Backstage

di Prinzesschen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


backstage tentativo di pubblicazione Backstage

1

So many times, it happens too fast
You change your passion for glory
Don't lose your grip on the dreams of the past
You must fight just to keep them alive

 

“Eravamo delle ragazzine in fondo…ed i sogni sono difficili da uccidere. Io vivevo per la musica e le altre con me…adesso è tutto così difficile. Ma facciamo un salto nel passato, vi racconterò tutto dall’inizio.”

 

Anouk tamburellava nervosamente le unghie sul volante imprecando mentalmente contro quei benemeriti imbecilli che le bloccavano il passaggio formando una lunga e interminabile fila.

Allora…manteniamo la calma…la calma Anouk eh! Non ti incazzare, stai calma…stai calmina…

Premette forte contro il clacson provocando un chiasso indescrivibile e si affacciò al finestrino sporgendosi e guardando inferocita davanti a sé.

-INSOMMA CI MUOVIAMO O NO?!

Sbuffò buttando la schiena contro il sedile

Rimase un’altra buona mezzora imbottigliata in quel gorgo invocando l’aiuto di Dio, dei santi e persino degli dei pagani per poi, rassegnatasi, ricominciare a picchiare sul clacson.

Arrivò a casa con un diavolo per capello e, aperta la porta, buttò lo zainetto portatutto, come era solita chiamarlo, per terra facendolo ruzzolare per alcuni metri e si abbandonò a peso morto sul divano dove Jen, una delle sue migliori amiche, studiava sul suo libro di psicologia.

Quest’ultima sentendo i delicati e armoniosi sbuffi dell’amica la guardò di sottecchi e rise sotto i baffi.

-Altro buco nell’acqua? Anche stavolta il produttore non ha accettato il nostro demo neanche dopo la gentile offerta delle tue grazie?

L’altra sbuffò rumorosamente.

-Direi che la risposta è no…- si rispose Jen continuando a leggere il capitolo sull’adolescenza e le sue problematiche.

-Sai Ann sul libro, che per inciso dovresti almeno sfogliare per superare quel benedetto esame, dicono che è tipico dell’età adolescenziale vedere il futuro roseo e perfetto, snobbando il presente…ti ricordi quando anni fa pensavamo che diventare famose sarebbe stato semplice? O anzi, mi correggo….eri tu a pensarlo…- disse saccente.

-Scusa se credo nelle nostre capacità eh!

-Ma lo capisci che non possiamo giocarci il nostro futuro su un sogno? Non ti preoccupi neanche più di studiare Ann! Pensi solo a mandare demo alle case discografiche più improbabili o a tentare di sedurre i produttori maniaci! Se studiassi magari avresti un futuro!

-Ma cazzo Jen dobbiamo lasciare che il mondo continui ad ignorare le nostre canzoni? Siamo brave! Abbiamo le carte per potercela fare!

-Ma ti rendi conto che tutto questo è assurdo?! Ci abbiamo provato, non ci siamo riuscite. Beh? Basta! Continuiamo a suonare per noi stesse ok? Arriverà il momento in cui ognuna con la sua famiglia e con il suo lavoro dovremo rinunciare alla musica anche come passatempo perciò, invece di inseguire una chimera, concentriamoci sul presente e divertiamoci ok?

-Io ho promesso a me stessa che avrei fatto della musica la mia vita e questo farò!

-E se la musica non volesse essere la tua vita? Se non dovesse esserlo? Come la metti?

Anouk si alzò di scatto dirigendosi a grandi passi verso la sua stanza.

-E’ inutile che ti incazzi sai anche tu che ho ragione…

-Ragione un cazzo!- esclamò l’altra prima di sbattersi la porta alle spalle.

Jen tornò al suo libro scuotendo il capo mentre Anouk, nella sua stanza, cominciò a prendere a calci tutto ciò le capitasse a portata di piede.

-Non demolire casa Anouk!!- le intimò l’altra dalla stanza vicina e in risposta l’amica alzò il dito medio verso la porta chiusa, nonostante lei non potesse vederlo.

-E non fare gestacci!

Anouk alzò gli occhi al cielo e ringhiò come fosse un cane a cui hanno pestato la coda o peggio ancora rubato l’osso.

Si buttò con tutta la forza che aveva in corpo sul letto e si calcò il cuscino sul viso.

Rimase in quella posizione per qualche minuto finchè il suo cellulare non squillò.

-Luce dei miei occhi!!- strepitò Francis all’altro capo dell’apparecchio rischiando di romperle un timpano.

-Fran l’orecchio è mio!

-Che siamo antipatiche oggi!- ribattè piccata l’altra. – Litigato con la nostra adorabile bassista?

-Dimentichi rompiballe!

-Eddai tanto lo sai anche tu che tempo 10 minuti vai e le chiedi scusa, tanto succede sempre così!

Anouk ringhiò di nuovo provocando le ristate della tastierista.

-Allora tesorine oggi a che ora si prova?

-Senti Ginny e venite qui verso le 6 ok? Prima devo  studiare un po’…

-Agli ordini capo! Aaaaaah! Che fine ha fatto il demo di oggi?

