Tu hai scelto la tua strada, io ho scelto la mia.

di just_silvia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quello che i pensieri di Snape non hanno raccontato... ***
Capitolo 2: *** 2 - Come hai potuto farci questo? ***
Capitolo 3: *** 3 - Tu non ti sposerai, vero? ***
Capitolo 4: *** 4- Non sei tu che scegli chi amare... ***
Capitolo 5: *** 5 - Estate 1980 ***
Capitolo 6: *** 6- Custode Segreto ***
Capitolo 7: *** 7- Eternamente nostri... ***
Capitolo 8: *** 8- Io non potrò…proteggere te ***
Capitolo 9: *** 9- Halloween 1981 ***
Capitolo 10: *** 10- Avevamo tutto… ed ora non abbiamo più niente ***
Capitolo 11: *** 11- Dalla stessa parte... ***
Capitolo 12: *** 12- Sono venuto a prenderti. ***
Capitolo 13: *** 13- Non c’era spazio per la famiglia, non c’era spazio per l’amore. ***
Capitolo 14: *** 14- Il miglior uomo del mondo, il più coraggioso di tutti. ***
Capitolo 15: *** 15- Epilogo ***



Capitolo 1
*** Quello che i pensieri di Snape non hanno raccontato... ***



Amore disperato
Amore mai amato
Amore messo in croce
Amore che resiste
E se Dio esiste
Voi, voi
Vi ritroverete là, là…
 
Amore disperato– Lucio Dalla&Mina.
 

 
 
 
 
Era notte. Lily, che indossava una vestaglia, stava a braccia conserte dinnanzi al ritratto della Signora Grassa, all’ingresso della Torre dei Grifondoro.
“Sono uscita solo perché Mary mi ha detto che minacciavi di dormire qui.”
“L’ho detto. L’avrei fatto. Non avrei mai voluto chiamarti Mudblood, è solo che…”
“Ti è sfuggito?” Non c’era alcuna comprensione nella voce di Lily. “ È troppo tardi. Ti ho giustificato per anni. Nessuno dei miei amici capisce nemmeno perché io ti rivolga la parola. Tu ed i tuoi preziosi amici Mangiamorte – vedi, neanche lo neghi! Non neghi neppure che è quel che tutti sperate di diventare! Non vedi l’ora di unirti a Tu-Sai-Chi, non è vero?”
Lui aprì la bocca, ma la chiuse senza parlare.
“Non posso più fingere. Tu hai scelto la tua strada, io ho scelto la mia.”
“No… ascolta, non intendevo…”
“Chiamarmi Mudblood? Ma chiami tutti quelli nati come me Mudblood, Severus. Perché io dovrei essere diversa?”
“Perché io ti amo Lily e tu ami me!” il ragazzo si affrettò a prenderle le mani, lei non fece resistenza ed il suo sguardo si addolcì.
“Non stai vedendo quella ragazza Serpeverde dell’ultimo anno, come si chiama Annabeth?” distolse le mani dalle sue.
“Io esco con lei perché tu fingi di stare insieme a James. Come puoi…?”
“Posso, abbiamo un accordo, siamo molto amici. Lui… mi tratterà sempre bene…”
“Ed io non lo farò? Credi che possa farti del male?” il pensiero era intollerabile per Severus. “Sai che James ama Sirius, si amano intensamente, lo sanno tutti. Sei solo la sua copertura… perché i Potter non acconsentirebbero mai…”
“Abbiamo un patto, a me sta bene… perché sai che non potrei stare con nessun altro ragazzo… a parte…” gli occhi di Lily si riempirono di lacrime. Severus l’abbracciò forte, accostando il viso della ragazza al suo petto. Mise il naso tra i capelli e delicatamente li accarezzò. Come gli erano mancati.
“A parte me” concluse lui la frase di Lily e lei impercettibilmente annuì tremando sul suo petto. Il ragazzo strisciò con il naso dai capelli alle guancie, fino ad arrivare alla sua bocca.
 
 

 Lily lo lasciò fare, si trovarono labbra a labbra e si baciarono, si cercarono. La ragazza mise le mani tra i capelli di Severus e con ardore e lo tirò a sé. Si staccarono per riprendere fiato e quando lei stava per riavvicinarsi e continuare, lui le sussurrò:
“Tu.Sei.Mia. Come farai quando sposerai James? Come farai a dare un erede ai Potter? Ti ubriacherai fino a perdere i sensi o prenderai la Pozione Polisucco fingendoti Sirius Black?” quella affermazione indispettì Lily.
“Come fai tu con Annabeth?” il ragazzo sgranò gli occhi. Lily avrebbe capito che era una cosa puramente fisica? Che dopo aver perso lei, dopo aver smesso di toccarla e giacere con lei era diventato affamato e in cerca di qualcosa di simile? Severus ci mise troppo per rispondere e Lily capì tutto: “Hai già fatto l’amore con Annabeth, vero?” gli chiese prendendo le distanza da lui con gli occhi ormai gelidi e spenti.
Lui si sforzò di proferir parola, ma con uno sguardo sprezzante lei si voltò e rientrò arrampicandosi attraverso il passaggio dietro al ritratto…
 
 

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Capitolo 2
*** 2 - Come hai potuto farci questo? ***


Lily aveva accettato d’incontrarlo ma come avrebbe fatto a dirle quella verità? Se il suo imminente matrimonio con James non sarebbe stato abbastanza, questa notizia li avrebbe irrimediabilmente divisi.
Non si erano più visti dal giorno alla Torre dei Griffondoro ma Severus le aveva sempre scritto  delle lettere. Dopo ben dodici lettere, divise in quegli interminabili mesi senza vederla, lei gli aveva finalmente risposto che stava per sposarsi. Non le aveva replicato di non farlo, tutte le parole sarebbero state inutili ma le aveva chiesto di incontrarla, scriverle cosa gli era accaduto le avrebbe procurato troppo dolore se i suoi sentimenti fossero stati uguali a prima.
L’appuntamento era al Leaky Cauldron, dove il ragazzo aveva chiesto a Tom di prenotargli una camera. Nella lettera scritta a Lily, Severus aveva pregato di essere discreta e, una volta arrivata al locale, di chiedere del signor Sevier.
Si era già fatto già portare due Butterbeer e sedeva al tavolino con le mani tra i capelli, piegato con i gomiti sulle ginocchia. Quanto avrebbe sofferto il suo dolce amore per quella notizia?
Sentì bussare alla porta, non era molto in ritardo, poteva sicuramente dirle di entrare da dentro ma voleva accoglierla per bene. Le aprì e rimase impalato. Era vestita completamente di nero ed un foulard le copriva viso e capelli. Solo gli occhi verdi spiccavano in quel travestimento. Severus deglutì e poi le fece strada per accomodarsi.
«Ciao» disse lei iniziando a scoprirsi il capo, il ragazzo era immobile e osservava i suoi bellissimi capelli. «Allora? Che cosa devi dirmi di così urgente e segreto?»
«Perché ti sei vestita così?»
«Ho detto a James che incontravo Mary, non possono vedermi in questo posto…» si guardò intorno nonostante la stanza fosse vuota.
«Ti da spiegazioni quando esce per vedere Sirius?»
«Non è lo stesso, Sev non iniziare…» incrociò le braccia indispettita, al ragazzo venne da ridere ma si fermò.
«Posso abbracciarti?» le chiese, Lily sciolse le braccia e le allungò attaccandole ai fianchi. Severus la vide stringere i pugni.
«Non voglio» chiarì velocemente cercando di farsi forza. «Vorrei che mi dicessi subito quello che hai da comunicarmi» concluse.
«Be’ sì ecco, volevo solo che sapessi questa cosa da me» si passò le mani tra i lunghi capelli neri e il movimento rapì lo sguardo di Lily. Quegli occhi gli fecero capire che la ragazza non gli era indifferente e forse per quello che doveva dirle, era meglio il contrario. «Non lo sa nessuno, ma credo che questo tipo di notizie viaggino veloce come la luce.»
Lily si sedette toccandosi il ventre, come se avesse già capito che la notizia l’avrebbe annientata.
«Lydia è incinta» mormorò lui, la ragazza sgranò gli occhi.
«Chi è Lydia?» chiese smarrita.
«Lavora da Madame Malkin, ero andato a farmi confezionare un vestito e…»
«Credo di conoscerla, ma è molto più grande di noi!» commentò esagitata, non avendo ancora molto chiaro il suo discorso.
«Ha solo dieci anni in più…ed è già sposata…» chiarì lui.
«Ah mi sembrava» si morse il labbro.
«Il figlio è mio…» Lily lo guardò attentamente, poi un sorriso torvo le coprì le labbra.
«Che razza di scherzo è mai questo?»
«Lily, non è uno scherzo. Siamo certi che sia mio, ma Lydia ha deciso di rimanere con suo marito e quindi il bambino o la bambina non avranno il mio nome» concluse sospirando. Gli dispiaceva? No, solo i figli suoi e di Lily avrebbero dovuto prendere il cognome ‘Snape’.
La ragazza iniziò a ridere in modo sgarbato, alzando la voce e spalancando forzatamente la bocca, tanto che Severus dovette avvicinarsi a lei per coprirle la bocca. Le si inginocchiò accanto ed appoggiò la testa a quella della ragazza. Stava ridendo ma da quegli occhi verdi era come se gli stesse lanciando tanti pugnali. Mormorò qualcosa e Severus si decise a scoprirle la bocca, gli occhi di Lily si fecero pieni di lacrime.
«C…come…?» riuscì solo a pronunciare. Abbassò la testa e si strinse le mani al petto come se le facesse male.
«Lily…» il ragazzo cercò di alzare la sua testa e dopo vari tentativi ci riuscì. Lily si alzò con rabbia, il viso rigato di lacrime, e Severus si alzò insieme con lei.
«Come hai potuto rovinarti la vita così?» lo aggredì lanciandosi al petto. «Come hai potuto farci questo?» lo colpì ripetutamente. Severus rimase senza fiato, per la potenza dei colpi e per lo shock della sua reazione.
Cercò di dire qualcosa ma non c’erano parole per spiegare quello che era successo e la strinse tra le braccia forte, impedentole di muoversi. Dopo poco la ragazza si calmò e gli sussurrò: «Non possiamo più vederci, Sev» così dicendo gli si allontanò con vigore e uscì dalla stanza.
Come hai potuto accettare la proposta di matrimonio di James Potter? – questo le avrebbe voluto dire, ma non c’era riuscito. Si sentì tremare le gambe e crollò sul pavimento in lacrime.

