All over again.

di Aljs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Leave. ***
Capitolo 3: *** Thank you, Thomàs. ***
Capitolo 4: *** Hug me. ***
Capitolo 5: *** I'm sorry, Louis. ***
Capitolo 6: *** I am who I am. ***
Capitolo 7: *** Oh shit! ***
Capitolo 8: *** Calm down, tiger. ***
Capitolo 9: *** Revenge. ***
Capitolo 10: *** Forgive. ***
Capitolo 11: *** Like before. ***
Capitolo 12: *** Let me kiss you. ***
Capitolo 13: *** Love is in the air. ***
Capitolo 14: *** Fuck you. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


This is the end 
Hold your breath and count to ten 
Feel the earth move and then 
Hear my heart burst again 
 
                                                                                    -Skyfall, Adele-

 

 

‘questa è la fine.
trattieni il respiro e conta fino a dieci,
sentiti la terra tremare e poi
ascolta il tuo cuore battere di nuovo.’


Le parole di Adele mi rimbombano in testa come un martello pneumatico.
Vorrei solo ritrovare la tranquillità.
Vorrei solo essere la stessa Alex di sempre.
Ma da quando lui non c’è più, sono cambiata.
Mi manca terribilmente, mi manca più di ogni altra cosa.
Lui però è impegnato.
Lui vuole inseguire il suo sogno e io non posso certo impedirglielo.
Lui deve stare a 300 chilometri da me, per arrivare al successo.
Lui non ha tempo neanche di chiamarmi e di chiedere come sto.
Lui oggi è tornato. Ma non è qui.
Non è lo stesso ragazzo che quando ero piccola, mi proteggeva.
Lui ora è famoso.
Lui è diverso da prima.
Lui è cambiato, forse troppo.
Lui non è più mio fratello.


Sono Alex Tomlinson e questa è la mia storia.









BOOOOOOOOOOOOOM (?)

*fa ciao con la manina* salve a tutti! C:
Ho scritto un'altra Fan Fiction, la cui protagonista è Alex Tomlinson,
la sorella di Louis (aaaamore *u*)
Okay, vi lascio che vi ho rotto le palle già abbastanza.
Hope you like it.
-Alis xx

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Capitolo 2
*** Leave. ***


You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one 
                                                                                                         
-Imagine, John Lennon-

 
‘Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno’


Odio.
E’ l’unico sentimento che provo pensando a Louis.
Mi ha lasciata sola due anni. Senza mai interessarsi minimamente a me.
Perché, in fondo, a chi importa della piccola Alexandra Meredith Tomlison? A nessuno.
Neanche ai miei genitori, neanche a loro.
Perché ora conta solo lui.
Tutti i giorni mamma e papà, se così li posso chiamare, se ne escono sempre con frasi ‘hai visto com’è famoso tuo fratello?’ ‘perché non prendi esempio da lui?’ 'tuo fratello ha fatto motli concerti, oggi. che bravo!'
Devo diventare vanitosa e menefreghista?  No, grazie.
Per questo mi definisco “la pecora nera della famiglia”. Tutto è sbagliato in me, ogni singola cosa. Anche il fatto di non amare le carote come le ama lui.
Odio la mia vita.
E’ tutta un confronto tra me e Louis, dove ovviamente io sono sbagliata.
Guai a chi tocca Louis!
Non provate a parlare male di mio fratello che altrimenti si arrabbiano.
Non osate offendere gli One Direction.
Che nome stupido. ‘Una Direzione’.
Evidentemente mio fratello ha scelto quella sbagliata. Almeno secondo me, perché secondo tutto il resto del mondo è un simpatico e dolce ragazzo.
Vedo com’è dolce.. trascura la sua famiglia, interessandosi solo del successo e delle ragazzine che gli urlano contro ricordandogli quant’è meraviglioso.
Lui non è così, lui è un mostro.
Da quando è diventato famoso, mi si avvicinano persone approfittatrici ma non hanno capito che io con lui ho chiuso definitivamente.

Le uniche persone che mi sono state ‘vicino’ sono Juliet e Thomàs, i miei migliori amici.
Juliet, chiamata anche Juls, è la persona migliore che conosca.
L’ho incontrata all’asilo e da lì non ci siamo più separate. Capelli marroni e occhi dannatamente gialli: insomma è bellissima.
Thomàs, invece, l’ho conosciuto in terza elementare. E’ spagnolo ma è venuto a vivere a Doncaster per problemi di lavoro dei suoi.
E’ alto e magro, capelli neri e occhi azzurri. Potrebbe fare il modello dell’Abercrombie, ma a lui interessa giurisprudenza.
Io invece, sono semplicemente Alex. Ho i capelli biondi e gli occhi azzurri, ma li detesto.
Sono uguali a quelli di Louis e non voglio.
Non voglio assomigliare a lui, non voglio assolutamente essere paragonata a lui e le persone che mi conoscono lo sanno.

Ora Louis è tornato a casa.
Si trova al piano di sotto. E’ in sala da pranzo. Posso sentire il rumore dei tacchi di mamma sul parquè.
Posso sentire la sua risata, che è rimasta come quella di quando era bambino.
Sento altre voci, ci saranno anche i suoi quattro amichetti di cui non so il nome.
Non me ne è mai importato niente, e non inizierà a fregarmi neanche ora.
Sento il rumore di passi sulle scale, sta venendo su.
Ha aperto la porta. E’ davanti a me.
E’ cambiato fisicamente. Si è finalmente deciso di abbandonare quel terribile taglio a scodella che si portava appresso due anni fa. È più alto, magro.
È bello, molto bello.
che fai non mi abbracci?” la sua voce. Mi è mancata così tanto.
Ma se si crede che io adesso lo perdoni immediatamente e mi fiondi nelle sue braccia, beh.. si sbaglia di grosso.
tu chi sei?” dico fredda e distaccata.
Ride. Crede che io stia scherzando. “sono Louis, piccolina
“Tu non sei Louis, tu non sei lui.
Lui non mi avrebbe mai lasciato sola come hai fatto tu.
Sei scomparso per due anni, fregandotene di sua sorella. Non hai avuto tempo neanche di una stupida chiamata o di un fottuto messaggio per chiedere come stessi.
Niente. Non ti sei fatto sentire per tutto questo tempo.
E non credere che io ti perdoni per tutto il male che mi hai fatto, perché non succederà MAI. E ora, vattene. Non voglio parlare con gli sconosciuti.” Urlo tutto quello che mi sono tenuta dentro da due anni, da quel maledetto 23 luglio 2010.
Le lacrime provano ad uscire, ma non l’avranno vinta. Io sono forte.
Io ho smesso di piangere già da molto tempo.
Ho detto ‘addio’ a quelle fottute lacrime che cadevano ogni sera, quando ripensavo all’orribile giornata che avevo appena trascorso.
Io sono forte. Niente mi fermerà.
Nessuno, neanche lui.
Sono cresciuta, sono responsabile.
Io sono forte.
“A-alex.. i-io..” è rimasto di stucco. Non riesce a parlare, sta balbettando.
Lui ha sempre e solo balbettato quando era sconvolto, quando era nervoso.
HO DETTO CHE DEVI ANDARE VIA. ESCI DALLA MIA VITA, PER SEMPRE.” Urlo con tutta la voce che sbattendolo fuori con una spinta e chiudendo velocemente la porta a chiave.
Mi trascino fino in terra, poggiando la schiena sulla porta.
Lui per me non è più nessuno.
Lui per me non è più mio fratello.
LUI PER ME NON ESISTE PIU’.








BOOOOOOOOM BOOM BOOM (?)

Sono tornata a rompervi le palle, yeeee ;)
Okay, basta. 
In questo capitolo Alex parla della sua vita, e incontra dopo molto tempo Louis.
Però lei lo manda via, non lo vuole più.
E' delusa.
Bene, spero che vi piaccia. Un bacio :)
-Alis 

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Capitolo 3
*** Thank you, Thomàs. ***


I’m wide awake
Yeah, I was in the dark
I was falling hard
With an open heart
I’m wide awake
How did I read the stars so wrong.

 
                                                                                                                                                                    -Wike Awake, Katy Perry-
   

 

 

‘Sono sveglia.
Sì, ero al buio
stavo cadendo giù
con il cuore aperto.
Sono sveglia,
come ho fatto a leggere le stelle così.’

Basta.
Lui non entrerà mai più nella mia vita, lui ha smesso di infierire sempre.
Stavo cadendo giù, ma sono sveglia.
Mi sono rialzata, più forte che mai.
Sono finiti i tempi in cui mi rinchiudevo in bagno a piangere e.. a tagliarmi.
Io mi tagliavo, sì.
E’ successo un anno e mezzo fa, quando io e Trevor, il mio ex-ragazzo mi ha tradita.
Non ha avuto la decenza neanche di scusarsi.
Che pezzo di merda.
In quel momento della mia vita, avevo bisogno di una spalla su cui poter piangere.
Ma lui non c’era.
Juls e Tom non sanno che mi tagliavo, nessuno lo sa.
Neanche ai miei genitori. A loro oramai importa solo di Louis e del suo stupido successo.
Li odio. Odio la mia vita.
Odio dover ricordare tutto il male che ho provato.
Mi ricorda che sono stata debole.
Ma ora non lo sono più.
Quello è solo un fastidioso ricordo, oramai.
Esattamente come Louis è un capitolo chiuso per me.

 

Sono le 20:00. È ora di cena.
Per tutto il giorno non ho fatto altro che cercare di evitare lui e i suoi stupidi amichetti il più possibile e per il momento sembro riuscirci.
Mando un messaggio a Tom.
‘ceniamo fuori, ci vediamo da PizzaSnack alle 20:15. Poi ti spiego’
Avrei voluto inviare anche a Juls, ma stasera doveva vedersi con sua madre.
I suoi sono divorziati e Perla, sua madre, vive a Sheffield e non la vede quasi mai.
E quindi, giustamente, lei non potrà venire.
La risposta di Thomàs arriva dopo circa 37 secondi. E lo so perché l’ho contati.
‘okay, no comment. Tanto poi mi spieghi, a dopo :)’
E’ ufficiale: amo il mio migliore amico.
Prendo una felpa a caso bianca e blu, un jeans strappato e le mie converse  bianche.
Mi pettino i miei lunghi capelli biondi, e mi trucco leggermente.
Esco dal bagno, imprecando per aver sbattuto la mano contro la maniglia mentre cercavo di prendere la borsa.
Okay, sono pronta.
Un bel respiro, e scendiamo.
Esco dalla camera, percorrendo il corridoio e in un nano secondo mi ritrovo in salotto dove mi ritrovo quattordici occhi puntati su di me.
“Dove vai, tesoro?” chiede mia.. 'madre'
E da quando in qua, mi chiama tesoro? Patetica.
“Esco con Tom, non ceno con voi. Torno tardi, ciao” provo a dileguarmi in fretta ma vengo trattenuta per un braccio da qualcuno.
Louis.
“Chi è Tom?” chiede guardandomi negli occhi.
Penso che sia tardi ormai, di fare il fratello geloso. 
Sono cresciuta, non ho più bisogno di lui.
“Nessuno che ti riguardi” mi strattono, liberandomi dalla sua presa. Intanto, sento ancora gli occhi di quei quattro deficienti addosso.
Esco di casa sbattendo la porta, poco me ne frega.
Ce l’ho fatta, sono uscita.
“Ehi Alex!” un Thomàs sorridente mi si para davanti agli occhi in tutto il suo splendore
“Ciao Tom” sorrido, di rimando. La sua presenza mi calma, è per questo che è il mio migliore amico. Basta solo un suo sorriso che tutto il nervosismo accumulato se ne va.
Spesso la gente ci scambia per fidanzati, cosa che ovviamente non lo siamo.
Ci vogliamo solo tanto tanto bene, siamo cresciuti praticamente insieme.

 

“Allora, qual è il problema?” chiede lui, rassicurante.
Stiamo camminando da circa venti minuti nel parco, adoro stare con lui.
“Perché deve esserci un problema, scusa?” chiedo un po’ acida guardandolo male
“Oh avanti Alex, vuoi dirmi che non volevi cenare a casa tua senza un perché?” domanda, poggiando un braccio sulle mia spalle e guardandomi negli occhi. Vaffanculo, così non posso neanche mentirgli.
“Okay, la verità è che è tornato mio fratello e i suoi amichetti e sono certa che non voglio rivederlo mai più” sospiro malinconicamente. Lui sa cosa provavo in questi due anni. Lui sa tutto di me, mi conosce meglio di chiunque altro.
“Capisco” mi abbraccia; sto così bene tra le sue braccia. Mi sento protetta e rassicurata, credo che senza di lui non saprei cosa fare, davvero. “sono già le undici e mezza, che dici ritorniamo a casa?” mi chiede dolcemente
“Mmh.. si va bene” annuisco “Potres..” faccio per parlare ma lui mi blocca
“Tranquilla, dormirò con te. Non ho intenzione di lasciarti sola proprio adesso” mi rassicura lui, è incredibile il fatto che riesca a capirmi anche con uno sguardo.
“Sai una cosa? Ti voglio bene Thomàs e.. GRAZIE” confesso guardandolo negli occhi.
E’ stupito. In genere io non dico mai cose sdolcinate e tantomeno dico ‘ti voglio bene’
Ma sta sera avevo voglia di dirglielo, non so perché.
Ti voglio bene anche io Alexandra” mi sorride guardandomi.

 






BOOOOM BOOOOOM BOOOOOOM BOM (?)

Oggi ho pubblicato un altro capitolo, perchèèè...
Bho, avevo ispirazione :)
In questo capitolo prevale molto la presenza di Thomàs, il migliore amico di Alex.
Se vi piace la storia, recensite c:
Hope u like it.
-Alis





 




I protagonisti sono:

Alex Tomlinson


Alex Tomlison


Thomàs Parker

Thomàs Parker

Juliet Pinnock

Juliet Pinnock

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Capitolo 4
*** Hug me. ***


Bring me home in a blinding dream,
Through the secrets that I have seen
Wash the sorrow from off my skin
And show me how to be whole again
 
-Castel of glass, Linkin Park-

‘portami a casa in un sogno abbagliante
attraverso i segreti che ho visto.
Lava via il dolore dalla mia pelle
e mostrami come essere di nuovo completo’


Essere di nuovo completo.
Magari potessi anche io. Perché in fondo io non sono completa.
Mi manca un tassello fondamentale di me, forse il più prezioso.
Mi manca Louis.
Lui sarà sempre la persona più importante della mia vita, per quanto io cerchi di odiarlo.
Certo, mi ha fatto soffrire tantissimo e non lo perdonerò mai eppure.. una parte di me sente di volergli ancora tanto bene.
E’ come se fossimo legati da un filo, un filo trasparente.
Che non si spezza mai, più forte di tutto.
Ma mi ha delusa talmente tanto che non so più cosa fare, sono… sono confusa.
Non lo odio, perché odiare è una parola terribile, forse la peggiore che conosca.
Però, non avrei mai creduto che potesse essere così menefreghista.
Non è il fratello che avevo, ora Louis è cambiato talmente tanto che è come se tutte le mie certezze che avevo quando stavamo insieme, fossero scomparse nel nulla.
Come se fossero state risucchiate da un buco nero.



