Legami Di Sangue?

di Sary00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** INTRODUZIONE ***
Capitolo 2: *** la nuova sorellina ***
Capitolo 3: *** Gelosia? ***



Capitolo 1
*** INTRODUZIONE ***


Prologo.

Ci si può innamorare del proprio fratello?
Sì, però solo se non è tuo fratello di sangue.
Infatti, i genitori, dopo aver avuto lui, il figlio maschio, avevano cercato di avere un altro bambino, ci provarono per un po', ma non arrivava, così decisero di adottarne uno, precisamente una bella bambina dagli occhioni marroni.
Sono cresciuti come fratelli, ma il bene che lei provava per lui andava oltre al bene fraterno, e se ne accorse quando lui portò la sua prima ragazza seria, cercava di negarlo, ma ogni volta era sempre più evidente; così decise di mettersi con il peggior nemico del 'fratello', questo porterà gelosia da parte di lui, che si chiederà se sua 'sorella' è soltanto quello o qualcosa in più.

"E pensare che prima tra di noi era come un legame di sangue" - le disse baciandole la testa.
"Legami di sangue?" - disse lei voltandosi verso di lui.


Bene ecco la mia storia... spero vi piaccia :D fatemi sapere con una recensione!! bacii

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Capitolo 2
*** la nuova sorellina ***


Capitolo 1.
 
“Juan Andres, dovremmo dirti una cosa.” - disse una donna al piccolo bambino seduto di fronte a lei al tavolo, dopo aver sparecchiato. E, quando lo chiamava juan Andres, o c'era una catastrofe in agguato o una notizia bellissima da dargli. In seguito, Juan Andres, chiamato da tutti Andres, scoprì che si trattava della prima opzione, mentre sua madre Emilia ovviamente credeva nella seconda.
“Si, mamma?” - disse lui, guardandola fissa. 
“Ecco piccolo, noi... Nicolas, per favore.” - supplicò lei, chiedendo aiuto al marito, che fumava una sigaretta fuori dal balcone.
“Papà, perché siete così nervosi?” - chiese lui, sospettando che qualcosa non andasse per il verso giusto, anche con la sua ingenuità di bambino.
“Non lo siamo tesoro è solo che....” - esitò Emilia, supplicando suo marito con lo sguardo - “E' una cosa molto importante, ed è una cosa bellissima, vero amore mio?”
“Sì figliolo, è una cosa meravigliosa ed importantissima per noi tre.” - disse Nicolas, spegnendo la sigaretta ed entrando nel salone. - “Abbiamo deciso di darti una sorellina.”
“Che?” - chiese il piccolo incredulo - “No, assolutamente no. Io sto benissimo da solo. E poi, mamma, tu dovresti portare una pancia enorme per 9 mesi e poi dovremmo sopportare i suoi piagnistei la notte, cambiare i pannolini, sopportare i lamenti quando le crescono i dentini...” - e numerò una decina di altri motivi per i quali non voleva avere una sorellina.
“Basta Andres.” - disse sua padre, severo - “Io e la mamma abbiamo di deciso di adottare una bambina, quindi non preoccuparti di questo.”
“Come? E perché? Stiamo benissimo così! E perché dovete andarne a prenderne una al negozio dei bambini?” - disse lui, rivolgendosi alle case famiglia.
“Ascolta bambino mio.” - disse Emilia, prendendo le sue piccole mani e stringendole fra le sue - “Purtroppo, il dottore mi ha detto che la mia pancia non potrà mai più contenere un bambino, perché non sarebbe in grado di crescere. Per questo vogliamo adottare un altro figlio.”
“Io non vi basto?” - chiese lui, iniziando a piangere. Andres era sempre stato molto sensibile.
“Andres, sei quello che più amiamo della nostra vita. Ma l'amore di due genitori non dovrebbe mai abbracciare un unico figlio, cresceresti troppo viziato. Ma non pensare che non ti vorremmo più bene. Noi ti vorremmo bene proprio come ora, solo che dovrai condividere questo amore con un altro bambino.” - spiegò lei, scompigliandogli i capelli biondi ed asciugando le sue lacrime.
“Almeno non potremmo averne uno maschio? Le femmine portano solo guai, questo è risaputo.” - disse lui, incrociando le braccia.
“Figliolo, la mamma voleva tanto una femminuccia e, visto che ci sei già tu maschio, abbiamo scelto di adottare una bambina. Sono sicuro che ti piacerà.” - disse Nicolas, dandogli un buffetto sulla spalla.
“Sarà, ma io lo ripeto. Le femmine portano solo problemi.” - disse di nuovo lui, arrendendosi a quello che sarebbe successo, e facendo ridere i genitori.
 
