Riportami alla vita

di Sa_MiLow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il mare ***
Capitolo 2: *** E che musical sia! ***
Capitolo 3: *** Jesus of Suburbia ***
Capitolo 4: *** Nuove sensazioni ***
Capitolo 5: *** 5. che faccio? ***



Capitolo 1
*** Il mare ***


Camminare sulla spiaggia era il mio passatempo preferito, era il mio piccolo rifugio, arrivavo alla piccola spiaggetta sul mio skateboard, ci andavo da quando avevo 14 anni ma avevo ormai smesso di fare i trik e mi limitavo a usarlo come mezzo di trasporto. Passavo lì come minimo un'ora al giorno, anche di più se le giornate prendevano una piega sbagliata. A volte mi sedevo sulla spiaggia e fissavo le onde infrangersi con la musica nelle orecchie e l'immaginazione che galoppava. Anche quel giorno ero sulla spiaggia, poco lontano da casa mia nella costa californiana. Abitavo a Berkeley, california, una città universitaria quindi sempre piena di vita, peccato che quella vita non facesse per me. Ero un tipo alquanto solitario, non amavo il divertimento “adolescenziale” fatto di sbronze, club dance e mettersi in mostra. Preferivo i concerti, le vere amicizie, le persone che ti notano anche se te ne stai in disparte. Quel pomeriggio ero in spiaggia, nonostante il vento freddo e le nuvole che coprivano il cielo. Avvolta nella mia felpa, tirai su il cappuccio per ripararmi dal vento. Mi persi a fissare l'orizzonte, le nuvole volavano leggere e veloci sul mare dandogli una tonalità grigio scuro. Ero persa nei miei pensieri, l'università, la vita a casa... Mamma non c'era più ormai da 5 anni, ma papà dava il massimo per non farcene sentire la mancanza. I miei due fratelli erano qualcosa di stupendo sia dal punto di vista affettivo che da quello estetico. Non volevo pensare alla morte di mamma, non ora perlomeno mi sarei depressa. Mi alzai, mi strinsi nella felpa e tornai verso casa. Salii sul mio skate e con la musica nelle orecchie iniziai a correre. “ I walk this empty street, On the blvd. of broken dreams,Where the city sleeps,And I'm the only one and I walk alone” niente di più vero in quel giorno. Mi sentivo sola nonostante tutte le persone che mi erano attorno, sentivo che nessuno mi comprendeva veramente. Arrivai a casa, presi in mano lo skate e entrai “sono a casa!” nessuno rispose, feci finta di nulla e mi chiusi in camera mia. Accesi lo stereo e misi su un cd dei My chemical romance mentre cercavo di studiare. Dopo poco sentii bussare. "avanti" Dean, uno dei miei due fratelli,entrò
"quando la finirai di ascoltare questa merda, Helena?" lui adorava la musica rock anni 70 e il metal, perciò non perdeva mai occasione di rompere sui miei gusti contemporanei. Dean aveva 23 anni, capelli corti castani, occhi azzurri e fisico atletico. É sempre stato un casinista festaiolo, non di certo quello che si definirebbe un bravo ragazzo! Quello era il ruolo di Sam, Samuel all'anagrafe, 21 anni (uno più di me, si io ero la piccina di casa), classico ragazzo che amano i genitori: studioso, tranquillo e con la testa sulle spalle. Aveva i capelli castano chiaro lunghi fino sopra gli occhi nocciola, il viso tenero ed un fisico allenato. Io? Beh io mi chiamo Helena, vent'anni, adoro la musica, il rock, e suonare. Sono tutt'altro che femminile, cosa normale dato che abito con solo maschi, e non sono ciò che si reputa popolare.
"piantala di rompere Dean!! non posso mica fossilizzarmi sulle stesse canzoni come te!!" al che lui corse contro di me e iniziò a farmi il solletico come quando eravamo piccoli
"chiedi immediatamente scusa gagnetta!!" morivo dalle risate ma mai e poi mai avrei chiesto scusa
"mai!! mai!! ahahahha" continuò imperterrito fino a quando non mi obbligò a chiedere scusa
"ok,ok...perdono!!"
"bene così!! vittoria!!" sorrise maligno
"scusa,Dean ma cosa ci fai qui? Non dovresti essere in giro a caccia??" lui mi diede un coppino leggero
"ti ho vista sulla spiaggia, cosa ci facevi là tutta sola di nuovo??" era preoccupato
"ehm... niente,pensieri" lui alzò un sopracciglio, non mi credeva era palese "piantala di guardarmi così, dai!!" continuò "senti, non ti devi preoccupare, sto benissimo!! " si sedette sul mio letto
"certo sorellina, lo vedo!!" inidicò la mia stanza alquanto darkettosa: I muri erano bianchi,si, ma ricoperti di poster di gruppi rock e disegni poco allegri, le tende erano viola come le lenzuola e I copriletto e l'armadio era ridipinto di nero. <> cercai di sdrammatizzare ma mi procurò solo un pugno sulla spalla. "sorellina, lo sai che se hai bisogno ci sono sempre per te?"
"lo so Dean, ti voglio bene" l'abbracciai, lui mi strinse forte
"sai, sei l'unica ragazza che ha l'onore di avere il mio affetto sincero" lo guardai dubbiosa
"sai fratellone, non credo sia una cosa di cui vantarsi" ci guardammo un po' in cagnesco e poi scoppiammo a ridere"ascolta, ma tocca a Sam cucinare sta sera?" chiesi preoccupata
"si,almeno credo, io ho cucinato ieri, quindi o papà o Sam"
"speriamo si fermino a prendere qualcosa al take away...se no siamo fritti" ridemmo insieme. A quel punto sentimmo urlare dal piano sottostante
"sono a casa gente!" era Sam.
Corremmo giù per vedere se aveva la cena. Quando ci vide arrivare di corsa scoppiò a ridere
"ehi, com'è che siete così felici di rivedermi?" noi ci guardammo poi esclamammo in coro
"cena!"
"tranquilli, ho preso la pizza tornando dal colledge" noi tirammo un sospiro di sollievo. Iniziammo a preparare, nel momento in cui ci mettemmo a tavola il telefono squillò, Sam rispose, era papà, non sarebbe tornato per cena, come al solito d'altronde. Passava la sua vita al lavoro, tornava tardissimo e usciva prestissimo, eravamo praticamente sempre soli.
"papà non torna" avvisò Sam
"lo sapevo" risposi, non avevo neanche apparecchiato per lui.
"su Hel, deve lavorare per mantenerci" mi consolò Dean. Si, mi chiamavano Hell, come “inferno”, perchè da piccola ero pestifera quindi da lì rimase il mio soprannome.
"si,lo so...dai, mangiamo" l'atmosfera si fece più pesante ma continuammo a mangiare tranquilli parlando del più e del meno. Dopo cena, il telefono squillò.
"Dean, Sam, andate voi?? ho le mani bagnate" stavo lavando I piatti mentre I due scansafatiche guardavano la tv. Il telefono continuò a squillare finchè Dean stancamente tirò su la cornetta, dopo poco
"Hell, è per te!!! Nicole!!" Nicole era la mia migliore amica, ci conoscevamo da soli tre anni ma il nostro rapporto era stato subito di complicità. Avevamo gli stessi gusti in molte cose tra cui la musica che entrambe amavamo. Mi asciugai le mani e andai a prendere il telefono. Allungai la mano verso mio fratello che prima di passarmi il cordless disse ammiccante
"a presto bellissima! Bacio" poi mi strizzò l'occhio divertito e mi passò il telefono “idiota” sillabai
"pronto" dissi, la risposta fu un fiume in piena
"oddio!!!Helena!!! ma quanto è gnocco tuo fratello Dean!! mi ha mandato un bacio!! penso di svenire!! Quand'è che m'inviti??" risi
"scema!! quante volte devo dirtelo che mio fratello non è l'uomo per te??" lei sospirò
"puoi dirmelo quanto vuoi ma rimarrà sempre l'uomo dei miei sogni!!"
