Indimenticabile peccato

di fenrir93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dolorosi ricordi ***
Capitolo 2: *** Irresistibile tentazione ***
Capitolo 3: *** Incontro devastante ***
Capitolo 4: *** Dubbi e indecisioni ***
Capitolo 5: *** Notte di passione ***
Capitolo 6: *** Ritorno dal passato ***
Capitolo 7: *** Infimo accordo ***
Capitolo 8: *** Crudele passione ***
Capitolo 9: *** Concorrenza ***
Capitolo 10: *** Cedimenti? ***
Capitolo 11: *** Una nuova rivale per Fine? ***
Capitolo 12: *** La resa del cuore ***
Capitolo 13: *** Gelosia paterna ***
Capitolo 14: *** Tormentato amore ***
Capitolo 15: *** Una cena movimentata ***
Capitolo 16: *** L'agognata fine? ***
Capitolo 17: *** - La fioritura dell'amore- (Extra) ***
Capitolo 18: *** La fioritura dell'amore ***



Capitolo 1
*** Dolorosi ricordi ***


Si stava velocemente rivestendo dei vestiti, abbandonati ai piedi del letto, strappati con foga la notte precedente dal suo amante.

La giovane rifletteva su come da bambina aspettasse impazientemente l’alba, la quale con i suoi raggi nascenti, dissipava le tenebre dei suoi incubi e delle sue paure infantili.
Ora invece l’alba la risvegliava inesorabilmente da un dolce sogno ovattato in una triste e grigia realtà, vissuta come un intollerabile e crudele incubo.

Come avrebbe voluto rimanere preda di quell’amore senza via di scampo che la consumava, ma non poteva e non doveva, non era giusto, né per lei né per lui.

Tutto era deciso, nulla era più rimandabile, la realtà si assoggettava a un meccanicistico ciclo del destino. Ma lei, non avrebbe preso parte a questa farsa, il suo carattere così spontaneo glielo impediva.

Guardò per l’ultima volta il viso dormiente del giovane, così tanto amato e con un dolore si richiuse la porta alle spalle.

Lacrime amare solcarono il suo viso, ma ella non se ne accorse e con disperata foga si dileguò per sempre, lasciando alle spalle quell’unica notte che avrebbe serbato per sempre nel suo cuore…
 

6 anni dopo:

Si svegliò all’improvviso, ritrovandosi  nuovamente a sognare quegli struggenti attimi che, l’avevano segnata in maniera indelebile. Sulle guance scendevano delle raminghe lacrime, segno evidente di un dolore mai dimenticato.

<< Mamma…>> fu il richiamo pronunciato dalle voci assonnate di due bambini.

<< avete avuto un brutto sogno? Vi fa male il pancino?>>

L’amore viscerale che Fine provava per quelle due creature la faceva molto spesso andare in paranoia.
Erano le sue gioie e un qualunque loro problema, diveniva per lei un dramma.

Immediatamente si asciugò le lacrime e raggiunse i bambini.

<< Seira? Kay? Allora?>>
In attesa di una risposta Fine osservò i suoi figli.
Il modo in cui si tenevano quella manina paffuta era adorabile. I suoi figli erano gemelli, tuttavia nonostante i tratti del viso fossero a dir poco identici, vi erano dei particolari che li differenziavano.
La bambina aveva dei lunghi capelli cremisi, mentre  fulvi capelli arruffati appartenevano al bambino. Gli occhi erano l’unica differenza evidente, rubini incastonati nel viso di Seira e zaffiri per Kay.

<< Seira non riusciva a dormire, così ha svegliato anche me>> disse un imbronciato Kei.

Fine gli rivolse un sorriso sollevata, li prese entrambi e li portò nel lettone, per poterseli accoccolare al suo petto.

Subito i gemelli si addormentarono al petto della madre mentre Fine dopo un ultimo bacio per entrambi i figli si assopì.
 
La mattina portò con se delle inaspettate sorprese.

Mentre i gemelli facevano colazione, Fine leggeva la posta e il suo sguardo, cadde su una busta color panna adornata da eleganti ghirigori. La aprì incuriosita e lesse l’invito al matrimonio che, l’amica di vecchia data Rein, le inviava.

Rein era un’amica di Fine dai tempi della scuola, le telefonava spesso e sapeva dei gemelli. Tuttavia accettare quell’invito avrebbe significato rivedere vecchie conoscenze che l’avrebbero distrutta.
<< Mamma tutto bene?>> le aveva chiesto Kay con fare preoccupato.
Era così sensibile quel bambino, non riusciva a nascondergli una singola emozione, caratteristica ereditata dal padre.

<< Tutto bene tesoro, vai a vedere se Seira è pronta per la scuola!>>

Appena la testolina rossa sparì in camera della sorella, Fine ricadde nel dubbio. Andare o non andare? Rein se la sarebbe presa a morte se avesse declinato l’invito, inoltre Fine era curiosa di rivedere tutti i suoi amici.
Da ben sei anni, aveva perso i contatti con tutti, Rein era l’unica eccezione. Sei anni fa era fuggita, ma ora sarebbe tornata a testa alta, non si sarebbe certo nascosta per paura d essere giudicata.

Nel frattempo qualcuno bussò alla porta Fine l’aprì e si ritrovò in questione l’oggetto dei suoi pensieri: Rein.

 << Allora cara? Scusa se disturbo, ma volevo convincerti a tutti i costi, ci devi essere .
Dopotutto sei la mia damigella d’onore!>> disse una pimpante Rein.

<<  Ti ringrazio, ma ti avrei telefonato per dirti che accettavo! E comunque da quando sono damigella d’onore?>> Disse Fine.

<< Da ora sciocchina! Ah, gli ospiti pernotteranno per due giorni prima del matrimonio, nella villa del mio adorabile maritino. Non te l’ho detto ma è ovvio che accetti vero?>>

<< Ma che razza di magnate hai sposato? E come faccio con i bambini, non posso lasciarli per tre giorni da soli e poi… Sei impazzita? E se mi imbatto con lui?>> disse un’allibita Fine.

<< Non ti preoccupare, è solo il testimone del mio futuro marituccio, . E poi..>> disse assumendo un espressione seria.

<< Non si è sposato, la sposa è fuggita all’altare e, cosa sconcertante lui non l’ha neanche seguita.  Ha semplicemente scosso la testa e annunciato agli invitati sconcertati che il matrimonio era annullato>>

<< Ma…>> Fine era incredula.

<< Perché non te l’ho detto in tutti questi anni? Tacciami come egoista, ma non riuscivo a dirtelo dopo che avevi sofferto così tanto per dimenticarlo. Non ce la facevo proprio. Scusami…>> Mentre una lacrima scendeva sul viso di Rein.

Fine era piena di dubbi, tuttavia non poteva incolpare Rein, anche lei avrebbe fatto lo stesso per lei. Così  porgendo un fazzoletto a Rein disse<< evidentemente non era destino, non ti preoccupare. E voi uscite fuori!>>

Due ombre sbucarono da dietro il divano, ormai scoperti i gemelli non poterono far altro che ridacchiare imbarazzati.

Fu Seira a parlare << allora mammina andiamo al matrimonio di zia Rein?>>
 Rispose Rein al posto di Fine<< ma certo principessa! >>

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Una settimana dopo, Fine e i gemelli erano sul treno che li avrebbe condotti alla villa.
Fine non volle prendere la macchina, così avrebbe potuto godersi il viaggio con i figlioletti.

Alla stazione, scese con i gemellini e si apprestò a raggiungere la villa del futuro “marituccio” di Rein. Il “ marituccio” in questione si chiamava Bright, aveva venticinque anni e possedeva ricchezze immense, tuttavia non rimaneva spocchioso o egocentrico, al contrario possedeva un carattere affabile  e gentile. Insomma…il principe perfetto per Rein.

Nel frattempo la passeggiata era giunta al termine, mentre il maniero era visibile all’orizzonte, tuttavia l’attenzione di fine fu colta da un immenso prato fiorito, dove i bambini si catapultarono all’istante.

Fine decise di sedersi all’ombra di un albero, mentre osservava i colori accesi della rigogliosa campagna. Il sole era alto in cielo, i bambini giocavano tranquilli e niente sembrava voler interromper quella quiete idilliaca.

Forse per le recenti tensioni che le avevano tolto il sonno, forse per quel clima così disteso e sereno, Fine si lasciò cullare dalle braccia di Morfeo. Inconsapevole che un paio di nostalgici occhi la osservavano…
 
 
 
 
Nuovo esperimento… Che ne pensate? Critiche?

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Capitolo 2
*** Irresistibile tentazione ***


 
La vidi, era addormentata sotto un albero.
Un involontario sorriso mi nacque sul volto, quella ragazza non cambiava mai.
Mi avvicinai, silenziosamente, volevo svegliarla e rispecchiarmi ancora una volta, nei suoi occhi porpora e lasciarmi abbagliare dal suo sorriso.
Tuttavia eravamo cambiati, o per lo meno, io sicuramente. Dopo che mi aveva abbandonato, dopo che si era arresa, quella notte di sei anni fa, il mio cuore era sigillato da una spessa coltre di ghiaccio. Alzarmi la mattina e scoprire che era fuggita, senza neanche un ultimo addio, mi aveva sconvolto.
Mi bloccai, che stavo facendo? Stavo andando da lei per fare cosa? Che avrei mai potuto dirgli?

Perché se ne era andata? Mi aveva usato quella notte? Dannazione… Questo era l’incredibile peculiarità di Fine.
Fin da piccoli, era sempre riuscita a demolire, quell’invalicabile muro che ponevo fra me e il mondo. Nessuna donna, né prima, né dopo di lei era mai riuscita a farmi abbassare la guardia.

Ma il fatto più curioso era, che Fine era totalmente all’oscuro, di questo effetto che mi provocava.

Scossi la testa, risvegliandomi da quelle tristi rimembranze e dopo un ultima occhiata, stavo per voltarmi una volta per tutte e andarmene, tuttavia il passo mi fu sbarrato da due bambini.

<< Scusi signore!>> disse con voce decisa nonostante la giovane età, una bambina dai fulvi capelli e occhi vermigli.

Era identica a Fine, chiunque se ne sarebbe accorto, ma ciò che colpì l’uomo in maniera impressionante fu il bambino.

Anch’esso aveva capelli rossi come la sorella, probabilmente erano gemelli, tuttavia gli occhi erano di un blu profondo come i suoi, inoltre aveva una serietà e portamento sprezzante che tanto gli ricordavano i suoi modi da bambino.

La bambina vedendo l’uomo interdetto continuò il suo discorso << Nostra madre si è addormentata, potrebbe darci una mano? Per favore…>> Quegli occhioni supplicanti erano irresistibili, rivedeva in ogni gesto la sua Fine. Perciò gli sorrise in maniera smagliante.

<< Certo emh…>> dopotutto non sapeva il suo nome.

<< Che sbadata! Il mio nome è Seira e questo ombroso è mio fratello, Kay. Grazie per l’aiuto!>> disse, protendendo la sua mano paffuta per ringraziarlo, tuttavia in un attimo fu bloccata dal fratello.

<< Seira! Quante volta la mamma ti ha detto di non parlare agli sconosciuti? E tu gli stringi pure la mano? Stupida!>> disse Kay, esasperato dalla leggerezza di sua sorella.

La bambina ferita dalle parole di suo fratello era sull’orlo delle lacrime, tuttavia l’uomo non sopportando che delle lacrime rovinassero il visino della bimba, disse << Non sono uno sconosciuto, il mio nome è Shade.
E vostra madre mi conosce>>  fu la lapidaria risposta.

<< Inoltre…>> ammorbidendo il tono nei confronti dei bambini, aggiunse << non dovresti far piangere tua sorella, anche se la volevi proteggere, d’accordo?>> disse, scompigliandogli i già arruffati capelli e accarezzando i soffici capelli della bambina per calmarla.

<< d’accordo, scusa>> disse un orgoglioso bambino.

Shade prese nella sua salda morsa delle possenti braccia Fine.
Non era cambiata, il viso non aveva perso i tratti da ragazza, ma i capelli erano più lunghi e il corpo si era plasmato da forme adolescenziali a curve da donna.

Aveva inoltre quel buffo broncio, che caratterizzava la sua espressione dormiente e un dolce profumo di fiori che avrebbe irretito e confuso anche la più sdegnosa ape.

Shade mentre trasportava Fine tra le braccia, osservava correre i due bambini dinnanzi a lui, spensierati, tuttavia un bel paio di occhi ametista lo fissavano sempre.
Kay infatti per tutta la durata del viaggio tenne sempre sott’occhio Shade, mentre Seira con il
suo dolce sorriso e allegria contagiosa riusciva a smorzare l’animo geloso del fratello.

Arrivati al maniero, Shade condusse Fine in una delle camere che Bright, con un espressione di chi avrebbe richiesto spiegazioni, gli mostrò prontamente.

Mentre Rein condusse i bambini a fare una gustosa merenda, con grande gioia di Seira.

Riposta la ragazza sul letto, Shade osservò quelle labbra vermiglie di Fine, e, arrendendosi momentaneamente a quel dolce desiderio, baciò quella bocca di rosa.

Tuttavia rendendosi conto dell’avventato gesto, si ritirò subito e uscendo velocemente dalla stanza, il suo sguardo riassunse quella freddezza tipica del suo essere.

Non avrebbe ceduto a quella donna, sarebbe strisciata lei a suoi piedi, supplicandolo di farla sua ,e, con un ghigno sadico provocato da quei pensieri,si diresse alla volta della serra di Bright.
 

Allora? Commenti?  Nel prossimo capitolo ne vedremo delle belle… Non mancate!

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Capitolo 3
*** Incontro devastante ***


Fine lentamente aprì gli occhi, questa lentezza era dovuta alla sua incapacità di capire, come si potesse ritrovare in quella meravigliosa stanza e chi l’avesse trasportata.

All’improvviso realizzò, dove erano spariti i suoi bambini?

Cominciò a correre scalza per tutti i corridoi, con solo indosso una camiciola succinta, che la copriva fino alle cosce ben tornite.
Era in preda al panico, come aveva potuto addormentarsi in quel modo?

Tuttavia il flusso dei suoi pensieri, fu interrotto da un allegra risata a lei familiare che proveniva dal giardino.

Trafelata raggiunse il parco, per imbattersi in uno splendido gazebo, adornato da splendide rose rosse, in cui tutti i suoi amici d’infanzia, tra cui Rein stavano amabilmente godendosi un delizioso te.
Mentre i suoi figli giocavano rincorrendosi fra loro.

Al suo arrivo tutti si ammutolirono e Fine rimase paralizzata, che cosa gli avrebbe detto? Come poteva giustificarsi?

Non fece in tempo a pensarci, che una poco regale Altezza, una selvaggia Milky e delle pimpanti Lione e Sophie balzarono su Fine, stritolandola con un caloroso abbraccio.
Mentre un Tio ormai adolescente e dei ghignanti Bright e Auler fissavano divertiti la scena.

Solo Fine riusciva a togliere ogni patina principesca alle loro sorelle, con un sorriso aveva il dono di sciogliere ogni persona.

Dal canto suo Fine commossa da un accoglienza del genere, si lasciò sfuggire alcune lacrime, ma immediatamente i suoi adorati gemellini le porsero un fazzoletto sorridenti.

Fu un pomeriggio piacevole, passato tra risate e ricordi dell’accademia.
Tuttavia, nessuno osò chiedere nulla riguardo il padre dei gemelli. Tutti avevano delicatamente evitato l’argomento, solo quando Fine si sarebbe sentita pronta, allora l’avrebbero ascoltata e accettata.

Al momento del commiato, Rein ricordò a tutti, che la sera, si sarebbe tenuto un ricevimento, per festeggiare le imminenti nozze con il suo marituccio.
Ma prima che Fine potesse filarsela,  Rein la bloccò.

<< Mettiti un vestito decente, mi raccomando!>> disse Rein facendo l’occhiolino a Fine.

<< E quando mai non lo faccio? >> borbottò Fine.

<< Sempre Fine, come quella volta in cui al mio compleanno ti sei presentata in tuta!>> disse Lione.

<< Mi si era bagnato il vestito e…>> tentò di giustificarsi Fine.

<< O come quella volta in cui al mio splendido,e, sottolineo splendido ricevimento organizzato all’accademia, ti dei vestita con l’uniforme. Sostenendo che il modo migliore, per rappresentare l’accademia, fosse vestirti in quel modo.>> commentò Altezza.

<< La mamma non era elegante?>> disse una stupita Seira, ma subito il Kay le rispose<< sicuramente la mamma non è nota per la sua leggiadria.>>

<< Già hai ragione…>> disse seria Seira.

<< Piccoli ingrati! >> Fine afferrò i suoi figli e scherzosamente li rincorse, tra le risate dei presenti.

Tuttavia Rein non aveva finito, infatti trascinò i bambini in cerca dell’abito adatto.

<< Mamma!>> urlarono dei disperati bambini.

<< Ben vi sta, piccoli traditori! Ci vediamo stasera!>> e in un lampo scomparve diretta alla splendida serra che aveva intravisto prima…

La serra era in un luogo appartato, al limitare del bosco della tenuta. Fine aprì la porta e si ritrovò dinnanzi a un tripudio di colori e profumi.
Ci avrebbe sicuramente portato i bambini, seira e Kay se ne sarebbero innamorati.

Osservò delle magnifiche ortensie, si chinò a inspirare l’avvolgente profumo delle rose, tastò la delicata consistenza di un petalo di lillà e si fermò a rimirare il suo fiore preferito, il girasole.

All’improvviso, sentì una presenza alle sue spalle, istintivamente si girò e i suoi occhi si scontrarono con un paio di occhi, blu come il burrascoso mare.

<< Shade…>> disse con un filo di voce, da quanto le sue labbra non osavano pronunciare il suo nome, da quanto non ne saggiavano il suono.

Lo osservò involontariamente rapita. Il fisico rimaneva possente, tuttavia possedeva una linea slanciata, grazie anche alla sua altezza. Le possenti spalle, le braccia muscolose, le forte mani… Ma ciò che la lasciava interdetta, era il viso. Quei magnifici occhi enigmatici, e, la bocca splendidamente cesellata, in un eterno sorriso.

<< io devo andare…>> disse riprendendosi e vergognandosi della sua debolezza.

Shade era sempre stato abile nell’incantarla con la sua bellezza, nessun’altro era stato capace di ammaliarla, come il più abile degli incantatori.

Era totalmente succube di quell’uomo, una parola era capace di irretirla, una carezza la faceva desistere da ogni suo pensiero, e, un bacio era capace di incatenare il suo essere.

Quando era fuggita, non si era mai voltata, conscia del fatto, che se  Shade l’avesse richiamata a se, lei sarebbe ritornata strisciante al suo cospetto.
Implorando le sue labbra infuocate e le sue mani esperte…

<< E dove? Sono sei anni che non ci vediamo  e non mi saluti nemmeno? Che ingrata! E pensare che mi sono pure spezzato la schiena per trasportari fino in camera…>> disse, bloccando ogni tentativo di fuga della ragazza, bloccandola al muro e intrappolandola con le braccia.

<< Non te l’avevo chiesto, ora lasciami!>> Fine non riusciva quasi a sostenere lo sguardo di Shade, i suoi occhi che sembravano leggergli l’anima, la fissavano come era solito fissare quelle ochette che lo adulavano. Era troppo doloroso…

<< Non guardarmi con quegli occhi…>> sibilò furiosa.

Le labbra di Shade si curvarono in un sorrisetto, tipico di quando pensava a qualcosa di perverso, Fine cercò di fuggire,  ma Shade bloccandola tra le sue braccia, le morse con vigore il collo, succhiandolo per lasciargli un’inequivocabile segno.

Era strano, ma nonostante tutti quegli anni, sentiva il desiderio di marcarla, come sua proprietà.

Fine era sconvolta, Shade era violento e nonostante lo battesse con pugni disperati, sembrava che il petto d’acciaio del ragazzo non ne risentisse.

Si dibattè, ma la sua mente era annebbiata, sentiva solo la lingua rovente di Shade passare sul suo collo eburneo, si girò in prossimità delle labbra di Shade, ma all’improvviso ricordò…

La fuga, le lacrime, sofferenze che aveva dovuto subire, perciò con uno scatto si liberò e con il volto paonazzo fuggì più forte che poteva, da quelle sensazioni che non poteva e doveva dimenticare…

La sua corsa era seguita dallo sguardo di Shade, che con voce roca, sussurrò<< a stasera mia cara Fine…>>
 
 
 
Commenti? Come vi sembra? >.<

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Capitolo 4
*** Dubbi e indecisioni ***


Un lungo sospiro uscì dalle labbra di Fine.

