El Verdadero Amor

di Bellafifi1986
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il posto segreto ***
Capitolo 2: *** Il mistero dello spartito e del ricordo ***
Capitolo 3: *** La magia dell'amore ***
Capitolo 4: *** Ricordi, segreti e rivelazioni (prima parte) ***
Capitolo 5: *** Ricordi, segreti e rivelazioni (seconda parte) ***
Capitolo 6: *** Martina, baci e prime volte o quasi e novità inaspettate(prima parte) ***
Capitolo 7: *** Martina, baci e prime volte o quasi e novità inaspettate(seconda parte) ***
Capitolo 8: *** Passati Svelati, Gelosie, Equivoci e Gregorio: Padrone dello Studio 21 (prima parte) ***
Capitolo 9: *** Passati Svelati, Equivoci, Gelosie e Gregorio: Padrone della Studio 21(seconda parte) ***
Capitolo 10: *** cap 10.1 Passati svelati, gelosi, equivoci e Gregorio: padrone della scuola (parte terza) ***
Capitolo 11: *** Cap 10.2 Passati Svelati, Equivoci, Gelosie e Gregorio: Padrone dello Studio (quarte e ultima parte) ***
Capitolo 12: *** Cap 11 Colpi di fulmini, di magia e il seme del dubbio ***
Capitolo 13: *** Cap 12.1 la musica maledetta, il ragazzo del sogno e rotture (prima parte9 ***
Capitolo 14: *** Cap 12.2 la musica maledetta, il ragazzo del sogno e rotture (seconda parte) ***
Capitolo 15: *** Cap 12.3 la musica maledetta, il ragazzo del sogno e rotture (terza parte) ***
Capitolo 16: *** Cap 13 Fuga D'amore ***
Capitolo 17: *** Cap 14.1 La festa (parte prima) ***
Capitolo 18: *** Cap 14.2 la festa (seconda parte) ***
Capitolo 19: *** Cap 14.3 la festa (terza parte) ***
Capitolo 20: *** Cap 15 Guardiane ***
Capitolo 21: *** AVVISO IMPORTANTE ***



Capitolo 1
*** Il posto segreto ***


                                                                                           EL VERDADERO AMOR 
                                                                                          Cap 1 Il posto segreto  
 
-Ho visto che stavi male e lo sai che non sopporto di vederti triste- disse Leon prendendole le mani.
Se c'era una cosa che Leon non sopportava era di vedere triste a Violetta e lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per vederla sorridere. Infatti aveva già un piano infallibile in mente e tutto ciò che la faceva star male, sarebbe scomparso come neve al sole.
Doveva essere il forte amore a guidarla sempre da lei quando ne aveva bisogno, come tutte le altre volta o prima non voleva parlare con Tomas al cellulare e lui era arrivato in quel momento. 
-Ma so io come farti tornare il sorriso- 
Il suo sorriso e quello sguardo dolce, quelli che ti facevano battere il cuore all'impazzata e sentire le farfalle nello stomaco. Quanto era bello, dolce e premuroso, era fortunata ad averlo al suo fianco.
-Che cosa hai in mente?- chiese lei curiosa.
-Ti fidi di me?- 
Quelle parole riportarono alla mente quel giorno del suo primo bacio. Un bellissimo momento. Qualunque cosa Leon faceva, riusciva sempre a farla star bene, anche solo con un gesto o un parola invece Tomas la faceva soffrire sempre. Non doveva pensarci.   
-Che domande! Certo che si- rispose lei abbracciandolo.-Con te potrei andare ovunque, Leon... In Francia, Australia o persino al Polo Nord-
-Non dobbiamo andare così lontano però è bello sentirtelo dire- le sussurrò all'orecchio Leon contento di quella confessione, mentre la stringeva forte a sé.  
-Aspettami qui, vado ad avvisare mio padre e prendo la borsa- 
Interruppe il loro contatto a malavoglia, le piaceva stare tra le sue braccia protettive. Corse verso il salotto più presto che poteva, non voleva perdere un solo istante senza di Leon. 
-E prendi anche il costume da bagno- disse lui mentre lei attraverso la cucina. 
Lei si girò confuso ed esclamò: -Costume da bagno!? Dove vuoi portarmi?-
Non le venivano altri posti in mente oltre la piscina, il mare o il lago dove andare con un costume da bagno.
-Non posso dirti nulla- rispose lui misterioso.-Ma vedrai, te ne innamorerai a prima vista-
Aveva una luce brillante negli occhi mentre parlava di quel luogo, doveva essere davvero speciale per lui. Gli aveva messo addosso una gran curiosità e una voglia di uscire da quella torre in cui si sentiva rinchiusa e partire alla scoperta di quel nuovo posto.
Entro nel salotto ma non c'era né suo padre né Jade, andò nell'ufficio e lo trovo vuoto così sali in camera da letto e non vi era traccia di lui. Ma dov'era andato? Possibile proprio in quel momento non c'era, era sempre li a controllarla. Non aveva intenzione di rinunciare all'uscita con Leon perché lui non c'era. Pazienza, gli avrebbe lasciato un biglietto.
Ando in camera sua, punto dritta all'armadio in cerca di una scatola che non tardo a spuntare fuori. Lo apri sul letto, era un costume da bagno da parte di Jade, per ingraziarsela e mai messo. Si spoglio subito per indossarlo e si guardo allo specchio, era a due pezzi il sopra rigorosamente a triangolo con volant, a cui si accompagnava uno slip piccolo con laccetti rosa confetto e le piaceva come le andava.  Si immagino lei e Leon in spiaggia, a quel pensiero si rese conto di una cosa e divento tutto rossa in viso.
"Vedrò Leon nudo solo con Costume!!! Che emozione ma anche che imbarazzo. Mamma, anche tu ti sentivi così la prima volta al sol pensiero?"
All'improvviso una luce usci dal diario e guido Violetta nella stanza di sua madre verso l'armadio, si fermo su un completino e un paio di ballerine e non si penso due volte ad indossarlo. Lascio i capelli sciolti e mossi con un piccolo fiore bianco a destra. Ora era perfetta per il suo appuntamento, ringrazio sua madre per lo splendido regalo, mise il cellulare e le chiavi nella borsa, prese il diario e scese subito di corsa da Leon. Di suo padre non c'era ancora tracci.
Nel frattempo Leon era al pianoforte a suonare qualcosa e si blocco appena senti i suoi passi, si girò e resto senza parole mentre scendeva le scale.
 
- Come sto?- chiese lei aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Leon si alzo dal pianoforte e si avvicino a lei. -WOW! Sei bellissima, Amore- 
Le prese la mano per farla volteggiare su se stessa, assomigliava proprio ad un fiore che danzava sull'acqua, per poi darle un bacio a fior di labbra sulla mano.
Cosa aveva fatto per meritarsi un fiore del genere? Non lo sapeva ma era il Fiore più bello di tutti e lui lo stringeva nelle sue mani.
Che dolce! Era un vero Principe, Il Suo e di nessun altra. Violetta si avvicino e gli bacio la guancia per poi perdersi nei suoi occhi verdi.
-Andiamo?- chiese Leon con quel sorriso.
-Si, aspetta solo un attimo-  
Si stacco da lui e tiro fuori dalla borsa una penna e un biglietto. Scrisse:
"Ciao Papà, sono uscita con Leon non faccio tardi. A più Tardi. Un bacio. Violetta"
-Ecco fatto- esclamò lei soddisfatta mettendolo nell'ufficio di suo padre. 
-Sei sicura di non voler aspettare che torni tuo padre?- chiese  Leon preoccupato appoggiando le sue mani sulle sue spalle.-Non voglio essere la causa di problemi tra voi-
Violetta si girò e portò la mano al suo viso, accarezzandolo. -Sei molto dolce a preoccuparti Leon  però tranquillo, mio padre si deve abituare che ho una vita al di fuori di queste mura-
-Mi piace quando lotti per ciò che vuoi-
-Sei stato proprio tu a dirmi che devo fare quello che mi piace, godermi la vita e che mi avresti aiutato a realizzare tutti i miei sogni e poi mi sono stancata di star qui rinchiusa a non far niente mentre li fuori c'è un mondo da scoprire e aspetta solo me-
-Allora che stiamo aspettando? Andiamo-
-Si-
Camminavano per le strade di Buenos Aires mano nella mano con meta misteriosa, ad un certo Leon la fermò e la bendò con una benda, lei credeva in lui e si abbondano tra le sue mani con totale fiducia. Era la prima volta che qualcuno faceva qualcosa del genere per lei neanche Tomas, era tremendamente emozionata e Leon la guidava con la sua voce in ogni passo. Non si sarebbe mai stancata di ascoltarlo, sentirlo cantare o suonare il piano. Lui lo suonava sublimemente, ogni volta che le sue dita toccavano i tasti, creava una vera magia.
Voy por ti la canzone scritta per lei, le era entrata nella mente e nel cuore e non voleva più uscire. La canzone rispecchiava un po' la loro storia iniziale, prima vedeva solo Tomas e con Leon c'era solo un'amicizia speciale che era nata a poco a poco nel tempo e si era trasformata in qualcosa di più. Amore. L'amore era davvero imprevedibile.
Amore.Musica.Passione.
Non sentiva più nulla, né la voce di Leon né il rumore delle macchine o altro. Stranamente c'era una pace celestiale e mille odori la invasero tutta, era profumo di... fresco... prato... fiori... legno... e... 
-Siamo arrivati- esclamò Leon all'orecchio.
Finalmente, si porto le mani al nodo della benda per toglierla ma lui la fermo.
-Non ancora-
Leon tirò fuori dalla tasca una chiave, apri il cancelletto e la guido dentro e poi alzo le mani e sciolse la benda. Lei apri gli occhi e si trovo davanti una bella casa azzurra e bianca con intorno tante piante e fiori di ogni genere, avanzò verso l'arco in ferro e sali i tre gradini in mattini. 
 
Leon era proprio dietro di lei con la chiave in mano e gliela diede.-Tieni, A te l'onore-
Prese la chiave tutta elettrizzata, la mise nella serratura della porta azzurra con vetrata e una rosa rossa al centro e la girò. Spinse lentamente la porta e appena varco la soglia, un strana sensazione la invase e come se c'era qualcosa di speciale e magico nell'aria e sentiva come la prima volta che mise piede nella stanza di sua madre. Leon era affianco a lei e sentiva che aveva avuto la stessa sensazione dalla sua espressione.
La prima cosa che vide era una scala in legno per il primo piano e a destra la parte salotto con un caminetto con sopra delle candele e un vaso di violette, un divano pieno di cuscini con finestra che si affacciava sui fiori e una piccola libreria e infondo un piccolo palchetto con un pianoforte, quello non poteva mancare mai. 
A sinistra c'era un piccolo tavolo per due vicino ad una porta a vetro che dava su un giardino, appoggio il diario su di esso e corse subito fuori e quello che vide la incanto.Era capiva la frase di Leon. 
C'era un bellissimo giardino con sinistra un gazebo bianco azzurro immerso di tantissimi fiori e alberi ricoperti di luci.  Si mise al centro a volteggiare felice mentre qualche petalo cadeva giù, Leon prese il cellulare e immortalo quel momento. Era davvero bella quando era felice. 
-E' Bellissimo, Leon- esclamò lei avvicinandosi al gazebo tramite una stradina di mattonelle.-E'  Mozzafiato... I fiore sono incredibili... Affascinante... Magico... Non ho altre parole-
 -Lo sapevo che ti avrebbe aiutato a scordarti di ciò che ti preoccupava- disse lui raggiungendola.  
Violetta prese la sua mano e disse-Sai sempre quello di cui ho bisogno-
-Violetta, Ti Amo tanto- dichiarò Leon accarezzandole il viso con una mano-Sarei capace di qualsiasi cosa più di farti felice.
'Ti amo tanto' Aveva il cuore a mille per quelle parole. Sentiva un emozione unica, nessuno gli aveva mai detto che la amava neanche Tomas ed era la più bella dichiarazione d'amore per lei. Era il giorno più bello della sua vita.
C'era solo una cosa da fare in questi momenti. Violetta appoggio la mano alla sua felpa, si sporse verso di lui e le loro labbra si incontrarono dando vita al loro secondo bacio.
Era diverso dal primo, all'inizio era un bacio a fior di labbra poi chiusero gli occhi e divenne più coinvolgente quando lei dischiuse le labbre e lui si spinse dolcemente dentro la sua bocca per assaporarla. La lingua di Violetta si muoveva un po' impacciata invece lui era così esperto, Baciava divinamente. Le loro lingue aveva dato il via ad una danza e tutto il resto del mondo scompariva. 
Violetta si sentiva in un altro mondo senza tempo, un miscuglio di emozioni... sensazioni... sapori... tutto era splendido. Prima di Violetta non aveva mai amato veramente, era entrata nella sua vita improvvisamente cambiandola totalmente.
Sembrava passata un eternità da quando avevano congiunto le loro labbra. Non riuscivano a smettere di guardarsi e sorridersi. Era la più bella cosa che gli era mai successa.
-E' stato meraviglioso, Leon- disse Violetta con le voce piene di emozione.
-Si un secondo bacio perfetto- confermò Leon tenendola tra le braccia.-Vieni con me-
Violetta lo segui mano nella mano dando l'ultimo guardo al gazebo aperto. Non c'era altro posto più bello per sposarsi. Poteva immaginarsi loro due sotto quel gazabo a scambiarsi le promesse.
  
"Oh Dio! Cosa sto pensando? Ho solo 17 anni. Con Tomas non ho mai fatto questi pensieri. Forse tra qualche anno quando Leon e io avremo realizzato il nostro sogno di diventare  dei cantanti"
Leon le mostro il continuo del giardino a destra dove c'era panchina con una fontana nella aiola di fronte ad un gazebo semi chiuso con una gran piscina attorno a tante piante e mille luci fatate.
-E' splendido Leon- esclamò Violetta incantata.-Non ho parole-
-Sapevo che ti sarebbe piaciuto- disse Leon stringendola da dietro.
C'erano anche le infradito, gli asciugamani, i lettini e un tavolino bianco con sopra una coppia di fragole e banane tagliate, due bicchieri pieni di succo di frutta uno alla fragola e l'altro all'arancia.  
 
All'improvviso squillò il cellulare di Violetta, lo prese e sul display c'era il nome di suo padre. 
-Che c'è Papà?- chiese lei con telefono vicino all'orecchio.
-Come che c'è? Sono rientrato a casa e tu non c'eri, ho trovato solo un biglietto- rispose suo padre arrabbiato.-Ti sembra il modo di comportarsi?-
-Ero corsa a dirtelo ma tu non c'eri e non voleva perdermi l'uscita con Leon. Comunque sono grande ormai e ho una vita. devi accettarlo che ti piaccia o no-
-Violetta, non ti conviene continuare così. Sei già nei guai-
-O se no che fai? Mi rinchiudi per sempre-
Perché suo padre non capiva il suo punto di vista? Non poteva stare sempre chiusa in casa. Se solo sua madre fosse ancora viva, le cose sarebbero diverse e il rapporto con suo padre non era pieno di conflitto. A Leon non gli piaceva questa situazione, i litigi tra lei e German erano sempre di più, Capiva che voleva proteggere sua figlia ma non poteva impedirle di vivere. German decise di fare un passo indietro e cercare di essere più elastico. Non voleva perderla per nulla al mondo.
-Ok, Violetta. Hai vinto-
Non poteva credere alle sue orecchie.
-Grazie Papà- disse Violetta contenta.-Ti voglio tanto bene-
-Anch'io. E quanto pensi di tornare?-
-Nel pomeriggio-
-Come nel pomeriggio? E il pranzo?-
-Mangio fuori con Leon-
-Va bene, ma mi raccomando non fare troppo tardi-
-Tranquillo papà-
Che bello, finalmente suo padre iniziava a capire. Era ora di divertirsi ma il problema non era solo il fatto di farsi vedere o vedere Leon in costume, c'era dell'altro e si sentiva imbarazzata al sol pensiero. Tutta colpa di suo padre che l'aveva tenuta in una campana di vetro. Era sicura che le altre ragazza non si sentivano come lei in quel momento. Però gli aveva dato il permesso di passare un intera giornata con Leon e per questo lo ringraziava di cuore.
-Vado a mettermi in costume, tu intanto esplora il posto- disse Leon con un sorriso, dandole un bacio sulla guancia. Leon corse verso le porte bianche e rimase on in quel meraviglioso giardino, mangio un pezzo di frutta, annuso i giorni e tocco l'acqua bella fresca e invitante. Peccato che non sapeva nuotare. Entro in casa ad esplorare la casa, c'era qualcosa di magico così sali le scale curiosa del sopra e una volta su notò un piccolo corridoio con cinque stanze. Si guardo intorno fino ad una porta socchiusa, si appoggio al muro e vi guardo dentro e c'era Leon senza felpa e maglietta di spalle mentre si tirava su il costume a pantaloncini azzurro con ai lati una linea blu e onde bianche.
"Non riesco a muovermi e a staccargli gli occhi da dosso. Mamma, cosa mi sta succedendo? Sono tutta rossa in viso, il cuore mi esplode e sento caldo. Non mi sono mai sentita così con Tomas, tutto è diverso con Leon" 
Riusci a riprendere possesso del suo corpo e si allontano immediatamente, Leon si senti osservato ma quando si giro, non c'era nessuno e scosse la testa, Violetta era in giardino.
Lei si mise sul diario a scrivere quei pensieri sul diario, era ancora rossa in viso e la mano le tremava. Senti i suoi passi nelle scale, non aveva il coraggio di alzare la testa e sostenere il suo sguardo.
-Eccomi qui- disse lui vedendo la sul divano intenta a scrivere. 
Lei continuo a tenere lo sguardo sul diario, si vergognava da morire e c'era mille emozione dentro di sè.
-Stai bene?- chiese Leon preoccupato, toccando il suo braccio.-Sei tutta rossa-
-Sto bene- rispose lei prendendo il coraggio e guardandolo. Per fortuna si era messo la maglietta di nuovo però per poco.
-Non è che hai la febbre?- chiese lui sfiorando la fronte con la sua.
-No no- rispose un po' nervosa a quel contatto, chiudendo il diario e alzandosi di scatto.-S..sto bene-
Che le prendeva? Da quando era sceso giù, aveva uno strano comportamento e c'era sotto qualcosa.
-A me non sembra-
-Sto bene Leon veramente-
-Ok andiamo a tuffarci- disse Leon senza institere oltre, tendendole la mano. 
-Si arrivo subito- rispose lei più naturale possibile, prendendo tempo- tu intanto vai, metto il silenzioso al cellulare cosi nessuno ci disturba e mi tolgo i vestiti-
-Ti aspetto di là- disse lui ancora più confuso. 
"Come glielo dico a Leon? Ho 17 anni e non so nuotare. Mi vergogno troppo"
Poi le torno in mente quel pomeriggio in cui Leon insegno ad andare in bici. Non doveva essere più difficile di quel caso e poi lui avrebbe capito.
"Coraggio Violetta, puoi farcela. Devi solo spogliarti e andare di là, dirglielo"
Amore. musica. passione.
Quando ci metteva per spogliarsi? Seduto sul lettino ad aspettarla con le braccia conserte. Intanto si era tolto la maglietta, rimanendo in torso nudo.
Sentiva dei passi sul prato, era lei e si voltò verso l'esterno . La sua testa fece capolino del gazebo incrociando il suo  sguardo e subito si alzo dal letto per andarle incontro con un emozione addosso.
-Sto entrando- disse lei timida entrando nel gazebo.
"Mi sento così nuda di fronte a lui, come se non avessi il costume addosso e lui mi guarda con quei occhi pieni d'amore e di non so cosa, mi fa sentire la ragazza più importante del mondo"
Era bellissima in costume da bagno, non vedeva l'ora di tenerla stretta a sé in piscina.
Lei avvanzo verso di lui con un po' di imbarazzo e si fermo, i suoi occhi si sposarono inevitabilmente sul suo corpo.
"E' stupendo! Ho il cuore a mille. Mi sento emozionata al sol pensiero di sfiorarlo e di abbracciarlo"
In quel momento Leon capi il suo comportamento. Come aveva fatto a non capirlo prima? Era logico, una ragazza come Violetta vissuta sempre tra le quattro mura di casa, non era abituata a quel tipo di cose. Diventava rossa solo con un complimento. Doveva far qualcosa per farle scomparire l'imbarazzo.
-Leon devo confessarti una cosa- disse lei con coraggio.-Io... non so nuotare-
Allora era quello di vero motivo, non sapeva nuotare. Com'era tenera.
-Non devi vergognarti, puoi capitare a tutti di non saper nuotare- replicò Leon tranquillizzandola.-Poi di fronte a te hai il miglior istruttore di nuoto-
Tutta la sua vergogna scompari in un lampo, Era incredibile, Leon riusciva sempre le parole giuste per calmarla.
Non a caso, sapeva nuotare da quando aveva 4 anni e aveva fatto del gare e vinto molte medaglie. Dopo la musica, il nuoto era la sua seconda passione. Ti rilassava e ti trasportava in un altro mondo.
Leon la prese in braccia a mo' di sposa, lei porto le braccia intorno al suo collo e lentamente scese i gradi entrando in acqua, si fidava di lui ciecamente e lo lascio fare, senti l'acqua bagnarla a poco a poco e lui la fece volteggiare per poi baciarla con dolcezza.
Leon era un ottimo istruttore, imparo subito come se nuotare era parte di se come lo era la musica, strana cosa da pensare visto tutto il casino di prima. Lui era sempre con lei in ogni suoi passo: l'aveva aiutata a superare la sua paura del pubblico, l'aveva insegnato ad andare in bici, il suo primo, il suo secondo e tante altre piccole cose. Si divertirono molto a nuotare, a schizzarsi e a tuffarsi, sorseggiarono i succhi di frutta al bordo piscina e stuzziccarono un po' la frutta per poi tuffarsi di nuovo in piscina e baciarsi. La risata cristallina di Violetta era il suono più bello del mondo per Leon quando lei era era felice, lo era anche lui.
Solo un attimo per Violetta fu imbarazzate e bello allo stesso tempo quando si tuffo e si slaccio in costume di dietro, lei si copri i seni con le mani e lui si precipito da lei, -tranquilla ci sono io, non devi essere in imbarazzo- le sussurrò all'orecchio lui da dietro diede un piccolo bacio sul collo e allacciando il costume.
Quel bacio le provoco un brivido lungo la schiena, il cuore batteva furiosamente e si volto istinto verso di lui, incrociando i suoi occhi e prese il suo viso tra le mani e lo bacio, lui avvolse il suo corpo con le sue braccia e si lasciarono trasportare a lungo a quel bacio pieno di dolcezza e passione.
Un volta fuori dalla piscina, lei si avvolse con il telo da mare e prese una bottiglietta per bere, aveva molto sete e Leon ne approffitto e prese il cellulare per scattare una foto.
-Che fai?- 
-Immortalo questo momento-
Violetta si mise in posa e lui clicco sul cellulare.
 Si avvicino per vedere il risultato e le piaceva quella foto. In quel momento le venne in mente che lei e Leon non avevano nessuna foto insieme. 
-Manca solo una nostra- disse Violetta togliendo il telo e strascinando Leon con la mano sul lettino. 
-Hai ragione, rimediamo subito- rispose lui sdraiandosi insieme a lei. La teneva stretta con un braccio e con l'altro scattava la foto.
Era venuta bellissima, poi lei aveva appoggiato la testa al suo petto e la mano al suo fianco. Era prima di una serie di foto ma non era il momento, si persero di nuovo nei loro occhi e ripresero a baciarsi stretti in quel lettino.
Dopo tutto quel nuotare, una fame si travolse e cosi puntarono alla cucina. Leon le mostro il frigo pieno di tanta roba e avevano un cucina tutta per solo, peccato che nessuno dei due sapeva cucinare o mettere le mani.
-Ti avverto non ho mai cucinato e non so dove iniziare- disse Leon chiudendo il frigo.
-Neanch'io. Olga cucina sempre per noi- disse Violetta notando un quaderno di ricette sul ripiano.-Impareremo insieme con questo- 
Crescere e imparare insieme era una bella cosa sopratutto con la persona che ami.
-Dove l'hai preso?- chiese Leon confuso.
-Era sul ripiano- rispose lei  .-Perché?-
-Non c'era nulla sul ripiano prima- rispose Leon stranito.-quel quaderno era in salotto nella libreria
-Come puoi essere?- esclamò Violetta confusa altre tanto.
Le cosa non apparivano dal nulla o non volavano e i fantasmi non esistevano. C'era qualcosa di misterioso in quel posto.
-Non lo so-
Violetta apri a caso il quaderno e c'era un foglietto piegato, qualcosa la attiro verso di esso. Lo apri tutto per vedere il contenuto e resto sorpresa e confusa da esso.
-Che c'è, Amore?- chiese Leon al suo cambiamento.
Guardo il foglietto e si trattava di uno sparito.
 
Fine primo capitolo
Come c'è finito li il quaderno? Che mistero avvolte lo spartito? Perché quella strana reazione? Per saperlo, continuate a seguirmi con questa avventura.
Sperò che vi sia piaciuto, non se so si è notato ma adoro Leon e insieme a Violetta sono i due miei personaggi preferiti. Per me sono nati per stare insieme. 
Aspetto le vostre recensioni per farle se vi piace.

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Capitolo 2
*** Il mistero dello spartito e del ricordo ***


                                                       
                                                      Cap 2 Il Mistero Dello Spartito e del Ricordo
 
-Leon, questo spartito...-disse Violetta bloccandosi dall'emozione. 
Non era uno spartito qualsiasi, era quello di sua madre e il titolo era "Canciòn de cuna para Violetta" scritta con la sua calligrafia. Era la ninna nanna che le cantava ogni sera prima di andare a letto.
Com'era finita lì? Perché non era nella stanza di sua madre? Era un bel mistero. Non credeva alle coincidenze, era un segno del destino come incontrare Leon e innamorarsi nel tempo di lui.
Chiuse gli occhi e strinse lo spartito al cuore come un tesoro prezioso, un altro pezzo di sua madre.
"Non so com'è possibile, mamma ma è bel regalo"
-Me la suoneresti?-
-Certo, sarà un onore per me- rispose Leon prendendo la sua mano e guidandola al pianoforte-
Si accomodarono allo sgabello, Violetta mise lo spartito sul leggio del pianoforte e la testa alla sua spalla, lui guardo le note e sfiorò i tasti con le dita. Lei chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dalla dolce melodia ricreata dalle dita di Leon e qualcosa scottò nella sua mente, un ricordo perduto e rievocato.
Aveva 5 anni con i capelli raccolti in due treccine, un cerchietto bianco con un fiore e vestitino dello stesso colore. Era seduta al pianoforte affianco a sua madre che suonava e cantava quella stessa melodia, ricordava bene la sua bellissims voce e suo padre le guardava incantato di fronte con una bimba di 2 anni in braccio.
Sua madre, bella come il sole, le sorrideva contenta per poi portarla fuori con suo padre e la bimba.
-Guarda, piccola. Che bel giardino- disse sua madre tenendola in braccio.-Ti piace?-
Si accorse stranamente che ogni dettaglio o cosa era uguale al posto in cui Leon l'aveva portata. 
"Non è possibile! Io e Leon non ci siamo mai conosciuti prima del mio ritrono a Buenos Aires . Poi chi é quella bimba?"
-Si è bellissima, mamma- rispose lei con un vocina piccola-Voglio andare nel gazebo-
Sua madre la mise giù e lei corse verso il gazebo dove c'era una giovane donna con i lunghi capelli castani e lisci, con un vestito bianco e un grembiule rosa alla vita e una collana di perle accanto un tavolo pieno di dolci di ogni tipo dalle torte alla crema ai cupcakes. La donna mise un mazzo di rose bianche e rosa nel vaso al centro.
Lei li guardava con golosità e si girò verso sua madre.
-Posso, mamma?- chiese lei con quei occhietti che non si puo' dire di no.
-Solo uno, gli altri dopo pranzo- rispose sua madre con un sorriso.
Si stava vicinando al tavolo quando qualcuno le mise davanti un cupcakes particolare con un profumo irresistibile.
-Tieni-
Violetta non riusci in tempo a vedere di chi si trattava, la sua mente torno al presente e lei apri gli occhi di scatto e porto in posizione dritta.
-Cosa c'è, Amore?- chiese lui interrompendo la melodia di scatto a quella reazione. Era così felice mentre la suonava.
Gli racconto tutto per filo e per segno, era felice per aver ricordaro sua madre ma perplessa dal luogo.
-Come puo' essere, Leon?- chiese lei confusa.-Io e te non ci siamo mai conosciuti prima del mio ritorno qui. Non mi spiego la bambina in braccio a mio padre-
Leon le spiegò-Non lo sa ma una cosa è sicura, questo posto è della mia famiglia da più di quarant'anni. Da piccolo mi ci portava sempre mia madre poi dopo i sei anni, non ricordo il perché, non ci volevo più andare e ci sono poi tornato quando ti ho conosciuto. Per quanto riguarda la bimba puo' essere mia sorella-
"Leon ha una sorella!? Perché non ne sono nulla" pensò lei sorpresa."Perché non me l'ha detto?"
-Perchè non l'ho mai vista?- chiese lei confusa.
-Nessuno lo sa perché l'hanno mai vista neanche Ludmilla- rispose Leon con un sorriso.-lei abita a Londra con mia zia, studia in una famosa scuola di musica-
-Non capisco. Perchè studia li se qui c'è lo Studio 21?- chiese lei ancora confusa.
-Da quando era piccola a sempre sognato di studia in quella scuola a Londra e i miei l'avevo accontentata. Ha 15 anni, è un peperino, non sta ferma un attimo e suona la chitarra. Ha una band al femminile, le Pink Sugar- le raccontò lui aprendosi a lei.-Viene qui solo per le feste se ci riesce-
Anche lei avrebbe voluto una sorellina o un fratellino, di certo non da Jade ma da Angie. Lei era più simile ad una madre o una zia. 
-Ti deve mancare molto- disse Violetta  
-Si molto anche se ci sentiamo spesso su skype infatti non vedeve l'ora di conoscerti- rispose lui sorprendendola alle ultime parole.-E domani ti farò conoscere mia madre-
Leon aveva parlato a sua sorella di lei e voleva farle conoscere la madre, troppe informazione tutte insieme. Questa era la prima volta che faceva le presentazione con parenti del proprio fidanzato. Per lei era tutto nuovo e come al solito era colpa di suo padre,                              . 
"Mamma mia, se non le piaccio a nessuna delle due come ragazza di suo figlio e di suo fratello" pensò lei un po' insicura.
Leon capii subito cosa passava nella sua testolina e disse-Non devi preoccuparti, ti adorerano subito come successo a me-
Cosa poteva desiderare di più? Aveva un meraviglioso ragazzo che ogni ragazza sogna.
-E' incredibile quanto tu mi capisca a un solo sguardo e riesci a tranquillizzarmi in attimo-disse Violetta accarezzandogli il viso. Leon le prese delicamente la mano e depose un bacio.
Quando la guardava in quel modo, non resisteva a non abbracciarlo o a baciarlo e si sporse verso di lui quando nella sua testa le veniva in mente una cosa. Se suo padre gli aveva nascosto tutto di sua madre, era possibile l'ipotesi che la teneva all'oscuro di altre cose. Ne era capace quindi doveva indagare lei su questo nuovo mistero
-Leon tu sai da quando tempo  tuo padre e mio padre si conoscono?-
-So che fanno affari insieme e si comportano come se si conoscono da una vita però non so se in passato si frequentavano- le rispose lui.-Quando torno a casa, glielo chiedo-
-Grazie Leon, per me è importante- lo ringraziò abbracciandolo.
Lei si alzò per mettere lo sparito nel diario e il cellulare lampeggiò quando controllo su display c'erano una ventina di chiamate di... Tomas e una in corso. Perché non la lasciava in pace?
Leon notò lo suo sguardo scocciato e chiese-Tutto bene?-
-E' Tomas- rispose lei un po' nervosa. Non voleva che Leon pensava che provava qualcosa per Tomas, lei stava con lui e nessun altro contava per lei.
-Tranquilla, se vuoi rispondi-disse tranquillo, trattendo un certo fastidio.-Ti aspetto in cucina-
-Ma no Leon, non c'è ne biosgno- disse lei con un sorriso.-Tanto non ci sto molto.
Però lui lo lascio sola. Era giusto così. Si fidava ciecamente di lei, sapeva che non lo avrenne tradito mai e il fastidio si riferiva a Tomas che chiamava e parlava con la sua ragazza. Era molto geloso ma era una cosa normale, quando sei innamorato. Era strano il contrario.
-Che vuoi, Tomas?- gli rispose lei scocciata al cellulare.
-Ti prego, non mettere giù- le disse lui al sua voce.
-Non capisco perché mi hai chiamata?-
-Ti ho chiamata molte volte e non mi hai risposto. Come mai?-
-Forse perché ho di meglio da fare o perché non abbiamo nulla da dirci-
-Ma non è vero, ho bisogno di parlarti di noi e non solo...-
-Non c'è nessun noi, Tomas! Io amo Leon lo vuoi capire?- gridò Violetta molto chiara.
Dalla cucina Leon senti quelle parole e sorrise felice da quella dichiarazione.
il caro, non tanto, Tomas doveva mettersi finalemente il cuore in pace e star lontano da Violetta o se no, gli finiva molto male.
-Sei sicura di amarlo?- 
-Certo che si- rispose Violetta molto convinta e irritata da quella domanada.-E poi chi sei tu per farmi queste domande-
-Tu sei innamorata di me, non puoi negarlo- Tomas insistendo troppo sicuro di sé.
-Basta, Tomas! Io non sono più innamorata di te! Io amo Leon, non insistere e non chiamarmi più!- gridò Violetta esasperata da quella conversazione.Voleva solo tornare tra le braccia di Leon e dimenticare questo brutto episodio.
-Viol...- le parole si bloccarono alla chiusura della chiamata. Sperava che Tomas la lasciasse in pace.
Raggiunse Leon in cucina, aveva uno sguardo concentrato sul quaderto e lo strinse da dietro.
-Ho pensato che potremo fare gli spaghetti alla carbonara- disse Leon mostrando il quaderno-Sono facili da fare-
-Per me va benissimo- disse lei guardando la ricetta per poi aggiungere.-Non mi chiedi nulla?
 Sapeva a cosa si riferiva ma non ne aveva bisogno neanche se non avasse sentito quelle parole. Una sola parola: FIDUCIA.
-Mi fidi di te-
-Sei incredibile!- esclamò Violetta prendendo le sue mani e saltellando su posto.-Come fai... Come fai ad essere così?-
-Perchè ti amo con tutto il cuore- dichiarò lui per poi aggiungere-e volevo dirti che dopodomani verrò con te al fidanzamento-
Averlo lì con lei in quel giorno così brutto, sarebbe stato bello ma non poteva essere egoista. C'era lo spettacolo, era importante la presenza di Leon quindi doveva andarci.
-No, dopodomani sarai in teatro- 
-però penserò tutto il tempo a te, pazienza se ballerò male-
Le strappava sempre un sorriso o una risata.
In un casetto della cucina, trovo un grembiule rosa con gli angioletti, rifinitore in marrone e le taste a forma di cuore e Leon glielo allaccio di dietro.
"E' Davvero Deliziosa" pensò Leon ammirandola.
Ora erano pronti ad sperimentare. 
Amore. Musica.Passione.
Studio 21
Angie era tra le braccia di Pablo nella sala professori, stava così bene e dopo quel bacio-dichiarazione qualcosa dentro di lei stava cambiando. Con German era tutto così complicato, era fidanzato con Jade e cosa più importante era il marito di sua sorella. Era tutto così sbagliato, era una relazione destinata a finire male. Invece con Pablo era tutta un'altra cosa, lui le diceva sempre le cose giuste e meritava una possibilità. 
Quel momento fu interrotto da una telefonata da parte del teatro, Pablo non poteva credere alle proprie orecchie e non c'era nulla da fare. Angie guardò la sua espressione, non prometteva nulla di buono.
-Che è successo, Pablo?- chiese Angie preoccupata.
-Sembra che il teatro ha fatto a confusione con due spettacoli, noi non andremo in scena dopodomani ma tra due giorni-le spiegò Pablo seccato-si sono scusati per disagio però ora mi tocca fare mille telefonate per avvisare tutti e perderò un intero pomeriggio-
-Ma è magnifico- esclamò lei a quella bella notizia. Ora non c'erano ostacoli per Violetta e già la vedeva sul palcoscenico ad esibirsi.
Pablo era confuso da quell'esclamazione e disse-Non capisco che ci sia di magnifico in ciò-
-Con le telefonate ti aiuto io ma io parlo del fatto che Violetta potrà fare la protagonista così- gli spiegò Angie con entusiasmo-E poi Nata è brava ma ha bisogno di più tempo per essere perfetta-
-Non ci avevo pensato. E' gradioso- disse lui prendendela tra le braccia e facendola girare.
Tutto si stava sistemando nel giusto verso. Quella confusione era stata una vera fortuna e salvezza per lo spettacolo.
Angie non vedeva l'ora di dare la bella notizia a Violetta e poi doveva parlare anche con Leon, visto che i risultati della radiografia di Tomas era che non poteva partecipare. Sarebbero stati grandi insieme, avevano una incredibile connessione.
-Vado subito a darle la notizia- disse lei dandogli un bacio sulla guancia per correre verso la porta.  Ma si fermò tutto di un tratto ad un pensiero.
-Che cosa c'è,Angie? Perché ti sei fermata?-chiese confuso a quella reazione.
-Non posso andarci, non voglio vedere German- rispose Angie al ricordo di quel momento e delle sue parole "Io provo qualcosa per lei che pensavo di non provare più dopo la morte di Maria. Io la amo".
-Tranquilla, ti accompagno io-disse lui mettendosi al suo fianco e intrecciando le loro dita.Combaciavano alla perfezione.
Lei si lascio trasportare fuori da lui fuori dallo studio 21 intanto Tomas aveva un bicchiere di succo di frutta in mano per Ludmilla, era inconsolabile per via del sua non partecipazione e per il tour  e invece lui non riusciva a togliersi dalla mente le parole di Violetta "Non c'è nessun noi, Tomas! Io amo Leon, lo vuoi capire" oppure "non sono più innamorata di te" e lo rendeva terribilmente triste. Entro nella sala degli stumenti, Ludmilla era sullo sbagello con una faccia tristissima. 
"E' tenera quando non si da le arie da diva" pensò Tomas in quel frangente, facendo un sorriso."Ma che sto pensando: io amo Violetta"
Lei lo vide, corse subito ad abbracciarlo.-Oh Tomas, non voglio partire- disse lei quasi in lacrime.
-Su fatti coraggio, ci sarano altre occassioni- disse lui non sapendo cosa fare. Da una mano teneva il bicchiere e con l'altra dava dei colpetti sulla schiena a mo' di consolarla.
-Dici sul serio?- chiese lei staccandosi un attimo e guardondolo con occhietti teneri.
-Si non c'è bisogno che te lo dica io quando sei brava- rispose Tomas con un sorriso. 
-Grazie Tomas- disse Ludmilla facendogli una carezza sul viso. 
Francesca guardava la scena da fuori, non sopportava quell'arpia con Tomas. Si era innamorata ancora di lui, era il suo primo amore e migliore amico e aveva ceduto solo per l'amicizia che la legava a Violetta ma ora lei era felicemente fidanzata con Leon quindi doveva lottare per allontare Tomas da quella tarantola e conorare il suo sogno d'amore.
"E' incredibile, lui crede che Ludmilla sia la buona della situazione e Violetta la cattiva. A volte non lo riconosco ma non le permetterò di fargli il lavaggio del cervello totale e cambiarlo come sta facendo. " pensò Francesca decisa per poi raggiungere Camilla, Maxi e Braco al Resto-Bar.
Amore.Musica.Passione.
Angie era di fronte casa di Violetta e non riusciava a suonare il campanello, era più forte di lei e le ritornavano in mente le parole di German, si sentiva a disagio. Pablo le strinse la mano forte per farle forza e mosse la testa verso il campanello in segno "su dai". Prese un bel respiro e suonò al campanello, apri German.
-Angie, non ti aspettavo- disse German sorpreso.
-Salve German, ho bisogno di parlare con Violetta- disse lei senza troppi convenevoli, trattenendo il suo disagio per fortuta c'era Pablo con lei.
-Veramente non c'è, è con Leon e tornerà nel pomeriggio- rispose lui invitandola ad entrare- ma se vuoi la puoi aspettare qui- 
Preferiva evitare ogni contatto non necessario tra loro, era meglio per lei. Stava per rispondere quando spuntò Jade e la sua faccia era tutto un programma. Lei non voleva nessun problema, non era certo lì per impedire il loro futuro fidanzamento, l'unica cosa importante per lei era sua nipote Violetta e la sua felicità. 
-Possibile che sei sempre in mezzo, abbia il coraggio di dirlo che sei venuta per portami via German- gridò Jade fuori di sé.
Quella donna era pazza.
-Ma che stai dicendo? Sono qui esclusivamente per Violetta- replicò Angie a quelle accusse infondate.-Puoi dormire sogni tranquilli, nessuno ti porterà via il tuo German e per tua informazione io sto con Pablo-
Ma guarda un po' se doveva dar spiegazione a quella strega. Non la sopportava proprio, non voleva quel tipo di esempio per Violetta. Per fortuna a Violetta non le piaceva Jade o se no l'avrebbe cambiata nel tempo, ne era sicura.
Pablo era affianco a lei, solo in quel momento German e Jade si erano accorti della sua presenza e lui la guardava sorpreso e felice a quella dichiarazione. Non pensava che Angie da quel bacio considerava loro due fidanzati.
-In quanto al suo invito German, ho altri impegno-aggiunse tornando con lo sguardo su di lui-Chiamerò Violetta al cellulare. Arrivederci-
Usci fuori dalla villa insieme a Pablo che non la smetteva di guardarla con un sorrisetto e una luce negli occhi.
-Che c'è? Perché mi guardi in quel modo?-chiese lei sospettosa.
-Quello che hai detto a Jade è vero? Stiamo insieme-
-Non te l'ha detto nessuno che non si risponde mai con un'altra domanda- disse lei con un certo non so che ad illuminarla il viso.-Comunque si è vero, voglio stare con te Pablo-
-Mi hai reso l'uomo più felice del mondo- disse lui prendendola tra le braccia e facendola girare per poi baciarla appassionatamente.
Ne era sicura, voleva stare con Pablo e insieme sarebbero stati molto felici.
German aveva un gran dolore nel cuore alle parole di Angie, non aveva mai provato più un simile sentimente per nessun'altra donna dopo la morte di Maria. Le piaceva Jade, lo faceva ridere e molto altre cose ma non era l'amore con l'A maiuscola come Maria. Cercava di non darlo a vedere per Jade, non era giusto nei suoi confronti e poi tra due giorni c'era la sua festa di fidanzamente.
Amore.Musica.Passione.
Resto-Bar
Camilla era seduta al tavolo con Francesca, Braco e Maxi per mangiare, Luca aveva assunto una nuova cuoca e camiriera Mara di cui Braco, Andres e Maxi si erano innamorati a prima vista, scoprendo che era la cugina di Maxi. La vita era proprio strana però poverino, non gliene andava bene una, un altro amore impossibile. Lei non pensava proprio all'amore ma solo al suo sogno di cantante o almeno era quello che raccontava a sé stessa, c'era qualcuno di cui era innamorata ma era un amore impossibile come quello di Maxi, era più grande di lui e non la vedeva come possibile ragazza, ne era sicura. Per lui per la migliore amica della sua piccola sorella. Si era innamorata di Luca, era inutile negarlo ma se Francesca lo scopriva, era nei guai.
Luca servi i quattro piatti ordinati ma a sorpresa era diverso dagli altri. Che cosa significava? Ordinazione sbagliata o altro?
La faccia di Francesca era tutto un programma.
"E mai possibile che non ne combina una giusta" pensò Francesca dura."Ora mi sente"
-Che combini, Luca? Hai sbagliato l'ordinazione di Camilla- gridò Francesca con aria severa.-Sei sempre il solito pasticcione.
Francesca era troppo dura con suo fratello, poverino, faceva sempre del suo meglio e le piaceva quando cantava solo per lei anche perchè nessuno andava ai suoi spettacoli e lei era la sua unica spettatrice, Quella cosa le piaceva molto, era qualcosa di speciale e intimo. Però non capiva perché gli altri non si rendevano conto delle sue doti canore. Era un vero mistero e Francesca mica lo incoraggiava, gli diceva cose brutte e anche se era la sua migliore amica, non le piacava questo suo comportamento. 
-Non ho sbagliato ordinazione, sarà il nuovo piatto del Resto-Bar- disse Luca sereno alla sorella, poi girandosi verso Camilla-Assaggialo e dimmi la tua opinione-
I loro occhi si incontrarono per un attimo ma vide qualcosa di diverso in lui mentre la guardava.
"Ho le allucinazioni o cosa? No, è impossibile. Luca non si innamorerà mai di me, ne sono sicura al 100%"
-Dall'aspetto e profumo sembra delizioso e invitante- disse lei prendendo in mano il cucchiaio.
Era un risotto alle fragole, una ricetta italiana e Francesca lo guardava con disoprovazione e parti in quarta a criticare suo fratello.
-E' una pessima idea, sarà dolcissimo-
-Ssh!- disse Luca mentre guardava Camilla in attesa del suo giudizio. Teneva molto.
Camilla assaporò attentamente quel primo piatto insolito, sotto gli occhi attenti di Luca e la cosa le faceva molto piacere.
-Non è affatto dolce, il sapore è molto delicato e raffinato- commentò Camilla entusiasta.-Approvato al cento per cento-
Luca la abbraccio con entusiasmo e felicità.-Grazie Camilla, non sai quando sia importante la tua importante per me-
Era solo un abbraccio però era felice.
Quel momento fu interroto da Francesca.
-Quindi io non son so niente? La mia opinione non conta?- gridò quest'ultima arrabbiata a gelosa.
-Certo che conta, sorellina- disse Luca sorpreso.-Che domande fai?-
-Non ti capisco che ti prende- disse Camilla sorpresa da quella reazione tanto esagerata.Non l'aveva vista mai in quel modo e anche Maxi e Braco era d'accordi con lei, quest'ultimo disse qualcosa nella sua ligua ma non si capiva nulla come al solito. 
Luca era suo fratello e no di Camilla, era la sua opinione quella che contava e le dava fastidio quel loro rapporto. Si era possessiva proprio come lo era con Tomas. Anche se litigava con suo fratello in continuazione, gli voleva molto bene e se c'era qualcosa che non andava, preferiva che lui si confidasse con lei e no con Camilla. Ecco che le prendeva.
-Vieni qui, sorellina- disse Luca aprendo le braccia.
Francesca si lascio abbracciare e tutto torno normale in un secondo. Alla fine assaggio il piatto e lo trovo delizioso. Mai giudicare un libro dalla copertina, ti puo' sorprendere più di quanto ti aspettavi, prendendo un altro libro.
Amore.Musica.Passione.
Pomeriggio inoltratto
La suoneria del cellulare destò il sonno di Violetta mentre dormiva splendidamente tra le braccia di Leon appoggiata con la testa al suo petto e il battito del suo cuore era la melodia più dolce del mondo per lei, batteva ad un unisono con il proprio. Apri gli occhi e ammirò Leon con i capelli spettinati... il viso beato.. era bellissimo... svegliarsi con lui nel letto era un'esperienza unica, intima e di unione e difficilmente le ricapiva un occasione come questa soprattutto per via di suo padre. Se solo veniva a conoscenza del fatto che lei era sola in una camera da letto con Leon e portava solo un top e il sotto del costume, sarebbe stata in grossi guai.Di sicuro avrebbe messo le sbarre alle finestre, chiusa nella sua stanze e buttando via le chiave.
Allontano lentamente il braccio di Leon senza svegliarlo e allungo il braccio verso il comodino per prendere il cellulare, una volta in mano guardo il display e c'erano 1000 chiamate di suo padre e l'orario segnava le 20. 
"Oh dio! E' tardissimo, questa volta mi uccide per davvero"
-Leon, svegliati- disse Violetta agitata, scuotendolo.
Ma Leon non si svegliava, dormiva così profondamente e c'era una sola cosa da fare. Si avvicinò a lui e gli diede un bacio, funzionò alla grande e lui la intrappolò tra le sue braccia per poi portarla sul suo corpo e coinvolgendola in un bacio appassionato.
-Vorrei potermi svegliare tutte le mattine cosi- disse Leon raggiante.
-Allora troverò un modo per svegliarti tutte le mattine cosi- disse Violetta troppo presa da lui, scordandosi per un momento del resto.-Non ti ha mai visto con i capelli spettanati-
-Cosa!? Ho i capelli spettinati!?- chiese lui agitato, portandosi in posizione seduta tutto di un colpo.-Odio questa cosa. Ho bisogno urgentemente di uno specchio e di un pettine-
In effetti i suoi capelli era sempre lisci e perfetti. Curara del proprio aspetto fisico è importante però quando diventava un'ossessione non era per nulla sano.
-Dai non fare così, mi piacciono anche così- disse Violetta passandogli una mano tra i capelli spettinati.-Sei perfetto in ogni caso-
 -Se me lo dici tu, ci credo- rispose Leon tornando tranquillo per poi avvicinare il suo viso al quello di lei.
"Violetta, non stai scordando qualcosa. Sei in ritardo e tuo padre ucciderà prima a Leon e poi a te, se non ti sbrigi. Puoi baciarlo domani allo Studio 12 con tutta calma del mondo senza tuo padre sul collo, pronto a sbranarti al tuo minimo errore" 
-Leon, non vorrei interrompere quel bel momento però sono le 20 e ho ricevuto 1000 chiamate da mio padre- gli spiegò lei agitata.-Mio padre mi ucciderà-
-Non credevo che avevamo dormito così tanto tempo- disse Leon sorpreso per poi prenderle la mano-ma non ti preoccupare, parlerò io con tuo padre-
-Sei il fidanzato migliore del mondo- disse Violetta abbracciandolo.
-E tu la fidanzata più bella, talentuosa e dolce del mondo- disse Leon portandola a stendere di nuovo e ricominciando a baciarla una volta, non riusciva a smettere di farlo.
"E' un emozione indescrevibile, perdermi nelle sue labbra e sentire il cuore battere forte solo per me" pensò Leon. 
"Quando Leon mi bacia, sento un emozione incredibile come quando canto. E' ormai parte di me come la musica e niente e nessuno me li porterà via" pensò Violetta."Ma ora devo staccarmi, anche se non voglio"
Violetta si staccò da lui e disse con malavoglia:-Leon, dobbiamo andare-
-scusami, hai ragione- rispose Leon alzandosi da lei.-E che mi piace molto baciarti, non fare altro dalla mattina alla sera a parte suonare e cantare-
-non devi chiedermi scusa, anche me piace baciarti- disse Violetta brillante a quelle parole, sedendosi.-ma ora dobbiamo correre a casa mia-
I due scesero di sotto per mettersi i vestiti, sistemarsi un po' e correre in mediatamente da German. 
fine secondo capitolo.
Come reagirà German? Perché Violetta e Leon erano nel letto? Che cosa è successo? Che cosa si nasconde dietro il mistero del ricordo di Violetta? E Tomas insisterà con Violetta o darà una possibilità a Ludmilla? E come andrà il primo incontro con la madre di Leon? Per saperlo, continuate a seguirmi.
Aspetto le vostre recensioni per sapere che ne pensate. Baci. 

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Capitolo 3
*** La magia dell'amore ***


 Attenzione spoiler: ho inserito una scena un po' modificata del episodio 73.  
                                                         Cap 3 La magia dell'amore 
 
Violetta apri la porta affianco di Leon, aveva un agitazione addosso per la possibile reazione del padre e lui lo intuì, stringendole la mano per tranquillizzarla e ci riusci perfettamente. Con Leon al suo fianco era in grado di fare tutto. 
Appena German li vide, corse subito da Violetta ad abbracciarla. Era stato in pena tutto il tempo con la paura che gli era successo qualcosa come a  Maria.
Non aveva mai visto suo padre in quello stato, pensava che avrebbe gridato una delle sue ramanzine e invece no. Forse stava cambiando tutto, era un nuovo inizio e presto non doveva mentirgli più sulla sua passione per la musica e sullo studio 21.
German si staccò da lei e le gridò:-HAI LA MINIMA IDEA DI QUANTO FOSSI PREOCCUPATO! Per giunta non rispondi alla mie chiamate. Questa volta non la passi liscia, signorina. Non puoi fare quello che ti pare e piace-
Dimentico il pensiero di prima, suo padre non sarebbe mai cambiato. Si era solo illusa come una stupida.
-Signore German, è tutta colpa mia lei non c'entra. L'idea è stata mia di stare tutta la giornata in piscina e per la stanchezza ci siamo addormentati sui lettini- disse Leon mettendosi fra German e Violetta per proteggerla.-ma non era nostra intenzione far tardi-
La faccia di German mutò da furioso ad agitato a quelle parole soprattutto su "piscina" e sudava freddo.
"Strana reazione" pensarono i due nello stesso momento.
-Sei andata in piscina!? - esclamò German agitato.-Ma tu non sai nuotare-
-Mi ha insegnato Leon, è un bravo insegnate- rispose lei tutta sorridente, ripensando a quei bei momenti.-Tu lo sapevi che Leon ha vinto molte medaglie, papà-
-Non mi interessa niente se ha vinto delle medaglie! Leon non è istruttore di nuoto!-Gridò German fuori di sé.-Potevi farti male, scivolare e sbattere la testa, annegare o tante altre cose. E poi quante volte ti ho detto che devi star lontana dall'acqua, è pericolo!-
Lo sapeva a memoria da quand'era piccola che glielo ripeteva in continuazione però non era affatto giusto con Leon in quel momento.
Bella fiducia aveva German in lui e in sua figlia, capiva che era preoccupato per lei ma sbagliava in quel modo e poi che credeva che non era in grado di proteggere Violetta. Be' si sbagliava in grosso.
-Non capisco cosa ti prende Papà! Leon era con me, non avrebbe mai permesso che mi accadesse qualcosa e poi so badare a me stessa- replicò lui scocciata quel comportamento.-Non sono più una bambina, quante volte te lo devo dire!-
-Violetta, lasciami solo con Leon- ordinò German con un tono che non ammette repliche.-Ora!-
Lei era molto preoccupata per Leon, non se la sentiva di lasciarlo solo con suo padre. Già vedeva i giornali, spargimento di sangue in casa Castillo. Doveva fare qualcosa. Ma Leon le lanciò uno sguardo come per dire "stai tranquilla, andrà tutto bene". Era incredibile, si guardavano solo ma comunicavano e capivano i pensieri dell'altro.
Lasciò il salotto per andare in cucina sotto l'occhio attento di tutte e due. Anche se erano due sguardi differenti: quello di suo padre era duro e controllore  mentre quello di Leon era dolce e accompagnatore. Apri il frigo in cerca di qualcosa da mangiare, era nervosa e teneva le orecchie ben aperte per ascoltare la loro conversazione.
Erano soli in salotto, l'aria era così tesa che si tagliava con un coltello e German e Leon si guardavano negli occhi in attesa di uno dei due e ognuno aveva dei pensieri differenti su quella questione.
-Di cosa voleva parlare, Signor German?- domandò Leon con le braccia conserte per porre fine a quel silenzio e andare dritto a sodo. Non era il tipo da giri di parole, era diretto in qualsiasi cosa.
-Leon, non se sai la storia della madre di Violetta- iniziò German calmo.
Come faceva a non sapere una cosa del genere, per Violetta era un ricordo importante e triste allo stesso tempo. Gli parlava sempre di sua madre.
-Si, Violetta mi ha raccontato che è morta in un incidente durante una tour quando lei aveva solo 5 anni-
-Quindi capirai perché io mi comporto così con lei e ora con te- disse German severo.-Non voglio che la storia di sua madre si ripeta-
-Io capisco che per lei dev'essere stato molto doloroso perdere sua moglie- replicò Leon mettendosi nei suoi panni. Lui morirebbe senza Violetta però non si sarebbe mai comportato così con la loro figlia.-però non può rimanere attaccato al passato, non lo dico solo per Violetta ma anche per lei. Non può impedirle di vivere come ogni ragazza della sua età e renderla infelice-
Lei ascoltava attentamente Leon, lui diceva le cose giuste e sperava che il suo discorso faceva braccia nel cuore di suo padre.
German sapeva da un parte che Leon aveva ragione però dall'altra non voleva perdere Violetta come era successo con Maria.
-Leon, quando sarai genitore allora capirai le mie motivazioni- disse German rimanendo nella sua posizione.-Lo faccio solo per il bene di mia figlia-
-Signor German, io amo Violetta, è tutta la mia vita e farò qualsiasi cosa per renderla felice e aiutarla a realizzare tutti i suoi sogni- dichiarò Leon da Vero Principe Azzurro. Altro che Tomas.
"Oh Leon! Quanto ti amo. Ogni tua parola è impresa nelle pagine della mia anima" pensò Violetta commossa."E' incredibile il tuo modo di combattere per me, tutto mi trasmette il tuo amore. Come ho fatto a non accorgermene subito? Ero troppo accecata dall'amore a prima vita con Tomas. Ma tu sei stato paziente con me, mi sei stato accanto nei momenti sia brutti sia felici, mi hai conquistata a poco a poco con il tuo essere diretto, dolce, premuroso, sfacciato... potrei andare fino a domani mattina ad elencare. Mi sei entrato dentro il cuore, anima e mentre e non ne uscirai mai"
-Questo mi fa piacere ma se solo la aiuti a cantare o recitare, tu a mia figlia non la vedrai mai più. Questa è una promessa!- dichiarò German duro.-Mi sono spiegato bene?-
"Cosa!? Mio padre è impazzito? Non può farmi questo, io amo Leon e non permetterò mai di separarmi da lui " pensò Violetta decisa e con le lacrime agli occhi.
"Questo è un ricatto ma se German pensa di separarmi da Violetta, non ha capito nulla" pensò Leon deciso."Per il canto, non smetterò mai di aiutarla e sostenerla. E' nata per cantare proprio como lo è per stare insieme a me"
Dopo quella piacevolissima conversazione, i due vanno in cucina da Violetta la quale era messa vicino al frigo per non farsi scoprire.
-Com'è andata?- chiese Violetta finta curiosa. Leon capi dallo sguardo e dal tono che lei aveva sentito tutto cosa che sfuggi a German. La conosceva meglio di suo padre, questo dimostrava tante cose.
-Bene, ho voluto solo scambiare due chiacchiere con Leon- rispose German vago.-Niente di grazie-
Suo padre era un bugiardo, era molto di più e aveva fatto molto male a dire quelle cose a Leon.
-E' ora per Leon di tornare a casa- aggiunse German stanco-Quindi Violetta di ciao a Leon-
L'atmosfera in cucina cambiò improvvisamente, Leon e Violetta si guardavano con una luce negli occhi e i loro corpi e mani si avvicinavano lentamente per il bacio della buona notte. 
Stop.
-Da lontano- disse German mettendo la mano fra loro per frenare le loro intenzione. Mai e po mai, avrebbe permesso una cosa simile sotto il suo tetto.
"Uffa non lo sopporto quando fa cosi" pensò Violetta arrabbiata."Non posso neanche baciare Leon"   
I due si salutarono da lontano, un po' triste per quell'assurda imposizione di German e quest'ultimo non stacco gli occhi da Leon neanche per un secondo mentre usciva dalla porta su retro. Solo dopo la lasciò solo per chiamare Jade per la cena, Violetta restò in cucina con l'aria triste e subito apri la borsa per prendere il suo diario pronta a sfogarsi quando un messaggio arrivò sul suo cellulare.
"Fai che non sia Tomas" pensò Violetta stanca.
Era di Leon. 
"Girati"
Si girò verso la porta e dietro il vetro c'era lui. Corse fuori felice senza far rumore, Leon l'attirò a sé per un bacio mozzafiato in cui Violetta gli buttò le braccia al collo per approfondire meglio quel contatto.
-Non potevo andarmene senza darti questo- disse Leon riprendendo fiato.
-E io non potevo andarmene a dormire senza questo bacio- disse Violetta tutta rossa con le gambe molli, per fortuna Leon la teneva stretta. 
Lasciarsi era difficile però German era nelle vicinanze e se li scopriva, erano guai.
-A domani mattina-
-A domani mattina-
Lo segui con lo sguardo mentre andava via senza far alcun rumore, rientrò in casa con lo sguardo sognante e si appoggià alla porta con una mano sul cuore.
Amore.Musica.Passione.
Dopo la cena noiosa in cui si parlò per l'ennesima volta del fidanzamento, Violetta si chiuse nella sua stanza per scrivere e disegnare la splendida giornata vissuta con Leon sul suo diario, seduta sul letto con le gambe incrociate.
"Mamma,
Oggi è stata una delle più splendide giornate, li in quel luogo segreto e magico ci siamo solo io e Leon e tutto il resto scompare...
Ho capito anche una cosa:
Tomas è il mio primo amore, Il Passato e Leon è il mio primo e secondo bacio, Presente e Futuro, l'Amore Vero.
...
Dal diario uscirono quelle due ultime parole e volarono da Leon. Anche lui era sul letto con il computer collegato al cellulare per scaricare le foto fatte a Violetta e quella di loro due su lettino, la loro prima foto. Prese il cellulare e la inviò a Violetta in ricordo di quella splendida giornata e in quel momento un raggio di luce gli girò intorno con la scritta El Verdadero Amor. Aveva le allucinazione, chiuse gli occhi per un secondo e li apri di nuovo il raggio di luce non c'era ma la scritta "El Verdadero Amor" si, tutta piena di ghirigori. 
"Come può essere possibile?" pensò lui grattandosi la testa confuso.
Allungò il dito per toccarla ma qualcosa lo bloccò.
"Dai Leon, non puoi aver paura di una scritta" 
Così la toccò e la sua mente si riempie di immagini sue e di Violetta di quel giorno e quelli precedenti e un immenso amore si riversò dentro di lui.
Era Violetta.
Non sapeva come era possibile ciò ma era tutto vero. 
La scritta sparì al termine di tutte quelle immagini ed emozione dentro di sé.
...
"Come è successo a te Mamma, hai conosciuto a papà alla mia stessa età e ti sei innamorata di lui e da quell'amore sono nata io... anch'io sperò un giorno di sposarmi con Leon e avere dei figli ai quali trasmetterò tutti i miei valori, le mie passioni e... io non farò mai come papà... io non potrei mai impedire a loro di vivere e richiuderli in una torre come fa lui con me... vorrei che tu fossi qui, mamma, lo vorrei tanto per abbracciarti e avere un consiglio...o solo per sentire la tua voce... mi manchi... Papà è troppo accecato da Jade per rendersi conto della sua vera natura... vuole mandarmi via... lo sentita parlare con Matias... vuole convincere papà a mettermi in collegio... ho paura... ormai in questa casa sono sola... Angie se ne andata, lei mi capiva e ti sarebbe piaciuta tanto... mi da una sensazione familiare... "  
Alcune lacrime scivolarono giù e inzupparono la pagina. 
"Basta, Violetta non devi essere triste... lei è sempre accanto a te... fatti forza, devi combattere contro quella strega ... e poi c'è Leon lui non permetterà mai a nessuno di portarti via"
Si asciugò le lacrime e ripensò a quel posto di pace, il suo umore cambiò. Proprio la pace che gli trasmetteva Leon, cosa che non succedeva con Tomas.
Uno messaggio arrivò sul suo cellulare. Lo aprì convinta che era di Leon invece era di...
...Tomas.
"Ma non ha capito proprio quello che gli ho detto al telefono. Non pensavo che era cosi stupido" pensò Violetta scocciata. 
"Non cancellarlo, non voglio parlare di noi ma di un'altra cosa. Dopodomani devi prendere parte allo spettacolo" 
Per lui era fin troppo semplice parlare, tanto non era lui a dover subire tutto questo. E non pensava minimamente che già ci stava male di suo per non poter partecipare e lui rigirava il coltello nella piaga. Lui la faceva sempre soffrire. 
"Tomas, ti prego non farmi questo. C'è il fidanzamento di mio padre, non posso mancare"Violetta
"Ludmilla non ci sarà e Nata non è in grado di sostituirla. Abbiamo bisogno di te" Tomas
"Non è vero" Violetta
"Si invece, io ho bisogno di te e poi sei nata per cantare. E' ingiusto che tu non ci sei solo per far felice tuo padre" Tomas
"Basta Tomas. Mi fai solo del male così." Violetta
Non capiva proprio l'enorme dolore che provava, il canto faceva parte di lei e stare sul palcoscenico del teatro in cui Angie l'aveva portata. era un emozione indescrivibile. Ma non poteva essere egoista e rovinare il giorno del fidanzamento a suo padre e poi Jade sapeva dello Studio 21 e se lo diceva a papà, davvero finiva in collegio e addio allo Studio 21, ai suoi sogni, ai suoi amici, ad Angie ma sopratutto a Leon.
Un nuovo messaggio arrivò sul suo cellulare. 
"Allora non vuole capire" pensò Violetta arrabbiata pronta a cancellare il messaggio. 
Ma si fermò in tempo, era di Leon e appena lo aprì, c'era la loro foto sul lettino. Subito il dolore scomparì e il sorriso tornò sul suo bel viso.  
Le tornò in mente quel momento particolare e diventò tutta rossa in viso al sol pensiero.
Dopo il pranzo, le cantò con l'accompagnamento al pianoforte da Leon "Te Creo", "En mi mundo", "Algo suena en mi" e per finire "Voy por ti", la loro prima canzone. 
Decisero di fare un dolce dal quaderno di Ana, la madre di Leon.
Proprio lì iniziò tutto...
 
-E' venuto bene l'impasto- disse Violetta intingendo il dito nella ciotola per assaggiare-E' buono! Assaggialo anche tu, Leon- 
Lui aveva un idea migliore per assaggiarlo con una strana luce negli occhi infatti si portò il dito pieno di impasto di lei alla sua bocca e lo succhiò maliziosamente.
A quel gesto le sue guance si tinsero di rosso. Non aveva mai conosciuto qualcuno così prima d'ora,
-Hai ragione, è buono- disse lui con uno sguardo innocente per finire con un tono audace.-Su di te sa più buono-
-Dai Leon. Mi fai diventare tutta rossa cosi!- esclamò lei a quella sua audacia con il cuore a mille.
-Era mia intenzione- disse disse lui prendendogli il mento con due dita-Mi piace quando hai le guance rosse. Sei adorabile-
"Ah è così? Caro amore mio preparati" pensò Violetta con una luce negli occhi, lasciandolo fare.
Chiuse gli occhi e anche lui, le loro labbra erano a 1 cm e in quel preciso istante, prese una manciata di farina e gliela buttò sulla testa. Leon aprì gli occhi di scatto, si portò una mano tra i capelli e la guardò. Era piena di farina.
Violetta rideva sotto i baffi, una mossa del genere non se lo aspettava da lei.
-Ti è piaciuto lo scherzetto?- chiese lei ridendo molto lontano da lui.
-Mai toccarmi i capelli- disse Leon serio.-Preparati alla mia vendetta-
Prese una manciata di cacao pronto a colpirla ma lei fuggi subito su per le scale, Leon rallentò per via del tavolo e dei capelli.
-Dove sei, Amore?- chiese Leon con un tono da finta innocenza, avanzando lentamente sulle scale sempre con cacao in mano.-Non ti faccio nulla-
Ma Violetta non ci credeva neanche un po' e rimase in quella stanza.
Era una stanza per la pittura, da una parte c'erano pennelli, dipinti coperti, tavolozza dei colori e un cavalletto con una tela bianca e l'altra parte un'armadietto con ai lati tanti oggetti o mobili coperti da lenzuoli.
Forse la madre di Leon dipingeva, era curiosa di vedere quei dipinti magari c'era qualche indizio in più sul suo ricordo.
Nell'istante in cui si avvicinò ai dipinti, la maniglia si mosse e lei guardò intorno in cerca di un buon nascondiglio. Leon apri la porta della stanza di pittura e iniziò a guardare attentamente ma Violetta non c'era e nulla era fuori posto. 
Prima di uscire, controllò l'armadietto visto le dimensione lei ci entrava benissimo ma nulla. Così riprese la sua ricerca, primo o poi un passo falso si faceva sempre.
Se solo Leon avrebbe controlla sotto il lenzuolo rettangolare accanto all'armadietto, avrebbe trovato Violetta.
Lei usci da sotto il lenzuolo che copriva una scrivania e nel farlo il costume si macchiò d'inchiostro perché una boccetta non era chiusa bene.
"Cosa faccio adesso? Non posso mettere il completino o si macchierà" pensò Violetta bloccata.
Apri la porta leggermente e di Leon nessuna traccia così corse a passo felpato nella stanza di fronte e chiuse la porta senza far alcun rumore. Nell'attimo dopo lui uscì dal bagno e guardò a destra e a sinistra confuso, erano tutte vuote. 
"Ma dov'è finita? E' un bel mistero" pensò Leon grattandosi la testa."Eppure ho visto in tutte le cinque stanze"
Nella camera da letto, lei si tolse il costume di sopra e si mise un top bianco trovato in uno dei cassetti del comò. Di sicuro era della madre di Leon. Si guardò allo specchio e notò la sua trasparenza perfino il colore dei suoi capezzoli.
"Meglio cambiarlo, una cosa è sentirsi nuda con il costume e un'altra è questa" pensò lei agitato."E poi sarei troppo in imbarazzò se solo Leon mi guarda così"
Il destino non era della sua parte, la porta si apri in quel momento e lui entrò.
-Ti ho trovata- disse lui con un sorrisetto pronto a colpirla.-Ora non mi scappi più-
Sul letto in ferro battuto con le lenzuola bianche (come questo: http://www.ilferrobattutosnc.it/luana.php), c'erano dei piccoli cuscinetti al centro e Violetta ne prese uno ad uno e glieli tirò in faccia per evitare il cacao(visto la fine del suo costume, non voleva il bis) e per crearsi un via di fuga ma Leon la prese in braccio e la buttò sul letto.
Ingaggiarono una lotta di cuscini all'ultima piuma e si divertirono molto come due bambini per nessuno dei due voleva darla vinta all'altro.
Violetta si stese per riprendere fiato, si stava divertendo molto e Leon approfittò dell'occasione per mettersi sopra di lei.
-Come la mettiamo ora?- chiese Leon tenendole i polsi con delicatezza. Quanto era bella con quelle guance rosse. Voleva baciarla... sfiorare la sua pelle... 
Il contatto del corpo di Leon sopra al suo le provocò un miscuglio di emozioni, il cuore a mille e il rossore delle guance.
-Potresti baciarmi- rispose lei un po' più sciolta, portandole le braccia al suo collo.
Era diverso dal bacio del lettino, era più intenso e tutto il suo mondo girava e cambiava all'improvviso soprattutto quando senti le mani di Leon sotto la sua maglietta, un brivido a quel contatto così intimo mentre le dita sfioravano la sua pelle delicatamente come quando suonava il piano e saliva sempre più quasi al suo seno. Le piaceva e la spaventa allo stesso momento mentre continuavano a baciarsi senza sosta.
Doveva smettere per Violetta e per entrambi, si stavano spingendo a un livello superiore della loro relazione e non erano ancora pronti. Si erano dati il secondo bacio proprio oggi e aveva notato l'imbarazzo di Violetta in generale.
Con gran sorpresa Violetta senti le mani e il corpo di Leon staccandosi da lei cosi da interrompere quel bellissimo contatto e apri gli occhi di scatto. 
Lo trovò in posizione seduta con una strana espressione in viso, sembrava dispiaciuto, imbarazzato o non so cosa. Non capiva cosa stesse succedendo.
Leon capi la sua confusione e disse-Scusami, non avrei dovuto farlo. Meglio se torniamo di sotto-
-Leon, non capisco- disse Violetta seduta a quella parole.-stavamo così bene-
-Non pensare che non mi è piaciuto, sarebbe da bugiardi dirti che non ti desidero, non voglio sfiorare la tua pelle e regalarti mille emozioni e solo che stiamo affrettando troppo le cose, ci siamo appena dati oggi il nostro secondo bacio e non siamo pronti a questo- le spiegò Leon da vero gentiluomo.-E non voglio fare qualcosa che ti mette in imbarazzo o che non sei pronta-
Violetta era commossa dalle sue parole, un altro ragazzo non lo avrebbe fatto.
Lei allungò la mano verso il suo viso e lo accarezzò.-Mi piace come ti preoccupi per me e mi proteggi anche così-
-Voglio che sia tutto perfetto per te, amore. Ti amo tanto- disse Leon prendendole la mano e baciandole alla centro.-Ora scendiamo-
-Io ho idea migliore- replicò lei a quel parole.
-Qual'è?- chiese lui curioso.
-Ti accoccolarci nel letto e vederci un film- rispose lei già mettendosi sotto al lenzuolo.
-Mi sembra un ottima idea- rispose lui raggiungendola sotto il lenzuolo, stringendola a sé e accendendo la tv.
Violetta era felice con Leon.
 
Fini di scrivere il diario, spense il cellulare e si mise sotto le coperte con il cuore pieno di nuove e bellissime emozioni.
Amore.Musica.Passione. Ecco lo spoiler.
Violetta passeggiava nel corridoio dello studio felice tra Francesca, Camilla e Maxi e i tre la vedevano più bella e felice.
Violetta indossava un completino: una gonna svolazzante rosa pastello, un top morbido che lasciava vedere una spalla e delle ballerine. Francesca: un vestito azzurro con una cintura a fiocco. Camilla: un vestito bianco ricamato.  
-Cosa ti è successo ieri?- chiese Cami curiosa.-Sei più felice di quando hai lasciato il teatro-
-Centra Leon vero?- chiese Fran intuendo dallo sguardo sognante dell'amica.
-Si, ho passato una splendida giornata con Leon- rispose Violetta tanto innamorata-Mi ha portato in piscina e...-
-E cosa?- chiese Maxi curioso come le altre due.
-Ci siamo dati il nostro secondo bacio e poi tanti altri- rispose lei felice.
Francesca si emoziono come la prima volta e Maxi e Francesca dissero-Vogliamo i dettagli-
In quel momento Vilu senti una melodia nell'aria e si fermò quasi vicino alla sala di musica. Era una bella melodia. Cerco di capire da dove proveniva.
I tre la guardarono confusi e Maxi chiese-Che c'è?-
-Non l'avete sentito?- chiese lei presa dalla musica.
-Sentito cosa Vilu?- chiese Francesca perplessa. Non sentiva nulla.
-Questa musica!- esclamò lei convinta per poi guardare gli altri due-Non la sentite?-
-Musica? No Vilu- tutte e tre confusi.-Che musica?-
-Viene da lì- esclamò lei per poi correre verso la sala di musica. 
Apri la porta e trovò Leon al piano.
I due si sorrisero, lei si avvicinò e iniziarono a cantare una nuova canzone.
...........
Contemporaneamente Violetta e Leon erano nei loro rispettivi letti e avevano dei bei sorrisi.
...........
Quella mattina si svegliò di splendido umore grazie al sogno con Leon e quella canzone, si alzò dal letto e volteggiò per tutta la stanza, canticchiando quella musica.
Prese il cellulare per accenderlo e trovò 10 messaggi, l'ultimo era di Leon e tutti gli altri di Angie. Per fortuna Tomas aveva la decenza di non chiamarla o mandarle dei messaggi.
Controllò prima i 9 messaggi di Angie, erano tutti avvisi di chiamate con diversi orari.
Angie ore 15.00 - 16.14 - 17.40 - 18.50 - 19.11 - 20.30 - 21.10 - 22.20 - 23.01.
Chissà perché tutte quelle chiamate non erano arrivate prima? Quando aveva controllato il cellulare alle 20 non c'erano ma solo quelle di suo padre. Forse non c'era campo o aveva troppe chiamate memorizzate. E perché Angie aveva cosi urgenza di parlarle? Non poteva aspettare oggi? Sperava nulla di grave. Non voleva perderla.
Ora apri quello di Leon:
"Buongiorno, amore. Stanotte ti ho sognata"
"E' incredibile! Mi è successa la stessa cosa"
Chissà cosa aveva sognato? Non poteva essere il suo stesso sogno. Era una cosa rara. Era molto curiosa come lo era Leon. Be lo avrebbero saputo una volta allo Studio 21.
"E perché penso sempre a te"
"Anch'io penso a te. Vorrei tanto che tu fossi qui per darmi il bacio del buongiorno"
"Appena ti vedo allo Studio, ti porto in un aula vuota e ti bacio tutta"
"Mi piace molto questa idea. Non vedo l'ora di vederti"
Invio la risposta e corse al suo armadio per scegliere i vestiti, nel farlo non notò proprio la casualità di aver preso  gli stessi vestiti del suo sogno.
German bussò alla sua porta e disse:-Violetta, sbrigati a vestirti e scendi a far colazione. Roberto ti sta aspettando per accompagnarti a lezione di piano-
Cos'era quella novità?
-Cosa!? Roberto!?- esclamò Violetta sorpresa, aprendo la porta.-Ma non avevamo detto che mi mandi da sola-
-Io non ti ho detto proprio niente- disse German duro.-Sei tu che ti sei alzata da tavola e te ne sei andata di testa tua. E non voglio che si ripeti la stessa cosa di ieri-
Come rovinare il buon umore a qualcuno di prima mattina di German Castillo. Ne poteva scrivere capitoli interi o perfino libri e aggiungeva anche una guida per i genitori che volevano rovinare la vita ai propri figli.
-Non posso crederci, tu non ti fidi di me!- esclamò lei sconvolta.
-No, non mi fido. E come potrei?- disse German severo.-Ultimamente sei cambiata, fai di testa tua e mi rispondi male. Ho cercato di capirti ma la mia pazienza ad un limite-
Non era vero, suo padre non cercava di capirla. Dettava solo regole e nient'altro. Perché doveva sempre essere così? Perché tra loro non poteva esserci un dialogo come prima? Ora capiva perché Angie se n'era andata.
-Capisco perché Angie se ne andata- disse lei fuori di sé.-Chi vorrebbe viverci qui!-
 -Non usare quel tono con me, signorina!- gridò German puntandogli il dito contro di lei.-E poi non per questo che Angie non se ne andata-
Come non se ne andata per quello? Allora lui sapeva il motivo quindi non era vero il motivo della carriera. Lo sapeva che c'entrava suo padre. 
-Qual'è il motivo, papà?- chiese lei 
Non poteva certo dirle "Sai Violetta, Angie se ne andata perché mi sono innamorata di lei e ho provato a baciarla" e poi era fidanzato con Jade.
-Io... non lo so Violetta- disse German più calma mentendo per l'ennesima volta.-Forse le sue aspirazione sono altre che fare l'istitutrice- 
-Non ci credo. E' una bugia- rispose Violetta arrabbiata.-Non fai altro che mentirmi. Sono stanca di questo-
Entrando nella sua stanza e sbattendo la porta contro la faccia di suo padre. Lui abbassò la maniglia e la porta non si apri. Si era chiusa a chiave.
-Violetta, apri subito questa porta!- gridò German furioso bussando come un ossesso.-E' un ordine!-
Poteva star lì a bussare alla porta fino a domani mattina, non ci pensava proprio a aprire.
Quando un messaggio le arrivò sul cellulare. Era di Leon.
"Anch'io non vedo di vederti e di stringerti a me"
Quanto è dolce! Come farebbe senza di lui? Per fortuna c'era lui a farla sorridere. Basta, essere giù. Non avrebbe permesso a suo padre di rovinargli quella giornata.
Si preparò in un lampo e usci dalla stanza con un bel sorriso, suo padre le parlò ma lei lo ignorò altamente per scendere giù.
 Amore.Musica.Passione.
Studio 21
Angie guardava per l'ennesima volta il cellulare da questa mattina ma nessuna risposta di Vilu, era preoccupata e se German aveva deciso di portarla via. No, non voleva neanche pensarci a quell'ipotesi. Violetta era sua nipote e German non poteva farlo anche se lui non sapeva questa verità.
Pablo si avvicinò a lei e le rubò il cellulare da mano.-Basta Angie, Violetta sarà qui a momenti. Inutile torturarti in questo modo-
Lui capiva sempre il suo umore, bastava uno sguardo o un gesto senza alcun parola come conoscerla da sempre. Questo voleva dire amare una persona.   
-Hai ragione- disse Angie con un sorriso.-Su mettiamoci al lavoro- 
-Qualcuno ieri notte mi ha rubato le coperte- le sussurrò all'orecchio lui in tono allusivo.-Ne sai qualcosa?-
-Avevo freddo- rispose lei con innocenza.
La notte scorsa Angie si era trasferita nell'appartamento di Pablo, il quale le aveva ceduto il letto per dormire sul divano come un vero gentiluomo ma lei non voleva e poi c'era spazio per tutte e due.Per due fidanzati era normale dormire insieme e loro si conoscevano da tempo.
-Ti avrei riscaldato io stanotte se non fosse per Toby- disse lui abbracciandola da dietro.
-Sei geloso di Toby?- chiese lei con una risata.
-Io!? Geloso di un cane!?- esclamò Pablo. -No, adoro Toby e solo che volevo tenerti stretta a me-
Toby era un piccolo cagnolino bianco e marrone, lui e Angie l'avevano trovato mentre andavano nel loro appartamento. Era ferito e affamato con gli occhi tristi e un collarino mezzo rotto, abbandonato a sé stesso e loro non riuscivano a capacitarsi. Come si faceva ad abbandonare una creatura? Così l'avevano avvolto in un suo maglione per tenerlo caldo per portarselo a casa con loro.
Lei si girò, gli mise le braccia a collo con lo sguardo innamorato e propose-Possiamo prendere una bella cuccia per Toby cosi mi terrai stretta tutta la notte-
-E' una bella proposta- disse lui avvolgendola per la vita.
Ma la porta si aprì e Gregorio entrò a rovinare quel momento. I due si separarono appena in tempo da non farsi scoprire, volevano essere professionali al lavoro anche se non era facile. 
-Ho interrotto qualcosa?- chiese Gregorio sospettoso. 
-No, nulla- rispose Angie dissimulando.-Stavamo solo parlando...-
-...dello spettacolo- terminò lui al suo posto. 
Gregorio non ci credeva neanche un po', nascondevano qualcosa quei due.
-Ah proposito dello spettacolo Angie hai già avvisato Violetta e Leon?- chiese Antonio entrando nella sala con Beto.-Con Tomas e Ludmilla fuori uso, ora sono loro i due protagonisti-
-E' un vero peccato che Tomas non possa partecipare- disse Berto dispiaciuto.
-Ho provato a contattare Violetta ma per qualche strana ragione non mi ha risposto- rispose Angie.-Ma saranno qui tra poco-
Intanto Leon era nei corridoi alla ricerca della sua Violetta mentre canticchiava la melodia del sogno e sorrideva, voleva suonarla al piano quando una voce insopportabile l'aveva chiamato dagli armadietti. Era Ludmilla con una faccia quasi in lacrime ma neanche lei poteva rovinargli l'umore di quella splendida giornata. 
-Lyon! Io parto e Violetta ne approfitterà per correre da Tomas- disse Ludmilla disperata.-Devi impedirglielo -
- Ah no, non preoccuparti. Violetta non pensa a lui- disse Leon con sorriso smagliate per poi lasciarla da sola.
Ludmilla non poteva saperlo delle tante emozioni scambiate con Violetta, lei non pensare più a Tomas. Violetta l'amava e nessuno tanto meno Ludmilla gli avrebbe messo alcun dubbio nella testa. Non sarebbe caduto nella sua trappola come faceva qualcun altro.
Quanto l'odiava! Prima di Violetta non era così, era cambiato per quella sciocca e non lo sopportava come la difendeva a spada tratta e ignorava lei, la grande Ludmilla.
Tomas si avvicinò a lei per vedere come stava e lei si buttò tra le sue braccia.  
Amore.Musica.Passione.
Violetta camminava nei corridoi con Francesca, Maxi e Camilla e i tre era curiosi di sapere perché era felici visto l'umore triste di ieri mentre lasciava il teatro, lei raccontò il motivo e la melodia del sogno e loro volevano i dettagli e più parlavano più sembrava che quella scena l'aveva già vissuta e poi senti quella canzone. 
-Non l'avete sentita?- chiese Violetta contenta.-Viene da lì-
I tre la guardavano confusi. Non capivano di cosa parlava.
-Sentito cosa, Vilu?- chiese Francesca preoccupata.
-Di questa canzone, Fran!- rispose lei insistendo.-Non la sentite?-
Ma nessuno sentiva la canzone di Vilu parlava.
-Che canzone? No- dissero loro conviti.
Perché la sentiva solo lei? Perché tutto le sembrava uguale? Com'era possibile tutto ciò?
-Non vi sembra di aver già vissuto questo?- chiese lui stupita da ciò. Gli altri scossero la testa.-Tutto questo momento io l'ho sognato e anche la canzone. Torno subito!-
Violetta corse nella la sala di musica e lasciò i tre ancora più confusi di prima senza averci capito nulla. Ci trovò Leon al piano e restò stupita mentre i loro occhi s'incontravano.
-Leon, come conosci questa canzone?-chiese lei rapida. 
-L'ho sognata- disse lui con voce dolce.
Era incredibile.  Sognavano anche le stessa cose e la stessa canzone. Quella era la magia dell'amore.
I due sorrisero, lei si avvicinò con gran emozione appoggiando le mani al paino e lui iniziò a sfiorare i tasti per ricreare quella unica e speciale canzone. La loro canzone.
Leon: Pero hay cosas que si se 
ven aquí te mostrare 
en tus ojos puedo ver 
lo puedes lograr prueba imaginar...
Le loro voci s'unirono cariche di amore e tutto scomparse attorno a loro, c'era solo due e la loro canzone.
Violetta e Leon: Podemos pintar colores al alma 
Podemos gritar ie ee 
Podemos volar sin tener alas 
ser la letra en mi canción 
y tallarme en tu voz...
Terminando con un bacio.
Angie, Pablo e Antonio erano incantati da quella dolcissima canzone e dell'emozioni trasmesse dai due. Era proprio quello che cercava il pubblico, vere emozioni e loro ne avevano parecchie da donare.
Tre batterò le mani quando si staccarono ma sempre guardandosi negli occhi pieni d'amore e si girarono verso quell'improvviso pubblico.
-Siete straordinari, ragazzi- disse Antonio entusiasta.-E' pura magia! Lo spettacolo sarà un grande successo con voi due come protagonisti- 
-Concordo con Antonio, questa canzone incanta chiunque- aggiunse Pablo.-E' quello che mancava allo spettacolo-
-oh Violetta, sono contenta per te e per questa canzone- disse Angie emozionata trattenendosi nell'abbracciarla.-E aspetta che gli altri la sentano-
-Protagonisti?- esclamarono i due confusi. Non capivano di cosa stavano parlano i tre
Anglie gli spiegò-Oh certo che sbagliati, voi non lo sapete ma Ludmilla e Tomas non posso partecipare per diversi motivi e Nata non è pronta ancora per quel ruolo quindi tocca a voi , è la vostra occasione-
Ah si certo ora ricordava le parole dei messaggi di Tomas ma anche se il ruolo era suo, lei non poteva proprio. C'era sempre la felicità di suo padre e non era un egoista con lui.
-Io sono lusingata dalle vostre parole- disse Violetta contenta e triste allo stesso tempo.-ma non posso proprio, ho il fidanzamento di mio padre-
Leon sentiva quando soffriva per quella cosa, le strinse a sé per sostenerla e consolarla. Per un vero peccato, finalmente erano loro i protagonisti e c'era quell'ostacolo ma cancellò subito quei pensieri perché quello che gli importava di più era stare al suo fianco a quel fidanzamento.
-Non è un problema, lo spettacolo non è più in quel giorno ma quello dopo- le comunicò Pablo.
-Quindi non ci sono ostacoli per te- terminò Antonio pieno di entusiasta.
"Non posso crederci? Posso essere la protagonista con Leon. Questo è incredibile! Come il fatto del sogno e dalla canzone. Non devo rinunciare a nulla" 
Violetta abbracciò a Leon contenta senza parole. Era così bello vederla felice e lo era anche lui a quella stupenda notizia, non solo per lo spettacolo ma anche per il fidanzamento, poteva andarci tranquillamente e stare al suo fianco.
-Vi ringrazio tutti per questa bella occasione, mettere tutto le mie energie ed emozioni in questo spettacolo e non vi deluderò-disse Violetta contenta.
-Lo stesso vale per me- disse Leon stringendo la mano ad Antonio.
 I tre li lasciarono soli per un attimo così da riunire i ragazzi nella sala prove per sentire i loro parere su quella canzone.
-Leon questo e' incredibile, abbiamo sognato la stessa canzone- esclamò Violetta prendendogli le mani con una gran gioia-ti rendi conto questo?-
-Lo so, e' la magia dell'amore- disse Leon altrettanto stupito.-e poi ieri mi è capitata una cosa strana ieri, penserai che sono pazzo-
-No, non potrei mai pensarlo- 
-Mi è apparsa ad nulla, la scritta l'amore vero con tanto di ghirigori e appena l'ho toccata, ho sentito il tuo amore e ho visto delle nostre immagini. So che incredibile ma tutto vero-
Violetta lo guardò incredula a quelle parole.-Leon accompagnami agli armadietti-
Corsero verso gli armadietti e Violetta prese il diario, lo sfogliò fino a quella pagine e la mostra a Leon.
-E' questa la scritta?- 
-Si è proprio questa- 
Dal diario usci un raggio di luce e apparì di nuovo la scritta El Verdadero Amor avanti ai loro occhi e nell'aria risuonò la loro melodia. Le loro mani erano sopra il diario e appena sentirono dei passi, lei mosse la mano sulla scritta per farla scomparire. Ma niente restava lì. Non era il momento per il suo diario di fare i capricci. Allora Leon chiuse il diario e la scritta scomparse, salvando così il segreto del diario.
Secondo lei il suo diario era magico, le succedeva sempre e la stessa sensazione che sentiva quando era nella stanza di sua madre e dello posto segreto.
Ah proposito del loro posto segreto, lui le diede un scatolino dove contentava il doppione della chiave con un fiocco giallo così poteva andarci quando voleva e considerarlo un posto in cui rifugiarsi dal mondo. Avrebbe custodito quella chiave come un tesoro prezioso. Nessuno doveva sapere di quel posto, era una promessa alla quale Violetta giurò con tutta se stessa a Leon. Era solo di loro due e di nessun'altro.  
Amore.Musica.Passione.
Sala Prove
Tutti era riuniti lì per le nuove novità dello spettacolo, Antonio chiamò Leon e Violetta sul palco per mostrare agli altri la nuova canzone e scena nella quale il manichino prende via e il ragazzo della quale è innamorata le mostra cosa prova per lei. Non avendo a disposizione la traccia musicale, avevano portato il piano sul palco e avevano iniziato la loro esibizione. Tutti erano incantati da loro ad eccezione Gregorio, Ludmilla e Tomas. Quest'ultimo soffriva molto nel vederli insieme in quella connessione che prima apparteneva solo a loro due, il posto occupato da Leon ora era suo. Se c'era qualcuno che meritava di stare al suo fianco era lui e no quel damerino.
Quando la canzone terminò, Violetta e Leon si baciarono e tutti li guardarono con gran emozione, era proprio una bella coppia e il suono dell'applauso riecheggio tra le mura della sala prova. Gregorio non era d'accordo con loro, non era una cosa molto professionale e Ludmilla approffitò di quella ghiotta opportunità per legare Tomas sempre più a lei.
-Oh Tommy! Lo vedi quanto è cattiva Violetta- disse Ludmilla con quella voce finta dispiaciuta.-Se ti volesse bene come dice, non lo bacerebbe davanti a te-
Francesca intervenì:-non parlare così della mia amica, tarantola!-
-No, Francesca. Ludmilla ha ragione- disse Tomas accecato dalla gelosia e da Ludmilla.-Se mi vorrebbe bene, non mi farebbe questo! E' solo una grandissima ipocrita! E poi non so che ci trova in quello lì-
Era ufficiale, Tomas si era bevuto il cervello e Ludmilla la manipolava a suo piacimento.
"Come si permette di parlare così?" pensò Leon trattenendosi nel non ucciderlo."Ok Leon, calmati e conta fino a 10... meglio 40. Farlo per Violetta. Non scendere al suo stesso livello, si superiore" 
Tomas era ingiusto con lei. Anche se non era più innamorata di lui, gli voleva un gran bene e nel suo cuore c'era sempre un posticino per lui. Farlo soffrire era l'ultima cosa che voleva.
 E poi che colpa ne aveva lei se amava Leon e no lui. Nessuna. L'amore non si sceglie, non si puo' scegliere di chi innamorarsi. L'amore che sceglie noi, è il destino.
-Violetta e Leon si amano, Tomas. Devi fartene una ragione- disse Francesca a quelle ingiuste parole e Maxi, Francesca e Braco erano con lei.
-è logico che si bacino, sono fidanzati-aggiunse Camilla.
-e poi con quella canzone è inevitabile- disse Maxi affascinato ripensando a quella scena-Leon sa come conquistare il cuore di una ragazza, devo farmi dare dei consigli-
Tomas non gli piace la piega che quella situazione stava prendendo, i suoi amici erano dalla parte di Leon. Questo gli provoca una tale rabbia. Quelli erano i suoi amici e non permetteva a nessuno di portarseli via.
-Voi siete i miei amici e dovreste stare dalla mia parte. Da voi non me lo aspettava soprattutto da te, Francesca-disse Tomas duro.
-Fa male sentire queste parole, io non ti riconosco più!- disse Francesca ferita per poi raggiungere Violetta e Leon.
A Camilla non piaceva il suo modo di fare e come aveva ferito Francesca.-Quando torni in me, faccelo sapere- aggiunse prima di raggiungere Francesca.
Braco disse qualcosa nella sua lingua ma come al solito non si capiva nulla.
-Tu hai capito cosa ha detto?- chiese Tomas confuso a Maxi.
-Non sempre riesco a capisco ma se tu pensi tutto questo sono d'accordo con lui- disse Maxi deluso da Tomas. 
Anche lui raggiunse gli altri vicino al palco e Tomas rimase solo. Ludmilla approfitò della situazione per consolarlo, presto Tomas sarebbe stato solo lui e di nessun altro e quei piccoli insetti sarebbe scomparsi dalla sua vita. Un sorriso malefico spuntò sul suo viso mentre lo abbracciò.
La tranquillità tornò nella sala prova ma Violetta si sentiva in colpa per l'accaduto, non voleva essere la causa di incompressioni tra loro e Tomas. Leon capì subito e la strinse a sé per consolarla. Non doveva neanche pensarlo che era colpa sua se Tomas era un idiota e si faceva manipolare con facilmente da Ludmilla. I suoi amici concordarono con Leon, non aveva nulla di cui essere rimproverarsi o triste, se mai era Tomas l'unico responsabile di tutto ciò. I quattro si congratularono per le mille emozioni donate dalla loro splendida canzone e Maxi mise il braccio intorno alla spalla a Leon per chiedergli consigli sulle ragazze.
All'improvviso il cellulare di Leon iniziò a suonare, lui lo prese dalla tasca e sul display c'era la scritta casa.
-Alexader dimmi...Che cosa è successo?... Ora come sta?...Arrivo subito- 
Violetta vide il viso dal Leon cambiare da sorridente ad agitato. Non riusciva a vederlo così.Anche gli altri erano preoccupati.
-Che c'è successo, Leon?- chiese lei preoccupata.
-Mia madre si è sentita male, devo correre subito a casa-rispose lui agitato.-Ti chiamo appena posso-
Non lo avrebbe lasciato andare da solo, se lui stava male anche lei lo era. L'amore si vedeva in piccoli gesti, nei belli e nei brutti momenti.
-Vengo con te, non ti lascio solo-disse lei prendendogli la mano.-nella buona e nella cattiva sorte-
Non poteva desiderare nient'altro di più dalla vita. Le sorrise.
-Andate, avvisiamo noi Antonio e gli altri- disse Francesca. 
-Grazie, amici-disse Leon con Violetta per correre via. 
Amore.Musica.Passione.
Casa di Leon
Alexander li condusse in camera da letto, dov'era sdraiata una donna dai lunghi capelli lisci e castani e un vestito bianco. Era Ana, la madre di Leon e la donna del suo ricordo. Leon si avvicinò a lei tutto preoccupato mentre Violetta restò fuori, si sentiva un po' di troppo.
-Mamma, come stai?-chiese Leon sedendosi sul letto e prendendole la mano.
-Bene, sono solo svenuta per il troppo caldo- rispose Ana con un sorriso.
-Per fortuna, non era nulla di grave-disse Leon con sollievo. 
Violetta guardava la scena tra madre e figlio con un sorriso e un po' invidia perché le mancava sua madre. Solo in quel momento Leon si accorse di non aver vicino Violetta e si girò per vederla fuori dalla stanza con un po' d'imbarazzo.
-Vieni Amore, non essere imbarazzo-disse Leon con un sorriso.-E' solo mia madre-
Lei si avvicinò a loro con coraggio e Ana rimase sorpresa appena la vide.Assomiglia tanto a Maria. 
-Buongiorno signora-la salutò Violetta emozionata.-Sperò che si sente meglio-
-Si molto meglio cara-disse Ana incantata da quella somiglianza. -Niente signore, chiamami Ana- 
-Mamma, lei è Violetta Castillo-la presentò Leon con emozione.-L'amore della mia vita-
Violetta Castillo!? Non poteva essere. Era la figlia di..
-Sei la figlia di German e Maria?-chiese Ana quasi in lacrime.
-Si sono i mie genitori- rispose Violetta stupita a quella reazione.-Li conosceva?-
-Certo, io sono...-
 
Fine Terzo Capitolo.
Chi sarà Ana per Violetta? Quali tasselli del passato si scopriranno? German ha detto tutta la verità a sua figlia? Com'è andrà il fidanzamento? Jade svelerà il suo segreto o qualcosa cambierà le carte di tavola? E Tomas riuscirà a farsi perdonare dai suoi amici? Questo e altro ancora nel prossimo capitolo.
Ringrazio tutto quella che l'hanno letta e recensita.
Dedico questa capitolo ad Allegra_, Robby_Love e MileyCurus. 
Ah vi consiglio di leggere Voy por ti di Allegra. E' bellissima e mi ha commossa tanto. 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Ricordi, segreti e rivelazioni (prima parte) ***


