This is not a fairytale.

di Mar_Alex01
(/viewuser.php?uid=180258)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My Happy Ending. ***
Capitolo 2: *** Careful. ***
Capitolo 3: *** Here We Go Again. ***
Capitolo 4: *** Someone Like You. ***
Capitolo 5: *** Haunted. ***
Capitolo 6: *** Little Talks. ***
Capitolo 7: *** Madness. ***
Capitolo 8: *** Apologize. ***
Capitolo 9: *** Begin Again. ***
Capitolo 10: *** Love Will Find A Way. ***
Capitolo 11: *** D.N.A. ***
Capitolo 12: *** A Thousand Years. ***
Capitolo 13: *** Rock Me. ***
Capitolo 14: *** Teenage Dream. ***
Capitolo 15: *** Kiss Me. ***
Capitolo 16: *** All I Want For Christmas Is You. ***
Capitolo 17: *** Mistletoe. ***



Capitolo 1
*** My Happy Ending. ***


 You were all the things I thought I knew
And I thought we could be
You were everything, everything, that I wanted.
We were meant to be, supposed to be, but we lost it.

Avril Lavgine-My Happy Ending

 
Tutti erano lì seduti sui banchi di legno della chiesa che fissavano me e Louis, il mio abito bianco mi ricadeva perfetto, e per la prima volta in vita mia mi sentivo bella, mi sentivo perfetta, i miei occhi verdi brillavano di gioia quella mattina.
Quello era il mio giorno. Il nostro.
Avrei sposato l’uomo che amavo e avremo passato tutta la vita insieme, non sognavo altro da due anni.
Vedevo mia madre in prima fila con le lacrime agli occhi per la prima volta, ma nonostante tutto non cedeva, e non si fece scappare nemmeno una lacrima, mio padre accanto a lei, felice che la figlia più piccola si sposasse.
Subito dietro c’erano mia sorella e mio fratello, gemelli.
Erano stati l’uno il confidente dell’altra sin dalla nascita, si odiavano, ma non potevano non parlarsi per più di due giorni, malgrado fossero di quattro anni più grandi di me, quella che si stava per sposare ero io.
E poi al mio fianco c’era lui, perfetto nel suo abito grigio scuro, che contrastava con il blu oceano dei suoi occhi, mi sorrideva e il suo sorriso perfetto m’incantava ogni volta come se fosse la prima.
Le nostre dita si sfioravano, provocandomi piccole scariche elettriche, mi sentivo al settimo cielo, non ero mai stata più felice in vita mia.
Quando il prete passò alle promesse, il mio cuore iniziò a battere forte, temevo che sarebbe potuto uscire dal petto, per quanto pulsasse veloce.
-Vuoi tu, Katherine Marshall, prendere il qui presente Louis Tomlinson come tuo sposo, e amarlo e onorarlo finché morte non vi separi?- Disse il prete, come stabilito.
-Sì, lo voglio- Dissi sorridente, guardando Louis negli occhi.
-Vuoi tu, Louis Tomlinson, prendere la qui presente Katherine Marshall come tua sposa, e amarla e onorarla finché morte non vi separi?- Disse poi rivolto a Louis.
Aspettavo solo il suo si, quella sillaba e sarei stata felice per sempre.
-Io…- Iniziò Louis titubante, aggiustandosi il nodo della cravatta blu notte.
Io mi girai verso di lui sorridendo, e incoraggiandolo.
-Io... - Continuò.
-Amore, tranquillo- Dissi prendendogli la mano.
Una strana sensazione s’instaurò in me, quella che Louis non volesse sposarmi, la scacciai via scuotendo il capo e guardando l’uomo che amavo.
-Io…non posso Kate- Mi disse guardandomi negli occhi.
Quelle parole mi distrussero, mandarono in frantumi il mio sogno, riportandomi alla realtà, quello non era il mio giorno perfetto, quello era solo un incubo.
-Louis, ma…- Dissi mentre mi cominciarono a pizzicare gli occhi.
-Mi dispiace- Detto ciò sparì, uscì di corsa dalla chiesa, sotto gli occhi sconvolti di tutti, mentre io mi accasciavo a terra e iniziavo a piangere, rovinando tutto il trucco.
 
 
Mi svegliai di soprassalto, avevo sognato di nuovo il mio quasi matrimonio. Mi misi una mano tra i capelli sospirando, era ormai la terza volta quella settimana che succedeva, erano passati ben otto mesi da quel giorno, quel giorno in cui fui piantata davanti all’altare dalla persona che amavo.
Guardai la sveglia sul comodino: erano le dieci e un quarto, così decisi di alzarmi, non prima di aver passato altri cinque minuti a letto però.
La porta della mia camera si aprì senza far rumore e da sotto le coperte vidi entrare Harry con un vassoio in mano, quel ragazzo era qualcosa di meraviglioso.
-Buongiorno- Disse piano.
-Ciao riccio- Gli dissi con la voce ancora impastata dal sonno, mi erano sempre piaciuti i suoi capelli.
-Ti ho svegliata?- Chiese addentando un cornetto dal vassoio.
-No ero sveglia, se non fosse stato per quel sogno, avrei dormito di più però- Dissi, sorseggiando il succo d’arancia.
-Non dirmi che hai sognato ancora che…- Iniziò Harry.
-Si ho sognato di nuovo il giorno del mio matrimonio- Risposi sbuffando. -Hai cucinato tu questa roba?- Chiesi sorprendendomi della morbidezza del cornetto.
-Tutta farina del mio sacco- Esclamò Harry soddisfatto.
-Porta giù, tra poco scendo- Dissi rivolta al mio migliore amico.
Già, era venuto lui a tirarmi su dal pavimento della chiesa mentre affogavo nelle mie stesse lacrime.
Lui mi propose di iniziare una nuova vita a Londra, condividendo quella casa insieme e con Amanda, la mia migliore amica dal liceo.
E sempre lui, mi aveva aiutato ad uscire dai due lunghissimi mesi di depressione successivi al matrimonio.
Ma dopo otto mesi io sognavo ancora quello che era successo quel giorno, dopo otto mesi non ero ancora riuscita a dimenticare, dopo otto mesi la ferita che Louis mi aveva provocato non era ancora guarita e bruciava ancora, alcuni giorni di più altri di meno, ma non ne rimaneva una cicatrice, era ancora aperta.
Mi vestii alla svelta, indossando la tuta grigia che di solito mettevo quando ero a casa, prima di avviarmi verso le scale passai davanti alla stanza di Amanda, prevedibilmente vuota.
Anche quella notte l’aveva passata a casa del suo ragazzo, quando si misero insieme, gli augurai di essere felici come me e Louis, ripensando a quella frase mi vennero i brividi, ma sapevo che Zayn, Amanda la amava veramente, che sarebbe stato capace di dare la stessa vita per lei, cosa che Louis evidentemente non avrebbe mai avuto il coraggio di fare.
Scesi giù e finii la mia colazione assieme ad Harry, stemmo in silenzio finché lui non incominciò a parlare del sogno.
-Non è normale che continui a sognare queste cose- Mi disse mettendo i bicchieri e i piatti nel lavello.
-Vorrei non avere la capacità di sognare la notte- Dissi per tutta risposta.
-La cosa che mi fa più rabbia è che io ti capisco alla perfezione, ma non saprei cosa fare per aiutarti- Mi disse, poi asciugandosi le mani.
-Già che mi porti la colazione a letto è una gran cosa per me- Dissi scherzando.
Lui mi capiva eccome, da quel giorno Louis si faceva sentire raramente e ogni volta che chiamava i ragazzi per sapere come stavamo io, mi rifiutavo di parlarci.
Non solo io avevo perso la persona che amavo, Harry aveva perso il suo migliore amico.
E solo lui meglio di chiunque altro poteva capire come mi sentivo, lui con me si comportava normalmente, scherzava, rideva, si mostrava forte per non farmi cedere, ma una notte giurai di averlo sentito piangere.
Quella stessa notte, capii che Harry non era forte come sembrava e il mio punto fermo cominciò a muoversi da una parte all’altra fino a perderlo di vista, da allora provai a farmi forza da sola e a dimenticare Louis, e ci stavo riuscendo, prima di quei maledetti sogni.

 

Ciaoa tutti!
Vi ringrazio già per aver letto questa piccola cacchetta.
Era da po' di tempo che volevo pubblicare questa storia e adesso che l'ho fatto bhe...
Aspetto solo i vostri pareri :3
Mi piacerebbe ricevere delle recnsioni,anche negative se faccio proprio schifo,lol
Come si dice? Sbagliando s'impara,no?
Questo è solo il "prologo" i prossimi capitoli saranno un po' più lunghi.
Quindi al prossimo capitolo :D
-Mar

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Careful. ***


 
You can’t tell me to heal.
And it hurts remembering
How it felt to shut down.
Paramore-Careful

 
 
Quella mattina però, nonostante il sogno mi sentivo stranamente di buon umore, decisi così di andarmi a togliere quella vecchia tuta grigia intrisa di brutti ricordi e di mettermi qualcosa di più carino, non credevo che sarei uscita quel giorno, come gli ultimi quindici d’altronde, ma misi dei pantaloni neri attillati che contrastavano con la maglietta bianca, le cui decorazioni riprendevano il rosso delle ballerine.
Poi andai nel bagno annesso alla mia stanza, e sciolsi la grossolana coda di cavallo fatta la sera prima, mi pettinai e lasciai i capelli sciolti e ondulati.
Presi dalla mia trousse a quadretti, un eye-liner e feci una riga nera sulle palpebre superiori, decisi di essere già abbastanza truccata per i miei gusti, così misi tutto a posto e scesi nuovamente di sotto.
Harry appena mi vide strabuzzò gli occhi, da quanto tempo andavo in giro per casa mangiando patatine, e con i capelli arruffati?
-Hai intenzione di uscire?- Mi chiese, lo feci sorridere.
-No,ma non so,mi piace stare così- Risposi.
-Sai che sei davvero bella? Non ti vedevo così da...tanto tempo- Mi disse,e dal modo sincero con cui mi guardò negli occhi, sapevo che aveva ragione.
-Barzellette- Risposi buttandomi sul divano.
-E se chiamassi i ragazzi e uscissimo oggi?- Chiese sedendosi accanto a me.
-Forse volevi dire: e se chiamassimo Liam e Niall e facessimo una triste uscita di single dato che Amanda e Zayn passeranno tutto il giorno chissà dove a fare chissà cosa?- Dissi riformulando la domanda a mio modo.
-Si, come vuoi, allora?- Mi chiese ancora Harry.
Beh, non dovevo strapparmi i capelli per scegliere cosa vestirmi, non dovevo passare ore in bagno a pensare come truccarmi, perciò accettai, mi avrebbe fatto bene uscire con loro.
-Okay, li chiamo io!- Dissi, mi alzai di scatto dal divano ed afferrai il telefono, composi il numero di casa dei nostri due amici e attesi che qualcuno mi rispondesse.
-Pronto?- Rispose Niall.
-Ehy, sono Kate, come sta il mio biondo preferito?- Chiesi sorridendo impercettibilmente.
-Stava dormendo, fino a qualche secondo fa- Mi rispose Niall assonnato, ops.
-Non importa, devi festeggiare la fine dei miei quindici giorni di clausura!- Dissi urlando, forse lo feci apposta.
-Esci di casa? Devo aprire il vino che sto facendo marcire- Mi rispose lui.
-Il vino non marcisce, scemo- Gli dissi io per poi continuare -E comunque, tu e Liam uscirete con me ed Harry-
-Ma... -
-Niente obbiezioni, ci vediamo alle tre a casa nostra, a dopo!- Dissi veloce, poi attaccai il telefono.
Mi sentii un po’ in colpa per avergli attaccato in faccia, ma non vedevo né lui né Liam da un po’, quindi mi sentivo felice, cosa positiva che si andava aggiungere al mio buon umore.
-Caspita! Sei davvero felice oggi- Osservò di nuovo Harry, forse era felice anche lui di vedermi così.
-Sento che nulla potrebbe rovinare questa giornata- Dissi sospirando felice, come se fossi nel mondo dei sogni.
Certo, dicevo così anche per il mio matrimonio…ma dettagli.
Si fecero velocemente le dodici ed io iniziai a preparare qualcosa da mangiare, di solito cucinava Harry, sebbene il suo ricettario non fosse molto vasto, e quello che usciva fuori dalle sue pentole era a malapena commestibile.
Alla fine tutti quei giorni passati al ristorante di papà avevano funzionato.
Della mia famiglia, solo io e i miei fratelli vivevamo in Inghilterra, Jade e Mark, i miei fratelli, gestivano il ristorante dei miei genitori a Doncaster, i nostri genitori vivevano a New York, la Grande Mela, insomma vivevano in America, e io avevo sempre sognato di vivere lì, ma a Doncaster ci ero nata, avevo i miei amici, e soprattutto al liceo incontrai Louis.
Quando lo vidi per la prima volta lui era al terzo anno e io al primo, ma ero troppo timida per andare e presentarmi, finché un giorno, dopo due anni che lo fissavo di nascosto, le mie amiche, tra cui Amanda, mi spinsero sopra di lui, facendolo cadere, e non so dopo quante volte che gli avevo chiesto scusa, mi convinse a prendere un caffè al bar della scuola.
Lui lo beveva come fosse acqua, mentre a me faceva vomitare ma non lo davo molto a vedere.
Tutti quei ricordi rischiavano di far bruciare il mio pollo, il mio pollo cucinato alla perfezione, così spensi il forno appena in tempo, e afferrai al volo due presine per tirare fuori la teglia.
-Hai cucinato il pollo? E non è neanche domenica, credo di amarti- Disse guardando il pollo con occhi adoranti.
-Raffreddati insieme al pollo riccio di uno Styles- Dissi, ma come mi venivano certe battute? Ero un genio fine della storia.
Presi la tovaglia e il resto delle stoviglie e cominciai ad apparecchiare per me e per lui, quando finii, il pollo non rischiava di ustionare la bocca di qualcuno, perciò lo tagliai e lo misi nei piatti, inutile dire che presi più patatine io.
Prima di sedermi di fronte al mio migliore amico per sempre, o Bff come lo chiamavo io, presi la maionese dal frigo intenzionata a metterla ovunque.
-Che schifo! Come fai a mettere la maionese sul pollo, sulle patatine posso capire, ma sul pollo!- Disse Harry con la bocca piena.
-La mia fidanzata è buona su tutto, e poi sei un maleducato. Non ti hanno insegnato che non si parla con la bocca piena?- Dissi canzonandolo.
Lui ingoiò quello che aveva in bocca e riprese a parlare: -Non capisco come fai a mangiare così-.
-Abitudini-
Mangiammo in fretta, Harry non doveva insultare la mia fidanzata gialla in quel modo, avrei difeso la maionese a tutti i costi, anche se ufficialmente stavo con la nutella, la maionese era solo la mia amante.
-Alle tre arrivano i ragazzi- Annunciai mettendo anche l’ultimo bicchiere in lavastoviglie.
-Manca mezz’ora- Osservò Harry -Vado a cambiarmi-
Uscii dalla cucina nel momento in cui lui aveva appena buttato la sua maglietta bianca bucherellata sul divano, se non fosse stato il mio migliore amico e non ci convivessi ormai da otto mesi, lo avrei stuprato sul posto.
Forse esageravo, ma prima di stare con Louis, al liceo la immaginazione perversa non aveva un freno, beh, avevo quindici anni, in preda al cambiamento ormonale e alla pubertà, crescendo tutto un po’ si era limitato, ma come si dice? Se si nasce tondi non si può morir quadrati.
Io ero già vestita, perciò aspettai quella mezz’ora incollata a Real Time, quel canale mi provocava una dipendenza assurda, malgrado alcune cose che facevano mi mettevano ansia, sembravano idiote e alcune facevano pure schifo, io lo vedevo per pura noia, a volte per farmi quattro risate.
Quando suonarono al campanello, Harry probabilmente era ancora di sopra a impastocchiarsi di gel, mentre io spensi la tv ed andai ad aprire.
-Salve!- Esclamò Liam, abbracciandomi.
-Ehy Payne, quanto tempo- Dissi stringendolo forte.
-Si va?- Chiese Harry scendendo mentre controllava il cellulare.
-Andiamo!- Dissi io, trascinando tutti fuori.
Prendemmo la macchina di Niall con la quale erano venuti, certo quei ragazzi erano degli sfaticati, abitavano a solo due isolati da noi e prendevano la macchina, potevano anche farsela a piedi, forse Liam si sarebbe fatto anche tutta la città camminando ma Niall no, quindi si possono benissimo immaginare le loro liti quotidiane da bravi coinquilini quali erano, e il povero Zayn che restava indifferente.
-Andiamo in centro?- Chiese Harry, dal sedile posteriore.
Io mi sedevo sempre davanti, sempre.
-Si, andiamo in quella gelateria che adoro!- Dissi battendo le mani come una bimba di sei anni.
Kate, ricomponiti, hai ventun’anni sei un’adulta…per modo di dire.
Liam, che era alla guida, parcheggiò poco distante dalla gelateria, malgrado vi fosse un succulento parcheggio proprio davanti l’entrata, forse voleva fare un dispetto a Niall? Possibile, da quei due non sapevi mai cosa aspettarti.
Scendemmo, e mi maledissi nell’istante in cui indossai le ballerine, quelle ballerine, sull’asfalto mi facevano un male cane, un male orso, anzi un male dinosauro.
Camminavo come un imbecille, reggendomi talvolta ad Harry, che le figure di merda avessero inizio!
Entrammo dentro la gelateria, appena trovammo un tavolo libero mi sedetti, e Niall si offrì di andare a prendere i gelati, il gusto per me non faceva differenza, poteva prendermi quello che voleva, anche se mi faceva potenzialmente paura quello che era capace di ordinare Niall James Horan quando si trattava di cibo.
Liam andò in bagno, e io rimasi al tavolo con Harry, sollevata di non dover più stare in piedi, stemmo in silenzio anche perché lui era intento a mandare sms a non finire, e io a guardarmi intorno.
Quello che mi colpì di più fu una ragazza alla nostra destra, era sola e cercava qualcuno con gli occhi al di fuori della gelateria, controllava il telefono e aspettava paziente, quando quest’ultimo squillò lo portò all’orecchio con una velocità impressionante.
-Amore! Dove sei?- Disse con voce squillante, non le importava che tutti si girassero a guardarla, era troppo innamorata. -Allora ti aspetto qui, a fra poco- Ripose il telefono nella borsa e sorrise, mi ricordò di come fossi io quando ero perdutamente innamorata di Louis.
Niall tornò con i gelati, e mi sorpresi quando mi porse il mio rigorosamente alla frutta, si era ricordato che lo preferivo così, invece che come il suo: una bomba di cioccolato.
Mi girai di nuovo mentre divoravo la panna, i miei occhi incrociarono quelli marroni della ragazza per un breve istante, bastò per farmi che capire che condividevamo qualcosa, o che fossimo simili in qualche modo, fu una strana sensazione da percepire, ma subito dopo spostò lo sguardo verso la vetrata per vedere se il suo innamorato era arrivato, io a quel punto non me ne curai e mi girai di nuovo verso i ragazzi, cominciando a parlare con loro.
Finii il mio gelato a tempo di record, mi alzai quindi per buttare la carta, e quando feci per riavvicinarmi al tavolo, caddi su una sedia che si trovava accanto a me.
Quello che i miei occhi vedevano non poteva essere vero, per una frazione di secondo, avevo guardato fuori, e per una frazione di secondo,i miei occhi avevano incrociato nuovamente quelli blu oceano che un tempo mi fecero innamorare,che otto mesi prima m’infondevano tranquillità,gli stessi che mi guardarono prima di lasciarmi per sempre.


