Das Rad Dreht __ La ruota gira.

di _Francesca_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scheiße ***
Capitolo 2: *** Cannabis ***
Capitolo 3: *** einheimische ***
Capitolo 4: *** Einheimische II ***
Capitolo 5: *** Eltern- Genitori ***



Capitolo 1
*** Scheiße ***


Scheiße




Avevo diciotto anni e un giorno quando scappai di casa, non sopportavo più quell'orrore, quella puzza di alcool che c' era appena aprivo la porta di casa, non sopportavo più loro, non sopportavo più ciò che ero diventata. Mia sorella, due anni più grande di me, era fuggita all'età di diciasette anni abbandonandomi a loro senza la minima preoccupazione. Sapeva che odiavo quella casa, sapeva che odiavo loro, sapeva che sarei finita nei guai, ma non gliene importò nulla. Sophia, mia sorella, conobbe un tipo strano e se ne andò con lui e i suoi amici, non so dove, ma credo in posto molto lontano.

Avevo quindici anni quando la mia vita diventò una vera merda, frequentavo poco la scuola, bevevo, fumavo e frequentavo gente più grande di me, tutti amici di mio fratello, Chris, il solito belloccio che portava a casa tutte zoccole.Avevamo la camera in comune, io non volevo dormire da sola nella camera di mia sorella e cosi mi trasferii nella sua, i miei affittarono la stanza di Sophia ricavandoci un pò di soldi che andavano tutti ad alcool.

Io e mio fratello oltre alla somiglianza avevamo anche lo stesso carattere, eravamo stronzi ed egoisti, infatti non gliene importava nulla che io ero nella sua stessa camera mentre scopava.

Non sopportavo nulla di tutto ciò, volevo bene a Chris e a Sophia, ma non so se loro volevano bene a me. Una volta mi ricordo che eravamo una famiglia felice, mio padre dirigeva i lavori delle metropolitane, mia madre era una casalinga.

Mia madre si occupava solo ed esclusivamente di noi. Mi ricordo che ci portava spesso al parco oppure ci faceva delle sorprese, quando ritornavamo da scuola ci faceva trovare pronta una bella torta piena di nutella e panna oppure ci faceva colorare le nostre camere come piacevano a noi.

Mia madre era fantastica non l'avrei cambiata per nulla al mondo, eppure quel lontano Maggio del '99 la nostra vita cambiò. Un terremoto ci portò via tutta la nostra felicità. Mio padre morì sotto le macerie della metropolitana, eravamo troppo piccoli per subire una simile disgrazia. Avevo solo sei anni quando vidi la mia vita degenerare. Mia sorella, una ragazzina sempre solare, da quel giorno non sorrise più e aveva solamente otto anni. Mio fratello di dieci anni, aveva bisogno di una figura maschile accanto per non commettere errori, purtroppo li commise tutti.

Avevo dieci anni quando capii perfettamente che la mia famiglia era completamente morta.
Mia madre, Annabelle, conobbe un tipo a dir poco stronzo. Faceva il muratore part-time, faceva lo spacciatore a tempo pieno.

Mi ricordo che un giorno io ero in camera con mia sorella, io studiavo lei stava chattando sul computer, cominciammo a sentire delle urla provenire al piano di sotto dove c'era la cucina con il salone, erano le urla di mio fratello. Gli dissi a mia sorella se c'era qualcosa che non andasse e lei come risposta mi disse di mettermi sotto il letto e di tapparmi le orecchie, non capivo, non capivo perchè dovevo nascondermi, facevo domande per cercare risposte, ma lei non mi rispose e scese giù. Mi misi sotto il letto come mi disse, ma non mi tappai le orecchie, volevo capire cosa stesse succedendo, sentivo mia madre piangere, mio fratello urlare " lasciala, lasciala pezzo di merda ti ammazzo" e una serie di rumori come sedie che cadevano, piatti che si rompevano e altri rumori che non riuscivo a decifrare.

In un secondo momento sentii percorrere le scale da più di una persona e mano mano si avvicinavano alla porta della mia camera così chiusi gli occhi e mi tappai più forte che potevo le orecchie, ma sentii tutto ugualmente. Mia sorella piangeva disperata, mentre mio fratello continuava a bestemmiare e dire parolacce rivolte al compagno di mia madre. Mi ricordo benissimo ciò che successe.

- dov'è? -

Joseph, il mio patrigno mi cercava , mi chiamava ,con un tono tra il disprezzo e l'incazzato

- Samanta esci fuori, dai cucciola lo so che sei qui -

Il mio istinto mi diceva che non dovevo assolutamente uscire da sotto il letto

- lasciala ti prego, ha solamente undici anni, lasciala in pace , non..non deve vedere -

mia sorella aveva la voce rotta dal pianto

- Perchè non vai a fanculoo??non centriamo niente noi!!! fai quello che devi fare fuori da questa casa con quella troia che mi ha messo al mondo!! andatevenee -

mio fratello era una furia, era arrabbiatissimo, mio fratello mi fece paura.

In quel momento sentii un botto cosi forte che mi misi paura e cominciai ad urlare,mi sentii presa per una gamba e fui trascinata fuori dal letto, quello che vidi me lo porterò dentro la tomba.

Mia sorella aveva dei graffi sulle braccia e perdeva sangue dalla testa , il volto ricoperto di lacrime, mio fratello era disteso a terra addosso all'armadio e aveva la faccia tumefatta.

-C..chris..a..aiutami..ti prego lasciami.-

gli dissi a Joseph , ma scoppiò a ridere, mio fratello si alzò e cominciarono a picchiarsi, mentre mia sorella urlava e cercava di separarli, corsi giù da mia madre e vidi la cucina devastata e sul tavolo c'era tutta polvere bianca.

Da quel girono capii che la mia vita era cambiata.

Joseph non ci disse più niente e mia madre assomigliava sempre di più ad un vegetale.

Avevo quattordici anni quando una mattina mi svegliaii e non vidi più mia sorella nel letto, mi misi paura , andai a cercarla per tutta casa e poi andaii da Chris

- Ei Chris -

cominciaii a muoverlo da una spalla

- ti prego svegliati -

dopo pochi minuti aprì gli occhi

- dimmi peste -

- Sophia?Sophia non cè più -

cominciaii a piangere e cominciaii a picchiarlo mi prese per le braccia facendomi sedere sul suo letto

- calmati Sam, non è andata via per sempre ,si è innamorata è voluta andare via con il suo ragazzo e con gli amici del ragazzo-

- Perchè non mi ha detto niente? -

- è stato meglio cosi -

 

Mia sorella, la mia migliore amica, se ne andò non cercandoci e non chiamandoci più.