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Capitolo 3
*** 3 - Tu non ti sposerai, vero? ***


«E domani ti sposi…» disse il ragazzo ubriaco appoggiando i piedi su un tavolino.
Si era appena concluso l’addio al celibato ed i due erano rimasti finalmente soli.
Il promesso sposo sospirò per quanto affascinante fosse l’amico.
«Dovevamo sposarci noi» si avvicinò al ragazzo e gli accarezzò i lunghi capelli con tenerezza.
«Davvero?» gli occhi di Sirius s’incattivirono e bloccò il polso della mano che lo stava sfiorando. «In quale posto del mondo due ragazzi possono sposarsi?» digrignò i denti e la cosa lasciò James senza fiato. Non avrebbero litigato il giorno prima del matrimonio, non se ne parlava. Sirius lo vide scosso e il suo sguardo si addolcì. «Perché se ci fosse stato un posto dove questo era possibile, ti ci avrei portato…»
James si abbassò gli baciò la fronte e poi delicatamente le labbra.
«Mi sposo perché me l’hai detto tu…»
«Lo so» il ragazzo lo fece accomodare sulle sue gambe.
«Tu non ti sposerai, vero? Perché io non potrei tollerare una donna nel tuo letto…» gli si accostò alla spalla.
«I Black non sono preoccupati, la dinastia non terminerà con me…» rispose accarezzandogli i capelli. «Questi problemi se li pongono solo quei preistorici dei Potter» fece un sorriso ironico che James non vide ma percepì.
«Non ti cercherai nessun altro ragazzo non-impegnato, vero?»  Sirius alzò il viso di James e si fece guardare.
«Tu sei mio ed io sono tuo, per sempre» lo baciò con intensità. «Perché dubiti di me?»
«Perché a te piacciono i ragazzi, a me piaci solo tu» confidò timido James. Sirius rise.
«Sei ancora geloso per quell’affare di Remus?»
«Mh, me l’hai ricordato. Di Remus mi fido anche perché è stato solo con te, di solito gli piacciono le ragazze…»
«E’ successo solo una volta ed io non sapevo se ricambiassi i miei sentimenti. Remus è assolutamente etero, diciamo che sono abbastanza convincente…»
«…e soprattutto affascinante!» James iniziò a mordicchiargli il collo. «Solo tu, per sempre.»
«Dovresti permettere a Lily di vedere altre persone…» il ragazzo si staccò e lo guardò torvo.
«Non ora» tagliò a corto.
«Ma perché? Non credi che anche lei abbia bisogno di un po’ di “calore umano”?»
«Lo sai da chi correrebbe? Da quel Severus Snape… vuole lui, ama lui… non posso permetterglielo.»
«Ti sta facendo un favore, dovresti lasciarla libera di vederlo…»
«Non ho detto “mai”, ho detto “non ora”. La sposerò per un motivo, quando mi darà un figlio la lascerò andare da Snape quando vuole. Non posso rischiare che la metta incinta visto che non sa tenerlo nei pantaloni.»
«Se per questo nemmeno tu…» gli disse allungando le mani verso i bottoni dei calzoni di James.
«Non era quello che preferivi di me?» rispose sarcastico,  morse le labbra di Sirius e adagio iniziò a sbottonargli la camicia.

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Capitolo 4
*** 4- Non sei tu che scegli chi amare... ***


Lily aveva partorito da dodici ore e tutti i conoscenti erano accorsi a festeggiare lei ed il nascituro. James e Sirius erano stati molto premurosi e la ragazza una volta addormentatasi aveva avuto un sogno angosciante in cui i due amanti scappavano con il bambino. - A questo sono servita? Una semplice incubatrice?- Si era chiesta in sogno ed ora appena sveglia, sentiva una sensazione di vuoto e rammarico.
Ai piedi del  letto, come quando si era assopita, c’erano James e Sirius che aveva in braccio il neonato.
«Mi sa che devi provare ad allattarlo di nuovo» il piccolo piangeva come un forsennato.
«Dallo a me» rispose stizzita e non era da lei, Black gli era sempre stato così simpatico. Aggiunse un sorriso per indorare la pillola.
Il ragazzo glielo passò senza indugio e quando Lily stava per scoprirsi un seno, decise di uscire per lasciarle un po’ di privacy. James che aveva guardato la scena in silenzio si avvicinò a lei.
«Cosa c’è?» chiese accomodandosi sul letto ed allungando lo sguardo su Harry che provava ad imparare a poppare.
«Sono stanca…» rispose lei, stringendo le labbra non appena Harry si attaccò eppure non aveva ancora finito. «E ho fatto un brutto sogno…» James le accarezzò la testa.
«Sei stata bravissima e molto coraggiosa» si accostò la testa della ragazza sul petto. Formavano proprio un bel quadretto familiare dall’esterno, pensò la ragazza, perché le cose non potevano essere così semplici. Perché non poteva amare James? Perché James non poteva amare lei? Tuttavia capì che erano gli ormoni a parlare per lei, avrebbe amato Severus per sempre nonostante tutto (figli illegittimi e varie amanti) e James aveva il suo Sirius.
«Io e Sirius pensiamo che tra qualche mese, quando non rischierai di rimanere di nuovo incinta, potresti sai… ricominciare a vedere qualcuno…» si fermò con un po’ d’imbarazzo. Tutti conoscevano i suoi sentimenti ma nessuno le aveva mai chiesto alcun dettaglio.
«Non stiamo veramente avendo questa conversazione, vero?» Lily alzò lo sguardo verso il ragazzo. Voleva che frequentasse qualcun altro? Perché volevano liberarsi di lei?
«Pensavo ti facesse piacere» James si staccò da lei.
«Vuoi che mi levi dai piedi? Dire in giro che sono una moglie infedele e magari divorziare? Così potrai crescere il piccolo Harry con Sirius? E questo che volevate fin dall’inizio?» James spalancò gli occhi e la bocca contemporaneamente sbigottito.
«Sei proprio fuori pista» si alzò di scatto, era in piedi di fianco a lei e il suo sguardo si era fatto serio.
«Io, tu e Harry siamo una famiglia» incrociò le braccia al petto. «Un po’ insolita ma è quello che siamo e non ho intenzione di cambiare questo particolare, nonostante Sirius o Snape» in quel momento fu Lily a spalancare la bocca. Aveva detto proprio quel nome?
«Lily, sei in assoluto la mia migliore amica, ti sei concessa a me per avere questo bambino, e anche se non ne abbiamo mai parlato, conosco i tuoi sentimenti» si risedette sul letto mettendo le mani sulle gambe. «Avrei duemila motivi per cercare di convincerti a smettere di amarlo… ma purtroppo non sei tu che scegli chi amare è l’amore che sceglie te» sospirò rassegnato.
«Oh James» la ragazza iniziò a singhiozzare, era felice sia per le rassicurazioni (James non l’avrebbe allontanata per crescere Harry da solo con Sirius) che per il consenso a rivedere il suo Severus.
Non sarebbe stato facile rintracciarlo, le cose tra loro erano diventate così complicate… ma non voleva pensarci in quel momento. Il marito la abbracciò e teneramente le baciò la testa. 

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Capitolo 5
*** 5 - Estate 1980 ***


«Ebbene, Severus? Che messaggio ha per me Lord Voldemort?»
«Nessuno – nessun messaggio – sono qui per mio conto!»

Snape torceva le mani: sembrava un poco folle, con i capelli neri e disordinati che gli volavano attorno.

«Io – vengo per un avvertimento – no, una supplica – per favore –»