"ahahah ma daiii....hai chiamato solo per dirmi quanto è figo Dean?" andai in camera mia e chiusi la porta
"Dean..." aveva un tono sognante "anche il suo nome è meraviglioso!!" sospirò "no, comunque ti ho chiamato perchè volevo invitarti a vedere un musical! Ti va??" restai perplessa
"un musical?? di cosa si tratta?"
"me l'ha chiesto mia mamma, ci lavora mio zio, così ci ha regalato dei biglietti e siccome quella sera mio papà lavora allora ho pensato che magari ti faceva piacere venire, non so di cosa si tratti di preciso" la cosa m'incuriosì
"wow non sapevo avessi uno zio che fa musical!! che figata!"
"già...non è che io abbia grandissimi contatti con lui però è gratis e un po' di musica non fa mai male!"
"sono d'accordo!! per quand'è??" lei ci pensò un attimo
"domani sera al teatro pincipale della città, siccome domani è venerdi ti va di venire da me dopo la scuola e poi andiamo insieme??"
"certo!! devo solo avvisare papà e i due scemi, ma non ci saranno problemi!" sorrisi, non so perchè ma l'idea di andare a vedere quel musical mi metteva di buon umore.
"se riesco a trovare un altro biglietto glielo do a Dean!!"
"la pianti!!??" sorrisi "tanto non ti caga!"
"non dire cattiverie!!! Lui mi ama ma non lo sa ancora!!" rise delle sue cazzate.
"ma Sam non ti piace?? lui si che è un buon partito!!"
"naaa, troppo noioso!! te lo immagini mentre mi fa il culo perchè non ho studiato per il compito??" ridemmo insieme della pignoleria di mio fratello. "ehi Hell, hai più sentito Luke??" Luke era il mio migliore amico, si era trasferito a Seattle il primo anno di università e tornava a casa solo per le vacanze. Mi mancava da morire quando non lo vedevo, ci sentivamo una volta a settimana per telefono o e mail ma non era abbastanza per sentirsi vicini.
"l'ho sentito ieri, mi ha scritto un emai perchè non aveva tempo di telefonare a ore decenti...mi manca tanto!"
"anche a me" rispose triste. Parlammo del tempo passato, poi riattaccamo dandoci appuntamento per il giorno dopo all'università. Finii di lavare I piatti e mi sedetti accanto a Sam sul divano a guardare un film in tv, davano “non aprite quella porta”, ero più schifata che spaventata, come mi sedetti Dean mi lanciò la battutina
"ehi ma la tua amica quando viene a trovarci, mi diverto troppo con lei"  lo fulminai
"devi smetterla di prenderla in giro! Sei senza cuore"
"ma dai...anche lei lo sa che scherzo!! però è divertente" Sam gli diede un coppino ne scaturì così una lotta tra i due con le mie risate di sottofondo.
"ah ragazzi, domani non torno dopo scuola, vado da Nicole e poi andiamo a vedere un musical" Dean mi guardò schifato
"è una roba da checche il musical" lo guardai dubbiosa
"infatti siamo due ragazze" lui mi guardò come preso in fallo
"ehm..si...ma resta il fatto che sia da checche!" io e Sam scoppiammo a ridere. Dopo poco adai a dormire lasciando i due in salotto.

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Capitolo 2
*** E che musical sia! ***


La mattina dopo mi svegliai presto, mi vestii con una t-shirt nera e rossa a strisce, un paio di skinny jeans neri e le mie amate converse. Presi la borsa coi libri e il cambio per la serata (una gonna nera a pieghe, dei leggins neri e una maglia a pipistrello, quelle che lasciano una spalla scoperta a righe bianche e nere. Avrei chiesto a Nicole le scarpe). Scesi a fare colazione, la casa era deserta. Sul tavolo c'erano già I piatti pronti e un biglietto di Sam. “sono già alla facoltà, ho preparato il caffè e in forno ci sono le cialde. p.s. Buona serata Hell!!” che tenero il mio fratellone. Mangiai due cialde e bevvi il caffè. Dean dormiva ancora quando io uscii di casa e di papà non ne sapevo ancora nulla. Presi il tram fino all'università e m'immersi nel solito tram tram delle lezioni noiose. All'ora di pranzo m'incontrai con Nicole nel piccolo parco all'interno dell'edificio.
"ehi Hell,come stai??" sorrise e si sedette di fianco a me appoggiando la schiena al tronco dell'albero.
"nomale...hai saputo qualcosa di più del musical??"
"no...non ho neanche chiesto!! sorpresa!!" sorrise poi continuò
"ti ricordi di Liam??" Liam era un compagno di corso di Nicole e le stava sempre addosso, era appiccicoso come una cozza, era ormai da sei mesi che le stava dietro nonostante I suoi continui rifiuti. Non era un cattivo ragazzo, ma non era certo una bellezza
"si...che ha fatto sta volta??" lei roteò gli occhi
"mi è venuto a prendere a ogni singola lezione, mi ha portato un mazzo di margherite, e mi ha chiesto di nuovo di uscire" sorrisi
"ehi...e tu cosa gli hai detto??"
"che domande...NO!" ridemmo insieme
"e tu??è da un po' che non ti sento parlare di un ragazzo a parte Luke...che non vale" abbassai lo sguardo
"non mi interessa...non ho tempo da perdere dietro a un ragazzo...sto bene così come sono"
"secondo me dovresti uscire un po'.. non puoi stare li da sola per sempre...solo per colpa,beh ecco,sua" disse con un po' d'imbarazzo. Un colpo al cuore. Si riferiva ad Alex, il mio ultimo ragazzo risalente a due anni prima. Stavamo benissimo insieme, ci capivamo in tutto, era uno skater ed adorava il rock. Dopo due anni che stavamo insieme successe la tragedia. Stavamo andando in macchina a casa dei miei per un pranzo e un pirata della strada non si fermò allo stop prendendo la nostra auto in pieno. Il lato del guidatore fu distrutto e Alex perse la vita. Tutto ciò mi fu raccontato, I miei unici ricordi sono un forte rumore e le nostre urla. Rimasi sotto shock per molto tempo, mia madre...e dopo anche Alex, pensai che non avrei più dato il mio cuore a nessuno al mondo. Tanto che dopo, dopo il primo bacio scappavo sempre a gambe levate.
"no...perfavore" dissi con la voce rotta
"ok,ok tesoro..." l'aria si fece più pesante. Cercai una battuta per cambiare argomento e così ricominciammoa ridere e scherzare come prima. L'orario delle lezioni ricominciò e così fummo costrette a tornare a chiuderci in classe. Le ore pomeridiane passarono lente e noiose. Dopo la fine delle lezioni incontrai Nicole all'entrata e prendemmo la sua auto per andare a casa sua. Sparammo a palla American idiot dei Green Day per la strada. Erano già le 5,30 quando arrivammo a casa sua. I suoi non erano ancora tornati dal lavoro. Andammo in camera sua. Era completamente tapezzata di poster di gruppi rock e di foto di concerti e di serate tra amici. Il letto era rosa come le ante dell'armadio e sotto la finestra aveva una scrivania incasinatissima col pc e lo stereo.