                                                  Cap 4 Ricordi, Segreti e Rivelazioni (parte 1)
-Sono... ero la migliore amica di tua madre- rispose Ana con la voce rotta dall'emozione.-Vieni qui, fatti abbracciare-
La madre di Leon era la migliore amica di sua madre. Non poteva crederci. Il mondo era proprio piccolo. Quell'incontro suscitava una doppia emozione in lei, era così felice di aver ritrovato un tassello del suo passato.
Quando lei la strinse, senti una sensazione forte tipo come quella con Angie e lasciare quelle braccia era l'ultima cosa che non voleva. 
Aveva un profumo familiare... era al Gelsomino... e rievocava nella sua testa vecchi ricordi.
...
-Violetta- 
Qualcuno la chiamava con una voce dolcissima e quello stesso profumo.
Apri i suoi bei occhi marroni, mosse le manine e sorrise ad Ana.
Ana la teneva stretta tra le braccia, avvolta in una copertina bianca con i fiocchi viola mentre si avvicinava ad una culla. 
-Ti voglio presentare qualcuno-disse lei con un sorriso.
Nella culla c'era un bambino di 1 anno con i capelli castani, occhi azzurri e un tutina azzurra. 
-Lui è Leon-disse Ana mettendola nella culla accanto a lui.-sono sicura che diventerete inseparabili-
Leon bambino la fissava con occhi curiosi e anche lei. I due allungarono la manine verso l'altro e si toccarono un attimo per sorridersi.
-Leon e Violetta sono così carini insieme-disse Ana a sua madre mentre entrava nella stanza.
Si era avvicinata alla culla. appoggiando la mani ad essa e sorrideva alla vista di loro due.
-Si sono d'accordo con te-disse sua madre incantata nel vedere la manina di Leon su quella di Violetta.-Chissà se un giorno si fidanzeranno-
-Leon non si lascerà sfuggire un gioiello così prezioso-disse Ana sognante per poi rivolgere la sua attenzione a lui.-Non è vero, campione? Le ruberai il cuore- 
Leon sorrideva a quelle parole come se capisse sua madre.
In quelle parole sentiva un forte amore di Ana per lei  e aveva ragione. Quel bambino era riuscito in età grande a rubarle il cuore e ne era immensamente felice.
...  
-Sono 14 lunghissimi anni che aspetto questo momento-disse Ana felice con le lacrime agli occhi.-mi sei mancata tantissimo Violetta-
Quella parole la riportarono al presente e ad aprire gli occhi dopo quel bel ricordo.
-Anch'io sono contenta di conoscerti...anzi di rivederti-esclamò Violetta piena di felice.-Mi sei mancata anche tu-
Ana era felice e confusa confusa, Violetta era troppo piccola per ricordarsi di lei soprattutto dopo le morti di Martina e Maria. Anche Leon ma per altri motivi.
-Di che parli?- chiese Leon confuso.
Si stacco un attimo da Ana e disse con entusiasmo-Ho appena avuto un ricordo in cui tua madre ci ha presentati per la prima volta e...-
Leon ascolto tutto il ricordo fino in fondo e resto sorpreso e felice. Faceva parte della vita di Violetta fin da piccolo, era tutto così meraviglioso. Lui era il primo bambino che aveva visto, era il segno del destino. Però lui non ricordava di averla conosciuta prima. Perché? C'erano molto domande nella sua testa e in quella di Violetta.
-Se io e Violetta ci conosciamo fin da piccoli perché non mi ricordo niente?E perché German non ha portato subito qui Violetta?  Perché papà e German non hanno detto nulla? Che motivo avevano di tenercelo nascosto?- chiese Leon senza prendere fiato, con confusione e rabbia. 
Erano le stesse domande di Violetta. Perché suo padre aveva mentito un altra volta? Quando sarebbe finite tutte queste bugie. Era stanca di ciò. Voleva la verità una volta per tutte.
-1) non ricordi di Violetta perché hai avuto un incidente dopo la sua partenza. 2) Non so rispondere a questa domanda visto che non sapevo nulla del suo ritorno e quello di Violetta, tuo padre me la tenuto nascosto e per questo sono molto arrabbiata, sapeva quando è importante per me e non l'ha fatto ma mi sentirà una volta quando mi chiamerà per telefono. Per quanto riguarda German penso che voglio tenerti lontana da tutte le persone del/dal tuo passato perché è troppo doloroso ma sbaglia cosi. Porta solo ad allontanare da sé le persone a cui vuole bene-
La pensava come Ana, suo padre con questo suo atteggiamento la allontanava sempre di più e portava solo conflitto tra loro. Invece doveva confidarsi con lei su tutto il suo passato. Poi le dispiaceva il fatto dei genitori di Leon. Non voleva che litigavano per colpa sua, odiava i litigi e i conflitti e già erano abbastanza quelli tra lui e suo padre senza aggiungere altri.
Leon capiva subito da suo sguardo un po' triste, cosa le passava nella testolina.
"Possibile che si sente sempre in colpa per colpa di altri, prima quell'idiota di Tomas e ora suo padre. Deve smetterla di fare cosi o se no starà sempre male e io non voglio" pensò Leon preoccupato a quel suo atteggiamento.
-Violetta, non c'è alcun motivo per sentirti in colpa per un possibile litigio dei miei. Mio padre ha sbagliato, non certo tu- spiegò Leon molto chiaro.-Poi è inutile torturarti così, ti fa stare solo male-
-Ma io...-
-Mio figlio ha ragione, non hai nulla di cui rimproverarti-aggiunse Ana per tranquillizzarla.-E poi questa è una cosa da coppia-
Violetta era cresciuta splendidamente con un animo sensibile, dolce e premuroso. Assomigliava molto a Maria e ad Angie. Non poteva desiderare di meglio per Leon. Per fortuna Leon l'aveva incontrata di nuovo o meglio il destino li aveva fatti rincontrare perché non le piaceva l'influenza negativa di Ludmilla su di lui, non sopportava quella piccola tarantola con quei occhi pieni di cattiveria ma non aveva mai messo bocca sulle sue decisioni sentimentali e altro. Ancora non si spiegava come Leon era stato con quella li. Rimaneva un mistero per lei.
-Ma ora basta con queste domande, voglio farvi vedere una cosa-
Ana tirò un libro dove conteneva una foto e gliela mostrò. Violetta e Leon si sorpresero molto appena videro la foto, ritraeva loro due sotto il gazebo intenti a farsi un tenero bacietto.
"Ho fatto tutto un casino per il mio primo bacio e ora viene fuori che l'avevo già dato, proprio con Leon. Certo che è incredibile tutto questo" Violetta
"E' incredibile. Ci siamo baciati dove è avvenuto il nostro secondo bacio. Se questo non è destino o che non siamo predestinati, direi che il cielo ci sta solo prendendo in giro" Leon
-Com'è successo?-chiesero i due curiosi ed emozionati.-Su racconta-
-era una giornata di primavera, eravamo tornati da un matrimonio e voi eravate rimasti così incantati così Leon ti ha portata sotto il gazebo e ti ha baciata. Poi di a donato un anello fatto con un nontiscordardime, simboleggia una promessa d'amore e infatti ti ha fatto una proposta e ricordo ancora le sue parole "Violetta, quando diventeremo grandi ti sposerò così staremo per sempre insieme"-
-E io cosa ho risposto?-chiese Violetta troppo curiosa.
-Hai detto "Si ti sposerò Leon"- terminò Ana con quel dolce ricordo. 
-WOW!- esclamò Violetta.
Così piccolo e già intraprendente... quella proposta così dolce... tra un paio di anni sarebbe diventata realtà.
Chissà dov'era finito l'anello? Forse era nella stanza di sua madre e non ci aveva fatto caso. Una volta a casa, l'avrebbe cercato.
-Ci sapevo già fare da piccolo-disse Leon pavoneggiandosi un po'. 
-Quanto sei modesto, amore- disse Violetta. Prese un cuscinetto e glielo tirò in faccia per levargli quel sorrisetto compiaciuto.-Cosi impari-
-L'hai voluta tu-rispose Leon deciso a quel gesto.
Inizio un'altra lotta di cuscini tra loro, anche Ana entrò in gioco e lei e Violetta si guardarono un secondo e si allearono contro Leon.
-Due contro uno non è valido-protestò il povero Leon a quell'ingiustizia. 
Le due non gli diedero ascolto e continuarono imperterrite fino a che non lui diede bandiera bianca. Festeggiarono la loro vittoria piene di entusiasmo mentre Leon giaceva sul letto privo di energie. Mai mettersi contro due donne, non finisce mai bene. 
Leon mise il broncio e le braccia conserte come un bambino mentre si alzò da letto e usci dalla stanza, lasciandole sole mentre ridevano di lui. Violetta lo raggiunse fino alla porta della sua stanza dov'era appoggiato.
-Avete finito di ridere?- chiese lui con il broncio.
-Dai, non fare così-disse Violetta dolce mentre gli bacio la guancia.
-Non mi corrompi così facilmente-disse Leon deciso girando la testa d'altra parte.
-Ah no? vediamo un po' così- disse Violetta con voce mista di innocenza e malizia.
Si lascio trasportare dall'istinto e gli sfiorò il collo dolcemente con le labbra con gran emozione nel cuore. Non sapeva neanche lei come gli era venuto in mente, era stato così spontaneo.
Le piaceva il sapore della pelle di Leon, voleva assaporarne ancora cosi depose su un scia di baci verso l'orecchio.
Lui rimase stupito da quel gesto, non se lo aspettava mica, pensava ad un bacio sulla bocca ma mai ad un bacio sul collo. 
Sentire le sue labbra su di sé, era così intimo e gli provocava mille brividi.
-Violetta- disse lui con gli occhi chiusi.
-Si- rispose lei risvegliandosi da quel bel momento. Lo guardo negli cocchi.
-Mi stai facendo impazzire- disse lui con uno sguardo e una voce sexy.
Le sue guance si tinsero di rosso. Lui era così... non riusciva neanche a pensare in quel momento.
Si baciarono contro la porta mentre lui la apri e continuarono a baciarsi fino al letto di Leon, si stesero e si scordarono di tutto il mondo fuori perfino di Ana. 
Erano troppo presi a baciarsi... c'era molto caldo.... era tutto così intimo e splendido.
-Violetta, potrei continuare all'infinito- disse Leon sopra di lei con voce calda.-ma...-
-Si lo so anch'io ma c'è tua madre, meglio tornare da lei e poi dobbiamo tornare allo studio- fini la frase per lui con labbra gonfie, i capelli sparsi sul cuscino, le guance rosse e un sguardo molto felice.
-Quanto sei bella, Violetta!- disse Leon incantato, baciandole le guance rosse e poi di nuovo la bocca.
Leon la faceva sentire importate con pochi gesti e parole. Ama quello sguardo. 
Amore.Musica.Passione. 
Ora passata a casa di Leon era stata bella, Ana era una bella persona e sentiva un legame speciale tra con lei e poi si era emozionata quando aveva cantato "En mi mundo", "Te creo","Voy por tu" e "Podemos". Aveva la stessa voce di Maria, era nata per cantare ma i due gli raccontarono tutte quello che Violetta doveva sopportare per il divieto di German e le mille bugie dette per realizzare il suo sogno di cantare. Ana aveva promesso ai due di aiutarli in tutti i modi per proteggere il segreto e non vedeva l'ora di vedere il loro spettacolo.
Dopo uno scambio di messaggi con Francesca, i due la raggiunsero in teatro per la prova generale con tutti i loro compagni e i professori e Tomas nelle tribune come spettatori. La prova andò alla grande, c'era grande unione tra gli studenti e nessuna lamentela, perfino Nata si rivelò molto simpatica in assenza di Ludmilla e del suo influsso malefino. Tranne quando Leon canto "Te Esperaré" con l'aggiunta di alcune strofe (http://www.youtube.com/watch?v=iyyeWgLp_7E). La sua versione più tenera e dolce di quella di Tomas (http://www.youtube.com/watch?v=5QPSJlAyNS8), scatenò in Lei Emozioni Uniche e in Tomas Gelosia e Rabbia. 
-E' inaccettabile! E' la mia canzone e non ne avevi il diritto- disse Tomas arrabbiato.
-Ho solo aggiunto qualche strofa, non ho mica cambiato la canzone- disse Leon esterrefatto da quella reazione esagerata.-non capisco dove il problema-  
Capiva l'odio di Tomas verso di lui, la cosa era reciproca ma qui si parlava di una canzone. 
-Oh certo, per te niente è un problema perché sei una persona egoista e irrispettosa dei sentimenti altri- disse Tomas cattivo.-Questo ne è la prova-
-Questo non te lo lascio dire- disse Leon arrabbiato, scendendo dal palcoscenico.
Ora erano davvero guai.
-Sei ingiusto, Tomas!- disse Violetta prendendo le difese di Leon.-Nessuno ti ha tolto nulla.-
Pablo si mise in mezzo per calmarli. Tutto stava andando così bene, non capiva perché doveva finire sempre cosi.
-Ascoltami Tomas, la canzone sarà sempre tua e né Leon né nessuno te la porterà via- disse Pablo diplomatico.-Ha solo aggiunto alcune strofe. Sono sicuro che voi potete essere eccezionali insieme se mettete il vostro astio e divergenze da parte-
-Con lui mai!- esclamarono i due ragazzi dandosi le spalle con le braccia conserte. Sembravano due bambini di 2 anni*. In qualcosa erano finalmente d'accordo per una volta. Da segnare sul calendario.
-Quello che ci vuole per voi due è un bel duetto- affermò Pablo convinto di quell'idea appoggiato da Angie e da Antonio. Il suo moto era "Insieme siamo migliori".
Gli altri erano scettici, quell'idea era pura follia e il risultato era prevedibile  con i due.
Be' il duetto Tomas-Leon con la canzone "Entre tu y yo" non era andato male (http://www.youtube.com/watch?v=tK0xq6BJJ9Q) e Pablo era sicuro di riuscire con quel metodo di archiviare quella rivalità quindi tutti giorni per almeno tre ore i due dovevano collaborare alla buona riuscita del duetto. Alla fine Pablo avrebbe assegnato un voto a quel compito.
Terminò con questo parole:"Diventerete amici per la pelle e ci riderete su fra qualche tempo".
Tomas e Leon amici? Mai. 
Era come mischiare il tonno con il miele, la lana con la seta, Jade con Angie, German con il canto, Ludmilla con Violetta, etc. 
Una combinazione impossibile.
...
Durante la pausa pranzo Angie e Violetta restarono nel teatro mentre tutti andarono via per mangiare. Leon andò con Maxi al RestoBand per prendere qualcosa anche per Violetta.
-Sei emozionata per lo spettacolo?- chiese Angie nel vederla sul palco un po' tremante.
-Si molto, il mio sogno si sta realizzando pian piano- rispose Violetta felice e triste.-ma vorrei l'appoggio di papà-
Angie comprendeva la nipote e disse -Lo so, Violetta. Vedrai che un giorno non molto lontano tuo padre capirà la tua passione per il canto-
Si strinsero in un abbraccio.
RestoBand
Camilla si avvicinò con passo deciso al bancone da Luca, non era il tipo da ammirare il ragazzo che amava da lontano come Francesca, amava agire.
-Ciao Luca, per caso ti serve una mano per la contabilità?- chiese Camilla molto disinvolta.
"Brava Camilla, ottima scusa"
-Ciao Camilla, in effetti si. C'è qualcosa che non riesco a capire- rispose Luca prendendo la palla al balzo, invitandola dietro il bancone.
Lei non se lo fece ripetere due volte.
Luca tirò fuori il libro contabile con le fratture e glielo passò a lei con la scusa di tenerla più vicina a sé. 
-Allora qual'è il problema?- chiese Luca avvicinandosi a lei.
Dopo un attento esaminazione dell'ultime pagine e delle fatture, capi subito l'errore.
-Vedi qui, hai scontato di registrare le dieci bottiglie di sciroppo di fragola- rispose lei indicando con il dito.
Luca si avvicinò di più con la scusa di vedere il punto, quasi il loro visi entrarono in contatto.
-Hai ragione, sono un pasticcione- disse lui con un po' di imbarazzo. 
Era così tenero, gli veniva voglia di baciarlo ma era impossibile, il locale era pieno.
-Dai, non dire così. Può capitare a tutti perfino a me- disse lei per consolarlo, mettendo una mano sulla sua. 
Luca alzò lo sguardo a quel gesto e si perse nei suoi occhi, stesso per lei quando un cliente si avvicinò per ordinare un frullato al tavolo 3.
In quel momento entrò Leon con Maxi il quale per tutto il tragitto sfogò tutte le sue pene d'amore e quello per Mara.  Lei passò tra i tavoli con qualcosa in mano verso di Maxi, lui si accorse della sua presenza, troppo occupato a parlare con Leon.
All'improvviso lei gli coprì gli occhi con la mano, facendo segno a Leon di non parlare. Maxi capi subito di chi era quella mano e apri la bocca per parlare quando lei mise qualcosa dentro. Era un brownie.
-Com'è?- chiese lei con una voce deliziosa.
-Questo brownie e' buonissimo, una vera delizia-rispose Maxi estasiato quando lei tolse la mano e si volto verso di lei con quello sguardo innamorato.
-Mi fa molto piacere che ti piaccia- disse lei con lo stesso sguardo per poi tornare in cucina.
-Non capisco il problema, Maxi- disse Leon a quella scena.-Basta guardarvi per capire che siete innamorati-
-E' un amore impossibile. E' mia cugina Leon-rispose il povero Maxi disperato.-Ecco il problema-
Luca stava aggiungendo lo sciroppo per completare il frullato tramite la macchina mentre guardava e sorrideva a Camilla e quello fuoriusciva dai bordi, lei gli fece segno.
Subito mise il bicchiere vicino a quella delle spremute e prese lo straccio per rimediare al danno alla sua disattenzione e nel farlo, rovesciò senza volerlo il bicchiere per terra.
Un disastro nel disastro. Per evitare altri pasticci, si avvicinò a prendere Camilla tra le braccia e allontanarla dalla macchia per una possibile scivolata quando il suo piede andò sopra e i due scivolarono a terra uno sull'altro.
-E non sei l'unico-disse Leon unico spettatore di quel momento.
"Così Camilla e il fratello di Francesca sono innamorati" 
-Come scusa?- chiese Maxi con la testa tra le nuvole o meglio nel pianeta Mara. Si risvegliò a quel rumore.-Cosa è stato?-
-Niente, tranquillo- rispose Leon con dissivoltura.-Vado ad ordinare per me e Violetta. Tu vuoi qualcosa?-
-Si grazie. Un piatto di spaghetti al sugo e una bottiglia d'acqua- rispose Maxi senza pensare su troppo.
Leon si avvicinò al bancone e si sporse per guardare meglio, Luca e Camilla erano ancora per terra e i loro visi erano a 1 cm di distanza e bastava un niente per sfiorarsi ma i due esitavano mentre si specchiavano negli occhi dove si leggeva mille emozioni e parole non detto. Per paura o per la differenza dell'età ma era chiaro il legame che li univa. Era lo stesso di lui e Violetta. Amore.
Camilla stava provando le stesse sensazione di Vilu al contatto del corpo di Luca.
Leon vide un cliente mentre si avvicinava così agi subito.
-Serve una mano li sotto?- chiese Leon con suo solito tono di voce. Era dispiaciuto di interrompere quel momento ma lo faceva per loro.
Luca si alzò subito da Cami e le diede una mano ad alzarsi. Il vestito bianco di Cami era tutto sporco di frullato di fragola di dietro.
-Aspettami nel magazzino- le sussurrò un attimo nell'orecchio. Per nascondere la macchia per quel breve tratto, Luca mise una decorazione a forma di cuore per poi servire un cliente.
Cami corse nel magazzino, Luca servi il cliente e dopo Leon ordino due toast con due frullati, uno alla banana e l'altro misto di fragole e arance e quello per  Maxi per poi tornare da lui. Il povero Maxi guardo Mara con gli occhi innamorati e tristi e Leon lo tranquillizzò con la frase "quando si ama nulla è impossibile e l'amore non è mai sbagliato. Non esistono amori impossibili, esistono persone che temono l'amore perché l'amore ha il suo prezzo da pagare. Se Violetta fosse mia cugina o io fossi più grande di lei, lotterei lo stesso per il suo amore e me ne fregerei del giudizio o del pregiudizio della gente". Quella frase non era rivolta solo Maxi e Mara ma anche a Camilla e Luca. 
Nel magazzino, Camilla si tolse il vestito per smacchiarlo con una spugna e rimase solo con una canotta e gli slip e Luca entro con un mano una blusa, presa a Francesca (la quale non capi nulla) e uno smacchiatore. Lei alzò gli occhi al rumore della porta chiusa e trovò lui fermo alla porta, intento a guardarla con un sguardo mix di amore, desiderio e passione. Luca non era sicuro del giorno in cui si era innamorato di lei, lei era presente molto nella sua vita e in quella di sua sorella ma ogni giorno di più il suo cuore apparteneva a lei. E sapeva che il suo bisogno di lei andava oltre ai bisogni fisici. Voleva essere tutto per Camilla.
Accadde in un momento, si senti nell'aria un cambio di atmosfera appena lei si avvicinò con coraggio senza il vestito tra le mani e si alzò in punta di piede per baciarlo, un bacio in cui Luca ricambio con tutto se stesso e l'amore per lei mentre la strinse a sé per approfondire il contatto tra loro. C'erano solo loro due, Luca e Camilla, intenti ad esprimere i sentimenti non detti in quel lunghissimo bacio. Sembrava passato un'eternità da quando avevano preso a baciarsi. Solo quando le mani tremanti di lei gli sbottò i primi bottoni, Luca comprese il significato di quell'azione.
-Camilla, non possiamo fare questo- disse Luca spezzando quel momento e allontanando le sue mani.-E' sbagliato! E' solo un grande errore!-
-No, Luca. Non è un errore. Noi proviamo qualcosa l'uno verso l'altro-disse Camilla con sentimento cercando di prendere le sue mani. 
-No, Camilla! Io non provo nulla per te!- esclamò Luca soffocando i suoi sentimenti.
Non ci credeva! Stava mentendo. In quel bacio aveva sentito tutto il suo amore per lei.
-Se non provi nulla perché hai risposto al mio bacio?- chiese lei testarda. 
C'erano solo una cosa da fare, era doloroso ma doveva farlo. Per il suo bene. Il loro amore non aveva alcun futuro. Lei aveva solo 17 anni, c'era una differenza età tra loro, era la migliore amica di Francesca e i suoi genitori e gli altri non avrebbero mai approvato la loro relazione. Si sarebbero fatti solo del male al lungo andare.
-Perché solo un uomo, Camilla, ho anch'io i miei impulsi e tu sei una bella ragazza- rispose Luca più convincente possibile.
Un impulso!? Il suo cuore era in mille pezzi. 
-Non potevi dirmi una cosa più orribile di questa,Luca!- gridò lei ferita e arrabbiata.-Tua sorella ha ragione, sei un insensibile e io che ti difendo anche!-
Si mise il vestito e corse via più lontano possibile da lui, trattenendo le lacrime. Non meritava nessuna delle sue lacrime perché ti amava davvero, non ti farà mai soffrire.
"Un giorno capirai, mia piccola Cami. Lo faccio solo per te" pensò Luca con un gran dolore nel cuore ma convinto di quella scelta."Voglio solo la tua felicità e non è con me"
Naturalmente la fuga di Camilla e l'espressione sul viso di Luca non passarono inosservati agli occhi di tutti ma solo Leon capi la situazione.
Amore.Musica.Passione.
Sera
Casa Castillo
Violetta era in camera sua, pronta ad andare a letto non prima di aver cantato un po' e aver ripensato alle parole di Leon nel teatro durante un picnic in mezzo al palcoscenico -Tuo padre vorrà sempre bene e non lo perderai né ora né mai e anche se si sposa con la persona peggiore del mondo- e quando gli confessò dell'intenzioni di Jade, lui dichiarò con un abbraccio-Tranquilla, troverò un modo per impedirglielo. Non permetterò a nessuno di portarti via da me-. 
German entrò senza bussare per vedere come stava in vista di domani, lei gli confessò le sue paure per i cambiamenti dopo il fidanzamento. Seduti sul letto padre e figlia parlarono a cuore aperto e lui le assicurò che anche se litigano e al volte era molto duro, la cosa più importante per lui era la sua felicità sopra la propria e il fidanzamento non cambiava nulla tra loro. Perché lei era sua figlia e le volevo un gran bene. Era la cosa più preziosa al mondo.
I due si abbracciarono pronti con un nuovo inizio e un equilibrio ritrovato. 
Mattina dopo...
Leon si presentò in tenuta elegante a Casa Castillo e Violetta gli andò incontro con un abito bianco con un fiocco rosa alla vita e un paio di scarpe con il tacco, un dettaglio colpi molto  cioè l'anello al suo dito, il nonscordardime. 
Violetta gli raccontò di averlo trovato in un scatolina nascosto da altre cose, insieme ad un braccialetto di sua madre. Si trattava di quel famoso anello, era incredibile e non se lo spiegava ma era rimasto uguale anche dopo 14 anni. Era caduto su anche dell'inchiostro  ma non si era sporcato, era intatto. Era sicura che era magico come lo era il diario e il loro luogo.
-Andiamo, papà ci sta aspettando per la colazione-disse Violetta prendendogli la mano per condurlo nella sala.
-Veramente io...- 
Aveva già fatto colazione a casa. Non sarebbe riuscito a mandare giù nulla soprattutto poiché dovevano prendere il battello.
-Non vedo l'ora di farti assaggiare dei dolci che ho fatto con l'aiuto di Olga.-disse Violetta tutta entusiasta.-Mi sono alzata presto per questo, sperò che ti piacciano-
Come poteva dirle di no a quelle parole? Era impossibile a quei occhi brillanti e pieni di entusiasmo.
-...e io non vedo l'ora di assaggiarli-rispose Leon entusiasta.
Al loro arrivo la colazione iniziò, Jade li invitò ad non sporcarsi perché c'erano dei orari da rispettare e nessun imprevisto era in programma ma Violetta la ignorò, andò in cucina a prendere una tazza e tornò al suo posto.
-Tieni, Leon.- disse Violetta allegra mettendogli davanti.-Ti ho preparato un bella tazza di latte e caffè con panna-
 -Sei fantastica,amore- disse Leon con un bel sorriso.
"Cosa sarà un po' di latte o un po' pezzettino di dolce in confronto alla felicità di Violetta" pensò Leon guardando quella tazza con molto coraggio."Forza, Leon. Butta giù nello stomaco. Fallo per lei"
Iniziò a sorseggiare piano il latte-caffè con la panna mentre Violetta gli mise in un piattino tre pezzi di torte diverse e con quegli occhietti era in attesa del suo assaggio. 
No una ma tre. Non era sicuro di farcela. Leon diede si divorò tutti e tre pezzi mentre il suo stomaco era pieno.
-E' tutto delizioso!-disse Leon inebriato da quei sapori.
-Concordo con Leon, brava Violetta- aggiunse German con un sorriso e la tazza in mano.
-Ah sono così contenta!- esclamò lei felice.-Non ero sicura di aver fatto bene-
Jade iniziò a parlare di nuovo dei dettagli del fidanzamento, era l'unica cosa che le importava e attirare l'attenzione su di sé. 
-Ah Leon, non hai assaggiato ancora quei dolcetti- disse Violetta all'improvviso prendendone uno e portando la sua bocca.
Leon era un po' in difficoltà con quel dolcetto quasi alla bocca. Un altro pezzo e il suo stomaco non avrebbe resto.
German vide Violetta un po' su di giri e rimpizzare il povero Leon.
-Violetta, non stai esagerando con tutto quel dolce. Lo farai sentire male-intervenni German in aiuto di Leon.
-oh hai ragione, non ci avevo pensato-disse Violetta dispiaciuta. 
Non voleva far star male a Leon. La situazione l'aveva così presa che non ci aveva pensato. 
-Tranquillo Signor German, qualunque cosa fatta o data dalle dolci dita di Violetta sarò sempre molto lieto di accogliere- affermò Leon innocentemente per poi dare un morso al dolcetto al cioccolato.
Violetta arrossì a quelle parole mentre mangiava l'altra meta, ricordando l'episodio dell'impasto e German lo interpretò in modo diversamente come un doppio senso.
-Leon, io penso che tu non debba esagerare troppo e limitarti in determinate cose-affermò German con uno sguardo penetrante e d'avvertimento.-Sperò di essere stato chiaro-
Veramente non aveva capito il senso di quelle parole. Violetta e Leon si guardarono confusi.
...
Sul battello...
-Stai bene, Leon?-chiese lei preoccupata.-E da quando siamo partiti che non dici una parola e sei tutto pallido in viso-
-Non è niente, sto bene- rispose lui in tono rassicurante.-Ho solo bisogno di andare in bagno-
Per correre subito in bagno con la mano sulla bocca, appena entrò nel cunicolo, si chinò sul gabinetto e vomitò. Tutte le volte la stessa storia. Si alzò, tirò lo scarico e usci dal cunicolo per sciacquare le mani e il viso con l'acqua nel lavandino. Appena chiuse il rubinetto, un coniato di vomito lo colse e corse di nuovo nel cunicolo a vomitare.
Erano passati già qualche minuto, lui non era ancora tornato dal bagno e Violetta era molto preoccupata. Aveva aspettava per dargli un po' di privacy ma non riusciva a stare li con le mani in mano.
Così andò verso il bagno degli uomini, trovò la porta aperta e controllò da fuori se c'era qualcuno ma per sua fortuna era tutto vuoto. Da una parte c'era i lavandini e l'altra i cunicoli. Entrò subito, si abbassò per controllare da sotto se c'era qualcuno sui cunicoli e poi si avvicinò a quello dov'era Leon.
Bussò alla porta e chiese-Tutto bene?-
Lui si sorprese alla sua voce. Cosa ci faceva lì? Si domandò pieno di panico.
-Violetta!? Come hai fatto ad entrare?-chiese lui sorpreso.
Era ufficiale, Leon non stava bene e quella domanda lo confermava.
-Dalla porta-rispose lei con un tono ovvio.
-Intendevo dire che ci fai qui?- disse Leon preoccupato e agitato.-Questo è il bagno degli uomini. Tu non ci dovresti entrare-
-Si lo so ma sei corso via in quel modo e non tornavi, mi sono preoccupata- rispose lei con preoccupazione.
-Sto bene, tranquilla- disse Leon poco convincente.
-No, tu non stai bene. Lo sento, Leon- ribatté lei testarda.-Fammi entrare- 
Non voleva che lei lo vedeva in quel modo. Non aveva mai permesso a nessun di vederlo in quei momenti.
-Meglio di no, non è bel spettacolo da vedere- replicò Leon in tono categorico.
-Non mi  importa, Leon, tu sei il mio ragazzo e voglio starti vicino- affermò lei con sentimento.-Tu ci sei sempre quando io ne ho bisogno-
Che amore di ragazza! Aveva ragione, non poteva impedirle di stargli vicino in un frangente del genere.
Così apri la porta del cunicolo e Violetta ci entrò dentro per poi chiudere di nuovo, lui si toccò la testa per un attimo in segno d'imbarazzo. 
Aveva la sudorazione fredda e il pallore. Le si spezzava il cuore nel vederlo così. 
-Povero il mio amore- disse Violetta con un tono dispiaciuto passando un fazzoletto sulla sua fronte e sul viso.-Stai molto male, vero?-
-Tranquilla, ora mi pa...- s'interrompe ad un altro coniato di vomito.
La spostò di lato e si chinò per la terza volta a vomitare, lei si abbassò a sorreggergli dolcemente la fronte. Anche quello fa parte dell'amore. Una volta ripreso, si rialzò e tirò ancora lo scarico e lei lo pulì la bocca subito con un'altro fazzoletto.
-Te lo detto che non era un bel spettacolo-
Perché lui stava male in quel modo? Poi un pensiero le venne in mente, ma certo la sua colazione. Aveva insistito tanto a fargli assaggiare le cose che  alla fine si era sentito male.
-Leon, dimmi la verità... non è che stai male per la mia colazione?- chiese lei dispiaciuta con i sensi di colpa.
-No, amore, non pensarlo neppure per un secondo-si affrettò a dire lui in tono rassicurante.-La tua colazione era deliziosa, il fatto è un altro...-farfugliando qualcosa sottovoce.
-Non capisco. Cosa hai detto?-
-Io soffro di mal di mare- ammise finalmente Leon.
-Soffri di mal di mare!? E perché non me l'hai detto prima?-chiese Violetta confusa.
-Per due motivi: primo perché non mi piace mostrare le mie debolezze ma con te tutto diventata diverso-rispose Leon aprendosi un po' più a lei.-e secondo, farei qualsiasi cosa per starti vicino, anche affrontare questo breve viaggio in mare-
-Oh Leon, non sai quanto mi riempi il cuore di felicità- disse Violetta innamorata, accarezzando il suo viso.-ma non c'è nulla di male nel mostrare le proprio debolezze, anzi è prova di gran coraggio e tu, amore mio, sei la persona più coraggiosa che conosco. Me ne hai dato prova in tantissime occasioni-
Lui stava per dire qualcosa quando qualcuno entrò nel bagno e le loro voci erano molto familiari.
-Stai calmo, German- disse Roberto in modo da calmarlo.
-Non dirmi di star calmo!- esclamò German alterato.-Mi sono distratto per qualche minuto e  Violetta e Leon sono spariti chi sa dove-
Suo padre e Roberto!? Ora era davvero ne guai. Se suo padre li scopriva in quel cunicolo, chissà cosa avrebbe pensato.
Tutti e due agitati, si guardarono senza alcuna idea e poi salirono su bordo del gabinetto così da non essere visti da sotto.
-German, saranno andati a far un giro- disse Roberto tranquillo.
-Altro che giro, Roberto. Quei due si saranno nascosti da qualche parte a fare chissà cosa. Tu non  hai sentito bene la sua frase durante colazione?-ribatté German convinto.-E se pesco Leon con una sola mano sotto il vestito di Violetta, oggi faccio una strage-  
Sempre il solito iperprotettivo suo padre o poi con i momenti o i giorni a disposizione, sceglieva proprio oggi per fare qualcosa. Era impazzito, non c'erano altre spiegazioni.E poi che cosa pensava che loro due erano andati oltre i baci? 
German non aveva capito proprio di lui, pensare quelle cose in quel frangente era impossibile anche se Violetta era bellissima ma lui voleva fare le cose con calma e al momento giusto soprattutto nel posto giusto. E' quello non lo era per nulla. 
Leon tirò il cellulare dalla tasca e scrisse:"Roberto, porta via German dal bagno. Per favore. Dopo ti spiego" e lo inviò.
Sperava che il suo piano funzionava o se no German lo uccideva.
Arrivò subito il messaggio a Roberto e notò le scarpe dei due scendere dal gabinetto.
-Chi ti ha mandato il messaggio?-chiese German sospettoso.
-E' di Olga, sai come fatta- rispose Roberto molto calmo mettendosi davanti alla porta del cunicolo.-ma torniamo a noi, non ti sembra il caso di raggiungere Jade. Si sentirà sola e il vostro fidanzamento- 
-Si hai ragione- rispose German a quel pensiero.
Leon e Violetta erano ancora stretti con un po' temore senza far alcun rumore ma appena i loro passi si allontanavano da lì, si erano tranquillizzati e tra qualche minuto potevano uscire da lì.
Quando un coniato di vomito lo colse di nuovo e si chinò a vomitare, mandando al quel paese il piano infatti German si fermò subito a quel verso e si avvicinò alla porta per bussare e vedere chi stava male.
-State male? Vuole che chiami qualcuno?- chiese lui preoccupato.
Violetta guardò Leon con un sguardo come per dire "Che cosa facciamo adesso?" e Leon le bisbigliò qualcosa all'orecchio per poi finire in un "Fidati di me", la sollevò di peso e lei avvolse le gambe intorno alla sua vita.  Non era certo quello il momento in cui lui aveva sognato quel tipo di contatto ma in camera sua mentre si baciavano.
-Sono io signor German- rispose Leon più calmo possibile.-Soffro di mal di mare-
-Leon! Non lo sapevo, mi spiace-disse lui dispiaciuto dei pensieri di prima."Vergognati, German, sei un pessimo padre. Forse dovrei fidarmi di più di Violetta e di Leon"-Ma sei sicuro che per il mal di mare? Perché anche Jade sta male e pensavo che era per via della colazione di Violetta-
Nel bagno delle donne, Jade stava vomitando e malediceva quella mocciosa. Di sicuro c'era lei dietro il suo malessere, chissà cosa aveva messo in quei dolcetti così deliziosi di stamattina. E poi German era sparito quando lei aveva più bisogno di lui.
-German!German! Dove cavolo sei?-gridà Jade al cellulare con un tono misto di rabbia e disperazione.-Io sto male e tu sparisci. Non si fa così. Che fidanzato sei?-
Dall'altra parte, German teneva il cellulare lontano dal suo povero orecchio per le troppe urlo perfino Violetta e  Leon la sentivano. Dovevano ammetterlo Jade li aveva proprio salvati questa volta però Violetta si era tolta un sassolino nella scarpa a quella rivelazione così non aveva il tempo per rovinarle quel breve viaggio.
-Hai ragione Jade ma Violetta è sparita e Leon ha il mal di mare. Ora arrivo subito... si sto arrivando... dammi il tempo-rispose German alle sue per poi chiudere-Leon devo andare da Jade, il dovere mi chiama ma ti lascia nelle mani di Roberto. Sta prendendo qualcosa-
-Tranquillo, signor German. Lo capisco- 
-Una sola domanda; sai dov'è Violetta?- chiese German prima di uscire dal bagno.
Ma che bella domanda. Non c'era una di riserva? No. Peccato.
-Non so che dirle signor German. Forse è con Jade o in giro ma le posso assicurare che qui con me non c'è- rispose Leon mentendo spudoratamente mentre sorreggeva Violetta.
Per fortuna German si cascò in quella bugia. Ora finalmente erano liberi di uscire senza problemi e in quell'istante qualcuno li aveva sorpresi. Il cuore batteva a mille. Erano fritti, di sicuro era German. 
Per fortuna era solo... Roberto.
...
Il resto del viaggio filò alla grande e una volta giunti a destinazione, Leon aiutò Violetta a salire sul molo pieno di decorazioni floreali e il fotografo scattò le prime foto dell'arrivo di German e Jade e alcune anche di loro due. 
Il servizio fotografico prosegui per German e Jade però il fotografo si fissò con Violetta e Leon, le loro foto erano così spontanee e vere al contrario degli altri due, troppo calcolate da sembrare finte.
Jade strascinò la povera Violetta verso i camerieri e Leon era intenzionato ad andare con lei ma German lo fermò e lo portò nella direzione opposta.
-Lasciamo le donne da sole, io e te abbiamo altro da fare-disse German tenendolo per la spalla.-E poi non morirai per qualche minuto senza mia figlia-
Lasciarla sola con Jade, era l'ultima cosa da fare ma German non sapeva nulla di quella brutta facenda. Aveva giurato di starle vicino ogni momento di quella giornata e non poteva venir meno a quella promessa.
Nel camerino Jade si lamentava con i truccatori perché non le piaceva come la stava conciando, sembrava la strega di biancaneve e li mandò subito via, non voleva energie negative a rovinare il suo fidanzamento.
Violetta rientrò dal balcone con il cellulare nelle mani, intenta a scrivere un messaggio a Leon."Dove sei? Qui è una tortura. Jade non fa altro che lamentarsi e..." ma Jade appena la vide attraverso lo specchio, la chiamò e addio messaggio.
-Vilu, non stare lì impalata! Vieni qui, avvicinati. Dobbiamo sistemare il disastro che hanno combinato quei due- disse Jade agitata.
Si avvicinò a lei x legarle il fiocco di dietro dell'abito con controvoglia.
-Collaboriamo Violetta. Cerca di fare uno sforzo, te lo chiedo per favore e non rovinarmi il fidanzamento-continuò Jade in segno di avvertimento, girandosi verso di lei-perché altrimenti io rivelerò il tuo segreto e il tuo caro papà ti manderà in un collegio, capito?- con quel sorrisetto compiaciuto e quella voce da strega.
Jade era come Ludmilla, non aveva limiti e Violetta ne soffriva. Immaginava quel giorno con Angie, era la donna giusta per suo padre e la casa era triste da quando lei se n'era andata.
Leon aveva osservato tutta la scena da fuori e non sopportava come Jade trattava la sua Violetta, era già triste senza alcun infierire da parte sua. Non poteva vederla così triste e doveva fare qualcosa per allontanare Jade da lei.
Gli venne in mente un idea ma aveva bisogno di mano. Per fortuna roberto era lì così gli sussurrò qualcosa all'orecchio, trovando ancora una volta in lui un alleato per salvare Violetta.
Roberto entrò nel camerino come da copione e disse con aria agitata:-Signora Jade, c'è un problema con le statue di ghiaccio. L'hanno messe vicino alle luci e ad una si è sciolto il naso-
-Alla mia o a quella di German?-chiese lei agitata.
-Alla sua- rispose lui colpendola nel suo punto debole.
Tutto andò secondo il piano. Jade uscì subito dal camerino furiosa per quell'imprevisto seguita da Roberto, il quale diede via libera a Leon di raggiungere Violetta.
Quell'ultima si accomodò sullo sgabellino davanti a un bellissimo mobiletto da camera con specchiera, in stile moderno vittoriano barocco e appoggiò il cellulare per prendere un po' di cipria e passarla sul viso, aveva il viso più triste in assoluto e Leon spuntò di dietro a lei.
-Quanto sei bella-
Subito si alzò di scatto dallo sgabellino, rovesciandolo e si butto tra le sue braccia. Erano l'unica cosa di cui aveva bisogno.
-Oh Leon! Va tutto male. E' così dura e non so per quanto ancora riuscirò a sopportare tutto questo- si sfogò lei disperata.
-Tranquilla, troverò una soluzione. Te lo prometto- dichiarò lui rassicurante con un braccio la teneva stretta e con l'altra le carezzava dolcemente i capelli.
...
Jade era molto arrabbiata per quello scherzetto, nessuna statua si era sciolta e ne era sicura  di chi c'era dietro tutto questo, quella mocciosa. L'aveva vista con il cellulare nelle mani mentre scriveva un messaggio prima dell'arrivo di Roberto.
Nella sala si avvicinò a Violetta per abbracciarla e disse falsamente con gran entusiasmo:-Quanto ti voglio bene, Vilu-
German sorrise nel vedere le due in quel tenero momento invece Leon, Olga e Roberto guardavano la scena con sospetto.
Cosa stava tramando Jade contro la povera Violetta?
-Anch'io ti voglio bene- rispose Violetta con lo stesso tono per poi sussurrarle-Tu sei incapace di voler bene a qualcuno- con un sorriso per smascherare.
-Stammi a sentire mocciosa, forse non mi sono spiegata bene prima ma te lo ripeto. Tu cerca solo di rovinarmi il fidanzamento come prima e vedrai di cosa sono capace- le sussurrò Jade allo stesso modo.
-Non capisco di cosa stai parlando?-chiese lei confusa.-Di cosa mi accusi?-
-Non fare la finta tonta, con me non attacca quel faccino d'angioletto- sussurrò Jade molto convinta-Parlo di prima quando hai mandato il messaggio a Roberto per mettermi in agitazione-
Continuava a non capire, lei non aveva mandato nessun messaggio a Roberto. 
Perché l'accusava ingiustamente?
Leon sapeva benissimo di cosa parlava Jade ma non pensava minimamente a quella conseguenza. Era l'ultima cosa che voleva. Ora Jade aveva un motivo in più per odiarla e la colpa era solo sua. Era un pessimo fidanzato.
-Fai ancora una cosa del genere è io ti spedisco dritto in collegio-terminò Jade dando un bacio sulla sua guancia per poi tornare da German.
Leon si precipitò subito da lei per sostenerla e le disse:-Va tutto bene-
...
Al momento dell'annunciò del fidanzamento, tutti erano nei tavoli e German e Jade erano al centro a scambiarsi qualche promessa.
Quando il presentatore disse: c'è qualcuno in questa sala a conoscenza di qualche motivo per il quale questo fidanzamento non debba essere reso ufficiale, parli ora o non parli più-
Di scatto Violetta si alzò in piedi e affermò:-Io! Stai commettendo un grave errore, papà! Jade non è una brava persona, mi ha ricattata per tutto questo tempo. Lei non ti ama, vuole solo i tuoi soldi e io non voglio essere responsabile della tua infelicità. Tu ami Angie, lei ti ha fatto ritrovare il sorriso-
Il solo tocco di una mano, la riportò alla realtà e si girò verso Leon.
-Stai bene?- chiese lui preoccupato.
Lei si riaccomodò sulla sedia e appoggiò la testa alla sua spalla.
-No, sto affatto bene-rispose lei triste.
-Vedrai questa giornata passerà in un baleno-le sussurrò lui con un tono consolatore, mettendo un braccio intorno alla sua spalla-e domani saremo allo spettacolo-
-grazie Leon-rispose lei con un sorriso.
Stava per parlare quando il presentatore aggiunse qualcosa:-Ora Violetta, la figlia di German  farà un discorso per i festeggiati-
Cosa? No, non voleva fare alcun discorso. Per lei era già una tortura essere lì ma quella richiesta era troppo.
-Forse la nostra Violetta è un po' timida- disse lui con simpatia per scioglierla un po'-Forse ha bisogno di un bel applauso di incoraggiamento-
Così un applauso si levò nella sala per incoraggiarla. Ma lei era lì immobile sulla sedia e Leon le sussurrò qualcosa all'orecchio per aiutarla. Lei gli sorrise a quelle parole e si alzò dalla sedia con coraggio per raggiungere il presentatore.
-Ecco qui la nostra Violetta- disse lui con il microfono accanto a lei.-Devo proprio è davvero un amore di ragazza. Di sicuro avrà un fidanzato-
-Sì io-dichiarò Leon con orgoglio e onore.
-Un ragazzo molto fortunato-ribatté l'altro intrattenendo bene il pubblico.
-E non sa quanto-aggiunse lui felice senza togliere gli occhi di dosso a Violetta.
-Be' dopo questo piccolo siparietto, lasciò la parola a Violetta-concluse l'altro passando il microfono.
Il presentatore la lasciò da sola con l'attenzione di tutti su di lei.
-Qualcuno mi ha domandato cos'è l'amore e io rispondo semplicemente, mi basta guardare gli occhi del mio ragazzo per capire il suo più profondo significato-disse lei emozionata e sciolta con il microfono nelle mani mentre guardò tutti i presenti specialmente Leon-Secondo me l'amore è guardarsi negli occhi e capirsi senza bisogno di parole, aver l'impressione di conoscersi da sempre, essere triste se l'altro è triste e sorridere se l'altro è felice. L'amore ti sorprende sempre con un gesto, uno sguardo o una parola, ti guida, ti appoggia, quando ne hai bisogno è sempre con te e ti protegge in tutti i sensi... Trovare quest'amore non è facile o semplicemente non ci accorgiamo di averlo accanto perché siamo troppo abbagliati dal suo pallido riflesso. Ma lui è molto paziente, ti sta accanto e ti aspetta tra un milione di anni che tu vieni da lui perché non è vita senza di te e il cuore non può dimenticarlo. Io sono molto fortunata perché anche se ho solo 17 anni, l'ho già trovato. Ti amo-
Era la prima volta che pronunciava quelle parole. Era emozionata e un po' rossa in viso.
Ogni parola o sguardo entrano dentro di Leon e non riusci a resistere nel correre da lei e baciarla di fronte a tutti e a German.
Un gran applauso su levò in tutta sala da parte degli invitati
-Ti amo anch'io- dichiarò Leon commosso-Questa è la più bella dichiarazione d'amore che abbia mai ricevuto in tutto la mia vita e anche l'unica-
-E' quello che sento per te-disse Violetta innamorata nello stesso punto in cui prima c'erano suo padre e Jade.
Quel momento tra quei due ragazzi era la parte migliore della festa, si notava subito quell'amore forte assente in German e Jade.
Non aveva mai visto Violetta così felice come in quel momento, Leon la rendeva molto felice e anche lui voleva un amore come il loro, con Angie al suo fianco. Ma lei stava con Pablo e quella era la sua festa di fidanzamento. Aveva scelto Jade quindo doveva renderla felice.
Quest'ultima era arrabbiata ancora di più, quella mocciosa attirava sempre l'attenzione su di sé e oscurava lei. Ma avrebbe messo fino a tutto questo. Era giunto il momento in cui German doveva sapere cosa si nascondeva dietro quel faccino d'angoletto.
-German, devo dirti una cosa...- disse Jade seria tutto d'un tratto.
Violetta capi subito le sue intenzioni di Jade dal suo sguardo e agi subito.
-e mio padre e Jade sono legati da un amore profondo e duraturo e sono sicura che durerà per sempre-dichiarò Violetta molto convincente.-Auguri per il vostro fidanzamento-
Quelle parole le erano costate tanto, un senso di colpa e un gran dolore nel petto.
Gli invitati rivolsero di nuovo l'attenzione a Jade e a German.
Dopo quelle parole, il presentatore concluse:-Dichiarò ufficialmente il fidanzamento del Signor German e della Signora Jade. Auguri!-
Ecco ora quella realtà era ufficiale, tutti applaudirono ai due festeggiati mentre si baciavano, Violetta con poco entusiasmo accanto di Leon e poi i camerieri servirono i bicchieri con lo champagne.
Come si diceva? Ah si, affogare i dispiaceri nell'alcool. Era proprio quello il momento giusto e poi lo champagne era davvero buono.
...
Leon tornò dal bagno e si avvicinò con due bicchieri tra le mani, la trovò sulla sedia con un espressione di non so che.
-Tiene questo è per te- disse Leon porgendo il bicchiere.
-Oh grazie-disse Violetta tutto sorridente, afferrandolo.
 I due alzarono i bicchieri per brindare.
-A noi- 
-A noi- 
-Cin Cin-dissero facendo incontrare i loro bicchieri.   
 Al contrario di Leon, lei non lo sorseggiò poco a poco alla volta ma lo mandò tutto in un sorso e un po' di champagne le scivolò verso il mento.
-Ehi vacci piano-disse lui protettivo a quel gesto improvviso. 
Portò un dito al suo mento per raccogliere la goccia e lo assaporò nelle sue labbra. Lei arrossì a quel gesto come la prima volta e non riusci a non baciarlo per un attimo, le sue labbra sapevano di champagne e le loro dita s'intrecciarono.
Lei si sentiva ubriaca, non sapeva se per lo champagne e per quei baci con Leon. Anche se lui non sapeva che quel bicchiere non era il primo.
Ma qualcuno decise di rovinare quel bel momento. Era proprio Jade.
-Vi state divertendo, ragazzi?- chiese Jade con quel suo solito sorrisetto.
-Si prima del tuo arrivo-rispose Violetta sprezzante.
-Attenta a come parli, mocciosetta!-la avvertì Jade sottovoce.-Non permetterti più di rubarmi la scena altrimenti...-
Leon attirò Violetta a sé per proteggerla dalle grinfie di quella strega e disse sprezzante-Altrimenti che? Cosa vuole ancora farle? Chiuderla da qualche parte e buttare le chiavi-
Si fermò un attimo al suo sguardo perso.
"Chiuderla da qualche parte e buttare le chiavi. Che idea geniale! Perché non ci avevo pensato prima" pensò Jade per un'attimo e si riprese.
Appena Jade gli presto attenzione di nuovo, continuò-Violetta mi ha detto tutto e se  pensa che le permetterò di farle del male o metterla in collegio, si sbaglia di grasso!-
-Sei un ragazzino molto impertinente, vi meritate a vicenda ma tu non puoi fare un bel niente perché io conosco i vostri segretucci- disse Jade con l'aria soddisfatta.
Voleva ucciderla, non la sopportava come Ludmilla. Quelle due potevano essere zia e nipote tranquillamente come lo stesso pensava di Angie e Violetta. C'era un legame speciale tra le due, difficile da spiegare a parole. 
Jade li aveva in pugno con quella faccenda e non c'era via di uscita ma aveva fatto una promessa a Violetta e intendeva mantenerla perché quando si amava qualcuno, l'impossibile diventata possibile. 
German si avvicinò ai tre con un sorriso, invitò a ballare a sua figlia ma lei con gran dolore nel cuore rifiutò per non oscurare Jade, suggerendo di invitare Jade a suo posto. Era la loro festa di fidanzamento, mica la sua. 
La cosa non piaceva per nulla a Leon, era così ingiusto e poi non c'era nulla da oscurare. Se lei temeva Violetta, era un suo problema.
Mentre si riaccomodarono sulle sedie, il cameriere passò con il vassoio pieni di bicchieri di champagne, Violetta lo fermò per prenderne due e ne passò uno a Leon ma...
-Grazie ma non mi va-disse Leon con un sorriso, mettendo il bicchiere su tavolo.
Violetta buttò giù il proprio e poi puntò a quello di Leon. Quest'ultimo si preoccupò, era il terzo bicchiere e questo non era da lei.
-amore cosi ti ubriacherai e io ti voglio lucida- disse Leon togliendo il bicchiere dalla sua mano.
-per cosa?- chiese lei curiosa.
Lui si alzò per inchinarsi e porgerle la mano e chiese-milady, mi fa l'onore di concedermi questo ballo?- 
-Si con immerso piacere, mio cavaliere- rispose lei euforica, accettando la sua mano e alzandosi dalla sedia. 
Nel farlo, le girò la testa per un attimo e perse un'attimo l'equilibrio per fortuna Leon la prese tra le sue braccia. 
-Attenta- 
-Hai ragione, non avrei dovuto bere quei tre bicchieri... sono un po' su di giri- ammise lei con le guance tutte rosse portando le braccia al suo collo.  
Tre bicchieri? Non se lo aspettava. 
-Ti ho già detto quanto sei bella- chiese lui con la voce dolce e quella luce brillante negli occhi e 
-Vediamo un po'...1000 volte-rispose lei raggiante.
Si spose per baciarla quando notò un movimento strano,  Jade usci dalla sala furtiva con aria  agitata e sospetta davanti ad un uomo. Non sembrava nessuno invitato e quindi c'era molta probabilità di scoprire qualche scheletro dell'armadio della cara Jade.
-Violetta, torno subito- disse Leon senza perderli di via, lasciandola li da sola.
-Ma Leon...- disse lei confusa già lontano da lei.     
Leon li segui con passo felpato e guardo la scena dietro ad una colonna, l'uomo era un pubblico ufficiale e le consegnò un foglio in più Matias il fratello di Jade, violò gli arresti domiciliali. 
"Bene, non siamo gli unici ad aver un segreto" pensò Leon con una faccia compiaciuta."Cara Jade ora sei nei guai"
Jade restò sola nella stanza e si toccò la testa per la disperazione, Matias era un idiota e quella lettera di convocazione non ci voleva proprio. Leon agi subito mentre lei si disperò senza una soluzione, prese la lettera del tavolo. 
Ora dettava lui le regole di quel gioco iniziato da Jade. Avrebbe capito che mai mettersi contro di lui e il loro amore.
...
Intanto Violetta correva nel corridoio in cerca di Leon e si scontrò con un ragazzo sui 24 anni con i capelli castani e gli occhi verdi. 
-Mi scusi-disse lei dispiaciuta.
-Non preoccuparti- disse lui con un sorriso.
Lei riprese la ricerca senza accorgersi di aver perso il braccialetto di sua madre, il ragazzo lo prese da terra e se lo mise in tasca.
"Proprio come la favola di cenerentola, il principe trova la scarpetta e si sposa con la bella principessa" pensò il ragazzo con un sorrisetto e uno sguardo che prevedeva aria di guai mentre la guardava andar via."Sarai mia, mia piccola Violetta"
...
-Ma guarda cosa abbiamo qui-disse lui con tono sprezzante con il foglio in mano.
Jade si girò e disse molto furiosa-Ridamelo ragazzino-
In quel momento entrò Violetta nella sala in cerca di lui e trovò quella strega molto furiosa e lui con sorriso compiaciuto tra le mani una lettera.
-Cosa sta succedendo?- chiese lei confusa.
 "Questo non ci voleva proprio"pensò Jade molto scura in viso."Ci mancava anche la mocciosa adesso"
Leon le sorrise e disse-Vieni a guardare, Violetta-
Il foglio mostrato da lui era una lettera di convocazione in giudizio per lei e Matias. Violetta si illuminarono gli occhi a quella scoperta e ora il destino di Jade era nelle proprie mani.
-Così non sono l'unica bugiarda- disse lei a quella dolce vendetta.-a mio padre gli spezzerà il cuore nel saperlo ma non mi lasci scelta-
-Tu piccola...-
Entrò in gioco Leon con il suo lato oscuro-L'accordo è questo, noi non diciamo nulla di Matias a German e tu non dici niente dei nostri segreti e ti togli l'assurda idea di mandarla in collegio. Dipende tutto da te, Jade-
Non era giusto, pensava Jade, ora quella mocciosa poteva fare quello che voleva.
I due erano in attesa della risposta di Jade ma erano tranquilli perché non aveva altra scelta a quell'accordo. 
Jade stava per parlare quando entrò German nella sala e Violetta nascose il foglio dietro la schiena. 
Lui si accorse subito quell'aria particolare tra Jade e i due.
-Che sta succedendo qui?-
Fine prima parte.
 
Finalmente i nostri amori sono tornati insieme. Che carini mentre si telefonavano nello stesso momento e il loro momenti di riappacificazione super emozionate. 
 
Sondaggio Te Esperaré: Quale versione preferite?
Tomas e Leon: Rivali o Amici?
Siete d'accordo con il piensiero di Leon o di Luca e Maxi sull'amore impossibile?
Luca ha fatto bene o male con Camilla?
Un nuovo rivale per Leon!?
Aspetto le vostre recensioni e le rispose.
Dedico questo capitolo a chi a letto e a recensito questa ff.
Seguitemi sempre.
 
 
 
 
 
   

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Capitolo 5
*** Ricordi, segreti e rivelazioni (seconda parte) ***


Attenzione: questo capitolo contiene piccole scene tra l'arancione e il rosso    
Cap 5 Ricordi, Segreti e Rivelazioni (seconda parte)
-Che sta succedendo qui? Perché siete qui invece di essere di alla festa?- chiese German sospettoso.
I tre erano molto agitati mentre German li guardava con quello sguardo penetrante.
Adesso come ne uscivano? 
C'era solo una sola da fare.
Violetta prese il coraggio e disse-Papà devo dirti una cosa...-
Ma Jade intervenni subito-Caro, stavo dicendo a loro due di andarsi a fare un giro-
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitare che German la lasciasse, anche cedere a quel ricatto dei due. Le conveniva molto anche a lei per la storia di Matias.
German non si aspettava quelle parole.
-Cosa? Un giro?- esclamò German sorpreso.
-Si German, la parte più importante del fidanzamento c'è stata-aggiunse Jade molto convincente per poi guardare i due.-Lasciamoli divertire. Non è vero ragazzi?-
Jade li guardava con uno sguardo disperato e i due sorrisero alla sua arresa e alla loro vittoria.
-Si infatti papà, stavamo rispondendo a Jade che era una bella idea però...- confermò Violetta anche lei molto convincente.
-... però non sapevamo come tu l'avresti presa- finì Leon per lei.
German ci casco di nuovo, era così felice di vedere Jade e Violetta andare d'amore d'accordo. Forse Jade era la donna per lui e con Angie, era stato un momento di debolezza e di paura. Si era così.
-Se per mia futura sposa va bene, anche per me ma state attenti- rispose German con un sorriso per poi guardare Leon con un sguardo di avvertimento-tu Leon occhio  a quello che fai, ci siamo capiti-
Certe abitudini o cose non cambiavano mai però gli voleva un mondo di bene. Si vedeva che stava cercando di cambiare un po'.
-Tranquillo signor German, la riporterò senza niente fuori posto-disse Leon in un tono scherzoso e rassicurante. 
German rise alla sua battuta, sapeva di potersi fidare e in mani di Leon, Violetta era al sicuro. Lo leggeva nei suoi occhi innamorati.
Violetta abbraccio di slancio tutte e due e disse:-Grazie papà ma soprattutto a te, Jade. E ancora tanti auguri-
Dopo di che, Violetta e Leon corsero fuori mano nella mano pieni di felicità e poi Leon la sollevo in aria.
-C'è l'abbiamo fatta!- gridarono i due.
-Come farei senza di te? Arrivi sempre nel momento giusto e mi ha salvata da una brutta soluzione- disse lei innamorata.
-Perché sono perfetto. Scherzo. - dichiarò Leon felice mentre la teneva per le braccia.-Adesso nessuno ti porterà via da me-
Ora nessuno si sarebbe messo più tra loro.
"E' qui che ti sbagli mio caro Lyon" pensò Ludmilla nascosta dietro un albero mentre li guardava con un sorrisetto che prevedeva grosso guai."Ora so dei vostri segretucci e so come liberarmi per sempre la tua Violetta. In questo modo Tommy sarà totalmente mio e tu tornerai ad essere il mio compagno di giochi per i corridoi dello Studio 21"
Come faceva Ludmilla a saperlo? Era semplice. Si stava nascondendo da quelli dello spot dei maiali per una pausa e per sfortuna di Violetta, era proprio la stanza in cui Leon aveva scoperto il segreto di Jade e aveva sentito tutta la conversazione dei tre. 
Ora Ludmilla pensava solo un modo per far sapere a German dello spettacolo di domani.
Dolce vendetta.
...
RestoBand
Maxi, Braco, Camilla e Francesca erano seduti ad un tavolo in preda al panico per lo spettacolo dopo le parole di Luca sul fatto che domani tutti avranno gli occhi puntati addosso a loro con le zanne affilate. Neanche i suoi frullati erano di aiuto. 
Tomas si avvicinò a loro ma nessuno gli parlava per il comportamento di ieri. Non gli piaceva quella situazione e voleva i suoi amici indietro.
-Ragazzi, io... volevo scusarmi per ieri. Avete ragione ma vedere Violetta con Leon, voi dalla sua parte e il fatto della canzone mi ha fatto perdere il controllo. mi dispiace- disse Tomas pentito e imbarazzato.
Le scuse di Tomas era sincere e si vedeva il suo pentimento dallo sguardo.
-Tomas, noi non stiamo da nessuna parte. Il fatto che ci siamo avvicinati  un po' a Leon, non cambia il bene che ti vogliamo- disse Francesca alle sue scusa.
-Francesca, ha ragione. Possiamo essere tutti amici-concordo Camilla insieme agli altri.
-Quindi mi perdonate?- chiese Tomas ansioso.
-Si certo ma niente più paranoie- disse Maxi con un sorriso.-né comportamenti del genere-
-Ve lo prometto- giurò Tomas felice.
Ci fu un abbraccio di gruppo al quale si unì Luca.
-Così vi voglio vedere, uniti e felici-disse Luca contento.
Camilla si staccò subito a sentire il tocco di Luca e si allontanò il più possibile da lui, Francesca notò il cambiamento d'umore e le andò dietro. A Luca gli spezzava il cuore nel vederla triste e il loro rapporto cambiato in quel modo ma era giusto così. Camilla doveva dimenticarsi di lui e cercarsi un ragazzo della sua età.
-Si può sapere cosa è successo con mio fratello?-chiese Fran preoccupata.-Il tuo volto è cambiato appena ti ha toccata e oggi a stento vi siete salutati-
Anche se era la sua migliore amica, non poteva dirle la verità. Quello che era successo nel magazzino rimaneva tra lei e Luca. Era doloroso anche solo pensarlo, il suo primo bacio era il ricordo più bello e prezioso ma anche triste e brutto allo stesso tempo per le parole di Luca.
-No, nulla. Tuo fratello se ne uscito solo con una delle sue frasi insensibili-disse Cami  omettendo solo il bacio.-Con me non l'aveva mai fatto. Perché questo sto così-
-Ora mi sentirà-disse Francesca arrabbiata e molto protettiva.-Non può ferite la gente in questo modo soprattutto la mia migliore amica-
Cami l'afferrò per il polso per fermarla e disse un po' con agitazione-No, Francesca. Lascia stare. Preferisco risolvere la cosa da sola-
In quel momento una giovane donna delle stessa età di Luca entrò nel locale (http://www.fantasticaflorencia.fan-club.it/le_star_di_floricienta_oggi_p1173652.html prima foto) e salto letteralmente addosso a lui con gran entusiasmo, spiazzando la povera Camilla.
-Ciao Luca, sono contenta che finalmente hai accettato il mio invito-disse lei entusiasta.-Lo sapevo che ti piacevo e che eri solo un po' timido-
-Ciao Babi, anch'io sono contento-disse Luca imbarazzato dalla sua audacia.-Ti offro qualcosa?-
-Si un bacio- rispose lei con un sorrisetto. 
Babi non era tipo da perdere tempo, era innamorata di Luca da tempo e la sua chiamata l'aveva resa al settimo cielo. Non vedeva l'ora di farlo suo. 
Ala sua espressione imbarazzata, si accorse di essere troppo diretta così ci andò più leggera.
-Dai Luca scherzavo-disse Babi con una risatina.-Vorrei il tuo migliore frullato-
-Allora quello alla fragola-rispose Luca tolto l'imbarazzo con un sorriso, tornando dietro il balcone. 
Chi era quella? Di che invito parlava? Come si permetteva di toccare o parlare così al suo Luca? Una gelosia si scateno dentro di lei a quella scena. Lui non faceva nulla, stava li fermo e le sorrideva anche. Che Rabbia.
-La conosci, Fran?- chiese Cami con tono più calmo per non insospettire Francesca.
-Si è Babi, una che va dietro a mio fratello da tempo-rispose Fran serena.-ma lui ha sempre rifiutato-
Questo era un punto a suo vantaggio. Se Luca l'aveva detto sempre di no, voleva dire che era già innamorato di qualcuno altro. 
 -Allora stasera usciamo?-chiese lei senza perdere tempo.
-Stasera!?- esclamò Luca con esitazione. Guardò un attimo a Camilla e poi dichiarò deciso e con gran entusiasmo-Stasera è perfetto! Ti vengo a prendere io-
Era la cosa giusta da fare, Babi aveva la sua stessa età e così Camilla si metteva il cuore in pace. Forse con Babi, poteva anche nascere qualcosa d'importante e provare non gli costava nulla.
Camilla soffriva nel vederli insieme, Luca sembrava felice a quell'appuntamento ma un dubbio era nella sua testa. Luca aveva esitato un attimo nella risposta e solo dopo un occhiata a lei, aveva deciso. Che era un modo per allontanarla o per reprimere i suoi sentimenti? Se era così, le parole d'ieri erano false. Luca l'amava ma non voleva accettare i propri sentimenti. Si n'era convinta.
...
Sera
German era nel suo studio, anche quella giornata era giunta alla fine e tra poco era ora di cena. Anche se non aveva molto appetito dopo il gran buffet alla sua festa di fidanzamento e mentre guardava le foto, ebbe una telefonata sul suo cellulare.
 -Pronto... ciao Jorge... cosa?... questa non ci voleva proprio... Violetta si arrabbierà molto e non posso darle torto anche se tu sai il motivo... si dimmi... mi dispiace... si certo li ospiterò volentieri... sperò solo di non essere ucciso da nessuno delle due... ok, a presto-
Tirò fuori dal cassetto una foto in cui ritraeva la sua famiglia e quella di Jorge e sospirò con preoccupazione. 
...
Simon il ritrovatore del braccialetto di Violetta (http://www.fotolog.com/only_estebantuti/10892329/#profile_start) fini di cenare insieme a sua sorella minore Lola di 5 anni nel gran salone poi gioco un po' con lei in stanza principesca e la mise a letto dopo la fiaba di cenerentola.
-Fratellone- lo chiamò Lola.
-Si dimmi piccola- disse Simon con grande affetto. 
Voleva molto bene alla sua sorellina, era la cosa più preziosa al mondo per lui soprattutto dopo la morte dei suoi genitori in un incidente quando lei aveva solo pochi mesi. Non era facile crescere una bambina da sola anche se era l'erede di una ricca famiglia ma era una gioia immessa ogni volta che la guardava e lo spronava a fare di più per la sua felicità senza pensare alle conseguenze.
-Ti sei già fidanzato con la principessa Violetta?- chiese Lola con occhi brillante con un grande entusiasmo e d'attesa.-Quando verrà a vivere con noi?- 
-Molto presto, te lo promesso- disse Simon dandole un bacio sulla fronte.-Ora dormi-
-Non vedo l'ora, fratellone- terminò Lola con un bel sorrisetto e tra le mani un medaglione a forma di cuore con dentro la foto di Violetta.-Cosi anch'io avrò una mamma come le altre bambine-
Simon spense la luce con un battito di mano e usci dalla porta, andò nella sua stanza principesca e con un telecomando azionò un spazio segreto, dove c'erano tantissime foto di Violetta sulle pareti, una libreria con dei CD numerosi e un mega schermo. Lui spinse un bottone, lo schermo si accese e il Cd si azionò da solo. Si accomodò sul divano godersi con una strana luce negli occhi il video del discorso di Violetta al fidanzamento e alle sue spalle su una parete c'era la foto di Leon segnata con x in rossa.
"Te lo promesso, Lola. Farò di tutto per farsi che Violetta diventi la tua mamma e la mia fidanzata"
...
Appartamento Pablo-Angie
Aveva appena finito di una bella cenetta a lume di candela poiché erano senza luce. Angie prese i piatti per sparecchiare ma Pablo glieli tolse da mano, invitandola a farsi una bella doccia calda mentre lui sparecchiava. All'inizio protesto per aiutarlo ma lui non niente così si arrese.
Segui le scia delle piccole candele verso il bagno, poi si spogliò pian piano con la luce delle candele e sposto la tendina per entrare dentro, apri il getto d'acqua. 
Ci voleva proprio quella doccia dopo quella cena deliziosa. Pablo non le faceva mancare nulla, si preoccupava di ogni sua esigenza anche la più piccola e sciocca. Era così bello aver qualcuno che si prendeva cura di te. Le dispiaceva per German, lui non aveva quella fortuna con Jade e sperava che trovasse una donna migliore di lei anche per il bene di Violetta.
Qualche minuto notò un ombra vicino alla tenda. 
-C'è spazio anche per me?- chiese Pablo con voce calda appoggiato al muro con le braccia incrociate. 
-No grazie...ho già ottima compagnia- rispose Angie molto convincente.
-Cosa? Toby è con te?- esclamò Pablo sorpreso.
-Si ero tutta sola e mi è venuto a far compagnia-confermò Angie trattenendosi nel ridere.
Voleva bene a Toby ma prima il letto ora la doccia. Non era affatto giusto.
Angie se la rideva sotto i baffi. Prendere in giro Pablo era così facile come lo era con Jade. No, quel paragone era orrendo. Pablo era mille volte più intelligente e migliore di quella strega. 
-Andiamo Pablo. Scherzo- disse Angie alla fine con un ridolino-Toby è nella sua cuccia-
Ecco ci era cascato un altra volta. 
-Ma brava Angie! Quando sei spiritosa!-disse Pablo ironico con il broncio.
-Dai Pablo! Non mettere il broncio-disse Angie conoscendolo come le sue tasche. E poi una voce seducente-Lui non mi può dare o fare determinate cose-
Angie aveva sfoggiato la carte seduzione. Era un colpo basso! Sapeva benissimo che non riusciva a dire di no.
-Sto aspettando-disse Angie, accarezzando la propria pelle per invogliarlo.
Pablo tenne duro per qualche secondo ma poi si spogliò a quel dolce invito.
Appena entrò, la bacia con passione contro le mattonelle della doccia e accarezzò sapientamente la pelle.
...
Casa Catillo
Violetta scese le scale per la cena quando qualcuno bussò alla porta, lei andò ad aprire e restò sorpresa nel vedere Leon e Ana con un piccolo trolley. 
-Leon!? Ana!? Che bello vedervi!-esclamò Violetta sorpresa e felice.-ma cosa ci fate qui?-
-Casa nostra si è allagata quindi tuo padre ci ha ospitati per questi tre giorni- rispose Leon felice dandole la bella-brutta notizia.
Casa di Leon allagata? Tre giorni? Ospiti a casa sua? Troppe informazione tutte insieme per Violetta.
"Io e Leon vivremo per tre giorni nella stessa casa" pensò Violetta emozionata."Fare colazione con Leon, andare allo Studia 21 con Leon, stare sul letto con Leon, baciare Leon quanto voglio, fare la doccia con Leon... Ma che sto pensando? Non posso fare la doccia con Leon. E' troppo imbarazzante e poi c'è sempre papà in questa casa. Sono sicura che farà di tutto per non lasciarci soli. Chissà perché non mi ha avvisato? Però li ha ospitati. Questo è l'importante"
Anche Leon era contento all'idea di vivere per tre giorni con Violetta.  
-Ma è meraviglioso-esclamò Violetta su di giri per poi dire con un tono un po' calmo-mi dispiace per l'allagamento ma sono contenta di vedervi qui-
Li abbraccio con slancio e felicità. Iniziò finalmente per lei il periodo più bello della sua vita senza nuvole all'orizzonte, pensava felice.
Povera Violetta ancora non lo sapeva ma ben presto una tempesta l'avrebbe travolta completamente.
In quel momento entrò German e restò immobile appena guardò...
-Ana- pronunciò German senza parole con il cuore nel panico.
-Ciao German, non saluti una vecchia amica- disse Ana con un tono calmo.
Violetta e Leon sentirono nell'aria qualcosa di particolare, una specie di tensione. Non poteva essere altrimenti visto le azioni dei loro padri, avevano sbagliato a nascondere il loro passato insieme.
-Sono molto arrabbiata con te, papà-disse Violetta tono un po' arrabbiato per spezzare quel silenzio tombale.-per non avermi detto che...-
Aveva il cuore in gola a quelle parole. Che lei sapeva la verità? Oh no, era spacciato. Questa era la volta buona che Violetta non gli parlava più. 
-...Ana la madre di Leon era la migliore amica di mamma e per averci impedito di incontrarci prima ma ti perdono solo perché hai rimediato e li ha invitati qui- per finire con un sorriso.
Il cuore di German si calmo subito a quella rivelazione e al sorriso di sua figlia. Meno male, non sapeva nient'altro del loro passato anche se lo sguardo penetrante e furioso di Ana, lo preoccupava parecchio. La conosceva perfettamente e non era il tipo da lasciare le cose a metà ma per il bene di Violetta, lei non doveva parlare e rivelare cose troppo dolorose.
-Ragazzi, ci lasciate da soli- disse Ana con troppo calma. 
Ahi! Per German quello era segno di pericolo imminente. 
-Violetta porta Leon in camera tua così io e sua madre possiamo parlare-aggiunge German più normale possibile trattenendo l'agitazione.-Abbiamo tanto tempo da recuperare- 
-Ok- disse Violetta felice per poi prendere la mano di Leon e condurlo su per le scale.
Era davvero un nuovo inizio. Prima suo padre avrebbe impedito di star soli in stanza o vederli baciare o camminare con la mano come nella prima cena di Leon lì. 
Appena i due si chiusero nella stanza, German si voltò verso Ana e il suo sguardo lo spaventò molto. 
-Finalmente soli, aspetto questo momento da 14 anni German-disse Ana alquanto furiosa.-Per dirti quanto di sia stato...-
-Ana calmati, tu sai perché me ne sono andato- la fermò German per evitare parole forti.
Ana non ci vide più e si sfogò con tutta la rabbia dentro di sé-Non dirmi di calmarmi! Hai portato via Violetta e non ti sei degnato neanche di telefonare in questi anni per darmi vostre notizie o dov'eravate, Angelica e la sorella di Maria erano disperate come me e sono venuta in Europa a cercavi ma nulla. Ho perso il contatto con entrambe e non avuto più loro notizie. Ora scopro che tu e Violetta eravate a Buenos Aires da qualche mese e tu e il mio caro marito avete pensato bene di tenermelo nascosto. No, German questa non dovevi farlo, io avevo diritto di saperlo-
Qualche lacrime scendevano dal suo viso mentre parlava.
-Ana, io so che sei arrabbiata e delusa ma io l'ho fatto per il bene di Violetta- replicò German con le sue motivazioni-Era troppo doloroso per lei star qui e con tutte le persone che hanno fatto parte della vita sua e di Maria a maggior ragione te e non volevo che la storia si ripeteva per questa ossessione per il canto e la recitazione- 
-Non avevi alcun il diritto di portarla via da me e nascondere la verità, io sono la sua madrina  German e non sai quanto ho sofferto in questi anni-affermò Ana arrabbiata.-Ho perso prima Martina poi Maria e in fine Violetta quando l'hai portata via-
Martina quel nome era da tantissimo tempo che non lo sentiva anche se ci pensava ogni santo giorno e notte. Un gran dolore gli artigliò il cuore.
Se Violetta sentiva quel nome, avrebbe fatto domande e lui non se la sentiva di riportare quel passato a galla. Era troppo doloroso.  
-Non dire più quel nome in questa casa-gli ordinò German piano in tono disperato e serio.-E' troppo doloroso, Ana. E se ti azzardi a rievocare il passato o di dire a Violetta che sei la sua madrina o metterle strane idee sul cantare o recitare, Leon non vedrà più Violetta-
German non poteva ricattarla in quel modo, per quanto il passato era doloroso, non era affatto giusto e non doveva mettere in mezzo la felicità di Leon. 
-Non puoi far questo German! Violetta e Leon si amano e non puoi separarli un altra volta come quando erano piccoli- esclamò Ana tra disperata e arrabbiata. 
-Allora non rievocare il passato e tutto resterà come ora- terminò German tornando nel suo studio.  
Lui non voleva dire quelle cose, non voleva ricattarla ma non poteva far altrimenti o se no perdeva Violetta. 
Apri l'ultimo cassetto chiuso a chiave e tirò fuori una piccolo fotografia di una bambina. Una lacrima scese dal suo viso.
Nel stesso istante Ana era sul divano a pensare alle parole di German mentre apriva un medaglione dove dentro c'era una foto sua, di Maria con tre bambine.
Intanto al piano di sopra precisamente nella stanza di Violetta, lei e Leon non avevano perso tempo ed erano sul letto intenti a baciarsi con un mix di dolcezza, passione e desiderio. Leon lasciò le sue labbra per scendere verso il suo collo, deponendogli tanti piccoli baci e assaporando il sapore della sua pelle vellutata e Violetta aveva i brividi lungo la schiena, le piaceva molto e le sue dita sfioravano dolcemente i capelli. Era una sensazione bellissima e forte... stava impazzendo a quei bacini, morsetti leggeri e tocchi a punta di lingua. Leon ci sapeva proprio fare e si domandava come aveva fatto a vivere fino ora senza di queste bellissimi emozioni. 
All'improvviso un pensiero apparì nella sua mente.
Chissà a che punto Leon si era spinto con Ludmilla? Loro erano stati insieme per tanto tempo quindi di sicuro lui avrà fatto le sue esperienze con Ludmilla. Si senti improvvisamente gelosa di quel fatto. Avrebbe voluto essere la prima e l'ultima ragazza per Leon, in grado di regalargli emozioni uniche. Non sapeva cosa le succedeva, non sapeva se era normale e se a tutte le ragazze succedeva la stessa cosa.   
E se la prima volta di Leon fosse stata con Ludmilla? No, non voleva pensare.
Eppure le dava fastidio.
Però ora Leon era il suo ragazzo e amava solo lei, glielo aveva dimostrato in un milione di occasioni e poi aveva lasciato Ludmilla per lei, cambiando molto come aveva detto una volta Francesca.
Leon avverti una certa rigidità e una lotta dentro Violetta, si stacco dal suo collo e lei apri gli occhi di scatto.
-Che cosa c'è, amore?- chiese Leon con dolcezza e preoccupato. 
-...-
-Sai che puoi dirmi qualcun cosa- disse Leon con un tono rassicurante, dando un bacio sulla sua mano. 
"Invece no, Leon. Non posso dirti che sono gelosa del tuo passato con Ludmilla" pensò Violetta insicura."Neanche chiederti dove ti sei spinto con lei o altro"
-Si lo so ma non c'è niente che non va, sono qui nelle braccia del ragazzo che amo-  rispose lei con un sorriso per poi dargli una bacio a fior di farfalla.-non potrei essere più felice di cosi-
Leon la guardò un po' dubbioso, quella rigidità e quello stato d'animo dentro di lei non se l'era sognato e non capiva perché Violetta non voleva dirlo. Tra loro non c'erano segreti. Ma lei non era pronta a dirglielo, avrebbe aspettato i suoi tempi.
-Capisco quando c'è qualcosa che non va ma se non te la senti di dirmelo va bene, io non insisto- disse Leon molto compressivo.
"Scusami Leon, tu sai dire sempre la cosa giusta mentre io ho rovinato questo bellissimo momento con le mie insicurezze"  
-Tranquilla, non hai rovinato nulla-aggiunse Leon accarezzando il suo viso.
-Ti amo tanto, Leon-disse Violetta con lo sguardo innamorato.
-Anch'io ti amo tanto, sei l'unica ragazza che abbia mai amato veramente Violetta-le dichiarò Leon per poi baciarla. 
In quel momento German entrò senza bussare, Leon e Violetta si staccarono subito al rumore della porta e li trovò seduti sul letto. Li guardava sospettoso e attentamente in cerca di qualcosa.
-Papà ti sembra il modo? Non si usa più bussare-disse Violetta seccata con un cuscino tra le mani.
-Hai ragione però non dovreste stare tutti e due sul letto-disse German protettivo-Violetta tu resta sul letto e Leon tu metti sulla sedia-
Ecco le sembrava strano un cambiamento così radicale. Era venuto a controllare. Non lo sopportava quando faceva così.
-Ma papà non stavamo facendo nulla-disse Violetta trattenendo Leon per un polso mentre quest'ultimo si stava alzando dal letto.-Leon resta qui-
-Non è appropriato che due ragazzi anche se fidanzati stiano sul letto con la porta chiusa in casa della ragazza con il padre presente-disse German retrogrado.-Leon vai sulla sedia ora!-
"Certo che i grandi sono assurdi a volta. Ma da che pulpito viene la pratica, come se alla sua età non lo faceva anche lui " Leon
-Signor German io e sua figlia non abbiamo fatto nulla di male- disse Leon deciso intrecciando la dita con quelle di Violetta.
German lo guardò negli occhi cercando di scorgere qualcosa.
-Questo è tutto da dimostrare! Comunque non voglio ripeterlo un altra volta, Leon sulla sedia!-
-German lasciali stare, non fanno nulla di male e poi ti ricordo che anche tu alla loro età non perdevi queste occasioni- disse Ana entrando in aiuto dei due.
 -Io non ho mai fatto una cosa simili, non in casa del padre di una mia fidanzata- replicò German contraddicendola.    
-Allora ti rinfresco la memoria, è successo una famosa estate in una famosa villa a mare-disse Ana molto cripta per i due ragazzi.
German sapeva a cosa si riferiva, prima del suo vero amore con Maria anche lui aveva avuto un primo amore ed questa persona era stata molto importante per lui. Non l'aveva mai dimenticata perché il primo amore non si scorda mai.
Il discorso non gli conveniva tanto così disse-comunque ero venuto ad avvisarvi per la cena o se no si raffredda-
Lui usci dalla stanza seguito da Ana, lei mandò un sorriso ai due e mentre Violetta si alzò dal letto, Leon la fermò un attimo e lei lo guardò confusa. Lui le spostò un attimo i capelli dal collo e c'era un succhiotto, lei si preoccupò molto alla sua faccia allarmata.
-Amore, abbiamo un problema- disse Leon allarmato.
Non pensava di averci messo cosi forza, troppo preso dalla passione. Non era che non era felice, era come dire "ragazzi lei è mia"ed era orgoglioso e onorato di essere il primo e l'ultimo ad averglielo fatto. Il problema era un altro: German. Lo avrebbe ammazzo se ne accorgeva.
-Qual'è problema? Mi stai spaventando Leon-esclamò Violetta agitata.
Cosi lui la prese, la porto allo specchio e le spostò i capelli da quel punto.   
-Ecco il problema- rispose Leon.
Quello era succhiotto, il suo primo. Era come un marchio, come dire "sono sua e di nessun altro". Le piaceva molto e l'avrebbe mostrato con orgoglio ma la spaventava per la reazione di suo padre a sol vederlo.
-Mi spiace, è tutta colpa mia. Mi sono lasciato troppo andare e non ho pensato minimamente-si scusò Leon dispiaciuto abbracciandola da dietro.
-Non dire così, mi piace e mi fa sentire più tua- replicò Violetta dolce guardandolo attraverso lo specchio.-l'unico problema è...-
-...tuo padre, lo so- fini per lei con la faccia un po' scura.
Dalle scale suo padre li chiamò per la cena, loro si staccarono per l'agitazione e poi non c'era più nulla da fare quindi Violetta sistemò bene i capelli in modo da non notarsi.
Stava per uscire dalla stanza quando a Leon venne un idea.
-Ma certo perché non ci ho pensato prima- esclamò Leon con entusiasmo.-Dove hai il trucco?-
-Li sulla scrivania in quella borsetta-rispose Violetta un po' confusa.-Perché?-
Leon andò subito lì, si mise a cercare e tirò fuori il fondotinta e un correttore con un sorriso da furbetto.
-Mi sono ricordato che una volta ho lasciato un succhiotto a Ludmilla ma lei si arrabbiò molto perché la sua pelle da star doveva essere perfetta, senza alcun segno o imperfezione così la coperto con questi due- le spiegò Leon guidandola sulla sedia per iniziare l'operazione copri succhiotto.
Ecco l'argomento passato tornare a galla e un altra volta lei si senti in certo fastidio e gelosia dentro di sé. I baci sul collo è l'abc dei preliminari e significavano anche voler andare oltre, questo voleva dire che lui e Ludmilla avevano avuto una certa intimità e si era spinti oltre ai semplici baci sulla bocca e sul collo. Iniziò a immaginare i due a letto insieme in posizioni di molto intimità e la mando in crisi.
Non ci doveva pensare o se non era peggio.
-Che cosa superficiale da dire! Avere qualcosa da proprio ragazzo è una cosa bellissima e io sarei orgogliosa di mostrarlo-disse Violetta dolce con un sorriso mentre lui copriva il succhiotto.
-E' questa la differenza tra te e Ludmilla- le sussurrò Leon dolcemente.-ed e' una delle tante ragioni per cui sono innamorato di te-
Era incredibile come le sue insicurezze scomparivano con solo poche parole.   
La cena andò benissimo soprattutto con la presenza di Ana e Leon. Jade era contenta della presenza di Ana, finalmente una donna con cui parlare di shopping e altro e poi non doveva neanche preoccuparsi poiché era sposata. Al contrario Ana non la sopportava, era stata un antipatica a prima vista. Non capiva come German aveva potuto fidanzarsi con una persona del genere, era tutto il contrario di Maria. Violetta aveva bisogno di una figura femminile diversa nella sua vita, qualcuno con cui potersi confidare ed essere complice e in Jade non c'era nulla di tutto questo. Era rientrava nella sua vita appena in tempo.
...
German era pronto per mettersi a letto quando notò di non aver lavato i denti e di non aver controllato se Leon era ancora in camera di Violetta così provò con il bagno di sopra e lo trovò aperto. Stranamente la luce era accesa ma ignorò il fatto e appena stava stava girando la chiave qualcuno da dietro la tendina della vasca-doccia lo fermò.
-Non chiuderla German o si bloccherà-lo avvertì Ana uscendo la testa fuori alla tendina un po' imbarazzata.
-Scusami Ana... io non lo sapevo...-si scusò German dispiaciuto e imbarazzato.-pensava che era libero-
Che situazione imbarazzate! Chissà cosa avrebbero pensato, se gli altri li avrebbero visti.
-Ti lascio subito... al tua doccia... e scusami ancora-disse lui ancora imbarazzato con la mano sulla maniglia pronto ad aprirla.
Quando da fuori udì il suo nome da Jade, era così forte da sentirsi per tutte le mure di casa.
Ops! Ora non poteva uscire di certo.
Il peggio arrivò quando Jade puntò al bagno per prendere una cosa dimenticata. German era in panico e guardò Ana in cerca di un aiuto o di una via d'uscita. 
C'era solo una cosa da fare in quei casi.
Jade entrò nel bagno all'attimo dopo, lo trovò vuoto e udì solo il getto dell'acqua. Sul mobiletto notò il vestito di Ana con l'intimo e la camicia di notte mentre era in cerca di una cosa nel beauty case.
German e Ana stretti nella vasca, i loro visi molto visi e gli occhi si guardavano con un mix di sentimenti: imbarazzo, panico e altro.
Quanto era bellissima soprattutto con i capelli alzati! Non si azzardo proprio ad abbassare gli occhi, per non metterla in imbarazzo di quanto lo era già e poi conosceva già il suo corpo visto il loro passato. Ma cosa stava pensando? La sua fidanzata poteva scoprirlo con un altra donna, anche se non era come sembrava, lui se ne stava a pensare quanto era bella e al passato. Era la madre di Leon e moglie di Jorge. Si vergognava di quei pensieri. 
-Ana sei tu?- domandò Jade girando la testa verso la tendina rossa.-Ma non hai chiuso a chiave la porta-
-Si sono io-rispose Ana più normale possibile.-Hai ragione, Jade ma vedi, la porta tende a bloccarsi e non voglio restare la notte chiusa in bagno-
Soprattutto in compagnia di German. Quella troppo vicinanza era molto ma molto sbagliata e inappropriata. Era una donna sposata, migliore amica di Maria, madre del fidanzato di Violetta e sua madrina.
-Ah ok- disse Jade con testa per aria, prendendo l'oggetto della sua ricerca per poi raggiungere la porta. Un pensiero si formò nella sua testa e si fermò.-Per caso hai visto German prima di entrare?-
-No, di sicuro non è qui- rispose Ana mentendo spudoratamente a pelle a pelle con lui.-Non lo vedo dalla fine della cena- 
Jade usci dal bagno alla ricerca di German e subito dopo quest'ultimo dalla vasca tutto pieno d'acqua e Ana non riusci a trattenere la risata a quell'immagine. In quello stato non sembrava così duro ma tenero e bisognoso di attenzioni. Rivide il ragazzo di un tempo.
-ti faccio ridere Ana?- chiese German alzando un sopracciglio, girando verso di lei.-Ti sembro buffo?-
-Si molto- rispose Ana divertita con l'accappatoio addosso. Con quello si sentiva più sicura e protetta.     
-Ah è così?- esclamò German con sorrisetto.-Vediamo se riderai dopo di questo-
La bomboletta della schiuma di barba e gliela sprizzò sui bei capelli, il suo punto debole. Odiava averli disordinati e da quello che aveva notato stessa cosa per Leon. Erano madre e figlio quindi era genetico. Ana si portò la mano alla capelli e lo fulminò con gli occhi a quello scherzetto e per togliergli quel sorrisetto compiaciuto, azionò la doccetta per bagnarlo ma lui la afferrò di dietro per fermarla e l'acqua uscì dalla vasca, lei cercò di vincolarsi dalla sua presa e quando un rumore di piede da fuori attirò la sua attenzione, lei ne approfittò per svincolarsi dalla presa e schizzargli ancora un po' di acqua.
Giocavano come due bambini e le loro risate riempivano il bagno. Era da tanto tempo che German non rideva così, il ritorno di Ana nella sua vita gli faceva proprio bene.
Come i due adulti anche Violetta e Leon si divertivano e ricorrersi per tutta la casa, travolgendo come un uragano prima Jade e poi Matias. Quella casa era immersa nella gioia di nuovo.
Ana scivolò per via della troppa acqua sul pavimento per sfuggire a German e lui la afferrò a volo tra le sue braccia. Si guardarono per un lungo istante ma poi si resero conto di quella strana situazione soprattutto per le cose dette nel salotto e ognuno torno alle proprie attività. Non prima di aver controllato la camera di Violetta, Lei e Leon erano li dentro dopo quella bella rincorsa per mettersi a cantare qualche canzone per domani.
German entrò senza bussare in quel momento e... 
Trovò Violetta alla scrivania a studiare con l'aiuto di Leon. Per fortuna i due avevano sentito in tempo i suoi passi e avevano creato subito un diversivo per proteggere il loro segreto.
Suo padre era cosi contento di vederla studiare con impegno ma era tardi e per Leon era giunto l'ora di andare a letto nella propria stanza cosi i due si augurarono la buona notte sempre da lontano ma non importava perché avevano tutto il tempo per recuperare.
Comunque German avvertì Leon appena fuori dalla stanza di Violetta con la frase "Leon, il fatto di vivere qui, non ti da alcun diritto di pensare minimamente di intrufolarti zitto zitto nella stanza di Violetta nel cuore della notte o in qualsiasi ora del giorno quando ti pare e piace. Sarebbe una mossa molto sbagliata. Comunque so che non lo farai ma è meglio prevenire che curare dopo"  
...
-Mi sono divertito tanto Babi- disse Luca allegro.-E' stato un bel spettacolo ricco di sorprese-
-Ero sicura che ti sarebbe piaciuto. Conosco bene i tuoi gusti- disse Babi felice camminando al suo fianco con un fiore fatto di palloncino tra le mani. 
Glielo aveva dato quando aveva bussato alla sua porta. Che pensiero dolce! Luca era davvero un ragazzo d'oro.
-Ti piace tanto quel palloncino- disse Luca sorpreso e felice guardando il suo sguardo brillante e il modo in cui lo teneva.
-Si tutti possono regalare rose, cioccolatini o diamanti ma un fiore a palloncino è un idea originale per conquistare il cuore di una ragazza- gli spiegò lei con lo sguardo innamorato.-E poi è il primo regalo che mi fai, è prezioso-
Babi era sempre stata così provocante ma questo suo lato dolce e romantico, lo stupi molto. E poi per tutta la serata non aveva pensato minimamente a Camilla, grazie tutto a Babi e forse era la persona giusta per dimenticarla.
-Sono contento di aver accettato il tuo invito, è stata una bella serata-disse Luca sincero-e tu sei fantastica. Non so come ho fatto a non accorgermene prima-
-Forse perché puntavi all'irraggiungibile- rispose Babi avvicinandosi più a lui.
-Irraggiungibile!?-esclamò Luca preoccupato.-Tu sai?-
Lei sapeva del suo amore proibito per Cami. Ma certo era così ovvio da modo in cui la guardava.
-Si Belinda occhi blu-rispose lei un po' gelosa.-Non le toglievi gli occhi di dosso- 
Belinda? Cosa centrava con Camilla? Che stupido! Babi non sapeva nulla di lei.
-Io non volevo Belinda-
-Si che la volevi-
-e io ti dico di no-
-e io ti dico di si-
Sembravano due bambini.
L'aria cambiò ad un tratto, erano cosi vicini e Babi si avvicinò per baciarlo e lui le andò incontro ma quando le loro labbra stavano per sfiorarsi, il viso di Babi cambiò in quello di Cami e la sua testa si riempi della sua voce, dei loro piccoli momenti e soprattutto del loro primo bacio.
Si spostò da Babi e lei lo guardò confusa.
-Babi io...-iniziò Luca ma...
-Ssh... Non dire nulla-disse Babi portando il dito sulle sue labbra-E' il nostro primo appuntamento e non te la senti-
-Si voglio fare le cose con calma- disse Luca prendendo un po' di tempo e credendo in quelle parole.
-per me va bene, basta che mi stai accanto-disse Babi accarezzando il suo viso.
Luca la strinse forte a sé e prego il cielo affinché si innamorava di lei.
...
Violetta e Leon si rigiravano nel letto senza prendere sonno, non capivano se era per lo spettacolo o il fatto di stare a pochi passi dall'altro, e guardavano l'orario sul cellulare.Era l'una di notte. Così in contemporanea si alzarono dal letto per avvicinarsi alla porta e nell'istante in cui misero la mano sulla maniglia, ci ripensarono e tornarono a letto. Questo si ripete per altre quattro volte, poi Leon deciso apri la porta per percorrere tutto il corridoio fino alla porta di Violetta e mise la mano sulla maniglia. Nello stesso istante lei lo fece. Bastava solo aprire la porta per incontrarsi. Lui ci ripensò e ritornò indietro per non essere scoperto da German o se no era nei guai. Nello stesso momento in cui andò in bagno, Violetta prese coraggio e usci dalla stanza per attraversare il corridoio fino alla porta di Leon ma una volta lì si fermò. Anche lei ci ripensò, nella stanza c'era anche Ana e non era giusto.
Cosi scese le scale con l'aiuto della luce del cellulare e andò in cucina per bere qualcosa da frigo e appena lo chiuse, una figura spuntò dal nulla spaventandola a morte.
Una mano sulla bocca le impedì di urlare.
-Tranquilla, amore sono io- le sussurrò Leon con una voce calda. Si rilassò sotto il suo tocco.
Per fortuna si trattava di Leon e non di un ladro.
...
Luca rientrò a casa, appoggiò le chiavi in cucina e sali al piano di sopra. Quando aprì la porta e accese la luce, trovò una sorpresa nel suo letto.
Camilla addormentata in posizione fetale.
-Ah Camilla! Come devo fare con te?- disse Luca con un sospiro, dando voce ai propri pensieri.
Si avvicinò lentamente, le accarezzò dolcemente la testa e si chinò per darle un bacio sulla fronte.
-Cami... svegliati- le sussurrò Luca dolcemente. Ma lei non si svegliò e continuò a tornire profondamente.
Cosi avvicinò la sedia, si accomodò e restò per qualche minuto ad ammirarla.
Era così bella! Poteva una canottiera azzurra e un paio di pantaloncini bianco. Potrebbe rimanere tutta la notte a guardarla o a tenerla stretta a sé per poi svegliarsi al mattino al suo fianco.
Ma non era possibile, il loro era un amore proibito.
La prese in braccio delicatamente e la portò nella stanza di Francesca, rimettendola a letto e coprendola bene. Poi si girò verso Francesca, le sistemò la coperta e le diede un bacio.
Prima di uscire bisbigliò sottovoce-Buona notte mia piccola Cami-
Nell'attimo dopo Camilla apri gli occhi di scatto.
Qualche minuto dopo... 
Luca era in cucina, non riusciva a dormire e a smettere di pensare a Camilla. Era più forte di lui, più si imponeva di non pensarla e più la sua mente si riempiva di lei.
-Non preferiresti tenermi stretta nel tuo letto- disse Camilla dolce con un sorriso apparendo da nulla.-invece di startene qui tutto solo-
Come faceva ad essere li? Non aveva sentito nessun passo.
Chiuse gli occhi per un attimo e quando li apri, Camilla non c'era più.
Fantastico, ora aveva anche le allucinazioni. Non bastava vederla per davvero tutti i giorni al RestoBand, ora anche immaginarla ovunque.
Era così preso da quei pensieri da non sentire dei passi verso di lui.
Una mano gli tocco la spalla e una voce inconfondibile disse-Bentornato! Ti sei divertito?-
Dallo spavento salto in aria con il cuore a mille.
Era Camilla. Come le saltava in mente? Voleva farlo morire così giovane.
-Non farlo mai più, Camilla! Mi ha fatto prendere un colpo!-esclamò Luca sottovoce con la mano sul suo povero cuore.
-Ti meriti questo e altro per quello che mi hai fatto passare nelle ultime ore- replicò Camilla arrabbiata.
Sapeva bene a cosa si riferiva e aveva ragione. Non aveva usato molto tatto ma era l'unico modo per allontanarla da sé.
-Scusami per quelle parole, ma vedi quando mi ha baciato, mi sono confuso...-le spiegò Luca in modo tenero e più credibile possibile.-Provo un sentimento per te ma è diverso dal tuo. Tu per me sei... come una sorella minore Cami-
Una sorella minore!? Luca non sapeva più cosa inventarsi.
-Una sorella si certo! Baci sempre cosi Francesca e la guardi dormire- disse Camilla molto diretta e all'espressione sorpresa di Luca aggiunse-Si Luca, fingevo di dormire per capirci qualcosa in più-
-Cami tu sei come una sorella per me e nient'altro-ripeté Luca testardo.-e poi ora sto con Babi-
-Non ti credo Luca. Pensi che io sia stupida e non abbia capito il tuo intento- disse Camilla decisa.
-Cami... io non provo nulla per te-ripeté Luca ancora un volta per convincerla.
-Ah si, non provi nulla? Bene vediamo così- ribatté Camilla afferrando il suo viso con le mani per baciarlo. 
Quella era la prova del nove. E la risposta non tardo ad arrivare, il suo corpo era più sincero di lui e rispose a quel bacio con passione e dolcezza infinita. Gli era mancato quel contatto, amava baciare la bocca di Cami e sentire così intimo con lei. Luca la sollevò da terra per appoggiarla sul tavolo e continuare a baciarla ancora e ancora. Non riusciva a smettere e non voleva, era troppo felice. Tutto quello di cui aveva bisogno era lì davanti a lui.  Cami si distese sul tavolo mentre si baciavano, il ginocchio di lui si infilò in mezzo alle sue gambe per approfondire più il contatto.  
Il rumore del bicchiere caduto per terra, riporto Luca ad alzarsi e allontanarsi da lei.
Cosa aveva fatto? Lui era l'adulto e sempre lui doveva mettere i limiti se lei non se ne rendeva conto. Tutto quello era inappropriato. 
Cami notò la sua espressione tormentata e si avvicinò a lui.
-Vedi, tu puoi negarlo a stesso, raccontarti tutte le bugie possibili o uscire anche con tante ragazze ma il nostro amore non scomparirà, siamo destinati a stare insieme Luca e saremo molto felici insieme, vedrai- gli spiegò Camilla innamorata e decisa.-e io ti aiuterò ad ammettere quello che provi-
Gli diede una bacio sulla guancia e tornò a letto mente Luca raccolse il bicchiere e ripensò a quelle sue ultime parole
...
-Mmh... E' fantastico-disse Leon estasiato.
-Hai ragione, non c'è niente di più buono-accordò Violetta golosa prendendone ancora un altro po' con le dita.
Violetta e Leon erano seduti per terra contro il frigo a gustarsi una bella vaschetta di gelato al cioccolato e si imboccavano a vicenda con i cucchiaini. Poi Leon la imboccò e nel farlo un po' gelato era caduto sul suo mento e in giù e lui non riusci a resistere alla tentazione a non pulirla a suon di baci e lei sorrise contenta. 
-Mi è venuta un idea- disse Leon con sorrisetto.-Ti fidi?-
-Che domande? Certo che si-rispose Violetta piena di curiosità a quel suo sguardo di non so che.
-Chiudi gli occhi-
Violetta chiuse gli occhi in attesa con una curiosità, Leon prese un cucchiaino di gelato e lo mise in bocca senza mangiarlo e poi le dischiuse con il dito le labbra per poi avvicinarsi e sfiorarle la labbra. Lei senti qualcosa colare nella sua bocca tramite quel dolce contatto, era... gelato. Leon la sorprendeva sempre, aveva delle belle e geniali idee per rendere indimenticabili il loro momenti e regalandole mille emozioni. Cosi si scambiano il gelato durante il bacio.
Nel suo diario avrebbe intitolato quel momento "Bacio al Gelato".
Leon era così coinvolto da quel bacio da portare senza riflettere la sua mano dal fianco al seno di Violetta, lo sfiorò dolcemente con le dita da sopra la canottiera. Appena se ne rese conto, tolse la mano da lì perché era ancora troppo presto ma Violetta prese la sua mano e la riportò lì.
Leon si staccò da lei e la guardò sorpreso di quel gesto.
-Continua, Leon- disse Violetta con un rossore in viso.  
"Il tocco di Leon è dolce e delicato e mi dona emozioni mai provate... mi fa impazzire e sento un calore" 
-Sicura?- chiese Leon per sicurezza.-Possiamo anche aspettare-
Non voleva spingerla ad andare oltre quando lei non era pronta e poi già nel toccarla e nel baciarla, lui si era eccitato.
-Sicura, mi piace come mi tocchi Leon-dichiarò Violetta sicura con quei occhi pieni di amore e desiderio.
-Anche a me piace da matti, baciarti, toccarti e sentirti mia-dichiarò Leon accarezzando il viso.
Stavano per baciarsi ancora una volta quando sentirono dei passi in salotto. 
Questa non ci voleva proprio. E adesso chi era a quell'ora? Proprio quella notte non dormiva nessuno? E poi era mai possibile che in momenti con questi venivano sempre interrotti. Non era affatto giusto, stava sperimentando qualcosa di bello con Leon e aveva così voglia di sentire di nuovo le sue mani sul proprio seno e vivere quelle emozioni uniche. 
Comunque se li trovava suo padre erano nei guai cosi l'ultima cosa da fare era nascondersi dietro al tavolo con il gelato fino al via libera senza emettere un solo suono o rumore.
Altre due persone in casa Castillo non dormivano cioè Ana e German infatti i passi era della prima. Scese con una vestaglia da notte azzurra con  in cucina a prendere un bicchiere d'acqua, troppo pensieri nella sua testa e non c'era verso di mandarli via e appena stava per bere, vide un sagoma nel buio e il bicchiere le scivolò dallo spavento. German illuminò la zona con una piccolo lampada e si chinò a raccogliere il bicchiere.
-Scusami non volevo spaventarti- si scusò German dispiaciuto.-Non riesci a dormire?-
-No, troppi pensieri-rispose Ana con uno sguardo pieno di tristezza e preoccupazione.
Non voleva essere la causa del suo mancato sonno o di tristezza. Era più bella quando sorrideva o quando si arrabbiava. Doveva far qualcosa per rimediare al suo errore.
-Ma io ho la soluzione perfetta-disse German con sorriso.-E' dentro il freezer nel secondo cassetto-
 Ana lo guardò un po' perplessa ma era troppo curiosa così segui le indicazioni di German e quando ci guardò dentro trovò una vaschetta di gelato alle fragole mentre lui prese da un altro cassetto due cucchiai  
 -Te lo ricordi ancora-esclamò Ana sorpresa con un dolce sorriso e una luce brillante negli occhi.
-Come potrei mai scordarlo? Sei stata il mio primo amore Ana-affermò German con una certa nostalgia e si scusò-e volevo scusarmi per quello che ti ho detto nel salotto, non volevo davvero. Ho paura di perdere Violetta-
"Cosa!? Ana è stata il primo amore di papà!? Non me lo sarei mai aspetto" pensò Violetta molto sorpresa."Chissà come si sono conosciuti e innamorati. E come poi si è innamorato di mamma dopo di Ana. Be' anch'io prima di Leon il mio vero amore, ho avuto Tomas il mio primo amore. Si dice che il primo amore non si scorda mai. Infatti lui avrà sempre un posticino nel mio cuore"
"Non avrei mai pensato che il primo amore di mia madre fosse German, il padre della mia ragazza. Il mondo è proprio piccolo" pensò Leon altrettanto sorpreso. "Ora capisco quelle parole in camera, quando erano fidanzati anche German ha fatto la stessa cosa con lei"
Loro due intrecciarono le dita mentre si guardarono curiosi di sapere altro del passato dei suoi genitori. Anche perché non poteva uscire da lì neanche se volevano. 
-German, tu non perderai mai Violetta per nessun motivo al mondo. Lei ti vorrà bene sempre nonostante tutto. E' tua figlia e un cuore immenso-disse Ana posando la sua mano sul quella di lui per tranquillizzarlo.-So che quello che successo è doloroso ma devi andare avanti per il bene di Violetta ma anche del tuo. Non puoi aver paura o essere spaventato ogni volta che si parla del passato perché con i tuoi atteggiamento ferisci ciò che ti sta più al cuore-
-Hai ragione, Ana ma non è facile-ammise German stringendole la mano con dolcezza senza rendersene conto.
-Tranquillo, ci sono io qui con te German-disse Ana con un sorriso.
Si respirava un'aria armoniosa e particolare tra loro e mentre parlavano dei tempi in cui erano fidanzati, mangiavano il gelato e ridevano come due ragazzi.
Violetta era contenta di sentire suo padre felice, era come quando stava con Angie e il ritorno di Ana nella sua vita gli aveva fatto molto bene. Anche Leon non la sentiva cosi da un po', suo padre era sempre impegnato o in viaggio e quindi erano pochi i momenti in cui stavano insieme ma questo non vuol dire che non si amavano. Era sicuro dell'amore dei suoi genitori.
Ad un certo punto l'attenzione di German andò all'angolo della bocca di Ana, dove c'era una macchia di gelato alla fragola. Non riusciva a staccare gli occhi. 
-Che c'è?-chiese Ana al suo sguardo.
-ti... sei sporcata-risponde German un po' esitando per qualche motivo.
-Oh che sbadata-disse Ana con una piccola risata per allungare la mano per prendere un tovagliolo. 
-Aspetta faccio io-disse German con una voce calda portando la mano al suo viso.
Passo con delicatezza il dito sull'angolo della sua bocca, tenendo lo sguardo puntato su di lei e si perse nei suoi occhi. Erano pericolosamente vicini. Ana rabbrividì a quel piccolo e innocente contatto e staccare gli occhi da German, era così difficile. 
In entrambi c'era uno scombussolamento di emozioni a quella troppa vicinanza.
E fu Ana a tirarsi indietro con un rossore nel viso.
-E' meglio che tornare a letto, German-disse Ana un po' imbarazzata evitando il suo sguardo e voltando dall'altra parte.   
-Si è tardi-concordo German più normale possibile ma dentro di sé c'era uno scombussolamento.
Cosa gli era saltato in mente? Fare un gesto simile. Quella era Ana, la moglie di un suo caro amico. Eppure aveva sentito delle sensazione che non provava da tempo. O era la nostalgia del primo amore. Non lo sapeva. Ma non doveva pensarci. 
Chiuse la vaschetta di gelato, colpevole di quel momento tra loro due e lo mise di nuovo nel freezer per tornare a letto. Ora prendere sonno era una vera impresa.
Anche se erano lì, Violetta e Leon non si erano accorti di nulla.
Ana chiuse la porta della stanza e si appoggiò ad essa con il cuore a 1000. Lei non doveva provare quelle sensazioni, era una donna sposata e amava suo marito Jorge. 
Allora perché si sentiva così? Forse era la nostalgia del primo amore? Si erano messi a parlare dei loro vecchi ricordi. Si era così. Era stato un momento dettato dal passato. Lei amava Jorge.
Amore.Musica.Passione
Mattina
Casa Castillo
Leon in tenuta da uscita, entrò nella stanza di Violetta con passo felpato senza farsi accorgere da German con qualcosa tra le mani, andò avanti e indietro dalla stanza al fuori per un po' per sistemare qualcosa. Poi si avvicinò al suo letto e si perse ad ammirarla, le sfiorò dolcemente il viso e la pelle con un tulipano rosso, baciò la sua pelle profumata e si avvicinò al suo orecchio. Aveva sempre sognato di svegliarla il mattino e andare insieme allo Studio 21 o ovunque. Era cosi bella anche quando dormiva, era un peccato svegliarla.
-Buongiorno, amore.-le sussurrò Leon dolcemente.- E' il gran giorno-
Le spuntò un dolce sorriso nel viso, pian piano apri gli occhi al sentire quelle piccole attenzioni e al suono della sua voce.
Appena i suoi occhi incontrarono quelli di Leon si perse completamente in lui mentre lui si accomodò sul letto. 
-Buongiorno anche a te-disse Violetta felice e impasta ancora di sonno.
-Questo è per te- disse Leon porgendo il tulipano rosso.
Non tutti lo sapevamo ma il fiore per eccellenza che rappresenta il Vero Amore è il tulipano, il fiore perfetto per una dichiarazione d'amore in piena regola. Nulla togliere alla rosa rossa ma il tulipano era simbolo delle dichiarazioni d'amore, per dire "ti amo" alla persona amata.
Violetta sapeva bene il suo significato, era il suo fiore preferito e lo preferiva alla solita rosa rossa. Leon era sempre così originale in tutto quello che faceva.
Stava per rispondere ma si accorse di qualcosa di diverso nella stanza. Attorno a lei a terra c'era tantissimi vasi di tulipani rossi legati da fiocchi rossi.    
Non aveva parole per esprimere quel momento... era così sorpresa... lacrime di commozione uscivano dai suoi occhi... lui la guardava con quel dolce sorriso... e... lo baciò per esprimere quello che provava... un bacio da Ti amo senza aver bisogno di dirlo... 
Violetta si staccò un attimo per scostare le coperte e permettere a Leon di entrarci e riprendere dallo stesso punto. Quello era uno dei vantaggi di vivere insieme per tre giorni. Mentre si baciavano e si accarezzavano, Leon era sopra di lei e con le labbra pian piano scendeva giù, prima il collo poi la spalla  e infine sempre sopra la maglietta sul suo seno. Lei aveva gli occhi chiusi e assaporava quella nuova emozione. Ebbe un sussultò a contatto delle labbra sul suo seno, anche perché non portava il reggiseno durante la notte, gli dava fastidio e voleva sentirsi libera. 
Lui soffermò su di esso, facendola impazzire e lei emise un piccola gemito. Il suo primo gemito. Lui era così onorato e orgoglioso di essere stato il primo.
"Oh che imbarazzo! Che cos'era? E' uscito senza accorgermene. Non ci capisco nulla" pensò Violetta confusa."So solo che Leon mi stava sfiorando e baciando lì, ho sentito quella bellissima e strana sensazione e... Bam... Ho emesso quel verso"  
Violetta alzando subito e si portando le mani al viso per coprirsi d'imbarazzo al quel verso e disse:-Scusami, io non volevo... non so cosa mi sia preso Leon-
Leon le tolse le mani della viso delicatamente e le disse con voce calda-Ehy non c'è nulla di cui imbarazzarti o scusarti, amore. E' perfettamente normale, stai provando solo piacere. E non sai quanto sono felice e onorato di questo privilegio-
-E' incredibile, tu sai sempre come fare a tranquillizzarmi-disse Violetta accarezzando la sua guancia.
 Ad un certo punto nella mente di Violetta apparve Ludmilla seduta sulla scrivania.
"Quello che fa a te, l'ha fatto prima a me ricordatelo mia cara Vilu" disse Ludmilla con il solito sorrisetto.
Poi sempre nella sua mente, Ludmilla si avvicinò al loro letto e Leon si allontanò da lei per correre tra le braccia di quella tarantola. I due si baciavano e si sfioravano con passione, poi Ludmilla lo fece sdraiare e incominciò a dargli dei piccoli baci sul petto e scese sempre più mentre lui ne era estasiato. 
"Rassegnati, piccola Vilu. Io sono unica e anche difficile da dimenticare. Non potrai mai dargli o farlo sentire soddisfatto da quello che gli davo io" Ludmilla 
"No, basta. Esci dalla mia testa. Io e Leon ci amiamo e sei solo il frutto delle mie insicurezza" pensò Violetta stanca.
"Allora perché non glielo chiedi e ti togli il dubbio" Ludmilla 
"Ecco io..." Violetta 
"Te lo dico io perché hai tremenda paura"
"Paura?"Violetta
"Si hai paura di scoprire fino a dopo ci siamo spinti e che io sono migliore di te come lo sono del resto in tutto quello che faccio e che lui si accorga di aver sbagliato a sceglierti e che torni da me anche se ora sto con il mio Tommy" Ludmilla 
Leon vide lo sguardo strano e perso nel vuoto di Violetta, si girò verso la scrivania e non c'era nulla.
-Violetta, amore- la chiamò Leon preoccupato.-Stai bene?-
-Eh!? Scusa...cosa hai detto?-chiese Violetta tornando alla realtà.
-Ho chiesto se stavi bene, fissavi la scrivania in un modo strano-rispose Leon stranito.
-E che... pensavo allo spettacolo... sono un po' agitata-rispose Violetta più convincente possibile con il cuore agitato.
-Sicura che per questo?-chiese Leon poco convinto di quella risposta.-o che non c'è altro?-
-Si sicura- rispose lei con i sensi di colpa.
"Scusami Leon, non voglio mentirti e solo che non posso dirti la verità" pensò Violetta un po' triste nel cuore."E' un problema che devo affrontare da sola"
-Tranquilla, andrai benissimo- disse Leon con un sorriso.
I due ripresero a baciarsi però questa volta proprio sotto le coperte e nessuna Ludmilla li disturbo per il momento.
German era fuori dalla porta di Violetta e questa volta decide di bussare.
-Violetta sono papà-disse German tranquillo.-Sei sveglia? Posso entrare?-
I due si staccarono e uscirono la testa dalle coperte alla sua voce, si guardano in panico.
-Sei arrabbiata per ieri?- chiese German non sentendo alcun risposta.
-Questa proprio non ci voleva-disse Violetta agitata sottovoce.
-Lo so, tuo padre ha la brutta tendenza di comparire ogni volta che stiamo facendo qualcosa-disse Leon sottovoce.-Sembra avere una specie di radar-
Suo padre continuava a bussare e a chiamarla.
-Devi nasconderti da qualche parte-disse Violetta agitata.-Ho trovato sotto il letto-
-Amore, il letto è il primo posto in cui tuo padre controllerà-disse Leon in tono ovvio.
-Allora da qualche altra parte, non lo so ma sbrigati-disse Violetta agitata spingendolo senza volerlo fuori da letto.-scusami non volevo-
-Tranquilla ma cerca di star calma-disse Leon alzandosi da terra per correre verso il nascondiglio sicuro.
German era preoccupato nel non sentire ancora risposta e si era insospettito, non era che Leon era lì dentro a far chissà cosa con Violetta.
-Violetta apri subito quella porta-gridò German bussando di continuo.
Lei si sistemò per bene e disse con più calma possibile-Avanti papà-
German entrò nella stanza e notò subito tutti quei vasi di tulipano rosso nella stanza. Ecco ne era sicuro, Leon era lì nella stanza e si abbassò subito sotto il letto, era un ottimo nascondiglio ma non ci trovò nulla. Molto strano.
-Buongiorno papà-disse Violetta allegra e poi al gesto di suo padre aggiunse.-Che stai facendo?-
-Buongiorno anche a te, Violetta-disse German dando un bacio in fronte per poi controllare con lo sguardo la stanza in cerca di indizio.-Sto controllando che non siano topi-
-Topi!? Non abbiamo mai avuto questo problema-disse Violetta finta confusa.
"Mio padre pensa che sia scema e che non abbia capito le sue intenzione" pensò Violetta seccata.
-Si ma i topi sono così furbi e si intrufolano dappertutto-disse German viaggiando per la stanza con occhio vigile.-Pensano di farla sotto il muso dal gatto di casa-
Non era una frase detta a caso, era un chiaro messaggio e Leon l'aveva capito benissimo.
German si avvicinò all'armadio, Leon tratteneva il respiro nascosto lì dentro con la speranza di non essere scoperto o se no era morto. La mano di German era quasi sulla maniglia dell'armadio quando un gran follata di vento apri la finestra e lui si avvicinò per chiuderla un po' perplesso nel vedere gli alberi e fiori del giardino fermi. I due sospirarono al pericolo scampato.
-Hai visto chi ha portato questi vasi qui?-chiese German voltandosi verso di lei.
"Calma, Violetta. Respira profondamente. Se lui ti vede agitata, scopre tutto" 
-No, li ho trovati ora appena ho aperto gli occhi-rispose Violetta con finta meraviglia senza far tremare la voce-Ma il mio cuore mi dice che sono di Leon, è così romantico papà e sa come farmi felice-
-Si, l'ho notato anche durante il tuo discorso e quello che più mi importa è la tua felicità e nient'altro-disse German pieno di affetto sedendosi sul letto accanto a sua figlia.
Violetta lo abbracciò e disse-Anch'io voglio la tua felicità papà-
Alla fine il povero Leon si calò dalla finestra con una corda fatta di lenzuolo per non farsi scoprire da German che rimase per un po' di tempo fuori la porta di Violetta per prenderlo nel sacco. Proprio lì German lo trovò nel giardino a fare un po' di stretching in tenuta da giorno e Violetta guardò la scena dalla finestra.
I tre non sapevano che c'era un altra persona ad osservarli. Si era proprio Simon e guardava Leon con certo odio.
... 
German entrò in cucina dove trovò Ana. Tra i due c'era un certo imbarazzo per la notte scorsa e sembravano due adolescenti al primo amore, non riuscivano a guardarsi in faccia senza arrossire. Non sapevano cosa dire o fare. C'era un silenzio in quella cucina e non era una cosa normale per due persone impegnate con altre persone. Fu lui a far il primo passo verso di lei.
-Scusami Ana... per ieri... non so che mi è preso-disse German accarezzandosi la testa in segno d'imbarazzo.-Non avrei dovuto fare-
-Tranquillo, German. E' stato solo un momento... di... nostalgia-aggiunge Ana credendo in quel parole.-Tu sei fidanzato con Jade e io sono sposata con Jorge. Tu ami lei e io amo lui. Non c'è bisogno di essere imbarazzati-
-Si hai proprio ragione. E' stato un gesto dettato dalla nostalgia-concordo German.-Sono contento che abbiamo chiarito-
Ana stava per rispondere quando squillò il cellulare. Era Jorge. Sentire la sua voce era proprio quello di cui aveva maggior bisogno in quel momento.
-Buongiorno caro... si tutto bene... tu?... mi fa piacere... sai che ho scoperto che daranno quel film... si proprio quello, ci piaceva un sacco... si sarà domani... cosa? devi restare un altra settimana lì... peccato... non vedo l'ora di stare tra le tue braccia domani... si lo so è il tuo lavoro... anch'io ti amo... ciao-
Ana chiuse il cellulare con una faccia triste e German non sopportava di vederla così, era più bella quando era felice e doveva far qualcosa per far tornare quel bel sorriso sul suo splendido viso.(vi ricorda qualcuno? nota Bellaffi1986) 
-Che cosa c'è Ana?- chiese German preoccupato sfiorandole le braccia con le mani da dietro.
Ana avrebbe voluto rispondergli che aveva bisogno di Jorge per far smettere le sensazione di ieri e in quel momento mentre lui la toccava o la guardava. Ma non poteva proprio, non era giusto. 
Si scostò da lui per voltarsi e gli spiegò triste con un sospiro-Domani sera nel parco proietteranno un vecchio film tramite un mega schermo e ci saranno cuscini sparsi sull'erba per sedersi. Ci tenevo tanto a vederlo con Jorge ma pazienza, sarà per la prossima volta-
Si vedeva da come ne parlava che moriva dalla voglia di andarci ma Jorge non c'era e lei non se la sentiva di andarci da sola. La capiva bene, ognuno desiderava condividere ogni cosa con la persona amata. 
-E se ti accompagnassi io a vederlo?-chiese German di impulso.
Ana era sorpresa di quella proposta inaspettata. 
-Davvero? Lo faresti?- esclamò Ana tra sorpresa e felice.
-Si certo- rispose German semplicemente. 
Anche nella sua mente c'era un continuo di quella frase ed era "Si Ana fare qualsiasi cosa per vederti felice" ma non era per nulla appropriata. Quella frase era più da innamorato che da vecchio amico. 
Lei si avvicinò per abbracciarlo ma poi ci ripensò e gli baciò la guancia.
-Grazie German- rispose Ana felice.
Anche lei avrebbe aggiunto qualcosa come "Non sai quanto mi rendi felice" ma pensava esattamente come lui.
...
Casa Luca-Francesca
In quella casa avevano l'abitudine di non chiudere a chiave la porta del bagno, bastava solo avvisare gli altri componenti della famiglia che era occupato. Cosi fece Luca come tutte le mattine prima di andare in teatro allo spettacolo di sua sorella e dei ragazzi dello Studio 21 ma non sapeva che qualcosa o qualcuno era in agguato. Infatti appena lui si spogliò, apri il getto dell'acqua e ci entrò, senti il rumore della chiave girare nella serratura e subito cacciò la testa dalla tendina blu con i pesci per vedere di chi si trattava.
Era Camilla con un sorrisetto e la chiave nella mano.
Cosa le passava in quella testolina? C'erano i suoi genitori e Francesca in casa. Potevano arrivare in qualsiasi momento e se la trovavano li con lui, pensavano di sicuro male e non c'era nulla tra lui e Cami.
-Camilla sei impazzita?- esclamò Luca esterrefatto-Apri subito la porta-
-No! Non aprirò la porta finché non ammetterai i tuoi sentimenti-affermò Camilla decisa.
Non pensava che arrivasse a tanto, tutto a un limiti.
-Ti stai comportando come una bambina- esclamò Luca.
A quest'ultima affermazione le venne una rabbia in tutto il corpo. Luca pensava che il suo comportamento fosse infantile ma non aveva visto sé stesso, quello non era il comportamento da uomo ma di un ragazzino.
-Io sarei la bambina!? E non tu che non ammetti il nostro amore-replicò Cami arrabbiata.
Perché non lo capiva? Il loro era qualcosa di proibito e inappropriato.
-E' inappropriato, Cami!- esclamò Luca.
Lei si arrabbiò ancora di più. Come si permetteva di dire che il loro amore così puro e bello fosse inappropriato. Era come se lui lo rendesse sporco con quella parola.
-Non c'è niente di inappropriato nel nostro amore, Luca! E' una cosa bellissima e tu dovresti essere al settimo cielo- esclamò Cami difendendo il loro amore.
Ma lui non ascoltava per niente, l'unica cosa che voleva era quella chiave.
-Ridami quella chiave!-le ordinò Luca.-Subito!-
-No!- dichiarò Cami ferma nella sua posizione e aggiunse con sguardo di sfida.-Se la vuoi perché non vieni a prendertela-
Nessuno dei due era disposto a cedere all'altro, erano scintille in quel bagno e solitamente preludevano a qualcosa di scoppiettante. 
Luca accettò la sfida di Camilla dopo aver messo un asciugamano alla vita per coprire almeno quella zone, usci con coraggio e lei lo guardò con certi occhi nel vederlo nudo. 
Era meglio di quanto aveva immaginato nelle sue fantasie o nei suoi sogno e si sapeva "la fantasia o l'immaginazione non potrà mai battere o superare la realtà".
-Smettila di guardarmi così, Cami!- esclamò Luca con certo imbarazzo.-E' inadeguato!- 
Ancora con quella storia? Non faceva altro che dire questo, sembra un disco rotto.
-Non ci vedo nulla di inadeguato nel guardare il corpo dell'uomo che amo-disse Cami con naturalezza. 
Luca replicò con l'intenzione di farla ragionare-Si invece sono il fratello della tua migliore amica e sono molto più grande di te-
Ecco finalmente l'aveva detto e si sentiva libero.
-Sapevo che era questo- disse Cami con infinita tranquilla-Ma non è un problema alla nostra relazione-
-Cami tu sei una ragazzina e io un uomo adulto, non potrà mai nascere o esserci una relazione tra noi- affermò Luca fermo nella sua posizione.
-Luca, mai sentito la frase "l'amore non ha età e supera ogni barriera e ostacolo"-disse Cami con semplicità.
Cami faceva tutto così semplice e invece non era così. Lui non poteva amarla soprattutto alla luce del sole. Era sbagliato.
-Cami smettila, ti prego! Non dire più queste stupidaggini!-disse Luca esasperato. 
-Non sono stupidaggini, Luca. E' la verità!-replicò Cami decisa.
Così non si poteva continuare, doveva prendere la chiave e farla uscire di lì subito per la sua salute mentale.
-Dammi quella chiave! Non voglio ripeterlo un altra volta- ordinò Luca in un tono che non ammetteva repliche, avvinandosi a lei.
-No!- 
Luca cercò di afferrarla ma lei sfuggi alla sua presa così si ritrovò a rincorrerla per tutto il bagno.
 Quando qualcuno attirò la loro attenzione.
-Luca posso entrare?-chiese Francesca bussando la porta.
Luca e Camilla si fermarono e si guardarono in panico.
E adesso come ne uscivano?
...
Casa Castillo
Ana, Leon e Violetta erano già pronti per uscire e andare a teatro dove lei, Leon e i suoi amici si sarebbero esibiti tra qualche minuto. Lei era emozionata al solo pensiero, salire su quel parco e cantare, era il suo sogno e si immaginava l'applausi del pubblico alla loro straordinaria performance. In più era la protagonista insieme al suo Leon, questo la rendeva molto felice e quel giorno come ieri era tranquillo e sereno senza Ludmilla fra i piedi a rompere ogni secondo e darsi quell'aria da star.
In quel momento arrivò German verso di loro.
Ahi! Erano nei guai se scopriva qualcosa o li impediva di uscire.
-Dove pensate di andare?-chiese lui curioso.
-Porto i ragazzi a fare shopping, a luna park e in un bel ristorante-rispose Ana con la risposta pronta.
I tre speravano che ci cascasse.
La sua risposta li sorprese molto.
-E' un bel programma! Vengo anch'io con voi e da molto tempo che non ci concediamo una bella giornata all'aperto-disse German pieno di entusiasmo.-E poi voglio portarvi in un posto-
Questa non ci voleva proprio.
E adesso come ne uscivano da quel guaio? 
-No!-dissero i tre in coro, presi dal panico.
Quella reazione lo stupì moltissimo, lui voleva solo trascorrere un po' di tempo con loro e non trovava nulla di sbagliato in ciò.
-Non mi volete?-chiese German sospettoso.-Avete qualcosa da nascondere?-
Non era affatto buono quando lui era sospettoso e così le cose si peggioravano ancora di più. Quando c'era bisogno di Jade, scompariva nel nulla.
-Ma che vai a pensare papà?- esclamò Violetta cercando di trattenere l'agitazione.-Certo che ti vogliamo ma penso che tu debba dedicarti a Jade oggi. Ieri vi siete fidanzati e non è giusto trascurarla il giorno dopo- 
-Hai ragione, Violetta-disse German ammirato.-Stai diventando più grande e saggia ogni giorno di più-
Il suo discorso era riuscito alla perfezione e si scambiò un sguardo complice con Leon.
Da sopra Jade aveva sentito tutto e non vedeva l'ora di trascorrere un'intera giornata con German senza quei mocciosi tra i piede. Anche se era tutto merito di Vilu, questa volta la ringraziava di cuore, promettendo a sé stessa di non far scoprire i loro segreti.
Andò subito ad abbracciare German per quella notizia e augurò ai tre una buon giornata.
I tre uscirono dalla casa per raggiungere una macchina e mentre attraversarono la strada ed entrarono in essa, qualcuno scattò loro delle foto da dietro l'albero senza farsi accorgere.
Una volta partiti per la destinazione teatro, un altra macchina senza dare nell'occhio li segui e dentro c'era Simon.
Qualche minuto dopo...
German e Jade erano pronti per uscire quando il telefono di casa squillò e lui andò a rispondere.
-Ho delle informazione da darle signor Castillo- disse Ludmilla.
-Mi scusi chi è lei? Ci conosciamo?- chiese German confuso.
-Mi ascolti bene, non ha importanza chi sono ma cosa ho da dirle-
-Non capisco! Di cosa parla?- chiese German ancora più confuso.
-Vuole scoprire cosa le tiene nascosto sua figlia, allora vada subito a teatro e lo vedrà con i suoi occhi- rispose lei con un sorriso compiaciuto e maligno. 
German stava per parlare ma Ludmilla chiuse il telefono della cabina telefonica.
"I'm sorry cara Violette ma c'è una sola e unica stella e sono io. E senza di te Lyon tornerà al mio fianco e quello di prima" pensò Ludmilla soddisfatta.
German perplesso da quella strana telefonata, annullò la giornata con Jade e corse fuori x destinazione  teatro mentre Jade lo rincorse per evitare il peggio
Fine seconda parte e capitolo.
Questo capitolo regnano incontrastate le docce, le cucine e la notte.
Ana: Madrina di Violetta. Non ve lo aspettavate.
Martina: Cosa si nasconde dietro questo nome? E perché German è tanto preoccupato di perdere Violetta?
German: scoprirà il segreto di Violetta o Jade riuscirà a fermarlo?
Ludmilla: ora rivuole indietro il suo compagno di giochi. Riuscirà nel suo intento o l'amore trionferà ancora una volta?
Violetta e Leon: portano la loro relazione ad altri livelli. Riusciranno ad aver un momento intimo tutto per loro o German li interromperà sempre?
Violetta: come tutte le ragazze sperimenta la gelosia verso l'ex e il passato del proprio ragazzo. A posto di Violetta che cosa avreste fatto? Confessare o no le proprie insicurezze a Leon? 
Ana e German: nostalgia del primo amore o qualcosa di più?
Simon: spaventate dal nuovo rivale di Leon?
Babi: che ne pensate?
Camilla e Luca: riuscirà a far ammettere quello che prova o lui continuerà con Babi?
Francesca: scoprirà di Luca e Camilla?
Tomas: riuscirà a mantenere la promessa o si farà manipolare ancora da Ludmilla?
E come andrà lo spettacolo?
Vi do una piccola anticipazione sul titolo del prossimo capitolo e vi assicurò è tutto un programma.
Il titolo è "Gregorio e Ludmilla: Padroni dello Studio 21"
Volete sapere tutte queste risposte, continuate a seguirmi e a commentare.
Aspetto le vostre risposte.
Al prossimo capitolo.