Ho passato una vita intera a mettermi i soldi da parte, Londra ormai non era più la mia splendida capitale, Londra era diventata la mia rovina. La ruota come si dice gira e finalmente questa volta si fermò dalla mia parte. Sono arrivata a New York a diciotto anni e ho trovato lavoro come barista in un night mi pagavano bene e a volte finivo anche per fare dei servizietti. Adesso ho venitdue anni e vivo nella città degli angeli. Los Angeles è sempre stata il mio sogno , mia sorella , ricordo , mi raccontava sempre delle storie su L.A dicendomi che ogni sera gli angeli venivano e facevano cadere la loro polvere magica su tutta la città, così i bambini quando si svegliavano trovavano dei regali nelle loro camerettte, mentre gli adulti erano felici e si amavano. Ancora dovevo travare l'amore, ma per quanto io ci potessi credere so che non l' avrei mai trovato. Per quanta riguarda la felicità, bè ho le mie amiche, quasi tutte studentesse , ho la mia casa e ho il mio lavoro ,quindi non potrei lamentarmi. Lavoro in un negozio di libri dove il propretario, un uomo sulla cinquantina d'anni ,senza famiglia, ma che ha un compagno, George, a dir poco straordinario. Bob e George mi hanno accolta subito trovandomi, appunto, lavoro nella libreria di Bob e trovandomi anche un appartamento carino e modesto. Loro erano la mia nuova famiglia. Mi volevano bene ed io lo volevo a loro.

Di mio fratello non ebbi più notizie, ma mi mancava, e mi sentivo una stronza perchè feci esattamente come mia sorella.

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Capitolo 2
*** Cannabis ***


Cannabis




  • Buonasera,
    siccome sono di buon umore posto il capitolo. Volevo scusarmi dei punti che non riesco a sostituirli con i trattini.
    Buona lettura ^_^

    -  Ehi Bob , qui ho finito -

mi tolsi la divisa e gliela consegnai ,mi sorrise e mi accarezzò una guancia

- Bimba stasera vieni a cena da noi?-

era davvero molto gay. Sapete quando vedete un ragazzo e non sapete giudicare se è gay o no, mentre ci sono ragazzi che sono delle vere checche isteriche. Ecco voi immaginare una checca isterica a cinquanta anni

  • Non lo so B volevo stare un pò da sola- abbassai lo sguardo, puntandolo sulle mie unghie smangiucchiate

  • C'è qualcosa che non va cucciola? - sorrisi a quell'appellativo

  • no no è solo che voglio stare sola, domani ci sarò promesso -

  • ok d'accordo chiamaci se c'è qualcosa che non va -

  • Si, lo so a domani B.-

  • ciao tesoro -

Uscii dal negozio e mi accesi una sigaretta aspirando più che potevo quella sostanza nociva e m'incamminai verso casa .

 

***

  • Sam stasera c'è la festa di Mary-

ero nella vasca da bagno al telefono con la mia prima vera migliore amica

  • cazzo - imprecai mi ero dimenticata

  • possibile che non ti ricordi mai niente?-

diede inizio alla sua ramanzina dicendomi che sono sbadata , egoista e che le canne mi facevano male e bla bla bla

  • Emily mi hai rotto il cazzo con questa storia non me la faccio più ormai , me ne concedo una a settimana -

la sentii sospirare, in realtà non era vero che me ne concedevo una a settimana come minimo erano 4 a settimana

  • senti ti passo a prendere alle 21.00 ok?-

mi accigliai – per cosa?- imprecò ed urlò

  • per la festa di Mary- sospirò – mi manderai fuori di testa -

scoppiai a ridere facendola alterare ancora di più, infatti mi attaccò il telefono in faccia.

Alle 21.00 puntuali il cidofono cominciò a rompere, mi infilai le scarpe, presi la borsa e scesi le scale due a due rischiando di spezzarmi la spina dorsale.

Salii in macchina di Emily c'erano anche Lika e Nicole. Lika era deliziosa sia di aspetto fisico che di carattere era timida, introversa e tenera , mentre Nicole era tutto il contrario. Era una troia.

  • Potevi vestirti meglio- sputò acida Nicole , in tutta risposta alzai il dito medio con un sorriso falsissimo stampato in faccia. Non riuscivo a capire perchè quella deficiente di Em continuasse a portarsela dietro, non ci sopportavamo e lo sapeva, ma continuava ad ostinarsi che potremmo essere state delle ottime amiche, ma chi io e quella faccia da culo?? Non sarebbe mai successo.

  • Ha ragione Sami , stiamo andando ad una festa potevi metterti qualcosa di più..di più..-

  • decente-

Ok il mio limite di sopportazione era già finito

  • Non ho cose da troia nel mio armadio, la prossima volta vengo da te Nicole a fornirmi-

Lika mi diede una gomitata facendomi capire di smetterla perchè la cosa sarebbe andata a finire male, infatti la conversazione si chiuse li.

Arrivammo al locale, Mary sembrava un albero di natale aveva un vestito verde con tutte pailò, pai , insomma perline brillantinate, ma era solare come sempre, quella ragazza era sempre allegra e felice , forse perchè non le mancava nulla , aveva l'amore , la famiglia , un cane , una casa e tra poco un bambino. A 24 anni stava per avere una famiglia bellissima , il suo ragazzo Jhonny , è un ragazzo d'oro , e si era appena laureata in infermieristica e già lavorava, insomma una ragazza fortunata. La serata si svolse alla grande mangiammo , bevemmo , ma poi cominciarono a ballare quei stupidi balli di gruppo ed io non amavo molto ballare quei stupidi balli di gruppo così preferi uscire fuori e prendermi una boccata d'aria.

Mi avvicinai alla scala anti incendio in modo tale che non mi vedesse nessuno e mi accesi ciò che era illegale. Chiusi gli occhi assaporando quel gusto amarognolo , ma buono , mi raschiò la gola evidentemente era buona.

  • Se non sbaglio questa è erba -

per poco non mi prese un ' infarto , ci mancava solo che mi mettessero al gabbio. Era Tom , Tom Kaulitz, ormai li a L.A eravamo tutti abituati a vederlo , mentre il fratello si faceva vedere di meno e ogni volta stava con una presunta ragazza coperta dalla testa ai piedi, Sicuramente non era una ragazza , ma un ragazzo , ma nessuno voleva darmi retta!

