Avversione a prima vista.

di _Gwen
(/viewuser.php?uid=157812)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Avversione a prima vista I. ***
Capitolo 2: *** Avversione a prima vista II. ***
Capitolo 3: *** Solo Malfoy. ***
Capitolo 4: *** Davvero ridicola. ***
Capitolo 5: *** Castigo. ***
Capitolo 6: *** Con un nome così. ***
Capitolo 7: *** I Potter. ***
Capitolo 8: *** Di litigi, ringraziamenti e castighi. ***
Capitolo 9: *** Idromele, pergamena e zenzero. ***
Capitolo 10: *** Adulazioni meticolose ed ambizioni. ***
Capitolo 11: *** Malfoy, Weasley e Potter. ***
Capitolo 12: *** Diagon Alley. ***
Capitolo 13: *** La cosa più vicina. ***
Capitolo 14: *** Amortentia. ***
Capitolo 15: *** Pipipote e Lunatico. ***
Capitolo 16: *** Hogsmeade. ***
Capitolo 17: *** Ipotesi e teorie. ***
Capitolo 18: *** In assoluto. ***
Capitolo 19: *** Solo. ***
Capitolo 20: *** Il bacio del Dissennatore. ***
Capitolo 21: *** Dissennatori. ***
Capitolo 22: *** Niente da aggiungere. ***
Capitolo 23: *** Costellazioni. ***
Capitolo 24: *** Capo scuola. ***
Capitolo 25: *** Cuore di Strega ***
Capitolo 26: *** Piccola insicurezza. ***
Capitolo 27: *** Il bagno di Mirtilla Malcontenta. ***
Capitolo 28: *** Egoista. ***
Capitolo 29: *** Cattiva idea. ***
Capitolo 30: *** La maggior parte del tempo. ***
Capitolo 31: *** Tutta questione di sangue. ***
Capitolo 32: *** Solo II ***
Capitolo 33: *** Qualcosa fuori posto. ***
Capitolo 34: *** Effetto Onda. ***
Capitolo 35: *** La cosa più importante del mondo. ***
Capitolo 36: *** Libero. ***
Capitolo 37: *** Niente. ***



Capitolo 1
*** Avversione a prima vista I. ***


Avversione a prima vista

La prima volta che il destino li fece incontrare e che la concatenazione degli eventi li fece ritrovare faccia a faccia, fu muto ed inevitabile. Occhi grigi, freddi ed arroganti si scontrarono contro occhi marroni, caldi e intensi e qualcosa sembrò rompersi in un luogo sconosciuto dell'Inghilterra. Qualcosa sembrò incendiarsi, forse come una scintilla, fugace ed esplosiva, ed entrambi furono sicuri e tacitamente d'accordo che quella era avversione a prima vista. Era logico, dopotutto. Per lei, lui era un idiota. Un arrogante, un narcisista, uno spaccone maligno e ingrato tale e quale suo padre, Draco Malfoy. Era così che lo aveva descritto lo zio Ron. Qualcuno che si credeva migliore di tutti, per il semplice fatto di avere un nome e un albero genealogico che suo zio George sosteneva non essere per niente invidiabile, a meno che non si desiderasse provenire da un lignaggio di candidati per Azkaban o per il San Mungo. 


In un modo o nell'altro Lily Luna Potter accordò, tacitamente e per se stessa, quel giorno, che Scorpius Hyperion Malfoy era il tipo di persona che voleva e doveva evitare ad Hogwarts. E doveva stargli lontana, se non desiderava riceve castighi o essere espulsa immediatamente per l'uso della maledizione Mucopipistrelli (che aveva appreso da sua madre) contro una persona così sgradevole. Lo zio George aveva assicurato che se fosse successa una cosa del genere, avrebbe sempre potuto lavorare con lui al negozio di scherzi, ma i suoi genitori non avevano trovato considerabile la proposta dello zio. Comunque Scorpius, aveva concluso, era davvero sgradevole da ogni punto di vista. 
 

E l'opinione di Scorpius non era diversa da quella di lei. Infatti, per lui, Lily, non era altro che una bambinetta. Una combinazione disastrosa di tutti i geni sbagliati degli Weasley e dei Potter, una potenziale Grifondoro (quasi sicuramente, come il resto della sua famiglia) e, soprattutto, una figlia di traditori del loro stesso sangue e una sangue impuro per definizione. In conclusione, Lily era solo la figlia del "bambino-che-era-sopravvissuto" (come se questo fosse un vanto, pensò con sarcasmo), sicuramente era una ragazzina viziata per essere l'unica femmina degli schifosi Potter, una che credeva di poter avere tutto su un vassoio d'argento solo per il fatto di portare questo cognome che, nonostante gli anni, la gente non sembrava smettere di pronunciare con ammirazione, per provocare disgusto a lui, a suo padre e anche a suo nonno Lucius, mentre sua nonna, Narcissa, generalmente preferiva astenersi dal parlare del tema, per una ragione o per l'altra, e si dedicava solo a lanciare un'occhiata a Draco, forse un'occhiata che durava un secondo di più del necessario.

 

Scorpius, al contrario, era d'accordo con suo nonno, ed era stanco di sentire "Harry Potter ha fatto questo e quello e a quei tempi ci ha salvati tutti..." come se ancora avesse importanza, dopo tanti anni, una persona che aveva partecipato a quella guerra più di altri. Inoltre, era stanco del suo ingrato figlio maggiore, James, che trascorreva il tempo facendo scherzi e stupidaggini per tutta Hogwarts e aggirandosi tutte le notti sotto il mantello dell'invisibilità, come se nessuno sapesse niente. Molti ne erano a conoscenza, ma sicuramente non facevano e non dicevano nulla perché era il figlio di Harry Potter, "il prescelto" e per questo poteva aggirarsi per Hogwarts senza essere punito. E non tollerava nemmeno l'altro figlio, Albus, che trascorreva tutto il tempo con quell'insopportabile so-tutto-io, mangia-libri, sangue impuro Weasley, come se fossero persone importanti. Per questa ragione, non riuscì ad evitarlo, vedendola lì, mentre scendeva dall'Espresso di Hogwarts, con la sua uniforme, il suo mantello, il suo barbagianni e i suoi lunghi capelli rossi ondeggianti che aveva portato con sé, prova inconfutabile del suo essere gentaglia come gli Weasley e come i Potter.

 

Così che, semplicemente, sentendosi intorpidito, si allontanò dalla colonna contro la quale era rimasto appoggiato a braccia incrociate, e iniziò a camminare diretto verso di lei, spintonandole la spalla bruscamente e facendo uno o due passi, per poi voltarsi e notare di essere osservato con aria dispregiativa.  

-Che hai da guardare, Potter?- disse, con le labbra incurvate in un ghigno di disprezzo –Quella gentaglia dei tuoi cugini è andata avanti-

 

Hugo, che fino a quel momento camminava un passo avanti a Lily, si voltò e il suo viso diventò rosso, gli occhi azzurri fulminarono Malfoy con un'occhiataccia. Questi, divertito e soddisfatto, camminò fino al ragazzino e prese uno dei libri che aveva in mano, lo esaminò come se fosse qualcosa di ripugnante. -Mio nonno ha detto che la tua famiglia era povera. Sembra che le cose non vi stiano andando meglio, Weasley. Quel vecchio gatto è tutto ciò che vi è rimasto?- indagò, facendo scivolare un dito nella gabbia e guardando con disdegno il gatto color rame, che se ne stava raggomitolato con l’espressione di chi non voleva essere disturbato per niente al mondo. Aveva il pelo arruffato a causa della tarda età.

 

Grattastinchi, che fino a quel momento era rimasto assopito, guardò il dito con disdegno e, senza muoversi, mostrò i denti e gli artigli, grugnendo, e cercò di afferrare un polpastrello di Malfoy. Infastidito, questi ritirò la mano -Tieni a bada questo mostriciattolo, Weasley-.


Lily ne approfittò e disse -Forse non dovresti ficcare il naso in cose che non ti riguardano, Malfoy- lo trafisse con lo sguardo senza la minima esitazione. Aveva sentito cose a sufficienza sui Malfoy e, a differenza di Albus, che tendeva ad essere più accondiscendente come suo padre, lei aveva un carattere simile a quello di sua madre e, per questo, non si sarebbe fatta calpestare da quell'idiota. Non da Scorpius Malfoy. 

 

Hugo, osservando suo cugina, lanciò un'occhiata a Malfoy, temendo il peggio –Ehm, Lily, forse è meglio andare. Faremo tardi se rimaniamo qui, la cerimonia di selezione starà iniziando-
 

Ma la rossa, semplicemente, rimase in piedi, immobile, davanti al biondo platinato dai lineamenti spigolosi. Malfoy curvò le labbra in una smorfia di disgusto -Dovresti dare retta a Weasley, Potter-

 

Lily arricciò le labbra, infastidita, ma ingoiò le parole. Si voltò, dando una frustata di capelli al viso di Malfoy, prese la mano a Hugo e iniziò a trascinarlo per raggiungere la Sala Grande -Vieni, andiamo Hugo, o qui finisce male- disse, ignorando le suppliche di suo cugino, che le chiedeva di lasciarlo camminare da solo o si sarebbe trovato disteso sul pavimento. 

 

In silenzio, iniziarono a seguire la professoressa dall'espressione severa che dava loro istruzioni nella piccola hall fuori dalla Sala Grande. Una volta entrati, disse con voce solenne: -Benvenuti ad Hogwarts. Il banchetto cerimoniale...- iniziò un'ampia spiegazione sulla cerimonia di selezione e le case che Lily già conosceva. Sperava solo di non finire in Serpeverde.


Accanto a lei, Hugo faceva lo stesso, respirando con leggera difficoltà. Sorridendogli, Lily lo rassicurò -Non ti preoccupare, non andrai in Serpeverde-

 

-Però...se succede? Mio padre si arrabbierà moltissimo...-

 

Una voce maliziosa, di una ragazzina, si sentì dietro di loro -Non ti preoccupare. Mia madre ha detto che solo la gente con qualche abilità diventa un Serpeverde. I fifoni come te non corrono alcun pericolo-


Lily si voltò infastidita -Lascialo in pace, Hugo non è fifone- disse, difendendo suo cugino. Se fosse stato necessario, avrebbe lanciato un incantesimo contro quella ragazzina per farle capire con chi aveva a che fare.

 

In quel momento, però, la professoressa li guidò all'interno della Sala Grande -Ora, formate una fila e seguitemi- obbedendo, tutti la seguirono.


In silenzio, furono guidati fino a trovarsi di fronte ad uno sgabello sopra al quale era appoggiato un vecchio cappello raggrinzito e rammendato. Neville Paciock, l'attuale professore di Erbologia, e amico dei suoi genitori, notò Lily, prese una pergamena e iniziò a leggere i nomi uno ad uno. Hugo fu uno dei primi e la sua pallida espressione di terrore sparì quando il cappello gridò Grifondoro appena toccò la sua testa. Inghiottendo saliva, Lily lo seguì tre o quattro nomi dopo. Il suo cuore batteva violentemente quando prese posto sullo sgabello e quando il cappello fu posizionato sulla sua testa, il risultato fu lo stesso: Grifondoro! Gridò il cappello e Lily balzò dallo sgabello con un salto, sollevata.

 

Sfortunatamente, il suo sollievo e il suo buon umore sfumarono quando sentì la voce di Malfoy tra la confusione proveniente dal tavolo dei Serpeverde, vicino a quello dei Grifondoro, facendosi sentire ovunque, parlando con alcuni di quelli seduti al suo tavolo -Prevedibile. Tutti i Potter vanno in una casa di perdenti. Mi sorprende che Weasley non sia stato assegnato a Tassorosso-


Piccata, e ignorando l'espressione di soddisfazione del biondo, si lasciò cadere su una delle panche di legno della Sala Grande, porgendo di proposito l'altra guancia. Quello era il suo primo giorno ad Hogwarts, il primo dopo averlo desiderato per anni vedendo i suoi fratelli andare sull'Espresso, e niente e nessuno lo avrebbe rovinato. Specialmente nessuno. Specialmente nessun ingrato, narcisista Malfoy.

 

James, seduto accanto a lei, sorrise -Vedo che hai già conosciuto Malfoy-

 

Lily alzò il mento -Lo zio Ron aveva ragione, è un idiota. Spero che Rose lo stia superando in tutti gli esami-

 

Colei che era stata nominata, che se ne stava seduta di fronte a James, insieme ad Albus, alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo. Lily si chiese cosa stesse leggendo, dato che ancora le lezioni non erano iniziate. Hugo, vicino a lei, espresse i suoi stessi pensieri con una domanda -Cosa leggi? Le lezioni non sono ancora cominciate-


Rose alzò lo sguardo, inarcò le fini sopracciglia e si mise sul viso la sua solita espressione da "non è ovvio?" e a Lily ricordò tanto sua zia Hermione –Volevo cimentarmi in una lettura leggera per il viaggio in treno-

 

Hugo la guardò con indignazione -E tu questa la chiami leggera?!-

 

Sua sorella maggiore ignorò completamente le parole del rosso -Inoltre- disse, in modo pragmatico e concreto -Voglio portarmi un po' avanti, dato che seguirò tutti i corsi che posso. Eccetto Divinazione, mamma mi ha detto che è una perdita di tempo- dopo di che tornò con gli occhi sul libro.

 

-Eh?!- esclamò James, allibito -E quando andrai ad Hogsmeade? Dopotutto questo sarà il primo anno. Possiamo visitare il negozio di scherzi di Zonko, che non è minimamente paragonabile a quello di zio George- disse, sorridendo a suo fratello minore che, per suo sollievo, era stato assegnato anche lui a Grifondoro -Comunque i dolci di Mielandia sono i migliori-

 

Rose fece spallucce -Non mi interessa-

 

James sembrò alquanto scioccato da ciò che aveva appena sentito, facendo un'espressione simile a quella che era solito fare suo zio George quando teatralizzava le sue reazioni -Dovresti socializzare di più, Rose- 

 

-Quest'anno avremo molti esami- gli ricordò, con severità. James non prendeva mai le cose sul serio. 

 

Tuttavia, dopo le chiese di aiutarlo con i compiti. Albus, attualmente seduto accanto a Rose, aveva la stessa tendenza di suo fratello a procrastinare. Sua madre aveva detto che era una caratteristica dei Potter e degli Weasley. Probabilmente il destino aveva voluto che sua cugina fosse come zia Hermione.

 

-E se non otterrete risultati, ci riproverete- assicurò, seria, tornando al suo libro -Dovrete pensare meno ad Hogsmeade e più agli esami-

 

Hugo sbuffò e alzò gli occhi al cielo, borbottando qualcosa verso il basso -Sapientina- per poi riempire il suo piatto con tutto ciò che poté recuperare e iniziò a mangiare voracemente. Si dimenticò completamente dell'insulto di quella ragazzina incontrata nella hall, che ovviamente era stata assegnata a Serpeverde, con Malfoy. 

 

-Hugo, mastica- lo ammonì sua sorella, disgustata, appoggiando il suo pesante libro sopra il tavolo.

 

Lily, invece, continuava a pensare a quella tizia e non poteva smettere di desiderare di lanciarle contro un incantesimo davanti a Malfoy. Infastidita, si voltò a guardarlo. Era lui a regnare. Circondato da un gruppo di Serpeverde del primo anno, che lo osservava con ammirazione e che rideva ad ogni sua battuta, anche quando facevano pena. Alzando gli occhi al cielo, la rossa tornò alla sua cena decidendo in quell'istante che Malfoy era la persona per la quale sentiva più astio in assoluto. E lo era davvero, nonostante non fosse l'unica persona sgradevole conosciuta da Lily. 

 

James urlò a Fred -Quest'anno vinceremo la coppa di Quidditch!-

 

Il rosso si girò e gli sorrise -Possiamo provare a sentire la strategia dei Serpeverde. Ho rubato dal negozio di papà un Orecchio Oblungo- sorrise orgoglioso, mostrando il bottino al suo compagno di disavventure.

 

-Io ho il mantello e la mappa del malandrino-

 

-Ce la faremo-

 

Rose li guardò indignata -Dovreste vincere senza barare - chiuse il suo libro una volta per tutte.

 

Fred e James alzarono entrambi gli occhi al cielo. Il secondo parlò -Non essere noiosa, Rose-

 

Il primo si trovava d'accordo -James ha ragione-

 

La rossa puntò i piedi -E' per questo che perderete l'anno- disse, si alzò, si posizionò il cappello e mise il libro sotto il braccio -E ora, se non vi dispiace, vado a dormire. Domani mattina ci dobbiamo svegliare presto per l'inizio delle lezioni-

 

Molly, degna figlia di Percy, fu d'accordo con Rose e disse che era la cosa più sensata da fare, così si ritirò con lei. Inoltre, assicurò, sarebbe diventata un prefetto come suo padre, in modo tale che lui potesse essere orgoglioso di sua figlia.

 

Lucy, che aveva l'età di Lily e Hugo, scosse la testa. Sua sorella era noiosa. Lei preferiva stare con i suoi cugini più grandi, Fred e James. I suoi cugini divertenti. Nonostante questo, decise di andare a dormire, dato che era stanca. Anche Lily e Hugo decisero di andare, dato che volevano conoscere la sala comune di Grifondoro. Una volta che arrivarono al corridoio giusto, un ritratto di una dama grassa li ricevette -Parola d'ordine?-


Un prefetto, che se ne stava davanti a tutti quelli del primo anno, si schiarì la gola e, forte e chiaro, 

perché tutti lo sentissero, disse -Rane di cioccolato- il quadro si aprì e tutti entrarono.

 

Per curiosità, Lily guardò il ragazzo e chiese -Dov'è la sala comune di Serpeverde?- 
 

-Nelle segrete. Ora, tutti a dormire-

 

La rossa si girò, sospirando e dirigendosi verso una delle stanze, lasciandosi cadere sopra ad uno dei letti a baldacchino. Era stanchissima, non poteva negarlo. Chiudendo gli occhi, le venne in mente una frase. Prevedibile. Tutti i Potter vanno in una casa di perdenti. Mi sorprende che Weasley non sia stato assegnato a Tassorosso.

 

Aveva deciso. Quella era avversione a prima vista.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Avversione a prima vista II. ***


AVVERSIONE A PRIMA VISTA II

 

Il primo anno, per Lily, era passato volando. Aveva appreso molte cose, alcune le aveva già dimenticate. Inoltre, aveva deciso, odiava Pozioni. In realtà non era tanto per la materia in sé, ma più che altro per il fatto di dover stare nelle segrete con quelli di Serpeverde. E nonostante non ci fosse quella serpe odiosa, avendo due anni più di lei, le cose erano ugualmente orribili. Infatti, secondo Lily, tutti i Serpeverde si somigliavano. Non nell'aspetto, cioè, non tutti, ma nel carattere. Di fatto, sembravano competere per vedere chi fosse il più sgradevole. Però, per disgrazia degli altri, Scorpius continuava ad essere il peggiore di tutti. Anche per questa ragione, Lily non poteva più aspettare di ottenere il posto di Cercatore nella squadra di Grifondoro (dato che finalmente aveva l'età adatta per provarci) e umiliarlo nel campo, afferrando il Boccino D'Oro prima di lui, dato che Scorpius era il Cercatore di Serpeverde. Fred e James, entrambi battitori, sembravano ugualmente entusiasti all'idea, dato che volevano avere l'opportunità di farlo volare colpendolo con un Bolide in testa. Rose disapprovava completamente e Molly accordava con sua cugina e, come aspirante prefetto, doveva segnalare tutte le ragioni per le quali non era corretto farlo. Lily sospettava che Fred e James pianificassero qualcos'altro. E questa volta sembrava essere stato coinvolto anche Albus. 

 

Comunque, le audizioni per diventare Cercatore terminarono con lei che ottenne il posto. Era prevedibile, dopotutto. Suo padre era stato uno dei migliori Cercatori e suo nonno pure. Inoltre, Lily aveva fatto molta pratica sin da bambina, prima svignandosela e poi rubando le scope dei suoi fratelli quando non la lasciavano volare e dopo giocando con James, Fred, Teddy e i suoi zii (che già da soli potevano praticamente formare due squadre per conto loro) ogni volta che tutti prendevano una scopa. E Lily aveva appreso qualunque trucco riguardante il volo e il gioco di Quidditch. Alcuni di questi erano sull'importanza di essere leali, imparati da sua madre e altri sul modo in cui abbattere i giocatori della squadra avversaria, che le aveva insegnato lo zio George. La maggior parte dei quali includeva attrarre un Bolide fino ad un avversario e puntare con la mazza alla testa. Le raccontò alcuni aneddoti di quando i suoi genitori e tutti loro giocavano, come la volta in cui suo padre sembrava aver perso tutte le ossa del braccio e la volta che aveva battuto Draco Malfoy afferrando il Boccino per primo. Lily non vedeva l'ora di far ripetere la storia. Scorpius Hyperion Malfoy avrebbe mangiato la polvere. Proprio come aveva fatto durante l'ultima partita contro Corvonero.

 

-Quest'anno vinceremo la coppa, con Lily nella nostra squadra- esclamò Fred, camminando insieme a lei e a James.

 

James sorrise e le passò un braccio intorno alle spalle, con un'espressione compiaciuta -Questa è la mia sorellina. Li prenderemo a calci nel culo questa volta, Malfoy e gli altri di Serpeverde, vero Fred?-

 

Il rosso annuì -Ricorda solo questo, Lily. Devi prendere il Boccino davanti al naso di Malfoy e vinceremo. La partita contro i Tassorosso sarà un gioco da ragazzi-

 

La rossa si divincolò dalla stretta di James -Lo so già- nonostante volesse un gran bene a suo fratello, le risultava molto difficile tollerarlo quando era insieme a Fred, dato che sembravano esaltarsi a vicenda per un tacito accordo.

 

Tanto che suo zio George aveva assicurato che erano la vivida immagine di lui e Fred quando erano giovani, solo che James, aveva precisato, non era così in gamba come era stato suo fratello o lui, che, anche senza un orecchio, era molto più attraente di James. Ginny, sua madre, lo aveva avvertito che gli avrebbe lanciato contro la maledizione Mucopipistrelli se avesse detto ancora una volta che suo figlio non era attraente e George aveva serrato immediatamente la bocca. Lo zio Ron aveva riso e aveva detto che era come ai vecchi tempi, con la sola differenza che adesso zia Hermione lo rimproverava più spesso. Lily credeva davvero che le cose non fossero cambiate tanto come i suoi genitori dicevano. Almeno non le cose che contavano davvero.

 

Sfortunatamente, le giornate erano fredde e le condizioni non sembravano le più favorevoli per giocare. Il campo, solitamente di un verde sgargiante, era pieno di brina che faceva luccicare l'erba, rendendola più pallida. E la gente, ammassata nelle tribune, si copriva fino al collo con le sciarpe delle proprie case. Lily stessa indossava la sciarpa di Grifondoro fermamente assicurata attorno alla gola. Quando uscirono dalla spogliatoio James posò una mano sulla sua spalla destra e Fred su quella sinistra -Noi ti copriremo le spalle- assicurò il primo e il secondo annuì, con un ampio, ampio sorriso -Faremo in modo che non ti colpiscano...non troppo forte almeno...- James, ovviamente, rise.

 

Lily si allontanò dalla presa di suo fratello e di suo cugino, con le labbra serrate in una linea -Grazie, mi avete davvero rassicurata...- sinceramente, avrebbe preferito essere affidata ad un Ungaro Spinato piuttosto che a quei due. Decise che sarebbe stato meglio trovare rapidamente il Boccino. 

 

Tra le tribune poté vedere Rose, Molly, Lucy, Dominique, Lois, Roxanne e Hugo che tifavano per loro. Con un sorriso sul volto, pensò che non sarebbe stato difficile riconoscerli, non con quella quantità di capelli rossi riunita in un solo luogo.

 

La voce di Scorpius le cancellò il sorriso -Ehi! Potter! Sei pronta a perdere?-

 

Lily afferrò il manico della sua scopa con fermezza, lanciando al biondo platinato uno sguardo di sfida -Ti piacerebbe, Malfoy- rispose, sicura e a testa alta. Detto ciò, montò sulla sua scopa e con un colpo di piede al suolo, si sollevò in aria. Scorpius aggrottò le sopracciglia e la imitò. 

 

In primo luogo, non avrebbe mai permesso che una Potter, sangue impuro e piccola ragazzina viziata vincesse. Non contro di lui, che era un Malfoy, membro di una delle ultime famiglie di sangue puro dell'Inghilterra e della grande casata di Serpeverde. E certamente non avrebbe permesso che qualcuno credesse di poter vincere solo vantando il nome dei propri genitori. Inoltre, suo padre aveva affermato che Potter non era poi così bravo a Quidditch. Aveva solo avuto fortuna. E Scorpius non avrebbe permesso ai Potter o agli Weasley di vincere. 

-E Weasley perché non gioca? Fa schifo come suo padre o ha paura di essere colpito da un Bolide?- gridò Malfoy, usando la stessa arroganza della rossa. 

 

Lily seppe all'istante che si stava riferendo ad Hugo. Gli lanciò un'occhiata furibonda. 

-Ricordatelo quando perdi, Malfoy- disse e si aggrappò con forza al manico della sua scopa. Quando la partita iniziò, Lily non perse tempo a sollevarsi al di sopra della porta e a cercare di trovare il Boccino il prima possibile. Malfoy, dall'altro lato del campo, volava in cerchio ispezionando il campo da gioco con lo sguardo.

 

Aggrottando le sopracciglia, Lily inclinò la punta del manico della scopa e scese per qualche metro, cercando il Boccino d'Oro. Sentì delle grida e la voce del commentatore, che annunciava che un Serpeverde possedeva la Pluffa e che si stava dirigendo verso la porta di Grifondoro. Qualche secondo dopo, le urla aumentarono e Grifondoro stava perdendo 10 a 0. Mezz'ora più tardi, 120 a 40. Lily afferrò il manico e accelerò, non avrebbe permesso ai Serpeverde di vincere. Voltando la testa, lo vide. Piccolo e d'orato, volteggiava da un lato all'altro.

 

Allungando la mano, cercò di prenderla, ma la piccola bolla dorata si allontanò dalla sua portata e scese in picchiata. Seguendola, Lily fece lo stesso, tenendosi con tutte le sue forze alla scopa e incurvandosi (come sua madre le aveva insegnato) per guadagnare velocità. Purtroppo, il suo brusco cambio di direzione, allertò l'altro Cercatore dell'apparizione del Boccino. Cadendo in picchiata, Scorpius si mise vicino a lei, spalla contro spalla, cercando di afferrare la piccola sfera prima della rossa -Arrenditi, Potter. Il Boccino è mio!- gridò, sovrastando il suono del vento. Lily non disse nulla, ma accelerò il volo. Malfoy non se la lasciò sfuggire.

 

Ci sono quasi. Pensò la rossa, allungando la mano e sfiorando la piccola pallina dorata con la punta delle dita. Tuttavia, qualcosa la colpì e le fece perdere l'equilibrio. Era stato Malfoy, che ghignò soddisfatto. Lily si rimise sulla scopa e cercò per ben due volte di afferrare il Boccino. Quando Scorpius la colpì ancora, entrambi caddero sul campo, rotolando sull'erba.

 

-Ed entrambi i Cercatori cadono al suolo!- esclamò il commentatore.

 

Lily tossì, cercando di recuperare il respiro e di mettersi in piedi o, almeno, di sedersi. La sua vista era annebbiata. Sentiva solletico alla mano destra.

 

-Ma...cosa...? Potter è riuscita a prendere il Boccino?-

 

Aprendo la mano, Lily confermò che, effettivamente, era in possesso del Boccino. Sorridendo, con difficoltà e dolore, lo alzò per mostrarlo al pubblico.

 

-E' così, Potter ha preso il Boccino! Questo lascia Grifondoro 190 a 120 sopra i Serpeverde. Grifondoro vince!-

 

Lanciando un'ultima occhiata a Malfoy, anche lui sdraiato sull'erba, tossendo e barcollando, si alzò. La sua vista tornò ad essere annebbiata. Quando si svegliò, per la seconda volta in quel giorno, si trovò in infermeria. Il suo letto era circondato principalmente da teste rosse, fatta eccezione per le due dei suoi fratelli, i cui capelli neri disordinati erano in contrasto col rame brillante dei capelli dei suoi cugini. 

 

-Lily, sei stata grande- esclamò Hugo, emozionato.

 

James rise -Avresti dovuto vedere la faccia di Malfoy- Fred annuì, come faceva sempre, e con un sorriso disse -Sembrava che avesse mangiato delle pastiglie vomitose-

 

-Peccato che non siamo riusciti a mandare il Bolide nella sua direzione- aggiunse James.

 

-Sei stata grande, Lily. Questa sì che è la nostra Cercatrice!- esclamò Fred.

 

Il maggiore dei Potter sorrise -Questa volta vinceremo la coppa-

 

Rose alzò gli occhi al cielo -Non la nostra casa, se continueranno a toglierci punti per le vostre avventure- disse mia cugina, facendo notare l'ovvio. L'ultima volta che Fred, James ed Albus se l'erano svignata e avevano indossato il mantello dell'invisibilità, erano stati scoperti e Grifondoro aveva perso 60 punti.

 

Albus sorrise -Non ti preoccupare, Rose. Con le tue note di merito è sicuro che vinceremo- 

 

Lily guardò tutti con un sorriso, però subito dopo chiuse gli occhi. Era stanca, non poteva negarlo. E lo stomaco e le costole le facevano male, perché la scopa l'aveva colpita proprio lì mentre cadeva. Inoltre, nonostante volesse bene ai suoi fratelli e ai suoi cugini e a tutta la sua famiglia, quello era un eccesso di Weasley e di Potter. Semplicemente era troppo da tollerare, stando in infermeria. Qualcuno li fece uscire e lei riuscì finalmente a riposare, ma solo dopo aver bevuto una roba disgustosa che le fece venir voglia di vomitare. Sentì un lamento e si voltò, sorprendendosi di trovare lì Malfoy, il quale fece la stessa faccia disgustata nel bere quella schifezza. Il biondo notò che la rossa lo stava osservando con la coda dell'occhio.

 

-Cosa guardi, Potter?- 

 

Lily aggrottò le sopracciglia -Non te, Malfoy- rispose con enfasi. Non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa, non da Malfoy. Dopotutto, lo zio Bill aveva sempre detto che lei aveva ereditato il temperamento focoso e il carattere fermo e forte di sua madre e Lily voleva provare quanto quelle parole fossero vere, specialmente ora che aveva l'occasione di farlo con la serpe.

 

Il biondo incrociò le braccia. Lo faceva quando sentiva il pungente dolore delle costole rotte all'interno del suo petto -Maledizione- sussurrò verso il basso -Tutto questo è successo a causa tua, il Boccino era mio-

 

-Se lo fosse stato, Serpeverde avrebbe vinto- disse, piccata, come se fosse ovvio -Inoltre, tu mi hai colpito con la tua scopa-

 

-Non rompere, Potter- sibilò, infastidito. Aveva perso. Lui, in tutta la sua persona. Per una questione di secondi. A causa di una Potter, di una Weasley, di una Grifondoro dal sangue impuro.

 

-Quello che sta rompendo sei tu, Malfoy- ribatté, dato che era il biondo che aveva cominciato a lamentarsi di tutto e a incolparla. Questi si ammutolì, digrignando la linea spigolosa della sua mascella ben definita. I suoi freddi e duri occhi grigi fissavano il tetto dell'infermeria.

 

Lily aggrottò le sopracciglia, notando qualcosa che a cui non aveva fatto caso fino a quel momento -Non è venuto nessuno a farti visita?- 

 

Il biondo la guardò di traverso, senza muoversi -Come per esempio? La tua sovrappopolata schifosa famiglia?- rispose mordace, acido e maligno -Io non sono come te, Potter- e, senza aggiungere altro, si voltò, dandole le spalle.

 

Non sarebbe venuto nessuno. Aveva perso e disonorato Serpeverde e la casa dei Malfoy. Il giorno seguente si presentarono quegli idioti di Crabbe e Goyle, ma lui, comunque, non ne aveva bisogno. Era un Malfoy, dopotutto. 

 

Lily si rassegnò osservando le spalle dell'altro, senza sentirsi realmente offesa per le parole del biondo dato che, in quel momento, Malfoy non le sembrò ostile o ingrato o arrogante come al solito. Era rimasto sulla difensiva. Di una forma ostile, sì, però difensiva. E Lily pensò, solo per un momento, che magari, solo magari, era anche un po' triste di non aver ricevuto nessuna visita e per il fatto che nessuno si fosse preoccupato della sua salute.

 

Così disse -Buonanotte- e si voltò, dandogli le spalle e chiudendo gli occhi. Non sentì alcuna risposta, ma c'era da aspettarselo. 

 

Scorpius, invece, la osservò da sopra la sua spalla, senza smettere di darle la schiena, e tornò ad appoggiare la testa sul cuscino, aggrottando la fronte. Pff, come se avessi bisogno della tua compassione, Potter! No, non ne aveva bisogno. Perché lui era un Malfoy. E quella sarebbe stata per sempre avversione a prima vista.

 

Definitivamente.

 

Niente più, niente meno.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Solo Malfoy. ***


 

SOLO MALFOY

 

Tutte le volte in cui Lily lo vide quell'anno, il suo secondo anno ad Hogwarts, Malfoy dimostrò di essere terribilmente odioso e di saper solo punzecchiare Newton Longton, circondandolo con il suo piccolo gruppo di seguaci. I quali, naturalmente, non smettevano di ridere in coro. Malfoy era sgradevole, fastidioso e racchiudeva in sé tutte le cose brutte che Lily non poteva sopportare. Per questo, quando Newton tornò trascinandosi al tavolo dei Grifoni a testa bassa, lasciandosi poi cadere vicino a Rose, Lily non poté fare a meno di lanciare un'occhiata furibonda al biondo, ma questi la ignorò, mentre Rose, vicino a lei, consolava Newton affettuosamente (con una pacca sulla spalla) dicendogli che si sarebbe dovuto difendere da Malfoy e l'altro si limitava ad annuire, affranto. Se Lily avesse potuto, gli avrebbe lanciato una qualche maledizione, ma questo di sicuro l'avrebbe messa nei guai. Così decise di terminare i compiti di Trasfigurazione e di Erbologia. Hugo, accanto a lei, era più disperato che altro, e chiedeva aiuto a sua sorella. Dopo diverse suppliche, Rose lo accontentò.

 

La voce di Reginald Wembley, il migliore amico di Albus, all'altro lato del tavolo, risvegliò Rose dalla sua profonda e intensa spiegazione sulla trasformazione dei fiammiferi in aghi (Hugo sembrò sollevato) -Aiuterai me ed Albus con i compiti di Difesa Contro le Arti Oscure?-

 

Rose schioccò la lingua, ma Lily sapeva che lo avrebbe fatto. Reginald era il migliore amico di Albus dal primo anno, un Grifondoro e i tre sembravano essere inseparabili, nonostante le occasionali discussioni tra Rose e Reginald, che sembravano essere normale amministrazione. In realtà, Lily sospettava che a Rose piacesse Reginald e a Reginald piacesse Rose, ma entrambi pensavano fosse meglio lasciare da parte la questione. Inoltre i tre sembravano funzionare benissimo così.

 

-Mangia con la bocca chiusa, Reg- lo rimproverò, aggrottando le sopracciglia, mentre alzava lo sguardo -Se aveste fatto i compiti quando il professor Stamp li ha assegnati, a quest'ora non mi stareste chiedendo aiuto-

 

-Però ci ha dato davvero molti compiti per Natale...- si lamentò Albus con sua cugina. 

 

Reg aggiunse -Inoltre, tutti sanno che tu sei la migliore in Difesa Contro le Arti Oscure, Rose- sapeva che avrebbe funzionato dirle queste cose e, comunque, non mentiva. 

 

Rose vacillò un istante, così disse -Va bene, ma questa è l'ultima volta- Lily evitò di dire che quella non sarebbe stata l'ultima volta e forse non ce ne sarebbe mai stata una. 

 

Reginald sorrise -Sei la migliore, Rose- e lei si limitò a tornare con gli occhi sul libro, l'altro, comunque, parlò ancora, questa volta ad Albus -Chi inviterai al ballo?-

 

Albus sbuffò -Non lo so- mentì, sapendo bene chi avrebbe invitato. Cecil era bellissima, giocava meravigliosamente a Quidditch (come Cercatrice di Corvonero) ed era popolare. Inoltre era dolce con lui. Tuttavia, sembrava avere un nodo in gola ogni volta che la vedeva. E, dall'altra parte, sembrava impossibile parlarle, specialmente con le sue amiche che le giravano attorno costantemente.

 

-Come si può invitarne una sola se girano sempre in gruppo?-

 

Reginald sorrise, comprendendo perfettamente ciò che passava per la testa del suo amico. Albus aveva una cotta per Cecil praticamente dal loro primo anno ad Hogwarts -Ascolta, non ti fare problemi. Sei il figlio del famoso Harry Potter. E' sicuro che faranno la fila per venire al ballo con te-

 

Albus non disse niente, non sapeva se essere "il figlio del famoso Harry Potter" fosse un vantaggio o uno svantaggio. A volte sembrava una maledizione -Tu con chi vai?-

 

Lily notò che Rose, accanto a lei, smise di leggere per qualche istante -Non lo so. Però Fred e James hanno ragione. Dobbiamo sbrigarci se non vogliamo finire con le più cesse-

 

Rose inarcò le sopracciglia -Scusami, le più che...?!-

 

-Ecco, sai...- disse Reg, con la più totale mancanza di tatto, notò Lily -Come Charity Jones. Credo che preferirei andare da solo, piuttosto che con quella lì-

 

Rose distese le labbra in una linea e chiuse gli occhi, serrando il suo libro con un colpo -Lo vedo- si alzò in piedi -Vado in classe- e se ne andò a passo di marcia. 

 

Reg aggrottò la fronte -Che cavolo le è preso?-

 

Albus fece spallucce -Non ne ho idea-

 

Lily scosse la testa e si alzò, andandosene come aveva fatto sua cugina.

 

 

 

Il ballo di Natale, a differenza dell'usuale banchetto natalizio che davano tutti gli anni, aveva attratto l'attenzione di molti. Lily non aveva mai visto tante persone trascorrere il Natale ad Hogwarts. James, Albus e quasi tutti i suoi cugini lo avevano fatto. Lei, comunque, era decisa a tornarsene a casa, a meno che qualcuno non avesse deciso di invitarla, ma non aveva molte speranze. Però, passare il Natale a casa con così poche persone l'avrebbe di certo resa triste e alla fine pensò che non sarebbe stato male assistere al ballo, anche se ci fosse andata da sola.

 

La settimana seguente, quasi tutti avevano un compagno per il ballo. Fred e James, con il loro fascino e la loro aria strafottente, non avevano avuto problemi a trovare due ragazze disposte ad andare con loro. Albus si era preso di coraggio e aveva invitato Cecil. Rose era stata invitata, non da Reginald, ma aveva accettato lo stesso. Dominique non aveva avuto problemi, non con la sua bellezza e l'incanto da Veela. La stessa Molly aveva un compagno. Lily stava perdendo le speranze. Almeno, per soddisfazione di Rose, nemmeno Reg aveva trovato una ragazza e stava iniziando a disperarsi.

 

Un giorno, però, era successo. Newton Longton, per suggerimento di Rose, l'aveva invitata. Andavano come amici, lo sapeva e le stava bene. Newton era amichevole e simpatico, però solo questo, e comunque Lily aveva desiderato di essere invitata da Eric Thomas, amico di Albus e di Reginald. Fatto sta che aveva accettato. Almeno ci sarebbe andata. 

 

Reginald, dato che ancora non aveva nessuno e davvero a volte Lily pensava fosse un completo idiota, disse -Rose, tu sei una ragazza...- Rose inarcò un sopracciglio.

 

-O, ma davvero? Non me ne ero resa conto- rispose, sarcastica, ma Reg sembrò non accorgersi della fine ironia nella voce di sua cugina. 

 

-Già. Ho pensato che potremmo andare insieme-

 

Rose sospirò -No, mi dispiace. Ho già un compagno. Invita qualcun'altro a cui non dia fastidio essere trattata come ultima risorsa- 

 

-Cosa? Vai con qualcuno? Chi è?- replicò, aggrottando le sopracciglia.

 

-Colin McCracken- disse.

 

-E' un idiota!- obbiettò Reginald -O no, Albus?-

 

Rose ignorò le parole di Reg -E' un prefetto Corvonero, che non mi ha lasciata come ultima risorsa- 

 

-Comunque sia, è un'idiota e mi sembra che non gli interessi solo la tua amicizia-

 

-Questi- disse la rossa -Sono affari miei. E credo di essere perfettamente capace di cavarmela da sola, Reg. Grazie.

 

-Sì, certo- mormorò, con sarcasmo. Poi sbuffò e aggiunse -Lily, vieni con me-

 

-Non posso- rispose, avvampando, sapendo che l'avrebbero presa in giro per Newton -Vado con...Newton- però, per sua sorpresa, nessuno fece battute. 

 

Lily si alzò, sistemandosi la chioma rossa con le dita -Vado a inviare una lettera a mamma e papà- 

 

 

Nella torre Ovest vide lui, Scorpius Malfoy. 

 

-Cos'hai da guardare, Potter?- chiese, con la voce piena di sarcasmo e di disprezzo, però con un sorriso arrogante sulle labbra.

 

Le guance di Lily diventarono rosse...di indignazione -Niente, Malfoy- andò verso il suo barbagianni.

 

-Sei venuta a mandare una lettera per raccontare a mamma e papà che sei triste perché non andrai al ballo al contrario di quei perdenti dei tuoi fratelli?- 

 

-Al e James non sono perdenti- obbiettò, piccata -E, per tua informazione, andrò al ballo. Non che siano affari tuoi, Malfoy-

 

-Come se me ne fregasse qualcosa, Potter- assicurò, carezzando le piume della sua civetta -Tieni Coal, porta questo a mio padre- quella si alzò e uscì dalla finestra.

 

Lily fece lo stesso con la sua lettera. Malfoy continuò a parlare -Tutti voi Potter siete davvero patetici- così, senza aggiungere altro, se ne andò, lasciandola indignata e senza capacità di rispondere. 

Pensò che Scorpius Malfoy fosse una persona povera, triste e sola. Non aveva ciò che aveva Lily, non aveva amici. Ma non avrebbe lasciato che lui insultasse la sua famiglia e la passasse liscia.
 

 

Il giorno del ballo, Lily passò tre ore buone, insieme a Rose, a sistemarsi. Albus e Reginald si erano lamentati, ma loro li avevano ignorati. Lily indossava un vestito semplice di color oro pallido, simile al colore della bibita che i Babbani chiamavano champagne e i suoi capelli erano raccolti in un'acconciatura elaborata. Le sue gote, leggermente rosate, contrastavano con il candore della sua pelle di porcellana. 

 

-Sei...davvero bella- aveva detto Newton, piuttosto stupito, nel vederla arrivare all'entrata della Sala. Reginald, vicino a lui, era rimasto senza parole nel vedere Rose e aveva ignorato del tutto la ragazza con cui faceva coppia, una di Tassorosso che lo aveva guardato con risentimento. 

 

-Grazie-

 

Erano tutti presenti. Anche Scorpius Malfoy, che aveva un'espressione strana, sembrava desiderasse non stare lì: aveva Peony Parkinson attaccata al braccio, orgogliosa di essere con lui e non la smetteva nemmeno per un attimo di parlare. Per un secondo, gli occhi grigi di Scorpius si incastrarono in quelli di lei, inespressivi e intensi. Lily sostenne il suo sguardo.

 

-Malfoy ti sta guardando- le sussurrò Rose all'orecchio, ma lei non disse niente, continuò a sostenere lo sguardo del biondo, fino a  che Scorpius non abbassò gli occhi verso la Parkinson. Questa continuava a parlargli come se nulla fosse, fino a che l'espressione di lui non si tramutò in noia. Annuiva qui e là quando pensava fosse necessario. 

 

Lily era compiaciuta di essere stata osservata in quel modo ed era contenta di essere riuscita a mantenere uno sguardo di sfida. Afferrò Newton per un braccio e iniziarono a ballare, anche se il ragazzo era davvero impedito. Dopo un po' si andò a sedere, esausta.

 

-Sei venuta con lui, Potter? Quel perdente di Longton? Non pensavo potessi cadere così in basso- una voce sardonica, di fianco a lei, le aveva parlato. Lily aggrottò la fronte. Non si era accorta della presenza di Malfoy, le si era seduto accanto. Comunque, non lo guardò -Newton non è un perdente-

 

Malfoy incrociò le braccia. Il suo completo da gala, nero, era aperto e un po' stropicciato, così come la camicia bianca che indossava sotto, dandogli un aspetto più informale. I suoi capelli erano tirati all'indietro, tranne qualche ciocca bionda che gli ricadeva sulla fronte.
-Non sapevo saresti venuta con una ragazza, Potter- disse, con un sorriso strafottente e soddisfatto.

 

Lily sentì il suo volto contorcersi una volta ancora, di irritazione -Potrei dire lo stesso di te, Malfoy- replicò, mordace. Lo vide tendere la mandibola, così come notò la tonalità più scura dei suoi occhi dopo l'offesa. Si trattenne dal sorridere, però sapeva che lo avrebbe fatto irritare e si sarebbe sentita ancora più compiaciuta.

 

-Non mi provocare, Potter- la avvertì, con voce controllata, raddrizzandosi sulla sedia. Aggrottò la fronte.

 

-Se no cosa fai, Malfoy?- disse, incapace di retrocedere -Chiamerai papà e gli dirai di comprare la mia obbedienza?-

 

Le labbra di lui si strinsero ancora, tanto che sembrarono sparire -Non ho bisogno di mio padre per ottenere ciò che voglio-

 

Lily si irrigidì, percependo qualcosa di pericoloso agitarsi dietro quello sguardo grigio e gelido. Le seguenti parole non uscirono con la fermezza che aveva desiderato -E cos'è che vuoi?- ad essere sincera temeva la risposta, senza sapere bene perché. Gli occhi di Malfoy divennero un po' più seri e intensi del solito. 

 

Il biondo separò le labbra per rispondere, ma la voce petulante di Peony Parkinson lo costrinse a richiudere la bocca. La sua espressione tornò ad essere piena di fastidio e noia. E Lily si chiese perché diavolo fosse andato al ballo con la Parkinson se non la tollerava -Scorpius, ti stavo cercando- disse lei, con un sorriso, lanciando un'occhiata di disgusto e disprezzo a Lily, che la ignorò.

 

Malfoy annuì, sospirò e si alzò, lasciandosi afferrare per un braccio per la seconda volta dalla sua compagna di ballo. Non senza lanciare a Lily un'occhiata penetrante. Un’occhiata che la rossa non riuscì ad interpretare.

 

Una che le fece dubitare di essere capace di comprendere qualunque altra cosa. Non che avesse importanza, ovviamente.

 

Dopotutto, Malfoy era Malfoy. E, conoscendolo, sicuramente non significava niente. Niente. Salvo che ostilità.

 

Solo altri aspetti sgradevoli del suo carattere.

 

Solo questo.

 

Solo Malfoy.
 

Niente più. Niente meno.

 

Sì...

 

Solo Malfoy.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Davvero ridicola. ***


 

Davvero ridicola

 


Al terzo anno, Lily rubò il mantello dell'invisibilità e la mappa del malandrino che fino a quel momento erano stati in possesso di James (il quale era già al sesto anno) con l'aiuto di Hugo. Hugo aveva disapprovato del tutto, specialmente quando aveva capito le ragioni che aveva Lily per prenderli, però lei lo aveva convinto a non dire niente. Nonostante questo, tutto era arrivato alle orecchie di Rose, che si era premurata di farle una predica (aveva avuto la bontà di farlo in privato e alla larga dai suoi due fratelli). Lily, comunque, non capiva il perché di tutto quel caos. Dopotutto, erano passati già alcuni mesi da quando usciva con Tyrrell Linwood, quinto anno, prefetto di Corvonero, e i suoi cugini e i suoi fratelli avevano accettato la cosa. Inoltre, loro non facevano niente di inappropriato. Semplicemente si vedevano e stavano un po' insieme, anche perché tra gli esami e la grande quantità di compiti che i professori assegnavano, praticamente non avevano tempo. Però Rose non sembrava afferrare il concetto.

 

-Lily, non credo che dovresti-

 

La rossa alzò gli occhi al cielo -Non fare come Albus, Rose. O James- lei non era sua sorella -Inoltre, starò benissimo. Mangeremo rane di cioccolato nel bagno delle ragazze al secondo piano-

 

Rose le lanciò un'occhiata di disapprovazione -Mi sa che Tyrrell non vuole limitarsi a mangiare rane di cioccolato, Lily. Ha 15 anni, dopotutto. Tu ne hai solo 13. Devi tenerlo a freno-

 

-Tyrrell sa comportarsi da vero gentiluomo, Rose- rispose, iniziando ad esasperarsi. Stava iniziando a rovinare il suo umore e le aspettative che aveva.

 

-Potresti metterti nei guai- le ricordò -Per colpa di James e Fred abbiamo perso più punti di quelli che possiamo recuperare-

 

Lily si riempì la bocca con un pezzo di torta di zucca -Non mi metterò nei guai. Ci pensa già James a quello-

 

-Non dovresti infrangere le regole- insisté, tanto che Lily si chiese perfino che cosa interessasse a lei se rispettava o meno le regole incontrandosi con un ragazzo nel bagno abbandonato del secondo piano. -Potrebbero metterti in castigo, potrebbero farti saltare una partita di Quidditch-

 

-Non fingere di interessarti al Quidditch ora- disse, iniziando ad infastidirsi. Rose amava leggere e studiare per gli esami, ma non sapeva niente di partite o di Quidditch. Di fatto, non capiva come e perché le piacessero tanto quelle cose. E la irritava che le sbattesse tutto in faccia.

 

-Per colpa tua perderemo la coppa delle case anche quest'anno- disse, aggrottando le sopracciglia. 

 

Fred mise un braccio attorno alle spalle di Rose -Per colpa di chi?- un grande sorriso si aprì sul suo volto. -Di che stavate parlando?-

 

Lily lanciò un'occhiata a sua cugina, intimandole di non dire niente. James avrebbe voluto schiantare Tyller e Fred lo avrebbe sicuramente aiutato, così tutto si sarebbe rovinato.

Rose non ne parlò -Di te e James. Ci farete perdere la coppa delle case, con le vostre avventure-

 

James si unì a loro -Che avventure?- chiese, sorridendo ampiamente e fingendo innocenza. Entrambe sapevano che i due stavano tramando qualcosa, un'altra volta.

 

Fred aggrottò le sopracciglia -Hai visto il mantello?-

 

James scosse la testa -No, forse l'ha nascosto qualcuno- Lily cercò di mascherare il rossore rivelatore sulle sue guance -Chiunque sia stato, si beccherà un incantesimo che non dimenticherà mai- 

 

-E ora che facciamo? Era parte essenziale del nostro piano-

 

Rose li guardò con severità -Cosa avete in mente voi due?-

 

-Questo- disse Fred.

 

-E'- continuò James.

 

-Un- proseguì il figlio maggiore di George Weasley.

 

-Segreto- concluse il maggiore dei figli di Harry. Lily sorrise, cercando di non farsi vedere. 

 

-Se utilizzaste tutti questi sforzi nello studio, sareste i migliori- disse Rose.

 

Anche James le mise un braccio attorno alle spalle -Oh, andiamo Rose! Non essere noiosa-

 

-Io, a differenza vostra, ho delle priorità ben organizzate- replicò, piccata -E, con permesso, adesso vado a letto- si alzò, allontanandosi dalla stretta dei due e lanciando un'ultima occhiata a Lily. Reginald ed Albus, che le passarono vicino, si accigliarono.

 

-E ora che cavolo le è preso?- domandò Reginald, guardando nel punto in cui Rose era sparita.

 

Fred fece spallucce -E' una palla. Voi volete partecipare?-

 

Al e Reg si mostrarono subito interessati. Lily alzò gli occhi al cielo -Vado a letto anch'io, 'notte- se lo zio George li avesse visti sarebbe stato orgoglioso di quei quattro.

 

-Sì, sì. Buonanotte-

 

-Bene, qual è il piano?-

 

In silenzio, percorse i corridoi fino all'ingresso della sala comune di Grifondoro. Una volta davanti al ritratto della Signora Grassa, disse -Svasso- questa le aprì e lei entrò. Fingendo di andare a dormire, si mise a letto, vestita, ed aspettò che tutte le altre si addormentassero. Poi si levò le coperte, si mise il mantello, prese la mappa e uscì dal ritratto. Poco dopo, arrivò nel bagno del secondo piano, dove Tyrrell la stava aspettando con un sorriso. 

 

Era stata davvero bene. Lily era rimasta seduta di spalle contro il petto di Tyrrell ed entrambi avevano riso, conversato, si erano scambiati caramelle e qualche bacio. Tyrrell però (non lo avrebbe mai detto a Rose, che a quanto pareva non aveva tutti i torti) forse si era fatto speranze che Lily non aveva intenzione di soddisfare. I baci di lui erano sempre più frequenti ed insistenti, così lei si premurò di interromperlo infilandogli qualche rana di cioccolato in bocca. Finalmente, le prime luci dell'alba penetrarono dalle finestre, quando Mirtilla Malcontenta fece la sua comparsa.

 

Tyrrell se ne andò, ma Mirtilla scese fino ad arrivare davanti a Lily, impedendole di uscire -Oooohhh! Non viene mai nessuno a farmi visita...eccetto Harry. Lui veniva, ma non sempre. Perchè è ovvio...chi vorrebbe fare visita alla brutta e defunta Mirtilla?- strillò, mettendosi quasi a piangere.

 

-Ehm...non credo che sia così, Mirtilla...- assicurò Lily, conoscendo bene l'emotività di quel fantasma, per le storie che le aveva raccontato la sua famiglia.

 

-No, è così...tutti prendono in giro la povera e brutta quattr'occhi Mirtilla...però tu non lo farai, è vero? Figlia di Harry?- chiese, aprendo i suoi occhi lucidi e sbattendo le ciglia.

 

La rossa si domandò come facesse a sapere che era suo padre, ma Mirtilla rispose ancor prima che lei chiedesse qualcosa -Io so tutto...di quello che si dice nei bagni. Come quel ragazzo...anche lui mi tratta bene, come faceva suo padre...anche se sono morta, mi rispetta...si sente solo e non ha nessuno con cui parlare...

 

-Quel ragazzo?- chiese Lily, curiosa. 

 

-Si...il figlio di Draco Malfoy...- esclamò, facendo una risatina e fluttuando da una parte all'altra, poi scomparse.

 

Lily boccheggiò, sconcertata. Stavano parlando della stessa persona? Perchè di certo non poteva immaginarsi quell'insopportabile di Scorpius Malfoy parlare con un fantasma di una ex studentessa dal sangue impuro. Inoltre, perchè Mirtilla aveva riso in quel modo? Scuotendo la testa, decise di uscire. Solo che quando lo fece, nel suo temporale stato di distrazione, si scontrò con qualcuno e cadde a terra. 

 

-Guarda dove vai, Potter- sibilò una voce familiare e velenosa. Alzando lo sguardo, incontrò gli occhi gelidi e grigi di Malfoy -Non dovresti essere fuori dal letto a quest'ora- disse, con un sorriso. L'aveva beccata in pieno, e di sicuro era compiaciuto di poter dare problemi a un Potter e fare in modo che Grifondoro perdesse più punti di quelli che facevano perdere di solito James e Fred.

 

Lily si mise in piedi e tolse la polvere dai vestiti, nascondendo il mantello dell'invisibilità dagli occhi di Malfoy e dicendo "fatto il misfatto" il più silenziosamente e discretamente possibile alla mappa del malandrino -Lo stesso vale per te, Malfoy-

 

-Io sono un prefetto- disse, alzando leggermente il mento, orgoglioso e lasciando intravedere la scritta -Vedo che stai seguendo l'esempio di tuo fratello e di tuo cugino. Con questo passo non vincerete mai la coppa delle case-

 

-Questi non sono affari tuoi- 

 

-Sfortunatamente, Potter, è mio dovere di prefetto punire la gente che come te non rispetta le regole- disse, divertito e compiaciuto. Oh, sì, pensò Lily, Malfoy stava sfruttando parecchio la situazione -Che hai lì?-

 

Lily mise subito la mappa nella tasca della sua divisa -Un pezzo di pergamena, niente di che-

 

Però Scorpius fece un paso verso di lei, fermandosi a pochi centimetri da Lily, e prese la pergamena dalla tasca della divisa della ragazza -Non ti credo Potter, lascia che ci dia un'occhiata- disse, cominciando ad esaminare la mappa senza vedere niente.

 

-Hai visto? Te l'ho detto. Smettila di ficcare il naso in cose che non ti riguardano, Malfoy-

 

Il biondo sembrava stesse per dire altro, ma una voce roca e lenta lo bloccò -Bene, bene, bene- la persona a cui apparteneva la voce era all'inizio del corridoio, con una torcia che illuminava la sua brutta faccia, ora distorta in una smorfia soddisfatta. Era Gazza. E ai suoi piedi, come sempre, c'era la vecchia, molto vecchia, gatta che lui chiamava Mrs. Norris -Abbiamo un problemino-

 

Malfoy si raddrizzò -Ho trovato questa studentessa vagare per i corridoi dopo il coprifuoco- disse, ma Gazza lo ignorò, si avvicinò a lui e lo prese per un orecchio.

 

-Ma che fai?! Io sono un prefetto! Levami le tue sudice mani di dosso!- iniziò a dire Scorpius, ma Gazza lo ignorò ancora ed afferrò il braccio di Lily, iniziando a trascinarli entrambi, con un'espressione molto soddisfatta sul viso.

 

Parlava con la sua gatta -Bene, Mrs. Norris. Che cosa abbiamo qui?- lasciò la presa sui due.

 

Scorpius si sfregò l'orecchio dolorante ed entrambi seguirono Gazza. Lily rise, ma si ammutolì subito quando vide l'espressione della serpe -Cos'hai da ridere, Potter?-

 

-Niente- tuttavia, dovette coprirsi la bocca per nascondere un'altra risatina.

 

Malfoy la fece smettere -Forse dovresti sistemarti i vestiti e i capelli, Potter-

 

Il calore si estese per il viso della rossa fino alle orecchie. Rapidamente, cercò di abbottonarsi la divisa e lisciarsi i capelli, ma invano. Il biondo continuò a parlare -E Linwood dov'è? Se n'è andato per salvarsi il culo e ti ha lasciata indietro?- sputava veleno, come sempre.

 

-Questi non sono affari tuoi- sibilò, in risposta.

 

Malfoy si limitò a mettere le mani nelle tasche, rimanendo impassibile -Non sei un po' troppo piccola per stare insieme a una feccia come Linwood, Potter?-

 

Lily spalancò la bocca. Ah! Ironico, pensò, Scorpius Malfoy che dice feccia a qualcun'altro -Fatti gli affari tuoi, Malfoy- ripeté, irritata.

 

-Hai una lingua un po' troppo biforcuta, non va bene- disse, in risposta, guardandola di traverso con lo stesso sguardo dell'ultima volta. Lo stesso che l'aveva pietrificata per un momento. Forse, pensò Lily, era davvero giusto che Scorpius Malfoy fosse finito in Serpeverde. Dopotutto, alcune volte sembrava un basilisco...

 

-E tu sei troppo sfacciato- gli disse, piccata. Lily sapeva di aver ereditato il carattere fermo e focoso di sua madre, ma Malfoy lo faceva sembrare un difetto...e Lily non lo aveva mai considerato un difetto.

 

Malfoy stava per replicare, ma Gazza li fece entrare nell'ufficio della preside, Minerva McGranitt. Entrambi rimasero immobili. Lily deglutì -Argus, è successo qualcosa?- chiese la preside.

 

L'uomo si spostò e alzò la torcia, illuminando i due -Ho visto questi due studenti vagare per i corridoi fuori orario- 

 

Minerva inarcò le sopracciglia -Signor Malfoy, signorina Potter?- sembrò leggermente sorpresa di vedere loro due, ma subito si ricompose e tornò a mostrare la sua solita espressione severa -Che cosa facevate fuori dal vostro letto a quest'ora?-

 

-Io sono un prefetto, professoressa...- iniziò Scorpius per scusarsi, ma la donna lo interruppe.

 

-Questo non giustifica, signor Malfoy, il fatto che lei abbia adottato un comportamento... ecco... equivoco. E con la signorina Potter!- puntò i suoi occhi sulla rossa, facendola sentire ancora più in colpa -Sono amareggiata. Signorina Potter, pensavo che lei avesse più senso del dovere, come sua cugina, la signorina Weasley. E quanto a te, signor Malfoy, ammetto di essere allibita. Un prefetto che sfrutta una targhetta per agire in maniera inappropriata! Non ho mai sentito una cosa del genere prima!

 

Il viso di Lily divenne rossissimo quando comprese ciò che la professoressa aveva supposto. Lei e Scorpius? Sì, certo.
-Professoressa, non è come crede...- provò a dire, ma la donna la interruppe.

 

-Non è accettabile che due studenti vaghino a quest'ora di notte- lanciò ad entrambi un'occhiata ambigua da sopra i suoi occhiali.
-Sono molto delusa da voi. Dovrò mettervi una punizione. E i professori- si riferiva alla Marchand e a Lumacorno, presenti nella stanza -Si occuperanno di togliere dei punti alle vostre case-

 

Malfoy rimase immobile senza dire niente, con un' espressione neutrale. Lily, invece, continuò.

-Professoressa, per favore...il Quidditch...- avrebbe perso la partita successiva. L'ultima, contro Tassorosso. E non poteva, se voleva vincere la coppa.

 

-Avresti dovuto pensarci prima di svignartela con il signor Malfoy, signorina Potter- Lily era sul punto di gridare che NON se l'era svignata con Malfoy, ma sapeva che avrebbe solo peggiorato la situazione -Ora, tornate a letto, non ho mai provato così tanta vergogna per due studenti di Hogwarts- poi se ne andò, la professoressa Marchand guardò Lily e scosse la testa.

 

-Temo di doverle togliere cinquanta punti, signorina Potter-

 

Lumacorno annuì -Lo stesso vale per te, Malfoy- disse, per niente compiaciuto, e se ne andò.

 

Quando anche l'altra professoressa uscì, Lily e Scorpius fecero lo stesso e stettero in silenzio per un bel po'. -Perchè non hai detto niente?!- domandò la rossa, furiosa, dopo aver percorso qualche corridoio. Si fermò davanti a Malfoy e gli impedì di proseguire.

 

Lui la guardò con indifferenza -Cosa avrei dovuto dire, Potter?

 

-Che tu ed io...che tu ed io...non...- e iniziò a gesticolare, indignata.

 

Scorpius inarcò le sopracciglia e un sorriso divertito comparve sul suo volto -Non so se ci hai fatto caso, Potter, ma al momento avevamo cose più importanti a cui badare-

 

-Questa è tutta colpa tua- gli rispose, irritata.

 

-Non sono io quello che si stava sbaciucchiando con Linwood in piena notte, Potter, se non ricordo male- ribatté. E, con sorpresa di Lily, sembrò infastidito e non solo sarcastico o malizioso -Non dare la colpa a me per i tuoi errori di giudizio-

 

-Come ho già detto, Malfoy, questi non sono affari tuoi- 

 

-Su questo siamo d'accordo, Potter. Non mi interesserei a te nemmeno se ti conoscessi da secoli- rispose, con voce dura e occhi gelidi. Non ad una Grifondoro, Potter, Weasley, sangue impuro. 

-Nemmeno per tutti i Galeoni del mondo-

 

-Mi rallegra sapere che abbiamo messo in chiaro questo punto. La prossima volta, cerca di non immischiarti in cose che non ti riguardano-

 

-E tu cerca di sparire dalla mia vista- poi si voltò e se ne andò a grandi passi verso le segrete e quindi verso la sala comune di Serpeverde.

 

Lily sbuffò e incrociò le braccia -Come se io volessi vederti-  borbottò, poi si girò dall'altra parte e iniziò a camminare. Era arrabbiata e indignata perchè Rose aveva avuto ragione, perchè aveva avuto uno scontro con l'insopportabile Malfoy, perchè era stata scoperta e punita, perchè aveva perso dei punti e, soprattutto, per le ridicole insinuazioni della McGranitt.

 

Come se potesse essere possibile! Sbuffò ancora, e si sistemò sotto le coperte del suo letto a baldacchino. Era inaudito, illogico, persino ridicolo. E avrebbe riso di gusto se si fosse trovata in un'altra situazione: punita, con Scorpius Malfoy. 

 

Il nonno Arthur morirebbe se sapesse che la McGranitt crede che io frequenti Malfoy, pensò.

 

E temeva che qualcun'altro potesse credere ad una cosa del genere, per quanto fosse ridicola.

 

Davvero ridicola.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Castigo. ***


 

Castigo

 

Il giorno seguente, la notizia che Lily Luna Potter, la figlia del famoso Harry Potter, del bambino sopravvissuto, era stata beccata ad amoreggiare nel bel mezzo della notte con Scorpius Malfoy, figlio dell'eterno rivale di Harry Potter, si sparse come se fosse fuoco per tutta Hogwarts. Questo scatenò molti pettegolezzi  nella scuola, soprattutto tra le ragazze (principalmente di Serpeverde) che non cessavano di lanciarle occhiatacce furibonde e di odio e provavano a schiantarla quando nessuno le vedeva. Ma questa non era la cosa peggiore. Non lo era assolutamente. Perché oltre al castigo e ai punti persi e agli sguardi di disapprovazione di Rose (così come di altri Grifondoro che erano arrabbiati perché un'altra Potter aveva fatto perdere una marea di punti) vi erano le occhiate di incredulità e i pettegolezzi. E, il peggio in assoluto, i suoi fratelli e i suoi cugini.

 

-Lily, pensa a come l'ha presa Tyrrell- le aveva detto Hugo la mattina seguente -Tyrrell avrebbe accettato tutto, ma...Malfoy?!-

 

E Lily aveva sospirato e spiegato, per l'ennesima volta, che non stava baciando Malfoy e che non l'avrebbe fatto nemmeno per salvare la propria vita da un Ungaro Spinato. Hugo aveva annuito, ma non sembrava essere convinto, e la situazione era peggiorata quando James era corso da lei per farle delle domande, Hugo aveva voluto sentire tutto di nuovo, solo per essere sicuro. Anche Albus aveva qualche pulce nell'orecchio.

 

-Lily, che cosa vuol dire che tu e Malfoy vi stavate sbaciucchiando?- domandò James, indignato -E ridammi il mantello dell'invisibilità. Per questo lo volevi? Per nasconderti col nemico e...e...?- però non seppe che altro dire. Albus e Fred erano increduli e indignati come il maggiore dei Potter. Lily si chiese  perché i suoi fratelli e suoi cugini dovessero fare tanto baccano, dato che molte persone di altri tavoli si erano voltati ad osservarli.

 

Rose scosse la testa -Non essere stupido, James. Lily non avrebbe mai fatto una cosa del genere-

 

Però James la interruppe -Scriverò a papà e a zio Ron. Il nonno Arthur ti diserederà, vedrai. Nemmeno lo zio Ron ti perdonerà. Aspetta che papà venga a sapere che te la fai con Malfoy- disse l'ultima frase con indignazione ed enfasi.

 

Lily lo fulminò con un'occhiataccia. Apprezzava che volessero proteggerla, ma era stanca di sentirsi dire da James cosa dovesse fare o non fare o con chi dovesse o non dovesse uscire. Inoltre, credeva fosse ancora più brutto che lui potesse pensare che lei stesse con Malfoy -Mettitelo in testa, James. Non sono affari tuoi con chi esco o con chi non esco- disse, arrabbiata.

 

-Si, invece!- replicò lui, ugualmente arrabbiato -Credi che mi faccia piacere che la gente pensi che mia sorella è una...? Che va a sbaciucchiarsi con Malfoy nei luoghi imboscati fuori orario?-

 

-Una che...?!- domandò lei, mettendo entrambe la mani sul tavolo. Aveva il viso rosso per l'indignazione -Una che, James? Dimmelo. Il fatto che tu non abbia mai baciato nessuno, non ti autorizza a sputare veleno verso chi lo fa. Anche Albus ha baciato Cecil- sibilò, Albus avvampò. Anche Cecil, al tavolo dei Corvonero, arrossì.

 

-Tappati la bocca, o io...-

 

-E se voglio uscire con Tyrrell o con Scorpius...- disse Lily, usando il nome del secondo per infastidire suo fratello, sapendo che quello gli avrebbe fatto male più di qualsiasi altra cosa -O con qualunque altro ragazzo di qualunque altra casa, sono fatti miei-

 

James era furioso. Rose si limitò a scuotere la testa. James era troppo protettivo, tanto che sua madre Ginny le aveva detto che le ricordava suo zio Ron quando erano giovani e Ginny non stava nemmeno ancora uscendo con Harry. Lily non tollerava che le persone le dicessero cosa fare. Per questa ragione, soleva discutere di più con Albus, perché lui aveva la pazienza e la calma di suo padre. Inoltre, James esagerava sempre, dato che Lily non frequentava mica mezza Hogwarts (come aveva insinuato una volta) ma aveva solo baciato Lorcan Scamander (e la cosa era finita lì, per entrambi) e Tyrrell, con cui usciva dall'inizio dell'anno. D'altra parte, Lily non era molto comprensiva con James, e invece di chiarire le cose (come avrebbe dovuto fare in quel momento) tendeva a litigarci perché non voleva che lui mettesse il naso in cose che non lo riguardavano. Oltre a tutto ciò, Lily era la figlia minore e per questo tutti tendevano ad essere iperprotettivi nei suoi confronti, non capendo che Lily non era più una bambina.

 

-James, Lily non voleva dire che...-

 

-Bene! Se vuoi uscire con quell'idiota di Malfoy, fai pure. Sposatelo, se vuoi. Non mi interessa-

 

-Lo farò!- rispose. E, senza aggiungere altro, si alzò e abbandonò la Sala Grande con una furia immensa, ma con le lacrime pronte ad uscire. Merlino, cosa aveva fatto? Aveva gridato davanti a tante persone, in Sala Grande, all'ora di pranzo, cose non vere. Sapeva perché lo aveva fatto, voleva far arrabbiare James, lui era così...esasperante...però aveva detto cose senza senso. Aveva detto di uscire con Malfoy, beh non esplicitamente, e che se avesse voluto si sarebbe sposata con lui. Si era comportata in modo infantile, Lily lo sapeva, ma non aveva potuto evitarlo. Si sedette su uno scalino e si coprì il viso con le mani.

 

La voce velenosa di Peony Parkinson la risvegliò -Scorpius è mio- Lily alzò la testa. Lì, davanti a lei, c'era la Parkinson con le braccia incrociate e con un'espressione omicida. Sembrava che le avessero rubato la cena o il suo giocattolo preferito. 

 

La rossa si mise in piedi, sistemandosi la divisa e la sorpassò, ignorando il colpo di spalla che le diede la serpe -Puoi tenertelo-

 

-Ti avverto, Potter- le gridò -Credi davvero che gli potrebbe interessare una traditrice del suo stesso sangue come te?!-

 

Lily si voltò. Poteva tollerare le prese in giro, che credessero che usciva con Malfoy, che suo fratello le dicesse le cose orribili che le aveva detto, ma non poteva sopportare che la chiamassero sangue sporco -Chiudi il becco, Parkinson- disse, puntandole contro la bacchetta.

 

La Parkinson fece lo stesso -Cosa credi di fare con la bacchetta? Lurida mezzosan...-

 

-Signorina Parkinson! Signorina Potter! Sono sicura che entrambe sappiate che è proibito fare duelli nei corridoi del castello-

 

Lily abbassò la bacchetta e lo stesso fece la serpe. La professoressa Marchand, che non aveva sentito cosa aveva detto la Parkinson, disse -Per questa volta, chiuderò un occhio. Ah, Potter! Prendi- le diede un pezzo di pergamena, per poi andarsene. Lily lo lesse con calma, ricordando il castigo dovuto al fatto che se la fosse svignata nel bagno.