Io e Tom siamo già arrivati a casa, dove ad accoglierci dolcemente bruscamente abbiamo trovato quei quattro conglioncelli e un Louis decisamente furioso. Patetico.
“Mamma, papà.. Tom stanotte dorme qui ok? ok” urlo, sperando che mi sentissero, cosa che credo non abbiano fatto dato che non hanno risposto. Poco male, tanto sarebbero stati d’accordo lo stesso. A loro piace il fatto che sia amica di Thomàs, lo credono un bravo ragazzo.
Bella, bellissima battuta.
“Chi è Tom?” chiede mio ‘fratello’ guardando dall’alto in basso il mio amico. Ma che vuole ora?
Crede davvero che facendo il finto fratello geloso, possa tornare tutto come prima?
Ti sbagli di grosso, mio caro William.
“A te cosa importa?” rispondo a tono acida, puntando i miei occhi azzurri sui suoi esattamente identici ai miei. Mi lancia la sfida, io di certo non la rifiuto.
A me importa di te” dice lui con un sussurro, spostando lo sguardo e abbassando la testa
Non gli credo. “Ah, ma davvero? A te è importato qualcosa di me in questi due anni? Eh Louis? Rispondi. TI SEI CHIESTO ALMENO UNA VOLTA COME STAVA TUA SORELLA? EH?” non risponde.
Lo sapevo. “Ovviamente no. A chi interessa di Alex? A nessuno, certo. Non ti sei degnato neanche di chiedere di me ai nostri genitori, niente. Tu non sai cos’è successo da quando te ne sei andato! Tu non sai niente, niente.” I miei occhi si fanno lucidi, mentre afferro la mano di Thomas e lo trascino fino all’inizio delle scale.
“Cosa dovrebbe essere successo, eh Alex? Ti si è per caso rotto lo skateboard?” mi urla contro Louis. Questo non lo doveva dire.
“Vuoi sapere la verità? Vuoi davvero sapere cosa è successo? Mi tagliavo, cazzo. Mi tagliavo. Ma ovviamente questo a Louis William Tomlinson, cantante degli One Direction, non interessa, giusto?” urlo tutto quello che mi sono tenuta dentro per un anno e mezzo. Tom è sconvolto, come Louis e gli altri ragazzi seduti sul divano che hanno assistito a tutta la nostra litigata senza proferire parola.
“I-io.. n-non credevo..c-che..” lo interrompo. Mi sono già resa troppo suscettibile, basta così.
Faccio una risata, che è tutto fuorché divertente. “Volevi sapere questo, no? Bhe, eccoti accontentato. Con permesso” detto questo salgo le scale a una velocità impressionante e mi fiondo sul letto con la faccia impressa nel cuscino, cercando di ricacciare dentro le lacrime.


La porta si apre. E’ Thomàs.
“Perché non me lo hai mai detto?” chiede lui dolcemente, accarezzandomi la schiena
“Non vedo quale sarebbe stato il motivo, ho smesso un anno fa. Quindi ora sto bene okay? Non volevo dirtelo perché dopo vi avrei fatto compassione e sai che non voglio” mi volto per incontrare i suoi meravigliosi occhi glaciali, potrei osservarli per ore.
Si accomoda vicino a me, sul letto accarezzandomi di tanto in tanto i miei lunghi capelli biondi. Non so per quanto tempo restiamo in quella posizione, l’unica cosa di cui sono certa è che sto bene con lui al mio fianco.
“Tuo fratello è molto dispiaciuto, Alex..” mi sussurra Tom guardando il soffitto.
Non gli credo. Se fosse stato dispiaciuto, sarebbe venuto qui con una tazza di cioccolata calda e panna e chiedermi scusa, come facevamo quando eravamo piccoli e come facevamo fino a due anni fa.
“Non mi interessa Tom, lui non fa più parte della mia vita” mi alzo guardandolo negli occhi e concludendo il discorso. Sono stanca di parlare di Louis e dei miei problemi. STOP.
“Come vuoi, ma lui ti vuole ancora tanto bene.”
“Abbracciami e basta, Tom
Mi lasco cullare dalle sue forti braccia, mentre cerco di addormentarmi ripensando alla frase che ha appena detto.
‘ti vuole ancora tanto bene’ Anche io glie ne voglio, ma non lo perdonerò mai per tutto il male che mi ha fatto. Mai. 







BOOM BOOM BOOOOOOM CHICA BOOM BOOOM BOM (?)

*spunta da dietro lo schermo* ciao bella gente! :)
Oggi, come promesso ho pubblicato un altro capitolo.
In questo, si parla
 soprattutto di Alex e della sua 'verità' diciamo..
Spero che vi piaccia, love u all :))

-Alis xx

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Capitolo 5
*** I'm sorry, Louis. ***


Because of you
I learned to play on the safe side
So I don't get hurt
Because of you
I find it hard to trust
                                                                           

   -Because of you, Kelly Clarkson-
 


‘a causa tua
ho imparato a giocare dalla parte sicura
così non mi sarei fatta male.
A causa tua
trovo difficile fidarmi’

‘ti vuole ancora bene’

Non so più se crederci o no. Da quando è arrivato qui, tutti i miei ricordi che credevo ormai svaniti mi sono ritornati in mente.
La realtà è che per quanto una persona voglia cancellare il passato, esso sarà sempre presente durante il corso della nostra vita. Ed è grazie ad esso se oggi noi siamo quello che siamo.
Non possiamo farci niente, sarebbe tutto inutile.
Nel bene o nel male, non possiamo dimenticarci dei ricordi e voltare pagina come se niente fosse. L’ho capito, forse tardi. Ma l’ho capito.
Grazie agli sbagli che Louis ha fatto, mi sono resa conto di tantissime cose.
Giuro che non commetterò mai i suoi stessi errori. Sarei solamente un’egoista… ma infondo, mio fratello è egoista.
Non basta chiedere scusa per rimarginare tutte le ferite che mi ha provocato. ‘a causa sua
Non basta tornare e fare finta che non sia successo niente. ‘a causa sua
Non basta un gesto dolce a far tornare tutto come prima. ‘a causa sua’
Non basta ritornare e chiedere come stessi. ‘a causa sua’
Non basta tutto ciò. Perché il mio comportamento è ‘a causa sua’.
 
E’ mattina. Guardo la sveglia che segna le 10:20. Fortuna che è domenica!
Mugugno qualcosa di assolutamente incomprensibile al genere umano e mi stropiccio gli occhi, cercando di mettere a fuoco qualcosa.
A quest’ora trovo davvero davvero difficile capire chi sono, dove sono e perché sono qui.
Lampo di genio! Ieri sera Tom è rimasto a dormire qui ma non lo trovo.
Sarà meglio scendere, probabilmente è già disotto a conversare pacificamente con i miei genitori e con quell’essere e i le altre ‘quattro direzioni’.
Percorro il corridoio e le scale per poi, con la lentezza di un bradipo e l’aspetto di un dugongo in calore, mi siedo sullo sgabello della cucina.
Sono ancora con gli occhi chiusi, ma posso percepire che l’attenzione è rivolta tutta verso di me.
Piantatela accidenti!
“Buon giorno, cara” mi saluta mamma.
Sono troppo stanca per rispondere, quindi mi limito ad annuire farfugliando qualcosa che dovrebbe essere simile ad un’affermazione. “Mmmh” tradotto nel linguaggio umano è simile ad un ' buongiorno a tutti '.
“Tom mi ha chiesto di dirti che è dovuto andare ad aiutare i suoi genitori al bar, quindi non voleva svegliarti.” Che gli prendesse un colpo, quel pezzo di merda mi ha lasciato sola con loro. Io lo uccido. “Ha detto anche che devi ripensare al discorso di ieri” conclude sorridente la donna che porge le tazze ai ragazzi.
“Quale disc.. Aaaaah, che idiota. Sa che non accetterò mai” scuoto la testa con aria divertita e rassegnata
Vi mettete insieme? Dai che è un bravo ragazzo!” esclama tutta contenta mia madre, prendendosi anche due occhiate storte da me e da Louis. Finalmente ha fatto qualcosa di sensato! Wuhuuu!
“Piantala mamma, non mi metterò mai con lui. E lo sai bene, smettila di dire idiozie per favore” inizio a gesticolare nervosamente. Porca merda, è mattina e già inizia a sparare cavolate!
“Va bene, va bene” alza le mani in segno di resa mentre sbuffa. Qui l’unica che deve sbuffare sono io, che diamine. “comunque, non credo che Louis abbia già avuto l’onore di presentarti i suoi amici” sorride, ancora. Anche se di divertente c’è ben poco.
“Loro sono Harry” indica il riccio, con gli occhi verdi “lui è Niall” fa un cenno col capo, indicando un biondino “quello è Liam” dice sorridendo a un ragazzo con gli occhi nocciola e i capelli rasati “ed infine, lui è Zayn” l’ultimo ha un ciuffo chilometrico nero.
”Su presentati” mi incita la donna. Che palle però!
Sbuffo. “Io sono Alex Tomlinson, pace e amore a tutti” concludo la mia presentazione da oscar, dileguandomi, facendo il segno della pace con le dita.


Non so che fare.
Ho già contato le pecorelle e sono arrivata a 369. 
Il 69 fa parte della mia esistenza, che pervertita.
Ho già esaminato le pareti della camera per non so quanto tempo.
Mi sto annoiando, ma di andare di sotto non se ne parla. Dopo dovrei sorbirmi i discorsi interessantissimi orrendi di mamma su quanto i ragazzi siano bravi, belli, di talento..
No, grazie.
Preferisco mangiare carne. Ah, già, sono vegetariana da… da sempre, praticamente.
“Aleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeex, sceeeeeeeeeeendi” urla mia madre, ma ora che vuole?
Sbuffo, scendo le scale arrivando in salotto con una faccia misto tra lo scioccato e l’annoiato “eccomi, eccomi” alzo gli occhi al cielo
“Devi andare a fare la spesa” no, ti prego no! Non ho voglia, volevo andare a trovare Lya e Nate al bar, sono i genitori di Thomàs. Adoro la famiglia Parker!
“E portati dietro anche i ragazzi, io devo uscire e non li voglio lasciare da soli” non ci posso credere, ma sta scherzando o cosa? Spero vivamente la prima opzione, ma dalla faccia che ha assunto credo cosa.
“Maa.. m-ma..” tutto inutile, quella iena già se n’è andata. Che palle!

La cena si è appena conclusa e io non ho rivolto parola a nessuno se non per rispondere alle domande che mi facevano gli amici di Louis o per dire ‘mi passi il sale?’ oppure  ‘grazie’.
Ora sono seduta sui gradini del giardino, proprio davanti alla porta di casa che si spalanca facendomi sobbalzare per un secondo.
E’ Louis.
Lo guardo un attimo, per poi distogliere lo sguardo altrove. Al momento la casetta per gli uccelli della signora Riish, la nostra amabile odiosa vicina di casa, è molto più interessante.
“Possiamo parlare?” chiede speranzoso mio fratello.
So già che vuole dirmi, ma con me non attacca. Però qualcosa dentro di me mi spinge ad annuire e a girarmi.
“Senti Alex, sono il fratello peggiore del mondo e lo so. Fai bene ad odiarmi e non ti biasimo per questo, io avrei fatto la stessa identica cosa. Solo che.. mi dispiace. Mi manchi tanto e non posso credere che per colpa mia tu hai sofferto così tanto” prende un respiro, mentre io lo guardo attentamente vedendo i suoi occhi farsi mano a mano più lucidi
“Io ti voglio bene e mi prenderei a schiaffi per tutto il male che ti ho fatto.
Lo sai, mi conosci, agisco senza pensare e solo dopo mi rendo conto dei miei errori ma.. ti prego, ti scongiuro perdonami.” Una lacrima gli scende dagli occhi, mentre i miei iniziano a farsi sempre più lucidi
“Louis, io ti voglio bene non ho mai smesso. Però tu non sai cosa è stato per me non averti vicino, ho sempre creduto che tu saresti stato al mio fianco. E quando Taylor, il mio ex ragazzo mi ha tradita, io non ci ho visto più…
 Tu te n’eri andato, mi ero appena lasciata con lui e l’unico modo per scappare è stato.. tagliarmi” abbasso lo sguardo, mi fa male parlare di queste cose, soprattutto con lui.
 “Sono un cretino, sono patetico ma scusami… io.. i-io non ce la faccio sapendo che ti sei ridotta così a causa mia. Non mi perdonerò mai per tutto il male che ti ho fatto, ma almeno fallo tu..”
Sospiro. Cosa devo fare?
“Va bene, Lou. Ti perdono, ma non tornerà mai come prima. Mi dispiace”  me ne vado lasciandolo lì da solo.
Cretina.
Codarda.
Incapace.
Debole.
Indecisa.
Inutile.
Stupida.
Orgogliosa.

Perché devo rendere tutto così difficile?








BOOOM BOOM BOOOM BOOOOOOOOOOOOOOOM BOOM (?)

Okay, sono qui a rompervi le palle come sempre! :)
Ho cambiato la finale del capitolo, perchè non mi piaceva lol
Alex ha perdonato Louis ma non lo vuole più. (povero Boo)
Vi lascio, è stato un piacere gente, haloha! :))
-Alis xx

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Capitolo 6
*** I am who I am. ***


And the tears come streaming down your face.
When you lose something you can’t replace.
When you love someone but it goes to waste.
Could it be worse?

 

                                                                 -Fix you, Cold Play-


‘Quando le lacrime scorrono sul tuo viso.
Quando perdi qualcosa che non puoi sostituire.
Quando ami qualcuno ma tutto va sprecato.
Potrebbe essere peggio?’