BBBBuonciao a tutti.
Ecco qui il secondo capitolo,che prende i nome dalla canzone dei Paramore che io adoro,asdfghjl.
Anyway.abbiamo rivisto Louis,zaaan zaan zaan, adesso?
Per queso dovrete aspettare Mercoldì pomeriggio,perchè aggiornerò quel giorno.
Quuuindi,recensite e fatemi sapere cosa ne pensate,bei pensieri o brutti che siano,lo vrrei sapere,perchè voi e le vostre recensioni siete bjhkbjh e dolci :3
A dopodomani,guyss (?) ♥
-Mar

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Here We Go Again. ***


 
I tell everyone we got trough
‘Cause I’m so much better without you
But it’s just another pretty lie, ’cause I break down
When you come around!
Demi Lovato-Here We Go Again

 
 
Non so cosa avesse fatto lui, ma io mi ero alzata, risvegliata dallo stato di trance nel quale ero caduta, avevo preso Harry per la maglietta e l’avevo trascinato ad un altro tavolo.
-Harry andiamocene da qui- Dissi a bassa voce.
-Ho capito- Mi disse lui, lo aveva visto anche lui allora.
-Voglio andarmene- Dissi con le lacrime agli occhi.
-Ce ne andiamo, chiamo gli altri e gli dico che dobbiamo andare via, ok?- Mi disse lui abbracciandomi per dandomi sicurezza, cercai di nuovo con lo sguardo, giusto per farmi ancora più male ma lui non c’era più, poco m’interessava.
Vidi Harry riandare al nostro tavolo, dire qualcosa ai ragazzi e poi tornare da me -Andiamo- Mi disse, mettendomi un braccio sulle spalle.
Non risposi, guardare di nuovo quegli occhi mi aveva distrutta, quel giorno era partito così bene, nulla avrebbe potuto rovinarlo, e invece e era tutto distrutto in mille pezzi.
Prima di andarmene notai una cosa, lo sguardo triste della ragazza rivolto a me, forse mi capiva, chi lo sa, ma di certo non sapeva che aveva a che fare col ragazzo che in un nanosecondo, solo guardandomi negli occhi da lontano, aveva buttato giù tutti i muri che mi ero costruita per cancellare il passato.
Prendemmo un taxi, e in circa venti minuti fummo a casa, Harry tirò fuori le chiavi e aprii la porta, io cercavo di trattenere le lacrime, ma sapevo che una volta in casa sarei scoppiata a piangere.
Quando entrammo vedemmo Amanda e Zayn impegnati in un bacio decisamente non casto, che appena si accorsero di noi, o meglio appena si accorsero di me con due occhi gonfi, che stavano per scoppiare, Amanda saltò via dal divano e venne ad abbracciarmi.
-Kate cosa è successo?- Mi chiese, toccandomi le ciocche dei capelli.
-Io…non credevo che, lo avrei rivisto di nuovo e... -A quel punto cominciai a singhiozzare, e in men che non si dica, la poltrona sulla quale mi avevano fatto sedere era ricoperta di fazzoletti.
-Scusaci per prima, quando sono tornata a casa non c’era nessuno e…- Disse Amanda, per giustificarsi.
-E scusami anche per ieri sera, se non sono tornata a casa- Aggiunse, guardando il pavimento.
-Abbiamo preso un caffè in bar che da proprio sul Tamigi e abbiamo fatto tardi- Disse Zayn guardando Amanda con occhi innamorati.
-Louis mi portava sempre a prendere il caffè sul Tamigi!- Dissi piangendo ancora.
-Kate, reagisci però! Sai cosa penso? Che quel coglione ha fatto l’errore più grande della sua vita esattamente otto mesi fa, ti ha lasciata nel mezzo di un matrimonio, non si sa perché, aveva l’opportunità di vivere con la ragazza più perfetta del mondo e se l’è lasciata scappare, non merita le tue lacrime, quindi smetti di piangere che incrementi il mio odio verso di lui!- Sbottò Amanda ad un tratto.
La guardai con occhi spalancati, che fine aveva fatto la dolce, fine e calma Amanda che conoscevo?
-Davvero lo odi?- Chiesi, ma quanto ero idiota? Sveglia Kate! Anche tu lo odi, o forse no…forse il mio verso di lui era solo un sentimento represso, né odio né nient’altro solo paura, si forse era solo paura.
-Certo che lo odio, ha spezzato la mia migliore amica, non posso fargliela passare liscia- Mi disse calmandosi, forse si era sera conto di essersi alterata troppo.
-Non sarò mai felice- Dissi ad un tratto, non piangevo più forse avevo esaurito le lacrime…
-Non dire così Kate, sai bene che meriti tutto l’amore di questo mondo- Mi disse Amanda abbracciandomi forte.
Zayn ed Harry, che erano rimasti tutto il tempo ad ascoltarci, o meglio, ad ascoltare me che mi disperavo, si unirono all’abbraccio di Amanda formando così un maxi-abbraccio di gruppo.
-Ragazzi, io vi voglio davvero bene, ma ora ho bisogno di stare un po’ da sola- Dissi cercando di alzare gli angoli della bocca che pesavano come quintali, per quanto mi sforzassi di sorridere, o almeno di provarci.
Salii le scale con il mio fidato pacco di fazzoletti in mano, e mi rinchiusi in camera buttandomi sul letto mentre fissavo il soffitto.
Feci un respiro profondo e chiusi gli occhi, non l’avessi mai fatto.
Mi vennero in mente tutte le immagini passate con Louis in quei tre lunghi anni, il nostro primo appuntamento, il nostro primo bacio, quando lui mi aveva presentato i suoi genitori e io i miei, la prima volta che facemmo l’amore, con la paura di essere scoperti, le risate, le litigate, l’annuncio del matrimonio, poi decisi di riaprirli perché non credevo che sarei riuscita a sopportare altro.
Louis era stato il mio primo e unico vero amore, ma non viviamo in una favola e per me era tutto troppo perfetto per essere vero.
Ma purtroppo non tutte le favole hanno un lieto fine, beh in teoria sì, ma la mia era una favola storpia e quindi doveva finire male.
Cercai di togliermi dalla testa Louis, guardai il calendario: Domani 24 Ottobre, sarebbe iniziata la mia nuova vita.
Niente più Louis, niente più pianti,niente più fazzoletti,sarebbe nata una nuova me.
La Kate col cuore spezzato non sarebbe più esistita,sarebbe invece nata Katherine Mashall,appena iscritta alla University Of London,indirizzo giurisprudenza.
Se c’era una cosa che volevo fare era difendere le persone,difenderle non giudicarle,mio padre mi diceva sempre che la mia lingua tagliente,mi sarebbe tornata utile nelle discussioni,o se mai avessi voluto fare l’avvocato.
Quando avevo quattordici anni mi diceva sempre che sarei stata capace di zittire una folla intera se solo avessi detto qualcosa.
E così feci,il giorno dopo mi alzai presto e alle nove spaccate uscii di casa,Harry dormiva come un angioletto,lo stesso Amanda,che finalmente trovavo nel suo letto,lasciai un biglietto qualora si fossero svegliati in mia assenza.
“Ehy ragazzi,tranquilli non mi sono suicidata,sono andata ad iscrivermi all’università,a dopo”
 
Presi la borsa marrone e uscii chiudendo a chiave la porta,l’università si trovava poco distante dal centro di Londra,ma era molto lontana per andare a piedi così presi la metropolitana,pensai che fosse giunta l’ora di comprarmi una macchina,i soldi dei miei non sarebbero durati molto,quindi avrei dovuto anche trovarmi un lavoro.
Meglio,più cose da fare,meno tempo per pensare.
Dopo aver messo la mia firma su quel foglio,potevo ufficialmente considerarmi una nuova matricola,uscii soddisfatta,la prima lezione sarebbe stata la settimana dopo alle 10:00,non vedevo l’ora di iniziare la mia vita universitaria.
Tornai a casa più rilassata di quanto ci fossi uscita,Amanda era in piedi,indossava solo una maglietta troppo lunga per lei,una maglietta da uomo.
-Hai rubato il guardaroba a Zayn?- Gli chiesi appendendo la giacca all’attaccapanni.
-No ma mi prendo un ricordino ogni volta che vado a dormire li- Disse sorridendo mentre sorseggiava la sua cioccolata.
-A dormire eh?- Dissi io maliziosa.
-Bhe,dormire forse non è il nostro forte- Ammise Amanda sedendosi su uno degli sgabelli di fronte al bancone della cucina.
-Aspetta fammici pensare,inizia con “S” e finisce per….”copare”! Ho indovinato?- Dissi ridendo come una pazza.
-No Kate,noi non scopiamo,noi facciamo l’amore,è diverso - Mi corresse Amanda.
Nonostante tutto ammiravo un sacco Amanda,lei era forte,e dopo tante piccole delusioni era felice,lei e Zayn erano una coppia particolare.
Si amavano,è vero,ma non perdevano occasione per divertirsi a modo loro,e poi come si poteva biasimare Zayn?
Amanda era perfetta,corpo di una modella,capelli biondi come il grano e occhi color nocciola,aveva un sorriso capace di toglierti il fiato e poi la sua personalità.
Piena di mille sfaccettature,era tutta da scoprire,e se c’era una cosa in cui Amanda era brava era farsi desiderare,instaurare in una persona quella sensazione di mistero che la spingeva ad avvicinarsi sempre di più fino a conoscerla del tutto,solo quando si era capaci di comprenderla a fondo,lei ti lasciava entrare nel suo cuore.
E io ero una delle fortunate che Amanda aveva fatto entrare nella sua vita.
-Allora ti sei iscritta?- Mi chiese.
-Si,e lunedì prossimo ho la mia prima lezione- Esclamai contenta.
-Congratulazioni,abbiamo un avvocato in famiglia!- Disse Amanda sollevando la tazza,ormai vuota.
-Non esagerare,sono una matricola di giurisprudenza,la strada per diventare avvocato è ancora lunga- Le dissi io -Harry?-
-Dorme,ancora- Disse Amanda alzando un sopracciglio.
Tipico di Harry,dormire fino a tardi,chissà perché il giorno prima si era svegliato così presto.
-Anche tu vedo che ti sei alzata da poco!- Le dissi mentre indicavo la tazza,la sua tazza preferita,oppure altrimenti chiamata “la tazza del cioccolato di Amanda”
Lei alzò gli occhi al cielo sbuffando.
-Non alzare gli occhi al cielo con me,Amanda Smith!- La rimproverai.
-Chi sei scusa? Christian di Cinquanta sfumature di grigio?- Mi chiese lei ridendo come una pazza.
Scossi la testa,in segno che ormai l’avevamo persa,e non era nemmeno mezzogiorno.
-Sicura di aver bevuto cioccolato e non…che so…vodka?- Chiesi ancora incrociando le braccia.
-Nah,sarebbe una vergogna ubriacarsi alle undici e trenta del mattino- Mi rispose lei.
Decisi di andare a svegliare Harry,così mi trascinai per le scale,ed entrai in camera sua,perennemente in disordine,vestiti ovunque,scarpe,addirittura dei pesi per terra che rischiavano di farti cadere,un computer con tremila fili collegati chissà dove e un letto,che strano centrava anche un letto in mezzo a tutto quel casino.
-Harry alzati,non mi va di camminare in questo campo minato per buttarti giù dal letto- Dissi a voce abbastanza alta.
-Altri cinque minuti- Si lamentò mettendosi il cuscino sulla terra.
-No è quasi mezzogiorno,alzati o i tuoi capelli faranno una brutta fine- Sapevo di aver giocato una carta vincente e infatti si alzò di scatto a sedere mettendosi le mani tra i capelli.
-Tu non toccherai i miei capelli- Disse con uno sguardo truce.
-Allora alza il culo e vieni giù- Sorrisi amorevolmente e chiusi la porta alle mia spalle.
Che dovevo fare con il piccolo di casa? Ok,avevo solo sette mesi più di lui,ma ero comunque più grande.
-Kate!- Mi sentii richiamare da Amanda dal piano di sotto.
-Che c’è?- Urlai per tutta risposta.
-C’è da fare la spesa!-
Sbuffai,che lavoro ingrato.
Scesi e mi rimisi sciarpa e giacca,poi salutai Amanda -Io vado,ricorda di svegliare Harry e se non si alza,minaccialo di tagliarli tutti i capelli- Lei annuì,poi chiusi la porta.
Mi diressi verso il solito supermercato,dove non avrei mai immaginato di incontrare qualcuno a quell’ora così tarda.


Ciaao a todos!
Allora,so di avervi detto che avrei aggiornato ieri,ma mi sono ritrovata un'interrogazione da preparare :)
Anyway,spero che questo capitolo vi piaccia,asdffgghj.
E soprattutto spero ceh RECENSIATE.
Perchè il precedente non ne ha ricevuta
*piange di speratamente*
Cioè scrivete,anche "ciao la tua storia è così e colà" oppure anche se mi dite che fa schifo va bene AHAHAHAHA
Ok,ritornando seri.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate,non fate cadere questa storia nel dimenticatoio e successivamente nel cestino ç_ç
-Mar

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Someone Like You. ***


 
I hope you see my face
And that you’d be reminded that for me it isn’t over
Nevermind I’ll find someone like you
I wish nothing,but the best for you
Adele-Someone Like You

 
 