"allora...si parte per le 8,30 per prendere I posti, lo spettacolo comincia alle 9 perciò mangiamo presto..."
"ok capo!" sorrisi sedendomi sulla sedia della scrivania."cosa ti metterai sta sera" chiesi. Lei aprì l'armadio e ci frugò dentro per un po'.
"uff, possibile che non abbia mai nulla da mettere" risi
"mi ricordi me quando cerco nel mio armadio"
"tu cos'hai portato??" tirai fuori la mia roba
" pensavo di chiederti in prestito un paio di sandali col tacco o qualcosa di simile" lei mi guardò pensierosa
"mm...dovrei avere ciò che fa al caso tuo" tirò fuori un paio di sandali con fibbie di pelle intrecciate “alla schiava” con un tacco che a occhio mi sembrò di una decina di centimetri.
"tu sei pazza, con quei trampoli volo!!"
"ma non dire cazzate!! dai che ti stanno alla grande!!!" accettai di malavoglia, lei alla fine optò per un vestito nero aderente con le maniche corte svolazzanti e del tulle al fondo e stivaletti neri col tacco alto.
"sei una strafiga così!!" le dissi "non è che vuoi far colpo su qualcuno??" lei sorrise,
"no..ma non si sa mai chi va a teatro!" ammiccò "prepariamoci che subito dopo cena partiamo" annuii e iniziai a vestirmi e truccarmi. Ci mettemmo un'ora buona solo per il trucco, ci stavamo veramente impegnando, cosa che per noi era strana. Non avevamo mai dato peso a trucco e vestiti, ma quella sera facemmo una pazzia e ci tirammo alla grande. Quando scendemmo a cena la madre di Nicole si stupì di noi, anche lei era molto elegante e curata.
"ragazze,non avrete esagerato??"
"no mamma! Va bene così!!" disse Nik rassegnata alla ramanzina
"ragazze, non avete bisogno di tutto quel trucco!!"
"dai Marcy, lasciale stare, sono giovani" intervenne il padre di Nik e la discussione morì lì. Dopo mangiato salimmo in macchina alla volta del teatro, il Berkley Repertory Theater. Marcy guidava, al suo fianco c'era Frank, il fratello di Nicole e dietro io e la mia amica. Ero curiosa di cosa si trattasse e sentivo una strana sensazione allo stomaco,non sapevo però a cosa fosse dovuta. Arrivati davanti al teatro lo trovammo gremito di gente e paparazzi pronti a immortalare gli ospiti della serata. Mi voltai sconvolta verso Nik, lei era sconvolta quanto me
"Nik ma cos'è tutto sto caos??"
"e che ne so!!"
"non mi avevi detto che era una prima!" sentimmo sua madre ridacchiare "ma' cos'hai da ridere??"
"tutto a tempo debito bambine! In ogni caso, si è la prima di un musical che vi piacerà molto, tuo zio è un genio Nicole" lei assentì e io non ci capii più nulla.
Parcheggiammo in un posto riservato e entrammo dall'entrata principale, I paparazzi ci guardarono curiosi di capire chi fossimo e che ci facessimo lì, in ogni caso ci fecero un paio di foto che mi accecarono la vista. Non vidi più nulla chiaramente finchè non fummo ai nostri posti, mi persi tutta la hole e il corridoio quindi continuai a non aver idea di che spettacolo fosse. Avevamo dei posti fantastici in platea in quarta fila centrale, lo zio di nicole doveva contare abbastanza per averci regalato quei posti! Ci sedemmo, mi stropicciai un po' gli occhi per togliere il residuo dei flash, a un certo punto la mamma di Nik si alzò sorridente a salutare una donna, al che anche i due ragazzi saltarono in piedi
"nonna!!!" urlarono e la donna li salutò con un caloroso abbraccio, era una signora distinta, bionda dai capelli corti e supervitale. Aveva un aspetto famigliare, nonostante fosse la prima volta che la vedevo. Mi presentarono alla signora che mi strinse la mano decisa e mi fece un caloroso sorriso e commentò
"carina la tua amica Nicole, magari potrebbe fare colpo sui tuoi cuginetti" Nicole scoppiò a ridere poi aggiunse
"sono troppo piccoli nonna!!"
"ehh che ne sai!!" risero insieme, quella donna era davvero forte, dopo qualche chiaccera ritornammo al nostro posto, ogni tanto Marcy si alzava a salutare i suoi fratelli o sorelle che incontrava, ovviamente lo zio di Nik aveva invitato tutta la famiglia. Cerai di guardarmi attorno per vedere se conoscevo qualcuno, ma la vista alle file davanti era coperta e intorno non conoscevo nessuno.Ad un tratto le luci si spensero e lo spettacolo iniziò. Appena il sipario si aprì e un ragazzo salì sul palco era biondo coi capelli “spettinati” vestito alla bell'e meglio, in stile rock. Quando iniziò la prima canzone il mio cuore prese a sobbalzare. Non potevo crederci, non poteva essere vero, non poteva essere successo a me. Presi a tremare dall'eccitazione, I brividi s'impadronirono della mia pelle e le lacrime dei miei occhi. Quello era il musical dei miei sogni e neanche sapevo che ci stavo andando, quel musical era tratto dall'opera musicale che mi aveva cambiato radicalmente la vita. Quello era American Idiot il musical. Iniziai a piangere senza neanche rendermene conto e un sorriso ebete mi si stampò in volto. Sentii la mano di Nicole stringere forte la mia. Mi voltai e anche lei era al settimo cielo, anche lei come me impazziva per I green day...la domanda era: chi è suo zio?? e come mai era sorpresa se conosceva qualcuno all'interno dello spettacolo?? ma ora non era tempo per domande! Mi godetti lo spettacolo cantando ogni singolo pezzo col cuore che mi scoppiava di gioia. Lo spettacolo finì e io non ci potei credere. Mi sembrò passato in un attimo, veloce. Quando le luci si accesero allora mi voltai verso Nicole
"Nik...cazzo Nik!!!! era American Idiot! Non ci credo!!" lei mi guardò con gli occhi sbarrati
"lo so!!! Amo mio zio alla follia per questo!!>> la domanda sorse spontanea < "vieni che te lo presento" si rivolse a sua mamma "ma' noi andiamo a salutare zio, vieni con noi??" lei si voltò e con fare dolce disse
" no andate voi, io lo cazzierò più tardi per non farsi mai sentire!"
"ok mamma!! ci vediamo al parcheggio!" la donna annuì e noi ci infiltrammo tra la folla. Ci avvicinammo alla prima fila dove c'era una folta schiera di giornalisti e fotografi assiepati intorno ai sedili.
"cazzo, sempre così finisce..." e si avvilì, la guardai dubbiosa, suo zio era dietro a quella folla di gente?? e chi era?? uno dei Green Day?? risi da sola a quell'ipotesi assurda. Ad un certo punto la folla si diradò e Nicole partì all'attacco trascinandomi dietro di sè.
