Con gli occhi dell'amore

di Girl_in_Love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sai, mi hanno sempre detto:chi trova un'amica trova un tesoro.... ***
Capitolo 2: *** 5 Dicembre "Corso di teatro" ***
Capitolo 3: *** 12 Gennaio 2010 "Un nuovo anno" ***
Capitolo 4: *** 27 Maggio 2010 "L'invito" ***
Capitolo 5: *** 2 Maggio 2010 "Manca poco" ***
Capitolo 6: *** 8 Giugno "I miei 18 anni" ***
Capitolo 7: *** 9 Giugno " Prove generali" ***
Capitolo 8: *** 10 Giugno "Commedia e dopo..." ***
Capitolo 9: *** 30 giugno 2010 "Estate, arrivo" ***
Capitolo 10: *** 5 Settembre "Resoconto estate" ***
Capitolo 11: *** 12 Settembre "Si ritorna a scuola" ***
Capitolo 12: *** Fine Settembre"Un passo alla volta" ***
Capitolo 13: *** 24 Ottobre 2010 "Ci siamo quasi" ***
Capitolo 14: *** 27 Ottobre "Gli ho detto NO" ***
Capitolo 15: *** 29 Ottobre "Proprio non capisco" ***
Capitolo 16: *** 30 ottobre 2010 "Il primo bacio" ***
Capitolo 17: *** Novembre"La verità" Prima parte ***
Capitolo 18: *** "La verità" Seconda parte ***
Capitolo 19: *** 30 Novembre "TI AMO" ***
Capitolo 20: *** Dicembre 2010 "Occupazione" ***
Capitolo 21: *** 10 Dicembre "Il tuo mondo" ***
Capitolo 22: *** "Festa a sorpresa" ***
Capitolo 23: *** "La prima volta" ***



Capitolo 1
*** Sai, mi hanno sempre detto:chi trova un'amica trova un tesoro.... ***


 Ero lì, appoggiata al muro della palestra, durante l’ora di educazione fisica. 

Ho sempre immaginato, sin da piccola, l’ora di educazione fisica il momento più bello per uno studente. 

Beh, forse per un normale studente, ma, essendo io, l’unica ragazza della classe, vi lascio immaginare. 

Era tutto come al solito: alcuni miei compagni giocavano a calcio, altri preferivano stare fuori e parlare dei loro discorsi da “fighetti”, 

altri ancora, invece, ripetevano la lezione per l’ora successiva. Vi starete chiedendo io dove fossi collocata tra questi gruppetti, vero ? 

Ok, io ero di fianco la prof. che faceva l’appello; ero immersa nel mio mondo, come al solito, cuffiette all’orecchio e musica a tutto volume. 

Il mio sguardo fissava il vuoto, fin quando i miei occhi intravidero lei... Corporatura normale, 

alta quanto basta xD, castana, occhi verdi ed un sorriso da paura. La sentivo parlare e scherzare con la prof. senza problemi, proprio come due amiche. 

Fu in quel momento che venni intrappolata da un suo sguardo; lei, sicuramente non se ne accorse, ma io stavo morendo... 

Cioè, mi credete se vi dico che solo a guardala sorridere mi innamorai ??? 

Già, come un vero e proprio COLPO DI FULMINE.... Ma il suono della campanella interruppe il mio bel sogno.

 Salutai il mio miglior amico Alessandro e mi avviai verso la macchina di mio padre, ferma sempre al solito posto.

 Per tutto il giorno non feci altro che pensare a lei. Non sapevo nulla: il suo nome, quanti anni aveva, in che sezione stava...nulla! 

Sapevo solo che con il suo sorriso era riuscita ad intrappolare la mia attenzione.

14 Novembre 2009 "Raccolta alimentare"

Mi sveglio contenta, stranamente, forse perché la prof. il giorno prima, mi convocò in presidenza per dirmi che oggi, 

avrei potuto assentarmi dalle lezioni, per poter fare la “raccolta alimentare”. Beh, diciamo che ero contenta anche perché, 

avrei saltato due ore di “impianti elettrici”, ed un quattro non me l’avrebbe tolto nessuno. 

Dopo aver fatto colazione, papà, decide di accompagnarmi lui al centro commerciale e nel frattempo che aspettiamo gli altri, 

decide di farmi guidare la sua macchina. Per fortuna per lui, le prof. arrivano dopo sette minuti esatti xD. 

Così, salutai le mie amiche e ci divisero per gruppi, dopo aver fatto l’appello.

 Era strano, mi sarei aspettata di rivedere quel sorriso “bello da paura”, e forse era anche per questo che ero contenta, ma purtroppo lei non c’era... 

Passai una bella giornata, stancante ma divertente. 

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Capitolo 2
*** 5 Dicembre "Corso di teatro" ***


 Oggi pomeriggio c’era la riunione con ill gruppo di “teatro”.

Diciamo che io, sono una “stella” nata; a scuola tutti sanno il mio nome, tutti i prof. che mi incontrano, mi fanno i complimenti per come canto... 

ecco appunto, forse nella musica sono una stella; non capisco perché, per far contenta la mia prof. d’italiano, 

io ed il mio amico Max, ci siamo dovuti iscrivere a questo corso.

Non conoscevo nessuno, a parte Sabrina, una tipa simpaticissima conosciuta l’anno prima nel corso di canto.

Comunque, entro nella classe e ci sono tantissimi ragazzi e ragazze che parlano tra di loro; le prof. mi salutano e mi chiedono di accomodarmi in fondo.

Mi sentivo come un “pesce fuor d’acqua”, io non sembro, ma sono molto timida.

“Hey ciao! Anche tu nuova? Piacere io sono Luana”

In quel momento credo di essermi fatta di tutti i colori xD.

“Piacere, Miriana. Si, sono nuova del gruppo”

Mi sentivo osservata da Luana, ha notato persino che portavo i calzini Rosa. =)

“Miriana è un bel nome! Loro invece sono Giovy e Manu”

Saluto Giovy con la mano e a prima impressione, mi sembra una ragazza okey; 

il problema è quando mi volto per salutare Manu...cioè, non ci potevo credere, 

quegli occhi verdi erano dinanzi a me, finalmente sapevo il suo nome... 

Avrà pensato fossi una cretina, visto che sono rimasta per un po’ di tempo a fissarla senza dire nulla. xD

Essendo timida, ascoltavo i loro discorsi senza intervenire.

“Manu dai, dicci cosa vi siete detti, dicci cosa è successo...”

Esclamò Luana con tono sarcastico

“No dai Lù, lo sai che non c’è nulla da dire...”

Rispose Manu timidamente


“Ma come no??? Se alla festa di Raimondo vi siete baciati, non puoi dire che non è successo nulla”

Ed ecco come Giovy, sgama tutto. Luana incredula continua.... 

“Vi siete baciati e non me ne sono resa conto??" 

“Ahahahah dai ragazze, diciamo che da due giorni a questa parte posso considerarmi ufficialmente fidanzata!!" 

Manu zittisce tutte con una notizia "bomba"

Fu in quel preciso istante che capì che Manu, sarebbe stata solo un sogno proibito.

Mentre le prof. decidevano a chi assegnare le parti, riflettevo sul fatto che io ero una ragazza, 

essenzialmente non potevo provare piacere per un’altra ragazza.

Forse era per questo che lei si fidanzò? Perchè il destino mi ha voluto far capire che fosse una cosa sbagliata?

Beh a questa domanda non sapevo rispondere, fatto sta, è che le prof mi diedero la parte di una 

“vecchia signora schizzata”, e la cosa brutta è che mi veniva piuttosto bene!!! 

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Capitolo 3
*** 12 Gennaio 2010 "Un nuovo anno" ***


 Eh già, un nuovo anno è iniziato. Se dovessi fare un bilancio del 2009... beh, meglio lasciar perdere!

Le feste di Natale sono andate alla grande, trascorse in famiglia; a differenza del ritorno a scuola,

 che è stato un po’ più drammatico :S.  Mi sveglio con tutta la calma di questo mondo, 

preparandomi  molto, ma molto lentamente. Mio padre mi accompagna a scuola, come al solito, 

e io, come al solito, mi avvicino al gruppetto più simpatico della classe.

“Ti hanno regalato il motorino??”

“Beh si, e non solo quello in realtà... Ho avuto anche l’iphone 3, un giubbino della FENDI e poi....”

Costui che parla è Luigi, il “riccone” della classe.

“Certo che i tuoi genitori non si fanno problemi eh?”

Risponde sbalordito Alfonso.

“Ah Ah Ah perché dovrebbero? Sono un figlio modello, io!”

Si, questi erano i discorsi più frequenti della mia classe;

 si parlava solo di soldi, auto, moto....moto, auto e soldi.

Per fortuna suona la campanella e ci incamminiamo per entrare in classe.

“Hey auguri di buon anno”

“Oi...grazie, anche a te”

Era Manu che incrociandomi nei corridoi mi salutò.

Non avevamo tanto in comune, anzi, forse proprio nulla, ma aveva quel qualcosa di particolare che mi incuriosiva.

“Allora, trascorso un bel Natale?”

Domandò lei.

“Si, normale grazie...te?”

Risposi timidamente.

“In famiglia, nulla di particolare”

“Beh si, anche io. E cosa ti ha regalato il tuo ragazzo?”

Nè approfittai chiedendole con tono timido.

“Ah Ah Ah... Non ho un ragazzo. Se ti riferisci a Giacomo, ci siamo lasciati manco dopo 3 giorni”

Non credevo alle mie orecchie...

“Ah, e come mai?”

“Diciamo che eravamo un po’ troppo amici...”

“Forza signorinelle entrate in classe”

Ci mancava solo il Preside che ci richiamava xD

Così ci salutammo ed ognuna entrò nella proprio aula.

Non sapevo se essere felice o no... Cioè, è vero che non era più fidanzata, 

ma era anche vero che lei non mi avrebbe mai notata.

Con il dubbio, entrai in classe e salutai Max e Alessandro.

“Hey Miry che bella che sei oggi...” Esclamò Max

“Grazie amico, anche tu non sei niente male..ehm scarpe nuove?” Risposi io

“Si si. Non credevo le avessi notate. Le ho avute regalate dai miei genitori per Natale”

“Ah Ah Ah dai max, alla fine cambia solo il colore, pò sono uguali a quelle che avevi a dicembre” 

Interviene Ale

Mentre chiacchieriamo, entra in classe la prof. d’italiano che ci fa segno di accomodarci.

Ho sempre adorato il mercoledì, come giorno scolastico, e sapete perché? 

Tre ore d’italiano, una di diritto, una di religione e una d’impianti elettrici.

Amavo l’italiano... Amavo la mia prof. d’italiano. 

Tra di noi c’é sempre stato un rapporto di “amore e odio”, soprattutto l’anno scorso, 

mentre quest’anno siamo partite alla grande. Mi confido con lei, scherziamo, ridiamo 

e soprattutto ci confrontiamo, cosa che con il resto dei prof. non succede.

Per quanto riguarda l’ora di diritto... Beh, il prof. (se così posso definirlo) era leggermente maschilista.

Quindi, ogni qualvolta apriva bocca per parlare, io chiedevo di uscire, come oggi.

“Prof. mi scusi, posso uscire?”

“Signorinella, credo che ormai questa sia una routine la sua no? Vada...”

Così non persi neanche 2 minuti e uscii fuori.

Trascorrevo la maggior parte delle ore di diritti in Vice presidenza; quella volta, però, il mio stomaco aveva un po’ di fame. 

Quindi decisi di uscire e recarmi ai distributori per comprare qualcosa.

“Sempre fuori stai tu, eh?”

Ecco il mio bidello preferito.

discutevamo sempre, perché io tifavo per il Torino e lui per il Parma, però alla fine sapevo che mi adorava. u.u

“Daiiiiiii Brunoooo!!! Lo sai che il prof. di diritto non se nè scende proprio” 

Così inserisco i soldi nel distributore e mi prendo un pacchetto di salatini. 

Intravedo passare Luana e Manu e le saluto con la mano; non sapevo che fare, 

si immobilizzarono le gambe, ed infatti, furono loro ad avvicinarsi a me.

“No, ma figurati, non ti avvicinare mai a noi eh?” XD

Con tono ironico domanda Manu.

“Ehm...scusa hai ragione... comunque tutto bene?”

“Si Si, a parte tre ore di laboratorio che proprio non se nè scendono, per il resto è tutto okey” 

Esclamò Luana salutando con molta eleganza due ragazzi che si avvicinarono a lei.

“Beh Lù, diciamo che a te proprio la scuola in generale non se nè scende” 

Disse Manu mentre prendeva una bottiglina d’acqua.

“Io credo che un po’ a tutti la scuola non va giù”

Risposi io, facendo l’occhiolino a Manu

“Tu come mai stai fuori?” 

Cambiando discorso mi chiese Luana.

“Disguidi con il prof. di diritto”

“Caspita, una stella come te, che non va d’accordo con un prof.? Beh ma allora dobbiamo chiamare la stampa” XD

In modo simpatico affermò Manu.

“Ah Ah Ah molto spiritosa.” Esclamai io.

E mentre cercavo di sciogliere un po’ il ghiaccio...

“ Alloraaa?? Che cos’é questo un salottino???”

Ed ecco a voi la vicepreside; donna di mezza età al quanto acida, con la puzza sotto al naso 

e la voce un po’ troppo stonata, tipo come una “cornacchia”.

“Scusi, torniamo subito in classe”

Rispondemmo tutte in coro.

Così terminò la mia pausa e tornai in classe a sentire tutte le cose futili che dicevano i miei compagni ed il prof.

La cosa positiva della giornata? Aver visto Manu.

Non sapevo il perché ma quando trascorrevo un po’ di tempo con lei, ero felice. 

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Capitolo 4
*** 27 Maggio 2010 "L'invito" ***


 Come al mio solito, ero sempre colei che decideva all’ultimo momento.

Decisi così, di organizzare una semplice festa per il mio compleanno due settimane prima xD. 

In realtà fu mia mamma a convincermi di fare la festa.

“Su via Miry, una piccola festa bisogna farla. Lo sai che tutti ormai né fanno una”

Questa era mia mamma, che come al solito, pensava a quello che succedeva nel mondo, e non a cosa volessi io veramente.

“Si mamma okey, però una cosa semplice, pochi invitati e nulla di particolare”

Risposi io con tono indeciso.

“Beh su questo non ci sono dubbi. Anche perché noi una semplice festa possiamo permetterci”

Intervenne mio padre finendo il discorso con quella frase.


#RIFLESSIONI#

[Erano ormai passati sei mesi dalla prima volta che vidi Manu; ed in questi sei mesi,

 non era cambiata una virgola nel nostro rapporto...

Beh a parte il fatto che quando cercavo di fare la simpatica, lei mi rispondeva male e viceversa.

Ci vedevamo solo perché dovevamo fare le prove della commedia a scuola, 

altrimenti non riuscivamo ad aver nessun tipo di rapporto].


Arrivai a scuola consegnando gli inviti per la mia festa, non a tutti ovviamente...

“Oi Max guarda che se non vieni, giuro che mi arrabbio di brutto”

Dissi, facendogli l’occhiolino.

“Ale tieni. Ovviamente il discorso vale anche per te”

Sussurrai nelle sue orecchie.

“Senti Miry...”

Fu in quel preciso istante che mi iniziai a preoccupare. Cavoli proprio loro due non potevano mancare alla mia festa.

“Cosa c’é ragazzi?” Domandai con la voce che mi tremava

“No è solo che noi, in realtà, alla tua festa non possiamo venire” Affermò Max, con tono serio.

“Cioè ma state scherzando vero?” 

“Miry, il problema non sei tu, davvero, è solo che noi siamo troppo importanti per essere serviti da normali invitati” 

Continuò Max, sempre in modo molto serio.

“Già, noi siamo il "TOP", e proprio per questo, non te la prenderai se....”

Si misero a braccetto ed esclamarono

“IL REGALO EVITIAMO DI FARTELO!!!!”

“Che stupidi che siete” 

Feci un respiro di sollievo u.u 

“Ah Ah Ah...ci sei cascata vero?”

Abbracciandomi e sorridendo mi chiese Ale.

“Sei sempre il solito Cretino, anzi, ora né siete due, perché non bastava un solo amico scemo...”

Eh così continuammo a ridere per tutta l’ora.

#RIFLESSIONI#

[Io e Ale ci conosciamo ormai da dodici anni. Lui è un po’ più alto di me, magro, carnaggione scura, 

capelli fashion neri e occhi scuri. E’ un Figo da paura, e soprattutto, è la persona più buona e dolce 

che io abbia mai conosciuto. Beh, forse è per questo che è il mio migliore amico].


Finite le lezioni Andammo in palestra per fare le prove della commedia. 

Mancavano solo dieci giorni, e finalmente, salivamo sul palco.

Eravamo tutti al quanto tesi, soprattutto chi non era mai salito su un palco, di fronte ad un pubblico.

“Miry senti una cosa, ma alla tua festa posso portare anche il mio ragazzo?” 

Mi chiese Sabrina mentre prendeva a schiaffi Gabriella.

“Sabry, in realtà ho chiesto a tutti di non portare nessuno, perché altrimenti da cinquanta che né siamo, 

diventiamo cento, e mio padre mi uccide”

“Organizzi una festa e a noi non ci inviti?? Vabbé tanto lo sai che io mi presento lo stesso” u.u

Questa era Gabriella. Ragazza dell’ultimo anno che non faceva né teatro e né musica, 

ma si trovava tra di noi solo per perdere tempo.

“Ehm... Certo che vi invito. Ecco questo è per voi”

Consegnai l’invito a Gabry, Giovy, Luana e Manu.

In realtà non avevo intenzione di invitare nessuna delle quattro, ma trovandomi in imbarazzo glielo diedi a tutte.

Non potevo pensarci... Vi rendete conto che avevo invitato alla mia festa Manu??? Roba da non credere.

In quel momento non sapevo se essere felice, perché potevo stare anche con lei il giorno del mio 

diciottesimo compleanno, oppure essere triste, se quel giorno lei non si fosse presentata.

Sapevo solo che grazie al carattere strafottente di Gabry, ero riuscita, senza neanche volerlo, ad invitare Manu.

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Capitolo 5
*** 2 Maggio 2010 "Manca poco" ***


Come ogni mattina, mi sveglio alle 7.20 cercando di rubare qualche minuto in più per rimanere nel letto sotto le coperte, 

ma mia madre è sempre più rigida con gli orari.

“Miryyyyy dai forza che sono le 7.30”

Io mi alzo dal letto vado in cucina per fare colazione ed osservo l’orologio ancora un po’ assonnata.

“Mamma, avevi detto che erano le 7.30 ed invece sono le 7.22...Perché tenti sempre di svegliarmi prima?”

“Miry perchè ogni mattina mi fai sempre le stesse domande? 

"Ti rendi conto che tra meno di un mese sarai maggiorenne?? Cerca di responsabilizzarti un po’...”

Fu in quell’attimo che mi venne un’ansia da paura :S 

Caspiterina, erano già trascorsi 5 mesi dall’inizio dell’anno e per lo più io avrei fatto 18 anni!

Feci colazione e corsi subito in bagno per prepararmi e nel frattempo che mi aggiustavo i capelli, 

nella mia testa fluivano mille pensieri....

(Devo organizzare la festa? chi inviterò? si presenteranno tutti? 

Di sicuro rimarrò solo io e la mia famiglia...) 

“Miry c’è papà che ti sta aspettando da dieci minuti giù, non farlo aspettare ancora, 

lo sai poi come si arrabbia”

“Hai ragione mamma. Scusa corro giù. Ci vediamo a pranzo”

Così presi la cartella e corsi giù sperando di non dover sentire la predica di mio padre; 

per fortuna non disse nulla.

Arrivai fuori scuola e prima di scendere dalla macchina domandai a mio padre:

“Hey pà, senti una cosa... ma se io la festa non la volessi fare, voi mica ve la prendete?” 

