che ci avrebbe dato la possibilità di lavorare in una redazione giornalistica per un anno intero, così come da protocollo delle università inglesi. Saremmo poi ritornate a seguire i corsi al quarto anno, quando ci saremmo finalmente laureate. Non vedevo l’ora di cominciare a lavorare ed ero su di giri perché aspettavo solamente che il rettore della mia facoltà mi facesse sapere in quale studio avrei iniziato.


Harry
Eravamo tornati a Londra da qualche giorno e avremmo iniziato il tour europeo la settimana successiva. Non avevo ancora avuto modo di vedere Emma, dato che era partita con Frankie per l’America subito dopo gli esiti degli esami. La cosa mi aveva lasciato abbastanza amareggiato dal momento in cui me lo aveva detto poiché pensavo avrebbe voluto vedermi al mio ritorno, invece aveva deciso di allungare il periodo di distanza di un’altra settimana.
Sarebbero state entrambe di ritorno quella sera, ma io ero stato invitato ad una festa di amici che non vedevo da tempo, perciò non sarei riuscito a presentarmi in aeroporto. Ovviamente mi mancava e non vedevo l’ora di riabbracciarla, ma volevo allo stesso tempo farle capire quanto quella sua scelta mi avesse un po’ infastidito. Mi aveva fatto sentire come se lei non avesse il bisogno di vedermi dopo tutti quei giorni, perciò non le sarebbe dispiaciuto aspettare per qualche altra ora, ne ero sicuro.


Emma
Non sentivo Harry da ormai due giorni, se non tramite quei messaggini di poche parole che ci inviavamo mattina e sera. Non lo avevo ritenuto un problema, dato che ci saremmo visti da lì a poco, ma avevo come l’impressione che qualcosa non andasse.
Quando io e Frankie atterrammo ad Heathrow, ne ebbi la conferma. Pensavo ci sarebbe stato anche lui con Niall ad aspettarci all’uscita, ma la sua assenza era evidente. 
-Harry ha detto che aveva un impegno e che ti raggiungerà a casa più tardi..- mi aveva immediatamente informato il biondino, dopo aver salutato la mia migliore amica. Dovevo ammettere che quel suo comportamento mi aveva deluso poiché pensavo sentisse il bisogno di vedermi, così come lo sentivo io.
Dibattei tra me e me il significato di “casa”. Avevo paura che se fossi andata direttamente a casa sua, lui avrebbe visto la mia mossa in uno strano modo dato che non avevamo mai veramente affrontato il discorso sul quale fosse la mia vera abitazione anche se ormai vivevo da lui costantemente, ma alla fine optai ugualmente per recarmi a Notting Hill.
Avevo la copia delle chiavi, perciò non mi fu difficile entrare. Ero stanchissima dal lungo viaggio e sotto l’effetto del Jet Leg; erano circa le nove di sera, ma sentivo il disperato bisogno di buttarmi nel mio letto, o meglio nel nostro letto, e dormire. 
Dopo essermi fatta una veloce doccia, mi posizionai sotto le coperte e cercai di aspettare sveglia il ritorno di Harry, che probabilmente sarebbe avvenuto da lì a poco. Nonostante il mio bisogno incondizionato di vederlo, i miei occhi si chiusero e dopo poco mi addormentai. 
Dopo quelli che mi sembravano essere stati minuti, fui svegliata da un rumore che veniva dalle scale che portavano al piano di sopra. Inconsapevolmente allungai il braccio verso dove solitamente avrei trovato Harry accanto a me, ma non c’era nessuno. Mi ero quasi dimenticata di essere da sola in casa, probabilmente sarebbe arrivato da lì a poco.
Il rumore si ripeté e capii di non essermi immaginata tutto. A quel punto afferrai velocemente il mio cellulare per controllare l’orario, spaventata dal fatto che qualcuno avesse fatto irruzione in casa. Erano le due di notte, ciò che mi fece immediatamente preoccupare dato che il mio ragazzo non aveva ancora fatto ritorno.
Mi presi di coraggio e mi mossi verso la porta della camera, per controllare cosa stesse succedendo fuori di essa. Presi con me un cuscino, anche se sapevo che non mi sarebbe stato di aiuto nel caso mi fossi trovata di fronte un delinquente. Quando accesi la luce del corridoio, davanti a me si presentò una scena alquanto sconvolgente, ma tirai ugualmente un sospiro di sollievo. 
Era Harry e sembrava essere inciampato, nel tentativo di salire le scale. Quando si accorse della mia presenza alzò lo sguardo e sorrise. 
-Ciao amore..- disse con un tono che mi fece immediatamente capire il suo stato.
-Sei ubriaco?- domandai scocciata.
-No- mi rispose prima di fare un altro passo ed inciampare di nuovo. A quel punto lo guardai male.
-Bè, forse un pochino.- ammise prima che mi muovessi ed andassi ad aiutarlo. 
Non mi era mai successo di dovermi comportare in quel modo con lui, forse perché nella maggior parte dei casi finivamo per essere ubriachi contemporaneamente. Mi feci forza e lo trascinai fino al letto per far si che si sdraiasse. Sentivo chiaramente l’odore di alcool che proveniva da ogni parte del suo corpo, ma cercai di non pensare al peggio. Dopo qualche minuto si addormentò al mio fianco, senza nemmeno dire una parola.
Bè, dopo un mese di distanza, mi sarei aspettata qualcosa di diverso. 
Nonostante i pensieri che mi assillavano, la stanchezza prese il sopravvento su di me e fece si che mi addormentassi poco dopo. 

La mattina dopo fui svegliata dal rumore dell’acqua corrente che proveniva dalla doccia. Posai la schiena sullo schienale del letto e aspettai che Harry tornasse in camera per chiedere spiegazioni.. me ne doveva.
Quando il getto dell’acqua cessò, mi aspettai da lì a poco di vederlo e così fu. Fece il suo ingresso nella camera a dorso nudo, coperto solamente da un’asciugamano e intento ad asciugarsi i capelli, che erano decisamente cresciuti, con un’altra.
-Buongiorno!- mi sorrise. Io lo guardai in un modo che speravo gli facesse capire che qualcosa non andava.
-Che c’è?- mi domandò.
-Non ci vediamo da un mese e tu mi saluti in questo modo?- dovevo ammettere che non era il vero motivo per cui ero arrabbiata.
-Scusa, hai ragione..- si avvicinò a me e mi baciò. In quel momento tutta la rabbia sembrò andarsene. Mi era mancata da morire quella sensazione, non potevo negarlo, ma non avrei nemmeno negato il fatto che avessi dovuto letteralmente trascinarlo a letto quella notte.
-Dov’eri ieri sera?- gli domandai quando si diresse verso l’armadio per recuperare qualcosa da indossare. L’atmosfera era decisamente tesa.
-Ad una festa, non te l’ha detto Niall?- non si era nemmeno degnato di evitare di darmi le spalle.
-Mi ha detto che avevi da fare.. non pensavo ti saresti ripresentato a casa alle due di notte talmente ubriaco da non riuscire a camminare.- ecco, il mio problema era sputare tutto fuori in una volta, senza cercare di alleggerire le cose.
-Bè, quello era fuori programma!- sorrise tra se e se, cosa che mi fece andare su di giri.
-Ah, lo chiami fuori programma? Ho dovuto trascinarti a letto Harry.- gli ricordai, anche se ero piuttosto certa che avesse un vuoto totale su ciò che era successo quella notte.
-E quindi? Non ti sei mai ubriacata Em?- cosa c’entravo io in quel momento?
-Sì, ma non pensavo l’avessi fatto proprio il giorno in cui sarei stata di ritorno.- presi una pausa. -Dio H, non ci vediamo da un mese e tu mi hai accolta in quel modo!- non mi ero ancora mossa dalla mia posizione sul letto, ma avevo iniziato a gesticolare come mio solito.
-Come avrei dovuto accoglierti?- sapevo che c’era qualcosa che non andava e lo stava rendendo evidente.
-Non so, magari venendomi a prendere all’aeroporto così come ha fatto Niall?- ouch, sapevo che i paragoni di quel tipo non gli andavano a genio.
-Non mi paragonare a nessuno Emma. Credi davvero che avrei dovuto essere presente all’aeroporto? Sono stato via per 20 giorni e non vedevo l’ora di tornare qui per vederti.. ma tu cosa fai? Proprio quando sono di ritorno, decidi di partire per l’America.- aveva alzato il tono di voce.
-Mi stai veramente incolpando?- non potevo credere alle mie orecchie.
-Sto dicendo che se davvero avessi voluto un altro tipo di accoglienza non te ne saresti andata per una settimana sapendo che abbiamo poco tempo per stare insieme!- sbraitò. Non riuscivo davvero a capirlo. Sapeva perfettamente che da ora in poi avrei potuto seguirlo tappa dopo tappa, ma nonostante ciò si era permesso di dire qualcosa di simile.
-Non l’hai detto veramente!- cercai di convincere me stessa. Lui mi guardava con gli occhi pieni di rabbia.
-Oh si! E posso anche ripeterlo se vuoi!- quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Mi alzai dal mio letto, afferrai i vestiti che avevo lasciato sul comodino e mi diressi verso il bagno. Mi rivestii velocemente prima di prendere le mie cose e ritornare nella stanza dove si trovava Harry. 
Non sarei rimasta in quella casa un minuto di più; scesi velocemente le scale, sentendo chiaramente i suoi passi seguirmi.
-Em..- il suo tono di voce era cambiato. -Dove.. dove stai andando?- sembrava essere quasi spaventato.
-A casa- gli risposi, infilandomi il mio giubbotto. -Forse avrei dovuto andarci direttamente ieri sera, mi sarei risparmiata di sentirmi dire queste cose!- sputai tutto d’un fiato, recuperando la mia valigia e la borsa che avevo lasciato vicino al divano.
-Senti, mi dispiace.. - non mi avrebbe illusa, non quella volta.
-Emma..- cercava di fermarmi mentre mi dirigevo verso la porta, ma io non mi sarei fermata.
-Ciao Harry!- esclamai aprendo e richiudendo la porta alle mie spalle. 
Una volta fuori di lì, mi resi conto di non avere nessun modo per tornare a casa, dato che la mia auto era parcheggiata nel mio garage. Presi immediatamente il mio cellulare e telefonai a Frankie, sperando fosse già sveglia. Non avrei sopportato l’idea di dover rientrare in casa da Harry e cercai di nascondermi li fuori dietro dei cespugli, per evitare che uscisse a chiedermi di perdonarlo e di rientrare.
-Pronto?- mi rispose dopo pochi squilli.
-Oh, grazie a Dio! Potresti darmi un passaggio a casa?- le domandai in un millesimo di secondo. Il suo “Ma..” mi fece capire immediatamente quello che stava per dire.
-Intendo casa nostra..- le chiarii le idee.
-Oh, okay. Chiedo in prestito la macchina a Niall. Tu dove sei?- mi domandò.
-Sul marciapiede qui fuori.- le risposi, facendole capire che avrebbe dovuto sbrigarsi.
Dopo qualche minuto, la Range Rover nera del suo ragazzo si fece strada verso di me, con appunto la mia migliore amica alla guida. Posizionai le mie valigie nel bagagliaio e controllai ancora una volta che Harry non fosse dietro di me per cercare di fermarmi.
Forse in realtà era quello che volevo; forse mi aspettavo di sentirmi dire di non andarmene, che aveva bisogno di me dopo tutto quel tempo in cui eravamo stati lontani. Però non accadde nulla di tutto ciò. Quando mi voltai verso la sua casa, lo trovai intento a guardarmi mentre mi allontanavo dietro alla porta finestra che dava sul giardino. Gli lanciai un ultimo sguardo, prima di salire in macchina dal lato del passeggero.
-Che diavolo è successo?- mi sentii domandare immediatamente. 
-Niente- mentii.
-Emma, ti conosco abbastanza bene da sapere che scoppierai a piangere nel giro di qualche secondo..- e aveva perfettamente ragione; sentivo le lacrime bagnare il mio viso, anche se cercavo di evitarlo.
-Non si è mai comportato così F, o almeno non con me!- piansi.
-Così come? Spiegami!- le strade di Londra erano abbastanza trafficate quella mattina, perciò sapevo che non sarei scampata facilmente a quella chiaccherata.
-Ieri sera, quando siamo arrivate, mi sono addormentata credendo che Harry sarebbe tornato dopo poco. Sono stata svegliata da alcuni rumori verso le due e inizialmente pensavo si trattasse di ladri invece, quando mi sono alzata per controllare, l’ho trovato quasi collassato sulle scale di casa.- avevo ancora quell’immagine in testa.
-Collassato?- mi domandò lei.
-Sì, era ubriaco Frankie. Non riusciva nemmeno a camminare, perciò l’ho trascinato a letto.- feci una pausa per arrivare al punto.
-Stamattina poi, mi sono svegliata mentre lui era sotto la doccia e quando è uscito dal bagno mi ha salutato con un semplice “Buongiorno”- lei mi guardò leggermente sconvolta mentre eravamo ferme ad un semaforo.
-Un buongiorno capisci? Dopo un mese mi saluta con un buongiorno?- respirai profondamente. -Poi gli ho chiesto dov’era ieri sera e da lì è iniziato il dramma..-si capiva chiaramente dallo sguardo di Frankie che lo avrebbe preso a schiaffi se solo lo avesse avuto lì davanti.
-Cos’ha risposto?- mi domandò.
-Mi ha detto che era ad una festa e che non dovevo preoccuparmi del fatto che fosse ubriaco.. “Non ti sei mai ubriacata Em?”, testuali parole- sentivo ancora le lacrime sulle miei guance, ma non sapevo dire se fossero per la rabbia o per la delusione.
-Bè, infine ha dato la colpa a me di tutto, dicendo che se non avessi deciso di partire proprio quando loro era di ritorno dal Tour, avrei ricevuto un altro tipo di accoglienza.- quelle parole erano quelle che più di tutte mi avevano uccisa.
-Questo non è Harry.. non possono essere parole uscite dalla sua bocca..- affermò confusa la mia amica, entrando nella via di casa nostra.
-Vorrei poter dire la stessa cosa..- piansi di nuovo, scendendo dall’auto e raggiungendo il bagagliaio.
Una volta davanti al cancello, mi girai verso Frankie. Ero sicura che anche lei fosse senza parole.
-Io.. io - stava cercando un modo per rassicurarmi, ma in quel momento non ne avevo bisogno.
-Tranquilla F, torna da Niall ora. Grazie per avermi portata qui!- la abbracciai. -Non so come farei senza di te!- la strinsi più forte.
-Se hai bisogno, non esitare a chiamare! Oggi pomeriggio comunque sarò qui!- mi mandò un bacio risalendo sull’auto e io finsi un sorriso, prima di infilare le chiavi nella serratura e salire nel mio appartamento. 
Lasciai la mia valigia all’entrata e mi buttai letteralmente sul divano. Avevo davvero bisogno di qualcuno, ma allo stesso tempo non volevo creare disturbo. 
Presi il mio cellulare per controllare se Harry avesse deciso di chiamarmi o mandarmi qualche messaggio, ma nulla. Nessun segno di vita.
Proprio nel momento in cui lo posai sul mobile accanto a me, il telefono iniziò a squillare e in un certo senso sperai fosse lui, ma il nome sullo schermo non era il suo.
-Ciao Luke!- risposi, felice di risentire la sua voce. 



Buona Pasqua a tuuuuttee!
Ho cercato di aggiornare il prima possibile, spero non vi siate dimenticate di me nel frattempo ;)
Bene, cosa abbiamo qui oggi? Un litigio? Bè, strano no? Emma ed Harry non litigano mai haha
So che qualcuno non era d'accordo con la mia idea di aggiungere un colpo di scena, ma è più forte di me.. non riesco a scrivere sempre cose monotone, perchè stancano anche me! Avevo il bisogno di stravolgere un po' la situazione.
Voi cosa ne pensate? Vi è piaciuta la mia idea, oppure preferite che io faccia tornare tutto alla normalità?
Aspetto le vostre idee/critiche/qualsiasi altro tipo di recensione!
Grazie in anticipo ed auguri di nuovooo!
Un bacio, Raffy <3

                                                    Emma                                                                                                 Harry
                                      


                                                     Frankie                                                                                               Niall
                       


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Capitolo 46
*** The Best For Both Of Us. ***


The Best For Both Of Us

-Come ti senti ora?- mi chiese quella voce dal forte accento australiano.
-Meglio- mentii. Il mio viso era completamente ricoperto dalle lacrime che si erano ormai seccate sulla pelle.
Luke mi aveva chiamato per dirmi che lui e i ragazzi erano tornati a Londra dopo il loro piccolo Tour in America e, nonostante avessi cercato di nascondere il mio stato, aveva subito intuito che qualcosa non andava così si era precipitato da me. Non avevo fatto altro che piangere dal momento in cui era entrato in casa mia e, dopo ben due ore, mi sembrava giunto il momento di dargli delle spiegazioni.
-Hai voglia di spiegarmi cos’è successo ora?- mi domandò guardandomi dritto negli occhi.
Ero sicura del fatto che si fosse spaventato nel vedermi in quel modo; la prima cosa che aveva fatto era stata abbracciarmi, senza chiedere nulla. 
Non era assolutamente uno dei peggiori che io ed Harry avevamo avuto, ma quella volta era stato diverso. Mi aveva trattata in un modo in cui non ero mai stata trattata da lui. Non si era mai rivolto a me con tanta rabbia.
-Sono sicuro che si renderà conto di aver sbagliato.. lui è così! Spesso agisce senza pensare e..- il suo discorso fu interrotto dal suono del suo cellulare. 
-Scusa, ci vorrà un secondo.- mi disse, prima di accettare la chiamata e spostarsi momentaneamente in cucina. 
Non volevo assolutamente farmi gli affari di Luke, ma ero leggermente incuriosita dal sorriso che gli era spuntato in viso leggendo il nome della persona che lo stava chiamando. 
-Quest’estate sarò in America per molto più tempo, potremo vederci tutti i giorni..- lo sentii dire. -Mi manchi anche tu! Ora ti devo lasciare, ci sentiamo dopo!- aggiunse poco prima di tornare a farmi compagnia in salotto.
-Chi era?- domandai, pentendomene immediatamente. Avevo quel brutto vizio di essere ficcanaso.
-Mh, una ragazza che ho conosciuto a LA..- mi rispose abbassando il viso e portandosi una mano dietro al collo, quasi imbarazzato.
-Oh..- non capii perché, ma fui quasi sorpresa di sentirglielo dire. -Bè, ti piace?- gli domandai, cercando di fingermi interessata.
-Credo di sì.. abbiamo passato qualche giorno insieme prima che tornassi qui- mi rispose; le sue guance erano ancora rosse dall’imbarazzo.
Dovevo ammettere che il pensiero che Luke potesse essersi infatuato di qualcuna un po’ mi dava fastidio per qualche motivo a me sconosciuto; Harry aveva sempre sostenuto che lui avesse un’enorme cotta per me, perciò mi ero quasi abituata a quella situazione. 
-Tornando a te..- cambiò discorso. -Si pentirà di aver reagito in quel modo, fidati!- ero felice di averlo lì con me, avevo bisogno di lui in quel momento.
Per pranzo ordinammo un pizza e poco dopo ci raggiunse Frankie, così come mi aveva promesso. Era rimasta sorpresa di vedere Luke a casa nostra inizialmente, ma aveva notato che il mio morale si era decisamente rialzato grazie a lui, perciò sorvolò su quel fatto. 

Per tutto il giorno continuai a controllare il mio cellulare, in attesa di un messaggio o di una chiamata che non arrivarono mai.


Harry
-Non voglio chiamarla, farei la solita figura da cretino e non ne ho voglia!- sbraitai per l’ennesima volta a mia sorella.
Non appena Emma aveva lasciato casa mia, avevo telefonato a Gemma. Mi aveva detto di essere in aeroporto ad aspettare il ritorno di Ashton e che sarebbe venuta da me subito dopo averlo salutato. Dal momento in cui era entrata in casa, mi aveva trattato come se sapesse che la colpa di tutto era mia. Le avevo raccontato quello che era successo e non aveva fatto altro che dirmi quello che mi aveva detto Emma prima di andarsene, ovvero che dopo tutto quel tempo non si aspettava che avrei accolto la mia ragazza in quel modo.
-Senti H, non mi interessa quanta rabbia repressa tu possa avere in questo momento, mi hai chiamato tu e non sono venuta qui per essere trattata in questo modo!- si era lamentata dopo la mia ennesima sfuriata e mi aveva lasciato da solo in salotto, dirigendosi in cucina. La seguii e capii di sbagliato atteggiamento perché lei era lì per aiutarmi.
-Scusa Gem, hai ragione..- abbassai la testa, sapendo di essere nel torto in quel momento.
-Non mi è difficile credere che se ne sia andata se hai trattato anche lei in questo modo!- sputò l’amara verità. Mi ero rivolto male anche a lei, aveva perfettamente ragione, ma ciò non sottintendeva che avesse ragione anche riguardo al nostro litigio.
-Perdonami..- la implorai. 
-Non sono io quella di cui ti devi preoccupare. Io sono tua sorella, ci sarò sempre per te per quanto irritante tu possa essere alle volte!- intravidi un leggero sorriso e una nota ironica nelle sue parole, perciò mi avvicinai di più a lei e mi sedetti sullo sgabello accanto al suo.
-Cosa dovrei fare?- le domandai, sperando non mi ripetesse di chiamarla.
-Dovresti parlarle. Conosco Emma e so che probabilmente in questo momento sta solo aspettando che tu ti faccia vivo!- aveva puramente ragione, come sempre.
-Okay, vado da lei!- decisi su due piedi. 
Lasciai che Gemma tornasse da Ashton, anche lei meritava di vedere il suo ragazzo. Ancora mi suonava strano doverlo pensare come suo fidanzato, ma pian piano ci stavo facendo l’abitudine. 
Mi feci una doccia, sperando mi aiutasse a riordinare i pensieri sparsi per la mia testa, poi mi vestii e salii in macchina diretto verso casa di Emma.
Una volta giunto davanti al cancellato, presi un respiro profondo e suonai il citofono.
La scena che si presentò davanti ai miei occhi non era esattamente ciò che mi aspettavo.


Emma
-Hai voglia di fermarti a cena?- domandai a Luke, subito dopo aver finito di guardare il Re Leone. 
Era stata un’idea di Frankie, mi conosceva troppo bene e sapeva che spesso per tirarmi su bastava un po’ di compagnia e il mio film della Disney preferito.
Ovviamente non avevo smesso nemmeno un secondo di pensare ad Harry, era costantemente nella mia mente. Mi ero immaginata qualcosa di diverso per il giorno in cui finalmente ci saremmo rivisti, ma tutto era finito essere solo un pensiero utopico.
-Solo se ordiniamo cinese!- rispose lui, guardandoci.
Gliela demmo vinta e telefonammo per farci portare praticamente tutto quello che c’era su menu del take-away. Dopo circa venti minuti, suonò il campanello e io mi alzai pensando fosse il ragazzo delle consegne, dando un veloce colpo in testa a Luke che era affianco a me sul divano.
-Abbiamo un citofono Em, non devi sempre affacciarti!- esclamò Frankie, come ogni volta. 
Avevo l’abitudine di guardare fuori invece che rispondere.. ero sempre stata abituata in quel modo anche quando vivevo con i miei genitori.
Ovviamente Luke non mi fece passare liscio il fatto che gli avessi tirato una sberla, perciò mi aveva seguito e mi aveva preso per i fianchi mentre cercavo di aprire la finestra dalla quale ero solita affacciarmi.
Il mio sorriso scomparve non appena mi accorsi che non si trattava del ragazzo del take-away. 
Al citofono di casa mia aveva appena suonato Harry ed ero certa avesse frainteso la scena che aveva intravisto dalla finestra.
-Harry!- esclamai, correndo verso la porta notando immediatamente la sua espressione.
Non mi preoccupai nemmeno di vestirmi, scesi gli scalini il più velocemente possibile e cercai di fermarlo nel momento in cui stava cercando di risalire sull’auto parcheggiata ed andarsene.
-Harry!- lo richiamai, questa volta attirando la sua attenzione.
-Vedo che ti sei ripresa subito!- esclamò, bloccandosi davanti alla portiera.. io lo raggiunsi e mi fermai di fronte a lui.
-Lo sai benissimo che non c’è niente tra me e Luke!- mi misi subito sulla difensiva, ma per un buon motivo ovviamente. 
-Oh, non sembrava da quello che ho visto qualche minuto fa!- sbraitò. 
Non potevo credere che ancora dubitasse sull’amore che provavo per lui. 
-Cosa hai visto di tanto preoccupante?- domandai, convinta di aver ragione quella volta. -Pensa che se non ci fosse stato lui, a quest’ora sarei ancora nel mio letto a piangere! Dovresti ringraziarlo!- sapevo benissimo che quelle parole gli avrebbero fatto male, ma lui non aveva fatto altro che quello dal momento in cui ci eravamo rivisti.
-Forse allora hai bisogno di uno come Luke..- sospirò.  
-Io non so renderti felice!- esclamò, questa volta chiudendo la portiera dell’auto e mettendo in moto.
Non ebbi la forza di rispondere perché stavo cercando di metabolizzare ciò che mi aveva appena detto. 
Lo lasciai andare via senza dire nulla; guardai la sua macchina allontanarsi, cercando di trattenere le lacrime, cosa che fu inutile. Rimasi lì invano per circa dieci minuti, sperando che avrebbe deciso di tornare, ma ciò non avvenne.
Quando finalmente decisi di ritornare in casa, un auto si fermò dove poco prima di trovava quella di Harry. Ero di spalle, perciò non sapevo chi fosse. Stavo quasi pregando si trattasse di lui, ma quando mi voltai, davanti a me trovai il ragazzo del take away con la nostra cena.
Ci vollero pochi secondi prima che Frankie corresse giù per pagare; probabilmente aveva visto Harry andarsene e aveva immaginato le mie condizioni.
-Vai di sopra, ci penso io qui!- mi aveva sussurrato, asciugandomi una delle tante lacrime.
Io l’ascoltai e salii le scale, fino a trovarmi Luke sul ciglio della porta con lo sguardo piuttosto preoccupato. Non gli servirono parole, spalancò le braccia e mi permise di disperarmi con la testa posata sul suo petto. 


