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Kinda lose your sense of time
'Cause the days don't matter no more
All the feelings that you hide Gonna tear you up inside
You hope she knows you tried
Follows you around all day
And you wake up soaking wet
'Cause between this world and eternity
There is a face you hope to see
You know where you've sent her
You sure know where you are
You're trying to ease off
But you know you won't get far
And now she's up there
Sings like an angel
But you can't hear those words
And now she's up there
Sings like an angel
Unforgivable Sinner
You've been walking around in tears
No answers are there to get
You won't ever be the same
Someone cries and you're to blame
Struggling with a fight inside
Sorrow you'll defeat
The picture you see it won't disappear
Not unpleasant dreams or her voice you hear
You know where you've sent her
You sure know where you are
You're trying to ease off
But you know you won't get far
And now she's up there
Sings like an angel
But you can't hear those words
And now she's up there
Sings like an angel
Unforgivable Sinner
Maybe one time lost
But now you're found
Stand right up before
You hit the ground
Maybe one time lost
But now you're found
Stand right up before
You hit the ground - hit the ground
You know where you've sent her
You sure know where you are
You're trying to ease off
But you know you won't get far
And now she's up there
Sings like an angel
But you can't hear those words
And now she's up there
Sings like an angel
Unforgivable Sinner
(Lene
Marlin-UnforgivableSinner)
(nota:
la traduzione la potrete trovare nell’ultimo capitolo)
CAPITOLO
PRIMO:
“Imperdonabile
Peccatore”
(§°Deidre°§)
Sprofondò nel sedile
posteriore appena riconobbe il paesaggio, in totale panico.
Come se fin’ora
non si fosse reso conto di ciò che stava succedendo.
Erano passati
vent’anni da quel giorno di metà settembre in cui aveva abbandonato il suo
cuore per lasciare che il suo amore vivesse una vita normale.
Per vent’anni la
tentazione di tornare da lei, la sua Bella, era stata forte, a tratti
insopportabile.
Ma si era
trattenuto. Aveva resistito nella sua folle convinzione che per lei sarebbe stato
meglio così.
Ma alla fine,
quando i suoi famigliari glielo avevano proposto, aveva ceduto alla tentazione
di rivederla almeno per un’ultima volta.
Non sarebbero
tornati a Forks ufficialmente, nessuno avrebbe saputo
del loro ritorno, non era concepibile. Come avrebbero spiegato a quei fragili
umani il fatto che non erano cambiati di una virgola?
La scusa per
quel ritorno in incognito era il semplice fatto di dover tornare a prendere le
loro cose, prima di trasferirsi altrove.
Era tempo di
tornare a vivere stabilmente in un’altra piccola cittadina dimenticata da
tutti, su al nord.
Anche se per lui
la parola vivere sembrava così ironica.
-Tutto bene?
Esme si voltò a
guardarlo dal sedile anteriore.
-Si, bene.
Si allungò tra i
sedili dove erano seduti i suoi genitori e alzò il volume della musica poi si
risedette e ricominciò a guardare fuori dal finestrino.
Nessuno dei due
insistette. Avevano da tempo perso le speranze di ritrovare l’Edward di un
tempo.
Ma la cosa era
stata irritante anche per lui.
Si, forse per i
suoi familiari vederlo impassibile, non sentirlo più parlare, suonare, non
vederlo più sorridere era stato difficile.
Ma da parte sua
sentire tutti i loro pensieri preoccupati all’inizio, poi frustrati e irritati col
passare del tempo era stato peggio.
Con gli anni,
però, ci avevano fatto tutti l’abitudine. O almeno per lui era così.
Non gli
importava più nulla di ciò che pensavano di lui, niente aveva più importanza.
Carlislesbattè la portiera della macchina e si accorse che erano
arrivati.
Smontò. Dietro
di loro si fermò la macchina con il resto dei suoi fratelli.
Li ignorò e si
guardò attorno.
La casa era come
la ricordava ed anche la foresta. Impaziente aspettò che Carlisle
aprisse la porta e si fiondò nella sua camera.
Lo stereo, i cd,
il divano, era tutto come l’aveva lasciato. Con la coda dell’occhio gli parve
di rivederla immersa negli scaffali con la sua collezione di cd.
-In che ordine gli hai sistemati?
Scrollò le
spalle e tornò alla realtà.
Chissà com’era diventata.
Se si era
sposata.
Se era felice.
Sorrise
amaramente tra se e se. Non sapeva nemmeno se viveva ancora a Forks.
Forse era
tornata dalla madre in sua assenza.
O forse,
sussurrò una vocina nella sua mente, era andata a vivere con suo marito.
Ma perché questo
pensiero lo infastidiva?
Non era stato
forse lui a lasciarla? Non le aveva forse detto di dimenticarlo?
-Posso?
Preso com’era
dai suoi pensieri non aveva nemmeno sentito bussare.
-Entra, Alice.
-Mmm, non hai
nemmeno cominciato a preparare la tua roba.- Si
sedette di fianco a lui.
-Non ci metterò
molto.
-Tranquillo,
rimarremo qui un paio di giorni. Dobbiamo prima decidere dove ci trasferiremo,
organizzare tutto.
-Cos’è, l’avete
fatto a posta?- La mia voce risultò più amara di ciò che avrei voluto. In
fondo, loro mi volevano bene.
-Esattamente- ribattè Alice ostinata. La guardai stupito, poi ridacchiai,
mio malgrado.
-Sei sempre la
solita.
Il sorriso svanì
dalle sue labbra. –Tu no.
Mi voltai
dall’altra parte.
-Sei venuta solo
per curiosare?-Tornai a guardarla, la mia maschera imperturbabile mi ricopriva
di nuovo il viso.
-In verità noi
andiamo a fare una partita. Arriva un temporale ed è da secoli che non
giochiamo. Così sono venuta a prenderti.
-No, grazie. Non
credo che…
-Ora basta!
Edward Cullen smettila di pensare solo a te stesso! Esme è distrutta, Carlisle anche
peggio. Con molta probabilità tra qualche ora la vedrai e ti metterai il cuore
in pace. Tutto questo l’hai deciso tu, ma è tempo che ti prenda le tue
responsabilità. Ed ora muoviti, gli altri sono già partiti.
La vidi alzarsi
e tenere aperta la porta. Non lo dimostravo, ma le sue parole mi avevano
colpito. Senza dire una parola, la seguii.
Quando arrivammo
allo spiazzo Emmett mi lanciò uno sguardo sorpreso,
mentre Esme sorrise di gioia.
Presi posto
velocemente, imbarazzato. Non me ne ero accorto, davvero avevo provocato loro
tanto dolore?
Non osai alzare
lo sguardo su Carlisle, in quel momento mi vergognavo
troppo.
Il cielo tuonò e
la partita ebbe inizio.
Forse non lo
volevo ammettere, ma un po’ cominciavo a divertirmi. Mi stupii di riuscire così
bene a fingere che tutto fosse tornato normale.
Cominciai a
prendere in giro Emmett e Jasper mi diede man forte.
Presto l’imbarazzo di tutti si sciolse e tornammo per qualche ora ad essere
spensierati come un tempo.
Eravamo pari,
quando Alice battè un fuoricampo sensazionale. Carlisle corse a recuperare la palla, ma a quel punto sia
io, fermo in seconda base, che Alice riuscimmo a completare il giro.
Carlisle tornò solo un
secondo dopo e sorrise rassegnato.
Fu in
quell’istante che la voce rotta di Esme raggiunse le
nostre orecchie.
-Oh Dio.
Corremmo tutti
verso di lei e in un secondo la raggiungemmo. Ma lei non badò a noi, il suo
sguardo era perso nella radura.
Lo seguii e
rimasi senza fiato.
A pochi passi
dalla foresta se ne stava lei, bella e giovane esattamente come la ricordavo.
Solo i capelli
sembravano un po’ più chiari, ma per il resto era identica, identica come nei
miei ricordi, come nei miei sogni.
Fu Emmett a dar voce ai miei pensieri, ai pensieri di tutta la
mia famiglia.
Eccovi il
secondo capitolo…Grazie mille per le recensioni!
Ora scoprirete
se è Bella o no, spero di non deludervi ma la storia ha un suo seguito.
Premetto alle fan di Bella ed Edward di non scoraggiarsi.