Già, potrebbe essere peggio di così?
Credo di no.
Sono una masochista. So che guardando le foto di quando eravamo bambini mi faccio solo del male, eppure non riesco a smettere.
Le lacrime ormai si sono impossessate di me.
Il mi peggior incubo è ritornato.
Sono di nuovo debole.
Io, che mi ero ripromessa di non esserlo.
Io, che mi ero ripromessa di essere sempre forte.
Io, che mi ero ripromessa che non mi sarei fatta mettere i piedi in testa da nessuno.
Louis ha abbattuto tutte le barriere che avevo creato.
Con un semplice discorso è arrivato a colpirmi nel cuore.
Lo odio per questo.
Non ne aveva diritto.
Non aveva diritto di tornare e combinare tutti questi guai, non adesso almeno.
Sono davvero stanca di tutto ciò, davvero davvero stanca.
La realtà, forse, è che sono semplicemente gelosa.
Louis ha sempre avuto tutto dalla vita, è sempre stato soddisfatto. Io no.
Quando da piccoli ci chiesero “cosa vuoi essere da grande?
Mio fratello rispondeva prontamente “un cantante”. E c’è riuscito.
Io mi limitavo ad un “mi piacerebbe fare la scrittrice”.
Ci prendevano in giro per questo, dicevano che eravamo sognatori e che dovevamo scegliere un lavoro più ‘normale’ come il dottore o l’avvocato.
Ora, tutte le persone che gli rinfacciavano che non avrebbe mai sfondato si sono ricredute e lo considerano una sorte di ‘idolo’.
A me, invece, continuano a farmi la stessa domanda e rispondono sempre con “tanto non ce la farai mai, tu non sei come tuo fratello”.
Già, io sono diversa da lui.
Non sono la figlia perfetta, non vado bene a scuola, non sono bella, non sono educata ma qualche pregio ce l’ho anche io.
Anche io so fare qualcosa di buono, sapete.
Non sono ‘da buttare’ come tutte le lattine di coca cola finite.
Io sono chi sono.

Okay, sono i ritardo.
Non è una novità. Il problema è che se non arrivo a scuola entro dieci minuti la professoressa di filosofia mi fa fuori.
Già non vado bene nella sua materia, se faccio anche tardi è la mia fine.
Scendo le scale con la delicatezza di un ippopotamo zoppicante e in calore. Faccio un casino che non finisce più e posso sentire la signora Riish che si lamenta.
Sorrido, che cara vecchina.
Sento una mandria di elefanti correre giù per le scale. Ah, ma sono gli amici di Louis con in mano.. delle mazze da baseball? Ma che cavolo fanno?
Sono scioccata. “Dov’è il ladro?” chiede il riccio, spaventato.
Questi sono peggio di mio fratello. “Ladro?” sono sempre più sconvolta. Davvero.
“Abbiamo sentito dei rumori per le scale” dice il biondo, com’è che si chiama? Natan, credo.
Sì, sì. Sono convinta, lui è l’irlandese. “Come una mandria di bufali..” dice il moro, il pakistano.
..frena, frena, frena! Mi hanno appena dato del bufalo? A me? Bastardo. “Tu. Come osi?” lo fulmino con lo sguardo minacciandolo con un mestolo da cucina.
“Mi è mancata la signora Riish con queste sue urla” esclama contento mio fratello.
Beato te, io non la sopporto. “comunque Zayn, era mia sorella non era un bufalo” continua ridendo, facendo ridere anche gli altri tranne la sottoscritta e il pakistano.
“Ehm.. scusa” dice lui. Lo guardo male come per dire ‘ma che problema hai?’ e prendo il mio skateboard.
“Dove vai con quel coso?” chiede Louis. Dove crede che voglio andare?
E’ lunedì, sono le otto e come tutti sanno c’è scuola.
“A scuola, forse?” dico sarcasticamente. Nota per Alex: tuo fratello la mattina è più fuso di te. Bene, lo annoterò tra le cose di cui non mi interessa una ceppa.
“Con quell’affare?” ancora.
“Te lo ripeto per la centesima volta: non è né un coso, né un affare. E’ UNO SKATEBOARD. Tu sei Louis, loro sono.. non mi ricordo i nomi, è lo stesso. Io sono Alex e sono fottutamente in ritardo, haloha” mi congedo poggiando ‘il coso’ per terra e proseguendo verso la scuola.
 
“Smettila Juls” sgrido la mia amica intenta a ballare sulla canzone ‘Gagnam Style’.
Mi spiegate cosa c’è di bello in un ciccione coreano alto cinquanta centimetri che balla e canta una canzone di cui non si capisce una minchia? Bah.
“Basta Juls” adesso la uccido. Non solo siamo in camera MIA e ascolta la musica con il MIO computer, ma non mi da neanche retta.
“Oppa Gagnam Style! Ehhhhhhhhhhhhhhh sexy ladieees..” adesso è troppo. Sta addirittura ballando sul MIO letto.
“Piantala” le turo un cuscino, spegnendo il computer. Sentite che pace, era ora.
“Ehii, ma la stavo ballando” dice lei, facendo la finta offesa.
Con me non attacca mia cara Juliet. “No, Juls. Tu stavi traumatizzando una povera ragazza indifesa” annuisco convita delle mie parole.
“Ti odio” mi fa la linguaccia. “Bene, dopo questo ballo scatenato me ne torno a casa sennò mio padre mi da per dispersa” ride la mia amica, prendendo lo zaino e il suo cappotto. In effetti, sono già le cinque del pomeriggio, minchia come vola il tempo!
“Okay, a domani Juls” la accompagno alla porta, salutandola con un cenno di mano.
Chiudo la porta, rabbrividendo dal fretto che la corrente ha portato dentro casa. Adoro dicembre. “Chi era?” urla mio fratello dal salotto.
Che palle, ma sono sempre a casa questi? “Che ti frega?” sbuffo, immaginando la faccia curiosa di mio fratello.
I miei pensieri vengono stoppati da qualcuno che mi tocca una spalla, facendomi sussultare. Chi è questo beota? Mi giro e scopro che è il riccio.
“Che c’è?” sputo fuori, mentre mi tengo una mano sul cuore cercando di riprendere il mio normale battito cardiaco. Questo è matto, ecco che mi fa morire.
“Perché sei sempre così acida?” domanda lui, con serietà. Sembra quasi scocciato, ma qui in realtà l’unica che dovrebbe essere scocciata sono io. Alzo un sopracciglio, vedendolo andre via impassibile.
Sono davvero troppo acida?








BOOOM BOOM BOOM BOOOOOOOOOOOOOOM BOOM (?)

Sciao bele, Alis is come back!
Potete fare finta che vi interessi? Grazie :)
Avete visto i ragazzi al MSG? Dio, sono stati bdfusdibslgbbg *o*
Hanno anche arrestato Mister X, che poi era un gruppo di ragazze.
Si dice che vogliono colpire ancora l'otto dicembre.
Ieri hanno preso una ragazza di 16 anni con una pistola, in terza fila posto 17.
Ma a cosa siamo arrivati? Bah, non ho parole.
Detto ciò, vi lascio. Adiooos :))
-Alis xx

P.S. se volete contattarmi su twitter: @jawaadstattoo_

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Capitolo 7
*** Oh shit! ***


I’m gonna pick up the pieces,
And build a Lego house
When things go wrong we can knock it down
                                                        

-Ed Sheeran-

 
‘Tirerò su i pezzi,
per costruire una casetta in Lego
Quando le cose andranno male potremo buttarla giù’


Pensieri.
Davvero troppi pensieri.
Che voleva dire quel ragazzo con ‘perché sei sempre così acida’?
Insomma, a volte rispondo male, lo ammetto..però non sono acida.
Forse un po’ si.. ma lo faccio solo perché credo che gli altri mi vogliano sempre attaccare. Quando iniziano a farmi domande su domande, mi sento come soffocata.
Mi sono creata questo scudo per non rimanere fregata di nuovo, come già è successo tante volte in passato.
Le persone sono sempre cattive con me. Mi usano solo per arrivare a mio fratello e spesso anche ai miei soldi.
A nessuno importa veramente di me.
Neanche a mio fratello, anche se in questi giorni mi presta molte più attenzioni. La verità è che lo fa per non sentirsi in colpa, per non provare un peso sulla coscienza. Ecco tutto.
A nessuno interessa se Alex soffre. ‘Tanto è la piccola Tomlinson, cosa vuoi che importi?’ ecco cosa dicono le persone.
Mi sono stancata. Mi sono stancata di essere sempre ferita.
Non voglio essere l’unica a provare dolore, voglio che anche gli altri vengano ripagati con la loro stessa moneta.
E’ questo che mi ha spinto ad essere così.
Ma poi che mi frega del suo parere? Neanche so il suo nome, cosa mi importa di quello che pensa?

 
Fanculo.
Sono di nuovo in ritardo, la Steevens mi ammazza.
O se non lo fa, attuerà una delle torture cinesi contro di me, tipo quella di far gocciolare dell’acqua finchè non ti corrode la pelle. Brr.
Davvero disgustoso.
Afferro il mio skateboard, ormai compagno inseparabile di ritardi conseguiti a scuola dalla sottoscritta. Dovrei farci un album, con tutte le scuse che ho inventato in questi cinque anni.
“Io vado a scuooola” urlo per farmi sentire da quei beoti che stanno dormendo al piano di sopra, sperando che qualcuno di loro abbia almeno il buonsenso di svegliarsi.
Sento la signora Riish che urla ancora per il chiasso che sto facendo, che donna dolce.
STOP. Perché diamine manca una ruota al mio skateboard? Io li uccido.
Spalanco la porta della camera di mio fratello, dove trovo cinque esseri spregevoli ancora mezzi addormentati. “DITEMI. CHI. HA. ROTTO. IL. MIO. SKATEBOAR. E. NESSUNO. SI. FARA’. DEL. MALE.” Urlo, in preda a una crisi di nervi.
“Mmh.. ancora cinque minuti mamma” dice quell’ebete di mio fratello. “Louis, non sono nostra madre! Svegliati subito” gli grido ancora.
Non si alzano? Bene. A mali estremi, estremi rimedi. Afferro la trombetta come quelle dello stadio e faccio un casino assordante. I ragazzi scattano in piedi come molle, tutti con gli occhi sgranati. Che carini. “Sei impazzita?” mi fulmina con lo sguardo il riccio
No, sono Alex” sorrido, ho sempre voluto dirlo. Vedo che alza gli occhi al cielo, sbuffando. Oh, ma io lo faccio fuori a questo. “Chi di voi babbuini, ha rotto il mio skate?” li guardo uno a uno.
“Ehm.. sono stato i-io.. TiPregoNonUccidermi” confessa il biondino, sto per avventarmi contro di lui ma poi mi fa lo sguardo da cucciolo bastonato e mi calmo. “No che non ti uccido” dico con voce sconfitta ed esasperata “ma ora mi spieghi come faccio ad andare a scuola?” inizio a piagnucolare per finta.
Intanto quella cara odiosa vicina continua ad urlare. Ora è troppo. Aro la finestra “Vada a scassare le palle ai suoi gatti e non a me” le urlo. Mi ha fracassato la minchia, questa vecchia. Sento gli altri ridere.
“Oddio, Alex. L’hai azzerata” dice ridendo Louis. Lo guardo seria, per poi scoppiare a ridere ripensando alla scena “Se mamma lo scopre, mi chiude in casa tre anni” dico ancora ridendo “Okay basta. Salto scuola, mi scoccio” dico alzando le spalle, tanto per un giorno cosa sarà mai?
“Puoi sempre entrare la seconda ora” dice il moro. Lo guardo per un momento impassibile, per poi scoppiare a ridergli in faccia, divertita dalla sua frase.
“Mio Dio, smettila di fare queste battute esilaranti che sennò muoio” dico scuotendo la testa, per poi uscire dalla camera di mio fratello e spaparanzarmi sul divano.
Ahhh, questa si che è vita!
Fortuna che mamma e papà stanno lavorando, altrimenti mi avrebbero sgridato in tutte le lingue possibili, anche in cinese mandarino.

*driiiiin* chi minchia è alla porta?
Vedo Louis che si sbraccia per andare ad aprire, dato che io non ho intenzione di farlo, mentre le altre ‘quattro direzioni’ si sistemano sugli altri divani.
“Scusa ancora per il tuo skateboard” dice mortificato, mentre abbassa so sguardo
“E’ tutto okay, cambierò la ruota. Tranquillo…ehm.. com’è che ti chiami?” alzo un sopracciglio “Niall” mi risponde.
Mi schiaffeggio la fronte. “Io credevo Natan, dai che c’ero quasi” chiudo le mani in un pugno, come se avessi vinto. Li sento ridere, e senza neanche accorgermene lo faccio anche io. “Quali sono i vostri nomi? Altrimenti qui rischio di fare un caos” dico guardandoli
“Io sono Zayn” dice il ragazzo che poco prima mi aveva detto di entrare l’ora dopo. Uhm, bel nome. “Io sono Liam” mi sorride un ragazzo, alto e con i capelli rasati. Sorrido di rimando.
“Io sono Harry” bofonchia il riccio. Poi dice che sono io acida, eh? Avevo un criceto che si chiamava Harry, poi però è morto. RIP Harry, mi manchi tanto.
No, non è vero che mi manca. Dopo tre giorni avevo già preso un pesce rosso taaanto carino, ma anche lui se n’è andato. Chissà perché sono morti? Ah, già. Mi scordavo di dargli da mangiare, mica posso stare sempre appresso agli animali eh!
“Okay, proverò a memorizzarli. Ma non ci sperate” dico sorridendo. Ma che faccio, sorrido sempre? Tra un po’ mi viene una paralisi facciale. “Louis, chi è alla porta?” urlo per farmi sentire.
“E’… Thomàs” dice lui, indugiano sull’ultima parola. Mi alzo e mi dirigo al portone “Tom? Che minchia ci fai tu qui?” lo guardo storta, mentre mio fratello se ne torna in salotto.
Alza le spalle “Non volevo andare a scuola e poi non ti ho visto, così ho pensato che non andavi e.. eccomi qua” dice come se fosse la cosa più scontata del mondo, ma come gli salta in mente di fare sega? Okay, mi devo stare zitta che ho fatto la stessa cosa oggi.
“E Juls?” chiedo stranita “A scuola, la madre l’ha costretta” scuote la testa divertito, seguito poi dalla mia risata.
“Oh, vieni che ti presento l’allegra combriccola” lo tiro per un braccio, arrivando in salone.