Entrai e percepii la temperatura leggermente più calda rispetto al freddo non ancora rigido di fine ottobre,presi un cestino rosso tra quelli impilati e mi diressi tra gli scaffali a prendere quel che mi serviva.
Mi mancava solamente un pacco di pasta,che per mia sfortuna si trovava in uno dei ripiani più alti,ma nemmeno il mio metro e settantacinque ci arrivava a prenderlo.
Così posai il cestino per terra e mi misi in punta dei piedi,e finalmente dopo averlo spostato un po’,mi cadde tra le braccia,ripresi il mio cestino per metterci il pacco quando qualcuno mi fermò.
-Ehm,scusa,credo che tu abbia preso il mio cestino- Mi disse una ragazza sorridendo timidamente.
Poi guardai ciò che avevo in mano,era molto meno di quello che avevo preso,e cose del tutto diverse,così mi riavvicinai e glielo restituii,prendendo il mio e infilandoci il pacco di pasta che mi era rimasto in mano.
-Scusami- Dissi di rimando,poi la osservai meglio,era la ragazza della gelateria,quella che aspettava con insistenza il suo ragazzo.
-Nulla,aspetta un secondo…tu non sei la ragazza che ho visto ieri in gelateria?- Mi chiese ancora la ragazza.
-Può darsi,era al centro?- Chiesi,ben sapendo che aveva ragione.
-Si!-
-Oh che coincidenza- Dissi guardando a terra.
-Sei andata via così di fretta con quel ragazzo,è il tuo fidanzato?- Mi chiese,prendendo altre cose dagli scaffali,avevamo cominciato a camminare verso le casse.
-No,è il mio migliore amico,il mio ragazzo mi ha mollata un po’ di tempo fa - Le dissi io.
-Mi dispiace- Mi disse facendomi un sorriso incoraggiante.
-Oh,no è successo otto mesi fa,insomma l’avrei già dimenticato se non ci stessimo per sposare-
Lei continuò a dirmi di quando le dispiacesse,come se potesse aiutarmi.
-E tu invece?- Le chiesi,tanto per fare conversazione.
-Io sto da sei mesi con un ragazzo magnifico,ma se non vuoi parlarne- Mi disse ancora,mi sorpresi della sua gentilezza.
-Oh,no perché non dovrei? Come si chiama?- Le chiesi ridendo.
-Louis-
Non poteva essere.
No,assolutamente no,avevo incontrato e quasi stretto amicizia con la ragazza di Louis,e così lui era riuscito a rifarsi una vita e io no.
Beh infondo tra i due me la sono rovinata io,magari il suo obbiettivo era proprio quello: ricominciare.
-Ehm,io devo andare,magari ci incontriamo in giro,come ti chiami?- Dissi io molto velocemente.
-Eleanor,e tu?-
-Kate- Le dissi di rimando e mi avviai alla cassa.
Pagai e quasi non dimenticai il resto,misi tutto nella borsa alla rinfusa,e presi le due buste bianche,uscii di corsa dal supermercato e mi avviai verso casa.
Le buste pesavano ma sostanzialmente non m’importava,volevo tornare a casa a tutti i costi e maledire la mia sfortuna,non bastava aver incontrato Louis,averlo guardato negli occhi e sprofondare di nuovo.
No,il destino ha pensato che avrei dovuto incontrare anche la sua felice innamorata,di capire che lui di me si era dimenticato e che non contavo più niente mentre lui per me era la cosa che mi aveva rovinato la vita,ma che stranamente solo e soltanto lui sarebbe riuscito,paradossalmente,a riaggiustare.
Quando mi ritrovai davanti alla porta,suonai il campanello e Amanda mi venne ad aprire.
-Stavo morendo di fame- Disse mentre mi toglieva le busta di mano senza neanche farmi entrare in casa.
-Immagino- Dissi togliendomi la sciarpa e la giacca.
-Freddo fuori?- Mi chiese Harry.
-Un po’,inizia a farsi sentire-
Appesi di nuovo la giacca all’appendiabiti e mi buttai sul divano,la mia giornata era già stata rovinata ed era solo mezzogiorno,non avevo voglia di fare molte cose,anche se avevo promesso di essere una persona nuova,certe cose non ti possono nascondere: ero ferita e delusa per aver saputo che Louis era felice anche senza di me.
Mentre Amanda si apprestava a cucinare,dato che quel giorno toccava a lei,Harry si mise seduto accanto a me,forse aveva notato i miei occhi delusi.
-Tutto bene?- Mi chiese.
-Diciamo…- Gli risposi sospirando.
Non avevo la minima idea di ciò che stavo vedendo e poco m’importava, ultimamente usavo la televisione esclusivamente per distrarmi.
Quando Amanda ci chiamò per dirci che era pronto Harry spense la tv e ci avviamo verso la cucina.
Ci sedemmo e incominciai a mangiare la mia pasta al pomodoro,poi quando arrivai circa a metà iniziai a parlare per interrompere il silenzio.
-Non immaginerete mai chi ho incontrato oggi in quel maledetto supermercato- Dissi.
-Louis?- Chiese Amanda per nulla sorpresa.
-Ci sei andata vicino!- Esclamai.
Harry intanto mi guardava con un’aria interrogativa,ansioso di sapere.
-Ho incontrato la sua amorevole fidanzata- Dissi.
E poi Harry sputò tutta l’acqua che aveva in bocca.
Era stata una scena decisamente comica,che iniziai a ridere a crepapelle,rischiando di strozzarmi con la pasta.
Amanda invece,era rimasta impassibile a causa del mio annuncio e quindi non si era affatto curata della reazione del riccio.
Solo dopo un po’,che Harry aveva ripreso a respirare io smesso di ridere,Amanda aprì bocca.
-Come fai ad essere sicura che sia lei?-
-Beh,ha detto di essere fidanzata da ben sei mesi con un ragazzo fantastico di nome Louis- Dissi. -E poi le coincidenza sono troppe! Lei è la ragazza della gelateria,il suo ragazzo l’ha chiamata dicendo che sarebbe arrivato lì a momenti,e poco dopo,quando mi alzo e vedo Louis,è per forza così- Conclusi spiegando a tutti quello che pensavo.
-Mmh- Commentò Harry,devo dire che si era sforzato parecchio.
-Io non ho fame- Dissi,ripensarci e ragionandoci sopra mi era passata la voglia di mangiare,perciò mi alzai e andai in camera mia a riposarmi.
Dopo aver letto per un po’ un libro che avevo iniziato settimane fa, accesi il vecchio computer che tenevo sulla scrivania e andai sul sito dell’università,scaricai la lista dei libri e la stampai.
Presi un evidenziatore giallo dal portapenne e sottolineai i titoli che mi servivano quel giorno stesso sarei andata a comprarli in libreria e poi avevo bisogno di uscire e di svagarmi un po’ sa sola.
Speravo solo di non ritrovarmi l’adorabile Eleanor anche lì,a ricordarmi di come lei e il suo ragazzo,nonché mio ex-fidanzato,fossero felici insieme.
Andai giù e avvertii i ragazzi che uscivo.
-Vado in libreria,a stasera!-
-Aspetta,oggi vado a casa di Zayn,Liam e Niall vanno ad una festa e noi ce la spassiamo soli in casa- Mi disse Amanda,come la conoscevo bene.
-Muoviti- Le dissi,lei dal bagno del piano di sotto mi disse che si sarebbe sbrigata.
Aspettai ben dieci minuti prima che si presentasse accanto a me,perfettamente vestita e pettinata.
-A quanto pare rimarrò a casa da solo- Disse Harry.
-Già che ci sei,prepara la cena- Gli dissi,salutandolo con un bacio sulla guancia.
Io e Amanda uscimmo di casa e per tutto il tragitto che percorrevamo insieme continuò a domandarmi se stessi bene e se fossi sicura che l’aver conosciuto Eleanor,anche se per sbaglio,mi avesse in qualche modo scossa,e finalmente dopo averle detto più e più volte di stare bene,le nostre strade si separarono,e io intrapresi il bivio a destra che mi avrebbe portato davanti alla libreria.
Arrivai davanti all’edificio ed entrai,mi avviai verso una delle postazioni libere a cui chiedere i libri e con mia grande sorpresa ci trovai Niall dietro quello schermo.
-E tu che ci fai qui?- Gli chiesi.
-Lavoro- Mi rispose lui controllando qualcosa al computer.
-Non lo avevo capito,guarda- Scherzai.
-Come mai ti servono dei libri?- Mi chiese.
-Studio- Gli risposi,imitandolo come aveva fatto prima.
-Università?- Mi chiese prendendomi la lista di mano -Giurisprundeza- Aggiunse annuendo mentre leggeva i titoli.
-Vado a prenderti i libri- Mi disse sorridendo.
Io gli sorrisi a mia volta e aspettai tamburellando le dita sul bancone di legno guardandomi attorno,non avrei voluto trovarmi di nuovo qualche sorpresina legata a Louis.
-Eccoli qui- Mi disse poggiando una pila enorme sul bancone.
-Avete il servizio a domicilio?- Chiesi scherzando,ma guardando la pila molto preoccupata.
-No,te li porterei io stesso,ma sto lavorando- Mi disse lui.
-Niall sei davvero gentilissimo- Gli dissi io -Ma non credo che vivrò a lungo se dovrò portare tutti questi libri-
Lo salutai e presi i libri dirigendomi a piccoli passi verso la cassa che per mia fortuna era vuota.
La cassiera aveva una voglia di lavorare pari alla lunghezza della sua succinta maglietta,così dopo averle passato tutti i libri pagai,li divisi in ben tre buste piene,e mi avviai verso l’uscita per tornare a casa.
Quando arrivai,dopo aver preso un taxi,suonai il campanello ed Harry mi venne ad aprire.
-Avrai molto da studiare- Commentò sarcastico lanciando un’occhiata alle buste piene di libri che avevo in mano.
-Già-
-Torno a continuare la mia deliziosa cenetta- Mi disse e tornò svelto in cucina,erano solo le sei,chissà cosa stava preparando di tanto elaborato.
Io portai i libri al piano di sopra,nella mia stanza cercando mentalmente un posto dove metterli,ma poi decisi che ci avrei pensato la mattina dopo,così mi buttai stanca sul letto,e mi addormentai.
 
Louis’pov.
Quella mattina Eleanor tornò a casa con un’aria strana,a pranzo non parlammo quasi per niente,quindi decisi di andarle a fare compagnia sul divano.
-Tesoro,sta bene?- Le chiesi mettendole un braccio intorno alle spalle.
-Si,solo che oggi al supermercato ho incontrato una ragazza,e…niente mi dispiace che stia passando tutto quello che mi ha raccontato- Mi disse guardandomi negli occhi.
Era estremamente sensibile,se qualcuno stava male diventava triste anche lei.
-Solo per questo?- Le chiesi accarezzandole i capelli.
-Non capisci Lou?- Mi disse.
Lou. Lei mi chiamava sempre in quel modo,era così strano sentirlo dire da un’altra ragazza.
-È stata lasciata dal suo ragazzo davanti l’altare! Non mi sorprende affatto che dopo otto mesi si sfoghi anche con persone che conosce a malapena,tipo me- Mi disse ancora.
Per un attimo provai il terrore che El avesse conosciuto Kate,se così fosse il destino era davvero crudele.
-E ti ricordi per caso come si chiamava?- Le chiesi.
-Kate- Mi disse annuendo.
Oh no,il modo era davvero così piccolo? Oppure ultimamente il destino mi stava giocando brutti scherzi,prima la vedevo in gelateria,poi Eleanor la incontrava al supermercato.
-Ascolta El,lascia che ti racconti una storia- Cominciai,lei accavallò le gambe e si avvicinò a me guardandomi curiosa.
-C’era una ragazza che stava vivendo la sua vita felice,aveva un ragazzo che l’amava e si sarebbero sposati a Febbraio,poi in chiesa,davanti a tutti,davanti al prete e alla ragazza che amava,quel ragazzo non se la sentì e scappò,guardando negli occhi verdi della ragazza per un’ultima volta.
Lui l’amava veramente e non sapeva perché fosse scappato,era solo molto confuso e decise di passare i due mesi successivi a quel giorno in viaggio per ritrovare se stesso. Andò a Londra,e li incontrò un’altra ragazza,lei era dolcissima e molto bella,incominciarono a frequentarsi,ad uscire finché non si misero insieme,lui però resta fermamente convinto che la ragazza che avrebbe dovuto sposare non sia totalmente uscita dalla sua vita,anche se pensa fermamente che lei lo odi- Dissi,non avevo il coraggio di dire direttamente ad Eleanor che quella era la mia storia,era il mio passato e il mio presente.
-E tutto questo cosa centra?- Mi chiese lei,curiosa di scoprire il finale rimasto in sospeso.
-Centra perché…quel ragazzo sono io- Le dissi chiudendo gli occhi e aspettandomi di tutto.
-Tu hai lasciato una ragazza il giorno del vostro matrimonio,perché eri confuso e lo sei tuttora,e quella ragazza è Kate,giusto?- Mi chiese con un tono di voce che non lasciava trapelare alcuna emozione.
Io annuii silenzioso.
-Mi ami Louis? Mi giureresti che Kate ormai è un capitolo concluso?- Mi chiese.
-Kate non sarà mai un capitolo chiuso- Dissi.
-Allora…vattene via,esci da questa casa- Continuò Eleanor,con le lacrime agli occhi,mi faceva male vederla così.
-Ma...-
-Non aggiungere altro,prendi la tua roba e vai via- Disse ancora.
Io andai nella nostra stanza,feci il mio borsone e me ne andai,consapevole di averla persa solo per averle detto la verità.


Salve gente! c:
Chissà quanti a mezzogiorno meno un quarto si mettonjo a leggere questo capitolo9 çç
Vabbè,oggni sono stata fin troppo mattiniere :o mi sono svegliata alle 9:30
Ma a voi non interessa,credo...lol a meno che non siata degli stalker.
Questo capitolo è molto lungo,soprattutto perchè c'è il "Louis' pov"
Quindi adesso si ritrova senza un tetto. (povero Lou çç)
Cosa accadrà?
Aspetto le vostre recensioni,non deludetemi u_u
Vi voglio bene ♥
-Mar

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Haunted. ***


Whoa, I’m holding my breath
Won’t see you again
Something keeps me holding, onto nothing!
Taylor Swift-Haunted

 
-Ehi- Mi disse piano Harry,che ore erano?
-Mhh,ho sonno- Risposi girandomi dall’altra parte.
-Non vuoi assaggiare la mia deliziosa cenetta?- Mi chiese ancora togliendomi i capelli dal viso.
-Solo perché la stai cucinando da oggi pomeriggio- Gli risposi alzandomi a sedere sul letto. Guardai la sveglia: erano le otto e trenta.
Avevo dormito appena due ore e finalmente senza sogni,forse quelli il subconscio li teneva per la notte.
-Cosa hai cucinato di così buono?- Chiesi mentre uscivo dalla mia stanza.
-Anatra all’Orange  Disse imitando un falso accento francese.
-Oh addirittura piatti di così alti livelli, chef Styles?- Chiesi sorpresa prendendolo un po’ in giro mentre scendevo le scale insieme a lui.
-Hai fatto la spesa stamattina,non potevo non farla- Mi disse.
-Seriamente,hai consultato qualche ricettario o hai un’abilità nascosta che non hai mai mostrato in questi otto mesi?- Gli chiesi entrando in cucina e cominciando ad apparecchiare,perché,poverino,lui aveva già cucinato.
-Me l’ha insegnato mia madre un po’ di tempo fa- Mi disse.
-Perché tu giustamente al liceo chiedi a tua madre come si fa l’anatra all’Orange,certo- Gli dissi ridendo.
Lui rise insieme a me,e quando finii lui servì i piatti a tavola,devo dire che in quei giorni mi stavo e ci stavamo trattando abbastanza bene,pollo e patate,anatra a arance,l’unica che si perdeva tutto questo ben di Dio era Amanda,che quando cucinavamo queste pietanze era sempre a casa di Zayn o perlomeno con lui da qualche parte,ma ammisi a me stessa che come mi trovavo in quel periodo avrei di gran lunga preferito il cibo agli uomini,coincidenze? Credo di no.
-Harry è buonissima- Dissi mettendo in bocca un primo pezzo di carne. -Anche se l’arancia è dolce con la carne non è che ci stia bene-
-Non sai apprezzare l’alta cucina,è buonissima,stop- Mi disse lui gustandosi quello che aveva preparato lui stesso con le sue manine.
Che poi manine non direi, dato che erano enormi,chissà in quale stupida rivista o sito web avevo letto che la grandezza delle mani di un uomo era proporzionale alla lunghezza del suo amico delle parti basse.
-Kate?- Mi chiese Harry.
-Si?- Alzai lo sguardo.
-Eri persa nel vuoto,a che pensavi?- Mi chiese ancora.
-Oh,niente- Dissi avvertendo un calore divampare nelle guance,era il mio migliore amico non potevo farci quei pensieri! Kate,ricomponiti.
-Un giorno devo farmela preparare da mio padre- Dissi finendo ciò che avevo nel piatto.
Lui si che era un grande chef.
Trasferitosi da Doncaster a New York grazie alle sue doti culinarie,lavorava in uno dei ristoranti più rinomati della Grande Mela e mia madre lo seguì.
Quando lo chiamarono per andare a lavorare li,io e i miei fratelli eravamo grandi ormai,io avevo appena finito il liceo e Jade e Mark continuarono ad occuparsi del piccolo ristorante della famiglia Marshall a Doncaster.
Quando annunciai che mi sposavo i miei genitori vennero di nuovo in Inghilterra per vedermi,per poi rimanere delusi,ma mai quanto me.
La cena di Harry mi aveva riempito lo stomaco e fatto venire un gran sonno,così lo aiutai a sparecchiare e cominciammo a guardare un film,ma c’erano troppe sparatorie e sgozzamenti per i miei gusti,io amavo film di quel tipo cominciavo a ridere quando tutti si disperavano per la morte di quello buono,ma quella sera non ne avevo proprio voglia così finito il primo tempo andai a dormire.
Dormii senza sogni,finalmente avevano deciso di darmi pace,ascoltare un po’ di musica prima di andare a dormire era stata una buona idea.
Fatto sta che la mattina dopo mi svegliai di buon umore e piena di energie,ma non mi esaltai molto, tanto sapevo che ogni mattina iniziata bene nascondeva un qualcosa che doveva rovinarla.
Quando scesi giù feci colazione con un toast,non mi piaceva appesantirmi al mattino, anche se era considerato il pasto più importante della giornata io preferivo di gran lunga il pranzo.
-Kate vado a fare la doccia- Mi disse Harry dalle scale.
Gli risposi con un cenno della mano e cominciai a girovagare per casa,osservando le foto di noi tre in giro.
Dopo circa un quarto d’ora passato a vedere le foto mie,Harry e di Amanda,e a ricordare ogni singolo posto in cui l’avessimo scattata il cellulare di Harry squillò.
Lui era di sopra in bagno,ed era inutile avvertirlo così,senza nemmeno guardare il numero risposi,mi sentivo in dovere di farlo.
-Pronto?-
-Ehy, Harry sono Lou…- Disse una voce fin troppo familiare
-Louis?- Dissi sorpresa
-Kate,dov’è Harry?- Chiese,come se gli mancasse il fiato.
-In bagno-
-Mi fai richiamare?-
-Certo-
-C-ciao-
Spinsi il pulsante rosso e terminai la chiamata.
Ecco spiegato perché non avessi sognato nulla,il destino aveva deciso di farmi sentire la sua voce,il prossimo episodio quale sarebbe stato? Uscire con lui? Prenderci un caffè?
Mi buttai sul divano poggiando il cellulare di Harry sul tavolino e guardai un punto nel vuoto.
Perché dopo otto mesi di indifferenza,di depressione,di qualsiasi altra cosa che mi stava aiutando a dimenticarlo stavano succedendo tutte quelle cose?
Quando Harry scese,aveva ancora i capelli bagnati e quando mi vide in quello stato di trance si preoccupò.
-È successo qualcosa?- Mi chiese preoccupato.
-Ti ha chiamato Louis,ha detto se lo richiami- Gli dissi totalmente indifferente.
-Ah,va bene- Mi disse lui prendendo il cellulare e poi scomparì al piano di sopra,sentì la sua porta chiudersi.
Sapevo di non doverlo fare ma mia alzai dal divano e salii di sopra,mi appostai fuori dalla camera di Harry e ascoltai,sapevo che lui quando parlava al telefono metteva il vivavoce perché faceva un altro miliardo di cose insieme e così fece,attaccai il mio orecchio al legno freddo della porta e ascoltai.
-Louis,sono Harry,dimmi- Disse prima che Louis potesse rispondere.
-Amico,sono nei casini,devi aiutarmi- Gli disse Louis.
-Che hai combinato?- Gli chiese Harry ridendo,alla fine dovevo ammettere che,anche se non si vedevano più così spesso erano rimasti in buoni rapporti.
-Ho raccontato la verità ad El,su me e Kate- Disse Louis,dall’altra parte del telefono.
Oh,aveva avuto il coraggio di dire alla sua ragazza di avermi lasciata quando ci stavamo per sposare,notevole.
-E poi?- Chiese Harry armeggiando con qualcosa.
-Mi ha sbattuto fuori di casa,adesso sto nell’hotel di un amico,ma domani non posso rimanere- Disse Louis.
Poi Harry tolse il vivavoce, evidentemente aveva le mani libere per tenere il telefono,non sentivo più quello che diceva Louis,ma restai ad ascoltare comunque.
-Ok,per me va bene,quanto tempo ti serve?- Disse. -Due mesi?- Continuò.
-Ne parlerò con Kate e Amanda,ti faccio sapere,ciao Lou- Disse e poi attaccò,io mi precipitai di corsa al piano di sotto,per non fargli capire che avevo sentito tutto e cominciai a farmi diecimila filmini mentali su quello che gli avesse potuto dire Louis dopo che Harry aveva tolto il vivavoce.
Doveva parlarne con me e con Amanda,quindi in qualche modo riguardava anche noi.
Louis era stato buttato fuori dalla sua ragazza,quindi conclusi che si fossero lasciati,e questo solo perché lui gli aveva detto di essere stato un codardo e di avermi lasciato da sola nel mio abito da sposa.
Alloggiava da un amico, in un hotel di un suo amico più precisamente, ma non poteva restarci per un altro giorno, così aveva detto ad Harry che gli servivano due mesi,per organizzare qualcosa.
Ma cosa?
Le domande principali che mi frullavano in testa erano due.
A cosa gli servivano due mesi? E perché aveva chiamato Harry?
Il mio migliore amico scese e posò il cellulare su un mobile.
-Sai dov’è Amanda?- Mi chiese.
-Probabilmente da Zayn- Risposi cercando di nascondere il fatto che sapevo tutto.
-E sai quando ritornerà?- Mi chiese ancora nervoso questa volta.
-No,ma se vuoi la chiamo- Dissi prendendo il telefono di casa.
-Grazie,devo...dirvi una cosa-
Sapevo che si riferiva alla chiamata di Louis e di quello che lui gli avesse detto,così mi alzai,e dopo aver preso il telefono digitai il numero di casa di Zayn,dove viveva insieme ad Harry e Niall.