Non le erano mai piaciuti gli eventi mondani.

Non comprendeva perché le ragazze attorno a lei desiderassero imbellettarsi in maniera impeccabile, esprimersi in maniera raffinata e ricercata e danzare come cigni al fine di un’unica serata. 
Perché cercare di costruirsi un muro di apparenze? Dietro a quei sorrisi Fine scorgeva  occhiate pronte a giudicarla.

Lei tuttavia non avrebbe mai ceduto dinnanzi ai loro pareri, mai si sarebbe vergognata o pentita delle sue scelte.

In questo tumultuoso stato d’animo la fanciulla si apprestò a entrare in sala.

Immediatamente tutti gli sguardi maschili caddero sul suo esile aspetto.
Il vestito nero  le fasciava il corpo, creando una sottile barriera fra la sua pelle e il mondo esterno, la scollatura ornata di pizzo faceva risaltare il suo seno sodo, mentre le sinuose gambe erano messe in mostra da un paio di tacchi argentati.
I suoi vermigli capelli erano stati disciolti sulle sue spalle.

Unico dettaglio aggiuntivo era un sottile fascia di velluto che adornava il suo esile collo, per evitare, di aggiungere ulteriori pettegolezzi, a causa del segno lasciato da Shade.

Il solo ricordo del pomeriggio, accendeva in lei un rossore che difficilmente riusciva a placare. 
Razionalmente sapeva che doveva impedire a tutti i costi di far scoprire la verità al ragazzo, di mantenere le distanze, doveva mostrarsi fredda e impassibile.
Tuttavia il solo pensiero di quelle labbra posate su di lei, le facevano abbandonare e dimenticare ogni proposito.

<< Mamma sei bellissima!>> disse Seira,  indossava un abitino bianco con delle rifiniture nere. I capelli erano raccolti in uno chignon, impreziosito da fiori, che Fine scommetteva avesse  raccolto nel giardino.

<< Grazie Seira, anche tu sei splendida! Ma dov’è tuo fratello?>> chiese Fine.

<< Quello stupido sostiene di essere vestito come un damerino, perciò è a lamentarsi con Rein per come l’ha addobbato!>> disse Seira.

Le due si guardarono, per poi scoppiare in una fragorosa risata. Il loro Kay era proprio inconfondibile.
Così lo raggiunsero, salvando un’esasperata Rein.

<< Tuo figlio ha preso il tuo gusto per la moda.>> disse in maniera lapidaria Rein. 
Fine non fece in tempo a replicare, che l’amica fu letteralmente rapita da Bright, il quale la fece volteggiare fra le sue braccia per l’apertura delle danze.

Fine perciò osservo Kay e non potè trattenere un’ulteriore risata per il suo viso corrucciato.

<< Tesoro stai benissimo!>> disse Fine.

<< Sarà…>> sussurrò in maniera laconica.

Le ore del ricevimento passavano, perciò Fine decise di portare i due gemelli assonnati nelle camere. Avvisò Rein, dicendogli che sarebbe ritornata entro poco tempo.

Aprì la sua stanza e rimbocco le coperte ai gemellini, i quali dopo un ultimo bacio della buonanotte, caddero tra le braccia di Morfeo.

Fine dopo aver chiuso la porta della sua camera, ritornò alla sala del ballo.
Sperando di poter conversare coi suoi amici, accorgendosi con rammarico che tutte le sue compagne  volteggiavano raggianti fra le braccia dei loro cavalieri.

<< My Lady, mi concede questo ballo?>> Fine girò lo sguardo e incontrò quello ambrato, di un giovane ragazzo.
I capelli erano neri corvini, ed era vestito con un completo elegante da sera.

Egli gli porse gentilmente la mano, per invitarla a danzare, tuttavia prima che Fine potesse accettare l’invito la sua visione fu oscurata da  un possente corpo, il quale si mise davanti a lei, coprendola completamente.

<< La “Lady” è già occupata, quindi sei cortesemente pregato di toglierti dai piedi!>> rispose Shade in maniera glaciale.

Il Cavaliere tentò di protestare, ma con una tagliente occhiata e un tono che non ammetteva repliche, Shade lo fece desistere da ogni vana contestazione.

<< Shade, come ti sei permesso? E se io avessi desiderato ballare con quell’affascinante gentiluomo?>> Fine marcò in maniera voluta l’apprezzamento sul ragazzo, per far indispettire Shade.

<< Affascinante quell’eunuco effemminato? Lo superavo in altezza e possenza fisica, perciò ti concedo un ballo con me. Mi sembra più che vantaggioso ma chèrie…>> le sussurrò  all’orecchio.

Mentre la musica del valzer, scandiva le prime note, Fine e Shade erano persi  l’uno nello sguardo dell’altro.

Shade si stava maledicendo per quanto fosse stato dannatamente stupido.

Non aveva potuto farci niente, come aveva visto quel bellimbusto posare gli occhi sulla sua Fine, non era riuscito a controllarsi.

 Vedere le sue  gote imporporarsi per un sorriso che non era il suo, porgere la sua fragile mano alla volta di un corpo a lui estraneo, essere cinta da braccia di un altro uomo.
Non poteva sopportarlo, lei era sua, nessuno aveva il diritto anche solo di toccarla. Fin da quando erano bambini, aveva sempre avuto un forte desiderio di esclusività nei suoi confronti, con gli anni questa brama si era solo accentuata.

Questa brama, questo desiderio, non doveva essere tradotto ingenuamente o superficialmente come banale gelosia.
Egli voleva incatenare Fine, voleva che lei vivesse del suo respiro, dei suoi baci, delle sue carezze. La ragazza per Shade rappresentava una salvezza in questo corrotto e falso mondo a cui egli apparteneva.
L’ultimo e unico ausilio a quel mondo di superficialità.

Ecco perché non poteva separarsene, e in quelle poche ore si era ripromesso di farla nuovamente sua, a qualsiasi costo.

Nel frattempo Fine, ignara del turbinio di emozioni e pensieri che assillavano Shade, non riusciva a comprendere il comportamento ambiguo del ragazzo. Prima l’assaliva nella serra, poi se li poneva dinnanzi come paladino, ma che cosa voleva?

<< Fine…>>

Una voce la distolse dai propri pensieri, le mani di Shade le circondavano la vita, il valzer costringeva a far aderire i loro corpi in una sensuale e crudele danza dei sensi.
Non era giusto che lui fosse all’oscuro della verità, ma con che coraggio avrebbe affrontato l’argomento?  Non aveva idee delle conseguenze che ne sarebbero derivate ,e, questo balzo nell’ignoto l’atterriva.

Nonostante tutti quei lunghi anni, Fine desiderava Shade con ogni fibra del suo essere,  inutile negarlo o cercarlo di nasconderlo, l’amava , in questi sei anni aveva messo a tacere ogni rimpianto e dolore, ma non era servito.
Rivederlo aveva solamente riaperto vecchie ferite, mai suturate completamente.

<< Fine!>> la chiamò in maniera imperiosa Shade, cingendo il perfetto ovale della giovane, fra le sue dita.

I loro sguardi s’incrociarono, ma questa volta Fine non riuscì a sostenerne il peso, lacrime amare le solcarono il viso, amareggiata e ferita, fuggì dalle braccia di Shade e da quel amaro ballo.

Era una vile, ecco cos’era… Era rimasta la fragile ragazzina di quegli anni addietro.

Con il fiato in gola, si rifugiò nella serra, quando qualcuno le ghermì  la mano, fermandola, Fine si girò con il viso rigato di lacrime e…

Che ve ne pare? i capitoli stanno diventando noiosi? Fatemi sapere, accetto tutto!!! A presto!

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Capitolo 5
*** Notte di passione ***


Con il fiato in gola, si rifugiò nella serra, quando qualcuno le ghermì  la mano, fermandola, Fine si girò con il viso rigato di lacrime e…
 
Mi afferrò il polso con forza inaudita, facendomi gridare dal dolore, e, feci il tremendo errore di girarmi.

Incontrai nuovamente lo sguardo di Shade, era furente, una sola occhiata mi fece capire quanto mi odiasse e disprezzasse, per quei silenzi, per quelle bugie…

<< Lasciami, mi fai male>> Sul mio viso, lacrime amare scorrevano implacabili, non riuscivo più a contenermi.

Volevo solamente liberarmi dalla sua morsa e fuggire dal suo inesorabile giudizio.

Senza far uscire un fiato dalla sua bocca, Shade non allentando la presa sul mio braccio, mi trascinò nella serra, mentre le prime gocce di pioggia, cominciavano a cadere da un plumbeo cielo.
Avevo paura, non l’avevo mai visto così alterato, neanche quando era in preda alle sue scenate di gelosia, cosa avrei potuto fare?

Liberarmi era impossibile, perciò cercai di convincerlo a lasciarmi con ogni tipo di supplica, tuttavia sembrava sordo e insensibile  dinnanzi  a ogni mia vana parola.

Aprì la porta con un calcio, e, dopo avermi fatto entrare richiuse la porta, mettendosi davanti per impedirmi ogni via di fuga.

Ero spacciata…

<< Ora voglio delle spiegazioni, ne ho il diritto, le tue lacrime non costituiranno un ausilio per i miei sensi di colpa.
Sono stufo della tua eterna codardia, di parole non dette… >>

Il tono di voce di Shade era gelido, era visibilmente alterato e non mi avrebbe sicuramente lasciata prima di un chiarimento.

<< …>> Non riusciva a emettere un suono, il suo sguardo le ghermiva ogni pensiero, inoltre Fine sentì crescere in sé una rabbia e un impeto che covava dopo quelle dure parole.

<< Parla!>> le urlò Shade.

Non ci vide più, un sonoro schiaffo si abbattè sulla guancia di Shade, lasciandolo totalmente basito.
Mai Fine aveva usato violenza su nessuno, mai le era capito di perdere il controllo.
 
La guardò, il suo corpo era scosso da brividi, il suo vestito infangato, i capelli scompigliati, gli occhi offuscati dalle lacrime, i quali esprimevano puro risentimento e odio nei suoi confronti.

<< Non ti permettere di urlarmi contro… Vuoi delle spiegazioni? La verità è che mi hai spezzato il cuore, perché dovevi sposarti con quella donna?  Io non ero abbastanza?  Eppure hai giaciuto con me, per tutta la notte, fino al sorgere dell’alba…
Perché se il tuo matrimonio è naufragato non mi hai cercato? Per il tuo maledetto orgoglio? Pensavi che mi fossi concessa a te, per lussuria o per cupidigia dei tuoi averi? Chiedi spiegazioni, quando sei il primo a non darne! Quella donna ti soggiogava completamente, tu che ti credevi così forte e orgoglioso… Ti odio, vattene!>>

Fine era totalmente in preda a un incontrollabile fiume di risentimento, battè i suoi  deboli pugni, sul muscoloso petto di Shade, ma ciò sembrò lasciarlo totalmente indifferente.

<< Fine…>> Shade le prese con delicatezza i polsi, era sconvolto.

 Come aveva potuto devastare la sua Fine?

Lei che gli aveva sempre regalato un  sorriso luminoso come l’astro nascente ora era deformato in un insostenibile smorfia di dolore, lei che l’aveva sempre guardato e giudicato coi suoi occhi chiari e sinceri ora offuscati dalle lacrime, lei che le aveva concesso il suo illibato corpo…

Shade fece un gesto che sconvolse Fine, l’abbraccio dolcemente e scivolò con lei a terra.

<< Scusami, non dovevo trattarti con così poco tatto, non lo meriti… Non tu…>> disse, baciandogli dolcemente il capo.

Fine alzo lentamente la testa, si sentiva totalmente prosciugata di ogni energia dopo quel pianto liberatorio,e, con un coraggio che non credeva di avere, accarezzò dolcemente i capelli di Shade.

<< Presto saprai la verità, ma sii paziente, ti prego…>>

Shade non riusciva più a controllarsi, vedere Fine stretta fra le sue braccia, debole e remissiva, che lo supplicava, con occhi gonfi resi tali dal pianto, era troppo.
Si avvicinò alle sue labbra per rubargli un casto bacio, ma non appena assaporò il dolce sapore  della sua bocca, perse ogni freno inibitore,  con la lingua, in maniera brutale, costrinse Fine a cedere.

Fine dinanzi a quel violento bacio non seppe resistere, troppo aveva bramato quel contatto,  di errori ne aveva commessi tanti, perché non cedere a un ennesimo?

Allacciò le sue nivee braccia al collo di Shade, per aderire perfettamente al suo corpo statuario.
Le mani del ragazzo percorrevano tutto il suo corpo, agognando quelle forme perfette. La prese in braccio,e, velocemente la trasportò nella sua camera, l’appoggio delicatamente sul letto a baldacchino e le sussurrò << vattene, sei ancora in grado di andartene. Se rimani, sappi che ti farò mia…>>

L’unica risposta di Fine fu quella di slacciare i bottoni della camicia di Shade.

<< Sono stufa di pensare sempre alle conseguenze di ogni mia azione, questa sera, voglio che tu mi faccia obliare tutti questi anni in cui non sono potuta divenire un'unica entità con te>> disse Fine.

Ecco gli occhi fermi che Shade cercava, gli stessi con cui si era presentata la notte di sei anni prima, in cerca del suo corpo.

Shade tracciò una scia di baci ardenti lungo il corpo di Fine, denudandola di ogni indumento che impedisse il contatto delle sue labbra sulla pelle della giovane. Le carezze divennero sempre più bramose, i respiri divenivano corti e soffocati, mentre le abili dita di Shade, costringevano la calda femminilità di Fine a piegarsi a una tortura sublime.

Fine continuava a invocare il nome di Shade come una preghiera, implorando di porre fine a quello squisito tormento, mentre il suo corpo si arcuava per un maggiore piacere.

Shade, decise di entrare in Fine dolcemente, mentre le urla di piacere di Fine permeavano la stanza.

Prese la sua mano e le indicò il giusto ritmo da assumere all’inesperta allieva, che ben si adattò agli insegnamenti del maestro, per poi giungere all’apice del piacere e ricadere sfinita sul letto.

Ella si assopì dopo un ultimo dolce bacio, mentre Shade, la strinse tra le sue braccia, per impedire che la sua Fine sparisse, come il battito di ciglia di uno stupendo sogno…

Si addormentarono l’uno nelle braccia dell’altro, ignari come il destino avesse in serbo per loro crudeli macchinazioni…
 

Allora? Come vi sembra la scena d’amore? Visto che il rating non è rosso, ho dovuto adattarlo in maniera metaforica… Spero che vi piaccia! Fatemi sapere!! ;)

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Capitolo 6
*** Ritorno dal passato ***


Fine era letteralmente basita, giaceva fra le braccia di uno Shade dormiente, mentre la sera prima si era concessa senza remore ad un uomo che aveva giurato di dimenticare.

Sicuramente la coerenza non era il suo punto forte…

Si alzò e tentò di rivestirsi, prendendo tutti i vestiti che erano stati strappati la notte precedente dalla foga del momento, era ormai sul punto di aprire la porta, quando una mano, la blocco.

<< Non hai perso la brutta abitudine di dileguarti all’alba… Ma non te lo permetterò…>> le sussurrò una roca voce ancora impastata dal sonno.

Fine sorrise e si adagiò sul petto del ragazzo << devo vedere se i miei bambini sono svegli, inoltre Rein mi cercherà sicuramente, visto che oggi è il gran giorno, perciò non posso sottrarmi…>>

Tentò di rialzarsi, ma le sue labbra furono catturate, in un sensuale bacio, le lingue si intrecciarono  sinuosamente, intraprendenti ballerini, in una vorticosa danza dei sensi…

Una porta si aprì all’improvviso << Shade hai visto Fine? La mia mogliettina non riesce a trovarla ed è piuttosto in’ansia, e poi..>>

Bright si ammutolì.  
Rein che era al suo fianco, tentò di sbirciare, ma le mani di Bright le coprirono la visuale… Ma invano…

Fine accortasi della situazione, si rifugiò tra le braccia di Shade, mentre quest’ultimo mormorava qualcosa riguardo alla privacy.

Ma fu tutto inutile, Rein trascinò Fine fuori dalla camera, desiderosa di conoscere ogni dettaglio di quella tragicomica piega che la situazione aveva assunto.

Fortunatamente Seira e Key  salvarono la madre da spiegazioni.

<< Mamma dov’eri? Ti abbiamo cercato ovunque!>> dissero i bambini imbronciati.

<< Tesori, ero con Rein… Ora devo farmi bella per il matrimonio di Rein, perché non andate fuori a giocare?>> disse Fine, stringendoli in un caloroso abbraccio.

I gemelli soddisfatti annuirono, iniziarono a correre nel giardino, mentre Fine era stata di nuovo catturata dall’amica.

Mentre la ragazza si imbellettava, con il suo abito nuziale, cominciò a tempestare Fine di domande,  la quale dopo ritrosie iniziali, decise di rispondere.

<< mi giudicherai sciocca o avventata, ma è stato inevitabile. Io lo amo, mi sono illusa tutti questi anni di averlo dimenticato, ma è bastato una sua carezza, per risvegliare in me passioni sopite. Forse anzi probabilmente, non ricambia i miei sentimenti, ma ciò non mi tedia, mi sono abbandonata al mio istinto e non rimpiangerò le scelte passate con inutili rimpianti>>

Rein era sbalordita, negli occhi di Fine scorgeva una forza, che in questi anni si era spenta.
 Shade aveva questo magico potere dopotutto…

Sorrise<< Se è questo ciò che desideri, ma sappi solo questo, non lasciarti di nuovo questi sentimenti alle spalle, affrontali. I dubbi, le incertezze, le paure, devi superarle. Questo sarà possibile solo se dirai a Shade tutta la verità, ricordatelo.>> disse Rein in maniera decisa, abbracciando l’amica.

<< D’accordo…>> disse una pensierosa Fine.
                                  
                                                                                                                                                    :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

L’ora era giunta, Rein entrò in chiesa raggiante, accompagnata dal suo sposo, mentre  gli sposi stavano per sugellare il loro amore, Fine osservò Shade, inconsapevole delle occhiate della ragazza.

Abbandonarsi, come se lei ne fosse capace, perché negare era una pavida.

Mentre Fine compieva mille tribolazioni, fece vagare il suo sguardo sulla folla di invitati, e improvvisamente sentì la terra sotto i suoi piedi inghiottirla.

Shannon, la fuggiasca sposa di Shade era seduta tra le prime navate ad assistere al matrimonio. I suoi magnifici capelli biondi, le ricadevano sulle spalle, il suo corpo era fasciato da uno stretto bustino, che ben risaltava le sue forme, ma i suoi occhi di giada erano incatenati a quelli marini di… Shade.

Tra loro, vi era uno scambio di sguardi, che escludeva chiunque, compresa Fine. Lanciò uno sguardo amareggiato a Shade, il quale troppo sconvolto dalla presenza di Shannon, non se ne curò.

Fine era sull’orlo delle lacrime, così mentre gli sposi ormai si apprestavano a uscire dalla chiesa, per non rovinare il lieto momento,  si rifugiò in una fontana, adiacente alla chiesa,  per cercare di placare il suo animo.

<< Mamma…>> Key la guardava preoccupato, mentre Seira le porgeva un fiore, per tentare di consolarla.

A quella vista il cuore di Fine si spezzò e iniziò a piangere, stringendo al petto le sue creature.

Non era più un adolescente, i suoi malumori e pianti preoccupavano i suoi bambini, eppure sembrava non imparare mai, era una disastro.

<< Perdonatemi, sono un fallimento di madre…>> disse Fine tra amari singhiozzi.

Tuttavia i gemelli negarono con la tesa all’unisono.

<< non è vero, sei la migliore del mondo! Come quella volta in cui mi hai cucinato i biscotti, quasi carbonizzando la cucina solo perché te li avevo chiesti.>> disse Seira.

<< O quando eravamo malati, sei stata sempre al nostro capezzale ad accudirci>> Disse Key.

<<  E per il bene che ci dimostri!>> Dissero all’unisono, regalando un meraviglioso abbraccio alla loro mamma.

Goffa, pasticciona, ma dal cuore grande e dal sorriso splendente, ecco come la vedevano i suoi gemelli.
Fine era commossa  <> disse loro in un sussurro.

<< Fine!>>

Rein stava raggiungendo la famigliola correndo trafelata. << Ho saputo adesso ce c’è anche shannon tra gli invitati, sono costernata…>>

<< Tranquilla Rein! Dopotutto stasera si terrà l’ultimo ballo e poi si ritornerà alle proprie dimore. Poche ore sopporterò l’imbarazzo.>> disse Fine.