 
Accompagno Thomàs alla porta, dato che sono già le sei passate. E’ stato con noi tutto il pomeriggio e Louis ha finalmente capito chi è.
Che idiota, credeva che era il mio ragazzo. Orripilante.
Saluto il mio amico, con un sorriso e un bacio sulla guancia.
“Allora non sei così acida come vuoi far sembrare” sussurra qualcuno al mio orecchio, brividi.
Mi giro lentamente, per non far notare il rossore sulle mie guance. Il riccio, ancora. No Alex, così non va bene. Devi essere scontrosa, non far penetrare nessuno nel tuo scudo.
 “Tu non mi conosci” sussurro debolmente, a causa dell’imbarazzo nel vedere che c’è una misera distanza che ci divide.
E tu non conosci me” sussurra di rimando lui, prima di appoggiare le sue labbra sulle mie.
Chiudo gli occhi per un secondo, per poi riacquistare lucidità e staccarmi violentemente da lui. “Non farlo mai più” gli dico, iniziando a salire le scale per andare in camera, in fretta.
Mi stendo su letto, confusa e.. anche un po’ stranita da quel gesto inaspettato..
Oh shit!







BOOM BOOM BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM (?)
 

Ehilà, sono sempre qui a rompere la minchia, yo c:
No okay, basta.
Che ne dite della coppia Harex? :)
Recensite, recensite, recensite lol
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite, tra le ricordate e tra le seguite!
Mi fate sentire apprezzata :')
Grazie anche per tutte le visualizzazioni, davvero :)
Love u all xx
-Alis

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Capitolo 8
*** Calm down, tiger. ***



You had a bad day
You're taking one down
You sing a sad song just to turn it around
You say you don't know
You tell me don't lie


-Bad day, Daniel Powter-

 
 
‘Hai avuto un brutto giorno
hai passato un giorno "no"
canti una canzone triste solo per voltare pagina
dici di non sapere niente
dici di non dire bugie’


Dice di non dire bugie, bastardo.
Cosa credeva, eh? Pensava che dirmelo poco prima che mamma e papà partissero non avrebbe avuto ripercussioni?
Povero, caro, ingenuo fratellino.
Si vede che non mi conosce così bene come credeva. La cosa più entusiasmante è che lui ha paura di me, aaaaw.
Non è dolce?
Louis William Tomlinson, cantante di fama mondiale che ha quasi ventun’anni, ha paura della piccola e ingenua sorellina Alex, di diciotto anni.
Se lo sapessero le directioners, sarebbe davvero figo.
Anzi, probabilmente no, perché lo amerebbero ancora di più. Bah, chi le capisce quelle li è bravo. Non che non mi faccia piacere il fatto che Louis e gli altri quattro carciofi siano famoso, ci mancherebbe altro, è il loro sogno. Però bho, sembra che si stia esagerando con tutto questo successo.
Domanda fondamentale: come ci sono arrivata a parlare della loro fama?
Ewh, mi stanno contagiando. Pensa come diventerò se starò due settimane con loro.. oddio, ma perché Dio mi odia?
Cosa ho fatto di tanto male? Probabilmente è per via del mio criceto Harry e del pesce rosso a cui non ho dato da mangiare, vero? Ti chiedo scusa, ma è successo tanto tempo fa..
Okay, è successo due mesi fa. Ma non volevo, giuro!
Comunque, in queste due settimane renderò la loro vita un inferno.
Si arrabbieranno? Possibile.
Mi odieranno? Ancora più possibile.
Lo farò? SICURAMENTE.

hola gente, cómo estás?” urlo entrando in cucina. Sono appena tornata da scuola, che cosa brutta la scuola. Ma perché non l’aboliscono?
“hai fatto spagnolo?” chiede il biondino, Niall. Fatemi un applauso, sto imparando i nomi. Yeeah.
“Claro che sì, che c’è per pranzo?” chiedo a mio fratello, il quale mi lancia un happy meal. Che dolce, neanche un pranzo decente mi fa mangiare. Afferro il mio hamburger e inizio a mangiare, poi prendo anche il giochetto. E’ Cars, aaaaaw.
Comincio a giocare facendo versi stranissimi tipo ‘wrrrom, wrooah’ sotto lo sguardo sconvolto e divertito delle ‘cinque direzioni’. Ma che vogliono?
“Che problemi avete?” chiedo alzando lo sguardo dalla mia macchinina e rivolgendo la mia attenzione a loro. “Che problemi hai tu!” esclama il riccio, com’è che si chiamava?
Pensa Alex, pensa… Il criceto.. HARRY! Ragazzi sono un mito, yeeeeep.
“Io?” li guardo malissimo “E’ un’ora che stai facendo ‘wrroooom’!” mi accusa ciuffo alto, Zayn. “E ti do fastidio?” lo guardo indignata, lui mi fissa con ovvietà.
Oh, che minchia. Non posso neanche fare quello che voglio a casa, bastardi. “Fanculo, io vado dai Parker, adios” inizio a uscire dalla cucina, non sentendo le proteste di Louis.
Torno indietro “Ah, dimenticavo. Cars è mio” prendo la macchinetta e chiudo la porta dirigendomi da Thomàs.
 

“Sono a caaaaaasa” urlo aspettando la risposta di qualcuno, che prontamente arriva come un orologio svizzero. “Perché sei tornata così tardi? Dove sei stata? Con chi? Come mai ci hai messo tanto? Eh?” non ricordavo che vivere con Louis comportasse questi interrogatori. Che palle.
Sbuffo, roteando gli occhi. “Non mi ricordavo ch eri così paranoico, sai William” dico schiaffeggiandogli la guancia sinistra, con un ghigno divertito.
Noto che si sta alterando, cucciolo sei.
Vado in cucina, e saluto gli altri dugonghi. Mi sorridono tutti, a parte il criceto. Harry, appunto. Ma che vuole da me? Prima mi bacia come se fosse la cosa più naturale al mondo e poi neanche si degna di salutarmi. Ma io lo faccio fuori.
Afferro il telefono, e scrivo un messaggio a Tom che sa tutto anche perché gliel’ho raccontato circa un’ora fa. A meno la spara flash per cancellare la memoria di Man In Black non sia stata usata contro di lui.
‘adesso gli farò assaggiare le mie piccole conoscenze di taekwondo se non smette di guardarmi con sufficienza’ invio il messaggio.
ma se non sai neanche come si fa ad uccidere una mosca..’ è la sua intelligente risposta, che simpatico amico che ho.
‘ho detto piccole, infatti. Ma comunque, non dovrebbe essere tanto complicato prendere a calci qualcuno, no?’ rispondo immediatamente con un sorrisetto divertito e lo sguardo perso nel vuoto.
“Alex, s-stai bene?” mi chiede Liam. Ragazzi, io merito una statua! Ne ho presi 5/5 cazzus, sono un fottuto genio! “Certo, perché non dovrebbe?” chiedo sorridendogli, il mio entusiasmo finisce quando vedo mio fratello sussurrargli un ‘è pazza’ con le labbra.
Bene, è appena finito sulla mia lista nera, insieme al suo amico criceto.
calmati tigre, non vorrei che qualcuno si facesse male eh ;)’ bastardo di un Parker. Capite, sfotte anche ora il signorino. Anche lui andrà sulla mia lista nera.
“Che idiota” esclamo scuotendo la testa, riprendendo a rispondere a Tom. “Io l’ho detto che questa è da manicomio” dico alzando le spalle Harry. “Senti chi parla..” bofonchio io, guardandolo in cagnesco.
Se crede che non reagirò alle sue provocazioni solo perché  un’ospite, non gradito oltretutto, si sbaglia di grosso. Ha trovato pane per i suoi denti.
“Ah si? E sennò che mi fai, sentiamo..” sorride sornione lui. Quanto vorrei strappargli via quel sorrisetto da elfo rincoglionito. “Buoni buoni, Alex fila in camera tua” mi sgrida Louis mettendosi in mezzo a noi due, mentre il riccio gode divertito.
Certo, tanto è sempre colpa mia vero? Credevo che almeno tu non fossi come mamma e papà. Mi sbagliavo anche sta volta, esattamente come due anni fa.” I miei occhi si fanno lucidi mentre scuoto la testa amareggiata e.. delusa.
Non sono delusa da lui, ma da me stessa. Come ho potuto pensare che fosse cambiato? Come ho potuto commettere lo stesso errore? Non dovevo perdonarlo.
Sei una stupida, Alexandra Tomlinson. Una vera cretina.
Mi giro, guardando in basso per non far vedere come i miei occhi celesti siano diventati ormai offuscati. Non sono debole, io.
Alex, dai.. a-aspetta..” mi trattiene per un braccio. “No Louis, lasciami in pace. Per sempre sta volta. Con uno strattone riesco a liberarmi dalla sua presa e corro di sopra, sotto lo sguardo triste di mio fratello e di quello colpevole di Harry.
Mi sono stancata di tutto ciò, io non ce la faccio più.









BOOOOOOOOOOOOOOOOM BOOOOM BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM (?)
Vi sono mancata? 
Okay, la smetto con le cavolate.
Comuqnaue, volevo dirvi che l'altro ieri su omelge ho parlato con Mister X , almeno credo.
Ho scritto un twitlonger per far capre meglio la situazione. .   
http://www.twitlonger.com/show/k9f35h
Spero sia solo uno stupido scherzo, bah.
Vi lascio, recensite eh :)
-Alis xx


 

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Capitolo 9
*** Revenge. ***


My shadow's the only one that walks beside me,
My shallow heart's the only thing that's beating,
Sometimes I wish someone out there will find me.
'Til then I walk alone.

 

                                 -Boulevard of broken dreams, Green Day-

 
‘La mia ombra è l'unica che cammina di fianco a me
Il mio cuore debole è l'unica cosa che batte
Talvolta spero che qualcuno mi trovi
Fino ad allora camminerò solo’

Sola.
Sono davvero così sola?
Forse non voglio essere trovata. Non voglio essere scoperta.
Ho paura.
Ho paura di soffrire, paura di non essere abbastanza.
Le ragazze della mia età non sono scontrose come me, non dicono parolacce come me.. insomma, non sono come me e basta.
Loro sono alte, io no. Il mio metro e sessantasette, non va d’accordo con il loro metro e settantasei.
Loro sono gentili, io no.
Loro hanno una voce da gallina, io no. Il chè,non è poi così male..
Loro sono simpatiche, io no.
Loro amano mettere tacchi vertiginosi, io no. Loro si truccano benissimo, io no.
Loro hanno voti ottimi, io no.
Loro sono belle, io no.
Non so neanche perché sono nata femmina. Insomma, preferisco una partita di calcio della mia squadra preferita che un pomeriggio a fare manicure.
Sono decisamente un maschiaccio, a parte il mio aspetto fisico ovviamente..
Però ripensandoci, preferisco essere me stessa con tutti i miei milioni di difetti piuttosto che essere come quelle barbie appena uscite dalla nuova casa delle bambole di Malibu.
Avete presente la pubblicità delle barbie? Quella che canta ‘entra nella casa di Malibu, su con l’ascensore..’? Ecco quella.
I miei pensieri sono interrotti dal suono della campanella, segno che l’ora di matematica è finita. Della lezione sulle equazione di secondo grado ho capito esattamente tutto.
Okay, no. Non ho ascoltato un accidenti, stavo ripensando a quel babbeo riccio.
Devo chiarire le cose con lui, voglio sapere perché si è comportato così?
Crede davvero che io non sappia della sua reputazione da ‘corteggiatore’? Bhe, si sbaglia.


“Sono a caaasa” urlo, sbattendo la porta.
Aww, home sweet home!
Non c’è nessuno. Meglio. Più pace per Alex.
Accendo il portatile di Louis, anche se non vuole. Poco male, non morirà di certo per questo no?
Vado su twitter dove trovo milioni e milioni di commenti su gli One Direction, bleah.
Sinceramente, non amo il loro gruppo. Non fraintendetemi, le canzoni non sono brutte ma andiamo, i componenti fanno pena.
Cioè, ma dove si è mai visto uno che ha paura dei cucchiai? O uno che parla sempre e solo di nando’s? Oppure di uno che parla solo di se stesso? O di un altro che quando si spettina i ricci, si crede Dio sceso in terra?
Baaah. Davvero non capisco il perché siano tanto amati da quella massa di ragazzine urlanti in preda agli ormoni adolescenziali, dicono addirittura che Lou ha un bel culo.
Mi faranno morire, una di queste volte se continuo a leggere i tweet.
Sto ridendo come una deficiente da circa mezz’ora, queste directioner non sanno davvero cosa fare della loro vita. ‘Get a life’ come diceva.. aspetta, come si chiamava la cattiva del Mondo di Katty? Nono, il mondo di Patty. An.. Anna.. Nono, Antonia.. ANTONELLA!
Esatto, Antonella! Mamma mia che genio che sono, mi ricordo anche quella telenovelas che mi faceva vedere nostra cugina tutte le sere al mare. Sono un mito, bitches.
“Alex tesoro” mi saluta mio padre.
Aspetta, mio padre? Alle tre del pomeriggio? Che ci fa a casa? Di solito torna sempre alle sette passate. Strano. “Ciao papà” lo saluto sorridendo all’uomo esattamente identico a mio fratello. Ovviamente mio padre è più bello di Louis, che domande.
“Come mai sei a casa così presto? Tu non torni mai a casa così presto.” Inizio a parlare a macchinetta senza neanche accorgermene. Mi stoppa divertito “Io e tua madre dobbiamo preparare le valigie, staremo via due settimane” che bello partiamo!
Davvero? E dove andiamo, New York? Parigi? Nonono, in Italia! Daaai, andiamo a Roma! Amo Roma” esclamo eccitata. Che figo, vado a Roma! Cioè, vi rendete conto? Andiamo in viaggio senza LOUIS e compagnia bella, yuhuhu! “Ehmm.. tesoro, ecco..” balbetta mio padre, abbassando lo sguardo “Tu.. bhe, si.. come dire, non verrai con noi” dice lui con un sussurro. Mi guardo in torno, aspettando che le telecamere di qualche show televisivo vengano fuori e che una celebrità mi dica ‘sei stata fregata, peeeerdente’. Ma niente, nessuno.
Guardo mio padre furiosa “Che cosa significa questo Robert?” indietreggia, sa che lo chiamo così quando sto per urlare
“Ehm.. ecco perché tuo fratello e i suoi amici sono qui” lo guardo in cagnesco, pensando alle peggiori imprecazioni che esistano “e poi, dai Alex, sono così simpatici ed educati” ecco che ricomincia con la storia del ‘loro sono bravi, divertenti, carini’ e chi più ne ha più ne metta. NO.
Sento sbattere la porta, seguita da voci e risate. Sono loro.
Per favore Dio, se esisti, trattienimi dall’ ucciderli.
TU.” Indico Louis con un dito avanzano verso di lui, che mi guarda sconvolto e intimorito come tutti gli altri “L’ha saputo?” chiede deglutendo sonoramente, come risposta mio padre si limita ad annuire “Scusa Alex, volevo dirtelo ma mamma e papà hanno detto che ti saresti arrabbiata. Scusascusascusa!” guardo mio fratello con un sopracciglio alzato, mentre mi si aggrappa alle gambe, facendo il suo sguardo da cucciolo.
“Ma ti vuoi alzare? Non voglio ucciderti” roteo gli occhi, mamma mia questi pensano subito al peggio oh! “Ah no?” chiede lui alzandosi
“No, perché dovrei?” chiedo facendo la finta tonta, sbattendo velocemente le palpebre. Sospira, che carino crede che sia finita qui. “Passeremo due settimane  davvero fantastiche, o per lo meno io” mi allontano facendo un ghigno malefico e divertito.
Posso sentire la paura di Louis, che carino mio fratello ha paura della sua sorellina minore, aaaw.
Le soddisfazioni di una vita.
La vendetta  va guastata lentamente.