Nonostante il piccolo Andres fosse scontento dell’arrivo di una nuova sorellina, dovette accettarlo. Così, con la mamma e il papà, andò nella casa famiglia per prendere la bambina.
“Quindi, per i documenti, è tutto apposto?” – chiese Nicolas al direttore della casa famiglia.
“Certo. Brenda, detta Lalu da noi, è a tutti gli effetti vostra fiflia.” – disse il direttore.
“Siamo molto felici, grazie davvero.” – disse Emilia, e la famiglia tornò a casa.
 
Per tutto il tragitto Andres rimase in silenzio, osservando la bambina con curiosità. Quando Brenda si girava verso di lui, faceva l’indifferente, come se fosse arrabbiato. Non capiva però, che lei non aveva nessuna colpa, e aveva bisogno di una famiglia. Si sa, i bambini sono molto gelosi, e non è facile per loro capire queste cose.
Entrarono in casa, Brenda si guardava intorno, stringendo il suo orsacchiotto spelacchiato, come se lui le desse coraggio, le desse sicurezza. Era un posto nuovo per lei, aveva solo tre anni e aveva ‘paura’. Emilia si accorse del viso impaurito della bambina e cominciò a farla sentire a suo agio.
“Come ti sembra questa casa?”
“E', è... molto bella.” – disse Brenda, balbettando.
“Posso farle vedere la sua stanzetta?” – chiese Andres.
“Oh si, amore!” – disse Nicolas, felice.
“Vieni, saliamo.” – disse Andres alla bambina.
“Ti piace?” – chiese Emilia, una volta entrata nella sua nuova cameretta.
“Si... grazie.”
“Di niente. Starai bene con noi, te lo assicuriamo.” – disse Nicolas, abbracciando tutta la nuova famiglia.
 
Erano passati un po’ di giorni e Andres non digeriva per niente la nuova integrante della famiglia , le faceva i dispetti, la faceva piangere, gliene diceva di tutti i colori.
E dopo l’ennesimo dispetto, Emilia lo prese e lo portò con lei in giardino per parlare con lui, mentre Nicolas rimase in casa con la piccola Lalu cercando di calmarla.
“Juan Andres!” – e solo dal nome dedusse che sarebbe arrivata una bella strigliata. – “Hai finito di farla piangere?” – gli chiese Emilia, ormai stanca dei dispetti che faceva il bambino alla sorella.
“No, perché io non la voglio qui!” – disse arrabbiato.
“Perché non la vuoi?”
“Perché io voglio essere l’unico figlio per voi, e poi le femmine portano guai.” – disse con il broncio.
“Amore mio, te l’abbiamo già spiegato, ricordi? Il fatto che abbiamo adottato Brenda non significa che vogliamo meno bene a te.”
“Io, però non capisco perché l’avete voluta adottare.”
“Perché ogni donna sogna di avere un maschio e una femmina.”
“Se io ti prometto che cercherò di andarci d’accordo, tu mi prometti che non vorrai più bene a lei che a me?” – disse quasi implorante.
“Non ho bisogno di prometterlo, perché questo non succederà. Il mio amore è uguale per tutti e due.”
“Va bene mamma, cercherò di trattarla come si tratta una sorellina.” – disse sorridendo.
“Ecco, questo è il mio Andres!” – disse abbracciandolo e baciandolo tutto.
 
Dopo quel giorno, con solo 6 anni,  Andres capì che quello che faceva non era corretto, che così faceva soffrire tutti: Brenda, i suoi genitori e faceva del male anche a sé stesso.
Così iniziò a comportarsi come un vero fratello si comporta con la sorella; c’erano sempre le liti, ma subito dopo facevano la pace.
 
