You are my savior.

di Frem Write
(/viewuser.php?uid=246128)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. Gone too soon. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. Girl on fire. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. Everything about you. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. Begin again. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. Runaway. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. Drunk. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7.More than this. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.

Il mare inondava le rocce, per poi farsi spazio tra le insenature di esse e ricadere in se stesso.
Un continuo movimento, che però affascinava Desirée in un modo straordinario.
I suoi occhi fissavano l’acqua azzurra che bagnava quelle rocce, che risplendevano al sole.
Suo fratello la raggiunse poco dopo cominciando a schizzarla con la pistola d’acqua che aveva ricevuto da poco come regalo.
< Louis, smettila! > protestò Desirée correndo via da lui.
Arrivò a una grotta poco distante dalla spiaggia.
Desirée aveva sempre avuto paura del buio. Suo fratello, quando le leggeva le storie le raccontava sempre che i mostri si nascondevano nel buio e apparivano di notte. Da quel momento non volle più dormire da sola.
Ma ormai aveva otto anni, doveva superare questa paura.
Si addentrò nella grotta.
Un pipistrello volò poco lontano da lei e per la paura scivolò facendosi male alla testa e svenendo.
< Mamma, mamma!! Vieni, Desirée si è fatta male! > urlò Louis, vedendo la sorella a terra con del sangue attorno alla testa.

< Allora, come sta nostra figlia? > chiesero i genitori allarmati, non appena videro il medico uscire con delle cartellette.
< Vede, la botta è stata molto forte e ciò a causato vari danni.. > iniziò il medico.
Louis piangeva soltanto; la sua Des, era la sua Des. Non erano mai stati dei cattivi fratelli, anzi la maggior parte delle volte si limitavano a uno “stupido” o “cretina” al giorno.
Ora con chi avrebbe litigato, se lei se ne fosse andata?
Chi avrebbe sopportato i suoi lamenti?
Chi l’avrebbe aiutato con la prima ragazza?
Desirée era la risposta a tutte le sue domande.
Aveva solo otto anni, aveva ancora un’intera vita davanti.
< Quindi? > chiese il padre.
< Potrebbe aver perso la vista. Non è una cosa sicura, dobbiamo fare degli accertamenti, ma per il momento questa è la nostra conclusione. > la signora Tomlinson si accasciò sulla sedia nella sala d’attesa.
Lei che aveva sempre avuto paura del buio, ora era costretta a viverci, per sempre.


IT'S ME:
Premetto che è la mia prima FF, quindi siate clementi con me! 
Dal prologo non si capisce molto, però più o meno potete intuire la situazione.. 
Fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima. 
-F.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1. Gone too soon. ***


PRIMA PARTE
Save me from the dark




Capitolo 1: Gone too soon.

{Like a shooting star,
flying across the room,
so fast so far,
you’re gone to soon;
you’re a part of me,
and I’ll never be the same
here without you,
you’re gone too soon.

Simple Plan- Gone too soon}

Desirée

Con Louis ho sempre avuto un buon rapporto, certo la maggio parte delle volte litigavamo, ma una cosa che ci ha sempre caratterizzato era la nostra amicizia. Potevo sempre contare su di lui, per ogni cosa, tranne che uscire con i suoi amici. Ma per quello non c’era problema: la mia cecità allontanava i ragazzi. Louis c’è sempre stato sia prima che dopo l’incidente. Non solo come fratello, ma anche come mio amico.
Ma come ogni adolescente, aveva un sogno.. il suo era cantare. Mi ricordo che aveva una bellissima voce e amavo ascoltarlo sotto la doccia oppure mentre si vestiva o quando si rinchiudeva in camera sua. Ma questo suo desiderio ci allontanò. Lui, compiuti i diciassette anni, si trasferì a Londra con mio padre e io rimasi a Doncaster con mia madre. Quando si trasferì avevo quattordici anni.
Tre anni dopo andai a vivere anche io a Londra, con mio padre e mio fratello. Il motivo mi era sconosciuto, sapevo soltanto che mia madre doveva andare in un centro di ricovero. Non avevo fatto domande su cosa le stesse accadendo, avevo paura.
Ricordo che il nostro incontro fu di una freddezza assoluta. Non lo potevo vedere, ma percepivo la tensione fra me e lui.
< Hai diciassette anni adesso! Hai qualche progetto? > mi disse. Sapevo, e ancora oggi sostengo, che non aveva idea di cosa dire. Ma un mio grande difetto era che non sapevo tenere i miei pensieri per me.
< Non mi vedi da tre anni e tu pensi a dirmi se ho dei progetti per il futuro? L’unico progetto che ho è poltrire sul divano, mangiando nutella ascoltando spongebob visto che non lo posso vedere! > non aspettai una sua risposta non perché la temevo, ma perché la sua voce era matura e mi spaventava. Perché avevo paura del nuovo Louis, <nemmeno un ‘come stai?’ o ‘mi sei mancata’ > quella fu l’unica e l’ultima conversazione di quel giorno. Arrivammo a Londra la sera. Durante il viaggio mio padre mi parlò del fatto che Louis viveva da solo insieme a un suo amico. Mi ero dimenticata che avesse vent’anni, ormai.
< ..e quindi potresti andare a vivere da loro! Sono sicuro che ti divertiresti! > spalancai la bocca, incredula. Io e Louis, nella stessa casa? Si era bevuto il cervello?!
< chiudi la bocca, tesoro, se no ci entrano le mosche! >.
 
Appena varcai la sogliola sentii un odore di pizza invadermi le narici. Con il tempo che avevo passato in ospedale con mia madre, pensavo di aver perso anche l’olfatto.
Sentii anche qualcuno parlare e ridere. Louis mi portò in cucina e le risate cessarono. Ero davvero conciata così male? Almeno prima c’era mia madre che mi aiutava con i capelli e con le cose estetiche.. ora c’erano solo Louis e i suoi amici. Era l’inizio del mio incubo, me lo sentivo.
< Ragazzi, lei è Desirée, mia sorella. > quanto odiavo questi momenti in cui venivo presentata.  Avevo perso la vista, non la lingua.
< Ci avevi detto che tua sorella era brutta.. a me non sembra! > sentii dire da qualcuno. Capii che non era inglese, visto il suo accento.
< Brutto cretino, hai anche detto che ero una cessa! > lo rimproverai e sentii le risate degli altri.
< Mi piace tua sorella..! > una voce diversa, più profonda, parlò. Appena aprì bocca sentii una puzza di tabacco. Evidentemente fumava.
Louis sembrava imbarazzato e potrei scommettere milioni che fosse arrossito.
< Ehm.. loro sono Zayn, Niall, Liam e Harry! > strinsi la mano di ognuno e appena arrivai all’ultima sentii dei brividi scorrermi sulle braccia.
< lei è cieca? > chiese Harry a mio fratello, pensando che io non sentissi.
Mai dubitare di Des, caro.
< Sì.. ma trattala normalmente, se no s’incazza! >
< in che senso? >
< Lei pensa di essere come noi.. > in quel momento volevo scoppiare in lacrime, non tanto per  quello che aveva detto, ma per come lo aveva detto. Non lo riconoscevo più. I suoi sogni avevano cambiato la persona che era.. la persona che era il mio migliore amico.
< Io sono come te, sono come Harry, sono come tutti voi. Solo perché non posso vedere non vuol dire che io sia anormale. Pensi che sia bello non poter vedere? Pensi che vivere nell’oscurità e nel buio sia così facile..? > mi asciugai una lacrima, e continuai, < è da nove anni che non mi vedo allo specchio, è da nove anni che non posso vedere i miei capelli, non so nemmeno di che colore sono. Sono nove fottutissimi anni che non vedo la luce del sole, nove anni che non vedo un fiore, il mare o qualsiasi altra cosa. Non ho mai visto la neve in diciassette anni di vita! Non sai quanto faccia male non poter fare tutte le cose da adolescente che vorrei fare. L’età spensierata sta finendo e io non ho potuta viverla come le altre. Pensi che sia bello vivere solo di sapori, odori, e suoni? Pensi che sia bello toccare le cose senza nemmeno sapere cosa sono? Beh, è orribile. Ma ho sempre superato tutto, ho sempre combattuto contro la mia stessa vita perché c’eri tu al mio fianco, poi te ne sei andato fregandotene di me e dei miei sentimenti! Non sai quanto ti ho odiato per avermi abbandonata, non ne hai la più pallida idea! Ma mi sono fatta forza, perché io ti volevo ancora bene. Nonostante tu non mi abbia mai chiamata anche solo per sapere come stavo, nonostante tu non sia mai più tornato a Doncaster a passare le feste con i tuoi parenti. Nonostante tutto ciò ti amavo, Louis. Ti amavo perché eri l’unica persona che mi aveva sempre incoraggiato quando ormai le speranze erano sotto terra > lo fissai, anche se non lo potevo vedere < Sei cambiato, Louis. Il Louis che conoscevo io era mio amico e mio fratello. Quello di adesso non è nessuno dei due >.
Non scappai da lui, non scappai dalla situazione, non scappai da ciò che avevo detto, anche perché non sapevo dove andare. Cercavo di mostrarmi forte più che potevo ma le lacrime mi tradirono.
Aspettai una sua risposta, che non arrivò.
< Vieni, ti accompagno in camera tua! > mi disse Niall, prendendomi sotto braccio.
 
< Mi  dispiace per quello che è successo.. insomma sei appena arrivata e già hai pianto! > Niall era davvero una persona dolce, lo capii subito.
Mi aiutò a disfare le valigie e a sistemare la camera e il bagno.
< Di che colore hai gli occhi? > gli chiesi. Lo sentii sorridere, uno di quei sorrisi che ti scalda il cuore.
< Azzurri come i tuoi.. assomigli tanto a tuo fratello! > sorrisi. Parlammo per quasi più di un’ora. Mi chiese un sacco di cose, dalle più sensate alle più assurde. Mi fece sorridere, dopo tanto tempo. Non un sorriso tanto per sorridere, ma un sorriso pieno di gioia, di allegria, di divertimento e di ringraziamento.
Lo ringraziavo anche solo perché era stato lì con me, perché non era come tutti gli altri ragazzi che avevo incontrato fino ad ora. Lui era diverso.
< Eri molto legata a Louis prima della sua partenza? >
< Eravamo davvero legati, forse anche troppo. Tipo Cip e Ciop. Era l’unica persona che mi ha aiutato, sempre. E quando partì mi crollò il mondo addosso! > ammisi.
< E perché non sei partita con lui? > domandò, dopo.
< Mia mamma avrebbe perso il lavoro, lei non sarebbe mai venuta e non avrei mai potuto lasciarla da sola.. >
< Ah, capisco. Beh, almeno adesso potrete recuperare tutto il tempo perso.. >
< Non credo.. resterò qui solo per un anno, anzi di meno, poi andrò all’Università di Oxford >.
Verso mezzanotte smettemmo di parlare e lui ritornò in camera. Ma prima, mi disse una frase stupenda, una di quelle che ti fanno sorridere l’anima, una che non dimenticheresti mai: < comunque i tuoi capelli sono castano chiaro! >.
Chiuse la porta lasciandomi con le lacrime agli occhi per la felicità. Una volta che uscì dalla mia camera decisi di fare una doccia e andare sul terrazzo.
 
Dopo essermi messa il pigiama mi stesi sulla sdraio sul balcone. Faceva freddo, si sentiva che era novembre. Beh considerando che qui faceva sempre freddo, sia d’inverno sia d’estate. Era per questo che amavo Londra. Non l’avevo mai visitata prima infatti non so nemmeno come è fatto il Big Ben o il London Eye. Tutti i monumenti li creavo nella mia fantasia. Me li descrivevano e automaticamente nella mia mente si formava un’immagine. Chiusi gli occhi ed immaginai il mio futuro.
A distrarmi dai miei pensieri fu una voce che mi chiese: < posso sedermi? >.
Mi voltai nella direzione della voce e annuii.
< Sei venuto qui a farmi la predica? Se è così risparmiatela. > dissi acida a Louis.
< Hai ragione sono stato un pessimo fratello, non ti ho nemmeno fatto gli auguri ai tuoi compleanni. Mi dispiace di non essere stato presente quando avevi bisogno di me.. Ho proposto io a papà di farti venire qui, appunto per riallacciare i rapporti e rimediare ai miei errori! >
< Non credo riuscirai a recuperare i tre anni in un anno! > risposi.
< E’ per questo che ti ho fat.. > si bloccò. Allora un minimo di cervello ce l’ha mio fratello, pensai.. < un anno?!? >.
Annuii di nuovo.
< Ho fatto domanda all’Università di Oxford.. Mi hanno presa! La scuola l’ho finita l’anno scorso, quest’anno finisco il liceo e a ottobre vado a Oxford > sorrisi.
< E papà lo sa? > scossi la testa.
< No, non credo glielo dirò! > dissi torturandomi le mani.
< Come no? Sarebbe orgoglioso di te! > sorrisi pur sapendo che non era vero.
Nonostante Louis avesse trascorso tre anni da solo con mio padre, non aveva ancora capito come era fatto. Se gli avessi detto dell’università di sicuro avrebbe cambiato discorso parlando di Louis e consigliandomi di lasciar perdere. Con mio padre ho sempre avuto un rapporto distaccato, anzi non c’era mai stato alcun rapporto.
Per lui esisteva solo Louis. Louis di qua, Louis di là, Louis sa fare quello, Louis è andato là.. sempre così, ogni volta.
Era stronzaggine pura!
Mi baciò la fronte e uscì dalla stanza.
< Louis! > lo richiamai.
< Sì? >
< Mi sei mancato! >
< Anche tu! >. 


IT'S ME! 
buona sera ragazze, sono tornata con il nuovo capitolo! 
Volevo postarlo ieri, ma ovviamente il sito era intasato e non andava. 
Comunque, grazie per le recensioni, davvero! 
Ci tenevo a spiegarvi un po' come funziona questa FF. 
Allora, la storia sarà divisa in due parti: 
-la prima parte si chiamerà:
Save me from the dark; inzia dal primo capitolo (questo) e finirà più o meno a metà storia. 
-la seconda parte si chiamerà:
Bring me to life: inizierà a metà storia e finirà con l'ultimo capitolo. 
La storia sarà vista sotto vari punti di vista, non ci sarà solo Desirèe come narratore, perchè so che potrebbe essere piuttosto noioso. 
La storia si concentrerà maggiormente su alcuni personaggi (i principali, ovviamente), ma ciò non vuol dire che gli altri verranno trascurati, anzi, cercherò ti toccare tutti i personaggi. 
Non ho altro da aggiungere, spero solo che la storia vi piaccia, 
ci metterò tutta me stessa, lo prometto. 
Fatemi sapere cosa ne pensate.

-Frem.
ps. ringrazio _Sam per il banner, è fantastico!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2. Girl on fire. ***




Capitolo 2. Girl on fire.

{Nobody knows that she’s a lonely girl
And it’s a lonely world
But she gon’ let it burn, baby, burn, baby
This girl is on fire
This girl is on fire
She’s walking on fire
This girl is on fire.
-Alicia Keys, Girl on fire}


Louis

Un raggio di sole penetrò attraverso le tende, colpendomi in pieno viso. Eravamo a novembre, era raro che a Londra ci fosse il sole. Io e i ragazzi, in onore di queste giornate andavamo a Hyde Park oppure al nostro solito posto, tenendo conto anche dei paparazzi. Ci divertivamo molto insieme, eravamo una bella squadra, lo siamo sempre stati. X-Factor ci cambiò la vita, ci permise di realizzare i nostri sogni e di sfondare nel mondo della musica. Non avrei mai creduto che potessimo arrivare così in alto; due anni fa eravamo cinque ragazzi con un sogno da realizzare. Due anni fa ero Louis Tomlinson il ragazzo di Doncaster, il ragazzo che aveva pochi amici, il ragazzo che veniva definito ‘gay’ perché capiva le ragazze. Tutti gli insulti che ricevetti, mi resero più forte. Ma la cosa, o meglio, la persona che mi aiutò a non crollare, era Desirée. C’erano giorni in cui mi rinchiudevo in camera con la scusa dei compiti da fare e piangevo, e lei bussava alla mia porta. Le avrò risposto male così tante volte, che se fossi stato in lei mi sarei mandato già a quel paese. Ma lei era restata, lei restava fuori dalla porta anche per ore, finché non le aprivo. Mi ero comportato male con lei, se avevo dei problemi lei c’era sempre, e quando fu lei ad avere dei problemi io andai via, come un vigliacco. Ero stato egoista, ero scappato da Doncaster, dal dolore che quel posto mi aveva procurato, senza tener conto del dolore che Desirèe e mia madre avrebbero provato. Ero scappato da ciò che oggi mi ha reso la persona che sono.
Come potevo chiedermi perché Desirèe mi odiasse? Era tutto troppo ovvio, era tutto bianco su nero, era evidente. L’avevo lasciata da sola.
Era arrivato il momento di recuperare tutto il tempo perso.
Mi alzai svogliatamente dal letto, cercando la sveglia che aveva preso a suonare.
7:30.
Era troppo presto per svegliarsi, per lasciare il letto che mi chiedeva di restare, per permettere al freddo invernale di scagliarsi contro la mia pelle.
< Louis, svegliati, è ora di alzarsi e di andare a scuola! >, me la immagino ancora qui, che apre la porta della mia camera e mi sussurra quelle parole che una volta odiavo, ma che ora rimpiango. Non sapevo di preciso cosa mia madre avesse, sapevo soltanto che dopo essere stata in ospedale doveva andare in un centro di ricovero.
Avevo bisogno di sapere, era mia madre.
Sentii odore di caffè e brioche e pensai subito a Harry. Veniva ogni mattina e mi portava la colazione. Era come un fratello, era il mio migliore amico, mi fidavo di lui.
Scostai le coperte e mi stropicciai gli occhi, ancora chiusi.
Dopo essermi sciacquato la faccia scesi in cucina e con mia sorpresa vidi mia sorella che beveva del latte.
< ‘giorno. > la salutai. I suoi occhi inespressivi mi fissarono e dalla sua bocca uscì un ‘ciao’ sussurrato.
Non potei non notare quanto fosse cresciuta. I capelli che una volta erano sempre corti, erano diventati lunghi e ricci ed erano castani. I suoi lineamenti dimostravano i suoi quasi diciassette anni. Gli occhi cerulei che amavo tanto fissavano quasi sempre il vuoto. Aveva alcune lentiggini sparse sul naso e sulle guance, la carnagione chiara e delle labbra carnose.
La ragazza che tre anni fa avevo lasciato a Doncaster, era diventata una donna. Mi spaventava vederla così matura, sentivo che ormai io non ero più il suo fratellone e questa cosa mi rendeva piuttosto protettivo nei suoi confronti.
< La smetti di fissarmi? > sussultai.
Pur essendo cieca, con il tempo aveva imparato molte cose, e una di queste era appunto, quando una persona la guardava.
Arrossii di colpo e presi una tazza dal mobile.
< Scusa, è che.. sei cambiata.. > versai del latte e aggiunsi un goccio di caffè.
< Sono cresciuta, Louis. E’ diverso. >.
Appoggiò la sua tazza sul tavolo e andò a vestirsi.
Mi sorpassò e notai quanto fosse diventata anche alta e snella.
Era davvero una bella ragazza.
< Ciao amore bello! > Harry mi distraè dai miei pensieri.
< Hazza, è opera tua la colazione? >
< E di chi se no? > mi strizzò un occhio, < i ragazzi sono in auto, manchi solo tu! Andiamo a fare un giro in spiaggia, ti va? >.
< Verrei molto volentieri, ma c’è anche Desirèe.. >
< E allora? Venite entrambi. Ti aspetto, muoviti Boo Bear! > lo fulminai con lo sguardo, come a volergli dire ‘non chiamarmi così, sai che lo odio’, seguito poi da una sua risata.
 