Un bacio e tanti
ringraziamenti a: Elychan, Loner,
Missleep, SamaCullen,
greta91, Missy16, sq1ddy, Selene89 (se vuoi leggere di Bella che si trasforma
in qualcosa di interessante ti consiglio l’altra mia fic,
New Born…^.^), Amy89.
CAPITOLO
SECONDO:
“Il piccolo
Edward”
(§°Deidre°§)
A pochi passi
dalla foresta se ne stava lei, bella e giovane esattamente come la ricordavo.
Solo i capelli
sembravano un po’ più chiari, ma per il resto era identica, identica come nei
miei ricordi, come nei miei sogni.
Fu Emmett a dar voce ai miei pensieri, ai pensieri di tutta la
mia famiglia.
Eppure
era lei. E, come se vent’anni non fossero passati per nulla, era esattamente
come prima.
Come se avesse
ancora diciotto anni, che fosse diventata…?
Fu come se il
mio cuore si fosse fermato una seconda volta. La mia fantasia sfrecciava
libera, piena di speranza, ma un pensiero di Carlisle
mi attraversò la mente, abbattendo ogni mio sogno.
Non l’abbiamo sentita arrivare. Eppure le sue guance
sono rosse, è umana. Com’è possibile?
La fissai. Carlisle aveva ragione, Bella era arrossita appena ci aveva
visti.
Alice non si
trattenne, le andò incontro fermandosi a pochi centimetri da lei.
-Bella. Bella,
sei tu? Mi sei mancata tantissimo.
Si avvicinarono
tutti, anche io. Non mi sembrava possibile.
Volevo
riabbracciarla, riprenderla con me, dirle che non era cambiato nulla, che ero
stato un idiota, che ero tornato solo per lei.
Lei sembrava
molto sorpresa, aprì la bocca ma non ne uscì nessun suono. La richiuse.
Il suo odore mi
colpì, buono e dissetante come lo ricordavo. No, non proprio. Era più dolce,
più solleticante e brioso. Forse meno dissetante e più zuccherino. Ma non ci
feci caso, la lontananza doveva aver sbiadito i miei ricordi.
Bella ci guardò
uno ad uno, poi il suo sguardo si posò su di me e vi rimase per alcuni secondi
in più degli altri.
Avrei voluto
spiegarle tutto, avrei voluto chiederle tante cose, avrei voluto abbracciarla e
baciarla come un tempo, ma rimasi immobile, incapace di qualsiasi cosa.
E lei cominciò a
saltare e ridere.
-Lo sapevo!! Lo
sapevo, lo sapevo!!- Si fermò solo per guardarci un’altra volta, il viso
pervaso dall’euforia. –Voi siete i Cullen. Davvero,
siete i vampiri, esistete davvero!
Emmett aggrottò le
sopracciglia. –Certo che esistiamo. Non ti ricordi di noi?
Si fermò di
colpo.
-Come? Oh, oh
no. Credo che mi abbiate…
-Andiamo a
casa???
Con grande
sconcerto di tutti dalla foresta spuntò un bambino con i capelli biondi e gli
occhi…si, gli occhi della mia Bella. Aveva anche le sue stesse labbra, carnose
e rosse e la pelle chiara.
Tornai a
guardare la ragazza che ci stava davanti e notai che aveva gli occhi verdi.
Ero confuso.
Il bambino
trotterellò fino alla ragazza che lo prese in braccio e lo cullò. Avrà avuto si
e no quattro anni. Mentre, solo ora, notai che lei non dimostrava più di
quindici anni, forse sedici.
La guardammo
allibiti.
-Chi ciono?
-Ehm,
escursionisti.
-Il nonno,
toniamo dal nonno?
-Si, andiamo ci
starà aspettando. Tu vai a prendere i tuoi giochi e mettili nella borsa.
Il bambino ci
guardò un’ultima volta e poi tornò verso la foresta. Anche il suo odore
assomigliava a quello di Bella, ma misto ad un altro odore che non gradivo
molto. Mi pizzicava le narici.
-Mi dispiace di
avervi interrotti ma io, io non credevo che voi esistesse veramente. Cioè, in
qualche modo ci speravo, ma se avessi saputo…
I suoi occhi
splendevano eccitati. Poi di colpo entrai nel suo campo visivo e la sua
espressione si trasformò.
Era rabbiosa,
indignata.
-Tu! Come hai
potuto fare una cosa del genere a mia madre? Non hai idea di come abbia passato
gli ultimi anni…
-Andiamo?
La ragazzina
sistemò i capelli ed assunse un’aria composta.
-Beh, piacere di
avervi conosciuti. Vieni Edward, torniamo a casa.-
Afferrò la manina paffuta del bambino, che si girò a salutarci con la manina
libera e poi scomparvero nella foresta.
Per un po’
nessuno parlò. Nemmeno quando tornammo a casa nessuno ebbe il coraggio di
rivolgermi la parola. Cercavano perfino di trattenere i pensieri, cosa in cui
riuscivano tremendamente male.
Ma non potevo
biasimarli. Per tutta la notte rimasi a guardare fuori dalla mia finestra e
appena le prime luci dell’alba mi raggiunsero saltai fuori senza farmi vedere e
corsi, corsi fino a Forks e mi arrampicai su per
quella finestra che tanto tempo fa mi era molto familiare.
Lei era lì, nel
suo letto. Mi pervase il sollievo, non potevo mentire a me stesso, un po’ ci
speravo.
Mi sedetti sulla
sedia a dondolo, rimasta proprio dove la ricordavo e guardai la stanza.
Vicino alla
porta c’era un piccolo lettino dove dormiva -che strano pronunciarlo anche solo
nella mia mente- il piccolo Edward e sulla scrivania c’era un computer di
ultima generazione. Il resto era rimasto com’era, compreso il piccolo lettore
cd con le cuffie.
Mi sentivo bene,
anche se non avrei dovuto, perché sentivo che Bella, dando quel nome a suo
figlio, non mi aveva mai dimenticato. Anche se si era sposata ed aveva dei
figli, non mi aveva dimenticato.
Subito quelle
felicità fu sostituita da un forte senso di repulsione per me stesso. Come
potevo pensare una cosa del genere?
Avevo segnato la
sua esistenza e l’avevo condannata fino alla sua morte.
A cosa era
servito fuggire via da lei? A nulla, lei pensava ancora a me, non era comunque
riuscita a farsi una nuova vita senza lasciare il passato alle spalle.
-Che ci fai qui?
Alzai gli occhi
verso il letto e vidi la ragazza che mi guardava.
-Il fatto che mia
madre ti lasciasse dormire con lei non significa che puoi violare anche la mia
privacy.
Mi veniva da
ridere, anche nei modi di fare assomigliava tanto a lei.
-Mi dispiace,
non era mia intenzione, me ne vado.
-Aspetta! Non
andare, ho un sacco di cose da chiederti e da raccontarti.
-E’ meglio di
no- dissi poco convinto –è uno sbaglio essere qui. Non avrei nemmeno dovuto…
-Oh, ma la
pianti? Sempre a pensare a te stesso. Invece mi starai a sentire, bello, che tu
lo voglia o no ti troverò.
La tentazione era
grande, ma a malincuore le sorrisi e mi avvicinai alla finestra.
-No, dimenticati
di me. E non dire nulla a tua madre, voglio che continui a vivere come sempre.
Saltai dalla
finestra e corsi verso casa.
Eppure sentii un
urlo soffocato mentre saltavo.
-Brutto idiota
di un…- Non riuscii a sentire il resto, ero già troppo lontano.
Mi fiondai in salotto ed accesi la televisione solo per
ricordarmi che l’abbonamento era scaduto già da tempo. Spensi ed afferrai un
libro.
Non prestai attenzione alle occhiate stupite e un po’
spaventate degli altri, volevo solo occupare la mente in qualche modo.
Alla ventiduesima pagina mi accorsi che il libro che avevo
tra le mani era Cime Tempestose, uno dei suoi preferiti.
Lo buttai sul divano e mi alzai per andare a sedermi davanti
al piano.
A quel punto gli occhi di tutti erano su di me, ma non vi
badai.
Preparai il piano, lo accordai, ma non suonai nulla. Mi ero
appena deciso a eseguire un piccolo motivetto quando il campanello suonò.
