Ciao

di layla84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Ci sono tantissime storie future!fic Merlin, lo so. Tantissime che parlano di questi due che si ritrovano. Ciò non toglie che non ho potuto fare a meno di scrivere la mia versione, spero non me ne vogliate.
La storia è già totalmente scritta e pronta a essere postata, in totale sono quattro capitoli.
Una premessa è doverosa: è una storia strana questa, nata per colpa di "Per dirti ciao
di Tiziano Ferro, da cui anche il titolo prende spunto.
La canzone, dal primo ascolto, mi ha fatto pensare a questa storia e non ho potuto far altro che metterla per scritto.
Non sono capitoli lunghissimi, sono solo dei brevi scorci dei momenti fondamentali della storia che partono dal ‘prima’, fino ad arrivare al futuro.

Ci tengo anche a dire che, per svariate ragioni, tengo particolarmente a questa fic, davvero tanto.
Quindi, ogni commento, consiglio o critica, stavolta ancor più delle altre volte, è davvero ben accetto!

A inizio di ogni capitolo troverete la strofa della canzone che lo ha ispirato ^^

Buona lettura :)
 
 
Layla
 
 
 







Magari un giorno avremo un posto
anche nascosto oppur distante
dalle tante astanterie
in cui riposano gli amori ormai in disuso,
quelli non storici, di cui nessuno parlerà.

 
 



 
Inizia tutto dalla fine.

Merlin ed Arthur. Arthur e Merlin.

Sempre loro, solo loro. Assieme, come sempre.

La tenda li nasconde dal resto dell’accampamento, ritaglia un effimero spazio senza tempo in cui possono parlare, forse per l’ultima volta.

Arthur è nervoso, Merlin è terrorizzato.

E’ la resa dei conti finale: o tutto o niente.

Mordred e Morgana sono là fuori, al di la della valle, il loro esercito che preme su Camelot, che avanza inesorabile.

All’alba ci sarà la battaglia. Quella battaglia.

Camlann al momento sembra una landa desolata, nonostante l’accampamento dell’esercito di Camelot la riempia. Nessuno parla vicino ai fuochi, nessuno ride, o scherza.

E nell’irreale silenzio che entra nelle ossa e annulla ogni pensiero, Merlin ed Arthur stanno lì, nascosti da un misero lembo di stoffa, occhi negli occhi. In silenzio.

Merlin si passa la lingua sulle labbra: sono secche. Assurdo come, in una simile situazione, l’animo umano riesca a concentrarsi solo su simili, inutili, pensieri.

Vorrebbe dire qualcosa, vorrebbe tranquillizzare Arthur e dirgli che andrà tutto bene.

Ma c’è la visione che appare dietro le sue palpebre, ogni volta che chiude gli occhi, assieme al senso di colpa che puntualmente la accompagna: Mordred che uccide Arthur, senza che lui possa fare niente.

E l’ennesima domanda si estende tra loro.

Riusciranno loro due, assieme, ad essere più forti del Destino?

Merlin lo spera con tutta l’anima, ma l’idea che quella sia la sua ultima sera con Arthur, che quella sia l’ultima volta che accarezza le sue spalle, svestendolo dell’armatura, che sia l’ultima volta che osserva affascinato le sue labbra, l’ultima volta che il suo sguardo beve della sua figura, lo distrugge.

“Merlin.”
La voce di Arthur spezza il silenzio e il respiro di Merlin.

“Maestà.” Risponde in automatico lui.

Arthur lo fissa, un sorriso amaro che nasce sulla sua bocca e che il mago vorrebbe poter cancellare, ad ogni costo.

“Lascia perdere l’etichetta, Merlin. Non serve, non stasera.”

“Arthur.” Il respiro di Merlin esce leggero, soffiato, avvolgendo quell’unica parola, carezzandola con devozione e sentimento.

Vorrebbe dire molte cose, troppe, ma non può, anche se è ferma in lui la terrificante convinzione che se non lo farà quella sera non ne avrà mai più l’opportunità.

Osserva Arthur, occhi negli occhi, senza nascondersi, cercando di prendere una decisione.

Arthur non dice niente, non a parole, ma i suoi occhi lo fanno per lui. Tra loro è sempre stato così, sono sempre bastati gli sguardi per capirsi, le parole sono state spesso superflue.