Harry
-Harry, devi uscire da questa casa! Non puoi rimanere chiuso qui per sempre!- la voce di Liam mi arrivava meno alta di quanto in realtà fosse, probabilmente perché la mia testa era nascosta sotto il cuscino.
-E non puoi nemmeno chiuderti in te stesso in questo modo!- continuò. 
Mi chiedevo come avesse fatto ad entrare in casa mia senza che io gli aprissi, ma poi realizzai che probabilmente sapeva dove nascondevo il mazzo di chiavi di scorta. La cosa importante in quel momento però non era quella; era che mi ero letteralmente inchiodato il mio letto ormai da una settimana senza dare segni di vita a nessuno.
-Sei in questo letto da una vita!- esclamò quando finalmente mi scoprii il viso. -E sembra che qui dentro ci sia stato un uragano!- aggiunse guardandosi intorno, probabilmente riferendosi al disordine che regnava nella mia stanza e pressoché in tutta casa.
-Sette giorni Liam..- lo corressi e dalle mie corde vocali fuoriuscì quel suono che nessuno aveva sentito dal momento in cui me n’ero andato da casa di Emma.
Una settimana, sì: una settimana senza di lei.
-Ecco, fatti un esame di coscienza e cerca di spiegarmi cosa ti prende- disse il mio amico, sedendosi ai piedi del mio letto.
Non ne avevo ancora parlato con nessuno; avevo addirittura evitato le chiamate di mia sorella, perché sapevo che in qualche modo mi avrebbe fatto capire che avevo agito nel modo sbagliato. Mi ero completamente allontanato da Emma; avevo evitato ogni sua chiamata e qualsiasi altro modo avesse tentato per contattarmi. Stavo male, si, ma sapevo che era la cosa giusta per lei.
Negli ultimi mesi non avevamo fatto altro che litigare, ogni volta per colpa mia aggiungerei, perciò ero convinto che senza di me sarebbe stata meglio.
-Ho litigato con Em..- me ne uscii fuori con una frase piuttosto ovvia, tanto che Liam mi tirò uno dei cuscini dritto in faccia.
-E’ davvero tutto qui Liam! Abbiamo litigato e..- presi una pausa perché non avrei mai voluto dire qualcosa di simile. -Penso di averle fatto credere che sia finita.- abbassai lo sguardo, quasi impaurito della sua reazione, ma mi stupii quando notai che era piuttosto serio.
-H, qui le domande sono due.- mi mimò il numero con le dita dopo essersi preso un momento per pensare a cosa dire.
-Tu vuoi davvero che sia finita? Oppure pensi di aver sbagliato?- era semplice rispondere.
-Io non voglio che sia finita e so di aver sbagliato tante, anzi, troppe volte con lei.. è per questo che credo che debba finire anche se contro la mia volontà!- era ciò che mi ripetevo in testa te una settimana. Sapevo che probabilmente poteva suonare come qualcosa di stupido, ma per me aveva senso. 
-Devi pensare al bene di entrambi Harold, non puoi pensare solamente al suo..- sospirò. -Così come non puoi pensare solo al tuo, perché ti renderebbe egoista.- semplice da dire, difficile da fare.
-E come?- domandai sperando mi sapesse dare una risposta.
-Questo devi saperlo tu. Non credo che separandovi la cosa possa funzionare! E’ ormai più di un anno che state insieme e non credo di potervi vedere l’uno senza l’altra.. sarebbe una cosa inconcepibile per me, immagino per voi!- Liam aveva perfettamente ragione.
Mi ero dimenticato quanto parlare con i ragazzi mi aiutasse; erano sempre pronti a darmi consigli e io ne avevo bisogno.


Emma
Aprii la porta e trovai davanti a me Luke, Ashton e Gemma. 
-Hey!- esclamarono contemporaneamente.
-Hey?- risposi in tono interrogativo, chiedendomi perché si fossero presentati a casa mia tutti e tre insieme.
-Siamo venuti a salutarti visto che non saremo a Londra fino ai primi di Giugno!- esclamò Ashton, leggendomi nel pensiero.
-E io.. bè, io sono qui perché sono sempre qui!- aggiunse Gemma facendoci ridere.
L’avevo vista nell’ultima settimana, ma le avevo espressamente detto che non avrei voluto toccare l’argomento Harry, e così era stato. Si poteva percepire chiaramente che non stavo bene, ma d’altronde era ciò che lui aveva deciso.
Si fecero strada all’interno di quell’appartamento che non avevo lasciato da ormai 7 giorni. Frankie sarebbe partita con Niall per l’Irlanda, dato che il tour europeo avrebbe avuto il suo inizio a Dublino, perciò la sera prima aveva dormito da lui sotto mio consiglio dato che mi aveva tenuto compagnia per tutti quei giorni ed ero più che certa che il biondino le mancasse. 
Tutti i ragazzi non avevano fatto altro che mandarmi messaggi per chiedere come stessi, ma avevo ignorato la maggior parte di essi; non perché non volessi parlare con loro, ma per lo più perché ogni volta che il mio telefono mi avvisava che avevo ricevuto un sms, io mi illudevo che potesse essere da parte di Harry e quando mi rendevo conto che non era così, lanciavo il mio iPhone da qualche parte indefinita e cominciavo a deprimermi di nuovo.
Lo avevo chiamato un miliardo di volte, senza mai ricevere risposta.
Non ero riuscita nemmeno a mangiare in quei giorni, nonostante i ripetuti tentativi della mia migliore amica di farmi ingurgitare qualsiasi cibo-schifezza possibile. Avevo inoltre evitato di far preoccupare Daisy e i miei genitori dicendo che tutto andava bene e che tutto era sotto controllo, anche se sapevo alla perfezione che non mi avevano creduto nemmeno per un secondo. 
-Come stai?- mi chiese Luke sotto voce mentre ci dirigevamo tutti e quattro verso il salotto. 
Lo guardai e quello bastò per fargli capire che stavo male, davvero male. Non riuscivo ad accettare quella situazione; non riuscivo ad accettare il fatto che Harry avesse deciso di scomparire così dalla mia vita, senza una vera spiegazione. Avrei voluto tanto presentarmi a casa sua e obbligarlo a darmi un motivo, ma allo stesso tempo sapevo che non ci sarei mai riuscita.
-Allora, ci hai pensato?- mi domandò Ashton una volta seduti sul divano. 
Sapevo a cosa si stesse riferendo; l’ultima volta che ci eravamo visti mi avevano chiesto se avessi cambiato idea riguardo al seguirli in Tour quell’estate e io non gli avevo dato risposta.. non sapevo se fosse una buona cosa perché ciò avrebbe significato vedere Harry ogni santo giorno e non sarebbe stato lecito per la mia salute. Allo stesso tempo però non volevo distruggere tutti i miei piani perché lui aveva deciso di rompere con me. Tutti i miei amici dopotutto sarebbero stati lì e non potevo di certo evitarlo per il resto della mia vita.
-Mmh, si.. ci sarò!- risposi. L’entusiasmo si dipinse sui volti delle tre persone che avevo di fronte.
-Wow Emma! E’ perfetto! Speravo di convincerti a venire con me all’ultima data di Dublino tra tre giorni!- Gemma era tre metri sopra al cielo. 
Quella domanda mi prese un po’ alla sprovvista, perciò abbassai lo sguardo pensando alla reazione che avrei potuto avere rivendo suo fratello.
-Gem, non credo sia una buona idea.. forse è trop..- Luke aveva iniziato a rispondere per me, ma io lo bloccai sorridendogli.
-No va bene, ci sarò!- io stessa non potevo credere alle mie parole.



Heeeeey ciao a tutte ragazze!
Come avete passato le vacanze di Pasqua? Spero bene! Io mi sono rilassata un po’ e sono riuscita a scrivere qualche capitolo per voi.
Spero che questo vi sia piaciuto, perché è stato alquanto difficile produrlo, dato che passare da un “punto di vista” all’altro è un po’ faticoso!
Bè, che cosa ne pensate delle idee di Harry? E cosa credete che succederà a Dublino?
Fatemi sapere tutto in una recensione, sarò felicissima di rispondere ad ogni vostro dubbio!
Ora vi lascio e vi do appuntamento alla prossima!
Un bacione, Raffy <3 xx

 
                                           Emma                                                Harry                                                            Frankie
                   


                             Ashton e Luke                                                           Gemma                                                     One Direction

                                                  



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Capitolo 47
*** But Now, Who Knew? ***


But Now, Who Knew?

-Non so quanto possa essere stata una buona idea- sussurrai nell’esatto momento in cui io e Gemma mettemmo piedi fuori dall’aereo che ci aveva portato da Londra a Dublino.
-Devi solo stare tranquilla, vedrai che tutto andrà bene- mi confortò abbracciandomi e facendomi segno di seguirla verso l’uscita dell’aeroporto.
Fuori dalle porte ci aspettava Paul che subito ci venne incontro facendosi carico dei nostri piccoli bagagli in cui avevamo messo tutto il necessario. Durante il viaggio verso l’hotel, credetti addirittura di avere un attacco di panico. Non ero abituata a quella situazione e non lo sarei stata per molto tempo. 
Negli ultimi tre giorni avevo smesso di provare a contattare Harry, ormai convinta che non mi avrebbe mai più risposto; inoltre, per quanto fosse possibile, mi sentivo ancora più vicina a Luke; era sempre in pensiero per me e dovevo ammettere che non vedevo l’ora di rivederlo. 
Non appena entrammo nella hall dell’albergo, davanti a noi trovammo Lou e Frankie intente a chiacchierare tra di loro.
-Oh eccole!- esclamò la prima, camminando verso di noi. Non la vedevo da tempo, perciò la strinsi in un fortissimo abbraccio per farle capire che mi era mancata. Seguì poi l’abbraccio della mia migliore amica che cercò subito di assicurarsi del fatto che io stessi meglio, lanciandomi uno di quei suoi sguardi pieni di significato.
-Sì, tranquilla- le sussurrai nell’orecchio.
-Bene, prendete le chiavi delle vostre camere così possiamo salire insieme! Siamo tutti sullo stesso piano!- disse Lou, indicandoci il banco della reception.
Gemma sarebbe stata con Ashton, perciò solamente io mi diressi verso la donna che me le stava protendo, riflettendo sul significato del “tutti” appena pronunciato da Lou.
Ci incamminammo tutte e quattro verso l’ascensore e Frankie premette il tasto che indicava l’ultimo piano dell’hotel. Non appena le porte si aprirono, mi resi conto di quanto mi fosse mancato essere in Tour con i ragazzi. C’era quell’aria di felicità e spensieratezza, proprio quello di cui avevo bisogno ultimamente. 
-Em!- mi sentii chiamare e mi voltai subito poiché avevo già capito di chi si trattasse.
-Luke!- esclamai in risposta, correndo velocemente verso di lui ed avvolgendolo in un mega abbraccio.
-Come stai?- mi domandò a bassa voce per evitare che qualcuno sentisse.
-Mmh, potrebbe andare meglio..- ammisi, cosa che ero riuscita a fare solo con lui. -Però sono felice di vederti- sorrisi sinceramente e lo abbracciai di nuovo.
Nel frattempo, Ashton era uscito di corsa dalla sua stanza per salutarci, e così avevano fatto anche Calum e Michael.
Dopo avere chiacchierato per qualche minuto, mi guardai intorno pregando di non incrociare anche Harry in quel corridoio. Non lo avrei sopportato. Luke aveva intuito la mia paura, perciò mi strinse leggermente a se posando un suo braccio sulle mie spalle.
-Tranquilla, stanno provando allo stadio..- mi rassicurò.
Dopo aver salutato tutta la crew che c’era lì in quel momento, io mi diressi verso la mia camera, mentre Gemma andò nella sua con Ashton.
Lanciai un sospiro di sollievo buttandomi a capofitto sul letto matrimoniale dove avrei dormito da sola per le prossime due notti.


Harry
-Oh, Gemma deve essere arrivata!- esclamai una volta raggiunto l’hotel dopo le prove, vedendo Paul intento a trasportare dei bagagli all’interno. Io, Liam e Niall eravamo sulla stessa auto, mentre Zayn e Louis erano su un’altra.
-E’ un sacco che non vedo lei e..- Niall fece per continuare la frase, ma Liam lo bloccò dandogli una gomitata nel fianco.
-Che c’è?- esclamò il biondino, che come sempre non aveva afferrato i tentativi di Liam di farlo tacere.
-Lei e..??- lo guardai intensamente, facendogli capire che mi aspettavo una risposta immediatamente. Guardai storto anche Liam, dato che mi stava evidentemente nascondendo qualcosa.
-Pensavo sapessi che ci sarebbe stata anche Emma..- ci stavamo dirigendo verso l’entrata, ma sentendo quel nome mi bloccai portandomi entrambe le mani tra i capelli.
-Bè.. a quanto pare mi sbagliavo- continuò, nel preciso momento in cui io decisi di camminare più veloce per rinchiudermi nella mia stanza.
Non me lo aspettavo.. non mi aspettavo di doverla rivedere e non ero per niente pronto. 
Mi mancava, mi mancava moltissimo, ma non avrei ceduto. Avrei continuato a comportarmi nello stesso modo, nonostante il doverla ignorare per il suo bene mi stava distruggendo.
Presi l’ascensore senza aspettare gli altri due e digitai immediatamente il numero del nostro piano. Non appena le porte automatiche si aprirono davanti a me, sentii la sua voce e le mie gambe cominciarono a tremare. 
Misi piede sulla moquette che ricopriva il corridoio e virai verso la mia stanza, sperando di non incrociarla; ovviamente non era il mio giorno fortunato.
Emma era lì, davanti a me e non era sola.


Emma
“Esci un attimo dalla stanza? Sono qui fuori!”. Così diceva il messaggio di Luke.
Ero in camera da circa mezz’ora e stavo per addormentarmi. Lou e Frankie mi avevano chiesto di tornare con loro giù nella hall, ma avevo rifiutato l’offerta preferendo riposarmi un po’. 
Non avevo dormito molto nelle ultime settimane, perciò ero costantemente mezza addormentata. Nonostante ciò, quando provavo a farlo, i miei occhi sembravano non volersi chiudere.
Dato che quella situazione si stava ripetendo, non esitai ad alzarmi dal letto e a dirigermi sul corridoio, dove trovai Luke sorridente davanti alla porta.
-Hey!- esclamò contento.
-Hey!- risposi a tono, sorridendo.
Ci sedemmo entrambi sul pavimento e iniziammo a parlare del più e del meno.
-Come sono andate le prime due serate? Ho letto su Twitter che tutti stanno adorando la scaletta che avete scelto!- non vedevo l’ora di poter finalmente essere presente ad uno dei concerti di quel Tour. Stavo aspettando quel momento da quando i ragazzi avevano iniziato a provare.
Quando fece per rispondermi, l’attenzione di entrambi fu catturata dal “bling” che indicava che un ascensore aveva appena raggiunto il nostro piano. 
Mi ritrovai a pregare di nuovo che non fosse Harry, non l’avrei sopportato. Ci vollero pochi secondi prima che la persona in questione mettesse piede sulla moquette in seguito all’apertura delle porte. Lo riconobbi dalle scarpe e constatai che quello non era il mio giorno fortunato.
Harry era lì a pochi metri e si stava dirigendo verso di noi.
Improvvisamente mi sentii quasi paralizzata.. non riuscivo né a muovermi, nè a parlare. 
-Hey Luke!- esclamò quando ci fu abbastanza vicino. Mi resi conto di quanto la sua voce mi mancasse.
-Emma..- aggiunse facendomi un cenno con la testa. 
Non me lo sarei mai aspettata.. pensavo avrebbe tirato dritto verso la sua camera senza nemmeno degnarmi di un’occhiata, invece mi aveva appena salutata, se così si può definire il suo dire il mio nome in un tono che non faceva trasparire altro che rabbia.
-Harry- era chiaro quanto mi stessi sforzando di non saltargli addosso e digli quanto mi fosse mancata ogni singola parte di lui.
-Harry! Come sono andate le prove?- intervenne il biondino seduto di fianco a me, per eliminare quell’atmosfera che si era venuta a creare. Ero felice che le cose tra loro andassero bene e che non si odiassero per colpa mia.
-Bene!- gli sorrise, cosa che mi fece venire voglia di alzarmi e correre nella mia stanza a piangere perché avrei tanto voluto che quel sorriso fosse indirizzato a me.
-Okay, ora credo che toccherà a noi provare!- Luke si alzò di colpo, porgendomi una mano per aiutarmi a fare lo stesso. La sua stretta fu talmente forte che gli balzai addosso, quasi facendo cadere entrambi. Scoppiammo a ridere e per un momento mi dimenticai della presenza di Harry.
-Sì.. a più tardi!- disse lui, attirando di nuovo la mia attenzione. 
Avrei voluto poter entrare nella sua mente e capire a cosa stesse pensando, ma mi limitai a fissare la sua sagoma fino al momento in cui rientrò nella sua stanza che era proprio di fronte alla mia.

Dopo aver salutato Luke, mi sdraiai e senza nemmeno rendermene conto, riuscii finalmente a cadere in un sonno profondo.
Fui svegliata dalla voce della mia migliore amica che risuonava nei miei poveri timpani.
-Okay, okay mi sveglio!- gliela diedi vinta, giusto per farla smettere di urlare. Aveva ormai capito che era l’unico modo per farmi alzare da un letto.
-Sono le sette Em, dobbiamo prepararci per la cena, dopodiché andremo allo stadio- mi informò sulla nostra tabella orari, ma io stavo pensando a tutt’altro.
-Em? Ci sei?- mi sventolò una mano davanti agli occhi quando capì che non la stavo più seguendo.
-Sì, scusa..- abbassai lo sguardo. 
-Hai.. hai visto..- provò a farmi quella domanda che mi aspettavo, ma notai che faceva fatica a nominarlo davanti a me.
-Sì, ho visto Harry..- lasciai la frase in sospeso, aspettando un suo sguardo che mi fece capire che voleva saperne di più. -Niente, mi ha salutato e io ho ricambiato. Ero con Luke quando è tornato dalle prove.- quando sentì nominare l’australiano strabuzzò gli occhi.
-E Harry non ha detto niente quando ti ha visto con lui?- domandò sorpresa.
-No, anzi! Sembrava contento- mi alzai dirigendomi verso la valigia che ancora non avevo aperto.
-Cosa hai intenzione di metterti? A cena saremo solo noi con Gemma e Lou perché i ragazzi sono tornati allo stadio..- cambiò discorso, come speravo avrebbe fatto.
-Non avevano già fatto il soundcheck?- domandai, sfilando dal bagaglio un vestito nero, corto davanti e lungo dietro, abbinato ad un giubbotto di jeans e ad un paio di sneakers. 
-Wow, è stupendo!- esclamò indicando l’abito. -Comunque sì, ma a quanto pare hanno deciso di aggiungere una canzone alla scaletta e avevano bisogno di provarla- rispose alla mia domanda. 
-Uh, okay.- mi diressi verso il bagno per sistemarmi il viso. Sembrava mi avesse tirata sotto un tir, perciò decisi di truccarmi un po’ e dopo una decina di minuti io e Frankie raggiungemmo le altre al ristorante proprio di fronte all’hotel.
Parlare e scherzare con loro mi aiutò un po’ a distrarmi, ma sapevo che quella serata sarebbe stata difficile. Sapevo che probabilmente non avrei sopportato vedere Harry su quel palco, essendo a conoscenza del fatto che non avrei nemmeno potuto complimentarmi con lui una volta finito il concerto, così come ero solita fare.. oppure sapendo che le parole romantiche delle canzoni che cantava non erano indirizzate a me.
Sarebbe stato complicato, ma ce l’avrei fatta. Dovevo farcela.

Dopo circa un’ora ci trovavamo tutte e quattro davanti alla porta del camerino sulla quale era appeso un grosso cartello con la scritta “One Direction”.
Feci un respiro profondo nell’esatto momento in cui Lou posò la mano sulla maniglia e aprì.
-Oh eccoti Lou!!- esclamò Niall.
-Pensavamo avessi deciso di non sistemarci i capelli stasera!- continuò Liam.
-Bè sarebbe stato un disastro, no?- domandai entrando per ultima nella stanza. Non vedevo nessuno di loro, esclusi Niall ed Harry ovviamente, da più di un mese, perciò tutti mi corsero incontro abbracciandomi. Dopo essere quasi stata soffocata, il mio sguardo finì su uno dei divanetti, dove lui era seduto incurante della mia presenza e intento a guardare chissà cosa sul suo cellulare.
-Bene, chi è il primo?- domandò Lou, mentre i ragazzi mi stavano ponendo un miliardo di domande al minuto. 
Harry si alzò immediatamente, probabilmente non aspettava altro che un occasione per allontanarsi da me, dato che ero seduta a pochissimi metri da lui.
Cercai di distrarmi rispondendo alle curiosità di Louis, Liam, Niall e Zayn mentre Frankie e Gemma si stavano sistemando il trucco davanti ad uno degli specchi.
-Il prossimo!- chiamò Lou di nuovo. Quando mi voltai verso di lei, Harry non c’era più.
Era uscito dalla stanza.



Harry
Ero uscito il prima possibile da quel camerino. 
Non potevo sopportare di vedere Emma scherzare con i ragazzi e rispondere a tutte quelle domande sull’università e sull’America che avrei tanto voluto porgli io. Era tutta colpa mia, avevo deciso di starle lontano, ma ripensando alle parole di Liam mi stavo sempre più accorgendo quanto quella decisione mi stesse pian piano uccidendo dentro. Forse aveva ragione lui; forse dovevo davvero pensare al bene di entrambi.
Avrei aspettato la fine di quella serata e poi le avrei parlato, ne avevamo bisogno.

Il concerto sarebbe iniziato alle 9. 15 circa ed in quel momento erano le 8.30, ciò significava che i 5SOS avrebbero incominciato ad esibirsi da lì a poco. 
Quando feci per tornare in camerino, vidi mia sorella, Frankie, Lou e Emma dirigersi proprio verso l’uscita del backstage che portava all’entrata dello stadio.
Le seguii, quasi inconsciamente e mi fermai a pochi metri da loro che si erano posizionate esattamente sotto il palcoscenico, per evitare che la folla mi vedesse.
Quando Luke, Michael, Calum e Ashton incominciarono a cantare, vidi tutte e quattro le ragazze divertirsi seguendo i testi delle canzoni. 
Notai qualche lacrima sfuggire dagli occhi di Emma durante “Beside You” e avrei voluto correre da lei per dirle che andava tutto bene, che si sarebbe tutto sistemato, ma a quel punto non sapevo se stesse piangendo per me, o meglio per noi, o per la sua nuova infatuazione che era proprio lì sul palco.

Giunsero all’ultima canzone che era il loro ultimo singolo “She Looks So Perfect”, ma il pubblico acclamava per una di quelle che non erano nella scaletta e che tra l’altro era anche una delle mie preferite: “Try Hard”. Avevano qualche minuto a disposizione, perciò non esitarono ad accontentare la folla.
Non sapevo che da lì a poco quel brano sarebbe diventato uno di quelli che più odiavo.


Emma
-Okay, okay! Faremo questo strappo alla regola solo perché siete stati grandiosi!- Calum si rivolse al pubblico che chiedeva ripetutamente un’ultima canzone prima che i ragazzi lasciassero il palco ai One Direction.
-Questa è “Try Hard”!- urlò Luke nel suo microfono, prima di voltarsi verso Ashton e dargli un’occhiata di intesa per poi iniziare a suonare.
Sapevo quanto quella fosse una delle canzoni preferite di Harry, ma volevo evitare di finire in lacrime come era successo durante l’esibizione di “Beside You” e di “Amnesia”. Mi misi a cantare con le mie amiche senza pensare a nulla perché non volevo rovinarmi ulteriormente la serata.
Arrivò il momento del bridge, la mia parte preferita della canzone.. cominciai a chiedermi perché Luke si stesse dirigendo il più possibile verso di noi che ci trovavamo oltre le transenne e sotto al palco. 

 
But now, who knew?
She's in the crowd of my show
Nothing to lose,
She's standing right in the front row
The perfect view,
She came alone on her own,
And there's something that you should know


Mi ci volle poco per capire che mi stava dedicando quelle parole, dato che mi stava proprio indicando. Ovviamente sapevo quanto fosse una cosa scherzosa, dato che era capitato più di una volta che lo facesse quando ascoltavamo la musica insieme e per caso “Try Hard” partiva in riproduzione.
Gli sorrisi e mi voltai alle mie spalle per capire a chi Michael stesse facendo facce strane. Sperai di non averlo mai fatto, dato che vicino all’uscita del tunnel che portava al backstage si trovava Harry e non sembrava essere molto felice della scenetta 
che si era appena verificata tra me e Luke.

 

Heeey ragazze! 
Questa volta vi ho sorprese perchè ho aggiornato in davvero poco tempo, ammettetelo haha.
So già che starete pensando a quanto questo capitolo sia inutile, ma è necessario per parlare di ciò che succederà dopo, perciò spero vi piaccia ugualmente!
Scusate se non sono riuscita a rispondere alle recensioni l'ultima volta, ma sono stata abbastanza impegnata; risponderò velocemente adesso a qualche critica che mi è rimasta impressa leggendole, per esempio quella sul fatto che sia sempre Harry a sbagliare. A proposito di ciò vorrei far notare che Emma ha espresso chiaramente la sua gelosia nei confronti della possibile nuova love story di Luke e la ragazza che ha incontrato a LA, perciò non mi sembra sia stata una santa neppure lei! In qualunque caso, si scopriranno altre cose nei prossimi capitoli :)
Ora vi lascio e vado a studiare! 
Un bacione, Raffy <3 xxxx


                                     Emma                                                            Harry                                                  Lou e Gemma
                     


                              Frankie                                 Louis, Niall, Liam, Zayn, Harry                         Michael, Calum, Ashton, Luke

     


 

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Capitolo 48
*** Stay. ***



Stay

Dopo quel piccolo fuori programma, passò circa un quarto d’ora prima che i One Direction salissero sul palco, perciò tornammo in camerino con loro per la nostra classica routine di in bocca al lupo. Tutti e cinque stavano riscaldando le voci seduti sul divano e io mi posizionai di fianco a Louis cercando di distrarlo facendo delle facce stupide. Quando finalmente sbagliò una delle note in scala che stavano eseguendo poiché non riusciva a trattenere le risate, si diede per vinto.
-Ecco, sei contenta adesso?- domandò facendo il finto l’offeso. Io risi ancora di più, prima che lui improvvisamente cominciasse a farmi il solletico facendomi contorcere sul divanetto. Tutti quelli intorno a noi si stavano osservando la scena, quando fummo entrambi sorpresi da una voce che non ci aspettavamo di sentire.
-Bè, non so davvero se salvare mia sorella dalle grinfie del mio fidanzato, oppure il contrario!- alzammo la testa verso la porta, dalla quale proveniva il suono.
-Daisy!- esclamammo contemporaneamente alzandoci e correndo verso di lei.
L’avvolgemmo in un abbraccio che quasi la fece cadere a terra, ma Louis fu pronto ad evitarlo.
-Che cosa ci fai qui?- le domandò lui, rubandomela completamente e stampandogli una miriade di baci sulle guance.
-Ho pensato di farvi una sorpresa.. il mio volo teoricamente sarebbe dovuto arrivare questo pomeriggio, ma c’è stato un ritardo e quindi sono qui solo ora.- si guardò intorno, salutando uno ad uno tutti i presenti sorridente. Sorrise anche ad Harry, probabilmente perché avevo cercato di tenerle nascosta la situazione e quindi non ne era ancora a conoscenza.
-Noto con piacere che il concerto non è ancora iniziato!- sorrise, stringendosi ancora di più al suo ragazzo.
-Tra due minuti in scena!!- urlò Paul dal corridoio in quel preciso momento.
-Giusto in tempo!- le feci notare io, mentre i cinque cantanti si diressero di corsa verso il palcoscenico.

Li seguimmo e subito mia sorella mi guardò in modo strano. Non ero mai riuscita a nasconderle niente e mai ce l’avrei mai fatta.
Ci sedemmo di nuovo sulle casse sotto il palco, prima delle transenne, e lei mi si mise in fianco lanciandomi un’occhiata piuttosto inquisitoria. Io presi il mio cellulare tra le mani e controllai Twitter, giusto per evitare il discorso che altrimenti sarebbe iniziato. La maggior parte dei tweet in cui ero stata menzionata erano del tipo “Emma è tra il pubblico, forse lei ed Harry non si sono veramente lasciati”. Molti infatti erano i rumors riguardanti la nostra possibile rottura; era impressionante come le voci girassero così velocemente e come spesso le persone sapessero di più di quanto sapessi io stessa.
-Quando pensavi di dirmelo?- mi sentii chiedere quando le luci dello stadio si spensero.
-Daisy, non è niente di che. Prometto che ti spiegherò tutto dopo il concerto- sospirai e lei annuì in intesa.
Quando la musica iniziò a risuonare al Croke Park di Dublino, le persone intorno a noi riuscirono quasi a coprirla con le loro urla. Dovevo ammettere che ero anche io abbastanza eccitata, era il primo concerto di quel tour a cui assistevo. Cercai di contenermi per qualche secondo, ma quando notai che anche le altre sembravano volere urlare e scatenarsi, mi lasciai andare dando il via a una specie di isteria da parte di tutte.
Conoscevo più o meno l’intera scaletta, perciò sapevo perfettamente quando le canzoni che più temevo sarebbero arrivate. Ciò mi permise di riuscire a stare relativamente calma, persino durante “Rock Me”, quando potei giurare di aver incrociato un centinaio di volte lo sguardo di Harry; non che durante il resto dello show non fosse successo, ma quella canzone aveva qualcosa di speciale ed era impossibile nasconderlo.
Le ultime performance furono quelle che mi misero KO. 