Dumbledore agitò la bacchetta. Nonostante foglie e rami ancora volassero nella notte attorno a loro, nel luogo ove lui e Snape stavano l’uno di fronte all’altro cadde il silenzio.
«Che supplica potrebbe presentarmi un Death Eater?»
«La – la profezia…la predizione…Trelawney…»
«Ah sì» disse Dumbledore. «Quanto hai riferito a Lord Voldemort?»
«Tutto – tutto ciò che ho sentito!» disse Snape. «È questo il perché – è per questo motivo – lui pensa
si riferisca a Lily Evans!»
«La profezia non riguardava una donna,» disse Dumbledore. «Parlava di un bambino nato alla fine di
Luglio –»
«Sa che voglio dire! Lui pensa si riferisca a suo figlio, le darà la caccia – li ucciderà tutti –»
«Se lei significa così tanto per te» disse Dumbledore, «sicuramente Lord Voldemort la risparmierà? Non
potresti chiedere misericordia per la madre, in cambio del figlio?»
«L’ho fatto – gliel’ho chiesto –»
«Mi disgusti» disse Dumbledore con vero disprezzo. Snape si vergognò di se stesso. «Non ti interessano, quindi, le morti di suo marito e di suo figlio? Loro possono morire, basta tu ottenga ciò che desideri?»
Snape non disse nulla, ma si limitò a fissare Dumbledore dal basso. Non vedeva Lily da prima che si sposasse, ricostruire qualcosa con lei era impossibile ma anche se erano separati, avrebbe cercato sempre di salvarla ad ogni costo.
«Li nasconda tutti, allora» replicò con voce roca. «La metta – li metta – al sicuro. Per favore.»
«E cosa mi darai tu in cambio, Severus?»
«In – in cambio?» Snape guardò Dumbledore a bocca aperta e dopo un lungo istante disse: «Qualsiasi cosa.»
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Diventare la spia di Dumbledore non era per niente l’obbiettivo della sua vita ma Lily doveva essere salvata, il solo pensiero che Voldemort potesse farle del male gli bloccava il respiro.
La protezione che provava nei confronti di quella ragazza poteva essere comparata a quella per i gemelli, sangue del suo sangue, nati da Lydia.
Aprì la porta del suo appartamento situato appena di fianco a Three Broomsticks e nella buchetta delle lettere trovò un altro biglietto. Solito destinatario: Lily Evans P.
Aveva iniziato a scrivergli dopo una settimana dal parto (suo figlio era nato con due mesi d’anticipo).  L’aveva chiamato Harry ed il suo padrino era Sirius Black, come da copione.
Severus mise il biglietto di Lily senza aprirlo nel cofanetto insieme agli altri. Non solo aveva sposato James ma insieme avevano anche concepito un figlio! La gelosia fu una morsa che gli colpì lo stomaco così forte che dovette reggersi al tavolo.
Levò il gilet, lo appoggiò ad una sedia e nel momento in cui sbottonava i primi bottoni della camicia, sentì suonare alla porta.
La cosa gli sembrò alquanto strana, visto che nessuno era mai andato a trovarlo, eccetto i suoi colleghi Death Eaters. E se l’avessero seguito? E se avessero spiato il Patto tra lui ed il Preside? Rabbrividì al pensiero tuttavia non c’era più nulla da fare, la verità era dietro la porta.
Quello che invece trovò lo fece sussultare e commentare acidamente: «Era meglio un Death Eater».
Tentò invano di richiudere la porta perché Lily prontamente l’aveva bloccata con un piede.
«Sev, smetti di fare il bambino» lo rimproverò accomodandosi, lui smise di fare resistenza troppo turbato dalla sua presenza.
«Che cosa vuoi?» le chiese ricomponendosi e fingendosi scocciato.
«Volevo rivederti» fece spallucce.
«Non saresti dovuta venire qua, sai che sono un Death Eater e poi James…»
«Non dovresti preoccuparti di James, allora non li hai letti i miei biglietti?»
Severus si mosse con calma ed aprì adagio il cofanetto. Le mostrò il contenuto: i biglietti erano riposti alla rinfusa e ancora sigillati. Lily sgranò gli occhi: «Devo arrivare alla conclusione che mi odi davvero?»
Snape sbuffò.  «Hai detto tu che non dovevamo più vederci…»
«So. Quello. Che ho detto.  Le spiegazioni sono tutte nei biglietti che ti sei rifiutato di leggere» girò la testa verso un punto indefinito della stanza in modo offeso.
«Come hai avuto il mio indirizzo?» chiese stizzito eppure così felice di vederla da poter iniziare a piangere da un momento all’altro.
«Sono andata da Madame Malkin, le ho rifilato la scusa “della vecchia amica di scuola” e mi ha dato il tuo indirizzo» si accomodò su una sedia come se si sentisse già la padrona di quella casa.«Lydia non lavora più lì.»
«Si sono trasferiti tutti in Svizzera, vicino la famiglia del marito.»
«Me l’ha detto Madame, so che il maschietto si chiama Severus.»
«Sì, Lydia in qualche modo è riuscita a “farmi onore”» disse con tono sprezzante, «la bambina si chiama Fanny.»
«Non ti pesa di non poterli vedere?»
«Ogni tanto in estate li andrò a trovare in segreto… ovvero è questo il progetto» si spazientì, forse doveva chiederle come stava dopo il parto, tuttavia non volevo parlare di quell’argomento troppo doloroso per lui.
«Perché sei qui?»
«Non è facile per me dire certe cose quindi ho pensato di scriverti…»
«Forse non sono veramente interessato a sapere» si accomodò su una poltrona in fondo alla stanza, ben distante da lei.
«Ti prego Sev, non escludermi dalla tua vita. Io sono qui per restare, so che vedi altre donne…devi smetterla» gli si avvicinò con lentezza e s’inginocchiò alle sue gambe. «Prendi me, scegli me… solo me» gli lanciò uno sguardo carico di desiderio. Un istante dopo iniziò a slacciare gli unici tre bottoni presenti sulla sua maglia leggera con scollo a V.
Severus allungò gli occhi sui seni diventati abbondanti a causa della gravidanza ed avvampò. Non doveva sopportare solo la sua bellezza ora doveva far fronte anche alla sua procacia, meditò con superficialità.
«Credo, che dovresti andartene» si alzò prendendo la ragazza per entrambe le braccia. Era così indifesa e disposta a tutto che Snape pensò di non riuscire a trattenersi oltre. Con molta forza di volontà riuscì a trascinarla alla porta. Lily era ormai fuori.
«Non ti senti più attratto da me, vero? » singhiozzò, «perché il mio corpo è sformato dalla gravidanza.»
«Non è per questo» Severus deglutiva a fatica, doveva chiudere quella porta.
«E’ perché sono stata con James? Che potevo fare? Io ho preso un impegno» si asciugò gli occhi con i polsi e il ragazzo desiderò baciare quelle lacrime ad una ad una. «Anche tu sei andato con altre donne, me la sono presa all’inizio ma poi ho capito che quello che c’è tra noi, va oltre…queste cose…» lo trafisse con i suoi occhi verdi.
«Cosa c’è tra noi? Non ci vediamo da due anni» Snape conosceva i giorni, le ore, i minuti e i secondi da quell’ultimo incontro al Leaky Cauldron.
«Perché io ti amo Lily e tu ami me! Ricordi? Me l’hai detto tu e questo non è cambiato per quanto mi riguarda ma se per te non è più lo stesso, chiudi questa porta» la ragazza non singhiozzava più eppure era evidente che si tratteneva a fatica. Severus sentì che mancava davvero poco, sarebbe stato lui a piangere e per questo si affrettò a chiudere la porta. Si morse una mano per resistere al dolore per ciò che aveva appena fatto.
Non poteva ricominciare tutto d’accapo, proprio ora che aveva smesso di avere quella disperata e dilaniante fame di lei, del corpo di Lily e della sua anima.
Rimase, però, ad accarezzare la porta per qualche minuto convinto che lei se ne fosse già andata, quando improvvisamente sentì un singhiozzo e la spalancò.
La trovò così piccola e disperata che in quel momento promise a se stesso che mai più l’avrebbe fatta piangere.
La strinse tra le braccia, la sollevò e la baciò con avidità. «Ti amo, perdonami» le disse scostandole i capelli dal viso bagnato mentre di peso la portò dentro.
 
 
 
*C’ è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, e rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età; quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare. Da lì fuggir non potrò poiché la fantasia d’incanto risente il nostro calore e non permetterò mai ch’io possa rinunciare a chi d’amor mi sa far volare.
Lily Evans P.
 

 
 
 
(*Alda Merini)

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Capitolo 6
*** 6- Custode Segreto ***


La casa di Sirius Black non era da sfondo a questo tipo di riunione da molto tempo, quasi da quando era finita la scuola. Era stato James a richiamarli a raccolta per discutere di una cosa molto importante.
James doveva comunicare loro una notizia ed aveva portato con sé il piccolo Harry. Aveva il viso teso ed in qualche modo sembrava arrabbiato con Sirius.
Peter Pettigrew e Remus Lupin si accomodarono senza imbarazzo poiché ormai da anni erano di casa.
Peter si avvicinò al passeggino, il piccolo Potter stava dormendo, e guardò il bebè curioso.
«E’ un bel neonato, è uguale a te» si rivolse a James che sorrise appena.
«Neanche il padre è cresciuto molto» commentò sarcastico Sirius.
«Sembra che abbia gli occhi della madre però» commentò scocciato Potter.
«Problemi in paradiso, Mr Sirius Potter?» scherzò Remus. Il ragazzo da quando i due si erano messi insieme li chiamava simpaticamente James Black e Sirius Potter, come se fossero sposati.
«Adesso vi spieghiamo tutto» disse tagliando a corto James indicando un piccolo tavolino a quattro posti.
I due amici si accomodarono in totale silenzio capendo che qualcosa di grave stava accadendo a James Potter.
«Dumbledore è venuto a sapere che Harry, a detta di una certa profezia sarebbe l'unico in grado di sconfiggere Voi-Sapete-Chi, e per tale motivo vorrebbe ucciderlo».
I due ragazzi rimasero sconvolti dalla notizia e Sirius era una maschera di ghiaccio.
«Ma… è sicuro?» balbettò Peter.
«Be’ di solito Dumbledore non si diverte a terrorizzare due novelli genitori in questo modo» Sirius parlò.
«Lily come l’ha presa?» chiese Lupin.
«Piange di continuo. Continua a ripetere “perché sta succedendo al nostro bambino?”. So che è una ragazza forte, ha bisogno solo di superare il trauma iniziale» sospirò James con viso stanco.
«Ora è dall'unica persona che riesce a consolarla…» commentò Black, i ragazzi si guardarono tra di loro e senza proferire parola capirono a chi si riferisse.
«Che cosa possiamo fare per voi? Sono disposto a tutto quello che è in mio potere» Remus batté i pugni sul tavolo.
«Dumbledore ci ha consigliato di cambiare casa e di scegliere un Custode Segreto per il Fidelius Charm» i due ragazzi guardarono contemporaneamente Sirius. «Anche Lily ed io avevamo scelto lui ma…»
«Non ho accettato non perché non voglia, ma penso che Voi-Sapete-Chi sospetterebbe subito di me…»
«Sirius ma tu non tradiresti mai James» spiegò convinto Remus.
«Lo so bene» rispose sicuro Sirius, «la verità è che non credo sia una buona idea. Se io sapessi dov’è James, di sicuro ci andrei di continuo, sono certo, sarebbe più forte di me e se qualcuno dovesse seguirmi… insomma preferisco non sapere dove sei, aspettare che tu venga da me» si rivolse a James che fece un sospiro di sollievo. Chissà quale pensava fosse il vero motivo e invece…
Ci pensò, si conoscevano dall’età di undici anni e si erano visti praticamente sempre, eccetto quell’estate in cui Sirius si era dichiarato e lui spaventato dalla cosa si era allontanato per poi tornare a scuola a settembre e dirgli: “Anch’io ti amo, ma sono spaventato a morte da questo sentimento”.
Quel ricordo lo fece tremare e inconsciamente gli strinse una mano. Anche lui, nella stessa situazione di Sirius, non avrebbe voluto sapere.
«Ho capito, scusami» si allungò per baciargli le labbra, cosa che non imbarazzò per niente gli altri due, abituati anche a peggio. «Ora, chi dei due si sente pronto?»
«Remus, fallo tu» dichiarò Sirius, non perché non si fidasse di Peter, ma Lupin gli era sempre sembrato il più affidabile dei Marauders.
«Lo faccio io» s’intromise Peter. «Se per voi non fa differenza».
Il tono che usò, come se in quel momento si dovesse decidere la profondità della loro amicizia, rese impossibile il rifiuto da parte di James. 


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Capitolo 7
*** 7- Eternamente nostri... ***


Inghilterra,  10 aprile 1981

 

Mio amatissimo Sev,

conto le ore che mi separano dal tuo ritorno. Ho fiducia sul fatto che tu non rimandi il rientro, il mio povero cuore non potrebbe reggere altro tempo.

Spero che i bambini stiano bene e che abbiano preso familiarità con lo zio Severus. Non voglio parlare di Lydia perché ne sono infinitamente gelosa. I figli che ha partorito dovrebbero essere i nostri figli e forse sono troppo dura dicendo che abbiamo sbagliato tutto, dal primo momento.

Caro Severus, non ci separiamo dall’estate scorsa, perdona questo mio momento di sconforto, magari aspettavi questa lettera per rallegrarti. Forse sono anche molto stanca perché il piccolo Harry non dorme a causa dei dentini.

La reclusione senza di te è intollerabile.

Sirius vorrebbe organizzare “chissà cosa” per risolvere questa ridicola situazione. Anche lui dice di averne abbastanza… ma forse sarebbe meglio non parlarne con te, perdona le mie riserve.

Ti auguro una felice Pasqua sperandoti tra le mie braccia al più presto.

Per sempre tua, Lily.

