Gli Occhi del Cuore

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cala il Sipario ***
Capitolo 2: *** Amicizia e Speranza ***
Capitolo 3: *** Sospetti ed Equivoci ***
Capitolo 4: *** Una Situazione Difficile ***
Capitolo 5: *** Per Amore di Neji ***
Capitolo 6: *** Orgoglio e Umiliazione ***
Capitolo 7: *** Lacrime nella notte ***



Capitolo 1
*** Cala il Sipario ***


Rock Lee stava caminando avanti e indietro, davanti al palazzo dell'Hokage, esattamente da che Tenten era entrata per sostenervi l'esame. Contrariamente a Neji, calmo e tranquillo come sempre, era terribilmente preoccupato che qualcosa andasse storto. Anche se Tenten aveva lavorato duro e si era preparata per mesi, sotto la guida di Tsunade-Sama e di Sakura, l'esame da Ninja-Medico non era certo uno scherzo.

- Vuoi smetterla di girare in tondo? - brontolò Neji al compagno. - Mi innervosisci...
- Ma come fai a essere così calmo, Neji ?

Per tutta risposta, lo Hyuga si limitò a socchiudere gli occhi e chinare il capo.

- La sola cosa che possiamo fare in questo momento è aspettare: se Tenten ti avesse visto in questo stato, sarebbe già bocciata prima di entrare...
- Che ci posso fare se sono nervoso ?!?

Neji aggrottò la fronte. Rock Lee fissò l'orologio posto davanti all'ingresso e, quasi senza accorgersene, cominciò addirittura a mangiarsi le unghie man mano che il tempo passava.

- E se non dovesse farcela? - esclamò ad un tratto, afferrando Neji per il kimono. - Se la Forza della Giovinezza dovesse venirle meno... Chi potrebbe aiutarla a superare le avversità della vita, e ad affrontare le difficoltà col soffio della speranza? Possibile che tu non... Gaaakkk !!!

La vena pulsante sulla fronte di Neji sparì, non appena le sue mani si strinsero attorno al collo di Rock Lee.

- Se non la pianti, te lo faccio esalare io il "soffio della speranza"... L'ultimo!
- Akf... Koff... soff... oco...

Per fortuna Tenten comparve sulla soglia, nello stesso momento in cui Rock Lee cominciava a diventare cianotico. Sia lui che Neji scattarono entrambi in piedi e, facendo finta di niente, la osservarono con sguardo interrogativo.

- Allora? - domandò subito Rock Lee.
- Passata - rispose Tenten con un sorriso soddisfatto.
- EVVAI !!!

Raggiante di Giovinezza all'ennesima potenza, Rock Lee afferrò le mani di Tenten e cominciò a "saltellare" con lei in preda all'euforia. Neji si limitò ad abbozzare appena un sorriso, ma era chiaramente contento anche lui per il successo della compagna.

- Che ne dite, andiamo a festeggiare tutti insieme da Teuchi ? - propose Rock Lee. - Non c'è niente di meglio di un triplo ramen extra per celebrare il nostro nuovo Medico di Squadra!
- Buona idea, ci sto - annuì Tenten. - Sono due settimane che non faccio un pasto come si deve per studiare...
- E il conto lo paga il nostro Neji... Vero ?
- Cosa ?!?
- Grazie, Neji-Chan, sei sempre molto giovane e generoso in questo... non ho parole per ringraziarti !
- Aspetta un momento, io non...
- Allora che aspettiamo, andiamo?

Prima che Neji potesse protestare, i due "giovanili" scrocconi si erano già avviati verso il chiosco di Teuchi. Neji sospirò rassegnato e, traendo fuori il borsellino dalla tasca, si assicurò di avere con sé abbastanza soldi: non aveva assolutamente voglia di lavare i piatti, come l'ultima volta che si era fatto incastrare dai discorsi di Rock Lee su Giovinezza & Generosità.
Poco dopo si ritrovarono tutti e tre seduti, davanti ad altrettante ciotole di ramen fumanti, e non vedevano l'ora di assaggiarle quando... All'improvviso un'esplosione terrificante, proveniente dalla zona dei depositi alimentari, fece schizzare in faccia a Rock Lee il contenuto della tazza. Il ragazzo dalle folte sopracciglia si grattò via la rondella dagli occhi e, ancora gocciolante di brodo, fissò gli altri in cerca di una risposta.

- Che accidenti è successo?
- L'esplosione proveniva dai magazzini generali, dev'essere successo qualcosa... Andiamo a dare un'occhiata!
- D'accordo!

Senza perdere tempo, Neji e Tenten schizzarono di corsa verso il luogo dell'esplosione. Rock Lee provò subito a imitarli ma, a giudicare dal modo in cui si sentì afferrare per il bavero, il proprietario del chiosco non era dello stesso parere.

- PRIMA paga il conto, DOPO puoi andare dove ti pare!

 

***

 

Una volta raggiunti i suoi compagni sul luogo del disastro, Rock Lee si ritrovò davanti a una scena orribile. Due dei principali magazzini di generi alimentari avevano lasciato il posto ad un ammasso informe di macerie fumanti e legno carbonizzato; due squadre di Anbu erano sopraggiunte immediatamente, ma dovettero constatare con disappunto che c'era ben poco da fare ormai...

- Chi può aver fatto una cosa simile? - domandò Tenten incredula.
- Senza dubbio, dietro a questo scempio, c'è la mano di qualche terrorista - ipotizzò Neji. - Hanno distrutto tutto in modo rapido e veloce, l'esplosivo non lascia tracce, ma non possono essere andati lontano...
- Presto, venite!

Un Anbu fece segno agli altri di raggiungerlo, probabilmente aveva scoperto qualcosa.

- Che succede, Ryoken?
- Una vedetta mi ha appena comunicato che tre individui sono stati visti correre ad un paio di chilometri da qui!
- Nient'altro?
- Uno di loro portava i colori del Villaggio della Roccia, probabilmente si tratta di rinnegati...
- D'accordo, avvisiamo l'Hokage e mettiamoci subito al loro inseguimento!
- Io e la mia squadra possiamo precedervi - dichiarò subito Neji. - Se li rincorriamo adesso, non ci sfuggiranno sicuramente!
- Va bene, ma siate prudenti !

Così Neji e gli altri seguirono la direzione indicata dall'Anbu e si misero sulle tracce dei dinamitardi. Costoro avevano lasciato dietro di sé una pista evidente, perfino troppo... Ad un tratto Neji fece segno agli altri di fermarsi.

- Che c'è?

Dal ramo dell'albero, dove si erano piazzati, Neji scrutò la foresta sottostante con il Byakugan.

- C'è qualcosa che non va - esclamò. - Nessuno è tanto stupido da lasciarsi inseguire così facilmente, a meno che non abbia un piano ben preciso... Da qui in avanti faremo meglio a procedere con cautela, perciò aspettiamoci di tutto!

Tenendosi alle spalle di Neji, il quale non perdeva d'occhio i movimenti dei fuggitivi, i tre giunsero ben presto ad una specie di capanno nel bel mezzo di una radura.

- Sono là dentro - disse Neji.
- Che facciamo, entriamo anche noi ?
- Forse non occorre, la seconda squadra è per strada e non c'è modo di scappare al Byakugan, credo che la cosa migliore da fare sia aspettare la loro prossima mossa...
- Al diavolo - protestò Rock Lee. - Quei maledetti mi hanno fatto saltare il pranzo... Voglio spaccargli le ossa ADESSO !!!
- Aspetta un attimo, scriteriato!

Ma Rock Lee era già davanti all'ingresso del capanno, pronto a buttare giù la porta. In men che non si dica, Neji gli fu accanto per bloccare il suo pugno e Tenten lo rimproverò duramente.

- Che ti salta in mente - mormorò la kunoichi furibonda. - Perché non rifletti prima di agire una volta tanto?
- Lascia perdere, tanto è fiato sprecato - tagliò corto Neji.

Rock Lee chinò la testa imbarazzato, mentre Neji si mise ad osservare attentamente l'interno del capanno.

- Cosa vedi ? - domandò Tenten.
- Sono fermi al centro della stanza, in ginocchio, sembra quasi... è una botola!
- Dannazione!

Senza riflettere, stavolta fu Tenten ad aprire la porta con un calcio e a fiondarsi dentro. I rinnegati si voltarono un attimo a guardarla, prima di saltar dentro la botola.

- Fermi - gridò Tenten.
- Addio - rispose beffardo l'ultimo fuggitivo, prima di richiudere il coperchio della botola e sparire sottoterra.
- Maledetti, io vi...
- Tenten, fermati !!!
- Ma se la stanno filando...

Tenten non fece in tempo a finire la frase, che si accorse con orrore di avere appena urtato col piede un sottilissimo filo metallico. Subito si rese conto che il capanno era in realtà una polveriera e lei aveva involontariamente azionato una trappola mortale.
Accadde tutto in un attimo: un lampo accecante e un boato spaventoso; Tenten e Rock Lee non ricordarono nulla, la violenza dell'esplosione li aveva entrambi tramortiti; l'unica cosa che videro al loro risveglio era la radura bruciata e il loro amico Neji, ferito e sanguinante, seduto accanto a loro.

- Ne... Neji...

Lo Hyuga non si mosse. Per un attimo Tenten credette addirittura che fosse morto, poi però le rivolse la parola senza voltarsi.

- Stai bene?
- Cre... Credo di sì...
- Rock Lee era rimasto indietro, ma ha preso un brutto colpo in testa quando l'onda d'urto ci ha sbalzati via... Vedi se puoi fare qualcosa!

Subito Tenten si voltò verso il compagno privo di sensi. Fortunatamente le ferite di Rock Lee erano superficiali e, a parte il grosso bozzo sulla zucca, era solo profondamente addormentato. La kunoichi tirò un sospiro di sollievo, per fortuna erano tutti e tre sani e salvi. Poco dopo giunsero anche Sakura e la seconda squadra.

- State bene - domandò la kunoichi dai capelli rosa, preoccupata da ciò che vedeva intorno.
- Fortunatamente sì - rispose Tenten. - A parte qualche graffio e qualche ammaccatura, ma ce la siamo cavata ancora bene...

Lo sguardo di Sakura si posò su Neji.

- Venite adesso - esclamò. - Mentre gli Anbu raccolgono indizi, mi occuperò io di...
- Rock Lee sta peggio di me - rispose secco lo Hyuga. - Io posso aspettare!