You&I
Story Of My Life
Little White Lies


Giusto per non farci mancare nulla, quando il concerto sembrava essere finito, lui prese la parola.
-Croke Park!- esclamò gesticolando come suo solito. -Abbiamo deciso di aggiungere una canzone alla nostra scaletta e la dedichiamo a tutti voi che siete qui stasera!- la sua voce mi faceva ancora venire i brividi lungo la schiena e stavo segretamente sperando non fosse uno dei brani che aveva scritto per me, perché probabilmente non sarei riuscita a trattenere le lacrime un’altra volta, o meglio, a nascondermi mentre succedeva come avevo fatto quasi per tutto il concerto.
-Questa è “Half a Heart”!- concluse il suo discorso andando a sedersi esattamente alla fine della passerella poco prima delle transenne, seguito dagli altri quattro ragazzi. Erano a pochi metri da noi e sapevo non sarebbe stata una buona idea farmi vedere vulnerabile, ma non avevo scelta. 
I Flashback del momento in cui avevo sentito quella canzone per la prima volta incominciarono a presentarsi nella mia mente: 

(Flashback)
-Che ne pensi allora?- domandò sedendosi su una di quelle poltrone girevoli identiche a quella dove ero stata seduta fino a pochi secondi prima.
-Vuoi davvero saperlo?- incrociai le braccia posandomi sul tavolo della console dietro di me. Il suo sguardo accigliato mi diede subito la risposta.
-Okay..- gli risposi prendendo una pausa e cercando di mettere insieme le idee.
-Penso che tu sia un cretino!- esclamai alzando leggermente il tono di voce e tirando un calcio alla sedia sul quale era seduto facendolo allontanare a causa delle ruote. Lui fu sorpreso.
-Che ho fatto adesso?- cercò di difendersi.
-Perchè non me le hai dette a voce due mesi fa queste cose se davvero le hai scritte quando eri in Australia?- era la domanda che continuavo a pormi.
Forse ciò avrebbe migliorato la situazione molto prima, forse entrambi avremmo sofferto di meno.
-Perchè.. ehm.. perché..- era ovvio che non avesse una risposta.
-Perchè?- ripetei io mentre lui si alzava dalla sedia avvicinandosi a me.
-Perchè sono un cretino!- esclamò afferrando le mie mani e ponendomele intorno al suo collo.
-Vedo che mi dai ragione allora!- lui sorrise, così come feci io alzandomi sulle punte e facendo sfiorare i nostri nasi.
-L’importante è che ora siamo qui insieme però, giusto?- non poteva esserci domanda migliore per concludere quel discorso.
-E’ l’unica cosa che conta!- a quel punto mi spinsi ancora più verso le sue labbra e lo baciai.



-Sì, l’unica cosa che conta- sussurrai tra me e me, nel momento in cui le prime note suonarono.
Sentivo gli sguardi di tutte le mie amiche addosso; sapevano che quelle parole erano state scritte per me.
-Tutto bene?- mi domandò Daisy posandomi un braccio sulla spalla.
-Sì..- mentii, quando le lacrime cominciarono a sgorgare dai miei occhi.
Non potevo sopportare quel suo sguardo fisso su di me.. non era umanamente possibile. Era come volersi fare del male da sola.
Riuscii a resistere per la prima strofa ed il ritornello; incominciai a fare fatica quando sapevo che da lì a poco sarebbe toccato a lui.
Feci un respiro profondo, ma sapevo di non potercela fare. Era come se qualcuno mi stesse pugnalando ripetutamente nel petto ed era troppo doloroso. 
Indietreggiai di qualche passo, attirando immediatamente l’attenzione di mia sorella.
-Em?- mi guardò con un enorme punto di domanda in fronte.
-Tutt.. tutto bene.. ho bisogno del bagno..- a quel punto presi la mia decisione e camminai velocemente nel backstage, pronta per l’ennesima crisi di pianto.



Harry
-Only half a blue sky, kinda there but not quite.. I'm walking around with just one shoe, I’m half a heart without you.- quelle parole non avevano mai avuto così tanto significato. Guardai nella direzione dove sapevo avrei trovato Emma e la vidi indietreggiare, attirando lo sguardo di Daisy che sembrava dirle qualcosa.
-I’m half a man at best, with half an arrow in my chest.. I miss everything we do, I’m half a heart without you!!- diedi più enfasi che mai a quella frase, ma nell’esatto momento in cui riaprii gli occhi che avevo chiuso come ero solito fare mentre cantavo, lei non era più lì.

Il concerto terminò qualche minuto dopo e non avevo quella carica di adrenalina che di solito sentivo dopo uno show. Scesi le scale dietro il palcoscenico con i ragazzi che sembravano essere decisamente su di giri, ma stetti in silenzio pensando a ciò che avrei dovuto fare. 
Quando feci per entrare nel camerino, mi sentii afferrare per un braccio e mi fermai voltandomi. C’era Daisy davanti a me e non parlò finchè la porta della stanza dove si trovavano gli altri e presumibilmente anche Emma, non fu chiusa dall’ultimo ad entrare.
-Harry..- mi scrutò negli occhi, parlando a bassa voce per evitare che qualcuno ci sentisse.
-Lo so, mi avevi promesso che mi avresti ucciso se avessi spezzato il cuore ad Emma ancora una volta perciò fallo, sono pronto!- chiusi gli occhi aspettandomi di sentire uno schiaffo dritto sulla mia guancia, ma al contrario sentii una risata provenire dalla ragazza di fronte a me.
-Harry, non sono qui per farti la ramanzina se è quello che pensi..- la sua voce era calma e la cosa mi tranquillizzò, tanto che riuscii finalmente a guardarla senza sembrare spaventatissimo.
-Che cosa è successo? Emma non vuole parlarne.- mi domandò posando la schiena sul muro alle sue spalle. 
-Ho sbagliato per l’ennesima volta e ho deciso di togliermi di mezzo per il suo bene..- non avrei mai pensato di riuscire a comporre una frase di senso compiuto come quella, dove esprimevo tutto ciò che mi passava per la testa.
-A me sembra stia facendo del male ad entrambi questa tua scelta. Non credere che non ti abbia visto su quel palco stasera! E so benissimo che hai deciso tu di aggiungere quell’ultima canzone che l’ha fatta scappare…- mi guardò sicura di se ed ero certo che qualcuno avesse fatto la spia.
-Louis non sa tenere la bocca chiusa, eh?- intuii da chi era venuta a saperlo. -Ma non è questo il punto. E’ che io odio vederla soffrire e mi sono reso conto che più le sto vicino, più ciò succede.- mi faceva del male anche solo pensarlo.
-Non credo tu abbia ragione.- disse in un tono che mi fece per un momento credere di avere Emma davanti.
-Vedo i suoi occhi quando ti guarda Harry e conosco mia sorella talmente bene da poterti dire che non ha mai guardato nessuno nel modo in cui guarda te..- quelle parole mi fecero quasi venire la pelle d’oca perché non avrei sopportato vederla con nessun altro.
“Bè, in realtà c’è già qualcun altro” pensai tra me e me.
-Non hai ancora visto il modo in cui guarda Luke allora!- stavo cercando di nasconderlo, ma la gelosia stava prendendo il sopravvento.
-Luke è un suo amico.. gli è stato molto vicino ultimamente, probabilmente molto più di quanto abbia fatto tu!- sputò l’amara verità. Ruppi il contatto visivo che si era creato tra di noi e guardai in terra, pensando a cosa dire.
-Harry pensaci bene prima di pentirtene.- era così sincera. -Pensa al bene di entrambi- aggiunse.
Mi ero sentito ripetere quelle parole un miliardo di volte nelle ultime settimane, ma non ero ancora riuscito a decifrarle.
-Ora entriamo.. ho sentito Louis dire che andremo a ballare stasera!- non mi diede nemmeno tempo di rispondere poiché mi afferrò di nuovo per un braccio superandomi e trascinandomi all’interno del camerino dove il caos regnava.
-Ah eccovi! Venite anche voi? Niall ci vuole portare in un locale che dice essere il “migliore della città”!- Liam gli fece il verso e l’irlandese non esitò a indirizzargli un dito medio, sfilandosi dall’abbraccio di Frankie.
-Sì, ovvio! Non sarà di certo il jet-leg a fermarmi- rispose Daisy, prima che tutti gli occhi si posassero su di me in attesa di una risposta. 
-Harry?- esordì mia sorella, seduta sulle gambe di Ashton. 
-Sì, andiamo!- risposi fingendo un sorriso.


Emma
Sapevo di aver fatto la scelta sbagliata correndo via prima che la canzone fosse finita, ma non ce l’avrei fatta a trattenermi ancora per molto.
Infatti, non appena avevo raggiunto le porta del camerino, ero scoppiata in lacrime attirando l’attenzione di Luke, Ash, Mikey e Cal che mi avevano raggiunto poco dopo. Avevano fatto di tutto per farmi smettere di piangere e ci erano riusciti poco prima che tutti gli altri si presentassero nella stessa stanza. Avevo notato subito l’assenza di mia sorella e di Harry, ma avevo cercato di sorvolare sulla questione perché volevo solo pensare a stare bene in quel momento.
Fu quello il motivo per cui quando Niall propose di uscire tutti insieme, non esitai a dare una risposta positiva. 
Dopo circa mezz’oretta, partimmo dallo stadio all’interno di due van neri,  completamente oscurati. Fortunatamente Harry ebbe la decenza di salire su quello in cui non c’ero io; probabilmente aveva intuito il mio volerlo evitare, o semplicemente stava facendo lo stesso.
Quando raggiungemmo il locale, fummo scortati nella zona VIP da due guardie, per evitare che i ragazzi venissero assaltati. A quel punto, ci sedemmo tutti attorno al tavolo e, sfortunatamente, l’unico posto che trovai libero conseguentemente al fatto di essere entrata per ultima, fu quello esattamente di fronte ad Harry. Il lato positivo era che mi trovavo in mezzo a Luke e Michael, che avrebbero sicuramente tenuto la mia mente occupata.
Dopo pochi minuti, una ragazza venne a chiederci cosa avremmo voluto da bere e decisi che quella sera avrei voluto divertirmi.
-Mmm.. per me qualsiasi cosa, basta che sia alcolica.. molto alcolica!- dissi quando giunse il mio turno. Tutti fecero dei commenti scherzosi e si misero a ridere, mentre Harry sembrava essere piuttosto serio ed infastidito e, a differenza mia, non ordinò nessun drink.

Harry
Dopo il secondo bicchiere, Emma era praticamente ubriaca. Rideva in continuazione con le altre ragazze, anche loro piuttosto brille, e sapevo che se avesse continuato a bere così sarebbe stata male.. non reggeva l’alcool ed aveva già esagerato.
-Posso portarvi qualcos’altro?- domandò la stessa ragazza che ci aveva servito da inizio serata. 
Guardai Emma mentre appoggiava la testa sulla spalla di Luke, presa dal ridere.
-Ehm, per me un’altro di quello che mi hai portato prima!- esclamò quando giunse il suo turno. A quel punto non riuscii a trattenermi.
-No!- esclamai quasi urlando. -Volevo dire, meglio di no altrimenti finirà per sentirsi male!- mi corressi, ricevendo un’occhiataccia da parte sua e strani sguardi da tutti i presenti.
-Oh davvero Harry? Se non sbaglio sei tu quello che non sa contenersi quando beve!- mi fulminò con quei suoi occhi azzurri ed il silenzio prese il sopravvento su tutti noi. -Scusami, non ascoltarlo. Portamelo pure- ritornò a rivolgersi alla ragazza, sorridendole.
Non mi sarei mai aspettato una reazione del genere, ma forse avrei dovuto. Aveva perfettamente ragione.
-Bè? Chi viene a ballare?- cercò di sdrammatizzare la situazione alzandosi e prendendo per mano sua sorella che la seguì.

Passammo circa altre due ore in quel pub prima di decidere che fosse arrivato il momento di andarsene. Io ero praticamente l’unico sano e riuscii a farmi indicare una porta sul retro per evitare che i paparazzi già posizionati fuori dal locale ci facessero impazzire con tutti i flash delle macchine fotografiche.
Salii di nuovo in auto con Zayn, Liam, Daisy, Louis, Frankie e Niall mentre Emma tornò con Gemma, Ashton, Michael, Calum ed infine Luke, dal quale non si era staccata nemmeno un secondo dall’inizio di quella serata.
Arrivammo all’entrata “segreta” dell’hotel pressoché nello stesso momento e tutti incominciarono a barcollare verso l’ascensore. Essendo cosciente di me stesso, cercai di stare il più vicino ad Emma perché potevo benissimo notare quanto fosse fuori di sè.. era ubriaca e sapevo benissimo che aveva bevuto per dimenticare.
I sensi di colpa mi stavano uccidendo.
Salimmo su due ascensori diversi, ma arrivammo sul piano contemporaneamente. 
Il fatto che tutti cercassero di zittirsi l’un l’altro per evitare di farsi sentire da Paul e gli altri manager, faceva sì che ci fosse ancora più caos. Era strano vedere per una scena così da sobrio perché solitamente ero nelle loro stesse condizioni.
Camminammo ognuno verso le proprie stanze e ciò mi rese possibile vigilare su Emma per evitare che urtasse contro qualcosa, dato che la mia camera era proprio di fronte alla sua. Erano entrambe in fondo al corridoio, perciò eravamo ormai gli unici ancora lì fuori in quel momento.
Quando feci per inserire la chiave nella mia serratura, mi sentii chiamare.
-H..- la sua voce dava chiaramente l’idea del suo stato.
-Dimmi Em..- ebbi un briciolo di speranza.
-Potresti per favore aprirmi la porta? Non ci riesco- smisi di darle le spalle; le sorrisi guardandola e facendo ciò che mi aveva chiesto.
-Grazie- mi rispose, continuando ad evitare il contatto visivo.
Quando la vidi inciampare nei suoi stessi piedi cercando di entrare, corsi a sorreggerla.
-Appoggiati qui..- le porsi la mia spalla e la accompagnai dentro. Quel contatto mi fece sentire i brividi lungo schiena. Mi mancava e non sapevo più come nasconderlo sia a gli altri che a me stesso.
La portai fino ai piedi del suo letto, sul quale si sdraiò immediatamente chiudendo gli occhi. A quel punto mi alzai per tornare nella mia stanza, ma fui fermato dalla sua stretta sul mio polso.
-Harry..- sussurrò guardandomi per la prima volta. -Resta.- sembrava quasi una supplica ed ovviamente non riuscii a rifiutare, pur sapendo che era l’alcool in circolo nel suo sangue a parlare e non lei.
Dopo pochi minuti, entrambi ci addormentammo su quel letto.


Buooonasera!
Eccomi qui con un altro capitolo. Cosa ne pensate? E soprattuto, cosa pensate succederà quando entrambi si risveglieranno?
Voglio sapere ogni singolo vostro pensiero, perciò non esitate a scrivermi tutto ciò che vi salta in testa nelle recensioni!
Vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
Un bacio, Raffy <3 xxx
                                                 
                 
                                                             





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Capitolo 49
*** The Crash. ***


The Crash

Mi svegliai la mattina dopo con un terribile mal di testa. Avevo un completo vuoto mentale su ogni avvenimento riconducibile al momento in cui avevo cominciato a bere la sera precedente. Mi guardai intorno e notai che le lenzuola del letto matrimoniale sul quale ero sdraiata erano disfatte da entrambi i lati, perciò immaginai di essere stata portata in camera da qualcuno essendo troppo ubriaca per farcela da sola. 
Mi alzai tenendo entrambe le mani sulle tempie e quando mi avvicinai al bagno, sentii bussare alla porta. Quel suono rimbombante nelle orecchie mi stava uccidendo.
-Arrivo, arrivo!- esclamai, posando la mano sulla maniglia.
-Hangover anche tu vedo!- davanti a me c’erano Gemma, Daisy e Frankie.
-Quanto ho bevuto? Non mi ricordo nulla.- camminai verso l’interno, aspettandomi che mi seguissero.
Così fu e finimmo per sederci tutte e quattro sul letto della mia stanza, lamentandoci dei terribili mal di testa.
-Hai bevuto davvero tanto Em, ma mi sembra più che ragionevole come cosa visto gli ultimi avvenimenti..- Frankie rispose alla mia domanda.
-Tra l’altro, ho trovato il letto disfatto da entrambe le parti stamattina. Qualcuna di voi mi ha riaccompagnata qui?- domandai e loro fecero tutte segno di “no” con il capo. A quel punto pensai a Luke, perché probabilmente era stato lui a prendersi cura di me.
-Qual’è il programma di questa mattina? Ashton dorme ancora, quindi suppongo che dovrò aspettare un bel po’ prima di uscire con lui- domandò Gemma.
-Mmh.. io e Niall ci vediamo con i suoi parenti, perciò vi devo abbandonare.- sapevo quanto la mia migliore amica fosse felice della sua relazione con Niall e di certo non avrei ostacolato quei momenti che poteva permettersi con lui, dato che ultimamente erano davvero pochi.
-Io voglio tingermi i capelli!- non seppi nemmeno da dove quell’idea fosse nata nella mia mente, ma lo esclamai ugualmente senza pensarci due volte.
Tutte mi guardarono abbastanza stranite, prima di dipingersi enormi sorrisi in volto.
-Mi sembra un’ottima idea e voglio aggregarmi, ma a questo punto potrebbe servirci Lou!- constatò Gemma e, in quell’esatto momento, la porta della stanza si aprì, dando spazio alla figura della persona che avevamo appena nominato.
-Stavate parlando di me?- sorrise proprio lei.
-Sì, io e Emma abbiamo intenzione di farci tingere i capelli da te. Ci fidiamo delle tue mani, perciò facci di qualsiasi colore!- parlò Gemma per entrambe e Lou si portò una mano al mento per indicarci che stava pensando.
-Uh, trovato! Ho un’idea.. seguitemi in camera mia!- si diresse verso la porta e noi ci guardammo quasi spaventate da quella sua improvvisa mossa. Salutammo Daisy e Frankie e seguimmo Lou che ci stava aspettando già con i colori che ci avrebbe applicato.
-Per te Gemma, ho pensato ad un violetto..- le disse, ottenendo la sua approvazione. -E per te Em, un viola scuro.. quasi un mogano- mi sorrise, mostrandomi una foto che aveva sul suo cellulare.
-Va bene, ci sto!- mi convinsi dopo qualche minuto. -Dopotutto, quando una donna vuole attuare un cambiamento, parte sempre dai capelli!- scherzai facendo l’occhiolino ad entrambe. 


Harry
Ero sveglio dal momento in cui avevo lasciato la camera di Emma. O meglio, mi ero svegliato nel bel mezzo della notte perché mi era sembrato di sentirla parlare nel sonno, ed in effetti così era stato. Aveva avuto un incubo ed ero andato in panico non sapendo come poterla aiutare. 
Una volta mi aveva raccontato di aver sofferto di questi brutti sogni per un po’ di tempo, dopo la morte di sua nonna a cui era moltissimo legata. Era stata da un medico per farsi aiutare quando aveva incominciato ad averne anche più di uno a notte, ma lui aveva detto semplicemente che era un problema legato all’affezione per qualcuno che esce dalla tua vita improvvisamente e che non era possibile far nulla, se non aspettare che le cose si risistemino da sole. A quel punto avevo ricollegato tutte le informazioni e avevo capito che probabilmente era colpa mia se ne stava avendo uno in quel momento. 
Non l’avevo lasciata lì da sola nel bel mezzo della notte ovviamente, ma ero tornato in camera poco prima che si svegliasse. Sapevo che non avrebbe gradito svegliarsi con me al suo fianco. Nonostante ciò, avevo intenzione di parlare con lei quel giorno; non avevo fatto altro che pensarci dal momento in cui mi ero sdraiato sul mio letto. 
Mi decisi ad andare a bussare alla sua porta quando ormai era circa mezzogiorno, sperando fosse già sveglia. Quando mi trovai lì sul corridoio ebbi qualche ripensamento, ma scacciai via ogni pensiero e proseguii facendo ciò che avevo in mente di fare.
-Arrivo!- sentii la sua voce e nel contempo ebbi l’istinto di voltarmi e rientrare nella mia stanza, ma era troppo tardi dato che lei era già lì in fronte a me.
La guardai quasi sconvolto nel notare che i suoi capelli erano di un colore diverso. Non erano più quel biondo cenere che aveva fino alla sera prima, ma erano di un viola scuro. L’unica cosa che riuscii a pensare fu che era bellissima.
-Hey.. ehm.. possiamo parlare un attimo?- potevo dire dalla sua faccia che non si sarebbe mai aspettata di trovarsi me davanti.
Mi stava guardando con la bocca semi aperta, quasi incredula.
-Sì, entra..- mi rispose quando ormai mi aveva già dato le spalle. La sua voce era piuttosto spenta rispetto al solito.
Quando la raggiunsi, si era già seduta sul letto e stava guardando verso il basso come se non volesse incrociare i suoi occhi con i miei.
-Mi piace il tuo nuovo colore…- non era ciò di cui volevo realmente parlare, ma non mi sarei mai perdonato il non averglielo detto.
-Grazie..- quasi sussurrò, sorridendo lievemente e continuando a non guardarmi.
-Non sono venuto qui a parlare di questo però..- a quel punto alzò lo sguardo e i suoi occhi di ghiaccio mi scrutarono.
-Perchè non mi hai detto che hai ricominciato ad avere gli incubi?- trovai il coraggio e finalmente mi tolsi un peso dallo stomaco. Capii che non sarebbe rimasta così calma nel momento in cui la sua espressione si incupì.
-E quando avrei dovuto dirtelo Harry? Quando non mi rispondevi ai messaggi? O quando evitavi ogni mia singola chiamata?- mi doleva dirlo, ma aveva perfettamente ragione.
-Sai bene perché l’ho fatto Em..- cosa stavo facendo? Perché le stavo dando di nuovo contro?
-No H, non lo so. Se l’avessi saputo, forse sarei riuscita a chiudere occhio da tre settimane a questa parte- sentirle confessare che era stata male e che stava male tutt’ora mi spezzò il cuore.
-Io non avrei voluto comportarmi in quel modo, ma non mi hai lasciato altra scelta. Tu e Luke sembravate così felici insieme che ho pensato che forse lui sarebbe riuscito a farti sentire meglio di quanto avessi mai fatto io! Pensavo che sarebbe stato un bene per entrambi.- ero finalmente riuscito a dirglielo.
-Te l’ho ripetuto un miliardo di volte che per me Luke è solo un amico e qual’è stato il risultato? Essere qui ancora a parlarne? Mi dispiace Harry, ma penso di averne avuto abbastanza.- sembrava essere davvero sincera. Sembrava essere stanca di tutto quello che stava succedendo.
-No Em, lasciami spiegare ti prego..- mi fece capire che non mi avrebbe ascoltato quando si diresse verso la porta e la aprì per me, indicandomi di uscire.
-Non ho intenzione di ascoltarti, quindi tanto vale che tu te ne vada..- quelle sue parole fecero davvero male.
Non era ciò che volevo.. non volevo sentirmi dire di andarmene, ma non potevo farci nulla. L’avevo ferita e lei aveva ferito me. 
-Un’ultima cosa!- richiamò la mia attenzione quando ero già intento ad entrare nella mia stanza.
-Quindi hai dormito tu con me stanotte?- mi domandò.
-Sì, sei stata tu a chiedermelo Em..- sussurrai, guardandola un’ultima volta prima che chiudesse la porta.

Non pensavo si potesse soffrire così tanto per amore, ma ciò che stavo provando in quel momento era qualcosa di indescrivibile. Non riuscivo nemmeno a connettere i miei pensieri.. ero perso, completamente perso senza di lei.

Emma

Feci scivolare la schiena contro quella porta che mi divideva dalla persona di cui più avevo bisogno. Se solo avessi avuto il coraggio, l’avrei riaperta e sarei corsa da lui, ma sapevo di aver fatto anch’io degli errori e forse aveva ragione lui quando diceva che stare lontani avrebbe fatto bene ad entrambi. 
Nonostante ciò, niente sembrava avere un senso ultimamente; L’unica cosa di cui ero certa era il dolore che sentivo spargersi in ogni singola parte del mio corpo. Rimasi lì seduta a piangere fino a quando decisi di uscire a fare un giro per la città per schiarirmi le idee. Le ragazze erano con i loro rispettivi fidanzati e si stavano godendo la giornata libera, perciò ero completamente sola con i miei pensieri.

Ero rimasta in camera a piangermi addosso per circa tre ore, perciò erano ormai le tre del pomeriggio. Entrai in un bar ed ordinai un caffè; stetti lì seduta quasi paralizzata per altre due ore, tanto che la cameriera che mi aveva servito da bere era venuta a chiedermi se fosse tutto a posto più di una volta.
Quando uscii dal locale mi sentii completamente persa, sia nel senso letterale che nel senso figurato della parola. Non mi ricordavo più come fossi arrivata in quel punto, cosa strana dato che vi ero stata moltissime volte a Dublino e la conoscevo come le mie tasche. 
Mi guardai intorno e ormai il cielo stava incominciando a scurirsi, essendo passate le cinque del pomeriggio. Fosse successo in un’altra situazione, non avrei iniziato ad andare in panico, ma quella volta fu impossibile evitarlo. Cominciai a camminare completamente a caso, sapendo che molto probabilmente avevo preso la direzione sbagliata. Avevo il viso coperto dalle lacrime e ricevevo continue occhiatacce dalle persone che mi vedevano vagare per le strade senza una meta precisa. Passò circa un’altra ora prima che mi decidessi a cercare il telefono che avevo in borsa e a digitare il primo numero che mi venisse in mente.


Harry
Non mi accorsi di essermi addormentato fino a quanto non fui svegliato dal suono del mio cellulare. Tastai con la mano il mio comodino ad occhi chiusi fino a quando trovai il telefono e fui più che sorpreso di vedere sul mio schermo una foto di Emma, che mi indicava che mi stava chiamando.
-Emma?- risposi in tono interrogativo.
-Harry?- anche lei sembrava essere sorpresa di sentire la mia voce, ma mi ci volle un secondo per capire cosa stava succedendo.
-Em.. Em.. perché stai piangendo? Cosa succede?- la sentii singhiozzare.
-H.. - sospirò. -Mi .. mi dispiace.. E’ tutta colpa mia..- sentirla piangere mi stava uccidendo.
-Emma, calmati. Respira.- cercai di farla calmare quando sentii il rumore di alcune macchine, cosa che mi fece capire che non era più in hotel.
-Dove sei? Sei uscita?- ero preoccupato e non riuscivo a nasconderlo.
-Non so dove sono Harry, penso di essermi persa.-
-Come sei arrivata dove sei ora?-
-Ero in un bar e quando sono uscita da lì non sono riuscita ad orientarmi.- incominciò a piangere ancora di più di quanto stesse già facendo.
-Ti prego, vieni a prendermi. C’è buio e ho freddo..- sembrava disperata e ciò avrebbe spiegato il motivo per cui mi stava chiedendo di raggiungerla, non l’avrebbe mai fatto se fosse stata in sé, dato ciò che era successo tra noi.
-Okay. Dimmi cosa vedi intorno a te, così mi sarà più facile trovarti.- incominciai a infilarmi il cappotto che avevo appeso ad una sedia e corsi sul corridoio fino a raggiungere l’ascensore.
-Ehm.. c’è un locale. Si chiama “Heaven”- salii su una delle auto che avevamo affittato per il tour e impostai il navigatore satellitare.
-Okay so dov’è e sono partito. Aspettami lì e non ti muovere.-
-Fai presto H..- mi stava supplicando, lo potevo capire dalla sua voce.
-Sarò lì tra pochissimo, te lo prometto. Rimani in linea, non riattaccare..- mi era mancata la sua voce.
-Okay.. oddio c’è una mach.. Harry una macchina..- 

E da quel momento non sentii più niente se non un forte schianto, che mi fece subito immaginare cosa potesse essere successo.