E gli occhi di Arthur gli raccontano di amicizia, lealtà, affetto, gratitudine e - Merlin si sente tremare dentro di fronte all’evidenza - amore.

Rimangono lì, in silenzio, i cuori che battono forti nelle casse toraciche, incapaci di muoversi, di dire alcunché, di rompere quel momento magico.

E’ Arthur, alla fine, a spezzare l’incanto e a muovere un passo verso Merlin.
Ne basta uno solo per trovarsi di fronte al mago, poi il suo braccio, lentamente, sale tra le loro figure, fino a posarsi sulla spalla dell’altro, in una stretta che pare più una carezza.

Merlin riesce a leggere chiaramente gli occhi del Re, e vede nel suo sguardo l’incertezza e la paura venir scacciate dalla determinazione.

Infine la mano si muove, lentamente.

Merlin sente la pressione e si lascia andare a quella stretta possessiva, urgente e intossicante.

E’ un abbraccio strano: Arthur lo stringe a sé come se fosse qualcosa di fragile ed effimero, trattenendolo con entrambe le braccia, una sulla schiena e una sul fianco, come se avesse paura che lui potesse mai allontanarsene e Merlin si ritrova il capo tra la spalla ed il collo del Re.

Può notare la pelle arrossata, i tendini contratti e, voltandosi leggermente, vedere il profilo rigido della mascella che si contrae, segno del nervosismo e della paura che Arthur cerca di nascondere.

E’ in quel momento che le sue mani vanno ad aggrapparsi alla stoffa della maglia dell’altro, con urgenza e necessità.

Merlin stringe gli occhi fino a farsi male, ingoiando il nodo di terrore e paura che lo soffoca.

Vorrebbe poter dire che lo salverà, ad ogni costo. Vorrebbe dire che andrà tutto bene, ma non riesce, sopraffatto dal terrore di non riuscire a mantenere una promessa simile.

“Arthur.”

E’ un sussurro spezzato, il suo, mentre la presa rimane salda sul fianco dell’altro.

Poi sospira, decidendo di promettere ad Arthur l’unica cosa che è sicuro di poter mantenere.

“Qualsiasi cosa accada, staremo assieme. Il tuo destino è il mio destino, Arthur.”

Il respiro s’infrange contro il collo del Re, mentre questi trattiene il respiro, muovendo il viso per affondarlo nei capelli del mago.

Non dice niente Arthur, perché non c’è nient’altro da dire, Merlin lo sa, ma ha un’ultima promessa da fare al suo Re.

“Non permetterò a nessuno di separarci. Io tornerò sempre da te, Arthur. E’ una promessa.”

Arthur in risposta lo stringe con maggior forza e disperazione, come se non volesse mai smettere di farlo.

E’ Merlin, dopo un tempo indefinito – secondi, minuti, ore? Non saprebbe dirlo - a sciogliere l’abbraccio.

Non possono sfuggire per sempre alla realtà, anche se entrambi lo vorrebbero: mancano poche ore alla battaglia, devono provare a riposarsi, nonostante tutto.

Ed è ciò che fanno, nella sorta di limbo che la tenda è diventata: senza parlare si stendono a terra, vicini, con i mantelli a fare loro da coperta, continuando a fissarsi negli occhi nell’oscurità, cercando nell’altro il coraggio per affrontare quello che all’alba li aspetta.

Solo loro due, insieme, come sempre.

E, nonostante la consapevolezza dei loro sentimenti, non ci sono baci, non ci sono carezze.

Non è il momento, quello. Forse non lo sarà mai, o forse sì.

Merlin nel silenzio della notte prega che un giorno ci possa essere, non importa dove, un posto per loro due, assieme.
 

 
 
 







 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Questo è stato un capitolo davvero difficile da scrivere, non ho molto da dire in merito.. ogni cosa mi sembra superflua.

Ringrazio soltanto oOBlackRavenOo, chibisaru81, g21 e konachan98 per aver commentato il primo capitolo. Grazie, davvero.

E ci tengo, prima di lasciarvi alla storia, a condividere con voi questa canzone "Un giorno per noi"
che chibisaru81 mi ha fatto scoprire e che si adatta perfettamente al clima presente in questo capitolo.. vi consiglio di usarla come colonna sonora per la lettura.