Per convincere Desirèe c’era voluto ben poco, andò meglio di come me l’ero immaginato. Mi aveva detto che le piaceva la spiaggia, così eravamo diretti tutti verso la costa.
< Ma tua sorella non parla mai? > mi chiese Harry, nell’orecchio.
Mi voltai dall’altra parte.
Desirèe era appoggiata al finestrino, con le cuffie nelle orecchie.
< E’ timida.. dalle del tempo e vedrai che si ambienterà. > risposi a Harry.
< Allora Des –posso chiamarti così, vero?- raccontaci un po’ della tua vita a Doncaster.. cosa facevi? Dove andavi? > domandò Liam.
< Beh, non uscivo molto spesso, forse perché non avevo molte amiche.. preferivo stare con mia madre in ospedale, la casa sembrava deserta se non c’era lei.. a volte andavo dal mio vicino di casa che mi dava ripetizioni per la scuola, sai.. >.
Harry la osservava da un po’, e questo mi dava un leggero fastidio. Gli diedi una gomitata.
< Ieri ho incontrato la mia ex.. mi ha insultato in un modo pazzesco! L’ho tradita, ok, ma mi ha preso a brosettate! > cambiò discorso Harry.
Scoppiò una risata, era una cosa all’ordine del giorno ormai.. Harry era ancora un bambino, non aveva trovato la ragazza giusta e perciò giocava con tutte.
< Cos’hai da alzare gli occhi? > la rimproverò il riccio. Desirèe si girò verso Harry e sorrise.
< Non posso alzare gli occhi? >
< Non è una risposta.>
< Mi fai schifo. Mi fa schifo il modo in cui tu hai detto quella frase. Ti va bene come risposta? >
< Che bambina.. > sussurrò tra sé e sé.
E fu così che iniziò la guerra.

Desirèe

< Che bambina.. >.
Mi chiedevo come Louis potesse avere amici così ottusi e stupidi. Beh, Harty o qualunque fosse il suo nome, non mi sorprese affatto.
< Trattare male le ragazze non fa di te un uomo. > alzai di più il volume nelle cuffie, lasciando che la musica di una band inondasse le mie orecchie. Ricky mi aveva scaricato queste canzoni, dicendo che erano dei bravi cantanti e infatti lo erano.
< E’ arrivata la filosofa. >
< Parlare con te è come parlare con un opossum. >.
< Odiosa.>
< Cretino. >
< Antipatica. >
< Donnaiolo. >
< Rompiscatole. >
< BASTA! > urlò il ragazzo davanti a me. < sembrate due bambini! >.
Un altro. Certo che mio fratello se li sceglieva bene gli amici.
Non vedevo l’ora di arrivare in spiaggia per starmene per i cavoli miei. Senza Louis, senza Harry o qualsiasi altro individuo che c’era in quella macchina.
 
Ci vollero tre ore prima di uscire da quel manicomio. Il viaggio lo avevano passato a urlare, a dire barzellette al quanto squallide e a ridere senza motivo.
In quel momento odiavo mio padre per avermi mandato lì, e mia madre per avermi abbandonata.
< Des vieni a fare un giro? > Liam mi si avvicinò.
< Se significa andare lontano da questi qui, volentieri! > rise strappandomi un sorriso e mi cinse le spalle.
Ci allontanammo dal gruppo, avviandoci verso la spiaggia –a giudicare dal rumore del mare.
All’improvviso un vortice sembrò risucchiarmi. La spiaggia, il mare, tutto mi riportava a quel giorno in cui persi la vista. Il dolore cominciava a farsi sentire, gli occhi pungevano e la gola era come chiusa. Non dovevo pensarci, non più. Ormai era passato, ora c’era un’altra ragazza sulla spiaggia. Ora c’era Desirèe Jane Tomlinson. Una ragazza nuova, una ragazza sola ma rinata. Una ragazza che non aveva più paura di niente, perché ormai aveva vissuto la morte sulla sua pelle. Una ragazza che aveva bisogno di vivere, di imparare a vivere perché nessuno le aveva mai insegnato come si faceva.
Che questa persone fosse davvero Liam?
Camminammo in silenzio raggiungendo la riva. Mi tolsi le converse.
Un brivido percorse la mia schiena quando i miei piedi si appoggiarono sulla sabbia bagnata. Era fredda, ovviamente. Volevo godermi questo momento come non avessi mai toccato la sabbia, come se fosse tutto nuovo, infondo dovevo vivere, no?
Feci un grosso respiro. L’odore della salsedine mi inebriò le narici. Quanto mi era mancato questo profumo.
Liam tossì.
Mi ricomposi come se avessi paura che potesse leggere i miei pensieri e capire le mie sensazioni in quel momento.
< Venite spesso qui? > chiesi mentre mi sedetti sulla sabbia bagnata. Intuivo lo sguardo sorpreso di Liam.
< Sì, è il nostro posto praticamente.. almeno qui i pa.. cioè, qui possiamo stare i tranquillità. E’ un posto magico. > lo sentii sederti vicino a me.
Abbozzai un sorriso.
< Andate molto d’accordo tra di voi.. sembrate fratelli. Come vi siete conosciuti? > forse stavo facendo troppe domande, ma ero stata lontana per troppo tempo da mio fratello e dalla sua vita. Ero curiosa.
< Tre anni fa volevamo fare tutti l’audizione per X-Factor e intanto che aspettavamo che i nostri nomi venissero chiamati ci siamo conosciuti. >
< Vi hanno presi? > chiesi speranzosa. Mi sorpresi anche io per il mio comportamento. Stavo mandando a farsi fottere la mia immagine da dura.
< No.. però noi abbiamo comunque continuato a vederci.. Ora ci esibiamo in qualche.. bar? Sì, bar! > sembrava un po’ incerto su quello che diceva, ma decisi di non badarci molto.
Mio fratello aveva inseguito il suo sogno, aveva incontrato questi ragazzi fantastici –ad eccezione di Harty- e non avrei potuto essere più fiera di lui.
< Ci tieni molto a Louis, vero? > mi scostai i capelli dal viso con un gesto veloce.
< Può essere stato il peggior fratello di sempre, può avermi abbandonata, può avermi dimenticata, ma resta sempre mio fratello, quindi in teoria anche se lo odiassi non cambierebbe niente.. > rise, facendomi accelerare il battito del cuore < ..in sostanza, sì, ci tengo molto a lui >.
 

Harry

Non mi piaceva Desirèe.
Non mi piaceva quel suo atteggiamento da saputella.
Ero Harry Styles, ero famoso, bello e bravo, e allora perché lei riusciva a farmi sentire come una merda? Come se non fossi abbastanza.
Aveva un potere speciale in quelle parole, riusciva a penetrare il mio scudo.
La odiavo.
Mi chiedevo come potesse essere la sorella di Louis, quel Louis: simpatico, allegro, con la battuta pronta.
Lei era tutto il contrario: acida e antipatica.
Ogni gesto che faceva mi faceva innervosire. Forse era troppo, forse non la conoscevo ancora bene per poterla giudicare, ma a pelle non mi aveva fatto una buona impressione, anzi.
Era bella, ma era complicata.
L’avevo vista allontanarsi con Liam, poco fa, non che m’importasse. Io e i ragazzi avevamo deciso di discutere su come gestire la questione della band.
< Louis, non puoi tenerglielo nascosto, non è stupida, lo sai? Sai che prima o poi verrà a saperlo? > lo aveva avvertito Niall.
Io dovevo rimanere fuori a fare da ‘sentinella’ e avvertirli nel caso fosse ritornata la iena.
Sentii il discorso a pezzi, ma da quello che avevo capito Louis non voleva dire a Desirèe che era famoso ed era in una band. Era la cosa più sciocca che potesse fare. Poteva essere una rompicoglioni, ma aveva il diritto di sapere. Ma il mio parere non contava, l’importante era che mi ‘attenessi ai piani’, come aveva detto Lou.
Vidi Desirèe e Liam ritornare dalla spiaggia. Avevano un sorriso stampato sulla faccia che mi faceva venire il voltastomaco. Non ero geloso, ero infastidito. Mi dava fastidio che quella ragazza fosse entrata nella nostra vita. Non poteva restarsene a Doncaster?
Liam mi salutò e poi entrò nella casetta, probabilmente per discutere della questione ‘band’. Desirèe si mise le cuffie e si sedette su un muretto davanti a me, rivolgendomi le spalle.
Non seppi per quale assurdo motivo mi mossi da lì, ma l’affiancai.
< E’ maleducazione rivolgere le spalle alle persone, lo sai? > le dissi, giocando con il braccialetto.
< Non venirmi a dire cosa posso fare o meno, Harty! >
< Harty? > trattenni una risata < non sapevo di aver cambiato nome! >.
< Perché, non è il tuo nome? >
< Mi chiamo Harry! H-A-R-R-Y! Harry! >
< Minchia ho capito, non sono sorda! >
< Sei sempre così? >
< Così come? >
< Ottusa, antipatica, che crede di sapere tutto di tutti, orgogliosa, potrei continuare sai? > sorrise.
< Ogni giorno ,ogni ora, ogni secondo della mia vita sono e sarò così, che ti piaccia o no. Se sei qui per criticarmi o qualsiasi altra cosa, puoi anche alzare il tuo culo da questo muretto e levarti dalle palle. Non ho bisogno di una persona che ogni 3x2 mi dica quanto il mio carattere faccia schifo,  capito Harry? > sbuffai sonoramente e mi alzai da quel muretto.
Non avevo bisogno di una ragazza che mi dicesse cosa potevo fare o meno, non mi facevo mettere i piedi in testa da nessuno, tanto meno da Desirèe Tomlinson.
 

Desirèe

Eravamo tornati tardi a casa, avevamo trascorso tutta la giornata in spiaggia. Mi ero divertita molto, avevo riso come non mai grazie a Niall e alla sua risata contagiosa. Quel ragazzo era fantastico.
Appena entrai in casa, mi rintanai in camera mia. Non avevo intenzione di parlare con Harry, non dopo quello che mi aveva detto quel pomeriggio. Non sapeva nulla di me, e si permetteva di giudicarmi.
Ero pur sempre una persona, avevo un cuore anche io.
Chiusi la porta alle mie spalle e crollai a terra.
La mia schiena strusciava contro la porta. Sentivo le lacrime ormai scendere e bagnarmi le guance. Stavo piangendo. Ero crollata, un’altra volta. Avevo fatto in modo che il mio dolore prendesse il sopravvento, che ogni cosa bella all’improvviso diventasse solo un desiderio impossibile. Ogni cosa mi scivolava addosso ferendomi, ogni ricordo mi faceva stare male.
Ma ormai ero abituata a crollare. Ero abituata a sentire le guance costantemente bagnate,  la mia bocca emettere singhiozzi, la mia bocca tremare.
Ma questa volta sarebbe stato diverso, ero stanca di essere così fragile, non ero più la bambina di Doncaster.
Mi alzai e mi asciugai le lacrime. Aprii la porta per andare in bagno quando trovai Harry davanti a me che mi fissava.
< Io.. >
< Lasciami in pace Harry.. > lo sorpassai e andai in bagno.



IT'S ME! 
Eccomi ragazze con il secondo capitolo. 
No, non sono morta ahah. 
Ho avuto un sacco di cose da fare questa settimana, tra interrogazioni e verifiche non ho avuto molto tempo di scrivere.
Perdonatemi. 
Comunque, cosa ve ne pare del capitolo?
Ci ho messo molto a scriverlo più che altro perchè lo considero come un capitolo di passaggio.
Non accadono grandi cose, come nel prossimo, ma comunque sono piuttosto soddisfatta, il che è un miracolo. 
Grazie mille per le recensioni, siete tutte molto gentili, mi fate sorridere ogni volta. 
GRAZIE. 
Fatemi sapere che ne pensate
alla prossima. 
-Frem.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3. Everything about you. ***



Capitolo 3. Everything about you.

{I still feel it everytime
It’s just something I have to do
Now ask me why I want to
.
-One Direction, everything about you}

Desirèe

La pioggia si scagliava contro i vetri della mia finestra. Sentivo il dolce rumore dell’acqua a contatto col vetro.
Mi piaceva la pioggia.
Mi rilassava.
Amavo quando nel bel mezzo di una passeggiata, all’improvviso, cominciava a piovere e sentivo le persone attorno a e scappare, mentre io rimanevo lì, immobile, alzando la testa al cielo godendomi ogni singola goccia posarsi sul mio corpo. Era una sensazione incredibile.
A distrarmi dai miei pensieri fu la sveglia che segnava le sette.
Oggi avrei iniziato l’ultimo anno di liceo. Ero un po’ indietro col programma, visto che eravamo a Novembre, ma avrei recuperato con l’aiuto degli amici di mio fratello: Liam si era offerto già per aiutarmi in matematica e scienze, Niall in storia e filosofia, Zayn nelle lingue e Louis in educazione fisica, perché era l’ultima rimasta.
In quanto a Harry, beh, Harry non mi avrebbe mai aiutata quindi avevo persino evitato di chiederglielo. Non ci odiavamo, ma il nostro rapporto –se insultarsi ad ogni occasione si poteva definire tale- era complicato.
Noi eravamo complicati. Non saremmo mai andati d’accordo, neanche per sogno.
Poi dopo quello che era successo due sere fa, beh, faticavo anche a insultarlo. Non gli chiesi se mi avesse sentita piangere, non gli chiesi il perché fosse lì, davanti alla mia porta o cosa volesse, mi ero mostrata debole davanti a lui e questa era la cosa peggiore che potesse capitarmi.
Scostai le coperte e mi legai i capelli in una coda disordinata.
Niall si era offerto di accompagnarmi a scuola questa mattina, era stato gentile.
Niall mi piaceva come persona. Era dolce e simpatico, era raro trovare un ragazzo così. Ma lui era diverso, forse perché era irlandese.
 
La macchina accostò. Dalle urla e dalle risate capii che eravamo arrivati.
Non sarebbe stato così difficile, infondo dovevo solo iniziare l’ultimo anno di scuola in un posto che non conoscevo, da sola.
Niall capì il mio disagio e la mia paura, così mi strinse la mano.
< Dai, non sarà così male Des.. ti troverai bene, ne sono sicuro  >
< Niall, vorrei essere sicura tanto quanto te. Tu non devi iniziare la scuola, tu non sei cieco. > sentii la sua mano posarsi sulla mia guancia, che arrossì.
< ehi, piccola, stai tranquilla.. andrà tutto bene, fidati di me >.
Era incredibile quanto quel ragazzo riuscisse a farmi sentire così sicura di me, anche con un solo tocco o con delle semplici parole.
fidati di me”.
L’avevo sentita così tante volte questa frase, ma il modo in cui lui l’aveva pronunciata, il modo in cui lui mi aveva sfiorato.. mi sarei potuta fidare di lui.
Mi diede un bacio sulla guancia e un buffetto che mi strappò un sorriso.
Sarei uscita da quella macchina, avrei camminato per il cortile con la testa alta, sarei entrata in quella scuola pronta per un nuovo anno, solo per Niall.
Aprii la portiera e uscii dalla macchina, girandomi un’ultima volta verso James: < grazie, Niall >.
Camminai per i corridoi della Quenn’s High School. Sapevo che tutti mi stavano fissando, beh di certo non passavo inosservata, ma ci avevo fatto l’abitudine. La campanella suonò, non ebbi nemmeno il tempo di sistemarmi meglio lo zaino sulle spalle che fui travolta da mille studenti che correvano per paura di arrivare tardi alla lezione.
Fui scaraventata contro un ragazzo, a giudicare dal profumo che aveva.
< Ehi, stai attenta! > mi piaceva la sua voce, era calda e dolce.
< Scusami, davvero.. > feci per andarmene ma la sua mano afferrò il mio polso.
< Sei quella nuova, giusto? >
< Vedo che le voci girano in fretta qui.. comunque sì! >
< Non è molto grande come scuola, quindi si sa tutto di tutti.. io sono Chris Wilson > gli sorrisi.
Chris.
Mi piaceva
< Sono Desirèe Tomlinson, piacere >
< Tomlinson? Sei la sorella di Louis Tomlinson? > mi chiese in tono quasi arrabbiato ma sorpreso.
< Sì.. lo conosci? >
< Purtroppo sì.. > mi prese per mano e mi trascinò via da quella mandria di studenti impazienti.
Eppure Louis non mi sembrava uno di quei ragazzi da odiare. Come faceva Chris a conoscerlo? E perché aveva risposto in modo dispregiativo?
Sentivo la sua mano stringere la mia. Era un strana sensazione, intendo sentire le sue dita sulla mia pelle, era bellissimo.
Ci fermammo di colpo, lasciai la sua mano ricordandomi di dover andare in segreteria.
< Che succede? > mi si avvicinò.
< devo andare in segreteria per l’iscrizione.. non è che mi diresti dov’è? > lo sentii ridere e stringere di nuovo la mia mano.
< ti ci accompagno io, va bene? > annuii e lo seguii.
Chris era un bravo ragazzo, era disponibile e gentile, non come Harry.
Ah maledizione!
Perché quel ragazzo doveva sempre essere nei miei pensieri? Perché dovevo sempre paragonarlo a qualcuno?
Lui non era così importante, non lo era mai stato e non lo sarà mai.
< Oh, lei deve essere la nuova arrivata! Adesso ti faccio vedere un po’ la scuola.. signor Wilson può andare in classe, ora! >
< Sì Mrs. Price.. Tomlinson noi ci vediamo dopo! > obbedì e se ne andò fischiando.
 