BENE!! FATEMI SAPERE SE VI PIACE CON UNA RECENSIONE!! BACIII 

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Capitolo 3
*** Gelosia? ***


Capitolo 2
 
Il tempo passò, per Brenda era giunto il momento di andare alle superiori, nella stessa scuola di Andres. Si alzò presto, era nervosa e preoccupata. Aveva lasciato le sue amiche delle medie, nessuna aveva scelto lo stesso suo indirizzo scolastico e quindi doveva fare nuove amicizie. Fortuna che con lei c’era suo fratello, se no si sarebbe sentita davvero persa.
I due arrivarono a scuola, Brenda andò in classe per non fare ritardo e Andres rimase fuori con i suoi amici.
“I tuoi genitori hanno scelto proprio bene, eh!” – disse Victorio ridendo.
“Cosa vuoi dire?” – chiese Andres, stranito.
“Tua sorella, è una bomba.” – disse Daniele, ridendo.
“Davvero, Andres. Complimenti.” – disse Stefano.
“Ragazzi, vi avviso: provate a toccare mia sorella e siete morti.” – disse Andres, nervoso.
“Tranquillo fratellino dolce.” – disse Victorio facendo ridere gli altri.
“Non sto scherzando, è mia sorella. Se le fate qualcosa, complimenti o altro, ve lo taglio.”
“Ma che discorsi sono? Tua sorella non si potrà mai fidanzare?” – chiese Stefano.
“No, cioè si. Ma non con i miei amici. Ok?” – disse Andres, fermamente.
“Ok, capo.” – dissero i tre, ridendo.
 
Erano passati due anni da quel discorso che Andres aveva fatto ai suoi amici, e loro non si erano avvicinati a la dolce sorellina di Andres. Brenda adesso frequentava la terza superiore, e Andres stava ripetendo, insieme ai suoi amici, il quinto anno, poiché l’anno precedente erano stati bocciati tutti per la stessa materia: letteratura.
Erano a metà del primo quadrimestre quando Andres entrando in classe venne richiamato dalla professoressa di letteratura.
“Andres, vedi di impegnarti quest’anno, se non vuoi ripeterlo, di nuovo.”
“Si, prof. Non la deluderò.” – disse Andres, sorridendo.
Aveva bisogno di aiuto per studiare, la letteratura non gli era mai piaciuta. Brenda era molto brava, così decise di chiederlo a lei.
“Lalu, posso chiederti un favore?” – disse Andres, facendo allontanare Brenda dal suo gruppo di amiche.
“Dimmi.”
“Senti, io ho dei problemini in letteratura, mi aiuteresti?”
“Si, modestamente sono bravissima.” – disse Brenda, ridendo.
“Ah ah, va bene.”
“Dopo pranzo studiamo in camera mia, raggiungo le altre. Ciao fratellino.” – disse Brenda, dandogli un bacio sulla guancia.
 
Dopo aver pranzato, tra battute e risate andarono a studiare in camera di Brenda, lei si sedette sul letto matrimoniale, come Andres d'altronde.
“Cosa devi fare per domani?” - chiese lei.
“Devo fare l'analisi di queste opere… due palle insomma” – disse scocciato.
“Io non capisco come hai fatto ad essere stato bocciato per letteratura, è così facile!” – disse Brenda.
“Per te è facile, sei un genio in letteratura.”
“Be’, modestamente.” – disse vantandosi per poi scoppiare a ridere con il fratello. – “Dai, inizia a seguire le domande guida, va.” – disse mentre lei iniziava con i suoi compiti di matematica.
Andres stava facendo la sua analisi quando ad un certo punto si bloccò, non sapeva come continuare il commento, che poi si rilevò molto semplice.
“Hai capito, Andres?”
“Sì. Grazie Lalu” – era l’unico che la chiamava così,apparte i genitori ovviamente.
Lei gli sorrise e ritornò sulle sue espressioni di secondo grado.
Dopo un’altra ora e mezza di studio, decisero di fare una pausa, Andres si sdraiò sulle gambe della sorella, come faceva sempre quando guardavano un film insieme, mentre lei gli accarezzava i capelli. Erano in silenzio fino a quando Brenda parlò.
“Andres?”
“Sì?”
“Posso farti una domanda?”
“Me l’hai già fatta…” – disse ridendo.
“Dai, scemo parlo sul serio.” – disse ridendo anche lei.
“Dimmi.” – disse giocando con le dita della mano di Lalu che precedentemente era sul suo fianco.
“E’ su uno dei tuoi amici…” – quando disse così, ad Andres si fermò la circolazione del sangue ed il suo cuore iniziò a battere all’impazzata. Cosa c’entravano i suoi amici con lei? Cosa voleva sapere del suo amico?
“Chi?” – disse ingoiando saliva, cercando di calmarsi.
“Vico.” – quel semplice nome gli fece andare il sangue al cervello, era successo qualcosa tra lei e il suo ‘amico’?
“Cosa v-vuoi s-sapere?” – disse balbettando, tipico di quando si è nervosi.
“E’ carino.” – disse abbassando lo sguardo.
“E con questo?” – disse più nervoso che mai, ma non lo diede a vedere.
“Niente. Volevo sapere se io gli piaccio.” – gli stava facendo quella domanda per metterlo alla prova, voleva vedere se le avrebbe dato il permesso di uscire con uno dei suoi amici.
“E’ fidanzato.” – disse velocemente Andres, altro ‘sintomo’ del nervosismo, però non era una bugia né una verità, era una mezza bugia. Era vero che Vico stava frequentando un’altra ragazza, non era proprio fidanzato ma era comunque impegnato – “Perché? Ti piace?” – disse alzandosi dalle gambe della sorella e fissando i suoi occhi verdi in quelli marroni di lei.
“Eh?” – ci mise un po’ a capire a cosa si riferiva, si era persa nel verde dei suoi occhi – “No! No!”
“E perché lo volevi sapere?” – disse stranito, ma un po’ più tranquillo.
“Perché Erica mi aveva detto che l’altro giorno mi stava guardando, tutto qui!”
“Ma io lo ammazzo!” – disse alzandosi, ma non riuscendoci poiché Brenda lo bloccò in tempo.
“Tranquillo.” – disse per poi scoppiare a ridere.
“Perché ridi?”
“Perché stavo scherzando, volevo metterti alla prova.” – disse tra una risata e un’altra.
“Eh?”
“Sì, è Vico che me l’ha suggerito, mi aveva detto che eri molto geloso e volevo vederlo con i miei occhi.” – disse continuando a ridere e contagiando il fratello.
“Non farlo mai più, eh. Ed è normale che sia geloso di te, sei la mia sorellina.” – disse per poi abbracciarla.
 