“Perchè dovremmo prendercela? Nè hai già parlato con mamma? vai a scuola, né riparliamo oggi”

Così salutai mio padre e mi incamminai verso l’entrata della scuola.


#RIFLESSIONI#


[Eccola, stupenda come al solito, con quel sorriso sempre stampato sul volto. 

Indossava un jeans blu, con la maglia a maniche corte di “Superman” e le Hogan blu ai piedi.

Adoravo il suo stile *_*

Non si accorse di me, come al solito, mentre rideva e scherzava con le altre ragazze della sua classe.

Avrei tanto voluto un pizzico in più di coraggio per avvicinarmi a lei e salutarla...]


Salutai Ale con un abbraccio ed entrammo in classe per seguire le lezioni.

Dopo le prime tre ore iniziò la ricreazione e decisi di parlare con Max, 

per farmi dare un consiglio su cosa fare.

“Oi Max, senti una cosa... ma secondo te la festa di 18 anni è importante?” 

Gli domandai sedendomi sul suo banco.

“Io credo di no. Soprattutto se non sei una persona che le piace stare al centro dell’attenzione. 

Non vuoi festeggiare il tuo diciottesimo compleanno Miry?”

Mi chiese appoggiandomi una mano sulla spalla.

“In realtà non saprei, sono confusa, come al mio solito, è solo che io non vorrei organizzare 

la mia festa come quelle feste belle da paura.. in locali costosissimi...

cioè a me basta solo la giusta compagnia, lo sai come sono fatta” 

Esclamai alzando le spalle.

“Beh io non lo so se ai miei diciotto anni farò la festa, ma di sicuro ho più tempo per decidere...

visto che mancano ancora 6 mesi” 

Rispose sorridendo, facendomi l'occhiolino.

“Beh si, tu sei piccolo u.u quindi cerca di portarmi rispetto tra un mese”


#RIFLESSIONE#


[Max è un bravissimo ragazzo; lo conosco da quattro anni e ricordo ancora il primo anno quando lo vidi:

Capelli neri ricci, occhi scuri, abbastanza cicciottello con l’aria da tipico “secchione”. 

Ricordo che a tutte le domande delle prof. lui rispondeva in maniera esatta. Non facemmo un granché 

amicizia i primi due anni; a differenza del terzo anno, che iniziammo a legarci maggiormente.

Beh diciamo che lui si dichiarò u.u però io gli dissi che da parte mia ci sarebbe stata solo amicizia.

Da quel momento in poi iniziammo a confidarci da veri amici.]

Continuammo a scherzare per il resto della giornata scolastica. Mi trovo proprio bene a parlare con lui, è davvero un vero amico!

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Capitolo 6
*** 8 Giugno "I miei 18 anni" ***


 “Auguriiiii Miry”

Esclamarono i miei zii appena arrivati a casa.

In realtà, non era proprio oggi il mio compleanno, ma ben sì il 9 Giugno. 

Quindi avrei aperto la torta a mezzanotte.

Io e i miei genitori decidemmo di festeggiare un giorno prima a causa delle prove generali della commedia, 

che si sarebbero tenute, appunto, domani.

“Hey... Grazie mille zio, grazie zia.”

Risposi mentre finivo di prepararmi.

Loro erano i miei zii preferiti, quelli più giovani, con la quale mi trovavo bene a parlare e a divertirmi.

Ma la cosa fondamentale è che avevano messo al mondo una bambina strepitosa: Simona.

“Ma come siamo belle oggi, eh Simo?”

Le chiesi, mentre si buttò tra le mie braccia.

“Shiii Miry, perché oggi è la tua festa. Wow ti sei messa anche i tacchi”

Esclamò con un sorriso a 36 denti.

Era una bambina unica. Aveva la testa piena di ricci biondi e degli occhioni Azzurro cielo; una bellezza unica.

Mentre aspettavamo che si facessero le 20.30 per scendere, iniziammo a farci un paio di foto.

Ero vestita in maniera semplice, ma elegante.

La cosa che mi distingueva dai giorni comuni, era il trucco che mi fece mia zia. Beh diciamo che io 

non amavo truccarmi esageratamente per andare a scuola, quindi Max e Ale appena mi videro, rimasero a bocca aperta.

Furono i primi ad arrivare, dopo tutti i miei zii e le mie nonne.

“TANTI AUGURII A TEEEEEEE”

Urlò Max appena mi vide.

“Grazie, ma sei un cretino, perché sai benissimo che il mio compleanno è domani, 

e che quindi, gli auguri dovrai farmeli a mezzanotte” 

Risposi in maniera fredda, mentre lui rimase senza parole.

“Ah Ah Ah... Dai che sto scherzando. Grazie mille Max”

Fece finta di asciugarsi il sudore dalla fronte e sorrise.

“Sei sempre la solita. E comunque stai benissimo, mancava poco che non ti riconoscessi”

“A bellooo... La mia amica è sempre fashion. Auguri Miry”

Disse Ale abbracciandomi.

Nel frattempo arrivò il resto degli invitati e io non facevo altro che rispondere

“Grazie mille... bello questo regalo, non me l’aspettavo” 

Con tono timido e imbarazzato.

Già, perché io non ero per niente abituata a stare al centro dell’attenzione.

La serata trascorse in maniera positiva; ballammo e cantammo per tutto il tempo.

Non potevo lamentarmi; su 68 invitati né vennero 63.

Alla fine mancavano Sabrina e le altre ragazze del teatro.

Beh, mancava Manu; era proprio destino mi sa.

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Capitolo 7
*** 9 Giugno " Prove generali" ***


 Il giorno dopo, ovvero il giorno del mio vero compleanno, avremmo dovuto fare 

le prove generali, qui a casa mia.

“Miry, aiutami a spostare il divano... Anzi no, tu sposta il tavolo” 

Mi chiese mia madre, impegnata a spostare i mille mobili dell’intero soggiorno.

“Mamma guarda che c’è la facciamo benissimo anche con il divano”

 Le dissi io con gli occhi increduli di ciò che stava facendo.

“Ma non dire sciocchezze, siete una quindicina, non credo centriate tutti” 

Rispose lei pensando a cos’altro spostare.

“In effetti hai ragione, non credo centriamo tutti... Ma credo anche, però, 

che nessuno di noi si starà due, tre ore in piedi” 

Affermai, facendole notare che aveva tolto persino le sedie xD

“Ah... Forse hai ragione. Allora aiutami a rimettere tutto a posto; casomai togliamo solo il tavolo” 

L’aiutai a rimettere tutto in ordine, continuando a scuotere la testa, 

facendole notare che per l’ennesima volta avevo ragione.

Nel frattempo che aggiustammo tutto, suonò il citofono; erano loro.

“Buona sera”

Esclamarono tutti in coro entrando in casa.

“Miry, augurissimi di buon compleanno”

Salutandomi, mi disse Gabry

“Hey Gabry grazie. Ma ieri poi? Che fine hai fatto? Mi aspettavo venissi...”

“Lo so, hai ragione ma, purtroppo, non avevo il passaggio”

Si giustificò guardando Giovy.

Perché guardò Giovy? Cercava un consenso da parte sua, ma perché?

#RIFLESSIONE#

[Gabry è una ragazza semplice: Alta, capelli castani, occhi marroni e abbastanza robusta. 

A primo impatto, forse, può sembrare una tipa forte e abbastanza dura; mentre, 

al contrario, è una ragazza molto dolce e sensibile.

Nonostante mi faccia piacere la sua presenza oggi qui, non riesco ancora a comprendere il suo ruolo. 

Perché è qui? L’appuntamento era solo per il corso di teatro, lei non né fa parte.

 E soprattutto, perché si giustifica in continuazione con Giovy, qualsiasi cosa faccia?]

Salutai il resto dei ragazzi, che gentilmente mi fecero gli auguri, fin quando poi, vidi Manu. 

Era più bella del solito. Aveva un pantalone viola chiaro ed una maglietta rossa. 

Si avvicinò molto timidamente e, sorridendomi, mi disse:

“Auguri Miry, finalmente oggi diventi maggiorenne. Come è andata ieri la festa?” 

“Tutto bene, grazie. Eh già, maggiorenne. Non cambia un granché sai?”

Risposi io, essendomi fatta di tutti i colori.

“Certo che cambia. Puoi portare la macchina, entrare nei casinò liberamente e, 

la cosa fondamentale, puoi andare in galera”

Mi disse, facendomi l’occhiolino e dandomi una pacca sulla spalla.

Iniziammo così le prove generali.

Mentre alcuni ragazzi ripetevano le parti, Garby e Giovy erano sedute sul mio divano 

in atteggiamenti un po’... come dire... diversi dal solito.

“Amò dai, non ti preoccupare che risolvo tutto io”

Disse Gabry tenendo le mani di Giovy tra le sue.

“No amò, lo sai che è un casino”

Rispose Giovy con espressione deludente.

Vedendomi strizzare gli occhi come per dire: STO SOGNANDO??? Manu si avvicina a me chiedendomi:

“Oi tutto okay? Ti vedo un po’ in difficoltà”

“Ehm.. in realtà si. Sono un paio di giorni che noto strani atteggiamenti tra Gabry e Giovy. 

Sinceramente, non ho mai capito il motivo della presenza di Gabry qui”

Esclamai, sedendomi.

“Beh, certo che sei un po’ tardiva eh?”

“In che senso?” 

Ancora confusa, chiesi.

“Nel senso che si vede lontano un miglio che stanno insieme”

Coooooosaaaaa??? Cioè, allora non era strano provare attrazione verso lo stesso sesso nella mia scuola.

“Ma è possibile che io non mi sono resa conto di nulla?”

Domandai a Manu con gli occhi spalancati.

“Ehm... Te l’ho detto che sei tardiva”

Concluse, pizzicandomi la guancia.

Fummo interrotte dall’arrivo improvviso di mia madre che portò la torta.

Non me l’aspettavo, infatti, rimasi a bocca aperta.

Spensi per la seconda volta diciotto candeline, ma ero felice, davvero tanto.

Dopo la “pausa torta” ripresero le prove e io non facevo altro che guardare Manu.

La vedevo sorridere e il mio cuore batteva talmente forte che non mi resi conto che era il mio turno di recitare xD

“Certo che oltre che tardiva, sei diventata anche sorda eh?”

Disse Manu con tono ironico, facendomi una smorfia buffa.

“Certo che se non fosse stato il mio compleanno cos’altro avresti fatto? 

Mi stai leggermente uccidendo con tutti questi complimenti u.u”

Risposi, assumendo un’espressione triste. u.u

“No, figurati non metto le mani addosso alle donne...” Affermò Manu, con aria divertente.

“Eh beh, meno male” Esclamai con aria sollevata.

Finimmo le prove e, detto sinceramente, andarono piuttosto male. Speriamo bene per domani...

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Capitolo 8
*** 10 Giugno "Commedia e dopo..." ***


E’ la notte prima della commedia, prima dell’esordio di tutti noi, su un vero palcoscenico.

Chissà come andrà...

“Ragazzi l’importante è divertirsi, il resto è tutto un di più”

Ci dicevano le prof. durante le prove.

Beh certo, bisogna divertirsi principalmente, ma bisogna anche riuscire a fare bella figura. u.u 

Mancava un giorno esatto, 21 ore e tutto sarebbe finito.

Per scaramanzia decidemmo che questa notte, tutti gli attori l’avrebbero trascorsa

 su facebook, per tranquillizzarsi a vicenda.

MESSAGGIO MANU

“Hey Miry, allora? Tesa per domani?”

MESSAGGIO MIRY

“Un pochetto si, però andrà bene, me lo sento! Tu, come ti senti?

 Scommetto che sei super ansiosa eh?”

MESSAGGIO MANU

“In realtà me la sto facendo addosso xD. Però anche io credo andrà bene. Sai una cosa?”

MESSAGGIO MIRY

“No, dimmi pure”

MESSAGGIO MANU

“Ti credevo diversa”

All’arrivo di quella frase, il mio cuore iniziò a battere più velocemente e, 

sinceramente, non so il perché.

MESSAGGIO MIRY

“Beh, mai fermarsi all’apparenza. Ma diversa in che senso?”

MESSAGGIO MANU

“Diciamo che all’inizio credevo fossi antipatica, altezzosa e un po’ convinta di te”

Ehm... Okay mi aveva uccisa in poche parole...

MESSAGGIO MIRY

Ah Ah Ah... qualche altra cosa no? Diciamo che ti eri fatta un’idea del tutto sbagliata, giusto?

 Perché adesso credi sia l’opposto, ho ragione?”

Le chiesi con la paura di una sua risposta negativa.

MESSAGGIO MANU

“Giustissimo. Sei tutt’altro che antipatica. Ora scusa ma credo andrò a mettermi 

nel mio adorato letto. Ci vediamo domani. Notte”

MESSAGGIO MIRY

“Si, certo. Buona notte anche a te”

Spensi il computer e mi misi nel letto.

Non credevo le fossi antipatica, in realtà ci rimasi un po’ male dopo queste sue dichiarazioni. 

E’ vero che discutevamo sempre, ma addirittura “Convinta” beh, quello no; 

mi addormentai subito, ero stanca.


Eccoci, il giorno tanto atteso era arrivato.

Eravamo tutti tesissimi: c’era chi cantava, chi stava immobile, chi continuava imperterrito

 a leggere il copione e chi come me, osservava la gente.

La commedia durò ben due ore e mezza. 

Andammo alla grande, beh a parte qualche inceppo iniziale, il resto andò veramente bene. 

Ci abbracciammo tutti alla fine; ci sentivamo come liberi in quel momento.

Sembrava fossimo diventati davvero un bel gruppo, ma tutti sapevamo che appena finita la scuola, 

questo bellissimo gruppo, si sarebbe sciolto.

“Io avrei un’idea” 

Disse Sabry, facendo nascere in noi una tremenda curiosità.

“Perché dopo non andiamo a festeggiare?”

Ecco, questa fu la brillante idea di Sabry.

“Per me non ci sono problemi”

“Dai si, sarà divertente”

Fu così che rispose la maggior parte di noi.

E così, decidemmo di andare a mangiarci una pizza tutti insieme, comprese le prof.

Ci divertimmo davvero tanto. Io stetti la maggior parte del tempo con Sabry, Max e Guido.

“Sai che sei proprio carina stasera? Hai una strana luce negli occhi”

Esclamò Guido, accarezzandomi sul viso.

“Ehm... Grazie mille, ma credo di essere sempre la stessa”

Risposi io in maniera timida.

#RIFLESSIONE#

[Guido era un bellissimo ragazzo. Biondo, occhi azzurri e un bellissimo sorriso. 

Fisicamente era proprio il mio tipo. Non era altissimo e neanche magrissimo,

 ma adoravo il suo modo di fare]

Era un paio di settimane che mi faceva complimenti, lanciandomi frecciatine, 

ma io non ci avevo mai fatto caso, fino a questo momento.

“Che dite, ci andiamo a fumare una sigaretta fuori?”

Propose lui ai ragazzi e alle ragazze che fumavano.

Così, si diressero quasi tutti, fuori la pizzeria.

Dentro rimanemmo io, Sabry, Giovy, Gabry e Manu.

“Miry, ma tu non fumavi una volta?” 

“Hai detto bene Sabry, una volta... Ho smesso due anni fa”

“Fumavi? Bleeeah, che schifo”

Affermò Manu, con una faccia buffissima che mi fece sorridere.

“Tranquilla Manu, ha detto che fumava, quindi ora puoi baciarla” 

Ecco la solita Gabry che rovina sempre tutto e, soprattutto, mette tutte in imbarazzo.

A sciogliere questo imbarazzo fu Max, per fortuna.

“Allora ragazzuole, mi sa che dobbiamo stringerci un pò in macchina.

Abbiamo 2 macchine e siamo solo 15 persone”

“Ah bene, dobbiamo proprio stringerci tanto, mi sa”

Affermai io, guardando Manu e sorridendo.

“Su forza, dividiamoci. Allora in macchina mia vengono Sabry, Antonio, Viky, Rosa e Manu”

Affermò Claudio, uno dei pochi maggiorenni del gruppo.

“Io e Giusy andiamo via con il motorino, state tranquilli”

Disse Guido salutando tutti.

“Bene allora quanti il resto, può venire con me”

Esclamò Matteo con aria dubbiosa.

“No, aspettate. Forse è meglio se con loro vado io, che sono più magra, 

e con voi viene Max, visto che né siete di meno”

Disse Manu, avvicinandosi a me.

“Okay dai. Allora Max vai con Claudio e Manu vieni con noi”

Entrammo in macchina che eravamo 7.

Io mi misi avanti e Manu decise di mettersi in braccio a me.

“Se peso o ti do’ fastidio basta che me lo dici”

Mi disse, sedendosi sulle mie gambe.

In realtà non riuscivo a comprendere il perché di questo suo improvviso cambiamento nei miei confronti.

Anche in pizzeria, non faceva altro che osservarmi, ma perché?

Matteo accese lo stereo e ci mettemmo tutte a cantare e, nel frattempo, 

Manu mi prese la mano e me la tenne per tutto il tempo.

Ad ogni frase di ogni canzone, lei si girava e mi sorrideva; ed io, ad ogni suo sorriso, morivo. 

Stava accadendo tutto ciò che volevo accadesse in quest’anno di scuola. Già, ma in una sola serata.

Arrivammo sotto casa sua e sembrava che lei, non volesse scendere da sopra le mie gambe e, 

che soprattutto, non volesse lasciarmi la mano. Salutò con un occhiolino

 Gabry e Giovy che si trovavano dietro e salutò Matteo con la mano.

Scese dalla macchina, lasciandomi la mano e si avvicinò per salutarmi. 

Le mie labbra sfiorarono le sue e le sue le mie. 

“Allora ci sentiamo” Disse lei, sorridendomi.

Non risposi. Rimasi immobile, impassibile. Mi aveva salutata baciandomi a stampo. 

Non potevo crederci. Rimasi tutta la notte sveglia.

“Forse avrà sbagliato, non voleva fare ciò che ha fatto”

“Forse ero stata io a spostare la faccia e a ritrovarmi, così, le sue labbra sulle mie”

Non sapevo cosa pensare; fatto sta, è che adoravo le sue labbra.

Erano perfette: morbide, delicate e, soprattutto, stasera erano diventate mie.

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Capitolo 9
*** 30 giugno 2010 "Estate, arrivo" ***


 Sono passati esattamente venti giorni da quando quelle labbra morbide, 

soffici ed in grado di trasmettere dei brividi unici, sfiorarono le mie.

Continuavo a non crederci; avrei tanto voluto chiederle come mai l’avesse fatto, 

ma avevo una paura tremenda di una sua risposta negativa.

Una settimana fa, mia nonna oltre alla patente, mi regalò una crociera per i miei 18 anni; 

ovviamente sarei dovuta andare con lei ed infatti fu così.

La sera prima di partire parlai quasi tutta la notte con Manu. In realtà fu lei a contattarmi.

MESSAGGIO MANU

“Hey Miry ancora sveglia?”

MESSAGGIO MIRY

“Già, ho appena finito di preparare le valige”

MESSAGGIO MANU

“Ah giusto, domani parti. Beh allora vedi di divertirti anche per me”

Non lo so, ma intravedevo in quei messaggi un tono strano, quasi triste.

MESSAGGIO MIRY

“Certo lo farò, anche se andare in crociera con mia nonna, non è il massimo xD”

MESSAGGIO MANU

“Beh, mai dire mai no?”

MESSAGGIO MIRY

“Ah Ah Ah... Beh speriamo. Comunque ora vado che sono stanca, 

domani mi devo svegliare presto e non so se c’è la farò :S Buona notte Manu”

MESSAGGIO MANU

“Va bene. Allora buona notte anche a te e fai buon viaggio.

P.S. Non dimenticarti di me però u.u”

A quel messaggio evitai di rispondere perché rimasi, come al solito, pietrificata.