Eccoci qui mie piccole cacchette rosa ^-^ (io amo le cacchette rosa,sentitevi onorati u_u)
Immagino che voi abbiate già capito tutto anche se non ho fatto finire la telefonata,però sono stronza e lo metterò nel prossimo capitolo.
ANYWAY.
Spero che recensiate,perchè ci tengo davvero tanto,asdfghh.
Mi appelo anche ai lettori 'silenziosi' se recensite non vi mordo mica.
Non sono una cannibale,non mangio nemmeno il pesce,figuriamoci se mangio voi,pff.
Vabbè finisco di scassare e vi lascio al vostro spazietto bello per le recensioni,fatemi saperte cosa pensate ;)
E soprattutto se avete già capito a cosa servono i due mesi **
Ah si,se volete seguirmi su twitter sono
@MarziaeAlessia se vi va seguitemi,ricambio :)
Il prossimo capitolo lo avrete Mercoledì,Giovedì se sono incasinata coi compiti :3
-Mar

-Mar

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Little Talks. ***


 
Your mind is playing tricks on you my dear
‘Cause though the truth may very this ship will carry up
Our bodies safe to shore
Of Monsters And Men-Little Talks

 
 
-Pronto?- Rispose una voce femminile piuttosto conosciuta dall’altro lato del telefono.
-Amanda,sono Kate,devi urgentemente venire a casa,Harry deve dirci qualcosa- Le dissi guardando il riccio che mi annuì.
-Cosa?- Mi chiese la mia amica sbuffando.
-Non ne ho idea- Risposi mentendo a lei e a Harry che stava ascoltando.
-Arrivo- Disse,agganciò e io rimasi con un fastidioso suono nelle orecchie.
Sembrava abbastanza irritata da quella chiamata,l’avevo notato,mi sedetti nuovo accanto ad Harry che si torturava le mani nervosamente.
-Puoi smetterla?- Gli chiesi,stava facendo innervosire anche me.
-Scusa- Mormorò a bassa voce.
Rimanemmo in quel modo,l’uno accanto all’altra senza rivolgerci la parola e a guardarci intorno finché non sentimmo la chiave girare nella toppa,segno che Amanda era tornata.
-Vi giuro che se mi avete fatto lasciare Zayn da solo per una cazzata vi castro a tutti e due- Sbottò arrabbiata,sbattendo le chiavi sul mobile di legno subito davanti l’entrata e sbattendo forte la porta.
Io alzai un sopracciglio,per niente sorpresa dalla reazione di Amanda, che intanto si era seduta sulla poltrona davanti al divano dove sedevamo io ed Harry.
Appoggiai una gamba sul tavolino beccandomi un occhiataccia di Harry ma sia io che la bionda davanti a me eravamo impazienti di sapere.
-Parla,dannazione!- Dissi io rivolta ad Harry dopo un interminabile momento di sguardi.
-Ok,allora...- Iniziò e si scaldò la voce. -Prima ho parlato con Louis-
Amanda cominciò a guardarlo male e io rimanevo impassibile,tanto sapevo tutto,più o meno.
-E mi ha detto che è nei casini- Continuò.
-Che tipo di casini?- Chiese Amanda,che si addolcì un po’.
-Ieri la sua ragazza l’ha...beh sbattuto fuori di casa e adesso alloggia da un amico ma non può rimanerci anche domani- Continuò senza arrivare al dunque,come se avesse paura di dirlo.
-Quindi?- Chiese Amanda.
-Beh,gli servono dei soldi per ritornare a Doncaster e mi ha chiesto se per due mesi poteva…- Disse ancora guardando il pavimento.
-Poteva cosa?- Amanda si stava alterando sempre di più,odiava quel tipo di atteggiamento,e d’altra parte mi stavo incuriosendo anche io,metà della storia la sapevo,quello che mi mancava era quello che Harry ci stava cercando di dire.
-Se poteva restare da noi!- Disse infine Harry,lanciando un sospirò liberatorio.
Amanda guardava Harry schifata,aveva la bocca storta e gli occhi spalancati,io invece avevo cominciato a ridere molto nervosamente.
-E’ uno scherzo,vero?- Chiesi alzandomi e ridendo,guardando in alternanza i miei due amici.
-No-
Non era uno scherzo e io smisi di ridere,due mesi nella stessa casa con Louis William Tomlinson,il masochismo allo stato puro.
Convivenza forzata,almeno per me,io non lo volevo in casa,Amanda lo avrebbe ucciso con un solo sguardo e Harry voleva solo aiutare un amico.
Certo,avrei sempre potuto evitarlo,non parlargli, non guardarlo,ma avremmo comunque vissuto nella stessa casa, dormito sotto lo stesso tetto e mangiato alla stessa tavola.
No,non potevo.
-Bene,fallo venire qui,io avverto mia madre che vado da loro a New York- Annunciai incrociando le braccia.
-Tu non vai da nessuna parte- Mi disse Amanda fulminandomi con lo sguardo.
-Kate,non fare la bambina! Siete adulti, potete benissimo convivere senza ammazzarvi,oppure no?- Disse Harry,lo vidi veramente arrabbiato per la prima volta.
Aveva ragione,eravamo adulti,avremmo potuto benissimo vivere insieme.
Solo che sarebbe stata dura ricominciare dopo otto mesi di totale indifferenza.
-Per me va bene,ma solo perché è disperato,se si azzarda a rivolgere una parola a Kate lo porto al macello- Disse Amanda sbuffando.
La mia migliore amica non era né con me né contro di me,Harry era dalla parte di Louis e io…io beh,non lo volevo.
-Kate?- Mi chiese Harry.
-Quando arriverà?- Chiesi.
-Domani mattina,stasera gli do le chiavi,nel caso venisse quando noi non ci siamo- Mi disse Harry.
Io chiusi gli occhi e cercai di trattenere un’alta frase non tanto carina che mi stava per uscire di bocca.
-Quanto hai detto che rimarrà?- Chiesi pur sapendo bene la risposta.
-Due mesi-
-Bene,tra sessanta giorni lo voglio fuori di qui- Dissi tagliente.
Detto ciò,mi alzai dal divano di pelle nera e mi diressi verso le scale,ancora incredula per quello che avevo detto.
Avevo permesso che venisse a vivere a casa nostra,ben consapevole che lo avrei visto tutti i giorni da li a due mesi.
-E cercate di essere un po’ più gentili quando ci sarà lui- Disse Harry rivolto a me e ad Amanda.
Aveva decisamente superato il limite.
-Gentile Harry? Se io gli cucino il pranzo e lo faccio dormire è già tanto,mi chiedi anche di essere gentile?- Dissi furiosa,scendendo i pochi gradini che avevo fatto e mi avventai contro il mio migliore amico.
-Ok,scusami,comportati come vuoi allora- Mi disse liberandosi della mia presa sulle sue spalle.
Lo guardai male e me ne andai in camera mia,sbattendo la porta,ci sarebbero voluti giorni per ricominciare a parlare con Harry ma non m’importava,avevo altro a cui pensare,come al fatto che il ragazzo che mi ha rovinato la vita sarebbe stato in casa nostra per due mesi,oppure che sempre quel ragazzo mi avrebbe guardato negli occhi ogni singola mattina,perché sapevo come era fatto Louis.
Quando non c’erano parole da dire,usava i suoi occhi,facendoti capire tutto quello che pensava talmente fossero profondi e magnetici.
E sapevo anche che se lui lo avesse fatto io non sarei mai più stata forte come una volta,le mie barriere,in parte crollate e danneggiate,sarebbero state rase al suolo,e poi avrei ricominciato a piangere ogni notte,in silenzio contro il mio cuscino.
Non volevo questo.
Sentii il rumore di un phon che si accendeva: Harry che si asciugava i capelli.
Richiusi gli occhi e mi buttai sul mio letto,preso il lettore mp3 e cominciai a sentire una canzone che mi rilassava,solo pianoforte,era lenta,triste in alcuni punti,ma mi sgomberava la mente e mi faceva stare sempre più serena.
Amanda probabilmente era riuscita oppure si era messa a cucinare per togliere lo stress.
Fatto sta che il resto della giornata lo passai tra la mia camera e il bagno,la sera ero fisicamente riposata ma il mio cervello era piano di macchinazioni e castelli in aria era pieno di domande e nessuna risposta.
Prima di cena quindi,andai a farmi una doccia bollente per rilassarmi.
Appena l’acqua calda scivolò sul mio corpo mi sentii meglio,liberai la mia testa e cominciai a massaggiarmi i capelli con lo shampoo,una volta uscita,indossai direttamente il mio pigiama extra-large con le pecorelle.
Segno che ero depressa,e che avrei potuto mangiare chili e chili di nutella senza stancarmi.
Scesi giù per la cena,ma non toccai quasi nulla,non rivolsi la parola né ad Harry né ad Amanda,che si guardavano in cagnesco e cercavano di tirarmi su con qualche conversazione interessante che però andava a morire subito dopo il mio sguardo stanco e irritato.
Tornata in camera cercai di dormire ma con scarsissimi risultati,rimasi sveglia anche dopo che Harry era andato a dormire,e capii che era passata di gran lunga la mezzanotte.
Mi forzavo a tenere gli occhi chiusi,ma dovevo dormire,cosa che evidentemente la mia testa non voleva farmi fare.
Rimasi dunque,sveglia,senza alcuna ragione per rimanere a letto,guardando il soffitto mi alzai e accesi la luce.
Presi i libri ancora nelle buste della libreria che erano per terra,e li tirai fuori uno per uno,tolsi la plastica e liberai uno scaffale.
Poi li riposi uno per uno in ordine di altezza,per passare il tempo,buttai la plastica nel cestino del bagno e piegai le buste che infilai nel cassetto della scrivania.
Dopo aver fatto tutto ciò guardai l’orologio: le due e quaranta.
Mi era venuta sete,così spensi la luce per non illuminare il corridoio e uscii.
Scesi piano piano le scale,non si vedeva niente e non volevo accendere la luce,e sinceramente non ci tenevo a cadere e a rompermi qualcosa.
Andai in cucina e presi un bicchiere pulito,lo riempii con l’acqua che tenevamo al frigorifero e feci una smorfia quando bevvi l’acqua troppo fredda,non la finii e lasciai il bicchiere sul piano della cucina perfettamente pulito.
Le grandi vetrate mi facevano vedere tutta la via,poco illuminata, e la luce della luna mista a quella dei lampioni entrava fioca dalle finestre che davano anche sul salotto,quindi il piano di sotto era quasi interamente illuminato,debolmente ma lo era.
Quando feci per uscire dalla cucina sentii un rumore provenire dalla porta di casa,indietreggiai e mi appoggiai allo stipite della porta della cucina,la porta si aprì,nessuno aveva scassinato la serratura,qualcuno poggiò le chiavi sul primo mobile che trovò e si richiuse la porta alle spalle facendo poco rumore.
Io mi avvicinai per vedere meglio chi fosse,dato che era buio e non riuscivo a distinguere i tratti del suo viso.
Quando entrambi fummo ad una tale distanza di accorgerci l’uno della presenza dall’altra,anche lui si girò verso di me e ci guardammo meglio.
L’avevo riconosciuto,non era cambiato di una virgola,i capelli ancora mossi dal vento di fine Ottobre,come quella mattina di Febbraio.
Gli occhi blu che brillavano anche nell’oscurità della notte,scrutavano i miei curiosi di scoprire qualcosa di non raccontato.
Accennò un piccolo sorriso, appena visibile e si mosse,io mi allontanai,e tornai in camera mia.
Mi buttai sul letto,convincendomi di averlo sognato,e non che fosse veramente arrivato a casa, solo quando chiusi gli occhi con un sorriso stampato in faccia capii quanto mi era mancato.

Ehi bella gente,Marzia è qui presente! yo.
Ok, *la smette*
Comunque Louis è tornato!*stappa lo champagne,organizza un party hard*
MLMLMLMLMLML.
*la smette di nuovo*
Ditemi cosa ne pensate con una bella recensione,per chi non mi avesse ancora seguita su twitter sono
@MarziaeAlessia
ricambio se me lo chiedete c:
Il prossimo capitolo lo prevedo per sabato,oppure lunedi,dipende.
Spero che questo vi sia piaciuto :')
Alla prossima!
-Mar

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Madness. ***


 
I,I can’t get these memories out of my mind
And some kind of madness
Has started to evolve.
Muse-Madness
 

 
La mattina arrivò più veloce del previsto e della notte precedente ricordavo veramente poco,credevo di aver sognato Louis,anzi ne ero certa,i miei sogni non mi avevano abbandonata,dal matrimonio erano passati direttamente a lui.
Perché? Cosa avevo fatto di male?
Poi quel giorno sarebbe arrivato Louis a casa,mi era passata per la mente l’idea di andarmene a fare un giro ma poi sarebbe sembrato che lo volessi evitare come realmente era,ma erano giochetti che facevo al liceo,Harry mi aveva ricordato che al liceo non ci stavamo più,eravamo degli adulti e come tale non potevo uscire ed evitarlo,uffa.
Mi alzai e mi trascinai in cucina,sentivo delle voci in giardino,ma avevo troppo sonno,avevo passato la notte in bianco a pensare.
-Buongiorno dormigliona- Mi salutò Amanda,un po’ troppo affettuosa quella mattina,forse aveva messo troppo zucchero nella cioccolata.
-Che ore sono?- Chiesi tirandomi fino ai palmi delle mani le maniche del mio pigiamone.
-Le dieci e mezza- Rispose lei,versando dei cereali in una tazza.
Quindi non si era addolcita per il troppo zucchero.
-I miei sogni sono peggiorati- Dissi rubandole la scatola di mano.
-Devo dirti una cosa importante- Mi zittì subito versando il latte.
-Tocca prima a me!- Aspettai che finisse e presi la bottiglia di latte e versai anche io quanto me ne serviva.
Lei mi guardò e mi incitò a continuare.
-Invece del matrimonio,stanotte ho sognato Louis,credo di cominciare ad impazzire!- Esclamai prendendo un cucchiaio pulito dalla lavastoviglie.
-No,non credo- Disse una voce fin troppo familiare.
Non era Amanda,non era Harry,avevo paura di girarmi e controllare chi fosse,perché un’idea già l’avevo e non volevo vederlo,perché era a casa così presto?
Però ero un’adulta così mi girai verso la porta sul retro da cui era entrato.
Lo guardai io stessa negli occhi,non sapevo resistergli e fu come quattro anni fa,quando nostri occhi si incontrarono per la prima volta.
Quel blu oceano che mi catturava ogni volta,anche in quel momento non fallì,i suoi sorridevano insieme a lui,erano brillanti,felici,spensierati come quelli di un bambino,eppure nascondevano un velo di tristezza,un desiderio irraggiungibile conosciuto solo da loro.
-Ciao Louis- Dissi dopo un interminabile momento e dopo aver ricordato come si facesse a parlare.
-Era quello che cercavo di dirti- Mi rimproverò Amanda.
Eppure come faceva lui ad assicurarmi che non l’avessi sognato e che non stessi impazzendo. Volevo saperlo ma mi conoscevo troppo bene,non glielo avrei mai chiesto.
-Louis è arrivato stanotte- Si intromise Harry.
Allora non l’avevo sognato. Era vero,l’avevo visto arrivare veramente.
-Kate è stata la prima a vedermi arrivare- Disse Louis divertito.
Amanda e Harry si girarono verso di me con uno sguardo interrogativo.
-Non guardate me! Io ero certa fosse un sogno- Mi giustificai mettendo in bocca un cucchiaio di cereali.
Mi sentivo a disagio con Louis in casa,e soprattutto mi metteva disagio che lui mi avesse vista col mio pigiama a pecorelle,ma non importava,finii i miei cereali più in fretta che potei e mi precipitai di sopra.
Chiusi la porta della mia stanza a chiave e scivolai sul pavimento prendo domi la testa tra le mani.
Non avevo sognato Louis stanotte,cosa buona.
Lui mi aveva appena visto in pigiama,precisamente il mio pigiama post-depressione di pail con le pecorelle,cosa non molto buona.
E soprattutto,quando l’ho guardando negli occhi quando mi ha sorriso,il mio stomaco ha fatto i salti mortali,io l’ho convinto a ingoiare i cereali, e soprattutto sentire la sua voce,mi ha ricordato di come mi era mancata,la sua bellissima fastidiosa voce per casa,la sua fantastica voce quando canticchiava davanti ai fornelli,e questa non era decisamente una cosa buona,era una cosa orribile.
La peggiore delle cose che potesse capitare: detestarlo,ma allo stesso tempo scoprire che per tutto questo tempo non avevo altro che bisogno di lui.
Mi rimisi in piedi e indossai dei vestiti decenti,quella mattina sarei uscita,non potevo permettermi di nuovo di provare quelle strane emozioni,che poi io per Louis provavo emozioni?
Non lo odiavo,non era mio amico,mi era totalmente indifferente,era questo il problema,lui doveva rimanere ad essermi indifferente se qualcosa fosse cambiato,le cose non si sarebbero messe affatto bene.
Scesi giù sfoderando uno dei miei sorrisi più falsi e cambiai la borsa marrone con quella blu.
-Dove vai?- Mi chiese Amanda.
-Non lo so,devo uscire da questa casa,penso che tu mi capisca- Dissi a bassa voce in modo che solo lei potesse sentirmi.
Lei annuì e sorrise debolmente,poi mi accompagnò alla porta -Tranquilla,devi solo abituarti-
-Speriamo- Mormorai,poi salutai Harry e forse salutai anche Louis urlando un ‘ciao’ diretto a tutti,i due mi risposero con un gesto della mano,dato che erano impegnati a leggere qualcosa sull’i-Phone di Harry.
L’aria fresca pungeva delicata sul mio viso,infilai le mani in tasca,e il naso sotto la sciarpa bianca,camminavo senza una vera meta,aspettando che qualcosa di interessante catturasse la mia attenzione.
Passai davanti alle vetrine di negozi,anche davanti al parco,il verde mi metteva di buon umore,era il colore della speranza,mi attirava.
Attraversai la strada e mi ritrovai nella piccola ma piacevole distesa di verde,i bambini giocavano e anziani si riposavano sulle panchine,ne trovai una libera anche io e mi sedetti,il prato era leggermene bagnato,e quello non era decisamente un bel posto per le mie scarpe da ginnastica bianche.
L’aria era fresca,lo smog cittadino della frenetica Londra lì era più attenuato,meno percepibile era una bella sensazione,respirare aria relativamente pulita.
Una coppia felice mi passò davanti con un passeggino,mi sarebbe piaciuto avere dei bambini un giorno,ma forse pensarci quando stavo per sposarmi era troppo presto,avevo appena ventun’anni, troppo presto per mettere su una famiglia vera e propria,pensare ad un futuro,a dei figli,ma non troppo presto per sposarmi con la persona che amavo di più al mondo.
Però andò tutto storto e quindi la mia idea di avere una famiglia felice e perfetta era in qualche modo andata in fumo.
Anche il parco mi stancava,possibile che tutto in quella città mi ricordasse Louis,proprio la persona dalla quale cercavo si scappare?
Andai via e continuai a camminare per le vie di Londra da sola,tormentata dai miei pensieri,finché la vetrina di un negozio non attirò la mia attenzione.
C’era appeso un cartello con scritto a caratteri cubitali: “CERCASI COMMESSA”
Ci pensai un attimo sopra,se avessi lavorato di pomeriggio,avrei avuto tutta la giornata occupata,quindi avrei visto Louis solo di sera a cena,constatai che era proprio quel che mi serviva.
Avevo vissuto otto mesi senza di lui,e adesso era arrivato a sconvolgere me e i miei piani per dimenticarlo,vederlo il meno possibile mi avrebbe solo aiutato.
A quel punto aprii la porta di vetro e feci un sorrisone a trentadue denti alla probabile proprietaria del negozio che aveva cominciato a guardarmi.
-Salve, le serve qualcosa?- Mi accolse la donna,forse era un po’ più grande di me,massimo trent’anni.
-Sono qui per il lavoro- Dissi sorridente indicando il cartello appeso fuori.
-Certo,seguimi- Mi disse e ci dirigemmo verso un locale inaccessibile al pubblico.
Di quel negozio in realtà sapevo solo che si vendevano vestiti da donna.
Un buon inizio per iniziare a lavorare li,ovvio,non ci ero mai andata a fare compere,anche se  ce l’avevo praticamente a due isolati da casa.
La donna mi invitò a sedermi su una sedia davanti alla sua scrivania,poggiai la borsa su quella accanto a me e poi la proprietaria cominciò a parlarmi:
-Dunque,immagino che tu abbia visto il cartello- Mi disse. Io annuii.
-Come ti chiami?- Continuò.
-Katherine Marshall,ma può chiamarmi Kate- Le dissi sorridendo.
-Dammi del tu- Replicò la donna,agevolandomi. -Io sono Ashley,Ashely Cooper,e sono la proprietaria del negozio- Mi disse ancora.
-Abbiamo quell’annuncio in vetrina da settimane,ma nessuno si era mai fatto avanti,poi sei arrivata tu- Continuò,io mi limitavo ad annuire,gli avevo anche fatto un favore,in un certo senso.
-Hai esperienze lavorative?- Mi chiese gentile.
-Beh…in realtà non molte,quasi nulla,se conta posso dirti che durante il liceo mi misi a lavorare in un bar,ma solo per sei mesi- Dissi timidamente.
-E cosa fai nella vita?- Mi domandò                                    
-Sono all’università,studio giurisprudenza- Le risposi. Lei mi guardò annuendo.
-Adesso,lasciamo stare queste domande e te ne farò una soltanto e mi devi rispondere sinceramente- Mi disse Ashley.
-Dimmi- Dissi io,per la prima volta forse sicura di me.
-Tu,questo lavoro,lo vuoi veramente?- Mi chiese,perforandomi con i suoi occhi marroni.
Ripensai all’università,ai soldi che mi servivano,al bisogno di distrarmi,di stare meno tempo possibile in casa.
Forse quel lavoro mi avrebbe aiutata,mi avrebbe tenuto la testa impegnata e le mille domande sarebbero rimaste fuori,insieme alle risposte che dovevano ancora arrivare.
Allora dissi di si.
-Ashley,io ne ho bisogno,davvero e non solo perché studio e mi servono dei soldi ma…è una questione abbastanza personale,mi aiuterebbe davvero molto- Dissi ricambiando lo sguardo pieno di tutto quello che sentivo,che non si poteva esprimere a parole.
-Sei in prova per una settimana,preferisci mattina o pomeriggio?- Mi chiese Ashley alzandosi.
In quel momento faticavo così tanto a trattenere la mia felicità che l’abbracciai.
-Ehi,capisco la tua euforia ma sei solo in prova- Mi disse ancora ridendo.
-Già…beh…preferisco di pomeriggio,grazie!- Dissi entusiasta.
-Bene,inizi domani, si apre alle tre, cerca di stare mezz’ora prima,si stacca alle sette e mezza,va bene?-
-Va più che bene! Grazie mille- Esclamai ancora,ci stringemmo la mano ed io uscii contentissima dal negozio.
Forse la mia teoria valeva anche al contrario: come una bellissima giornata si trasformava in un incubo,una giornata orrenda si trasformava in una accettabile
Dopo la salita c’è sempre una discesa,e la mia forse stava finalmente iniziando.