Ci voltammo tutti verso Alice, badando a non fare rumore.
Non potevamo farci scoprire.
Lei chiuse gli occhi, più volte, ma non sembrava vedere
nulla. Ci guardò, spaventata e frustrata.
-Sono io!- Urlò una voce dal pianerottolo.-Se non volete
aprire mandatemi fuori quello stupido!
Al che, Carlisle corrugò le
sopracciglia e andò ad aprire la porta.
-Prego, entra.
-Grazie.
Dalla porta entrò la ragazzina, tutta infreddolita e
ricoperta di neve. Fuori infuriava una sorta di bufera.
Si tolse il berretto e la sciarpa, infilò i guanti in tasca
ed aprì il paltò nero che indossava, solo per richiuderlo poco dopo, quando
capì che non c’era il riscaldamento.
Eravamo tutti immobili, intenti a seguire le sue buffe
procedure. Lei alzò gli occhi, passando in rassegna i presenti fino ad
individuarmi.
Mi guardò con uno sguardo intriso di irritazione e vittoria
allo stesso tempo.
-Te l’avevo detto che ti avrei trovato, razza di stupido.
In quel momento Emmett cominciò a
ridere a crepapelle, come nessuno di noi faceva da molti anni.
-E’…è identica a sua madre, oddio.
Anche gli altri risero, ma quando la consapevolezza tornò
tra noi smettemmo, uno dopo l’altro.
La ragazzina se ne stava in mezzo al salotto, indecisa e con
la fronte corrugata. Ci guardava come se fossimo impazziti.
Alice le si avvicinò e le prese le mani affettuosamente.
-Vieni a sederti.
Ci sedemmo tutti in soggiorno, nei divani praticamente
nuovi. Quello più a disagio ero io, seguito a ruota dalla ragazzina.
Cercai di calmarmi.
-Ehm…io…ero venuta per parlare con lui.
Mi indicò ed il suo sguardo da riluttante si accese in una
infuocata irritazione.
-Mi sembrava di essere stato chiaro questa mattina…-
-Anche io!- Saltò su a sedersi, le guance accese, gli occhi
scintillanti. –Ti intrufoli nella mia camera all’alba senza il mio permesso e
pretendi anche di andartene come se niente fosse? Lasci mia madre in un modo
idiota e non stai neanche ad ascoltare ciò che devo dirti?
Cominciava ad irritare anche me, quella ragazzina. Mi
protesi anche io verso di lei.
-Non sono affari tuoi, tu non centri!
Si fece pallida in un solo secondo.
-Non sai nemmeno di cosa parli, certo che centro!
-No, non centri. Essere sua figlia non ti da il permesso di
venire qui. Non mi conosci nemmeno.
-Edward!- Esme
cercò di fermarmi ma non ci riuscì.
-Non sai nemmeno di cosa parli.- Infierii.
Gli occhi della ragazzina si riempirono di lacrime, ma le
trattenne.
-Sei tu che non sai di cosa parli. Credi che se potesse lei
non sarebbe qui, razza di idiota? Le hai negato la possibilità di dirti addio,
hai ignorato i suoi sentimenti e non ti sei più fatto rivedere. Credi che lei
sia stata bene?
-Non vedo cosa le impedisce di venire qui, può venire quando
vuole, non la mangerò.- Risposi sarcastico.
-Razza…di…stupido…non capisci?-Cominciò a piangere, silenziosamente. -Ero
venuta fin qui per darti il messaggio che lei non ti potrà mai riferire.
Gliel’ho promesso, ma tu non lo meriti. Solo lei ci credeva, ma ora lo vedo
anche io. Hai davvero smesso di amarla.
Si alzò e fece per prendere il cappotto, ma Alice la fermò.
-Aspetta, non andare, ti prego. Siamo tutti sconvolti,
credici.
Mi fulminò con lo sguardo.
Sospirai. – Mi dispiace. Davvero.- Aggiunsi per convincerla e
per non farmi uccidere da Alice ed Esme.
La ragazzina si lasciò trasportare di nuovo sul divano di
fronte al mio e si risedette di fianco ad Alice.
-Come ti chiami? Quanti anni hai?- Le chiese quella.
La ragazza arrossì.
-Ho sedici anni, mi chiamo…come te.-
sussurrò.
Le emozioni che si susseguirono negli occhi di Alice erano
le stessa che provai io.
-Davvero?
-Si, mi chiamo Alice ElenBlack. Non vi ha mai dimenticati, nessuno, vi voleva bene.
La sua voce era un sussurro. Teneva lo sguardo basso,
imbarazzata.
-Però voi chiamatemi pure Elen, a
casa mi chiamano così. Almeno non farete confusione. E poi…
-E poi?- La incitai io.
Sospirò.
-Nessuno tranne mamma mi ha mai chiamata Alice, papà non
avrebbe voluto che io e mio fratello ci chiamassimo così. Non gli stavate molto
simpatici.
-Tuo padre? Non conoscevo nessun Black.
-Si invece, Jacob Black, della
riserva. Lui è un vostro nemico mortale, non avete idea di quante volte me l’ha
ripetuto.
-Capisco.- Mormorò Carlisle.-E’
per questo che non possiamo avvertire la tua presenza. Tuo padre discende dai
licantropi.
-No, mio padre era un licantropo. Quando ve ne siete andati
il meccanismo era già in moto, si sono trasformati tutti in licantropi. Ed è
stato utile in fondo, sennò mamma non sarebbe sopravvissuta per colpa di quella
Victoria.
-Victoria?
-Si, la vampira che si voleva vendicare su mamma per colpa
tua.
E cominciò a raccontare. Di come Victoria aveva minacciato
Bella per colpa mia, di come Bella, per sopravvivere, avesse dovuto mettersi
nelle mani dei licantropi. Di come alla fine si era decisa a sposare quel
licantropo, Jacob.
Di come era….morta, nel dare alla luce il piccolo Edward. E
di come suo marito avesse ucciso violentemente Victoria, nel tentativo di spegnere
la sua rabbia. Ma non c’era riuscito ed aveva preferito non mettere a rischio
la vita dei figli.
Da quel giorno lei e suo fratello avevano vissuto con il
nonno Charlie, il padre di Bella. Billy era morto anche lui, di vecchiaia,
pochi mesi prima. Loro andavano a trovare il padre ogni fine settimana, giù a
La Push.
Quando finì di raccontare nessuno parlò. Personalmente, io
non riuscivo a farlo, anche se avevo molte domande. Le repressi tutte, ero
troppo depresso e sconvolto.
-Io, è meglio che vada o Charlie si insospettirà. Però
Edward…-pronunciò quel nome con esitazione e forse un po’ di paura.-…dovrei
veramente parlarti, prima che te ne vada. Per favore, fallo per la mamma. Fallo
per Bella.-
Non aspettò una risposta, si rivestì ed uscì salutando debolmente.
-Vuoi un passaggio, cara?- Esme si
sporse dalla porta.
-No grazie, non c’è problema. Torno sempre a casa da sola
quando passeggio nei boschi.
Eccomi qui! Sorprese? Eh, ma la storia è appena cominciata!
Un solo appello ai lettori: NON SCORAGGIATEVI!
Sono felice che vi piaccia, ma soprattutto voglio
ringraziare:
Missy16: cavoli, sei perspicace mia adorata lettrice…si, è
morta…^^’ GRAZIE COMUNQUE!
Amy89: Mi hai scovata, eh? Vabbè….tanto
la storia è quella….sono felice che ti sia piaciuta…ma non fare spoiler, voglio
tenere gli altri lettori di efp sulle spine, eh eh!
Aras: Sono d’accordo con te…meglio
Bella. Ma dovrà capirlo anche Edward….un kiss!
FrancyChan: Sono contenta che t’intrighi
anche se Bella non è un vampiro…GRAZIE! Non demoralizzarti con questo capitolo…
Selene89: In effetti….era sposata…prima di morire (XDXD e ha
fatto la battutina scema). Cmq, mi rammarica sapere che non ti convince, mi
dispiace…spero che vorrai leggere lo stesso come andrà a finere,
perché non è ciò che ci si aspetta.
Loner: Mi dispiace ma Missy aveva ragione ^^. Cmq non è il nipote, ma il figlio…
SamaCullen: C’hai azzeccato. Si
Bella non è viva e si sono suoi figli…Beh, che dire…GRAZIE DI
TUTTO!!! Continua a leggere!!!!!! Kisses.