Non avevo mai parlato prima ad ora con una star, non sapevo neanche con che gergo avrei dovuto rivolgermi , così gli offrii la canna ma che lui non accettò

  • Piacere Tom- mi porse la mano e gliela strinsi

  • Samanta -

  • come mai qui da sola?- si accese una sigaretta

  • Veramente sono ad una festa , ma volevo prendermi una boccata d'aria..il locale ormai è pieno e comincia a mancare ossigeno..tu come mai in questo locale? È da poveri.-

Scoppiò a ridere- Non è da poveri è carino e molto accogliente – aspirai il fumo- si, può essere carino quanto ti pare ma non è per una celebrità-

  • La ragazza di mio fratello non voleva avere troppo gli occhi addosso-

  • Le star siete voi o lei?-

rise – Sai è brutto non avere un pò di privacy, alla fine i cittadini di Los Angeles sono molto discreti non rompono le palle, il massimo per loro è chiedere una foto o un 'autografo , ma ci lasciano in pace non ci chiedono se stiamo per avere un figlio o è alle porte un matrimonio, quindi preferiamo stare con la gente "comune" che con altre celebrità che vogliono solo scoop in modo tale da ricamarci un pò di soldi-

Lo osservaii tutto il tempo e credo che la sua bellezza intimidiva , era bello , era bello come i principi delle fiabe , era bello come i modelli delle pubblicità dei profumi , era quel tipo di bellezza che vedevi solamente in televisione.

  • Quindi potreii rivendermi tutto quello che mi hai detto...interessante..secondo te quanto ci ricaverei?-

Spalancò gli occhi , ma poi si tranquillizzò subito

  • Credo trecento euro- appoggiai un dito sul mento con fare pensieroso

  • Trecento sono pochi, questa volta ti è andata bene K (key).-

rise di nuovo -K?- aveva qualche problema con i diminuitivi?- mi piace chiamare le persone solamente con l'iniziale , quindi da oggi in poi sarai K o T dipende dai giorni-

mi alzai arrivandogli sotto il mento – io torno dentro sennò mi daranno per dispersa -

  • si anch'io torno dentro, spero di rincontrarti presto-

sorrisi – solamente se lo vuoi veramente ottieni una cosa , quindi se mi vorrai rivedere veramente sta sicuro che mi rincontrerai – ok la droga cominciava a fare effetto , ma che cazzo stavo blaterando? , il trecciaro rise di nuovo forse mi stava prendendo per il culo oppure ero simpatica , credo che sia più la prima.

Ci salutammo, lui andò su al privè e io tornai al tavolo vicino al cesso.

Vidi Em. Completamente ubriaca ballare sopra al tavolo con un ragazzone di colore, quello si che ci avrebbe fatto male.

Presi un bicchiere e lo riempii di tequila, Mary si fece portare direttamente alcune bottiglie al tavolo in modo tale che non stavamo sempre ad ordinare. Salii anch' io sul tavolo raggiungendo la mia migliore amica, tranquilla e fidabile, ma che ora urlava il nome di quello scimmione e rideva come una pazza toccandogli i glioielloni di famiglia!!!

Ritornammo a casa per miracolo io ed Em. Fortunatamente la troia di Nicole si fece accompagnare a casa da un babbeo , mentre Lika si fece venire a prendere da suo cugino.

Emily rimase a dormire da me , non l'avrei fatta tornare a casa da sola visto che era distante alcuni kilometri da casa mia. Ci mettemmo a letto completamente vestite

  • Ah Em non sai cosa non ti ho raccontato- scoppiò a ridere – cosa?-

  • Ero fuori a fumarmi un cannone micidiale -

rideva, rideva come una pazza sclerotica – smettila di ridere e ascoltami...- smise per un secondo – insomma ho incontrato il trecciaro- - e chi è?-

-come fai a non sapere chi è?- ci riflettè – no no mi stai prendendo in giro – continuava a ridere

  • no no giuro ho incontrato Tom Kaulitz- si bloccò alzandosi dal letto e guardandomi in faccia – noooo non mi direee!!!- - si e non sai che figura di merda!!.-

  • perchè? -

  • gli ho offerto da fumare!!-

in quel momento mi misi davvero paura cominciò a saltare sul letto ridendo con le lacrime agli occhi, tra poco mi sprofondava al piano di sotto

  • Tu sei pazza!!- mi indicò

  • scusa e che avrei dovuto fare?-

  • Scopartelo scema!!-

Questa volta risi io , quella non era la mia Emily , la guardai come se davanti a me ci fosse un alieno e cominciammo a ridere tutte e due finchè come due patate lesse ci addormentammo strette tra le braccia di morfeo.

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Capitolo 3
*** einheimische ***


Einheimische 




 

La mattina seguente come una cogliona non mi alzai facendo una figura di merda con B. Erano le 14.00 e sarei dovuta andare al negozio alle 8 di questa mattina. Arrivai al negozio in due minuti cosa che di solito ci mettevo una mezz'ora, lasciai Emily nel mio letto ancora tumorante

- perdonami perdonami perdonami -

mi inginocchiai davanti a Bob

- cazzo Sam tirati su- mi aiutò ad alzarmi sorrise ad alcuni clienti

- Lo sai che sul lavoro sono serio- sospirò e salutò la signora Feels, cliente abitutinale

- si si lo so che sei serio..-

mi interruppe di nuovo

- perché non sei venuta stamattina? Stiamo sotto Natale cazzo c'è il pienone George ha dovuto lasciare il lavoro per venire qui-

- Scusami, scusami tanto, ma ieri sera ho avuto una festa ci siamo ubriacate e mi sono dimenticata di mettere la sveglia-

- Ti ho chiamata mille volte- imprecò di nuovo

- Ho lasciato il cellulare in macchina di Emily-

abbassai lo sguardo ero dispiaciuta ed imbarazzata , l'ultima cosa che avrei fatto è deluderli.

- scusa non succederà più- Mi lanciò uno sguardo di rimprovero per poi sorridermi

- ok perdonata ma stasera chiudi tu!-

- si signor si - mi misi a mò di cadetto

- prendi poco per il culo bella!-

risi e corsi a mettermi la divisa. Erano le 16.00 e il negozio straripava non sapevo più a chi dare i resti giallo,horror,romantico,fantascienza, ne avevo letti a bizzeffe, ma in quel momento avevo il cervello in tilt e non sapevo dare consigli a causa, almeno credo, della sbronza di ieri sera.