<< Ma…>> Fine zitti l’amica posando un dito sulle sue labbra >> Oggi è il tuo giorno, preoccupati solo per te stessa, non farti affliggere l’animo da queste quisquilie>>

Quella sera, ogni nodo sarebbe giunto al pettine e Fine non intendeva certo ritirarsi mestamente. Voleva andarsene senza rimpianti, così con rinnovata energia e un nuovo sorriso, si apprestò a ritornare alla villa.
 
 
 
Allora? Il prossimo sarà l’ultimo capitolo! Il capitolo è veramente scadente, ma vi prometto che il prossimo, sarà (almeno credo) sublime (viva la modestia)!! Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Infimo accordo ***


 La sera era giunta, Fine faticava a tenere a bada la sua rabbia incontenibile.
Oggetto del suo furore era Shade, il quale visibilmente preso dall’ex Shannon, non le aveva rivolto neanche uno sguardo.

Le parlava sul balcone lontano da sguardi indiscreti da almeno un’ora…

La mattina Fine era piuttosto scossa, si era lasciata prendere dalla debolezza, ma ora… Se avesse avuto Shade fra le mani, l’avrebbe volentieri malmenato selvaggiamente, quel ragazzo era incredibile!  Prima la circuiva con parole dolci, ora si lasciava abbindolare da un bel paio di occhioni di una cerbiatta lasciva.

Il lato peggiore era sentire come i presenti trovassero perfetta quella coppia. Sicuramente spiccavano in fatto di beltà ed eleganza, fatto innegabile dopotutto, ma insostenibile alla già fragile pazienza di Fine.

Rein osservava il tutto con occhio preoccupato, sapeva che nonostante l’apparenza fredda e distaccata di Fine si celasse una furia pronta ad esplodere, unico segno tangibile dello stato d’animo della ragazza, era lo sguardo pieno di collera e risentimento.

Fortunatamente i gemelli smorzavano la pesante situazione, poiché con la loro allegria, riuscivano a strappare un riso a Fine.

I gemelli infatti tentavano i loro primi passi di danza e Seira, finiva per pestare i poveri martoriati piedi di un esasperato Kay.

<< Devo smetterla di mettere Shade al centro dei miei pensieri, se io non valgo niente per lui, allora lo dimenticherò, l’ho fatto una volta, lo farò una seconda!>> cercava di mentire a sé stessa Fine.

All’improvviso Fine decise di fare una passeggiata nel giardino, ne aveva bisogno per placarsi, così affidò i bambini a una preoccupata Rein e si diresse alla sua meta a passo deciso.
Si sedette su una panchina, assaporando la fresca aria primaverile, chiuse gli occhi e inspirò il dolce profumo dei fiori che provenivano dalla serra, tuttavia la sua quiete fu turbata.

<< Come mai sola in questo buio luogo?>>  le disse una melodiosa voce.

<< Cercavo di rilassarmi Shannon>> disse Fine. Com’era possibile che comparisse ovunque quella donna?

Incurante della risposta di Fine, Shannon continuò << Sai ho appena finito di parlare con Shade…>>

<< E allora? >> Fine non voleva essere brusca, ma era al limite della sopportazione.

La ragazza si girò, i suoi occhi cerulei si scontrarono con un paio vermigli. Poi emise un sospiro…

<< So di non esserti simpatica, dopotutto entrambe siamo innamorate dello stesso uomo. Posso capirlo, lo leggo nei tuoi occhi, non sei brava a mascherare i tuoi sentimenti. Tuttavia sento di dovertelo dire, io sono gelosa di te, dopotutto, non vedo perché tacere>>

Non poteva credere alle proprie orecchi, gelosa di lei? In cosa? Era impacciata, timida, testarda , orgogliosa, insicura e una miriade di altri difetti, com’era possibile, si prendeva forse gioco di lei?

Dinnanzi al basito sguardo di Fine, Shannon disse<< Ti sembrerà strano…>>

<< Se non impossibile…>> ammise Fine.

<< Tu hai sempre avuto quello che io ho più bramato, amici fidati, dei figli che ti amano in maniera smisurata e… il cuore di Shade. Tu con la tua spontaneità riesci a conquistare chiunque, il tuo sorriso abbaglia e i tuoi occhi sono lo specchio della sincerità.>>

Fine era boccheggiante, non se lo sarebbe mai aspettata, ogni parola era sconvolgente. Mai si sarebbe aspettata una simile dichiarazione.

Lacrime cominciarono a rigare il viso di Shannon << Lo amavo capisci, nonostante cercassi di essere la donna perfetta per lui, tu con le tue imperfezioni e debolezze ti eri già insediata nel suo cuore. Dopo che sei fuggita, il suo sguardo ha perso totalmente vita, non era più lui, aveva eretto una barriera invalicabile tra il mondo esterno e il suo cuore. Io ero solamente una promessa fatta ai miei genitori, nulla di più non vi era un singolo sentimento nel suo tocco.  Stasera ha messo a tacere ogni mia rimostranza nei suoi confronti, mai mi ha amato e mai riuscirà ad amarmi, ma io non me lo merito!>>

Amari singhiozzi echeggiavano nella silenziosa notte, Fine non aveva mai conosciuto questo glaciale lato di Shade, le sembrava impossibile che quella ragazza così dolce e piena d’amore potesse essere stata rifiutata.

<< Io non posso dire cosa ti aspetterà nel futuro, ma di una cosa sono certa, troverai un uomo che ricambi i tuoi sinceri sentimenti. Non arrenderti mai>>

Fine prese le mani della giovane dopo queste parole che arrestò il suo pianto.

<< Grazie, prenderò esempio dalla tua forza d’animo e non mi abbatterò, ora però corri da Shade, ti sta aspettando nella terrazza all’ultimo piano della villa, buona fortuna!>> Shannon strinse le mani di Fine con rinnovato vigore e si alzò in piedi.

<< ti ringrazio… >> Furono le uniche due parole che Fine le sussurrò, prima di correre a perdifiato verso la terrazza.
 

Nel frattempo Shade osservava le stelle nel terso cielo della sera,  aveva nuovamente rifiutato Shannon, non era stato nemmeno capace di addolcire il concetto, ovvero che non l’amasse.
Aveva accettato di sposarla per pure ragioni finanziare, inoltre era convinto che Fine non lo ricambiasse perciò se non lei, chiunque sarebbe andata bene, per procurargli un erede.

Ma quella notte di sei anni fa, quando Fine si era recata spontaneamente in camera sua, per concedergli la sua purezza e fuggire all’alba, qualcosa in lui si era spezzato.
Si era sempre definito freddo, cinico, tuttavia il tradimento di quella ragazza, capace di abbattere tutte le sue difese, lo aveva distrutto. Quando l’aveva rivista nuovamente, dopo sei anni, le sue emozioni erano in netto contrasto fra loro, da un lato avrebbe desiderato ignorarla e farle assaggiare quel gelo che solo lui era capace di dare, ma dall’altro avrebbe voluto cingerla fra le sue braccia e possedere nuovamente quelle labbra vellutate.

 In quei giorni, egli  era stato totalmente ammaliato dai modi della ragazza, ne era nuovamente caduto succube.
Lui! Che si era ripromesso di farla strisciare ai suoi piedi, di umiliarla, di riprendersela e farle assaggiare quella disperazione che egli aveva provato in tutti questi lunghi e solitari anni.
Non poteva cedere, non desiderava capitolare come suo padre, rendersi schiavo di una donna, in cambio del piacere carnale che gli procurava…

Un affrettato rumore di passi, interruppero le elucubrazioni di Shade.

Fine stava correndo a perdifiato verso di lui, si fermo dinnanzi a lui riprendendo fiato.

<< Ti ho cercato dappertutto, ti devo parlare…>> disse Fine .

<< Davvero? Pensavo fossi occupata a lanciarmi gelose occhiate nei miei confronti…>> le disse.

Perché? Fine non comprendeva, la mattina era stato così dolce e amorevole e ora la fissava con una gelida occhiata…

<< Non  capisco Shade il motivo della tua freddezza, ma adesso sorpasserò sul motivo, perché c’è una questione più importante che ti devo svelare. Te lo dirò, ma solo perché è giusto che tu ne sia a conoscenza…>> Fine esitava.

Shade le rivolse uno sguardo interrogativo.

<< Reira e Kay sono i tuoi figli.>>

<< Cosa? >> non era capace di elaborare un pensiero coerente, figli  suoi? Perché non l’aveva informato? Una chiamata, una lettera… Perché si era decisa solo ora?

<< Io… Non ho avuto il coraggio di dirtelo, credevo ti fossi sposato, ho saputo da Rein qualche giorno fa che il tuo matrimonio non era avvenuto. Perciò…>> Fine si contorceva le pieghe del vestito. Era nervosa, non sapeva come avrebbe reagito shade.

<< tu…>> Shade era furibondo, la rabbia gli aveva ottenebrato i sensi <<  Non lo sapevi? Mi dispiace, sei fiera di essere una coraggiosa ragazza madre? Capisco…  Quindi hai preferito non dirmelo per sei anni, non volevi rovinarmi il matrimonio, che pensiero nobile… La  verità è che sei un’egoista! Provavi un perverso piacere nel tenermi all’oscuro di tutto vero?  Sei una maledetta intrigante, anzi no, una lurida sgualdrina!>>

Fine davanti a quell’inaspettato scoppio d’ira e a quelle umilianti parole, non ci vide più. Lacrime amare le solcarono il viso, inarrestabili, non voleva farsi vedere debole, ma le era inevitabile, sentiva rimbombare le dure oscenità di Shade, mentre il discorso di Shannon, diveniva un lontano ricordo.
Il suo cuore era stretto in una morsa di disperazione, ogni singolo insulto del ragazzo era una stilettata al cuore nei suoi confronti.

<< Le tue lacrime non mi commuoveranno di certo, inoltre come faccio a sapere che i bambini sono miei, potrebbero essere dei bastard…>>

Uno schiaffo colpì violentemente la guancia di Shade, mentre un paio di occhi vermigli lo guardavano pieni d’odio.

<< Insultami, volgimi le  peggiori imprecazioni, ma non osare toccare i miei bambini. Non li nominare maledetto! Mai!  Non mi interessa se non ci credi, se la tua reazione è questa ho fatto bene a tacere, pensavo di aver scorto una luce diversa nei tuoi occhi, un cambiamento, ma rimani un lurido bastardo, non voglio più avere niente a che fare con te, addio!>> straziata Fine stava per volgere le spalle a Shade, quando all’improvviso fu bloccata dalla sua presa d’acciaio.

<< Se è vero che i figli sono miei, allora ho tutto il diritto di passare del tempo con loro.>> disse.

<< Diritto? Mentre io li allevavo duramente a causa delle mie precarie condizioni economiche, tu eri probabilmente a qualche serata mondana, circondata da una miriade di oche. Non ti devo niente!>> gli disse furente Fine, circondata tra le fredde braccia di Shade.

<< Me l’hai detto? Come potevo immaginarlo? Vivevo nell’ignoranza a causa tua, a causa dei tuoi sotterfugi. Ora voglio rimediare a tutti questi anni di lontananza, concedimelo. >>

Gli occhi di Shade fissavano Fine, in un modo che non ammetteva dissensi.

<< Come dovrei fare allora?>> Dopotutto aveva ragione, i suoi figli avevano il diritto di conoscere il padre.

<< Sposami.>>

<< Sei pazzo? Mi hai dato della sgualdrina, hai dubitato sulla paternità dei miei bambini e ora mi vuoi in moglie? Non mi ami neanche!>> Era totalmente allibita.

<< Hai detto che versi in precarie condizioni economiche, perciò quale modo migliore? Io ti aiuterò e tu in cambio darai alla mia famiglia i suoi giusti eredi. Riguardo all’amore… non ti credevo così idealista, pensi che ci si sposi solo per amore?>>

<< I miei bambini non diverranno una merce di scambio, in che ambiente cresceranno? Che razza di genitori avranno?>> Fine non sapeva più che dire.

<< Fine, fallo per i bambini, io potrò finalmente conoscerli e crescerli e tu, non sarai più assillata da problemi economici. Perché sei così testarda? Fallo per loro>> Sapeva di averla quasi convinta.

Fine emise un lungo sospiro << d’accordo…>>

<< Allora è deciso!>> Shade era soddisfatto.

E inaspettatamente posò  le sue labbra su quelle di Fine, facendo nuovamente incontrare le loro lingue, Fine cercò di divincolarsi, ma non potè non cedere davanti  alle esperte avances di Shade, il quale con le mani, tracciava la scia della sua schiena, inarcata come quella di un gatto contro il corpo di Shade.

Non sarebbe mai riuscita a resistergli…

<< abbiamo siglato l’accordo, quale metodo migliore di un focoso bacio?>> Le sussurrò Shade  all’orecchio.

Poi le prese la mano e non potè non sorridere dinanzi alle guance accaldate della ragazza, era incredibile come riuscisse a mantenere quel candore virginale, nonostante si fosse già concessa, ma dopotutto quella era la sua Fine.

Si diressero in religioso silenzio alla volta del salone, per annunciare le improvvise quanto liete nozze, entrambi troppo presi dai propri pensieri, non emisero un fiato.

Una donna irrimediabilmente innamorata, un uomo incapace di perdonarla per i suoi errori, due  tenere creature ignare di questo “bollente” accordo, che risvolto avrebbero avuto i fatti d’ora in avanti?


Innanzitutto mi scuso per il ritardo!! Poi voglio scusarmi se non posso rispondere a tutte le recensioni, in quanto questa mia attività di improvvisata scrittrice la vivo nell’ombra, a causa delle numerose occhiate di curiosi! (Genitori & co.), perciò mi scuso ancora! Cercherò di farlo, superando la mia timidezza! Eh eh…. >.<
In realtà questo capitolo sarebbe dovuto essere quello finale, ma non sono fatta per  rosei lieto fine, perciò vi farò dannare ancora un po’!! Al prossimo capitolo!! Ciaooo!!!

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Capitolo 8
*** Crudele passione ***


L’annuncio del loro matrimonio fu totalmente improvviso, Fine lesse stupore nei confronti degli invitati mentre Shade incurante dell’atmosfera la stringeva possessivo fra le sue braccia.
Stava raccontando come l’improvviso incontro tra loro, avesse risvegliato in loro sentimenti sopiti, aggiungendoci qualche elemento stucchevole per migliorare il tutto.

Fine volse il suo sguardo lungo tutta la sala, tuttavia dei gemelli nessuna traccia… Rein la raggiunse dopo le varie congratulazioni degli invitati, dicendole<< I bambini sono fuggiti in camera dopo l’annuncio, Kay è sconvolto…>> e poi sussurrandole all’orecchio << dovremo fare una bella chiacchierata, non credere di ingannarmi!>>

Lo sapeva, Rein poteva sembrare una ragazza ingenua e tra le nuvole, ma nascondeva un lato osservatore che la aiutava a scoprire tutti i segreti che Fine tentava in maniera disperata di nasconderle.

Si mise a correre a perdifiato verso la sua camera, seguita dallo sguardo di Shade.

Raggiunta la stanza aprì la porta e i suoi occhi, si scontrarono con un paio di risentiti  gemme cobalto che le ricordavano in maniera impressionante quelli di Shade.

<< Kay…>> fine protese la mano, tuttavia Seira lo protesse con il suo corpo, ponendosi davanti.

Non ci furono parole che riempirono quel silenzio, lo sguardo accusatrice della bambina era eloquente.
In esso Fine vi lesse puro risentimento.

<< So che avrei dovuto dirvelo prima, ma la decisione è stata improvvisa inoltre…>>

<< ci lasci sempre all’oscuro di tutto!>> le urlò Kay.
Era una furia, non sopportava l’idea di essere lasciato da parte, sarebbe andato in mille pezzi, se non avesse stretto la mano di sua sorella.

Seira tentò di mediare<< ci siamo sentiti esclusi, scusalo per le sue parole, ma la verità è questa>>.

Fine era sconvolta, non aveva totalmente calcolato una piega dei fatti così negativa, tentò di aprire bocca, ma fu fermata dall’entrata in scena di una persona nota.

<< Vostra madre non centra, non accusatela>> disse Shade.

<< Non sei nessuno per noi!>> gli urlò di rimando Kay.

Il sorriso di Shade si allargò, non c’era nessun dubbio, quella forza d’animo, quella fierezza nello sguardo dei gemelli la rivedeva in se stesso. Erano proprio figli suoi.
Così aggiunse<< Vi sbagliate, in realtà vostra madre non è riuscita a dirvi che io sono vostro padre>>

La notizia ammutolì i gemelli.

<< Mamma è la verità?>> chiesero i gemelli.

Fine annuì, si sentiva colpevole, l’accusa di Kay era veritiera.
Non voleva lasciarli indietro nelle sue decisioni, tuttavia il suo istinto di madre, le impediva di rivelargli notizie che li avrebbero sconvolti.

Seira si avvicinò cautamente a Shade, cose se fosse una fiera pronta a sbranarla, al suo fianco vi era Kay.
Shade si mise in ginocchio, per poter così osservare meglio i suoi figli.

La timorosa mano paffuta di Seira accarezzò la guancia dell’uomo, mentre Kay gli tocco una ciocca di capelli così simili ai suoi, sembrava che i gemelli non riuscissero a capacitarsi dell’esistenza del loro padre.

<< allora adesso vivremo con te? E la mamma?>> chiese Seira.

<< la farai ancora soffrire?>> disse Kay.

Shade si stupì per quelle domande così adulte, fatte da bambini tanto ingenui. Una cosa gli era chiara, i gemelli rappresentavano per Fine la sua gioia di vivere e il suo incondizionato amore.
Separarli sarebbe stata una mossa infima e crudele.  

Stupendo persino se stesso, li prese in braccio e girandosi alla volta di Fine disse<< no, verrete tutti a vivere da me>>facendo l’occhiolino a Seira e Kay, poteva non perdonare Fine per aver tenuto nascosto l’esistenza dei suoi figli, tuttavia era deciso a recuperare ogni istante perduto.

Fine sbuffò,  era felice che i bambini avessero accettato la notizia, l’idea però di vivere sotto lo stesso tetto con Shade la terrorizzava.

E l’ingenua ragazza non poteva sapere come il suo intuito femminile ci avesse preso…
 

1 settimana più tardi:
 
Fine scese dalla macchina mentre i gemelli si precipitavano nell’immenso giardino che circondava la villa di Shade.

Era immensa, composta da ben quattro piani, circondata da un rigoglioso giardino e alberi che delineavano la strada che conduceva all’entrata, dipinta completamente di bianco, la quale si stagliava in mezzo al verde lussureggiante.

Veramente niente male, Fine raggiunse i bambini con i pochi bagagli che possedeva, mentre cominciava già a sentire la mancanza della sua casetta, era piccola, ma trasmetteva calore cosa che non  si poteva dire della magione.

Un anziano maggiordomo aprì la porta alla ragazza e ai bambini, fece  prendere i  bagagli ad un maggiordomo più giovane e condusse la famigliola per gli immensi spazi della villa.

Fine sapeva che  si sarebbe persa un milione di volte in quei corridoi così simili fra loro. Infine il maggiordomo, il cui nome era Walter mostrò loro le stanze.

Ai bambini diede una stanza doppia, grande come tutta la loro precedente  casa, in cui erano presenti una quantità di giochi immensa, libri che riempivano scaffali e armadi ripieni di vestiti.

Dinanzi alle occhiate sbalordite Walter spiegò in maniera ironica<< il padroncino si è lasciato prendere la mano…>>.

Fine non riuscì a reprimere un sorriso, nonostante l’apparenza, shade era e sarebbe indiscutibilmente stato un ragazzo dal buon cuore, per quanto si ostinasse a negarlo e nasconderlo con atteggiamenti  freddi e distaccati.

<< Signorina, le mostro la stanza…>> Fine fu distolta dai suoi pensieri e dopo essersi assicurata che i bambini fossero a posto, si diresse  alla volta della sua camera.

La camera, si trovava all’ultimo piano, mentre quella dei bambini al piano inferiore. Fine stava mentalmente cercando di ricordarsi il tragitto per ritrovare la sua prole, quando una voce conosciuta la distolse dai suoi pensieri.

<< Grazie mille per l’aiuto Walter, ora ci penso io>> Shade fece eclissare il maggiordomo con queste parole, mentre apriva la stanza della camera di Fine.

<< Ti piace la nostra camera?>> Chiese Shade.