Kiakkina: Wow, un assemblato di k
il tuo nick, che forte! Ok, torniamo a noi….si,
Edward fa un po’ pena…e Alice è la migliore, vero? GRAZIE!! Alla prossima…
Eccomi qui…scusate, ho avuto problemi di connessione. D’ora
in poi posterò un capitolo ogni due giorni (se però non lo vedete vuol dire che
ho problemi col modem…pazientate ^.^).
Siamo ormai a più di metà fic…evviva
^.^
Grazie mille per le recensioni positive a:
Missy16: In
effetti è un po’ confuso e no, non è decisamente possibile che sia figlia di
Edward…non in questa fic almeno…Grazie della
recensione!
Selene89: Guarda,
non preoccuparti, anche io adoro le storie romantiche (Edward&Bella
4 Ever). *.^!
Grazie e un kiss!
Amy89: Si, hai
ragione….è un po’ drammatico per i due che però non se ne rendono ancora conto…BACIONI!!
FrancyChan: No che non devi demoralizzarti!!! XD
Vedrai…andrà tutto…ehm, bene?
Giuggiolina: Grazie!! I tuoi complimenti mi fanno
sciogliere….Kiss!
Aras: E lo chiedi a me come si fa senza
Bella? Mi sono scervellata pure io ma la fic mi è
venuta così…però se vedi…la sua presenza c’è sempre…
Puffoletta: Wow…grazie!!!! Mi fa piacere che ti
piaccia ed i tuoi complimenti mi mandano in brodo di giuggiole!!!!!
GRAZIE!!!!!!!
Kiakkina:
Calmati….si, Edward fa un po’ la figura dell’idiota…ma spero che si redimerà…cmq
non è detto che Edward ed Elen…cioè….eh…un bacio!!
Sdobby: Eccoti qui un altro capitolo…contenta?
Grazie per la bella recensione…
Loner:ops, ti sei
ripresa dagli infarti? XD Spero di riuscire a farti riprendere (così poi ti
verranno altri infarti…scherzo!!) Kisses!
SamaCullen: E’ che preferivo Jacob a Mike per
esempio….però nemmeno io sono così patita di Jacob (*premedita vendetta*). Non
dico altro. Smak!
Buffy1229: Eh,
penso che per il messaggio dovrai aspettare (poco poco).
Grazie! Si si, anche a me Elen è simpa…
Valem:WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!! MA
CIAO!!!! Mi ricordo di te, sai?? XDXD Sono contenta che anche a te piaccia Twilight!! (Hai ragione Hr/R 4
e). Continua a seguiirmi e non te ne pentirai….SAOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!
(A proposito devo continuare le fic su Hp….)
Gracy: Sei contenta che Bella abbia sposato
Jacob? Wow, sei la prima che sento…Grazie per la recensione…
CAPITOLO QUARTO
“Raccontami della mia Bella.”
(LaDamaLuthien)
Yousaw me standing by the wall,
Corner of a main street
And the lights are flashing on your window sill
All alone ain't much fun,
So you're looking for the thrill
And you know just what it takes and where to go
Don't save a prayer for me now,
Save it 'til the morning after
No, don't say a prayer for me now,
Save it 'til the morning after
Feel the breeze deep on the inside,
Look you down into the well
If you can, you'll see the world in all his fire
Take a chance
(Like all dreamers can't find another way)
You don't have to dream it all, just live a day
Don't say a prayer for me now,
Save it 'til the morning after
No, don't say a prayer for me now,
Save it 'til the morning after
Save it 'til the morning after,
Save it till the morning after
Pretty looking road,
Try to hold the rising floods that fill my skin
Don't ask me why I'll keep my promise,
I'll melt the ice
And you wanted to dance so I asked you to dance
But fear is in your soul
Some people call it a one night stand
But we can call it paradise
Don't say a prayer for me now,
Save it 'til the morning after
No, don't say a prayer for me now,
Save it 'til the morning after
Save it 'til the morning after
Save it 'til the morning after
Save it 'til the morning after
Save it 'til the morning after
Save a prayer 'til the morning after
Andai a prenderla a casa, la mattina dopo. Con la mia Volvo
metallizzata.
Mi presentai sul suo vialetto appena Charlie se ne fu
andato.
Un senso di déjà-vu mi fece rabbrividire. Elen si affacciò
dalla porta con la faccia, mi vide, sorrise e tornò dentro.
Ricomparve pochi secondi dopo con il cappotto ed il berretto
in testa.
Per la fretta inciampò sull’ultimo gradino, ma si rimise
subito in piedi e senza esitare salì dalla parte del passeggero.
Ridacchiai, nonostante il dolore che mi sconvolgeva dentro
si acuì. Ma appena mi fu accanto, tutta la sofferenza svanì.
-Sapevo che saresti venuto, così ho detto a Charlie di
portare solo Edward da papà.
A quel nome sussultai impercettibilmente, ma lei se ne
accorse.
-Se vuoi posso chiamarlo Mike.
-Mmm, no, meglio di no.
-Ti ricorda Newton, eh?
-Tua madre ti ha raccontato tutto?
-Tutto tutto.
Sorvolai su quella rivelazione scomoda, accidenti a Bella!
-Che ne dici di marmocchio?
-Ehi! O Edward o Michael.
-Vada per Michael, ma non abbreviarlo in Mike per favore.
-Ok, dove si va?
Alzai gli occhi al cielo mentre si sporgeva per guardare
fuori dal finestrino.
-Mettiti la cintura.- La rimproverai.
Stare con Elen non mi dispiaceva quanto avrebbe dovuto. Mi
ricordava Bella e al posto di farmi male questo mi confortava, ma solo quando
mi stava accanto.
Sapevo che non sarebbe durato a lungo, che me ne sarei
andato e sarebbe stato peggio, ma ero deciso a mandare tutto al diavolo.
Ora Bella non c’era più, era sbagliato perdermi nei suoi
ricordi? Sapere cos’era successo mentre io non c’ero? Sperare di ritrovarla in
quella che sembrava la sua esatta copia?
Si, era sbagliato -mi risposi- ma non m’importava.
-Non vai a scuola?
-Siamo quasi a Natale, è vacanza no?
-E non vuoi passare le vacanze con tuo padre?
-Ho cose più importanti da fare, e poi…
-E poi?
Scrollò le spalle. Mi irritai, perché come avevo previsto
non riuscivo a penetrare nella sua mente.
-Non pensi che si arrabbierà appena verrà a sapere dove sei?
Elen allargò gli occhi sorpresa.
-Mica glielo dico! Sei pazzo? Mi ammazzerebbe. E
ammazzerebbe anche te.
Risi. –Se io prima non ammazzo lui!
-Ma…! Sei proprio come diceva la mamma!- si arrese.
-Anche tu sei proprio come lei, non finiva mai le frasi, ma
sapevo come convincerla. Perché non vuoi andare da tuo padre?
La guardai intensamente e lei arrossì. Sorrisi, in lei
rivedevo il riflesso della mia Bella.
La vidi vacillare.
-Beh, uffa. E’ che gli ricordo troppo la mamma, ogni volta
che mi guarda vedo tutto il suo dolore. E poi non mi parla mai da quando ha
saputo che mamma mi ha raccontato tutto.
Lei, non parlava mai di te davanti a papà, ma si vedeva che
era sempre triste. Quando stava con papà cercava di sembrare normale, rideva di
gusto. Ma appena lui non c’era tornava.
Non andò oltre.
-Tornava?- Sussurrai.
-Si, la malinconia, la tristezza nei suoi occhi. Non è mai
guarita.
Non disse più nulla ed io non parlai.
Quando fermai la macchina in fianco ad un sentiero le si
illuminarono li occhi.
Saltò giù dalla Volvo quasi prima di me.
-Stiamo andando alla radura, vero?
Caspita Bella, le hai
detto proprio tutto vero?
-Vero?
Sorrisi. –Vero.
-Forte! Non ero mai riuscita a trovarla e lei non mi ci
aveva mai portata. Diceva che almeno quel ricordo doveva appartenere solo a
lei. Ehi, cos’è successo nella radura?