Cioè, lei davvero pensava quelle cose? Che io mi sarei dimenticata di lei? 

Oppure l’ha detto tanto per dire? Allora non è stato un errore quando mi sfiorò le labbra?

Voleva davvero assaporare il mio sapore?

Capì che a queste domande non ci sarebbe stata alcuna risposta.

Rimasi tutta la notte a pensare, fin quando i miei occhi non si chiusero per la stanchezza.


La mattina dopo ero così entusiasta di vedere quest’enorme nave che mi dimenticai

 di salutare tutti. Cavoli, era davvero una nave grandissima; aveva la bellezza di 15 piani.

 La nostra stanza era situata al settimo piano. Appena entrammo nella cabina, la nonna si spaventò, 

sul nostro letto c’era una decorazione dei camerieri fatta con le lenzuola.

“Certo che però potrebbero avvisare, così fanno prendere un colpo a qualcuno” 

Esclamò la nonna ancora con il tono di voce ansioso.

“Dai nonna, guarda qui com’è bella invece” 

Sul letto erano rappresentati due cigni che si baciavano, con attorno un cuore. Roba da non credere.

Mentre sistemai i vestiti mi arrivò un sms

SMS MANU

“Hey viaggiatrice, sei già sulla nave? Scommetto che è bellissima... 

come me del resto! Ah Ah Ah... no dai scherzo, come va?”

SMS MIRY

“Si, sono già sulla nave. E’ davvero eccezionale. 

Poi quando torno a casa ti racconto e ti faccio vedere le foto. 

Comunque non sei modesta, no eh ?”

SMS MANU

“Ah Ah Ah, dico solo la verità. u.u Comunque non voglio disturbarti, 

anzi come ti ho detto ieri, divertiti anche per me, 

ma mi raccomando, non fare la corte a nessun cameriere

o cameriera”

All’arrivo di quell’sms rimasi...come dire, sbalordita. Era la prima volta che mi dicesse

 qualcosa quasi come se fosse gelosa. Non sapevo che rispondere, 

fin quando la nonna mi disse che dovevamo andare a pranzare.

SMS MIRY

“Tranquilla, mi divertirò anche per te. Comunque ora sto andando al ristorante, 

facciamo che ti faccio sapere se vale la pena o no fare la corte a qualcuno”

SMS MANU

“Okay, ci sto. Ma io scommetto che nessuno sarà il tuo tipo”

Arrivammo nel ristorante e ci sedemmo. In realtà i camerieri erano tutti maschi e per giunta tutti stranieri.

Mentre aspetto che il cameriere mi porta le cose che avevo ordinato, prendo il telefono dalla tasca.

SMS MIRY

“Avevi proprio ragione. Nessuno è il mio tipo”

SMS MANU

“Ah Ah Ah, non avevo dubbi. Dai che ti rifarai quando tornerai qui. 

Ora ti lascio pranzare. A dopo”


Così passai la maggior parte delle giornate a scattare foto, a mangiare e a fare bagni in piscina, ovviamente, prendendo il sole.

Arrivai in Italia che ero già tutta abbronzata. Neanche il tempo di mettere il piede giù dalla nave che mia mamma mi abbracciò come se non mi vedesse da anni.

“Miry come stai? Mi sei mancata. Ma come ti sei fatta nera... Sei anche dimagrita o sbaglio?”

Rimasi con gli occhi spalancati per tutte queste domande che mi fece. Alla fine ero stata fuori solo una settimana, possibile che le ero mancata così tanto?

“Hey mamma sto benissimo. Si, hai visto come ci siamo abbronzate io e la nonna?”

Domando, prendendo sotto il braccio nonna Maria.

“Mi aspettavo scendessero i cammelli al posto tuo”

Disse mio padre, perdendosi in una risata coinvolgente. 

#RIFLESSIONE#

[Arrivati in Tunisia, decidemmo di prenotare una visita guidata. Era davvero una città vuota. 

C’era poco da visitare, a parte le piccole case rotonde con le pareti bianche. 

Erano tutte uguali, come le persone del resto. Le donne portavano un grande foulard avanti al viso, 

mentre gli uomini erano vestiti la maggior parte con una camicia.

Arrivammo in una specie di mercatino, dove io e mia nonna fummo infastidite da un mercante 

tunisino che non faceva altro che proporre a mia nonna di scambiarmi per 250 cammelli. 

Forse è per questo che mio padre disse quelle cose.]

Arrivammo a casa e io ero stanca morta. Così mi poggiai 10 minuti sul mio amato letto e crollai.

Mi svegliai dopo due ore a causa delle urla di mia mamma.

Non avevo ancora tolto la roba dalle valigie e mi dimenticai di dare i regalini 

che avevo comprato, ogni qual volta mi fermavo in una nuova città.

“Mamma ti prometto che domani tolgo tutta la roba dalle valige” 

Dissi a mia madre con la voce ancora un po’ assonnata.

“E che la togli a fare? Tanto domani pomeriggio si va a Fregene.”

Caspita, quasi dimenticavo che per l’estate saremmo dovuti andare tutti

 e due mesi nella villa della nonna a Fregene. Non ebbi neanche il tempo di mettermi su 

facebook e di dire ai miei amici che ero tornata. 

Tornata, che parolona, domani infondo, sarei dovuta ripartire u.u

Così corsi in camera e presi il cellulare per scrivere un messaggio a Manu.

SMS MIRY

“Hey Manu scusa se non ti ho mandato un sms prima, ma sono crollata. 

Volevo solo dirti che io ho preso un regalino per te. Avrei voluto dartelo in questi giorni, 

ma mi sono dimenticata che domani devo andare a Fregene con la mia famiglia”

SMS MANU

“Ciao Miry. In realtà mi ero preoccupata, perchè mi avevi detto che saresti tornata nel primo pomeriggio; 

invece sono le 22.15 u.u Un regalo per me? Grazie ma non dovevi.

 E comunque tranquilla me lo dai quando torni. Tanto che saranno... due settimane che stai li?”

SMS MIRY

“Ehm no, in realtà torno per gli inizi di settembre. Mia nonna ha la villa lì. 

Senti, perchè non vieni con me una settimana?”

SMS MANU

“Due mesi?? Alla faccia! Grazie per l’invito, ma non credo sia il caso. 

E comunque anche io ad agosto parto. Dai tranquilla il regalo me lo darai a scuola. 

Ci sentiamo allora e mi raccomando... Non dimenticarti di me”

SMS MIRY

“Ah Ah Ah tranquilla. Divertiti mi raccomando”

Continuava a ripetere quella frase ogni qual volta partivo.

Non avrà mica pensato che avessi la memoria corta?

E poi come avrei potuto dimenticarmi del suo sguardo?

Per non parlare del sorriso poi u.u

Forse avrei dovuto ricordarglielo io di non dimenticarmi.

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Capitolo 10
*** 5 Settembre "Resoconto estate" ***


 Eccomi qui, tornata a casa dopo soli due mesi di vacanza.

Sarei voluta rimanere lì altri tre, quattro mesi, ma purtroppo, tra una settimana inizia la scuola.
Che dire di quest’estate... E’ stata la più bella della mia vita.

Mi sono divertita un casino, troppo direi, conoscendo tantissime persone favolose.

Eh mentre ripenso a questi mesi, ecco che mi arriva un sms

SMS CARLO

“Oi piccola sei arrivata? Mi manchi un casino”

Vi starete chiedendo chi è Carlo, giusto? 

Beh, ora vi spiego come sono arrivata fin qui.


#RIFLESSIONE#

[Era luglio, per la precisione il 6 luglio.

Io e mio fratello Giovanni eravamo stati invitati ad una festa di una sua amica, 

Lisa, che avrebbe compiuto 19 anni.

Ops, forse non vi ho mai descritto mio fratello.

Giovanni ha 21 anni ed è alto 1.76. E’ molto magro, ha i capelli castani scuri e gli occhi marroni. 

Io e lui abbiamo sempre avuto un normale rapporto “fratello-sorella”; 

nel senso: lui non si è mai intromesso nella mia vita e io nella sua.

Qui a Fregene ognuno aveva la sua comitiva, ma per quest’anno le cose cambiarono, 

da quando mi chiese di accompagnarlo a questa festa.

Iniziai a conoscere nuove persone, tutti i suoi amici e le sue amiche e,

 a dir la verità, mi erano molto simpatici tutti.

Lisa, la festeggiata era una ragazza molto simpatica ed estroversa. 

Aveva i capelli castani, erano lunghissimi e liscissimi, gli occhi verdi scuri ed un sorriso coinvolgente.

A questa festa non mancava nessuno, c’era davvero tutta Fregene. 

Aveva deciso di festeggiare sulla spiaggia, che meraviglia. 

Ho sempre desiderato festeggiare un compleanno sulla spiaggia. u.u

“Hey ciao. Piacere io sono Antonio” 

“Piacere, Miriana” 

Subito notai che lui, a differenza di tutti gli invitati, era vestito in maniera diversa.

 Indossava la stessa maglia che indossavano tre ragazzi, quindi, capì che era uno degli animatori di quest’anno.

Tutte le mie amiche mi hanno sempre consigliato di stare alla larga dagli animatori; 

ma non ho mai capito il perché, fino a quest’estate.

Dopo la festa, i giorni successivi andarono alla grande. 

Ormai facevo parte della comitiva “Fregene”; tutti conoscevano il mio nome e, tutti, sapevano chi fossi.

Trascorrevo la maggior parte del mio tempo insieme ad Antonio.

 Lo aiutavo a preparare le serate, scherzavamo e man mano ci conoscevamo sempre di più.

Antonio è un ragazzo alto, moro con occhi scuri. 

Corporatura normale, nel senso... Nè troppo magro e nè troppo robusto.

Era l’unico che mi faceva distrarre dal pensiero “MANU”.

Eh già, perché Manu non la sentii per tutta l’estate. Era come se fosse scomparsa nel nulla. 

Meno male che mi disse: “Non dimenticarti di me”, alla fine fu lei a farlo!


Comunque ritornando a me, mi affezionai tanto ad Antonio, forse addirittura ero arrivata 

a provare qualcosa nei suoi confronti, dopo il bacio dato sulla spiaggia.

La favola però durò poco, anche perché scoprii che lui aveva 29 anni, 

che a novembre si sarebbe sposato e per finire che aveva un figlio.

Trascorsi le prime settimane di agosto nel peggiore dei modi, fin quando non conobbi lui: Carlo.

Era completamente l’opposto del mio tipo ideale.

Aveva 24 anni, era castano, occhi verdi, 10 centimetri più alto di me e corporatura normale.

 Il suo sorriso mi travolse, non faceva altro che venirmi dietro e farmi complimenti tutto il giorno.

Fu addirittura in grado di farmi dimenticare Antonio.

Ricordo ancora il primo bacio: 

Io in bici, lui con la macchina. Arrivai sulla spiaggia. Scesi dalla bici e misi la catena alla ruota. 

Lui si avvicinò e con una dolcezza indescrivibile mi disse:

“Buongiorno piccola” posando le sue labbra sulle mie.

Fu da quel giorno che non ci staccammo più. Certo, dinanzi a mio fratello ci comportavamo da amici,

 ma appena lui si distraeva, Carlo era pronto a prendermi per mano e a portarmi di corsa in spiaggia.

Trascorrevamo la maggior parte delle serate distesi sulla sabbia, sorridendo. 

Lui baciava me, ed io baciavo lui; era un miscuglio di emozioni indescrivibili.

L’ultima sera, prima di ritornare a casa successe un qualcosa di nuovo.

Era la festa di fine estate e, come al solito, c’erano i fuochi d’artificio. 

“Dai, vieni con me”

Mi disse Carlo, senza aspettare alcuna risposta, prendendomi per mano.

“Oi dove mi porti? Guarda che Giovanni se ne accorge se non mi vede” 

Esclamai io, preoccupandomi.

“Shhhh... Tranquilla, voglio solo farti vedere una cosa” 

Rispose lui, con tono sicuro ma dolce allo stesso tempo.

“Allora, ti piace?”

Eravamo su uno scoglio totalmente circondato dal mare, c’erano miliardi di stelle a farci luce 

e proprio nel momento in cui stavamo per baciarci, iniziarono i fuochi ad esplodere in cielo. 

Mi abbracciò e mi sussurrò qualcosa all’orecchio.

“Ho voglia di fare l’amore con te”

Mi allontanai leggermente dal suo abbraccio e imbarazzata abbassai lo sguardo. 

Con la sua mano mi accarezzò il viso e mi invitò a guardarlo negli occhi.

Io ancora più imbarazzata non sapevo cosa dire; 

scommetto di essermi fatta di tutti i colori ma, al buio, non si notava.

“Carlo, in realtà io....”

Non mi fece neanche terminare la frase che mi interruppe, posando le sue labbra

 inferiori tra le mie e, lasciandomi il suo sapore in bocca, mi disse.

“Tranquilla, se non sei pronta lo capisco” 

Sorrisi e lo abbracciai, lasciandomi baciare da quelle labbra carnose e soffici allo stesso tempo].


Si, ecco come andarono le cose. La mia estate si concluse in questa maniera.

SMS MIRY

“Hey si, sono tornata. Anche tu mi manchi tanto.”

Spensi il telefono e mi poggiai sul letto, aspettando che i miei occhi si chiusero per la stanchezza. 

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Capitolo 11
*** 12 Settembre "Si ritorna a scuola" ***


 Sono passati esattamente 7 giorni da quando sono tornata da Fregene, ed in questi 

7 giorni non è cambiato esattamente nulla.

“Miry forza, non vorrai mica fare tardi il primo giorno di scuola??”

Eccola che ricomincia. E’ una vera e propria tortura. In realtà credo che in questi 3 mesi estivi, 

le sia proprio mancata l’abitudine dei 10 mesi scolastici.

“Mamma ti prego, altri 5 minuti”

Urlai da dentro la mia camera.

Mi alzai con calma e feci colazione.

“Sei tesa?” 

Domandò mamma, mentre si fumava una sigaretta.

“Beh, non è mica il mio primo giorno di scuola. Lo sai vero che questo è l’ultimo anno?” 

Chiesi, alzando il sopracciglio con la faccia perplessa.

“Certo che lo so. Appunto per questo, cerca di goderti ogni minimo attimo”

 Esclamò, spegnendo la sigaretta.

“Si, certo. Vado a prepararmi”

Ci misi esattamente 15 minuti. Salutai mamma e scesi giù.

Arrivai a scuola in perfetto orario per salutare tutti ed entrare con calma.

“Ma ciao mia bella Miriana” 

Con le braccia tese verso di me, disse Max.

“Amico, come stai? Madò non sai quanto mi sei mancato” 

Risposi abbracciandolo.

“Devo essere geloso? Anche io vorrei lo stesso trattamento, grazie!” 

Con aria dispiaciuta, disse Ale.

“Ah Ah Ah... Certo che tu non cambi mai eh?” 

Prendendolo per il braccio, risposi abbracciandolo.

Dei miei compagni non era cambiato proprio nessuno.

In realtà qualcuno è cambiata, io, ma forse non vi ho mai detto come sono, vero? 

Beh, sono alta 1.61 cm, ho i capelli talmente neri, che le signore dal parrucchiere mi invidiano,

 occhi neri, carnagione scura, corporatura media e rispetto a 3 mesi fa ho perso effettivamente 6 kg. 

Ecco, questa sono io.

“Dai forza raga entriamo”

Disse Max, con la solita aria da "Secchione"

 Io e Ale, annuimmo e ci dirigemmo verso l’ entrata.

“Miry, caspita come sei cambiata” 

Al suono di questa voce mi bloccai. Ale mi guardò come per dire “Dai, girati e saluta”. 

Riuscì a captare i suoi pensieri, ed infatti, mi voltai e vidi lei: Manu.

“Hey ciao, da quanto tempo” Esclamai con tono imbarazzato.

“Si, due mesi circa. Ti sei fatta proprio bella sai?” rispose lei abbracciandomi e sorridendo.

Non ebbi neanche il tempo di risponderle che il preside ci invitò ad entrare in classe.

Ci salutammo con uno sguardo ed entrammo in aula.

Avevo in testa mille domande, mille dubbi, tra cui, il perché fosse sparita per tutto questo tempo,

 ma i miei pensieri furono disturbati dalla vibrazione del cellulare sul banco.

SMS CARLO

“Piccola buongiorno. Buona fortuna per il primo giorno di scuola” 

Sorrisi nel leggerlo e Ale, accorgendosene, mi chiese il motivo.

“Sbaglio oppure hai la faccia da colei che deve raccontarmi cosa è successo quest’estate?”

Ormai mi conosceva a memoria, riusciva ad intravedere in un mio sorriso quello che mi passava per la testa.

“Facciamo che nella pausa ti racconto tutto, ora ascoltiamo il prof.”

Risposi, facendogli l’occhiolino.

Durante le prime due ore il mio cellulare, non faceva altro che vibrare. 

Infatti, appena terminarono, Ale volle sapere tutto, nei minimi particolari.

“Cioè sei stata con un uomo che a breve si sposerà?”

Domandò con aria perplessa.

“Ti giuro che non lo sapevo, infatti, quando l’ho saputo ho chiuso ogni tipo di rapporto.

 Pensa, aveva anche un figlio”

A questa esclamazione Ale spalancò addirittura gli occhi e nel frattempo 

si avvicinarono Max con affianco Mario.


#RIFLESSIONE#


[Questo è il secondo anno che Mario stava in classe con noi.

Era più grande di un anno, poiché era stato bocciato.

Aveva i capelli castani che si mischiavano nel rosso, gli occhi color nocciola e sul viso sempre un filo di barba.

Non era affatto magro, anzi, era abbastanza robusto, ma aveva quel qualcosa che incuriosiva].


“Ho sentito bene? Per caso sei diventata una rovina famiglia?” 

Eccolo, sempre il solito puntiglioso.

“Mario, secondo te, potrei mai stare con un uomo sposato? Per chi mi hai presa?”

Dissi io, iniziando ad innervosirmi.

“Beh, è quello che hai appena detto ad Ale, no?”

Continuò lui, insistendo.

“Ma sei cretino o cosa? Ho detto ad Ale, che non sapevo avesse un bambino e che avrebbe dovuto sposarsi”

Risposi alterandomi sempre di più.

“Okay dai ragazzi, vi state alterando inutilmente, anche perché Miry lo ha mollato, giusto?”

“Si Max, appena ho saputo tutto. Io non sono una rovina famiglia e mai lo sarò” 

Esclamai uscendo dalla classe.

Devo dire che è proprio iniziata bene la scuola, eh?

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Capitolo 12
*** Fine Settembre"Un passo alla volta" ***


 ...”Ricorda, non dimenticarti di me”...

Queste parole mi frullano nella testa da oltre due settimane.

Ogni mattina la guardo, più che altro la osservo.

Osservo il suo modo di sorridere, di comportarsi, di parlare e noto sempre di più, che mi piace un casino.

E’ vero, non dovrei pensare queste cose perché sono fidanzata, ma è più forte di me.

Ogni mattina aspetto un suo gesto, una sua parola, ma non arriva quasi mai; 

a parte alla festa di Erika che mi sorprese, in realtà.


#RIFLESSIONE#

[Mi trovavo alla festa di mio cugino, una palla mostruosa, come al solito. 

C’erano tutte persone estranee, mai viste, che mi facevano le solite domande banali

“Cosa hai deciso di fare dopo il diploma?” 

E se per caso mi passava per la testa di rispondere

“Di sicuro non l’università” 

Beh, a quel punto sarebbe iniziato un discorso chilometrico, nel quale riuscivano a capirsi solo loro.

Decisi così di estraniarmi dalla massa, sedendomi su una sedia, lontano da tutti e, per fortuna, 

il mio cellulare magicamente vibrò.

SMS MANU

“Miry come va li? Ti diverti? 

SMS MIRY

“In realtà no, per niente. Voi? scommetto che ve la state spassando eh?”