Finalemente si fecero le 20.00 mi cambiaii e cominciaii a fare i conti delle spese, il campanello della porta d'entrata trillò segno evidente che era entrato qualcuno

- siamo chiusi, mi spiace - alzai gli occhi dal conto e incontrai quegli occhi da cerbiatto di K. Sorrisi al ricordo della conversazione tra me ed Em.

- Ciao..che ci fai qui?-sorrisi - ciao K. Ci lavoro è cosi strano?-

sorrise, credo, al nomignolo

- No non è strano, è solo che..volevo rincontrarti..insomma avevi ragione tu ieri.-

misi in moto i criceti del mio cervello ricordando cosa gli dissi ieri di così filosofico, ma niente, il vuoto.

-te l'avevo detto ho sempre ragione- ...- non ti ricordi vero?-

punto da aggiungere alla lista, ricordarsi di iscriversi ad un corso di recitazione.

Punto prima del punto d'aggiungere ricordarsi di fare una lista..

- ehm..vabbè passiamo ad altro cosa cercavi?-

- un libro?- me lo chiese come se stesse parlando con una deficiente..forse lo ero?

- bè..si certo..che libro?- rise per la mia sbadataggine

- Non lo so...è per una ragazza e non ho idea di cosa preferisca , so solo che le piace leggere-

Guardaii gli scaffali per notare qualcosa e intanto cominciai ad instaurare una conversazione

- Hai una ragazza e non sai neanche cosa le piace leggere?..sei pessimo K.-

- oh no no non è la mia ragazza, è la ragazza di mio fratello-

- Mmmmh buono a sapersi-

mi sorrise malizioso muovendo il piercing, credo che rimasi per un po' a guardarlo o meglio a fissarlo, mi ripresi dal mio shock e proseguii

- bé allora...descrivimi questa ragazza così posso aiutarti, visto che non sai i gusti di tua cognata-

- non è colpa mia, non ci faccio caso a queste cose-

- faccio finta di crederci-

roteò gli occhi

- vabbè è magra, alta, ha i tuoi stessi occhi, identici adesso che ci faccio caso, è castana e pallida.-

mi misi una mano sulla fronte

- Non sono una maga, descrivimela caratterialmente non fisicamente-

si grattò la nuca imbarazzato - bé..è sensibile,si commuove per le pubblicità , per i cartoni, per i film, le piacciono gli animali, adora andare a cavallo-

- Si insomma una frignona- lo interruppi

- Cosi sembrerebbe, ma non ha un passato molto bello-

Ci pensai su e poi come niente mi si accese la lampadina

- Credo di aver trovato il libro adatto a lei, ho come un sesto senso-

- sicura che siano fidabili?-

lo fulminai con lo sguardo - ok ok mi fido-...mi alzai in punta di piedi prendendo il libro nel reparto romantici e glielo porsi

- Una sorella dimenticata- lesse - è bellissimo me lo sono letta un paio di volte e se è una ragazza sensibile sta sicuro che le piacerà-

- Ok vada per la sorella allora- sorrisi - ti faccio un pacchettino regalo?-

- Si, grazie- glielo incartai con addobbi natalizi e gli regalai un bigliettino per augurarle un buon natale

- Bè ,grazie ancora , dovrò sdebitarmi- mi sorrise malizioso, di nuovo.

Gli indicai l'uscita della porta e scoppiò a ridere – ciao ciao Esse.-

sottolineò quella consonante in un modo cosi sexy che la sentii rimbombare nelle orecchie anche quando andai a casa.

Telefonai ad Emily per sapere se era viva e le raccontai ciò che successe al negozio, mi disse che Tom già le piaceva , quelle rare volte che lo ha incontrato per strada le ha sempre sorriso cordiale

- è cosi carino!- mi disse

- è un figone,non è carino-

- sei sempre la solita Sam, sii un pò più delicata-

- Sbaglio o sei tu che ieri mi ha detto che sono una stupida perché non me lo sono scopato?- risi di nuovo

- Lo sai che non ero io a parlare, ma il dannato alcool, quindi non rompere-

- Certo certo miss perfettina-delicata-

- sfotti, sfotti..-

rimanemmo un po' in silenzio

- senti parlando di cose serie- sbuffai – sai che non mi piacciono le cose serie-

- Lo so, ma volevo sapere che facevi a Natale-

Ed ecco che la mia gioia scese negli inferi per trasformarsi in pura tristezza

- non lo so qualcosa farò-

- vuoi venire con me?-...- no no tu hai un ragazzo da conquistare!-

- ma non dire scemenze Derek non mi si fila-

- Ti vuole bene quel ragazzo e lo sai anche tu- Derek fu la prima cotta di Emily, si conoscono da bambini e ogni anno è una storia, la cosa che li blocca è che abitano lontano..lei a L.A e lui nella grande New York.

- Mi vuole bene, ma non mi ama il che è diverso- la conversazione si prolungò per un altra ora, parlammo del più e del meno finché la miss perfettina-delicata e aggiungiamoci anche stronza non riaprì il discorso

- Perché non chiami tuo fratello?-

-Perché no-..-non dico che devi chiamare tua sorella, ma almeno Chris-

- Senti Em. Ho la cena sul gas non vorrei che andasse tutto al cesso, ci sentiamo-

- Dai Sam..scu..- non la feci continuare che attaccai, le volevo bene, ma certe volte era davvero pesante, insisteva su questi argomenti i quali io non volevo saperne.

 

Natale ormai arrivò in un batter d'occhio, Bob e George quest'anno affittarono un schalè in montagna, invitarono anche me, ma non potevo di certo fare il terzo in comodo , Emily, ormai, era partita da 2 giorni, Lika se ne stava a casa con la sua famiglia e delle altre non è che mi interessava molto. Di Tom non ebbi più notizia da quel girono in libreria, erano passati venti giorni.

Presi il Mc Donald a portar via e mi misi a casa sul mio comodo divano con la televisione accesa, naturalmente trasmettevano i soliti film natalizi, che da bambina mi piacevano tanto, mentre adesso mi davano la nausea.

Verso l' una di notte uscii di casa come una vagabonda ed entrai al primo bar aperto chiedendo un angelo azzurro

- un brutto natale?- guardai il barista, sorseggiai un po' di quel drink

. non uno dei migliori-...- capisco..questo lo offre la casa-

Facevo davvero così pena? Lo ringraziai e uscii fuori ,sedendomi su un muretto e aprendo quella bustina che mi teneva sempre compagnia, presi la cartina e cominciai a rullare la canna

- cosa ci fa una ragazza tutta sola il giorno di Natale?-

Mi misi paura non riconoscendo quella voce, ma appena vidi il diretto interessato feci un sospiro di sollievo, il sexy K.