Emma
La mia vista era completamente annebbiata. 
Inizialmente non capii se fosse stato un blackout della mia mente, oppure se fossi veramente stata investita da quell’auto che si stava dirigendo verso il marciapiede su cui mi trovavo. 
Evidentemente quella mia situazione di incoscienza non durò poco, dato che quando riuscii a riaprire gli occhi, mi vidi accerchiata da paramedici vestiti in arancione che stavano cercando di capire in che condizioni fossi.
-Sì è ripresa!- esclamò uno di loro, notando i miei occhi semi aperti.
-Hey, come ti chiami?- questa volta fu la voce di una donna a giungere alle mie orecchie. Aveva un tono calmo e riuscii a guardarla mentre mi sorrideva.
-Emma, si chiama Emma!- non mi fu possibile rispondere poiché lo fece qualcun altro al posto mio. 
-Mi scusi, ma lei non può stare qui- un’altra voce si rivolse a a lui.
-Ma io.. io sono.. io..- in quel momento riuscii a capire di chi si trattasse, perciò alzai leggermente la schiena dalla mia posizione distesa e lo guardai.
-Può restare..- dissi con tono talmente basso, che pensavo nessuno mi avesse sentita. Al contrario però, quelle mie parole attirarono l’attenzione di tutte le persone intorno a me, che si girarono per scrutarmi.
-Ne sei sicura?- mi domandò la stessa donna di poco prima. Io mi limitai ad annuire accennando un sorriso, non staccando gli occhi da Harry.
-Bene, dovremmo portarti in ospedale per qualche accertamento ora. Non dovrebbe esserci nulla di grave, ma è la prassi- aggiunse lei.
-Ma.. ma cosa è successo?- ero ancora confusa sull’accaduto e doveva esserlo anche Harry, dato che sembrava piuttosto spaventato.
-Una macchina ad alta velocità ha invaso il marciapiede su cui ti trovavi travolgendoti.- a quel punto cominciai a ricordare. -Fortunatamente un ragazzo ci ha chiamato e, pur non essendo sicuro di cosa fosse successo, ci ha quasi supplicati di venire a controllare..- i flashback del momento dello schianto mi ritornarono in mente. Ricordai che ero al telefono con Harry, completamente persa mentalmente e fisicamente. Mentre tutto riaffiorava alla mente, incrociai di nuovo il suo sguardo. Notai che i suoi occhi erano lucidi; l’avevo visto piangere raramente, ma sembrava fosse in procinto di farlo.
-Okay, ora ti metteremo sulla barella- mi disse uno dei paramedici, sollevandomi da sotto le spalle. 
Non avevo ancora avuto il coraggio di rivolgere la parola a quel ragazzo che sembrava inerme di fronte a me, ma avrei tanto voluto farlo. Avrei voluto corrergli incontro ed abbracciarlo perché era ciò di cui avevo bisogno.
-Tu ci segui con l’auto?- fu domandato proprio a lui dalla persona che spingeva la barella su cui ero stata fatta sdraiare. 
Harry mi guardò, come per chiedere se fossi d’accordo con tutto ciò ed io annuii, nell’esatto momento in cui le porte dell’ambulanza si chiusero davanti ai miei occhi.



Buooonasera a tutte!!
So di averci messo davvero tanto questa volta, ma ho avuto qualche problema di ispirazione purtroppo.. ho riscritto questo capitolo un centinaio di volte; non ne sono ancora per nulla convinta, ma mi sono decisa a pubblicare il meno peggio!
Voi cosa ne pensate? Sicuramente mi darete ragione haha
Anyway, cosa pensate che succederà ora? E' una situazione piuttosto incasinata, non credete?
Fatemi sapere i vostri pensieri a riguardo!
Un bacione,
Raffy <3 xxxx


                      Emma                                                             Harry                                                                Gemma

                               
     
                                 Daisy                                                             Lou                                                                    Frankie
                                        

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Capitolo 50
*** Been Far Away For Far Too Long. ***


Been Far Away For Far Too Long

Ero in una classica stanza di ospedale: pareti bianche e luci fin troppo accecanti. 
I medici si erano appena assicurati che non ci fosse niente di rotto anche nelle più remote parti del mio corpo. Sì, ero ancora tutta intera con qualche livido qua e là, giusto per dare un po’ più di tono alla mia pelle.
Non avevano permesso a nessuno di entrare durante la visita, ma ora che mi trovavo lì da sola non aspettavo altro che quella porta di aprisse per dare spazio alla figura di Harry. Erano passati circa dieci minuti da quando mi avevano sottoposta a tutti gli esami e ancora non c'era stato nessun segno della sua presenza; avevo quasi paura che se ne fosse andato.
Dopo altri cinque minuti passati a fissare il soffitto, sentii un cigolio che mi indicò che la maniglia della porta era stata abbassata e che qualcuno stesse per entrare. Quando notai la sua famosa chioma riccia farsi strada all’interno, tirai un sospiro di sollievo.
-Pensavo te ne fossi andato..- ammisi, trovando il coraggio chissà dove. 
Lui si limito a sorridere e a recuperare una delle sedie vicino al tavolino, per posizionarla di fianco al mio letto.
-Non l’avrei mai fatto Em- sussurrò, afferrandomi una mano. 
Non sapevo cosa rispondere in quel momento. Mi ricordavo di essermi scusata con lui per telefono, prima che l’auto mi travolgesse, ma non avevo ricevuto nessuna risposta.
-Come ti senti?- fortunatamente fu lui a rompere quel silenzio assordante.
-Bene.. qualche dolore qua e là. I dottori hanno detto che non ho niente di rotto. La costola sembra essersi incrinata leggermente, ma è una cosa che si sistemerà da sola.- stavo evitando il suo sguardo in tutti i modi possibili, ma i suoi occhi verdi sembravano cercarmi.
-Mi dispiace..- sussurrò quando finalmente lo guardai.
-Tu.. tu come stai?- nonostante l’incidente, sembrava fosse lui quello che stava peggio tra i due.
-Male Em.. sto cercando di nasconderlo, ma non ce la faccio.- sospirò. -Mi hai fatto prendere un bello spavento sai? Quando non ho più sentito la tua voce ho incominciato ad agitarmi e a pensare al peggio. Fortunatamente sono riuscito a digitare il numero dell’ambulanza, altrimenti nessuno sarebbe venuto a soccorrerti!- aveva di nuovo gli occhi lucidi, come poco prima sulla scena dell’incidente.
-Aspetta, sei stato tu a chiamare i soccorsi quindi?- ero sicura di essermi sentita dire che qualcuno avesse chiesto aiuto, ma non avevo capito fosse stato proprio lui.
-Sì, quando ho sentito lo schianto per telefono ho avuto uno strano presentimento. E so per certo che la zona in cui ti trovavi è abbastanza isolata, perciò ho preferito chiedere aiuto piuttosto che lasciarti lì da sola..- stava guardando ancora verso il basso.
La sua mano era intrecciata con la mia e ciò mi rendeva felice.
-Grazie H- usai l’altra mano non impegnata per accarezzargli il viso e far si che i nostri occhi instaurassero un contatto.
Restammo in quella posizione per quella che mi sembrò essere un’eternità, cosa che non mi dispiacque perché ero convinta che Harry fosse una delle più belle persone che esistessero al mondo e guardarlo era solo un piacere. Conoscevo a memoria ogni singola parte del suo viso, ma adoravo stare lì a fissarlo come se fosse la prima volta. 
Improvvisamente quel momento fu interrotto dall’apertura piuttosto scaltra della porta da cui era entrato anche Harry.
-Oddio Emma, come stai? Cos’è successo? Harry mi ha avvisato e sono corsa qui appena ho potuto!- ora di fianco al mio letto c’era Daisy. Il suo respiro irregolare mi fece capire che aveva corso nel senso letterale della parola.
-Daisy tranquilla, sto benissimo! Mi hanno già visitata e tra poco mi dimetteranno. Mi devono tenere qui minimo due ore per prassi, ma sono ancora tutta intera come vedi!- cercai di rassicurarla nel miglior modo possibile. 
Il suo sguardo passò immediatamente alla mia mano e a quella di Harry, ancora strette l’una nell’altra. Mi guardò piuttosto spaesata, ma non chiese niente perché capì che non era il momento di farlo.
-Mi hai fatto spaventare! La prossima volta che decidi di finire sotto una macchina almeno avvisami!- il suo sarcasmo non poteva mancare. Scoppiammo tutti e tre a ridere; i miei occhi erano ancora fissi su di lui.
-Ci sono gli altri qui fuori, mi hanno seguito non appena hanno saputo. Pensi che possano entrare?- mi domandò indicando la porta.
-Credo che il massimo numero di persone ammesso in un camera sia tipo cinque o qualcosa del genere, ma falli entrare ugualmente- le diedi il via libera e in un secondo quella stanza d’ospedale si riempì di tutti i miei amici. Entrarono numerose infermiere a chiederci di fare più silenzio, ma era ovvio che le raccomandazioni sarebbero state inutili trattandosi di noi.


Harry
Stava sorridendo e ciò mi rendeva felice. Mi mancava quel suo sorriso sul viso, il sorriso sincero che non vedevo da circa un mese.
-Oh Emma, quasi dimenticavo! Perrie ci ha invitati al concerto delle Little Mix domani! Pensi di potercela fare a venire?- Zayn si divertiva a vedere le espressioni di Emma ogni volta che parlava del gruppo della sua fidanzata. Lei amava le loro canzoni e le sue reazioni ogni volta che le sentiva alla radio non smentivano questa affermazione.
-E me lo chiedi anche Zayn???- sbraitò lei, quasi alzandosi dal letto, cosa che le era stata vietata.
Si accorse di aver fatto un movimento che non avrebbe dovuto fare e spontaneamente mi guardò, quasi come se fosse convinta che l’avrei ammonita e che le avrei detto di stare ferma, così come i dottori le avevano imposto. E in effetti, ero già pronto a farlo, ma non ce ne fu bisogno perché fece tutto da sola, ritornando a sdraiarsi come poco prima. 
Luke era lì, ma questa volta la sua presenza non mi aveva fatto né caldo né freddo, perché avevo finalmente deciso di ascoltare le parole di Emma.. erano semplicemente amici.
Dopo circa un’altra mezz’ora, la porta si aprì di nuovo e questa volta spuntò un medico con una cartella in mano.
-Wow, non mi aspettavo di trovarmi davanti così tante persone!-esclamò sorpreso. -Dovrei sgridarvi e mandarvi fuori dalla stanza, ma visto che noto la presenza delle due band preferite da mia figlia, ve la caverete con dei semplici autografi per questa volta!- continuò facendo l’occhiolino proprio a me e scatenando una risata collettiva.
-Bene signorina Edwards, direi che è pronta per tornare a casa! L’unica cosa che mi sento di dirle è di stare attenta a quella costola.. potrebbe sentire dei dolori nei prossimi giorni; in quel caso prenda dei semplici antidolorifici.- tutti tirarono un sospiro di sollievo. 
-Si ricordi di firmare le dimissioni prima di lasciare l’ospedale..- a quel punto si voltò verso i ragazzi che erano alle sue spalle, mentre io ero ancora affianco ad Emma.
-Mentre voi ragazzi, non dimenticatevi gli autografi!- disse ridendo prima di salutarci ed uscire.
A quel punto, tutti iniziarono a lasciare la stanza salutando e dandoci appuntamento al giorno seguente. L’ultima ad andarsene fu Daisy, che aspettò di essere sola con me e Emma prima di parlare.
-La accompagni tu in hotel, Harry?- mi domandò. 
Ciò mi mandò piuttosto in panico, perché non sapevo se fossimo arrivati o meno ad un punto di svolta e non volevo che pensasse che stessi cercando di velocizzare il processo di miglioramento. Emma doveva aver intuito quel mio disagio, perciò di mise seduta e sorrise.
-Si Daisy, torno con lui- rispose al mio posto, prima che sua sorella si avvicinasse per abbracciarla e ci lasciasse soli.
Passò qualche minuto prima che riuscissimo a rivolgerci parola.. eravamo entrambi piuttosto confusi sulla situazione.
-H, mi passeresti i miei vestiti? Sono nell’armadio.- mi chiese, mettendosi seduta con le gambe a penzoloni giù dal letto. Io annuii e feci ciò che mi aveva domandato.
-Ah, dovrebbe esserci anche una busta dove hanno messo i miei gioielli e cose varie. Mi hanno fatto togliere tutto prima della risonanza magnetica.- non appena me lo disse, la notai e le porsi entrambe le cose.
Appoggiando la bustina trasparente sul letto, vidi chiaramente che il nostro famoso anello della promessa era ancora lì dentro e un sorriso mi uscì spontaneo.
-Che c’è?- mi domandò notandolo.
-Niente, stavo pensando- le risposi mentre lei balzò giù dal letto.
-A che cosa?- bè, non aveva perso la sua curiosità.
-A noi.- risposi diretto, causando un’espressione piuttosto sorpresa sul suo viso. Non diede risposta, ma arrossì chiaramente.

Emma
Harry aveva lasciato la stanza per darmi la possibilità di rivestirmi e lo raggiunsi dopo qualche minuto.
-Ha telefonato tua mamma, le ho detto che l’avresti richiamata.- mi disse, porgendomi il suo cellulare. Il mio era andato distrutto nell’impatto con l’auto.
Dopo aver parlato con entrambi i miei genitori e averli rassicurati sulle mie condizioni, mi diressi a firmare il foglio delle dimissioni, dove mi stava aspettando Harry.
-Bene, possiamo andare!- esclamai, felice di lasciare finalmente quell’ospedale.
Harry si offrì di reggere la mia borsa, per evitare che mi affaticassi troppo, e in qualche minuto raggiungemmo la sua Range Rover parcheggiata vicino all’uscita.
L’atmosfera era piuttosto confusa quando ci ritrovammo a viaggiare in silenzio per i primi cinque minuti. Da quando aveva ammesso di pensare ancora a “noi”, non avevo immaginato altro che alla sensazione che provavo quando mi stringeva tra le sue braccia. Avrei tanto voluto sentirla in quel momento, ma non ero convinta che lui volesse lo stesso. Decisi di sporgermi verso la radio e di premere il tasto di accensione, per rompere quel silenzio di ghiaccio.
Quando lo feci, partì in riproduzione un CD che Harry stava molto probabilmente ascoltando ultimamente. Mi ci volle poco per riconoscere la canzone.
-Nickelback?- domandai in tono sorpreso. Mi ricordavo di quanto amasse quella band, ma era ormai passato molto tempo dall’ultima volta che aveva deciso di ascoltare qualche loro canzone. 
-Ehm.. sì, posso cambiare se vu..- lo interruppi e non gli permisi di stoppare il brano che era uno dei miei preferiti, "Far Away". Doveva aver spento l’auto mentre lo stava ascoltando, poiché non era partito dall’inizio, ma era già al ritornello. 

 
'Cause you know,
you know, you know

That I love you
I have loved you all along
And I miss you
Been far away for far too long
I keep dreaming you'll be with me
and you'll never go
Stop breathing if
I don't see you anymore

Era passato molto tempo dall’ultima volta in cui avevo ascoltato quella canzone e tutto a un tratto capii il motivo per il quale Harry aveva cercato di evitare che lo facessi in quel momento. Ogni singola parola esprimeva ciò che avrei voluto dirgli. 
Avrei voluto dirgli che lo amavo e che mi mancava, che eravamo stati lontani per molto, anzi troppo tempo. Avevo tentato di nuovo a stare senza di lui, ma per l’ennesima volta ero giunta al punto di pensare che non era quello di cui avevo bisogno. 
Guardai Harry con la coda dell’occhio e notai il suo disagio nell’essere stato in un certo senso colto in flagrante mentre ascoltava quella canzone che evidentemente parlava di noi. Decisi di non fare commenti a riguardo e mi limitai a voltare lo sguardo fuori dal finestrino, cercando di assaporare ogni nota.


Harry
But you know, you know, you know

I wanted
I wanted you to stay
'Cause I needed
I need to hear you say
That I love you
I have loved you all along
And I forgive you
For being away for far too long
So keep breathing
'Cause I'm not leaving you anymore
Believe it
Hold on to me and, never let me go


Quella canzone non faceva altro che farmi pensare a lei. L’avevo ascoltata ininterrottamente nelle ultime tra settimane, dal momento in cui aveva lasciato casa mia. Ero riuscito quasi a cucirmela addosso. Quelle parole erano tutto ciò che mi rimaneva di Emma, quella ragazza che stava evitando di guardarmi e che stava fissando fuori dal finestrino. Avrei tanto voluto rivolgerle la parola e dirle tutto quello che pensavo, dirle che mi mancava e che non riuscivo più a starle lontano, ma speravo che quella canzone potesse fare gran parte del lavoro. Speravo davvero sarebbe riuscita a perdonarmi prima o poi, perché non avrei resistito a lungo. Non l’avrei lasciata mai più, non l’avrei permesso a me stesso.
L’ospedale in cui era stata ricoverata era piuttosto vicino all’hotel dove alloggiavamo, perciò quando la canzone finì eravamo già giunti nel parcheggio. Non proferimmo nessun’altra parola e ci incamminammo verso la hall. Era ormai quasi mezzanotte, perciò non vi erano molte fans appostate lì fuori, ciò mi rese possibile di sbrigarmi velocemente con alcune foto e raggiungere Emma prima che salisse sull’ascensore da sola.
Raggiungemmo il nostro piano di nuovo in silenzio e quando finalmente fummo davanti alle nostre stanza, capii che stava per dire qualcosa.


Emma
Non riuscivo a dire nulla perché le parole della canzone che avevamo ascoltato in macchina mi erano rimaste impresse nella mente. Era più forte di me, continuavo a ripeterle tra me e me perché sapevo che avevano un significato preciso.
-Hey H, ti va di entrare? Magari potremmo.. parlare..- non so dove trovai il coraggio per proporgli una cosa simile. -Prometto che non ti sbatterò fuori anche questa volta- aggiunsi per sdrammatizzare un po’. Fortunatamente riuscii nel mio intento, poiché la sua espressione sorpresa e confusa si trasformò in un sorriso.
Inserii la chiave nella serratura ed entrai; lui mi seguì a ruota. Ero felice di essere di nuovo in un posto in cui non ci fossero medici e infermieri in ogni angolo. Lanciai la mia borsa e il mio giubbotto di jeans sulla poltrona vicino al letto e sospirai guardandomi intorno.
-Forse dovrei fare i bagagli..- pensai ad alta voce. Come al solito avevo esagerato un po’ nel numero di capi vestiari, perciò ora il pavimento era ricoperto dai miei vestiti. Non ero mai stata una ragazza disordinata, ma nell’ultimo mese l’ultima cosa che mi era passata per la mente era stato mettere in ordine le mie cose, e quella stanza di hotel ne era la prova.
-Partiamo domattina, hai ancora tempo!- disse lui in nota ironica. Mi conosceva benissimo e sapeva che fare le valigie era una delle cose che più odiavo.
-Qual’è la prossima tappa?- gli domandai, sedendomi sul letto a gambe incrociate. Prima di rispondere, si posizionò in fianco a me lanciando il suo giubbotto alle nostre spalle.
-Sunderland, tra due giorni- mi rispose sorridente. Potevo capire da quei piccoli gesti quanto amasse il suo lavoro.
-Wow!- esclamai, immaginandomi quello stadio pieno di persone che acclamavano i loro nomi.
-Tu..tu non verrai?- quella domanda mi lasciò un po’ spiazzata. Ovviamente prima che “quello che era successo tra noi” succedesse, avevo pianificato di seguirli ovunque, ma ormai non sapevo se fosse una buona idea.
-Ehm, non lo so. Dovrei tornare a Londra a parlare con il mio rettore, perché devo organizzare lo stage del prossimo anno..- inventai la prima scusa che mi venne in mente; infatti avevo già parlato con tutti i miei docenti e avrei discusso del posto di lavoro tramite telefono e email.
-Oh- fu l’unica cosa che uscì dalla sua bocca. 
Avevo bisogno di allontanarmi per qualche minuto da lui, perché altrimenti avrei detto cose che non avrei dovuto dire. 
-H, ti dispiace se vado un attimo a cambiarmi in bagno? Ho bisogno di togliermi questi vestiti di dosso.- feci la prima cosa che mi venne in mente.
-Fai pure, ti aspetto qui- dicendo ciò, sfilò il suo cellulare dalla tasca.
Afferrai una delle tute che avevo messo in valigia e mi chiusi nel bagno, non certa di cosa volessi davvero fare. Feci scivolare la schiena contro la porta e mi sedetti per terra, provando a riaccendere il mio telefono, pur essendo lo schermo completamente distrutto. 
Fortunatamente non era morto del tutto, perciò riuscii a controllare gli ultimi messaggi ricevuti e a connettermi a Twitter. La prima cosa che mi balzò agli occhi fu un tweet che Harry aveva appena postato e che aveva già ricevuto migliaia di risposte. 

“I love you, I have loved you all along. And I miss you, been far away for far too long”.

Era una parte del ritornello della canzone che avevamo ascoltato in auto. Sentii i brividi percorrermi ogni parte del corpo.
Stava parlando di me, giusto? Pensava a me quando scriveva quelle parole?

Decisi che l’unico modo per capirlo sarebbe stato uscire dal bagno e chiederglielo.


Buoooongiorno ragazzuole!
Come state? Come stanno andando i primi giorni di vacanza? Spero bene!Io sto praticamente passando 24 ore su 24 nel mio letto, ne avevo proprio bisogno!
Tornando a noi, che ne pensate di questo capitolo? Ve lo aspettavate? Probabilmente qualcuno starà pensando che io la stia tirando troppo lunga con questo litigio, ma sapete, nella realtà non si sistema tutto con uno schiocco di dita!
Mi dispiace non aver risposto alle recensioni per l'ennesima volta, ma non ho avuto davvero tempo! Prometto che risponderò a tutte quelle di questo capitolo, davvero!
Fatemi sapere cosa ne pensate! 
Un bacione, Raffy <3 xxx

                                           Emma                                                        Harry                                                       Daisy
                             
        


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Capitolo 51
*** Listen To Me. ***


Listen To Me

-Eccomi!- rientrai nella camera da letto e lo trovai nella stessa identica posizione in cui l’avevo lasciato. 
Sollevò leggermente la testa per guardarmi e sorrise. Si poteva dire chiaramente quando Harry fingesse, e quella era una delle poche occasioni.
-Ho visto.. ho visto il tweet..- dissi quasi sottovoce, addirittura sperando che non mi avesse sentito.
-Sì, mi è rimasta impressa la canzone.- il suo tono era freddo, completamente diverso da quello con cui si era rivolto a me in ospedale.
-Oh- dissi io, delusa dalla sua risposta. 
Certo, non potevo aspettarmi una risposta del tipo “Sì, l’ho scritto per te perché mi manchi e ti amo” perché non ero nella posizione di meritarmela, però almeno speravo avrebbe ammesso di aver pensato a me ascoltando quelle parole. 
-Sai cosa Em? Non so più come trattarti, sembra che ogni cosa che io dica sia sbagliata e completamente inappropriata! Cosa devo fare? Devo ammutolirmi e fare tutto quello che mi chiedi? Dimmelo, aiutami a capire!- quel suo sfogo era partito così dal nulla. Si era alzato repentinamente dal letto e stava gesticolando come suo solito. Il tono di voce era piuttosto alto, cosa che mi fece capire che era davvero su di giri.
-Harry, che ti prende?- indietreggiai, spaventata da quel suo comportamento. 
-Niente, è meglio che vada.- non ebbi nemmeno modo di fermarlo poiché, dopo aver detto ciò, corse verso la porta e lasciò la mia camera.
Non so cosa fosse successo in quei cinque minuti in cui ero stata assente, ma Harry non era più la stessa persona.

Harry
Non sapevo cosa mi fosse preso, ma la sua espressione nel dirmi che aveva visto il mio tweet mi aveva fatto innervosire. Era come se non fosse ovvio che l’unica persona che avevo in mente era lei, che tutta la mia vita girasse intorno a lei.
Tornai nella mia camera il più velocemente possibile e mi ci chiusi dentro. Il mio telefono cominciò a squillare circa un’ora dopo; segretamente speravo fosse Emma, ma sapevo che la mia scenata di prima avrebbe escluso ogni possibilità che il mio desiderio si avverasse.
Quando guardai lo schermò, notai che era Gemma a chiamarmi. Mi domandò se avessi bisogno di parlare con qualcuno, quasi come se mi avesse letto nel pensiero. Dopo neanche cinque minuti era alla mia porta.
-Hey fratellino!- esclamò entrando e buttandosi sul mio letto. Non ero in vena di sorridere, ma per lei mi sforzai.
-Grazie di essere venuta qui nonostante l’ora- dissi, sedendomi accanto a lei.
-Tranquillo, tanto Ashton si è addormentato prestissimo. Si stanca sempre quando..- la interruppi per evitare che entrasse nei particolari.
-Ehm sì Gem, non voglio sapere-
-Stavo per dire quando camminiamo, cretino!- mi tirò un leggero pugno che non mi fece spostare nemmeno di un millimetro, ma finsi di aver sentito dolore.
-Oh dai H, smettila. Ormai so che i miei pugni non li senti nemmeno.. è inutile che provi a convincermi del contrario come quando eravamo piccoli!- entrambi ci mettemmo a ridere, ripensando alle nostre stupide litigate da bambini.
-Bè, in qualunque caso non sono venuta qui per farmi prendere a pugni. Che ti prende H? Prima in ospedale sembrava ti fossi ripreso- ed in effetti aveva ragione. Il mio umore era cambiato da un momento all’altro.
-Non lo so nemmeno io. E’ che siamo sempre allo stesso punto. Non so più cosa fare per farle capire che mi manca.- era impressionante come l’unica persona con cui riuscissi ad aprirmi così tanto fosse mia sorella. 
-Hai provato a dirglielo?- mi domandò. Ero sicuro conoscesse già la risposta.
-No ma..- mi interruppe.
-Niente “ma” H! Lei non può immaginarsi tutto! Avete sbagliato entrambi, è vero, ma qualcuno dovrà pur fare un primo passo nella riconciliazione non credi?- aveva completamente ragione.
-Sì, in realtà Emma l’ha già fatto. Prima dell’incidente.- mi ricordai di quelle sue parole.
-Cosa ti ha detto?-
-Mi ha detto che le dispiace e che è tutta colpa sua. Io però non ho avuto modo di risponderle.- sospirai.
-Allora, qui le opzioni sono due. O ti alzi in questo preciso momento e vai da lei, oppure la chiudete qui. Mi duole dirlo, ma non potete continuare così. Conosco entrambi abbastanza bene da poter dire che in questo modo vi state solamente facendo del male.- quello era uno dei suoi classici consigli che davano vita ai miei pensieri.
-Ero in camera sua fino a mezz’ora fa perché mi ha detto che avrebbe voluto parlare, ma mi sono fatto prendere dal panico e sono corso via inutilmente.- ammisi ciò che era realmente successo e lei sbuffò. 
-Mio Dio Harry! A volte penso davvero che se non ti avessi fatto cadere per terra quando avevi solo quattro mesi, non saresti così stupido!
-Mi hai fatto cadere per terra quando avevo quattro mesi?- ero piuttosto stupefatto in quel momento. 
-Eeehm.. ora non è importante! Alzati da questo letto Harry Edward Styles e vai a dimostrarle cosa vuoi veramente!-
-Ma starà sicuramente dormendo!-  provai a trovare una scusa.
-Sai benissimo che non dorme da un mese perché quando ci prova ha gli incubi- mi smentì immediatamente. 
-Ma..- mi interruppe di nuovo. 
-Alza il tuo sedere da questo letto e vai in camera sua.- prese una pausa. -ORA!!!- quasi sbraitò quando si accorse che non mi stavo muovendo.
Mi diressi verso la porta, convinto che fosse finalmente giunta l’ora di mettere le cose in chiaro.
-E comunque ne riparleremo di quella caduta!- la avvisai, chiudendo poi la porta alle mie spalle.