 

 

Canton Berna, 13 aprile 1981

 
Mia adorata Lily,
La gioia di rivedere i miei figli non compensa affatto la tua lontananza. Se potessi anticiperei il ritorno, se solo non avessi timore della reazione di Lydia, che potrebbe non permettermi più questi incontri.
Mi fa piacere trascorrere del tempo con loro, sono tanto piccoli, e sono sicuro che quando me ne sarò andato non si ricorderanno di me fino alla prossima visita. Fanny è davvero graziosa, ha sottilissimi capelli biondi che si arricciano sulla testa e limpidi occhi grigi, mi ricorda molto sua madre. Anche il piccolo Severus è biondo  ma purtroppo per lui ha il mio naso e il mio atteggiamento arrogante.
Mr Van Der Land, giorni fa mi ha detto che in qualche modo gli ricorda me, come fa a non sospettare nulla? A non chiedersi in che modo io e sua moglie siamo parenti? Lydia deve essere una donna molto scaltra. È inutile che ti ripeta che non devi affatto essere gelosa di lei, ormai tra noi non c’è altro che un’amicizia di comodo.
Se penso a come ci siamo rovinati con le nostre mani, non posso far altro che torturare me stesso, per le scelte sbagliate che mi hanno allontanato da te.
Pensare che Fanny avrebbe potuto avere le tue fattezze, sarebbe stata la bimba più bella del mondo. Con quanto rimpianto ci penso!
Ma adesso siamo qui e forse questo vuol dire che il destino non ci è totalmente avverso.
Qualsiasi piano stia organizzando Sirius, per quanto non mi piaccia quella persona,  spero che riesca a tirarti fuori da quella prigione.
Spero che Harry stia meglio, sei una madre bravissima e saprai come consolarlo.
Desiderando di addormentarmi tra le tue braccia, mi congedo da te essendo consapevole che mai nella mia intera vita potrò dimostrare l’amore immenso che provo per te.
 
*A letto i miei pensieri sono già rivolti a te, mia amata immortale, ora lieti, ora di nuovo tristi, nell'attesa che il destino esaudisca i nostri desideri, posso vivere soltanto unito strettamente a te, non altrimenti. Sì, ho deciso di errare lontano finché non potrò volare nelle tue braccia e sentirmi perfettamente a casa accanto a te e lasciando che la mia anima, circondata dal tuo essere, entri nel regno degli spiriti. Purtroppo così deve essere, ti rassegnerai, tanto più conoscendo la mia fedeltà verso di te, nessuna altra donna potrà mai possedere il mio cuore, mai, mai.
O Dio perché doversi allontanare dall'oggetto di tanto amore, la mia vita  è ora miserevole, il tuo amore ha fatto di me il più felice e nello stesso tempo il più infelice degli uomini.
Siii calma, solo contemplando con serenità la nostra esistenza potremo raggiungere il nostro scopo di vivere insieme.
Sii calma, amami oggi, ieri.
Quanta nostalgia, quanto rimpianto di te.
Di te, di te, mia vita, mio tutto, addio.
Ti prego continua ad amarmi,non smentire mai il cuore fedelissimo del tuo amato.
Eternamente tuo
Eternamente mia
Eternamente nostri.

 

 
Buona Pasqua a te, Severus.
 
 
*(Ludwig Van Beethoven)

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Capitolo 8
*** 8- Io non potrò…proteggere te ***



«Prima di Lily, del matrimonio, del bambino, c’eravamo tu ed io. Mi avevi promesso che non ci saremmo fermati mai, nemmeno in un posto. Che saremmo stati vagabondi…» James strusciò il suo viso sul mento di Sirius.  Quel giorno era stato il suo turno, Lily era rimasta a casa con Harry e lui era riuscito a scappare dalla prigione che era diventata casa loro.
Sirius e James avevano avuto più tempo per stare insieme nelle ultime settimane perché Severus era in Svizzera e Lily aveva dato al marito la libera uscita.
La PortKey della ragazza per la casa di Snape era un vaso mentre quella di Sirius e James era un posacenere.
«Non è ancora finita la nostra vita, abbiamo tutto il tempo di fare quello che vogliamo, ora che hai dato un erede alla tua famiglia. Abbiamo vent’anni» il ragazzo gli accarezzò la schiena.
«Non credo che avremo mai la possibilità» si alzò dal letto ed iniziò a rivestirsi. Si mise i boxer e si avvicinò alla finestra di casa Black. Anche Sirius si mise seduto sul letto e per qualche minuto, guardò il compagno senza proferire parola.
«Sai che ho un piano, ci libereremo di lui» disse alla fine, non attirando l’attenzione di James. Fu costretto ad alzarsi ed ad avvicinarsi a lui. Lo abbracciò da dietro congiungendo le proprie mani sul ventre dell’altro e gli baciò delicatamente il collo. «Siamo arrivati ad un punto in cui non ti fidi più di me» sospirò. James s’irrigidì.
«Scusami Sirius, se non sei il mio primo pensiero ultimamente» si separò da lui e si mise al lato opposto della finestra accendendosi una sigaretta. L’altro gli si accostò e gliela tolse di mano dopo appena un tiro.
«Hai sempre odiato che fumassi, adesso lo fai tu?» chiese aspirando una lunga boccata.
«Ho sempre voluto essere come te, lo sai» lo guardò negli occhi con malinconia.
«Ed hai sempre sbagliato» Sirius mise la sigaretta tra le labbra e andò ad infilare i boxer. «Tu sei meglio di me sotto ogni aspetto ma non so come fartelo capire» gli si avvicinò ed in maniera brusca gli attirò la testa al petto. Rimasero immobili per qualche secondo.
«Sento che non ce la faremo…» sospirò pesantemente, si staccò da lui con forza lasciando Sirius interdetto. «Conosco il tuo piano, so che hai incontrato questa persona che ti farà sapere dove si trova Tu-Sai-Chi e senti di poterti fidare di lui, tuttavia io non potrò lottare al tuo fianco. So che con te ci sarà tutto l’Ordine ma io dovrò rimanere a casa con Lily ed Harry. Io non potrò…proteggere te» singhiozzò. Sirius strinse le labbra. Aveva un nodo alla gola e per di più vedere James piangere era la cosa al mondo peggiore da sopportare.
«Tu mi hai salvato quando mi hai scelto, chissà che vita avrei fatto senza di te. Lascia che sia io questa volta a salvarti» detto questo, gli si avvicinò e pretese un bacio appassionato.

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Capitolo 9
*** 9- Halloween 1981 ***


«Da quando è diventato Professore di Pozioni ha decisamente poco tempo per me…» brontolava Lily mentre cambiava il pannolino ad un assopito Harry.
Severus per l’ennesima volta era stato trattenuto a Hogwarts. «Puoi uscire tu se vuoi…» propose al marito.
«No, resto con voi. Sirius vuole controllare Peter, ha dei sospetti. Dopo che quel tizio l’ha ingannato, non si fida nemmeno di sua madre».
«Siamo stati troppo ingenui, James. Cioè, un uomo ti adesca in un bar e ti dice: “So che cerchi Tu-Sai-Chi, io posso darti quest’informazione…”. Troppo bello per essere vero, non trovi?»
«Invece voleva solo sapere se era lui il nostro Custode Segreto» sospirò il ragazzo. «Ho un brutto presentimento, sai? Spero di sbagliarmi» prese Harry dalle braccia di sua madre. «Lo metto a nanna…» il neonato già riposava beatamente.
James salì le scale e Lily pensierosa si concentrò sull’ultima frase del marito. Voldemort li avrebbe trovati? In quel momento sentì l’urgenza di chiedere scusa a Severus, si era di nuovo arrabbiata per l’ultima buca che le aveva dato. Pensò di inviargli un biglietto ma nel frattempo scese il ragazzo.
«E’strano essere soli, vero Lil?»
«Tra le nostre vite private ed il piccolo Harry non abbiamo più avuto occasione di parlare» si accomodarono entrambi sul divano, accendendo la tv su un canale babbano che fece solo da sottofondo.
«Cosa hai intenzione di fare con Snape?»
«Non abbiamo progetti, anche se spesso ci penso…»
«Ti piacerebbe sposarlo o avere dei bambini con lui?»
«Il matrimonio non è importante. Ho promesso di essere tua moglie, Sev lo sa, mi tirerò indietro quando me lo chiederai tu.»
«Vorresti un figlio da lui?»
«Non te lo nego, ma credo che ci penserò quando Harry andrà ad Hogwarts.»
«Anche io e Sirius facciamo progetti per quel periodo.»
«Spero che tu ed io rimarremo sempre amici così…» Lily si accoccolò alla sua spalla e James allungò il braccio dietro la testa.
«Io giurerei di sì» le baciò la tempia.
«Ce la faremo in undici anni a liberarci del fardello di Tu-Sai-Chi?»
«Non ho una buona sensazione in merito, quindi non commento» il ragazzo indurì la postura.
«Cambiamo argomento, ok?» James si limitò ad annuire con la testa. «A volte mi chiedo: se tu non mi avessi proposto di sposarti per copertura, chissà se sarei finita con Severus lo stesso…»
«Io invece mi chiedo: se non avessi incontrato Sirius, con chi sarei finito? Una donna o un uomo? E se non avessi incontrato te, se non avessimo avuto questa sintonia, avrei avuto il coraggio di chiedere di fare quest’accordo ad un’altra?»
«Se non avessi saputo per certo che ti piaceva Black, magari mi sarei innamorata di te.»
«Se Severus non fosse mai esistito, magari sì. Tu e lui siete… fatti per stare insieme, e non sai come mi pesa dire questa cosa…»
La tranquillità della serata dovuta alla ritrovata complicità dei due amici, fu interrotta da un forte rumore causato dello sbattere della porta d’ingresso.
James guardò sconcertato Lily, che rimase immobile. Il ragazzo scattò in piedi in un secondo e si diresse verso quel frastuono.
«Lily, prendi Harry e scappa. È lui! Vai! Corri! Cercherò di tenerlo a bada!»
Fu in quel momento che Lily si destò dal suo incubo. Scattò dal divano e corse su da Harry. Aveva paura, tanta paura.
Arrivò velocemente e cercò di prendere in braccio il piccolo. Sentì qualcuno cadere. «Oddio, James, no» sussurrò poi la porta si spalancò e l’ingresso del Signore Oscuro fu anticipato da una risata sgradevole.
Riposò Harry,che nel frattempo si era svegliato, nel suo lettino.  Si mise davanti alla culla in posizione di protezione.
«Non Harry, non Harry, ti prego non Harry!» implorò singhiozzando.
«Fatti da parte stupida ragazza…fatti da parte adesso.»
«Non Harry, per favore no, prendi me, uccidi me al suo posto…» il malvagio Mago rispose con un’altra stridula risata. «Non Harry favore ... abbi pietà ... abbi pietà ...»
Voldermort sogghignò ancora e puntò la bacchetta. Lily decise come agire, non c’era altro da fare.
#
Troppo tardi, troppo tardi aveva scoperto quello che era successo. Sirius aveva tradito James e Lily e Voldemort si era diretto a casa loro. Non poteva essere che Black, il Custode Segreto.
Aveva mentito a Lily, fingendo di non conoscere i progetti del capo dei Death Eaters, quando invece era stato lui ad avvertire Dumbledore non appena scoperto i progetti dell’Oscuro Signore. Aveva promesso al Preside di mantenere il segreto.
Pregò che Voldemort avesse lasciato in vita Lily come gli aveva supplicato lui stesso, ma la ragazza non gliel’avrebbe perdonato, non avrebbe mai superato la morte del suo amatissimo figlio.
Entrò a casa dei coniugi Potter e all’ingresso trovò James disteso e morto sul pavimento. Si stupì di scoprirsi annientato nel vederlo in quello stato. Non era riuscito a fermare il Nemico e Lily dov’era?
Sentì un bambino piangere. Se il piccolo Harry era sopravvissuto forse c’era ancora speranza per la sua Lily. Corse velocemente le scale, orientandosi con il pianto di Harry. Raggiunta la stanza trovò Lily accasciata al suolo, Il bambino era in piedi nella culla e piangeva disperato.
Severus si sentì venir meno nelle gambe, riuscì a stento ad arrivare al corpo di Lily. Cadde di fianco a lei e la abbracciò, iniziò a cullarla piangendo disperato. Sperò che il suo cuore in frantumi, smettesse di battere. Pregò di poter raggiungere Lily al più presto.
#
Alla fine anche Sirius arrivò sul luogo del massacro. Aveva in precedenza organizzato con James e Lily di “controllare” Peter e così aveva fatto quella sera.
Quando aveva scoperto che Pettigrew non era nel suo nascondiglio, Sirius si era preoccupato e, velocemente, con la sua moto volante era corso da Godric's Hollow.
Quello che vi trovò fu solo distruzione e morte.
Hagrid era lì e cercò di confortarlo, ma non c’erano parole che lo avrebbero consolato. Il ragazzo raccolse quel poco di decenza rimasta e riuscì a non lanciarsi sul corpo di James.
«Prendo Harry con me» balbettò in totale stato di confusione. «Sono il suo padrino, James avrebbe voluto così.»
Tuttavia, Hagrid aveva ricevuto degli ordini precisi da Dumbledore. Harry doveva essere portato da sua zia a Privet Drive.
Sirius non ebbe nemmeno la forza di protestare, si allontanò da quella casa in fretta a piedi. Quando Hagrid gli ricordò della moto, Sirius gli disse che poteva tenerla. «Io non ne ho più bisogno.»
 