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Capitolo 6
*** Martina, baci e prime volte o quasi e novità inaspettate(prima parte) ***


Buon natale anche se in ritardo e buon anno 2013 a tutte voi. Ecco il mio regalo di natale per voi, due capitoli ricchi di emozioni.
Cambiamento di titolo: mi sono venuto tante idee quindi ho dovuto spostarlo al 8° capitolo.
Attenzione: anche questi due capitoli sono tra l'arancione e il rosso.
Cap 6 Martina, baci e prime volte o quasi e novità inaspettate(prima parte)
La telefonata di Ludmilla e il piano di Gregorio era l'inizio dei guai per tutti e lo spettacolo così atteso da tutti era destinato a precipitare in una tragedia. Infatti quest'ultimo minacciando il povero Andres, aveva teso una piccola trappola ad Angie con l'intento di rinchiuderla in un camerino per poi telefonare a Pablo con una voce camuffata e comunicargli che la sua dolce fidanzata era in ospedale per un incidente.
Le cose andarono più o meno come i due avevano previsto. Angie ci casco in pieno quando Andres la porto in un camerino per aspettare Violetta in ansia per lo spettacolo e una volta uscito da lì, Gregorio la chiuse a chiave da fuori e lei iniziò a bussare e gridare ma per sua sfortuna il camerino era proprio alla fine del corridoio e da fuori non si sentiva nulla. Dopo tocco a Pablo, la finta telefonata lo mise subito in panico e preoccupazione e non capi più nulla, sapeva solo una cosa "raggiungere Angie per la cosa più importante in quel momento" così usci fuori dal teatro di corsa. German arrivo davanti al teatro nonostante i tentativi di Jade di fermarlo come sacrificare un tacco di una costosa scarpa e far finta di prendere una storta o far finta di svenire mentre German prendeva l'acqua e telefono a Violetta ma il cellulare lo spense Nata tramite ordini di Ludmilla o cercare di convincerlo che la telefonata era tutto uno scherzo per poi aggiungere il fatto più importate Violetta era insieme Ana e Leon quindi non c'era nulla di cui preoccuparsi. Però riusci a rallentarlo un po'. Una volta li German notò il manifesto dello spettacolo dello Studio 21, ancora quel nome e la sua attenzione andò sul cast, il ruolo del manichino era con il nome e cognome di Nata per un piccolo errore del teatro e una gran fortuna per Violetta ma il ruolo del ragazzo era con il nome e cognome di Leon. Ahi questo era un bel guaio. Infatti German era fuori di sé dalla rabbia per le bugie di Ana, Violetta e Leon e questa volta era deciso ad andare fino in fondo. Ma tre lavoratori del teatro non erano disposti a farlo passare ormai lo spettacolo era iniziato e nessuno mai proprio nessuno poteva entrare. 
Il gran pubblico composta da familiari, amici, critici e giornalisti in sala creo panico tra i ragazzi tranne Violetta e Leon e gli altri li invidiavano in positivi per il loro essere così tranquilli.
Camilla come gli altri, guardo dietro le tendine del palcoscenico il pubblico. Tra loro c'erano i suoi genitori ma il suo sguardo si soffermò su Luca insieme a Babi. Come li odiava insieme. Questo la rese ancora più agitata.
Francesca si avvicinò a Camilla e guardò i suoi genitori, Luca e Babi.
-Ma guarda come lo accarezza!-esclamò Francesca seccata.
-Non ti piace proprio?-chiese Camilla trattenendo una certa soddisfazione. 
Aveva Francesca dalla sua anche se non sapeva nulla dei suoi sentimenti e quelli di Luca. Come faceva a non saperlo? Per la risposta dobbiamo fare un passo indietro. Lei e Luca erano chiusi in bagno e Francesca aveva bussato perché aveva aveva urgenza di andare in bagno per le tante camomille prese il giorno prima per la forte agitazione per lo spettacolo.Lei trovo molto strano il fatto della porta chiusa a chiave e cosi per non insospettirla ancora di più, Camilla si nascose nella doccia con le tendine blu e appena lui girò chiave, corse subito sotto la doccia e si ritrovo pelle a pelle con lei. Francesca trovo ancora una volta strano quel comportamento, Luca andava in giro in mutante e non c'era imbarazzo. Era suo fratello, per questo trovo quella situazione strana. Luca apri il getto d'acqua e nel farlo, bagnò Cami mentre Francesca era sul gabinetto. Luca e Cami erano così pericolosamente vicini, sentivano perfettamente il respiro dell'uno contro l'altro e i loro cuori battevano ad unisono sia per il fatto di essere scoperti sia per il loro avvicinamento.  Resistere alla tentazione di baciarlo era difficile ma la presenza di Francesca la riportava alla realtà. Francesca resto in bagno per quasi 15 minuti per via dell'agitazione e domando a Luca se Camilla si sentiva come lei e l'aveva vista ma lui negò spudoratamente. Una volta in cucina per la colazione arrivo Babi con una scatola piena di cupcakes e si presento come la ragazza di Luca e lui presento la sua famiglia e Cami, come amica di Francesca e una seconda sorella. Lei si vendicò con un calcio sotto al tavolo e lui camuffò la cosa con un piede sbattuto contro il piede del tavolo e subito Babi gli diede una bacio sulla bocca per lenire il dolore. A quella scena usci fuori la frase "Guarda si è fatto male al piede, non certo li" con voce seccata e gelosa. Una frase pensata da Camilla ma non era lei l'intelucatrice benzì Francesca.
Presente
-No per nulla,  non è adatta a lui e anche perché è colei che me lo porterò via-rispose Francesca possessiva.
Ma se Luca si mettesse con lei, non si sarebbe nulla da temere.
Cosi le chiese:-Ma questo vale solo per lei? O cambierebbe se qualcuno a cui vuoi molto ma molto bene si mettesse con lui?-
-Nessuna, Luca è mio fratello e anche se litighiamo, gli voglio un bene infinito e guai chi me lo tocca o pensa di portamelo via- affermò Francesca decisa sempre con possessività.
Il comportamento di Francesca era ovvio, era gelosa. Ogni sorella minore la prova verso la fidanzata del proprio fratello maggiore perché nessuna sorellina vorrebbe vedere il proprio fratellone portato via dalle grinfie di un'altra.
-Devo trovare un modo per liberarmi di lei-disse Francesca decisa con una strana luce negli occhi.-E tu mi aiuterai-
-In questo momento mi fai paura Fran-disse Cami un po' terrorizzata a quello sguardo.
Maxi guardò la sua famiglia insieme a Mara, questo lo rese molto nervoso e non c'era verso di toglierla dalla sua mente e dal suo cuore.
In più la strana e improvvisa assenza di Pablo e Anigie creo in panico, agitazione, vuoti di memoria e perdite improvvisi di voci nei ragazzi e le parole di Gregorio non rassicuravano per nulla anzi li convinsero a non essere pronti e rimandare. Anche Violetta era preoccupata e agitata per i due e anche Leon ma lo trattene dentro per tranquillizzare Violetta e i suoi compagni. 
-Ragazzi, ma che vi prende? Questi non siete voi. Vi siete scordati che siamo gli studenti dello Studio 21, gli enormi sforzi fatti per arrivare fin qui e quante ore di prove al giorno. Alla fine delle giornate eravamo stanchi ma soddisfatti perché eravamo un passo verso il nostro sogno. Oggi è quel giorno in cui il sogno si avvera e proprio li su quel palco e aspetta solo noi. Sono sicuro che Pablo avrebbe detto più o meno le stesse cose se sarebbe stato qui- disse Leon per infondere coraggio mentre teneva Violetta a sé.-Non possiamo deluderlo,  crede molto in noi come Antonio, Berto e Angie- 
Si aveva escluso di proposito Gregorio. Non lo sopportava e non faceva altro che creare dubbi nei suoi compagni e amici.
-Per quanto non andiamo d'accordo, questa volta la penso esattamente come Leon-disse Tomas. 
-Leon, ha ragione. Andiamo su palco e dimostriamo chi siamo-aggiunse Violetta caricata da quel discorso.
I ragazzi, Antonio e Beto guardavano con ammirazione Leon e le sue parole avevano calmato i loro animi inquieti e la cosa non piaceva a Gregorio. Non si aspettava una cosa simile e per giunta da Leon. 
Si misero tutti in cerchio con le mani al centro una sull'altra come gesto di buona fortuna e gridarono insieme "Insieme siamo i migliori". Dedicarono quello spettacolo a Pablo e Angie.
Lo spettacolo prese vita, Tomas e Leon si scambiarono una stretta di mano di buona fortuna e Violetta era in camerino a sistemarsi il vestito, lei era nella prossima scena. Mentre Leon parlava con Antonio, Tomas approfittò del momento per andare da Violetta. 
Lei stava per prendere il cellulare per controllare, era giusto una piccola precauzione ma i passi di qualcuno glielo impedirono.
-Violetta, io volevo scusarmi per tutte le cose brutte dettate della mia gelosia e augurati buona fortuna-disse Tomas pentito da dietro.
Lei si voltò verso di Tomas, i suoi occhi erano sinceri e si alzò per andare da lui.
-Sentirti dire queste parole mi rende felice Tomas, sei stato il mio primo amore e nulla potrà cambiare quello che provato per te- disse Violetta con un sorriso.-Avrai sempre un posto speciale nel mio cuore-
Lui era felice di quelle parole anche se per lei ormai nel suo cuore c'era Leon. Una cosa che gli dava molto fastidio.
-Quindi amici?- chiede Tomas con una speranza.
-Si amici- rispose Violetta con un sorriso.
Si avvicinò a Tomas e gli baciò teneramente la guancia  e in quel preciso istante Leon si girò per andare da Violetta che non avendo sentito la conversazione, fraintese quel gesto e un po' seccato si allontanò da lì. Nel momento in cui lei si staccò da Tomas, quest'ultimo si portò una mano alla guancia e non era più sicuro di poter essere solo suo amico.
Lo spettacolo procedeva bene ma quando erano il turno della scena di Violetta e Leon, lei si accorse subito del suo cambiamento di umore e la cosa la preoccupo molto poiché fino a qualche minuto fa era cosi tranquillo e incitava gli altri. 
-Leon, perché quella faccia?-chiese Violetta preoccupata.-E' successo qualcosa? Hai avuto notizie di Angie e Pablo?-
-Loro non centrano, ti ho visto dare un bacio a Tomas prima-rispose Leon serio e seccato.-e non ti capisco proprio visto dopo tutto quello che è successo e parlo anche del modo in cui ti fa sempre star male-
Ecco qual'era il problema. Leon aveva frainteso quel gesto senza sapere il resto. Ma lei era pronta a rassicurarlo. C'era solo lui nel cuore.
-Leon, non è come sembra, ti posso spiegare-disse Violetta prendendogli la mano.-Tomas mi ha chiesto scusa per tutto e abbiamo deciso di essere amici. Quel bacio è stato solo un gesto d'affetto e nulla di più. Io amo te, Leon- 
Che schiocco! La sua gelosia gli faceva vederle le cose che non c'erano. I suoi occhi parlavano da soli mentre lo guardava, erano pieni di amore per lui. Anche se l'idea di Tomas amico di Violetta non gli piaceva molto ma lui era sempre pronto ad appoggiarla nelle sue scelte. 
-Scusami, sono stato uno schiocco. Potrai mai perdonarmi?- disse Leon dispiaciuto con un sorriso.
-Non c'è bisogno, Leon- disse Violetta con un sorriso.-i malintesi capitano, basta chiarirli-
-Comunque sperò solo che non ti faccia di nuovo soffrire-disse Leon con tutto il cuore.
-Tranquillo, non lo farà ma è bello che ti preoccupi sempre così per me-disse Violetta con un sorriso.
Chiarito il malinteso, entrarono il scena per cantare "Podomos" intanto German nel tentativo di entrare in sala, venne buttato fuori da teatro dai tre ma senza arrendersi. Trovo la porta di servizio e entro da quella ma senti qualcuno chiedere aiuto da dentro ad una stanza e apri la porta con la chiave. Dentro trovo Angie un po' impaurita e lui la stringe per consolarla ma subito lei si allontano da lui, non era quelle le braccia in cui voleva stare ma di Pablo ma German era suo cognato, il marito di sua sorella quindi lo ringrazio per averla trovata. Entrambi non si spiegavano come l'altro era lì ma poi capirono. German accusò Angie di aver reso ribelle sua figlia e spingendola verso quel mondo che tanto odiava perché gli aveva portato via Maria. Lei cerco di spiegargli ma lui non voleva sentire ragioni così corse verso la sala mentre Angie cerco di fermarlo insieme a Jade inutilmente. Intanto Pablo stava tornando in teatro dall'ospedale per quella falsa chiamata.
Violetta e Leon cantavano "Podomos" e il pubblico era incantato da loro e Gregorio decise di agire nel momento in cui si baciavano e il pubblico applaudivano, taglio la fune dei riflettori e le luci crollarono sulla scenografia e Leon agile porto Violetta giù per evitare di ferirsi. Fu una fortuna per Violetta di non essere vista dal German in quel momento sul palco e una sfortuna per lo spettacolo molti spettatori abbandonarono la sala tranne i familiari per vedere come stavano i figli. Ana stava per precipitarsi verso il palco quando German la fermò molto arrabbiato.
-Spiegami cosa ci fai qui? Questo non è certo un luna park o un ristorante o un negozio Ana- disse German arrabbiato con sarcasmo.-E' un teatro dove si esibisce lo Studio 21 e guarda caso il nome di Leon è tra i due protagonisti principali. Ma non puo' essere lui perché Violetta mi ha detto che studia Economia come Jorge-
Non sapeva come era successo ma erano nei guai. German era furioso. Le bugie non portano a nulla di buono ma per salvare Violetta da quella situazione, non poteva far altrimenti. Per fortuna il nome di Violetta non era apparso nel manifesto.
-Se ti calmi, posso spiegarti tutto German-disse Ana cercando di restare tranquilla.
-Non c'è nulla di spiegare, mi avete mentito tutti e tre-disse German furioso.
-Perché sapevamo come l'avresti presa, Violetta e io volevano vedere solo lo spettacolo di Leon tutto qui- ribatté Ana più convincibile possibile.-Non c'è nient'altro-
-Lo spero per te e Leon, perché se non è così, tu e lui potete anche scordarvi di rivedere Violetta-dichiarò German molto chiaro.-E' mantengo sempre le mie promesse-
-Sarebbe un errore German. Cosi non fai altro che allontanare Violetta da te e farti odiare-affermò Ana cercando di farlo ragionare.
-Forse sarà così ma almeno sarà al sicuro e non le accadrà nulla di male-replicò German per poi spostare lo sguardo sul palco.-guarda cosa è successo a quella scenografia, se c'era Violetta sul palco si sarebbe fatta di sicuro male-
-Se Violetta fosse stata su quel palco, di sicuro Leon l'avrebbe protetta-affermò Ana. Come era successo veramente.
-E ora dov'è Violetta?-chiese German con occhi attento guardandosi intorno. Non c'era da nessuna parte. 
 Il sipario si chiuse con gran trionfo di Gregorio, Violetta era distesa sul palcoscenico con il corpo di Leon a farle scudo. Avevano vissuto attimi di palpitazione quando le luci crollarono sulla scenografia e su di loro. 
-Amore, stai bene?-chiese Leon alzandosi piano da lei.
-Si tutto bene-rispose Violetta mettendosi a sedere.-E tu?-
-Si bene ma non si può dire della scenografia e dello spettacolo- rispose Leon guardandosi intorno.
Violetta si buttò tra le braccia di Leon e disse:-Ho avuto tanta paura-
-Tranquilla, è tutto passato- disse Leon dolce e rassicurante mentre la stringeva.
I ragazzi corsero da loro preoccupati e li abbracciarono per il pericolo scampato. Tomas guardò da dietro le quinte e notò German così avverti Violetta. 
-German è qui!?-esclamò Leon stupito e preoccupato.
Cosa suo padre era li!? Come era possibile? Jade aveva detto tutto? Cosa sarebbe successo?Questa non ci voleva! Ora che faceva?
Era in panico e non capiva più nulla.
Leon intui la sua agitazione e trovo subito il modo per tranquillizzarla. Aveva già un piano in mente.
-Vado io da lui mentre tu ti cambi così non sospetterà nulla, nel manifesto non c'è scritto il tuo nome ma quello di Nata quindi penserà che tu e mia madre siete venute per vedermi- le spiegò Leon attentamente con tono sereno.
Lei annuì con la testa e corse dietro le quinte mentre Leon scese in platea da German e sua madre, quest'ultima lo abbraccio subito per il piccolo spavento di prima.
-Mamma, sto bene- rispose Leon con un sorriso per poi voltare lo sguardo verso German con fare sorpreso.-Signor German, cosa ci fa qui? La sua uscita con Jade?-
Guardò Jade negli occhi per scorgere qualcosa e lesse agitazione e paura. Non era stata lei a informarlo.
-Questa domanda spetta a me, caro Leon-disse German severo.-Comunque mi è arrivata una strana telefonata di una ragazza che mi ha detto di andare a teatro per scoprire cosa mi nascondeva Violetta-
Chi poteva essere stato? Chi odiava tanto Violetta da tenderle un agguato? Un nome gli venne in mente: Ludmilla. Ma lei non sapeva nulla di loro segreti quindi c'era qualcuno altro. Jade era da escludere. Che rompicapo! 
-Violetta non ha nulla da nascondere, lei e mia madre sono qui per me. Sono io che studio allo Studio 21 e non l'abbiamo detto perché sapevano cosa pensa del mondo della musica e quanto per lei sia doloroso-ribatté Leon molto calmo.
-Appunto perché lo sapevi quanto è doloroso, non dovevi incoraggiarla a vedere qui a sentirti cantare-replicò German con lo sguardo penetrante e le braccia conserte.-E poi lei dove?-
Dov'è Violetta? Bella domanda. Non aveva un'altra di risera. No. Ok. Doveva pensare alla svelta per non insospettire German.
-In questo momento Violetta con Francesca, la sta consolando per il modo in cui è finito lo spettacolo-rispose Leon più convincente possibile.-ma arriva subito, quindi stia tranquillo-
-Sarò tranquillo quando vedrò Violetta qui-affermò German duro.
Leon vide da lontano Angie e stava per chiamarla ma lei gli fece segno di non avvicinarsi e si nascose dietro la porta. Lui era stranito da quel comportamento, sembrava aver paura di qualcosa o di qualcuno. Certo gli adulti era proprio strani ma per fortuna non l'era successo nulla.
C'era una spiegazione a quel comportamento e riguardava Ana. Le due si conoscevano e non si vedevano dal famoso viaggio in Europa per trovare Violetta dopo la morte di Martina e di Maria. In quei anni avevano perso i contatti e anche se lavorava come insegnante per lo Studio 21, non si era mai incrociate. Se Ana la vedeva e la chiamava nome "Ángeles", German capiva tutto e portava via Violetta e questa volta per sempre.
Decise di nascondersi in qualche camerino fino all'uscita di Ana, German, suo nipote e Leon ma arrivò Pablo verso di lei con una faccia e la abbracciò in modo forte e disperato come se era successo qualcosa.
-Per fortuna stai bene-disse Pablo sollevato.
-Perché non dovevo star bene?- chiese Angie confusa.
-Mi è arrivata una telefonata in cui eri finita all'ospedale per un incidente-rispose Pablo per poi accarezzarle il viso.
-Come?- esclamò Angie incredula.
Prima qualcuno la chiudeva nel camerino, poi la scenografia crollava e ora la finta telefonata a Pablo. Non c'erano altre spiegazione: qualcosa aveva sabotato lo spettacolo. Ma chi e perché?
-Pablo, forse ho capito una cosa ma ora vai dai ragazzi-affermò Angie allontanandosi da lui.-Hanno bisogno di te, ora più che mai-
-Si ma tu non vieni?-chiese Pablo un po' confuso.
-Per ora non posso, c'è in sala Ana e non mi deve vedere-rispose Angie un po' agitata.
-Perché la madre di Leon non ti deve vedere?-chiese Pablo ancora più confuso.
-E' una lunga storia, te la racconto dopo-rispose Angie scappando via.
Pablo la guardò molto perplesso mentre scompariva dietro un camerino e poi andò dai ragazzi.
Intanto Violetta si era rimessa gli abiti di stamattina ma disegni dorati dal viso non si toglievano e non poteva andare da suo padre cosi, o se no capiva tutto. Non era sola c'era qualcuno con lei dietro lo attaccapanni dei costumi di scena, lei avvertendo di essere osservata, si era girava verso quella direzione e da dietro spunto una mano con un prodotto. In un primo momento si spaventò ma poi si avvicinò pian piano.
-Tieni con questo si toglievano i disegni-disse una voce sconosciuta gentile.
-Tu chi sei?-chiese Violetta prendendo il prodotto curiosa. 
Era una mano maschile e portava un bel orologio con una S dorata nel quadrante.
-Non ha importanza chi sono, ora sbrigati-
-Chiunque tu sia ti ringrazio di cuore, mi hai salvata- disse Violetta con bel sorriso.
-E' stato un vero onore aiutare una bella ragazza come te-
Lei stava per aprire bocca a quell'affermazione quando la mano non c'era più e guardando dietro i costumi di scena non c'era proprio nessuno.
Come era possibile? La gente non scompare nel nulla cosi.
Comunque non aveva tempo per pensarci, doveva muoversi alla svelta e raggiungere suo padre prima possibile per evitare una strage poiché bastava già la tragedia dello spettacolo.
Il misterioso soccorritore era scomparso in una botolla dietro le quinte. Non era ancora il momento di mostrarsi, avrebbe fatto una bella sorpresa a Violetta ma soprattutto al caro Leon. Un sorriso maligno spunto sul viso di Simon.
Un minuto dopo Violetta scese in platea da suo padre, Ana e Leon e lo sguardo di German non prometteva nulla di buono.
-Bene ora che ci siamo tutti, è ora di tornare a casa-disse German severo.
-Ma papà...- iniziò Violetta.
Non poteva andarsene e lasciare gli altri lì. Non dopo quel disastro.
-Niente ma. Ne parleremo a casa del vostro comportamento-disse German con un tono che non ammetteva repliche.-Mi avete deluso tutti e tre-
Ahi! Quello non prometteva nulla di buono.
-Io devo cambiarmi un attimo-disse Leon ancora con il costume di scena.
-Ok ma sbrigati, ti aspettiamo in macchina-disse German per poi spostare lo sguardo su Ana e Violetta.-Andiamo-
Ana decise di non contraddirlo, era troppo arrabbiato e si peggiorava solo la situazione. Prese sotto braccio Violetta mentre segui German e la sussurrò di star tranquilla, tutto si sarebbe aggiustato e lei lo sperava con tutto il cuore.
Leon era sulla soglia del dietro le quinte, Pablo era con gli altri e cercava di tranquillizzarli. Per fortuna non gli era successo nulla. I ragazzi si avvicinarono subito a Leon.
-Come è andata con il padre di Vilu?-chiese Francesca preoccupata.
-E' molto arrabbiato e mi aspetta in macchina, Violetta e mia madre sono già con lui-rispose Leon triste e dispiaciuto.-A me e a Violetta ci dispiace di non restare con voi dopo questo disastro-
-Tranquillo, Leon. Noi lo capiamo-disse Maxi mettendo una pacca sulla spalla.-Pensa solo a Violetta adesso e appena sappiamo qualcosa vi avvisiamo-
Antonio e Beto tornarono con la faccia preoccupata dopo aver controllato i danni e tutti gli altri preoccupati gli chiesero cosa dovevano fare dopo quel disastro.
-Dopo un simili disastro, non possiamo fare più niente-disse Antonio sedendosi su una poltrona con sospiro e rassegnazione. Leon si accomodò accanto a lui molto preoccupato.-Questa è la fine dello spettacolo e temo... anche dello Studio 21-
Leon e gli altri si guardarono increduli a quelle parole.
La fine dello Studio 21!? Non poteva essere. Tutti i loro sacrifici si erano dissolti come bolle di sapone.
Da lontano Gregorio trionfo a quella notizia. Sapeva già che piega avrebbero preso le cose e presto lo Studio 21 sarebbe stato suo e aveva già in mente tanti cambiamenti.
... 
Una volta arrivati a casa Castillo, German si chiuse nello suo studio con Ana, sua figlia e Leon e Jade cerco di calmarlo senza alcun risultato e lui guardo i tre con uno sguardo penetrante e l'aria era così tesa. Violetta si accorse dello sguardo assorto di Leon come per tutto il viaggio in macchina e di sicuro qualche brutta notizia riguardo allo spettacolo. 
-Sapete molto bene che non tollerò le bugie e voi che fate? Mi mentite senza alcun scrupolo o rimorso, guardandomi dritto negli occhi-gridò German duro.-rompendo così la fiducia in voi-
In quel momento quello che diceva German non gli interessava molto. I suoi pensieri andavano ai suoi amici, Pablo e Angie. Tanto sapeva che non sarebbe cambiato molto. 
-Papà ti abbiamo...- iniziò Violetta.
-Silenzio! Mi avete deluso e mi ci vorrà molto tempo per recuperarla-affermò German.-Da oggi voglio e esigo la più sincera verità anche sulla cosa più banale e ora potete andare-
-Tutto qui, non hai altro da dire?-chiese Violetta sorpreso.-Che so non mi metti in punizione o mi fai seguire da Roberto o non farmi vedere Leon o cose simili?-
Strano comportamento. Cosa aveva in testa suo padre?    
-No, questo è più che sufficiente-disse German calmo.  
-Sono sorpresa quanto Violetta, German-disse Ana impressionata.
Forse le sue parole di ieri sera o di oggi erano servite a qualcosa o forse centrava il fatto delle bugie. German ne diceva tanto a Violetta. Forse sta cercando di cambiare. 
Anche Leon era impressionato. Non si aspettava simili parole. Questo era un bene ed era molto contento per Violetta, si girò verso di lei e le sorrise.
-Ana, devo parlarti- disse German all'improvviso.-Voi potete andare-
-Anche io, caro?- chiese Jade confusa.
-Si Jade. Ho bisogno di parlare in privato con Ana-rispose German ovviamente.-Su uscite-
Ana notò il suo tono urgente. Chissà cosa voleva parlargli? 
Poi notò il calendario e la data di domani e allora capi tutto.
Violetta, Leon e Jade uscirono e li lasciarono da soli ma c'erano molta curiosità di loro.
-Volevo chiederti se domani mi accompagni in quel posto allo stesso orario di 14 anni fa?-chiese German con uno sguardo triste.
-Certo, non ti avrei mai lasciato da solo-rispose Ana camminando verso di lui.-Io ci vado spesso li e ogni volta compro tanti lillà, i suoi preferiti-
Già lei amava molto i lillà, nel giardino della casa azzurra e bianco ce n'erano molti e si addormentava spesso nel passeggino accanto a loro e al loro dolce profumo.
German guardò Ana con un sguardo di riconoscenza e disse:-Grazie, Ana. Sono sicuro che lei apprezza molto questa tua premura proprio come me-
-L'ho fatto con piacere, le volevo un bene infinita proprio come Ángeles. Poverina, ha più sofferto dopo te e Maria-aggiunse Ana con la testa piena di ricordi e nostalgia.
Ángeles. Non sentiva quel nome da una vita, non ricordava molto di lei o il suo viso ma ricordava quando Ángeles adorava lei e Violetta. Però non poteva perdonare né lei né i genitori di Maria perché erano la causa della morte della donna che amava e privando Violetta di una madre.
-Non dire quel nome! Odio lei e la sua famiglia-esclamò German improvvisamente duro.-E' colpa loro se Maria non c'è più-
-No, ti sbagli German. Quello che è successo a Maria è stato un incidente-replicò Ana cercando di farlo ragionare, prendendo la sua mano.-Loro non centrano-
-Non voglio parlare di questo argomento-gridò German chiudendosi a riccio e allontanando la sua mano.
Ana decise di non insistere, tanto non arrivava a nulla quindi era meglio cambiare discorso.
-Prima sei stato eccezionale con Violetta-disse Ana con un sorriso.
Erano state proprio le sue parole di ieri e oggi a fargli cambiare idea durante il tragitto verso casa. Ma questo non poteva dirglielo.
-Bé ho pensato che se non voglio perderla, devo essere un po' più elastico su certe cose-le spiegò German più tranquillo. 
-Tu non perderai mai Violetta- disse Ana dolce accarezzando la sua guancia-Ma è bello che tu riconosca i tuoi errori. Sono molto orgogliosa di te, German-
Si guardarono nello stesso modo della scorsa notte, un altro momento di nostalgia come lo chiamavano loro e quel silenzio esprimeva più di mille parole. Solo l'entrata di Roberto nello studio, i due si staccarono immediatamente e evitarono di guardarsi con un certo imbarazzo. Subito Ana usci subito nello studio dopo aver salutato Roberto, quest'ultimo notò subito quel tipo d'atmosfera e di sguardo e dalle loro risate di ieri sera in bagno, stava accadendo qualcosa tra quei due.
-Perché mi guardi in quel modo?-chiese German a quel suo sguardo.
-Be' a me sembra che tra te e Ana stia succedendo la stessa cosa come con Angie o forse di più-rispose Roberto sincero.-o mi sbaglio?-
Oh no! Se Roberto se n'era accorto con una sola occhiata, chiunque lo capiva. Questo era un vero guaio.
-Ma che stai dicendo? Ma sei impazzito Roberto?-esclamò German agitato.-Ana è sposata con Jorge, un mio caro amico e madre di Leon, il fidanzato di Violetta e io sto con Jade. Quello che hai visto era solo un gesto d'affetto tra due vecchi fidanzati-amici-
Il suo tono agitato era palese. Conosceva ormai German e quando faceva così voleva dire solo una cosa, mentiva, come quando doveva ammettere i suoi sentimenti per Angie. E poi a volte accadeva di riscoprirsi innamorati del primo amore.
-Allora le vostre risate in bagno?-chiese Roberto sorprendendolo.-Si so di quel momento-
-Non è come sembra-disse German con imbarazzo.
German gli raccontò tutto anche della notte e di stamattina tranne le sensazione provate vicino a Ana. Roberto ascoltava le sue parole con estrema attenzione e capiva benissimo che German nascondeva le proprie emozione e lo vedeva diverso da quando Ana era rientrata nella sua vita. Con Angie non l'aveva sentito ridere in quel modo. Gli dispiaceva per Jorge, il padre di Leon ma per via del lavoro la trascurava molto e poi aveva notato che tra loro non c'era più quell'amore con la A maiuscola. Leon non si era accorto ancora di questo fatto e per lui non sarebbe stato facile accettare una cosa del genere. Per fortuna aveva accanto Violetta, lei sarebbe stata in grado di aiutarlo a superare una cosa tanto difficile. 
-German, tu puoi mentire a te stesso o agli altri ma non a me. Ana è stata il tuo primo amore e ora è qualcosa di più di vecchia fidanzata-amica-disse Roberto cercando di farlo aprire.-Non serve a nulla nascondere i propri sentimenti, tanto quelli escono fuori prepotentemente-
Roberto aveva ragione ma era sbagliato quelle sue emozioni per Ana. Doveva pensare solo a Jade, lei era la donna giusta per lui.
...
Violetta e Leon erano in cucina con delle facce tristi per via dello spettacolo, lui aveva raccontato le parole di Antonio sulla possibile fine dello Studio 21 e senza di esso, potevano dire addio ai suoi sogni. Olga cercava di risollevarsi l'umore dei due fidanzati con una bella fetta di tota al cioccolato ma non servi a nulla.
Poi la telefonata di Tomas sul cellulare di Violetta, peggiorò ancora di più le cose perché lui le spiegò dei sospetti di Angie. Qualcuno aveva sabotato lo spettacolo ma non si trovata il colpevole e le repliche erano state annullate, poi le chiese come era andata con suo padre e tanto altro. 
Leon era accanto a lei e le sorrideva ma tratteneva quel gran fastidio.
Ma non poteva essere Angie o uno dei loro amici a telefonare per darle la notizia. No, doveva essere il caro Tomas. Che rabbia! Non sapeva quanto poteva sopportare quel rapporto di amicizia. 
La cosa non sfuggi a Olga e lo prese da parte per tranquillizzarlo. Lei stravedeva per Leon, non poteva essere diversamente perché si vedeva come trattava Violetta e quanto l'amava, era il ragazzo giusto per la sua piccolina, no come quell'altro che la faceva sempre soffrire. 
...
Sera 
Appartamento Pablo-Angie
-Non puoi farlo Pablo!-disse Angie testarda per l'ennesima volta.-Non puoi dare le tue dimissioni, non è colpa tua!-
-Si invece, io doveva star lì con loro e invece li ho abbandonati quando loro avevano più bisogno di me-replicò Pablo altrettanto testardo.
-Pensavi che io ero in pericolo e anch'io avrei fatto la stessa cosa-disse Angie prendendogli le mani.-E poi sai bene che qualcuno a sabotato il nostro spettacolo- 
-Non cambia nulla, Angie! Ormai ho deciso e non tornerò sulla mia decisione!-dichiarò Pablo con tono categorico.
Non era giusto! Pablo era un grandissimo direttore, aveva a cuore il bene di ciascun studente e loro lo amavano e aveva messo anima e cuore in quello spettacolo. Non poteva finire in quel momento. Lei non lo accettava. No.
Pablo sapeva cosa passava nella sua testolina ma ripensava alle parole di Antonio e quel disastro quindi non poteva far altrimenti. 
Poi si ricordò quel discorso in sospeso su Ana. Ora curioso di sapere il motivo del suo strano comportamento.
-Ah proposito dello spettacolo, non mi hai spiegato ancora il fatto sulla madre di Leon-disse Pablo curioso.
Già Ana, con tutto quel disastro si era scordata. Subito andò nella loro camera e prese lo scrigno sul comò, si accomodò sul letto per aprirlo e li dentro c'erano tante cose tra cui un album di foto. Iniziò a sfogliarlo fino a fermarsi su una pagina dove c'era le due famiglia quella loro e quella di Ana e guardò la foto con uno sguardo misto tra nostalgia, tristezza e dolore. Cosi Pablo la trovò e subito si mise al suo fianco, posando una mano sulla sua e lei iniziò a raccontare la storia di Ana.
-Ana era la migliore amica di Maria e il primo amore di German, erano inseparabili e andavano nella stessa scuola di musica, era un eccezionale pianista infatti Leon ha preso da lei questo talento ma differenza di lui e di mia sorella, decise di non continuare e si sposo con Joge il padre di Leon. Ma non ha mai dimenticato del tutto German, lo so perché ho letto per sbaglio una lettera scritta da lei per lui il giorno prima del suo matrimonio con Jorge ma non l'ha mai spedita. In cui afferma di amarlo ancora però sapeva che il suo cuore apparteneva a Maria, il suo amore vero ed era felice per loro. Naturalmente amava Jorge o se no non l'avrebbe sposato, non era il tipo da illudere qualcuno ma amava anche German. Violetta è molto simile a Ana perché anche lei si è trovata tempo prima ad amare due persone contemporaneamente, Leon e Tomas. La madrina perfetta per mia nipote-
Pablo guardava incredulo a quel racconto. Non se lo aspettava proprio.
-Certo che storia! Come è il piccolo il mondo!- chiese Pablo sorpreso- Chi lo avrebbe mai pensato che la madre di Leon è madrina di Violetta. E' lei lo sa?-
-Certo che no, German glielo tiene nascosto come tutto il resto-disse Angie in tono ovvio e poi con un tono agitato aggiunse-Se Ana mi vede e mi chiama con il mio vero nome"Ángeles", German capirà tutto e addio a mia nipote. Capisci ora qual'è il problema-
-Ora calmati, sono sicuro che andrà tutto bene-disse Pablo con un tono rassicurante.-E poi potresti sempre parlarle e dirle tutto. Forse è un segno del destino. Insieme direte la verità a Violetta-
-No, Pablo. Non posso- disse Angie nervosa.
Pablo non insisti di più, Angie era testarda e non c'era nulla da fare. Ormai quella situazione di bugie andava avanti da troppo tempo. 
Decise di cambiare argomento e la sua attenzione si spostò sulla foto dell'album in cui c'erano German, Maria e Violetta poi Ana, Jorge, Leon, un'altra bimba quasi uguale a Leon, la sua Angie all'età di 15 anni con un'altra bimba tra le braccia.
-Chi è la bimba vicino a Leon e quella che tu tieni in braccio?-chiese Pablo non resistendo alla curiosità.
-Diana la sorella minore di Leon-disse Angie con un sorriso-e Martina, ma noi la chiamavamo Tini, la sorella minore di Violetta e io ero la sua madrina-
Cosa? La sorella di Leon?  La sorella di Violetta? Non poteva crederci.
-Aspetta ma tu hai parlato al passato quindi Martina...-disse PAblo non riuscendo a continuare.
-Non c'è più-disse Angie con le lacrime ai occhi e un noto alla gola.-Quella foto è stata... scattata nel giorno della... sua morte. Era una giornata d'estate, avevamo deciso di passare la giornata al mare e per quell'occasione abbiamo affittato una barca... Per Leon, Violetta, Diana e Tini si divertirono molto e per quest'ultima era la prima volta in barca... era tutto bellissimo... quando il mare si agitò tutto d'in colpo e mentre tornavano a riva, un onda enorme onda ci travolse e la barca si rovesciò... ci siamo ritrovati tutti a mare... subito Maria afferrò Violetta... Ana a Leon... io a Diana... mentre Tini...lei... German e Jorge si tuffarono nel tentativo di recuperarla... noi eravamo troppo scosse e agitate e cercavamo di tranquillizzare i piccoli... ma le onde erano troppo alte e la corrente troppo forte... subito una delle due imbarcazione li vicino ci prestarono soccorso... e avvisarono la guardia costiera... una di loro era un barca di pescatori con una rete... subito abbiamo pensato che poteva essere finita li ma c'erano solo pesci e di lei nessuna traccia... le ricerche andarono avanti per molto ma nulla da fare... non si ritrovò più il corpicino di Tini... e la guardia costiera non poteva far più nulla di quello che aveva fatto... e due mesi dopo morì Maria-
Poi buttarsi tra le braccia di Pablo in un pianto inconsolabile, lui la strinse con tutto l'amore possibile. 
-Mi dispiace terribilmente per tua nipote e per te, deve essere stato terribile-disse Pablo in un tono consolatore.-Ma perché non me l'hai mai detto?-
-Perché non è facile parlare di questo come a German, è troppo doloroso-rispose Angie in un singhiozzo con la testa appoggiata alla sua spalla.
-Povera Violetta, chissà quanto avrà sofferto per sua madre e per Tini-disse Pablo triste.
-Violetta non ricorda nulla dell'accaduto, aveva solo cinque anni come non si ricorda di Maria-disse Angie staccandosi per asciugarsi gli occhi.-E di sicuro German le tiene anche questo nascosto-
-Ma non è giusto, Angie. Violetta ha il diritto di sapere di sua sorella- gridò Pablo arrabbiato con German per poi ricomporsi.-Scusami non dovevo gridare in questo modo. Tu stai così e io... perdonami Angie-
Aveva perso il controllo e non andava bene, non era di questo che Angie aveva bisogno in questo momento ma di conforto e amore.
-Tranquillo, Pablo-disse Angie capendolo.-Anch'io avrei reagito così quindi non scusarti-
Poi girò la foto per vedere la data, già domani era l'anniversario della sua morte ma non se la sentiva di andarci da sola. 
-Pablo, domani è l'anniversario di Tini e vorrei che mi accompagnassi in quel posto-disse Angie un po' più tranquilla.
-Certo, non ti avrei lasciata da sola-disse Pablo con un sorriso.
...
Casa Luca-Francesca
Luca e Babi erano sul divano a guardare una trasmissione e ridevano come due matti, Francesca era nel corridoio a spiarli con uno sguardo infastidito. I suoi genitori piaceva molto Babi fin dal primo momento cosi l'avevano invitato a cena e quindi non solo a colazione o al teatro aveva dovuto sopportare quella rubafratelli e in più a tavola si era presa il suo posto accanto a Luca. Non la sopportava.
-Luca, hanno aperto un nuovo locale. Ti andrebbe di andarci?-chiese Babi con un sorrisetto.
-Si ma basta che non facciamo troppo tardi-rispose Luca spegnendo la tv.
-Tranquillo, faremo in baleno-disse Babi mettendosi la giacca.
"Eh no! Questo é troppo. Ora ti aggiusto io cara Babi" pensò Francesca arrabbiata.
Luca e Babi stava per uscire quando entrò in scena Francesca, con una mano sullo stomaco e un aria piena di dolore.
-Luca, non mi sento tanto bene-disse Francesca con voce sottile.
Lui si allontano subito da Babi e si precipito da lei.
-Che ti senti?-chiese Luca preoccupato.  
Gli dispiaceva farlo preoccupare inutilmente ma non poteva far altrimenti per allontanarlo da quella strega.
-Mal di stomaco e mi sento la febbre-disse Francesca sofferente da brava attrice.-Forse è per via dello spettacolo. Non lo so-
In effetti il disastro dello spettacolo era un duro colpo per sua sorella e non era giusto lasciarla sola in quel momento. Da bravo fratello maggiore sapeva già cosa fare.
-Babi ti dispiace se usciamo un altro giorno, Francesca non si sente bene e non me la sento di lasciarla sola-disse Luca un po' dispiaciuto a Babi.
Dentro di sé Francesca gridava vittoria. Ora la cara Babi non poteva far altro che andarsene.  
-Non ci sono problemi, Luca. So quanto tua sorella è importante per te-disse Babi  da perfetta fidanzata ma dentro c'era una gran rabbia contro quella mocciosetta.
Aveva rovinato l'appuntamento con il suo Luca ma non finiva qui.
Il cellulare di Luca squillò, era Camilla e andò a rispondere nell'altra stanza con la scusa di un fornitore, lasciando così sole Francesca e Babi. 
-Pensi che non sappia che stai fingendo. Sono più grande di te e conosco questi trucchetti- disse Babi cambiando espressione l'assenza di Luca.-Ma tu non rovinerai la mia storia con tuo fratello-
-Non sei la ragazza giusta per lui-disse Francesca diretta.-nessuna lo è quindi vedi di lasciarlo stare-
-Io non lo lascerò stare, mia cara mocciosetta- disse Babi diretta e cattiva.-Io mi sposerò con tuo fratello e non non ti conviene avermi come nemica-
-Tu non sposerai mai mio fratello!-esclamò Francesca furiosa.
-Lo vedremo-disse Babi tornando tutta carina ai passi di Luca.
Luca entrò in cucina e trovò Francesca e Baci abbracciate come due amiche senza sospettare nulla. Era contento di vederle andare d'amore e d'accordo, Babi era la ragazza giusta per lui anche se non riusciva a togliersi dalla testa Cami.
...
Casa Castillo
Leon andò nel bagno, si spogliò e entrò nella vasca per farsi una doccia rilassante come tutte le sere, non andava mai a letto senza farla, era un rito per lui. L'acqua scivolo sul suo corpo e prese il bagnoschiuma per insaponarsi mentre ripenso quel pomeriggio con un sorriso, lui e Violetta con il permesso di German erano andati prima dai suoi amici per confortarli e avevano fatto un romantico giro in barca sul laghetto del loro primo bacio. Si erano schizzati viceversa come due bambini e poi la pioggia li aveva sorpresi all'improvviso così erano corsi mano a mano nel loro posto segreto per asciugarsi vicino al camino con solo una coperta e l'intimo addosso e avevano aspettato fino a che non si erano asciugati tra abbracci, coccole e baci ma nulla di più. Quel posto regalava una tranquillità infinita appena ci mettevi piedi infatti tutti i loro problemi scomparivano nel nulla e c'erano solo loro due. 
Violetta controllo dalla sua stanza se c'era qualcuno in corridoio e appena si assicurò  dell'assenza di suo padre li e nel salotto, con passo felpato entrò nel bagno e chiuse a chiave. Leon era troppo assorto dalla doccia per accorgersi della sua presenza. Lei era così emozionata al sol idea di far la doccia con Leon, pian piano con il cuore a mille si tolse la maglietta, poi la gonna, dopo il reggiseno e in fine le mudandine. Si guardò allo specchio, ora era totalmente nuda e dietro a quella tendina rossa lo era anche Leon. Con coraggio si avvicinò, tirò un po' la tendina e guardò Leon da dietro, diventò rossa ma questo non la fermò cosi entrò nella vasca. Leon senti improvvisamente due braccia avvolgerlo e un corpo contro il suo, apri gli occhi molto sorpreso. Era Violetta. Non si aspettava una sorpresa del genere. Certo in intimo l'aveva già vista oggi pomeriggio nel loro luogo segreto ma quello era un passo in più nel loro rapporto. Si voltò verso di lei con un sorriso e ammirò con grande emozione ogni minimo dettaglio di quel bellissimo corpo e anche lei rimase incantata a guardare il corpo di lui così sexy e incredibilmente affascinate e quella parte sempre nascosta dai boxer e dai jeans, il sesso di Leon, non riusciva a togliere lo sguardo da lì e istintivamente si leccò le labbra. 
-Ti è piaciuta la sorpresa?-chiese Violetta specchiandosi nei suoi occhi.
-Mi hai lasciato senza parole- rispose Leon con voce dolce  riprendendosi dal trance in cui era caduto.-Non me lo aspettavo...Violetta sei meravigliosa e bellissima... amo ogni parte di te... e sono molto onorato di questo privilegio-
-Non potrei immaginare di dividere quel momento con nessuno, Leon tu sei il unico ragazzo con cui voglio passare il resto della mia vita-disse Violetta dolce.
-Anche per me è lo stesso-disse Leon prendendo un po' di bagno schiuma nelle mani.
I due iniziarono a lavarsi a vicenda con le mani, sfiorando le loro pelli per poi baciarsi in un modo sensuale e i loro corpi si toccarono, provocando mille emozioni in loro... era sensazione stupenda... splendida... unica... i loro sensi era inibriati... lei infilò le mani nei capelli di lui... lui accarezzava dolcemente la schiena e in giù... lei sentiva  perfettamente quel punto premere contro di lei ed emise un gemito... lui lascio la bocca per scendere sempre più giù... nei vari punti... verso quella dolce metà... Violetta era appoggiata contro le mattonelle... sentiva un senso di calore giù... e il corpo tremava... era estasiata da quel dolce contatto... portò le mani alla bocca per trattenere quei piccoli versi che volevano uscire... stava letteralmente impazzendo... sta perdendo la testa... non sapeva come descrivere quella sensazione.. voleva che continuasse all'infinito... lui aveva lo sguardo su di lei per vedere le sue reazioni... si staccò da lei... per risalire e toglierle la mani da bocca... in quel momento chiamò il suo nome in prede al piacere... era musica per le sue orecchie... gli aveva dato il suo primo orgasmo... lei era senza fiato... lui la strinse mentre il suo corpo tremava ancora...
-Tutto bene?-chiese Leon con voce calda.
-Si, è stata... un cosa molto forte... ma bellissima... come toccare il cielo con un dito-rispose Violetta felice con la testa appoggiata alla sua spalla.-Che cos'era?-
Poteva essere una domanda sciocca da fare visto la sua età però lei era sempre vissuta tra le mure di casa in campana di vetro.
-Hai avuto il tuo primo orgasmo-disse Leon con un sorriso staccandosi per guardarla negli occhi.
-Grazie Leon-disse Violetta abbracciandolo di nuovo. 
Si baciarono un'altra volta prima di uscire per mettersi l'accappatoio e tornare nelle loro stanza senza essere visti ma appena aprirono la porta... qualcuno li sorprese.
...
Casa Maxi
Maxi era in camera sua a vedere la tv per non pensare allo spettacolo e Mara quando qualcuno bussò alla sua porta, lui si alzò un po' seccato e andò ad aprire. Era...
-Mara!?-esclamò Maxi sorpreso.-Che ci fai qui?- 
Perché il destino era così crudele con lui? Si divertiva tanto a farlo soffrire?
-Ciao Maxi ti ho portato dei dolcetti fatti da me-disse Mara entusiasta con una scatola di dolcetti in mano.-Non mi fai entrate?-
-Certo Mara, accomodati-rispose Maxi facendola entrare.
Era la prima volta che qualcuno di cui era innamorato, entrava in camera sua. 
"Oh Mamma! Ora che faccio?" pensò Maxi agitato."In questo momento mi servirebbe l'aiuto di Leon"
Mara guardò la stanza nei minimi dettagli e poi si accomodò sul letto posando la scatola sul letto. Lui si mise accanto a lei, ora erano tutti e due nel suo letto e si guardavano in silezio. Non sapevano cosa dire o fare. Erano un po' impacciati. Poi Mara fece il primo passo. 
-Mi piace la tua stanza Maxi-disse Mara dolce.-Perché non ci vediamo un film mentre gustiamo questi dolcetti?-
-Si è una splendida idea-rispose Maxi contenta.-Cosa vuoi vedere?-
-Oggi danno Teen Wolf su Mtv-rispose Mara appassionata.-E' un telefilm sui licantropi, mi piace un sacco...-
Iniziò a raccontare tutta la storia e i personaggi nei minimi particolari. Maxi non perse una sola parola, gli piace come Mara raccontava con quel tono pieno di passione e avrebbe potuto ascoltarla all'infinito. Poi si misero a vedere Teen Wolf con la scatola dei dolcetti tra loro e la luce spenta, ottima atmosfera da primo appuntamento al cinema, le mani dei due toccarono in contemporanea un dolcetto, li ritraggono come scottati e si guardarono nei occhi e i loro vici erano vicini al loro primo bacio... i loro cuore battevano all'impazzata e...
-Torno subito, devo andare in bagno!-disse Maxi agitato, alzandosi di scatto dal letto.
"Come rovinare un bel momento romantico" avrebbe potuto scrivere un libro.
Non diede il tempo a Mara di dire nulla e corse in bagno con cellulare in mano. Si chiuse dentro e compose il numero di Leon, il cellulare squillava ma non rispondeva. 
Non era possibile! Era una congiura contro di lui. 
-Leon, rispondi-disse Maxi disperato al cellulare mentre riprovava di nuovo.
...
Casa Castillo
Violetta era in pigiama con i capelli asciutti e lisci e scriveva il suo diaro all'in piedi messa di spalle alla porta.
"Lo spettacolo è stato rovinato da un sabotaggio ma ora ho davvero capito cosa intendevi dire quando ha scritto cantare fa parte di me... ho la musica nel sangue come te mamma... e mai proprio mai mi sono sentita così viva... a parte quando sono con Leon... ho vissuto momenti unici mamma... sia nel nostro luogo secreto sia nella doccia... anche tu ti sei sentita così con papà?... lui mi trasmette e mi da emozione uniche che non ho mai provato prima... Leon ha travolto e sconvolto il mio mondo... voglio essere completamente sua mamma... forse è un po' presto... ma voglio fare l'amore con Leon...ma qui non è facile con papà che controlla ogni nostra mossa... è frustrante... anche nonno era così con te e papà?... ma certo il nostro posto segreto, li nessuno ci disturberà... non vedo l'ora di dirlo a Leon mamma...sono così emozionata... e non vedo l'ora di...-    
Stava continuando a scrivere quando la porta si apri e si chiuse in un battito d'ali, Violetta non vedeva ma immagina chi era.
-E' stato un bellissimo momento ma mi sono un po' spaventata di essere scoperta da mio padre per fortuna ma è andato tutto bene grazie a Ana-disse Violetta con un sorriso emozionata.-Ti stavo per chiamare, volevo dirti una cosa... ma non è facile dirla... mi fa diventare tutta rossa...io voglio...-
-Anch'io provo lo stessa cosa Violetta-disse improvvisamente Tomas.
Si voltò sorpresa verso di lui e domandò:-Tomas!? Come hai fatto ad entrare? Che ci fai qui a quest'ora?E cosa hai appena detto?-
-Ho trovato la porta della cucina aperta e non c'era nessuno così sono salito per dirti che non posso essere solo tuo amico Violetta, io sono innamorato di te e anche tu lo sei dalle tue parole-dichiarò Tomas.
No, non era possibile! Era un incubo. Perché doveva rovinare tutto? Perché doveva farla sempre soffrire? Perché? 
-Tomas, quello che stai dicendo mi fa soffrire molto-disse Violetta con un gran dolore nel cuore.-Finalmente eravamo amici e ora te ne usci così, io mi sono fidata ma ho fatto male. Dovevo ascoltare Leon-
Già, lui le dava sempre ottimi consigli per farla star bene! 
-Ah certo quello lì non perde occasione per dire cose cattive su di me come sempre -disse Tomas con sarcasmo per poi cambiare tono-ma io non lo fatto certo apposta, io non posso reprimere i miei sentimenti come fai tu-
-Primo non si chiama quello lì ma Leon Secondo lui non dice cattiverie su di te ma la pura verità e Terzo io non reprimo nulla, io amo solo Leon-disse Violetta molto infastidita.
-E le parole di prima?-chiese Tomas confuso.
-Pensavo che era Leon anche se lui bussa al contrario di te-rispose Violetta tranquillamente.
A quelle parole e quel succhiotto sul collo, una gelosia lo travolse.  
-Perché è qui a quest'ora? E fino a dove di sei spinta con lui?- chiese Tomas geloso.
Come si permetteva di chiedergli quelle cose? Era impazzito. Non aveva nessun diritto. 
-Primo non ti devo nessuna spiegazione e secondo non sono cose che ti riguardano-rispose Violetta furiosa.-Ora vattene! Esci dalla mia stanza subito!-
-No! Mi riguarda eccome, io sono innamorato di te e non gli permetterò di approfittare della tua ingenuità e sporcare così la tua prima volta-replicò Tomas deciso.-Concederti a lui, sarebbe un terribile errore e lo rimpiangerai. E' un passo importante da fare solo chi vuoi passare il resto della tua vista-
Questo era troppo, Tomas stava proprio esagerando. 
-Tomas, non ne hai diritto di dire queste cose o fare qualcosa e non sono così ingenua come tu credi. Tu non sai nulla del mio rapporto con Leon e come fatto lui quindi devi starti solo zitto-gridò Violetta infastidita.-Io amo Leon e passerò la mia vita con lui perché siamo nati per amarci-
Al quel punto Tomas si avvicinò a lei con passo svelato, le prese il viso tra mani e...
Intanto nella stanza Leon era sul letto a telefono con Maxi, il poverino era in difficoltà e il problema era sempre lo stesso ma lui lo tranquillizzò e di farsi guidare dall'amore. Lo stesso amore che lo avverti di un pericolo imminente così chiuse il telefono e uscendo dalla stanza, vide Tomas nel salotto mentre scappava via dalla porta. 
Cosa era venuto a fare qui? Aveva un brutto presentimento.
Subito si precipitò nella camera di Violetta senza esitazione e la trovò sul letto in lacrime, la rabbia si impadronì di lui ma Violetta era più importante di correre per prendere a pugni quell'idiota di Tomas e si avvicinò piano a lei.
-Cosa è successo? Che ti ha fatto?-chiese Leon preoccupato, sfiorando il suo braccio.-Dimmelo, Amore-
Violetta si buttò subito nelle sue braccia per calmarsi, la strinse e le accarezzò dolcemente i capelli. Passò qualche minuto prima di calmarsi e raccontare tutto.
-Avevi ragione, Leon. Non avrei dovuto fidarmi di lui, mi ha ferita un'altra volta...-disse Violetta triste.
Cosi gli raccontò tutto la conversazione tra loro, più lei racconta e più dentro di lui saliva ancora di più la voglia di prenderlo a pugni. 
-...e lui ha cercato di baciarmi ma io gli dato uno forte schiaffo con le lacrime agli occhi e lui ha tentando di abbracciarmi e io lo spinto via, gridando di andarsene-concluse Violetta.
Come si era permesso di dirgli quelle cose? O tentarla di baciare? O di farla star male? Era inconcepibile. Questa volta aveva superato ogni limite.
-Ma io lo uccido quell'idiota!- gridò Leon furioso alzandosi dal letto per precipitarsi verso porta.
-Ti prego, amore, calmati-disse Violetta preoccupata fermandolo per un braccio.
-Calmarmi!? Come potrei farlo dopo quello che mi ha raccontato? Non si doveva permettere di farti piangere e star male, Violetta. Merita una bella lezione-disse Leon deciso girandosi verso di lei.
-Lo so ma con la violenza non si ottiene nulla Leon-disse Violetta cercando di fermarlo.-E poi non voglio che ti metta nei guai o ti fai male. Ti prego, resta con me!-
Come resistere a quei occhietti supplicati da cerbiatta.  
-Ok resto con te-rispose Leon tornando sul letto.
"Ma domani darò l'ultimo avvertimento al caro Tomas con le buone o la prossima volta passerò alle cattive e lo rimpiangerà molto" pensò Leon deciso mentre abbracciava Violetta.
Qualche minuto dopo...
Violetta era nella camera degli ospiti sul letto, Ana le stava spazzolando i capelli e Leon le guardava felice mentre sfogliava insieme a Violetta un album di quando erano piccoli. C'era una foto di German ricoperto di ketchup, maionese e piccoli wustel e i due ridevano e guardava curiosi Ana in attesa di sapere cosa era successo.
-E' successo un pomeriggio, vi siete improvvisati chef mentre noi adulti parlavano in giardino così in un piatto avevate messo wustel tagliati a rondelle cosparsi abbondantemente di ketchup e maionese ma quando avete sentito i nostri passi subito siete saliti sopra in camera e per non essere scoperti avete buttato dalla finestra tutto ma non sapendo che German era sotto, poverino si è sporcato tutto-disse Ana divertita.
Violetta e Leon scoppiarono a ridere a quel piccolo anedoto, erano delle pesti da piccoli. German entrò nella stanza e li trovò tutti e tre a ridere e quando chiese il motivo, Violetta gli mostrò la foto e subito li raggiunse sul letto per farle il solletico sulla pancia e sui fianchi, il suo punto debole e lei chiese aiuto ad Ana, subito corse il suo aiuto e iniziò a far il solletico a German che al sua volta chiese aiuto a Leon contro le due. Sembravano una famiglia, una bella famiglia. Ridevano come dei matti e Roberto li guardava da fuori contento, era quello di cui Violetta e German avevano più bisogno. Finalmente quella casa era ritornata come quando c'era Maria ma c'era un piccolo problema Jade e Matias. Sperava solo che German ammettesse i propri sentimenti per Ana o se no era condannato a una vita infelice con Jade. Violetta approfittò per immortalare quel momento tra loro quattro. 
-Guardate è bellissima-disse Violetta tra un sorriso e una risata, mostrando la foto appena scattata.
-Si lo penso anch'io, dovremo stamparla e incorniciarla-concordo Leon con un sorriso ammirando la foto accanto a lei.
In quel momento, German e Ana si resero conto in quel momento cosa stava accadendo e le loro mani si intrecciarono per un attimo così si allontanarono all'istante come scottati, per fortuna i rispettivi figli erano presi dalla foto per accorgersene. 
-Voi che ne pensate?- chiesero i due ragazzi in coro girandosi verso i rispettivi genitori.
-Che è... tardi... meglio andare a dormine-rispose German con finta stanchezza, mascherando il suo disagio.
-Si German ha ragione-concordo Ana nelle sue stesse condizioni. 
Ana e German si diedero la buonanotte da lontano invece Leon e Violetta si diedero un piccolo bacio anche se avevano voglia di dormire insieme almeno per una notte. Padre e figlia tornarono nelle rispettive stanze, German trovò Jade ad aspettarlo nel letto e la baciò per dimenticarsi di Ana mente Violetta si mise nel letto a scrivere il diario.
Invece Ana chiamò Jorge mentre Leon si mise a leggere un libro ma si fermò subito, la sua mente andò a Violetta tutta sola nel letto e immaginò di addormentarsi con lei e Ana lo intuì dal suo sorriso e appena chiuse la chiamata, le venne un idea.   
-Su vai da Violetta, vi copro io con German domani mattina-disse Ana con un sorriso.
-Grazie mamma, sei la migliore del mondo-lo ringraziò Leon dandole un bacio sulla guancia per poi correre fuori in corridoio.
Per fortuna non c'era nessuno, si avvicinò alla porta di Violetta e bussò pian piano.
Chi bussava a quell'ora? Aveva dato la buona notte a tutti.
-Avanti-disse Violetta nascondendo il diaro sotto le coperte. Appena la porta si apri, vide Leon.-Che ci fai qui?- esclamò contenta.
-Sono venuto a dormire con te, mia madre ci copre con tuo padre-rispose Leon a bassa voce chiudendo la porta e avvicinandosi al suo letto.
-Ma è meraviglioso!-esclamò Violetta a bassa voce felicissima a quella notizia, spostando le coperte per fare entrare.
Subito Leon ci entrò e strinse a sè, guardandola sempre nei suoi bellissimi occhi e le disse dolcemente:-Violetta sei l'ultima cosa che voglio vedere prima di addormentarmi e la prima mentre mi sveglio-
Che pensiero dolce! Era sempre così romantico. La stessa cosa valeva per lei.
Lei baciò con dolcezza per poi accoccolarsi al suo petto e sentire il battito del suo cuore, la melodia più bella dell'universo mentre la avvolse con le sue braccia. Senti che era il momento giusto, voleva essere un unica cosa con lui.  
-Sai a cosa sto pensando-disse Violetta con lo sguardo sognante. 
-No cosa?-chiese lui curioso, guardandola nei occhi.
-Voglio... fare l'amore con te Leon-dichiarò Violetta emozionata e pronta.
Non se lo aspettava proprio. Era bello sentirselo dire dalla persona che amava e non vede l'ora di essere una cosa sola con lei.
-Lo voglio anche io- disse Leon sorridendo al desiderio della sua Violetta.-ma..-
-ma cosa?- chiese Violetta confusa e preoccupata.
-Non voglio farlo senza alcuna precauzione con il rischio che rimani incinta alla nostra prima volta-rispose Leon da ottimo gentiluomo.-Tuo padre mi ucciderebbe di sicuro-
-Hai ragione, ci penseremo domani a comprarli-disse Violetta un po' imbarazzo al sol pensiero di entrare in una farmacia.
-Si- disse Leon con sorriso per poi baciarla.
...
Casa Luca-Francesca
Francesca dormiva da un pezzo mentre Luca non aveva sonno per nulla, era lì sul letto a pensare al momento con Cami nel bagno e quanto era bella allo spettacolo, peccato che era stato sabotato e poi alla telefonata dopo cena. Non riusciva a togliersela dalla testa. Doveva pensare a Babi la sua ragazza. Si era divertito oggi in sua compagnia e i suoi e Francesca approvavano alla grande. Era quella la strada da percorrere e no quello verso un amore impossibile. 
 Stava per mettersi sotto le coperte quando gli arrivò un sms sul cellulare così si alzò a prenderlo sulla scrivania. 
"Affacciati alla finestra <3" Cami
Il suo pensiero fisso tornò a tormentarlo. Apri la finestra per affacciarsi e trovò nel giardino Cami. 
 -Ma sei impazzita, Cami?-esclamò Luca sotto voce sconvolto.-Non dovresti essere qui-
Solo lei era in grado di fare queste trovate come chiudere entrambi in bagno. Nel profondo del suo cuore lo rendeva felice.
-Ma come non ti è piaciuto la sorpresa?- chiede Cami con quello sguardo di cui si era innamorato.
-No. E' una pessima sorpresa. E' pericolo camminare per strada a quest'ora della notte per una ragazza, dovresti essere nel tuo letto e i vicini o i miei potrebbero vederti-rispose Luca negando in modo agitato.-Ora torna a casa-
-No! Resterò qui finché non scendi e ammetti i tuoi sentimenti-replicò Cami decisa.-anche tutta la notte se è necessario- 
Era troppo testarda come lui del resto. Erano proprio una bella coppia di testardi. 
-Fai come vuoi-disse Luca stanco e duro.-Non lamentarti con me se domani sarai raffreddata- 
Non poteva crederci ai propri occhi e orecchie. Luca aveva chiuso la finestra e si era messo a letto. Questa non se lo aspettava proprio. Ma non mollava cosi si accomodò sull'erba in attesa.
Qualche minuto dopo...
Cami tremava dal freddo, si voltò verso la finestra di Luca ma era ancora chiusa, era proprio un bambino e all'improvviso qualcosa si poso sulla sue spalle riparandola del freddo, era una giacca di jeans e si voltò subito e incontrò gli occhi di Luca, il quale si mise accanto a lei e la strinse a sé per riscaldarla. Smise di tremava tra le sue braccia calde e forti e appoggiò la testa alla sua spalla.
-Ti rendi conto che sei pazza Cami-disse Luca con un sospiro vestito da giorno. 
-Si pazza di te Luca-dichiarò Cami alzando lo sguardo innamorato per poi unire le sue labbra alle sue.
Luca si staccò da lei e disse-No Cami. Non posso. Sto con Babi adesso-
-Non puoi negare i tuoi sentimenti. So che Babi non significa nulla per te e non vedi l'ora di baciarmi e di stare con me. Lo vedo dai tuoi occhi Luca-disse Cami disperata.-Ti prego, non respingermi-
Lei aveva ragione ma ormai aveva preso la sua strada con Babi e non se la sentiva di lasciarla o deludere i suoi.
-Andiamo ti accompagno a casa-disse Luca alzandosi e porgendole la mano per aiutarla.
Cami accettò la mano rassegnata e si incamminò per la via di casa insieme a lui. C'era un terribile silenzio tra loro e non andava bene poi lei vide il Resto-Band e le venne un idea nella testa.
-Sai mi è venuta una gran voglia di fruttato Luca-disse Cami con gran entusiasmo.-Che ne dici di andare nel locale e di preparamene uno-
-Ma è tardi Cami-disse Luca a quell'insolita proposta.
-Ti prego, solo uno Luca-disse Cami con gli occhietti supplicanti.
Lui non resisti a quello sguardo e così accettò, subito corsero verso il locale e appena dentro, Luca accese la luce e si mise subito all'opera mentre Cami sali su palco e canto Veo Veo. Luca la guardò rapido e incantato da far cadere il bicchiere per terra. Cami smise di cantare per avvicinarsi a lui e aiutarlo a raccogliere i pezzi e nel farlo le loro mani si toccarono e i loro sguardi si incatenarono. Accade in un secondo, i due si alzarono per annullare le distanza tra loro e baciarsi con passione e furono travolti da una tempesta d'amore.
Tutto il suo autocontrollo svannì, prima aveva fatto una fatica per non correre di sotto a baciarla e a non ricambiare il bacio ma ora non poteva resistere, non quando lei nella cuore nella notte si presentava alla sua porta o gli proponeva di star soli nel suo locale con una scusa. Non poteva e non voleva reprimere questa volta. 
Luca la sollevò e la adagiò dolcemente sul bancone mentre si baciavano, Luca le sfilò il vestito da sopra e lei la camicia, presero a sfiorare il loro corpi con le labbra e le mani, donando l'altro emozioni uniche. Pian piano tolsero gli ultimi indumenti che li dividevano dall'essere nudi mentre si davano piacere a vicenda con molto amore in ogni gesto poi Luca lascio sola un attimo Camilla e tornò con un plaid per metterlo sul palco e prenderla in braccio a mo' di sposare e stenderla su di essa.
-Sei bellissima Cami-disse Luca con voce calda sopra di lei, accarezzandole il viso.
-Anche tu, ho sognato questo momento dalla prima volta in cui mi sono innamorata di te-disse Cami al settimo cielo.
La baciò ancora una volta per poi scendere giù con la bocca, sfiorando ogni centimetro di lei fino alla dolce metà e quando Luca la fece, lei non si trattene in sospiri e ansimi a differenza di Violetta in quell'esplosione di emozione per poi gridare il suo nome. Poi Cami inverti parti, mettendosi a cavalconi su di lui e prese a baciargli il collo, il petto e cosi via ma quando stava per arrivare a quel punto, lui la fermò e portò di nuovo di sopra. Si sentiva così vivo quando lei lo toccava, lo baciava o lo abbracciava. Non aveva mai provato con nessun altra quell'emozioni anche se in passato aveva avuto qualche ragazza con le quale aveva avuto sue esperienze. Ma con Cami era tutto diverso,lei era il suo amore vero. 
Lei la guardò confusa a quel suo gesto e lui con voce calda le disse:-Stasera è solo per te. Ti amo così tanto Cami-
-Sentirtelo dire mi fa toccare il paradiso-disse Cami al pieno della sua felicità.-Anch'io tantissimo-
Amore.Musica.Passione.
Mattina dopo... 
Casa Castillo
German era in bagno a lavarsi la faccia e pensava a quella giornata così dolorosa, la sua piccola Martina, gli veniva da piangere ma doveva trattenersi per il bene di Violetta, lei non lo sapeva e doveva rimanere all'oscuro di questo. Una volta fuori in corridoio, andò verso la stanza di Violetta per svegliarla e avvisarla per la colazione, la mano era già sulla maniglia ma Ana intervenne  subito per evitare di sorprenderli abbracciati nel letto. Si mise al pianoforte e lo sfiorò dolcemente, era da tanto tempo che non lo suonava ma la musica faceva parte di lei quindi iniziò a suonare una melodia. German si voltò subito nel sentirla, quella era la melodia composta da Ana per la nascita di Martina e si stacco da maniglia e scese le scale per sedersi accanto a lei. Ana gli sorrise dolcemente e lui ricambiò per poi  mettere le mani sul pianoforte per accompagnarla e un ricordo tornò nelle loro menti.
Aveva sedici anni quando aveva visto per la prima volta lo studio 21 e curioso ci era entrato, c'erano ragazzi che ballavano e cantavano per i corridoi e lui fu contagiato da tutto quello ma fu una dolce melodia ad attirare la sua attenzione e si fece trasportare da essa fino alla grande aula dove c'era un pianoforte con una ragazza. Era Ana. E fu subito amore a prima vista. Appena lei l'aveva notato, si era fermata di colpo.
-Non smettere. Suoni il piano in modo sublime-disse German con un sorriso.
Ana arrossì a quel complimento e il cuore batteva forte mentre si perdeva nei suoi occhi. Anche lei si innamorò subito di lui.
-Non ti ho mai visto qui-disse Ana con coraggio.-Sei un nuovo studente?-
-Oh, no. Mi sono trovato qui per caso-disse German avvicinandosi a lei.-Mi chiamo German Castillo-Per poi prendere la mano e sfiorare delicatamente con le labbra.- E tu come ti chiami?-
-Ana, Ana Suarez-rispose Ana incantata da lui.-Ti va di suonare con me?-
German era un po' imbarazzato, non aveva mai suonato in vita sua infatti domani avrebbe avuto la sua prima lezione di pianoforte e non voleva far brutta figura con lei.
-Preferisco sentirti suonare-rispose German smascherando l'imbarazzo.
Ana si accorge subito che stava mentendo ma capiva anche il perché. Era contenta perché gli avrebbe insegnato lei a suonare.
-Sei un pessimo bugiardo ma ti perdo-affermò Ana con un dolce sorriso.-Siedi qui con me. Ti insegno io-
Era incredibile, quella ragazza non sapeva nulla di lui eppure avava subito capito. Doveva essere proprio il destino.
Così Ana pian piano gli insegno a suonare il piano e imparo subito. Mentre suonavano le loro dita si sfiorarono in un delicato contatto e arrossirono insieme, pendendosi negli occhi dell'altro.
Le loro menti tornarono al presente e come il loro primo incontro, i loro occhi si incontrarono mentre suonavano e proprio in quel momento Jade usci dalla stanza da letto ancora in camicia di notte e da sopra notò quella scena tra i due. Quell'atmosfera era la stessa di quando German era con quella istitutrice ruba fidanzati se non di più e aveva sottovalutato Ana perché era sposata ma non avrebbe permesso a lei o a nessun altra di impedisci di sposare German. 
Violetta si svegliò con bellissimo sorriso tra le braccia di Leon, era stato bello dormire tutta la notte con lui,un esperienza da ripetere stasera per la loro prima volta insieme e si avvicinò per svegliarlo con tanti bacini sul viso e poi sulla bocca in cui Leon ricambio, stringendola ancora di più a sé.
-Buongiorno, Leon-disse Violetta con un sorriso.
-Buongiorno anche a te, amore-disse Leon dolce.-Dormito bene?-
Stava per dire "Meravigliosamente" ma poi le venne un idea.
-Non tanto, hai russato e hai tirato calci-disse Violetta molto convincente mentre dentro se la rideva.
Non puo' essere? Aveva rovinato la loro notte insieme. Che pessimo fidanzato!
Violetta vedendolo con quella faccia sconsolata e intuendo i suoi pensieri, decise di dirle la verità.
-Dai non fare quella faccia, amore-disse Violetta con un ridolino.-Stavo scherzando-
Cosa!? Uno scherzo!? E brava Violetta. Mentre lui si preoccupava, lei se la rideva.
-Preparati alla mia vendetta-disse Leon con sorrisetto, portando le mani birichine ai fianchi e solleticandoglieli.
-No, Leon. Soffro il solletico-disse Violetta cercando di liberarsi.
-L'hai voluto tu-disse Leon senza pietà, continuando quella dolce tortura. 
Quando Arrivò quella melodia alle loro orecchie e li attirò fuori dal letto, quando erano lì nel corridoio, videro i loro genitori suonare insieme. Quella era una sorpresa per Violetta, non sapeva che suo padre suonava il piano ma forse l'odio per la musica era troppo forte da impedirglielo eppure ora grazie a Ana, ci era riuscito.  
-Non avevo mai sentito mio padre suonare uno strumento-disse Violetta sorpresa e incantata da quella melodia.
-Sembra che mia madre ha l'abilità di cambiare l'umore di tuo padre-disse Leon sorpreso quanto lei.
-Sarà perché il suo primo amore-disse Violetta senza pensarci.-E sa come prenderlo.
-Si sarà così-disse Leon con un sorriso.
Jade era nelle scale e corse subito da loro per interrompere quel momento.
-Caro, non sapevo che suonavi-disse Jade con finta sorpresa.
Subito German si stacco dal piano e da Ana alla voce di Jade. Violetta e Leon erano infastiditi compreso Roberto, stavano suonando così bene e quella strega lì aveva interrotti. Non era giusto. 
 -Quando ero giovane suonavo ma ho smesso alla morte di Maria-disse German triste al sol pensiero-E non avrei dovuto rifarlo, mi porta solo dolore. Non suonare più in questa casa, Ana!-
-Ma io...-disse Ana.
Ma German si era ormai allontanato verso la cucina e Ana pensò di aver fatto male a suonare ma lei voleva solo...
"Bene, molto bene. Cosi devi fare, German. Tienila a distanza" pensò Jade sorrise sotto i baffi soddisfatta a quella scena.
-Sperò che German sia stato chiaro ora-disse Jade con sorriso cattivo.-Non voglio vederlo triste a causa tua-
-Era contento finché non ti sei intromessa tu-ribatté Ana ostile alzandosi da piano.-Non ti permetterò di renderlo infelice-
Violetta, Leon e Roberto concordarono pienamente con Ana mentre la raggiunsero vicino al pianoforte. 
...
Resto-Band
Cami si sveglio con un bel sorriso nel viso avvolta dalla coperta. Era al settimo cielo al sol pensiero di ieri notte, finalmente Luca le aveva detto Ti amo e avevano fatto l'amore e non aveva sentito nessun dolore ma solo piacere e amore, era stato così bello quando lui era entrato dentro di lei e aveva sentito una completezza, un unione di tutto e le proprie emozione mischiate a quelle di Luca. 
Quando apri gli occhi si trovo da sola, subito penso al peggio e mille dubbi invasero la sua mente e si voltò in preda al panico verso il bancone in ricerca di Luca e se lo trovò davanti con un vassoio in mano con la colazione. 
"Che schiocca! Come ho potuto dubitare di un secondo di lui? Tranquilla, Camilla" pensò lei sollevata."Luca ti amo, ieri avete fatto l'amore e non ti lasciare mai"
-Buongiorno mia piccola Cami-disse Luca con un dolce sorriso avvicinandosi a lei.-Ti ho preparato la colazione-
-Buongiorno anche te Luca-disse Cami super felice per poi baciarlo un attimo e tornare al vassoio.-Vediamo un po' cosa abbiamo qui-
Nel vassoio c'erano due tazze di cappuccino con sopra un cuore di cacao, due cornetto e vari dolcetti. Luca tirò fuori dalla schiena un palloncino a forma di cuore
-Grazie è stato un pensiero dolcissimo- disse Cami prendendolo.
Consumarono la colazione con dolci effusioni, il mondo per loro iniziava ora in quell'istante dalla loro storia d'amore.
-I tuoi genitori non saranno preoccupati non trovandoti stamattina-disse Luca tenendola tra le sue braccia.
-No perché sono da mia zia e torneranno domani mattina-disse Cami con un sorrisetto.-Quindi stasera abbiamo casa libera tutta per noi per ripetere il ripetere la bella esperienza di ieri notte-
-Allora dopo il lavoro, correrò subito da te-disse Luca con le dita intrecciate a quelle di lei, deponendo piccoli baci sulla pelle-Non andrò neanche a casa-
-Non vedo l'ora-disse Cami con lo sguardo sognante per dargli un bacio.
Quando un rumore di piedi li allarmò subito, Cami raccolse la sua roba e si nascoste in bagno e Luca era vestito per fortuna. Nel locale entrò Francesca un po' preoccupata.
-Luca, ti sembra questo il modo di sparire la mattina senza avvisare nessuno-disse Francesca arrabbiata.-Ci hai fatto preoccupare-
E ora che le diceva? "Sai sorellina ieri mi sono dichiarato alla tua migliore amica e ci ho fatto pure l'amore e voglio stare con lei per il resto dei miei giorni". No, non riusciva a dirglielo e poi inizio a pensare ai suoi genitori contenti per Babi.
Poi Francesca notò la coperta e il vassoio, capi subito tutto.
-Sei venuto per stare solo con Babi non è vero?-chiese Francesca trattenendo il suo fastidio.
-Si proprio cosi-rispose Luca impulsivamente.-Volevo far colazione con Babi in santa pace-
"Ma che stai dicendo? Tu vuoi stare con Camilla, ci ha fatto l'amore e non puoi farla soffrire in questo modo" pensò Luca arrabbiato con sé stesso da una parte ma dall'altra aveva paura."Si lo so ma i miei genitori e Francesca non accetteranno questo rapporto"
Camilla senti tutto e non ci rimase male perché capiva cosa passava per la testa di Luca.  
-E lei dov'è?-chiese Francesca tranquilla.
-E' andata al lavoro,sai lei è un creatrice di gioielli e ho pensato che se ti fa piacere ti puo' fare un braccialetto come vuoi tu-rispose Luca divagandosi.-Possiamo andarci insieme oggi pomeriggio?-
-Si va bene, ora vado allo Studio 21-disse Francesca dandogli un bacio sulla guancia per poi dire in tono preoccupato.-Con il disastro di ieri, siamo nei guai soprattutto perché siamo finiti sulla cronaca cittadina invece che sul supplementi degli spettacoli -
Luca la abbracciò per tranquillizzarla e disse:-Vedrai che tutto si sistemerà-  
-Grazie Luca-disse Francesca ricambiando l'abbraccio e il sostegno.
Appena Francesca andò via, Camilla usci da bagno con il vestito addosso e Luca si vergognò molto per parole dette a Francesca. 
-Camilla io...-disse Luca con tono dispiaciuto ma il dito di lei lo fermò.
-Tranquillo, Luca so che hai bisogno di tempo per dirlo ai tuoi e Francesca-disse Camilla in tono rassicurante e dolce per poi aggiungere-quindi staremo insieme di nascosto mentre continuerai la tua storia con Babi finché non ti sentirai pronto-
WoW! Camilla era disposta a tutto per loro ma non poteva chiedergli questo, non era giusto.
-Non posso chiederti una cosa del genere-disse Luca prendendole le mani.
-Ma non me lo stai chiedendo, sono io a proportelo-disse Camilla con un sorriso.-Farei qualsiasi cosa per te, Luca. Anche aspettare mille anni come la canzone-
-Sei fantastica-disse Luca con gran entusiasmo e poi abbasso gli occhi.-Io non ti merito Camilla -
-Certo che mi meriti Luca-disse Camilla alzandogli il mento per guardarlo negli occhi-Tu sei l'uomo della mia vita e nulla potrà cambiare questo ma voglio che mi prometti una cosa-
-Tutto quello che vuoi-disse Luca innamorato.
-Puoi baciarla quanto vuoi ma non farci sesso-disse Camilla decisa.-Non lo sopporterei-
-Non potrei mai far un atto così importante con una persona che non sei tu e che non amo-disse Luca rassicurandola.-Te lo prometto-
Si abbracciarono felice.
Fine primo capitolo.

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Capitolo 7
*** Martina, baci e prime volte o quasi e novità inaspettate(seconda parte) ***


Cap 7 Martina, baci e prime volte o quasi e novità inaspettate(seconda parte)
 