< Bene ragazzi, fate un attimo di silenzio! > la classe si azzittì e questo mi mise a disagio. Sentivo gli sguardi indagatori degli alunni su di me.
< Lei sarà una vostra nuova compagna di classe > si girò verso di me < cara, vuoi dire qualcosa? > le sorrisi leggermente, imbarazzata.
Cosa avrei detto?
< Ehm.. sono Desirèe Tomlinson, vengo da Doncaster.. mi sono trasferita qui a Londra qualche giorno fa, vivo con mio fratello e un suo amico.. > mi scroccai le nocche, segno che non avrei più spiccicato parola da quel momento in poi. Sentii delle ragazze poco distanti da me bisbigliare qualcosa come “è la sorella di Louis Tomlinson” oppure “Tomlinson? Come Louis Tomlinson”, fino a quando la voce di Mrs. Price non mi distrasse da loro.
< Va bene così, grazie signorina Tomlinson.. Wilson accompagna la ragazza al suo banco > ci fu uno spostamento di sedie e poi la mano di Chris prese la mia e mi accompagnò al mio banco, vicino al suo.
Mrs. Price insegnava italiano, storia, filosofia e latino. Il solo pensiero mi faceva girare la testa, non che Mrs. Price non mi stesse simpatica, anzi si era ritenuta molto ospitale, però doverla avere in classe tutti i giorni –considerando le materie- non mi entusiasmava.
Non appena suonò la campanella sentii un frastuono di sedie trascinate e tutti alzarsi. La mano di Chris si posò sulla mia spalla e mentre si abbassava mi sussurrò: < Ora abbiamo biologia.. sei nel mio stesso corso la maggior parte delle volte! Ritieniti fortunata Tomlinson > risi a quel modo ‘impacciato’ di fare lo sbruffone, con me.
< Fortunata? Scherzi? Sono ONORATA! > dissi alzandomi dal mio banco e seguendo il suo profumo.
Questa scuola cominciava a piacermi.
 

Harry

Era strano vedere Desirèe piangere.. Insomma di ragazza piangere ne vedevo ogni giorno, tra fan e ex che mi imploravano di restare, ma con lei era diverso. Vedere le fan piangere mi faceva star male perché erano come le mie bambine, vedere le ex piangere non mi faceva ne caldo ne freddo. Ecco, lei era una via di mezzo. Si era sempre mostrata così forte e sicura di se, vederla cedere così era stato.. strano, ma interessante.
*flashback*
Eravamo appena tornati dalla passeggiata al mare.. Desirèe non appena entrò in casa si piombo subito in camera sua senza slutare nemmeno. Non che mi importasse, figuriamoci. Parcheggia la range over in garage e notai che sul sedile era rimasta una sciarpa grigia.
Zayn per quanto potesse amare le sciarpe non aveva quell'odore di cannella. La presi e la odorai. Era l'odore di Desirèe, dannatamente buono. 
Rincasai e andai davanti alla sua porta quando sentii dei singhiozzi. Forse era Louis che aveva la televisione troppo alta.. Di sicuro non poteva essere Desirèe. Non poteva essere la stessa ragazza di un'ora fa, quella dura e sempre con la risposta pronta. Quella Desirèe non era fragile, oppure era talmente forte da non mostrarlo. 
Desirèe soffriva, anche se non lo dava a vedere. Non seppi il perché ma in quel momento avrei voluto tanto aprire quella porta e stringerla in un abbraccio.. Una parte di me l'avrebbe fatto, mentre l'altra se ne sarebbe già andata. Strinsi la sciarpa contro il mio petto come se fosse Des. Quell'odore.. Seppi dal primo istante che non l'avrei mai dimenticato.
 
Per due giorni non avevamo ne discusso ne parlato. Era imbarazzante per entrambi. 
Ci avrei provato spudoratamente con lei, l'avrei portata a letto volentieri se non fosse stata la sorella del mio migliore amico e se non fosse stata così antipatica. 
Niall l'aveva accompagnata a scuola e poi era rientrato confuso, dicendo che non sapeva se Desirèe gli piacesse o no. Non capivo Niall e i suoi sentimenti. Insomma se ti piace una ragazza lo sai da subito, dal primo momento che incroci il suo sguardo, no?
Zayn era andato a farsi un tatuaggio tanto per cambiare e aveva portato anche me, costringendomi a farne uno. Lui si era tatuato la scritta "be true to who you are" e io "I can't change". 
Si non potevano cambiare. Nonostante la gente volesse che diventassi più serio con le persone, meno cattivo con le ragazze.. niente è nessuno poteva cambiare Harry Styles. Era un dato di fatto. 
Dopo il tatuaggio io è Zayn eravamo andati a prenderci qualcosa allo starbucks più vicino a casa nostra. 
< Come mai quella scritta così profonda, zayn? > chiesi bevendo il mio caffè. Era uno di quei rari giorni in cui non avevamo interviste o concerti. Li trascorrevamo come persone normali, perché noi eravamo esattamente questo: persone normali che facevano cose normali. 
< E’ come il tuo 'i can't change', Harry. Solo che il mio è scritto in modo più filosofico, perché io posso >, scoppiai a ridere, < cosa ridi stupido? Ehi guarda quella lì! > mi voltai seguendo il suo dito che indicava una ragazza bionda che era appena entrata nel locale. Indossava un paio di pantaloncini bianchi con delle calze nere e sopra una felpa. Era carina, ma nulla di più. Non mi attraeva più di tanto, anche perché era esattamente uguale alle altre ragazze. Non aveva nulla di particolare, per esempio Desirèe aveva le lentiggini e degli occhi meravigliosi. 
Mi maledii per averle permesso di entrare nella mia mente. 
< Sì.. carina.. > mi rigirai verso Zayn che mi guardava sconvolto.
< Carina? Ma l'hai vista? È una bomba!
< Zayn non ti è eccitare troppo, su >, lo presi in giro. 
< Spiritoso come un calcio in culo! Ma che ti succede? L'Harry di prima non avrebbe perso occasione per fare un commento pervertito..
< Non mi succede niente, sto solo dicendo che quella ragazza non è così bella.. Se tu ti ecciti anche guardando un lombrico che si riproduce non è colpa mia!
< Ehi Hazza ti sei alzato con la luna storta stamattina? Come sei suscettibile! > mi guardò per un secondo e poi si portò una mano alla bocca < oh mio dio. No, non ci credo! Hai deciso di trovarti una ragazza seria! Oh amico, vuoi far nevicare? > lo guardai storto. Possibile che fosse così stupido. Come poteva minimamente piacermi una sola persona. Non era mai successo , perché sarebbe dovuto succedere in quel momento?
< Zayn ma che stai dicendo? Cosa hai mangiato a colazione stamattina? >. 
< guarda che non c'è nulla di male, anzi solo felice per te.. ma una domanda.. > lo guardai con le sopracciglia inarcate < i lombrichi si riproducono? >.
 
Ero ritornato a casa da solo visto che Zayn aveva deciso di chiedere il numero alla ragazza di Starbucks e di restarci a "chiacchierare". Louis era andato a vedere dei regali per i suoi amici di Doncaster con Liam e Niall. 
Mi stravaccai sul divano pronto per una dormita, quando non sentii delle risate -la sua risata- e la serratura scattare. 
< Grazie per avermi accompagnata Wilson! > le parole di Desirèe furono seguire da una risata maschile. 
Eppure quel cognome mi era così familiare.
Wilson.. Wilson.. Wilson..
< Figurati Tomlinsøn! Senti.. Sabato ci sarebbe una festa, sai ogni mese la Queen's organizza feste e volevo chiederti.. Ecco.. > alzai gli occhi al cielo per la timidezza assolutamente falsa di quel ragazzo.
< Certo Chris.. > cosa?!
< Oh davvero? Okay allora ti passo a prendere alle otto? > gli sorrise e lo invitò ad entrare. Appena vidi i capelli biondo scuro del ragazzo capii.. Chris Wilson.
< Ma guarda un po' chi si vede.. > mi alzai dal divano e andai verso la cucina, dove si trovavano loro.
< Styles? Che cosa ci fai qui? > mi chiese Desirèe. Ignorai la sua risposta e mi concentrai sugli occhi carbone del ragazzo davanti a me. 
< Non pensavo che Tomlinson vivesse con te, Styles. Cos'è avete deciso di fare la coppia gay perfetta? > ci mancò poco che non gli saltai addosso.
< Non ricordavo fossi così simpatico, Wilson. Io vivo qui con Louis da amico. Tu piuttosto vai ancora a scuola? Non sei un po' grandicello per stare lì? > era stato bocciato già due volte, sicuramente.
< Frenate un attimo.. Voi vi conoscete? > Desirèe interruppe la nostra litigata. Forse sarebbe stata la prima e l’ultima volta che le avrei detto grazie. Insomma, senza di lei ci saremmo già presi a pugni, visti i precedenti.
< Des, ora è meglio che vada.. ci vediamo domani! > si chinò verso di lei e le diede un bacio sulla guancia.
Serrai la mascella. Mi dava terribilmente fastidio le sue labbra sulla sua pelle. Come poteva farsi ‘toccare’ in quel modo da lui? No, non ero geloso. Ero infastidito.. se solo lei avesse saputo la verità su di lui, gli avrebbe già dato uno schiaffo.
Sentii la porta chiudersi e andai contro Desirèe.
< Non mi dire che tu e lui state insieme, ti prego! > sbottai. Ero preoccupato, infondo era come una sorella.. sorellastra.
< Harry spiegami che problemi hai, perché davvero non ti capisco! > si girò verso di me. I suoi occhi mi trapassarono l’anima.
Non poteva farmi quest’effetto. Non poteva, non lei.
< Lui non è quello che sembra diamine! E’ possibile che tu sia così ingenua? Pensi che starei qui a dirti questo se non fosse vero? > mi sistemai i capelli, segno che stavo per arrabbiarmi.
Ma non volevo, non con lei.
Non era colpa sua, o almeno, non tutta.
< Harry.. smettila. Smettila di comportarti.. così! Mi basta Louis come fratello protettivo. So badare a me stessa, non ho bisogno di una persona che stia costantemente lì a dirmi dove sbaglio. Per favore, te lo sto chiedendo con il cuore in mano, da amica.> i suoi occhi luccicavano.
Era incredibile come quelle parole mi ferirono.
< Ascoltami io ti st.. >
< No, Harry. > il mio nome detto da lei era così orribile.
Era seria.
< Perché non vuoi che ti aiuti? >
< Perché non ho bisogno di nessuno. Tanto meno di te. >
< Perché allontani le persone da te in questo modo? >
< Harry, basta, sono stanca. Ho avuto una giornata pesante e non ho intenzione di discutere ulteriormente con te. > mi sorpassò, andando in camera sua.
< Ma sì, scappa. Ormai è la sola cosa che sai fare! >
Sentii la porta sbattere forte.
Quella volta non era una litigata di quelle che passavano, non era una litigata tanto per passare il tempo. Era un litigata seria, lei mi aveva chiesto di restare fuori dalla sua vita. E così avrei fatto.
Da quel momento in poi non l’avrei più aiutata, non avrei più fatto niente per impedirle di soffrire. Da quel momento in poi lei non sarebbe più stata nessuno per me.



IT'S ME!
Buonasera ragazze!
Santo cielo, è da tantissimo che non aggiorno, scusatemi. 
Ci sono state le feste e mi sono lasciata troppo trasportare dal cibo ahahah.
Comunque, eccomi tornata con un nuovo capitolo.
Okay, non sapevo che canzone mettere ma credo che 'everything about you' sia abbastanza inerente.
By the way ci tengo a dire alcune cose: 
1- GRAZIE! GRACIAS! THANKS! DANKEN! PER LE RECENSIONI. Siete fantastiche, giuro, vorrei poter fare qualcosa di più che ringraziarvi semplicemente ogni volta. Vi farò una statua ahah!
2- Dal prossimo capitolo entrarà una nuova ragazza che sarà abbastanza importante nella storia.. e in più si vedranno anche le varie vite sentimentali degli altri. Quindi il prossimo capitolo sarà più generale.. niente Derry (?) 
3- Chris Wilson.. che ne pensate di quest'altro nuovo personaggio? :D
Fatemi sapere che ne pensate con una recensione, 
è davvero importante per me. 
Grazie ancora,
-Frem.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4. Begin again. ***




Capitolo 4. Begin again.


{I’ve been spending the last 8 months
thinking all love ever does
Is break and burn and end
But on a Wednesday in a cafe
I watched it begin again

Taylor Swift- Begin Again}

 

Desirèe


L'ora di biologia era utile tanto quando noiosa. Non avevo mai mostrato alcun interesse verso le materie scientifiche, infatti erano le uniche in cui non andavo bene. Ma a distrarmi dalla lezione era la situazione che si era creata tra me e Harry.
Insomma, chi era lui per dirmi cosa fare? Non avevo bisogno di un altro fratello, bastava quello che avevo. Ma allora perché si ostinava a volermi proteggere da Chris. Io non ci vedevo nulla di male in lui, anzi era stato così gentile.. Era successo qualcosa tra di loro prima che arrivasse io? Si conoscevano già? Perché si odiavano? 
Non sopportavo avere tutte queste domande senza una risposta. Dovevo capire, in quel momento.
< Come fai a conoscere Styles? > sussurrai a Wilson. 
< Perché non lo chiedi a lui? > mi rispose freddo.
Era evidente che nemmeno lui era interessato alla lezione, e allora perché tutto quel mistero e quella freddezza?
< Perché io e lui non ci parliamo mai, e se lo facciamo ci prendiamo a insulti. Per favore Wils! > evidentemente non eravamo gli unici a parlare in classe durante quella lezione, visto che due ragazze davanti a me si stavano raccontando cosa avevano fatto la sera precedente.
< Frequentava la mia stessa scuola a Holmes Chapel.. > cominciò bisbigliando < ..eravamo migliori amici, inseparabili, hai presente il genere no? > annuii.. Era capitato anche a me di avere un'amica inseparabile.. < Era tutto così bello.. Passavamo le giornate a giocare a calcio, o alla Playstation.. Fino a quando lui non divenne popolare a causa di una voce che girava la quale diceva che aveva perso la verginità con la più bella della scuola –ossia la capo cheerleader. Si fece una gran reputazione, nuovi amici e una fidanzata. Io? Io ero solo uno sfigato. Non mi parlava più, se passava per i corridoi non mi calcolava nemmeno >, stranamente non rimasi sorpresa da quello che mi aveva appena detto. Styles era proprio quel tipo di persona, era uno stronzo, si.. Usava le persone come fossero oggetti.
Lo odiavo per questo.
< Tutto qui? Vi odiate per questo? E come fai a conoscere mio fratello? > rise leggermente senza farsi sentire dall'insegnante.
< Lui partecipò a xfactor e poi il resto lo sai. Oh, Tomlinson.. è un'altra storia quella! > non aveva alcun senso. Non poteva lasciarmi sulle spine in quel modo. L'insegnante assegnò degli esercizi per casa sull'argomento appena svolto in classe, ma io non avevo capito niente. Ero troppo impegnata ad ascoltare una stupida storiella alla quale sarei arrivata anche da sola.
Ero solo una sciocca.
Chris mi scrisse gli esercizi e poi uscì dall'aula senza aspettarmi. Non sapevo cosa gli fosse preso, forse ero stata troppo schietta con lui, o forse avevo fatto riaccendere il “mr passato” dentro di lui. Sistemai le mie cose, facendo cadere sbadatamente il quaderno a terra. 
< Deve essere tuo questo.. > una ragazza dalla voce molto leggera mi tese il quaderno. La ringraziai con un sorriso e sistemai la cartella in spalle.
< Io sono Megan, ma puoi chiamarmi Meg.. Tu sei quella nuova no? > uscimmo dalla aula.
< Sì, piacere Desirèe, ma chiamami pure Des.. Sai dirmi dov'è l'aula di spagnolo?> la sentii ridere leggermente.
Me la immaginavo bionda, occhi castano scuro, una di quelle ragazze diverse dalle altre, originale e che non si vergognava di ciò che era.
< Siamo nello stesso corso di spagnolo, ora.. Andiamo, Mr. Smith odia i ritardatari! > mi prese per mano e mi trascinò in mezzo alla folla.
Aveva le mani abbastanza dure, non erano lisce e curate, anzi.. Erano piuttosto trascurate. Segno che lavorava molto con le mani.
Fortunatamente arrivammo giusto in tempo per la lezione, visto che il professor Smith non era ancora in classe. Sentii la voce di Chris riecheggiare nei corridoi per poi sentire il mio nome venir chiamato. Sorrisi a Meg, feci per voltarmi e mi ritrovai Chris a pochi centimetri da me. Prese la mia mano e mi trascinò in disparte. 
< Mi dispiace di essermi comportato così male prima.. Scusami..
< Tranquillo, non è nulla.. Infondo capita di alzarsi con la luna storta! > a Harry capitava ogni mattina quindi.. 
< Buenos dias chicos! > una voce piuttosto bassa rimbombo nella classe. Doveva essere l'insegnante di spagnolo.
Chris mi accompagnò al mio banco, vicino a Meg, e poi si sedette in un banco dietro. 
Sentivo lo sguardo del professore su di me, il che era fastidioso.
Non era come quello degli altri, gli altri mi guardavano incuriositi e poi conciavano a parlottare a bassa voce. Invece lo sguardo di Mr Smith era come se mi denudasse. Come se fossi un'insegna lampeggiante nel buio con scritto "guardate solo me" oppure "ehi sono qui!". Era irritante come non mai. 
Quando i suoi occhi vagarono altrove Meg mi sussurrò:< Non è cattivo come sembra, anzi è l'insegnante più bravo dell'istituto.. Le sue lezioni ti piaceranno, ne sono sicura! > ero convinta che mi sarebbero piaciute di più se lui non mi avesse fissata tutto il tempo.
Mi chiedevo se gli altri lo notassero oppure no. Ma ormai anche il suo sguardo -per quanto fastidioso e soggettivo fosse- stava diventando come tutti gli altri. L'ultimo di una lunga lista. 
< Quest'anno voglio lavorare in modo diverso.. Faremo un progetto. Vi dividerò in gruppi di quattro, ci saranno tre coppie visto che siete dispari. Il vostro compito, da riconsegnare a metà gennaio, consisterà nel raccontare -in spagnolo ovviamente- la storia, la cultura e tutti gli aspetti di uno stato che vi assegnerò io. Ovviamente dovrete preparare una presentazione decente con il computer e dovrete anche mostrare l'abbigliamento, il cibo, le canzoni del vostro stato. Domande? > il professore era stato abbastanza chiaro, ma mi chiedevo come questo avrebbe potuto insegnarci lo spagnolo. 
Nessuno osò fiatare, così chiamo le coppie e i gruppi assegnando loro il lavoro da svolgere. 
< Chris Wilson e Desirèe Tomlinson > andammo alla cattedra.
Il professore ci squadrò e ci assegnò la Spagna. Mi piaceva come stato, avevo sempre desiderato andarci. Il caldo, il cibo, le tradizioni spagnolo erano sicuramente le più belle. Mi sarei divertita e poi con Chris sarebbe andato tutto alla grande.
 