-Lascia stare guarda…non toccare questo tasto.

-Ennesimo buco nell’acqua?

-Eh ma allora insisti!

-Scusascusa la smetto…va bene ci vediamo nel pomeriggio. Ciao!

-Ciao!- chiuse la chiamata buttando il cellulare sul letto accanto a sè. Ci mancava solo il sarcasmo di Francis.

Odiava litigare con Jen. Per lei era indispensabile. Non credeva che avrebbe mai potuto sopravvivere senza di lei al suo fianco. E ogni litigio era terribile, perché entrava in gioco la terribile paura di perderla.

Se le due ragazze avevano un difetto comune era quello di essere terribilmente lunatiche e questo spesso le portava a discutere. E Anouk aveva anche un altro difetto. Era fragile all’inverosimile.

Temeva sempre che la tranquillità potesse finire e che anche la loro amicizia, come tutte le cose, potesse andare in crisi. E questo la portava spesso ad essere irrazionale e impulsiva, a dire cosa che magari non pensava del tutto e perciò a sbagliare. Dal canto suo Jen era terribilmente orgogliosa e c’erano periodi in cui rifiutava qualsiasi consiglio, qualsiasi aiuto e si allontanava. E se Anouk, spinta dalla suddetta impulsività, cercava di farla ragionare, seppure con i suoi classici modi da ragazzina presuntuosa, la cosa si aggravava ancora di più.

Però alla fine facevano sempre pace. E questo perché, come già detto, Anouk non poteva fare a meno di Jen.

Si alzò per andarsi a sedere sul davanzale della finestra e scostare piano la tenda.

Fuori era una mediocre giornata di Marzo, di quelle nuvolose e che sembrano essere destinate ad un violento temporale ma che poi alla fine ingaggiano un’infantile gara a nascondino con il sole.

Vide una macchina fermarsi davanti al cancello della casa accanto.

Qualcuno l’aveva presa in affitto ma nel quartiere nessuno sapeva chi fosse il nuovo inquilino.

Lanciò una veloce occhiata al garage controllando che fosse ben chiuso e si scostò dalla finestra, tornando a sdraiarsi sul letto al quale le lenzuola disordinate davano un aspetto notevolmente precario.

Erano ormai due anni che vivevano sole lei e Jen.

Avevano deciso di rendersi indipendenti e così, compiuti 18 anni si erano trasferite in quella casa.

I loro genitori all’inizio non erano molto d’accordo, ma constatando dopo qualche mese che le ragazze, forse, erano abbastanza mature da potercela fare, si erano arresi.

Francis e  Ginny vivevano ancora con i genitori, Francis per pigrizia mentre Ginny perchè frequentava ancora la scuola.

Vivevano in una anonima cittadina americana, nel Kentucky, dove non succedeva mai niente e dove, una volta deciso di restarci, puoi dimenticarti qualsiasi alta aspirazione.

Anouk sentì bussare alla porta ma non rispose.

Senza indugiare oltre Jen entrò e si sdraiò accanto all’amica che senza darle particolarmente conto le fece spazio.

-Ann?

-Mh…

-Ti dispiace fare almeno finta di ascoltarmi?

Anouk si voltò verso l’amica con una smorfia di palese disappunto stampata sul volto.

-Io capisco che….che tu ci tieni e…ci tengo anch’io! Dio solo sa quanto ci ho sognato, quanto ho sempre sperato di poter diventare qualcuno nel mondo della musica ma…

-Adesso hai smesso di sperare?

-No…ho semplicemente smesso di illudermi.

A questa affermazione Anouk non ribattè. Perchè in parte Jen aveva ragione.

-Ricordi quando eravamo a scuola quanti sogni e quanti film ci facevamo? Eravamo convinte che…- sorrise intenerita.- che il mondo non aspettasse che noi. Te con la tua chitarra e con i tuoi lenti tempi di apprendimento…io con il mio basso al quale cambiavo nome ogni mese…e Fran che cambiava strumento ogni momento!! Ginny ce la siamo trascinata noi…povera piccola l’abbiamo rovinata!

Anche Anouk rise trascinata nei ricordi dall’excursus dell’amica. La abbracciò.

-Non lasciamo che la vita distrugga I nostri sogni Jen…ti prego.

-Non lo faremo.

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Capitolo 2
*** 2 ***


back

Rev <3

2

 

I'm looking at you through the glass
Don't know how much time has passed
Oh, God it feels like forever
But, no one ever tells you 
That forever feels like home
Sitting all alone inside your head

 

Probabilmente avrò benedetto e maledetto quel giorno un numero infinito di volte…perché fu allora che tutto iniziò e insieme si complicò…sotto lo sguardo divertito del fato.”

 

-Che cazzo di fatica….merda sono sfinito!- esclamò Synyster Gates buttandosi a peso morto sul divano del salotto, ancora coperto da un telo bianco.

-Bonjour finesse!- commentò Rev sedendoglisi accanto in maniera più composta.

-Banzai!

Ed ecco Zacky che si catapultava sui due amici.

-Imbecille pesi!- lo rimproverò Brian scrollandoselo di dosso.