"zio!! zio!! " urlava...ma a chi!?? ad un certo punto tutti se ne erano andati e vidi chi c'era dietro la folla di fotografi, non ebbi neanche il tempo di realizzare ciò che vedevo che Nicole si era già avvinghiata a lui urlando "zietto!!! è il più bel regalo che potessi farci!!" rimasi impalata, indecisa se svenire o meno. Lo zio di Nicole non era altro che Billie Joe Armstrong in persona!!! e io ero rimasta lì immobile come una demente sotto lo sguardo della famiglia al completo. Pensai di morire tanto mi batteva forte il cuore. Era un sogno!
"ehi Niki!! calmati!! è solo un musical! Non hai fatto così quando ti ho regalato i biglietti del concerto! Guarda che mi offendo piccina!!" le scompigliò I capelli <
"Ehi rinco!!" la salutò Joseph con un pugno sulla spalla
"fanculizzati puzzone" rispose lei
"ciao cuginetta!" la saluto Jacob dolce, lei gli scompigliò i capelli felice e poi abbracciò Adrienne
"mi sei mancata zia!!! sei sempre più gnocca!!"
"non esagerare adesso!! sei tu che cresci bene!!" rispose la donna. In tutta questa scenetta famigliare io ero ancora imbambolata con la bocca spalancata come una povera scema. Lo shock era troppo.
"ehi,ma la tua amica sta bene??" chiese Billie sorridendo “oh cazzo,oh cazzo,oh cazzo che figura di merda!!” pensai ma il mio corpo non ne voleva sapere di muoversi. Niki si girò verso di me sorridendo
"si...è che non sapeva nulla, sai com'è non vado a dire in giro che sei mio zio, e beh siete il suo gruppo preferito da quando aveva 10 anni...capisci lo shock..." Billie e Jacob scoppiarono a ridere dolci, poi Billie si avvicinò a me
"lascia fare a me Niki" disse poi mi mise un braccio attorno al collo e disse "ehi, se ti offro da bere torni normale piccina? O preferisci un bacio come la bella addormentata" al che il mio stomaco prese a riempirsi di farfalle e penso di essere diventata color paonazzo, tanto che facevo pandan col tendone del sipario. Cercai di parlare
"p-p-penso che da bere b-basti" tentai un sorriso guardando Adrienne che scoppiò a ridere. Nicole mi abbracciò
"ehi Hell, tutto ok,vero??"
"ti odio con tutto il mio cuore, per il resto ok!" le sussurrai
"non è vero!! tu mi ami e lo sai!"
"stronza potevi avvisarmi!! che figura!!"
"ehi voi due!! allora? La smettete di bonfonchiare?Si va a bere??" chiese Billie
"arriviamo!! ma la mamma non s'arrabbia se vengo con voi??" Adrienne rispose
"tranquille alla mamma ci penso io"cercai di essere naturale ma la cosa mi risultò difficile.

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Capitolo 3
*** Jesus of Suburbia ***


Andammo in un locale lì vicino.
"ehi chi va in macchina con Mike?" chiese Billie ai figli "perchè non vorrei subire la sfuriata di Marcy se sua figlia va in macchina con uno degli altri"
"vado io pà" disse Joseph "meno vedo questa strega meglio sto" le fece la linguaccia
"anch'io ti voglio bene Joey!" rispose Nicole
"ma non andate d'accordo?" chiesi curiosa mentre salivamo in macchina
"no, ci divertiamo a stuzzicarci ma ci vogliamo bene " alzai gli occhi al cielo,lo sapevo che non erano normali!! La macchina era una normale audi 5 posti, accessoriata ma niente di straordinario.
"allora come si chiama la tua amica Niki??" lei mi guardò come per dire “parla”, presi fiato
"mi chiamo Helena, ma gli amici mi chiamano Hell"
"Hell?? inferno?? strano soprannome per una ragazzina tanto graziosa" arrossii
"beh, l'ha inventato mio fratello maggiore, da piccola ero una peste...e da Helena ha accorciato in Hell..." lui ci pensò un po'
"tuo fratello già mi sta simpatico! Resta il fatto che sei troppo carina per quel nome!!" al che salì Adrienne in macchina e il discorso terminò con un
"zio, piantala!" di Niki.
Arrivammo al pub e io mi sentivo sempre più a mio agio. Una volta lì davanti Nicole salutò tutti e poi fece le presentazioni
"allora, lui è Mike e lui è Trè Cool, poi c'è Estelle, e Ramona...sono inseparabili ste due!" le ragazzine sorrisero "e poi jacob e lo sgorbio li hai già conosciuti!" sorrisi a tutti, i quali mi strinsero la mano. Entrammo nel locale, un posto tranquillo e con poca gente. Ci sedemmo ad un tavolo, io ero tra Nicole e Billie, ero abbastanza tesa per la vicinanza dell'uomo,dopo tutto era il mio cantante preferito. Tutti presero a chiaccherare. Nicole e Joey ripresero a battibeccare
"ma i gagni come te non dovrebbero essere a letto a quest'ora?" chiese Nik a Joey
"fanculizzati, ho solo 3 anni meno di te! Poi se ti senti vecchia"
"cof cof gagno cof cof" disse tossendo. Guardarli mi fece venire da ridere
"vedi anche la tua amica ride di te strega" disse lui prontamente
"ehm...ma veramente..." Nicole m'interruppe
"veramente lei rideva di te per quanto sei brutto e scemo"
"ah-ah-ah...ha parlato miss america!! ti specchi prima di uscire?"
"io si...tu mi sa di no! Con tutti I soldi che hai potresti comprartene uno!!"
"io I soldi li investo meglio...non come te che vivi allo specchio" Nicole ribattè qualcosa che mi sfuggì perchè poco prima che la mia amica iniziasse a parlare mi sentì picchiettare sulla spalla, mi voltai ed era Billie che mi si avvicinò dicendo
"lasciali perdere, sono come cane e gatto da quando avevano intorno agli 8 anni" sorrise "ti starai annoiando..."
"no,no" mi affrettai a dire "alla fine mi fanno ridere"
"si,anche a me capitava qualche volta...poi quando mi tocca dividerli la cosa non è più così divertente" alzò gli occhi al cielo "tra un po' è più pericolosa Nicole che Joey" ridemmo entrambi, poi continuò "tu hai un buon rapporto con tuo fratello??" carino, cercava di coinvolgermi in una disussione per non lasciarmi in disparte
"beh in realtà di fratelli ne ho due, entrambi più grandi di me, in effetti abbiamo sempre avuto un gran bel rapporto...forse quando eravamo bambini ogni tanto ce le davamo, gli rubavo sempre il giocattoli" sorrisi,
"ahh vero che ti chiamano Hell! Mi piace come soprannome!"