 
La mensa era affollata.
Meg mi guidò verso un tavolo e mi offrì il suo pranzo. Era gentile da parte sua e avrei mangiato se non avessi avuto lo stomaco attorcigliato.
< Sei sicura di non aver fame? > annuii picchiettando con le dita sul banco della mensa. 
Un braccio mi circondò una spalla. Non era di Chris.
< Ehi dolcezza.. Che ne dici se oggi passi da me? > stava facendo sul serio? Non ricordavo al liceo ci fossero ragazzi così squallidi. Eppure la Queen's era una scuola privata.
< Neanche se mi paghi > gli scostai il braccio dalle mie spalle piuttosto schifata e sentii un coro di 'ooh' alzarsi dai suoi amici, che erano attorno al tavolo.
< Nessuno rifiuta un appuntamento da Josh Anderson. Forse è perché sei cieca e non riesci a vedere la mia bellezza.. >
< Anderson lasciala stare > urlò Chris venendo verso il nostro tavolo. Sentii Josh ridere. 
< Non scassare le palle Wilson, volevo solo avere la conferma della cecità di questa ragazza. Ora ce l'ho.. Nessuna persona sana di mente rifiuterebbe un mio invito! > mi alzai di scatto.
Non sarei rimasta li a farmi offendere da un ragazzino viziato. Uscii dalla mensa con le lacrime agli occhi e raggiunsi l'uscita. L'unica cosa che avevo appreso da un po' di anni era il senso di orientamento. Mrs. Price mi aveva mostrato con cura ogni angolo della scuola, era solo grazie a lei se ero riuscita ad andarmene via quel giorno. 
Chiamai il primo numero che c'era sulla rubrica e la voce di Harry riprodusse un 'pronto' piuttosto scazzato. Tra tutti proprio lui doveva essere il primo?
< Harry puoi venirmi a prendere? Se non vuoi venire tu, almeno fai venire qualcuno.. Ti prego >, chiusi la chiamata prima che lui potesse ribattere e scoppiai a piangere.
Il liceo era terribile, come avevo potuto anche soltanto pensare che mi avrebbero trattata come una persona normale, con rispetto, senza offendermi? Ero solo un'illusa. Ero cieca, ma loro non sapevano quanto questo facesse male. Non sapevano nulla di me, delle mie difficoltà, delle mie debolezze eppure si permettevano di giudicarmi. Ero una persona anche io, avevo dei sentimenti.
Sentii la porta della scuola spalancarsi e i passi di Chris avvicinarsi. 
Non avevo mai avuto così tanta voglia di vedere Styles.
< Des mi dispiace così tanto.. Io so quello che provi..>
< No che non lo sai, non lo immagini nemmeno Chris.. Lasciami stare ti prego! > gli urlai contro con le guance ormai rigate dalle lacrime. 
Mi strinse in un abbraccio ma io mi dimenai.
Non volevo pietà e tantomeno compassione. 
In quel momento sentii la Range Over di Harry arrivare nel parcheggio, la porta aprirsi e sbattere violentemente. 
< Wilson lasciala stare! > mi sembrava un deja-vù..
Solo che al posto di Chris c'era Harry e al posto di Josh c’era Chris. Le braccia di Chris si allentarono fino a staccarsi dal mio corpo e furono sostituite da quelle di Harry che mi spinsero in macchina. 
< Des ti prego.. > sentii urlare dal mio amico, il mio unico amico, insieme a Meg che era sparita. 
Harry mi cacciò nell'auto e poi lo sentii urlare contro Chris di non cercarmi più, di eliminarmi dalla sua lista. E altre cose che non avevo capito e non volevo ascoltare.. Di che lista stava parlando? 
Lo sentii rientrare e accendere il motore. Mi asciugai le lacrime che erano appena cessate e mi composi sul sedile. Non parlammo fino a quando la macchina assestò.
< Mi devi delle spiegazioni Desirèe. Non puoi chiamarmi così come se niente fosse chiedendomi di venirti a prendere a scuola, non puoi farlo mentre piangi, non puoi riattaccarmi in faccia, non puoi. E poi arrivò li e ti trovo tra le braccia di quel verme che cerchi di dimenarti..> prese un bel respiro e continuò: < ti ha toccata? Ti ha fatto qualcosa? > nella sua voce c'era preoccupazione, come se Chris fosse stato davvero capace di fare un cosa del genere.
< No no! Come puoi anche solo pensarlo? No! > mi voltai verso di lui e poi ritornai a guardare avanti < Portami a casa, voglio stare da sola >.
< Cristo Desirèe non puoi dirmi di starmene fuori da tua vita e poi chiamarmi per venirti a prendere >.
Sentii la rabbia e la frustrazione crescere in me. Cosa avevo fatto di sbagliato per farmi odiare da tutti? Non facevo che deludere e ferite le persone che mi stavano attorno. 
< Perché sei venuto allora? Perché non hai fatto venire qualcun altro, visto che tu sei tanto occupato a fare i cavolo tuoi? >
< Non ci credo! Sono anche venuto a prenderti e tu mi ringrazi così? > stava superando ogni limite.
< Sai fare solo la vittima? Smettila di fare il bambino e assumiti le tue responsabilità una volta tanto!
< Non venirmi a parlare di responsabilità Desirèe! Non sai nulla di me, perciò taci!
< Io dico quello che tu mostri! Sei un ragazzo irresponsabile, antipatico, donnaiolo, ma non potrò mai sapere se queste caratteristiche sono tue o solo frutto di quello che vuoi che gli altri vedano. Non sono nessuno per giudicarti e questo lo dico anche io, ma.. >
< Basta! > mi azzittii immediatamente. 
Fece ripartire la macchina.
Dopo cinque minuti di silenzio arrivammo a casa. 
< Non so cosa tu abbia in mente, e scusami tanto se ti ho disturbato. Davvero non so come mi sia potuto passare per la testa anche solo il fatto di chiederti un favore. Non so nemmeno come il tuo numero sia finito nella mia rubrica > presi il cellulare ed eliminai il suo contatto < ecco ora ti ho cancellato così non dovrai più preoccuparti di ricevere una chiamata da me > aprii la portiera ed entrai in casa. Possibile che Harry dovesse essere così odioso e fastidioso? Possibile che mi odiasse così tanto? 
La sola domanda che mi passava per la testa era: perché?
Perché c'è l'aveva a morte con me? Cosa gli avevo fatto per farmi trattare da lui in questo modo? 
Appoggiai il cappotto sul letto e mi ci buttai sopra. Non avrei resistito un minuti di più in quella casa, in quella città, in quella scuola. Volevo evadere, perché si mi sentivo come in un carcere. 
Qualcuno bussò alla porta. Biascicai un avanti e poi mi misi a sedere.
< Come mai la mia sorellina è così triste?
< Lou non è giornata, ti prego.. > sentii le sue braccia stringermi forte.
Era tutto quello di cui avevo bisogno: amore. Louis era mio fratello e anche se le cose non erano andate bene negli ultimi anni, mi amava. E lo sentii fra le sue braccia, quel pomeriggio, in quella stanza. Era il mio fratellone. 
< GrazieBoo >. 
< Non chiamarmi così Des, sai che lo odio.. Lo faceva solo..mamma.. > già, mia madre.
Da quando me ne ero andata non la sentivo più. Né una chiamata né un messaggio. Nulla di nulla.
Avrei tanto voluto fermare il tempo e riavvolgere il nastro.
Ritornare a quei periodi felici in cui la famiglia si riuniva e si scherzava. Quando tutto era al suo posto, tutti c'erano e tutti si amavano.
In quel momento sembrava non esistesse l'amore in casa mia, nella mia famiglia. Avevo perso ogni contatto con mio padre appena era venuto a Londra e mia madre appena era andata in quel centro tanto famoso.
Volevo solo riabbracciarla e starle vicino, come una volta.
Mi scese una lacrima, che asciugai subito sperando che Louis non l'avesse vista.
< Ehi Desirèe.. Non essere triste, la mamma ci chiamerà e poi guarda il lato positivo: stasera viene papà a cena e in più ci saranno i ragazzi! > inarcai un sopracciglio.
< E l'aspetto positivo sarebbe? > chiesi seria.
Lui scoppiò a ridere.
< Dai sarà divertente! Ora vado a fare la brava cuoca, anzi il bravo cuoco che devo cucinare per stasera! Ciao cicci picci! > mi strinse le guance e poi uscì dalla camera. Gli lanciai un cuscino, ma lui era già uscito sghignazzando.
Si, era mio fratello.
 

Zayn


Appoggiai le chiavi di casa sulla mensola di casa Stylinson e mi stravaccai sul divano. Ormai era un rito quotidiano e ogni volta che mi volevano cacciare io ripetevo: “tu casa es mi casa” e per risposta ricevevo una cuscinata.
Non era colpa mia se casa loro era ospitale, era arredata bene e non era nemmeno colpa mia se Louis aveva una sorella come Desirèe.
Ci avrei fatto anche un pensierino se non fosse stato per Harry.
Quel ragazzo era di una stupidità pazzesca. Insomma, perché doveva fare così? Perché non poteva semplicemente accettare il fatto che Desirèe gli piacesse?
Non era una cosa tanto difficile, no? Sarebbe stato tutto molto più semplice se non fosse stato così troppo orgoglioso di sé. Lo conoscevo da anni, ma quello che aveva bisogno di capire era lui, non io. Io lo sapevo già.
< Styles allora quando ammetterai di esserti preso una sbandata per Des? > mi tolsi le scarpe e osservai il mio amico fulminarmi con lo sguardo.
< Malik, cosa stai dicendo? Io quella non la sopporto e mai la sopporterò. E non adularmi con i tuoi stupidi giochetti.. >
< Oh Harry, Harry, Harry, come sei ingenuo. Te lo si legge negli occhi che provi qualcosa per lei.. > sorrisi sapendo che avevo ragione.
Louis scese dalle scale e ci squadrò.
< A chi piace chi? >.
Indossava un grembiule con scritto ‘Louis’ e in faccia aveva tutta la farina della pizza.
< Lou sei troppo sexy con quel grembiule, proprio da stupro! > commentai lanciandogli una ciabatta che avevo trovato lì vicino.
< Come sei simpatico, davvero. Guarda sto morendo dal ridere! AH AH AH >.
A Louis non faceva bene stare a casa, diventava come una di quelle donne isteriche che all’improvviso ti lanciano tutto quello che trovano tra le loro mani.
Sì, esattamente, Louis era uno di quei ragazzi che se stavano per troppo tempo in casa –perlopiù a cucinare- si trasformavano in casalinghe disperate.
< Zayn si è messo in testa che a me piace tua sorella.. Prima che tu mi uccida smentisco questa cosa. Ma ti pare il tipo? E’ antipatica, odiosa, saccente, orgogliosa.. > poco dopo Harry si accorse di aver parlato troppo vista la faccia di Louis.
Ridicola.
Scoppiai a ridere per poi soffocare il tutto con una piccola tosse.
< Cioè.. è una persona fantastica ma non è il mio tipo, ecco.. >.
Louis ritornò in cucina a finire di preparare una specie di pizza e Niall fece il suo ingresso insieme a Liam.
Tanto si sapeva che fine avrebbe fatto quella pizza: nell’immondizia.
Si sapeva che alla fine avremmo ordinato qualcosa dal locale qui vicino.
< CIBO! > Niall scattò in cucina a infastidire Louis che prese a picchiarlo con la verdura.
< Harry, ti dico solo una cosa, da amico. A me puoi mentire, puoi dirmi di tutto, ma non mentire a te stesso.. >.
< Ma.. > Liam entrò in salotto e prese le carte, salutandoci.
Ci sedemmo a terra; quando Liam mescolò le carte il campanello suonò.
Harry sembrò non volersi muovere dal suo posto, così mi alzai e aprii la porta.
Una ragazza dai capelli biondi e gli occhi castani mi scrutò sorridendomi, il mio sguardo si posò da lei al ragazzo vicino.
< Oh mio dio.. > sussurrò la bionda stritolando il braccio al ragazzo.
Oh, giusto, ero Zayn Malik.
< Posso aiutarvi? > chiesi sorridendo.
< Cerchiamo Desirèe Tomlinson, è in casa? > il ragazzo dai capelli castani mi guardò e finse un sorriso.
Allegria.
< Sì.. accomodatevi.. > li feci entrare e non potei non notare la ragazza.
Era bella, molto bella.
Indossava un vestito blu e un paio di dottor marteens ai piedi.
I capelli le ricadevano lisci sulle spalle.
Vidi Harry guardare in cagnesco il ragazzo moro, che a sua volta ricambiò il suo sguardo.
<Beh? Cos’hai Styles? > lo provocò.
Mi andai a sedere per terra vicino a Liam. Non mi sarei messo in mezzo a quella lite, era una cosa tra Harry e il ragazzo.
< Sei in casa mia, sono libero di guardarti come mi pare > rispose secco.
Non lo avevo mai sentito parlare così, di sicuro si stava comportando in questo modo per una buona causa.
< Ma che problemi hai? > si avvicinò l’altro.
Harry scattò in piedi e lo afferrò per il colletto.
< Ti avevo detto che dovevi starle lontano, non devi toccarla nemmeno guardarla, cosa non thai capito? >
< Non sei nessuno per dirmi quello che devo fare. Le voglio bene, non potrei mai toccarla, chiaro? >.
Io e Liam ci guardammo sconvolti e prendemmo un pacchetto di patatine che era sul tavolo, cominciando a mangiarle.
Vidi dalla cucina Niall affacciato con le Haribo che osservava la scena come in un cinema.
Anzi, questo era molto meglio di un cinema.
< Sì, come volevi bene a Catherine? > un silenziò piombò nella casa.
Si sentì lo scricchiolio delle patatine nella mia bocca seguito da un mio ‘scusate’. < Non me ne frega niente Wilson. Puoi anche amarla, non è un problema mio, ti ho detto che non devi toccarla > lasciò il suo colletto e si risedette.
Il ragazzo stava per ribattere ma l’amica lo tirò per un braccio portandolo al piano superiore.
Un coro di < Ma nooo! > si alzò da noi spettatori.
< Harry, che è successo? > domandò Liam mentre distribuiva le carte.
Lui alzò le spalle dicendo ‘nulla di importante’.
Sì, così non importante che se non fosse stato per lo sguardo terrorizzato della ragazza lo avrebbe pestato a sangue qui in salotto.
Così non importante che era esploso in una rabbia pazzesca.
Così non importante che si era trasformato in una belva.
Ma infondo, non era importante, no?
 