Emma
Era passata ormai un’ora o poco più da quando ero rimasta da sola. Non avevo sprecato altre lacrime quella volta, mi ero semplicemente sdraiata sul letto, con nessuna possibile prospettiva di dormire, e avevo acceso la televisione, alla quale non stavo dando assolutamente nessuna attenzione.
Stavo fissando il soffitto, pensando a tutto ciò che avevo fatto di sbagliato con Harry. Ne avevo commessi di errori, molti, così come lui d’altronde. Eravamo entrambi colpevoli, ma quale vera relazione può funzionare senza litigi e piccole incomprensioni in fin dei conti? 
Il pensiero utopico che tutte le bambine hanno in mente sin dai primi anni di vita è che esista un principe azzurro e che con lui si possa vivere per sempre felici e contenti. E’ chiaro che il principe esista veramente, ma spesso nella felicità stessa ci sono dei piccoli momenti di tensione, che si devono riuscire a superare. 
Il mio principe azzurro era Harry, lo era sempre stato e non sarei mai riuscita ad immaginarmi affianco a qualcun altro; le litigate c’erano indubbiamente, ma era ovvio che fossimo fatti l’uno per l’altra. Ci capivamo come nessuno era in grado di capirci ed era chiaro quanto non potessimo stare l’uno senza l’altra.
Il problema in quel momento era che non ero ormai più così tanto certa che anche per lui valessero queste cose appena elencate. 

Ero completamente persa nei miei pensieri che sentii a malapena qualcuno bussare alla mia porta. Guardai l’orologio che avevo al polso piuttosto sorpresa visto l’orario. Era davvero tardi e speravo che chiunque mi sarei trovata davanti, avesse una buon motivo per essere lì.
Mi incamminai e quando aprii fui quasi accecata dalla luce del corridoio per prima cosa, poi pensai da avere delle allucinazioni perché Harry era lì di fronte e non avevo nemmeno minimamente pensato che si sarebbe fatto rivedere dopo essere corso via poco prima.
-Harry che diavolo ci fai qui? Sono quasi le tre!- esclamai coprendomi gli occhi con entrambe le mani per evitare di rimanere realmente accecata.
-Ho bisogno di parlarti e voglio che tu mi ascolti. Una volta finito, sarai libera di dire ciò che vuoi, ma prima ti prego lasciami parlare.- mi stava guardando dritto negli occhi come non succedeva da tempo. Il verde delle sue iridi era leggermente più scuro, cosa che succedeva quando era nervoso o agitato.
Io annuii e lasciai che entrasse nella mia stanza, facendogli strada verso il letto su cui ero seduta fino a qualche minuto prima.
-Bene, incomincio dall’inizio..-
-Bè, solitamente è così che si fa- lo interruppi immediatamente e lui mi lanciò un’occhiataccia. -Scusa- sussurrai prima di lasciarlo parlare.
-Allora,-fece una pausa quasi come se si aspettasse che lo interrompessi di nuovo, ma stetti zitta e lui tirò un sospiro di sollievo.
-Ho fatto tanti errori da quando ci siamo conosciuti. Il primo è stato quello di lasciarti andare, ma a 16 anni non avevo idea di cosa mi sarei perso. Fortunatamente l’ho capito, anche se qualche anno dopo e tu mi hai dato la possibilità di dimostrarti quello che significavi per me, mi hai lasciato entrare nella tua vita nonostante io fossi quel “primo amore che ti aveva ferito e fatto stare male”. Questa cosa non è da sottovalutare, perché sono sicuro che non sia stato facile per te. Poi bè, da un anno e mezzo a questa parte ci sono stati molti altri litigi, ma parlando seriamente, quale coppia non ha le sue piccole incomprensioni? Quale coppia va sempre e costantemente d’amore e d’accordo? Escludendo Niall e Frankie ovviamente..- risi a quel commento e il suo viso si illuminò.
-Io sono sicuro di una cosa Emma e questi giorni che abbiamo passato distanti l’uno dall’altra mi hanno fatto convincere ancora di più di ciò: possiamo separarci fin quanto vogliamo, possiamo evitarci per mesi o per anni, ma non potremo mai nascondere la verità a noi stessi. Noi sappiamo che ci stiamo solamente facendo del male comportandoci in questo modo.. sappiamo di non poter essere completamente felici. E’ vero, potremmo anche abituarci all’assenza l’uno dell’altra, ma a che scopo?- pur volendo nascondere le lacrime, tutto lo stress che avevo accumulato nell’ultimo periodo lo stava rendendo impossibile.
-Io non voglio vivere una vita in cui tu non ci sei, anzi, ti assicuro che non ci riuscirei. Non riuscirei a non vedere il tuo sorriso ogni giorno, a non sentire la tua voce ammonirmi per aver combinato una delle mie solite stupidate. E’ impressionante come io sia riuscito a sentirmi così attaccato ad una persona, ma diventa totalmente ovvio farlo quando la persona in questione sei tu. Quindi sì, mi dispiace per essere stato un idiota per fin troppe volte, ma non ti prometto che questo non succederà più; così come non ti prometto che questa sarà l’ultima litigata che faremo, ce ne saranno molte altre se tu deciderai di perdonarmi, ma in fin dei conti questa è la nostra storia e sono più che felice che sia così. Non la cambierei per nulla al mondo perché ti amo come non avrei mai pensato di fare e perché mi rendi felice come non avrei mai pensato di essere.-
Capii che il suo discorso era finito quando abbassò il viso e stette in silenzio, probabilmente aspettandosi una mia risposta. Io ero letteralmente immersa nelle lacrime ed ero senza parole. Non sapevo cosa dire perché non mi aspettavo fosse tornato a dirmi quelle cose. Pensavo avesse deciso di chiuderla completamente,  intuendolo da come era scappato qualche ora prima. 


Harry
Non avevo nemmeno preparato quel discorso, non era servito. Avevo semplicemente deciso di dire tutto ciò che mi frullava nella testa da ormai troppo tempo. 
Ora ero lì, ancora in piedi di fronte al letto su cui lei si era seduta. 
Sì, avevo visto il suo viso completamente ricoperto di lacrime; Sì, avrei voluto stringerla a me come non facevo da giorni.
Stavo solo aspettando una sua risposta, un suo cenno che mi facesse capire che anche lei la pensava come me.
Avevo ancora lo sguardo rivolto verso il basso e avevo quasi paura di alzarlo perché non sapevo che tipo di Emma mi sarei trovato di fronte: un’Emma contenta di aver sentito quelle cose, oppure un’Emma ormai afflitta e senza speranze?
Ero talmente immerso nei miei pensieri che non mi resi nemmeno conto che stava camminando verso di me, lo notai solamente quando le sue gambe furono nel mi raggio di vista, attualmente puntata verso il basso, perciò diciamo che me ne accorsi quando era già piuttosto vicina a me.
Ciò che successe dopo e come successe non mi è chiaro, so soltanto che sentii le sue braccia intorno al collo e le sue gambe attorcigliate intorno alla mia vita. Realizzai dopo qualche secondo che mi era saltata in braccio e che mi stava abbracciando come io desideravo di fare da settimane. A quel punto la strinsi a me, cercando di assaporarmi quel momento nel miglior modo possibile. Mi era mancata ogni singola cosa di lei, addirittura il profumo dello shampoo per capelli che utilizzava. 
Quando la riposai a terra, mi accarezzò il viso con entrambe le mani e mi guardò con gli occhi ancora lucidi a causa del pianto di poco prima.
-Harry, credimi, non potrei essere più felice di avere un’idiota come te al mio fianco!- con quella semplice frase, mi fece capire che il discorso che avevo appena finito era servito a qualcosa. 
-Il mio discorso non era un invito a farmi chiamare idiota, sai?- scherzai, facendo scivolare le mani sui suoi fianchi.
-Ti prego stai zitto, prima che io cambi idea!- esclamò, prima di avvicinare il suo viso al mio facendo il modo che le nostre labbra si toccassero di nuovo.


Emma
-Harry, sei in camera mia da mezz’ora e mi hai già stufato! Non riesci a stare fermo per un secondo?- dopo il nostro commovente momento di riconciliazione, tutto era tornato come prima. Lui rompeva l’anima a me e viceversa.
-Voglio solo aiutarti a sistemare, sembra che ci sia stato un uragano in questa stanza!- mi rispose, infilando tutto ciò che trovava nella mia valigia.
-Ti giuro che sto incominciando a pensare che mia madre si sia impossessata del tuo corpo..- commentai, sdraiandomi sul letto e cercando il telecomando della televisione.
-Ti assicuro che non è così. Pensaci, in quel caso avresti appena finito di baciare lei..- si bloccò con uno dei miei reggiseni in mano, puntandomelo contro.
-Oddio H sono le quattro di notte! Metti giù quel cose e vieni a sdraiarti!- dovevo ammettere che quei battibecchi ironici mi erano mancati.
-Okay, ma solo perché me lo hai chiesto così gentilmente!- rivoltò gli occhi al cielo e in un secondo balzò accanto a me, attorniando le sue braccia alla mia vita.
Restammo in quella posizione per un tempo indeterminato, nessuno dei due dava segni di sonno, probabilmente avevamo passato così tanti giorni distanti l’uno dall’altra che ora l’unica cosa di cui avevamo bisogno era passare del tempo insieme, senza fare nulla di particolare.
-Uuuh, ho una barzelletta da raccontarti!- esclamò improvvisamente mentre guardavamo una replica di “Geordie Shore”.
-Oh no, ti prego H. Le tue barzellette sono orribili!- aveva incominciato addirittura a raccontarle durante i concerti e i ragazzi non sapevano più come farlo smettere.
-Questa è bella, lo giuro!- sospirai e gli feci segno di iniziare a dirla.
-Allora- si sedette a gambe incrociate di fronte a me. -Un uomo entra in un caffè…. SPLASH!- sbraitò la parte finale e incominciò a ridere da solo.
-Hai capito Em?- risata. -l’uomo- risata. -entra nel caffè- risata. -e fa SPLASH!risata.
Dovevo ammettere che era adorabile. Harry sembrava il tipico ragazzo cattivo, pieno di tatuaggi dalla testa ai piedi, ma in realtà era davvero una specie di cupcake, così come lo definivano le sue fans.
-Em, perché non stai ridendo?- mi domandò, dopo essersi calmato. 
-Ommioddio, avrei dovuto ridere?- adoravo prenderlo in giro. 
A quel punto finse un’espressione piuttosto offesa e io non potei trattenermi dal gettarmi addosso a lui e abbracciarlo. Dopo pochi secondi, eravamo di nuovo sdraiati come prima che iniziasse la sua divertentissima barzelletta.
-Oh Harry, a volte penso davvero che se Gemma non ti avesse fatto cadere quando avevi quattro mesi, a quest’ora saresti normale!- esclamai, riportando alla mente quell’aneddoto di cui sua sorella mi aveva parlato prima che io ed Harry litigassimo.
-LO SAI ANCHE TU?- mi domandò sconvolto. -Credo di essere l’unica persona che non è stata informata di questo fatto!-.
Scoppiai a ridere accarezzandogli il volto e guardandolo in ogni suoi minimo particolare. 
-Mi sei mancato- sussurrai, appoggiando la mia testa nell’incavo del sul collo.
-Anche tu Em, non sai quanto!- mi rispose, stringendomi ancora di più a sè.
E così ci addormentammo l’uno accanto all’altra. Finalmente riuscii a dormire senza aver nessun incubo dopo ben quattro settimane.


I'm baaaaack!
Scusate la lunga assenza, ma sto cercando di godermi queste vacanze al meglio! 
Vorrei di nuovo scusarmi per non aver risposto alle recensioni o per non aver letto i nuovi capitoli di alcune fanfiction, è che sto scrivendo una nuova storia e ogni volta che prendo il computer in mano, mi ritrovo ad andare avanti a scrivere senza riuscire a fare nient'altro! Perciò, se volete odiarmi, vi do perfettamente ragione!
Ora, tornando al capitolo, che ve ne pare? Siete felici che si sia sistemato tutto, oppure li preferite quando litigano?
Io personalmente sono felice di questa mia scelta, perchè preferisco scrivere i dialoghi "divertenti" e non pieni di insulti e cose varie haha.
Bè, fatemi sapere che ne pensate e giuro che cercherò di rispondere questa volta! Ma anche se non lo farò, sappiate che leggo sempre le recensioni!
Ora vi salutoooo!
Un bacione, Raffy <3 xxxxx

                           Emma                                                           Harry                                                                   Gemma
          

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Capitolo 52
*** I Couldn't Ask For More. ***


I Couldn't Ask For More
 
-Harry..- sussurrai, senza ricevere risposta.
-Harry..- ripetei di nuovo.
Era completamente sdraiato su di me e stavo facendo fatica a respirare. Dovevo farlo spostare in qualche modo.
-Harry!- esclamai per l’ennesima volta, con un tono un po’ più alto.
-Ancora cinque minuti Liam..- 
-Harry se non ti alzi sarò costretta a tirarti una ginocchiata in un posto dove posso immaginare faccia abbastanza male!- le minacce funzionavano sempre con lui, infatti in un millesimo di secondo era in piedi al lato del letto.
-Dio santo Emma!- esclamò tenendo entrambe le mani ben sigillate intorno alle sue parti basse, mentre io ero immersa nelle risate per la scena che si era appena verificata.
-Non so se essere più sconvolta per il fatto che tu mi abbia chiamato Liam, oppure per l’averti visto scattare così velocemente appena sveglio!- esclamai indicandolo con un dito e coprendomi la bocca con la mano libera.
-Ti.. ti ho chiamato Liam?- balbettò, arrampicandosi di nuovo sul letto e sedendosi accanto a me.
-Sì Harry e non credo di voler sapere il perché!- scherzai, cercando di alzarmi per andare verso il bagno. Dico cercando, perché fui bloccata da una presa sul mio polso che mi fece ritornare immediatamente sul letto non appena i miei piedi toccarono il pavimento.
-Dove pensi di andare?- la sua voce mattutina e quel suo sguardo erano la combinazione perfetta per farmi sciogliere nelle sue braccia.
-A prepararmi H, dovremmo tornare a Londra sai?- risposi, affermando l’ovvio. 
Dopo avermi guardato per qualche secondo senza dire niente, si avventò sulle mie labbra come aveva fatto la sera prima, lasciandomi senza respiro.
-Okay, ora puoi andare..- si alzò velocemente, senza darmi nemmeno modo di realizzare e si diresse verso il bagno con il suo sorriso da colpevole in viso.
-Questa me la paghi!- sbraitai sentendo chiaramente la sua risata prima che il getto della doccia la coprisse.

Passò circa mezz’ora prima che uscisse da quel bagno e ritornasse a farmi compagnia. Io avevo acceso la musica al massimo volume, perciò non mi accorsi immediatamente della sua presenza.
-If today I woke up with you right beside me, like all of this was just some twisted dream, I’d hold you closer than I ever did before. And you’d never slip awaaaay, and you’d never hear me saaaaay..- quando ero completamente presa dal testo di quella canzone, mi voltai verso dove si trovava lui e feci una salto di cerca tre metri per lo spavento.
-Oddio Harry mi ha fatto venire un infarto!- esclamai posando una mano sul cuore per far capire il mio stato. 
Lui non rispose, ma rimase lì a fissarmi con quel suo sorrisetto in viso e solamente un’asciugamano agganciata attorno alla sua vita. Aveva ancora i capelli bagnati a causa della doccia, perciò la visuale non mi dispiaceva per niente.
-Questa cosa è ironica, sai?- mi domandò, avvicinandosi e strofinando un’altra salvietta proprio sulla sua testa, per asciugarsi.
-Cosa?- domandai confusa.
-E’ una coincidenza. Fino a ieri ogni volta che ascoltavo questa canzone durante i concerti pensavo a quanto le parole mi si addicessero e ora ti sorprendo mentre la canti.. - si fermò a pochi centimetri da me, posandomi le mani su i fianchi.
-Bè, se ti fossi svegliato con un’amnesia come nella canzone, questa mattina ti saresti dimenticato tutto quello che hai detto ieri sera.. soprattutto quando ti sei definito IDIOTA- sottolineai quell’ultimo termine sorridendo. Lui mandò indietro la testa ridendo.
-Sapevo che me lo avresti rinfacciato a vita!- commentò tirandomi verso di se e abbracciandomi.
Quel nostro momento fu interrotto dal suono del mio cellulare, che Harry subito afferrò dal comodino su cui si trovava.
-Harry dammi il telefono!- lo ammonii, tendendo la mano aspettando che me lo consegnasse. Ovviamente non mi ascoltò.
-Pronto? Oh ciao Perrie, sì tutto bene grazie!- appena lo sentii nominare il suo nome, mi portai entrambe le mani alla bocca perché ero ancora incredula del fatto che quella ragazza che fino a un anno prima idolatravo, ormai era una delle mie amiche più strette.
-Sì, Emma è qui davanti a me! Dovresti vederla, sono sicuro che non reagisce in questo modo quando riceve le mie telefonate!- Harry amava prendermi in giro e io amavo quel suo lato scherzoso.
Finalmente dopo qualche secondo riuscii a recuperare il mio telefono e a parlare con Perrie. Mi aveva chiamato perché Zayn le aveva raccontato del mio incidente e per ripropormi il suo invito al concerto di quella sera. Ovviamente accettai e ci demmo appuntamento a qualche ora dopo.
-Devo ancora capire perché sei così eccitata quando ti chiama!- commentò lui non appena la telefonata si concluse.
-Harry, Perrie fa parte delle Little Mix, la Girl Band più famosa al MONDO!- esclamai come se fosse un fatto ovvio.
-Mmmh, hai mai pensato al fatto che il tuo attuale fidanzato faccia parte della boyband del momento?- mi domandò in tono scherzoso. In effetti aveva ragione, reagivo così ogni volta che mi presentava qualcuno del mondo dello spettacolo, ma quando si trattava di lui e dei ragazzi era come se mi dimenticassi della loro fama mondiale.
-Va bè, ma tu sei Harry!- gli feci una linguaccia e ritornai ad occuparmi della mia valigia.

Dopo qualche minuto, rimasi da sola perché Harry tornò in camera sua a preparare i suoi bagagli. Quando ritornò da me, era vestito in quel modo che sapeva benissimo farmi impazzire e aveva un sorrisetto in faccia che lo confermava.
-Bè? Sei pronta?- mi domandò sul ciglio della porta con il suo borsone in spalla e gli occhiali da sole indosso.
-Ti odio.- fu l’unica cosa che dissi prima di oltrepassarlo e camminare verso gli ascensori. Una sua risata consapevole giunse alle mie orecchie poco dopo.
-Daaaai Em, aspettami!- esclamò con una cantilena da bambino di cinque anni che vuole essere portato al parco giochi dai genitori. Gli stavo dando le spalle, perciò non mi ero assolutamente accorta che mi aveva ormai raggiunta.
-No! Ti sembra il modo di presentarsi alla porta di una ragazza?- dissi in modo ironico. Lui non mi diede nemmeno tempo di realizzare cosa stesse succedendo perché mi prese per i fianchi e mi girò verso di lui, azzittendomi posando le sue labbra sulle mie.
Non ci volle molto prima che quel bacio diventasse fin troppo spinto; ero sicura fosse tutto dovuto al fatto che eravamo stati distanti per un mese intero e ora non avevamo intenzione di limitarci. Fummo però interrotti da qualche schiarimento di voce, che ci fece sobbalzare.
-Che succede qui?- mia sorella era lì a pochi metri da noi, intenta a guardarci sorridente con Louis accanto.
-Te l’avevo detto che sarebbe successo!- constatò proprio quest’ultimo.
In effetti mi ero completamente dimenticata che nessuno era a conoscenza del fatto che avessimo chiarito quella notte. Io ed Harry eravamo ancora lì pietrificati, cercando una spiegazione da dare.
-Tomlinson, hai tu il mio carica..- Niall si bloccò a metà frase e anche lui ci guardò sorpreso.
-Niall, ti avevo detto di aspett..- ed ecco Frankie dopo qualche secondo, anche lei stoppatasi per lo shock nel vederci insieme.
-Bè?- domandammo io ed Harry all’unisono.
-Ho vinto la scommessa!!!- sbraitò il biondino.
-Perchè dovete sempre scommettere su di noi?- domandò Harry ridendo e causando la risata di tutti.
Dopo esserci ricomposti, scendemmo nella hall dell’hotel dove trovammo Ashton e Gemma che ci informarono del fatto che Zayn, Liam, Michael, Luke e Calum erano già su uno dei due aerei che ci avrebbero riportato a Londra e che quindi noi avremmo preso il secondo. 
-Ben tornata in famiglia Em!- mi sussurrò Gemma, facendo in modo che fossi l’unica a sentirlo mentre ci stavamo dirigendo verso le auto che ci avrebbero condotte all’aeroporto.
-Hey voi due!- la voce di Harry era chiaramente diretta a me e sua sorella. -Qualcuno mi deve delle spiegazioni! Perché sono l’unico qui a non sapere?- sapevamo perfettamente a cosa si stesse riferendo, ovvero a quell’episodio in cui Gemma l’aveva fatto cadere mentre lo teneva in braccio molti anni prima, ed entrambe scoppiammo a ridere.
-Oh, l’hai scoperto Styles?- questa volta fu Louis a parlare e Harry o guardò sconvolto. -Anche tu lo sai????- domandò.
-Haz, lo sanno tutti!!- aggiunse Niall, seguito dalla sua risata contagiosa. 
-Mi ritengo offeso!- esclamò Harry, incrociando le braccia al petto e impostando un’espressione triste. Le risate aumentarono a quel punto e io mi diressi verso di lui afferrandogli una mano.
-Dai H, puoi continuare a fare l’offeso in macchina!- gli diedi un veloce bacio sulla guancia e lo trascinai sull’auto.
-Me la pagherete!- disse lui, facendoci ridere di nuovo.


Dopo circa due ore eravamo di nuovo a Londra. Dovevo ammettere che il dolore causato dall’incidente si stava facendo risentire, motivo per il quale Harry aveva insistito nel portarmi a casa con lui invece che farmi tornare al mio appartamento da sola, dato che mia sorella e Frankie avevano deciso di stare con Louis e Niall. In quel momento ero sdraiata su quel letto che fino ad un mese prima avevamo condiviso mentre lui aveva deciso di fare la sua seconda doccia della giornata. Ero talmente persa nei miei pensieri da non accorgermi che mi stava fissando ormai da un po’ di tempo, posato con la schiena sulla porta del bagno. 
-Da quanto sei lì?- gli domandai quando incominciò ad avvicinarsi al letto. Era a petto nudo ed indossava solo un paio di boxers.
-Da qualche minuto. Quando ho aperto la porta ti ho vista così assorta e non ho voluto disturbarti- ammise, sdraiandosi accanto a me.
-A cosa pensavi?- mi domandò ruotandosi su una spalla sola e accarezzandomi il viso. 
-A tutto questo..- ammisi senza pensarci un attimo. 
-Ovvero?- non aveva afferrato il concetto e lo dedussi dalla sua fronte corrucciata una volta che mi misi anche io nella sua stessa posizione, in modo da guardarlo dritto negli occhi.
-Mi spaventa il fatto che non riusciamo a stare lontani H. So che ora penserai che io sia pazza, ma diciamo che è un spavento in senso positivo. Se penso a due anni fa a quest’ora, tu eri solo un ricordo.. qualcosa che cercavo di evitare. Ora invece è il contrario, sei diventato la mia vita e ho provato sulla mia pelle più volte cosa significa perderti.. E’ come perdere una parte di me stessa.- dal suo sguardo concentrato potevo capire che mi stava ascoltando attentamente e stava pensando ad ogni singola parola che usciva dalla mia bocca.
-Cosa succederebbe se fossimo costretti a stare lontani? Ho quasi paura che un giorno ti renderai conto che io sono troppo poco, perché in fin dei conti io non ti merito. Non merito la vita che mi stai facendo vivere..- a quel punto fui costretta a rompere il contatto visivo.
-Emma..- sussurrò posando due dita sul mio mento per far si che tornassi a guardarlo. -Non penso tu ti renda conto di quanto semplicemente con uno sguardo tu riesca a migliorarmi la giornata. Non ti rendi conto di quanto sia io quello che non ti merita. Certo, devo ammettere che la mia vita è ben agevolata in questo momento, ma non potrei definirla perfetta se al mio fianco non ci fossi tu.- una lacrima stava minacciando di uscire dal mio occhio, ma quella volta era una lacrima di gioia. 
-Non permetterò a nessuno di separarci, non lo permetterò nemmeno a me stesso Em.- a quel punto sentii l’enorme bisogno di abbracciarlo e di stringerlo a me. Era come avere il mondo tra le braccia quando lo facevo.
Ci volle poco prima che le nostre azioni ci facessero capire che avevamo bisogno l’uno dell’altra in quel modo che ci univa al meglio.


La nostra riconciliazione in piano fisico durò fino a quando entrambi non avevamo più aria nei polmoni per continuare, perciò in quel momento eravamo di nuovo sdraiati sul letto, con le gambe ingarbugliate e la sua testa era posata sul mio stomaco. Il suono del campanello interruppe quei minuti romantici.
-Avevi invitato qualcuno?- gli domandai piuttosto sorpresa.
-Intendi per un manage a trois? No Em, non sono ancora così perverso!- il suo sarcasmo era sempre presente. Gli tirai un leggero schiaffo sul petto prima di infilarmi una delle sue magliette e scendere con lui al piano di sotto, per controllare chi si fosse presentato alla nostra, bè sua, porta.
Giunsi al suo fianco proprio nel momento in cui aprì ed entrambi rimanemmo sorpresi nel vedere quelle due figure davanti ai nostri occhi.
-Mamma?- esclamammo contemporaneamente. Infatti in fronte a noi vi erano Anne e mia madre, sorridenti più che mai con le braccia tese verso di noi, pronte ad abbracciarci.
-Abbiamo interrotto qualcosa?- domando mia madre dopo aver salutato entrambi, riferendosi al nostro abbigliamento. In effetti Harry indossava solamente un paio di boxer e io una sua maglia.
-Ehm no.. io..- Harry cercò di inventarsi una scusa, ma ovviamente non ne fu in grado.
-No, stavo solo andando a farmi una doccia!- risposi io al suo posto, lanciandogli uno sguardo come per dire “potevi fare di meglio”, e poi chiusi la porta alle spalle delle due donne che erano ormai entrate.
-Oh Debs, non metterli in imbarazzo!- esclamò Anne sorridendo.
-Bè, come mai questa sorpresa?- domandò Harry cambiando discorso e dirigendosi verso la cucina.
-Avremmo dovuto venire domani, per il concerto al Wembley Stadium, ma Deborah era un po’ preoccupata per l’incidente di Emma perciò abbiamo pensato di venire un giorno prima..- spiegò Anne.
-Tranquilla mamma, Harry si sta prendendo cura di me- la informai io, abbracciandolo.
-Non avevamo dubbi!- rispose lei, di nuovo facendo allusioni ad altro.. classico di mia madre.

Quella sera portammo anche le nostre due ospiti inaspettate al concerto delle Little Mix, in quando si erano rivelate fan accanite,  e mi sentii felice più che mai quando mi resi conto di quanto tutto fosse dannatamente perfetto in quel momento.

Non potevo chiedere di meglio.


Okay vi devo tantissime scuse e non so se mi perdonerete, spero vivamente di sì!
Sono stata assente più del solito, ma diciamo che ho avuto una specie di blocco delle scrittore e questo capitolo ne è la prova dato la scarsa lunghezza e le scarse idee! Ho iniziato a leggere molte Fanfictions su siti vari (in inglese) e mi sono resa conto di quanto la mia sia uno schifo a confronto, perciò mi sono un po' buttata giù da sola. Spero ugualmente che non mi abbandonerete, anche perchè credo che tra poco questa storia giungerà ad una fine e ho già molte idee per una nuova fanfiction, un po' diversa da questa ad essere sincera!
Mi scuso ancora per il tremendo ritardo! Fatemi sapere cosa ne pensate, pleaaaase!
Love you xxxx


Raffy.


      



          

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Capitolo 53
*** Fucking Perfect. ***


Fucking Perfect  
6 mesi dopo..