Sakura scosse il capo rassegnata.

- Sempre il solito orgoglioso - borbottò sottovoce. - Tenten, mi occupo io di Rock Lee, tu cerca di convincere quel testardo... Del resto anche tu sei un medico ora, e anche molto in gamba!

Tenten annuì imbarazzata e, mentre Sakura esaminava le condizioni di Rock Lee, si avvicinò a Neji.

- Posso aiutarti ?

Sulle prime Neji non disse nulla, poi però fece segno a Tenten di accostarsi per mormorarle qualcosa sottovoce.

- Allontaniamoci da qui, per favore...

Tenten sospirò.

- D'accordo, come vuoi - rispose.
- Posso... chiederti un'altro favore?
- Certo, dimmi !
- Ti spiacerebbe darmi una mano ad alzarmi e non fare domande, almeno finché non saremo al riparo da occhi indiscreti ?
- Va bene...

Tenten rimase davvero stupita. Se Neji era conciato talmente male da non potersi rialzare da solo, niente di strano che non volesse farsi vedere da Sakura anche se un tantino curioso, vista l'abilità della rosa in campo medico... Tuttavia, come promesso, non fece domande e si allontanò dalla radura assieme a Neji. Anche qui si sorprese del fatto che il ragazzo aveva uno strano incedere, quasi "zoppicante", doveva trattarsi di qualcosa di veramente serio.

- Perché hai rifiutato di farti vedere da Sakura? - domandò Tenten, non appena furono entrambi abbastanza lontani. - Lei ha molta più esperienza di me come ninja-medico, mentre io...

Silenzio.

- Neji, che ti succede? - Adesso Tenten era veramente preoccupata.
- Il fatto è che, a parte te di cui so di potermi fidare, non voglio far sapere a nessun altro che...

Nel momento in cui lo Hyuga sollevò il capo, mostrando gli occhi privi della loro solita lucentezza, Tenten si accorse che le bianche pupille erano spente e la parte superiore del volto era ricoperta da gravissime ustioni.

- ... Io sono diventato cieco, Tenten!

 

( continua )

 

Nota dell'Autore

Ringrazio e saluto gli amici e le amiche che mi sostengono ( xD un giorno forse mi spiegherete anche "perché" ) e in particolare mando un abbraccio affettuoso a:

Vaius

BimbaInnamorata

Tenny_93

Hikari_Uchiha

Misery_Sama ( XD birbante, dove sei finita ? ) ^__^

Ciao a tutti, un bacione!

 

DADO

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Capitolo 2
*** Amicizia e Speranza ***


Tenten rimase scioccata dalla rivelazione, non riusciva a credere che fosse vero. Guardando più attentamente, si accorse anche delle bruciature sulle sue braccia e sulla schiena; e in alcuni punti, dove le ferite erano più gravi, si intravedeva addirittura la carne viva.

 

- Ma... come è successo? Nessuno di noi ha riportato danni simili nell'esplosione...
- Per fortuna - sorrise Neji amaramente, tossendo per qualche secondo prima di proseguire. - Un attimo prima dell'esplosione, sono riuscito ad afferrare sia te che Rock Lee, dopodiché ho eretto una barriera di chakra per contenere l'impatto... Ma non sono riuscito ad evitare del tutto di rimanere esposto al calore!

Tenten si morse il labbro, rimproverandosi per la sua avventatezza. Lei aveva azionato inavvertitamente quella dannata trappola e lui era ridotto in quello stato a causa sua; non se lo sarebbe mai perdonato.

- Neji, devi farti vedere da Sakura, io...

Subito Neji le afferrò il polso, per impedirle di allontanarsi.

- Anche tu sei un medico, adesso - le ricordò Neji. - E' meglio che ti abitui all'idea perché, d'ora in avanti, potresti avere a che fare con molte situazioni del genere... Ti prego, fai quello che devi fare!

Col cuore in gola, Tenten pose le mani sulla fronte di Neji e fece confluire il proprio chakra sulla zona della lesione, cercando di capirne la gravità. La pelle era ustionata e la zona intorno alle orbite sembrava confermare ciò che Neji aveva detto. Ad un primo esame, era evidente che i suoi occhi avevano risentito dell'esplosione a distanza ravvicinata; tuttavia poteva trattarsi di una cecità momentanea, forse il nervo ottico non era stato danneggiato; in ogni caso doveva portarlo subito al villaggio e non sarebbe stato facile tacere la cosa...

- Non posso curarti qui, devo portarti al villaggio...
- Ti prego solo di non dire nulla a Sakura!
- Ma...
- Per favore!

La voce di Neji era piuttosto una supplica, praticamente la stava implorando.

- Se si tratta di un danno permanente, non sarà certo Sakura a fare la differenza - le spiegò Neji. - Sarà già difficile da accettare di per sé, perciò preferisco evitare che si sappia in giro... Ti prego aiutami a tenerlo nascosto, il tempo necessario a capire se si tratta di un danno irreversibile oppure no, ti chiedo solo questo!

Tenten esitò.
Da una parte il suo dovere di medico era quello di affidare Neji alle migliori cure possibili, dall'altro però riusciva anche a comprendere i sentimenti dell'amico. Solo fino a quella mattina, Neji era considerato uno dei ninja più forti del villaggio, per lui sarebbe stato terribile tornare a Konoha come un "povero cieco"... Subito immaginò i commenti e le umiliazioni che avrebbe dovuto subire, una volta esonerato dal suo incarico: nessuno gli avrebbe permesso di rientrare in azione, sarebbe stato compatito da tutti; la sola idea era peggio di qualsiasi altra cosa, non sarebbe mai riuscito a sopportarlo.

- Posso... posso riportarti a casa senza dare nell'occhio - rifletté Tenten sottovoce. - Sarà sufficiente inventare una scusa: dirò a Sakura che hai bisogno di qualche giorno di riposo, ma il vero problema sarà tenere la cosa nascosta alla tua famiglia...
- Per questo, non preoccuparti - la tranquillizzò Neji. - Mio zio e gli altri membri del clan hanno altro a cui pensare, rispetto al fatto che io sia ferito o meno, inoltre non sono uno che riceve spesso visite... Una volta a casa, non avrò difficoltà a nascondere il mio stato!

Tenten annuì debolmente.

- D'accordo allora, aspettami qui, vado a parlare un attimo con Sakura e torno!
- Tenten...
- Sì ?
- Grazie!

 

***

 

Tenten ritornò poco dopo, con un piccolo involto di bende sottobraccio.

- Tutto a posto - esclamò. - Sakura e Rock Lee sono già partiti verso il villaggio e la squadra degli Anbu è impegnata nelle ricerche!
- Hai avuto problemi ?

Prima di rispondere, Tenten si inginocchiò davanti a lui e, scegliendo con cura le bende, cominciò ad avvolgere la sua ferita.

- Prima di tutto, occorre proteggere la lesione attorno agli occhi - spiegò lei, sforzandosi di mantenere la calma necessaria. - E' necessario se vogliamo evitare complicazioni... Quanto tempo è trascorso più o meno?
- Non saprei - rispose Neji. - Non ne sono sicuro ma, da prima che arrivasse Sakura con i rinforzi, credo non sia trascorsa più di un'ora o due...

Tenten scosse la testa con disappunto: se la ferita nel frattempo si era infettata, poteva aver peggiorato le cose... Purtroppo non c'era modo di verificare adesso, bisognava raggiungere Konoha al più presto e sperare in bene.

- Ho detto a Sakura che, visto che non avevi niente di grave, hai preferito avviarti subito verso casa...
- Ti ha creduto?
- Credo di sì - rispose Tenten, finendo di aggiustare la fasciatura. - A dire il vero, non ci ha fatto molto caso: tutti sanno quanto sei "testardo"... Le ho detto anche che ti ho suggerito qualche giorno di riposo, e si è quasi messa a ridere!
- Hm - fece Neji con una smorfia. - Sarà stupita allora di vedere che seguo il tuo consiglio...

Malgrado il tentativo di sdrammatizzare, Tenten era troppo preoccupata per mettersi a sorridere.

- Ecco fatto - disse lei infine. - Pensi di riuscire a muoverti senza problemi ?

Neji si alzò lentamente, come se niente fosse.

- Per una volta, pare proprio che saranno i tuoi occhi a guidarmi - esclamò.
- Va bene allora, andiamo!

Tenendo la mano sulla sua spalla, Neji seguì Tenten di albero in albero, cercando di tenere il suo passo. Malgrado la cecità era ancora sufficientemente agile, in ogni caso gli bastava seguire i movimenti dell'amica per non cadere. Entrambi arrivarono a Konoha verso l'imbrunire, e fu una fortuna per entrambi il fatto che il villaggio fosse deserto a quell'ora.

- Come faccio a portarti a casa in questo stato? - domandò Tenten preoccupata.
- La finestra che da sulla mia camera è sempre aperta - spiegò Neji. - Una volta lì, non avrò problemi: nemmeno mio zio si è mai preoccupato eccessivamente del mio stato di salute, mi basterà chiudermi a chiave per stare tranquillo...

Villa Hyuga sembrava completamente immersa nel sonno, tanto era silenziosa. Raggiungere la finestra aperta al secondo piano era di per sé una bazzecola per due ninja addestrati; l'unico problema era che, non essendo in grado di vedere, Neji dovette affidarsi completamente all'amica anche questa volta, e ciò fu terribile per il suo orgoglio... Tenten guidò Neji silenziosamente, camminando entrambi lungo la parete, dopodiché i due entrarono di soppiatto nella stanza.

- Siamo arrivati - mormorò Tenten sottovoce. - Adesso però dobbiamo controllare la tua ferita...

Neji si lasciò cadere su una sedia, lasciando che Tenten gli sciogliesse la fasciatura. Alla tenue luce della lampada, la kunoichi esaminò meglio la situazione: la ferita era pulita ma le pupille di Neji erano spente; usando le sue conoscenze mediche di base, poteva fare qualcosa per l'abrasione e le ferite minori sulle braccia e sulla schiena; ma non sapeva abbastanza per poter intervenire su organi tanto delicati come gli occhi... Facendo confluire il proprio chakra nelle mani, Tenten si concentrò al massimo delle sue capacità. Ben presto le ferite si rimarginarono quasi completamente e Neji cominciò a sospirare di sollievo.