Desirèe

Non ero uscita dalla camera per più di tre ore.
Erano arrivati anche gli altri ragazzi e stavano giocando a carte.
L'idea non era male, se non ci fosse stato Harry. 
< Des, ci apri? > riconobbi la voce di Meg ed evidentemente era insieme a Chris.
Mi alzai dalla sedia e andai ad aprire la porta.
Chris e Meg entrarono in camera e sussurrai un: < Prego con comodo eh.. > prima di chiudere la porta.
< Mi dispiace così tanto per quello che è successo oggi in mensa.. > cominciò Megan. Sospirai sbadigliando.
< Meg la colpa non è tua.. E poi non importa, sono abituata a questo tipo di situazioni.. Solo che, sai, io speravo comunque di non dover riaffrontare cose del genere >.
Chris stava zitto ed ascoltava. Avrei voluto chiedergli scusa per quello che era successo a scuola, non meritava di essere tratto così né da me né da Harry.
Ma se aspettavo che Harry gli porgesse le sue scuse, sarei diventata nonna.
Meg noto l'imbarazzo che si era creato e si congedò uscendo dalla camera.
< Mi dispiace.. > alzai la testa nella sua direzione.
Avrei voluto tanto vedere la sua espressione.
Il suo sorriso o il suo sguardo triste.
Ma mi dovevo limitare al nero totale.
< Io non potrei mai farti del male, questo è importante che tu lo sappia.. Sei una delle poche amiche che ho alla Queen's, non te ne andare.. > si era avvicinato perché il suo profumo inebriava le mie narici. 
Non capivo, perché avrei dovuto anche solo pensare che lui potesse farmi del male?
< Non vado da nessuna parte.. > mi abbracciò e affondò il suo viso nei miei capelli.
Era bello stringerlo forte. Era muscoloso e alto. 
Mi prese la mano e ne accarezzo la parte superiore. Dei brividi si rincorsero lungo il mio braccio.
< Andiamo di là, che ci stanno aspettando.. > dissi per interrompere quel susseguirsi di emozioni che con un solo tocco mi stava provocando.
Lo sentii sorridere e guidarmi fin al salotto, dove le risate incombevano. 
E di nuovo quella nostalgia si fece sentire.
La nostalgia di non poter godermi quella visuale: i ragazzi che si divertivano e sorridevano, mio fratello che cercava di cucinare per l'arrivo di mio padre. Avrei voluto vedere i loro volti, giusto per verificare se l'immagine che mi ero creata di ognuno di loro fosse all'incirca uguale a quella reale. Avrei tanto voluto vedere i loro sorrisi e i loro occhi. 
Ero stanca di quel nero costante, stanca della stessa visuale.
Volevo solo essere come loro, volevo essere un adolescente, anche solo per una sera.
< Des, ora io vado.. ci vediamo domani a scuola, ok? > mi baciò la guancia e mi abbracciò.
Sentii un grugnito da parte di Styles, ma di sicuro avevo sentito male.
Lo accompagnai alla porta ricambiando il bacio sulla guancia.


Mio padre stava seduto al tavolo. C'era un silenzio imbarazzante per tutti, avrei tanto voluto che qualcuno lo spezzasse, anche con un commento stupido. 
La sola cosa di cui ero sorpresa era che mio padre non aveva ancora colto l'occasione per sminuirmi e per elogiare Louis e la sua bravura.
< Allora, Desirèe.. Ti trovi bene alla Queen's? > inarcai un sopracciglio.
Mio padre che mi chiedeva qualcosa? Mio padre che mi chiedeva come andavo a scuola?
< Oh.. Ehm.. Va tutto bene. Il professore di spagnolo ha affidato alla classe un compito a gruppi e a coppie da consegnare entro fine gennaio. Sembra interessante! > ripresi a mangiare la pizza che mio fratello aveva cucinato, o meglio che avevano ordinato.
< Ah, raccontami di più su questo progetto! > dove era finito mio padre? Sembrava irriconoscibile, non che la cosa mi dispiacesse. 
Era bello che mio padre si interessasse a me, per una volta. 
< Io faccio coppia con Chris, dobbiamo fare una specie di relazione sulla Spagna.. > bevvi un sorso di acqua e sentii qualcuno picchiare contro il mio piede.
< Ops, scusami non ti avevo vista.. > mi disse Harry con il suo solito tono di strafottenza.
Basta, ero stanca di comportarsi come la buona samaritana.
Voleva l'indifferenza, l'odio? Bene, niente più interessi, solo odio puro.
Lui non era più nessuno
, non che prima fosse stato qualcuno, giusto per chiarire.
< La prossima volta potresti stare più attento e tenere a bada quei piedi che ti ritrovi..
< Ridicola..
Stavo per rispondere quando la voce di Louis pronunciò: < Bene, direi che è stata una bella cena, no? >.
Tutti ci alzammo dal tavolo. Andai a salutare mio padre che quella sera sarebbe partito per Doncaster e sarebbe andato a trovare gli zii, i nonni, i cugini, ma soprattutto la mamma.
Mio padre sembrò leggere la mia espressione, visto che mi disse: < La mamma sta bene, vedrai che non appena potrà ti chiamerà. E se non lo farà prima di sabato, la costringerò io! >.
Mi strinse in un abbraccio e mi baciò la fronte.
Io e mio padre non avevamo mai avuto quel tipo di rapporto, e tutta questa sua comprensione e gentilezza nei miei e confronti mi lasciava un po' perplessa. 
Salutò tutti i ragazzi e Meg uno ad uno e poi uscì da casa.
< Beh, che si fa stasera? > chiese Zayn.
< Comincia con l’aiutare a sparecchiare! > lo ripresi io.
< Mi scusi madame! > portai i piatti nel lavandino.
Se aspettavo i ragazzi sarebbero rimasti sul tavolo per giorni, se non per mesi, così Meg mi diede una mano, mentre gli altri si erano già posizionati davanti alla Playstation ha giudicare dalle grida di chi vinceva e chi no.
< Quanto è carino Harry? > la guardai male e misi il detersivo sui piatti.
< Stai scherzando? E’ un cretino.. > la sentii ridere.
< Secondo me è dolce.. Ti piace? > presi a tossire a causa dell’odore disgustoso di quel detersivo.
Sì, proprio per quello.
< Ma ti pare? Oddio, no, per l’amore del cielo! > scoppiai a ridere al solo pensiero.
< Ho via libera, quindi? > annuii.
Si sarebbe rovinata la vita con uno così, ne ero certa.
 

Liam

Avevamo deciso di andare da qualche parte, così avevamo optato per il biliardo. Ero un maestro il quel gioco, a differenza di Niall che non sapeva nemmeno come tenere la mazza.
Aiutai Louis a sistemare la casa, mentre gli altri erano già andati al pub.
In casa di Louis c’era un buonissimo odore, un odore che ogni volta mi mandava in estasi: l’odore di Desirèe.
Era pazzesco quanto la sua presenza si sentisse. Non solo in casa, non solo quando era nei paraggi, ma anche quando era a scuola oppure dormiva.
Quando ritornavo a casa sentivo il suo profumo sui miei vestiti, era meraviglioso. Lei era meravigliosa, qualsiasi cosa facesse.
Non meritava tutto quel dolore, non meritava gli insulti, ma soprattutto non meritava che noi le mentissimo.
Prima o poi avrebbe scoperto la verità e si sarebbe arrabbiata ancora di più.
Ma loro questo non volevano capire.
< Liam, tutto ok? Hai finito in salotto? > la voce di Louis mi fece ritornare alla realtà.
Sistemai l’ultimo cuscino sulla poltrona bianca e lo raggiunsi all’entrata.
Prendemmo i cappotti e salimmo in macchina, pronti per raggiungere gli altri al pub.
Louis si mise al posto del guidatore e accese la macchina, inserendo un cd.
Osservai Louis di profilo, era uguale a Des.
Stesso naso, stesso taglio di sopracciglia, stessa bocca, stessi occhi.. chiunque avrebbe capito che erano fratelli.
Ritornai a guardare avanti a me quando sentii il cellulare vibrare.
“Liam, dobbiamo parlare, ti prego –Dani xx”
Riposi il cellulare in tasca, alzando gli occhi al cielo.
Avevo amato Danielle, avevo amato i suoi capelli ricci e la sua dolcezza, ma in quel momento tutti quei sentimenti in confronto a quelli che provavo per Des, erano insulsi.
I suoi occhi erano così innocenti, guardavano fissi in un punto e avevano quel non so che di bambina sperduta. Mi faceva tenerezza, avrei tanto voluto stringerla in un abbraccio e assicurarle che con me era al sicuro. Ma non potevo fare nulla. Non potevo rischiare di farmi vedere con un’altra ragazza, visto che i paparazzi non avrebbero perso occasione di fotografarmi.
Amavo il mio lavoro, ma certe volte avrei tanto voluto non essere famoso, non avere persone attorno che non perdono l’occasione di fotografarti e farti cento mila domande per poi travolgere le tue parole e scrivere ciò che piace a loro.
Avrei tanto voluto la privacy, avrei tanto voluto la possibilità di fare quello che volevo senza aver paura dei media o dei manager.
Volevo innamorarmi, innamorarmi davvero.
Io e Danielle avevamo deciso di prendere una pausa circa un mesefa, prima di Desirèe, prima di questa strana sensazione. Perché ora la ‘pausa’ era diventata definitva, era diventata una rottura.
Non andavano bene le cose tra me e lei, in più quella fiamma sentivo che si spegneva col passare del tempo. E in più, lei mi aveva confessato di avermi tradito con un altro ballerino.
Come potevo perdonarla?
Non sarei riuscito ad alzarmi il giorno dopo, abbracciarla e dirle ‘mi sei mancata’, non sarei riuscito a guardarla negli occhi sapendo che non l’amavo. O che per lo meno, amavo un’altra ragazza.
Sì, esatto.
E lo capii quella sera, entrando in quel locale, guardandola seduta su una sedia ridere con Niall.
Mentre Louis era già andato dai ragazzi, io guardavo Desirèe.
Pensavo che l’amore fosse orribile, visto quanto avevo sofferto, ma quella sera, entrando in quel pub e guardando Desirèe, capii che era la cosa migliore che esistesse.




IT'S ME!
Sera ragazze, sono ritornata a rompervi le palle con la mia storia. 
Questo capitolo è estremamente lungo, e lo anche tagliato! 
C'era anche un'altra parte, ma dopo diventava veramente TROPPO lungo e vi sareste annoiate sicuramente.
Come avete visto il nuovo personaggio è Meg, sarà fondamentale soprattutto più avanti. 
E Liam? Che ne pensate della coppia Desiam (?) 
Niente, se volete passare dalle mie OS che ho scritto vi metto il link :) 

10 roses. 
Been far away so far too long. 
She was truly, madly, crazy, deeply in love with him.
Grazie per le recensioni, davvero. 
vi amo taaaaanto. 
Mi lasciate un parere?
Ciao belle, alla prossima..
-Frem.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5. Runaway. ***




 Capitolo 5. Runaway.

{I've got to run away 
It don't make any sense to me 
Run away 
This life makes no sense to me 
Run away 
It don't make any sense to me 
Run away 
It don't make any sense to me.
-P!nk, runaway

Harry

Mi piaceva Megan.
Era vivace, solare, dolce e sapeva provocare. Sapeva come prendermi, sapeva catturare la mia attenzione e questo mi faceva andare fuori di me.
Ho sempre amato questo genere di ragazze, mi istigavano.
Dal momento che la sera precedente eravamo stati insieme al pub, l’avevo aiutata a giocare a biliardo sfiorandole quei fianchi perfetti, potevo dire che avevamo una storia.
Insomma, tentar non nuoce?
Era l’unico modo per divertirmi. E poi lei non aveva bisogno di protezione, era una ragazza normale alla quale, sicuramente, non dispiaceva le attenzioni e i fotografi.
Aveva un gran carattere, era un’ottima distrazione, o meglio, un ottimo divertimento.
Lei era innamorata di Harry Styles dei One Direction, ovviamente, come ogni ragazza con cui ero stato e con cui starò, perché le persone non sarebbero mai riuscite a guardare oltre quello che apparivo.
Per loro ero solo Harry Styles dei One Direction.
Non ero un ragazzo normale, a cui piaceva uscire con gli amici per divertirsi, andare al cinema con una ragazza, andare alle feste scolastiche di fine anno.. per loro ero un burattino, e incominciavo ad odiare questo aspetto del mio lavoro.
Amavo cantare.
Prima ero un semplice ragazzo con un sogno, che lavorava in una panetteria. Vedevo giorno dopo giorno il mio sogno realizzarsi e concretizzarsi.
Era meraviglioso, o almeno, lo sarebbe stato se i manager non mi avessero pressato così tanto, impedendomi di fare la maggior parte delle cose.
Ero stato etichettato come il ‘donnaiolo’, ma, in realtà io non ero così.
Sì, mi piaceva magari non impegnarmi troppo, ma anche io avevo un cuore, anche io sapevo amare.
Ma non potevo.
Non provavo la gelosia, non l’avevo mai provata in vita mia, perché non ne avevo mai avuto bisogno.
Avevo visto la gelosia da parte delle mie ex ragazze, ma non avevo mai sentito quel fastidioso attorcigliamento dello stomaco, oppure l’istinto troppo protettivo verso una persona.
Credo la gelosia si provi quando si ama.
Io non avevo mai amato e mi chiedevo, qualche volta, se mi sarei mai innamorato sul serio.
Innamorarsi degli occhi di una ragazza quando ti guardano ma non sanno chi sei, quando essi parlano al posto delle parole. Innamorarsi della voce impastata dal sonno quando la mattina si sveglia sotto le tue carezze. Innamorarsi del suo tocco dolce, del modo in cui ti scompiglia i capelli o nel modo in cui ti fa il nodo alla cravatta. Innamorarsi del suo sorriso e non smettere mai di guardarlo. Innamorarsi delle sue labbra che cercano le tue in un bacio. Innamorarsi del modo in cui cammina quando è di fretta, così sbadata che si dimentica anche le cose da fare; oppure innamorarsi del suo modo di scrivere, con il quaderno piegato di lato e con la lingua tra i denti concentrata sul suo testo. Innamorarsi del suo modo di gesticolare quando tenta di spiegarti qualcosa che non capisci. Innamorarsi di lei, semplicemente.
E desideravo tanto poter provare tutte quelle sensazioni, ma la sola cosa che potevo fare era restare quello che ero, quello che ero destinato ad essere.

Stoppai la sveglia con un colpo secco e deciso.
Era venerdì, era già venerdì.
Il letto implorava il mio corpo di restarvi per tutta la giornata e lo avrei fatto se non avessi dovuto accompagnare Megan e Desirèe a scuola.
Sì, perché toccava a me, da bravo fidanzato.
Appena scesi notai che Desirèe era già pronta e stava seduta sul divano mentre si torturava le mani. Era strana da un po’ di giorni, che fosse gelosa?
All’improvviso un sorriso malizioso mi si formò sulle labbra così mi sedetti accanto a lei, ma sembrò non muoversi. Sembrava una mummia, cominciavo a preoccuparmi.
< Ammettilo.. la gelosia sta bruciando dentro il tuo corpo.. > il suo sguardo non sembrava volersi spostare dalle sue mani e la sua voce proliferare una parola. Aveva un paio di occhiali da sole che le coprivano gli occhi blu.
< Eh lo so.. fa un brutto effetto. Ma che ci vuoi fare? Dobbiamo conviverci.. > sposati le mie mani dietro la nuca e appoggiai i piedi sul tavolino.
< Tu non sai nemmeno cos’è la gelosia, Styles > la sua voce aveva un timbro diverso, forse stava dormendo ancora.
< Tu non sai niente di me, come puoi dire che io non la conosca? >
< So molte più cose di quanto tu possa mai immaginare >.
Per un momento il panico prese il sopravvento. Pensavo avesse capito o in qualche modo saputo, chi fossi.
< Ad esempio? >
< Ad esempio il fatto che tu non sappia cosa sia la gelosia > i suoi capelli caddero in avanti e come d’istinto glieli scostai dal viso.
Con un gesto secco mi scansò la mano.
< Ho due mani, so usarle, grazie >.
Era sempre così acida: mi faceva venire voglia di alzarmi e andarmene, ma c’era qualcosa che non riuscivo a spiegarmi che mi teneva ancorato a lei.
< Sempre gentile, ovviamente.. > mi alzai dal divano andando in cucina. La fame mi stava divorando < vuoi qualcosa? >.
< No, ho già mangiato.. Tra poco dovrebbe arrivare Meg > come non detto il campanello suonò in tutta la casa.
Louis stava ancora dormendo e ovviamente toccava a me portare queste due a scuola, come se loro non avessero delle gambe.
Andai ad aprire visto che Desirèe si era stesa sul divano.
Cominciavo seriamente a preoccuparmi.
Non l’avevo mai vista così a terra e sicuramente non poteva essere per la gelosia.
< Harry! > Megan mi saltò al collo e mi baciò sulla guancia.
Ricambiai velocemente quel bacio e chiusi la porta, per evitare inconvenienti.
Nessuno sapeva dove abitavamo e se avessero visto Meg, sarebbe stata la fine.
Era rischioso uscire con una delle amiche di Desirèe, ma avevo solo bisogno di qualcuno da “amare”.
< Buongiorno Megan > Louis si era deciso a scendere una volta per tutte.
Aveva i capelli scompigliati e il pigiama che gli arrivava sotto i piedi, ma era affascinante.
Sì, era il mio migliore amico, ma era un bel ragazzo. Era strano che non avesse ancora una ragazza, forse voleva recuperare il tempo perso con sua sorella, o forse era troppo pigro per impegnarsi.
Ecco perché eravamo migliori amici.
Megan ricambiò il saluto e andò in salotto dalla mora.
Aveva la divisa scolastica che le lasciava le cosce scoperte, il che mi eccitava molto.
Louis mi passò una mano davanti agli occhi per poi andare ad aprire la porta di nuovo.
Liam, Niall e Zayn fecero il loro ingresso.
Cos’era? Una riunione condominiale?
Lasciai Megan con Desirèe e andai in cucina dagli altri.
< Louis voglio i pancake, muoviti e non farli bruciare! > Niall si lamentò sbattendo le posate sul tavolo.
< Come mai siete tutti qui? Avete perso le chiavi di casa? Sono le sette spaccate, non dovreste dormire? >
< Oggi dobbiamo andare in studio a registrare.. ti sei dimenticato? > rispose Zayn infastidito da non so cosa.
Era strano in questi giorni, quasi come se ce l’avesse con me. Mi chiedevo solo cosa avessi fatto. Insomma mi ero solo fidanzato con Megan.
A distrarmi dai miei pensieri fu l’urlo che Megan lanciò dal salotto. Corsi all’improvviso in salone e vidi Desirèe a terra tra le braccia della bionda.
Rimasi immobile mentre gli altri accorsero in suo aiuto.
Ero come paralizzato, non riuscivo a muovermi, nemmeno a respirare.
Avevo paura ed ero preoccupato per lei, per la prima volta.
Le mie gambe non volevano muoversi e il mio cuore a momenti usciva dalla camicia.
Non capivo perché quella reazione, perché non riuscivo a muovermi, non riuscivo ad avvicinarmi a lei e a stringerla forte rassicurandola. Perché?
< Harry, cazzo, muoviti! Cosa fai lì impalato? > Louis mi gridò contro e mi ripresi.
Li raggiunsi e la vidi.
Aveva sul volto un sorriso sghembo. Era pallida quasi si confondeva con la maglietta bianca di Megan. I capelli erano all’indietro.
Era svenuta.
Le tolsi d’istinto gli occhiali, e notai un alone violaceo attorno al suo occhio.
La rabbia cominciò a scorrermi nelle vene.
Mi alzai di scatto e uscii da casa sbattendo la porta, dirigendomi verso il solo che avrebbe potuto farle una cosa del genere.
Non mi interessava dei paparazzi o delle fan, vedere Desirèe in quelle condizioni, così indifesa e ingenua, mi aveva causato una strana sensazione nel corpo, nello stomaco, nel cuore.
Era come una sorella, infondo.
Suonai il campanello e Chris mi venne ad aprire ancora mezzo addormentato.
Mi precipitai su di lui, sbattendolo in casa e urlandogli contro.
< Che cazzo hai fatto deficiente? Ti avevo detto di lasciarla stare,di non toccarla. > lo spinsi contro il muro e lo fissai diritto negli occhi. Potevo vedere il riflesso dei miei accecati dalla rabbia.
< Ma che ti prende Styles? > mi scansò dal suo corpo.
< Ma che mi prende? Stai scherzando vero? > scoppiai a ridere < fai anche il finto tonto adesso, eh? Se non ti spacco la faccia oggi è un miracolo.. > mi sistemai i capelli e presi un bel respiro.
Non volevo finire in galera accusato di omicidio.
< Calmati un attimo.. Cosa avrei dovuto fare? A chi avrei dovuto fare quella cosa? > nel suo tono  c’era un’innocenza sincera, il che voleva dire che lui non aveva ridotto in quel modo Desirèe.
< Desirèe.. è in ospedale,stamattina è svenuta e aveva una botta sull’occhio.. vuoi dirmi che tu non c’entri niente? > la mia voce era più pacata.
< C-c-cosa? Oddio.. che cazzo è successo? > si agitò salendo in camera sua, per cambiarsi evidentemente.
Lo seguii.
< Se lo sapessi non sarei qui, ti pare? > si tolse il pigiama e indossò i primi vestiti che trovò.
< Dio sono un coglione! > imprecò prendendo il telefono e lo zaino.
Possibile che non potesse fermarsi un secondo?
< Oh,su questo ci scommetterei milioni.. ma quindi tu davvero non sai nulla? >
< Senti,io non so che idea tu ti sia fatto di me,ma se pensi che potrei anche solo sfiorarla o farle del male, beh ti sbagli di grosso. Harry io le voglio bene, non la toccherei mai.. dovresti conoscermi.. > sentii una morso alla pancia.
Era stato il mio migliore amico una volta, il migliore davvero.
< Le persone cambiano Chris.. >
< Oh,non c’è bisogno che tu me lo dica, lo so benissimo.. > mi fissò e per un secondo mi sentii in colpa per tutto quello che gli avevo fatto passare.
Fortunatamente fu solo per un secondo.
Non mi sarei mai fidato di lui,non dopo quello che aveva fatto a Catherine.
< Dove vai? > gli chiesi vedendolo uscire.
< A trovare Des,dove vuoi che vada scusa? > mi guardò per un secondo e poi mi chiese < allora vieni o aspetti un segno divino? >.
Scoppiai a ridere sotto il suo sguardo sorpreso.
Smisi subito e uscii da casa sua. Insieme ci dirigemmo all’ospedale.