Studio 21
Violetta e Leon entrarono mano nella mano nell'ingresso e videro i loro amici tristi in un aula, sapevano già dell'articolo sul giornale e così si avvicinarono per confortarli ma Leon si scusò con loro e Violetta e si allontano un attimo dall'aula alla sola vista di Tomas nel corridoio. 
Bene era arrivato la resa dei conti tra lui e Tomas.
Con passo veloce si mise di fronte a lui con le braccia incrociate per non farlo passare e Tomas chiese infastidito:-Che vuoi Leon?
-Io e te dobbiamo parlare- disse Leon serio.
Ma Tomas non era della stessa idea e rispose scocciato:-Senti oggi non sono in vena, meglio un altro giorno eh-
-A me non importa se sei in vena o no-disse Leon categorico.
Tomas cerco di passare ma Leon lo spinse indietro e lui disse:-Mi fai passare o no?-
-Devi ascoltarmi-disse Leon insistente.
-No!-esclamò Tomas deciso.
A quel punto a Leon resto sola una cosa da fare cosi lo prese forte per un braccio e lo strascinò in un aula, mettendosi contro la porta.
-Bene ora ascoltami perché non voglio ripetertelo mai più-disse Leon duro.-Non azzardarti mai più ad intrufolarti in casa di Violetta o ha tentare di baciarla o di farla piangere o di farla star male! E se non ti ho ancora spaccato la faccia e perché Violetta è troppo buona anche con chi non le so merita e se le vuoi bene come dici, lasciala in pace mi hai capito?-
-Certo ho capito-disse Tomas stanco. 
-Meglio così perché è l'ultima volta che te lo dico con le buone-lo avvertì Leon per poi lasciarlo solo e tornare da Violetta e dagli altri.
Dietro l'angolo c'era Ludmilla pronta a sfruttare quell'occasione. Era arrabbiata con Tomas per aver tentato di baciare quella sciocca di Violetta ma le era grata per averlo respinto così da spingerlo tra le sue braccia. Entrò nell'aula con una faccia tutta sorridente. 
-Ti sono mancata, Tommy?-chiese Ludmilla.-A me tu sei mancato molto-
Ma Tomas non le rispose, se ne stava li in mobile con quella espressione triste a pensare all'accaduto di ieri. Non voleva far piangere o far star male Violetta. Lui l'amava dal primo giorno in cui l'aveva salvata sotto la pioggia. Voleva solo rimediare al danno. 
-Tomas, perché hai quella faccia triste?-chiese Ludmilla finta dispiaciuta.
-Non ho niente, Ludmilla-rispose Tomas mentendo.
-Non è vero o se no, non saresti così triste-disse Ludmilla accarezzandogli il viso.-Puoi confidarti, sono qui per te a differenza di chi sappiamo noi. Puoi contare sempre su di me-
-Stringimi, Ludmilla-disse Tomas colpito dalle sue parole.
Lei non se lo aspettava ma era felice perché finalmente Tomas gli stava dando un opportunità. Lo stringe a sé con un certo possesso e lui ricambiò a sua volta.
Francesca era dietro la porta con l'aria triste, aveva assistito alla conversazione tra Leon e Tomas e a quella scena. Se c'era una persona che aveva il diritto di consolare Tomas, era lei e non certo Ludmilla. Ma non si sarebbe arresa. Aveva già un idea in testa e aveva bisogno dell'aiuto di Violetta così tornò dagli altri.
Violetta cercò di confortare gli altri parlando delle mille emozione provate sul palco ma niente riusci a cancellare quelle espressioni tristi dai loro visi.
Antonio riunì tutti gli studenti nella sala prove per comunicare le nuove novità tra cui le dimissioni di Pablo e subito Leon, Violetta, Maxi, Camilla, Francesca e così via tranne Ludmilla si opposero a quella decisione. Non era giusto, Pablo non aveva alcuna colpa del disastro o di essere sparito nel nulla, era stato un sabotaggio.
Ormai Pablo aveva preso la sua decisione ma li ringraziava per il loro affetto e per aver creduto in lui nonostante tutto.  Appena Pablo varco la porta della sala per l'ultima volta, Leon, Violetta e gli altri studenti lo seguirono fuori per fermarlo tranne Ludmilla, gridando di non lasciarli, avevano bisogno di lui.
-Hanno ragione Pablo, non puoi lasciarli-disse Angie spuntando alle sue spalle come l'ultimo tentativo e sorrise agli studenti.-Neanch'io lo accetto-
Pablo si voltò sorpreso verso di lei, non si aspettava di vederli, l'aveva lasciata a letto perché si era presa un giorno di riposo per l'anniversario di Tini per lei era un giorno troppo doloroso. E invece era lì a combattere per non farlo andar via con gli altri studenti. Aveva scelto una donna forte ed eccezionale.
Pablo trattene le lacrime e facendosi forza disse:-Angie, ragazzi non rendete le cose ancora più difficili e poi questo non è un addio, ci vedremo fuori-
I ragazzi corsero ad abbracciarlo con il viso rigato dalle lacrime mentre in ognuno delle loro menti attraverso i momenti passati con lui. Momenti che non avrebbero mai scordato perché li avevano aiutati a crescere non solo artisticamente ma anche caratterialmente. Fu difficile staccarsi da lui ma si fecero coraggio l'uno con l'altro. E lo videro attraversare l'ingresso per l'ultima volta. Quel posto non sarebbe stato più lo stesso senza di lui.
Leon stringe Violetta forte per consolarla e Angie li calmò per rifarli entrare nella sala con malavoglia. Antonio capi i loro animi ma non c'era nient'altro da fare così quando la sala si riempi di nuovo, lui comunicò la notizia inaspettata sulla nuova carica di direttore.
Violetta, Leon e gli altri studenti si guardavano sconvolti e preoccupati al nome di Gregorio mentre Ludmilla godeva dentro di sé alla notizia. Finalmente lo studio 21 sarebbe stato come aveva sempre sognato.
Antonio chiamò Beto e Angie con sé nello studio per lasciare Gregorio da soli con gli studenti. Anche se Beto e Angie erano preoccupati di quel nuovo e inaspettato cambiamento.
Gregorio era finalmente dove aveva sempre sognato di essere e ora niente e nessuno poteva fermarlo.
Iniziò il suo discorso da apertura come nuovo direttore:-Cari alunni e care alunne, oggi comincia una nuova epoca allo studio, voi tutti siete abituati male perché Pablo vi consultava per ogni cosa. Quello che è successo dimostra che non eravate preparati e da adesso in poi digera la disciplica perché é questo che forma il carattere. Grazie Grazie-
Tutti lo guardarono perplessi e ostili durante quel discorso. Non era come lui diceva e Violetta diede vita ai pensieri di tutti.
-Mi scusi ma non sono d'accordo come quello che dice. E' crollata la scenografia per un sabotaggio, noi non abbiamo fallito. Abbiamo cantato e ballato come alle prove-
Gregorio rise e disse:-Cara signorina, io rispetto la sua opinione in fin dei conti questa è una scuola democratica ma voi siete qui per imparare e quando parlo io da adesso in poi voi altri ascoltate. E tutto chiaro? Bene qualcuno ha altro da aggiungere? No. Perfetto-
Gregorio se ne andò lasciandoli tristi, depressi e carichi di ostilità verso di lui. Pian piano i ragazzi stavano uscendo dalla sala quando Violetta e Leon si guardarono ancora fermi lì. 
-Dobbiamo fare qualcosa-disse Leon deciso. 
Non sopportava quella situazione e come i suoi amici erano così tristi a causa di Gregorio naturalmente Ludmilla era l'unica contenta di quella situazione. Da lei non si poteva aspettare niente di buono, la conosceva fin troppo bene.
-Hai ragione, sono così tristi-concordo Violetta.   
Poi a tutte e due venne la stessa idea così Leon si mise a pianoforte per suonare la canzone di "Algo  suena en mi" iniziando a cantare con Violetta per attirare i ragazzi nella sala e la loro passione contagio tutti e Francesca, Maxi, Camilla, Braco, Napo, Andres e perfino Nata si misero a cantare e a ballare intorno a loro (http://www.youtube.com/watch?v=i_itprKi0K8) mentre gli altri guardavo contenti e pieni di speranza tranne Ludmilla arrabbiata. Si era arrabbiata per quell'intervento, di come Nata si era allontanata da lei per andare da loro, di come Leon si faceva trascinare da quella sciocca di Violetta e si era unito a quel gruppo di perdenti. Era sceso così in basso. Ma Leon era felice così perché aveva l'amore della sua vita e degli amici stupendi e se li era guadagnati solo con le proprie forze e il suo vero io. Tomas era felice e triste allo stesso tempo perché voleva esserci lui a posto di Leon accanto a Violetta e ai suoi amici.
Alla fine della canzone tutti applaudirono contenti però Ludmilla rovinò quel bel momento, criticando e tutti la guardarono male perfino Tomas. 
-Non ascoltatela, insieme siamo migliori e non abbiate paura-disse Violetta presa dall'entusiasmo.-Che importa cosa dice Gregorio-
-No? Che importa? E' solo il direttore-ribatté Ludmilla ironica.
-Se amate ballare e cantare non potete fare nient'altro-aggiunge Violetta incitandoli senza prestare attenzione a quella tarantola.
Ludmilla torno subito alla carica ma Leon e gli altri la zittirono.
-Violetta ha ragione, questo è il nostro sogno e non lasceremo che nessuno c'è lo rovini-aggiunse Leon con la stesso entusiasmo di Violetta.
-Qualcuno immagina di fare qualcos'altro nella vita?-chiese Violetta stringendosi a Leon ma tutti scossero la testa.
-Non t'importa quello che è successo, noi lotteremo per i nostri sogni costi che quel costi- dissero insieme Leon e Violetta con passione.
Tutti applaudirono contagiati dalla loro passione. Quei due erano fantastici, sapevano sempre come risolvere i problemi. 
-
Resto-Band
-Non so come ha fatto Antonio a nominare Gregorio direttore-disse Angie fuori di sé mentre divorava negli spaghetti.-Sono arrabbiata, non dovevano andare così le cose-
-Calmati o se no ti strozzerai-disse Pablo togliendole la forchetta da mano.-e non voglio diventare vedevo ancora prima di chiederti di sposarti-
Cosa? Aveva detto la parola sposarti? Non poteva credere alle sue orecchie.
-Pablo, tu stai... dicendo che...-disse Angie sorpresa mentre ti stava strozzando con l'acqua.
Subito Pablo gli diede nei piccoli colpetti sulla schiena e si rilassò appena lei si riprese.
-Mi hai fatto prendere uno spavento-disse Pablo sollevato inginocchio mentre le prendeva le mani.
Be' non era da tutti giorno mentre si parlava tranquillamente al bar che il tuo fidanzato se ne usciva con una cosa del genere. 
Angie lo guardava negli occhi cosi innamorata ed emozionata al sol pensiero.
Una volta German gli aveva messo un anello al dito e aveva sentito una forte emozione verso di lui ma quello che stava provando in quel momento era mille volte più forte.
-Angie-disse Pablo con voce calda tirando fuori dalla tasca una scatola nera.
Lui non sapeva cosa sarebbe successo da ora in poi ma Angie era l'unica cosa certa e importante della sua vita quindi voleva iniziare quel nuovo capitolo da lì con quella proposta. 
In quel momento entrarono Violetta, Leon e gli altri e notarono subito la scena tra i due.
-Sembra che Pablo stia facendo la proposta a Angie-disse Maxi sorpreso, con lo sguardo andò a Mara.
-E' bravo il nostro prof non ha perso tempo-disse Leon felice per loro.
-E' cosi emozionate-disse Violetta stringendosi a Leon mentre pensava alla dolce proposta fatta da piccoli.
-Anch'io lo voglio-disse Cami emozionata guardando Luca senza farsi notare da nessuno e da Francesca.
-E' il sogno di tutte noi ragazze-disse Francesca sognante.-Magari Tomas si accorgersene di me e un giorno non lontano mi farebbe la proposta-
-Si sarebbe bello ma tanto non mi vuole nessuno-disse Nata sconsolata.
Napo la strinse e disse:-Ci sono io Nata. Io sono innamorato di te ma tu stai sempre con quella arpia di mia cugina e non ti accorgi di quanto vali senza di lei-
-Sul serio?-chiese Nata dolce a quelle parole.-Pensi tutto questo?-
-Si Nata-rispose Napo dolce guardandola negli occhi.-Io vorrei che noi...-
Ludmilla la guardo male da lontano per averla lasciata sola e le fece segno di venire da lei. La povera Nata non poteva far altrimenti, era l'unica cosa che sapeva fare.     
Cosi Nata disse dura:-Primo non parlare male di Ludmilla, l'unica persona di cui si importa di me e secondo io non voglio te, rospo-stancandosi da lui per andare da Ludmilla.
Napo guardo la scena, provo odio per sua cugina e Nata non capiva quando Ludmilla stava rovinando la sua vita ma le avrebbe fatto aprire gli occhi perché lei da sola valeva molto di più. 
-Angie sei la cosa più importante della mia vita. Vuoi sposarmi?-chiese Pablo emozionato aprendo la scatola e mostrando l'anello.
Angie era emozionata a quella proposta, le lacrime scesero giù per la commozione e non si era sentita più felice in vita sua.
-Sì Pablo voglio sposarti-disse Angie emozionata mentre lui le metteva l'anello al dito.
-Mi hai fatto l'uomo felice del mondo-esclamò Pablo commosso per poi baciarla. 
Tutti applaudirono a quel dolce e importante momento e si avvicinarono ai futuri sposi per fargli gli auguri. 
 Violetta era felice per Angie, si meritava una persona come Pablo e desiderava lo stesso per suo padre, una donna tipo Ana anche se lei non poteva essere perché era già sposata con il padre di Leon e senza di lui, non sarebbe nato Leon e lei non l'avrebbe mai incontrato.
Luca offri frullati per tutti per festeggiare quel lieto evento e poi propose a Pablo di lavorare al Resto-Band e lui accetto molto volentieri, iniziando da subito. 
Nel locale entrò Babi e subito andò da Luca, non perso tempo a dargli un bacio e Francesca la guardo male mente Camilla era accanto a lui, faceva finta di nulla, sapeva che era l'unico modo per far germogliare la loro storia per poi un giorno dillo a tutto il mondo.
Luca decise di salire sul palco e approfittò del fatto che Babi e Camilla vicine nello stesso posto così nessun avrebbe notato nulla o almeno lui credeva. Leon intuì subito le sue intenzione da quel suo sguardo innamorato verso Camilla.
-Vorrei dedicare questa canzone a una persona molto importante-disse Luca emozionato per poi mettere la base di Te esperaré. 
Camilla sorrise a quella dolce sorpresa, quella canzone era un chiaro messaggio alle sue parole di stamattina e si lasciò cullare dalla dolce voce di Luca (http://www.youtube.com/watch?v=RdFnkOIgNjg), Maxi e Mara si guardarono ogni tanto mentre ripensavano al loro quasi bacio di ieri sera nella sua stanza, Violetta e Leon si tenevano per mano, Francesca guardò triste Tomas e infastidita Babi, Andres guardò Mara triste, Napo pensava a Nata e Angie e Pablo erano abbracciati. Tutti applaudirono a quella performace e Pablo si accorge che Luca era proprio portato per la musica come sua sorella e aveva in mente di aiutarlo a sviluppare le sue doti canore. Si avvicinò per fargli i complimenti ma fu travolto dall'uragano Babi, subito salto addosso per baciarlo per quella bella canzone anche se lui non doveva aspettare mille anni per lei, era già qui ma gli piace molto quel gesto romantico. Si stacco da lei imbarazzato con la scusa di tornare a lavorare e mandò un chiaro sguardo d'amore a Camilla e lei lo ricambiò senza essere visti o almeno solo da Leon. Francesca decise di pensarci dopo ora voleva mettere in attimo la sua idea e chiamò Violetta in disparte.
-Violetta, vorrei fare un duetto con te con la versione spagnola e italiano di Te creo così da conquistarlo-disse Francesca disperata.-e allontanarlo da grinfie di Ludmille.Mi aiuterai?-
-Certo che ti aiuterò, Francesca. Tu sei la persona giusta per Tomas-affermò Violetta afferrandole le mani.-Ma devo dirti una cosa...-
-Si lo so quello che successo tra te e Tomas,tranquilla-disse Francesca con un sorriso e poi dispiaciuta aggiunse-Mi dispiace solo che lui non lo capisca e ti faccia star male-
Come lo sapeva? Ma certo, di sicuro Tomas si sarà confidata con lei poiché era la sua migliore amica.
-Tranquilla, io sto bene. Ho Leon al fianco-disse Violetta tranquillizzandola per poi-Sono sicura che con questa canzone, Tomas inizierà a capire-
Nel frattempo in quel istante Lola la sorellina di Simon passeggiava tranquillamente mano nella mano con Elisa (http://www.facebook.com/photo.php?fbid=366192616803670&set=pb.345828672173398.-2207520000.1355940685&type=3&permPage=1) una domestica della villa e subito appena notò il Resto-Band, si fermò con gli occhi brillanti dalla felicità.
-Elisa, andiamo lì-disse Lola con entusiasmo-La principessa Violetta ci va sempre a prendere un frullato-
-Ti piace molto questa principessa?-chiese Elisa dolce allo sguardo incantato di Lola.-Non fa altro che parlare di lei-
-Si diventerà la mia mamma-rispose Lola con un sorriso. 
Elisa le sorrise, pian piano si avvicinò all'ingresso del locale e Lola vide Violetta salire con sul palco un'altra ragazza e non vede l'ora di sentirla cantare mentre indicava a Elisa, chi era la principessa. Tutti erano curiosi di sentire cosa aveva in mente e Leon e Tomas si trovarono allo stesso punto senza accorgersene ma si ignorarono e continuarono a guardare il palco dove c'erano Violetta e Francesca.
Inziò le prime strofa Violetta in spagnolo per darsi in cambio con Francesca in italiano mentre guardano i rispettivi amori, Leon le sorrise a quella dolce sorpresa e nella sua mente si riempi dei loro momenti e Tomas era stupito, Francesca non gli toglieva gli occhi da lui mentre cantava e non credeva che lei era ancora innamorata di lui ma lui amava Violetta e non riusciva a vederla più di un amica. (http://www.youtube.com/watch?v=3Y7koCPnF3A)
 -Questa canzone la dedichiamo alle due persone che amiamo-dissere le tue amiche in coro mentre gli applausi riempiero il locale.-Grazie-
Violetta e Francesca scesero dal palco per avvicinarsi a Leon e a Tomas, il primo la abbraccio e la bacio per quella sorpresa mentre il secondo era in imbarazzo e non sapeva cosa fare.
Lola vide la scena tra la principessa e quel ragazzo e disse:-Non mi piace quel ragazzo che abbraccia e bacia la principessa. Lei è destinata a mio fratello e a essere la mia mamma-
Elisa si avvicinò a Lola per dirle la verità anche se dolorosa:-Ascoltami Lola, loro si amano quindi non potrà mai accadere quello che vuoi-
-No! Lei deve stare con mio fratello!-disse Lola capricciosa scappando via.
Elisa la rincorse subito dietro preoccupata che poteva succederle qualcosa. Adorava Lola, era una bambina così allegra e socievole ma anche un po' viziata da suo fratello.  
Francesca aspettava qualcosa da Tomas ma lui rimase li immobile imbarazzato e non sapeva cosa gli passava per la mente e poi lui apri bocca.
-Francesca, sono lusingato di questa sorpresa, sei la mia migliore amica e ti voglio bene ma non potrò mai provare quello che tu senti per me-disse Tomas dispiaciuto.-Mi dispiace-
-Tranquillo, Tomas. Io ho voluto solo dedicarti una canzone, tutto qui-disse Francesca in difensiva.-Non cambia nulla tra noi-
-Sicura?-chiese Tomas preoccupato.
-Si sicura-disse Francesca con un sorriso un po' sforzato.
Tomas lascio il locale alla ricerca di Ludmilla, sentiva lo strano bisogno di lei e non capiva il perché. 
Era stata una stupita a pensare che una canzone poteva cambiare come per magia tutto e i sentimenti di Tomas. Eppure lei era sempre li con lui quando ne aveva bisogno come aveva fatto Leon con Violetta anche se lei e Tomas si erano scontati un po' di volte. Non sapeva cosa fare per farsi amare da lui.
Violetta e Camilla corsero ad abbracciarla per consolarla e Luca odiava vederla soffrire per Tomas, sperava che incontrava la persona giusta al più presto. Luca non lo sapeva ma presto l'amore avrebbe bussato alla porta di sua sorella. 
Maxi stava insegnando a Mara a ballare come le aveva promesso la sera prima, era proprio brava e imparava in fretta e all'improvviso si trovarono vicinissimi quasi da darsi quel bacio di ieri interrotta da lui e Andres nel vederli così scappo via e Leon avviso a Violetta e corse da lui da buon amico. 
Intanto allo Studio 21 Ludmilla incontro Gregorio in corridoio e ne approfittò poiché non c'era nessun di quella combriccola di perdenti nei paraggi.
-Lo Studio sta diventando con noi sognavano-disse Ludmilla con sorrisetto soddisfatto.
-Esatto, lo Studio sta entrando in una nuova epoca-disse Gregorio soddisfatto.-E avrò bisogno di lei come mia alleata-
-Conti pure su di me, non aspetto altro-disse Ludmilla ancora più soddisfatta.
-Bene, allora mi segua nel mio studio-disse Gregorio con sorrisetto che prometteva guai.-Ho una proposta da farle-
Ludmilla non ci penso due volte e lo segui nel suo studio, curiosa di sapere la proposta di Gregorio. 
Leon trovò Andres a terra nell'aula degli strumenti con una faccia tristissima. Sapeva già di cosa si trattava: Andres soffriva di mal d'amore per Mara. Non sempre gli amori sono ricambiati come quello di Francesca per Tomas. Sperava che sia lui come Francesca potevano incontrare le persone giuste come era successo a lui con Violetta. 
-Andres, so che stai soffrendo per Mara-disse Leon avvicinando a lui.
-Come sai che sono innamorato?-chiese Andres stupito.
-Perché ti conosco bene-disse Leon con un sorriso.
Subito Andres corse ad abbracciarlo per ringraziarlo e Leon lo ricambio per consolarlo ma un certo punto lo strinse troppo forte. Entrò Napo.
-Andres, mi sta soffocando-lo avverti il povero Leon.
Napo si unì a loro anche lui soffriva per amore ed era emozianto per l'amicizia. Era così bello vedere quei tre amici abbracciati.
-Sono fortunato ad aver un amico come te-disse Andres commosso.-Un amico che c'è sempre quando ne ho bisogno, un amico che ti capisce sempre...-
-Andres! Andres!-disse Leon cercando di calmarlo e staccarselo di dosso. Non era per male ma voleva ancora vivere.
Alla fine si staccarono tutti e due da lui e vide Napo con gli occhi lucidi cosi gli chiese:-A te cosa ti prende?-
-L'amicizia mi commuove-rispose Napo asciugandosi gli occhi.-e poi soffro per Nata-
Sembrava l'accademia dei cuori infranti ma sapeva già come risolevare i loro umori da bravo amico.
Si avvicinò alle mp3 e mise la base di "Dile que si" e li raggiunse subito per cantare con loro. (http://www.youtube.com/watch?v=3MCAEwmV05k) e l'effetto fu immediato, sui loro volti c'erano già dei bei sorrisi. L'amicizia era una cosa meravigliosa da coltivare come una piantina ogni giorno con affetto e dedizione, stessa cosa valeva per l'amore.
-Vi sentite meglio adesso?-chiese Leon con un sorriso.
-La musica ci ha aiutato ma...-dissero Andres e Napo abbracciandolo per ringraziarlo di cuore-...la tua amicizia è la nostra salvezza-
-Di niente-disse Leon contento ricambiando i loro abbracci, sentendo i loro affetto.
Ah proposito di amicizia, al Resto-Band Camilla era dietro il bancone triste e Luca se ne accorse subito così avvicinò a lei mentre non c'era nessun cliente in vista a interromperli.
-Che hai?-chiese Luca preoccupato.
-No, nulla-rispose Camilla mentendo.-Sono solo un po' stanca-
Non ci credeva neanche un po', la conosceva troppo bene per cascarci e poi aveva visto Francesca, evitarla da un po'.
-Sono o non sono il tuo fidanzato?-le sussurrò Luca dolcemente all'orecchio.-Non ci dovrebbero essere segreti tra noi-
Com'era bello sentire quelle parole dalla bocca di Luca, sembrava un bellissimo sogno e invece era la realtà: lei e Luca stavano finalmente insieme naturalmente con tutti gli ostacoli sul loro cammino come Leon e Violetta, anche loro ne avevano per esempio il padre di Violetta, Ludmilla e Tomas.
-Si lo so ma non posso tradire la fiducia di Francesca anche se abbiamo litigato-rispose Camilla triste.
Ci aveva visto giusto, Cami e Francesca avevano litigato e trovò la cosa molto strana, quelle due erano sempre inseparabili e doveva essere successo qualcosa di grave per portarle a sapeva che per lei l'amicizia era tutto.
-E' una delle ragioni di cui mi sono innamorato di te-le sussurrò Luca dolce.-E so che farete pace-
-Sai in questo momento ti bacerei-disse Camilla con un sorriso.-ma so che non si può'-
-Be' non è detto, ci vediamo nel magazzino tra cinque minuti-disse Luca con uno sguardo complice per andare da Pablo.
Cami si allontanò dal bancone con fare indifferente, fingendo di andare in bagno e accertandosi che non c'erano nessuno nei paraggio, entrò nel magazzino per aspettare Luca. Quello era il luogo del loro primo bacio, si poteva dire che il Resto-Band era il loro nido d'amore.
Luca stava per raggiungerla quando vide Francesca prendersela con Maxi e Braco e non riusci a trattenersi da non avvicinarsi per capire cosa le prendeva. Era molto strano quel suo comportamento e non era dovuto a Tomas ma a qualcos'altro.
-Sorellina, calmati-disse Luca trattenendola quasi nello sbranarli a momenti.-Non so che è successo con Camilla o con loro ma non è il modo di trattare cosi gli amici-
Francesca si liberò dalla sua presa e si voltò verso di lui con uno sguardo arrabbiato e disse :-Ma guarda che pulpito viene la predica, tu vieni a dire a me di non trattare male le persone quando sei il primo a farlo-
Ahi! Quando sua sorella era così, voleva dire solo una cosa: guai in vista.
-Camilla sta male per il vostro litigio-disse Luca restando calmo.
-E fa bene a esserlo-disse Francesca dura.-Se lo merita-
-Non capisco perché fai così, Camilla è la tua migliore amica e non è giusto trattarla così-disse Luca alla sua reazione.-Qual'è il problema?-
Francesca tornò con la mente a qualche minuto fa.
-Non la sopporto proprio!-disse Francesca gelosa raccontando di ieri sera.-e poi oggi hanno fatto colazione insieme qui e chissà cos'altro e non smette di baciarlo o stagli appiccicata un secondo ma io non gliela do vinta e lei non sa con chi si è messa contro. Naturalmente tu mi aiuterai a separarli-
-Io non posso aiutarti, Francesca perché non è giusto nei confronti di Luca. Io capisco che sei gelosa o che non la puoi sopportare ma è la vita di tuo fratello e non è giusto che ti intrometta-disse Camilla cercando di farla ragionare.-Prima o poi dovrai accettare la persona accanto a lui, anche se non ti piace perché o se no lo perderai-
Da una parte lo diceva perché non poteva permetterle di mandare a monte la copertura per tenere nascosta la loro relazione e dall'altra perché Francesca doveva capire quella cosa.
Francesca non poteva credere a quelle parole. Era delusa da Camilla ancora un volta come quella volta per la storia di Tomas.
-Non posso crederci! Pensavo che fossi mia amica-disse Francesca delusa.
-Si lo sono Fran-disse Cami cercando di prenderle la mano.
Ma lei la allontanò, dicendo:-No, se fossi davvero mia amica mi aiutereste contro Babi invece mi sono sbagliata un'altra volta come per la storia di Tomas. Mi hai profondamente delusa, Camilla-
-Aspetta Francesca, non fare così-disse Camilla ricorrendola ma lei prosegui, ignorandola.
Torno con la mente al presente. 
-Non è veramente mia amica perché se lo fosse, mi appoggerebbe e non mi negherebbe un favore-disse Francesca dura e arrabbiata.
-Sorellina, Camilla avrà avuto le sue ragioni per non farlo e poi non sempre gli amici sono d'accordo con quello che un amico pensa ma non per questo non lo sono, anzi loro aiutano all'altro a capire dove si sbaglia- disse Luca saggio.
-Ma tu da che parte stai?-chiese Francesca alle sue parole.
-Da nessuna parte-rispose Luca.
-Be non si direbbe-disse Francesca delusa, scappando via senza dare modo di parlare  ancora.
Luca guardò Maxi e Braco con un sospiro, non c'era facile essere un fratello maggiore e combattere con una sorella come Francesca.
Si ricordo di Camilla in attesa nel magazzino così dopo aver avvertito Pablo di stare alla cassa per qualche minuto, la raggiunse li dentro e non appena chiuse la porta subito Camilla lo bacio con urgenza e desiderio e lui si scordo di tutto il mondo, c'erano solo solo due intenti ad amarsi.
Studio 21
Alla fine Tomas non trovò Ludmilla e così decise di andare nella sala degli strumenti dove a sorpresa la trovò alla tastiera mentre suonava Voy por ti e appena i loro occhi si incontrarono subito, le loro voci si unirono in quella canzone (http://www.youtube.com/watch?v=nRS6mW946W0). Tomas riusci a non pensare a Violetta mentre cantava con Ludmilla, c'era solo lei davanti a lui. Non sapeva cosa sta succedendo ma stava bene così.
-Perché mi guardi in quel modo?-chiese Ludmilla preoccupata.-Ho qualcosa fuori posto?-
Subito si agito, cercando lo specchietto nella borsa ma Tomas la fermò.
-No, sei bellissima Ludmilla-disse Tomas sincero e incantato da lei.-Non avevo mai notato com'erano stupendi i tuoi occhi-
Ludmilla era sorpresa e felice di quelle parole, quello era il giorno più bello della sua vita. 
-Grazie, non sai quanto mi fai felice Tomas-disse Ludmilla con uno sguardo dolce.   
-No grazie a te, Ludmilla. mi hai fatto star bene e scordare quello che mi fa più male-affermò Tomas con un sorriso.
Ludmilla si avvicinò a lui per baciarlo a quelle parole e Tomas si lasciò andare, chiuse gli occhi a sua volta e nel momento in cui le loro labbra si stavano per sfiorare, Beto entrò ad interromperli facendo cadere i piatti della batteria e subito si staccarono. Non gli piaceva vedere Tomas con quella tarantola, per lui ci voleva una ragazza più dolce come Francesca perché Violetta stava ormai con Leon. Ludmilla sapeva che Beto l'aveva fatto apposta per rovinare il loro primo bacio perché tifava per quella sciocca di Violetta oppure per quella perdente di Francesca. Berto si scusò per la sua sbadataggine e Ludmilla rimase calma e sorridente per poi salutare con un bacio sulla guancia a Tomas e uscire dalla stanza sotto il suo sguardo attento e incantato ripensando alla connessione avuta nella canzone e a quel quasi bacio ma quando Beto lo riportò alla realtà, si senti confuso.
Ludmilla usci dallo Studio 21 e andò verso le scalinate dove c'era Leon da solo. Era il momento giusto per agire.( http://www.facebook.com/photo.php?fbid=449582118416029&set=pb.437447079629533.-2207520000.1357058544&type=3&theater foto )
-Lyon, proprio te cercavo-disse Ludmilla con un sorrisetto.-dobbiamo parlare-
-Ludmilla, sto aspettando gli altri quindi non mi seccare-disse Leon scioccato dalla sua presenza.
-Lyon, mi ferisci così.-disse Ludmilla con una mano nel suo cuore, fintamante per poi passare al vero motivo.-Io ero venuta a proporti di tornare ad essere i padroni dallo Studio come i vecchi tempi visto la nuova direzione. Ricordi eravamo più popolari e più temuti e ora è proprio qui a portato di mano, basta solo una tua parola-
Non aveva capito proprio nulla Ludmilla di lui, quello era il passato e non voleva tornare ad essere vuoto e superficiale quando era al suo fianco e guardare gli altri dalla testa in giù con superiorità ed essere solo o esclamato per il suo cognome e per i suoi soldi. Odiava quel vecchio Leon. Invece ora era cambiato per Violetta così ritrovando il vero Leon.
-Non mi importano più questo cose, Ludmilla, ci sono altre cose più importanti nella vita ma tu non puoi capire-disse Leon serio e ostile.
-Sai Lyon da quando ti sei messo con Violettina, sei diventato così... tonto e sciocco-disse Ludmilla con il suo solito modo di fare.
-Non sono diventato né tonto né sciocco come dici tu, ho solo capito cosa conta davvero come il vero amore e la vera amicizia-ribatté Leon serio.
Ludmilla si accorse solo ora della presenza della combriccola dei perdenti e quella sciocca di Violetta e li odio ancora di più. Non capiva come Leon portava scegliere loro a lei. Non poteva sopportarlo.   
-Cosi ti sei unito ufficialmente alla combriccola dei perdenti-disse Ludmilla seria.-Ti ricordo che tempo fa li detestavi, non perdevi occasione per umiliarli e li chiamavi anche tu così-
-Sono cambiate molte cose da quel tempo, io sono cambiato e per la prima volta nella mia vita mi sento parte di qualcosa di importante, di essere completo ma sopratutto me li sto conquistando con il mio vero io e contando solo le mie forze e non per il mio cognome o per i miei soldi come accadeva in passato ma questo è una cosa che non potrai mai capire. E se non cambi i tuoi atteggiamenti, Ludmilla, ti ritroverai da sola e perderai il tuo Tomas come hai perso me, come stai perdendo Nata e come perderai il tuo gatto. Lo dico per il tuo bene, cresci- 
Maxi, Francesca, Camilla, Braco, Napo, Andres e Nata applaudirono a tutte sue parole, gli aveva toccato il cuore ed erano felici di aver un amico con Leon. Lui si voltò verso quegli applausi e li trovò tutti li a guardarlo con ammirazione e lui li sorrise. Violetta si avvicinò a Leon per abbracciarlo e sussurragli quando era orgoglioso di lui e poi gli altri li raggiunsero per un abbraccio di gruppo. Era così bello per Leon, sentire il loro affetto e l'amore di Violetta tutto insieme e si commosse.
Ludmilla guardò la scena con odio.
"Devo separarli prima che sia proprio tardi. Inizierò con farlo lasciare con Violetta e a quel punto, Lyon si staccherà anche da quei perdenti e tornerà al mio fianco"pensò Ludmilla diabolica."Abbracciatevi pure perché presto tornerete ad essere nullità per lui. Parola di Ludmilla"
...        
Pomeriggio 
Pablo e Angie camminavano mano nella mano verso una spiaggia, lei teneva un mazzo di lillà in mano. Quello era il giorno più bello e più triste per Angie, bello perché Pablo gli aveva chiesto di sposarlo e triste per l'anniversario di morte di Martina. Infatti era li per questo, alla stessa data e pian piano si avvicinarono all'acqua e Angie buttò i fiori nel mare con l'appoggio di Pablo.
-Tini nipote adorata mi manchi tantissimo.. a quest'ora avresti avuto 13 anni... di sicuro assomiglieresti molto a tua sorella Violetta... è crudele quello che ti è successo... e come voi due non avete avuto la fortuna di crescere insieme... di sicuro sareste state inseparabili... tutte e due con la passione per canto... sarebbe stato un onore insegnarti...-disse Angie con le lacrime agli occhi interrompendosi.
Pablo la strinse a sé per confortarla mentre piangeva fiumi di lacrime sulla sua spalle. Vederla così gli stringeva il cuore e soffriva con lei per la morte di Martina.
In quel momento Ana e German erano quasi alla spiaggia anche loro avevano un mazzo di lillà presi da Olga per la piccola Martina e una rosa rossa raccolta da German in giardino. German aveva chiesto scusa ad Ana quella stessa mattina per i suoi modi e Ana lo perdonò subito perché sapeva che la colpa era di Jade cosi si misero d'accordo per andare insieme lì in quella spiaggia mentre Jade era da alcune amiche.
Angie vide German e Ana camminare verso la loro direzione ma erano troppo presi a parlare per accorgersene di loro. Angie lasciò le braccia di Pablo per nascondersi dentro al bagno chimico e lui ancora una volta era confuso da quel strano comportamento ma poi capi appena German lo chiamò.
-Pablo, che ci fa qui?-chiese German sorpreso di vederlo lì.
-Vuole sapere che ci faccio qui-disse Pablo cercando di mantenere la calma. Perché si trovata in queste situazione? Odiava mentire.-Sono venuto a fare una passeggiata, l'aria di mare mi rilassa molto-
German lo guardò con sospetto.
-Salve Pablo-disse Ana mettendosi accanto a German.
-Vi conoscete?-chiese German ancora più sospettoso.
-Si perché vedi sono l'ex di...-stava per dire Pablo sinceramente ma Ana la fermò.
-E' l'ex di una mia cugina-terminò Ana coprendo tutto.-e voi?-
-è il fidanzato dell'ultima istrittutrice di Violetta-rispose German tranquillo.
-Ma non l'ho vista in casa?-chiese Ana sorpresa e confusa.
-Perché se ne andata per seguire la carriera-rispose German mentendo.
Non voleva dirle la verità, perché non era più importante da quando l'aveva rivista ma sapeva che non doveva provare quei sentimenti.
Pablo vide uno sguardo che conosceva fin tropo bene di German verso Ana, era lo stesso suo di quanto guardava Angie e sembrava che anche per Ana era lo stesso. Povero padre di Leon, non voleva essere nei suoi panni. Sentendo di essere il terzo in comodo li saluto e continuo dopo il bagno chimico.
German e Ana si avvicinarono alla riva e gettarono i fiori in mare e la loro mente si riempi di immagini di quella giornata, delle sue risate e dei suoi sorrisi e lui non riusciendo a trattenersi, scoppio in lacrime e subito Ana lo stringe a sé per donargli un po' di conforto e lui l'avvolse tra le sue braccia.
Quando una barca di pescatori li guardo da lontano, uno dei due pescatori li riconobbe subito e si allarmò all'istante mentre l'altro cercava di calmarlo.
-Tranquillo, Hans. Non è successo nulla e poi non puo' saperlo-disse l'amico tranquillizzandolo.
-Mi dispiace per lui ma io e Patricia meritavano un altra chance-disse Hans triste per German ma aveva fatto tutto per sua moglie Patrica.-Devo subito avvertirla-
...  
Violetta e Leon erano di fronte ad una farmacia e con coraggio varcarono la soglia, lei era un po' in imbarazzo mentre Leon era tranquillo. Era bella grande la farmacia e iniziarono a controllare i vari scaffali in cerca di quello con le varie scatole di preservativi. Violetta era contenta di fare quell'esperienza accompagnata da Leon perché da sola, non ci avrebbe mai messo piedi in quella farmacia. Poi lo trovò e allungò la mano per prenderne uno quando un'altra mano lo toccò. Violetta si girò per vedere chi era, rossa in viso e fu sorpresa.
-Camilla!-esclamò Violetta sorpresa.
-Violetta!-esclamò lei sorpresa.
-Leon!-esclamò Luca sorpreso.
Leon non fu sorpreso di vederli insieme e disse con un sorrisetto:-Finalmente vi siete decisi-
Violetta non capiva ma poi fece 2+2. Camilla e Luca in farmacia nel reparto dei preservativi, voleva dire solo una cosa.
-Voi due st...-stava per dire Violetta ma Camilla e Luca le stapparono la bocca con le mani.
Alla fine Luca pagò le due scatole di preservativi per entrambi e poi andarono in un palco su una panchina per spiegare la loro situazione e gli fecero promettere di non dirlo a nessuno anche se sapevano che non erano i tipi. Violetta e Leon erano molto contenti per loro e si misero a scambiarsi piccole confidenze, naturalmente Luca e Leon da una parte e Camilla e Violetta dall'altra.
-Cosa hai sentito quando hai fatto l'amore con Luca?-chiese Violetta curiosa.
-E' una cosa meravigliosa, è una sensazione che non si può spiegare..bisogna viverla per capire quanto sia meravigliosa..è così bello sentire il suo cuore che batte..e vedere i suoi occhi che brillano come se ti stessero urlando "TI AMO"...e poi il modo in cui ti stringe a se come se non ti volesse lasciare mai..è tutto così dolce e romantico..e sopratutto unico e dimenticabile..- le spiegò Camilla a cuore aperto mentre ripensava quel momento.
-WOW!- esclamò Violetta incantata da quelle parole.
Voleva anche lei sentire quelle cose, voleva fare l'amore con Leon a più presto ma un pensiero le venne in testa.
-Ma quando lui è entrato dentro di te ti ha fatto male?-chiese Violetta curiosa.
-Non è sentito perché ero troppo presa ma è diverso per ogni ragazza-rispose Camilla con un sorriso.
-Quindi potrei sentire dolore-disse Violetta agitata al sol pensiero.
Ma Camilla le prese la mano e le disse:-Violetta, devi stare solo tranquilla e lasciare fare a lui, più sei tesa e più ti farai male. Poi Leon è dolcissimo quindi sono sicura che non sentirai nulla-
-Grazie Camilla sei una vera amica-disse Violetta tranquilla con un sorriso.
-Di nulla ma ora vieni con me-disse Camilla alzandosi con uno sguardo di non so che.
-Dove andiamo?-chiese Violetta curiosa.
-Lo vedrai-
Avvisarono i rispettivi fidanzati un po' perplessi, pensando a dove stavano andando e le due si allontanarono molto dal parco e presero la strada per i negozio e subito Cami punto al negozio di intimo.
“Entriamo qui, Violetta” disse Cami spingendo la maniglia del negozio e lei la segui a ruota. Appena Violetta varco la porta nel negozio, suo padre la chiamò al cellulare e diventò agitata però poi rispose con calma, gli comunicò una bella notizia per quella sera e sorridendo felice, chiuse la chiamata e raggiunse Cami. 
Le due amiche incominciarono ad esaminare i vari intimi alla ricerca di qualcosa di particolare per le loro serate, entrambi avevano le case libere senza genitori o Jade tra i piedi. L'occasione buona per una serata romantica e intima con i propri amori.
Cami scelse: http://www.victoriassecret.com/sleepwear/shop-salebysize/pleated-babydoll-very-sexy?ProductID=81145&CatalogueType=OLS&search=true
Violetta scelse: http://www.brideness.net/feel-the-softest-touch-from-victorias-secret/
Le due si sorrisero e corsero a provarli. Violetta si guardo allo specchio con quel bel e morbido babydoll e le piaceva molto. Avrebbe fatto una bella sorpresa a Leon. Anche Camilla era soddisfata del risultato e di sicuro avrebbe fatto impazzire a Luca. 
Cosi raggiunsero la cassa con gli acquisti per pagare, prima pago Cami il suo e poi quando arrivò il turno di Violetta, estrasse la carte di credito perché non aveva soldi contanti dietro ma ogni acquisto fatto su quella carta arrivava a suo padre quindi addio babydoll. Peccato le piaceva molto e già si immaginava lei con quel babyboll addosso nella sua stanza mentre baciava Leon e lui piano piano glielo toglieva. Anche Cami era dispiaciuta per lei e controllo nel portafoglio se aveva soldi da prestarle ma non ci arrivava a 172,445 peso*.Mentre parlavano, il telefono del negozio squillò e la commessa rispose un attimo e poi con un sorriso, mise il babydoll in una borsa viola a forma di cuore con un fiocco in mezzo da depistare gli altri dal suo vero contenuto per poi consegnarlo a Violetta. Ma lei non poteva pagare ma la commessa la tranquillizzò, qualcuno aveva pagato per lei ma voleva rimanere anonimo. Violetta lo prese e usci dal negozio con Camilla, quella era la terza volta che le succedeva prima qualcuno restituiva il braccialetto a suo padre, poi il fatto del prodotto e ora questo e sempre voleva restare anonimo. Cami era convinta che Violetta aveva un ammiratore segreto ma questo era meglio non dirlo a Leon. Mentre si allontanavano, Simon da dietro ad un albero scatto loro delle foto.
Luca e Leon erano seduti su una panchina sempre nel parco in attesa delle loro fidanzate scomparse da una venti di minuti. 
Chissà cosa stavano facendo? Non trovavano risposta.
-Comunque riprendendo il discorso di prima, sono ancora sorpreso da quello che mi ha confessato-disse Luca incredulo.-Io pensavo che tu e Ludmilla in tutto questo tempo insieme avevate avuto quel tipo di rapporto-
-Cosa? Io e Ludmilla? Ma stai scherzando Luca-esclamò Leon sorpreso a quelle parole per poi aggiungere.-Tra me e lei ci sono stati solo baci e un succhiotto ma non mai pensato di fare l'amore con lei, non mi ha mai venuta questo desiderio cosa che invece mi succede sempre con Violetta-
-Quindi non l'hai mai vista nuda o fatto la doccia con lei o toccata intimamente?-chiese Luca come conferma. 
-No! Non ho fatto nulla di tutto questo con lei-dichiarò Leon aprendosi con lui.-La prima e unica ragazza con cui ho fatto tutto queste cose è solo Violetta e nessun altra! Per questo ho paura di deluderla o fare qualcosa di sbagliato. Voglio che la nostra prima volta sia perfetta e come ha sempre sognato-
-Segui i miei consigli e non sbaglierai-terminò Luca con un sorriso, dandogli una pacca sulla spalla di incoraggiamento.
Leon era proprio un ragazzo d'oro, era cambiato molto da quando Violetta aveva varcato la soglia dello Studio 21 ed era contenta per lei e per sua sorella di avere un amico così.
Finalmente Violetta e Cami tornarono finalmente con due borse uguali a forma di cuore, cambia solo il colore, una era viola e l'altra nera e  i due si guardarono sospettosi e curiosi di sapere cosa contenevano perché erano sicuro che non era quello il vero motivo del loro improvvisa scomparsa. Le due coppie si salutarono e presero strade opposte.
-Bella borsa amore-disse Leon con un sorriso con occhi attenti su di essa in cerca di indizi per poi chiedere curioso.-Cosa c'è dentro?-
Si aspettava questa domanda da quando aveva visto il suo sguardo sospettoso e curioso che si era scambiato con Luca.
-Top secret-rispose lei misteriosa.
-dai dimmi cosa c'è-disse Leon troppo curioso come un bambino.
-E' una sorpresa-disse lei 
-Almeno dammi un indizio-disse Leon con quella voce calda.
-Be' un indizio te lo posso dare,  e' una sorpresa per la nostra serata-rispose lei molto cripta.
-nostra serata? Di che parli?-chiese Leon confuso.
Violetta gli spiegò con un dolce sorriso:-Mi ha chiamato mio padre per informarmi di non aspettarli per cena perché lui e tua madre vanno a vedersi un vecchio film al parco e tornano tardi, Jade resta da alcune sue amiche tutta la sera quindi abbiamo casa libera per una romantica e intima serata tutta per noi-  
Non poteva credere alle sue orecchie! Lui e Violetta finalmente soli in casa. La serata perfetta per la loro prima volta. 
Leon la prese per la mano e la condusse in un vicoletto per baciarla contro un muretto e Violetta portò le braccia dietro al suo collo senza mai mollare la borsa. Si staccarono dopo un lunghissimo bacio. 
-E' stupendo, amore!-esclamò Leon felice.-Questa volta nessuno ci disturberà-
-Si infatti Olga e Roberto saranno bene felici di lasciarci da soli-disse Violetta altrettanto felice.-ora manca solo Matias da sistemare-
-E io ho già la soluzione-disse Leon pronto.
-Che hai in mente?-chiese Violetta curiosa.
-Lo vedrai-terminò Leon con un sorrisetto.
Qualsiasi cosa fosse, si fidava di Leon e aveva sempre delle belle idee.
Anche Luca cerco di scoprire il misterioso contenuto dalla borsa ma neanche Cami era intenzionata a rivelarglielo così prima entrò in supermercato a prendere due cosuccie e poi la porto dietro ai cespugli del famoso parco di Violetta e Leon vicino al lago dove nessuno li poteva vedere. Una volta seduti sul prato, Luca usci dal sacchetto un barattolo di confetture alla fragola, lui lo apri e intinse il dito dentro, glielo imbocca alla sua bocca e Cami la mangio con gusto per poi far congiungere le loro labbra e assaporare il sapore di un bacio dolce e alla fragola... poi tirò fuori un cestino di fragole ricoperte di cioccolato e ne prese una appena si staccarono per riprendere fiato, le sfiorò le labbra con essa per stuzzicarla un po' e Cami lo guardò pieno di desiderio, lui ritrasse subito la mano e si porto la fragola alla bocca senza per mangiarla e si avvicinò alla bocca di lei per gustarla in un bacio per poi sorridersi con complicità. Poi Luca la distese sul prato e iniziò a baciarla dappertutto, il suo ginocchio si infilo in mezzo alle sue gambe, la mani di lei andarono a stringere i suoi capelli, lasciando cadere la borsa e un piccolo gemito usci dalla sua bocca nel stuzzicare la sua femminilità. Luca era fantastico, gli stava regalando dei attimi unici e magici. Non poteva desiderare di meglio. In quel momento in cui era distratta, agire per allungare la mano verso la borsa e allontanare il suo corpo da lei per sbirciare dentro. Cami apri gli occhi di scatto e capi immediatamente il subdolo piano di Luca così subito allungo la mano per riprendersi la borsa.
-Non è leale, Luca!-esclamò Cami con il broncio. 
-Tutto è lecito in guerra e in amore, dovresti saperlo mia cara Cami-disse Luca con un sorrisetto scappando via con la borsa.
Cami lo rincorse subito per riprendere la borsa ma Luca era velocissimo e difficile da acchiappare così le venne un idea, si fermò di colpo a due passi del lago e iniziò a lamentarsi con la stomaco.
-Luca, fermati! Sto male!-esclamò Cami fingendosi in preda ai dolori, piegandosi in due trattendo un sorrisetto al pensiero di quella dolce vendetta.
Subito Luca si fermò e corse da lei preoccupato:-Cosa hai Cami?-
Agi in quell'istante e lo spinse nel lago, riprendendosi la borsa e rise nel vederlo in quello stato.
-Cosi impari, Luca-disse Cami con un sorriso soddisfatto.
Piccola bugiarda! E' lui che si era anche preoccupato. Ora la sistemava lui.
-Hai ragione, Cami-disse Luca finto dispiaciuto.-Non dovevo farlo. Mi perdoni?-
-Se me lo dici con quella faccia ti perdono-disse Cami intenerita, allungando la mano per aiutarlo ad usci da lago.
Luca la afferrò per il polso e la tirò dentro con sé, ora anche lei era tutta bagnata.
-Ora siamo pari-disse Luca con una risata. 
Non poteva crederci! Ci era cascata però non riusciva a trattenersi nel sorridere in quel momento.
I due si guardarono in giro un attimo per vedere se c'era qualcuno e poi si diedero un piccolo bacio per poi sorridersi.
Amore.Musica.Passione.
Sera
Leon proibì a Violetta di entrare nella sua stanza e di scendere giù quindi lei con il diario stretto al petto e uno sguardo sognante, sali nella stanza di sua madre mentre fantasticava su quella serata. Poi posso il diario sul divanetto insieme alle cose di sua madre e si avvicinò all'armadio alla ricerca di un abito per quella sera (http://serievioletta.com/wp-content/uploads/2012/09/Martina-Stoessel-Habla-Si-Puedes-4.png) trovò un bel completino con scarpe coordinate con bel sorriso. Subito si spoglio e lo provo per poi guardarsi allo specchio e le piaceva molto come le stava, prese i trucchi e lo smalto per incominciare a prepararsi quando squillò il cellulare. Era Cami.
-Ciao  Vilu come vado i preparativi per la serata?-chiese Cami curiosa.
-Ciao Cami Ho scelto abito ma per il resto non lo so. Leon mi ha proibito di mettere piede in camera mia o scendere giù-rispose Violetta emozionata con uno sguardo sognante.-Però sono sicura che mi stupirà molto, lui ha sempre splendide idee-
-Sono contenta per te, invece io sto preparando le ultime cose per la cena e poi sceglierò cosa mettermi-disse Cami contenta tirando fuori una teglia dal forno.-Luca resterà stupido dalla mia cucina e da tutto il resto-
-Non ti ho mai sentito cosi felice Cami-disse Violetta al suo tono di voce.-Meriti questo e altro-
C'era solo una cosa che non completava a pieno la sua felicità, il litigio con Francesca e non  poter confidarle cosa stava accadendo tra lei e suo fratello.
-Grazie, anche tu meriti tutto la felicità insieme a Leon-concordo Cami.
Mentre le due continuavano a parlare, Leon era nel pieno dei preparativi. Prima parlo con Olga per la cena, poi con Roberto per un'altra cosa, dopo si mise a telefono con qualcuno per poi entrare in camera di Violetta a sistemare un po' di cosuccie e per finire andò nella stanza degli ospiti da Matias.
-Ascoltami, io e Violetta vogliamo passare una serata senza alcuna interruzione quindi te ne starai qui buono e non uscirai per nessun motivo o se no potrei dire alla polizia che hai violato gli arresti domiciliari, togliendoti il bracciale elettronico o potrei dire tutto a German cosi da cacciare te e tua sorella da qui per sempre-lo avvertì Leon serio.-Ti è tutto chiaro?-
-Si me ne starà qui buono-disse Matias accondiscendete. Aveva sottovalutato quel ragazzino, era più furbo di quanto pensasse. Mentre Leon stava uscendo fuori, lui disperato lo fermò per una gamba:-ma ti supplico, non farmi morire di fame-
Aveva previsto anche questo infatti Roberto era dietro la porta con un carrello pieno di cose per tenerlo buono. Era il suo punto debole.
-Tranquillo, Roberto ti porterà tante cose da mangiare-disse Leon muovendo la gamba per scrollarselo.-e non azzardati a fare mosse false o a chiamare a tua sorella perché lui ti controllerà al mio posto- con sorrisetto compiaciuto mentre lasciava la stanza.
...
Studio 21
Ludmilla raggiunse la sala degli strumenti con un cestino da picnic tra le mani, voleva fare una bella sorpresa a Tomas per concludere bene quella giornata ma la trovò vuota, di sicuro si stava preparando per tornare a casa così approfitto della sua assenza per sistemare il tutto su un una sopra ad una tovaglia a quadri rossa e bianca. Prese dal cestino due piatti e bicchieri, li posizionò vicini e mise in ciascuno dei tramezzini poi usci il succo di frutta e un piatto con un torta. Ora doveva solo aspettare Tomas.
Maxi entrò nel studio per prendere delle cose scordate nell'armadietto per fare una sopresa a Mara, si era finalmente deciso a confessarle i suoi sentimenti e darle quel bacio tanto sognato e sospirato da quando si erano rivisti. Non importava se era sua cugina o doveva andare contro i suoi genitori per lei, voleva viversi quell'amore che il destino gli aveva donato e si mise a fantasticare su quella serata.
Tomas non arrivava così Ludmilla andò negli armadietti ma non trovò nessuno e prese il cellulare per chiarmarlo. 
-Ludmilla, che sorpresa!-rispose Tomas a quella chiamata.-Non aspettavo una tua chiamata-
-Tomas, si puo' sapere dove sei?-chiese Ludmilla arrabbiata.
-Sono a casa-rispose Tomas perplesso da quel tono.-Perché sei arrabbiata?-
-Come? Io vengo qui allo Studio 21 per farti una sorpresa e tu sei casa-esclamò Ludmilla fuoriosa e isterica.-Vieni subito qui!-
-Mi dispiace, Ludmilla ma sono ormai a letto-disse Tomas dispiaciuto e un po' mentendo-Sarà per un altra volta-
Tomas chiuse la chiamata e si voltò verso Francesca, seduta nel suo letto. Gli dispiaceva mentire ad Ludmilla perché lei gli stava vicino e oggi era stato davvero bene con lei ma non poteva lasciare lì Francesca dopo averla invitata per una serata tra amici a vedersi un film e mangiare qualcosa. Infatti sua madre porto uno spuntino ai due per poi lasciarli soli nella speranza che accadesse qualcosa, adorava Francesca da sempre e sapeva che era la ragazza giusta per suo figlio.
Ludmilla era arrabbiata con Tomas, non poteva ignorarla in quel modo e domani glielo avrebbe fatto capire bene.
Si avvicinò per rimettere tutto nel cestino quando senti il rumore della porta d'ingresso e della chiave. Subito si precipitò nel corridoio come Maxi, un po' sorpresi di vedere l'altro ancora li e tirarono la maniglia ma era chiuso quindi bussarono e gridarono per richiamare l'attenzione del custode ma ormai era lontano.
Ludmilla non perse tempo e subito prese il cellulare per chiamare Dolores la sua governante ma misteriosamente non c'era campo e allora Maxi prese il suo ma si era scaricata la batteria.
Era ufficiale, essere rimasti chiusi dentro lo Studio 21 per tutta la notte. 
-Non rimarrò chiusa qui dentro tutta la notte-esclamò Ludmilla isterica.-Voglio il mio letto-
-Abbiamo già un grosso problema quindi evita di fare l'isterica.-ribatté Maxi infastidito.
-Io non sono isterica!-esclamò Ludmilla isterica e arrabbiata.-e poi nessuno dice la grande Ludmilla cosa fare tanto meno tu, rapper perdente-
-Non ti sopporto prorpio!-esclamò Maxi con tutto il cuore.  
-Bene la cosa è reciproca-dichiarò Ludmilla altrettanto.
-Non mi parlare più!-esclamarono i due voltandosi dall'altra parte con le braccia incrociate. 
 ...
Luca sistemo le ultime cose velocemente e chiuse il Resto-Band per correre da Cami mentre stava per incamminarsi verso casa sua, ritorno indietro per prendere dal frigo una scatola rosa con dentro una torta al cioccolato con sopra tante fragola ricoperte di cioccolato. Era una piccola sorpresa per lei. 
-Si puo' entrare o è già chiuso?-chiese una voce sensuale.
Luca si voltò sorpreso verso la porta e trovò Babi con un abito nero scollato e corto.
-Babi, che ci fai qui?-chiese Luca sorpreso.
-Sono venuta a prenderti per portarti in un posto-rispose Babi con un sorrisetto avvicinando a lui.-e non accetterò un no come risposta-
Questo non ci voleva proprio. Addio alla sua serata romantica con Cami. Non era giusto. Aveva pensato per tutto il tempo a quel momento e invece era svanito come una bolla di sapone tra le sue dita.    
-Ok, sistemo una cosa nel magazzino e andiamo-disse Luca con sorriso, smascherando la sua tristezza.
Babi gli lanciò un sorriso e si accomodò su una sedia mentre Luca andò nel magazzino per tirare fuori il cellulare e chiamare Cami.
Gli dispiaceva tanto darle quella brutta novità. 
-Ciao Luca, ti stavo giusto pensando e ho quasi finito i preparativi-disse Cami contenta piena di entusiasmo.-e non vedo l'ora che tu sia qui per abbracciati, baciarti e molto altro ancora-
Cosa faceva a dirle la verità? Era così contenta e piena di entusiasmo. Gli spezza il cuore al sol pensiero. 
"Sei un uomo, Luca. Devi farlo" pensò Luca deciso."Non puoi farla aspettare tutta la sera senza dare tue notizie"
-Cami mi dispiace tantissimo ma non potrò venire-disse Luca con fatica e dispiaciuto.-Babi è venuta qui al locale a prendermi per portarmi in un posto-
No! Non poteva essere! Aveva preparato con tanto amore quella serata nei minimi dettagli e arrivava Babi a rovinarle tutto. Quanto l'odiava. Comunque quando glielo aveva proposto stamattina, sapeva bene che sarebbe successo.
In quel momento si sentiva un'amante, in effetti lei e Luca erano amanti segreti e Babi la fidanzata ufficiale da non poter lasciare. Sembrava di leggere un libro o vedere una telenovelas.
-Tranquillo, Luca. Ero già pronta ad una eventualità come questa-disse Cami cercando di smascherare la delusione.-Sarà per un altra volta-
Come faceva ad essere così perfetta? Non lo sapeva ma lui non meritava un simile gioiello.
-Ti prometto che mi farà perdonare-disse Luca deciso e dispiaciuto.
-Non devi farti perdonare di nulla-disse Cami tranquilla.-Non è colpa tua-
-Ti amo mia piccola Cami-disse Luca con tutto l'amore possibile.
-Anch'io ti amo Luca-ricambiò Cami altrettanto.
Appena la chiamata terminò, Luca raggiunse Babi e uscirono dal locale verso metà sconosciuta mentre Cami tolse tutto dal tavolo con faccia depressa e mise la cena nei vari contenitori per metterli in frigo per poi prendere una scatola di fragole ricoperte di cioccolato, mettersi sul divano ancora in vestaglia e accendere la tv per consolarsi. Guarda caso andò a pescare proprio un film con la storia simili alla sua. Sembrava fatto apposta mentre affogava il dispiacere divorando quelle fragole.
... 
Studio 21
Ludmilla e Maxi erano nell'ufficio di Gregerio dove c'era il telefono per telefonare alla polizia ma non li prese sul serio a nessuno dei due perché gli erano arrivati scherzi telefonici da altri ragazzi e neanche usando il cognome Ferrò servi. Poi Ludmilla decise di provare con Nata, il telefono inziò a squillare ma all'improvviso non si senti più nulla. Ricomposero il numero ma nulla e Maxi controllò subito il filo e trovò il problema.
-Abbiamo compagnia-disse Maxi alla vista del topo con i denti affondati nel filo.
Ludmilla guardò verso quella direzione e appena vide il topo, subito urlò spaventata e salto in braccio a Maxi.
-Proteggimi, Maxi!-esclamò Ludmilla tremante, affondando il viso nella sua spalla.
-Tranquilla, ci sono qui io Ludmi-disse Maxi con voce rassicurante, tenendola in braccio a mo' di sposa.-e non ti lascio-  
Era incredibile, non l'aveva vista mai così indifesa e tremante come una bambina e in quell'istante la guardò con occhi diversi.
Tra quelle braccia così forti e protettive, lei smise di tremare e si rilassò. Si sentiva così sicura e protetta come mai l'era successo in via sua come se con lui non poteva accadergli nulla di male. Non capiva com'era possibile ma non voleva lasciare quelle braccia.
Solo quando Maxi la condusse nella sala degli strumenti, Ludmilla ritornò in sé e si staccò da lui come d'incanto.
-Se ti azzardi a raccontarlo a qualcuno, ti uccido-lo minacciò Ludmilla sulla difensiva.
Ma Maxi non riusci a prendere quella minaccia sul serio, non dopo averla vista così indifesa e capi subito che era un meccanismo di difesa. Poi vide il tavolo apparecchiato per due e si ritrovo confuso.
-Come mai ti trovati qui a quest'ora?-chiese Maxi curioso. 
-Questa sera mio padre è andato a teatro e io non volevo cenare da sola così ero venuta a chiedere a Tomas di cenare con me ma lui era già a casa e quando gli ho detto di venire, lui mi ha risposto di no e che era già a letto-rispose Ludmilla con uno sguardo tenero.
A posto di Tomas, sarei corso immediatamente li. Una bella ragazza vuole cenare con te e lui diceva di no. 
Lei aveva parlato di suo padre ma non di sua madre. Strano.
-E tua madre?-chiese Maxi interessato.
A quella parola, gli occhi di Ludmilla si riempi di una tristezza infinita ma poi si riprese subito e sfogò un sorriso.
-E' in giro per il mondo, lei si occupa degli altri e vieni qui quando puo'-disse Ludmilla più convincente possibile.-ma ci sentiamo tutti i giorni. Tu invece perché eri qui?-
-Nulla di importante, avevo scordato alcune cose-rispose Maxi. 
Non sapeva il perché ma c'era qualcosa dentro di sé che gli diceva che non era la verità, erano i suoi occhi a parlare e celavano qualcosa di grande ma non capiva cosa. Ma nella guardarla così Maxi incominciò a vederla su una luce diversa da tutti i giorni, aveva abbassato anche le sue difese e quella Ludmilla gli piaceva molto, era così tenera e dolce.
Decise di far scomparire quella tristezza dai bei suoi occhi così si mise la base di "Ahì Estaré", ricordava ancora la prima che l'avevano cantare insieme per l'esercizio a coppia di Angie, iniziò con la sua strofa e poi Ludmilla attaccò con la sua  (http://www.youtube.com/watch?v=9s5ktSKr228) le loro voci erano perfette insieme e c'era una connessione incredibile mentre cantavano come se erano nati per quello. Chi li vedeva da lontani, poteva scambiarli per una coppia in quell'istante per come si guardavano, sembravano innamorati l'uno dell'altro. Nell'istante delle ultime parole "Yo se que sucederà tu mitad y mi mitad muy pronto y a se encontraran no por casualidad", lui la fece quasi cadere l'indietro mentre la sosteneva per la vita mentre lei porto la sua mano dietro al suo collo e trasportati dalla canzone, desiderarono accorciare le distante tra le loro labbra e dare vita un bacio senza fine. Sentivano quella canzone come scritta per loro. Ma si staccarono nel momento in cui la canzone terminò. 
Quando aveva detto quelle parole su sua madre, sembrava che lui cercava di leggerle dentro per scoprire da dove deriva la sua tristezza e nessuno ci aveva mai provato, neanche Lyon e quando aveva messo la canzone, be' sentiva come se lui riusciva a capire di quello che aveva bisogno senza dirlo. Era stato un pensiero dolce da parte sua.
-Se hai fame li ci sono dei tramezzini e una torta-disse Ludmilla con un sorriso sincero.
-Hai preparato tutto tu?-chiese Maxi stupito con l'aquilina in bocca. Era tutto invitante, aveva una passione per i dolci al cioccolato e dal suo profumo era inebriante. Era davvero ammirato.
-Si-disse Ludmilla prima ma poi ammettere-be' in realtà è stata la mia cuoca Cinzia ma è il pensiero che conta-
-Hai ragione-concordo Maxi.
Mentre la guardava così pensava che non era la persona che tutto il mondo pensava che fosse e che quel suo modo di fare fosse solo un meccanismo per difendersi e nascondere le proprie paure e debolezze.
Appena si avvicinarono alla tavola, la luce andò via e Ludmilla si strinse subito a Maxi e quest'ultimo ne approfittò per tenerla tra le sue braccia. 
-Tranquilla-le sussurrò Maxi dolcemente mentre le accarezzava la schiena per rilassarla. 
...
Casa Castillo
Violetta era ormai pronta, aspettava solo un azione da parte di Leon per uscire da lì quando senti una melodia provenire da fuori e lo considerò un segnale, apri la porta e raggiunse le scale e mentre scendeva, si fermò sorpresa (http://www.violetta4ever.fan-club.it/visualizza_foto.php?foto=pagine/martina-stoessel-habla-si-puedes-6.png&didascalia=) alla vista di quell'atmosfera soffusa, quei vari mucisisti e Leon seduto al pianoforte a suonare quella bella melodia (la melodia è quella di Habla si puede) in abito elegante e le sorrideva. Quell'abito le donava molto, era brillante come lei. Lui si alzò dallo sgabello appena lei lo raggiunse emozionata per quello e la serata che si prospettava, le prese dolcemente la mano (http://serievioletta.com/wp-content/uploads/2012/10/Habla-Si-Puedes-Violetta-3.png) per invitarla a ballare. Leon era proprio un principe azzurro, il suo. Le sembrava di essere ad un ballo che si vedevano nei film o si leggevano nelle favole e si tornò in mente la canzone di Tiffany Swin, Love Story (http://www.youtube.com/watch?v=hIRt0t4pJ-c). Quello era il loro primo ballo come coppia e anche primo con un ragazzo, Era così felice mentre ballava il valzer con lui senza smettere di perdersi nel suoi occhi e scambiarsi sorrisi. (http://serievioletta.com/wp-content/uploads/2012/09/Violetta-Habla-Si-Puedes-6.png) poi la musica cambio in più lenta e allora lei porto la braccia al suo collo e lui alla sua vita, danzavano lentamente e lui le sfiorò dolcemente la pelle con labbra e chiuse agli occhi lasciandosi andare a quella bellissima emozione provacata da quel gesto.
Olga guardava la scena dalla cucina, abbraccia a Roberto e si commosse nel vedere la sua piccola crescere e ballare con il ragazzo che amava.
Quando la musica fini, i due riaprirono gli occhi e si guardarono di nuovo con un bel sorriso.
-Leon, è stato bellissimo-esclamò Violetta contenta.
-E ancora non hai visto nulla, quello è solo un piccolo assaggio amore-disse Leon con uno sguardo di non so cosa molto misterioso.
-Allora cosa stiamo aspettando?-chiese Violetta curiosa come una bambina.
La prese per mano con un sorriso e la guido su per le scale dopo aver congedato i mucisisti, lei era un po' confusa mentre lo segui. Pensava alla cena in sala da pranzo ma invece sembrava che Leon aveva altre idee in mente.
-Leon, non andiamo a mangiare?-chiese Violetta perplessa.
-Si ma non in sala da pranzo-rispose Leon misterioso mettendo la mano sulla maniglia della porta della sua camera.
Perché stava aprendo la porta della sua stanza? Dove avrebbe mangiato? E quali sorprese aveva preparato? Era troppo curiosa.
-Sei pronta?-
-Si sono pronta-
Leon apri la porta alla sua risposta, si sposto per farla entrare e appena Violetta ci mise piede, rimase senza parole e si commosse a quella vista.  La stanza era illuminata da tante piccole candele sparse qua e la, un cielo stellato sul soffitto( http://www.youtube.com/watch?v=RfhrtnAjmpo ), sul letto una tenda al baldachino rosa (come questa http://italian.alibaba.com/product-gs-img/pink-plastic-ring-bed-canopy-for-double-537113482.html) e la scrivania non era più piena di libri o cose ma apparecchiata per la loro cena con tanti petali sparsi di tulipano di rossi e viola, una bottiglia di champagne e due bicchieri a coppa, tutto con il sottofondo musicale della loro canzone "Podemos".
-Ti piace?-chiese Leon con voce calda da dietro.
-Mi chiedi anche se mi piace... Leon tu sei il miglior fidanzato del mondo e... non ho parole... sono così...-disse Violetta emozionata, girandosi verso di lui per poi baciarlo dalla felicità.
Non c'era bisogno di aggiungere parole, i suoi occhi e quel bacio esprimevano tutto quello che sentiva. Era proprio quello effetto sperato quando gli era venuto in mente quella idea.
-Vieni-disse lui dopo quel lungo bacio, prendendo la sua mano per condurla verso il suo posto, le sposto la sedia per farla accomodare. 
Cos'altro poteva aspettarsi da lui. Leon era così perfetto, romantico e diabolicamente attraente. Era impossibile per lei, non fare pensieri hot su di lui in quel momento. Lui ispirava tutto e il suo corpo emanava sesso da tutti i pori. 
"Calma i tuoi bollenti spiriti, Violetta"
-Grazie- 
Lui le sorrise con la bottiglia di champagne tra le mani intento a tapparla, prima verso a lei giusto un po' nel suo bicchiere e poi anche a stesso per restare lucido ed evitare di perdere il controllo e si accomodo al suo posto. I due alzarono i bicchieri per brindare.
-Brindo a quando sei bella stasera ancora più del solito, a quella splendida serata...-disse Leon con uno sguardo intenso.
-...e alla nostra prima volta- concluse Violetta con gli occhi pieni di emozioni.
-Cin Cin- dissero facendo incontrare i loro bicchieri per poi gustarlo poco a poco.
Ad un certo punto da fuori si senti bussare.
-Avanti-disse Leon pronto.
Roberto entrò con un carello con vari piatti.
-Il menù di questa sera prevede: cocktail di gamberi in calice con varie tartine a forma di cuore, farfalle al salmone, vari tipi di sushi e un dessert a sorpresa-elencò Roberto in qualità di cameriere.
-Sperò la cena sia di vostro gradimento-terminò Roberto congedandosi.
-E' incredibile, hai pensato proprio a tutto-esclamò Violetta con quello sguardo brillante.
-Voglio che tutto sia perfetto per te-disse Leon dolce allungando la mano verso la sua per darle un bacio sulle dita.
-Come potrebbe non esserlo quando sono con te-affermò Violetta felice.
La cena prosegui alla grande, Violetta gusto appieno quelle prelibate pietanze e Leon non si perse un solo movimento, tra un boccone e l'altro non smisero un solo secondo di ridere e chiacchierare di tutto e più e di lanciarsi certi sguardi. Non c'era limiti tra loro.
Al momento del sushi, Violetta non sapeva come usa le bacchette per prenderli poiché era la prima volta che mangiava giapponese, suo padre non glielo faceva mai assaggiare per qualche strano motivo. Leon la vide in difficoltà e si alzò dal posto per raggiungerla.
-Ti faccio vedere come si fa-disse Leon con voce calda da dietro.-Devi tenere le bacchette tra l’indice e il medio, muovendola con la punta del pollice mentre quella  inferiore va tenuta tra il medio e l’anulare-
Per poi tornare al suo posto, Violetta segui le sue indicazione e sul primo momento non ci riusci ma poi prese padronanza delle bacchette.
Appena fini di assaggiare il sushi, esclamò-E' squisito! Non capisco perché mio padre ogni volta non me lo fa mai mangiare. A volte è così strano-
-Amore togli quel "a volte", tuo padre è sempre strano-disse Leon ai suoi comportamenti.
-Hai ragione-disse Violetta ridendo a quella frase e lui con lei.
Poi arrivò il momento del dessert, era al cucchiaio* ( http://www.facebook.com/photo.php?fbid=4699191370829&set=p.4699191370829&type=1&theater e http://www.facebook.com/photo.php?fbid=4699194170899&set=p.4699194170899&type=1&theater )                                             ) e Violetta prese il cucchiaino per assaggiarlo, era una crema pasticcera all'arancio con sotto un po' di panna e dei biscotti briciolati mentre Leon la guardò in attesa di una sua parola.
-E' sublime!-esclamò Violetta estasiata.-Ma non è fatta da Olga-
-Infatti è opera mia-disse Leon orgoglioso.
-Non finisci mai di sorprendermi-disse Violetta con un sorriso.
Mentre mangio uno dei biscotti, un po' di crema andò sul suo dito e se lo portò alla bocca per gustarselo. Un gesto talmente innocente e sensuale allo stesso tempo, tanto da farlo vacillare.
"Controllo, Leon. Controllo"
Lui era il re del controllo ma quando si trattava di lei, non ci riusciva. 
Come faceva a controllarsi? Quando voleva alzarsi dal suo posto, baciarla, accarezzarla e fare l'amore con lei. Non ci riusci infatti si alzò e si avvicinò a lei, le tolse il cucchiaio da mano e si chinò a baciarla, subito lei ricambio con lo stesso desiderio e si alzò per maggior contatto e continuarono a baciarsi con passione mentre raggiungevano il letto la giacca di Leon scivolò a terra. Si guardarono negli occhi felici, lei porto le mani al lembo della maglietta con grande emozione e Leon si perse a guardarla mentre gliela sfilava per poi portarlo a sedere sul letto con un bacio. Poi lei interruppe il bacio improvvisamente allontanandosi da lui e quel gesto lo confuse.
-Torno subito-disse Violetta con uno sguardo particolare con un sorrisetto, sparendo dietro l'armadio.
Ci capiva sempre più meno di quel comportamento.
-Amore, che cosa stai facendo?-chiese Leon molto curioso alzandosi da letto.
-E' una sorpresa-rispose Violetta misteriosa.-quindi non sbirciare e torna sul letto-
Leon si torno a sedersi sul letto in attesa di lei, era così curioso e moriva dalla voglio di sapere che cos'era e poi si ricordo della borsa e del suo contenuto top secret. Senti il movimento dei vestiti, delle scarpe e di una lampo. 
Cosa poteva essere?
-Sei pronto?-chiese Violetta da dietro l'armadio dopo qualche minuto.
-Si prontissimo-
Appena lei usci da dietro l'armadio, rimase senza parole nell'ammirarla e quel babyboll sembrava fatto apposta per lei così bello e delicato e richiamava dolcezza, eleganza e desiderio e lo fece impazzire.
-Non dici niente?-chiese Violetta sorpresa di quel silenzio e poi si preoccupò.-Forse è troppo?-
-Sono senza parole Violetta-disse Leon con sguardo incantato.-sei bellissima e mi stai facendo impazzire-
-Era il risultato che volevo-disse Violetta con un sorriso, sedendosi sulle sue ginocchi
I due persero di un bacio mentre lui le cinse la vita con il braccio e lei porto la mano alla sua nuca poi Leon lascio la sue labbra per scendere a baciare il suo collo, la sua  pelle morbida e profumata e con la sua mano abbassò lentamente prima una spallina e poi l'altra. Abbassò il babydoll fino ai seni e si dedicò ai suoi capezzoli e lei senti un calore fluire nel suo pube mentre lo faceva, era così bello ed eccitante.
Poi porto Leon a sdraiarsi per dargli anche a lui quelle sensazioni, iniziò con piccoli baci e morsetti sul suo collo per scendere al suo petto mentre i capelli sfiorarono i suoi capezzoli e le sue dita sfioravano la sua pelle, lui stava impazzendo a ogni suo tocco o bacio, non si era sentito così vivo come in questo momento. 
... 
Studio 21 
La sala degli strumenti era illuminata da solo cinque candele messe per terra sulla tovaglia a quadri rossa e bianca, Ludmilla e Maxi erano seduti su di essa e gustavano la torta dopo i tramezzini mentre parlavano tranquillamente come due amici.
-Cosi hai un gatto-disse Maxi ricordandosi delle parole di Leon.
-Si si chiama Helana, è il mio tesoro-disse Ludmilla dolce prendendo il cellulare per mostrargli la foto.-Ecco guarda qui-
Maxi prese il cellulare per vedere la foto e nel farlo spinse un pulsante, subito si porto su un'altra foto.
(http://twitter.com/Mechilambre/status/275757642503303168/photo/1) Rimase incantato da quella rara foto perché mostrava il suo lato dolce e tenero. Nessuno poteva immaginare minimamente una cosa del genere. Lui aveva questo privilegio.
-E' davvero bella-disse Maxi ad alta voce.
Poi prese il suo cellulare e attivo il bluetooth per mandarsi quella foto, lei si avvicino a lui e appena vide quella foto e il bluetooh accesso, divento agitata e allungo la mano per riprendersi il cellulare ma lui alzò la mano per impedirglielo.
-Ridami subito il cellulare e cancella subito quella foto-ordinò Ludmilla agitata.
-No, me la tengo. E' tanto bella. Mostra un lato inaspettato di te-rispose Maxi con un certo sguardo.
Proprio per quello non voleva che nessuno la vedeva, gliela aveva scattata la sua governante in un momento di rilassamente nella sua stanza. Chiunque l'avrebbe vista, avrebbe dubitato di lei come cattiva e non l'avrebbero presa più sul serio e lei ci teneva troppo alla sua popolarità.  
Lui non voleva dargliela, se la sarebbe presa da sola. Si avvicinò ancora di più a lui e nel farlo la sua mano andò a finire sulla torta, ritrovandosi la mano tutta impiastricciata.
-Non puo' essere!-esclamò Ludmilla inorridita guardandosi la mano.
Nel vedere Maxi ridere di lei, si vendico subito prendendo un pezzo di torta per spalmarglielo in faccia.
-Nessuno ride di me-disse Ludmilla con sorriso soddisfatto.
Aveva frainteso la sua risata, lui non rideva di lei ma per quella scena così buffa e spontanea e per niente preparata come faceva di solito il giorno.
-non ridevo di te Ludmi ma per la situazione-disse Maxi per chiarire e poi aggiunse-però sei troppo pulita a differenza di me-
Così Maxi prese un po' di panna della torta e le sporco quel suo bel nasino, subito lei passo all'attacco prendendo un altro pezzo per sporcarlo da qualche altra parte.Si sporcavano e ridevano come due bambini. Quando un rumore li fece smettere e li spavento, non c'era nessuno nello studio a parte loro due. Uscirono nel corridoio a controllare, Maxi teneva la torcia in mano e Ludmilla stringeva il suo braccio a mo' di koala. Sembrava tutto apposto quando un altro rumore piombo sullo studio e Maxi e Ludmilla spaventati si nascoserono dentro allo spoiatoio dei ragazzi in un cunicolo e si stringevano forte all'altro come ancora di salvezza.
-Non voglio morire-disse Ludmilla spaventata.
-Neanch'io-disse Maxi altrattando.
Poi si guardarono negli occhi intensamente, se quello doveva essere il loro ultimo istante, preferivano passarlo in un'altro modo che tremando come una foglia e così accorciarono le distanza dei loro visi e si baciarono con una tale passione e sentimento. Non aveva mai provato una cosa simile per nessun altro. Il loro corpi e i cuori esprimevano quello che non riuscivano a dire a parole o non volevano ammettere. In quell'istante si scordarono di tutto c'erano solo loro due, Maxi e Ludmilla. Due metà che si erano incontrate proprio come diceva la canzone. Le loro loro lingue si cercavano senza sosta, le loro dita si intracciavano e lui la spinse dolcemente contro la parete per poi lasciare le sue labbra e scendere verso il bel collo, dando dei bacini e dei morsetti, lei aveva gli occhi chiusi e porto le dita ai suoi capelli ed era estasiata a quelle calde sensazioni provocate da quel gesto. Non aveva sentito nulla del genere quando Lyon gli aveva baciato il collo lasciandole un succhiotto e non voleva che finisse. All'improvviso il topolino squitti mentre attraversava i loro piedi e i due si staccarono immediatamente, come se l'incanto era svanito.
-quello che è appena successo è stato solo un momento dettato dalla paura-disse Ludmilla per chiarire la situazione.
-Hai ragione, stavo pensando la stessa cosa- disse Maxi concordo.
-E poi io sono innamorata di Tomas-
-E io di Mara-
-Quindi è tutto molto chiaro tra noi due-
-Si chiarissimo-
Le parole dicevano una cosa, ma gli occhi dicevano un'altra. Era chiaro che era una scusa quella, i loro occhi erano tristi nel pronunciare quelle parole e i loro cuori battevano ancora forti per quell'emozioni sentite. Non avrebbero mai scordato quel momento, quel loro primo bacio d'amore.
...
Al parco
Era pieno di coppie e di famiglia, seduti sull'erba e sui cuscini tra loro c'erano Ana e German con cestino di tramezzini e da bere due bicchieri di coca-cola mentre vedevano il film. Era da tempo che German non trascorreva una serata come quella all'aperto, non era una cosa che poteva fare con Jade, odiava quel tipo di cose mentre Ana adorava quelle cose e gli ricordava uno dei loro appuntamento del passato ma allora la pioggia li aveva sorpresi all'improvviso e avevano dovuto abbandonare il parco per rifugiarsi nella casetta azzurra e bianca e avevano trascorso li la serata tra dolci coccole e baci, terminando con fare l'amore in quel letto. Ana appoggiò la testa alla spalla di German, lasciandosi cullare da quel dolce ricordo e lui la guardo con un sorriso e uno sguardo d'amore. All'improvviso tante piccole goccie caderono su di loro, non poteva essere vero, sembrava fatto apposta. La pioggia diventò più forte in un attimo, German prese la sua giacca e riparò Ana sotto di esso per poi correre a ripararli da qualche parte, c'era solo un luogo che gli veniva in mente. German e Ana entrarono dentro la casetta infreddoliti e zuppi, lei accese subito il camino per riscaldare entrambi mentre lei sali di sopra per prendere degli asciugamani e un cambio. Nel salire sopra, non resisti ad entrare nella sua stanza di pittura e si avvicinò alla tela, c'era un pennello ma non era uno qualsiasi. Lo prese in mano e lesse le lettere incise su di manico "Lascia che sia l'amore a guidarti Maria". Si quel pennello glielo aveva regalato proprio lei quando non riusciva ad dire i suoi sentimenti a German ad alta voce, dicendole di dipingere sulla tela quello che sentiva. Su di essa, dipinse German sdraiato sul divano con una coperta addosso e lei che gli teneva la mano, i loro occhi esprimevano i loro sentimenti.
Ricordava bene quel momento, erano le undici di sera e non riusciva a prendere sonno, continuava a pensare alla bella giornata passata con German (ora immaginate che siano loro due nel video http://www.youtube.com/watch?v=Doc0nGbd_3g) e stava per salire su per le scale per tornare a letto, domani aveva un esibizione di pianoforte di fronte a tante persone e quello le metteva un'agitazione e un panico addosso, era molto timida e la paura di sbagliare era troppa e poi ci sarebbe stato German a vederla, non poteva fare brutta figura, quando un sms arrivò sul suo cellulare."Sono fuori la porta, aprimi" German. Non si aspettava una visita a quell'ora. Corse subito ad aprirlo con grande emozione nel cuore.
-German, che ci fai qui?-chiese Ana sorpresa a bassa voce.
-Avevo bisogno di vederti Ana-rispose German con tono urgente ed emozionato.-E tutta la sera che ci penso e ripenso, non potevo aspettare fino a domani per...-all'improvviso mentre si avvicinava a lei, sbandò e si appoggiò a lei.
-German, cosa hai?-chiese Ana preoccupata con il cuore a mille.-Stai male?-
-No, non ho nulla-rispose German tranquillo.
Ma lei non gli credeva e portando una mano alla fronte, esclamò:-Ma tu scotti. Hai la febbre-
Subito lo porto verso il divano, lo fece sdraiare e gli mise una coperta addosso per poi lasciarlo solo un attimo a prendere il termometro, qualcosa da mangiare e un medicinale. Si prese cura di lui amorevolmente.
-Sono un disastro-disse German un po' imbarazzato.
-Non è vero, German. Non è mica colpa tua-disse Ana tranquillizandolo, tenendogli la mano. 
-Non era certo questo il momento che avevo immaginavo per dirtelo-disse German dispiaciuto
-Cosa volevi dirmi?-chiese Ana curiosa ed emozionata.
-Che io mi sono innamorato di te dalla prima volta in cui ti ho vista allo Studio 21-dichiarò German con tutto il sentimento che aveva nel cuore.-e non voglio stare un secondo di più senza di te. Vuoi diventare la mia ragazza?-
Era la più bella dichiarazione che qualcuno l'avesse mai fatta. Era così emozionata e senza parole.
-Non dici niente?-chiese German a quel silenzio.
Lei non era brava ad esprimere i suoi sentimenti. 
-German ecco io...-iniziò Ana timida con le guance tutte rosse ma si fermò. Le parole non uscivano proprio.
-Tranquilla, non devi darmi una risposta subito-disse German accarezzandole la guancia dolcemente.-per me basta anche averti vicino per il momento-
All'improvviso ritornò alla realtà al suono della voce di German del presenza e non si accorge che nella punta del pennello era comparso come per magia un po' di colore rosa.
-Mi ero scordato quanto bello fosse questo posto-disse German con voce calda da dietro.
Nel voltarsi verso di lui, il pennello si mosse come per magia nella sua mano e la pittura schizzò sul viso di German.
-German, non so come è successo ma il pennello si è mosso da solo-disse Ana stupita di quella cosa.-non sono stata io-
-Andiamo Ana, io dovrei crederti-disse German scettico per poi cambiare tono con sguardo intenso e di sfida-Dillo che aspettavi solo questo-
-Ma non è vero-disse Ana sincera.
Perché non le credeva? Non era stata lei.
German prese un po' di pittura con il dito e si avvicinò a lei per sporcarle in viso con un sorrisetto.
-Non oserai farlo-disse Ana con uno sguardo di sfida.-mi spero-
-Invece oserò mia cara Ana-rispose German avvicinandosi sempre di più.
Lei fuggi subito per evitarlo, corse in una delle camera e lui la insegui subito, ritrovandosi nella camera da letto in cui non sapeva che avevano dormito i loro figli.
-Ti arrendi-disse German mettendola con le spalle al muro, senza via di uscita.
-Mai!-disse Ana con un sguardo intenso, pericolosamente vicina al suo viso.
Ana cerco di sfuggire ma German la prese subito e la butto sul letto, imprigionando sotto di sé e tenendola per i polsi, i due si guardavano in modo intenso e con passione e non riuscirono a resistere a quello che i loro cuori e i loro corpi stavano provano e cedettero ai loro sentimenti in un bacio pieno d'amore e di passione. Sentivano di aver ritrovato quell'amore perduto e tanto desiderato da tempo. 
...
Casa Tomas
Era giunto l'ora per Francesca di tornare a casa ma fuori c'era una tale tempesta e nebbia da impedirle di uscire, così la madre di Tomas le propose di dormire lì da loro e avviso il figlio di portare una brandina in camera sua così lui dormiva su di essa e Francesca nel suo letto.
Francesca divento tutto rossa al sol pensiero. Lei e Tomas nella stessa stanza a dormire praticamente vicini per un intera notte! Non poteva crederci! Era un sogno che si avverava.
Come l'era venuto in mente a sua madre? Non capiva che era una situazione imbarazzante. Gli altri genitori non avrebbero mai permesso al proprio figlio di dormire con una ragazza in camera sua o viceversa.
-Nella mia stanza?- esclamò Tomas sorpreso.
-Che c'è figliolo, non sarei imbarazzato mica perché una ragazza dorme nella stanza con te?- gli disse sua madre stuzzicandolo un po'.-E poi Francesca la conosci da sempre-
-No, hai ragione-disse Tomas mascherando il suo imbarazzo per poi salire per scale per andare in camera sua, lasciando così da sole.
Francesca si voltò verso la madre di Tomas dopo aver avvisato i suoi per telefono e con un sorriso disse:-la ringrazio per la sua ospitalità, signora Herrera-
-Figurati, tu sei sempre la benvenuta qui-disse lei con un sorriso.-E poi non chiamarmi signora ma Laura-
-Ok Laura-disse Francesca felice.
Laura portò Francesca nella sua stanza per darle un pigiama di quando era lei giovane e lo indossò felice, era come se faceva parte di quella famiglia ed era la fidanzata di Tomas.
...
Casa Castillo
Violetta e Leon erano sotto le coperte, totalmente nudi intenti a baciarsi e accarezzarsi senza sosta con dolcezza, amore e passione, poi lui dopo un lungo tempo di preliminari, si presto a prepararla con le dita per entrare dentro di lei seguendo i consigli di Luca anche se era nervoso, aveva paura di sbagliare, di farle male e rovinare quel momento così la loro prima volta ma lei lo guarda con una totale fiducia negli occhi e ogni paura o dubbi svani.
Cerco di far piano e di essere delicato mentre la penetrava con il dito, era così intimo ma poi lui inserì anche secondo, senti un dolore.
-Ti faccio male?-chiese Leon premuroso e preoccupato alla contrazione della faccia cosi ritrasse le dita.
-Un po' ma è normale, continua-rispose Violetta con un sorriso cercando di respirare e rilassarsi come aveva detto Cami.
Leon la bacio dolcemente, sussurrando un "Ti amo" all'orecchio e la accarezzò dolcemente per non farle sentire il dolore mentre ci tentò di nuovo sempre con molta delicatezza e dolcezza e lei perse il controllo sé, cominciando ad ansimare moltissimo ( un misto di eccitazione, ansia e freddo ) non voleva che smettesse più, era troppo bella quella sensazione.
Quando tutto sembrava andare bene, nelle sua mente andò a pensieri che non doveva fare e vide Ludmilla e Leon come loro due in quel momento e poi lui entrava in lei e ci faceva l'amore e si irrigidì di un colpo.
-No!-esclamò Violetta allontanandolo da sé.
Leon non capiva, prima era così rilassata ed eccitata e tutto di un colpo si era irrigidita come una tavola e l'aveva spinto via da lei.
Lei si ritrasse e abbasso il viso dalla vergogna, lui si avvicinò e le sfiorò la spalla dolcemente ma lei sfuggi al suo tocco e iniziò a preoccuparsi seriamente.
-Amore, mi dici che hai?-chiese Leon premuroso e preoccupato.-Ho fatto qualcosa di sbagliato?-
-No, tu sei perfetto Leon e non c'è nulla che non va-rispose Violetta mentendo senza guardarlo negli occhi. Non sarebbe riuscita a sostenere il suo sguardo.
Leon prendendo il mento tra le due per portarla ad incrociare i suoi e ci legge qualcosa di più e molto calmo e dolce disse -non ci crede Violetta, ti sei irrigidita all'improvviso e non la prima che succede. Se c'è un problema o dubbio che ti assilla o ti blocca, dimmelo e lo affronteremo insieme-
Ma lei non riusciva a dire le sue paure e incertezze e non poteva far altro che sfuggire.
-Pensavo di essere pronta e invece non lo sono e forse non lo sarà mai-disse Violetta impulsivamente alzandosi dal letto per scappare via.
Leon afferrò il suo polso per fermarla e disse con tono disperato-Violetta, non scappare via. Ti prego, parliamone-
-Ti prego, Leon, lasciami-disse Violetta quasi piangendo.-Ho bisogno di stare da sola-
Lui la lasciò andare il polso a quelle parole e lei scappo via con le lacrime agli occhi dalla stanza per rifugiarsi in bagno e si chiuse dentro a chiave per poi scivolare lentamente sul pavimento contro la porte, stringendo le ginocchia al petto con le braccia e appoggiando il volto su di essa.
"Sono proprio una stupida! Per le mie insicurezza ho rovinato la mia prima volta con Leon"pensò Violetta tra le lacrime arrabbiata con sé stessa."Leon si merita una ragazza sicura e meno complicata di me"
Leon non riusci a stare sul letto, usci dalla stanza con solo i boxer e la senti piangere così si avvicinò alla porta e cerco di aprirla ma la trovò chiusa.
-Violetta, fammi entrare-disse Leon preoccupato bussando ma niente.-non respingermi, ti prego-
Alla sua voce sollevò il viso, stava per parlare quando dal nulla apparse Ludmilla.
"Fai meglio a lasciarlo perché con questi tiri e molla, lui si stancherà di te e ti lascerà. Tornando da me"disse Ludmilla con un sorrisetto cattivo.
-Basta, lasciami in pace!-gridò Violetta a lei ad alta voce senza accorgersene. 
Leon non sapendo cosa avveniva dentro la testa di Violetta, pensava che fosse rivolto a lui e triste decise di lasciare stare.
-Ok, come vuoi tu Violetta-disse Leon sconsolato con tono di rassegnazione.-Quando ti sentirai di parlarne, sai dove trovarmi-
 
Fine sestimo capitolo e seconda parte.
 
Note:
*il dolce è stato fatto da mio padre, se avete problemi a vederle contattemi.
**il babydoll è di 35 $, li ho convertiti in peso. In £ è 26,8302
 
Passiamo a un piccolo riepilogo:
Lo spettacolo: ho seguito come dal copione, un vero disastro alla fine ma German non ha scoperto il segreto di Violetta. 
Gregorio: alla fine c'è la fatta nel suo intento di diventare direttore e molte cose cambieranno allo studio. Che tipo di proposta avrà fatto a Ludmilla? Curiosi non è vero?
Pablo: le sue dimissione e la sua uscita dallo Studio 21. Vi ha fatto piangere? A me si mentre lo scrivevo.
Violetta e Tomas: Piccolo riavvicinamento per breve perché Tomas non puo' essere solo suo amico. Quanti di voi avrebbero voluto ammazzarlo per aver fatto piangere Violetta? Vi anticipo che non è finita qui. Nel prossimo capitolo ne vedremmo delle belle.
Leon e Tomas: la resa dei conti. 
Martina: Sorella minore di Vilu. Che ne pensate?
I due pescatori: di cosa stavano parlando? 
Simon e Lola: che ne pensate? Nel prossimo capitolo Simon svelerà un secreto a sua sorella. 
Francesca e la gelosia per Luca: non vuole nessuno al fianco di suo fratello. Vi è mai capitato a voi?
Luca e Cami: innamorati secreti. Finalmente Luca dichiara il suo amore a Cami e ci fa anche l'amore. Iniziano a vivere la loro storia d'amore in segreto con tutto quello che comporta. Vi è piaciuto?
Babi: pronta a tutta per sposarsi con Luca e senza saperlo manda al monte la serata tra Luca&Cami. Quanto l'avevate odiata in quel momento?
Tomas e Ludmilla: lui si avvicina a lei e quasi si baciano. Secondo voi è per il rifiuto o altro?
Maxi e Mara: quasi vicini al loro primo bacio. Vi piacciono?
Francesca e il suo amore per Tomas: cerca di conquistarlo con una canzone ma non si riesce e si ritrova a dormire da lui. Che succederà? Come ho detto nel capitolo, presto l'amore busserà al sua porta. Sarà Tomas o ho un nuovo personaggio? 
Luca&Cami e Leon&Violetta: piccole confidenze. 
Francesca e Cami: il litigio. Secondo voi chi ha ragione?
Leon e l'amicizia: abbiamo visto con Napo e Andrese e il suo discorso a Ludmilla.
Angie e Pablo: la proposta al Resto-band. Vi è piaciuta?
Napo e Nata: abbiamo visto dichiararsi a Nata ma lei non ne vuole sapere per colpa di Ludmilla. Riuscirà a fargli apri gli occhi e a conquistarla?
Andrés: sfortunato in amore. Troverà la ragazza giusta?
Maxi e Ludmilla: rinchiusi nello Studio 21 per un intera notte. Li Ludmilla abbassa le difese e mostra un lato dolce e tenero e arrivano a darsi il loro primo bacio. Vi è piaciuto? I due ammetteranno i propri sentimenti? Cosa si celava dietro la tristezza di Ludmilla? Riuscirà Maxi a scoprirlo?
German e Ana: abbiamo visto il loro primo incontro e la prima dichiarazione d'amore. Nella casetta hanno ceduto ai loro sentimenti. Cosa succederà una volta fuori da lì? Li nasconderanno di nuovo o volteranno pagina insieme?
Violetta e Leon: vivono momenti importanti e unici tanto da arrivare alla loro prima volta questa volta senza interruzione da parte di nessuno ma sarà proprio Violetta a rovinare quel momento tanto importante con le sue insicurezze inesistenti. Cosa succederà ora ai nostri due amori? 
Ringrazio 

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Capitolo 8
*** Passati Svelati, Gelosie, Equivoci e Gregorio: Padrone dello Studio 21 (prima parte) ***


                                                           Cap 8 Passati Svelati, Gelosie, Equivoci e Gregorio:
                                                                     Padrone dello Studio 21(parte 1)
 
Violetta resto in bagno per molto tempo, non aveva il coraggio di affrontare Leon dopo quel disastro ma le dispiaceva che lui si ero fatto un idea sbagliata, non l'aveva respinto perché non lo voleva, lei lo amava cosi tanto e quello era il momento tanto atteso per lei, fare l'amore con lui era un suo grande desiderio e ci aveva fantasticato tanto dalla sera prima ma la sua gelosia per il suo passato con Ludmilla, la paura di deluderlo e di non essere all'altezza perché Ludmilla poteva essere cattiva ma era una ragazza intraprendente, con un certo fascino e ci sapeva fare e Leon era così perfetto e così esperto. Tutto questo aveva prevalso e aveva rovinato quella bellissima serata romantica. Leon si era impegnato così tanto per preparare tutto quello e quello che gli stava facendo non era affatto giusto.  Comunque quel tipo di problema se non chiarito o superato al lungo andare, poteva inquinare o distruggere anche il più bello e perfetto rapporto del mondo. 
Leon si mise il pigiama a malincuore e tolse tutto dalla stanza di Violetta, lasciando solo la tenda a baldacchino e il dolce sul suo comodino per poi scendere giù in cucina a posare tutto con il carrello mentre Olga e Roberto erano in dolci effusioni. I due si staccarono immediatamente stupiti,  non si aspettavano di vederlo scendere poiché pensavano che lui e Violetta erano nella stanza a cenare e fare l'amore per la prima volta. Ma nel vederlo in tenuta da notte e con quella faccia triste e piena di pensieri, voleva di solo una cosa: la serata non era andata come previsto e alla nuova coppia della casa dispiaceva.
-Scusate, non volevo interrompervi-disse Leon dispiaciuto.
-Tranquillo, Leon-disse Roberto un po' imbarazzato. -Stavamo... giusto andando a letto- 
-Veramente io devo salire a sistemare una cosa per la signora Jade o se no chi la sente domani-disse Olga all'improvviso facendo l'occhiolino.-Metti apposto tu, Roberto caro?-
-Ah si certo, Olga cara-rispose Roberto intuendo la sua idea. 
Olga lascio la cucina per salire di sopra da Violetta mentre Roberto resto in cucina con Leon.
-Allora è piaciuta la cena a Violetta?-chiese Roberto introducendo il discorso, prendendo le cose dal carrello.
-Si le piaciuto tanto-rispose Leon con un sorriso a sol ricordo.-la cucina di Olga è stata fantastica come sempre e il mio dolce la trovato sublime-
Poi pensò al dopo cena, al quel momento meraviglioso e speciale, alle mille emozioni mentre si baciavano, si sfioravano e si spogliavano fino a quasi fare l'amore ma qualcosa in Violetta era scattato e non capiva cosa. Era preoccupato per lei,  loro non avevano mai avuto segreti e lei si era sempre confidata con lui  e il non sapere cosa non andava, lo faceva impazzire perché si sentiva inutile nel non poterla aiutare.
Leon capi subito l'intento di Roberto ma non se la sentiva di parlare con lui, aveva bisogno di qualcun'altro e proprio in quel momento il suo cellulare squillò. Era un numero sconosciuto.
-Pronto-disse Leon portando il cellulare all'orecchio.
-Ciao Leon sono Luca-disse Luca chiuso in un bagno.-Ho bisogno del tuo aiuto, ho un problema-
Anche lui!? Ma cos'era un epidemia? Quella sera non andava bene a nessuno. Comunque era incredibile, aveva sol pensato di aver bisogno di qualcuno e Luca lo chiamava. Lui non credeva alle coincidenze, sentiva che si stava creando un legame tra loro e poi Luca gli piaceva. O se non gli avrebbe fatto quelle piccole confidenze o chiesto consiglio. Non era il tipo da dire i fatti suoi a chiunque ma a chi riponeva fiducia.
-In cosa posso aiutarti?-chiese Leon da vero amico al suo tono disperato e urgente.
-Devi fingere di aver bisogno di me da interrompere la mia serata con Babi così posso correre da Cami-gli spiegò Luca sottovoce con la paura di veder Babi spuntare all'improvviso.
Era un po' confuso. Quando si erano salutati questo pomeriggio, lui aveva una serata con Cami. Per quale motivo ora era con Babi? Si era perso qualche passaggio.
-Non ci ho capito molto ma ti aiuterò-disse Leon da vero amico.-e non dovrai fingere perché ho bisogno davvero di te-
-Si tratta di Violetta e della vostra prima volta?-chiese Luca intuendo dal suo tono preoccupato.
-Si poi ti spiego-rispose Leon.-A dopo Luca-
-Si a dopo Leon-disse Luca chiudendo la chiamata.
 Luca usci dal bagno della discoteca e andò verso i divanetti vicino alla pista di ballo dove c'erano gli amici di Babi ma di lei nessuna traccia. Si guardo intorno per trovarla e la trovò al bar dietro al bancone con la barista a preparare un cocktail così si avvicinò per avvertirla.
-Finalmente sei tornato, amore-disse Babi contenta, porgendo il bicchiere.-Voglio che assaggi questo e poi dimmi se ti piace-
Luca assaggiò il cocktail e lo trovò squisito. Non sapeva che Babi fosse brava in quel tipo di cose. Anche la conosceva da tempo, non si era mai interessato molto alle sue abilità o ai suoi interessi nonostante tutto Babi era una ragazza piena di sorprese e quello che stava facendo non era affatto giusto ma neanche per Cami. Però non poteva far altrimenti per ora.    
-Squisito-rispose Luca bevendo un po'.-Non sapevo che fossi brava in queste cose-
-Ci sono tante cose che non sai di me-disse Babi con un sorrisetto.-sono tua da scoprire e tu non hai ancora capito in che guaio ti sei cacciato mettendoti con me-
L'ultima frase sembrava un avvertimento e un po' si preoccupo da suo tono serio.
-Cosa?-esclamò Luca confuso.
-Naturalmente scherzavo sciocchino-disse Babi subito con un ridolino.-Ci casci sempre-
-Per fortuna per un attimo mi ero preoccupato-disse Luca con un sollievo e per poi aggiunse più serio-Ascolta, Babi io devo scappare urgentemente perché mi ha chiamato Leon perché ha un problema e ha bisogno di me-
-Oh mi dispiace-disse Babi fintamente.
 Dentro c'era una rabbia per quella nuova interruzione, ieri sera la sorella di Luca e adesso questo Leon. E poi chi era? Non aveva mai sentito questo nome. 
-Ma chi è Leon?-chiese Babi curiosa.
-E' un amico mio e di mia sorella e fidanzato di Violetta, un'altra amica di Francesca-rispose Luca tranquillo.
Ora capiva tutto, di sicuro quella mocciosetta si era messa d'accordo con la sua amichetta e il fidanzatino per rovinare un'altra volta la serata. Stasera non aveva intenzione di fare nulla ma domani avrebbe preso quella mocciosetta per i capelli e avrebbe pagato molto cara quello scherzetto. Parola di Babi. 
-Ok vai pure. Ci vediamo domani mattina-disse Babi con un sorriso.
-Sei fantastica Babi, mi capisci sempre-le disse Luca con un sorriso-Mi farò perdonare domani-
Luca la baciò e corse fuori dalla discoteca verso casa di Violetta ma Babi lo segui di nascosto per accertarsi della cosa e decise di restare li di fronte alla casa di quel Leon fino alla sua uscita.
...
Casa Suarez
http://www.estanciasba.com.ar/wp-content/uploads/2011/10/Estancia-La-Candelaria.jpg
Simon rientrò nella villa dopo una giornata di affari e pedinamenti con un sorriso soddisfatto. Violetta aveva respinto il caro Leon nel momento della loro prima volta e quindi la sua entrata in scena era arrivata. Andò nella stanza di Lola e la trovò nel letto a pancia in giù a piangere mentre Elisa cercò di calmarla.
-Che è successo?-chiese Simon preoccupato.-Perché Lola piange, Elisa?-
-Simon, tua sorella piange perché...-iniziò Elisa ma Lola la fermò per correre in lacrime tra le braccia di suo fratello.
-Fratellone, oggi al Resto-Band ho visto un brutto ragazzo abbracciare e baciare la principessa Violetta-disse Lola disperata.-Lei deve stare con te e farmi da mamma-
-Ssh va tutto bene, Lola-disse Simon accarezzando i suoi capelli,-Quello ragazzo è nostro cugino Leon, figlio di zia Ana, sorella di nostro padre-
Lola si staccò stupita da quella notizia ed esclamò:-Nostro cugino!-
-Si nostro cugino e domani lo conoscerai insieme alla zia Ana e alla principessa Violetta ma non ti preoccupare di lui, presto si lasceranno-dichiarò Simon con un sorriso mentre le asciugò le lacrime.
-Non posso crederci domani conoscerà la principessa Violetta-gridò Lola sorpresa e contenta -Cosa mi metto? Devo essere perfetta-agitata per poi correre al suo armadio.
-Tranquilla, qualunque cosa metterai sono sicuro che le piacerai lo stesso-disse Simon con un tono rassicurante.
-Grazie, fratellone. Sei il numero 1-disse Lola calma.-Appena ti conoscerà la principessa si innamorerà di te, ne sono sicura-
-E se non fosse così, sarai la mia complice a separarli?-chiese Simon con un sorrisetto.
-Si certo sarò la tua complice-rispose Lola con un sorriso.
Elisa guardava la scena tra i due e non le sembrava giusto tutto quello. Doveva farlo capire a Simon. Loro due avevano un ottimo rapporto e lui ascoltava sempre i suoi consigli.
-Simon, dovrei dirti una cosa-disse Elisa gentile con la divisa da domestica.-possiamo andare un attimo di là?-
-Certo per te ho sempre tempo-rispose Simon gentile.
Elisa e Simon lasciarono un attimo da sola Lola intenta a scegliere il vestito per domani e a fantasticare su quell'incontro tanto aspettato. Si immaginava di cantare con lei, di stare tra le sue braccia mentre lei le raccontava una storia e molto altro. Non vedeva l'ora di vederla li nella loro villa e stare sempre con lei.
Sali sul mini palco, mise la canzone di Te creo e iniziò a cantare.
Intanto Simon e Elisa erano sul divano nel gran Salotto.
-Simon, sai quanto ti voglio bene ma penso che tu stia sbagliando-disse Elisa seria.
-Non capisco-disse Simon confuso.
-Non è fatto giusto che tu illuda in questo modo Lola, io ho visto tuo cugino con Violetta e si nota subito che si amano molto-disse Elisa avendo a cuore il bene di Lola e cercando di farlo ragionare-e non giusto che tu voglia dividerli con il suo aiuto o che tu faccia questo a tuo cugino. è sangue del tuo sangue. E infine non dovresti insegnarle certe cose è sbagliato-
-Elisa, sai quanto ti voglio bene ma stanne fuori, non ti riguarda-disse Simon altrettanto serio.
-Mi riguarda eccome, voglio bene a Lola e non voglio che il suo cuoricino si spezzi perché alla fine Violetta non si fidanzerà mai con te e non le farà da madre-ribatté Elisa.
-E' vero sta con il mio caro cuginetto ma non è lui il suo amore vero, è il suo secondo amore e appena entrerò a far parte della sua vita e del suo mondo, si accorgerà che sono io il suo amore vero e l'unico che ama veramente-disse Simon molto convinto.
-Non ti ho mai sentito parlare così, Simon-disse Elisa preoccupata.-Che ti sta succedendo?-
-Non mi succede nulla Elisa. Violetta è solo mia, io la amo e farò di tutto pur di averla-dichiarò Simon con una strana luce negli occhi.-e tu non ti intrometterai-
Stava per parlare quando Lola entrò nel salotto con un vestitino bianco con un fiocco rosa alla vita (uguale a quello di Violetta in giorno del fidanzamento)
-Ti piace, fratellone?-chiese Lola girando su se stessa. 
-Si sei bellissima-rispose Simon con un sorriso.-Manca solo una cosa-
-Cosa?-chiese Lola curiosa.
Simon le prese la mano e la guidò nella sua stanza, lasciando la povera Elisa da sola triste e preoccupata. Lei amava Simon da quando era piccola ma lui la considerava un'amica e poi un ragazzo ricco come lui, non si metteva di certo con la domestica ma con una ragazza altrettanto ricca come lui, tipo Violetta. Quella non era una favola come Cenerentola eppure lei ci sperava sempre che un giorno non lontano lui si accorgesse di lei.  
Simon tirò fuori da un cassetto una piccola scatola con dentro un cerchietto con pietrine ovali e glielo mise in testa, Lola si guardò allo specchio con gli occhi che le brillavano.  
-Grazie fratellone-disse Lola buttandosi nelle sue braccia.
...
Casetta azzurra 
German e Ana erano sotto le coperte completamente nudi e stretti nelle braccia dell'altro dopo aver fatto l'amore proprio come quella volta quando erano ancora fidanzati, il destino li aveva fatti rincontrare e spinti di nuovo l'uno verso dell'altra. In quel posto, c'erano solo loro due, German e Ana e il loro amore mai terminato. 
-Starei ore e ore a guardarti, accarezzarti, baciarti e tanto altro ancora Ana-affermò German con voce calda, sfiorando delicatamente la sua pelle con le dite e le labbra.-Non penso che dopo la morte di Maria, poteva succedere di sentire di nuovo tutto questo neanche con Jade e nessun altra donna mi è successo ma tu Ana sei rientrata nella mia vita, hai sconvolto il mio mondo e hai risvegliato il mio cuore assopito da tempo. Ti amo e non posso immaginarmi una vita senza di te non dopo quello che è successo-
-Per me è lo stesso, non mi sentivo così da tantissimo tempo German-disse Ana con una luce brillante.-Ho amato Jorge ma rivedendoti ho capito di non aver smesso mai di amarti e poi con lui le cose stanno finendo, ci lega un legame di affetto e rispetto ma anch'io ti amo e voglio stare con te anche se so che sarà difficile all'inizio-
-Si infatti prima dovremmo lasciare Jade e Jorge e poi dovremmo dirlo a Violetta, Leon e Diana-disse German.
-La prenderanno male, lo sento-disse Ana preoccupata.
-All'inizio si ma sono sicuro che tutto andrà bene, i nostri figli vogliono la nostra felicità e capiranno Ana-disse German intrecciando le dita con le sue.-ma ora via quella espressione preoccupata dal viso, pensiamo a noi due e quando tornerà Jorge, diremo tutto a lui, a Jade e ai nostri figli e inizieremo una nuova vita insieme-
-Si-disse Ana con un sorriso.
 ...
Casa Castillo
Violetta non apri ad Olga, disse di star bene e di non preoccuparti, aveva solo bisogno di un bagno rilassante così si spoglio e si immerse nella vasca mentre Olga scese giù rassegnata da Roberto. Luca e Leon erano sul letto nella stanza degli ospiti proprio accanto al bagno, il primo aveva già raccontato la sua storia e ora toccava al secondo. Iniziò a raccontargli tutto il ballo, la sorpresa in camera sua, la cena fino arrivare a quel momento.
-Tutto era perfetto, eravamo in sintonia perfetta e stavamo quasi per far l'amore ma all'improvviso qualcosa la bloccata e mi ha allontanato per chiudersi in bagno dove è ancora -gli spiegò Leon con calma.-Io so che non mi ha rifiutato perché non voleva, so che lei è pronta, lo sento che vuole far l'amore, i suoi occhi e il suo cuore me lo dicono ma in lei scatta qualcosa, non so cosa ma è successo altre due volte. Forse sono io, le ho messo troppo ansia con questa serata troppo perfetta o le ho trasmesso le mie paure o non lo so... il non sapere cosa le succede mi sta facendo impazzire perché non la posso aiutare... che fidanzato sono se non capisco cosa le passa nelle testa... di solito lo capisco se è per Tomas o per suo padre o per altro e intuisco sempre i suoi pensieri...mentre adesso no... non so cosa fare... e lei non mi fa entrare... e se le succede qualcosa in bagno...-
Luca vedeva Leon troppo agitato in quell'ultima parte e non lo aveva mai visto così. Di solito era così sicuro di sé ma era normale, quello era un passo così importante e l'amore rende tutti un po' insicuri.
-Leon, fai un bel respiro e calmati perché in questo stato non potrai di certo aiutarla.-gli consigliò Luca mettendogli una mano sulla spalla.-Ora ascoltami, è normale a volte non riuscire a far l'amore al primo tentativo sia per ansia, sia per paura di non essere all'altezza o del dolore o altro. Anche a me è successo tre volte di non riuscire a fare l'amore con una ragazza. La prima volta è stata con la mia seconda ragazza Isabella, avevamo programmato tutto nei mini dettagli anche il giorno per farlo e per quanto lo desideravano tanto non siamo riusciti ad andare fin in fondo per via dell'ansia da parte di entrambi e poi ci siamo riusciti qualche giorno dopo, siamo andati a fare una gita e si è messo a diluviare allora ci siamo nascosti in fienile, proprio li tra la paglia abbiamo fatto l'amore. E' stato inaspettato, spontaneo e bellissimo. Quello mi ha fatto capire che non si puo' decidere il giorno in cui avere la prima volta-
In effetti lui e Violetta l'avevano programmato perché ieri sera non avevano i preservativi o se no, sarebbe accaduto in modo spontaneo. 
-invece la seconda il problema era che si bloccava su più bello perché pensava ancora al suo ex-
E se Violetta pensasse anche Tomas? Ma cosa andava pensare? Quell'ipotesi era assurda. Violetta non era più innamorata di Tomas, c'era solo lui nel suo cuore e non doveva permettere alla sua gelosia di avere la meglio sulla  sua fiducia per lei.
-ma non è il tuo caso e infine la terza per via della gelosia del mio passato e della mia ex-
Violetta gelosa di Ludmilla? No, anche quella era un ipotesi assurda e campata in aria. Non c'era nulla che Violetta poteva invidiare alla sua ex.
-Questo è assurdo, Violetta non potrebbe mai essere gelosa di Ludmilla.Lei mille volte meglio di Ludmilla e poi lei è l'unica per me, lei lo sa bene-disse Leon a quell'ultima frase.
-Ma le ragazze sono insicure quando ci sono di mezzo le altre ragazze e soprattutto le ex, posso assicurartelo-ribatté Luca con una certa esperienza-Comunque tu puoi solo rassicurarla e starle vicino in questo momento e vedrai che si aprirà a te appena sarà pronta-
-Grazie Luca-disse Leon con sorriso.-Mi sei stato utile e mi hai tranquillizzato-
-Di nulla, grazie anche a te-disse Luca alzandosi dal letto.-Ora sarà meglio andare da Cami-
-Buona nottata-gli augurò Leon malizioso.
In quell'istante Violetta si alzò dalla vasca ma con la testa piena di pensieri, mise male il piede  e scivolò, sbattendo la testa sul bordo della vasca e perse i sensi giù nell'acqua.
...
Casa Tomas 
Francesca non riusciva a dormire per il troppo temporale e per la vicinanza di Tomas, lo guardava mentre dormiva, era così bello. La tentazione di baciarlo era così tanta. Cosi si scosto le coperte, si alzò dal letto di Tomas e si accomodò sul bordo della brandina accanto a lui, il cuore sussultò mentre si chino a baciarlo con grande emozione ma Tomas si svegliò in quel momento e lei allontanò il suo viso.
-Francesca! Cosa fai qui?-chiese Tomas sorpreso.
-Io... ho...-farfugliò Francesca imbarazzata.-non riesco a dormire per il temporale, non volevo svegliarti-
Per metà era vero, lei aveva paura dei lampi ma faceva finta di nulla quando c'era lui. 
Tomas si mise in posizione seduta e disse:-tranquilla, mi sono svegliare per la sete-
Un lampo si senti cosi forte da portare Francesca a tremare.
-Tranquilla, ora passa-sussurrò Tomas avvolgendo Francesca tra le sue braccia per calmarla.
 Si calmò tra le sue braccia, lasciandosi cullare da quel dolce abbraccio e il cuore era a mille.
-Grazie Tomas, sei il mio migliore amico-lo ringraziò Francesca di cuore. 
-E tu la mia, potrai sempre contare su di me-disse Tomas dolce.-Nulla potrà mai impedirmi di correre quando ne avrai bisogno-
-Neanche Ludmilla?-chiese Francesca con timore negli occhi, sciogliendo l'abbraccio. 
-Neanche Ludmilla, te lo giuro-disse Tomas solennemente.-Vuoi dormire con me?
Cosa? Non poteva credere alle sue orecchie. Tomas le aveva chiesto di dormire con lei. Quello era un bel sogno che si avvera.
-io... si-disse Francesca con un timido sorriso. 
Tomas scosto le coperte per farla entrare, lei si mise sotto e lui copri entrambi. 
-Buona notte Francesca-
-Buona notte Tomas-
I due si addormentarono mano nella mano.
...
Casa Castillo 
Qualcosa dentro di Leon lo avvertì del pericolo e subito dopo senti insieme a Luca un rumore dal bagno. Si precipitarono con preoccupazione alla porta.
-Violetta! Che è successo?-chiese Leon in panico bussando più volte.
Ma nessuna risposta. 
-Violetta! Aprimi per favore!-disse Leon disperato, spingendo la maniglia per aprire ma nulla. Era chiusa a chiave.-Io me lo sentivo che sarebbe successo-
Leon era troppo agitato e non andava affatto bene. Anche lui sarebbe in quello stato se fosse successo a Camilla. 
-Leon, calmati e al mio tre, sfondiamo la porta-disse Luca con lucidità.
Aveva ragione Luca in quelle condizioni non poteva essere di nessuno aiuto. 
-Ok-disse Leon prendendo un bel respiro.
-Uno...due...tre-disse Luca con una bella ricorsa verso la porta.
I due stava per sfondare la porta quando la chiave si giro da sola e la porta si apri. I due si guardarono stupiti da quella strana cosa ma poi Leon si ricordo della magia del diario e della casa. Comunque non era il momento di pensare, Violetta era in pericolo.
Appena Leon entrò con Luca, notò tutto in ordine così si avvicinò alla tenda con una certa paura. Si senti morire appena la tirò alla tenda a quello scenario, Violetta priva di sensi nella vasca.
-Violetta!-chiamò Leon in panico, afferrando il suo corpo e tirando fuori dall'acqua.
Attimi di paura e di panico regnavano nell'animo e nel cuore di Leon. Aveva paura di non riuscirla a salvarla. Non poteva vivere senza di lei e tutto perché avevano deciso di fare l'amore, forse German aveva ragione nel vedere pericoli ovunque e la sua paura dell'acqua. Ma cosa sta pensando? Era il panico a l'agitazione a farlo parlare così. Non si sarebbe mai trasformato in un mini German e impedire a Violetta di vivere. Doveva star calmo come aveva detto Luca. 
La mise distesa sul pavimento, subito applico la respirazione a bocca a bocca e il massaggio cardiaco ma nulla, Violetta non si apriva gli occhi.
Violetta apri gli occhi e si alzò piano, l'ambiente circostante non era quello del bagno ma bensì di una spiaggia.
Com'era possibile? Stava sognando?
Non voleva star lì, voleva tornare da Leon. Doveva parlargli e chiarire le cose.
Poi vide una persona nel mare ma non era una qualsiasi, quella giovane donna era...
-Mamma!-esclamò Violetta sorpresa.
Ma sua madre era morta. Quindi questo volta dire una sola cosa: che era annegata nella vasca. 
-Non sei morta, piccola mia-disse Maria con voce angelica.
Violetta non potava credere ai suoi occhi. Voleva correre ad abbracciarla.
-Non venire qui, non è ancora arrivato il tuo momento-lo avvertì sua madre seria.-Devi svegliarti per te, per tuo padre, per Leon, per Ana, per i tuoi amici, per tua zia e per tua sorella hanno bisogno di te e anche tu di loro-
Sua zia e sua sorella? Ma che cosa stava dicendo? 
-Mamma, io non ho una zia o una sorella-disse Violetta sicura.
-Si ce l'hai, solo che non te lo ricordi perché eri troppo piccola e tuo padre pensa che sia troppo doloroso per te sapere di Martina-le spiegò sua madre con calma.-ma non condannarlo per questo, ti vuole bene e non è facile crescere un figlia da solo-
Senti una voce all'improvviso in lontananza.
"Ti prego, amore, non lasciarmi" 
Era Leon. Il suo tono era disperato e sentiva le sue lacrime cadere sul suo viso. 
Avrebbe voluto stare altro tempo con sua madre ma non poteva abbandonare Leon.
-Devi andare Violetta, Leon ti sta chiamando-disse sua madre con un sorriso.-torna da lui-
-Sono contenta di averti rivista mamma-disse Violetta contenta lasciando quel posto.
Intanto nel bagno...
-Non voglio neanche pensare a una vita senza di lei-disse Leon con le lacrime agli occhi.
-Non dovrai pensarci, si sveglierà-disse Luca infondendo coraggio in lui.-riprovaci-
Leon ci riprovo ancora con il massaggio cardiaco e proprio in quel momento Violetta riprese conoscenza, buttò fuori tutta l'acqua ingerita e tossi per poi appoggiarsi contro di Leon.
-Oh Violetta ho avuto paura di perderti-disse Leon con un sollievo avvolgendo il suo corpo.
-E io di non vederti più-disse Violetta lasciandosi cullare tra le sue braccia.
Tutto è bene quello che finisce bene, penso Luca a quella scena.
...
In un collegio di un paesino vicino a Buenos Aires, Hans arrivò in panico e andò subito nelle cucine da sua moglie Patricia dove lavorava come cuoca e vivavano li con la loro splendida figlia.
-Patricia! Ti devo parlare!-disse Hans con un tono urgente.
-Come mai così agitato caro?-disse Patricia smettendo di pelare le patate.
Non l'aveva mai visto così in quello stato tranne due volte e riguardavano sempre la loro figlia.
-Oggi è venuto alla spiaggia German Castillo con una donna-rispose Hans preoccupato.
Non poteva essere vero. Quell'uomo non metteva piedi in quel posto da quando non aveva ritrovato il corpo di sua figlia.
-E ora è ancora qui?-chiese Patricia mantenendo la calma.
-No, sono restato lì finché non se ne andato-rispose lui.
-Allora stai tranquillo caro, lui non può sapere che lei è ancora viva e poi non potrebbe mai incontrarla-disse Patricia calma.-sta sempre qui in collegio e nei dintorni, non ci pensa ad andare a Buenos Aires-
-In questo hai ragione ma dobbiamo impedirle di uscire per qualche giorno, non vorrei che lui tornasse ancora. Non voglio che c'è la porti via-disse Hans preoccupato.
L'attimo dopo la loro figlia entrò in cucina ( http://www.facebook.com/photo.php?fbid=300072876765768&set=pb.299375696835486.-2207520000.1357736403&type=3&permPage=1) assomigliava molto a Violetta, era solo più piccola e portava al collo un  medaglione identico a quello suo, solo che non si apriva, era incastrato. Lei si accorse subito dell'aria preoccupata dei suoi genitori.
-Che succede?-chiese lei preoccupata.
-Tua madre non si sente bene, ha bisogno di riposo ma lei continua a dire di no-rispose Hans mentendo.
Lei si avvicinò a sua madre e disse:-Mamma, vai a riposare, ci penso io in questi giorni a darti il cambio-
Aveva proprio una figlia d'oro, poco importava se non era davvero sangue del suo sangue, il destino aveva fatto in modo di far trovare a Hans quella piccola creatura nella rete e non ci aveva pensato due volta a nasconderla e a portarla da lei una volta assicurato che i suoi veri genitori avevano perso le speranze. Perché lei era l'unica figlia che poteva avere perché aveva perso già due bambini in gravidanza e il dottore le aveva detto che non poteva averne altri quindi non non avrebbe permesso a nessuno di portava via da lei nemmeno al suo padre naturale German Castillo.  
-Oh Tini, sono fortunata ad averti come figlia-disse Patricia abbracciandola forte. 
-Anch'io sono fortunata ad avere due genitori come voi-disse Tini ricambiando.
Hans guardava quella scena e giurava a sé stesso di non permettere a nessuno di dividere Tini da loro.
-Io, Rebecca e Lali vorremo andare a Buenos Aires per il mio compleanno-disse Tini entusiasta a sola idea.-Non l'ho mai vista e sarebbe bellissimo come regalo- 
Per fortuna che non ci pensava a Buenos Aires. Gli dispiaceva tanto dirle di no ma non potevano fare altrimenti, quella era la città del suo vero padre e di sua sorella Violetta.
-Mi dispiace, figliola ma non possiamo darti il permesso-disse Patricia dispiaciuta.
Tini li guardò delusa a quella risposta. Voleva tanto andarci, stava sempre lì nel collegio e nei dintorni ma sapeva che c'era un mondo tutto da scoprire.
-Ma perché no?-chiese Tini confusa.
-Perché sei troppo piccola per andare in città da sola con le tue amiche-le spiegò Hans.-e ci sono troppi pericoli lì, non sei abituata e poi l'abbiamo sempre fatto la festa qui al collegio-
Tra poco avrebbe compiuto 15 anni, non era piccola e poi i genitori delle sue amiche le lasciavano andare in città. Voleva solo un compleanno un po' diverso con le sue due migliori amiche.
-Possiamo festeggiare a pranzo con voi e l'intero collegio e di sera posso andare in città con Rebecca e Lali-disse Tini insistendo un po'.
-La risposta è sempre no, Tini-disse Hans severo.-Non insistere-
Tini si rassegnò delusa, mandò un sms a Rebecca e Lali per avvisarle e si mise a pelare le patate.
"Non è giusto, non sono più una bambina. Sto crescendo e loro non se ne rendono conto" pensò Tini triste.
...
Studio 21
Ludmilla e Maxi erano sdraiati per terra sulla tovaglia, girati verso un lato diverso con gli occhi occhi ma nessuno riusciva a prendere sonno, colpa del vento forte contro le finestre e del temporale. 
-Maxi, stai dormendo?-chiese Ludmi sottovoce, girandosi verso di lui.
-No, sono sveglio Ludmi-disse Maxi girandosi anche lui verso di lei.-Non riusci a dormire?-
-No, il pavimento è troppo scomodo, la tovaglia non è di nessun aiuto, per parlare del temporale e del vento-rispose Ludmi con voce lamentosa.-Voglio il mio letto comodo e caldo-
Non poteva darle torto. Anche lui stava scomodo su quella tovaglia.
Poi spuntò un idea nella sua mente così si avvicinò di più a Ludmi, la portò a sé e la testa si appoggiò al suo petto. 
-Va meglio così?-chiese Maxi dolce, guardandola in quei bei occhi.
-Molto meglio-rispose Ludmi con un sorriso.
Lasciandosi cullare da quel dolce e caldo abbraccio e al suono del suo cuore. Non era mai stata così vicina a qualcuno in vita sua, non aveva mai dormito con Lyon e solo ora si rendeva conto di quanto era bello ma forse era dovuto a Maxi. Chissà se con Tommy sarebbe stato lo stesso. Comunque anche se ora stavano in silenzio i loro cuore e le loro anime stavano parlando. 
Ludmi si addormento tra le braccia di Maxi al suon del suo cuore e lui passò un bel po' di tempo ad ammirarla prima di raggiungere il mondo dei sogni. 
Nessuno dei due avrebbe scordato quella nottata.
...
Babi tornò a casa stanca di aspettare Luca fuori da quella villa, ci metteva troppo tempo e forse la mocciosetta non centrava nulla. Luca entrò in casa di Camilla grazie alla chiave nascosta sotto lo zerbino, prima di salire nella sua stanza apri il frigo per bere e trovò tutti quei contenitori. Li tirò tutti fuori, li appoggiò sul tavolo e alla sua apertura usci un bel profumino e tutto era invitante. Camilla aveva preparato quei piatti con amore e dedizione. Così decise di preparare la tavola, mettendo sopra tutti quei piatti, in più la torta e delle piccole candele qua e la e un tocco personale dopo di che sali in camera di Cami per svegliarla. Era così bella mentre dormiva.
-Cami, svegliati-sussurrò Luca dolcemente, sfiorando la sua pelle con dita.
Lei si svegliò sorpresa alla voce di Luca, pensava che era un sogno e invece era lì davanti a lei e non se la aspettava di certo.
-Luca, che ci fai qui?-chiese Cami sorpresa.-E Babi?-
-Con un piccolo aiuto di Leon, sono riuscito ad andarmene prima-disse Luca con un sorriso.-e sono corso da te, amore mio-
Cami baciandolo contenta.
-Viene con me-disse Luca porgendo la mano.
Cami accese la lampada e scosto le coperte per fargli vedere il babydoll nero stile impero con fiocco in raso.
-Ti piace?-chiese Cami con un sorrisetto.
Era davvero sexy con quel babydoll, le stava a pennello e lo faceva impazzire.
-Mi fa impazzire-disse Luca prendendola in braccio per poi baciarla.-Tu non sai cosa mi stai facendo in questo momento-
-Oh lo so mio caro Luca-disse Cami con tono sexy.-Perché non ci sdraiamo e ti dimostro quanto io possa farti impazzire?-
Al tentazione era tanta ma prima portava qui e poi tutto il resto.
-Prima voglio farti vedere una cosa-disse Luca 
-Cosa?-chiese Cami curiosa.
-Lo vedrai-rispose Luca misterioso.
Luca porto Cami in braccio giù per le scale e la mise a terra all'ultimo gradino, Cami notò tappetino rosa e scia di cuoricini rossi a palloncino ai lati in direzione della cucina, emozionata percorse tutta scia e trovò la tavola era apparecchiata con piccole candele e c'erano tanti cuori a palloncino per tutta la stanza.
Luca la abbracciò di dietro e le sussurrò:-Ti piace?- 
Era senza parole... era la prima volta che qualcuno faceva una cosa per lei... e poi a nessuno avrebbe pensato ad un idea così originale.
-E' splendido Luca-disse Cami commossa a quello scenario, girandosi verso di lui per baciarlo.
-Vieni-disse Luca prendendola per mano e guidandola a suo posto.
-Anche la torta al cioccolato e fragole-disse Cami stupita.-Sei davvero unico-
...
Casa Castillo
-Sei sicura di star comoda o di star bene? Non vuoi che ti porti in ospedale?-chiese Leon premuroso seduto sul letto accanto a lei.
-Leon, tranquillo sto bene-rispose Violetta con tono rassicurante.-Poi come ha detto mia madre, non è ancora arrivato il mio momento-
Quando Violetta gliela aveva raccontato, si era spaventato da morire perché aveva davvero temuto di perderla in quell'istante ma il destino li aveva riuniti ancora una volta.
-poi non riesco a ricordarmi cosa mi ha detto su un segreto di famiglia-disse Violetta un po' confusa.-ma so che molto importante-
Più si sforzava di ricordare più quello si divertiva a giocare a nascondino nei meandri della sua memoria. 
-Tranquilla, i ricordi tornano sempre a galla quando meno te lo aspetti-disse Leon intrecciando le sue dita con le proprie.
-Sperò che sia così-disse Violetta con un sorriso.
All'attimo dopo Violetta guardo con un po' imbarazzata a Leon, pensando allo loro prima volta mancata e al disastro combinato quindi decide di affrontare il problema, grazie a quella piccola disavventura in bagno. Non voleva sprecare inutilmente un altro attimo.
-Leon, io voleva chiederti scusare per aver rovinato così la nostra prima volta-disse Violetta con la verità apporta di mano.-ma vedi tu sei così perfetto... sai cosa fare...e io ho  paura di deludere le tue aspettative.. di un essere l'altezza... di sbagliare... mi sento impacciata-
Leon la guardò con stupore a quella confezione, erano le sue stesse paure e le stesse cose dette da Luca, l'ansia della prima volta. 
-Violetta, tu non hai idea di cosa mi fai ogni volta che mi guardi o mi baci o mi tocchi o come prima con quel babydoll addosso-disse Leon prendendo la sua mano per poi portarla al suo cuore.-Lo senti come fa alla sola tua vicinanza?-
Il cuore di Leon batteva così forte da aver paura che uscisse fuori dal suo petto.
-E poi non hai rovinato nulla, abbiamo programmato troppo e questo è stato un grande errore perché dovrebbe avvenire più spontanea e poi poi non sono sono così perfetto come pensi, anch'io provo le tue stesse paure e tutti capita di sentirsi così perché è un passo importante- disse Leon dolce stringendo le sue mani.-La prossima volta che succederà sarà ancora più speciale-
Non si aspettava che lui sentiva le sue stesse paure, pensava solo lei accadeva e invece non era così. Quella confessione la rese felice.
Violetta lo abbracciò con grande felicità quando entrò suo padre con una certa preoccupazione seguito da Ana.
-Violetta, stai bene?-chiese German con ansia.-Ho avuto un brutto presentimento e Roberto mi ha detto quello che è successo-
-Si papà sto bene-disse Violetta con un sorriso sciogliendo l'abbraccio.  
-Sicura che non ti fa male la testa? Non vuoi che ti porti in ospedale per un controllo?-chiese German per precauzione e apprensione.
-Si papà sicurissima-disse Violetta sicura.
Germano la strinse forte a sé con gran affetto e lei ricambiò felice.
-Comunque stasera dormirai insieme a Ana e Leon-disse German con un sorriso. -così nel caso ti sentissi male, sono vicini a te-
Non si aspettava una proposta del genere. Che felicità!
-Grazie Grazie Grazie papà-disse Violetta entusiasmo.
Così Violetta si mise nella stanza degli ospiti tra Ana e Leon e German diede la buonanotte a tutti e tre per poi andare in camera sua con Jade, ritornata appena in quel momento. Prima di addormentarsi i tre parlarono ancora un altro po'.
Amore.Musica.Passione.
La mattina dopo Luca lasciò il letto di Camilla alle 6 per tornare a casa a cambiarsi e andare al Resto-Band senza prima darle un bacio a battito d'ali e lasciarle un biglietto e la colazione sulla scrivania mente Francesca tornò a casa senza prima aver ringraziato la mamma di Tomas per l'ospitalità e lasciato un biglietto a lui in camera. Lei notò il bel sorriso sul viso di suo fratello mentre preparava la colazione per entrambi e senti quel profumo particolare e dolce sulla sua pelle. 
Di sicuro aveva dormito da lei e ci aveva fatto l'amore.
-Sei felice,Luca?-chiese Francesca all'improvviso.
-Si molto felice-rispose Luca al settimo cielo a solo pensiero di Cami e di quella notte.
Non l'aveva mai così contento in vita sua. Babi rendeva molto felice suo fratello e  in quel preciso istante capi le parole di Camilla. Doveva scusarsi con lei e parlare con Babi.
-Fratellone ho bisogno del numero di Babi-disse Francesca con un sorriso.-per il braccialetto-
-Certo, te lo do subito-disse Luca passando la tazza e prendendo il cellulare dalla tasca.
Francesca lo abbracciò all'improvviso con slancio da dietro e chiuse gli occhi.
-Ehy sorellina che ti prende?-chiese Luca sorpreso a quel gesto.
-Ti voglio bene Luca-disse Francesca con affetto.
-Anch'io ti voglio bene-disse Luca con lo stesso affetto.
...   
-Buon giorno, mia futura sposa-le sussurrò all'orecchio Pablo baciandola la sua pelle.  
-Buon giorno anche a te, mio futuro sposo-disse Angie con voce impasta dal sonno aprendo gli occhi.
Senti subito l'odore del caffè e dei cornetti appena sfornati infatti sul letto c'era un bel vassoio. Lei si mise in posizione seduta e lui la ricopri di tanti petali di rose.
-Sei fantastico Pablo-disse Angie felice.-Non vedo l'ora di essere tua moglie-
-Lo stesso vale per me-disse Pablo felice.-E poi volevo rallegrarti la giornata visto ciò che ti aspetta allo Studio-
Ah vero, non ci aveva pensato. Da oggi Gregorio era il nuovo direttore e tutto lo Studio era cambiato di sicuro. Non voleva andarci, non era la stessa cosa senza di Pablo.
-Non ci voglio andare a lavoro, chiamo Antonio e mi do per malata-disse Angie come una bambina.
-Angie, non puoi farlo!-disse Pablo.
Angie ci nascose sotto le coperte e disse:-No, non ci voglio andare, non sarà più la stessa cosa senza di te-
-Angie, i ragazzi e tua nipote hanno bisogno di te. Non li puoi abbandonare in questo modo e poi li devi proteggere contro Gregorio-disse Pablo cercando di farla ragionare.-Chissà cosa ha in mente di fare-
Angie usci da sotto le coperte e disse:-Hai ragione, non posso farlo. Devo proteggerli-
-Ecco la mia Angie forte e combattiva-disse Pablo con un sorriso.
-Cosa fare se tu non esistessi?-chiese Angie prendendo la sua mano.
-Per fortuna, esisto e sono qui al tuo fianco per sempre-le rispose Pablo dando un bacio.
...  
Il custode apri lo Studio 21 come tutte le mattine e trovò come cosa diversa, Ludmilla e Maxi addormentati nella sala degli strumenti su una tovaglia e affianco un cestino da picnici, li svegliò subito per rimproverarli. Quello non era un luogo per innamorati ma una scuola di musica. Dopo aver spiegato il tutto, Maxi accompagno Ludmilla a casa.
Erano fermi davanti alla porta della gran villa bianca perché lei era preoccupata per la reazione del padre poiché non era mai successo di restare fuori casa senza avvisarlo. 
-Tranquilla, Ludmi-disse Maxi stringendo la sua mano.-Andrà tutto bene, tuo padre capirà-
-Tu non conosci mio padre, io sono la sua piccola ed è molto apprensivo da quando...-iniziò Ludmilla con agitazione per poi interrompersi all'improvviso.
-Da quando cosa?-chiese Maxi confuso da quell'interruzione.
-Nulla-rispose Ludmi con un sorriso sforzato e con gli occhi pieni di tristezza.
Ancora quei occhi. Cosa poteva rattristarla in quel modo? Voleva tanto saperlo per lenire il suo dolore.
Ludmilla apri la porta con le chiavi, entrò nell'ingresso di casa  (http://www.myluxury.it/foto/villa-isola_3963_3.html) con Maxi, posò a terra il cestino e alla sua vista Dolores chiamò subito il padrone per poi abbracciarla. 
-Per fortuna, state bene signorina Ludmilla-Dolores con sollievo.-Siamo stati in pensiero tutta la notte, vostro padre ha chiamato persino la polizia, temeva di una fuga da parte sua...-
-Non gli fare mai una cosa del genere-ribatté Ludmilla a quest'ultime parole.-io non...-
Non riusci ad aggiungere un'altra parola, suo padre la stringe a sé forte per la preoccupazione di quella notte passata in bianco di non vederla più ritornare a casa e Maxi osservò la scena in disparte. Era molto amata.
-Dove sei stata? Non sai quanto mi sono preoccupato, ho avuto paura di non vederti più!-la rimproverò Javier  tra il duro e disperato dallo spavento.-Non farlo mai più!-
"Io non potrei mai abbandonarlo lo sa"pensò Ludmilla con un gran dolore nel cuore.
In quell'istante Maxi si avvicinò a loro e disse-signor Ferrò sua figlia non l'ha fatto apposta, il custode ci ha chiusi dentro lo Studio 21 senza accorgersene e quando abbiamo cercato di contattare qualcuno i nostri cellulari non prendevano, poi abbiamo chiamato la polizia ma non ci hanno creduto e poi un topo ha rosicchiato il filo del telefono così siamo rimasti tutta la notte lì-
-e lui si è preso cura di me tutta la notte papà-aggiunse Ludmilla sciogliendo l'abbraccio con uno sguardo dolce e un bel sorriso.
Javier guardò l'inaspettato ospite e sua figlia e il breve sguardo scambiato tra loro.
-Ti ringrazio di averti preso cura di mia figlia-disse Javier porgendo la mano.-Come ti chiami, ragazzo?-
-Maximiliano Ponte per gli amici Maxi, sono un compagno di scuola di Ludmilla-si presentò Maxi stringendo la mano un po' e aggiunse semplice-ma non ho fatto nulla di così speciale-
La semplicità di quel ragazzo e il modo in cui faceva sorridere la sua Ludmilla lo colpi molto.
-Invece hai fatto molto, ti sei preso cura di mia figlia Maximiliano e me l'hai riportata a casa sana e salva-disse Javier con un sorriso.-e lei è la cosa più importante al mondo-
Era diverso dall'idea che si era fatto: il classico ricco con la puzza sotto il naso e invece era l'opposto. Gli piaceva molto, si notava quanto amasse sua figlia.
Si senti un brontolio dalla pancia di Maxi.
"Che figura!"pensò Maxi con imbarazzo."Mi sono fatto riconoscere subito già al primo incontro con il padre di Ludmilla"
-Scusa, non ho fatto ancora colazione-disse Maxi accarezzando la testa con imbarazzato.
-Dolores di a Isabella di aggiungere un posto in più per la colazione-disse Javier girandosi verso di lei.-Questo giovanotto resta con noi-
Il padre di Ludmilla l'aveva invitato a colazione. Un occasione in più per stare con lei, conoscere suo padre e scoprire qualcosa sulla sua tristezza.   
Questa è la prima volta che suo padre invitava qualcuno a colazione con loro compreso Lyon. Ma le faceva piacere, non voleva ancora separarsi da lui.
Il cellulare squillò nella sua tasca, Maxi lo tirò fuori e sul display compari "Casa". Già i suoi genitori, se n'era scordato completamente.
-La ringrazio ma non posso-disse Maxi dispiaciuto con il cellulare in mano.-Mi stanno chiamando i miei, saranno preoccupati e...-
Javier prese il cellulare dalle sue mani e disse:-Ci penso io a parlare con i tuoi genitori, tu fai tranquillamente colazione con mia figlia-
-Papà, ha ragione-disse Ludmilla prendendo la sua mano.-Su vieni-
Si lasciò guidare da lei verso il tavolo del soggiorno, si accomodò nella sedia accanto a lei e la tavola era piena di tantissime cose compreso la torta al cioccolato di ieri sera, era tutto così invitante. Poi vide Ludmilla andare sotto la tavola per cercare qualcosa come se aveva perso qualcosa.
Maxi la raggiunse sotto molto curioso e chiese-Che cerchi? Forse ti posso aiutare-
Lei si girò di scatto verso di lui e sfiorò le sue labbra accidentalmente, la voglia di approfondire era molta in loro e i loro cuore battevano ad unisono. Ma lei si staccò subito a quel dolce contatto e quell'emozione dentro il cuore per rispondere alla sua domanda.
-Volevo presentarti Helena la mia gatta-rispose Ludmi triste risalendo in superficie.-ma non c'è. Di solito è sempre vicino al tavolo-
-Tranquilla, me la farai conoscere la prossima volta-disse Maxi con un sorriso tornando anche a lui.
Ludmi lo abbracciò di slancio con grande entusiasmo per poi staccarsi subito dopo con imbarazzo. 
-Non vedo l'ora di fartela, di sicuro le piacerai molto-disse Ludmi con tutto il viso illuminato.
-Dalla foto io già adoro la tua gatta-disse Maxi tenero.
Adorava sopratutto la sua proprietaria, in quel preciso momento voleva riempirla di teneri e dolci baci.
Javier parlava a telefono con i genitori di Maxi mentre guardava la scena. Quel ragazzo era il tipo giusto per la sua Ludmilla, non l'aveva mai vista così con nessuno altra a parte lui e quelli della casa neanche con Leon. Sapeva che sua figlia poteva essere capricciosa, egoista e un po' cattivella a volte ma se lei era così, la causa era di Susanna, sua madre. Ludmilla soffriva fin da piccola per l'assenza di sua madre e non era facile crescere una figlia da sola. Però ora sembrava che con quel ragazzo aveva restituito alla sua Ludmilla un po' di felicità. 
Amore. Musica.Parole
Allo Studio 21 al centro del corridoio c'erano Andres, Napo, Braco e Maxi a ballare mentre Francesca e Cami cantavano "Veo Veo" da poco riconciliate, Gregorio usci dal suo studio al solo suono della musica e agi subito a quel ridicolo spettacolo.
-Da oggi in poi è proibito cantare e ballare in luoghi che non siano le aule-ordinò Gregorio duro con le braccia conserte.-e che non siano per le lezione o compiti assegnati. Via subito in classe! Non voglio vedere nessuno per i corridoi!-
Il gruppetto si fermò e si guardò incredulo a quella nuova regola. Era come chiedere ai pesci di non nuotare o respirare, agli uccelli di volare o tanto altro ancora. Non era affatto giusto.
-Ho detto in classe! Sgombrate il corridoio!-disse Gregorio autoritario.    
Era ufficiale lo studio 21 era entrato nell'era di Gregorio dove era proibito ogni tipo di libertà creativa al di fuori delle semplici lezioni.
Entrarono depressi nella prima classe a caso sotto l'occhio attento e vigile di Gregorio prima di tornare al suo ufficio. 
Ludmilla entrò nell'ingresso tutto vuoto stranamente ma ci pensò molto, i suoi pensieri erano da tutt'altra parte e andò agli armadietti per mettere la sua borsa quando apri, dentro ci trovò una scatolina gialla e un bigliettino.
"Una Stella per una Stella" Maxi
Dentro la scatolina c'era un braccialetto di caucciù con stella dorata con L nera incisa sopra e due pietrine bianche ai lati.
Non poteva credere ai suoi occhi. Non si aspettava un regalo così e da Maxi.
Lo provò subito al polso, le andò a pennello e quel bracciale semplice valeva di più di qualsiasi regalo firmato o gioiello o diamanti come il ragazzo che glielo aveva donato.
Si toccò le labbra al pensiero di quel dolce bacio di ieri sera e di oggi sotto il tavolo. Sentiva il cuore battere forte come mai nella sua vita da uscirle dal petto da quell'emozioni e per lei era tutto così nuovo. Non sapeva cosa fare.
Era così presa da non accorgersi di Gregorio alle sue spalle.
-Mia cara Ludmilla, finalmente è arrivata-disse Gregorio sottovoce.  
-Direttore, non l'ha sentita arrivare-disse Ludmilla tornando in sé per poi girarsi.
-Volevo ricordarle del suo nuovo ruolo-disse Gregorio con le braccia conserte.
-Veramente io...-iniziò Ludmilla un po' perduta.
-Il custode mi ha riferito di aver trovato tu e quel rapper tra le braccia l'altro addormentati nella sala degli strumenti. Prima l'assistente di Beto e poi ora quel rapper. Non vorrà rovinare la sua reputazione, la sua popolarità e tutto quello che ha sempre sognato per quello lì-disse Gregorio premendo sui tasti giusti, notando il biglietto e prendendo il suo polso dove c'era il braccialetto.-Lei è una Stella, Ludmilla, colei che riporterà di nuovo il prestigio di questo Studio-gli tolse il braccialetto-questo non fa per lei, mentre questo si-aprendo una scatola blu con dentro un bracciale di diamanti.-e con me come direttore, lei è la padrona dello Studio 21-
Quel discorso, quel tono ammaliatore e quel bracciale di diamanti fecero leva in lei  e poi "Ludmilla padrona dello Studio 21" suonava perfettamente. 
Gregorio sapeva come prenderla e approfittare delle sue insicurezze e paure.
-Mi scusami ha ragione, non so che mi ha preso ma farò tutto ciò che posso per riportare il prestigio di questo studio-disse Ludmilla con un sorrisetto con quel bracciale di diamante al polso.-e per non deludere la fiducia che ha riposto in me- 
"come annientare quei gruppetto di perdenti" pensò Ludmilla cattiva. 
A quel momento arrivò Nata e Gregorio se ne andò dopo aver detto di portargli un caffè nel suo ufficio e aver buttato nella spazzatura il braccialetto di Maxi.
-Ludmilla, mi dispiace per non essere passata da casa tua e non aver riportato la tua borsa-disse Nata dispiaciuta.
-Ti scuso solo se con questa-disse Ludmilla prendendo dall'armadietto una videocamera.-filmerai Violetta-
-Ma cosa dovrei filmare?-chiese Nata confusa e preoccupata.-Non è qualcosa di illegale vero? Se qualcuno si becca? Ludmilla io non penso...-
-Nata, ti ho detto che non devi pensare ma fare cosa ti ordino-disse Ludmilla dura.-E poi ora sono la padrona dello Studio 21, nessuno mi potrà toccare e in questo modo potrò rendere la vita un inferno a quella sciocca di Violetta- terminando in un sorrisetto maligno.
Tomas arrivò agli armadietto per posare la borsa e vide Ludmilla con Nata.
-Ludmilla, mi dispiace per ieri sera-disse Tomas dispiaciuto avvicinandosi a lei.
-Tranquillo, Tommy ti perdono-disse Ludmilla.-ma non farlo mai più-
-Tomas, hai idea di come piace il caffè a Gregorio?-chiese Nata intromettendosi un attimo.
-Amaro-rispose Tomas con sicurezza. 
-E quello che penso anch'io-disse Nata per poi lasciarli soli.
Intanto Violetta e Leon entrarono nell'ingresso dello studio mano nella mano e subito notarono una desolazione in giro, nessuno a cantare e a ballare per i corridoi e da lontano nella stanza di musica videro i loro amici con l'aria depressa e subito li raggiunsero. Loro gli spiegarono della nuova e assurda regola di Gregorio e i due rimasero increduli a ciò. 
-Ragazzi, è meglio prepararci per la lezione di Gregorio-disse Camilla despressa.-Non oso immaginare cosa farà a chi arriva in ritardo ora che lui è il direttore-
-Concordo con te, Cami-disse Fran con un piccolo sorriso.-E nella pausa andiamo a prendere un mega frullato e a vedere il piccolo spettacolo di Luca almeno ci tira un po' su-
-Si almeno il Resto-Band rimane lo stesso-disse Cami con un sorriso-E tuo fratello è sempre fantastico-
-Attenta è fidanzato-disse Fran con finta minaccia per scoppiare a ridere.
-Si lo so e non mi interessa in quel senso-disse Cami fingendo.-E' un buono amico tutto qua-
"Che bugiarda" pensò Cami tra sé."Io amo tuo fratello, Fran e sperò che quando te lo diremo, non ti arrabbierai per avertelo nascosto e non si rovini il nostro rapporto"
Violetta, Leon e suoi amici sorrisero a vedere le due amiche di nuovo insieme. Era una tra le   cose più importanti e belle della vita e tutto il resto passava in secondo piano. 
-Non possiamo permettere a Gregorio di renderci tristi o depressi-disse Leon carico.-Noi insieme abbiamo la passione, l'amicizia e un sogno e lui non potrà mai privarcene-
-Si insieme siamo imbattibili-dissero in coro carichi.
Dopo essersi caricati, il gruppetto lasciò la stanza per andare nei vari spogliatoi per la lezione di Gregorio.
Spogliatoio femminile...
-Sono così contenta di vedervi di nuovo unite-disse Violetta con un sorriso mettendo le scarpe.-Come è successo?-
-E' successo questa mattina-iniziò Camilla.
Un ora prima...
In cucina Camilla mise il vassoio vuoto con sola la tazza e un piattino nel lavandino, qualcuno bussò alla porta e subito corse ad aprire in accapatoio con sotto il babydoll. Era Francesca.
-Ciao, Cami-disse Francesca con un vassoio in mano.-Sperò che non hai fatto colazione- 
-Sarà bene felice di farla con te, Fran-disse Cami contenta.
-Mi dispiace per aver detto quelle cose-disse Francesca entrando in casa.-Solo stamattina ho capito le tue parole-
-Tranquilla, Fran-disse Cami con un sorriso prendendo il vassoio e camminando verso il divano del salotto.-Le amiche servono a questo, ad ascoltarti e a dire no se sbagli-
Quando si abbracciarono sul divano, Francesca senti il suo profumo e gli era molto familiare.
-Sai il tuo stesso profumo è sulla pelle di mio fratello-disse Francesca tranquilla.
Cosa? Francesca odorava la pelle di Luca?  
-Be' è un profumo famosissimo quindi lo userà anche Babi-disse Cami cercando di star calma.
-Si è quello che ho pensato anch'io-disse Francesca prendendo un cornetto per inzupparlo nella tazza.
Cami tirò un sospiro di sollievo ma poi notò l'orologio di Luca quasi dietro al cuscino accanto a Fran. Quella notte lei e Luca avevano prima fatto l'amore sul divano per poi passare alla doccia e alla sua camera e di sicuro gli era caduto in quell'occasione. Lei abbracciò Fran all'improvviso per distrarla un attimo e prendere l'orologio per metterlo nella tasca senza farsi accorgersene per poi continuare la colazione senza altri problemi.
Naturalmente la parte dell'orologio non l'aveva raccontata.
-Penso che le cose succedano e il perché si trova nella mia mente e se non riesco a vederle da sola, ci siete voi ad insegnarmi-disse Francesca con grande affetto.-so che mi ascoltate e mi dite no se sbaglio ma la cosa più bella è che mi date la libertà di essere chi sono e quello che voglio essere. Le mie migliori amiche siete voi-
-E tu la nostra-disse Cami e Violetta con un abbraccio.
Poi quelle parole risuonavano della testa di Violetta insieme a una nuova musica.
Le due la guardarono un po' confuse a quello sguardo estraniato dalla realtà e quel bel sorriso.
-Violetta stai bene?-chiesero le due amiche un po' preoccupate.
-Si sto benissimo-disse Violetta con un sorriso-Mi è venuta in mente una cosa per festeggiare questa amicizia ritrovata-
-Che cosa è?-chiesero loro curiose.
-E' una sorpresa-rispose Violetta misteriosa.-Lo saprete domani-
-A me piacciono le sorprese-disse Cami con un sorriso uscendo da lì.
-A me no ma da te si-disse Fran anche lei con un sorriso seguendo Cami fuori con Violetta.
Spogliatoio maschile...
Dentro c'erano solo Maxi e Leon, il primo era già pronto e il secondo mancava solo la maglietta e felpa. 
-Leon, tu conosci la madre di Ludmilla?-chiese Maxi tutto d'un tratto.
Leon lo guardò confuso a quell'insolita domanda ma rispose senza problemi:-No, non l'ho mai vista ma lei me ne ha parlato, mi ha fatto vedere le sue cartoline e i posti in cui si spostava tramite un mappamondo in camera sua-
Da quella confessione era ancora più confuso, non capiva la sua tristezza e questo lo rendeva inutile perché voleva una Ludmilla felice.
-Ma perché mi chiedi questo?-chiese Leon perplesso.
-Ho sempre sentito parlare di suo padre ma non di sua madre, mi sono solo incuriosito tutto qui-rispose Maxi mentendo.
Leon non era così sicuro di questa risposta, lui fiutava subito le bugie e lo sguardo di Maxi diceva qualcosa di più.
Maxi lo salutò e usci in un lampo per evitare altre domande e trovò Violetta fuori dagli spogliatoi ad aspettare qualcosa.
-Maxi, sai dirmi se Leon è solo li dentro?-chiese Violetta molto interessata.
-Si completamente solo-rispose Maxi con un sorriso. 
-Molto bene-disse Violetta felice.-Tu non mi hai vista qui-
-Tranquilla, vai pure da lui-disse Maxi capendo le sue intenzioni.
Provo invidia per quei due, erano così perfetti e belli insieme e anche lui voleva quel tipo di rapporto con Ludmi. Si incamminò verso l'aula di danza mentre lei entrò negli spogliatoi nell'istante in cui Leon stava per mettersi la maglietta e lo abbracciò di dietro. Leon si stupì come quella volta nella doccia, da quell'intraprendenza soprattutto per il luogo scelto.
-Non pensavo che ti piaceva il pericolo di essere scoperta-disse Leon affascinato da quel suo lato, girandosi verso di lei.
-Neanch'io ma la voglia di te è così grande... da portarmi a fare... cose mai pensate prima-disse Violetta tra un bacio e l'altro.
-Tu mi vuoi far impazzire, Violetta-disse Leon con voce calda, sfilando la sua maglietta e deponendo tanti baci sulla sua pelle contro l'armadietto.
-Voglio solo darti un assaggio di stanotte-disse Violetta molto sicura con forte emozione, dando bacini sul collo. 
Scese sempre più giù accuratamente: il petto, i capezzoli, l’ombelico mentre si mise in ginocchio per tirare giù la tuta e i boxer con le mani un po' tremanti e dargli piacere nello stesso modo in cui lui glielo aveva donato nella doccia e nel suo letto. In un primo momento le paure tornarono a galla ma poi guardò gli occhi pieni di fiducia di Leon e così lasciò guidare dall'istinto e dalle sue reazione.
"Ancora non posso ancora crederci mamma"pensò Violetta con emozione."Mi stupisco sempre più di me stessa"
Leon la guardava incantato mentre si dedicava a lui e la stanza si riempi dei suoi gemiti anche se tentava di trattenersi un po' per il tipo di luogo.
"E' lei a paura di sbagliare... non sa come è brava...e il gran piacere che mi sta donando" pensò Leon in pieno piacere.
Quando l'orgasmo si stava avvicinando, allontano Violetta da li e la porto in su per baciarla con passione e gridò il suo nome nella sua bocca e venire.
-Sei stata fantastica, amore-disse Leon ancora travolto da quel forte orgasmo.
-Mi fa piacere, Leon-disse Violetta felice.
I due non sapevano di essere osservati da una terza persona.
Qualche minuto più tardi...
Quando Violetta e Leon entrano in classe con certi sguardi, notarono subito l'assenza di Gregorio e subito qualcosa li colpi al braccio. 
-Ahi!-gridò Violetta. 
-Siete in ritardo-li rimproverò Ludmilla severa.
-Gregorio non è ancora arrivato quindi calmati Ludmilla-disse Leon tranquillo, controllando il suo braccio. C'era una stellina nera e anche su quella di Violetta.  
-Errore Lyon, Gregorio non ci sarà perché da oggi sarò io la vostra professoressa di danza-confessò Ludmilla con un sorrisetto.
-Cosa!? Tu professoressa!?-esclamarono Leon e Violetta increduli.
Ludmilla professoressa. Tra le mille ipotesi sulle idee assurde di Gregorio quella non era contemplata. Quello era un vero incubo.
-Si la professoressa e metterò una stellina nera ad ogni ritardo o errore-gli spiegò Ludmilla.-chi arriverà a otto stelline, si beccherà una punizione dalla sottoscritta-
Solo a Ludmilla portava venire in mente una cosa del genere.
-Comunque abbiamo solo due minuti di ritardo, Ludmilla-disse Violetta preciso.
-professoressa Ludmilla, mia cara Violette-precisò lei.-e poi sareste arrivati in orari, se non avreste perso il tempo in altro-
-ci stavano solo cambiato tutto qui-disse Leon con le braccia conserte senza prendere la calma. 
Ludmilla schioccò le dita, Nata arrivò con una telecamera e gliela mostrò ai due. Quel filmino li ritraeva negli spogliatoi qualche minuto fa.
-Queste sono le prove mio caro Lyon-disse Ludmilla soddisfatta.
-Quella è una cosa privata, Ludmilla-disse Leon arrabbiato strappando la telecamera dalle sue mani per prendere la scheda.-Non dovevi azzardati a farlo-
Era una cosa solo di loro due, Violetta si senti violata nell'intimità e non era affatto giusto. Non capiva il perché di quel gesto e del suo odio.
Ludmilla non oppose resistenza, tanto possedeva una copia proprio nella videocamera ma Leon non lo sapeva e le serviva per una cosa.
Ludmilla prese un'altra stellina, gliela mise nel viso e disse.-Non hai capito, io posso tutto Lyon quindi non azzardarti ad alzare la voce o a sbraitare contro di me-
Leon si tolse quella cavolo di stellina dal viso e disse con fastidio:-la vuoi finire, mi stai irritando!- 
-Te lo ripeto, Lyon, sono io ad avere il comando ora e mi devi rispettare come qualsiasi professore se non di più-ribatté Ludmilla mettendo le cose in chiaro.-E ora ai vostri posti così iniziamo la lezione-
Violetta sussurrò qualcosa a Leon nell'orecchio, lui si calmò e raggiunse con lei i loro amici per iniziare quella lezione. Naturalmente Nata si beccò una stellina da Ludmilla per non fare distinzioni e lei protestò a quell'ingiustizia senza alcun risultato così sconsolata si buttò tra le braccia di quel rospo Napo d'impulso e lui prese a consolarla ma lei si staccò subito appena si rese conto della cosa, rossa in viso. Napo si accontentò di quel breve momento.
La lezione di danza iniziò nel quale Ludmilla approfittò del suo potere per togliersi di piccoli sassolini nella scarpa e riprendere Violetta in ogni momento "No, Vilu stai sbagliato", "Hai messo il piede storto", "Non si fa così" e cosi via, lei non diede soddisfazione a Ludmilla neanche quando le chiese di rifare la sequenza da sola.
"Ma io la uccido"pensò Leon furioso a quella scena.  
 -Basta, Ludmilla, stai esagerando-disse Leon esasperato.-Non ha sbagliato nulla- 
Maxi, Braco, Napo, Cami e Fran lo trattenerono subito per evitare dei guai.
-Comunque Leon ha ragione, Vilu ha fatto tutto giusto-disse Fran con tono calmo.
-Sono io la professoressa e sempre io decido se la cosa è giusta o no, sono stata chiara-disse Ludmilla.-Ma se hai tanto desiderio, puoi prendere il suo posto-
-No, Ludmilla, me l'hai chiesto a me-disse Violetta decisa proteggendo Fran.
Non avrebbe permesso a Ludmilla di prendersela con i suoi amici.
In quel momento arrivò Andres e si beccò anche lui un stellina nera.
-Andres hai 15 minuti di ritardo-disse Ludmilla severa.-Non ci siamo-
-Wow! Una stellina!-disse Andres tra le nuvole.-Ma non c'è una colorata? Sai nera è così triste-
-Andres al tuo posto-ordinò Ludmilla irritata da tanta stupidita.
-Ma cosa ho detto di male?-chiese Andres confuso a Leon.
-Non hai detto nulla Andres-disse Leon rassicurandolo.-Ludmilla si crede la padrona dello Studio tutto qui-
All'attimo dopo entrò Tomas in aula e non si beccò nessuna stellina perché lui lavorava per Berto quindi il suo ritardo non contava. Naturalmente quel tipo di cosa, diede fastidio a molti ma soprattutto a Maxi geloso di Ludmi e Tomas si accorse di quei sguardi da parte dei suoi compagni però lui non ne aveva colpa.
Il resto della lezione prosegui tranquilla e stranamente Ludmilla lasciò stare Violetta, Leon guardò la prima con gran sospetto e attenzione per capire il suo piano ma niente, continuò ad insegnare i passi di danza con molta calma. Quando Violetta senti qualcosa di strano alla sua scarpa e inciampò su Ludmilla la quale cade per terra secondo il piano e subito approfittò dalla situazione.
Leon e Tomas corsero in soccorso delle due ragazze.
-Tomas, hai visto come Violetta cerca di attirare l'attenzione su di sé e farmi fare una brutta figura con gli altri-disse Ludmilla piangendo fintamente.
Questo era troppo. Questa volta non gliela faceva passare liscia.
-Ma cosa stai dicendo? Io non ho fatto nulla-disse Violetta arrabbiata.-Sono solo inciampata per colpa delle scarpe-
Questa volta si scambiarono i ruoli, Violetta si stava scagliando contro Ludmilla e Leon la trattenerla. Aveva capito il piano di Ludmilla.
-Va tutto bene, Amore-disse Leon portando un braccio alla sua vita e stringendola a sé per poi voltandosi verso la sua ex.-Ludmilla, evita queste sceneggiate perché tanto non ci casca nessuno. Non vedi che così sei sempre più sola-
-Tommy, hai visto come sono cattivi-disse Ludmilla continuando quella farsa.-Io non ho fatto nulla-
-Non parlarle così, Leon. Non devi che la fai piangere-disse Tomas talmente manipolato e infastidito da comportamento dell'altro.-e poi ha ragione, stava facendo la lezione tranquillamente e Violetta l'ha fatta cadere-       
Violetta e i suoi amici guardarono Tomas sconvolti e delusi a quelle parole. Ancora una volta si era fatto manipolare da lei e quella che soffriva di più era sempre Violetta.
-Ah mi correggo solo un idiota come te si può fare manipolare così da lei-disse Leon con le braccia incrociate.
-A chi hai detto idiota?-chiese Tomas irritato.
-Sei sordo proprio a te-rispose Leon con tono ovvio.
-Se qui c'è un idiota quello sei tu-ribatté Tomas provocandolo a sua volta.
Quei due si stavano per arrivare alle mani ma Violetta e gli altri si misero in mezzo per evitarlo. Violetta si voltò verso di Leon con un sguardo supplicante e gli tornarono in mente "con la violenza non si ottiene nulla Leon. Non voglio che ti metta nei guai o ti fai male" così decise di lasciare stare e non passare della parte di torto.
La lezione finì finalmente così tutti uscirono dalla classe mentre Angie era fuori dalla classe per aspettare Violetta per vedere come andavano le cose e quando lei le raccontò il fatto di Ludmilla professoressa e gli altri tutto il resto, subito decise di affrontare Gregorio. Tutto quello era inammissibile.
-Gregorio, come ti è saltato in mente di nominare Ludmilla professoressa!-esclamò Angie furiosa battendo le mani sulla scrivania.-E' solo una alunna, non ha niente in più agli altri e poi non puoi permetterle di fare quello che vuole. Se le presa ingiustamente con Violetta e poi hai messo quella regola assurda di non poter cantare o ballare nei corridoi o non esprimersi se non a lezione. Questa è pura censura!-
Gregorio non si scompose e disse:-Mia cara Angie, so che non mi accetti visto la tua relazione con Pablo ma adesso il direttore sono io e non ti devo nessuna spiegazione e poi Ludmilla è più qualificata per sostituirmi, ha tutto quello che serve a questo Studio e non dovresti scaldarti tanto solo perché ti è stata toccata la piccola Violetta della quale travedi molto-
-Io dico le cose come stanno, se era una Camilla o un Braco o qualunque altro alunno, avrei fatto la stessa cosa-ribatté Angie a quella insinuazione.-Sono sicura che Antonio sarà d'accordo con me-
-ah proposito di questo, voglio che riunisci tutti gli studenti e Berto nella sala prove per comunicare tante novità-disse Gregorio con una strana luce gli occhi, lasciando Angie da sola.
Ludmilla aspetto l'uscita di Angie per entrare nell'ufficio di Gregorio, andò verso la scrivania e non riusci a resistere alla tentazione di sedersi sulla poltrona con un bel sorriso. Si sentiva la padrona dello Studio proprio come aveva detto lui e tutto quello le piaceva molto, aveva tante idee ma soprattutto come rendere la vita un inferno a Violetta.
Appena Maxi la vide li dentro con quel sorrisetto compiaciuto, decise di entrare e parlare con lei.
-Dobbiamo parlare-disse Maxi serio.
Lei non si aspettava proprio quella cosa soprattutto lì e se Gregorio vedeva Maxi lì, era nei guaoi.
-Io no quindi sparisci-disse Ludmilla dura per allontanarlo e proteggerlo.
-No, devo parlarti Ludmi-disse Maxi deciso.
-Se non te ne vai subito di qui, ti metto mille stelline nere-disse Ludmilla cercando di essere più convincente e prendendo una per poi avvicinarsi a lui.-Non costringermi a farlo Maxi-
-Puoi mettermi tutte le stelline, tanto non me ne vado-disse Maxi deciso e con uno sguardo dolce, accorciando le distanza tra loro.-Sono qui per te-
A quello sguardo dolce e quella frase il suo cuore batteva forte, Maxi si interessava molto a lei come nessuno nella sua vita ma non poteva cedere ai quei sentimenti o se no tutti quei anni di duro lavoro sarebbero andati a farsi benedire. Doveva allontanarlo così da non soffrire nessuno dei due. 
-Maxi, io sono cattiva. Devi star lontano da me e poi il braccialetto che mi ha regalato, l'ho buttato nella spazzatura-disse Ludmilla scappando via da lui.  
-Non ci credo e non lo sei, ieri notte e stamattina mi hai mostrato il contrario-disse Maxi afferrando il suo polso.-Una Ludmilla dolce e tenera-
Se continuava così avrebbe ceduto ma le parole di Gregorio riecheggiavamo nella sua mente. 
-Scordati di quella Ludmilla, Maxi, non esiste più-disse Ludmilla più convincente possibile guardando i suoi occhi-Non vedi come sono, non vedi quello che ho fatto ai tuoi amici. Come puoi avvicinarti ancora a me?-
Non lo capiva proprio. Qualsiasi altro ragazzo non avrebbe più voluto aver a che fare con lei invece lui era lì.
-Perché mi sono innamorato di te, Ludmi-disse Maxi prendendo il suo viso tra mani dolcemente.-e quella che sbatti in faccia a tutti è solo una maschera di difesa, i tuoi occhi non mentono e in fondo al tuo cuore tu sai che è così come sai che non vedi l'ora di baciarmi-
Lui aveva capito tutto di lei, questa cosa la spaventava molto perché aveva sempre avuto il controllo su tutto nella sua vita e ora Maxi aveva sconvolto tutto. Non era pronta a tutto questo.
Maxi stava per sfiorare le sua labbra quando da fuori Gregorio gridò a qualcuno della riunione in sala prove e lei lo spinse via da sé per scappare via.
"Quel ragazzo è un gran ostacolo a quello che voglio ottenere"pensò Gregorio infastidito."Devo pensare ad un modo per impedirgli di avvicinarsi a lei di nuovo"
...
Tutti erano riuniti nella Sala Prove per le nuove novità tutti depressi al sol pensiero, Angie e Berto erano preoccupati per lo più dall'assenza di Antonio, di solito era il primo ad arrivare e invece non c'era.
Le notizie comprendeva: 1) l'arrivo di un ballerino brasiliano della prossima settimana per elevare il livello della danza dello Studio e uniformarsi alla nuove tendenza globali.
Come idea non era male. Le ragazze erano entusiaste di quella notizia, un po' meno i ragazzi per un rivale in più. 
2) la composizione di una canzone da parte di due studenti da lui selezionati per far interpretare a una o due persone cosi da valutare i punti di forza e di debolezza della persona per il quale si era scritta la composizione.
Anche quello era un'altra bella idea tutto sommato. L'unica cosa che non andava era il fatto che Gregorio non faceva parlare o domandare nulla su niente neanche Angie e Berto.
-Bene, Violetta comporrà una canzone per le sue amiche Camilla e Francesca-disse Gregorio tranquillo.
Violetta era felice di quel compito nonostante tutto e aveva già un idea in mente la canzone. Le tre si sorridevano con tenerezza.
-Maximilliano comporrà una canzone per...-
Ludmilla sperava in cuor suo di cantare una canzone scritta da lui e anche per Maxi era lo stesso. I due si guardarono un attimo per poi tornare con lo sguardo su Gregorio.
-...Brenda-
(http://www.gettyimages.it/detail/fotografie-di-cronaca/argentine-actress-brenda-asnicar-of-the-youth-tv-fotografie-di-cronaca/104330028)
Con gran delusione dei due e Brenda accanto a Maxi gli sorrise contenta e lui ricambiò per gentilezza con gelosia e fastidio di Ludmilla.
Gregorio aveva appena scoperto per caso che la ragazza era innamorata di Maxi e voleva farsi avanti quindi approfittò di quella ghiotta occasione.
-Ludmilla canterà una canzone composta da...-
"Fai che non sia Leon, fai che non sia lui"pensò Violetta agitata al sol pensiero.
-...Leon-
Non era possibile, il suo grande incubo si era avverato. Ludmilla e Leon avrebbero passato ore e ore a stretto contatto per via di quella canzone e se lui si accorgeva di volerla ancora. 
Ma cosa andava a pensare? Leon l'amava. Quella gelosia la stava facendo impazzire.
Leon e Ludmilla non erano contenti di quella cosa.
3) la formazione di un gruppo speciale che rappresenti lo Studio 21 pubblicamente, gli 8 studenti prescelti beneficeranno di lezioni speciali e dalla sua totale attenzione mentre gli altri continuavano con le lezioni di tutti i giorni con gli altri professori. La lista degli 8 selezioni si sarebbe scoperta la prossima settimana.
Angie e Berto si opposero a quella idea assurda. In questo modo gli altri studenti si sarebbero sentiti diversi e inferiori e quello non era affatto giusto. Neanche a loro piaceva la loro idea di quel gruppo ma Gregorio li mise tutto a tacere con l'ultima e terribile notizia.
-Volevo informarvi che per motivi familiari il nostro caro Antonio non ci sarà per tre settimane e mi ha lasciato carta bianca su tutto quindi le mie decisione non posso essere contestate-disse Gregorio con sorrisetto compiaciuto.
Non poteva essere vero! Quello era davvero un incubo senza fine.
Con Antonio fuori gioco, Gregorio era libero di fare qualunque cosa anche espellere qualcuno.
Gregorio lasciò la sala e il panico si abbatte su tutti. Angie e Berto cercarono di tranquillizzarli, non avrebbero permesso che nulla sarebbe successo a nessuno di loro.
Tomas non sapeva quello che gli aspettava a quella notizia, ne ebbe un assaggio quando entrò nella sala degli strumenti e trovò tutto sottosopra.
Era suo compito tenere in ordine e la lezione iniziava tra 10 minuti. Era in panico.
Dallo stanzino usci Gregorio, lo avvertì di sua imminente espulsione e di mettere in ordine prima della lezione o se era nei guai.
Mettere tutto apposto in dieci minuti da solo era impossibile.
Si afflosciò sullo sgabello senza forze. Violetta entrò nell'aula, notò subito la sua faccia preoccupata e quel disastro.
-Tomas, cosa è successo qui?-chiese Violetta d'istinto e con preoccupazione nonostante tutto.
-Non sono affari tuoi-disse Tomas sgarbato.
-Che stupida! Io che mi preoccupo anche-disse Violetta arrabbiata e ferita.-Fai finta che non ti abbia detto nulla-
Stava per uscire quando Tomas la raggiunse e le afferrò il braccio.
-Scusami Violetta non c'è l'ho con te e che Gregorio vuole espellermi dallo Studio 21 in tutti modi-disse Tomas dispiaciuto guardandola negli occhi.-e se non metto apposto prima dell'inizio della lezione, sarò nei guai-    
Gregorio non poteva far questo, nessuno lo meritava. Anche se Tomas l'aveva ferita, era pronta ad aiutarlo perché nonostante tutto era il suo primo amore e gli voleva un gran bene.
-Ti aiuto io-disse Violetta con un sorriso.-In due facciamo prima-
I due misero apposto tutti gli strumenti apposto con il sottofondo musicale di "Entro yo y te".
-Finito-disse Violetta contenta per il risultato.
-Grazie Violetta per avermi aiutato, nonostante tutto-disse Tomas con un sorriso.
-Di nulla, ora devo andare a prendere una cosa nell'armadietto-disse Violetta per precauzione. 
Non voleva che Tomas si faceva strane idee in testa. 
La bottiglia scivolò dalle mani di Tomas e d'istinto la presero tutti e due, le loro mani si toccarono in un attimo e gli occhi dei lei erano così impegnati a guardarla. In quel momento entrarono Francesca, Maxi, Braco, Napo, Camilla, Ludmilla e Leon e Violetta si staccò subito da Tomas.
Leon guardò la scena infastidito e geloso e subito Ludmilla ne approfittò di quella ghiotta occasione.
-Dimmi una cosa Lyon non ti da fastidio che prima la tua ragazza faccia determinare cose con te e l'attimo dopo scodinzoli intorno a Tomas come un cagnolino-disse Ludmilla con un tono maligno e soddisfatto.
Violetta sta per parlare quando Leon usci dall'aula seccato.
-Leon! Aspetta!-esclamò Violetta correndogli dietro.
 