-Hey bella addormentata nel bosco! Hai intenzione di farti fare gli auguri per i tuoi vent’anni o pensi di dormire tutto il giorno?- inutile dire che la mia migliore amica stava saltando sul mio letto come una forsennata cercando di svegliarmi.
-Va bene, va bene mi alzo!!- mi arresi quando si buttò a capofitto su di me schiacciandomi sotto il suo corpo minuto.
-AUGURI EMMA!!!- mia sorella si unì a quel momento di euforia correndo in camera. 
Era ormai Novembre; io e Frankie avevamo iniziato il nostro stage come giornaliste per una rivista londinese e tutto andava a gonfie vele, mentre Daisy era in città per l’imminente settimana della moda in cui avrebbe lavorato.
Il suono del mio telefono mi fece muovere repentinamente verso il comodino per rispondere.
-Pronto?- dissi sorridente, sapendo di chi si trattava.
-Sì, parlo con la ventenne più bella che esista?- la sua voce mi dava ancora la pelle d’oca dopo tutto quel tempo.
-Oh stai zitto Harry!- il mio commento fece mandare gli occhi al cielo ad entrambe le ragazze di fronte a me; sapevano benissimo quando la nostra relazione fosse basata sul sarcasmo e sull’ironia, perciò ormai non si sorprendevano più quando mi sentivano parlare in quel modo. Agli inizi pensavano sempre che stessimo litigando, ma ora ci avevano fatto l’abitudine. La risata dall’altra parte della cornetta mi fece intuire che anche Harry non era da meno.
-Auguri!!!!- urlò quasi stordendomi. 
-Grazie H- non aspettai nemmeno un secondo per riporre quella domanda per la centesima volta. -Quando tornate?- ero in subbuglio.
I ragazzi erano in tour in Cina e Giappone da ormai due mesi e mezzo e noi ragazze non eravamo riuscite ad accompagnarli come avevamo fatto quell’estate in America, per via del lavoro.
-Mmh, siamo in aeroporto in questo momento.. domani mattina saremo lì!- il suo tono di voce mi faceva capire quanto fosse entusiasta.
-Sarà il più bel regalo di compleanno in ritardo di sempre allora!- mia sorella e Frankie storsero il naso.. non ero un tipo da smancerie in pubblico perciò quando mi coglievano sul fatto, non facevano altro che prendermi in giro.

Quella mattina le ragazze decisero di portarmi a fare colazione; si unirono anche Perrie, Gemma e Danielle, nonostante le loro vite piene di impegni. 
Il mio capo aveva deciso di darmi qualche giorno di ferie causa compleanno e sinceramente non mi sarei mai aspettata qualcosa di simile. Quando si era presentato nell’ufficio che mi era stato assegnato dicendo “Edwards, vai a casa e goditi il tuo compleanno.. Ci rivediamo settimana prossima”, ero rimasta quasi pietrificata.
-Okay, chi glielo dice?- Daisy buttò giù quella domanda mentre stavo bevendo l’ultimo sorso di caffè. Le altre si lanciarono sguardi di intesa e incominciai a insospettirmi.
-Bene, cosa mi state nascondendo?- domandai posando la tazza sul tavolo davanti a me e guardandole una ad una negli occhi.
-Parlo io!- esclamò Gemma. -Allora, siccome i ragazzi saranno via fino a domani, abbiamo organizzato una specie di gita tra noi ragazze per festeggiare al meglio il tuo compleanno. Ovviamente la meta resterà segreta fino a quando saremo lì!- 
-Perciò ora corri a casa e prepara qualcosa da metterti perché andiamo a spassarcela!!- questa volta era stata Perrie a parlare.
-Ma.. ma..- cercai di mettere becco in quello che sembrava essere più un ordine che una proposta, ma non me lo permisero.
-Niente ma Emma! Non facciamo mai niente insieme!- scoppiammo tutte a ridere dopo l’ultima affermazione della mia migliore amica.
-Frankie, abbiamo girato il mondo insieme!- le feci notare, tra una risata e l’altra.
Il discorso andò avanti per un altro po’, prima che le ragazze finalmente mi convincessero ad andare a prepararmi. L’idea di salire su un aereo bendata un po’ mi spaventava, ma non ebbi altra scelta quando mi posero una sciarpa davanti agli occhi e mi fecero salire uno ad uno i gradini della scala che mi portò sull’aeromobile.

Non fui in grado di valutare quanto tempo ci mettemmo, so solo che non mi permisero di dare nemmeno una sbirciatina fino a quando non giungemmo all’interno di quella che capii poco dopo essere un’abitazione. Quando finalmente potei di nuovo usare il senso della vista, riconobbi benissimo il luogo in cui ero stata condotta.
-Oddio, ma siamo nella casa in Spagna! Non ci venivo da anni!!- esclamai felicissima, ripensando a tutti i ricordi che quei muri portavano con sé. 
Era il luogo in cui io e Daisy avevamo passato le nostre vacanze da piccole; il luogo in cui io e Frankie ci eravamo raccontate i nostri segreti a notte fonda; il luogo in cui io e Gemma avevamo capito quando simili l’una all’altra fossimo, ma soprattutto, il luogo in cui io ed Harry ci eravamo conosciuti.
-Ed è proprio questo il motivo per cui abbiamo deciso di portarti qui!- rispose mia sorella abbracciandomi.
-Okay, ora passiamo alla parte più bella..- aggiunse poi, dopo avermi rilasciata. Diede un po’ di suspense, perché decise di non concludere la frase nonostante la mia invisibile curiosità.
-FREE SHOPPING!- urlarono tutte contemporaneamente. 
-Cccosa?? Free shopping? Ma.. ma come?- balbettai.
-Oh bè, può capitare quando al tuo ragazzo miliardario decide di farti un regalo per il tuo ventesimo compleanno..- fu Gemma a darmi una risposta e io cominciai a sentire le lacrime che minacciavano di uscire dai miei occhi. 
Era tutto dannatamente perfetto.


Nel tardo pomeriggio ero nel camerino dell’ultimo negozio in cui avevamo deciso di entrare per quel giorno, provando l’abito che le ragazze avevano scelto per me, dicendo che avrei dovuto indossarlo quella sera quando saremmo uscite a festeggiare.
-Emmaaaa! Sei nel camerino da dieci minuti!- mia sorella mi richiamò. In effetti sì, ero davanti allo specchio da fin troppo tempo, cercando di capire se quel vestito mi stesse bene oppure no. Era perfetto, non vi erano dubbi, ma avevo paura fosse un po’ “Troppo” per una serata tra ragazze.
Quando uscii per mostrarlo alle ragazze, tutte si portarono le mani alla bocca in segno di stupore.
-Em, è perfetto!- esclamò Perrie per prima.
-Mmmh, sicura? Non è un po’ troppo?- domandai, facendo una piroetta su me stessa.
-No, assolutamente no!- Danielle diede voce ai pensieri di tutte le altre che stavano solamente mimando “No” con la testa.
-Ma..- cercai di far valere il mio punto, ma non mi fu permesso.
-Davvero Em, ti sta d’incanto!- mi interruppe Gemma.
Dopo i vari atti di convincimento, mi decisi finalmente a comprarlo e mi sospese come in ogni negozio fosse bastato dire che tutto era stato pagato da Harry, per uscire senza sganciare nemmeno un soldo. Avrei voluto chiamarlo non appena mi era stata data la notizia, ma le ragazze non me lo avevano permesso dicendo che era sull’aereo che lo avrebbe riportato a Londra, perciò sarebbe stato inutile anche solo provarci.
-Ora, per ultima cosa, andremo tutte a farci sistemare capelli e trucco!- esclamò Frankie eccitata, indicando una Beauty Spa a pochi metri da noi.

-Bene, ora fatemi capire- presi una pausa e mi infilai l’ultima manica del vestito che avevamo scelto. -Ceneremo nel ristorante in cui ho sempre sognato di cenare? Quello sulla spiaggia?- potevo aver compiuto vent’anni, ma dentro di me ero ancora una ragazzina che veniva resa felice con dei gesti del genere.
-Esatto, ora muoviti altrimenti arriveremo in ritardo! Abbiamo prenotato per le 9!- mia sorella mi afferrò per un braccio e mi tirò verso di lei, ferma davanti alla porta pronta ad uscire. 
Quando uscimmo di casa, vi era un auto ad aspettarci. Alla guida riconobbi subito Basil, uno delle guardie del corpo che non aveva seguito i ragazzi in Giappone.
-Auguri Emma!- esclamò aprendomi la portiera.
Il viaggio fu colmo di chiacchierate tra ragazze e dei miei discorsi su quanto non vedessi l’ora di mangiare in quel posto. Ogni volta che vi passavo davanti da bambina, vedevo quelle coppiette in riva al mare che cenavano al lume di candela e sognavo sempre di poter ritrovarmi in una situazione del genere un giorno. 
-Bene, eccoci qui! Quando avrete terminato, sarò qui fuori ad aspettarvi.- ci disse Basil, prima di aprirci di nuovo le portiere.
Quando scendemmo, notai che le ragazze si erano bloccate momentaneamente e che tutte stavano fissando a una delle due scarpe di Danielle.
-Che succede?- domandai, ormai già qualche metro più avanti di loro.
-Mi si è spezzato il tacco!- esclamò la diretta interessata.
-Incomincia ad entrare Em, noi troviamo una soluzione e ti raggiungiamo!- incitò Gemma ricevendo il consenso da tutte le altre.
Mi chiesi momentaneamente a cosa servissero quattro ragazze per un tacco rotto, ma decisi di non farci troppo caso e feci come mi era stato detto, più che altro perché stavo letteralmente morendo di fame.
Non appena mi avvicinai all’entrata, la porta mi fu aperta da uno dei camerieri che mi sorrise e mi fece strada verso una ragazza.
-Emma, giusto?- mi domandò lei sorridente. Mi lasciò un po’ spiazzata perché mi sembrò alquanto strano il fatto che sapesse chi fossi.
-Ehm.. sì.- le risposi leggermente a disagio.
-Seguimi pure, ti accompagno al tavolo- incominciò a camminare davanti a me mentre io le stavo dietro come un cane smarrito.
Quando si fermò, mi indicò un tavolo apparecchiato per due ed immediatamente mi resi conto che era proprio quello che vedevo da bambina.
-Ehm, dev’esserci un errore. Io sono qui con le mie amiche- quasi sussurrai, ma lei sembrò non sentirmi e si allontanò, camminando nella direzione da cui eravamo arrivate.
-Non c’è nessun errore Em..- non appena sentii quella voce, incominciai a guardarmi intorno in cerca della persona da cui proveniva. Non era una semplice voce, era la sua voce. Quella che per ormai quasi tre mesi avevo sentito solo tramite un telefono o un computer, quella che mi mancava più che mai.
Continuai a cercarlo e finalmente riuscii a intravedere la sua riccia chioma, nonostante la luce soffusa di quel ristorante. Feci cadere la borsa che avevo in mano e incominciai a correre verso di lui. Aspettavo di farlo da troppo tempo, perciò non mi feci nessun problema quando gli saltai in braccio, stringendolo più che mai. Quando mi riposò a terra, lo guardai dritto negli occhi, in procinto di piangere dalla contentezza.
-Pensavi davvero che mi sarei perso il tuo ventesimo compleanno?- mi domandò, dopo un lungo e desiderato bacio.
-Ma come? Cosa? Come diavolo avete fatto?- balbettai ancora in shock.
-Se parli del fatto che le tue amiche siano riuscite a mantenere il segreto, sono piuttosto sorpreso anche io!- scherzò rispondendomi. 
-Ora sediamoci, so per certo che stai morendo di fame.- mi prese per mano e mi guidò al tavolo.
-Mi conosci bene Styles!- esclamai sedendomi di fronte a lui.
Durante la cena, Harry mi raccontò ogni singolo dettaglio del tour e io gli raccontai dei primi mesi del mio stage. Mi era mancato poter guardarlo dritto negli occhi e perdermici all’interno. 
-Sai, ti ho portato qui per un motivo preciso..- disse improvvisamente, mentre aspettavamo il dessert. -Mi ricordo quando, quattro anni fa, passammo qui davanti una sera e tu mi dissi “un giorno sarò anche io seduta a quel tavolo con la persona che più amo al mondo”- mi chiesi come facesse a ricordarsi le precise parole che erano uscite dalla mia bocca in quell’occasione.
-E in un certo senso ho incominciato a sognare anche io qualcosa del genere, perché per quanto cercassi di nasconderlo all’epoca, sono un tipo abbastanza romantico.- avrei voluto interromperlo, ma volevo innanzitutto capire a che punto volesse arrivare con quel discorso, perciò lo lasciai parlare.
Quando si alzò, mi porse una mano e mi invitò a fare lo stesso, camminando verso la spiaggia a pochi metri da noi.
Scese il silenzio per qualche minuto, fino a quando entrambi ci fermammo e guardammo il tavolo al quale eravamo seduti, rendendoci conto di essere nella stessa posizione in cui ci eravamo trovati anni prima, più piccoli e spensierati di quanto fossimo in quel momento. Incominciai a pensare a quante cose fossero cambiate, a quanto fossimo entrambi maturati moltissimo, probabilmente tutto dovuto alla vita che conducevamo. Sembra tutto così facile dall’esterno, ma non lo è per niente. 
-Ehm..- mi schiarii la voce. -H, non vorrei che ci portassero il dolce e pensassero che siamo scappati!- era il mio classico riuscire a rovinare momenti così romantici con frasi totalmente inutili. Lui scoppiò a ridere, come sempre in situazioni del genere e mi rendeva felice, sì, mi rendeva felice sapere che riuscivo a farlo sorridere; mi rendeva felice sapere che era felice.
-Tranquilla, ci vorrà pochissimo, ma ho in mente un discorso e se non parlo adesso probabilmente mi dimenticherò tutto tra qualche minuto- mi afferrò entrambe le mani e si pose esattamente di fronte a me.
-Okay, prometto che starò in silenzio allora..- mi misi una mano sul cuore in segno di promessa e poi tornai a stringere le sue.
-Allora.. non so nemmeno come iniziare..- guardava per terra, come se fosse imbarazzato.
-Harry, mi stai mettendo ansia..- ammisi, posandogli un dito sotto il mento per far si che tornasse a guardare me. 
-Sai mantenere le promesse vedo!- scherzò, riferendosi a quella che avevo fatto pochi secondi prima. 
-Ops, hai ragione!- mi scusai e ritornai muta.
-Okay, allora.. poco più di un mese fa ero al telefono con te e ho incominciato a pensare ad alcune cose..-
-Uh, quindi non mi stavi ascoltando!-
-EMMA!
-Scusa, hai ragione, continua.-
-Mh.- sospirò. -Ho pensato a tutto quello che abbiamo passato insieme; Ai litigi, ai chiarimenti, ai nostri semplici discorsi in cui finiamo sempre per insultarci, anche se in senso buono; Ho pensato al fatto che il tempo che abbiamo passato insieme mi ha fatto scoprire una parte di me che non pensavo nemmeno esistesse. Quando siamo insieme Em, tutto è diverso e quando non lo siamo è come se mi mancasse qualcosa. Mi sembra di conoscerti da sempre, sinceramente non mi ricordo di aver vissuto la maggior parte della mia vita senza di te.- il mio cuore batteva a mille ed ero quasi certa che da un momento all’altro sarebbe uscito dal mio petto.
-Ho ripensato a quando ti ho dato quell’anello che entrambi portiamo e alle parole che ci siamo detti in quell’occasione. Mi ero ripromesso che un giorno ti avrei finalmente chiesto di passare il resto dei tuoi giorni con me, perché non vedo altro nel mio futuro. Tutto è così incerto nel sogno che sto vivendo, ma tu sei l’unica cosa per cui sono sicuro valga la pena combattere. Da vecchio voglio potermi svegliare la mattina e trovarti al mio fianco e darti il buongiorno, pensando a quanto sia stato fortunato a poter passare la mia vita insieme a te. Voglio esserci in qualsiasi momento importante e voglio poterti definire mia e di nessun altro perché non durerei un giorno senza di te al mio fianco e perché ti amo più di qualsiasi altra cosa..- come si può benissimo immaginare, quelle parole erano giunte dritte al mio condotto lacrimale, perciò in quel momento stavano uscendo fiumi dai miei occhi.
-Perciò stasera, oltre a farti gli auguri per il tuo ventesimo compleanno, voglio chiederti una cosa.- in quel momento si inginocchiò e io sentii la terra sotto i piedi scomparire. Le farfalle nel mio stomaco si stavano dando alla pazza gioia e sentivo il disperato bisogno di una bombola di ossigeno.
-Mi darai la possibilità di augurarti buon compleanno per i prossimi circa mille anni, perché sono sicuro che vivremo così tanto… - fece una pausa durante la quale entrambi ridemmo.
-Bè, in poche parole, Emma vuoi sposarmi?- ecco le due parole che ormai da qualche minuto ero certa avrei sentito. 
Quando aprì la scatoletta che aveva tra le mani, mi portai istintivamente le mani alla bocca perché l’anello era qualcosa di indescrivibile; probabilmente se qualcuno fosse stato in grado di dare un valore alla mia vita, non avrei superato il costo di tutti quei diamanti.
-Devo ammettere che non me lo aspettavo..- furono le prime parole che mi uscirono dopo la fase di shock iniziale. Le lacrime continuavano a scendere, lacrime di gioia ovviamente. -Non mi aspettavo di trovarti qui, non mi aspettavo la cena e soprattutto non mi aspettavo questo- gesticolai, indicando l’anello che mi stava porgendo. -Ammetto che è stato un shoccante vederti inginocchiare davanti a me e dire tutte quelle parole, ma lo è stato in senso buono perché hai praticamente espresso tutto ciò che anche io penso.- i suoi occhi erano lucidi ed ero certa stesse cercando di decifrarmi. -Quindi si Harry, aspetterò i tuoi auguri di compleanno per i prossimi chissà quanti anni e passerò il resto dei miei giorni con te perché ti amo e sei la miglior cosa che mi sia successa in questi 20 anni di vita!- non ero ancora giunta a metà frase quando Harry si alzò dalla posizione in cui si trovava e mi abbracciò, sollevandomi da terra e facendomi fare una piroetta.
Dopo nemmeno un minuto, mi infilò l’anello al dito e sentimmo delle urla provenire dal ristorante: quando ci voltammo, notai tutti i nostri amici correrci incontro. Riconobbi tutti i ragazzi, la crew, Lou, e tutta quella che ormai era diventata una grande famiglia. Quando ci raggiunsero, ci furono una serie di scambi di abbracci ed auguri e l’unica persona che in riuscivo a vedere in quella folla era Harry. Sì, perché Harry era la mia fonte di luce, illuminava le mie giornate con semplici gesti e non sarei mai riuscita a immaginarmi senza di lui, lo consideravo tecnicamente impossibile.
Harry era la risposta a tutti i miei problemi, era tutto ciò di cui avevo bisogno.
Quando giunsi a Niall, sapevo che in qualche modo sarebbe riuscito a spararne una delle sue anche quella volta.
-Oh Emma, sono felice che tu abbia detto di sì! Ora entriamo però? C’è una torta che ci aspetta!- ed avevo ragione.
-Horan, tu pensi sempre e solo a quello!- esclamò Frankie dandogli una pacca in testa. 
-Inizialmente pensavo che qualcuno stesse facendo riferimento al sesso, ma quando ho capito che si stava parlando di Niall, ho capito subito di aver inteso male!- commentò Louis venendomi ad abbracciare. 
Le risate che riuscivo a farmi con quelle persone erano innumerevoli e l'amore che Harry riusciva a trasmettermi anche semplicemente con uno sguardo era indescrivibile.

E per l’ennesima volta, tutto era fottutamente perfetto. 



Odiatemi, avete tutto il diritto di farlo! 
Ci ho messo una vita ad aggiornare, ma questa volta ho una buona scusa! Sono stata a NYC per un mese, sono tornata circa tre giorni fa, perciò non ho avuto nemmeno un secondo per pubblicare questo nuovo capitolo che avevo in mente da ormai mesi!
Nonostante l'estremo ritardo, spero che vi sia piaciuto! Ve la aspettavate una proposta del genere??
Io sinceramente non vedevo l'ora che Harry si decidesse a farla, perchè per me lui ed Emma sono la coppia ideale! E' vero, solo giovani e probabilmente molte di voi non saranno d'accordo con la mia scelta, ma dopotutto è solamente una fanfiction :)
Fatemi sapere cosa ne pensate, pleaseeeee <3
Un bacio, Raffy <3 xxxxx

P.S. Nel caso in cui ci fossero errori grammaticali, mi scuso e prometto che li correggerò non appena rileggerò il capitolo, dato che non ho avuto tempo di farlo prima di pubblicarlo! xx

                              
 

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Capitolo 54
*** Women's Talks & Tears. ***


 Women's Talks & Tears

Quella sera andò tutto alla perfezione. 
Non avevo smesso nemmeno un secondo di guardare due cose in particolare: l’anello che avevo al dito e la persona al mio fianco, quel ragazzo che amavo più della mia stessa vita. Non riuscivo ancora a capacitarmi di come tutto ciò fosse possibile. Lo guardavo mentre parlava con i presenti e sorrideva mostrando quelle sue stupende fossette e mi chiedevo continuamente “Perché io?”, cos’ho fatto di così tanto speciale per meritarmi qualcosa del genere. 
Quando chiamai i miei genitori per dare la notizia, scoprii che in realtà loro ne erano già a conoscenza perché Harry aveva fatto le cose all’antica e aveva chiesto la mia mano a mio padre prima di farmi la proposta. Un’altra delle tante cose che amavo di lui era proprio il rispetto nei confronti di chiunque. 
Anche Anne e Robin sapevano tutto e potei giurare di sentire Anne piangere tramite il telefono quando la chiamai quella sera. 
Festeggiamo fino al mattino dopo, quando eravamo tutti fin troppo ubriachi per continuare. Tornammo a casa nel tardo pomeriggio, quando finalmente riuscii a passare un po’ di tempo da sola con colui che ormai potevo definire il mio promesso sposo.
Dopo esserci risistemati in casa, ci piazzammo davanti alla televisione ed il fatto che lui fosse lì di fianco a me mi rendeva la persona più felice al mondo.
-Em, devo ancora darti il regalo per il tuo compleanno..- disse improvvisamente, mentre ero piuttosto immersa nel film che stavamo guardando.
-Se è qualche riferimento perverso risparmiatelo H- lo presi in giro, pensando che lui stesse facendo lo stesso con me.
-Tranquilla, per quella parte ci penseremo in camera da letto.- mi fece l’occhiolino e io cercai di spingerlo lontano da me. -Ora però..- si alzò, letteralmente scavalcandomi per raggiungere di corsa lo studio e tornare da me altrettanto velocemente. Quando si ripresentò, aveva in mano una scatoletta nera non molto grande.
-H come regalo mi è bastato ieri sera!- esclamai, ripensando al momento più bello della mia vita.
-Pensavi davvero quello fosse il tuo regalo Em? Quello è un regalo che mi sono fatto io e sono stato piuttosto egoista a farlo proprio il giorno del tuo compleanno- si sedette di fianco a me e mi avvicinò a sé afferrandomi per i fianchi. -Questo è il tuo regalo.- mi porse la scatola che aveva in mano con un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Vederlo così felice mi riempiva il cuore, perciò evitai di lamentarmi come mio solito sul fatto che non dovesse spendere così tanti soldi per me. Fissai quella scatola per qualche secondo prima di decidermi ad aprirla.
Quando lo feci, trovai qualcosa di inaspettato. 
-Delle chiavi?- domandai confusa. 
-Leggi cosa c’è scritto sopra..- mi indicò il portachiavi che le teneva insieme, ancora più sorridente, tanto che mi stessi cominciando a chiedere come fosse possibile che non gli facesse male il viso. In qualsiasi caso, feci come mi aveva suggerito.
-Los Angeles- lessi, ancora più confusa. A quel punto, come immaginavo, Harry fu pronto a spiegarmi.
-Ti ricordi quando siamo stato da Courtney quest’estate durante il tour?- mi domandò, facendo riferimento a Courtney Cox, l’attrice che era diventata famosa grazie alla serie tv Friends, non che la mia preferita. Come poteva anche pensare che me lo fossi dimenticata? Continuavo a sognarmi di andare di nuovo a fare shopping con lei da quando avevamo lasciato la sua casa.. okay, forse ero leggermente ossessionata, perciò annuii semplicemente, nonostante il discorso che stavo facendo tra me e me nella mia testa.
-Bè una sera, mentre tu eri in camera a prepararti per la cena, Court mi ha detto che avevano finalmente finito di costruire la casa affianco alla sua. Quello mi fece ripensare immediatamente a quando parlando mi avevi detto che avevi sempre sognato di avere una casa in un posto del genere..- non aveva ancora finito di parlare ma io mi ero già portata le mani davanti alla bocca in segno di stupore e le lacrime si stavano già preparando ad uscire.
-Quiiindi, il giorno dopo, quando tu sei uscita con Danielle, ho chiamato il proprietario della casa e ho chiesto se avesse intenzione di venderla. Lui mi ha detto di sì e mi ha proposto di andare a vederla- a quel punto ricollegai tutto.
-AH ECCO DOV’ERI QUANDO MI HAI FATTO PREOCCUPARE PERCHE’ NON RISPONDEVI AL TELEFONO!- sbraitai facendolo sobbalzare e ridere.
-Sì ero con lui e ho comprato quella casa, l’ho arredata, con l’aiuto di Gemma, Daisy, mia mamma e la tua perché come dicono loro, le donne ne capiscono più degli uomini in questi casi, e ora.. bè, ora è nostra.- lo guardai senza parole e indecisa sul da farsi. Non sapevo se urlare o saltargli addosso dalla contentezza. Nell’incertezza, optai per entrambe perciò mi riempii i polmoni di aria e urlai saltandogli addosso per abbracciarlo.
-Harry tu sei fuori di testa!!!- esclamai piangendo di gioia.
-Colpa tua Edwards, sei tu che mi hai fatto impazzire- dopo un mio “aaaw” per quella frase, tornai in me stessa.
-Mi farai venire il diabete un giorno- lo presi in giro come mio solito.
-Ma è per questo che mi ami- prese a farmi il solletico sui fianchi, sapendo quanto lo soffrissi.
-H ti prego smeeeettilaa- riuscii a dire tra una risata e l’altra.
-Dimmi che mi ami e la smetto!- mi minacciò sorridente.
-Okay, okay! Ti amo!- ero stata abbastanza a fingere che fosse stato un peso per me dire quelle due parole, quando in realtà avrei voluto urlarle dalla mattina alla sera.
-Bene, se mi ami così tanto allora corri a preparare una valigia, abbiamo un aereo da prendere e persone da incontrare- mi lasciò di stucco, di nuovo.
-Bè? A che cosa credi che servano quelle chiavi?- incominciai a saltare sul divano come una bambina quando capii cosa stesse dicendo. C’era un volo diretto a Los Angeles ad aspettarci.
-Mia mamma e Gemma ci aspettano all’aeroporto. Tra qualche giorno ci raggiungeranno anche i tuoi, Daisy, Louis e Robin- lo guardai di nuovo con gli occhi colmi di lacrime.
-Una vacanza di famiglia..- sussurrai e potei giurare che anche i suoi occhi fossero lucidi.
-La nostra famiglia- mi rispose abbracciandomi.
-Ora vai a prepararti!- esclamò dopo qualche minuto. 
-Okay, nel frattempo chiamerò tutte le persone coinvolte in questa storia fingendomi arrabbiata perché non me l’hanno detto prima!- esclamai correndo verso le scale.
-Sei sempre la solita Em- affermò lui scuotendo la testa sorridente.
-E’ per questo che mi ami!- copiai la sua frase detta poco prima e lui mimò un “ti amo” con le labbra.