- Grazie Tenten - esclamò lui in un soffio.

Tenten sorrise debolmente, ma il problema principale sussisteva ancora.

- Neji, ascolta - disse poi con un filo di voce. - Lo sai che ti sono amica e ti voglio molto bene ma, con le mie conoscenze attuali, non sono in grado di curare i tuoi occhi allo stesso modo di una qualsiasi ferita... Non ho abbastanza esperienza!

Neji non rispose, si limitò appena a chinare il capo.

- Insomma - proseguì Tenten. - Non credo che questa sia una buona idea, le mie capacità mediche non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle di Tsunade-Sama o di Sakura! Forse, se tu accettassi di venire in ospedale...
- Tenten, dimmi la verità - la interruppe Neji, senza alzare la testa. - Quante possibilità esistono che io possa recuperare la vista?
- Neji, io non...

La ragazza non sapeva assolutamente che cosa rispondere. In quella domanda Neji intendeva sottolineare qualcos'altro, Tenten lo sapeva bene: l'orgoglio di ninja era l'unica cosa che il suo amico possedeva; senza di quello, Neji si sentiva vulnerabile come chiunque altro e ciò lo spaventava. La domanda del ragazzo esprimeva tutta la sua angoscia per un futuro che non avrebbe più avuto, solo una ben misera esistenza, prigioniero come un leone in gabbia e avvolto in un mondo di tenebre... "Quante possibilità esistono per me ?" intendeva dire. Tenten non poteva saperlo e non poteva nemmeno dargli la certezza che sarebbe guarito, tuttavia sentiva di essergli abbastanza vicina da comprenderlo.

- Il destino sa essere veramente crudele - sorrise Neji amaramente. - Evidentemente questa è la punizione che mi merito per il mio orgoglio! Sì, forse Tsunade-Sama riuscirebbe a curarmi, ma se neanche lei fosse in grado di fare qualcosa? Per me significherebbe solo uscire da un inferno per ricadere in un altro, e stavolta non ne uscirei mai più...
- Basta adesso, smettila - si lasciò sfuggire Tenten, con rabbia. - Non è da te commiserarti in questo modo!

Neji tacque sorpreso. Era chiaro che Tenten non sopportava di vederlo così rassegnato, proprio lui che da sempre rappresentava per lei un modello da seguire.

- Capisco perfettamente quello che provi, ma non troverai la soluzione ai tuoi problemi piangendoti addosso!
- Tenten...

Senza dargli il tempo di replicare, Tenten lo strinse forte per la mano.

- Fino ad oggi non ci siamo mai arresi davanti a nulla - esclamò lei. - Anche a seguito delle sconfitte, ci siamo sempre rialzati e abbiamo trovato entrambi la forza di andare avanti !

Neji non rispose, anche perché l'amica aveva ragione da vendere.

- Mi hai chiesto di aiutarti, e sai bene che lo farò - proseguì Tenten, sempre più decisa e convinta. - Farò tutto quello che posso, mi impegnerò a fondo per trovare una cura! Ma devi essere tu il primo a non perdere la speranza, hai capito ?!?

Ora Tenten stava parlando proprio come un medico. Neji annuì e, in fondo al cuore, sapeva di potersi fidare completamente di lei, per questo non avrebbe rinunciato a sperare.

 

( continua )

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Capitolo 3
*** Sospetti ed Equivoci ***


Tenten si impegnò duramente anima e corpo per aiutare Neji. Ogni giorno, per più di una settimana, trascorse ore ed ore a consultare innumerevoli testi e rotoli di pergamena; in particolare sullo studio e sull'anatomia dell'apparato visivo e sulle conseguenze dei danni alle varie parti dell'occhio: retina, iride, pupilla, etc... Purtroppo vi era anche da considerare che il Byakugan era molto più delicato e sensibile di un occhio normale, data la sua particolare natura; di conseguenza le possibilità di intervenire efficacemente su di un organo tanto delicato diminuivano notevolmente. In pratica finora, pur avendo consultato decine e decine di volumi, Tenten valutò tristemente che le probabilità per Neji di riacquistare l'uso della vista avevano circa il 5% di successo contro il 95% di insuccesso.

 

- Non... Non posso arrendermi, dannazione - mormorò Tenten, cercando in tutti i modi di resistere al sonno ( erano infatti ormai quasi quarantotto ore che non chiudeva occhio e, durante il resto del tempo, dormiva ugualmente poco e male ). - Eppure una soluzione ci dev'essere... ci deve essere!

 

Nonostante la stanchezza, Tenten non si sarebbe mai rassegnata. A costo di consultare tutti i libri e le pergamene di Konoha, avrebbe continuato ugualmente a cercare. Il pensiero di Neji, ridotto in quello stato di impotenza, le era insopportabile; perciò continuò a sfogliare pagine su pagine, alla ricerca di qualcosa che, molto probabilmente, non c'era...

 

***

 

Nel frattempo erano ormai circa dieci giorni che Neji viveva come un recluso, nel silenzio della sua stanza, con gli occhi bendati. Come aveva logicamente previsto, nessuno, nemmeno suo zio, sembrò preoccuparsi di questo suo strano comportamento. Sakura aveva riferito nella sua versione ufficiale che Neji aveva riportato delle evidenti ferite alla schiena durante la micidiale esplosione, perciò per il momento tutti al villaggio erano convinti che fosse semplicemente troppo "debole" per uscire dalla sua stanza. Fortunatamente, dato il suo carattere chiuso e riservato, tutta quella solitudine non gli pesava poi più di tanto. Dal giorno dell'incidente, subito dopo aver finito di studiare, Tenten si recava da lui ogni sera per cambiare le bende e verificare le condizioni delle bruciature attorno ai suoi occhi. La finestra della camera di Neji era sempre aperta, cosicché non era un problema per lei entrare e uscire. Durante quelle visite notturne, si preoccupava di assistere il ragazzo con la professionalità di un medico e l'affetto sincero di un'amica. Neji non lo avrebbe mai ammesso ma, dentro di sé, non avrebbe mai smesso di ringraziare Tenten per tutta la sua pazienza e comprensione.

 

- Ti faccio male ? - domandò Tenten, cercando di sciogliere la fasciatura nel modo più delicato possibile.

- No, tranquilla!

 

Tenten osservò attentamente la situazione. Le bruciature ormai erano in via di guarigione, ridotte ad appena una lieve traccia rossastra, dove la pelle aveva ricominciato a formarsi. Tuttavia gli occhi del ragazzo erano spenti e privi di qualsiasi reazione alla luce; segno dunque che il danno era molto più grave di quanto lei osasse pensare. 

 

- Che cosa ne dici ? - domandò Neji, in tono leggermente ansioso.

- Come ? Aaah, sì... Va meglio, non preoccuparti, è solo una questione di tempo!

- Tempo - ripeté il ragazzo, quasi in un sussurro.

 

Tenten non sapeva che fare. Da una parte sentiva di dovergli dire la verità, ovvero che le possibilità di guarire in seguito ad un intervento erano molto basse... Ma dall'altra, perfino lei non voleva accettare quella realtà.

 

- Adesso devo applicare l'unguento sulla ferita, mi raccomando, non muoverti...

- Tenten - la interruppe Neji. - Ti prego, dimmi la verità!

- Che... Che intendi dire ?!?

- Lo sai cosa intendo - replicò lui semplicemente.

 

La ragazza rimase in silenzio per diversi attimi, incapace di rispondere, poi però si fece coraggio.

 

- Neji - cominciò. - I tuoi occhi non hanno alcuna reazione, ciò significa che il danno è molto, molto interno... Non è possibile curarli, senza un intervento chirurgico!

- Ma quante sono le possibilità ?

 

Tenten sentì un forte groppo salirle in gola, prima di rispondere.

 

- Poche, purtroppo...

 

Neji non disse nulla. Tenten non fu in grado di capire a cosa stesse esattamente pensando, ma non lo aveva mai visto così prima d'ora.

 

- Ma esistono, credimi - si affrettò ad aggiungere. - Dammi retta, sono più che convinta che, con le opportune cure, riuscirai a tornare quello di un tempo... Credimi!

 

Silenzio.

Malgrado le parole dell'amica, il pensiero che tormentava Neji era quello di essere "emarginato" dal resto del villaggio. Lui, il più giovane Jonin di Konoha, colui che era riuscito a cavarsela in numerose situazioni, affrontando innumerevoli sfide e missioni di ogni genere... avrebbe davvero trascorso la fine dei suoi giorni come un povero cieco ?

 

- Neji, io...

- Va bene - rispose lui, cercando di tranquillizzarla. - Va tutto bene!

 

La ragazza lo osservò tristemente e, quasi senza accorgersene, la sua mano scivolò su quella del ragazzo, accarezzandola dolcemente. Neji avvertì quel tepore sulla pelle, senza tuttavia alzare lo sguardo. Malgrado non potesse vedere, sapeva che quella di Tenten NON era né compassione né pietà... Entrambi si conoscevano da troppo tempo per non riuscire a comprendere gran parte l'uno dell'altra: Neji freddo e distaccato, Tenten raggiante e solare; lui fiero e orgoglioso, lei forte e intraprendente... Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che tipo di legame ci fosse tra loro; certo però che, nonostante i loro caratteri così diversi, c'era comunque "qualcosa" che li univa. Anche se probabilmente nemmeno loro sapevano bene di cosa si trattasse, sentivano di non poter fare a meno di stare insieme; come se i loro destini fossero legati da un filo invisibile, che nessuno al mondo sarebbe mai riuscito a spezzare.

 

***

 

Il giorno seguente, Tenten era ancora china sui libri. Aveva passato gran parte della notte a vegliare Neji e, nonostante la stanchezza arretrata, non poteva concedersi il lusso di riposare neanche per un attimo. Tuttavia, osservandola da qualche tempo, Sakura non poté fare a meno di domandarsi se c'era qualcosa che non andava.

 

- Sono diversi giorni che la trovo qui - commentò la rosa tra sé. - Mi riesce difficile credere che si stia preparando solo per sostenere il prossimo esame...

 

Tenten era così assorta nei suoi studi, che quasi non si accorse nemmeno della mano di Sakura sulla sua spalla.

 

- Cos... Oh, ciao Sakura!

- Va tutto bene ?

- Eh ?!? Oh, certo... benissimo! Perché ?

 

Sakura aggrottò il sopracciglio.