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Capitolo 4
*** Einheimische II ***


Einheimische  II




Mi misi paura non riconoscendo quella voce, ma appena vidi il diretto interessato feci un sospiro di sollievo, il sexy K.

- cosa ci fa una star tutta sola il giorno di natale?-

- non si risponde ad una domanda con un altra domanda..-colpita e affondata gli indicai di mettersi seduto vicino a me, accesi la canna e feci un bel tiro

- Non ho nessuno con cui passarlo- alzaii le spalle – adesso tocca a te-

- Prima vorrei fare due tiri- alzai il sopracciglio, guardandolo sbalordita – che c'è sono un ragazzo anche io- gliela passai- certo certo..- fece un tiro e un altro ancora, si notava che era da tanto che non fumava se la stava godendo a pieno, mi persi ad osservarlo, era così perfetto, le labbra carnose sono sempre state il mio punto debole sugli uomini, il naso dritto e piccolo , le ciglia lunghe e folte – sono uscito per prendere un pò d'aria-

- Non ci credo- non volevo essere così diretta ma mi uscì solo una cosa che pensavo, rise leggero e profondo nello stesso tempo

- Mi devo vedere con una ragazza- mi prendeva in giro?

- Allora sei fidanzato?- negò con la testa - mi diverto- lanciai la canna ormai finita

- stronzo- rise di nuovo - tu non ti diverti?- ci pensai su - qualche volta-..- stronza!-

questa votla fui io a ridere , rimanemmo in silenzio per alcuni minuti

- senti- parlammo insieme,sorrsi imbarazzata - dimmi - gli concessi la parola

- visto che dovevo sdebitarmi... perché non ci prendiamo qualcosa da bere?-

ci pensai – e la ragazza?- mi guardò dritto negli occhi - le manderò un messaggio-

- si, sei stronzo!-

- piantala che poi ci credo!-

gli diedi una spallata amichevole - senti perchè non ci prendiamo un paio di birre e andiamo a casa mia?-

- è una proposta?- cominciò a leccarsi il piercing

- non credo proprio...- dissi sicura di me

- buona a sapersi- fece finta di nulla continuando a credere che la mia fosse una proposta..bè in una piccola e profonda parte di me , forse, avrebbe voluto che fosse una proposta

- smettila, idiota- sorrisi – non è una proposta!-

- farò finta di crederci!!- rimasi a bocca aperta mentre lui entrava nel locale, dopo alcuni secondi entrai anche io, prese un paio di birre e ci avviammo verso casa mia

- Eccola qui- aprii la porta di casa – questa è la mia piccola, dolce dimora-

- accogliente- annuii, ci avevo messo l'anima per costruirmi quella casa

- si, vieni te la faccio vedere-

- di gia? perspicace- all'inizio non capii, ma quando capii il doppio senso gli diedi uno scappellotto dietro, sulla nuca. Feci da guida per tutta casa, gli feci vedere l'angolo cottura con il salone, il piccolo balconcino che si affacciava dalla cucina, il bagno e la mia stanza

- è molto carina ed accogliente-

- grazie- sorrisi e andai in cucina a prendere l'apri bottiglia per aprire le birre.

Ci sedemmo sul divano ed accesi la televisione a volume basso giusto per farci compagnia.

- allora perchè ti eri stancato di stare a casa ?- sorseggiò la sua birra

- bè...mia madre con il suo compagno domani mattina presto hanno l'aereo per tornare a casa-

- non vivono qui?- negò con la testa – no noi siamo tedeschi , io e mio fratello ci siamo trasferiti qui mentre loro sono rimasti a Magdeburgo- annuii facendogli capire che lo stavo seguendo – quindi come ti dicevo hanno l'aereo presto e sono andati a riposarsi, mentre mio fratello faceva il piccioncino con la sua ragazza, non mi andava di dormire e non potevo rompere a mio fratello così ho chiamato "un'amica"- fece il segno delle virgolette con le mani per farmi intendere che quella ragazza era tutto tranne che un'amica

- ma alla fine ho incontrato te!- mi sorrise e ricambiai – tu, invece, perchè sola?-

- La mia migliore amica è andata dai suoi a New York, mentre la mia famiglia ha affittato uno schelè in montagna e perciò..- non continuai il discorso visto che la fine la sapeva già

- non potevi andare con loro?- sorrisi mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio

- I miei sono gay e volevo lasciargli un pò di intimità-

- sei stata adottata?-

- diciamo di si- non mi chiese altro riguardo l'argomento famiglia, capì che dietro c'era una questione delicata e particolare, così cambiò il discorso e gli fui davvero grata. Continuammo a parlare del più e del meno, ridemmo e scherzammo fino a tardi.

Mi raccontò del suo trasferimento, dei Tokio hotel e di tutto il loro successo , mi descrisse caratterialmente tutti i suoi amici-colleghi di quanto suo fratello fosse cocciuto ed egoista, mi raccontò di Georg lo psicologo del gruppo e di Gustav, la mente del gruppo. Si fecero le 6.30 e senza volerlo ci addormentammo spaparanzati sul divano della mia piccola dolce casa accogliente.

Mi svegliai per la fastidiosa suoneria di un cellulare, mi lamentai facendo versi strani e cominciai a dare delle sberle a Tom, odiavo il suo telefono.

- che c'è?-

- il tuo cellulare spegnilo- si alzò e prese quel maledetto aggeggio rispondendo

-pronto?..oh Bill...si si sono vivo..come?le 14.30?..ok ok calmati...se mi fai parlare..si..ecco sono andato da una mia amica..si un'amica...ora torno..-

Intanto mi ero alzata strofinandomi gli occhi e stirandomi cominciai a fare il caffè

- Buongiorno- alzai una mano in segno di saluto – senti io devo andare a mio fratello gli sta venendo un'attacco isterico- sorrisi immaginandomelo, anche se non lo conoscevo – allora ci vediamo..- annuii di prima mattina non ero una di tante parole o meglio dire non parlavo proprio

-Ok...vado- mi salutò con un bacio sulla guancia, gli sorrisi e se ne andò.

Le giornate passarono in fretta da allora, capodanno era alle porte, George e Bob mi regalarono un biglietto di andata e ritorno per New York in modo tale che passassi il capodanno con la mia migliore amica, ero cosi felice, B e G non potevano farmi regalo più bello.

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Capitolo 5
*** Eltern- Genitori ***


ELTERN

Le giornate passarono in fretta da allora, capodanno era alle porte, George e Bob mi regalarono un biglietto di andata e ritorno per New York in modo tale che passassi il capodanno con la mia migliore amica, ero cosi felice, B e G non potevano farmi regalo più bello.