BUON SABATO PIPOL (?)
Come promesso ho aggiornato oggi,sabato mattina e sono le 12:12 wow.
Anyway oggi mi sento felice,asdfghjj.
Tipo che ieri ho saltato scuola facendo finta di avere la febbre :') solo che non ho potuto usare il pc,fuck.
Beh tutto ha un prezzo çç
Ok,io come al solito ringrazio tutti quelli che recensiscono e i lettori 'silenziosi' ai quali ricordo che una recensione non morde ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate e ci rileggiamo (?) lunedi pomeriggio :3
-Mar

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Apologize. ***


 
You tell me that you’re sorry
Dind’t think I’d turn around and say…
That it’s too late to apologize,it’s too late.
One Republic-Apologize

 
Mi incamminai nuovamente verso casa,camminando veloce,volevo dire ad Harry e ad Amanda che avevo un lavoro,ero in prova,ma avrei fatto di tutto per averlo,poco ma sicuro.
Ripercorsi la stessa strada che avevo fatto circa un’ora prima,la città si stava svegliando sempre più,c’erano più persone,più automobili per strada,si alzato anche un po’ di vento che scompigliava i miei capelli color nocciola,giunsi a casa e tirai fuori le chiavi per aprire.
Entrai e sentii un dolce tepore avvolgermi,mi tolsi velocemente sciarpa e giacca che appesi all’appendi-abiti,riposi le chiavi nella borsa che appoggiai sul solito mobile,che ormai era graffiato per tutte le volte che ci avevamo appoggiato le chiavi sopra.
Il salotto era vuoto,se non per due piedi appoggiati al tavolino,che dedussi essere di Harry,avevo riconosciuto le sue scarpe.
Mi avvicinai di nascosto e poi urlai:
-Riccio, ho una notizia fantastica!- Dissi saltando fuori e buttandomi addosso a lui,ma solo dopo qualche secondo riconobbi che i suoi capelli non erano ricci e i suoi occhi non erano del mio stesso verde,ma del colore del mare.
-Mi hai scambiato per Harry?- Mi chiese Louis divertito.
Io avvampai di colore sulle guance -No,ma…s-scusami- Balbettai,poi mi alzai in piedi,credevo di essere un peperone,guardai a terra mentre Louis continuava a ridere.
-Sai dove sono Harry e Amanda?- Chiesi ancora rossa in volto.
-Amanda è uscita,Harry è di sopra- Mi disse Louis.
-G-grazie- Balbettai e mi avviai verso le scale.
Ero un disastro,saltare addosso a Louis come se niente fosse,come diavolo era successo?
-Ehi tutto bene?- Ho sentito un tonfo!- Urlò Harry dal corridoio del piano superiore.
Io salii e lo raggiunsi nella sua camera.
-Si,solo io che sono saltata addosso a Louis- Dissi con molta nonchalance.
-Tu cosa?- Mi chiese stupito.
-L’ho scambiato per te! Imparate a mettervi scarpe diverse la prossima volta- Sbottai.
Harry mi guardava ancora con una strana espressione,ma non mi andava di spiegargli perché gli fossi saltata addosso,quindi mi limitai a fare un gesto con la mano,per dirgli di lasciar perdere.
-Dovevi dirmi qualcosa?- Mi chiese accendendo la televisione e successivamente la play-station.
-Oh,si! Ho un lavoro!- Esclamai buttandomi sul suo letto. -Cioè sono in prova,ma farò di tutto per averlo-
-E brava Kate!- Mi disse porgendomi uno dei joystick.
Voleva davvero che io giocassi a quei giochi impossibili a cui giocano i ragazzi.
-Oh,io non so giocare- Dissi ridendo.
-Dai,ci andrò piano- Mi disse.
Allora lo guardai con un’aria di sfida e gli presi il joystick dalle mani,mi misi a sedere sul letto davanti la televisione.
-Ti straccerò- Sussurrai con un sorrisetto malefico sulle labbra.
-Vedremo- Mi rispose lui.
Fatto sta che passammo l’intero pomeriggio davanti ai videogiochi,precisamente videogiochi su automobili,corse e gare,non giocavo a quei cosi da quando mio fratello Mark ha smesso di giocarci e quando a me hanno cominciato a piacere i vestiti e i trucchi,ma partita su partita che perdevo ci stavo riprendendo la mano.
-Styles ti fecevo più bravo- Dissi dopo la prima partita che finalmente vinsi.
-Questo perché ci stavo andando piano- Mi rispose posando il mio e il suo joystick sul comodino.
-Bella scusa- Dissi io alzando un sopracciglio.
Sentimmo qualcuno bussare e Harry invitò ad entrare chiunque fosse dietro quella porta anche se in casa c’era solo Louis,e se fosse stata Amanda non avrebbe neanche bussato.
-Posso?- Chiese Louis
Che c’era? Mica stavamo facendo qualcosa di sconcio,anzi avevamo appena finito di giocare alla play-station,forse il fatto che fossimo rimasti chiusi in camera così tanto tempo lo aveva fatto insospettire.
-Louis,posso parlarti un secondo?- Gli chiese Harry.
-Certo-
Gli occhi verdi del riccio si puntarono su di me,cosa dovevo fare?
Guardava ripetutamente me e il corridoio,ci misi qualche secondo a realizzare che dovevo uscire.
-Ok,me ne vado,tranquilli- Dissi alzando le mani in aria e rivolgendo gli occhi al cielo,era solo il primo giorno e già non andava bene,ne rimanevano altri cinquantanove,sarebbe stato un lungo inverno.
I due mi chiusero fuori dalla stanza,ma non volevo origliare come l’altra volta,sarebbe stato solo peggio,andai giù e guardai il calendario: 27 Ottobre.
Dalla mia promessa erano passati tre giorni,e in tre giorni era andata in fumo.
In tre giorni,Louis era riuscito ad entrare nella mia vita di nuovo,mandando all’aria tutti i miei piani per dimenticarlo,dannazione.
La cosa positiva era che dopo il week-end avrei iniziato ad andare all’Università.
Intanto ripensavo a cosa si stessero dicendo Harry e Louis al piano di sopra.
Stavano parlando di me? Dei due mesi che Louis avrebbe passato qui?
Non mi sembrava una delle cavolate di Harry a dire la verità,il suo sguardo era serio,il modo in cui mi ha guardato negli occhi per dirmi di uscire era severo.
Mi sdraiai sul divano cercando di dormire un po’,chiusi gli occhi e cercai di addormentarmi.
Dopo un po’ sentii dei passi leggeri provenire dalle scale,sicuramente non i passi di Harry che quando scendeva faceva un chiasso abominevole.
Tenni gli occhi chiusi e finsi di dormire,volevo evitare ulteriori conversazioni con lui,perché sapevo che Harry l’aveva mandato giù a parlarmi.
Aprii un occhio e lo vidi prendere qualcosa dalla poltrona,non avevo idea di cosa fosse,ma quando si girò di nuovo verso di me richiusi l’occhio e cominciai a respirare pesantemente per fingere che stessi dormendo.
Poi sentii il mio corpo avvolto da una coperta,era la coperta di lana che stava sulla poltrona,Louis l’aveva presa e me l’aveva messa addosso,istintivamente sorrisi,perché era un gesto premuroso da parte sua anche se non aiutava affatto la nuova me.
La mia vocina interiore mi diceva che era sbagliato,che quel gesto non avrebbe dovuto farmi sorridere,avrei dovuto essere totalmente indifferente alla semplicità colma di dolcezza di quel piccolo gesto.
Ma io lo sapevo,non ero mai stata una che dava retta alla propria coscienza,avevo sempre fatto di testa mia,secondo il mio istinto e prontamente la mia vocina mi diceva che aveva sempre avuto ragione lei.
Forse avrei dovuto cominciare ad ascoltare quel che diceva di tanto in tanto,e in quel momento mi stava dicendo che non avrei più dovuto provare niente per Louis,solo totale indifferenza.
Facile a dirsi.
Aprii di nuovo un occhio,e vidi che Louis era rimasto lì,su una delle due poltrone a leggere una rivista.
Lo richiusi,ma non troppo in fretta perché lui alzò lo sguardo su di me e sorrise meravigliandosi che fossi sveglia.
-Stai dormendo o no?- Mi chiese.
Io feci di no con la testa,quasi avvolta dalla coperta anche quella.
-Posso dirti una cosa?- Disse ancora.
Io non risposi,o meglio mi tolsi la coperta e lo feci con altra domanda.
-Posso dirtela prima io una cosa?-
Lui annuì,posando la rivista sul tavolino.
-Tra me e Harry non c’è niente,puoi entrare in camera sua senza bussare- Gli dissi divertita.
Lui rise e si morse il labbro,questo non doveva farlo.
Rallentava il mio cervello,mandava la mia coscienza a farsi benedire e soprattutto  rendeva più difficile seguire il fatto  che la mia testa mi diceva di ignorarlo,era maledettamente sexy.
-Tocca a me ora?- Mi disse facendo una domanda retorica,mi raggomitolai contro il bracciolo del divano ed annuii.
-So che in questo momento tutto quello che vorresti fare è scuoiarmi vivo con un pelapatate ma…- Iniziò.
Quella frase mi fece scappare un sorriso,esagerava,va bene che non lo potevo vedere ma non lo avrei mai scuoiato vivo con un pelapatate,a parte che era illegale.
-Mi farebbe piacere se ricominciassimo da zero,come due perfetti estranei,io non conosco te e tu non conosci me,che ne dici?- Mi chiese.
Deglutii non pronta ad una domanda del genere.
Io e Tomlinson,ricominciare come due sconosciuti.
Quanto avrebbe potuto essermi di aiuto? Di certo fingere di non conoscerci per ricominciare non avrebbe aggiustato le cose tra noi,il distacco sarebbe rimasto.
-Ci penserò- Dissi,non volevo dirgli di no al suo primo approccio verso la riappacificazione,ma non so se quel no fermo nella mia testa sarebbe potuto diventare un si,traballava,non sapevo se sarebbe caduto o se il vento  lo avrebbe fatto cedere.

 

Eccomi qui con l'ottavo capitolo?
*Accidenti Marzia,sei già arrivata fino a qui mi sorprendi*
Okay,per me è un gran traguardo vuol dire che la storia continuerà a vivere :'D negli ultimi tre mesi ho cancellato due storie e nessuna era arrivata all'8 capitolo.
YEAH!
OKay,spero che vi piaccia,perchè non vedo l'ora di pubblicare il prossimo.asdsyhsrhy (si ce l'ho già scritto,miracolo!)
Quindi domani sono a casa di una mia amica,perciò se ci riesco e se il mio pc acconsente lo pubblicherò Mercoledì :D
Adesso vi lascio,ho un compito di greco valido per l'orale domani.
Tutti i pronomi,il futuro sigmatico,delicanzioni di aggetivi irregolari,ARGH!
*piange*
Recensite che mi fate sciogliere quando lo fate,asddfds
A mercoldì :3 love ya ♥
-Mar

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Begin Again. ***


I’ve been spending the last eight months
Thinkin’ all love ever does
It’s break,and burn,and end.
But on a Wednesday in a cafè I watched begin again.
Taylor Swift-Begin Again