 

- Sono giorni e giorni che studi senza sosta, hai gli occhi rossi e si vede lontano un miglio che NON dormi abbastanza...

- Ma no, che dici - fece Tenten, cercando di sembrare convincente. - Certo, ultimamente sono un po' presa dagli studi ma... Non c'è nulla che non va, davvero!

- Ne sei sicura ?

- Certo, perché me lo chiedi ?

 

Sakura sospirò fortemente prima di rispondere.

 

- Ascolta - esclamò. - Se hai qualche problema di cui preferisci non parlare sono affari tuoi, me ne rendo conto... Ma ricorda perlomeno che, qualunque cosa si tratti, puoi contare su di me in ogni caso!

- Grazie Sakura - sorrise Tenten. - Sei una vera amica...

 

In quel momento l'orologio della biblioteca segnò l'ora di chiusura.

 

- S... Si è fatto tardi, devo proprio andare...

- Vuoi che ti accompagni ? Magari ci possiamo fermare a prendere qualcosa al ristorante di Teuchi, così parliamo un po' e...

- No, ti ringrazio - tagliò corto Tenten, rimettendo a posto i libri sugli scaffali. - Come dici anche tu, sono piuttosto stanca in questo periodo... E' meglio che vada a casa a farmi una bella dormita!

- D'accordo, come preferisci - annuì Sakura. - Sarà per un'altra volta, allora...

- Ma certo, grazie!

 

Una volta posati i libri, Tenten si assicurò il suo inseparabile rotolo sulle spalle e salutò affettuosamente Sakura.

 

- Mi raccomando, riguardati!

- Non ti preoccupare - la tranquillizzò Tenten. - Ciao!

 

Non appena se ne fu andata, Sakura non poté fare a meno di buttare un'occhiata distratta sul titolo del libro che l'amica aveva rimesso a posto.

 

- Strano - esclamò. - Non ricordavo "Dilatazione Pupillare - il mistero dei nostri occhi" nei testi per il secondo modulo di esame...

 

***

 

Quella sera Kiba e Akamaru stavano cercando un modo per ingannare il tempo. Dal momento che quel "chiacchierone" di Shino aveva deciso di battere tutti i record nel tenere il broncio, e che Hinata era quasi altrettanto di compagnia ultimamente, pensarono che la cosa migliore fosse andare a fare qualche scherzo di cattivo gusto a coloro che rincasavano tardi. Caso volle che, passando proprio sotto Villa Hyuga, il dispettoso Inuzuka non poté fare a meno di farsi tornare in mente una cosa...

 

- Ora che ci penso - esclamò. - Sono diversi giorni che quell'allegrone di Neji non mette il naso fuori di casa! Chissà cosa starà facendo...

 

Improvvisamente gli venne in mente un'idea diabolica.

 

- Beh - sorrise l'Inuzuka al solo pensiero. - Se è vero che dorme tutto il giorno, forse gradirà un piccolo "concerto notturno"... Tu che ne dici, Akamaru ?

- Arf! Arf!

- Certo, l'unico problema è che NON abita solo lui lì dentro, e sinceramente il padre di Hinata mi preoccupa di più, però...

 

Purtroppo, prima che potesse finire la frase, il suo olfatto percepì chiaramente qualcuno che si avvicinava.

 

- Sta arrivando qualcuno - sussurrò ad Akamaru. - Mi sa che per stasera ci conviene cambiare aria e... ma... un momento!

 

Nascosti dietro un lampione, Kiba e Akamaru osservarono in silenzio la strada deserta. Improvvisamente apparve una sagoma inconfondibile, quella di una ragazza con due vistosi cipollotti legati in testa e un rotolo di dimensioni enormi assicurato sulla schiena.

 

- Che cosa ci fa qui Tenten a quest'ora ? - si domandò l'Inuzuka tra sé.

 

Senza emettere fiato, Kiba osservò la ragazza guardarsi attorno con circospezione. Dopodiché la vide oltrepassare il muro di cinta della villa e, camminando lungo la parete, raggiungere una finestra aperta e illuminata al terzo piano.

 

- Hai capito - mormorò l'Inuzuka, con un sorrisetto ironico. - Ecco perché il nostro Neji dorme tutto il giorno: certo, se "qualcuno" la notte lo tiene sveglio... Roba da matti, quando lo racconterò in giro, non ci crederà nessuno!

 

( continua )

 

Nota dell'Autore:

XD A parte il fatto che Kiba mi sta sui cosiddetti in un modo, MA IN UN MODO... >.< Vabbé, lasciamo perdere...

Colgo l'occasione per salutare i miei amici e le amiche di EFP... E per festeggiare quella cara & gentile signora che mi ha messo al mondo... visto che oggi è il SUO compleanno XD AUGURI MAMMA !!!

^__^

 

DADO

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Capitolo 4
*** Una Situazione Difficile ***


- E’ così, vi dico - esclamò Kiba, alzando la voce.

Shikamaru e gli amici lì riuniti scossero la testa increduli. Da una parte sapevano che l’Inuzuka era disposto a tutto pur di spettegolare, dall’altra però conoscevano troppo bene Tenten per poter credere ad una simile insinuazione.

- Ma non ti vergogni neanche un po’ - lo rimproverò il Nara. - Tenten è una ragazza seria, ha lavorato sodo per diventare chunin e Sakura l’ha vista studiare anche di notte per sostenere gli esami da ninja-medico…
- Al diavolo - insistette Kiba. - Vi ripeto che l’ho vista con questi miei occhi !
- E sentiamo un po’, per quale motivo Tenten dovrebbe entrare nottetempo in casa di Neji ?
- Chissà - fece l’Inuzuka con un sogghigno. - Magari Neji le dà lezioni private di anatomia…
- Attento a come parli - scattò subito Rock Lee, afferrandolo per il bavero.

A giudicare dallo sguardo, la giovane Bestia Verde sembrava proprio sul punto di spaccare la faccia dell’Inuzuka a suon di cazzotti. Kiba spalancò gli occhi per la sorpresa ma non riuscì più a dire nemmeno mezza parola.

- Andiamo Rock Lee, calmati - intervenne Choji. - Non fare stupidaggini…
- “Stupidaggini” - ripeté l’altro furioso. - Questo animale si permette di andare in giro a raccontare certe cose sulla mia amica e, secondo te, dovrei fargliela passare liscia?
- E’ un’insinuazione grave - osservò Shikamaru. - Una simile condotta è indice di disonore per un ninja… Se fosse vero, Tenten rischia seriamente di perdere tutto ciò per cui ha lavorato finora!
- Ti ci metti anche tu, adesso ?!?

Il Nara sollevò lo sguardo.

- Sto solo dicendo che è un’accusa pesante: se esistesse anche solo il “sospetto” che una cosa simile possa essere vera, Tenten finirebbe in un mare di guai…
- Ehi, lasciami andare stupido - ribatté Kiba infastidito, allontanando Rock Lee con uno spintone. - I fatti sono quelli che vi ho raccontato, che ci crediate oppure no, è inutile che ve la prendete con me!
- Kiba - tagliò corto Shikamaru, cercando di vederci chiaro. - Sei assolutamente sicuro di aver visto Tenten ieri notte?
- Eccome, con quelle due cipolle sulla testa la riconoscerebbe anche un cieco, ha oltrepassato il muro di cinta di Villa Hyuga e si è intrufolata da una finestra che era già aperta! Provate a fare questa somma: “Tenten più Neji più Villa Hyuga di notte uguale”…
- Piantala con questa storia!
- Cos'è, ti rode il fatto di loro due assieme… oppure ti secca sapere che razza di puttana sia veramente la tua compagna di squadra?

Prima ancora che Rock Lee si avventasse su Kiba per ucciderlo a suon di sberle, un pugno micidiale si abbatté sull’Inuzuka e lo scaraventò all’indietro di un buon paio di metri. Davanti alle facce ammutolite dei presenti, Sakura sollevò il braccio davanti a sé con rabbia.

- Ma… Ma che cavolo ti prende… sei pazza ?!?

La vena sulla fronte di Sakura pulsò vistosamente, tuttavia lei si avvicinò a Kiba senza smettere di guardarlo negli occhi e lo afferrò con entrambe le mani.

- Prova a ripeterlo - esclamò. - Prova a ripetere a me quello che hai detto sulla mia amica!
- Al diavolo - ribatté Kiba. - Ho solo detto quello che ho visto; se Tenten si è ridotta ad entrare in casa d’altri nel cuore della notte, vuol dire che è veramente in astinenza!
- Che cosa vuoi dire?
- Che, se alla tua amica prendono certi “appetiti”, conosco qualcuno che l’aiuterebbe molto volentieri a calmarli e…

L’espressione omicida sul volto di Sakura lasciò immediatamente il posto ad uno sguardo pieno di collera. Costei strinse le unghie fino a farsi sanguinare la carne tuttavia, prima che potesse sferrare un pugno mortale su quell’immenso bastardo, una voce alle sue spalle la bloccò di colpo.

- Ciao Sakura!

Sia lei che Kiba riconobbero subito il tono di voce squillante di Tenten. Difatti subito dopo la maestra d’armi s’avvicino al gruppo salutando cordialmente. Shikamaru e gli altri sembravano piuttosto a disagio, quasi incapaci di guardarla negli occhi; sulle prime Tenten sembrò non capire ma, non appena si accorse che Sakura stava tenendo Kiba per il bavero della giacca, si accorse che qualcosa non andava.

- E’ successo qualcosa, per caso?

Nessuna risposta.

- Accidenti, come siete allegri oggi - osservò Tenten, grattandosi la testa con disappunto. - Si può sapere che cosa avete di tanto grave per litigare?

Kiba trattenne il fiato con ansia, sentendo i fremiti delle mani di Sakura che continuava a stringerlo. Fortunatamente per lui però, la ragazza lo lasciò andare e si avvicinò a Tenten con lo sguardo nascosto dai capelli.

- Sakura, ma cosa…

Prima che potesse finire la frase, Sakura la afferrò per il polso e si allontanò con lei dalla piazza, lasciando tutti di stucco. Nonostante le comprensibili proteste da parte di Tenten, Sakura non la lasciò andare finché non raggiunsero il palazzo dell’Hokage; qui entrambe entrarono in una delle sale al pianoterra e, chiudendosi la porta dietro, Sakura spinse Tenten contro la parete.