 

Era da parte della McGranitt, le diceva che il suo castigo sarebbe stato alle undici di sera, con Gazza, l'incontro era nell'atrio.

 

Peeves passò in quel momento -Potter e Malfoy sono fidanzati!- canticchiò e poi sparì di nuovo.

 

Sbuffando, accartocciò il foglietto e si diresse in sala comune. Fantastico, pensò infastidita, le cose non potrebbero andare meglio. Alle undici, quella sera, salutò Rose, che era l'unica che le parlava ancora (James era arrabbiatissimo ed era sparito con Fred da quella mattina e Albus era già a dormire) e andò all'ingresso. Gazza era già lì e anche Malfoy, che se ne stava appoggiato contro una colonna di pietra con le braccia incrociate e con gli occhi socchiusi. Lily si unì a loro senza dire niente. Non era dell'umore adatto.

 

-Seguitemi- disse Gazza, uscendo dal portone principale. Malfoy camminava con le mani nelle tasche della divisa e Lily lo seguì, ancora in silenzio -La prossima volta ci penserete due volte prima di infrangere le regole della scuola, non è vero?- chiese l'uomo, guardando entrambi dalla sua spalla con soddisfazione –Oh sì, il lavoro duro e il dolore sono i migliori maestri. Non so perché hanno smesso di usare i vecchi castighi-

 

Camminarono per un lungo tratto fino a raggiungere il limitare della foresta oscura e solo allora Malfoy parlò -Che succede, Potter? Non si saluta nemmeno adesso?- un sorriso di presunzione gli illuminava il viso.

 

Lily digrignò i denti -Non voglio sentirti, Malfoy-

 

-Se non ricordo male, Potter, siamo qui a causa tua- rispose, osservando la foresta.

 

-Adesso che mi ci fai pensare, vedi di dire al tuo esercito di lasciarmi in pace-

 

Malfoy inarcò le sopracciglia, confuso da ciò che aveva detto Lily -Esercito?-

 

-Parkinson-

 

-Non ho niente a che vedere con la Parkinson- grugnì, perdendo l'espressione di leggera curiosità.

 

-Lei non sembra saperlo- gli rispose.

 

-E' un suo problema- fece spallucce.

 

-E mio, quando cerca di schiantarmi-

 

La scintilla di curiosità sembrò tornare a brillare negli occhi grigi di Scorpius -Ha fatto questo?-

 

-Già- sibilò, a denti stretti -Si è messa in testa che io esco con te-

 

Malfoy fece di nuovo spallucce -E mi chiedo da dove avrà mai tirato fuori questa idea ridicola. Eh, Potter?- Lily aprì la bocca, sapendo che era per le stupidaggini che aveva gridato a James, che avevano sentito tutti. E anche Malfoy le aveva sentite, era ovvio.

 

-Non uscirei con te nemmeno per tutto l'oro della Gringott, Malfoy- assicurò, piccata.

 

Il biondo non sembrò essere scalfito minimamente, ma le sue labbra si curvarono in una smorfia.

-Pensavo che questo lo avessimo già stabilito, Potter. Ma se non hai afferrato del tutto il concetto, sappi che per me è lo stesso. Non me la faccio con gente come te-

 

-Bene, io nemmeno-

 

Gazza, con la torcia in mano, continuò ad avvicinarsi alla capanna di Hagrid e Lily sospirò sollevata. Se il suo castigo concludeva Hagrid non sarebbe potuto essere tanto brutto, vero? Però l'uomo scosse la testa, sorridendo raggiante –Non credere che sarà facile ragazzina, ragazzina. Pensaci bene: magari andate nella foresta e sai com’è, non tutti tornano da lì-

 

Scorpius, vicino a lei, chiese -La foresta?- il suo viso aveva perso parte dell'indifferenza che aveva manifestato fino a quel momento -Però...è oltre il limite degli studenti e ci sono delle cose che...-

 

Il sorriso di Gazza si allargò ancora di più, mostrando i suoi denti storti e giallognoli -In effetti...ma questo è un problema vostro. Avreste dovuto pensarci prima di mettervi nei guai- e dopo si voltò e continuò a camminare fino all'ingresso della capanna di Hagrid, dove c'era già lui fuori dalla porta e vedendo Lily i suoi occhi brillarono.

 

Sorrise -Lily, tutto bene?- 

 

-Non essere amichevole con questi trasgressori, Hagrid- disse Gazza -Sono qui per un castigo-

 

Il mezzo gigante annuì -A partire da ora me ne occuperò io- e Fang, che fino a quel momento era rimasto accanto al suo padrone, si alzò molto lentamente (a causa dell'età) e iniziò a camminare rantolando fino a loro. Lily gli accarezzò la testa. 

 

Gazza fece un'altra smorfia di disapprovazione e di disgusto, però annuì -Bene. Starò di guardia per acciuffare chi infrange le regole- dopo aver detto questo con un sorriso maligno, se ne andò. Malfoy guardò Hagrid.

 

-Non entrerò lì- Lily notò con piacere che la sua voce ferma si era incrinata leggermente alla fine della frase.

 

Hagrid sospirò -Ah, Cielo...mi ricorda quando tuo padre ed Harry hanno dovuto subire la stessa punizione come voi, lo sai?-

 

-Mio padre non è mai stato in una situazione del genere- disse Scorpius.

 

-Tuo padre aveva una certa abilità nel mettere Harry nei guai e ha finito anche con l'imbrogliare. Domandagli queste cose, sono sicuro che lo delizierà raccontarti della volta in cui entrò nella foresta proibita e uscì fuggendo-

 

Il biondo digrignò la mandibola e gli lanciò un'occhiata furiosa -Mio padre non era un codardo-

 

Hagrid si passò una mano sulla barba -Tuo padre ha fatto il codardo come lui- e fece un cenno al vecchio cane che guardava da tutte le parti come se non sapesse dove fosse -Harry invece no- affermò, guardando Lily con un sorriso -E' un gran bella persona, Harry. Come sta? Presumo che non si metta più nei guai come una volta. E Ron? Hermione?-

 

Lily arrossì leggermente -Ehm...stanno bene...- ad esser sincera, la infastidiva un pochino che tutti le chiedessero sempre di suo padre e dei suoi zii. Ovviamente, capiva perché lo facessero, ma, ogni volta,  si imbarazzava. Malfoy, accanto a lei, se ne stava in silenzio con il viso basso e con le sopracciglia aggrottate. Entrambe la mani erano serrate in due pugni ai lati del corpo.

 

Hagrid riprese a parlare -Bene. Ascoltate con attenzione, perché quello che faremo stanotte sarà pericoloso e non voglio che nessuno si faccia male. Seguitemi-

 

Li condusse fino al limite della foresta. Alzando il suo faro, notarono un sentiero di terra che spariva tra gli spessi alberi neri e una densa nebbia che copriva quasi fino a metà del bosco. 

 

-Si suppone che dobbiamo andare lì dentro, vero?- chiese Malfoy, con odio e un tremolio di paura nella voce. 

 

Hagrid annuì -Se proseguite per il sentiero, non vi perderete e potrete ritornare- 

 

-Ma...tu non verrai Hagrid?- domandò Lily. Entrarono nella foresta proibita, soli, e con tutte le creature che abitavano lì. Lily non sapeva molti incantesimi da poter utilizzare in caso di bisogno, infatti iniziò ad avere un po' di paura anche lei.

 

-Certo che verrò. Ma faremo due squadre. Voi andrete con Fang e io per conto mio-

 

-Con questo coso?- Malfoy guardò il cane con espressione disgustata, il quale si limitò ad osservarlo con occhi vuoti e la lingua di fuori, senza dare il minimo segnale di aver capito di essere stato appena insultato. 

 

-Non vi succederà niente se starete con Fang-

 

Lily parlò, iniziando a sentire la paura diffondersi per tutto il suo corpo come l'umidità della nebbia nella sua pelle –E cosa dobbiamo fare?-

 

-Ah, certo- rise Hagrid. Sia Lily che Scorpius si chiesero cosa potesse esserci di divertente nell'entrare nella foresta proibita -E' nato un nuovo unicorno. Ho bisogno di vederlo per confermare che goda di buona salute. Se lo vedete, lanciate delle luci verdi con la bacchetta. Avete capito? Andiamo-

 

Annuendo, iniziarono ad avanzare, introducendosi mano a mano nell'oscurità e nel silenzio del bosco, fino a che non trovarono un bivio. Così, Hagrid proseguì verso un lato, Scorpius, Lily e Fang verso l'altro, con la bacchetta in mano. Nell'istante in cui il mezzo gigante sparì dalla loro vista, entrambi, senza rendersene conto, camminarono più vicini -Come gli è venuto in mente di farci venire qui? Maledetto idiota- mormorò Malfoy.

 

Lily gli diede una gomitata nelle costole -Non dire mai più una cosa del genere su Hagrid-

 

Malfoy digrignò i denti, toccandosi il punto in cui era stato colpito dalla rossa, ma si calmò -Non posso credere che morirò insieme ad una Potter-

 

-Non essere melodrammatico- scosse la testa. Tuttavia, non suonò molto sicura nel dire le seguenti parole -Non...non moriremo. Che cosa è stato?!- esclamò, sussultando e avvicinandosi ancora di più al biondo. 

 

Malfoy inarcò le sopracciglia, divertito -E' un onore vedere il coraggio e la spavalderia dei Grifondoro- disse, con sarcasmo.

 

Lily sbuffò -Senti chi parla, Malfoy, fino ad un secondo fa dicevi che saremmo morti-

 

-E comunque non ne nego la possibilità. Poi con questo cane...-

 

-Fang è okay. Hagrid ha detto che non ci accadrà nulla con lui-

 

-Hagrid è un idiota-

 

-Non mi costringere a schiantarti in mezzo al bosco, Malfoy- lo ammonì. E lui serrò la mandibola e si ammutolì. Non era il momento adatto per dire stupidaggini.

 

-Mi piacerebbe vedere mentre lo fai, Potter. Però aspetta di essere tornati tutti interi-

 

Lily sembrò soddisfatta, ed entrambi proseguirono il sentiero del bosco, insieme. Camminavano vicino, molto vicino, tanto che a volte le loro mani si sfioravano. Tuttavia, e per sorpresa di lei, Malfoy non disse niente. Non fece commenti sarcastici e non finse di rabbrividire al contatto con la sua "pelle dal sangue impuro". Si limitarono a guardare avanti, con occhi attenti.

 

-Credi che ci siano davvero i lupi?- chiese Lily a Malfoy, dando voce al suo timore. 

 

-E' quello che dicono- rispose, facendo spallucce -Forse dovremmo tornare indietro e cercare quel...- stava per insultarlo davvero, ma si fermò in tempo e concluse -Hagrid. Non sembra esserci niente qui-

 

-Lumos- disse Lily, guardando con più attenzione -Già, non sembra-

 

-Shh!- la interruppe Malfoy e Lily vide che aveva il viso pallido -Nox- sussurrò e la fievole luce della sua bacchetta si spense. Imitandolo, lei fece lo stesso. E tutto cadde nella più profonda oscurità.

 

Si sentì un grugnito, poi il rumore di un ramo che si spezzava sotto il peso di un corpo. Un respiro caldo addosso e tutto divenne confuso. Bruscamente venne afferrata e trascinata, poi colpita in testa con qualcosa di duro. Avvertì un dolore fortissimo e perse i sensi.

Tutto ciò che c’era intorno fino a qualche istante prima, sparì.





 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Con un nome così. ***


 

Con un nome così

 

 

 

Avrebbe voluto gridare, ma non poteva. Disperata, provò a respirare profondamente, però la sua bocca rimase bloccata poiché qualcosa esercitava pressione su di essa. Morirò? Si chiese, ma in quel momento la sua vista iniziò a rischiararsi leggermente e una figura vicino a lei -molto vicina-diventò ben visibile. Inizialmente non riuscì a capire chi fosse e, per un secondo, Lily temette che si trattasse di qualche creatura della foresta. Comunque, era un essere umano. E non un essere umano qualunque, dato che si trattava della stessa persona che qualche istante prima stava attaccata a lei: Scorpius Malfoy. 

 

-Mmhh...- provò a dire qualcosa, ma la mano di lui, fredda e pallida, sopra la sua bocca, la bloccò.

 

Malfoy digrignò i denti -Silenzio, Potter. O ci ammazzeranno- sussurrò, agitato.

 

Solo allora, quando l'alito caldo di Scorpius sul suo orecchio la fece rabbrividire, Lily capì ciò che era successo esattamente e il motivo per cui si trovavano in quella posizione. Irrigidendosi, rimase immobile, come pietrificata. Il suo corpo, piccolo e minuto, era intrappolato tra il grosso tronco di un albero robusto e il corpo asciutto e muscoloso di Scorpius Malfoy, il quale aveva la mano sinistra sulla sua bocca e quella destra stretta in una morsa attorno alla bacchetta. Mentre il viso del ragazzo, spigoloso e teso per il panico, era nell'incavo del suo collo e il suo respiro caldo lo solleticava, così come faceva con la spalla e l’orecchio. Lily arrossì. O, meglio, lo avrebbe fatto, se quella posizione non fosse dovuta alla situazione pericolosa in cui si trovavano. Qualche attimo dopo, quando un forte urlo infranse il silenzio della notte, Lily non ebbe dubbi: c’era un Lupo mannaro.

 

Paralizzata dalla paura e incapace di fare niente o di ricordare tutte le cose che il professor Stamp le aveva detto sui lupi (sentiva la voce di Rose che la rimproverava "te l'avevo detto che avresti dovuto prestare maggior attenzione in classe, Lily, invece di pensare tutto il giorno al Quidditch") provò a concentrarsi su qualcos'altro. Ma non ci riuscì, nonostante i numerosi tentativi. Erano nella foresta proibita (entrambi senza la possibilità di segnalare ad Hagrid la loro posizione perché venisse ad aiutarli) e con un Lupo mannaro a meno di un metro e mezzo di distanza, che annusava l'aria alla loro ricerca. Comunque, cercò di distrarsi osservando al di sopra della spalla di Scorpius e esaminando ciò che stava attorno. Sfortunatamente, il bosco era uguale da tutti i lati e quello che stava facendo non serviva assolutamente. Rassegnata, volse lo sguardo (e girò anche leggermente la testa) verso Malfoy, che continuava a trattenere il respiro e ad osservare nel punto in cui Lily era sicura ci fosse il Lupo mannaro.

 

Avrebbe voluto chiedergli cosa stesse succedendo, ma poi si proibì di farlo e si distrasse guardando il ragazzo. La forma dei suoi occhi grigi, di solito gelidi e ora pieni di paura e attenzione, continuavano ad osservare ciò che succedeva ai lati del sentiero. Dopo, in un altro disperato intento di tranquillizzarsi e di mantenere immobile e calma, iniziò a studiare tutto ciò che riusciva a vedere coi suoi occhi. Così vicino, pensò, non era male. Quando si toglieva dalla faccia l'abituale espressione dura o di disprezzo che soleva portare in ogni momento, il suo aspetto era gradevole, persino attraente, col suo naso dritto e con le sue labbra fini e rosate. E Lily non poté evitare di domandarsi alcune cose, ad esempio a come sarebbe stato se non avesse teso la pelle del viso o se non fosse rimasto con la fronte corrucciata per così tanto tempo. 

Inoltre, aveva le ciglia più lunghe e pallide che Lily avesse mai visto. Bionde platinate e quasi bianche, che riflettevano i pochi raggi di luce della luna e proiettavano delle piccole ombre sul suo viso spigoloso. Lily non riusciva a smettere di guardarlo. Prendeva nota della forma che prendevano le sue sopracciglia quando le aggrottava. Notò l'irrigidirsi della linea della sua mandibola marcata e il modo in cui la sua gola si tendeva quando la saliva passava per il suo pomo d'Adamo. Dalla posizione in cui si trovava, schiacciata tra l'albero e Scorpius, poteva sentirlo, ogni centimetro del corpo di lui aderiva a quello di lei, ogni curva e linea e anche il battito dei loro cuori (era sicura che lui potesse sentire quello di lei). 

 

Quando Malfoy le parlò all'orecchio, un brivido freddo attraversò la sua spina dorsale -Credo che se ne sia andato- disse, ma non sembrava del tutto sicuro e nemmeno disposto a muoversi, temendo che il Lupo mannaro fosse vicino. E, in effetti, era ancora lì.

 

Lily, che fino a quel momento era stata impegnata ad osservare ogni centimetro del viso di Malfoy (per calmarsi) si sorprese quando scoprì che lui la stava guardando e per il modo in cui lo stava facendo probabilmente l'aveva beccata in pieno. Imbarazzata (con la faccia rossa, come il colore dei suoi capelli, fino alle orecchie) rimase immobile, accorgendosi per la prima volta della inesistente distanza tra di loro. Inoltre, l'aver girato leggermente la testa per vederlo meglio non aiutava, dato che le sue labbra erano a pochi centimetri da quelle di lui e poteva sentire l'alito caldo contro la bocca. Per fortuna, Malfoy le lanciò un'ultima occhiata e si alzò, iniziando a togliersi la terra dalla divisa, in assoluto silenzio. Lily fece lo stesso, senza guardarlo.

 

Solo la voce di lui la ridestò dal suo temporale stato di confusione -Vieni, Potter? O hai deciso di rimanere qui finché non verranno a cercarci?-

 

Scuotendo la testa, Lily lo seguì, notando, solo in quel momento, che la mano di Scorpius che teneva la bacchetta stava tremando. Quella di lei non era in condizioni migliori -Forse dovremmo riposare qualche secondo qui- suggerì, vedendo il pallore del Serpeverde. 

 

-Tu fai quello che vuoi, io non sarò la cena di un Lupo mannaro o di un'altra creatura di questa foresta- rispose, curvando le labbra in un smorfia. 

 

-Non sappiamo dove andare, dovremmo fare il segnale ad Hagrid, lui verrà-

 

-Così come il resto delle cose che vivono qui, Potter, incluso il Lupo mannaro, che non deve essere molto lontano-

 

Lily arrossì, frustrata, incrociando le braccia -Hai un'idea migliore, Malfoy?-

 

Il biondo si passò una mano tra i capelli. No, non ce l'aveva. E Lily lo comprese, perché anche lei non aveva la minima idea di cosa fare. Si erano persi in mezzo alla foresta proibita, erano soli, senza Fang. Fang! Dove si era cacciato? -Qualcuno verrà-

 

-Non vedo come- sbuffò, lasciandosi cadere su una roccia con la bacchetta in mano.

 

Lily camminò e andò a sedersi di fianco a lui. Malfoy si irrigidì e le lanciò una rapida occhiata infastidita -Che fai, Potter? Cercati un altro pezzo di bosco-

 

La rossa si morse il labbro e replicò -Se stiamo in due è meglio, soprattutto se torna- si riferiva al lupo e inoltre sapeva che sarebbe stato meglio rimanere uniti nel caso Fang fosse tornato con Hagrid. 

 

-Se torna, è molto probabile che ci mangi. O peggio, che ci morda- 

 

Lily annuì -Hagrid verrà, sono sicura che verrà a cercarci- 

 

-Cercarci? Non illuderti, Potter. Se tutto va bene, verrà per te- disse e poi lanciò un sasso lontano, verso un punto indefinito. -Dopotutto, sei la figlia del famoso Harry Potter- aggiunse, pronunciando il nome del mago con disprezzo.

 

-Hagrid non è così. A lui non importano queste cose- assicurò, indignata. 

 

-L'hai sentito prima, mio padre era un codardo- ribatté, imitandolo -Credi che gli importi di salvare il figlio di un codardo? Credi che se dovesse scegliere di salvare il figlio di Draco Malfoy o la figlia di Harry Potter, si preoccuperebbe per me?-

 

-Hagrid proverà a salvare anche te..- stava iniziando a non essere più tanto convinta.

 

Malfoy digrignò i denti, serrando la mascella -Sì, certo- e, per un po' di tempo, entrambi rimasero in silenzio. Lily lanciò qualche altra occhiata al biondo, che se ne stava seduto sulla roccia e appoggiato contro un albero con gli occhi chiusi.

 

-Graz...- iniziò, ma un latrato, senza dubbio di Fang, e la voce di Hagrid, che arrivava zoppicando dietro al cane, la interruppero.

 

-State bene?- era di fronte a loro, lanciò un'occhiata ad entrambi e poi si soffermò su di lei -Lily, Lily, stai bene? Ah, cielo, Harry non me lo avrebbe mai perdonato...-

 

La rossa si accigliò, le parole di Malfoy rimbombavano nella sua testa: Cercarci? Non illuderti, Potter. Se tutto va bene, verrà per te. Dopotutto, sei la figlia del famoso Harry Potter. -Sì, stiamo bene- disse, utilizzando il plurale di proposito e guardando di sfuggita il biondo, che era rimasto immobile, con la stessa espressione di indifferenza che portava di solito -Grazie a Scor...-

 

-Possiamo uscire da questo schifo di bosco?- tagliò corto lui, infastidito, mettendosi in piedi e sistemandosi la divisa per la seconda volta.  

 

-Oh, sì! Certo, certo! Andiamo, di qua. Muoviti Fang, non rimanere indietro- gridò al cane, alzando il faro e illuminando il sentiero. E tutti si misero in movimento. Per il tragitto di ritorno alla capanna di Hagrid, Malfoy non parlò. Lily, invece, raccontò ad Hagrid quello che avevano passato e l'incontro con il lupo, senza entrare nei dettagli di come avevano evitato di essere scoperti. Per qualche ragione non lo credeva opportuno ed era sicura che Malfoy non avrebbe gradito. Inoltre, Hagrid non faceva troppe domande.

 

Arrivarono alla capanna ed entrarono. -Fate come se foste a casa vostra- disse l'uomo, mettendo qualcosa sul fuoco e tirando fuori una torta.

 

Malfoy arricciò il naso, esaminando la capanna e senza sedersi da nessuna parte -Come?!- chiese, con sarcasmo, ma Hagrid non sembrò accorgersi della malignità del commento del Serpeverde. Lily, invece, lo fulminò con un'occhiataccia, lui però la ignorò.

 

-Sono contento che stiate bene- disse poi a Lily, genuinamente sollevato, servendo ad entrambi una tazza di the e tagliando un pezzo di torta ad ognuno -Suppongo che tu non sia molto diversa da tuo padre. Harry viveva mettendosi nei guai. Al loro primo anno, anche i vostri padri avevano visitato il bosco- Malfoy si sorprese che stesse parlando di suo padre e di lui. Suo padre non gli aveva mai detto che era stato nella foresta. In realtà, non aveva mai raccontato niente di quando era ad Hogwarts e nemmeno della Seconda Guerra Magica. Di solito era suo nonno che ne parlava e suo padre si limitava ad annuire ogni tanto, solo per compiacere Lucius Malfoy.

 

-Voldemort stava uccidendo degli unicorni nella foresta- aggiunse, in un sussurro. Per Lily e Scorpius "Voldemort" non era altro che un nome. Un elemento di storia, qualcosa che era esistito e che non c'era più. Al contrario, Hagrid sembrava sentire qualcosa quando lo pronunciava. -Però Hogwarts ha passato molto tempo in salvo grazie a Silente. Era un buon uomo, ti dico. Un mago coraggioso e bravissimo-

 

Lily non aveva mai sentito la storia dalle labbra di suo padre, però sapeva che lui aveva assistito alla scena dell’uccisione di Silente e per ricordarlo aveva dato ad Albus il suo nome. Sapeva che anche il padre della persona seduta accanto a lei c'era quel giorno. E, notò, anche Scorpius sapeva qualcosa, perché abbassò lo sguardo sulla tazza piena di the che non aveva bevuto. Hagrid continuò, senza rendersi conto di nulla. -Però, fortunatamente lo salvò un centauro. Sono amichevoli e saggi, quando li conosci-

 

Scorpius fece una faccia che lasciava intravedere chiaramente quanto fossero discordanti le loro visioni di "amichevoli" e Lily non poté che essere d'accordo con la serpe. –Ehm..certo, Hagrid- disse Lily, bevendo il the e fingendo che la torta servitale dall'uomo fosse anche solo lontanamente commestibile. Malfoy non l'aveva toccata. 

-Dì a tuo zio Charlie di scrivermi. Norberto deve sentirsi molto triste senza il suo Brandy preferito. Ne ho una bottiglietta piena per lui- Lily annuì, non disse niente, guardò Scorpius di sfuggita, ma questo continuava ad osservare qualcosa fuori dalla finestra, come se non si trovasse lì.

 

Hagrid, che si sorprese del fatto che Malfoy stesse guardando la finestra, si mise in piedi e osservò anche lui -Ah, maledizione. Sta venendo quel vecchio insopportabile. Bene, allora è tutto. Verrai a farmi visita coi tuoi fratelli, Lily?-

 

-Ehm...sì, Hagrid- assicurò, comunque dubitava di poter tollerare di rimanere con James nello stesso posto per molto tempo. Inoltre, era sicura che sarebbe passato un bel po' prima di tornare a parlargli.

 

-Ci vediamo- 

 

Gazza li guardò con stupore quando li vide, come se avesse sperato che non tornassero. Sfortunatamente per lui, entrambi erano sani e salvi.

 

Una volta arrivati nel castello, Lily  lanciò un'occhiata furtiva a Malfoy, solo per sorprendersi nel vedere che lui la stava già osservando, con un'espressione pensierosa e tesa. Gli occhi grigi erano

leggermente cupi. Quando incrociò gli occhi di lei, fece una smorfia infastidita e tornò a guardare di fronte a sé -Ho qualcosa sulla faccia, Potter?- chiese, leggermente irritato. Comunque nella sua voce sembrava esserci una punta di curiosità, o forse era solo frutto della sua immaginazione. 

 

Lily avvampò, sia di vergogna che di indignazione, sapendo perfettamente che si riferiva allo studio che gli aveva riservato nel bosco e non all'ultima occhiata -Solo il tuo solito viso sgradevole, Malfoy- rispose, digrignando i denti. Si pentì di ciò che aveva detto in quello stesso istante, dopotutto le aveva salvato la vita. -Non...- iniziò, cercando di rimediare.

 

Ma lui non sembrò essersi offeso per le sue parole mordaci -Vado a letto- annunciò quando arrivarono al corridoio che portava di sotto, alle segrete. Lily avrebbe voluto dire qualcos'altro in quel momento, ma non ci riuscì. Inoltre Malfoy non sembrava voler aspettare che lei parlasse ancora.

 

Le parole di lui rimbombarono nella sua testa. L'hai sentito prima, mio padre era un codardo. Credi che gli importi di salvare il figlio di un codardo? Credi che se dovesse scegliere di salvare il figlio di Draco Malfoy o la figlia di Harry Potter, si preoccuperebbe per me? Lily non poté evitare di sentire una profonda tristezza. Era vero? La sua vita valeva più di quella di lui solo perché suo padre era il famoso Harry Potter? Sospirò, e lo vide avviarsi verso la sua sala comune, chiedendosi come si sentisse davvero Scorpius Malfoy. Come uno che doveva pagare per i peccati commessi da suo padre e dai suoi nonni.

 

Lei lo sapeva, dopotutto, quale fosse il carico da portare per avere un nome così. Con il peso di un passato più rilevante del suo stesso presente. Sì, lo sapeva...

 

Non era facile vivere giorno dopo giorno come la figlia del famoso Harry Potter.

 

Non era facile essere considerata importante solo per se stessa, solo per le sue azioni.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** I Potter. ***


 

I Potter

 -Un Lupo mannaro, per Merlino!- aveva esclamato Rose, terrorizzata, quando, la mattina seguente, le aveva raccontato tutto quello che era successo nella foresta proibita, tralasciando i dettagli che aveva evitato di dire anche ad Hagrid, cioè la posizione che aveva permesso loro di salvarsi. 

-Non ti ha morso, vero?- chiese Hugo in un sussurro e Rose alzò gli occhi al cielo.

-Non essere stupido, Hugo. Lily non sarebbe qui se fosse stata morsa. Tutti sanno che se un Lupo mannaro ti morde durante la luna piena ti trasforma in uno di loro. Se prestassi più attenzione in classe, lo sapresti- gli ricordò, con aria orgogliosa e severa. 

-E quell'idiota di Malfoy non è stato morso? Se fosse diventato un cagnolino avremmo potuto tirargli il pelo- disse James. Fred lo guardò, divertito.

Rose, che aveva ereditato la compassione e il tatto di sua madre, invece, lo guardò indignata e orripilata -James! Non dirlo mai più. Il morso di un Lupo mannaro non è uno scherzo e Scorpius Malfoy non si merita una cosa del genere-

Lily, invece, divenne rossa per la rabbia e il sangue ribollì sotto la pelle. In primo luogo, ancora non aveva perdonato James per le cose che aveva detto su di lei e sui dubbi sulla sua dignità morale. E, in secondo luogo, non aveva il diritto di dire niente. Non lo tollerava, almeno. Così si alzò bruscamente in piedi -Chiudi il becco, James- disse, fulminandolo con lo sguardo.

Sembrò prenderlo alla sprovvista, infatti James la guardò prima con incredulità e poi con fastidio, le rispose con tono pungente –Oh, quanto ti lamenti. Ho insultato il tuo fidanzatino?-

Rose, come sempre, cercò di mediare –James, Lily non ha detto che...- però i suoi sforzi furono vani. Albus e Reg, appena arrivati, si bloccarono, osservando la scena. Molly arrivò un attimo dopo.

Furiosa, Lily prese la bacchetta e digrignò i denti –Devi maturare, James!- voleva bene a suo fratello, ma in quel momento non poteva sopportarlo. Non quando faceva così. Inoltre, si stava comportando ingiustamente senza un motivo. 

-Se no? Cosa fai? Vai a piangere dal tuo mortificato fidanzatino dal sangue puro?- il sorriso di Fred sparì. James stava esagerando. Rose, Molly, Albus e Reg sembravano pensarla allo stesso modo.

Lily strinse la bacchetta e la agitò –Mucopipistrelli!- esclamò. E, un secondo dopo, la faccia di James si riempì di esserini alati che continuavano  ad attaccare il suo volto. Lui, disperato, provò a coprirsi il viso con gli avanbracci, agitando le mani come se stesse provando a scacciare delle mosche giganti. Fred, vicino a lui, rideva di gusto.

-Ah sì, papà mi ha detto di stare attento all’incantesimo Mucopipistrelli di Lily. E’ uguale a quello della zia Ginny- rise.

Rose guardò la scena indignata –E’ forse questo il modo di comportarsi?- 

-E’ tutta colpa di Lily- si difese James, ancora in lotta con quegli affari svolazzanti.

Lily girò sui tacchi e se ne andò –Me ne vado- disse ed uscì dalla Sala Grande, senza volerlo insieme a Malfoy, che evidentemente aveva sentito le parole di James e aveva visto la scena. La sua espressione era un misto di odio (sicuramente per le parole del maggiore dei Potter, al quale probabilmente sperava succedesse lo stesso, vista la luce di cattiveria nei suoi occhi) e di leggero divertimento per tutta la situazione. Lily suppose che fosse divertito perché lui era stato la causa (se pur indiretta) di un litigio tra due Potter. Lo superò con passo svelto e si diresse verso la Sala Comune.


Era trascorsa già una settimana e Lily  non aveva trovato il modo di parlare con la serpe o con James, che aveva deciso di ignorarla completamente.  -Hai sentito qualcosa, Fred?- aveva detto durante il pranzo, quando Lily si era seduta e aveva salutato tutti. Fred non aveva risposto, non volendo immischiarsi e James aveva continuato –Qualcuno deve aver dissotterrato una mandragola, perché ho sentito un suono insopportabile- 

Rose gli aveva lanciato un’occhiata di disapprovazione –James...- però lui non aveva ritrattato e, quando si era rivolta a Lily, lei se ne stava già andando dal tavolo. Sospirando, Rose si voltò verso Albus –Non farai niente?-

Albus fece spallucce –Che vuoi che faccia? Ho già inviato una lettera a mamma e papà e loro hanno risposto “James e Lily sono sempre stati così, passerà”-

La maggiore dei Weasley aggrottò la fronte –E se questa volta fosse diverso? E se non dovesse passare?- 

-Perché?- chiese Albus, mettendosi del cibo in bocca –Credi che Lily stia uscendo davvero con Malfoy?-

Rose sbuffò –Non essere ridicolo, Al. Lily non uscirebbe mai con Malfoy. Almeno, non credo...- concluse, guardando sua cugina mentre abbandonava la Sala Grande. 

-Allora passerà- assicurò, continuando a mangiare come se niente fosse. Anche Reg, vicino a lui, si stava strafogando. Rose alzò gli occhi al cielo.

Quella sera, durante la cena, arrivò un pacco contenente due lettere. Una per James, che arricciò il naso, la aprì e lesse senza dire niente e un’altra per Lily. La seconda diceva:

Lily, 

Tuo padre ed io siamo molto arrabbiati. Al ci ha raccontato che tu e James avete discusso. Tuo padre ti ha già detto numerose volte di NON usare la bacchetta contro tuo fratello. Specialmente la maledizione Mucopipistrelli. Non te l’ho insegnato per utilizzarlo contro James, ma solo per proteggerti. Sono molto delusa da entrambi. E spero di ricevere presto notizie positive. Spero che riuscirete ad arrivare ad una soluzione o invierò una lettera alla preside McGranitt perché si assicuri che nessuno dei due vada ad Hogsmeade. 

Mamma.

 

P.S. Ha funzionato bene? Sono orgogliosa del fatto che tu sia capace di fare la maledizione Mucopipistrelli correttamente. Alla tua età

 

Lily notò che la lettera si interrompeva e il tratto si estendeva come se qualcuno avesse strappato il pezzo di pergamena dalle mani di sua madre. Lily sorrise, il resto della lettera era stato scritto da suo padre.

Ginny, non devi incoraggiarla ad usarlo. 

P.P.S. Lily, siamo molto orgogliosi per le tue abilità, ma siamo davvero delusi dal vostro comportamento e dalla situazione che si è venuta a creare con James. Trova una soluzione o finiranno le visite ad Hogsmeade.

Papà.

Accartocciando la lettera, lanciò un’occhiataccia ad Albus –Hai scritto a mamma e papà? Non ci posso credere. Quanti anni hai? Dieci?-

Albus fece un cenno con la testa verso sua cugina, seduta vicino a lui –Rose mi ha detto di farlo-

Questa alzò gli occhi al cielo –Io ti ho solo detto di fare qualcosa, Al-

-E l’ho fatto- rispose. 

-Hai ottenuto solo il risultato di passare per quello invadente- disse Lily, sistemandosi i capelli ramati dietro le spalle. Si alzò. Aveva Erbologia e non voleva arrivare in ritardo per la lezione di Neville. Non voleva che pensasse che le sue lezioni fossero noiose...anche se in realtà, un pochino, lo erano...

La settimana dopo volò e nemmeno si rese conto che era già arrivato il Natale. Lily non aveva ancora ricominciato a parlare con James, che continuava a fare scherzi stupidi solo per infastidirla. Albus iniziò a preoccuparsi, ma lei non gli dava importanza: James era solo un idiota. Inoltre, aveva altre cose per la mente, come le tonnellate di compiti ed incarichi che tutti gli insegnanti avevano assegnato che ancora non aveva iniziato e non vedeva l’ora di fare la sua prima visita al villaggio di Hogsmeade.

-Non è niente di che, Lily- disse Rose quella mattina durante la colazione leggendo una copia de “Il Profeta”.

-Tu dici così perché sono due anni che ci vai- le ricordò –Reginald ed Albus però non si sono ancora stancati-

-Stai scherzando?- esclamò il primo –Mielandia è il miglior negozio di caramelle di tutta l’Inghilterra-

Rose alzò gli occhi al cielo –Ci sono cose più interessanti di Mielandia ad Hogsmeade, Reg-

-Dovresti provare la burrobirra, è davvero buona- suggerì Albus.

Lily prese mentalmente nota di tutto ciò che avrebbe potuto fare. Non stava più nella pelle. Non le importava delle cose che dicevano Molly o Rose, lei voleva conoscere nuove persone e nulla avrebbe rovinato il suo umore e le sue aspettative per la prima visita. Decise che nel pomeriggio sarebbe andata in biblioteca per fare un po’ di compiti, o Hogsmeade l’avrebbe visto col binocolo. Iniziò a scrivere, quando sentì che tre ragazze stavano parlando di lei. Lily ascoltò la conversazione in silenzio.

- Credete davvero che quella Potter stia uscendo con Malfoy?-

-Con una Potter che è pure entrata in Grifondoro? Non essere ridicola, Scorpius non cadrebbe mai così in basso. Sicuramente sta giocando con lei. Sai, per vendicarsi di James Potter-

-Scorpius non uscirebbe mai con una sporca sangue impuro- Lily riconobbe la voce sprezzante di Peony Parkinson. Si proibì di alzarsi e di lanciarle contro un incantesimo. Non c’era modo di scappare dalla biblioteca, non con tanti testimoni. –Inoltre, tutti sanno che Scorpius è mio- aggiunse, con una voce sgradevole ed eccessivamente dolce. Le altre due ragazze risero, d’accordo con lei. Lily alzò gli occhi al cielo e chiuse il libro più forte che poteva. Le risate si fermarono.

In silenzio, Lily si alzò, camminando verso di loro, passò vicino a Peony Parkinson, Mathilda Bulstrode e una terza ragazza di Serpeverde che non conosceva. Vedendola, le tre si ammutolirono e la prima le lanciò un’occhiataccia e improvvisamente la colpì con la spalla.

-Ops. Scusami, Potter- disse, con un sorriso che indicava chiaramente che non le dispiaceva affatto. Lily la ignorò e continuò a camminare. –Ehi, Potter!- gridò la serpe –Porta i miei saluti a quegli Weasley pezzenti che ti ritrovi come famiglia!-

Le guance della rossa cominciarono ad irradiare calore. Tuttavia, non perse la calma –Lo farò, dopo porto i tuoi saluti anche a Malfoy- sapeva che questo l’avrebbe fatta arrabbiare.

-Che cosa hai detto? Schifosa mezzosangue!- la signora Pince, la bibliotecaria, la guardò con gli occhi sgranati e con indignazione.

-Miss Parkinson! Queste non sono cose da dire! Sono sicura che il capo della sua Casa sarà deluso nel sentire questo. Vieni con me- Lily sorrise, visto che tutte e tre le serpi  seguirono la signora Pince. Una volta riconquistata la calma, riprese il suo posto a un tavolo in biblioteca e ricominciò a fare il suo compito. Al termine, era già giunto il tramonto. Quando uscì, si sorprese nel vedere una piccola folla. –Che cosa succede?- chiese a Lucy, la prima faccia familiare che aveva visto.

-James ha fatto uno scherzo a Malfoy- spiegò, cercando di contenere il suo sorriso. Molly, appena arrivata, sbuffò.

-Non è divertente, Lucy- ammonì la sorella e cominciò a farsi strada tra la folla. Lily la seguì, anche se con tutte le persone che c’erano non fu semplice –Fatemi passare. Sono un prefetto- 

Quando arrivò, fu sorpresa di vedere Malfoy coprirsi il naso, stava perdendo sangue a fiotti, la mano ne era piena, così come la divisa. Inoltre, la sua pelle sembrava aver avuto un qualche tipo di reazione allergica. James e Fred ridevano –Sembra che ci sia stato qualche effetto collaterale- disse il secondo al primo.

-Forse mischiare il torrone sanguinolento dello zio George è stato eccessivo-

-Credo di sì. Eppure è divertente, devo ammetterlo-

- Che c’è Malfoy, non riesci a parlare?- chiese James, continuando a ridere. 

Malfoy provò a ribattere, ma dalla sua bocca uscì del sangue e cadde una ciocca di capelli biondi sul pavimento. Tutti scoppiarono a ridere, Lily, invece, sentì che il suo sangue aveva iniziato a ribollire sotto la pelle. Questa volta James aveva davvero esagerato.

Molly aveva già iniziato a rimproverarli –Cosa pensavate di fare, usando un tipo di magia così pericoloso? Informerò la professoressa Marchand dell’accaduto- non sembravano molto preoccupati però, anche se sapevano bene che sarebbero rimasti in punizione per il resto dell’anno.

-Ne valeva la pena, non credi Fred?- domandò James, divertito.

Questo stava per rispondere, quando vide Lily avvicinarsi a passo svelto con un’espressione di rabbia sul viso –James, che cosa credevi di fare?-

Il ragazzo rimase impassibile –Perché?- cercava di mantenere la calma, per non litigare di nuovo, ma invano –Non ti sembra più così attraente conciato in questo modo, non è vero? Consideralo un favore-

-Sei un idiota!- gridò, indignata. Lo aveva fatto per quel motivo? Perché credeva che lei uscisse con Malfoy? Suo fratello era un vero cretino. In primo luogo, lo era perché proprio lui credeva ad una cosa del genere, lui che la conosceva da quando erano bambini e, in secondo luogo, non poteva credere che avesse agito con tanta cattiveria.  

-Chiudi il becco- rispose James, arrabbiato e infastidito dalle parole della sorella.

-Non ci penso nemmeno- sibilò Lily.

In quel momento arrivarono il professor Stamp e la professoressa Marchand, entrambi avevano un’espressione di disapprovazione sul volto – Che cosa succede qui? Signor Malfoy!- quest’ultimo cercò di spiegare, ma ottenne solo il risultato di perdere più sangue e più capelli. Lo sguardo severo della professoressa Marchand si rivolse agli altri –Che cosa è successo qui, Potter, Weasley?-

Lily incrociò le braccia. Questa volta non avrebbe protetto James. Non se lo meritava. –Fred e James devono dirle qualcosa, professoressa- 

La donna sbuffò –Avrei dovuto sapere che c’erano questi due dietro. Nel mio ufficio, ora. Farò in modo di mettervi in punizione per il resto dell’anno- disse, poi guardò Lily –Signorina Potter, la prego di accompagnare il signor Malfoy in infermeria. Gazza- lo chiamò e lui arrivò subito. –C’è del sangue sul pavimento- senza aggiungere altro, se ne andò, con Fred e James alle calcagna. Entrambi cercavano ancora di non ridere. 

Lily, ancora indignata, si diresse verso Malfoy, che aveva una mano sul naso.

-Andiamo- disse, afferrando l’orlo della sua divisa, ma lui rimase immobile e grugnì. La rossa sollevò un sopracciglio, aveva davvero intenzione di discutere?  -Conserva le parole per quando starai meglio, Malfoy-

Convenendo fosse la cosa migliore, chiuse la bocca, anche perché iniziava a sentire un altro fiotto di sangue salire per la gola e così la seguì, prendendo nota di tutte le cose che avrebbe fatto a Potter. Stava appuntando mentalmente tutti gli incantesimi che avrebbe usato contro di lui.

Ormai era definitivo.

O
diava i Potter con tutto se stesso.





 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Di litigi, ringraziamenti e castighi. ***


 

Di litigi, ringraziamenti e castighi

 

Quando entrarono in infermeria furono subito accolti da madama Chips –Per la barba di Merlino!- esclamò, vedendo le condizioni in cui si trovava Malfoy -Che diamine ti è successo?-

Scorpius aprì la bocca e tutto quello che uscì fu -Kruaaaak, krruuaak- per questo la richiuse immediatamente e aggrottò le sopracciglia.

Lily, accanto a lui, si premurò di spiegarle ciò che era accaduto -James e Fred gli hanno dato qualcosa. Non so cosa però-

-Quei due...- iniziò, ma poi si calmò, sospirando -Siediti- gli ordinò, facendo un cenno ad uno dei letti vuoti, poi se ne andò per cercare qualcosa. Malfoy obbedì e Lily lo seguì, sedendosi sulla sedia vicino al letto che aveva scelto. I gelidi occhi grigi di lui incrociarono per qualche istante quelli di lei.

Madama Chips tornò con un bicchiere -Se continueranno a fare questi scherzi prima o poi mi ritroverò qui tutta Hogwarts. Bevi questo- ordinò e praticamente glielo fece andare giù con la forza. Scorpius ingoiò come poté e poi iniziò a tossire -Tra alcuni minuti starai meglio, sia per il sangue che per i segni sulla pelle. I capelli ti ricresceranno nel giro di pochi secondi- e, senza dire altro, se ne andò di nuovo.

Lily lo osservò con curiosità, notando che i capelli stavano già iniziando a ricrescere -Va meglio?-

Il biondo fece una smorfia -Secondo te, Potter?- domandò, con tutto il veleno che aveva accumulato. Lily non si fece intimidire dal suo tono.

-Vedo che sei tornato ad essere il solito insopportabile- rispose, sospirando.

Malfoy stese le labbra in una linea -Hai già fatto la brava alunna, ora vattene da dove sei venuta-

Però lei non si mosse -La professoressa Marchand mi ha detto di accompagnarti. Non me ne andrò finché non sarò sicura che stai bene- disse, incrociando le braccia.

-Sto perfettamente, Potter, vattene-

Lily continuò a non muoversi. Tirò la manica della propria tunica e alzò il braccio verso il viso di lui. Malfoy scansò la mano -Che diamine credi di fare?-

-C'è del sangue- gli disse, mettendosi in piedi e provandoci ancora, questa volta riuscendo a toglierli il sangue dal mento, con la massima delicatezza. Malfoy, però, alzò la mano e afferrò il suo polso con tanta forza che le fece male. Lily si proibì di fare una smorfia per il dolore. Non gli avrebbe dato quella soddisfazione.

-Tieni lontane le tue mani da me, Potter- 

Lily sciolse la stretta con un strattone -Di niente- disse, ironica.

-Non ho bisogno del tuo aiuto- rispose, infastidito.

-A quanto pare- mormorò, scuotendo la testa.

-Se non ricordo male, è stata la tua stupida famiglia a farmi questo-

-Lo so. James non avrebbe dovuto fare quello che ha fatto- rispose, con calma. Malfoy non disse niente, ma digrignò i denti con più forza. Lily continuò -Perché mi hai salvato?- era da un po' che la tormentava quella domanda. Aveva bisogno di saperlo. Dopotutto, lei era una Potter, una Grifondoro e tutto ciò che lui odiava. Nonostante questo, si era messo in mezzo per evitare che il Lupo mannaro l'attaccasse.

Malfoy serrò la mascella -Sei molto arrogante, Potter, lo sai? Come tuo fratello. Non l'ho fatto per te, l'ho fatto per salvare me stesso- e puntò gli occhi grigi su un punto indefinito della parete.

-Non ti credo- sarebbe stato più semplice lasciarla al lupo come cena e scappare, ma lui non lo aveva fatto.

-Puoi pensare quello che vuoi, non mi interessa- 

-Io credo...- iniziò, ignorando il commento di Malfoy -Che tu sia migliore di quello che vuoi far vedere-

-Io credo- puntualizzò lui, imitandola -Che tu possa credere a quello che vuoi, Potter. Io non sono migliore, sono solo quello che vedi-

-Non credo che quello che vedo, comunque, sia tanto male- rispose, sicura. Solo qualche istante dopo si rese conto di come poteva suonare ciò che aveva detto. Così, fece affidamento a tutta la sua calma per non arrossire. Ciò che meno desiderava era sembrare rammollita davanti a quell'idiota di Malfoy.

-Forse hai bisogno di metterti gli occhiali come il tuo patetico fratellino- asserì, sorridendo con arroganza. Lily comprese che si riferiva ad Albus, dato che James non portava gli occhiali.

-Mio fratello non è patetico, Malfoy. E sono sicura che i miei occhi ci vedono perfettamente-

-Ti conviene non infastidirmi parlandomi dei tuoi fratelli, Potter. E adesso lasciami in pace- 

Lily, capendo che quella sarebbe stata la sua ultima opportunità, mise da parte l'orgoglio e l'odio e disse -Grazie- 

Scorpius si mise sul letto e le diede le spalle, così lei uscì dall'infermeria, chiudendo la porta con più forza del necessario. Lily, sbuffando, andò verso la sala comune di Grifondoro. Odiava dover essere grata proprio a Malfoy, tra tutte le persone, per averle salvato la vita. Tuttavia, aveva dovuto farlo, era giusto così. 

Quando entrò, Rose corse verso di lei -Lily, che è successo?-

La rossa, di cattivo umore per l'incontro con Malfoy, disse -James e Fred hanno fatto uno scherzo a Malfoy. L'ho accompagnato in infermeria-

Rose sembrò orripilata -Cielo! Sta bene?- sgranò gli occhi quando vide sangue sulla manica della divisa di Lily.

-Fin troppo- e, senza dire altro, salì per la torre fino al dormitorio delle ragazze e sparì tra le lenzuola del suo letto. Ora si pentiva di aver ringraziato quel cretino per averle salvato la vita. Idiota.

Quando la mattina seguente apprese che Fred e James erano stati puniti per i seguenti otto fine settimana, Lily non si sentì per niente in colpa. Malfoy era di certo un deficiente, ma James e Fred avevano davvero esagerato. Inoltre, i due non sembravano molto afflitti per il castigo. Beh, erano abituati. Molly e Rose non erano dello stesso umore, dato che per colpa loro i Grifondoro non vincevano la coppa delle case da cinque anni. 

Lily notò che Malfoy non aveva smesso di fulminarli con lo sguardo durante tutta la colazione.

-Il tuo ragazzo mi sta guardando. Digli di smetterla o gli farò un incantesimo Furunculus perché si ricordi per bene di me- disse James ridendo, Fred fece lo stesso.

Lily digrignò i denti -Malfoy non è il mio ragazzo- 

James stava per replicare, ma una lettera arrivò sul loro tavolo. Era per James e per Fred. Si trattava di una Strilettera, l'aveva inviata sua madre.

Il maggiore dei Potter la aprì, tutti quelli che stavano attorno si tapparono le orecchie -JAMES SIRIUS POTTER! MI E' ARRIVATA UNA LETTERA DELLA PRESIDE MCGRANITT IN CUI MI HA DETTO CHE HAI FATTO UN INCANTESIMO AL FIGLIO DI DRACO MALFOY. SI PUO' SAPERE A CHE COSA STAVI PENSANDO? TUO PADRE ED IO SIAMO MOLTO ARRABBIATI. ASPETTA SOLO DI TORNARE A CASA. NON MONTERAI UNA SCOPA FINO AL TUO TRENTESIMO COMPLEANNO! E TU, FRED, ANCHE TUA MADRE E' MOLTO ARRABBIATA. CI AVETE DELUSO. NON POSSO CREDERE CHE VI SIATE DAVVERO COMPORTATI IN QUESTO MODO. SE MI ARRIVERA' UN'ALTRA LETTERA DELLA SCUOLA, JAMES, SARAI IN CASTIGO A VITA!-

Calò il silenzio e dopo la Strilettera prese fuoco e divenne cenere. Alcuni risero e poco a poco il caos abituale ritornò nella sala. 

Rose lanciò ad entrambi un'occhiata di sufficienza, chiudendo il libro con un colpo -Bene, non so cosa vi aspettavate. Ve lo siete meritati- James e Fred borbottarono qualcosa di incomprensibile. Nonostante tutto, mezz'ora più tardi stavano già pianificando un altro scherzo. Molly sembrò indignata davanti al loro comportamento, ma i suoi rimproveri non servirono a nulla.

-Dovreste smettere di sperimentare queste cose, sono pericolose- li ammonì Molly -Non sono ancora stati approvati dal Ministero. Tuo padre lavora lì, James. Potresti metterlo nei guai-

-Oh, andiamo Molly- disse Fred -Come potrebbe metterlo nei guai? Zio Harry lavora come Auror. Non ha nulla a che fare con il Dipartimento di Uso Improprio della Magia. Inoltre, non sono pericolosi, l'effetto dura solo poche ore-

Molly alzò gli occhi al cielo -E se fosse successo qualcosa a Malfoy?-

James ringhiò -Avremmo fatto un favore al mondo e saremmo stati considerati degli eroi-

Rose lo guardò indignata -James, non si dovrebbero dire queste cose! Nemmeno...-

-Se si avvicina a mia sorella...-

Lily lo interruppe. Ancora una volta si permetteva di decidere chi le si potesse o non le si potesse avvicinare, come se fosse il manager della sua vita.

-James- lo avvertì -Te lo voglio chiarire una volta per tutte. Non è affar tuo quello che faccio o con chi esco. Mi hai sentito?-

-E' affar mio nel momento in cui rischi di diventare una traditrice- Lily si alzò.

-Bene. Allora forse andrò a dare qualche idea a Malfoy per vendicarsi di voi-

-Bene! Quindi non ti preoccupare di venire a casa del nonno per Natale, perché non accetta i traditori che fraternizzano con il nemico- esclamò. 

-Bene!- disse un'ultima volta e se ne andò. Uscita dalla Sala Grande sentì una voce piena di umorismo e di sarcasmo. Il proprietario della voce era appoggiato al muro, accanto a lui, seduto su un gradino, c'era un altro ragazzo che mordeva un bastoncino di liquirizia.

-Guarda Malfoy, è il tuo avvocato. Il tuo piccolo animale domestico. Hai bisogno di essere difeso?- schernì Blake Zabini, sorridendo. Malfoy serrò la mascella e fissò Lily per qualche istante.

-Chiudi la bocca, Zabini-

-Cosa c'è? Non ti piace che insulti la tua ragazza? Vuoi andare a piangere da lei perché ti difenda dal Serpeverde cattivo? E dal cattivo James Potter?- Scorpius si alzò. Lily lo guardò, in silenzio. Il ragazzo raddrizzò la schiena e irrigidì le spalle. Estrasse la bacchetta e la puntò tra gli occhi di Zabini. 

-Ti ho detto di chiudere la bocca. Mio padre...-

-Tuo padre è un fallito, Malfoy- ribatté -Lo è sempre stato. La tua famiglia non conta più niente. Forse per te è meglio stare insieme ai Potter, almeno riusciresti a salire qualche scalino della gerarchia della mediocrità. Forse riusciresti a superare gli elfi domestici-

-Envertestatil!- esclamò, Zabini urlò, perse l'equilibrio e cadde all'indietro, sbattendo la testa e svenendo. Senza scomporsi, Scorpius mise la bacchetta nella tasca della sua divisa e guardò con freddezza il corpo inerte.

Un altro Serpeverde andò verso Zabini -Che diavolo hai fatto, Malfoy?- urlò, assicurandosi che l'amico non fosse in una situazione grave.

Scorpius ignorò gli insulti di altre serpi e iniziò a camminare, continuando a mordicchiare il bastoncino di liquirizia. Lily lo seguì e dopo un po' si fermarono. Il corridoio era vuoto, tranne che per gli studenti di Tassorosso, che se ne stavano in disparte.

-Vattene, Potter- disse, facendole capire che il suo livello di tolleranza era a zero. Quando Lily provò a parlare, Malfoy aggiunse -Smettila di seguirmi come un cagnolino-

Lily lo guardò, arrabbiata -Non ti montare la testa, Malfoy. Non ti sto seguendo- era vero, doveva andare a lezione e quella strada era la più breve.

-Allora sparisci dalla mia vista. Non ne posso più di te e della tua famiglia mezzosangue-

-Ritira ciò che hai detto- sibilò, prendendo la bacchetta. 

-Se no, cosa fai Potter? Ti metti a piangere?-

-Non uscirà nemmeno una lacrima dai miei occhi per colpa tua-

-Smettila di puntarmi questa cosa contro-

-Altrimenti? Andrai da tuo padre e gli dirai che una Potter ti ha fatto piangere?- utilizzò deliberatamente le parole di Zabini. Era stata scorretta, non era da lei, ma non le importava in quel momento. Malfoy l'aveva attaccata per primo.

Malfoy fece un passo verso di lei e si fermò quando la punta della bacchetta colpì il suo petto, iniziò a fare una leggera pressione contro di essa, formando piccole pieghe nella sua veste. Senza ulteriori indugi, a capo chino, sibilò -Che c'è Potter? Non hai il coraggio di farlo? Forse sei una codarda come tuo padre?

Lily si morse il labbro per contenere la rabbia -Mio padre non è un codardo- e agitando la bacchetta aggiunse -Mucopipistrelli!-

Il sorriso compiaciuto di Malfoy scomparve quando degli esserini lo attaccarono -Ma che...?- Lily sorrise, almeno finché non sentì una voce dietro di lei. 

-Miss Potter!- urlò la preside -Finite Incantatem!- agitò la bacchetta e il catarro sulla faccia di Scorpius sparì -Signor Malfoy, non sorrida. Il signor Montague mi ha avvertito che il signor Zabini è in infermeria. Siete in guai seri, tutti e due-

Lily avvampò -Professoressa, mi scusi, io...-

-Venite con me, sono molto delusa da entrambi. Specialmente da te Potter- la interruppe e seguirono in silenzio la McGranitt.

Una volta dentro l'ufficio di Lumacorno fu la McGranitt a parlare ancora -Chiudi la porta, signorina Potter- Lily obbedì -Non posso credere che voi due siate ancora qui. Si può sapere cosa avevate intenzione di fare?- inarcò le sopracciglia -E lei, signor Malfoy, si suppone che sia un prefetto. Dovrebbe costituire un esempio per gli studenti più giovani. È così che si fa? Perché potrebbe essere necessario dire al professor Lumacorno di rimuovere il logo. Sono sicura che tuo padre sarebbe molto deluso da te-

Malfoy borbottò qualcosa di incomprensibile. La McGranitt si accigliò -Che cosa hai detto, signor Malfoy-

Il biondo sollevò il mento -E' colpa di Zabini, professoressa. Lui...-

-Non voglio sentire, signor Malfoy- lo interruppe. In quel momento, la porta si aprì e Lumacorno guardò la scena con curiosità mista a sorpresa. Soprattutto perché quello era il suo ufficio, dopo tutto.

-Preside?- chiese, guardando i due.

La McGranitt sbuffò e spiegò cosa fosse successo.

-Ha detto che il signor Malfoy ha stregato un altro studente Serpeverde?-

La donna iniziò a perdere la pazienza -Sì, Horace- l'uomo annuì.

-Ho capito- Lily notò che non sembrava molto turbato (non come la preside della scuola, ovviamente), ma più interessato a tutta la faccenda. 

-Forse dovrebbero essere puniti, Minerva-

La McGranitt annuì -Tutti i fine settimana fino alla fine dell'anno-

Lily spalancò gli occhi –Ma professoressa! Le vacanze, le uscite ad Hogsmeade e poi…- 

-Avresti dovuto pensarci quando hai puntato la bacchetta contro il signor Malfoy, signorina Potter. Ora, potete andare. Le conviene affrettarsi, signorina Potter, dovrebbe già essere a lezione. Lo stesso vale per lei, signor Malfoy. Fuori-

Lily uscì e sbuffò una volta che la porta si chiuse. Fantastico, pensò. Era stata castigata. E, cosa peggiore, con Malfoy.

La fortuna non era assolutamente dalla sua parte.




 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Idromele, pergamena e zenzero. ***



Idromele, pergamena e zenzero


Quando Lily arrivò alla lezione di Trasfigurazione, questa era già iniziata e, ovviamente, la professoressa Marchand tolse dieci punti a Grifondoro. Alcuni dei suoi compagni, quelli che erano più stanchi di perdere punti a causa dei Potter e degli Weasley, si lamentarono ad alta voce. Lily si lasciò cadere accanto a Lorcan Scamander che, dato che era Corvonero, non ce l'aveva con lei e la sua famiglia. Anzi, sembrava contento di vederla.

Lily digrignò i denti e borbottò -Malfoy- come se questo spiegasse tutto e, per il resto della lezione, non disse più niente. Durante il pranzo sapeva che l'aspettavano le ramanzine di Molly e Rose, ma per fortuna di Lily quel giorno Molly non c'era.

-Un'altra volta in punizione? Lily, per la barba di Merlino. E ora che hai fatto?- chiese sua cugina, indignata -Prima James e Fred e ora tu-

Lily sbuffò -Non mi fa piacere essere punita, Rose-

-Bene, e allora perché non cerchi di evitare che accada? Che cosa hai fatto?-

-Ho lanciato la maledizione Mucopipistrelli a Malfoy- ammise, senza nemmeno un pizzico di pentimento o di vergogna -E lo farò un'altra volta, se sarà necessario-

-Che succede?- chiese James -Il vostro amore è già finito? Sono sicuro che il signor Malfoy sarà molto triste nel sapere che ti ha perso come nuora-

Rose gli lanciò un'occhiataccia -Adesso basta, James- e poi guardò Lily -Che ha fatto?-

James si intromise ancora, questa volta con le sopracciglia aggrottate e con una punta di preoccupazione nella voce -Ti ha fatto qualcosa? Ti ha fatto del male? Perché se è così giuro che lo ammazzo-

Lily alzò gli occhi al cielo -James, non ha fatto niente di tutto ciò, ha solo...- iniziò, ma decise che non lo avrebbe detto. Dopotutto, non voleva che James finisse di nuovo in castigo e concluse in questo modo -Mi ha solo fatto arrabbiare. Se lo meritava e lo farei un'altra volta senza problemi-

James sorrise a trentadue denti e mise un braccio attorno alle spalle di sua sorella -Questa è la mia sorellina!- Lily evitò di dirgli di lasciarla in pace, perché quello poteva essere una possibile riconciliazione, inoltre, lei sapeva che suo fratello non aveva cattive intenzione. Comunque, era ancora di cattivo umore perché il castigo le aveva rovinato tutti i piani, niente Hogsmeade.

-Non è niente di che, Lily- le disse James, quando venne fuori l'argomento.

La rossa si mise in piedi, era stanca di sentirselo di dire. Per lei era importante e Scorpius Malfoy aveva rovinato tutto. Se ne andò senza dire niente.

Albus sembrò sconcertato -Che le succede?-

Rose sospirò -Lily era contenta di andare ad Hogsmeade-

Reg fece spallucce -Perché? Non è niente di che. Il negozio di scherzi di tuo zio è meglio di Zonko-

La figlia maggiore di Ron alzò gli occhi al cielo -Come sempre, Reg, non hai capito niente-

-Che cosa significa?-

-Deducilo da solo- si alzò, pronta a seguire la cugina -Non sarò sempre lì per te- aggiunse e se ne andò.

Reg si rivolse ad Albus -Che cavolo vuol dire?-

Albus fece spallucce -Le ragazze sono straaaaane-

Una volta in sala comune, Rose si avvicinò a Lily, che se ne stava seduta su una poltrona di fronte al camino, guardava il fuoco e la danza delle sue fiamme -Ti porterò delle caramelle di Mielandia- disse, cercando di risollevarle l'umore.

Lily curvò le labbra verso il basso -Grazie-

-Avanti, non fare così, ci saranno molte altre uscite ad Hogsmeade. Inoltre, nemmeno James potrà andarci- le disse, con un sorriso -E anche se dice che non è un granché, tutti sanno che ama andare da Zonko. Fred, poi, si lamenterà di sicuro-

Un piccolo sorriso apparve sul viso della minore dei Potter -Lo so- si morse il labbro -E' che...dovevo andarci con Tyrrell- lo aveva ammesso finalmente. Quella doveva essere la sua prima uscita ufficiale e pubblica e Tyrrell le aveva detto che sarebbero andati ovunque lei volesse. Ma avrebbe dovuto passare i venerdì sera e i fine settimana in castigo con Malfoy.

-Sono sicura che capirà. E, se non lo fa, allora non va bene per te-

Lily non era stupida, lo sapeva -Lo so, Rose- inoltre, non era una ragazzina cieca, ingenua e completamente innamorata. Tyrrell le piaceva, ma non c'era niente di più.

Rose sorrise -Sì, papà ha sempre detto che la zia Ginny era intelligente e che tu saresti stata come lei-

Anche Lily sorrise -Assicurati solo di raggiungere risultati migliori di Malfoy ai GUFO-

La Weasley impallidì -Oh, cielo! I GUFO. Non ho ancora iniziato a studiare!-

-Rose, mancano mesi per i GUFO- però sua cugina aveva smesso di ascoltarla e aveva iniziato a ripetere a bassa voce tutti i libri che doveva leggere prima degli esami. Molti di questi non erano nemmeno inclusi nel programma.

-Devo andare in biblioteca- si alzò e uscì dal ritratto della Signora Grassa. Lily alzò gli occhi al cielo, Rose era pazza.

Ricevette una lettera del professor Lumacorno, le diceva di andare nel suo ufficio dopo cena. Quella sera andò nelle segrete e si sorprese nel sentire la voce di Scorpius dall'interno dell'ufficio. Bussò.

-Avanti-

-Scusi il ritardo, professore- si scusò, il professor Lumacorno se ne stava dietro la sua scrivania, sorrideva e conversava amabilmente con Malfoy, che era di fronte a lui. Nel vederla entrare, Scorpius le dedicò un sorriso sghembo, pieno di arroganza.

-Ah, signorina Potter. Non si preoccupi. Il signor Malfoy, qui, ed io stavamo solo facendo quattro chiacchiere- esclamò con una giovialità che era in contrasto con il suo aspetto. Tuttavia, Lumacorno era sempre stato così, secondo suo padre.

Malfoy annuì -E' davvero una bella collezione quella che ha, signore- disse, adulandolo apertamente e senza ritegno.

-Ah, grazie, grazie, figliolo. In realtà ci ho messo una vita a metterla insieme. Signorina Potter, chiuda la porta e si senta libera di unirsi a noi. Idromele?- chiese, prendendo una bottiglia -E' perfetta per combattere il freddo. Le segrete non sono molto calde-

-Ehm...professore...ancora non abbiamo l'età adatta per bere, forse...-

-Stupidaggini!- strillò con allegria, agitando la bacchetta e facendo apparire tre bicchieri -Un bicchierino non le farà niente, miss Potter. Venga, venga, si unisca a noi-

Lily sospirò e camminò verso di loro, occupando l'unica sedia restante vicino a Scorpius, che non la degnò nemmeno di uno sguardo -Grazie, signore- disse, accettando il bicchiere che lievitava davanti a lei. Lily non aveva mai provato niente del genere, però le piacque. Il calore, come aveva detto Lumacorno, si sparse rapidamente per il suo corpo, espellendo il freddo che fino a qualche istante prima era arrivato fino alle sue ossa, lasciò un leggero bruciore nella sua gola e un leggero rossore sulle sue guance.

Lumacorno mangiò un dolce -Ah, grazie per i dolci, signor Malfoy. Sono i miei preferiti-

Malfoy inchinò la testa -Sono contento che le piacciano, professore- Lily alzò gli occhi al cielo. Merlino...era così falso!

-Ehm...signore, che dobbiamo fare?-

Lumacorno sorrise -Ah, certo, certo. Lo avevo dimenticato, il castigo- disse, pensieroso -Se lo desiderate potete sistemare gli scatoloni degli ingredienti delle pozioni-

Lily si mise in piedi, pronta per mettersi a lavoro -Si, professore- Malfoy le lanciò un'occhiata irritata, ma la seguì. Entrambi si sedettero per terra, con le scatole aperte attorno.

Il professore tornò a parlare, mentre i due lavoravano -Come sempre, farò una piccola riunione a Natale, una festa. Sapete...qualcosa di privato, solo per alcuni alunni selezionati- Lily tentò di fingere che l'idea non le provocasse il vomito -E mi piacerebbe avervi entrambi. Verrete, non è vero, signor Malfoy, signorina Potter? Vi direi di portare qualcuno, ma suppongo verrete insieme- rise e Lily si morse la lingua per non gridare. Malfoy, invece, sorrise.

-Ma certo, professore. Non ce la perderemmo per niente al mondo, non è vero?- disse, sorridendo nel vedere l'occhiataccia che la minore dei Potter gli aveva lanciato.

Lumacorno annuì, compiaciuto -Bene, bene. Mi fa piacere sentirlo. Ora, se mi volete scusare, devo andare dalla preside McGranitt- e, senza aggiungere altro, se ne andò, uscendo dal suo ufficio.

Lily si rivolse a Malfoy, indignata -Che diavolo credi di fare, Malfoy? perché hai detto a Lumacorno che andremo insieme?-

Il biondo continuò a concentrarsi sul suo lavoro -Sfortunatamente, Potter, Lumacorno è convinto che io uscirei con una...con qualcuno come te, ma, se vuoi, sentiti libera di mettere in chiaro le cose. Sono sicuro che gli farà piacere sapere che una delle sue alunne preferite gli ha mentito-

-Vuoi solo assecondarlo per entrare nelle sue grazie-

-E' così che fai passi avanti nel mondo magico, Potter. A meno che tu non abbia pianificato di vivere per sempre a spese del tuo paparino famoso-

-Senti chi parla- mormorò.

-Cosa vorresti dire?- aggrottò la fronte.

-Esattamente quello che hai capito, Malfoy-

-Non parlare di mio padre- sibilò, con un tono intimidatorio. I suoi occhi divennero di un grigio scuro e profondo.

-Hai iniziato tu a colazione- gli ricordò e questo lo fece ammutolire -Inoltre, cosa farai quando la tua preziosa reputazione verrà macchiata perché tutti sapranno che esci con una sangue impuro?- disse le ultime due parole con rabbia.

-Abbiamo toccato un punto sensibile?-

Lily si pentì di aver lasciato intravedere quanto fosse infastidita quando veniva chiamata mezzosangue -La prossima volta che mi chiami così ti ritroverai a vomitare lumache-

-Sei una combattiva, eh Potter? Mio padre mi aveva avvertito-

-Smettila, è già abbastanza brutto dover stare qui con te-

-Credi che questo sia un premio? Credimi, se potessi scegliere non trascorrerei il mio tempo prezioso con qualcuno come te-

-Mi rallegra vedere che siamo d'accordo su qualcosa- disse con amarezza la rossa, per poi sospirare e continuare il suo lavoro in silenzio. Malfoy la osservò con le sopracciglia inarcate.

-Questo va nella tua scatola- disse Lily.

Malfoy lo prese e disse -Cerca di muoverti- poi si irrigidì, sentendo la spalla della ragazza scontrarsi con la sua di tanto in tanto.

-Non è colpa mia. Queste stupide segrete sono fredde e umide. Come diamine fate voi serpi a vivere qui?-

Il biondo fece una smorfia -Abitudine. Ora muoviti- disse, tra i denti. Sentiva i muscoli della sua spalla tendersi sotto la divisa ogni volta che si scontrava con quella di lei.

-Ti ho già detto perché non...-

-Accio Idromele- la interruppe, la bottiglia volò ed arrivò nelle mani del biondo -Ora cerca di sbrigarti-

Lily sbuffò e bevve un sorso. Le sue guance si arrossarono leggermente per il calore causato dal liquore. Malfoy la guardò divertito, con le sopracciglia inarcate -Che c'è?- chiese la rossa.

Scorpius sorrise e allungò una mano, sfiorandole il mento con un dito -Le tue guance si sono colorate di rosso. Sei molto attraente- la prese in giro, poi raccolse la piccola goccia di Idromele al lato del suo labbro inferiore con la punta dell'indice e se lo portò alle labbra, per succhiarlo e inghiottire il liquore. Si sorprese quando si accorse di ciò che aveva appena fatto. Toccare una sangue impuro. No, non solo toccare...aveva bevuto dell'Idromele contaminato. Cercò di percepire o di sentire un segnale di disdegno o di ribrezzo, ma non avvertì niente del genere.

Lily arrossì, però si riprese immediatamente -Risultare attraente è l'ultimo dei miei problemi, Malfoy-

-Sarebbe una perdita di tempo, Potter. Non ho i pessimi gusti di quel perdente di Linwood-

-Mi sembra evidente, se la faccia da maiale della Parkinson è il tuo tipo. Comunque, non le darà fastidio sapere che tu vai con una...come mi ha chiamata...ah, sì, schifosa mezzosangue come me alla festa di Lumacorno?-

-Potrei dirti la stessa cosa per Linwood, Potter. Però sappiamo tutti che quel codardo non ha le palle per venire a dirmi qualcosa. Dopotutto, è scappato per salvarsi l'ultima volta-

-Tyrrell  non è scappato- asserì, con le gote rosse di indignazione. Oh, che ironia. Scorpius Malfoy che parla di codardia.