BOOM BOOOM BOOM BOOOOOOM BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM (?)

Sono piuttosto soddisfatta di questo capitolo,
anche perchè ora Alex renderà la vita impossibile ai ragazzi.
Magari io passassi due settimane con i ragazzi! lool
Da voi nevica? Qui fa un freddo cane, ma ancora no.
Bene, vi lascio che smetto di scassarvi la minchia.
Haloooah (?)
-Alis xx

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Capitolo 10
*** Forgive. ***



Stones taught me to fly,
Love taught me to lie,
Life taught me to die,
So it’s not hard to fall
When you’ve flown like a cannonball.
                                                         

-Cannonball, Little Mix-

 
‘Le pietre mi hanno insegnato a volare
L’amore mi ha insegnato a mentire
La vita mi ha insegnato a morire
Quindi non è difficile cadere
Quando tu fluttui come una palla di cannone’


Non credo sia difficile cadere, penso sia complicato rialzarsi.
Ora, però, sono stanca di cadere sempre. Voglio rialzarmi anche io.
Voglio afferrare tutto il mio coraggio e riprendermi la mia vita, che da quando Louis è tornato mi sta scivolando dalle mani.
Ho sempre creduto che lui fosse l’unica persona che non mi avrebbe deluso, anche se in realtà è stato il primo.
L’ho perdonato quando due anni fa se n’era andato per inseguire il suo sogno di diventare cantante, gli ho perdonato tutto il male che mi ha fatto provare.
Credevo fosse cambiato, almeno lo speravo.
Desideravo che fosse diventato più maturo e responsabile, ma in realtà è sempre rimasto lo stesso ragazzino di due anni fa.
Non posso perdonarlo anche sta volta, non lo farò mai più.
Ho commesso già troppe volte l’errore di fidarmi di lui, non lo commetterò più.
Si cresce, si cambia. Per lo meno, io l’ho fatto. Lui no, lui non è cresciuto, non è cambiato. Ha ancora lo stesso carattere egocentrico e infantile che aveva da piccolo, da una parte mi piace il fatto che è sempre lo stesso, dall’altra lo odio.
E’ già passata una settimana da quella discussione tra me e Louis, non ci parliamo. Cioè, lui cerca di parlarmi ma io non lo ascolto e fingo di non sentire.
Lo so di comportarmi da sciocca, ma non vedo altre alternative. Non voglio ascoltarlo o finirei per perdonarlo ancora e ancora e ancora.
E non voglio farlo.
Harry mi ha chiesto scusa per la confusione che ha creato, ma ovviamente non gli ho dato retta e sinceramente, è l’ultimo dei miei problemi adesso.
In questi sette giorni, ho sempre fatto scuola-Juls-casa oppure scuola-Thomàs-casa. Insomma, il tempo che passo con gli ‘one direction’ è davvero limitato. Praticamente torno solo per dormire, fare una doccia e prendere i libri per la scuola. Il resto, vado da Tom o Juliet, che mi hanno appoggiata.
Liam, Niall e Zayn sono davvero dolci. Si sono preoccupati tantissimo per me, ma ogni volta gli rispondo con un ‘ehi, è tutto okay’.
Anche se in realtà non è tutto okay, è tutto sbagliato.
 
“Si è fatto tardi, io vado a scuola. Liam, Niall” faccio un cenno con il capo a mo’ di saluto, avrei salutato anche ciuffo alto se non si sarebbe svegliato come tutti.
“No, tu oggi a scuola non ci vai” mi blocca il passaggio un Harry dalla faccia incredibilmente seria e con le braccia conserte. Alzo un sopracciglio “Andiamo, spostati. Devo andare a scuola” sto iniziando ad alterarmi. Non voglio parlare con lui.
“Ho detto che tu oggi non ci vai” ma che vuole da me? Mi afferra il polso, trascinandomi verso con lui fuori di casa sotto lo sguardo sorpreso e confuso del biondo e di Liam.
“Mi vuoi lasciare? Mi fai male” mento cercando di strattonarmi via, inutilmente mentre lui aumenta la presa sul mio polso, ora mi sta facendo male sul serio. “Sali in macchina, muoviti” ordina.
Ma chi si crede di essere? Neanche mia madre mi dice cosa devo fare. Mi giro dall’altra parte, mentre apre lo sportello della sua Range Rover nera. Sbuffa, venendo dalla mia parte e aprendo lo sportello.
“Sali o sali? Non costringermi ad usare le maniere forti..”  Lo guardo un attimo soffermandomi su quegli occhi verdi che sembrano ipnotizzarti, piantala Alex. Mi rigiro dalla parte opposta, cercando di non mostrarmi debole.
A mali estremi” mi carica sulle sue spalle, mentre io cerco di divincolarmi muovendo le gambe e dandogli pugni sulla schiena. “…Estremi rimedi” conclude poggiandomi sul sedile anteriore e chiudendo la macchina con la sicura.
Inizia a partire, mentre con la coda dell’occhio noto che ogni tanto mi rivolge lo sguardo. Mi limito a girarmi a guardare il finestrino e in poco tempo mi addormento.

“Alex?” mi chiama. Non gli rispondo e da quanto capisco vedo che siamo in.. in un parco? Uuuh c’è una altalena, divertente. “Potresti anche parlarmi, sai” C’è anche una signora con un passeggino, figo. “Non voglio parlare con te e poi dimmi perché mi hai portato.. qui” dico guardandomi intorno, sbuffa. Se cerca guai, li ha trovati di certo.
“A casa non mi avresti ascoltato” bofonchia poi, scendendo dalla macchina “Beh, ti muovi o no?” Io lo faccio fuori, lo ammazzo. Ti prego Dio, fammi avere un po’ di autocontrollo prima che gli salti addosso e lo pesti.
Scendo dalla macchina, stringendomi nelle spalle e incrociando le braccia. “Mi spieghi il perché di tutta questa sceneggiata?” dico alzando le sopracciglia, mentre mi sistemo per terra con la schiena poggiata sul tronco di un vecchio albero.
Se non fossi arrabbiata con lui, potrei dire che è davvero un bel posto. Insomma, siamo in mezzo al verde e ci sono tantissimi fiori. “Non lo so neanche io, in realtà..” ma che cazz..? “E allora che diavolo ci facciamo qui?” chiedo guardandomi in torno, ancora accigliata. “Potresti smettere di essere così acida?” io non sono acida, sono diversamente dolce.
“Non sono acida” ribatto indignata. Che bastardo, non solo prima mi trascina con lui commettendo anche un sequestro di persona, ma addirittura mi insulta anche. “No, certo..E io sono famoso” ma è scemo o fa apposta?
“Tu sei famoso, Harry” dico scuotendo la testa, cercando di trattenere un sorriso. “Hai ragione” ride “L’ho visto, sai?” mi dice, questa volta usando un tono più dolce rispetto alle altre volte. “Cosa?” lo osservo confusa. Maah.. questo è scemo proprio!
“Il tuo sorriso” abbasso lo sguardo mentre lui continua a guardarmi sorridendo, è davvero bello. Contengo Alex, porcoculo.
Mi schiarisco la voce, cercando di evitare questa discussione alquanto imbarazzante “Seriamente, come mai siamo in un parco?” chiedo guardandolo negli occhi.
Inizia a fissare due bambini che giocano con la palla, sono adorabili. “Io.. volevo chiederti scusa di nuovo.. è che, vedi quei due bambini?” mi chiede alludendo ai marmocchi che giocano; annuisco velocemente.
“Io e Louis siamo sempre stati legati tantissimo, ma da quando abbiamo saputo di venire qui a Doncaster, lui è come impazzito. Parlava solo di te e di quanto ti volesse bene e mi sono sentito.. escluso” confessa abbassando gli occhi.
Non so che fare, cioè.. Harry Edward Styles, l’idolo di milioni di ragazzine, si apre così tanto con me, wow. “E mi dispiace ancora di più che tu e Louis non parliate più per colpa mia, scusa” conclude.
Gli sorrido, capendo anche il motivo del perché si comportava così con me. Probabilmente mi sarei comportata allo stesso modo. “Tranquillo, pace?” chiedo sorridendo.
Mi guarda incredulo, non penso si aspettasse che lo avrei perdonato così semplicemente. “Davvero?” mi sorride di rimando. Gli scompiglio i capelli divertita dalla sua smorfia, non è così male alla fin fine passare del tempo con lui. “Comunque Louis ti vuole davvero molto bene” mi dice, infine.
Non posso fare altro che sorridere, perciò mi limito a questo.
Aspetta, ho un’idea geniale. “Harry, puoi aiutarmi a fare una cosa?” il mio sguardo deve averlo convinto anche perché mi sorride annuendo.
Bene.








BOOOOOM BOOOM BOOOBOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM (?)
Haloaah, come state? spero bene c:
Come vi sembra il capitolo? Ce'è molto Harlex (?)
AHAHAH no, okay.
Vi do ancora un po fastidio perchè... perchè si, ecco.
Vi lascio un'icon di Harold, puccioso c':



 

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Capitolo 11
*** Like before. ***




Solve it out
The same lies with a different face
But there’s something in the words you say
That makes it feel all so real
                                
-Unbroken, Demi Lovato-



‘Risolvile
Le stesse bugie con una faccia diversa
Ma c’è qualcosa nelle parole che dici
che mi fa sembrare tutto così vero’


Credo ad Harry.
Credo a lui e anche a.. Louis.
Come ho fatto ad essere così stupida?
Credevo di essere cresciuta ed essere maturata, ma in realtà sono sempre la stessa ragazzina sognatrice e che non conosce la vita.
La vita, quella vera.
Non quella che esiste nei film, in cui alla fine tutto si aggiusta in un modo o nell’altro per mezzo di non so quali avvenimenti.
Nella realtà sei tu che sei l’artefice del tuo destino.
Non  c’è un regista, un copione o qualche assistente pronto a darti un suggerimento per compiere le tue azioni. Sei solo tu.
Tutti sbagliano, prima o poi.
La perfezione è un concetto talmente astratto che è impossibile anche solo pensare di esserlo.
Che poi, non è più bello vivere la vita piena di imperfezioni che essere un manichino che segue istruzioni ben precise?
La vita va vissuta, va accettata.
Soprattutto, però, va amata.
Al di là di tutti gli errori, di tutte le cattiverie e di tutti gli sbagli.
Quando dicevo che era Louis a non essere cresciuto avevo torto marcio, lui è cambiato.
E’ diventato meglio di come era prima, e lui era già perfetto.
Io, invece, non so più cosa sono oramai.
Intorno a me, tutto muta di aspetto, forma, colori.. ma io sono sempre la stessa.
Sono troppo ingenua, sembro una ragazzina.
E la cosa che più mi fa male è che, quando ho capito finalmente chi ero, me la sono presa con mio fratello, l’unico che cercava di aiutarmi.
Non me lo perdonerò mai.
 

Ecco Louis che scende le scale con una faccia da zombie e delle occhiaie violacee che farebbero concorrenza alle melanzane.
Mi guarda. Lo guardo. Ci osserviamo per pochi secondi negli occhi, anche se sembrano anni. “Alex, noi andiamo” mi dice Harry. È incredibile il modo in cui io mi sia ricreduta sul suo conto, è un ragazzo divertente e dolce.
Bene Alex, un bel respiro profondo. È arrivato il momento di riprendere in mano la tua vita.
“…Louis possiamo parlare?” chiedo abbassando lo sguardo, probabilmente non avrei retto  il suo e avrei finito per non dire assolutamente niente, a causa dei rimorsi.
“Di cosa Alex? Di quanto tu sia stata prevenuta nei miei confronti? O di come mi hai trattato per più di una settimana? O magari, del fatto che non..” indugia un attimo nel completare la frase “del fatto che non ti fidi di tuo fratello? Eh?” conclude il tutto con un tono di ribrezzo nei miei confronti, mi fa male vederlo così.
E’ solo colpa mia.
Non riesco a parlare. Mi ha bloccata.
Se ne sta andando, non può. “Non.. n-non mi lasciare. Non di n-nuovo” sussurro con la voce tremante.
Si ferma, mi guarda. Aspetta che continui a parlare.
Alzo lo sguardo, incontro il suo mentre sento i miei occhi pizzicarmi e farsi sempre più lucidi. Gli corro incontro abbracciandolo di getto, mentre lui resta impassibile.
“Io mi fido di te, Louis. Sei la persona più importante della mia vita, e lo sai. Non te ne andare, ti prego..” mi sento libera. Finalmente mi sono levata questo peso da dosso.
Sento le sue mani stringermi  la schiena, come a non volermi lasciare più. “T-ti voglio bene Lou” balbetto ancora schiacciata contro il suo maglione a righe.
Si stacca per un momento, e solo ora noto i suoi occhi rossi e lucidi, mentre un dolce sorriso si allarga sul suo volto.
Mi abbraccia, ancora e ancora e ancora.
“L’ultima volta che me l’hai detto avevi quattro anni” ride lui, mentre si stacca piano da me “Ritieniti fortunato, allora” gli sorrido, mentre mi scompiglia i miei capelli biondi.
“Se posso chiedere, dove hai mandato i ragazzi?” Ohw, bella domanda.
Harry non mi ha detto assolutamente niente di dove andavano, cazzus.
Mi guarda con uno sguardo sconvolto, mentre io alzo le spalle sorridendo incerta.
 