Fine prima parte.    
 
 
  
    
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Passati Svelati, Equivoci, Gelosie e Gregorio: Padrone della Studio 21(seconda parte) ***


Ho cambiato il titolo per dei cambiamenti improvvisi. 
A ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono la mia storia e dedico questo capitolo a  Robby_love. Grazie per la tua pubblicità.
 
                                                          Cap 9 Passati svelati, Gelosie, Equivoci e Gregorio:
                                                                        Padrone dello Studio 21(parte 2)
Casa Castillo
German e Ana erano in dolci effusioni sugli scalini della stanza di Maria, tanto lì dentro non ci andava mai nessuno tranne Violetta e Leon ma lei era l'Accademia della musica e lui allo Studio 21 quindi non c'era alcun pericolo di essere scoperti.
Proprio come la notte prima quando tutta la casa dormiva, i due si erano dati appuntamento come due ragazzini in quella stanza per mangiare un po' di gelato, parlare e naturalmente per le attività più belle del mondo: coccolarsi, baciarsi e così via. Oppure come questa mattina quando tutta la casa si svegliava, i due si erano fatti una bella doccia insieme e per poco non venivano scoperti da Jade per fortuna c'era Roberto fuori. E si il caro Roberto sapeva tutto e aveva promesso di mantenere il segreto e aiutare i due a proteggerlo da Jade e Matias fino al ritorno di Jorge.
Durante l'ultimo bacio, la mano di Ana andò casualmente nella tasca di German e toccò un pezzo metallico come una chiave. Infatti Ana non sbagliò, era proprio una chiave (http://it.123rf.com/photo_10015735_chiave-d-39-epoca-su-sfondo-bianco.html). German la guidò su per gli scalini fino alla parete in fondo (http://serievioletta.com/wp-content/uploads/2012/09/Jorge-Blanco-Habla-Si-Puedes-.png), sposto la lampada e staccò il quadro da lì per rivelare una piccola serratura nel muro e appena infilò la chiave, nell'aria risuonò una musichetta e proprio quella attirò l'attenzione di Matias il quale molto cauto, apri poco la porta e ci guardò dentro. Dal muro un fascio di luce disegno i contorni di un armadio a muro e Matias resto senza parole a quella scena soprattutto quando German lo apri per rivelare il contenuto ad Ana. C'erano tantissime cose come vari vestitini per  bambina, album di foto e un diario.
Ana si portò una piccola tutina al viso per sentire il profumo, sembrava incredibile ma profumava ancora di Martina. Nel frattempo German prese un album di questi album di foto per sfogliarlo e si fermò su una pagina in cui c'era una foto di Martina e Diana insieme all'età di due anni.
-Tini e Dia erano inseparabili-disse Ana nostalgica con un sorriso.-Una non faceva un passo senza l'altra e quante ne combinavano insieme a Violetta e Leon-
-Si mi ricordo di quella volta in cui eravamo andati in Italia per una vacanza a casa di Ornella...-iniziò German con nostalgia ma...
-Ah si Ornella la ragazza per il quale mi hai tradita-disse Ana gelosa.
-Io non ti ho tradita, se non ricordi bene i tuoi non volevano che stessimo insieme e lei mi è stata solo vicina. Ci ha aiutati perfino quando ci vedevano di nascosto ma tu non mi hai perdonato per quel finto bacio-ribatté German sicuro.-e alla fine ti sei messa con Jorge e poi io ho conosciuto a Maria nel giorno del suo compleanno-
-ma io non ho mai smesso di amarti neanche per un secondo-affermò Ana con infinito amare.-infatti ti ho scritto una lettera prima del giorno del mio matrimonio e ora è nascosta al sicuro nella cassetta azzurra-
-Ecco perché quella notte ti ho visto sotto casa mia-disse German risolvendo il mistero di allora.
-Si volevo darti la lettera ma alla fine tu stavi con Maria e non era giusto nei suoi confronti e quelli di Jorge-continuò a raccontare.-sai sono felice di non averlo fatto perché altrimenti Leon, Diana, Violetta e Martina non sarebbero mai nati e la vita senza loro non sarebbe stata la stessa cosa-
-sono d'accordo con te e poi il destino ci ha di nuovo riunito per farci stare insieme-disse German intrecciando le dita con le sue.
-si il destino è proprio imprevedibile-concordò Ana con uno sguardo dolce.-ti sorprende quando meno te lo aspetti-
Matias osservò la scena ancora più sorpreso. Se quei due comunicavano la notizia a Jade e al marito di Ana, addio matrimonio ma soprattutto soldi.
Doveva dirlo subito a sua sorella.
...
Collegio, Stanza di Tini
Tini era sul letto con Lali  (http://www.facebook.com/photo.php?fbid=296732570418476&set=pb.274367272655006.-2207520000.1358178993&type=3&theaterer) e Rebecca (http://www.esmas.com/espectaculos/galerias/4436/?id=7a) a parlare del programma del suo compleanno mentre mangiavano qualche cupcakes. 
 -A Buenos Aires c'è il Resto-Band un locale molto cool dove alcuni studenti del Studio 21 un importante scuola di musica intrattengono i clienti e la cucina è italiana-disse Lali entusiasta.-come piace a te- 
-Si e poi fanno dei frullati e dei dolci alla fine del mondo-disse Rebecca altrettanto entusiasta.-ci sono anche i cupcakes-
-Chissà se fanno anche quelli alla violetta-disse Tini con golosa.-mi piacciono tanto, mi danno una sensazione familiare ma non so cosa-
Lei non poteva saperlo ma quella sensazione era dovuta alla sua vita precedente e ultimamente capitava spesso soprattutto quando guardava il medaglione.
-Non lo so però possiamo sempre domandare quando siamo li-disse Lali con un sorriso.
-Vorrei tanto ma io non ci posso andare-disse Tini triste.-I miei me l'hanno proibito-
-Ma non è giusto, Tini!-esclamò Lali seccata.-E' il tuo compleanno!-
-Lo so Lali, ho sognato molte volte quella serata a Buenos Aires-disse Tini con un sospiro, andò alla scrivania per prendere il suo diario rosa e lillà.-ma sapete come sono fatti i miei-
Rebecca era tranquilla perché aveva già un piano per risolvere quel problema e convincere Hans e Patricia.
-Mia cugina Maya ci accompagnerà, lei è un adulta quindi i tuoi non faranno problemi-le spiegò Rebecca sicura.
-Sei geniale!-esclamò Tini felice, abbracciando Rebecca.-Non so come farei senza di te-
All'abbraccio si aggiunse Lali, anche lei felice di quella soluzione.
"Buenos Aires preparati, Tini sta arrivando" pensò Tini felice.
...       
Studio 21
-Leon! Fermati per favore!-gridò Violetta.-Non è come sembra, ti posso spiegare. Non c'è nulla tra me e Tomas-
"Non voglio che pensa una cosa del genere neanche per un secondo" pensò Violetta agitata. 
Leon si fermò fuori allo Studio, si voltò verso di lei e affermò arrabbiato:-Lo so che non sei innamorata di lui però la cosa che non riesco a capire è come mai nonostante tutto quello che è successo e ci siamo detti, tu sei andata da lui-
-Leon, io capisco che tu sei arrabbiato ma Gregorio vuole espellere Tomas-disse Violetta con sincerità prendendo le sue mani con le proprie.-e ha già iniziato con il suo piano, infatti ha messo sottosopra l'aula degli strumenti e io l'ho aiutato solamente a mettere in ordine prima della lezione. Tu sei entrato quando io me ne stavo per andare e a Tomas gli è scivolata la bottiglietta dalle mano-
Leon ascoltò la sua versione con attenzione e si penti di essersi arrabbiato in quel modo con lei.     
-Amore, perdonami-disse Leon pentito e con imbarazzo.-Hai fatto la cosa giusta. Nonostante Tomas non mi sia simpatico e penso che sia un idiota, non si merita una cosa del genere. Parleremo con gli altri e contrasteremo i piani futuri di Gregorio-
-Sono molto orgogliosa di te, Leon-disse Violetta ammirata da quelle parole.-Perché nonostante la tua antipatia per Tomas, sai la cosa giusta da fare e questo mi fa capire ancora di più quanto il mio cuore ha fatto bene a sceglierti-
I due accorciarono le distanze per baciarsi quando Gregorio si mise in mezzo e li guidò verso il suo ufficio. 
-Sta tranquilla, amore-le sussurrò Leon dolcemente avvolgendo alla sua vita con il braccio.-Non gli permetterò di farti nulla-
Appena Gregorio chiuse la porta alle loro spalle e andò la sua poltrona, l'atmosfera nello studio diventò tesa e l'ansia si impadronì di Violetta.  
-Non immaginate il motivo per il quale siete qui-disse Gregorio con uno sguardo duro.
-No, veramente no-disse Leon con un sguardo di sfida.
-Sono entrato in possesso di un video in cui vi ritrae in atteggiamenti non consoni a questo Studio-disse Gregorio serio.
Violetta era in imbarazzo a quella rivelazione. 
"Non lo so Ludmilla e Nata hanno visto il video ma anche Gregorio. Non è giusto, quello era un momento d'intimità con Leon"pensò Violetta con imbarazzo."In questo momento vorrei scomparire nel nulla" 
"Ecco perché Ludmilla non ha opposto alcuna resistenza quando ho tolto la scheda"pensò Leon furioso."Ma io la uccido"
-Quel video è stato fatto dalla sua cara Ludmilla e cosa più importante era un momento privato-disse Leon con una strana calma.-La sua pupilla ha infranto la nostra privacy-  
-Leon, sa quanto la stimo molto ma non mi importa chi ha fatto il video o se era un momento privato-ribatté Gregorio severo-Violetta non doveva entrare negli spogliatoi dei maschi e non dovevate fare determinate cose qui. Non so se Pablo vi lasciava fare ma da oggi è proibito qualsiasi effusione persino tenersi per mano quindi dovrò avvisare i vostri genitori dell'accaduto-
Era assurdo, non solo limitava la loro creatività ma adesso anche il semplice tenere per mano era proibito.     
Se Gregorio chiamava suo padre, avrebbe scoperto tutto dello Studio 21 e addio al suo  sogno, ai amici, ad Angie, ad Ana e a Leon.
Leon se ne fregava della sua stima e non si preoccupava neanche di se stesso ma per Violetta e la conseguenza di quella chiamata.
-Sono stato io a chiedere a Violetta di venire lì-disse Leon mettendo la mani sulla scrivania.-se la prenda con me e la lasci stare-
In quel modo lei era al sicuro con suo padre ma il sacrificio di Leon non era affatto giusto perché quella situazione era tutta colpa sua. Forse era arrivato il momento di dire a suo padre la verità con tutte le conseguenze.
Leon guardò Violetta e capi subito i suoi pensieri così le lanciò uno sguardo come per dire "non ci provare neanche".
-Sono commosso da tanto amore-esclamò Gregorio ironico con la mano sul cuore e terminò-accetterò la sua proposta con molto piacere e non chiamerò neanche i suoi genitori-
Quella cosa era strana e soprattutto sospetta perché Gregorio non ci ricava nulla in quel modo. Lo sguardo dei due ragazzi si incontrarono sorpresi.  
-In cambio cosa dovrei fare?-chiese Leon con sospetto con le braccia incrociate. 
-Nulla di ché, una piccola sciocchezza-disse Gregorio con finta innocenza.-come controllare la contabilità dello Studio e riferire quanti soldi abbiamo o se abbiamo debiti-
-Non dovrebbe farlo lei?-chiese Leon confuso.-E' lei il direttore-
-Si è vero ma non ho tempo-rispose Gregorio.-ho altro cose a cui pensare-
Dopo quell'ultima cosa tornarono all'aula degli strumenti da Beto per finire la lezione e subito il loro amici si avvicinarono per sapere il tutto. Ma dalle loro facce si capiva benissimo che avevano chiarito subito ma non capivano il motivo di tutto quel tempo di assenza.
-Perché Gregorio ci ha chiamato nel suo ufficio a causa del tuo stupido video-disse Leon guardando con odio verso Ludmilla.
Ludmilla lo guardò confusa e affermò:-Non so di cosa parli Lyon-
Leon non le credeva neanche con quella faccia confusa. 
-Ah no? Hai dato a Gregorio il filmato di me e Violetta mentre... lo sai benissimo per metterla nei guai ma ti è andata male perché mi ha messo in punizione solo a me-
-Io non ho dato nulla a Gregorio-ribatté Ludmilla sincera. 
-Ludmilla, smettila di mentire perché solo tu avevi quel filmato e solo tu odi Violetta per  tenderle una trappola del genere-disse Leon duro.
-E io ti ripeto che io non ho fatto nulla!-esclamò Ludmilla sincera.
Perché non le credeva? Stava dicendo la verità. Non è che se era Ludmilla, tutte le cose che diceva erano false.   
-Inutile che fai così tanto non ti crede nessuno. Ti avverto Ludmilla se farai un altra cosa del genere, me la pagherai cara-disse Leon con uno sguardo cattivo.-sai bene che io mantengo sempre le promesse-
Qualcuno si mise in mezzo a loro ma non era né Tomas o né Berto bensì Maxi anche perché Beto inciampò nel tentativo di correre per dividerli e Tomas si abbassò verso di lui in  aiuto.
-Leon, smettila di aggredirla così!-esclamò Maxi deciso.-lei non centra, non vedi che è sincera-
Ludmilla guardò Maxi come il principe azzurro sul cavallo bianco venuto a prenderla e portarla via da quell'oscurità e solitudine in cui era immersa. Lui era l'unico che le credeva veramente a parte Nata. 
Maxi difendeva Ludmilla??? 
Nessuno si aspettava una cosa del genere e tutti erano molto confusi. 
-Maxi, ha ragione. Ludmilla non ha fatto nulla-disse Nata in sua difesa.-è stata come tutto il tempo e da Gregorio non è andata-
Nata prendeva sempre le difese di Ludmilla quindi non era da prendere in considerazione.
Leon era il più confuso di tutti. Prima la domanda sulla madre di Ludmilla e ora questo. 
-Maxi, ti sei bevuto il cervello come a Tomas!-esclamò Leon esterrefatto.
-Leon, non dire queste cose!-lo rimproverò Beto.-Soprattutto non mettere Tomas in mezzo, non centra-
Dimenticava che Tomas era il pupillo di Beto.
-No, non mi sono bevuto il cervello Leon ma se voi andreste al di là delle apparenze forse capireste il mio comportamento-disse Maxi deciso.
 -Ma che stai dicendo, Maxi? Quella è Ludmilla la tarantola-esclamò Francesca sconvolta indicando con il dito alla sue spalle.
-Ragazzi, per favore non litigate-disse Beto in difficoltà.
-Già ti sei dimenticato di tutto quello che ci ha fatto in questi anni ma soprattutto a Violetta-disse Camilla cercando di farlo ragionare.
Loro erano troppo presi dall'odio per Ludmilla per accorgersi anche di quando lei diceva la verità.
-No, Camilla, ricordo bene tutto quanto-rispose Maxi fermo sulla sua posizione.-ma io riesco a vedere la sua sincerità e fare la cosa giusta a differenza di voi-
-Questo non te lo lascio dire, Maxi!-esclamò Violetta a quell'ingiusta affermazione.-Nonostante l'antipatia verso Tomas, Leon vuole aiutarlo a non farlo espellere da Gregorio-
-Cosa? Gregorio vuole espellere Tomas!-esclamarono tutti in coro sconvolti inclusa Ludmila.
-Si ragazzi è senza Antonio addio allo Studio 21 a al mio sogno-disse Tomas con una faccia triste con la tromba in mano per poi guardare Leon.-Comunque grazie per la tua proposta di aiuto, non me lo aspettavo-
-Non ringraziarmi anche se non sei mio amico, non ti augurerei mai una cosa del genere-disse Leon molto maturo.-neanche a Ludmilla per quanto la detesti-
Aveva proprio ragione Leon, una cosa del genere non si augurava neanche a Ludmilla e poi Tomas meritava di stare allo Studio come chiunque altro. 
Il gruppetto più Berto cercava di trovare una soluzione o un modo per contrastare Gregorio ma a nessuno veniva in mente un idea geniale tranne a Ludmilla. Lei voleva molto bene a Tomas fino a ieri era sicura di essere innamorata di lui ma grazie alla sbadataggine del custode, il bacio con Maxi e tutto il resto, aveva capito che era una semplice infatuazione mentre Maxi era... lui era Maxi.  
-Parlerò con Gregorio, a me darà retta-disse Ludmilla all'improvviso.
-E' un idea geniale!-esclamò Maxi con un sorriso.
-Lo so io ho sempre idee geniali-disse Ludmilla con il suo solito modo di fare.
-Grazie Ludmilla-disse Tomas a quell'idea.
Naturalmente gli altri non erano convinti di quell'idea a differenza di Maxi, Nata e Tomas. Non si fidavano proprio di Ludmilla e non erano certo da biasimarli visto tutto quello che era successo fino ad ora.
Violetta e gli altri esposero la loro diffidenza nel crederle e Ludmilla se la prese giustamente. Lei lasciò l'aula degli strumenti, Maxi la segui e Napo trattene Nata nel fare lo stesso e Tomas sottolineo il loro comportamento ingiusto nei confronti di Ludmilla. 
Nata si svincolò dalla prese di Napo e corse da Ludmilla con preoccupazione. Lei voleva molto bene a Ludmilla anche se a volte era ingiusta con lei.
Ludmilla camminò come una furia verso l'ufficio di Gregorio per affrontarlo e dimostrare il grave errore commesso da quel gruppetto. Nessuno da della bugiarda alla sottoscritta se non è vero. Non aveva mai dovuto dimostrare nulla a nessuno e neanche le importava ma ora sentiva qualcosa di diverso, era a causa di Maxi. Lui era riuscito con poco a far braccia nella sua corazza creata con anni di fatica. 
-Gregorio, ho qualcosa da dirti-disse Ludmilla sul piede di guerra sbattendo la porta.
Nell'ufficio non c'era ombra di Gregorio però trovò le prove della sua innocenza in un cassetto aperto. La videocamera con un biglietto "Guardi il video, troverà qualcosa di interessante", la scrittura era maschile e lo prese per sbatterlo in faccia a quel gruppetto.
All'inizio Ludmilla voleva lasciare la videocamera a portata di Tommy così da creare una rissa tra lui e Lyon e salvarli dai guai con Gregorio per portare Lyon dalla sua parte ma poi il pensiero di Maxi, il bacio e quelle nuove emozioni, le fece cambiare idea. Poi ad insaputa di lei, Gregorio cercò nel suo armadietto qualcosa per allontanarla da Maxi e creare ancora più odio negli altri verso di lei ma non trovò nulla perché qualcuno prese videocamera per prima.
-Ludmi, tutto bene?-chiese Maxi premuroso, vedendo una Ludmilla con una strana luce negli occhi nel corridoio.
-Si magnificamente-disse Ludmilla con le prove in mano.
-Non si direbbe-disse Nata spuntando dietro di loro con timore a quello sguardo.
I tre ritornarono dagli altri e subito Ludmilla mise la prova davanti a loro con uno sguardo compiaciuto. Gli altri notarono subito la scrittura ordinata maschile del biglietto quindi non era opera di Gregorio né di Ludmilla.
Chiunque era stato odiava parecchio a Leon, a Violetta e forse anche a Ludmilla per tendere una trappole del genere. Chi era? Quello era un vero mistero per loro. 
-Mi dovete delle scuse-disse Ludmilla a quelle prove.
-Ragazzi, questa volta Ludmilla ha ragione-disse Beto neutro.-Chiedetele scusa-
Violetta ammise di aver sbagliato quella volta con Ludmilla e non era un tipo da continuare ad incolpare anche se non centra nulla. Forse era troppo buona anche con chi non lo meritava come diceva Leon a proposito della questione di Tomas ma lei era così.
-Ludmilla, io mi scu...-iniziò Violetta dispiaciuta ma...
Leon per nulla convinto della sua innocenza disse:-Chi ci dice che non hai incaricato qualcun altro per destare i sospetti da te-
-Ludmilla hai tante persone a tua disposizione in casa quindi l'intuizione di Leon è giusta -disse Napo molto ostile per via del suo comportamento verso Nata.
"Ma io lo uccido" pensarono Ludmilla, Nata e Maxi contemporaneamente.
 La versione di Leon con le parole di Napo era più convincente di quella di Ludmilla quindi gli altri cambiarono di nuovo idea per scagliarsi contro di lei di nuovo.
Ludmilla se ne andò via prima dell'intervento di Beto e Tomas ma Maxi la segui fino agli armadietti.
-Aspetta, Ludmi!-esclamò Maxi preoccupato afferrando il suo polso.
Ludmilla si voltò verso di lui con occhi triste e affermò:-Questo non è giusto, Maxi, io non centro con questo-
-Tranquilla, io ti credo-disse Maxi dolce in un abbraccio d'amore.
-Tu sei l'unico che mi crede-disse Ludmilla ricambiando quell'abbraccio con un sorriso.-Grazie Maxi per avermi difeso anche se ti sei messo tutti i tuoi amici contro-
-L'ho fatto perché non era giusto tutto quel andare contro e poi lo sai... sono innamorato di te-le sussurrò Maxi dolcemente.
-Si però non voglio che tu litigi con loro a causa mia Maxi-disse Ludmilla sciogliendo l'abbraccio.-Non voglio che ti mettano di lato-
-Se loro sono veri amici accetteranno le mie scelte e la ragazza al mio fianco-disse Maxi prendendo il viso tra le mani e sfiorando le sue labbra l'attimo dopo.
Ludmilla si staccò con sorpresa e confusione di quest'ultimo.
-No qui-disse Ludmilla andando verso la porta della spogliatoi con certa camminata e un sguardo sexy.
Maxi la segui senza esitazioni. 
Nata era l'unica spettatrice di quello momento speciale tra loro e si emozionò perché per la prima volta vide una Ludmilla innamorata veramente, non pensava a lei ma all'altro e Maxi era il ragazzo giusto per lei. In effetti quando quella volta avevano cantato per esercizio a coppia di Angie, Ludmilla aveva cantato come mai in tutta la sua vita e si notava una certa connessione tra loro come tra lei e Napo, per tutta la canzone erano rimasti abbracciati. 
Lei e quel rospo? Cosa stava pensando? Come era finita a pensare a lui? I suoi pensieri erano su Ludmilla e Maxi. Era confusa.
Comunque apri l'armadietto, prese carta, penna e nastro adesivo e mise sulla porta degli spogliatoi un foglio con la scritta "Guasto, non entrare" con un sorriso e tornò in aula.
...
Casa Castillo 
-Spero per te che sia urgente, Matias!-esclamò Jade arrabbiata chiudendo la porta della sua stanza.-ero nel bel mezzo di in una importantissima conversazione con le mie amiche-
-Mentre tu perdevi tempo con le tue amiche, German e Ana se la spassavano alle tue spalle-disse Matias serio.
-Cosa hai detto!?-esclamò Jade sconvolta.
-I due hanno una relazione clandestina e quando il maritino di Ana tornerà a Buones Aires, comunicheranno la bella notizia a tutti-disse Matias serio.
-Non è giusto, io mi dovevo sposare con German e diventare la signora Castillo-disse Jade disperata cadendo sul letto.
 -Non disperarti sorellina, la soluzione ai nostro problemi è qui-disse Matias con un sorrisetto, posando qualcosa sul palmo della sua mano.
Una chiave. Jade guardò confuso a Matias e lui la portò nella stanza di Maria a quella famosa parete. Spostò la lampada e il quadro, infilò la chiave nella serratura e Jade resto senza parole davanti alla comparsa di quell'armadio a muro e toccò la superficie con incredulità e timore. 
Com'era possibile tutto ciò? La magia non esisteva.
Matias apri l'armadio per mostrare il contenuto a Jade e lei restò ancora più sorpresa di ciò mentre entrò in esso per curiosare e subito il diario attirò la sua attenzione. Lesse quel diario con molta attenzione, li dentro Maria parlava  dalla nascita di Martina la seconda figlia di lei e German fino alla sua tragica morte infatti c'era un ritaglio di giornale.
-German aveva un'altra figlia e non mi ha detto nulla-disse Jade infastidita.-però ne parla con quella li, non è giusto. Io sono stata accanto a lui per tutto questo tempo, non certo lei- 
-Si però Violetta non sa di questo armadio perché German non vuole rievocare il passato, dice che è troppo doloroso per lei questo-le confidò Matias con un sorrisetto.-quindi ha chiesto ad Ana di mantenere il segreto-
Quella chiave era davvero la soluzione ai suoi problemi. 
Sua sorella aveva un mente già qualcosa Matias capi dal suo sguardo cattivo.
-Qual'è il piano?-chiese Matias con molto interesse.
-Metterò nel cassetto di Vilu, la chiave insieme ad un biglietto con la calligrafia di Ana in modo da farle scoprire tutto-spiegò Jade diabolica.-e lei andrà a lamentarsi con German per avergli tenuto nascosto così lui odierà Ana e tornerà da me. Ci sbarazzeremo anche di quel ragazzino impertinente, German non permetterà mai alla sua cara Violetta di stare con lui e finalmente quella mocciosetta finirà in un collegio-
-Sei proprio diabolica, sorellina-disse Matias a quel piano.
-Lo so Matias-disse Jade con un sorriso.
"Hai le ore contate in questa casa mia cara Ana"
...
 Collegio
-La risposta è no-disse Hans categorico.
-Non capisco, Maya è un adulta quindi non ci sono problemi-disse Tini perplessa.-ci guarderà e ci accompagnerà qui verso mezzanotte-
-Tini, la risposta è sempre no-ribatté Hans un'altra volta.-Sei troppo piccola per andare lì e a Buenos Aires ti può succedere la qualunque cosa-
Lei sentiva uno strano irrigidimento ogni volta da parte di suo padre nel dire "Buenos Aires".Era uno strano comportamento, i suoi le avevano permesso di fare sempre qualunque cosa infatti giocava a calcio in una squadra di maschi e segnava anche molti goal ma se c'era da andare fuori dal loro paesino, non ci andavano mai.
-Non è questo papà. Ogni volta che pronunci Buenos Aires ti irrigidisci-disse Tini cercando di capire.-C'è qualcosa che mi tieni nascosto?-
-No, certo che no Tini-rispose Hans mentendo un'altra volta.-Non ti mentirei mai e lo sai bene-
-Ma in questo momento lo stai facendo-ribatté Tini delusa e triste.-e non capisco il perché papà-
Tini scappò via con le lacrime agli occhi e a Hans tutto questo dispiaceva ma era l'unico modo per non perderla. 
Lei si chiuse in camera sua, prese il diario e si gettò sul letto a piangere. Una lacrima scese giù, andò sul medaglione e con gran stupore di lei emanò una luce dorata.
Posò il diario sul cuscino e provò ad aprire il medaglione con le unghie ma con scarsi risultati poi prese una limetta per le unghie preferita di Lali per sforzare l'apertura e si spezzò. 
-Stupido medaglione! Perché non ti apri?-esclamò lei arrabbiata con le lacrime agli occhi.
Si tolse il medaglione dal collo e lo lanciò contro il muro per la rabbia e la disperazione e ritornò a piangere interrottamente sul cuscino.
...
Studio 21
Dopo la lezione di Beto, quest'ultimo, Violetta, Leon e ai suoi amici erano andati a parlare con Angie su tutte le azioni di Gregorio in quell'ultima ora e naturalmente insieme a Beto erano andati nel suo ufficio per protestare a quel suo comportamento senza però alcun risultato e non potevano neanche rintracciare Antonio perché era irraggiungibile nel luogo in cui si trovava.
Leon e Violetta erano in dolci effusioni dietro la porta dell'aula di musica perché c'era un guasto negli spogliatoi maschili e il medaglione di Violetta emanò una luce dorata, portando i due a separarsi. 
-Violetta, perché piangi?-chiese Leon preoccupato.
Violetta si portò una mano alla guancia, senti sotto le sue dita le lacrime e scendevano sempre di più. 
-Non lo so Leon ma non riesco a smettere-disse Violetta improvvisamente triste.
Nel suo corpo si riverso emozioni come tristezza, rabbia, delusione ma la cosa strana era... 
-Queste emozioni non sono le miei-affermò Violetta convinta.
-Come non sono le tue?-chiese Leon con espressione perplessa.   
-Sono quelle di qualcun altro-continuo Violetta confusa.-Com'è possibile Leon?-
-Non ne ho idea-disse Leon confuso quanto lei.-ma c'è qualcosa di magico attorno a te, alla stanza di tua madre e al nostro luogo segreto-
Lei non sapeva nulla della famiglia di sua madre, suo padre gli aveva sempre detto che non c'erano parenti perché sua madre li aveva persi troppo giovane.
Voleva sapere qualcosa di più sul passato di sua madre così da svelare quel mistero.
Leon si mise alla tastiera e incominciò a suonare "En Mi Mundo" per farla smettere.
Appena Violetta iniziò a cantare, la sua voce risuonò in tutta la stanza di Tini con sorpresa di quest'ultima e lo mise di nuovo a collo.
Più sentiva quella canzone più la tristezza spariva. Quella meravigliosa e misteriosa voce la conquistò subito e stravolta da quell'allegria ballò per tutta la stanza.
All'improvviso la musica si fermò dal suo medaglione però quella voce e quella canzone restarono impresse nel suo cuore.
Violetta smise di cantare e ballare e Leon di suonare quando la porta si apri. I due  avevano paura della comparsa di Gregorio e guardavano la porta con delle faccie spaventate.
-Che facce ragazzi!-esclamò Camilla entrando nell'aula. 
-Camilla per fortuna sei tu-dissero Violetta e Leon con sollievo.
-L'effetto Gregorio è ovunque, tutti gli studenti sono nel panico più assoluto-comunicò Camilla con un attenta osservazione in giro.-Ma non possiamo farci condizionare così ragazzi o se no la diamo vinta a lui-
Il discorso di Camilla era giusto ma non era semplice da mettere in pratica, soprattutto con Gregorio dietro l'angolo pronto a sbranarli ad un minimo errore in più c'era Ludmilla con le sue maledette stelline.
-Dobbiamo fare una riunione al tal proposito al Resto-Band-continuò Camilla agguerrita.
Quella era un ottima idea. Dovevano rimanere tutti uniti contro Gregorio.
-Allora vado ad avvisare gli altri-disse Leon correndo verso la porta e lasciando le due ragazze da sole.
-Ora che siamo sole, mi dici il contenuto di quel video-disse Camilla curiosa.-Leon l'ha cancellato subito appena Ludmilla se ne andata. Doveva essere qualcosa di importante da farlo arrabbiare in quel modo-
Violetta le sussurrò il contenuto nell'orecchio con guance tutto rosse.
-Tu hai fatto quella cosa a Leon qui negli spogliatoi maschili con il rischio di essere beccati-disse Cami molto sorpresa soprattutto per la sua intraprendenza.-Non me lo sarei mai aspettato da te ma è naturale dopo aver fatto l'amore, c'è desiderio e voglio di farlo ancora-
Violetta apri la bocca per parlare ma spuntò qualcuno alle loro spalle.
-Hai fatto l'amore con Leonnnnnnnn!-esclamò Francesca sorpresa ed emozionata al sol pensiero.
Le due si girarono un po' spaventate verso di lei.
-Dove, quando e come è stato? Hai sentito dolore? -chiese Francesca su di giri prendendo posto accanto a Camilla.-Lui com'è in intimità dolce e calmo o selvaggio e impetuoso?- 
Francesca era sempre così interessata ogni cosa o dettaglio sulla coppia più bella dello Studio 21. Aveva dato loro anche un nome "Leonetta".
-Veramente ero quasi sul punto di fare l'amore con lui-disse Violetta imbarazzata. 
-Ma come?-esclamarono Camilla e Francesca sorprese.
Violetta iniziò a raccontare quella bellissima sorpresa fino a quel disastro e ripete le stesse cose dette a Leon per poi aggiungere un'altra cosa.
-C'è una cosa che non ho detto a Leon e che non riesco a dire neanche a voi-disse Violetta con una voce imbarazzata.         
Leon era tornato in dietro per prendere il cellulare dimenticato per correre ad avvisare gli altri e a quelle parole si era fermato dietro alla porta.
"Lo sapevo che c'era qualcosa in più. La conosco troppo bene" Leon
-perché è stupido come motivo, non ci dovrei neanche pensare un secondo ma spunta all'improvviso nei momenti di intimità e rovina tutto- 
"Ecco spiegato il suo sguardo nel vuoto di quella volta e tutto il resto ma ancora non capisco "cosa" spunta nella sua testa"  Leon
-Se è stupido come motivo, non ti bloccherebbe nel fare l'amore con lui o in altro-disse Camilla con un tono ovvio.-Se non riesci a dirlo a noi che siamo le tue amiche, hai un grosso problema. Ma devi parlare con Leon è il tuo ragazzo e ha bisogno di sapere cosa ti succede dentro-
-Concordo con Camilla, in un rapporto la comunicazione e la sincerità sono fondamentali-disse Francesca saggia.-Le cose non dette creano equivoci e rovinano anche il più bel rapporto del mondo-
"Hanno perfettamente ragione loro, siamo una coppia e lei si dovrebbe confidare con me" Leon  
Leon decise di spingere la porta e fare l'ingresso nell'aula con aria molto disinvolta e tranquilla.
-Ho lasciato il cellulare qui-disse Leon con un sorriso.-Spero di non aver interrotto nulla-
-Tranquillo, io e Francesca andiamo ad avvisare gli altri e ci rechiamo alla Resto-Band-disse Camilla prendendo la borsa.
-Per cosa?-chiese Francesca confusa.
Camilla chiuse la porta un attimo per evitare di farsi sentire da Gregorio.
-Per la riunione contro Gregorio-disse Camilla sottovoce.
-E' una bella idea!-disse Francesca entusiasta.-Ne abbiamo proprio bisogno, Gregorio ha creato già il terrore nello Studio e il clima è molto pesante...-
All'improvviso nell'aria risuonò la canzone "Te esperare" con la voce di Luca dalla tasca di Camilla e Francesca la guardò confusa a tale proposito.
-Sono una fan di tuo fratello-disse Camilla con mezza verità trattenendo l'agitazione.-Adoro la sua voce e sono sempre l'unica a seguire i suoi spettacoli-
-Si hai ragione-disse Francesca con sorriso.-Anche Pablo ha detto che ha un talento e vuole aiutarlo-
Camilla era contenta per questo perché il sogno di Luca era uguale a suo, diventare un cantante e aveva tutte le carte in regola per realizzarlo.
Francesca continuò a dire le parole di Pablo sul Luca e il cellulare riprese a suonare un'altra volta.
-Non rispondi?-chiese Francesca confusa.
-Si certo-disse Camilla prendendo il cellulare. 
Sul display comparse il nome "Mi Amor" e Leon lesse il nome da lontano. Si aveva una supervista come quella volta leggendo quale frase nel diario di Violetta.* 
-Pronto mamma-disse Camilla camuffando la cosa.-Che c'è?-
-Mamma? Sono io Luca il tuo fidanzato ricordi-disse Luca confuso.-Ti senti bene?-
-Ora non posso, mamma sono con Francesca, Violetta e Leon- 
-Ah ora ho capito-
-Si infatti ci vediamo a casa-
-Si ti amo- 
-anch'io ti voglio bene mamma-
Appena chiuse la chiamata con un sollievo, prese Francesca sotto braccio così da lasciar soli Violetta e Leon infatti prima di uscire le due lanciarono un'occhiolino come per dire "Vai è il momento giusto". 
"Loro fanno tutto troppo facile ma vorrei vederle nei miei panni"pensò Violetta un po' arrabbiata."E' difficile confessare le mie insicurezze su Ludmilla a Leon, ho paura della verità e non so cosa farò quando lo saprò"
-Violetta, tutto bene?-chiese Leon premuroso.
-Leon, io...-iniziò Violetta prendendo coraggio.
-Si-disse Leon con un sorriso.
"Avanti Violetta dimmi quale il problema così potrò rassicurarti e aiutarti"pensò Leon in gran attesa.
-Io... voglio...-farfugliò Violetta con un po' ansia.
-Si-
-Io non voglio perderti Leon-disse Violetta preoccupata e triste.  
Era vero, aveva tanto paura di perderlo soprattutto ora che lui aveva quel compito con Ludmilla.
-Vieni qua-
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-Tu non mi perderai mai Violetta-disse Leon con tono rassicurante.-Noi staremo insieme per sempre, è un promessa-
"Oh Leon i miei dubbi spariscono ogni volta che mi abbracci o mi parli"pensò Violetta serena.
Gregorio era nel corridoio e li vide attraverso la vetrata così entrò nell'aula, sbattendo la porta e i due si staccarono allo spavento.
-Pensavo di essere stato chiaro molto prima!-esclamò Gregorio con un tono autoritario.-Nessuna effusione quando siete nel mio Studio!-
-Ma era solo un abbraccio-disse Violetta semplice.
-Sono vietati-dichiarò Gregorio severo.
Tutto questo era così assurdo. Tra poco gli toglieva anche l'aria perché respiravano troppo. 
-Leon le devo parlare quindi mi segua nel mio ufficio-disse Gregorio con tono severo.-E lei Violetta riunisca tutti gli studenti in sala prove-
Ahi! Nell'aria c'era odore di guai.
...
Nell'ufficio di Gregorio...
-Cosa voleva dirmi?-chiese Leon con sguardo ostile con le braccia incrociate.
-Alla fine di tutte le lezione resterà qui a sistemare il mio ufficio con Tomas-disse Gregorio  -e se si opporrà, la tua dolce fidanzatina ne pagherà le conseguenze-
Aveva una rabbia dentro di sé a quell'ultima frase ma spinse sul suo autocontrollo per restare zitto, lo faceva per Violetta. Comunque la vita era proprio crudele, lui  la voleva portare nel loro luogo segreto per stare un po' soli prima di tornare a casa e invece gli toccava trascorrere quel tempo in compagnia di Tomas.
Intanto Violetta aveva mandato un sms ai suoi amici dopo aver fatto il passaparola con gli altri studenti nello Studio e aspettava nella sala prove con loro l'arrivo di Leon, di tutti gli altri e di Gregorio.
Leon usci dall'ufficio di Gregorio, il corridoio era tutto vuoto e anche le aule e mentre camminò verso la sala prova, la sua attenzione si spostò sugli armadietti dove c'era Ludmilla con un'aria soddisfatta e di non so che mentre apriva lo specchietto per sistemarsi i capelli disordinati con lo sguardo e canticchiava allegramente. All'improvviso spuntò dalla porta dello spogliatoio Maxi e andò ad abbracciare Ludmilla da dietro, deponendo un bacio sul collo.
-Dai Maxi, non mi distrarre-disse Ludmilla con un tono dolce guardando con lo specchietto al suo collo-Mi hai lasciato un succhiotto-
-Non ti piace?-chiese Maxi confuso.
-Di solito no ma da te si-disse Ludmilla girandosi verso di lui e buttando le braccia al collo.-mi fa sentire tua-
-Anche me piace, dice "attenzione ragazzi, lei è di qualcuno e di nessun altro"-disse Maxi con uno sguardo innamorato avvolgendo la sua vita.
-Si solo tua, Maxi-affermò Ludmilla con un sorriso.
I due si guardarono in giro per vedere se c'erano qualcuno e Leon si nascose bene la testa dietro alla porta e appena si assicurarono di quella cosa, i due congiunsero le loro labbra in un lungo bacio d'amore.
Non poteva credere ai suoi occhi. Chi era quella e che ne aveva fatto di Ludmilla???. Lei odiava i succhiotto. Ludmilla e Maxi erano innamorati??? Non si sarebbe mai immaginato una cosa del genere. Stava arrivando l'apocalisse e lui non ne sapeva nulla. Comunque ora capiva tutto. Chissà da quando andava avanti quella storia? Anche se fino a ieri Maxi era innamorato di Mara quindi era una cosa improvvisa.
Si allontanò al rumore di una porta e raggiunse la sala prove e Gregorio si incamminò nella stessa direzione e notò subito Ludmilla tra le braccia di quel rapper mentre si baciavano. 
"Così non va proprio, questo mi fa allontanare di più dal mio obbiettivo"pensò Gregorio arrabbiato."Ma riuscirò a separarli, parola di Gregorio"
Nell'ingresso entrò il gruppetto capitanato da Camilla e subito gli urlò di andare in sala prove per la riunione, questo portò Ludmilla e Maxi a staccarsi immediatamente e a recarsi uno alla volta senza destare sospetti per ora.
Sala Prove...
Gregorio era nella sala prova con la pallina in mano, tutti mormoravano tra loro per il motivo misterioso di quella riunione e quando Angie e Beto entrarono per dare sostegno agli altri, Gregorio li cacciò fuori subito. Quella era una riunione tra il direttore e gli studenti.
-Che bello trovarvi tutti riuniti qua-disse Gregorio con un sorrisetto, giocando con la pallina  all'arrivo degli ultimi studenti inclusa Ludmilla.  
Girò intorno a loro con uno sguardo penetrante e si fermò davanti a Camilla.
-specialmente lei-
-Perché?-chiese Camilla con sguardo di sfida.
Violetta e gli altri guardavano la scena un po' spaventati per Camilla mentre Ludmilla era totalmente indifferente.
-Ho saputo della riunione contro di me al Resto-Band tra qualche minuto-rispose Gregorio con un sorrisetto tornando al centro.-e lei è l'artefice di tutto-
Lo stupore dilagò e un mormorio si innalzò in tutta la sala.
Erano stati molto attenti nel passaparola e nessuno a parte Violetta, Francesca e Leon sapeva che l'idea era di Camilla.
-Io so tutto ragazzi-disse Gregorio con sorrisetto.-Questo è il mio Studio-
-Veramente è di Antonio, lei è solo il direttore perché lui è troppo buono e non vede quanto lei è malvagio-disse Camilla agguerrita camminando verso di lui.-mica si aspetta tutto questo e lei sarà licenziato al suo ritorno-
-Si ha perfettamente ragione-concordarono Violetta, Leon e gli altri tranne Ludmilla.
-Silenzio! Antonio non c'è mia cara Camilla quindi comando io-disse Gregorio duro.-e non le conviene di sfidarmi in questo modo-
-O se no che mi fa?-chiese Camilla a tono.
-meglio che non lo sa per ora-disse Gregorio misterioso.-Comunque tutto voi avete già una nota negativa sulla mia agenda, naturalmente tranne lei Ludmilla. So che lei non centra nulla-
Ludmilla guardò Maxi con uno sguardo come dire "Io non sono stata" e lui rispose con un altro sguardo "tranquilla, lo so" mentre gli altri la guardavano con un certo odio naturalmente tranne Nata.
-Ora se io vengo a sapere che lei complotta un altra volta contro di me-avvertì Gregorio puntando il dito contro di Camilla.-io la....-
Gregorio starnutì in quell'ultima parola e nessuno capì nulla.
-Eh???-esclamarono tutti in ansia.
-La sospendo-ripeté Gregorio con un sorrisetto.
-Ahhh-dissero tutti in coro.
-Ah che?-chiese Camilla voltandosi verso i suoi amici.
-Comunque lei è in punizione per aver tentato di complottare contro di me e avermi parlato in questo modo-disse Gregorio duro.-Resterà dopo l'ultima lezione insieme a Leon e a Tomas a sistemare il mio ufficio-
-Cosa?-esclamò Tomas sorpreso.-Io non ne sapevo nulla-
-Io l'ho saputo qualche minuto fa-disse Leon con certo fastidio.
Violetta non riuscì a credere a quella situazione e poi mettere insieme nella stessa stanza Tomas e Leon era un vero suicidio. Quei due si detestavano e sapeva già la fine di quella serata però era più tranquilla al pensiero di Camilla con loro.
-Ora vi lascio-disse Gregorio con un sorrisetto.-pensate bene alle mie parole perché posso sospendervi o peggio espellervi quando e come voglio- 
Gregorio se ne andò e il panico dilagò sempre di più.
-Ragazzi, non fate così-gridò Camilla richiamando attenzione su di lei.
I ragazzi si fermarono subito per prestare l'attenzione.
-Ma non capite che proprio questo è il suo obbiettivo. Non possiamo dargli questa soddisfazione-
-Ha ragione ragazzi-concordo Leon prendendo posto accanto a lei.-Così faccio solo il gioco di Gregorio-
-Ma come ha fatto a sapere che l'idea era di Camilla?-chiese Violetta pensierosa.
-Secondo me c'è una spia ragazzi-disse Camilla e aggiunse con lo sguardo verso Francesca.-Tu hai notato qualcuno?-
-No, non c'era nessuno-rispose Francesca ricordando la scena nella sua mente.
-Io ho visto Nata-disse Brenda accanto Maxi.-e si guardava attorno con aria sospetta-
-io non ho fatto nulla-disse Nata con voce piccola dietro Ludmilla.
Lei controllava solo per coprire Ludmilla e Maxi negli spogliatoi maschili.
Ludmilla non sopportava già quella ragazza perché avrebbe lavorato a stretto contatto con Maxi e ora ancora più per il fatto che incolpava la sua migliore amica senza prove.
-Ehy nessuno accusa la mia amica ingiustamente-disse Ludmilla furiosa in difesa di Nata puntando contro il dito.-e la fa franca-
-Non mi fai paura, biondina!-disse Brenda con tono di sfida con le braccia incrociante.- guardati un attimo: sei sola, nessuno ti sopporta, non hai un straccio di ragazzo perché si sa che Tomas ama Violetta e tu sei solo un ripiego e la tua amica ti sta vicino solo perché ha paura di te e di quello che potresti farle una volta chiuso con te. Ti credi tanto una stella e ti atteggi a tale ma non sei altro che una ragazza piena di insicurezze e che maltratta gli altri perché ha paura-
Quelle parole la ferirono profondamente perché era la verità. Però aveva Maxi ma presto anche lui si sarebbe stanco di lei perché era inevitabile, tutti lo facevano.
Accade una cosa che nessuno si aspettava. Dagli occhi di Ludmilla scesero delle lacrime e tutti rimasero stupiti.
-Lasciala stare-disse Maxi stringendo Ludmilla a sé.
-La bambina si è messa piangere per la verità-disse Brenda con un tono cattivo.-perché non lo dici alla mammina. Ah vero non puoi perché ti ha abbandonata quando avevi solo otto anni, neanche lei ti sopportava...-
Quella ragazza era mille volte peggio di Ludmilla.
-Tagliala!-esclamò Leon all'improvviso con uno sguardo freddo.
Ludmilla abbandonata dalla madre??? Nessuno se lo aspettava compresso la sua migliore amica Nata e suo cugino Napo. Lui sapeva un altra versione e anche lei.
Ludmilla scappo via da lì perché Brenda avrebbe raccontato il resto della verità e lei non voleva assistere a quella scena. Maxi le corse dietro, ora capiva la sua tristezza.
-E invece voglio dire tutto perché la madre di Ludmilla è una...-
-Non vogliamo saperlo-disse Camilla ostile. 
-Sono cose private e solo sue-dissero Nata e Napo ostile.
Perché non si era mai confidata con lei? Era la sua migliore amica.
-Si infatti, non hai alcun diritto di dire questa cosa su di lei-disse Violetta in difesa di Ludmilla toccata da quell'argomento.-o altro-
Sapeva molto bene cosa voleva dire crescere senza di una madre, era una cosa troppo brutta. Per Ludmilla era stato ancora più difficile perché per otto anni c'era stata e poi se n'era andata.
-Come fai a difenderla quando lei ti ha fatto del male da primo giorno?-chiese Brenda stupita.
-Perché so quello che si prova e così non hai fatto altro che recarle un dolore-disse Violetta dispiaciuta per Ludmilla. 
-Sei così troppo buona, cara Vilu-disse Brenda con un sorrisetto.-da perdonare chiunque e anche chi non se lo merita proprio. Tua madre è morta ma tu non ti comporti male con tutto il mondo per questo-
-Come diceva mio nonno "Ognuno reagisca al dolore in diversi modi"-disse Francesca a quelle parole.
-Con questo che vuoi dire?-chiese Brenda a tono.-Che è giusto?-
-No, non è giusto ma almeno lei ha un motivo per il suo comportamento-rispose Francesca. 
-Già e poi Ludmilla non ha mai attaccato nessuno sul passato come invece hai fatto tu-aggiunse Camilla.
-E' incredibile basta una storiella del genere a farvi cambiare idee-disse Brenda sorpresa.-Ma io non mi faccio intenerire perché nulla giustifica il suo comportamento-
Alcuni ragazzi si schierarono con Brenda mentre altri con Violetta & company a favore di Ludmilla.
Fuori dallo Studio 21
Maxi trovò Ludmilla su una panchina a piangere, si avvicinò pian piano e appoggiò la mano sulla sua spalla.
-Sai le ultime parole di mia madre non sono state "Ti voglio bene","Tornerò presto da te" o "Mi mancherai" ma "Sei stata un errore", "Non saresti mai dovuta nascere!" e per finire "Mi hai rovinato la vita"- disse Ludmilla singhiozzando come una bambina mentre le lacrime scendevano sempre di più.-E non sai quanto ho sperato in questi anni di vederla nell'ingresso di casa e dirmi "Perdonami, piccola mia, ho sbagliato ma la tua mamma è di nuovo qui e non ti lascerà mai più" ma lei non è più tornata e così...-
Che cose brutte da dire ad una figlia. Non c'era da biasimarla se aveva retto una barriera tra lei e gli altri per non essere ferita allo stesso modo come aveva fatto sua madre tempo fa.
-così hai deciso di farti una corazza e di ferire gli altri nello stesso modo di tua madre giusto-disse Maxi capendo i suoi pensieri.
Ludmilla si voltò verso di lui con il viso pieno di lacrime e continuò convinta-si perché se la persona che ti ha dato la luce ti abbandona, allora lo faranno anche gli altri prima o poi. Quindi non puoi fidarti di nessuno neanche a chi ti dice di volerti bene o amarti perché hai sempre il terrore di vederla andar via da te o che si stanchi di te come è successo quando eri solo una bambina...-
Capiva le sue paure ma così si preclude ogni possibilità di essere felice. Poi gli trasmetteva altre sensazioni negative come...
-...E a volte quando ripenso a quelle parole dette da mia madre, nella mia mente ci formano pensieri come "Aveva ragione, non sarei mai dovuta nascere. Per colpa mia mio padre ha perso una moglie e persone come Nata, Violetta, Tomas e altri soffrono a causa mia e delle mie azioni orribili"...-
-Non devi neanche pensarlo neanche per un secondo!-esclamò Maxi prendendo le sue mani tra le proprie.-Tua madre ha sbagliato a dirti quelle cose e tu hai reagito di conseguenza ma  gli altri non ti abbandoneranno se ti farai conoscere per il tuo vero io e non per quello che vuoi apparire. Sopratutto io non ti abbandonerò mai, non ora che ti ho trovata finalmente-
-Non farmi promesse come questa, Maxi-disse Ludmilla sulla difensiva togliendo le mani dalle sue e chiudendosi di nuovo a riccio.-Tu non sai cosa può accadere tra qualche giorno o mese o anno. Potremmo anche lasciarci in giro di una settimana- 
Quella era solo una difesa, la paura di non aver nulla sotto controllo e della incertezza del futuro e lei non era per niente abituata.
-Io ti amo, Ludmi, voglio stare con te per tutta la vita-dichiarò Maxi tremendamente innamorato prendendo di nuovo le sue mano- e se mi darai la possibilità, te lo dimostrerò giorno dopo giorno-
Scesero altre lacrime dal suo viso ma questa volta di commozione per quella bellissima dichiarazione mai ricevuta prima.
-Io non so...-iniziò Ludmilla tra paure e incertezze.
-Puoi darmi una risposta quanto vuoi, io non ho fretta-disse Maxi con tono rassicurante.-ti aspetterò per tutta la vita se sarà necessario, non voglio rinunciare a te per nulla al mondo-
Il cuore di Ludmilla era pieno di felicità. Una felicità da tanto agognata da tutta la vita.
-Vieni, ti porto a casa-disse Maxi con sorriso.
Maxi e Ludmilla se ne andarono mano nella mano e Violetta e Leon uscirono da dietro l'albero.
-Povera Ludmilla-disse Violetta con le lacrime agli occhi per la sua storia.-Ora capisco tutto quanto-
Leon la strinse a sé e disse:-Mi sento in colpa sai-  
-In colpa?-esclamò Violetta confusa sciogliendo l'abbraccio.
-Si perché non ho capito mai nulla in tanti anni insieme-rispose Leon con i sensi di colpa.-Se solo lei me lo avrebbe detto, io avrei potuto aiutarla o fare qualcosa-
-Non dire così, Leon. Lei non era pronta a confidarsi-disse Violetta prendendo le sue mani.-e come mi ha detto tu una volta"tutto ha una ragione". Forse Ludmilla si doveva aprire con Maxi perché è il suo vero amore-
-Già Maxi e Ludmilla strano da dire ma sono una bella coppia-disse Leon con sorriso.
-Spero tanto che Ludmilla si lasci amare da lui e si fidi delle persone-disse Violetta con speranza.-e se me lo permetterà, sarò sua amica-
-sarà molto fortunata ad aver un amica come te, Violetta-disse Leon a quelle parole.-perché il suo cuore sarà al sicuro con te-
Violetta aveva un cuore d'oro, quello era uno dei tanti motivi per cui era tanto innamorato di lei.
....
Villa Ferro
Appena Maxi suonò alla porta con un braccio intorno alla vita di Ludmilla, Javier apri con sorpresa al ritorno così presto di sua figlia e si preoccupò molto a suoi occhi rossi e del dolore dentro di lei.
-Che hai, piccola?-chiese Javier con preoccupazione.
Ludmilla non riusci a parlare dell'accaduto allo Studio e allora ci pensò Maxi.
-A scuola una ragazza ha aggredito senza motivo a Ludmilla e ha rivelato a tutti il fatto dell'abbandono-rispose Maxi con tono triste.
Javier sapeva quanto quell'argomento creava un dolore in lei. Era una cosa che ancora a distanza di tempo le creava molto problemi nelle relazioni con le altre persone al di fuori della casa.
Javier la strinse forte a sé per dare tutto l'amore e il conforto possibile e Ludmilla si senti completa con suo padre e Maxi al suo fianco.
-Grazie per prenderti cura di lei-disse Javier di cuore.
-Amo molto sua figlia forse da tanto tempo e tutto quello che voglio è renderla felice per il resto della sua vita.-dichiarò Maxi togliendosi il cappello con il cuore pieno di emozioni.-Non sono mai stato più sicuro di così in tutta la mia vita-
Era la prima volta che dichiarava le sue intenzione al padre di lei e non era una coincidenza se si trattava proprio di Ludmilla.
Aveva visto proprio giusto su quel ragazzo. Finalmente la sua Ludmilla sarebbe stata felice. 
-Se vuoi rendere felice la mia Ludmilla, hai la mia totale benedizione-affermò Javier felice abbracciando Maxi forte.-e quindi sei il benvenuto in questa casa a qualsiasi ora-
La benedizione di Javier era una cosa importante e gli riempiva il cuore di gioia perché per la prima volta in vita sua finalmente il destino era dalla sua parte.
Lei si era accorta subito dell'adorazione di suo padre per Maxi e questo la riempiva il cuore di felicità.
-Io vado da Cinzia a farti preparare una tisana mentre tu mettiti nel letto-disse Javier premuroso dando un bacio sulla fronte.
-Io posso andare con lei?-chiese Maxi un po' imbarazzato.
-Che domande! Certo che si-rispose Javier con sorriso lasciando l'ingresso.
Ludmilla prese la mano di Maxi con un po' di agitazione e lo guidò su per le scale verso la sua stanza, la sua villa era grandissima e nel primo piano c'erano così tante porte ma lui individualizzò subito quella di lei perché c'era una stella gialla con il nome "Ludmi".
Appena lei apri la porta, Maxi entrò nella stanza con il pavimento ricoperto da un grandissimo tappeto fucsia e subito la sua attenzione si sposto a destra sul letto grande rosa con tanti piccoli cuscini.
Il letto di Ludmilla non era fatto come nella sua immaginazione.
-Questo non è il mio letto ma quello per le mie amiche per il week-end-gli spiegò Ludmi a quell'espressione confusa.-ma l'unica amica che ho è Nata quindi solo lei ha avuto questo privilegio-
Notò sempre in quella direzione in fondo, un grande armadio nero a muro con le maniglie fatte a forma di L in corsivo argentate. Ludmilla apri subito le ante scorrevoli e Maxi restò senza parole alla sola vista del suo interno. 
-Questo il mio guardaroba-disse Ludmilla con grande orgoglio.
A destra: due scaffali pieni di cassetti per i vari accessori con una targhetta specifica, un altro con borse di ogni tipo e colore e infine quello per le scarpe. 
A sinistra: scaffali pieni di abiti per tutte le occasioni.
Per finire in fondo al centro un grande specchio.
Una volta fuori di li, Maxi guardo a destra ( vedere la seconda foto http://glamorousinteriors.blogspot.it/2009/11/fresh-pink.html) e sotto la scala c'era uno scaffale pieno di piccoli riquadri con CD, foto sue con suo padre, Leon, Nata e Andres, libri e vari oggetti.
-Su questo lettino mi rilasso, ascolto musica, vedo un film, leggo un libro o scrivo qualche canzone-spiegò lei con un sorriso.
Infatti proprio di fronte ad essa in fondo c'era un grande stereo e solo in quel momento si accorse di una bacheca sopra la scrivania. Su di essa c'erano tutte le cartoline da parte della madre di Ludmilla.
Come poteva essere possibile? Ludmilla gli aveva raccontato di non aver visto più sua madre.
Tutte quelle cartoline erano piene di parole affettuose e la date erano dopo il suo abbandono.
-Sono tutte scritte da me-disse Ludmilla alla sua espressione confusa.
-Tu! Come è possibile?-esclamò Maxi ancora più confuso.-all'epoca avevi solo otto anni-
-Già dalla tenere età sapevo imitare la scrittura di mia madre-disse Ludmilla con malinconia e dolore.-sono tutte le cartoline che avrei voluto ricevere in questi anni e mi sono creata un altra versione per soffrire di meno-
Maxi la stringe a sé per darle conforto e lei si lasciò cullare in quell'abbraccio.
-Grazie Maxi-disse Ludmi di cuore.-Mi sentiva proprio-
-Sono qui per darti tutto quello di cui hai bisogno-disse Maxi con sorriso.
Dopo quel dolce abbraccio, Ludmi portò Maxi su per scale dove c'era il suo letto fucsia e nera con testata imbottita in tessuto e sopra una grande L e una stellina in argento. Sul lato sinistro del letto il comodino con una lampada in stoffa fucsia e il lettino fucsia e nero di Helena ( tipo questo http://www.haisentito.it/articolo/hotel-per-gatti-lusso-a-cinque-stelle-al-cat-s-dream-hotel/52499/e). Nel lato destro un paravento ( come quello della terza foto http://glamorousinteriors.blogspot.it/2009/11/fresh-pink.html) e un mobiletto con specchiera e sgabellino nero per il trucco infatti sopra c'era un rossetto, alcuni profumi e anche un telefono a forma di scarpa.
-Wow!-esclamò Maxi alla fine. 
Gli piaceva molto questa stanza e anche i colori, nero e fucsia con una nota di argento.  
-Ti piace?-chiese Ludmi un po' nervosa. 
-Sono senza parole... è fantastica!-esclamò Maxi con entusiasmo.-Una camera degna di una Stella come te, Ludmi!-
Ludmilla si sdraio sul letto con un gesto di mano invito a Maxi a fare lo stesso, lui si accomodò e lei con un scatto felino si avvicinò a lui e lo baciò con sensualità ma lui si staccò con gran stupore di lei.
-Perché ti sei staccato?-chiese Ludmi confusa.-Pensavo che mi volessi-
-Certo che ti voglio e anche tantissimo ma tu in questo momento sei troppo vulnerabile-le spiegò Maxi con sincerità.-E non voglio approfittarmi di te-
Lei si commosse a quelle belle parole. Se era qualcun altro a questo lo avrebbe fatto e invece Maxi era diverso da qualcuno altro ragazzo.
Non poteva far almeno di baciarlo in quel fragiente del genere.
-Ho visto che ti piacciono i profumi-disse Maxi dopo quel bacio indicando il mobiletto.
-Si da sempre i profumi sono una mia grande passione, starei ore ed ore in profumeria ad annusarli ed inebriarmi della loro essenza-confessò Ludmi con grande passione.-Non uscirei mai senza, mi sentirei nuda! E un giorno quando sarò famosa, creerò il mio profumo e porterà il mio nome...-
Il modo in cui parlava dei profumi era uguale a quello per il canto.
A poco a poco stava scoprendo tante cose nuove su di lei.
-Sai tu sei l'unico a sapere di questo mio piccolo sogno-disse Ludmi dolce.
Maxi era felice di tale onore, voleva dire che lei lo riteneva molto importante per confidarsi.
-Non sai quanto sono contento che tu ti apra cosi-disse Maxi contento.
-non lo so come è successo e neanche il perché ma mi viene naturale dirti o mostrarti delle cose molto personali e non mi è mai successo in vita mia-disse Ludmilla sincera.-per esempio ora vorrei portarti di una stanza-
-Che stanza?-chiese Maxi confuso.
-Se mi prometti di non rivelarlo a nessuno, ti ci porto-disse lei con un po' di paura.
-Io Maxi Ponte prometto solennamenete di non rivelare a nessuno il segreto del stanza-disse Maxi con una mano alta e l'altra sul cuore.   
"Posso fidarmi di lui, il mio cuore mi dice che non mi tradirà"pensò Ludmilla a quel giuramento sincero.
Lei lo prese per mano con una totale fiducia in lui e lo guidò fuori dalla sua stanza, percorse il luogo corridoio e si fermò davanti all'ultima porta.
-E' questa-disse Ludmi abbassando la maniglia con fiducia trattenendo le sue paure.
Maxi restò molto colpito nel contemplare quella stanza.
In quella stanza c'era un letto a baldacchino con sopra e intorno tantissimi peluche e bambole.  
-E' stupenda!-esclamò Maxi.-Questa stanza mette in risalto il tuo lato tenero e la bambina dentro di te. Non dovresti vergognatene perché è una cosa bellissima, Ludmi-
Ancora una volta lei rimase sorpresa dalla dolcezza disarmante di Maxi.
-Pensavi che ti prendessi in giro per questo vero?-chiese Maxi alla sua espressione sorpresa. 
-Si perché mi è successo una volta in passato con un ragazzo-rispose Ludmi con un voce un po' strana.
-perché ho la sensazione che questa storia sia brutta-disse Maxi percependo il suo stato d'animo.   
Ludmilla prese Maxi per mano e lo portò sul letto per stare più comodi e per prendere il coraggio di raccontare quella storia.
Non era facile da dire... quella storia era così dolorosa per lei... ma voleva aprirsi con lui..
Maxi la guardò in silenzio con la mano stretta nella sua per infondere coraggio e forza.
-Avevo 15 anni, stavo già con Lyon e mio padre aveva ospitato il figlio della sua prima moglie, la donna con cui a divorziato subito dopo essersi innamorato perdutamente di mia madre. Aveva solo un anno in più di me e mi sono trovata subito bene con lui, non sapevo perché ma mi ispirava una totale fiducia e in tre giorni mi ha riempito di attenzione e di regali, lui accontentava tutti i miei capricci come non succedeva con Lyon. Così decisi di portarlo in questa stanza dove non avevo portato mai nessuno e lui capi un'altra cosa e si mise a ridere quando gli raccontai quanto quella stanza era importante per me, mi diede dalla bambina e che tutti allo Studio 21 lo avrebbero saputo perché aveva una sorella lì. Ma io non volevo che nessuno lo sapeva... lo supplicai di non dirlo e lui mi disse che il suo silenzio aveva un prezzo...-
A quel punto le lacrime scesero da viso di Ludmilla al ricordo del momento dopo e Maxi temeva il peggio. 
-Non ti avrà... costretta ad aver rapporti con lui?-chiese Maxi con timore di quella risposa.
-Mi chiese solo di toccaglielo e di...-si interruppe portando le mani al viso e tremando come una bambina.
Tolse le mani dal viso e la portò tra le sue braccia, il corpo di lei era scosso a quel ricordo e dai singhiozzi.
"Come ha osato approfittarsi cosi delle paura di una ragazza? Vorrei spaccare qualcosa. Maxi, calmati, non la aiuti per nulla se fai così" pensò Maxi trattenendo la sua rabbia per il bene di Ludmilla.  
-Gli dissi di si ma lo pregai di spostarci da quella stanza... non volevo che si sporcava... doveva rimanere pura... così lo portai nella stanza di mia madre tanto li non veniva nessuno... e... lo feci... fu orribile per me... ma lui diceva che ero brava, degna figlia di mia madre... e poi lui cerco di toccarmi... ma per fortuna era pronta la cena così... dopo essermi scambiata e asciugata il viso... scesi giù tra le braccia di mio padre... lui si accorse subito del mio cambiamento... che qualcosa non andava in me... ma io avevo vergogna di quello che era successo e avevo paura anche di quell'altro fatto... così gli disse di non star molto bene... di sentirmi la febbre... Il resto della serata prosegui bene, restai tutto il tempo o con mio padre o con Dolores... e andai a letto... ma non sapevo che lui... lui era lì nel mio letto, cercai di fuggire da lì ma lui mi prese con forza e mi buttò sul letto...e mi tappò la bocca per non farmi urlare... e mi ha toccato intimamente le dita con violenza, io ero impietrita, terrorizzata e... volevo che tutto finisse... volevo svegliarmi e rendermi conto che era solo un incubo...-
Più sentiva quel racconto più la sua rabbia saliva dentro di lui. Voleva uccidere quel bastardo.
-fortunatamente Helena mi salvò... incominciò a graffiare e far rumore... così lui se la diede a gambe levate... e il giorno dopo se ne andò via...-
-E' tuo padre non ha fatto nulla?-chiese Maxi stranito a quel finale sciogliendo l'abbraccio.
-No, perché non lo sapeva-rispose Ludmilla senza incontrare il suo sguardo.-io non glielo mai detto-
-Tranquilla, ci sono io con te e glielo diremo insieme-disse Maxi con un tono calmo.
-No, mio padre non deve saperlo-disse Ludmilla decisa scattando siù da letto.-Morirei di vergogna-
-Ludmilla, non c'è alcun bisogno di aver vergogna, non è colpa tua ma di quel bastardo-disse Maxi dolcemente prendendo le sue mani.-non devi aver paura, ci sono io e tuo padre. Nulla più ti toccherà-
Ludmilla si ritrasse a guscio e scosse la testa.
-No, mi devi promettere di non dirlo-disse Ludmilla con disperazione.
Maxi non poteva fargli quella promessa, non era giusto.
-Non posso Ludmi-disse Maxi deciso.
-Se mi ami veramente, non dirglielo-disse Ludmilla con le lacrime agli occhi prendendo le sue mani.     
-Proprio perché ti amo veramente, devo dirglielo-affermò Maxi deciso lasciando le sue mani e raggiungendo la porta.
-Se glielo dirai, mi perderai per sempre Maxi-affermò Ludmilla decisa.-e io mantengo sempre le mie promesse-
 
Fine seconda parte
 
Anche questo capitolo è terminato.
il prossimo capitolo sarà molto lungooo infatti sono ancora a metà. spero di finirlo presto.
Ora volevo solo dire un attimo una cosa sull'episodio 65 di venerdì. Ancora una volta Leon si è rivelato il vero amore di Violetta, sacrificando un opportunità come il reality per lei a differenza di Tomas. Solo il vero amore è capace di questo. Mandatemi un messaggio privato per dirmi la vostra opinione al riguardo.
Con questo vi do il buongiorno perché lo leggerete domani mattina e ora è troppo tardi.
Baci a tutti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** cap 10.1 Passati svelati, gelosi, equivoci e Gregorio: padrone della scuola (parte terza) ***


Ringrazio tutti quelli che seguono la mia ff. Siete fantastici e le vostre recensioni mi riempiono il cuore di gioia.
Dedico questo capitolo a BabyLady, per ringraziarla di cuore. "La grande stella della scrittura" rimarrà impresso nel mio cuore.
Ora vi lascio a questo lunghissimo capitolo.
Baci.                                            
 