"è sempre piaciuto molto anche a me! Non credo sia una cosa normale...almeno per una ragazza..." dissi pensierosa, lui sorrise divertito
"ma dai...chi lo dice cos'è normale e cosa no?? Io ho quasi 40 anni e suono punk rock in giro per il mondo...non sono certo uno che può dire cos'è normale! E poi Hell è un soprannome che non può non piacere" parlammo un po' del più e del meno con lui e poi anche con tutti gli altri. Mentre li guardavo non potevo non pensare che quelle persone erano le stesse che avevo sul muro della mia stanza. Parlando insieme a Billie mi ritrovai a pensare “porca miseria se è bello” , in effetti era davvero un bellissimo uomo, I capelli neri, spettinati, gli occhi verdi che si illuminavano quando rideva e un sorriso che ti faceva sentire decisamente a casa. Appena mi resi conto di cosa stavo pensando capii che forse mi ero fatta trasportare troppo, I due figli e la moglie bellissima erano lì accanto a me. Tronai alla realtà scrollandomi dalla testa tutto. Mentre eravamo lì a parlare, si unì a noi anche un ragazzo, tra le urla di sorpresa di tutti. Doveva essere un loro amico venuto apposta per la prima. Era alto, atletico, coi capelli corti,castano scuro e spettinati e gli occhi verdi. Lo guardai confusa mentre salutava tutti. Avevo la sensazione di averlo già visto ma non ricordavo dove. Quando arrivò a me e Nicole ci guardò un attimo e poi esordì
"queste belle fanciulle chi sono??" sorrise, allora Adrienne disse
"sono mia nipote Nicole e la sua amica Helena" sorridente. Il ragazzo ci sorrise cordiale poi ci porse la mano dicendo
"piacere Lou Taylor, ma potete chiamarmi Lou!" ricambiammo il saluto presentandoci, quando mi strinse la mano mi guardò negli occhi. Aveva uno sguardo dolce ma deciso, enigmatico a dirla tutta ma che mi colpì in pieno petto. Poi si mise a sedere vicino a Mike, difronte a me e iniziò a parlare dello spettacolo.
"ehi Hell, il tipo ti ha fulminata con gli occhi" sussurrò Nik
"ma non dire cazzate!! figurati se viene a guardare me..." alzai gli occhi al cielo "ah,Nik mi ricorda qualcuno...per caso lo conosciamo??" le chiesi, lei assunse un'espressione sconvolta poi disse tutto d'un fiato
"lui è il Gesù della periferia!!ti dice nulla??"
Rimasi sconvolta a mia volta
"no,non è possibile!! non tutti nella stessa stanza!" faticai a tenere la voce bassa. Era vero, era lui, il protagonista del video Jesus of suburbia e ogni tanto mi lanciava delle occhiate che mi mettevano un po' in imbarazzo. Parlai con tutti per tutta la sera e mentre le domande di Billie e gli altri erano fatte per farmi sentire a mio agio quelle di Lou mi mettevano sottopressione senza un motivo preciso. Ad un certo punto Billie esordì
"bambini, è ora di andare a dormire!" tra le lamentele dei più piccoli uscimmo dal locale. Non risi mai così tanto come quella sera.
"ragazze noi dovremmo andare..." ci disse Adrienne, noi ci guardammo un po' scoraggiate, era solo mezzanotte dopotutto
"se volete vi accompagno io a casa...potremmo fare un giretto ancora per la città se vi va" sorrise
"per voi ragazze va bene?" chiese Adrienne
"si" rispondemmo all'unisono
"ok,allora non dite niente a Marcy se no mi distrugge!" ci chiese Billie preoccupato. Noi assentimmo e li salutammo augurando la buonanotte a tutti.
"dove volete andare donzelle?" ci chiese Lou sorridente
"mmm...non saprei, al locale all'angolo?" rispose Nik, io rimasi muta... non c'era locale che mi piacesse in quella città. Erano tutti troppo disco per me.
"e tu?? " mi chiese inclinando la testa leggermente "tu non proponi nulla?"
"no, non mi piacciono questi locali...non sono un tipo “notturno”"
"oh" era sorpreso "avrei detto il contrario vedendoti, sembri una che la notte la ama" risi
"si,ma questi locali non fanno per me, scegliete voi! Per me è lo stesso" lui mi studiò un attimo poi parlò
"vada per il locale all'angolo" andammo al disco pub indicato da Nik, era carino e stipato di gente. Mi trascinarono in pista, ero visibilmente a disagio a ballare. Guardavo con ammirazione Nicole che si scatenava nella pista mentre io mi muovevo appena sorridendo. Anche Lou non se la cavava male a ballare, tanto che era attorniato da belle ragazze che ci stavano evidentemente provando con lui. Mi defilai piano piano e andai a prendere da bere al bancone.
"un ginlemon" chiesi e il barista si mise subito al lavoro.Quando presi il bicchiere feci per dare I soldi al barista quando un ragazzo di circa 25 anni mi fermò la mano "faccio io" disse strizzandomi l'occhio
"no,grazie me lo pago da sola" sapevo dove voleva arrivare e non era quello che volevo quella sera.
"insisto" e diede i soldi al barista sedendosi accanto a me "beh...neanche un grazie" disse
"grazie..." dissi scazzata
"cosa ci fa una così bella ragazza tutta sola?" chiese
"non sono sola...ci sono i miei amici"
"ma non sono con te...ti faccio compagnia se vuoi"
"no...sto bene così"
"come sei...sciogliti un po'" iniziò a allungare le mani su di me, al che feci per tirargli uno schiaffo ma mi bloccò la mano. Ebbi paura. "no,no,no le belle ragazze non si comportano così" poi però le sue parole si smorzarono
"hei Helena qualche problema?" apparve Lou dietro di me
"no" fulminai il tipo accanto a me "il ragazzo se ne stava andando" lui fece un sorrisetto
"me ne vado solo perchè la tua amica è acida peggio che un limone" così dicendo se ne andò di nuovo in pista. Tirai un sospiro di sollievo
"prego" disse Lou sorridendo. Lo guardai dubbiosa 
"me la sarei cavata ugualmente" dissi fingendo forza
"come vuoi tu" alzò le mani, buttai giù una lunga sorsata
"ecco perchè odio questi locali" sbottai
"non è sempre così" intervenne lui, poi proseguì "guarda Nicole come si diverte" guardai la mia amica che ballava tranquilla e si divertiva come una pazza, poi guardai Lou che mi guardava curioso della mia reazione
"cosa c'è? Non torni in pista?" gli chiesi
"no" si sedette accanto a me "non ti lascio più da sola...non vorrei facessi altri brutti incontri" sorrise
"ma piantala!!" finii in un sorso il restante contenuto del bicchiere e ordinai un jack Daniels liscio.
"vacci piano o mi toccherà portati in spalla" sbuffai
"faccio cosa voglio..." buttai giù il Jack d'un sorso e così feci per altre 5 volte sotto lo sguardo di Lou. La testa cominciava a girare e la lucidità se ne stava andando da me "ehm...caro Gesù della periferia....cosa cazzo hai da guardare??" le parole uscirono dalla mia bocca ma risultavano al mio orecchio come pronunciate da un estraneo. Lui mi guardò serio ma tranquillo
"sei ubriaca"
"no,non sono ubriaca...guarda" mi alzai e cercai di camminare in linea retta ma le mie gambe non erano d'accordo con il mio cervello e mi sentii cadere, lui con uno scatto mi sorresse con un braccio intorno alla vita e mi tirò a sè per fami rialzare. Eravamo molto vicini, tanto che potevo sentire il suo profumo, dolce e deciso. Chiusi gli occhi per un capogiro particolarmente forte
"è ora di andare a casa principessa" disse piano. Recuperammo Nicole, che sembrò prima dispiaciuta poi preoccupata per me. Lasciammo prima lei che indicò a Lou la strada per casa mia. Una volta davanti a casa lui scese e mi prese in braccio. Mi portò davanti alla porta
"dove sono le chiavi??" le tirai fuori e gliele consegnai. Lui aprì la porta e mi portò al piano superiore
"qual'è la tua camera?" gli indicai la porta della mia camera. Mi condusse in camera mia e mi distese sul letto "buonanotte mia cara donzella" gli presi la mano
"non andare...se poi torna quel ragazzo...ho paura" lui sorrise
"tranquilla, che c'è chi ti protegge!" al che chiusi gli occhi e non so cosa altro sia successo.