Risi di gusto.-Se tua madre non te l’ha voluto dire, allora
non lo farò nemmeno io. Ma non credo che si arrabbierà se te la mostro. Salta
su, dai.
-Salta…su?
-Te la vuoi fare a piedi? Sono sicuro che Bella ti ha detto
come la portavo in giro.
-S-si, ma…ok!
Si avvicinò con cautela, guardandomi negli occhi, poi si
appoggiò alla mia schiena e allacciò le mani intorno al mio collo.
-Il tuo odore è quasi uguale al suo.- Sussurrai.
-Davvero?- Anche la sua voce era un sussurro.
Me la issai in groppa come se fosse aria ed incominciai a correre.
-E’ meglio se chiudi gli occhi.
-Neanche per sogno, voglio vedere.
Risi di fronte al suo coraggio. Mi stavo forse dimenticando
che lei non era la mia Bella?
Scacciai quel pensiero scomodo dalla mente.
-Da quando sai tutto?
-Da quando mamma è rimasta incinta di Edw...di
Michael. Si sentiva sola, papà non era mai a casa. Sono stati i mesi più belli
della mia vita. Da inquieta si è trasformata in una donna serena. La vedevo,
mentre mi raccontava la vostra storia. Vedevo la passione nei suoi occhi, ma
percepivo anche il dolore nelle sue parole. Lei era ancora innamorata di te,
non credo che ti abbia mai dimenticato.
-Ho dovuto, ho dovuto farlo.- Lo stavo dicendo a chi? Ad
Elen, a Bella o a me stesso?
-Forse si. Ma l’hai fatto per te stesso, non per lei. Non
capisci? Ciò di cui aveva più bisogno eri tu.
Mi guardava strabiliata, esattamente come Bella molti anni
prima.
I suoi occhi erano così chiari eppure così uguali a quelli
di Bella. Le stesse sfaccettature, la stessa profondità.
Dio, davvero non è la
tua copia Bella?
Davvero non è la tua
reincarnazione?
-Perché te ne sei andato così, Edward?
Mi aspettavo quella domanda. Alzai gli occhi e vidi che non
mi guardava. Se ne stava accucciata tra la neve a guardarsi i piedi.
Alzò gli occhi e mi fissò intensamente.
-Perché l’hai condannata dicendole che non l’amavi?
Se avessi avuto un cuore avrebbe cominciato a battere
all’impazzata. Ero confuso. In quell’espressione non capivo più dove finiva
Bella e dove iniziava Elen.
Elen non esisteva nemmeno, era Bella quella che mi parlava,
ne ero convinto.
Alzai la mano per carezzarle la guancia.
-Io…- Cercai di recuperare lucidità.
-Io non ho mai smesso di amare tua madre, mai. Ma dovevo
farlo, dovevo permetterle di vivere una vita normale, come…
-Come se tu non fossi mai esistito?- Si mise davanti a me,
il suo volto a pochi centimetri, le sue mani sulle mie spalle. –Non capisci?
Non capisci Edward? Non poteva fare come se tu non ci fossi, perché tu
esistevi! L’hai condannata ad una vita a metà. Baciava papà e pensava a te, mi
portava a scuola e pensava a te, rideva e pensava a te.
-Ma tu non saresti mai nata se io fossi rimasto. Tu non
esisteresti e nemmeno il tuo fratellino.
Lei mi guardò per qualche istante, dolcemente.
-Ma lei si. Lei ci sarebbe e sarebbe felice, con te, per
sempre.
Distolsi lo sguardo. Non potevo più sopportarlo.
Mi distesi sulla fresca pianura di neve e lei mi imitò
stendendosi al mio fianco.
-Raccontami di lei, Elen. Raccontami della mia Bella.
Mi hai visto aspettare appoggiato al muro
All’angolo della strada principale
E le luci riflettevano sul davanzale della tua finestra
Da sola ti annoiavi
Così hai cercato un’emozione
E sapevi solo cosa ci voleva e dove andare
Non dire una preghiera per me adesso
Tienila per la mattina dopo
No, non la dire adesso
Salvala per la mattina dopo
Sento una brezza dentro nel profondo
Ti guardo giù in fondo
Se puoi, vedrai il mondo in tutto il suo bruciare
Cogli l’opportunità
(come per tutti i sognatori è l’unica strada)
Ma tu non devi sognarlo tutto, ma vivere un giorno
Non dire una preghiera per me adesso
Tienila per la mattina dopo
No, non la dire adesso
Salvala per la mattina dopo
Una strada di bell’aspetto,
Cerca di trattenere le crescenti inondazioni che riempiono la mia pelle
Non chiedermi perché manterrò la mia promessa,
Scioglierò il ghiaccio
così volevi danzare e mi hai chiesto di danzare
Ma la paura è nella tua anima
Alcuni la chiamerebbero storia di una notte
Ma noi possiamo chiamarlo paradiso
Non dire una preghiera per me adesso
Tienila per la mattina dopo
No, non la dire adesso
Salvala per la mattina dopo
Capitolo 5 *** cap.5: Tanto valeva portarti all'inferno con me. ***
CAPITOLO QUINTO
“Tanto valeva portarti all’inferno con me.”
(LaDamaLuthien)
Hush
It's okay
Dry your eyes
Dry your eyes Soulmate dry your eyes
Dry your eyes Soulmate dry your eyes
Cause soulmates never die
Soulmates never die
Never die Soulmates never die
Never die... Soulmatesneverdie Soulmatesneverdie Soulmatesneverdie Soulmatesneverdie
Shh,
è tutto ok
Asciugati gli occhi
Asciugati gli occhi
Anima gemella, asciugati gli occhi
Asciugati gli occhi
Anima gemella, asciugati gli occhi
Perché le anime gemelle non muoiono mai…
Le anime gemelle non muoiono mai
Non muoiono mai
Le anime gemelle non muoiono mai
Non muoiono mai…
Le anime gemelle non muoiono
mai
Le anime gemelle non muoiono
mai
Le anime gemelle non muoiono
mai
Le anime gemelle non muoiono
mai
(Frammentidi: Placebo-Sleeping with ghosts)
-Dove?
-Lì, quella bianca.
-Sono tutte bianche, Elen.
-Sbagli, non vedi che la sua è più bianca delle altre? E poi
ci ho fatto crescere l’edera rampicante intorno.
Ci avvicinammo, riconobbi il suo volto nella foto. Era
diventata una bella donna, era cresciuta come chiunque altro.
Ed era morta.
Non avevo forse voluto questo?
Elen mi afferrò esitante la mano e la strinse nella sua.
Mi voltai, ma lei guardava la lapide della madre. Il suo
sguardo perso in qualche ricordo o pensiero lontano.
-Ti lascio solo con lei, io ti aspetto lì.
Indicò un salice poco distante.
Annuii.
Mi sentivo un po’ stupido davanti alla sua tomba, impalato.
Non sapevo cosa fare.
Mi sedetti sulla lastra di marmo con la schiena rivolta ad
Elen, non volevo che mi vedesse.
Guardai di nuovo la sua foto. Sorrideva, i suoi capelli
erano corti, le stavano proprio bene.
-Sono stato proprio uno stupido, eh?
Mi sentivo uno stupido anche a parlare da solo.
-Ma cosa dovevo fare Bella? Almeno così hai vissuto una
bella vita ed hai avuto dei figli.
In fondo era rilassante parlare con la sua foto.
-Però si vede che quella l’hai tirata su tu.Mi manchi Bella.
Il vanto gelido mi scompigliò i capelli, ma non ci feci
caso. In quel momento ero simile al marmo su cui ero seduto.
-Mi sei mancata in ogni momento. E non è vero, non era vero
ciò che ti ho detto Bella.
Alzai istintivamente la mano per accarezzare quella foto.
Era fredda, senza vita. Proprio ciò cheavrei voluto evitare, proprio il motivo per cui l’avevo lasciata.
-Cosa ho fatto, Bella? Se l’avessi saputo, ma l’ho capito
solo ora. Non ti ho nemmeno fatta scegliere, ti ho solo imposto un’esistenza
meno peggiore di quella che avresti avuto con me. Ma vedo che in fondo, non è
stata facile lo stesso.
Mi accorsi che le mie dita stringevano il bordo del marmo,
tanto forte da sbriciolarlo.