In mattinata arrivai da Em salutai la sua famiglia che mi accolse calorosamente, la mia migliore amica non mi diede neanche il tempo di farmi una doccia che mi portò in giro per la città, cercando qualcosa da fare per capodanno.

- Allora non mi racconti niente? Con Derek?- sbuffò , soffermandosi sulla vetrina della Ralph Lauren

- Si è fidanzato il cazzone!- spalancai gli occhi – Non. Ci . Posso. Credere.- ero sbalordita

- E invece credici sono venuta qui e mi è venuto a salutare con la sua ragazza roba da pazzi -

- Gli uomini...sono tutte merde.-...- puoi dirlo forte-

- Senti stasera in piazza c'è un mega concertone, ci vengono da tutto il mondo per assistere ad un evento simile, inoltre faranno volare un coso gigantesco in aria, non mi dire cos'è che ancora non l'ho capito...mia madre dice che sono settimane che lo stanno preparando..-

- Come al solito non capisci mai niente- mi diede una sberla sul braccio destro

- Guarda che non l'avresti capito neanche tu eh! Fai poco la sapientona!!-

- Certo..certo..- dicono che i pazzi vanno assecondati..ed io non facevo altro che assecondarla.

- Quindi..ti dicevo..oh ma che bel cagnolino...- si chinò ad accarezzarlo e cominciò a parlare con la padrona. Non- ce – la – potevo – fare.

- Sam hai visto che tenero?-...- si si molto- sorrisi falsamente.

-  La mia amica ha seri problemi, mi scusi- disse a bassa voce alla padrona di quel cane, come se io non potessi sentirla.

- Arrivederci Signora, ciao bellissimoooo- eravamo ferme da 15 minuti minimo tutto questo per un cane -

- Allora Sam che ti dicevo?-

- Che sei un idiota..- mi ignorò completamente – ah si..bè quindi stasera veniamo qui.-

alzai gli occhi e vidi uno spettacolo da brividi, la piazza era completamente adobbata e c'erano sette o più maxi schermi, delle casse enormi che circondavano la piazza e non solo erano state messe anche su più di un grattacielo.

- Sarà bellissimo- mi disse la mia amica e le diedi fortemente ragione.

- Ei Em voglio andare a Central Park, sai che amo quel posto-

- Tranquilla già ci avevo pensato, infatti ci stiamo andando, anche se a primavera o d'estate è molto meglio Central Park.-

- C'è la pista di pattinaggio?-

- Come sempre..-

Passammo il pomeriggio a ridere su quella pista di pattinaggio, amavo New York, amavo Central Park, amavo la mia amica. Tornammo a casa e ci preparammo per la magnifica sera. Fu tutto cosi veloce che non mi accorsi neanche che stavo su un aereo per tornare a Los Angeles.

La piccola libreria aprì l ' 8 gennaio, passai cinque giorni a rilassarmi e facendo lunghe passeggiate per Los Angeles.

Entrai nel negozio

- Ciao B.- mi sorrise venendomi incontro e baciandomi sulle guance – Come stai tesoro?-

mi tocco i capelli e mi fece fare un giro su me stessa come se in quei otto giorni che non ci siamo visti fossi cresciuta.

- Benone, ti vedo ingrassato B o sbaglio?- gli toccai lo stomaco – eppure ero sicura che ci avreste dato dentro- mi diete uno scappellotto sulla nuca, scoppiai a ridere

- Amore, George ti ha invitata a cena, quindi perchè non vai al supermercato a comprare qualcosa?-

mi accigliai – non ci puoi andare tu come sempre?-

- No ci vai tu, tra poco dovrebbe piovere e non posso prendermi una polmonite giusto?-

- Certo , tanto c'è Samanta a prendersela al posto tuo-

mi sorrise mostrandomi quasi tutta la sua dentatura.

- Approfittatore- gli feci una linguaccia e uscii dal negozio, mi alzai il cappuccio del giacchetto e mi accesi una sigaretta incamminandomi verso il supermercato.

Appena entrai nel supermercato mi resi conto che non avevo la vaga idea di cosa comprare, girai a vuoto per circa venti minuti girandomi gli scaffali 3-4 volte, quando finalmente misi la prima cosa dentro il carrello. La pasta. Dopo circa mezz'ora il carrello straripava

- Guarda, guarda chi non muore si rivede.- sorrisi girandomi verso quella voce che ormai avevo imparato a riconoscere – Ciao T.- sorrisi di nuovo e lo abbracciai per un piccolo istante, ero felice di rivederlo – come stai? Passò il peso del suo corpo da una gamba all'altra – non mi lamento, tu? Sono venuto un paio di volte al negozio, è stato chiuso per tanto-

sorrisi, felice del fatto che fosse passato al negozio per salutarmi

- Le vacanze sono anche per noi comuni mortali-

- Non volevo dire questo- lo spintonai leggermente

- Lo so lo so, allora che ci fa una star in un supermercato?- mi avvicinai al suo orecchio

- Credi che finirò su qualche giornale e diventerò ricca sfondata?- gli sussurrai

rise – perchè mai dovresti finire su un giornale?-

mi scandalizzai per la sua stupidaggine – sto chiacchierando con Tom Kaulitz dentro un supermercato non è una cosa di tutti i giorni..-

rise di nuovo,mi credeva una stupida?

- Te l' ho già detto Sam a L.A la mia privacy è rispettata- si grattò la nuca – e poi è un supermercato di 50 mq-

diedi uno sguardo al supermercato- bè si hai ragione...chissà quando diventerò una piccola star-

alzò gli occhi al cielo e poi scoppiammo a ridere.

Facemmo la spesa insieme, il suo carrello era decisamente una spesa non adatta hai diabetici, c'erano solo schifezze, non che il mio fosse da meno, però qualche verdura c'era.

- Vuoi un passaggio?-

- No no tranquillo vado a piedi-

- Diluvia Sam, perciò sali.-

aprì la sua mega macchina e per poco non svenni mettendomi seduta su quei sedili in pelle, non avevo mai avuto l'onore neanche di guardarlo un gingilletto come quella macchina

- Dove ti accompagno?- mi ripresi dai miei pensieri

- Al negozio, Bob mi ha mandato a fare la spesa oggi sono ospite di quelle due checche, ti sembra giusto che debba farla io? Tanto già so come andrà a finire..-

alzò un sopracciglio – cioè?- scrollai le spalle – che non gli andrà bene quello che ho comprato e mi diranno " sei la solita Samanta, la solita casinara. Oh mio diooo queste cosa sono?? Il mio George deve dimagrire e tu compri queste cose?"- dissi imitando la voce di Bob.