- Insomma Sakura, si può sapere che diavolo stai facendo?
- E’ esattamente quello che dovrei chiedere a te - rispose lei, con un misto di tristezza e preoccupazione.

Tenten ancora non riusciva a capire. Non aveva mai visto Sakura con quell’espressione, prima d’ora, eppure percepiva chiaramente che stava soffrendo.

- Ci conosciamo da quando eravamo piccole - cominciò Sakura con voce calma. - Abbiamo sempre tenuto cari i nostri obiettivi, soprattutto tu, e oggi come allora non abbiamo mai concepito un solo motivo per buttare all’aria interi anni di sacrifici…
- Ma che cosa c’entra adesso questo discorso?
- Tenten, voglio sentirlo dalla tua bocca, adesso: è vero che sei andata a casa di Neji, di nascosto e in piena notte ?!?

Il cuore di Tenten si fermò nel momento in cui comprese il significato di quella domanda.

- Kiba dice di averti “vista” entrare da una finestra di Villa Hyuga, per un motivo che preferisco non ripetere… Quello che voglio adesso è sapere da te se questo è vero oppure no!

Tenten non rispose.
Non poteva rispondere: dire la verità significava “tradire” la fiducia che Neji aveva riposto in lei; tacere però voleva dire “ammettere” di aver tenuto una condotta immorale e dunque di essere indegna del suo ruolo come kunoichi. Davanti al silenzio colpevole dell’amica, Sakura non fu capace di trattenersi oltre.

- Non ci posso credere - mormorò la rosa, con un filo di voce. - Ti rendi conto che, con una cosa del genere, rischi di giocarti insieme la carriera e la reputazione… E’ questo che vuoi ?!? Quel verme di Inuzuka sta spargendo voci per tutto il villaggio, facendoti passare per una poco di buono, e tu non vuoi nemmeno rispondere che si tratta di una schifosa bugia!
- Io…
- Per l’amor del cielo Tenten, non lo capisci che devi mettere a tacere questa storia sul nascere? Anche con una semplice insinuazione sulla tua condotta morale, Tsunade può decidere comunque di sollevarti dall’incarico!

In quel momento qualcuno bussò alla porta.

- Sakura, sei qui dentro?

La voce di Shizune, dall’esterno del corridoio, fece sussultare entrambe. Sulle prime Sakura sembrò incerta tuttavia, lasciando andare Tenten, aprì lentamente la porta per ritrovarsi faccia a faccia con l’assistente dell’Hokage.

- Che… Che cosa c’è?

L’espressione di Shizune era imperscrutabile, il suo volto era una fredda maschera di impassibilità.

- Sai dove posso trovare Tenten? - Sono qui - rispose la castana, con un filo di voce. - L’Hokage vuole parlarti - tagliò corto Shizune senza tanti preamboli. - E’ una questione urgente, devi venire con me!

Subito Sakura fece per seguire l’amica ma, con sua grande sorpresa, Shizune le fece segno di non muoversi.

- Mi dispiace - esclamò. - Si tratta di una faccenda estremamente riservata!
- Ma…
- Niente ma, Tsunade è stata molto chiara in proposito: vuole parlare con Tenten a quattr’occhi!

Mordendosi il labbro nervosamente, Sakura rimase nel corridoio ad osservare Tenten che si allontanava scortata da Shizune.

 

***

 

Una volta accompagnata Tenten nell’ufficio dell’Hokage, Shizune salutò con un inchino e uscì dalla stanza chiudendosi dietro la porta. La giovane kunoichi si sforzò di mantenere il più possibile la calma, lo sguardo indagatore di Tsunade puntato addosso, ma non disse nulla.

- Prego, avvicinati - esclamò ad un tratto Tsunade.

Tenten obbedì senza fiatare. Tsunade aveva un’espressione estremamente grave in volto ciononostante sembrava quantomeno desiderosa di vederci il più chiaro possibile.

- Tenten - cominciò. - Ti sei comportata bene ultimamente: hai studiato con impegno e ti sei adoperata molto per diventare un ninja-medico; perfino Sakura è orgogliosa dei tuoi progressi…

La kunoichi annuì con un cenno del capo.

- Grazie, Tsunade-Sama!
- Tuttavia, a seguito di alcune voci che circolano sul tuo conto, sono costretta a chiederti di rispondere ad una domanda molto precisa!

Così dicendo, Tsunade fissò i propri occhi in quelli di Tenten.

- Conosci le regole: sai che non posso in alcun modo tollerare gli errori e gli atteggiamenti equivoci di nessuno, soprattutto di una chunin del tuo livello; quello di ninja è un incarico di grande responsabilità e non posso assolutamente accettare che la mia fiducia venga riposta in chi non se la merita!
- Certo, capisco…
- Mi rendo conto che si tratta di una situazione alquanto sgradevole, perciò verrò subito al punto - tagliò corto la donna. - Tenten, è vero che sei entrata nottetempo in casa di un tuo coetaneo nonché compagno di squadra?

Tenten si sentì di colpo con le spalle al muro.
Aveva solo una possibilità di mettere a tacere quelle accuse sulla sua presunta condotta immorale, anche se ciò voleva dire rendere pubblico lo stato di salute di Neji nonostante lui l’avesse pregata di non farne parola con nessuno. Mai era stata più consapevole di ciò a cui stava andando incontro, continuando a tacere sulla faccenda. Ora più che mai mantenere la promessa fatta si stava rivelando più difficile del previsto: purtroppo non poteva negare ciò che Kiba aveva “visto” e non poteva nemmeno spiegare il perché del suo gesto così, visto il suo ostinato silenzio, l’Hokage non aveva dunque altra scelta se non quella di trarre le proprie conclusioni…

- Mi poni davanti ad una difficile decisione, Tenten - disse Tsunade, poggiando il mento contro le mani giunte sulla scrivania. - Non vuoi confermare e nemmeno smentire ciò che Kiba sostiene di avere visto la scorsa notte… Spero tu ti renda conto che ne va sia della tua carriera che della tua immagine pubblica!
- Me ne rendo conto - rispose Tenten semplicemente.

La reazione di Tsunade fu quasi quanto quella iniziale di Sakura. Dopo aver sbattuto entrambe le mani sul tavolo, l’Hokage scattò in piedi con rabbia.

- E’ tutto quello che hai da dire - esclamò furibonda. - Mi stai dicendo che non hai una ragione per giustificare il tuo comportamento, che cosa devo pensare di tutto questo?

Silenzio.

- E va bene - fece Tsunade rassegnata. - Ti invito a riflettere attentamente, è questo il motivo per cui ho preferito discuterne con te in privato… Posso ancora aiutarti, se mi fornisci adesso una spiegazione convincente, altrimenti non posso fare altro che sospenderti dal tuo incarico! Pensaci bene: tutto ciò per cui hai lavorato finora, i tuoi sogni, i tuoi desideri, tutti i tuoi progetti se ne andranno in fumo nel momento in cui uscirai da questo ufficio! Sei sicura di non avere altro da aggiungere?
- No, Tsunade-Sama…

L’Hokage la fissò con occhi sbarrati. Non riusciva a credere che quella davanti a lei fosse la stessa allieva di Gai che aveva conosciuto anni fa; una ragazza decisa e determinata, forse assai più della sua pupilla Sakura, eppure aveva le mani legate dalle circostanze.

- Se è così, mi dispiace - concluse lei. - Da questo momento ritieniti esonerata da qualsiasi incarico, più tardi informerò Gai dell’accaduto; questo provvedimento è solo “transitorio”, almeno finché non troverò motivi assai validi per renderlo definitivo… E’ tutto per ora, puoi andare adesso!

 

( continua )

 

Nota dell’Autore

Eccomi qui, in ritardo PAZZESCO ( XD l’ultimo aggiornamento risale nientemeno che al 14 marzo O__O )… Spero che il capitolo sia sufficiente a farmi perdonare l’attesa!

vorrei approfittare di questo spazio per salutare & ringraziare:
francyXD, per il bellissimo aggiornamento di 'Missione a Bai Shi' ( semplicemente eccezionale! )
Biblioteca, per la bellissima fanfic "strappalacrime" che mi ha regalato...

E poi ancora:
Cocol_Sasso_97, sasusakulove, pinkpunk, Atanvarno, Cocol_Sasso_97, NoorDaimon, Hikari_Uchiha, bimba innamorata, Knife, tenny_93, Vitani, Layla Potter, SakuraScarlett, May be, Vaius, Hidan951, Nefari, 9_LaDY_aSHe_4, ulisse 999, Phantasia, Sognatoreellacowgirl in Madame_Butterflygiulietta24, liu_Qgirl, terrastoria, Lisey91, dubious3, Secret, Amelia4EAngelickall, Anne_nel_ Cuore, Christmas__Bell, Giluna, ichijou_amour, Imperfect_ angel, JennyChibiChanLady Aquaria, Leoluch Lamperouge, NemoTheNameless, Ramona37, sasunaru4ever, SoulLuni, stellina4ever, _aprilfly_Lon Lia, nueblackcrowfriend... e se ho dimenticato qualcuno, chiedo perdono!

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Capitolo 5
*** Per Amore di Neji ***


Proprio come aveva detto Tsunade, la notizia della condotta immorale di Tenten fece presto il giro del villaggio.
La kunoichi si ritrovò sollevata dal suo incarico all’ospedale e, se il Consiglio avesse avvalorato le accuse contro di lei, sarebbe stata costretta ad abbandonare anche la sua carriera come ninja.
Già adesso Tenten poteva sentire chiaramente tutti gli abitanti che mormoravano alle sue spalle: per l’intero villaggio ormai non era altro che una poco di buono; tutta la stima e la considerazione che si era guadagnata, con anni e anni di sacrifici, stava improvvisamente sparendo soffocata da chiacchiere e malignità; anche dimostrando la sua innocenza, agli occhi di tutti la sua posizione era compromessa per sempre e nessuno le avrebbe restituito la sua immagine di ragazza perbene.
Certo se avesse parlato, se avesse rivelato il motivo che l’aveva spinta a recarsi da Neji nottetempo, Tsunade avrebbe indubbiamente tenuto conto delle sue ragioni… Ma non poteva infrangere la parola data, aveva promesso di mantenere il segreto e il legame di fiducia che esisteva tra lei e lo Hyuga era l’unica cosa che le rimaneva adesso. Mentre camminava a testa bassa, con la mente rivolta verso questi pensieri, d’un tratto una sagoma familiare le si parò davanti.