 

Capitolo durissimo da scrivere, per molti dettagli ho consultato questo sito:
http://www.hp-lexicon.org/timelines/essays/timeline_potters.html

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Capitolo 10
*** 10- Avevamo tutto… ed ora non abbiamo più niente ***


La notte in cui James e Lily morirono, Sirius era andato da Peter per assicurarsi che stesse bene, ma quando arrivò nel suo nascondiglio Peter non c’era, eppure la casa era priva di segni di lotta.
Sirius si spaventò e decise di andare subito a Godric's Hollow: quando vide la casa distrutta e i loro corpi, capì che Peter li aveva traditi tutti, per vigliaccheria, consegnandoli al Signore Oscuro.
Decise di vendicarsi, ma Pettigrew inscenò abilmente un attacco di Sirius, recitando il ruolo di vittima: si tagliò un dito e scappò sotto forma di topo, dopo aver ucciso una dozzina di Babbani con un incantesimo.
Black fu accusato dell'omicidio volontario di Peter Pettigrew e di dodici Babbani e condannato all'ergastolo ad Azkaban, senza processo, da Bartemius Crouch, all’età di ventuno anni.
Fu raccontato che Sirius era riuscito a non impazzire al pensiero di essere innocente. Che la sensazione di essere stato imprigionato seppur innocente non gli avesse portato felicità, perciò i Dissennatori non riuscirono a togliergliela, ma gli era stato sufficiente a mantenergli la mente lucida…

Era sempre stato così?

 

*
Azkaban
 
Severus saliva le scale della fredda prigione con assoluta lentezza. Sapeva di dover fare quella visita, anche se non ne aveva alcuna voglia.
Aveva personalmente deciso di parlare a Sirius, stanco dei suoi tentativi di togliersi la vita.
L’avrebbe ammazzato se non avesse creduto che una lunga vita tormentata in carcere, a morire di fame e di freddo, non sarebbe stato il miglior modo di scontare il tradimento fatto a Lily ed il suo amato James.
Parlò con una guardia che gli disse di seguirlo, raggiunsero in fretta la cella e l’uomo guardò dallo spioncino.
«Black, hai una visita» lo avvisò in modo brusco. Non si sentì risposta. «Non parla, piange solo» spiegò. «E tenta il suicidio un giorno sì e anche l’altro, per questo l’abbiamo legato a letto» Severus annuì.
«Quanto tempo le serve?»
«Un quarto d’ora può bastare» sentenziò intanto che la guardia mormorò andando via.
Snape entrò e si guardò in giro. C’erano un tozzo di pane e un bicchiere su un pezzo di legno che fungeva da comodino. Doveva essere lì da qualche giorno poiché il pane aveva già fatto la muffa.
L’uomo si avvicinò a letto, Sirius aveva le mani legate alla lettiera e fissava il soffitto. Non sembrava più il figo di Hogwarts. Ne avrebbe goduto un tempo ma Severus aveva perso la voglia di gioire per qualsiasi motivo, da quando Lily non c’era più.
«Hai voglia di morire, signor Black?» con il viso si affacciò davanti al volto dell’altro che non si mosse nemmeno di un millimetro. «Potevi ammazzarti prima di tradire l’amore della tua vita ed il mio» l’ultima parola la disse sussurrando.
«Troppo facile morire, troppo» l’immobilità di Sirius urtò Severus a tal punto che mise le sue mani alla gola dell’uomo. Gli si avvicinò ad un palmo dal naso: «Avevamo tutto… ed ora non abbiamo più niente» affermò sprezzante, strinse le mani sempre più forte e Black sussultò appena ma sembrò sollevato. Parve che non stesse aspettando altro e per questo Snape si fermò.
«Non ti ucciderò, non lo farò, non ti libererò da questo peso» si alzò. «Vivrò finché respirerai, finché Lily non sarà vendicata. Ogni giorno ricorderai quello che hai fatto e il rimorso ti consumerà come un cancro. Quando esalerai l’ultimo respiro, sarò io che raggiungerò la mia Lily. Tu morirai con il rimpianto di non poter vedere più James. Perché dove sono loro adesso, tu non sarai mai il benvenuto.»
Solo in quel momento riguardò il prigioniero e notò che aveva gli occhi chiusi da cui fluivano delle lacrime.
«Sono venuto solo a dirti che è inutile che tenti di ucciderti, ti terrò d’occhio, ti riporterò in vita ad ogni costo. Perché se io sono bloccato qui senza di lei, tu resti con me» si avvicinò alla porta e chiamò la guardia.
«Io qui ho finito» disse, senza guardarsi indietro nemmeno una volta.
Sirius rimase con gli occhi chiusi e bagnati. Non gli importava di Severus, era sempre stato così. Non gli avrebbe rivelato la verità, che non era stato lui a tradire Lily e James.
L’assenza di James era insostenibile, non voleva vivere un altro minuto in più senza di lui.
Provò a trattenere il respiro, sperando di soffocare, ci aveva provato spesso da quando gli avevano legato le mani. Un singhiozzo dovuto dal pianto interruppe il tentativo ma Sirius tornò a riprovarci.
«Smettila» gli disse una voce troppo familiare, riaprì immediatamente gli occhi.
James.
Era accomodato sul suo letto e gli stava vicinissimo al volto. Sirius cercò invano di liberarsi le mani per abbracciarlo.
«James, James» urlò il suo nome. L’uomo gli accostò l’indice alle labbra per zittirlo e con un filo di voce disse: «Tu devi rimanere qui, Sirius. Fa in modo che la verità venga fuori e proteggi Harry, ha solo te. Capito? Capito anima mia?»
Black annuì con la testa. «Anche tu mi manchi tanto, ma ti aspetterò, io sarò sempre accanto a te…».
«Sei un’allucinazione, vero James? Tu sei morto, io… ho visto il tuo corpo senza vita. Sei la mia vita, tu… io non posso vivere…» James gli ci avvicinò alle labbra e gli diede un casto bacio.
«Per Harry e per me» gli sussurrò sulla bocca.
«Sì», rispose e quando riaprì gli occhi James se n’era andato.


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Capitolo 11
*** 11- Dalla stessa parte... ***


Lord Voldemort sfruttò la scarsa capacità di Harry verso Occlumency e il legame presente fra le loro menti per mostrargli una falsa visione in cui il suo padrino veniva legato e catturato dal Dark Lord in persona nell'Ufficio Misteri del Ministero della Magia. Il ragazzo non esitò ad accorrere con i suoi amici, ma finì in una trappola: nell'Ufficio Misteri, Harry e i suoi amici trovarono ad aspettarli solo dei Death Eaters per farsi consegnare una profezia (la profezia secondo la quale Harry sarebbe stato l'unico mago in grado di sconfiggere Voldemort, e che solo quest'ultimo o Harry potevano prelevare dall'Ufficio Misteri). Prima di scappare da Hogwarts per salvare Sirius, Harry riuscì ad avvertire Severus Snape del pericolo, che a sua volta avvertì l'Ordine. I membri dell'Ordine fecero quindi irruzione all'Ufficio Misteri per salvare i ragazzi e, nella furia della battaglia, Sirius fu colpito da Bellatrix e cadde oltre il velo della misteriosa arcata presente nella stanza, scomparendo per sempre.
Di seguito è narrato cosa accadde il giorno prima…
 