Desirèe              

Non c’era differenza dallo stare svegli o dal dormire,il nero era sempre presente.
Sbattei piano le palpebre e mossi leggermente il braccio. Avevo fili attaccati da tutte le parti,ero in un ospedale.
L’ansia cominciò ad impossessarsi del mio corpo,avevo paura.
Odiavo gli ospedali, li avevo sempre odiati. L’ultima volta che vi ero entrata, ero diventata cieca.
Sentii la porta della mia camera aprirsi e una voce da uomo parlottare con una voce femminile.
< Ciao, ti senti meglio adesso? > mi chiese il signore,probabilmente il medico.
< Sì..ma cosa è successo? > mi massaggiai la testa.
< Sei svenuta e a quanto pare sei stata.. picchiata.. > rabbrividii a quelle ultime parole.
Ora ricordavo.
Ieri sera ero uscita con Chris, eravamo andati a casa sua per cominciare la ricerca, gli avevo detto che sarei ritornata a casa da sola, ma appena arrivai davanti a casa mia sentii la voce di Josh Anderson che ordinava di ‘pestarmi’.
Quel verme.
< Oh.. sì,ricordo.. > il medico mi chiese se avessi voglia di vedere i miei amici.
Erano rimasti tutto il tempo in ospedale, per me.
Annuii e poco dopo Megan e Chris entrarono.
< Scusami Des, sono stato uno stupido a lasciarti tornare a casa da solo. Mi dispiace così tanto > cercai la sua mano e la strinsi.
< Non hai nessuna colpa, Chris.. > gli sorrisi affettuosamente.
< Mi hai fatto prendere un colpo Desirèe! > la voce di Megan squillò dall’altra parte del lettino.
< Scusami.. Scusate tanto,non era mia intenzione farvi preoccupare, davvero. > mi strinsero entrambi in un abbraccio, per poi salutarmi ed uscire.
Arrivarono Louis, Niall e Liam.
Ero già pronta a subirmi la predica da parte di tutti e tre.
< Ma dimmi! Cosa ti è saltato in mente? Andare a casa da sola? Ma ti sei bevuta il cervello? E poi perché non ci hai detto che questo tizio ti dava fastidio? E perché non vuoi denunciarlo? E come mai non mangiavi? > Louis cominciò a sfollare.
Infondo, lo capivo.
< Louis ha ragione! Eravamo preoccupatissimi per te, ti rendi conto? > la voce di Liam era più calma,ma lasciava intendere la rabbia e la delusione che gli avevo causato.
Niall mi abbracciò e mi disse: < L’importante è che tu ora stai bene. >
In una settimana erano diventati le persone più importanti della mia vita.
Il medico entrò avvisandomi che le visite erano terminate, per poi consigliarmi di dormire e riposarmi.
Non riuscii a prendere sonno così mi abbandonai ai pensieri, anzi al pensiero.
Harry.
Perché non era venuto? Perché non mi aveva salutata o non si era preoccupato di me?
Non pensavo di non valere nulla per lui, ma evidentemente mi sbagliavo. Mi aveva eliminata dalla sua vita.
Ero solo un’illusa, mi ero illusa che lui potesse anche solo volermi bene come ‘fratello’.
Evidentemente per lui ero solo la sorella del suo migliore amico, la mocciosa che faceva la vittima, per lui ero il nulla, ma infondo a me non importava, no?
 

Harry

Ero rimasto tutto il pomeriggio nella sala d’attesa, non riuscendo mai a trovare il coraggio di varcare la sogliola della camera di Desirèe. Ero seduto su una di quelle sedie scomode ed osservavo il vetro davanti a me. Avrei voluto difenderla, avrei voluto abbracciarla e sussurrarle parole dolci perché tenevo a lei. Tenevo a Desirèe anche se la odiavo con tutto me stesso. Odiavo il modo in cui sorrideva perché mi scioglieva. Odiavo i suoi occhi nei quali mi perdevo molte volte. Odiavo le sue lentiggini. Odiavo quel suo modo stronzo di comportarsi con me. Odiavo lei perché mi rendeva terribilmente debole.
E come sarei riuscito a sorpassare questa barriera se odiavo il modo in cui mi faceva sentire?
Se fossi entrato non avrei retto. Non avrei sopportato il suo corpo steso su uno di quei letti d’ospedale, non avrei sopportato i fili attaccati alle sue braccia e ai suoi polsi, non avrei sopportato l’odore di quella stanza. Perché lei era forte e vederla così indifesa su quel lettino, in quella camera dall’azzurro sbiadito, mi scatenava una rabbia in corpo.
Una sensazione orribile.
A distrarmi dai miei pensieri fu una bambina che mi picchiettò sul ginocchio. Aveva i capelli castani ricci e gli occhi azzurri. Sembrava Desirèe da piccola.
< Ciao piccola, ti sei persa? > le chiesi sorridendo.
Mi fissò con i suoi occhioni e poi mi rivolse una sorriso.
Scosse la testa. Andò via, ritornando dalla madre. Mi salutò e poi uscì dall’ospedale.
Mi alzai quando sentii un rumore d’acciaio sul pavimento.
Mi chinai leggermente e raccolsi la collanina che era a terra, evidentemente era della bambina.
Sulla collana c’era un ciondolo con scritto: Stronger.
< Se vuole l’ora delle visite è cominciata.. > sorrisi riconoscente al medico ed entrai nella camera di Desirèe.
La finestra era socchiusa, uno spiraglio di luce le accarezzava il viso. Aveva gli occhi aperti e mi guardava anche se non poteva vedermi.
< Ciao.. > la salutai chiudendo la porta alle mie spalle.
Mi appoggiai alla parete di fronte al suo letto.
< Hai intenzione di stare lì tutto il tempo? > si alzò leggermente mettendosi a sedere. Non sapevo come avesse capito che ero rimasto in piedi.
Era bella.
Scacciai via quel pensiero e presi una sedia, avvicinandomi al suo letto.
< Come stai? >
< Perché sei qui, Harry? > non rispose alla mia domanda.
< Se vuoi me ne posso andare, non ho problemi.. > il suo sguardo si posò sulle mie labbra per poi concentrarsi sui miei occhi. Sussultai.
< Io non ti capisco proprio. Un giorno mi dici che non vuoi più avere niente a che fare con me, che io per te non conto nulla e poi vieni qui come se niente fosse. Perché ti comporti così? Perché mi fai questo? > la sua voce tremava.
< Farti cosa? >
< Perché ti fai odiare da me in questo modo e poi ti presenti come se nulla fosse? Perché mi rendi così fragile? >
< Mi odi? > sussurrai. Mi odiava?
< Più di quanto tu possa mai immaginare. Odio il modo in cui ti comporti con me, come se io non valessi nulla, come se non avessi un cuore, come se non potessi provare sentimenti.. > una lacrima le rigò il volto.
Si affrettò ad asciugarla sperando che non l’avessi vista.
Ma non capiva che io sarei stato capace di vederla ovunque.
< Io.. non pensavo che ti potessi far soffrire in questo modo.. >
< Tu non pensi Harry, tu fai e basta. >
Le posai la collana tra le mani e mi alzai.
Cominciavo a sentire quella sensazione di rabbia e frustrazione nel corpo.
< Sei come una sorella Desirèe. Mi importa di te, anche se non lo dimostro.. Ma infondo a te non interessa quello che provo, tu ti sei fatta già un’idea di me e qualunque cosa io dica non ti farà cambiare idea sulla persona che sono.. >
< Non scappare Harry. Non scappare dai problemi, affrontali. Affrontali e non uscirne da vigliacco. Guardami Harry. > mi girai < Sono in un ospedale, ho fili attaccati ovunque, vedo nero ogni giorno. Affronto la vita con un sorriso in faccia nonostante dentro io stia morendo. Non mi sono mai innamorata di nessuno, forse non credo nemmeno nell’amore. Sono la persona più pessimista che tu possa mai incontrare nella tua vita. Odio persone che non ho nemmeno mai visto. Ma Harry, non scappo. Non scappo da quella che sono, nonostante ogni giorno vorrei essere diversa. Perciò perche tu lo fai? Perché scappi da te stesso, da quello che provi, dai tuoi sentimenti? >
< Tu non mi conosci.. > aprii la porta ed uscii da quella camera.
Stavo scappando un’altra volta.
Come sempre, scappavo dalla mia vita. Scappavo quando la situazione cominciava a peggiorare.
Scappavo via da ciò che non avevo il coraggio di affrontare perché ero troppo vigliacco per farlo.



IT'S ME!
Oddio ragazzeee, da quant'è che non aggiorno? 
Scusatemi davvero, ma ho dovuto studiare moltissimo ultimamente. 
Comunque come vedete sono ritornata :D 
Allooora, ho troppe cose da dirvi quindi leggetemi ahah.
1- Questo capitolo è solo di passaggio e sarà L'ULTIMO MOMENTO DERRY. Voglio concentrarmi sui sentimenti degli altri personaggi, perciò dite 'ciao ciao' (?)
2- La canzone di P!nk dovete ascoltarla perchè è MERAVIGLIOSA. 
3- 10 RECENSIONI? oddio, adesso svengo. GRAZIE GRAZIE GRAZIE MILLE. Vi ringrazio tutte perchè ve lo meritate: 
LovingYouGuys
smilecammon
giulia9779
harold6921
readerofdreams
Larry_feels
sheradiateslove
alls_
_Sam
DreamerWithRedHair

GRAZIE ANCORA RAGAZZE! 
Uhm, credo di aver finito anche perchè non voglio dilungarmi troppo. 
Ciao bellezze,
lasciatemi un vostro parere, please. 
Alla prossima,
-Frem.

ps. se volete seguirmi su twittah questo è il mio profilo: @ItsFrem

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6. Drunk. ***



Capitolo 6. Drunk. 

{Maybe I’ll get drunk, again
I’ll be drunk, again, I’ll be drunk, again

To feel a little love.
-Ed Sheeran, Drunk.}

 



Desirèe

Megan aveva insistito con l’aiutarmi per la festa di quel sabato. Mi aveva, praticamente, pregata di permetterle di truccarmi, scegliermi il vestito, e sistemarmi i capelli, così avevo accettato il suo gentile aiuto.
Non ero –assolutamente- il tipo da feste, anzi, non ero mai andata a quei genere di party dove ci si ubriacava, si faceva sesso con chiunque.. diciamo che non ero andata a nessun party in generale.
Ma c’è sempre una prima volta, giusto?
Fatto stava che volevo divertirmi, almeno per quella sera volevo essere giovane come tutti gli altri.
Mi ero ripresa dallo svenimento della sera scorsa e, perciò, Louis non aveva obbiettato quando gli avevo annunciato la mia idea.
Louis era un gran ragazzo, mi dispiaceva soltanto che fossimo lontani. Non parlavamo spesso, tranne quando era necessario come ieri, all’ospedale dove non aveva potuto evitare la ramanzina. A parte in casi necessari, le uniche parole che ci scambiavamo erano “ciao,tutto bene?” “si grazie,a te?” “mi passi l’acqua?” “Grazie”.. Parole insignificanti, almeno per me.
Avrei tanto voluto stringere amicizia con Louis, lo avrei fatto volentieri ma era troppo difficile. Eravamo stati lontani per così tanto tempo e ormai, non ci conoscevamo nemmeno un po’.  Io ero cresciuta e lui anche, ed era strano parlare con lui come se fosse un estraneo, quando fino a qualche anno prima era il mio migliore amico. Era strano ricominciare da capo, come se non avessimo mai parlato prima. Era strano sentirsi in imbarazzo la maggior parte del tempo, quando prima ci raccontavamo tutto.
Era strano e fottutamente frustrante.
Ma ci si abitua ai cambiamenti, ci si adatta. E a noi non restava altro che accettare questa situazione.
Quel giorno mi aveva aiutata a prepararmi per andare alla festa scolastica, e mi ero rallegrata. Sarebbe stato bellissimo poterci andare con lui, ma sapevo che non era possibile e non mi sognavo nemmeno di proporglielo. Lui aveva di meglio da fare, sicuramente.
Mi incupii leggermente pensando a tutto ciò mentre Megan mi truccava.
< Stai bene Des? > le sorrisi alzando un pollice in segno di conferma.
Stavo bene se non contavo Louis e quanto mi mancava, se non contavo Harry –sì,quel ragazzo era sempre nei miei pensieri,purtroppo- e il suo comportamento lunatico, se non contavo mia mamma e la sua chiamata che attendevo ancora ansiosamente, se non contavo mio padre e il suo strano interessamento a me e alla mia vita.. allora sì, stavo alla grande.
< Ho quasi finito.. sarai bellissima con questo vestito! > mi feci scappare un sorriso mentre mi metteva il lucidalabbra.
Megan era una bellissima persona. Non potevo definirla la mia ‘migliore amica’, considerando che la conoscevo da circa una settimana, ma sicuramente tenevo molto a lei. Aveva una voce molto dolce e  un buonissimo profumo.
L’unica pecca era che era fidanzata con Harry.
< Come va con Harry? > fu colta alla sprovvista dalla mia domanda –sì,sapeva che ci odiavamo. Posò i vari trucchi sulla scrivania e si allontanò da me.
< Oh.. beh.. va bene! >
< Va.. bene? > risi leggermente < mi sarei aspettata qualcosa di più entusiasmante da parte tua.. ma okay. >
< Non è abbastanza dire che va bene? > rispose acida.
< Sì, mai detto il contrario. Ho detto che non è da Meg dire ‘va bene’. >
< Pensi di sapere tutto su tutti Des! Non sai un cazzo di me.. come puoi dire che non è da me? > non sapevo cosa le fosse preso all’improvviso. Non mi sembrava di aver detto chissà cosa.
< Megan, dovresti calmarti. Non volevo offenderti. >
< Calmarmi un cazzo! Cristo avete tutti da ridire per ogni fottuta cosa che dico! > udii la porta sbattere forte.
< Meg? > la chiamai ma la sola cosa che sentii fu il ticchettio dell’orologio in corridoio.
Forse aveva il ciclo..
Mi alzai non avendo idea di che ore fossero, come fossi conciata e cosa dovessi mettere.
< Louis? > urlai dalla mia camera.
Nessuna risposta, di nuovo.
Ma era possibile che in quella casa non ci fosse un cazzo di nessuno? Appoggiai le mani sulla scrivania dove vi erano i trucchi che poco prima Megan aveva usato, e con un colpo secco li gettai tutti a terra.
Pulii la scrivania fregandomene di cosa ci fosse sopra e scaraventando tutto sul pavimento.
< Desirèè cosa stai facendo?! > la porta si aprì all’improvviso e mi girai subito in direzione di quella voce.
< Allora non sono sola in questa fottuta casa! > imprecai.
Ero arrabbiata con Meg per essersene andata quando aveva promesso di aiutarmi e anche per essersela presa per una mia osservazione.
Ma Liam non c’entrava, non dovevo prendermela con lui.
< Cosa è successo qua dentro? > forse si riferiva ai trucchi sparsi a terra, o al mio aspetto orribile?
< Megan mi ha mollato nel bel mezzo dei preparativi. Mi aiuteresti tu? >
< Volentieri! > disse energicamente.