- Hai intenzione di tenerti tutto dentro o preferisci illuminarmi sul “perché” stai buttando via la tua vita in un modo così assurdo?

Tenten sollevò lo sguardo, fino ad incontrare i verdi occhi di Sakura che la fissavano severamente, tuttavia non disse nulla e proseguì tirando dritto davanti a sé.

- Aspetta - esclamò Sakura, afferrandola per il polso. - Se c’è un motivo che ti spinge a tacere, posso anche sforzarmi di capirlo… Ma se hai deciso di rovinarti così, senza una ragione, me lo devi dire in faccia!
- Perché dovrei farlo?
- Perché sono tua amica, cazzo - ora Sakura era veramente fuori di sé. - Con questo tuo silenzio, ti stai giocando ogni cosa… Come puoi pretendere che me ne resti ad osservare in silenzio, mentre prendi a calci tutto ciò per cui hai lavorato duramente tutti questi anni ?!?
- Il motivo lo conoscono tutti, ormai…

Lo schiaffo di Sakura fu come un fulmine a ciel sereno che riscosse Tenten di soprassalto. La kunoichi dai capelli castani si massaggiò la guancia, cercando di realizzare l’accaduto, e l’unica cosa che riuscì a distinguere furono gli occhi dell’amica in lacrime.

- Pensi che io sia così stupida da credere ad una stronzata simile? - domandò Sakura con rabbia. - Voglio sapere la verità, e non provare a ripetermi le stesse stupidaggini che ho già sentito in giro, perché altrimenti te le schiarisco io le idee a suon di sberle!

Tenten chinò il capo rassegnata.
Non era la minaccia di Sakura in sé, quanto la consapevolezza di averla ferita profondamente tacendole la verità. Fu così che, facendosi coraggio, decise di confidarsi con l’unica persona della quale sapeva di potersi fidare. Quando ebbe finito, Sakura non riusciva a credere alle sue orecchie.

- Si può sapere perché non lo hai detto subito a me o all’Hokage, invece di tenerlo nascosto?
- Non potevo fare altrimenti…
- Stupida - la rimproverò Sakura. - Se veramente volevi aiutarlo, dovevi portarlo immediatamente in ospedale e lasciare che ce ne occupassimo con tutte le strutture adeguate!
- La lesione ha danneggiato completamente il bulbo oculare - spiegò Tenten. - Qualunque medico gli avrebbe diagnosticato l’inoperabilità del suo caso e, a parte questo, non riuscirebbe mai ad accettare la commiserazione altrui…
- E tu invece accetteresti di rinunciare a tutti i tuoi progetti, solo per il suo stupido orgoglio ?!?
- Neji mi ha salvato la vita!

Tenten scoppiò ad urlare, quasi senza rendersene conto, tanto che Sakura ammutolì di colpo.

- Per uno come lui, perdere la vista è anche peggio di quanto si possa immaginare, non si tratta solamente di orgoglio: Neji ha chiuso i suoi sentimenti, per impedire a chiunque di farlo soffrire ancora; la sua forza e la sua abilità sono le uniche cose che gli hanno permesso di guadagnarsi il rispetto degli altri, quando persino la sua famiglia era incapace di dimostrargli il benché minimo segno di affetto… Riesci ad immaginare cosa voglia dire vivere così ed essere di colpo oggetto di “commiserazione” da parte di tutti ? Mi ha praticamente supplicato di risparmiargli questo inferno, e io non ho avuto il coraggio di dirgli di no, perché sono l’unica persona di cui si fida!
- Ma… - Sakura non sapeva quasi cosa ribattere. - Così… Così sei tu che stai rinunciando a tutto per…
- Ho ancora la sua amicizia - sottolineò Tenten. - Se è il prezzo che devo pagare, va bene!

Sakura afferrò Tenten per le spalle, scuotendola violentemente per capire se l’amica stesse dicendo sul serio oppure no.

- Tenten, guardami negli occhi - esclamò sconvolta. - Non è solo per amicizia, vero… Tu sei innamorata di lui ?

Tenten non confermò ne provò a negare l’evidenza. Semplicemente mantenne lo sguardo nascosto dai capelli che le cadevano sulla fronte e Sakura poté notare le lacrime scenderle lungo le guance.

- Non siamo andati a letto insieme, se è questo che vuoi sapere, e Neji non sa dei sentimenti che provo per lui… Mi ha sempre visto come un’amica, perciò non mi sono mai fatta alcuna illusione; e come amica non posso venire meno alla promessa che gli ho fatto, cerca di capire!
- No Tenten, mi dispiace - replicò Sakura ostinatamente. - Io capisco solo che tu stai facendo una grossa sciocchezza! Pensi davvero che Neji ripagherebbe il sacrificio che stai facendo? Ti ha chiesto di aiutarlo, fregandosene delle conseguenze, ma sono sicura che lui non rinuncerebbe mai all’orgoglio o alla sua carriera per aiutare qualcuno all’infuori di sé stesso…

Improvvisamente Sakura si rese conto della gravità di ciò che aveva appena detto.
Tenten non disse nulla, fu sufficiente la luce severa nei suoi occhi color nocciola per ricordare all’amica il modo in cui Neji aveva perso la vista pur di salvare lei e Rock Lee. Anche lo Hyuga aveva a cuore i propri compagni, malgrado il suo carattere chiuso e riservato, e proprio in virtù dei profondi legami di lealtà e amicizia aveva finito per mettere istintivamente a nudo la parte migliore di sé.

- Tenten, ti prego, scusami - si affrettò a dire Sakura, abbandonando la presa sulle sue spalle. - E’ solo che… Non riesco a concepire che tu decida di sacrificare tutto per lui, non ce la faccio, è ingiusto!
- Anche quello che è successo a Neji è ingiusto - ribatté Tenten a voce bassa. - Se non dovesse mai più recuperare l’uso della vista, sarà costretto a rinunciare a ben più dell’orgoglio e della carriera… Paragonato a ciò che dovrà sopportare, per continuare a vivere nelle sue condizioni, il mio sogno di diventare un ninja-medico non ha più alcuna importanza!

Così dicendo, Tenten si allontanò lungo la strada. Sakura rimase ad osservarla, in silenzio e con un profondo senso di frustrazione, incapace di aiutarla in ogni modo.

 

( continua )

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Capitolo 6
*** Orgoglio e Umiliazione ***


Neji si accorse che qualcosa non andava in Tenten dalla sua strana mancanza di loquacità. Ormai la conosceva troppo bene e, anche se non poteva vederla, sapeva riconoscere la tristezza della compagna nei suoi silenzi e nei respiri irregolari.
Logicamente a Villa Hyuga tutti, Hiashi per primo, ignoravano ancora i pettegolezzi che giravano in tutto il villaggio ( se un simile scandalo fosse giunto agli orecchi del severissimo capoclan, questi avrebbe potuto addirittura pretendere che Tenten fosse condannata a morte per aver osato sedurre il nipote in casa sua ); Tsunade era stata molto chiara circa le misure da adottare nel caso di Tenten tuttavia, malgrado il suo tentativo di spiegare al consiglio che la “colpa” di Tenten era tutta da dimostrare, l’Hokage non era riuscita ad impedire che le voci di corridoio fuori del palazzo si diffondessero ovunque. Nella migliore delle ipotesi, Tenten avrebbe dovuto rinunciare ad essere una kunoichi e forse anche costretta ad andarsene da Konoha per tutta la vita.
Neji non poteva immaginare cosa c’era dietro al silenzio della compagna ma ugualmente avvertiva la sua sofferenza. Anche se aveva perso la vista, nei giorni in cui Tenten si era presa cura di lui con grande generosità ed affetto, lo Hyuga aveva riscoperto una sensibilità maggiore a ciò che lo circondava: la mente e l’udito erano in grado di percepire quasi con chiarezza ogni tipo di rumore, dalle gocce d’acqua che Tenten strizzava nel bacile per inumidire le bende, al canto degli uccelli fuori dalla finestra; il suo mondo era buio ma al tatto riconosceva gli spazi e gli oggetti di quella camera, nonostante non ci avesse mai fatto particolare attenzione in passato; ma ciò che aveva risvegliato i suoi sentimenti sopiti era senza dubbio il tocco leggero con il quale Tenten carezzava il suo volto ogni sera per cambiargli le bende… Le dita della kunoichi, così delicate e sottili, esprimevano chiaramente tutto il calore di lei ed era una sensazione che Neji avvertiva fin dentro al petto, come se il suo cuore fosse in grado di “vedere” ciò che i suoi occhi non avevano mai notato in tanti anni che la conosceva. Per la prima volta dopo tanto tempo, Neji Hyuga si accorse che qualcuno era capace di mostrare sincero interesse nei suoi confronti; non era solo l’ammirazione che Tenten aveva sempre e apertamente dimostrato di avere per lui, quanto l’amorevolezza e la lealtà con cui la ragazza era sempre al suo fianco. Prima di diventare cieco, Neji aveva sempre visto Tenten come una compagna di straordinaria abilità e persona di assoluta fiducia. Ma ora che la luce dei suoi occhi si era spenta, poteva vedere un altro aspetto di lei che non aveva mai nemmeno considerato prima di allora: la sua grande ed innegabile dolcezza!
Nessuno a parte lei si sarebbe preso tanto disturbo per aiutare Neji Hyuga, nessuno avrebbe mostrato rispetto per un “arrogante misero invalido”… Solamente lei non si sarebbe mai sognata di guardarlo con commiserazione, tantomeno di approfittare del suo stato per deriderlo e umiliarlo come invece altri al suo posto avrebbero sicuramente fatto. Tenten si era sempre comportata correttamente con lui e, nel sentirla così triste e silenziosa, Neji non poté fare a meno di chiederle quali fossero i suoi problemi.

- C’è qualcosa che non va, Tenten?
- Come? - Tenten parve sorpresa da quella domanda così a bruciapelo.
- Da quando sei arrivata non hai detto altro a parte un “ciao”, sei rimasta in silenzio tutto il tempo e, a quanto ne so, non ti capita spesso di piangere!

Tenten si passò in fretta le dita sul volto per asciugarsi le lacrime calde sulle guance. Come aveva fatto Neji ad accorgersene?