-No, si è semplicemente nascosto nei bagni dei prefetti al quinto piano ed è sparito quando Gazza ha dato il castigo alla sua ragazza-

-Tappati la bocca, Malfoy. Non hai il diritto di parlare di codardia-

-Almeno io mi prendo le mie responsabilità-

-E trascini gli altri con te- gli rispose, irritata, e tornando a ricordare che non sarebbe andata ad Hogsmeade il giorno dopo.

-Nessuno ti ha costretto ad usare quella maledizione contro di me, Potter-

-Ma dato che non posso andare ad Hogsmeade- esclamò, alzando la voce -Lo rifarei altre mille volte!-

-Allora hai avuto ciò che meriti- rispose, piccato, poi prese la bottiglia di Idromele e ne bevve un sorso.

Lily, ugualmente infastidita, la afferrò e ne diede uno più grande, solo a causa delle frustrazione. Poi appoggiò la bottiglia sul pavimento con un colpo.

Il quel momento, ritornò Lumacorno. Questi, sorpreso, guardò entrambi e poi la bottiglia in mezzo a loro che era arrivata a metà. -Ehm...vedo che avevate sete. Sarà meglio che andiate a dormire ora. Credo che sia stato sufficiente per oggi, signor Malfoy, signorina Potter. Ci vediamo la prossima volta-

Entrambi annuirono e si alzarono -Sì, professore- disse Lily, sentendo un forte giramento di testa. Comunque, riuscì ad avere la forza necessaria per uscire dall'ufficio senza barcollare, camminò così fino al corridoio. Si appoggiò contro ad una parete, toccandosi la fronte.

-Hai bevuto troppo?- chiese Malfoy, divertito, incrociando le braccia, mentre lei cercava di ordinare le idee e di coordinare i movimenti.

-Stai zitto-

-Sai? La piccola figlioletta di Harry Potter dovrebbe fare più attenzione. Qualcuno potrebbe approfittarsi della situazione...se volesse-

Lily si irrigidì e afferrò la sua bacchetta -Non se non vuoi avere problemi-

-Credimi, non ti servirà- rispose, alzando la mano e prendendo la bacchetta dalla sue dita con facilità -Stavo solo cercando di intrattenere una conversazione-

-Dammi la bacchetta- ordinò.

Malfoy fece un altro passo verso di lei -Se no?- Lily era in trappola, come un topo alla mercé di un serpente.

-Io...- la voce si spense nella sua gola, erano davvero vicini, molto, molto vicini, un po' troppo per i suoi gusti. Poteva percepire il profumo di zenzero, pergamena e liquirizia che aveva sentito l'ultima volta, nella foresta proibita, quando il corpo di Scorpius aderiva al suo.

-Tu?- sussurrò, curvando le labbra in un sorriso soddisfatto, ma che poi si trasformò in una smorfia di tensione. Gli occhi di Malfoy si posarono per un istante sulla bocca di Lily e poi deglutì. Si accigliò e guardò entrambi i lati del corridoio. Le consegnò la bacchetta -Come ti ho detto, dovresti fare più attenzione, Potter- e, senza dire altro, se ne andò.

La lasciò sola e con la nausea. Era intontita a causa di quel misto di profumi che le inebriavano i sensi: Idromele, pergamena e zenzero. Desiderò tanto non aver bevuto.

Non l'avrebbe più fatto, nemmeno un bicchiere.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Adulazioni meticolose ed ambizioni. ***



Adulazioni meticolose ed ambizioni

La mattina seguente, Lily si svegliò con un leggero dolore alla testa che, per un momento, le fece dimenticare che quel giorno non sarebbe potuta andare alla prima uscita ad Hogsmeade. Sbuffando, si accorse di Rose, la quale la guardò in modo dolce e disse -Non ti preoccupare, ti porteremo qualcosa- ma le sue parole non la confortarono nemmeno un pochino.

Tornò verso la Sala Grande e si sedette al tavolo -quasi vuoto- dei Grifondoro per fare colazione. Una voce dietro Lily la risvegliò dal suo stato di trance -Lily-

La riconobbe e si voltò con un sorriso -Ty!- ma la sua espressione la fece tornare seria.

-Allora, davvero non puoi venire?-

-Sai che sono in castigo-

Il Corvonero fece una smorfia -Ultimamente accade spesso-

L'ultima cosa di cui aveva bisogno era una ramanzina moralista di Tyrrell. Sopportava quelle di Rose, lei era sua cugina, ma Tyrrell non aveva il diritto di dirle niente, non le importava fosse un prefetto -Purtroppo- sibilò, irritata.

-Non sembra che ti dia molto fastidio passare del tempo con quell'idiota di Malfoy. Sembrate davvero uniti-

Lily si domandò se Tyrrell avesse dei problemi di vista. Probabilmente, si disse, la risposta era positiva, dato che lei e Malfoy non facevano altro che litigare -Sei geloso di Malfoy?- domandò, incredula.

-Non lo so, dimmelo tu. Dovrei esserlo?- chiese, piccato.

-Se ritieni di dovermi fare una domanda del genere, allora non ti meriti una risposta- aveva perso la pazienza. Se non le credeva, non era un problema suo.

-Forse non sono all'altezza di un sangue puro?-

-Fai sul serio? E' meglio se te ne vai, Tyrrell. Perderai la tua uscita ad Hogsmeade e nessuno vuole che questo succeda- disse, con freddezza.

-Cosa vorresti dire? E noi?-

-A quanto pare non ti fidi di me e io non so che fare-

-Mi stai dicendo che è finita?-

Lily prese le sue cose, pronta ad uscire dalla Sala Grande -Sì. Vai ad Hogsmeade, Tyrrell. Ci vediamo in giro- senza aspettare risposta, se ne andò, passando vicino a Malfoy che se ne stava appoggiato ad una colonna a braccia incrociate.

-Come va la testolina, Potter? Puoi camminare o hai bisogno di un incantesimo per stare in piedi?-

-Lasciami stare, Malfoy. Non sono dell'umore adatto-

-Giornataccia?- continuò, camminando insieme a lei con un sorriso insopportabile.

-E' sempre così quando ti vedo. Sparisci-

-Oh...ora mi hai ferito- disse, teatrale.

-Non hai niente di meglio da fare? Come adulare i professori, dire mezzosangue a qualcuno?- chiese, continuando a camminare.

-Perché, sei gelosa? Posso dirlo solo a te, Potter, se lo desideri- la prese in giro.

-Oh, adesso sì che mi sento speciale- rispose, con sarcasmo.

-Ma il tuo ragazzo non si arrabbierà?

-Non è il mio ragazzo. Lasciami in pace- stava iniziando a perdere la pazienza.

Malfoy inarcò le sopracciglia -Che è successo, Potter? Si è stancato di te e ti ha mollata?-

-L'ho mollato io. Comunque non sono affari tuoi-

-C'è chi pensa che tu cambi ragazzo un po' troppo spesso- disse, con il chiaro intento di infastidirla.

-Peccato che la tua opinione per me non conti niente-

-Questo mi ferisce profondamente, Potter- esclamò, facendo il melodrammatico.

Lily digrignò i denti -Non ho dubbi, Malfoy. Adesso sparisci-

Malfoy sorrise e disse -Non ti preoccupare, non stavo cercando la tua allegra compagnia- girò sui tacchi e si avviò verso la direzione opposta.

Durante i seguenti castighi, Lily imparò ad ignorare le provocazioni di Malfoy e a lavorare in completo silenzio. Malfoy, invece, si dedicava occasionalmente al compito di adulare il professor Lumacorno, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi. Almeno questa occupazione serviva a non infastidirla. Lily, comunque, decise di mantenere le distanza dall'Idromele. Arrivò il Natale e anche la festa "selettiva" del club delle eccellenze del professor Lumacorno. Avrebbe dovuto partecipare con quell'idiota di Malfoy, per colpa di quello stupido fraintendimento che non poteva essere chiarito. Quella mattina, l'umore di Lily era messo peggio del solito.

-Che succede?- le chiese Hugo, che era appena arrivato con sua sorella.

Lily sbuffò -Oggi c'è la festa di Natale del professor Lumacorno-

Rose sorrise -Andrai anche tu? Ah, che sollievo. Pensavo che sarei stata da sola. Bene- arrossì -Sai già...ecco...il professore ha detto che possiamo andare con qualcuno...-

-E la festa sarà solo per i favoriti di Lumacorno?- domandò Hugo con rabbia.

-Sì, solo per i membri del Club delle Eccellenze- confermò sua sorella.

-Club delle Eccellenze- prese in giro Hugo, con un sorriso strafottente che a Lily ricordò un po' troppo quello di Malfoy -Che cosa patetica! Bene, spero che vi divertirete- senza dire altro se ne andò.

Rose sospirò -Non l'ha presa molto bene-

Lily osservò suo cugino -Sembra di no. E...con chi andrai?-

Rose arrossì per la seconda volta -Ehm...ricordi Colin Finnigan?-

-Il prefetto di Grifondoro che stava con Molly?- sua cugina annuì -E Reg?-

L'espressione della Weasley divenne furiosa -Che cosa?-

-Ecco...io pensavo che...-

-Che lo avrei invitato?- abbassò la voce -L'idiota ha preso in giro la festa come Hugo. Mi ha suggerito lui di invitare Finnigan e così l'ho fatto. E tu? Con chi andrai?-

Lily digrignò i denti e borbottò -Conquell'idiotadiMalfoy-

-Che?- domandò Rose, dato che non aveva capito nemmeno mezza parola.

-Con quell'idiota di Malfoy!- ripeté, questa volta con più calma. Rose la guardò, titubante.

-Con Malfoy, Lily? Ma allora è vero che...?- sussurrò

-Cosa?! No, per Merlino. Non dirlo nemmeno, la sola idea mi fa rabbrividire. No-

-Ah, che sollievo. James avrebbe fatto un casino. Quindi?- chiese, senza riuscire ancora a capire.

-Lumacorno crede che noi stiamo insieme- sbuffò.

-Perché crede ad una cosa così?-

-E' una lunga storia. Però non possiamo dire ad un professore che si sbaglia-

-Naturalmente- asserì Rose, per sorpresa di Lily. Lo accettò con facilità, al contrario di quello che avrebbero fatto i suoi fratelli, ma era decisa che non li avrebbe fatti immischiare -Magari non sarà così male- disse.

-Stiamo parlando di Malfoy, Rose-

-Beh, forse hai ragione. Comunque sarà solo per una sera, no?-

Lily annuì -Una lunghissima sera-

Avevano iniziato a prepararsi. Nonostante non gliene fregasse niente dell'opinione di Scorpius Malfoy sul suo aspetto, Lily sapeva che non avrebbe potuto partecipare alla festa come se fosse andata ad una lezione. Così indossò un vestito elegante color verde bottiglia e fece dei boccoli ai suoi lunghi capelli rossi con un incantesimo, con l'aiuto di Rose. Era pronta per andare. Rose andò verso Colin Finnigan. Lily, invece, si mise vicino ad una statua bruttissima rappresentante un gargoyle.

-Ehi, Potter- Scorpius Malfoy la chiamò, con voce divertita, ma nonostante questo, quando la guardò per bene, si ammutolì, incapace di trovare un insulto o un commento per infastidirla.

-Sono qui, Malfoy. Facciamo questa cosa velocemente- tagliò corto, impaziente.

Il biondo inarcò le sopracciglia. La piccola Potter non smetteva mai di sorprenderlo o di divertirlo. Non poteva negarlo nemmeno a se stesso -Non vedi l'ora, vero?-

-Oh, sì, non sto più nella pelle!- confermò, sarcastica.

Malfoy le offrì il braccio con un sorriso -Lo vedo. Cerca solo di stare lontana dall'Idromele. Nessuno vuole che la bambina del famoso Harry Potter abbia di nuovo la nausea per un paio di sorsetti-

Lily lo prese con la stessa espressione, afferrandolo con più forza del necessario -Non ti preoccupare, posso cavarmela benissimo da sola, Malfoy. Fatti gli affari tuoi-

Il biondo allargò ancora di più le labbra nel suo sorriso e iniziò ad avanzare verso l'ufficio di Lumacorno -Fingi, Potter. Sorridi- disse a voce bassa.

La rossa fece lo stesso sorriso forzato del Serpeverde e poi entrarono nell'ufficio che era stato allargato con un incantesimo ed era stato agghindato per l'occasione.
Quando entrarono tutti si voltarono verso di loro, Lily, mantenendo la testa alta, si aggrappò con maggiore forza al braccio del suo accompagnatore, ma Malfoy non si lamentò. A pochi metri, Zabini guardava Malfoy con disapprovazione, così come fecero altri Serpeverde, mormorando qualche offesa nei confronti della ragazza, ma i due fecero finta di non sentirli. Lily, per curiosità, lanciò un'occhiata al biondo per vedere la sua espressione, ma questa era rimasta impassibile.

Nel vederli arrivare, Lumacorno li accolse calorosamente -Signorina Potter, signor Malfoy. Venite, venite. Ci sono tante persone che voglio presentarvi- disse, praticamente trascinandoli con sé. Per circa mezz'ora dovettero sopportarlo, ma quando ne ebbero l'occasione, se la svignarono. Lily vide Albus, la guardava con uno sguardo interrogativo, ma non le chiese niente, anche perché Lily non si era staccata dal braccio di Malfoy nemmeno per un momento. Quando lo fece, essendo entrambi vicini al tavolo delle bevande, dovette muovere le dita per un po'.

Malfoy si massaggiò il bicipite -Pensavi di staccarmi il braccio, Potter?-

-Datti una calmata, Malfoy- prese un bicchiere di succo di zucca. Scorpius la imitò e si appoggiò contro il tavolo osservando la festa animata con disinteresse.

Sfortunatamente Lumacorno li ritrovò e presentò loro Anne Ainsley, capitano delle HolyHead, squadra femminile di Quidditch molto famosa e Melinda Bobbin, proprietaria di una grande catena di negozi di pozioni -E' un peccato che non siano potuti venire anche i tuoi genitori, signorina Potter. Harry era davvero un bravo e modesto ragazzo quando veniva ad Hogwarts- disse Lumacorno.

Lily arrossì, ringraziando mentalmente Merlino che i suoi genitori non ci fossero. Se suo padre l'avesse vista a braccetto con Malfoy probabilmente avrebbe avuto un infarto -Ehm...sì...papà ha molto lavoro al Ministero-

-Certo, certo. Si tratta di Harry Potter, dopotutto. E' stato uno dei miei migliori studenti di pozioni, ma c'era da aspettarselo, anche sua madre, tua nonna, Lily Evans, insieme a Severus, era la migliore studentessa del corso. Quella ragazza aveva un dono. Come il signor Malfoy-

Il biondo inchinò la testa e sorrise -Grazie professore. Comunque temo che lei sia troppo buono-

-Sciocchezze, ragazzo. Tuo padre era un uomo ambizioso, aveva una grande determinazione che gli consentiva di ottenere tutto quello che desiderava. Vedo che tu hai ereditato questi tratti magnifici, molto apprezzati in un Serpeverde-

-Mio padre parla sempre molto bene di lei- Lily alzò gli occhi al cielo. Malfoy era davvero incredibile, la sua capacità di adulare le persone era nauseante.

-Ragazzo, con le tue abilità per le pozioni e le tue meticolose adulazioni non mi sorprenderei se tra qualche anno tu fossi un grande mago- la minore dei Potter trattenne una smorfia di sarcasmo. Sì, come no. Le sarebbe piaciuto vedere una cosa del genere: Malfoy che lavorava.

-Grazie, signore-

-E dimmi, cosa vorresti fare?-

-Vorrei diventare un creatore di pozioni- Lily pensò che la sua risposta fosse banale e scontata. Lumacorno era un professore di pozioni!

-E sicuramente ce la farai. Per qualunque cosa, rivolgiti a me, ho molti contatti. Melinda stessa, qui presente, potrebbe aiutarti-

-E' molto gentile da parte sua-

Lumacorno sorrise e poi si rivolse a Lily -Non c'è bisogno che io mi dilunghi sulle abilità della signorina Potter. Il suo nome parla da sé. Il signor Malfoy ha avuto l'onore di conoscere il suo talento per la Maledizione Mucopipistrelli. Tale e quale sua madre, Ginny Weasley- sospirò e poi guardò entrambi, con gli occhi luccicanti -Me ne voglia il cielo, e pensare che i loro padri avevano un rapporto...peculiare. Non erano proprio amici, ecco. Guardate come sono finite le cose. E' ironico, non è vero?- Ainsley e Bobbin annuirono, come se quella fosse la cosa più interessante che Lumacorno avesse detto dall'inizio della conversazione.

Lily, però, era davvero stanca. Era stanca di essere vista da tutti come "la figlia del famoso Harry Potter" e non con Lilian Luna Potter. Lily voleva bene a suo papà, ma la gente non si interessava mai a lei come persona, volevano conoscerla solo perché facente parte di una certa famiglia.

Forse era per questa ragione che James aveva deciso di seguire le orme degli zii Fred e George e risultare come colui che infrangeva le regole, che faceva scherzi, come colui che i guai se li andava a cercare, ma almeno lui si era distinto. Tutti lo conoscevano per il suo carattere, per James Sirius Potter e non per il "figlio maggiore di Harry Potter". Per Albus era lo stesso, cercava di mantenere alto l'onore dei maghi da cui aveva preso il nome.

Malfoy sorrise -Sì, professore. Davvero ironico- poi mise la sua mano su quella di lei, trovando una scusa per andarsene da lì.

Una volta che si furono allontanati, Lily sospirò -Bella pensata. Mi sa che qualcuno ha bevuto troppo Idromele-

Sul viso del biondo, per un attimo, si vide l'ombra di un sorriso, ma poi sbuffò -Evidentemente- così si diresse verso il tavolo delle bevande. Lily lo seguì. Malfoy, vedendo che lei lo guardava, chiese -Che c'è?-

-"Vorrei diventare un creatore di pozioni"?- lo imitò, facendo una voce bassa, simile a quella di lui, non credendo per niente a quelle parole.

Malfoy inarcò le sopracciglia, aveva un'espressione infastidita -Hai qualche problema, Potter?-

-Sei solo un bugiardo, Malfoy- era indignata.

Ma lui si limitò ad appoggiarsi al tavolo e ad incrociare le braccia, fissando i suoi freddi occhi grigi sulla festa invece che su di lei, aveva le labbra incurvate verso il basso, in una smorfia -Per la cronaca, Potter, anche se questi non sono affari tuoi, stavo parlando sul serio-

Lily arrossì -Ah...- non sapeva perché, ma gli credeva. Stava per dire qualcosa, ma lui la interruppe.

-No, non mi interessa- borbottò. Non voleva la sua opinione. Non voleva ricevere delle scuse. Non ne aveva bisogno.

La voce di una ragazza richiamò l'attenzione di entrambi -Sapete che siete sotto ad un vischio, vero?-

Lily alzò lo sguardo, temendo il peggio. Era vero: attaccata al soffitto vi era una piccola piantina di vischio. Abbassò gli occhi, trovò quelli di Malfoy e cercò una via di fuga, una scusa per scappare da lì. Nonostante questo, aveva sperato di non vedere ciò che vide: pura e assoluta rigidità, dalle sue spalle ai suoi tratti spigolosi e seri. E nei suoi occhi grigi, di solito molto calmi, vide agitarsi qualcosa. Erano turbati e sembravano più scuri ed intensi. Scorpius tese le labbra in una linea sottile, girò sui tacchi e se ne andò, con un'espressione ambigua di frustrazione e opposizione.

Lily rimase lì, vedendolo sparire dalla festa per il resto della serata e chiedendosi che diamine gli fosse passato per la testa per andarsene così come un Dissennatore sconfitto da un Patronus. Non fece ciò che lei si era aspettata, ma ne era sollevata. Non avevano osservato quello stupido protocollo che doveva essere seguito ogni volta che quella stupida piantina stava attaccata al soffitto ed era sicura che lui provasse le sue stesse sensazioni. Sì, doveva essere sollevato. Ma allora perché se ne era andato in quel modo?

Non lo comprendeva. Davvero, non riusciva a capire.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Malfoy, Weasley e Potter. ***



Malfoy, Weasley e Potter

La mattina di Natale, Lily si svegliò con le allegre esclamazioni dei suoi fratelli e dei suoi cugini. Con un piccolo sorriso, tese le orecchie. James esclamava emozionato che era Natale e voleva aprire i regali, ma sua madre non era d'accordo -James, per favore. Ti ho già detto che devi aspettare i tuoi fratelli e i tuoi cugini. Albus, caro, pettinati i capelli, sembri tuo padre e gli zii George e Angelina arriveranno presto con Fred e Roxanne. No, non mi interessa James, aspetta. Albus, vai a svegliare tua sorella-

-Sì, mamma- sentì dire da Albus.

-Di sicuro è stanca per quella stupida festa del Club delle Eccellenze- grugnì James -Perché non le chiedi con chi ci è andata, mamma?-

-Cosa?- Lily sentì dire a Ginny, avvertendo l'enorme desiderio di schiantare suo fratello. Se la sarebbe vista con lei -Con chi?-

James tornò a parlare -Domandalo a lei-

-Albus?- chiese all'altro figlio, ma Lily sapeva che non l'avrebbe tradita. Non si erano messi d'accordo, ma lei sapeva che non lo avrebbe fatto. Albus era così, onesto e buono come suo padre e Lily si rese conto che in quel momento le venne spontaneo pensare che preferisse Albus a James.

-E cosa vuoi che ne sappia io. Non l'ho vista per tutta la festa- mentì, iniziando a salire le scale. Sorridendo, Lily si alzò e iniziò a vestirsi e a pettinarsi con rapidità. Quando Albus arrivò, era già pronta.

-Buon Natale, Lily- le disse, aprendo la porta.

-Buon Natale, Al!- finì di pettinarsi i capelli rossi.

-Mamma mi ha detto di svegliarti, gli zii arriveranno presto. Lo zio Percy e la zia Audrey sono già qui. Mancano solo lo zio George, la zia Angelina e Teddy.-

Lily sorrise ancora di più -Teddy verrà?- era da tanto che non lo vedeva. Prima Teddy andava sempre a trovarli a Grimmauld Place, ma da quando aveva iniziato a seguire il corso per diventare Auror non aveva più tanto tempo. Teddy le mancava molto.

Albus fece spallucce -Credo di sì-

La rossa allungò una mano verso i capelli di suo fratello e cercò di metterli in ordine, inutilmente. Albus gliela levò -Lasciami. Sembri la mamma-

Lily sorrise -E tu sembri papà quando si sveglia-

-Sì beh, James ha già...-

-Sì, lo so- lo interruppe e aggiunse -Grazie, comunque. James è un idiota-

-Però in parte ha ragione, Lily. Stai attenta, Malfoy è Malfoy, dopotutto. Magari sta tramando qualcosa-

Lily incrociò le braccia -Al, non sto con Malfoy. Non mi interessa. Ho partecipato con lui alla festa a causa di una serie di equivoci, questo è tutto-

Albus sorrise -E' quello che ha detto Rose-

-Rose è intelligente-

-Non dirlo a me. E' sempre la prima ad alzare la mano durante le lezioni e sono sicuro che sia la preferita di quasi tutti i professori. Avresti dovuto vedere Lumacorno l'altra sera, non smetteva di elogiarla e di dire che era esattamente come la sua talentuosa e brillante madre. Rose era compiaciuta-

-Ci credo- sorrise -Andiamo?- i due cominciarono a scendere per le scale. Una volta al piano di sotto, dissero a tutti buon Natale. Sua nonna, come sempre, la stritolò in un abbraccio.

-Lily, cara! Hai dormito bene? Buon Natale!-

-Sì, nonna. Grazie- disse -Buon Natale anche a te-

Al tavolo, suo padre, suo nonno, zio Ron, zia Hermione, zio Percy e zia Audrey discutevano, come sempre, su questioni noiose riguardanti il ministero. Dall'altra parte del tavolo sua madre e zio Bill parlavano animatamente di Quidditch, mentre sua zia Fleur aiutava sua nonna nella preparazione del pranzo. Molly e Rose discutevano dei GUFO su uno dei divani. Lucy stava con James, sicuramente a pianificare qualche scherzo. Dominique e Louis se ne stavano con Rose e Molly. Victoire continuava a guardare l'orologio, sicuramente ad aspettare Teddy. Stavano insieme da un anno. Da quando James aveva raccontato a tutti che li aveva beccati mentre si baciavano.

-Ehm...grazie, nonna- disse James, forzando un sorriso vedendo il regalo che gli aveva fatto.

Lily aprì il suo per trovarne uno uguale, poi scartò quello dei genitori per scoprire una scopa nuova
-Papà! Mamma! Grazie!- anche Albus ne aveva ricevuta una ed era molto contento. James, invece, ricevette un libro di pozioni.

-Cosa?! E questo cos'è?! Perché Lily e Albus hanno una scopa nuova e io uno stupido libro di pozioni?!-

Ginny gli lanciò un'occhiata severa -Attenzione al linguaggio, James. Se avrai i voti dei tuoi fratelli e se non riceveremo lettere per una settimana dai professori, forse ne avrai una anche tu-

-Non è giusto. Anche Lily ha avuto dei castighi quest'anno. Perché solo io ho ricevuto uno stupido libro di pozioni?-

Lily sorrise soddisfatta -Perché tu sei un asino in pozioni-

-Forse puoi dire al tuo ragazzo di darmi delle lezioni, dato che lui è così taaaaanto bravo- disse James, facendo una smorfia di disprezzo.

Ginny guardò sua figlia -Di che parla James?-

La minore dei Potter guardò malissimo suo fratello -Di niente. L'idiota non sa di cosa parla- e, senza aggiungere altro, si alzò e si mise sul divano accanto a Rose.

Sua madre sbuffò -Lily, il linguaggio-

Rose e Molly erano impegnate ancora a parlare di GUFO, ma quando la videro si rivolsero a lei -Che succede?-

-James è un cretino- asserì, guardando la neve fuori dalla finestra.

Rose sospirò -Bene, che ha fatto adesso?-

-Ha detto stupidaggini davanti a mia madre-

-Su Malfoy?- chiese Molly.

-Sì-

-Hai capito perché Malfoy è scappato come un Dissennatore spaventato da un Patronus?- domandò Rose.

Lily digrignò i denti. Le era stata ricordata anche fin troppo quella scena e, sinceramente, ancora non aveva idea di cosa fosse passato per la testa di Malfoy in quel momento -E che ne so. Io non so cos'ha in testa. Forse gli ha fatto schifo l'idea di dover baciare una col sangue impuro-

-Baciare?!- esclamarono all'unisono le Weasley, sorprese.

Lily diventò rossa -Certo che no! C'era uno stupido vischio sopra di noi. Non avrei mai lasciato che si avvicinasse a me, comunque. Gli avrei immediatamente chiuso le labbra con un incantesimo- Rose e Molly sorrisero e Lily fece lo stesso, sollevata dal fatto di non dover dare troppe spiegazioni. Almeno, ad una piccola porzione della sua famiglia.

Il suono della porta ridestò le tre dalla conversazione -Ah, Ted, caro, sei arrivato! Che bello! Arthur ed io eravamo preoccupati. Devi esserti congelato là fuori! Vieni, vieni. Harry è dentro. Come sta tua nonna?- la nonna lo tempestò di domande.

-Bene, grazie- disse, togliendosi la neve dalle spalle, cosa che smise di fare solo quando fu troppo impegnato a sorridere a Victoire. La ragazza gli si avvicinò, gli mise le braccia attorno al collo e premette le sue labbra su quelle del ragazzo per qualche secondo.

James fece una smorfia -Oh, vi prego!-

Lily lo fulminò -James, cerca di maturare! Questo è quello che fanno gli adulti quando provano attrazione per qualcuno. Il fatto che tu non l'abbia mai provato non vuol dire che...-

-Chiudi il becco!- la interruppe, poi corse ad aprire la porta, dato che George, Angelina, Fred e Roxy erano appena arrivati. Lily, invece, andò a salutare Ted.

Iniziarono a mangiare. Parlarono del negozio di zio George, del corso per diventare Auror di Ted, delle materie che avrebbero scelto l'anno successivo ad Hogwarts, dei MAGO, fino a che James e Fred non iniziarono a parlare dei loro scherzi.

-E' per questo che non hai ricevuto una scopa!- disse Ginny a suo figlio, quest'ultimo sbuffò.

-Anche Lily ha ricevuto dei castighi!- esclamò, indignato, indicando sua sorella -E sapete perché? Perché è stata beccata a sbaciucchiarsi con Scorpius Malfoy!-

Lily, che in quel momento stava dando un sorso al suo the, sputò tutto. Tutti, assolutamente tutti, abbandonarono le loro conversazioni e la guardarono. Teddy aggrottò la fronte -Malfoy? Scorpius Malfoy come...mio cugino Scorpius Malfoy?- chiese, come se non ci potesse credere.

Le guance di Lily divennero scarlatte. Arrabbiata, minacciò suo fratello con un dito -Chiudi la bocca, James! Io non stavo baciando Malfoy-

-Ti hanno messo in castigo due volte con lui. E siete andati insieme alla festa di Natale di Lumacorno- la accusò il maggiore e Lily non poté negare, perché quelle cose erano vere. Comunque, le cose non stavano come James le stava facendo intendere.

-Con il figlio di quella canaglia di Draco Malfoy? Ma...questo...- esclamò Ron, indignato, con le orecchie rosse -Questo è come fraternizzare con il nemico!-

-Il nemico?!- domandò Hermione, con le sopracciglia inarcate -Fammi il favore, Ron. Smettila di dire fesserie-

Harry aggrottò la fronte -Questo è facile per te, Hermione. Non è tua figlia ad uscire con Malfoy-

-Questo Rosie- sibilò Ron -Te lo proibisco assolutamente. Ti diseredo se ti sposi con un Serpeverde. E' così che dovrebbe fare Harry-

Hermione protestò con severità -Ronald, non trasmettere ai tuoi figli i tuoi rancori. Non senza ragioni-

-E' un Malfoy, Hermione!- esclamò Harry -Di sicuro va in giro per il cortile, trama cose strane e fa l'idiota come suo padre-

Ginny alzò gli occhi al cielo, cercando di favorire Scorpius. Se sua figlia riteneva ne valesse la pena allora forse era così, Lily era una ragazza giudiziosa -Se non ricordo male, hai voluto mettere a tuo figlio il nome di un Serpeverde che, curiosamente, era innamorato di una Grifondoro, tua madre-

Harry avvampò -Quello era diverso- borbottò, senza sapere che altro dire.

Hermione scosse la testa -Sei un ipocrita. Piton amava tua madre e ha fatto tutto il possibile per salvarle la vita e proteggere te. Non puoi sapere se il figlio di Draco Malfoy farebbe lo stesso per Lily-

Lily divenne ancora più rossa. Di che diavolo stava parlando la sua famiglia? -Inoltre, Harry- aggiunse sua madre -Sono sicura che Lily sappia giudicare bene le persone, proprio come te. Dovresti avere più fiducia di tua figlia-

-Sì, ma io non mi fido di Malfoy- protestò Harry.

Hermione scosse di nuovo la testa -Ancora? Per caso vuoi metterti il mantello dell'invisibilità come facevi a scuola e seguirlo per tutto il castello per assicurarti che non faccia niente di male?-

-Forse dovrebbe, Hermione- Ron sostenne Harry -Non mi fido di Malfoy. E' un purosangue-

-Lo sei anche tu- disse Ginny, come se suo fratello fosse idiota.

-Sì, beh, è diverso. Non è vero, Harry?-

-Certo- affermò Harry.

-Inoltre io non ho deciso di unirmi al Signore Oscuro-

-Sono certa che nemmeno Malfoy fosse molto entusiasmato dalla cosa- ricordò loro Hermione.

Harry ricordò che Draco se l'era passata maluccio gli ultimi due anni e che quando erano andati a casa sua lui gli aveva salvato la vita, ma nonostante quei fatti reali e concreti, era difficile accettare l'idea. Non solo che sua figlia stesse crescendo (la sua unica figlia femmina) e che stesse quindi iniziando ad interessarsi ai ragazzi, ma in più il ragazzo in questione era niente popò di meno che Scorpius Malfoy, il figlio di Draco Malfoy, suo acerrimo nemico ad Hogwarts -Sì, però comunque non mi fido di lui-

Ginny alzò gli occhi al cielo, suo marito si stava comportando come faceva di solito Ron ai tempi della scuola -Sì, va bene, caro- disse -Ma non sei tu quello che si deve fidare di lui. Lily non è una bambina e può giudicare le persone da sola-

Lily sospirò, la discussione era ridicola e inconcepibile. Infastidita, si mise in piedi, dato che nessuno sembrava avere l'intenzione di prestarle attenzione o di ascoltarla e gridò -NON. STO. USCENDO. CON. MALFOY- tutti si ammutolirono.

Ron sorrise -Visto, Hermione? E' ovvio che Lily non uscirebbe con Malfoy. E' la figlia di Harry, dopotutto- la riccia alzò gli occhi al cielo, ancora. Ginny fece lo stesso.

Harry sorrise e le mise un braccio attorno alle spalle -Questa è la mia bambina-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Diagon Alley. ***


 
Diagon Alley
 
Avevano deciso di passare le ultime settimane delle vacanze alla tana, dato che era sufficientemente grande per ospitare i tre Potter, Hugo e Rose. E ora, per l'ultima settimana, finalmente erano tornati a casa. Sbadigliando, Lily aprì gli occhi e si alzò. Sarebbero andati a Diagon alley quel giorno e nulla entusiasmava Lily più degli acquisti che le servivano per il nuovo anno ad Hogwarts. Si vestì, prese la sua lista e scese a fare colazione, c'erano i suoi fratelli seduti al tavolo e Kreacher che cucinava per loro. Non c'era traccia dei suoi genitori. Lily aggrottò la fronte.
 
-Mamma e papà?-
 
James, che aveva la bocca piena di uova, disse -Mmhh. Mmmm. Mmhh-
 
Lily alzò gli occhi al cielo -James, ingoia prima di parlare. E' disgustoso-
 
Albus, che stava dando un sorso al suo succo, disse -Mamma è dovuta andare al Profeta. Papà al Ministero. Hanno detto che torneranno verso mezzogiorno per portarci a Diagon Alley-
 
Sospirando, si sedette accanto a loro. Kreacher le si avvicinò -La figlia del padron Harry desidera qualcosa? Kreacher ha preparato uova, salsiccia, caffè e the-
 
-Il the va bene, Kreacher- notò il foglio dei risultati di Albus dei GUFO, allungò un braccio e lo afferrò, li aveva superati ed ora era ufficialmente al sesto anno. Rose si era sentita molto sconcertata quando aveva visto di aver preso "Oltre le aspettative" in pozioni, invece di "Eccezionale" come in tutte le altre materie. Molly aveva ottenuto più o meno gli stessi risultati, compiacendo molto suo padre Percy. Lucy aveva preso in giro la "perfezione" di sua sorella per settimane, senza che lei se ne accorgesse. Hugo era dovuto stare lontano dalla sua di sorella invece, perché aveva paura che lei scaricasse la sua frustrazione su di lui.
 
-A Rose è passata?- chiese, lasciando il foglio sul tavolo.
 
Albus sorrise -A quanto pare. Hugo dice che per settimane si è chiesta dove avesse sbagliato-
 
-Povero Hugo- disse Lily. Albus annuì, sorridendo.
 
-Ecco qui, giovane padroncina. Kreacher le ha portato le sue uova e il suo the- disse il vecchio elfo domestico mettendo il cibo sul tavolo di fronte a Lily.
 
Lily sorrise e annuì -Grazie, Kreacher- immaginò la voce di sua zia Hermione che le ricordava che "se Kraecher fosse un umano, lo avrebbe ringraziato".
 
Albus prese la lista di Lily e iniziò a leggerla. James, alzandosi dalla sua sedia, andò verso il fratello e la lesse con lui. Albus aveva alcune di quelle cose, gliele avrebbe date.
 
-Va bene, ma devo comprare un calderone di rame numero due- disse Lily.
 
-Che è successo al tuo?- chiese il fratello di mezzo.
 
Lily arrossì -E' esploso ed ora ha un buco. Anche i miei guanti di pelle sono vecchi e credo di aver bisogno di ampolle e fiale nuove, pergamene e una piuma, non trovo la mia-
 
-Anche io ho bisogno di una piuma, la mia ha ricevuto un incantesimo da parte di una certa persona e adesso scrive idiozie ed insulti- borbottò Albus, lanciando un'occhiata a suo fratello. James ridacchiò. L'ultima volta che aveva scritto una lettera a Reg voleva chiedergli come stessero andando le sue vacanze, ma l'amico gli aveva risposto domandandogli perché diamine gli avesse parlato di un cane con problemi intestinali. James aveva riso per settimane.
 
-Lo zio George mi ha detto che è una grande invenzione. Sta pensando di venderla nel suo negozio-
 
-Naturalmente- rispose Albus, alzando gli occhi al cielo.
 
-Inoltre, riceverò una percentuale se dovessero fare successo- continuò James, in quel momento la porta si aprì ed entrò la loro madre.
 
Lily scosse la testa -Non dovresti pensare ai MAGO? Sono quest'anno, dopotutto- 
 
-Grazie, Rose- disse con sarcasmo, utilizzando di proposito il nome di sua cugina -Non siamo ancora arrivati ad Hogwarts e già mi dai fastidio-
 
-James, fai il bravo con tua sorella. Vostro padre non è ancora tornato?- domandò Ginny, guardando in cucina.
 
-No- rispose Albus.
 
Ginny sospirò -Volevo andare presto, a Diagon Alley c'è troppa gente nel pomeriggio, soprattutto nell'ultima settimana. Voi tre siete già pronti?-
 
-Sì, mamma- dissero all'unisono.
 
Ginny si passò la lingua sulla punta delle dita e cercò di sistemare i capelli di Albus, che le scostò la mano -Mamma, smettila di farlo!-
 
-Pettinati, allora. Sembri tuo padre-
 
-Non serve a niente. Io ci provo, ma loro tornano al loro posto- i suoi capelli sembravano avere vita propria, aveva provato anche ad usare un incantesimo, ma aveva fatto effetto solo per qualche secondo. Era una battaglia persa. Albus aveva perso le speranze.
 
Ginny sorrise -Suppongo sia inevitabile-
 
James sparì con un "crac" e riapparì un secondo dopo vicino a sua madre con un ampio sorriso, facendola sobbalzare per la sorpresa -James, smettila di materializzarti in casa!- lo rimproverò.
 
-Scusa mamma- disse -Vado a cercare le mie cose- e, con un altro "crac" sparì. Albus era un po' invidioso.
 
-Non ti preoccupare, figliolo. Tu potrai imparare quest'anno- lo tranquillizzò Ginny. Albus annuì e salì le scale per prendere le sue cose. James riapparve accanto a lui.
 
-Dai lumachina, muoviti!-
 
-James, smettila- disse sua madre. Il ragazzo notò lo sguardo di Ginny e decise che avrebbe obbedito.
 
Dopo un po' la porta si aprì ed Harry entrò, Kreacher andò verso di lui -Il padrone Harry è tornato!- Harry sorrise e andò verso la moglie, per baciarla. Lily sorrise, mentre Albus e James fecero una smorfia.
 
-Aaaah non fatelo davanti a noi, per favore- si lamentò Albus.
 
-Sì, davvero, evitate- accordò James -Possiamo andare a Diagon Alley adesso?-
 
Harry sorrise -Sì, andiamo- camminò verso il camino, prese la piccola ciotola che conteneva la polvere volante e la diede al primogenito. Quest'ultimo guardò la ciotolina con espressione di disgusto.
 
-Useremo la polvere volante? Ma ti lascia pieno di fuliggine!- esclamò
 
-E allora? Temi che la tua fidanzata invisibile ti veda sporco?- lo prese in giro Lily.
 
-Ricorda che i tuoi fratelli non possono smaterializzarsi, James- gli disse Harry -E, Lily, smettila di provocare tuo fratello. Andiamo?-
 
-Va bene- sbuffò James, prendendo un po' di polvere e mettendosi nel camino. Un secondo dopo sparì. Tutti gli altri fecero lo stesso e si ritrovarono, finalmente, a Diagon Alley.
 
-Bene, vediamo. Cosa ci serve?- domandò Ginny, guardando le liste dei suoi tre figli -Ah! Prima dobbiamo andare alla Gringotts. Io e vostro padre andremo lì, ci vediamo tra una mezz'ora in libreria. Non avvicinatevi a Notturn Alley- aggiunse, guardando soprattutto il maggiore, poi se ne andarono.
 
I tre iniziarono a camminare, osservando le vetrine dei negozi. I suoi due fratelli decisero di entrare in quello dello zio George, ma dato che a lei non interessava, decise di andare dentro a salutarlo per poi uscire subito. Arrivò davanti ad un negozio di animali e guardando il proprio riflesso notò di essere piena di fuliggine sui vestiti e sul viso. Continuò la sua passeggiata e quando fece per entrare nel negozio di Slug e Jiggers si scontrò con qualcuno. 
 
Quando alzò lo sguardo per osservare la persona con cui si era scontrata, sbuffò. Si sorprese nel vedere che si trattava di Scorpius Malfoy. Quest'ultimo, nel vederla, si irrigidì e aggrottò la fronte.
 
-Perché non guardi mai dove metti i piedi, Potter?- le chiese, retrocedendo di un passo per stabilire una certa distanza e scrollandosi di dosso la fuliggine che gli si era attaccata ai vestiti per la collisione.
 
Lily fece una smorfia -Potrei dirti la stessa cosa, Malfoy. Anche se suppongo si possa sempre tornare indietro e sparire dalla faccia della terra- borbottò, riferendosi alla festa di Natale di Lumacorno.
 
L'espressione di Scorpius si indurì, ma cercò di ignorare il commento di lei -Non dovresti stare con la tua famiglia sovrappopolata?-
 
-Sono alla Gringotts- replicò -E tu non dovresti stare con tuo padre a chiedergli come farti rispettare ed obbedire dagli altri?-
 
Scorpius digrignò i denti -Posso farlo benissimo da solo, Potter- sospirò, come per cercare di mantenere la calma e decise di prenderla in giro -Comunque...sembri il vecchio camino della mia casa-
 
La rossa si passò una mano sulla guancia, cercando di togliere della fuliggine -Chiudi la bocca- disse, ma tutti i suoi tentativi non servirono a niente.
 
Malfoy non la ascoltò e aggrottò le sopracciglia -Cielo, Potter. Puoi essere più inutile di così?- e, come per un riflesso involontario, allungò una mano per raggiungere il suo viso. Tuttavia, il suono di un "crac" fece apparire qualcuno che gli afferrò un polso e lo bloccò.
 
-Togli le tue sudicie mani da mia sorella, Malfoy- sibilò James, fulminandolo con lo sguardo.
 
-Togli la tua schifosa mano dalla mia, Potter. Mi contaminerai- gli rispose, tirando il braccio con violenza, come se il contatto con James lo avesse fatto scottare. Lo guardò negli occhi, con freddezza, nessuno dei due si mosse di un millimetro.
 
-Ti avverto, Malfoy. Prova a toccarla di nuovo e ti strapperò la mano con un incantesimo-
 
Lily fulminò suo fratello con un'occhiataccia -James!- si stava comportando in modo ridicolo.
 
-Vai da papà e mamma, Lily- le disse, senza smettere di guardare Malfoy, il quale sosteneva il suo sguardo con occhi gelidi.
 
-Vai tu da mamma e papà- rispose, arrabbiata. Se c'era qualcosa di cui Lily non aveva bisogno era di una guardia del corpo che la proteggesse o che intervenisse al posto suo. Lily non era una bambina indifesa e non le piaceva essere considerata in quel modo -Questi sono affari miei, James-
 
-Lily, non discutere- sembrava ancora più arrabbiato di lei, ma non le importava.
 
La rossa prese la sua bacchetta e la puntò contro suo fratello -Che cosa stai facendo?- le chiese, stupito. Malfoy sorrise, divertito e soddisfatto.
 
-Ti ho detto che sono affari miei, James-
 
Il ragazzo sbuffò e fece per andarsene -Bene, fai come vuoi. Però non venire da me e Al quando questo idiota ti farà del male- se ne andò. Malfoy la guardò con le sopracciglia inarcate.
 
-Che succede Potter, problemi nella grande famiglia felice?- domandò, con sarcasmo.
 
Lily puntò la bacchetta contro di lui -Tieni fuori il naso da questioni che non ti riguardano, Malfoy-
 
Il biondo guardò la bacchetta e poi di nuovo lei -Allora cerca di non puntare questa cosa contro di me. E' già la terza volta che lo fai. La prossima mi assicurerò che tu non sia nemmeno in grado di tenerla in mano- avvertì, facendo un passo verso di lei. Il suo corpo alto e asciutto sovrastava quello minuto di lei. Per un secondo, Lily credette che i suoi occhi grigi, gelidi e penetranti, si posarono sulle sue labbra, ma forse fu solo frutto della sua immaginazione. 
 
Qualcuno mise una mano sulla spalla di Scorpius e quest'ultimo si irrigidì e fece un passo indietro. 
-Scorpius, Scorpius- la voce apparteneva a Lucius Malfoy, che aveva pronunciato il suo nome in modo lento e calcolato -Tuo padre non ti ha insegnato le buone maniere? E chi è, se posso permettermi di chiederlo, la tua giovane amica? Bene, bene, bene. Potrebbe essere...sono confuso...si tratta di una traditrice del suo stesso sangue di nome Weasley o Potter?-
 
Scorpius incastrò i suoi occhi in quelli di Lily e le sue labbra divennero una linea sottile. Borbottando tra i denti, disse -Potter-
 
-Oh ma certo, ma certo- l'uomo scostò suo nipote in modo brusco e camminò verso Lily, che non si mosse dalla sua posizione, ma puntò gli occhi in quelli di Lucius Malfoy –Sì, posso vedere la stessa insopportabile arroganza tipica dei Potter nelle sue...lentiggini- fece una smorfia di disgusto -E dimmi, Potter. Dov'è il tuo paparino famoso?-
 
-A differenza sua, sta facendo qualcosa di utile- rispose Lily, mordace.
 
Il sorriso di Lucius vacillò leggermente -Sì, arrogante e sprezzante, come suo padre-
 
-Mi cercava, signor Malfoy?- disse Harry, apparendo dietro a Lily -Mi è sembrato che stesse insultando mia figlia-
 
Lucius Malfoy chiuse la bocca e fulminò Harry con lo sguardo. In quel momento si sentì un'altra voce -Padre? Scorpius?- era Draco che, appena arrivato, aggrottò la fronte nel vedere quella scena -Potter- disse, con calma e in tono neutro, con un lieve inchino della testa, a mo' di saluto, poi si rivolse al figlio -Scorpius, tua madre e tua nonna ti cercano. Sono in libreria- aggiunse, senza nemmeno guardarlo.
 
-Sì, padre- rispose, lanciando un'ultima occhiata a Lily, poi uscì.
 
Draco andò verso Lucius -Padre, mia madre ti sta cercando- 
 
Lucius curvò le labbra in una smorfia e annuì -E' stato un piacere conoscerla, signorina Potter- Lily sapeva che ciò che voleva intendere con quelle parole era l'esatto contrario.
 
Lucius si voltò -Andiamo, Draco- l'uomo salutò entrambi con un gesto secco della testa e se ne andò con suo padre.
 
Harry sospirò -Stai bene, piccola?- chiese a sua figlia, facendole una carezza.
 
Lily osservò per un attimo il punto in cui i Malfoy se ne erano andati -Sì, papà-
 
Harry annuì -Vieni, andiamo. Credo che tua madre voglia comprarti delle divise nuove. Le ultime ti stanno piccole e corte-
 
-Sì...-



 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** La cosa più vicina. ***


 
La cosa più vicina
 
-Lily, non andare così avanti- le gridò sua madre, che camminava qualche metro indietro con suo padre e i suoi due fratelli, entrambi impugnavano un carrello con le loro cose, come lei.
 
James sorrise e guardò suo fratello -Una corsa fino al binario 9 e 3/4, Al?-
 
Albus sorrise -Ci sto- iniziarono a correre a tutta velocità. Ginny guardò i suoi figli, indignata.
 
-James, Albus, non correte! La stazione è piena di Babbani, potreste fare male a qualcuno!- gridò, per sovrastare il caos, ma i suoi figli non la ascoltarono. Ginny sospirò, rassegnata.
 
-Quei due, uno di questo giorni mi faranno venire un infarto- asserì.
 
Harry sorrise -James è al suo ultimo anno-
 
Ginny guardò i suoi figli, mentre correvano e ridevano, sorrise, nostalgica -E' passato così tanto tempo?-
 
Harr alzò una mano e si toccò la cicatrice, che ormai non faceva più male da anni, Ginny osservò il gesto, ma non disse niente -24 anni, credo-
 
La rossa sorrise e tornò a guardare i suoi figli. James avrebbe compiuto presto 18 anni, Albus 17 e Lily 15 -E pensare che mi sembra ieri quando ti ho baciato per la prima volta nella sala comune di Grifondoro-
 
Harry sorrise -Ricordi la faccia di Ron?- entrambi risero.
 
-Non me lo ricordare, dopo se n'è uscito dicendo che ci dava il suo permesso- disse Ginny -Come se avessimo avuto il bisogno del suo permesso per fare qualcosa- con un sorriso, Harry baciò sua moglie, semplicemente perché quella era una delle cose che amava di lei. La sua indipendenza. Ginny era una forza della natura e Lily aveva ereditato il focoso temperamento di sua madre, qualcosa che Harry amava e nello stesso tempo temeva della minore dei suoi figli.
 
Facendo una smorfia, espresse ciò che lo tormentava dal Natale passato -Non credi che sia realmente interessata a Malfoy, non è vero?-
 
Ginny guardò sua figlia e sorrise -Ho paura che se fosse così nessuno potrebbe fare niente per impedirlo- Harry impallidì, sapendo che Ginny aveva ragione. Vedendo l'espressione del marito, la donna aggiunse -Ma no, non credo le interessi-
 
-Mamma, papà, muovetevi o perdiamo il treno- gridò Albus. James, accanto a lui, aveva le braccia incrociate e sbuffava. Lily, invece, era felice di essere a King's Cross, come se fosse la prima volta. Invece era già al suo quarto anno. 
 
Ginny andò verso il figlio maggiore e lo baciò sulla testa -Abbi cura di te. Scrivici-
 
James guardò da ogni parte, si vergognava di quei gesti in pubblico e per questo cercò di divincolarsi dalla stretta di sua madre -Mamma, lasciami. Sono grande, non ho bisogno di baci-
 
-Sciocchezze- disse Ginny -Sarai sempre il mio bambino-
 
-Mamma, ti prego- disse James, arrossendo. Albus, Harry e Lily scoppiarono a ridere, sapendo che Ginny lo faceva di proposito -Lasciami, devo andare- li salutò per un'ultima volta e attraversò la barriera.
 
-Ora tu, Albus- disse la donna, dando un bacio al ragazzo, che non si spostò. Una volta, pensò Ginny con nostalgia, nemmeno James provava vergogna quando lei lo baciava in pubblico, ma questo accadeva quando lui era ancora molto piccolo.
 
Albus prese il suo carrello e corse verso la parete, attraversandola. Harry mise una mano sulla spalla di Lily -Adesso tu, piccola- le sorrise e Lily ricambiò con un sorriso che Harry, grazie alle foto, aveva visto solo su sua madre, su Lily Evans. Ginny le diede un bacio e la osservò sparire tra i binari 9 e 10. Poi entrambi li seguirono, per incontrare i familiari e in modo particolare Ron e Hermione.
 
Lily salutò i suoi cugini con entusiasmo. Rose, Albus e Reg erano già insieme. Hugo stava parlando con dei ragazzi che Lily non conosceva, li aveva solo visti qualche volta ad Hogwarts. James era con Fred e continuava a passarsi una mano tra i capelli, per farsi vedere dalle ragazze che passavano vicino a loro. Lily sorrise, a quanto pareva a James piaceva qualcuno. 
 
Lily andò verso di lui -Così non ti noterà- disse.
 
James sussultò e guardò sua sorella con irritazione -Non so di cosa tu stia parlando-
 
La rossa lo ignorò -Chi è?-
 
Fred, che non aveva perso il loro scambio di battute, rise e disse -Lei. La terza da destra. A James piace dal terzo anno-
 
Il maggiore dei Potter lanciò un'occhiataccia a suo cugino -Chiudi il becco, Fred. Non mi piace-
 
-Nooo- lo prese in giro Weasley -Ti piace solo scrivere le sue iniziali ai margini delle tue pergamene e decorarle-
 
-Smettila- protestò James. 
 
-Oh, Calanthia Johnson!- cantilenò Fred, facendo una pessima imitazione di James. Lily rise.
 
James arrossì -Tappati quella bocca, io non faccio così!-
 
-Invitala ad Hogsmeade- suggerì Lily, osservando suo fratello e poi quella ragazza. Era molto carina. James, doveva ammetterlo, aveva ottimi gusti.
 
-Non hai niente di meglio da fare? Come cercare gente della tua età e parlare di quello di cui parlano le ragazze di solito?!- le chiese James.
 
-Di quello di cui le ragazze parlano di solito? Fai sul serio, James? Sei uno stupido- senza dire altro se ne andò. A qualche metro, notò una famiglia composta da tre persone. Due uomini alti, quasi della stessa altezza, magri e muscolosi. Erano entrambi biondi, con tratti spigolosi. E con loro vi era una donna abbastanza alta, con i capelli scuri e Lily immaginò fosse la signora Malfoy. La madre di Scorpius. In silenzio, iniziò ad osservarli e, per una ragione a lei sconosciuta, non riuscì a distogliere lo sguardo. 
 
Astoria, la madre di Scorpius, gli sistemava la divisa, con un sorriso -Ogni giorno assomigli sempre di più a tuo padre- disse con orgoglio  e con qualcosa che Lily interpretò come nostalgia -Sei già più alto di me-
 
-Suppongo che c'era da aspettarselo, no madre?- chiese Scorpius, con un sorriso arrogante.
 
La donna annuì -Sì, immagino di sì. E' dritta così, Draco?- domandò a suo marito, osservando il lavoro che aveva fatto sulla cravatta del figlio.
 
Draco annuì -Sì- il treno si fece sentire -Bene, credo che sia giunta l'ora di andare, figliolo-
 
Scorpius sospirò e diede un veloce abbraccio a suo padre, poi guardò la madre e si lasciò abbracciare e baciare da lei -Ricorda che io e tuo padre siamo molto orgogliosi di te, Scorpius-
 
-Lo dici tutti gli anni, madre- rispose, prendendo le sue cose.
 
-Beh, perché è la verità. O no, Draco?-
 
Suo marito annuì e aggrottò le sopracciglia -Non ti lasciar mettere i piedi in testa da nessun Weasley o Potter-
 
Astoria alzò gli occhi al cielo -Non fare caso a tuo padre, non è ancora in grado di lasciarsi alle spalle i suoi primi anni ad Hogwarts-
 
Lily credette di vedere che i tratti di Draco si indurissero leggermente, con un'espressione che faceva chiaramente intendere che preferisse dimenticare una buona parte dei suoi anni ad Hogwarts. Senza nemmeno rendersene conto, il padre di Scorpius tirò la manica che copriva il suo braccio destro e guardò, per sorpresa di Lily, Harry Potter. Facendo una smorfia, tornò ad osservare suo figlio, con la fronte ancora aggrottata.
 
-Non si tratta di questo- asserì e Astoria toccò affettuosamente il suo braccio con la mano, con uno sguardo calmo e pieno di comprensione.
 
-Quello che tuo padre vuole dire- si corresse -E' che non devi, per nessuna ragione, permettere che qualcuno ti dica che tu sei meno di un Potter o di un Weasley o di un qualsiasi altro mago-
 
-Nessuno- aggiunse Draco -Può insultare il nome dei Malfoy-
 
Scorpius fece una smorfia, ricordando il destino di Zabini l'anno precedente, quando si era permesso di fare una cosa del genere -Credimi, padre. Nessuno lo farà- 
 
-Lily! Lily! Allora eri qui! Mamma e papà ti stanno cercando- Lily si irrigidì, notando che le grida di suo fratello avevano attirato l'attenzione dei tre Malfoy e, in special modo, quella di Scorpius. Il ragazzo la guardò con le sopracciglia aggrottate. Voltandosi con rapidità, si rivolse ad Albus.
 
-Scusa, Al. Mi ero distratta. Vieni, andiamo- e prima che suo fratello le chiedesse per quale motivo si fosse distratta, lo trascinò fino ai suoi genitori, sentendo due penetranti occhi grigi fissi su di sé. 
 
-Cerca di non far venire un infarto a tuo padre- le disse Ginny, una volta che li ebbe raggiunti -Non credo sia ancora pronto per accettare un genero in famiglia-
 
-Mamma!- protestò, arrossendo. Di che diavolo stava parlando sua madre? -Credimi, non c'è nessuno, forse ti dovresti preoccupare di più per James- disse quest'ultima cosa ad alta voce, facendo la linguaccia a suo fratello, il quale la guardò malissimo.
 
-Lily! Smettila! Mamma non ci fare caso, non sa quello che dice, è troppo sconvolta. Malfoy l'ha lasciata perché non è una purosangue-
 
-James!- lo rimproverò sua madre -Non usare termini come purosangue, mezzosangue e sangue sporco! Che cosa ti abbiamo detto?!-
 
James abbassò la testa -Che il sangue non ha importanza, è l'abilità del mago che fa la differenza-
 
-E' così- disse suo padre -Guarda tua zia Hermione. E' stata la strega migliore della nostra generazione e suoi genitori sono Babbani-
 
-Comunque...- aggiunse lo zio Ron, guardando di sfuggita sua moglie, che stava parlando con Rose e non stava ascoltando la conversazione -Non dire a tua zia che lo abbiamo detto. Sai com'è fatta-
 
Lily sorrise, salutò tutti e salì sul treno accompagnata dai suoi cugini. James e Fred corsero verso uno scompartimento. Rose, Albus e Reg ne occuparono rapidamente uno in cui vi erano dei grifoni del sesto anno e Molly andò verso "lo scompartimento riservato ai prefetti". Dominique, al settimo anno come James, seguì un gruppo di ragazze di Grifondoro, parlando dei MAGO e imbambolando tutti i ragazzi che incrociava, senza rendersene conto. Lily si lasciò cadere su un sedile accanto ad Hugo, Lucy e Louis, ma tutti e tre furono portati via dai gemelli Scamander e da un altro gruppo di Corvonero. 
 
Lily aspettò che arrivasse la signora con il carrello e appoggiò la testa alla finestra. Era da sola. Dopo un'infinità di tempo, quando la porta dello scompartimento si aprì, Lily pensò si trattasse di uno dei suoi cugini, ma si sorprese nel vedere Scorpius Malfoy -Oh, sei tu- disse.
 
Malfoy sbatté le sue fini ciglia color biondo platino e chiese -Speravi fosse qualcun altro, Potter?- nella sua voce vi era una punta di malizia e di sarcasmo.
 
Lily digrignò i denti. Era troppo presto per quello. Non erano nemmeno arrivati ad Hogwarts. -Sì, qualunque altra persona mi sarebbe andata bene-
 
Tuttavia, Malfoy sembrava deciso ad irritarla, così entrò nello scompartimento, chiuse la porta e si lasciò cadere sul divanetto di fronte a lei -E dimmi, Potter, i tuoi genitori non ti hanno insegnato che ascoltare le conversazioni altrui è da maleducati? O forse stai solo seguendo i passi del tuo paparino famoso e dei tuoi fratelli?-
 
-Tu segui quelli del tuo, dopotutto, non è così?- l'espressione di Scorpius si irrigidì.
 
-Non sai niente della mia famiglia, Potter- disse, piccato, alzandosi in piedi -Non sai quello che abbiamo dovuto passare-
 
Lily lo imitò, mettendosi in piedi -E tu non sai niente della mia, Malfoy. Adesso vattene-
 
-Ti credi superiore a tutti, Potter, non è vero?- borbottò, il suo viso, solitamente pallido, era leggermente arrossato a causa della rabbia.
 
-No, ti sbagli. Non sono nessuno, Malfoy. Quello che gira per Hogwarts pavoneggiandosi come un idiota sei tu. Sei solo un arrogante come tuo padre-
 
Scorpius fece un passò verso Lily e le afferrò i polsi, con gli occhi puntati in quelli di lei -Attenta a quello che dici su mio padre, Potter- era stanco, stanco, stanco degli insulti che la gente faceva alla sua famiglia e al loro nome. Suo padre aveva pagato i suoi peccati, i suoi errori e le sue decisioni sbagliate e nessuno aveva il diritto di giudicarlo. 
 
-Tuo padre era un codardo-
 
-Mio padre ha fatto quello che doveva fare- borbottò, stringendo, senza rendersene conto, la sua stretta attorno ai polsi di Lily, ma lei non cedette.
 
-Si è unito al lato oscuro- 
 
-Si è sacrificato per la mia famiglia- le ricordò il biondo, con una voce intimidatoria.
 
-Si è sacrificato per gli interessi della tua famiglia, vorrai dire- insisté Lily, indignata. Come poteva giustificare le azioni di suo padre? Come poteva giustificare il fatto che si fosse unito al Signore Oscuro? 
 
-No, Potter. Si è sacrificato per la mia famiglia, come sono sicuro che avrebbe fatto tuo padre se ce l'avesse avuta-
 
-Mio padre aveva una famiglia! Mio zio Fred è morto in guerra, lui faceva parte della sua famiglia come tante altre persone! Come puoi...? Come ti permetti di...?- si morse il labbro. Stava mostrando le sue debolezze e non poteva permetterselo assolutamente. Non di fronte a Scorpius Malfoy. 
 
-Credi che mio padre non abbia visto morire nessuno, Potter?- chiese a denti stretti, stringendo ancora. 
 
Lily si irrigidì. Solo allora, quando lui aveva detto quelle parole a voce alta, capì cosa fosse accaduto realmente. Molti erano morti in quella guerra, molti avevano perso la vita perché si erano schierati da una parte o dall’altra. Molti invece non avevano voce in capitolo e Lily si chiese se il padre di Scorpius si fosse trovato in quella situazione. 
 
Abbassò lo sguardo, ritrovandosi senza parole. Lui finalmente lasciò la presa dai suoi polsi. Sbuffando, si lasciò cadere all'indietro, sul sedile e si passò una mano tra i capelli. Lily lo guardò e si sedette, con lentezza -Stai bene?- gli chiese, in un sussurro.
 
Ma lui non alzò la testa -Perché non dovrei stare bene?- era frustrato per aver lasciato che le sue emozioni prendessero il sopravvento. Doveva controllarsi, era così che era stato educato. I Malfoy non dovevano mostrare le loro debolezze, soprattutto non davanti ad un Potter. Non davanti a lei. 
 
Lily, preoccupata, allungò una mano con cautela, ma Malfoy scostò il braccio quando sentì il contatto con lei. Rimase a fissare il rossore sui polsi che aveva causato la sua stretta. Fece una smorfia, prese la bacchetta e fece un incantesimo. In qualche attimo quei segni rossi scomparvero, così come il dolore.
 
La ragazza lo guardò, ma lui si era alzato, dandole le spalle -Non dire niente a nessuno, Potter. Quello che è successo deve rimanere tra me e te- poi uscì dallo scompartimento, chiudendo la porta.
 
Lily comprese che quella era la cosa più vicina a un "mi dispiace" che avrebbe ottenuto da lui. La cosa più vicina a una richiesta di "perdono" che avrebbe ricevuto da Scorpius. Ma, per un motivo che non riusciva a spiegarsi, a lei quello bastava. Non aveva bisogno di parole.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Amortentia. ***


 
Amortentia
 
La mattina seguente al banchetto, Lily si incontrò con Hugo alla sala comune di Grifondoro e andarono in Sala Grande per fare colazione insieme. Rose, Albus e Reg erano già lì a parlare delle materie e degli stress psicologici di Rose, ma Lily non prestava attenzione a loro. Il suo sguardo era fisso su qualcuno al tavolo dei Serpeverde. Scorpius Malfoy leggeva con attenzione il programma che il professor Lumacorno gli aveva appena consegnato, di tanto in tanto sbatteva le ciglia bionde e lunghe e si passava la lingua tra le labbra. 
 
-E tu Lily?- le chiese Rose -Lily?-
 
La rossa si voltò rapidamente verso sua cugina -Mmh?-
 
Rose schioccò la lingua in segno di irritazione -Cielo, che ti succede? Ti ho chiesto che materie opzionali sceglierai-
 
-Le stesse di Hugo- rispose, lanciando un'ultima occhiata al tavolo dei Serpeverde, sperando di vedere Malfoy intento a leggere ancora il suo nuovo orario, però incrociò i suoi occhi grigi, la stava osservando con la fronte aggrottata. Lily distolse subito lo sguardo e iniziò a fissare la colazione. Poi guardò i suoi polsi, quelli che la sera prima erano stati stretti e poi curati da Scorpius. Sicuramente lo aveva fatto per salvaguardare se stesso. Non vi era altra spiegazione possibile. Malfoy era arrogante, egoista, narcisista e non faceva mai, mai, mai niente per nulla. A meno che non riuscisse a trarre qualche beneficio dalle sue azioni. E, in questo caso, probabilmente credeva di essere riuscito a salvarsi da un castigo, pensando che Lily lo avrebbe accusato, come se fosse una bambina. Lily non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
 
Al si mise accanto a lei, con un foglio in mano -Ah, maledizione, abbiamo due ore di Pozioni nelle segrete-
 
Lily sbatté le palpebre a guardò il proprio orario, quando l'avevano lasciato lì? -Erbologia- lesse. Bene, poteva andare peggio, ma alla seconda ora aveva Storia della Magia e alla terza aveva Pozioni.
 
Rose, prendendo i suoi libri, si alzò -E' meglio andare o arriveremo tardi- sembrava emozionata.
 
Reg la guardò, infastidito -Non ho ancora finito di fare colazione-
 
-Dovevi pensarci prima. Ora, andiamo. Anche tu, Al. Non voglio arrivare tardi alla nostra prima lezione- disse e senza aggiungere altro iniziò a dirigersi fuori dalla Sala Grande. 
 
Al sbuffò -Andiamo, Reg- si alzò e prese le sue cose.
 
-Cielo- si lamentò, ma fece come l'amico. Lily rise nel vedere l'espressione dei due -Ci vediamo, Lily-
 
Seguirono Rose, affiancandola solo quando fu sulla soglia della porta dell'aula. Entrarono e posarono i libri sui banchi. Sfortunatamente, notò Al, la lezione si sarebbe svolta coi Serpeverde. Per sorpresa degli alunni, la classe era piena di vapori e odori strani. Rose tentò di guardare all'interno dei calderoni.
 
-Ehi, Weasley, cerca di non mettere il naso nel calderone- le gridò in tono arrogante una voce che Rose riconobbe all'istante come quella di Malfoy. Le sue guance si colorarono di rosso e si raddrizzò.
 
Reg gli lanciò un'occhiata di disdegno -Che succede, Malfoy? Dove sono le tue guardie del corpo incapaci di superare un esame? Non andartene in giro da solo, ora che non ci sono loro a guardarti le spalle-
 
Malfoy serrò la mandibola -Non ne ho bisogno, Wembley. Posso batterti quando voglio-
 
-Quando vuoi- ribatté Reg, prendendo la bacchetta, ma la mano di Rose glielo impedì.
 
-Vuoi avere problemi il primo giorno di lezioni?- gli domandò.
 
Reg sbuffò e mise via la bacchetta -Malfoy se l'è cercata, Rose. E' un idiota-
 
-Rose ha ragione, Reg- disse Al -Malfoy sta cercando di provocarti in modo da farti punire da Lumacorno e da farci togliere punti. Ignoralo-
 
-Che succede, Wembley? La tua mogliettina non ti lascia uscire a giocare?- lo prese in giro, sorridendo in modo arrogante e facendo diventare il viso di Rose dello stesso colore dei suoi capelli.
 
In quel momento, la porta si aprì e Lumacorno entrò nella stanza. Salutò tutti con un sorriso e si soffermò su Malfoy, Zabini, Rose e Albus, poi iniziò a parlare -Molto bene, molto bene. Ho preparato alcune pozioni che dovrete essere in grado di preparare per i MAGO. Qualcuno di voi saprebbe indicarmi il nome di questa qui?- indicò uno dei calderoni e la mano di Rose si alzò.
 
-E' la pozione Polisucco. Chi la beve assume le sembianze fisiche di un'altra persona-
 
-Ottimo!- esclamò il professore -Qualcuno sa...-
 
-E' Veritaserum, una pozione incolore e inodore che obbliga a dire la verità a chi la beve- rispose ancora una volta Rose.
 
-Eccellente, eccellente! Signorina Weasley, è brillante come sua madre!- Rose sorrise e arrossì. Malfoy chinò leggermente la testa per dire qualcosa nell'orecchio di un altro Serpeverde, entrambi risero, ma lei cercò di ignorarli.
 
-Bene, e questa?- Rose alzò la mano -Sono sicuro che lei conosca la risposta in modo perfetto, ma lasciamo la parola a qualcun'altro, signorina Weasley- così la rossa annuì, abbassando la mano, imbarazzata. Albus e Reg ridacchiarono. -Ah, signor Malfoy! Il mio alunno migliore- Malfoy sorrise, compiaciuto, e Rose alzò gli occhi al cielo -Sarebbe tanto gentile da dirci di cosa si trattano queste due?-
 
-Questa è la pozione dei morti in vita, signore-
 
-E' così, ragazzo. Inizieremo con questa oggi, e sai dirci i suoi effetti?-
 
-Sì. Chi la beve cade in un sonno profondo-
 
-Eccellente! E questa, signor Malfoy?-
 
Rose vide Scorpius chinarsi su un calderone che emanava dei profumi molto invitanti e inalò. La sua espressione di autocompiacimento si cancellò in un istante e il suo viso impallidì, assunse quasi un colore verdognolo. I suoi tratti si irrigidirono. I suoi occhi rimasero fissi sulla pozione -E'...- iniziò, poi storse il naso, come se non gradisse l'odore che emanava il calderone -Amortentia, professore. La pozione d'amore più potente che esista-
 
-Molto, molto bene. Come l'ha riconosciuta, signor Malfoy?-
 
-Per la forma a spirale del vapore- disse, secco. Rose notò che non sembrava molto contento di rimanere lì vicino.
 
-E ha un'altra caratteristica-
 
Malfoy digrignò i denti -Si suppone che abbia un odore differente per ognuno, secondo ciò che ci attrae di più- aggrottò le sopracciglia e storse di nuovo il naso.
 
-Esatto! Fantastico! Vedo che quest'anno potrò essere orgoglioso dei miei alunni!- Malfoy tornò al suo banco e si lasciò cadere sulla sedia.
 
-L'Amortentia non crea amore. E' impossibile creare o imitare l'amore. Produce solo un'intensa ossessione. E probabilmente è la pozione più pericolosa tra quelle che ci sono in quest'aula-
 
Per sorpresa di Rose (che continuò ad osservare Malfoy con curiosità per il resto della lezione), di Albus e di Reg, Malfoy non partecipò più. Non parlò con nessuno e non adulò Lumacorno. Non si preoccupò nemmeno di fare di tutto per ottenere in premio la fiala di Felix Felicis. Si era limitato a rimanere seduto ad annusare la pozione Amortentia di tanto in tanto, col volto pallido e teso.
 
-Che cos'ha secondo voi?- chiese a suo cugino e al loro amico.
 