Liam

Desirèe era bellissima.
Aveva i capelli mossi castani raccolti in una coda disordinata, un filo di matita e un po’ di lucidalabbra. Era perfetta, sempre.
Megan le aveva scelto un vestito favoloso: nero corto –troppo per i miei gusti- a fascia. L’accompagnai in bagno dove avrebbe potuto cambiarsi. Feci per uscire ma lei mi bloccò.
< No.. resta. Aiutami.. > arrossì leggermente mentre pronunciava quelle parole.
Il mio cuore fece un tuffo.
Mi stava davvero chiedendo di rimanere lì con lei? Mi stava chiedendo di guardarla mentre si spogliava? Mi stava chiedendo di resistere a tutta quella bellezza?
< O-okay.. > le sorrisi.
Non sapevo bene cosa fare, perciò restai fermo.
La vidi mentre si girò verso di me e mi chiese: < mi aiuti? >
Sussultai e mi avvicinai a lei prendendo i lembi della sua canotta.
Glieli alzai fino alla pancia, quando le sue mani si posarono sulle mie e sul volto le si formò un leggero sorriso. Rimasi quasi accecato da esso.
Quanto avrei voluto stringerla tra le mie braccia. Quanto avrei voluto assaporare le sue labbra. Quanto avrei voluto che lei fosse mia.
< Mi dispiace.. non volevo costringerti a fare qualcosa che non volevi.. > mi scostò le mani abbassando la testa.
Costringermi? Non aveva capito che era tutto ciò di cui avevo bisogno.
< Des.. > le posai un dito sotto al mento. Volevo vedere quei bellissimi occhi,anche se sapevo che loro non potevano vedere me.
Incontrai le sue iridi azzurre e non capii più nulla.
Posai le mie labbra sulle sue sentendo il sapore del lucidalabbra. Anche se era un semplice bacio a stampo, avevo sentito le farfalle ovunque, non solo nello stomaco.
< Tu non capisci che io farei qualunque cosa per te.. > appoggiai la mia fronte alla sua e sfiorai la sua guancia con la mia mano, tremando.
Mi rendeva debole, terribilmente debole.
Sorrise e riposò le mie mani sulla sua canotta incitandomi a togliergliela. Accettai volentieri e gliela sfilai ammirando il suo corpo perfetto.
< Sei così.. bella > mi lasciai sfuggire.
< E tu sei un bugiardo! > rise mostrando le sue adorabili fossette intorno agli occhi.
< Non mi credi? > era un peccato che lei non potesse vedere quanto fosse bella.
< Neanche un po’ Payne.. > scosse la testa.
Poggiai una mano attorno alla sua vita e l’attirai vicina a me. Il suo seno era contro il mio petto, stavo impazzendo.
Le sue mani si spostarono dai suoi fianchi a dietro il mio collo e mi avvicinarono al suo viso. Fremevo dalla voglia di sfiorare di nuovo quelle morbide labbra. Erano diventate una droga, come lei. Era ridicolo quanto sentissi il bisogno di Desirèe ogni minuto della mia vita.
Sorrisi prima di poggiare le mie labbra sulle sue e stringerla in un abbraccio.
Avevamo il fiatone entrambi, quando ci staccammo.
< Sai.. per mettere il vestito dovresti toglierti anche questi.. > tirai l’elastico dei suoi pantaloncini e la sentii ridere.
< Le lascio l’onore.. > riprese di nuovo le mie mani e le appoggiò sui suoi fianchi, dove c’era l’elastico.
Solo Dio sapeva cosa avrei voluto farle.
La guardai, magari ci aveva ripensato ma annuì con la testa. Si appoggiò alle mie spalle mentre le sfilai l’indumento.
Una volta a terra risalii con lo sguardo. Era perfetta.
Aveva freddo perciò si strinse nella mia felpa –aperta.
Al contatto con i miei vestiti rabbrividì così la strinsi al mio corpo baciandole la fronte.
Non sapevo cosa fossimo io e Desirèe.
Conoscenti? Amici? Migliori amici? Fidanzati?
Qualunque cosa fosse, mi piaceva, e non poco.
Le baciai il collo mentre la sollevai dal pavimento e permisi alle sue gambe di circondarmi la vita. L’appoggiai al muro e inarcò la schiena a contatto con le mattonelle fredde, lasciandomi così il collo libero.
< Cosa sei Desirèe? > l’avevo detto davvero?
Mi maledissi mentalmente.
< L..lia..mm > sussurrò tra i respiri affannosi causati dal piacere che le stavo provocando.
Sarei potuto venire in quel momento anche solo guardando la pelle del suo collo o sentendo i suoi gemiti.
< Ehi Des, sei pro-> Louis spalancò la porta. Des scese subito da me e smettemmo di baciarci.
Lo sguardo di suo fratello cadde prima sui vestiti a terra, poi sul corpo semi-nudo della mora e infine su di me.
< Che stavate facendo? > urlò sconvolto.
Beh, di sicuro la posizione in cui ci aveva trovati non era una delle migliori e sarebbe stato difficile convincerlo del contrario.
< Nulla Louis.. mi stava aiutando con il vestito. >
< Oh.. con il vestito? Allora perché sei ancora mezza-nuda? > mi avvicinai a Louis e lo portai fuori dal bagno, dopo aver detto a Des che sarei ritornato in pochi minuti.
< Louis, non stavamo facendo nulla di male, fidati! >.
Fu difficile assicurargli della nostra innocenza, ma sapeva che di me poteva fidarsi.
Lasciò la camera, così io ritornai in bagno dalla mora.
Appena aprii la porta la vidi in piedi davanti a me vestita.
< Allora? > sorrise.
< W..w..wow > balbettai.
Era incantevole.
< Dici? Devi essere sincero.. sai io non è che possa vedere gran che! > le presi una mano e la feci girare su se stessa.
< Mai stato più sincero.. Cioè tu pensi che io ti lasci andare così alla festa? Dove tutti ci proveranno con te? > scoppiò a ridere e mi diede un colpetto sulla spalla.
< Dai aiutami con i capelli adesso! >
 

Megan

Non volevo comportarmi in quel modo con Desirèe, ma avevo perso il senno.
Dopo la discussione che avevo avuto il giorno precedente con Harry, l’ultima cosa che volevo sentire pronunciare era il suo nome.

< Dove sei stato fino ad adesso? > sbottai appena lo vidi entrare in casa mia. Aveva la faccia stravolta.
< Cazzi miei! > sbottò nervoso togliendosi il cappotto e lasciando il cellulare sulla mensola del soggiorno.
< Cazzi tuoi? Cazzi tuoi un corno! Potevi almeno avvisare! >
< Vado a farmi una doccia.. > sparì nel corridoio.
All’improvviso il suo cellulare cominciò a vibrare.
Sapevo che fosse sbagliato, che non avrei dovuto impicciarmi nei suoi affari ma era più forte di me. Mi avvicinai e lessi il nome ‘Louis’ sullo schermo. Era un messaggio.
Lo aprii: “Non fingere che non ti interessi, Harry. –L”
Ero troppo curiosa così lessi l’intera conversazione.
“Perché non sei entrato a visitare Des? –L”

“Non me la sentivo.. –H”

“Sei rimasto lì, vero? –L”

 “Si.. –H”
 

“Vuoi che venga a farti compagnia? –L”

“No.. devo farcela da solo. Non sarà così difficile no? –H”

“Lo sarà.. più di quanto tu possa mai immaginare. –L”

“Tu sei suo fratello, è ovvio che difficile per te. –H”

“E a te piace.. come la mettiamo? –L”

Mi portai una mano alla bocca. A Harry piaceva Desirèe?
No, non poteva essere.
Continuai a leggere.

“Non mi ignorare Harry.. –L”

“Non fingere che non ti interessi, Harry. –L”

Stavo per rispondere al messaggio di Louis quando Harry fece il suo ingresso. Era ancora vestito e mi squadrò.
< Era interessante la conversazione? > mi chiese duro.
Avevo fatto una cosa orribile, ne ero consapevole, ma lui stava con me mentre pensava ad un’altra ragazza.
< Io.. > si avvicinò e mi strappò dalle mani il suo iPhone per poi prendere il giubbino.
< Pensavo di potermi fidare di te, Meg. >
< Harry! Non mi dici mai niente è come se non stessimo nemmeno insieme. Se non ti andava di prenderti quest’impegno evitavi di metterti con me. Perché ora quella che sta male sono io. > sospirai < A te piace Desirèe, non è vero? >
Abbassò lo sguardo e rimase in silenzio. Poi mi fissò.
< Rispondi, dì qualcosa cazzo! >
< Cosa vuoi che ti dica? Che mi dispiace di non dirti vita, morte e miracolo di me? Che mi dispiace di non aggiornarti ogni tre per due su dove mi trovo? Che mi dispiace di non essere presente? Beh, non ti racconterò una bugia. > spalancai la bocca, ma lui continuò < Dovremmo prenderci una pausa.. >
Non mi diede nemmeno il tempo di ribattere che uscì da casa mia.

 
Mi stesi sul divano strofinandomi il viso con le mani. Ero stanca di tutta questa situazione. Ci doveva essere sempre qualcuno migliore di me, quella ragazza ‘più bella’, ‘più simpatica’, ‘più dolce’ o ‘più brava’. Dovevo sempre essere la seconda scelta di persone che mettevo al primo posto.
Insomma, volevo, per una volta, essere importante per qualcuno. Poter dire: lui ha scelto me e non lei. Volevo essere il motivo del sorriso di un ragazzo, volevo essere la ragazza che faceva battere forte il cuore a qualcuno, quella per cui valeva la pena rinunciare a guardare una partita di calcio, quella che cambiava la vita, quella che lasciava il segno. Volevo essere la ragazza, non una qualunque, ma forse per Harry non lo ero. Forse per Harry ero solo un giocattolo, una ‘cosa’ su cui sfogare la sua rabbia quando gli andava. Di sicuro non provava quello che provavo io quando lo guardavo. Forse perché ero una fan?
Sentii il campanello suonare, così mi alzai.
< Posso? > mi sorpresi nel vedere Zayn davanti a me con un sorriso in faccia.
Automaticamente sorrisi anche io e lo feci accomodare. Si tolse gli occhiali e si abbassò il cappuccio.
< Come mai qui? >
< Passavo e sono venuto a salutarti! Ma se vuoi posso andarm- >
< NO! > sbottai subito < Resta.. > mi sorrise.
< Hai pianto? > sentii il suo fiato sulla fronte. Il cuore accelerò.
< N-no.. > abbassai la testa e osservai le sue scarpe, quando mi sollevò il viso con un dito. I suoi occhi erano qualcosa di meraviglioso.
< I tuoi occhi mentono.. > sbattei le palpebre, per poi riguardarlo.
Zayn era bellissimo. Lo era sempre stato. Aveva un accenno di barbetta che rendeva il tutto più sexy. I capelli erano –come sempre- curati e i suoi occhi.. erano come l’oro.
Le sue labbra erano carnose e ti invogliavano a baciarle. Mi soffermai su di esse. Erano di un rosa pallido e in quel momento stavano lasciando spazio ai suoi denti bianchissimi e perfettamente diritti.
La sua mano mi sfiorò la guancia e le sue labbra si posarono sulle mie, che, disperate, cercavano le sue.  Non mi interessava se fosse sbagliato, in quel momento mi sentivo bene ed era la sola cosa che, per me, contava.
 

Desirèe

Chris venne a prendermi verso le otto e insieme andammo al famoso ballo. Non ero molto favorevole a questo genere di feste, in quanto la mia capacità di muovermi a ritmo di musica, era scarsa, ma lui sembrava tenerci così tanto che non riuscii a dirgli di no.
Durante il tragitto casa-scuola ripensai a quello che era successo con Liam. Era strano pensare a lui come qualcosa di più di un amico, eppure il sapore delle sue labbra persisteva nella mia mente.
Forse era quello giusto. O forse no.
Ma come si faceva a capire se fosse quello giusto o no?
Potresti trovarti bene con entrambe le categorie..
L’amore è una cosa complicata, almeno, lo era per me.
< Signorina Tomlinson, siamo arrivati.. > Chris mi aprì lo sportello e mi prese per mano.
Appena varcammo la soglia la musica s’impossessò delle mie orecchie. Ero a una festa come un’adolescente normale.
Sorrisi e abbracciai Chris.
< Cos’è quest’attacco di dolcezza? > disse ad alta voce a causa della musica alta.
< Grazie per avermi portata qui.. >
Ci addentrammo nella folla e cominciammo a ballare. Quella sera volevo vivere la mia adolescenza.
 
La testa mi scoppiava e non riuscivo a reggermi in piedi. Forse non avrei dovuto bere quegli alcolici che il barista mi aveva rifilato.
< Des.. stai bene? Ti riporto a casa! > la voce del mio amico rimbombò nella mia testa fino a farmi male.
< No! > piagnucolai < Voglio stare qui ancoraa! >
Sentii due braccia possenti avvolgermi e portarmi di peso fuori dalla sala o qualsiasi cosa fosse.
Il freddo di quella sera mi congelò le ossa e la pelle scoperta.
Sentii la portiera della macchina aprirsi e poco dopo mi ritrovai seduta –o meglio stesa- sui sedili posteriori. Avevo lo stomaco sottosopra e quella posizione non aiutava certo la mia situazione.
< Portami a ballare, sotto la luna lalalalalala. Andiamo a ballare, sulla lunaaaa? > cominciai a cantare una melodia inventata in quel momento. Sentii Chris ridere.
Pian piano tutti i rumori sembravano allontanarsi e le palpebre cedere, non sapevo se fosse stato l’alcool o il sonno, ma di colpo mi abbandonai al sedile, addormentandomi.
 

      
      



Buongiorno belle pimpe. 
Scusatemi davvero per il ritardo ma ho avuto pochissimo tempo. 
La scuola mi tiene occupata D: 
Ma come vedete sono tornata a rompere le palle. 
Alooooor, comincio con il dire che questo capitolo non mi convince per niente ma è solo di passaggio. 
Come avrete ben capito si stanno formando nuove coppie.. tra cui la Meyn (?) o Zagan (?) (ho messo anche la foto, sono tenerelli). 
E forse -lo capirete nei prossimi capitoli- la Lirèe o la Desiam (?) che a mio parere sono dolcissimi, li adoro u.u 
Ho deciso che alla fine del capitolo metterò gif o foto perchè me gustan mucho. 
Niente, vi ringrazio per le nove recensioni: Larry_feels, harold6921, LovingYouGuys, juls_angel, giulia9779, readerofdreams, _Sam, smilecammon, Laauu. 
Non ho nulla da aggiungere.. se avete domande, o non avete capito qualcosa, o volete sapere quando aggiorno vi lascio i miei contatti. 

Twitter (se mi seguite e mi menzionate, ricambio c:)
Facebook 
Tumblr (se mi seguite, ricambio) 

Mi lasciate un parere, giusto per spronarmi a continuare questa FF? 
Salve bellezze,
alla prossima.
-Frem.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7.More than this. ***




Capitolo 7.More than this.

 

{http://www.youtube.com/watch?v=WP6H0MXFKeU
One Direction, More than this.}


 

Zayn

Era via da un mese. Non sapevamo dove fosse finito, dove fosse andato, con chi fosse andato. Non aveva nemmeno avvisato noi, che eravamo i suoi colleghi, ma prima di tutto suoi fratelli e migliori amici. Avrei potuto considerarmi offeso e anche un po’ arrabbiato, ma poi ripensavo a quello che io gli stavo facendo e allora capivo che non c’era cosa peggiore che tradire un proprio amico.
Mi mancava, a dirla tutta, Harry.
Avrebbe potuto anche trovarsi a due metri di distanza che l’avrei sentito sempre distante da me, da quello che eravamo prima.
Non sapevo se ne valesse davvero la pena, intendo, rinunciare ad un’amicizia per una ragazza appena incontrata. Anche se quella ragazza mi faceva provare emozioni che non pensavo potessero esistere. Con un sorriso mi rallegrava la giornata, i suoi baci poi.. erano come droga per me. Non sapevo se l’amavo, forse era ancora troppo presto per poter definire il nostro rapporto ‘amore’, ma mi piaceva e le volevo un bene dell’anima, questo era certo.
Magari Harry aveva solo deciso di staccare per un po’ la spina, riordinare le idee nella sua testa e fare mente locale. Lui stesso aveva detto che con Megan non voleva impegnarsi, quindi non avevo fatto nulla di male.. più o meno. E poi, lui aveva occhi solo per Desirèe.
Credo anche Meg se ne fosse accorta, ma aveva continuato a far finta di nulla perché, in un certo senso, stare con Harry Styles non le dispiaceva.
L’unico che non l’aveva capito era Harry. Mi chiedevo come mai si comportasse così. Forse perché era la sorella del suo migliore amico? Forse perché era cieca? Forse perché aveva paura di poter amare, amare sul serio una ragazza?
In quel preciso istante avrei voluto poter avere un super potere: leggere nella mente.
Harry era così piccolo.
Faceva il grande davanti ai Media, ai concerti, e ovunque ci fosse una telecamera perché era il suo ruolo. Ma lui non lo era affatto. Oh no.
Harry aveva ancora tanto da imparare, da sperimentare, da capire, da provare. Harry aveva diciotto anni, ma ne dimostrava molto di meno. Ed era la caratteristica più bella di Hazza. Lui si ostinava ad affermare il contrario, ma tutti sapevamo che dietro alla figura da duro, c’era ancora il piccolo ragazzino di Holmes Chapel.
Fatto stava che ci stavamo davvero preoccupando, nonostante ci avesse da poco inviato un messaggio dicendoci di stare tranquilli e tutte quelle stupidaggini che le persone dicono quando non c’è da stare tranquilli. Dovevo fidarmi di lui, no?
Approfittati di questi attimi di pace in casa per accendere il computer e provare a contattare Harry in qualche modo. Il senso di colpa mi stava mangiando vivo.
«Computer di merda!» imprecai. Internet era lentissimo, forse perché pioveva quel giorno e le persone non potendo uscire intasavano i social network.
Riuscii ad entrare nella mia posta e cercai tra le e-mail qualcuna di Harry.
Tra le prime c’era il nostro manager che ci informava dei vari appuntamenti e ci ricordava che il tour sarebbe iniziato a breve.
Il tour, già.
Un tour che sarebbe durato per nove mesi. Nove mesi lontano da casa, dalla famiglia, da Megan.
Non volevo pensarci, non in quel momento.
Scorsi più in basso un’e-mail di un contatto sconosciuto.