SMS MANU

“Già, ci stiamo divertendo. Erika, proprio prima, mi ha chiesto di chiederti se riuscissi a venire, almeno per un saluto”

SMS MIRY

“Beh, non saprei. Devo chiedere a mio padre”

Neanche il tempo di chiederlo, che in 10 minuti mi accompagnò alla festa di Erika.

Entrai spaesata, c’erano tantissimi ragazzi e ragazze, tra cui Guido.

“Hey tu, da quanto tempo? Come stai?”

“Miriana? Caspita non ti avevo riconosciuta. Sei cambiata proprio tanto. A me tutto bene”

Rispose lui, squadrandomi dalla testa ai piedi.

Avevo un vestitino nero, con il fouson e gli stivali.

“Mi sai dire dove sono Erika e le altre?”

Gli chiesi sorridendo.

“Vedi dovrebbero stare in disco” 

Così, sorrisi nuovamente e mi avviai alla disco.

Si, erano proprio li.

Erika si avvicinò a me con la faccia sorridente, quasi inaspettata.

“Oi, ma non avevi detto che non c’è l’avresti fatta a venire?” Mi chiese con aria curiosa.

“Già, infatti sono passata giusto per un saluto. Auguri comunque”

Le porsi il regalo e l’abbracciai.

“Grazie mille, non avresti dovuto. Comunque dai, raggiungi le altre”

Indicandomi con la mano dove fossero situate.

“A cosa dobbiamo la tua visita, Miry?”

Esclamò Luana salutandomi.

“Nulla, volevo fare gli auguri a Erika e sono venuta”

Risposi io, salutando Gabry e Giovy.

“Hey ciao. Alla fine c’è l’hai fatta”

Avvicinandosi a me, disse Manu.

Era bellissima. Non l’avevo mai vista truccata e vestita così elegante.

Aveva un vestito blu notte che le arrivava sopra il ginocchio, con una farfalla d’argento in vita e i decoltè ai piedi.

Il trucco trasformava il suo sguardo in un qualcosa di unico.

“Già, sono venuta appena ho letto il tuo sms”

Risposi io lasciandole un bacio delicatissimo sulla guancia.

Gabry e Giovy uscirono per fumarsi una sigaretta e, mentre feci la mossa di voler andare anche io, 

Manu mi bloccò prendendomi per mano. 

“No dai, rimani qui con me”

Il mio cuore batteva all’impazzata, non riuscivo a fermarlo, ed infatti, non risposi.

Rimasi tutto il tempo a fissarla, non riuscivo a formulare un discorso concreto.

 Mi tenne la mano per tutto il tempo della serata, ed ogni qualvolta cercavo di staccarmi,

 lei me la stringeva ancora più forte. 

Questo magico momento fu interrotto dal mio cellulare che squillò inaspettatamente. Non sapevo che fare; 

avrei tanto voluto rimanere a contatto con quella calda e soffice mano, ma al continuo squillare del cellulare, 

fui costretta a rispondere.

“Pronto tesò... Si è tutto okay. Sono alla festa di Erika... Ero passata giusto per un saluto. Tra poco torno a casa...”

Rimasi a telefono giusto cinque minuti, per poter ritornare a contatto con la sua pelle.

Ma al mio ritorno, Manu sembrava al quanto infastidita; in realtà non capivo da cosa, ma potevo immaginarlo.

“Piccola tu! Hai fatto gli occhi a cuoricino” 

Esclamò Gabry, facendomi l’occhiolino.

Mi sentii un po’ a disagio, in realtà, non sapevo che risponderle.

“Già, ormai l’abbiamo persa. Benvenuta nel club”

Rispose Giovy, con aria indifferente.

Arrivò il momento della torta e delle foto. Avrei tanto voluto evitare questo momento,

 visto che non sono mai venuta bene nelle foto. 

“Che fai non vieni?” Mi domandò Manu alzando il sopracciglio sinistro.

“Non amo farmi le foto”

Risposi io, alzando le spalle.

“Vieni dai, almeno ci facciamo una foto insieme”

Così, riuscì a convincermi e, prendendomi per mano, ci facemmo le foto.

“Va bene ragazze io ora devo proprio andare, c’è mio padre che mi sta aspettando fuori”

Dissi iniziando a salutare le ragazze.

“Ci sentiamo per telefono, tramite sms ok?”

Mentre mi salutava Manu, mi chiese.

“Si, okay. Allora a dopo”

Entrai in macchina e tornai a casa.

Il tempo di mettermi il pigiama che il telefono vibrò.

SMS MANU

“Avrei voluto tenerti ancora per un po’ la mano”

SMS MIRY

“Anche io. Avevo il cuore a mille, se proprio lo vuoi sapere.

P.S. Eri favolosa stasera”

SMS MANU

“Wow, grazie! Come mai il cuore ti batteva forte?”

SMS MIRY

“Non lo so, ma vorrei tanto saperlo. Comunque ora è meglio se vado a nanna. 

Ci vediamo domani a scuola. Buona notte”

SMS MANU

Tranquilla. Buona notte, a domani... Il discorso però, lo continuiamo domani =)”

Mi addormentai con il sorriso sulle labbra].

Ogni giorno che passava, mi accorgevo di quanto si stesse affezionando a me... Un passo alla volta. 

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Capitolo 13
*** 24 Ottobre 2010 "Ci siamo quasi" ***


 Sono ormai due settimane che frequentiamo i corsi pomeridiani a scuola. Esattamente Canto e Recitazione.

Le prof, essendo il nostro ultimo anno, ci hanno permesso di frequentare entrambi i corsi.

Tre giorni alla settimana, infatti, usciamo alle 18.00 da scuola. Si è formato davvero un bel gruppo, 

ed in più ho conosciuto una persona che a mio parere è speciale: Bruna.


#RIFLESSIONE#

[Bruna ha 17 anni, ha i capelli castani con alcuni riflessi biondi all’interno, gli occhi marroni, 

è abbastanza corta e leggermente robusta. Tra di noi è scattata subito un’alchimia speciale. 

Ridiamo e scherziamo sempre su ogni minima cosa.]


Dopo quattro asfissianti ore in classe, decisi di uscire per andare a prendere un po’ d’aria.

“Hey ciao Miry. Pranzi con noi dopo?”

“Certo Brù, anche perché come faresti senza di me?”

Abbracciandola risposi.

“Ah Ah Ah... Certo! Oramai siamo un’unica cosa io e te”

“Oi di cosa parlate voi due?”

Intervenne Manu dal nulla, abbracciandomi

“Di nulla”

Rispondemmo io e Bruna facendoci l’occhiolino.

“Non per qualcosa, ma tra due giorni è il mio onomastico...”

Disse con aria allegra Manu, battendo una mano sulla mia spalla.

“Bene, auguri”

Risposi io ridendo.

“Non pretenderai mica che ti facciamo il regalo?”

Domandò Bruna, alzando il sopracciglio destro.

Senza rispondere, Manu alzò le spalle delusa e se ne andò.

“Beh, in realtà io il regalo già glielo fatto, ma non le dirò nulla fino all’ultima ora. 

Ho deciso di farglielo avere direttamente in classe”

Dissi, abbassando la voce a Bruna.

Non sapevo il perché, ma ero al quanto tesa.

“Wow, sai come sarà contenta? Non credo che se l’aspetti”

Affermò Bruna, salutandomi e ritornando in classe.

Rientrai in classe e Max mi guardò con il sorriso stampato sulle labbra.

“Miry, indovina?”

Mi domandò con aria allegra.

“Hai vinto al superenalotto?”

“Ah Ah Ah... molto meglio. La prof manca e tra venti minuti ci fanno uscire” 

Affermò alzando le braccia e sbattendole a destra e a sinistra.

Uscimmo due ore prima rispetto alle altre classi e così, mi diressi verso il bidello, 

chiedendogli il piacere di portare il regalo in classe di Manu.

Neanche il tempo di uscire che il cellulare mi vibrò.


SMS MANU

“Hey grazie mille. Davvero non me l’aspettavo *_*...”

SMS MIRY

“Ma come hai fatto a capire che fossi stata io? Comunque di nulla tranquilla”

Le ho regalatoi il Cd nuovo di Alessandra Amoroso. Sapevo che adorava questa cantante, come darle torto.

SMS MANU

“Beh, a parte te, nessuna è così dolce con me. Ci vediamo tra un po’, visto che pranziamo insieme”

Contai persino i secondi che mancavano nel rivederla. 

“Eccomi. Possiamo andare, ho una fame” 

Esclamò Manu, prendendomi per mano.

“Dobbiamo ancora aspettare Giovy e Gabry”

Rispose Bruna, sbuffando.

Arrivarono dopo ben dieci minuti di ritardo. Così ci avviammo verso il bar, 

per pranzare tutte e cinque insieme.

Bruna si sedette a capotavola, alla sua destra si mise Giovy, seguita da Gabry, io e Manu.

Mi sentivo leggermente a disagio, non so il motivo, ma Manu non faceva altro che fissarmi e sorridere.

Di sicuro mi sarò fatta rossa “peperone”, ma non potevo farci nulla se ogni volta che mi guardava, io mi sentivo male.

“Giovy ma che ti sei incantata?” 

Domandò Manu, gettandole un fazzoletto in faccia.

“Ah Ah Ah, molto spiritosa”

“Beh, a meno che non sei strabica, stai osservando da un bel po’ Miry. Come mai?”

Chiese Bruna, con aria curiosa.

“Amore, ma non è che ti stai innamorando di Miry?”

A questa domanda tutte ci giriamo verso Gabry, con aria incredula.

“Innamorando di me? E perché mai?”

Risposi io, cercando poi di cambiare discorso.

“E’ vero che ormai tutti mi amano, ma purtroppo io sono impegnata” 

Concludo, prendendo il cellulare ed uscendo dal bar.

“Certo che se la tira un po’ eh? Secondo lei, mi metto  a guardarla?!?!?!”

Esclama Giovy, con aria attezzosa.

“Beh, fatto sta, è che davvero tu ti eri incantata ad osservarla. L’abbiamo notato tutte”

Chiude la discussione Manu, raggiungendomi fuori al bar.

“Hey tutto okay?”

Avrei voluto dirle la verità, il perchè Giovy non faceva altro che fissarmi tutto il tempo, ma non c’è la feci.

“Si, mi sono alzata per digerire, non posso mica cantare con la pizza sullo stomaco?”

Riposi io, deviando la discussione su altro.

“Ah Ah Ah, che stupida. Comunque volevo ringraziarti ancora per il Cd, non me l’aspettavo”

Era come se stessi parlando ad una bambina con gli occhi lucidi. Il suo sorriso, il suo sguardo 

facevamo nascere in me una voglia tremenda di renderla ancor più felice di quello che già era.

“Tranquilla, mi sentivo di fartelo... E poi sapevo che amavi Alessandra”

Si avvicinò a me e mi porse un leggero bacio sulla guancia.

Era leggero, si, ma mi lasciò un brivido lungo la schiena pazzesco. 

Dopo che le altre uscirono dal bar, entrammo a scuola per partecipare ai corsi.

Tutto il pomeriggio, non facemmo altro che ridere, scherzare, abbracciarci e poi qualche

 morso da parte sua, scappava sempre. Diceva che amava mordermi, ed io la trovavo dolce un casino.

Mi piaceva quando ricevevo messaggi o chiamate da parte di Carlo. Si vedeva lontano un miglio che fosse gelosa; 

questa cosa, non so perché ma, mi rendeva felice.

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Capitolo 14
*** 27 Ottobre "Gli ho detto NO" ***


 Dopo una lunga giornata di scuola, come mio solito, mi appoggio sul letto per riposarmi un po’. 

Accendo il computer per vedere se ci sono novità e, neanche il tempo di collegarmi che, Manu mi contatta.

MESSAGGIO MANU

“More, finalmente eccoti. Mi sei mancata troppo!”

Vi starete chiedendo da dove esce fuori questo “More” eh? 

#RIFLESSIONE#

[Un mesetto fa, mi accorsi che lei chiamava tutte le sue amiche allo stesso modo: amò,tesò... 

e a me dava al quanto fastidio. Quindi, decidemmo di trovare un soprannome solo nostro. Così, optammo per “more”, 

che sarebbe Amore, senza la A iniziale; è un po’ un casino, ma come noi del resto]

MESSAGGIO MIRY

“A si? stavi aspettando me?”

MESSAGGIO MANU

“Si, ti volevo sentire un po’... Ho saputo che non stai bene. Se hai la febbre domani non venire a scuola”

MESSAGGIO MIRY

“Bellina lei che si preoccupa per me. Comunque domani devo venire per forza, 

ho il compito di italiano e poi c’è il corso il pomeriggio”

MESSAGGIO MANU

“Vieni perché c’è il corso? Oppure perché stai con me?”

Avrei tanto voluto risponderle perché ci sei tu, ovvio, ma non potevo.

MESSAGGIO MIRY

“Beh, c’è il corso e quindi stiamo insieme. 

More non mi dire nulla però io adesso mi addormento un po’, che dopo mi viene a prendere Carlo”

MESSAGGIO MANU

“Ma se non ti senti bene, scusa, non uscire. E’ meglio se ti riposi, non credi?”

MESSAGGIO MIRY

“Mi riposo ora, lui viene tra un paio d’ore. Non ci vediamo da un bel po’ 

e per una volta che non deve lavorare, ci vediamo. Noi ci vediamo domani. Un bacio More!”

MESSAGGIO MANU

“Già, a domani”

Amavo questa sua gelosia, anche se non lo dava a vedere.

Intravedevo in lei un interesse nei miei confronti sempre più forte, ma non capivo 

come mai non era ancora riuscita a dichiararsi.

Esattamente dopo un’oretta, mi svegliai dal suono del mio cellulare.

SMS CARLO

“Piccola, tra un’oretta ti passo a prendere”

Mi alzai con tutta la calma di questo mondo, alla fine avevo un’ora di tempo per prepararmi.

Mi sciacquai la faccia e iniziai a vestirmi. Avevo optato per un jeans stretto blu, 

con sopra una maglia rossa e le Nike nere ai piedi. Decisi per un look casual, alla fine, 

non sapevo dove mi avrebbe portata. Mi stirai i capelli e mi truccai leggermente, come il mio solito.

Aspettai un suo squillo per scendere e ritrovarmi in macchina con lui.

“Ma buona sera” 

Esclamai io, salendo in macchina, stampandogli un leggero bacio sulle labbra.

“Ma come siamo belle” 

Rispose lui, sorridendo.

Aveva un jeans nero, con una maglia blu scura sopra.

“Allora, dove mi porti?”

Domandai io, con aria curiosa.

“Tu dove vuoi andare? Io avevo pensato di farti vedere un posto” 

Affermò lui, guidando la sua bellissima GOLF.

“Un posto...Ehm...okay allora” 

Accendendo lo stereo e mettendomi comoda, risposi. Mi osservava con la coda dell’occhio destro e, 

questa cosa, mi piaceva. Dopo ben venti minuti arrivammo in questo posto; non sapevo dove ci trovassimo.

Mi guardai intorno e, l’unica cosa che vidi era una villa enorme. Scendemmo dalla macchina e lui 

mi prese per mano, portandomi all’interno di questa villa.

“Dai vieni, ti faccio fare il giro delle stanze”

“E’ enorme! Ma di chi è?”

Domandai, rimanendo sempre di più a bocca aperta.

A dir la verità, mi sentivo un po’ strana, forse tesa, ma non sapevo il perché.

“E’ della mia famiglia”

Rispose lui, sorridendomi e continuando a mostrarmi ogni minimo particolare di quella villa.

“Questa, invece, è la mia camera”

Mi lasciò la mano e mi voltò verso di lui.

Mi prese il viso tra le sue mani e io, scommetto che, mi feci rossa dall’imbarazzo.

“Sono ormai due mesi che stiamo insieme...”

Sussurrò, baciandomi.

“... Ed io, ho una voglia matta di fare l’amore con te”

Al termine di quella frase, mi allontanai leggermente da lui, o almeno ci provai. 

Lui mi strinse forte a se; le sue mani scivolarono sul mio fondoschiena, creando dei brividi sul mio corpo indescrivibili.

Non riuscivo a ragionare, ma non credo fosse per l’emozione, ma per la paura di ciò che stava accadendo.

Si fermò guardandomi negli occhi, io imbarazzata abbassai lo sguardo; dalla bocca, scese al collo, 

iniziando a baciarmi delicatamente. Il collo era il mio punto debole, bastava un minimo e sarei morta. 

Non riuscivo a muovermi, non riuscivo a fare niente, cavoli, ma proprio il collo doveva sfiorare? 

Con le mani mi tolse la mia maglia rossa, scelta con cura, rimanendo in reggiseno. 

Continuava imperterrito a baciarmi il collo; giuro, provai a resistere, ma non ce la feci.

Le mie mani, come le sue, iniziarono ad esplorare il suo corpo.

Gli tolsi la maglia con un semplice gesto, e lui mi sorrise. Sembrava che non aspettasse altro che questo.

Accarezzai la sua lunga schiena molto delicatamente e lui si bloccò. Mi poggiò sul letto e si mise sopra di me.

Continuò a baciarmi, passando dalle labbra al collo, fino ad un nuovo posto, il mio seno. 

Mi tolse il reggiseno, sganciandolo da dietro. Iniziò a baciarmi delicatamente i capezzoli, che si irrigidirono entrambi.

 Io con le mie mani, accarezzavo i suoi soffici capelli e lo spingevo sempre di più verso il mio seno, come per dire: “Dai, non ti fermare”.

Scese giù, sbottonandomi il jeans e me lo fece scivolare via. Rimasi solo con gli slip, anche se a breve, tolse anche quelli.

 Iniziò così ad accarezzare con la sua mano, la mia intimità, creando una senzaione di solletico in me. 

Dopo un po’, si alzò leggermente da sopra il mio corpo e si sbottonò il jeans, abbassando i suoi boxer.

 Era eccitato, lo sentivo. Mi spinse leggermente più sopra e con le sue mani, mi spostò le gambe, allargandole.

 Lo sentì entrare dentro di me; faceva leggermente male... ma i miei mille pensieri alleviavano il dolore. 

Le sue spinte erano veloci, ma io continuavo a non sentire nulla.

Fu in quel momento che capì quali erano le sue intenzioni e, fu in quel momento, che ebbi paura.

Desideravo davvero che la mia prima volta accadesse con lui? 

In un attimo mille domande offuscavano la mia mente... No, non avrei voluto che la mia prima volta fosse con lui.

“No, fermati” 

Urlai di colpo e, per fortuna, lo sentì uscire da me.

Mi guardò deluso, e piano mi disse:

“Faccio piano,tranquilla”

A questa sua affermazione rimasi basita.

“Non l’ho mai fatto prima e scusa la sincerità, non mi sento di farlo con te”

Fui sincera, forse troppo.

Ci rivestimmo in meno di dieci minuti e subito salimmo in macchina. Senza dire neanche una parola., mi accompagnò a casa.

“Va bene, allora ci sentiamo”

Esclamai io, prima di andare via.

“Certo, mi faccio vivo io”

Rispose lui, con tono freddo, quasi gelido.

Salì sopra e mi gettai di colpo sul letto; non potevo crederci che stavo per fare “l’amore” con un ragazzo di cui non ero innamorata. 

Nella testa mi rimbombava una sola domanda...

Non l’avrò mica fatto alla fine? 

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Capitolo 15
*** 29 Ottobre "Proprio non capisco" ***


 Erano trascorsi esattamente due giorni, due giorni da quando uscì con Carlo. 

Non dissi nulla a nessuno, fino ad oggi.

“Hey tu, buongiorno eh?”

Mi disse Manu, prendendomi per un braccio e salutandomi.

“Oi, scusami More, non ti avevo vista”

“No ma figurati. Allora, mi dici cosa ti succede? Che hai?”

Lo sapevo che non sarei riuscita a nascondere questa mia ansia per molto. 