Io e Louis stiamo sfogliando un album di nostre foto da piccoli, commentandole di tanto in tanto. Mi sto divertendo un mondo!
Alcune sono dolcissime, mentre altre non si guardano proprio.
La migliore è quella in cui c’è Louis vestito da principessa.
Dio mio, ricordo ancora il giorno. Era il 23 ottobre 1998 e io e mio fratello avevamo fatto una scommessa: chi aveva più figurine dei Pokemon avrebbe vinto. Ovviamente, da bravo maschiaccio che sono e che ero, vinsi e feci indossare il mio vestito da Cenerentola come penitenza.
Louis, invece, continua a sfottermi con la foto di quando stavo strappando la testa ad una barbie. Povera bambola..
Ne avrò fatte fuori almeno venti, ma la mia carissima mammina ha deciso di fare una foto proprio quando stavo per decapitarla. E per di più, lì ho una faccia da assatanata.
“Siamo a caaaasa! Se avete fatto pace fate un fischio o se vi state uccidendo fatene due” urla Zayn mentre apre la porta. Che simpaticone.
“State bene? Avete fatto pace? Non vi siete azzuffati?” chiede Liam con una mano che copre gli occhi. Sbuffo divertita dalla scena. “La domanda che mi sorge spontanea è: che si mangia? e chi poteva essere se non quell’irlandese biondo chiamato anche ‘Niall pozzo-senza-fondo Horan’?
“Stiamo bene, abbiamo fatto pace e no, non ci siamo azzuffati. Ah, dimenticavo.. Niall ci sono i pancake sul tav..” non termino la frase che si è già tuffato a mangiare.
Lo sguardo incredula, mentre lui continua beatamente a ingozzarsi per bene. “Niall è sempre Niall” scuote divertito la testa, Louis appoggiandomi un braccio sulle mie spalle.
“Ragazzi, vi dispiace se invito a cena Juls?” che poi, che minchia lo chiedo a fare? È ovvio che l’avrei invitata lo stesso, vabbè. “A me va bene, a voi?” bravo riccio, così ti voglio.
“Per me è okay, così finalmente la conosciamo” annuisce Lou. Ma allora è minchione, oh. Conosce Juls da quando aveva tre anni, sono allibita.
“William, William, William” scuoto la testa trattenendo un sorrisetto sghembo “tu la conosci già, idiota” mi faccio incredibilmente seria, rassegnandomi alla stupidità di mio fratello.
Ma allora è una ragazza!” esclama Niall, illuminandosi. Chiedo perdono, mi sbagliavo. Louis è stupido, ma l’irlandese lo batte di certo.
“No Horan, è un cactus!” lo mando gentilmente a quel paese nella mia testa “Certo che è una ragazza, stupido di un babbuino! Cosa credevi che fosse? Eh?” mi schiaffeggio la fronte
Per me è prosciutto” ci giriamo tutti verso il pakistano, con la faccia sconvolta. La mia più che sconvolta è sconcertata ed esasperata, ma con chi devo vivere io?
Liam scoppia a ridere, battendo il cinque all’amico, il quale risponde con un ‘grande bro’. Ma spariamoci.

 
Finalmente, dopo tipo 47839227464 ore che ho spiegato a Louis chi fosse Juls, ha capito. Appena l’ha incontrata le è saltato addosso, esattamente come fanno i cani. Ma un fratello normale, era troppo da chiedere?
La serata procede per il meglio tra chiacchiere, prese in giro e partite con la wii a just dance 4, ovviamente con ‘what makes you beautiful’ a palla.
*diiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin doooooooooooooooooon*
“Hanno suonato!”  ma che scoperta, eh Harry! “Ma daaai?!” lo prendo in giro, mentre lui si finge offeso. “scusa carissimo” gli sorrido amabilmente, mentre lui ride.
“Chi va ad aprire?” chiede Niall, che nel frattempo ha finalmente deciso di lasciar stare le frittelle che ha portato Juliet. Tralasciando il fatto che lo abbiamo praticamente costretto, ma vabbè, sono dettagli irrilevanti.
*diiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin dooooooooooooooon*
“Io no” esclamano le ‘direzioni’ e la mia amica insieme, bastardi.
Sbuffo, che palle. Sempre a me, eh. "Ricordate quetse parole: 'il karma se le segna tutte' okay?" esasperata mi dirigo alla porta sentendo quei dementi ridere, bastardi.
*diiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin doooooooooooooooon*
“Eccomi!” urlo per farmi senitire da fuori, mentre mi avvicino alla porta.
Cazzoculo, aspetta un attimo!
*diiiin diiiiiiin diiiiiiiiiiiiiiiiiiin dooooooooooooooooooooooooooooon*
Porca merda, ma chi è che mi viene a fracassare le palle? Adesso uccido chiunque sia fuori e si diverte a suonare a fracassare le palle a me. Apro la porta e la figura che mi si para davanti è abbastanza inquietante
La signora Riish, con i capelli racchiusi da trenta bigodini, e una deliziosa orribile vestaglia mi accoglie con uno sguardo da impossessata.
Saaaaaaaaaalve signora Riish” fingo un sorriso più falso delle tette di Pamela Anderson “Qual buon vento la porta qui, in questa amabile giornata di dicembre?” sbatto le palpebre
“Alex, chi..” ecco Louis, che appena vede la nostra dolciiiiiiiiiiissima vicina, si ammutolisce immediatamente. Lui non la sopporta e lei non è da meno. “Saaaaaaaaalve signora Riish” la saluta. Che fa, mi ricopia la frase?
“Oh, vedo che abbiamo entrambi i fratelli Tomlinson a quanto pare” parla lei, sempre con quell’aria da saccente. “A quanto pare..” ripete Louis
“Ecco che si spiega il caos che c’è” la mia pazienza ha un limite, e lei lo sta superando. “quindi, vi pregherei di fare più piano” conclude lei, con il suo sguardo più convincente, che però fallisce miseramente.
“Mi dispiace, signora Riish ma proprio non possiamo fare più piano” mi metto una mano sul cuore, fingendomi dispiaciuta mentre sento mio fratello sghignazzare.
Fratelli Tomlinson 1- 0 Gattara zitellona.
Yeah bro.
“Ai miei gatti da fastidio tutto questo rumore, e inoltre non posso vedere ‘il mondi di Patty’” Stiamo scherzando? Il mondo di Patty? Ma è seria o..?
“No, mi scusi eh.. ma lei vede ancora le telenovèlas per bambini?” cerco di trattenere una risata, cosa che non mi riesce completamente “Mi faccia il piacere di andarsene che i suoi gatti la chiamano” continua la mia frase Louis, prima che io mi butti a terra dalle risate.
Mi guarda indignata e se ne va sculettando, insieme a quell’ammasso di bigodini a vedere quella piagnucolona di una ragazzina. Bleaah.
Appena chiudiamo la porta, ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere come deficienti sotto lo sguardo confuso di Juls e dei ragazzi.
Mi sono mancati questi momenti con Louis.
Mi è mancato LOUIS.






Scusaaaaaate!

Sono pessima, pessima, pessima.
Ho aggiornato solo oggi perchè in questi giorni ho avuto un casino da fare!
Mi dispiace, non finirò mai di scusarmi con voi.
Ceh, sono rincoglionita. c':
Tra poco esce il viedo di 'kiss you' non vedo l'oooora, ceh.
Basta con tutti questi ceh, ceh.
Okay, la smetto.
Vi lascio che è meglio! c:
Un baaaaaaacione alla Horan (?) a tutti c:

Alis 

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Capitolo 12
*** Let me kiss you. ***




 

Good morning and good night
I wake up at twilight
It’s gonna be alright
We don’t even have to try
It’s always a good time

                                              -Carly Rae Jepsen ft. Owl City, Good Time-


‘Buon giorno e buona notte
mi alzo al crepuscolo
andrà tutto bene
Non dobbiamo nemmeno provare
è sempre un divertimento’


Risuonano nell’aria le parole di ‘Good Time’ mentre io e Juls ci scateniamo sulla pista da ballo.
Dopo un’ora intere di suppliche (e non sto scherzando) da parte mia, di Juls e di Zayn siamo riusciti a convincere mio fratello e Harry a dare una festa.
E devo ammettere che ci siamo organizzati davvero davvero bene.
Tutti gli invitati si stanno divertendo e anche quella palla al piede di mio fratello, alla fine, si sta scatenando senza neanche essere ubriaco.

Grandissima minchiata.
Il pakistano gli avrà fatto bere come minimo sette birre, non mi stupisco che non si regga in piedi.
Liam è l’unico che non ha toccato ancora niente, ma non beve solamente perché è il più responsabile e ‘deve badare a noi teppistelli’ così ha detto.
Ceh, ma mi ha chiamato ‘teppistella’? Ma è serio? Baah.
La festa è iniziata circa due ore fa e sembra continuare ancora per molto e solo ora mi accorgo che Niall si è messo a ballare sopra un tavolo.
Dio, quanto ha bevuto quell’irlandese! E io che credevo che era un angelo.. Mi ha stupido.
Io, al contrario suo, sono abbastanza lucida. Non del tutto, ma abbastanza.
Non è vero, quel kebabbaro, mi ha fatto bere non so quanta roba e adesso sento che i neuroni del mio cervello sono andati in vacanza alle Hawaii.
Che bel posto, le Hawaii.. voglio andarci anche io!
 

Dopo l’ennesima cazzata sparata da Juls, decido di andare in cucina per bere qualcosa. Come se non l’avessi già fatto!
“Alex, basta bere” una voce mi fa sobbalzare, mentre mi giro con una birra in mano. È Harry. “Dio, non spuntare da dietro in questo modo, potrei anche rischiare l’infarto!” mi metto una mano sul cuore, sperando che le pulsazione tornino ad essere regolari.
Ridacchia leggermente, sfilandomi di mano il drink. Bastardo. “Ehi, ehi, ehi! La mia birra, dammela!” mi fingo offesa, mentre cerco si riprendermela ovviamente, senza successo. “Alex, ma hai visto quanto sei ubriaca?” ma daai, per due miseri goccetti di alcool. Puaah.
“Non sono ubriaca” dico scoppiando a ridere da sola, come una perfetta deficiente. Ridacchia anche lui, forse per il mio aspetto. Sembro una pazzoide.
“No, certo che no!” dice buttando nel cestino la mia povera e indifesa birra. Intanto si sente dal salone ‘blow me’ di P!nk. Prendo il riccio per mano e lo strascino in salone “Amo questa canzone!” mi giustifico.
Iniziamo a muoverci e a scatenarci sulle note della canzone che il dj ha remixato. In torno a noi ci sono persone che si strusciano, persone che ballano o persone che si scambiano vere e proprie ‘effusioni’ in pubblico. C’è anche Louis, che si è unito al biondino e al suo folle balletto irlandese.
Dio mio, sono patetici!
No, Juls.. non.. non farlo! NOOO!

Troppo tardi, si è unita al 'duo delle meraviglie’. Non posso credere che la mia amica sia tanto stupida da andare a ballare con quei due deficienti.
Ma che ballo è? Sembra il ballo del ‘qua qua’. Santa Madonna, come ci siamo ridotti!
Mi stupisco di Julliet, domani le farò un bel discorsetto! Forse… se mi ricordo.
Vabbè, non glie lo farò.
Io e il riccio stiamo ancora ballando insieme, quando gli faccio cenno di andare a raccattare Liam e di farlo divertire un po’ data la sua rottura recente con Danielle. Annuisce.
Ci dirigiamo insieme verso il divano dove il biondo è seduto. Scoppio a ridere come una demente, sedendomi vicino a lui, mentre vedo la sua espressione disgustata rivolta alle coppie che si stanno strusciando a ritmo di ‘tunz, tunz, tunz, parapara tunz, tunz, tunz’.
Okay, inspira e espira. Contegno, porco culo.
“Vieni a ballare con noi?” chiedo al biondo, mentre Harry cerca di trascinarlo di peso senza grandi risultati. Domani lo mando in palestra a fare pesi, oh. “No Alex, non ho voglia” nuovo piano.
Prendo il riccio per la camicia e lo trascino a due metri da Liam. Ci mettiamo d’accordo e poi piombiamo addosso al biondo come due balenottere azzurre, mentre lui ci guarda sconcertato.
Iniziamo a fare gli occhi da cucciolo bastonato,funzionano sempre. Yeppa.
Anche questa volta. Così, dopo averlo trascinato, iniziamo a ballare tutti e tre insieme fino a quando una biondina non urta il biondo, che dopo essersi incantato per due secondi, le chiede farfugliando di andare a bere qualcosa.
E anche Liam è sistemato.
Mentre continuo a ballare, sento qualcuno picchiettarmi la spalla.
Mi giro e, no. Porca merda, tutti ma non lui.
Trevor, Trevor Pocken. Un metro e novantatre di muscoli e niente cervello, mi sta invitando a ballare. Questa sere procede di male in peggio.
Chiariamoci, non dico è brutto, anzi. Occhi azzurri e capelli neri, e fisico scolpito: insomma, è molto molto bello. Peccato che ha un cervello a propulsione.
Gli sorrido, anche se si vede che non sono proprio entusiasta all’idea di parlare con questo energumeno, e rifiuto, alludendo al fatto che sto già ballando con il riccio che sta osservando tutta la scena.
“State insieme?” mi domanda il moro, riferendosi al ragazzo dietro di me. Minchia, sono fottuta. Se dico di no, Trevor mi si attaccherà come una piovra. Ma se dico di sì, come faccio a dirlo ad Harry? Porca merda.
“Si, è la mia ragazza” sia lodato il San Peppineddu! Il riccio mi circonda le spalle con un braccio, mentre lancia uno sguardo di sfida a Trevor che chiede “E da quando?”
Mi faccio coraggio, forza Alex. “Da una settimana” affermo rivolgendo uno sguardo di intesa e di ringraziamento al ragazzo accanto a me.
“Quindi, se vuoi lasciarci in pace..” allude Harry. Trevor se ne va, sconfitto mentre mi sorride amaramente. Mi fa mezza pena.
No, non è vero.
“Harry, puoi togliere il braccio ora.. se n’è andato” mi fa un sorrisetto strafottente. “Oh, no carina. Io ti ho salvato da quel enorme.. coso. E tu ora farai tutto quello che voglio, intesi?” Mi pareva che era stato troppo magnanimo. Sbuffo. “E cosa, precisamente?” dico roteando gli occhi al cielo.
“Domani, dato che nessuno dei ragazzi vuole venire con me, andremo a pattinare sul ghiaccio” mi prende per il culo? “Styles, io non so pattinare” scuoto la testa
“Appunto. Sarà più divertente così” Bastardo. Minchione. Odioso. Cretino. Demente. “Ma io..” provo a parlare, ma il ricattatore mi precede. “Niente ma, amore mio” marca la ultime parole di proposito. Fanculo.
“Fottiti, Styles” lo guardo storta. Mi sento picchiettare di nuovo la spalla.
E che due coglioni! E’ ancora Trevor. “Che vuoi ancora?” chiede Harry al posto mio, stringendomi a sé. “Se è vero che siete fidanzati, allora baciatevi.
Eh? Chupa Alex.
Spalanco gli occhi, mentre mi giro verso il riccio.
Porco culo, però. Ma questo sta sera vuole rompere le ovaie proprio a me?
“Che c’è? Non è vero che state insieme, giusto?” chiede con un sorriso sghembo. Adesso mi ha davvero fracassato le palle. Afferro il colletto della camicia di Harry e faccio combaciare le nostre labbra.
Da un semplice bacio a stampo, passiamo a un vero e proprio bacio. La sua lingua preme contro la mia bocca, come per chiedere l’accesso per entrarci. Cosa che ovviamente, non gli nego.
Non so quanto tempo passa, ma so solo di stare.. bene.
Che minchia dici Alex? Contegno, CONTEGNO!
Allaccio le mie braccia intorno al suo collo, mentre le sue mi avvolgono completamente la schiena stringendomi a sé con leggera forza.
“Okay, ho capito.” Farfuglia l’energumeno, ma noi sembriamo non farci caso e continuiamo a baciarci. “Davvero, non c’è bisogno” continua a parlare, ma noi non ascoltiamo neanche una parola fino a che non se ne va, con il morale sotto le scarpe.
Sappiamo entrambi che se n’è andato, ma non so perché, continuiamo a darci dei piccoli baci a stampo.
Dopo un po’ di tempo, ci stacciamo finalmente. Lui si gratta la nuca, con fare imbarazzato mentre le mie guance si colorano di rosso.
Bella merda.
“Ehm.. sarà meglio che vada a recuperare Louis e Juls” dico cercando di non guardarlo negli occhi. “Si, si giusto.. Io vado a cercare Zayn.. Per dire.. che.. che la festa è f-finita” da quando balbetta?