-La tua esistenza era già segnata quando ti ho incontrata.
Tanto valeva portarti all’inferno con me, al posto che mandarti da sola.
-Buona osservazione.
Mi voltai di colpo. Elen sorrideva a pochi metri da me.
-Sei molto romantico sai?
-Credevo che volessi lasciarmi solo.
Mi alzai pulendomi i jeans con le mani. Cavoli, se non fossi
stato un vampiro probabilmente sarei arrossito!
Elen rise.
-Che hai? – Ringhiai scocciato.
-La tua faccia, sembravi un gattino mezzo annegato.
-Un gattino, eh?- Ringhiai.
Mi guardò seria, poi alzò un sopracciglio.
-Non ringhiarmi contro.
-Perché? Hai paura?- la canzonai.
Lei mi ignorò, salutò la madre ed insieme ci dirigemmo verso
l’uscita del cimitero.
-Mi dispiace per averti spaventata.
-Spaventata? Uhmp, non sei per
niente spaventoso.
Alzai gli occhi al cielo. Dove l’avevo già sentita?
-Piuttosto sei seccante.
-Hai appena detto che ero romantico…
-Una cosa non esclude l’altra.
Sospirai. Ok, calma. Devi avere solo un po’ di pazienza.
Molta pazienza.
Cavoli Bella, è più
impegnativa di te!
Elen mi fece la linguaccia.
-E questa è per…?
-Perché mi credi una scocciatura.
-Non l’ho detto.
-No, ma l’hai pensato.
-Cosa te lo fa credere?- Chiesi indifferente.
-Te lo si legge in faccia.
Fastidiosa come una
pulce!
Mi stavo lasciando
andare troppo con quella ragazzina.
Portai il discorso a materie più importanti.
-Allora, mi hai detto che avevi un messaggio da riferirmi.
-Si.- Ponderò lei. –E’ così
infatti.-
-Ti ascolto.
Sembrò riordinare le idee. Intanto eravamo quasi arrivati
alla macchina quando un odore sgradevole mi fece rizzare i capelli.
Riconoscevo quella sensazione ed anche il mio istinto mi
avvertiva di stare all’erta.
-Edward? Che c’è?
-Monta in macchina.
Le porsi le chiavi con autorità.
-Perché?
-Monta e basta.
Non mi ascoltò. Poi apparve dalla foresta. Grosso, con il
pelo scuro.
-Elen vattene.
Anche lei lo vide seguendo il mio sguardo.
-Aspetta, è zio Sam!
-Fosse anche tuo padre in quello stato è pericoloso lo
stesso.- Ringhiai.
Troppo tardi, il lupo si era avvicinato ringhiando ed ora
era pronto ad attaccare.
Presi in braccio la ragazza e cominciai a correre.
-Fermati Edward, fermati!
-Smettila di dimenarti Elen!
Stupida ragazzina. Un licantropo arrabbiato non avrebbe
distinto un umano dall’altro.
Corsi il più possibile, ma mi stava alle costole senza
difficoltà. Mi fermai in mezzo alla foreste, depositando Elen alle mie spalle.
Il lupo era fermo, immobile. Pronto a contrattaccare in un
istante.
-Zio, zio Sam.- urlò Elen.
Il lupo si trasformò in un umano in pochi secondi.
-Elen, vieni subito via di lì.
-Calmati zio, è un amico.
L’uomo tremò ed io ringhiai.
-Non è un amico Elen. E tu lasciala andare.- mi minacciò.
-Ti ricordo, lupo, che sei nei nostri territori.
-E ti ricordo, succhiasangue, che
quella è figlia di un licantropo.
-Non le ho fatto nulla di male.
-Non ancora. E non le torcerai un capello, perché ma la
ridarai subito.
-No! Non capisci Sam.
-Elen vieni subito qui!- Il suo
tono era duro ed autoritario.
Sospirai. Non era il caso che la ragazzina fosse coinvolta.
-Vai Elen, torna a casa con lui.
-Ma, ma…
-Vai.- La incoraggiai con uno sguardo caldo.
-Ci vediamo.- Sussurrò poco convinta.
-Ci vediamo.- Le assicurai. La mia promessa sembrò
tranquillizzarla.
L’uomo l’afferrò e la portò via di corsa.
Io tornai a casa, era meglio mettere all’erta gli altri.
Ormai siamo alla fine. Il prossimo sarà l’ultimo capitolo,
poi seguirà l’epilogo.
Posterò tra due giorni, quindi martedì.
Intanto voglio ringraziare i recensori:
Valem: Volentieri…come si chiama la tua
storia? Dimmi che ci faccio un salto…Alla prossima!
Hysteria: Il tuo nick
mi piace troppo, mi ricorda una delle mie canzoni preferite! Non posso dirti
con chi starà Edward, lo scoprirai prestissimo!
Amy89: Grazie per
i complimenti! Già, Edward è sconvolto e confuso…vedremo la reazione di Jake nel prossimo cap…perché ormai
avrai intuito come lo viene a sapere…
Giuggiolina: Non ti voglio vedere annegare ne
morire….ma sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!! E non preoccuparti
che non mi stanco di sentirmi ripetere i complimenti, ne sento sempre così
pochi che i vostri mi rincuorano…
Kiakkina: Dire che Edward è confuso è poco…non
gli è molto chiara la differenza tra le due…al prossimo cap!!!
Missy16: Grazie
dei complimenti e della recensione!!! Non posso ancora dirti con chi starà Edward…sarà
una sua decisione…ma non manca molto per scoprirlo!! A presto!!
Aras: Grazie…avevo puntato sul finale in
effetti…è la mia parte preferita. Elen ha molte qualità, concordo, ed in
effetti però non è Bella…ma la decisione sarà di Edward…
Puffoletta: Ciao! Bah, non posso dirti se nascerà
qualcosa…ti lascio immaginare…KISS!
Loner: Grazie mille….è vero, Elen non
sostituisce Bella, ma qualcuno dovrebbe spiegarlo ad Edward…XDXD. Alla
prossima!!
Questo, ragazze, è l’ultimo capitolo. Ci sarà un epilogo, in
cui tutto sarà chiaro. Per ora vi lascio così, con un’incertezza che
probabilmente vi spezzerà il cuore, come ha fatto a me.
Nota dell’autrice: Se qualcuno di voi ha la canzone Pure
Love di Zucchero e Dolores O’Riordan, presente nel
capitolo, l’ascolti come sottofondo, soprattutto nella parte finale. E’ questa
cheha ispirato questo ultimo capitolo.
CAPITOLO SESTO
“Se non stanotte…”
(§°Deidre°§)
Per un giorno intero nulla si mosse.
Non rivide Elen e nemmeno suo zio.
Nessuno dei licantropi venne a cercarli, a minacciarli ad
attaccarli.
Ma sapeva che l’attesa non sarebbe durata ancora per molto.
If not tonight
This is the strangest feeling
Something I can’t control
Do I play the fool for you
If not tonight
Waiting forever
Just to see your face
Waiting is all that I seem to do
Yeah puro amore
Will another night exist like this again
Yeah solo amore
We will never get this moment back
Again
La foresta era così calma, così quieta. Come se condividesse
la sua inquieta attesa.
Passò un altrogiorno.
If not tonight
Underneath the stars
Beneath the crescent
Sinking down into the sea
It’s not the time
But I will wait forever
If this is what you want
Waiting could be the end of me
Yeah puro amore
Will another night exist like this again
Yeah solo amore
We will never get this moment back
Again
Il volto di Elen o forse quello di Bella, popolava le sue
notti e le sue giornate.
I suoi occhi marroni, i suoi occhi verdi.
Le sue labbra rosse. Ma di chi?
La sua camicia blu, i suoi guanti rossi.
Bella, Elen, Bella.
Non sapeva nemmeno a chi delle due stava pensando.
One day I will open your eyes
Underneath the stars
Beneath the crescent
Yeah puro amore
Will another night exist like this again
Yeah solo amore
We will never get this moment back
Again
Solo all’alba del terzo giorno iniziò il movimento.
I licantropi si stavano ammassando lungo il confine, nel
cuore della foresta. Era un segno abbastanza evidente, quindi si mossero tutti,
andandogli incontro.
Yeah puro
amore
Let it be with you tonight
There will never be a night
If not tonight
Andava a lottare, ma non
sapeva ancora per chi.