                                                        Cap 10.1 Passati svelati, Gelosie, Equivoci e Gregorio:
                                                                    Padrone dello Studio 21 (terza parte)
Ludmilla riapri gli occhi ad un odore forte e si ritrovo nel letto in camera sua con Maxi a tenerle la mano, si guardò attorno molto confusa e c'erano anche suo padre, Dolores e il loro medico di famiglia.
-Finalmente ti sei svegliata-disse Maxi con sollievo in un abbraccio.-ho avuto tanta paura in questi ultimi istanti-
-Non capisco-disse Ludmilla sciogliendo l'abbraccio e toccando la testa confusa.-Che è successo?-
Maxi le spiegò:-Mi hai portata in quella stanza e quando io ho detto "Pensavi che ti prendessi in giro per questo vero?" sei svenuta e ho cercato di svegliarti ma non ci riuscivo, ero nel panico più assoluto e così ho chiamato tuo padre, anche lui ci ha provato ma nulla e così lui ha chiamato il medico-
Quindi quel momento di confessione con Maxi era solo un sogno e anche quel suo avvertimento.
-Ma perché sono svenuta dottore?-chiese Ludmilla ancora confusa.
-Penso che tu abbia rivissuto qualcosa del tuo passato così doloroso da portarti a perdere conoscenza-rispose il dottore abbastanza sicuro.
-Si ho rivissuto... l'abbandono di mia madre... quella stanza mi ha ricorda tanto lei-disse Ludmilla con le lacrime agli occhi.
Le lacrime erano provocate per un flashback ma menti perché non riusciva a dire la verità su quell'accaduto, si vergognava molto.
Javier la strinse forte a sé e disse:-Ti prego, piccola mia, non piangere. Ci sono io con te-
Ludmilla non riusciva a smettere di piangere e di tremare e Il medico le diede qualcosa per calmarla un po'.
-E' meglio lasciarla riposarsi per un bel pò-avvertì il dottore a Javier e a Maxi.
-Io vorrei restare-disse Maxi deciso tenendo sempre la sua mano.
-Maxi, il dottore ha ragione. Ho bisogno di riposare e poi devi tornare allo Studio-disse Ludmilla con un tono dolce.-potresti finire nei guai con Gregorio-
Non gli importava di Gregorio e delle sue punizione. Voleva stare con Ludmillla in quel momento tanto difficile.
-Mia figlia ha ragione e poi puoi tornare appena finiscono le lezioni-disse Javier con un sorriso.-come ti ho già detto sei il benvenuto in questa casa quando vuoi-
A quelle parole si convinse così diede un bacio nella guancia a Ludmilla come la promessa di tornare più tardi e saluto Javier e il dottore per tornare allo Studio.
Helena sali sul letto con in bocca il cappello di Maxi e lo lasciò nella mani della sua dolce padroncina.
-Eccoti monella-disse Ludmilla accarezzando dolcemente la sua testa.-Volevo presentarti a Maxi ma lo conoscerai più tardi quindi non scappare-
Suo padre si accomodò un attimo sul letto e affermò:-Maxi ti ama tanto, piccola-
-Lo so-disse Ludmilla continuando ad accarezzare Helena.-E' un ragazzo unico e di gran cuore-
-So che hai sofferto molto per tua madre ma non puoi continuare così piccola mia-disse suo padre.-Lasciati amare da lui e permettiti di essere felice finalmente-
-Cercherò di farlo papà ma non è semplice-disse Ludmilla un po' di paura.
-Ora riposati-disse Javier dando una bacio sulla fronte e uscendo dalla stanza.
Aveva mentito anche su un altra cosa: aveva sentito qualcosa prima di svenire.
"Che cos'era quella strana melodia? Da dove proveniva? Sono così confusa" pensò Ludmilla toccando la testa."Non lascia la mia mente e mi sento così triste" 
...
Resto-Band
Pablo era nel magazzino a prendere delle bottiglie per Luca in compagnia di Angie, la quale era furiosa e si lamentava per tutti i cambiamenti nello Studio 21 e l'atteggiamento di tirannia di Gregorio, lui ascoltava in silenzio con un gran senso di colpa per quella faccenda.
Angie si accorge della sua espressione triste e si penti subito di aver aperto bocca. Sapeva quanto per Pablo era importante i suoi studenti e cosi non lo aiutava proprio.
 -Scusami, non avrei dovuto sforgarmi con te sullo Studio-disse Angie dispiaciuta.-Non faccio altro che rattristarti così-
-Non dirlo neanche per scherzo, Angie-disse Pablo prendendo le mani.-Tu sei l'unica cosa che mi fa felice-
Angie baciò Pablo e disse con sorriso:-Anche tu mi rendi molto felice Pablo-
-Comunque ero triste perché mi sento in colpa per questa situazione-confessò Pablo in tono rassicurante.-Io ho insistito con Antonio con lo spettacolo e ora Gregorio è il padrone dello Studio-
-Non è colpa tua, sai benissimo del sabotaggio-ribatté Angie convinta.-e non mi stupire se dietro ci fosse proprio lui-
In effatti Gregorio era l'unico a trarre vantaggio da quel sabotaggio per avere il controllo dello Studio 21 ma non avevano prove per dimostrarlo.
-Ma non hai le prove per accusarlo-disse Pablo realista.
-Hai ragione ma ho già un piano di mente-affermò Angie misteriosa.
-Ti prego, Angie, non fare nulla di pericoloso o non metterti nei guai-disse Pablo preoccupato.
-Tranquillo, non è niente di pericoloso-disse Angie mentendo.
-Hai il naso da pinocchio in questo momento-affermò Pablo conoscendo troppo bene la sua fidanzata.
Angie era un po' in difficoltà ma Luca entrò in quel momento e lei ne approffitò della situazione e lasciò la stanza. 
-Come mai è scappata in quel modo?-chiese Luca perplesso con una cassa in mano.-Avete litigato?-
Come al solito, fuggiva sempre quando aveva un problema o per evitare una situazione e così non andava bene per nulla.
-Nessun litigio Luca. Lei è fatta così-disse Pablo semplicemente.
-Volevo chiederti una cosa su una canzone-disse Luca con grande entusiasmo posando la cassa per terra e prendendo un foglio dalla tasca.
-Ti aiuterei volentieri Luca ma oggi non ho la testa-disse Pablo dispiaciuto.
-Tranquillo, non è urgente-disse Luca trattenendo la delusione.
Proprio quella mattina una musica invase la sua mente e non c'era verso di farla uscire cosi gettò una bozza su uno sparito ma non era bravo, per questo gli serviva l'auto di Pablo per la composizione.
Intanto Mara nel servire un cliente, si accorse di aver perso il suo braccialetto e ci teneva tanto perché era un regalo di sua madre così si guardò in giro e si avvicinò al tavolo degli amici di Maxi.
-Ragazzi, avete visto un bracciale di caucciù con un fiore con M sopra e due perline?-chiese Mara  speranzosa descrivendo nei minimi dettagli.-E' molto importante-
Tutti scossero la testa e Mara tornò in cucina un po' triste.
-Cosa ha detto?-chiesero Violetta e Leon cadendo dalle nuvole come tutti.
-Non lo so, pensavo al fatto di Ludmilla e al vostro racconto-rispose Camilla molto pensierosa.-Non avrei mai pensato una cosa del genere ragazzi-
-Neanch'io-concordo Braco sconvolto.
-Ora capisco il suo atteggiamento verso tutto il mondo e mi dispiace per lei-disse Francesca triste.-Non deve essere stato facile in tutti questi anni con la speranza di veder tornare sua madre da lei-
-Io non capisco perché non me ne ha parlato-disse Nata triste.-Avrei potuto aiutarla-
Napo la stringe a sé per consolarla e aveva i suoi stessi pensieri.
-Neanche tu lo sapevi Napo?-chiese Camilla interessata.
-No, la mia famiglia non mi ha raccontato di questa storia ma forse mia cugina e mio zio l'hanno fatto per proteggersi o non lo so-rispose Napo confuso da quella storia.-ma mi sento in colpa per il mio comportamento ostile-
-Ci sentiamo tutti così Napo-disse Camilla alla sua frase.-e vorrei far qualcosa-
-Si anch'io-la appoggiò Francesca in pieno.
-Qualcuno ha un idea?-chiese Tomas senza alcuna idea. 
Tutti si misero a pensare e a pensare ma neanche a loro veniva nessun idea. Erano un po' triste per questo.
-Io-rispose Andres alzando la mano.-potremmo andare da lei dopo le lezione per tirarla un po' su con la musica. A lei piace tanto cantare-
Tutti si girano verso di lui un po' sorpresi di quell'idea.
Ma certo la chiave era nella musica. Essa risolveva tutte le cose e gli umori della gente.
Perché non ci avevano pensato loro? 
-Perché mi guardate in quel modo?-chiese Andres preoccupato-Ho detto un altra stupidaggine vero?- 
-No Andres. Ti guardiamo così perché hai avuto un idea geniale-rispose Violetta entusiasta.
-Violetta ha ragione-disse Camilla.-Sei geniale!-
-Concordo in pieno!-disse Francesca.
Le tre ragazze si alzarono dai loro per riempire di baci ad Andres per quell'idea. Quella era la prima volta che accadeva una cosa del genere e quello momento per lui da segnare nel suo diario.
Violetta notò Leon immerso nei pensieri mentre riprese posto accanto a lui.
-Che c'è Leon?-chiese Violetta preoccupata.
-Pensavo a quella Brenda, ho la brutta sensazione che quello di oggi non è stato un episodio isolato-rispose Leon esponendo la sua preoccupazione.
-Tu pensi che Brenda possa far altro?-chiese Violetta preoccupata a quelle parole.
-Si temo in una guerra contro Ludmilla da parte sua-continuò Leon preoccupato.
In effetti quella Brenda ci era andata giù pesante con Ludmilla e nei suoi occhi aveva letto odio e cattività allo stato puro. Aveva paura per lei perché ora la sua maschera era caduta e con quell'accaduto era più fragile.
-Be' dovrà vedersela con noi allora-disse Camilla agguerrita.-Non gli permetteremo di fare altre cattiverie come questa-
I ragazzi unirono le mani con la promessa di aiutare Ludmilla contro Brenda e in quell'istante arrivò Maxi da loro.
-Ciao ragazzi-disse Maxi prendendo posto accanto a loro.
-Come sta?-chiesero i ragazzi in coro. 
Da una parte si sorprese un po' di quella domanda ma dall'altra gli faceva molto piacere.
-Un pochino meglio, soffre molto per l'abbandono di sua madre e io vorrei far qualcosa per lenire il suo dolore-rispose Maxi.  
-Tranquillo, Maxi. Abbiamo già un idea -disse Camilla con tono rassicurante.-o meglio è venuta ad Andres-
-Andres!?-esclamò Maxi sorpreso.
-Si l'idea di andare dopo le lezione a casa di Ludmilla e risollevarle l'umore con la musica-aggiunse Violetta con un sorriso.-Non è geniale?
-Geniale? E' l'idea più perfetta del mondo!-esclamò Maxi entusiasta.
Perché non ci aveva pensato prima? Era così semplice.
Maxi alzò e abbracciò forte Andres.
-Bravissimo Andres!-
Non aveva ricevuto tanti complimenti in vita sua.
Braco disse qualcosa nella sua lingua.
-E se c'è lo permetterà, noi tre saremo le sue nuove amiche-aggiunsero Francesca, Violetta e Camilla con un sorriso.
-Grazie ragazzi per quello che state facendo-disse Maxi felice.-Lei apprezzerà molto ne sono sicuro-
-Non devi ringraziarci, a questo servono gli amici-disse Leon con un sorriso.
Maxi era fortunato ad avere i migliori amici del mondo. 
-Dobbiamo festeggiare questa geniale idea!-esclamò Maxi contento.-Un giro di frullati per noi, Luca!-
Ma Luca non rispose, era nel bancone con la testa nelle nuvole e con una faccia un po' giù.
-Luca!-lo chiamò Leon anche lui.
Ancora nulla. Anche gli altri lo chiamarono senza alcun risultato.
-Ma che ha?-si domandò Francesca preoccupata.
Anche Camilla era preoccupata, prima era così entusiasta e non capiva questo cambiamento improvviso. Voleva fare qualcosa per fargli tornare il sorriso. 
-Non lo so-rispose Leon perplesso.-Vado a parlargli-
Leon si alzò dal tavolo, raggiunse il bancone e gli agitò una mano davanti la faccia e toccò il suo braccio ma Luca restò immobile con sguardo perso nel vuoto così prese il vassoio e lo lasciò. Luca tornò tra loro a quel rumore.
-Che è successo? Qualcuno si è fatto male?-chiese Luca allarmato.  
-No, ho lascio cadere per terra il vassoio per attirare la tua attenzione-rispose Leon raccogliendo il vassoio da terra.-ti abbiamo chiamato un po' di volte ma tu eri con la mente da tutt'altra parte. Ci siamo preoccupati-
-Scusatemi ma ho la testa altrove per una musica-rispose Luca un po' giù-ma non sono bravo con la compassione dello sparito e Pablo non ha la testa per aiutarmi, tutto qui-
-Hai già il testo della canzone?-chiese Leon all'improvviso. 
-Si-disse Luca sempre giù tirando fuori il foglio dalla tasca.-Perché?-
Leon prese il foglio e lo esaminò con molta attenzione. Il testo era in italiano ma non era un problema per lui perché oltre alla sua lingua madre conosceva il francese, l'inglese, il tedesco e infine l'italiano. La canzone di Luca era bellissima e molto significativa.
-Hai scritto una bellissima canzone-disse Leon molto impressionato.-Pablo ha ragione hai molto talento, non solo nel canto ma anche nello scrivere canzoni e non lo dico solo perché siamo amici-
-Con tutti questi complimenti mi fai diventare tutto rosso-disse Luca passando una mano sulla testa con il cuore pieno di gioia.
-Te li meriti tutti-disse Leon con un sorriso.-Ora passiamo alla melodia. Come dovrebbe fare?-
Luca la canticchiò a bassa voce nell'orecchio mentre gli altri guardavano attentamente i due ragazzi per capire qualcosa, parlavano così piano e il loro tavolo era molto lontano dal bancone in più tre ragazze avanti a loro ridevano e scherzavano con tanto da creare molto di disturbo.
-Volete stare zitte!-esclamò Camilla esasperata.-Non capisco una sola parola-
-A noi non ci dici stai zitte perdente!-dissero tutte e quattro in coro.
-Che cattivo gusto nel vestire!-esclamò Giuletta inorridita. 
-La mia amica ha ragione, tu e le tue amiche avete bisogno di un guardaroba nuovo e anche alla svelta-disse Diamante con superiorità.-Siete così Out!-
-Vi consiglio di leggere questo-disse Patricia mostrando un manuale rosa con il titolo "Come essere Glamour e sempre alla Moda".-Ve lo regalo, tanto questa è solo una copia- 
-Infatti è molto utile, ci sono tanti consigli per migliorare il vostro look scadente-aggiunse Valentina altrettanto.
Tutti pensarono subito "Ma queste qua dove sono uscite?"
-E voi chi siete?-chiese Violetta perplessa.
-Tu ci chiedi anche chi siamo noi!-esclamarono quattro sconvolte.-Questo e' ultra mega oltraggioso!-
Violetta non capiva il loro atteggiamento e neanche gli altri.
-Noi siamo le ragazze più popolari della Star Academy, ragazzina!-risposero le quattro con gran vanto.
 Star Academy!? Quel nome era nuovo per loro.
 Le quattro si alzarono dalle loro sedie e si misero in posa.
-Io sono Valentina- (http://fotos.noticiasyfarandula.com/2012/04/RosangelicaPiscitelli_01.jpg)
-Io sono Giulietta- (http://www.ilmondodipatty.it/wp-content/uploads/2011/07/Thelma-Fardin-2011-7.jpg)
-Io sono Patricia- (http://www.facebook.com/photo.php?fbid=311050978951687&set=pb.265051103551675.-2207520000.1358946957&type=3&theater)
-Io sono Diamante- (http://www.allstarpics.net/2856124/021402500/rosmery-marval-pic.html)
-Noi siamo le stelle più luminose dell'intero Galassia o meglio dell'universo intero!-esclamarono le quattro super convinte.-Noi siamo le Hot Stars-
"Ecco altre quattro montate"pensarono Violetta, Francesca, Camilla e Nata."Non si può stare mai tranquille qua"
-Comunque potete anche riprendervelo-disse Camilla prendendo il manuale e rispedendo al mittente.
-Non ne abbiamo bisogno, il nostro look ci piace così come-aggiunse Violetta.  
-Almeno noi ci distinguiamo dal gregge di pecore-aggiunse Francesca.
-Esatto, la moda non si segue, si crea-aggiunse Nata.
-Come osate rifiutare in nostro aiuto?-esclamarono le quattro infuriate.-Non capite nulla! Non siete altro che delle poverette!-
Violetta e le altre si scagliarono contro quelle quattro smorfiose e i ragazzi le trattenerò nel creare una rissa. 
Quella conversazione cessò all'improvviso al suono di una nuova melodia e portò Violetta e gli altri a guardare verso il palco dove c'era Leon al piano insieme a Luca. Quest'ultimo prese il microfono in mano e cantò la sua nuove canzone con lo sguardo su sua sorella, i suoi amici e naturalmente sulla sua Cami (http://www.youtube.com/watch?v=bLBggEm73w4 ) e tutti restarono senza parole sia per la voce e sia per il suo bellissimo significato complesse le Hot Stars e una di loro non tolse i suoi occhi da Leon. Appena fini la performance, tutti applaudirono con grande entusiasmo e Pablo si andò a congratulare con Luca insieme al gruppo di Violetta.
"Il mio Luca è fantastico. Non poteva scrivere una scrivere una canzone più fantastica e unica di così"pensò Cami con un sorriso molto orgogliosa di lui.   
Diamante approfittò dell'attenzione su Luca per correre e abbracciare a Leon.
-Oh mio super eroe! Finalmente ci rincontriamo-disse Diamante con grande felicità-Questo e' un segno del destino-   
Leon restò in mobile molto confuso e Violetta guardò la scena infastidita e gelosa. 
Come si permetteva quella di abbracciare così il suo Leon? 
Subito lei si avvicinò e esclamò:-Questo che stai abbracciando è il mio ragazzo, carina-
Diamante si staccò da lui e esclamò con una mano a petto:-Oh sorry, non lo sapevo!-
Violetta strinse il braccio di Leon forte con uno sguardo come per dire "non ti azzardare di nuovo a toccarlo o ti strappo i capelli"
-Ora lo sai-disse Violetta ostile.
Diamante non riusciva a capire come un ragazzo super bello come Leon poteva stare con una ragazza insignificante come quella.
Violetta e Diamante si guardavano attentamente e subito c'erano erano scintille.
-Leon, non mi presenti la tua amica?-chiese Violetta con un tono calmo.
Leon restò in silenzio nel tentativo di ricordarsi di lei ma nulla. 
-Ma come non ti ricordi? Era una bella giornata di sole, io mi trovato al centro commerciale con le mie amiche a fare shopping e per prendere le scale mobili, stavo per cadere e tu con agili movimenti mi ha afferrata tra le tue forti braccia e mi ha salvata la vita-raccontò Diamante con gli occhi a cuoricini.-Mi ha offerto anche un frullato e sei rimasto con me fino a quando mi sono ripresa dallo spavento. Sei stato così ultra mega fantastico!-  
-E perché io non ne so nulla?-chiese Violetta a quel racconto guardando Leon molto gelosa.  
-Ora mi ricordo, ero andato al centro commerciale per prendere delle cose per la nostra serata romantica e pensavo alla tua faccia alla mia sorpresa-disse Leon guardando sempre Violetta.-e mi sono fermato un attimo per aiutarla, non è successo nulla di così speciale o eclatante da raccontare-
Violetta sorrise a quella frase, baciò Leon con tutto l'amore possibile e Diamante restò delusa. Leon aveva occhi solo per quella sciocca ragazzina e invece per lei quel momento era stato il più bello dalla sua vita ma non si scoraggiò per nulla e lei andò verso il palco immediatamente, mise la base nel stereo e attirò subito l'attenzione di tutti. Iniziò a cantare e ballare (http://www.youtube.com/watch?v=urIe-vLKRSc) alla strofa "E poi d'un tratto, lo sguardo da cerbiatto, è bello come un dio" si avvicinò a Leon e si strusciò contro di lui, subito Violetta la spinse lontana gelosa e infastidita da quell'atteggiamento per poi guardare Leon e lui alzò le mani e le lanciò un sguardo come per dire "E' lei. Io che ci posso fare?" e Diamante continuò a cantare e lanciare sguardi languidi al suo Leon e le altre Hot Stars la raggiunsero per ballare e guardare gli altri ragazzi con molto fastidio e gelosia di Nata e Francesca. Quando la canzone fini molti applaudirono a quella performance compressi i ragazzi del loro gruppo, Luca e Pablo.
-Sarà anche snob ma ha una voce sublime e balla in modo divino-disse Braco incantato da Diamante.
-e le sue amiche non sono da meno, sono un vero sballo-concordo Andres anche lui affascinato.
-si soprattutto la più alta-aggiunse Napo con sorriso ebete, scatenando una forte gelosia di Nata.
Maxi, Luca, Tomas e Leon non avevano fatto nessuno commento però avevano applaudito a quelle quattro smorfiose e questo diede molto fastidio a Violetta, Camilla e Francesca soprattutto per il modo in cui quattro si erano rivolte a loro.
Si stavano avvicinando per dirgliene quattro ai ragazzi quando le Hot Stars si misero subito in mezzo, spingendole più lontano.
L'attenzione di Francesca e delle altre si spostò quando Giulietta si avvicinò a Tomas con passo deciso e vedendo il plettro nella mano esclamò:-Quello è un plettro quindi suoni la chitarra. Io una passione per le chitarre, ne ho tante a casa e ho dato un nome ad ognuna. Per esempio, la mia bambina è una famosissima Fender Stratocaster color rossa e l'ho ribattezzata Fire...- 
Continuò a parlare della sua collezione e della sua passione per le chitarre e della musica. Alla fine si accorse di non aver lasciato ripreso fiato un momento.     
-Oh scusami non ti ho lasciato parlare proprio- 
-No continua pure, mi piace come parli così appassionatamente-disse Tomas con un  sorriso.-anch'io ho la tua stessa passione-
-e scommetto anche che la suoni divinamente-disse Giuletta mettendo una mano in petto con voce calda.
-Be' se ti va ti posso fare ascoltare qualcosa uno di questi giorni-disse Tomas tranquillamente.-comunque io sono Tomas. Mi è piaciuto come balli. Tu sei Giulietta giusto?-
-Si ma tu puoi chiamarmi Giuly-disse Giulietta con occhi languidi e voce calda.-Sono contenta che ti sia piaciuto e non hai ancora visto nulla. Posso farti vedere qualche altra mossa noi due da soli se ti va?-
"Ma guarda come ci prova quella spudoratamente" pensò Francesca sconvolta.
-Oh certo perché no-rispose Tomas ingenuamente. 
"Cosa??? Ha detto di si!!! Non può essere!!!" pensò Francesca sconvolta e delusa.
-Casa tua o mia?-chiese Giulietta contenta da quella risposta. 
-Per me fa lo stesso-rispose Tomas con un sorriso. 
-Bene, ti do il mio indirizzo-disse Giulietta con un sorriso prendendo la penna dalla sua borsa e scrivendo sulla sua mano.-Ecco fatto, puoi venire quando vuoi- 
Terminò con un bacio sulla guancia e rubò il pletto dalla sua mano con la seguente frase "Te lo ridarò quando verrai a casa mia. Così sarò sicura di sentirti suonare" ma era chiaro a Francesca, il vero significato di quella frase e Tomas non disse nulla a Giulietta. La cosa la infastidì molto soprattutto perché sapeva quando quel pletto era importante e una volta quel stesso pletto Tomas era nella mani di Violetta quando lei provava ancora qualcosa per lui. Quel pletto spettava a lei e non certo quella smorfiosa.       
Valentina si avvicinò a Napo e chiese con gli occhi a cuoricino:-tu da quale cielo sei sceso bel angioletto?- 
-Non lo so-disse Napo incantato da lei.-Ma non ho visto una stella più bella di te su questo cielo- 
"Cosa? Ma non era innamorato di me. Mi ha fatto anche una bella dichiarazione d'amore"pensò Nata gelosa e delusa."e bastato così poco per cambiare idea. Forse non ero così importante per lui se si lascia incantare dalla prima venuta"
-Ma quanto sei dolcissimo!-esclamò Valentina abbracciando Napo.
Per via dell'altezza la sua faccia affondò contro i suoi seni, ne senti la sua morbida consistenza e restò con beato in quell'abbraccio.
Non gli era mai capitato prima una cosa del genere.  
"E' così evidente che lei l'ha fatto apposta e lui se ne sta li contro le sue tette senza far nulla" pensò Nata delusa e arrabbiata."Non me lo sarei mai aspettato da lui in comportamento del genere. Che stupida! Lui è come tutti gli altri ragazzi"
-Oh scusami, non volevo-disse Valentina finta dispiaciuta sciogliendo l'abbraccio.-Spero di non averti messo in imbarazzo, l'altezza è il mio problema-
Napo era un po' triste per interruzione di quel dolce e morbido contatto, adorava già quei seni e la sua proprietaria. 
-No, è stato piacevole e poi non è un problema, a me piacciono le ragazze alte come te -rispose Napo con un bel sorriso.-Comunque io sono Napoleon ma tu mi puoi chiamare Napo-
"Oh è stato piacevole! Ma sentitelo e poi anch'io sono alta, non quanto lei però lo sono"pensò Nata a quella frase."e a differenza sua non uso il mio corpo come mezzo per conquistare i ragazzi"
-Mi fa immenso piacere perché mi piace tenerti a me e anche alle mie bambine-disse Valentina sensuale- Comunque io sono Valentina ma tu mi puoi chiamare Vale-
Andres era da solo vicino al bancone e guardò Patricia da lontano, una stupenda ragazza come lei di certo non era interessata a lui e abbassò lo sguardo al pavimento triste. Lei si avvicinò e si mise davanti, infatti lui notò le scarpe con i tacco.
-Come mai quegli occhi tristi?-chiese Patricia interessata sollevando il suo mento con le dita e incontrando il suo sguardo.
Non poteva credere ai suoi occhi o alle proprie orecchie. Patricia era proprio lì davanti a lui a pochi cm dal suo viso, interessata al suo stato d'animo e lui non sapeva cosa dire o fare, il cuore era a mille alla sua sola vicinanza.
-No, nulla-rispose Andres mentendo.
-No, non ci credo ma so io un modo per cancellare la tristezza-disse Patricia con voce calda.-perché un ragazzo carino come te deve sempre sorridere-
"Mi ha detto carino" pensò Andres sorpreso e contento."Nessuna ragazza mi ha detto una cosa del genere. Deve essere la mia giornata fortunata"
Patricia prese il suo viso tra le mano e lo baciò con sensualità, Andres si sorprese molto quando senti le sue labbra contro le proprie e per lui era il primo bacio quindi non era esperto. 
"Finalmente una ragazza si accorge di me e io non so baciare. Se non faccio qualcosa, penserà che sono un imbranato" pensò Andres agitato e felice allo stesso tempo."Non voglio fare brutta figura con lei"
Andres si staccò controvoglia da lei, scattò da sopra la sedia e disse:-Scusami mi sono ricordato una cosa importante da fare allo studio-
-Posso accompagnarti io-disse Patricia accorciando di nuovo le distanze.
-No, non c'è bisogno-disse Andres nervoso indietreggiando e inciampando in una sedia.
Patricia corse subito in suo aiuto e chiese:-Stai bene? Ti sei fatto male?-
-Si no si-rispose Andres nervoso.-Devo andare-
Andres corse a gambe levante fuori dal Resto-Band e soprattutto da Patricia. Era troppo stupenda e intraprendente per lui e questo lo rendeva molto nervoso.
Le ragazze videro tutta la scena e capirono subito il problema di Andres. Quella Patricia era troppo sfacciata come del resto le sue amiche, lui invece era timido e quindi ci voleva una ragazza più tranquilla.     
Diamante non perse tempo e andò da Leon.
-Che ne pensi della mia canzone?-chiese Diamante con un sorriso.
-La tua canzone è bella...-iniziò Leon con un sorriso ma Diamante lo fermò subito. 
-Si lo so con un tipo bello come te, non potrebbe essere altrimenti-affermò Diamante con voce da civetta.-Mi ispiri molto, ho già intenzione di scrivere un paio di canzoni su di te-
-Diamante, sono lusingato...-iniziò di nuovo Leon ma ancora una volta Diamante lo fermò nel completare la frase.
-Non devi ringraziarmi, lo faccio con molto piacere-disse Diamante con voce sensuale.-ma il piacere potrebbe essere anche il tuo se tu vuoi-
Diamante era così sfacciata e Violetta guardò tutta la scena infastidita e gelosa. 
-Ma io le strappo tutti i capelli-disse Violetta furiosa scagliandosi verso di lei.
-Calmati, Vilu!-esclamò Camilla trattenendo la sua amica. 
-Calmarmi!? Mi dici di calmarmi! Non vedi come quella smorfiosa ci prova con Leon senza ritegno in mia presenza-esclamò Violetta furiosa e gelosa svincolando dalla sua presa e voltando verso di lei. -e lui invece di dirle "Sono super fidanzato e amo la mia ragazza", se ne sta li a dire "La tua canzone è bella" o "Diamante, sono lusingato" e le sorride come un cretino. Secondo te come dovrei reagire?-
-Violetta ha ragione, quella ci prova spudoratamente-concordo Francesca infastidita.-io la ucciderei come del resto quella Giulietta-
Nessuno doveva rovinare la coppia Leonetta e portare via Tomas da lei.  
-Sono d'accordo con voi ragazze-concordò Nata in pieno.-Anch'io vorrei strappare i capelli a quella smorfiosa che ci prova con il mio rospo-
-Ti piace Napo!!!!!!-esclamò Francesca sorpresa.
-No, non mi piace-ribatté Nata negando l'evidenza.
-O non lo vuoi ammettere-aggiunse Francesca a quella negazione.
-Comunque io vado a dirne quattro a quella smorfiosa-disse Violetta agguerrita.
-O potremo risolvere la cosa nel modo migliore ragazze-propose Camilla con sguardo brillante.
-E qual'è sarebbe?-chiesero le altre tre confuse.
-Ma con la musica, ragazze-rispose Camilla in tono ovvio. 
Violetta, Francesca e Nata sorrisero a quell'idea geniale e insieme a Camilla salirono sul palco per cantare Veo Veo. Nata alla batteria, Francesca e Camilla con le chitarre e Violetta al centro tra loro con il microfono in mano e la base parti nello stereo. (http://www.youtube.com/watch?v=BJ6AMc7_DYg) I ragazzi si staccarono subito dalle Hot Star per sentire le ragazze del loro gruppo, Leon si staccò ancora prima della canzone da Diamante per correre da Violetta ma quest'ultima già era sul palco a cantare per una gelosia inesistente. Le ragazze cantavano alla grande sopratutto con l'aggiunta di Nata e nessuno si accorgeva di un signore con la sua assistente e di come guardava con interesse quel gruppo. Al termine della canzone un grandissimo applauso si alzò nel locale alla loro performance tranne le Hot Star, i ragazzi si precipitarono subito dalle ragazze e subito Violetta saltò giù dal palco presa al volo da Leon per baciarlo con gran trasporto.
-Sei stata fantastica come sempre, amore-disse Leon dopo quel bacio.-Ma non c'era alcun motivo per competere con loro o con Diamante-
-Stavi là a sorriderle e a dirle quando ti piaceva la sua canzone e quanto eri lusingato-ribatté Violetta gelosa.-e poi ci provava con te in quel modo-
-Perché non mi lasciava mai finire la frase e il sorriso era per gentilezza e nient'altro-disse Leon con tono rassicurante.-quello che stavo cercando di dirle è "ma sono felicemente fidanzato e amo perdutamente la mia ragazza"-
Si penti di aver pensato ancora di quei pensieri inesistenti, Leon l'amava e non era certo quella smorfiosa a mettere in crisi il loro equilibrio.
-Scusami, ho solo paura di perderti e mi sono un po' ingelosita-disse Violetta dispiaciuta.
-Non devi scusarti, e' normale essere gelosi e poi sei bellissima quando sei arrabbiata-disse Leon con un sorriso.
-Ah si, spera di non farmi mai arrabbiare o se no ti finisce male caro amore mio-lo avvertì Violetta con uno sguardo.
-Allora... devo... stare... molto... attento-disse Leon con voce calda tra un bacio e l'altro.
-Non...attento...ma... atte...n...ti...ssi...mo-rispose Violetta con la sue stessa voce tra un bacio e l'altro. 
Naturalmente la cosa infastidì molto a Diamante.
Napo si avvicinò a Nata e disse:-Sei stata eccezionale insieme alla ragazze!-
Ma lei lo ignorò e si girò dall'altra parte. Lei con i traditori non ci parlava.
-Nata, che hai?-chiese Napo preoccupato sfiorando il suo braccio.
-Hai anche il coraggio di chiedermi cosa ho!-esclamò Nata furiosa voltando verso di lui e mollando uno schiaffo.-Sei come tutti gli altri!-
Napo si portò la mano alla guancia e confuso da quella reazione disse:-Io non capisco-
-Mi ha fatto la dichiarazione d'amore proprio ieri e ora ti fai incantare per due moine dalla prima venuta-rispose Nata gelosa e furiosa.
Non si aspettava una scenata di gelosia da Nata e la cosa gli riempiva il cuore di gioia.
-Tu sei gelosa!-esclamò Napo con un sorrisetto e le braccia incrociate.
-No, non sono gelosa ma mi da fastidio l'essere presa in giro-affermò Nata mentendo.
-Io non ti ho mai presa in giro, io sono davvero innamorato di te e mi dispiace se hai pensato il contrario-disse Napo sincero.
"I suoi occhi sono così sinceri. No, Nata, non devi cedere. L'hai visto prima con quella smorfiosa" pensò Nata divisa in due."Si però le parole che mi ha detto e quello che ha sempre fatto per me"
-Prima non sembrava-continuò Nata con una linea dura.
-Hai ragione, quando ho visto Valentina ho perso un po' la testa ma sei tu quella che amo-disse Napo sincero e con lo sguardo innamorato.-mi devi credere-
"Dai Nata, non lo vedi anche tu. Perdonalo" Nata
-Ti perdono ma non farò mai più-lo avvertì Nata con uno sguardo.
-Te lo prometto, guarderò solo te-disse Napo felice.-Quindi ora stiamo insieme?-
"Napo, mi ha chiesto di essere la sua fidanzata!!! Ma che bello!!! Certo che si. Aspetta un attimo, Nata, non puoi dirgli subito di si. Hai ragione, devo farlo un po' penare un po' per la storia di Valentina" Nata
-No, non ancora ma chissà tra qualche tempo rospo-disse Nata lasciando sulle spine.
Non era la risposta sperata ma c'era una piccola speranza e gli bastava.
-Ok, prenditi tutto il tempo che vuoi-disse Napo innamorato.
Mentre i due si scambiavano gli sguardi innamorati, Camilla e Luca approfittarono della confusione per andare nel magazzino per qualche minuto e non persero tempo a baciarsi.
-La tua canzone è bellissima Luca-disse Cami tra un bacio e una carezza.-Dove hai trovato l'ispirazione?-
-Sei tu che mi ispiri, Cami. Il tuo sogno è la mia realtà-disse Luca sfiorando il contorni del viso con le dita. 
-Oh Luca, sei dolcissimo e ti amo tanto-disse Cami commossa.
-Anch'io tantissimo-disse Luca.
Tra un bacio e l'altro, la voglia di far l'amore ritornò e così Luca prese Cami in braccio e la adagiò sul tavolo semi vuoto, lei portò la sua mano al bottone e la chiusura lampo dei jeans per abbassarli insieme ai boxer e lui alzò un po' la gonna e sfilò le sue mutandine per entrare dentro di lei, tutti e due con grande urgenza. Sapevano il gran rischio che correvano proprio come Violetta e Leon negli spogliatoi però era impossibile trattenersi e la situazione era molto eccitante. Luca e Cami si baciavano tra una spinta e l'altra per far morire i gemiti nelle loro bocche. Era così bello unirsi alla persona che si amava.  
Mentre raggiunsero l'apice, qualcuno apri la porta e a quel rumore il cuore di Luca e Cami sussultò per l'agitazione e per essere stati beccati in quella posizione. 
Speravano vivamente che non fosse Francesca. Non era il momento o il modo più adatto per venire a conoscenza del loro amore.
Si girarono con coraggio verso la porta, la persona in questione era...
....
Studio 21
Angie entrò furtiva nell'ufficio di Gregorio, raggiunse la scrivania e frugò nei cassetti alla ricerca di una prova della sua colpevolezza ma il loro contenuto non era per nulla inutile al suo scopo. Notò una valigetta proprio sotto la scrivania, la prese e la mise sulla scrivania per aprirla ma non si apri. C'era una serratura quindi da qualche parte nell'ufficio si trovava la chiave.
"Per quale motivo Gregorio porta una valigetta qui e la tiene sotto chiave?"pensò Angie confusa."Ma certo! Perché non ci ho pensato prima? Lì dentro ci sono le prove del suo sabotaggio"
Frugò per tutto l'ufficio in cerca della chiave senza alcun risultato, di sicuro era addosso a Gregorio così sfilò una forcina dal suo chignon e la infilò nella serratura. 
-Dai apriti, forza-esclamò Angie ad alta voce, sforzando la serratura.
C'era un gatto nero fuori dalla porta mezzo addormentato.
Alla fine la forcina non servi a nulla, la valigetta era lì ancora inaccessibile e si senti frustrata di ciò, rimase al suo posto e usci dall'ufficio convinta di non essere vista. 
...
Casa Castillo
German era nel suo studio con Ana messa sulle sue ginocchia mentre si baciavano, sapevano quanto era rischioso però non appena si trovavano da soli in un posto, era inevitabile. Sembrava due ragazzini.
-German, dovremo fermarci-disse Ana interrompendo il bacio.-Jade o suo fratello posso entrare in qualsiasi momento-
-Si hai ragione-disse German con poca convinzione, baciando il suo collo.
-Non è leale, sai che il collo è un mio punto debole-replicò Ana a quel basso colpo.
-Lo so, cara ma non posso staccarmi da te-disse German innamorato.-Voglio approfittare di ogni istante segreto fino a quando non tornerà Jorge-
Ana cambiò espressione al nome di suo marito e tanti pensieri invasero la sua mente.
-Che hai Ana?-chiese German preoccupato.
-Pensavo ai ragazzi e Jorge e quanto soffriranno-disse Ana con un senso di colpa.-Stiamo vivendo un bel sogno German di nascosto da tutti ma presto la realtà ci sveglierà e ho paura...-
Lui la capiva molto bene, anche lui aveva i suoi stessi pensieri ma era disposto a tutto per la sua felicità.
-Ti capisco, Ana ma commetteremo un errore a non dirlo e continuare a vivere nella bugia per sempre-disse German.-E poi sono sicuro andrà tutto bene-
-Si hai ragione-disse Ana con un sorriso.
-E voglio dire a Violetta la tua vera identità-disse German all'improvviso.
-German, non sai quanto mi fai felice-disse Ana con felicità.-Sono molto orgogliosa di te-
Era un gran passo avanti, presto German avrebbe detto anche di Angeles e di Angelica e finalmente niente più bugie da entrambe le parti.
In quel momento la porta si apri, i due si spaventarono molto ma per fortuna erano solo Olga e Roberto.
-Vi abbiamo portato due belle fette di torta, un caffè e un tè come piace a voi-disse Olga felice e premurosa mettendo il vassoio sul tavolo.
-Grazie, Olga-disse Ana con un sorriso, prendendo un pezzo di torta.
-Di nulla, vedervi insieme è una cosa bellissima Ana-disse Olga contenta.
-La penso con la mia Olga-disse Roberto con un sorriso tenendo la sua fidanzata a sé.
-Anche noi per voi-dissero i due con sorriso.
Da fuori vide Jade vide tutta la scena con rabbia, Olga trattava quella Ana come la patrona di casa e invece con lei era sempre sgarbata ma lei aveva quella chiave per rovinare ogni cosa e cambiare l'equilibrio di quella casa per sempre.
...
Resto-Band
Magazzino
-Scusate-disse Pablo con certo imbarazzo voltandosi subito.-Non lo sapevo-
Luca e Camilla con molto imbarazzo, si staccarono e si sistemarono subito.
-Puoi girati-disse Luca con molto imbarazzo.  
-Sono molto sorpreso, non mi aspettavo di vedere una mia ex alunna e il mio capo insieme ma la vita è così imprevedibile-disse Pablo sorpreso guardando i due negli occhi.
-Pablo, nessuno sa nulla di noi-disse Luca un po' imbarazzo stringendo Camilla a sé.-e deve rimanere un segreto per ora-
-Tranquillo, il vostro segreto è al sicuro con me-disse Pablo con sorriso.-Siete una bella coppia-
-Grazie, Pablo. Per noi è molto importante-disse Camilla sollevata.
-Ma anche sei il mio capo, devo dirti che non dovrei fare determinate cose con Camilla qui sia per l'igiene e sia per il rischio-lo rimproverò Pablo giustamente.
-Si lo so-concordo Luca a quel rimprovero.
-Bene vi aspetto di là-disse Pablo con un sorriso aprendo la porta.
Luca e Cami erano sollevati da quel fatto. Prima di andare di là, passarono un attimo in bagno per sciacquarsi con la promessa di evitare di fare certe cose negli orari di lavoro.
Intanto di là, le Hot Stars erano arrabbiate contro Violetta, Francesca, Nata e Camilla.
-E' incredibile come quelle quattro attirano di più i ragazzi, ma la partita è appena iniziata-disse Diamante agguerrita.-Un ragazzo super bello come Leon deve stare con una Stella come me e no con il suo pallido riflesso-
-Hai ragione, Napo sarà mio-concordo Valentina convinta.
-Come Tomas-aggiunse Giulietta convinta.
-e come Andres-aggiunse Patricia convinta.
Le Hot Stars erano convinte di ciò, quelle perdenti avevano l'ore contate.
-Ora andiamo ragazze-disse Diamante con un sorrisetto.
In quel preciso istante qualcuno si fece avanti.
-WOW! Complimenti a tutti e due gruppi!-disse il signore al fianco della sua assistente, battendo le mani con grande entusiasmo.-Siete state fantastiche!-
Tutti si voltarono verso quel signore molto sorpresi.
-Mi scusi lei chi è?-chiese Violetta perplessa.
-Io sono Juan Alonso-si presentò lui dando ad entrambi gruppi il suo biglietto da visita.-Sono il proprietario del famoso locale "Hechizo" voi siete perfette per essere ingaggiate lì-
-Cosa!? Ingaggiate!? Hechizo!?-esclamarono le ragazza sorprese.
Nessuna delle 8 ci poteva credere! 
Il "Hechizo" era il locale più alla moda di Buenos Aires e da li erano passati tanti gruppi ora famosi, erano un trampolino di lancio per creare un nome nel mondo della musica.    
Violetta aveva letto quel nome non solo in una rivista o in tv ma anche da qualche altra parte e non si ricordava dove. 
-Si avrei già da proporvi una serata per la prossima settimana, naturalmente sarete pagate bene-disse Juan con grande entusiasmo.-Cosa ne dite?-
Era una bella occasione per Violetta, Francesca, Camilla e Nata e anche per le Hot Stars.
Diamante agitò il dito in aria e disse-mi scusi ma le Hot Stars sono in 5, manca la nostra leader Brenda quindi non possiamo ancora una risposta-
Brenda? Quelle erano le amiche di quell'odiosa. 
-Neanche noi possiamo manca la quinta componente del nostro gruppo-disse Camilla agguerrita contro quelle quattro.
Violetta, Francesca e Nata le lanciarono uno sguardo come "Ma che stai dicendo?" e lei "Tranquille, lasciate fare a me".
-Come si chiama la vostra amica?-chiese Juan interessato.
-Ludmilla Ferro, anche lei è un alunna dello Studio 21 come noi-rispose Camilla con un sorriso.
-Due Band femminili da 5 componenti, proprio quello che cercavo!-esclamò Juan con entusiasmo.
Juan scioccò le dita e la sua assistente apri la valigetta e tirò fuori delle carte tipo quelle per apri le camere negli hotel, le consegnò una per una alle ragazze dei due gruppi in più altre due per le due componenti assenti.
Violetta fissò la carta dorata e nera nella sua mano con grande emozione come del resto le sue amiche.
-Con queste carte potete entrare tranquillamente al "Hechizo", sono valide per portare una persona con voi e vi da il diritto a molti privilegi come accesso alle stanze speciali del locale-spiegò Juan attentamente.
-Wow!-esclamarono tutte affascinate.
I ragazzi guardavano la scena felici della grande opportunità per le ragazze, Leon conosceva quel posto per i racconti di sua madre e non c'era posto migliore per iniziare ad esibirsi. Però c'era il fatto della visibilità e dei video su internet, una cosa come quella non si poteva nascondere come lo Studio 21 e temeva per Violetta e per lui al pensiero di cosa avrebbe fatto German una volta scoperto della cosa. Ma la vedeva troppo felice di quella occasione. quello era il suo sogno e aveva il diritto di viverlo. 
-Ora vi lascio, vi aspetto la prossima settimana per la vostra risposta-terminò Juan stringendo la mano ad ognuno di loro.-e spero in un si perché non solo avete talento, in voi c'è qualcosa di speciale, una marcia in più a differenza di altri e sarebbe un vero peccato sprecare un occasione come questa-
Juan e la sua assistente uscirono dal Resto-Band e le ragazza si guardarono ancora incredule di tutto ciò.
-Non ci posso credere!-esclamò Violetta ancora incredula.
-Neanch'io, un ingaggio al "Hechizo" è il sogno di tutti!-esclamò Francesca felice.
-Noi quattro con Ludmilla avremo molto successo, ragazze-esclamò Camilla su di giri.-presto saremo conosciute in tutto il mondo-
-Sono cosi felice e non vedo l'ora di dirlo a Ludmilla!-esclamò Nata entusiasta.-Lei ha sempre parlato del "Hechizo" e sarà felicissima di questa cosa-
 Le Hot Stars si avvicinarono a loro per avvertirle.
-Inutile entusiasmarvi così, tanto capiranno subito che noi siamo le migliori in questo mondo e voi non siete altro che cantanti scadenti-dissero le Hot Stars in coro.
Neanche quell'insulti potevano cancellare la gioia dentro di loro in quel momento, le ignorarono altamente e questo le fece arrabbiare ancora di più prima di lasciare il Resto-Band.
Tutti si congratularono con loro per quell'ingaggio soprattutto Pablo e Angie. Il loro ex direttore consigliò loro di cogliere quell'opportunità cosi unica nella vita e Angie ricordò la prima volta al "Hechizo" in compagnia di sua sorella Maria. Ora Violetta stava seguendo passo dopo passo le sue orme, era il destino a spingerla verso quel passato.
Tomas abbracciò Francesca così come Luca a Camilla, Napo a Nata.
-Sono molto contento per te amore-disse Leon con un sorriso.
Violetta abbracciò Leon contenta e l'attimo dopo nella sua testa andò alle conseguenze di quella scelta. 
-Io non posso farlo, dovrei mentire ancora a mio padre e se lo scoprisse gli causerei un dolore enorme e ci separerà per sempre-disse Violetta triste ma realista, scappando via da lì.
Leon la inseguì fuori dal Resto-Band, le afferrò il braccio per fermarla e portarla a sé.
-Tranquilla, troveremo una soluzione-disse Leon in tono rassicurante.
Lei ci sperava tanto ma non era tanto sicura.
-Vieni, torniamo dagli altri-disse Leon prendendo la sua mano.
-Leon, ha ragione. C'è sempre una soluzione-disse Angie abbracciando la nipote.
Leon decise di lasciare le due da sole e tornare dagli altri.
Violetta e Angie erano strette su una panchina adesso.
-Angie, non so cosa farò con papà se dico di si-disse Violetta confusa.-Ora le cose stanno andando bene tra noi, sono sicura che sia merito di Ana-
-Ana? Chi è questa Ana?-chiese Angie sciogliendo l'abbraccio, fingendosi molto sorpresa.
-E' la mamma di Leon, era la migliore amica di mia madre e primo amore di mio padre-
Violetta raccontò com'era Ana, di come aveva portato la gioia in quella casa dopo di lei, di come suo padre cambiava quando era con lei e molto ancora ancora.
-Ti ha colpita molto Ana-disse Angie con un sorriso.
Angie sentiva tutto l'affetto per Ana in quelle parole e non poteva essere altrimenti perché da bambina Violetta la adorava tanto, era molto contenta di quella cosa e sperava che German lasciava Jade per Ana.
-Si sai la vorrei come seconda mamma al posto di Jade-le confessò Violetta sognante.-ma è impossibile lei sta con il padre di Leon e di sicuro a lui non piacerebbe questo mio pensiero-
Angie l'abbracciò per consolarla. Lei sapeva dal racconto di Pablo sulla spiaggia che German e Ana provavano qualcosa l'uno per l'altra quindi bastava solo che quei due lo ammettessero con tutte le conseguenze.
"Vedrai nipote mia, presto tutto si sistemerà e finalmente sarete felici"pensò Angie con un sorriso. 
Intanto dalle parti del Resto-Band Gregorio trovò il braccialetto di Mara e se lo mise in tasca con un sorrisetto. 
"Bene, domani metterò in atto il mio piano e raggiungerò il mio scopo" 
Amore.Musica.Passione.
Studio 21
Alla termine delle lezioni Leon, Tomas e Camilla erano nell'ufficio di Gregorio davanti a lui per scontare la loro punizione ma non c'era nulla da sistemare o da pulire, era tutto alquanto strano.
-Qui è tutto sistemato-disse Camilla perplessa.
-Infatti. Cosa dovremo sistemare?-chiesero Tomas e Leon in contemporanea.
I due si reso conto della cosa e si voltarono dall'altra parte. 
A quelle parole Gregorio si alzò dalla poltrona, sfilò ad uno ad uno tutti i cassetti dell'ufficio e li capovolse così tutti i fogli ben sistemati e classificati andarono per terra e in più scaraventò tutto per terra sulla scrivania e gli altri mobili.
Naturalmente i tre erano sconvolti da quel gesto e una rabbia sali dentro di loro.
-Ecco qua-disse Gregorio con un sorrisetto.-Voglio tutto sistemato entro la chiusura dello Studio! Non pensate di fare i furbi perché io tanto vengo a sapere tutto come il fatto della riunione. Bene, ora vi saluto e buon divertimento-
Appena usci dall'ufficio, si ricordò della valigetta e di un altra cosa così torno indietro. I tre erano confusi per il suo ritorno improvviso.
-Mi sono scordato di dirle una cosa Camilla-disse Gregorio prendendo la valigetta vicino alla scrivania.
Cosa aveva da dirle ancora? Non bastava già tutto questo, doveva infierire ancora di più.
-E' inutile che manda qualcuno per le sue punizioni perché tanto non cambio idea-disse Gregorio duro.-lo dico anche a voi-
Camilla sapeva bene a cosa si riferiva Gregorio.
Durante la pausa pranzo, Luca era venuto a sapere dell'ingiusta punizione di Gregorio da Andres e subito si era precipitato allo Studio 21. Lei era in bagno quando era accaduto e appena Leon la avviso della cosa, subito corse a fermare Luca.
Arrivò fuori all'ufficio di Gregorio e Luca era già li.
-Come si permette di mettere in punizione Camilla solo perché si è ribellata alle sue idee assurda! Questa è una vera ingiustizia!-gridò Luca sbattendo la mani sulla scrivania.
-Lei chi è? Come si permette lei di  piombare nel mio ufficio e criticare il mio lavoro!-replicò Gregorio duro.
-Come chi sono io? Sono Luca il fratello di Francesca, amico di Camilla e degli altri alunni e proprietario di Resto-Band-rispose Luca un po' sorpreso all'inizio.  
-Ah già, il complotto era da lei e quindi lei è loro complice-disse Gregorio con uno sguardo penetrante.
-E anche se fosse, lei non ha il diritto di mettere in punizioni Camilla, Leon e... anche Tomas per cose del genere-replicò Luca imperterrito.
"Oh, Luca! Il modo in cui mi difendi è bellissimo e non potrei desiderare nessuno al mio fianco a parte te"pensò Camilla così innamorata.
-Invece ho tutto il diritto perché io sono Il Direttore-disse Gregorio alzandosi dalla sua poltrona.-E ora se ne vada immediatamente o chiamo la polizia-
-Me ne vado ma non finisce qui, questa è promessa-lo avvertì Luca deciso puntando il dito contro di lui.
Luca usci dall'ufficio e trovò Camilla nel corridoio.
-Sei stato molto coraggioso, Luca!-disse Camilla accarezzando il suo viso, tanto non c'era nessuno a parte un gatto bianco.
-Se qualcuno se la prende con la mia fidanzata è naturale-disse Luca innamorato e aggiunse con faccia triste.-Peccato che non ho ottenuto nulla- 
-Non fare quella faccia, hai fatto il possibile ma Gregorio è un osso duro-disse Camilla con tono rassicurante.
I due si diedero un bacio, non sapendo di essere ripresi. a
Presente
Dopo di ciò Gregorio usci dall'ufficio con la valigetta e guardò da fuori i tre disperati a  fissare tutti quei fogli e tutto il resto e la cosa lo divertiva molto.
-Ma quanti saranno?-chiese Camilla fissando quei fogli.
-Non lo so ma Gregorio gioca molto sporco-disse Tomas con rabbia.
-Già ma gli faremo vedere noi, domani troverà tutto sistemato-disse Leon agguerrito.
-Giusto, mettiamoci al lavoro-disse Camilla tra i due ragazzi.
I tre iniziarono a raccogliere tutti gli oggetti sulla scrivania e sui mobili, quello era facilissimo ma ora veniva la parte più difficile, classificare tutti quei fogli per terra.
-Vorrei essere con Violetta e gli altri da Ludmilla-disse Camilla sbuffando e raccogliendo i fogli.-E' ingiusto tutto questo!-
-Anch'io ci tenevo soprattutto per averla aggredita in quel modo e non aver capito nulla in questi anni-disse Leon dispiaciuto piegato sul pavimento con alcuni fogli in mani.
-Già per fortuna di pomeriggio abbiamo registrato le nostre voci nella base-aggiunse Tomas prendendo anche lui altri fogli.-così è come se saremo con lei in quel momento-
...
Nel cuore della città, le Hot Stars erano al gran completo insieme alla loro leader Brenda e parlavano dell'ingaggio al "Hechizo", di quel gruppo di perdenti inclusa Ludmilla e naturalmente l'argomento più bello in assoluto cioè i loro amori: Leon, Napo, Tomas, Andres e Maxi quando proprio uno di loro camminava da solo nel marciapiede opposto al loro e quella era un occasione d'ora da sfruttare.
-Torno subito ragazze-disse Brenda con un sorrisetto puntando su Maxi.
Maxi entrò nella profumeria Elxir di sua zia Bianca dove trovò sua cugina Maya (http://noveleros.com/actors/violeta-isfel/photos/227552/antonella) al bancone mentre una macchina passo ad alta velocità per strada su una pozzanghera e schizzò tutta a Brenda, la quale maledì il conducente in tutte le lingue del mondo e le sue amiche corsero subito da lei con un asciugamano in mano. 
-Ciao Maya-salutò Maxi dando due baci sulla guancia.
-Che bella sorpresa, cuginetto!-esclamò Maya posando dei profumi sul bancone.-Cosa posso fare per te?-
-Ho bisogno del tuo aiuto per un regalo-rispose Maxi un po' imbarazzato.
-E' per una ragazza, non è vero?-chiese Maya con intuito femminile.
-Si ma non è una ragazza qualsiasi. Lei è speciale, una vera Stella-disse Maxi innamorato.
Maya aveva visto Maxi alle prese con diverse ragazze ma si notava dai suoi occhi e come parlava di lei che era diverso questa volta.
-Questa ragazza ti ha fatto innamorare sul serio, cuginetto-disse Maya felice per lui.
-Si Ludmilla è quella giusta-affermò Maxi sicuro.
-Ludmilla è un bel nome e non vedo l'ora di conoscerla-disse Maya con gran entusiasmo.
Intanto Brenda e le altre erano dentro il negozio grazie all'aiuto di Giulietta e ascoltavano attentamente la conversazione, nascoste dietro la porta del retro.
-Non posso crederci! Maxi è innamorato di quell'insulsa di Ludmilla-esclamò Brenda inorridita e gelosa.-e pensa che sia l'amore della sua vita! Che orrore!-
-Hai ragione, neanche noi riusciamo a capire come due ragazzi belli come Leon e Tomas possa piacere quella ragazzina insignificante di Violetta-concordarono Diamante e Giulietta.
-Hanno un gusto pessimo-affermò Patricia con un libro in mano.-Per fortuna il mio Andres no, io ho più via libera anche se un po' timidino ma mi piace e non vedo l'ora di spupazzarmelo tutto e di farlo mio-
-Come ti capisco, alle mie bambine mancano molto Napo-disse Valentina con il broncio toccando le tette con le mani.-Però c'è di mezzo quella formica ricciolina-
-Volete stare un po' di silenzio o se no non capisco nulla-gridò Brenda a bassa voce con uno sguardo fulminante.
 -Scusaci Bre-dissero le altre in coro dispiaciute.
Brenda riprese a sentire la conversazione tra il suo Maxi e la cugina.
Lui spiegò la sua idea:-Non siamo ancora fidanzati ma voglio riempirla di attenzioni e poiché la sua passione sono proprio i profumi, ho pensato a un bouquet di fragranze per creare un profumo con il suo nome-
-Questa idea è molto originale e bellissima, la tua Ludmilla è molto fortunata ad avere un ragazzo d'oro come te al suo fianco-disse Maya alla sua idea.-Come vuoi che sia il profumo?-
-Voglio che la rappresenti. Lei è forte, sexy, disarmante ma allo stesso tempo fragile, dolce e molto tenera. In altre parole: unica.-rispose Maxi con lo sguardo brillante. 
Maya ascolto attentamente le parole di Maxi e buttò qualche idea sul foglio del suo block-notes e disegnò lo schizzo della bocchetta del profumo.  
-Guarda qui e dimmi se ti piace-disse Maya mostrando lo schizzo.
Maxi guardò lo schizzo: era una boccetta a forma di stella con il nome dorato di Ludmilla con una stellina sulla i e in tappo a forma di corona impreziosito da una stella, un cuore, un orsetto, una chiave, una nota musicale e una chitarra. 
-Wow! E' perfetto!-esclamò Maxi sbalordito dallo schizzo.-Sei sempre eccezionale, cugina!-
-Lo scopo della mia vita è far felice le ragazze soprattutto se è la futura ragazza del mio cuginetto preferito-disse Maya felice.-Ora vai e lascia fare a me-
-Ok vengo a prenderlo domani ma ricordati che lei è allergica al Gelsomino-disse Maxi con molto attenzione prima di uscire dal negozio.
Brenda guardò le altre con un sorriso maligno.
-Ma che informazione grandiosa! Meglio di così non poteva andare ragazze-disse Brenda tramando già un piano.
-Ho già capito il tuo piano, aggiungerò il gelsomino al profumo quando inizierò il turno qui-disse Giulietta complice.
-E domani la cara Ludmilla avrà uno sfogo terribile sulla sua pelle perfetta-disse Brenda cattiva, immaginando già la scena.-e si sa che lei odia questa cosa-
-Sei così perfida Bre!-esclamarono le altre compiaciute.
Le Hot Stars uscirono da negozio tranquillamente mentre Maya si mise a lavoro per suo cugino. 
Mezz'ora dopo...
Villa Ferro
Dolores senti il campanello, apri la porta alla vista di Maxi e restò sorpresa quando notò Nata, Napo, Andres, Violetta, Francesca e Braco appresso a lui. Violetta, Francesca e Braco erano senza parole da quell'immerso ingresso, era proprio bella la villa di Ludmilla.
 -Salve Dolores, siamo qui per fare una sorpresa a Ludmilla-disse Nata con un sorriso.
-Mi fa molto piacere di questo ma la signorina Ludmilla ha bisogno di riposo quindi tornate un altro giorno-disse Dolores dispiaciuta.
I ragazzi non aveva intenzione di muoversi, erano lì per Ludmilla. 
-Ma Dolores solo un attimo non ci metteremo molto-la pregò Maxi con le mani giunte.
-Si infatti-dissero tutti insieme con quelle facce supplichevoli.-voglio solo darle una cosa-
-Ragazzi, mi dispiace ma no-disse Dolores decisa, non cedendo ai quei tanti occhioni supplichevoli.-Ordini del dottore-
Lei lo faceva per il bene di Ludmilla.
-Che succede qui, Dolores?-chiese Javier entrando nell'ingresso e vedendo loro.
-Signor Ferro, io e gli altri volevamo fare una sorpresa a Ludmilla per farle tornare il sorriso-gli spiegò Maxi triste.-ma Dolores ci ha detto che Ludmilla ha bisogno di riposo quindi c'è ne andiamo-
Quei ragazzi erano tutti lì per la sua Ludmilla, quello gli riempiva il cuore di gioia e lo commosse tanto. 
-No, potete andare da lei-disse Javier commosso.-La mia piccola non farà altro che piacere questo e vi ringrazio già per tutto-
 -Non deve ringraziarci, lo facciamo con piacere signor Ferro-disse Violetta al nome di tutti con un sorriso.
Javier insieme a Dolores osservo felice quei ragazzi salire le scale, Maxi portò gli altri alla porta di Ludmilla e pian piano sgattaiolarono nella camera. Violetta e Francesca restarono affascinate da essa.
-Il Cd-disse Maxi sottovoce agli altri.
-Io non c'è l'ho-disse Napo sottovoce.
-Neanch'io-disse Braco sottovoce.
Le ragazze insieme scossero la testa.
-Non è possibile ragazzi! Vi siete scordati il Cd-disse Maxi sconvolto.-senza quel Cd addio sorpresa-
-E ora che si fa ragazzi?-chiese Nata triste.
 Andres tirò fuori il Cd dallo zaino e disse:-ragazzi, il Cd è qui-
-Andres, perché non l'hai detto prima!-esclamarono tutti gli altri sottovoce un po' arrabbiati.
-Non avevo capito, scusatemi-disse Andres con una faccia dispiaciuta.
-Tranquillo, Andres. Non siamo arrabbiati-dissero le ragazze con un sorriso.
Maxi prese il Cd e lo mise nello stereo di Ludmilla.
-Siete pronti?-chiese Maxi carico con il dito sul tasto play.
-Si prontissimi-risposero gli altri sottovoce carichi anche loro.
Maxi spinse il tasto, raggiunse gli altri in posizione e Ludmilla era nel letto con la testa piena di pensieri quando senti un musica inedita. Lei usci dal letto, mise le pantofole nere e Helena la segui.
-Anche tu sei curiosa, tesoro mio-disse Ludmilla tenera andando verso le scale.-Andiamo-
Appena si avvicinò alla scala, senti la voce di Leon e di Tomas.
Leon:Enciende tu equipo,
Tomas: sube el volumen
Leon: para entender al mundo
Si aggiunse anche quella di suo cugino Napo e quella di Nata.
Napo: Abre tu puerta,
grita en tu muro
Nata e Leon: para encontrar el rumbo
Ludmilla confusa scese alcuni gradini e vide in mezzo alla sua stanza Maxi, Violetta, Napo, Nata, Andres, Braco e Francesca. 
Cosa ci facevano lì? 
Camilla e Braco: Deja que pase,
llora si quieres,
Camilla, Leon e Tomas non c'erano però erano registate nel Cd. Lei non riusciva a credere ai suoi occhi, non si aspettava una cosa simile. 
Andres: quita el dolor profundo
Tomas: Rie por nada,
cuenta conmigo,
Ritornello tutti insieme: dejale a tu corazon mostrar tu destino
Lei scese automaticamente le scale mentre ascoltava attentamente le parole di quella canzone.
Ven y canta
Dame tu mano,
cura tus heridas
busca hoy tu melodia, vamos
Infatti tutti le porsero la mano con sorriso e lei non riusci a trattenere le lacrime dalla commozione per quella sorpresa inaspettata. Era chiaro il messaggio, la stavano consolando e lei non si meritava questo, non dopo tutto il male che aveva fatto soprattutto a Violetta eppure quei ragazzi erano li per lei. 
Si avvicinò a loro, Maxi le prese la mano destra e Violetta quella sinistra e si creo un bel cerchio. Quello era sicuramente un sogno, un bellissimo sogno eppure sentiva la mano calda sia di Maxi sia di Violetta e i loro affetto tramite quella canzone.
Ludmilla insieme agli altri: Ven y canta
Sigue cantando,
piensa de colores hoy
que tu sueño es mi cancion
Maxi tirò fuori un foglio e lo passò a Ludmilla con sorriso, lei lo ricambiò e cantò la strofa.
Ludmilla: Sueña mas alto,
dime que quieres,
Leon: muestra tu vida al mundo
Era incredibile, sembrava che il destino le stava dando una seconda possibilità per ricominciare da capo e nella maniera giusta questa volta.
Francesca e Maxi: Sigue tu instinto,
no te detengas
rompe tu laberinto
Violetta: Si habres tus ojos,
luces y aplausos
sube el telon
y tu pulso vuela
Tomas: Rie por nada,
Leon: eres mi amigo
Tutti insieme: Dejale a tu corazon mostrar tu destino
Più cantava quella canzone e soprattutto il ritornello più le piaceva, la sua tristezza ormai era scomparsa e si mise a ballare con Violetta, Francesca e Nata con una gran felicità del cuore mentre i ragazzi creo un cerchio intorno a loro.
El camino puede ser mejor
si cantamos con el corazon
Dame tu mano,
siempre juntos
A quell'ultima strofa si presero di nuovo per mano.
Ven y canta
Sigue cantando,
piensa de colores hoy
que tu sueño es mi cancion 
La musica fini, un gran applauso si levò in tutta la stanza mentre da fuori Javiere e Dolores guardavano la scena commossi.
Ludmilla non sapeva cosa dire, era così commossa e felice di tutto ciò. Poi le parole vennero da sole dal profondo del suo cuore. 
-Grazie a tutti, davvero di cuore ma io non mi merito niente di tutto questo e neanche il vostro perdono, sono stata così cattiva con voi e parecchio ingiusta, ho fatto cosa orribili e avete sofferto molto a causa mia soprattutto a voi due-guardando Violetta e Nata.-e me ne pento profondamente-
-Non dire così-disse Violetta prendendo la sua mano.-so cosa stai provando, non è facile crescere senza una madre e nel tuo caso ancora di più. Permettiti di perdonarti e di lasciarti voler bene da noi-
-Io non potrò mai perdonarmi per quello che ho fatto, non mi merito nulla ragazzi-continuò Ludmilla in lacrime un altra volta allontanando le mani da sé e chiudendosi a riccio.-Non perdete inutilmente tempo con me, io non avrei mai dovuto nascere-
Quelle parola facevano un gran male a Javier perché sapeva che erano le parole di Susanna a tornarle in mente e lei si era convinta di quella cosa ma non era così, senza di lei la sua esistenza sarebbe stata vuota. Anche gli altri lo provavano ma Ludmilla si sbagliava, non era inutile stare con lei e non doveva pensare quelle cose.
-Non ti ho già detto di non pensare più una cosa del genere-disse Maxi deciso.-Tu non sei una perdita di tempo, Ludmi. Tu meriti questo perché...-
-Solo perché sono stata abbandonata! Andiamo se Brenda non avesse detto quella cosa io sarei rimasta agli occhi di tutti la solita tarantola o vipera di sempre-lo interruppe Ludmilla giustamente.-e sarei rimasta piano piano da sola come pensano o pensate tutti-
-Forse hai ragione, avremo continuato a pensare male di te ma avremo perso la persona dietro alla maschera di tutti i giorni, una bellissima persona a mio parere -disse Francesca prendendo la mano.
-Ludmilla, lascia che ti vogliamo bene-disse Andres tirando un peluche dallo zaino.-Tieni questo Toby la mia pecorella, è come simbolo di amicizia-
Lei sapeva quanto Andres era affezionata al suo peluche.
-Grazie Andres ma non posso accettarlo, è molto importante per te-disse Ludmilla ritornando la piccola pecorella.-Dovresti darlo a qualcuno che lo merita davvero-
-Ma tu lo meriti davvero, Ludmilla-disse Andres deciso .-e non te ne rendi conto-
-Andres ha ragione, cugina. Affida il tuo cuore nelle nostre mani e non te ne pentirai-disse Napo con un sorriso.
Nata l'abbracciò con gran affetto e disse anche lei con le lacrime agli occhi:-Siamo qui per te, Ludmilla. Tu non sai quanto io ti voglio bene e mi ha fatto male sapere quella cosa da un'altra persona. Perché non me l'hai mai detto? Avrei potuto aiutarti-
-Oh Nata! Tu non sai quante volte ero sul punto di dirtelo ma mi mancava sempre il coraggio, per me non è facile mostrarmi vulnerabile a qualcuno-confessò Ludmilla ricambiando l'abbraccio.-tutto parte sempre da fatto di mia madre. Ma ci tengo a te più di quando immagini-
Era bella vedere una Ludmilla così tenera come una bambina mentre esprimeva i suoi sentimenti.
-Ci permetterai di essere le tue nuove amiche?-chiesero Violetta e Francesca una volta sciolto l'abbraccio delle due.-naturalmente a nome anche di Camilla-
Quelle ragazze erano incredibili, il suo cuore non poteva essere in mano più sicure. 
-Non so come fatte essere così, tutto questo mi commuove e non potrei desiderare di meglio-disse Ludmilla asciugandosi gli occhi dalle lacrime.
(http://www.facebook.com/photo.php?fbid=451603628220596&set=pb.426197407427885.-2207520000.1359465284&type=3&theater )
Ludmilla abbracciò di slancio Francesca e Violetta contemporaneamente felice, si aggiunse anche Nata e i ragazzi in bel abbraccio di gruppo. Javier e Dolores sorrise contenti di quella decisione, finalmente Ludmilla si lasciò andare.
Alla fine dell'abbraccio, Ludmilla esclamò:-Siete tutti invitati a cena da me!-
-E noi accettiamo con gran piacere-risposero tutti in coro felici.
 All'improvviso il cellulare di Violetta squillò nella tasca.
-Di sicuro è Leon, vorrà sapere il risultato della sorpresa-disse Violetta con un sorriso prendendo il cellulare.
Ma non era lui, sul display usciva "Papà". Chissà cosa voleva?
-Pronto Papà... è successo qualcosa?... proprio ora?... ma una mia nuova amica mi ha invitato a cena... ho capito... si sto arrivando... faccio prima che possibile... ciao-
Chiuse con una faccia triste.
-Mi dispiace Ludmilla ma devo tornare a casa, sono arrivati improvvisi ospiti a cena-disse Violetta dispiaciuta.
-Tranquilla, Vilu. Sarà per la prossima volta-disse Ludmilla dispiaciuta.
-Si anche perché dobbiamo parlare una cosuccia quando ci sarà anche Camilla-disse Violetta misteriosa con un sorriso.-E' una cosa che ti farà molto piacere-
-Mi hai incuriosita molto-disse Ludmilla a quelle parole.
-E aspetta di vedere il regalo di Maxi domani-disse Andres preso dall'allegria.
-Andres!-lo ripresero tutti insieme alla sua frase. 
-Quella era una sorpresa-lo rimproverò Maxi alla sua sbadataggine.
-Scusami, non volevo-disse Andres dispiaciuto.
Ludmilla lo guardò con sorriso e disse:-Cosa mi avresti preparato per domani?-
-Top secret. Lo scoprirai domani-disse Maxi misterioso.
-Mi piacciono le sorprese-disse Ludmilla con gran entusiasmo.-Soprattutto se sono le tue-
...
Qualche minuto dopo...
Violetta varcò la porta di casa sua con le chiavi e il cellulare in mano con una faccia triste. In quel momento voleva essere da Ludmilla con gli altri.
-Sono tornata-
-Siamo nel mio ufficio, Violetta-disse la voce di suo padre da lì. 
Entrò nel ufficio e trovò insieme a suo padre, Ana e Jade, il ragazzo del fidanzamento e una bella bambina di cinque anni.
Simon e Lola, si illuminarono alla vista di Violetta. 
-Lui è Simon, ha ritrovato il tuo braccialetto quel giorno alla festa-disse German con un sorriso.
-Ti ringrazio molto, io sono Violetta-si presento lei con bel sorriso stringendo la mano a Simon. In quel frangente si accorse dell'orologio, era quello del misterioso soccoritore a teatro. 
Che strana coincidenza! Comunque Simon ispirava molta fiducia a pelle.
-Non devi ringraziarmi, non ho fatto nulla di speciale-disse Simon con un sorriso.
-E invece si, per me è molto importante. Era di mia madre-replicò Violetta contenta.
Poi un pensiero si formò nella sua mente, lui sapeva del suo segreto e se usciva fuori, erano guai. Doveva parlare a più presto con lui in privato.
-E invece lei è Lola, la mia sorellina-disse Simon con un sorriso, nascosta dietro di lui.-E' un po' timida quando incontra persone che non conosce-
Capita anche a lei ma sapeva già cosa fare.
Violetta si abbassò verso di lei e disse:-Ciao io sono Violetta, sa che assomigli ad una principessa vestita così-
Lola timida usci da dietro e disse-Grazie, anche tu ci assomigli sai-
-Ti ringrazio molto, Lola-disse Violetta dolce porgendo la sua mano.-Ti va di essere amiche?-
-Si tantissimo-disse Lola con entusiasmo prendo la sua mano.
Simon guardavano Violetta e sua sorella insieme contento.
-Ma Leon non c'è?-chiese Simon finto curioso.
Sapeva benissimo che era in punizione, il suo piano aveva funzionato. Aveva lasciato il video a Gregorio con il biglietto con l'intento di avere una serata per stare con Violetta insieme a Lola senza il suo caro cuginetto in mezzo. Era stato geniale e questo era solo l'inizio.
-Hai ragione, nipote mio, è già tardi-disse Ana preoccupata.-a quest'ora le lezioni allo Studio 21 sono finite-
-Nipote? Quindi Simon e Lola sono i cugini di Leon!-esclamò Violetta sorpresa.
Questa non se lo aspettava proprio.
-Si sono i miei nipoti da parte di mio fratello, prima vivevano in Messico e da pochi giorni si sono trasferiti qui-disse Ana con un sorriso.-Non ci vediamo da molto-
A sua zia Ana aveva detto giorni a posto di mesi.
-I vostri genitori dove sono?-chiese Violetta serena. 
-I nostri genitori sono morti in un incidente quando Lola aveva solo un anno-disse Simon malinconico, Lola si strinse a lui triste.
Sapeva quanto quell'argomento stesse a cuore a Violetta quindi doveva far leva su di esso.
-Mi dispiace... io non lo sapevo... -disse Violetta dispiaciuta e triste.-so che si prova... e non volevo aprire una vecchia ferita... scusatemi...-
-Tranquilla, tu non lo potevi sapere-disse Simon sfiorando dolcemente il suo braccio. 
-Se hai bisogno di parlare, io sono qui-disse Violetta con gentilezza prendendo la mano con la sua.-Posso capirti benissimo-
-Grazie di cuore Violetta-disse Simon trattenendo la voglia di stringerla a sé.-Lo apprezzo molto-
"Sta andando tutto come previsto" pensò Simon soddisfatto.
A German e ad Ana faceva molto piacere quella nuova amicizia, Violetta e Simon potevano capirsi alla perfezione su quello aspetto.
-Comunque prima sono passata da Leon, mi ha detto di avvisarvi che non torna per cena-disse Violetta cambiando discorso.-è in punizione allo Studio 21 insieme a due nostri amici- 
Ana restò stupita di quelle parole, il suo Leon non era mai stato in punizione.
Com'era possibile?
-Perché Leon è in punizione?-chiese German serio al posto di Ana.
-E' cambiato il direttore quindi sono cambiate molto cose lì-rispose Violetta calma.-Ha messo regole assurde e sembra che li uno non si puo' neanche abbracciare senza essere messo in punizione-
Non si allontanava dalla realtà quindi era una mezza bugia.
-Cosa? Ma è assurdo!-esclamò Ana a quelle parole.-Chi è diventato direttore?-
-Un certo Gregorio mi sembra-disse Violetta con una faccia da finta pensatrice.
-Quell'uomo non l'ho mai sopportato!-disse Ana irritata al solo suono di quel nome.-Domani mi sentirà-
German stava per dire qualcosa ma poi si trattene, Jade e gli altri erano presenti. Era difficile mentire quando l'unica cosa che voleva era gridare al mondo intero il suo amore per Ana.
Jade notò la cosa, si avvicinò a lui e gli accarezzò il viso.-Amore, che hai? Hai una faccia-
Vedere Jade vicino a German mentre l'accarezzava, le dava un fadistio immerso ma fino al ritorno di Jorge le cose erano così e basta.
-Sto morendo di fame-rispose German camuffando la cosa.-Vado a vedere se la cena è pronta-
-Vengo anch'io, tesoro-disse Jade stringendosi il suo braccio.
"Io posso abbracciarlo, toccarlo e baciarlo quando voglio mia cara Ana mentre tu devi farlo di nascosto"pensò Jade soddisfatta.
"Pensa che non ho capito il gioco, ha il cervello piccolo quando una nocciolina"pensò Ana. 
-Posso andare anch'io, zia Ana?-chiese Lola tirando la gonna.
-Certo piccola-disse Ana con un sorriso prendendo in braccio la sua bella nipotina.-Andiamo a vedere cosa Olga a preparato di buono-
Lola l'aveva fatto di proposito così da lasciare la principessa Violetta sola con suo fratello.
"Questa è l'occasione che stavo cercando, mamma"pensò Violetta con un sorriso."Spero che Simon manterrà il segreto o se no sarò nei guai però mi sembra un ragazzo apposto e poi è cugino di Leon"
Violetta si prese di coraggio e parlò:-Simon, devo chiederti un favore-
-Si dimmi pure-disse Simon con un sorriso.
-Non so da dove cominciare-disse Violetta nervosa accomodandosi sulla sedia.
-Tranquilla-disse Simon con un tono dolce inginocchiandosi di fronte a lei per prendere la sua mano.-Puoi incominciare quando vuoi-
"Simon mi ricorda tanto Leon mamma" 
-Per prima cosa ti voglio ringraziare ancora per il braccialetto, poi per il tuo aiuto in teatro-lo ringraziò Violetta di cuore-e per quell'altra volta per babydoll-
-Qual'è babydoll?-chiese Simon finto confuso.
-Ah non sei stato tu a pagare il babydoll ieri-disse Violetta rossa in viso.
-No, io ho solo trovato il braccialetto e ti ho aiutato al teatro-rispose Simon naturalmente mentendo.-ero li per aiutate un amica e ho sentito che qualcuno aveva bisogno di me dietro le quinte- 
Quelle ultime parole la colpirono molto, era la stessa cosa che succedeva a Leon ogni volta che lei ne aveva biosgno. Era incredibile, anche in questo assomigliava a Leon. 
Quindi non c'è nessuno ammiratore segreto. 
Chissà chi è stato a pagare il suo babydoll.
-Tu devi essere... davvero un angelo-disse Violetta abbracciandolo di slancio.
Simon la strinse contento di quell'abbraccio improvviso, trattenendo la voglio di accarezzare i suoi capelli e tanto altro.
"Sta andando meglio di quando mi aspettavo" pensò Simon soddisfatto."Il cuore di Violetta sarà presto mio" 
-Oh scusa, non so che mi è preso-disse Violetta tutta rossa, staccandosi da lui.
Neanche lei sapeva il motivo di quell'improvviso slancio. 
-Tranquilla, non è successo nulla-disse Simon con tono rassicurante.-e poi ho fatto quello che tutti avrebbe fatto-
-Ti dico che mi ha salvato la vita, senza il tuo intervento mio padre avrebbe scoperto tutto e io non sarei qui in questo momento-ribatté Violetta. 
-Tuo padre non sa che canti?-chiese Simon finto confuso.
-No, lui non vuole che seguo le orme di mia madre-gli confidò Violetta con una certa tristezza.-Vedi mia mamma è morta in un incidente durante un tour e da quel momento lui ha paura che mi possa succedere la stessa cosa-
-Maria Saramego, era una straordinaria cantante e mia madre era una sua grande fan-disse Simon con gran entusiasmo.-A casa ho molti video dei suoi concerti e dell'interviste-
A quelle parole si illuminò tutta. Nella stanza di sua madre non c'erano nessuna cassetta e quindi non aveva mai potuta vederla in uno dei suoi concerti.
-Davvero! E me li faresti vedere?-chiese Violetta contenta.
-Certo a me non costa nulla-rispose Simon con un sorriso. 
-Ah che bello! Vedrò i concenti di mia madre-disse Violetta super felice.
-Sei bellissima quanto sei felice-disse Simon usando proprio le parole di Leon.
-Grazie-disse Violetta con un sorriso.
-Comunque manterrò il tuo segreto perché il mondo ha bisogno di conoscere una voce straordinaria come la tua Violetta-terminò Simon lasciando l'ufficio.
"Per ora può basta" pensò Simon ripensando all'abbraccio."Oh Violetta non vedo l'ora che tu sia la mia fidanzata"
Violetta portò la mani al suo medaglione con grande felicità.
"Mamma presto ti vedrò in video" 
In quell'esatto momento nel campo da calcio, Tini era in mezzo ad una partita e le cose per la sua squadra non stavano andato bene infatti lei era distratta per via della bugia di suo padre e di quel strano episodio del suo medaglione. Quando senti una gran felicità scorre dentro di sé, Josh il suo migliore amico le passo il pallone e lei lo tirò da centro campo.
-Goal!-esclamò l'arbitro.
I suoi compagni increduli di tale goal esclamarono:-Com'è hai fatto? 
-Chi lo sa-disse Tini misteriosa.
Non lo sapeva neanche lei poi guardò il suo medaglione e si illuminò proprio come stamattina. Decise si approfittare di quella incredibile carica per segnare tanti bei goal.
-Sei stata eccezionale, Tini!-esclamarono gli altri con felicità.
-Forza ragazzi. Dobbiamo segnare altri goal-disse Tini caricata.
-Si-dissero gli altri caricati da Tini.
In pochi minuti la situazione cambiò e la squadra di Tini vinse la partita grazie ai suoi goal.
Dopo la partita Tini si recò con Rebecca, Lali e i suoi compagni da Spruce Juice il loro locale preferito dove facevano dei frullati buonissimi (aspetta di assaggiare quelli del Resto-Band, ne uscirai pazza e creano una certa dipendenza ndBellafifi1986 :-) *ne sta bevendo proprio uno in questo momento in estasi* meglio tornare al lavoro, c'è ancora molto da scrivere ) a festeggiare la grande vittoria.
-A Tini per i suoi super goal...-brindarono tutti gli altri con i frullati in mano.
-Grazie ragazzi-disse Tini tenendo il frullato in alto.
-...la finale a Buenos Aires fra una settimana-
A quelle parole gli occhi di Tini si riempirono di tristezza e Josh ( http://www.youngmalecelebs.net/galleries/mitchell/Mitchell098.jpgse) ne accorse subito durante il brindisi.
-Che hai Tini?-chiese Josh mettendo una mano sulla spalla.-Non sei felice?-
Josh era innamorato di Tini da quando sempre ma lei lo considerava solo il suo migliore amico e poi sapeva che il cuore di lei era già impegnato dal suo primo amore, un ragazzo conosciuto alla festa in maschera quanto lei aveva 13 anni (nel un capitolo 7 ho sbagliato a scrivere 13 perché ne ha 14 poiché ha tre anni in meno di Violetta pardon per l'errore ndBellafifi1986) e mai più rivisto. Lei teneva conservato ancora la foto di quel ragazzo e di quel... gli dava fastidio solo pensare a quella parola perché se c'era qualcuno a cui spettava *la parola da non nominare*, era proprio lui.
-Certo che sono felice per voi...-disse Tini tirando un altro sorso di frullato.-ma allo stesso tempo triste per me perché non potrò esserci-
-per via dei tuoi genitori-disse Josh sapendo già il problema.
-si loro non mi fanno mai andare a Buenos Aires come la stessa cosa del mio compleanno-disse Tini tristemente.
-Tranquilla, si sistemerà tutto-disse Josh dando un abbraccio consolatore.
-Grazie, Josh. Sei il mio migliore amico-lo ringraziò Tini di cuore.
"Già sono solo il migliore amico" pensò Josh tristemente."Tini quando ti accorgerai che io ti amo? E' inutile aspettare uno che non arriverà mai"
Rebecca e Lali chiamarono Tini in quel momento e lei sciolse l'abbraccio per raggiungerle, non prima di dargli un bacio nella guancia e lui si toccò la guancia con uno sguardo innamorato.
-Eccomi ragazze-disse Tini con il frullato in mano.
-Tini so che non te ne accorgi ma Josh è innamorato di te-disse Rebecca diretta.
Tini la guardò un attimo a quella rivelazione e poi scoppiò a ridere.
-Molto divertente Rebecca!-disse Tini pensando ad uno scherzo. 
Rebecca era una grande in questo, ne faceva in continuazione.
-Non è una battuta Tini-disse Lali seria.-Lui è davvero innamorato di te-
-Josh... innamorato... di... me-farfugliò Tini molto sorpresa.
-Si di te amica mia-dissero le due.
"Non posso crederci! Abbiamo dormito molte volte insieme e si sarà fatto idee strane" pensò Tini nervosa."E adesso come mi devo comportare? Non voglio perdere la sua amicizia, è troppo importante per me"
-Ma lui per me è solo Josh, il mio migliore amico-disse Tini decisa.-e poi sapete bene che il mio cuore appartiene a...-
-... al tuo principe azzurro della festa in maschera-terminarono la frase per lei.-lo sappiamo benissimo-
-si sono sicura che lo incontrerò di nuovo perché è scritto nel destino di amarci-disse Tini convinta e innamorata. 
Ripensato a quella serata magica, a quel ballo e al finale da favola però al contrario lui scappò via di corsa e smarri un anello, il quale era sempre con lei nella sua tasca come portafortuna insieme a due loro fotografie.
-e se dessi una possibilità a Josh o se incontrassi qualcun altro, Tini tu non lo puoi sapere-disse Rebecca giustamente.
-Il mondo non è una favola Tini, non puoi vivere di illusioni e aspettare qualcuno che molto probabilmente non tornerà mai-disse Lali per il suo bene.
Tini si senti ferita da quelle parole. 
-Pensavo che foste mie amiche invece mi sbagliavo-disse Tini delusa e ferita, scappando via da lui.
Rebecca e Lali cercarono di raggiungerla ma c'era troppa confusione al Spruice Juice e infatti una volta fuori da lì di Tini non c'era traccie e si divisero per cercarla.
Tini era molto lontano da loro, stava attraversando la strada senza guardare e una macchina la stava per travolgendo quando qualcuno la salvo.
-Stai bene?-chiese una voce femminile preoccupata.
Tini si alzò da terra e disse:-Si grazie mi hai salvo la vita-
Era una ragazza della sua stessa età (  http://payson-keeler.tumblr.com/post/26277040266) e portava il suo stesso medaglione. Che strana coincidenza!
-Di nulla, io sono Ayla-si presentò la ragazza porgendo la mano.
-Io sono Martina, per gli amici Tini-ricambiò stringendo la mano.
Appena le loro mani si strinsero, i loro medaglioni si illuminarono e una spirale di luce le avvolse le due ragazze.
-Questa è la terza volta che succede a parte la spirale-disse Tini ad alta voce senza volerlo. 
-A me mi succede spesso-disse Ayla entusiasta della cosa.
-E' incredibile!-esclamò Tini sorpresa.
All'improvviso arrivò un ragazzo di 24 anni (http://www.facebook.com/photo.php?fbid=308756159232186&set=pb.100002934140808.-2207520000.1359583295&type=3&src=http%3A%2F%2Fsphotos-d.ak.fbcdn.net%2Fhphotos-ak-prn1%2F548120_308756159232186_648240696_n.jpg&size=245%2C350) verso di loro.
-Stai bene?-chiese il ragazzo preoccupato ad Ayla.
-Tutto bene, amore-disse Ayla con gran sorriso.
Lei e Tini si alzarono da terra con l'aiuto del suo ragazzo.
-Lui è Harry il mio ragazzo-disse Ayla stringendo il suo braccio.-mentre lei è Tini-
Harry strinse la mano di Tini, subito notò il medaglione al collo e l'energia che emanava il suo corpo. Lei si senti un po' arrossire alla sua vicinanza, quel ragazzo era bello come un dio.
-Hai visto il medaglione è identico al mio-disse Ayla con entusiasmo.
-Si ma non parliamone qui, andiamo da me-disse Harry guardando in tutti lati con cautela e sospetto, aprendo la sua macchina nera lucida.
Tini non ci capiva molto ma forse loro sapevano come aprire il suo medaglione e il suo mistero.  
 -Tini vieni con noi, ti spiegheremo tutto-disse Ayla con un sorriso con una mano sulla portiera.
-Si arrivo-disse Tini ricambiando il sorriso, raggiungendo la macchina.
Ayla e Harry le ispiravano molta fiducia così entro nella macchina per destinazione casa di lui. 
...
Casa Castillo
Violetta sali in camera sua un attimo per mandare due sms, uno a Leon e un altro a Francesca e Lola entrò nella stanza appena fini.
-Che bella camera!-esclamò Lola ammirando la stanza della sua principessa.
"Ma alla nostra villa c'è una stanza degna di una principessa come te" pensò Lola.
-Mi fa piacere-disse Violetta con un sorriso posando il cellulare su letto vicino allo sparito per Camilla e Francesca con il titolo "Juntos a ti"
-Wow! Questo è uno sparito quindi tu canti-disse Lola entusiasta (furbetta) salendo sul letto e prendendo il foglio in mano.-Mi canti qualcosa?-
Violetta chiuse la porta della sua stanza con una certa agitazione a quelle parole. Se suo padre sentiva per caso quelle parole, era finita.
-Ti canto qualcosa ma deve essere il nostro piccolo segreto-le propose Violetta con dolcezza allungando il mignolo.-nessuno deve saperlo-
-Si il nostro segreto-promise Lola felice di quella complicità unendo il mignolo con il suo.
Violetta penso attentamente alla canzone per Lola e poi arrivò l'idea giusta.
-Ti piace la canzone "The Glow" di Shannon Saunders, quella delle principesse disney?-chiese Violetta dolce.
-Si è una delle mie preferite, le conosco tutti a memoria-disse Lola con entusiasmo.
-Bene, allora ti piacerà la versione spagnola-disse Violetta con un sguardo brillante. 
Lei andò la scrivania, prese una matita con sopra un cuore di stofa per microfono e iniziò a cantare (http://www.youtube.com/watch?v=bDTCltV8RJU) e Lola la guardò rapita sul letto mentre Simon apri poco la porta senza alcun rumore e osservo la scena con un sorriso. Appena Violetta fini la canzone, Lola applaudi forte e si buttò tra le sue braccia quando lei si accomodo sul letto.
-Hai la voce più sublime del mondo!-esclamò Lola incantata.
-Grazie Lola-disse Violetta dolce avvolgendo Lola in un tenero abbraccio.-Sei dolcissima-
Le adorava i bambini, Lola era così dolce e in quel momento mentre la teneva tra le braccia, si immaginava lei e Leon sposati con figli nel loro luogo segreto. Fece un bel sorriso a quel pensiero. 
-Mi sai di mamma-disse Lola dolce con gli occhi chiusi stretta in quell'abbraccio.-io non me la ricordo perché ero troppo piccola ma tu mi trasmetti questa sensazione-
-Oh cucciola!-esclamò Violetta commossa.
Lei sapeva bene come si sentiva Lola, neanche lei ricordava l'abbraccio di sua madre ma Angie e Ana le davano quella sensazione. 
-Neanch'io ricordo molto di mia madre-disse Violetta sciogliendo l'abbraccio e guardandola negli occhi-ma ho tante persone che mi vogliono bene e anche tu hai tuo fratello, ora tua zia Ana e tuo cugino Leon...-
-...e te-aggiunse Lola con uno sguardo brillante.
-si hai anche me-disse Violetta con un sorriso sempre sulle sue ginocchia.
Lola la strinse ancora una volta, era così contenta di stare con lei e non voleva separarsene.
Poi Lola vide un cornice con una fotografia della principessa Violetta e di suo cugino Leon sul comodino, si avvicinò per osservarla meglio e nel sua mente penso ad una futura tra lei, suo fratello e la principessa Violetta. 
-Chi è?-chiese Lola finta curiosa. 
-Questo è tuo cugino Leon nonché il mio principe azzurro-rispose Violetta molto innamorata prendendo la foto scattata al fidanzamento e dando un bacio su di essa. 
Quella cosa diede molto fastidio a Lola e a Simon.
Lui bussò alla porta.
-Si avanti-disse Violetta posando la foto e nascondendo lo sparito nel comodino per precauzione.
-Sono io, la cena è pronta-disse Simon con un sorriso con la mano sulla maniglia.
-Vieni, Lola. La cucina di Olga ti piacerà molto-disse Violetta prendendo la sua mano.
-Si-disse Lola entusiasta.-Ho tanto una fame-
-Ma prima le mani-disse Violetta attenta e premurosa come una vera mamma guidando Lola verso il bagno.
Mentre lei e Lola erano in bagno con la porta chiusa, Simon entrò a passo felpato nella stanza di Violetta al suon del suo cellulare e lo prese in mano.
C'era tre messaggi da parte di Leon.
"C'è ancora un bel po' da fare ma in tre ci riusciremo. Tranquilla, io e Tomas non ci siamo sbranati stranamente anzi ci stiamo divertendo anche insieme. Questa ultima cosa era una battuta. So che non fa ridere ma mi è uscita così"
"Non vedo l'ora di tornare a casa per dormire con te, l'ultima notte in casa Castillo, mi manca già i nostri momenti li. Per questo voglio rendere la nostra ultima notte insieme li speciale. Ho anche una piccola sorpresa per te"
"Stasera ti farò godere dal piacere. Sei tutta rossa non è vero? Vorrei essere lì per baciarti le guance. Anche se dopo l'episodio di stamattina, non dire il contrario. Mi è piaciuto così tanto da voler ripetere l'esperienza. Ti desidero e ti amo così tanto Violetta"
-Spiacente, mio caro cuginetto ma tu stasera non farai godere proprio nessuno-affermò Simon sottovoce cancellando i tre messaggi con un sorrisetto.-non riuscirai mai ad avvicinarti a lei stanotte-
Lui rimise il cellulare al suo posto, usci dalla stanza con un aria soddisfatta e raggiunse gli altri per la cena mentre Violetta entrò nella stanza per prendere e controllare il cellulare, le sembrò strano l'assenza di risposta da parte di Leon poiché la riempiva di messaggi quando non erano insieme infatti il cellulare c'erano più 300 messaggi da parte sua ma anche vecchi del tipo quello dell'appuntamento al Resto-Band quando grazie a lui canto di fronte ad un pubblico. Rileggendo quei messaggi quanti bei ricordi riempivano la sua mente.
-Andiamo Violetta-disse Lola con una gran fame da fuori.
-Si eccomi-disse Violetta mettendo il cellulare in tasca e raggiungendo Lola.
"Leon rispondimi presto" pensò Violetta con ansia.       
...
Studio 21
Leon fini di catalogare l'ennesima cartella con una certa fame e stanchezza, la rimesse a posto in uno dei cassetti e controllo il cellulare per la risposta di Violetta ma stranamente non arrivo. 
-Tutto bene?-chiese Tomas alla sua faccia.
-No, Violetta non mi risponde-rispose Leon preoccupato e in ansia.
-Forse è a cena e il cellulare è in camera sua-suggerì Tomas per allentare la sua preoccupazione.
-Tomas, ha ragione. Non preoccuparti inutilmente-aggiunse Camilla rassicurante posando un'altra cartella.
-Avete ragione ragazzi-disse Leon mettendo il cellulare in tasca.
-Questa è segnare sul calendario, tu che mi dai ragione-disse Tomas con un sorriso.
-Non prenderci l'abitudine, Tomas-ribatté Leon.
-Tranquillo Leon, non corri pericolo-replicò Tomas.   
All'improvviso un brontolio si senti dalle pance dei ragazzi.
-Ho una fame-disse Camilla affamata.
-Anche noi-dissero Tomas e Leon insieme.
A quelle parole entrò nell'ufficio Luca.
-Eccomi qui ragazzi-disse Luca con sorriso mettendo la cena sul lato della scrivania libera.-Vi ho portato la cena-
-Sei grande Luca!-esclamò Camilla correndo da lui entusiasta per abbracciarlo.
-E' vero. Non so come hai fatto a saperlo ma ci hai salvato amico-disse Leon abbracciandolo dopo Camilla. 
-Ho sentito mia sorella e ho pensato di potarvi qualcosa-disse Luca con un sorriso.
-Grazie Luca-disse Tomas prendendo il piatto con il suo nome dal cestino.
Nei tre diversi piatti c'era un primo con un dolce e un frullato, i loro preferiti. Luca aveva pensato a tutto.
-Di nulla, ora devo andare-disse Luca guardando l'ora sul cellulare.
-Hai fretta?-chiese Camilla toccandosi i capelli con saper differente.
-Si ho un appuntamento con Babi-rispose Luca tranquillo.
"Certo ieri è andato via dall'appuntamento per correre da me, è giusto così" pensò Camilla tranquilla."Io mi fidi di lui e so che lui non tradirà mai la promessa"
-Divertiti allora-disse Camilla con sorriso, trattenendo la voglia di baciarlo e stessa cosa per Luca.
Leon guardò la scena, Camilla era una ragazza così forte e un altra a suo posto non avrebbe retto ad una cosa del genere. 
Mentre Luca usci dall'ufficio, due delle Hot Star entrarono lì con uno spuntino tra le mani.
-Ciao Leon-disse Diamante con passo deciso verso di lui e un sorriso seducente.
-Ciao Tomas-disse Giulietta altrettanto.
"Eccole di nuovo qui, pronte a provarci" pensò Camilla infastidita."A Violetta non piacerà se lo viene a sapere e neanche Francesca"
-Diamante che ci fai qui?-chiese Leon sorpreso.
-Sono venuta a portarti questo-rispose Diamante con un sorriso aprendo il cestino pieno di stuzzichini.
Leon apri la bocca per parlare quando lei lo imbocco con le dite con fare seducente.
-Ti piace?-chiese Diamante sempre con un sorriso. 
Leon mando giù quel squisito stuzzichino e rispose:-Squisito-
-C'è ne sono quanti ne vuoi-disse Diamante prendendo un altro.
-Diamante, sei gentile ma io sono fidanzato e amo perdutamente Violetta-disse Leon diretto.
-Si lo so-disse Diamante trattenendo il broncio e il fastidio per quella frase.-Volevo solo portati qualcosa da mangiare-
-Luca me ne ha già portato ma grazie-disse Leon sereno.
-Comunque dovete andare perché noi siamo in punizione-disse Camilla ostile.
Giulietta come la sua amica, imbocco a Tomas e da fuori Valentina scattò la foto dei due per usare per un sms.
...
Villa Ferro
Sala da Pranzo
-E' tutto così squisito!-esclamò Francesca prendendo un altro boccone.
-Si Cinzia la mia cuoca è eccezionale-disse Ludmilla continuando ad elogiare le doti culinarie di Cinzia, sorseggiando tra un parola e l'altra un sorso di vino frizzante.
Braco disse qualcosa nella sua lingua.
-Che ha detto?-chiese Nata a Napo, l'unico capace di comprenderlo.
-Gli piace molto questo vino frizzante credo-disse Napo con un sorriso.
-In effetti è squisito-disse Maxi sorseggiando un altro po' con piacere.
-E' un vino italiano fatto in Friuli-aggiunse Ludmilla con un sorriso.  
 Francesca stava per aggiungere qualcosa quando le arrivò un sms da un nome sconosciuto e appena lo apri, la sua faccia cambiò espressione e trattene le lacrime.
-Scusatemi, vado un attimo in bagno-disse Francesca con fare indifferente alzandosi da tavola e andando verso il corridoio.
Ludmilla notò il cambiamento di umore di lei a differenza di Maxi e Braco troppo presi a mangiare e Napo e Nata a lanciare sguardi dolci tra un boccone e l'altro, si scusò con gli altri e andò a cercarla.
"Perché deve essere sempre così?"pensò Francesca con le lacrime agli occhi mentre camminava con il cellulare in mano senza sapere la porta del bagno.
Si rifugiò nella stanza di Ludmilla, si mise sul tappeto con schiena contro il letto e le ginocchia stretto al petto con le braccia e appoggiò il volto su di esse. Ludmilla notò la luce della sua stanza da sotto la porta cosi entrò dentro e lo trovò in quel modo.
-Francesca, che è successo?-chiese Ludmilla abbassandosi verso di lei.
Francesca alzò il viso pieno di lacrime, le mostrò la foto di Tomas e Giuletta e rispose disperata:-Sono stanca di questa situazione. Prima Violetta, poi tu, poi di nuovo Violetta e ora Giulietta. Tomas guarda tutte le altre ragazze tranne me, io sono e sarò sempre solo un amica per lui e non mi piace più ricoprire questo ruolo. Voglio essere la sua ragazza, voglio che mi ami come io amo lui Ludmilla-
-Francesca tu sei una ragazza straordinaria e Tommy è uno sciocco a non accorgersene-disse Ludmilla mettendo le mani sulle sue ginocchia.-Ma come hai detto tu, basta con questo "essere amica". Deve incominciarti a vederti su un altro aspetto e io so come fare, lascia fare a me e lui si fidanzerà con te entro poco tempo-
-Grazie Ludmilla-disse Francesca di cuore abbracciandola di slancio.
Ludmilla la ricambiò a pieno, felice di aiutare una delle sue nuove amiche e senti quel vuoto dentro di sé colmarsi dopo tanti anni. Quella era la strada da percorrere, solo ora lo capiva. 
-Per prima cosa andiamo a sciacquare quel bel viso pieno di lacrime, poi chiami i tuoi per avvisarli che dormi da me stanotte e dopo mangiato inizieremo l'operazione "New Francesca con conquista del cuore di Tommy"-le spiegò Ludmilla prendendola sotto braccio molto determinata.
-Ma io non ho un pigiama con me-replicò Francesca all'improvviso.
-Ti presto uno dei miei, ne ho tantissimi nell'armadio-disse Ludmilla con un sorriso andando verso il bagno.
...
Appartamento di Gregorio
Lui rientrò nell'ingresso, poso le chiavi di casa e sempre con la valigetta nella mano si apprestò a raggiungere il salotto pieno di gatti, l'unica compagnia nella sua vita solitaria e li accarezzò uno per uno una volta sul divano.
-Come è andata la giornata piccolini miei?-chiese Gregorio affettuoso.-Vi sono mancato?-
-Miao miao-risposero i gatti contenti.-miao miao-
I gatti gli fecero le fusa quando nell'ombra qualcosa si muoveva e subito lui si voltò verso lo strano movimento. 
-Chi sei? Mostrati-disse Gregorio un po' impaurito accarezzando uno dei gatti per scaricare la tensione. 
-Salve Gregorio, mi ha mandato la Congrega per sapere le novità sulla tua missione-disse Daphnée uscendo dall'ombra. (http://www.fotolog.com/split_vampiree/83097231/#profile_start)
-E' nato un ostacolo ma me ne sbarazzerò domani mattina-disse Gregorio convinto.
-Mi deve fare entrare allo Studio 21, suonare questo sparito a tutti gli ragazzi per verificare una cosa e dopo comunicherò tutto la Congrega-comunicò lei attentamente dando lo sparito.-e tenga d'occhio Angie, può essere un vero ostacolo-
-Può comunicare la mia totale disposizione ai loro piani-disse Gregorio con uno sguardo deciso e lo sparito in mano.-non deluderò la loro fiducia-
-Sarà meglio per lei perché sa bene che con loro non si scherza-terminò lei con avvertimento sparendo nel nulla.
 ...
Erano una sala da Pranzo, tutti gustava la squisita cena preparata da Olga un po' meno Violetta mentre Jade curiosa del nuovo ospite, chiese molto cose a Simon e scopri della sua immensa fortuna, la villa principesca dove abitava e molto altre cose ancora e lo vedeva il candidato perfetto per Violetta, una volta tolto di mezzo quel ragazzino impertinente Leon e pensava ad un modo per convincere Simon ad interessarsi a Violetta. Quest'ultima non ascoltava per nulla i discorsi di Jade e Simon o di suo padre e Ana, era con la testa tra le nuvole e molto agitata.
-Violetta, si può sapere perché sei così agitata?-chiese German preoccupato ad un certo punto.
-Tuo padre ha ragione, non hai mangiato molto-disse Ana altrettanto preoccupata.
-Scusatemi-disse Violetta dispiaciuta prendendo la forchetta e mandando giù un boccone per calmare la preoccupazione di suo padre e di Ana. 
La non risposta di Leon al suo sms, la faceva impazzire di ansia e preoccupazione. 
-Non devi scusarti figliola-disse German con sorriso.-io...
Anche Roberto, Olga, Lola e Simon erano preoccupati per questo mentre Jade e Matias mangiavano tranquillamente, poi lui tirò un calcio a sua sorella e lei capi subito.
-Cara Vilu se c'è qualcosa che non va, parlane-disse Jade finta carina e premurosa prendendo la sua mano.-ti possiamo aiutare-
"Quanto odio quando fa così, è falsa quando le banconote del Monopoli" pensò Violetta irritata."Quando la vorrei fuori da questa casa insieme a suo fratello e Ana al suo posto come seconda mamma. Smettila di pensarci, Violetta. Non accadrà mai. Lei è sposata con il padre di Leon, hai presente Leon l'amore della tua vita. E' molto egoista da parte tua, rovinare una bella e felice famiglia per il tuo desiderio. Cerca qualcuno altro per farti da mamma"
-Devo solo fare una cosa-disse Violetta alzandosi dalla sedia.-scusatemi un attimo-
-Certo fai pure cara-disse Jade ancora finta carina.-Noi capiamo-
Violetta andò un attimo nella sua stanza, tirò fuori il cellulare e ancora non c'era nessun sms da parte di Leon così lo chiamò e in quel preciso istante anche Leon lo fece e di conseguenza si attivò la segreteria telefonica. 
"Uffa c'è la segreteria" pensarono i due nello stesso momento e in luoghi diversi
Provò Camilla ma il cellulare era irraggiungibile così mandò un sms a Tomas come ultima spiaggia. 
"Ciao Tomas come sta procedendo il lavoro? Ne avete ancora per molto? Fammi sapere" 
Il sms era chiaro senza alcun fraintendimenti.  
Tomas, Camilla e Leon uscirono proprio in questo momento dallo Studio 21 appena in tempo all'arrivo del custode e proprio in quel istante arrivò il sms.
-E' Maxi?-chiese Leon curioso.
-No, è Violetta-rispose Tomas un po' sorpreso aprendo il sms.-Vuole sapere come procede il lavoro e se ne abbiamo per molto-
"Perché mandato un sms a Tomas ? Non poteva mandarlo a Camilla o meglio a me"pensò Leon infastidito e geloso di ciò."Non la capisco proprio, ho mandato tre messaggio belli e lei manda un sms a Tomas e a me nulla"
Camilla captò guai in vista per quel sms.
Leon mandò subito un sms a Violetta.
"Tra poco sono a casa, passo solo da Ludmilla e prendere delle cose per stasera <3"
-Leon, vedrai che...-iniziò Camilla con tono rassicurante ma Leon fermò la frase su nascere.
-Tranquilla, Camilla. Non sono né arrabbiato né infastidito né geloso. Io mi fido di Violetta-disse Leon mettendo il cellulare nella tasca.-So che lei mi ama-
-Bravo-disse Camilla con sorriso.
In fondo al marciapiede appoggiata ad un albero c'era Giulietta ad aspettare Tomas, lui si sorprese e si avvicinò con certo disappunto da parte di Camilla per via di Francesca.
-Giulietta, che ci fai qui?-chiese Tomas sorpreso.
-Aspettavo te Tomas-rispose Giulietta tutta carina.-Ti va di fare due passaggi?-
-Certo perché no-disse Tomas con un sorriso.
Leon lo guardò molto male per il fatto di andare da Ludmilla per salutarla un attimo e il caro Tomas si era già dimenticato, era un vero idiota e si faceva abbindolare facilmente prima  Ludmilla e ora Giulietta e continuava nel frattempo a far soffrire Violetta e Francesca. Questo confermava la sua idea su Tomas come sempre. 
-Ragazzi, ci vediamo domani-disse Tomas mentre Giulietta lo porto via.
Leon guardò Camilla e disse:-Lasciamelo dire Camilla, Tomas è proprio un idiota-
-Fai pure Leon, ci sono altri appellativi per lui come deficiente,stupido,scemo,imbecille...-continuò Camilla come un treno in pieno furiosa con Tomas.
Appena si calmò, Leon le disse:-Prima di andare da Ludmilla, mi accompagni in due posti?-
-Certo-rispose Camilla notando un certo sguardo.-E' per Violetta?-
-Si è per una sorpresa per stasera-rispose Leon con un sorriso.
I due andarono prima in un negozio per prendere un grande pacco regalo già ordinato lo stesso giorno durante la pausa quando Violetta era sulla panchina con Angie e poi in un altro uscendo con una bella busta piena per metterla nella sua borsa e raggiungere casa di Ludmilla.
Intanto a casa Castillo, la cena era quasi alla fine e Violetta prese il cellulare dalla tasca per l'ennesima volta per controllare ma German lo tolse dalla mani.
-Violetta, non è educato verso i nostri ospiti o verso di noi quindi questo te lo sequestro per un po'-disse German serio alla faccia sconvolta di Violetta.
-Papà, ridamelo subito!-disse Violetta agitata allungando la mano verso di lui.
-No, te lo ridarò domani mattina-disse German categorico.
-Domani mattina? E' troppo tardi. Ne ho bisogno ora-disse Violetta disperata.
-Se continui così, te lo do tra una settimana-la avvertì German serio.
-Una settimana no papà. Ne ho bisogno-disse Violetta agitandosi ancora di più.
-Io non ti capisco proprio Violetta-disse German a quel suo strano comportamento.
Olga chiamò Violetta in cucina e Ana corse subito da lei.
-E' per Leon non è vero?-chiese Ana intuendo il problema e prendendo Violetta tra le braccia.
-Si non mi ha risposto ancora al mio messaggio-rispose Violetta un po' giù.-E' la cosa mi fa impazzire-
-Sta tranquilla, Leon non è tipo da non risponde soprattutto a te-disse Ana con voce dolce accarezzando i capelli.-A volte i messaggi non arrivano subito soprattutto se è piena o non c'è campo o se ne mandano troppi in pochi secondi-
-Hai ragione, Ana-disse Violetta serena.-Grazie, tu sai sempre come calmare la persona tipo papà. Il tuo arrivo in questa casa è stato provvidenziale Ana e non voglio che te ne vai. Ho bisogno di te ma soprattutto papà, vedo come cambia quando lui è con te e non l'ho mai visto così invece con Jade non è felice. La odio e vorrei fuori da questa casa e dalle nostre vita ma papà non si accorge della sua vera natura e non la voglio come mamma. Ti prego Ana, non te ne andare. Questa casa è diversa con te, sto così bene tra le tue braccia e mi dai un senso di protezione e di amore, un amore di mamma-terminò disperata.
"Oh mia piccola Violetta, le tue parole mi commuovono tanto e presto non dovrai più preoccuparti di Jade e ti farò da mamma ma per ora non te le posso dire" Ana
Ana sciolse l'abbraccio, le prese il viso con le mano e disse-Ascoltami anche se io andrò via da questa casa, io per te ci sarò sempre Violetta. Puoi venire da me quando vuoi, ci sarà sempre un posto per te e tranquilla non permetterò mai a quella strega di rovinare la tua vita e quella di tuo padre. A proposito della tua frase anche io ti sento come una figlia perché vedi io sono la...-
-tu sei cosa?-chiese Violetta confusa da quell'interruzione.
-lei è la tua madrina Violetta-disse suo padre alle sue spalle completando la frase di Ana.
Violetta si voltò verso di lui con espressione molto stupita.
"Ana è la mia madrina!? Non posso crederci mamma"pensò Violetta a quella rivelazione."Io e Ana siamo unite da un legame indivisibile. E' incredibile, la madre di Leon è la mia madrina. Non vedo l'ora di dirglielo"
-Violetta, io capisco se sei arrabbiata con me per non avertelo detto ma vedi...-disse German un po' incerto ma Violetta lo fermò con un forte abbraccio. 
-Ti sbagli papà, sono felice e ti ringrazio di avermelo detto-disse Violetta felice.
"Mamma, sono così felice. Papà sta tornando come prima" 
-La tua felicità è la mia felicità ricordalo sempre-disse German con sorriso ricambiando l'abbraccio.
Violetta sciolse l'abbraccio e corse da Ana.
-Non potrei desiderai una madrina migliore di te-disse Violetta felice abbracciandola.
-E io una figlioccia come te-disse Ana dando una bacio sulla testa.
Olga e Roberto si emozionarono a quella scena invece Jade no. 
-Qui dobbiamo festeggiare-disse Olga felice andando vicino al frigo.-Ho proprio il dolce giusto per l'occasione, la torta al cioccolato. La preferita di Violetta e della sua madrina-
-Così ci vizi troppo, Olga-disse Ana con un sorriso.
-Ve lo meritate entrambi-disse Olga tirando fuori il dolce dal frigo.
-Concordo con Olga-disse German lanciando uno breve sguardo a Ana e trattenendo la voglia di baciarla di fronte a tutti.
Violetta notò il breve scambio di sguardi tra suo padre e Ana. 
"Non posso crederci! Quello è lo stesso sguardo che mi lancia Leon. Papà e Ana si amano!?" pensò Violetta sorpresa."Aspetta un attimo, Violetta non volere con subito la fantasia. Hai visto un breve sguardo tra loro ma da qui a pensare che c'è del tenero tra loro c'è ne passa. Però sono stati il primo amore dell'altro e molte volte i sentimenti ritornano e... Ti stai illudendo, la tua madrina ama suo marito, il padre di Leon. Mi ero scordata di quel dettaglio. Non è un piccolo dettaglio, è importante per non farti illusioni e per pensare a Leon. Già, Leon" 
In quel momento entrò Simon in cucina.
-Io torno a casa-disse Simon all'improvviso.
Ana si girò verso suo nipote e disse:-Così presto, Leon non è ancora tornato e lui ti adora quindi sarebbe un peccato, non vedervi-
-Si lo so anche a me farebbe piace-disse Simon mentendo.-ma Lola si è addormentata nella stanza di sua figlia quindi è meglio portarla a casa-
A Violetta dispiaceva per Leon per la mancata riunione con i suoi cugini e poi svegliare Lola era un vero peccato.
-Può dormire qui-propose Violetta di impulso-Se per te va bene papà?
-Certo è un ottima idea-rispose German con un sorriso.-Simon tu e Lola restate a dormire qui-
-Non vorrei essere di disturbo-disse Simon finto educato.
-Nessun disturbo, caro-disse Jade con un piano in mente.-Sei il benvenuto in questa casa-
-Allora resto-disse Simon con un sorriso.
-Aggiunga un letto nella stanza di Ana e Leon-disse German ad Olga. 
-Faccio subito signor German-disse Olga finendo di tagliare la torta e lasciando la cucina.
-Perfetto, Lola dormire con me-disse Violetta 
Quest'ultima sali un attimo nella stanza, Lola dormiva beatamente e si avvicinò senza far rumore per metterla sotto le coperta, cosi le tolse il cerchietto dalla testa e lo mise sul comodino e Simon entrò in scena per approfittare di quella ghiotta occasione. Violetta e Simon tolsero le scarpe a Lola nello stesso momento, lui prese in braccio la sua sorellina in modo da permettere a lei di spostare le coperte e mettere Lola nel letto e dopo le rimboccarono le coperte.
Simon sorrise per quel momento, sembravano già una bella famiglia.
-Lola è proprio un amore-disse Violetta uscendo dalla stanza con Simon.
-Si adoro la mia sorellina e fare qualsiasi cosa per lei-disse Simon con grande affetto.
-Si nota-disse Violetta con un sorriso.
Simon andò in bagno e Violetta scese dalla scale, in quel istante entrò dalla porta Leon e lei si avvicinò a lui senza nessun abbraccio o bacio.
-Finalmente sei tornato-disse Violetta arrabbiata incrociando le braccia.-Hai idea di quanto io sia stata in ansia-
Non si aspettava un accoglienza del genere da parte sua, era alquanto confuso.
-Non capisco perché sei arrabbiata-disse Leon confuso.
-Non capisci ma è ovvio Leon-disse Violetta in tono ovvio.
-Non è ovvio Violetta e poi se c'è qualcuno che dovrebbe essere arrabbiato quello sono io-replicò Leon incrociando le braccia.-Ti ho mandato dei sms, tu non mi hai neanche risposto ma mandi sms a Tomas-
-Veramente io ti ho mandato un sms e ti ho chiamato ma c'era la segreteria-ribatté Violetta la sua versione.-e poi tu non mi ha mandato nessun sms-
-Si invece e non uno ma quattro-replicò Leon.
-Nel mio cellulare non c'è nessun sms-ribatté Violetta.
"Molto bene, continuate a litigare così" pensò Simon con un sorriso soddisfatto guardando la scena da sopra."E' stato così facile e presto Violetta sarà mia"
 
Fine terzo capitolo.     
 
 
 
Ragazzi ho letto su fb e su http://ilmondodipatty2.altervista.org/blog/ che in violetta 2 si conoscerà il cugino di Leon e quando ho letto la notizia, mi sono stupita. Prevedo il futuro. Spero che non sia Diego il nuovo cattivo che vuole conquistare il cuore di Violetta.

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Capitolo 11
*** Cap 10.2 Passati Svelati, Equivoci, Gelosie e Gregorio: Padrone dello Studio (quarte e ultima parte) ***