Era strano quello che poteva succedere in 13 anni. Il viso paffuto di Andres si era allungato, diventando di poco più affilato, ed era ricoperto da un sottile filo di barba, che lui usava portare sempre poco accennata, per sembrare più fico. Inutile dirlo, il risultato di quella sua idea era stupendo. I suoi capelli erano diventati, chissà come, castani, ed il fisico paffutello di bambino aveva lasciato spazio ad un ampio busto dalle spalle larghe e a due gambe muscolose. Le uniche cose che in lui non erano cambiate erano i suoi occhi, sempre dello stesso verde smeraldo, profondi, incantatori. Ovviamente, quegli occhi avevano stregato e rotto il cuore a tante ragazze, sia più piccole che più grandi di lui.
In Brenda, invece, i 13 anni avevano contribuito a renderla bellissima, femminile, degna dell'attenzione di qualsiasi ragazzo, almeno che questo non fosse gay. I capelli castani si erano allungati fino alla vita, incorniciandole il viso ed il busto, grazie alla sua decisione di continuare a tagliarli solo di poco ogni volta. Il suo viso delicato e chiaro esibiva due occhi grandi color caffè, un naso piccolo e delle labbra carnose, sul quale ogni ragazzo che conosceva aveva desiderato almeno una volta di stampare le sue. Le forme piatte dell'infanzia avevano lasciato il posto ad un corpo snello e proporzionato, con delle curve mozzafiato, ma allo stesso tempo non eccessivamente accentuate. E, come Andres pensò qualche minuto dopo quella conversazione con la sorella, quelle curve non avrebbero mai dovuto attirarlo, vero? Ma perché in quel momento la immaginava attaccata a lui mentre i suoi amici giravano i tacchi e la lasciavano perdere? «Ma bene, Andres, bella mossa. Ricordati che l'unico motivo perché immagini queste cose è perché lei non la deve toccare nessuno.» - si costrinse a pensare mentre la sua risata melodica lo distraeva dal pensare lucidamente. Si sarebbe potuto benissimo dire che il ragazzo fosse incantato.
“Ehi, bello addormentato, a cosa stai pensando?” - chiese lei, schioccandogli le dita davanti la faccia.
“Eh?” - chiese lui scuotendo la testa, ritornando dai suoi pensieri - “Ah, si scusami. Ero... pensieroso.”
“Per cosa?” - chiese lei.
“Per quello che mi hai detto. Nessuno di quegli idioti dei miei compagni si deve avvicinare a te. Nessuno.” - disse lui, guardandola fisso, quasi come se la volesse passare ai raggi X.
Brenda, anche non volendo, sentì un brivido percorrerle la schiena. Ma cosa si metteva in mente? Quello che provava per lui era solo amore fraterno e, senza dubbio, quella gelosia che lui le aveva dimostrato, era solo gelosia. Perché l'unica cosa che quei 13 anni non avevano cambiato, era proprio l'indistruttibile legame di amicizia che mantenevano.




GRAZIE MILLE X LE RECENSIONI PRECEDENTI... SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO.... FATEMI SAPERE :D

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