Il secondo fece spallucce -Forse ha sentito il suo stesso odore, dato che si ama e sappiamo tutti che Malfoy puzza di escrementi di drago- Albus rise.
 
-Dico seriamente, Reg-
 
-Ma chi se ne frega, Rose? Malfoy è un idiota- sbuffò l'amico -Per quel che ne sappiamo, potrebbe aver sentito l'odore della Parkinson. Anche io avrei avuto voglia di vomitare-
 
-E tu che odore hai sentito?-
 
Reg si irrigidì -Eh? Che cosa ti importa?- anche Albus sembrava curioso di saperlo.
 
-Cielo, era solo una domanda, che ti succede?-
 
-Sì, beh, non dovrebbe essere personale?- borbottò. Non poteva, semplicemente non poteva, dire ai suoi amici che la pozione profumava, per lui, di petali di rose, libri e inchiostro. 
 
-Come vuoi- disse Rose, alzando gli occhi al cielo e continuando la sua pozione, poi guardò Albus, sospettosa -Cos'è quello?- 
 
-Niente- rispose suo cugino, sorridendo. Rimise il pezzo di pergamena in tasca, lì c'erano scritti dei suggerimenti che gli aveva dato suo padre, che aveva usato a sua volta al sesto anno. Erano delle note scritte dal Principe Mezzosangue. Gli aveva detto di non dirlo a nessuno, specialmente a sua madre, a Rose e a zia Hermione.
 
-Stai bene ragazzo? Sembri un po' pallido- Rose alzò la testa. Lumacorno era accanto a Malfoy in quel momento e si stava rivolgendo a lui.
 
Malfoy annuì -Sì, professore. Devono essere tutti questi vapori-
 
-Visto?- sussurrò Rose -Malfoy sembra strano-
 
-Rose, Malfoy è strano- rispose Albus, continuando la sua pozione.
 
-Tempo!- esclamò Lumacorno -Basta mescolare!- passò per tutti i banchi, esaminando i risultati, sorridendo beato -Bene. Ottimo lavoro, signor Malfoy- stranamente però, il biondo rimase impassibile -Brava, signorina Weasley! Oh...e qui abbiamo senza dubbi il vincitore! Eccellente, Albus! Caspita, è evidente che hai ereditato il talento di tuo padre! Harry era davvero in gamba con le pozioni! Ecco: una fiala di Felix Felicis, usala bene!-
 
Albus sorrise e prese il premio, il professore disse che potevano uscire, mentre Rose guardò suo cugino con uno sguardo felino -Come hai fatto?-
 
-Fortuna, suppongo- disse con un sorriso, prendendo i suoi libri e le sue cose -Non penserai che ho imbrogliato, non è vero?- le chiese, mentre uscivano dalle segrete. Notarono che un gruppetto del quarto anno si accalcava nel corridoio -Guarda, lì c'è Malfoy. E sembra che abbia fretta...- ora che lo osservava bene, si rendeva conto che c'era qualcosa di strano.
 
-Sì, dove credete che vada con così tanta fretta?- domandò Reg.
 
-Mi sembrava aveste detto che non ci fosse niente di strano- rispose Rose con sarcasmo, notando una testa rossa tra la folla -Guardate! Lì c'è Lily. Lily!- la chiamò, ma sua cugina non la sentì perché qualcuno le colpì bruscamente la spalla, facendole cadere un libro a terra.
 
Malfoy inalò bruscamente, senza nemmeno rendersene conto, e si raddrizzò, sembrava un serpente che cercava di difendersi da un attacco mostrando i denti pieni di veleno -Stai attenta a dove vai, Potter- sibilò, poi sparì.
 
Lily sbuffò e si abbassò per raccogliere il suo libro -Che cavolo gli è preso?- si chiese, non riuscì ad evitare di guardare ancora nella direzione in cui Scorpius se n'era andato. Era una sua impressione o Malfoy aveva qualcosa di diverso dal solito? Era successo qualcosa?
 
Alzò gli occhi al cielo -Come se mi importasse- ed era convinta, quasi convinta, che non gliene fregasse niente. Ed era vero.
 
Più o meno.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Pipipote e Lunatico. ***


 
Pipipote e Lunatico 
 
Lily guardò con una smorfia di disgusto suo fratello maggiore che se ne stava appoggiato contro ad una colonna e sembrava tentasse letteralmente di mangiarsi la faccia della povera ragazza che era con lui. La ragazza, Calanthia Johnson, la stessa che Lily aveva visto a King's Cross, non sembrava volersi tirare indietro. Né sembrava lamentarsi. Sbuffando, la rossa abbassò lo sguardo sul cibo della colazione -Credo di aver perso l'appetito, non può andarsene da un'altra parte, l'ipocrita?-
 
-Pensavo saresti stata contenta, ora forse James non si preoccuperà più della tua vita amorosa-
 
-Questo sarebbe grandioso, se ne avessi una- borbottò Lily. La verità era che non usciva con nessuno dall'anno prima, quando frequentava Tyrrell Linwood. E nonostante gli spasimanti non le mancassero, Lily non aveva accettato nessun invito. Prima di tutto, quello era il primo anno in cui avrebbe potuto conoscere Hogsmeade e non voleva trascorrere la prima uscita con nessuno. Secondo, non desiderava tornare a incasinarsi con qualcuno a meno che la persona non le piacesse davvero e non c'era nessun altro oltre ad Eric Thomas, ma lui non le aveva mai chiesto niente.
 
-E' questione di tempo- disse Rose, aggrottando le sopracciglia -Non sarai metà Veela come Dominique o Louis, ma non hai di certo problemi con i ragazzi. Credo che perfino Reginald ti trovi attraente- pronunciò queste ultime parole con amarezza. Quel ragazzo era proprio stupido, non capiva cosa provasse Rose per lui.
 
Lily scosse la testa -E' un idiota, vedrai che inizierà a ragionare e io mi assicurerò che lo faccia!-
 
-Lily!- esclamò Rose, sorridendo -Non ti preoccupare. Credo di poter tollerare la sua stupidità ancora un po'-
 
-La stupidità di chi?- chiese Reg, che in quel momento si stava sedendo di fronte a Rose insieme ad Albus.
 
-Rose ha un appuntamento!- annunciò Lily con un sorriso, sua cugina arrossì violentemente.
 
-Cosa?! Con chi?!- domandò Reg, aggrottando la fronte.
 
-Con nes...- Rose stava per smentire tutto, ma Lily le diede un calcio sulla gamba sotto al tavolo.
 
-Non sono affari tuoi, Reginald- disse Lily -E di nessun'altro. Non è vero, Rose?-
 
-Certo- rispose, un po' titubante.
 
-E' ovvio che siano affari nostri, giusto Al?- ribatté Reg, cercando aiuto, ma Albus sembrava non volersi immischiare -Potrebbe fare qualcosa di inopportuno-
 
Rose inarcò le sopracciglia -Inopportuno, Reg? Come, che ne so, baciarmi?- si iniziò ad arrabbiare per la totale mancanza di tatto dell'amico. Solo Merlino sapeva perché le piacesse tanto un ragazzo che aveva la sfera emotiva di un cucchiaino.
 
-Sì!- esclamò il castano -Questo-
 
-Bene, forse ci vorrebbe qualcuno che mi baci, sai per variare un po'- rispose, mettendosi in piedi, comprendendo solo in quell'istante ciò che aveva detto e arrossendo ancora una volta. Lily sorrise.
 
-Bene! Bacia pure chi vuoi!- le disse, piccato, alzandosi e andandosene.
 
-Lo farò!- gridò, per poi prendere le sue cose ed uscire. 
 
Albus sospirò -Perché l'hai fatto?-
 
-Fatto cosa?- domandò Lily, facendo l'innocente e tornando a concentrare la propria attenzione sulla colazione.
 
-Rose non ha nessun appuntamento, non è vero?-
 
-Vero!- rispose Lily, con un sorriso. 
 
-E adesso hanno litigato- sbuffò Al. Odiava stare in mezzo ai suoi due amici.
 
-Davvero?- fece spallucce -A me è sembrata più una scenata di gelosia, non credi anche tu, Al?-
 
Albus scosse la testa -Spero che tu abbia ragione. Non sopporterò le lamentele di Reg su Rose durante Divinazione. Non ce la faccio più a stare in mezzo a quei due-
 
-Beh, hai un amico ottuso e cieco. Certo è che tu non ti stai comportando meglio con Cecil-
 
-Cosa vuoi dire?- 
 
-Vi siete baciati al ballo di Natale- disse Lily –E ora ti sta guardando-
 
-Non è successo altro però- nonostante questo, si voltò leggermente per avere la conferma di ciò che aveva detto sua sorella. Sì, Cecil lo stava guardando.
 
Lily alzò gli occhi al cielo -Albus, se una ragazza ti bacia solitamente significa che le piaci- Cielo, poteva avere due fratelli più stupidi quando si parlava di sentimenti? -E se ti ha baciato, tu dovresti fare il secondo passo ed invitarla ad uscire-
 
-Come avrei dovuto sapere tutto questo?!-
 
Sua sorella sospirò -Invitala ad Hogsmeade. Se tutto va bene, Reg e Rose andranno insieme e tu ti annoierai a stare da solo. Presumo che anche James andrà accompagnato. E Fred andrà con una ragazza di Tassorosso, Annie-
 
-E tu?-
 
-Con Hugo, Lucy e Louis, suppongo-
 
Albus inarcò le sopracciglia. Era strano che sua sorella non avesse nessuno con cui andare, dato che era a conoscenza del fatto che gli spasimanti non le mancassero. Lily era sempre stata molto bella e adesso, dato che stava crescendo, lo era ancora di più; per questa ragione lui e James erano diventati così protettivi con lei, anche se comunque non ne aveva bisogno. L'aveva provato più volte, nella sua capacità di difendersi da Scorpius Malfoy. Nonostante ciò, non riuscivano ad evitarlo. Erano i suoi fratelli maggiori, dopotutto.
 
-No, Albus, non c'è nessuno- gli disse, alzando gli occhi al cielo.
 
-Nemmeno...-
 
-NO. Per la barba di Merlino, Al. Per caso hai dei Gorgosprizzi nel cervello?- 
 
-Volevo solo chied...che cosa sono i Gorgosprizzi?- domandò, perplesso,
 
Lily sorrise e fece spallucce -Chiedilo a Lorcan o a Lysander. Hanno detto che Luna sostiene siano delle creaturine che ti entrano dalle orecchie e che ti incasinano il cervello-
 
Albus sorrise -Avrei dovuto immaginarlo- si mise in piedi e se ne andò. Lily finì la sua colazione e lo imitò. La sua prima lezione quel venerdì fu Storia della Magia. La odiava, ma almeno si sarebbe potuta distrarre un po'. Quando entrò in aula vide che Hugo stava parlando con un gruppetto di ragazze di Tassorosso che Lily non aveva mai visto. La notò, la salutò e ritornò a chiacchierare. Da quando Hugo era così socievole? Poi vide Louis e tutto ebbe senso. Hugo sembrava prendersi di coraggio solo quando stava vicino a suo cugino, che essendo metà Veela, sembrava avere il potere di incantare tutti e quando Hugo stava con lui, godeva dell'effetto che Louis faceva alle persone. Lily pensò fosse una stupidaggine. Hugo era una persona piacevole anche senza il cugino, aveva solo bisogno di una spinta.
 
-Hugo e Louis sembrano molto impegnati- disse Lucy, quando Lily si sedette accanto a lei.
 
-Sembra di sì- asserì Lily, senza smettere di guardare i due cugini, intenti a fare i bellocci con quel gruppetto di ragazze.
 
-Hugo non dovrebbe dipendere da Louis, non credi?- chiese Lucy -Hugo è carino. E io lo preferisco a Louis. Però non dirglielo- aggiunse, con un sorriso.
 
Lily annuì -Andrai ad Hogsmeade?- guardò sua cugina, ma questa scosse la testa.
 
-Sono in punizione. La professoressa Marchand mi ha messo in castigo. James e Fred devono aver fatto un incantesimo alla mia piuma-
 
-Che idioti - disse Lily, ma cercò di trattenere una risatina.
 
-No, va bene- Lucy sorrise, amava gli scherzi dei suoi cugini -E' stato divertente. La professoressa Marchand era indignata- rise -Avresti dovuto vedere la sua faccia!-
 
Lily rise, finalmente -James ha fatto lo stesso ad Albus quest'estate. La sua lettera a Reg parlava di un cane costipato- 
 
Risero e parlarono ancora. Lucy era molto diversa da sua sorella Molly, che caratterialmente assomigliava molto a suo padre, Lucy invece era molto più simile a sua madre, Audrey. 
 
Scrisse qualcosa su un pezzo di pergamena, agitò la bacchetta e quello volò fino al banco di un ragazzo dai capelli biondi. Quello si voltò e vedendo che la persona che glielo aveva mandato era Lily, sorrise. 
"Vai ad Hogsmeade?" lesse, poi scrisse la risposta e glielo rimandò. Lily sorrise, vedendo che Lorcan aveva detto di sì. Almeno non sarebbe andata da sola. 
 
Prendendo la piuma, scarabocchiò qualcos'altro e la inviò di nuovo. Lorcan lesse e annuì, facendole capire che sarebbero andati lì insieme. 
 
Quando uscirono dall'aula, passò un po' di tempo coi gemelli Scamander e iniziò a pensare che forse  aveva commesso un errore a chiedere a Lorcan di andare con lei ad Hogsmeade. Voleva molto bene ad entrambi, ma li vedeva solo come amici. Lily, infatti, aveva chiesto a Lorcan di andare come tali, ma lui probabilmente non aveva ben capito come stavano le cose. Comunque, non era colpa sua, era lei che non aveva esplicitato la cosa. Dopotutto Lorcan era stato il suo primo bacio. La situazione poteva essere fraintesa.
 
-Allora restiamo d'accordo così- disse il biondo, sorridendo -Andiamo insieme ad Hogsmeade- così lui e Lysander se ne andarono, lasciandola sola e frustrata. 
 
-Andrai ad Hogsmeade con Lorcan?- domandò Hugo che era uscito dall'aula dopo di lei e aveva ascoltato la conversazione -Come in un appuntamento?-
 
Lily si voltò verso suo cugino, infastidita -Non è un appuntamento-
 
Hugo inarcò le sopracciglia -E lui lo sa?-
 
-No, in effetti no- ammise Lily sconsolata. Di sicuro non voleva dare false speranze a un suo amico. Ma alla fine era esattamente ciò che aveva fatto. 
 
 
 
 
-Lily...hai invitato Lorcan?- le chiese Rose qualche ora dopo.
 
Sospirò e rispose -Sì, come amici, ma lui ha frainteso. Aspetta...come hai fatto a saperlo?-
 
-Peeves. Sta cantando qualcosa sopra Pipipote e Lunatico. Ormai lo saprà tutta Hogwarts-
 
Lily gemette di irritazione -Ma non si possono avere dei segreti qui?!-
 
-Anche se si potesse, sorellina, tu di certo non sei brava a non farti scoprire- disse James con un sorriso, sedendosi insieme a Rose.
 
-Non dovresti occuparti delle tonsille di Calanthia Johnson?- rispose, mordace.
 
-No, Calanthia ha Aritmanzia- asserì il maggiore dei Potter, facendo spallucce -E, seriamente Lily, Lorcan Scamander? E' un po'...ecco...sai...-
 
-Cosa?!- domandò, esasperata. 
 
-Beh, le sue prestazioni durante le partite di Quidditch sono divertenti- concesse James, ridendo e ricordando i particolari dell'ultima partita -E naturalmente lo preferisco a quel coglione di Malfoy-
 
-James- Lily digrignò i denti -Non c'è niente tra me e Malfoy- ma suo fratello non la ascoltava più. Sbuffando, arrabbiata, decise di andarsene da lì ed uscì.
 
Aveva bisogno di aria e di stare lontana dalla sua famiglia, solo per qualche secondo. Aggiustandosi la sciarpa attorno al collo, dato che iniziava a fare freddo, camminò fino alla riva del lago e si sedette sulla riva, appoggiando la schiena contro ad un albero. Prese il suo libro di pozioni e iniziò a leggerlo. Fece un po' di compiti, fino a quando un rumore familiare non la fece distrarre. Alzando lo sguardo, notò che un Boccino d'Oro volava davanti al suo viso, come per provocarla.
 
Lily sorrise -Da dove sei scappato?- allungò una mano e lo afferrò. Quello si dimenò, come a voler liberarsi dalla sua stretta, così lei aprì le dita e lo lasciò andare. Si sollevò in aria e se ne andò, mentre Lily lo seguì con lo sguardo. Quando vide a chi apparteneva la mano su cui si era posato il Boccino, smise di sorridere.
 
-Da dove l'hai preso?- gli chiese.
 
-L'ho rubato- rispose Malfoy, facendo spallucce e mostrandole un sorrisetto arrogante -Perché? Hai intenzione di dirlo a tua cugina? Al prefetto?- 
 
-Ma non sei anche tu un prefetto? Non dovresti dare l'esempio?-
 
-Lo sono?- domandò Malfoy, fingendo di non ricordarselo.
 
-Come vuoi- sbuffò Lily, cercando di ignorarlo e di ritornare a leggere. Ma le fu difficile, dato che la serpe si appoggiò al tronco dell'albero vicino a lei, guardando ciò che stava leggendo. Lily chiuse il libro con un colpo. Malfoy aveva rovinato il suo momento di pace.
 
-Sai? Questa è un pozione facile. Persino un troll potrebbe farla- disse, prendendola in giro, divertito.
 
-Credo proprio che sia così, dato che tu ci sei riuscito- 
 
-Che cosa curiosa, Potter, io stavo parlando di tuo cugino- 
 
-Lascia stare Hugo, Malfoy- disse Lily, adesso rossa per la rabbia.
 
Il biondo la ignorò, afferrando il Boccino e giocandoci con le dita della mano -Comunque, Potter... Scamander? Tu sì che sai sceglierti i ragazzi, non è vero?-
 
Lily guardò il libro e si alzò, togliendosi l'erba dalla divisa -Credimi, le tue opinioni sulle mie scelte in campo sentimentale non hanno la minima importanza, Malfoy- con la mano libera prese il Boccino di fronte al viso del ragazzo -Vai a dare fastidio a qualcun'altro- così, senza aggiungere altro, girò sui tacchi e iniziò ad andarsene, ma una mano la afferrò per un gomito. 
 
Si voltò, sorpresa. Malfoy, che sembrava essersi irrigidito e che continuava a tenere le dita attorno al suo gomito, sembrava stupito di ciò che aveva appena fatto, forse anche più di Lily. Digrignando i denti, sibilò qualcosa di incomprensibile, che Lily non riuscì a sentire e la lasciò. Poi si passò una mano tra i capelli, nervoso e si mise il Boccino nella tasca. Era chiaramente disgustato, turbato e, stranamente, non sembrava molto sicuro dell'insulto da usare questa volta contro di lei. Alla fine disse -Lo farei se la smettessi di starmi sempre in mezzo ai piedi, Potter- e poi se ne andò.
 
Lily rimase lì, osservandolo mentre si allontanava a passo svelto e trattenendosi dal gridargli che era lui che ogni volta sembrava cercarla per darle fastidio. Ma supponeva che probabilmente non l'avrebbe ascoltata. Malfoy non era una persona che sentiva ragioni.
 
E Lily dubitava che avrebbe mai iniziato a farlo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Hogsmeade. ***


Hogsmeade
 
La mattina dell'escursione ad Hogsmeade, Lily cercò di rimandare il momento di scendere all'ingresso il più possibile. Comunque, sapeva che sarebbe dovuta scendere e vedere Lorcan, dato che, come le aveva ricordato Rose, era stata lei stessa a mettersi in quel pasticcio. Tutti si erano premurati di farle conoscere la propria opinione e la situazione era diventata così pesante che Lily persò che forse, solo forse, non sarebbe stata una cattiva idea lanciare contro Malfoy la Maledizione Mucopipistrelli, giusto per essere messa in castigo. Lorcan lo avrebbe preferito, dato che Lily almeno non sarebbe stata costretta a rifiutarlo, anche Lily ci guadagnava e Malfoy...bé...di Scorpius Malfoy non le importava minimamente. Comunque, non era in punizione e, per questo, doveva affrontare Lorcan Scamander.
 
-Lily, non puoi nasconderti nella torre per sempre- le disse Rose.

-Posso provarci, no?- rispose, con un sorriso, che sua cugina non ricambiò.

-E' una cosa crudele, non credi? Lorcan ti sta aspettando. Reg dice che è molto contendo di essere stato invitato da te-

-E da quando tu e Reg vi parlate?

Rose arrossì -Dato che il mio "appuntamento" è stato cancellato Reg mi ha chiesto di andare insieme...come amici, ovviamente!-

-Sì, certo. Amici un corno!- esclamò, non credendo ad una sola parola.

Rose sorrise -Forse uscire con Lorcan non sarà tanto male-

Lily grugnì e iniziò a cambiarsi -Lo dubito seriamente, ma gli darò un'opportunità- concesse, poi si pettinò i capelli. Era sicura che non avrebbe funzionato. Adorava Lorcan, ma ci aveva già tentato una volta, credendo di provare qualcosa per lui, ma era finita. Nonostante il bacio. Entrambi avevano deciso di proseguire per la propria strada. Lily dubitava che adesso, tre anni dopo, le cose sarebbero potute cambiare.

-Vado giù, ci vediamo- disse Rose.

-Sì, ci vediamo- rispose, sospirando. Si supponeva che si sarebbe dovuta sentire entusiasta. Insomma, sarebbe stata la sua prima visita ad Hogsmeade.

Prese la sciarpa di Grifondoro, la avvolse attorno al collo e scese. -Lorcan?- domandò, una volta arrivata all'ingresso. James, che non lo aveva visto, fece spallucce. Era con Calanthia; mentre Fred, vicino a lui, era con una ragazza che Lily non conosceva.

Lily si permise di sperare che Lorcan si fosse ammalato e che avesse deciso di rimanere in infermeria o a letto per tutto il giorno. Per sua sfortuna, non successe -Lily!- esclamò una voce dietro di lei.

Si voltò, mostrando un sorriso finto -Ah, ciao Lorcan!- aveva una bacchetta dietro l'orecchio e disse che era utile lì perché cacciava un qualche tipo di essere che Lily non aveva mai sentito nominare.
 
A pochi metri di distanza, Lily notò che Malfoy stava ridendo di Lorcan con un gruppo di ragazze che comprendeva Peony Parkinson e Delphinus Greengrass (cugina di Malfoy), entrambe ridevano e guardavano Lorcan dall'alto al basso con disprezzo. Lily lo prese per un braccio e si voltò, dando le spalle ai Serpeverde -Non ci fare caso-

-Perché?- chiese Lorcan –Oh, mi prendono in giro. Sì, va bene. Lo fanno sempre- disse, con calma.
 
Lily odiava che Lorcan prendesse la cosa con così tanta leggerezza, che sembrasse non essere infastidito. Lei, invece, non sapeva se sarebbe riuscita a trattenersi dall'insultare Malfoy e le altre ragazze. Se avesse potuto, li avrebbe schiantati all'istante -Malfoy è un idiota-

-Lo dicono in molti- concesse Lorcan, con tranquillità -Però a me non interessa-

-A me sì, e se Malfoy ti dice qualcosa dimmelo e farò in modo che si ricordi di me per il resto della sua esistenza-

Lorcan sorrise -E' la prima volta che qualcuno si offre di schiantare qualcuno per me. Grazie- la sua gratitudine era talmente tanto genuina, che a Lily si contrasse lo stomaco. Lorcan e suo fratello Lysander erano due persone eccezionali e venivano presi in giro di continuo. Lily si sentì ancora peggio per ciò che avrebbe dovuto fare.

Lorcan era davvero un bravo ragazzo -E' meglio andare-
 
-Sì-
 
Arrivarono ad Hogsmeade e per un po' camminarono per le vie guardando i negozi e salutando le persone che conoscevano quando le incrociavano. Lily non diceva niente, ma a Lorcan non sembrava importare più di tanto. Contemplava le persone con un sorriso. A volte, pensò, Lorcan sembrava un bambino -Mmh...che vuoi fare?-

-Non lo so, non sono mai venuto con un'altra persona. Tu cosa vuoi fare?- chiese, guardandosi intorno.
 
-Possiamo andare ai Tre Manici di Scopa- suggerì. Forse, pensò la rossa, lì avrebbero visto qualcuno e si sarebbero potuti aggregare per non stare da soli. Inoltre, Lily amava il succo di zucca.
 
-Va bene- Lorcan annuì e i due camminarono fino al locale. Durante il tragitto, Lily vide qualcosa che la fece sorridere: Rose e Reg parlavano molto vicini e avevano le mani intrecciate. Rose sorrideva e aveva le guance arrossate.

-Era ora!- esclamò Lily, felice -Dai, andiamo- poi lei e Lorcan raggiunsero i Tre Manici di Scopa. Una volta entrati, Lily rimase delusa nel non vedere nessuno che conoscesse, a parte Malfoy e la sua odiosa combriccola. Così, rassegnata, Lily si sedette ad un tavolo e Lorcan andò a prendere due succhi di zucca. Da dov'era seduta, riusciva a sentire Malfoy che rideva e che faceva commenti su di lei e su Scamander, specialmente su di lui. Peony Parkinson ovviamente rideva come una gallina.
 
-Ecco qui- disse Lorcan, poi si sedette accanto a Lily, che prese un bicchiere e sorrise -Ti piace, vero?- le domandò, notando il luccichio negli occhi di Lily, che arrossì, rendendosi conto di comportarsi come una bambina, ma non poteva farci niente. Amava il succo di zucca.
 
-E' che l'anno scorso non sono potuta venire ad Hogsmeade- spiegò, facendo spallucce e prendendo un sorso.

-Perché eri in punizione per aver schiantato Malfoy- disse, con calma, bevendo un po' del suo succo.
 
-Sì- sbuffò, dando un altro sorso e, quando alzò lo sguardo, Lorcan la stava osservando, aveva gli occhi fissi sulle sue labbra. Lily arrossì -Che c'è?-

-Hai...della schiuma lì- disse e, con un movimento del dito, la tolse -Fatto- sorrise.
 
E una serie di sussurri e di "ooooh" si udirono dal tavolo delle serpi. Infastidita, Lily si alzò, prese Lorcan per mano, che non sembrava stesse capendo nulla e lo trascinò fuori dal locale -Andiamo- borbottò Lily, arrabbiata con Malfoy e le sue pollastre -Il Tre Manici di Scopa è pieno di gente insopportabile-

Quando furono abbastanza lontani, Lily si fermò. Solo allora si rese conto di aver tenuto la mano di Lorcan e che lui non sembrava essere intenzionato a lasciargliela, così lo fece lei e avvampò, abbassando lo sguardo per l’imbarazzo -Ah... ecco..-

-Va bene- disse Lorcan, con un sorriso un po' triste -Non ti piaccio-

-Non è questo, tu mi piaci, ma...- sbuffò, guardandosi i piedi per un istante.

-Davvero, va bene così. Lo sapevo. Tu sei una buona amica, Lily- sorrise, questa volta genuinamente.
 
-Mi dispiace- si scusò, sentendosi una persona orribile, ma Lorcan continuava ad avere un'espressione serena.

-E' per Malfoy, non è vero? Ti guarda sempre, l'ho notato- lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Le gote di Lily si colorarono di rosso e incrociò le braccia. Perché tutti credevano a questa stupidaggine? Di sicuro, c'era stato un tempo in cui lei stessa aveva alimentato quell'idea, ma solo per dare fastidio a James. Comunque era successo l'anno prima e tutto era stato chiarito. E poi...Malfoy la guardava? Sì, certo. Pensò, con ironia -Non credo che Malfoy...- iniziò, ma Lorcan la interruppe.
 
-Credo che tu gli piaccia. Inoltre, si comporta in modo strano ultimamente, hai notato?-
 
-Beh...- ora che ci pensava Rose le aveva detto la stessa cosa, dopo la prima lezione di Pozioni e sembrava che se ne andasse in giro da solo un po' troppo tempo. In effetti, c'era qualcosa di sospetto, ma Malfoy era sempre stato così e Lily dubitava seriamente che avesse a che fare con lei. Di fatto, Lily era convinta che nel vocabolario di Malfoy lei non esistesse, a parte come una "Potter" a cui dare fastidio e da odiare. Sì, se Malfoy faceva qualcosa, di sicuro era odiarla. E a Lily, comunque, non importava minimamente -Malfoy è un tipo strano, Lorcan, è vero, ma dubito sia come dici tu-

La sera tornarono al castello e la Sala Grande era già agghindata per il banchetto di Halloween che si sarebbe svolto entro una mezz'ora. Intanto, Lily decise di andare in sala comune per riscaldarsi un po'. Per sua sorpresa, trovò lì Rose, seduta sul divano accanto e Reg. Avevano ancora le mani intrecciate.
 
-Scusate se vi ho interrotto- disse Lily, vedendo che i due erano molto vicini al suo arrivo. Si separarono all'istante e Rose arrossì.

Reg, invece, si alzò -Non hai interrotto niente, Lily, stavo giusto andando a cercare Albus. Il banchetto inizierà tra poco- si abbassò per dare a Rose un bacio sulle labbra e poi se ne andò.
 
Lily si sedette accanto a lei, sorridendo -Allora...tu e Reg...a quando il matrimonio?- la prese in giro e sua cugina le tirò un piccolo pugno sulla spalla.

-Non dire sciocchezze. E' stato molto carino, comunque- confessò, arrossendo ancora e sorridendo.
 
La minore dei Potter alzò gli occhi al cielo -Credevo avessi detto che aveva la capacità emozionale di un troll-

-Io non ho detto che...- si ammutolì. Sì, lo aveva fatto –Beh a quanto pare ne ha di più di quella che mostra...a volte- aggiunse e entrambe risero -Tu e Lorcan?-

Lily scosse la testa -E' stato...divertente...ma no-

-Mi dispiace- disse Rose.
 
-A me no- fece spallucce -Mi sono divertita-
 
-E quindi non aveva frainteso?-
 
-Oh, sì, ha frainteso. E' stato imbarazzante, ma mi ha detto che lo sapeva già. Comunque, ripeto, è stato divertente-
 
Rose annuì -Vedo-
 
Lily esitò un momento -Lorcan ha un strana teoria su Malfoy- non era molto sicura di voler sapere l'opinione di Rose. 

Rose inarcò le sopracciglia -Ha a che fare con la cospirazione Rootfang? Perché l'altro giorno ne ho sentito parlare da Lorcan e Lysander, ma secondo me non c'è nessuna cospirazione-
 
-Sì, qualcosa del genere- mentì Lily, annuendo.

Rose sbuffò -Ammetto che Malfoy è un po' strano ultimamente- disse, ignorando il fatto che sua cugina si perse totalmente tra i suoi pensieri -Faccio fatica a credere che abbia a che fare con una cospirazione che non esiste. In ogni caso, penso stia facendo qualcosa che non dovrebbe fare. Non mi sorprenderebbe. Non capisco come il professor Lumacorno possa averlo eletto come prefetto. Non segue molto le regole, vero? Mi sembra di averlo visto con un Boccino, anche se non posso provarlo. Lily, mi stai ascoltando?-

-Ehm...ah...sì. Scusami, Rose. Sì, hai ragione. Vieni, è meglio andare giù, il banchetto inizierà tra pochi minuti-

Come sempre, la Sala Grande era decorata alla perfezione, in modo spettrale, vi era una magnifica atmosfera da Halloween. C'erano tutti i professori e tutti gli studenti di Hogwarts, che applaudivano, entusiasti degli spettacoli dei fantasmi. Tutti tranne uno, notò Lily. Tutti tranne Malfoy, che non sembrava per niente divertito o minimamente interessato ai fantasmi. Se ne stava lì, seduto, col mento appoggiato alla mano destra e con gli occhi fissi sul cibo nel piatto davanti a sé. Almeno...questo era ciò che faceva finché i suoi occhi non incrociarono quelli di Lily. All'improvviso si alzò e se ne andò, abbandonando la Sala Grande, senza che nessuno se ne accorgesse.
 
-Hai visto?- chiese Lily a Rose.

-Visto cosa?- le domandò, senza smettere di applaudire e di sorridere.

No, era ovvio che Rose non lo avesse notato. Nessuno sembrava averlo fatto, tranne lei -No, niente-
 
Non riuscì ad evitare di sentire la curiosità di sapere dove fosse andato. Avvertì la curiosità di sapere quale fosse il segreto di Scorpius Malfoy. Era qualcosa che nascondeva in un luogo del castello, come se si trattasse di qualcosa di prezioso come la Pietra Filosofale. Lily doveva scoprirlo, ad ogni costo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Ipotesi e teorie. ***


Ipotesi e teorie


Lily osservò con curiosità dal proprio tavolo in biblioteca, sopra il libro di Storia della Magia, già da alcuni minuti, l’unica persona che si trovava lì oltre a sua cugina Rose, seduta accanto a lei. A tre posti di distanza, c’era Scorpius Malfoy intento a leggere un libro di pozioni, che ovviamente aveva preso dal reparto proibito. Lily, che lo osservava dalla sera di Halloween e che prendeva nota dei suoi comportamenti inusuali, si accorse anche di questo, domandandosi che diamine ci facesse Malfoy con un libro di pozioni tanto avanzato e chiedendosi come lo avesse ottenuto dal reparto proibito senza l’autorizzazione di qualche professore.
-Perché sostieni che non abbia l’autorizzazione di nessun professore?- disse Rose, alzando gli occhi al cielo.
-Perché è Malfoy, Rose. Sicuramente sta tramando qualcosa- sua cugina, per l’ennesima volta in un anno, schioccò la lingua contro il palato.
-O forse- suggerì –Lo ha chiesto per gli esami finali. Malfoy è bravo in pozioni, dopotutto. Magari gli interessa-
-No- la interruppe Lily –Nasconde qualcosa. Se no come spieghi le continue sparizioni a tutte le ore del giorno? E dove va quando sparisce?-
Rose sospirò, cercando di mantenere la calma –Beh, questo è curioso in effetti. Comunque sia, Lily, non significa che Malfoy stia tramando qualcosa di illegale o di cattivo-
-E’ Malfoy!- esclamò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo e Madama Pince le rimproverò dicendo loro di abbassare la voce. Lily arrossì e ripeté, sussurrando, per argomentare la propria tesi –Tu stessa hai detto che è un idiota e…-
-Il fatto che non mi piaccia Malfoy non significa che io credo che stia architettando qualcosa- disse, iniziando a perdere la pazienza –E dubito seriamente che nei momenti di svago ciò che fa sia dannoso per gli altri studenti. E’ un prefetto, dopotutto-
-Sì, certo- disse Lily, irritata –Papà ha detto che anche Voldemort era stato un prefetto. Non è una garanzia esserlo. Non credi?-
Rose la guardò terrorizzata –Lily non dovresti dire quel nome tanto alla leggera. Ci sono persone che ancora si sentono a disagio quando…-
-Dovrebbero superarla, sono passati 24 anni! Non tornerà!- perché Rose non la prendeva sul serio? Malfoy aveva un segreto. Ne era sicura.
-Senti. Supponiamo che Malfoy stia nascondendo qualcosa. Non dovrebbe aver già messo in atto il suo piano?-
-Io..ecco..ancora non è pronto- obbiettò.
Rose alzò gli occhi al cielo –Seriamente, Lily, se non ti conoscessi bene penserei che tu abbia un’ossessione per Malfoy-
Lily era indignata, scandalizzata. Lei non era ossessionata da Malfoy! -Ovviamente no! Ma suo padre era un Mangiamorte. Forse sta cercando di ricreare la setta o riunirli. O magai cerca di resuscitare il Signore Oscuro- non sarebbe stato il primo a provare, comunque. Almeno una volta a settimana, suo padre e lo zio Ron prendevano uno o due maghi che avevano seguito le forze del male. Quelli dicevano sempre che l’era di Lord Voldemort non era ancora terminata. Tutti pazzi che non avevano niente di meglio da fare.
Rose sbuffò –Lily, questo è ridicolo. Sinceramente, t’immagini Malfoy, mentre fa quelle cose? Di sicuro è una canaglia la maggior parte del tempo, ma dubito seriamente che passi ai fatti dopo tutte quelle parole. Inoltre, dovresti smettere di perdere il tuo tempo ad analizzare le teorie su Scorpius Malfoy e studiare di più. Lunedì inizieranno gli esami finali e farai meglio a leggere il libro di Storia della Magia che hai tra le mani da più di un’ora-
In effetti, non aveva superato nemmeno il primo paragrafo –E’ che…- in quel momento, Malfoy si alzò e si mise il libro sotto al braccio, per poi camminare fino a Madama Pince, tutto questo sotto lo sguardo attento di Lily che non si perdeva nemmeno un suo piccolo movimento. Rose alzò gli occhi al cielo, ancora.
-Lily, seriamente, Malfoy NON è un Magiamorte! Impiega il tuo tempo in qualcosa di più produttivo come studiare-
Solo Rose poteva credere che la cosa più produttiva da fare nel proprio tempo libero fosse studiare. In ogni modo, aveva ragione, doveva iniziare o avrebbe finito con l’essere bocciata a tutti gli esami e i suoi genitori non sarebbero stati contenti di ricevere una lettera in cui venivano informati del pessimo rendimento scolastico della loro figlia. Inoltre, Lily non ci teneva ad abbassare la propria media, che era sempre stata piuttosto buona. Sbuffando, si rassegnò a rimandare le investigazioni e iniziò a studiare, non senza notare che gli occhi di Malfoy, prima di andarsene, incrociarono i suoi per qualche istante. Lily temette il peggio. Aveva forse sentito tutto?
 
-No, Lily, non ci ha sentito- assicurò Rose, ma Lily non era convinta, soprattutto quando notò che Malfoy sembrò dirigersi verso un’ala di Hogwarts che solitamente non usava.
-Forse è così e sta…-
-Per la barba di Merlino, Lily! Sì, Malfoy ha dei comportamenti…insoliti, ma questo non lo rende un Mangiamorte che cerca di far resuscitare Voldemort! Tu stessa hai letto i libri sulla Seconda Guerra Magica, in cui si dice che Voldemort non ha alcun modo di…un momento…li hai letti, vero? Te li chiederanno ai tuoi esami-
-Certo che li ho letti, Rose- Lily incrociò le braccia, anche se non era del tutto vero. Li aveva letti, ma allo stesso tempo continuava a formulare ipotesi su Malfoy. Inoltre, perché Rose sapeva che sarebbero stati ai suoi esami?
-Binns non cambia i test molto spesso- disse, facendo spallucce.
-Allora sai più o meno ciò che ci chiederà-
Rose capì quello che voleva dire Lily –No, dovrai studiare tutto. Non è corretto nei confronti degli altri studenti dirti gli argomenti che affronta di solito-
-Cielo, perché? Non è che nella vita mi servirà a qualcosa conoscere la ribellione dei Duendes- ma Rose la ignorò e andò verso Reg, che era appena arrivato con Albus, salutando il primo con un bacio sulle labbra.
-Credo di averti già vista da qualche parte…Rosalie, giusto?- scherzò lui, dato che più si avvicinavano gli esami e più Rose era impegnata con lo studio ventiquattro ore su ventiquattro, quindi non si vedevano molto.
-Ah, ah, molto divertente- rispose, sarcastica, poi guardò suo cugino –Ciao, Al-
Al sorrise –Ciao, Rose. Hai studiato tanto?-
Rose inarcò le sopracciglia –Voi no?-
Lily sorrise e tutti e quattro si avviarono in sala comune. Stava per salire in camera, quando le venne un’idea –Al- chiamò suo fratello –Mi presti uno dei tuoi barattolini d’inchiostro? Il mio si è seccato-
 
Al annuì –Devo averne uno nel baule. Non mettere tutto in disordine-
-Non lo farò- rispose Lily –Grazie- andò verso le scale e si diresse al dormitorio dei ragazzi. Una volta dentro, aprì il baule di James, ai piedi del letto, e non quello di Albus. Cercò per un po’ finché non vide il mantello dell’invisibilità e la mappa del malandrino. Dopo, per non destare sospetti, entrò anche in camera di Al e prese il barattolo di inchiostro dal suo baule, nascondendo il mantello e la mappa sotto la divisa e tornando in sala comune col barattolo in mano –Eccolo qui, grazie Al-
-Di niente, Lily- disse Albus, senza guardarla.
Velocemente, Lily salì in stanza, nascose il mantello e la mappa nella cartella e, sedendosi sul letto, iniziò a studiare. Rose aveva ragione, di questo passo avrebbe preso T di Troll in tutte le materie e né Harry né Ginny sarebbero stati contenti della cosa. Dopo un bel po’, decise di mettersi sotto le coperte. Aveva deciso che la prossima volta che avesse visto Malfoy con atteggiamenti sospetti lo avrebbe seguito per scoprire una volta per tutte cosa stesse tramando. Era talmente tanto fissata, che sognò di seguire Scorpius Malfoy per i corridoi di Hogwarts, per scoprire che nascondeva un Basilisco in un luogo del castello. Era ridicolo, davvero, ma il tatuaggio del marchio oscuro (che suo padre e i suoi zii le avevano descritto per filo e per segno) non smetteva di apparire più e più volte nel sogno. Quando si svegliò, si rese conto di essere in ritardo per gli esami.
-Oh, no!- esclamò, prendendo le sue cose e correndo a tutta velocità. Ansimando, aprì la porta ed entrò, scusandosi per il ritardo –Mi dispiace, professore, ma mi sono addormentata-
Fortunatamente, Neville era buono con lei, non la rimproverò e non tolse punti a Grifondoro.
Poi andò a sedersi per fare il primo esame, che consisteva nell’analizzare le proprietà di una pianta.
Quando uscì, non era molto sicura di ciò che aveva scritto. Comunque, raggiunse la classe di Storia della Magia e lì il test andò molto meglio, dato che aveva seguito il suggerimento di Rose e aveva studiato. Sfortunatamente, il suo terzo esame fu quello di Pozioni, nelle segrete, e questo significava dover incrociare Scorpius Malfoy e quindi avrebbe dovuto cercare di tollerare la tentazione di seguirlo per svolgere al meglio il compito. La cosa peggiore fu che lo vide uscire dall’aula dando un’occhiata strana in giro e Lily notò che non si dirigeva verso la sala comune di Serpeverde.
 
Rose, che come Scorpius stava uscendo dall’aula, le disse –Buona fortuna, Lily- ma lei non le prestò molta attenzione.
Entrò nell’aula e si andò a sedere, davanti ad ognuno degli alunni vi era un calderone fumante e sui banchi vi erano degli ingredienti. Lumacorno, dopo che ebbero iniziato, iniziò a passeggiare per la classe sostenendo che avrebbero ottenuto eccellenti risultati. Lily non ne era così certa, comunque alla fine riuscì a fare qualcosa. Uscì dall’aula con un gran mal di testa. Arrivò fino alla Sala Grande e si lasciò cadere accanto a Rose e a Molly, che continuavano a parlare degli esami. Hugo diceva che aveva sbagliato a fare la pozione e Rose cercava di confortarlo dandogli delle pacche sulla spalla –Vedrai che andrà bene-
-Sembrava muco- sbuffò Hugo.
Rose fece una smorfia –Forse prenderai A e non sarebbe tanto male, no?- ma Lily sapeva che per Rose avere un “Accettabile” non era nemmeno pensabile. Però la cosa sembrò animare Hugo, che recuperò il suo appetito all’istante. Lily, invece, non aveva molta fame.
-Dovresti mangiare- le disse Al.
Solo allora Lily si rese conto dell’assenza dell’altro fratello –E James?-
-Si sta preparando per i MAGO con Fred. Sembra che siano contenti di uscire da Hogwarts-
-Non mi sorprende- Rose alzò gli occhi al cielo –Hanno passato l’anno a dire che non vedono l’ora di andare a lavorare da zio George-
-Io credo che sia fantastico- disse Lucy.
Sua sorella, Molly, scosse la testa –Ci sono così tante cose utili da fare al Ministero-
Lily sbuffò, non sopportava quando Molly ripeteva le parole di suo padre Percy, così disse –Non a tutti interessa lavorare al Ministero, Molly. Credo che io mi annoierei- ammise la minore dei Potter, incapace di immaginarsi in un ufficio a lavorare per un qualche insulso dipartimento nel ramo della burocrazia del mondo magico. Ovviamente, non tutti i lavori del Ministero erano così, dato che il lavoro di Auror sembrava interessante e utile ed era evidente che sua zia Hermione amasse ciò che faceva. Tuttavia, Lily non si vedeva a svolgere il lavoro di sua zia o di suo padre. Forse nel suo futuro si immaginava come sua madre. La prospettiva di giocare a Quidditch come professionista non le dispiaceva affatto.


-Rose ha ragione, Divinazione è una stupidaggine- disse Hugo, quando abbandonò la torre insieme a Lily, per andare a svolgere l’esame.
La rossa sorrise, mentre entrambi iniziarono a scendere per le scale di pietra –Però non le dire niente o non ci lascerà in pace durante le vacanze-
Hugo sorrise –Papà ha detto che durante queste vacanze andremo a visitare lo zio Charlie in Romania, verrete anche voi?-
-Non lo so, papà e mamma non ci hanno detto nulla. Comunque mi piacerebbe vedere lo zio Charlie-
 
-Speriamo di sì, Rose è davvero noiosa e come minimo passerà l’estate a darmi lezioni sui draghi-
 
Lily ridacchiò –Mi dispiace Hugo, anche a me piacerebbe venire, ma dipende da mamma e papà-
 
-Certo- Hugo annuì e continuò a parlare degli esami. Comunque, Lily non lo sentiva più. Aveva appena visto dei capelli corti color biondo platino con la coda dell’occhio e doveva approfittare dell’occasione e seguirlo.
-Lily, mi stai ascoltando?-
-Scusami, Hugo, ci vediamo a cena- disse, girandosi e prendendo la stessa direzione di Malfoy. Arrivato alla fine di un corridoio, lo vide guardarsi attorno per poi proseguire rapidamente. Dove stava andando?
Prendendo il mantello dell’invisibilità dalla borsa, se lo mise addosso e poi afferrò anche la mappa, così lo avrebbe ritrovato se lo avesse perso di vista. In silenzio, cominciò a seguirlo, avvicinandosi sempre di più. Che diavolo ci faceva nella torre di Astronomia? Andò sul punto più alto, da dove si poteva vedere il cielo di notte.
Senza togliersi il mantello, Lily vide Malfoy chinato sopra ad un oggetto che non riusciva a vedere bene e, accanto a lui, vi era una piccola bottiglietta, che conteneva qualcosa che Lily non riuscì ad identificare, non dalla sua posizione. Così, si avvicinò ancora a lui. Sfortunatamente, il suo piede si scontrò con qualcosa (che fece un rumore simile a quello di un cristallo) e Malfoy si voltò si scatto, con la bacchetta in mano.
-Chi c’è lì?-
Lily si paralizzò. Era stata scoperta.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** In assoluto. ***


In assoluto

O forse no? Pensò, immobile e rigida, vedendo Scorpius Malfoy muovere la bacchetta con l’intento di illuminare tutti i punti della torre di Astronomia in cerca di qualche intruso o di qualcuno che lo stesse spiando. Camminò per due, tre, quattro passi verso la direzione in cui si trovava Lily ma, per suo sollievo, si fermò giusto in tempo prima di scontrarsi con lei. Nonostante questo, era vicino, pericolosamente vicino, al punto che poteva sentirlo respirare attraverso il pesante tessuto del mantello e poteva vedere nel dettaglio ogni singolo tratto del suo viso. Le sue ciglia, lunghe e bionde, attirarono ancora una volta l’attenzione di Lily, che sembrava non essere capace di smettere di osservarle. Le fini labbra di Scorpius erano piegate in una smorfia, fino a che, finalmente, abbassò la bacchetta.
Solo allora, Lily si concesse di respirare profondamente, dato che lui era tornato dove si trovava prima. Con attenzione, con più attenzione questa volta, si avvicinò al biondo, cercando di vedere cosa stesse facendo. Per sua sorpresa, se ne stava chinato sopra ad un vaso di pietra poco profondo, circolare, sul bordo vi erano intagliati degli strani simboli. Emanava una luce pallida, la stessa che ora illuminava il viso di Malfoy. Con curiosità, Lily cercò di capire cosa contenesse. Vide un liquido bianco e brillante, che non smetteva di muoversi. Malfoy avvicinò la punta della sua bacchetta e la mosse leggermente, ma non successe nulla. Sbuffò e si passò una mano tra i capelli, alzandosi e camminando per il bordo della torre, con gli occhi puntati nell’oscurità della notte. Sospirò.
 
Lily si avvicinò ancora di più al vaso. L’acqua si agitava quando veniva mossa dal vento e poi si separava, per andare a formare delle nuvole. Facendo attenzione e assicurandosi di avere le spalle di Malfoy in bella vista, si inclinò ancora un po’. La sostanza liquida/gassosa era diventata trasparente e sembrava cristallina. Sotto la superficie, Lily si sorprese di vedere, invece del fondo del vaso, il soggiorno di una casa enorme. Inclinandosi ancora di più, la punta del suo naso toccò il liquido e tutto ciò che le stava attorno si agitò. Non cadde di testa nel luogo che aveva visto prima, ma atterrò in piedi. Nessuno dei presenti sembrava averla notata. Al tavolo, Lily riconobbe immediatamente tre persone: Scorpius Malfoy, che aveva gli occhi puntati sulla sua tazza, Narcissa Malfoy e Astoria Greengrass. Le due donne, a differenza di lui, prendevano il tè con calma. Almeno fino a che Astoria non notò che suo figlio non stava bevendo.
-C’è qualcosa che non va, Scorpius? Non mi dire che quello stupido elfo ha messo ancora dello zucchero nella tua tazza, dimmelo se lo ha fatto di nuovo, mi assicurerò che non …-
-No, va bene. Non è zuccherato- la interruppe, usando una voce neutrale, ma continuava a pensare.
 
Narcissa inarcò le sopracciglia –Che c’è?- sapeva perfettamente che c’era qualcosa che tormentava il nipote, dato che suo figlio soleva avere la stessa espressione in quelle circostanze e Scorpius era la copia esatta del padre. Anche Astoria lo aveva notato.
Scorpius sembrava stesse cercando di capire quali parole usare –Perché avete seguito il Signore Oscuro?- disse, senza traccia di esitazione nella voce, tranne che per un’accennata curiosità e costernazione. Puntò i suoi occhi in quelli della nonna.
Narcissa appoggiò con calma la sua tazza sul tavolo –A quel tempo il Signor Oscuro era arrabbiato con mio marito per aver fallito una missione che gli aveva assegnato, così, per vendicarsi, mise alla prova la sua lealtà in un modo che sono sicura che tua madre conosce bene-
-Come?-
 
Narcissa continuò, chiudendo gli occhi per qualche istante –Tuo padre. Il mio unico figlio, che allora aveva la tua età, sedici anni. Il Signor Oscuro gli aveva assegnato un compito, uno che era davvero impossibile per una persona di quell’età. Qualcosa che di sicuro lo avrebbe portato alla morte. Qualcosa che mi rifiutavo di accettare, così chiesi aiuto a Severus per proteggere tuo padre. Lo fece e svolse il compito che doveva essere di Draco. Il problema fu che durante la battaglia ad Hogwarts, io persi di vista Draco, dato che io e tuo nonno dovevamo stare vicino al Signore Oscuro per assicurarci che nostro figlio stesse bene e lontano da lui, ma entrambi desideravamo solo che tutto finisse per tornare a casa. A noi non importava chi vincesse, ma il Signore Oscuro era convinto di poter uccidere quel ragazzo-
Scorpius aggrottò le sopracciglia, in una smorfia di disgusto –Harry Potter?-
-Esatto. E lo fece. Lo uccise con l’Avada Kedavra, ma successe qualcosa che nessuno si aspettava. Nel bosco, mi disse di andare a controllare che fosse morto, ma lui non lo era-
-Nessuno sopravvive a un Avada Kedavra- disse Malfoy.
-Se hai letto, saprai che una persona lo ha fatto, due volte- controbatté Narcissa –Io, comunque, volevo solo trovare tuo padre. Volevo assicurarmi che rimanesse vivo e così mi avvicinai al ragazzo, a Potter, e gli chiesi se Draco fosse nel castello, se fosse ancora vivo. Lui mi rispose di sì, così mentii al Signore Oscuro e gli dissi che Harry Potter era morto-
-Perché?-
 
-Forse lo capirai quando avrai un figlio. Draco era il mio e Voldemort aveva fatto qualcosa che aveva messo a rischio la sua vita-
Lily vide che il ricordò scompariva e che se ne formava un altro. Ora si trovava in un’altra parte della casa, era molto buia. Era notte e ad illuminare la stanza vi era solo una tenue luce verde. Sull’unico divano presente se ne stava seduto un uomo adulto con capelli color platino e con un bicchiere di Whisky Incendiario in mano. Sul tavolo accanto c’era una fiala piena della sostanza che Lily aveva visto prima di cadere nel vaso.
L’uomo seduto, che parlava a suo figlio, che se ne stava in piedi all’entrata della stanza, era Draco Malfoy. Aveva gli occhi stanchi e i suoi tratti erano più tesi del solito. Diede un sorso al suo Whisky –C’è qualcosa che devi sapere, Scorpius- sembrava rassegnato, come se odiasse dover dire quelle cose, ma era consapevole di doverlo fare –Quando il Signore Oscuro voleva qualcosa…lo prendeva. Non c’era modo di rifiutarsi, non accettava un no. Io mi sono ritrovato in questa situazione, non mi giudicare, ti prego- aggiunse e portò la punta della bacchetta alla tempia e da questa vi uscì un filo bianco che mise nella fiala sopra il tavolo.

Il ricordo si dissolse e Lily si trovò davanti all’espresso di Hogwarts, vicino ad un bambino di circa undici anni coi capelli biondi: Draco Malfoy, che guardava con curiosità un altro ragazzino seduto in uno scompartimento con un'altra persona. Ovviamente quello non era un ricordo di Scorpius, ma di suo padre. L’altro bambino, per sua sorpresa, era Harry. Lo aveva riconosciuto dai suoi brillanti occhi verdi (che solo Albus aveva ereditato), da quel ciuffo ribelle dei capelli neri e dagli occhiali.
 
Draco parlò –E’ vero? Per tutto il treno si dice che Harry Potter si trova in questo scompartimento. E’ così, sei tu?-
-Sì- disse suo padre, guardando i due ragazzini corpulenti che accompagnavano il papà di Scorpius e che sembravano le sue guardie del corpo.
-Oh, questi sono Tyger e Goyle. E il mio nome è Malfoy, Draco Malfoy-
Il bambino vicino a suo padre, che Lily riconobbe subito come suo zio Ron per i capelli rossi e per le lentiggini, tossì, cercando di nascondere una risata. Malfoy lo guardò, infastidito –Il mio nome ti fa ridere, non è vero? Non ho bisogno di chiederti chi sei. Mio padre mi ha detto che tutti gli Weasley hanno i capelli rossi, le lentiggini e che hanno più figli di quanti ne possano mantenere- Lily sentì il forte desiderio di colpirlo per aver trattato in quel modo suo zio Ron, ma sapeva che quello non era altro che un ricordo e che quindi non poteva fare niente.
Malfoy ritornò a dare attenzione ad Harry –Molto presto scoprirai che alcune famiglie di maghi sono meglio di altre, Potter. Non vorrai frequentare le persone sbagliate. Io posso aiutarti in questo- allungò la mano, come offerta di amicizia, ma suo padre non la strinse. Lily sorrise, compiaciuta.
 
-Credo di poter capire da solo quali sono le persone sbagliate, grazie- disse, con freddezza.
 
Il ricordo svanì. Adesso si ritrovò in un posto che sembrava essere uno dei bagni di Hogwarts. Suo padre e Malfoy avevano le bacchette alzate. Malfoy iniziò a dire –Crucio!- ma suo padre lo interruppe, gridando forte e chiaro –Sectumsempra!- per orrore di Lily, dalla faccia di Malfoy e dal resto del suo corpo iniziò ad uscire una quantità spropositata di sangue. Era come se avesse dei tagli profondi su ogni centimetro di pelle. Malfoy fece qualche passo indietro e cadde a terra. Il pavimento era pieno di acqua, che adesso si stava colorando di rosso.
Un altro ricordo si fece spazio e adesso Lily era alla torre di Astronomia. Vi erano Draco, che doveva avere all’incirca sedici anni, e un uomo anziano che la ragazza riconobbe subito per le numerose foto che aveva visto. Albus Silente. Il primo puntava la bacchetta contro il secondo, la sosteneva con mano tremante –Draco, tu non sei un assassino- disse Silente, con calma.
 
-Come lo sa?- chiese Draco, rendendosi conto subito dopo di quanto suonasse infantile la sua risposta, così aggiunse –Lei non sa di cosa sono capace. Non sa quello che ho fatto!-
 
-Sì, invece, lo so- rispose Silente, con tranquillità e Lily si chiese se capisse in quale situazione fosse –Sei stato sul punto di uccidere Katie Bell e Ronald Weasley e hai passato tutto l’anno cercando di uccidere me, ma non sapevi come fare. I tuoi tentativi sono stati così miseri, a dire la verità, che ora mi chiedo se ci hai provato davvero. È normale avere paura, Draco-
Si sentirono delle grida dal basso della torre e Malfoy urlò, nervoso –Io non ho paura!- ma la sua mano e la sua voce lo tradivano –E’ lei quello che dovrebbe avere paura!-
-Perché dovrei averne? Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è così semplice come credono gli innocenti- Malfoy sembrava essere sul punto di vomitare. Spiegò nel dettaglio il modo in cui era riuscito a fare entrare i Mangiamorte nel castello.
-Comunque sia- disse Silente –Non abbiamo molto tempo. E’ ora di parlare delle tue possibili scelte, Draco-
 -Io non ho scelta!- gridò –Devo ucciderla! Se non lo faccio, lui ucciderà me! Ammazzerà la mia famiglia!-
 
-Io posso aiutarti, Draco-
Lily, in quel momento, non riuscì ad evitare di sentire tanta tristezza per Draco Malfoy –Non può. Nessuno può aiutarmi- nessuno dovrebbe essere obbligato a scegliere tra la sua vita e quella della sua famiglia e la propria anima, pensò.
Si aprì la porta e un uomo, che lei riconobbe come Severus Piton, puntò la bacchetta contro Silente e pronunciò l’Avada Kedavra. Il preside cadde dalla torre e il ricordo sfumò. Ritornò a Malfoy Manor. Adesso vi erano sua zia Hermione, suo zio Ron e, col viso deturpato, suo padre. L’unica cosa riconoscibile, oltre ai capelli, erano gli occhi verdi.
-Vieni qui Draco- disse Narcissa.
-Allora?- chiese Lucius Malfoy –E’ Lui? E’ Harry Potter?-
-Non lo so, non ne sono sicuro- disse Draco, che non voleva guardare Harry, il quale fu ben felice della cosa, dato che cercava di fare lo stesso.
-Osservalo bene. Avvicinati. Ascolta, Draco, se lo consegniamo al Signore Oscuro, lui ci perdonerà tutto…sì…qui c’è qualcosa- sussurrò Lucius –Potrebbe essere la cicatrice. Vieni, Draco, guarda bene! Che ne pensi?-
-Non lo so- insisté il ragazzo, digrignando i denti e andando verso il camino, da sua madre. Lily comprese che lo aveva riconosciuto. E anche se non lo avesse fatto, Hermione e Ron erano ben riconoscibili, quindi doveva aver capito che si trattava di lui. Ma allora perché non lo aveva detto? Non ci capiva niente. I suoi pensieri furono interrotti dai lamenti di sua zia Hermione, che venne torturata con la Maledizione Cruciatus. I suoi occhi per un momento incrociarono quelli di Malfoy, come per chiedere aiuto, ma lui serrò la mascella e guardò da un’altra parte, per poi abbandonare la stanza, chiaramente nauseato dalla scena. Lily lo seguì fino al bagno, dove Draco vomitò. Il ricordo evaporò lasciando spazio ad uno in cui suo padre salvava Draco da dei mostri fatti di fuoco, afferrandolo e portandolo via sopra ad una scopa.
Poi si ritrovò in Sala Grande e i tre Malfoy erano circondati da gente con facce davvero viscide, ma sembrava che non si rendessero nemmeno conto di trovarsi lì. La guerra era appena finita. Poi, tutto si trasformò e attorno a lei si materializzò una stanza enorme, illuminata, piena di gente, ma adesso i tre Malfoy erano lindi e pinti e vestiti in modo impeccabile.
Draco guardava in basso –Giudizio del quindici Agosto per i delitti commessi durante la Seconda Guerra Magica da parte di Lucius Malfoy, Narcissa Black e Draco Lucius Malfoy-
Kingsley Shacklebolt, Ministro della magia, continuò a leggere –Gli accusati sono: Lucius Malfoy. Colpevole per aver perseguitato delle persone, insieme a Lord Voldemort, basandosi su criteri di status sanguigno. Colpevole per aver fatto parte di un gruppo di maghi oscuri denominati “Mangiamorte”. Colpevole per aver privato della libertà e per aver utilizzato le tre Maledizioni Senza Perdono: Cruciatus, Imperio e Avada Kedavra.
Narcissa Black. Colpevole di discriminazione per pregiudizi basati su criteri di status sanguigno. Colpevole per essersi alleata a Lord Voldemort in questo tipo di persecuzioni. Colpevole per aver privato qualcuno della propria libertà e per aver messo a disposizione la propria casa come quartier generale di Lord Voldemort.
Draco Lucius Malfoy. Accusato di aver discriminato delle persone per lo status sanguigno. Colpevole di essersi unito a un gruppo di maghi oscuri chiamati “Mangiamorte”, colpevole di aver privato della propria libertà delle persone innocenti, colpevole di aver utilizzato le tre Maledizioni Senza Perdono: Cruciatus, Imperio e Avada Kedavra. Accusato di aver tentato di uccidere la signorina Katie Bell, il signor Ronald Weasley e sospettato di aver assassinato Albus Percival Wulfric Brian Silente, ordine di Merlino, prima classe, preside della scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts-
-Testimoni della difesa: Harry James Potter- nella sala si diffuse un mormorio e solo allora Draco alzò la testa.
Harry, che si mise in piedi, iniziò a spiegare che l’unica ragione per cui era riuscito a sopravvivere tanto da sconfiggere Voldemort era Narcissa Malfoy e per questo chiese di lasciarla andare. Draco Malfoy non aveva mai ucciso nessuno e disse che aveva assistito all’assassinio di Albus Silente e per questo Draco Malfoy non poteva essere incolpato. Lily notò, per una ragione a lei sconosciuta, che Kingsley Shaklebolt sorrideva. Tutti furono d’accordo che i desideri di Harry Potter dovevano essere rispettati, dato che era stato lui a liberarli da Lord Voldemort una volta per tutte.
Quando tutto si concluse, Draco andò verso Harry, gli porse la mano e suo padre, sorridendo appena, la strinse. Malfoy se ne andò, senza dire niente. Dopotutto, le parole non erano necessarie. Il ricordo svanì e Lily vide ancora una volta l’espresso di Hogwarts. Vide un bambino coi capelli biondi, di undici anni, ma questa volta si trattava di Scorpius, che si avvicinava ad un altro bambino, molto simile ad Harry. Era Albus. A Scorpius non sembrava importare chi fosse e non ostentava quella sua solita aria di superiorità, sembrava solo molto curioso –Ho sentito che il figlio di Harry Potter è sul treno, sei tu vero?-
-Sì- ammise Albus –Comunque ho un altro fratello che viene ad Hogwarts. Lui è in Grifondoro, come mio padre e mia madre. In che Casa erano i tuoi genitori?-
Scorpius esitò, ma quando stava per rispondere, una voce lo fermò –Con chi stai parlando, Al?- Lily comprese all’istante che si trattava di James –Lasciami indovinare, puzza di escrementi di drago. Ha i capelli slavati e unticci. Mmh…ma certo! Deve essere un Malfoy. Non dovresti stare con i figli dei vostri amici Mangiamorte? Non avete un club o una cosa simile?-
Scorpius aggrottò la fronte e sembrò impallidire un pochino. Fece cadere la mano che aveva teso per stringere quella di Albus e afferrò la bacchetta, per poi puntarla contro James –Non parlare male della mia famiglia-
James sembrava divertito, inarcò le sopracciglia e agitò la propria bacchetta, sorridendo, compiaciuto –Forse dovresti lavarti la bocca, Malfoy. Fregotego!- disse e Scorpius iniziò a sputare schiuma.
 
Albus lanciò a suo fratello un’occhiata di disgusto –Basta, James, smettila-
Il maggiore dei Potter alzò gli occhi al cielo e borbottò il contro-incantesimo –Sei davvero noioso, Al- poi se ne andò, ma Scorpius, quando smise di tossire, gridò –Me la pagherai, mezzosangue!- e allora James si voltò, alzò di nuovo la bacchetta contro di lui e il ricordo sfumò.
 
Lily fu scaraventata in un luogo freddo e buio, che riconobbe come la Foresta Proibita. Lei era contro ad un albero e Malfoy aveva una mano sulla sua bocca, per farla stare zitta. Si ricordava di quella scena, era avvenuta l’anno prima, al suo terzo anno. Il Lupo mannaro, che ora poteva vedere, annusava l’aria dietro di lei. Scorpius rimaneva con la fronte appoggiata al tronco, con gli occhi chiusi e con le labbra serrate in una linea.
Prima che il ricordo terminasse o prima che Lily potesse capire perché stesse vedendo quel particolare momento, pensando che non fosse connesso a nessuno degli altri, sentì due mani fredde sopra le sue spalle, tutto scomparve e si ritrovò davanti il viso di Scorpius Malfoy. La sua usuale espressione apatica era livida di rabbia –Che cosa credi di fare, Potter?- sibilò, chiaramente arrabbiato, in un tono basso e ammonitore.
Lily comprese che il mantello doveva essere scivolato, dato che era ai suoi piedi –Da dove hai preso il Pensatoio?-
Non era la domanda da fare, ovviamente. Lily, però, scoprì che fu l’unica cosa che riuscì a chiedere, sotto lo sguardo intenso di Malfoy –La mia famiglia lo ha avuto per generazioni- borbottò, digrignando i denti –Credi che sia divertente spiare i pensieri privati delle altre persone?-
 
Arrossì, vergognandosi per aver fatto una cosa del genere. Sapeva di aver sbagliato. Nonostante tutto, non aveva potuto evitarlo. La curiosità aveva avuto la meglio –No…- sussurrò.
 
Malfoy la lasciò, passandosi la mano tra i capelli in un gesto nervoso. Lily notò che lo faceva sempre quando si innervosiva.
–Quanto hai visto?-
La domanda la prese in contro piede –Cosa?- specialmente perché la preoccupazione aveva sostituito la rabbia che fino a pochi istanti prima aveva dominato il viso di Scorpius –Perché?-

Malfoy si irrigidì e digrignò i denti –E’ meglio che tu sparisca dalla mia vista, Potter. Vattene-
 
Lily obbedì, troppo confusa da ciò che aveva appena visto. Troppo stordita per comprendere appieno ciò che era successo.
Non aveva la più pallida idea di cosa fosse accaduto. In assoluto, non sapeva cosa significasse tutto quello che aveva appena vissuto.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Solo. ***


Solo
 
La settimana degli esami passò tanto rapidamente che Lily non si ricordava niente di ciò che aveva scritto nei compiti o di ciò che aveva risposto. Era convinta di aver sbagliato un bel po’ di cose. In ogni modo, non le importava più di tanto, anche perché continuava a pensare alla reazione di Malfoy quando aveva scoperto che aveva spiato i ricordi nel Pensatoio. Quanto hai visto? Non lo sapeva. Lui quanto non voleva che vedesse? Possibilmente niente. In questo caso, aveva scoperto più del necessario. Inoltre, continuava a chiedersi quale ricordo avrebbe visto se Malfoy non l’avesse tirata via con la forza dal Pensatoio.
Non è che le importasse più di tanto. O almeno continuava a ripeterselo, quando cercava Malfoy tra la moltitudine e non lo vedeva. Non aveva idea di dove fosse finito dopo quella sera alla torre di Astronomia. Non andava nemmeno più in Sala Grande. Era di cattivo umore e le cose peggioravano quando le tornavano in mente i ricordi che aveva visto.
Continuava a riflettere sulla guerra e su quanto dovesse essere stata difficile per loro. Per suo padre, per sua madre, per lo zio Percy, che aveva visto morire zio Fred davanti ai suoi occhi, per zio George, che aveva perso il suo gemello, il suo compagno d’avventure, la persona a cui teneva di più. Pensò anche a quanto fosse forte sua zia Hermione, al coraggio che era riuscita ad avere, al fatto che non avesse perso la testa quando era stata colpita dalla Maledizione Cruciatus da parte di Bellatrix Lestrange, al contrario dei genitori di Neville Paciock, che avevano subito un destino peggiore della morte per quello. Infine non poté fare a mano di dedicare un pensiero anche ai genitori di Teddy, Remus Lupin e Ninfadora Tonks, morti anche loro durante la guerra.
 
Un altro ricordo che la tormentava era quello in cui suo padre aveva lanciato una maledizione contro Draco Malfoy, che ci aveva quasi rimesso la vita. La sua immagine ricoperta di sangue continuava ad infastidirla e lei non riusciva a togliersela dalla testa. Lily aveva sempre pensato che suo padre fosse una persona incapace di far del male a qualcuno di propria volontà. Non giustificava Malfoy, dato che aveva cercato di utilizzare la Maledizione Cruciatus contro suo padre, ma c’era da aspettarselo da qualcuno come Draco Malfoy. Lily voleva parlarne ad Harry, ma sapeva che sarebbe stato difficile.
Infine, c’era James, suo fratello, che era stato crudele e cattivo con Scorpius senza alcun motivo. Lily aveva sempre creduto che Malfoy avesse fatto qualcosa per meritarsi il comportamento di James, invece aveva solo cercato di fare amicizia con Albus, o comunque aveva cercato di mettere da parte la rivalità tra i loro padri. Come sarebbero andate le cose, se James non si fosse comportato come un idiota? Albus e Scorpius sarebbero stati amici? In ogni modo, Malfoy odiava tutti quelli che facevano parte della famiglia dei Potter e Lily non poteva biasimarlo più di tanto. Non dopo aver visto quella scena sul treno.
-Che succede?- le chiese Rose.
Lily alzò lo sguardo dal cibo che non aveva nemmeno toccato –Sono preoccupata per i risultati dei miei esami- mentì, dato che Albus, Reginald, Molly, James e Fred stavano ascoltando. Non aveva intenzione di dire alla sua famiglia che forse, solo forse, stava iniziando a provare pena per Scorpius Malfoy. Era pena quella che provava? Comunque, non era una conversazione che avrebbe potuto intraprendere con loro. Soprattutto non con James, che la stava trafiggendo con lo sguardo. Conosceva sua sorella, sapeva che stava mentendo. A Lily però non importava. Era troppo arrabbiata con lui, era già da una settimana che non gli parlava.
Le cose non migliorarono durante il viaggio di ritorno e nemmeno quando ritornarono al numero 12 di Grimmauld Place. Era arrabbiata e rispondeva male a tutti, soprattutto a James. Non sapeva perché, ma non riusciva a togliersi dalla testa quelle immagini e non riusciva a dimenticare ciò che aveva visto e sentito nel Pensatoio. I suoi genitori notarono che c’era qualcosa di strano, dato che parlava sempre in modo brusco con suo padre e con James. Dopo una discussione tra lei e suo fratello maggiore, Lily si scusò, si alzò dal tavolo e andò in camera sua. Sbuffando, si lasciò cadere sul letto. La sua mente tornò al momento che Lily sembrava aver sotterrato più di tutti nel profondo della sua testa: quella notte nella Foresta Proibita, con Scorpius e il Lupo mannaro.
 