Bella, Elen, Bella.
Marrone, blu.
Amore, affetto.
Morta, viva.
Tell me when my love…
Il bosco taceva come nei giorni precedenti, ma al limitare
del confine scorsero una casa abbandonata.
Una volpe passò furtiva in un cespuglio vicino, poi balzò
veloce dall’altra parte della foresta, le orecchie tese, la coda ritta.
Il vento soffiò, portandogli alle narici la bruciante
esalazione dei licantropi.
Dal muro posteriore emersero due figure. Uno era Sam Uley.
Carlisle fece segno agli altri di rimanere dov’erano, poi
loro due si fecero avanti.
Una volta schierati gli uni in fronte agli altri Edward capì
chi era l’altro uomo. Dietro il volto duro ed abbronzato dell’uomo che era
diventato si scorgeva ancora un’ombra del ragazzino che un tempo era stato
Jacob Black.
Colui che aveva sposato Bella.
Un fiotto di rabbia gli risalì la schiena.
Ed era ricambiata.
-Ci sono un po’ di cose da discutere.- Cominciò Uley.
-Vi ascoltiamo.- Propose Carlisle.
-Per prima cosa vogliamo sapere se avete intenzione di
restare.
-Lasceremo Forks in settimana.
Jacob mi guardava con un odio paragonabile al mio.
-In questo caso, devo chiedervi di non intrattenere nessuna
relazione con alcun umano.
-Specialmente con mia figlia. Non osare toccarla mai più.-
Abbaiò rabbioso Jacob.
-Non è colpa mia se Elen -a quel cenno di confidenza lo vidi
tremare ancora di più- preferisce stare con me invece che passare le vacanze
con suo padre.- Misi tutto il
disprezzo che potevo in quell’ultima parola.
Fu un attimo, un grande schiocco e davanti a me comparve un
lupo gigantesco, gli occhi scuri iniettati di sangue. Mostrai i denti.
Dalla casa spuntarono altri quattro licantropi che si
unirono a Sam e si creò il tumulto.
Dispersi per la foresta i membri della mia famiglia
lottavano contro i licantropi di LaPush.
Presto in quello sprazzo di foresta rimanemmo solo io e
Jacob.
Ci fissavamo negli occhi, in attesa che uno dei due
attaccasse per primo.
Si mosse lui, ma mi spostai di lato all’ultimo momento e finì
addosso ad un albero. Nonostante ciò si rialzò più velocemente di ciò che avevo
pensato e con una zampata mi fece volare addosso al muro.
Quello cedette e mi ritrovai all’interno della casa, steso
tra le macerie. Sul mio petto bruciava un graffio superficiale provocato dai
suoi artigli.
Era strano provare dolore dopo così tanti anni.
Mi rialzai, ringhiando rabbiosamente.
Sentii uno scricchiolio dietro di me e mi voltai, pronto a
parare l’attacco.
Me lo ritrovai addosso, le sue zanne a pochi millimetri dal
mio volto. Gli assestai un pugno sotto il mento, facendolo guaire di dolore,
dopodiché lo scaraventai addosso ad un’altra parete dove si formò una lunga
crepa.
In un istante tornò alla sua forma umana.
-BASTA!
Mi voltai e la vidi sulla soglia. Il sole che filtrava tra i
rami della foresta fino ai suoi capelli le dava un’aria angelica.
Il licantropo, steso tra le macerie, alzò il capo
tramortito.
-B-bella?
Non ero l’unico ad avere le visioni allora.
-Papà, Edward, smettetela.
Jacob parve riprendersi all’istante.
-ELEN, VATTENE ALL’ISTANTE.
Lo vidi tremare violentemente. Si sarebbe trasformato di
nuovo. Guardai Elen con apprensione e senza pensarci due volte feci per
portarla via. Ma prima che potessi arrivare a lei jacob
era già tornato alla sua forma animale.
Riuscì a prendermi da dietro e mi sbattè
sul pavimento.
Lo slancio mi permise di capovolgere la situazione ma con le
gambe mi spinse di nuovo addosso alla parete.
Questa volta una lunga scia di tagli percorreva il mio
torace ed i miei fianchi. Bruciava da morire, sentivo le gambe venirmi meno.
Tentai di rimettermi in piedi, ma riuscii solo ad
appoggiarmi al muro.
Tremavo come un lupo mannaro.
Quando alzai gli occhi e lo vidi pronto all’attacco finale
capii che era finita.
Se non stanotte
Questo è il sentimento
più strano
Qualcosa che non posso
controllare
Faccio lo sciocco per
te?
-NON FARLO PAPA’!
Un solo istante può essere la rovina di tutto ciò che avevi
pianificato.
In un solo istante puoi perdere tutto e ritrovarti sul
lastrico.
In un solo istante puoi avere un lampo di genio e
rivoluzionare l’intera ideologia mondiale.
In un solo istante si può morire.
In un solo istante si può cadere e perdere l’ultimo treno.
Se non stanotte
Aspettando per sempre
Solo per vedere la tua
faccia
Aspettare è tutto ciò
che sembro fare
In un solo istante ogni cosa si capovolse.
E tutto per una mossa che nessuno si aspettava.
Si, puro amore
Esisterà di nuovo
un’altra notte come questa?
Edward aspettava l’attacco di Jacob acquattato, pronto a
bloccare i suoi artigli e le zanne con due rapidi movimenti.
Jacob si lanciò per attaccarlo, pronto ad azzannarlo e farlo
a pezzi, squarciandolo in una sola zampata incandescente.
In un istante, entrambi cercarono di cambiare tattica per salvare
la cosa più importante che gli era rimasta al mondo.
Ma forse, un istante è troppo veloce anche per un vampiro ed
un licantropo.
Si, solo amore
Non riavremo mai
indietro questo momento
Di nuovo
Elen si mise tra i due, cercando di proteggere Edward, che
fece per spostarla. Ma la zampata di Jacob, deviata troppo tardi, raggiunse la
ragazza.
Se non stanotte
Sotto le stelle
Sotto la mezzaluna
Che affonda giù nel
mare
Non è tempo
Ma aspetterò per sempre
Se è questo ciò che
vuoi
L’attesa potrà essere
la mia fine
L’urlo le si serrò in gola. Per un istante rimase in piedi,
sostenuta dagli artigli del padre, infilzati nella sua spalla.
Si, puro amore
Esisterà di nuovo
un’altra notte come questa?
Quello, sconvolto, li ritirò e la bambina si accasciò a
terra agonizzante.
Il lupo abbassò le orecchie, uggiolando disperato e corse
via nella foresta.
Edward era appiattito sulla parete di dura roccia alle sue
spalle, cercando di controllare l’improvvisa sete scatenate da un sangue così
dolce e fresco.
Si, solo amore
Non riavremo mai
indietro questo momento
Di nuovo
-Ed-ward…
Elen allungò la mano tremante.
La prese cercando di non respirare, era insanguinata.
-Avvicinati…- la ragazza appoggiò la mano sul suo collo e
l’attirò a se. Posò le labbra sulle sue, dolcemente.
-Cosa..?
-E’ quello che lei avrebbe voluto fare, credo.
Un giorno aprirò i
tuoi occhi
Sotto le stelle
Sotto la mezzaluna
Rimasi chino su di lei, anche quando arrivarono gli altri.
Sentii la voce di Carlisle, ma non vi badai.
-Il suo messaggio…- parlava a fatica ed il dolce alito mi
carezzava la pelle. Il mio stomaco bruciava per il troppo veleno, come la mia
gola e la mia bocca. -…quello che lei- prese un respiro-disse mentre delirava,
era che non le importava di vivere, non voleva l’eternità se non poteva averti
al suo fianco, se non poteva essere amata da te.- mi
strinse la mano ed io strinsi dolcemente la sua- Ha anche detto che tu potevi
anche essere dall’altro capo del mondo, ma lei non avrebbe mai smesso di amarti
comunque.-
Non parlò più.
Si, puro amore
Esisterà di nuovo
un’altra notte come questa?
La guardai fissa negli occhi. Lei, a fatica, faceva lo
stesso.
Allora vidi nelle sue iridi la muta domanda.
La sua richiesta di salvezza.
Si, solo amore
Non riavremo mai
indietro questo momento
Di nuovo
La sua unica salvezza.