-Chi è l’imbecille?- chiese Johnny Christ comparendo dalla cucina con una tazza di cazzè nelle mani.

-Secondo te?

-Zacky?

-Risposta esatta caro come hai fatto ad indovinare?- chiese retorico Rev alzando gli occhi al cielo.

Matthew Sanders, meglio conosciuto come Matt Shadows entrò in casa trascinando l’ennesima valigia.

-E con questa ho finito!- annunciò alzando le braccia e inchinandosi con aria teatrale.

-Shadz abbassa quelle braccia per favore che mi stai intossicando!- si lamentò Johnny che gli si trovava vicino spostandosi.

-Allora abbiamo finito?- si informò Brian dal divano.

-Direi proprio di si…

Matt si guardò intorno.

La casa era abbastanza semplice e anonima. Avevano deciso di vivere quei pochi mesi in quella casa in piena tranquillità.

Una villona a 5 piani avrebbe dato troppo nell’occhio e ciò che i 5 ragazzi speravano era di passare inosservati.

I mobili erano quasi tutti coperti da teli bianchi e nell’aria aleggiava un fastidioso odore di chiuso.

-Ti sei imbambolato Shadows?- chiese Johnny  sventolandogli una mano davanti al volto per poi sporgersi verso Jimmy e porgergli una birra.

-Nono guardavo la casa...

-Confortevole…- commentò il Rev con una smorfia di indifferenza.

-Intima…- Brian.

-Semplice…- Zacky.

Matt si voltò verso Johnny aspettando un suo commento.

Quello strabuzzò gli occhi sentendosi chiamato in causa.

-Ehm…carina?

 

 

 

 

Anouk cantava muovendo contemporaneamente le mani sul manico della chitarra mentre dietro di lei, nel garage umido di casa, Jen suonava il suo basso passeggiando avanti e indietro, Ginny si agitava dietro la sua batteria e Francis muoveva con fare esperto le mani sulla tastiera.

 

 

 

Anouk cominciò a saltellare senza smettere nè di suonare nè di cantare agitandosi e facendo agitare I capelli che scomposti si sollevavano e ricadevano scompostamente giù sulle spalle.

 

 

E lasciando scorrere ancora il suono libero per il garage facendolo rimbombare smisero si suonare.

Sentirono qualcuno battere le mani e videro un ragazzo alto e dai capelli neri liscissimi sbucare dall’angolo del garage.

-Bravissime…- esclamò Jimmy -Rev- Sullivan appoggiandosi al muro del garage.

Rimasero tutte più o meno di sasso. Anzi, quelle che rimasero di sasso furono Ginny e Jen perché Anouk alzò semplicemente un sopracciglio leggermente interdetta e Fran alzò svogliatamente una mano in segno di saluto.

-T-tu sei…Jimmy Sullivan!- esclamò con voce stridula Ginny portandosi le mani alla bocca.

-Quel Jimmy Sullivan!- intervenne Jen avanzando verso quest’ultimo.

-In persona…-convenne lui chinandosi in un accenno di quello che doveva essere un inchino e porgendole poi la mano.

Jen gliela strinse e si presentò.

-Piacere, Jennifer…

-Il piacere è tutto mio.- rispose cordiale il batterista.

Osservò quelle strane ragazze

Dal vivo era decisamente meglio che in foto, i capelli neri gli ricadevano perfettamente piastrati fino alle spalle non troppo larghe e tra il labbro inferiore e il mento brillava un piercing metallico.

Era decisamente alto seppur molto magro e tra l’orlo della t-shirt nera e il jeans a vita bassissima si intravedeva uno spazio di pelle bianca.

Era decisamente un tipo interessante e sembrava anche simpatico a giudicare dal sorriso sinceramente entusiasta che gli illuminava il volto pallido.

-Qual buon vento?- intervenne Anouk facendosi avanti e affiancando l’amica.

-Credo siate le nostre vicine di casa…- spiegò lui porgendole la mano.

-Anouk…- disse semplicemente lei stringendola.

Lui sorrise e Anouk fece cadere lo sguardo sul piccolo piercing lasciandosi scappare un mezzo sorriso.

Anche Fran e Ginny, seppure quest’ultima fosse ancora leggermente sconvolta, si presentarono.

-E quindi voi siete i nostri nuovi vicini eh? Ehm…ti spiacerebbe esplicitare il “voi”?- chiese poi ripensandoci Anouk.

-Io e il resto della band…- spiegò lui.- Ci siamo momentaneamente trasferiti qui per registrare il nuovo album in questa città. Abbiamo pensato che dato che dobbiamo restare per almeno tre mesi era inutile vivere tutto questo tempo in albergo…

-In effetti…- convenne la bassista.

Era una situazione irreale. Gli Avenged Sevenfold erano una delle band preferite di Jennifer e Ginny e di conseguenza anche le altre due erano più o meno costrette a convivere con la loro musica che di certo non potevano disprezzare: erano in gamba quei cinque, avevano grinta e charme da vendere.

-Siete davvero brave comunque!- continuò Rev attirando l’attenzione di Anouk che si era persa nei suoi pensieri e che sentendo quelle parole non potè fare a meno di sorridere sicura di sé.

