The forgotten

di Psichedelia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Unexplainable ***
Capitolo 2: *** Like a bad dream ***
Capitolo 3: *** The trust light up on me ***



Capitolo 1
*** Unexplainable ***


Mi guardai attorno per qualche istante, non riuscivo a capire dove fossi ma malgrado tutto, mi trovavo a mio agio.
Era come se mi ritrovassi in un luogo familiare, come se in passato quello fosse stato il posto che mi aveva assistito durante le mie azioni del giorno.
Mi trovavo immersa nel verde. Attorno a me vi erano solo che lunghe distese di prato verde interrotte da un piccolo sentiero dal terriccio bianco che portava a delle ville lontane alcune miglia dal luogo in cui mi trovavo.
Intrapresi quel cammino, sola, accompagnata dal vento che attraversava i fili d'erba, creando cosi' una stupenda armonia.
Camminai a lungo fino a quando sulla mia destra non vidi la prima grande villa interrompere quel paesaggio.
Era immensa, abbandonata. Nel cortile, interamente murato, vi erano numerose fontane che emettevano un piacevole fruscio dato dall'acqua che scorreva al loro interno.
Tutto questo era a dir poco psichedelico, anche se per alcuni tratti mi trasmetteva angoscia ma allo stesso tempo una pace infinita.
Dopo essermi fermata ad ammirare quella grande casa incontrai una deviazione del sentiero che stavo percorrendo.
Non so bene per quale motivo, ma decisi di andare avanti.
Non capire dove mi avrebbe portata mi trasmetteva insicurezza, paura. Non sapere cosa mi avrebbe atteso e cosa no.
Una volta aver deciso di andare avanti incontrai un'altra grande villa, diversa dall'altra.
La precedente, anche se abbandonata, era ben tenuta.
Questa, era tenuta male, abbandonata anche lei.
La fissai per dei minuti interi, fino a quando qualcosa dentro di me mi scosse e decisi quindi di entrare.
Appena varcai quella porta mi resi conto delle condizioni pietose in cui essa si trovava. Era affascinante.
Decisamente una casa antica, talmente particolare che avrebbe incuriosito chiunque, di certo qualcuno come me.
Incontrai un salone davvero grande, con tutte le finestre serrate.
Infondo ad esso vi era una grande scala che portava al piano superiore.
Passo dopo passo, quasi durante una fase di inconscio, salii le scale ed incontrai un lungo corridoio.
Il mio cammino nella casa abbandonata, era accompagnato da una melodia proveniente da un pianoforte, terribile.
Non mi domandai da dove provenisse, non mi importava. Rendeva il tutto ancora piu' magico.
Porta per porta, camera per camera. Nulla. Erano tutte vuote e pericolanti. Sulle mura erano presenti numerosi pezzi di carta da parati totalmente distrutti, piccoli raggi di luce che penetravano dalle fessure delle finestre sbarrate.
Non era importante, sentivo che dovevo andare avanti.
Non sapevo a cosa stavo andando incontro, ma era come se una presenza affianco a me mi desse la forza di andare avanti, incontro all'ignoto.
Arrivai alla fine di quell'interminabile corridoio.
La porta era socchiusa, ma a differenza delle altre stanze, dalla fessura proveniva un raggio di sole non pienamente intenso, forse soppresso dalla presenza di alcune tende.
Mantenni lo sguardo fisso su quella porta, fino alla fine.
Toccai il pomello gelido e spinsi in avanti.
Totalmente diversa dalle stanze precedenti, mi sembrava di aver cambiato abitazione.
Difronte a me un grande letto di legno chiaro ricoperto da una grande quantità di bambole in porcellana. Intorno ad esso, pareti ricoperte da carta da parati rosa interrotta ogni tanto da finestre ricoperte da pizzo bianco. Rimasi immobile a fissare quel luogo. Com'era possibile avere una cosi' grande varietà di cose diverse tra di loro, che trasmettevano emozioni contrastanti in un solo luogo, come.
Varcai la soglia di quella camera e dopo qualche secondo sentii che la porta che poco prima avevo spinto, si chiuse alle mie spalle.
Mi girai lentamente e sentii qualcuno girare un mazzo di chiavi dalla parte opposta della porta.
Qualche secondo dopo sentii dei passi che si allontanavano, verso il piano di sotto, mano a mano, accompagnati da un leggero fischiettio.
Provai a forzare la porta, nulla. Andai dalla parte opposta della camera.
Scrutai dalla finestra una strana presenza che dalla villa in cui mi trovavo, si stava incamminando verso la villa affianco. Improvvisamente si fermo', si giro' verso di me e mi fece un ghigno.
Lo fissai fino a quando non riabbassò lo sguardo e andò avanti per il suo tragitto.