Il giorno dopo mi svegliai non avevo l'università quindi non ebbi sensi di colpa. Come feci per alzarmi dal letto una fitta alla testa mi fece tornare distesa. Mi massaggiai la fronte e cercai di capire cosa fosse successo la sera prima. Mi ritornò in mente il musical, i Green day...e Lou! Doveva essere stato tutto un sogno...dovevo essermi ubriacata con Nicole e aver sognato tutto. Mi mossi piano e scesi dal letto, ero ancora vestita di tutto punto...mi cambiai, una t-shirt larga e i pantaloni della tuta, andai in bagno e mi lavai con calma. Quando mi stavo mettendo l'accappatoio
"Hell!!!!!! MUOVITI CON STO BAGNO!!" era Dean
"rincoglionito MA A QUEST'ORA TI SVEGLI??"risposi
"senti CHI PARLA!" aveva ragione. Mi avvolsi nell'accappatoio e uscii, lui sgusciò dentro il bango poi sulla porta disse
"ah, sorellina poi mi devi spiegare un paio di cose" e sparì dietro la porta. “chissà cosa vorra” mi chiesi poi tornai in camera. Notai uno strano foglietto sulla scrivania. Non c'era mai stato quindi lo presi e lo lessi. Era un foglio di carta di quaderno la calligrafia però mi era del tutto sconosciuta “Hei Helena, ti ho riportata a casa sana e salva, hai visto? Non avresti dovuto bere così tanto, ma chi sono io per giudicare? Avrei voluto parlare di più con te...quindi ti lascio il mio numero, se hai bisogno di un supereroe che ti salvi la vita dai cattivi chiama e volerò da te! Jesus of suburbia”

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Capitolo 4
*** Nuove sensazioni ***


Non ci potevo credere, quello era il segno che era tutto vero! Il cuore prese a battermi forte in petto e le gambe quasi cedettero. Mi ripresi, mi vestii e salvai il numero sul cellulare poi scesi in salotto e accesi la tv. Mi persi nei miei pensieri
"ehi Hell, cosa fai davanti alla tv?" mi voltai sorpresa
"sammy!! cosa ci fai a casa?? di solito sei in biblioteca a quest'ora!" chiesi curiosa, lui mi sorrise e si mise a sedere accanto a me con un braccio appoggiato allo schienale del divano
"non avevo voglia di studiare...legge non è sempre così attraente come sembra" scoppiai a ridere
"legge attraente?? ahahhaha ma piantala" lui mi guardò male
"mi sembra di parlare con Dean...la sua compagnia ti da una brutta influenza!"
"ma smettilaaa!!! e poi se non sbaglio anche tu sei a casa a cazzeggiare, quindi sei una cattiva influenza anche tu" lui alzò gli occhi
"questa famiglia è una cattiva influenza di suo!!" ridemmo insieme
"ehi Hell, cosa ci facevi al locale di Morry ieri sera??" chiese Dean arrivando ancora in mutande dal bagno con un asciugamano sulle spalle
"bleah...Dean copriti per favore" esordì Sam
"infatti, per favore!"  lui roteò gli occhi
"ma smettetela, vorrete mia coprire tutto questo ben di Dio...e poi mi avete sempre visto in mutande sin da quando eravamo piccoli!" lo guardammo e scoppiammo a ridere
"sorvoliamo ciò che hai detto che è meglio" disse Sam tra una risata e l'altra. Dean sbuffò
" Hell,non mi hai risposto!!" io lo guardai perplessa  "cosa ci facevi al locare di Morry??" ci pensai su un attimo, a loro potevo dire la verità
" ci sono andata con Nik e un amico" al che saltarono entrambi sull'attenti
"chi era questo amico?" chiesero all'unisono
"beh,è una storia lunga..." gliela spiegai tutta, che Billie Joe era lo zio di Nicole, che avevamo conosciuto Lou e tutto il resto. Sam mi guardava allibito come può esserlo una mamma dopo che la figlia le racconta di una sera di bagordi mentre Dean aveva il suo solito sorrisetto alla -sono fiero di te ma ti devo fare il culo lo stesso perchè sei mia sorella-
"cazzo!!" esclamò entusiasta Dean, Sam lo ammonì così lui corresse il tiro diventando serio e ripetendo "cazzo!"con rimprovero, mi scappò un sorriso
"Hell!! ma cosa ti è saltato in mente?? non lo sai che è pericoloso andare in giro con degli sconosciuti per la città?? in locali pericolosi in più!!!" iniziò Sam con una delle sue ramanzine
"ehi io frequento quel locale!" rispose stizzito Dean
"apputo!" controbbettè l'altro alzando gli occhi al cielo, Dean scosse la testa e continuò
"questo tipo ti ha riaccompagnata a casa nonostante tu fossi ubriaca marcia?"
"si"
"e avevi I vestiti addosso sta mattina??"
"si" risposi sempre più scandalizzata
"niente segni di violenze o cose strane?"
"niente..."
"ok allora per me è a posto" scrollò le spalle e andò in cucina sotto gli sguardi allibiti di Sam e me.
"come sarebbe dire a posto???" chiese mio fratello
"sarebbe a dire che se un ragazzo riaccompagna a casa una ragazza ubriaca fradicia e non la sfiora nemmeno vuol dire che è un bravo ragazzo, quindi merita la mia fiducia" dicendolo aprì il frigo e ne tirò fuori un cartone di latte da cui ne bevve un sorso
"Dean...tutto ciò...è assurdo!!" Sam non aveva parole...
"guarda che alla fine ha senso" dissi in sostegno di Dean
"visto? Due contro uno!" rispose indicandomi mentre si preparava un panino
"ma questo non ha senso!! dovremo punirla per quello che ha fatto!!" Dean mi guardò negli occhi
"sei pentita?"
"si..." mentii
"ecco è pentita, a posto!" fece un sorrisetto
"tu non cambierai mai! Siamo fortunati che non sia ancora stata rapita da chissà cosa!"
"sammy rilassati, ha la testa sulle spalle! Non si metterà nei guai, non l'ha mai fatto" Sam si sedette al tavolo della cucina
"è un miracolo che sia cresciuta così..." sospirò, mi sedetti accanto a lui
"è tutto merito vostro!! fosse stato per papà a quest'ora...vi voglio bene fratelloni!" abbracciai Sam che sorrise dolce e mi baciò la fronte al che Dean posò il panino allargando le braccia
"e a me niente??" sorrisi e gli corsi incontro, lui mi sollevò da terra <> scoppiammo a ridere
"e comunque papà ha tutti I suoi problemi col lavoro quindi non parlarne male,lo fa anche per te" aggiunse con tono serio mettendomi giù
"lo so, ma mi mancano le sue attenzioni" mi rattristai pensando al passato, quando mamma era viva, quando tutto era perfetto e io, bambina di un anno, correvo come potevo nel piccolo giardino cercando di rincorrere I miei fratelli che scappavano e papà mi aiutava bloccandoli e sollvandoli da terra. Tempi lontani che mai più sarebbero ritornati.