“No, nulla. Sono solo stanca”

Cercai di mentire, ma senza alcun risultato.

“Dai, lo sai che ormai ti conosco. Dimmi, cosa c’é che non va?”

Ormai aveva imparato a conoscermi, sapeva quando mentivo o quando nascondevo qualcosa.

“Si, purtroppo lo so che non posso nasconderti più nulla”

Risposi, facendo la faccina triste.

“Ecco appunto. Allora dimmi cosa c’è”

Insistette prendendomi le mani.

“Riguarda me e Carlo...”

Mi lasciò le mani e la sua espressione cambiò.

“... Mi ha portata in una villa di famiglia. Era enorme, davvero molto bella”

Nella sua espressione, intravidi tensione, quasi rabbia in realtà.

“Poi mi ha portata nella sua camera, ed è successa una cosa...”

Spalancò gli occhi e poi mi chiese...

“Una cosa?... O quella cosa?

Ecco, mi sa che aveva già capito tutto.

Feci un respiro profondo e poi esclamai

“Si, quella cosa”

Rimase basita, non sapeva cosa dire, e anche io, mi trovai in difficoltà.

“Caspita, ma sul serio?”

Perché voleva rendere tutto più difficile? Eppure mi sembrava di aver scandito bene le parole.

“Già... Infatti stesso quella sera, provai a chiamarti, ma avevi il telefono occupato”

Risposi, abbassando lo sguardo.

“More scusami, se avessi saputo che avevi bisogno di me, sarei corsa subito da te...”

E mentre stava per parlare, la interruppi

“Tranquilla, non potevi saperlo. Ma comunque non sto così per quello. 

Io, essenzialmente non so se davvero l’ho fatto oppure no”

Vidi il suo sopracciglio inarcarsi e fece un’espressione al quanto buffa che mi fece sorridere, 

nonostante la tensione di quel momento.

“Ehm, in che senso non sai se l’hai fatto oppure no?”

“Ah Ah Ah... Ma quanto sei bella more!”

La presi e l’abbracciai forte a me.

“Dai more, fammi capire che è successo”

Le raccontai per filo e per segno tutto quello che era successo due giorni fa e lei non fece 

altro che ascoltare.

“More mio, vorrei tanto aiutarti, ma proprio su questo argomento io non so nulla...”

Dopo un lungo respiro, mi prese per mano e molto lentamente mi disse:

“...E poi l’importante è che l’hai fatto con una persona che reputi importante”

Ecco, proprio la frase che non avrei mai voluto sentire.

“No more, è proprio questo il punto! Altrimenti perché secondo te l’avrei fermato? 

Per me Carlo è uno come tanti”

Aprì la bocca, forse non si aspettava questa risposta da me, ma la vidi abbastanza serena, contenta in realtà.

“More, quello che hai fatto due giorni fa, l’hai fatto volutamente e con il cuore?”

“No more, io in realtà mentre stava accadendo, avevo in testa un’altra persona... 

e comunque ho avuto paura, perchè sapevo che non era con lui che avrei voluto farlo la prima volta”

Aveva un’espressione in volto indecifrabile, mentre io, finalmente, ero riuscita a togliermi un peso.

La nostra conversazione fu interrotta da mio padre che mi venne a prendere al corso di canto.

“Hey more, ci sentiamo quando torno a casa. Grazie per avermi ascoltata”

Le stampai un bacio sulla fronte e lei, si mise a ridere.

“Che scema, non ti preoccupare. Io per qualsiasi cosa ci sono e lo sai. Ti voglio bene more”

Così, entrai in macchina e la salutai nuovamente con un occhiolino e lei rispose sorridendomi.

Arrivai a casa e mi feci un bel bagno rilassante; mi ci voleva proprio!

Mia mamma preparò la cena e io mi fiondai sulla sedia per assaporare tutto ciò che si trovava sopra il tavolo =) 

“Miry dove vai? se non sparecchi la tavola non ti muovi da qui” 

Ecco, come al solito toccava sempre a me sparecchiare la tavola, sia a pranzo e sia a cena.

Sparecchiai in meno di dieci minuti e corsi nella stanza per accendere il computer e connettermi su facebook.

Vidi Manu in linea e la contattai.

MESSAGGIO MIRY

“Buona sera! Prima che iniziamo a scherzare e parlare, volevo ringraziarti. 

Sfogarmi con te mi ha fatto davvero bene”

MESSAGGIO MANU

“Hey, ma non lo dire neanche per scherzo. Tutto ciò che ti riguarda, mi interessa e lo sai”

MESSAGGIO MIRY

“Lo so, ma grazie comunque. Ehm... Cosa mi volevi dire stamattina in bagno?”

MESSAGGIO MANU

“Miry, stammi a sentì... Ho notato che quando scherzo, rido e mi diverto con le altre, 

tu ci rimani male e ti escludi dal gruppo. A me non sta bene questa cosa, 

perchè anche se non ti penso, io ti osservo sempre...”

Non capivo a cosa si riferisse. E’ vero che mi dava fastidio vederla scherzare e abbracciare le altre,

 ma non credevo si notasse così tanto.

MESSAGGIO MANU

“...Ti ho sempre detto che tu, a differenza delle altre, sei più di un’amica per me. 

Io mi trovo bene a parlare con te, mi diverto un casino. A volte discutiamo per cose inutili,

 ma è bello poi fare pace. Sai una cosa buffa?

Mi piace il fatto che non riesci a guardarmi più di 3 secondi negli occhi; poi mi spiegherai il motivo...”

Cavoli, addirittura quello aveva notato? Beh, non è da tutti avere due dolci occhioni verdi che ti osservano in maniera indescrivibile. 

MESSAGGIO MANU

“...Non voglio stufarti con tutte queste mie parole, voglio solo dirti che io con te sto bene 

e, adesso, se ti lascio andare o se ti perdo, ci rimango di merda e so che alla fine è solo colpa mia, se succede...”

Cosa stava cercando di dirmi con tutto questo giro di parole? Vuole concludere questa amicizia? Oppure cosa vuole? Perché non arriva al punto? 

MESSAGGIO MANU

“... Io non c’è l’ho con te se a volte non ti penso o ti tratto male...”

MESSAGGIO MIRY

“Beh, ci mancherebbe, anche perché non avresti motivo di avercela con me, non faccio nulla di male”

MESSAGGIO MANU

“Sai che quando ti stizzi, ti prenderei a morsi? Ma dimmi un po’, 

come farei ad avercela con una persona che sta diventando giorno dopo giorno sempre più importante per me?”

MESSAGGIO MIRY

“E prendimi a morsi u.u chi te l’ho impedisce? Ah scusa, il giudizio della gente. 

Ma possibile che oggi al corso, non hai mai avuto voglia di abbracciarmi?

MESSAGGIO MANU

“Si, l’ho avuta e anche tanta. Ma ero arrabbiata.”

MESSAGGIO MIRY

“Arrabbiata? Ma perché non fai mai ciò che senti?”

MESSAGGIO MANU

“Mi dà fastidio quando abbracci le altre persone. Non so dimostrare che a te ci tengo davvero e mi dispiace...”

Okay, stavamo discutendo inutilmente e mi dispiaceva che lei ci fosse rimasta male.

MESSAGGIO MIRY

“Hey dai, non discutiamo. E’ solo che a me dispiace che tu non riesci mai a fare ciò che realmente senti.

 Perchè ti comporti così?”

MESSAGGIO MANU

“Si lo so, ma mi sa che tu vuoi capire un po’ troppo presto...”

MESSAGGIO MIRY

“Già e di dirmelo no?”

MESSAGGIO MANU

“E di aspettare no? u.u Ti prego non ridere perché io sto parlando seriamente...”

Era proprio una cucciola quando faceva così. Avrei tanto voluto abbracciarla forte, in momenti come questi!

MESSAGGIO MANU

More, io te lo direi anche ma non qui sopra. Vorrei guardarti negli occhi.

 Però devo prima convincermi io; così o te lo dico, o agisco direttamente”

MESSAGGIO MIRY

“Agire? Ma non è che mi picchi? Eh comunque anche io dovrei dirti una cosa...”

MESSAGGIO MANU

“More lo so e secondo me è la stessa cosa. Però c’è qualcosa che mi blocca... Ho vergogna! 

E’ meglio che andiamo a dormire dai. Ti do tanti “basini”. A domani, buona notte More...”

MESSAGGIO MIRY

“Buona notte anche a te! P.S. qualsiasi cosa sia, io ci sono. Basini” 

Sentivo che questa era la volta giusta, che prima o poi sarebbe successo qualcosa tra di noi, me lo sentivo!

Spensi il computer e mi misi a letto, in un lampo mi addormentai, pensando a lei!

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Capitolo 16
*** 30 ottobre 2010 "Il primo bacio" ***


 “Hey Miry, stasera cosa fai?”

“Brù non saprei, ma credo che ho ospiti a casa, te?”

“Dovrei uscire con Michele”

Ci trovavamo fuori scuola a parlare, prima di andare a casa.

“Oi giusto un salutino, c’è mia mamma che mi aspetta fuori”

Ecco Manu, splendente come al solito. Portava un pantalone viola e una maglia rossa. 

“Manu, non ti abbiamo proprio vista oggi a scuola. Dov’eri?”

Le chiesi io, avvicinandomi per salutarla.

“Eh, poi ti spiego oggi tramite messaggi. Ora vado, ciao belle gnocche”

E in un attimo la sua sagoma si allontanò.  Salutai Bruna e mi diressi verso la macchina di mio padre, tornando a casa.

Dopo pranzo decisi di inviare un sms a Manu, con la speranza di invitarla a casa mia per la serata.

SMS MIRY

“Manu, hai pranzato? Senti una cosa ma stasera che fai? Fammi sapere...”

Aspettai per 10 minuti la sua risposta, che non arrivò. Decisi così, di mettermi sul letto, per riposarmi un po’, ed infatti crollai.

Il suono del cellulare mi svegliò dopo ben 45 minuti.

SMS MANU

“Hey, scusa se ti rispondo solo ora ma non avevo soldi. Comunque non vado da nessuna parte, sto a casa. Vieni su facebook devo parlarti”

Quest’ultima parte mi fece preoccupare. Di cosa avrebbe dovuto parlarmi? Neanche il tempo di scendere dal letto che mi collegai. 

MESSAGGIO MIRY

“Hey More, eccomi. Cosa devi dirmi? Devo preoccuparmi?”

MESSAGGIO MANU

“No, scemina. Volevo solo concludere una volta per tutte il discorso di ieri...”

La lasciai parlare, senza mai interromperla. Finalmente avrei saputo cosa avrebbe voluto dirmi in questi mesi.

MESSAGGIO MANU

“...Un giorno Gabry, mi disse che tu provavi un’interesse nei miei confronti. Da quel momento, iniziai a flesciarmi, 

anche se già l’avevo fatto prima, visto che ti comportavi con me in modo diverso. 

Cercai di avvicinarmi a te per vedere che effetto avresti potuto farmi, se anche io avrei potuto provare interesse per te, hai capito?”

MESSAGGIO MIRY

“No, aspetta... Tu hai sempre pensato che io provassi interesse per te?”

MESSAGGIO MANU

“No, solo da quando me lo disse Gabry... E sinceramente volevo vedere se era vero e, soprattutto, 

volevo vedere se avvicinandomi a te, io avrei provato lo stesso effetto dell’anno scorso...”

Non capì quasi nulla di quello che mi disse, infatti non sapevo cosa rispondere. Diciamo che lei non fu proprio diretta, ma girava intorno al discorso.

MESSAGGIO MIRY

“Quindi, cosa hai capito alla fine?”

MESSAGGIO MANU

“Proprio niente; solo che ci tieni a me come amica e che mi vuoi bene... Ma ho capito che starti vicina, guardarti o parlarti,

 mi fa un’effetto completamente diverso da tutte le altre mie amiche...”

MASSAGGIO MIRY

“Manu, io continuo a non capire. Smettila di girare intorno al discorso e dimmi realmente quello che senti”

MESSAGGIO MANU

“Tu però manco mi dai una risposta?!? Cioè vedi che mi trovo in imbarazzo, dì qualcosa, non far parlare solo me...”

In realtà Non sapevo cosa dire, mi ero bloccata. Ero felicissima per quello che mi disse ma allo stesso tempo avevo paura.

Non volevo rovinare il rapporto che avevamo costruito in questi mesi.

MESSAGGIO MANU

“... Se ti dicessi che con te non vedo solo una semplice amicizia?”

Non seppi rispondere neanche a quella domanda. Ero confusa, non riuscivo ad essere lucida.

MESSAGGIO MIRY

“E questa cosa è positiva? Cioè, il fatto che non mi vedi come un’amica, è una cosa bella o brutta?”

MESSAGGIO MANU

“Eh... ma non è giusto che rispondo solo io alle tue domande. Ora ti chiedo io qualcosa. Quello che mi disse Gabry, è vero o no?”

MESSAGGIO MIRY

“Chiedo l’aiuto del pubblico in merito a questa domanda xD. No, comunque facciamo le persone serie.

 Quello che ti disse Gabry, è vero! Però, io credo che tu, adesso, mi vedi più di una semplice amica perchè te l’ha detto Gabry.

MESSAGGIO MANU

“No, io già ci avevo pensato prima, ovvero, quando facemmo la commedia. Ora mi sono resa conto che starti vicina mi fa stare bene. 

E poi sai una cosa? Io sono molto gelosa quando ti abbracci le altre persone, soprattutto Gabry... 

e se dovessi rifarlo in futuro, ti giuro che ti spezzo le gambe”

Manu gelosa di me? Allora davvero cambiò qualcosa quella notte. Già, io e Manu decidemmo di provarci, insieme!

Oddio, sembra quasi assurdo fidanzarsi tramite computer, però lo facemmo. 

Non ci vedemmo per più di 5 giorni, perché a Manu venne la febbre. Io però, non c’è la feci e, quindi, mi presentai sotto casa sua. 

Avevo bisogno di vederla dopo quello che era successo, così, chiesi a mio padre di accompagnarmi a casa di Manu.

Avevo scelto un jeans scuro, una maglia nera a mezze maniche e un giacchettino sopra con la sciarpa bianca e nera a quadroni; un look casual insomma.

Ero tesissima, il mio cuore già sotto al suo palazzo iniziò a battere all’impazzata. Quando la vidi aprire la porta sorrisi; 

aveva i capelli raccolti, una tuta grigia e uno sguardo bellissimo. Ecco, mi ritrovavo finalmente dinanzi a quegli occhi che mi avevano paralizzata un anno fa.

Mi fece entrare in casa e conobbi sua mamma e sua nonna. La mamma era totalmente l’opposto di Manu. 

Capelli neri ricci, occhi color nocciola e abbastanza appariscente. La nonna invece subito mi fece sentire a mio agio. 

Portava un paio di occhiali, era abbastanza robusta ma tanto simpatica. E poi conobbi il suo adorato il cane, Fly.

Era un meticcio color marrone che non faceva altro che abbaiare, soprattutto quando non conosceva le persone.

“Dai Fly, smettila di fare tutto questo casino, è solo una mia amica”

Disse Manu, prendendomi per mano e portandomi nella sua stanza.

Aveva una camera piccola ma carina. La cosa che notai subito, furono degli adesivi di Winnie The Pooh attaccati ai mobili; io adoravo Winnie.

“Vieni, sediamoci sul letto”

Mi disse Manu, spingendomi sul letto e facendomi cadere.

“Sei proprio un’animale, more. Un’altro po’ e mi facevi cadere per terra”

Esclamai io, sorridendo e spingendola verso di me.

Prese il computer ed iniziammo a commentare ogni minima cosa di tutti, fin quando non venne sua madre.

“Manu, allora io e la nonna scendiamo e andiamo a prenotare il ristorante. Ci vediamo tra un’oretta”

Ci salutò con un sorriso e se ne andò, lasciandoci da sole nella camera; in realtà eravamo da sole in tutta la casa.

“Allora, come stai? E’ quasi una settimana che non ci vediamo...” 

Mi chiese Manu, chiudendo il computer e poggiandolo su una sedia. Non riuscivo a guardarla negli occhi, mi sentivo in imbarazzo.

“A me tutto bene, sei tu che hai avuto la febbre”

Risposi io, distogliendo lo sguardo.

“Si, hai ragione. Ora sto bene però. Lunedì tornerò a scuola. Contenta?”

Mi chiese avvicinandosi sempre di più a me. In quel momento mi sarò fatta come un “peperone”.

Non sapevo come comportarmi, cosa dire e cosa fare. Ci trovammo a pochi centimetri di distanza, 

decisi così di avvicinarmi per darle un bacio sulla guancia. Molto timidamente lo feci e lei si spostò e mi prese il viso con le mani, 

facendo incontrare le nostre labbra in un timido e puro bacio. Non sapevo cosa stesse accadendo nel mio stomaco.

 Sapete le famose farfalle allo stomaco, di cui tutti ne parlano? Ecco, credo che nel mio stomaco ci fossero miliardi di farfalline.

 Ero talmente emozionata che avevo gli occhi lucidi. Le nostre lingue si cercavano e si scontrarono più volte, ma sempre in maniera molto timida e dolce.

 Nessuna delle due avrebbe voluto esagerare e sbagliare. Non avrei mai immaginato che un semplice bacio,

 avrebbe fatto nascere dentro di me, delle simili emozioni. Nessuna delle due voleva staccarsi e abbandonare le labbra dell’altra. 

Era dolcissima anche quando mi prendeva il labbro inferiore, tra le sue labbra, e me lo mordeva in maniera delicata. 

Quel momento, però, fu interrotto dal telefono che squillò. 

“Pronto... Ciao zio tutto bene? No mamma e nonna non ci sono... Va bene allora dirò che hai chiamato...”

“...Cioè, ma io dico, non hai mai chiamato... proprio ora dovevi chiamare?”

Poggiò il telefono sul letto e sbuffò; era buffissima con quell’espressione da piccolina.

“Ah Ah Ah... che ne poteva sapere tuo zio? E comunque cosa stava succedendo di così importante, che non poteva interrompere?”

Le chiesi avvicinandomi e accarezzandole il viso. Fece una smorfia strana e mi abbracciò.  Sentivo il suo calore e quella voglia di baciarmi ancora.

Ridemmo per tutto il pomeriggio e per tutto il pomeriggio i nostri occhi, non fecero altro che incrociarsi e sorridersi a vicenda.

Già, quello che avevo sognato per un anno intero, finalmente accadde. Manu era davvero diventata la mia prima ragazza! 

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Capitolo 17
*** Novembre"La verità" Prima parte ***


 Sono ormai passati 5 giorni, da quando io e Manu ci siamo baciate e da quando sono la ragazza più felice dell’universo.

Non è cambiato assolutamente nulla, a parte il fatto che ricevo e offro 1000 attenzioni alla mia ragazza. 

Mi fa ancora uno strano effetto definire Manu la mia ragazza, ma ci farò l’abitudine.

SMS MANU

“Giorno more mio. Non vedo l’ora di trascorrere l’intero pomeriggio al corso con te. P.s. mi piace un casino il fatto che dobbiamo vederci e baciarci ci nascosto u.u”

SMS MIRY

“Giorno giornissimo more! Anche a me fa piacere stare con te e poterti stringere e baciarti. Ci vediamo tra un po. A dopo”

E’ bello svegliarsi e trovare un sms dolce come quello. E’ proprio bello vedere come una persona sia in grado farti cambiare umore da un momento 

all’altro e, soprattutto, è bello ricevere le sue attenzioni.

Arrivo a scuola in anticipo e, come al solito, saluto Max e Ale e mi sposto verso le ragazze del corso.

“Oi Miry buongiorno. Oggi ci sei anche tu a pranzo vero?”

“Ciao Brù, certo che ci sono... Ma Manu dove sta?”

Mi guardo intorno ma non riesco ad incrociarla. Dove sarà finita? 