 
Severus quel giorno rimase basito. Trovarsi alla porta il suo acerrimo nemico di un tempo, dopo tutti quegli anni, non l’avrebbe mai immaginato.
«Ciao Snape» s’introdusse l’altro accomodandosi senza invito.
«Buonasera Black» rispose senza dargli troppa confidenza. L’ultimo loro incontro (escludendo quella volta in cui l’aveva rinchiuso nell'ufficio del professor Filius Flitwick) era stata ad Azkaban, quando Severus ancora lo credeva responsabile della morte di Lily.
«Immagino tu sia stupito dalla mia visita» si levò la giacca, l’appese all’appendiabiti e si accomodò sull’unica poltrona del mini appartamento di Severus.
«Cosa ci fai qui?»
«Non è un problema per me accedere agli alloggi privati dei Professori qui a Hogwarts.»
«Sempre il solito raccomandato.»
«Puoi dirlo forte» ghignò, poi lo guardò di sottecchi. «Come ti sei sentito quando hai scoperto che non ero io il responsabile della morte di James e Lily?»
Severus non rispose, eliminare una della causa della scomparsa di Lily, non lo faceva di certo soffrire di meno, anche se erano ormai trascorsi quattordici anni.
«Non riceverai delle scuse da parte mia, se è questo che cerchi stasera.»
«Non sono qui per questo. Sono venuto semplicemente a salutarti» lo guardò direttamente negli occhi, rendendosi conto che quella motivazione era poco credibile anche alle sue stesse orecchie.
«Raccontala a qualcun altro» Severus alzò gli occhi al cielo con una gran voglia di cacciarlo. «Perché sei venuto?»
«Cos’hai provato quando l’hai visto? Harry intendo…» chiese a bruciapelo.
«Eccetto gli occhi, non ha una gran somiglianza con sua madre, anzi purtroppo assomiglia fin troppo a suo padre.» Mentì, non di certo gli avrebbe raccontato che aveva pateticamente pianto la sera dello Smistamento quando l’aveva riconosciuto. Sirius sembrò straziato. «Aspetta, è questo che ti tormenta? La sua somiglianza a James?»
«Non esserne disgustato, non è di certo quello che credi» Black si mise sulla difensiva.
«Me lo auguro» sospirò Snape, sarebbe stato quasi incestuoso ed oltretutto illegale. Si rese conto che continuava ad avere una bassissima opinione di Sirius.
«Lui è così simile a lui…da adolescente… io non riesco a superarlo» appoggiò un gomito al bracciolo della poltrona e si portò le dita agli occhi, torturandoli.
«Non lo supereremo mai, ma questo dovresti già saperlo» sembrava star meglio di Sirius. Forse la vicinanza ad Harry, forse essere stato un uomo libero tutti gli anni in cui invece Black era a Azkaban e trovare un motivo a cui aggrapparsi per andare avanti.
«Infatti» sospirò rassegnato.
«Però quando l’ho visto, cinque anni fa… mi sono chiesto se mai, se…» decise di confidarsi, come se parlare con lui sarebbe in qualche modo arrivato anche a Lily.
«Se mai potesse essere nato figlio tuo, se invece di lui sarebbe mai stato un piccolo Severus» aveva già capito tutto.
«Esiste già un piccolo Severus» rispose in modo frettoloso, il suo interlocutore non sembrò sorpreso. Sapeva dei gemelli. «Sai?, una parte di me, mi obbliga a proteggerlo a tutti i costi, l’altra parte martella nella mia testa e bisbiglia che dovrei odiarlo perché lui ha preso il posto del figlio mio e di Lily.»
«Spesso mi capita di pensare che sia colpa di Harry se James non c’è più, perché i suoi genitori sono morti a causa di una Profezia che riguarda esclusivamente lui. Se io e James dopo il “N.E.W.T.” fossimo scappati, nessun ragazzo capace di sconfiggere Tu-Sai-Chi sarebbe nato. D’altro canto gli voglio così bene, lui è il mio figlioccio. Sono.Il.Suo.Padrino. Dovrò per sempre occuparmi di lui, al posto dei suoi genitori.»
«Be’ non sono un gran termine di paragone, non sono un tipo compassionevole e amante dei bambini, credo che questo sia chiaro a tutti. Non devi sentirti in colpa per quello che provi - qualche volta- nei confronti del giovane Potter» stava consolando Sirius? Sì, lo stava facendo sul serio.  Poteva considerarsi un adulto a questo punto.
«Grazie Severus» … e Black non sembrava più il giovane bullo di un tempo. «Sei riuscito ad andare avanti in qualche modo? Sei riuscito a…»
«Se parli d’amore no, ma io non ho mai amato nessuno eccetto Lei…»
«Stiamo entrambi sotto la stessa pesantissima croce insomma» si alzò per andarsene, effettivamente non avevano altro da dirsi.
«Buon ritorno a Grimmauld Place Numero 12» esclamò Severus porgendogli la giacca.
«Tu sai?»
«Non devi preoccuparti di questo» Sirius lo guardò negli occhi e forse capì tutto quello che c’era da sapere. Erano dalla stessa parte.

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Capitolo 12
*** 12- Sono venuto a prenderti. ***


Sirius fu colpito da Bellatrix e cadde oltre il velo della misteriosa arcata presente nella stanza, scomparendo per sempre.
 
 
Black aprì gli occhi spaventato, sua cugina gli aveva appena lanciato la mortale maledizione e di soprassalto si era svegliato in un letto. Si guardò intorno e si accorse subito che si trattava della sua stanza a Hogwarts ai tempi della scuola. Si alzò a mezzo busto sul letto e si toccò il viso, la barba non c’era. Guardò il letto del compagno di fronte per scorgere James ed invece trovò Remus. Capì che era prima del quinto anno, quando non faceva ancora coppia fissa con Potter.
Si alzò in silenzio pensando che Bellatrix gli avesse lanciato, non la maledizione mortale, ma qualche diavoleria per mandarlo indietro nel tempo. Uscì da camera e si diresse verso quella di James, non lo vedeva in carne ed ossa da troppo tempo.
E se qualcuno gli stesse dando la possibilità di cambiare qualcosa? Più ci pensava e più non voleva cambiare niente di quello che avevano vissuto, eccetto la morte del suo adorato.
Ovviamente ricordava il corridoio a memoria e dalla stanza di James e Peter s’intravedeva una luce. Strano, pensò. Forse non era tanto tardi quanto credeva. Si avvicinò alla porta e con emozione bussò piano.
Gli aprì proprio LUI, adolescente e spettinato, uguale a suo figlio Harry.
La voce gli scese in gola, notò sporgendosi un po’ nella camera che il letto di Peter era vuoto. Iniziò ad avere ricordi di quel momento, era forse la sera in cui James gli aveva detto che ricambiava i suoi sentimenti? Dopo un’estate di silenzi. Notò, infatti, che era ancora vestito con gli abiti da viaggio proprio come quel giorno.
«Ciao» sussurrò Sirius più emozionato della prima volta che aveva vissuto quel momento.  «Peter…?»
«tornerà domani» il ragazzo sapeva già la risposta ma non voleva insospettire James. «E comunque ciao» terminò.
«Come hai passato le vacanze?» Black entrò in camera come aveva sempre fatto prima della dichiarazione e il ragazzo glielo lasciò fare. Si accomodò vicino alla valigia aperta che era sul letto.
«Ti sono mancato…un po’?» chiese come la prima volta. James arrossì e sospirò.
«Credevo che dormissi, sarei venuto domani da te…»
«Non hai risposto alla mia domanda.»
«Mi sei mancato tantissimo» arrossì ancora di più e guardò il pavimento. Sirius sorrise soddisfatto.
«Non devi imbarazzarti.»
«Il fatto è che mi hai detto cose così belle prima che io partissi per le vacanze» riprese a guardarlo.
«Sono cose che pensavo e che penso tuttora» gli piacevano gli altri ragazzi, aveva baciato anche Remus durante l’estate (cosa che avrebbe in seguito causato la prima litigata con James) ma solo lui gli faceva battere il cuore.
«Grazie» spostò la valigia e si sedette vicinissimo a lui. Sirius gli prese la mano.
«Vorrei solo che… se tu non dovessi ricambiare i miei sentimenti…vorrei che il nostro rapporto non cambiasse» ripeté precisamente le parole che aveva usato quel giorno.
«No Sirius» rispose l’altro concitato. «Anch’io ti amo, ma sono spaventato a morte da questo sentimento…» James raccolse anche l’altra mano di Sirius.
«Lo so, ma non devi aver paura finché io sarò al tuo fianco» fu allora che James lo abbracciò e si appoggiò al suo cuore.
«Non voglio perderti» mormorò.
«Non mi perderai» replicò Sirius. “Sarò io che perderò te”.
Non parlarono molto per il resto della nottata ma continuarono a mantenere il contatto fisico, con la mano, abbracciandosi e accarezzandosi a vicenda i capelli. Con tacito accordo Sirius si fermò a dormire in quella stanza, lui era già in pigiama mentre James timido si andò a cambiare in bagno, anche se spessissimo si erano spogliati l’uno davanti all’altro in precedenza.
Sirius si stese sul letto e James gli si accoccolò al petto, come se quella posizione gli fosse del tutto naturale e così fu anche negli anni successivi, fin quando rimasero a scuola. Da quella sera dopo varie torture e richieste sottobanco alla presidenza, James si trasferì nella camera di Sirius e Remus andò da Peter.
In un batter d’occhio fu giorno e i ragazzi andarono entrambi a lavarsi i denti. Si fissarono nello specchio e risero spesso.
Prima uscire da camera per andare a colazione, Sirius ricordò che il momento era arrivato, si fermarono alla porta uno davanti all’altro immobili ed incantati.
«Vorrei…» disse James arrossendo. «Io, io non so come si fa… vorrei che tu mi baciassi» e Sirius fece un largo sorriso. Gli prese il viso tra le mani smanioso di toccarlo, James chiuse gli occhi. Gli baciò prima il naso per avvertirlo che stava arrivando a destinazione.
Gli sfiorò delicatamente le labbra ma James restò in mobile. Sirius continuò ad insinuarsi sulla sua bocca finché non gli leccò le labbra. Il ragazzo si destò e finalmente iniziò a ricambiare, cingendogli la nuca.
Durante quel lungo bacio, Sirius si sentì cambiare, invecchiare. Sentì la barba allungarsi e pure il viso glabro di James iniziò un po’ a pungere.
Si allontanò di scatto e ritrovò James uguale a quando era stato ucciso e se stesso dell’età che aveva raggiunto prima che Bellatrix lo colpisse.
«Sono venuto a prenderti» disse Potter e per Sirius fu tutto chiaro. Gli venne da ridere a crepapelle, aveva le lacrime agli occhi dalla felicità, e anche James si aggregò all'ilarità abbracciandolo stretto.
In un attimo furono come aria pura ma continuavano ancora ad esistere… e, cosa più importante, erano di nuovo insieme.
Questa volta per sempre.

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Capitolo 13
*** 13- Non c’era spazio per la famiglia, non c’era spazio per l’amore. ***


Inizio 1998.
Durante la permanenza di Harry ed Hermione nella foresta di Dean, Snape riesce a fare avere a Harry la spada di Grifondoro, attirandolo nel luogo dove l'aveva nascosta con il suo Patronus a forma di cerva.
 
Tutto procedeva come previsto. Qualcosa di oscuro era alle porte, un finale che avrebbe per sempre chiuso la disputa. Snape avrebbe dato tutto, anche la sua vita, se le cose non fossero andate come si sperava,  pur di arrivare alla resa dei conti.
Arrivò in presidenza e sedendosi notò che una civetta gli aveva consegnato una lettera, l’aveva adagiata giusto sulla scrivania.
Non c’era nessun indizio che distinguesse il mittente e fu costretto a leggere chi l’aveva inviata.
Severus Van Der Land era scritto.
Sgranò gli occhi come se avesse sbagliato a leggere, ma il nome era proprio quello.
Ormai non vedeva i suoi figli da anni. Da quando Harry era entrato nella sua vita, non aveva avuto più tempo di pensare ad altro. Qualche volta Lydia gli aveva mandato qualche foto, insieme a lettere contenenti poche notizie. Sapeva che entrambi avevano preso il  N.E.W.T. ma niente di più. Che cosa poteva volere da lui, suo figlio? Si accinse a leggere corroso dalla curiosità.
 