Per altre precisazioni, ci ritroviamo alla fine del capitolo ^^

Per questa storia, ancora più che per le altre, ogni critica, consiglio o commento è sempre ben accetto ^^

Buona lettura ^^
 

Layla

 
 






 
 
Magari un giorno l'universo accoglierà la mia richiesta
e ci riporterà vicini

 

 

 
La valle di Camlann è una distesa di corpi esangui.

Il terreno ha perso il suo naturale colore, irrimediabilmente macchiato dal sangue che, copioso, è piovuto su di esso.
Merlin rabbrividisce, nell’aria della sera che ne porta ancora l’odore pungente.

Un solo giorno è bastato a distruggere un regno, a distruggere la sua vita.

Lascia vagare lo sguardo nel cielo sopra di sé, anch’esso di un vivido rosso: è come se il sangue versato quel giorno fosse stato troppo da contenere in terra e fosse stato quindi riversato anche nel cielo.

Il corpo di Arthur, al suo fianco, ormai non è più di un peso che grava sulla sua spalla, con reale crudeltà.

Alla fine non è stato in grado di proteggerlo, non è stato in grado di contrastare il Destino, nonostante ci abbia provato con tutto se stesso.

Il fato ha avuto il suo corso e la visione si è avverata con spietata precisione.

E’ ironico, come quella che sicuramente passerà alla storia come una delle più grandi guerre ricordate dall’uomo, si sia rivelata in realtà una sconfitta per tutti, una carneficina senza vincitori né vinti.



 
Arthur e Mordred hanno combattuto per un tempo infinito, in quella valle, ignari di qualsiasi cosa accadesse attorno a loro, le spade che fendevano l’aria ancora e ancora e ancora.
Merlin era impegnato a contenere l’avanzata di Morgana, ma questa non è una scusante: alla fine lui ha, semplicemente, fallito.

E non ci poteva essere punizione peggiore, per questo, che vedere il suo incubo peggiore avverarsi, davanti ai suoi occhi.
 

Arthur è caduto in silenzio, non un grido, non un lamento.

In un’assordante assenza di rumori Merlin ha sentito, nitidamente, il suo cuore andare in pezzi.

Gli occhi di Arthur sono stati ostinatamente fissi nei suoi, nei pochi istanti che il corpo del Re ha impiegato per accasciarsi al suolo.

In quello sguardo Merlin ha letto così tanto, che si è sentito cadere anche lui.

Il suo corpo ha seguito quello di Arthur nella polvere, crollando in ginocchio, negli occhi l’immagine di quei capelli biondi che si macchiavano irrimediabilmente di polvere e sangue, Excalibur niente più che un pezzo di metallo ai suoi piedi.

Merlin ha dovuto guardare, mentre un dolore sordo e soffocante aumentava in lui ogni secondo di più, gli occhi di Arthur che perdevano vigore e le sue palpebre che si abbassavano, piano, andandosene lontano da lui.

Lasciandolo solo.
Totalmente, irrimediabilmente, solo.

E’ stato in quel momento che il suo mondo è letteralmente esploso in un vortice di dolore, disperazione e magia.
 



Sa di aver sconfitto e ucciso Morgana, ma non si ricorda come.

Non ne ha idea e non gli interessa minimamente, come non gli interessa della sorte dei cavalieri, di Gwen, di Camelot o dell’intero universo.

Steso nella valle silenziosa, tra corpi senza vita, Merlin attende semplicemente che il Destino faccia il suo corso e che gli richieda il prezzo dovuto per ciò che ha fatto.

Sa di aver utilizzato tutta la sua magia, ma essa esisteva per proteggere Arthur ed ora che lui non c’è più, averla o meno non ha più importanza.

Essere vivo non ha più importanza.

Niente ha più importanza, non con il corpo di Arthur esanime e ormai freddo poggiato al suo fianco e la sua anima ormai lontana, in luoghi che a lui non è dato ancora conoscere.

Merlin spera solo di poterlo raggiungere, qualsiasi sia la destinazione che a breve prenderà il suo spirito.

Dopotutto il Destino è in debito con loro e lui non chiede altro che poter stare di nuovo vicino all’altro.