“Si è allontanata con Giovy, non so perché, ma dovevano parlare di alcune cose loro”

Mi spiega Bruna, mandando un sms al suo ragazzo, Michele.

Cosa si staranno dicendo di così importante? E come mai io non ne sapevo nulla? Dopo 5 minuti le vediamo ritornare ad entrambe.

“Hey Giovy, sembra ti sia passato un camion addosso. E’ tutto okay?”

Le chiede Bruna, appoggiandole una mano sulla spalla.

“Si, sono solo un po’ assonnata”

Esclama Giovy, osservandomi e mettendomi in imbarazzo, perché non distoglie lo sguardo per circa 2 minuti.

“Oi more, eccoti finalmente”

Per fortuna Manu mi distrae, abbracciandomi e salutandomi. Si avvicina a me sussurrandomi all’orecchio due paroline che mi lasciano leggermente perplessa.

“Dopo parliamo”

La guardo alzando il sopracciglio, ma lei mi risponde solo scuotendo la testa.

Al suono della campanella, ci salutiamo tutte e ci diamo appuntamento per pranzare insieme prima del corso. Neanche il tempo di entrare in classe e sedermi che il cellulare vibra.

SMS MANU

“Poi mi spieghi che hai combinato quest’estate con Giovy...”

Assunsi un’espressione un po’ buffa, visto che Max si avvicinò a me e si mise a ridere.

“Cosa c’è? Per caso anche a te la scuola ha mandato un sms, con scritto che i nostri genitori, devono venire domani per una riunione con il Preside?”

Beh, dopo questa affermazione la mia faccia diventò ancora più buffa, a quanto pare. Spalancai gli occhi e aprì la bocca.

“Addirittura sono stati convocati i nostri genitori? Certo che questo nuovo preside non è manco arrivato che già rompe”

Esclamai io, sbuffando.

“Comunque no, amico, la mia espressione è dovuta a Manu”

Ebbene si, anche se Manu mi aveva chiesto di non dire nulla a nessuno, io non c’è la feci. Il giorno dopo che lei si dichiarò, decisi di dire tutto a Max, che a quanto pare, la prese bene.

“Cosa è successo? E’ gelosa perchè la mattina saluti prima me e poi lei?”

Domandò, mettendosi a ridere in una maniera buffa e ridicola.

Io amavo Max, era in grado di farmi sorridere anche se il mio umore era nero.

“Che scemo, no. Il problema secondo me è un po’ più grave, riguarda Giovy”

“Giovy? E cosa centra con te?”

Mi domandò, appoggiandosi sul banco e mettendosi in una posizione di ascolto.

“Beh, mi sa che quest’estate ho fatto un casino”

Esclamai io, scuotendo la testa delusa.

Al suono della campanella, mi diressi verso le altre, che attendevano me, per andare a pranzare. Arrivammo fuori al bar e tutte iniziarono ad ordinare, mentre Manu, mi prese per un braccio e mi girò verso di lei.

“Io e te dobbiamo parlare un attimo, vieni”

Mi prese per mano e mi portò in bagno, chiudendo la porta a chiave.

“Prima di iniziare a parlare, però, ho voglia delle tue labbra”

Così, neanche il tempo di finire la frase, che le sue labbra si poggiarono sulle mie.

Iniziò così una danza dolce e delicata tra le nostre lingue che si cercavano e si trovavano, regalando piacere e brividi al mio cuore.

Si staccò e mi morse il labbro inferiore, facendomi leggermente male.

“Questo è perché non fai altro che fare casini”

Mi tirai indietro, non capendo a cosa si riferisse, beh,  fingevo di non aver capito.

“Non hai nulla da dirmi? Guarda che Giovy mi ha detto tutto”

Mi appoggiai al muro e iniziai a raccontarle cosa fosse successo quest’estate tra me e Giovy.

“Erano i primi giorni in cui stavo a Fregene, c’era ancora poca gente e così, per passare un po’ di tempo, decisi di inviare un sms a Giovy. 

Ti giuro però, che è stato solo perché non sapevo cosa fare. Più i giorni passavano e più parlavamo...”

Scosse la testa e si appoggiò al muro opposto, allontanandosi di qualche centimetro.

“Ma paravate di cosa?”

“More nulla di che; che cosa fai, cosa non fai, cose così...”

“Ah si? E allo’ spiegami come ha fatto ad intravedere in queste tue “semplici domande”, provocazioni?”

Notai che si stava alterando, iniziando ad alzare anche il tono di voce e, infatti, da fuori bussarono per farci uscire.

“Ragazze ma che state facendo? Venite a mangiare”

Ci disse Bruna, allontanandosi, non udendo alcuna nostra risposta.

Mi avvicinai alla porta per aprirla, ma Manu mi spinse al muro, poggiando delicatamente le sue labbra sulle mie.

La mia lingua, quasi chiedeva il permesso di incrociare la sua, fin quando non fu proprio lei a farle incontrare per pochi secondi.

Si staccò da me, dandomi un’ennesimo morso, ma questa volta fu più dolce.

“Guarda che tu ora sei mia!” 

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Capitolo 18
*** "La verità" Seconda parte ***


 “Ma ti rendi conto che Giovy ha lasciato Gabry perchè dice di essersi infatuata di te?”

“Si more, ho capito. Però non è mica colpa mia?”

Ci trovavamo nel bagno,durante il corso pomeridiano.

Oramai erano trascorse due settimane da quando Manu seppe la verità su Giovy e, due settimane, da quando Giovy decise di lasciare Gabry.

Inizialmente rimanemmo tutte basite; non avremmo mai immaginato che la loro storia potesse finire, per lo più a causa mia.

“Dai more mio, non pensiamo a loro, cerchiamo di viverci”

Le dissi, accarezzandole il viso facendola sorridere.

“Hai ragione more...”

Esclamò, posando le sue labbra sulle mie.

Poggiai le mie mani sui suoi fianchi, spingendola con delicatezza contro il muro. La sua lingua entrò a contatto con la mia, provocando le stesse emozioni della prima volta.

Entrammo in un mondo parallelo, solo nostro. Quando io e lei ci baciavamo, il resto del mondo non contava, c’eravamo solo io e lei.

Ci staccammo contemporaneamente, ma prima di farlo, le leccai il labbro inferiore facendola sorridere tra le mie labbra.

“Senti una cosa more, secondo me dovresti parlare con Giovy e farle capire che tu per lei non provi lo stesso”

“More ma io credo che questo lei già lo sappia. Anche perchè non mi sembra di trattarla bene; io cerco di essere indifferente appunto per non illuderla...”

E mentre parlavamo, la porta si aprì ed entrarono Bruna e Giovy.

“Hey voi, ma vi siete perse? Guardate che l’uscita è da questa parte”

Sorridendo ci disse Bruna. Giovy non riusciva neanche a guardarmi negli occhi, era troppo imbarazzata.

Decisi così, di cogliere la palla al balzo e parlarle.

“Ragazze voi iniziate ad andare, io e Giovy dobbiamo parlare un secondo”

Esclamai guardando Manu, facendole l’occhiolino.

Lei alzò il sopracciglio e piano piano si diresse con Bruna verso la porta, voltandosi. Trovò il mio sguardo e io le sorrisi cercando di tranquillizzarla.

“Addirittura dobbiamo parlare da sole? Allora è una cosa seria!?!”

“Non fare battutine Giovy, lo sai di cosa dobbiamo parlare. Tu hai qualcosa da dirmi?”

Le chiesi, appoggiandomi al muro di fronte a lei. Aveva lo sguardo basso, con la sigaretta in mano e gli auricolari alle orecchie.

“Sei tu che hai appena detto che dobbiamo parlare, ora vuoi che parli io?”

“Certo che si; sei tu che hai problemi. Sei tu che dici alla gente che ti sei infatuata di e me e che io in estate ci ho provato con te”

Si tolse gli auricolari dalle orecchie e aspirò l’ultimo tiro di sigaretta.

“Perchè vorresti dire che non è vero?”

“Ma io non ci ho mai provato con te, Giovy che cazzo dici? Sei tu che hai frainteso molte mie parole”

A questa mia affermazione, diventò seria e cercò di capire cosa stessi per dirle.

“Cosa intendi?”

“Io sto solo dicendo che forse hai frainteso tutto quello che è successo in estate”

I toni iniziarono a diventare seri, forse fin troppo, perchè lei iniziò a farsi rossa in viso.

“Inizialmente lo so che scherzavi, come anche io ovviamente, ma dopo due settimane le cose sono cambiate, tu sei cambiata nei miei confronti”

“Cambiata in che senso? Io sono sempre così con tutti, non mi sembra di aver detto o fatto nulla di male”

Prese un’ennesima sigaretta e iniziò a fumare, diventando sempre più nervosa.

“Quando decisi di farti quella sorpresa e presentarmi lì a Fregene da te, non mi sembra che tu mi abbia detto “VATTENE”...”

“Ovviamente non sapevo di questa tua improvvisata, appunto per questo si chiama “sorpresa”...”

Sorrise abbassando lo sguardo, dopo questa mia affermazione.

“Comunque Giovy, dopo che mi venisti a trovare, io evitai proprio di risponderti e di cercarti, sbaglio?”

“No, non sbagli”

Sospirai a questa sua affermazione. Già, perchè io sapevo di non aver fatto nulla di male. Cavolo, non era mia intenzione far innamorare una persona di me.

“Quindi tu non hai mai provato nulla? Mi hai usata?”

“Non era mia intenzione. Credevo che anche tu stessi scherzando, altrimenti non avrei mai detto determinate cose”

Dopo minuti imbarazzanti, terminai il discorso.

“Allora è tutto risolto?”

Non rispose, fece solo cenno di si con la testa e si rimise gli auricolari nelle orecchie.

Io uscì dal bagno e mi trovai Manu che gironzolava avanti e indietro nei corridoi della scuola.

“Oi more allora?”

Mi chiese venendomi incontro, prendendomi le mani.

“Tutto risolto, tranquilla”

Le dissi, dandole un leggero bacio sulla fronte.

“Cioè? Ha capito che non provi lo stesso per lei?”

“Ovviamente si more. Ma te che stavi facendo qui fuori?”

Prendendola per i fianchi e spingendola verso il muro le chiesi.

“Eh more, ero in ansia. Che ne so se questa non ti prendeva e ti baciava? Oppure boh...”

Amavo questa sua gelosia, amavo questa sua delicatezza nel dimostrarmi quanto lei tenesse a me, amavo lei.

“Ahahahah more ma tranquilla, chi vuoi che mi prenda?!

“More, mi sa che la gente ti abbia presa per il miele invece. Ti stanno tutte dietro”

Sorrisi a questa sua affermazione ed abbracciandola, le sussurrai dolcemente all’orecchio

“Si certo, ma ricordati che io voglio solo te”

Le sfiorai le labbra e la porta del bagno di aprì; ci staccammo immediatamente. Uscì Giovy e ci guardò, ma subito si allontanò.

“Mi sa che la signorina è un po’ gelosetta. E mi sa che se continua a pensarti, dovrò spezzarle le gambine”

“Ahahahahah che scema che sei”

Le dissi, baciandola. 

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Capitolo 19
*** 30 Novembre "TI AMO" ***


 Sono trascorsi esattamente 27 giorni, da quando Manu si dichiarò.  Venerdì, dopo scuola, invitai Manu a casa mia, per festeggiare il primo mese insieme.

Inizialmente non volle saperne di venire...

#RIFLESSIONE#

[“Dai more, passare una giornata intera insieme, sarebbe spettacolare”

Le dissi io, il giorno prima a scuola.

“Si more lo so, ma io mi vergogno, lo sai”

“Ahahahaha ma quanto sei cucciola! E comunque ci sono io, non devi vergognarti dei miei genitori e di mio fratello”]


Dopo questa affermazione si convinse e così, oggi Manu sarebbe venuta a casa mia.

Finita la scuola, salimmo in macchina e arrivammo a casa. Notai una certa tensione in lei solo entrando dalla porta principale. 

“Allora, come è andata la scuola?”

Eccola lì, mia madre pronta come al solito al terzo grado.

“Tutto okay mamy, questa è Manu”

Le dissi, poggiando una manu sulla spalla di Manu, rassicurandola.

“Ciao Manu. Vabbè ragazze, andate a lavarvi le mani che è pronto”

Sorrisi ed entrammo in bagno insieme; non disse una parola, in realtà si, solo tre parole.

“Che bella casa”

E subito mise le sue mani sotto l’acqua che scorreva.

“Lo sai vero che devi stare tranquilla? Voglio che ti senti a tuo agio”

L’abbracciai da dietro e delicatamente la girai verso di me, facendo incontrare le sue labbra con le mie in un dolce e semplice bacio.

Ci staccammo sentendo la voce di mia madre da fuori che ci chiamava.

Pranzammo tra risate e momenti imbarazzanti; conobbe mio padre e mio fratello e, dopo sparecchiato la tavola,

 i miei uscirono e mio fratello si chiuse nella sua stanza.

Finalmente ci trovammo sole io e lei nella mia stanza. Sul suo viso notai subito quella leggerezza che prima non aveva.

“More mio, sei contenta che siamo rimaste sole?”

“Si si ovviamente. Perché si vede così tanto?”

Quei due occhioni verdi, diventarono talmente dolci che mi persi nel loro interno, non capii più niente.

 Lei sorrise e mi prese il viso, girandolo verso di lei.

“Ora sei tutta mia”

La sua lingua entrò a contatto con la mia, danzando a ritmi mai provati fino ad ora. Piano piano, la spinsi verso la scrivania,

 prendendola per i fianchi e facendola sedere. Sentivo il suo cuore battere all’impazzata e il mio faceva altrettanto. 

Avevo una voglia matta di farla mia, ma sapevo che non era ancora il momento giusto; ci staccammo solo per respirare. 

La guardai negli occhi e sorrisi tra le sue labbra.

“Devo farti vedere una cosa!”

Le dissi, facendola sedere sulla sedia avanti al mio computer.

“Devo spaventarmi o cosa?”

“No no, tranquilla”

Avviai il computer e partì un video con una musica di sottofondo; partirono tante foto nostre, con tante frasi sotto.

Non disse una parola quando il video terminò e, io mi avvicinai a lei, porgendole uno scatolino. Notai che lei aveva gli occhi lucidi; 

alzò il sopacciglio e molto lentamente aprì lo scatolino e prese in mano le due collanine con i due ciondoli appesi. 

Era un cuore d’argento, con inciso sopra: JE T’AIME; spezzando il ciondolo, il cuore si trasformava in due pezzi di puzzle. 

“More ma è bellissima. Me la metti?”

Presi la sua collanina e gliela misi al collo, lasciandole un piccolo bacio sulla spalla.

Sembrava una bambina felicissima, sorrideva e si guardava allo specchio.

“E’ davvero bella more... e poi abbiamo lo stesso ciondolo entrambe, quindi siamo una cosa sola”

Sorrisi e la presi per mano, spingendola verso di me, perdendomi tra le sue labbra morbide e dolci.

“More aspetta un secondo. Io il 30 ti darò quello che ti ho fatto, perchè non è ancora pronto”

“Ahahahah ma tranquilla more, a me basti tu”

Passammo il resto della giornata a farci tante coccole e a darci tanti baci dolci e delicati.

Dopo che insieme a mio fratello l’accompagnammo a casa, le mandai subito un messaggio.

SMS MIRY

“Ho trascorso una giornata stupenda. Grazie mille per tutte le emozioni che mi regali giorno dopo giorno. 

Mi sono resa conto di una cosa... Credo di essermi innamorata di te, a dir la verità io TI AMO”

Non so cosa mi aspettassi dopo questa mia dichiarazione, ma qualsiasi cosa fosse, non arrivò.

Eccoci, finalmente il 30 novembre arrivò; era passato esattamente un mese. Entrambe a mezzanotte ci mandammo il messaggio di auguri. 

Era il primo mese e quindi entrambe eravamo come delle bambine dinanzi ad un giocattolo. 

Beh certo, il paragone è stupido, ma l’idea è quella.

Due giorni fa lei andò con alcuni compagni di classe a vedere la partita allo stadio e tornò senza voce.

Inizialmente mi arrabbiai, però la vidi felice e quindi mi passò subito.

 Non ci incrociammo proprio la mattina e mentre seguivo le lezioni in classe, il cellulare vibrò.

SMS MANU

“More, sono in palestra a fare educazione fisica. Vai nella mia classe e vedi nel mio zaino, c’è una cosa per te”

Decisi così, di uscire dalla classe, fingendo di andare in bagno, per andare a vedere cosa ci fosse nel suo zaino per me. Ero tesa, più che altro curiosa. 

Aprii il suo zaino e vidi un portachiavi con il simbolo della chiave di violino all’interno di un cuore tutto colorato. 

Ero felice, perchè l’aveva disegnato lei per me. Sapeva che io amavo la musica e mi aveva reso felice con un semplicissimo gesto.

SMS MIRY

“More ma è stupendo *_*... Grazie mille”

Neanche il tempo di rientrare in classe che il cellulare mi vibra di nuovo.

SMS MANU

“Davvero? Mi fa piacere che ti piaccia. Ma comunque non credere sia finita qui. 

Alla fine dell’ora, vai fuori la palestra, vedi affianco l’ascensore cosa c’è”

Feci una strana espressione, come al solito, e Max si avvicinò per chiedermi cosa fosse successo.

“Oi Miry, è tutto okay? Che faccia strana che hai!”

“Ahahahah si si tranquillo Max... Anzi, senti una cosa, appena suona l’ora mi accompagni fuori la palestra?”

Alzò le spalle e con lo sguardo fisso nei miei occhi, mi chiese il motivo.

“Certo, ma cosa devi fare fuori la palestra?”

“Shhhh, tu accompagnami e poi vediamo”

Neanche il tempo di far suonare la campanella, che io e Max ci trovammo fuori la palestra; pellustrai ogni minimo dettaglio, ma non trovai nulla. 

Decisi così di mandare un sms a Manu per chiederle cosa dovesse esserci fuori la palestra.

SMS MIRY

“More io sono da dieci minuti fuori la palestra, ma non ho notato nulla di strano”

SMS MANU

“Sei proprio sicura? Guarda sui muri della palestra e poi dimmi se non trovi nulla”

Alzai il sopracciglio non capendo cosa volesse dire, scuotendo la testa.

“Allora cosa ti ha detto?”

“Ha detto di guardare sui muri della palestra, ma guarda non c’è nulla”

Affermai, guardando sui muri della palestra e guardandomi intorno.

“Ehm, Miry... vieni qui. Lei intendeva queste mura...”

Mi disse Max, indicando il muro dell’ascensore.

Rimasi a bocca aperta e spalancai gli occhi.

Non mi sarei mai aspettata nulla di simile in tutta la mia vita.

Ho sempre pensato che le scritte sui muri, la colazione a letto e cose del genere, avvenissero solo nei film, ed invece no. 

“6 LA RAGIONE PIU’ PROFONDA DI OGNI MIO GESTO”

Questa era la scritta sul muro destro dell’ascensore, mentre questa era la scritta sul muro della palestra.

“OGGI TI AMO 30.10.10 *1”

Erano le frasi della nostra canzone. Quella che più ci rispecchiava.

Max dovette prendermi con la forza per rientrare in classe. Sorrisi per tutto il tempo come una cretina, se proprio vogliamo dirla tutta.

SMS MIRY

“No vabbè, tu sei pazza! Ma come hai fatto? Puoi chiedere a Max se vuoi, so rimasta a bocca aperta, non me lo sarei mai aspettata”

SMS MANU

“Ahahahah immagino more. Mi fa piacere ti sia piaciuta. Non ti dico che ho rischiato per non farmi beccare dalle guardie. 

Comunque non è ancora finita la sorpresa”

SMS MIRY

“Dai more, ma quanti infarti vuoi farmi venire?”