“Caro Zio Severus,
 
 so bene che ti stupisce questa lettera, come so per certo che è inutile appellarti come ‘zio’.
Non so se mai hai previsto che questo momento arrivasse, ma credo sia necessario farti sapere che ormai  conosco la verità.
So che sei mio padre e che io e Fanny siamo frutto di un’avventura sentimentale tra te e mia madre.
Mio padre, l’uomo che mi ha cresciuto e che mi ha dato il suo cognome, è venuto a mancare da qualche mese e mia madre, poco dopo il suo funerale, ha deciso di rivelarci questa notizia.
Mio padre è morto senza saperlo ed i miei altri tre fratelli non sospettano nulla. Mia madre è sicura che siamo figli tuoi, ci ha detto che avete eseguito un incantesimo per esserne sicuri. Mi ricordo di te, Severus Snape, mia madre conserva ancora alcune tue foto scattate insieme con me e mia sorella. All'improvviso non sei più venuto a trovarci, non mi sono mai chiesto il motivo ma adesso lo faccio.
Mia madre dice che sei una personalità ad Hogwarts, che di sicuro hai avuto altri impegni e che ogni tanto vi scrivete. Mi chiedo, Severus Snape, quale dovere possa essere più importante dei propri figli.
Non voglio accusarti, vorrei solo saperne di più. Mia madre afferma che hai sempre amato SOLO una donna che ormai non c’è più da anni. Deduco quindi che non sono stati impegni sentimentali a tenerti a distanza da Canton Berna. So anche che non hai avuto altri figli.
 Ebbene, io non sono come Fanny, a lei non importa di te, dice  che suo padre sarà sempre chi ci ha cresciuto, chi purtroppo non c’è più. Al contrario io ho tante domande da porti.
So che adesso sei Preside ad Hogwarts e da questo deduco che sei comunque una persona competente. Ho preso il N.E.W.T. l’anno scolastico scorso e mi piacerebbe farti visita in Inghilterra, forse perché adesso so che non solo per metà inglese ma tutto intero. Mi piacerebbe trasferirmi lì e magari trovare un lavoro. Prima di tutto però, sappi che io non voglio approfittare o appoggiarmi a te, perché mio padre mi ha lasciato una proficua somma di denaro. Mi piacerebbe solo sapere che ci sei per me. Spero che tu possa accettare questa mia richiesta. Non è tardi per provare a costruire qualcosa, mi auguro che tu la pensi come me.
Tuo figlio, Severus V.d.L”
 
Severus si asciugò gli occhi tuttavia forse avrebbe dovuto arrabbiarsi con Lydia. Perché comunicare la verità ai loro figli e non avvisarlo in tempo? Era spiazzato ma in cuor suo già pregustava il momento in cui Severus Junior sarebbe arrivato da lui. Quante cose gli avrebbe potuto far vedere? Quante cose avrebbe potuto raccontargli? Illustrargli com’erano andate le cose e fargli capire la sua posizione in quella vicenda. Raccontargli di Lily e augurargli di trovare un amore eterno come quello.
Gli avrebbe in seguito chiesto di intercedere con sua sorella per riuscire un giorno finalmente a riabbracciarla…ma…
D’un tratto ritornò alla realtà.
Il ritorno dalla vita felice fu un vero trauma, fu come cadere in un baratro. Chi voleva prendere in giro? In Inghilterra era in atto una sanguinaria guerra, come mai in Svizzera non era ancora arrivata la notizia? Non c’era spazio per la famiglia, non c’era spazio per l’amore. Tuttavia si rese conto che per lui non c’era mai stato né il posto, né il tempo per niente del genere.

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Capitolo 14
*** 14- Il miglior uomo del mondo, il più coraggioso di tutti. ***


Penultimo capitolo

2-5-1998 – Lord Voldemort  convocò Severus Snape con l'intenzione di ucciderlo perché, erroneamente, credeva che egli  fosse il legittimo possessore della Elder Wand,  conquistata uccidendo il precedente possessore: Dumbledore. Snape sapeva  di non essere il padrone della Elder Wand: poco prima di morire, Dumbledore era stato disarmato da Draco Malfoy, divenuto pertanto padrone della Bacchetta. Snape tacque per non fornire a Voldemort quella preziosa informazione e si lasciò uccidere senza fiatare da Nagini. Rimasti soli, Harry gli si avvicinò e Snape, che aveva ancora un ultimo dovere da compiere, e cioè avvertire il ragazzo che era diventato il settimo Horcrux dell'Oscuro Signore, morente riuscì a estrarre suoi importanti ricordi pregando Harry di prenderli. Una volta conclusa la sua missione, Severus implorò Harry di guardarlo, per morire fissando gli occhi della sua Lily.
 
Gli occhi di Harry furono un lenitivo per Snape. Dopo averli fissati, cadde in un sonno profondo, non sentiva più nemmeno il dolore delle ferite infertegli da Nagini.
Rimase fermo per qualche ora, forse. Riusciva a sentire la battaglia che impazzava fuori, eppure non fu capace di muovere nemmeno un muscolo.
All'improvviso ci fu un silenzio sgradevole, iniziò a sentire freddo e continuava a non riuscire ad aprire gli occhi. Sarebbe dovuto essere dissanguato del tutto, a parere suo doveva essere già morto da un pezzo.
D’un tratto sentì qualcosa di caldo avvolgergli il corpo,  come una coltre lo abbracciò e lo aiutò a rialzarsi.
Quando fu in piedi,  solo allora arrivò ad aprire gli occhi. Fu accecato da quello che vide, come se fosse uscito al sole dopo una lunga permanenza in una caverna. Strinse gli occhi per focalizzare e man mano si abituò a quella luce. Riconobbe dei bellissimi capelli rossi e tentato allungò una mano verso essi.
Si rese conto del gesto inconsulto e la ritirò, era Lily? Guardò meglio nella luce.
«Amore mio» quella figura parlò pianissimo e sembrò che la sua voce provenisse da lontano.
Severus non si mosse, voleva abbracciarla ma il rimorso glielo impediva:  era stato lui a dire a Voldemort della Profezia, aveva finto di non saperne nulla, per di più era stato la spia di Dumbledore per tanti anni ed infine aveva ucciso il Preside.
Erano stati lontani sedici anni, non avrebbe dovuto essere così paranoico, eppure era timoroso.
Però Lily l’aveva chiamato amore mio.
«Lily» si sentì tremare. Era così luminosa e bella che solo un suo semplice abbraccio l’avrebbe sporcata. Aveva un vestito lungo e bianco, poteva sembrare un abito da sposa. Forse era quello con cui aveva sposato James, ma Severus non poteva saperlo poiché non l’aveva mai visto.
«E’ tutto finito Severus, il Signore Oscuro è stato sconfitto…»
«Harry?» fu il suo primo pensiero.
«E’ vivo, sta bene» Snape tirò un sospiro di sollievo.
«Lily, se tu sei qui, vuol dire che sono morto?» la ragazza indicò con lo sguardo dietro Snape. Il suo cadavere era disteso a terra in una pozza di sangue. Si guardò i vestiti ed erano puliti, Lily quando l’aveva sorretto per rialzarsi, aveva aiutato la sua anima ad uscire da quel corpo agonizzante.
«Ho delle cose da rivelarti, non sono stato sincero con te. Non merito che tu sia qui con me ora.  E’ tutta colpa mia, io ho parlato Voldemort della Profezia, io… ho causato tutta questa guerra…»
«La guerra non è colpa tua, Sev» gli si avvicinò e gli prese il viso tra le mani. «Voldemort avrebbe comunque trovato il modo per farla pagare a chi gli metteva i bastoni tra le ruote. Conosco la verità  amore mio, ti sono stata accanto in tutti questi anni. Ho pianto con te, mi sono arrabbiata per te ed ora sono qui perché sei il miglior uomo del mondo, il più coraggioso di tutti» Severus si sentì lacrimare. Stava piangendo, i sensi di colpa per aver rivelato quella cosa e per aver mentito a lei l’avevano accompagnato in tutti questi anni. Lily l’aveva perdonato.
«Sei così giovane» le disse ad un centimetro dal suo viso, le baciò la fronte. Era rimasta della stessa età di quando era morta, lui aveva ormai trentotto anni. Lei sorrise come se non le importasse.
«Hai nascosto dei ricordi» dichiarò lei.
«Ho dovuto, non volevo che Harry avesse anche quello a cui pensare durante lo scontro finale. Mi sono esercitato parecchio.»
«Sei un bravo padre, Sev» sorrise lei appoggiandosi al petto.
L’uomo fece spallucce ma pensò che forse sì, sarebbe potuto diventarlo.
«Hai sofferto molto?» chiese lei indicando il cadavere.
«Ho sofferto di più quando te ne sei andata» Lily gli toccò il cuore.
«Ho sofferto anche io la tua lontananza, non poterti abbracciare, toccare…» gli accarezzò i capelli ancora nerissimi. «Essere tra le tue braccia mi fa sentire finalmente a casa. Anche se in un certo senso non esistiamo più…»
Severus la baciò come se gli appartenesse, come se avesse trovato una parte di lui perduta da tanto tempo. E  fu reale. Fu il più bel bacio della sua intera vita e durò tantissimo tempo, senza bisogno di riprendere fiato. Lily fremeva avvolta dal corpo del suo amato.
Fu la ragazza a staccarsi: «Dobbiamo andare» gli disse quieta.
«So dove stai andando tu. Ma io?»
«Non ti preoccupare, amore mio. Dove andrò io, andrai tu» sorrise malinconica. «Ma non è questo che bisogna decidere. »
Lily spiegò che era data loro la possibilità di tornare subito oppure riposarsi.
Severus ci pensò su, tornare subito? Significava rinascere altre persone. «E tu ed io riusciremo a ritrovarci?»
«Sempre.»
Severus si prese altri minuti ed alla fine decise.
«Vorrei riposare per un po’» la guardò per scorgere se la decisione presa andava bene anche per lei. Lily era serena.
«Va bene» disse semplicemente. Lo abbracciò stretto. «Sei pronto?» gli si accoccolò al petto.
«Dovrei avere paura?»
«Non una persona come te...» e Severus sorrise tra sé mentre una forte luce li avvolse. Lasciava quella vita consapevole di aver fatto tutto nel modo giusto, di aver lasciato una traccia positiva nel mondo. Qualcuno alla fine avrebbe avuto un bel ricordo di lui.
«Ti amo Lily, quello che provo va oltre la vita, oltre la morte. È per sempre.»
«Per sempre» rispose la ragazza scomparendo insieme a lui.