Senza guerre, senza pericoli: solo loro due, non importa dove, quando o perché.

E’ questa la sua ultima preghiera, prima di chiudere gli occhi.

Solo loro due, insieme.

Di nuovo.
 
 









 
Non ho altro da aggiungere, se non che dovevamo necessariamente passare anche da qui per giungere dove giungeremo con questa storia.
Il prossimo capitolo in ogni caso avrà un clima completamente diverso e con esso si entrerà totalmente nella future!fic ^^





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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Capitolo decisamente più allegro.. si entra nella future!fic ^^

Spero davvero che lo stile usato per sottolineare il cambio di tempo e luogo e la trama non vi deludano.

Ringrazio chibisaru81, g21, oOBlackRavenOo e niallslullaby che hanno commentato il capitolo precedente. Grazie, davvero.

Per questa storia, ancora più che per le altre, ogni critica, consiglio o commento è sempre ben accetto ^^

Vi lascio alla storia, per ulteriori spiegazioni ci ritroviamo a fine capitolo.
Buona lettura ^^

Layla
 
 
 
 











E giro il mondo, e chiamerò il tuo nome per millenni
e ti rivelerai quando non lo vorrò più

 
 
 
 


Arthur è, senza errori di sorta, un ragazzo decisamente complicato.

Sbruffone quanto basta a renderlo simpatico, innegabilmente bello, sportivo e sorridente, come se la vita non gli avesse mai riservato una sola, singola, preoccupazione.

In pratica il classico ragazzo con stuoli di ammiratrici ai piedi.

Ma Arthur è, anche, stranamente attento alle necessità degli amici, estremamente serio e maturo - fin troppo - quando le situazioni lo richiedono, nonostante la giovane età.

E’ un punto fermo, per tutti coloro hanno la fortuna di far parte della sua vita.

Sua madre dice sempre che, avere un figlio come lui, è stata una benedizione.
Di solito a questa frase segue lo sbuffo divertito di suo padre, che prende in giro la moglie, ma senza mai smentirla.
 

Arthur è felice della sua vita, felice della famiglia che ha, degli amici che riempiono le sue giornate.

Si sente un ragazzo fortunato e la convinzione che la sua vita, così serena, sia un dono prezioso, è radicata in lui, senza un motivo ben preciso.

Ma ci sono volte, soprattutto quando è solo e lascia i pensieri vagare, in cui una sorta di malinconia indistinta lo coglie. Arthur sente, nonostante l’idea sembri sciocca anche a lui stesso, come se gli mancasse qualcosa. Qualcosa di fondamentale.

Qualcosa che non sa spiegare a parole, e nemmeno a gesti.

Qualcosa che ha a che fare con il sentirsi sicuri, il sentirsi completi. Il sentirsi vivi.

Ma Arthur non sa cosa sia e accantona ogni volta il pensiero, continuando a godersi la vita, felice.

E’ l’estate dei suoi diciotto anni, a breve andrà all’università e la sua vita cambierà, muterà in qualcosa che non vede l’ora di scoprire.
 
 
 
 



 
Merlin sbuffa, nuovamente, mentre la pila di libri crolla, miseramente, al suolo.

Quel lavoretto estivo si sta rivelando più faticoso del previsto. E dire che l’idea di lavorare in una libreria all’inizio lo eccitava.

Per lui, amante dei libri, di ogni genere, tipo e dimensione, quel lavoro sembrava una manna dal cielo.

A breve avrebbe iniziato il primo anno di università, la facoltà di letteratura era ciò che sognava da una vita, ma non era di certo economica e la sua famiglia non era mai stata particolarmente ricca.
Non erano nemmeno poveri, certo. Ma con il lavoro d’infermiera di sua madre e quello di operario di suo padre, non avevano molti soldi extra.
Era quello il motivo per cui, appena saputo di quel lavoro vi si era fiondato, non credendo alla simile fortuna che gli stava capitando.

Merlin sa di non essere il figlio perfetto. I suoi genitori hanno faticato non poco con lui. Da piccolo addirittura erano arrivati a portarlo da una psicologa, visto il suo carattere scontroso e schivo, che non gli permetteva di fare amicizia con gli altri bambini.