"Hell, ci siamo noi, ci saremo sempre quando avrai bisogno di noi!!" disse Sam guardandomi negli occhi, aveva uno sguardo triste ma sicuro
"giusto sorellina! Ci pensiamo noi a picchiare chiunque ti importuni" aggiunse Dean col suo solito fare “da macho” mentre mi strofinava la testa spettinadomi. Erano fatti così, Sam era dolce, sensibile e sempre pronto a parlare anche delle cose più delicate con una purezza e un tatto invidiabili ai migliori psicologi, Dean faceva finta di nulla, quando l'argomento si faceva triste sdrammatizzava con battute a volte penose, si teneva tutto dentro per paura di pesare su di noi, credo, e faceva sempre quello forte, quello duro, nascondendo la parte tenera e dolce che aveva dentro il suo cuore e che solo pochi eletti potevano vedere. Li adoravo alla follia, tutta la mia famiglia, le uniche persone per cui avrei dato la mia vita. Ritornai alla realtà
"quindi Dean ti sei offerto volontario per prepararci la colazione??" risi, lui sorpreso spostò lo sguardo da un lato all'altro della stanza velocemente
"ehhh....no..." addentò il suo panino.
"che palle...." protestai
"ci penso io!" disse Sam
"cialde??" chiese
"siiii" mi brillarono gli occhi. Mangiammo la colazione poi Sam si chiuse in camera a studiare con la tipica battuta di Dean
"non farti troppe seg...ehm troppe pagine" rise solo lui. Dean andò in giardino a sistemare la sua amata macchina, una Chevrolet Impala sedan del 1967, che per lui è come una figlia. Restai un po' in salotto ma poi la malinconia si impadronì di me. I ricordi iniziavano a bruciare sotto la pelle e in casa da fare c'era veramente poco...così decisi di uscire e tornare sulla mia amata spiaggia. Presi skate e mp3 e uscii di casa. Sentii lo sguardo di Dean che però non disse nulla. Accesi l'mp3 “Summer has come and passed The innocent can never last Wake me up when September ends” era vero, gli innocenti non possono durare prima o poi o vengono corrotti o finiscono sotto terra dove di buono non possono più fare nulla... Come mia madre...che di male non aveva fatto nulla però erano già passati quasi 10 anni da quando ci aveva lasciati. Mi spinsi più forte e in poco tempo fui sulla spiaggia. La sabbia inghiottiva le mie All Stars, andai a sedermi al mio posto preferito, sotto la torretta del guardaspiaggia. Non appena mi sedetti la brezza fredda del mare mi sferzò il volto costringendomi ad alzare il cappuccio nero della felpa. Fissai il vuoto davanti a me mentre nelle mie orecchie risuonava “That the world is ugly, But you're beautiful to me. Are you thinking of me? Are you thinking of him?” The world is Ugly dei My chemical romance sottolineava alla meraviglia quel momento. La voce di Gerard Way aveva sempre avuto un certo effetto su di me. Mi è sempre sembrata carica di rabbia e tormento per una vita che non era giusta nei suoi confronti, una tensione che non avevo mai sentito in nessun altro cantante. La sentivo vicina a me nei momenti peggiori e in quelli migliori come se lui mi conoscesse e stesse parlando a me. Qualcosa di sovrannaturale e immensamente fantastica. Mi persi cullata da quella voce e da quella melodia, chiusi gli occhi, il pezzo successivo era Cancer sempre dei My chemical. Aprii lentamente gli occhi e mi prese un infarto per la sorpresa di trovarmi davanti un ragazzo accucciato che mi fissava negli occhi
"ciao! Pensavo dormissi" esordì
"come...chi...oh! Lou!! cosa ci fai qui??"
"passeggiata sulla spiaggia! Oggi fa freddino e non c'è nessuno!" sorrise
"e tu cosa fai qui tutta sola?" si sedette accanto a me,notai che oggi aveva i capelli appiattiti che gli formavano come una frangia che gli copriva la fronte e portava un paio di jeans stretti con una t-shirt nera a stampe bianche
"volevo pensare un po'...questo posto mi aiuta nei momenti difficili" sospirai
"ah...volevi stare da sola per caso? Me ne vado se ti ho disturbato" disse subito quasi per scusarsi
"no, tranquillo, un po' di compagnia mi fa solo piacere. Solo non mi aspettavo di rivederti così presto! Dopotutto questa è una grande città"
"mi sa che St Jimmy ci ha messo lo zampino!" rise e io con lui
"ma scusa la curiosità, tu hai recitato in un video dei green day, ma ti piacciono come musica?" non me l'ero mai posta questa domanda e ora era sgorgata da non so dove.
"direi di sì...non sono per niente male e American Idiot mi è proprio piaciuto! In più è stato divertente vestirmi da punk, era da quando avevo 17anni che non lo facevo più!" spalancai gli occhi -cosa cosa cosa??- pensai
"tu eri un punk?"
"si, beh un punk per quello che lo puoi essere a quell'età...ascoltavo le cose più commerciali però lo stile era pressochè quello...poi però cambi ambiente, cresci e ti devi contenere un po'...e eccomi qui! Ma vedo che la cosa ti shocca?>> risi < "beh abbiamo qualcosa in comune almeno...il pop punk!"
"come..." la domanda mi si smorzò in gola ovvio che sapeva che mi piaceva il genere....i Green Day!
"niente...era una cosa ovvia! Fai finta non abbia detto nulla!" rise
"va bene...sei strana però!" risi con lui poi tornai seria
"grazie per avermi riportato a casa ieri sera..." lui mi guardò dolce
"figurati, dovere!" fece il saluto militare "non sono la persona giusta per giudicare gli altri!" aggiunse
"perchè?" chiesi di getto. Lui mi guardò, sorrise ma nel suo sguardo c'era tristezza e rimpianto
"diciamo che ho un passto un po' burrascoso" rise amaro
"ah...ok...scusa" lui si voltò verso di me con tutto il corpo
"non devi scusarti! Davvero" cercò di rassicurarmi. Aveva un modo di fare tenero.
"ti posso offrire un gelato??" chiese sorridente. Assentii. Si alzò poi prima che io potessi muovermi mi offrì la mano per aiutarmi a alzarmi, gliel'afferrai titubante, non mi era mai successo. Lui mi strinse, aveva le mani calde e morbide e con uno strattone deciso mi aiutò a alzarmi
"grazie" sorrisi imbarazzata
"di niente signorina" fece un inchino. Ridemmo.
Ci dirigemmo verso una gelateria poco lontano.
"che gusti vuoi?" riflettei un attimo
"frutti di bosco e limone" assentì e ordinò. Ci sedemmo su una panchina sul lungo mare e ci gustammo il gelato. Per un po' nessuno parlò, solo il rumore delle macchine dietro di noi e del mare.
"buono?" chiese per spezzare quell'incantesimo che ci divideva.
"eh? Ah si...sono i gusti che preferisco" lui inclinò leggeremente la testa
"frutta? Sei proprio una ragazza" disse prendendomi in giro
"perchè?" chiesi curiosa
"perchè scommetto che lo prendi alla frutta perchè è meno calorico"
"no..." dissi offesa
"lo prendo alla frutta perchè mi fa venire meno sete! mh" mi voltai dall'altra parte con le braccia conserte offesa, lui scoppiò a ridere
"dai...non ti sarai mica offesa" non risposi
"eddai...su"  si sporse sulla panchina per guardarmi in faccia ma io fui irremovibile
"Helena....daiii" mi prese un braccio e delicatamente lo tirò a sé
"mi hai offesa" riportai il braccio dov'era, lui si alzò e si sedette dall'altra parte
"Helena, perdonami se ti ho offesa...ti offro il mio cono in segno di pace" disse fissandomi negli occhi. Era talmente serio che scoppiai a ridere. Lo stavo prendendo in giro non mi aspettavo una reazione così
"perchè ridi?"