Quella volta, lui l’aveva chiamata ingenua e Lily odiava quando glielo dicevano. Odiava sentire che Scorpius Malfoy, tra tutti, potesse avere ragione su qualcosa che la riguardava. Aveva insinuato che se fossero andati a salvarli, sarebbe stato solo per lei, perché Lily era la figlia del famoso Harry Potter. Era frustrata all’idea che quelle parole potessero essere vere. Lily era una priorità per molte persone per questo motivo, ma Scorpius…lui era una priorità per qualcuno oltre ai suoi genitori? Era ovvio che né Tyger, né Goyle, né Zabini e nemmeno la Parkinson avrebbero dato la vita per lui. No. Perché loro erano i tipi di persone che ti stavano vicino a convenienza e non quando ne avevi davvero bisogno.
Lily, invece, era nata e cresciuta amata e protetta, da persone che sarebbero morte per lei in caso di necessità. Voleva bene ai suoi genitori, ma oltre a loro aveva degli zii, dei cugini e gli amici di Hogwarts. Veri amici, come quelli che suo padre aveva avuto nel combattimento con Voldemort e non quelli che aveva Scorpius Malfoy. Era una cosa triste, perché anche se Tyger, Goyle, Zabini e la Parkinson non avrebbero dato niente per lui, Lily era sicura che Malfoy si sarebbe sacrificato per la vita di altri. Lo aveva fatto con lei. L’aveva protetta, invece di lasciarla al lupo e salvare se stesso. E Lily non riusciva a trovare una ragione valida per cui Malfoy aveva fatto una cosa del genere. Lui disprezzava lei e la sua famiglia. Tuttavia, le aveva salvato la vita.
La porta si aprì e Lily sentì entrare qualcuno. Non aprì gli occhi, fino a che quella persona non si sedette accanto a lei sul letto –Che succede, piccola?- le chiese, la calma e comprensiva voce di suo padre, accarezzandole la testa –Ultimamente sembra che tu sia come tua madre quando lo zio Ron dice qualcosa che la fa arrabbiare-
Lily cercò di sorridere, ma non ottenne risultati, così si sedette –James mi fa infuriare-
Harry sorrise. Sua figlia somigliava molto a sua moglie –Beh, tuo fratello sembra fare lo stesso effetto a tanta gente. Che ha combinato questa volta?-
-Che cos’ha combinato?- domandò, indignata –Vediamo…si comporta sempre come un emerito idiota e poi…-
Suo padre corrucciò la fronte –Sono parole forti, Lily. Presumo che tu non ti riferisca al suo comportamento usuale-
Lily arrossì leggermente –No- ammise. Suo padre aveva ragione, James non l’aveva mai infastidita, anzi, l’aveva sempre fatta sorridere. Lily aveva sempre ammirato suo fratello, in un modo o nell’altro. Adesso, invece, le cose erano diverse. James era stato crudele e ingiusto e Lily ora si era ritrovata a trattarlo così, anche se gli voleva un bene dell’anima –E’ che…-
-Ti ascolto- disse Harry, vedendola esitare. Così Lily gli raccontò velocemente ciò che era successo. Gli raccontò di aver seguito Scorpius Malfoy perché credeva che tramasse qualcosa per poi scoprire il Pensatoio e caderci dentro, vivendo dei ricordi che non le appartenevano. Disse di aver visto il modo in cui James si era comportato la prima volta in cui Scorpius e Albus si erano incontrati sul treno di Hogwarts.
Suo padre, nonostante tutto il racconto, sorrise –Non è divertente, papà-
-No, certo che no- asserì, senza perdere il sorriso –E’ solo che sto pensando che tu mi somigli più di quanto credessi- ricordò tutte le volte in cui aveva seguito Draco Malfoy sotto il mantello dell’invisibilità, credendo tramasse qualcosa e le volte in cui aveva visto i ricordi di Silente o di Severus Piton nel Pensatoio. –Però, Lily, vorrei che tu non giudicassi tuo fratello per questo. Ha solo diciassette anni, dopotutto.
Lily fece una smorfia. Non era una scusa –Io ne ho quindici e non mi comporto come lui-
Harry sorrise –Questo è perché hai ereditato la meravigliosa maturità di tua madre. James invece ha preso da suo nonno-
-Il nonno?-
-Mio padre, James, e il mio padrino, Sirius, avevano la tendenza a…cacciarsi spesso nei guai e a fare scherzi alla gente quando avevano la tua età e quella di James. Una volta li ho visti prendere in giro in modo un po’ crudele una persona, nel Pensatoio, e ammetto di essermi sentito spaesato. Avevo sempre creduto che mio padre fosse una persona meravigliosa e non mi aveva mai sfiorato l’idea che potesse essere diverso da come me l’ero immaginato-
-Ma tu dici sempre che il nonno era una grande persona- disse Lily, aggrottando le sopracciglia.
 
-E lo era. Solo che ci ha messo un po’ prima di maturare e diventarlo. O almeno, questo è ciò che mi ha detto il padre di Teddy, quando gliene parlai. Mi ha detto che nemmeno mia madre, tua nonna, lo sopportava-
-La nonna lo odiava? E allora come hanno fatto a sposarsi?-
Harry sorrise ancora –Non lo odiava. Mia madre iniziò ad uscire con mio padre al settimo anno. Tuo nonno aveva abbassato la cresta e di sicuro succederà lo stesso a tuo fratello.-
 
-Però…si comporta sempre come un idiota!- insisté, con la stessa ostinazione di suo padre.
 
-Anche io ero un po’ idiota, alla sua età, così come tuo zio Ron. Tua zia Hermione ha avuto molta pazienza. Una volta lo ha attaccato con uno stormo di uccelli-
-Zia Hermione?-
-Ron non si stava comportando molto bene con lei. Tua madre lo aveva fatto arrabbiare e lui si è vendicato su di lei e su Hermione nello stesso tempo. E’ stato causato tutto da una stupidaggine in realtà. Però, quello che voglio dire Lily, è che tutti si comportano da idioti da giovani. Tuo padre, tuo zio Ron, perfino tua zia Hermione, tutti noi abbiamo avuto momenti così. Ma siamo cresciuti e siamo cambiati-
-E…- esitò –Draco Malfoy?- era una domanda che la tormentava.
Harry guardò sua figlia con curiosità, sospirò e rispose –Con Draco Malfoy è sempre stato diverso, dal primo momento in cui ci siamo visti, non ci siamo piaciuti a vicenda. Comunque, entrambi siamo cresciuti e abbiamo capito che è inutile continuare a ripensare alla rivalità e al disprezzo infantile che provavamo ad Hogwarts-
Lily annuì, prima di fare la prossima domanda esitò ancora –E la Maledizione Sectumsempra?-
 
Harry fece una smorfia, ricordando il sesto anno di Hogwarts e la sua dipendenza dal libro del Principe Mezzosangue –Devo ammettere di non esserne orgoglioso. Dopo averlo usato, mi sono sentito davvero in colpa. Non conoscevo l’effetto del Sectumsempra o il fatto che si trattasse di magia oscura. L’ho letto in un libro che tua madre e tua zia Hermione disapprovavano, ma mi fece essere il migliore della classe in Pozioni. E’ stato un mio errore di giudizio-
-E che è successo al libro?- chiese Lily, curiosa.
-L’ho nascosto nella Stanza della Necessità e suppongo che abbia preso fuoco durante la guerra, insieme al diadema di Corvonero-
-Oh-
 
Harry sorrise, dandole una carezza –Ho risposto alle tue domande?-
Anche Lily sorrise, notando che l’oppressione al petto stava scomparendo piano piano –Sì, papà-
-Bene! In questo caso, ti va di ritornare giù?-
Lily annuì, si alzarono e scesero al piano di sotto. In ogni modo, non riuscì a fare a meno di pensare che fosse una cosa triste il fatto che Scorpius Malfoy non avesse ciò che Lily aveva sempre dato per scontato. A Lily Luna Potter non erano mai mancate certe cose, come qualcuno a cui chiedere aiuto, qualcuno con cui confidarsi.
No, a differenza di Lily, Scorpius era solo ad Hogwarts. Completamente e assolutamente solo.
 
E lo era sempre stato.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Il bacio del Dissennatore. ***


Il bacio del Dissennatore

 
Lily rimase nel negozio di suo zio George per un po’ di tempo, mantenendo costantemente un sorriso divertito sul volto. La novità del negozio erano le piume di James e Fred, quelle che avevano inventato l’anno precedente. Era pieno di gente ed era quasi impossibile camminare senza andare a sbattere contro qualcuno. Lei e Rose si guardavano attorno, finché Lily notò una serie di prodotti pieni di un liquido di colore rosa su cui vi era la scritta Pozioni d’Amore.
Lily aggrottò la fronte, prese una delle bottigliette e la esaminò con scetticismo -Funzionano davvero?-
Lo zio George, dietro alle due nipoti, disse con un sorriso –Ma certo! Per ventiquattro ore dopo l’assunzione, ma per quello che so io, nessuna di voi ne ha bisogno-
Rose arrossì e mise al suo posto la bottiglietta che aveva esaminato. Lily fu divertita dalla reazione di sua cugina –Dovresti rivolgerti solo a Rose, è lei che sta uscendo con un ragazzo-
George inarcò le sopracciglia –Davvero? Con chi?-
-Reg- disse Lily, con un sorriso.
-Lily!- Rose si stava vergognando tantissimo.
-Che c’è?- chiese la minore dei Potter –Non è un segreto, che io sappia. Tutta Hogwarts ti ha vista andare in giro mano nella mano con lui-
-E tu, piccola Potter?- domandò suo zio, curioso –Sei la fotocopia di tua madre e sai, tua madre alla tua età usciva con cinque ragazzi diversi allo stesso tempo-
Ginny, che si era appena avvicinata a loro, alzò gli occhi al cielo –Fammi il favore, George, smettila di ripetere le idiozie che diceva Ron. Non uscivo con cinque ragazzi- guardò sua figlia e sua nipote –Tuo padre- disse, riferendosi a Rose –Aveva un’eccentrica immaginazione e un problema nell’accettare che io uscissi con dei ragazzi. Nemmeno Lily fa certe cose- Ginny esitò –Vero?-
 
Lily arrossì –Cosa?! No, mamma! Cielo…-
Ginny sorrise –Era tanto per dire. Comunque, George, hai visto Harry?-
-Credo sia sul retro, con Ron-
-Ovviamente- la signora Potter sbuffò, per poi andare a cercare suo marito.
Lily e Rose continuarono a girare per il negozio, finché non videro dei criceti graziosissimi, Lily mise una mano all’interno della scatola in cui stavano e quelli iniziarono a saltellare, facendola ridacchiare –Mamma ne aveva uno- disse –Credo che chiederò a papà di comprarmelo- alzò lo sguardo e vide un volto familiare entrare nel negozio. Fece un segno a Rose e si raddrizzò, togliendo il dito dalla scatola.
Rose guardò nella direzione che Lily le indicava –Non è Peony Parkinson? Cosa credi che faccia qui?-
Lily le lanciò un’occhiata e alzò gli occhi al cielo –Sta comprando una pozione d’amore per fregare qualcuno-
 
-Credi che sia per Malfoy?- chiese Rose, curiosa.
-Sicuramente. E’ ossessionata da lui. Forse si è accorta che da sola non potrà mai riuscire a conquistarlo. Non le rimane molto tempo, dato che questo è il loro ultimo anno-
Rose sorrise, tornando a guardare i criceti –Malfoy mi farebbe pena, se non si trattasse di lui-
-In ogni modo, non credo che ci caschi. Sarà pure un idiota, ma è troppo intelligente per cadere in tranelli stupidi come questo-
La figlia maggiore di Ron inarcò un sopracciglio –Troppo intelligente?-
Lily arrossì, comprendendo che in effetti poteva suonare strana la sua affermazione –Cosa? Non era un complimento, Rose, lo sai-
-Naturalmente- disse sua cugina, ma Lily notò con irritazione che non smetteva di sorridere.
 -Oh, finiscila. Non hai un ragazzo a cui pensare?-
-Oh! Me l’ero dimenticato! Dovevo incontrarmi con Reg e Albus! Ci vediamo dopo, Lily- così uscì dal negozio. A qualche metro da lei, Peony Parkinson aveva preso circa dieci bottigliette di pozione d’amore. Lily alzò gli occhi al cielo. Usare quella roba era patetico.
Cercò sua madre e la vide intenta a parlare con suo zio Ron e con suo padre
–Mamma, posso avere un criceto?-
Ginny incrociò le braccia –Va bene, ma dovrai curarlo tu-
Lily sorrise –Grazie- così andò verso suo zio George per sceglierne uno. Dato che lui era occupato, fu James ad andare con lei. Aveva una maglietta rossa molto appariscente, così, dopo averne scelto uno allegro che non la smetteva di saltare, decise di prenderlo un po’ in giro –Colore incantevole, Jamie. Mette in risalto i tuoi occhi-
James digrignò i denti –Non mi chiamare così-
-Perché? È così carino. Calanthia non la pensa come me? Guarda, sembri il mio criceto! Credo che lo chiamerò James, in tuo onore-
-Ah, ah, ah. Molto divertente- poi se ne andò, infastidito. Lily rise.
Dopo aver pagato il criceto e aver avvisato i suoi genitori uscì dal negozio. Era una bella giornata. Passeggiò per un po’, finché non decise di iniziare a comprare il materiale necessario per Hogwarts. Alla fine andò verso il negozio in cui avrebbe trovato gli ingredienti adatti a fare delle pozioni. Quando si diresse lì, notò Rose e Reg vicini, mano nella mano. E Albus e Cecil erano con loro. Tutti e quattro avevano un gelato e lo gustavano ridendo tra loro, spensierati. Lily proseguì, un po’ infastidita dalla scena. La sua storia con Tyrrell non era minimamente paragonabile a quella di Rose e Reg. Lui l’aveva fatta stare bene, ma non era lo stesso. Rose sembrava felice quando guardava Reg, si vedeva dal sorriso che le spuntava sul viso ogni volta che lo vedeva. Lily, invece, era sicura di non aver mai avuto quell’espressione, guardando Tyrrell. E la cosa era un po’ deprimente. Dopotutto, presto avrebbe compiuto sedici anni e non aveva mai provato dei veri sentimenti per qualcuno. Rose, invece, li provava da anni, così come Albus e Reg.
Entrò nel negozio, guardando la lista che aveva smesso di leggere qualche minuto prima. Una voce familiare e neutra la ridestò dai suoi pensieri –Benvenuti signori, desiderate?-
Lily alzò gli occhi dalla lista, sorpresa –Malfoy?-
Il biondo, che fino a quel momento era rimasto dietro al bancone con gli occhi fissi sulla pagina di un libro, alzò lo sguardo, irrigidendosi. Corrucciò la fronte –Potter? Cosa ci fai qui?-
La rossa inarcò le sopracciglia –Secondo te? Sono venuta a comprare delle caramelle- disse, ironica.
 
Malfoy non sembrò apprezzare il suo sarcasmo –Dimmi di cosa hai bisogno e vattene. Sono occupato- sussurrò, chiudendo il libro che stava leggendo. Lily notò che si trattava di un libro di livello avanzato di pozioni.
Lesse il titolo a voce alta –Elaborazione di pozioni avanzate-
Malfoy lo prese e lo mise bruscamente sotto il bancone, nascondendolo alla vista di Lily. Il suo tono di voce mostrò impazienza –Non farmi perdere tempo, Potter- e c’era qualcosa, nella sua voce, che Lily non riuscì ad identificare.
-Cielo, l’attenzione ai clienti scarseggia qui, vero?- ironizzò –Il tuo capo approva il tono amorevole con cui ti rivolgi a loro, Malfoy?-
Il biondo serrò la mascella –E’ una minaccia, Potter? Il tuo tono non mi piace-
-Sì, beh, il tuo non è migliore del mio! Puoi negare di non essere molto simpatico?
-Lo sono con le persone con cui voglio esserlo-
-Allora fammi capire bene, io non sono una di queste, giusto? Non puoi dirlo così, però, mi spezzi il cuore. E io che pensavo di starti simpatica- disse, con sarcasmo.
-Risparmiami, Potter e dammi quella lista così posso darti ciò di cui hai bisogno e tu puoi andartene da dove sei venuta-
Lily incrociò le braccia –Per Merlino, sei un tipo romantico Malfoy, non è vero? Dici sempre quello che una ragazza vorrebbe sentirsi dire- Malfoy sbuffò, chiaramente irritato e poi le strappò letteralmente di mano la lista.
-Credimi, se volessi corteggiarti, Potter, te ne accorgeresti-
A Lily sembrò che volesse evitare di far sfiorare le loro mani, come se quel contatto gli provocasse disgusto. Quel pensiero la fece arrabbiare, ma cercò di non darlo a vedere.
-Allora Scorpius Malfoy ha sangue nelle vene-
Il biondo puntò i suoi occhi in quelli di lei –Cosa significa?- domandò, con freddezza.
-Non so. Forse ti nutri come i Dissennatori e vai alla ricerca di disperazione, degradazione e follia?- il suo intento era quello di prenderlo in giro. Alludeva al fatto che molte ragazze gli morissero dietro e che lui, nonostante ne fosse compiaciuto, non dava mai loro soddisfazione.
-Forse è così, Potter. Vuoi provare sul tuo corpo e sulla tua anima l’effetto di un mio bacio?-
Gli occhi di Lily si aprirono leggermente e le sue guance si colorarono di rosso. Malfoy, che solo dopo qualche istante comprese il significato delle proprie parole, divenne pallido e si irrigidì, come se qualcuno avesse usato con lui il Petruficus Totalus. I suoi occhi grigi, di solito gelidi e neutrali, sembravano turbati e pieni di conflitto. E Lily non riuscì ad evitare, per un solo istante, di posare i propri occhi color cioccolato sulle labbra del biondo.
 -Lily, ti stavo cercando- la voce di James, appena entrato nel negozio, fece distogliere lo sguardo di Lily. James aggrottò le sopracciglia, posando gli occhi prima su sua sorella e poi su Scorpius, che continuava a guardare intensamente la rossa -Che diavolo…?-
-James!- disse Lily, ritornando alla realtà -Ho quasi finito-
James camminò fino al punto in cui si trovava Lily e lanciò un’occhiataccia a Malfoy –Che ti succede, Malfoy? Non hai niente di meglio da fare che startene lì impalato? Che c’è? Il patrimonio dei Malfoy si è esaurito e devi andare a lavorare per mantenere i tuoi genitori?-
Lily guardò suo fratello, indignata –James!- ma lui la ignorò.
-Non ti intromettere, Lily-
Scorpius lo fulminò con lo sguardo –In ogni modo, ho ottenuto un lavoro migliore del tuo, Potter. Dove lavori?- indicò con il capo la divisa rossa che James indossava –In un circo?-
James prese la sua bacchetta –Che cosa hai detto, Malfoy?! Ripetilo se hai il coraggio-
-Non c’è bisogno di insistere tanto- Lily notò solo in quel momento che Malfoy era più alto di James e questo era tutto dire, dato che suo fratello era messo piuttosto bene. Si ricordò della sensazione di essersi sentita piccola tra le sue braccia, nella Foresta Proibita, quando Scorpius era contro il suo corpo. Non riuscì a capire perché, ma nel ripensare a quella scena le mancò il respiro.
 
James fece un passo avanti –Vuoi che io ti lavi la bocca un’altra volta, Malfoy?-
Anche Scorpius prese la sua bacchetta, ma prima che le cose potessero peggiorare e che Malfoy rischiasse di perdere il suo lavoro, Lily si mise in mezzo, dando le spalle al biondo e ponendo le mani sul petto di suo fratello, che retrocedette di qualche passo –La smetti di fare l’idiota?-
 
James la guardò, perplesso –Cosa?-
-Mi hai sentito, ti stai comportando come un idiota, un’altra volta-
James fece un altro passo indietro –Ma…è Malfoy l’idiota-
-Tu non sei migliore di lui in questo momento- questo lo ammutolì. Arrabbiato, uscì dal negozio.
Lily sospirò e si voltò verso Malfoy –Dammi la mia lista, me ne vado-
Malfoy aggrottò la fronte, tenendo la lista ancora più saldamente –Io non sono tuo fratello, Potter, non puoi darmi ordini…-
La rossa lo ignorò e camminò verso di lui, dietro al bancone –Dammi. La. Lista-
-Non puoi stare qui, Potter- sussurrò –Solo personale autorizzato- ma Lily non si mosse, anzi, fece un passo in avanti.
-Allora dammi quel foglio, Malfoy. O dovrò prenderlo con la forza e sono sicura che tu non desideri che il mio tocco ti contamini-
Incapace di replicare, fece una smorfia e gliela diede –Adesso sparisci dal mio negozio-
-Niente mi darebbe più piacere- si voltò e uscì, lasciando che il suono del campanello della porta echeggiasse nella stanza.
Malfoy rimase lì, in piedi, ad osservare la porta dalla quale Lily era uscita. Il negozio era di nuovo vuoto.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Dissennatori. ***


Dissennatori

 
 
-Lily, se continui così soffocherai James- la voce di sua cugina Rose la fece tornare alla realtà.
Lily, resasi conto del fatto che, per l’ennesima volta, stesse stritolando il suo criceto, aprì la mano, mentre il povero animaletto riprese a respirare normalmente –Oh, Merlino. Scusami, James. Credo di essermi distratta un’altra volta- il piccolo saltò sulla sua spalla, così da rimanere ben lontano dalle dita della sua padrona, che non sembrava essere riuscita a trovare pace da quando erano saliti sul treno.
Sua cugina scosse la testa in segno di rimprovero –Solo Merlino sa a cosa stai pensando. Dubito seriamente che tu sia preoccupata per i GUFO che dovrai affrontare quest’anno-
-Rose, gli esami sono a giugno, alla fine dell’anno. Non siamo nemmeno arrivati ad Hogwarts!-
-Sì, ma dovresti già iniziare a concentrarti sullo studio. In ogni modo, che pensieri ti inducono a stritolare il tuo povero criceto?-
Lily si raddrizzò, sentendo le proprie guance leggermente arrossate. A cosa stava pensando? Non poteva dirlo, non a Rose, o comunque non davanti ad Albus, Reg, Molly, Hugo, Lucy e Louis. No, decisamente non poteva –Dissennatori- disse, su due piedi, e tecnicamente la sua non era una bugia. I suoi pensieri erano collegati ai Dissennatori, dopotutto.

 
-Dissennatori?- ripeté sua cugina con curiosità –Che c’entrano loro?-
-Papà dice che sono creature orribili- asserì Albus.
Lily pensò che suo padre e Albus avessero ragione, anche se non stavano parlando dello stesso tipo di Dissennatori –Lo sono- affermò, cercando di cacciare il ricordo di Malfoy al negozio. Lily iniziava a credere che fosse più arrabbiata con se stessa che con lui. Tutta la sua genialità, lo stesso tipo di carattere acuto e leggermente sarcastico che aveva ereditato da sua madre, era svanito nel nulla in un battito d’ali. Come una bambina del primo anno davanti alla sua prima cotta, ma guardando in faccia la realtà, doveva ammettere che Malfoy si era comportato come il solito idiota. Era arrogante, narcisista, egoista, puro sangue e pure Serpeverde.
Inoltre, era furiosa con se stessa per essersi pietrificata come non le era mai successo prima. Avrebbe dovuto scagliargli contro una maledizione e un libro in testa. Ma, la cosa peggiore, era che, per un millesimo di secondo, aveva lasciato che i propri occhi contemplassero le labbra di Scorpius. Malfoy aveva ottenuto ciò che voleva: aveva tratto in inganno il suo orgoglio. Perché avrebbe dovuto dire una cosa del genere se non per mettere in evidenza la facilità con cui poteva intimidirla? Sì, doveva trattarsi di questo. Anche perché non le venivano in mente altre valide ragioni.
-Dove ne hai visto uno?- chiese Hugo con curiosità.
E, prima di poter collegare il cervello alla bocca, rispose –Al negozio di Diagon Alley, quello in cui si vendono gli ingredienti per le pozioni-
-Cosa?- domandò Rose, sconcertata –Quando? Io, Reg e Albus siamo stati lì ma non lo abbiamo visto-
 
-Ah…no, l’ho visto in una via traversa- mentì. Ma dove diamine ce l’aveva la testa? Beh, era ovvio.
 
-Nel negozio abbiamo visto Malfoy- disse Rose e Reg, vicino a lei, fece una smorfia. Lily si irrigidì, questa conversazione stava iniziando a non piacerle. –Lavorava lì. Tu lo hai visto, Lily?-
-No- mentì –Mi ha servito la signora di sempre-
-Che strano- rifletté Rose –Perché avevo capito che gli avessero lasciato in custodia il negozio per tutto il giorno-
-Forse la padrona è ritornata- rispose Lily, cercando di sembrare convincente.
-Può essere-
Reg arricciò il naso –Chissà quale persona con le rotelle a posto lascerebbe il proprio negozio a Malfoy. E’ un’idiozia-
-Inoltre- aggiunse Albus –Che cosa faceva lì, lavorava?-
-Ho sentito la Parkinson dire che ha ottenuto il lavoro grazie a delle referenze da parte del professor Lumacorno-
-Sì, però pensaci un attimo, Rose- insisté Reg –Perché, tra tutte le persone, ha scelto Malfoy? E perché lui ha scelto proprio quel negozio? Secondo me sta tramando qualcosa, magari vuole rubare degli ingredienti per fare una pozione pericolosa-
Rose alzò gli occhi al cielo –Ne dubito. Forse gli interessa solo lavorare in un posto che ha a che fare con le pozioni-
-O magari- suggerì Reg, ammiccando nella direzione di Albus, come a fare intendere che i due fossero d’accordo e che ne avessero parlato in più di un’occasione –Sta cercando di unire dei nuovi Mangiamorte per attaccare il Ministero, proprio come avevano fatto suo padre e suo nonno-
-Oh, per favore. Voi credete davvero ad una cosa del genere?-
-Malfoy non è un Mangiamorte- disse Lily, rendendosi conto ancora una volta di aver parlato senza pensare. Ma, in quel caso, non riuscì ad evitarlo.
Tutti gli occhi si puntarono su di lei. Rose sembrava la più sconcertata di tutti, ma aveva ragione dopo tutto ciò che Lily le aveva fatto passare l’anno prima –Non eri tu quella che diceva che lo è?-
-Beh sì, ma non credo che lo sia davvero- poi, decise che era il caso di mentire o le sue affermazioni sarebbero potute sembrare equivoche –Malfoy non è sufficientemente intelligente per unire un gruppo di seguaci-
-Però anche suo padre e suo nonno non lo erano, eppure sono stati Mangiamorte- insisté Albus, sicuro -Lo ha detto papà-

 
Lily stava entrando nel panico, ma sua cugina Rose intervenne al posto suo –No, credo che Lily abbia ragione. Malfoy parla tanto, ma dubito che possa davvero diventare un Mangiamorte-
-Vuoi dire che non ha il coraggio di fare niente?- domandò Reg.
-No- si corresse Rose –Voglio dire che non sembra sufficientemente malvagio-
-Ma anche tu lo hai sentito chiamare “mezzosangue” le persone, Rose!- esclamò Al, indignato.
-O forse- disse Lily, infastidita –Qualcuno lo ha spinto ad essere com’è ora. Magari non è sempre stato così idiota, forse qualcuno è stato ingiusto con lui senza motivo-
-Questo è ridicolo!- disse Reg –Malfoy, da quanto mi ricordo io, è sempre stato un idiota. Vero, Al?-
Albus esitò un istante –Certo…- poi puntò i suoi occhi su Lily, come se volesse capire cosa ne sapesse lei. Se Albus stava pensando all’incidente sul treno, Lily non poteva saperlo, ma sembrava stesse riflettendo sulle sue parole.
-Visto, Rose? Albus è d’accordo con me-
La conversazione finì così e, cercando una scusa convincente, si alzò e si sistemò la divisa con le dita, per poi uscire dallo scompartimento. Una volta in corridoio, inspirò profondamente e chiuse gli occhi. Quando iniziò a ritrovare la serenità perduta, qualcuno le andò addosso.
-Levati di mezzo!- gridò una voce femminile.
Lily aprì i suoi occhi color cioccolato e guardò la sua interlocutrice, una ragazza di Serpeverde che stava sempre vicino a Malfoy –Scusami?-
-Mi hai sentita, Potter. Levati-
-Temo di non poterlo fare a meno che tu non usi le parole magiche. Se non le conosci, ti darò un indizio. Iniziano con “per” e finiscono con “favore”-
La ragazza la ignorò e proseguì, dandole un colpo per farsi spazio. Lily si voltò, massaggiandosi la spalla dolorante e camminò verso la direzione opposta presa da quella serpe. Se c’era una cosa che odiava, era la propria struttura fisica, era sempre stata piccola e minuta. Comunque, non si poteva lamentare, dato che sapeva difendersi benissimo.

 
Ad un tratto sentì la voce di Malfoy, proveniva da uno scompartimento e qualcosa sembrò accendersi nella sua testa. Decise che gli avrebbe dimostrato che le sue parole non le avevano fatto nessun effetto. Aprì la porta e tutti la fissarono, ammutolendosi all’istante. Gli occhi di Lily si incrociarono con quelli di Malfoy e qualcosa in fondo al suo stomaco sembrò torcersi, dandole una leggera sensazione di nausea.
Malfoy rimase sdraiato, occupava due posti e aveva la testa appoggiata alle gambe di Peony Parkinson, che con un sorriso compiaciuto gli accarezzava i capelli biondi. Malfoy la guardò intensamente e Lily ricambiò, finché un altro ragazzo dello scompartimento non attirò la sua attenzione –La piccola Potter? Ti sei persa piccola Potter?-
-Non chiamarmi così- sibilò Lily, irritata.
-Perché piccola Potter? Ti metti a piangere se non la smetto? Chiamerai tuo fratello maggiore James per farti proteggere? Ops…ma James Potter non c’è!-
-Questo non è uno scompartimento per i perdenti, Potter- disse Peony.
-Ero convinta che lo fosse, dato che ci sei tu, Parkinson- replicò, fredda, sostenendo lo sguardo della ragazza, anche se sentiva su di sé gli occhi di Malfoy, che da quando era entrata non l’avevano lasciata nemmeno per un istante.
-Che cosa hai detto, Potter?- sibilò Peony, senza muoversi, dato che continuava ad accarezzare i capelli di Malfoy, che continuava a rimanere appoggiato a lei.
-Che c’è? Hai anche problemi di udito adesso?-
L’altro ragazzo si mise in piedi, prendendo la bacchetta e puntandola contro di lei –Ti credi importante, come tuo fratello, vero piccola Potter? Ma lui adesso non è qui per farti da guardia del corpo-
 
Lily pensò che se l’avesse chiamata ancora “piccola Potter” si sarebbe trovato al San Mungo –Io non ho bisogno di guardie del corpo, a differenza di certe persone- disse l’ultima parte lanciando un’occhiata a Malfoy –Non ho bisogno della protezione di mio fratello-
Il ragazzo iniziò ad agitare la bacchetta, ma la voce calma e apatica di Scorpius e un suo gesto languido della mano lo fermò –Andiamo, Montagne. Lasciamo perdere per questa volta. Non vale la pena avere problemi per qualcuno come lei-
-Non ho bisogno che tu intervenga al posto mio, Malfoy- lo interruppe
–Tu sei anche peggio di loro. Non devi farmi favori- e, senza aggiungere altro, se ne andò, chiudendo la porta dello scompartimento con più forza del necessario.
Peony fece una smorfia di disgusto –Chissà chi si crede di essere quella lì. E tutto per il suo stupido cognome. Schifosa mezzosangue-
Malfoy, ancora sdraiato e con la testa sulle sue gambe, le scostò la mano con poca delicatezza e fece in modo che lei smettesse di accarezzargli i capelli, poi si mise seduto –Toglimi le mani di dosso- sibilò, con voce fredda.
Peony, sorpresa, disse –Scorpius…?-
Ma lui la ignorò e si raddrizzò, puntando gli occhi sulla finestra e sul paesaggio che a poco a poco iniziava a sparire. Presto sarebbero arrivati ad Hogwarts.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Niente da aggiungere. ***


Niente da aggiungere
 
Stava martoriando la propria bistecca spietatamente, lo sapeva. E lo faceva perché si immaginava che nel piatto ci fosse il volto di Malfoy. Rose la osservava, perplessa e preoccupata. Lily sentiva lo sguardo della cugina su di sé, ma non le importava. Era infastidita. No. Non era infastidita. Era furiosa! Avrebbe potuto cruciare chiunque le desse fastidio in quel momento e se fosse stato Malfoy non le sarebbe dispiaciuto affatto. O qualunque altro idiota che aveva diviso lo scompartimento con lui. Inclusa Peony Parkinson. Soprattutto Peony Parkinson.
-Ehm…Lily? Stai bene?-
-Sì, perché?- domandò, smembrando un altro pezzo di carne. Idiota. Idiota. Idiota.
Rose esitò un secondo prima di rispondere. Sua cugina sembrava particolarmente arrabbiata con la propria cena –Perché fai un po’ paura…stavo scherzando!- si affrettò ad aggiungere, visto l’occhiata che le lanciò Lily –Non hai mangiato niente, è da un’ora che fai a pezzi il tuo cibo. È successo qualcosa?-
-NO. NIENTE- grugnì, torcendo un’altra volta il coltello. Che diamine credeva di fare? Lei non aveva bisogno dei suoi favori, non doveva intervenire al posto suo. Lei non aveva bisogno di niente! Niente, niente, niente. NIENTE. Lui doveva rimanere al suo posto.
-Non mi sembra che non sia successo nulla- disse Rose cautamente.
-NIENTE!- ripeté, questa volta a voce alta e qualche Grifondoro si voltò verso di lei, tra cui un paio del primo anno.
-Lily, stai spaventando tutti quelli del primo anno- la ammonì –Potresti calmarti, per favore?-
Sbuffò –Sì…mi dispiace-
-Dammi il coltello- ordinò Rose.
Esitò qualche istante, ma poi cedette –Tieni-
-E ora dimmi che ti succede-
Lily aggrottò le sopracciglia –Assomigli un po’ troppo a tua madre, te l’hanno mai detto?-
-Sì, beh, anche tu hai gli stessi attacchi di rabbia dei tuoi-
Lily arrossì, ricordando zio Ron e zia Hermione raccontare un episodio in cui suo padre si era arrabbiato tantissimo, prima del loro quinto anno ad Hogwarts, perché lo avevano tenuto all’oscuro della formazione dell’Ordine della Fenice. Zia Hermione si stava per mettere a piangere per il modo in cui aveva gridato. Sua madre, invece, si arrabbiava spesso, soprattutto con James.
-Mi sembra giusto- concesse, sorridendo un pochino.
-Allora?- insisté Rose.
-Non è niente- ripeté, dato che Hugo stava ascoltando la conversazione. Rose notò la cosa e abbassò la voce, in modo tale che sentisse solo lei.
-Traduzione: Malfoy ha fatto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare-
Malfoy non aveva questo effetto su di lei. Però era di cattivo umore –Malfoy è Malfoy-
-E naturalmente ha fatto qualcosa per darti fastidio-
-Ovvio. Sembra che sia il suo hobby preferito-
-Ignoralo- suggerì Rose, saggiamente e con calma.
Lily pensò che fosse facile da dire, ma difficile da mettere in pratica –Sì, certo. Ho un’idea. Perché non provi a congelare l’inferno? Tieni, ti presto la mia bacchetta se vuoi-
Rose non sembrò apprezzare la battuta, perché le lanciò un’occhiata di rimprovero che indusse Lily ad abbassare la bacchetta
–Se non puoi ignorarlo, vuol dire che il problema sei tu, non Malfoy-
-A me non importa niente di Malfoy, Rose-
-Allora l’anno scorso non eri tu che parlavi di lui invece di studiare?-
-Della possibilità che potesse essere un Mangiamorte- replicò.
-Non fa differenza-
-Certo che fa differenza, Rose! Un conto è essere ossessionata da Malfoy, come la Parkinson, un conto è voler scoprire se sta tramando qualcosa come prendere il castello e piantare un Marchio Nero sul tetto-
Rose la ignorò –E ora dici con sicurezza che lui non è un Mangiamorte-
-Ho cambiato opinione-
-E qual è la ragione, se posso saperlo? Perché io sono arrivata al punto in cui eri ossessionata con questa teoria-
-Ossessionata è una parola un po’ forte…-
-Usa quella che vuoi, Lily, non è questo il punto-
-Può essere che io abbia rubato il mantello a James, la Mappa del Malandrino e che lo abbia seguito- mormorò, ma Rose sentì ogni singola parola.
Rose inarcò le sopracciglia –E questo non significa essere ossessionati?-
-No. Come ti ho già detto, credevo stesse tramando qualcosa-
-E non stava tramando niente?-
-No- ammise a denti stretti –Stava solo…facendo delle cose-
-Facendo delle cose? Sii più specifica-
-Guardando dei ricordi-
-Ricordi?- domandò Rose, con curiosità.
-Sì, sai, aveva uno di quei cosi…un Pensatoio e una fiala piena di ricordi e io non ho potuto evitarlo-
-Lily, non mi dire che hai visto tutti i suoi ricordi!-
-Tecnicamente, non erano tutti suoi- l’espressione di sua cugina le fece capire che come scusa non valeva molto –O comunque non lo erano fino a quando non sono stata scoperta-
-Ti ha scoperta?!-
-Il mantello mi è scivolato dalle spalle-
-E che ha fatto?-
-Era furioso. Beh, all’inizio lo era. Poi sembrava solo preoccupato per ciò che potevo aver visto. Mi ha chiesto quanto avessi visto- disse, facendo spallucce. Aveva recuperato l’appetito.
-E hai visto qualcosa che non avresti dovuto vedere?-
Lily le raccontò un po’ tutti i ricordi, omettendo l’ultimo, dato che nessuno sapeva cosa fosse accaduto nella Foresta Proibita
–Solo questo-
-Beh questo spiega il tuo commento sul treno. E James a volte può essere davvero stupido. Ma in ogni modo…tuo padre ti ha raccontato le cose orribili che sono successe quando…sai…-
Lily alzò gli occhi al cielo –Non esiste più, Rose. Il suo nome era Voldemort, puoi dirlo-
-Sì, Voldemort. Sei sicura di non aver visto altro?-
-In realtà, c’è un altro ricordo…- confessò finalmente, con le gote leggermente arrossate –E ammetto che con il resto non c’entrava molto, ma non credo significhi davvero qualcosa-
-Un ricordo? Di Malfoy o di suo padre?-
-Di Malfoy. E c’ero anch’io…- aggiunse a bassa voce, odiando l’espressione di sua cugina –Di quando ci hanno messo in castigo e siamo andati nella Foresta Proibita-
-Che è successo nel bosco?-
Il ricordo di lui contro di lei, del suo respiro caldo sul suo orecchio, del profumo di zenzero, pergamena e liquirizia, la fece sentire subito a disagio –Ecco…Malfoy mi ha trascinato via dal sentiero del bosco. Ha sentito il Lupo Mannaro prima che arrivasse, io no. E nemmeno i centauri l’hanno sentito, dato che non sono stati loro a salvarmi-
Gli occhi di Rose si aprirono leggermente –Malfoy ti ha salvato?!-
Lily la fulminò con lo sguardo, dato che Albus, Reg e Hugo si erano voltati a guardarle –Malfoy non mi ha salvato- borbottò a bassa voce. L’idea era semplicemente patetica, visto che lei era niente di meno che la figlia del bambino sopravvissuto! Il pensiero che Scorpius Malfoy l’avesse salvata era semplicemente ridicolo e irrisorio, visti i rapporti tra i loro padri ai tempi di Hogwarts.
-Ma non sei stata tu a dirlo?- sbuffò Rose.
-No, non ho detto questo. Non con queste parole e mi rifiuto di farlo-
-Cielo, sei più simile a zio Harry di quanto pensi, vero?-
-Parla Rose “io so tutto perché ho letto tutti i libri del mondo” Weasley, figlia di Hermione Granger-
-Io non ho mai detto così!- rispose Rose, indignata.
-E io non ho mai detto che Malfoy mi ha salvato la vita. Ho solo precisato che non sono stati i centauri-
-Che è la stessa cosa-
-Sì, ma non è uscito niente del genere dalla mia bocca-
-Bene, fai come vuoi, Lily. Ne hai parlato con lui?-
Lily si irrigidì –Perché dovrei parlare con Malfoy? Sarebbe più produttivo discutere della pace mondiale con Peeves-
-Lily…-
-Mi ha detto che l’ha fatto per salvare se stesso!- confessò, digrignando i denti –E non mi sorprende, dato che è una canaglia, un codardo e…-
-Non credi a queste cose- sussurrò Rose, in un sospiro.
-No- concesse Lily, anche se a fatica -Poteva lasciarmi come pasto al Lupo Mannaro, ma non l’ha fatto. In ogni modo…non significa niente-
-Non hai pensato che forse gli piaci?- suggerì, come se fosse qualcosa di ovvio. Lily pensò che sua cugina avesse perso la testa e che fosse pronta per andare al San Mungo.
-Sì, certo. Sono la persona che preferisce- rispose, con sarcasmo –Devo essere nella lista dopo i sangue sporco, gli Ippogrifo, gli elfi domestici e James-
-Sto dicendo sul serio-
-Anche io, Rose. Il giorno in cui Malfoy mi troverà anche solo lontanamente attraente, i Dissennatori distribuiranno baci, abbracci e felicità alla gente-
-Bene- disse Rose, infastidita, alzandosi –Allora forse dovresti sapere che Malfoy ti sta guardando e che ha gli occhi puntati su di te da più di quindici minuti-
Lily si voltò solo per avere la conferma che sua cugina aveva ragione. Malfoy la stava osservando con i suoi occhi grigi. Piccata, gli diede le spalle –I Dissennatori sono Dissennatori, Rose. Saranno sempre sgradevoli- non sapeva se stesse parlando dei Dissennatori o di Malfoy –Questo non cambia nulla. Infatti, posso sentire la felicità andarsene dal mio corpo in questo momento- aggiunse, riferendosi al fatto che Malfoy continuasse a guardarla.
Rose se ne andò, lasciandola sola coi suoi pensieri e con uno sguardo fisso sulla propria schiena. Scosse la testa e sbuffò.
La teoria di sua cugina era semplicemente assurda.
Malfoy non sarebbe mai cambiato.
E questo bastava.
Non c’era niente da aggiungere.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Costellazioni. ***


Costellazioni
 
Lily camminava per i corridoi esaminando l’orario che le aveva dato la professoressa Marchand. La prima lezione sarebbe stata Storia della Magia col professor Binns, una noia mortale. Salì per le scale, ma quelle iniziarono a muoversi e si ritrovò in un corridoio del castello che non aveva niente a che fare con l’aula che avrebbe dovuto raggiungere. Iniziò a camminare, girò a destra e passò accanto ad un gruppetto di ragazze che stavano parlando del ragazzo che era diventato Capo Scuola quell’anno; sembravano molto emozionate. Lily alzò gli occhi al cielo, chiedendosi se anche lei fosse stata così al suo primo anno. Sperava proprio di no. Proseguì per il suo cammino.
O almeno ci provò, dato la voce del Capo Scuola, niente di meno di Scorpius Hyperion Malfoy, la chiamò –Ehi, Potter!-
Fantastico. Pensò Lily, accelerando il passo e fingendo di leggere il proprio orario. Malfoy, però, la raggiunse –Che cosa vuoi, Malfoy? Non ho tempo, sono in ritardo-
-Per cosa?- chiese, rubandole il foglio con gli orari ed esaminandolo con un sopracciglio inarcato.
-Storia della Magia- rispose, riprendendosi il foglio –E levati di mezzo, arriverò tardi per colpa tua-
Malfoy accelerò il passo e si posizionò davanti a lei. Lily cercò di superarlo, ma lui si mosse, facendo in modo che la rossa non avesse possibilità di avanzare. Quando Lily andava a sinistra, lui faceva lo stesso. Un gran sorriso arrogante spuntò sul suo volto –Arriverai tardi lo stesso-
-No, ho ancora tempo- insisté –A meno che, ovviamente, io non debba avere a che fare con persone insopportabili-
-Temo, Potter, che proseguendo per questa direzione arriverai ad una lezione del primo anno di Incantesimi. Comunque credo che tu faccia bene ad unirti a loro, ne hai bisogno- disse, compiaciuto.
Lily si voltò e iniziò a camminare verso la direzione opposta, i ragazzi del primo anno guardavano la scena, divertiti, mentre le ragazze sembravano piuttosto irritate. Malfoy, naturalmente, la seguì e si ritrovò accanto a lei in pochi passi –Nemmeno un grazie, Potter?-
-Il tuo ego non ne ha bisogno, Malfoy- stava iniziando ad infastidirsi. Perché quel ragazzo doveva sempre rovinarle le giornate? E perché appariva sempre nei momenti meno opportuni?
-No, però gli farebbe molto piacere- asserì.
-Vattene- disse, mordace, camminando a testa alta e coi capelli rossi e lunghi che ondeggiavano sulle spalle, mentre teneva i libri stretti al petto.
-In questo caso è una fortuna che tu mi abbia trovato, Potter. Io credevo che dopo cinque anni ad Hogwarts avessi imparato a trovare le aule-
-E io credevo che la tua divisa non sarebbe riuscita a trattenere il tuo ego, eppure siamo qui e la divisa ti sta benissimo-
-Era un complimento, Potter?- domandò, con le sopracciglia inarcate e con un sorriso divertito e arrogante sulle labbra.
-E’ un “sparisci dalla mia vista”, Malfoy- puntualizzò –Inoltre, non dovresti fluttuare per i corridoi e nutrirti della felicità della gente? Questo posto è fin troppo freddo e triste-
Malfoy fece una smorfia –Ah, ah. Sei divertente, Potter, non è vero?- ironizzò –Mi chiedo quanto dureresti di fronte ad uno vero, o magari inizieresti a tremare come hai fatto con il Lupo Mannaro-
Lily si fermò di botto, con le gote leggermente arrossate dalla frustrazione –Mettiamo le cose in chiaro, Malfoy. Io non tremavo-
-No, Potter. Sei stata molto coraggiosa- mormorò, in una smorfia divertita.
-Non sono io quella che è perseguitata dal ricordo e che deve toglierselo dalla testa per metterlo in un Pensatoio- poté notare che, dopo queste parole, lo sguardo di Malfoy cambiò. Per un secondo, il biondo rimase basito, senza risposte mordaci o sarcastiche con cui replicare. Approfittando della situazione, si rivolse ad un ragazzo che conosceva –Evan!- Evan Macmillan si voltò e un ampio sorriso gli si dipinse sulla faccia.
-Lily! Sei in ritardo per la lezione anche tu?-
-Sì- e lanciò un’occhiata infastidita a Malfoy, che se ne rimaneva lì, con gli occhi grigi puntati su di lei –Vieni, andiamo insieme. Forse Binns non ci farà caso se siamo in due-
-Sì, va bene. Fico- e i due si avviarono verso l’aula di Storia della Magia, lasciando Scorpius lì, ancora fermo in mezzo al corridoio.
-Malfoy ti stava dando fastidio?- chiese Evan, girandosi di poco e notando che Malfoy la stava ancora guardando.
Lily parlò molto forte, così che il biondo la sentisse –Ignoralo, Malfoy è arrivato qui per potersi nutrire della felicità e della speranza delle persone, ma adesso è irritato perché non ha ottenuto quello che voleva e gli tocca tornare al covo da cui è arrivato-
-Che?- chiese Macmillan.
Lily sorrise –Niente, niente- poi svoltarono l’angolo, mentre Scorpius rimase ancora lì, digrignando i denti.
Il gruppo di ragazze del primo anno gli si avvicinò –E’ una maleducata, vero? Non dovrebbe trattarti così-
-Non avete di meglio da fare?- borbottò –Andate in classe- poi se ne andò anche lui, lasciando le ragazze del primo anno ferite, confuse e disarmate.
Sbuffando, arrivò alla sala comune di Serpeverde. Una volta dentro, si trascinò fino ad una poltrona e si lasciò cadere, appoggiando i piedi sul tavolino di fronte a sé e puntando gli occhi sul soffitto, illuminato da una luce verde. Mettendo la mano nella tasca, prese il Boccino con cui giocava ogni volta che era nervoso o frustrato. Non sono io quella che è perseguitata dal ricordo e che deve toglierselo dalla testa per metterlo in un Pensatoio. Quella dannata Potter. Come aveva osato insinuare una cosa del genere? Digrignò i denti afferrando saldamente il Boccino, per poi lasciarlo ancora una volta.
La odiava; ogni centimetro, ogni capello rosso, ogni lentiggine, ogni parola uscita dalla sua bocca di sangue impuro. La odiava ogni volta che puntava i suoi occhi color cioccolato su di lui e ogni volta che si rivolgeva alla sua persona. Però, in cima a tutto, odiava il fatto di non essere capace di odiarla davvero, come avrebbe dovuto. No. Voleva odiarla, doveva odiarla. Perché lei era una sangue impuro, Grifondoro, Potter/Weasley e aveva in sé tutto ciò che lui rifiutava e che gli faceva schifo sin dalla nascita. Lei era un leone, rosso e oro e lui era un serpente, verde e argento e anche se doveva odiarla (e Merlino sapeva che ci aveva provato! Dio! Se ci aveva provato!) con ogni gene Malfoy presente nel proprio corpo, con ogni globulo rosso o bianco di sangue magico puro, non ci riusciva. Non poteva odiarla. Non del tutto.
Allora odiava se stesso, perché come Malfoy e sangue puro era un disastro. Perché la desiderava, ogni dannata volta che la vedeva. E non poteva evitarlo. Così come non poteva evitare di provocarla solo per vedere accendersi la fiamma dentro ai suoi caldi e intensi occhi scuri, solo per vedere l’ardore sulle sue guance, il sangue ribollire sotto la sua pelle candida e si rendeva conto di volerla sempre di più. Si spaventava quando si accorgeva di pensare che ora per lui il sangue che correva sotto la sua pelle…la sua pelle bellissima che lo tentava sempre, come a chiedergli di essere accarezzata…non gli interessava più. Perché lui non voleva il suo sangue, Scorpius voleva Lily.
Voleva la piccola e apparentemente fragile Lily Luna Potter. Con i capelli del colore del fuoco e con le lentiggini appena visibili sul viso, sul collo, che scomparivano sotto la maglietta. Gli facevano venire voglia di scoprire se fossero anche sulle spalle, sulla schiena…magari formavano della meravigliose costellazioni che Scorpius avrebbe percorso con le labbra…le avrebbe baciate ad una ad una. Ovviamente, solo col suo permesso. Ma era ovvio che lei non aveva alcun interesse nei suoi confronti. Aveva fatto di tutto per farle credere che la odiasse, per togliersela dalla testa, ma aveva finito col pensare costantemente a lei, cercando di eliminare per sempre ogni centimetro o dettaglio della sua esistenza, ma era stato tutto inutile.
Lei era lì, sempre lì, in ogni lato, in ogni angolo, come un eterno ricordo ridondante. Ma sapeva che non andava bene, che non era giusto ciò che provava.
Infatti, si limitava ad osservarla da una distanza di sicurezza, per vederla sorridere e battere le sue lunghe e spesse ciglia, ma Lily non conosceva l’effetto che aveva su di lui. Quella ragazza non si rendeva conto che i suoi occhi e le sue parole avevano più efficacia della Maledizione Imperio. Non sembrava accorgersi del fatto che con un semplice battito di ciglia, aveva il mondo ai suoi piedi. E Scorpius non era di certo immune al suo fascino. Era solo un altro di tutti gli altri, era solo una lentiggine in più sul suo corpo. E questo era il pensiero che gli causava più irritazione di tutti. Lui era un Malfoy, e i Malfoy ispiravano ad essere perlomeno eccezionali, non si conformavano alla massa. Non era naturale.
In ogni modo, Scorpius Hyperion Malfoy conosceva i propri limiti. Non poteva ottenere tutto ciò che desiderava. Lei era il suo desiderio più sbagliato, il desiderio che di sicuro non avrebbe mai soddisfatto. Anche perché lui non le aveva mai dimostrato qualcosa, si era sempre comportato freddamente, facendole credere di non avere sentimenti. Mentre lei agiva di cuore, in ogni occasione. Malfoy, invece, doveva fare onore al proprio nome, non poteva permettersi distrazioni.
-Non dovresti fare la ronda e vigilare i corridoi?-
Malfoy abbassò lo sguardo alla sala comune, raddrizzandosi e afferrando il Boccino D’Oro con una mano, passando l’altra tra i capelli –Non ricordo di averti nominato come mio segretario, Zabini- disse.
-Infatti non lo sono, Malfoy- sibilò in tono ammonitore, facendogli capire che non aveva apprezzato la battuta –E comunque qualcuno deve farti tenere a mente le tue priorità. Passi il tempo qui, a non fare niente, o con quella sangue impuro, tanto da dimenticarti quali sono i tuoi doveri verso i Serpeverde-
Malfoy fece una smorfia e si alzò –Forse avresti dovuto prendere tu il mio posto. Tutti sanno che sono anni che hai questa ambizione, Zabini-
-E’ buffo, Malfoy. Molti credono che io sarei meglio di te come leader dei Serpeverde, dato che tu e il tuo nome non significate niente, beh, di sicuro non tra i sangue puro, a meno che non si tenga in considerazione la categoria dei traditori-
Il biondo digrignò i denti e, in un movimento rapido, afferrò Zabini per il colletto della divisa e lo sollevò in aria, per fare in modo che arrivasse alla propria altezza –Se hai qualcosa da dire, fallo. Avanti. Sono tutto orecchie-
-Sai già come la penso e non sono l’unico- sussurrò, senza dare il minimo segno di paura.
Malfoy lo spintonò indietro, così che Zabini sbattesse contro a una delle poltrone per poi sistemarsi la divisa, come se nulla fosse. Scorpius puntò i propri occhi freddi su di lui.
–Forse solo il giorno in cui sarò morto sarai migliore di me, Zabini- si voltò e uscì dalla sala comune.
Afferrò il Boccino, lo mise nella tasca della sua divisa con forza e camminò per i corridoi, senza preoccuparsi della direzione in cui stava andando. Non che gli importasse. Tutto ciò che voleva era rimanere un po’ da solo. Si scontrò con qualcuno e abbassando lo sguardo, notò che si trattava di Lily Potter, ma non era dell’umore adatto. Per questo, si passò una mano tra i capelli e la superò.
Lily rimase lì, in piedi, chiedendosi che diamine gli fosse successo. Perché ciò che era appena accaduto, anche se non riusciva a capire di cosa si fosse trattato, non era normale.
Non era assolutamente normale.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capo scuola. ***


Capo Scuola
 
-Guarda lì, c’è Potter- sibilò Peony Parkinson con disdegno, osservando la  rossa camminare mano nella mano con un ragazzo di Tassorosso che, se si ricordava bene, doveva chiamarsi Evan Macmillan –Con il suo ultimo trofeo-
-Si annoia facilmente dei ragazzi con cui se la fa, vero?- disse Delphinus Greengrass con disapprovazione e con una smorfia di disgusto.
-Nessuno è all’altezza della figlia del famoso Harry Potter- aggiunse Mathilda Bulstrode, con lo stesso tono utilizzato da Delphinus. Scorpius Malfoy, seduto sull’erba, se ne stava in silenzio con le spalle appoggiate ad un albero, senza dare il minimo segno di voler alzare lo sguardo su Lily e Evan o di avere intenzione di dare retta alle tre ragazze. Tyger e Goyle si limitavano a mangiare i resti della cena che si erano portati fuori. E Zabini, nel loro stesso gruppo, semplicemente rimaneva lì seduto senza dire niente.
-Ho sentito dire che è uscita con quindici ragazzi in un solo anno- disse Peony, arricciando il naso. E aggiunse –Alla volta-
-Non mi sorprende- asserì Mathilda –Io ho sentito di peggio su di lei-
Delphinus aggrottò le sopracciglia –Non capisco. Cos’ha questa Potter di così tanto speciale?-
-Beh, a quanto pare molti ragazzi sono cotti di lei- disse la Parkinson, guardando i quattro maschi insieme a loro, cercando una reazione alle sue parole.
Tyger e Goyle erano molto più interessati al cibo che a Lily Potter. Malfoy continuava a giocare con il suo Boccino D’Oro, senza alzare mai lo sguardo. Zabini, invece, osservava Malfoy con un’espressione di disgusto, ma aveva sentito chiaramente ciò che avevano detto le tre ragazze.
-Tu che ne pensi, Blake?- domandò, guardando Zabini. Anche Delphinus e Mathilta lo osservavano con curiosità, volendo sapere la sua risposta.
-Mi dispiace, non posso dirvi cosa la gente possa trovare attraente in una schifosa sangue impuro. Ma forse Scorpius può dirvelo-
Il biondo afferrò il Boccino e puntò i suoi occhi sull’altro, con le sopracciglia inarcate e le labbra tese in una linea –So che ti piacerebbe, Zabini, dato che sembra che tu voglia prendere tutto ciò che mi appartiene; ma no, grazie- concluse, tornando al suo gioco e ignorando l’occhiataccia di Blake.
-Visto?- disse Peony, compiaciuta –A Scorpius non piacerà mai una sangue impuro come Potter-
Zabini continuava a tenere gli occhi fissi sul biondo –Ne sei sicura?-
Malfoy aggrottò le sopracciglia –Per caso sei sordo, Zabini?-
-Allora non ti dà fastidio che quella schifosa sangue impuro abbia la bocca spalmata sulla faccia di Macmillan, giusto?-
Le dita di Scorpius afferrarono più saldamente il Boccino, al punto che le sue nocche divennero bianche, ma nessuno lo notò. Nemmeno Zabini –Per quanto mi riguarda, Potter può fare quello che vuole. Non m’importa. Non sono io quello che continua a parlare di lei- rispose, mordace.
-Però non hai guardato verso di lei nemmeno una volta…qualcuno potrebbe pensare che ti infastidisca vedere Potter con la lingua nella gola di quello lì-
-Direi che questo “qualcuno” avrebbe qualche serio problema mentale- sbuffò, alzandosi in piedi e togliendosi l’erba dalla divisa –Me ne vado-
Peony sembrò davvero delusa –Scorpius, aspetta- così lo raggiunse rapidamente. Non senza lanciare a Zabini un’occhiataccia –Ben fatto, Blake. Non puoi comportarti in modo civile?-
Una volta vicina a Scorpius, che camminava con entrambe le mani nelle tasche, lo prese per un braccio –Non fare caso a Blake, nessuno crede che ti possa interessare una schifosa mezzosangue. Né Mathilda, né tua cugina, né io- disse le ultime due parole con un sorriso e sbattendo le ciglia.
Malfoy la guardò, con un’espressione neutra e poi puntò gli occhi di fronte a sé, del tutto indifferente alla attenzioni della ragazza –Non me ne frega niente- Peony si sentì ferita da queste parole, ma cercò di non darlo a vedere
-Presto Hogwarts finirà e me ne andrò da qui-
-Certo, è il nostro ultimo anno- sussurrò lei, afferrando più saldamente il braccio di Scorpius –E dove andrai dopo?-
-Lontano- borbottò Scorpius, seccamente.
-Ah- Peony esitò, senza sapere come continuare la conversazione –Sembra ieri quando siamo andati al ballo del quarto anno insieme, te lo ricordi?- silenzio -E’ stato meraviglioso- concluse, osservando con la coda dell’occhio il biondo, in attesa di una sua reazione. Niente. Sospirò –Ti mancherà Hogwarts?-
-No-
-Sì, capisco- disse, annuendo –Questa scuola è piena di certe persone che non dovrebbero essere accettate. Come quella Potter, non credi? O la Weasley. Contaminano Hogwarts, mia madre la pensa così. E io sono d’accordo-
Malfoy grugnì e riuscì a rompere il contatto con la Parkinson –Ho delle cose da fare- e poi se ne andò, lasciando lì la ragazza, delusa e frustrata, che ritornò dal resto del gruppo.
-E Scorpius?- chiese Delphinus Greengrass, vedendo che Peony tornava senza suo cugino.
-Ha detto che aveva delle cose da fare- sbuffò, sedendosi sull’erba –Tutto questo è accaduto per colpa tua, Blake. Se la smettessi di dargli fastidio…-
-Dubito che le cose cambierebbero. Tu non gli interessi- la interruppe il moro, acido.
-Blake! Non dire queste cose a Peony!- lo rimproverò Delphinus –Non vedi che le piace Scorpius dal suo primo anno?-
-Che c’è?- domandò il moro, senza un pizzico di compassione. Si alzò –E’ la verità. La Parkinson è troppo per tuo cugino, chiedigli che gusti ha-
-Cosa vorresti dire?- sbuffò la Greengrass, incrociando le braccia.
-Che forse tuo cugino ha dei gusti molto diversi rispetto a quelli che usualmente hanno i sangue puro- borbottò, iniziando a camminare.
Delphinus scosse la testa e diede una pacca affettuosa alla spalla di Peony –Non ci fare caso. E’ geloso. Tutto qui. Inoltre, sono certa che Scorpius non si interesserebbe mai ad una sangue impuro. Sa che la cosa disgusterebbe lo zio Draco e non farebbe mai niente per deluderlo-
-Sì, lo so- mormorò l’amica, concludendo la conversazione. Se le cose fossero andate così per molto tempo ancora, avrebbe dovuto ricorrere al piano B: usare la pozione d’amore nascosta nel baule.
In quel momento, notò Peony, Potter si stava alzando dal posto sotto l’albero che aveva occupato fino a quel momento insieme a Macmillan, poi entrambi si diressero verso il castello, con le mani intrecciate. Peony parlò a voce alta, in modo che Lily sentisse –Oh, guarda un po’ chi c’è! Crede di essere la regina di Hogwarts, non è vero?-
-Non ci fare caso- le sussurrò Evan, stringendole di più la mano, in modo tale che Lily non prendesse la bacchetta –Lo fa di proposito per darti fastidio-
-Lo so- asserì. Arrivarono all’ingresso del castello –E’ solo che…la odio- poi il suo umore migliorò quando Evan la fece fermare in mezzo al corridoio per darle un bacio sulle labbra. E un altro. E un altro ancora. La voce di qualcuno nel corridoio, però, li interruppe.
-Per l’amor del cielo, prendetevi una stanza-
Lily e Evan si separarono e guardarono verso la direzione da cui proveniva la voce, notando che si trattava di Scorpius Malfoy. Se ne stava appoggiato alla parete e giocava col Boccino.
-Che cosa vuoi, Malfoy?- sibilò Lily, sentendo ancora una volta la stretta di Evan attorno alla sua mano. Gli occhi grigi di Malfoy scesero fino al punto di unione dei due, dove le loro mani erano unite.
-Secondo te, Potter? Ho visto la tua la scenetta con MacDonald-
-Macmillan- lo corresse il biondo di Tassorosso.
-Non ricordo di essermi rivolto a te, MacNevin- disse, seccamente, lanciandogli un’occhiata gelida e poi ritornò a guardare Lily –Perché non insegni ai tuoi cagnolini che devono stare al loro posto, Potter?-
-Evan non è il mio…-
-Comunque sia- la interruppe –In quanto Capo Scuola devo fare qualcosa rispetto alla vostra patetica scenetta di prima-
Fu il turno di Lily di interromperlo –E da quando hai deciso di comportarti come tale?-
-Da ora, Potter. Qualche problema? E non mi sembra di aver bisogno del tuo permesso per adempiere ai miei doveri-
-Non ti sei mai preso le tue responsabilità. Non hai mai agito come Capo Scuola… fino ad ora- replicò Lily e l’espressione dura di Malfoy vacillò un istante, ma riuscì a ricomporre subito la maschera di rigidità che indossava.
-Sfortunatamente, Potter, tu e la tua impertinenza dovete essere punite. E dato che sono Capo Scuola- ripeté, mostrando la targhetta –E la vostra condotta è a dir poco inappropriata, 20 punti in meno a Grifondoro e altri 20 per Tassorosso-
-Che cosa?! Non puoi farlo!- disse Evan, arrabbiato.
Malfoy inarcò le sopracciglia, divertito –Certo che posso, McManus. E dato che la tua faccia mi fa venire il voltastomaco, altri 30 punti in meno per Tassorosso-
-Macmillan- borbottò l’altro a denti stretti.
-Altri cinque. Vuoi continuare? Perché personalmente potrei andare avanti per tutto il giorno. Qualcosa da aggiungere, Potter?- si rivolse a Lily con un sorriso arrogante che gli incurvava le labbra.
Lily gli lanciò un’occhiataccia, prese Evan per mano e lo trascinò via –Vieni, andiamocene Evan. Non ne vale la pena. Malfoy è amareggiato perché nessuno lo bacia. Probabilmente hanno tutte paura che assorba le loro anime-
Detto questo se ne andò, col ragazzo di Tassorosso. Malfoy aggrottò le sopracciglia e a voce alta esclamò –Questi sono altri 10 punti in meno per Grifondoro, Potter!- ma Lily lo ignorò e continuò a camminare con Evan, che sembrava piuttosto giù di morale.
-Vado in sala comune- borbottò, lasciandole la mano.
Lily gliela prese un’altra volta –Pensavo che avremmo passato tutto il giorno insieme-
-Sì, ma non sono dell’umore adatto. Sai, non è un bene per la mia casa. Tassorosso, a differenza di Grifondoro, non può permettersi il lusso di perdere punti. Noi non abbiamo i “prodigiosi figli del famoso Harry Potter”-
-E questo cosa dovrebbe significare?- sussurrò Lily. Non poteva credere a ciò che aveva appena sentito, non da Evan –Non cercare di dare la colpa a me-
-Beh, non sono io quello ha attirato la sua attenzione. Malfoy non sapeva il mio nome, ma il tuo lo conosceva perfettamente-
-Allora è colpa mia se Malfoy è un idiota solo perché mi chiamo “Potter”?-
-Sì, ecco…Malfoy non ci ha dato fastidio a causa mia, questo è sicuro. Inoltre a te non ha tolto così tanti punti-
-Sai che c’è? Credo anch’io di non essere dell’umore adatto- ruppe il contatto con poca delicatezza e, senza aspettare la risposta, girò sui tacchi e se andò. Non aveva voglia di discutere con Evan e non voleva nemmeno incontrare Malfoy, ma lui sarebbe stato di sicuro meglio di Macmillan, visto quello che aveva detto il Tassorosso.
Finalmente arrivò alla sala comune e si andò a sedere sul divanetto di fronte al camino, occupato solo da sua cugina Rose. Si lasciò cadere accanto a lei, che se ne stava seduta con attorno una decina di libri aperti. Lily sbuffò e incrociò le braccia –E’ un idiota-
Rose non alzò nemmeno la testa –Malfoy- disse, riassumendo ogni cosa. Era logico, dato che Lily sembrava essere sempre arrabbiata quando c’era di mezzo Scorpius Malfoy.
-Sì- confermò, dato che in effetti anche lui si era comportato da idiota –Ma no. Si tratta di Evan-
La rossa sbatté le palpebre, confusa e finalmente alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo, incuriosita –Evan? Macmillan? Quello con cui stai uscendo?-
-Sì, Rose. Conosci qualcun altro? Evan. Idiota. Deficiente. Inutile. Evan-
-Che è successo? Pensavo che le cose andassero bene tra voi-
-Anche io. Ma a quanto pare per lui è un problema che io sia una Potter-
-Ha detto così?- Rose aggrottò le sopracciglia.
-Lo ha fatto intendere- sospirò –Ed è stata tutta colpa di Malfoy-
-Ah…Malfoy…- annuì, chiudendo per un istante gli occhi e sorridendo.
Lily guardò sua cugina –Rose, ti avverto- disse, in tono ammonitore –Non sono dell’umore adatto. Non iniziare-
-Va bene. Che è successo?- mise tutti i libri sul tavolo di fronte a loro e si riaccomodò accanto a lei. Lily, come al solito, iniziò a raccontare tutto ciò che era accaduto con Evan e Malfoy.
Rose era indignata –Ti ha detto queste cose?-
-Parola più, parola meno- annuì, senza distogliere gli occhi dalle fiamme del fuoco nel camino.
-Beh, se vuoi la mia opinione, Evan è uno stupido. Però ritornerà in sé e ti chiederà scusa, vedrai-
-Sì…-
-Ne sono sicura, non ti preoccupare- fece una pausa –E…Malfoy si è comportato in questo modo?-
-Rose…-
-Pensaci, Lily! Hai detto che ha tolto più punti ad Evan che a te, secondo te perché l’ha fatto?-
-Perché Evan ha protestato, te l’ho già spiegato- sbuffò. Rose e le sue teorie assurde l’avevano stancata.
-No, perché gli piaci. Ho visto come ti guarda-
-Hai le allucinazioni, Rose Weasley- insisté.
-Bene, non credermi, ma sono convinta al cento per cento di quello che ti ho detto-
-Ovviamente- replicò Lily, sarcastica. Si alzò, dato che non aveva più voglia di ascoltare stupidaggini quel giorno –Vado a letto- aggiunse, per poi dirigersi verso il dormitorio.
Non vedeva l’ora di spegnere un po’ il cervello. Ne aveva bisogno.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Cuore di Strega ***


Cuore di strega
 
La settimana successiva fu impegnativa. Lily fece fatica a concentrarsi durante le lezioni e aveva poco tempo per vedere Evan, specialmente con tutti i compiti che i professori le avevano assegnato. Evan le aveva scritto una bigliettino durante Storia della Magia chiedendole di parlare, ma Lily si era stancata di tutte quelle parole.
 
Malfoy, d’altro canto, aveva continuato a fare il Capo Scuola e venerdì Tassorosso aveva perso tanti punti che la situazione stava diventando semplicemente ridicola. Anche Grifondoro sembrava che ne stesse perdendo una buona quantità, dato che quella serpe sembrava convinto di doverle togliere dei punti ogni volta che la incrociava nei corridoi. Infatti una ragazza una volta, durante la lezione di Pozioni, dopo essersi scontrata con lui, le si era avvicinata per farle capire che nessuno fosse arrabbiata con lei per la faccenda.
 
-Malfoy ce l’ha con te, non è vero?-
 
-Oh…ecco, non credo che sia solo con me- la ragazza, dopo la sua risposta, aveva solo sorriso.
 
-No, ce l’ha proprio con te. Credo che ci sia qualche conto personale in sospeso tra voi due-
 
Ma non mi dire! Pensò Lily, sarcasticamente. Insomma, non c’era nessuna ragione per cui lui doveva avercela con lei, se non per la situazione tra i loro padri quando andavano ad Hogwarts. Non le veniva in mente altro –Credo di sì-
 
-Comunque non capisco perché, sei molto piacevole come persona-
 
Lily arrossì, non sapeva che dire. Dopotutto, era la prima volta che parlava con quella ragazza, così se ne uscì con un –Grazie?- un po’ impacciato.
 
-Sei molto coraggiosa, mio padre mi ha detto che anche tuo padre lo era e io credo che tu gli somigli-
 
Se era possibile, arrossì ancora di più –No, non sono coraggiosa- suo padre aveva sconfitto Voldemort, ma lei che aveva fatto? Si era pietrificata davanti ad un Lupo Mannaro.
 
La ragazza sorrise –Ma certo che lo sei! Ti ho visto difendere molte persone. Penso che si debba essere coraggiosi per affrontare qualcuno come Scorpius Malfoy, non pensi? Io credo che anche lui lo sappia, è per questo che se la prende con te. Perché nessuno lo ha mai trattato come fai tu-
 
Anche Lily sorrise –Beh, la tua teoria è migliore di quella di mia cugina- e porse la mano alla ragazza –Lily Potter-
 
-So chi sei- disse, stringendole la mano -Kayleigh Finnigan-
 
-Oh, sei la sorella di Colin Finnigan? Lui è allo stesso anno di mio fratello Albus, vivono nella stessa stanza di dormitorio dal primo anno-
 
-Sì, Colin è mio fratello- annuì, poi entrambe iniziarono a lavorare sulla pozione che aveva assegnato il professor Lumacorno –Mio padre ha detto che andava a scuola con il tuo. Mia mamma è Babbana, come mio nonno, quindi non sa molto sulla magia-
 
-Oh- annuì Lily, prendendo un bezoar per l’antidoto contro gli avvelenamenti base, mentre Kayleigh strappava delle foglie da un piantina –Sì, ecco…no, aspetta! Non ancora!- cercò di fermarla, ma sfortunatamente non fece in tempo. Il calderone fu l’oggetto di una piccola esplosione e il volto della ragazza divenne tutto nero.
 