Raccattiamo Louis, Niall, Zayn e Juls o almeno, quello che resta di loro. Diciamo che hanno un po’ esagerato con l’alcool sta sera.
Liam si preoccupa di mandar via la gente che rimane, baciando però la guancia della biondina che ci ha urtato prima e facendola diventare visibilmente paonazza mentre esce dalla porta mormorando un ‘ci sentiamo’ flebile.
Sposto un attimo lo sguardo su Harry e noto che sta già guardando me, da quella situazione ‘imbarazzante’ non ci siamo rivolti parola. Ci fissiamo un attimo negli occhi, annegando io nei suoi occhi verdi smeraldo e lui nelle mie iridi azzurre.
Dopo poco, però, abbasso lo sguardo troppo imbarazzata e solo ora mi accorgo dello stato pietoso in cui si trovano mio fratello e gli altri.
C’è anche Tom, ma lui è lucido, non avendo bevuto niente.
“Tranquilla, Alex. Mi occuperò io di riportarla a casa sana e salva” prende Juliet per un braccio mentre lei farfuglia qualcosa simile al verso di una mucca fradicia nel deserto del Sahara, abbracciando di slancio Thomàs. Povero. “Andiamo Juls” cerca di trascinarla, ma lei si ribella  con fare confuso “Dove andiamo?”
“A cercare gli unicorni dentro la macchina di Tom” fingo di essere entusiasmata, mentre vedo che la mia amica annuisce contenta e fila in macchina trascinando il povero ragazzo che la deve riaccompagnare.
Scuoto la testa divertita, mentre li osservo andare via. “Noooooo, anche io volevo andare a cercare gli unicorni. Cattivi” il pakistano è andato. “Come? Unicorni, dici? Sisi li conosco bene, il mio è color arcobaleno” l’irlandese anche. “Anche io li voglio! Anche io! Anche io!” Louis è meglio non parlarne, si è messo anche a saltellare a destra e manca.
Potrei fargli un video, per poi ricattarlo. Mica male come idea..
La voce di Liam mi riporta alla realtà “Io prendo Niall, tu prendi Zayn” dice rivolto al riccio che sta cercando di innalzare il moro “e tu Alex, beh.. è tuo fratello, quindi” mi sorride amabilmente.
Bastardo.
Louis pesa come un ippopotamo ripieno di rinoceronte ammuffito. E chi ci riesce a portarlo su di peso? Porca merda.
“Ti aiuto io, aspetta” la voce del riccio che spunta alle mie spalle, mi fa sobbalzare ma gli sono riconoscente, nonostante la tensione che si è creata tra noi due dopo il presunto ’bacio’. “Grazie,bisogna metterlo a dieta” dico riferendomi a mio fratello.
Dopo una fantastica orribile sudata, siamo riusciti finalmente a trascinare quel corpo morto nella sua camera.
“Bene, grazie dell’aiuto. Probabilmente, se non ci fossi stato non ce l’avrei fatta..” indugio un attimo sul da farsi, per poi decidere di congedarmi con un “buonanotte Styles”.
Ehi ehi, aspetta” dice fermandomi per il polso. Mi giro stranita e non faccio neanche in tempo a capire la situazione che due labbra toccano le mie. Come già avvenuto poche ore prima.
Oh. Porca. Merda.
Con l’imbarazzo a mille, mi stacco controvoglia dalle sue labbra e sento che mormora un “buonanotte anche a te”.
Chiudo la porta della mia camera, sentendo ancora lo sguardo di Harry perforarmi la schiena. Mi appoggio allo stipite della porta e mi lascio scivolare giù sussurrando uno ‘wow’ con un sorriso da ebete stampato in viso.
Sono cotta di Harry Styles.
Sono dannatamente cotta di Harry Styles.








 

Merry Christmaaaas!

scusate il ritardo del capitolo e anche degli 
auguri! FORGIVE ME.
Ceh, avete notato i colori natalizi? LOL.
Avete visto il nuovo banner che ho messo alla storia? Io lo trovo stupendo, ceh.
L'ha progettato lei c: 

https://twitter.com/Federlouis
Comqunque, che ne pensate del capitolo?
Auguri ancora e se non pubblicherò entro la fine del 2012 vi faccio i miei più caaaaari auguri c:
Grazie a chi mi sopporta e chi legge queste scemate che scrivo. Ceh, siete meravogliose.
Basta con i 'ceh', ceh.
-Alis

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Capitolo 13
*** Love is in the air. ***





Do you remember summer ‘09
Wanna go back there every night
Just can’t lie it was
the best time of my life.

-Rock me, One Direction-

 

‘ti ricordi l’estate del 2009.
vorrei ritornarci ogni note,
Non posso mentire, è stato il periodo
più bello della mia vita.’

Chi minchia rompe le ovaie all’alba, di domenica soprattutto?
Vi prego, spegnete questo suono allarmante. Vi prego, vi supplico, vi scongiuro, vi.. no, non me ne tornano in mente altri.
Ho detto che non erano male le loro canzoni, ma mica dovevano metterle anche come sveglia, porco culo.
Che poi, l’estate del 2009? Che c’entra con la canzone?
Louis, quell’estate è stato con me dalla nonna per tutti e tre mesi e credetemi, il paesino in cui vive nonna Rose è abitato solo da anziani con la sedia a rotelle.
Penso che quella è stata sicuramente l’estate più blasfema che io abbia mai passato. Aaah, c’è anche quella in crociera, dove non ho fatto altro che vomitare a vomitare e vomitare per tuuuuutto il giorno. Che schifo.
E poi non credo che mio fratello voglia ritornare in quella merda di paesino, pieno di zanzare e vecchiette pettegole che sparlano di tutti.
Seriamente, sono meglio del FBI o di Gossip Girl. Sanno i fatti di ogni persona vivente. Sono abbastanza inquietanti.
‘R-O-C-K me again..’
Ma ditelo esplicitamente che volete scopare, no? Almeno ci risparmiamo tanti giri di parole e una canzone in meno.
Secondo me, durante un’intervista dovrebbero dire ‘Hi, we are One Direction! E siamo in astinenza da sesso, quindi, al posto di scrivere una canzone vogliamo farci qualcuna. Okay? Okay.’
Cioè, secondo me è più giusto anche perché evitiamo di sprecare tempo inutile per dire sempre le stesse cose. Insomma, il senso è quello.
Il bello è che poi i genitori si lamentano se le loro figlie sono delle pervertite del cazzo, prendetevela con quei cinque minchioni che dicono che vogliono scoparsi mezzo mondo.
Okay, ho capito. Mi alzo.

 

“Andiamo, andiamo, andiaaaamo!” Cristo, se sapevo che Harry era così lagnoso mi cercavo una scusa per saltare l’appuntamento.
Stop. Ho detto appuntamento? Cioè, è davvero un appuntamento? Ehm.. non lo so.
“Harry ti prego, mi hai fatto alzare alle nove di DOMENICA! Ti rendi conto di quanto io possa avere sonno in questo momento?” è la terza volta che glie lo ripeto e giuro che se non la smette gli ficco un pezzo di ghiaccio in gola, porco culo. “Almeno evita di urlare, ci stanno guardando tutti..” mi copro gli occhi con un mano, cercando di non far notare il rossore sulle mie guancie.
Sia chiaro: ero arrossita a causa della vergogna, mica per la vicinanza ad Harry Styles. Okay? Okay.
Se, certo.
“Eh dai Alex, muoooooviti” dice tutto esaltato prendendomi la mano e trascinandomi verso il bancone dove un tizio girato di spalle ci dovrebbe dare i pattini.
Harry finge un colpo di tosse, schiarendosi la voce, cercando di attirare l’attenzione del ragazzo ma non funziona. Allora ci riprova. Niente.
Lo guardo divertita, soffocando una risata che non riesco a trattenere trascinando anche il riccio accanto a me. “Posso esservi d’aiuto?” Alleluja! Ce l’abbiamo fat..
Oh cazzo! “Taylor?” il mio più che un saluto è un sussurro, quasi a convincere me stessa che il ragazzo meraviglioso che ho davanti è reale. Lui è qui.
Spalanca gli occhi notandomi, mentre io lo guardo ancora scioccata. “Alex.. quanto.. quanto tempo!” stringo la mano di Harry, che ancora è attaccata alla mia, fortissimo. Non volevo rivederlo, non ero pronta.
“Già.. davvero tanto” ormai la mia voce è andata a farsi fottere così come il mio carattere e la mia sicurezza. Sento la sua mano ricambiare la stretta, mentre il suo sguardo confuso vaga da me a Taylor.
“Ehm.. potresti darci i pattini?” il riccio di fianco a me, cerca di smezzare questa situazione abbastanza.. strana, diciamo. “Certo” dice Taylor, senza smettere di osservarmi.
Punto i miei occhi a terra, notando che la punta delle mie vans ora come ora è molto interessante. “Bene, grazie. Andiamo Alex?” mi domanda premuroso Harry.  Annuisco fugacemente, lasciando solo uno sguardo di slancio al ragazzo biondo dietro il bancone.
Sento il suo sguardo perforarmi la schiena, ma non ho il coraggio di voltarmi forse perché sono ancora troppo scossa. Senza neanche accorgermi stringo più forte la mano di Harry, tanto che lui si ferma di botto attirandomi a sé.
Mi guarda negli occhi incessantemente, prima di lasciar cadere a terra i nostri pattini e travolgermi in un abbraccio da orso.
Con una mano mi tiene stretta a sé, mentre con l’altra mi accarezza i capelli lisci; le mie braccia lo stringono improvvisamente in una presa salda. Non so perché, ma mi sento protetta tra quelle braccia.
“Shhh,  tutto okay Alex.. Ti va di spiegarmi?” mi domanda, una volta che ci stacchiamo. Annuisco, andandomi a sedere sulla panchina fuori della pista senza però staccare la mia mano dalla sua.

Sospiro, cercando di calmarmi. “..E questo è quanto.” è passata mezz’ora da quando ho iniziato a parlare di Taylor e, Harry non.. non mi ha giudicata.
Neanche quando gli ho detto che mi tagliavo a causa della rottura con lui, ha solo serrato la mascella abbastanza innervosito, ma mi ha ascoltato senza interferire e commentare, stoppando il mio racconto solo per abbracciarmi o farmi una carezza.
Il suo commento, appena detta la mia ultima frase, è stato “Giuro, se non andiamo via ora gli spacco la faccia.” Abbasso lo sguardo, non so come comportarmi dannazione, e i miei occhi si fermano sulle nostre mani ancora unite.
E’ strabiliante l’effetto che mi fa essere così vicino a lui, dopo Louis è l’unico in grado di farmi sentire.. bene, credo.
Arrossisco involontariamente, pensando a quanto posso essere demente. Non mi sono mai comportata così con nessuno, tantomeno con un ragazzo. Sarà perché mi piace davvero davvero tanto, ma non me ne capacito. Che fine ha fatto il tuo lato sfacciato, Alex?
Riprenditi, ciccia.
“Sei ancora innamorata di lui?” mi domanda  piano, quasi sussurrando mentre vedo che sta osservando anche lui le nostre mani unite.
Non ci ho mai pensato.. Amo ancora Taylor?
No, non credo.. In realtà non so neanche se ero mai stata davvero innamorata di lui. “No..  sono stata sorpresa, suppongo. Non mi aspettavo di trovarlo qui. Insomma, mi ero ripromessa di non rivederlo mai più per tutta la vita e poi, è piombato qui e.. sì, non ero pronta a vederlo comparire, ma non lo amo.” Gli sbatto in faccia la verità, senza aggiungere altro.
Alza la testa, fissandomi negli occhi incessantemente. “Sul serio?” annuisco, convinta. “Quindi se adesso ti bacio, tu non mi dirai niente?” mi chiede, quasi.. speranzoso.
“Certo che n.. Aspetta, cosa?” la mia voce si fa più stridula nell’ultima frase del discorso. Cioè, che sta dicendo?
Non riesco neanche a connettere bene quello che è successo, ma sento il suo respiro sulle mie labbra mentre continua a fissarmi. “Ti prego, non andartene” la sua voce si fa sempre più roca e.. bella.
“Non ne avevo intenzione” sussurro di rimando, mentre osservo come ipnotizzata le sue labbra perfette. Un attimo soltanto, prima di sentire il contatto che ci unisce.
Onestamente, non ho mai creduto alle ‘farfalle allo stomaco’ anche perché non l’ho mai provate, ma ora ho davvero capito cosa si prova ad avere quella sensazione.
E’ magico, è come se in quel momento capissi il vero significato della mia vita. Come se l’ultimo pezzo del mio puzzle fosse tornato al suo posto.
Quando ci stacchiamo, non riesco a reggere il suo sguardo che mi sta lentamente distruggendo. Mi mordo il labbro, nervosamente forse per l’imbarazzo o forse perchè mi sono realmente resa conto che questo rompicoglioni riccio che ho davanti è più importante di quanto pensassi.
E’ stato diverso dagli ultimi baci che ci siamo scambiati. Certo, ieri sera era per pura convenienza e stavamo fingendo.. almeno credo che lo stavamo facendo.
Probabilmente, non è così.
“Smettila di farmi impazzire” Lo guardo, continuando a torturare il mio povero labbro inferiore che tra poco protesterà per il dolore che gli sto causando.
Sfiora con le dita della sua mano la mia bocca, costringendo a finirla. “Cosa?” domando piano, mentre i suoi occhi mi scrutano seri.
“Sono innamorato di te, Alex. Da.. quando ti ho vista, credo” WOW. Spalanco la bocca, guardandolo piuttosto incredula. Porca merda, e che faccio ora?Fa un sorriso amaro, mentre finge una risata tutt’altro che divertita.
“Ti prego, dì qualcosa. Qualsiasi cosa” Cosa c’è da dire?
Decido di ascoltare il cuore e non la testa, per una volta. Tossicchio, schiarendo la voce. “Non sono pratica di queste cose, sia chiaro. Ma, credo che.. “ prendo un respiro profondo, non sapevo fosse così difficile. Santa Madonna. “Che provo qualcosa per te, di molto forte.”
Alleluja. Ce l’ho fatta, non mi sarei mai aspettata che la mitica e imperturbabile Alex Tomlinson si sia innamorata di un ragazzo che fino ad una settimana prima, odiava.
Un sorriso brillante illumina il volto del riccio. “Quindi.. vuoi provare ad essere la mia ragazza?” mi chiede, non accennando a smettere di sorridere.
Sospiro, rassegnata ormai all’idea che questo tizio rompiballe sia davvero così prezioso per me. “Si, voglio essere la tua ragazza” mi lascio sfuggire un sorriso, prima di sentire –di nuovo- le nostre labbra muoversi in sincronia. 