<< Oh si, è veramente bella, il balcone che si affaccia sul  giardino è stupendo. Ti volevo ringraziare per l’ospitalità e per i balocchi che hai comprato a Seira e Kay, non saprò mai come sdebitarmi… >>

All’improvviso però Fine si fermò, Shade era fermo sulla porta, bloccandola con il corpo e ripensando alla sua frase disse<< che intendi con “nostra”? >> disse allarmata.

<< Cara sei così ingenua? Hai detto tu stessa che faresti qualunque cosa per ripagarmi, inoltre stiamo per sposarci, eliminiamo inutili ritrosie. Non ci sarà amore nella nostra unione, ma un sano quanto soddisfacente rapporto carnale sarebbe gradito.>> 

Un sadico sorriso si allargò sul viso di Shade mentre si avvicinava alla giovane.

<< Mai!>> gli occhi di Fine lampeggiavano di rabbia.

Non si sarebbe mai concessa a quell’uomo, non avrebbe ripetuto lo stesso errore, non si sarebbe fatta sottomettere. Non era un mero pezzo di carne.

<< Se pensi che riscalderò il tuo letto sei un folle, non mi piegherò mai.>> disse, mentre indietreggiava dinanzi all’avanzata di Shade.

Fu un attimo, si ritrovò distesa sul letto a baldacchino, mentre le mani fameliche di Shade le artigliavano il corpo, cercò di serrare le labbra, tuttavia il ragazzo passò la lingua sulle sue labbra, costringendole a dischiudersi.
Sapeva che era inutile opporre resistenza fisica, così agii d’astuzia.

Rispose ai baci appassionati di Shade, invertii le posizioni e in un attimo lo sovrastò, sensualmente iniziò a sbottonarsi la camicetta, mentre lasciava umidi baci sul petto di Shade, slegò la sua treccia e lasciò ricadere i suoi morbidi capelli, mentre in una posizione supina il ragazzo inizialmente le afferrò i sodi glutei per poi addentrarsi tra le cosce di Fine.

Entrambi i respiri erano corti, Fine vide Shade lanciarle sguardi brucianti di passione, con un immenso sforzo di volontà distolse l’attenzione dalle sue devastanti carezze e avvicinandosi all’orecchio gli sussurrò<< tutto questo potrebbe essere tuo, se solo mi perdonassi, ma sei troppo orgoglioso per piegarti >>.

Shade si immobilizzò, nei suoi occhi si leggeva odio, prese Fine per i polsi e scaraventandola contro il materasso, le strappò la gonna, entrando prepotentemente in lei.
Un urlo soffocato di dolore uscì dalla bocca di Fine, mentre involontariamente assecondò i movimenti ritmici del compagno, per poi giungere all’appagamento totale.
 
Le prese il viso fra le dita e le disse<< Tu sei e rimani un mio giocattolo per sconfiggere la noia, non darti troppe arie bambolina, il mio cuore non ti apparterrà mai.>>

Quelle parole furono come una stilettata per il cuore di Fine.

Shade si risistemò i vestiti e con uno sguardo di puro ribrezzo, osservò il corpo di Fine raggomitolato in posizione fetale, ella cercava disperatamente di nascondere le lacrime che le sorgevano, ma invano.

Svelto si precipitò alla porta, le lacrime impedirono a Fine di vedere il lampo di dolore e vergogna che attraversarono gli occhi del ragazzo, immediatamente sostituiti da un imperscrutabile sguardo.
 
 
 
Allora? Che ve ne pare? Forse è troppo duro come contenuto? Ma non preoccupatevi, nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa… Alla prossima! Ciao e mi raccomando… Commentate!!!

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Capitolo 9
*** Concorrenza ***


Una banale giocattolo, ecco cosa significava per Shade.

Quella notte di passione, passata insieme al matrimonio di Rein, le sembrava un lontano e illusorio ricordo.

Perché si comportava così? Avrebbe dovuto respingerlo, ma non ne aveva le forze…

Il suo comportamento così molteplice la faceva vacillare, prima la guardava con freddezza, poi la faceva sua sussurrandole dolci parole all’orecchio, infine la riallontanava con disprezzo e crudeltà malcelata.

Dopo che se n’era andato, Fine in un impeto di rabbia, aveva preso i bambini e si era recata in spiaggia.

Voleva allontanarsi dai dolorosi ricordi, non voleva rimembrare la violenza subita, nemmeno la sua debolezza d’animo incapace di ribellarsi.

Una folata di vento caldo che le accarezzò la pelle, le risate felici dei bambini che raccoglievano conchiglie sulla spiaggia, un magnifico tramonto dalla calda luce che mandava i suoi ultimi bagliori, fecero totalmente obliare  a Fine il motivo per cui era abbattuta.
 
<< Shade, guarda sulla spiaggia , ho appena avvistato  un bel bocconcino…  Peccato i bambini…>>

<< Cosa?>> Shade era rimasto assente durante tutta la durata della cena, ogni volta che lasciava vagare i suoi pensieri, vedeva il viso in lacrime di Fine,e, in maniera inarrestabile sentiva il rimorso che gli attanagliava l’animo.

Per distrarsi aveva deciso di passare una tranquilla serata d’affari, con i suoi soci, tra cui era presente Bright.

Il locale si affacciava sul mare, inoltre dato che si trovavano sul balcone del ristorante, avevano la possibilità di osservare i passanti sulla spiaggia o di osservare i magnifico paesaggio che si si presentava.

Improvvisamente si sentì chiamare da Ryan, il quale gli indicò quello che lui definì “un bel bocconcino”.

La ragazza sulla spiaggia era veramente stupenda, un sottile vestitino nero, le fasciava il corpo lasciando intravedere ogni sua curva,  tuttavia i capelli e il viso non era possibile scorgerli a causa di un bianco cappello.

Shade aveva  la familiare sensazione di conoscerla , tuttavia accantonò quei pensieri, quando un’improvvisa folata di vento, facendo volare il cappello, rivelò una splendida chioma vermiglia.

I due bambini che Shade non aveva notato, corsero a raccoglierlo, provocando l’ilarità del trio.

Immediatamente realizzò, Fine!  Prese subito il cellulare e compose il suo numero, la ragazza sulla spiaggia prese il cellulare dalla borsetta e questo tolse ogni dubbio a Shade.

<< Dimmi. >> disse fine in maniera lapidaria.

<< ti ho vista dal ristorante sulla spiaggia, raggiungimi. Così potrò mostrarti…>> le disse Shade e riattaccò.

Mostrarti? Ma come si permetteva, non era e non sarebbe mai stata un oggetto da mostrare e rimirare.
Così con i gemelli al seguito e a passo deciso, si diresse alla volta del ristorante, per rimettere al suo posto quel pallone gonfiato.

Fine entrò al ristorante, seguita da insistenti quanto fameliche occhiate maschili. Le donne incipriate e ingioiellate, non potevano competere con la sua freschezza e bellezza disarmante, perciò non potevano fare altro che morire d’invidia.

Seguita da un ossequioso cameriere, venne condotta al tavolo del “marito”.

Sospirò di sollievo vedendo Bright, tuttavia il ragazzo al suo fianco, si alzò immediatamente per permettergli di sedersi, aveva dei bei capelli corti biondi e cerulei occhi azzurri.

<< Piacere, il mio nome è Ryan>> gli sorrise in maniera ammiccante, poi notando i bambini disse << e questi bei bambini?>> chiese confuso.

<< Sono i miei figli, Seira e Kay. Vedo che il mio distratto marito non ve ne ha mai parlato…>>  sorrise Fine di rimando, voleva troncare ogni attenzione non richiesta.

<< Posso capire la riservatezza di vostro marito,una magnifica gemma come voi deve essere custodita. Se foste mia, vi rinchiuderei nella torre più alta del mio castello, per impedire che qualsiasi uomo tenti alla vostra purezza>> sottolineò Ryan, facendogli un elegante baciamano.

<< Come voi ad esempio? Devo temervi?>> rise Fine, voleva godersi una piccola vendetta nei confronti di Shade. Se la meritava dopotutto…

Nel frattempo Fine non si era accorta che alle sue spalle era piombato Shade, il quale si era assentato a causa di una telefonata della sua ditta.

Come osava Ryan anche solo pensare di sedurla?
Era un donnaiolo, ma doveva immediatamente mettere in chiaro le cose.
L’aveva invitata solamente perché voleva accertarsi delle sue condizioni, ma dopo averla vista civettare col suo socio sentiva  crescere una rabbia veramente incontenibile.

Bright intuendo i pensieri dell’amico lo intercettò, frenandolo prima che compiesse qualche avventatezza. Shade poteva apparire glaciale, insondabile, ma l’amico sapeva bene come perdesse il controllo per Fine.

<< Si è solo seduta, non ha fatto niente… Calmati>>gli sussurrò.

<< Sono calmo…>> sorrise di rimando a Bright dirigendosi a grandi passi verso Fine.

<< Fine…>> Fine alzò il volto, e, sentì le labbra di Shade premere violentemente sulle sue.
Chiuse gli occhi cercando di resistere, ma fu costretta a soccombere, quel dannato baciava veramente bene!

Fortunatamente i bimbi non assistettero alla scena, poiché troppo impegnati a catturare una falena sul balcone...

Shade nel frattempo teneva gli occhi fissi su Ryan, mentre baciava Fine. Facendogli capire in maniera eloquente, come ogni fibra del corpo di Fine appartenesse a lui e nessun’altro.

Il tossire imbarazzato di Bright, indusse Fine a staccarsi dalle labbra di Shade.
 
Il suo perfetto ovale era segnato da un rossore evidente,e, la bocca che era ancora dischiusa, incapace di ripendersi.
Il respiro lievemente affannato e il petto si muoveva ritmicamente con esso, mentre tentava inutilmente di calmarsi.

Aveva un espressione che avrebbe indotto ogni uomo a saltarle addosso, Ryan non riusciva ad allontanare lo sguardo, così Shade furioso prese Fine, chiamò i bambini e disse<< signori è giunta l’ora che mi ritiri, ci vediamo domani.  Auguro una buona serata ad entrambi>> fulminò con lo sguardo il sorriso beffardo di Bright, il quale aveva fin troppo bene compreso la situazione…

A casa, Fine portò immediatamente i bimbi a letto, i quali si addormentarono subito, provati da tanti cambiamenti e novità.

Fine  stava per dirigersi in camera di Shade quando una luce accesa attirò la sua attenzione… proveniva dal suo studio, essa curiosa aprì leggermente la porta tentando di sbirciare.
Aprì leggermente e…
 
Allora che ve ne pare? Il capitolo come vi sembra? Noioso? Commentate!!!!!!!!! ;)

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Capitolo 10
*** Cedimenti? ***


Fine dischiuse la porta e vide Shade stravaccato sulla poltrona del suo studio, impegnato a fumare con sguardo assente.

Avrebbe voluto chiedergli il significato di quel bacio, il perché della chiamata, ma sapeva che se fosse entrata avrebbero finito inevitabilmente per litigare, stava per andarsene, quando all’improvviso Shade con passo fulmineo, spalancò la porta cogliendola in flagrante.

Senza indugio l’afferrò rozzamente per un polso e la trascinò nello studio.

<< Ti sei divertita a civettare questa sera. Ryan pendeva dalle tue labbra, che donna fatale…>>

Come sempre l’acidità del ragazzo lasciava il segno, Fine emise un lungo respiro, sapeva che se gli avesse risposto a tono, sarebbe rimasta intrappolata in una nuova discussione, da cui ne sarebbe uscita stremata.

<< Invece di sospirare potresti rispondermi!>>

Shade la sovrastava in altezza, a braccia incrociate e uno sguardo impenetrabile, tentava di scaricare la collera sulla ragazza.

Fine incurante delle sue parole, con passo leggero si diresse sulla scrivania, sedendosi, sistemò una ciocca ribelle della frangia, poi promettendosi di rimanere calma disse: Donna fatale dici? Forse tu non essendoci abituato, scambi ogni singola gentilezza con un tentativo di avance. Poi mi hai invitato tu alla cena. Io dovevo essere esibita giusto?  E’ quello che ho fatto, mi sono fatta ammirare, dovresti lodarmi non accusarmi…>>

<< Piccola ingenua Fine, credi veramente che gli uomini siano gentili di natura? Non hai notato come Ryan fissava il tuo bel corpicino insistentemente? >> chiese ironico Shade.

<< Tu pensi che i tuoi difetti appartengano all’intero genere maschile. Ryan è stato il primo a rivolgermi delle parole gentili, da quando sono arrivata in questa casa.
Se poi osservava le mie curve sono affari miei, visto che il corpo è mio!>>

Stava lentamente scavandosi la fossa con le sue mani…

<< Dici? Eppure mi sembra che il tuo corpo capisca chi è il suo vero possessore…>>

Una pericolosa scintilla passò negli occhi di Shade…

<< Non capisco… >> disse Fine.

Una mano di Shade s’insinuò fra le sue cosce, Fine tentò di liberarsi, ma come unico effetto si ritrovò bloccata sulla scrivania dalla mole di Shade, le sue dita nel frattempo avevano dischiuso le delicate cosce, mentre si gustavano la pulsante femminilità.

Fine inarcò involontariamente il suo corpo, i pensieri si annebbiavano, unico rumore nella silenziosa notte erano i gemiti della ragazza.

<< Lasciami Shade… Ti prego non prendermi come ieri …>>

Una scia di lacrime adornò il viso della ragazza, Shade immediatamente fece per ritirarsi sconvolto, quando Fine afferrò un lembo della camicia del ragazzo, impedendogli la fuga.

La guardava e mentre si strofinava gli occhi umidi e teneva la mano salda sulla sua camicia, le ricordava una bambina fragile e indifesa.
Era incredibile come un semplice gesto facesse desistere Shade dai suoi propositi di vendetta, una lacrima, uno sguardo o l’arma più terribile di tutte un sorriso di Fine…

Fine dal canto suo non sapeva che fare o dire, Shade continuava a guardarla senza allontanare la sua mano, in attesa che dicesse qualcosa.

La gola era serrata, non riusciva a scandire una sillaba, così intrecciò la mano libera tra i capelli di Shade e lo baciò.
Delicatamente, cercando di spiegargli tramite le sue labbra tutto l’amore che provava verso di lui, parole che probabilmente avrebbe difficilmente ammesso a causa del suo orgoglio…

Fu Fine la prima a sciogliere quel contatto, timorosa di conoscere le conseguenze del suo gesto.

Shade teneva lo sguardo perso nel vuoto, perso in chissà quali tribolazioni mentali, tuttavia il tocco della mano di Fine sulla guancia lo risvegliò.

<< Non ti capisco, prima non vuoi che ti tocchi, poi piangi, allora mi allontano però tu ti aggrappi a me, rimango immobile e nuovamente tu cerchi di baciarmi. Sei volubile, vuoi forse condurre le redini di questo gioco mia ingenua ragazza?>>
Shade cercava di capire Fine, poiché per lui rimaneva un mistero.

<< Piango quando tu mi tratti come un oggetto, cerchi di prendermi con la forza  e  mi rivolgi occhiate cariche di disprezzo. Perché non lo capisci? Odio dover litigare ogni volta con te, per ogni tua gelosia, non c’è nessun altro uomo che sia mai stato capace di sostituirti né ora né mai. Perché non lo capisci?>>

Tuttavia Fine commise l’errore di essere tropo onesta…

<< inoltre non sono vulnerabile, ho respinto tanti spasimanti, con le mie sole forze e…>>

<< Cosa?  Di che ammiratori parli? >> Shade cominciava a infuriarsi.

<< Ecco…  Mi facevano recapitare dei fiori al mio posto di lavoro, mi telefonavano per invitarmi a cena, una volta… Come si chiamava? Ah! Richard ecco! Ha persino proposto di sposarmi, nonostante fossimo solo semplici conoscenti, si era inginocchiato e aveva portato un bell’anello di brillanti, promettendomi di farmi la donna più felice della terra, ma l’ho rifiutato, ero troppo occupata con i bambini e poi…>>

Shade come una furia lasciò la stanza e una perplessa Fine seduta sulla scrivania, tornò poco dopo con una scatoletta di velluto nero.

<< Aprila!>> le intimò.

Fine si ritrovo spiazzata, non capiva la gelosia del ragazzo, nonostante le proposte di aitanti giovani, il suo cuore l’aveva donato al diretto interessato da molto tempo, perché preoccuparsi?

<< Devo ripetermi? >> Le disse.

Fine aprì la scatola continuando a dire<< ma perché sei così gelo…>>

Un magnifico rubino, adornava la fede d’oro, era un regalo magnifico, aveva lasciato basita la ragazza.

Shade lo prese delicatamente infilandolo all’anulare di Fine.

<< Sappilo, non sono disposto a concederti a nessuno, questo anello è la prova che mi appartieni, puoi amarmi, puoi disprezzarmi o temermi, rimarrai comunque mia. Cancella dalla tua mente ogni altro uomo, io devo occupare ogni tuo pensiero.

Lo sguardo e il tono di Shade non ammettevano repliche, ma Fine non aveva bisogno di un anello per essere legata a lui.

Era ricolma di felicità, così rivolse a Shade un dolce sorriso, che lo fece desistere dal proposito di non sfiorarla.

La baciò, cancellando ogni traccia della dolcezza di poco prima, ora vi erano solo respiri affannosi che permettevano di prendere quella poca aria, prima che le lingue dei due amanti si rincontrassero.

Mai Shade avrebbe permesso a qualsiasi uomo di possedere Fine, di  vedere la sua faccia arrossata dai baci, di saggiare le sue umide labbra o far passare le proprie mani sulla sua nivea pelle.

Poi però decise di lasciarla fuggire<< Vai prima che perda il controllo, coricati nel letto, io nel frattempo farò una lunga doccia fredda>>.

Fine decise di allontanarsi, anche se contro la sua volontà, sapeva dell’enorme sforzo di Shade per placare la sua passione e allontanare le sue labbra, così decise di fuggire in camera e chiudersi la porta alle spalle con tutti gli avvenimenti della giornata...

Nonostante il suo corpo fosse rimasto totalmente insoddisfatto e bramoso di essere nuovamente accarezzato e posseduto da Shade…
 
Allora? Scusate tantissimo il ritardo!!! Commentate!!!!!

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Capitolo 11
*** Una nuova rivale per Fine? ***


Come l’aveva convinta?

Questo pensava Fine mentre si stava recando al ricco buffet, in onore della compagnia di cui Shade era capo, maledicendosi per la sua ingenuità.

Sapeva benissimo come fosse debole…

Due giorni prima infatti aveva visto Shade giocare con Seira e Kay nella piscina di casa, si era avvicinata incuriosita dalle grida.

I visi sorridenti, le risate contagiose, i teneri giochi d’acqua… Tutti elementi che riempivano il cuore della ragazza di gioia.

Sorrideva felice, perché sapeva quanto ai bambini mancasse la figura di un padre.

Poi all’improvviso Kay aveva tirato con una pistola ad acqua, un’abbondante getto, in viso alla malcapitata Fine.

Sconvolta aveva preso il bambino e aveva finto di affogarlo, mentre Seira era accoccolata tra le braccia del padre.

Mentre tutti uscivano dalla piscina, Shade con una dolce occhiata, l’aveva pregata di accompagnarlo al ricevimento che si sarebbe tenuto in suo onore. Le aveva addirittura suggerito di portare i bambini…

Che stupida!

In realtà avrebbe dovuto immediatamente comprendere…

Trascinare moglie e figli alla festa, avrebbe permesso al ragazzo di far sgretolare la sua immagine di donnaiolo incallito, mossa semplice ed efficace.

Aveva dato la sua parola purtroppo ,e,  sebbene le seccasse tantissimo, lei non si rimangiava mai la parola data.

Troppo tardi pensava Fine, mentre veniva presentata in sala. Odiava agghindarsi in maniera così frivola, odiava quel vestito che indossava, l’unico tra i vestiti che Shade gli aveva regalato, che la coprisse in maniera decente.

L’abito era di un colore rosso  fuoco, le fasciava il corpo fino al ginocchio, la scollatura era  messa in risalto dalle abbondanti forme di Fine, inoltre le spalle erano lasciate scoperte, anche a causa dell’elaborato chignon.
Ma a completare l’aspetto che Fine definiva da papera zoppicante, erano un paio di tremendi tacchi argentati che martoriavano i suoi innocenti piedi.

Mentre si faceva largo tra gli ospiti, vide una figura ben nota…

<< Rein >> esclamò Fine, rivolgendole il primo sorriso sincero della serata.

<< Fine! Speravo d’incontrarti, non vedevo l’ora di sapere tutto riguardo la tua felice unione >> disse gioiosa Rein.