-Mi dispiace- si scusò, mentre la classe rideva.
 
-Non c’è problema- disse Lily, dandole una pacca sulla spalla.
 
-Ah, un’altra volta signorina Finnigan? La preside McGranitt mi ha parlato di una certa tendenza della vostra famiglia alla pirotecnica- esclamò Lumacorno, per poi sorridere con giovialità –E’ meglio cha vada a farsi dare una controllata. Signorina Potter, può accompagnarla in infermeria?-
 
-Sì, professore- annuì –Vieni, andiamo- e le due uscirono dall’aula.
 
-Mi dispiace di farti perdere la lezione-
 
-Non ti preoccupare, i vapori mi stavano dando alla testa. E pozioni non è assolutamente la mia materia preferita- sorrise.
 
-Guarda un po’ chi c’è! Potter!- Lily guardò Malfoy in malo modo –Che è successo alle tue sopracciglia, Finnigan?- la ragazza se le toccò, preoccupata –Fammi indovinare. Hanno fatto…BUM!-
 
-Levati di mezzo, Malfoy- gli disse, prendendo Kayleigh per mano e continuando a camminare, superando Malfoy.
 
Il biondo inarcò le sopracciglia, le raggiunse e si mise ancora una volta davanti a loro –Non mi dici nemmeno buongiorno, Potter? Non ti sei stancata di perdere punti?-
 
-Se devi togliermi punti, fallo pure. Però lasciami in pace che dobbiamo andare in infermeria e stai in mezzo ai piedi- Malfoy non disse niente, ma le sue labbra si modificarono in una smorfia irrigidita –Ecco, come pensavo. Ora, spostati- asserì Lily e lo superarono per la seconda volta.
 
-Ehi, Potter! Come va il matrimonio? Siete già alle sedute di coppia o state cercando di riassestare le cose con la magia?-
 
Le guance di Lily divennero rosse per l’indignazione. Quella era la goccia che fece traboccare il vaso della sua pazienza. Lasciò la mano di Kayleigh e si voltò verso il biondo, irritata –Te l’ho già detto, Malfoy, se non vuole baciarti nessuno, non vuol dire che le vite amorose degli altri sono dei disastri-
 
-Che cosa hai detto, Potter?- sibilò, piccato, raggiungendola con tre grandi falcate. Si ritrovò proprio di fronte a lei, a pochi centimetri, ma Lily non rimase intimidita dalla sua figura e non si mosse di un millimetro.
 
-Mi hai sentito-
 
-Credimi, non ho problemi ad ottenere quello che voglio, Potter- disse, a denti stretti, puntando i suoi occhi grigi in quelli color cioccolato di lei, obbligandosi a farli rimanere lì e a non farli scivolare verso il basso, verso le sue labbra, che in quel momento desiderava più ogni altra cosa. Non lo avevano mai tentato così tanto fino a quell’istante.
 
-Credo…- disse, con calma, alzando la testa –Che tu parli più di quanto agisci, Malfoy-
 
-Non mi tentare, Potter- sussurrò, facendo in modo che solo la rossa lo sentisse. Compiaciuto, la vide irrigidirsi e fare un passo indietro. Come un leone che retrocede davanti a un serpente.
 
-Lasciala in pace- Lily uscì dal suo stato di trance quando notò Kayleigh mettersi in mezzo a loro due, con la bacchetta puntata contro di lui. Le gote della minore dei Finnigan adesso erano rosse come pomodori –Sei spregevole. Lily vale venti volte più di te-
 
Malfoy si raddrizzò e inarcò le sopracciglia, divertito –Che farai con quella, Finnigan? Ti farai esplodere la faccia? E’ meglio conservarla finché ti restano ancora un po’ di sopracciglia- la ragazza sembrò esitare, ma alla fine mise a posto la bacchetta –Andiamo, Potter. Certo che te li sai scegliere bene gli amici. E’ a gente come questa qui che ti appoggi?-
 
-Almeno io ho qualcuno a cui importo. Tu chi hai Malfoy? Zabini, Tyger, Goyle? Non credo che farebbero mai qualcosa per salvarti. Vieni, andiamo Kayleigh, Malfoy non ne vale la pena- e se ne andarono verso l’infermeria.
 
-E’ triste però- mormorò la ragazza –Forse è per questo che è così, perché non ha dei veri amici-
 
-Malfoy è così perché è un idiota- borbottò Lily. Però, se doveva essere sincera, si sentiva in colpa per avergli spiattellato la verità in faccia in quel modo. Era stata crudele. In fondo lei era pienamente d’accordo con ciò che aveva detto Kayleigh, ma non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. Doveva in qualche modo auto-convincersi che Malfoy fosse egoista, narcisista, arrogante ed egocentrico, ma non ce la faceva…soprattutto quando le tornava in mente la scena sul treno, quella in cui il biondo aveva offerto la mano a suo fratello Albus e James l’aveva rifiutata al posto suo, insultandolo.
 
-Un’altra volta qui! Cielo! Entra, entra- disse Madama Chips a Kayleigh –Tu aspetta fuori- aggiunse in direzione di Lily, chiudendole la porta dell’infermeria in faccia. Sospirando, decise di aspettare.
 
-Lily?-
 
Alzò lo sguardo, sorprendendosi di vedere il Tassorosso in quello stesso corridoio –Evan? Che ci fai qui?- si sentì immediatamente a disagio.
 
-Il professor Stamp mi ha mandato a cercare una cosa…tu?- sembrava nervoso.
 
-Sono venuta ad accompagnare Kayleigh Finnigan in infermeria- spiegò, rimanendo appoggiata alla parete di pietra del corridoio.
 
-Senti…- Lily sbuffò. Non era né il luogo né il momento, ma sembrava che non ce ne sarebbe mai stato uno migliore, quindi rimase in ascolto –Mi dispiace per tutte le cose che ti ho detto l’altro giorno. Sono stato ingiusto con te. Non è stata colpa tua-
 
-Sì, lo sei stato- Lily aggrottò le sopracciglia.
 
-Lo so. Mi dispiace. E…ecco…se mi perdoni e facciamo tornare tutto come prima?-
 
La rossa esitò un istante, ma annuì e sorrise –Sì, certo- lasciò che Evan le prendesse la mano e le desse un bacio sulle labbra. Quando la porta si aprì, però, si separarono in fretta e Evan se ne andò, dicendole che si sarebbero visti dopo.
 
-Esci con lui, vero?- domandò Kayleigh, che usciva dall’infermeria con due sopracciglia nuove di zecca.
 
Lily avvampò –Sì-
 
-Come pensavo. Sembra che tu gli piaccia molto-
 
-Sì, credo di sì- borbottò, a disagio, ma sforzandosi di sorridere.
 
-Lo ami?-
 
-Io…- lo amava? Le piaceva, sì. E uscivano insieme da diversi mesi. Mesi in cui aveva capito che Evan era un ragazzo dolce e simpatico. Stava bene con lui.
 
Comunque, sapeva che ciò che provava per lui non era minimamente paragonabile a quello che Rose provava per Reg o Albus per Cecil. No. E se doveva essere sincera a volte era un po’ gelosa di sua cugina, perché lei e il suo ragazzo avevano quel tipo di connessione di cui le avevano parlato i suoi genitori. La stessa che aveva sentito Severus Piton verso sua nonna Lily, anche se a senso unico, durante tutta la vita e fino al momento della sua morte. L’unica cosa che suo padre aveva assicurato fosse capace di sconfiggere Voldemort. Era qualcosa che il mago più grande di tutti i tempi non aveva mai compreso o sentito: Amore. Semplice e intenso.
 
E se Lily pensava alla sua relazione con Evan Macmillan, doveva ammettere che quel termine non era adatto a definire ciò che provava per lui, no. Non credeva di essere innamorata di lui, ma non ne era certa, dato che non aveva mai amato nessuno –Non ne sono sicura- rispose così, perché era la pura e semplice verità.
 
Chiacchierando tornarono nelle segrete giusto in tempo per prendere le loro cose e tornare in Sala Grande, ma nel cammino Lily notò che delle ragazze di Serpeverde la guardavano male e bisbigliavano tra di loro; si stupì nel vedere quella stessa scena con un gruppo di ragazze di Corvonero. Finalmente arrivò al tavolo di Grifondoro e, dopo aver presentato Rose a Kayleigh e viceversa, chiese –Ma che succede?-
 
Rose sospirò –Non ci fare caso- ma sembrava che stesse nascondendo qualcosa.
 
Un altro gruppetto di serpi passò accanto a loro e parlarono a voce alta e, Lily pensò, piuttosto insopportabile –Tipico di Potter, vuole solo avere tutte le attenzioni su di sé-
 
Un’altra aggiunse –Non posso crederci. Questa volta si è superata-
 
-Qualcuno dovrebbe mettere al suo posto quella sangue impuro. Ma chi si crede di essere?-
 
Lily aggrottò le sopracciglia. Iniziava a perdere la pazienza. Si rivolse a sua cugina –Rose, ma che…?-
 
-Questo non ti piacerà- disse, rassegnata, dandole una rivista.
 
Lily la prese e guardò il titolo –Hai ragione, Cuore di Strega mi sembra una rivista stupida-
 
-Non quello, Lily. Pagina 12- disse Rose, indicando la rivista.
 
Girò le pagine con disinteresse, fino a che il titolo di un articolo catturò la sua attenzione “I frutti potter non cadono lontano dall’albero” in basso c’era una foto di sua madre e suo padre e vicino a quella ce n’era una piuttosto recente di lei, James e Albus. Lily si chiese da dove l’avessero presa, dato che era stata scattata quell’estate. L’articolo era di Rita Skeeter e questo non prometteva niente di buono. Quella donna scriveva sempre una quantità di bugie che si avvicinavano molto poco alla realtà, ma decise di leggerlo:
 
“A quanto pare, i frutti Potter non sono caduti lontano dall’albero” ci dice Rita Skeeter, che in molte occasioni ha intervistato il mago che sconfisse il temibile Lord Voldemort. “Dai tempi di Hogwarts, dalla sua adolescenza, Harry Potter ha sempre mostrato una tendenza a una patologica ricerca di attenzioni, forse per la mancanza dei genitori dalla prima infanzia” assicura la scrittrice e a quanto pare “I suoi piccoli frutti, gli orgogli di Harry Potter e Ginevra Weasley, non sono tanto diversi dal padre. I tre figli della famosa coppia sono: James Sirius Potter, 19; Albus Severus Potter, 18; e la piccola Lily Luna Potter, 15. Non hanno smesso di dare notizia sin dalla loro nascita, ma era prevedibile” afferma con calma Rita “Che avessero lo stesso desiderio patologico di attirare l’attenzione”.

“Naturalmente” ci dice “I ragazzi sono cresciuti dietro l’ombra di un padre che ha sempre saputo come farsi notare nel mondo magico. E quale modo migliore se non quello di vincere il più grande mago oscuro di tutti i tempi?” scherza Rita Skeeter. “Per questo, i suoi figli sono cresciuti come degli arroganti e convinti di essere i migliori. Il primogenito, James, ha vinto il record di castighi, superando suo padre e addirittura suo nonno; il secondo, Albus, non è stato da meno e non si tira mai indietro quando c’è occasione di infrangere le regole e mettersi nei guai. In ogni modo, la più interessante è la minore dei Potter, la piccola Lily, la favorita di suo padre” ci racconta Rita Skeeter, grande conoscente e amica intima dei Potter.
 
-Sì, certo- borbottò Lily, infastidita, per poi continuare a leggere.
 
“La Signorina Potter ha dimostrato da una giovanissima età di essere molto ambiziosa e di avere un debole per i maghi di sangue puro; debole che nemmeno un ragazzo ha potuto soddisfare. Questa ragazza così ambiziosa, non solo ha giocato coi sentimenti di Evan Macmillan, sangue puro, con cui esce dall’inizio del suo quinto anno ad Hogwarts, ma, da vari anni, ha una storia clandestina con il primogenito della prominente famiglia Malfoy. Il figlio di Draco Malfoy, il quale, per ironia della sorte, è il nemico per eccellenza di Harry Potter ai tempi della scuola: Scorpius Hyperion Malfoy non ha potuto salvarsi dal fascino della minore dei Potter, che lo ha stregato dal suo primo anno ad Hogwarts. Sarà questo l’intento di vendetta della signorina Potter nei confronti di suo padre per averla oscurata durante tutti questi anni? Romperà, la figlia del famoso Harry Potter, il cuore del figlio dell’antico rivale di suo padre? O Scorpius scoprirà in tempo che si tratta solo di un disperato bisogno di attirare l’attenzione? Forse sarà vero amore?”.
 
“Nel frattempo, aspettiamo risposte da voi, care lettrici. Diteci se le cose vanno bene tra questa adorabile, curiosa e tragica coppia di adolescenti innamorati, che cercano solo di essere accettati dalle loro famiglie eternamente in conflitto”.
 
Lily rimase per un altro istante con gli occhi puntati sull’articolo, incapace di assimilare le informazioni. Incapace di distogliere lo sguardo dalla foto di lei e Scorpius a fine pagina, di quella volta in cui avevano bevuto Idromele e poi si erano trovati in corridoio, quando lui le aveva tolto la bacchetta di mano senza il minimo sforzo. Ciò che si vedeva era un alto Scorpius Malfoy che sorrideva con soddisfazione e che se ne stava leggermente incurvato su di lei, che aveva la schiena appoggiata alla parete e le guance arrossate. Una foto che chiaramente dava un’impressione totalmente sbagliata –Cosa…?- era indignata e, stranamente, senza parole. Si sarebbe aspettata molte, molte cose da Rita Skeeter, ma non quella.
 
-Stai bene?- domandò Rose, preoccupata –Non ci fare caso, Lily. Sono solo bugie, tutto il mondo sa che…-
 
-Non ci fare caso?!- esclamò finalmente, indignata –Mi ha fatto fare la figura di una…di una…-
 
-Mangia uomini?- suggerì Rose, pentendosi subito di averlo detto. Specialmente dopo l’occhiataccia di sua cugina.
 
-Peggio, una…mangia Malfoy!- sbuffò –Ci ha fatti sembrare come degli stupidi amanti tragici di una telenovela Babbana. E che vuol dire che voglio vendicarmi di papà uscendo con Malfoy? Io non ho un debole per i puro sangue! Soprattutto non per Scorpius Malfoy! Quell’idiota…sicuramente c’entra qualcosa…-
 
-Non credo che…-
 
-Vedremo!- si alzò e, con la rivista in mano, andò a cercare il biondo ignorando i commenti taglienti e le occhiate di disapprovazione di alcune ragazze.
 
-Oh, c’è Potter-
 
-Sì, non posso credere che abbia il coraggio di andare in giro per il castello come se fosse la padrona-
 
-Malfoy!- lo chiamò, vedendolo a qualche metro di distanza con Tyger e Goyle, entrambi stavano ridendo per qualcosa che aveva detto il biondo. Nel sentirla arrivare, Scorpius sorrise e inarcò le sopracciglia, curioso.
 
-Posso esserti utile, Potter?- chiese, arrogantemente, con le risate di Tyger e Goyle dietro di lui.
 
-Cos’è questo?!- domandò, colpendo con la rivista il petto di Malfoy.
 
Prendendola in mano, Scorpius la guardò con disinteresse –Una rivista, Potter- cercò di ridargliela, ma lei non la prese. Notò che aveva le guance colorate di rosso…ed era bellissima.
 
-Sai a cosa mi riferisco. Quello che dice dentro-
 
Malfoy aggrottò le sopracciglia –Se non l’hai notato, Potter, non trascorro il mio tempo libero a leggere stupide riviste per ragazze-
 
Perdendo la pazienza, la afferrò e l’aprì a pagina 12, per poi mettergliela davanti alla faccia, gli occhi color cioccolato erano accesi di rabbia –Questo-
 
Sbuffando, Scorpius iniziò a leggere. Dopo qualche secondo, il suo sorriso arrogante iniziò a svanire e quando terminò, sembrava più pallido del solito –E credi che io abbia qualcosa a che vedere con questa roba, Potter?-
 
-Sì, lo credo-
 
-Se avessi fatto più attenzione- borbottò –Avresti notato che colpisce più me di te, Potter. Cosa credi che penserà mio padre quando leggerà questa idiozia? Che sono interessato ad una sangue…- si bloccò –A qualcuno come te?-
 
-Dillo- sibilò, a denti stretti –Sono una sangue impuro- Lily notò che la mandibola di Scorpius si irrigidì, ma non disse niente –E non m’importa esserlo-
 
Malfoy sembrò, per la prima volta, piuttosto spaesato. Continuava a tenere la rivista stretta in un pugno –Io non ho niente a che fare con tutto questo. E credimi che non mi fa piacere. Aspetta che mio padre venga a saperlo- avrebbe fatto di sicuro qualcosa per cancellare quell’articolo. O, almeno, lui sperava vivamente che suo padre facesse qualcosa e, in ogni caso, suo nonno avrebbe fatto in modo che quelle parole venissero cancellate dalla faccia della Terra.
 
-Sono sicura che lo disgusterebbe molto- rispose, sarcastica –Vero? Il pensiero del suo prezioso primogenito che esce con la schifosa figlia sangue impuro di Harry Potter-
 
-Già- asserì il biondo, volendo mordersi la lingua nel preciso istante in cui aveva pronunciato quella semplice e dannata parola.
 
-Bene. Assicuragli che non ha niente di cui preoccuparsi, allora. Non uscirei con te nemmeno se dovessi scegliere tra te e un calamaro gigante. Tu mi fai schifo- esclamò, per poi voltarsi e andarsene da lì rapidamente.
 
E Malfoy rimase lì, in piedi, con  quella stupida rivista in mano, guardando i lunghi capelli del colore del fuoco della rossa che ondeggiavano da un lato all’altro, come una fiamma. Fino a che non sparì dalla sua vista.
 
Tyger e Goyle ridevano, ma Malfoy si voltò verso di loro, infastidito e con uno strano nodo al petto –Piantatela- disse, con voce secca, per poi uscire dalla Sala Grande, ma prese la direzione opposta a quella di Lily Potter.
 
Mezz’ora dopo, la rivista bruciava nel cesto della spazzatura della sala comune di Serpeverde.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Piccola insicurezza. ***


Piccola insicurezza
 
Durante la colazione, il tavolo attorno al posto in cui Lily era seduta era pieno di lettere. Lily, che sapeva già cosa dicevano, non aveva la minima voglia di leggere gli insulti delle ragazze che l’accusavano di “aver spezzato il cuore di Scorpius Malfoy” e di “giocare con i sentimenti delle persone” e di un altro mucchio di idiozie. Comunque, Lily non ce l’aveva con le ragazze che le scrivevano certe cose, dato che non avevano colpe per essere nate così stupide e dementi. Perché dovevano credere a tutte le sciocchezze che aveva scritto Rita Skeeter? Nessuno sapeva che quella donna raccontava sempre un sacco di frottole molto lontane dalla realtà?
 
-Non ci posso credere, te ne sono arrivate ancora?- esclamò indignata Rose, prendendone una dalla pila accanto ai cereali.
 
La rossa annuì, completamente disinteressata. Cercò di concentrarsi sul gufo che le aveva portato l’ultima lettera, invece che sui suoi contenuti velenosi. Lily sospettava che le autrici fossero soprattutto le ragazze di Serpeverde.
 
-“Torna al tuo posto, sangue impuro. Scorpius è troppo bello per te”- lesse Rose, accigliata –Sai? Se utilizzassero il loro tempo in cose più utili come studiare- disse a voce alta, in modo che quelle sentissero –Non si preoccuperebbero di scriverti certe cose-
 
Lily diede un altro pezzo di pane tostato al gufo e questo volò via, sparendo dalle finestre della Sala Grande –Non m’importa, Rose. Sono stupidaggini- però le faceva piacere avere l’appoggio di sua cugina –In ogni modo, da quando Malfoy è tanto popolare?- aggiunse, sbuffando.
 
Rose sorrise –Forse lo è sempre stato, ma tu non te ne sei mai accorta-
 
-Sì, certo- borbottò. Comunque doveva ammettere, a costo di suonare come l’odioso vecchio Kreacher che lodava sempre “l’elegante fisionomia dei sangue puro”, che lei stessa aveva definito i suoi tratti piuttosto attraenti, quella volta nella Foresta Proibita. Questo, però, non significava che lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. Soprattutto non davanti a Rose, che continuava a sostenere la sua teoria.
 
La Weasley fece spallucce –Beh, sembra che abbia un gruppetto piuttosto grande di ammiratrici- e allungò la mano per prendere un’altra lettera, sgranò gli occhi, scuotendo la testa –Questa è oltraggiosa!- esclamò, leggendola –“Guardati le spalle, Potter. A qualcuno potrebbe scappare una Maledizione Senza Perdono e molti sono curiosi di sapere se saresti in grado di sopravvivere a un Avada Kedavra come tuo padre”. Devi dirlo alla McGranitt-
 
-Rose, la McGranitt ha già abbastanza cose a cui pensare. Sono solo parole sparate a vanvera- disse, stringendosi nelle spalle.
 
-E se non lo fossero?- chiese, prendendone un’altra, ma per sua sfortuna era stata macchiata da un incantesimo tagliente –Ahi!-
 
-Rose, stai bene?- domandò, osservando il sangue che usciva dal suo dito –Devi andare in infermeria. Fa un po’ impressione-
 
Rose si morse il labbro, annuì e si alzò, in quel momento arrivarono anche Reg e Albus. Reg si avvicinò a lei ed entrambi uscirono dalla Sala Grande. Al si sedette di fronte a sua sorella e guardò la pila di lettere –E’ quella di oggi?-
 
-Sì- borbottò Lily, prendendo la sua bacchetta e agitandola, così che tutte si incendiassero all’istante. –O meglio, era-
 
-Sembra che Rita Skeeter abbia tirato su un polverone! Tu stai bene?-
 
-A parte le 100 lettere di minaccia che ricevo tutti i giorni? Sì, una meraviglia- sbuffò.
 
In quel momento una civetta, Hadelin, quella di Albus, atterrò sul tavolo e suo fratello prese la lettera che portava con sé –Mamma e papà-
 
-Che dice?-
 
-Che ti diseredano dato che esci con Malfoy- scherzò –E che non devi prenderti la briga di tornare a casa. A meno che non li inviti al matrimonio. Papà è “entusiasta” di vedere Draco Malfoy. Lo zio Ron non vede l’ora-
 
Lily gliela strappò dalle mani –Ah, ah. Molto divertente, Al- e cominciò a leggerla. Era breve, ma almeno le fu di conforto sapere che i suoi genitori non credevano ad una parola dell’articolo. Inoltre sua madre stava considerando di fare una visitina a Rita Skeeter per ricordarle di non azzardarsi mai più a scrivere sui suoi figli. Lily non poté evitare di sorridere.
 
-Spero che le lanci la maledizione Mucopipistrelli- disse ad alta voce, compiaciuta, dando la lettera a suo fratello, dato che c’era scritto qualcosa anche per lui.
 
-Scriverò loro più tardi- disse Albus –Hadelin deve essere stanca di volare-
 
-Che farai oggi?- era sabato e avevano il giorno libero.
 
-Starò con Cecil-
 
-Non so perché ma me lo immaginavo- sorrise. Albus passava quasi tutto il suo tempo libero con Cecil.
 
-Chiudi la bocca. E dimmi un po’…Macmillan? Credevo che fosse qui, dato che ti sta sempre appiccicato-
 
-Non lo so- ultimamente la evitava –L’ho visto qualche giorno fa. Mi presti la Mappa del Malandrino?-
 
Albus aggrottò le sopracciglia –Che cos’hai in mente?-
 
-Niente, voglio solo vedere Evan-
 
-Bene, prendi. Ma dammela indietro entro stasera-
 
Lily lo prese e assottigliò lo sguardo –Perché ce l’hai qui con te?—
 
-Così- disse, sistemandosi gli occhiali –Che c’è? Sei diventata come Rose? Non sto architettando niente di strano- si alzò.
 
-Bene. Grazie- annuì e guardò suo fratello uscire dalla Sala Grande.
 
Assicurandosi che nessuno la osservasse, prese la bacchetta e la puntò contro la mappa –Giuro solennemente di non avere buone intenzioni-
 
Le parole “I signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, sono fieri di presentavi la Mappa del Malandrino” comparvero sulla pergamena. Poi, rapidamente, la mappa del castello si disegnò.
 
Non ci mise molto a trovare Evan, stava al primo piano, in uno dei corridoi. Vicino a lui c’era una ragazza: Trecia Davis. Alzandosi, si diresse verso la direzione in cui si trovava il Tassorosso, con la bacchetta tra le dita. Quando arrivò, la scena che le si parò davanti le fece cadere la bacchetta di mano.
 
Il tintinnio provocato dalla bacchetta contro il pavimento fece sì che Evan si staccasse dalla faccia di Trecia Davis. Lei non sembrava molto preoccupata o sorpresa, anzi, non sembrava le importasse di essere stata scoperta a baciare il biondo, che, al contrario della Davis, aveva il viso rosso e sembrava che avesse appena visto un basilisco –Li…Lily…-
 
La rossa si abbassò lentamente e recuperò la bacchetta, con un’espressione rigida e le labbra tese in una linea –Wow. Me ne vado- si voltò, cercando di ignorare la sensazione pungente agli occhi.
 
Evan la raggiunse, prendendola per un braccio, cercando di trattenerla –Aspetta Lily, non è…non…-
 
-Cosa?- sibilò, fredda, puntando i suoi occhi color cioccolato su di lui –Non è cosa? Non è come sembra? Vuoi dirmi che la tua bocca è “accidentalmente” finita su quella della Davis? Risparmiami- tentò di andarsene un’altra volta, ma il Tassorosso sembrava non volerla lasciare in pace.
 
La raggiunse e si mise di fronte a lei –Hai cominciato tu, con Malfoy- poi, ripeté le parole in modo lento e accusatore –Con Malfoy!-
 
Lily inarcò le sopracciglia, continuando a mantenere un’espressione dura –Se sei tanto stupido da credere alle stupidaggini che ha scritto Rita Skeeter, allora non mi prendo nemmeno la briga di risponderti. Non posso credere che di aver perso il mio tempo con te-
 
-Mi dispiace. Pensavo che…ecco…l’articolo diceva che tu e quel…-
 
-Lasciami, Evan. Non voglio sentire un’altra parola- lo interruppe, gelida. Sciolse la presa bruscamente e finalmente se ne andò, ma, vedendo che lui continuava a seguirla gli puntò contro la bacchetta –Se non ti levi di torno, ti schianto. Mi hai già fatto arrabbiare, fidati che non ci metto molto-
 
-Mi dispiace- sospirò il ragazzo.
 
-Non basta- e questo servì a farlo rimanere lì, mentre lei gli voltava le spalle per l’ennesima e ultima volta.
 
Non voleva andare in sala comune, né in nessun altro posto in cui ci potesse essere anima viva, così, quasi senza rendersene conto, salì per le scale e arrivò al secondo piano, dove si appoggiò alla parete di un corridoio e chiuse gli occhi.
 
Poteva sentire un leggero bruciore e non riuscì a fare niente per trattenersi. Odiava piangere, però non lo faceva da davvero tanto tempo e quella di Evan era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, ma era molto orgogliosa e non avrebbe mai versato nemmeno una lacrima in pubblico, fu per questo che si avvicinò al bagno delle ragazze, quello di Mirtilla Malcontenta e vi entrò, andando dentro ad uno dei cubicoli, per poi chiudersi la porta alle spalle. Le lacrime iniziarono a scorrere sul suo viso e si sentì incredibilmente stupida, per aver dato fiducia a qualcuno che non la meritava. Aveva creduto che Evan potesse significare di più di Lorcan o di Tyrrell.
 
 
Credeva che sarebbe stato più di qualche bacio, scherzo o sorriso. Ma era comunque consapevole di non essersi innamorata di lui, ne era sicura. E nella sua mente riaffiorò una preoccupazione, un po’ stupida forse, che in lei ci fosse qualcosa di Voldemort.
 
Era ridicolo, perché suo padre le aveva assicurato che la parte di Voldemort che era vissuta in lui era morta da anni, molto prima della sua nascita, di quella di James, di Albus e molto prima che venissero concepiti. E Lily sapeva che era in grado di amare perché amava profondamente i suoi genitori, i suoi fratelli, i suoi zii, i suoi cugini e i suoi nonni. E voleva bene agli amici che aveva ad Hogwarts. Per questo motivo, era impossibile. Nonostante questo però, sebbene avesse questa consapevolezza, in lei stava nascendo una piccola insicurezza. L’unica che aveva tenuto nascosta ai suoi genitori e alla sua famiglia perché troppo orgogliosa per ammettere che anche lei aveva temuto di finire in Serpeverde al suo primo anno, come Albus o Hugo. E che il cappello aveva considerato di metterla lì, come prima opzione.
 
-Chi c’è là?- strillò una voce.
 
Lily sussultò quando vide il fantasma di Mirtilla Malcontenta sulla sua testa e cercò di asciugarsi velocemente le lacrime –Avevo dim…-
 
-Dimenticato che ci fossi io?- piagnucolò –Sì, tutti sembrano dimenticare la povera e defunta Mirtilla Malcontenta. Nessuno faceva caso a me quando ero viva e nessuno fa caso a me ora. Pensavo che potesse essere lui, invece sei tu. Vattene!-
 
-Lui?-
 
-Ha detto che sarebbe venuto a farmi visita…però anche Harry lo diceva sempre e poi non lo vedevo per settimane. Ho imparato a non farmi illusioni sui ragazzi-
 
-Siamo in due- borbottò Lily, ma Mirtilla non la sentì. Uscì dal cubicolo in cui si trovava.
 
-Credevo di piacergli- proseguì il fantasma in tono lamentoso –Forse se te ne andassi, lui verrebbe. È così buono, trascorre ore a parlare con me, mentre viene a fare le sue cose-
 
-Che viene a fare?- domandò, notando per la prima volta lo strano odore che impregnava l’aria del bagno e i vapori che sembravano uscire da uno dei cubicoli. Si avvicinò ad esso, ma Mirtilla glielo impedì.
 
-Vattene!- e Lily ritrasse la mano che aveva appoggiato sulla maniglia –Gli ho promesso che lo avrei aiutato a mantenere il suo segreto e me lo porterò nella tomba!-
 
Lily si astené dal dire cose inopportune su quell’ultimo commento, dato che il fantasma, proprio come lei, non era dell’umore adatto a sentire certe cose.
 
In quel momento la porta del bagno si aprì alle spalle di Lily e Mirtilla, davanti a lei, volò in aria, sistemandosi i capelli e gli occhiali, con un grande sorriso sul volto, che non le si addiceva proprio. La sua voce fece intendere che fosse felice di vedere quella persona appena arrivata –Sei venuto…-
 
Sembrava compiaciuta. Lily si voltò, chiedendosi chi fosse il grande interesse amoroso di Mirtilla Malcontenta. Irrigidendosi, scoprì di conoscere la persona in questione. E anche piuttosto bene.
 
Avrebbe riconosciuto quei freddi occhi grigi, puntati su di lei, in qualsiasi posto.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Il bagno di Mirtilla Malcontenta. ***


Il bagno di Mirtilla Malcontenta
 

Abbandonò la biblioteca, infastidito, col libro sotto il braccio. Il continuo mormorio di un gruppo di ragazze di Serpeverde dietro alle sue spalle gli aveva fatto saltare i nervi e non era riuscito a concentrarsi sulla lettura, così si mise in piedi e se ne andò. Alzandosi, sentì dei commenti di quelle ragazze, si lamentavano perché lui stava uscendo. Sbuffò. Era tutta colpa di quello stupido articolo di Rita Skeeter. Adesso tutte le ragazze sembravano trovarlo molto attraente perché aveva il cuore spezzato. Alcune si erano offerte di aiutarlo a dimenticare, ricordò, alzando gli occhi al cielo, mentre altri lo prendevano in giro e quando passava facevano dei commenti irritanti sul suo “povero cuore dannato”. Scorpius iniziava a perdere la pazienza e aveva anche bruciato tutte le riviste “Cuore di Strega” che aveva visto, ma quelle spuntavano fuori come funghi.
 
-Ehi, Malfoy. Come va il cuoricino oggi?- lo prese in giro un Grifondoro –Hai bisogno di una mappa per cercare i pezzi?- e il gruppo attorno a lui scoppiò a ridere.
 
Scorpius digrignò i denti e continuò a camminare. Perché diamine Rita Skeeter, tra tutte le persone, doveva coinvolgere lui in quello stupido articolo sui Potter? Passando per un corridoio si fermò e aggrottò le sopracciglia, quando vide una coppia piuttosto strana, formata da una Serpeverde e…un Tassorosso?! Quel Tassorosso?! Serrò la mascella e strinse la mano attorno alla bacchetta, lottando con sé stesso per non schiantarlo contro al muro. In ogni modo, non erano fatti suoi.
 
Arrivando finalmente al secondo piano, dopo essersi assicurato che nessuno lo vedesse, entrò nel bagno di Mirtilla. Sentì una voce, che non era del fantasma, così fece per voltarsi e andarsene, ma poi la riconobbe. Avrebbe riconosciuto quella voce ovunque, anche se non riusciva a capire una parola. La sua testa gli diceva di tornare in sala comune. Non aveva bisogno di complicarsi le cose adesso che il suo ultimo anno a Hogwarts stava quasi finendo. Ma prima che potesse rendersene conto un’altra parte di lui prevalse ed entrò in bagno.
 
Mirtilla si levò in aria e sorrise –Sei venuto…- gli occhi di Scorpius, però, rimasero puntati sui capelli color rosso fuoco della minore dei Potter. Quando si voltò i suoi occhi color cioccolato si incrociarono con i suoi e lui comprese due cose. Uno, Lily Potter aveva pianto e quella era la prima volta che la vedeva piangere da quando era ad Hogwarts; due, un certo Tassorosso si sarebbe ritrovato col culo per aria. Cercò di trattenere il desiderio di andare a cercarlo e si limitò a guardarla in modo neutrale. Nonostante questo, poteva sentire la propria mandibola serrata e la bacchetta sul punto di sbriciolarsi per quanto la teneva stretta, anche se era all’interno della tasca della divisa.
 
-Hai pianto- la sua voce era controllata, calma.
 
Lily tese le labbra in una linea e iniziò a fissarsi le scarpe, passandosi il dorso del pugno sul viso, per cancellare qualsiasi traccia di lacrima. Però non servì a molto. I suoi occhi di sicuro erano un po’ rossi, come sempre quando piangeva, e lui ormai se n’era accorto.
 
Malfoy aggrottò le sopracciglia –Se hai intenzione di cavarti gli occhi, Potter, puoi pure continuare così. Altrimenti, ti consiglio si smetterla di torturarteli o dovrò portarti da Madama Chips- poi sorrise e alzò lo sguardo –Ciao Mirtilla-
 
-Sapevo che saresti venuto!- disse il fantasma, facendo una risatina. Lily non l’aveva mai vista fare altro se non piangere, lamentarsi della sua esistenza o semplicemente fluttuare per il bagno. Ora, invece, sembrava essere piuttosto contenta e non la smetteva di sbattere le ciglia dietro agli occhiali –Però sono secoli che non vieni a trovarmi-
 
-Compiti- disse, come se questo lo scusasse e ritornò a puntare gli occhi sulla rossa –Pensavo che non piangessi mai, Potter-
 
-E’ così, infatti- obbiettò, con le guance leggermente arrossate.
 
-No, semplicemente ti piovono gli occhi- rispose, sarcastico. Mirtilla sbuffò, perché nessuno le prestava attenzione, specialmente il biondo.
 
-Sono tutti uguali!- esclamò –Preferiscono sempre quelle carine e vive- e sparì in un cubicolo, per poi tuffarsi nel water e lasciarli soli.
 
-Ora c’è solo una “Malcontenta”, vero Potter?- disse, con un sorriso arrogante e con le mani nelle tasche dei pantaloni.
 
-Non stavo piangendo- insisté, sapendo perfettamente che non aveva senso continuare a negare.
 
-Perché piangevi?- domandò, senza malizia nella voce questa volta, superandola e dirigendosi al cubicolo che lei aveva cercato di aprire prima che Mirtilla glielo impedisse.
 
-Niente-
 
Prendendo la bacchetta, fece un leggero movimento e la porta si aprì. All’interno vi erano due calderoni e Malfoy si sedette di fronte ad essi. Lily lo osservò con curiosità, fino a che il biondo non tornò a parlare, senza alzare lo sguardo dai calderoni, che annusava con approvazione –Con niente ti riferisci al fatto che quel Tassorosso aveva la lingua nella gola di Trecia Davis?-
 
Lily si morse il labbro inferiore –Come lo sai?-
 
Malfoy fece spallucce e alzò lo sguardo dai calderoni –Li ho visti nel corridoio. Ma non ti preoccupare- assicurò, con ironia –Trecia Davis farà in modo che tutta Hogwarts venga a saperlo prima di domani mattina-
 
-Tu lo sai bene, vero?- borbottò, camminando fino al punto in cui c’era Malfoy per poi sedersi di fronte a lui, dall’altro lato dei calderoni che adesso stavano in mezzo a loro.
 
Il biondo inarcò le sopracciglia –Cosa vorresti dire?-
 
-Non fa per caso parte del tuo gruppetto di ammiratrici che continuano a mandarmi minacce?-
 
-E come potrei saperlo?- rispose, mordace e con la fronte aggrottata –Il mio cuore è a pezzi per te, ricordi Potter? Inoltre, cosa ci fai ancora qui? Mica ti facevo schifo?-
 
Lily arrossì –Non mi fai schifo- mormorò, fissandosi le mani.
 
Malfoy sorrise arrogantemente –Beh, paragonato a Macmillan-
 
-Non lo nominare- lo interruppe, infastidita. Quando sentiva quel nome le veniva voglia di tornare indietro e di schiantarlo contro il muro.
 
-Oh, mi dispiace- la prese in giro –E’ troppo presto, Potter? Il tuo cuore in frantumi non lo sopporta?-
 
-Non ho il cuore in frantumi- asserì, digrignando i denti.
 
Malfoy sorrise, compiaciuto e iniziò a mescolare il contenuto dei calderoni –Non capisco il pianto allora. Hai persino mandato via Mirtilla-
 
-Le piaci- disse Lily.
 
Malfoy sorrise, con arroganza, e si sistemò il colletto della divisa, per darsi importanza –Faccio questo effetto-
 
-Alle persone morte-
 
Nonostante questa battutina pungente, Scorpius non sembrò offeso, anzi, sembrò alquanto divertito –Sì, beh, sai Potter, a volte le persone morte sono più gradevoli di quelle vive. Guarda il tuo Tassorosso-
 
-Ma stiamo parlando di Mirtilla Malcontenta. Lo sai che da viva era figlia di Babbani?-
 
-Sì e non ha più sangue nelle vene ora, giusto?-
 
-E’ crudele- disse Lily, trattenendo a stento un sorriso.
 
-E’ la verità-
 
-Che cosa fai?- domandò, facendo un cenno ai calderoni fumanti.
 
-Secondo te, Potter? Sto mescolando-
 
-Mi riferisco a ciò che stai tramando. Ti nascondi nel bagno delle ragazze, anche se non mi sembri proprio una ragazza e fai delle pozioni. Vediamo un po’. Questa è la pozione Polisucco. E questa…- annusò il secondo calderone e si stupì nel sentire un odoro decisamente gradevole. Il primo profumo che le arrivò al naso fu…liquirizia.
 
Malfoy sembrò leggermente impressionato –Sai che cos’è?- le chiese, rivolgendosi alla pozione Polisucco.
 
-Mio padre mi ha raccontato di averla bevuta diverse volte. Mia zia Hermione la sa preparare dal suo secondo anno. Ma non cambiare argomento: che cosa stai tramando?-
 
Tornando ad essere serio, disse –Voglio prendere il castello e mettere un Marchio Nero sul tetto- la sua voce era incredibilmente grave, puntò i suoi occhi in quelli di lei, per studiare la sua reazione –E voglio diventare il nuovo Signore Oscuro. Questa è la mia massima aspirazione-
 
Inizialmente si vergognò terribilmente, perché la serpe aveva pronunciato le sue stesse identiche parole, poi si arrabbiò, perché si sentì presa in giro e non doveva parlare di Lord Voldemort in modo leggero –Non è divertente!-
 
-No, non lo è- cercando di rimanere serio, ma era tradito da un piccolo sorriso –E ho paura che tu abbia scoperto i miei piani-
 
Lily sbuffò –“I tuoi genitori non ti hanno insegnato che origliare le conversazioni altrui è maleducazione?”- domandò, usando le parole che le aveva detto lui sul treno un anno prima.
 
Sul volto di Malfoy comparve un sorriso sghembo –Se tu non gridassi, Potter, nessuno ti ascolterebbe. Diciamo che non sei molto discreta-
 
-Io credo che tu stessi origliando, dato che dal tavolo dei Serpeverde non si può sentire così facilmente-
 
-Mi dispiace dirti che sono riuscito ad ascoltare ogni parola della tua “teoria” e mi dispiace deluderti ma non ho intenzione di diventare il nuovo Signore Oscuro. O almeno…non oggi- il sorriso arrogante ricomparve –Forse vuoi unirti a me, quando deciderò di armare un esercito di Mangiamorte? Stavo pensando ad un nome migliore, come…MangiaScorpius, dato che Mangiamorte suona così antiquato-
 
-Per te è tutto divertente?-
 
-No- disse Malfoy, perdendo il sorriso –Solo la tua teoria-
 
Lily arrossì ancora –Era molto valida-
 
-Naturalmente- rispose, con un tono amaro questa volta –Perché mio padre e mio nonno sono stati Mangiamorte e io devo per forza aspirare a fare lo stesso. C’è solo un piccolo intoppo nella tua teoria, Potter. Mio padre non ha mai voluto quella vita, ha perso interesse in qualunque cosa a diciassette anni e odia avere il marchio sul braccio e tutti gli orrori e le morti che ha dovuto sopportare mentre c’era Voldemort-
 
Rimase in silenzio per qualche istante –Io…non sapevo che…-
 
-Infatti- rispose Malfoy, infastidito, tornando a dare attenzione ai calderoni.
 
-Allora…perché stai preparando queste due pozioni?- domandò Lily con voce piccola.
 
-Per fare pratica per i MAGO-
 
-Ho ragione di pensare che non sia legale, vero?-
 
-Vero. Ma nessuno verrà mai a saperlo, a meno che tu non decida di correre a dire a tutti cosa sto facendo-
 
-No- rispose, senza dubitare. Questo sembrò farlo rilassare leggermente.
 
-Perché?-
 
-Non sono affari miei- disse Lily, facendo spallucce. –E questa cos’è? Ha un buon profumo…- aggiunse, inalando i vapori della seconda pozione.
 
-Di cosa sa?- domandò il biondo con le sopracciglia inarcate, ritornando ad essere rilassato finalmente.
 
-Di…- si bloccò, pensando che quella domanda fosse sospettosa –Perché? Che cos’è?- non si fidava di Malfoy.
 
-Amortentia- disse il biondo, stringendosi nelle spalle.
 
-Ma…non è…?-
 
-La pozione d’amore più forte del mondo? Già- annuì.
 
-E perché stai facendo una pozione d’amore? Chi vuoi far cadere ai tuoi piedi, Malfoy?-
 
Scorpius sorrise arrogantemente –Non ho bisogno di una pozione per far cadere le ragazze ai miei piedi, Potter. Come ho già detto, sto solo facendo pratica per i MAGO. Il mio interesse è puramente accademico-
 
-Non ti credo- si inclinò sul calderone, i vapori a forma di spirale le arrivavano fino al viso. Sentì ancora una volta un piacevole profumo di liquirizia. E qualcos’altro che identificò come…zenzero? –Che odore dovrebbe avere?-
 
-Uno diverso per ogni persona, questo è il particolare della pozione. Il profumo è collegato alle, diciamo, preferenze di ogni individuo. Allora, dimmi, Potter, che odore ha per te?-
 
-Te lo dico solo se prima me lo dici tu. Cosa piace al “misterioso” Scorpius Malfoy? Di cosa sa?- rispose, con un piccolo sorriso.
 
Sa di te. Ma non lo disse e dovette raccogliere tutto il suo autocontrollo per mantenere un’espressione rigida e per non rivelare che per lui sapeva di caramelle alla cannella, manico di scopa e lilium. Dovette reclamare tutta la propria forza di volontà per frenarsi e non baciarla lì, sopra al calderone. Specialmente quando sembrava stesse facendo di tutto per provocarlo.
 
-Non mi sembra siano affari tuoi, Potter-
 
Lily si raddrizzò e incrociò le braccia –Non sei per niente divertente, Malfoy-
 
-Sì, beh, rassegnati, Potter. Non sono qui per intrattenerti-
 
Per vari secondi, Lily rimase in silenzio, osservandolo lavorare. Quando aggrottava le sopracciglia perché concentrato su qualcosa si formava una piccola ruga sulla sua fronte, in mezzo agli occhi e i capelli che solitamente stavano dietro adesso cadevano sul davanti, a causa dei vapori. Trovava ipnotizzante il movimento ritmico e circolare delle sue mani mentre teneva con le sue dita agili il cucchiaio dal manico lungo.
 
Un po’ stordita, disse –Sai? Qui c’è l’entrata della Camera dei Segreti, me l’ha detto mio padre-
 
I loro occhi si incrociarono e il biondo inarcò le sopracciglia, divertito. Un piccolo accenno di sorriso gli increspava le labbra –Vuoi che provi ad aprirla? Dato che sicuramente sono anche l’erede di Serpeverde…possiamo scendere giù così ti presento la mia mascotte, Snakey, il basilisco gigante. Gli ho insegnato a comportarsi in modo civile, giuro, così non ti mangerà. Sa anche riportare la palla-
 
-E’ tutto uno scherzo per te, Malfoy?!- esclamò, indignata –Inoltre, il basilisco è morto. Mia mamma ha detto che mio papà lo ha ucciso quando l’ha fatta uscire dalla Camera-
 
Scorpius perse di nuovo il sorriso –No, non lo è, Potter. Ma ti consiglio di non avvicinarti tanto. Finirai con la testa nel calderone-
 
Sconcertata e stordita, Lily scoprì che Malfoy aveva ragione. Aveva solo voglia di chinarsi solo un altro po’, per inebriarsi del profumo di liquirizia, zenzero e pergamena…
 
-Potter…- la prese per le spalle, esitando e litigando con se stesso. Doveva lasciarla fare o doveva fermarla? Optò per la seconda, dato che quello era solo il risultato dei vapori della pozione, non era dovuto a nient’altro –Ferma…- sussurrò Scorpius. Deglutì, sentendo lo stomaco contorcersi, con la voglia di lasciarle finire ciò che aveva iniziato che cresceva sempre di più –Allontanati dalla pozione…- voleva baciarla, subito e per un istante chiuse gli occhi, avvicinandosi a lei e sfiorando le sue labbra, ma poi si riprese. Non era giusto.
 
-La…pozione…?- mormorò Lily, sentendo che qualcuno la prendeva per le spalle e la metteva in piedi. Poi si sentì guidare fino all’entrata del bagno, rimase lì per un po’, con le spalle appoggiate sulla parete. Sospirò e iniziò a schiarirsi le idee, fino a quel momento intorpidite da tutti quei vapori. Quando alzò lo sguardo, incontrò quello di Malfoy, attaccato al suo corpo, che la teneva per le braccia e che la guardava intensamente. Arrossì –Cosa…?-
 
-E’ meglio se torni alla tua sala comune, Potter- le consigliò, con voce roca, facendo un passo indietro.
 
Lily annuì, ancora un po’ confusa e obbedì –Sì…-
 
Solo allora, quando uscì dal bagno, solo quando la nebbia nel suo cervello sparì completamente, Lily comprese ciò che era successo là dentro.
 
Aveva cercato di baciare Malfoy?

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Egoista. ***


Egoista
 
Ancora un po' stordita, arrivò nella sala comune di Grifondoro senza aver prestato attenzione a nessuno mentre camminava. Si lasciò cadere sul divano di fronte al camino, con le gambe contro il petto, le braccia attorno alle ginocchia e lo sguardo fisso sulle fiamme del fuoco. Rose, appena arrivata, si sedette accanto a lei.
 
-Lily, stai bene? Ho sentito cos'è successo con Evan- ma sembrava che sua cugina non la stesse ascoltando -Stai bene? Sei un po' pallida, forse dovresti andare in infermeria-
 
-No, sto bene- disse, anche se non era vero. Aveva quasi baciato Scorpius Malfoy. Non poteva stare bene.
 
-Sicura? Non sembri molto...-
 
-Sto bene, Rose- sbuffò, con impazienza -Sto bene-
 
-Perché Reg mi ha detto di Evan. Lui e Albus...-
 
-Presumo che ne sia a conoscenza tutta la scuola- borbottò tra i denti.
 
Rose sospirò, annuendo lentamente -Sai come sono i Serpeverde. Lily...Trecia Davis lo ha detto a tutti-
 
-Ovviamente- sospirò, incrociando le braccia. Le cose potevano andare peggio? Adesso, oltre a tutti gli insulti e alle minacce che era costretta a sopportare, ci sarebbero stati anche i commenti sulla sua fragilità. Tutti l'avrebbero vista come una povera e stupida femminuccia illusa da un ragazzo di Tassorosso che l'aveva tradita con una serpe. Ma soprattutto, aveva quasi baciato Scorpius Malfoy...non riusciva a smettere di pensarci.
 
-Non è una grande cosa. Presto dimenticheranno e...-
 
-Non m'importa- la interruppe. Ed era vero. Evan Macmillan, Rita Skeeter e quegli idioti di Serpeverde potevano fare quello che volevano -Me ne starò qui fino alla fine dell'anno ed uscirò solo per andare a lezione-
 
-Lily...- disse Rose, cercando di essere comprensiva. Sì, Lily lo sapeva di non poter fare una cosa del genere, anche se la prospettiva era piuttosto invitante.
 
-Sto bene, Rose- le assicurò per l'ennesima volta -Non me ne frega niente di Evan- il motivo per cui non voleva più uscire dalla sala comune era che non voleva vedere Malfoy. Dopo che aveva provato a...sbuffò. Doveva smetterla di rimuginarci sopra.
 
-Sono contenta, perché dobbiamo cercare quello stupido di tuo fratello e Reg. Al voleva andare a cercare Evan e fare il “fratello maggiore” dato che James non c'è. Reg si è offerto di aiutarlo. Se non li fermiamo, si metteranno nei guai-
 
-Lasciali, lascia che Al gli faccia un incantesimo per allungargli la lingua fino ai piedi della Davis. Sarebbe davvero divertente-
 
-Lily! Potrebbero essere messi in castigo! O peggio, potrebbero essere espulsi!-
 
La rossa alzò gli occhi al cielo -Rose, non ti sembra di esagerare? Non faranno niente di estremo-
 
-Dici così solo perché non hai visto Al. Era furioso. Ha afferrato la sua bacchetta ed è corso a cercarlo. Dobbiamo fare qualcosa- insisté Rose, nervosa.
 
-A te interessa solo che Reg non abbia problemi- la accusò, infastidita.
 
-Non essere ingiusta- obbiettò -Al è mio cugino ed è ovvio che io mi interessi a lui. Se lo espellono...-
 
-Rose-
 
-Lily-
 
Lily sospirò -Bene, andiamo- si mise in piedi e uscirono dalla sala comune. Appena misero piede in corridoio, videro delle persone di Serpeverde che ridevano e la guardavano -Ehi, Potter! Sembri il Patronus di tuo padre!-
 
Rose lanciò loro un'occhiataccia -Ah, ah. Ma che simpatia- prese Lily per un braccio e se ne andarono, ignorando gli altri commenti -Andiamocene-
 
-Visto? E' per questo che non volevo uscire borbottò, desiderando fare marcia indietro e colpirli con qualche maledizione.
 
-Non ci fare caso, Lily. Sono degli stupidi- insisté, senza fermarsi -Non ne vale la pena-
 
Li trovarono piuttosto velocemente. Albus e Reg erano nel punto in cui Evan e la ragazza di Serpeverde si stavano baciando circa un'ora prima ed erano circondati da gente di tutte le Case. Superando gli studenti, Lily si fece spazio tra la piccola folla e arrivò davanti alla scena vera e propria. Per sua sorpresa, Albus e Reg non erano soli, dato che c'era qualcun altro con loro. Tutti e tre avevano la bacchetta in mano e la puntavano contro il ragazzo di Tassorosso, che se ne stava appeso a testa in giù. Evan agitava le braccia, cercando di sistemare la divisa che continuava a cadergli sul viso.
 
-Al!- suo fratello si voltò, ma non abbassò la bacchetta. Anche Reg e la terza persona la guardarono -Che cosa fai? Fallo scendere-
 
-Lily. Lui...-
 
La rossa aggrottò le sopracciglia, cercando di evitare lo sguardo della terza persona, che continuava a tenere i suoi occhi grigi puntati su di lei -So perfettamente quello che ha fatto, Al. E non vale la pena prendersi un castigo per questo-
 
Malfoy fece spallucce e mosse la bacchetta, facendo sì che Evan facesse un giro su se stesso di trecentosessanta gradi e che tornasse a stare con la testa in giù, lamentandosi di voler scendere e dicendo di avere la nausea e che gli veniva da vomitare -Ehi, Macmillan, come vanno le cose lì sopra?-
 
Un ragazza di Tassorosso cercò di abbassare il braccio di Malfoy, ma lui rimase lì, fermo -E a te che ha fatto?!-
 
Il biondo non la degnò nemmeno di uno sguardo -La sua faccia mi disgusta, tutto qui- disse, coi suoi gelidi occhi grigi su Evan e con le labbra incurvate in una smorfia di soddisfazione. Mosse ancora la punta della bacchetta e dalla tasca dei pantaloni di Macmillan uscirono un po' di soldi.
 
-E' tutto qui quello che hai?- chiese, abbassandosi per prendere le monete, ma senza spostare la bacchetta dalla sua traiettoria -Bah. Che perdita di tempo. Forse con un'altra scrollata...-
 
-Mettimi giù!- gridò Evan, con il viso rosso per la rabbia -Ah, vedrai Malfoy, io...-
 
Scorpius inarcò le sopracciglia, divertito -Vedrò che? Che farai, Macmillan? Mi darai una pozione per farmi innamorare di te e poi mi lascerai? Mi dispiace, non sei il mio tipo. A me piacciono di più...sai...le femmine- si passò una mano tra i capelli biondi. Un gruppetto di ragazze di Serpeverde rise, mentre Lily sbuffò.
 
-Al, Reg, abbassate le bacchette- disse, entrambi vacillarono, ma poi lo fecero, anche se controvoglia. La serpe, invece, rimase con la bacchetta puntata sul Tassorosso, ancora a gambe per aria.
 
-Oh, guarda MacDonald, sono venuti a salvarti. Come sei patetico, hai bisogno che una ragazza ti difenda?-
 
-Non ho bisogno di essere difeso da nessuno, specialmente dal lei- borbottò, con disdegno.
 
Lily gli lanciò un'occhiata fredda e Malfoy aggrottò la fronte -Non mi sembra che tu sia nella posizione di poter dire certe cose, o no?- chiese, sardonico, socchiudendo leggermente gli occhi per la rabbia -Forse è meglio metterti...a tuo agio...- agitò la bacchetta e lo fece volteggiare -Allora, che te ne pare? Vuoi aiuto o continuerai a mantenere la tua posizione? Perché posso cambiartela!- sul suo volto comparve un sorriso cattivo, poi Macmillan si ritrovò con braccia e gambe in posti decisamente molto scomodi.
 
Lily si mise davanti a Scorpius -Malfoy, fallo scendere-
 
Il biondo la guardò per un istante, ma poi alzò di nuovo lo sguardo sul Tassorosso -Hai sentito, MacNevin? Potter vuole che io ti faccia scendere. Anche tu lo vuoi?-
 
-Lasciami, idiota-
 
-Mi dispiace, non lo conosco- disse Scorpius, digrignando i denti -Potter?-
 
-Lascialo- ripeté Lily, con convinzione.
 
Il biondo fece una smorfia, la guardò per qualche istante negli occhi, ma poi riguardò Evan e, divertito, disse -Me lo hai chiesto tu- abbassò la bacchetta e il Tassorosso cadde a terra con un tonfo.
 
Macmillan aveva i capelli disordinatissimi, si mise in piedi e prese la bacchetta dalla divisa, che stranamente non era caduta. Scorpius però fu più veloce ed esclamò -Locomotor Mortis!- le gambe dell'altro arretrarono bruscamente e cadde sul pavimento, mentre la bacchetta volava via. Malfoy la prese -Puoi trascinarti fino a qui, se la vuoi- e la agitò davanti al suo viso.
 
-Malfoy, togligli di dosso la maledizione- gli disse la rossa, ma lui la ignorò.
 
-Andiamo...vieni...- Evan cercò di strisciare fino a lui con le mani, ma non andò molto lontano e Malfoy sorrise, compiaciuto –Dai ci sei quasi! Chi è una brava sanguisuga?- chiese, con tono beffardo.
 
-Liberalo- gli disse Lily e, per sua sorpresa, questa volta obbedì. Lanciandogli le monete e la bacchetta sulla faccia prima di liberarlo.
 
-Ecco- borbottò a denti stretti -Non sei per niente divertente, Potter- erano le stesse parole che le aveva detto nel bagno del secondo piano.
 
Lily sentì le guance andare in fiamme, specialmente quando iniziò a ricordare di aver...insomma...quello. -Ci sono cose che non sono divertenti, Malfoy-
 
-Sono d'accordo- rispose, dandole le spalle e cominciando a camminare. Almeno questo fu ciò che tentò di fare, dato che Evan si alzò e puntò la bacchetta verso di lui. Scorpius si voltò a guardarlo con un sopracciglio inarcato -Che cosa vuoi fare, Macmillan? Ma se non conosci nemmeno due incantesimi-
 
-Vedrai- sbuffò, rosso come un pomodoro.
 
Lily aggrottò la fronte e fece un passo avanti per mettersi in mezzo a Evan e a Scorpius -Evan, abbassa la bacchetta-
 
-Lascia stare, Potter. Tanto finirà col colpire se stesso-
 
La mano del Tassorosso tremò per l'ira che cercava di contenere -Cosa? Lo stai difendendo? Ma è ovvio, sappiamo tutti cosa c'è tra voi due-
 
Malfoy sfoderò un'altra volta la bacchetta, non volendo sentire una parola di quello che aveva da dire su quell'argomento -Ti avverto, chiudi la bocca Macmillan, o te la chiuderò io e ti dovranno portare al San Mungo per aprirla- sibilò, furioso.
 
Anche Lily comprese cosa stesse cercando di insinuare e prese la bacchetta, puntandola contro il Tassorosso, la cui determinazione iniziò a vacillare, dato che Albus e Reg imitarono la rossa. In quell'istante, la voce severa della professoressa McGranitt li bloccò -Che succede qui?! Signor Potter, signor Wembley, signor Macmillan, signor Malfoy! E anche lei signorina Potter?! Che cosa sta succedendo qui?! Seguitemi. ORA. Tutti gli altri vadano nelle loro sale comuni!-
 
Abbassando le bacchette, i cinque la seguirono in silenzio. Una volta dentro un'aula vuota, la donna li osservò con disapprovazione -Signor Potter, mi spieghi ciò che è accaduto-
 
-Professoressa, loro mi...- iniziò a dire Evan, ma la preside lo interruppe.
 
-Signor Macmillan, non gli ho dato il permesso di parlare. Voglio ascoltare la versione di Potter prima-
 
-Macmillan ha offeso mia sorella, professoressa-
 
-Questa non è una ragione valida per attaccare un altro studente, signor Potter. E presumo che il signor Wembley, qui presente, abbia combattuto per la stessa causa- il castano annuì debolmente. Allora, la donna puntò i suoi occhi sull'unico Serpeverde, sembrava curiosa di capire cosa ci facesse lì con loro -E lei signor Malfoy, perché è in mezzo a tutto questo?-
 
Malfoy fece una smorfia e fece spallucce -Non ne ho idea, professoressa-
 
La McGranitt gli lanciò un'occhiata di rimprovero -Bene, allora siete tutti in castigo. Non discuta, signor Macmillan. Tutti. I capi delle vostre case vi daranno la adeguata punizione. Adesso tornate alle vostre sale comuni, non voglio più vedervi per i corridoi-
 
-Sì, professoressa- dissero all'unisono, tranne Malfoy, che non disse niente e Lily, che lo osservava quando era sicura che lui non potesse notare la cosa. Macmillan se ne andò, Albus e Reg si diressero verso la sala comune di Grifondoro, ma Lily si separò da loro, dicendo che li avrebbe raggiunti più tardi e andò da Malfoy, prima che sparisse.
 
Il biondo si fermò e si voltò quando sentì dei passi dietro di lui -Che vuoi, Potter?- chiese, incrociando le braccia, sapendo già quanto fosse arrabbiata la rossa. Poteva vederlo dalla fiamma presente nei suoi meravigliosi occhi color cioccolato, dalle sue gote arrossate e dalle sue labbra tese.
 
-Non ho bisogno che qualcuno intervenga per me, Malfoy- mettendo le mani sul petto del biondo e spingendolo, facendogli fare un passo indietro.

Sì, lo sapeva, non c'era bisogno di ricordarglielo. Sapeva perfettamente che Lily non doveva essere trattata come una damigella in pericolo o come una bambina che doveva essere protetta da suo padre o dai suoi fratelli. Lo sapeva, perché era una delle ragioni per cui non riusciva a smettere di pensare a lei, nemmeno per un dannato secondo della sua giornata. Era una delle cose che amava e odiava di lei, nello stesso tempo. E no...lui non...non la amava...no, assolutamente no -Non l'ho fatto per te, Potter. L'ho fatto per me-
 
-Cosa vuoi dire?-
 
-Sono un Malfoy, un narcisista e un egoista, Potter. Ricordi? Se non ci arrivi da sola non so che dirti- e, senza aggiungere altro, si voltò e se ne andò.
 
Lo era, dopotutto. Era un egoista, quando c'era di mezzo lei. E non poteva evitarlo. Non arrivato a quel punto.
 
Non che i suoi sentimenti importassero qualcosa...
 
...Lily Luna Potter non lo avrebbe mai ricambiato, ne era certo.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Cattiva idea. ***


Cattiva idea


Sfortunatamente per Lily, il castigo si era prolungato, ma per fortuna i capi delle case avevano dato castighi diversi ai propri alunni, così aveva evitato di vedere sia Macmillan che Malfoy. Inoltre era terribilmente in ritardo per i GUFO. Aveva solo un mese per prepararsi. E, ovviamente, Rose aveva ragione a rimproverarla, ma stare in biblioteca con tutti quei libri per studiare a volte era davvero difficile, dato che uno si doveva svegliare prestissimo per riuscire ad ottenere un posto decente e inoltre doveva anche saltare qualche lezione importante per mettersi alla pari.
 
In altre parole, stava entrando in panico e Rose, nonostante fosse sommersa dai MAGO, non perdeva mai occasione per ricordare a Lily quanto fosse stata stupida -Te l'avevo detto, se avessi iniziato prima...-
 
-Sì, sì, Rose. Lo so. Non c'è bisogno che tu me lo faccia presente ogni secondo-
 
-Che farai ora?-
 
-Non lo so! A meno che tu non abbia un incantesimo in quel libro per memorizzare tutto il programma dell'anno in un solo mese...-
 
-Potresti iniziare con l'andare in biblioteca, invece di rimanere qui a non fare niente-
 
-Rose, non tutto si può risolvere andando in biblioteca-
 
Quella alzò gli occhi al cielo -In questo caso, Lily, è tutto ciò che puoi fare. Se non studi non ti ammetteranno e se non ti ammetteranno...-
 
-Sì, lo so, lo so!- non voleva deludere i suoi genitori, ma per come era messa...sbuffò, Rose aveva ragione, di nuovo, come sempre. Si alzò e disse -Vado in biblioteca-
 
Rose sorrise -Buona fortuna-
 
Lily si voltò e fece una smorfia -Ne avrò bisogno- una volta fuori dalla sala si diresse in biblioteca, anche se la voglia di andare fuori a giocare a Quidditch era tantissima. Ovviamente, la biblioteca era piena zeppa di studenti, soprattutto di quinto e settimo anno.
 
Rassegnata, decise di iniziare con la materia che odiava di più: pozioni. Prese dei libri e cercò un posto in cui sedersi, ma quando lo trovò, dopo circa cinque minuti, desiderò non averlo fatto, dato che Scorpius Malfoy occupava quello accanto a quello libero che aveva puntato lei. Mettendo da parte l'orgoglio e tutto il resto, decise di sedersi vicino a lui.
 
Quando lasciò cadere i libri sul tavolo, il biondo alzò lo sguardo -Che succede, Potter? Non c'è un altro posto? Magari non so…dall'altra parte del castello o dell'Inghilterra dove puoi stare? O hai capito di non poter vivere senza di me?-
 
Ignorando il suo sarcasmo, o meglio, semplicemente ignorando lui, si accomodò, portando indietro con un gesto della mano i capelli rossi e aprendo il primo dei suoi libri, facendo in modo che la copertina colpisse la mano di Malfoy, molto vicina. Il biondo borbottò qualcosa di incomprensibile e poi disse -Guarda quello che fai, Potter-
 
-Oh, so bene quello che faccio, Malfoy. E' un peccato che io non sia riuscita a colpire anche il tuo enorme ego, dato che sta occupando tutto il tavolo-
 
-Molto divertente, Potter. E il tuo? Diciamo che non è proprio piccolo- un gruppo di ragazze di Corvonero si voltò verso di loro, dicendo di fare silenzio. Malfoy le guardò di sfuggita, infastidito.

-Il mio ego sta bene, grazie-

-Non ha vacillato nemmeno un pochino, Potter? Dopotutto, Macmillan ha...-
 
-Comunque, come è stato il tuo castigo? Divertente?- lo interruppe, infastidita. E ancora una volta li rimproverarono.

Malfoy sorrise arrogantemente -In effetti, lo è stato, Potter. Ho trascorso un po' di tempo con il vecchio Lumacorno, sapevi che sono il suo preferito? Ma non parliamo di me, parliamo di te- la prese in giro -Il tuo com'è stato? Ho sentito che la Marchand vi ha fatto scrivere parecchio-
 
Lily digrignò i denti, non era possibile che mentre lei sgobbava, quel dannato Serpeverde avesse passato il castigo come se fosse stato in vacanza e tutto per la sua capacità di incantare le persone con le parole. Odiava ammetterlo, ma Malfoy ci sapeva fare in questo senso, sapeva ottenere tutto ciò che desiderava con quella sua lingua biforcuta, più efficace di qualsiasi pozione o incantesimo.
 
-Fantastico- borbottò, tornando a guardare il libro.
 
-Togli il gomito dal mio libro, Potter-
 
-Potrei dirti la stessa cosa, il tuo gomito mi sta massacrando le costole-
 
-Sì, beh, forse dovresti mettere un po' di carne attorno a quelle costole, Potter, se ti do tanto fastidio-
 
-Stai dicendo che sono ossuta, Malfoy?-
 
-Come un Thestral, Potter- però non era del tutto vero. Poteva essere piccola e magra, ma ne aveva di carne. Era ben distribuita per tutto il corpo, ai punti giusti -Qualche obiezione?-
 
-Credimi, ne ho e parecchie-
 
-Oh, non ti contenere per me, Potter- disse, sarcastico -Sono tutto orecchie. Sfogati pure-
 
-Sei un idiota e una canaglia e un narcisista e un...- sbuffò, spostandosi un ciuffo di capelli rossi dalla fronte -E una canaglia e...-
 
-Hai detto canaglia due volte-
 
-Sì, ecco, lo sei molto-
 
-Potrai anche essere un po' pericolosa con una bacchetta, Potter, ma parli come una bambina- sorrise, Lily Potter era davvero un caso unico.
 
-Un po'? Usciamo e ti insegno io, Malfoy- lo sfidò.
 
Il biondo inarcò le sopracciglia -E' una prospettiva allettante, Potter. Credo di...- socchiuse gli occhi -Iniziare a vedere quello che Macmillan ha trovato attraente in te...ah, no. Mi dispiace. Comunque mi fa piacere che tu ti accalori tanto per me-
 
Lily arrossì -Io non mi accaloro per te-
 
Malfoy mise una mano sulla sua fronte, fece una smorfia e poi sorrise arrogantemente -No, sei tutta un gelo-
 
Lily gli scostò la mano con poca delicatezza -Non mi toccare, Malfoy-
 
-Perché, Potter, potresti andare in fiamme? Beh, il tuo viso è un po' rosso in effetti- sorrise, spostandole un ciuffo. Nel farlo, sfiorò accidentalmente la sua guancia e quando le mise in mostra i capelli rossi, cercò di ignorare quella voglia di toccare ancora la sua pelle -E' in tinta coi tuoi capelli-
 
Lily odiò il proprio viso, la propria pelle e i propri geni Weasley -Smettila- disse, togliendogli i capelli dalle dita -Lasciami in pace, devo studiare-
 
-Sai, Potter? Il mio doveva essere un complimento- aggiunse, con un sorriso arrogante, guardandola intensamente e con curiosità, ma la ragazza continuò a tenere gli occhi puntati sulle pagine del libro, che chiaramente fingeva di leggere.
 
-Affascinante- rispose, sarcastica -Tu sì che sai come arrivare al cuore di una ragazza, Malfoy. Ora basta prendermi in giro- sbuffò -Ho delle cose da fare-
 
-Ovvero? Fare finta di leggere un libro di pozioni per bambini?-
 
-Non faccio finta. E non è per bambini-
 
-Quel passaggio è sbagliato-
 
-Fatti gli affari tuoi e studia le tue cose-
 
-Lo farei, Potter, ma dato che il tuo libro è sul mio mi sembra molto difficile. Devo per forza usare il tuo-
 
Non fu felice nel constatare che il Serpeverde avesse ragione, ma, per quanto possibile, dato lo spazio minimo che avevano a disposizione, cercò di sistemare i libri -Ecco. Adesso lasciami in pace-
 
Mettendo la mano nella tasca, Scorpius prese un bastoncino di liquirizia e iniziò a morderlo distrattamente, continuando però a lanciare qualche occhiata a Lily, senza prestare attenzione al proprio libro -Anche quello è sbagliato-
 
-Se è scritto in un libro, non può essere sbagliato-
 
-Beh, non è sempre così-
 
-Perché tu di sicuro ne sai di più di...chiunque sia quello che ha scritto questo libro di pozioni, vero?-
 
-Non di più, ma conosco qualche trucco. Forse potrebbero esserti utili-
 
Lily si morse il labbro inferiore. Da ciò che aveva detto Rose, Malfoy era bravo in pozioni, anche più di sua cugina, che di solito era la prima della classe in tutto. Lumacorno stesso aveva lodato le sue capacità, mettendolo a paragone persino con sua nonna Lily Evans e con Severus Piton, da cui suo fratello aveva preso il nome. Insomma...aveva un talento innato e a lei non poteva guastare un po' d'aiuto, ma si rifiutava di pensare di poterlo accettare da Scorpius Malfoy. Non si fidava di lui, niente poteva garantirle sincerità e trasparenza, avrebbe potuto fare un disastro agli esami. No, chiedere aiuto a Malfoy non era un'opzione. Lily non si sarebbe mai abbassata a tanto.
 