Ciao Zayn,
sono Harry.. nel caso non l’avessi capito ho deciso di prendermi una pausa per riflettere su un po’ di cose. Sono felice –e lo dico davvero- per te e Megan. Ha bisogno di una persona che la ama al suo fianco, e tu sei quello giusto Zayn. Io l’ho fatta solo soffrire e anche se non ci siamo detti proprio ‘è finita’, credo lei lo abbia capito. Falla sorridere, tu puoi farlo. E non un sorriso falso, intendo uno vero, uno di quelli che ti scalda il cuore.
Non voglio dilungarmi troppo anche perché devo andare a fare il biglietto per ritornare in Inghilterra, ci tenevo a dirti che non sono arrabbiato con te. Come potrei esserlo?
Forse tu dovresti essere arrabbiato con me. Sono stato uno stupido a non capire quello che provavi per Megan, ero troppo confuso, ma ora no. Ora so cosa voglio.
Ci vediamo tra due giorni, Zayn.
Con affetto,
Harry.

 
Rilessi più volte la lettera incredulo delle parole di Harry. Che fosse cambiato davvero?
In tal caso mi piaceva il nuovo Harry, ed ero sicuro sarebbe piaciuto anche a Desirèe.
 

Harry

«Sei una merda.» mi diede un pugno il moro mentre prendevo i bagagli.
«Che ho fatto?» raccolsi la mia ultima valigia e risi. Ci incamminammo verso la macchina.
«Te ne sei andato così,senza dirci niente
«Avevo bisogno di starmene un po’ da solo..»
Salimmo in macchina e in poco tempo eravamo già sulla strada verso casa mia.
«Ti capisco amico,ma ci hai fatto stare in pensiero. Tutto qui.» mi sorrise leggermente concentrato sulla strada. Non c’era molta gente quel giorno, stranamente.
Arrivammo a casa mezz’ora dopo e non appena varcammo la soglia di casa, Louis si buttò tra le mie braccia. Inutile dire che mi era mancato.
Profumava di miele, sapeva che era il mio preferito tra tutti i suoi bagnoschiuma.
«Boo,mi stai stritolando.» la sua risata mi riempì il cuore.
Era il mio migliore amico, ma lo era davvero. Era il migliore in assoluto, mi capiva, mi ascoltava, mi consigliava. Non che gli altri non lo facessero, sia chiaro, però con lui c’era un legame più forte, una sorta di alchimia, ecco.
«Scusami Harry, è che mi sei mancato!» sorrisi sciogliendo l’abbraccio.
Mi guardai attorno.
«Non c’è, è uscita con Megan.»lo guardai stranito.
«Parlo di Desirèe.»
«Perché dovrebbe interessarmi
«Perché lo leggo dal tuo sguardo,Harry.» sospirò rassegnato e continuò, «Pensavo che questo viaggio ti avrebbe in un certo senso aperto gli occhi, invece continui a rinnegare i tuoi sentimenti. Sai che facendo in questo modo non risolvi niente?»
Abbassai lo sguardo: Louis aveva ragione.
Non potevo continuare a far finta che non mi interessasse niente di lei. Che non m’importasse dove fosse, se stesse bene, con chi fosse. Perché in un qualche strano e complicato modo io le volevo bene. Un bene diverso da un semplice amico, un bene diverso da un fratello. Non sapevo cosa fosse, sinceramente, ma era abbastanza da poter condizionare il mio umore.
Era una sorta di ossessione, sì. La mattina mi svegliavo preoccupato che le fosse accaduto qualcosa, avevo bisogno di sentirla accanto a me mentre mi addormentavo, volevo stringerla forte e farle capire che io c’ero, che non me ne sarei andato mai e poi mai.
Ma era difficile.
«Come sta?» chiesi dopo che Zayn se ne era andato. Mi interessava sapere tutto di lei, volevo sapere cosa aveva fatto in quel mese in cui ero stato assente, perché sentivo il bisogno di sapere tutto di lei.
«Uh,che domanda» sospirò di nuovo mentre entrò in cucina preparando del tè. Mi affrettai a seguirlo, curioso e preoccupato per quello che mi avrebbe detto, «Potrebbe stare meglio,ecco.»
«Che razza di risposta è,Lou? Sta bene o no?» mi accomodai su una delle sedie mentre cominciai a giocare con insistenza con il mio braccialetto.
«Ascolta Harry,io non lo so. Sto cercando di restaurare il rapporto che avevo con lei,ma diventa sempre più difficile. E’ chiusa,non vuole parlare con nessuno,nemmeno con Liam.»
Aggrottai le sopracciglia. Cosa c’entrava Liam?
«Scusa? Mi sono perso qualcosa?» Louis si girò leggermente.
«Liam, il ragazzo di Desirèe
Boom.
Un colpo al cuore.
Un pugnale diritto in pancia.
Un graffio,uno sparo,un taglio.
Avrei voluto aver capito male,avrei voluto che tutto ciò fosse stato solo un incubo dovuto alla stanchezza. Eppure,era la realtà. Mi sentii a pezzi come se fossi caduto da un grattacielo,come se avessi appena giocato i mondiali di calcio,come se fossi stato sveglio da settimane senza riposare.
Mi sentivo una merda.
Una di quelle che la gente calpesta più volte senza accorgersene,come se non fossi importante,come se fossi invisibile.
«Harry? Oddio. Non lo sapevi?»
Abbassai lo sguardo concentrato sul tavolo di legno,seguendo con lo sguardo le varie linee. Sentivo gli occhi pizzicare e mi maledissi mentalmente: non potevo piangere per una ragazza.
«H..Harry?» la voce spezzata di Louis mi fece alzare lo sguardo, e quando incontrai gli occhi azzurro cielo del mio migliore amico non resistetti.
Lasciai che tutto il dolore che provavo in quel momento scivolasse via da me tramite lacrime.
Lacrime.
Lacrime.
Lacrime, e ancora lacrime.
In quel momento era la sola cosa che avevo per sfogarmi, a parte Louis.
Le braccia del moro mi avvolsero e in quel momento mi sentii a casa,dopo tanto tempo. Il respiro di Louis si unì al mio,mentre il bollitore fischiava e fuori pioveva.
Louis era una sorta di madre per me,era il mio tutore. Quando ero lontano da Holmes Chapel lui c’era e mi trattava come fossi davvero suo figlio: senza di lui non avrei saputo cosa fare.
«Scusami Harry,non pensavo di ferirti così. Scusami,davvero
Lo abbracciai più forte.
«Non dire sciocchezze,Lou. Non hai fatto niente.»
Ci staccammo dall’abraccio e mi asciugai le lacrime che,purtroppo,erano scese dai miei occhi.
Mi sentivo un perdente,uno stupido,uno sciocco,un cretino. Se non avessi aspettato tutto questo tempo,se non fossi partito per quel viaggio,se non fossi stato così orgoglioso e così stupido,forse,sarebbe stata mia e non di Liam.
Liam era uno dei miei più cari amici,ero felice per lui,ma non riuscivo a tollerare il fatto che lui potesse averla per sé quando voleva, senza aver fatto nulla,senza aver combattuto. Perché sì,io avevo combattuto.. contro me stesso,contro i miei sentimenti e il mio carattere. Non mi era mai sembrato interessato a lei,quindi perché stavano insieme?
Non toglievo il fatto che a Liam potesse piacere,ma non quanto piaceva a me. Non avrebbe mai potuto donargli tutto ciò che avrei potuto donare io,non l’avrebbe mai amata nemmeno un quarto di quanto avrei potuto fare io. E su questo non c’erano dubbi.
Io potevo amarla più di così.
«Dai.. cambiamo argomento,ok?» incalzò Louis dopo qualche minuto di silenzio.
Annuii: «Raccontami cosa è successo qui durante la mia assenza.»
«Zayn si è fidanzato con Megan,ma questo tu lo sai già.. Liam,beh,anche questo sai. Io sono uscito con una ragazza,ma non credo continuerò a vederla e Niall,Niall non fa un cazzo dalla mattina alla sera e viene a rompere qui.»
«Hai conosciuto una ragazza?»
Era da tempo che non vedevo Louis uscire e divertirsi,forse perché sperava di riallacciare i rapporti con sua sorella,ma ovviamente lei aveva di meglio da fare.
«Sì.. al supermercato. Mi è sembrata carina e così siamo usciti a prenderci qualcosa.. Impossibile che tu non abbia visto le foto dei mille paparazzi che ci hanno ripreso
Scoppiai a ridere.
«Beh,devo ammettere che in questa vacanza ho staccato la spina da tutto,anche dai One Direction. Ne avevo bisogno
«Immagino..»
Sentimmo la serratura della porta scattare e delle voci –alquanto familiari- rimbombare nel corridoio.
La riconobbi subito dalla sua risata.
Fece il suo ingresso insieme a Megan: indossava un vestito blu a maniche lunghe e un paio di stivaletti di camoscio abbinati alla cintura e alla borsa. Era bellissima.
Meg mi guardò sconcertata e incredula.
Era bellissima anche lei, ero felice che Zayn stesse con lei, lui l’avrebbe amata meglio di quanto avrei mai potuto fare io.
Lasciò cadere le buste a terra e corse verso di me per abbracciarmi.
Mentre le sue braccia erano strette attorno al mio corpo io guardavo Desirèe.
Aveva lo sguardo perso, non capiva cosa stesse succedendo e in quel momento capii quanto potesse essere brutto vivere così: senza sapere cosa ti accade intorno, senza vedere il sole, la luce o i colori. Capivo cosa avesse provato il primo giorno che aveva messo piede in questa casa quando Louis aveva pronunciato quelle parole e lei lo aveva ripreso.
Capivo finalmente quanto soffrisse. Ma una sofferenza diversa dalla mia o da quella di Meg e di Louis. Noi soffrivamo per amore, per amicizia, lei soffriva per la vita. Non poteva vivere e credo che questo sia il peggiore fra tutti i mali che una persona possa ricevere.
Era così debole, era fragile, ma adesso c’ero io, non Liam, io.
«Harry,ma dove sei stato? Perché non mi hai avvisato del tuo ritorno?»
Risi alla preoccupazione di Meg. Come avevo anche solo potuto pensare che avrebbe funzionato con lei? Mi sembrava mai sorella Gemma.
Rivolsi prima uno sguardo a Desirèe e poi le risposi: «Uhm.. sorpresa! Volevo riflettere su alcune cose e ora credo di essere pronto.. Sono stato alle Hawaii.»
L’espressione di Meg tramutò dalla comprensione –forse aveva capito che si trattava di Des- alla rabbia.
«Tu sei stato alle Hawaii e non mi hai detto niente? Non mi hai invitata? Non mi hai comprato nada de nada?»
Mi grattai la testa piuttosto imbarazzato.
«Ops..»
Meg stava per ribattere, ma Louis intervenne prima di una possibile rissa. Che poi non sarebbe stata neanche una rissa perché lei mi avrebbe picchiato e io sarei stato fermo ad attutire i colpi di una ragazza.
«Tu e Harry potete parlare dopo,no Meg?»
All’inizio la bionda sembrò non capire, ma quando Louis accennò alla ragazza mora ancora sullo stipite della porta sorrise e annuì.
«Dopo io e te facciamo i conti..»
Louis e Meg uscirono dal salotto e rimasi solo con lei.
Non so per quanto tempo rimanemmo immobili senza muovere un braccio o una gamba, non so per quanto tempo la fissai, ma mi piaceva guardarla. Era perfetta.
All’improvviso si precipitò in avanti –intenta a venire verso di me- e per evitare che cadesse a terra o che sbattesse da qualche parte, le andai incontro.
Le sue braccia cinsero il mio collo e le mie la sua vita.
Mi strinse forte, tanto che mi sembrava un sogno. Forse gli ero mancato?
La sentii singhiozzare sulla mia spalla mentre mi accucciavo nell’incavo del suo collo, annusando i suoi bellissimi capelli.
«Perché piangi?» le sussurrai.
«Ero così in pensiero per te.»
Sorrisi leggermente alle sue parole: mi aveva pensato.
«Mi dispiace, non volevo farti preoccupare, ma avevo bisogno di riflettere..»
Sentii il suo respiro sul collo e rabbrividii.
«Sei un coglione Styles.»
Ci staccammo da quell’abbraccio insolito ma piacevole.
I suoi occhi erano diversi dal solito, sembrava che mi stesse guardando davvero, ma era solo una mia impressione.
«Mi sei mancata.»
«Anche tu, Harry.»
Mi aveva chiamato per nome e anche lei sembrava essersene accorta.
«Mi è scappato, ok? Non ti ci abituare
Ridemmo entrambi.
Mi avvicinai più a lei e le accarezzai una guancia scostandole i capelli. Mi abbassai verso il suo viso, o meglio, verso le sue labbra.
Ne avevo bisogno.
«No.. non possiamo, io non posso. Sto con Liam adesso, ci tengo a lui e non voglio rovinare tutto.»
Chiusi gli occhi e allontanai il mio viso e la mia mano dalla sua faccia. Quelle parole mi avevano ferito tanto che persi la ragione.
«Muori dalla voglia di baciarmi, ammettilo.»
«Smettila, come ti salta in mente? Io sto co-»
«Liam non c’entra un cazzo adesso! Non c’è: ci siamo io e te ed entrambi sappiamo perché siamo qui, perché ci siamo abbracciati, perché ci trattiamo sempre male.»
Lei scosse la testa, senza sapere che in quel modo non avrebbe scacciato quel pensiero.
Esperienza personale.
«Tu non sai cosa stai dicendo.»
«Non rinnegare quello che senti, per colpa sua!»
«Harry, a me piace,e stiamo insieme.. mettitelo in testa! Solo perché sei tornato adesso dalla tua bellissima vacanza non puoi pretendere di sapere tutto o di imporre le tue idee agli altri, a me.»
Mi passai una mano tra i capelli e mi girai verso la finestra per poi rivoltarmi.
Attraversare tutto l’oceano e tutta l’America per capire quello che provavo per lei era un gesto che non avevo mai fatto per una ragazza. Io la volevo per me, volevo prendermi cura di lei.
Ora o mai più.
«Desirèe io-»
«Sono a casa!» la voce di Liam mi bloccò.
Proprio in quel momento doveva arrivare?
Serrai la mascella e fissai l’entrata del salone. Desirèe si voltò, dandomi la schiena.
Non potevo vederla andare via da me, non potevo vederla andare da lui, come se tutto quello che c’era stato prima fra me e lei non fosse mai esistito.
«Ti prego Des, resta qui, con me.» sussurrai quelle parole in modo che Liam non potesse sentire.
«Non posso Harry,è tardi ormai.»
Liam entrò nel salone e mi abbracciò salutandomi.
Finsi un sorriso e ricambiai la stretta, mentre dentro stavo morendo lentamente.
Raggiunse poi Desirèe e le circondò le spalle con un braccio sussurrandole qualcosa all’orecchio.
«Harry!»
«Si?» chiesi speranzoso.
«Puoi dire a Louis che stasera sono da Liam
«Oh..» dissi deluso abbassando lo sguardo a terra.
«Ciao Harry! Domani parliamo meglio..» annuii alle parole di Liam.
Quando sentii la porta chiudersi mi accasciai sul divano. Presi la testa tra le mani e cominciai a singhiozzare.
Avevo sbagliato tutto con lei, l’avevo trascurata all’inizio perché avevo paura di quello che provavo dentro quando mi parlava o quando mi sfiorava.
Avevo bisogno di lei e il pensiero di lei e Liam insieme mi uccideva dentro.
Come avevo potuto essere così stupido? Avevo lasciato che Liam prendesse il mio posto.
Ma non mi sarei arreso perché io potevo amarla più di così.



IT'S ME!
Ok, potete uccidermi. 
C'mon lol 
Scusatemi davvero, è da secoli che non aggiorno questa storia. 
Ma la scuola m'impegna moltissimo, soprattutto in quest'ultimo perido. 
So che questo capitolo fa schifo, infatti è stato un travaglio, altro che parto! 
All'inizio vi ho messo il link della canzone perchè non saprei scegliere un pezzo, è tutta azzeccata lol 
Niente, spero che vi piaccia. 
Recensite? 
Tra poco inizierà la seconda parte, che sarà sicuramente migliore di questa, I swear. 
Ora vado, 
vi ringrazio per le recensioni. Sono di fretta quindi non posso scrivervi tutte, ma sappiate che siete meravigliose.
Ciao bellissime,
alla prossima.
-Frem.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1412874