Fine ingoiò a vuoto, definire felice la sua unione era impossibili, complicata il termine più adatto.

All’improvviso le voci dei gemelli  si fecero strada fra la massa di invitati, balzando immediatamente in braccio alla madre.

<< Kay, Seira! Dove siete stati?>>

<< Con papà, ci ha mandato a chiamarti>> disse Seira.

<< C’è anche Bright>> disse Kay

<< Allora raggiungiamoli>> disse Rein.

Arrivati al tavolo Fine vide una scena che le gelò il sangue.

Una ragazza dal corpo di dea, una carnagione chiarissima e capelli color dell’ebano, era avvinghiata al braccio di Shade, facendogli aderire le sue grazie. Mentre gli lanciava maliziose occhiate coi suoi verdi occhi da cerbiatta.

Ryan vedendo la situazione si avvicinò a Fine. La salutò con un elegante baciamano, che non sfuggì agli occhi di Shade…

<< ci rincontriamo Fine… >> le disse.

<< Ryan>> disse Fine sorridendogli cordialmente.

Stava per aggiungere qualcosa, ma fu l’acuta voce della nuova ragazza a interromperli…

<< tu devi essere Fine, la tanto discussa consorte di Shade!>> le disse.

<< vedo che gli elementi di conversazione sono miseri, se si confabula di queste misere novità… signorina>> Fine le rivolse un’occhiata curiosa…

<< Grace >> le disse rivolgendole un penetrante sguardo.

La tensione fra le due era palpabile, Grace vedeva Fine come un avversario da eliminare,  era incapace di capire perché nonostante tutte le attenzioni rivolte a Shade, quest’ultimo avesse scelto quella sempliciotta… Snobbando lei!

Ren dal canto suo vicino al marito Bright osservava la scena, prevedeva una tempesta…

<< Sono rimasta sconvolta dell’imminente fidanzamento di Shade…  sempre così impenetrabile e distaccato e all’improvviso si sposa? Mah! Comunque credo che Shade ti abbia parlato di me…>> sospirò Grace, lanciando un eloquente occhiata ai gemelli,
con occhi disgustati.

<< Sono suoi?>> aggiunse…

Questa no! Potevano parlare male della sua persona allo sfinimento, ma toccare i suoi bambini era proibito. Doveva punire quella dannata gallina…

Shade nel frattempo osservava la scena pensieroso… Non pensava che per qualche notte di piacere quella giovane si fosse montata la testa… Faticava a comprendere come Fine riuscisse a rimanere calma.

<< Quelli che vedi sono i figli di Shade, molto probabilmente non l’ha annunciato, per evitare di fornire a qualche insopportabile pettegola, uno spunto di conversazione>> disse Fine furente…

<< inoltre è la prima volta che ti  vedo e  sento il tuo nome, il mio marito era troppo impegnato  a giocare il giorno con i figli e trascorrere le sue notti con me!>> disse tutto di un fiato.

Grace boccheggiò, le aveva dato della pettegola, le aveva fatto capire inoltre come Shade non l’avesse nemmeno considerata…

 Ryan scoppiò in una fragorose risata, stava per avvicinarsi a Fine, ma fu preceduto da Shade << incantevole vero?  Non conviene mai farla arrabbiare… sotto le spoglie da gattina giace una leonessa!>> trascinandola a ballare…

Rein esultava fra le braccia di Bright, intenzionato a farla ballare.

Nel frattempo Grace era fuggita come una furia dalla sala… Rivolgendo un ultimo sguardo a Ryan…

<< Gli hai dato quello che si meritava, complimenti>> disse Shade.

<< Ha insultato i miei bambini, con quei suoi occhi da rettile, meritava una lezione. E poi Shade questo, Shade quello… ti trattava come un oggetto di cui lei si definiva proprietaria. Era insopportabile!>>

Shade sorridendo baciò la candida fronte di Fine, poi le sussurrò all’orecchio >> ben fatto>>

Il viso di fine si imporporò, guardava Shade incredula, mentre con le mani allacciate alla schiena del ragazzo continuavano a ballare…

E adesso, cosa significava quel bacio delicato come un piuma, ma dal peso di un macigno che opprimeva il cuore della giovane?

Lo guardò negli occhi, sperando di capirlo, ma l’unico risultato fu quello di perdersi in quei meravigliosi cristalli color cobalto…

I loro sguardi si fondevano, creando una barriera tra loro e il mondo circostante, quello che loro percepivano era il calore dei loro corpi così vicini e i loro respiri…

Bright che nel frattempo aveva smesso di ballare con Rein , le aveva detto << hanno fatto progressi eh? Shade non ha mai avuto un espressione più rilassata di adesso, evidentemente Fine riesce a far emergere la sua vera essenza…>>

<< Come fai tu con me?>> disse Rein, volgendo al suo sposo un’occhiata innamorata…

Per loro non ci fu più bisogno di parole, le loro labbra si unirono in un tenero bacio…

Tuttavia nella sala non tutti erano contagiati dal clima di allegria… Ryan osservava Fine, la sua pelle nivea accarezzata dalle mani di Shade, le sue labbra rosee rivolte in un dolce sorriso al ragazzo, quello splendido corpo che ben combaciava con la figura di Shade e i suoi meravigliosi capelli vermigli…

La bramava  con tutto il suo essere, inoltre tenere testa a Grace non era da tutti, neanche lui quando litigavano riusciva sempre ad avere la meglio …

Mentre continuava a guardare la coppia danzante s’innamorò del dolce sorriso, splendente come il sole che Fine aveva rivolto a  Shade.

 Voleva essere lui il custode di quel gioiello e ce l’avrebbe fatta con qualsiasi mezzo…
 
 
Allora??? Che ve ne pare? Da ora in poi le cose si complicheranno… Commentate!! ;)

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Capitolo 12
*** La resa del cuore ***


E’ l’alba, due corpi giacciono avvinghiati l’uno con l’altro, in una sfarzosa camera da letto.

Entrambi sono svegli, Morfeo non riesce a chiudere le loro palpebre, il ragazzo non vuole svegliare l’amante  rovinando quell’unione perfetta che si è creata, mentre la ragazza ha troppo paura di aprire gli occhi e affrontare la dura realtà dei fatti…

Parole non dette, lasciate sospese, ma che gravano sui cuori dei due giovani…

L’unico elemento che riesce a far chiarezza di quei sentimenti così contrastati, è quell’amplesso che unisce per pochi attimi i due amanti, facendogli pregustare assaggi di piacere infinito…
 
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Fine era in giardino, stava ammirando lo splendido rubino che Shade gli aveva donato, l’unico segno tangibile di affetto esternato dal ragazzo.

Non si era mai considerata debole, eppure ad ogni gentilezza, sorriso o bacio che Shade le riservasse, capitolava inesorabilmente.

La verità inconfessabile anche a se stessa era che lo amava, nonostante la trattasse con freddezza e fosse ambiguo nelle sue esternazioni  ne era irrimediabilmente attratta.
Sapeva che era sbagliato, dopotutto la odiava per aver taciuto la verità sui suoi figli, ma lei l’aveva fatto per proteggerli  dalle malignità delle persone e non certo per ferirlo.

Mentre pensierosa analizzava questi  contraddittori pensieri, giaceva in una sedia di vimini a dondolo, facendosi cullare dalla brezza estiva, che giocava malandrina con i suoi lunghi capelli, recando anche sollievo al corpo accaldato dall’arsura estiva.

Ella inconsapevole di essere osservata da diverso tempo, baciò ingenuamente l’anello, sperando di rendere quel ninnnolo un simulacro dei suoi sentimenti.

<< Se sei tanto desiderosa di baciare qualcosa, perché non usi le mie labbra per questo compito? >> disse Shade comparendo all’improvviso.

Fine sobbalzò, l’aveva vista? Si sentiva tremendamente in imbarazzo, e, incapace di celare le proprie emozioni arrossì vistosamente.

<< N-non è come p-pensi! >> balbettò, lo faceva sempre quanto era imbarazzata.

Shade però non l’ascoltava, osservava la figura di Fine racchiusa in un vestitino di lino bianco, che mal celava le sue forme, le guance arrossate e i capelli scompigliati dal vento la rendevano irresistibile.

Mentre la ragazza continuava a gesticolare e produrre frasi incoerenti, Shade mise le mani sui braccioli della sedia e avvicinandosi le sussurrò << Sei sicura di voler declinare l’offerta?>> leccandosi le labbra.

I loro sguardi si scontrarono, i limpidi occhi vermigli di Fine con il burrascoso e impenetrabile  cobalto di Shade.

Il ragazzo decise di desistere, ma all’improvviso si ritrovò avvinghiato dalle braccia di Fine, mentre le sue labbra tentavano un maldestro e timido bacio.

La prese fra le braccia, facendo aderire i loro corpi e poi le disse <<  Sei adorabile… Ti vergogni eppure mi baci ugualmente, mi abbracci cose se fossi una bambina desiderosa di attenzioni>>

<< Non sai che le donne sono contradditorie? Un donnaiolo come te dovrebbe saperlo…>> gli sussurrò all’orecchio, mentre con le dita disegnava immaginari ghirigori sul petto del giovane.

Shade sorrise sornione.

Era vero, la parola donnaiolo ben si adattava al suo essere, tuttavia lei rappresentava l’unica donna che avesse mai desiderato veramente.

<< E’ vero, tuttavia mentre le altre mi annoiano, tu non mi stanchi mai>> le disse, mentre le posava un bacio sulla clavicola.

Fine era in panico, stretta tra le braccia di Shade che le sussurrava frasi dolci, cosa poteva fare? Se si comportava freddamente o tentava di prenderla con la forza, riusciva ad illudersi di odiarlo…

Ma se si comportava così dolcemente non aveva ragione per resistergli, anzi lo desiderava sempre di più…

Era stanca di lottare continuamente con se stessa, perciò decise di prendere una scelta molto rischiosa…

Scese dalle braccia di Shade, prese la sua mano e lo condusse nella serra che aveva visto qualche giorno prima.

L’interno era riempito da fiori di ogni sorta, tuttavia i girasoli e le rose rosse primeggiavano, vi era poi una stanzetta sul retro della serra, in cui Fine in una delle sue ricerche con i gemelli aveva scoperto un letto.

<< Fine perché mi hai portato qui? >>

Shade era confuso, chiuso in uno spazio angusto, con Fine al suo fianco era decisamente troppo. Faticava a trattenersi, avendo paura di ferire nuovamente la ragazza.

La giovane fece un respiro profondo e poi disse << Shade quando mi hai presa con la forza mi sono sentita umiliata e ferita. Mi hai trattato come un oggetto con cui sfogare la tua rabbia. Pensavo che ti avrei odiato per sempre che non sarei mai riuscita a perdonarti..>>

Un singhiozzo la scosse interrompendo le sue parole, mentre delle lacrime cominciarono a solcarle il viso…

<< tuttavia sono debole, i tuoi sorrisi, i tuoi gesti delicati, la gentilezza che mostri verso Seira e Kay… Mi hanno fatto desistere. Hai tutte le ragioni per odiarmi, ti ho tenuto nascosto un segreto troppo grande. Tuttavia io non riesco e  non sono capace di rinchiudere i miei sentimenti per te! Se ti disgustano queste parole sono pronta a partire con i miei figli e tu potrai farti una nuova vita. Lo capirei…>> Fine era al limite, voleva liberarsi di quel macigno che le gravava sul suo essere…

Venne spinta dal ragazzo sul letto, facendolo distendere mentre lui le salì sopra, sovrastandola completamente.

<< Cosa mi vuoi dire Fine?  Spiegati, non usare inutili giri di parole >> Shade era confuso, stato raro per lui e quando succedeva tendeva ad essere aggressivo, per nascondere la sua debolezza.

<< Inutili giri di parole? Ti sto aprendo il mio cuore e tu mi tratti così?>> Tentava di divincolarsi, ma le braccia di Shade la immobilizzarono.

<< Fine… >> la voce ridotta ad un sussurro. Dopo averla immobilizzata le disse << Tu non sai cosa voglia dire per me essere vulnerabile di fronte a qualcuno. Mi è impossibile, verrebbe meno il mio orgoglio… >>

<< Perché? Perche ho taciuto la verità? Non mi consideri affidabile? Ti ho mai dato prova di volerti tradire?>>

<< Tu non capisci. Hai la capacità, tu sola, di rendermi vulnerabile! Solo sei troppo ingenua per accorgertene! Potrei pendere dalle tue labbra se lo volessi, come mio padre mi trasformerei in un miserabile e degradante uomo…>>

<< Cosa intendi? >> Shade l’aveva lasciata libera di sedersi sul materasso, mentre tentava inutilmente di  evitare quella conversazione.

<< Mio padre dopo la morte di mia madre, portò a casa una donna orribile. Lo sfruttava e in cambio dava il suo corpo. Mio padre era alla sua mercè,  dall’uomo fiero che ricordavo da bambino si era trasformato in un uomo servile. Ricordo ancora come
strisciava ai piedi di quella donna, perché si rifiutava di comprarle ogni tipo di oggetto di lusso, mentre lei per ripicca rifiutava di concedersi…  Lui la supplicava, quasi piangeva… Era totalmente schiavo di quella donna. Giurai perciò di non comportarmi mai come mio padre, pena la perdita della dignità.>> si fermò osservando la ragazza negli occhi, poi disse << ma tu con la tua spontaneità, mi hai totalmente sconvolto. Ti desidero talmente tanto che a volte mi sembro mio padre, e, questo non posso e non voglio permetterlo. Ma tu nonostante ti ferissi riuscivi sempre ad alzarti, continuando a rimanere al mio fianco. Più mi sei vicina, più sono incapace di frenarmi. Lo capisci?>>

Un bacio a fior di labbra fermò quei dolorosi ricordi, che avevano lacerato l’animo di Shade.

Fine prese il viso del ragazzo fra le sue mani. Ora capiva, la sua durezza, quegli atteggiamenti scostanti, la mancanza di fiducia, tutto le era chiaro.

<< Shade ti amo, questa è la verità che il mio cuore non può più tacere. In realtà quello che dici di sentire per me, è un sentimento profondo, che tu non vuoi accettare. So bene che aprire il tuo cuore ti è quasi impossibile, ma io non desisterò. Un giorno ammetterai di amarmi, te lo prometto>> disse sorridendo Fine.

<< Non c’è bisogno che aspetti, ti amo anch’io Fine. In realtà ero troppo vigliacco per ammetterlo, so che tu non ti comporteresti mai in maniera scorretta, me l’hai mostrato tante volte>> le disse.

Fine non credeva alle proprie orecchie, balzò fra le braccia di Shade atterrandolo sul letto, mentre copiose lacrime scendevano sul suo viso.

<< Tu mi ami? >>

Le sembrava un sogno.

Un baciò sigillò la risposta che Fine aspettava. Le parole erano inutili in quel momento.

Shade capovolse le posizioni, incapace di fermarsi. Tolse delicatamente il vestito di Fine, mentre la ragazza sbottonava la sua camicia.

Mani che si cercano, baci febbrili, entrambi erano incapaci di frenarsi.

I corpi aderivano perfettamente, Shade stuzzicò la calda femminilità di Fine con la lingua, assaporando il suo sapore di donna.

Mentre le urla di piacere della ragazza risuonavano tra le pareti della serra. Stringeva  i capelli di Shade, incitandolo a continuare quella tortura così piacevole. Unì le sue labbra con quelle di Shade, le lingue creavano una perfetta danza, fameliche l’una dell’altra.

Fine non era capace di resistere, pregò il ragazzo di entrare in lei, mentre le sue carezze quasi le toglievano il respiro.

Ma Shade non intendeva accontentarla così presto, leccandosi le labbra passò al seno turgido, mordicchiando quelle dolci appendici, mentre Fine faceva aderire ancora di più il suo corpo, graffiando la schiena del ragazzo.

La giovane non riusciva più a resistere, così capovolgendo le posizioni si adagiò sul bacino di Shade, entrando lentamente in lui.

Cominciò una sensuale danza del bacino, che Shade rese ancora più profonda afferrando i glutei di Fine, mentre i suoi capelli si muovevano selvaggi al ritmo di quelle movenze.

I movimenti si fecero sempre più veloci, arrestandosi al grido di piacere per entrambi, simbolo del raggiungimento dell’appagamento dei sensi.

Fine si adagiò sul petto di Shade, baciandolo prima di addormentarsi. Mentre Shade continuava ad accarezzarle i capelli, timoroso di addormentarsi credendo che quello splendido amplesso si fosse rivelato, un magico viaggio onirico…
 
 
Allora che ne pensate? La scena  “hard” come si è rivelata? Fatemi sapere… Ciaoooo!!! ;)

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Capitolo 13
*** Gelosia paterna ***


 
Fine aveva deciso quel giorno, di portare i bambini in spiaggia.

Sapeva che si sarebbero divertiti immensamente, unica pecca di quel progetto era l’assenza di Shade a causa di improrogabili impegni lavorativi.

Sospirò soddisfatta mentre osservava Seira e Kay, correre a perdifiato sulla spiaggia, erano bellissimi, continuava ad osservarli quando un oggetto non identificato si abbatte sulla testa di Seira.

Kay la soccorse subito e Fine immediatamente corse vicino a sua figlia, mentre con la coda dell’occhio vide che l’oggetto era una voluminosa palla da calcio.

All’orizzonte si stagliò una figura che correva a perdifiato, arrivato dinnanzi a Fine e i bambini, prese la palla e disse

<< Scusate, non mi sono accorto di quanto avessi tirato forte la palla…>>

Era un bel bambino, di circa qualche anno più grande dei gemelli, la schiena dritta e le spalle ben diritte mostravano una spavalderia inconsueta per un bambino.

Inoltre possedeva degli scarmigliati capelli corvini, una bocca cesellata in un eterno sorriso di scherno e degli spettacolari occhi che rasentavano il colore del ghiaccio.

Kay immediatamente si avventò contro << Tutto qui? Mia sorella poteva farsi veramente male! Non ti vergogni?>> era infuriato.

Fine che nel frattempo osservava la scenetta, decise di intervenire, ma fu prontamente superata da Seira.

La quale, nonostante fosse la più bassa del trio, si pose fra i due litiganti.

<< Kay ho la testa più dura di quel che sembra non arrabbiarti. Sto bene!>> disse la bambina, rivolgendogli un dolce sorriso.

<< Ti ha fatto molto male?>> le disse il bambino.

<< Non ti preoccupare, avrò alla più brutta un bernoccolo ma passerà, emh>> Seira mostrò il punto dolorante con la mano, inoltre era in imbarazzo perché non sapeva il nome del bambino.

Il ragazzino, leggendo la sue buffe espressioni disse << Mi chiamo Raven>> , sostituendo quell’eterno sorrisino in un sorriso autentico.

<< Io mi chiamo Seira>> disse la bambina rimasta incantata da quel sorriso.

<< Seira allora andiamo!>> disse uno scocciato Kay.

Non gli piaceva essere escluso dalla sorella, men che meno a causa di quel damerino.

Seira stava per andarsene, tuttavia Raven la trattenne per un braccio e le pose un leggero bacio sul punto dolorante.

<< A presto>> le disse, rivolgendole un’ultima linguaccia.

Kay boccheggiava dallo stupore, Seira era arrossita come un peperone dimenticando il dolore della botta e Fine se la rideva sotto i baffi.

Aveva la giusta percezione che quel bambino l’avrebbero rivisto molto presto…

 
 
 
Decise di raccontarlo la sera a Shade, non immaginando la tempesta…

Shade era disteso esausto in sala  sul divano, mentre sorseggiava qualche goccia di liquore per distendere i nervi.

Fine era posizionata, in quell’enorme sala, dinnanzi al camino mentre Seira e Kay, erano ai piedi del divano, poiché la pallina con cui giocavano si era insediata sotto l’imponente oggetto.

Glielo descrisse nei minimi particolari l’accaduto, non tralasciando la scena del bacio.

Ma alla parola bacio, per poco Shade non soffocò con il liquore.

<< Bacio? Alla mia bambina? Io lo eviro!>> era visibilmente scosso.

Afferrò immediatamente Seira, lasciando un posto per Kay che si arrampicò al fianco della sorella e disse << Seira non devi farti baciare da nessuno sconosciuto hai capito?>>

Il ragazzo era scosso, aveva scoperto una possessività estrema, sia nei confronti della moglie che dei figli. Li voleva proteggere da ogni bruttura del mondo, tra questi i “dongiovanni”.