-Lo sappiamo…peccato che sia il resto del mondo ad ignorare le nostre capacità…-concluse amaramente.

-Mh…io avrei un’idea ma sarà meglio parlarne con calma. Che ne dite di cenare insieme stasera? Così…per le regole del buon vicinato! Voi 4 vivete tutte insieme?

-Solo Anouk ed io...beh potete venire a cena da noi, sicuramente a casa vostra avrete un po’ di confusione dato che avete traslocato da poco.

-Ottima idea!

-Voi ragazze siete dei nostri?- chiese Anouk alle altre due.

-No, stasera io non posso…devo uscire con Mark…- disse Ginny decisamente scocciata dal dover rinunciare ad una serata con gli Avenged Sevenfold.

-Puoi portare anche lui no?- propose Anouk ovvia.

-No no…aveva in mente una seratina io e lui da soli…non posso deluderlo!

-Mh, tu Francis?

-Domani ho un esame importante…purtroppo mi devo dissociare…

Le due coinquiline si voltarono verso il batterista con espressione rassegnata.

Rev sorrise.

-A stasera allora ragazze mie!

 

La sera arrivò molto velocemente. Jennifer riempì la testa di Anouk di chiacchiere sugli Avenged Sevenfold e sulle loro “straordinarie” abilità.

Anouk avrebbe tanto voluto avere un telecomando per abbassarle il volume ma purtroppo avrebbe parlato lo stesso.

Jen aveva gli occhi che oscillavano tra una discreta forma a cuoricino e un’inquietante forma a stellina che la faceva sembrare una assatanata.

-E che si mangia?- chiese tornando alla realtà la più pratica delle due sgranando gli occhi nei quali si leggeva il panico più totale.

Si voltarono contemporaneamente verso l’orologio a muro.

-S-sono le 7…cazzo! Come abbiamo fatto a non pensarci?!

-Ma daaai! Ordiniamo una pizza!- cercò di tranquillizzarla Anouk voltandosi e andandosene in camera sua.

-Ma…ma…sono gli Avenged Sevenfold!

-Appunto…non mi pare che abbiamo ospite Obama stasera! – la liquidò prima di scomparire nella sua stanza per cambiarsi.

 

Il campanello suonò e Jen si catapultò ad aprire sorridente.

-Buonasera!- disse allegramente ai 5 armadi che ci trovò davanti.

Visti in quel modo, vicini vicini e tutti insieme, erano spaventosi. Positivamente spaventosi ovviamente.

Entrarono e Rev li presentò alla ragazza che li guardava sorridente rischiando una paresi facciale e un collasso del sistema nervoso.

-Ciao a tutti!- disse Anouk entrando nella stanza e avvicinandosi all’allegra combriccola.

-Anouk!- la salutò Rev sorridente.

-Loro sono Matt Shadows, Synyster Gates, Johnny Christ e Zacky Vengeance.

Anouk li osservò ad uno ad uno ostentando indifferenza senza però per questo dimostrarsi scortese.

-Piacere di conoscervi…io sono Anouk.- disse alzando una mano in segno di saluto generale.

-Il piacere è tutto mio tesoro…- commentò Synyster Gates sorridendo malizioso.

Anouk alzò un sopracciglio e lo guardò di traverso.

-Venite accomodatevi…- intervenne Jennifer prevedendo che presto il silenzio pieno di significato dell’amica sarebbe finito e degenerato in una serie di insulti. Odiava i tipi che le si rivolgevano in quella maniera così sfacciatamente. O almeno quando non aveva anche lei voglia di giocare.

Il gruppo si riversò in soggiorno e tutti si accomodarono.

-Allora ragazzi siamo qui riuniti oggi…- esordì ironizzando il Rev. –Perché abbiamo davanti dei giovani talenti che non aspettano altro che essere scoperti.

Jen sorrise allegra e gongolante così come Anouk.

-Già…Jimmy ci ha parlato della vostra esibizione di questo pomeriggio…Beh volevamo farvi una proposta…- disse Matt Shadows sporgendosi verso le due ragazze che sedevano sul divano di fronte.

-Ovvero?- chiese Anouk interessata sorridendo.

-Beh noi abbiamo una serie di date da queste parti, approfittando del periodo che trascorreremo qui per registrare l’album e al termine di questo progetto partiremo per un tour per promuovere il nuovo album…

Jen sbarrò gli occhi sorpresa già intuendo la proposta e cominciando quindi a molleggiare sul divano.

-Il succo della cosa?- chiese pratica l’altra.

-Vi piacerebbe farci da gruppo di apertura?

Jennifer si voltò verso Anouk che sorrideva soddisfatta.

-Non mi devo più fare il produttore ciccione!- esclamò quest’ultima abbracciando l’amica.

-Si!!- esclamò l’altra esaltata per poi alzarsi e buttare le braccia al collo di Matt.

-Non vi deluderemo! E’ una promessa!- sbraitò strapazzandolo.

-Hey l’idea è stata mia!- si lamentò il Rev mettendo il broncio.

Anouk si avvicinò e lo abbracciò dandogli un sonoro bacio sulla guancia.

-E le Revenge te ne saranno per sempre grate!