-

Salve a tutti c:
Io sono Psichedelia, e sinceramente non ho mai scritto nulla di lontanamente simile a questo.
Scrivo fan fiction su fandom totalmente diversi, ma qualche giorno fa ho fatto un sogno che mi ha ispirato a scrivere questa storia.
Starete pensando: Ma che cavolo ti mangi a cena prima di andare a dormire?
Lo so' è strano fare sogni del genere, ma io li adoro.
Ci sono altre cose correlate a questo sogno, ma non vi voglio annoiare :)
Fatemi sapere se vi è piaciuta o meno, aspetto le vostre recensioni <3
Un grande bacio e alla prossima xx
Psichedelia :) xx

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Capitolo 2
*** Like a bad dream ***


Un brivido mi pervase la schiena.
Non capivo il vero motivo per il quale mi ritrovavo in quella casa, ma ad avermici trasportato era stato qualcosa di più forte della curiosità, qualcosa al di sopra della mia razionalità.

Con lo sguardo ripercorsi ogni singolo angolo di quella camera.
Non sapevo cosa stessi realmente facendo, cercavo un segnale, qualcosa che mi riuscisse a far capire cosa avrei dovuto fare per sbloccarmi da quella situazione.
Attraverso il mio tocco, esplorai le pareti rosee di quella camera fino a quando la mia mente non venne occupata da alcune immagini e suoni poco chiari:

Una donna inerme sul letto di quella stanza, senza alcun segno di vita. Affianco a lei, un uomo con in braccio un bambino in fasce. Nessun suono riempiva le stanze di quella casa, tranne le urla strazianti di quel bambino.”

Ritornai subito alla realtà e mi resi conto che quello che avevo visto pochi istanti prima era accaduto lì, nel luogo in cui mi trovavo.
Continuai ad osservare la stanza e mi accorsi della presenza di una foto sopra il comodino vicino al letto.
Rappresentava una ragazza sorridente in un prato.
Come sfondo era presente un luogo a me già noto. La villa in cui mi trovavo.
Probabilmente c'era un nesso tra la visione che avevo avuto e quella foto, ma in quel momento il mio unico interesse era fuggire da quel luogo.

Passai l'intero pomeriggio seduta su quel letto assolta tra i miei pensieri, fino a quando non sentii dei rumori provenire dal piano di sotto.
Dei passi, accompagnati da un fischiettio e dal rumore di un mazzo di chiavi. Era lui.
Mi alzai subito da quel letto e la prima cosa che mi venne in mente fu quella di nascondermi.
Mi chinai di fianco al letto e mi ci misi sotto, immersa tra la polvere.
I rumori erano sempre più vicini, fino a quando una chiave non fu inserita all'interno della serratura della porta e fatta girare.
La porta si aprì .

Lui era immobile sulla soglia della porta, sentivo il suo respiro. Sentivo i suoi passi all'interno della stanza ma dopo qualche minuto non riuscii più a distinguere da quale parte provenissero.
Il tonfo improvviso della porta fece bloccare il mio pensiero.
Aspettai per alcuni minuti sotto quel letto senza emettere nessun segno di vita.
Il silenzio era piombato su quella camera, probabilmente l'uomo se ne era andato chiudendo la porta in precedenza.
Spostai leggermente un pezzo del lenzuolo situato sul letto per vedere cosa ci fosse di fronte a me. Vidi solo la porta chiusa.
Appena spostai quel pezzo di stoffa sentii una forte pressione sulle mie gambe che mi trascinò fuori dal di sotto del letto.
Lo vidi per un momento in volto, ma venni subito colpita da un forte colpo in testa che mi fece perdere i sensi.

-

Mi risvegliai in una stanza fredda e buia.
Indossavo un vestito lungo, diverso da quello precedente.
Non c'era nulla al suo interno, era totalmente vuota.
Mi rannicchiai in un angolo di quella stanza e mi riaddormentai, cercando di non pensare a ciò che mi stesse accadendo.

-

Un rumore frastornante mi riportò alla realtà, distruggendo tutto ciò che si era venuto a creare all'interno della mia mente pochi istanti prima.
Quell'uomo aprii la porta e mi fissò per qualche secondo.
Aveva due occhi quasi bianchi, piccoli come fessure. In mano aveva una una sbarra di ferro.
Sorrise, e si avventò su di me picchiandomi.
Le mie urla riempirono quella stanza, e le mie lacrime percorsero il pavimento su cui ero coricata.
Dopo lunghi minuti di agonia, l' uomo fece un ghigno e si rigirò dalla parte opposta per lasciar chiudere la porta alle sue spalle.
Il dolore mi pervase il corpo pieno di ematomi, non mi riuscivo a muovere.
Strusciai lungo il pavimento, per ritornare alla mia posizione iniziale.