<< Ma papà se l’avessi conosciuto avrebbe potuto darmelo? Tu ti baci con la mamma, perché io no? Poi la mamma ha detto, che il cuore se batte tantissimo alla sua vista, vuol dire che ne sono innamorata!>> Seira mostrava la risolutezza di Shade, ma l’ingenuità di Fine.

<< Fine! Cosa hai detto alla bambina?>> era esasperato.

Fine con un sospiro si avvicinò lentamente al divano e accoccolandosi vicino a quell’amorevole trio disse << Non la potremo rinchiudere in una torre per sempre no? Sta conoscendo la dolcezza del primo amore, non è fantastico?>>

Sospirò, sapeva che in Fine non avrebbe trovato un alleato.

<< Non ti preoccupare papà! Proteggo io Seira, il prossimo ragazzo lo picchierò!>> disse il bambino con occhi decisi.

<< Tu non picchierai nessuno!  Quando ti innamorerai come farai allora? Continuerai ad assillare tua sorella?>> disse Fine alzandosi dal divano per sembrare più minacciosa.

<< Tanto non mi piace nessuna>> borbottò.

Fine non resistette, assomigliava toppo al padre, lo stesso modo di distogliere gli occhi e di borbottare qualcosa pur di non darla vinta, lo prese fra le sue braccia e cominciarono a volteggiare, creando una buffa trottola.

Shade poi aggiunse<< per finire Seira, non fidarti del primo amore, non è mai reale! E non porta a nulla, sono chiacchiere dettate da sciocchi sogni adolescenziali.>>

Fine si blocco.

<< Quindi il nostro rapporto è basato su sciocchi sogni adolescenziali?>> disse marcando le ultime tre parole e ponendo a terra Kay.

<< Che intendi?>> Shade era confuso,  soprattutto dalle furenti occhiate di Fine.

<< Tu sei e rimani il mio primo amore, prima di te non ho avuto nessun tipo di cotta. Ti permetti di disilludere in questo modo tua figlia?>> 

Tremava dalla rabbia, Shade conscio della sua immensa mancanza di tatto, abbracciò immediatamente Fine.

<< Sai bene che non intendevo te,  tu sei l’eccezione, una magnifica eccezione, la mia regina…>> le disse baciandola con foga.


Poi girandosi alla volta di Seira disse << e tu la mia principessa>> , concluse prendendola in braccio.

Mentre un soddisfatto Kay si era arrampicato fra le braccia della madre.


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<< Ti odio! Non farti più vedere!>> urlò una ragazza, in preda alle lacrime.

<< Perfetto, puoi dire addio a questo piacevole passatempo>> disse l’altro, squadrandola con uno sguardo impenetrabile, lanciandogli un’ultima occhiata prima di allontanarsi per sempre dalla giovane…
 
 
 

Allora, penserete che sia impazzita, ma il personaggio introdotto oggi(Raven) in realtà farà molto probabilmente parte di una nuova storia… Credo…
Questi brevi dialoghi che ho messo nei miei ultimi capitoli, verranno svelati presto!!! Commentate!!! Ciaooo!!!

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Capitolo 14
*** Tormentato amore ***


<< Ti odio! Non farti più vedere!>> urlò una ragazza, in preda alle lacrime.

<< Perfetto, puoi dire addio a questo piacevole passatempo>> disse l’altro, squadrandola con uno sguardo impenetrabile, lanciandogli un’ultima occhiata prima di allontanarsi per sempre dalla giovane…
 


Queste erano le ultime parole che Grace aveva rivolto a Ryan, le più difficili che avesse mai pronunciato.

Sapeva però di aver fatto la scelta giusta, sebbene molto spesso il giusto negli ultimi tempi  non coincidesse con la volontà della ragazza…

La scintilla era scoppiata quando Ryan, dopo l’ultimo selvaggio amplesso, l’aveva resa partecipe della sua folle scelta, ovvero far cadere ai suoi piedi la dolce Fine.

Lei aveva solamente sbarrato gli occhi e ascoltato quelle parole che le provocavano tremende stilettate, ad un già martoriato cuore.

Non aveva resistito, la ragionevolezza era scomparsa, lasciando il posto ad una cieca furia che l’aveva portata a troncare ogni contatto con Ryan.

Come si era arrivati a questo punto?

Grace non lo sapeva, anzi fingeva di esserne all’oscuro…

In verità, lei e Ryan si conoscevano dall’infanzia, erano sempre stati molto uniti, tanto che le rispettive famiglie auspicavano per un lieto matrimonio tra i due.

Lo aveva sempre amato, fin dalla più tenera età, questo sentimento era sbocciato nel suo petto come il più puro e delicato fiore.

Ella infatti aveva donato la sua purezza  proprio a Ryan, fiduciosa di essere corrisposta.

 
Poi accadde l’irreparabile…


- Inizio flashback-

Aveva deciso di andare a salutarlo, poiché aveva una notizia favolosa da comunicargli…

Percorse perciò la rampa di scale che portava allo studio di Ryan.

La porta era socchiusa, così Grace si avvicinò silenziosamente, per vedere se il ragazzo fosse occupato…

Lo spettacolo che gli si presentò fu devastante, una donna in completo intimo era  seduta con fare sicuro sulla scrivania di Ryan, mentre quest’ultimo che sedeva sulla poltrona le stava dicendo qualcosa che Grace non riuscì a comprendere.


Entrò nello studio come una furia…

<< Traditore! Ti odio!>> disse sull’orlo delle lacrime.

La donna si ricompose prendendo i vestiti sgattaiolando fuori dallo studio, non prima di ricevere uno sguardo pieno di disgusto da Grace.

<< Non è come pensi Grace, è tutto un equivoco!>>  disse in maniera glaciale Ryan.

<< Potevi essere più originale, hai usato la classica battuta da soap-opera di quart’ordine … Come hai potuto? Io mi fidav…>>

Un singhiozzo la percorse impedendole di continuare, come era potuto succedere? Lei lo amava, come avrebbe fatto? Perché aveva preferito un’altra?

Le lacrime scendevano sul suo delicato ovale…

<< Dunque pensi questo di me! Mi accusi, non ascolti le mie ragioni e ti accasci a terra in preda alle lacrime… Sei ancora una bambina! Tornerò da te quando sarai maturata, se non riponi nessuna fiducia in me puoi andartene… >> disse Ryan, mentre le

apriva la porta dello studio per farla uscire, mentre la osservava con uno sguardo indecifrabile ma che rasentava la commiserazione.


Grace alzandosi da terra e asciugandosi come poté le lacrime fuggì dallo studio, non prima però di avergli deposto un ultimo bacio a fior di labbra, riponendo tutto il suo amore in quell’ultimo gesto, per poi sottrarsi a quella dolorosa quanto inevitabile realtà.

- Fine flashback-
 
 
 
Dopo quel giorno, Ryan era totalmente cambiato, quel dolce sorriso che riservava solo a lei si era tramutato in un espressione impassibile, sostituita a volte da un ghigno di scherno.

Le loro anime si erano allontanate inesorabilmente, Ryan aveva acquistato la fama di donnaiolo incallito, mentre Grace commise  lo sbaglio più grande della sua vita…

Cedette alle avances di Shade, un collega di Ryan.

Sapeva che era sbagliato, tuttavia in quella breve unione di corpi, poteva immaginare di essere con il suo amato Ryan… Di riassaporare i suoi baci, le sue carezze, il suo calore…

Una notte, sentì bussare con violenza alla porta del suo appartamento, spaventata andò ad aprire e si ritrovò Ryan, era ubriaco poiché biascicava frasi senza senso visibilmente sconvolto, i suoi vestiti erano fradici a causa della pioggia scrosciante, Grace

non potè far altro che accoglierlo in casa.

All’improvviso si ritrovò intrappolata fra le braccia del ragazzo, il quale con malcelata grazia la depose sul letto, sussurrandogli << vedo che hai travisato il significato di donna matura, non significa certo  concedersi a chiunque… Ma ora te lo spiegherò io… >>

<< Cosa intendi dire? Pensi che mi sia concessa a Shade a causa della mia lussuria? >>

Grace non riuscì a trattenere le lacrime, durante quei  quattro anni in cui era stata lontana da Ryan, aveva imparato il significato di imperturbabilità, ma al cospetto del ragazzo regrediva ad uno stato infantile, incapace di celare i suoi sentimenti…

Ryan aspirò il suo profumo, mentre iniziava a spogliarla, raccolse quelle gemme preziose frutto dell’amarezza della giovane con la lingua, poi sorprese Grace…

<< Vedo che in questi anni non sei cambiata, sei e rimani una bambina! Se devi concederti ad un uomo, allora scegli me! Non lasciare che qualche sconosciuto ti macchi di peccato… >>

Poi le sorrise! Un sorriso dolce, dettato dalla tenerezza e non dall’intenzione di ferirla, la ragazza abbandonò ogni ritrosia, abbracciò il ragazzo e si concesse, mostrando una vulnerabilità che solo il ragazzo poteva scoprire…

Dopo quella notte, spesso Ryan andava a trovare Grace, ella non voleva vergognarsi del suo comportamento, in quei pochi attimi in cui ogni fibra del loro corpo era unita a quella del ragazzo, riusciva a sentirsi un’unica entità con Ryan.

Spesso se il ragazzo non si recava da lei, ella decideva di giungere alla casa di Ryan, bramosa del suo tocco.

Aveva troncato con Shade definitivamente, sapeva che quest’ultimo la usava come ella stessa  faceva, per rimembrare un calore passato.

Aveva ragione infatti, quando aveva visto Fine per la prima volta alla festa si era sentita sporca e gelosa.

Sporca, poiché vide come la giovane aveva rifiutato di concedersi ad altri uomini, esibendo con orgoglio i frutti del suo amore con Shade, incapace di concedersi a inutili surrogati.

Gelosa, a causa delle occhiate che Ryan rivolgeva non più a lei ma a Fine e dell’amore incondizionato che Shade provava per Fine, sentimento a cui Grace anelava disperatamente.

Le aveva rivolto la sua velenosa lingua, rimanendo stupita dall’acume e la risolutezza di Fine.

Così sentendosi sconfitta e demotivata, si era recata nel giardino, per esprimere nell’unico modo che conosceva il suo dolore, ovvero tramite le lacrime e singhiozzi soffocati che intendeva celare.

Quando Ryan, vedendola piangente, l’aveva trascinata a casa, per assaporare una nuova notte di passione, per poi culminare con quell’atroce dichiarazione.

Ora era riversa in quel freddo letto, piangendo amaramente  maledicendosi per essere stata  così dannatamente debole…e per aver sprecato un’altra occasione per dire quel tremendo segreto a Ryan, che opprimeva il suo cuore…
 
 

Scusate per il capitolo corto, che ne pensate? Recensite in tanti, ditemi pure se non l’avete apprezzato! Ciaooo!! ;)

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Capitolo 15
*** Una cena movimentata ***


Il chiacchiericcio della sala non impediva a Shade di non prestare attenzione alle lamentele di Fine, era vero  che avrebbe portato a cena lei e i bambini, unico particolare che aveva distrattamente tralasciato era il fatto che la cena in questione fosse una cena
di lavoro, evento che Fine odiava con tutta se stessa.

Ormai la conosceva, sapeva che la ragazza odiava partecipare a queste cene improrogabili, sia perché si sentiva messa in mostra come un trofeo, sia perché nessuno era capace di distogliere lo sguardo ammirato da lei e infine perché la maggior parte degli uomini le rivolgevano proposte che facevano impallidire per la loro sfacciataggine anche la più smaliziata delle donne.

Conscio di questo Shade decise di lasciarla allontanare, visto  l’ennesimo tentativo di uno scapestrato che aveva tentato di invitarla a danzare, fu salvato dalle sue grinfie perché Kay si intromise tra i due, portando via la madre… 

Fine nel frattempo era furibonda, Shade l’aveva trascinata ad uno stupido party, mentendole volutamente, stava per allontanarsi con suo figlio che l’aveva salvata da uno sgradito invito a ballare, quando un urlo le squarciò i timpani…

La signora William, rinomata pettegola, nel suo candido vestito bianco, presentava una macchia scura che si stava espandendo sempre di più, mentre biascicava frasi sconnesse sia per la rabbia, sia perché le avevano gettato una caraffa di vino in pieno viso, perciò stava sputazzando delle goccioline di vino.

Il monello in questione, era lo stesso che Fine aveva incontrato in spiaggia, Raven.

Impettito teneva tra le mani la caraffa di vino, deciso a non cedere, i suoi occhi esprimevano una rabbia incontrollabile.

<< Tu… >> la signora William era impallidita e furente puntava il dito verso il bambino.

<< Raven!>> urlò Grace, facendo scudo frapponendosi fra i due litiganti.

<< Questo giovanotto impertinente è proprio un gran maleducato! Lo avete cresciuto nella giungla? L’etichetta è forse caduta in disuso?>> gridò imperterrita la signora, attirando l’attenzione dei presenti fra cui Fine.

<< Dovevi rimanere nella saletta privata come ti avevo detto!>> sussurrò Grace al bambino.

<< Lo so mamma, ma mi annoiavo!  Così volevo raggiungerti, quando ho sentito quella vecchia gallina ridere di te, ti ha dato della sgualdrina, perché hai generato un bastardo senza nome. Poi ha detto che probabilmente non hai detto il nome del padre perché avevi paura di confonderti, a causa dei numerosi uomini…>> disse Raven, mentre gesticolava convulsamente per paura di essere sgridato.

<< E poi… ha detto anche che sono un bambino non voluto…>> disse in un flebile sussurro.

Lo sguardo di Grace s’indurì.

Ci furono interminabili minuti di silenzio, Fine osservava la scena impietrita, tutto poteva aspettarsi, ma non che Grace avesse un figlio e un dubbio sulla possibile paternità la sconvolse, che fosse figlio di Shade?

Ma nel frattempo il ragazzo le rivolse un cenno di diniego interpretando i suoi pensieri.

Era poi inorridita alla cattiveria gratuita di quella vecchia comare, capace di rivolgere pensieri così crudeli nei confronti di un bambino.

I bambini erano al suo fianco e se Kay era rimasto impassibile, Seira era visibilmente scossa dalla brutalità di quelle sentenze.

Lei aveva sempre avuto Kay e la mamma al suo fianco, a  quel caro cerchio di affetti  ora si era aggiunto anche il padre, mai per una volta si era sentita non voluta, ma Raven…

 Era solo con la sua mamma…

 Un binomio inscindibile, come si permetteva quella vecchia strega di esprimersi in quel modo? Ferirlo in maniera così profonda?

Sentì l’impulso di abbracciarlo… O perlomeno di consolarlo…

Il rumore di uno scroscio d’acqua distolse Fine e Seira  dalle loro  elucubrazioni, Grace aveva appena gettato in pieno volta alla signora William una caraffa di acqua.

<<  Le si sarà sciupata la gola dopo tutte le cattiverie che ha detto, l’avviso… Non mi interessa cosa pensa o dice di me, ma l’avverto, chiami un’altra volta bastardo mio figlio e giuro sul mio onore che si pentirà amaramente di non aver collegata quella sua
avvizzita bocca a quell’ancor più appassito cervello che si ritrova! Chiaro? Mio figlio è nato da un atto di amore, non certo da un mero approccio carnale! >>  esprimendosi con un tono che non ammetteva repliche, volse le spalle all’allibita vecchio e prendendo il bimbo si diresse sul terrazzo.

Fine era fiera della calma con cui Grace aveva messo a tacere la rugosa megera, tuttavia decise di inseguirla per far luce su quell’intricata vicenda…
 


Lo so è corto! Ma il prossimo sarà piuttosto lungo, con questo capitolo stiamo per approdare all’agognato finale! Che ne pensate? Scontato?

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Capitolo 16
*** L'agognata fine? ***


Fine stava per raggiungere Grace sulla balconata, tuttavia fu fermata da una stretta vigorosa.

<< Che piacere vederti splendido fiore…>>

Fine si girò e dinnanzi ai suoi occhi si ritrovò Ryan, il suo smocking era impeccabile, i suoi occhi nonostante le dolci parole mostravano una  durezza malcelata, sembrava una statua greca, perfetta ma inesorabilmente fredda e granitica.

Solo alcuni ciuffi biondi e una stretta più ferrea tradivano un certo nervosismo…

Quegli occhi, Fine aveva l’impressione di averli già visti, la stessa posa fiera del ragazzo le ricordava qualcuno, ma chi?

All’improvviso la risposta le giunse, Raven!

Fine era basita, com’era possibile?

Questo non riusciva a comprenderlo, poi si ricordo di un accenno che Shade aveva fatto riguardo a un fidanzamento tra i due, naufragato per ragioni sconosciute.

<< Stasera sei silenziosa, come mai? Mi sono innamorato dei tuoi sorrisi, non dei tuoi silenzi. >>

<< Tu mi parli di amore… Ma con cosa lo esprimi? Il tono mellifluo, gli occhi inespressivi oppure dei sorrisi fittizi? La verità è che sei incapace di amare, posso solo ipotizzare, ma le chiavi del tuo cuore  le custodisce forse Grace?>>

Fine era stufa di vedere storie d’amore naufragare a causa dell’orgoglio, lei stava per perdere Shade, non voleva che altri ripetessero gli stessi errori.

<< Lasciala fuori da questa storia, si parlava di te, non di lei!>>

Il tono di voce di Ryan si fece più duro.

<< Uomini, siete solo capaci di chiudervi in una corazza al primo momento di difficoltà!  Mi vuoi è vero, mi brami, ma per un motivo ben preciso o forse due. O ti ricordo la tua amata in qualche modo e tenti di usarmi come surrogato, oppure cerchi di concupirmi a causa di una tua vendetta personale. Non è vero? Shade mi ha lasciato all’oscuro della faccenda, ma non è difficile incastrare i tasselli del mosaico. Perciò se non ti dispiace ora vado a cercare i miei bambini…>> disse Fine in maniera decisa.

<< Non preoccuparti, devo chiarire alcune questioni con una persona, ti risparmio l’imbarazzo di andartene, a presto Fine>> disse Ryan, lasciando la ragazza nel salone.

Fine si permise di sospirare, quella discussione l’aveva parecchio spossata, poi sorridendo dolcemente disse << Shade puoi uscire dal tuo nascondiglio, non c’è più bisogno che ti nasconda nell’ombra…>>

Due braccia forti le cinsero l’esile vita, mentre un bacio arroventato sul collo la fece sussultare.

<< Che moglie che mi ritrovo, pure consulente d’amore! Tu non ci hai messo la stessa dolcezza per farmi capire i miei errori…>>

<< Magari Ryan è più empatico, forse dovrei farci un pensierino…>> disse Fine maliziosamente abbracciando il marito.

Shade prese il mento della ragazza costringendola a guardarlo negli occhi, mentre la sua presa si strinse in maniera possessiva << Se non fosse che il cuore di Ryan è già occupato, non ti avrei neanche lasciata da sola con lui… Tu non potresti essere di nessun altro se non mia, hai capito?>>

<< Sì mio dolce marito…  Tu sei stato il mio indimenticabile peccato…>> disse Fine posando dolcemente un bacio a fior di labbra…
 

Nello stesso momento…
 

Un giovane trafelato irruppe nella terrazza.

<< E’ vero?>>

La ragazza si girò, i suoi occhi color giada si scontrarono con un paio cerulei…

<< Che cosa Ryan?>>

<< Il bambino…  Ho sentito tutto, la discussione con la vecchia megera e le tue risposte, perché me l’hai tenuto nascosto? >>

<< Chi ti dice che sia tuo? Dopotutto io sono solo una spregevole donna, pronta a scaldare i letti di qualunque uomo!>>

La ragazza si girò, mentre il suo tono di voce si incrinò e per cercare di nascondere i singhiozzi si massaggiò le braccia.

Ryan involontariamente sorrise, fin da quando erano piccoli, Grace odiava farsi vedere in lacrime, si nascondeva oppure scappava, odiava mostrarsi vulnerabile, solo a lui era concesso vedere questo suo lato così celato e sensibile.

Ryan si diresse verso di lei…

<< Almeno guardami negli occhi quando lo dici, oppure sono offuscati dalle lacrime?>> disse il ragazzo facendo voltare la ragazza verso di sé, incatenandola al proprio petto.

<< Lasciami, non capisci, non hai mai capito… Mi hai spezzato il cuore, ti amavo con tutta me stessa e tu mi hai tradito! Sai perché ero venuta nel tuo ufficio quel giorno? Per dirti che ero incinta e tu… Hai rovinato tutto…>>

Amari singhiozzi facevano sussultare il petto di Grace, era ferita, incapace di trovare un balsamo ai propri mali…

<< Grace quel giorno quella ragazza cercava di sedurmi, io l’avevo respinta ma tu sei arrivata proprio in quel momento, fraintendendo tutto, la tua mancanza di fiducia mi ha ferito profondamente e per vendicarmi ti ho ferito a mia volta>> disse Ryan leccando via le calde lacrime di Grace.