Anouk si scostò dal batterista e si accorse che Jen era ancora attaccata al cantante che però non sembrava per niente dispiaciuto vista l’espressione beata.

-Ehm ehm…-tossì per attirare l’attenzione dell’amica.

-Oh si giusto…- disse quella arrossendo e sedendosi al suo posto.

-Sentite gente dopo questa bella proposta mi è venuta fame che ne dite se vado a prendere delle pizze?

-Ti accompagno…- si offrì Syn scattando su come una molla.

Angolo discussioni (...non mi chiedete perchè!)

Buono il kinder pinguì Letstarthekilling? E come hai cambiato il nome? O-O" Beh comunque diciamo che l'intenzione di finirla c'è...ma devo trovare la volontà di farlo. Questo è un buon modo per costringermi a farlo probabilmente.

Jessromance, sono davvero contenta che trovi la mia storia interessante! Ecco a te il secondo capitolo? E' ancora interessante o è passata a scadente-e-scontata-fanfiction-senzainfamianèlode?

Waiting for your comments! 

Kisses, girls!

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Capitolo 3
*** 3 ***


BACKSTAGE
3

Kiss me out of the bearded barley.
Nightly, beside the green, green grass.
Swing, swing, swing the spinning step.
You wear those shoes and I will wear that dress.

“Il solito Don Giovanni…non cambierà mai. Se gli ricordo quel giorno non può fare a meno di ridere...avevo messo a dura prova il suo ego.”

Anouk si strinse nel giubbotto di pelle quando una folata di vento freddo la investì e si voltò verso Syn che le camminava a fianco mentre si dirigevano verso la macchina di quest’ultimo.
-Freddo? le chiese lui entrando in macchina.
-Un po’…-ammise lei imitandolo e sedendosi dalla parte del passeggero.
La macchina era decisamente più confortevole e i brividi di freddo si arrestarono.
Synyster Gates mise in moto e partì verso il centro.
-Allora dimmi tu dove andare…non so dove si trova questa pizzeria italiana.
-Si ehm… vai dritto, ti dico io quando svoltare.
Lui annuì e tornò a fissare la strada mentre nell’abitacolo calava il silenzio.
Ogni tanto lanciava un’occhiata alla ragazza che gli sedeva a fianco e si ritrovò a pensare che c’erano dei buoni presupposti per una bella serata.
Anouk si permise di accendere la radio e subito le note di “Twenty years” dei Placebo si diffusero nell’auto facendola sorridere e cominciò a canticchiarne a bassa voce le parole.
Adorava la voce di Brian Molko. Era qualcosa di straordinario. Profonda, particolare.
-Ti piacciono i Placebo?- chiese l’uomo vedendola così presa.
-Si…sono molto bravi…
-Fanno buona musica…anche se sono più per il rock più forte personalmente…- rispose lui e sul suo viso si disegnò un attraente sorriso.
“Però…” si ritrovò a pensare Anouk sorridendo.
-Beh io vario…prediligo una musica non troppo forte ma ascolto volentieri anche il Metal. Jennifer si droga di quel genere di musica e vivendoci insieme volente o nolente devo sorbirmelo.
-E invece che ne pensi di noi?- chiese con un’espressione dalla quale si capiva lontano un miglio che prevedeva una risposta che comprendesse più lusinghe che semplici parole.
-Bah…ve la cavate…- rispose invece lei semplicemente. –Gira a destra…
Sterzò a destra e la sua espressione cambiò per poi riacquistare, in pochi secondi, la sua proverbiale sicurezza. Si voltò a fissarla con l’espressione di chi la sapeva lunga e l’angolo della bocca leggermente sollevato in un ghigno.
-Sarebbe meglio se tu facessi attenzione alla strada. Non conosci la città e a schiantarci contro un albero non ci vuole molto…
Il chitarrista sembrò scombussolato dalla reazione della ragazza dato che, di solito, quello sguardo faceva cadere ai suoi piedi qualsiasi esemplare umano di sesso femminile.
Dal momento in cui Anouk era salita in macchina, aveva previsto una dolce seconda serata in altrettanto dolce compagnia ma sembrava proprio che avrebbe dovuto rivedere i suoi piani.
-Credo proprio che ben presto ci adorerai…- buttò li misterioso cercando di stuzzicarla.
-O forse voi adorerete noi..- rispose supponente alzando gli occhi al cielo.
-Dipende da voi..-disse lui accostando e sporgendosi verso di lei per arrivarle ad un soffio dal viso.
Anouk non si allontanò e sostenne il suo sguardo deciso. Quegli occhi castani erano terribilmente magnetici ma l’atteggiamento del ragazzo le dava decisamente sui nervi. Era la classica star abituata ad avere il mondo ai propri piedi, a considerare tutto come se gli fosse dovuto.
Aveva decisamente bisogno di una ridimensionata; si conoscevano da più o meno mezz’ora e lei non rientrava di certo in quella categoria di ragazze a cui, probabilmente, era abituato.
-Accuccia Gates…mi era giunta voce delle tue doti da latin-lover ma non credo di volerne avere la conferma. Vivrò benissimo anche senza…
Lui si tirò indietro con un sopracciglio alzato e rimise in moto mentre sul suo volto si dipingeva un’espressione decisamente piccata.
-Allora dove devo svoltare?