La donna, ovviamente, aveva tranquillizzato i suoi genitori, convinta del fatto che Merlin fosse solo più timido e introverso della maggior parte dei bambini della sua età.

Poi le cose crescendo erano andate meglio, piano piano aveva iniziato ad aprirsi e i sogni ad occhi aperti che tanto gelosamente aveva custodito, senza mai farne parola con nessuno, si erano affievoliti, pian piano, fino a sparire del tutto.

Non si ricordava neppure cosa fossero, quelle immagini che di tanto in tanto apparivano nella sua testa, da bambino.

Sembravano sogni, ma non lo erano, visto che i suoi occhi erano aperti, ogni volta che uno di questi veniva a fargli visita.

C’era stato un periodo in cui, più che spaventato, ne era stato affascinato. Avrà avuto sì e no sei anni, e si ricorda di aver passato pomeriggi interi steso sul letto, gli occhi aperti a fissare il soffitto che invece vedevano altro.

Poi, non si ricorda nemmeno bene quando di preciso, erano passati. Merlin credeva semplicemente che fossero stati messi da parte dalla vita che cambiava, dalle prime amicizie, dai primi amori, finché non erano rimasti che un ricordo sbiadito che non riusciva più nemmeno a mettere a fuoco.

E Merlin era felice così, tra impegni, vita quotidiana e l’imminente nuova sfida che lo avrebbe aspettato dopo l’estate.

Non avrebbe potuto chiedere di più alla sua vita, almeno questo era quello che credeva.
 
 
 








 
Piccole cose sparse:

Sono Arthur e Merlin sì, ma non sono loro. Nel senso che in loro è rimasto qualcosa di quello che erano, ma più che altro sono sensazioni sfocate, ricordi non ben definiti.
Rimane radicato in loro parte del carattere che conosciamo: la forza e il coraggio di Arthur e un leggero accenno di ricordi in Merlin, dovuto alla sua magia, ma quella che è la vita attuale ne ha smussato gli angoli, rendendoli diversi.

Le famiglie di Arthur e Merlin sono random, nel senso che non sono quelle che avevano nella loro vita precedente.
Mi sembrava forzato far reincarnare anche amici e parenti, anche perché questa fic parla solo esclusivamente di loro due, il resto è un contorno sfumato.
Volevo cambiare i loro nomi, non l’ho fatto solo perché avrebbe incasinato troppo la storia.
Quindi, solo loro due, e niente ricordi, al momento, a tormentarli..
Giusto un pochino di ricordi a Merlin perché, dopotutto, era lui il mago xD
 



 

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Eccoci all’ultimo capitolo.. che dire? Spero solo di non deludere le aspettative di chi segue questa storia.

Un ringraziamento particolare a g21,oOBlackRavenOo e niallslullaby e a chi ha commentato i precedenti capitoli. Grazie, davvero.

Grazie anche a chi ha messo la storia tra le preferite e le seguite: se volete lasciare un segno del vostro passaggio con un commento, una critica o anche solo un parere sulla storia ne sarei davvero felice ^^

Ah, se volete, sto pubblicando una raccolta di drabble che partecipa ad un contest, sempre su Merlin e sempre Merlin, la trovate qui: A picture says a thousand words ^^

Buona lettura ^^

Layla
 
 
 
 
 






 
Ciao... e cadono i ricordi
e cade tutto l'universo e tu stai lì.





 
L’università è stupenda, ma anche immensamente caotica.

Arthur lo pensa, mentre a passo svelto percorre il cortile della facoltà.

E’ in ritardo, in tremendo ritardo. Non è colpa sua, è la sveglia che non ha suonato, si dice, mentre fa lo slalom tra un gruppo di ragazze che si voltano a fissarlo, al suo passaggio.

Arthur è abituato anche a quello. Le ragazze sembrano, da sempre, trovarlo irresistibile e lui ha avuto, diciamo, delle belle soddisfazioni in merito.

Ma niente di particolarmente importante, niente che gli sia mai davvero arrivato al cuore.

Dopotutto è giovane e ha intenzione di divertirsi, non di metter su casa con qualcuno, a breve.

Il sole risplende alto nel cielo e nemmeno sembra autunno. E’ una giornata perfetta, pensa, rallentando il passo.