- Non ti stupire, la cecità acutizza gli altri sensi - spiegò lo Hyuga tranquillo. - Anche se non posso vederti, riesco ad avvertire che sei triste… Tuttavia non posso sapere cos’è che ti rattrista, a meno che tu non voglia dirmelo!
- Ma no, non è nulla Neji, davvero è solo… Gli… Gli esami di questo secondo modulo sono molto più duri, sono molto stanca ultimamente!
- Capisco - fece lo Hyuga, chinando il capo. - Mi dispiace, per venire qui ogni notte a medicarmi, ti stai stancando molto più del dovuto! Non pensavo di arrecarti così tanto disturbo…
- Cosa dici ? Non è affatto un disturbo per me, figurati - si affrettò a tranquillizzarlo Tenten. - Sapessi quante notti in bianco trascorro di solito a studiare… Non diciamo sciocchezze, per favore, ah ah ah!

Tenten provò ingenuamente a buttarla sul ridere ma Neji non era uno sciocco. Malgrado la sua risata allegra infatti, era più che evidente che la ragazza non gli stava dicendo la verità.

- Tenten - la voce di Neji era calma e tranquilla come al solito ma, allo stesso tempo, esprimeva una forte punta di amarezza. - Sei molto buona a prenderti cura di me, davvero! Sinceramente non credo che riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per tutto quello che stai facendo…
- Non dirlo neanche per scherzo - ribatté subito lei. - E le volte che mi hai salvato la vita, allora? Se tu non fossi intervenuto, probabilmente io non sarei nemmeno qui adesso!

Neji sorrise debolmente. Tenten non era capace di mentire, perciò le sue parole suonavano ancora più liete perché dette con il cuore. Lo Hyuga si riteneva fortunato di avere lei come compagna di squadra ed era senza dubbio felice di godere di tanta stima da parte sua. Per un attimo quasi si trattenne dal porgerle ulteriori domande e tuttavia, senza sospettare neanche lontanamente la verità, le chiese quando avrebbe dovuto dare l’ultimo esame.
Tenten sentì la bacinella scivolarle di mano e questa cadde a terra con un tonfo, rovesciando il suo contenuto sul pavimento. Ora Neji ne era sicuro: Tenten gli stava nascondendo qualcosa di grave e, a giudicare dal suo comportamento, era qualcosa che lui non doveva sapere assolutamente.

- Tenten, dimmi la verità - la incalzò Neji. - Che cos’è successo oggi che ti ha sconvolta in questo modo?
- N… Niente Neji, ti assicuro che…
- Basta adesso!

Malgrado la mancanza della vista, negli ultimi giorni Neji aveva comunque riacquistato pienamente l’uso delle facoltà di movimento e una coscienza sufficiente degli spazi per potersi muovere senza difficoltà, almeno entro le pareti della sua camera. Il silenzio ostinato di Tenten lo fece scattare come una molla, spingendolo ad alzarsi in piedi e afferrare la ragazza per le spalle. Tenten rimase come impietrita, incapace di rispondere, non poteva dirgli semplicemente la verità senza temere la sua eventuale reazione. A causa delle bende il volto di Neji era parzialmente coperto e la sua espressione imperscrutabile, ma i lineamenti tirati del mento e delle labbra lasciavano comunque intendere che non avrebbe accettato altro che la verità come risposta.

- Mi hai sempre detto tutto con grande sincerità, una cosa che ho sempre apprezzato di te è che non mi hai mai mentito - sentenziò Neji con voce profonda. - Perché devi cominciare a farlo adesso?
- Neji, io non…
- Se ti trovi in qualche guaio per colpa mia, devi dirmelo; sai che non potrei mai permettermi di arrecarti alcun danno e ho il diritto di sapere!
- Oh, Neji - Tenten non poteva, non poteva assolutamente dirgli la verità, era più forte di lei. - Per favore, non chiedermi nulla…
Per favore!
- Perché - insistette dunque lo Hyuga. - Perché non vuoi dirmelo?
- Ti prego!

Stavolta era Tenten a supplicarlo, quasi piangendo.
Per un attimo Neji ebbe addirittura l’impressione di sentire sé stesso la notte in cui aveva “supplicato” Tenten di non rivelare a nessuno il suo segreto, e d’un tratto cominciò finalmente a intuire qualcosa… Evidentemente il problema nasceva proprio dalla promessa che gli aveva fatto e lei, a dimostrazione del grande affetto che provava nei suoi confronti, non voleva infrangerla in alcun modo. Neji le accarezzò il volto con entrambe le mani e, dopo averla rassicurata, le ripeté ancora la stessa domanda. Di nuovo Tenten esitò, temendo di farlo sentire in colpa ( l’ultima cosa che mai avrebbe voluto! ), ma furono le parole seguenti del ragazzo a convincerla.

- Tenten, le tue lacrime per me sono la migliore prova di affetto che tu potessi darmi: qualunque cosa sia successa, io non penserò male di te; tu mi hai sempre aiutato nei momenti difficili, adesso permettimi di fare lo stesso!

Non ci volle molto per riassumere brevemente la situazione: la voce che Kiba aveva sparso in giro, la notte in cui aveva scorto Tenten salire di nascosto in camera di Neji dalla finestra, aveva dato origine a molte chiacchiere; non potendo dire la verità, era ovvio che Tenten avesse preferito non difendersi in alcun modo per non tradire la promessa fatta a Neji ma il prezzo che stava pagando per questo suo silenzio era altissimo… Dopo aver appreso fino a che punto Tenten era disposta a rinunciare ai suoi sogni per lui, lo Hyuga fu assalito dal rimorso e dalla vergogna. Per ore e ore rimase immobile, incapace di dire qualunque cosa, e solamente alle prime luci dell’alba si decise ad interrompere il suo silenzio.

- Tenten - esclamò. - Perdonami…

La kunoichi sbarrò gli occhi per lo stupore. Neji si alzò in piedi, seppur barcollante a causa della cecità e di quelle rivelazioni, e si appoggiò alla parete sollevando la testa deciso.

- Tutto questo è successo per colpa del mio egoismo e del mio orgoglio - disse Neji con amarezza. - Senza volerlo sono riuscito a danneggiare proprio te, che non lo meritavi… Adesso però spetta a me rimediare a tutto questo!
- Neji, che cosa vuoi dire?

Lo Hyuga provò istintivamente a fare un passo avanti ma, data la confusione della sua mente, finì per incespicare e sbattere inavvertitamente contro un mobile all’altezza del suo fianco. Comprendendo dunque di non poter farcela da solo, chiese a Tenten un ultimo grande favore.

- Ti prego - mormorò. - Accompagnami dall’Hokage, in modo che tutta questa faccenda venga chiarita!

 

***

 

Poco dopo nelle strade di Konoha, tutti poterono assistere coi propri occhi ad uno spettacolo incredibile: il nobile Neji Hyuga, con gli occhi interamente avvolti dalle bende, si accompagnava come un cieco alla stessa ragazza che fino a un giorno addietro era stata accusata di essere la sua concubina. Il pensiero di cosa potesse essere successo al famoso “Genio degli Hyuga” era ovviamente sconosciuto a tutti; perfino i loro giovani compagni ninja osservavano la scena con incredulità e lo stesso Inuzuka non si sarebbe mai aspettato di vedere un giorno l’arrogante Neji Hyuga dipendere da qualcuno come un misero e patetico invalido.
Mentre camminava a passo lento verso il palazzo dell’Hokage, Neji poté sentire chiaramente gli occhi di tutti puntati su di sé ciononostante proseguì a testa alta affidandosi alla mano sicura di Tenten che lo accompagnava. Le chiacchiere e i mormorii, frasi come “avete visto?” oppure “che gli sarà successo? Poveretto”, risuonavano nelle sue orecchie come tanti shuriken affilati che non poteva in alcun modo evitare… Tuttavia doveva accettare quell’umiliazione, così come Tenten era stata disposta ad accettare la propria per lui; dalle sue parole adesso dipendeva il futuro della sola persona che era stata in grado di aprirgli gli occhi a tutto ciò che si era sempre rifiutato ostinatamente di vedere.
Tenten immaginava cosa lui stesse provando tuttavia, dopo che lui aveva espresso chiaramente il suo desiderio di trascinarsi dall’Hokage da solo se necessario, si era infine rassegnata ad accompagnarlo in questa sua decisione.

 

***

 

Una volta al cospetto di Tsunade, quest’ultima ascoltò con estremo interesse le parole del giovane Hyuga. Quando questi ebbe finito di spiegare le ragioni che lo avevano indotto al silenzio, e di come Tenten si fosse adoperata per medicarlo in segreto durante tutto il tempo della sua convalescenza, la donna annuì soddisfatta.

- Il tuo è stato un comportamento molto egoista, Neji - osservò Tsunade. - Tacendo sulle tue condizioni, hai messo Tenten in una posizione compromettente purché ti reggesse il sacco! Naturalmente terrò conto delle sue buone intenzioni e certamente butterò via quell’assurdo provvedimento disciplinare nei suoi confronti… Ma non posso passare sopra su questo suo atteggiamento sconsiderato: un simile comportamento è inammissibile per un ninja medico; perciò Tenten abbandonerà seduta stante i corsi, è assolutamente fuori discussione!
- Tenten ha dato prova di essere estremamente portata per questo ruolo - ribatté Neji tranquillo.

Tsunade aggrottò le sopracciglia.

- Sei sicuro di questa tua affermazione?

Per tutta risposta Neji si sciolse le bende dagli occhi e mostrò all’Hokage il modo impeccabile in cui Tenten si fosse presa cura delle sue ferite. A parte gli occhi spenti e senza lucidità, non c’era effettivamente più traccia di ustioni o bruciature e la zona intorno alle palpebre era solo lievemente arrossata. Tsunade dovette ammettere che le doti pratiche di Tenten erano eccellenti ma non poteva ugualmente tornare sulla sua decisione.

- Se Tenten ha sbagliato, Tsunade-Sama, la colpa è solo e unicamente mia… Ma impedirle di diventare un ninja medico spero si renda conto che, al livello attuale, sarebbe un grave errore!

Tsunade si morse il labbro con un leggero disappunto. Ovviamente sapeva che nelle parole di Neji c’era un grande fondo di verità, ma non poteva lo stesso dimenticare il modo in cui i due ragazzi si erano comportati.