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Capitolo 15
*** 15- Epilogo ***


Harry era nel suo ufficio alle prese con un grosso fascicolo riguardante un famoso latitante del Mondo Magico. Leggeva attentamente un referto convinto che qualcosa raccontato da quel testimone gli avrebbe fatto scovare quel maledetto Mago.
All'improvviso sussultò al suono del suo telefono.
«Signor Potter, per lei qui fuori c’è il Signor Van Der Land» per un attimo ci pensò su, consapevole di non conoscere nessuno con quel nome. Poi ricordò: era quel noto imprenditore svizzero, trasferitosi da poco a Londra, che aveva fatto un’ingente donazione per ricostruire quell’ala della biblioteca di Hogwarts non ancora riedificata del tutto dopo la Guerra Magica, finita venti anni prima.
Che cosa voleva da lui? Sperò che non fosse andato per proporgli qualche caso, non era chiaro a molti che non era un Investigatore Privato.
Disse alla segretaria di farlo accomodare e quando l’uomo entrò, ebbe la sensazione di conoscerlo. Non sembrava una individuo scontrato per strada o visto su un giornale ma proprio una persona familiare.
«Salve, Signor Van Der Land» si alzò porgendogli la mano.
«Buongiorno Signor Potter» aveva un completo grigio elegante e portava i capelli biondi lunghi acconciati col gel all’indietro. Profumava di dopobarba.
«Quello che sto per dirle Signor Potter…»
«La prego mi chiami Harry e mi dia del tu» l’uomo di fronte aveva circa la sua età e quindi cercò in quel modo di sentirsi meno a disagio dinanzi alla sua austera presenza.
«Harry, il mio nome è Severus» e Potter gli venne un lampo. All'istante capì: l’uomo di fronte era la riproduzione bionda e ben curata del Professor Snape.
«Lei Severus, ehm volevo dire… tu sei di sicuro parente del Professore, se i miei occhi non m’ingannano» chiarì.
«Sono suo figlio» rispose con fierezza.
«Io… non sapevo» Harry rimase di stucco, come mai non aveva avuto questa informazione?
«Nessuno sa, eccetto mia madre e mia sorella gemella» concluse.
«Io ho visto i suoi ricordi prima che morisse e…»
«Mio padre si è allenato per nascondere alcuni aspetti della sua vita.»
«Ma questo non ha senso, ho visto tutto, ho visto che amava mia madre» disse sgranando gli occhi.
«E’ questo che sono venuto a dirti, Harry» uno sguardo di orrore attraversò gli occhi di Harry.
«Non mi stai mica dicendo che tu e tua sorella siete miei f…fratellastri?» deglutì a fatica.
«No, a parte il fatto che io potevo essere te e tu me» sorrise sarcastico.
«E’ uno scherzo, vero?»
«No, Harry. E’ la verità. Il matrimonio dei tuoi genitori era una copertura» spiegò risoluto.
«Come ti permetti? Io… ti prego di andartene» Harry indicò la porta.
Fu allora che Severus aprì la sua valigetta e ne estrasse un bigliettino. Harry rifiutò di prenderlo e l’uomo lo appoggiò sulla scrivania.
«Questo l’ha scritto Lily Evans poco dopo averti messo al mondo. James Potter, tuo padre, le aveva concesso di incontrare il suo Severus
Harry prese il biglietto, pronto a smentire quella calunnia, conosceva bene la scrittura di sua madre, aveva letto lettere, quaderni dei tempi di Hogwarts.
«Avrai qualcosa per confrontare la calligrafia suppongo» aggiunse Severus e Harry non rispose.
Sev, ti scrivo perché voglio incontrarti. James ha detto che per lui è ok. Attendo data e ora dell’appuntamento. Mi manchi.
«Questo non vuol dire niente. Erano amici, "mi manchi" non è una prova d’amore» Harry dovette ammettere a se stesso che la calligrafia era quella.
Severus non si perse d’animo. Iniziò a rovistare nella sua valigetta.
«Dovresti leggere il resto dei bigliettini, in questo modo ti renderai conto dell’intensità dell’amore che tua madre provava per mio padre» Harry scosse la testa. «Ti voglio esporre il quadro generale della situazione: devi sapere che io e mia sorella non conoscevamo la verità. Per noi, nostro padre, era chi ci ha cresciuto, il marito di nostra madre, per l’appunto il Signor Van Der Land. Quando è morto, mia madre ci ha svelato la verità. Conoscevamo Severus come nostro zio, ci aveva fatto visita qualche volta quando eravamo piccoli, poi era sparito. Poco prima che morisse gli ho scritto una lettera, volevo incontrarlo, frequentarlo…forse volevo solo un sostituto per il mio defunto finto padre. Non ebbi risposta e l’ho odiato per questo. Tre mesi dopo invece mi è arrivato un pacco accompagnato da una lettera. Forse così in ritardo perché la Guerra aveva creato molti disservizi. Nella lettera era spiegato il motivo per cui non era potuto più venire a trovarci, Harry, è rimasto a Hogwarts per aiutarti nella tua missione. Ci ha abbandonati per questo, poteva venire in Svizzera, ricominciare poiché tua madre non c’era più ma non l’ha fatto: lui ha scelto te. D’altronde non sono qui per colpevolizzarti. Nella lettera mi prometteva che una volta conclusa la guerra sarebbe venuto da noi in Svizzera, si fidava di te, sapeva che ce l’avresti fatta tuttavia non era certo di sopravvivere. Nel pacco c’era il suo testamento insieme a diari, bigliettini d’amore e lettere. Non aveva molto, una casa, dei libri, alcuni soldi conservati, tutto lasciato a me e Fanny. La cosa più importante che mi mandò è stata una fiala dei ricordi. Gli stessi che ha dato a te, ma non censurati. Mi scrisse proprio così “non censurati” in modo che io potessi capire bene perché aveva scelto te, anziché noi, i suoi figli naturali. I sensi di colpa, l’amore per tua madre. I suoi ricordi erano pieni di questo…» si toccò il petto pieno di dolore. Harry si sentì sopraffare.
«Mio padre non avrebbe mai permesso questo…» spiegò Harry, anche se dentro di sé iniziò a dubitare.
«Tuo padre aveva un amore ancora più impossibile di quello di Lily e Severus…»
Harry si trovò a pensarci e capì, tutto gli sembrò più chiaro, come aveva fatto a non pensarci? Sirius Black, il suo padrino. Era possibile?
«Ho trascritto quello che ho visto nel Pensieve in questo diario» glielo allungò e Harry lo prese. “Per Fanny, i pensieri di papà” era scritto in copertina. L’uomo fece uno sguardo interrogativo.
«Li ho trascritti per mia sorella, inizialmente non voleva saperne di Snape. Volevo dimostrarle che era un uomo coraggioso e innamorato.  Che qualsiasi cosa ha fatto era spinta da una nobile causa. L’ha letto ed ha creduto a papà. Adesso è il nostro eroe di famiglia. Anche se so che la storia della Seconda Guerra Magica l’ha riscattato, la figura di mio padre finalmente è emersa… »
«Il Professor Snape è l’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto, uno dei miei figli si chiama come lui, come te…» l’uomo rimase piacevolmente colpito.
«Mio figlio più piccolo si chiama Severus, l’anno prossimo andrà a Hogwarts, non a scuola in Svizzera.»
«Anche mia figlia Lily» i due si guardarono.
«Potrebbero diventare amici» aggiunse Van Der Land, Harry si limitò ad osservarlo.
---> "E tu ed io riusciremo a ritrovarci?"
"Sempre." <---

Severus si alzò per congedarsi: «Il diario te lo lascio, Harry Potter, credo che sia giusto per te sapere la verità. Cosa importa chi amava tua madre? O chi amava tuo padre? Non erano a prescindere da questo delle persone straordinarie? E’ la tua famiglia, accettala per quello che era.»
Harry ci pensò su, erano comunque persone eccezionali, Van Der Land aveva ragione eppure non glielo disse.
«Be’ comunque dobbiamo esserti grati per la Biblioteca» Potter accompagnò l’ospite alla porta del suo ufficio.
«Ho ritrovato quasi tutti i libri andati persi e bruciati durante la Seconda Guerra Magica, sono andato un po’ in giro per il mondo. Ci ho messo molti anni…»
«Perché lo hai fatto?» chiese Harry. «Voglio dire, non è la scuola in cui hai studiato.»
«La risposta la conosci già: per mio padre. Volevo fare un regalo a lui, insomma ha passato tutta la vita in quel posto.»
«Capisco, hai fatto bene…»
«La Biblioteca una volta terminata sarà chiamata Severus Snape’s Hogwarts Library…» Severus guardò Harry aspettando un cenno di approvazione.
«Non c’è modo migliore per onorare il suo ricordo» gli allungò la mano per salutarlo.
«Ci vediamo, Harry Potter.»
«Sicuramente» mentre l’uomo si allontanava Harry si affacciò per guardare la figura di quell’uomo identico al padre. L’avrebbe rivisto di sicuro, convinto che le loro strade una volta incontrate non si sarebbero più divise. Intanto che rientrava in ufficio vide il diario, era giunta l’ora di scoprire la verità sulla sua famiglia, consapevole che scoprire il passato non avrebbe cambiato il suo futuro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
**
NdA: Salve lettori di questa Fan Fiction.
Prima di tutto voglio ringraziarvi per aver letto e seguito questa storia fino alla fine.
In principio doveva essere una one-shot ma poi i capitoli sono venuti fuori da soli, solo all’undicesimo capitolo ho capito che sarebbe finito al quindicesimo.
Spero che l’epilogo vi sia piaciuto, non so se si è capito ma si colloca un anno dopo la fine de The Deathly Hallows. Non potevo (o meglio volevo) stravolgere quello che ha scritto la Rowling, mi spiace se vi aspettavate una sorte diversa per le due coppie ma ho deciso di riportare SOLO una verità non raccontata.
Non so se credete nelle anime o nella rincarnazione. Ho narrato la morte di Sirius e Snape in quel modo perché nelle credenze popolari spesso ci viene detto che le anime delle persone amate vengono a prenderci e ho voluto sfruttare questa possibilità poiché è una fan fiction fantasy. Insomma, chi non vorrebbe che fosse così?
La piccola parentesi su Lily Luna e Severus III, che possano i due bambini essere la rincarnazione di Lily Evans e Snape, la lascio a vostra discrezione, io vi ho mandato un indizio.
Ringrazio con il cuore chi ha messo la mia storia nei preferiti, nelle seguite e prima di tutti chi ha commentato: IvelostwhoIam (i tuoi commenti sono stato di vero supporto per me), Severus Always e Cucciola 95.
 
 Grazie infinitamente,
 
A presto.
 
Silvia.

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