Nel tragitto verso casa Brian non potè non darsi dell’imbecille.
Si stava comportando da perfetto idiota con quella tipa ma lei era così …strana.
Lui non era come si mostrava, dietro quell’atteggiamento un po’ superficiale e  materialista si nascondeva un ragazzo simpatico e gentile anche se indubbiamente caratterizzato da modi non troppo fini.
Bisognava conoscerlo, però, per sapere davvero cosa girasse nella sua mente e anche conoscendolo spesso risultava un’impresa di non poco conto.
Tuttavia, arrivati a casa, gli altri Sevenfold capirono subito dall’espressione distaccata e superiore dell’amico che doveva essere successo qualcosa: anzi, quella era la tipica faccia da due di picche.
-Eccoci!- annunciò Anouk posando le pizze sul tavolo della cucina e sedendosi accanto al Rev che già allungava una mano per afferrare un pezzo di pizza e morderlo voracemente.
-Pancia mia fatti capanna!- lo seguì Matt con un sorrisino infantile stampato sul volto sul quale si stagliavano le dolcissime fossette.
Anouk fissava Brian Haner, o Synyster Gates che dir si voglia, che rideva ad una battuta di Jen mentre lei intanto dava pacche sulla schiena di Johnny che alla stessa battuta aveva rischiato di strozzarsi con la pizza.
Era decisamente un bell’uomo, Gates. I muscoli al loro posto, capelli lunghi come piacevano a lei, piercing e sorriso seducente che sommato agli occhi magnetici aveva un effetto distruttivo.
Peccato per quell’atteggiamento da don Giovanni che, nonostante evidentemente dovesse funzionare sempre, le dava sui nervi.
Anouk si schiaffò una mano sulla fronte.
-La birra! Dove si va senza il nettare degli dei?- chiese con tono teatrale alzandosi.
Si eclissò in cucina lanciando però un’occhiata a Jen prima di scomparire.
L’amica capì al volo l’antifona e si alzò, scusandosi, per poi raggiungere l’amica e chiudersi la porta alle spalle.
Anouk stava seduta sul piano della cucina con le braccia conserte e l’aria da bambina capricciosa.
-Che t’è successo Ann?- chiese paziente l’altra.
-Quel…troglodita!
-Gates?
-Gates…-confermò lei sbuffando.
-E che ti avrà fatto mai di così terribile, di grazia?
Anouk la fulminò con lo sguardo. Faceva pure del sarcasmo!
-Ha tentato di…insomma, ci ha provato!!
Jen ridacchiò scuotendo il capo.
-Non vedo dove sia  il problema…
-Il problema?! Ci conosciamo da…mezz’ora!
-Non mi sembra la prima volta che ti capita una situazione del genere…perché ti scaldi? Non eri tu quella del “poche chiacchiere e più fatti”?
In risposta ricevette un ringhio soffocato e uno sguardo truce.
-Ma…ma…non è la stessa cosa!!
-Sai che penso Ann? Che ti piace!
- Cambia pusher tesoro perché te la taglia parecchio male!
Jen scosse la testa avvicinandosi all’amica e scompigliandole i capelli.
-Sei fuori strada…
L’altra alzò un sopracciglio e incrociò a sua volta le braccia al petto, aspettando la verità che, sapeva, di lì a poco sarebbe riuscita a tirarle fuori.
-Ti regalo un navigatore satellitare!- propose Anouk saltando giù e andando a prendere le birre in frigo.
-Oh no! Non scappi sai! Adesso tu ammetti che ho ragione!
-Sisi certo.. - disse congedandola con uno svogliato gesto della mano mentre usciva dalla cucina.
-Ann!!
Jen la inseguì in salotto ma non potè chiederle altro perché aveva preso posto tra il Rev e Matt.
-Queste birre dovevano essere ben nascoste eh?- chiese ironico Zacky mentre Jen gli si sedeva accanto.
La serata trascorse tranquilla tra una battuta e l’altra e le ragazze scoprirono che quei 5 musicisti erano ragazzi come tutti gli altri o, forse, anche meglio di molti altri.
Sapevano stare al gioco, scherzare e ridere senza lasciare neanche il minimo sentore di superbia.
Anouk stava persino rivalutando Syn.
Erano ormai le tre passate quando Matt si alzò facendo segno agli altri di imitarlo.
-Bene ragazze noi andiamo a dormire…domani si registra! Ah e mi sono dimenticato di avvertirmi che il prossimo concerto è tra 3 giorni.
-Cosa?!- scattarono insieme le due ragazze allarmate.
Lui si grattò la nuca.
-Beh si…ma avete tutto il tempo di prepararvi…è…
-Un tempo ragionevole!- gli venne in aiuto Syn sorridendo sicuro.
Anouk pensò che “il tempo ragionevole” glielo avrebbe ficcato volentieri dove non battev il sole ma si contenne.
-Bene…e…non volete sentire i nostri pezzi per dirci quali preferite che facciamo?
-Ottima idea…- esclamò Zacky Vengeance  fissando Jen. Non le aveva staccato gli occhi di dosso per tutta la sera.