Si, puro amore
Lasciami stare con te
stanotte
Non ci sarà mai più
una notte
Se non stanotte
Mi chinai su di lei….
E pochi secondi dopo uscii dalla porta, diretto verso
l’unico posto che avessi mai voluto raggiungere.
Vidi Jacob sull’uscio guardare scioccato sua figlia.
Il suo seguito di randagi mi ringhiava contro, ma ero così
assorto nel mio intento che non vi prestai attenzione e cominciai a cantare la
sua ninna nanna.
Forse correvo, forse no. L’importante fu che per tutta la
strada sorrisi pensando a lei.
Dimmi quando il mio
amore…
Ora lo sapevo.
Un grazie infinito a:
Hysteria (siiiii,
proprio quella dei Muse intendevo…che bella!)
Loner
Aras
Missy16
Kiakkina
Federica90
FrancyChan
SamaCullen
Amy89 (cosa farei senza le tue recensioni?)
SunakoNakahara
Scusatemi se non ho potuto rispondere personalmente, sono un
po’ di fretta.
Questo è un epilogo, quindi solo una piccola narrazione che vi concedo per capire come veramente
è andata a finire…non piangete troppo.
Vi invito a leggere la canzone FINALE, che ha ispirato
questa fic. Ma se volete dare una letta anche a
quella dei Muse….il testo è molto bello.
Vorrei premettere che molte di voi hanno tratto la
conclusione sbagliata…ma non vi dico chi :P!
Un grazie infinite a chi ha recensito e mi ha seguita fino
alla fine:
Hysteria
Aras
SunakoNakahara
Baby93
FrancyChan
Kiakkina
Amy89
Missy16
Selene89
SamaCullen
Puffoletta
Loner
EPILOGO:
“Come il corso di tutte le cose”
(LaDamaLuthien)
Lips are turning blue
a kiss that can't renew
I only dream of you
my beautiful
tiptoe to your moon
a starlight in the gloom
I only dream of you
and you never knew
sing for absolution
I will be singing
falling from your grace
there's nowhere left to hide
in no one to confide
the truth runs deep inside
and will never die
lips are turning blue
a kiss that can't renew
I only dream of you
my beautiful
sing for absolution
I will be singing
falling from your grace
sing for absolution
I will be singing
falling from your grace
I won't remain unrectified
and our souls won't be absolved
Parla Elen:
Alla fine Carlisle era
riuscito a rimettere pace tra la sua famiglia ed il branco. Ma arrivarono
troppo tardi.
Giacevo già ferita a
terra, tra le braccia di Edward.
Non dimenticheròmai il suo volto, era così bello anche in
quel momento di disperazione.
Sentivo crescere
dentro di me un strano senso di affetto, ma sapevo che non mi apparteneva.
Le labbra stanno diventando blu
un bacio non può rinnovarle
sogno solo te
mia bella
Alcuni dei Cullen
erano feriti, ma si rimisero. Incredibile come i vampiri si potessero
rimarginare in così poco tempo…
Canto per l’assoluzione
canterò
e cadrò nella tua grazia
Sam Uley rimase zoppo di una gamba per sempre, ma non gli fu di
nessun intralcio, perché nella sua vita mai vampiro varcò più i confini di
Forks.
Non c’è rimasto nulla da nascondere
nessuno con cui confidarsi
la verità rimane dentro me
e non morirà mai
Il piccolo Edward
crebbe con Renè e Phil, anche se tornava ogni estate
dal nonno Charlie ed ora frequenta l’università. Forse a volte si sente solo,
ma era troppo piccolo quando tutto successe ed i nonni l’hanno sempre trattato
come un figlio.
Le labbra stanno diventando blu
un bacio non può rinnovarle
sogno solo te
mia bella
Mio padre non riuscì
più a guardarmi, non venne mai a trovarmi. Deperiva ogni giorno di più e
perdeva il controllo ogni volta che qualcuno si avvicinava.
Così un giorno partì
verso la foresta.
Fu il suo ultimo
viaggio.
Ora giace vicino alla
tomba vuota della mamma.
Canto per l’assoluzione
canterò
e cadrò nella tua grazia
Dicono che la tomba
sia stata trafugata, ma io non lo penso.
Edward si è preso ciò
che gli apparteneva, no?
Canto per l’assoluzione
canterò
e cadrò nella tua grazia
Per quanto riguarda
lui…fece quel che doveva fare.
Mentre era chino su di
me lo vidi lottare contro le sue convinzioni. Chiusi gli occhi come ad
accettare qualunque sua decisione.
Non mi sarei opposta
all’eternità in sua compagnia e chissà, magari col tempo mi avrebbe amata come
una volta amava la mamma…
Ma la cosa più giusta
da fare era un’altra.
Mi diede un bacio
sulla fronte e mi disse addio.
Alla fine era riuscito
a vedermi per quella che ero: Elen.Ed anche io capii che il suo cuore era
indelebilmente legatoa mia madre.
Non rimarrò peccatore
e le nostre anime non saranno assolte
Così, da quando varcò
quella porta canticchiando nessuno rivide più Edward Cullen.
Nemmeno Alice, che non
riuscì più a scorgerlo nelle sue visioni.
Ma fu meglio così.
Sapevamo tutti, anche io, che la parte migliore di Edward e di mia madre era
morta quel giorno di settembre di molti anni prima.
Potevamo sperare solo
che ora fossero in un posto migliore, felici, assieme.
Perché come potevamo
dubitare che due anime così non fossero legate per l’eternità?
Sono certa che la
morte non è riuscita a spezzare il filo rosso del destino, anzi è stata un
mezzo per ricongiungerli.
Per quanto mi riguarda
fu Carlisle a curarmi, ma l’infezione era troppo estesa e caddi in coma.
Mi piace pensare che
fu proprio il destino a darmi ancora qualche settimana, in modo che la mamma ed
Edward avessero tutto il tempo di riconciliarsi per conto proprio.
Poi, come il corso di
tutte le cose, morii e li raggiunsi.
Edward aveva deciso di
farmi rimanere umana, sebbene la promessa dell’immortalità sembrava così
allettante allora.
In verità, sapevo che
quella non doveva essere una mia scelta.
Tuttavia sono felice
della decisione perché, come è giusto che sia, non importa quanto è lunga la
tua vitama come la vivi.
E poi, a cosa serve
avere l’immortalità, senza la persona che ami?
Lo diceva anche mia
madre…
Perdi la cognizione del tempo perché i
giorni non hanno più senso
Tutti i sentimenti che nascondi ti strapazzeranno dentro
Speri che lei sappia che tu c’hai provato
Ti segue tutto il giorno
E ti svegli bagnato fradicio
Perché tra questo mondo e l'eternità
C'è un volto che speri di vedere.
Sai dove l'hai mandata
Sei sicuro di sapere dove sei
Stai provando a rallentare ma sai che non andrai molto lontano
E ora lei è lassù e canta come un angelo
Ma tu non riesci a sentire quelle parole
E ora lei è lassù e canta come un angelo
Imperdonabile peccatore.
Vai in giro in lacrime
Non ci sono risposte da prendere
Non sarai mai più lo stesso
Qualcuno piange e sei tu da biasimare
Ti sforzi con una lotta dentro
La tristezza che sconfiggerai
Le immagini che vedi non scompariranno
Niente brutti sogni o sentire la sua voce
Sai dove l'hai mandata
Sei sicuro di sapere dove sei
Stai provando a rallentare ma sai che non andrai molto lontano
E ora lei è lassù e canta come un angelo
Ma tu non riesci a sentire quelle parole
E ora lei è lassù e canta come un angelo
Imperdonabile peccatore.
Forse una volta eri perso ma ora ti sei trovato
Mettiti dritto prima che di cadere per terra
Sai dove l'hai mandata
Sei sicuro di sapere dove sei
Stai provando a rallentare ma sai che non andrai molto lontano
E ora lei è lassù e canta come un angelo
Ma tu non riesci a sentire quelle parole
E ora lei è lassù e canta come un angelo
Imperdonabile peccatore.
- Fine –
Esprimetevi…e spremetevi (XDXD)
Però, dico solo una cosa:
NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!
E’ finita la mia fic!!!!!!!!
Siç, quando succede mi rimane sempre un vuoto dentro…