"per la tua faccia!!" lui mi guardò dubbioso poi il suo volto si distese
"pace fatta??" allungò la mano
"pace fatta" gliela strinsi, di nuovo quella sensazione di calore. Lui si voltò e continuò a mangiare
"ehm ehm non dimentichi qualcosa??" lui mi guardò
"eh?" pausa "ahh...NO" e tornò a mangiare "
"ma me l'avevi promesso!"piagnucolai
"io non ricordo"  fece il finto tonto 
"sei una cacca" gli diedi un lieve schiaffo sulla spalla
"ehi che fai?? vuoi rissa?"
"non picchieresti una ragazza"
"lo dici tu...se mi provochi" sbarrai gli occhi, al vedermi così subito aggiunse
"sto scherzando! Non lo farei mai..."
"ah...mi hai fatto prendere male"
"credulona"
"ha parlato!" ridemmo insieme.
"Hell, posso chiamarti così?"
"certo!"
"beh...devi tornare a casa? Sarebbe ora di pranzo"
"oh cazzo...oggi toccava a me cucinare..." pensai in fretta...rosticceria vicino casa...ok...salvata
"scusami Lou, devo proprio andare grazie per la mattinata!" sorrisi dispiaciuta
"niente! Sono contento ti sia divertita....corri a preparare il pranzo!" sorrise, mi avviai poi mi bloccai tornando indietro
"aspetta" presi una biro che avevo in tasca e gli presi la mano
"questo è il mio numero" scrissi “Hell” e il numero sul palmo della sua mano "fatti sentire quando hai voglia!" gli sorrisi e corsi via, con la coda dell'occhio lo vidi guardarsi la mano sorridendo. Non era da me fare cose così ma con lui usciva la parte più istintiva di me e la cosa mi piaceva.

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Capitolo 5
*** 5. che faccio? ***


In breve fui a casa con due borse piene di cibo già pronto preso in rosticceria. Entrando in casa passai dal salotto dove c'era Sam immerso nei libri
-ehi Hell non dovresti essere già a casa da un po'? Sono le 2!- disse distrattamente
-ho avuto un contrattempo!-
-un contrattempo maschile?- chiese Dean entrando in casa e appoggiandosi allo stipide della porta della cucina
-piantala Dean!- dissi spacchettando le cose -e mettetevi a tavola che è pronto- posai piatti bicchieri e posate
-cibo!- disse Sam chiudendo i libri, mentre Dean si sedette stravaccandosi come al solito. Mangiammo parlando del più e del meno tranquilli. Dopo pranzo rimasi a lavare i piatti mentre i due uscirono dalla cucina. Quando ebbi quasi finitò entrò Dean
-ehi Hell, sei andata ancora in spiaggia?-
-no...- mentii, lui mi guardò sedendosi sul ripiano accanto al lavello -si...avevo bisogno di stare da sola-
-hell è pericoloso stare là da sola! Lo sai che gente gira-
-dean per favore...- feci una pausa -poi non ero sola- aggiunsi attirandomi uno dei suoi sguardi interrogativi
-il ragazzo di ieri sera?-chiese stupito
-ehm..si-
-la mia teoria era esatta??-
-si, è incredibile come sia...-pensai all'aggettivo giusto -dolce-
-avevo ragione!-
-si...è il completo opposto di te con le ragazze- risi ma subito mi meritai un pugno sulla spalla.
-lo sai che se hai problemi io e Sam lo pestiamo a sangue?-
-certo...tu piuttosto? Quando ci porti a casa la tua fidanzata?? Ormai Jessica è di casa- Jessica era la ragazza di Sam, anche lei studiava legge, era bionda minuta e graziosa, la tipica brava ragazza americana in breve. Lui sbuffò
-non sono fatto per una tipa sola... io permetto al mondo di amarmi!!!- scoppiai a ridere
-ma piantala! Chi ti si piglia?-
-ne ho un'agendina piena! E anche la tua amica credo sia d'accordo- fece un sorrisetto. Alzai gli occhi al cielo e sospirai
-nicole è un caso a parte...- mi ricordai che dovevo chiamarla per cazziarla di non avermi mai detto che Billie Joe Armstrong era suo zio.
-un caso a parte molto interessante avessi qualche anno in meno- disse lui
-sei una causa persa-
-senti chi parla sei troppo simile a Sam in queste cose...il principe azzurro non esiste piccina- saltò giù dal ripiano e uscì dalla stanza
-il principe azzurro no, ma quello nero spero di si- gli urlai, lui alzò la mano e scosse la testa. Finii di lavare e salii in camera mia. Presi il telefono e chiamai Nicole. -pronto?- rispose dopo due squilli
-ehi miss Armstrong!-
-Hell!! mi devi raccontare ogni cosa!!- aveva un tono eccitato
-ehm...esattamente cosa? Quella che mi deve spiegare un po' di cose sei tu- lei rise
-una piccola sorpresina per la mia migliore amica! Dovevi vedere la tua faccia!! eri sotto shock, quando zio ti si è avvicinato sei diventata viola!! ahahha-
-la smetti di sfottere?- chiesi seria
-ok, la smetto solo se mi racconti cos'è successo con il Gesù della periferia!!- sorrisi sentendolo apostrofare così
-non è successo nulla, mi ha riportata a casa e messa a dormire, mi ha lasciato un biglietto col suo numero-
-e l'hai richiamato?? oh che gentile e dolce...- la lasciai continuare con i suoi vaniloqui quando si fermò per riprendere fiato
-e..beh l'ho incontrato oggi in spiaggia- al che la sentii fingere uno svenimento
-cosa cosa cosa?? nel tuo posto segreto?-
-beh...è una spiaggia...non è poi tanto segreto- commentai smorzando la sua gioia
-e poi?- le raccontai tutto l'accaduto della mattinata
-hell, non è da te lasciare il numero sul palmo delle mani delle persone...è una cosa da me!!- ridemmo insieme
-lo so, con lui esce un lato del tutto sconosciuto di me!-
-beh mica è una brutta cosa,no?-
-no, no... mi fa tornare a quando ero ragazzina...- sospirai
-quando rivedrai i tuoi zietti?- indagai nel disperato tentativo di cambiare argomento
-non lo so, sono sempre tutti così occupati, se vuoi ti porto alla prossima riunione di famiglia- disse con il tipico tono di chi odia le riunioni di famiglia
-nik, fossi in te io non vedrei l'ora di una riunione di famiglia!!!- lei scoppiò a ridere
-dai se riesco un'altra sorpresina prima o poi te la faccio!-
-speriamo più prima che poi!-
-certo, quando meno te lo aspetti! Ci vediamo domani a lezione-
-a domani Nik-
-ah! Di a tuo fratello che è un figo da parte mia!!- rise
-immagino tu stia parlando di Dean...riferirò- dissi ormai rassegnata. Chiusi la chiamata e mi misi a studiare. La voglia era poca ma dovevo farcela. Passai così il pomeriggio,non volevo ammetterlo ma aspettavo una chiamata di Lou ma questa non arrivò. Passò una settimana, tra scuola e fratelli deficenti non ebbi il tempo per accorgermene. Stavo in camera a studiare con la musica a palla, in quel momento c'era “We're all to blame” dei Sum 41. Il telefono prese a vibrare sul tavolo facendomi spaventare. Abbassai lo stereo e risposi.

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