Ed eccoci la mattina dopo davanti alla porta di quella che più che una casa sembrava un reggia. Non avevo fatto altro che ringraziare Harry dalla sera prima, senza rendermi mai davvero conto che fosse tutto vero. Ma in quel momento mi trovavo lì con le chiavi in mano e la realtà mi stava travolgendo come un’onda. Non era un sogno, Harry aveva fatto davvero una cosa del genere per me, per noi.
-Em, per aprire dovresti infilare la chiave nella serratura sai?- la voce del mio fidanzato mi scosse dai miei pensieri e mi resi conto di essere ancora in procinto di piangere.
-Oh tesoro, lasciala realizzare un secondo- mi difese Anne, abbracciandomi teneramente.
-Sai H, non capita tutti i giorni una cosa del genere- aggiunse Gemma, affiancandomi dal lato opposto di sua madre e abbracciandomi a sua volta.
Presi un respiro profondo e mi decisi ad aprire. Quando lo feci, la mano di Harry si unì come una calamita alla mia e mi guardò con uno sguardo rassicurante, lasciandomi un bacio in fronte.
Quando finalmente entrammo, mi sentii quasi svenire. Mi guardai intorno rendendomi conto che quella era la casa dei miei sogni. Quella che avevo sempre immaginato di avere quando giocavo con le bambole e aspettavo il mio principe azzurro. Non pensavo che la favola che mi ero creata in testa a quell’età si sarebbe avverata un giorno, ma eccomi lì con il mio principe di fianco e con tutta la felicità che avessi mai potuto chiedere.
Senza rendermene conto, ero letteralmente a bocca aperta da ormai circa due minuti. Nessuno aveva parlato, sentivo solo la classica musica da fiabe disneyane nella mia testa e mi stavo studiando ogni singolo angolo dell’entrata. Quando mi decisi a guardare negli occhi Harry, lui sembrava quasi spaventato dalla reazione che avrei potuto avere.
-Styles.. -iniziai a parlare, ma mi bloccò sul nascere.
-Sì, lo so non ti piace. Lo sapevo, avrei dovuto farla arredare a te sono sempre il solito cretino, scusa Ems. Possiamo far portare via tutto non è un problema, puoi sistem..- non gli permisi di continuare, posandogli una mia mano sulla bocca. Sia Anne che Gemma scoppiarono a ridere.
-Sei l’unica donna che riesce a farlo stare zitto!- commentò Gemma, prima che Harry mi leccasse il palmo della mano e mi costringesse a ritrarla. Ero abituata, non era la prima volta che qualcosa del genere succedeva, ma Anne sobbalzò.
-Harry, dove sono finite tutte le buone maniere?- lo sgridò scherzosamente, con il suo sorriso stupendo in viso. Quel sorriso era davvero il marchio della famiglia. Dopo quella classica scenetta, ci ricomponemmo e lui fu ben pronto ad ascoltarmi.
-Styles è tutto stupendo, io davvero non so come ringraziarti. Hai realizzato un altro dei miei sogni- dissi tutto d’un fiato, per evitare che mi interrompesse di nuovo. A quel punto incominciai a notare le sue fossette riapparire insieme al suo sorrisetto.
-Tu hai realizzato tutto quello che ho sempre desiderato, mi sembra giusto ricambiare- mi rispose avvicinandosi e baciandomi. Quando incominciammo a sentire Gemma schiarirsi la voce, capimmo che avremmo dovuto smettere altrimenti la situazione si sarebbe fatta imbarazzante.
-Ehm, bene. Non vuoi vedere il resto della casa?- un Harry che cercava di riconciliarsi davanti alla sua famiglia, mi propose un tour in vero e proprio stile "Extreme Makeover Home Edition", tanto che mi aspettai di vederlo con un megafono da un momento all’altro come il presentatore del programma in questione.
Tutto mi lasciò senza parole, ma la cosa che mi colpì di più fu la nostra camera da letto poiché appena vi entrai, notai la vista attraverso le finestre che ricoprivano un’intera parete. Si potevano vedere le Santa Monica Hills, in poche parole la celebre scritta “Hollywood” era esattamente di fronte a noi. Quando finimmo di vedere il piano superiore, comprese le altre camere e i vari bagni, ed il piano inferiore dove riuscii a piangere di nuovo ammirando la cucina, uscimmo in giardino. La prima cosa che notai fu la piscina al centro di esso e poi la perfezione con cui era stato arredato. Non potevo credere di aver ricevuto un regalo del genere per il mio ventesimo compleanno, non lo avrei mai immaginato.
Cercai di ambientarmi il più possibile per tutto il giorno, poi verso sera Anne e Gemma mi proposero di cucinare “la prima cena nella nuova casa”, perciò optammo per andare al supermercato del quartiere mentre Harry rimase a casa a godersi il mega schermo che aveva piazzato in salotto e quando tornammo, Gemma andò a farsi una doccia lasciando solo me e sua madre momentaneamente in cucina. Una volta deciso cosa avremmo cucinato, ci mettemmo ai fornelli.
Non so cosa mi prese in quel momento, ma improvvisamente sentii di nuovo il bisogno di piangere. Certo, era successo numerose volte in quella giornata, ma quella volta era diverso, c’era quasi una vena di tristezza in quel mio pianto, perciò sperai di passare inosservata mentre cercavo di capire come funzionasse il forno.
-Tesoro che ti prende?- ovviamente era impossibile tenere nascosto qualcosa ad Anne, se ne accorgeva subito quando qualcosa non andava.
-N-niente- balbettai, asciugandomi le lacrime con i palmi delle mani. Lei non se la bevve, perciò mi si avvicinò, mi pose due mani sulle spalle e mi diresse verso due sedie intorno al tavolo, sedendosi di fronte a me.
-Sono lacrime di gioia o altro?- mi domandò, c’entrando immediatamente il punto.
-Mmh, entrambe?- più che un’affermazione, la mia era una domanda.
-Dimmi cosa ti passa per la testa, sono sicura ci sia una spiegazione- il suo tono di voce era in qualche modo rassicurante, un po’ come quello di mia madre.
-E’ che.. è che non penso di meritarmi tutto questo. Non penso di meritarmi la casa, l’anello che porto al dito, la vita che sto conducendo. Tutto questo mi sembra troppo per una persona come me Anne, non credo di essere abbastanza. Tutte le attenzioni che Harry mi da mi fanno sentire la persona più importante per lui, ma sono sicura al cento per cento di essere semplicemente una ragazza follemente innamorata di lui, come molte altre al mondo. Non mi merito che la sua famiglia mi voglia tutto questo bene, perché davvero non ho nulla di speciale! E’ tutto così perfetto in questo momento che ho come l’impressione che prima o poi tutto finirà, ho paura di rovinare ogni cosa.- avevo detto tutto d’un fiato, cercando di non singhiozzare tra una parola e l’altra, cosa che mi fu abbastanza difficile. Era in poche parole ciò che mi stava passando per la testa in quel momento, anche se detto in maniera molto riassuntiva e con un senso logico, dato che i miei pensieri erano piuttosto confusi. 
La donna che avevo davanti mi sorrise ed allungò una mano per accarezzarmi il viso e contemporaneamente asciugarmi alcune lacrime.
-Oh Emma!- esclamò. Quando lo fece, alzai lo sguardo che finora era stato puntato verso il pavimento e notai che anche lei stava piangendo, nonostante il suo sorriso in viso sempre presente.
-Vedi? Ho fatto piangere anche te. Sto incominciando a rovinare tutto- fui in procinto di abbassare di nuovo la testa, ma lei non me lo permise posandomi una mano sotto il mento e facendo in modo che la guardassi.
-Sto piangendo di gioia cara- ammise e io la guardai confusa più che mai. -Vedi, queste sono esattamente le stesse parole che mi ha detto Harry quando mi ha confessato di volerti chiedere di sposarlo. Mi ha detto che pensava di non essere abbastanza per te e che lui non aveva fatto niente per meritarsi tutto l’amore che gli stai dando. Questo mi fa capire quanto abbiate bisogno l’uno dell’altra tesoro. Penso che H non abbia mai amato nessuno come ama te e sai per certo che di storie ne ha sperimentate un po’ nella sua giovane vita. Tu ti meriti tutto questo perché sei una persona stupenda e lo dimostri ogni giorno e non potrei essere più contenta che tu faccia parte della nostra famiglia, non riuscirei a vedere nessun altro al tuo posto- 
-Ma- ovviamente il mio vizio di interrompere non poteva essere placato.
-Nessun “ma” Ems- questa volta non fu Anne a parlare, ma trovai Gemma alle mie spalle anche lei con le lacrime agli occhi. -Probabilmente non avrei dovuto ascoltare, ma quando ho notato che entrambe eravate in lacrime non ho potuto farne a meno.- camminò fino a raggiungerci e ci pose le braccia sulle spalle, piegandosi sulle gambe in modo da raggiungere il nostro livello e abbracciarci contemporaneamente. 
-Mia mamma ha ragione. Sei una delle migliori cose che sia capitata non solo ad H, ma a tutti noi. Prima di te portava raramente a casa le persone con cui stava, cosa che ci permetteva di vederlo davvero poco, ma da quando sei arrivata tu è cambiato tutto. Hai reso felici tutti noi e soprattutto mio fratello. Avevo sempre pensato che tu fossi una ragazza d’oro, sin da quando ci siamo conosciute, e ne ho avuto la prova. Non puoi capire quanto ci renda orgogliosi vederlo sfoggiare una ragazza come te in giro, sapendo come veramente sei. Sapendo che ci tieni talmente tanto a lui da stargli di fianco in tutte le occasioni. Siamo felici di sapere che gran parte del lavoro che mi sentivo di fare per “proteggere” il mio fratellino, lo stai facendo tu ora che non possiamo vederlo così frequentemente. Per questi e tanti altri motivi, possiamo solamente ringraziarti.- Gemma mi lasciò anche lei senza parole. Non credevo che pensassero quelle cose di me e sentirmele dire mi aveva spiazzata.
-Quindi ora basta con queste lacrime da coccodrillo ragazze, abbiamo una cena da preparare!- si alzò in piedi e ci incitò a fare lo stesso.
-E per la cronaca, sono stata al sole cinque minuti oggi e mi sono ustionata- aggiunse, prima di tirarci a se per un abbraccio di gruppo.
-Che succede qui? Mi sono perso qualcosa?- ed ecco la voce che più amavo al mondo.
-Uhm no, solo qualche lacrima e discorsi da donne- rispose Anne, ricomponendosi il viso e sorridendo al figlio. 
-Ommioddio Emma che ti hanno fatto?- Harry corse da me fingendosi preoccupato e attirandomi a sé. -Ti hanno per caso fatto il lavaggio del cervello?- mi domandò, stringendomi. Io scoppiai a ridere e così fecero anche sua sorella e sua madre.
-Oh Harry, credo sia troppo innamorata per riuscire a farle cambiare idea su di te ormai! Ho provato in tutti i modi- scherzò Gem, facendoci l’occhiolino.
-Grazie a Dio!- esclamò Harry lasciandomi un bacio in fronte mentre io lo guardavo come mio solito con occhi sognanti.
-Se ti dicessi che ti amo in questo momento suonerei troppo sdolcinata?- gli domandai. 
Harry rispose “Assolutamente no”, ma nel contempo, Gemma rispose “Assolutamente Sì”, cosa che mi fece girare immediatamente verso di lei per immortalare lo sguardo inceneritore che Anne le lanciò.
-Oh suvvia scherzavo!- si giustificò facendo scoppiare tutti a ridere.

Se la felicità si potesse descrivere con un momento, io l’avrei fatto con quello che stavo vivendo.




Buongioooorno a tutti!
Sono tornata con un altro capitolo post- proposta! Cosa ne pensate? Ho intuito dalle recensioni che l'idea del matrimonio vi è piaciuta e ne sono contentissima! In questo capitolo in realtà non se ne parla molto, perchè avevo in mente questa cosa della casa ad LA da un po' di tempo e mi sembrava il momento giusto per inserirla. Spero non vi sia dispiaciuta come cosa :)
So che questo che sto per dire non c'entra nulla con la storia in questione, ma ho iniziato a scriverne un'altra; si intitola "Nothing Is Ever Easy". Per ora ho pubblicato solo il prologo, ma mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate, perciò se ne avete voglia passateci (
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2807166&i=1 )
Ora vi lascio alle solite immagini a fine capitolo e vi do appuntamento alla prossima! 
Un bacio, Raffy <3 xxxxx



                                        



                                                      

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Capitolo 55
*** We Still Got Time Left. ***


We Still Got Time Left

Due giorni dopo, ci raggiunsero i miei genitori, Daisy e Louis. Passare del tempo insieme e in tranquillità con la mia famiglia fu stupendo, non smisi un secondo di ringraziare Harry per aver reso tutto ciò possibile. Prima che tutti arrivassero, avevamo avuto modo di parlare della parte organizzativa riguardante il matrimonio e avevamo deciso di aspettare fino alla fine dell’imminente Tour, in modo da essere entrambi liberi da ogni impegno. 
Era strano parlare di ciò, non avrei mai pensato che a vent’anni mi sarei trovata in una situazione del genere, ma con Harry non c’era motivo di aspettare.
Ovviamente, non si era fatto scappare l’occasione di chiedermi il perché di quell’abbraccio tra me, Anne e Gemma al quale aveva assistito la prima sera a LA e non ero riuscita a mentirgli.
-Mmh.. ho solo espresso le mie paure H.- avevo confessato quella sera, quando ci eravamo ritirati nella nostra camera da letto. -A volte ho paura di non essere abbastanza..- lui mi guardava con quei suoi occhi che avevano sempre una scintilla in loro.
-Emma Jane Edwards, tu sei molto più che abbastanza. Tu sei tutto quello che avrei mai potuto desiderare e non credo tu te ne renda conto.- mi aveva sussurrato prima di addormentarsi al mio fianco, lanciandomi un sorriso stampato in faccia per tutta notte.
Quando tornammo a Londra una settimana dopo, io ripresi a lavorare con Frankie, così come i ragazzi continuarono a scrivere per il loro prossimo album. Non per suonare egoista, ma adoravo quel periodo dell’anno in cui potevo vedere Harry ogni giorno; potevo addormentarmi accanto a lui ogni sera e sapere che la mattina dopo sarebbe stato ancora lì e non su un aereo diretto chissà dove.


Un altro anno finì ed il 2015 iniziò con un nuovo tour dei ragazzi, denominato “On The Road Again”, giusto per evidenziare il fatto che fossero costantemente in giro per il mondo. Io e Frankie avevamo terminato il nostro primo semestre di stage, motivo per cui avremmo avuto circa un mese di pausa, per poi riniziare e terminare definitivamente a Maggio. Questo era la ragione per cui quella mattina di fine Gennaio ci trovavamo in aeroporto ad aspettare un volo diretto a Sydney, con niente di meno che la boyband più famosa del pianeta.
-Emma che diavolo ci hai messo in questo bagaglio?- oh giusto, dimenticavo, c’era anche Gemma e mi stava maledicendo perché l’avevo convinta a sollevare la mia valigia per metterla sul carrello.
-Uhm, niente, giusto qualche vestito…- mentii, non ci andavo mai leggere in fattore valigie.
-Gem, dovresti conoscerla bene ormai- disse Frankie, ridendo della sua faccia affaticata.
-Okay, okay, che succede qui?- Harry ci raggiunse e non appena vide l’espressione di sua sorella, scoppiò a ridere senza ritegno come la mia migliore amica.
-Oh Harry se non la smetti di ridere giuro che..- fu interrotta da una quinta voce. -Hey Gemma, modera il linguaggio!- la sgridò Louis. A quel punto non potei fare altro che unirmi alla massa e scoppiare anche io in una risata stratosferica.
-Vi odio!- sbuffò Gemma.
Dopo quella breve scenetta che ci vide protagonisti, ci imbarcammo tutti sull’aereo che ci avrebbe portato dall’altra parte del mondo. Mi ricordavo benissimo del fatto che fossero passati poco più di due anni da quella volta in cui Harry e i ragazzi erano partiti per l’Australia e lui aveva deciso di rompere con me. Mi rendevo conto di quanto le cose fossero cambiate e avevo un anello al dito che lo provava. 

Non fui per niente sorpresa del fatto che anche quel Tour stesse andando a gonfie vele. Il loro quarto album sarebbe uscito a breve, non appena gli show si sarebbero conclusi, ed ovviamente avevano già in programma un altro tour per promuoverlo. 
L’ultima sera della nostra permanenza arrivò però fin troppo velocemente; noi ragazze eravamo a lato del palco durante il concerto e nell’ultima settimana ci avevano raggiunte anche Perrie, mia sorella e Danielle, perciò c’era la crew al completo. Come nostro solito stavamo seguendo lo show perché, nonostante tutte le volte in cui eravamo state presenti, non ci saremmo mai stancate di vederli correre e saltare su quel palco. 
Mentre ero impegnata con Gemma in un discorso piuttosto importante sulle nostre nuove unghie, la voce del mio promesso sposo attirò la mia attenzione. Il concerto era ormai quasi giunto al termine, perciò non mi aspettavo assolutamente quello che sarebbe successo.
-Come ben saprete, lo show sta per terminare. Ci sarebbe ancora una canzone prima della fine, ma abbiamo pensato di farvi un regalo stasera…- il suo sguardo si spostò direttamente sulla zona dove io mi trovavo con tutte le altre ragazze. 
-Tra circa due mesi, uscirà il nostro nuovo album..- continuò Liam, ottenendo un insieme di urla da parte del pubblico.
-E abbiamo pensato di farvi sentire una delle nuove canzoni che abbiamo scritto- questa volta fu Louis a parlare. 
Io mi voltai di scatto verso Gemma e subito dopo verso Lou, che si trovava dietro di lei. Entrambe avevano un sorrisetto stampato in viso che faceva intuire che loro fossero a conoscenza di tutto. 
-Bè, che dire.. io ed i ragazzi quest’estate abbiamo scritto una canzone una sera in cui ci trovavamo nella stessa situazione in cui ci troviamo quest’oggi, perciò vogliamo sapere cosa ne pensate- Niall stava passeggiando nella zona del palco più vicina a noi con la sua chitarra appesa al collo e aveva appena lanciato uno sguardo a tutte noi dicendo quelle parole.
Sinceramente ero piuttosto spiazzata, perché avevo ascoltato la maggior parte dei brani presenti nel nuovo album, ma non riuscivo a collegare cosa intendessero con il fatto che l’avessero scritto in una determinata sera.
Alla mia destra c’era Perrie, anche lei sorpresa di tutto ciò. Frankie e Daisy stavano entrambe impazzendo, ma contemporaneamente cercando di contenersi, mentre Danielle stava letteralmente correndo da una parte all’altra in preda al panico. Io, in apparenza sembravo tranquilla, ma la mano di Gemma era sicuramente convinta del contrario, dato che era molto probabile che non avesse più circolazione.
-E’ bellissimo come dopo tutto questo tempo ancora non vi siate abituate- esclamò Lou guardandoci. Quasi come se ci fossimo messe d’accordo, la fulminammo tutte e cinque con lo sguardo e Gemma scoppiò a ridere per la scena.
Dopo circa un minuto, i primi accordi della canzone incominciarono a risuonare in quello stadio di Melbourne e io cominciai a tremare. 
Il mio classico brivido lungo la schiena arrivò quando notai che Harry si stava avvicinando a dove ci trovavamo noi ed era chiaro che avrebbe iniziato lui a cantare poiché si avvicinò il microfono alla bocca.

 
Watching you get dressed messes with my head
Take that bag off your shoulder
Come get back in bed,
We still got time left
This don’t have to be over

“Guardarti mentre ti vesti mi manda in confusione. Togli quella borsa dalla tua spalla. Torna a letto, abbiamo ancora tempo. Questo non deve per forza essere finito”.
Non appena sentii la prima strofa cantata dal mio fidanzato, capii cosa significasse il fatto che la canzone cadesse a pennello con la situazione. Capii che con quelle parole stava descrivendo il momento in cui ero in passato e sarei il giorno seguente tornata a casa dal tour. Mi spuntò un sorriso inconsapevolmente vedendo il modo in cui Harry mi stava fissando. Gemma si voltò verso di me e mi sussurrò “Sapevo che ti sarebbe piaciuta”, prima che Niall iniziasse la sua strofa.

 
And you say it’s hard to keep a secret,
Girl don’t leave me all alone in this hotel
And these shades can hide us from the streets yeah
One weekend I’ll promise that I’ll never tell

“Ragazza non lasciarmi da solo in questo hotel” era la frase che mi sentivo ripetere prima di lasciare la stanza di Harry ogni volta che mi dirigevo all’aeroporto per tornare a casa. Era ormai diventato un rituale, perciò lo guardai sorpresa quando mi resi conto che era un verso della canzone. 
Lui nel frattempo era ancora lì e mi fissava sorridente, non rendendosi conto che mi stava facendo venire voglia di salire su quel palco e fare cose che non sarebbero state consone davanti a così tante persone.

 
You should probably stay, probably stay a couple more days
C’mon let me change your ticket home
You should probably stay, be with me a couple more days
C’mon let me change your ticket home
Don’t go, it’s not the same when you’re gone
And it’s not good to be all alone
So you should probably stay, be with me a couple more days
C’mon let me change your ticket home.


“Probabilmente dovresti stare un paio di giorni in più, fammi cambiare il tuo biglietto di ritorno” era la frase che si ripeteva maggiormente nel ritornello, ma quella che più mi aveva colpito era stata “Non andartene, non è la stessa cosa quando te ne vai e non è bello restare tutto solo”, perché mi ero chiesta più volte se anche i ragazzi provassero quello che noi provavamo ogni singola volta che tornavamo a casa, quando il tour non era ancora finito.
Rimanemmo piuttosto spiazzate per tutta la durata della canzone perché non ci aspettavamo nulla del genere. Riuscii anche ad immortalare le varie espressioni stupide dei ragazzi con il mio telefono quando verso la fine si ammucchiarono tutti nel lato sinistro del palco, ovvero dove ci trovavamo noi. Ovviamente non ero stata l’unica ad avere quell’idea, perché anche tutte le mie amiche erano impegnate a girare video e fare foto che senza ombra di dubbio sarebbero finite su Instagram dopo poco tempo.
Non appena la canzone terminò, incominciarono a cantare Best Song Ever e lo show si concluse. Riuscii a correre nel backstage qualche secondo prima che finissero, così che mi presentai davanti all’uscita dello stage a braccia conserte in attesa di Harry. 
Quando arrivò correndo, mi guardò e scoppiò a ridere per l’espressione che avevo in viso, prima di lanciare il microfono a un ragazzo della crew ed abbracciarmi.
-Ew Harry staccati, sei tutto sudato!- esclamai prendendolo in giro.
-Smettila Em, sappiamo che lo berresti anche quel sudore- sbraitò Louis quando ci passò di fianco, ricevendo un calcio sul di dietro da parte di Harry.
-Quindi, ti piace?- mi domandò poi riferendoti alla canzone.
-Sì, ma pretendo che me la canti domani mentre mi starò preparando per andare all’aeroporto!- risposi facendogli una linguaccia.
-Nudo- questa volta fu Liam a parlare.
-Oh Liam, non credere di scamparla tu!- arrivò Danielle che lo punì al mio posto.
-Okay okay, attenzione tutti!- parlò Niall che era alle nostre spalle e ci girammo per ascoltarlo. -Ora usciamo a festeggiare la partenza di queste ragazze!- esclamò, stringendo Frankie a sé.
-Nel senso che siete felici di liberarvi di noi?- scherzò Daisy. 
-Non vediamo l’ora!- rispose Zayn, ricevendo una pacca in testa da Perrie.

Inutile dire che la mattina mi svegliai con il solito mal di testa post sbornia nella camera di hotel che io ed Harry condividevamo. Avevo le sue braccia intorno ai fianchi e quando mi voltai verso di lui, notai che era già sveglio e mi stava fissando profondamente.
-Da quanto tempo sei sveglio?- domandai con un filo di voce.
-Circa mezz’ora- rispose avvicinandomi a sé e dandomi un bacio in fronte. -Buon giorno- sussurrò dopo.
-Mmh, avresti potuto svegliarmi- dissi stiracchiandomi.
-E’ l’ultima mattina in cui avrò l’occasione di svegliarmi di fianco a te per due mesi, volevo godermela- non avevo modo di vedermi, ma probabilmente avevo gli occhi a cuoricino in quel momento.
-Oh Harry!- esclamai abbracciandolo. 
-E’ solo che vorrei che stessi qui- fece la sua famosa faccia da cucciolo e io mi sciolsi.
-Sai che anche io lo vorrei, ma sarò libera tra poco.. ancora qualche mese al lavoro e poi ti seguirò per tutta estate e probabilmente ti ritroverai al sperare il contrario- detto ciò lui si mise a ridere e mi abbracciò di nuovo e poi calò il silenzio mentre ci guardammo negli occhi e perdemmo la concezione del tempo, rimanendo in quella posizione per non so quanto.

-Okay, ora in piedi! Dobbiamo andare in un posto- esclamò improvvisamente facendomi sobbalzare.
-Sì, l’aeroporto?- scherzai, alzandomi e dirigendomi in bagno.
-Oh, per quello c’è ancora tempo. Ho organizzato qualcos’altro- mi fece l’occhiolino e mi spinse in doccia ripetendomi tremila volta di fare tutto in fretta.
Dopo un’ora mi trovavo su uno yacht a largo della costa di Sydney con il mio fidanzato, un sole splendente ed un sorriso a trentadue denti. La giornata fu perfetta, perché avevamo tutto ciò che volevamo su quell’imbarcazione e soprattutto perché Harry era lì con me. Quando tornammo in hotel però, arrivò il momento in cui davvero avrei dovuto affrontare la realtà e preparare i bagagli dato che sarei partita quella sera.
-Oh, chi si rivede!- esclamò una pimpante Gemma che incontrammo nella hall mentre ci dirigevamo agli ascensori.
-Ci credi? Tuo fratello sa essere romantico quando vuole!- le dissi, anche se ovviamente era già a conoscenza del motivo della nostra assenza.
-A volte mi sorprende, ma poi quando apre la bocca per dire una delle sue idiozie torno a pensarla come prima- scherzò lei, salendo alle camere con noi.
Una volta arrivata in stanza, incominciai a preparare la valigia con l’aiuto di Harry, che più che aiutarmi a farla mi stava aiutando a disfarla dato che per il primo quarto d’ora, di proposito, tolse qualsiasi cosa io ci mettessi dentro per posizionarla sul letto, sperando che io non me ne accorgessi. Quando finalmente finii, andai di nuovo a farmi una doccia per togliermi dal corpo il sale dovuto a quella giornata spesa al mare e quando tornai da lui, mi si presentò una scena piuttosto divertente davanti agli occhi.
Sentii immediatamente le note di quella canzone che avevano cantato la sera prima, che avevo scoperto chiamarsi “Change Your Ticket” e dopo un’occhiata dettagliata alla stanza notai che Harry era in piedi sul letto con il suo cellulare in mano pronto per cantare.
-Ommioddio.- dissi scoppiando a ridere.
-Ti avevo promesso che l’avrei fatto!- disse lui cominciando a saltare sul materasso e a cantare contemporaneamente. 
Per tutta la durata della sua performance improvvisata risi come una forsennata, tanto da perdere il respiro a volte e quando finì, dovetti prendermi qualche secondo di pausa per riuscire a parlare.
-Bè, dopo questo show potrei restare anche un mese in più se me lo chiedessi- scherzai mentre lui si precipitava al mio fianco.
-Sapevo che ti avrei convinta- ironizzò abbracciandomi.
-Sono sicura che se ti avessi fatto un video e l’avessi messo su internet, avresti convinto tutto il mondo- continuai a prenderlo in giro fino a quando qualcuno venne a bussare alla porta della camera. Quando andai ad aprire, mi trovai di fronte Paul che mi informò che saremmo partiti per l’aeroporto dopo un’ora, perciò quando tornai dentro mi preparai definitivamente, sotto gli occhi tristi del mio fidanzato.
Da quel momento tutto passò in un flash e ci ritrovammo nella hall dell’hotel con tutte le altre ragazze e ragazzi per i saluti finali. Frankie era come suo solito in lacrime, ma io riuscii a trattenermi così come tutte le altre. Harry non faceva altro che ripetermi che avrebbe voluto venire all’aeroporto, ma ciò lo avrebbe fatto arrivare alle prove in ritardo perciò glielo proibii. 
-Tienimelo d’occhio!- dissi a Lou, scesa anche lei per salutarci.
L’ultimo ed ennesimo bacio che diedi ad Harry fu interrotto dalla voce di Paul che ci informò dell’arrivo delle auto, perciò mi staccai da lui, presi sotto braccio sua sorella e con lei seguii tutte le altre che si stavano dirigendo in esse.