<< Ti prego non illudermi, mi disprezzi perché mi sono concessa a Shade vero? Sono meschina…>>

La ragazza non avrebbe sopportato un ennesimo rifiuto, l’amava troppo per vederlo andarsene nuovamente, non avrebbe retto…

<< Tu meschina? La verità è che appena sono venuto a conoscenza di questa tua avventura, furibondo sono giunto a causa tua, ti ho fatto mia… Ho giocato con le tue insicurezze affinchè tu fossi solo mia! Non potevo sopportare che fossi di un altro, inoltre volevo concupire Fine solo per vendicarmi di Shade ma mi rendo conto di quanto il mio gesto sia stato orribile…>>

Grace era sbalordita.

<< E Raven?  E’ tuo figlio naturalmente, è stata in questi anni la mia gioia più grande, ti assomiglia così tanto…>>

<< Non vedo l’ora di conoscerlo… Siamo stati degli inguaribili stupidi vero? >> disse Ryan, mostrando finalmente un sorriso aperto e sincero.

<< Già e tutto in nome di un indimenticabile peccato…>> disse Grace, unendo le labbra in un tanto agognato bacio.
 
 
The end, o perlomeno in teoria! Scrivetemi pure se desiderate qualche extra! Un potenziale sviluppo tra Seira e Raven, un episodio con Fine e Shade, uno con Grace e Ryan oppure tutti e tre queste opzioni? Ditemi pure se volete che taccia per sempre, ringrazio a tutte per le recensioni e per chiunque abbia letto la storia!! A presto!!! ;)

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Capitolo 17
*** - La fioritura dell'amore- (Extra) ***


Niente di tutto quello che Dio o Satana potevano infliggerci, niente avrebbe potuto separarci!
Emily Brontë
 
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<< Aspettatemi!>>

Era una calda giornata d’estate, due bambini stavano correndo allegramente, non accorgendosi però di aver lasciato indietro una tenera bambina, che incedeva col suo passo incerto nel suo leggero vestito estivo, mentre i folti capelli rossi le intralciavano la visione.

Stava per aggiungere qualcos’altro quando a causa dei capelli non vide un sasso sul percorso, era prossima a rovinare a terra quando due braccia la sostennero nella caduta.

Il bambino dai capelli corvini non appena aveva visto la scena era corso, per impedire che quella goffa bambina potesse farsi male, tuttavia a causa della giovane età non riuscì a sorreggerla, riuscì tuttavia a farle da scudo con il proprio corpo contro il duro terreno.

<< Ti sei fatto male?>> chiese spaventata la bambina.

Un sorriso spense ogni sua preoccupazione, mentre un paio di occhi cerulei si scontravano con gli zaffiri della bimba.

<< Caspita, sei sempre la solita pasticciona!>> esclamò ridendo il secondo bambino dai capelli cerulei, mentre tendeva la mano per aiutare a rialzare la sorella.

La bambina rossa in viso, si rialzò da sola ignorando la mano del fratello, rivolgendogli una piccata linguaccia…

Mentre il corvino scoppiava in una allegra risata dinnanzi a quella scena…
 
 
 
10 anni dopo…

<< Aspettatemi!>> disse trafelata una ragazza di quindici anni, mentre tentava di raggiungere due ragazzi che avevano già imboccato il viale che conduceva al Liceo.

La stessa bambina di tanti anni fa ora  era sbocciata in uno splendido fiore.

Mentre correva affannata le lontane figure che avevano accompagnato la sua infanzia, i suoi lunghi capelli vermigli le ricadevano lunghi e mossi sulla schiena, nonostante la sua esile corporatura possedeva un fisico capace di irretire molti uomini, il suo ovale ora affannato per la corsa oltre a possedere due labbra sensuali e piene aveva la fortuna di avere incastonato due gemme scarlatte per occhi.

Tuttavia nonostante grazia e beltà non le mancassero, la goffaggine infantile la caratterizzava ancora…

Stava infatti per rovinare di nuovo a terra a causa dell’ennesimo sasso ramingo che si era presentato sul suo cammino.

Si preparò al peggio quando un tonico e possente petto blocco la sua caduta, mentre le braccia del ragazzo le circondarono la vita facendola alzare di due o tre palmi da terra…

Un sospiro affranto accompagnò la battuta del ragazzo…

<< Non so cosa mi stupisce di più, se la tua totale assenza di femminilità o la tua perenne capacità di avere la testa fra le nuvole… Stai bene?>>

Seira fece per controbattere, ma le parole le morirono in gola, fu incatenata da un paio di occhi dal colore dei freddi ghiacci.

Il ragazzo che ora la teneva in braccio senza il minimo sforzo era proprio… Raven!

Ora il suo corpo aveva acquisito tutti i tratti adulti, il corpo tonico e compatto capace di sorreggere tranquillamente Seira nelle sue cadute, un eterno sorriso di scherno perennemente rivolto alla ragazza, occhi cerulei che facevano involontariamente arrossire
ogni donna e scarmigliati capelli corvini che ora solleticavano la fronte della ragazza a causa della vicinanza…

Un ironico tossicchiare ruppe il momento fra i due giovani…

<< Raven,  lo sai tanto che mia sorella è un maschiaccio! Inutile tentare di cambiarla…>> disse Kay scoppiando in una risata.

Anch’esso era cresciuto, come Raven aveva sviluppato un fisico asciutto e allenato, merito di duri allenamenti sportivi, mentre spettinati capelli vermigli incorniciavano il suo volto, tuttavia al contrario della sorella possedeva due gemme cobalto che avevano fatto genuflettere ai suoi piedi diverse folle di ragazze…

Mentre Raven scioglieva l’abbraccio Seira rivolse una linguaccia ad entrambi i ragazzi.

Poi con uno scatto felino superò entrambi e disse << Muovetevi! Oppure arriveremo in ritardo!>>

I ragazzi sospirarono e aggiunsero in coro << sei tu la causa dei nostri ritardi…>>

Quando i  ragazzi entravano a scuola, volenti o nolenti, catturavano sguardi ammirati dall’intero corpo studentesco.

Le ragazze tentavano inutilmente di farsi notare da Kay e Raven, giustamente considerati i ragazzi più belli della scuola.

Tuttavia erano i ragazzi che tentavano di bearsi gli occhi della visione di Seira, totalmente inconsapevole delle occhiate focose dei suoi coetanei…

Occhiate che non sfuggivano a Raven, il quale con un’unica occhiata faceva gelare i loro ormoni impazziti.

<< Seira! Come stai?>> disse una ragazza facendosi largo fra la folla.

<< Gwen!>> Seira le corse felice incontro.

Gwen era amica dalle elementari con Seira, sembrava essere immune al fascino di Raven e Kay, anche se per quest’ultimo più volte arrossiva involontariamente senza farsi notare.

Possedeva un fisico minuto ma pur sempre slanciato, con i suoi occhi color giada e mossi capelli color del grano riusciva anch’essa ad irretire numerosi maschi, sempre respinti dalle occhiate fiammeggianti di Kay…

Tuttavia il suo carattere franco e sincero le aveva permesso di aggregarsi a quell’inossidabile triade.

La campanella segnò l’inizio delle lezioni, i quattro ragazzi ritrovandosi nella stessa classe si diressero a passo spedito alla comune meta.

 
I giorni passavano felici, senza nessun tipo di preoccupazione, ma naturalmente come noi tutti sappiamo nulla può durare per sempre, dato che quelle giornate spensierate sarebbero state sostituite presto dalle preoccupazioni, incertezze e batticuori che inevitabilmente l’adolescenza portava con se…

Tutto accadde in un bel giorno di primavera, Gwen e Seira stavano mangiando tranquillamente sul terrazzo, parlando del più e del meno, mentre Kay e Raven erano impegnati in un torneo di calcio.

<< Sai tenere un segreto?>> iniziò così un’imbarazzata Gwen.

<< Certo dimmi pure… Anche se penso di sapere di cosa si tratti… Kay giusto?>> sogghignò Seira…

L’amica sorrise involontariamente, Seira poteva essere impacciata e pasticciona, ma la sua sensibilità le permetteva di osservare o comprendere con occhio critico le persone a lei care, Gwen inclusa.

<< Mi piace, ma non credo di essere ricambiata…>>

<< Tu? Credimi, quell’imbranato di mio fratello non aspetta che una tua mossa. Dietro quell’aria strafottente nasconde un animo timido… O almeno lo spero per lui!>> sospirò Seira.

<< Dici? Allora non mi perderò d’animo, invece cosa mi dici di te? Novità con Raven?>> chiese maliziosa Gwen.

Per poco l’amica non soffocò con il panino…

<< Io e Raven? Stai scherzando, un maschiaccio come me con uno… beh… attraente come lui? Nah, mi vede come una sorella…>> disse Seira.

<< Non credo proprio, tu forse non te ne accorgi, ma quando parla con te mostra dei sorrisi sinceri, quando siete insieme si crea una tale atmosfera intima che impedisce a chiunque di avvicinarsi… Le ragazze sono molto gelose di questo fatto e i maschi
vedendoti con lui perdono ogni speranza, dato che non c’è concorrenza con Raven… eccezion fatta per Kay, ovvio…>>

Seira si alzò in piedi e sorridendo all’amica disse << credimi, Raven mi vede come un buffo anatroccolo! Ah, mi è finito il succo, devo andare a ricomprarlo…>>

La ragazza se ne andò di corsa andando a sbattere contro il fratello…

<< Kay, attento! Avete vinto la partita??>>

Il ragazzo le massaggiò dolcemente la testa << Hai dei dubbi? Comunque dato che vai a prendere da bere prendi qualcosa anche per me, sono disidratato!>>

Seira annuì con la testa e mentre fece per andarsene fece l’occhiolino a Gwen, che arrossì vistosamente.

Seira chiuse soddisfatta la porta mentre sentiva l’amica e il fratello parlottare animatamente fra di loro…

Amore? Lei non era fatta per quel genere di cose, men che meno con Raven.

Certo ogni volta che lo vedeva il cuore ballava ad una danza sfrenata, oppure se le accarezzava dolcemente la testa sentiva le guance in fiamme, tuttavia  era una storia impossibile…

Teneva troppo all’amicizia con il ragazzo, la sua presenza le era indispensabile e se per averla avrebbe dovuto rinunciare a ogni tipo di velleità amorosa l’avrebbe fatto!

Persa nei suoi pensieri si diresse al distributore di bibite, dove adocchiò poco lontano Raven intento a parlare con una spigliata ragazza mora.

Un dolore all’altezza del petto si insinuò in lei, gelosia forse? No, Seira l’avrebbe ignorato, pena la perdita di Kay!

<< Che ci fai sola, non c’è il tuo fratellone oppure il tuo bel tenebroso a proteggerti?>>

Immersa nei suoi pensieri, la ragazza non si era accorta che si era avvicinato Sky, un ragazzo che aveva posato su di lei i suoi occhi dall’inizio della scuola.

Con i suoi capelli fluenti color mogano, le sue iridi ambrate e un fisico scolpito dalla palestra, aveva collezionato diversi cuori, tuttavia per Seira rimaneva semplicemente un bel ragazzo, ma non le suscitava il minimo interesse.

Lo trovava divertente, questo doveva ammetterlo…

Alla battuta del ragazzo infatti Seira scoppiò in una fragorosa risata, mostrando un dolce sorriso ereditato dalla madre Fine.

<< Non ho bisogno di protezione, posso riuscire benissimo anche da sola nell’acquisto di due bibite…>> disse la ragazza guardandolo dritto negli occhi.

Sky prese il mento della giovane fra le dite e le sussurrò << Sei dannatamente attraente, ne sei consapevole? >>

I suoi occhi ambrati fissavano la giovane era incapace di rispondere, quando all’improvviso due forti braccia la tirarono a se, in maniera possessiva e violenta, diverso dal solito tocco gentile che usava.

<< Lasciala stare, non ti appartiene…>> sibilò Raven, mentre osservava il ragazzo con occhi inespressivi.

La ragazza sapeva bene che dietro a quell’inespressività si nascondevano un mare di emozioni  pronte a scatenarsi, tra cui la più tenuta, la rabbia…

Immediatamente si interpose fra i due ragazzi e disse << Raven!  Sky non  ha fatto niente che io non volessi! Lascialo stare, non sono più una bambina bisognosa d’attenzioni.>>

Il ragazzo lasciò immediatamente la presa, sgranò impercettibilmente gli occhi e infuriato disse << Dunque ti dichiari una donna matura… Ma non farmi ridere >> sottolineò l’ultima battuta con tono sarcastico.

Seira strinse i pugni, ma non fece i tempo a controbattere che il ragazzo le aveva già voltato le spalle, dirigendosi verso una meta sconosciuta.

La ragazza lo chiamò invano, perché Raven sembrò non reagire minimamente al richiamo dell’amica…

Disperata cercò di inseguirlo, ma Sky con un cenno di diniego della testa le disse di non seguirlo…

I giorni passavano, Raven mancò alle lezioni e la ragazza ad ogni sua mancanza sembrava le lacerassero un pezzo del suo martoriato cuore…

A casa Seira era disperata, la consapevolezza di aver ferito Raven era insostenibile.

Ma lei voleva solamente impedire che Raven si scagliasse su Sky, conosceva quello sguardo impassibile del ragazzo, sarebbero bastati pochi attimi e Sky avrebbe assaggiato una dolorosa lezione…

Un bussare alla porta…

<< Avanti…>> singhiozzò Seira.

Nella sua camera entrò Fine, visibilmente preoccupata per la figlia.

Dopo un sospiro si sedette sul letto e accarezzando dolcemente i capelli della figlia disse << cos’è successo con Raven?>>

La ragazza alzò la testa stupita.

<< Come fai a saperlo?>> disse fra le lacrime, interrotte per lo stupore.

<< Perché solo Raven è capace di tirare fuori questo tuo lato sensibile e malinconico. Fin da quando eravate bambini, ogni volta che bisticciavate tu scoppiavi in lacrime, era inevitabile!>> sospirò Fine.

<< L’ho ferito… Cosa posso fare? Io non voglio perderlo…>> disse Seira.

<< L’unica cosa è scusarsi, poi ho un dubbio… Ma questo solo tu puoi chiarirlo…>>

<< Quale?>> chiese la ragazza ormai calma.

<< Non vuoi perderlo come amico? Oppure provi un sentimento più profondo?>>

<< Io… Non voglio perderlo, se  il nostro rapporto dovesse incrinarsi non riuscirei ad andare avanti!>> urlò Seira.

<< Tesoro mio ti posso solo dare un unico consiglio… Non lasciare che le tue paure prevalgano sui sentimenti. Le tue incertezze chiariscile direttamente con Raven.>> le disse poi la madre con sguardo fermo prima di andarsene.

Seira alzandosi dal letto con rinnovata fiducia, scappando letteralmente da casa si diresse all’abitazione di Raven.

La casa vista dall’esterno sembrava disabitata, le luci spente, le tende chiuse, il silenzio che regnava sovrano…

Con mano tremante Seira suonò il campanello…

Nessuna risposta, era sul punto di andarsene quando la porta si aprì all’improvviso…

Seira si voltò rimanendo basita, Raven era appena uscito seminudo, i pettorali che nonostante il fisico giovanile erano ben marcati, i capelli umidi a causa di una probabile doccia che la ragazza aveva interrotto e occhi cerulei sbalorditi per la visita così improvvisa.

<< Posso entrare?>> chiese Seira cercando di nascondere il rossore…

<< Entra>> fu la lapidaria risposta del ragazzo.

La ragazza entrò timorosa, tanto da dimenticare di chiedere dove fossero i genitori di Raven, ovvero Grace e Ryan.

Con un cenno la fece accomodare sul divano, mentre come d’abitudine le preparò un tè caldo…

Seira si torturava nervosamente le mani, non sapeva come iniziare.

<< Allora? Che ci fai qui?>> le chiese in maniera perentoria.

<< Volevo scusarmi per come mi sono comportata, il mio comportamento è stato troppo brusco… Però l’ho fatto solo perché sapevo che avresti ceduto all’ira!>> disse Seira.

<< Quindi per proteggere Sky? Hai preferito ferire me piuttosto che lui?>> la sua voce era piatta mentre versava quel caldo liquido ambrato nella tazza.

<< No! La verità…>> sussurrò la ragazza.

La verità?

La verità è che l’unico pensiero che era balenato nella mente di sira è che Raven potesse ferirsi nello scontro con Sky, non aveva pensato neanche per un momento al suo “spasimante”.

L’atterriva la totale freddezza che aveva rivolto nei confronti di Sky, l’unico timore era quello che Raven potesse finire nei guai, solo quello l’atterriva.

Non si accorse mentre finalmente faceva luce sul suo cuore che il ragazzo si era posizionato dinanzi alle sue ginocchia…

<< Seira… >> sospirò affranto.

<< Dimmi>> disse la ragazza mentre lentamente accarezzava la scarmigliata chioma del ragazzo.

Non sapeva che cosa l’aspettava…

<< Io devo trasferirmi, la meta è New York. Dobbiamo farlo a causa del lavoro di mio padre, mi dispiace… >>

Silenzio…

Lentamente ricollegò ogni pezzo, la casa semi abbandonata, la mancanza dei genitori e quelle scatole di cui Seira all’inizio non aveva fatto minimamente caso…

<< Non piangere, non rendere tutto più difficile…>> disse il ragazzo.

Piangere? La ragazza si tastò il viso, sentì delle piccole stille a contatto con le dita, non se n’era nemmeno accorta…

Sembrava improvvisamente che il suo cuore avesse smesso di battere…

<< Non puoi farlo… Io ti…>> ora era disperata, scivolò sul corpo del ragazzo singhiozzando.

<< Non riesci neanche a dirlo? Sei proprio una bambina…>> le disse rubandole un bacio a fior di labbra.

La ragazzo saggiò le proprie labbra con le dita… Raven l’aveva baciata?

<< Perché non prendi sul serio i miei sentimenti? Non sono una sciocca, tu lo sai bene! >> urlò adirata Seira.

<< Sentimenti? Quali? Io riesco facilmente a dirti che ti amo, ma tu non puoi fare lo stesso… Solo il tempo farà germogliare questa… chiamiamola consapevolezza in amore. Se lo è naturalmente…>> disse dolcemente il ragazzo mentre asciugava con le
dita le lacrime che scorrevano dal viso della ragazza.

<< Per quanto starai via?>> sussurrò…

<< Forse qualche mese, oppure anni… non mi è concesso saperlo…>>

<< Perché non me l’hai detto? Volevi fuggire via? Valgo così poco per te?>> urlò Seira mentre inondava di deboli pugni in petto di Raven.

Il ragazzo si alzò, si diresse in camera nel più totale silenzio e dopo pochi attimi fece ritorno con una piccola scatola…

<< Ti sbagli, proprio perché sei la persona a cui tengo di più che volevo risparmiarti un tale dolore…>>

La ragazza aprì la scatola ritrovando fra le sue mani un ciondolo a forma sferica d’oro, se scosso all’interno si poteva udire un delicato suono…

<< Un richiamo degli angeli? Come facevi a sapere che lo desideravo?>> chiese Seira.

Mentre il ragazzo allacciò la catenina al collo le sussurrò<< tutto quello che ti riguarda non è mai un mistero per me…>>

Mentre altre lacrime scendevano sul volto della giovane, Raven unì nuovamente le sue labbra con quelle della giovane, incapace di resistere…

Questa volta il bacio non fu timido e casto come il precedente…

Mentre le lingue si incontravano bramose, Seira poteva sentire e provare sensazioni mai provate prima, così intense che si strinse ancora di più al corpo del ragazzo…

Ansimante Seira sussurrò << Fammi tua…>>

Lentamente scivolarono sul divano, continuando a baciarsi e toccare con mani bramose ogni lembo di pelle.

Mentre fuori la pioggia scrosciante non accennava a diminuire, i due giovani univano i loro corpi, consci che il giorno dopo avrebbero dovuto inevitabilmente separarsi.

Mentre il ragazzo dischiuse le gambe della ragazza, Seira disse << Promettimi che non riuscirai mai a dimenticarti di me!>> le disse fissandolo negli occhi.