 

Peeeeeeeeeeeeeeerdonatemi,

vi preego!




Scusate, scusate, scusaaate.

Sono un caso perso.. lo so.

Ma ormai vi dovete accontentare di me, eeh.


Com'è che si dice?


Ah, sì. 'C'est la vie'

Visto che dolce che sono? Conosco anche il francese.

PUAHAHAHAHHA Grande cazzata. Google traduttore è il mio migliore amico.

Il capitolo è molto Halex, yay!

Amo questa coppia c:

Volevo dirvi di passare anche nelle altre mie fan fiction :)

Vi ringrazio di cuore a tutti quelli he seguono la storia e che la recensiscono.

Mi rendete orgogliosa, grazie c':

Baci, Alis.






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Capitolo 14
*** Fuck you. ***





 


PERDONATEMI!

Scusate, scusate, scusate!
Sono una cogliona, idiota, stupida, deficiente, minchiona e chi più ne ha
più ne metta.
Davvero, avrei voluto aggiornare molto molto prima 
ma non avevo più l'ispirazione e non trovavo
qualche nuova idea per scrivere.
Ora ci sono, primetto di aggiorare molto presto anche le altre mie Fan Fiction,
Davvero scusate sul serio.
Spero che almeno il capitolo vi piaccia.
Baci, quella minchiona di Alis.



Hold me in your arms again
I need your love
I need your time
When everything’s wrong

                                           -I need your love, Ellie Goulding -

 

‘Tienimi tra le tue braccia di nuovo
Ho bisogno del tuo amore
Ho bisogno del tuo tempo
Quando tutto è sbagliato
Tu lo rendi giusto’

Questa mattina mi sento particolarmente felice, e tutto a causa di una persona che fino a poco tempo prima neanche potevo vedere. Strana la vita.
Nonostante sia lunedì, mi sento incredibilmente attiva, non posso crederci.. Mi stupisco di me stessa, minchia.
Ceh, se stare con Harry mi fa diventare così positiva, gli devo fare una statua. Mai e dico MAI mi sono alzata in orario, nonostante fossero le vacanze natalizie.
Sto diventando puntuale.

AHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHHHAHAHAHAHAHHAHAAAH oh Gesù, come sono simpatica questa mattina.
No seriamente, sarà perché Louis ha deciso che dovevo mettere altre tre sveglie altrimenti non mi sarei neanche alzata dal mio bel lettino.
E’ legale sposarsi con il proprio letto?
Fanculo mio fratello e le sue sveglie di sta ceppa. Ieri sera, prima di andare a dormire mi sembrava di essere nella camera degli orrori, cazzus.
Quel minchione di un Tomlinson ha messo tutte queste puttaneglie a forma di gufo, sì è l’incrocio tra puttane e sveglie.. suona bene, no? NO, okay. Comunque, fatto sta che sono inquietanti.
In più, il tizio che dovrebbe essere il mio fidanzato e che mi dovrebbe sostenere era d’accordo con mio fratello perché secondo lui ‘sono una ritardataria cronica’ e quindi ora mi ritrovo con questi cosi in giro per la stanza.
Mi fanno paura, porco culo.
Ma state tranquy, perché mi sto già adoperando per buttarle via, preferisco fare ritardo che avere questi esseri che ti fissano mentre dormi. Per quello c’è già la signora Riish, non posso permettermi anche i gufi.
Parlando di cose meno importanti delle sveglie, io e Harry siamo fidanzati segreti. Suona bene, vero?
Cioè, ‘segreti’ nel senso che non lo sa nessuno a parte me e lui. Anche perché altrimenti Louis mi fucilerebbe subito, come Hitler e magari mi urlerebbe contro frasi in tedesco simili a ‘Hughter swizen twzitzer’ sempre che queste parole esistano, ovviamente.
Comunque, non pensiamoci.
Pensiamo agli unicorni blu che vanno verso dove sai tu, con in sella chi sai tu che sta  mangiando tu sai cosa.
Semplice, no?

 

Scendo le scale, con gli occhi chiusi avvolta da una coperta morbidosa e tutta luccicante. Thomàs è davvero bravo a fare i regali. Sìsì.
Mi stiracchio come un gatto, per poi buttarmi con ancora gli occhi chiusi sul divano di pelle. Apro gli occhi, leggermente, iniziando a imprecare mentalmente per tutta la luce che mi è arrivata di scatto.
Attendo due minuti per ambientarmi meglio e scopro cinque figure abbastanza arrabbiate che mi guardano.
“Giorno gentaglia” saluto sorridendo, mentre cerco di non farli arrabbiare ancora di più. “Giorno? Ecco che ci uccidi e tu mi dici, solo ‘giorno’?” esclama Louis
Ma che sta dicendo? “ Cosa? Quando avrei cercato di uccidere chi?” okay, sono davvero davvero confusa. Che minchia sta dicendo?
“Questa mattina, quando volevamo svegliarti hai buttato Liam per terra, a Zayn hai dato una cucchiaiata in testa,  Niall una cuscinata e a Louis lo hai stordito con una pentola” mi dice Harry. Davvero l’ho fatto? Ragazzi, sono un mito.
“Veramente? Minchia, che riflessi che ho..” schiocco la lingua sul palato, compiacendomi da sola per quello che ho fatto. “Però, seriamente Lou, non mi ricordo” torno seria
“Mi prendi in giro, Alex?” chiede lui, confuso forse anche più di me. Colpo di genio. “Minchia, Louis. Credevo che ti ricordassi che sono sonnambula” sbuffo. Almeno speravo che almeno se lo ricordasse. “Cristo, è vero!” esclama.
“Scusate ragazzi, davvero non credevo che avessi tutta questa forza” mi tasto il bicipite, notando che la pallavolo ha avuto i suoi effetti.
“Tranquilla, probabilmente non ti verremo a disturbare più la mattina”  mi guarda il kebabbaro, quasi spaventato da me. “Zayn, non ti ucciderò se è questo che vuoi sapere” scuoto la testa.
“Sono capitata in un branco di pazzoidi.” Ammetto più a me stessa che a loro.
“Esatto,  carotina” mi sfotte mio fratello. Puttano. “Lou, non infierire o prendo coltelo e ti talio piselo.” lo trucido con lo sguardo, mentre lui deglutisce a vuoto, terrorizzato.
Sento l’irlandese sganasciarsi dalle risate. “Niall?” lo richiamo. “Sì?” smette di ridere e presta la sua attenzione su di me.
Sono forse una barzelletta vivente? No perché, sai com’è, vorrei saperlo almeno potrei fare il clown nei circhi” inizio a gesticolare con le mani, esasperata mentre lo sento ridere ancora più forte seguito dagli altri che ridacchiano.
Bah. “Cristo, fatelo smettere. Tra poco si rotolerà per terra come Winnie the Pooh, quando inciampa sui suoi piedi gommosi” cerco di placare le acque,ma inutilmente. Anzi, peggioro le cose.
Niall si sta letteralmente scompisciando e per poco non diventa dello stesso colore del mio rossetto Chanel rosso fiammante, regalatomi da Juls poco tempo prima.
Liam, che cerca invano di calmalo, sta ridendo anche lui mentre Zayn e Louis si stanno tenendo la pancia, asciugandosi le lacrime agli occhi e per quanto riguarda Harry, beh, lui sta semplicemente ridendo scuotendo la testa divertito, con le lacrime agli occhi.
“Minchia, neanche fossi Stoca!” esclamo spazientita. “Chi?” povero, piccolo ingenuo di un fratello.
 “Stocazzo” Signore e signori, abbiamo perso Niall James Horan. Ormai credo che sia morto soffocato dalle risate. Puah.
“Niall, seriamente calmati. Respira, su” cerco di dare delle botte sulla schiena del biondo, ma questo sembra andare in iperventilazione. Gesù, con chi sono capitata! “Minchia, fatelo smettere. Sta per morire soffocato” mi batto una mano sulla fronte biascicando un ‘ci rinuncio’ per poi andare in cucina, dove ad aspettarmi ci sono i pancakes fatti da Liam. Ti amo, bel biondino!

Sento una presenza dietro di me, che mi abbraccia per i fianchi mentre mi sussurra all’orecchio un flebile “Buongiorno, bellissima”.
So già di chi si tratta, così mi giro ridacchiando e mormorando qualcosa simile a un saluto. “Potresti essere anche più dolce” Evidentemente non ha capito con chi ha a che fare.
“Scusa riccio, ma la mattina ho occhi solo per i miei pancakes” sbatto velocemente le palpebre, cercando di divincolarmi dalla sua presa che mi tiene ancora bloccata e stretta a lui.
Mi fa il labbruccio “Neanche un bacino del buon giorno?” mi domanda, con la voce da bambino. Aww, è adorabile. Quelle due fossette che gli si creano quando sorride sono assolutamente meravigliose. Lascio un casto bacio sulle sue labbra, mentre lui mi avvicina, se ancor più possibile, a lui facendo combaciare dolcemente i nostri corpi.
“Bene, ora lasciami mangiare” sorrido affabilmente, mentre sento il mio ragazzo ridacchiare divertito. Ammiro i miei pancakes con gli occhi a cuoricino, in questo momento sono molto più innamorata di loro che di Harry.
L’ho già detto che amo Liam? Sono squisiti, dopo gli consiglierò una carriera alternativa come cuoco, sapete com’è.. non si sa mai, con i tempi che corrono tutti dovrebbero avere una seconda scelta come lavoro.
Io, ovvimente, non ho neanche la prima scelta. Pace, sopravviverò.



Mi butto letteralmente sopra Liam, mentre lo abbraccio fino a non farlo respirare. “I tuoi pancakes erano buonissimi! IO. TI. AMO” urlo letteralmente, mentre sento il biondo ridacchiare. “Sono contento che ti siano piaciuti” mi sorride, che carino.
Neanche due secondi dopo, si sente il portone chiudersi violentemente. Alzo lo sguardo, per notare poi la mancanza di Harry.
Merda, è colpa mia.
“Ma che..?” non faccio finire neanche che Louis finisca la frase e, sotto lo sguardo confuso e curioso dei ragazzi, mi fiondo verso il nostro giardino.
Spaesata, mi  giro intorno per cercare di trovare il riccio che non trovo. Impreco sottovoce, fino a che non vedo un cespuglio castano nella casetta di legno mia e di mio fratello.
Salgo velocemente le scalette ormai malandate, mi siedo accanto a lui, che continua a guardare davanti a sé senza neanche considerarmi di striscio.
Harry” surrurro piano, tanto so che mi sta sentendo. Silenzio.
Ci riprovo. “Harry, ti pregoSilenzio.
Harry, per favore. Che ti ho fatto?” questa volta si gira e mi fissa incessantemente negli occhi. Ha gli occhi lucidi, è colpa mia.
Continua a tenere gli occhi puntati sui miei “Ti piace Liam?” chiede solamente. Spalanco la bocca, incredula. Come può pensare che mi piaccia lui?
Scuoto la testa “Cosa? No!” Questo è veramente fuori, però.
“E perché allora hai detto di amarlo?” Ora sta esagerando, non mi può urlare contro, traendo a conclusioni affrettate. “Harry era ironico, Cristo. A me non piace Liam, l’ho solo detto perché mi ha preparato la colazione. Smettila di parlarmi così” Sì, sto urlando anche io e non mi interessa se la signora Riish sta sclerando contro di noi.
Sorride amaramente, un sorriso falso. Questo non è il mio ragazzo. “Io ti parlo come mi pare” Se prima mi stavo innervosendo, ora sono completamente distrutta.
Nella mia mente ci sono solo le ultime sei parole che ha pronunciato appena poco fa. ‘io ti parlo come mi pare, ti parlo come mi pare..’
Sento gli occhi pizzicare e bruciare, no. Non posso piangere ora, non qui davanti a lui. Tiro su con il naso, cercando di ricacciare dentro le lacrime e incrociando lo sguardo di Harry.
“Alex… i-io..” non lo lascio finire che sorrido. Non è uno dei miei soliti sorrisi, è deluso, è disgustato dalla persona che ho davanti.
Hai ragione, tanto chi sono io? Ammettilo che non ti è mai fregato niente di me, non mi importa.” Sento ormai una scia calda causata dalle lacrime che ormai stanno sgorgando sul mio viso. “Credevo che fossi meglio di così, vaffanculo Harry” mi alzo con uno scatto, voglio solo andarmene da questa casetta.
Sento una presa sul mio polso, mi giro ammirando i suoi bellissimi occhi verdi che ormai sono pieni di dispiacere. Mi volto bruscamente, strattonando il mio braccio facendo sì che mollasse la presa.
Corro in casa e ad aspettarmi ci sono otto paia di occhi curiosi, che mi scrutano non capendo il motivo delle mie lacrime. Louis prova a venirmi incontro, ma scuoto la testa facendogli capire che voglio stare da sola e correndo velocemente in casa.
FANCULO HARRY.
FANCULO ME.
FANCULO A QUESTA VITA.


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