Non mi sarei mai abituata a quel genere di saluti probabilmente e in quel momento, pensare che sarei stata due mesi senza vedere né lui né tutti gli altri, fece sì che anche io versassi qualche lacrima, nonostante mi fossi ripromessa di non farlo. O meglio, mi ero imposta di non farlo davanti ad Harry, ma non ci riuscii neanche lontanamente dato che appena salii in macchina ricevetti un messaggio da parte sua che diceva “Spero che Gem ti stia asciugando le lacrime dato che io non posso farlo:( ”.  



Okay, cosa posso dire? Sono tornata? Hahah sì, e so che mi odierete tutti!
La mia spiegazione questa volta giace nel fatto che mi è mancata una vera e propria ispirazione per tutto questo tempo, perciò non ci girerò molto intorno. Sto scrivendo un'altra storia sempre su questo sito ("Nothing is Ever Easy", mi farebbe piacere se la leggeste tra l'altro), perciò diciamo che mi sono concetrata un po' su entrambe senza riuscire a trovare un giusto mezzo.
Mi scuso quindi per il terribile ritardo e per questo orribile capitolo, ma giuro che ho qualcosa di bello in mente per il prossimo, perciò spero che voi lettrici non mi abbiate abbandonato!
Un bacio, Raffy <3



                                     



 

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Capitolo 56
*** You're Giving Me a Heart Attack. ***


You're Giving Me a Heart Attack
 

-Sì Daisy, ti odio ancora.- 
-Daaaaaai, lo so che non è vero sorellina! Ti devo salutare qualcuno in particolare?-
-No, nessuno grazie-
-Sicura sicura? Nemmeno il tuo futuro marito?-
-Ti odio sempre di più-
-Lo prendo come un sì! Ora vado, io e Danielle stiamo per imbarcarci. Ci sentiamo quando atterriamo- 
-Va bene, buon viaggio! Dai un abbraccio a tutti da parte mia- 


Chiusi quella telefonata con un magone piuttosto visibile e una triste Frankie di fronte a me. Daisy e Danielle erano riuscite ad ottenere una settimana libera dal lavoro, perciò avevano deciso di imbarcarsi sul primo aereo disponibile diretto nelle Filippine, dove si trovavano in quel momento i ragazzi.
Io e la mia migliore amica eravamo quasi giunte alla conclusione del nostro stage, dato che era ormai fine Marzo ed era passato più di un mese da quando eravamo tornate dall’Australia, ma avremmo dovuto aspettare fino al 30 di Aprile per definirci completamente libere. Perrie invece, era nel bel mezzo del componimento del nuovo album, perciò quando una settimana prima a cena mia sorella e Danielle ci avevano proposto quel viaggio, noi tre a malincuore avevamo dovuto rifiutare l’offerta.
-Ancora un mese- sospirò Frankie alzandosi e andandosi a preparare per la giornata che ci spettava al lavoro.

Quella sera mi tirai su di morale quando, mentre parlavo su FaceTime con Harry, mia sorella apparve nella sua camera saltando e urlando che l’aveva appena chiamata il suo manager per dirle che per il secondo anno di fila avrebbe partecipato alla sfilata di Victoria’s Secret che si sarebbe tenuta a Londra la settimana seguente. Quasi piansi dalla felicità e lo feci ancora di più quando scoprii chi sarebbero stati i cantanti per quella stagione.
-Ed Sheeran e Taylor Swift!! Potrei morire sulla passerella!- sbraitò Daisy piuttosto eccitata.
-Non ci posso credere!- le risposi io, guardando direttamente Harry che mi stava fissando sconcertato.
Anche Frankie si aggiunse alla videochiamata e quasi svenne quando mia sorella le disse che eravamo state entrambe invitate. L’anno precedente non eravamo riuscite ad andare per via dell’università, dato che avremmo dovuto viaggiare fino a New York proprio nel periodo degli esami, ma quell’anno non ce la saremmo persa e avevamo una settimana esatta per trovare qualcosa da mettere, perfetto.
Il giorno dopo, Gemma mi chiamò dicendomi che anche lei sarebbe venuta alla sfilata dato che avevano regalato svariati biglietti a tutte le dipendenti dell’agenzia di moda dove lavorava, ovvero quella della sorella di Lou, Sam. Decidemmo quindi che il venerdì seguente saremmo andate tutte insieme a fare shopping in cerca dell’abito adatto. Daisy tornò a Londra in anticipo per l’occasione, ma non ebbe modo di essere triste di aver dovuto rinunciare alla sua settimana con Louis, dato che era perennemente impegnata con le prove dello show che si sarebbe tenuto Sabato sera. 
Giovedì pomeriggio, quando tornai a casa da sola perché Frankie aveva un impegno, non mi aspettavo minimamente di trovare quello che vidi sul tavolo in cucina non appena entrai nell’appartamento. Vi era una grossa scatola nera con il mio nome sopra, perciò mi precipitai ad aprirla. Quando scoprii cosa c’era dentro, quasi scoppiai a piangere. Vi trovai un vestito di YSL di cui mi ero innamorata un giorno in Australia quando io ed Harry avevamo deciso di uscire e visitare Sydney, con allegato un bigliettino con scritto:  “Indossalo alla sfilata, saranno tutti gelosi di me quando ti vedranno. H xx” . 
Incominciai a saltare in giro per casa come una pazza scatenata fino a quando finalmente mi decisi a cercare il mio telefono nella borsa e a digitare il suo numero di telefono.
-HARRY TU SEI PAZZO- sbraitai non appena accettò la chiamata, senza aspettare che rispondesse.
-Buonasera anche a te Emma- esclamò lui con quella voce che mi fece chiaramente capire che stesse ridendo.
-Ripeto, sei pazzo! Questo vestito costa l’occhio della testa!!- gli avevo sempre espresso la mia contrarietà sul fatto che spendesse così tanti soldi per me, ma a lui non era mai fregato più di tanto.
-L’hai provato?- mi domandò, ignorando la mia affermazione.
-No, devo prima riprendermi dallo shock che ho avuto non appena sono entrata in casa e ho visto la scatola.- lui rise.
-Se non va bene è colpa di mia sorella. Ho commissionato lei, perciò io non c’entro nulla!- fece ridere anche me.
-Tranquillo, Gemma non sbaglia mai-
-Non ho dubbi a riguardo- ironizzò.
La telefonata andò avanti per circa un’altra ora. Mi raccontò del concerto che si era appena concluso, dato che nelle Filippine erano avanti di otto ore rispetto a Londra. Mi spiegò il modo in cui una fan avesse cercato di farsi notare lanciandogli un reggiseno con delle sue foto stampate sopra e io gli raccontai di come quel giorno avessi scritto un articolo sui 5 Seconds Of Summer perché secondo il mio capo “ero la persona più adatta”, chissà per quale strano motivo.
Quando Frankie tornò, ovviamente era già a conoscenza di tutto perché era stata lei ad aiutare Gemma, perciò mi chiese subito di farle vedere come il vestito mi stesse e decidemmo insieme come ci saremmo acconciate chiamando Lou la quale, nonostante da lei fosse notte fonda, fu felicissima di aiutarci.
Venerdì mattina accompagnai Daisy alle ultime prove della sfilata dopo aver fatto colazione con lei e poi mi diressi in ufficio come mio solito. Chiaramente non avevo in mente che quella sarebbe stata una giornata diversa dall’usuale quando staccai dal lavoro alle tre del pomeriggio e ritornai all’appartamento senza di Frankie perché lei avrebbe staccato due ore dopo.
Per prima cosa, ricevetti una telefonata da parte di Gemma che mi invitò ad uscire a prendere un caffè con lei ed accettai. Dopodichè, ci avventurammo alla ricerca dell'abito che avrebbe dovuto indossare alla sfilata, dato che Frankie ci disse di portarci avanti perchè non sarebbe riuscita a raggiungerci a causa di un imprevisto. Mentre uscivamo dal negozio di Oxford Street dove aveva trovato l'abito, accadde qualcosa che non mi insospettì per niente date le circostanze.
-Mh Em, tu per caso hai le chiavi di casa di mio fratello?- mi domandò.
-Sì, hai bisogno di qualcosa?- 
-Mi sono resa conto di aver lasciato lì la borsa che vorrei indossare con il vestito.. Hai presente quella nera e oro?- annuii.
-Uh, sì! Non c’è problema, dobbiamo andare a prenderle però, perchè le ho lasciate all’appartamento- 
-Pensavo che se riuscissi ad accompagnarmi mi faresti un enorme favore.. sai com’è, non sono capace di disattivare l’allarme e poi è praticamente casa tua!- in effetti quando eravamo tornate dall’Australia io e Frankie avevamo deciso di stare entrambe al nostro appartamento per tenerci compagnia, ma quella che ormai consideravo davvero casa era quella dove vivevo con Harry.
-Sì, va bene! Tanto dovevo andarci comunque perché le scarpe che devo mettere sono lì- le risposi, facendole spuntare un mega sorriso in viso.
Come deciso, andammo a recuperare le chiavi e poi ci dirigemmo a Notting Hill con la mia macchina.
Non appena entrammo in casa, non trovai nulla di strano. Tutto era come lo avevo lasciato l’ultima volta e tutto mi faceva pensare a lui. Riuscivo addirittura a sentire il suo profumo, ma probabilmente era tutto dovuto al fatto che ultimamente sentissi la sua mancanza più del solito. Diciamo che era un periodo “no”, nonostante avessi cercato di nasconderlo il più possibile. A volte capitava quando Harry era in tour, ma era una cosa piuttosto normale, sarebbe passato da lì a poco.
-Salgo su in camera a recuperare le scarpe, tu cerca la borsa, ovunque essa sia- dissi a Gemma, che si diresse nella cabina armadio vicino all’entrata.
Ci misi circa dieci minuti a scegliere quale paio di tacchi sarebbero stati meglio con il vestito, ma eventualmente ce la feci e, quando guardai l’orologio per controllare l’ora, andai in panico perché mi resi conto che erano già le sei ed ancora non avevo sentito Harry dal giorno prima. Scesi le scale il più velocemente possibile e trovai Gemma già pronta con la sua borsa in mano seduta sul divano.
-Che c’è? Hai visto un fantasma?- mi domandò, vedendomi piuttosto scossa.
-No, è che stavo pensando che non ho ancora sentito Harry oggi e penso che ormai sia troppo tardi per chiamarlo..- sospirai indicandole l’orologio.
-Ma no, sarà sicuramente ancora sveglio! Chiamalo, io non ho fretta.. sai bene quanto adoro la vostra televisione, perciò penso proprio che mi divertirò nel frattempo- ero quasi certa che quella ragazza fosse un angelo. 
Dopo averla ringraziata un miliardo di volte, recuperai il telefono dalla mia borsa ed immediatamente premetti sull’icona di FaceTime, sperando di trovarlo online. Quando la telefonata partì, improvvisamente sentii quella familiare suoneria di un iPhone provenire dalla cucina alla mia destra ed incominciai ad agitarmi girandomi trentamila volte verso Gemma e poi verso l’altra stanza per capire cosa stesse succedendo, mentre lei mi guardava con un espressione che indicava che non ne sapesse niente.
-Cosa succede Gem? Lo senti anche tu?- avevo la voce tremolante, poi incominciai a connettere le idee.
-Non mi guardare così, vai a controllare!- esclamò lei, questa volta fin troppo sorridente per convincermi del fatto che fosse ignara di tutto.Non appena mi disse ciò, corsi verso la cucina il più velocemente possibile e quando vi entrai sentii subito le lacrime formarsi negli occhi.
Davanti a me vidi Harry con in mano il cellulare che ancora stava suonando perché non avevo chiuso la telefonata. Non gli lasciai nemmeno il tempo di parlare perché gli corsi in contro e gli saltai letteralmente in braccio, ringraziando il cielo che si fosse abituato a quel mio tipo di saluto e che quindi non fossimo entrambi caduti per terra.
-TU SEI PAZZO!- urlai abbracciandolo.
-Penso tu me l'abbia ripetuto fin troppe volte ultimamente- mi sussurrò nell'orecchio.
-Cosa ci fai qui? Come hai fatto? Perché non mi hai detto niente? Gemma? Come? Cosa?- ero letteralmente in panico.
-Okay, respira- si mise a ridere lui, stringendomi a se mentre mi riposava con i piedi per terra. Mi ci volle un po’ per realizzare che lo stessi riabbracciando dopo un mese e mezzo. Mi persi totalmente nei suoi occhi e nel suo sorriso mentre mi passava le mani tra i capelli.
-Pensavi davvero che mi sarei perso l’occasione di vederti con quel vestito indosso?- mi domandò, asciugandomi alcune lacrime di gioia.
-Prima o poi mi farai venire un infarto!- lo abbracciai di nuovo. -E TU GEMMA!- sbraitai voltandomi verso la porta dove lei stava. -Potevi almeno darmi un preavviso!- le dissi, facendola scoppiare a ridere.
-Pensa che se non ti fosse venuto in mente a te, avrei dovuto convincerti io a chiamarlo!- mi disse lei. - E devo ammettere che ci sai fare con le sorprese H- si rivolse poi a suo fratello.
-Ma il tour? Cosa ci fai qui?- riconnessi il cervello e diedi una pacca sul petto ad Harry.
-Abbiamo tre giorni liberi. Anche Louis, Niall e Zayn sono qui! Liam e Danielle sono rimasti a Manila a godersi il mare-
-Oddio, le altre ragazze lo sanno?- ero fin troppo felice e non riuscivo a stare ferma, perciò mi attirò di nuovo a se e mi strinse tra le sue braccia.
-Niall dovrebbe essere all’appartamento in questo momento per sorprendere Frankie, Zayn è a casa sua con Perrie, mentre Louis probabilmente arriverà qui tra poco perché vuole aspettare fino a domani per sorprendere tua sorella- annuii e poi risi pensando all’ultima affermazione.
-Daisy lo ucciderà, ma penso che sia una buona idea perché l’ho accompagnata alle prove e mi ha detto che finirà piuttosto tardi stasera perché Taylor deve provare ed è arrivata solo oggi pomeriggio qui a Londra- risposi prima che Gemma scoppiasse ridere.
-Non vedo l’ora di sentirla cantare una delle canzoni che ha scritto per mio fratello davanti a lui e alla sua futura moglie!- disse avvicinandosi a noi dall’altra parte della stanza.
-Dai Gem, non essere così crudele!- la ammonii, ma la risata di Harry mi fece capire che erano due contro uno perciò ringraziai il cielo quando il campanello suonò, perché corsi ad aprire liberandomi di loro.
-LOUIS!- sbraitai non appena me lo ritrovai davanti e lui contemporaneamente esclamò -EMMA!- con il mio stesso tono di voce.
-Oh guarda Harry, hanno più sintonia di voi!- scherzò Gemma venendolo a salutare. Io dopo un secondo fui di nuovo tra le braccia di Harry felice come non mai.
Uno dei motivi principali di questa felicità fu il fatto che Louis propose di ordinare una pizza e di mangiarla tutti e quattro lì in casa.
Pizza ed Harry, l’accoppiamento perfetto oserei dire.


Sabato mattina, Louis andò a bussare alla porta di casa sua, dove Daisy stava solitamente quando non era a New York, e sentimmo le urla di mia sorella fino a casa nostra. Furono per lo più insulti, motivo per cui fu tutto così divertente.
Le sfilate a cui lei avrebbe partecipato quel giorno sarebbero state due: una il pomeriggio, che non sarebbe stata trasmessa in tv, ed una la sera che invece sarebbe stata ripresa. Louis andò ad entrambe per sostenere la sua ragazza, mentre noi altri andammo a quella serale.
A mezzogiorno io ed Harry pranzammo con Niall, Frankie, Zayn e Perrie, mentre il pomeriggio lo passammo sul divano di casa nostra a recuperare il tempo che avevamo perso in quel mese. Stare lì sdraiata accanto a lui era la cosa che più preferivo, perciò non fui molto contenta quando lui mi fece notare che avremmo dovuto iniziare a prepararci per la serata. 
Quando arrivammo al luogo dell’evento, Harry e Niall furono fermati dai giornalisti per le varie interviste, mentre io e Frankie e Gemma li aspettammo lì sul red carpet con Alberto, la loro guardia del corpo. Non appena entrammo all’interno, inquadrai subito Louis seduto in prima fila lungo la passerella e tutti insieme ci dirigemmo lì, dato che era più che certo che i posti che ci erano stati assegnati fossero vicino a lui ed infatti, come previsto, dopo averlo raggiunto constatammo dai nomi scritti sulle sedie, che quella sarebbe stata la nostra postazione. Ero seduta tra Harry e Gemma e sentivo l’agitazione per mia sorella, così come Louis, che nel frattempo mi spiegò come era andato lo spettacolo del pomeriggio.
-Taylor l’ha presa per mano e hanno camminato per un pezzo insieme.- mi spiegò mostrandomi una foto che aveva scattato con il suo cellulare. Nel bel mezzo della nostra chiacchierata, le luci si spensero e di istinto afferrai la mano di Harry mentre la musica iniziò a risuonare nel locale ed Ed Sheeran apparve sulla passerella. Ciò a cui pensai immediatamente fu il famoso concerto che Harry mi aveva regalato il primo Natale che avevamo passato insieme dopo esserci rivisti a New York. Mentre le note di “Thinking Out Loud” risuonavano, mi ritrovai a ricordare quei momenti in cui l’ultimo dei miei pensieri era che un giorno, a distanza di pochi anni, mi sarei potuta definire la sua fidanzata.
Ritornai alla realtà quando mia sorella incominciò a sfilare e ci mandò un bacio quando ci passò di fianco. L’orgoglio che provai in quella situazione fu indescrivibile. Quando Ed finì di cantare, partirono le note della canzone che riconobbi immediatamente. 
-Questa è Style!- esclamai, voltandomi verso Gemma e notando lo sguardo che sia lei che Frankie mi lanciarono. Entrambe sapevano quanto fossi ossessionata con il nuovo album di Taylor Swift, 1989, e non erano molto contente di ciò. Non potevo biasimarle, in quanto era piuttosto evidente che quasi ogni canzone parlasse di Harry, ma non provavo nessun rancore nei confronti di Taylor, anzi, probabilmente avrebbe dovuto essere il contrario!
Quando mi rigirai verso di lui, notai che mi stava fissando con quella sua espressione con cui era in grado di farti sentire la persona più importante sulla faccia della terra, perciò mi dimenticai di tutto il resto. Quando Taylor apparve sulla passerella però, ci fu un boato del pubblico seguito da un round di applausi ed istintivamente mi voltai a guardarla, perdendo ogni minima parte di autostima.
-Wow..- sospirai involontariamente quando mi resi conto che avrebbe potuto benissimo esser scambiata per una delle modelle.
-Cosa?- domandò Harry abbassandosi al mio livello.
-Ehm, dicevo wow, è bellissima- fu una situazione piuttosto imbarazzante per me, dato che la ex del mio attuale fidanzato di trovava davanti a noi ed era a dir poco stupenda. Inizialmente lui non rispose, perciò intuii che mi stesse dando ragione dato che era impossibile non farlo, ma poi avvicinò le labbra al mio orecchio per sussurrare qualcosa. -Mai quanto te- disse, facendo sì che le farfalle nel mio stomaco si liberassero e cominciassero a volare dappertutto.
Quando la sfilata si concluse, corremmo tutti nel backstage a congratularci con mia sorella e con molte delle modelle che ci vennero presentate. Ed ci raggiunse ed immediatamente fece le congratulazioni a me e ad Harry per il fidanzamento, dato che non avevamo avuto modo di vederlo recentemente.
Mentre ce ne stavamo andando poi, mi sentii chiamare da una voce che identificai immediatamente.
-Taylor!- esclamai, ricevendo strani sguardi da Gemma, Frankie e mia sorella.
-Ciao, come stai? Non ci vediamo da tantissimo tempo- disse lei avvicinandosi ed abbracciandomi. 
-Benissimo grazie, complimenti per la sfilata. Nel caso in cui ti dovessi stancare della carriera da cantante, potresti tranquillamente intraprendere quella da modella- dissi io. Dopo aver chiacchierato per qualche minuto, decise di salutare anche tutti gli altri miei amici. Cercai di trattenermi il più possibile quando andò ad abbracciare Gemma perché altrimenti sarei scoppiata in una delle mie solite risate per l’espressione che lei si stampò in faccia. 
-Oh, dimenticavo- disse prima di congedarsi, voltandosi verso me ed Harry, che mi stava stringendo la mano.
-Congratulazioni!- indicò l’anello che portavo al dito e quando lo fece mi sentii immediatamente arrossire per il disagio che stavo provando.
-Grazie mille- rispose lui, mentre io le sorrisi semplicemente.
Dopo quel momento per me piuttosto imbarazzante, uscimmo tutti insieme a festeggiare mia sorella, dato che l’annuale sfilata di Victoria’s Secret era qualcosa che non tutte le modelle potevano inserire nel proprio curriculum o book che fosse.
Mi sembrava quasi strano camminare per le strade di Londra con Harry al mio fianco, così come mi sembrò strano entrare nella nostra casa insieme ed addormentarmi affianco a lui nel nostro letto. Mi fu quasi impossibile riuscire a chiudere occhio tanto che ero felice e quando mi voltai verso di lui alle quattro di notte passate, mi resi conto che anche lui doveva essere nella mia stessa situazione.
-Dovresti dormire..- sussurrai, quando mi sentii i suoi occhi verdi puntati addosso.
-Da che pulpito viene la predica?- scherzò allungando le braccia e avvicinandomi a sé, mentre io mi limitai a fare una strana smorfia.
-Ho sentito mia mamma prima e mi ha chiesto se abbiamo voglia di andare su in Cheshire domani visto che è l’ultimo giorno in cui sarò a casa.. mi ha anche detto che ha parlato con i tuoi e che ha già invitato anche loro- disse poi.
-Bè, non posso rifiutare un’offerta del genere!- esclamai, sentendomi ancora più felice di quanto fossi qualche secondo prima e riuscimmo entrambi ad addormentarci con un sorriso a trentadue denti.


La mattina seguente ci svegliammo e, dopo esserci preparati ed esser passati a prendere Gemma a casa sua, partimmo per Holmes Chapel con Harry al volante della sua amata Range Rover. Inutile dire che il viaggio non fu per niente tranquillo, dato che noi tre insieme non riuscivamo a stare zitti un secondo. Per non parlare del fatto che mia sorella fosse rimasta con Louis a Londra per vedersi con la famiglia di lui, altrimenti ci sarebbe stato il triplo del caos in quella macchina!
Non appena arrivammo davanti a casa di Anne e Robin, fummo letteralmente travolti dagli abbracci dei nostri genitori e a me e Gemma venne ripetuto circa un centinaio di volte che ci facevamo vive troppo raramente.
-E’ colpa di tuo figlio!- rispose Gemma ad Anne, nonostante Harry non c’entrasse niente.
-Cos’ho fatto stavolta?- intervenne lui, interrompendo il discorso che stava avendo con mio padre e Robin.
-Niente, è sempre colpa tua H- risposi io, ancora abbracciata a mia madre, facendo scoppiare a ridere tutti i presenti escluso il preso in causa, che mi fece una linguaccia.
-Dai entriamo! Io e Debbie abbiamo cucinato tutta mattina, spero abbiate fame-  incitò Anne.
-Su questo non c’è dubbio- risposi un secondo prima che Harry mi prendesse per le gambe e mi portasse all’interno a mo’ di sacco di patate sulle sue spalle.
Passare del tempo insieme alle nostre famiglie era davvero una delle cose che più adoravo. Harry era sempre così raggiante quando lo facevamo e quasi mi faceva dimenticare delle solite ed imminenti partenze. Nel tardo pomeriggio io, lui e Gemma andammo al pub di Holmes Chapel e ci incontrammo con tutti i loro amici d’infanzia, altra cosa che adoravo perché tutti loro lo conoscevano da prima che diventasse Harry Styles dei One Direction. 
La sera, dopo aver cenato, mi ritornò la malinconia perché sapevo che avremmo dovuto tornare a Londra e che avrei avuto a disposizione ancora poche ore prima che Harry risalisse su un aereo e tornasse nelle Filippine.
Ero più che certa che lui l’avesse notato, soprattutto perché mentre stavamo salutando i genitori, erano ben visibili le mie lacrime agli occhi. Nonostante ciò, mi autoconvinsi che avesse deciso di sorvolare l’argomento, ma quando tornammo in città e, dopo aver riaccompagnato Gemma entrammo in casa nostra, subito mi fece cambiare idea.
-C’è qualcosa che non va..- affermò immediatamente, mentre si sfilava il giubbotto, al che io lo guardai confusa.
-Non provare a dire che non è vero Em, ti conosco fin troppo bene. Sei stata silenziosa per tutto il viaggio.. non hai nemmeno dato ragione a mia sorella quando ci siamo messi a discutere su chi avesse la priorità sulle caramelle- sorrisi ripensandoci, poi lui mi afferrò per un polso e fece si che entrambi ci sedessimo sul divano uno in fronte all’altra.
-Non c’è niente che non va H- gli accarezzai il viso con la mano che avevo libera dalla sua presa. -E’ solo che domani riparti..- riuscii ad ammetterlo e ritirai entrambe le mani, nascondendole nelle maniche della mia camicia. Non mi piaceva confessare il fatto che c’erano dei momenti in cui mi mancava da impazzire quando era via, momenti in cui l’unica cosa che riuscissi a fare era sdraiarmi sul mio letto e chiamarlo per sentire la sua voce. Avevo sempre evitato di fargli sentire tutto ciò come un peso, perché tutto il mondo era a conoscenza del fatto che Harry amasse il suo lavoro. Anche io a mia volta lo amavo ed amavo anche lui, perciò la sua felicità veniva prima di qualsiasi altra cosa.
-Non sai quel che darei per poterti portare con me..- anche il suo tono di voce divenne piuttosto malinconico, perciò cercai di cambiare la situazione.
-Okay, basta piangerci addosso- esordii dopo circa un minuto di silenzio. -Pensiamo in positivo, tra un mese sarai di nuovo qui!- sorrisi, posandogli l’indice sul mento per rialzargli il viso che era abbassato in quel momento.
-E tu avrai finito lo stage, perciò ripartirai con me per la seconda parte del tour!- anche lui sorrise, sprizzando gioia da tutti i pori.

La mattina dopo, come previsto, io e le altre ragazze li accompagnammo all’aeroporto e li vedemmo salire di nuovo su quel loro aereo, ma a differenza del solito, quella mattina avevo la pura consapevolezza che sarebbe stata l’ultima volta, almeno per qualche mese, in cui non vi sarei salita anche io perciò li salutai con un sorriso stampato in viso pregando che quell’ultimo mese passasse in fretta.




Eccomi qui!
Come promesso, l'attesa è stata mooolto più corta rispetto all'ultima volta, giusto? Ho cercato di essere il poù veloce possibile e mi sono impegnata anche durante le feste per completare il capitolo!
A proposito, spero che abbiate passato tutti un buon Natale e spero anche che questo aggiornamento possa essere una specie di mio regalo per voi. Il vostro regalo per me sarebbe ovviamente una piccola e molto significante recensione, perciò io incrocio le dita!
Come avevo già detto, ci stiamo avvicinando alla fine della storia.. in realtà avrei già voluto concluderla qualche mese fa, ma avevo ancora qualche idea in testa perciò ho evitato! 
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacio, Raffy <3 xxx

                                                    

                                     






 

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