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Capitolo 4
*** 4 ***


backstagee 4

A soul in tension that's learning to fly,
condition grounded but determined to try
.
Can't keep my eyes from the circling skies,
tongue tied and twisted just an earth-bound misfit, I
 


“Sono sempre stata molto ansiosa…quella era un’occasione d’oro che, sapevo, non si sarebbe mai più ripresentata. E pur essendo certa che ce l’avremmo fatta, non potevo fare a meno di aver paura.”


 
-Porco cane!- guaì Anouk afferrandosi il piede e cominciando a saltellare.
-Punizione divina! E’ un’ora che vai avanti e indietro per questo cavolo di garage! Ti vuoi dare una calmata?- la riprese Jen evidentemente tesa.
L’altra sbuffò e si rimise la chitarra a tracolla. Era un’ora che provavano e lei di tanto in tanto senza preavviso si toglieva la chitarra di dosso e cominciava a camminare avanti e indietro come un’anima in pena facendo innervosire in maniera considerevole le altre.
-Anche io sono agitata!- miagolò Ginny dando un colpo fortissimo al piatto della batteria e facendo così trasalire Fran e Jen che si rivolsero uno sguardo disperato ed eloquente che evidentemente stava a significare: “Ma quando arrivano quei tipi?”
-Ma…ma perché sono agitata? Qual è il problema?- chiese a voce alta Ann gesticolando.
-Ah non lo so tesoro me lo chiedo anche io…- rispose ironica la bassista.
Ann si poggiò contro il muro e tirò un gran respiro incamerando quanta più aria possibile.
-Sapete che potrebbero ripensarci?- esalò seria all’indirizzo delle altre.
Jen non aveva mai visto Anouk così tesa.
-Non ci ripenseranno…siamo brave e abbiamo le carte per farcela!- decretò convinta e tranquilla Fran prima di spalancare la bocca in un sonoro sbadiglio.
Aveva un autocontrollo invidiabile, sembrava quasi apatia la sua.
-Salve ragazze!!- esclamò Matt entrando nel garage e facendo fare un salto di qualche metro buono dallo sgabello a Ginny.
-Matt!!- esclamò Anouk andandogli incontro. -Che bello vederti!
“Non ha ancora ben capito che Matt non è come uno dei suoi produttori maniaci!” pensò Jen scuotendo il capo.
Entrarono anche gli altri Sevenfold e salutarono le ragazze, tutte agitate ormai tranne Fran che sorrideva angelica.
-Allora ci fate sentire qualcosa?- chiese Syn sedendosi per terra a gambe incrociate e con la schiena contro il muro prima di portarsi le mani alla nuca. L’immagine del relax.
Gli altri gli si accomodarono a fianco e Anouk tossicchiò piano guardando di sottecchi Jennifer che ricambiò lo sguardo carico di puro panico.
Anouk si avvicinò al microfono che vibrò fastidiosamente e si schiarì la voce.
-Cominceremo con un pezzo abbastanza recente in cui, premetto, abbiamo puntato più sulla musica che sul testo.
Rivolse un’occhiata a Ginny che annuì e battè il tempo.
-1,2,3,4!
 
Your game came to its end
I am just out of my mind
I can't do everything you say
I won’t be as you would me to be!
 
As you would me to be ripetè Jen al suo microfono.
Partì la parte strumentale e le ragazze si rivolserò uno sguardo complice mentre Ann e Jen si misero a suonare schiena contro schiena.
Ann guardò l’amica e scoppiò a ridere chinando il capo e nascondendo il volto tra i capelli prima di tornare al microfono e ricominciare.
Anouk cantò la seconda strofa e ripartì col ritornello.
E a questo punto la chitarrista lanciò uno sguardo di sfida a Syn e cominciò il suo assolo muovendo le mani sul manico della sua chitarra ad una velocità impressionante piegata su se stessa in un momento di assoluta concentrazione.
E quando l’ultima nota dell’assolo volò fuori da quelle corde Ginny battè forte le bacchette sui piatti e le parole ricominciarono.
 