 
Passarono ben quindici giorni da quando Louis mi chiese di riprovare.
Gli avevo detto che ci avrei pensato e così feci,per quindici giorni,ogni notte mi domandai se fosse mai utile provare ad essere due estranei.
E puntualmente ogni notte rimanevo sveglia,domandandomi anche se lui stesse facendo lo stesso,se si stesse chiedendo cosa il mio cervello stesse macchinando,se rimaneva sveglio la notte ansioso di sapere cosa ne pensavo,se ogni notte fissava per ore e ore il soffitto della stanza accanto alla mia,non riuscendo a dormire.
Perché io ogni notte,con la consapevolezza che oltre il muro ci fosse lui,non riuscivo a dormire,perché sapere che Louis era di nuovo sotto il mio stesso tetto non poteva dare riposo al mio cervello che mi teneva sveglia.
A lezione,alle mie prime lezioni facevo fatica a stare sveglia a causa delle notti insonne e appena tornavo a casa il divano mi accoglieva in un sonno senza incubi,o senza sogni,troppo stanca per pensare ancora.
Quel Mercoledì non avevo lezione,e avevo passato la notte,come le precedenti,a girarmi nel letto.
Il sole non era ancora sorto,era buio,anche se il cielo cominciava a tingersi di un blu leggermente più chiaro del nero della notte.
Guardai la sveglia che mi diceva che erano le quattro e mezza.
Stufa di stare a letto,mi alzai e andai in bagno.
Per prima cosa mi feci una doccia e uscii avvolta in un asciugamano,tremavo e avevo la pelle d’oca.
Fasi una doccia alle quattro e mezza del mattino,a Novembre inoltrato non era una cosa molto intelligente in quanto i termosifoni,essendo notte, erano spenti.
Mi vestii velocemente,senza mettere il pigiama,tanto non avrei dormito.
Un maglione di lana mi diede subito il caldo che cercavo in seguito dai pesanti pantaloni neri di velluto.
Infilai i calzini che usavo quando andavo in montagna e non mi misi le scarpe scendendo in cucina scalza.
Il buio non mi piaceva,il silenzio ancor meno,ma al primo potei rimediare accendendo la luce del salotto,mentre al silenzio..beh le persone normali dormivano a quell’ora.
Entrai in cucina e vidi qualcuno dapprima sorpreso per la luce accesa,mi nascosi dietro la porta per non farmi vedere.
Poi la figura alta,dai capelli scompigliati marroni si rifondò su un barattolo di Nutella,  quasi finito.
Quella era la mia Nutella,serviva a me come antidepressivo!
-Spero che me ne lascerai un cucchiaio,Louis- Dissi entrando,lui si girò precipitosamente verso di me.
-Anche tu soffri d’insonnia?- Mi chiese porgendomi il barattolo.
Io lo presi e tirai fuori un cucchiaino dal cassetto.
-Si,dalle ultime due settimane precisamente,e tu?- Chiesi mettendomi in bocca il cucchiaio.
-Da quando sono in questa casa- Mi rispose e riprese il barattolo.
-Ehi!- Protestai leccando il cucchiaio.
-Kate,posso chiederti di non mangiare in quel modo così…- Disse mordendosi un labbro.
-Così come?- Risposi,pulendo il cucchiaio delle ultime tracce di cioccolata con la lingua,che stronza.
-Ci hai pensato?- Mi chiese cambiando discorso.
Io poggiai il cucchiaino sul ripiano della cucina e annuii.
-Si,ci ho pensato,e…ho deciso che forse potrebbe funzionare- Dissi guardandolo negli occhi.
Non so cosa mi avesse spinto a dirgli di si,forse la doccia calda oppure tutte le notti passate e ripassate a vedere vecchie foto.
-Quindi,piacere sono Louis Tomlinson- Mi disse tendendomi la mano.
Mi scappò un sorriso -Kate Marshall- Risposi stringendogliela.
Poi mi venne un lampo di genio,presi l’aranciata dal frigo,ne riempii un bicchiere e gli andai addosso rovesciando l’aranciata sulla maglietta nera.
-Diamine Kate,perché?- Mi chiese tremando.
-Se dobbiamo ricominciare,preferisco farlo in grande stile- Dissi a bassa voce. -Oh mio dio,scusami non volevo!- Cominciai a disperarmi,come cinque anni prima.
-Ehi,non importa,tranquilla- Mi rispose lui ridendo.
-Sicuro?- Gli chiesi,stavamo recitando,stavamo ricreando la scena del nostro primo e accidentale incontro,e mi fu difficile ammetterlo ma mi sentivo felice e allegra in quel momento.
-Sicurissimo,senti mi chiedevo ti va di prendere un caffè?- Mi chiese.
-Alle quattro del mattino?- Gli chiesi stupita.
-No,magari alle quattro di questo pomeriggio,in una caffetteria- Mi disse lui.
Io sorrisi ed accettai,inoltre da quel momento non avrei più dovuto pensare a lui come l’uomo che stavo per sposare e cha ha mandato tutto all’aria scappando,ma come un povero ragazzo a cui avevo rovesciato l’aranciata addosso,sarebbe stato difficile.
Anche se ci avrei messo tutta me stessa per riuscirci.
Louis a quel punto uscì dalla cucina sorridendo,e io riposi l’aranciata al frigorifero.
Quando uscii,lo vidi mentre prendeva una maglietta dal divano e l’appoggiava su una sedia,successivamente si tolse quella che io avevo sporcato e si mise quell’altra rigorosamente bianca.
Louis 1 – Kate 0
Il suo fisico mi aveva sempre attratta,i suoi addominali erano il mio punto debole,e rivederlo in quel momento senza una maglietta addosso non mi aveva fatto per niente bene,aveva mandato via la mia lucidità e la mia ragione,quindi mi chiusi in cucina e bevvi un bicchiere d’acqua fredda.
-Kate,tutto bene?- Mi chiese rientrando il cucina.
-Si!- Risposi mandando giù un altro sorso d’acqua.
-Sicura,sei tutta rossa in viso- Mi disse divertito.
-Forse è meglio che vada a dormire- Dissi lasciando il bicchiere sul tavolo.
-Sei praticamente pronta per uscire, e poi non soffrivi d’insonnia?- Mi chiese.
-Vuol dire che andrò a leggere un libro,buonanotte,Louis- Dissi cercando di apparire il più normale possibile.
Lui mi salutò con un cenno della mano e io salii di corsa le scale.
Mi chiusi in camera e mi abbandonai al pavimento.
Ero in una situazione più che critica,è ovvio che lui macchinava tutto da settimane.
Se io gli avessi detto di si avrebbe cominciato a comportarsi in quel modo così sensuale che io conoscevo più che bene,partendo dal togliersi la maglietta lasciando vedere il suo fisico scolpito.
Non osavo immaginare cosa sarebbe successo dopo.
Ma la cosa che più mi preoccupava era invece di restare indifferente alle strategiche mosse di Louis,io arrossivo come un peperone,soggetta ai miei stupidi ormoni.
Sicuri che l’adolescenza finisce a diciannove anni?
La mia mente,troppo indaffarata a fantasticare su quali fossero state le prossime genialità di Louis per mandarmi in iperventilazione,mi lasciava impotente da non lascarmi fare nulla.
Nelle ultime due settimane,prima che gli dicessi che ci avrei provato a ricominciare,lui si era dimostrato gentile e a volte anche simpatico,risi addirittura ad una sua battuta,beccandomi un’occhiataccia da Amanda e una abbastanza confusa da Harry,dato che nessuno dei due aveva riso,dedussi che fosse una battuta squallida e che quindi la mia risata aveva fatto insospettire i miei due migliori amici.
Si fecero le sei e trenta,quindi uscii dalla mia camera, ripromettendomi che da quel momento in poi,non mi sarei lasciata influenzare da Louis,noi eravamo due conoscenti che quel giorno sarebbe andato a prendere un caffè.
Stavolta la cucina era vuota,feci colazione con della cioccolata calda,la stessa che usava Amanda tutte le mattine,se c’era una persona più dipendente dal cioccolato di me,quella era proprio Amanda.
Sentii dei passi provenire dalle scale e ovviamente appartenenti a Louis.
-Sei riuscita a dormire alla fine?- Mi chiese prendendo il latte dal frigo.
Mi domandai come faceva a sapere che stessi in cucina,se non mi aveva neanche visto -No-  Risposi facendo bollire la mia cioccolata.
Sorrise compiaciuto,e mise a scaldare il latte vicino al mio fornello in un altro pentolino.
Mi tolsi dai fornelli e versai la cioccolata in una tazza,poi mi misi seduta e quando anche il suo latte fu pronto si mise di fonte a me e cominciò a guardarmi negli occhi: i suoi occhi,altro punto debole.
Finii di bere il più velocemente possibile,e prima che potessi uscire dalla cucina Louis mi richiamò:
-Riesci ad essere pronta per le tre e mezza?- Mi chiese.
-Si- Risposi sorridendo e salendo di nuovo in camera mia,sarebbe stata una lunghissima giornata.
 

***

 
Io alle tre e mezza ero ancora con i capelli bagnati,i vestiti da scegliere e con solo l’intimo addosso.
-Kate,apri questa dannata porta!- Urlò Amanda dal corridoio.
Dato che alla mia porta ci tenevo aprii facendola entrare,lei una volta dentro,la richiuse violentemente alla sue spalle.
-Mi spieghi cos’è questa storia?- Mi chiese riferendosi a Louis che probabilmente era già di sotto ad aspettarmi.
-Abbiamo ricominciato,stamattina gli ho versato l’aranciata addosso,come cinque anni fa e lui come cinque anni fa mi ha invitata a prendere un caffè- Dissi prendendo alcune cose dall’armadio.
-Cinque anni fa,lui non ti aveva mollata davanti all’altare- Aggiunse.
-Aiutami a cercare qualcosa da mettere mentre mi asciugo i capelli- Le dissi,non curandomi di ciò che aveva appena detto.
Lei alzò gli occhi al cielo,cosa che odiavo e si diresse verso il mio armadio.
Quando uscii dal bagno indossai quello che Amanda aveva preparato: Pantaloni rossi,maglione a righe orizzontali bianche e blu,e converse bianche,per un attimo rimasi colpita,quello non era alo stile di Amanda.
-Vestendoti come lui,lo farai arrabbiare- Mi disse appoggiata al muro mentre mi faceva un occhiolino,non sarebbe mai cambiata.
Li indossai velocemente e misi un filo di trucco: erano le quattro in punto.
Quando scesi Louis era di fronte alla porta che mi guardava divertito,ma rideva sempre?
-Ti avevo detto alle tre e mezza- Mi disse.
-Fai silenzio che sei sceso cinque minuti fa- Disse Harry dal divano.
-Harry,dovevi coprirmi- Disse Louis.
-Andiamo- Dissi io aprendo la porta.
Uscimmo e Louis mi fece cenno di seguirlo,stavamo andando verso il vialetto dove c’era la macchina di Harry,probabilmente gliel’aveva prestata.
Salimmo e dopo vari minuti gli chiesi dove stavamo andando.
-In una caffetteria,non è vicinissima- Mi disse Louis tenendo gli occhi fissi sulla strada,incontrammo un semaforo e si fermò,poi si girò verso si me soffermandosi a guardarmi.
-Sei molto bella- Mi disse sfoderando uno di quei sorrisi capaci di sciogliere: il suo sorriso pefetto,un altro punto debole,eravamo già a quota tre.
-Grazie- Dissi sistemandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-E quando arrossisci lo sei di più- Disse ritornando a guardare la strada dato che il semaforo era verde.
Ero arrossita ad un suo complimento? Codice rosso! Mayday. Mayday,la nave sta affondando.
Dopo alcuni minuti,arrivammo a destinazione,scendemmo dalla macchina e mi invitò ad entrare nel grazioso locale che aveva scelto.
Non era un locale moderno,i banconi e i tavoli erano in legno e giurai di aver visto un jukebox in fondo al locale.
-Siediti- Mi disse gentilmente,spostando la sedia e aiutandomi.
Io sorrisi meravigliata dalla bellezza e dolcezza di quel gesto.
-Dimmi,il caffè lo bevi normalmente adesso? Oppure fai finta che ti piaccia come cinque anni fa?- Mi chiese sedendosi di fronte a me.
Se lo era ricordato. Si era ricordato che a me il caffè faceva schifo e che quel giorno con lui al bar della scuola stavo facendo di tutto per non darlo a vedere.
Dopo otto mesi,passati a pensare che l’amore nella mia vita non sarebbe mai più rientrato,che il suo unico scopo era quello di illudere e ferire le persone,dopo otto mesi passati a pensare che io con l’amore ci avevo chiuso,che era finito,lo vidi ricominciare di nuovo.


BUON MERCOLEDI A TUTTI!
Oggi è il mio compleanno,lol sto diventando vecchia tra cinque anni ne avrò venti çç
Ok niente giri di parole,compio 15 anni e sono a casa,al pc,mentre mi riposo prima di studiare greco.
Bel compleanno,no?
Però domani ho il compito,quindi.
Quindi è vero che per regalo mi fate una recensione? LOL
Solo per oggi potete tornarvene zitti zitti :3
Anyway,seriamnte mi sento solaa ç_ç
Ci emme cu,il prossimo capitolo non so precisamente quando lo posterò,forse venerdi.
Si anche perchè sabato siamo tutti già morti #sarcasm
Quindi a venerdi,love ya ♥
-Mar

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Love Will Find A Way. ***


Gonna make a new tomorrow
Say goodbye to tears and sorrow
Better listen when I say
Love will find a way.
Christina Aguilera-Love Will Find A Way

 
Io e Louis prendemmo il caffè,questa volta senza che io facessi smorfie strane,e restammo per un po’ in quella piacevole caffetteria.
Cominciammo a parlare del più e del meno,e di tutte le nostre piccole caratteristiche,come se non le conoscessi già a memoria.
Io sapevo benissimo che Louis,amava guardare il calcio,ma se la sua ragazza gli avesse chiesto di vedere un film lui avrebbe cambiato canale e lo avrebbe visto assieme a lei,fino ad addormentarsi insieme sul divano.
Sapevo che amava svegliarsi con la luce del sole e non con il suono della sveglia.
Sapevo che andava in palestra per mantenersi in forma,sapevo che adorava mettere nel latte il miele al posto dello zucchero.
Sapevo tutte quelle piccole cose di lui che lo avevano sempre reso unico ai miei occhi.
D’altronde lui sapeva che adoravo la cioccolata,che quando qualcosa non andava volevo solo un abbraccio e tutto sarebbe andato bene.
Sapeva che adoravo essere svegliata da un bacio sulla fronte che non uscivo dalla doccia se prima non avevo messo il balsamo.
Sapeva che d’inverno andavo in giro con calzini di lana ai piedi,sapeva che preferivo mettere dei jeans al posto delle gonne.
Sapeva più cosa di quanto mi aspettassi,e vederlo ricordarsele tutte mi faceva sorridere il cuore.
Tornammo a casa ridendo,e quando entrammo,incuranti del fatto che ci fossero Amanda che stava vedendo un film,e Harry  intento a spolliciare con il cellulare,continuammo a comportarci come dei cretini,gli stessi che eravamo sempre stati.
-Cosa dice un tasso a un altro tasso? T’assomiglio!- Disse poi scoppiando a ridere come uno scemo.
La sua risata contagiò anche me -Questa non faceva ridere però- Dissi mentre riprendevo fiato.
-Mi pare che tu abbia riso lo stesso- Mi disse lui.
-Perché non faccio altro da mezz’ora,scemo!- Esclamai poggiando la borsa sul mobile.
-E poi,non mi va bene che ti vesti secondo il mio stile- Disse,mi girai verso ad Amanda che mi fece l’occhiolino e diedi un pugno amichevole sulla spalla a Louis.
-Allora mi andrò a cambiare- Dissi in tono melodrammatico.
-Posso venire con te?-
-Nei tuoi sogni,Louis- Feci un sorrisetto e salii le scale,intanto approfittai per vedere la faccia che avevano Harry e Amanda,entrambi sconvolta,bene.
Andai in camera e decisi comunque di non togliermi i pantaloni rossi e il maglione a righe,dopotutto Amanda mi aveva consigliato di metterli,e io mi fidavo di lei.
Sentii qualcuno bussare. -Si può?- Chiese Harry da fuori.
-Entra Harry- Dissi io,era venuto a farmi la paternale?
-Che mi sono perso?- Dissi indicando fuori la porta,riferendosi a quello accaduto pochi minuti prima.
-Non ci odiamo più- Gli risposi sedendosi sul letto.
-Questo lo vedo bene- Mi disse sorridendo.
-E stamattina abbiamo deciso di ricominciare da zero,così lui si è presentato,io mi sono presentata,e poi mi ha invitata a prendere un caffè- Gli dissi.
-Certo che siete proprio due scemi-
-Grazie Harold- Gli dissi io accarezzandogli i capelli.
-Spero che non finirete con l’odiarvi di nuovo- Mi disse.
-Per odiarci di nuovo,l’uno dovrà deludere l’altro,e non penso che succederà- Gli rassicurai,ma più che altro lo dissi a me stessa.
-Tra poco si mangia,ti aspettiamo giù- Mi disse allontandosi.
Io annuii e sorrisi per poi sdraiarmi sul letto a peso morto e chiudere gli occhi.
Era sera e io ero tornata viva e allegra da un’uscita con Louis Tomlinson.
Mi sentivo stranamente felice e spensierata come non lo ero mai stata,e pericolosamente felice.
Quando scesi giù incontrai Louis per le scale che mi fece passare facendomi andare avanti,non sapevo esattamente perché ma questi piccoli gesti da parte sua non facevano che allargare il mio sorriso.
Durante la cena io stetti principalmente in silenzio,avevo troppe cose da raccontare ma non lo avrei fatto,e soprattutto avevo troppe cose su cui ragionare quindi rimanere in silenzio mi sembrava la cosa più logica da fare.
-Oggi ho scoperto che a Kate piace il caffè- Mi disse Louis mettendo in bocca un pezzo di carne.
-Non ho più sedici anni,il caffè mi piace- Ribattei ingoiando il mio.
-Ma se fino ad un anno fa ti faceva vomitare?- Mi disse Amanda dandomi una gomitata.
Io risi e incrociai lo sguardo di Louis.
E in quello sguardo lessi le migliaia di cose che non avrebbe avuto il coraggio di dire in quel momento a cena.
Amanda mi fece un gesto con le mani,che in generale,sin da quando avevamo diciassette anni,per noi stava a significare “Devo parlarti”, io le annuii e dopo dieci minuti ci ritrovammo nella sua camera.
C’erano foto di lei e Zayn ovunque,ero contenta che fossero così felici insieme.
Amanda mi disse di sedermi sul letto mentre lei si sedette sulla poltroncina davanti l’armadio.
-Voglio tutti i dettagli- Mi disse.
-Non ci sono dettagli,siamo andati in una caffetteria e abbiamo parlato come due amici- Le risposi.
-Nessun dettaglio? Sai cosa intendo io per dettagli,Kate?- Mi disse ancora.
-Mi ha portato in un locale…non modernissimo,e poi mi ha aiutata a sedermi,ha fatto il gentiluomo per tutto il tempo ed è stato così…- Non riuscì a finire la frase.
-Così dolce da farti impazzire di nuovo- Continuò Amanda.
-Ma che dici?- Esclamai con un tono di voce almeno di un’ottava più alta.
-Kate,Kate, devo per caso ricordarti che quando menti la tua voce assume un tono più alto? Andiamo,non sono così stupida: tu che ridi alle sue penose battute,tutti gli sguardi- Mi punzecchiò Amanda,il problema era che io sapevo che aveva ragione.
Sapevo che Louis si era rivelato così dolce da farmi rivedere il vecchio Louis quello che mi amava alla follia.
-Amanda io…non lo so,stiamo ritornando amici,non credo ci sarà nient’altro- Dissi -Devo smetterla di illudermi tanto si è visto come va a finire- Dissi sentendomi pizzicare gli occhi.
-Vedi? Ho ragione io,tu non l’hai mai dimenticato,tu hai continuato ad amarlo,e solo adesso l’hai ammesso- Mi disse Amanda,come faceva lei a rendere concreti i miei pensieri?
Possibile che non avessi mai smesso di amare Louis?
Ma anche se fosse lui aveva smesso di amare me,quindi cosa sarebbe mai successo ancora?
-Devo dormirci sopra- Dissi ad Amanda,lei mi annuii convinta che aveva ragione,come darle torto?
Tornai in camera mia ripensando alle parole di Amanda che mi avevano fatto aprire gli occhi.
Aveva terribilmente ragione,per quanto mi convincessi di odiarlo,che per me non contasse  nulla,io lo amavo. Lo avevo sempre amato,ogni singolo giorno.
Mi rendevo conto solo in quel momento di quanto fossi stata stupida.
Mi misi velocemente il pigiama sorridendo quando misi i pantaloni e il maglione nell’armadio,il giorno dopo avrei avuto lezione e poi dritta a lavoro,mi servivano energie.
Speravo solo che quella notte sarei riuscita a dormire come si deve,perché altrimenti non sarei arrivata a pranzo.
Mi misi sotto le coperte,mentre il cervello si chiedeva se avrei dovuto dire a Louis che ero sempre stata innamorata di lui,ma poi convinsi a stare zitto,ci avrei riflettuto domani.
Spensi la luce e mi addormentai,ero davvero distrutta.

Eccomi qua! Sono viva,poveri illusi quei deficienti peruviani.
Oggi alle 11:11 stavamo cantanto "The Final Countdown" e mezza scuola ci guardava male ma,dettagli.
HO PRESO 8 A LATINO LA MIA PRIMA SUFFICIENZA DALL'INIZIO DELL'ANNO. SAFGWSEGW
Okay *ritorna seria*
Spero che questo capitolo vi piaccia anche se è corto e fondamentalmente non succede niente di che D:
Anyway,recensite e farete un persona felice,tipo che fra venti minuti dovrei essere in fermata per uscire ma sono ancora qui con la tuta e i calzini morbidosi *-*
Aspetto le vostre recensioni u_u
Penso che con le vacanze avrò moolto più tempo quindi,penso che il prossimo capitolo lo metterò tipo lunedi,che non è la vigilia.
E' IL COMPLEANNO DI LOUIS.
Sticazzi della vigilia,cioè,il mio Lou compie vent....no,lui è il ragazzo di Doncaster con la maglietta a righe e le vans,lui ha diciotto anni,ok? ok.
*piange* il mio bambino sta crescendo çç
Ci risentiamo/leggiamo (?) lunedi se vi annoiate come me e mi mettete a leggere fanfiction mentre i parenti parlano e parlano.
LOVE YA ♥
-Mar

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** D.N.A. ***


Does he tell you he loves when you least expect it?
Does it flutter your heart when he kisses you neck?
No scientist or biology,it’s obvious when he’s holdin’ me
It’s only natural that I’m so affected.
Little Mix-D.N.A.