Scusate tanto per il ritardo a causa di un piccolo problema con il computer, mi ha cancellato il capitolo e lo riscritto tutto da capo. Spero che vi piacerà. Dedico questo capitolo a Syontai.
      Cap 10.2 Passati Svelati, Equivoci, Gelosie e Gregorio: 
                                            Padrone dello Studio 21 (quarta e ultima parte)
Tini era seduta nel salotto di Harry, ancora incredula della rivelazione di quest'ultimo e di Ayla.
-Questo è assurdo! Non può essere vero!-esclamò Tini scuotendo la testa.
-Tini ti stiamo dicendo la verità-disse Ayla prendendo la mano.
Tini allontanò le mani di Ayla, si alzò dal divano e affermò:-No! Tu non puoi essere mia cugina! Io non ho né zii né cugini e i miei nonni sono morti giovani, io ho solo i miei genitori!-
-Il medaglione è il simbolo della nostra famiglia, Tini-ribatté Ayla cercando di prendere le sue mani.
-Ti sbagli, mia madre me la comprato quando ero piccola da una zingara-replicò Tini convinta allontanandosi da lei.-e poi di medaglioni come questo c'è ne sono tantissimi in giro-
"No, i miei genitori non possono avermi mentito o nascosto una cosa così importante come una cugina"pensò Tini in difesa, scappando da lì.
Tini stava per uscire dalla porta quando Harry comparse come per magia davanti a lei.
-Com'è hai fatto?-chiese Tini incredula fermandosi.-Tu eri in salotto-
-Ascoltami, Tini, questi medaglioni sono unici al mondo perché sono fatti con la magia della musica-le rivelò Harry. 
-Magia della musica? Non capisco-disse Tini confusa.
Ayla si avvicinò a Tini e disse:-Lo so che è difficile da comprendere ma ti è mai capitato di sentire dell'emozioni non tue o sensazioni familiari ma non riesci a spiegarti da dove vengono-
Era come se Ayla leggesse dentro così le raccontò le sensazioni di quell'ultimo peridio, dell'emozioni di quella giornata e della canzone.
-A me succede la stessa cosa quando entrò in connessione con l'emozioni delle due mie sorelle tramite questo-le rivelò Ayla sfilando il medaglione addosso e avvicinando a quello di Tini.
Quando i due medaglioni entrarono in contatto, si sprigionò da essi una bellissima luce e in quel preciso istante tra quel paesino e Buenos Aires si attivarono gli altri.
Casa Castillo
Violetta stava litigando con Leon per la prima volta da quando stavano insieme ma il medaglione si illuminò e senti qualcosa di bello avvolgere tutta, cancellando la sua arrabbiatura e anche quella di Leon. 
-Leon, sta accadendo di nuovo-disse Violetta sottovoce.  
-Andiamo fuori-disse Leon prendendo le mano.
Simon non ci capi nulla, stavano litigando così bene e all'improvviso si erano fermati per andare fuori con fare strano. Decise di scendere a vedere quando Olga lo fermò per chiedere delle cose e per finta gentilezza si fermò con lei, anche se dentro moriva dalla voglia di sapere cosa stava succedendo tra quei due.
Una volta arrivati alla piscina, il medaglione emanò una bellissima e grandissima luce.
-Sento qualcosa invadere il mio corpo, non so cos'è ma è fantastico Leon!-esclamò Violetta con un improvviso entusiasmo.
-Si vede, sei radiosa-le disse Leon con un sorriso.
-Vorrei sapere il suo significato-disse Violetta stringendo tra le mani il medaglione.
Leon la avvolse con le sue braccia e disse dolce:-Sono sicuro che presto lo scoprirai-
Appartamento Angie-Pablo
Angie fini di lavarsi i denti, Pablo entrò nel bagno e la guardò in un modo. Sembrava una bambina con lo schizzo di dentifricio sulla guancia.
-Che c'è? Perché mi guardi in quel modo?-chiese Angie confusa.
-No, niente-rispose Pablo con tono vago però ridendo sotto i baffi.
-Ora tu mi dici perché ridi mio caro-disse Angie puntando il dito contro il petto.-o ti riempio di dentifricio e non scherzo-
-Non lo faresti mai-disse Pablo sicuro.
-Non mi sfidare perché...-lo avverti Angie con un sguardo.
-..perché tu cosa?-chiese Pablo con voce calda prendendo il viso tra le mani.-cosa mi fai mia cara Angie? Mi trasformi in un ranocchio-
-Si Pablo ti trasformo in un ranocchio-disse Angie seria.
-E come mi trasformeresti? Con una bacchetta magica?-chiese Pablo sempre scherzando.
-No con un bacio-disse Angie con un sorrisetto.
Pablo baciò Angie e si trasformo veramente in un ranocchio.
-Ti avevo detto di non sfidarmi Pablo-disse Angie guardando Pablo-ranocchio sul pavimento.
Angie si guardò allo specchio e notò lo schizzo di dentifricio sulla guancia.
-Ecco perché ridevi, mio bel ranocchietto-disse Angie incrociando le braccia e sciacquando subito dopo la guancia.-Forse è meglio rimani un po' così per farti riflettere-
Pablo-ranocchio la guardò con uno sguardo supplicante.
-Ora non farmi quello sguardo, non attacca-disse Angie non cedendo e lasciando il povero Pablo-ranocchio in bagno.
Andò in camera da letto, dal suo scrigno usci una luce e corse subito al como per prendere dentro di esso in fondo un medaglione, il suo, uguale a quello di Maria,di sua madre, di Violetta e di Tini. 
"Solo quando due medaglioni entrano in contatto, provoca questa reazione" pensò Angie stringendolo tra le mani,"Ma a parte me, mamma e Violetta non ci sono altri medaglioni a parte Tini ma lei è morta quindi è una cosa impossibile." nella sua mente scattò un nome. "Susy. Potrebbe essere lei. Devo chiamare subito mamma e ancora devo dire a Pablo la verità sul segreto di famiglia. Chissà come la prenderà? Spero bene o se no addio al nostro amore e al matrimonio"
Angie prese il cellulare, scorse la rubrica fino a "mamma" e avvio la chiamata. Il cellulare squillava ma non rispondeva.
-Dai mamma rispondi-disse Angie agitata.-E' importante!-
Ma nessuna risposta, forse sapeva dov'era. Dallo scrigno prese un anello con sopra un cerchio con note musicale e una chiave di violino e dentro c'era inciso il nome "Ángeles" e lo indosso insieme al medaglione per poi scomparire in un fascio di luce.
Villa Ferro
Ludmi, Fran, Cami, Nata, Napo, Maxi e Andres erano impegnati sul letto in una lotta di cuscini provocata dalla prima perché voleva sapere la sorpresa di Maxi super curiosa e molto capricciosa quando lui era in bagno e per azzittirla Cami le lanciò un cuscino sulla faccia ma si scateno una vera lotta alla quale si uni tutti e ridevano come dei pazzi peccato per gli assenti.
Ludmilla non si era mai divertita così in tutta la sua vita.
Dopo la lotta di cuscini, iniziò quella del solletico.
-Torno subito-disse Ludmilla tranquilla sfuggendo alle mani birichine di Maxi e raggiungendo le scale.
-No no, tu non vai da nessuna parte-disse Maxi con sorrisetto prendendola di peso e buttando sul letto con dolcezza.
-Dai Maxi devo dire a Dolores di portarmi una cosa-disse Ludmilla sotto di lui facendogli gli occhi dolci.
-Inutile fare gli occhi dolci, tanto non sfuggirai alla lotta del solletico-disse Maxi accorciando le distanze e unendo le loro labbra in un bacio.
I due si scordarono della presenza degli altri, iniziò un inseguimento di lingue senza sosta e si sentiva benissimo invece tra Napo e Nata c'era uno dolce cercarsi con le dita e con gli sguardi. Francesca e Andres sospirarono perché anche loro volevano assaporare tutto questo mentre Camilla pensava a Luca. 
All'improvviso da sotto al cuscino si sprigionò una luce e attirò l'attenzione di Ludmilla e Maxi, lei allungò la mano sotto e usci fuori la sua palla di neve (http://www.polyvore.com/youre_star_snow_globe/thing?id=15694336). Era tutto avvolto da una grandissima e bellissima luce.
-Che cosa sta succedendo?-chiese Maxi incredulo e confuso.
-Non lo so-rispose Ludmilla altrettanto.-So solo che sento qualcosa di fantastico invadere il mio corpo nel tenere la sfera regalata da mia madre stretta tra le mie mani-terminò con una strana contentezza. 
 ...
Casa di Ayla 
Bella una ragazzina di dieci anni con i lunghi e mossi capelli castani e gli occhi del medesimo colore, era in cucina con sua madre Susy ad apparecchiare la tavolo per quattro in attesa del ritorno di Ayla e Harry.
-Come al solito quei due quando escono, si scordano di tutto-disse Bella con il broncio.-Addio film-
-Vedrai, arriveranno presto-disse Susy con un sorriso mettendo i piatti a tavola.
-Lo spero, io ho anche una certa fame-disse Bella tirando fuori dalla tasca un biscotto quando sua madre non guardava.
Stava per addentarlo quando il biscotto volo nelle mani di sua madre.
-Non si mangia prima di cena o ti rovini l'appetito-disse Susy seria rimettendo nella biscottiera. 
-Uffi, li voglio anch'io-disse Bella con il broncio.-Quando mi arriveranno?-
-Quando ritroveremo la chiave anche tu e tua sorella avrete i vostri poteri-le spiegò Susy con un sorriso.
-Non vedo l'ora di trovarla così potrò vedere l'altra mia sorellona e papà-disse Bella con uno sguardo brillante.
A quelle parole sua madre si intristì di colpo, quello era un argomento troppo doloroso per lei perché non c'era giorno che non pensava a lei e suo ex marito e alle parole dette ma non aveva potuto far altrimenti. 
Chissà come si era fatta? Com'era caratterialmente? Se le piace la musica? Se era fidanzata?Ma soprattutto se soffriva ancora per quelle parole.
-Lo sai che non è possibile neanche quando avrei i tuoi poteri-disse Susy triste.
-Ma io voglio vederla, mamma!-esclamò Bella decisa.-Voglio conoscere mia sorella maggiore e anche mio padre-
-Vorrei anch'io andare da loro, mi mancano terribilmente ma non si può Bella o se no succederà qualcosa di brutto a loro-disse Susy con le lacrime agli occhi.
Bella strinse sua madre e disse:-Non piangere, mamma-
In quel momento i loro medaglioni sprigionarono una luce bellissima e anche loro furono invase dalla stessa sensazione delle altre.
...
O.d.M.
Angie comparse in un stanza ottagonale con solo al centro un tavolino rotondo e si avvicinò a sua madre Angelica.
-Angie? Cosa ci fai qui?-chiese Angelica sorpresa con il medaglione al collo che brillava.
-Il medaglione è entrato in contatto con un altro ma non può essere-rispose Angie con perplessità .-Solo tu, io e Violetta abbiamo questi medaglioni-
-No, ti sbaglio guarda tu stessa-disse Angelica invitandola ad avvicinarsi al tavolino.
Il tavolino aveva una superficie d'acqua dove Angie vide la mappa di Buenos Aires e su di essa segnava otto fasci di luce quindi otto medaglioni.
-Otto? Ma come è possibile mamma?-chiese Angie con stupore. 
Angelica le spiegò con calma-Tutto è possibile, figliola. Ricordati che anche se è scomparsa, Susy è ancora viva e quindi gli altri medaglioni saranno delle sue figlie cioè delle mie e tue nipoti-
Angie era sorpresa a quella rivelazione, aveva altre quattro nipoti e sua sorella Susy era ancora viva per fortuna. Aveva la gran voglia di incontrarle e conoscerle a differenza di Violetta, poteva presentarsi tranquillamente non c'era nessuno a portarle lontano da loro.
-Quando andiamo?-chiese Angie contenta con impazienza.
-Anche ora-rispose Angelica con un sorriso prendendo la sua mano.
-Invece no-disse una voce forte alle loro spalle.
Angie e Angelica si voltarono verso la porta, entrò uno dei membri dell'O.d.M. (http://www.wetpaint.com/hellcats/photo/gale-harold-as-julian-parish-in-a-hellcats-promo-shot) nella stanza insieme a Berto e ad una ragazza (http://telenovelasdelmundo.files.wordpress.com/2012/04/eiza-gonzalez1.jpg)mai) mai vista prima lì.
-Perché no Julian?-chiese Angelica confusa.-E poi Antonio dov'è?-
-Antonio è stato catturato dalla Congrega, Angelica-rispose Julian con gran dispiace.
Angelica e Angie lo guardarono con un espressione sconvolta.
-Non può essere!-esclamò Angelica scuotendo la testa. 
-Mi dispiace terribilmente ma gli hanno teso una trappola proprio stamattina-disse Julian triste.-ho trovato questo fuori dallo Studio 21-mostrando un anello uguale a quello di Angie, Juilian, Beto e Angelica con dentro "Antonio".
Jilian lo incastro al centro del tavolino, un raggio di luce si sprigionò in tutto la stanza e si proiettò l'immagine virtuale di Antonio.
-Se state vedendo questo messaggio, vuol dire che la Congrega mi ha catturato quindi lo Studio 21 è senza la mia protezione magica e possono attaccare in qualunque momento e con qualunque mezzo, dovete proteggere gli studenti ma soprattutto Violetta. Appena loro scopriranno che lei è l'erede di Maria, faranno di tutto per eliminarla e impedirle di riavere i suoi poteri. In mia assenza nomino Julian al capo dell'Ordine, ascoltatelo e rispettatelo come se fossi io, anche se non capirete le sue scelte ma saranno quelle giuste. Ora devo lasciarvi, spero di rivedervi presto-
Angelica non poteva ancora crederci. Antonio nelle mani della Congrega.
-Lo so cosa provi Angelica ma riusciremo a salvarlo dalla Congrega, te lo prometto-disse Julian molto deciso dando ad Angelica, l'anello di Antonio.-E' meglio che lo tieni tu, sarà in mani sicure-
-Grazie-disse Angelica stringendo l'anello tra le mani.
Nella mente di Angie, Angelica e Beto si formarono due domandi importanti alle quale solo Julian poteva dare una risposta. 
-E nel frattempo cosa faremo con Violetta e le mie nipotine?-chiese Angelica preoccupata.
-E con lo Studio 21 e gli studenti?-aggiunsero Angie e Berto altrettanto preoccupati.
-Violetta e le altre dovranno trovare prima la chiave e il libro da sole e poi a quel punto le riveleremo ogni cosa e metterò ad ognuno una guida ancora da decidere, per Violetta so già a chi affidarla-spiegò Julian con calma.-per quanto riguarda lo Studio 21, affido il compito a voi Ángeles, a Beto, ad Aqua, un nuovo membro dell'O.d.M e ad Arnord. Ho molto fiducia in voi-
Aqua era tranquilla per quell'incarico mentre Angie e Beto erano parecchi nervosi. Lei per via dei suoi poteri, non li usava da parecchio e temeva di aver scordato tantissime cose invece lui per i suoi vari pasticci.
-Io sono un po' arrugginita-disse Angie un po' nervosa.
-Devi star tranquilla, Ángeles-disse Julian prendendo le sue braccia.-La magia scorre nelle tue vene e fa parte di te, è una dote naturale-
Le parole di Julian calmarono subito il suo nervosismo, era proprio vero la magia faceva parte di lei proprio come Maria, Violetta e Susy.
-Farò del mio meglio per proteggere gli studenti e Violetta dalla Congrega-disse Angie decisa.
-Anch'io-disse Berto deciso.
-Bene, questo è lo spirito giusto-disse Julian con un sorriso.-Aqua, si farà assumere da Gregorio come nuova infermiera dello Studio 21-
...
Appartamento Pablo-Angie
Angie riappari nella stanza da letto, rimise il medaglione e l'anello nello scrigno e andò in bagno da Pablo ma non c'era in nessun angolo così si mise a cercarlo per tutta la casa per qualche minuto senza alcun risultato.
-Ma che stupida!-esclamò Angie in mezzo al salotto.-Ho i poteri magici e non li uso-
Chiuse gli occhi, visualizzò l'immagine di Pablo-ranocchio e agitò le mani per creare un cerchio dorato pieno di note musicale e quando apri di nuovo gli occhi, lui era li nelle sue mani.
-Ora che faccio?-si chiese Angie indecisa.-Se ti trasformo, scoprirai tutto e non sono ancora pronta a dirtelo quindi c'è un altro sistema-
Iniziò a cantare una melodia al Pablo-ranocchio, lui pian piano chiuse i suoi occhioni e si addormentò così lo mise sul letto e poi lo bacio per annullare l'incantesimo.
"Così penserà che era tutto un sogno" pensò Angie sdraiandosi accanto con sorriso.
Pablo si sveglio l'attimo dopo e guardo con aria confusa la sua fidanzata.
-Come ci sono finito a letto?-chiese Pablo molto frastornato.-Non eravamo in bagno-
-Ci stavano inseguendo in bagno perché ridervi dello schizzo sulla mia guancia e c'era dell'acqua sul pavimento, tu sei caduto e hai battutto la testa-rispose Angie più convinbile possibile.-Mi sono molto preoccupata-
-Non ricordo questa parte ma sarà la botta-disse Pablo ancora frastornato toccando la testa.
"Per fortuna non ricorda nulla per ora ma prima o poi dovrò dirglielo" pensò Angie nervosa al sol pensiero.
-Ho un ottimo metodo per farti rianimare-disse Angie con un sorrisetto.
-Ah si qual'è?-chiese Pablo complice avvicinandosi alla sua bella fidanzata.
-Questo-rispose Angie sporgendosi per baciarlo.
...
Villa Ferro
Ludmi e Maxi erano sul letto a controllare la palla di neve attentamente per svelare il mistero di quella misteriosa luce.
-E' così strano-disse Maxi girando sotto e sopra la palla di neve.
-Lo so, non ha mai fatto così e poi quella fantastica sensazione-disse Ludmi confusa e felice allo stesso tempo.
Maxi vide la limetta sul mobiletto con specchiera e gli venne un idea.
-Ludmi, mi passi quella limetta-
-Questa?-chiese Ludmi un po' confusa prendendo la limetta.
-Si proprio quella-disse Maxi con un sorrisetto.
Cosa centrava la sua bellissima limetta per le unghie con la palla di neve? Era confusa.
-Cosa vuoi fare?-chiese Ludmi sempre confusa.
-Ti fidi di me?-chiese Maxi con tono dolce.
-Si certo-rispose Ludmi dandogli la limetta.
Maxi prese la limetta tra le mani per staccare la palla dal sotto quando delle note musicali comparirono dentro l'ovale e si fermo con gran stupore come lei.
Prima la strana melodia, poi la luce e quella sensazione e ora queste note.
-Questa storia diventa sempre più misteriosa-disse Ludmi osservando le note.
-Io direi strana-disse Maxi con un po' spaventato.-e...-
Ludmilla lo fermò quando senti dei passi vicino alla scale e mise la palla di neve sotto il cuscino. Francesca entrò nella stanza con il cellulare in mano.
-Scusate, non volevo interrompervi-disse lei dispiaciuta guardando la maglietta di lei un po' alzata.
-Tranquilla, stavamo scendendo da voi-disse Ludmi con sorriso sistemandosi la maglietta.-Dobbiamo iniziare con l'operazione-
-Sono così curiosa-disse Francesca molto curiosa mentre scendeva le scale di nuovo.
Ludmilla scese dal letto insieme a lui e disse sottovoce-Non parliamo di questo con gli altri,  sarà il nostro segreto- 
-Il nostro segreto-disse Maxi sigillando la promessa con un bacio.
...
In Casa di Harry, altre rivelazione a Tini. 
-Ancora non ci posso credere!-esclamò Tini incredula seduta sul divano con Ayla e di fronte Harry nella poltrona.-Quello che mi avete raccontato è... sembra uscito da un libro fantasy o un manga. Ma non posso credere che miei genitori mi hanno nascosto questo-
-Forse i tuoi non lo sanno-disse Ayla dolce tenendo la sua mano.-la leggenda si riferisce a tanto tempo fa e non sappiamo ancora dove la chiave o il libro con il quale avremo i nostri poteri-
-O forse c'è un altra opzione-disse Harry all'improvisso.
-Qual'è?-chiese Tini curiosa.
-Forse sei stata adottata-disse Harry molto diritto.
-Adottata!?-esclamò Tini sconvolta.
"No, non può essere! Se fosse così il mio intero mondo sarebbe tutta una bugia e quelli che credevo miei genitori, sarebbero persone estranee" pensò Tini distrutta al sol pensiero.
-No! Tu menti! Io non sono stata adottata!-gridò Tini scattando dal divano sulla difensiva.-I miei non potrebbero mai mentirmi su una cosa del genere!-
-Ascoltami, Tini-disse Harry cercando di avvicinarsi a lei.
-No! Stai lontano da me!-urlò Tini tappando le orecchie con le mani sulla difensiva.-Non voglio sapere più nulla!-
Ayla si avvicinò a Tini con dolcezza, rimediando all'errore del suo fidanzato. A volte era troppo diretto, non tutti reagivano allo stesso modo alle notizie soprattutto una come quella. Tini si allontanò anche da lei e scappo via di li, Harry la stava in seguendo quando la sua fidanzata lo fermò. 
-Hai fatto già un danno per oggi, non complicare ancora di più le cose-disse Ayla arrabbiata mettendosi tra lui e la porta.
-Qual'è danno avrei fatto?-chiese Harry con espressione confusa.-Perché sei arrabbiata?-
-E lo chiedi anche, ti sembra il modo di dirle una cosa del genere-rispose Ayla seria.-Sei troppo diretto Harry, una notizia del genere distruggerebbe chiunque-
-Non sono fatto per i giri di parola, lo sai-replicò Harry incrociando la braccia.
-Allora lasciavi fare a me, avrei trovato un modo più leggero di dirle la notizia-replicò Ayla.-Lei è mia cugina, me ne occupo io da ora-
-Come vuoi tu Ayla, anche se non ci sono modi di dare una notizia del genere-disse Harry prendendo le chiavi.
Ayla prese il film per Bella e disse:-Meglio andare da mia madre e Bella o finiremo per litigare-
-Io non voglio certo litigare-disse Harry spegnendo la luce con uno schiocco di dita.
-Neanch'io ma a volte hai un caratteraccio Harry-disse Ayla contro la porta.
-Ah si, allora perché non mi lasci-disse Harry avvicinandosi con sorrisetto e a lei con uno sguardo sexy.
-Non potrei mai stare senza di te Harry-disse Ayla molto innamorata.
-Lo so, la stessa cosa vale per me Ayla-le sussurrò nell'orecchio Harry con voce calda e sfiorando dolcemente il suo delizioso collo.
-Mi sa che mia madre e Bella dovranno aspettare un po'-disse Ayla con sguardo pieno di desiderio.
-Camera da letto?-chiese Harry prendendo Ayla in braccio e sfiorando appena le labbra.
-Camera da letto-disse Ayla cingendo il suo collo con le mani.
Harry e Ayla si baciarono mentre scomparirono in una luce per apparire sul letto di lui.
Nel frattempo Tini ancora scossa da quella possibile rivelazione camminò senza una meta precisa sul marciapiede,  stringendo il medaglione tra le mani e si fermò davanti alla casa del suo migliore amico. 
-Tini, che ci fai qui? Non eri con la squadra al Spruse Juice?-chiese la madre di Josh (http://www.nopuedeser.fan-club.it/visualizza_foto.php?foto=pagine/beatriz.gif&didascalia= )confusa uscendo dal garage.
-io...-farfugliò Tini con le lacrime agli occhi senza sapere cosa dire.
Per lei, la madre di Josh era come una zia.
La madre di Josh la strinse a sé con gran affetto e Tini pianse in quel dolce abbraccio.
...
Casa Castillo
-Staranno ancora litigando?-chiese Ana preoccupata.
-Non lo so, sono usciti fuori e ancora non sono tornati-disse German anche lui preoccupato.-Forse è meglio andare fuori così le tornò il cellulare. Quei due sono una bellissima coppia proprio come tu e io-sottovoce per non farsi sentire da Jade.
-Sei un padre e uomo fantastico German-affermò Ana sottovoce con uno sguardo complice.
-Non sono così fantastico Ana, faccio solo quello che ritengo giusto per Violetta come nasconderle di Angelica e Angeles e di quel maledetto segreto di famiglia-disse German malinconico e severo.-Non voglio che oltre il canto segua quelle altre orme di Maria e della sua famiglia, rischiando la vita per colpa del suo vero destino. Ho giurato sulla tomba di Maria di tenerla lontana da quel mondo anche se le appartiene, lo faccio per il suo bene e finché lei non sa niente sul significato del medaglione e su quel maledetto libro, è al sicuro tra queste mura da "tu sai cosa"-
Ana sapeva benissimo a cosa si riferiva: l'O.d.m, il significato del medaglione, ai poteri magici di Violetta e alla Congrega. Maria le aveva detto della storia della sua famiglia e dell'altro mondo quando erano diventate migliori amiche. 
-Prima o poi lo scoprirà in modo o un altro German-disse Ana mettendo una mano sul braccio.-è meglio saperlo da te che da chiunque altro o dell'O.d.m stesso-
-No, lei non lo saprà mai!-esclamò German categorico.-Quel mondo porta solo guai. Guarda come è finita a Maria a causa dei suoi poteri magici. Violetta deve star lontano da quel mondo, da sua zia Angeles, dai suoi nonni ma soprattutto da Lio-
Lio non sentiva quel nome da tanto tempo.  
-Non puoi avercela ancora con Lio, non è mica colpa sua German-ribatté Ana cercando di farlo ragionare.
-Invece si, è tutta colpa sua-disse German con odio. 
Era così testardo e pieno di rancore verso quel mondo e Lio e nessuna parola poteva fargli cambiare idea.
La suoneria del cellulare di Ana interruppe quell'atmosfera tesa. Ana prese il cellulare dalla tasche, guardò il display e c'era in nome "Myriam".
-Myriam da quanto tempo!-esclamò Ana piacevolmente sorpresa di sentirla, rispondendo alla chiamata.-Come stai?... Io benissimo... un favore... ma certo dimmi pure... si mi ricordo di Daphnée, una ragazzina così esuberante... ormai si sarà fatta una bella diciottenne... si certo che la posso ospitare... quando arriverà?... Domani... manderò Alexader a prenderla... sei sicura che non c'è ne bisogno... ok... si Leon sarà felice di aiutarla e guidarla nello Studio 21... si allora ci sentiamo domani... ciao-
Quando attaccò il cellulare, German le chiese:-Myriam non è l'amica tua e di Maria trasferita  a Parigi giusto?- 
-Si esatto, Daphnée farà uno scambio culturale tra la sua scuola di musica e lo Studio 21 e Myriam mi ha chiesto di ospitarla fino alla fine dell'anno scolastico-spiegò Ana contenta.-Sono sicura che Daphnée e Violetta diventeranno grandi amiche come lo erano Maria e Myriam. Leon la conosce da una vacanza a Parigi quando lui aveva 13 anni e da li è nato un rapporto particolare tra loro due-
-C'è stato qualcosa tra Leon e Daphnée?-chiese German a quelle parole.
-No, come ho detto il loro rapporto è particolare e difficile da spiegare a parole. Può essere frainteso un po' dalle persone-spiegò Ana cercando le parole giuste.-il loro rapporto non ha nulla a che vedere con l'amore, è un amicizia come dire... un po' intima-
-Intima come? Non ci capisco molto-disse German confuso.
-Domani appena li vedrai insieme, capirai le mie parole-disse Ana con un sorriso.
Ana e German andarono in cucina per andare dietro la cucina e li trovarono stretti l'uno all'altra.
(http://www.facebook.com/photo.php?fbid=515799225118198&set=a.432846983413423.103636.397085896989532&type=3&src=http%3A%2F%2Fsphotos-e.ak.fbcdn.net%2Fhphotos-ak-ash4%2F382096_515799225118198_1918194024_n.jpg&size=720%2C480)
-Ma voi non stavate litigando?-chiese German confuso.
-Noi litigare!? Ti sbagli, noi siamo una coppia così perfetta-esclamorpno Violetta e Leon continuando a perdersi negli occhi dell'altro e unendo la loro labbra in un dolce bacio.
-Ana, guarda che mi ha regalato Leon-disse Violetta tutta contenta prendendo qualcosa da fuori.(http://www.facebook.com/photo.php?fbid=462746800451137&set=pb.339768432748975.-2207520000.1360770422&type=3&src=http%3A%2F%2Fsphotos-g.ak.fbcdn.net%2Fhphotos-ak-ash4%2F376571_462746800451137_1649507368_n.jpg&size=457%2C478) -Non è dolcissimo?-
-Si-rispose Ana con un sorriso.
Simon guardò quella scena con odio. Il suo piano di farli litigare era fallito forse aveva sottovalutato suo cugino ma almeno non dormivano insieme grazie a sua sorella Lola.
-Violetta, tieni il tuo cellulare. Ti è arrivato un messaggio-disse German restituendo il cellulare.    
Violetta lesse il sms e nello stesso istante arrivò anche l'avviso di chiamata a Leon da parte Violetta. i due si baciarono ancora un volta e poi Leon le mostrò gli altri 3 sms e Violetta diventò rossa al terzo.
-Leon, tu mi vuoi far morire!-esclamò Violetta già con un certo calore in mezzo alle gambe.
-Perché che c'è scritto?-chiese German curioso, cercando di sbirciare.
-Papà, non sbirciare! Sono cose private!-esclamò Violetta imbarazzata nascondendo il cellulare dietro il peluche
-Violetta ha ragione, German-disse Ana prendendo le parti della sua figlioccia.-Sei identico a mio padre quando tu mi scrivevi certi bigliettini-
Jade entrò in salotto molto infastidita a quel quadretto familiare.
-Amore, ti devo far vedere una cosa in camera da letto-disse Jade tutta carina mettendosi in mezzo tra lui e Ana.
"Che cosa vuole quella strega? Stavamo così bene senza di lei. Papà e Ana sono così... Violetta smettila di pensarci, non è possibile" 
-Si vengo-disse German seguendo Jade in camera da letto.
"Fai pure Jade ma niente di tutto quello che farai, porterà a qualcosa. Presto tu uscirai da questa casa e dalla vita di German e Violetta" pensò Ana tranquilla. 
-Leon!-disse Simon con finta contentezza scendendo le scale.
Leon si voltò verso le scale e appena lo vide, esclamò sorpreso:-Simon!-
Leon abbracciò Simon con gran affetto.
-Quando sei arrivato?-chiese Leon contento.
Simon era il suo cugino preferito, fin da piccolo era un mito e un modello per lui e averlo li ora era un bellissimo. 
-Da qualche giorno-disse Simon con un finto sorriso.-e sono qui per restare-
-Ma è fantastico, devi raccontarmi tutto della tua vita dall'ultima volta che ci siamo visti-disse Leon curioso.-Di cosa ti occupi? Sei fidanzato?-
Violetta guardo Leon così raggiante con suo cugino, era felice per lui e li lasciò da soli nel salotto per salire nella stanza di sua madre insieme ad Ana e una volta chiusa la porta, tirò fuori la carta del "Hechizo".
-Sai io insieme a tua madre e altre 3 nostre amiche ci siamo esibite molto volte al "Hechizo"-le rivelò Ana con sorriso prendendo il diario di Maria e mostrando una pagina precisa.
"Oggi io insieme ad Ana, Luna, Rose e Myriam ci hanno ingaggiate al grande "Hechizo", sento una grande emozione nel cuore... sono così eccitata mentre guardo quella carta e non riesco a dormire... German è così contento per me e verrà insieme a me a vedere il locale... sono così felice di condividere questo momento con lui..."
Violetta legge con gran emozione e stupore quella pagina. Sembrava scritta da lei stessa, era così incredibile.
-E' fantasico Ana! Sto seguendo le sue stesse orme-disse Violetta sprizzando gioia da tutti i pori, guardando il diario e la foto del gruppo di sua madre. 
Violetta si mise alcune cose di sua madre e iniziò a cantare (http://www.youtube.com/watch?v=axuiuyPSehw), Ana la guardò affascinata sempre dalla sua bellissima voce uguale a quella di Maria e un po' sorpresa dalla scelta dalla canzone, era quella di quella vipera di Ludmilla e alla fine della canzone si sentirono dei passi, le due erano spaventate.
(http://www.facebook.com/photo.php?fbid=517450538286400&set=a.432846983413423.103636.397085896989532&type=3&theater)
-Tranquille, siamo noi-dissero i due cugini con un sorriso.
Per fortuna erano solo Leon e Simon.
-Com'è mai cantavi la canzone di quella odiosa, Violetta?-chiese Ana confusa e ostile.
-Ludmilla non è come sembra Ana-disse Violetta in difesa di Ludmilla.
-Si infatti mamma, non hai idea della sua triste storia e di cosa ha passato-aggiunse Leon al fianco di Violetta.
Ana ascoltò la storia attentamente e si rimase sconvolta come tutti.
-Ora capisco tutto, non me lo aspettavo proprio-disse Ana dispiaciuta per Ludmilla e abbracciando Violetta e Leon aggiunse.-Sono così orgogliosa di tutti e due, il vostro bel gesto verso di lei dimostra che siete molto maturi-
... 
Al lago
Giulietta e Tomas camminavano mentre parlavano quando lei si fermò sulla riva per togliersi le scarpe, la maglietta e la gonna molto sensuale davanti un Tomas molto sorpreso di tale gesto.
-Giulietta cosa vuoi fare?-chiese Tomas molto imbarazzato girando la testa a destra e a sinistra.-Ti può vedere qualcuno-
-Voglio fare il bagno-rispose Giulietta tranquilla rimanendo solo con l'intimo.
-Ma è una pazzia!-esclamò Tomas a tale risposta.-poi prenderai un raffreddore-
-Che vita sarebbe senza un pizzico di pazzia?-affermò Giulietta con un sorriso, tuffandosi nel lago e lasciando Tomas senza parole.
Non aveva mai conosciuto una ragazza come Giulietta.
-Dai vieni, l'acqua è stupenda-disse Giulietta riemergendo l'acqua con uno sguardo languido.
-Sto bene qui-rispose Tomas seduto sul prato.-ma tu nuota pure-
A quel punto, Giulietta si avvicinò alla riva e lo schizzò quando Tomas si alzò per evitare all'altra acqua, vide una coda a posto delle gambe di Giulietta.
Si diede un pizzico per svegliarsi da quel sogno ma era tutto vero. Giulietta aveva una coda da...
-Non puo' essere! Tu sei una...-farfugliò Tomas senza parole avvicinandosi più a lei.
-Una sirena-terminò Giulietta con un sorriso.
-Ma le sirene esistono nella fantasia-affermò Tomas incredulo.
-Invece esistiamo davvero-disse Giulietta con un sorriso.-Sei il primo ragazzo a cui lo rivelo sai-
-Davvero? Ma perché proprio io?-chiese Tomas sorpreso da tale rivelazione.
-Mi trasmetti fiducia e sei speciale per me-rispose Giulietta con gli occhi a cuoricino.
-Sono lusingato dalle tue parole, Giuly-disse Tomas arrossendo con sorriso.
-Ti va di fare una nuotata con me?-chiese Giulietta porgendo la sua mano.
Quando gli ricapitava di nuotare con una vera sirena? Mai. Era una occasione unica nella vita.
Tomas si tolse le scarpe e si spoglio per rimane con solo i boxer e immergersi nella lago pian piano. Giulietta gli sfiorò la labbra, il naso e il collo con dita con piccoli cerchi viola scuro con note musicali e Tomas senti qualcosa invadere il suo corpo e gli spuntò...
-Ho le branchie!-esclamò Tomas incredulo.
-Così potrai respirare tranquillamente sott'acqua-disse Giulietta prendendo la sua mano e portando Tomas sott'acqua. 
-Wow!-esclamò Tomas sott'acqua a quel bellissimo spettacolo con tutti i pesci intorno.
...
Villa Ferro
Francesca, Camilla, Nata rimasero a dormire da Ludmilla mentre Maxi, Napo e Andres tornarono a casa.
Francesca era seduto sul letto con un foglio in mano e una penna, rispondendo al quesito di Ludmilla mentre quest'ultima era di fronte a lei con una matita con una stella nella mano e nell'altra un agenda con Camilla e Nata sul tappeto in tenuta notte mentre mangiavamo dei dolcetti fatti da Cinzia.
-Ho finito!-esclamò Francesca soddisfatta.
-Iniziamo dalla prima domanda: Arrivi allo Studio 21 e vedi Tomas e noi. Cosa fai?-iniziò Ludmilla con uno sguardo da professoressa.
-Facile, corro subito da Tomas a salutarlo e a chiedere come sta-rispose Francesca con un sorriso.
-Sbagliato, Francesca!-esclamò Ludmilla con una x il quadratino vicino alla domanda.-Saluti noi e ti fermi a parlare e poi saluti Tomas velocemente!-
-Ma...-
-Niente ma-disse Ludmilla seria.
Francesca cancellò con una riga la sua risposta e scrisse quella di Ludmilla.
-Seconda domanda: Tomas viene da te con un problema e vuole una mano. Cosa fai?-chiese Ludmilla.-Attenta alla risposta-
-Gli rispondo di si-disse Francesca ovviamente.
-Altro errore! Se tu sei sempre li e disponibile ad ascoltarlo e aiutarlo, lui ti darà per scontata-esclamò Ludmilla seria.
-Ma Leon era sempre disponibile con Violetta e alla fine la conquistata-disse Francesca a quella frase.
-Ma tu e Tomas non siete Violetta e Leon. Sono due storie differenti-replicò Ludmilla.-In amore vince chi fugge in molti casi-
-Ludmilla ha ragione, Fran-concordo Camilla dopo un altro morsetto e un occhiata al cellulare.
-Allora gli dirò: Tomas, sono impegnata con le altre-disse Francesca sforzandosi molto per pronunciare quella frase.
-Brava! Questa è la frase giusta-disse Ludmilla con un sorriso mettendo un +.-Andiamo avanti alla terza domanda. Tomas viene da te per chiederti perché sei sfuggente o se sei arrabbiato con lui per averlo ignorato per tutta la giornata. Cosa fai?-
-Gli rispondo: Tomas, il mio universo non ruota intorno a te e ho una mia vita. Ora devo andare dalle ragazze-rispose Francesca stupita di sé stessa.-Sono stata proprio io a dirlo?-
-Si Francesca e sono molto orgogliosa di te-disse Ludmilla soddisfatta della sua allieva.-E' quello atteggiamento giusto da avere con Tommy-
Continuarono con le domande, Fran andava in modo eccellente e alla fine Ludmi abbracciò contenta al risultato finale.
Ludmilla apri il super armadio per scegliere i vestiti di Francesca per l'indomani in modo da stupire Tommy e lasciarlo senza parole.
-Wow!-esclamarono Cami e Fran affascinate ammirando il suo contenuto.
Ludmi prese i vestiti e li consegno a Fran per indossarli.
-Ludmilla non sono il mio stile, io sono più romantica e quello è troppo audace per me-disse Francesca con perplessità con quei vestiti nelle mani.
-Lo so ma con questi lascerai senza parole Tommy e dirà: ma chi è quella ragazza così sexy? Non ci posso credere è Francesca!-disse Ludmilla con un sorriso.
Francesca si convinse a quelle parole e li indosso insieme a un paio di scarpe con il tacco e poi Ludmilla si dedicò ai capelli.
-Com'è sto?-chiese Fran uscendo dall'armadio.
(http://www.facebook.com/photo.php?fbid=542771322420988&set=a.443623342335787.105829.397085896989532&type=3&theater)
Cami e Nata rimasero senza parole a quel nuovo look e Ludmi sorrise soddisfatta, era come si aspettava.
-Francesca, sei...-farfugliarono Cami e Nata senza parole.
-Sei ultra mega fantastica-rispose Ludmi con sorriso, portando di fronte allo specchio. 
(http://ilmondodipatty2.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2013/02/lodovica-comello-photoshoot2.jpg)
(http://www.facebook.com/photo.php?fbid=121096944706444&set=pb.119502731532532.-2207520000.1361274253&type=3&theater)
-Quella sono io!-esclamò Francesca incredula.
-Si sei proprio tu-rispose Ludmi con sorriso.
...
Casa Castillo
Violetta scriveva il diario di quella giornata soprattutto dell'ingaggio al "Hechizo" e di Ludmilla nella stanza di sua madre tra le braccia di Leon prima di tornare ognuno nelle proprie stanze, infatti Lola dormiva nel suo letto quindi niente l'ultima notte insieme abbracciati nel suo letto e niente sorpresa di Leon, ci voleva tropo tempo e non ne avevano. Lei poso il diario per terra, si girò verso di lui e lui le sorrise con un aria da furbetto.
-Che c'è?-chiese Violetta sospettosa.
-Niente-disse Leon con far indifferente.
-Non puo' essere, hai un aria troppo da furbetto Leon-disse Violetta conoscendo fin troppo il suo fidanzato.-Cosa nascondi o cosa hai combinato?-
-Io furbetto? Ma se sono un angioletto-rispose Leon con una mano sul cuore, finto innocente.
-Si quando dormi, mio caro-disse Violetta con uno sguardo.
-Bene, allora mi riprendo tutto quello che ho preparato-disse Leon finto offeso.
-Cosa hai preparato?-chiese Violetta curiosa come una bambina.
Leon rimase in silenzio.
-Su dai non fare così, sai che scherzavo-disse Violetta con sorriso.-Dimmi cos'è?- 
-Cosa sono, sono più di uno e dovrai trovarli da sola-rispose Leon.-E' una specie di caccia al tesoro-
-Una caccia al tesoro!-esclamò Violetta sorpresa.
-Si ho nascosto due e tre cose in questa stanza-disse Leon con sorriso. 
Violetta gli buttò alle braccia al collo, lo bacio e disse:-Hai sempre delle idee bellissime-
-E si, sono il migliore-disse Leon con vanto.
-Ma quanto sei modesto-disse Violetta alzandosi da li e buttandogli un cuscino nella faccia, preso sul lettino. 
Non si accorse del simbolo ricamato su di esso, un cerchio con una chiave di violino in dorato. Lei ancora non lo sapeva ma quel simbolo sarebbe stato molto importante per lei in futuro.
Violetta evitò il cuscino lanciato da Leon, fini verso la parete e lei gli fece la linguaccia. 
-Vieni qui, amore-disse Leon con tono dolce, indicando le sue ginocchia.
"Che cosa ha in mente?"pensò Violetta sospettosa."Stiamo al suo gioco"
Si accomodo sulle sue ginocchia, Leon la intrappolo tra le sue braccia e disse "Presa", lei rise a quella cosa dando dello scemo poi lui le diede piccoli bacini sul collo e con una mano le sfioro dolcemente la pelle profumata. Lei chiuse gli occhi lasciandosi andare a quelle emozione provocante dal suo tocco.   
-Ti amo tanto, Violetta-le sussurrò Leon dolce, mettendo qualcosa nella sua maglietta.
Qualcosa di freddo tocco tutta la schiena e la fece saltare in aria. Era ghiaccio.
-Leon, questa me la paghi!-esclamò Violetta togliendosi tutti i cubetti.-Sapevo di non dover abbassare la guardia-
-Dai, amore. Era solo uno scherzo-disse Leon ridendo sotto i baffi.-Tu mi hai buttato il cuscino in faccia e io mi sono vendicato. Adesso siamo pari-
-Hai ragione Leon, siamo pari-disse Violetta con la faccia da angioletta, pianificando la vendetta alla vista del foulard di sua madre e poi con un tono più avvolgente-Ma prima della caccia al tesoro, ho una piccola sorpresina per te. Riguarda qualcosa detto nello spogliatoio-
Leon ricordava bene quel momento e le parole di Violetta.
"Voglio darti solo un assaggio di stanotte"
-Sono tutto tuo, amore-disse Leon leccandosi istintivamente le labbra, pregustandosi quel caldo e inteso momento.-Puoi farmi qualsiasi cosa-
"Non immagini neanche cosa ho in mente, povero mio amore"
Violetta prese il foulard di sua madre, lo bendo per bene in modo da non vedere nulla e così attuare la sua piccola vendetta.
"Chissà perché mi ha bendato? Cosa avrà in mente?"pensò Leon pieno di curiosità.
-Sei pronto?-chiese Violetta con un tono malizioso.  
-Quando vuoi-disse Leon con un sorriso, ignaro di tutto.
Appartamento Angie-Pablo
Angie era affacciata alla finestra con la vestaglia, piena di pensieri. La Congrega, la cattura di Antonio, il vero destino di Violetta e delle sue nipoti e i vari pericoli una volta entrati a far parte di tutto questo e per finire dire la verità su quel segreto al suo futuro sposo.
-Che hai?-chiese Pablo dolcemente, stringendola da dietro.-Cosa ti preoccupa?-
"Vorrei tanto poterti dire tutto Pablo ma non ci riesco. Ho paura che tu non mi voglia più dopo avertelo rivelato"pensò Angie piena di insicurezze."che tu non accetti questa parte della mia vita"
 -Ma nulla-disse Angie dissimulando, allontanandosi da lui.-Sono solo un po' stanca di questa giornata, il primo giorno con Gregorio come direttore è stato terribile e poi domani arrivano i tuoi genitori. Sono un po' agitata, non li vedo da tanto tempo e chissà cosa ne pensano di questo nostro matrimonio improvviso, stiamo da pochi giorni insieme. Poi devo pensare al menù per la cena di domani, è importante e tua madre ha mille allergie alimentari e...-
Quando Angie parlava a raffica, nascondeva qualcosa.
-Angie, i miei genitori ti adorano da sempre e la cena andrà bene-disse Pablo prendendo le mani.-ma c'è altro che ti preoccupa-
-Pablo... io...-
-Sai che puoi dirmi tutto senza paura-disse Pablo con un sorriso.
Il cuore di Angie era pieno di incertezze. Non voleva perdere Pablo per nulla al mondo proprio come Violetta. A volte mentire era l'unico modo per non perderle le persone che amiamo anche se sapeva bene l'opinione di Pablo a tal proposito.
Il cellulare di Angie squillò all'improvviso, lei si allontanò da lui per raggiungere il comodino e sul display c'era una busta marrone con il simbolo dell'O.d.m.
"Se apro quel sms, la busta apparirà davanti a me a Pablo e dovrò dirgli la verità"pensò Angie agitata."Ma non posso neanche ignorare un messaggio dall'O.d.m. Adesso che faccio?"
Riprese a squillare il cellulare.
-Non rispondi?-chiese Pablo perplesso.
-No, voglio solo andare a letto-disse Angie con una voce stanca, mettendo il silenzioso al cellulare e riponendo nel comodino.-il resto puo' aspettare domani-
-Ok come vuoi tu, Angie-
Casa Castillo...
Intanto German entrò nella stanza di Violetta per darle la buonanotte ma nel letto c'era solo Lola eppure non c'era da nessun altra parte. Forse era in bagno.     
-Hai visto Violetta?-chiese German preoccupato, vedendo Simon nelle scale.
-No, io invece cercavo Leon. E' tardi e domani ha lo Studio 21, dovrebbe riposarsi come Violetta del resto-disse Simon finto preoccupato. Sapeva bene che i due erano nella stanza di Maria e quindi addio caccia al tesoro di Leon. Era tremendo, lo sapeva bene e gli piaceva molto.
"Mi dispiace, cuginetto ma ancora una volta nessuna sorpresa" pensò Simon compiaciuto."Domani attuerò la seconda parte del piano" 
-Forse sono dove sono-disse German a quelle parole.
German apri la maniglia della stanza di Maria, pensando di trovarli in atteggiamenti intimi invece trovo Violetta in cerca di qualcosa nell'armadio e Leon seduto a terra.
-Non puoi darmi un altro indizio?-chiese Violetta con occhietti dolci.
-No, poi dopo quello che hai fatto-rispose Leon deciso.
-Non fare così, eri cosi carino o meglio carina-disse Violetta tirando la foto scatta qualche minuto fa con una risata.
-Se fai vedere quella foto a qualcuno, ti uccido Violetta-la minacciò Leon seriamente.
-Non lo faresti mai, ti mancherei troppo-replicò Violetta.
Violetta aveva perfettamente ragione, non poteva vivere senza di lei. 
"Mi sono sbagliato, deve fidarmi di più di loro" pensò German pentito.
-Ragazzi, è tardi e domani dovete alzarvi presto-disse German entrando nella stanza.
"Uffa, proprio ora. Non ho ancora trovato i tre regali di Leon"pensò Violetta seccata.
-Si papà, stiamo andato-disse Violetta trattenendo la seccatura.
-Corriamo subito a letto-disse Leon uscendo dalla stanza più veloci della luce, non prima di darsi l'ultimo bacio della buonanotte.  
German alzò il cuscino da terra e appena vide quel simbolo, la sua espressione cambio tutto di un colpo.
Da dov'era uscito? Tutte le cose riguardanti quel mondo erano nascoste bene. 
Si avvicino ad un punto determinato della parete, traccio su di esso un cerchio e appari un cassetto. 
Dentro c'era un diario tempestato di pietre colorate e quel simbolo. Era il diario magico di Maria, riguardante quel mondo da lui tanto odiato. Lei viveva divisa tra due mondi. Non voleva questo per Violetta ma una sola vita piena di felicità.
Mise il cuscino nel cassetto e lo richiuse di scatto.
"Violetta, lo faccio solo per il tuo bene e nient altro. So che forse non capirai questo ma la tua felicità è la cosa più importante per me e sarai felice solo lontana da quel mondo"
Amore.Musica.Passione.Magia.
Violetta era vicino al lago come nel sms di Leon ma di lui nessuna traccia quando qualcuno la prese alle spalle e tappo la bocca mentre appari una donna avanti a lei, le tolse con la forza il medaglione di sua madre da collo mentre lei si dimenava e tirava calcio ma una terza persona agitò le mani e un cerchio nero con le note musicale la avvolse e blocco tutto il suo corpo. Aveva una gran paura, chi era quelle persone e cosa volevano da lei. 
-E' arrivata la tua ora, figlia di Maria-disse la donna con sorrisetto maligno agitando le mani creando un cerchio enorme nero con le note musicale.
In quel preciso istante Violetta si svegliò piena di sudore, con cuore a mille dalla paura e le sue gride svegliarono tutti, infatti si precipitarono nella sua stanza preoccupati tranne Jade, lei era arrabbiata per il sonno interrotto mentre Matias dormiva tranquillamente e sognava tante cose da mangiare.
-Amore, che è successo?-chiese Leon preoccupato mettendosi sul letto prendendo la sua mano.
Era così pallida, spaventata e tremava. Non aveva mai visto Violetta in quello stato.
-Abbia sentito le tue urla-disse Ana preoccupata.
-Violetta, dimmi cosa è successo-disse suo padre preoccupato avvicinandosi al letto.
-Scusatemi, ho avuto solo un incubo-rispose Violetta dispiaciuta.
Simon prese Lola tra le braccia, poverina si era spaventata parecchio dalle urla di Violetta.
-Tranquilla, figliola. Può succedere a tutti e poi ero sveglio-disse German stringendola tra le braccia per calmarla.-Vieni dormi con me stanotte-
Stava accadendo proprio come Maria con i suoi incubi. Questo non era buon segno. C'era una sola cosa da fare.
-Olga vai a preparare quella tisana-disse German preoccupato, prendendo Violetta in braccio.
Olga sapeva già di cosa si stava riferendo anche lei con Roberto, conosceva il segreto della famiglia di Maria. Ana la accompagnò in cucina mentre Leon segui German nella camera sua. Jade odio Violetta ancora di più, la notte lei e German passavano più tempo e ora quella mociosetta aveva rovinato tutto.
German la mise nel suo letto con l'aiuto di Leon sempre al suo fianco ma non smetteva di tremare.
-Tranquilla, Violetta. Presto starai meglio-disse German con un tono rassicurante accarezzando la sua fronte.-Leon, tienila stretta a te. Io torno subito-
Quando Maria aveva un incubo, lui la teneva stretta a sé e lei smetta di tremare, sperava che la stessa cosa valeva per Violetta.
Leon si mise nel letto con Violetta, la avvolse con le sue calde braccia con tutto l'amore del mondo e sussurrò dolci parole. 
-Mi dispiace, ti farvi preoccupare in quel modo-disse Violetta dispiaciuta sempre tremante.-Non so che mi prende-
 -Non devi scusarti amore, come ha detto tuo padre è normale quando si ha degli incubi-disse Leon per tranquillizzarla mentre la scaldava ma niente, il suo corpo era pieno di tremori.
Aveva seri dubbi sulla frase appena pronunciata, non c'era nulla di normale in tutto questo. Uno dopo un incubo si calma.
"Perché non riesco a calmarla?" pensò Leon arrabbiato con sé stesso e molto confuso."Non ci sto capendo nulla, questa giornata è stata così strana e penso che centri il medaglione in qualche modo"
Simon guardò la scena da fuori confuso con in braccio Lola molto impaurita da ciò, neanche lui ci capiva nulla.
...
Appartamento Pablo-Angie
Angie sgaiettolo fuori dalle coperte molto attenta a non svegliare Pablo, rabbrividì dal freddo appena i suoi piedi nudi toccarono il pavimento e si affrettò a mettere le pantofole e a prendere il cellulare per chiudersi in bagno. Pablo si sveglio con una gran sete, si giro verso Angie ma lei non c'era e il comodino era aperto da quel lato. Strano, prima di cadere nel sonno profondo c'era chiuso.  Lasciò il letto un po' perplesso per andare in cucina.
Angie chiamò sua madre subito senza leggere la busta dell'O.d.m.
-Perchè non hai leggo la comunicazione dell'O.d.m., figliola?-chiese Angelica seria e preoccupata.-Sai molto bene quando il loro contenuto è importante e non si può ignorare-
-Si lo so ma c'era Pablo e non potevo rispondere-disse Angie dispiaciuta.-Lui non ne sa nulla-
Pablo si fermo a quelle parole. Con chi stava parlando la sua Angie? 
-Ancora non gli ha detto del segreto della nostra famiglia?-chiese Angelica confusa.
-No, non so come potrebbe reagire-rispose Angie preoccupata.
"Reagire a cosa? Di che parla? E' tutto così cripto"pensò Pablo molto confuso.
-Se ti ama veramente, accetterà anche questa parte di te-disse Angelica con calma.-E poi Pablo è intelligente e ti ama molto, tra voi non dovrebbero esserci segreti. State per sposarvi e non è bello iniziare questa vita insieme con i segreti, perché portano solo alla fine di un rapporto. Mentire è sbagliato Angie- 
Sapeva che sua madre aveva ragione ma c'era molta paura in lei.
-Ma se non la prende bene? E se non lo accetta?-chiese Angie piena di paura.
"Cosa non dovrei prendere bene? Cosa non dovrei accettare? Cosa la preoccupa da non riuscirmene a parlare?"
-Con i se o i ma non si va da nessuna parte, figliola. Comunque se non lo accetterà, vuol dire che non è il tuo vero amore-affermò Angelica.-perché il vero amore accetta qualunque cosa dell'altro-
-Hai ragione, devo dirglielo ma non posso domani, arrivano i suoi-disse Angie con un tono più tranquillo.-Lo farò una volta andati via e non ci sarà nessuno segreto tra noi-
"Che segreto mi nascondi, Angie?" pensò Pablo preoccupato.
-Ora vieni sta iniziando la cerimonia di iniziazione di Aqua all'O.d.m.-disse Angelica con urgenza.
La cerimonia di iniziazione era qualcosa di straordinario e unico. Quanti ricordi ritornavano nella sua mente. La sua iniziazione avvenne a 18 anni a differenza di sua sorella che era entrata a solo 11 anni nell'O.d.m, una cosa alquanto rara. Quel giorno era così agitata, avrebbe voluto avere Maria con lei ma era una cosa impossibile e irrealizzabile, era ormai morta da 3 anni e aveva paura di essere respinta ancora una volta durante la cerimonia perché durante di essa, puoi essere accettata dal cerchio o essere respinta perché non si è ancora pronte a quel passo.
-Angie, mi stai ascoltando?-chiese Angelica senza sentir risposta.
-Scusami stavo pensando ad una cosa-rispose Angie ritornando alla realtà.-Chissà Violetta cosa proverà quando succederà-
"Se parla di Violetta, vuol dire che sta parlando con German. No, Pablo non iniziare con la tua gelosia. Allora perché telefonare in segreto? Che le ami ancora German? Spiegherebbe tanto mistero. No. Angie non mi avrebbe mai risposto di si se non era sicura. Lei mi ama e vuole passare tutta la vita con me. solo a questo devo pensare. Si ma ha un segreto che non riesce a dirti questo vorrà dire qualcosa"
-Quando succederà, lo sapremo ma ora devi venire-disse Angelica.
-Si sto arrivando, controllo un attimo che Pablo stia dormendo e poi vengo subito-disse Angie sottovoce con paura di farsi sentire da lui.
"Dove va a quest'ora? Sembra l'appuntamento tra due amanti. Si vedrà con German o no? Essere tenuto all'oscuro di tutto mi fa impazzire"
Pablo si allontano dal bagno senza alcun rumore, torno a letto e finse di dormire. Angie chiuse la chiamata, entro nella camera da letto dove dormiva Pablo e indosso l'anello e il medaglione, cambio i vestiti con uno schiocco di dita per poi scomparire e riapparire all'O.d.m.
Stranamente lui non senti la porta così si alzò da letto e guardo da tutte le parte ma di Angie non c'era. 
Com'era possibile? Nessun rumore e vestaglia da nessuna parte. Era un vero mistero.
...
Nel frattempo Tini non riusciva a prendere sonno, nella sua mente ritornavano prepotentemente le parole di Harry e tremava tutta senza alcun motivo, poi si ricordo le parole di Ayla "A me succede la stessa cosa quando entrò in connessione con l'emozioni delle due mie sorelle tramite questo", quindi qualcuno forse delle sue cugine non si sentiva bene.
Scese dal letto a fatica, usci dalla sua stanza con il medaglione sempre a collo e pian piano senza far rumore lascio il collegio per andare a casa di Harry ma mentre camminava, inciampo in un filo e cadde a terra.
"Ora che faccio? Mi fa male il piede e il tremore non passa" pensò Tini cercando di rialzarsi da terra con molto sforzo."Ayla aiutami"  
Il medaglione iniziò a brillare a quelle parole e quella luce attirò una affacciata alla finestra di fronte a lei, subito con una lente magica guardo meglio il medaglione e si girò verso le sue cugine. Dulce (http://jiveninjas.com/wp-content/uploads/2012/10/emma-watson1.jpg) era sdraiata sul letto in attesa di Isabella e quest'ultima era impegnata in una conversazione al cellulare. (http://www.phonesontv.com/wp-content/uploads/2012/06/Allison-Argent-has-the-ATT-Samsung-Infuse-4G-on-Teen-Wolf-Season-2-Episode-2-Shapeshifted-1.png). Tutte e tre portavano tre collane idendiche (http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?VISuperSize&item=370599336500)
 Dulce agitò la mano verso il cellulare di Isabella, comparendo nelle sue mani  e disse:-Isabella ti chiamerà domani, Diamante-spegnendo la chiamata.
-Dulce, ridammi il cellulare! Non sopporto quando la gelosa senza un motivo esistente-esclamò Isabella arrabbiata avvicinandosi a letto.-Io e Diamante stavamo solo parlando e mi stava dicendo una cosa importante-
-E' già venti minuti che aspetto-disse Dulce con uno sguardo laquido e la voce sensuale.-ti voglio ora e subito e non mi interessa se c'è Lara presente, se vuole può unirsi a  noi-
-Spero che tu sta scherzando Dulce! Tu sei solo mia e non ti divido con nessuno!-esclamò Isabella molto possessiva e gelosa con lo stesso desiderio dell'altra.
-Quanto sei possessiva, Isabella e questo mi fa impazzire-disse Dulce sfiorando sensualmente le labbra e portando la mano in mezzo alle gambe senza perdere tempo.
Isabella allontanò la mano di Dulce da li e alla sua espressione confusa disse:-Sei troppo impaziente come al solito, Dulce.-
-Cugine, venite a vedere-disse Lara con sorriso maligno interrompendo le due.(http://1.bp.blogspot.com/-bo6y-wZD1nk/TlsbMz-8ggI/AAAAAAAABDY/uJ5rCPTan2Y/s1600/shot4.jpg)
Le due si staccarono controvoglia e dissero seccate:-Spero che sia importante-
-E' importantissimo!-affermò Lara passando la lente ad Isabella.
-Ma quello è il medaglione tanto cercato dalla Congrega e rivale della nostra famiglia-disse Dulce con sguardo brillante.
-E' un vero colpo di fortuna, la Congrega sarà soddisfatta di noi quando porteremo quella ragazzina sul piatto dall'argento-disse Isabella con sorrisetto -Ci ricompenserà bene, non vedo l'ora di incrementare i miei poteri-  
-Non dovremo avvisare anche a Brenda?-chiese Dulce all'improvviso vendendo le altre due già fuori dalla finestra.
-No, noi abbiamo trovato l'erede di Maria e gli onori spettano solo a noi-rispose Lara con un tono che non ammette repliche.
Le tre apparirono davanti a Tini.
-Chi siete?-chiese Tini spaventata da quelle tre ragazze, le loro faccie non promettevano nulla di buono.
-Non importa chi siamo, l'importante averti trovato-disse Lara con sorriso maligno.
-Ora la vendetta della Congrega si compierà-aggiunse Isabella.
-E' arrivato la tua fine, erede di Maria-disse Dulce.
Tini tremeva ancora di più dalla paura mentre una di loro si avvicinò sempre più a lei.
"Aiuto! Qualcuno mi aiuti! Ayla!" pensò Tini piena di paura.
Violetta senti quelle sensazioni di paura e quel pensiero di aiuto tramite il medaglione e tremo ancora di più.
-E' in pericolo-disse Violetta sottovoce agitata.
-Chi è in pericolo?-chiese Leon confuso sciogliendo l'abbraccio.
-La persona di cui sento le emozioni tramite il medaglione-rispose Violetta sicura scostando le coperte per alzarsi-Devo andare da lei- 
Leon le impedì di alzarsi dal letto e strinse a sé, Violetta si dimenava tra le sue braccia per correre in aiuto della persona ma lui non la lasciava andare, era molto preoccupato per lei. Quella storia diventava sempre più strana ogni minuto che passava. 
-Calmati amore, non puoi andare da nessuna parte in queste condizioni-disse Leon fermo e dolce tenendo tra le braccia forte per calmarla.
-Ha bisogno di me Leon!-esclamò Violetta in preda ai tremori.
-Non posso-disse Leon fermo stringendo ancora di più.
A lui gli dispiaceva molto andare contro la sua fidanzata ma non poteva far altrimenti, no in quelle condizioni.
-Leon, lasciami! Devo andare da lei!-affermò Violetta disperata sentendo a sua richiesta di aiuto nella testa ripetutamente.
Simon nella stanza degli ospiti con Lola in braccio a tranquillizzarla per la preoccupazione verso Violetta mentre Jade era da suo fratello Matias, svegliato dalla furia di sua sorella e addio bellissimo sogno con tutti quei dolci. 
-Ho fame-disse Matias nel letto a Jade.-Voglio tanti tanti dolci, sorellina-
-Possibile che tu pensi solo al cibo, io ti sto parlando di quella mociossetta e tu sai solo dirmi ho fame-disse Jade furiosa dando due schiaffi nel visto.
-Ahi mi hai fatto male!-esclamò il povero Matias toccando le due guance lesse.
-Ti sta bene-replicò Jade.-Così la prossima volta mi ascolti attentamente-
-Ma io ho...-
-Se dici un altra volta che hai fame, io ti caccio di casa Matias e non mi importa se sei mio fratello o se dormirai sotto i ponti-la avvertì Jade con aria minacciosa.-io ti ho avvisato-
In quel preciso istante Matias si azzitti e non pronunciò più quella parola.
In cucina.
Olga mise nel pentolino i vari ingredienti presi dallo scompartimento magico accanto al frigo, Ana girò la tisana con un cucchiaio d'argendo con una nota musicale incisa sul manico e Roberto prese la tazza di Violetta dalla credenza.
-Come va la tisana?-chiese German agitato entrando nella cucina.
-E' quasi pronta-disse Ana girando ancora la tisana.-Come sta Violetta?-
-Trema tutta, l'ho lasciata nelle mani di Leon con la speranza che la calmi come succedeva con Maria-rispose German sempre ansia.
-Andrà tutto bene-disse Ana con tono rassicurante avvicinandosi a lui per abbracciarlo mentre Olga continuava a girare la tisana.    
Ana lo calmo con quell'abbraccio.
-German, io so che è un argomento proibito in questa casa ma penso che devi dire a Violetta tutta la verità sul segreto-disse Roberto serio al fianco di Olga.
-No! Violetta non deve sapere nulla!-esclamò German categorico.-Hai visto in che modo sta? Se entra in quel mondo, sarà sempre più peggio e io non voglio questo per mia figlia. Lei deve stare lontano da quel mondo!-
-Signor German, sa quanto le voglio bene ma sta sbagliato in questo. La mia piccola ha bisogno di sapere la verità sul suo passato e il suo vero destino-replicò Olga molto decisa e ferma mettendo la tisana nella tazza di Violetta.-Io non voglio continuare ad essere complice di tutto questo, ho lo dice lei o glielo dico io-
 German la avvertì duramente:-Se lei dice qualcosa a Violetta, si consideri licenziata da questa casa e non la farò più avvicinare a mia figlia. Questo vale anche per te, mio caro Roberto e anche per te Ana-prendendo la tazza e salendo da Violetta.
I tre restarono senza parole a quella frase. 
"Perché non puo' essere più facile questa storia? Perché ci devono essere sempre segreti e bugie anche con le persone che amiamo? Possibile che ogni volta che si parli del passato lui si chiude e diventa una bestia" pensò Ana pensierosa."Eppure oggi era diverso, era più dolce e più disponibile come quando ha detto a Violetta che ero la sua madrina. Il German di sempre e di cui mi sono innamorata. Ho paura che questa storia finirà molto male"
German entrò nella sua stanza, trovò Violetta tra le braccia di Leon mentre si dimenava e subito si avvicinò con la tazza in mano per mettere fine a quella storia.
-Violetta, bevi questo. Ti farà bene-disse German mettendo accanto a lei e porgendo la tazza.
Violetta senti un odore familiare, subito nella sua mente scattò l'immagine di lei a 5 anni tra le braccia di sua madre con il viso preoccupato in uno strano posto e con loro c'era qualcuno, un bambino biondo di circa 8 anni con una fila in mano mentre gliela somministrava. Non ricordava chi fosse, aveva la sensazione che era importante ma non sapeva o non capiva il perché.
Violetta beve tutta la tisana, si addormentò dopo qualche secondo tra le braccia di Leon e German le accarezzò dolcemente la fronte mettendo la tazza sul comodino.
Leon guardò German attentamente e ne era sicuro, sapeva qualcosa di questo strano comportamento di Violetta.
-Signor German, le sai cosa ha avuto Violetta o mi sbaglio?-chiese Leon con uno certo sguardo.
-E' solo un incubo e nient'altro-rispose German più convincente possibile.
Leon non gli credeva, era una bugia e non capiva il perché di tanto mistero. 
Perchè German mentiva in continuazione a Violetta sul passato di Maria e su altro? Cosa c'era dietro a tutto questo mistero? E quanto tutte quelle bugie avrebbero avuto fine?
-Ora è meglio che via a dormire, domani hai lo Studio 21 mentre Violetta resterà a casa visto questa notte-disse German a Leon.
Leon era d'accordo con lui, dopo una notte come quella era meglio una giornata a letto e dando un ultimo bacio sulla labbra alla sua Violetta, torno in camera degli ospiti mentre German la strinse a sé.
-Non ti preoccupare, figliola. Io ti terrò lontano da quel mondo e dalle sue sofferenze-disse German deciso.-Non finirai come tua madre, te lo prometto-
...
Tini non senti più nulla dal medaglione, ora tremava per colpa di quelle tre strane ragazza e dei loro altrettanto strani discorsi. Tutto quello che voleva era tornare a casa dai suoi genitori e si penti di aver pensato di andare da Harry.
-Bene, ora tu verrai con noi ragazzina-disse Lara abbassandosi verso di lei per prenderla per un braccio.
-Lasciami! Non voglio andare da nessuna parte con voi brutte streghe!-gridò Tini decisa con il medaglione pieno di luce.
-Ci hai chiamate brutte streghe!-esclamò Dulce furiosa agitando la mano e puntando un cerchio nero contro di lei.-Ora ti sistemo io piccola impertinente-
-AHHHHH!-gridò Tini dal dolore.
 A fermare incantesimo di Dulce fu la melodia di Harry e Ayla corse subito da sua cugina per soccorrerla.
-Sono qui, Tini-disse Ayla con un tono rassicurante.-Andrà tutto bene-
-Sei arrivata alla fine-disse Tini con un sorriso, svenendo tra le sue braccia. 
-Tini! Rispondimi-disse Ayla agitata scuotendo il suo corpo dalle braccia e poi si girò vero le tre ragazze.-Cosa le avete fatto brutte streghe?-
Lara, Dule e Isabella notarono subito di medaglione e anche lei era un erede di Maria o proveniva da quella famiglia.
-Bene, abbiamo due eredi-disse Lara compiaciuta.-La Congrega sarà ancora più soddisfatta-
-Voi non prendere proprio nessuno-disse Harry con sfida mettendosi in mezzo.
-Non ci fai paura, noi siamo più potenti di te e di loro-disse Isabella tirando fuori un flauto viola.
Quando lei inizio a suonare una melodia treta, Harry contrattaccò subito con una dolce melodia e Isabella non la detestava, cadde il flauto dalle mani come le altre due, lui prese Ayla e Tini per le mani e scompari nel nulla.
-Abbiamo sottovalutato quel ragazzo ma la prossima volta, non finirà così-disse Lara decisa.-Parola di Lara Gomez-
Amore.Musica.Passione.Magia.
Villa Gomez
-A quest'ora la cara Ludmilla avrà ricevuto la sorpresa-disse Brenda con un tono compiaciuto con una tazza di te in mano.-Di sicuro starà urlando alla vista di quello sfogo-
-Qual'è la prossima mossa?-chiese Valentina curiosa.
-La umilierò e la farò sentire indesiderata in tutto Studio 21-rispose Brenda malvagia.-dopo oggi non metterà più piede li e sarò io l'unica Stella-
-Brillante piano-concordo Patricia con un sorrisetto.-Hai già in mente qualcosa per metterlo in pratica?-
-Ovvio, darling-disse Brenda prendendo il suo libro nero con lo stesso simbolo della collana sua e delle sue tre cugine, Lara, Dulce e  Isabella.-Soprattutto grazie a questo-
-Si questo libro è davvero fantastico e fa credere molte cose non vere alle persone-disse Giulietta con sorrisetto.-Come con Tomas, pensa veramente che io sia una sirena. E' così ingenuo ma mi piace per questo, presto riuscirò a strappargli un bacio con questa cosa della sirena-
-Perchè non hai usato la melodia della sirena che ti ha dato Brenda?-chiese Diamante confusa.-A quest'ora avresti il suo bacio e il suo cuore-
-Non voglio che mi ami solo perché ho stregato il suo cuore-rispose Giulietta molto convinta.-Deve sentirlo veramente-
-Io non ti capisco, Giuly-disse Diamante ancora confusa.-io stregherei subito il cuore di Leon-
Brenda sfoglio il libro fino alla pagina "Sortileggio D'amore" e lesse tutti gli ingredienti.
-E' una magia abbastanza forte ma ci vuole poco a preparare la pozione-disse Brenda con un sorrisetto a Diamante.-Se sei convinta Diamante, possiamo procedere anche ora-
...
Villa Ferro
Cami, Fran e Nata erano nella sala a far già colazione mentre Ludmi era ancora nella sua stanza in compagnia di Maxi sul letto. 
-Cosa nascondi dietro la schiena?-chiese Ludmi super curiosa, ricordando le parole di Andres.
-E' una sorpresa-disse Maxi con un sorriso.-Chiudi gli occhi-
Lei chiuse gli occhi, lui tiro fuori il profumo e glielo spruzzo addosso.
I suoi polmoni furono invasi da un profumo mai sentito in tutta la sua vita. 
-Ora apri le mani-le sussurrò Maxi.
Lei apri le mani, lui le mise la boccetta e quando apri... non poteva crederci ai suoi occhi. Era quella la sorpresa, Maxi aveva realizzato quel suo piccolo sogno... creare un profumo con il suo nome. 
Lei commossa da quella sorpresa, lascio la palle di neve e lo abbraccio.
-Sei fantastico!-esclamò Ludmi contenta.
Quando tutto t'un tratto, si staccò da lui per un improvviso prurito al collo e lui vide uno terribile sfogo. Era una reazione allergica.
-Mi dispiace Ludmi... non so com'è successo-si scusò Maxi dispiaciuto.
-Perché ti scusi?-chiese Ludmi confusa.
Maxi prese lo specchio, glielo mise davanti e lei vide quel terribile sfogo, si ingrandiva sempre di più. La cosa era preoccupante, molti persone morivano con le allergie se si ritardava a dare il vaccino.
-Maxi apri il cassetto, prendi lo spray e spruzzamelo sul collo-disse Ludmi calma senza alcun grida o altro.
Maxi segui le istruzione, infatti subito in pochi secondi il gonfiore si tolse e rimase solo piccole macchie rosse.
Ludmi annuso il profumo, prese a starnutire e Maxi subito lo rimise in tasca per evitare altri guai.
-C'è il gelsomino, per questo ho avuto questa reazione-spiegò Ludmi rimettendo lo spray nel cassetto.
Maxi era arrabbiato con sua cugina, per poco la sua Ludmi non si sentiva veramente male e lei intui i suoi pensieri.
-Penso che tua cugina non abbia nessuna colpa Maxi-disse Ludmi cercando di calmarlo, sfiorando il suo braccio.
Era sicura che dietro quel brutto tiro, c'era di sicuro qualcun altro. Qualcuno che di sicuro la odiava molto. Be' allo Studio 21 ce n'erano molte persona tra cui quella Brenda.
-hai ragione tu-disse Maxi calmato dalle sue parole e dal suo tocco.
-comunque la tua sorpresa è stata bellissima, nessuno mai mi ha fatto un regalo del genere-
-E aspetta di vedere le altre sorprese-disse Maxi con un sorriso.
-E dove sono?-chiese Ludmi curiosa come una bambina.-Qui o da qualche altra parte?-
-Non posso dirti nulla-rispose Maxi con la bocca serrata. 
-Dai Maxi solo un indizio-disse Ludmi avvicinando al suo viso per dargli un bacio.
Maxi si sposto e disse:-Niente da fare, Mia Stella-
-Ok vado a prepararmi per lo Studio-disse Ludmi alzando da letto e scendendo le scale.
Dopo qualche minuto...
-Maxi, vieni nell'armadio-disse Ludmi con un sorrisetto.
Maxi scese le scale, appena si trovò alla soglia dell'armadio le parole morirono in gola alla sola vista del look di lei.
(http://www.facebook.com/photo.php?fbid=443623399002448&set=a.443623342335787.105829.397085896989532&type=3&theater)
-Che ne pensi? Ti piace?-chiese Ludmi con un voce calda.
"Maxi, controllati. Devi resistere. Hai fatto una promessa a te stesso, niente spingersi oltre ai baci prima del primo appuntamento. Anche se Ludmi è stupenda, favolosa... e tenta come non mai, non ho mai sentito il desiderio di far mia una persona come lei" pensò Maxi  mentre lei si avvicinava pericolosamente.
-Non ho parole... ma non puoi metterlo per andare allo Studio, non voglio che gli altri ti vedano così-disse Maxi possessivo e gelosa al sol pensiero.-quindi mettiti qualcos altro-
-Oh siamo già così possessivi e gelosi e non stiamo neanche insieme-disse lei seducente.-Va bene, come vuoi tu-
Lei si tolse la giacca e pian piano si abbasso le spalline con fare seducente sotto gli occhi attenti di lui. Maxi capi subito il suo subdolo piano e cerco di tenere duro. Anche se era diventata buona, la sua Ludmi rimaneva sempre una gran furbetta. 
Lei continuo a torturarlo mentre apriva lentamente la lampo del vestito davanti.
"Maxi, puoi farcela"  
-Ludmi, smettila-disse Maxi mordendosi il labbro.
-Di far cosa? Di cambiarmi?-chiese lei con tono finto innocente.-Sto solo facendo quello che vuoi tu-
-No, tu stai facendo ben altro streghetta-disse lui deciso.-ma io non cederò, non ti dirò nulla delle sorprese e non romperò la promessa-
-Ah si-
Lei si avvicinò pericolosamente mentre lui indietreggiò e cadde sul letto, subito lei ne approfitto per mettersi al cavalcioni su di lui.
-Come la mettiamo ora?-domandò lei con un sorrisetto.
"Ora che faccio? Sono in trappola. Lei è così bella e non so quando resisterò ancora. Soprattutto lei sopra di me"
Proprio nell'attimo di cui lei si sfioro le labbra di lui, la porta si apri all'improvviso e Francesca nel vederli in quella posizione divento tutta rossa e si copri gli occhi.
-scusatemi-disse Fran imbarazzata.
Maxi approfitto della occasione per scappare via, lasciando le due da sole.
-Io non volevo rovinare questo vostro momento-disse Fran dispiaciuta.
-Non hai rovinato nulla Fran-disse Ludmi con sorriso.-Stavo cercando solo di sedurlo per farmi dire qualcosa delle sorprese di oggi. Pazienza dovrò aspettare-
Si cambiò subito e raggiunse insieme a Fran gli altri a colazione.
...
Casa Castillo
Violetta si risveglio nel letto di suo padre con l'odore croissant caldi, di fragola, di cappuccino e fiori, apri gli occhi e trovo Leon intento ad appoggiare un vassoio sul comodino insieme ad un biglietto. 
Era così dolce, pieno di attenzioni come quella nonostante la brutta nottata passata. Era pieno di energie, pronto a regalarle dolci emozioni.
-Ehy non volevo svegliati-disse Leon notando la sua fidanzata con gli occhi aperti, intenti a guardarlo e mettendosi accanto a lei.
-Un risveglio del genere è sempre gradito-disse Violetta dando un dolce bacio.-e poi devo prepararmi-
-Invece no, oggi resti a casa-disse Leon con un sorriso.
Cos'è qual'è novità? Non capiva.
-Come resto a casa?-chiese Violetta confusa.
Suo padre entrò insieme ad Ana nella stanza.
-Hai passato una brutta nottata, figliola-rispose German dolce.-Quindi ho chiamato l'accademia per avvisare della tua assenza e non c'è stato nessun problema, la lezione la farai domani-
Cosa aveva chiamato l'accademia? Ma lei non la frequentava quindi non capiva con chi aveva parlato suo padre. Ma poi Ana le fece l'occhiolino e allora capi tutto, tirando un sollievo.
-Ma papà, io sto bene-disse Violetta protestando.-Non c'è ne alcun bisogno. Non sono una bambina, ho solo avuto un incubo tutto qui-
Violetta non poteva saperlo ma quello non era un incubo qualsiasi, era legato alla sua vera natura e per la sua sicurezza era meglio che restava a casa almeno per oggi.
-Violetta, non fare così. Sarà solo per oggi-disse German prendendo la sua mano.
-Tua padre ha ragione, devi riposati-concordo Ana.
Non c'era altro da aggiungere, dallo sguardo di Leon capi che anche lui era d'accordo con loro quindi si rassegnò. .
-ok-disse Violetta rassegnata.
Odiava stare a casa senza far nulla soprattutto a letto a riposare quando allo Studio 21 c'era il problema Gregorio e Brenda, aveva una canzone da fare per le sue due amiche e poi c'erano le Hot Stars tra cui quella Diamante. Di sicuro in sua assenza ci avrebbe provato con Leon, non poteva sopportarlo.
-Ora devo andare ma tornerò nel pomeriggio-disse Leon con un dolce bacio e terminò conoscendo troppo bene la sua fidanzata.-Tu pensa solo a riposarti e nient'altro, al resto ci penso io-
...
Collegio
Tini guardò tutti i suoi album da piccola ancora in pigiama, le lezioni stavano per iniziare e lei non era ancora scesa a far colazione in sala con preoccupazione dei suoi genitori ad aspettarla giù. Stranamente le foto iniziavano da quando lei aveva 2 anni ma del suo primo anno o mesi di vita non c'era traccia.
"Forse Harry ha ragione, forse sono stata veramente adottata e si spiegherebbe il loro strano comportamento" 
Sua madre entrò nella stanza, trovandola a terra con gli album di foto con un espressione confusa e triste.
-Figliola, c'è qualcosa che non va?-chiese Patricia preoccupata.
-Mamma riguardando i miei vecchi album di foto mi sono accorta che non ho nessuna alcun foto di me in ospedale tra le tue braccia oppure dei miei primi mesi o del primo anno di vita-disse Tini alzandosi da terra.-Tu sai dirmi il perché?-
Ecco Patricia aveva sempre temuto quel momento. Non voleva perderla quindi non poteva far altro che mentire, le costava molto.
-Ecco devi sapere che molte cose si sono con il trasloco-disse Patricia più convincente possibile.-Anche mi dispiace non averle più, eri così bellina appena nata. Tuo padre era così agitato quando si sono rotto le acque- 
-In qual'è ospedale sono nata?-chiese Tini curiosa.
Questa era una domanda che si aspettava.
-Non sei nata in ospedale ma in casa-disse Patricia pronta.
-Ok grazie per l'aiuto-disse Tini rimettendo al solo posto gli album.-Scendo tra qualche minuto, il tempo di vestirmi-
-Ok ti lascio qualcosa di lato prima di andare a lezione-disse Patricia dando un bacio sulla fronte.-Ricordati sempre una cosa Tini che tu sei la cosa più preziosa e importante al mondo per me e tuo padre-prima di uscire dalla stanza.
"E' ufficiale sono stata adottata" pensò Tini con un terribile dolore nel cuore."Perché non me lo hanno detto? Chi sono i miei veri genitori? Perchè mi hanno lasciata in un orfanotrofio? Devo andare subito da Harry. Ho bisogno di parlare con lui"
Invece di mettersi l'uniforme del convento, opzionò per un vestito bianco, delle ballerine e la tracolla con il suo inseparabile diario e si usci dalla finestra con l'agilità di un gatto, per sua fortuna era al piano terra e con molta attenzione raggiunse il sentiero dove portava al cancelletto. Lali e Rebecca gliene aveva sempre parlato spesso ma lei non aveva mai osato disubbidire a suoi genitori ma adesso tutto era cambiato.
Era quasi arrivata quando il suo medaglione si illuminò e sprigionò un raggio di luce verso il muro ricoperto da un strato fitto di piante. Segui il raggio fino a lì per curiosità, le piante si aprirono magicamente di fronte a lei per rivelare un cancello dorato con al centro un cerchio pieno di note musicali e una grande chiave di violino.
"Tini Tini Tini Tini"
Si volto a destra e a sinistra e in dientro ma non c'era nessuno, eppure quella voce c'era e continuava a chiamarla e appena mise la mano su di esso, capi tutto. La voce proveniva da cancello e...
"Sento una completezza nel cuore, come fossi parte di esso" pensò Tini sentendo tramite la mano e il medaglione estasiata da ciò."Sento le note del cerchio avvolgermi tutta, sento di dover attraversare questo cancello... perché dentro di esso c'era qualcosa di importante per me... ho la sensazione che scoprirò chi sono e da dove vengo"
Tini mise l'altra mano e spinge per aprire il cancello ma non si muoveva di un millimetro. Provo e riprovo tante volte senza alcun risultato.
-Dai apriti stupido cancello-disse Tini arrabbiata battendo e dando un calcio su di esso.
"Smettila subito"la rimproverò la vocina da cancello a quel suo atteggiamento."Con la violenza non si ottiene mai nulla"
-Scusami non volevo-disse Tini dispiaciuta.
Era uno dei suoi difetti. Arrabbiarsi facilmente con conseguenza agire d'impulso.
"Non so da chi hai preso Tini, di certo no da tua madre. Era così calma in tutte le cose che faceva... oh mi scordavo di tuo padre... il vostro carattere è simile"
-Come sai il mio nome?-chiese Tini sorpresa.-Come sai tutte queste cose? 
"Perché ti stavo aspettando da tempo, esattamente da quando sei nata. Finalmente sei arrivata per entrare nel tuo vero mondo"
-Mi stavi aspettando? Il mio vero mondo?-ripetè Tini confusa.
"Si devi solo attraversarmi con il metodo giusto"
Qualche poteva essere il metodo giusto? Non c'era nessuna serratura. Penso per un paio di minuti quando capi.
-Ma certo il medaglione!-esclamò Tini all'improvviso.
Sfilò il medaglione da collo, lo avvicinò alla chiave di violino e appena entrò in contatto, nell'aria risuonò una melodia e il cancello si apri davanti a lei.
...
Casa Castillo
Violetta dormiva profondamente nel suo letto e sogno il lago del suo primo bacio con Leon dove lui le dava appuntamento li tramite il sms ma di lui nessuna traccia e di nuovo arrivarono quelli tre persone e si rigirava nel sonno.
Voleva svegliarsi... andar via di li... aveva paura...
Quando senti due braccia stringere il suo corpo, erano così accoglienti e si senti al sicuro come non era mai in vita sua. Tra quelle braccia nessuno poteva farle del male.
-Tranquilla, Violetta. Ci sono io-disse una voce maschile sconosciuta molto rassicurante.-Nessuno ti farà del male-
Quella voce era così reale e anche le sue braccia. Cercò di aprire gli occhi ma non ci riusci.
A chi apparteneva quella bellissima voce?
Come faceva a sapere il suo nome?
Non sapeva quanto tempo era passato da quando quelle braccia così sconosciute e sicure la stringevano e le donavano serenità e non so cos altro.
-Tornerò presto a trovarti-aggiunse lui dandole un bacio sulla fronte e allontanando le sue braccia.
A quel mancato contatto Violetta allungo le braccia per trattenerlo. Non era ancora pronta a lasciare quelle braccia e poi non aveva detto neanche il suo nome.
Voleva saperlo.
-No. Aspetta. Dimmi almeno il tuo nome-
Ma lui non c'era più.
Violetta si svegliò in quell'istante con un quel sorriso sulle labbra e si trovò davanti la piccola Lola.
-Hai sognato qualcosa di bello-disse Lola con uno sguardo.-Hai un splendido sorriso-
"Era un sogno?" pensò Violetta confusa.
-Lola è venuto qualche nuovo ospite?-chiese Violetta con tono urgente.
-Nuovo ospite? No. Ci siamo solo io, tu, mio fratello, zia Ana, tuo padre, Olga e Roberto e la strega e il suo fratello-rispose Lola a quella strana domanda.
Era così reale. Come si poteva confondere sogno e realtà? Non se lo spiegava proprio.
Era delusa da quella risposta eppure sentire qualcosa di diverso su di lei, un profumo particolare.
Forse non era un sogno. Si rallegrò subito.
-Che cosa ti fa tanto sorridere?-chiese Lola curiosa come tutte le bambine della sua età e un po' speranzosa nel cuore.
-Non lo so. So solo che qualunque cosa si tratta, è una bellissima sensazione-rispose Violetta con un sorriso.
Chi era quel ragazzo?
Voleva saperlo.
-Lola. mi prenderesti quel diario dalla scrivania?-chiese Violetta con una gran voglia di scrivere, aprendo il cassetto del comodino per prendere la chiava in una piccola scatolino.
Violetta fece una brutta scoperta, la chiave era sparita eppure era li fino a ieri sera.
Si alzò in preda al panico.
-Dove la mia chiave!-esclamò Violetta ad alta voce frugando nel cassetto.
-E' tanto importante?-chiese Lola a tale reazione con il diario tra le mani.
-Importantissimo, senza di quella chiave non possa aprire il mio diario e li dentro c'è tutta la mia vita-rispose lei in panico.-Devo trovarlo-
Lola si mise ad aiutarla nella ricerca per tutta la stanza.
Nessuno delle due sapeva che la chiave non si trovava più li.
...
Ludmilla e Maxi arrivarono fuori allo Studio 21 insieme a Nata, Camilla e Francesca con il suo nuovo look e raggiunsero Napo, Andres, Braco e Leon sui gradini e loro le fecero molti complimenti ma quest'ultimo aggiunse anche "E' sbagliato cambiare look o atteggiamento per farti amare da qualcuno. Rimani sempre te stessa e le persone si innamoreranno di te per come sei". Il discorso di Leon era giusto ma voleva Tomas a tutti i costi.  Quest'ultimo non era ancora arrivato e neanche Violetta. Era così strano vedere Leon senza Violetta di prima mattina.
-Ma Violetta non viene? Come mai non è con te?-chiese Francesca a Leon.
-No, è stata un po' male stanotte quindi è a casa a riposare-rispose lui.
-Mi dispiace-disse Ludmilla dispiaciuta a quella notizia.-Adesso come sta?-
-Tranquilla, molto meglio-disse Leon con un sorriso.
-Meno male-disse Ludmilla.-Volevo tanto parlare con lei-
-Se vuoi puoi venire con me a casa sua durante la paura pranzo-le propose Leon con un sorriso.
-Si è perfetto-disse Ludmi a quella bella proposta.
Leon stava per aggiungere qualcosa quando si blocco alla vista di Daphnée.
-Daphnée!-esclamò Leon sorpreso.
-Ti sono mancata, cucciolo?-chiese lei con un sorriso.
Leon lasciò i suoi amici per correre da lei, la prese tra le braccia e la fece volteggiare.
-Tantissimo, pasticcino-rispose Leon con bellissimo sorriso.
Si scambiarono un bacio a stampo, come la cosa più normale del mondo ma non per gli altri.  
-Che ci fai qui? Quando sei arrivata? Quando ti fermerai?-chiese Leon pieno di entusiasmo e felice.
-Sono qui per uno scambio con la tua scuola, sono arrivata proprio qualche minuto fa e mi fermerò a casa tua fino alla fine dell'anno-rispose Daphnée contenta.
-Ma è fantastico! Faremo di nuovo tutto insieme come sempre!-esclamò Leon a quella notizia stringendola tra le braccia.-Sono così felice di averti al mio fianco di nuovo-
-Anch'io non sai quanto-disse Daphnèe ricambiando l'abbraccio.-Non vedo l'ora che arrivi stasera-
-Non mi batterai, non contarci neanche-disse Leon con tono complice sciogliendo l'abbraccio.
-Sei troppo sicuro di te cucciolo-disse Daphnée con altrettanto complice puntando il dito contro il petto.-Quindi non ti illudere, ti annegherò io stavolta-
-Lo vedremo pasticcino-disse Leon con aria di sfida.
Gli altri erano sconvolti a quel bacio e a tutta quella scena.
-Cucciolo-
-Pasticcino-
-Bacio-
Non avevano mai visto Leon così con qualcuno. Sembravano due fidanzati che non si vedevano da tantissimo tempo. Quelle frasi, quei gesti e quegli sguardi erano cosi... intimi.
Ludmilla, Nata e Andres conoscevano già Daphnée quindi sapevano fin troppo bene del loro rapporto particolare. La prima era stata molto gelosa di ciò ai tempi che era fidanzata con Leon e non aveva mai sopportato Daphnée.
Francesca parti in quarta e gli diede uno schiaffo a Leon, dicendo:-Come puoi fare questo a Violetta? Lei ti ama e tu la tradisci cosi. Ma non ti vergogni neanche un po'? Da te non me lo sai mai aspettato Leon. Mi hai deluso-
Leon si toccò la guancia e pensò "Ancora una volta gli altri hanno frainteso il mio rapporto con Daphnée"
-Ti fa molto male?-chiese Daphnée dolce toccando la guancia con l'impronta di Francesca.
-No, tranquilla-disse Leon con sorriso e poi si rivolse verso di Francesca, con tono innocente aggiunse-Francesca, non è come sembra-
-Tipica frase di chi tradisce-ribatté Francesca ostile.-Violetta non si merita questo, Leon!-
-Tra me e Daphnée non c'è niente, la nostra è un amicizia particolare e un po' intima-disse Leon cercando le parole giuste.-Non è facile da spiegare ma ti assicuro che non tradirei mai Violetta per nulla a mondo, è tutta la mia vita-
-Ha ragione, anch'io sono fidanzata e amo il mio ragazzo tantissimo-aggiunse Daphnée.-E'  solo il nostro modo di fare. Quel bacio a stampo non significa nulla di ciò che pensi o pensate, e' solo un saluto tra due amici che si vogliono tantissimo bene-
Tutti e due erano così sinceri. Era così strano vedere due amici comportarsi così.
-Violetta sa di Daphné e di questo rapporto?-chiese Francesca a Leon.
"Gia, Violetta. Mi sono scordato di dirglielo e non so come potrà prendere questa cosa. Devo trovare anche le parole giuste" pensò Leon un po' preoccupato."Spero che lo accetterà, non voglio rinunciare a questo rapporto"
-No, gliene devo ancora parlare-
-Ti consiglio di farlo subito, sai come fatta Violetta e non so quanto accetterà questo rapporto-lo avviso Francesca conoscendo l'amica.
-Lo accetterà come ha fatto Ludmilla, non intendo limitarmi per nessuno-disse Daphnèe molto chiara.
Ludmilla si mise in mezzo a quelle parole e disse-io veramente non ho mai accettato il vostro rapporto, la parola giusta è "sopportavo"  e poi non erano solo i baci a stampo a  darmi fastidio ma anche il fatto che facevi il bagno con lui, dormivi stretta a lui nel suo letto, i massaggi, le coccole, la vostra complicità, il fatto di essere sempre appiccicati come due gemelli siamesi, mangiare dallo stesso piatto e tanto altro ancora. Violetta non accetterà mai questo rapporto quindi inizia a fartene una ragione, mia cara Daphnée-
-Io e Violetta diventeremo grandissime amiche e accetterà questo rapporto, ne sono sicura-affermò Daphnée convintissima.-Sei tu che non mi puoi vedere, Ludmilla-
-Non credo proprio che sarà cosi-replicò Ludmilla categorica.-Tu non la conosci neanche-
-E invece si, Leon mi ha parlato tanto di lei nelle nostre chiacchierate con Spype e come se la conoscessi da sempre-affermò Daphnèe convinta.
-E io ti dico che ti sbagli-replicò Ludmilla. 
-Tu che dici? Chi ha ragione tra noi due?-chiesero le due voltandosi verso di Leon.
-Ho ragione io Lyon?-
-Ho ragione io cucciolo?-
C'erano scintille tra le due. 
-Ragazze, calme-disse Leon mettendosi in mezzo.-Non c'è bisogno di litigare-
Maxi si avvicinò alla sua Ludmi, gli piaceva molto quel suo completino (http://www.facebook.com/photo.php?fbid=103548083117423&set=pb.103541119784786.-2207520000.1361483844&type=3&theater).
 A mettere fine a quella lite, furono alcuni ragazzi dello Studio e puntavano verso di Ludmilla.
-Con che faccia ti presenti qui-disse una ragazza con tono di disprezzo.
-Come scusa?-chiese Ludmilla confusa.
-Non sei degnata di stare qui allo Studio 21-disse un altro ragazzo con le stesso tono.
Gli altri non capivano all'atteggiamento di quei ragazzi. 
-Già, non vogliono qui la figlia di una prostituta-aggiunse un altra ragazza.
Quei ragazzi che prima ridevano con lei e prendevano in giro Violetta per un suo scherzo ora erano contro di lei. I suoi incubi si stavano avverando, il suo mondo si stava cretolando a pian piano tra le sue mani e non poteva far nulla per impedirlo.
Maxi e gli altri rimasero sconvolti a quella rivelazione ma il passato della madre di Ludmilla non aveva nulla a che vedere con lei, quei ragazzi se la prendevano ingiustamente.
-Chi te l'ha detto?-chiese Ludmilla a un ragazzo prendendo il colletto.
-Non mi toccare, non voglio qualche strana malattia-disse quel ragazzo cattivo, scaraventandola a terra.
Maxi si chinò verso di lei e disse:-Ti sei fatta male?-
Ludmilla non parlava, i suoi occhi erano pieni di lacrime e si senti così umiliata da quei ragazzi.
Voleva andarsene da lì. Voleva tornare a casa al sicuro della cattiveria della gente. Non riusciva a sopportarlo. Non era così forte come si credeva. 
Nata, Camilla e Francesca si chinarono verso di lei preoccupate.
-Come ti permetti di spingere una ragazza in quel modo? Non sai che le ragazze non si toccano neanche con un fiore-disse Braco arrabbiato.
-Stai lontano da mia cugina!-disse Napo ostile.
-Non ti azzardare mai più!-disse Leon furioso.
-O se no che fai?- chiese Diego (http://4.bp.blogspot.com/--qoxqhJuD7Y/UJkyNzp2syI/AAAAAAAAYrc/-6LQyrjoqDA/s1600/2.jpg) in tono sfida.-Non ti temo più, caro Leon! Sei diventato un agnellino per quell'insignificante e schiocca ragazzina, non sei più il re dello Studio 21. Sei così patetico. Avevi una bella reputazione e hai rovinato tutto per qualcuno che non vale niente, una che se la fa con due ragazzi contemporaneamente. Sai al mio paese le persone come lei si chiamano...-
Leon si scagliò contro di lui e gli diede un pugno in faccia e disse:-Non ti azzardare a dire un altra parola sulla mia ragazza, non sei degno di pronunciare il suo nome o parlare di lei con le tue sudice e schifose labbra. Se continui così, ti farò vedere io chi è l'agnellino. Non ti conviene provocarmi-
Diego si asciugo il sangue dal labbro spaccato e rise.
-Che hai da ridere?-chiese Leon irritato.
-Sei uno schiocco, mio caro Leon-affermò Diego con un aria soddisfatta.-L'amore ti fuso il cervello, non capisci più nulla-
-Come ti permetti di parlargli in questo modo? Tu essere spregevole-disse Daphnèe molto protettiva, dandogli uno schiaffo.
-Ti fai difendere da una ragazza. Sei caduto così in basso-disse Diego provocandolo. 
Leon non si lascio andare a quella provocazione e disse:-Puoi dirmi quello che vuoi su di me, tanto non mi tocca-
-Ti conviene tenerti molto stretto la tua innocente ragazza-lo avvertì Diego con sorrisetto.
-Se provi solo ad avvicinarti a lei o a farle del male, vedrai il mio lato oscuro-lo avvertì Leon molto serio.-e te ne pentirai-  
-Che paura!-esclamò Diego per niente intimorito.-Sto tremando-
-Ti conviene non scherzare con il fuoco, caro Diego-disse Leon incrociando le braccia.
Brenda si avvicinò con al fianco di due ragazzi e una ragazza.
-Ma guarda la bimba come piange-disse Brenda guardando Ludmilla a terra tre le braccia di Maxi.
A quelle parole si alzò in piedi e le urlò contro:-Sei stato tu a dirgli di mia madre, non è vero? Non ne avevi il diritto, era una cosa personale-
-Tutti dovevano sapere che non sei la principessina che tutti credono-disse Brenda cattiva.-Non c'è posto per quelle come te in questo posto così prestigioso, non ne sei degna- 
-Il passato di sua madre non ha niente a che fare con lei o con questo posto-disse Camilla ostile.
-Lei ha diritto di stare qui come tutti gli altri-disse Francesca.
-e non sarai né tu né quelli al tuo seguito a dire che Ludmilla non deve star qui-aggiunse Nata. 
-La bambina non sa difendersi da sola e deve essere difesa-disse Brenda cattiva.
-Si sa difendere da sola, lei è forte ma è a questo servono gli amici-dissero in coro tutti.
Ludmilla si senti così protetta dai suoi nuovi e vecchi amici, non poteva chiedere di meglio. 
-Non vi conviene mettervi contro di me-li avverti Brenda.
-e neanche contro di me-aggiunge Diego.
-L'abbiamo già fatto-disse Maxi con sfida.-Non ci fatte paura-
-Presto vi renderete conto che mai mettersi contro un Gomez-dissero Brenda e Diego con un sorrisetto che prometteva soli guai.-Tu sei nuova Daphnée, ti conviene unirti a noi che con Ludmilla e questi perdenti-
-Io invece penso che dovresti abbassare la cresta, mia cara. Non sei la regina di nulla o di questa scuola.-disse Daphnèe molto ostile.-Io sto con Leon, Ludmilla e gli altri-
-Pessima scelta-terminò Brenda con sorrisetto.
Lo Studio 21 si era diviso in due parti come al principio, Buoni e Cattivi con la differenza che ora Ludmilla, Leon, Nata e Andres facevano parte dei Buoni. 
Era l'inizio di qualcosa d'immaginabile. Molto presto una tempesta si sarebbe abbattuto su Violetta, Leon e gli altri e nulla sarebbe più stato come prima.
Intanto Diamante e Simon stavano attuando il loro piani. La prima aveva in mano una boccetta viola con il tappo a forma di cuore nero, grazie a ciò Leon sarebbe stato suo mentre Simon mise prima uno spartito nell'armadietto di Violetta e poi la chiave del suo diario nell'aula degli strumenti con un aria soddisfatta. 
Anche Diego tramava qualcosa.
-Hai qualcosa in mente, lo leggo nei tuoi occhi-disse Brenda a Diego.
-Violetta è una ragazza così insignificante ma prendere la sua verginità sarà una super vendetta contro Leon-disse Diego con sorrisetto.-Godrò così tanto nel vedere la sua faccia alle foto in cui me la scopo o meglio un video, gli porterò via quello che più brama. Si sa che noi ragazzi vogliamo essere i primi per le nostre ragazze-
-Sei diabolico, cugino-disse Brenda compiaciuta.
-Quando torna Nicolas?-chiese Diego curioso.
-Mio fratello torna tra qualche giorno e non vede l'ora di rivedere Ludmilla-disse Brenda con un sguardo di non so che.-Immagino la sua faccia alla sua vista, diventerà bianca come un lenzuolo. Sai mio fratello ha un ossessione per lei e non vede l'ora di averla sua finalmente. Povera Ludmilla non sa che cosa le aspetta. Conoscerà il vero inferno e non solo lei-
Fine della quarta parte e quel decimo capitolo.

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Capitolo 12
*** Cap 11 Colpi di fulmini, di magia e il seme del dubbio ***


Grazie come sempre per le vostre belle recensioni e chi mi segue. Dedico questo capitolo a valy_cheappy.               
                                                             Cap 11  Colpi di fulmini, di magia e il seme del dubbio  
 
Tini varcò il cancello in una luce accecante, si copri gli occhi un attimo e avanzò per tre passi e quando li apri, si ritrovo in prato pieno di fiori con una piccola stradina che conduceva ad una bella e antica villa con un cancello quasi identico al primo tranne per la scritta. Lei si avvicinò velocemente al cancello, senti una fantastica energia intorno a lei proveniente dal prato, dai fiori e dalla villa stessa e quel senso di appartenenza a quel luogo magico. 
Sul cancello c'era scritto " El orden de la música".
"L'Ordine della musica. Mi piace già il nome"pensò Tini con un sorriso."Finalmente scoprirò chi sono"
Era eccitata e spaventata allo stesso tempo. 
"Tini, i passi importanti fanno sempre un po' paura ma affronta sempre tutto con coraggio e non farti mai paralizzare da essa" quella frase le ritornò in mente e sentiva che apparteneva ai suoi veri genitori.
"La paura non avrà mai la meglio su di me"
Lei mise il medaglione sul cerchio con la chiave di violino e aspetto l'apertura del cancello dell'Ordine della musica. 
Ebbe una brutta sorpresa il cancello non si apriva, rimase fermo e non senti nessuna nota musicale attorno a lei.
Così mise il medaglione al collo e la mano sul cancello.
-Perché non ti apri? Ho messo il medaglione come nel primo-disse Tini confusa al cancello.
"Perché non è il modo giusto per aprimi"rispose il cancello.
-E qual'è sarebbe?-chiese Tini curiosa.
"Con la magia"
-Ma io non ho ancora i miei poteri magici, non ho ancora trovato la chiave e il libro-disse Tini triste.
"Niente poteri magici, niente apertura"disse il cancello categorico.
-Ma è importante, io devo sapere chi sono-disse Tini testarda.
"Mi dispiace, vorrei tanto aiutarti ma non posso"disse il cancello dispiaciuto."sono le regole dell'Ordine della musica, torna quando avrai i poteri magici e io mi aprirò a te senza alcun problema"
Che tristezza! Era ad un passo da verità e non poteva entrare.
-Ok, troverò la chiave e il libro e tornerò-disse Tini decisa, scappando via verso la porta.
"Aspetta un attimo, alle porte magiche piace scambiarsi"avverti il cancello.
Ma Tini non senti quell'avvertimento, era ormai troppo lontana e quando si trovò di fronte a cinque porte, prese quella centrale la terza, quella da cui era entrata.
Non si ritrovò nel giardino del collegio ma si trovò a scivolare in un tubo nero come quelli dell'acquapark e si faceva sempre più ripido.
Chissà dove l'avrebbe condotta? Sembrava non avere una fine.
Quando in lontananza scorse dei denti affilati con del sangue tra essi.
Attimi di paura, cuore a mille e con le mani tastava le pareti in cerca di una via di uscita, non c'era nulla a cui aggrapparsi, nessuna leva o bottone da tirare o da premere come succedeva nei libri o nei manga fantasy.
"Non voglio morire, devo ancora fare quindici anni, non ho avuto ancora un fidanzato, ho tante cose da fare o da vedere" pensò Tini disperata."Non può finire in questo modo"
Chiuse gli occhi e senti quei denti sempre di più e vicini, il suo pensiero andò ai suoi genitori sia adottivi sia biologici, a Josh, a alle sue due migliori amiche, a sua cugina Ayla, ad Harry e al ragazzo con cui aveva ballato e scambiato il suo primo bacio d'amore in quella famosa festa in maschera.
Lei non sapeva che alla fine del tubo c'era una lingua e appena la toccò, i denti si fermarono.
Apri gli occhi e scivolò per terra.
-Ahi!-esclamò lei sbattendo con il sedere sul terreno duro.
Intorno a lei c'era una foresta, tutta avvolta da un tetro e buio assoluto.
"Dove sono finita?"si domandò tra sé Tini spaventata."Come ci torno a casa ora?-
...
Buenos Aires  
Angie e Pablo erano quasi vicino allo Studio 21.
-Che sonno!-esclamò Angie sbadigliando per l'ennesima volta.-Non so come farò lezione oggi-
"E' normale se hai incontri di notte"pensò Pablo piuttosto seccato e geloso.
-Non hai dormito bene?-chiese Pablo premuroso.
-No ho dormito come un ghiro eppure sono stanca lo stesso-rispose Angie mentendo.
"Perché mi menti Angie? Che mi nascondi?"
La cerimonia dell'iniziazione era sempre lunga e poi Julian li aveva trattenuti per un altra ora per una riunione. La maggior parte delle riunioni avvenivano di notte quindi doveva controllare nel suo diario magico qualcosa contro la perdita di sonno.
"Chissà come saranno le mie altre nipotine e mia sorella Susy. Sono così curiosa. Peccato che non posso andare a vederle"pensò Angie tra felice e triste."Non è giusto"
-Angie, che ne pensi?-chiese Pablo voltando verso di lei, dopo aver parlato per dieci minuti.
-Di cosa?-disse Angie scendendo tra le nuvole. 
-Ho parlato per dieci minuti e tu non hai ascoltato una sola parola-disse Pablo seccato.-Ma dove hai la testa oggi?-
-Scusami, amore, hai ragione-disse Angie dispiaciuta e poi avvicinandosi a lui.-Per farmi perdonare mi occupo io di tutto per la cena di stasera e tu dovrai solo rilassanti sul divano-
Come facevi ad non perdonarla a quello sguardo e quel sorriso? Era impossibile.
-Ma no, non c'è ne bisogno-disse Pablo con un sorriso.-Facciamo a meta come al solito-
-Come al solito? Pablo di solito fai tutto tu e non mi fai muovere un dito-gli ricordo Angie.
-Perché tu sei per me una regina, Angie-disse Pablo innamorato.
-E tu il mio bel ranocchio-disse Angie al pensiero di ieri, buttando le mani al suo collo.
-Un ranocchio!? Non sono un principe per te?-esclamò Pablo un po' deluso.
-Un ranocchio che con un bacio si trasforma in un bel principe-aggiunse Angie con un sorriso.-Sai da piccola mia madre mi raccontava la storia di un ranocchio e di una dolce ragazza piena di sogni, lei sognava la musica e il vero amore ma nella sua ricerca incontro tanti principi e nessuno era mai quello giusto, accanto a lei c'era sempre un ranocchio ma lei non lo considerava, era solo un confidente. La ragazza si scoraggiò dopo tanto cercare, non riusciva a credere nell'amore, era convinta che portava solo a soffrire e il suo cuore si trasformò in un cristallo di ghiaccio. Il ranocchio era sempre accanto a lei a raccogliere le sue lacrime e fu proprio lui con la sua dolcezza e la sua pazienza a sciogliere il suo cuore e quando lei lo baciò, si trasformo in un bellissima principe. Adesso la ragazza Angie e il principe Pablo si stanno per sposare per vivere felici e contenti per il resto della loro bellissima vita-
Era una bellissima storia, la loro storia d'amore.
Pablo la baciò con tutto l'amore possibile e i suoi dubbi si sciolsero come neve al sole.
Non c'era nessun German tra loro. 
Appena si staccarono, arrivò qualcuno verso di loro.
-Ciao Angeles-disse Aqua con un sorriso.
-Aqua che ci fai qui?-chiese Angie fingendosi sorpresa, abbracciandola.-Perché non mi hai detto che venivi a Buenos Aires?-
Aqua era confusa. Lei e Angie non ci conoscevano, la prima volta che si erano incontrate era solo ieri sera.
"Reggimi il gioco, Aqua. Pablo non sa ancora della mia natura"comunicò Angue tramite la mente."Ho bisogno di un po' di tempo"
"Tranquilla, ti capisco. Ho avuto anch'io lo stesso problema quindi ti aiuterò volentieri" comunicò Aqua molto disponibile.
-Volevo farti una sorpresa-disse Aqua ricambiando l'abbraccio.
Pablo non aveva mai visto quella ragazza e Angie non gli aveva mai parlato di un amica di nome Aqua.
-Aqua, ti presento il mio fidanzato Pablo-disse Angie con un sorriso, sciogliendo l'abbraccio.-Pablo questa è Aqua una mia vecchia amica d'infanzia-
-Finalmente ti conosco, Angie non fa che parlare di te-disse Aqua da brava attrice con un sorriso, dandogli la mano.
-Scommetto che si sarà sfogata con te dei nostri continui battibecchi-disse Pablo con un bel sorriso, stringendo la sua mano.
-Si mi ha fatto una testa tanta-disse Aqua con un sorriso.-Comunque è stato un piacere conoscerti ma ora devo andare allo Studio 21 per un colloquio di lavoro-
-Un colloquio di lavoro!? Allo Studio 21!?-esclamò Angie con finta sorpresa.
-Si so che stanno cercando un infermiera quindi eccomi qui-disse Aqua con sorriso.-Così staremo insieme come i vecchi tempi-
-Ma è meraviglioso, non potevi farmi sorpresa più bella-disse Angie abbracciandola di nuovo.
-Attenta a Gregorio, è un osso duro-la avverti Pablo.
-Allora ha trovato pane per i suoi denti-disse Aqua con tono deciso sciogliendo l'abbraccio.
Dopo di che Angie saluto Pablo con un bel bacio e si incamminò con Aqua allo Studio 21 con la raccomandazione di non chiamarla Angeles li ma Angie perché Violetta non sapeva che era sua zia e Aqua promise di mantenere il segreto. Quest'ultima era curiosa di conoscere la figlia della grande Maria. 
Angie si trovo subito in sintonia con Aqua. Era una ragazza solare, disponibile e molto determinata. Durante il tragitto, scopri che era la sorella di Julian, il nuovo capo dell'Ordine della musica, e fino d'ora lei aveva vissuto per molto tempo in Italia dove aveva conosciuto Marco il suo attuale marito e proprio ieri sera era tornato con lui a Buenos Aires nella sua città d'origine.   
Intanto allo Studio 21, Maxi e gli altri si presentarono a Daphnée e quando Francesca si presento e le strinse la mano, lei senti un brivido gelido lungo la schiena e qualcosa di negativo avvolgere il suo corpo e le provoco un capo giro.
-Stai bene, Francesca?-chiese Daphnée tutta carina.
-Si ho solo avuto un capo giro-rispose Francesca togliendo subito la sua mano immediatamente e si tocca la testa.
"Che brutta sensazione! Non ho mai sentito nulla del genere in vita mia" pensò Francesca un po' scossa."Cosa vorrà dire?"
-Tutto bene?-chiese Camilla vedendola un po' strana.
-Si tranquilla-rispose Francesca più convincente possibile.  
"Questo vuol dire solo una cosa"pensò Daphnée a quella reazione."be' se ho ragione, più tardi avrò la conferma"
Dopo le presentazione, Daphnée si andò a sedere sulle ginocchia di Leon e lui iniziò a giocare con una ciocca dei suoi capelli.
-Raccontami com'è andata il massaggio erotico che ti ho consigliato-disse Daphnée curiosa.-A Violetta è piaciuto?-
-Veramente, non ho potuto farglielo perché è arrivato mio cugino ma ci proverà oggi pomeriggio-
Daphnée tirò fuori dallo zaino un scatola rosa contenente caramelle rosa e disse:-Prendi, provate queste e vedrai i risultati. Io e Keith abbiamo provato un piacere assurdo grazie a queste-
-Grazie, Daphnée-disse Leon dandole un bacio sulla guancia e mettendo la scatola nella borsa.-Sono sicuro che ci piaceranno-
-Di nulla, questo è altro per te e la tua Violetta-disse Daphnée con un sorriso.-naturalmente voglio il resoconto-
-Tranquilla, non c'è nessun problema-disse Leon con un sorriso.-Hai usato qualche prodotto nuovo per i capelli? Li sento più morbidi-
-Hai notato. Si è un nuovo prodotto e uscito in Francia. Sapendo quanto tu tieni ai tuoi capelli, te ne portato un po' così lo provi se ti piace e ti trovi bene-disse Daphnée.-me ne faccio spedire altri da Francia-
Lui le diede un bacio a stampo, esclamando -Sei fantastica! Non sai quanto mi senti mancata!-
-Anche tu-ricambiò Daphnée.
Mentre Maxi e gli altri curiosi tenevano gli occhi sui due, Ludmilla andò nell'ufficio di Gregorio.
-Direttore, devo parlarle-disse Ludmilla decisa.
Gregorio chiuse di scatto la valigia e disse con un sorriso:-Si sieda pure, mia cara Ludmilla-
Lei rimase in piedi, mise il braccialetto di diamanti sulla scrivania e sfoglio quello regalato da Maxi al suo polso con gran orgoglio.
-Che cosa significa?-chiese Gregorio a quel gesto.
-Significa che non voglio essere la padrona dello studio 21 insieme a lei e tutto resto-rispose Ludmilla decisa.
-Ha deciso di rovinarsi la reputazione o buttare via la sua popolarità per quel rapper perdente-disse Gregorio con uno sguardo penetrante.-Fa un enorme sbaglio, lui non è serio con lei e gli piacciono tutte le ragazze-
Come si permetteva di parlare così del suo Maxi? Lo detestava come mai prima d'ora.
-Maxi non è un rapper perdente, è un ragazzo dolcissimo, sincero e da molto talento-ribatté Ludmilla carica.-Lui mi ama veramente per quello che sono, non per quella che voglio apparire e non mi importa della popolarità o della mia reputazione. Non mi interessano, ci sono cose più importanti per me adesso-
-Mi dispiace sentirle dire questo, Ludmilla ma presto si renderà conto di aver riposto la fiducia nella persona sbagliata-la avverti Gregorio deluso.
-Io non penso proprio-disse Ludmilla ostile, dandogli le spalle e avvicinandosi alla porta.
"So già come fare per separarti da lui, il braccialetto di Mara sarà il mezzo per la mia vittoria"pensò Gregorio molto sicuro.
-Ora che va in corridoio, comunichi a Leon di venire qui-disse Gregorio all'improvviso.
"Leon!? Cosa vorrà da lui? Sta tramando qualcosa"pensò Ludmilla sospettosa mentre usciva dall'ufficio.
Trovo Maxi ad aspettarla con un sorriso.
-Cos'è quel sorriso, Maxi?-chiese Ludmilla curiosa.
-Sono orgoglioso molto di te, Ludmi-disse Maxi per le parole dette a quell'insopportabile di Gregorio.
Lei gli sorrise a quelle parole, anche lei era molto orgogliosa di sé e niente e nessun si sarebbe messo tra lei e Maxi neanche Gregorio. Lei era sicura del suo amore.
-Tieni, è il primo indizio per la prima parte del nostro primo appuntamento-disse Maxi uscendo dallo zaino un paraorecchie fucsia.
-Primo appuntamento!? Prima parte!?-esclamò Ludmi sorpresa.-Ti sei proprio impegnato-
-Eh non sai quanto-disse Maxi misterioso.
Che dolce! Aveva organizzato il loro primo appuntamento. Era pieno di sorprese.
Un paraorecchie era insolito come indizio, non le veniva in mente nulla da poter usare in un appuntamento e poi non poteva abbinarli con le scarpe nere. Gli accessori dovevano essere sempre dello stesso colore.
-Non c'è un altro indizio?-chiese Ludmi confusa.
-No solo questo-rispose Maxi.-So che ci arriverai perché sei una ragazza intelligente e ami le sfide-
Le sfide gli piacevano molto, quella del paraorecchie era davvero bella tosta.
-Prima vado a Leon e poi mi dedico al tuo indizio-disse Ludmi dandogli un bacio nella guancia e allontanandosi con il paraorecchie.
-Aspetta, non sai dove Leon-disse Maxi fermando la sua Ludmi partita già in quarta.
Era così eccitata al pensiero di quell'appuntamento da dimenticare di domandarglielo.
-Sta facendo fare un giro dello Studio 21 a Daphnée e sono andati da quella parte-le indicò Maxi con il dito indico la direzione degli armadietti.
Proprio in quell'istante agli armadietti, Leon ricevette una telefonata di Violetta in preda in panico e non capiva una sola parola di quella che diceva, parlava come in una lingua sconosciuta. 
-Amore, prendi un bel respiro e parla più lentamente-disse Leon con tono calmo.
-Ho aperto il comodino per prendere la chiave del diario dallo scatolino ma non c'era, ho messo a soqquadro tutta la mia stanza e ho controllato anche quella di mia madre ma sembra scomparsa nel nulla-disse Violetta sempre in preda al panico.-Potresti vedere nel mio armadietto se c'è? Con le cose strane che sono successe, non mi meraviglierei se la trovassi li-
-Ok, controllo subito-disse Leon con un tono sempre tranquillo.
Mise un attimo il cellulare in tasca senza chiudere la chiamata, prese la chiave dell'armadietto di Violetta dalla sua borsa a tracolla, per fortuna ieri lei gliela data per una qualsiasi evenienza. Era una strana coincidenza.
Appena apri l'armadietto, iniziò a cercare ma della chiave non c'era traccia e prese il cellulare per avvisare Violetta.
-Mi dispiace, qui non c'è Violetta-disse Leon dispiaciuto.
-Tranquillo, controllerò di nuovo in casa-disse Violetta senza perdersi d'animo.-Uscirà fuori sicuramente-
Diego fece cadere lo sparito dall'armadietto di Violetta con la magia, Leon si chinò a prenderlo e appena lo fece nella sua testa, si riempi di immagini e della voce di Violetta mentre canta la canzone dello spartito ( fate finta che sia a cantarla lei http://www.youtube.com/watch?v=R0WsgNCp264 ). Sentiva l'emozione di Violetta per lui e Tomas, tramite quella canzone sentiva la sua confusione divisa in due di nuovo e forse non aveva mai smesso, forse si era solo illuso di averla totalmente sua. Questo spiegava anche lo strano comportamento di Violetta durante l'intimità, ecco perché lei si bloccava sempre, lei sentiva ancora qualcosa per Tomas. 
Le lacrime scesero dal suo viso a quel pensiero e lascio cadere il cellulare per terra che si spense automaticamente. Questo preoccupo molto Violetta, ignara di tutto.
"E' ovvio Violetta non potrà mai sentire per me quello che sente per Tomas. Che schiocco sono stato! Forse Violetta in tutto questo tempo a tentato di togliersi dalla testa Tomas ma non è servito a nulla. Fa male... fa un gran male sapere che non sarò mai quello che lei è per me... Io darei la mia vita per lei..."
Il cuore di Leon era stato avvolto da un energia nera.
"E' stato così facile, un incantesimo su quello spartito e ho insinuato in lui il seme del dubbio "pensò Diego soddisfatto."Presto la verginità della sua cara ex ragazza sarà mia"
Daphnée si accorse di quello che stata succedendo e subito lo stacco dallo spartito tramite la sua magia.
L'energia nera scomparve nel nulla ma il dubbio era ormai nel suo cuore.
-Leon, stai bene?-chiese Daphnée strappando quello spartito maledetto. 
-No, Violetta ama ancora Tomas e io sono solo una distrazione-disse Leon con tono triste mentre le lacrime scendeva sempre di più.
-Non dire così, Leon. Violetta ti ama, ne sono sicura. Questo spartito non significa niente, chiunque può averlo messo nel suo armadietto per farvi lasciare-disse Daphnée asciugando le sue lacrime.
"Si chiunque puo' aver messo quello spartito li ma ho sentito la voce di Violetta e quelle immagini come è successo quando ho toccato la scritta Il vero amore e"pensò Leon con gran dolore nel cuore."ho sentito tutto l'amore di Violetta solo per me e adesso sono così confuso. Non so più che pensare. Ho bisogno di lei"
-Leon dai retta solo al tuo cuore e non sbaglierai mai-disse Daphnèe dolce con un sorriso.-Non dubitare mai del suo amore e di ciò che avete vissuto insieme, quello è reale e tu lo sai bene-
-Hai ragione, Violetta mi ama e non sarà uno spartito a farmi dubitare del suo amore-disse Leon deciso con un sorriso.-Sai sempre come calmarmi-
-Perché ti conosco e ti voglio bene-disse Daphnée accarezzando la sua guancia.-E ora vai da Violetta, ti copro io con il professore della prima ora-
-Sei un vero angelo, Daphnée.-disse Leon dandole un bacio sulla guancia.-Non so come farei senza di te-
Mentre Leon correva da Violetta, Daphnée si giro verso Diego pronta ad affrontarlo.
-Tu essere spregevole, non azzardarti più a fare una cosa del genere!-esclamò Daphnée furiosa.-Non toccare più Leon e la sua storia con Violetta!-
-Strano sentire una cosa del genere da una Sibilyn-disse Diego incrociando le braccia.-Sai bene la nostra missione da parte della Congrega della Musica Nera-
-Non c'è bisogno che me lo ricordi, so bene chi sono e quale la mia missione-disse Daphnée con tono ostile.-Ma questo non vuol dire che io non possa tenere un amico e difenderlo da te o da chiunque altro voglia fargli del male o rovinare la sua vita-
-Non hai la stoffa per essere una Sibilyn, non so come il cerchio ti abbia scelta-disse Diego con voce sprezzante.-Ti fai manovrare da stupide emozioni, solo i Magycol o quegli stupidi essere umani lo fanno- 
Daphnée si senti punta da quelle parole, disegno un stella viola con delle note musicali nell'aria e la scaglio contro di lui, quest'ultimo fu scaraventato dal potente incantesimo contro la parete e intrappolato dal collo, dalla mani e dai piedi da serpenti che uscivano dalle pareti.
-Mai provocarmi, tienilo bene in mente la prossima volta-disse Daphnée puntando il dito contro il petto.
Diego cerco di liberarsi da quell'incantesimo, era molto potente e in quel momento capi di averla sottovalutata. Ora capiva la scelta del cerchio, aveva un gran potere e la Congrega aveva bisogno di Sibilyn come lei. 
-Non toccare più Leon o Violetta o te la rivedrai con me!-lo avverti Daphnée prima di lasciarlo di nuovo andare al suon della maniglia dello spogliatoio e raggiungere gli altri.-e questo è solo un assaggio dei miei poteri-
"Mi sa che ci scontreremo ancora spesso, non ho intenzione di mollare la mia vendetta su Leon"pensò Diego con un sorriso."A proposito di lui, sarà nell'ufficio di Gregorio. Voglio gustarmi la scena della mia piccola vittoria"
Nell'ufficio di Gregorio...
-Cosa? Sono sospeso?-esclamò Leon incredulo.
Quando Ludmilla aveva detto che Gregorio voleva parlargli nel suo ufficio, non si aspettava nulla del genere. 
-Ma non io ho fatto nulla, non mi può sospendere-replicò Leon cercando di star calmo.
-Lei ha picchiato un suo compagno, Diego Gomez-disse Gregorio duro.
"Ecco perché rideva. Che sciocco, sono caduto nella sua trappola e sono sicuro che centra lui con lo spartito in qualche modo"pensò Leon arrabbiato.
-Gli ho dato solo un pugno perché lui mi ha provocato, ha detto delle cose su Violetta-spiegò Leon la sua versione.
-A me non mi importa se sei stato provocato o hai difeso l'onore della sua fidanzatina-disse Gregorio duro.-Non ammetto simile comportamenti nel mio Studio quindi lei è sospeso da ora per fino a martedì-
"Oggi è giovedì quindi togliendo sabato e domenica, saranno quattro giorni, in cui Diego approfitterà per avvicinarsi a Violetta ma che bravo, ha fatto bene i conti e io ci sono cascato in pieno"
 Leon usci dall'ufficio e trovo Diego appoggiato sulla parete con le braccia incrociate e un aria soddisfatta.
-Adesso sono io il re dello Studio 21!-esclamò Diego con una risata malvagia.
-Non pensare che hai vinto-disse Leon con tono di sfida.-non sarai mai il re dello Studio 21, un re ha a cuore solo il bene di tutti o no di sé stesso-
-Lo Studio 21 è cambiato grazie il nuovo direttore e ha bisogno solo dell'eccellenza, come me-disse Diego molto superiore.-e liberarsi della mediocrità come te, della tua ragazza e dei tuoi amici-
-Vedi non potrai mai essere un re perché chi regna deve pensare agli altri, a valorizzare il loro talento e infondere coraggio quando loro non credono in sé stessi e nei momenti brutti-disse Leon con tono calmo e giusto.
-Come sei diventato sentimentale-disse Diego con una risata.-Sai bello sconfiggerti come una piccola formica- 
-Ride bene chi ride ultimo-disse Leon con tono di sfida.-quindi preparati-
Quello scontro diede inizio alla sfida per il titolo di Re dello Studio 21. Chi trionferà Leon o Diego? Solo il tempo lo dirà.
Per ora Diego era riuscito a far sospendere Leon per qualche giorno. 
...
Nella tetra foresta, Tini camminava spaventata alla ricerca di una porta per ritornare a casa ma sembrava girare a vuoto.
"Ma dove l'uscita di questa foresta?"pensò Tini spaventata."Voglio andarmene di qui... non sopporto tutto questo silenzio e questo buoi... io amo la musica, chiacchierare con persone e i colori... questo posto mette i brividi..."
-Ma chi può viverci?-chiese Tini ad alta voce. 
-I Sibilyn-rispose una voce maschile alla sua domanda.
Tini si volto di scatto e vide un bellissimo ragazzo di 17 anni con i capelli biondi, due stupendi occhi color ghiaccio e penetranti... quel ragazzo la colpi subito... 
(http://images2.fanpop.com/images/polls/106849_1218728689184_full.jpg)
-Tu chi sei?-chiese Tini affascinata. 
-Ice-si presento lui con un sorriso.
Ice. Era un nome particolare e molto azzeccato per il colore dei suoi occhi. Le piaceva molto e poi era perfetto "Tini & Ice". Stava già volando con la mente come al suo solito, lo conosceva da qualche secondo eppure sentiva qualcosa mai provato prima d'ora.   
-Qual'è il tuo nome incantevole fiore?- 
"Mi ha chiamata incantevole fiore"pensò lei con il cuore a mille. 
-Tini-rispose Tini con le sue guance rosse.
-E' un bellissimo nome proprio come te-disse Ice con uno sguardo intenso.-ma il tuo bel vestito è sporco-
Tini guardo il vestito bianco, era tutto sporco a causa del tubo e della caduta. Peccato, era uno dei suoi preferiti. 
Ice schiocco le dita e il vestito di Tini torno bianco come nuovo.
-Grazie-disse Tini abbracciandolo di slancio.
Ice porto le braccia intorno alla sua vita e le sussurrò all'orecchio con voce calda:-E' stato un vero piacere-
Tini si staccò da lui con le guance tutte rosse a sol sentire le braccia di Ice intorno al suo corpo e al suo gesto impulsivo.
-Cosa sono i Sibilyn?-chiese Tini cambiando discorso.
-I Sibilyn sono essere magici al servizio della Congrega della Musica Nera-le spiegò Ice attentamente.-e ci sono Magycol altri essere magici, al servizio dell'Ordine della Musica. C'è una lotta tra loro-
-La lotta tra il bene e male insomma-disse Tini a quella spiegazione.-Più pezzi aggiungo più mi convinco che sto sognando tutto, mi sembra di essere finita tra le pagine del libro di Harry Potter-
-Harry Potter? Non siamo maghi, Tini. Siamo esseri magici, siamo essere speciali-le spiegò Ice molto chiaro.-Comunque la lotta tra i Sibilyn e i Magycol è qualcosa di più profondo della solita e classica lotta tra bene e male-
-io non ho ancora i miei poteri magici, devo trovare ancora la chiave e il libro-gli spiegò Tini. 
-Be' in questo ti posso aiutare io-disse Ice porgendo la mano.-Prendi la mia mano-
Nel momento in cui loro mani toccarono e le sue dita si intrecciarono, una scarica elettrica attraverso i loro corpi e sentirono qualcosa bruciare sul palmo della mano.
-Cos'è stato?-chiese Tini allontanando di scatto la mano sinistra dalla sua.-Perché mi fa male?-
-Non lo so, Tini. Di solito quando due essere magici si stringono la mano, avviene una una specie di connessione, è come un marchio di riconoscimento tra noi-le spiegò Ice attentamente e poi confuso terminò.-ma questo non è mai successo prima-
Tini si guardo il palmo della mano e c'era un simbolo, una chiave di basso e una chiave di violino che formano un piccolo cuore (http://www.flickr.com/photos/keepmeinyourmemory/4969994593/lightbox/) 
-Guarda Ice-disse Tini mostrando il simbolo.-Tu sai cosa significa?-
-No, non lo so Tini-disse Ice confuso, guardando il simbolo sulla propria mano.-Non l'ho mai visto da nessuna parte o in nessun libro che ho letto-
Il cellulare di Tini squillò all'improvviso nella sua tracolla, lo prese subito e sul display comparve "Mamma".
-Vorrei tanto restare, vorrei saperne di più su questo mondo, su questo misterioso simbolo e su di te-disse Tini dispiaciuta.-ma devo tornare in collegio, mia madre mi...
Le sue parole morirono nella bocca di Ice, era sorpresa di quel gesto, chiuse gli occhi e  ricambio con tutta se stessa. Il suo secondo bacio era pura magia, attrazione, passione ed elettricità e non voleva che finisse mai.
Lui non riusciva a saziarsi di quel bacio... del sapore della sua bocca... il profumo della sua pelle... ne voleva ancora e ancora... come un vampiro che aveva scoperto il sangue più sublime... Tini era pura magia... desiderava tutto di lei... il suo cuore... la sua anima... e il suo corpo...
Quel bacio era qualcosa di sconvolgente... più continuavano a baciarsi più non volevano smettere... 
-Se questo un sogno, non voglio svegliarmi-disse Tini aprendo gli occhi e perdendosi di nuovo nei quei occhi, con le gambe molli e il cuore a mille.
Ice prese qualcosa dalla tasca, glielo allaccio sul collo e disse:-Cosi saprai che non è stato un sogno-
Tini prese un specchietto e guardo al suo collo, c'era un nastro nero con un lucchetto argentato con sopra un cuore e una chiave di violino.
-E' bellissimo, Ice-disse Tini a quel regalo.
-E' magico cosi basterà che chiami il mio nome e io arrivo-disse Ice con sorriso.-Apparteneva a mia madre-
-Io non posso prenderlo, sarà troppo importante per te-disse Tini portando le mani al fiocco per slacciarlo.
Ma Ice la fermò e disse:-Voglio che tu lo prenda, sarà al sicuro con te ne sono sicuro-
-Lo terrò con cura-disse Tini emozionata toccando il lucchetto.
Ice mise una mano sull'albero e appari una una porta.
-Cosi puoi tornare nell'altro mondo-disse Ice con un sorriso.
-Grazie di tutto Ice-disse Tini con tutto il tuo cuore, aprendo la porta nell'albero.
"Lo rincontrò presto. Sento di aver trovato il mio principe azzurro" pensò Tini dando un ultimo sguardo a Ice mentre attraverso la porta magica."Quello che ho vissuto ora è più... non so come spiegarlo... ma è qualcosa di incredibile... e il ragazzo della festa in maschera non mi ha fatto sentire in questo modo... il mio primo bacio è stato dolce ma nulla di più..."
"Ci rincontreremo molto presto mio incantevole fiore, ora che ti ho trovata non ho nessuna intenzione di lasciarti andare"pensò Ice deciso.
...
Leon stava camminando per strada, non vedeva l'ora di arrivare a casa Castillo, aveva bisogno di abbracciarla e sentire tutto il suo amore dopo quello spartito. 
Diego aveva insinuato il seme del dubbio nel suo cuore e anche se cercava di far pensieri positivi, non riusciva a dimenticare quella canzone, la voce di Violetta e quelle immagini.
"No, così non va bene Leon. Non cadere di nuovo nella sua trappola, Violetta ti ama e devi aver fiducia in lei, nel vostro amore e in tutto quello che avete vissuto fin ora"
Si fermò vicino ad un albero e gli diede un pugno, aveva bisogno di scaricarsi prima di andare da lei.
In quel momento arrivo Diamante con un bicchiere di succo di frutta dove aveva versato il filtro d'amore.
"Adesso sarai mio, Leon" pensò Diamante con un sorrisetto.
-Leon, che fai?-chiese lei avvicinandosi preoccupata.-Cosi ti fai male, smettila!-
-Diamante, che ci fai qui?-chiese Leon sorpreso, voltandosi verso di lei.
-Stavo andando a scuola quando ti ho visto-disse Diamante mentendo.-Cosa ti è successo? -
-Non ne voglio parlare-disse Leon scontroso.
-Ok sono qui se ne vuoi parlare-disse Diamante sedendosi sull'erba, appoggiando la testa all'albero.
-Diamante non vorrei essere scortese ma ho bisogno di stare da solo-disse Leon molto chiaro, appoggiando il braccio all'albero.
-In questi momenti uno non deve stare mai solo-replicò Diamante molto carina.-Hai bisogno di qualcuno che si stia accanto anche se in silenzio-
"Non bastava Diego e quel maledetto sparito, ora ci si mette anche lei"pensò Leon irritato."Vorrei spaccare qualcosa"
-Diamante, lasciami da solo!-le urlò Leon irritato. 
Diamante si alzò dall'erba e senza arrendersi, gli porse il bicchiere e disse:-Prendi, ti calmerà un po'-
Leon lo scaraventò per terra e le gridò:-Diamante, vattene!-
"Oh no! Tutto il filtro d'amore è ormai per terra. E' più difficile del previsto"pensò Diamante vedendo i suoi sogni sfumarsi.
...
Tomas corse per le strade della città con gran fretta, era in ritardo per lo Studio 21 e aveva un gran sonno, aveva fatto così tardi ieri notte con Giulietta a nuotare nel lago e parlare di musica. 
"Gregorio ne approfitterà subito ne sono sicuro" pensò lui preoccupato."Chissà cosa si inventerà questa volta?"
Stava per prendere la strada per lo Studio 21 quando una melodia attirò la sua attenzione.
"Da dove viene questa bellissima melodia?" pensò Tomas tenendo l'orecchio ben attento.
Poi vide un muro dove c'era un piccolo cancello semi aperto, portava dentro ad una villa.
Non resisti alla tentazione di entrarci dentro, doveva sapere a chi apparteneva quella melodia. Senza farsi accorgersi da nessuno, attraverso il giardino e si introfulo nella villa dalla porta del retro. Per sua fortuna non c'era nessuno così segui quella melodia.
"Che voce sublime"pensò Tomas incantato."Tocca le corde della mia anima"
Poi senti dei passi e si nascose sotto un tavolo.
-La signorina Clair de Lune è pronta per il matrimonio-disse una domestica a una signora molto elegante.
-Bene prepara la porta-le ordinò la signora, doveva essere la patrona della villa.-e di a mia figlia di non tardare e di smetterla di cantare quella melodia, mi sta facendo venire il mal di testa. Non la sopporto più!-
-Si signora-rispose la domestica congedandosi da lei per raggiungere la padroncina.
Tomas trovo odiosa subito quella donna. Come si permetteva di criticare una voce così sublime? Lui sarebbe rimasto per ora ad ascoltarla.
Lui resto li sotto il tavolo in attesa che quella donna lasciava la sala.
Intanto all'ingresso, Clari era ferma di fronte alla porta senza smettere di cantare. (http://www.facebook.com/photo.php?fbid=228835117224874&set=pb.228797063895346.-2207520000.1362135249&type=3&permPage=1) In quel momento era l'unica cosa che la rendeva felice.
"Non voglio sposarmi... non voglio questo matrimonio... soprattutto con un uomo che non amo... perché non posso innamorarmi come tutte le altre ragazze?... perché proprio a me?... Voglio incontrare un ragazzo che mi sconvolga l'esistenza... non è giusto tutto questo... tutta colpa dei miei genitori e di questo stupido braccialetto... vorrei poterlo togliere... ma non posso da sola... c'è solo un modo e so che non succederà mai... è troppo tardi..."
Non piangeva, non ci riusciva ma il cuore si e quel dolore non sarebbe mai placato. Era destinata ad essere infelice per il resto della sua vita.
La domestica le comunico le parole di sua madre, poi si lascio di nuovo sola e in quell'istante Tomas entrò nell'ingresso e la vide con quel bellissimo abito, ma non riusciva a vedere il suo viso. 
(http://www.facebook.com/photo.php?fbid=228834090558310&set=pb.228797063895346.-2207520000.1362135249&type=3&permPage=1). 
"Sento che è triste... ma perché? E' il suo matrimonio... dovrebbe essere un giorno felice..."pensò Tomas sentendo una strana cosa nel cuore."Vorrei farle tornare il sorriso"
Appena vide una chitarra sul piccolo tavolino, la prese  e iniziò a suonare canzone "Entre tu y yo".
Clari si volto verso quella bellissima voce. 
Chi era quel ragazzo? Com'era entrato? Forse era il fattorino o qualcuno del catering. Non lo sapeva però la sua musica tocca il suo cuore... ogni parole... ogni nota... e quello sguardo dolce... la stava consolando... 
Trasportata da quella canzone si mise a volteggia, a ballare felice come non era mai stata in tutta la sua vita. Non sapeva nulla di lui eppure quel ragazzo così sconosciuto era riuscito a conquistare il suo cuore in pochi secondi. Questo voleva dire solo una cosa... era lui... finalmente era arrivato... non era un caso... ma il destino ad averlo portato da lei...
(http://www.facebook.com/photo.php?fbid=228832650558454&set=pb.228797063895346.-2207520000.1362135249&type=3&permPage=1) 
(http://www.facebook.com/photo.php?fbid=228836857224700&set=pb.228797063895346.-2207520000.1362135249&type=3&permPage=1)
Tomas la guardo incantato, assomigliava molto a Angie, poteva avere vent'anni anche se l'età non gli importava. C'era qualcosa di speciale, di magico in lei e senti qualcosa di mai provato prima d'ora... qualcosa che aveva mai provato neanche con Violetta... e fu così che Tomas si innamoro di Clari... e si scordo dei suoi sentimenti per Violetta... da ora in poi Violetta sarebbe stata solo un'amica... avrebbe sempre conservato con cura il ricordo del suo primo amore per lei nel suo cuore ma era arrivato l'ora di voltare pagine.
Avrebbe potuto stare ora e ora ad ammirarla a ballare... era così stupenda... bellissima... perfetta... era senza parole di fronte a lei... 
Appena la musica fini, si persero negli occhi dell'altro nell'aria volarono cuori rosa e viola, era la magia di Clari a produrli inconsciamente.
Tomas era senza parole... non aveva mai visto nulla di simile... tutti quei cuori rosa e viola... e in più i petali... spuntavano nel nulla come per magia... se stata sognando era un bel sogno...
Clari corse da Tomas, con stupore sempre di lui prese il suo viso tra le mani e lo bacio.
Non se lo aspettava di essere baciato da una ragazza più grande e così bella.  
Per lui era il suo primo bacio. Senti le dolci labbra di lei sfiorare le sue. Venne naturale, chiudere gli occhi e dischiudere le labbra per perdersi in quell'attimo così speciale... Aveva sempre pensato che il suo primo bacio sarebbe stato con Violetta ma ora capiva perché non era successo o perché c'era sempre qualcosa a fermarli. Non era destinato a Violetta, lui era destinato a Clari.    
Quel bacio era qualcosa di poetico e di magico... comparsero tantissime farfalle rosa e viola nell'ingresso. Il braccialetto di Clari si stacco dal polso e cadde a terra, portando i due ad interrompere il bacio.
Quando Tomas apri gli occhi, trovo quello scenario e rimase ancora più stupito quando altre farfalle apparsero.
-Wow!-esclamò Tomas stupito.-Sei stata tu?-  
-Si scusami, sono un po' troppe-disse Clari molto emozionata.-ma sono così felice, sei arrivato finalmente. Ti ho atteso da tanto tempo, da quando sono nata e il destino ti ha messo nella mia strada appena in tempo e impedirmi di vivere una vita infelice con un uomo che non amo-
-Quindi ora non ti sposerai più, giusto?-chiese Tomas speranzoso.
Amava già quella ragazza, non sapeva il suo nome ma l'amava lo stesso. Voleva stare con lei... voleva vederla ancora... cantare insieme a lei... baciarla... e tanto altro.
-No, hai rotto l'incantesimo di questo braccialetto e sul mio cuore-rispose Clari con un dolce sorriso con in mano il braccialetto.-E solo l'a...-
Clari senti l'energia magica di sua madre e si interruppe.
-Devi andartene subito, lei non ti deve vedere-disse Clari spaventata.
Perché era spaventata? Di chi parlava? Di sua madre? 
-Non voglio lasciarti-disse Tomas alla sua voce spaventata e alla strana e brutta sensazione nel suo cuore.
Stava per succedere qualcosa di brutto a lei, ne era sicuro.
-Anch'io vorrei stare ancora con te ma non ora, devi andare-disse Clari spingendolo fuori la porta.-Ci rivedremo presto, ora il nostro destino è legato-
Tomas la bacio un altra volta per poi lasciare la sua mano controvoglia.
-Io sono Tomas-
-Io sono Clari-
Non riusciva a lasciarla, quella sensazione non lasciava il suo cuore.
-Vai Tomas, ti prego-disse Clari disperata.
-Ok, Clari-disse Tomas con controvoglia.
Tomas scappo verso il cancello semi aperto, guardo la villa con la promessa di tornare di sera e prese la strada per lo Studio 21.
Clari entro in casa, dove c'era sua madre ad attenderla e sapeva già cosa l'aspetteva ma non le importava, finalmente Tomas era arrivato e avrebbe difeso e combattuto per questo amore.
...
Studio 21
Andres era al portatile, stava navigando senza una metà precisa in attesa di Gregorio per la lezione di danza e si trovo per caso su un sito. Diana's Blog. C'erano parecchi video caricati. Clicco sul primo. (http://www.youtube.com/watch?v=tSvS2hhtOKU) Diana aveva un aria familiare. Era bellissima, la sua voce lo incantava e... aveva appena incontrato la ragazza dei suoi sogni. Più che altro vista. 
Ando nei commenti. 
"Sei Bellissima, hai una voce meravigliosa e ha conquistato il mio cuore" 
Si firmo Ardilla.
"Tanto non saprà mai chi sono e che mi sono innamorato a prima vita di lei"pensò Andres un po' triste."Sarà solo uno dei tanti a lasciare il commento per lei"
All'improvviso si apri una finestra, una chat privata.
Diana: Ciao solitamente non chatto con quelli che mi lasciano i commenti ma il tuo nickname mi piace. Adoro gli scoiattoli, è il mio animale preferito
Non poteva crederci a proprio occhi. Diana gli aveva scritto... è solo a lui.
Ardilla: anche io li adoro
Diana: vivi qui a Londra?
Ardilla: No in Argentina, Buenos Aires
Diana: li vive mio fratello
Ardilla: come si chiama? Forse lo conosco
Diana: Leon, studia allo Studio 21
Che sorpresa! Diana era la sorella del suo migliore amico, Leon.
Ardilla: è il mio migliore amico ma non sapeva che aveva una sorella più piccola. Non me ne mai parlato
Diana: nessuno lo sa perché io vivo qui a Londra con mia zia dall'età di 10 anni per seguire il mio sogno di cantante e frequentare la migliore accademia di musica di Londra
Ardilla: è anche il mio sogno
Diana: abbiamo un po' di cose in comune
Ardilla: già. il tuo piatto preferito?
Diana: Sushi
Ardilla: non lo mai mangiato, già ha guardarlo mi fa senso
Diana: invece dovresti assaggiarlo, è squisito
Ardilla: allora quando vieni qui, usciamo insieme a provare il sushi
Diana: ci conosciamo appena e ci provi già. Cosa direbbe mio fratello
Che figura! Non era come pensava. Non voleva che si faceva una brutta opinione di lui.
Ardilla: no, ti sbagli... io non ci stavo provando... non farei mai una cosa del genere... voglio solo conoscerti... hai una voce meravigliosa... 
Diana: dai Ardilla stavo scherzando! Comunque sei troppo dolce. 
Ardilla: ...
Era arrossito a quel complimento.
Diana: ci sei?
Ardilla: si ci sono. io devo andare... è arrivato Gregorio
Diana: vai so che tipo è, mio fratello mi ha raccontato. Ci sentiamo stasera alle 8 qui in chat
Gli aveva dato appuntamento in chat. Non se lo aspettava. 
Ardilla: ok a stasera 
Andres spense il portatile alla vista di Gregorio, lo mise sul puff e si perse con la testa fra le nuvole, pensando a Diana e al loro prossimo incontro in chat.
Finalmente l'amore aveva bussato alla sua porta.
...
Tini usci dalla porta, era la terza volta che le porte si divertivano a scambiarsi e si era trovata una volta a Parigi, poi a Vienna e per ultimo in Giappone. Sperava che era la volta buona e poi non capiva il divertimento del porte nello scambiarsi e far perdere la gente, era un vero mistero.
Questa volta usci da un albero, sotto al ramo di un alto alberto e perse l'equilibro a causa del piede messo male.
Precipito giù dall'albero, chiuse gli occhi dallo spavento ma qualcuno la prese a volo.
Quando apri gli occhi, si trovo tra le braccia di un ragazzo carino con gli occhi pieni di dolcezza. 
"Violetta!? No, non è Violetta ma ci assomiglia. Questo è il giorno delle somiglianze. Prima Clari e ora lei"pensò Tomas sorpreso."C'è qualcosa in lei che mi attrae, ha non so di che"
-Tutto bene?-chiese Tomas premuroso.
-Si... mi ha salvato la vita-disse Tini con il cuore a mille.-sei il mio salvatore-
"Oggi è la seconda volta che mi salvano... prima Ice e ora questo ragazzo... deve essere il mio giorno fortunato" 
"Che strana cosa! Io e Violetta ci siamo conosciuti quasi così, sarà un segno del destino o cosa... ma che dico?... io sono innamorato di Clari... anche se non so nessuno di lei... però la sua voce... il suo sorriso... e quel bacio... non riesco a smettere di pensare a lei... voglio rivederla... voglio sapere più cose di lei... non mi importa se è più grande..."pensò Tomas con sentimenti contrastanti."ma non so neanche di questa ragazza"
Tomas la mise con i piedi per terra.
-Ho fatto quello che chiunque avrebbe fatto-disse Tomas toccandosi la testa.-comunque io sono Tomas-
"Tomas. un bel nome. Sembra molto gentile e dolce" 
-Io sono Martina, per tutti Tini-disse Tini con un sorriso.
Tomas e Tini si persero negli occhi dell'altro. Poi Tomas si chino verso l'erba per prendere il diario insieme a una busta nera.
-Tieni-disse Tomas con un sorriso.
-Grazie-disse Tini ricambiando.-E' molto importante per me-
-E' il tuo diario?-
-No, ci disegno i miei abiti o meglio quelli che vorrei creare un giorno-rispose Tini un po' imbarazzata.
-Tu disegni? A volte anch'io lo faccio-disse Tomas contento.-Me li fai vedere-
Era curioso di vedere i suoi disegni. 
-Mi vergogno, non li ho mai mostrati a nessuno-disse Tini tutta rossa, stringendo il diario a petto.
-Non devi vergognarti, se è questo il tuo sogno-disse Tomas prendendogli dolcemente la mano.-devi farti coraggio per cercare di realizzarlo-
Le parole di Tomas la incoraggiarono, cosi abbasso lo sguardo verso il suo diario per aprirlo e trovo insieme ad esso una busta nera.
Non era sua. Girò la busta un po' perplessa e lesse "Ice Green" in argento.
Il cognome di Ice è Green. Tini Green. Suonava perfetto.
Come ci era finito lì? Chissà che c'era scritto dentro? Era così curiosa.
-Tutto bene?-chiese Tomas guardando Tini con sguardo fisso su quella busta. 
-Si tutto benissimo-rispose Tini con uno splendido sorriso, mettendo la busta nella tracolla e dandogli il diario.-Tieni-
Si misero sul prato sotto l'albero e Tomas lo apri, iniziò a guardare i suoi disegni uno per uno con molto attenzione (http://www.youtube.com/watch?v=yB9PH3JLR7M). Era senza parole... erano fantastici... Tini aveva un gran talento.
Tini era in attesa con ansia del parere di Tomas. Sperava che gli piacevano.
-Tini, hai un gran talento... i tuoi abiti mi hanno subito conquistato... devi mostrarli a qualcuno o iscriverti ad una scuola per stilista-disse Tomas incoraggiandola.-Non puoi tenere il tuo talento nascosto tra queste pagine. Devi lottare per far realizzare il tuo sogno a qualunque costo, sei nata per essere una stilista e io starò al tuo fianco per sostenerti e incoraggiarti quando cadrai-
"Tomas è un ragazzo dolcissimo, il ragazzo dei sogni e sento il cuore battere alla sua vicinanza"
Tini lo abbraccio di slancio e disse:-Grazie per le tue parole Tomas, ne farò tesoro-
Tomas avvolse le sue braccia intorno a suo corpo e restarono per un po' di tempo in quella posizione, stretti in quel dolce abbraccio sotto l'albero e i loro cuori battevano forte.
Dopo sciolto l'abbraccio, Tomas e Tini erano mano nella mano e lei aveva la testa appoggiata alla sua spalla con gli occhi chiusi e si godeva quel dolce momento in sua compagnia. Tomas ammiro Tini, quel piccolo angelo caduto dal cielo tra le sue braccia e gli venne una voglia di disegnare così pian piano lascio la mano di Tini, lei la cercò subito.
-Tranquilla, sono sempre qui accanto a te. Non me ne vado-le sussurrò Tomas dolce.
Tini appoggio la mano sull'erba e Tomas prese dalla borsa il quaderno e la matita per disegnarla.
Appena fini, lo strappo dal quaderno con cura e lo mise tra le pagine del suo diario cosi quando più tardi lo apriva, avrebbe trovato quella sorpresa.
Nel cellulare di Tomas arrivo un sms. Lui lo prese e lo apri. Era Maxi.
"Ma dove sei finito? E' successo qualcosa? Gregorio ha iniziato la lezione di danza. Ti abbiamo coperto dicendo che hai avuto un emergenza familiare ma ora sbrigati. Non so per quando crederà quella bugia"
Tra l'incontro con Clari e con Tini, lo Studio 21 era diventato l'ultimo dei suoi pensieri.
"Sto arrivando. Sono quasi vicino" Tomas
-Ora devo proprio andare-disse Tomas con una certa fretta, staccandosi da lei e mettendosi la tracolla.-Ci vediamo presto. Non scorderò mai questo incontro, Tini-
-Neanch'io Tomas-disse Tini con emozione, avvicinandosi a lui e dandogli un bacio nella guancia.
Dopo quel dolce bacio sulla bacio, Tomas guardo Tini per l'ultima volta e corse via in direzione dello Studio 21.
Tini prese il diario, lo mise nella tracolla insieme alla busta e si arrampico sull'albero per attraversare la porta magica per tornare a casa.
 "Mi sono innamorata di due ragazzi cosi diversi tra loro ma entrambi molto speciali e importanti per la mia vita"
Si poteva innamorarsi due persone contemporaneamente? Oh mamma che confusione! Non ci capiva nulla. Si sentiva divisa in due tra Ice e Tomas.
Sembra che sia nel Dna delle sorelle Castillo, innamorarsi di due persone e sentirsi divisa in due. Chi vincerà il cuore di Tini? Ice o Tomas?
Quest'ultimo era nella sua stessa situazione, aveva conosciuto due ragazze e se n'era innamorato. Chi vincerà il cuore di Tomas? Clari o Tini?
Intanto Francesca piena di speranza, aspettava con ansia Tomas per fargli vedere la new Francesca e farlo innamorare.
Fine undicesimo capitolo
Tini & Ice vs Tini & Tomas: Qual'è incontro vi è piaciuto di più e qual'è vi ha fatto emozionare?
Tomas & Tini vs Tomas vs Clari:  Qual'è incontro vi è piaciuto di più e qual'è vi ha fatto emozionare?
Ho già scelto nella mia mente le coppie finali ma volevo sapere il vostro parere.
Tini, Ice e il simbolo: appena si stringono la mano, compare un misterioso simbolo. Che cosa significherà? 
Clari e sua madre: che l'incantesimo c'era sul braccialetto? Che cosa farà sua madre a Clari ora che l'incantesimo è stato spezzato?
Francesca e Daphnée: le due si presentano e alla loro stretta di mano, lei ha un capo giro. Che cosa significherà?
Magycol e Sibilyn: qual'è la loro missioni? E cosa c'è dietro alla loro lotta?
Leon: per colpa dello spartito e della magia di Diego, si è insinuato dentro di lui il seme del dubbio e Daphnée cerca di tranquillizzarlo. Chi avrà la meglio il dubbio o l'amore per Violetta?
Diego: è riuscita a far sospendere Leon per quattro giorni. Cosa succederà? Cosa combinerà in sua assenza? Violetta si avvicinerà a lui? 
Daphnée: dalla parte del male ma affezionata a Leon e vuole proteggere la sua storia con Violetta. Resterà una Sibilyn o si convertirà? 
Angie & Pablo: Angie riuscirà a dirgli la verità o continuerà a mentirgli? Vi è piaciuto la favola del ranocchio e della ragazza?
Aqua: vi piace?
Andres: scopre per caso il blog di Diana e se ne innamora subito. E' l'inizio di una serie di conversazione in chat. Sarà l'inizio di un amore? 
Francesca: sembra che sia sfortunata in amore e soprattutto con Tomas. Come la prenderà alla rivelazione dei nuovi innamoramenti di lui? Riuscirà a trovare qualcuno che la faccia sentire speciale? 
Daphnée e Leon: che ne pensate di questo rapporto? Violetta lo accetterà?
Maxi & Ludmilla: Maxi ha preparato il loro prima appuntamento. Dove la porterà? 
Diamante: cerca di far bere il filtro d'amore a Leon ma le va male. Si arrenderà o ci tenterà di nuovo?
Simon: ha messo la chiave nella sala degli strumenti. Qual'è il suo scopo?
Gregorio: vuole separare Ludmilla e Maxi tramite il braccialetto di Maria. Cosa ha in mente? Ci riuscirà?
 
Una piccola anticipazione sul titolo del prossimo capitolo "La melodia maledetta e rotture". Aspetto le vostre recensioni per sapere se vi sta piacendo.
 
 

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Capitolo 13
*** Cap 12.1 la musica maledetta, il ragazzo del sogno e rotture (prima parte9 ***


Vi ringrazio come sempre per le vostre recensione. Dedico questo capitolo a piumetta. 
 