- Ti prometto che ci penserò sopra - tagliò corto l’Hokage, per non mostrarsi troppo arrendevole. - Ma per quanto riguarda il resto, date le tue condizioni, mi pare evidente che non puoi più svolgere le mansioni di un ninja!
- Me ne rendo conto - ammise Neji. - Infatti l’altro motivo per cui sono qui è quello di rassegnare le mie dimissioni…

Il cuore di Tenten mancò un battito, non appena vide Neji deporre sulla scrivania dell’Hokage il proprio coprifronte. Tsunade osservò l’oggetto senza dire una parola e, socchiudendo gli occhi, annuì leggermente col capo.

- Capisco che non deve essere facile per te accettare questa realtà, Neji - esclamò la donna. - E ti assicuro che ne sono profondamente addolorata!
- Bisogna accettare le cose così come stanno - concluse Neji in tono secco. - E’ inutile cercare di nascondersi la verità, ormai l’ho capito!

Così dicendo Neji si voltò verso Tenten, pregandola ancora una volta di accompagnarlo a casa. Tenten annuì debolmente e, senza aggiungere altro, entrambi lasciarono l’ufficio dell’Hokage.

 

***

 

La notizia che Neji Hyuga era diventato cieco si sparse quasi più rapidamente delle malignità sul conto di Tenten. Davanti all’uscita del palazzo infatti, i due giovani trovarono ad attenderli un folto gruppo di persone, tra cui Sakura e altri amici. Sakura fu la prima ad avvicinarsi, ansiosa di scusarsi con Tenten per tutte le cose che le aveva detto il giorno prima, tuttavia Tenten si limitò ad annuire dicendo che non c’era più nulla da aggiungere ormai. Anche Rock Lee, incapace di trattenere oltre le lacrime, si avvicinò a Neji per ringraziarlo di avergli salvato la vita.

- Neeejiiiii - singhiozzò disperato il moro dalle folte sopracciglia, abbracciando l’amico fin quasi a soffocarlo. - Non dimenticherò mai il tuo gesto, te lo assicuro, conserverò il ricordo nel mio cuore per sempre!

Lo Hyuga ebbe un attimo di smarrimento, mentre la classica gocciolina cominciò a colargli lungo la fronte, tuttavia rispose con noncuranza alla dimostrazione di affetto sincero di Rock Lee e ( incredibile ma vero! ) per un attimo si ebbe l’impressione che stesse addirittura “sorridendo”.
Anche Kiba pareva ansioso di salutare il nuovo argomento di conversazione di tutta Konoha.

- Non so davvero come scusarmi - fece l’Inuzuka, grattandosi la nuca con imbarazzo. - Non potevo immaginare che Tenten andasse a trovarti ogni notte solo per medicarti…

Tutti i presenti, escluso Neji, puntarono minacciosamente lo sguardo contro Kiba. Questi però, incurante del loro astio, tirò fuori un oggetto da dietro la schiena e lo porse garbatamente a Neji.

- Ecco, prendi - esclamò. - Spero che ti sarà utile, ora che non puoi vedere, così almeno non rischierai di inciampare per strada!

Come l’Inuzuka porse un bastone per ciechi nelle mani dello Hyuga, Tenten ebbe quasi l’impulso incontenibile di prenderlo e fracassarlo sulla testa di quell’idiota ma, con sua grande sorpresa, Neji sollevò la mano facendole segno di lasciar perdere. In fondo Neji sapeva perfettamente che questa sarebbe stata la reazione generale di molti d’ora in poi, dunque era meglio abituarsi fin da subito alla sua nuova condizione. Senza dire una parola, lo Hyuga accettò l’oggetto dalle mani dell’Inuzuka e lo usò per allontanarsi lungo la strada. Tenten sentiva il forte bisogno di piangere ma, comprendendo quanto fosse difficile per lui quel momento, si costrinse ad accompagnarlo senza emettere un solo fiato.

 

( continua )

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Capitolo 7
*** Lacrime nella notte ***


Quella notte Neji ebbe un sonno molto agitato.
Ora che l'intero villaggio sapeva delle sue condizioni, non aveva più alcun motivo di orgoglio. Per tutti era solo un povero cieco, uno sfortunato da compatire, e questo era il destino che lo attendeva. Se prima i suoi occhi erano in grado di vedere molto più di quelli degli altri, ora le sue orecchie potevano sentire altrettanto chiaramente i commenti che la gente faceva alle sue spalle...
Poverino!
Povero ragazzo, che brutta fine!
Così giovane e così sfortunato!
Che pena, poveretto!
Ogni frase, ogni parola di commiserazione, era per lui come una scheggia tagliente.
Nessuno d'ora in poi avrebbe smesso di compatirlo: tutti lo avrebbero indicato come una bestia rara, un essere diverso dagli altri, facendogli sentire ancora di più il peso della sua invalidità; tutto a un tratto non era più jonin, e neppure un ninja di umile livello, mentre i suoi occhi erano avvolti da una tenebra costante sia di giorno che di notte; poteva ancora percepire la posizione di persone o cose, anche se non con certezza assoluta, ed ogni volta che vacillava lo sconforto si faceva prepotentemente sentire...
Gli altri membri del Clan Hyuga non avevano detto nulla.
Lo stesso Hiashi Hyuga, una volta appreso delle sue condizioni, si era semplicemente chiuso in silenzio come se la cosa non lo riguardasse minimamente. Uno Hyuga "cieco" era come un guerriero senz'armi, solo motivo di vergogna, ed era pressoché inutile alla sua casata.
Nonostante il sincero cordoglio di sua cugina Hinata, Neji dovette accettare che i suoi stessi parenti lo avevano emarginato.
Il silenzio era un linguaggio fin troppo chiaro: cinismo, indifferenza e profondo disprezzo... questo era ciò che Neji avvertì, una volta al cospetto della sua famiglia al completo, e non poté far altro che accusare anche questo colpo.
Si mise a dormire, cercando di dimenticare tutto per un momento, eppure anche quel lieve attimo di sonno gli fu precluso da brividi di panico. Più volte infatti si rigirò nel letto, con la fronte madida di sudore freddo, e ogni volta si lasciò sfuggire parole sconnesse ed incomprensibili.
Ad un tratto qualcosa lo fece sussultare, svegliandolo di soprassalto, e Neji schizzò a sedere pallido in volto come un cencio.

- Calmati, Neji - mormorò Tenten, in piedi al suo fianco, accostandogli la mano sulla fronte. - Cerca di riposare...
- Pensavo che fossi andata a casa - disse Neji con voce atona.
- Ero preoccupata per te - spiegò Tenten. - Volevo assicurarmi che tu riuscissi a dormire stanotte!

Neji scostò la mano di lei dalla fronte, il volto apparentemente privo di emozione, e ciò che disse amareggiò profondamente l'animo della compagna.

- Dovresti tornare a casa - affermò gravemente. - E' probabile che Tsunade ritorni sulla sua decisione nei tuoi confronti, viste le tue doti come ninja medico, ma la tua presenza qui potrebbe dare adito ad altre voci sul tuo conto...
- Non m'importa di questo, l'unica cosa che conta è che tu stia bene!

Neji tacque.
Tenten provò ad accarezzarlo amorevolmente ma, come lui le ebbe afferrato il polso, capì che la sua presenza non era gradita.

- Hai già fatto molto per me - disse Neji sottovoce. - Più di quanto io potessi chiederti, e te ne sono grato, ma non voglio che tu abbia da soffrire ancora per colpa mia!
- Ma Neji, che stai dicendo?
- La verità: tu devi pensare alla tua vita, alla tua carriera come ninja medico, e le malelingue spargeranno sempre veleno per ogni minuto che passi con me... Per questo è meglio che tu te ne vada, dico sul serio!

Tenten non riusciva a credere alle sue orecchie.
Possibile che Neji non tenesse in alcun conto i suoi sentimenti, o che perlomeno si sforzasse di capire le sue ragioni ?
Dopo tutti gli anni che avevano trascorso assieme, gli allenamenti, le lacrime, le risate... come poteva pensare che lei mettesse avanti la sua carriera a tutto il resto?
Diventare ninja medico era importante per lei, e aveva lavorato sodo per conseguire questo sogno, ma non al punto da mettere da parte quello che provava nei confronti di Neji. Tuttavia ora era proprio questi a chiederle di andarsene.

- Neji - mormorò. - Perché dici questo? Lo so che è un momento difficile, ma insieme possiamo superarlo e...
- Non c'è più niente da superare, ormai - ribadì ancora l'altro irremovibile. - Le cose stanno così, e nessuno può farci niente; stando vicina a me, ottieni solo di tirarti addosso commenti come quelli di Kiba; non è giusto che tu rinunci ai tuoi desideri, specie se hai la possibilità di realizzarli, non ti permetterò mai di fare una simile sciocchezza!
- Ma si tratta di una mia scelta - protestò lei vivamente.
- Una scelta "sbagliata" - sottolineò l'altro.
- E' una mia scelta - ripeté Tenten decisa. - E tu non hai alcun diritto di...
- Tenten, guardami !!!

Neji ebbe una reazione così violenta che Tenten ammutolì.
In quel momento Neji pensava solo a quello cui la fanciulla stava rinunciando, e solo per accudire un ninja finito come lui. Non poteva permetterle di sacrificare una carriera brillante, solo perché desse ascolto alla sua emotività. Lei era ancora una kunoichi, e aveva tutta la vita davanti a sé, mentre lui non aveva più niente all'infuori dei suoi occhi spenti.

- Io non tornerò mai a vedere, e non sarà sacrificando i tuoi sogni che cambieranno le cose!
- Ma io ti starò vicino, come ho sempre fatto, e non cambierà assolutamente nulla...
- Anche se adesso dici così, tra qualche giorno te ne andrai comunque da quella finestra, maledicendo il mio nome per tutta la vita!
- No, non è vero, non puoi dire questo...
- Vattene - urlò Neji fuori di sé dalla collera. - Io non sono più niente, ormai, meno di niente... Vattene via!

Per Tenten fu come se il cuore le si fosse spezzato in quell'istante.
La rabbia di Neji non era per lei, bensì verso sé stesso, e anche così era come un kunai affilato in pieno petto.
Non potendo sopportare oltre, Tenten si avvicinò alla finestra e spiccò un agile balzo all'esterno. Con le lacrime che le scottavano lungo le guance, la kunoichi scomparve nel vento gelido della notte, lasciando dolorosamente dietro di sé l'ombra del giovane che ricordava.

 

( continua )

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