 
Amavo la domenica,potevo dormire quanto volevo,e soprattutto niente e nessuno riusciva  a rovinare quel giorno.
Era pomeriggio ed ero sola in casa,mi chiedevo dove si fossero cacciati tutti.
Fuori pioveva a dirotto e quella era la giornata ideale per mangiare popcorn davanti ad un film,sul più bello,mi squillò il cellulare e risposi guardando il nome sul display.
-Harry! Si può sapere dove siete voi e gli altri?- Gli chiesi abbassando il volume della televisione.
-Amanda è da Zayn,io sono con i ragazzi al centro commerciale,e Louis non lo so- Mi disse.
-Che ci fai al centro commerciale?- Chiesi confusa.
-Non dirmi che te lo sei dimenticato!- Mi disse divertito.
-Dimenticato cosa?- Chiesi.
-Che domani è il tuo compleanno,scema!- Disse Zayn,evidentemente Harry teneva il vivavoce.
-Non me l’ero dimenticato!- Dissi io mentendo per tutta risposta.
Il giorno dopo,venti Novembre sarebbe stato il mio ventiduesimo compleanno.
-Ti ho chiamato per dirti che fuori c’è un traffico orribile,tornerò tardi- Mi disse Harry.
-Va bene,ciao!- Gli dissi allegra e buttai il cellulare sul tavolo.
Si faceva scoprire troppo facilmente,non volevo regali,lo ripetevo ogni anno,ma Harry e Amanda puntualmente si presentavo con un pacco a testa.
Stavo diventando vecchia,che tragedia.
Spensi la televisione e mi avviai in cucina per fare una torta,preferivo di gran lunga le mie schifezza fatte in casa che quelle comprate in pasticceria.
Quindi aprii il ricettario cercando la voce “torta al cioccolato” la mia preferita,presi tutti gli ingredienti che mi servivano e cominciai a lavorare.
Dopo aver fatto la pasta mi dedicai alla preparazione della cioccolata da cospargere ovunque.
Mescolavo la glassa marrone in una ciotola di vetro,e aggiunsi un po’ di zucchero ignorando il libro di cucina,meglio dolce che amaro.
Sentii la porta aprirsi,credendo fosse Harry non andai nemmeno a controllare,poi mi ricordai che mi aveva detto che sarebbe tornato tardi.
Ripresi la ciotola e mi appoggiai al bancone della cucina,girata verso la porta,e come iniziavo a sospettare entrò Louis.
-Ciao- Dissi.
-Ciao- Mi disse lui mentre sorrideva e si dirigeva al frigorifero a prendere la bottiglia d’acqua,ma poi lo richiuse,non trovandola.
-E’ sul tavolo- Gli dissi io divertita.
-Ah,ecco- Prese un bicchiere e verso l’acqua poi la bevve e poggiò tutto sul tavolo,e mentre fece tutto ciò non staccò gli occhi dai miei.
-Cosa stai facendo?- Mi chiese avvicinandosi.
-Una torta,per il mio compleanno- Gli dissi ridendo.
-E sei sicura che in questa coccolata non hai messo qualcosa per avvelenarci tutti?- Mi chiese venendo sempre più vicino,tanto che dovetti mettere la ciotola davanti al petto per separarci.
-Vuoi assaggiare?- Chiesi sfidandolo.
-Perché no?- Mi rispose lui sorridendo.
Allora immersi il mio indice sinistro nella ciotola e non feci in tempo a tirarlo fuori che lui mi aveva già preso la mano,e la stava avvicinando alla sua bocca.
Arrossii e lui sorrise,poi si mise il mio dito in bocca,succhiando la cioccolata.
-Buona- Ammise. -Ma so un modo per farla ancora più buona- Mi disse.
-E quale sarebbe?- Chiesi.
Allora lui rise di nuovo,divertito,forse già sapendo che gli avrei fatto quella domanda e scostò i miei capelli,portandoli tutti sulla spalla sinistra.
Poi immerse quattro dita nella ciotola e spalmò la cioccolata sulla mia guancia e sul mio collo. Appena la sua mano fredda mi toccò rabbrividii,ma non era per il freddo. Il suo tocco: ultimo mio punto debole.
-Ops,sei sporca- Disse.
-Bastardo- Risi sotto i baffi.
-Da dove vuoi che inizi?- Mi chiese avvicinandosi,mentre mi toglieva la ciotola dalle mani e la poggiava sul bancone dietro di me.
-L-Louis- Dissi cercando di allontanarlo inutilmente,mettendogli le mani sul petto.
-Inizierò da sopra- Mi sussurrò all’orecchio.
Poi passò a baciarmi la guancia,togliendo ogni traccia di cioccolato dalla mia pelle,arrivò a baciarmi l’angolo destro della bocca e poi passò sotto l’orecchio.
Dopodichè cominciò a baciarmi il collo,quindi chiusi gli occhi,quando esercitò un po’ di pressione sulla mia pelle,istintivamente insinuai le mani tra i suoi capelli,lo sentii sorridere compiaciuto.
Mise le mani sui miei fianchi,facendomi girare e indietreggiando andai a sbattere contro il tavolo,senza pensarci due volte,cercai di salirci sopra e lui mi aiutò a sedermi.
Continuò a baciarmi il collo,facendomi sospirare,ero sicura che quella fosse un’altra delle sue mosse,si spinse verso di me,e incrociai le mie gambe dietro al suo bacino.
Dal collo risalì sulla guancia,una porta si aprii e si richiuse,non ci feci caso,il mio cervello non riusciva a pensare,il mio cuore batteva troppo velocemente.
Sentii una voce borbottare qualcosa a proposito di una pasticceria e di una carta regalo,e mentre Louis cercava di baciarmi qualcuno entrò in cucina.
-Scusate- Disse Harry pallido come un fantasma in viso.
Louis si staccò da me con disappunto da parte mia,non volevo che se ne andasse, e io scesi dal tavolo.
-Harry,non è come credi- Dissi ritornando alla mia ciotola.
-No,io…vado di sopra,tanto la torta la stai facendo tu- Mi disse e poi sparì.
Lui rise ritornando da me.
-No! Non c’è niente da ridere,fammi finire di cucinare- Esclamai versando l’impasto in una teglia che avevo precedentemente imburrato.
-Volevo solo dirti che hai ancora una macchia qui- Mi disse indicando un punto sulla mia pelle,feci un respiro profondo e mi pulii con una salvietta.
-Puoi uscire,per favore?- Chiesi ancora arrabbiata.
Lui non parlò e uscì silenzioso dalla cucina.
Cosa mi stava succedendo? Perché volevo che continuasse,che non si fermasse?
Era solo una delle sue mosse,tipo quella di togliersi la maglietta di fronte a me,o di fare il gentiluomo,o di sciogliermi con un sorriso e un complimento da quattro soldi.
Misi la torta in forno e aspettai che cuocesse,intanto lo spiavo dalla porta semichiusa della cucina,stava guardando la televisione cambiando canale continuamente,facevo anche io quando mi annoiavo,oppure quando stavo pensando talmente tanto che ero convinta che i miei pensieri avessero potuto uscire dalla mia testa e spaccare i muri.
Salii di sopra,ben sapendo che Harry mi stava aspettando,infatti quando entrai in camera mia mi aspettava seduto sul letto.
Mi guardava,evidentemente aspettava che parlassi.
-Senti Harry, se sei venuto a rimproverarmi,è inutile,non avevo la minima idea di ciò che stavo facendo,è stato tutto così improvviso- Dissi e lui mi bloccò.
-Kate,se non fossi arrivato io ci avreste scopato su quel tavolo!- Disse a voce un po’ troppo alta.
-Non esageriamo- Dissi sedendomi accanto a lui.
Mi guardò male e io allora ripresi a parlare: -Okay,forse abbiamo esagerato,ma io stavo solo facendo una torta- Mi giustificai.
-Si,certo,Kate è passata solo poco più di una settimana da quando avete deciso di ritornare amici- Mi disse Harry,evidentemente preoccupato. -Non ti sembra un po’ esagerato?-
-Io ho cercato di fermarlo- Dissi,ma sapevo che una volta che aveva cominciato non mi sarei mai stancata di lui.
-Stai attenta- Mi disse Harry.
Malgrado a volte i rimproveri di Harry risultassero pesanti e inutili,anche per il fatto che ero più grande di lui di due mesi,servivano,mi aiutavano a rimanere con i piedi per terra,aveva ragione,forse sia io che Louis stavamo correndo troppo.
Io annuii e lui uscì dalla mia stanza,adesso potevo riprendermi psicologicamente da quello successo quel pomeriggio in cucina.



BUONA VIGILIA A TUTTI!
Ma cosa più importante,oggi è il compleanno di Lou,asdfghj ho un sonno micidiale,ieri sono stata sveglia fino all'una e mezza e quel bastaddo non mi ha cagata di striscio.
Ma c'est la vie.
Allora questo è un capitolo abbastanza pervy ʘ‿ʘ 
lol
E il tredicesimo lo sarà ancora di più,mlmlmlml si perchè prima c'è quello dolcioso.
ASLKHJFHS.
Okay,passiamo al quando avrete quello dolcioso.
Domani non sono a casa e nemmeno dopodomani,quindi dato che ce l'ho già mezzo scritto dovrei pubblicarlo il 27,o il 28.
Poi si vedrà.
Passiamo a questo capitolo,allora primo vorrei taaante recensioni perchè è il capitolo pervy e dato che siete tutte le pervertite vi piacerà mlmlml.
No ok.
Ci tengo particolamente perchè l'ho riscritto 200 volte T_T
Recensite e per chi ancora non mi segue su twitter sono
@MarziaeAlessia 
Aspetto le vostre recensioni u_u numerose u_u
Perfavore :3
LOVE YA ♥
-Mar

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** A Thousand Years. ***


I have died every day, waiting for you
Darling don’t be afraid
I have loved you for a thousand years
I’ll love you for a thousand more
Christina Perri-A Thousand Years
 

Ed anche la soglia dei ventidue era passata,mi sentivo vecchia quella mattina quando sia Amanda,sia Harry e Louis si presentarono in camera mia urlando come dei pazzi,ed erano solo le sette di mattina.
-Ma siete impazziti?- Chiesi stropicciandomi gli occhi.
-Buon compleanno!- Urlarono sempre più forte.
-Zitti- Protestai mettendomi il cuscino sulla testa.
Sentii comunque che mi presero le braccia costringendomi ad alzarmi,poi quando fui in piedi Louis suonò una di quelle trombette da festa nelle orecchie.
Alzai un sopracciglio togliendogliela dalla bocca -Ho bisogno di dormire- Dissi ributtandomi sul letto.
-Perché che hai fatto stanotte?- Mi chiese Amanda guardando prima me poi impercettibilmente Louis,nessuno se ne accorse,tranne me.
-Niente,ho pensato- Dissi,era vero avevo passato la notte a pensare,e se Harry avesse ragione? Se stessimo effettivamente andando troppo oltre?
-Tu pensi?- Mi chiesi Louis.
-Sicuramente più di te- Gli dissi secca.
-Non credo- Mi sorrise poi malizioso,e mi guardò negli occhi,capii che si riferiva al fatto che solo il pomeriggio prima non mi ero neanche accorta che Harry fosse entrato,ero nella merda.
-Beh mi avete svegliata ed ho fame- Dissi facendomi largo ed uscii dalla mia stanza dirigendosi in cucina.
Gli altri mi raggiunsero e quando stavo per aprire il frigo Louis mi bloccò.
-C’è quella splendida torta che  hai fatto ieri, per colazione- Mi disse sorridendo innocente.
Quel sorriso da angioletto contrastava con quello che lui voleva veramente intendere.
-Non importa,la lascio volentieri a te- Dissi facendomi spazio tra lui e il frigo,e poi lo aprii.
-Certo,io adoro la cioccolata- Mi disse,poi si avvicinò a una distanza tale che potessimo sentire solo noi due -Soprattutto su di te- Sussurrò.
A quel punto spalancai gli occhi,sentendo caldo ovunque,soprattutto sul viso,sicuramente ero di un color porpora inguardabile,lo vidi sorridere e mi disse ancora: -Ti ecciti con poco,Kate-
A quel punto chiusi violentemente il frigo con il cartone del latte in mano e dopo aver versato i cereali in una ciotola li mischiai con il latte.
-Non hai freddo a mangiare i cereali?- Mi chiese Amanda.
-No- Risposi fredda ed impassibile.
Mangiai in silenzio,il mio compleanno era iniziato alla grande.
Quando andai su per cambiarmi Louis bussò.
-Ehi,mi dispiace,stavo solo scherzando prima- Mi disse guardandomi negli occhi,avevo la certezza che fosse sincero.
Quindi non gli piaceva la cioccolata su di me? Santo cielo che idiota che ero.
-Però sulla cioccolata ero serio- Disse eliminando ogni mio dubbio.
-Ero solo irritata perché mi avete svegliato alle sette- Gli dissi girandomi verso di lui.
-Noi siamo in piedi dalle sei e mezza- Mi disse.
Sospirai e andai vicino a lui,poi lo abbracciai -Grazie- sussurrai al suo orecchio.
-Il meglio deve ancora venire- Mi disse lui,poggiando le mani sulla mia schiena a ricambiando l’abbraccio.
Poi mi lasciò sola,in modo che potessi vestirmi.
Misi per la prima volta in vita mia una gonna che Amanda mi aveva regalato per natale qualche anno prima,nera,sotto misi delle calze pesanti del medesimo colore,sopra ci misi una giacca grigia, che aveva dei particolari neri e rossi e poi misi delle scarpe col tacco.
Non sapevo perché mi fossi vestita così,forse perché era il mio compleanno,forse volevo giocare sporco anche io,fatto sta che scesi guadagnandomi le occhiate sorprese di tutti e tre i miei coinquilini,compreso Louis.
-Quella è la gonna che ti ho regalato io!- Esclamò Amanda.
 -Kate,sei una ragazza!-  Urlò Harry,che si beccò una mia occhiataccia.
-Sei bellissima- Mi disse Louis per ultimo con un sorriso sincero sulle labbra,che trasmise a me.
-Puoi dirmi quale sarebbe la parte migliore del mio compleanno?- Gli chiesi guardandolo negli occhi.
Amanda si strozzò con l’acqua che stava bevendo e Harry sorrise malizioso. Quei due avevano qualcosa che non andava.
-E’ una sorpresa- Mi disse lui prendendomi il mento con due dita.
Non mi andava di aspettare fino a sera,anche se sapevo bene che in genere le sorprese di Louis erano indimenticabili.
-Devo andare- Annunciai a tutti -Dopo la lezione vado a lavoro,quindi ritorno stasera- Presi la borsa e il cappotto,quello lungo,quello elegante,e uscii di casa sorridendo a tutti.
Per la strada,mentre camminavo per prendere la metropolitana,capii quanto fossi fortunata ad avere degli amici stupendi come quelli che avevo. Gli dovevo tutto
Ringraziai Harry dieci,cento,mille volte per aver ascoltato Louis e dirgli che sarebbe potuto venire a casa nostra.
E poi Amanda,lei aveva deciso che per lei andava bene,a patto che non mi avrebbe rivolto la parola,ma ormai era troppo tardi.
E poi ringraziai Louis,che malgrado mi avesse spezzato il cuore,forse se ne era accorto ed era ritornato per ripararlo,forse i soldi per il viaggio fino a Doncaster ce li aveva,ma era comunque ritornato da me,pur sapendo che vederlo sarebbe stata l’ultima cosa che volevo,invece in quel momento era l’unica cosa che volevo.
Volevo abbracciarlo,toccarlo,baciarlo,volevo dirgli che lo amavo,e che non avevo mai smesso.
Passarono veloci le ore all’università e in negozio,dove sia i miei compagni di corso,sia le mie colleghe mi fecero gli auguri.
Poi nel buio cittadino di Londra tornai a casa,felice ben sapendo che tutti mi avevano fatto dei regali anche se non li volevo.
Quando entrai dovetti aprire con le chiavi perché vidi tutte le luci spente,e nessuno venne ad aprirmi quindi una volta chiusa la porta accesi la luce e tutti uscirono dal loro nascondiglio urlando: -SORPRESA!-
C’erano davvero tutti,Harry,Liam,Amanda,Zayn,Niall e Louis.
Ero davvero sorpresa,era senza dubbio un bellissimo compleanno.
-Le candeline!- Urlò Harry e mi porse la torta davanti con il numero ventidue già acceso.
-Posso togliermi il cappotto,mr Styles?- Gli chiesi,e appoggiai l’indumento al porta-abiti.
Poi ci riunimmo tutti in cerchio attorno alla torta,poggiata sul tavolo e soffiai le candeline,seguita dagli auguri di tutti.
-Adesso i regali!- Esclamo Amanda.
-Ragazzi,non dovevate- Dissi io.
E come mi aspettavo ricevetti due pacchi.
Aprii il più piccolo quello da parte di Zayn e di Amanda,conteneva una scatolina dentro la quale c’era una collana dove c’era inciso qualcosa,lo lessi ad alta voce:
-Va dove ti porta il cuore- Sapevo fin troppo bene quello che Amanda mi stava dicendo con quella frase,mi stava dicendo che qualsiasi cosa stessi pensando di fare era giusto che io la facessi.
Poi aprii quello dei ragazzi che era il più grande,e vi trovai una scatola di scarpe marchiata Adidas.
La aprii e ritrovai dentro quelle scarpe che sognavo da una vita,quelle meravigliose Blazer rosse.
Quando lessi il biglietto però notai che non c’era il nome di Louis alla fine,mi rattristai un po’ ma non lo diedi a vedere,evitai di guardare Louis perché non volevo incrociare il suo sguardo che mi avrebbe spiegato tutto e li abbracciai -Grazie,sono magnifiche!-
-Sapevamo che ti sarebbero piaciute-  Mi disse Liam.
Dopo mangiammo la torta e scherzammo fino a che non si fece mezzanotte,Niall sosteneva che allora il mio compleanno era finito,e poi il giorno seguente lui avrebbe dovuto fare il turno di mattina in libreria,quindi con una scusa trascinò Liam e Zayn a casa.
Anche io ero molto stanca,quindi andai in camera e ripensai che era del tutto impossibile che nel giorno del mio compleanno Louis si fosse dimenticato di me,mi aveva addirittura detto che mi avrebbe fatto una sorpresa.
Bussarono alla porta ed entrò Louis con un pacco tra le mani,mi si illuminarono gli occhi appena entrò.
-Ciao- Mormorai.
Lui mi porse il pacco -Questo è il mio regalo,è speciale ecco perché non te l’ho dato prima-
Io presi e lo ringraziai e prima che potessi mettere mano sul fiocco lui mi interruppe: -Aprilo dopo-
Poggiai il pacco sul letto e tornai a guardarlo sorrise facendomi sciogliere.
-Devo dirti una cosa!- Dicemmo insieme. Accidenti.
-Prima tu- Continuammo.
-Ascolta- Iniziò Louis -Io,non so bene cosa sia successo Mercoledì scorso,ma qualsiasi cosa fosse,è stata magnifica-
Qualcosa mi fece pensare che si riferisse alla nostra uscita.
Mi guardò negli occhi,i miei verdi incontrarono i suoi blu come il mare,i suoi sguardi erano troppo intensi per me da reggere,così distolsi lo sguardo e cominciai a parlare.
-Louis William Tomlison- Dissi scandendo bene ogni parola -Quel Mercoledì,dopo otto mesi passati a convincermi che ti odiassi,ho capito che da quella mattina di Febbraio,non è passato un singolo giorno che io non ti abbia amato con tutta me stessa- Gliel’avevo detto.
Chiusi gli occhi aspettandomi che dicesse qualcosa,lo sentii aprire la bocca ma non ne uscì alcun suono.
Solo dopo un po’ parlò.
-E’ la stessa cosa che volevo dirti io- Disse con un filo di voce.
Allora aprii gli occhi incontrando i suoi irrimediabilmente vicini.
-Voglio riprovarci- Disse.
-Come pensi di recuperare tre anni di fidanzamento e otto mesi di totale differenza in poco più di un mese?-Gli chiesi.
-Potremmo cominciare così- Poi annullò la distanza tra di noi,poggiando le sue labbra sulle mie,di primo impatto ne fui sorpresa,mi mancava il suo sapore,mi mancavano le sue labbra,mi mancavano i suoi piccoli morsi sul mio labbro inferiore,significava che ero sua che nessuno mi avrebbe mai portata via da lui.
Portai le mie mani tra i suoi capelli,sapevo che adorava quando lo facevo,la sua lingua si insinuava gentilmente dentro la mia bocca,mi prese per i fianchi e mi sollevò portandomi alla sua altezza,poi si staccò e mi guardò negli occhi.
-Credo di amarti Katherine Marie Marshall- Mi sussurrò.
-Anche io-
Poi lo abbracciai stringendolo a me,sentendo che tutto quello che avevo passato,lo aveva passato anche lui,e che adesso eravamo di nuovo nella mia camera a confessarci il nostro amore
.