<< Mai!>> disse il ragazzo mentre simultaneamente entrava nella femminilità della ragazza, strappandole acuti gemiti…

Quella frenetica danza dei sensi che i due giovani stavano compiendo, si concluse con l’appagamento di entrambi, che caddero sfiniti sul divano…

Seira chiuse gli occhi, mentre Raven le diede un ultimo bacio sulla fronte, accoccolandosi al suo fianco, cingendola fra le braccia…

 
Seira si addormentò, lasciandosi cullare da un sonno senza sogni, al suo risveglio trovò la casa buia e fredda, mentre invano chiamava il nome del ragazzo…

<< Raven>> disse con un singhiozzo, a cui seguirono una scia di lacrime amare…

Se n’era andato senza neanche un ultimo saluto…

<< Addio…>> sussurrò Seira…
 
Continua…


Allora? Che ne pensate? Vi prego siate super critiche! Ci tengo particolarmente a questo extra e vorrei sapere se sono riuscita a descrivere le emozioni dei personaggi!! Fatemi sapere… Ciaooo!!!
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** La fioritura dell'amore ***


.. E così egli non saprà mai quanto io lo ami; e ciò non perché sia bello, Nelly, ma perché lui è più me di me stessa. Di qualunque cosa siano fatte le anime, certo la sua e la mia sono simili: e quella di Linton è invece tanto differente dalla nostra quanto lo è la luna da un lampo, o il ghiaccio dal fuoco.
Emily Brontë
 
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La ragazza mentre tornava a casa era caduta come in trance.

Lo sguardo spento, gli occhi privi di lacrime da versare, il corpo indolenzito… l’unica prova che quella notte trascorsa non era stata un effimero sogno.

Appena varcata a porta di casa il padre l’aspettava furioso, le rivolse a gran voce domande che Seira non ascoltò neanche.

Shade dal canto suo incapace di comprendere cosa avesse la figlia, stanco per averla aspettata insonne un’intera notte e stufo del silenzio della figlia, le diede uno schiaffo, il primo della sua vita.

Il colpo sembrò risvegliarla, la ragazza si toccò la guancia indolenzita e le lacrime ricominciarono a scendere.

Tra i singhiozzi si gettò tra le braccia del padre, che totalmente spiazzato non potè far altro che accudirla fra le sue braccia, mentre Fine osservava rammaricata la scena.

Solo Kay taceva, incapace di emettere un fiato.

Ascoltava i singhiozzi della sorella, incapace di muoversi, non credeva che la partenza di Raven potesse devastarla in quel modo…

O forse… non voleva ammettere che quel ragazzo fosse riuscito ad occupare un posto così di rilievo nel cuore della sorella, alcova una volta dedicata solo per lui…

Giurò perciò a se stesso che mai la sorella avrebbe dovuto soffrire in quel modo, pena la perdita del sorriso della sorella.

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
 
3 anni dopo

Non aveva più versato una sola lacrima di fronte ai suoi familiari e Kay, la giovane sapeva quanto quelle sue esternazioni li sconvolgessero.

La bambina solare e sorridente era mutata, qualcosa in lei si era spezzato…

Ora il suo compito era raccogliere i resti della sua vita e andare avanti.

L’amicizia con Gwen l’aveva aiutata, la ragazza l’aveva sostenuta, infondendogli coraggio.

Kay si era fatto ancora più protettivo e ansioso nei suoi confronti, ma tollerava questo suo lato, poiché  Seira sapeva quanto si preoccupasse per lei.

Inaspettatamente Sky l’aveva assistita nei momenti più bui della sua adolescenza, quando la mancanza di Raven diveniva una stilettata al cuore la presenza del giovane leniva almeno in parte l’assenza.

Da quell’infausto giorno erano passati tre lunghi anni, le stagioni si erano susseguite implacabili mentre il cuore di Seira era ancora profondamente spezzato.

Non esiste separazione definitiva fino a quando c'è il ricordo

“Isabel Allende aveva proprio ragione…” disse stancamente Fine mentre si accingeva a imboccare il vialetto che conduceva al liceo.

Era al suo ultimo anno, camminava sola, perché dato che Gwen e Kay dopo numerose tribolazioni si erano fidanzati li lasciava percorrere il sentiero mattutino in privato.

Non voleva disturbarli mentre sorridevano e scherzavano felici, inoltre aveva la strana impressione che trattenessero sempre le loro esternazioni d’affetto, quasi i loro comportamenti amorosi la ferissero.

Il che non era neanche del tutto sbagliato, tuttavia anche lei non aveva nulla da invidiare, dato che era prossima a fidanzarsi con Sky.

Aveva preferito un placido affetto alla burrascosa passione…

A che pro aspettare?

Raven in quei lunghi anni non le aveva mai mandato una singola lettera, che senso c’era nell’aspettarlo fedelmente?

Lei non era un’eroina di quegli sciocchi romanzi d’amore pronte a tutto per la sua anima gemella, era solo una sciocca e fragile ragazzina troppo innamorata…

Mentre ricadeva in queste dolorose elucubrazioni, una folata di vento scarmigliò i suoi lunghi capelli vermigli.

Era cambiata in quei tre anni le sue forme acerbe tipiche della giovinezza si erano addolcite in morbide curve da donna, i capelli ora erano lunghi e setosi, tuttavia i suoi occhi vermigli esprimevano una costante malinconia spesso celata da sorrisi posticci.

<< Seira!>> la salutò Kay.

Anche il ragazzo era cresciuto, si era ulteriormente alzato, la sua voce era divenuta bassa e profonda, mentre il fisico ben sviluppato era messo in mostra da una camicia perennemente sbottonata.

Seira si voltò raggiante, poiché gli unici sorrisi che rivolgeva erano verso una ristretta cerchia, di cui l’adorato fratello faceva parte.

Dietro le spalle possenti del ragazzo fece capolino Gwen, che con i suoi ridenti occhi di giada, capelli fluenti e fisico tonico faceva perdere la testa a molti ragazzi, subito messi in riga dalle occhiate furenti di Kay.

Stava per raggiungerli quando un paio di braccia la avvolsero.

La ragazza si voltò immediatamente.

<< Ciao Sky!>> gli disse felice.

<< Come fai a riconoscermi ogni volta? Sei forse una strega?>> le chiese ridente.

<< Chi si potrebbe permettere certe libertà oltre a te? Sei un ingenuo>> disse sorridendo Seira.

<< Sai pensavo che questo pomeriggio potresti assistere alla mia partita di calcio, che ne dici? Così torniamo a casa insieme!>> disse Sky.

<< Va bene!>> rispose la ragazza.

La campanella suonò e per correre Seira inciampò malamente, ormai non c’era più chi la sorreggesse con il suo corpo.

<< Sei proprio goffa eh?>> disse Sky prendendola fra le braccia.

Un brivido la percorse, si dimenò immediatamente da quell’abbraccio che ancora non riusciva ad avere.

Sky le passò una mano sul viso, tuttavia la ragazza chiuse gli occhi, in attesa che il contatto finisse.

<< Sei strana oggi…>> la campanella interruppe la conversazione.

Il ragazzo si allontanò da lei con un sorriso, tuttavia come girò le spalle, gli occhi della ragazza si velarono di malinconia, dolore che non sfuggì a Gwen e soprattutto a Kay…

 
Pausa pranzo, terrazzo della scuola
 

<< Seira… io e te siamo amiche giusto?>> chiese Gwen.

Seira la guardò dubbiosa.

<< Dunque…>> continuò Gwen << voglio sapere, in tutti questi anni… Sei riuscita a dimenticare Raven? Non riesci più a sorridere, rifuggi ogni contatto con il genere maschile, persino il tuo fidanzato Sky! Qual è la verità?>> sospirò affranta la ragazza.

<< Sky non è il mio ragazzo…>> mugugnò Seira.

<< Non è questo quello che ti ho chiesto…>> continuò decisa l’amica.

<< Io…>> la campanella segnò l’inizio della partita di calcio.

<< Devo andare!>> disse Seira prima di fuggire.

Mentre la ragazza assisteva alla partita ripensava alle parole dell’amica…

Tipico di Gwen affrontare ogni problema in maniera diretta e risoluta, invidiava questo suo lato del carattere.

La verità?

Era semplice e chiara, aveva scelto Sky proprio perché era l’esatto opposto di Raven.

Era riluttante a concedere smancerie al ragazzo, poiché ogni volta che tentava un approccio irrimediabilmente il viso di Raven si sovrapponeva a quello di Sky.

Una codarda, ecco quello che era.

Incapace di andare avanti preferiva appoggiarsi alla dolcezza che il ragazzo le offriva.

Aveva perso ogni speranza, il suo cuore era immobile da quel fatidico giorno, sperava di riuscire a rialzarsi faticosamente, tuttavia era l’impresa più ardua della sua vita.

A fine partita Sky si offrì di accompagnarla a casa e Seira non poté rifiutare, poteva quasi considerarlo il suo ragazzo dopotutto.

Le passeggiate e gli appuntamenti erano sempre piacevoli, forse per la dolcezza che aveva nei suoi confronti o forse per l’affetto che trasudava dai gesti del ragazzo nei confronti di Seira.

<< Che ne dici se la prossima domenica andiamo a fare una bella gita nei boschi?>> chiese Sky.

<< Perché no? Proporrò questa “scampagnata” anche a Kay e Gwen!>> rispose la ragazza in maniera del tutto innocente…

Sky emise un sospiro affranto << intendevo io e te… In intimità ecco…>>

<< Oh…>>

Intimità?

Era pronta per questo?

<< D’accordo, perché no?>>

<< Perfetto!>> disse a settimo cielo Sky per poi stampagli un dolce bacio a fior di labbra.

Era ora di voltare pagina, giusto?

 
Il giorno dopo Seira era ancora pensierosa, forse era stata troppo affrettata …

Il suo telefonino vibrò nella tasca, tipico segnale dell’arrivo di un messaggio.

Siamo nella terrazza della scuola, corri subito… Ora!
Mi raccomando…
Preparati!

Era da parte di Gwen, perché tutta questa fretta?

Forse si era ferito Kay, ma perché la terrazza?

Corse a perdifiato, ignorando gli insegnanti che urlavano di fermarsi e di non correre nei corridoi.

Superò le rampe di scale, del primo e secondo piano, con un ultimo sforzo fece anche le scale del terzo piano, aprendo con foga la porta che conduceva al terrazzo.

<< Kai ti sei fatto male come al solito? E tu Gwen che cos…>>

Le parole le morirono in gola…

Kay e Gwen stavano parlando animatamente con un ragazzo che Seira aveva sognato fin troppe volte…

Raven…

Il tempo sembrò fermarsi, la ragazza incredula osservò i cambiamenti del ragazzo.

Si era alzato ulteriormente, il suo fisico era sicuramente asciutto e ben delineato, mentre il suo viso aveva assunto tratti adulti, i capelli corvini rimanevano scarmigliati, tuttavia gli occhi magnetici erano quelli di sempre.

<< Seira…>> la voce calda e roca, tuttavia esprimeva un freddo contegno.

Chi era quello sconosciuto?

Seira si avvicinò incerta senza proferire parola, accostandosi al suo muscoloso petto, quasi si sfioravano…

Era talmente sbalordita da non riuscire neppure a capacitarsi di cosa stesse facendo…

Saggiò con le mani sottili alcune seriche ciocche ribelli.

Il ragazzo la scrutò in maniera inespressiva, nonostante non sembrasse disdegnare il delicato tocco della ragazza.

I suoi occhi si posarono sul collo di Seira…

<< Lo porti ancora il ciondolo a quanto vedo… Non l’hai sostituito con un qualche accessorio del tuo ragazzo?>> le chiese in maniera glaciale.

Istintivamente la ragazza afferrò il ciondolo, visibilmente imbarazzata…

Quel pendente l’aveva accompagnata durante tutti quegli anni, come avrebbe potuto separarsene?

Era stato un suo regalo…

Inoltre perché la guardava con quello sguardo affilato come una lama?

<< Perché mi tratti così? Non ti fai sentire per anni, compari nella mia vita in maniera così improvvisa e mi guardi con quello sguardo così freddo, perché?>>

Era sull’orlo delle lacrime, mentre stringeva il ciondolo con forza, cose se potesse trasmettergli coraggio.

Dolcemente Raven le diede un affettuoso buffetto sulla guancia<< non piangere impiastro! Sai che odio vederti piangere!>>

<< Io non piango!>> urlò Seira mentre gonfiava le guance come era solita fare da bambina…

Voltandosi si accorse di un ulteriore presenza, ovvero di Sky.

Si avvicinò a Seira e cingendole le spalle si rivolse alla ragazza << ho informato a Raven che io e te stiamo insieme! Non è fantastico?>>

Ora era chiaro il motivo della freddezza.

<< Sky…>> sussurrò Seira.

Non fece in tempo a finire la frase che venne letteralmente trascinata via da Raven.

La condusse nell’infermeria deserta, la scaraventò dentro con malcelata grazia e chiuse la porta.

<< Sei impazzito forse?>> urlò la ragazza.

<< Ti sei dimenticata presto di me…>> sospirò Raven, mentre l’osservava con uno sguardo impenetrabile.

Dimenticata?

Seira rise sonoramente, stupendo persino sé stessa.

Il ragazzo di sedette sul letto, continuando a guardarla in maniera confusa.

Non riuscì nemmeno a schivarlo, uno schiaffo in pieno volto.

<< Dimenticata di te? Sei stato il mio incubo per più di tre anni, tremavo all’idea di addormentarmi per paura di sognarti. La tua assenza mi ha ucciso ogni giorno che passava! Non riesco nemmeno a scambiare qualche bacio con Sky che subito il tuo volto mi compare! >>

Le lacrime scorrevano inesorabili…

Raven assottigliò lo sguardo dinnanzi al pianto della ragazza, le afferrò il polso buttandola sul letto, per poi imprigionarla con il suo corpo.

<< Raven che cosa fai?>>

Non rispose, si limitò a leccare lentamente le lacrime della ragazza.

<< Non puoi comportarti così, non ti fai sentire per anni e poi…>> sospirò Seira.

<< Non potevo!>> disse il ragazzo incatenando gli occhi vermigli della ragazza.

<< Come avrei potuto sopportare la tua assenza sentendo ogni giorno solo la tua voce? Senza poter accarezzare il tuo corpo, specchiarmi nei tuoi occhi… Come?  Poi quando sono tornato ti puoi immaginare la sorpresa nello scoprire che ti eri fidanzata con Sky…>>
 
Seira non riuscì a controbattere dato che Raven le sigillò le labbra con un bacio vorace  e sensuale.

Dopo anni le loro lingue si incontrarono di nuovo fameliche, la ragazza faticava a ricordarsi di respirare, sia per i baci famelici che per il peso del ragazzo che la sovrastava.

Tentò inizialmente di dare qualche pugno sulla schiena del ragazzo,  tuttavia presto si avvinghiò alla sua camicia incapace di fermarlo.

Lentamente il ragazzo sbottonò la camicia della ragazza, depositando una scia di umidi baci sulla sua pelle, mentre gli mormorava << Sky ti faceva ansimare in questo modo?>>

Tuttavia all’improvviso delle voci provenienti dal corridoi riportarono Seira alla realtà, con uno sforzo sovrumano scostò Raven da sé e corse a perdifiato, per cercare di allontanarsi il prima possibile da quella tentazione così forte.

………………………………….

Gwen scoppiò in una fragorosa risata al racconto dell’amica.

<< Non è divertente…>> sospirò Seira.

<< Tu dici? Non sei proprio riuscita a resistergli… Come nei romanzi rosa! La passione travolgente, il distacco, il ricordo… Direi che c’è proprio tutto!>>

<< Gwen!>> urlò oltraggiata Seira.

<< Dimmi la verità, l’hai fermato perché lo trovavi ingiusto nei confronti di Sky o perché avevi paura che ti scoprissero?>> chiese con un sorriso sornione Gwen.

Deglutì rumorosamente…

La verità?

Non aveva nemmeno pensato a Sky, Raven in pochi attimi aveva spazzato via il mondo circostante.

Quei baci, quelle carezze…

Erano ciò che la ragazza aveva bramato in tutti quegli anni.

<< Mi sento un mostro senza cuore…>> disse infine amareggiata.

<< Un mostro? Solo perché hai cercato di andare avanti? Non credo proprio… Sky è il primo che è consapevole dell’attrazione tra te e Raven.>>

<< Dici? >> disse stupita.

<< Seira devi sapere una cosa, non sei brava a nascondere i tuoi sentimenti. Quando hai rivisto Raven sulla terrazza hai escluso il mondo circostante, il vostro legame è indissolubile. Chiunque se ne potrebbe accorgere, ho dovuto trattenere Kay perché è
un inguaribile geloso, tuttavia non credere che Sky non se ne sia accorto.>>

<< Io…>>

Fu interrotta dall’amica << Non affrettare le tue conclusioni, aspetta che siano i tuoi sentimenti a risponderti chiaramente!>> disse, per poi condurla in classe dato che la campanella era suonata da un pezzo.

………………………………………

<< Non affrettare le tue conclusioni, aspetta che siano i tuoi sentimenti a risponderti chiaramente!>>

Facile a dirsi difficile a farsi si disse Seira mentre rimetteva in ordine la classe a fine lezioni.

Naturalmente con chi era capitata?

<< Sky hai buttato i sacchi della spazzatura? E tu Raven sbrigati a pulire la lavagna>>

Che fortuna…

I due ragazzi si guardavano con sguardo freddo e calcolatore…

Tento di smorzare i toni facendo qualche battuta, ma nessuno dei due accennava ad una misera smorfia, sfortuna volle che inciampò proprio con la scopa.

Chiuse gli occhi in attesa di un tonfo che non arrivò mai.

Qualcuno le cinse la vita, intrappolandola fra le possenti braccia…

Nonostante fosse a occhi chiusi, percepì un odore di dopobarba muschiato fin troppo familiare…

<< Grazie Raven…>> disse arrossendo e socchiudendo gli occhi.

<< Impiastro…>> gli rispose di rimando scompigliandole i capelli.

<< Allontanati da lei!>> urlò Sky.

Era visibilmente innervosito da quella scenetta, inoltre un tremore incontrollato pervadeva il suo corpo.

<< Altrimenti?>> un tono di sfida da parte dell’altro.

<< la pagherai cara…>> rispose di rimando.

I toni cominciavano a surriscaldarsi, Seira doveva intervenire, si mise fra i due ragazzi pericolosamente vicini.

<< Smettetela!>>

<< Seira dimmi la verità, mi hai mai veramente amato? >> chiese affranto Sky.

<< Mi hai aiutato a superare la tristezza che Raven aveva lasciat…>>

Non riuscì a finire…

<< Te lo spiego io …>> disse Raven, sedendosi su un banco.

<< Sei mai arrossita se ti guardava negli occhi? Ti faceva perdere la testa se ti baciava? Oppure un rossore ti imporporava le gote se ti si avvicinava? Oppure… Ti sei mai concessa a lui dimenticandomi completamente? Questo è il tipo di amore che lui vorrebbe…>> disse lapidario.

Seira prese le mani di Sky, prese un sospiro e disse << Mi hai aiutato standomi vicino e infondendomi coraggio, ma la nostra era solo un’amicizia, nient’altro… Mi dispiace…>>

<< Quando ti baciavo non provavi nulla?>>

<< …>>

Quel silenzio valse più di mille parole, Sky uscì di corsa dalla classe, incapace di sopportare ancora un tale dolore.

<< Sky!>>

Seira tentò di seguirlo, volendo lenire il suo dolore ma fu bloccata da Raven.

<< Lascialo andare, ormai hai scelto…>>

Seira facendosi cullare dal calore del corpo del ragazzo scoppiò a piangere.

<< Rimpiangi la tua scelta?>>

<< Non avrei voluto arrecare un tale dolore, ma non posso farci niente, io ti amo…>> disse fra le lacrime.

<< Dunque questo sentimento è sbocciato in amore, non hai più dubbi?>> chiese con voce roca Raven, mentre già pregustava le labbra di Seira.

<< Il mio cuore ti ha scelto molto prima che io ne venissi a conoscenza…>> disse Seira, allacciando le braccia dietro al collo di Raven e baciandolo con trasporto, mentre Raven la stringeva ulteriormente incatenandola per sempre con il calore del suo corpo.
 
THE END
 
Finalmente la fine, che ne dite? Troppo sdolcinata vero? Tuttavia credo che ogni tanto sia utile un pizzico di dolcezza! Commentate, voglio sapere le vostre opinioni!! Ciaooo!!

P.S.= Scusate se non faccio un capitolo extra con Fine e Shade, ma per farmi perdonare ho già una nuova avventura per i miei due personaggi preferiti! Vi saluto di nuovo, a presto!
 

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