Tom scoppiò a ridere – Dio non riesco proprio a immaginarmeli, non ti fa strano?-

- Cosa?- dissi innocentemente

- Che i " tuoi " - fece il segno con le dita delle virgolette, lasciando per un istante il volante – siano gay?-

negai con la testa – a te danno fastidio gli omosessuali?-

- No no assolutamente sono molto aperto mentalmente, però averli come genitori non so se potrei sopportarlo-

- Ci sono genitori eterosessuali che sono delle merde. Non sanno svolgere il ruolo di genitore. Fanno schifo-

sputai tutto con un acidità che vidi con la coda dell'occhio Tom risentito per ciò che aveva detto

- Non volevo offenderti-

- Non mi sono offesa , tranquillo. È solo che..loro in 3 anni mi hanno dato molto di più di quello che mi hanno dato i miei-

annuì facendomi intendere di aver capito.

Parlammo d'altro come se fossimo amici da anni, stavo bene con Tom, mi sentivo me stessa e in pace.

- Allora eccoci qui.- disse

- Si..-

- Sai non potrei farlo, ma credo che sia meglio scambiarci i numeri di telefono, non possiamo continuare a incontrarci così per caso-

sorrisi mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio

- Lo credo anch'io-

ci scambiammo i numeri e mi vergognai un pò a tirar fuori il mio cellulare risalente all' età della pietra

- Ok, allora ci rivediamo presto - annuì

- Si, a presto-

scesi dalla macchina prendendo le buste della spesa, prima di entrare nel negozio mi giraii per salutarlo un un ultima volta, mi sorrise e poi se ne andò.

- Eccomi qui B. Ho comprato tutto il necessario , credo – mi grattai la nuca impacciata

- Signorina pensi di sfuggirmi cosi?- spalancai gli occhi ma di cosa stava parlando?

- Ooh non fare la finta tonta, chi era quel bel ragazzo dentro quella bella macchina?-

mi diede delle piccole gomitate sul mio braccio facendo il malizioso

- Era soltanto un'amico-

- Certo certo e io sono Santa Klaus -

- Però con questa pancia potresti anche sembrare Babbo Natale – risi di gusto mentre cercava di fare l'offeso

- Bè, George mi ama lo stesso e comunque non cambiare discorso -

- B. davvero l'ho conosciuto così per caso e ci siamo incontrati un paio di volte sempre per caso ed anche oggi l'ho incontrato al supermercato-

- Fammi indovinare...sempre per caso?- risi

- Si sempre per caso..siamo amici punto.-

- Farò finta di crederci , l'importante è che sia O.K. Non voglio che diventi amica di scapestrati , visto i precedenti -

- Te lo prometto B nessun scapestrato.- mi accarezzò il viso sorridendomi come fa un genitore con la propria bambina, lo adorai per quel gesto se non ci fossero stati loro la mia vita probabilmente sarebbe caduta più in basso di come lo era già stata.

Lavorai quelle ore restanti mentre Bob andò a casa per preparare la cena.

Alle 20.30 già ero seduta a tavola ad assaporare l'odore eccezionale di cucinato, mi stavo leccando i baffi.

- G sei sempre il cuoco più bravo-

- Grazie tesoro-

mi sorrise

-Oooh non ce la faccio più a trattenermi-

io e George ci scambiammo un occhiata, la checca della casa era impazzito

- Cosa ci nascondi?- gli disse suo marito

- Sam...ha conosciuto un ragazzo- mi colpii la fronte con una mano

- Cosaaaaa? Perchè non mi hai detto niente?-

- Ma non è vero!!!- ero esasperata B doveva sempre ingigantire le cose

- Non è vero io li ho visti!-

- Sono cosi emozionato, com è carino?-

mi guardavano con gli occhi a cuoricino

- G credimi è solo un'amico, lo sai com è tuo marito deve allargare sempre le cose-
 
- Non è vero!-

- L'ho conosciuto per caso e siamo diventati amici per caso fine della cosa-

George mise il broncio ed io sorrisi

- Mi dispiace, ma ancora non avrete un genero-

- Uffa ero così emozionato all'idea!-

ero davvero sbigottita, volevano che mi fidanzassi a tutti i costi?

La cena proseguì senza toccare più l'argomento Tom, anche se l'argomento prese una piegatura diversa

- Tesoro, sappiamo quanto ti dia fastidio l'argomento "famiglia"- G iniziò l'argomento così

- Appunto quindi non ne parliamo- tagliai corto

- Secondo noi è meglio per te, che cerchi di ricontattare i tuoi fratelli- mi strozzai con il vino

- Cosa?-

- Si Sam non credi che ti farebbe bene?- fulminai Bob con lo sguardo

- Mi farebbe bene?- annuirono

- Ma che cazzo state dicendo?-

- Non ti agitare Sami..-

- George non chiamarmi Sami quante volte devo ripetertelo?-

Solo mio fratello poteva chiamarmi in quel modo, ed odiavo le persone che cercavano in tutti modi di farmelo ricordare

- La cosa che non capisco, giuro, vi siete stancati di avermi tra i piedi? Non ve l'ho chiesto io di aiutarmi avete fatto tutto da soli-

ormai ero fuori di me e questo avveniva sempre quando parlavo o parlavano della mia famiglia, ero ancora arrabbiata con loro e lo sarei stata per sempre.

- Sam, quello che George ti vuole far capire è che secondo noi tu ti senti un pò sola-

sbuffai

- Possiamo parlare d'altro per favore?-

- Non parliamo mai di questa situazione ed ora che lo facciamo-

mi alzai di scatto sbattendo le mani sulla tavola, facendo tremare le cose che c'erano sopra

- Non voglio parlare di quelle merde, non voglio sapere nulla di quelle merde, quando morirò non voglio neanche che stiano al mio funerale.-

rimasero a guardarmi mortificati

- Grazie della cena ci vediamo domani- dissi dura, presi il giacchetto e uscii di casa sbattendo la porta.

Appena uscii dal portone mi accesi una sigaretta, cercando di farmi passare il nervoso, mi sentivo una ragazzina alle prime crisi adolescenziali.