-Non m'importa. Tieniti i tuoi trucchi- continuò a leggere il suo libro, prendendo nota di tanto in tanto.
 
-Come vuoi, Potter- disse, mordendo ancora il bastoncino di liquirizia e girandoselo tra i denti.
 
-E smettila di fare così, mi fai venire i brividi- aggiunse, a denti stretti.
 
Malfoy inarcò le sopracciglia -Desidera altro, sua maestà?- chiese, in tono di scherno.
 
Una terza voce li fece sobbalzare -COSA STATE FACENDO?!- Lily guardò preoccupata la donna sopra di loro, che aveva il volto rosso per la rabbia, ma Scorpius rimase impassibile -Cibo nella biblioteca! Chiacchiere nella biblioteca! Fuori! Fuori! FUORI!- e con un movimento di bacchetta fece tornare i loro libri negli scaffali e li cacciò fuori, i due non riuscirono  ad impedirlo, ma sentirono solo dei forti colpi sulla nuca.
 
Massaggiandosi la parte posteriore della testa, Lily lanciò al biondo un'occhiata furiosa -Fantastico, ci hai fatti cacciare dalla biblioteca. E io avevo bisogno di quei libri, lo sai?-
 
-Credi di essere l'unica ad aver bisogno di studiare, Potter? Io ho i MAGO tra meno di un mese- le rispose, irritato dal fatto che lei gli stesse dando la colpa, quando non aveva fatto niente per cercare di abbassare la voce quando dicevano loro di fare silenzio.
 
-Sì, beh, non me ne frega niente- sbuffò, mettendo la borsa sulla spalla e voltandosi, iniziando ad andarsene. Forse Rose aveva i libri o poteva chiedere al negozio di Diagon Alley di mandarglieli. No. Ma chi voleva prendere in giro? Ci sarebbero volute settimane.
 
-Ehi, Potter!- sentì gridare Malfoy.
 
-Risparmiami, Malfoy. Non voglio le tue scuse- disse, fermandosi e voltandosi a guardarlo.
 
-Credimi, non ti ho chiamato per porgerti le mie scuse. Anche perché non te le devo-
 
-Bene, allora me ne vado- la voce del biondo le impedì di avanzare verso la direzione opposta alla sua. Quanto tempo voleva farle perdere ancora?
 
-E se dicessi che ho una soluzione al tuo...diciamo...piccolo problema?- domandò, dandosi importanza.
 
Lily non avrebbe chiamato “piccolo problema” il fatto di non poter perdere un altro giorno di studio se non voleva essere bocciata ai GUFO -Ti ascolto, Malfoy. E spero che non sia uno scherzo-
 
-Mi offende, Potter, che tu pensi sempre male di me- disse, senza sembrare davvero offeso.
 
-Parla- incrociò le braccia.
 
-Senza altri giri di parole? Così direttamente? A proposito di romanticismo morto- borbottò, ironico.
 
-Lo sapevo, non hai niente- sbuffò. Lui poteva non prendere niente sul serio, ma Lily prendeva abbastanza seriamente il suo futuro. Il quale, in quel momento, era in bilico e non aveva tempo da perdere con Malfoy.
 
-Che farai, Potter, se te ne vai? Perché per quel che ricordo, non hai nemmeno un libro-
 
-Mi arrangerò- asserì, odiando il dovergli dare ragione col pensiero.
 
-Oppure potresti venire con me- suggerì il biondo.
 
Lily lo guardò con diffidenza. Non sembrava una buona idea -Dove?-
 
Malfoy curvò le labbra in un sorriso arrogante -Se te lo dicessi, non ci sarebbe più il brivido del mistero, Potter. Non ti piacciono le sorprese?-
 
-No. Non quando la persona che le fa sei tu-
 
-Avanti, Potter. Puoi voltarti e tornare da dove sei venuta o puoi seguirmi- disse, girando di 180 gradi e andandosene.
 
Lily sbuffò, guardando le spalle del biondo allontanarsi. Quella era una cattiva, cattiva, cattivissima idea e lo sapeva bene. Tuttavia, non aveva molte possibilità, non coi tempi e con le circostanze in cui si trovava e con tutto il resto. Non quando c'era in gioco il suo futuro.
 
-Bene, ma è meglio per te che non sia uno dei tuoi trucchetti, Malfoy!-
 
Sì, era una cattiva, pessima, terribile idea.
 
E Lily lo sapeva.

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** La maggior parte del tempo. ***


La maggior parte del tempo
 
-Bene, ma è meglio per te che non sia uno dei tuoi trucchetti, Malfoy!- esclamò. Vedendo che il biondo non si fermava, sbuffò e si affrettò a raggiungerlo. Sì, un'idea terribile.
 
Scorpius sorrise arrogantemente -Mi allegra vedere che tu abbia deciso di unirti a me, Potter. Anche se non mi sorprende più di tanto-
 
-Cosa vorresti dire?-
 
-Che ho usato la Legimanzia per leggere la tua mente e sapevo che saresti venuta-  disse, facendo spallucce, con calma e senza un pizzico di divertimento nella voce -E ovviamente sì, è una terribile idea fidarsi di me-
 
Lily si bloccò. Era furiosa e non riusciva a credere che le avesse letto nel pensiero. Ma come aveva potuto? Stava cercando di concentrarsi sul combattere la voglia di tirare fuori la bacchetta e schiantarlo, ma qualcosa la distrasse. Scorpius Malfoy stava ridendo. Non in modo cattivo o forzatamente, ma in modo sincero. E Lily pensò che la sua risata fosse davvero bellissima, era una delle melodie più incantevoli che avesse mai ascoltato. In quel momento, però, era troppo arrabbiata per elaborare ciò che aveva appena pensato.
 
-Cosa c'è di tanto divertente, Malfoy?!- domandò, tirando fuori la bacchetta dalla tasca.
 
La risata piano piano si spense e sulle sue labbra rimase un sorriso -Mettila via, Potter-
 
-Ti stai prendendo gioco di me- non era una domanda. E non avrebbe messo via la sua bacchetta.
 
-Non è molto difficile. Davvero, per caso non sai leggere, Potter? C'è bisogno di una bacchetta per usare la Legimanzia. Al contrario dell'Occlumanzia. E, se non mi sbaglio, è qualcosa che avresti dovuto imparare quest'anno in Difesa Contro le Arti Oscure-
 
Lily arrossì. Sì, ora che ricordava, c'era un capitolo che parlava di questo -Oh, chiudi la bocca, Malfoy- sbuffò, superando il biondo, il quale la raggiunse con un paio di falcate.
 
-E dimmi, Potter, cosa fai durante le lezioni, dato che ovviamente non segui?- domandò, camminando accanto a lei, con un gran sorriso di spavalderia sulle labbra.
 
-Pianifico strategie di Quidditch per sconfiggere la tua Casa- rispose -E fino ad ora abbiamo vinto la coppa tutti gli anni, se non ricordo male-
 
Malfoy digrignò i denti -I nostri cacciatori sono un disastro-
 
-Io direi che il vostro cercatore è un disastro. Dato che gli strappo il Boccino dalle mani tutti gli anni, e pensa che lui è anche uno che bara- proseguì Lily, con sorriso radioso nel vedere che ora i ruoli si erano invertiti. Malfoy sembrava essere infastidito.
 
-Io non baro, Potter- sibilò.
 
-Mi hai quasi fatto cadere dalla scopa, Malfoy-
 
-Beh, è stato perfettamente legale e lo sai bene-
 
Le gote di Lily si colorarono un poco. Sì, lo sapeva. Il contatto era permesso -Sì, ecco...avevo dodici anni e non è stato pulito-
 
Il biondo inarcò le sopracciglia -Credimi, Potter, che non avrei fatto niente a cui non saresti sopravvissuta. E poi chi ha detto che il gioco doveva essere pulito? Quella roba è per quelli noiosi e che si lamentano sempre-
 
-Per i Serpeverde, insomma- borbottò.
 
-Oh- disse, con fare melodrammatico -Mi dispiace, Potter. Ho ferito il tuo sensibile cuore coraggioso di Grifondoro?-
 
-Sopravvivrà. Che mi dici del tuo sovrumano ego da serpente?-
 
Malfoy si mise la mano sul petto, all'altezza del cuore, è parlò di nuovo con fare teatrale -Sta molto bene, grazie-
 
Lily alzò gli occhi al cielo -Dove stiamo andando, Malfoy?-
 
-Nella...shh!- la prese per un braccio e la tirò, ponendole la mano sulla bocca. La rossa lo osservò con le sopracciglia aggrottate.
 
Nel corridoio perpendicolare si sentì la voce familiare di Gazza -Chi c'è, Mrs. Norris? Qualche studente?- la gatta miagolò verso la loro direzione e Lily si irrigidì. Scorpius, facendo qualche piccolo passo e portandosi con sé la Grifondoro, fece in modo da ritrovarsi addosso ad un muro, così che né Gazza né Mrs. Norris potessero vederli. Finalmente, quando furono fuori dalla loro portata, si rilassarono.
 
-Quel maledetto idiota- borbottò il biondo tra i denti e Lily avrebbe volentieri obbiettato, ma si trovava perfettamente d'accordo. Così non disse niente e continuò a camminare vicino al ragazzo, osservandolo di tanto in tanto con la cosa dell'occhio.
 
-Allora, dove andiamo?- insisté, iniziando a perdere la pazienza.
 
-Non doveva essere una sorpresa, Potter?- chiese, con un sorriso.
 
-Mi sembra di aver detto che non mi piacciono le tue sorprese, Malfoy. Conoscendoti, può essere che tu mi stia guidando fino a qualche mostro nascosto nel castello-
 
-Nonostante la tua interessante teoria, mi dispiace dirti che l'unico mostro che ho nel castello è Snakey- nel dirlo non riuscì a trattenere un sorriso divertito -Ed è di sotto-
 
-Mi stai prendendo in giro un'altra volta-
 
-Il mio basilisco non è uno scherzo, Potter- proseguì, fingendo, con poco successo, di rimanere serio -Mangia tre volte al giorno e non ti immagini che busta devo usare per raccogliere i suoi bisogni-
 
Contro la sua volontà, le proprie labbra si curvarono in un sorriso sincero -Oh, sta' zitto, Malfoy-
 
-Davvero, ho bisogno di una pala enorme per raccogliere tutta la sua...-
 
-Ma che schifo!- esclamò, non potendo contenere la leggera risatina che uscì dalla sua gola e che scappò dalla sua bocca. Malfoy la guardò, intensamente. E Lily comprese di aver commesso una specie di eresia. Aveva riso con Malfoy, per qualcosa che aveva detto lui. James, se lo avesse saputo, avrebbe fatto di tutto per diseredarla. E non avrebbe avuto tutti i torti. Che cavolo le stava prendendo? Si divertiva con Scorpius Malfoy? Lui non era divertente! Era solo sarcastico, mordace, ambiguo e lei non lo sopportava...giusto? Sì, giusto. Lily perse il sorriso. Doveva smetterla di comportarsi da stupida.
 
Scorpius, con le sopracciglia aggrottate, la osservò, mentre i lineamenti di Lily tornavano ad essere quelli che mostrava solitamente in sua presenza. Per qualche effimero secondo, era stata una visione incantevole. Anche se, ovviamente, forse era meglio che fosse durato così poco o per lui le cose si sarebbero complicate ancora di più. Doveva solo resistere per un altro mese. O lei sarebbe stata la sua rovina.
 
Lily si guardò intorno. Erano al settimo piano, non molto lontano dal ritratto della Signora Grassa, storne il naso -Che hai in mente, Malfoy? Siamo vicini alla sala comune di Grifondoro-
 
Il biondo aggrottò la fronte -Che succede, Potter? Hai paura che ti vedano con me e che pensino che li stai tradendo?- stranamente non c'era sarcasmo nella sua voce. Sembrava quasi che la cosa gli desse fastidio. Lily non sapeva che le cose erano esattamente come lei le aveva percepite.
 
La rossa sbuffò -Senti chi parla. Non mi sembra che tu sia molto felice di farti vedere con me-
 
-Non lo sono- ammise, con acidità. In ogni modo non lo diceva per le ragioni che credeva lei.
 
-E' reciproco, Malfoy-
 
-Mi fa piacere che abbiamo chiarito questo punto, Potter- borbottò -Per di qua-
 
-Dove stiamo andando?- domandò per l'ennesima volta, ma lui non rispose. Si mosse per tre volte avanti e indietro davanti a una parete e Lily vide apparire una porta enorme. Rimase a bocca aperta -E'...?-
 
-La Stanza delle Necessità- concluse il biondo al posto suo -Mio padre me ne ha parlato. Si suppone che...-
 
-Appaia quando qualcuno ne ha bisogno. Anche mio padre me ne ha parlato. L'hanno usata al suo quinto anno per praticare Difesa Contro le Arti Oscure. Ma non era crollata?-
 
Malfoy annuì -Anche mio padre me l'ha detto, ma a quanto pare non è così- allungando la mano, Scorpius afferrò la maniglia e aprì la porta, entrando. Lily lo seguì, chiudendosela alle spalle. Davanti a loro c'era una stanza grandissima.
 
-Affascinante- disse Lily, con sarcasmo, vedendo che i muri e il tetto di pietra erano illuminati a stento da delle luci verdi, creando un'atmosfera piuttosto lugubre -Molto...Serpeverde...-
 
Malfoy inarcò le sopracciglia -Che ti aspettavi, Potter? E' stata la prima cosa che mi è venuta in mente-
 
Lily osservò il posto con curiosità -E' così la vostra sala comune?- ringraziò mentalmente per essere finita in Grifondoro. Non era sicura che sarebbe sopravvissuta sette anni in una stanza così.
 
Il biondo fece spallucce -Più o meno, sì-
 
-E avete un camino così piccolo?-
 
-Dove vuoi arrivare?-
 
-Molto... “accogliente”- disse ironica e Malfoy aggrottò la fronte.
 
-Bene, provaci tu, Potter, se credi di poter fare meglio-
 
Lily annuì e chiuse gli occhi per un istante, immaginando la sala comune di Grifondoro e quei colori caldi e familiari che le stavano tanto a cuore. Dopo qualche istante, quella apparve davanti a loro, sorrise -Ecco- disse, compiaciuta -Adesso non sembra più un nido di serpenti-
 
-No, sembra il soggiorno di una nonna- rispose, con un sorriso arrogante -Vuole del the, signora? Sì, ne accetterei volentieri una tazza!-
 
Lily non riuscì a trattenere un sorriso divertito, ma cercò in ogni modo di non emettere alcun suono. Avrebbe voluto ridere, ma non poteva commettere lo stesso errore due volte di seguito e soprattutto non lo stesso giorno -Oh, finiscila, Malfoy. Inoltre, mi darai ragione quando proverai questi divani-
 
Malfoy camminò fino a un divanetto per due persone e si lasciò cadere, con i piedi su un appoggia-braccia. Lily si sedette di fronte a lui, su una poltrona, li separava un tavolino di legno -Te lo concedo, è un po' meno duro dei nostri, ma non lo dirò mai un'altra volta, Potter-
 
-Mi dichiaro soddisfatta- disse Lily con un sorriso, poi si alzò e andò verso i libri. Malfoy fece lo stesso, incantato dall'incredibile quantità di libri nella stanza. Era la loro biblioteca personale e forse era anche più fornita di quella della scuola.
 
Si sedettero di nuovo, coi volumi in mano -E' vero che vuoi studiare qualcosa che ha a che fare con pozioni?- domandò la ragazza con curiosità, ricordando ciò che il biondo aveva detto alla festa di Natale di Lumacorno, due anni prima.
 
Malfoy sbuffò e guardò per qualche istante il soffitto -Questo è il piano. Lo trovi divertente, Potter?- infastidendosi nel vederla sorridere.
 
-No- disse Lily, senza smettere di sorridere -Beh, non credo che ti costi molto, vero? Il professor Lumacorno sembra avere una grande stima di te. Anche Rose ha ammesso che tu sei piuttosto bravo, persino migliore di lei in pozioni e Rose odia non essere la prima della classe-
 
-Quello che quella Weasley sang...- si bloccò, notando l'espressione di Lily e cercando di riformulare la frase -Non me frega niente di quello che pensa tua cugina-
 
Lily sbuffò -Sai, Malfoy? Stavo solo cercando di essere gentile-
 
-Non ho bisogno della tua carità, Potter- rispose, irritato.
 
La rossa si mise in piedi e gli lanciò il libro, che lo colpì sugli addominali -Me ne vado- si voltò e fece per raggiungere la porta, ma la voce esasperante della serpe la indusse a fermarsi.
 
-Buona fortuna con i GUFO-
 
Rossa per l'indignazione, Lily si voltò con la bacchetta in mano e camminò a tutta velocità verso di lui, che era in piedi e la guardava. Furiosa, gliela puntò sul petto, ma Malfoy rimase immobile -Sei odioso e insopportabile-
 
-Mi sembra giusto- concesse, con un sorriso arrogante -Ma vorrei solo ricordarti che nemmeno tu sei la persona più docile dell'universo, Potter. E se non levi questa bacchetta da qui, lo farò io-
 
Lily esitò, ma finalmente lasciò cadere la mano, rassegnata -Bene, mi comporterò bene se tu farai lo stesso-
 
-Mi dispiace, non scendo a compromessi-
 
-Ma hai detto...-
 
-Che avrei considerato giuste le tue considerazioni se tu avessi accettato le mie. Non ho parlato di comportamento. Specialmente quando provi a farmi fuori con un libro, Potter- un sorriso divertito ricomparve sul suo volto.
 
La rossa arrossì ancora -E' stato istintivo-
 
Inarcò le sopracciglia bionde -E di solito lanci libri addosso alla gente? O ultimamente hai deciso di seguire le orme di Peeves?-
 
-No, è stata la prima volta. E ho fatto bene-
 
Malfoy assottigliò lo sguardo, mostrandole un sorriso sghembo e avvicinandosi a lei pericolosamente -Allora ne sono onorato, Potter. Non sapevo volessi far di me la tua prima volta. Mi fa piacere sapere che sei rimasta soddisfatta-
 
Nel comprendere il doppio significato delle sue parole, Lily arrossì di nuovo -Sei un pervertito!- gli diede un buffetto sul braccio, facendo sorridere Scorpius ancora di più.
 
-Non ho la minima idea di quello che stai dicendo, Potter. Mi riferivo al tuo libro, eccolo qui- disse, con espressione innocente, facendo volare il libro fino alle mani di Lily -Dovresti iniziare da pagina sette-
 
Lily ritornò alla sua poltrona, facendo, suo malgrado, come le aveva suggerito.
 
-Non puoi praticare la Legimanzia, vero?- gli domandò, sulla difensiva.
 
Scorpius, preso dalla lettura del suo libro, sorrise, facendo irrigidire Lily -Tu cosa credi, Potter?-
 
-Che parli troppo, Malfoy-
 
-Ecco la tua risposta- fece spallucce e continuò a leggere, ma poteva sentire gli occhi color cioccolato di lei su di sé.
 
Lily non riusciva a credergli -Ma...-
 
Alzò lo sguardo dal libro -C'è qualcosa che ti angustia, Potter?-
 
-Sì, rispondimi-
 
-Pensavo che fossi già giunta ad una conclusione-
 
-Voglio che me lo dica tu-
 
Scorpius sospirò -Non posso usare la Legimanzia, contenta? Comunque sì, sono abbastanza bravo con l'Occlumanzia, non che serva a molto quando la gente si intrufola nel tuo pensatoio-
 
Le guance le si arrossarono -Io non...-
 
-Ti ha interessato quello che hai visto, Potter?- domandò, molto serio -O vuoi che ti passi il resto per continuare con la storia?-
 
-Non ho visto niente. Almeno, niente di...- non sapeva bene come proseguire. Era colpevole, non c'era molto da dire.
 
-Non ti preoccupare, non hai visto il peggio- le assicurò e in effetti era così. E mentre Lily iniziava a pensare alla guerra e ai vari orrori legati a Voldemort, Scorpius vagava verso pensieri molto più vicini, più attuali, che riguardavano se stesso. E lei. E cose a cui non avrebbe dovuto pensare, tanto per dirne una. Era per questo che li aveva messi nel pensatoio, per la propria sanità mentale.
 
Perché, a differenza di Potter, lui non poteva permettersi di far emergere le proprie emozioni, dovevano rimanere in basso, sotto la pelle. Non aveva il diritto di portarle in superficie. Quel diritto lo aveva perso alla nascita come Malfoy e come sangue puro e questa verità era stata affermata nel corso della sua vita giorno dopo giorno. Era questo ciò che gli avevano insegnato. E Lily Potter, con le sue emozioni travolgenti, la sua capacità di essere umana e con il suo sangue impuro, era l'unica che poteva rovinare tutto ciò che aveva appreso.
 
Scorpius Malfoy doveva metterla in un remoto angolo della sua testa e dimenticarla per sempre.
 
Almeno, doveva cercare di non pensarci per la maggior parte del tempo.
 
Semplicemente perché la vita era così.
 
E la vita era non era giusta, non per persone come lui.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Tutta questione di sangue. ***


Tutta questione di sangue
 
-Vado a studiare- annunciò Lily il più naturalmente possibile, prendendo la sua borsa, mettendosela sulla spalla e alzandosi. Rose, seduta al tavolo di Grifondoro della Sala Grande con diversi libri aperti, pergamene e varie piume sparsi dappertutto, alzò lo sguardo. Era ovvio, almeno per Lily, che sua cugina, visti i capelli arruffati e le occhiaie, non stesse dormendo molto per studiare. Gli esami erano vicinissimi.
 
-In biblioteca?- domandò.
 
-Sì, in biblioteca, Rose- disse per la milionesima volta, esasperata.
 
-E durante gli ultimi giorni sei sempre andata in biblioteca a studiare?- insisté.
 
-Ho studiato per tutto il tempo, sì- non stava mentendo, dopotutto. Studiava e tanto anche, ma non in biblioteca e non era sola, al contrario di quel che credeva Rose. Lei si fidava di sua cugina, ma se le avesse detto che studiava con Malfoy sarebbe di sicuro saltata a conclusioni sbagliate.
 
-In biblioteca?- chiese di nuovo.
 
-Rose…-
 
-Perché Madame Pince mi ha detto che non ti ha vista da quando ti ha cacciato perché stavi mangiando, due settimane fa-
 
-Madame Pince è stata occupata a fare altro, non può controllare a tutte le ore tutte le persone che entrano ed escono dalla biblioteca- mentì, ma Rose non sembrava convinta, così aggiunse –Ho studiato, Rose. Credimi. I GUFO andranno bene-
 
-Mmh- sospirò e uscì dalla Sala Grande. Malfoy, che l’aveva osservata fino a quel momento, si mise in piedi e si affrettò a raggiungerla, ma solo quando furono al sicuro da occhi indiscreti.
 
-Ora racconti bugie, Potter?- domandò, con un sorriso arrogante, camminando accanto a lei e parlando a bassa voce.
 
-Credimi, nemmeno tu vuoi che Rose sappia ciò che facciamo-
 
Malfoy inarcò le sopracciglia –E che cosa facciamo?-
 
Lily gli lanciò un’occhiataccia –Io studio. Tu, invece, mi dai fastidio. E non sei obbligato a venire tutte le volte, lo sai? Posso studiare da sola- disse, sbuffando.
 
-Anche io devo studiare, Potter. I MAGO sono tra poche settimane- le ricordò, con le sopracciglia aggrottate, ma sorrise ancora –Sei una piccola bugiarda-
 
-Darai una festa per questo?-
 
-Naturalmente. La figlia del famoso e onesto Harry Potter mente? Forse scriverò a Rita Skeeter-
 
-Sì, fallo pure. Le farà piacere sapere che passiamo tanto tempo insieme per nasconderci a vivere il nostro amore proibito-
 
-Sai, Potter? Saresti stata una gran Serpeverde-
 
-E tu un gran Grifondoro! Sì, posso immaginarti con i colori oro e rosso. Ti starebbero davvero bene-
 
-Ah, ah- sbuffò –Guarda che parlavo seriamente-
 
Lily lo guardò con curiosità e sorrise –A James sarebbe venuto un infarto. Ma no, grazie. Mi piace la mia Casa-
 
–Il cappello era sul punto di mettermi in Grifondoro- disse Malfoy, fissando un punto di fronte a sé.
 
La rossa lo osservò, sorpresa –Davvero?- ma comprese che Scorpius la stava prendendo in giro quando un piccolo sorriso gli incurvò le labbra.
 
-No. Serpeverde in tutto e per tutto. Ce l’ho nel sangue, Potter- rispose, divertito.
 
-Sì, beh, è per questo che sei nella Casa in cui stai, Malfoy. Sei un idiota- borbottò –Non hai niente di meglio da fare?-
 
-In effetti dovrei studiare. Pensavo fosse chiaro, dato che non starei con te se non fosse necessario-
 
-Se ti infastidisce tanto la mia presenza, perché non costruisci una parete in mezzo alla Stanza delle Necessità?-
 
Malfoy ignorò il suo ultimo commento –In ogni modo devo dire che sai mentire piuttosto bene, dove hai imparato? Perché in Serpeverde ne avresti fatto un buon uso!-
 
Lily gli lanciò un’occhiataccia –Ne sono certa- rispose, sarcastica –E ho due fratelli maggiori, Malfoy. Ho dovuto imparare per il bene della mia sanità mentale e per la mia privacy. Specialmente per quell’impiccione di James. Però credimi, sono una Grifondoro in tutto e per tutto- lo imitò, sorridendo –Lo hai detto anche tu, è tutta questione di sangue-
 
Scorpius perse il sorriso, sostituendolo con una smorfia piena di amarezza, che Lily scambiò per superiorità –Sì…- era tutta questione di sangue. Era questo il punto centrale della questione. O no? Lo aveva detto lui stesso. Erano parole sue, non di lei.
 
Per il resto del tragitto, Scorpius non parlò e gradì che lei fece lo stesso. Non aveva voglia di iniziare alcun tipo di conversazione, specialmente nessuna che girasse intorno al sangue. E sapeva che, alla fine, tutto si riduceva a quello, come sempre. Era come se la realtà tornasse in superficie ogni volta in cui dimenticava come stavano le cose, quando trascorreva con lei dei momenti tranquilli. Era come se tutto gli urlasse contro che ciò che provava per la più piccola dei Potter era sbagliato.
 
Sbuffando, dopo essere arrivati nella Stanza delle Necessità, si lasciò cadere su un divanetto e iniziò ad osservare distrattamente il Boccino che aveva appena preso dalla tasca della divisa e che svolazzava attorno a lui con le sue piccole ali dorate. I suoi occhi grigi lo seguivano e gli permettevano di posarsi sulle sue dita di tanto in tanto. Seduta di fronte al biondo, Lily, che stava cercando di leggere uno dei tanti libri che doveva studiare per gli esami finali, alzò lo sguardo. Malfoy era pensieroso e tranquillo. E la cosa non era affatto normale. Di solito se ne stava lì a fare commenti sarcastici, a darle fastidio e, in occasioni straordinarie, a regalarle piccoli sorrisetti contenuti.
 
Aveva scoperto che Scorpius Malfoy, anche se non sempre, poteva essere simpatico e gradevole. Non utilizzava più parole sprezzanti come prima e ogni volta che stava per pronunciare cose del tipo “sudicio” o “sporco” o “impuro” si bloccava e tentava di esprimere il concetto in maniera differente. Lily credeva che semplicemente avesse imparato ad essere civile.
 
Ma perché adesso era così? Malfoy, nonostante i miglioramenti, non era mai così pacato, dato che in ogni momento aveva la battuta pronta e pungente. Si chiese a cosa stesse pensando –Come sei serio- gli disse.
 
Malfoy, che stava guardando il suo Boccino, alzò lo sguardo verso di lei e con le labbra tese in una linea rispose –Mi fa male la testa- mentì.
 
Lily aggrottò la fronte –Vuoi che ti accompagni in infermeria? Potrebbero darti qualcosa-
 
-Non ho bisogno di andare in infermeria, Potter- la interruppe.
 
-Ma hai detto…-
 
Puntando di nuovo gli occhi sul boccino, aggiunse -Che mi fa male la testa, ma non che voglio il tuo aiuto-
 
 
-Bene, fai come ti pare- sbuffò, tornando al suo libro.
 
-Lo farò. A meno che prima non ci voglia il tuo permesso, Potter-
 
Lily digrignò i denti –Non farti lanciare addosso un altro libro, Malfoy. Questa volta punterei alla testa- il biondo borbottò qualcosa che Lily non comprese –Dove l’hai rubato?- chiese la rossa, osservando con curiosità il Boccino.
 
-Dal castello. E’ stato il primo Boccino che ho preso, per questo riconosce il mio tocco-
 
-I Boccini hanno una memoria tattile- sussurrò, ricordando le parole di sua zia Hermione.
 
-Per questo motivo il termine “rubare” non è del tutto corretto-
 
Lily sorrise –Non credo che la scuola la vedrebbe in questo modo, anche se non credo che farebbero storie, se è l’unico Boccino che hai preso in vita tua, Malfoy-
 
Malfoy incassò il colpo e rispose –Non è stato l’unico- borbottò, infastidito, frustrato, amareggiato –Inoltre, prima che arrivassi tu a rovinare tutto, le cose mi andavano benissimo- dopo essersi reso conto che quella frase per lui aveva un doppio significato, aggiunse –Col Quidditch. Me ne vado-
 
Si alzò, raggiunse la porta con poche falcate ed uscì, sbattendo la porta con un colpo. Lily chiuse il libro con altrettanta forza –Ma che diamine di problema hai?!-
 
Malfoy era un vero idiota e quella sera non si sorprese quando non lo vide in Sala Grande. E nemmeno la sera dopo e quella successiva. Gli era grata, comunque, perché solo lontana da lui era riuscita a studiare in modo decente, senza nessuna interruzione e senza nessun commento, anche se la Stanza delle Necessità era un po’ troppo grande per una sola persona, ma con questo non intendeva dire che le mancasse il Serpeverde. Assolutamente. Era fuori discussione.
 
-Lily, stai torturando di nuovo il tuo cibo- le disse Rose, sospirando.
 
Lily si voltò verso il tavolo delle serpi, Malfoy non c’era, così ritornò alla sua cena –Non so di che parli-
 
Rose alzò gli occhi al cielo e le prese il coltello dalle mani –Che ti succede? Non ti vedevo così arrabbiata dall’inizio dell’anno. E, se non ti conoscessi, crederei che questa tua rabbia abbia a che fare con Malfoy-
 
-Tutti i mali del mondo hanno a che fare con Malfoy, Rose- grugnì, sapendo perfettamente a cosa si stesse riferendo sua cugina. Alla volta in cui aveva trovato Malfoy arricciato come un gatto sulle gambe di Peony Parkinson nello scompartimento del treno mentre andavano ad Hogwarts. Si mise in piedi e annunciò –Me ne vado. Devo studiare-
 
Stava per andare di nuovo nella Stanza delle Necessità, quando vide due figure di fronte a sé. Un ragazzo biondo era appoggiato ad una colonna con le braccia incrociate, mentre una ragazza, poco più alta di Lily, Peony Parkinson, gli stava parlando con enfasi. La rossa non la tollerava. Era sgradevole, superficiale, altezzosa e ossessionata con gli stati di sangue, come Malfoy. Beh, forse il biondo a volte non era così. Anche se in quel momento proprio non riusciva a non pensare che fosse solo uno…uno…non riusciva a trovare un aggettivo adatto per descriverlo. Per questa ragione, continuò a camminare, ignorando l’occhiata del Serpeverde.
 
Parkinson, invece, si voltò a guardarla con le sopracciglia aggrottate e le lanciò un’occhiata piena di odio che né Lily, né Malfoy notarono. Peony la odiava con tutta se stessa, forse in vita sua non aveva mai incontrato una persona peggiore di Lily Potter. Schioccando la lingua, parlò ad alta voce, facendo accigliare Scorpius, ma almeno così riuscì ad attirare la sua attenzione su di sé –Di sicuro i MAGO ti andranno benissimo! Tieni, ti aiuteranno mentre studierai- gli mise in mano dei pacchettini di plastica –Sono cioccolatini buonissimi, me li ha mandati mia madre. Sono i miei preferiti, ma voglio che li abbia tu-
 
Lily si bloccò, pensando che nessuno, nemmeno Scorpius Malfoy, si meritava di ricevere una tortura simile da parte di Peony Parkinson, perché aveva capito che quelli non erano semplici cioccolatini.
 
Quando si voltò verso loro due, Peony stava cercando di convincere l’altro a provarne uno –Non ho fame- disse seccamente Scorpius.
 
-Una volta che li proverai, li amerai- insisté la ragazza, praticamente infilandogliene uno in bocca.
 
Lily prese la sua bacchetta e con calma esclamò –Depulso- tutti i cioccolatini esplosero tra le mani della Parkinson e si andarono a spiaccicare contro la parete del corridoio.
 
La serpe si voltò indignata verso la rossa –Cosa credi di fare, Potter?!- mentre Malfoy la osservava con curiosità e con le sopracciglia inarcate.
 
-Un favore a Malfoy-
 
-Lo sapevo!- esclamò Parkinson con gli occhi fuori dalle orbite –Lo vuoi tutto per te, non è vero?! Lo hai sempre voluto!-
 
Lily la guardò con incredulità. Stava facendo sul serio? Sì, probabilmente sì. Se non le fosse sembrato poco educato, le sarebbe scoppiata a ridere in faccia –No, grazie. Puoi tenertelo. Ma ti consiglio di non usare pozioni d’amore in futuro per ottenere attenzioni da lui-
 
Malfoy aggrottò la fronte e puntò i suoi occhi grigi sulla Serpeverde –E’ vero?- domandò, con voce gelida.
 
-Ma certo che no! Io non ho bisogno di pozioni d’amore, Potter! Chiudi la tua schifosa bocca di sang…-
 
-E allora perché hai comprato una mezza dozzina di bottigliette nel negozio di mio zio?-
 
-Io non…- guardò il biondo, cercando il suo appoggio, ma lui continuava ad osservarla con freddezza e impassibilità –Non crederai a queste cose, Scorpius, non è vero? Io non…-
 
-Mangiane uno- ordinò, allungando la mano verso di lei, dove all’interno vi era uno dei cioccolatini che la ragazza gli aveva appena dato. Peony lo guardò e impallidì.
 
-Cosa…?-
 
-MANGIANE UNO-
 
Parkinson tentò di fare l’indignata –Credi a questa…questa schifosa, immonda, sangue impuro di Grifondoro invece che a me?!-
 
-Mangialo- ripeté Scorpius.
 
Senza alternative, Peony lo portò vicino alla propria bocca e poi fece come le era stato ordinato. Dopo averlo inghiottito, guardò il biondo –Visto? Non c’è nessu…- i suoi occhi divennero come sfuocati, sulla sua faccia apparve un sorriso stupido e poi andò ad avvolgere le braccia attorno alle proprie spalle.
 
-Sta abbracciando se stessa?- domandò Lily con curiosità, cercando di non ridere, anche se con scarso successo. Peony aveva iniziato a contemplarsi davanti a uno dei vetri delle finestre del castello.
 
Malfoy sospirò, borbottando –Idiota. Tutti sanno che le pozioni non devono essere mischiate, perché non si sa che effetti possano…-
 
Smise di ascoltarlo. Lily comprese che la Parkinson doveva aver versato tutte le pozioni che aveva comprato nei cioccolatini. In ogni modo, la cosa non la sorprendeva più di tanto. Osservando la serpe intenta ad ammirare il proprio riflesso, disse –Forse dovremmo portarla in infermeria, prima che riempia di saliva tutta la vetrata-
 
-La porto io- rispose subito il biondo, afferrandola per un braccio. La sua espressione faceva intendere che non fosse molto contento del gesto della ragazza.
 
-Posso accompagnarti- suggerì, vedendo che Peony iniziava a ribellarsi, volendo tornare a guardarsi allo specchio.
 
 
-Non ho bisogno del tuo aiuto, Potter. Torna alla tua sala comune-
 
Offesa, Lily guardò intensamente Malfoy, senza battere ciglio –Bene. Fai come vuoi! Non m’importa. Avrei dovuto lasciarti nelle grinfie della tua amichetta. Sono sicura che la tua famiglia sarebbe stata felice di sapere che fossi fidanzato con una dei tuoi simili. Ci si vede in giro-
 
Si voltò e se ne andò con passo veloce da lì. Indignata. Offesa. Irritata. Come le era venuto in mente di fare una cosa del genere? Perché aveva deciso di aiutarlo?! E poi che diamine gliene importava se Malfoy l’aveva trattata così? Ci era abituata, no? Quel biondino da quattro soldi era un idiota. Lo stesso narcisista, egocentrico e arrogante che aveva conosciuto alcuni anni prima e ormai era certa che non sarebbe mai cambiato.
 
E no, a lei non importava.
 
E allora perché si sentiva così frustrata?
 

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Solo II ***


Solo II
 
Lily rimase per la maggior parte dei giorni precedenti ai GUFO in sala comune, accucciata su una delle poltrone, di fronte al fuoco, con pile e pile di libri e appunti sparsi attorno. Difficilmente usciva, a meno che non dovesse fare colazione, pranzare o cenare, anche se ultimamente non mangiava nemmeno. I professori, d'altro canto, non facevano altro che dare compiti e le lezioni erano interamente dedicate al ripasso degli argomenti che avrebbero dovuto affrontare agli esami, per questo Lily poteva concentrarsi difficilmente su qualcosa che non avesse a che fare con i GUFO.
 
Inoltre, era poco desiderosa di uscire dalla sala comune in quei giorni. Era quasi sempre di malumore, tanto che Hugo la evitava dalla volta in cui gli aveva gridato contro, per una stupidaggine, di fronte a tutti i Grifondoro. Rose, Albus e Reg, invece, non la evitavano, dato che erano ugualmente agitati. In più, Rose stava iniziando ad entrare nel panico, dandole l'impossibilità di intrattenere una conversazione con lei. Cosa di cui Lily era contenta.
 
Prese il proprio libro di pozioni e lo aprì ad una delle pagine che doveva ripassare prima dell'esame, solo per scoprire per la prima volta, con sorpresa, che ai margini erano stati segnati una serie di note e appunti. Quella non era la sua calligrafia. Aggrottando le sopracciglia, lesse ciò che era stato scritto e osservò con fastidio il disegno di un piccolo Boccino d'Oro che svolazzava per tutta la facciata. E per un istante, per un solo ed effimero istante, fece fatica a trattenere un sorriso nel vedere il Boccino che volava allegramente sopra ai suoi appunti di pozioni. In ogni modo, perse qualunque malsana voglia di sorridere quando si ricordò chi fosse l’artista e, se non fosse stato maledettamente controproducente per i GUFO, avrebbe chiuso il libro con un tonfo.
 
Guardando con indignazione quei bozzetti, borbottò -Quella maledetta canaglia, come si è permesso di fare disegni sul mio libro?- la innervosiva anche il fatto che la calligrafia di Scorpius fosse decisamente più bella della propria. Però era negato a disegnare e almeno, si disse, poteva prendersi la soddisfazione di dire che Malfoy fosse un terribile disegnatore, cosa che la fece sorridere ancora. Dannazione. Pensò, irritata da se stessa. Il fatto che quella serpe idiota non sapesse disegnare non era qualcosa di tenero. Sbuffò e serrò il libro, lo buttò per terra e ne prese un altro, grata di non trovare nessun Boccino ai margini questa volta.
 
Sì, meglio iniziare da Incantesimi, decise. A lei non importava avere i libri in uno stato perfetto, al contrario di sua cugina Rose, ma odiava vedere i frivoli e arroganti commenti di Malfoy. Lo avrebbe volentieri schiantato e questa era la principale ragione per cui Lily non usciva dalla sala comune di Grifondoro, perché sapeva che sarebbe andata a cercarlo per lanciargli contro un qualche incantesimo. Non lo faceva solo perché di sicuro non le avrebbe fatto comodo una punizione sotto esami.
 
-Ancora qui?- domandò Rose, che in quel momento stava entrando dal ritratto, forse aveva appena finito di cenare -Al ti aspettava di sotto-
 
-Non ho fame- grugnì, cercando di far sparire il proprio malumore che, fortunatamente, tutti avevano attribuito agli esami.
 
Rose sospirò e si lasciò cadere sul divano accanto a lei, frustrata. Lily la ignorò -Per le calze di Merlino, Lily. Adesso che succede?-
 
-Le...- rise -Le calze di Merlino, Rose?-
 
Le gote della Weasley si colorarono -Hai capito cosa intendo. Sei stata qui tutti i giorni nelle ultime due settimane-
 
-Sto studiando, Rose. Ricordi? Sei stata tu ad insistere perché lo facessi- esclamò, irritata.
 
-E ora che ha fatto?- disse, guardando sua cugina con curiosità.
 
-Chi?- chiese, fingendo di non sapere di cosa stesse blaterando l'altra.
 
Rose alzò gli occhi al cielo -Il ragazzo con cui hai “studiato” durante queste due settimane, naturalmente. Ha fatto qualcosa per darti fastidio, vero?-
 
-Non...non so di cosa tu stia parlando- come diamine era possibile che Rose, tra tutte le persone, lo sapesse? Era proprio una Weasley e degna figlia di Hermione Granger.
 
Sospirò -Oh, andiamo. Non hai “studiato” con qualcuno? Nessuno ti ha visto andare in biblioteca.
 
Iniziava ad odiare il modo in cui diceva “studiato” -Ho studiato, Rose- disse, dato che era la verità, ovviamente -Per caso hai mandato qualcuno a spiarmi? Te lo ha chiesto Al?- perché se suo fratello avesse solo iniziato a pensare di potersi comportare come James gli avrebbe scagliato addosso la Maledizione Mucopipistrelli.
 
-Non essere ridicola- schioccò la lingua -Io sono stata tutto il tempo in biblioteca a studiare, Lily. E Al non mi ha chiesto niente-
 
-Io ho studiato, Rose- ripeté, tentando di nascondere l'ansia che provava nell'essere stata beccata. Anche se non aveva niente da nascondere.
 
-Bene, allora Malfoy che ha fatto stavolta?- disse, finalmente -Perché se non è il ragazzo con cui esci di nascosto, Merlino sa perché dovresti uscirci di nascosto, allora devi dirmi che cosa ha fatto Malfoy-
 
-Esiste- borbottò, per poi guardare sua cugina, indignata -Cos'ha a che fare Malfoy con tutto questo?- non le piacevano le insinuazioni di Rose.
 
-È l'unico in grado di farti stare male in questo modo-
 
Lily digrignò i denti -Malfoy non mi fa stare male, Rose. Malfoy non mi interessa! Se fosse per me, potrebbe saltare su un Ippogrifo in movimento e cadere di testa nella cassa degli escrementi degli Sparachiopodi di Hagrid!- Rose iniziò a ridere, facendo colorare di rosso le guance della minore dei Potter -Cosa c'è di tanto divertente?- domandò.
 
-Oh, Lily. Sei incredibile. Ma non ti senti?- continuò, ridendo -Cielo-
 
-Non so di che parli, Rose- sbuffò.
 
-Non credi che questo sia un po'  troppo, se Malfoy non ti interessa?-
 
Lily chiuse il libro con un colpo. Non aveva intenzione di sentire altre fesserie -No e di Malfoy non m'importa- si alzò -Vado a dormire- e salì le scale che davano al dormitorio delle ragazze.
 
Il giorno successivo si svegliò e le venne subito in mente che da lì a poche ora sarebbero iniziati i GUFO. Cercò, inutilmente, di non pensare a quello su cui aveva riflettuto prima di addormentarsi. Insomma, Rose doveva aver sbattuto forte la testa. Era sempre stata intelligente e forse l'amore per Reg le aveva confuso il cervello. Perché Malfoy non aveva un interesse per lei. L'unica cosa che gli interessava era darle fastidio fino allo sfinimento. Era una fortuna che quello fosse l'ultimo anno per il serpeverde. Ancora un paio di settimane e poi non lo avrebbe rivisto mai più. Un sollievo, davvero.
Un sollievo. Sì...
Sbuffò, scuotendo la testa per cacciare quei pensieri.
 
L'umore degli studenti di Grifondoro al tavolo della Sala Grande durante la colazione era talmente teso che sarebbe stato possibile tagliarlo con un coltello. Nessuno parlava, dato che quasi tutti ripassavano le varie materie. Al e Reg facevano pratica coi loro Patronus per i MAGO. Mentre Rose, che sembrava fosse appena uscita da una lotta all'ultimo sangue, rileggeva il suo libro di pozioni così in fretta che i suoi occhi sembravano sfuocati.
 
-Tranquilla, Rose. Andrà bene- la rassicurò Reg, ma lei sembrò non ascoltarlo.
 
-E se dimentico gli ingredienti della Veritaserum?-
 
Al iniziava ad irritarsi -Rose, vuoi calmarti, per favore? Non sei l'unica ad essere nervosa-
 
-Sì, mi dispiace- si scusò, anche se Lily era certa che non ci avrebbe messo molto a ricominciare.
 
-Ma se dimentico come preparare...?- Lily sorrise, conosceva Rose come il palmo della sua mano.
 
-Rose!- esclamarono i ragazzi all'unisono. Rose si ammutolì, iniziando a mordersi il labbro.
 
Guardandosi intorno, Lily osservò la moltitudine di persone per distrarsi. Gli alunni di quinto e settimo anno, Serpeverde, Tassorosso, Corvonero e Grifondoro, erano tutti ugualmente nervosi. Vide, purtroppo, anche Evan Macmillan, che conversava con una ragazza di Tassorosso, la quale sembrava gradire la sua attenzione. Guardando in una differente direzione notò la alta, magra e muscolosa figura del biondo di Serpeverde, il quale, vedendola, puntò i suoi occhi grigi nei suoi per un secondo e rapidamente li volse altrove, tendendo le labbra in una smorfia e borbottando qualcosa a se stesso. Lily, sconcertata, aggrottò la fronte e si morse il labbro inferiore, contenendo il desiderio di camminare fino a dove si trovava lui per dargli un colpo sulla testa. Che diavolo di problema aveva con lei?!

 
 
Il momento dell'esame era arrivato e qualche ora dopo, quando Reg, Al e Rose uscirono dalla Sala Grande, lei entrò. I quattro lunghi tavoli erano stati sostituiti con dei banchi, tutti rivolti verso i professori Paciock e Marchand.
 
Qualche metro più in là, alcuni studenti del settimo anno raccoglievano le loro cose. Tra quelli, notò Lily, vi era Malfoy, che sembrava se la stesse prendendo con calma, cosa che stava iniziando ad irritare la professoressa Marchand -Signor Malfoy. Prenda le sue cose e se ne vada, per favore-
 
Scorpius, mettendosi la borsa sulla spalla, le mostrò un sorriso sghembo -Sì, mi scusi professoressa- però nel suo tono non vi era la minima traccia di pentimento. Si voltò e fece per uscire, anche se quando passò accanto a Lily rallentò un poco. Si passò una mano tra i capelli, continuando a sorridere arrogantemente -Buona fortuna, Potter- sussurrò, in modo che solo lei sentisse. Quando se ne andò, Lily si chiese se se lo fosse immaginato e non capì perché non riuscì a trattenere un sorriso. Si sedette, pronta, con la piuma in mano.
 
-Potete iniziare-
 
Due ore più tardi, decise di mangiare qualcosa prima dell'esame pratico di pozioni. Come previsto, quello scritto era stato difficile, però credeva di essersela cavata piuttosto bene. A fine pranzo, dopo che Rose li esasperò con la sua parlantina, Lily si diresse nell'aula dell'esame pratico di pozioni, ma qualcuno le impedì di passare.
 
-Dove vai, Potter?- chiese Peony Parkinson, camminandole attorno e guardandola dall'alto al basso con disprezzo, mentre i suoi amici sorridevano, divertiti.
 
Lily fece per prendere la sua bacchetta, ma Blake Zabini le puntò la mano con la sua -Non ci pensare nemmeno, Potter- Tyger e Goyle risero, rimanendo dietro al moro, molto più alto e magro di loro, come due guardie del corpo, entrambi con le bacchette in mano. Peony continuava a camminare in cerchio attorno a lei, con un'espressione di disgusto.
 
Lily fece un passo indietro, cercando di superarli e di continuare per la sua strada, ma il gruppetto la stava facendo indietreggiare contro il muro e non poteva fare molto con quattro bacchette puntate contro e con l'impossibilità di prendere la propria.
 
-Che succede, Potter?- domandò sorridendo la Parkinson, fermandosi e facendo un passo verso di lei -Preoccupata per l'esame?- rise, così come Tyger e Goyle alle sue spalle e alzò una ciocca di capelli rossi di Lily, guardandoli con faccia schifata.
 
Lily le schiaffeggiò la mano e tra i denti disse -Toglimi le mani di dosso-
 
Non le importava della situazione in cui si trovava: Lily non l'avrebbe mai data vinta a nessuno. Specialmente non a quei quattro -Che cosa hai detto, schifosa sangue sporco?- sibilò la serpe.
 
Lily la fissò, con aria di sfida -Sei sorda per caso? Ti ho detto di togliermi le mani di dosso-
 
-Se no? Che farai? Chiamerai il tuo famoso paparino?- disse la Parkinson con una smorfia.
 
-Perché?- chiese con un sopracciglio inarcato e un sorriso arrogante appena accennato -Hai paura?-
 
-Certo che...che no! Quell'idiota di tuo padre non...-
 
-Non ti azzardare a insultare mio padre!- la interruppe, prendendo la bacchetta in un rapido gesto e puntandola contro Peony.
 
Però Zabini, più veloce, esclamò -Expelliarmus!- facendo sì che la bacchetta della rossa saltasse per finire nella sua mano scura. Peony rise.
 
-Non sei tanto brava, eh, Potter? Come il tuo patetico padre, che era potente solo quando gli altri lo proteggevano. “Il prescelto”. E la tua schifosa madre, traditrice del suo sangue è solo una…-
 
Incapace di trattenersi ancora, alzò la mano e le diede un sonoro, bruciante, schiaffo sulla faccia, tanto forte che le girò la testa di lato. Zabini, Tyger e Goyle rimasero di sasso, mentre Lily respirava profondamente e sibilava -Non ti azzardare mai più a parlare male dei miei genitori, brutta arpia velenosa- avrebbe voluto colpirla ancora e forse Peony se ne accorse dal fuoco nei suoi occhi marroni, dato che fece un passo indietro, mentre Zabini si avvicinò per puntarle meglio la bacchetta contro.
 
-Non ci provare, Potter- l'avvertì, mentre Peony si massaggiava la guancia.
 
-Fallo Blake!- gli ordinò, furiosa -Usa la Maledizione Cruciatos! La prossima volta ci penserà prima di mettermi le mani addosso-
 
Nonostante la prima sgradevole sensazione di paura, Lily rimase impassibile. Non avrebbe permesso a quei bastardi di vedere le sue debolezze. Prima che potessero fare qualcosa, però, arrivò qualcuno in corridoio e si fermò a guardare la scena con espressione tesa. I Serpeverde si voltarono a vedere di chi si trattasse. Peony sorrise -Scorpius! Guarda chi c'è qui con noi-
 
Malfoy guardò Lily e poi i suoi compagni di Casa. Con calma camminò verso di loro, mettendosi in mezzo, dando le spalle alla rossa. Poi, con tono serio, acre e quasi meccanico, disse -Abbassate le bacchette, non è permesso fare duelli nei corridoi- cosa che sconcertò del tutto la Parkinson, la cui espressione si trasformò in una piena di rabbia. Zabini, invece, non sembrò molto sorpreso.
 
La ragazza sbuffò -Difenderai lei? Questa...questa...? E da quando adempi ai tuoi doveri di Caposcuola?-
 
Malfoy rimase impassibile, rigido e con le labbra tese in una linea. La sua figura imponente avrebbe intimorito chiunque. Lily osservò le sue spalle in silenzio. Quando Scorpius parlò, la sua voce era fredda e dura -Sono Caposcuola- ricordò ai tre, puntando i suoi occhi in particolar modo in quelli di Zabini -Abbassa la bacchetta-
 
-Oppure? Toglierai dei punti alla tua stessa Casa?- domandò il moro, con la medesima freddezza dell'altro.
 
-No, se non mi obblighi a farlo- disse, con una calma innaturale.
 
-Levati di mezzo- sibilò Zabini.
 
Scorpius prese la sua bacchetta -Ti ho detto di abbassarla, Zabini. Non mi obbligare a...-
 
-Non eseguo i tuoi ordini, Malfoy. Tu, tuo padre e tutta la tua famiglia non valete più nulla, ma non sapevo che foste anche traditori del vostro stesso sangue. Né che tuo padre fosse caduto così in basso. I Malfoy sono una completa disgrazia. E tu sei una vergogna per i Serpeverde-
 
Lily vide Albus e Reg che, per un istante, rimasero impietriti a guardare la scena.
 
-Ti avverto, Zabini…- sibilò Scorpius, stringendo la sua bacchetta con fermezza.
 
-Ho visto come guardi questa schifosa, immonda, sangue sporco- lo interruppe, indicando con la testa Lily -Tutti lo abbiamo visto. Che penseranno tuo padre e tuo nonno quando sapranno che muori dietro ad una sudicia sangue…-
 
-Chiudi la bocca- ringhiò, facendo un passo verso il moro.
 
-...Impuro? Come puoi voler mischiare la purezza di sangue della tua famiglia con questa...questa...spazzatura? Sai che sua nonna era nata Babbana, vero? Allora è questo che vuoi? Dovrebbe farti schifo anche solo toccarla-
 
Malfoy, notò Albus, era estremamente pallido. I suoi occhi grigi erano più scuri del solito e la sua faccia aveva un'espressione talmente irrigidita che non sembrava umana. Sua sorella, invece, rimaneva dietro al biondo, incredibilmente tranquilla, apparentemente sprovvista di bacchetta e un po' intontita. Reagendo finalmente, Albus e Reg si avvicinarono, mettendosi ai due lati di Malfoy, entrambi con la propria bacchetta in mano.
 
Zabini inarcò le sopracciglia con espressione cattiva -Queste sono le persone che frequenti ora, Malfoy?-
 
Scorpius digrignò i denti -Non ti mettere in mezzo, Potter-
 
-Guarda che dietro di te c'è mia sorella, Malfoy- gli ricordò, ignorandolo -Inoltre, avrai bisogno di una mano. Non puoi farcela da solo contro quattro-
 
-Non ho bisogno di niente, Potter. Vattene- sibilò.
 
-Che scena commovente- disse Zabini senza una traccia di umorismo -Quando ti unirai ufficialmente alla famiglia Potter, Malfoy?-
 
-Chiudi la bocca-
 
-Desideri tanto questa sangue sporco che sei disposto a rovinare il tuo stato di sangue e la tua famiglia?- domandò, con la bacchetta ancora sollevata -Non vale molto, non credi? E che farai quando, inevitabilmente, ti stancherai e ti renderai conto troppo tardi che è solo il capriccio del momento? Cosa farai quando capirai di aver infamato il nome dei Malfoy e dei Black ancora più di quanto già non sia?-
 
Malfoy, se possibile, impallidì ancora di più e alzò la mano. Le dita attorno alla bacchetta stavano iniziando a fare male per la forza che usava nel stringerla.
 
-La mia famiglia non...-
 
-La tua famiglia non è niente, Malfoy- gli ricordò ancora una volta.
 
Non tollerandolo più, alzò la bacchetta. Non gli avrebbe permesso di insultare di nuovo il nome della sua famiglia -Sectumsem...!-
 
Lily, che conosceva e aveva visto coi propri occhi l'effetto dell'incantesimo, afferrò il braccio del biondo, per impedirgli di commettere quello sbaglio -Scorpius, no!- esclamò, facendo sì che lui la guardasse, sorpreso e con la fronte aggrottata, mentre l'incantesimo destinato a Zabini, che si sarebbe dissanguato in pochi secondi, era finito contro al muro di fronte, ora completamente in frantumi. Malfoy fece un passo indietro e poi, dopo essersi voltato, se ne andò, il più velocemente possibile.
 
Sapeva perfettamente che si sarebbe chiuso nella sua stanza fino a diventare parte integrante della parete, della propria Casa, di Serpeverde, del proprio letto, fine alla fine dell'anno scolastico.
 
Era solo, comprese.
 
Solo, solo, solo. Completamente e assolutamente solo.

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Qualcosa fuori posto. ***


Qualcosa fuori posto
 
Lily sospirò. Aveva appena finito l'esame pratico di pozioni, anche se in quel momento stava pensando ad altre cento cose che non avevano nulla a che fare con l'esame e forse aveva sbagliato qualcosa, ma a parte qualche piccolo errore, Lily credeva che fosse andata piuttosto bene. Almeno, la pozione era diventata azzurra (anche se un po' pallidina) e in teoria era così che doveva essere. Lily sperava solo che non la bocciassero, dato che almeno la sua pozione era diventata di un colore simile a quello richiesto, al contrario di quella della ragazza che era stata seduta accanto a lei. Il liquido era diventato simile al verde marcio e non turchese. Insomma, nel complesso, non era andata così male.
 
E, ovviamente, quella notte non poté ancora rilassarsi. Non solo perché avrebbe avuto l'esame di Trasfigurazioni il giorno seguente, ma perché alcuni frammenti della discussione tra Zabini e Malfoy continuavano a ripetersi nella sua testa in modo confuso. “Traditore del tuo stesso sangue...” “Guarda quell'immonda sangue impuro...” “Mischiare...” “Purezza del sangue” “Albero genealogico” “Nonna, nata babbana” “Dovrebbe farti schifo” “Sectumsem...” sbuffò, prese il libro e si diresse verso il dormitorio femminile. L'indomani avrebbe avuto un esame e non avrebbe risolto molto rimanendo a fissare il fuoco nel camino della sala comune, cercando di darsi una spiegazione per il comportamento non-ostile che Scorpius Malfoy aveva avuto nei suoi confronti.
 
Scoprì di non poter smettere di pensare alla cosa. Le parole velenose di Zabini si erano fissate nella sua testa e sembrava che non avessero la minima intenzione di andare via. E ci aveva provato a farle uscire, davvero, ma aveva fallito miseramente.
 
 
 
Il giorno dopo, davanti alla Sala Grande, Lily osservava quelli del settimo anno che uscivano dopo aver finito di fare l'esame. Vide Rose, Reg, Al...Scorpius, il quale camminò guardandosi i piedi e senza parlare con nessuno. Lily si morse il labbro inferiore e lo guardò per qualche secondo.
 
Era evidente che i Serpeverde (Zabini, Goyle, Tyger e Parkinson) lo evitavano come se fosse una malattia, con un eccessivo disprezzo, per fargli capire che fosse lui il problema.
 
-Lily, mi stai ascoltando?- chiese Kayleigh, osservandola con curiosità e seguendo la direzione del suo sguardo -Oh. Ultimamente è molto solo, vero? L’ho notato-
 
La rossa sentì un nodo nello stomaco. Specialmente quando lo vide lì, in piedi, in mezzo alla moltitudine, solo. Però manteneva un atteggiamento altezzoso e orgoglioso, come se tutto ciò che gli stava attorno non fosse degno del suo interesse. La cosa, d'altro canto, sembrava desse parecchio fastidio a Zabini, che lo osservava, quasi sperando che  scatenasse la sua furia da un momento all'altro, davanti a tutti. Come se Malfoy gli avrebbe mai dato tanta soddisfazione. Lily non aveva mai sentito il desiderio così forte di andare da Zabini per schiantarlo contro un muro, ma si trattenne. Era pieno di professori e non voleva finire nei guai a pochi giorni prima della fine della scuola solo per un idiota senza cervello come quello lì. Inoltre, credeva che cercando di aiutare Malfoy avrebbe finito col metterlo ancora di più nei casini. Non riusciva a smettere di guardare il biondo: i suoi tratti erano più pallidi e rigidi del solito, aveva le occhiaie e...
 
-Patil, Padmini; Padmore, Edward; Peyton, Joanna; Potter, Lily...-
 
Quando sentì il proprio nome, Lily vide che gli occhi grigi di Scorpius si soffermarono per qualche secondo su di lei, ma distolse rapidamente lo sguardo e sparì nella moltitudine, apparentemente non molto felice di averla vista. Kayleigh richiamò la sua attenzione -Lily, il professor Flitwick ti chiama-
 
-Mmh? Ah, sì- annuì, entrando nella Sala Grande, senza riuscire a togliersi dalla testa l'occhiata di disgusto che le aveva lanciato la serpe pochi secondi prima. Ma cosa si aspettava?
 
Quello era Malfoy, dopotutto. Narcisista, egoista, arrogante, canaglia, cretino Scorpius Malfoy, la cui capacità di amare si riduceva a se stesso, al proprio nome e al proprio stato di sangue puro. Ed era un Serpeverde e tutto ciò che comportava l'esserlo, tutto ciò che Lily non sarebbe mai stata. No. Lei era tutto ciò che lui odiava. Tutto ciò che Scorpius avrebbe cancellato dalla faccia della terra. Era una Potter, una Weasley, una sangue impuro, niente più, niente meno e non le importava che i suoi bisnonni fossero stati Babbani, anzi, ne era orgogliosa. Ed era una Grifondoro, in tutto e per tutto e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea: uno come Scorpius Malfoy non poteva vedere nulla di buono in lei. Non l'avrebbe mai amata. Era semplicemente ridicolo che qualcuno potesse essere convinto di una tale assurdità. E, signori e signore, per la prima volta, Rose Weasley aveva torto marcio.
 
Quando l'esame terminò Lily tornò in sala comune, dove sua cugina aveva tutta l'intenzione di riesporle la sua assurda teoria.
 
-Rose- l'avvertì, quando quella aprì la bocca per parlare. Non avrebbe ascoltato altro su Malfoy, dato che già non riusciva a smettere di pensare a lui per conto suo. Cioè, no, non pensava a lui. E non pensava nemmeno a quando lo aveva quasi baciato sotto l'influenza di quella stupida pozione, l'Amortentia.
 
-Lily, non puoi dirmi che non credi che...-
 
-Sì, posso dirtelo- replicò, ostinata.
 
Al sorrise -Ha preso da papà-
 
Rose alzò gli occhi al cielo -Ha parlato il più accondiscendente del mondo- disse ironicamente.
 
Albus aggrottò la fronte -Io non sono ostinato-
 
Lily sorrise -Rose ha ragione, Al-
 
Albus, allora, prese la palla al balzo -Sì, ce l'ha, tu interessi a Malfoy-
 
Sua sorella, che stava bevendo del succo di zucca, sputò dappertutto e iniziò a tossire -Non anche tu!- esclamò, recuperando piano piano la capacità di respirare. Rose e Albus sorrisero con aria di sufficienza -Malfoy non...-
 
-Oh, andiamo, Lily- disse Reg -Credi che uno come Malfoy si disturberebbe per difendere un'alunna di quinto anno di Grifondoro, che è pure la figlia del nemico di suo padre?-
 
Lily gonfiò le guance, indignata. Reginald stava giocando sporco. E da quando era d'accordo con la sua ragazza? -Tu prendevi in giro la teoria di Rose- lo accusò.
 
-Beh, ho cambiato idea. Inoltre, Rose ha sempre ragione- sì, lo sapeva, ma non in quel caso. Non poteva averla.
 
-Sei dalla sua parte perché ti fa comodo. E sì, proprio in quel senso- non le importava che sua cugina stesse iniziando a diventare peggio di un pomodoro. Era vero, Reg la appoggiava solo perché non voleva andare in bianco.
 
-Per favore, sei incredibile!- esclamò indignata la Weasley -Supponiamo che tu abbia ragione, che tu non piaccia a Malfoy...-
 
-No gli piaccio-
 
Rose la ignorò e proseguì -Supponiamo che non gli piaci. Allora perché si è messo contro tutti i suoi amici di Serpeverde per proteggerti?-
 
Lily odiava quando lo facevano suonare come un atto nobile e romantico di una qualche storia d'amore che le leggeva la nonna Molly quando era piccola. Non c'era nulla di nobile in tutto quello. Non c'era un pizzico di nobiltà in Scorpius Malfoy e Lily era sicura che anche Malfoy fosse d'accordo -E' Caposcuola. Non è permesso duellare nei corridoi-
 
-E da quando a Malfoy importa di essere Caposcuola?- domandò Albus con sarcasmo. Non gli erano mai interessate le regole, tanto per iniziare.
 
Lily si morse il labbro inferiore. Stava perdendo. Nonostante tutto, però, si rifiutava di crederci. In primo luogo, era orgogliosa e non lo avrebbe mai ammesso. In secondo luogo, accettare una cosa del genere era pressoché impossibile. Dire che Malfoy era interessato a lei era come affermare che i centauri potessero volare. E Lily sapeva che non potevano farlo.
 
-Al, Malfoy non...-
 
-Sai che Zabini, Tyger, Goyle e persino la Parkinson non gli parlano, vero?-
 
Il nodo nello stomaco ricomparve, al ricordo del biondo in piedi, da solo, in mezzo a tutte quelle persone -Io non gli ho chiesto di fare niente-
 
-Però lui lo ha fatto- disse Rose con calma.
 
-Forse Scorpius stava solo cercando una buona scusa per schiantare Zabini- suggerì, infastidita per la piega che stava prendendo il discorso. Avrebbe preferito parlare degli esami -Merlino sa che io lo farei se potessi-
 
-Conta su di noi- disse Reg e Al annuì con vigore. Rose però sbuffò.
 
-No, non lo farete. Non farete nulla che vi possa far espellere fino alla fine dell'anno- li ammonì, prima di rivolgersi ancora alla cugina -Lily...-
 
-Rose...- la imitò, tentando inutilmente di distrarla.
 
-L'hai chiamato “Scorpius”-
 
Lily si irrigidì -E' il suo nome, Rose- disse con tranquillità, anche se dentro si sentiva irritata come non mai. Una cosa era che insinuassero che Malfoy avesse una specie di interesse per lei, un'altra era che insinuassero che lei contraccambiasse.
 
-Ma tu lo hai sempre chiamato Malfoy, come tutti noi- aggiunse Rose, decisa.
 
Lily iniziava a perdere la pazienza -Rose, per l'ennesima volta, a Malfoy non interesso. E lui non interessa a me. Abbiamo già parlato di questo, il caso è chiuso-
 
-Vedi? Malfoy, non Scorpius- ribadì con aria di sufficienza.
 
E Lily perse ufficialmente la pazienza -Bene- sbuffò, alzandosi di scatto -Andrò a cercarlo e lo porterò qui, così vi dirà che vi siete assicurati un posto al San Mungo-
 
Si voltò e uscì per andare a cercare Malfoy, anche se non aveva idea di dove si potesse trovare. E c'era un altro problema: se lo avesse trovato, avrebbe dovuto convincerlo a seguirla da Rose, Al e Reg, per dire che tra loro due non ci sarebbe mai stato niente. Sperava che la sola insinuazione lo facesse sentire offeso, ma Lily dubitava che Scorpius si sarebbe sentito scalfito dalla cosa, non era il tipo di persona che aveva bisogno di giustificarsi o di dare spiegazioni. Specialmente non davanti a coloro che lui non riteneva nemmeno degni della sua attenzione. Nonostante tutto, però, era determinata. Non le importava come, non le importava se avrebbe dovuto costringerlo con la forza o con la bacchetta. No. Niente di tutto ciò aveva importanza, avrebbe fatto di tutto pur di mettere a tacere Rose.
 
Scendendo per le scale, si diresse nelle segrete, convinta che il miglior luogo da cui iniziare a cercare fosse la sala comune di Serpeverde. E anche se non fosse stato lì, di sicuro qualcuno le avrebbe detto dove si trovasse in quel momento. Le segrete erano molto fredde se comparate al resto del castello.
 
Finalmente arrivò davanti alla porta della sala comune di Serpeverde e aspettò per cinque, dieci, quindici minuti, ma non vide nessuno. Stava per tornare indietro, quando notò una ragazza che stava uscendo.
 
-Questa non è la sala comune di Grifondoro- le disse, osservandola con diffidenza.
 
Lily dovette mordersi la lingua per non replicare con tono acido -Lo so. Sto cercando Malfoy. E' dentro?-
 
Aggrottando la fronte, la ragazza guardò Lily ancora più confusa -Perché?-
 
-Ho bisogno di parlare con lui- spiegò, sforzandosi per rimanere calma.
 
-Oh- e allora perse del tutto l'espressione diffidente -Sei lei, vero?-
 
-Lei?- ripeté Lily, perplessa.
 
La Serpeverde si chinò un pochino e sussurrò -La figlia di Harry Potter- come se fosse un segreto.
 
Lily alzò gli al cielo, ma sorrise -E tu sei...?- le porse la mano, ma dopo qualche secondo, quando l'altra non l'afferrò, decise di riabbassarla, per niente offesa.
 
-Temple Higgs- disse e Lily pensò che fosse curioso che qualcuno di Serpeverde si chiamasse in quel modo  -È  vero che ha combattuto contro Tu-Sai-Chi e che ha la cicatrice per...?-
 
-Voldemort?- fece fatica a trattenere una risatina vedendo la smorfia che fece la ragazza sentendo quel nome -Sì, ha anche la cicatrice sulla fronte-
 
La Serpeverde annuì -Mio padre mi ha detto che ha giocato contro il tuo a Quidditch, anche lui era cercatore, di Serpeverde però. Tuo padre è stato il giocatore più giovane del secolo, ed era anche molto bravo. Ha preso il suo primo Boccino con...-
 
-Con la bocca- concluse Lily, che aveva sentito quella storia un milione di volte. Suo zio Ron la raccontava con entusiasmo ogni volta in cui ne aveva l'occasione, specialmente a Natale, dopo aver bevuto Whisky Incendiario.
 
-Mi dispiace. Deve essere tutto molto noioso per te, vero? Dato che si tratta della tua famiglia. Mio padre non è mai stato interessato al Signore Oscuro- aggiunse, come se Lily dovesse saperlo per forza -Non...non siamo sangue puro-
 
Lily fece spallucce -Il sangue non importa, è l'abilità del mago che fa la differenza- ripeté convinta ciò che suo padre le diceva sempre da quando era in fasce.
 
In quel momento, un altro Serpeverde uscì dalla sala comune e sentì ciò che Lily aveva appena detto -Tipico di voi perdenti di Grifondoro-
 
Timple inarcò un sopracciglio e lo guardò -Beh, il sangue puro con te non è servito a molto, vero? L'esame di pozioni ti è andato male lo stesso, così come l'incantesimo di lievitazione- il ragazzo borbottò qualcosa e se ne andò. Lily decise che quella ragazza le stava simpatica. -Allora- aggiunse -Stavi cercando Scorpius, giusto? Aspetta un momento-
 
Sparì dalla sua visuale, ma dopo qualche istante sentì la sua voce gridare -Ehi, Scorpius, ti cercano!-
 
Udì la voce del biondo chiedere -Chi?-
 
-Potter- rispose, senza la minima punta di disprezzo o di cattiveria. Lily attese in silenzio.
 
-Dille che non ci sono- la ragazza uscì, ma Lily la fermò prima che potesse riportarle la bugia che Malfoy aveva detto.
 
-Dì all'idiota che posso sentirlo. E che non me vado-
 
Temple Higgs annuì, divertita e ritornò dentro -Sa che sei qui e dice che non se ne andrà. Vuole parlare con te-
 
-Dì a Potter che non ho niente da dirle-
 
Sospirando, la raggiunse di nuovo e passò il messaggio alla rossa, che non si mosse -Dì a quel codardo che se sarà necessario dormirò qui, fino a che non uscirà-
 
La Serpeverde trattenne una risata e si voltò per l'ennesima volta -Dice che...-
 
-L'ho sentita, dille...-
 
-Non sono il tuo gufo, Malfoy!- sbottò, irritata -Se hai qualcosa da dirle, alza il sedere e vieni qui. Arriverò tardi a lezione- prima di abbandonare la sala comune rivolse un sorriso a Lily -E' stato un piacere conoscerti- poi la superò.
 