SMS MANU

“Ahahaha è l’ultima cosa, giuro. Vai nella sala professori; ti do un solo indizio: SEGUI IL CUORE”

Ecco, lo sapevo io che mi sarei ritrovata a risolvere indovinelli. Purtroppo essendo un po’ tardiva, sulle cose ci arrivavo dopo un po’ di tempo.

Chiesi al prof. di uscire e andai subito nell’aula dei prof.

“SEGUI IL CUORE”... Cosa avrebbe voluto significare adesso quest’indizio? 

Iniziai a guardarmi intorno e persi ben dieci minuti, fin quando su una stampante non vidi un piccolo cuoricino blu.

Notai che sotto questa stampante c’era un piccolo foglio. Lo presi e lo aprii: Brava, ora vai in bagno e continua a seguire il cuore!

Corsi in bagno, per fortuna non c’era nessuno. Pellustrai tutte le porte, le mura, ma niente.

Mi poggiai al muro e iniziai a pensare; alzando lo sguardo verso il sapone appeso al muro, notai questo ennesimo cuoricino blu, 

ma questa volta c’era una freccia che indicava il basso.  Aprii il recipiente che conteneva la carta e presi quel qualcosa che si trovava all’interno.

Era un Cd con sopra scritto: 1 Mese, Noi! Il contenuto del Cd era le nostre canzoni, una cosa dolcissima e delicata.

Mi girai verso la porta ed incrociai il suo sguardo. Corsi verso di lei e di colpo chiusi la porta alle sue spalle e mi fiondai sulle sue labbra.

“More ma tu sei pazza. Quanto tempo ci hai messo per organizzare tutto questo?”

Aveva la voce bassa a causa del mal di gola.

“Nulla more mio, per te questo e altro. Guarda come sei felice...” 

Neanche il tempo di farla parlare che mi ripresi le sue labbra. Com’era dolce, aveva preparato tutto questo per me. 

Quel bacio durò un’infinità, tremavo tra le sue braccia e più io tremavo, più lei mi stringeva.

Si staccò leggermente dalle mie labbra e mi guardò fissa negli occhi.

“Volevo dirtelo guardandoti negli occhi e anche se non ho la voce per urlarlo al mondo, mi basta dirlo a te... Anche io ti amo!”

Fu in quel momento che mi rese la ragazza più felice del mondo.

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Capitolo 20
*** Dicembre 2010 "Occupazione" ***


 Sono ormai 3 giorni che non vedo Manu e, sono ormai tre giorni, che litighiamo. Non c’è un motivo preciso, anzi, non c’è proprio. 

Lei è sempre premurosa nei miei confronti; è dolce, buona, mi fa sorridere, insomma è perfetta, forse sono io quella un po’ più pesante. 

Se non la vedo per più di due giorni di seguito, impazzisco, mi manca troppo. Ultimamente, oltre a non vederci a scuola, ci sentiamo poco.

Io, purtroppo, esco quasi tutti i giorni tardi da suola, a causa dei progetti pomeridiani, mentre lei, per quelle poche volte che ci becchiamo su facebook, 

non fa altro che parlare con una ragazza di cui io, non so l’esistenza. Non fa altro che ripetermi di come questa ragazza sia simpatica, dolce e generosa. 

Dice che è due anni più piccola di noi, ma che, nonostante ciò, tratta Manu da piccolina.  Mi ha raccontato che da qualche giorno a questa parte non fa altro che chiamarla cucciola 

e riempirla di attenzioni e, anche se Manu mi ripete che è una ragazza okay, non so perchè, ma nonostante non l’abbia mai vista, a me non sta tanto simpatica.

Manu non viene a scuola da un paio di giorni, sta scegliendo il locale per i suoi 18 anni, le bomboniere, ecc. Per fortuna, a scuola i rappresentanti d’istituto 

hanno fatto qualcosa di buono, ovvero hanno occupato.  Così domani mattina fino la sera andiamo a scuola senza fare nulla e, soprattutto, facciamo tutto quello che ci pare.

SMS MANU

“More mio, finalmente domani ci vediamo! Giuro che non vedo l’ora di stringerti forte a me...”

SMS MIRY

“Già, finalmente ci vediamo. Ormai passi più tempo con Luana e i tuoi amici di classe, che con me”

SMS MANU

“Dai more, lo sai che con loro esco per non stare a casa e, sai anche, che per tutto il tempo non faccio altro che pensarti”

SMS MIRY

“Vabbè, allora ci vediamo domani. P.S. Mi manchi”

SMS MANU

“Che dolce che sei. Anche tu mi manchi. A domani”

Decido di chiamare Ale per andare a scuola con lui. Il tempo vola perché non facciamo altro che ridere e parlare. 

Da un lato mi dispiace che lui non sappia ancora di me e Manu, ma sinceramente non so come la prenderebbe. Arriviamo a scuola e saluto gli altri con la mano e Max con un abbraccio.

“No, ma per carità non salutarmi mai tu eh?”

“Ahahahaha che scemo che sei”

Saluto Mario abbracciandolo con trasporto. Non è un bel ragazzo e, se vogliamo dirla tutta, non è per niente il mio tipo, ma ha quel non so cosa che mi attira.

Vedo alcuni ragazzi della mia classe che stanno giocando a carte nei corridoi della scuola, altri che fumano e altri che ballano in una classe, con lo stereo altissimo.

“Oi Brù, anche tu qui?”

“Hey Miry si, ho deciso di divertirmi un pò anche io. Tu ora sei arrivata?”

E’ sempre molto sorridente. Mi piace davvero tanto come ragazza, la vedo genuina e sincera, ed è questa la cosa che mi fa sentire a mio agio con lei.

“Si, sono arrivata da 10 minuti. Senti ma per caso hai visto Manu?”

“Certo, sta con Sarah e Giovy a guardare le ragazze e i ragazzi che ballano come dei matti qui dentro”

Si prende una sigaretta dalla borsa e si avvia verso l’uscita per fumare.

“Che dici, mi fai compagnia?”

“Si, certo... Ma senti un po’ chi è Sarah?”

Le chiedo, non avendo mai sentito questo nome.

“L’ho conosciuta stamattina, c’è l’ha presentata Manu prima”

Ecco, capisco subito che si tratta della ragazza di cui io ne vado “matta”.

Finita la sigaretta, entriamo in questa classe dove c’è un casino esagerato. C’è gente che balla, gente che si picchia, gente che fuma e gente che si fa le foto.

 Tra queste ultime ci sono Manu e Giovy che si fanno foto con Luana e altre ragazze.

“Che dite, possiamo farla anche io e Bruna una foto?”

“Moreeee che bello rivederti”

Viene verso di me e mi abbraccia, lasciandomi un leggero bacio sulla guancia.

“Certo che potete, dai forza vieni che ti devo presentare una persona”

Alzo il sopracciglio e, come se non lo sapessi già...

“More, lei è Sarah, la ragazza di cui ti parlo sempre. L’ho presentata a tutte e mancavi solo tu”

“Ciao, Miriana piacere”

Allungo la mano e gliela stringo. 

Ha i capelli castani che le arrivano fino alle spalle. Gli occhi verdi e fisicamente non è tanto magra, ma nemmeno tanto grassa.

 E mentre penso cose assurde, sento tirarmi per un braccio, è Manu che mi fa sedere accanto a lei per fare una foto insieme.

“Scusa tu, potresti farci una foto a tutte?”

Chiede Luana ad un ragazzo che stava di fianco a noi.

“Si certo. Okay dai mettetevi in posa, siete pronte?”

“Sei bellissima”

Sussurro nell’orecchio di Manu, notando un piccolo sorriso uscire dalle sue labbra.

Passammo tutta la giornata a ridere e scherzare ma soprattutto, passammo tutta la giornata a conoscere Sarah.

Era una ragazza okay. Timida al punto giusto, calma, simpatica e buona. L’unica cosa che mi ha dato fastidio, è che durante la giornata, non ha fatto altro che osservare Manu. 

Sarà stata forse una mia paranoia, oppure non lo so, fatto sta, che non sono stata l’unica a notarlo.

“Oi more, finalmente siamo un po’ da sole...”

Afferma Manu, spingendomi contro la porta del bagno.

“Beh, finalmente dovrei dirlo io”

Le mordo il labbro inferiore per poi appoggiare le mie labbra sulle sue. Metto le mie mani sui suoi fianchi e piano piano,

la mia lingua chiede il permesso di entrare nella sua bocca e dopo neanche 2 secondi, le nostre lingue si cercano, si scontrano e danzano insieme. 

La stringo sempre più forte per i fianchi fino ad alzarle la maglia e mettere le mie mani sotto di essa; sento le sue mani dietro la mia testa spingermi sempre più verso

 di lei e mi viene sempre più voglia di prenderla e farla mia. Ci stacchiamo solo per prendere fiato, anche se nessuna delle due avrebbe mai voluto staccarsi. 

Il cel di Manu inizia a squillare e lei subito risponde.

“Pronto... Si Gabry stiamo a scuola... c’è occupazione e quindi stiamo qui fino a stasera... ma te non vieni? Certo che c’è anche Giovy... No io ora non sto con lei, ma mi sembr...”

Non la faccio neanche finire la frase che subito le sue labbra diventano nuovamente mie. C’è passione, amore, in questo bacio mostro una me incontrollabile.

 Le mie mani scendono sul suo fondoschiena e lei mi stringe a se sempre con più foga; dalla sua bocca scendo al suo collo, leccandolo e succhiandolo; 

lo sente che ogni giorno che passa ho sempre più voglia di lei. Ad un suo gemito, mi stacco e la guardo negli occhi.

“Scusa, forse ti ho fatta male...”

Mi accarezza il volto ed avvicinandosi alle mie labbra mi sussurra lentamente

“La prossima volta che lo rifai, giuro che ti salto addosso”

Ci baciamo per l’ennesima volta ed improvvisamente Manu si ferma, ricordandosi che dall’altra parte, Gabry sta ancora parlando, richiamando la sua attenzione.

“Ehm, si Gabry ho capito, scusa ma adesso devo andare... Okay allora ci vediamo dopo”

Chiude la chiamata e iniziamo a ridere come due pazze.

“More, ti giuro che se fai di nuovo una cosa del genere io esco pazza”

La guardo, sorrido e non ha capito che è proprio questo quello che voglio; nel frattempo ci raggiungono Bruna, Giovy e Sarah.

Giovy viene verso di noi e si accende una sigaretta, mentre Bruna domanda perplessa dove ci eravamo cacciate.

“Stavamo semplicemente qui. Manu doveva andare in bagno e poi ha suonato il suo cellulare”

Cerco di sviare il discorso parlando con Sarah, intrecciando le mie mani a quelle di Manu.

“Sarah tu sei fidanzata”

“Ehm, no. Voi?”

“Allora ti faccio il quadro della situazione...”

Spostandosi da me, afferma Manu.

“Bruna è fidanzata da più di 3 anni con Michele, Giovy sta in un momento di alti e bassi con una persona, più in là capirai, 

Miry è fidanzata da un mese con Carlo e io sono felicemente single”

Ridiamo tutte per questa spiegazione eccellente di Manu e lei fa l’inchino, ringraziandoci. Come mi piace quando sorride, è proprio bella... ed è MIA!

Giovy finisce di fumare e così decidiamo di uscire fuori, aspettando che Gabry arrivasse. 

“Tu non la conosci vero Gabry?”

Chiede Bruna, rivolgendosi a Sarah.

“No, mi sembra di non averla mai vista”

La mia mano si intreccia con quella di Manu e la guardo sorridendo. Possibile che ogni volta che mi sfiora, il mio corpo viene invaso da brividi incrontrollabili?

“Eccovi ragazzuole” 

Finalmente arriva Gabry e dopo i saluti e le presentazioni con Sarah, usciamo da scuola e andiamo al bar di fronte.

“Ragazze mi è venuta un’idea” 

“Spara su, anche se sappiamo che le tue idee non sono mai fattibili”

Iniziamo a ridere tutti alla battuta di Bruna, che per farsi perdonare, da un piccolo bacetto a Gabry.

“Che ne dite se domani organizziamo un pranzo a casa di qualcuno?”

Beh, l’idea non è per niente male, tanto la scuola è ancora occupata, quindi tutte abbiamo la mattinata libera.

“Si potrebbe fare a casa mia”

Esclama Manu e io mi giro di scatto, guardandola, alzando il sopracciglio. Mi si avvicina e mentre le altre discutono sul da farsi, mi abbraccia e mi sussurra

“Così finalmente starai a contatto con la mia famiglia”

Si stacca e mi fa l’occhiolino.

“Okay dai, allora è tutto organizzato. Ci vediamo domani a pranzo da Manu”

Ci salutiamo tutte e mentre torno a casa mi viene un dubbio:

A pranzo da Manu, sarò in grado di superare questo test?

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Capitolo 21
*** 10 Dicembre "Il tuo mondo" ***


 “Miry scendi”

Sono pronta, Gabry è giù che mi aspetta per andare a pranzo da Manu. 

Ho optato per un pantalone blu, stretto sotto e largo alla vita e una semplice maglietta dello stesso colore sopra.

“Ciao Gabry, tutto okay?”

“Si, te? Pronta per passare un’intera giornata tutte insieme?”

Oddio, più che pensare a stare con voi, penso a non fare brutte figure con la famiglia di Manu.

“Certo, non vedo l’ora”

Dopo più di mezz’ora, finalmente arriviamo sotto casa di Manu; posso dire che abitiamo ai due poli opposti della città.

Abbiamo aspettato che arrivasse anche Bruna, così da salire tutte insieme. Gabry suona il citofono e il cancello si apre. Me la sto facendo sotto? Beh si, molto.

“Buongiorno, permesso”

Esclamiamo in coro, entrando in casa.

“Ma prego, accomodatevi”

La nonna di Manu ci viene incontro e ci saluta come se ci conoscessimo da una vita.

“Piacere, io sono Miry”

Le porgo la mano, ma lei molto affettuosamente mi abbraccia direttamente.

“Ciao Bruna, ciao Gabry... e tu devi essere Miry, giusto?”

“Si, salve”

“Mamma ma non ti ricordi che Miry venne a trovarmi quando avevo la febbre?”

La mamma mi fissò per qualche minuto e poco dopo si convinse e mi sorrise.

“Fly basta, smettila di abbaiare dai”

Mi ero dimenticata che Manu avesse il cane, in realtà ora pensavo a tutto tranne che al cane.

“Raga ma Giovy non viene?”

Ci domanda Manu, sedendosi sul divano.

“Ehm no, in realtà non viene...”

Tutte guardiamo Gabry con uno sguardo interrogativo, mentre Manu, ci fa segno di sederci accanto a lei.

“Scommetto che avete litigato come vostro solito vero?”

“Brù, giuro che questa volta non è colpa mia”

Si giustifica Gabry senza che noi avessimo detto nulla. Mi siedo di fianco a Manu e lei subito mi sorride e mi da un bacio sulla guancia, sussurrandomi all’orecchio qualcosa che 

mi fa salire i brividi su tutto il corpo.

“Sei bellissima”

La guardo ed insieme sorridiamo. E’ davvero meraviglioso come con un semplice sguardo ci capiamo.

“Dai ragazze venite a tavola che è pronto”

Manu mi prende per mano e mi fa sedere di fianco a lei.

“Mamma ma non dobbiamo aspettare Stefania?”

“A momenti arriverà”

Iniziamo a mangiare e dopo un po’ vediamo arrivare Stefania verso di noi.

Stefy è la sorella di Manu, ha 10 anni ed è molto carina. Ha i capelli castani con gli occhi azzurri e porta un paio di occhiali che la rendono ancora più bella.

Ha sempre il sorriso sulle labbra ed è molto socievole. In breve tempo ci racconta la sua giornata a scuola e poi inizia a mangiare con noi.

“Ragazze allora so cucinare?”

A questa domanda, sorridiamo tutte e in coro diciamo di si. Gli occhi della nonna si illuminano e sembra che non aspettasse altro che questo.

Per tutto il tempo del pranzo, io e Manu ci siamo tenute la mano sotto il tavolo e questa cosa mi dava un senso di sicurezza, la sentivo vicino.

“Okay dai, ora andiamo un po’ in camera così possiamo parlare in modo tranquillo nel frattempo che mamma e nonna sistemano”

Così dicendo entriamo nella sua stanza, quella stanza che ha vissuto con me e Manu l’emozione del primo bacio.

“Allora pensiamo ad un modo per far venire Giovy qui dai”

“Non verrà mai, fidati. Soprattutto se sa che io sono qui”

“Beh, allora semplice... non le diciamo che tu sei qui”

Tutte ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

“Sei proprio perfida Manu”

Così, Manu prende il telefono e la chiama, fingendo che in casa ci siamo solo io e Bruna.

“Bru, mi accompagni a fumarmi una sigaretta?”

“Si, okay andiamo di là però”

Escono dalla stanza e rimaniamo solo io e Manu. I nostri occhi s’incrociano e mi avvicino lentamente a lei, poggiando le mie labbra sulle sue.

“Quanto desideravo questo momento”

Sorride sulle mie labbra e dischiude la bocca, facendo scivolare la sua lingua nella mia bocca con dolcezza. Le mie mani scendono delicatamente sul suo corpo, 

mentre le sue rimangono dietro la mia nuca, spingendomi sempre più verso di lei.

“Forse è meglio se ci stacchiamo, altrimenti se arriva qualcuno voglio vedere come nè usciamo”

Mi viene da sorridere, perché anche se non sono del tutto d’accordo a nascondere tutto questo, allo stesso tempo fare le cose di nascosto mi piace, mi intriga.

Dopo un ultimo bacio decidiamo di raggiungere le altre in cucina e così aspettiamo Giovy che arrivi. Iniziamo a ridere come delle matte, la mamma di Manu ci fa mille domande, 

facciamo mille discorsi intrecciati tra di loro e mi sto rendendo conto che io qui, mi sento come a casa.

Appena sentiamo il campanello, notiamo che Gabry si irrigidisce e tutte le diamo il consiglio di stare tranquilla, ma che tutto prima o poi si risolve. 

Avvicinandosi al mio orecchio, Manu mi sussurra una frase che mi lascia perplessa

“Io credo che Giovy sia ancora un pò attaccata a te”

Affermando questa frase, Manu si alza e va verso la porta, facendo accomodare Giovy.

“Ciao ragazze”

Ci saluta tutte come al solito e poi si posiziona di fianco a Bruna, senza degnare neanche di un saluto Gabry; Manu mi guarda e mi fa l’occhiolino.

“Okay ragazze dai, parlatemi un po’ di voi. Chi è fidanzata?”

Ecco, a questa domanda tutte si irrigidiscono.

“Io sono fidanzata da tre anni quasi”

Per fortuna che Bruna, interrompe questo imbarazzante silenzio.

“Caspita, tre anni sono tanti”

Afferma stupita la mamma di Manu.

“Tu Miry?”

Si rivolge a me e io credo di essermi fatta di tutti i colori

“Beh io... Ecco...”

“Ho visto che hai il mezzo cuore al collo”

Di sfuggita guardo Manu, ma anche lei sembra essere in difficoltà...

“Beh si, sono un paio di mesi che sto con Carlo”

Dopo un paio di minuti di titubanza, alla fine ho deciso di uscirmene con questa brillante idea. Manu mi guarda perplessa all’inizio, ma dopo un pò mi sorride.

“Bene, mentre Gabry e giovy?”

Ecco, ora voglio proprio godermi la scena.

“Dai mamma, che cos’è questo terzo grado. Noi andiamo un po’ di là”

Gabry e Giovy tirano un respiro di sollievo, mentre io e Bruna facciamo una smorfia strana a Manu che ci risponde scuotendo la testa.

“More che fai non vieni?”

“Si si, devo solo prendere un bicchiere d’acqua. Tu inizia ad andare”

Così dicendo, Manu si avvia in camera sua con le altre e io rimango in cucina con la mamma.

“Dovrei chiederle un piacere”

“Certo dimmi tutto Miry”

Mi avvicino a lei, ma non mi sento per niente a disagio, anzi.