L'unica cosa che potevo fare, era mettermi accucciata in quell'angolo e cercare di prendere sonno, in modo tale da poter abbandonare momentaneamente quel terribile incubo.








Salve a tutti, ed eccomi con il secondo capitolo!
Vi ringrazio davvero tanto per le visualizzazioni e per la recensione :)
Spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto e mi scuso per averlo pubblicato dopo così tanti giorni, ma solo ieri notte ho avuto il tempo per scriverlo :)
Detto questo, aspetto le vostre recensioni e critiche a riguardo.
Alla prossima!
Psichedelia. xx

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Capitolo 3
*** The trust light up on me ***


Strazianti, pieni di agonia erano quegli attimi.
Quella stanza buia, la mia casa.



Passai intere giornate in quel luogo. Speravo che prima o poi qualcuno mi sarebbe venuto a salvare...era l'unica cosa che mi dava la forza di andare avanti.

Tutto ciò che potevo fare era fissare le pareti grigie che mi circondavano, cercando di capire per quale motivo fossero state costruite e da chi.
Mi alzai in piedi facendo leva sulle braccia ormai deboli.
Cominciai ad avvicinarmi alla porta metallica di quella stanza ma poco dopo avvertii il rumore dei suoi passi.
Corsi verso la parte opposta della camera e mi accovacciai in un angolo, quello era il mio posto.
 

Dopo essermi svegliata da uno dei miei tanti sogni, vidi sul muro al mio fianco un difetto della pietra liscia e fredda che ricopriva la parete.
Presi un panno del vestito che indossavo e ripulii l'imprecisione
.
Non era un difetto, era una scritta: "La speranza giace in noi fino alla fine dei tempi".
La verità era racchiusa in quelle parole. Lo spirito della persona che cerca di aggrapparsi a qualunque cosa lo circonda; la fiamma della speranza che è accesa in ognuno di noi e che non si spegnerà fino a quando qualcosa di troppo imponente la spegnerà.
Cominciai a premere i palmi delle mie mani su quelle incisioni nell'intento di scoprire la vera storia di quel luogo, tutto quello che le mura avevano nascosto per ormai troppo tempo.
Improvvisamente la porta si spalancò, e l'uomo che fino al giorno prima mi avrebbe massacrata menandomi mi porse del cibo.
Le sue labbra non emisero nessun rumore, gli unici suoni che pervasero la stanza furono il battito impaurito del mio cuore e il rumore della porta che si richiuse dopo pochi secondi.
L'istinto diceva di mangiare, ma la razionalità si oppose.
Riportai lo sguardo a quelle scritte, nulla.
Non riuscivo a capire perché qualcuno avrebbe dovuto scrivere una frase del genere su un muro di una cella.
I pensieri percorsero la mia mente, talmente profondi che caddi nel sonno.

 

Il sole, le colline.
Una splendita giornata, accompagnata dal dolce suono dell'acqua che scorre.
Una ragazza con dei capelli lunghi e dorati corre spensierata in mezzo ai fili d'erba, quando tutto diventa nero.
Il sole scompare, la felicità cede il posto alla malinconia e alla sofferenza.
Una cella, un ripostiglio, la morte.

 

L'ennesimo incubo che accompagnò la mia sofferenza e il mio dolore giorno per giorno.
Sempre la stessa ragazza, sempre lo stesso luogo, sempre la stessa drammatica fine.
Un nesso esisteva, ma perché io.
Poggiai la schiena lungo la parete che affiancava la scritta.
Il mio sguardo era fisso su di essa, intento nel cercare il vero significato racchiuso all'interno di quelle parole.
Sentii un soffio, uno spiraglio all'altezza del polso poggiato a terra.
Mi girai e notai una piccola fessura. Dietro il muro vi era probabilmente una camera d'aria.
Spinsi con tutta la forza che avevo in corpo, quando quel pezzo di pietra si spostò e lasciò spazio ad un insieme di emozioni impossibili da descrivere.
 




Salve a tutti!
Come prima cosa vi auguro un felice anno nuovo e spero che abbiate passato delle buone vacanze di Natale :)
Lo so, lo so...non pubblico nulla da una vita.
Mi dispiace, ma in quest'ultimo periodo non ho avuto tempo per dedicarmi alla scrittura, anzi, a tutto ciò che non fosse inerente alla scuola.
Detto questo, spero che la storia vi stia piacendo e che di conseguenza il capitolo vi sia piaciuto!
Se avete qualche appunto da farmi o qualunque altra cosa lasciatemi anche una recensione :)
Un bacio e alla prossima! xx
Psichedelia.

 

 

                                                                                                                             

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