Qualche secondo dopo, Scorpius apparve davanti a lei. E Lily lo guardò con preoccupazione.
 
Aveva qualcosa...qualcosa fuori posto. Qualcosa che non le sembrava di aver mai visto in lui.
 
Qualcosa che non riuscì a definire.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Effetto Onda. ***


Effetto Onda


Era lo stesso volto che aveva visto alcuni giorni prima, lo stesso pallido e consumato volto dai tratti spigolosi e dalle occhiaie scure sotto agli occhi opachi. Era stanco, poteva vederlo, come se non dormisse da secoli e la sua usuale smorfia arrogante sembrava essere sparita completamente, lasciando spazio ad una di rigidità. E anche se gli esami facevano un brutto effetto su tante persone, Lily non era sicura che si trattasse solo di quello.
 
-Stai bene? Hai perso peso?- domandò, alzando le dita con l'istinto di toccare il suo viso, ma dopo qualche istante le riabbassò.
 
-Perfettamente. Gli esami- rispose, secco. Come se così fosse riuscito a spiegare tutto. Lily sapeva che stava mentendo -Sono qui, Potter. Che vuoi?- disse, impaziente. Non sembrava molto a suo agio lì, in mezzo al corridoio, con lei.
 
Il nodo che aveva sentito nello stomaco l'ultima volta che lo aveva visto tornò -Non mi sembra che tu stia bene. Sei andato in infermeria? Forse hai un virus o qualcosa del genere. Hugo l'ha preso una volta ed era orribile come te- aggiunse, con un sorriso, cercando di allentare la tensione.
 
-E' tutto? E' sempre un piacere vederti, Potter- disse, inarcando le sopracciglia, voltandosi per andarsene, ma lei lo afferrò per il polso, non disposta a lasciarlo andare. I suoi occhi grigi e intontiti fissarono per qualche istante le sue dita, che lo tenevano con forza. Lily boccheggiò, stordita, e lo lasciò.
 
-Mi dispiace- si scusò -No, non è tutto. Voglio...chiederti una cosa?- disse, facendo suonare la frase a metà tra una domanda e un'affermazione.
 
Malfoy guardò entrambi i lati del corridoio, sentendo delle voci avvicinarsi e poi la guardò -Parla velocemente. Non ho tutto il giorno, Potter-
 
-Sempre romantico...- borbottò, incrociando le braccia. E perdendo la preoccupazione iniziale che aveva sentito per lui. Prendendole il braccio, la portò con sé fino a un lato del corridoio dove nessuno sarebbe stato in grado di vederli, dato che erano coperti da una statua. Lily guardò Malfoy con curiosità, quando finalmente la lasciò, con sarcasmo disse -Siamo i primi MangiaScorpius e questa è la prima riunione ufficiale e segreta, o mi sono persa qualcosa?-
 
E l'ombra di un sorriso apparve sulle sue labbra fini -Molto divertente, Potter-
 
-Sai? Se stai cercando di non apparire sospettoso, questa non è decisamente il modo adatto- aggiunse. Il ragazzo la guardò contrariato.
 
-Non sto cercando di fare niente- sussurrò.
 
-No, ti piace solo nasconderti con me dietro alle statue- sbuffò.
 
Un altro accenno di sorriso arrogante apparve sui suoi tratti eleganti -Forse-
 
-Ritiro la mia domanda iniziale, stai bene. Troppo bene, in effetti- Malfoy si passò una mano tra i capelli biondi e Lily si chiese se fossero davvero morbidi come sembravano, ma si trattenne dall'allungare la mano per toccarli, terrificata dal proprio pensiero.
 
-Fantastico. Se non c'è altro...- fece per voltarsi, ma lei glielo impedì.
 
-Non muoverti, Malfoy. Non ho finito-
 
-Non accetto ordini da te, Potter, nel caso in cui non te lo ricordassi. E questo non è il modo più adatto per ottenere favori da parte mia-
 
Lily si morse il labbro inferiore. Sì, lo sapeva. L'istinto di gridargli che non aveva bisogno di lui fu molto forte, ma rimase in silenzio e sospirò -Bene, iniziamo da capo. Come stai?-
 
-Una meraviglia, e tu?- rispose con sarcasmo.
 
-Perfetto- annuì -I convenevoli sono andati. Ora, ho bisogno che tu mi faccia un favore-
 
-L'hai già detto, Potter- le ricordò, con un sorriso arrogante.
 
-Sì, lo so- sospirò, torturando la manica della maglietta che indossava. Come poteva dirlo senza farlo suonare totalmente assurdo così come era nella sua testa?
 
Scorpius la osservò per qualche istante, notando ciò che stava facendo alla maglietta -Così la stropicci-
 
Lily comprese a cosa si riferiva e la lasciò rapidamente -Ho bisogno che tu venga con me- disse tutto d'un fiato, sentendo una fastidiosa sensazione di calore sulle guance.
 
Questo lo sorprese -Con te, Potter?-
 
-Sì...ecco...Rose, Al e Reg hanno questa stupida e completamente assurda teoria...ecco...secondo loro io...io ti piaccio. E ho pensato che questa cosa ti avrebbe offeso e forse se tu dirai che non è vero, loro la smetteranno di...sai...-
 
-No- disse, secco, prima di riuscire a fermarsi.
 
-Non ci hai nemmeno pensato!- disse, cercando di convincerlo. Era andata lì, aveva fatto a pezzi il proprio orgoglio e per cosa? Per sentirsi dire “no”? Era inaccettabile.
 
-No- ripeté, freddo -Non lo farò-
 
-Cosa? Perché?- sbuffò.
 
-Perché no- disse ancora
 
-Tu...tu sei...irritante!- esclamò, dandogli un colpo sul petto. Lui fece un passo indietro, senza smettere di guardarla -Dammi una buona ragione-
 
-No- ancora?! Pensò Lily, infastidita.
 
-Perché?- Malfoy era frustrante.
 
-Non ti devo dare spiegazioni, Potter- sibilò, anche se sembrò vacillare per un istante -Inoltre, non capiresti. E non ha importanza-
 
-Oh, no, per favore. Illustrami, Malfoy-
 
Scorpius digrignò i denti -Credimi, non vuoi che io lo faccia, Potter-
 
-E questo cosa significa?- esclamò, con le guance rosse per l'indignazione.
 
-Non dovresti chiedere cose senza avere la certezza di poterne gestire poi la risposta- disse, puntando i suoi occhi grigi in quelli color cioccolato di lei.
 
-Insisto- lo sfidò, alzando il mento, con gli occhi accessi, coi capelli rossi ai lati del viso e con le labbra tese.
 
Talmente tanto tese che Scorpius si chiese se potesse scioglierle facendole unire alle proprie. Voleva farlo, Merlino, se voleva farlo. Ma si era  trattenuto per tutto quel tempo, non poteva rovinare tutto. Non quando mancavano solo pochi giorni alla fine della scuola, così che potesse dimenticarsi di Hogwarts, delle lezioni...di lei.
 
-No, non lo fare- la contraddisse, con voce aspra. Doveva andarsene da lì, voltarsi e tornare in sala comune, da dove non sarebbe più uscito e da dove non si sarebbe dovuto allontanare. Lo sapeva che era stata una cattiva, cattiva, cattiva idea e ora ne aveva avuto la prova -Vattene, Potter-
 
-No, non finché non accetti di venire con me- disse, ostinata -Inoltre, qual è il tuo problema? Devi solo dire a Rose che non è vero, poi potrai tornare a vagare per i corridoi alla ricerca della felicità altrui di cui poterti nutrire-
 
-Il mio problema, Potter?- sibilò, senza distogliere lo sguardo da quello di lei. Fece un passo, e un altro, e un altro ancora, appoggiando le mani ai lati della testa di Lily, che ormai era con la schiena attaccata alla statua, coprendola totalmente con il suo corpo alto e muscoloso.
 
Lily, irrigidendosi, fece per retrocedere, ma si trovò bloccata -Cosa fai...?- sussurrò, nel panico totale.
 
Avrebbe voluto spingerlo, ma quando lo vide inclinare la testa, leggermente dubbiosa e fermarsi a un solo centimetro dalle sue labbra, le parole si fermarono in gola e le braccia rimasero pietrificate. Per un secondo, con il cuore che batteva violentemente nel petto, Lily si ricordò di quella volta nella Foresta Proibita. Quella volta in cui aveva potuto sentire il suo alito caldo contro la propria bocca. E quella scarica che le aveva percorso tutta la spina dorsale. Alzò lo sguardo per esaminare gli occhi di Scorpius e le sue ciglia chiare, scoprendo che non erano più pieni di freddezza o di arroganza, ma di confusione. Sembrava che stesse combattendo contro se stesso, sembrava che ci fosse una lotta dentro di sé. La sua espressione denotava anche qualcosa di oscuro, qualcosa che Lily non riuscì a definire, qualcosa che stava come per esplodere, che stava per scoppiare, perché trattenuta da troppo tempo.
 
E allora la baciò, con forza e forse un po' bruscamente, premendo le labbra contro quelle di lei, come se non gli importasse più di niente e nessuno. Con rabbia, con disperazione. Ormai, anche se non lo avesse fatto, sapeva di essere arrivato a un punto di non ritorno. Non sarebbe mai riuscito a togliersela dalla testa...dal cuore. O forse no, forse ci sarebbe riuscito. Col tempo, con gli anni. Forse prima o poi sarebbe stato come se lei non fosse mai esistita. Avrebbe portato con sé quell'errore fino alla tomba. Dopo essere tornato a casa, quel bacio sarebbe stato cancellato per sempre dalla sua mente.
 
Non riuscì a fermarsi, però. Rimase lì, sapendo che più la baciava, più qualcuno ci avrebbe rimesso. Sapeva che sarebbe stato lui il primo ad impazzire. Continuò, sentendo la rigidità di lei e sorrise, perché era consapevole che non sarebbe mai stato ricambiato. Era logico, dopotutto. Lui rovinava tutto. Qualunque cosa toccasse si rovinava. Stava rovinando Lily, stava rovinando se stesso. Ma ormai non aveva più importanza. Non gli importava che il suo cognome fosse Malfoy e che quello di lei fosse Potter e non gli importava di Zabini, Tyger, Goyle, Parkinson, né di nessun altro. Non gli importava che avrebbe dovuto sentirsi schifato ma che invece non lo fosse e non gli importava che nelle vene delle labbra che stava baciando scorreva ciò che avrebbe dovuto odiare. No, non gli importava. Che marcissero all'Inferno il sangue puro e tutto il resto.
 
E Lily rimase immobile, paralizzata, incapace di capire cosa stesse succedendo attorno a loro. Incapace di vedere o pensare o sentire niente oltre alla sensazione che provava sentendo le labbra di Scorpius premere sulle proprie. Incapace di reagire. Aveva sempre pensato che le sue labbra fossero fredde, gelide, dure, invece non era così. Le sue ciglia lunghe le facevano il solletico e rimase inebriata dal suo profumo: zenzero, pergamena e liquirizia. La cosa peggiore era che in quel momento la stava baciando come se fosse qualcosa che desiderava fare da giorni, settimane, mesi. Forse anni. Come se fosse l'azione più dolorosa del mondo per lui, ma nonostante questo lo stava facendo. La stava baciando.
 
E si ritrovò a pensare, quando iniziò ad allontanarsi, che non fu per niente male. Fu fastidioso invece il fatto che lui stesse iniziando a separarsi da lei, dalle sue labbra, con una lentezza esasperante, come se non volesse effettivamente sciogliere il contatto, come se non rimanerle così vicino, ora che aveva provato, fosse  impossibile.
 
Quando il biondo si raddrizzò, Lily non poté evitare di notare che in lui era ancora presente un conflitto interiore. Le sue labbra erano tese in una linea -Adesso puoi andare a dire ai tuoi amici che avevano ragione- sussurrò, poi si voltò e sparì dalla sua visuale, lasciandola lì, sola, nel più terribile dei silenzi.
 
Appoggiando una mano sulla statua, non molto sicura della propria capacità di rimanere in piedi, si raddrizzò e iniziò a camminare per il corridoio, completamente isolato.
 
“No, ti piace solo nasconderti con me dietro alle statue” “Forse”.
 
Sospirò, senza azzardarsi ad alzare le dita per toccarsi le labbra. Era confusa, sconcertata, ma poteva sentirlo, in lei. La stava coprendo, avvolgendo, consumando. Le sue terminazioni nervose si stavano accumulando in un effetto increspante. Una volta e una volta ancora, come le onde dell'acqua. Lui aveva lanciato la pietra con tutte le sue forze, con tutta la sua frustrazione, con tutto il suo peso e aveva scosso la calma superficie di acqua in lei, ma non si era fermato per vedere quale effetto questo avesse provocato. Non aveva voluto sapere, Lily ne era certa, perché lo aveva visto nella sua espressione. Lo aveva sentito nelle sue parole amare:
 
“Inoltre, non capiresti. E non ha importanza”.
 
E comprese che lui non aspettava una risposta, non da lei almeno, perché non aveva nemmeno formulato la domanda. No, lei aveva forzato, punzecchiato, insistito, come sempre, fino a rompere ogni sua certezza. E aveva ottenuto ciò che voleva.
 
Sì, lui aveva lanciato la pietra, alzando la mano e gettando la bomba, ma solo perché lei glielo aveva chiesto, con un'eccessiva insistenza, e allora la bomba le era esplosa in faccia.
 
Non avrebbe dovuto chiedere cose la cui risposta non avrebbe potuto gestire.
 
E anche se odiava ammetterlo, lui aveva ragione.
 
Tutta la ragione. Ce l'aveva sempre avuta.
 
Sempre, sempre, sempre.
 
E ora se n'era andato.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** La cosa più importante del mondo. ***


La cosa più importante del mondo

 
Lily sospirò, prendendo un altro libro e buttandolo in fondo al suo baule. L'anno era terminato e, per la prima volta, non si sentiva molto entusiasta. Si sentivano le risate e le conversazioni al piano di sotto. Lily stava finendo di preparare le ultime cose prima di andare a mangiare, perché poi sarebbero definitivamente andati a casa, almeno per quell'anno, perché poi lei sarebbe tornata quello seguente. E le mancavano altri due anni, quindi non doveva dire addio ad Hogwarts, che considerava la sua seconda casa. E ce ne sarebbero stati altri, di banchetti. Continuava a ripeterselo, eppure non sembrava alleviare il peso che sentiva nello stomaco. Era l'ultimo per suo fratello Albus, per Rose, per Reg ed era giusto che Lily fosse con loro mentre la McGranitt spendeva qualche parola in più per gli studenti del settimo anno. Ma Lily non se la sentiva, così aveva mentito dicendo che sarebbe rimasta nel bagno delle ragazze nella torre di Grifondoro per un forte mal di stomaco, invece stava sistemando le ultime cose nel baule.
 
Sbuffando, prese il libro che stava per mettere via e lo osservò per un istante, accarezzando il titolo: era il libro di pozioni che aveva usato per prepararsi per i GUFO, che erano terminati una settimana prima. Lo stesso libro che Lily sapeva contenere tracce di lui. Lo aprì e contemplò la pagina su cui era stato disegnato il Boccino. Le ricordò quello d'Oro che lui portava sempre con sé, con cui giocava quando era annoiato o non aveva niente da fare o era nervoso. Lo aveva usato più volte mentre lei doveva studiare per i GUFO.
 
-La smetti?- aveva borbottato una volta, quando era già da mezz'ora che cercava di leggere la stessa pagina e lui continuava a lanciare il Boccino in aria e a farlo roteare un po' per poi vederlo cadere di nuovo sul palmo della mano. Il suo volto era coperto da un libro che stava fingendo di leggere.
 
Scoprendosi il viso l'aveva guardata con le sopracciglia inarcate -Che succede, Potter? Sei in quel momento del mese?-
 
Lily era arrossita violentemente, indignata e aveva afferrato un pezzo di carta accartocciato dal divano (erano sparsi dappertutto) e glielo aveva lanciato in faccia –Sai sei più carino quando non apri bocca, quindi chiudila-
 
Un sorriso arrogante si era formato sulle sue fini labbra -Grazie, Potter. Non sapevo che mi trovassi “carino”, comunque preferirei che utilizzassi termini non offensivi per la mia mascolinità-
 
-Non era un complimento, Malfoy, sgonfia il tuo ego da Ippogrifo-
 
Il biondo aveva semplicemente messo le braccia dietro alla testa e aveva guardato il soffitto, senza smettere di sorridere con arroganza -O potrei lasciartelo montare, il mio Ippogrifo- poi la guardò con la coda dell'occhio, divertito.
 
Lily arrossì ancora e gli lanciò un'altra pallottola di carta -Chiudi la bocca, pervertito-
 
Ma Scorpius non cambiò espressione -Un'altra volta, non so di che parli, Potter. Ti stavo solo invitando a fare un giro sul mio Ippogrifo per cavalcare insieme fino a tarda sera. Per qualcuno che sembra così innocente, hai una mente abbastanza...-
 
-Oh, smettila- lo interruppe, col volto ormai peggio dei propri capelli. Lui si passò una mano tra i capelli, facendoli smuovere e facendoli cadere un po' sul davanti dandosi un'aria più sbarazzina. Lily non poté fare a meno di pensare che in quel modo gli stessero molto meglio.
 
-Matura- terminò la propria frase, ignorando per la terza volta l'ordine di lei che gli diceva di smetterla.
 
-Non devi studiare?- borbottò, puntando gli occhi sul proprio libro. Malfoy era incredibile.
 
Il biondo inarcò le sopracciglia, divertito -Non mi dire, Potter, che ti ho messo in soggezione- anche se sapeva quanto fosse difficile mettere in soggezione una ragazza come lei, orgogliosa e sempre con la battuta pronta. Anche suo padre aveva sempre apprezzato questo in Ginevra Weasley. Probabilmente ce l'avevano nel sangue.
 
-Ti piacerebbe, Malfoy- borbottò, con la maggior quantità di indignazione possibile, alzando lo sguardo dal libro e odiando il colore traditore delle proprie guance.
 
Malfoy sorrise e riprese a giocare col Boccino, alzandosi e andando vicino a Lily, che cercò di ignorarlo, finché non sentì un fastidio alla nuca. Credendo che si trattasse di un insetto, cercò di cacciarlo via con la mano, ma poi si accorse che si trattava del Boccino del biondo.
 
Adesso si chiedeva se il motivo per cui si comportava in quel modo fosse quello di darle fastidio, come aveva sempre sostenuto. Si chiedeva se sotto ci fosse altro. Aprendo il libro che aveva nelle mani, si sedette per terra, contemplando per qualche istante il Boccino che svolazzava per i margini della pagina. Poi, distratta, iniziò a leggere le annotazioni che lui aveva fatto nella sua bella calligrafia. La maggior parte erano correzioni alle istruzioni delle pozioni o meri suggerimenti. Vi era anche qualcosa che non aveva notato fino a quel momento, però. Il suo nome. Scorpius H. Malfoy, tutto decorato con cose inutili e pompose. Suppose che fosse ovvio, visto quanto fosse narcisista.
 
Passando le dita su ciò che aveva scritto, sospirò, chiudendo finalmente il libro e rimettendolo in fondo al baule, per la quinta o sesta volta. James, il suo criceto scuro che la osservava dal letto, la guardava come se pensasse che fosse pazza. Cosa che Lily non poteva del tutto negare. E anche se in quel momento sarebbe dovuta andare in Sala Grande, proprio non ci riuscì.
 
Alzò gli occhi al cielo, il suo coraggio da Grifona arrivava fino a quel punto -Forse sarei stata meglio a Serpeverde- borbottò, di malumore. Il suo criceto fece un verso e lei fece una smorfia -Sì, lo so. E' ciò che ha detto quell'idiota e io non voglio dargli ragione- anche se, dopotutto, si nascondeva lì, nella sua stanza, invece che stare nella Sala Grande.
 
In poche ore se ne sarebbero andati, lui avrebbe proseguito con la sua vita e lei con la propria, tutto avrebbe perso importanza, incluso il bacio e le andava bene così, perché finalmente avrebbe potuto smettere di pensarci. Inoltre, si trattava di Malfoy. Scorpius Malfoy. E non poteva semplicemente ignorare anni e anni di avversione, che aveva sentito da quella prima volta quando era scesa dall'espresso di Hogwarts cinque anni prima, per qualcosa come un bacio. Lily non era ingenua. E sapeva perfettamente che i baci non avevano le proprietà magiche a cui i racconti Babbani attribuivano. Anche se doveva ammettere a se stessa che nessuno, nessuno, nessuno l'aveva baciata come aveva fatto lui, come se ogni cosa importante del mondo non valesse niente se paragonata a lei, come se nulla fosse stato degno del suo interesse prima d'allora, nessuno era mai riuscito a toglierle il respiro come aveva fatto lui, in quei pochi secondi. Né Lorcan, né Tyrrell, né Evan.
 
Non importava, sì ripeté, non importava. Perché non lo avrebbe rivisto mai più. Nonostante questo, però, non riusciva a smettere di pensarci e il nodo che aveva nel petto non se ne andava. Dannazione. Perché doveva importarle, tra tutte le persone, proprio di Scorpius Malfoy?! Non aveva detto almeno un milione di volte che era un arrogante, narcisista, egoista e idiota Serpeverde? Non lo aveva detto recentemente? Non lo pensava per la maggior parte del tempo? Non lo avrebbe cancellato dalla faccia della Terra se avesse potuto? No. Niente di tutto ciò. Non lo avrebbe mai cancellato dalla faccia della Terra. Forse lo aveva desiderato, forse c'era stata avversione, forse qualche volta si scontravano ancora, ma non lo odiava. Non come avrebbe dovuto. Sospirò, perché sapeva che non sarebbe riuscita a smettere di pensarci. L'aveva baciata, rovinando tutto, facendole andare in fumo il cervello.
 
Voleva andarsene da Hogwarts, voleva andarsene il più lontano possibile e ritornare al numero dodici di Grimmauld Place e rimanere lì per il resto dell'estate, dimenticandosi di Malfoy, della sua esistenza, del suo dannato bacio. Finalmente finì di riempire il baule e poi lo chiuse con un colpo, facendo sobbalzare il criceto sul letto.
 
-Mi dispiace, James- si scusò Lily, con un sorriso. Però questo scomparve rapidamente dalle sue labbra. Si sentiva vuota, con un groppo in gola fastidiosissimo. Si lasciò cadere sul letto e iniziò ad osservare i colori oro e rosso della stanza.
 
-E' triste, vero?- Rose era appena entrata, sicuramente perché era andata a cercarla, preoccupata per lei –Beh, suppongo che per te non lo sia, dato che tornerai qui il prossimo anno, ma per me e per Al...-
 
Lily annuì, chiedendosi se anche a Scorpius sarebbe mancata Hogwarts. Si morse il labbro inferiore, ricordandosi che non doveva importarle -Puoi sempre tornare qui come professoressa- sorrise, cercando di risollevare l'umore di sua cugina. Rose sarebbe stata un'eccellente insegnante.
 
La Weasley sorrise -No, credo che proseguirò con Difesa Contro le Arti Oscure. Voglio continuare con la causa a favore degli elfi che ha iniziato mia madre. Al dice che vorrebbe viaggiare per il mondo-
 
-Sì, questo è proprio da Al. Ha sempre voluto farlo, prendersi un anno prima di iniziare il programma per diventare Auror. E Reg?-
 
-Viaggerà con i suoi genitori in Romania, credo. E poi anche lui seguirà la carriera da Auror- fece spallucce, sedendosi sul letto accanto a Lily.
 
-Mi dispiace- disse, sapendo che sarebbe mancato a sua cugina.
 
-A me no. Ci scriveremo e mi ha detto che potrò andare a trovarlo tutte le volte che vorrò- le sue gote si colorarono di rosso -Vuole che conosca la sua famiglia-
 
Lily guardò il soffitto, con un piccolo sorriso sulle labbra -Allo zio Ron verrà un infarto-
 
Rose rise -Almeno non è Scorpius Malfoy. Allora sì che gli sarebbe venuto!- notando l'espressione di Lily si affrettò ad aggiungere -Non che Malfoy abbia qualcosa che non va! Voglio dire...sai...-
 
-Sì...- mormorò, sedendosi -Hai ragione. Stare con Malfoy sarebbe impossibile-
 
La Weasley sospirò -Lily...Malfoy non...- esitò -E' successo qualcosa, vero?-
 
-No, niente- mentì, anche se, in parte, era vero: non era niente. Non significava niente. Non sarebbe cambiato niente.
 
-Mi sembrava un po' triste, al banchetto- disse, esaminando la reazione di Lily -Sai? Può suonare ridicolo però credo...sì, un'altra teoria...che anche Malfoy abbia un cuore-
 
-Hai troppe teorie. Questa comunque è divertente- rispose Lily, sforzandosi di sorridere -I Dissennatori non hanno un cuore, Rose. Credevo che lo avessi studiato sul libro di Difesa Contro le Arti Oscure-
 
Rose sorrise e si mise in piedi –Presumo esistano cose che non si possono imparare sui libri- ammise, per sorpresa di Lily, che sorrise sinceramente questa volta.
 
-Tu chi sei e che cosa ne hai fatto di mia cugina Rose Weasley?-
 
-Oh, per favore- sospirò -Pensaci-
 
-Non ho niente a cui pensare, Rose- insisté, anche se ci aveva già pensato abbastanza e non era giunta a nessuna conclusione. Inoltre, aveva già preso una decisione. La codarda decisione di non prenderne nessuna. E andava bene così.
 
-Come vuoi. Solo...non rimanere qui ancora a lungo. Tra poco partiranno le carrozze e dobbiamo prendere l'espresso per tornare a casa- osservò ancora una volta quella quasi del tutto vuota stanza del dormitorio femminile di Grifondoro, sorrise tristemente e poi si voltò, uscendo dalla porta.
 
Sospirando e pensando che Hogwarts le sarebbe mancata da morire, uscì, portando il baule con la bacchetta. Dopo aver passato il ritratto della Signora Grassa scese fino ad arrivare davanti al vestibolo, dove tutti gli studenti erano accalcati in attesa delle carrozze.
 
-Gli studenti del primo anno vadano con Hagrid- udì la professoressa Marchand e, in cima a tutte le altre teste, vide quella di Hagrid, che in mezzo alla moltitudine gridava -Quelli del primo anno! Ah! Albus, Lily! Vi auguro buone vacanze! Mandate i miei saluti a Harry, Ron e Hermione-
 
-Anche tu, Hagrid- sorrisero entrambi e il semi-gigante se ne andò con quelli del primo anno, che sarebbero arrivati al treno passando per il lago, come voleva la tradizione.
 
-Gli altri vengano qui, seguitemi- gridò la voce della professoressa Marchand. Lily, per un istante, credette di vedere dei corti capelli biondi, ma così come apparvero, sparirono. Scuotendo la testa, continuò a camminare fino alla carrozza occupata da Hugo, Rose, Albus, Reginald, Lucy e Louis. Tutti chiacchieravano e scherzavano, tranne lei, che non la smetteva di guardarsi intorno.
 
Lucy rise -Ecco la ragazza di Hugo!- le orecchie del ragazzo divennero rosse. Tutti guardarono verso la direzione indicata da Lucy.
 
-Non è la mia...- due carrozze in là, vi era una ragazza di Serpeverde con lunghi capelli castani. Lily la riconobbe: l'aveva conosciuta quando era andata a cercare Malfoy nella sua sala comune.
 
-Temple Higgs?- domandò, ricordandone il nome.
 
Hugo si voltò talmente tanto rapidamente verso di lei che Lily si chiese come riuscì a non rompersi il collo -La conosci?-
 
-Sì, proprio non ti piace- scherzò Reg.
 
-Assolutamente- rise Albus, concordando col suo migliore amico.
 
Il rosso arrossì ancora -Non...-
 
-E' simpatica- approvò Lily -Comunque...allo zio Ron non verrà un colpo? Tra questo e Rose che andrà a trovare Reg in Romania...lo ucciderete...-
 
-Eh?- Hugo si rivolse alla sorella, con uno sguardo protettivo -Andrai in Romania?-
 
Rose avvampò -Lily!-
 
-Mi dispiace, Rose. Non sapevo fosse un segreto- si scusò, ridendo.
 
-E non sono affari tuoi comunque- disse Rose al fratello.
 
-E' ovvio che siano affari miei! Sei mia sorella ed è affar mio se mia sorella andrà a far visita al suo ragazzo in Romania. Mamma e papà lo sanno?-
 
Rose si morse il labbro inferiore -La mamma lo sa e ne parlerà a papà. E non è comunque affar tuo. Preoccupati per la tua ragazza di Serpeverde. Papà lo sa? Questo sì che gli farà venire un infarto-
 
Ridendo, tutti scesero dalla carrozza e andarono verso il treno. Lily si guardò ancora attorno, notando un ragazzo biondo e pallido tra tutti gli altri. Indossava la sua divisa e, anche se era primavera, c'era piuttosto freddo quel giorno e le sue guance erano di un leggero colore rosato. Le sue labbra, come sempre, formavano una fine linea.
 
-Sta per piovere- disse Rose, fingendo di contemplare il cielo grigio sopra di loro -Non credi?- e Lily si voltò rapidamente verso sua cugina, cercando di calmare la vergogna per essere stata beccata a guardare Malfoy. Ma Rose non disse niente al riguardo.
 
-Ah...ehm...sì- balbettò, volendo dare un'ultima occhiata in direzione del biondo, però rifiutandosi di farlo davanti a sua cugina.
 
-Reg, Al e gli altri sono andati a cercare uno scompartimento. Inizio ad andare. Non fare troppo tardi o non ci sarà posto e dovrai condividere lo scompartimento con qualcun altro- si voltò e se ne andò, con un sorriso consapevole sulle labbra. Lily comprese ciò che aveva insinuato, ma lei non lo avrebbe fatto. No. Non sarebbe andato a cercarlo.
 
Sospirando, guardò un'ultima volta, perché un'ultima volta non poteva far male a nessuno, si disse, mentendo a se stessa. Però lui non era più lì. Era già salito sul treno, suppose. E si sentì amareggiata e sconcertata, perché non si sarebbe dovuta sentire amareggiata, tanto per iniziare. E perché il suo cuore non doveva sentirsi come se qualcuno lo avesse stritolato e gettato in fondo al suo stomaco. Ignorando l'orribile sensazione che la stava soffocando, salì sul treno e seguì Rose, che stava per entrare in uno scompartimento e che teneva un piede sulla porta aperta.
 
Nel vederla immobile e con un'espressione incerta, inarcò le sopracciglia -Non vieni?-
 
Lily dubitò. Uno, due, tre secondi. E scosse la testa, osservando l'interno dello scompartimento con un sorriso impercettibile -Non sembra che ci sia spazio anche per me, no?-
 
Rose ricambiò il suo sorriso, radiosa -Ora che me lo fai notare, no, non sembra che ci sia molto spazio per qualcun altro-
 
Annuì –Allora temo di dover andare a cercare posto in un altro scompartimento-
 
-Temo di sì. Comunque credo che ce ne sia uno abbastanza vuoto qualche vagone più in là. La persona che lo occupa non sembra avere molta compagnia in questi giorni-
 
Lily sorrise ancora di più –Beh, se non ho alternative-
 
-Non ce le hai- assicurò -Hugo ha mangiato molto al banchetto e sembra un Boccino d'Oro. Occupa molto spazio-
 
Da dentro, Hugo esclamò -Ehi! Non ho mangiato tanto! Vero?- si rivolse ad Albus, che scosse la testa, trattenendo una risata. Rose e Lily lo ignorarono, si sentì un fischio e il treno partì.
 
Lily, annuendo un'ultima volta, sorrise e se ne andò. Rose entrò nello scompartimento.
 
-Che cosa è successo?- domandò Hugo.
 
Rose sorrise, osservando fuori dalla finestra la pioggia che stava iniziando a scendere -Qualcosa che farà venire un infarto a papà, a zio Harry e a James-
 
Sì, aveva avuto ragione. Come sempre.
 
 
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Libero. ***


Libero


Avanzò per lo stretto corridoio del treno, schivando persone e gruppetti che intrattenevano conversazioni, ignorando le occhiate curiose che riceveva. Quando finalmente arrivò davanti alla porta dello scompartimento di Malfoy, si bloccò. Rimase lì, immobile, senza fiatare, incapace di fare un passo. Rifletté sulle proprie possibilità: entrare o voltarsi per tornare da dove era venuta.
 
La decisione la prese lui quando alzò lo sguardo e, sorpreso, la vide attraverso il vetro della porta. Lily si maledisse a bassa voce, ormai non poteva più fuggire. Non quando lui ormai l'aveva vista. Sospirando, afferrò la maniglia della porta e tirò, aprendola. In ogni modo, rimase in quella posizione, sulla soglia, senza muoversi. Malfoy la guardò per qualche secondo in silenzio, con la sua usuale espressione indecifrabile. Lily si riprese –Accidenti, il tuo sì che è uno scompartimento pieno di vita. Ti dispiace se entro?- cercò di mostrarsi sicura di se stessa, anche se in realtà si sentiva piccola e incerta come non mai.
 
Le sue fini labbra si curvarono in un accenno di sorriso arrogante -Dovresti chiedere agli altri che lo occupano, Potter- il sarcasmo era come sempre presente nelle sue parole.
 
Anche Lily sorrise, decidendo di stare al gioco -Mi dispiace, non riesco a vedere i Thestrals. E i tuoi amici Dissennatori?-
 
Malfoy non cambiò espressione. Le rispose con il suo solito tono acido -Avevano fame di felicità e di ricordi positivi. Sono andati senza di me perché io ho già mangiato ad Hogwarts prima di partire. Però, per favore, entra pure Potter. E' bello vedere che la tua anima è intatta-
 
Le sue guance divennero inspiegabilmente rosse e Malfoy la guardò, divertito -Che c'è? Hai deciso di rimanere vicino alla porta? Perché sono sicuro che questo farà venire qui molte persone curiose di sapere cosa tu ci faccia sulla soglia dello scompartimento in cui sto io. So che ti piacciono gli show e che adori stare al centro dell'attenzione, Potter, ma credo che questo sia abbastanza. Entra oppure vattene, ma chiudi la porta-
 
Lily si morse il labbro e fece un passo all'interno dello scompartimento, chiudendosi la porta alle spalle -Devo...devo parlare con te-
 
Malfoy prese la bacchetta e la puntò contro Lily, ma la luce che uscì dalla punta andò contro il vetro della porta, facendo sì che da fuori nessuno potesse più vederli. Lily non sapeva se sentirsi meglio o peggio adesso che erano completamente isolati. Scorpius puntò i suoi occhi grigi su di lei, mettendo via la bacchetta -Sono tutto orecchie-
 
-Così?- esclamò indignata. Forse lui si aspettava una qualche specie di monologo da parte sua.
 
Il biondo inarcò le sopracciglia -Cosa ti aspettavi, Potter? Un piedistallo?-
 
Stava iniziando a pentirsene -Forse è stato un errore-
 
-Forse- le disse, senza muoversi dal suo posto accanto al finestrino. Fuori la pioggia continuava a scendere.
 
-Piove, come ha detto Rose- sussurrò, cercando di guardare dappertutto tranne che nella sua direzione. Aveva bisogno di concentrarsi e di formulare un discorso sensato e con lui che la osservava in quel modo le era pressoché impossibile.
 
Scorpius guardò fuori e annuì -Sei venuta a parlare del tempo, Potter? Bene, parliamo del tempo. E' orribile. E' tutto?-
 
-No- sbuffò, sedendosi di fronte a lui -Perché mi...- arrossì -Mi hai baciato? Era uno scherzo?-
 
Malfoy si irrigidì. C'era qualcosa nel suo sguardo che Lily non riuscì ad identificare -Uno scherzo?- sibilò, tendendo le labbra in una linea, cercando di contenere la voce -Ti sembro il tipo di persona che se ne va in giro a baciare schif...- si bloccò -Sangue impuro per divertimento? Ti sembra che questo scherzo mi abbia dato qualche beneficio, Potter? Guardati attorno, qualcuno sta ridendo? No, non era uno scherzo-
 
Lily notò quanto fosse teso dal suo collo, dalla linea della mandibola e dal digrignare dei denti. Si sentì solo frustrata però -Se sono una schifosa sangue impuro- Malfoy fece una smorfia di disgusto di fronte al termine che lui stesso aveva utilizzato per tutta la vita. Non comprese perché, ma detto dalle sue labbra sembrò invece la commissione di un crimine atroce -Se mi odi così tanto, perché mi hai baciato?-
 
Scorpius si alzò bruscamente e iniziò a camminare avanti e indietro, passandosi una mano tra i capelli biondo platino. Perché? Perché aveva deciso in un momento di ridicola irrazionalità di infrangere tutti i valori con i quali era stato cresciuto? Perché? -Che diavolo ne so io, Potter-
 
Lily si mise in piedi, lo guardò negli occhi e disse -Bugiardo- si voltò e quando fece per afferrare la maniglia, la mano di lui l'afferrò per il polso.
 
Sì, lo era. Un bugiardo e un codardo, perché, per l'ennesima volta, stava scappando da se stesso. Lui era un Malfoy e lei era una Potter, tutto ciò che lui avrebbe dovuto odiare, eppure riusciva solo ad amarla di più quando si rendeva conto che quella ragazza dai capelli rossi e dagli occhi scuri e intensi, era sempre stata in grado di sopravvivere senza curarsi di ciò che le persone dicevano. Riusciva a non farsi scalfire dal passato, dal suo cognome, dal suo essere “la figlia del famoso Harry Potter”.
 
Lily Luna Potter, con la lingua un po' troppo biforcuta per i suoi gusti, con il suo disinteresse per lo stato di sangue, con il suo coraggio, con il suo essere sempre disponibile e con il suo essere così leale e corretta, era stata l'unica disposta a porgergli aiuto, quando nessun altro voleva farlo. E adesso rimaneva ancora in quella posizione, probabilmente a pensare a quanto si stesse comportando come un idiota incoerente.
 
Non poteva evitare di amare tutte le cose che odiava di lei. Iniziando dal suo cognome, dal suo essere sangue impuro a tutte quelle piccole lentiggini che formavano delle costellazioni sulla sua pelle perfetta. E stava diventando pazzo, decisamente -Lascia la maniglia-
 
Lily lo guardò, diffidente -Perché? Non ho niente di cui parlare, lo hai detto tu stesso, Malfoy. Ora, con permesso, torno al mio scompartimento, dove sono la benvenuta e tu puoi tornare a qualunque cosa stessi facendo prima che io venissi ad importunarti-
 
Scorpius digrignò i denti, stringendo le dita attorno al suo polso e dopo qualche istante la lasciò, rassegnato, sedendosi -Sì, fai questo favore a entrambi, Potter- e si passò le mani sul viso. Non sentì la porta né aprirsi, né chiudersi, però.
 
Fu questo tutto ciò che sentì -Cielo, sei davvero un codardo come tuo padre?-
 
Rapidamente alzò lo sguardo su di lei, accigliato -Non chiamare codardo mio padre-
 
Lily sbuffò e incrociò le braccia -Bene, non lo farò. Tu sei un codardo però-
 
Scorpius sorrise amaramente -Serpeverde in tutto e per tutto, Potter. Ricordi?-
 
-Cosa significa? Ti nasconderai tutta la vita dietro a questo? Piton è stato preside di Hogwarts, è stato un Serpeverde ed era l'uomo più coraggioso che mio padre avesse mai conosciuto. Però forse tu sei davvero solo un codardo-
 
Lui si mise in piedi, davanti a lei -Forse vuoi vedere cose che non esistono, Potter-
 
-No- disse lei, decisa -So perfettamente quello che vedo. E in questo momento tutto ciò che vedo è un ragazzino terrorizzato-
 
-Io non sono terrorizzato, Potter- sussurrò, infastidito.
 
-Provalo- lo sfidò, rimanendo immobile.
 
Scorpius si irrigidì -Non devo dimostrarti niente-
 
-Bene- disse Lily -Lo farò io- fece un passo verso di lui, allungando la mano fino al suo viso. Quando la punta delle sue dita entrarono in contatto con la sua pelle, lo sentì tendersi sotto al suo tocco e riconobbe il panico nei suoi usualmente freddi occhi grigi.
 
-Cosa stai facendo?- chiese, con un filo di voce, sentendola accarezzare ogni angolo del suo volto. Scorpius credette di non riuscire più a respirare. Con lentezza, alzò la mano e prese il polso di lei, sorprendendola, dato che era rimasta distratta ad osservare ogni suo singolo pezzetto di pelle, però non le scostò la mano. Non poteva, non quando lei fece per alzare gli occhi color cioccolato per incrociare quelli di lui, sorpresa dalle proprie azioni -Non dovresti...- iniziò a dire, perdendo la voce.
 
Lily si morse il labbro inferiore e fece un altro passo verso Scorpius. I loro petti si toccavano. Così vicina, riuscì a vedere la tensione in ognuno dei suoi muscoli. Lily era sicura che Scorpius potesse sentire il battito del proprio cuore dalla stretta ferrea attorno al polso.
 
Se ci riuscì, non lo disse. Lasciò che le proprie dita scorressero dai polsi di lei, per salire lungo le braccia, scoprendole dalla manica della divisa. Accarezzò le piccole lentiggini che ricoprivano la sua pelle chiara. Lily inspirò profondamente, bruscamente, notando una delicatezza nel suo gesto che mai avrebbe creduto possibile in qualcuno come lui. Anche se c'era qualcosa di...doloroso (sì, era la parola giusta da usare) in ciò che aveva appena fatto. Sì, ne era sicura.
 
Scorpius continuava ad osservare le sue lentiggini assorto, in silenzio, contandole tutte, nella sua testa, per non dimenticarle quando sarebbe tornato alla realtà. E sapeva che ci sarebbe dovuto tornare presto. Lily inspirò ancora bruscamente, quando iniziò a tracciare delicatamente un percorso sul suo collo, fino ad arrivare al viso, ormai rosso. Scorpius sembrò non farci caso, ma continuò ad accarezzarla. Lily si chiese ancora se riuscisse a sentire il battito accelerato del suo cuore. Quando gli occhi di lei incrociarono quelli di lui, tornò alla realtà.
 
Come se l'avesse bruciato, ritrasse la mano, arrabbiato con se stesso. Era un Potter, non poteva semplicemente toccarla come se fosse una specie di tesoro di fondamentale importanza. Come se avesse voluto farlo dalla prima volta in cui l'aveva vista e ora stesse tracciando le sue linee con avidità, con adorazione cieca. Come se fosse accecato, innam...no, si rifiutava di usare quella parola. Lui era un Malfoy e i Malfoy non  cadevano ai piedi di sangue impuro, mai. In quel momento si sentiva diviso in due.
 
Patetico.
 
Pensò che dovesse aspettarselo che le cose sarebbero finite in quel modo, dopotutto aveva impiegato tre anni a sforzarsi per resistere e a mentire a se stesso. Ci era riuscito per un po', però il tempo non era stato generoso e ora lo aveva sovrastato. Teso, si passò per l'ennesima volta una mano tra i capelli biondi. Cercava qualcosa, un pizzico di senso in tutto ciò che stava accadendo, però non c'era niente. Niente, tranne la praticamente incontenibile necessità e l'impulso di riallungare le dita per toccarla ancora una volta, come se temesse che sparisse se avesse smesso di farlo, come se temesse che sfumasse tra le proprie dita. Anche se in un certo modo, lo sapeva, sarebbe accaduto.
 
Sospirando, rassegnato, tolse la mano dai propri capelli per posarla sulla gola di lei, puntando i suoi occhi grigi nei suoi, finalmente deciso. Sorridendo arrogantemente, portò le labbra a pochi millimetri dalle sue -Solo per essere chiari, Potter, io ti odio-
 
Lily sorrise, perché le sue parole significavano questo e tutto il contrario allo stesso tempo. E perché questo era Malfoy, dopotutto: secco, sobrio e riservato Malfoy, l'antitesi del romanticismo e quella era l'unica confessione che avrebbe potuto ottenere da lui e a lei andava benissimo così. Sì, per Lily era sufficiente.
 
Con le guance leggermente colorate, fece scivolare le braccia attorno al collo di lui, mettendosi lentamente in punta di piedi, intrecciando le dita ai capelli biondi. Sospirò contro le sue labbra, annuendo, mentre lo sentiva prenderla fermamente per la schiena, tamburellando le dita contro la sua maglietta.
 
Lily sorrise, radiosa -Oh, non preoccuparti, Malfoy, è reciproco- prima di piegare leggermente la testa e di posare le labbra sulle sue, con la maggior lentezza, soavità e desiderio che avesse mai usato per baciare nessun altro. Le dita di lui afferrarono più saldamente la schiena di lei e Lily dovette aggrapparsi con forza alle sue spalle per non cadere. Scorpius, in quel bacio, le trasmise anni di frustrazione contenuta ed era come se cercasse di stringerla a sé il più possibile, come se volesse cancellare le linee che indicavano la fine delle proprie labbra e l'inizio di quelle di lei.
 
Sapendo perfettamente che il tempo a loro disposizione era pochissimo.
 
Sospirando, la baciò ancora e, con calma, si lasciò cadere sul sedile del treno, prendendola per mano e tirandola con delicatezza. Lily, sedendosi accanto a lui e senza lasciargli la mano, lo guardò per qualche istante e comprese che stava pensando che il viaggio in treno non era eterno, non per loro. Il ragazzo continuava ad osservare accigliato le loro dita intrecciate.
 
Lily sospirò -Scorpius...-
 
E lui alzò gli occhi su di lei, leggermente sorpreso per l'uso del nome di battesimo. In ogni modo, un'espressione compiaciuta sostituì rapidamente lo sconcerto dei suoi tratti -Credo che potrei abituarmici- se avesse avuto tempo per farlo. Però non ne aveva.
 
Lei sorrise, ignorando la gradevole sensazione che le produceva il delicato tocco di lui sulle dita. Aveva pensato che le sue mani fossero ruvide e brusche, come la sua personalità, ma non lo erano affatto. No, avevano una morbidezza che Lily non si sarebbe aspettata e così, per quel motivo, lo baciò -Anche io a questo-
 
Malfoy inarcò le sopracciglia, divertito -E questo a cosa era dovuto, Potter?-
 
-Perché posso- replicò, con un sorriso -Una domanda: le ragazze che baci le chiami sempre per cognome, Malfoy, o sono l'eccezione?-
 
Malfoy sorrise arrogantemente, si inclinò e la baciò. Lily arrossì -E questo?-
 
-Non mi piace dovere niente a nessuno- rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo -E no, Potter. Tu sei l'eccezione- decisamente, in ogni cosa.
 
-Non so se sentirmi onorata o insultata- disse, con un sorriso sarcastico.
 
Malfoy continuava a giocare con le loro dita intrecciate e, fingendo di pensarci, con un sorriso arrogante rispose -Onorata. Decisamente onorata, Lily-
 
Le sue gote si colorarono -Cielo, voi Serpeverde siete dei terribili corteggiatori-
 
Il biondo inarcò le sopracciglia -Hai avuto qualche esperienza, Potter?-
 
-Hai indovinato- sorrise -E mi riferivo a te, Malfoy. Si suppone che per tutto questo tempo ci hai provato con me, insultandomi-
 
Scorpius fece spallucce -Ha funzionato, o no?- era chiaramente compiaciuto con se stesso.
 
Idiota arrogante. Lily si morse il labbro inferiore, mortificata e infastidita dal dovergli dare ragione -Questo...-
 
-Inoltre- proseguì, dandosi arie -Che cosa ti aspettavi? Fiori e cioccolatini? Non sono né come quell'idiota di Linwood, né come quell'imbecille di Macmillan, Potter. Non sperare che...-
 
No, non lo era. E Lily non aveva bisogno di quelle inutili galanterie. E per quella ragione avrebbe sempre preferito lui, a chiunque altro.
 
Sorrise, comprendendo finalmente perché se l'era presa tanto con Evan Macmillan -Sei geloso- non era una domanda.
 
Sembrò che Scorpius fosse appena stato insultato -Cosa? Certo che no. Di chi? Di un Corvonero sangue impuro e di un Tassorosso? Sì, come no- aggiunse, sarcastico.
 
Lily incrociò le braccia, sciogliendo il contatto delle loro mani e risentendo la perdita di calore che quel gesto aveva provocato -Io sono una sangue impuro- gli ricordò.
 
Il biondo digrignò i denti, tendendo la mandibola -E' diverso- borbottò.
 
-Come?- domandò -Se chiami tutti così, che cosa avrei di diverso io?-
 
-Tu sei...sei...- sbuffò -Bene. Se ritiro le mie parole, mi ridai la mano? La stavo usando- e così fece, con un mezzo sorriso.
 
Lily lo guardò per qualche istante, mentre lui tornava a giocare con la mano -Non dovresti chiamare così le persone, sai? Mio padre dice che il sangue non importa, è l'abilità del mago che fa la differenza-
 
Scorpius si trattenne dal fare commenti inopportuni. Si stava contenendo, per lei, però era difficile cancellare anni e anni di convinzioni ormai inculcate nella testa in pochi secondi. Così, semplicemente, disse -Questa è la filosofia Potter?- lei tentò di togliere la mano, ma lui glielo impedì -Va bene, va bene. La smetto-
 
-Quando fai così sei più carino, sai? Piaceresti tantissimo al mio elfo domestico. Con il tuo sangue e con la tua “fisionomia elegante...”-
 
Il biondo inarcò le sopracciglia, divertito -È bello sapere che il membro più importante della tua famiglia approverebbe, Potter. E...fisionomia elegante?-
 
-Parole di Kreacher, non mie- asserì, con le guance arrossate.
 
Malfoy si inchinò verso di lei, fermandosi con le labbra a pochi centimetri dalle sue -E la tua opinione?-
 
La rossa sorrise e si avvicinò un poco a lui, sfiorando la sua bocca. Poi, sussurrò -Non alimenterò il tuo ego, Malfoy-
 
La baciò -Lo prendo come un complimento- disse, per poi annuire compiaciuto, con un ampio sorriso sulle labbra.
 
Lily sbuffò e si raddrizzò -Sei troppo sicuro di te stesso-
 
-E tu troppo orgogliosa- replicò, divertito, continuando però a prestare attenzione alle sue dita. Lily stava iniziando a rilassarsi con il suo tocco. E probabilmente si rilassò eccessivamente, visto che per un momento perse conoscenza e, quando si risvegliò, la sua testa era su una spalla forte di qualcuno accanto a lei. Scoprì che si trattava di Scorpius Malfoy, la guardava in silenzio come se lo avesse fatto per ore. Come se avesse voluto imprimersi nella testa ogni linea e tratto e lentiggine del suo viso, per immortalare tutto nella sua memoria.
 
-Ho dormito?- domandò, notando che mancava poco per l'arrivo a King's Cross.
 
-Come un drago dopo un pasto abbondante- sorrise, mostrando quel sorriso arrogante che aveva sempre.
 
-E tu? Non hai dormito?- sussurrò.
 
Scorpius scosse la testa -Non ero stanco- disse, con voce neutrale. Guardò fuori dalla finestra e aggiunse -Siamo quasi a King's Cross-
 
Lily sapeva cosa volesse dire. Lo aveva sempre saputo, dall'inizio, che lui non l'avrebbe mai messa al di sopra della sua famiglia. Lui era un Malfoy e lei era una Potter e le ragioni per cui non potevano stare insieme erano così tante che iniziavano a diventare cliché. Lily, però, non poteva dirgli niente. Non quando sapeva che quello che avevano avuto era tempo prestato che avrebbero dovuto restituire. Era arrivato il momento di darlo indietro. E lei non avrebbe pianto.
 
Si mise in piedi, notando che Scorpius continuava a tenerle la mano -Sarà meglio che io vada allora- ma lui non sembrava disposto a lasciarla.
 
Così si alzò, rimanendo di fronte a lei -Lily...- il suo nome fu come un sussurro spezzato, come se quelle semplici quattro lettere fossero un tabù e lui un eretico per averle pronunciate. Lo era, supponeva, in un certo senso, ma in quel momento non gli importava, non finché sarebbero arrivati alla stazione di King's Cross. Ancora pochi minuti.
 
Lei, però, scosse la testa. Non aveva senso dire qualcosa. Non per la propria sanità mentale, perché Lily era forte e non aveva bisogno di parole buone e di conforto, perché erano inutili; perché Lily sapeva che Scorpius sarebbe sopravvissuto perfettamente e avrebbe continuato la sua vita come se niente fosse successo, fino a quando non avrebbe incontrato qualcuno degno di lui, qualcuno con il suo stesso stato di sangue e, se avesse avuto fortuna, si sarebbe dimenticato di lei e della sua esistenza. Era un buon piano, sì...per entrambi. Non avevano niente. Non erano niente. E mai lo sarebbero stati.
 
Lui comprese ogni cosa, così si inchinò e la baciò, desiderando segretamente di poterlo fare per sempre, ma ormai si era rassegnato, era impossibile. Perché lui era un Malfoy e i Malfoy non cadevano nella trappola più vecchia di tutte, soprattutto non in quella di una Potter. E allora, la lasciò. Lily sorrise, senza lasciarsi sfuggire nemmeno una lacrima. Non lo avrebbe fatto, Scorpius lo sapeva. Era una delle cose che lo avevano attratto di più di lei, dopotutto. Non piangeva mai se poteva, anche perché era troppo orgogliosa.
 
Così come se niente avesse avuto importanza, come se niente fosse servito o come se niente ci fosse stato, si voltò. E lui rimase lì, immobile, guardando la porta da cui era sparita. Tranquillo, eccessivamente tranquillo, si risedette in silenzio. Se n'è andata. Pensò. Definitivamente.
 
Se n'era andata.
 
E, per qualche strana ragione, non si sentì sollevato.
 
Non era felice.
 
Come aveva sperato, come sarebbe dovuto essere, perché finalmente era libero, libero, libero da Lily Potter. Si era tolto un peso.
 
No, non lo era, proprio per niente.

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Niente. ***



Niente
 
Avanzò ancora una volta per lo stretto corridoio del treno, schivando le persone e i gruppetti che conversavano e ignorando le occhiate curiose di quelli che sicuramente l'avevano vista entrare nello scompartimento occupato solo da Scorpius Malfoy. Li ignorò tutti, anche perché, come suo padre, ci era abituata e lei e i suoi fratelli avevano appreso modi diversi per evitare i commenti e gli sguardi indagatori. James schiantava la gente e faceva scherzi a tutti quelli che parlavano di lui e che si riferivano alla sua persona come “il figlio di Harry Potter”. Albus, con la sua abilità,  manteneva pieno d'onore il nome che gli era stato assegnato, offuscando il nome in sé. Infine, Lily semplicemente teneva il mento alto e camminava per i corridoi come se attorno a lei non ci fosse nessuno. Anche se era stata varie volte sul punto di schiantare qualcuno, in quell’occasione non l'avrebbe fatto, non era decisamente dell'umore adatto per tirare fuori la bacchetta dalla divisa. Era una cosa stupida, davvero, perché non doveva darci così tanta importanza. Lei lo sapeva, dall'inizio, le regole del gioco erano quelle ed era arrivata fino a lì solo per mera curiosità.
 
O forse perché aveva la sindrome di Harry Potter e non poteva evitare di ficcare le proprie narici anche quando nessuno la interpellava e voleva salvare situazioni che stavano al di là delle proprie possibilità e del proprio potere. E anche al di là del diritto stesso che aveva di farlo, come Scorpius Malfoy, che chiaramente non voleva che qualcuno come lei, tra tutte le persone, credesse che lui avesse bisogno di essere salvato. No, Malfoy stava bene come stava, per conto suo, come sempre. E Lily lo sapeva, che mai avrebbe potuto mettere in dubbio tutto ciò che lui e la sua famiglia consideravano importante per qualcuno che rappresentava...come l'aveva definita Zabini?...un capriccio, sì. Questo era lei, un inappropriato e inconveniente capriccio per lui e si supponeva che lui per lei fosse stato lo stesso. Solo curiosità. Anche se i capricci non avrebbero dovuto avere tutta quella importanza. E quindi lui non ne aveva, di importanza, perché lui non era niente, niente, niente e così dovevano essere le cose. E allora perché sentiva che le mancava sempre più aria ad ogni passo che faceva? Perché sentiva che le costole si contorcevano e si chiudevano attorno al povero, piccolo e fragile organo di carne che cercava come un disperato di uscirle dal petto? Perché non poteva respirare? Era lei o le pareti del corridoio si stavano facendo più strette?
 
No, era lei, si convinse. Era lei. Perché il mondo non era cambiato di un millimetro da un paio d'ore addietro e Lily era sufficientemente matura per comprenderlo. No, niente sarebbe cambiato. Niente si sarebbe rovinato. Non era una tragedia. Come poteva esserlo, se non c'era stato altro che un mero preludio e anni e anni di avversione mutua? Sì, anni e anni di elaborate bugie per se stessi, alle quali avevano creduto e che avevano funzionato perfettamente per fini pratici. E quella bugia sarebbe stata l'ultima che avrebbe detto a se stessa: quella non era una tragedia e non poteva importarle di meno.
 
Perché, ad un certo punto, un punto che lei si era persa, in cui aveva senza la minima ombra di dubbio commesso un grave errore, forse, solo forse, si era innamorata di lui. Ma non le importava, davvero. Anche perché i suoi sentimenti non sarebbero mai stati ricambiati. Lui non avrebbe mai pensato a lei come a ciò che rappresentava qualcosa che tutti comunemente chiamavano amore.
 
Lei era l'ultima di una lista piena di cose assai più valorose: il denaro, il lignaggio e lo stato di sangue erano ciò che Scorpius Malfoy aveva sempre conosciuto, dalla culla, e Lily dubitava seriamente che le avrebbe dimenticate tutte per lei. No, era ridicolo pensarlo. Però, per una strana ragione, non perdeva le speranze.
 
-Lily, cosa fai qui? Pensavo che fossi...- domandò Rose, vedendola rientrare nel loro scompartimento, un istante prima che il treno si andasse a posizionare sul binario 9 e ¾.
 
Sì, era stupido. Perché a lui non importava e a lei non importava e loro non avevano importanza e nonostante questo non riusciva ad evitare di avere false speranze. No, non poteva evitarlo.
 
Forse aveva ereditato da suo padre molto più di quanto desiderasse.
 
Come la cieca fede di vedere un giorno tutto al proprio posto, con una soluzione.
 
Forse sì, era stupido.
 
Forse Lily era solo un'illusa.
 
 
***
 
 
Rimase seduto a guardare fuori, fino a che il treno non entrò in stazione, con gli occhi puntati sulle persone che aspettavano impazienti di arrivare a destinazione. I primi che notò, furono tutte quelle famiglie e quelle persone che attendevano i figli dal ritorno da Hogwarts, nel caso degli studenti come lui, per l'ultima volta. I secondi, una donna coi capelli rossi come il fuoco vicino ad un uomo dai brillanti occhi verdi con gli occhiali, sulla cui fronte era impressa una cicatrice a forma di saetta. Attorno a loro, vi erano diverse persone coi capelli rossi che chiacchieravano. Ma in quel momento, osservando gli Weasley, non riuscì a pensare a nessun commento pieno di disprezzo da fare. Certo, non poteva dire che li adorava e avrebbe voluto trascorrere le domeniche pomeriggio con loro a braccetto, perché sarebbe stato un ipocrita, ma non gli veniva in mente niente. Perché se doveva essere sincero, in quel momento, lo stato di sangue era l'ultima cosa a cui pensava.
 
Quando il treno si fermò e vide una testa bionda come la propria, accanto ad una donna alta, elegante e coi capelli neri, Scorpius seppe di dover scendere. Era ora, comprese, ora di lasciarsi Hogwarts alle spalle e tutto ciò che quella scelta significava. E anche se per anni aveva detto che non vedeva l'ora di abbandonare quella schifosa scuola una volta per tutte, le sue azioni attuali non sembravano andare nella stessa direzione. Per un altro istante, rimase seduto, vedendo gli alunni scendere e riunirsi alle famiglie. Vide lei scendere e unirsi alla sua. E, per altri secondi, si concesse di osservarla, ignorando il nodo nello stomaco e la  netta sensazione che guardarla in quel modo avrebbe solo peggiorato la situazione. E si continuava a ripetere che lei fosse stata solo un capriccio di cui voleva dimenticarsi. Era questa la ragione per cui l'aveva baciata, era stata l'unica soluzione che gli era venuta in mente.
 
Non l'aveva baciata in modo veloce e superficiale, come voleva, ma aveva fatto l'errore di lasciare trasparire tutte le proprie emozioni, erano scoppiate, senza che lui riuscisse a frenarle. Aveva lasciato che si capisse quanto fosse ormai troppo forte e prepotente il desiderio di baciarla, di tenerla stretta a sé, di inspirare il suo profumo, di sfiorare quella pelle liscia, candida e piena di lentiggini. Non avrebbe dovuto significare niente, doveva solo togliersi lo sfizio. Eppure, si era scavato la fossa da solo. Perché lei non sarebbe tornata a cercarlo e sapeva che ciò che c'era tra loro, di qualunque cosa si trattasse (si rifiutava di utilizzare quelle cinque lettere che insieme componevano la parola “amore”) non se ne sarebbe andato dalla sua testa tanto facilmente. 
 
Ma a lui non poteva importare di meno che Potter stesse alla larga dalla sua vita. No. Era felice. Sì...profondamente felice...Potter non era niente.
 
Grugnendo, si mise in piedi e prese il baule, per uscire definitivamente dallo scompartimento e dal treno. I suoi genitori lo stavano aspettando, sapeva che sua madre non era una donna paziente quando si trattava di lui. No, Scorpius sapeva che Astoria Greengrass non sarebbe stata tranquilla fino a che non lo avesse visto sano e salvo (sua nonna Narcissa sembrava avere la stessa sindrome verso suo padre Draco) ed era così da quando era piccolo, eccessivamente protetto da sua madre e da suo padre. E dubitava che quella dinamica familiare potesse cambiare molto. Non che Scorpius si lamentasse.
 
Nel vederlo, suo madre si avvicinò a lui e lo circondò con le braccia. Scorpius rimase rigido, teso, notando al di sopra delle spalle della donna la famiglia Potter, che era a pochi metri da loro, tutti riuniti, intenti a ridere e a conversare. Sciogliendo l'abbraccio, borbottò -Non in pubblico, madre-
 
Astoria, lontana dal sentirsi offesa o ferita per il rifiuto del figlio (che non sembrava mai contrariato nel ricevere le sue dimostrazioni d'affetto, sempre se giustificate e moderate), lo guardò con curiosità, inarcando le fini sopracciglia nere di fronte al nuovo atteggiamento del ragazzo -Mi dispiace, a volte dimentico che non sei più un bambino- anche suo marito Draco, accanto a lei, guardò il figlio con curiosità.
 
-Nel caso non lo avessi notato, madre, ho smesso di essere un bambino da un po' di tempo- replicò, passandosi una mano per i capelli biondi.
 
I suoi occhi grigi scorgevano in modo occasionale e furtivo la testa rossa di Lily Potter, che continuava a dargli le spalle senza il minimo segno di volersi voltare verso di lui. Poteva però sentire la conversazione dei Potter dalla sua posizione. Anche il primogenito, James Sirius Potter, era lì per accogliere i due fratelli minori.
 
-Certo che no- stava dicendo Ginny Weasley, con severità -Non puoi rimanere per sempre con tuo zio George al negozio, James. Ne abbiamo già discusso-
 
Scorpius posò lo sguardo su Draco -Padre- l'uomo sorrise, dando un semplice e veloce abbraccio al figlio. La voce dei membri della famiglia Potter continuava ad essere ben udibile anche al di sopra di tutte le altre presenti in stazione. Tutte, tranne quella di una persona, la minore dei Potter, che rimaneva in silenzio.
 
Scorpius si raddrizzò e si passò ancora una mano tra i capelli. Astoria notò il gesto e la sua espressione si addolcì -No. Certo che non sei più un bambino, Scorpius. Ma sono tua madre e sarai sempre mio figlio, non importa quanti anni tu abbia. Lo stesso vale per tuo padre- Draco annuì seccamente.
 
Sospirò -Sì, lo so madre. Perdonate il mio tono brusco- si scusò.
 
Draco prese il baule del figlio e il suo gufo Coal e disse -Andiamo. Questo posto  è pieno di...gente-
 
In un'altra epoca avrebbe detto sangue sporco, ma in quel momento non l'avrebbe fatto. In primo luogo, perché erano tempi di pace per la comunità magica e non voleva essere proprio lui a risollevare vecchie questioni. In secondo luogo, anche se odiava ammetterlo, doveva la vita e la libertà a...Santo Potter. Ed era sicuro che la Granger non gliela avrebbe fatta passare liscia, e lui aveva una famiglia a cui badare. E perché, ad essere sincero, con tutto quello che aveva vissuto durante la guerra a causa di Voldemort, Draco Malfoy non voleva altri conflitti. E non voleva che suo figlio finisse nelle stesse condizioni in cui era stato lui.
 
Draco e Astoria si fermarono quando videro il figlio fare un passo nella direzione opposta alla loro, verso quella della famiglia più vicina, che non smetteva di osservare. Scorpius sapeva che doveva essere completamente andato, per fare ciò che stava per fare e soprattutto davanti alle uniche due paia di occhi di cui davvero gli importava. Sapeva, però, di non essere il primo, il primo sangue puro che gettava il suo più che nobile e impeccabile albero genealogico dalla finestra per il primo bel faccino di una sangue impuro che aveva incrociato il suo cammino. E sapeva di essere doppiamente ingiusto, perché stava minimizzando le cose. Il suo sangue puro per lui aveva importanza, ma non giustificava le azioni che aveva compiuto fino a quel momento. Inoltre, lei non era solo un bel faccino. No, Potter, anzi, Lily, era più che un semplice bel faccino. Ma non riusciva a capire perché stesse facendo una cosa simile.
 
Aveva un'idea, anche se non gli piaceva molto. Dannazione. Lo sapeva che sarebbe successo. Solo Merlino sapeva quanto ci aveva provato...quanto aveva combattuto.
 
Rose Weasley, accanto a Lily, lo notò: se ne stava lì, in piedi e picchiettò sul braccio di sua cugina gentilmente, facendo un gesto in direzione del ragazzo con la testa. Lily, che fino a quel momento era rimasta di spalle, si voltò -Rose, che...?- la voce, però, gli morì in gola. Là, strategicamente posizionato sufficientemente lontano dalla sua famiglia e sufficientemente vicino a lei perché lo vedesse, c'era lui, in piedi, in tutta la sua altezza. E bellezza. Con un sorriso arrogante sulle labbra.
 
E, senza pensarci, senza trattenersi, senza prendere in considerazione il luogo in cui si trovava o le persone che erano lì con lei e lui e tutti quelli che potevano vederli, andò nel punto in cui si trovava il biondo, con un'espressione radiosa e sicura sul viso e così, senza averlo pianificato, circondò il suo collo con le braccia, si alzò leggermente sulle punte dei piedi e lo baciò. Forte e decisa, come desiderava farlo dall'ultima volta che aveva sfiorato quelle labbra. Che andassero al diavolo i Malfoy, i Potter, i sangue puro, i sangue impuro e tutto il resto.
 
Quando si separarono, Malfoy le sorrise arrogantemente e guardò da sopra la sua spalla, dove il resto dei Potter e dei Weasley li osservavano, in silenzio, con le bocche semiaperte. Dietro di lui, suppose Scorpius, i suoi genitori dovevano avere la stessa espressione, o peggio. No, concluse, decisamente peggiore. Ma non si pentiva minimamente di ciò che aveva fatto.
 
Schiarendosi la gola, Ginny prese suo marito (il suo pietrificato marito) per un braccio –Beh, questo...- e sorrise, non realmente sorpresa -E' piuttosto familiare, no?- dopotutto, il suo primo bacio con lui era avvenuto in circostanze simili, con circa una cinquantina di persone a guardarli, in mezzo alla sala comune di Grifondoro. Ed evidentemente Lily era più propensa a quei momenti di quanto Harry desiderasse. Sì, Lily era decisamente figlia loro, ma in quell'occasione non riuscì a vedere la cosa come un pregio. Ginny sapeva comunque che il suo sposo la pensava così. Sorrise.
 
-Cosa..?! Leva la tua sudicia bocca da mia sorella, Malfoy!- gridò James, prendendo la bacchetta.
 
Sua madre, però, lo richiamò con durezza -James- la voce era terribilmente severa e pericolosa, simile a quella che sua madre, Molly Weasley, utilizzava quando erano piccoli -Non comportarti come tuo zio Ron, per favore. Dovremo già combattere abbastanza con lui quando tornerà in sé- Ron continuava a rimanere pietrificato come Harry, aprendo e chiudendo la bocca come un pesce fuori dall'acqua, ma Ginny sapeva che non avrebbe tardato a reagire e a cominciare una sfuriata sul suo odio eterno verso Draco Malfoy e sul fatto che fosse da traditori baciare suo figlio.
 
-Ma...è Malfoy...- insisté, come se sua madre non avesse capito bene, o non avesse visto ciò che aveva visto lui -Stava baciando Lily, la nostra Lily-
 
Ginny sorrise -A quanto pare- poi si rivolse a suo marito, senza perdere il sorriso -Caro, stai bene?- ma Harry non reagiva. Con affetto, gli scosse il braccio. E gli occhi verdi dietro gli occhiali si incontrarono con quelli grigi di Draco Malfoy dall'altro lato della stazione. Per un secondo, l'aria sembrò rimanere sospesa in aria. Era evidente, anche per Harry, che Draco non aveva potuto prevederlo, così come lui. Astoria, da parte sua, toccava il braccio dell'uomo, così come faceva Ginny con Harry. L'espressione della donna non era di sorpresa o di repulsione, solo neutra.
 
E allora sospirò, rassegnato e annuì. E Malfoy, digrignando i denti, fece lo stesso, acconsentendo per un mutuo e silenzioso accordo. Forse, pensò Harry, solo forse, era giunta finalmente l'ora di chiudere il cerchio. Di lasciarsi finalmente indietro le inimicizie e di guardare al futuro.
 
Scorpius sorrise e la baciò un'altra volta, rifiutandosi di lasciarla -Solo per essere chiari, Potter, io ti odio-
 
Lui era un Malfoy, Serpeverde in tutto e per tutto e se poteva dare fastidio ai Potter con quei baci, allora lo avrebbe fatto una e un'altra volta. Ancora, ancora e ancora, per il semplice piacere di farlo (e Merlino, amava farlo) e per la piccola soddisfazione che sentiva nel vedere ridotto in quello stato James Potter. Dopotutto, era nei suoi geni Malfoy, in ogni sua cellula e nemmeno Lily Luna Potter avrebbe cambiato questo. Anche se, sospettava, non era qualcosa che la rossa voleva fare. Non voleva cambiarlo. E per questa ragione la desiderava e l'amava ancora di più.
 
Anche Lily sorrise, radiosa e lo baciò -Oh, anch'io Malfoy...anch'io...-
 
Era avversione a prima vista, dopotutto. E forse per quel motivo nessuno si sorprese quando un gufo nero e dalle piume grigie fece visita al numero 12 di Grimmauld Place durante tutta l'estate. Così come nessuno di sorprese quando Scorpius Malfoy arrivò lì il primo di Settembre, anche se non andava ad Hogwarts, solo per accompagnarla al binario 9 e  ¾.
 
E, decisamente, nessuno si sorprese quando il Patronus di Lily si rivelò essere uno scorpione argentato.
 
Sì, quella, definitivamente, era stata avversione a prima vista.
 
Dal primo giorno.
 
E nessuno avrebbe preferito che fosse in un altro modo.
 
No.
 
Nessuno avrebbe cambiato niente.
 
 
 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1413573