Gli Avenged batterono energicamente le mani, colpiti da quelle 4 ragazze. Erano un concentrato di grinta, un mix esplosivo tutto al femminile. Sarebbero state senza dubbio un’ottima band di apertura.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Anouk si rigirò nel letto. Non riusciva a riprendere sonno dopo essersi svegliata per un terribile incubo.
Quella sera ci sarebbe stato il primo concerto con gli A7x e aveva una paura matta di non farcela.
Aveva sognato di rimanere imbambolata davanti al pubblico, a bocca aperta e con la chitarra dal lato sbagliato mentre da dietro le altre la incitavano a finirla con quella pagliacciata e cominciare a suonare.
Ma lei non ci riusciva. Era bloccata. E dulcis in fundo signore e signori, ad un trattò si era ritrovata nuda!
Scosse la testa scacciando il ricordo di quel sogno e si alzò, scostando il lenzuolo e balzando giù per poi andare svogliatamente ad aprire la finestra.
Si affacciò e quando vide Synyster Gates comodamente appoggiato alla ringhiera del balcone intento a fumarsi una sigaretta si ricordò che quel balcone dava sulla casa dei vicini. “E che vicini...”si ritrovò a pensare.
Syn non si accorse subito della presenza della ragazza e lei potè osservarlo attentamente.
Indossava un jeans che, pensò Anouk, doveva essere molto comodo date le esagerate dimensioni e il torso nudo gli dava un’aria decisamente accattivante.
Insomma, era uno che se lo poteva permettere e Anouk  dovette ammetterlo nonostante non fosse granchè propensa ai complimenti verso quell’individuo arrogante.
I capelli neri facevano da cornice al viso dalla pelle non troppo chiara e i cui tratti si contraevano ogni volta che la sigaretta arrivava alle labbra, affondandovi per qualche secondo con dei movimenti così sicuri e decisi da essere persino sensuali.
Gli occhi castani del ragazzo guizzarono improvvisamente verso Anouk che però non distolse lo sguardo. Non era il tipo che si inibiva per certe cose.
-Che fai mi spii?- chiese allegramente lui tirando l’ultimo tiro dalla sigaretta per poi gettarla a terra e pestarla.
-Purtroppo alle sei di mattina, in un quartiere noioso come questo è l’unica cosa costruttiva da fare…
-Costruttiva?
Anouk sorrise furba.
-Mi ha dato la concreta possibilità di aggiungere tuoi nuovi difetti alla lista  mentale che sto formulando da quando ti conosco …
-Beh sarà difficile … sono troppo perfetto perché si possano trovare difetti!
-Soprattutto sei notevolmente modesto.
Una risata roca e bassa uscì dalle sue labbra la cui evidente e controproducente bellezza faceva rabbia ad Anouk che faceva di tutto per difendersi dal suo fascino.
-So che non si può resistere al mio fascino…- scherzò evidentemente preso dal giochetto facendo finta di pensare ad un aggettivo con il quale descrivere il proprio charme.
-Animale?- propose Anouk soavemente con espressione innocente.
-Stavo per dire insuperabile…
Lei si lasciò un po’ andare e si ritrovò a sorridere scuotendo il capo.
-Però vedi che ti faccio ridere?
-Vorrei ben vedere! Con le enormi e stratosferiche cazzate che spari!
Lui fece qualche passo verso l’ingresso della stanza sorridendo ma all’ultimo si voltò.
-Ti va di fare un giro?
 
Camminavano l’uno a fianco dell’altra nella strada deserta che partiva dal loro quartiere e fu il turno di Brian osservare la ragazza mentre questa buttava annoiata la testa all’indietro chiudendo gli occhi e godendosi la brezza mattutina.
Non era molto alta o appariscente, aveva un po’ l’aria da bambina che però cadeva inesorabilmente quando dava sfogo alla sua acidità fissandolo con quegli occhietti fieri.
Indossava un largo pantalone di cotone e una canottiera corta che le arrivava all’altezza dell’ombelico lasciando un po’ scoperto il ventre magro e candido, come il resto del suo corpo caratterizzato da quella pelle così chiara da sembrare irreale.
I capelli biondi le ricadevano lisci e morbidi sulle spalle facendo da cornice al piccolo viso illuminato da due piccoli occhietti azzurri che in quel momento si spalancarono e si puntarono addosso al ragazzo ancora intento a fissarla.
-Io sarò una spia ma tu sei inquietante … - decretò lei dandogli una spinta e ridacchiando.
-Come mai sveglia così presto?- chiese cambiando discorso.
-Perché … -sembrò valutare se rispondere sinceramente o no.
-Ho avuto un incubo … - soffiò infine.
Lui allargò le braccia.
-Se vuoi parlarmene …
Anouk sospirò. Non amava mostrarsi debole. Non le piaceva per niente. Ma sentì che doveva sfogarsi o l’ansia l’avrebbe uccisa.
-E-ravamo sul vostro palco … io e le altre dico e … si insomma io mi ero bloccata dannazione! Stavo li! Ferma con la faccia da pesce lesso e … oh merda! Con la chitarra al contrario!!- sbottò infine alzando le braccia al cielo per poi farle ricadere pesantemente lungo i fianchi. – dimenticavo che mi sono anche ritrovata nuda a un certo punto!
-Ma è normale … non hai mai suonato su un palco davanti a tanta gente.
-Specifica cosa c’è di “normale”- disse lei facendo con le dita il segno delle virgolette- la faccia da pesce  lesso o la chitarra al contrario?
-La paura per l’esibizione … -statuì lui paziente.
-Ma …
Odiava ammetterlo ma si, aveva una paura folle.
-Ma?
-Ma se succede come nel sogno?
-Non accadrà … ti ho vista suonare e sei una con le contro palle. Non può succedere niente di neanche lontanamente simile al tuo sogno. - sembrò pensarci.-anche se la nudità personalmente non mi dispiacerebbe!
-Cretino!- disse lei ridendo e spintonandolo.
Era sempre Synyster Gates. Si insomma, quello pieno di sé, il divo. Ma, Anouk aveva scoperto, sapeva essere un buon amico.

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