E’ un attimo, prima che un’ombra entri nella sua visuale, offuscandola per un attimo, mentre un dolore acuto si propaga dal suo fianco.

Qualcuno gli è venuto addosso. Qualcuno di molto imbranato, aggiungerebbe.

Per fortuna ha i riflessi pronti, altrimenti sarebbe ruzzolato con poca grazia a terra, invece dai lamenti che provengono dal tipo steso davanti a lui, è l’altro ad aver avuto la peggio.

“Scusa! Non ti ho proprio visto.” E’ la patetica scusa del malaugurato, ed Arthur alza gli occhi sul viso dello sconosciuto che si è appena rimesso in piedi, pronto a dirgliene quattro.

E invece rimane lì, la bocca leggermente dischiusa, gli occhi assottigliati dal sole, a fissare quel ragazzo dalle incredibili orecchie, che lo fissa di rimando, con le mani ancora sui jeans bloccate nell’atto di ripulirli, mentre il silenzio tra loro si espande.

Sembrano due idioti, mentre continuano ad osservarsi, in silenzio, quasi come se i loro sguardi potessero parlare.

Arthur apre e richiude la bocca, insicuro, non sapendo bene come comportarsi. Gli sembra di trovarsi davanti a qualcosa di più grande di lui, qualcosa di immenso, potente e reale.

E la sensazione di mancanza che, per anni, ha scacciato dalla sua testa, prende vita e si colloca, esattamente, negli occhi blu dell’altro.

“Ciao.” E questa è l’unica, patetica cosa che riesce a dire.



 
 
 
 
Merlin non sa com’è arrivato a quel punto: bloccato nel cortile dell’università, le mani ancora sui pantaloni sporchi e lo sguardo fisso in quello assurdamente azzurro di uno sconosciuto.

La frase di scuse gli è morta sulle labbra, mentre il biondo davanti a sé alzava lo sguardo su di lui e lui internamente sussultava in risposta, colto alla sprovvista dal suo cuore che aumentava i battiti.

Ed è rimasto lì, come uno scemo, a fissarlo, chiedendosi dove lo avesse già visto, dove quegli occhi lo avessero già guardato, in quel modo.

“Ciao.” E’ l’unica cosa che l’altro, dopo un silenzio fin troppo teso tra loro, riesce a dire.

E la voce, quella voce, entra prepotentemente nella sua testa, riportando a galla sensazioni provate nei suoi sogni da bambino, come se quel ragazzo biondo davanti a se fosse tutto, tranne che uno sconosciuto.

Merlin non sa che altro fare, in quella situazione, se non rispondere al saluto.

“Ciao.” Dice, inclinando la testa di lato, osservandolo ancora qualche istante e porgendo infine una mano verso di lui. “Io sono Merlin.”

L’altro fissa la sua mano e poi di nuovo lui, prima di prenderla senza esitazioni.

“Io mi chiamo Arthur. Piacere.”

Ed entrambi sorridono, facendo finta di non sentire il brivido che la stretta di mano causa loro. Un brivido di aspettativa e qualcos’altro, di più potente e misterioso. Qualcosa di antico, che sa di sorrisi, promesse e felicità.

Continuano a sorridersi, mentre Arthur, dimentico della lezione, del ritardo e del mondo stesso, propone un caffè, che Merlin accetta subito, senza pensarci due volte.

Nessuno dei due ha mai creduto ai colpi di fulmine, ma potrebbe essere l’occasione per poter cambiare idea.

E, ignari del passato, prendono a camminare fianco a fianco.

Solo loro due, assieme. Di nuovo.

Loro due che, finalmente, hanno avuto la meglio sul Destino.













Piccole note sparse:
Ho pensato fino all’ultimo se far tornare i ricordi almeno a Merlin, avevo scritto anche un finale alternativo, ma non mi convinceva.
Poi il fatto che i ricordi di Merlin siano da qualche parte dento di lui, non esclude del tutto che, prima o poi, questi tornino.
Potrebbero tornare pian piano, o non farlo mai, ma alla fine poco importa: ricordi o non ricordi, sono fatti per stare assieme, questa è la cosa importante.
Avrei da dire molte altre cose su questa fic, ma non lo faccio, perché sarebbe inutile xD
Spero solo di non aver deluso le vostre aspettative ^^

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