“Tra una settimana Manu compie 18 anni e poichè io non ci sono il giorno della sua festa, ho pensato di festeggiare con lei il giorno prima, 

così a mezzanotte le do il mio regalo e le faccio gli auguri...”

La mamma di Manu mi sorride e mi guarda in attesa che io finisca il mio discorso.

“...Insomma, una specie di festa a sorpresa”

“Beh, mi sembra una bellissima idea”

“Davvero? Beh mi fa piacere. Con le altre già mi sono organizzata. Andiamo a prendere le pizze e poi, sapendo che a Manu piace il cornetto con la nutella, 

come sorpresa le prenderemo il cornettone”

“Sei davvero una ragazza speciale Miry, Manu sarà felicissima di questa cosa che hai organizzato”

Se già la mamma aveva gli occhi lucidi, mi immagino Manu quando lo scoprirà.

“Bene, allora poi le faccio sapere stesso quel giorno e ci mettiamo d’accordo”

“Certo, ora vai di là, altrimenti Manu può insospettirsi”

Sorrido e mi diriggo verso la stanza e le trovo tutte sui letti.

“Che succede qui?”

“More finalmente. Ma per caso ti sei bevuta tutta l’acqua che c’era in casa?”

Sorrido e mi abbasso verso di lei, lasciandole un bacio sulla fronte. Passammo l’intera giornata a parlare, ridere e scherzare.

Giovy e Gabry per fortuna chiarirono mentre Bruna discusse con il suo fidanzato, perchè rinunciò ad uscire con lui, per stare con noi.

“Allora, non devi dirmi nulla?”

Mi giro verso di Manu ed è più bella del solito. Ha gli occhi che le sorridono e questa cosa mi riempie il cuore di gioia.

“More che vuoi che ti dica. Sono stata benissimo, anzi, mi sento proprio a casa qui”

Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra lasciandomi un bacio sul collo.

“Io questo volevo sentirmi dire. Ti amo” 

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Capitolo 22
*** "Festa a sorpresa" ***


 SMS MANU

“More ma quando vai a questa festa? Già mi manchi”

SMS MIRY

“Eh more tra un po’... dai che poi ci sentiamo. Ora scappo che faccio tardi”

“Oi dai Miry, sei sempre l’ultima che arriva”

“Che vuoi da me? Sono andata a prende a Gabry, a ordinare le pizze e a prendere il cornettone”

Risposi a Bruna che mi saluto abbracciandomi.

“Comunque, hai chiamato la mamma di Manu per dirle che siamo giù?”

Eccoci sotto il palazzo di Manu con le pizze a metro, il cornettone e i regali. Questa festa a sorpresa davvero fu una cosa inaspettata.

Salimmo sopra e in silenzio nascondemmo i regali e il cornettone.

“Ragazze fate un pò più piano”

La nonna di Manu sorrise e andò in camera a chiamarla. Si guardò intorno, non capendo cosa stesse accadendo.

“Ma voi che ci fate qui?”

Continuò a guardarsi intorno, incredula di ciò che stava succedendo.

“Sorpresa!!!”

Urlarono in coro Gabry, Giovy e Bruna. Poi si avvicinò Sarah e timidamente la salutò, ed infine mi avvicinai io e l’abbracciai.

“Scommetto che questa è opera tua”

La guardai e sorridendo le lasciai un leggero bacio sul collo.

“...Ma tu non dovevi andare ad una festa?”

“Ahahahah eccomi qui infatti”

Ridemmo per poi staccarci da quell’abbraccio che nessuno aveva intenzione di sciogliere. Mangiammo le pizze e dopo ci dirigemmo verso la camera di Manu.

“Hey tu, vieni qui”

Mi tirò verso di sè dentro la camera della nonna e mi baciò. Sentii che aveva voglia di ringraziarmi per tutto questo che avevo progettato... e cosi quel bacio durò vari minuti.

Le sue mani iniziarono a vagare dietro la mia schiena e le mie la stringevano sempre di più.

“Forse ci conviene andare di là”

Reclamò lei, staccandosi e poggiando un’ultima volta le sue labbra sulle mie.

“Abbiamo deciso che nel frattempo che arrivi la mezzanotte, possiamo vederci un film”

“Certo Gabry, allora mettiamoci sui letti e accendiamo la tv”

Così spegnemmo le luci e ci mettemmo sotto le coperte sui letti. A dir la verità, di vedermi il film poco mi interessava, ma non potevo neanche cadere troppo nell’occhio per le altre.

“Oi abbracciami forte”

Mi girai verso di lei e la strinsi come mi chiese.

“Ti ho già detto grazie?”

Annuì con la testa e poggiai le mie labbra sul suo collo. Le mie mani iniziarono ad accarezzarle il corpo, sotto la maglia.

“Senti freddo?”

Disse di no, ma il suo corpo eri pieno di brividi e questa cosa mi piaceva un casino. Girò il mio viso verso di lei e così, unimmo le nostre labbra in un bacio pazzesco;

le nostre lingue si cercavano e si trovavano, il suo sapore era un qualcosa di unico. Le mie mani iniziarono a vagare sotto la sua maglia,trovando il suo seno; 

sussultò al momento del contatto e io tolsi subito le mani. Lei mi prese per il collo e mi spinse sempre più verso di lei, trasformando quel dolce bacio, in un bacio voglioso di un qualcosa

di più.

“Fai piano more”

Mi sussurrò tra le labbra.

“Tranquilla, stanno vedendo il film”

Le mie labbra così, si impossessarono nuovamente delle sue, facendo danzare le nostre lingue a passo con il nostro amore.

Mi strinse con le mani dietro la schiena, scatenando in me un qualcosa di indescrivibile. Le mie mani allora, scesero arrivando alla cerniera dei jeans; non sapevo cosa fare, ma la voglia

era tanta e così decisi di buttarmi.

Le sbottonai il jeans e la cerniera piano scese giù; le mie mani iniziarono  a vagare all’interno dei pantaloni, sopra gli slip. 

Lei si staccò, leccandosi le labbra e iniziando a baciarmi il collo, mentre io continuavo a vagare sopra i suoi slip. Aspettai un cenno per andare oltre, ma questo cenno non arrivò e cosi, 

decisi di fermarmi. Le alzai il viso, facendo incrociare i nostri occhi.

“E’ tutto okay?”

Le domandai con un filo di voce.

“Non so se sono pronta...”

Le accarezzai la guancia ed avvicinandomi al suo viso, le lasciai un delicatissimo bacio sul naso

“More, tranquilla. Lo faremo quando ti sentirai pronta”

Lei mi baciò delicatamente e piano mi sussurrò

“Mi dispiace però... So che tu avresti tanto voluto”

“Ehy, tranquilla davvero. Eh comunque la prima volta non potrebbe mica accadere con tutte queste persone intorno”

Così iniziammo a ridere e le altre si girarono verso di noi, guardandoci con aria dubbiosa.

La porta si aprì improvvisamente e noi ci alzammo tutte di scatto; la mamma di Manu chiamò all’ordine le ragazze, lasciandoci sole in camera.

Manu inizialmente non capì, poi io la presi per mano e la feci sedere sul letto, prendendo il regalo nascosto dietro il cuscino. 

Era una lettera ed un “Cd”! Il Cd conteneva 4 canzoni registrate da me, ovvio che non erano quattro canzoni scelte a caso, ma erano le nostre canzoni.

Iniziò a sentirle e gli occhi divennero lucidi. Poi dopo, prese la lettera in mano ed iniziò a leggere:

Ed ecco arrivati i tanto attesi 18 anni…
Quante volte hai immaginato questo giorno, fantasticando con gli occhi luminosi di gioia…Forse diverso…Forse migliore…chissà!
È il momento più importante per una ragazza: entri nell’ignoto mondo degli adulti, puoi permetterti cose che fino a ieri potevi solo fantasticare, sembra quasi che davanti a te si apri un nuovo mondo, splendido e diverso; Ma rappresenta anche l’inizio di tante responsabilità, di cambiamenti continui che faranno di te il futuro della giovane e bellissima donna che già sei.Stai crescendo, e cresci seguita da ombre fedeli e costanti che non sono altro che la tua famiglia, i tuoi amici..e me...
Ti stiamo vedendo cambiare, maturare, migliorare i tuoi difetti e colmare i tuoi vuoti, ti vedo vivere ogni giorno in maniera diversa, ma con quella continua spinta e quella voglia 
di esserci, di vivere,che hanno soltanto i giovani, con quella forza che hai solo tu con i tuoi 18 anni.Ne abbiamo passati di momenti indimenticabili…
Quante risate, quante giornate spese inutilmente, ma sempre diverse grazie a noi…Grazie a TE!
Quante montagne hai scalato,quante difficoltà hai visto. 
Ma con quanta voglia abbiamo deciso di continuare a sorridere, vivere insieme, perché quello che siamo è troppo unico ed irripetibile per essere perso.
Tu c’eri sempre, nella gioia e nel dolore, c’eri e ci sei quando ho bisogno di te, pronta a dare l’anima,sempre pronta a dare un sorriso ed illuminare tutto quando era buio.
Magari è vero, siamo troppo ingenue ed immature per comprendere il vero significato delle cose, ma è impossibile non accorgersi della persona fantastica che sei, lo sei stata, lo sei oggi, oggi che compi 18 anni, e lo sarai domani e ogni giorno ancora, questo è certo.
E forse sembra strano,pensarci a fare le idiote fino a ieri e oggi,commuoverci su queste parole, commuoverci perché cresci…
Anche se sei cresciuta ormai non importa: le cose belle non cambiano, le cose vere non cambiano, le cose splendide come te, come noi, come il sentimento che ci lega, che anche tra mille anni sarà sincero e meraviglioso come oggi.
"More Mio TI AMO"

Mi guardò negli occhi e mi abbracciò! 

“More tu sei davvero unica”

Ci mancò poco che non si emozionasse. Ad un certo punto mi arrivò uno squillo sul cel, quindi la presi nuovamente per mano e la feci affacciare alla finestra.

Giù, c’erano Giovy e Bruna con un lenzuolo poggiato a terra con sopra scritto:

CHI TROVA UN’AMICA TROVA UN TESRORO...E NOI ABBIAMO TROVATO TE! TANTI AUGURI!

Andammo in cucina e ringraziò tutte per la bella sorpresa.

“Ragazze grazie mille, davvero! E’ tutto favoloso”

“Aspetta che non è ancora finito qui”

Così presi il mio pc e lo poggiai sul tavolo e feci partire il video creato da me, con tutte le sue foto e frasi sotto. Lei stette per tutto il tempo in braccio a me; tutte sorridavamo, 

mentre Sarah si emozionò. Alla fine del video, mi alzai e presi il cornettone e lei rimase nuovamente sorpresa e contenta.

Amavo renderla felice, e sapevo che bastava poco per farlo.

“Tanti auguri a te...” Gridammo tutte insieme, abbracciandola contemporaneamente.

Ormai si era fatta l’una passata... e quindi mio padre mi venne a prende.

“Oi ti accompagno giù”

Così salutai tutte, abbracciai la mamma, la nonna e la sorella di Manu e iniziai a scendere giù.

“Aspettami more, volevo ringraziarti per bene”

Mi accarezzò il viso e piano poggiò le sue labbra sulle mie. Le mie mani la stringevano dietro la schiena e il suo bacino si spingeva sempre di più verso di me. 

“Oi, ora devo andare però”

Lei annuì tristemente e poi mi lasciò la mano.

“Allora è proprio sicuro che domani non vieni alla festa?”

“More lo sai che ho la laurea di mia cugina, per questo ho voluto organizzare questa festa a sorpresa”

“Hai ragione, grazie comunque”

Eh così mi salutò, lasciandomi un leggero bacio, sorridendo.

La sorpresa era riuscita alla grande e lei era ormai diventata la mia “piccola grande”.

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Capitolo 23
*** "La prima volta" ***


 “Miry, allora dopo andiamo da te?”

Ci trovavamo a casa di Manu, nella sua stanza, dopo aver pranzato con la mamma, la nonna e la sorella.

“Certo more”

Mi sorrise e io ero felice. Anche se ormai aveva compiuto 18 anni, per me rimaneva sempre la mia “piccola grande”.

Ah, a proposito della sua festa di 18 anni, andò alla grande.

#RIFLESSIONE#

[Convinsi mio padre, dopo la laurea di una mia amica, ad accompagnarmi alla festa di Manu. Dovevo vederla, era pur sempre uno dei giorni più importanti della sua vita.

Entrai in questa discoteca e vidi subito tanta gente che ballava.

“Oi ma tu che ci fai qui?”

“Ciao Gabry. Secondo te, potevo mancare ad un giorno così importante?”

Sorrise e mi rispose facendomi l’occhiolino. Salutai le altre, vestite tutte molto eleganti e subito domandai dove fosse Manu.

“Ragazze ma lei dove sta?”

Bruna mi indicò con la mano la sua posizione. Era al centro della discoteca che ballava con i suoi amici.

Mi avvicinai e l’avvolsi i fianchi con le mie mani, sussurrandole all’orecchio “AUGURI MORE”

Lei si girò di scatto e sorrise. Era bellissima, aveva un vestito nero e grigio che le arrivava sopra il ginocchio. 

Era truccata in una maniera unica e i suoi occhi erano al quanto strepitosi.

“Tu, che ci fai qui?”

Mi domandò, tentennando nel chiedermelo.

“Non mi sarei mai persa questo spettacolo”

Le risposi, lasciandole un leggero bacio all’angolo della bocca. I suoi occhi brillavano e non faceva altro che sorridere e guardarmi. 

Mi prese per mano e mi portò dalla sua famiglia.

“Mamma, hai visto chi c’è?”

“Ciao Miriana, che bello vederti”

Salutai la mamma e nel frattempo Manu si allontanò per salutare altri invitati. Io rimasi la maggior parte del tempo con la sorella e la nonna, che mi presentarono tutti i parenti.

Al momento della torta, Manu era impegnatissima con le foto e io non facevo altro che fissarla da lontano.

“Se continui a fissarla così, finirai per consumarla”

“In che senso?”

Domandai a Bruna, invitandola a ballare.

“Ahahahaha te la stai mangiando con gli occhi e, ovviamente non parlo della torta”

Abbassai lo sguardo sorridendo e lei, non vedendo alcuna mia risposta si fermò e iniziò a fissarmi.

“Che c’è Brù?”

“Non devi dirmi nulla?”

Mi chiese, arricciando il naso.

A questa affermazione abbassai completamente il volto, ma lei, prontamente me lo rialzò e mi fece segno di parlare.

“Brù, che devo dirti...”

Nella mia testa 1000 pensieri.

“... Mi sa che mi sono innamorata!!!”

Sospirai, per il peso tolto e per la paura di una sua reazione negativa.

“Ahahahah ma tranquilla Miry, l’avevo già capito”

Alzai il sopracciglio sorpresa; mi sarei aspettata tutt’altra reazione, invece era felice per me.

“Eh comunque, è una cosa bella no?”

Mi domandò, abbracciandomi.

“Beh...si, credo”

Non sapevo che dire, mi trovavo impreparata.

“Tranquilla dai, se nè accorgerà”]

Tra un po’, avremmo presentato sua madre ai miei genitori; non so perchè, ma ero agitata.

Prima di scendere, ci scambiammo i regali di Natale.

“Dai more, apriamoli insieme però”

“okay, al mio tre. Uno....due....e...”

Come previsto, già aveva aperto il suo xD Era come se fosse diventata una bambina.

Le avevo regalato un orologio a muro della sua squadra preferita e un peluche di Topolino, abbastanza grande.

“More ma è bellissimo”

Esclamò sorridendo.

“Davvero ti piace? Allora perchè stai sorridendo?”

Le domandai abbassando la testa delusa.

“Apri il tuo e poi vediamo se non sorridi anche tu”

Subito aprii il mio regalo; beh, in effetti c’era da ridere. Era un peluche uguale al mio, solo che non era Topolino, ma bensì Minnie.

“Ahahahaha siamo due cretine”

Le dissi scoppiando a ridere

“No more, siamo solo innamorate”

Mi rispose, avvolgendo le sue labbra sulle mie.

Arrivammo a casa mia e presentammo la mamma ai miei genitori. Stette circa un’ora a casa, ma poi si fece tardi e dovette tornare a casa dalla nonna.

“Manu, allora ti lascio qui e poi ti fai accompagnare dopo cena?”

“Si mamma grazie”

La mamma ci salutò e poi andò via. Dopo cena e dopo aver parlato un po’ con mia mamma, ci dirigemmo dentro la mia camera, salutando i miei genitori che dovettero uscire.

“Siamo rimaste sole”

“Già, sole solissime”

Lo disse con tono malizioso, baciandomi a fior di labbra. Mi avvicinai e le accarezzai il viso. Lei abbassò il volto e sorrise.

"che dici se ci vediamo un film?"

"ok more, pero lo scelgo io" 

Come potevo immaginare, scelse il film che riguardava un cane e ci mettemmo comode sul letto.

Le poggiai il braccio dietro al collo e lei poggio la sua testa sulla mia spalla. Non facevo alto che accarezzarle i capelli. Amavo coccolarla, era davvero la mia piccola cucciola.

Piano le girai il viso e poggiai le mie labbra sulle sue; Questo fu uno dei tanti baci della serata. 

Le sue mani si intersecarono dietro la mia schiena, mentre le mie mani iniziarono a vagare sotto la sua maglia. Era piena di brividi, forse troppi. 

Ad un certo punto mi leccò il labbro inferiore e fece scattare in me un meccanismo di " voglia".

Iniziò a baciarmi il collo e a scendere sempre più giu, facendomi sempre più scaldare. Le mie mani arrivarono dal bacino fino al bordo dei jeans.

 Provai a sbottonarle il pantalone e ad entrare all’ interno. Arrivai a sfiorarla sopra gli slip, ed era al quanto eccitata.

Le sue mani iniziarono anch’esse a vagare sotto la mia maglia fino a togliermela via. Lentamente la mia mano passò dentro i suoi slip, toccando finalmente il suo sesso.

 Al tocco con la mia mano, lei saltò e io mi immobilizzai. 

"E’ tt ok more"?

"Si, tranquilla... "

Cosi anche lei iniziò a vagare dentro i miei slip in modo molto dolce e delicato. Oddio, per essere la prima volta, era alquanto esperta xd.

Uno dei miei punti deboli era che quando "godevo" mi bloccavo e non riuscivo a fare nulla, infatti, così successe. 

Lei iniziò a muoversi dentro di me e i miei gemiti uscivano fuori, soffocati sul suo collo... Forse per la paura, o non so perché, lei si fermò. 

"Perché ti sei fermata"?

"Ti sei lamentata, credevo ti stessi facendo male"

Sorrisi e le diedi un leggero bacio sul naso.

"No scemina, anzi... Sei sicura che è la prima volta?" 

"Cosa vuoi dire?"

Mi domandò, posizionandosi meglio sul lato.

" Nulla, che sei alquanto brava"

Lei sorrise e riprese a baciarmi, cominciando nuovamente ad entrare dentro di me e, mentre lei spingeva in modo lento e dolce, io la baciavo con passione. 

Decisi, prendendo coscienza xd di entrare anche io. Cosi, le mie mani lentamente da dietro la sua schiena, finirono in un secondo dentro i suoi slip. 

Sfiorai il suo sesso ed piano piano entrai. Venimmo insieme, dolcemente e lentamente.

Eravamo a dicembre ma io sentivo un caldo pazzesco. 

" more, grazie"

Le sussurrai io all’orecchio, poggiando le mie labbra sulla sua fronte.

" Eh di cosa more! Promettiimi una cosa però"

"dimmi piccola"

" giurami che io e te staremo sempre insieme..."

Mi avvicinai e la baciai. Lentamente le presi il viso e lo alzai all’altezza dei miei occhi.

" sempre semprissimo more"

FINE - To Be Continued... 

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