                                                         Cap 12.1 La musica maledetta, il ragazzo del sogno e rotture (prima parte)
 
Violetta camminava per tutta la stanza agitata con il cellulare in mano, aveva chiamato tantissime volte a Leon ma lui non rispondeva, c'era sempre quella maledetta segreteria e quella brutta sensazione non lasciava il suo cuore. Era successo qualcosa, lo sentiva benissimo. 
Il suo anello era cambiato dopo la caduta di chiamata, due petali erano improvvisamente appassiti e per lei quello era un brutto segno, anche se non conosceva il suo significato.
-Leon... amore, dove sei? Che ti è successo? Sono stanca di parlare con la tua segreteria. Ho bisogno di sentire la tua voce e di vederti. Ti prego, richiamami appena senti queste messaggio. Ti amo-disse Violetta disperata chiudendo la chiamata.
Si butto sul letto senza lasciare il cellulare, chiusa gli occhi per un attimo e quando li apri, si alzo e la sua stanza non c'era più.
Era tutto buio intorno a lei.
Com'era possibile? Dov'era finita?
-C'è qualcuno?-chiese Violetta a gran voce camminando senza meta.
C'era il silenzio più totale in quel luogo.
All'improvviso comparvero pian piano degli gradini bianchi e crearono una scala lunga e c'era qualcuno in cima ad essa.
Si avvicinò per guardare meglio e lo riconobbe subito, era Leon.
-Leon!-lo chiamò Violetta contenta salendo i gradini.
Ma lui non si voltava.
-Leon! Sono io Violetta!-
Niente, lui era li immobile.
Perché faceva così? Perché non la rispondeva?
Si affrettò a salire tutta la scala fino a Leon, quella scala sembrava senza fine e continuo a gridare il suo nome con la speranza di vederlo girare verso di lei e sorriderle.
Dopo non so quanti gradini, aveva perso il conto, arrivo dal suo Leon.
Lei riprese fiato, lo strinse da dietro e disse contenta:-finalmente ti ho raggiunto, amore-
Leon si scosto da lei, si giro con uno sguardo ferito e disse:-io non posso continuare così, tra noi è finita-
Quelle parole spezzarono il cuore di Violetta. Leon l'aveva lasciata. 
Non poteva essere vero. Leon non poteva fare una cosa del genere.
Dov'era finita la sua promessa? Aveva detto che sarebbero stati per sempre insieme.
-Leon, non dire così. Io ti amo-disse Violetta con le lacrime agli occhi.
-Smettila, Violetta! Tu ami ancora Tomas!-gridò Leon ferito.
-Non c'è niente tra me e Tomas, te lo giuro! Io voglio stare solo con te Leon!-disse Violetta con le lacrime che scendevano sempre più giù.
Leon le volto le spalle e si allontano più possibile da lei.
-Leon, non te ne andare! Non lasciarmi sola! Leon!-urlò lei disperata rincorrendolo.
Violetta cerco di afferrare la sua mano ma scale si ruppero e lei precipito nel vuoto.
-Leonnnnnnnnnn!-
Perché stava succedendo a lei? Perché Leon l'aveva abbandonata? Perché?
Voleva svegliarsi... doveva essere per forza un incubo... il suo Leon non l'avrebbe mai lasciata...
Mentre precipitava nel vuoto, qualcuno la prese a volo e la porto a terra.
Violetta continuo a piangere, le parole di Leon riecheggiavano nella sua mente e il gran dolore nel cuore cresceva sempre di più.
-Non piangere, Violetta-disse una voce familiare, asciugandole le lacrime con le dita.-Ci sono io con te-  
Conosceva quella bellissima voce, apparteneva a quel ragazzo con quelle braccia cosi sicure e sentiva quel profumo particolare.
Questa volta riusci ad aprire gli occhi e vedere il suo viso.
-Ti avevo detto che sarei tornato a trovarti-disse lui con un sorriso.-Io mantengo sempre le mie promesse-
Era un ragazzo di vent'anni con i capelli biondi e gli occhi del color della notte ma rassicuranti e non so cosa.
(http://www.facebook.com/photo.php?fbid=309781472431397&set=a.309779929098218.75215.100001986394899&type=3&src=http%3A%2F%2Fsphotos-d.ak.fbcdn.net%2Fhphotos-ak-snc7%2F577924_309781472431397_1162032417_n.jpg&size=500%2C600)
Stranamente il dolore scompari dal suo cuore alla sua vista.
-Chi sei?-chiese Violetta curiosa. 
-Qualcuno che ti vuole proteggere Violetta-rispose lui con voce profonda.
-Proteggermi? Da cosa? Non capisco-disse lei confusa da quella risposta.
-Da chi vuole farti del male-
Quella risposta non l'aiutava molto, ci capiva sempre di meno però sentiva di potersi fidare di lui. 
Solo ora si rese conto di stare in una stanza.
-Dove siamo?-chiese Violetta alzandosi dal pavimento per guardare intorno a sé.
Era una stanza rettangolare, sembrava un aula con una lavagna piena di note musicale in gesso, una piccola libreria, un piccolo tavolino con una sedia, un pianoforte al centro e alcune sedia vicino al muro e una porta antica dove c'era uno strano simbolo, un cerchio con le note musicali e una chiave di violino.
"Che strano simbolo!" pensò Violetta guardandolo con curiosità.
Sentiva che quella non era una stanza normale.
-Infatti non è una stanza normale-disse lui all'improvviso, accomodandosi sulla sedia.
Violetta si mise a girare per la stanza, era strano ma si sentiva completa, sentiva la musica intorno a sé e come se appartenesse a questa stanza, sentiva qualcosa di familiare e di magico come succedeva come la stanza di sua madre.
-So come ti senti-disse lui con un sguardo intenso. (http://www.facebook.com/photo.php?fbid=357495687659975&set=a.311912065551671.75586.100001986394899&type=3&theater) -Senti la musica intorno a te, un senso di completezza  e di appartenenza a questo luogo così magico come quello di tua madre-   
-Come fai a sentire cosa provo?-chiese Violetta sorpresa.
-Sai quanto stai con una persona e non hai bisogno di spiegare quello che senti o quello che provi perché quella persona ti capisce, ti comprende ad un solo sguardo come nessun altro-disse lui avvicinandosi a lei pericolosamente al suo viso.
Se pensava a quelle parole, le veniva in mente Leon però la vicinanza di quel ragazzo la confondeva, non capiva il perché e la porto a distorse lo sguardo da quei suoi bei occhi neri così profondi.
-Prima hai detto come quello di mia madre? Come lo sai?-chiese Violetta tornandole in mente quel dettaglio.
-Perché so molto su di te, Violetta-le sussurrò all'orecchio lui da dietro con una voce avvolgente-più di quanto immagini, so chi era tua madre, so chi sei veramente e so il significato del tuo medaglione-
-Sai il significato del medaglione!-esclamò Violetta incredula, girandosi verso di lui.
-Si se mi dai la mano te lo mostro-disse lui porgendo la mano.
Violetta stava per prendere la sua mano quando senti qualcosa reclamarla ma lei non voleva andarsene, voleva sapere la verità e stare ancora con quel ragazzo.
Prima di aprire gli occhi, senti la sua voce in lontananza e si ritrovo nel suo letto.
"Ho sognato tutto? Com'è possibile? Era così reale soprattutto lui e ancora una volta non so il suo nome"
Le sue parole ritornarono nella mente."Qualcuno che ti vuole proteggere, Violetta" 
Quella storia diventava più misteriosa ogni giorno in più. 
Senti di nuovo quel profumo familiare addosso a lei e senti qualcosa di magico nell'aria, si alzò da letto velocemente e iniziò a cercare qualcosa nella stanza, non sapeva cosa ma c'era qualcosa forse un oggetto ma non c'era nulla di nuovo nella stanza.
Se solo avrebbe controllato sotto il letto, avrebbe trovato un anello.
Andò alla scrivania, prese un quaderno e una matita e disegno quel simbolo sulla porta poi ritorno sul letto e trovò una macchia bagnata sul piumone, erano le lacrime dell'inizio di quello strano sogno e sperava che Leon non la lasciava come in quell'incubo.
-Hai sentito, Leon?-chiese Simon entrando nella stanza.
-No, non ha ancora richiamato-rispose Violetta triste.
Simon si accomodo sul letto e prendendola tra le braccia, disse:-Vedrai chiamerà presto. Di sicuro è a lezione-
-Forse hai ragione, grazie Simon-disse Violetta con un piccolo sorriso, ricambiando l'abbraccio.
All'improvviso sul suo cellulare arrivò un sms.
-Hai visto? Che ti dicevo-disse Simon finto contento sciogliendo l'abbraccio.
Violetta apri il sms. Era Francesca.
"Non voglio disturbarvi, di sicuro lo starai coccolando perfettamente. Tu ti senti meglio? Leon mi ha detto che non sei stata bene stanotte, ero un po' preoccupata. Comunque povero Leon, non si meritava di essere sospeso per colpa di quello stronzo per fortuna ora è con te"
"Cosa??? Leon è stato sospeso??? Non lo sapevo. Qui non è ancora venuto. Come è successo? E a chi ti riferisci con stronzo?" Violetta
Non poteva crederci. Leon sospeso.
"Strano se ne andato da un bel po'. Comunque lo stronzo è il fratello di quell'odiosa di Brenda e ha provocato Leon dicendo cose poche carine su di te, lui gli ha dato solo un pugno e Gregorio l'ha sospeso" Francesca
Leon era venuto alle mani per difenderla. Le faceva piacere che lui era sempre pronto per prendere le sue difese ma lo aveva avvisato che con la violenza non si risolveva niente.
-Che è successo?-chiese Simon alla sua faccia allarmata.
-Leon è stato sospeso per difendermi-rispose Violetta triste.
Intanto Tomas era quasi allo Studio 21, qualcosa nel prato attirò la sua attenzione e si chinò per raccogliere l'oggetto. Era una catenina con una chiave. Gli sembrava così familiare. Era al collo di Violetta. Ieri aveva visto nell'aula di canto lei seduta su Leon con il diario nelle mani e con quella chiave lo apriva.
"Per lei è importante, devo portargliela subito e nel frattempo mi confido con lei su quello che mi è successo" pensò Tomas mettendo la catenina in tasca con un sorriso e prendendo la strada per la casa di Violetta.
Non sapeva che qualcuno lo osservava molto compiaciuto di ciò da un albero.
"Bravo Tomas, corri subito da Violetta"pensò Diego con un sorriso."E siccome mi aiuterai a completare il mio scopo, ti aiuterò con Gregorio. Anche questo è stato facile"
Diego scompari dall'albero e riappari nello spogliatoio maschile, prima passo dall'infermeria con la scusa dell'occhio per conoscere la nuova infermiera. 
-Posso?-chiese Diego educato bussando alla porta già aperta.
-Si entra pure-disse Aqua gentile sistemando delle cose sulla scrivania.
Lui entrò dentro, guardo verso la nuova infermiera e la trovò chinata su pavimento a cercare qualcosa.
-Scusami, mi è caduta una cosa-disse Aqua con un po' di imbarazzo, alzandosi da terra.
-Tranquilla-disse Diego con un sorriso prendendo un piccolo cuoricino di stoffa da terra e dandoglielo.
-Grazie-disse Aqua prendendo il suo cuoricino e toccando la sua mano, senti un brivido di gelo lungo la sua schiena.
"E' un essere magico"pensò Aqua a quella sensazione.
"Ma bene un essere magico"pensò Diego con un sorriso."Di sicuro una Magycol"
-In che posso aiutarti?-chiese Aqua professionale.
"In molti modi" pensò Diego eccitato.
Diego le indico l'occhio nero.
-Chiudi la porta e metti un lettino, prendo la pomata e sono subito da te-disse Aqua gentile.
Diego chiuse la porta e si accomodo sul lettino senza perdersi un movimento di Aqua, aveva un corpo da favola e le donne più grandi gli piacevano un sacco. Sentiva perfettamente l'odore sublime della sua magia, voleva assaggiarla. Quella era una ghiotta occasione. Erano loro due soli soletti.
Aqua torno con la pomata, si avvicinò a lui e gliela passo sulla palpebra dell'occhio destro con molta precisione e delicatezza.
-Ecco fatto, tra qualche giorno dovrebbe togliersi-disse Aqua con un sorriso.-però tu evita di fare a botte la prossima volta mi raccomando-
-Ve lo prometto!-disse Diego incrociando le dita dietro la schiena.
-Dammi pure del tu, non sono così vecchia-disse Aqua mettendo la pomata a posto.-ho solo qualche anno in più di te...-
-Diego, il mio nome è Diego-
-Cosi inizio a memorizzarmi i nomi degli studenti-disse Aqua tornando da lui.
-Ok come vuoi tu Aqua-disse Diego con uno sguardo particolare.-Sei nuova di Buenos Aires?-  
-No, sono nata e cresciuta qui poi dopo la maggiore età mi sono trasferita in Europa, ho viaggiato parecchio e mi sono stabilita a Parigi dove ho incontrato l'amore della mia vita e dove mi sono sposata-gli raccontò Aqua con uno sguardo innamorato.
-Siete sposati da molto?-disse Diego molto interessato.  
-No, da un mese-disse Aqua con un sorriso, mostrando con orgoglio la fede nuziale sulla mano sinistra-Siamo dei novelli sposi-
 Il fatto che era sposata, non fermava il suo desiderio verso Aqua e questo faceva capire quanto Diego non aveva alcuna vergogna o limite.
-Tu credi alla lettura della mano?-chiese Diego all'improvviso.
-Mi sono fatta leggere la mano qualche volta e ci hanno sempre azzeccato quindi si ci credo-
-Siediti qui così ti leggo la mano-disse Diego gentile.
Aqua era curiosa così si accomodo e gli diede la mano, lui la prese e la guardo attentamente.
-Allora che dice?-
-Qualcosa di molto sconvolgente ti accadrà, non riuscirai a smettere di pensarci e alla fine ti abbandonerai ad esso-disse Diego leggendo la sua mano con un sguardo intenso.
"Che strana predizione!" pensò Aqua molto pensierosa.
Prima di rendersene conto, senti i canini di Diego sul suo polso e guardo il suo sguardo pieno di lussuria. 
-Nooooooo!-gridò Aqua a quel gesto.-Staccati subito!-
Solo suo marito poteva farlo, per lei quel gesto era qualcosa di sacro e intimo. Sapeva che non tutti la pensavano così sul morso ma se qualcun altro lo faceva, sentiva come se aveva tradito il suo Francais. 
Diego non si stacco, beve con bramosia e con gusto la sua magia. Non aveva assaggiando nulla di genere prima d'ora. 
-Smettila di bere!-urlò Aqua arrabbiata.
Con l'altra mano libera, scaglio contro di lui un incantesimo e Diego fu scaraventato contro la parete.
-Non farlo mai più!-urlò Aqua furiosa, alzandosi dal lettino.
Diego si rialzo dopo un attimo con un sorriso e uno sguardo da farle paura.
-Mi dispiace ma non posso-dichiarò Diego.
-Che cosa vuoi dire?-chiese Aqua spaventata.
-La tua magia mi eccita molto, voglio berla ancora e ancora quindi non finisce qui, è solo l'inizio mia bella Aqua-disse Diego prima di uscire.
Aqua guardo la nota musicale argentata apparsa sul suo polso.
"Ora come glielo spiego a Francais?"pensò Aqua preoccupata e sconvolta."Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Gli aveva detto che ero anche sposata. Perché tutto questo? Perché a me?" 
Usci da essa molto soddisfatto, incrociando Angie mentre andava nell'aula di danza dove Gregorio faceva lezione.
Angie entrò nell'infermeria e trovo Aqua un po' sconvolta.
-Aqua, è successo qualcosa?-chiese Angie preoccupata per la sua nuova amica.
-Diego è un essere magico, penso un Sibilyn visto la sensazione di gelo e...-
-...e? che cosa ha fatto?-chiese Angie preoccupata.
-...lui mi ha morsa, ha bevuto la mia magia-disse Aqua sconvolta, mostrando il simbolo sul suo polso.-Non mi aspettavo una cosa del genere, sembrava così carino e gentile e mi ha detto che la mia magia lo eccita, ne vuole ancora e che la cosa non finisce qui, è solo l'inizio-
-Ci avevo visto giusto, quel ragazzo aveva qualcosa di inquietante e il suo sguardo è pura malvagità Aqua-disse Angie avvicinandosi a lei e prendendole le mani.-ma tranquilla, non permetterò che faccia quello che vuole-
-Grazie, Angie sei una vera amica-disse Aqua abbracciandola con affetto.
-Di nulla, Aqua-disse Angie con un sorriso.
Era così contenta di aver trovato un amica. Oltre a Pablo e Beto, nella sua vita non era c'erano amicizie femminili da quando era tornata a Buenos Aires. Altro allo Studio 21 e sua nipote Violetta, non faceva altro. Be' ora aveva anche l'Ordine della musica, era contenta di lavorare insieme ad Aqua in quella missione.
Diego entrò nell'aula di danza, Gregorio tirò la pallina contro lo stereo e si avvicinò a lui.
-Diego, non era in infermeria a curarsi quel brutto occhio? Poteva stare un altro po'. Tanto un ballerino come lei, se perde una lezione non succede nulla tanto recupera subito-chiese Gregorio tutto premuroso e poi con tono di disprezzo verso Maxi & company.-a differenza di certa gente che per arrivare all'eccellenza si deve sforzare parecchio e se mai arriveranno, ho seri dubbi a tal proposito su alcuni-
Si era capito che Diego era il nuovo preferito di Gregorio dopo quello che aveva fatto a Leon. Solo per un pugno e per difendere Violetta, si era beccato una sospensione di quattro giorno. Era una cosa inconcepibile.    
-Si ci sono stato-disse Diego con un sorriso.-volevo parlare un attimo con lei se non le dispiace-
-Per lei ho sempre tempo, Diego-disse Gregorio gentile da far paura.-Andiamo nel mio ufficio così staremo più tranquilli-poi si giro verso gli altri cambiando tono di voce.-mentre starò via, ripetete i passi anche mille volte se è necessario. Quando torno, voglio la perfezione-
Diego e Gregorio uscirono nell'aula di danza, gli altri ripresero a ballare i passi di Gregorio quando Brenda schioccando le dita, si rese in visibile e entro nell'aula.
"Ora mi diverto un po'"pensò Brenda con un sorriso."Da cosa posso iniziare? Vediamo un po'... ma certo ho trovato"
Ludmilla ballava perfettamente i passi quando Brenda allaccio i lacci insieme delle due scarpe, provocando una caduta e alcuni si misero a ridere.
-Ti sei fatta male?-chiese Maxi premuroso, porgendole la mano.
-No, tanto-disse Ludmi prendendo la sua mano per alzarsi e subito cadde di nuovo a terra a un solo passo.
Altre risate e foto.
-Ehy non fate foto!-esclamò Ludmilla minacciosa.
Maxi capi subito il problema, erano i lacci allacciati tutti insieme e subito glieli sciolse.
-Ecco fatto-disse Maxi con un sorriso.-Problema risolto-
-Grazie, Maxi-disse Ludmilla dandogli una bacio sulla guancia.
Ricominciarono a ballare e Brenda si avvicino a Ludmilla per tirare giù il panta jazz e molti scoppiarono a ridere, c'era una ragazza la fotografo soprattutto le sue mutandine tenere per non dire "imbarazzanti" secondo alcuni. 
Lei cerco di tirarlo su ma non ci riusciva, sembrava che qualcosa glielo impediva e Maxi e gli altri si misero davanti a lei per proteggerla.
Francesca si avvicino a Ludmilla per aiutarla ma nulla.
-Sembra fatto da acciaio-disse Camilla provando ad alzare il panta jazz.
-Che figura!-esclamò Ludmilla umiliata e dentro di sé c'era una rabbia.
"Chiunque è stato, io lo uccido. Nessuno puo' mettermi in ridicolo così"pensò Ludmilla agguerrita.
A Daphnée puzza la cosa così usci la sua lente magica dalla tasca, guardò ai piedi di Ludmilla con essa e ci trovo Brenda con un sorrisetto.
"Ti sistemo io Brenda"pensò Daphnée con sorrisetto.
Chiuse gli occhi, concentro l'energia nella sua mano e colpi dritta a Brenda, la quale si trovo intrappolata da tanti serpenti e la stringevano forte e in quell'istante Ludmilla riusci ad alzarsi i panta jazz.
Andò furiosa verso la ragazza della macchina fotocamera, gliela strappo dalle mani con una mossa rapida e cancello le foto.
-Non farlo mai più-urlò Ludmilla gettandole contro la macchina fotografica.-O sperimenterai la mia ira!-
"Be' la mia Ludmi è una ragazza forte"pensò Maxi guardando la scena."E come un treno quando parte in quarta nessuno la ferma più!" 
-Ben fatto, Ludmilla-dissero le ragazze con un sorriso.
-Nessuno si prendere gioco di me!-esclamò Ludmilla molto decisa.
-Ora però calmati cuginetta, non fa bene la tua pelle-disse Napo con un bottiglietta nelle mani.-Bevi un po'-
-Grazie Napo, sei un tesoro-disse Ludmilla con un sorriso, prendendo l'acqua e bevendo un bel po'
-Meglio?-
-Si ora mi sono calmata-disse Ludmilla bella calma.
...
Casa Castillo
Violetta era sotto le coperte con il cellulare tra le mani nella speranza di una chiamata da parte di Leon, la sua mente era piena di pensieri tra cui la sospensione di Leon, l'incubo in cui lui la lasciava e il sogno con il misterioso ragazzo.
Voleva scrivere il suo diario ma non aveva la chiave quindi non poteva. Non riusciva a scrivere in un quaderno qualsiasi o in un foglio. Solo al suo diario, affidava i suoi segreti dove sapeva che erano al sicuro lontani dagli altri o da chiunque voleva usarli contro di lei.
La sua attenzione andò al rumore della sua porta che si apriva, sperava che era Leon ma non era lui. 
-Tomas!?-esclamò Violetta sorpresa.-Che ci fa qui? Perché non sei allo Studio 21?-
-Ero venuto a restituirti questa-rispose Tomas tirando fuori la sua chiave e porgendola.-Lo trova vicino allo Studio 21-
-Grazie Tomas-disse Violetta contenta stringendola di nuovo tra le mani.-Stavo impazzendo senza poter scrivere sul mio diario-
-Di nulla e poi volevo confidare una cosa-disse Tomas con uno sguardo brillante.-qualcosa che mi è successo e mi sembrava giusto che tu sia la prima a saperlo-
-Accomodati qui e raccontami-disse Violetta curiosa facendo spazio nel suo letto.-Dal tuo brillare degli occhi, centra una ragazza forse qualcuno che conosco-
Si sdraio accanto a lei, tenendo i piedi fuori da letto e disse:-si trattano di due ragazze ma entrambe sono nuove...-
Tomas inizio a raccontare a Violetta nei minimi dettagli i due incontri con Clari e Tini e dell'emozioni provate e poi le mostro i loro ritratti.
-Incredibile! Tini è quasi uguale a me e Clari a Angie!-esclamò Violetta sorpresa. 
-Si, sono tutte e due meravigliose e ora capisco cosa hai passato con me e Leon-disse Tomas con un sorriso.
-Si non è stato facile ma alla fine il mio cuore mi ha portato dal mio amore vero, a Leon-disse Violetta tanto innamorata.-e non so che fai se lui mi lasciasse-
-Leon non ti potrebbe mai lasciare Violetta. Ti ama troppo e te la dimostrato in molte occasioni e io ero geloso perché ti rendeva felice, una felicità che non avevi quando eri con me ma ora so perché tra noi non ha mai funzionata. Non eravamo fatti per stare insieme e adesso con questi due incontri, ho capito finalmente. Noi possiamo essere buoni amici-
-Si buoni amici si e sono contenta che tu ti sia innamorato finalmente di qualcuno. Qualsiasi ragazza sia è fortunata ad averti a suo fianco Tomas perché sei un ragazzo dolcissimo e meriti di essere felice-
-Grazie Violetta, da ora in poi non ci saranno equivoci tra noi-disse Tomas con un sorriso.
-Infatti da ora in poi andrà tutto bene tra noi-aggiunse Violetta abbracciandolo contenta.
Proprio in quel momento entrò Leon e rimase senza parole a quello scenario.
"Non può essere! La mia Violetta nel letto tra le braccia di Tomas! Allora era vero tutto, Violetta lo ama ancora" pensò Leon con le lacrime agli occhi mentre nel suo cuore il seme del dubbio era germogliato e si nutriva del suo dolore."E' logico, il primo amore non si scorda mai" 
Violetta si senti osservata, apri gli occhi e vide Leon con uno sguardo ferito e le lacrime agli occhi. 
Si stacco da Tomas subito e disse:-Leon, non...-
-Se stai per dire "non è come sembra, ti posso spiegava"puoi anche risparmiartela -disse Leon ferito.-Invece ho capito perfettamente e io non posso continuare così, tra noi è finita-
Non può essere, Leon la stava lasciando proprio come nel suo incubo e con le stesse parole.
Violetta si alzò da letto di corsa per raggiungerlo e gli spiegò cercando di star calma:-Leon, tra me e Tomas non c'è nulla mi devi credere, mi ha detto delle cose e...-
-Basta, Violetta. Non dirmi altre bugie, in questi giorni me ne hai dette quando ti ho chiesto che avevi ma tu niente, hai preferito tenerti tutto dentro e mentirmi. E' ovvio che tu non potrai sentire per me quello che senti per Tomas. Chissà quante volte hai pensato a lui mentre eravamo in intimità-
"Ecco cosa portano le cose non dette, proprio a questo Violetta"pensò Violetta con le lacrime agli occhi."Camilla e Francesca ti avevano avvisata"
-Tu hai ragione sul fatto che ti ho tenuto nascosto qualcosa ma non centra Tomas. Te lo giuro, lui non centra. Non pensarlo neanche, tu sei l'unico che amo e tutto quello che abbiamo vissuto è vero. Ogni parte di me è tua, il mio cuore, la mia anima e il mio corpo-disse Violetta prendendo la mano di Leon con le lacrime che scendevano sempre più giù.-Tu sai che dico la verità e poi ricordati del diario, del nostro sogno e del resto-
Violetta la guardò speranzosa con il viso pieno di lacrime.
"Ti prego, Leon. Credimi, ti sto dicendo la verità"pensò Violetta disperata.
Però Leon non riusciva a crederle, c'era sempre lo spartito e quella canzone nella sua mente ad annebbiarlo e quell'abbraccio aveva dato il colpo di grazia.
-Io ti amo moltissimo, moltissimo ma non posso-disse Leon ferito sottraendosi dalla sua presa.-Con te ho chiuso-
No, Leon non potevo dirle questo. Non poteva lasciarla e rompere la promessa. No, non lo accettava.
-Ti prego, Leon, non farmi questo... guardami e dimmi cosa ci leggi-disse Violetta disperata.
-Non riesco a guardarti o parlarti, mi spiace-disse Leon con lo sguardo dall'altra parte.               -Spero che sarai felice con Tomas, io non ci sono riuscito-
Leon fuggi via dalla stanza soprattutto da Violetta e Tomas e dalla dure realtà. Violetta amava Tomas per quanto lei negasse, lui ne era convinto.
"Non può finire così, no"pensò Violetta disperata uscendo dalla stanza.
-Ti prego, Leon! Non lasciami! Ho bisogno di te!-gridò Violetta disperata dal primo piano.-Io ti amo! Mi senti! Ti amo! La mia vita non è vita senza di te, Leon! Torna qui e parliamo, ti dirò tutto-
Leon si girò verso di Violetta prima di aprire la porta e disse ferito:-E' troppo tardi Violetta. Addio-
Violetta si accasciò a terra disperata, Leon le aveva detto addio e sembrava un addio detto per sempre e lui era appoggiato fuori la porta, disperato.
"Mi dispiace, amore ma non posso far altrimenti. Ti amerò per sempre Violetta, non c'è ragazza al mondo che potrà prendere il tuo posto nel mio cuore ma non potevo continuare così. Si felice con Tomas" pensò Leon con un gran dolore nel cuore."Meriti la felicità di questo mondo anche se è con il mio peggior rivale. A me basta la tua felicità e nient'altro"
"Mamma, questo è il giorno più brutto della mia vita. Leon mi ha lasciato, pensa che io amo Tomas ma non è così. Perché è successo questo?... perché a noi mamma?... vorrei dirgli le mie insicurezze ma ormai è troppo tardi... lo perso per sempre mamma... senza di Leon, non potrò più essere felice... con Leon se ne andata anche la musica nel mio mondo... lui era la mia musica mamma... la mia melodia più bella... non sentirò più il suono del suo cuore... niente più baci... niente futuro insieme... niente di niente... è finito tutto mamma... senza Leon a mio fianco smetterò di cantare... non ha più senso niente senza di lui..."
(per rendere ancora più straziante questo momento vi aggiungo un video a me fa piangere, http://www.youtube.com/watch?v=nLZkpg9zYJM e qui c'è la traduzione della canzone http://twilightforever.forumfree.it/?t=49541132 ) 
-Tomas, Leon non vuole più saperne-disse Violetta disperata.
Tomas si strinse il cuore a vedere Violetta in quello stato.
-Non piangere, Violetta-disse Tomas prendendola in braccio da terra.-Vedrai tutto si sistema-
-E invece no, Tomas. Non ho mai visto Leon più sicuro di questo momento-disse Violetta piangendo sulla sua spalla e stringendo un lembo della sua maglietta.-E' finita per sempre. E ora cosa farò? Non posso vivere senza di lui-
Tomas la mise sotto le coperte premuroso.
"Tranquilla, Violetta. Io farò ragionare quel testone, non farà i miei stessi sbagli"pensò Tomas deciso accarezzando la sua guancia e dandogli un bacio in fronte prima di lasciare la stanza."E ora a noi due, Leon"
Usci dalla porta del resto e trovò Leon seduto nel bordo piscina con lo sguardo basso così si avvicinò a lui. 
-Leon, ti devo parlare-disse Tomas deciso togliendosi la tracolla e mettendola vicino a quella di lui.
-Se sei qui per avere la benedizione per stare con Violetta-disse Leon cosi rassegnato con lo sguardo fisso nell'acqua.-ce l'hai quindi ora puoi lasciarmi solo-
"Non l'ho mai visto così rassegnato, per la felicità di Violetta è disposto a sacrificarsi... soffrendo lui ma non ha capito che la felicità di Violetta è lui e così fa soffrire tutti e due"
-Leon, non capisci che stai sbagliando e che per una gelosia inesistente tu stai mandando all'aria il vostro amore-disse Tomas cercando di farlo ragionare.
-Non è inesistente, tu sei sempre stato in mezzo tra noi due e io ho atteso pazientemente giorno dopo giorno che Violetta amasse solo me ma è impossibile, lei non puo' scordarti e io non voglio continuare ad illudermi che un giorno lei ti dimentichi sempre e ci sarò solo io nel suo cuore-rispose Leon asciugandosi gli occhi dalle lacrime.
Tomas lo prese per il colletto della camicia per farlo alzare e disse:-Ora ascoltami bene, Leon. Se fosse come dici tu, Violetta non starebbe nel suo letto a piangere disperata e inconsolabile per la vostra rottura quindi ora tu riprendi lume della ragione e sali da lei per ascoltarla e per farci pace-
-No Tomas, tra me e Violetta è finita-disse Leon deciso.
-Non mi lascia altra scelta-disse Tomas a quella frase, dandogli uno schiaffo per scuoterlo.
-Non permetterti mai più di farlo idiota!-esclamò Leon irritato, dandogli uno schiaffo di rimando.
-Cosi ti voglio-disse Tomas con sorriso a quello schiaffo.
Stava reagendo era un buon segno. Doveva provocarlo di più.
Leon non capiva quel sorriso, gli aveva dato uno schiaffo e lui sorrideva come un idiota.
All'improvviso si senti spingere da Tomas, si ritrovò immerso nella piscina e quando riemerse, lo guardo con uno sguardo d'odio e nuotò verso il bordo. Una volta sul bordo, afferrò la caviglia di Tomas e lo tirò giù in piscina per ripicca, quando Tomas emerse dall'acqua, si avvicinò a Leon per mandarlo giù e iniziò una piccola lotta tra loro. Leon si sfogo parecchio su Tomas.
Ora erano tutte e due appoggiati con le braccia sul bordo-piscina.
-Ti sei calmato ora?-chiese Tomas guardando verso di lui.
-Si ora va meglio-rispose Leon calmo.
-Ho avuto una idea magnifica-disse Tomas con un sorriso.
-Non montarti troppo la testa, Tomas o ti annego di nuovo-disse Leon con il suo solito modo di fare.
-Ora che ti sei sfogato e calmato, perché non vai a chiarire con Violetta-gli suggeri Tomas tranquillo e sicuro del suo piano. Quello era il suo obiettivo finale.
La risposta di Leon non tardo ad arrivare.
-No, non posso. Come ti ho già detto è tutto finito tra me e Violetta-disse Leon deciso uscendo dalla piscina per prendere la sua tracolla e incamminarsi verso il portone.-ma apprezzo il tuo interessamento, Tomas e mi raccomando farla felice o altrimenti te la vedrai con me, se la vedo versare una lacrime a causa tua-
-No, Leon aspetta!-esclamò Tomas uscendo di fretta dalla piscina per fermarlo.
Ma proprio in quel momento il suo cellulare squillò e frugo nella tracolla alla ricerca di esso, bagnando un po' di cose  e appeno lo trovo, compari il nome di "casa" sul display e rispose subito.
-Ciao mamma... come mai chiami a quest'ora?... cosa?... che ti è successo?... ma ora come stai?...-
Fuori dal portone
Leon guardò il portone, nella sua mente si fece spazio tutti i ricordi legati a Violetta dal loro primo incontro ad ora. Era difficile andarsi e lasciarla ma non c'era altra soluzione.
-Mi mancherà tutto di te... svegliarmi la mattina con te tra le mie braccia... i tuoi sorriso... i tuoi abbracci... i tuoi baci... le tue carezze... la tua voce fusa alla mia mentre cantiamo la nostra canzone... io e te nel nostro luogo segreto... tutto mi mancherà... ma sarò forte per te... tu meriti di vivere una storia pienamente e non a meta... non ti dimenticherò mai Violetta... tu che hai cambiato la mia vita... non ci sarà giorno o notte che non penserò a te... ti amerò per sempre-
Così Leon guardò casa Castillo per l'ultima volta e si voltò per tornare a casa.
Fine prima parte.
 
Pianto??? 
 
Avete visto questi video http://www.youtube.com/watch?v=AEYOVfTAtvU e http://www.youtube.com/watch?v=BNeeAtnHUkE? Io non vedo l'ora di vederle la nuova stagione e partecipare a Violetta l'Evento per vedere il primo episodio di Violetta 2.
 
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=556069207757866&set=a.495991283765659.119262.397085896989532&type=1&relevant_count=6
Secondo voi chi è quello con la manica bianca?
Io dico e sperò Leon. 

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Capitolo 14
*** Cap 12.2 la musica maledetta, il ragazzo del sogno e rotture (seconda parte) ***



Sono tornata come promesso. Dedico questo capitolo a cucciolina1210.
 
El Verdadero Amor
 
Cap 12.1 La musica maledetta, il ragazzo del sogno e rotture (seconda parte)

Ludmilla e Maxi camminavano per i corridoi dello Studio 21 alla ricerca di un posto per non essere disturbati e soprattutto lontano dalle orecchie indiscrete per controlla il carillon e il mistero di quelle note comparse ieri sera.
Si fermarono di fronte ad uno sgabuzzino nel secondo piano, era il posto ideale e Ludmilla cerco di aprire la porta ma nulla era chiuso a chiave e la cosa era strana.
Perché chiudere un semplice sgabuzzino?
Qualcosa nella sua borsa iniziò a brillare, era il carillon di sua madre e sembrava che reagiva alla porta.
-Che succede?-chiese Maxi confuso.
-Non ne ho idea Maxi-rispose Ludmilla alquanto confusa. 
Di lì passarono Angie e Beto e si allarmarono alla vista di Ludmilla e Maxi vicino allo sgabuzzino.
-se aprono quella porta, sono guai-disse Beto agitato.
-si soprattutto se scopre qualcosa Gregorio-disse Angie agitata.-però senza poteri magici, non possono aprire la porta-
-giusto, hai ragione-disse Beto alle sue parole.
Quella cosa li tranquillizzò ma non sapevano che Ludmilla teneva in mano quel carillon.
-Penso che forse il carillon di mia madre, aprirà questa porta-disse Ludmilla convinta.
-in che modo?-chiese Maxi confuso dalle parole della sua Ludmilla.
-ora vedrai-disse Ludmilla con un sorriso.
Lei prese il carillon e lo mise contro la serratura e la porta si apri magicamente.
-visto. sono un genio-disse Ludmilla con il suo solito modo di fare.
-tu sei incredibile-disse Maxi senza parole.
-si lo so-disse Ludmilla con sorriso, riponendo il carillon nella borsa e trascinando Maxi dentro.
Angie rimase senza parole a quella scena e soprattutto alla vista di quel carillon.
Quel carillon era di sua madre.
Come era finito nelle mani di Ludmilla???
-Dobbiamo seguirli-disse Angie decisa, schioccando le dita e trasformandosi in una farfalla.
Beto si trasformo in una mosca e insieme ad Angie entrarono prima che Ludmilla e Maxi chiusero la porta.
Ludmilla e Maxi rimasero a bocca aperta a quella vista.
Non era uno sgabuzzino delle scope o di altre cose e c'erano delle scale che portavano chissà dove.
-Non sapevo che c'era un terzo piano-disse Maxi sconvolto.
-neanch'io-disse Ludmilla sorpresa.
Chissà perché nascondevano questa cosa?
Dove conducevano quelle scale?
Ludmilla e Maxi salirono le scale con una gran curiosità e si trovarono in un gran corridoio con tante porte con un simbolo strano, un cerchio musicale con la chiave di violino in mezzo. 
-Che strano posto!-esclamò Ludmilla guardandosi intorno.
Lei si avvicinò ad una delle porte, cerco di aprirla ma nulla e aiutata da Maxi, controllarono tutte le porte senza alcun risultato.
-E' tutto molto strano-disse Ludmilla ancora una volta.
-Già, chissà perché Antonio o gli altri professori non ci hanno mai parlato di questo luogo-disse Maxi confuso.
Angie e Beto ascoltavano i due.
Non avevano parlato di quel posto perché doveva restare segreto a tutti tranne a quelli dell'Ordine della Musica.
Il carillon di Ludmilla emanò un raggio di luce dalla borsa verso la fine del corridoio, lei lo segui attentamento e all'improvviso davanti a lei nel muro apparse un cancello dorato con lo stesso simbolo sulle porte.
-WOW!-esclamò Ludmilla a quella cosa.
Maxi era sconvolto. 
Cosa stava succedendo?
"Ludmilla Ludmilla Ludmilla"
Qualcosa la stava chiamando.
-Hai sentito Maxi?-
-Sentito cosa?-chiese Maxi stranito.
-Quella voce che mi chiamava-rispose Ludmilla con un sorriso.
Lui non aveva sentito nessuna voce.
-no, non ho sentito-disse Maxi confuso.
"Che sia anche lei una Magycol?"pensò Angie a quella scena.
-si mi ha chiamato-disse Ludmilla con uno strano sguardo, avvicinandosi al cancello e posando la mano su di esso.
Senti qualcosa di molto forte, invadere il suo corpo e si senti felice, molto felice e completa.
Che le stava succedendo?
Sentiva come se una parte importante di sé era dietro quel cancello.
Doveva aprire quel cancello e sapeva già come fare.
Ludmilla punto il carillon verso il cancello e si apri risuonando nell'aria una bella melodia che le scaldava il cuore.
Angie era sempre più convinta che Ludmilla era una Magycol ma non si spiegava il perché del carillon e perché non si era accorta di nulla.
-Andiamo Maxi-disse Ludmilla elettrizzata prendendo la sua mano per attraversare il cancello.
Maxi non ci capiva nulla.
Che stava succedendo?
Ludmilla si trovo in un prato con fiori e di fronte una villa grande con un secondo cancello, lascio la mano di Maxi per correre lì e mise la mano su quel cancello.
-sono arrivata-disse Ludmilla con un sorriso guardando la villa. 
"Si sei arrivata finalmente mia cara Ludmilla"disse il cancello contento.
-come sai il mio nome e che cos'è questo posto?-chiese Ludmilla curiosa.
Maxi la guardò un po' stranita.
Con chi stava parlando?
"So molte cose di te Ludmilla, ero sicura che avresti capito subito come arrivare qui ma non c'è da stupirsi, tu sei la nipote di Antonio e di Angelica"disse il cancello contento."hai la stessa intelligenza"
-cosa? Io nipote di Antonio!!!-esclamò Ludmilla sconvolta.
Maxi ci capiva sempre meno.
Angie rimase sconvolta quando Ludmilla alla rivelazione del cancello.
Se Ludmilla era nipote di Antonio e di sua madre, allora Ludmilla era sua nipote.
Non poteva crederci.
Ludmilla era sua nipote.
...
Tomas era a casa in camera da letto di sua madre. aveva avuto un piccolo incidente e ora era costretta a letto con una gamba fatturata.
-tranquilla, mamma, mi occupo io di tutto-disse Tomas premuroso.
-ma come fai per lo Studio e il lavoro?-chiese la madre preoccupata.
-tranquilla, non ti devi preoccupare-disse Tomas premuroso.-tu devi solo pensare a guarire-
-figliolo, è troppo per te. Il mio club non è semplice-disse la madre preoccupata.-e neanche aver a che fare con quelle signore-
-ti ho detto di non preoccuparti-disse Tomas deciso.
A quelle parole, sua madre non poteva ribattere e si senti fortunata di aver un figlio come Tomas.
Lui andò nell'altra stanza per chiamare allo Studio 21 per avvertire. Sapeva già che Gregorio avrebbe usato quella scusa per espellerlo ma in quel momento sua madre era più importante.
Nell'ufficio di Gregorio...
-Di cosa voleva parlarmi?-chiese Gregorio a Diego.
-Di Tomas-rispose Diego tranquillo.
Gregorio si strani a quel nome.
-e lei cosa a che fare con lui?-chiese Gregorio stranito.
Il telefono dello Studio squillò e Diego prese per rispondere.
-Studio 21. Chi è?-chiese Diego sapendo già che era Tomas.
-Sono Tomas, ho bisogno di avvisare che non posso venire perché ho un problema familiare-disse Tomas un po' nervoso.-mia madre si è rotta una gamba e non posso lasciarla sola.
-tranquillo Tomas, ora parlo io con Gregorio-disse Diego gentile e poi mise giù. o almeno fece finta.
Gregorio lo guardo un po' male.
-che sta succedendo?-chiese Gregorio un po' duro.
-Tomas ha un problema familiare, sua madre si è rotta una gamba-rispose Diego a Gregorio.-quindi non può venire-
-non mi importa-disse Gregorio duro.
-Gregorio, so che non sopporta Tomas ma pensi alla sua di madre, a suo posto non avrebbe fatto la stessa cosa-disse Diego cercando di far leva sul suo cuore.
Gregorio ricordò la sua bellissima mamma quando era in ospedale e si commesse.
-ok ma solo per questa volta sia chiaro-disse Gregorio.
Tomas aveva sentito tutta la conversazione e quel Diego gli stava già simpatico.
Diego sapeva che con quella mossa furba, si sarebbe fatto amico Tomas e quello che gli serviva e poi lui aveva fatto in modo da dividere Leon e Violetta.
Era un genio.
...
Violetta era uscita di nascosto di casa per andare da Leon, non riusciva a farsi una ragione che lui aveva rotto con lei per una cosa che non esisteva, non potevano star divisi o soffrire per nulla.
Era nel corridoio ad un passo dalla sua stanza dove si erano baciati sul letto.
Che ricordi!!!
Leon era sul letto, sdraiato con lo sguardo perso nel vuoto e una tristezza nel cuore infinito ma aveva fatto la cosa giusta per Violetta.
Inutile forzare una relazione quando una delle due persone amava il suo prima amore. Si facevano solo del male così.
-Leon, devo parlarti-disse Violetta nervosa sulla soglia della stanza.-non possiamo lasciarci per qualcosa che non esiste-
Leon si alzò un po' dal letto e la guardo triste.
Tomas esisteva e sarebbe esistito tra loro.
Era inutile illudersi e poi c'era quell'abbraccio e quello spartito.
La sua storia con Violetta per la cosa più bella e importante nella sua vita per lui, era finita per sempre.
-Violetta, è meglio se torni a casa-disse Leon duro.-Tomas è la persona che ami, non io-
"Mamma, perché Leon non capisce che io non amo Tomas?"pensò Violetta disperata.
-No, Leon. Tomas è solo un amico. Io ti amo-disse Violetta con le lacrime agli occhi.-perché non lo capisci?-
perché è così, Violetta-disse Leon testardo.
-Non è così, se mi fai spiegare forse capirai-ribatté Violetta sincera.
-non voglio ascoltare nulla, voglio che te ne vai-disse Leon freddo.-vai via, Violetta!-
-Leon, ti pr...-
-Violetta, vattene via! Non voglio vedere la tua faccia più!-disse Leon cattivo.-mi hai rovinato solo la vita!-
Che cosa aveva fatto per meritarsi quelle parole?
Perché non la faceva parlare e spiegare come erano andate le cose?
Perché faceva così?
Quello non era il suo Leon. Il suo Leon non avrebbe mai fatto così.
Faceva male, tanto male.
La freddezza di Leon le ghiacciava dentro e senti come tante lastre di ghiaccio pungerle il cuore.
-ok, Leon, me ne vado-disse Violetta piangendo e singhiozzando come una bambina, scappando via.
Leon tirò un calciò alla sedia, arrabbiato.
Non voleva far soffrire Violetta ma era l'unico modo per allontanarla da sé.
Se era così duro e cattivo, era meglio e Violetta tornava con Tomas tranquillamente.
Sperava che un giorno, Violetta avrebbe capito.
Le cose dovevano andare così.
Violetta usci da casa di Leon tutta distrutta.
"Perché mamma? Perché tutto si è rovinato? Perché non gli ho detto le mie insicurezze? Perché? Perché?"pensò Violetta disperata.
Violetta stava attraversando la strada senza guardare e Simon la salvo al volo.
-Tutto bene?-chiese Simon premuroso.
-No, non va bene-disse Violetta scoppiando a piangere tra le braccia di Simon.
"Ora mi prenderò cura io di te, Violetta"pensò Simon con un sorrisetto soddisfatto."presto il mio caro cuginetto, non farà parte della tua vita"
Nello stesso istante Diamante entrò dalla finestra di Leon pronta all'azione.
Leon rivedeva davanti agli occhi, le lacrime di Violetta e il suo sguardo ferito e riusciva a sentire il suo cuore spezzato dalle sue parole.
Senti all'improvviso qualcosa sopra di sé.
Apri gli occhi e vide Diamante.
Era così sorpreso di vederla.
Com'era entrata?
Per lo più in reggiseno e gonna.
-Che st...-
-ssh...-disse Diamante con uno sguardo particolare, slacciandosi il reggiseno.-sono qui per consolarti. Lasciati andare-
Diamante si avvicinò a lui per baciarlo.
...
Ludmilla era ancora incredula di quella rivelazione sconvolgente. 
Lei nipote di Antonio.
Com'era possibile? E Chi era questa Angelica?
-non ho capito. Come posso essere la nipote di Antonio?-chiese Ludmilla incredula al cancello.
"perché tua madre Susanna è la figlia di Antonio e non è tutto, sei la nipote di Angie e di Maria, la madre di Violetta"le rivelò in cancello.
Angie era sua zia???
E Violetta era sua cugina???
Ma come era possibile???
Era tutto così sconvolgente.
Anche Angie era sconvolta, Susanna era la loro sorella maggiore scomparsa e aveva dato alla luce Ludmilla.
-io e Violetta siamo cugine!! Ho litigato, detestato e ferito mia cugina-disse Ludmilla sconvolta e piena di sensi di colpa.-e Angie è mia zia quindi anche quella di Violetta. E' incredibile!-
-io non ci sto capendo nulla, Ludmi-disse Maxi confuso.-che cosa sta succedendo? Con chi parli? Cos'è questa storia di Antonio, di Violetta che è tua cugina e Angie è tua zia?-
-Tu non hai sentito nulla?-chiese Ludmilla a quella domanda.
-no, non ho sentito nulla-disse Maxi sincero.-mi stai preoccupando. Parli da sola-
Perché Maxi non sentiva la voce del cancello?
Perché capitava solo a lei?
Era un vero mistero.
-mi sta parlando il cancello-disse Ludmilla alle sue parole.
-il cancello??? Un cancello non può parlare-disse Maxi perplesso.
-so solo che suona molto da pazza ma credimi è la verità-disse Ludmilla prendendo la sua mano sincera.
Quella storia era strana ma gli occhi di Ludmilla erano sinceri.
Non poteva sentire però credeva alla sua fidanzata o meglio futura fidanzata.
-Ok ti credo anche se non sento nulla e mi sembra tutto strano-disse Maxi con un sorriso.
Angie sapeva perché Maxi non poteva sentire il cancello perché non era un Magycol. Solo i Magycol potevano sentire o vedere le cose fatte con la magia della musica.
Angie non vedeva l'ora di abbracciare Ludmilla. 
Era così contenta di averla ritrovata.
...
Casa di Tomas
Tomas apri la porta e si trovo davanti un ragazzo dello Studio ma non lo conosceva.
-Ciao so che non mi conosciamo-disse Diego con un mazzo di fiori in mano.-ma io sono Diego-
Era la voce di quel ragazzo al telefono che aveva convinto Gregorio.
-io sono Tomas e ti ringrazio per le tue parole a Gregorio-disse Tomas con un sorriso, facendolo entrare in casa.
-oh hai sentito? Pensavo di aver messo giù-disse Diego da grande attore entrando. 
-no ma mi ha fatto piacere, mi sei simpatico-disse Tomas cadendo nella trappola di Diego.-ti offro qualcosa?-
-si un succo grazie-disse Diego con un finto sorriso.-e questi sono per tua madre, mi dispiace tanto per lei-
Quel Diego gli stava simpatico ogni secondo che passava.
-oh grazie. A mia mamma piacciono molto le orchidee-disse Tomas prendendo il mazzo di fiori per metterlo nel vaso.-Accomodati su divano, io torno subito-
Era stato così facile.
Tomas torno subito dopo con un bicchiere di succo d'arancia e glielo diede.
-grazie-disse Diego con un sorriso.
Tomas si accomodo accanto a lui.
-strano che questi mesi, non ci siamo mai parlati-disse Tomas iniziando una conversazione.
-sono un tipo che non do molta confidenza ma tu mi piaci Tomas come persona-disse Diego fintamente. 
-ti ringrazio. Io non ti conosco ma mi dai una buona sensazione a pelle-disse Tomas con un sorriso.
-allora potremo essere amici se ti va?-chiese Diego allungandola mano verso Tomas.
-si mi piacerebbe molto-rispose Tomas entusiasta prendendo la mano di Diego.
Diego guardò attentamente Tomas negli occhi con un occhi rossi e lui cadde in un sonno profondo.
Si avvicinò al suo collo, tirò fuori i canini e succhiò.
Tomas non era un Magycol, ma un semplice essere umano ma aveva la musica dentro di sé e per loro Sibilyn l'energia musicale era una cosa fantastica per acquisire più potere.
Quella di Tomas era perfetto per lui.
...
Leon fermò Diamante e si mise seduto.
-Sei carina ma io amo Violetta-disse Leon deciso.
-ma lei non ti ama, ama Tomas mentre io amo solo te Leon-disse Diamante con voce calda e cercando di ribaciarlo.
Era vero, Violetta amava Tomas ma questo non voleva dire che lui si sarebbe messo o avrebbe baciato la prima che capita per consolarsi.
Amava Violetta e sarebbe stato sempre così.
-non importa, io amo solo Violetta-disse Leon sincero, spostandola da sé.
Diamante non riusciva a capire come Leon poteva respingerla in quel modo.
Lei si alzò dal suo letto e si spoglio completamente per attirare l'attenzione di Leon, era l'unico modo.
Quella ragazza non aveva capito le sue parole.
Non cambiava se era vestita o meno. 
Lui continuava ad amare Violetta.
-Diamante, vestiti subito e riprenditi un po' di pudore-disse Leon giustamente.
-no, non me ne vado-disse Diamante decisa.
Leon era irritato da quell'insistenza.
-Non hai capito che devi andartene-disse Daphnée dura.-i tuoi tentativi patetici e da sgualdrina non hanno effetto su Leon. Lui ama Violetta-
Diamante si vesti e usci fuori dalla finestra, irritata.
Si sarebbe vendicata di Daphnée.
-grazie per l'aiuto-disse Leon di cuore.
-di nulla, non sopporto le ragazze come lei-disse Daphnée.
Si avvicinò per abbracciarlo a quello sguardo super triste.
-Dimmi che è successo-disse Daphnée premurosa.
-ho lasciato Violetta-disse Leon triste.
Daphnée ci rimase a quelle parole.
Leon era stupido o cosa?
Amava Violetta.
Perché lasciarla?
Aveva bisogno di ragionare un po' e lei era lì per quello.
...
Gregorio aveva convocato tutti nella sala prove, Ludmilla era tornata con Maxi da quel posto misterioso con la promessa di trovare il libro e i suoi poteri magici e lei e Angie si guardavano quando l'altra non guardava. Tutte due molto emozionata a quella cosa.
C'erano tutti mancava solo Francesca, Diego e Daphnée all'appello.
-Ora vi farò ascoltare una melodia-disse Gregorio al pianoforte.
Iniziò a suonare lo sparito dato da Daphnée la sera prima.
Era una melodia lugubre, molti studenti si sentirono triste a quella melodia mentre Ludmilla ed Angie non riuscivano a sopportarla, sentivano qualcosa di maledetto.
Ludmilla si tappò l'orecchie a quella melodia ma era tutto inutile, in un modo o in un altro entrava nella sua testa.
Maxi vide Ludmilla svenire e lei la prese a volo.
Anche Angie ebbe un capogiro e Beto la prese subito.
Intanto nel corridoio Francesca era alla ricerca di Tomas quando senti quella melodia terribile, entrare nella sua testa e non capiva perché ma le faceva male.
Diego guardò la scena e vide Francesca svenire a terra alla melodia rivelatrice.
"Bene bene, una Magycol"pensò Diego con un sorrisetto.
Si chinò su di lei e le mise una mano sul suo corpo e senti che i suoi poteri non erano stati ancora risvegliati ma mancava poco.
La sua magia sarebbe stata molto forte una volta risvegliata.
Chissà che sapore avrà?
Diego prese la sua mano per portare il suo polso alla sua bocca e mordere ma accadde una cosa strana.
Nel momento in cui toccò i suoi palmi si toccarono, senti una scossa potente e qualcosa bruciare nel suo palmo.
Diego lasciò subito per controllare la mano e trovo un simbolo.
http://www.flickr.com/photos/keepmeinyourmemory/4969994593/lightbox/
Che cos'è?
Non conosceva quel simbolo.
Controllo il palmo di Francesca e trovo lo stesso simbolo.
Perché erano apparsi appena aveva preso la sua mano?
Doveva andare in fondo a questa cosa.
Prese in braccio a Francesca e scomparire nel nulla in una nube nera.
Maxi portò subito Ludmilla in infermeria subito e anche Beto ad Angie.
Aqua si fece mettere sul lettino per controllare subito le due, naturalmente mando fuori Maxi.
-Mi vergogno-disse Angie mortificata.-non sono riuscita ad impedire che la melodia cessasse e non ho saputo proteggere gli studenti. Mi ha colpita in un modo terribile-
-non devi essere così dura-disse Aqua tranquillizzandola.-è naturale quello che ti è successo, quella melodia è fatta apposta per rivelare noi Magycol ma soprattutto la vostra famiglia-
Angie si voltò verso Ludmilla e prese la sua mano.
-come sta?-chiese Angie preoccupata.
-non molto bene-disse Aqua sincera.
Dentro di Ludmilla.
Ludmilla si sveglio in un posto tutto viola e nero, sentiva tristezza, dolore e tutte sensazione negative e non capiva.
Sentiva quella melodia ovunque e il suo corpo privo di forze.
Che stava succedendo?
Perché si sentiva così?

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Capitolo 15
*** Cap 12.3 la musica maledetta, il ragazzo del sogno e rotture (terza parte) ***


Dedico questo capitolo a ines_love_321

El Verdadero Amor
Cap 12.3 La musica maledetta, il ragazzo del sogno e rotture (terza parte)


Diego apparse nella biblioteca della sua villa, appoggio Francesca nella poltrona e richiamo il libro dei simboli con la magie, ce n'erano parecchi e si mise a controllare uno per uno alla ricerca di quel maledetto simbolo comparso sulla sua mano e quella di Francesca.
Francesca apri gli occhi e si trovo in quella grande biblioteca confusa con la testa che scoppiava e la mano le bruciava parecchio. Si guardò la mano e trovo quel simbolo.
Che significava?
Da dove era apparso?
Che ci faceva lì in quella biblioteca?
Si girò e vide Diego impegnato a leggere dei libri che era sospesi nell'aria.
Non poteva essere.
La magia non esisteva.
Perché Diego era lì?
Francesca si alzò dalla poltrona per uscire da lì senza essere vista da Diego.
-non muoverti-disse Diego duro.
-che ci faccio qui?-chiese Francesca a tono.-lasciami andare-
-Non posso-disse Diego a tono.-e quindi torna lì sulla poltrona-
-no, non mi fare comandare da te-disse Francesca a tono.
Nessuna ragazza gli aveva mai risposto così.
Quella Francesca aveva molto coraggio.
-Siediti subito e non farmi arrabbiare-disse Diego irritato.
-no-disse Francesca decisa.
Diego non aveva mai conosciuto nessuna ragazza che lo irritava in quel modo e Francesca nessuno così prepotente in vita sia.
L'antipatia era reciproca. 
Diego uso la magia per farla sedere sulla poltrona, Francesca sentiva il suo corpo muoversi da solo e bloccarsi sulla poltrona e ne fu spaventata.
-che cosa è successo?-chiese Francesca a tono bloccata sulla poltrona.-che mi hai fatto?-
-calmati è solo un piccolo incantesimo-rispose Diego girando la pagina di un altro libro con la magia.
Diego era un mago???
-non sono un mago, sono un essere più superiore. Un Sibilyn e tu sei una Magycol-rispose Diego leggendole le mente.
-Sibilyn?? Magycol???-esclamò Francesca confusa.-che cosa stai parlando?-
-della tua vera natura, mia cara Francesca-disse Diego con un sorrisetto.
Francesca fu confusa a quella frase.
La sua vera natura. Non capiva.
-sei un essere speciale, anche se sei votata al bene e la testa che ti scoppia è il risultato della melodia rivelatrice-spiegò Diego avvicinandosi a lei.-ora io e tu non perché siamo legati da questo simbolo e devo scoprire come rompere qualunque cosa sia-
Diego mostro il suo palmo della mano e anche lui aveva il suo stesso simbolo.
Era sempre più confusa di prima.
Sibilyn. Magycol. Simboli strani. 
Quello doveva essere per forza un sogno.
-non è un sogno, Francesca, è la realtà-disse Diego ancora una volta.
-la smetti di entrare nella mia testa, mi da fastidio-disse Francesca irritata.
-è colpa del simbolo. Non mi interessa certo entrare nella tua testa-disse Diego odioso.
Diego era proprio odioso.
Perché aveva avuto la sfortuna di essere legata a lui?
Voleva cancellare quel simbolo sulla mano.
Voleva andarsene da lì.
Anche lui voleva che se ne andava a più presto.
Non gli piace quella cosa sopratutto essere legato ad una Magycol.
Odiava quella situazione.
-A chi lo dici-disse Francesca leggendo la sua mente inconsapevolmente.-non voglio essere legata a te-
Ora anche Francesca leggeva la sua mente, la cosa del simbolo peggiorava.
Doveva trovare la soluzione a più presto.
La liberò dall'incantesimo.
-Su dai dammi una mano-disse Diego lanciandole un libro contro di lei.
-Ehy non farlo più-disse Francesca irritata a quel gesto, prima di mettersi a sfogliare il libro.
...
Aqua fece bere una pozione a Ludmilla e lei pian piano ritorno nel mondo reale per uscire da quello lugubre della melodia e Angie abbraccio la nipote con gran affetto.
-oh Ludmilla, nipote mia! Sei stata così tanto tempo sotto i miei occhi eppure non mi sono accorta di te-disse Angie con le lacrime agli occhi.-perdomani-
-perdomani tu, zia, per come ti ho trattata e per come mi comportata-disse Ludmilla strigendosi a lei con molto affetto.
Zia e nipote si erano ritrovare.
Aqua e Beto si commesero a quella scena. 
-cosa mi è successo?-chiese Ludmilla una volta sciolto un abbraccio.
-ti spiegherò tutto stasera, vieni a casa mia-disse Angie scrivendo il suo indirizzo su un foglietto.
-grazie-disse Ludmilla prendendo il fogliettino.
Ludmilla usci dall'infermeria e ci trovo Maxi tutto preoccupato.
-sono qui-disse Ludmilla con un sorriso.
Maxi la baciò con tanto amore.
-ho avuto paura-disse Maxi tenendola a sé.
-ma sto bene, è stata sola quella melodia-disse Ludmilla rassicurandolo.-adoro i tuoi baci-
Il cellulare di Maxi squillò.
Era Napo.
"Attenti, Brenda sta tenendo una trappola a Ludmilla. Non so di cosa si tratta ma attenti"
Maxi non capiva perché Brenda non lasciava in pace a Ludmilla.
"Tranquillo, Napo. Porto Ludmilla al Resto-Band"
Maxi prese la mano di Ludmilla e la porto fuori dallo Studio 21.
-Maxi, cosa sta succedendo?-chiese Ludmilla alla sua faccia preoccupata.
-ti racconto dopo-disse Maxi sottovoce.
Ludmilla non capiva però si fidava di lui.
...
German telefono ad Ana di nascosto da Jade, chiudendosi nel suo ufficio per parlare della faccenda di Leon.
-Sei sicura che non vuoi che venga?-chiese German dolce.
-German, vorrei averti accanto contro quell'odioso di Gregorio ma non si può ancora-disse Ana giustamente.
-vorrei starti accanto-disse German dolce.
-si lo so ma presto sarà così, quindi promettimi di star lì-disse Ana conoscendolo bene.
-si promesso-disse German con molto sforzo.
-ti amo-disse Ana sottovoce.
-anch'io tanto-disse German attaccando la chiamata.
Non riusciva a stare con le mani in mano o non star al suo fianco in quel momento, sapeva di aver detto ad Ana di restare a casa ma non poteva.
Avviso Roberto e usci per andare allo Studio 21.
Angie era fuori dallo Studio 21 con Angelica, aveva subito mandato un sms per dare la notizia su Ludmilla. Era così felice della cosa e anche sua madre, le mostrò una foto di Ludmilla e subito Angelica riconobbe i tratti di Susanna.
Angie le raccontò che Ludmilla viva da sola con il padre e che Susanna aveva abbandonato lei e il padre quando lei era piccola.
Chissà perché quello strano comportamento? Chissà dov'era o come stava? Come aveva vissuto? 
Angie raccontò anche che Susanna era stata per un po' di tempo una prostituta e poi aveva incontrato il padre di Ludmilla. Angelica rimase sconvolta della cosa, la sua bambina era finita a fare la prostituta. 
Com'era ci era finita?
In che mani era caduta?
Voleva incontrarla e farsi perdonare di non averla protetta e tutto il resto.
Angelica si sentiva in colpa molto in colpa.
Angie stava per rassicurarla quando vide German.
-German, che ci fa qui?-chiese Angie mentre sua madre si trasformo con un incantesimo.
-Angie, che ci fa qui?-chiese German sorpreso.
-no, sono io che glielo chiesto per prima-disse Angie a quella domanda.
-devo parlare con il direttore insieme ad una mia amica-disse German sincero.
Di sicuro si riferita ad Ana per la faccenda di Leon ma se entrava, scopriva tutto di Violetta.
Doveva impedirlo.
-Gregorio è molto occupato-disse Angie più convincente possibile.-non si libera tanto facilmente-
-e lei che ne sa?-chiese German sospettoso.
-perché...-
Ora che si inventava.
Maledette bugie.
Pablo aveva ragione, le bugie portavano solo guai.
-perché Leon me ne parlato-disse Angie la prima cosa che le veniva in mente.
German guardo con un po' di sospetto ad Angie a quelle parole però decise di crederle.
-ah ok comunque non mi ha detto che ci fa qui-disse German ancora sospettoso.
-qui vicino c'è il Resto-Band e Pablo lavora lì-disse Angie tra verità e bugia.-stavo andando lì-
-be' vengo anch'io, ho un po' di fame-disse German all'improvviso.
Angie e German andarono così al Resto-Band insieme, Pablo appena vide la sua promessa sposa fu raggiante ma alla presenza di German divenne geloso.
Che ci facevano insieme???
Non gli piaceva quella cosa per niente.
-Pablo, amore-disse Angie contenta avvicinandosi a lui per dargli un bacio.
Ma lui si scosto.
Perché si era scostato?
-che hai?-chiese Angie sorpresa a quel gesto.
-sto lavorando-disse Pablo mentendo.
-non è questo, ti conosco bene-disse Angie giustamente.
German si sedette su un tavolo per guardare il menù e non essere coinvolto in quella faccenda.
-Sto bene-disse Pablo mentendo.-ora devo prendere l'ordinazione di German-
Il modo irritato in cui aveva detto German, fece capire che era per gelosia.
Quando avrebbe capito che German non era più nulla per lei?
Era stanca di questa gelosia da parte sua.
German era il padre di Violetta, suo cognato e avrebbe fatto sempre parte della sua vita.
Angie lo prese da parte in attimo per parlargli a quattrocchi.
-Sei geloso di German? E' questo?-chiese Angie incrociando le braccia.
-io geloso? Ma figurati-disse Pablo negando l'evidenza.
quando capirai che per me esisti solo tu-disse Angie esasperata.-e che questa gelosia è senza senso-
-allora perché eravate insieme?-chiese Pablo a quelle parole.
-non posso credere che mi stai chiedendo questo-disse Angie incredula.-ti devi fidare di me o se no non ha senso che ci sposiamo-
Angie ritorno da German arrabbiata per la non fiducia di Pablo in lei.
German capi che c'era qualcosa che non andava in lei, ormai la conosceva e anche se non provava nulla per lei come prima pensava, si era affezionato a lei e anche Violetta.
Forse doveva farla tornare a casa loro per il suo ruolo d'istitutrice.
Violetta aveva bisogno di Angie, si sentiva al suo agio con lei e lui doveva essere più elastico.
-Angie, non so che è successo ma non voglio essere causa di problemi tra te e Pablo-disse German prendendo la mano.
-tranquillo, non sei tu il problema-disse Angie alla sua gentilezza.
-e poi voglio dirti o meglio proporti di tornare da noi per riprendere il tuo ruolo-disse German molto convinto.-manchi a tutti, ad Olga, a Roberto e a Violetta soprattutto lei. Ha bisogno di te-
Pablo ascolto quelle parole attentamente e quella mano di German su quella di Angie, gli dava un fastidio.
Perché non toglie quella mano? Angie è la mia fidanzata. E' la mia futura sposa e poi lui ha Ana adesso"pensò Pablo geloso."Spero che Angie gli dica di no, perché sarebbe un errore ritornare in quella casa e poi ci sono io"
Angie fu sorpresa da quelle parole, non si spettava una proposta del genere.
Certo che voleva tornare accanto della sua nipote.
In questo peridio, era mancato tutte le cose che facevano insieme.
Quanti ricordi accanto a Violetta.
La sua bella nipote.
Una delle sue tutti nipoti ma quella con la quale era più legata.
Ludmilla guardò sua zia Angie e il padre di Violetta, che era suo zio.
Presto sarebbe entrata in quella famiglia.
Era contenta e non vedeva l'ora di dire a Violetta che erano cugine.
-Ecco qui il tuo frullato preferito, Ludmi-disse Maxi dolce, mettendoglielo davanti.
-Sei un tesoro-disse Ludmilla sporgendosi per dargli un bacio.
-oh per così poco-disse Maxi arrossendo.
Ludmilla sorrise a Maxi e prese un sorso di quel buonissimo frullato alla fragola.
Quando qualcosa senti pizzicare nella sua gola, iniziò a starnutire e a sentirsi male.
-che c'è?-chiese Maxi preoccupato.
-c'è qualcosa in questo frullato che mi fa male-disse Ludmilla respirando a fatica.
Angie vide la scena e subito si avvicinò.
"Devo intervenire subito"pensò Angie usando la magica dentro la borsa.
Tiro fuori un antistaminico e glielo somministrò.
Ludmilla riprese pian piano a respirare normale.
-Stai bene?-chiese Angie preoccupata.
Ludmilla si aggrappo a lei e le sussurrò:-grazie zia-
Maxi fu sollevato a quella scena ma non capiva che poteva esserci nel frullato da farle male e poi vide da lontano Brenda.
Era stata quella strega.
Ma ora avrebbe capito che non doveva toccare la sua Ludmilla.
Si alzò fuori e usci fuori.
Brenda si allontanò verso un alberto e aspetto con ansia arrivo di Maxi.
-Come ti sei permessa? Poteva anche morire. Non capisci la gravita della cosa, Brenda-disse Maxi sbattendola contro l'albero furioso.
-così ti voglio, Maxi. Aggressivo-disse Brenda con uno sguardo pieno di desiderio.-non sei fatto per essere una nullità. Tu sei migliore di quei mediocri-
-quelli che chiami nullità sono i miei amici-disse Maxi sbattendola ancora di più fuori di sé.
-Non capisci che più fai così più mi ecciti-disse Brenda con voce sensuale.
-Senti, non avvicinarti più alla mia Ludmilla-disse Maxi bello chiaro.-o se no ti finisce m...-
Brenda lo baciò prontamente e Ludmilla vide da lontano Maxi che teneva Brenda in quel modo e le loro labbra unite in un bacio.
"Non crederci. Maxi..."pensò Ludmilla senza parole e con le lacrime agli occhi.
Ludmilla scappo via da quella crudele realtà.
Aveva ragione Gregorio.
A Maxi piacevano tutte.
Che schiocca!
Aveva creduto alle sue parole.
Sapeva che non doveva fidarsi di lui.
Ora aveva il cuore spezzato.
Gregorio spunto all'improvviso avanti a lei.
-che ti è successo?-chiese Gregorio preoccupato.
Ludmilla si rifugio nelle sue braccia così indifesa e vunerabile.
-tranquilla, Ludmilla, ci sono io-disse Gregorio stringendola con un sorrisetto.-io non ti tradirò con una certa persona. Fidati di me-
"Missione compiuta. Quel rapper non sarà più un ostacolo. Ottimo lavoro Brenda"pensò Gregorio soddisfatto.
Maxi si spinse via Brenda subito.
-ma sei impazzita!-esclamò Maxi furioso.-non farlo più!-
Maxi torno al Resto-Band da Ludmilla ma non c'era più.
Chissà dov'era?
Domando ad Angie ma nulla.
Così chiese agli altri ma neanche aveva visto dov'era andata.
Era un bel mistero.
Prese il cellulare per chiamarla ma non rispondeva alle sue chiamate.
Che stava succedendo?
Era così preoccupato e voleva vederla e assicurarsi che stava bene, Ludmilla era la cosa più bella che gli era capitata in vita sua.
Poi pensava a Brenda. Come si era permessa di baciarlo? Era orribile. 
Detestava quella ragazza come il cugino Diego, erano delle persone sgradevoli al massimo.
...
Violetta era al parco insieme a Simon, lui la teneva stretta a sé e la consolava per le parole dette dal cugino.
-su Violetta, sono sicuro che Leon cambierà idea-disse Simon fintamente.
-tu ne sei sicuro?-chiese Violetta un po' scettica.
-lo conosco, è testardo e sopratutto impulsivo-disse Simon.-ma ti ama, devi solo lasciarlo un po' sbollire la rabbia-
Simon aveva ragione.
-grazie Simon-disse Violetta di cuore.-avevo bisogno di un amico-
-starò sempre al tuo fianco-disse Simon dolce.-per ogni cosa che ti serve, contata pure su di me-
-grazie Simon-disse Violetta sciogliendo l'abbraccio.
"Sono fortunata ad avere in questo momento Simon al mio fianco, mamma"pensò Violetta asciugandosi gli occhi.
Sentiva di poter fidarsi di lui come con Leon. Be' era il cugino forse era per quello.
...
Pablo si avvicinò ad Angie dopo l'uscita di German dal Resto-Band.
-spero che non hai intenzione di tornare in quella casa-disse Pablo deciso.-perché hai fatto la cosa giusta andandotene da lì e basta mentire-
Ecco che ricominciava le sue prediche.
Era veramente stanca.
Ormai non parlava di altro.
-Basta! Veramente basta, Pablo! Io mi sono seccata di sentire le stesse cose-disse Angie esasperata.
-Ti dico questo perché mi preoccupo per te-disse Pablo giustamente.-non mi diverto certo-
Sapeva che Pablo si preoccupare per lei e lo apprezzava molto ma così finiva solo per litigare ogni volta che si nominava German, la villa o il passato.
Ah proposito di passato, doveva ancora dirgli il suo segreto ma non era quello in momento. 
-lo so che non ti diverti ma cerca di capirmi, Violetta ha bisogno di me. Devo tornare in quella casa-disse Angie prendendo la sua mano.-ti prego, amore-
-e noi? Il matrimonio? Dove andranno? Sempre in secondo posto dell'esigenze di German o di Violetta-disse Pablo a quelle parole.-forse metterci è stato un errore-
-non dirmi così, Pablo-disse Angie cercando di farlo ragionare.-non è vero, tu non sei al secondo posto ma anche loro fanno parte della mia vita-
Pablo cercava di capire ma non ci riusciva.
Forse era troppo egoista ma voleva Angie a casa sua e vivere ogni momento con lei senza pensare di doverla chiamare ogni volta per vedersi o quando Violetta o German avevano bisogno e poi c'era il fatto che non aveva detto che era la sorella di Maria.
Però non voleva perdere Angie per nulla al mondo.
-ok cercherò di accettarlo-disse Pablo con un sorriso.
Angie lo bacio.
-ti assicuro che non cambierà nulla-disse Angie con un sorriso. 
Pablo non ne era sicuro però si fidava di Angie.
-allora quando arriva...-
Il cellulare di Angie squillò.
"Angie, ho bisogno di te. Vediamoci allo Studio 21"
Era Violetta.
Era sorpresa di quel sms, sapeva che Violetta era a casa quindi non capiva perché era allo Studio 21.
Forse era successo qualcosa con Leon e voleva parlargliene.
-Pablo, devo andare-disse Angie di fretta dando un bacio.
Angie corse subito allo Studio 21 ma di Violetta non c'era traccia.
"Bene, bene cara Angie sei caduta nella mia trappola"pensò Gregorio soddisfatto.
Iniziò a suonare una melodia con un flauto e subito Angie si senti la testa esplodere.
"Da dove viene questa musica?"pensò Angie cercando di tapparsi le orecchie."E' simile a quella di prima ma ancora più potente, non riusco a reagire"
Gregorio aumento il ritmo.
"E' insopportabile questa melodia, voglio che smetta"
Angie non riusci a reggere quella melodia e svenne tra le braccia da German.
German stava tornato da casa quando aveva visto Angie in quello stato come succedeva con Maria e subito l'aveva soccorsa preoccupato.
Era anche lei del mondo di Maria?
Non lo sapeva ma doveva aiutarla.
Iniziò a canticchiare una canzone tenendola sempre nelle sue braccia e lei pian piano si sveglio a quella dolce melodia.
-stai bene?-chiese German premuroso.
-si grazie-disse Angie con un sorriso ancora tra le sue braccia.
Pablo vide Angie tra le braccia di German e allora capi.
Sarebbe stato solo il rimpiazo di German e quel ruolo non gli piace per nulla.
Angie si accorse di Pablo e si alzò da German per correre da lui.
-Pablo, non è come credi-disse Angie al suo sguardo ferito.
-Angie, chiudiamola qui-disse Pablo all'improvviso.-non ci riesco, non voglio questo ruolo. Tu ami German-
-No, non è vero-disse Angie con le lacrime agli occhi.-io amo te, Pablo-
-non mi guardavi neanche fino a guardo hai conosciuto German, poi con lui non era possibile e hai iniziato a guardarmi-disse Pablo ferito.-non si può convincersi di provare qualcosa che non si prova-
Angie non capiva perché Pablo non la credeva.
Era convinto che lei amava German.
-non dire così, non è vero-disse Angie avvicinandosi ancora di più.
-tu non vuoi ammetterlo, Angie, so che cosi da quella telefona di ieri notte e poi te ne sei andata-disse Pablo convinto.-e sei tornata come nulla fosse successo e stamattina mi ha mentito-
Pablo aveva sentito la converazione ma non aveva capito nulla.
Era ora di rivelare a Pablo la sua identità.
-non è come credi, c'è una spiegazione a quello che è suc...-
-Angie, basta! Tra noi è finita!-esclamò Pablo deciso prima di andarsene.
Doveva essere un incubo. Un brutto incubo.
-Ti prego, Pablo, non andartene-disse Angie disperata.
Non poteva finire così.
Loro due si dovevano sposare.
Il loro era vero amore.
Pablo aveva frainteso tutto a causa delle sue bugie.
Anche Angie come Violetta, capi che le certe bugie potevano alla fine di un rapporto.
...
Angie cerco Pablo in tutti i posti possibili ma non riusciva a trovarlo, perfino nel loro appartamento non c'era.
Chissà dov'era finito?
Provo al cellulare ma nulla.
Era scomparso come nel nulla.
Voleva vederlo e chiarire tutto.
Neanche con la magia, riusci a trovarlo.
A che serviva essere una Magycol se non poteva rintracciare le persone che si amavano?
...
German torno a casa e sali in camera da Violetta per vedere come stava e la trovo vuota. Subito si preoccupo, stava per scendere giù nell'ufficio per prendere il cellulare quando trovo il biglietto di Violetta.
"Sono uscita a fare un giro, avevo bisogno di prendere aria. Torno tra poco. Tvb"
German si avvicinò al comodino per prendere il diario di Maria quando vide una cosa a terra dall'altra parte del letto così fece il giro per prenderlo e fece una faccia strana appena si accorse che quello era...
L'anello di Marta.
Solo una persona poteva averlo.
Lio.
Era tornato.
Doveva portare Violetta via di lì così corse a preparare le valige per sé e Violetta.
Quel posto non era più al sicuro per Violetta.
 
 
 
Attenzione: parto oggi in vacanza fino al 30 giugno. Aggiornerò i capitoli fino al 14.1 che ho già scritto e salvato sul portatile che mi porterò ma poi dovreste aspettare il mio rientro per scrivere. perché sarò sempre in giro quindi non avrò molto tempo.
 
 
 
 
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Capitolo 16
*** Cap 13 Fuga D'amore ***


Dedicato ad Allegra. So che aspettava questo capitolo da molto.

Cap 13 Fuga D'amore


Violetta arrivo al portone di casa, subito suo padre German la prese e la scaravento in macchina con il suo diario e quello di sua madre per poi chiudere le sicure di sicurezza per precauzione. Lei non si capi molto mentre la macchina parti e suo padre accelerava impazzito.
-papà, che sta succedendo?-chiese Violetta agitata, preoccupata e confusa.
-C'è ne andiamo da Buenos Aires-rispose German come la cosa più normale del mondo.
Cosa???
Andarsene via da Buenos Aires?
Suo padre era impazzito.
-papà, non puoi farmi questo. Qui ho tutto-disse Violetta arrabbiata.-Angie, amici, Leon-
-un giorno capirai-disse German alla rabbia di sua figlia.-lo faccio solo per il tuo bene-
Ecco che usava quella scusa.
Per il suo bene.
Così la faceva solo soffrire.
"Non voglio andarmene, mamma"pensò Violetta con le lacrime agli occhi.
Non voglio lasciare quel posto in cui aveva scoperto tutto, la sua vocazione per la musica, la vera amicizia e il vero amore.
Suo padre era un gran egoista.
Non pensava ai suoi sentimenti.
Non sarebbe cambiato mai.
Poi i suoi pensieri andavano a Leon, l'amore della sua vita.
Quanti ricordi riecheggiavano nella sua mente, dal loro primo incontro alla loro rottura.
Ogni momento sarebbe stato custodito dentro di sé.
Prese di cellulare.
"Leon, so che non vuoi parlarmi ma ho una brutta notizia"
Invio il messaggio con le lacrime agli occhi.
Arrivo subito dopo un sms proprio di Leon, lo apri subito.
"Che brutta notizia? Non farmi spaventare"
Violetta sorrise a quella risposta.
Leon era ancora interessato a lui.
"Mio padre è impazzito, mi ha messo in macchina e mi vuole portare via da Buenos Aires"
La risposta non tardo ad arrivare.
"Cosa??? E' impazzito. Non può farlo"
"Lo so ma sai come è fatto"
"Tranquilla, vengo a prenderti. Non permetterò a tuo padre di portarti via"
Quelle parole riempirono il suo cuore di gioia.
"Fatti fermare da qualche parte"
"Ma non sai neanche dove sono"
"Sarà l'amore a guidarmi da te"
Era proprio dolce, fantastico e lo amava con tutto il cuore.
Questo era l'esempio che quando l'amore era vero e sincero superava ogni cosa.
E' quello suo e di Leon, era Amore Vero.
Presto lei e Leon sarebbero stati di nuovo insieme, ne era sicura.
German vide Violetta più tranquilla e si senti più tranquillo, forse iniziava a capire.
Neanche immaginava quello che Violetta o meglio Leon aveva in mente.
Dopo qualche minuto...
-Papà ho bisogno di andare al bagno-disse Violetta molto convincente.
-ok ma fai in fretta-disse German alzando le sicure.
-si tranquillo-disse Violetta con un sorriso.
Violetta entrò nel bar con una certa fretta sotto l'occhio attento di suo padre molto tranquillo e usci il cellulare quando qualcuno le tappo gli occhi.
Quelle mani le conosceva perfettamente.
Sorrise prima di voltarsi verso di lui.
-Sei incredibile-disse Violetta stupita da lui ogni volta.
-no, è l'amore ad esserlo-disse Leon dolce.
Violetta abbraccio Leon con tutto l'amore possibile.
"Anche se Violetta ama Tomas, io non permetterò a German di portarla via"pensò Leon deciso."Questo è il suo posto"
-Ora che facciamo?-chiese Violetta agitata.
-Fuggiremo-rispose Leon deciso.
Fuggire?
Sembrava una fuga romantica.
Con Leon sembrava questo.
"Insieme a Leon, sarei capace di andare in capo al mondo"pensò Violetta felice e deciso.
-Si fuggiamo-disse Violetta decisa prendendo la sua mano.-ma...-
-tranquilla, usciremo dal retro-disse Leon intuendo i suoi pensieri come al solito.
Violetta si lasciò portare da Leon fuori e si allontanarono da lì mano nella mano verso metà misteriosa.
German guardò l'ora e Violetta ci stava mettendo un po' troppo per i suoi gusti così entro nel bar, si guardo in giro ma non riusciva a vederla.
-Scusami, hai visto questa ragazzina?-disse German mostrando una foto ad un ragazzo.
-si è uscita da retro con un ragazzo-disse Diego con un sorriso.
-che ragazzo?-chiese German agitato.
-Leon-disse Diego sicuro.
-grazie-disse German uscendo subito dal bar per mettersi alla guida della macchina e fare l'altra strada.
Diego scompari soddisfatto della cosa per tornare alla villa da Francesca.
Leon e Violetta si ripararono in una chiesa quando videro la macchina di suo padre da lontano.
-Qui staremo al sicuro-disse Leon con un sorriso.
-ho paura-disse Violetta agitata.
Leon la strinse a sé.
-non devi aver paura-disse Leon dolce.-ci sono io con te-
Come era bello sentire Leon parlare di nuovo così con lei.
Poi Leon si accorse della cosa e si staccò.
-scusami, di sicuro vorresti Tomas in que...-
-Leon, non dire più niente. Tomas non mi interessa, sei tu quello che amo e la verità che mi bloccavo perché erogelosadeltuopassatoconLudmilla-disse Violetta imbarazzata.
-che?-chiese Leon confuso.
-erogelosadeltuopassatoconLudmilla-disse Violetta di fretta.
-non sto capendo. parli troppo azzeccato-disse Leon confuso.
Perché era troppo imbarazzante da ammettere però doveva farlo per salvare la sua relazione con Leon.
-ero o sono gelosa del tuo passato sessuale con Ludmilla-disse Violetta con coraggio.
-il mio passato sessuale che?-chiese Leon confuso e sorpreso.
"Violetta pensa che io abbia fatto l'amore con Ludmilla ma cosa le è venuto in mente questa cosa"pensò Leon sconvolto."Ecco spiegato tutto"
Leon si mise a ridere.
Lui e Ludmilla in atteggiamenti intimi.
No, questa cosa faceva troppo ridere.
Violetta si offese di ciò.
-ehy non c'è niente da ridere-disse Violetta con il broncio.
-non rido di te ma della cosa. Violetta, io non ho mai fatto nulla con Ludmilla-le spiegò Leon rassicurandola.
-davvero?-chiese Violetta in conferma.
-davvero, tu sei l'unica con cui io abbia mai fatto qualcosa-disse Leon dolcemente.
-quindi io mi sono fatta paranoie assurde per nulla-disse Violetta sentendosi stupida.
-anch'io mi sono fatto paranoie assurde su te e Tomas-disse Leon rassicurandola.-siamo due...
-...gelosi...-
-...ma è perché ci amiamo tanto-disse Leon portando una mano al suo collo.
Leon la bacio e tutto torno come prima o ancora meglio di prima.
"Sono felice di aver chiarito con Leon"pensò Violetta mentre assaporava quel bacio.
-Ti amo-disse Leon innamorato.
-anch'io tantissimo-disse Violetta innamorata.
-niente segreti tra noi-
-niente segreti tra noi-
Suggellarono quel patto con un bacio.
Erano di nuovo loro due.
Leon e Violetta.
...
-Violetta, so che è affrettato ma ti va di sposarti con me-disse Leon emozionato tutto d'un tratto.
Cosa?
Non poteva crederci.
Leon aveva davvero pronunciato quelle parole.
Si una volta le disse per scherzo ma ora erano vere.
Leon voleva sposarla.
-sì sì e mille volte sì-disse Violetta senza pensarci un attimo.-voglio sposarti, voglio essere tua moglie e stare accanto a te per sempre-
-mi rendi la persona più felice dell'universo-disse Leon prendendola in braccio.
-no, sei tu che mi rendi la persona più felice dell'universo-disse Violetta felice.
Si baciarono di nuovo a quella bellissima cosa.
Poi a Violetta venne in mente una cosa giustamente.
-Leon, dove ci sposeremo?-chiese Violetta realista.-e soprattutto chi ci permetterà di sposarci? Non abbiamo documenti, non abbiamo nulla-
-Non è vero, abbiamo la cosa più importante-disse Leon dolce.-il nostro amore-
-si però...-
-non devi preoccuparti-disse Leon mettendole un dito sulle labbra.-penso a tutto io-
Violetta era confusa ma si fidava di Leon.
Se lui diceva che si poteva fare, allora gli credeva.
Leon non avrebbe mentito su una cosa così importante.
-ora dobbiamo arrivare alla metà-disse Leon con un sorriso.
-e dove?-chiese Violetta curiosa.
-in un paesino qui vicino-rilevò Leon con un sorriso.
Leon usci la testa dalla Chiesa pian piano e vide un piccolo veicolo che trasportava fieno, maiali e galline diretto proprio dove stanno andando, il proprietario era un uomo e parlava con il prete.
-Vieni, Violetta-disse Leon prendendole la mano.
Pian piano senza farsi accorgersi da loro, raggiunsero il dietro dei veicolo e prese il braccio a Violetta per aiutarla a salire e poi sali anche lui.
Si nascosero nel fieno e appena il proprietario parti, si sorrisero.
Pronti per quell'avventura.
Erano clandestini adesso.
...
Violetta si addormento tra le sue braccia durante il viaggio di qualche ora, era così bellissima anche con il fieno tra i capelli.
Baciò le nocchie della sua mano, accarezzo i suoi capelli e lei dormiva beatamente.
Quel piccolo angelo era suo.
Era fortunato.
Presto sarebbe diventata sua moglie e nessuno li avrebbe più separati.
Guardo il medaglione di Violetta brillare all'improvviso.
Ancora non capiva il suo significato.
Era strana quella faccenda ma tutto quello che riguardava Violetta era speciale e magico.
-non so cosa ho fatto per meritarmi un angelo come te-disse Leon dolce.
-mi chiedo la stessa cosa-disse Violetta dolce.
-sai che ho una voglia di...-
-lo so anch'io-
I due si guardarono con desiderio ma non era quello il posto per la loro prima volta tra i maiali e galline.
All'improvviso il veicolo si fermò e qualcuno si avvicinò al retro.
"Siamo nei guai"pensarono i due spaventati.
Una giovane donna li sorprese ma da volto angelico e dai capelli biondi e ricci in abbigliamento da fattoria.
-non vi spaventate-disse la giovane donna rassicurandoli.-io sono Sara-
Leon e Violetta uscirono fuori dal veicolo.
-ci scusi-dissero i due imbarazzati.
-tranquilli-disse Sara gentile.-venite sarete affamati-
Era proprio gentile.
Sara li condusse dentro la fattoria.
Erano stati fortunati, molto fortunati.
...
Leon e Violetta raccontarono la loro storia a Sara con fiducia mentre mangiavano con molta fame e lei capi perfettamente la situazione, invitandoli a restare in quella fattoria ma naturalmente i due si offrirono di aiutarla nei lavori della fattoria.
-Ho degli abiti per voi-disse Sara tirandoli fuori da un baule.-vi staranno a pennello-
I due ringraziarono Sara e si andarono a cambiare nella loro nuova camera con letti separati.
Iniziarono a spogliarsi senza guardarsi per mettere i nuovi abiti quando lui si avvicinò a lei, avvolgendola con le sue braccia e baciandole il collo.
Adorava i baci sul collo.
-Leon, se fai così io...-
-tu cosa?-le sussurrò Leon sexy.
Sciolse l'abbraccio per girarsi verso di lui e spingerlo sul letto.
-questo-disse Violetta piena di desiderio mettendosi a cavalcioni su di lui.
-amore, vuoi farmi perdere la testa-disse Leon già su di giri.
-si-disse Violetta abbassandosi per baciare la sua pelle.
Quando gli piacevano i baci di Violetta, erano fantastici.
Violetta scese sempre più giù con i baci, fermandosi all'altezza del suo membro e dargli piacere.
Leon gemette alle dolci attenzioni di Violetta, era una cosa incredibile ogni volta.
Poi le posizioni si capovolsero, lei era sdraiata e lui la baciava tutta con attenzione e amore.
-oddio Leon-disse Violetta eccitata alla sua lingua alla sua dolce intimità.
Il piacere che gli stava dando Leon, non poteva darglielo nessuno.
Quell'orgasmo era diverso dagli altri era così forte e travolgente che mai.
Gemiti di Violetta riempirono tutta la stanza per poi riprendere a baciarsi e a sfiorare le loro pelli con tanti baci.
"ci siamo"pensò Violetta con sorriso.
-si ci siamo-disse Leon con un sorriso.
Leon la preparo delicatamente con le dita, Violetta questa volta non senti dolore e lui prosegui sempre con molto amore.
-sono pronta-disse Violetta sicura.
Leon si mise in mezzo e pian piano entro in lei.
Era una cosa stupenda.
Senti un senso di completezza, di unione, i loro battiti battevano ad unisono.
A sentire tutte le sue emozione, Violetta si commosse perché era grande l'amore di Leon per lei e la stessa cosa senti Leon mentre spingeva dolcemente in lei.
-e' fantastico, Leon-disse Violetta felice.
-ti amo-disse Leon baciandola.
-anch'io tanto-disse Violetta gemendo ad un'altra spinta.
Pian piano raggiunsero la vetta del piacere insieme e Violetta si senti inondata da Leon mentre si accasciarono felice, gridando i loro nomi.
...
Leon e Violetta raggiunsero Sara tutti lavati e vestiti, lui con un abito e un capello da cowboy e lei con una salopette e un capellino di paglia.
-Eccovi qui-disse Sara con un sorriso.-ci avete messo molto-
-ci siamo riposati-disse Leon da grande attore.
Violetta cerco di non arrossire e non pensare a quello che era successo ma era impossibile
"Mamma, oggi ho fatto l'amore con Leon... è stato meglio di quanto ho immaginato... ho toccato il paradiso"pensò Violetta al settimo cielo.
-bene, ora vi faccio vedere le vostre mansioni-disse Sara guidandoli fuori.
Sara li porto per tutta la fattoria, spiegando le loro mansioni come strigliare e dare da mangiare ai cavalli, mungere le mucche e spostare il fieno e altro ancora.
Violetta si mise a mungere le mucche mentre Leon si dedico alla pulizia delle stalle e del cavalli.
Si adattarono subito a quella vita così tranquilla mentre canticchiavano e ogni tanto andavano dall'altro per un bacio e ritornare ai loro compiti.
Poi ai due venne in mente una cosa e si incontrarono di fronte alla stalla.
-Leon, non abb...-
-si lo so-
Erano stati travolti dalla passione e dal momento che si erano scordato una cosa importate e adesso erano nei guai.
"Io e Leon non abbiamo usato precauzioni e adesso potrei rimanere incinta. Sono troppo giovane"pensò Violetta agitata.
Leon la strinse a sé.
-tranquilla, troveremo un modo per andare da un dottore-disse Leon dolce ma anche lui agitato.

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Capitolo 17
*** Cap 14.1 La festa (parte prima) ***


 

 

   

 

El Verdadero Amor 

La Festa (prima parte)




-non posso più-disse Francesca esasperata.-sono ore che stiamo su questi libri senza trovare nulla, sono stanca e ho bisogno di uscire-

Diego alzò gli occhi al cielo.
Cosa aveva fatto di male per essere legato a lei?
-Non alzare gli occhi al cielo, è una cosa normalissima-disse Francesca irritata.-voglio uscire-
-no, non puoi-disse Diego categorico.
Francesca andò verso la porta per aprirla e Diego con la magia, la porto a sé.
-non farmi innervosire, Francesca-disse Diego duro.-non ti conviene-
Lei cerco di liberarsi dalla sua presa, odiava star rinchiusa e Diego la faceva innervosire o irritare solamente con le sue battute e con i suoi silenzio. Non era neanche un ottima compagnia. 
-lasciami!-
-se stai buona e zitta, ti porto in un posto-disse Diego esasperato.
-non mi faccio comprare-disse Francesca irremovibile.
-io cerco di essere gentile e questo è il risultato-disse Diego arrabbiato.-sei un'ingrata-
-gentile tu? Non sai cosa sia la gentilezza-disse Francesca a tono.-sei solo un prepotente-
Diego la liberò per poi uscire dalla biblioteca arrabbiato e Francesca cerco subito di aprirla ma la trovo chiusa a chiave.
-fammi uscire-disse Francesca bussando.
-resterai lì finché deciderò mia cara Francesca-disse Diego freddo.
Non voleva restare lì in quella biblioteca, voleva tornare a casa dai suoi e da Luca.
Perché stava succedendo questo?
Che cosa aveva fatto di male?
Francesca non sapeva ma quelle sue parole aveva colpito Diego.
"gentile tu? Non sai cosa sia la gentilezza"
Perché quelle parole lo colpivano tanto?
Non doveva pensarci, era solo un'insulta Magycol.
Doveva trovare quel maledetto simbolo e liberarsi di lei una volta per tutte.
...
Tini mise un vestito da angioletto per la festa SiMa, segui le indicazioni sull'invito ad Ice e rientro di nuovo nell'altro mondo. Prese una porta metà bianca e metà nera e si trovo davanti un palazzo.
"WoW! Sembra uscito da un libro fantasy"pensò Tini meravigliata.
Cammino verso l'entrata del palazzo e pian piano entro dove c'era una gran scalinata, ma prima prese una maschera nera all'ingresso come tutti gli altri ospiti.
Sali la gran scalinata, le porte della gran sala erano quasi aperta e vide Ice subito.
Era vestito in bianco come un angelo.
Era meraviglioso.
Con coraggio stava varcando la soglia quando Lara dopo aversi messa la maschera spunto all'improvviso con le sue cugine e si avvicinò ad Ice con un vestito elegante nero e molto scollato.
Lei aveva un misero vestito da angioletto.
Non poteva entrare.
Non poteva competere con Lara.
Era troppo bella.
-Non vorrai andartene così e darla vinta a Lara-disse una voce femminile alle sue spalle.
Era una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi con un abito nero lolita gothic.
-Non posso competere con lei-disse Tini realista.
-invece si-disse la ragazza prendendola per mano e portandola in un saletta.
Tiro fuori dalla borsetta, un bocchetta di profumo e gliela diede.
-immagina come vorresti il tuo vestito e poi spruzzatelo addosso-disse la ragazza con un sorriso.
Tini visualizzo un corpetto nero con pietrine con laccetti dietro e una minigonna, calze nere e scarpe lucide poi si spruzzo il profumo.
Appena apri gli occhi, addosso a lei c'era l'abito della sua fantasia.
-Sei come una fata madrina-disse Tini abbracciandola.-grazie-
-Mi chiamo Luna-disse Luna con un sorriso.-ora vai e conquista Ice-
Tini le sorrise dopo aver sciolto l'abbraccio e fece il suo ingresso nella gran sala sotto gli occhi di tutti. Pian pian camminò in mezzo a quella gente, emozionata ma con gran eleganza e Ice si perse subito al suo ingresso e noto subito il suo lucchetto.
Vide anche gli sguardi bramosi di molti ragazzi.
Come osava?
Tini era sua.
Ice si avvicinò subito a Tini e portarla a sé e lei era contenta di ciò.
-mi hai lasciato senza parole-le sussurrò Ice con voce calda all'orecchio.
-ti va di ballare?-chiese Tini con uno sguardo intenso.
Ice e Tini si diedero inizio ad una danza molto sensuale e di corteggiamento senza smettere di guardarsi negli occhi con molto desiderio, passione e trasmettevano all'altro già mille brividi. Terminarono quel ballo con bacio molto appassionato.
"Wow! E' incredibile"pensò Tini aprendo gli occhi dopo quel bacio.
Ice la prese per condurla in un posto, lei lo segui con fiducia e si trovarono in una piccola saletta con un divanetto al centro.
-Ero sicura di rincontrarti-disse Tini con un sorriso, togliendosi la maschera.
-Anch'io-disse Ice togliendo anche lui, mettendola sul tavolino.
Ice la fece accomodare sul divanetto per poi baciarla ancora di più.
Un bacio di pura magia. Tini si senti fluttuare in aria e quando apri gli occhi, lo sguardo di Ice era rosso sangue e i canini appuntiti.
-non ti spaventare-disse Ice rassicurandola.
-non ho paura-disse Tini sincera.
Era vero, non aveva paura di Ice anche n'era ancora di più affascinata dopo questo fatto.
Ice era davvero speciale, aveva un qualcosa di non so cosa e voleva sapere tutto di lui.
Lui rimase sorprese da quelle parole, era la prima ragazza che incontrava ad non essere spaventata dal suo aspetto.
-sei diversa da tutte, un'altra al tuo posto sarebbe scappate-disse Ice con sguardo intenso.
-si sono diversa, voglio stare con te e non mi importa del tuo aspetto-disse Tini decisa.
Ice si abbasso verso il suo collo.
-sto per fare una cosa-
-mi fido-disse Tini con fiducia.
Mai nessuno si era fidato così di lui.
Tini era quella che aveva aspettato da tempo.
Pian piano affondo i canini nella sua pelle, Tini trattene un grido ma poi il dolore divenne poi piacere per entrambi.
Ice stava bevendo la sua magia e Tini gemeva a quell'atto.
"E' fantastico mamma"

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Capitolo 18
*** Cap 14.2 la festa (seconda parte) ***


El Verdadero Amor 

La Festa (seconda parte)

 

Francesca era bloccata in quella biblioteca e Diego non tornava proprio, voleva uscire da lì ma non sapeva come fare. Decise di mettersi a cercare nella biblioteca una via d'uscita quando si accorse che c'era una porta in mezzo agli scaffali di libri e così sali una delle due scale. 
Arrivò di fronte alla porta ma non aveva la maniglia ma solo una serratura senza chiave e nei bordi incise delle note musicali.
Era una strana cosa eppure aveva la sensazione di saper come aprirla.
Senza neanche accorgersene, si mise a cantare quella melodia e all'improvviso la porta si apri davanti ai suoi occhi.
Entro senza esitazioni dentro e si trovo in una stanza buia con un globo al centro blu.
Si avvicinò al globo per mettere le mani sopra e qualcosa la risucchiò dentro, qualcosa di nero e urlò mentre precipitava.
Atterrò morbidamente su un trono.
Era una sedia da regnante ma la stanza era polverosa e piena di regnatele.
-Chi sei, ragazza?-chiese una voce femminile adulta da una parte indefinita della stanza.
-mi chiamo Francesca-disse Francesca a quella voce.-Lei chi è? In che posto mi trovo?-
-Mi chiama Luna, ero la regina di questo castello e questo è un luogo per rinchiudermi-rispose Luna tristemente.-mi hanno strappato tutto anche mio figlio, il mio bel figlioletto. Non so neanche come è fatto. E' da quando è nato che non lo vedo e non so nulla di lui. Non vedo la luce del sole da 17 anni o non parlo con nessuno- 
Francesca era dispiaciuta per quella triste storia.
Voleva aiutarla.
-dove sei?-chiese Francesca alzandosi dal trono.-io voglio aiutarti-
-so qui-disse Luna davanti a lei.
Era rinchiusa in uno specchio antico con una nota musicale.
Francesca lo prese e ci guardo dentro.
Era una donna dai capelli lunghi e occhi neri con un vestito da regina.
Qualcosa di quella donna le ricordava qualcuno ma non sapeva chi.
-Sei una bellissima ragazza, ti vedrei bene per mio figlio-disse Luna con un sorriso.-sei una ragazza buona, testarda, solare e con un gran amore da dare e da voler ricevere-
Quella donna sembrava capirla a primo sguardo.
-ti ringrazio, regina Luna-disse Francesca a quelle sue parole.-come posso aiutarti?-
-devi trovare la mia corona-rispose Luna attentamente.-si trova nella mia vecchia stanza, al primo piano e la prima a destra-
Francesca vide la porta, mise lo specchio nella tasca e usci dalla stanza con facilità. 
Luna si stupi della cosa, aveva provato ad uscire da quella porta prima di essere rinchiusa nello specchio senza alcun risultato.
Francesca aveva qualcosa di speciale, ne era convinta.
...
Tomas era sotto il balcone di Clari e senza essere visto si arrampicò sull'albero davanti ad esso. Saltò su di esso, è troppo aperto e Clari distesa sul letto con una camicia di notte bianca.
Era bellissima.
Si avvicinò a lei dolcemente e quando stava per sfiorare il suo braccio, subito si ritrasse spaventata.
Che era successo?
-Clari, che è successo?-chiese Tomas allarmato sedendosi sul letto.
Clari si girò verso di lui e si buttò nelle sue braccia.
-Oh Tomas! Non sai come sono contenta di vederti-disse Clari con le lacrime agli occhi.-ti prego, portami via a qui. Non ci voglio stare-
Povera la sua Clari.
Non riusciva a vederla così.
-Si Clari, ti porterò via con me-disse Tomas deciso, prendendo la sua mano e portandola verso l'albero.-dobbiamo solo scendere di qui-
Qualche minuto dopo...
-sei il mio salvatore-disse Clari camminando con lui per le strade di Buenos Aires.
-sono solo un ragazzo comune-disse Tomas imbarazzato.
-non è così, sei molto di più e io voglio stare sempre a tuo fianco-disse Clari con un sorriso.
-anch'io ti voglio sempre con te-disse Tomas innamorato.
Raggiunsero casa di Tomas in un lampo e le preparò un tè caldo.
-Casa tua è bellissima-disse Clari girando per casa.
-mi fa piacere-disse Tomas con un sorriso, versando il tè nella tazza.
Clari si avvicinò a Tomas e lo strinse da dietro.
-non so come hai fatto ma quello hai frutti rossi è il mio preferito-disse Clari sorpresa.
-magia-disse Tomas scherzando.
Tomas poso un attimo la tazza e si girò verso di lei per alzarsi un po' e sfiorare le sue labbra in dolce bacio.
...
Diego tornò nella biblioteca per vedere se Francesca si era calmata ma quando apri, la stanza era vuota e trovò una porta magica aperta.
Non sapeva di quella porta.
Entrò dentro e trovò un globo blu.
Perché suo padre non gli aveva mai parlato di quel posto?
Si avvicinò e toccò il globo e l'attimo dopo si ritrovò in una stanza vecchia e sporca.
Dov'era finito?
Che era quella stanza?
Perché era una sedia del trono?
Senti una traccia magica lasciata Francesca su un mobiletto e con lei portava uno specchio poi senti la sua magia attirarlo come una calamità.
Non era mai successo con nessuno.
Forse era il simbolo.
Mentre camminava per i corridoio di quel castello (?), qualcosa gli sembro familiare e capi il luogo. Era il castello della festa, dove per una sera i Sibilyn e i Magycol erano in pace per quel ballo e dopo tutto poteva accadere.

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Capitolo 19
*** Cap 14.3 la festa (terza parte) ***


La festa (terza parte)

Francesca arrivò alla famosa porta senza problemi ma era chiusa a chiave. Questa non ci voleva proprio. Era arrivata fin li e non voleva arrendersi così. Aveva bisogno di Diego, lui aveva i poteri magici e poteva aprirla facilmente.
"Diego, non so se puoi sentirmi ma ho bisogno di te. E' importante."pensò Francesca con gli occhi chiusi.
Il simbolo sul suo palmo iniziò a bruciare.
Faceva male.
Diego senti lo stesso bruciore al palmo della mano e senti i pensieri di Francesca.
Perché doveva aiutarla?
Lei che aveva risposto male a quella sua proposta.
Però se non ci andava, avrebbe confermato a Francesca che era senza cuore.
Ma lui davvero non aveva un cuore.
Il cuore e i sentimenti erano roba da deboli.
Suo padre glielo ripeteva in continuazione.
Mai lasciarsi andare alle debolezze.
Era un Gomez.
I Gomez non erano deboli.
E sua madre era morta dandolo alla luce.
Suo padre diceva che era una creatura bella ma debole e insignificante.
Per tutto questo tempo aveva sentito la mancanza di una madre.
Quante notti aveva pianto perché tutti gli altri bambini aveva una mamma e lui no.
Detestava la loro felicità quindi faceva il bulletto con loro.
Perché loro avevano una mamma e lui no?
Quella domanda era restata nel tempo e se la prendeva con chiunque fosse felice.
Quanto aveva desiderato l'abbraccio di sua madre, le coccole e tanto altro.
Poi aveva chiuso il suo cuore completamente perché non poteva avere quello che voleva.
Aveva iniziato ad essere cattivo e senza cuore proprio come pensavo gli altri.
Nessuno si era mai soffermato su di lui o cosa lo spingeva a questo.
Tutti erano bravi a giudicare e basta.
Anche Francesca con quella frase.
"Tu non sai cos'è la gentilezza"
Non doveva pensarci.
Lui era cattivo, punto e basta.
Era questo il suo ruolo.
Era un Gomez.
Era un Sibilyn.
Faceva parte dell'oscurità.
Mai aiutare una Magycol.
Infatti non avrebbe aiutata, andava lì solo per portarla di nuovo alla sua villa e continuare a cercare quel maledetto simbolo.
...
Ice e Tini camminarono tra i corridoio dentro castello in cerca di qualcosa.
-Ho sentito qualcosa che mi chiamava-disse Tini sicura con una nota musicale argentata sul collo.
-lo so, ho sentito anch'io attraverso di te-disse Ice guardando il simbolo sulla mano.-penso che sia il simbolo. Crea una connessione tra le nostre menti e i nostri corpi. E' una cosa strana, mai vista e chissà cosa altro c'è dietro questo simbolo-
-io sento che è qualcosa di tanto importante, non so come ma a che fare con qualcosa che dobbiamo fare-disse Tini con una strana sensazione nel cuore.
Non sapeva dove venissero quelle sensazione ma sentiva che loro due avrebbero fatto qualcosa di grande.
Ice prese la mano di Tini e uni le loro mano con i simboli.
Qualcosa di strano avvenne, sentirono qualcosa che li chiamava e una luce lì avvolse totalmente per poi scomparire nel nulla.
...
Francesca aveva sentito un pensiero di Diego "Tutti sono bravi solo a giudicare e basta" e sentiva il cuore di lui diviso in due, sentiva una parte buona e una parte cattiva. La parte cattiva avvolgeva quasi tutto il suo cuore mentre quella buona era in un piccolo angolo.
Non pensava che Diego aveva un lato buono.
Forse aveva giudicato troppo in fretta a Diego.
Era il simbolo a farle sentire ciò.
Senti Diego da lontano.
Sentiva la sua magia.
Eppure lei non aveva i poteri.
-forse si stanno risvegliando o forse è questo simbolo-disse Diego alle sue spalle.
Francesca si girò verso di lui e poteva vedere il cuore di Diego come un pezzo di cristallo quasi tutto nero e un pezzo dorato.
"Come faccio a vedere ciò? Che significa?"pensò Francesca stranita. 
-è l'occhio magico-gli spiegò Diego a quel pensiero..-per esempio il tuo cuore è dorato. Non c'è cattiveria nel tuo cuore. E' puro. Totalmente puro-
-quindi c'è una parte di te buona-disse Francesca a quella rivelazione.
-no, io sono cattivo-disse Diego freddo.
-Io ho visto una parte dorata-disse Francesca convinta.
-hai visto male. Io sono cattivo, il mio cuore è nero-disse Diego spingendola a terra.
Perché reagiva in quel modo?
Perché non voleva ammettere che c'era una parte buona in lui?
Ora che voleva fare?
Francesca vide Diego con gli occhi rosso sangue e i canini.
Che stava succedendo?
Diego si fiondò sul suo collo e la morse ferocemente.
-AHHHHH!-gridò Francesca a quel morso.
Diego succhiò violentemente la magia di Francesca ma anche il sangue.
-Diego, basta! Mi fai male!-urlò Francesca al secondo affondo di canini nell'altra parte del collo.
Diego non si fermava.
Francesca doveva capire che lui era cattivo.
-Diego! Fermati!-disse Francesca con le lacrime agli occhi.
 
 
 

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Capitolo 20
*** Cap 15 Guardiane ***


Dedico questo capitolo a VeveTinista
Cap 15 Guardiane 



-Come ti è saltato in mente, German? Prende in quel modo Violetta e portarla via da tutto. Non mi stupisco che Violetta sia scappata con Leon!-urlò Ana arrabbiata e delusa.-mi ha deluso molto!-
-Cerca di capirmi, Ana. Ho trovato l'anello di Maria, non potevo permettere che Violetta incontrasse a Lio e scoprisse tutto. Ho fatto questo per proteggerla-disse German sincero.
-Non potrai tenerla lontana per molto dalla sua vera natura e dal suo mondo. Violetta è nata per essere una...-
-Non dire quella parola! Odio la magia e quel mondo!-esclamò German deciso.-E non voglio che mia figlia faccia la fine di sua madre!-
German se ne andò nel suo studio sbattendo la porta e subito Ana arrabbiata per quel suo atteggiamento, lo raggiunse.
-Non farlo mai più, German Castillo! Non puoi prendere e andartene quando stiamo parlando-disse Ana furiosa.-Le situazioni si affrontano con coraggio. Non puoi far i bagagli ogni volta che si presenta un problema! Sei un uomo adulto, quindi tira fuori le palle!-
Amava German ma stava sbagliando ed era giusto farglielo notare. L'amore serviva anche a queste cose.
All'improvviso il cellulare di lui squillò e subito lo prese tutto speranzoso.
-Violetta...-
-Si sono io papà. Volevo dirti che sto bene e che non tornerò a casa finché non capirai che il mio posto è a Buenos Aires con tutti i miei amici, Leon, Ana ed Angie-
-Violetta, io tutto quello che faccio è per...-
-Finiscila con questa scusa, papà. Non so che ti è preso ma non si affrontano così le cose, qualunque cosa sia-
-Violetta, io non voglio perderti-
-Non capisco questa tua paura. Io non vado da nessuna parte ma se continui così, papà, mi perderai perché non sono un pacco postale che puoi spostare quando vuoi. Sono una persona, papà, con dei sentimenti e non no so... io non ti riconosco... non so che ti prende e... voglio indietro il mio papà, quello di un tempo... quello che aveva a cuore la mia felicità-
German sapeva che Violetta aveva ragione ma non poteva far altrimenti, doveva tenerla lontana da quel mondo.
Lui non sapeva che Violetta era proprio vicina a qualcuno del suo mondo.
Sara guardò i due ragazzi preoccupati per quella possibile gravidanza, si arrabbiò con sé stessa per essere andata un attimo all'Ordine della Musica a cercare un libro e aver permesso questo.
Violetta non era ancora pronta a diventare madre, era ancora troppo piccola e sarebbe stata ancora più in pericolo con una bambina e senza ancora poteri sbloccati.
Che razza di guardiana era!!!
Doveva proteggere Violetta come aveva sempre fatto di nascosto da German.
Da adesso in poi non avrebbe fatto più errori.
...
Ludmilla era andata via prima dello Studio e Nata era preoccupata perché era in uno stato orribile non voleva dirle il motivo, si sentiva un po' triste per quello. Ludmilla si era sempre confidata ma non capiva perché ora la respingeva, non si era fatta neanche abbracciare.
Era successo qualcosa di grave.
Sapeva che con Maxi era tutto apposto quindi c'entrava la melodia o qualche Sibilyn.
Se era per questa cosa, doveva intervenire subito. Era il suo compito.
-Che hai Nata?-chiese Napo preoccupato, vedendola tutta sola sulla panchina e con quel faccino triste.
-si tratta di Ludmilla, era in uno stato tremendo quando è andata via e mi ha respinta quando ho cercato di consolarla. Sono preoccupata-rispose Nata. 
-sai bene come fatta mia cugina, vedrai che domani ti dirà tutto-disse Napo sicuro. 
-Vedi io non sono solo la sua amica ma sono anche la sua guardiana. Devo proteggerla, come ho sempre fatto ma oggi qualcosa mi ha impedito di farlo, penso che era una presenza oscura-gli spiegò Nata attentamente.-e i miei poteri non mi hanno protetta dall'incantesimo che voleva che io non stavo vicina a Ludmilla-
Napo la guardò con confuso a quelle parole.
Guardiana? Proteggerla? Presenza oscura? Poteri magici? Incantesimo?
Ma di cosa stava parlando? 
Non capiva.
Nata sentì i suoi pensieri e quelle domande e quella confusione erano normali poiché non aveva mai parlato a nessuno della sua vera natura. Parlare senza riflettere con lui era stato così naturale.
Doveva a Napo delle risposte.
Aveva un po' paura della sua reazione, perché era innamorata di lui ma non voleva avere segreti.
-Vedi, noi guardiani veniamo da un altro mondo. Un mondo magico. Io sono per metà umana e per metà guardiana. La mia famiglia è piena di guardiani e guardiane e serviamo i Magycol, essere speciali e magici. Tua cugina è una Magycol, anche se lei non so sa ancora e io come gli altri guardiani, all'età di undici anni iniziamo la nostra educazione magica e proprio in quello stesso anno, scopriamo tramite la magia chi sarà il nostro protetto. Io sono stata subito contenta quando ho saputo che era Ludmilla, la mia amica da tutta una vita-gli spiegò Nata con attenzione.
Ora Napo sapeva tutto e doveva sola aspettare la sua reazione.
Era in ansia perché aveva sentito molte storie di guardiane rifiutate da chi amavano per la loro natura.
Napo rimase sorpreso di quella storia, non si aspettava certo che esisteva un altro mondo.
Aveva sempre pensato che Nata aveva qualcosa di speciale ma questo era incredibile. Questo rendeva Nata ancora più affascinante ai suoi occhi.
-mi fai vedere una magia?-chiese Napo curioso.
Nata si stupì di quella reazione positiva perché come aveva già detto, non tutti gli umani reagivano in quel modo. 
-tu mi accetti per quello che sono!-esclamò Nata sorpresa.
-certo perché ti amo e questo fa parte di te-disse Napo prendendole le mani.-sapevo già che eri speciale ma non immaginavo fino a questo punto, questo mi fa innamorare ancora di più di te e ti ripeto la domanda di ieri: vuoi essere la mia ragazza?-
Nata sprizzava gioia da tutti i pori e si avvicinò a Napo per dargli un bacio.
Quella era la sola più bella per lei: essere accettata da quelli che amava soprattutto da Napo.
...
Camilla era con Luca in un negozio di oggetti particolari, entrambi erano preoccupati sia per Violetta e Leon sia per Francesca. Erano spariti nel nulla senza dare notizie e i loro cellulari erano spenti.
-che cerchiamo?-chiese Camilla curiosa.
-Voglio far un regalo a Francesca-rispose Luca cercando di distrarsi dai cattivi pensieri.-una spilla o un portagioielli un po' particolare-
Adorava vedere Luca nelle vesti di fratello premuroso. Sapeva quando fosse importante Francesca per lui.
Camilla aiutò a Luca a cercare un perfetto regalo per Francesca, si guardò intorno e il suo occhio andò una strana penna sopra una chiave di violino e tante note musicali su di essa.
Sapeva che Francesca teneva un diario segreto con le note musicali, aveva perso quella al suo interno molto particolare quindi quel regalo era perfetto.
Camilla provò la penna su un foglio di carta, riportando una serie di note musicali che aveva nella testa da quando era entrata nel negozio e... puff!!!
Uno strano cerchio di note musicali avvolse il suo corpo, senti una strana energia dentro di sé e quando apri gli occhi alla fine di quella cosa strana, si trovò di fronte ad una villa o una scuola.
Rimase incredula.
Una donna con i capelli rossi, gli occhi verdi e un abito un po' antico le andò incontro.
-Benvenuta alla scuola per Guardiane, mia giovane Camilla. Sei un po' in ritardo con gli anni però la bacchetta rivelatrice non sbaglia mai-disse la strana donna con un sorriso.
Camilla la guardò stranita.
Scuole per guardiane???
-non capisco di cosa sta parlando! Come sono arrivata qui e che cosa la scuola per Guardiane?-chiese Camilla confusa.
-E' stata la bacchetta rivelatrice che tieni in mano, mia giovane Camilla-disse la donna con un sorriso.-io sono una delle professoresse di questa scuola, mi chiamo Caroline Ice-
Camilla continuò a guardarla confusa.
Caroline sentì li suo animo confuso così con uno schioccò di dita e Camilla si trovò a lievitare nell'aria fino ad una poltroncina di una stanza bianca.
La donna fece apparire un vassoio con il té e poi la teiera verso da sola il liquido nella tazza.
Doveva essere un sogno, non poteva essere altrimenti eppure senti una strana pace dentro di sé come se appartenesse a quel posto.
Lei non capiva però non era il tipo da spaventarsi e voleva sapere tutta quella storia.
 

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Capitolo 21
*** AVVISO IMPORTANTE ***


Ciao a tutti,
vi ringrazio per aver seguito questa ff con devozione e affetto e per le vostre recenzioni. Mi dispiace annunciavi che non continuerò questa ff perché non riesco più a scrivere. Mi dispiace di deludervi, non vorrei ma non ci riesco.
Ho cercato di sforzarmi a scrivere senza alcun risultato. Non sapete quanto ci stia male per tutto questo.
spero che mi perdonerete.
un bacio. 

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