Cominciai a camminare nella parte opposta del mio appartamento non volevo andare a casa per deprimermi ancora di più, feci una lunga camminata e me ne accorsi solamente quando non sapevo più dov 'ero, stupidi pensieri. Mi misi seduta sul marciapiede frugando nella borsa per vedere quanti soldi avessi. 5 dollari non ci avrei fatto un cazzo con 5 dollari figurarsi di chiamare un taxi. Tirai fuori il cellulare, chiamai Emily ma mi diede la segreteria ci riprovai per almeno una venitina di volte, con le altre non avevo una confidenza tale e comunque era sempre l' una di notte. Cominciai a leggere la rubrica, avevo si e no venti numeri telefonici, Em , il mignottone di Nicole, Bob , George, Tom.

Rimasi cinque minuti buoni a fissare quel nome, finchè non avviai la chiamata.

- Pronto?-

dormiva...figura di merda.

- Ehm..ciao Tom sono Samanta- rimase alcuni secondi in silenzio

- Ciao..-

- Ti ho disturbato?-

- Oh no no tranquilla-

sorrisi – Dormivi vero?-

sospirò – è inutile mentirti..ma è sempre l' una e mezza -

- Si lo so, ma ho un piccolo problema e non sapevo chi chiamare-

- Qualcosa di grave?- lo sentii agitarsi

- Oh no no nulla di grave, mi sono persa-

trattenne una risata

- Stai con le tue amiche? Non avete un tom-tom?-

- Ehm..no sono sola e come ben sai non ho la macchina-

- Scusa la domanda ma..che cazzo ci fai a quest'ora sola in giro per la città?-

sospirai – mi puoi venire a prendere ? Ti spiegherò tutto-

- Ok dimmi la via-

- Ehm..un attimo- mi alzai per vedere la via

- Tom?-

- Si dimmi-

- Via Stweart-

- Ok vengo subito -

- Grazie-

Dopo neanche venti minuti il mio cellulare cominciò a suonare di nuovo..Tom

- Tom?-

- Quello che non riesco a capire è come tu ci possa essere finita qui giù-

lo ignorai

- Sei arrivato?-

- Si, non mi vedi?-

alzai gli occhi in cerca della sua macchina e poi vidi due fari che si accesero

- Arrivo subito-

attaccai ed attraversai la strada per poi salire per la seconda volta in un giorno su quella macchina da ricconi.

- Ciao- diamine ero così imbarazzata

- Mi dici che diavolo ti è passato per la mente?-

- Ho litigato con quelle due checche isteriche, ero incazzata e sono arrivata fino qui-

- Tu non sei normale-

volevo dirgli che nella mia situazione ero più che normale, ancora non mi ero lanciata da un grattacielo.

- Le mie amiche non c'erano e così ho chiamato te, mi dispiace di averti scomodato. Non volevo, davvero.-

- Non mi frega un cazzo se mi hai scomodato o meno è solo che non dovresti andare in giro da sola perchè ai litigato con i tuoi-

- Non sono i miei e poi tu che cazzo ne vuoi sapere!-

mi stavo innervosendo di nuovo

- Non ci ho litigato perchè non mi piaceva quello che c'era per cena-

- Allora sentiamo perchè ci hai litigato?-

lo vidi stringere le mani sul volante

- Non sono affari tuoi, neanche ti conosco!-

- Certo però per venirti a prendere mi conosci!-

- Potevi dirmi di no se ti scocciava!-

- Sei una ragazzina-

- E tu sei uno stronzo!-

- Pure?- rise isterico

mi senti di nuovo in colpa, invece di ringraziarlo gli stavo dando contro, ero proprio una cretina.

- Dicono che non ho una famiglia, non ho un ragazzo, ho soltanto un'amica su cui contare, dicono che sono sola e questo non va bene-

Tom mi ascoltava in silenzio

- E lo sai perchè mi incazzo? Perchè è la verità e fa male quando te la sputano cosi senza preavviso in faccia-

- Non hai fratelli?-

annuii – Si ne ho due un fratello e una sorella , ma non ho nessun rapporto neanche con loro. Mia sorella se ne andò da casa quando avevo quattordici anni e poi me ne sono andata io quando ne avevo diciotto e non li ho più rivisti-

- Se posso chiedertelo...perchè sei andata via di casa?-

rimasi in silenzio per alcuni minuti , mi accorsi che eravamo già arrivati sotto casa mia, ma non volevo scendere da quella macchina, non volevo rimanere sola con i miei pensieri.

- Le cose sono cominciate ad andare storte con la morte di mio padre-

- Mi dispiace-

-  Sei così fortunato Tom-

mi guardò – bè non credere che le cose per me sono state cosi facili-

rimasi in silenzio senza chiedergli niente, me ne avrebbe parlato lui e infatti cosi fece

- Mio padre ci abbandonò quando io e Bill avevamo sei anni, lui picchiava nostra madre, mio fratello invece veniva sempre maltrattato dai nostri coetanei e certe volte anche dai ragazzi più grandi ed io mi ritrovavo sempre a fare botte , ritornavamo a casa pesti ogni santo giorno per tredici anni.-

- Tua madre come sta adesso?-

- Lei sta bene, vive come una regina- sorrise e lo feci anche io – si è risposata con un uomo eccezionale, Gordon, è lui che ci ha trasmesso la passione per la musica-

- Avete avuto la vostra rivincita-

- Si siamo stati fortunati-

- Già -

- Ci vuole solo un pò di pazienza Samanta e vedrai che anche per te le cose si sistemeranno-

- Si certo dovrei sposarmi uno come te o tuo fratello per sistemarmi-

rise – mio fratello è off limits , ma io sono tutto tuo-

scoppiammo a ridere insieme

- Bè , credo , di averti disturbato abbastanza per oggi-

mi accusò con lo sguardo come per dire :" non dire sciocchezze "

- Grazie davvero Tom non so come avrei fatto, la prossima volta mi porterò dietro un tom-tom- risi da sola

- La prossima volta...cazzo fai in modo che non ci sia una prossima volta-

lo guardai imbarazzata, sembravo una psicopatica agli occhi degli altri?

Ero una psicopatica anche per i miei stessi occhi, figurarsi se non lo ero per gli altri.

- Vedremo che si può fare...-

i suoi occhi uscirono dalle orbita

- Scherzo K. -

scoppiaii a ridere

- Allora io vado...'notte e grazie di nuovo-

- Figurati Esse -

sorrisi gli diedi un bacio sulla guancia e scesi da quell'autovettura facendo attenzione di non sbattere troppo forte la portiera, chissà quanto mi veniva a costare se gliel' avessi rotta, ma come facevo a rompere una portiera? Mah..

Mi aspettò che entrassi dentro il portone del palazzo in cui abitavo e sfrecciò via.

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