 

Eccomi qui! I'M BACK,BITCHES.
Okaaay,questo è il capitolo romantico e smieloso,afjldjglg.
ldsjdghuadfbkjghnjdlhjkgs.
nghsjkghkjshgkjshj.
*finisce di sclerare*
Anyway,fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione,vi prego è davvero importante,per me.
Poi ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia nelle Preferite/Ricordate/Seguite
Ringrazio tutti quelli che recensiscono e i 'lettori silenziosi' che ci sono.
LOVE YA ♥
-Mar

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Rock Me. ***


I used to think that I was better alone
Why did I ever want to let you go?
Under the moonlight as we started at the sea
The words you whispered I will always believe
One Direction-Rock Me
 

Avevo baciato Louis. Louis aveva baciato me.
Mi aveva detto che mi amava. Io gli avevo detto lo stesso.
Ormai riuscivo a pensare solo a quello mentre guardavo il soffitto della stanza,distesa sul letto.
Ero ancora completamente vestita,era più di un’ora che stavo sdraiata a fare nulla,così accesi la luce e presi il pacco che mi aveva dato Louis,che ancora non avevo aperto.
Sciolsi con delicatezza il fiocco rosso sulla scatola e l’aprii con mia sorpresa ci ritrovai un’altra scatola,più vecchia della prima,una scatola parecchio vissuta,trasportata chissà quante volte da un posto all’altro e sopra c’era un biglietto.
 
Kate,in questa scatola ci sono i miei pensieri,tutto quello che ho pensato da quella mattina di Febbraio,tutto quello che non ho mai avuto il coraggio di farti sapere. Louis  (:
 
Sorrisi,era un gesto che apprezzavo molto da parte sua.
Poggiai con cura il biglietto dietro di me e aprii la scatola che sembrava così fragile che avrebbe potuto rompersi in mille pezzi.
Dentro c’erano delle lettere,tantissime lettere,forse una ventina,ne presi una e cominciai a leggere.
 
16 Marzo 2015
Cara Kate,
E’ passato quasi un mese da quando ti ho lasciato li.
Mi sento davvero uno schifo,adesso sono a Londra,in un appartamento in affitto,spero che tu sia felice e che mi abbia dimenticato,non riuscirei davvero a sopportare l’idea di te che soffri per uno stupido come me.
Ho fatto la cazzata più grande della mia vita,non avrei dovuto lascarti andare,mi dispiace.
Louis.
 
Mi vennero le lacrime agli occhi e decisi di leggerne un’altra.
 
13 Aprile 2015
Cara Kate,
Dieci giorni fa ho provato ad ubriacarmi,non che non l’avessi mai fatto prima,ma ci sono andato giù pesante  e mi sono svegliato con un mal di testa atroce,tutto quell’alcool però non mi ha aiutato affatto,prima di andare a dormire mi appari sempre tu,non riesco a dimenticarti,ho conosciuto una ragazza si chiama Eleanor,credo di piacerle,ma non so se sono davvero pronto a chiudere con te.
Louis.
 
Adesso le mia lacrime scendevano incontrollate,solo il pensiero che Louis avesse provato a fare quelle cose
mi distruggeva e per quanto volessi chiudere per paura di trovarne altre ne presi un’altra,questa volta però la presi in fondo alla scatola,e scoprii che era abbastanza recente,risaliva al Mercoldì in cui eravamo usciti.
 
11 Novembre 2015
Cara Kate,
Finalmente hai deciso di darmi un’altra opportunità,non ti sarò mai abbastanza grato per questo.
Oggi pomeriggio è stato a dir poco favoloso,tu eri bellissima,non avrei altre parole per descriverti.
O forse,si semplice,stupenda,straordinaria eri la stessa ragazza di cui mi innamorai al liceo,quando mi buttasti l’aranciata addosso.
Mia madre mi disse che la maglietta me la sarei dovuta lavare da solo,e mentre lo facevo ti pensavo,pensavo alle tue smorfie mentre ti costringevi a bere quel caffè che faceva piuttosto schifo.
Pensavo a tutti i modi possibili ed immaginabili che esistessero per chiedere ad una ragazza di uscire,e te lo chiesi solo dopo due settimane.
Adesso non so cosa succederà ma io credo di essermi innamorato di nuovo,e stavolta prometto di non lasciarti mai più.
Louis.
 
Sorrisi tra le lacrime,se prima lo amavo,in quel momento ne ero più che certa,riposi tutte le lettere nella
scatola che chiusi delicatamente e che nascosi sotto il letto,poi spensi la luce e guardai la sveglia che segnava l’una e trentacinque.
Chissà se Louis stesse già dormendo,ma non mi importava: non si poteva aspettare.
Uscii silenziosamente dalla mia camera,camminando in punta dei piedi,avevo tolto precedentemente le scarpe per evitare di far rumore,mi avvicinai alla stanza di Louis,luce spenta.
Entrai silenziosa senza fare rumore e richiusi la porta alle mie spalle cautamente,e mi avvicinai al letto dove Louis forse dormiva.
Aveva gli occhi chiusi e sembrava un angelo,gli scostai i capelli dalla fronte e mi parve sorridere,poi mi avvicinai e gli stampai un bacio sulle labbra,delicata senza svegliarlo.
-Dormi,amore mio,sei bellissimo- Dissi a bassa voce,più basso di un mormorio.
Feci per alzarmi ma lui mi prese il polso,non stava dormendo e aveva un sorriso stampato in faccia.
-Cosa hai detto?- Mi chiese riavvicinandomi a lui.
-Che sei bellissimo- Dissi.
-No,prima- Mi disse
-Amore mio- Sorrisi e lo baciai,mi fece cadere sul letto accanto a lui ricambiò il bacio,buttò le coperte a terra e mi strinse a se.
-Ho letto alcune lettere- Gli dissi tra un bacio e l’altro. -E mi sono messa a piangere-
Allora lui prese a baciarmi appena sotto gli occhi appena umidi -Non voglio che piangi per delle lettere- Mi disse.
-Lou,io ti amo- Gli dissi staccandomi e mettendomi a cavalcioni su di lui.
-Anche io Kate,tantissimo- Mi guardò negli occhi anche se era buio.
Allora mi piegai su di lui e lo baciai di nuovo,ci eravamo finalmente ritrovati e ci amavamo come non mai,allora lui mi prese per i fianchi e ribaltò la situazione,non staccando le sue labbra dalle mie.
-Stanotte Louis,voglio appartenerti- Dissi mettendogli le braccia al collo.
-Tu mi sei sempre appartenuta- Mi sussurrò all’orecchio poi me lo morse delicatamente e quindi feci scivolare la maglietta del suo pigiama per terra così come i suoi pantaloni.
Lui armeggiò con le mie calze per un po’ lamentandosi: -Accidenti,perché ti sei messa questa roba,è difficile da togliere- Risi,mentre lo aiutavo,la mia gonna fece compagnia al pigiama di Louis che ormai giaceva ai piedi del letto,così come la mia maglietta nera,rimasi quindi in intimo come lui.
-Sono molto sexy i boxer a stelline- Gli dissi,cominciando a giocare con l’elastico di questi ultimi.
-Ti piacciono?- Mi chiese Louis divertito mentre sganciava facilmente il reggiseno.
-Si,peccato che andranno a fare compagnia agli altri vestiti-
Poi sfiorai con la mano il rigonfiamento sulla stoffa del boxer di Louis che si lasciò scappare un piccolo gemito,sorrisi divertita -Ti ecciti con poco,Louis- Lo presi in giro come lui aveva fatto con me quella stessa mattina.
Esplorò meandri sconosciuti del mio corpo mandandomi totalmente in estasi,lo amavo.
Quando entrambi rimanemmo senza un pezzo di stoffa addosso,capii che i giochetti provocatori erano finiti,Louis mi chiese più volte se era veramente sicura di ciò che stava accadendo e dopo avergli detto più volte di si,si decise a posizionarsi al meglio e diventammo una cosa sola.
-Sei…bellissima…- Disse Louis tra i sospiri,mentre aumentava la velocità.
Gli graffiavo la schiena,sapevo che a lui piaceva -Mai…quanto…te..a-amore- Gli risposi.
Lui prese a baciarmi per soffocare i miei piccoli gemiti che cercavo di trattenere al meglio,non dovevamo farci scoprire da Harry e Amanda,per nessun motivo al mondo.
Non riuscivo a pensare a niente,la mia mente era vuota,sapevo solo che provai una cosa imparagonabile a nient’altro e che poi Louis si distese accanto a me,accarezzandomi i capelli.
-Dovremmo dormire adesso,non credi?- Mi chiese mentre mi dava piccoli baci ovunque.
-Si,buonanotte,amore- Gli dissi abbracciandolo.
-Dormi bene,dolcezza- Mi diede un bacio sulla fronte e poi chiusi gli occhi,cercando la sua mano per intrecciarla nella mia.

***

Quando mi svegliai il sole penetrava dalla finestra,e la mia testa era dolcemente appoggiata al petto di Louis che dormiva profondamente.
Lo guardai e mi resi conto che era solo di lui che avevo bisogno.
Mi alzai silenziosamente dal letto,facendolo rigirare dall’altra parte forse stava protestando.
-Devo andare,non vuoi che ci scoprano?- Dissi piano e gli posai un bacio sulla guancia.
Ripresi la mia roba dal pavimento e mi rivestii,poi senza fare rumore mi avviai verso la mia camera,aprii la porta cercando di non farla cigolare e ci riuscii,feci un sospiro di sollievo e mi buttai sul letto,non potei esultare troppo presto perché dal bagno annesso alla mia camera uscì Amanda.
-Letto vuoto per tutta la notte,ti ripresenti la mattina dopo in mutande e reggiseno con i vestiti della sera precedente in mano,non è che devi raccontarmi qualcosa?- Mi chiese maliziosa.
Io sorrisi nervosa: ero spacciata.



HERE I AM.
Perfetto,non sono brava a scrivere roba di questo genere,quindi mi scuso se fa schifo.
Però,non a caso il capitolo si chiama Rock Me,mlmlml.
Anyway,spero che vi piaccia anche se a me non piace ç_ç
Lasciate una recensione,ci tengo particolarmente.
Non mi dilungherò più perchè devo scappare,ci sentiamo/leggiamo al prossimo capitolo. e...recensite!  :3
LOVE YA ♥
-Mar

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Teenage Dream. ***


My heart stops when you look at me
Just one touch, now baby  I believe
This is real so take a chance
And don’t ever look back.
Katy Perry-Teenage Dream

 
Sospirai e mi coprii il viso con le mani.
-Avanti,sputa il rospo- Mi incitò Amanda.
-Come…che ci facevi qui?- Le chiesi.
-Stanotte mi sono alzata per andare in bagno e ho sentito dei rumori,come dire,sinistri provenire dalla tua stanza,sono entrata ma era vuota,così ho capito che provenivano dalla stanza di Louis,e sai come è andata a finire? Non sono più andata in bagno- Mi disse sedendosi sul letto accanto a me.
Arrossii violentemente,avevamo davvero fatto così casino?
-Tesoro,hai qualcosa da raccontarmi?- Disse con una punta di malizia dalla lingua,glielo leggevo negli occhi.
Deglutii e rimasi in silenzio,mentre mi alzavo e cercavo qualcosa da mettermi nell’armadio.
-Beh,se non me lo dici tu sarò costretta a farlo io- Cominciò Amanda che si alzò in piedi seguendomi,che nervoso.
-Stanotte,per motivi a me ignoti,ti sei alzata,sei sgattaiolata fino alla camera di Louis,e puf…travolti dalla passione avete scopato- Disse accompagnando il tutto da gesti melodrammatici.
-Noi non abbiamo scopato- Le dissi fredda prendendo i pantaloni e poggiandoli sul letto.
-Oh,certo perché voi avreste fatto l’amore- Mi disse Amanda.
Da fuori poteva sembrare che avessimo semplicemente fatto sesso,da fuori tutti potevano pensare che non ci amavamo veramente,ma si sbagliavano.
Io Louis lo amavo e lui amava me,tutto era successo così rapidamente,ma non soffrivo più.
Era lui l’unica cura di cui avevo bisogno.
L’unica medicina che avrebbe sanato le ferite del mio cuore,era solo e solamente lui,lo è sempre stato.
-Si,Amanda,non ci credi? Bene- Scattai e tirai fuori la scatola contenente le lettere che Louis mi sveva dato la sera prima da sotto il letto.
Era fragile,almeno così mi sembrava,ma non me ne curai,la lanciai letteralmente addosso ad Amanda e cominciai ad urlare incurante che fosse mattina presto -Leggi! Poi dimmi se sei ancora convinta che abbiamo solo scopato perché siamo entrambi dei maniaci del sesso!-
Lei mi guardò male e aprii la scatola delicatamente,prese una delle lettere e mi guardò di nuovo,poi prese a leggerla silenziosamente.
-Ad alta voce,Amanda- Le dissi io appoggiandomi allo stipite della porta.
Lei fece una finta tosse e prese a leggere:
- Ventisette Ottobre Duemila e Quindici- Iniziò.
-Cara Kate,oggi sono arrivato a casa vostra,ad un orario un po’ insolito,ma non avrei mai pensato di vederti appena chiusa la porta. Era buio,non ti vedevo bene,ma tu ti sei avvicinata,avevi quel pigiama che io adoro,ricordo quando lo mettevi e riscaldavi anche me,io ti ho sorriso tu però hai continuato a guardarmi e sei scappata al piano di sopra,adesso ti sto scrivendo questa lettera alle cinque del mattino,ho provato a dormire un po’ ma non ci sono riuscito,mi sei mancata tantissimo,e so che tu mi odi soltanto,ma voglio rimediare,ti stai facendo un’idea sbagliata di me,rivederti questa notte mi ha reso felice,non scappare di fronte a te come qualche giorno fa in gelateria  è stata la cosa migliore da fare,l’altro giorno sono stato solo un codardo,non ce l’ho fatta,quando ti ho guardato negli occhi,mi sono venute in mente le tue risate,il cibo immangiabile che cucinavo di fretta e di cui tu puntualmente di lamentavi,e i tuoi occhi,sono sempre stati irresistibili per me,credo di non aver mai smesso di amarli-
Sbatté gli occhi per qualche secondo e giurai di averla sentita tirare su con il naso,poi mi guardò negli occhi,aspettavo solo che parlasse.
-E’ molto bello ciò che ha scritto- Mi disse piano.
-Le altre sono  ancor più belle-  Le dissi io incrociando le braccia.
-Ciò non toglie che state andando troppo veloce- Mi rimproverò ancora.
-Quindi per te basta che si va piano non importa quanto due persone si amino?- Le chiesi.
-Non ho detto questo- Mi disse esasperata -Senti,non voglio litigare,ti sto solo avvertendo- Mi disse,poi uscii dalla mia camera mostrandomi uno di quei sorrisi pentiti,che usava quando ammetteva di aver torto.
Glielo avevo fatto capire,forse quella discussione mattutina non mi ci voleva affatto.
Comunque sia avevo chiarito le cose con Amanda,ed era questo l’importante.
Amanda lasciò la porta semi aperta ma io non me ne accorsi,mi buttai sul letto a peso morto ancora non mi ero vestita,avevo freddo,ma preferivo rimanere immobile,come potevo spiegare ai miei amici che mi avevano sempre sostenuta in quei mesi,mentre cercavano di farmi dimenticare Louis,che era stato tutto inutile e che io lo amavo più di ogni cosa al mondo? E come potevo mai fargli capire che essersi amati di nuovo quella notte,non era sbagliato?
Qualcuno entrò silenziosamente nella camera dove non galleggiava alcun rumore,se non quello di alcuni passo che si avvicinavano al mio letto.
Aprii gli occhi e incontrai quelli azzurri di Louis.
-Ehi- Mi disse piano.
-Che ci fai qui?- Gli chiesi divertita -Dormivi quando me ne sono andata-
-Dovresti imparare a litigare più silenziosamente- Mi disse piegandosi su di me e dandomi un bacio leggero sulle labbra.
Risi,lo avevo addirittura svegliato urlando.
-E poi, io non sono un maniaco del sesso- Protestò ancora baciandomi.
Scivolai via da lui e mi alzai,afferrando di nuovo i pantaloni che stavo per mettermi prima.
-Ti aspetto giù- Mi disse sorridendo.
Possibile che fosse così bello anche di prima mattina?
Finii di vestirmi e scesi giù,dove con mia grande sorpresa trovai anche Harry.
-Ehi riccio,come mai così presto?- Gli chiesi sedendomi vicino a lui.
-Insonorizza la tua stanza Kate,non ho chiuso occhio per tutta la notte- Mi disse con aria assonnata.
Amanda scoppiò in una risata isterica mentre io diventai tutta rossa,ci misi una frazione di secondo a vedere Harry fare l’occhiolino a Louis,e ce ne misi un’altra per capire che non si sa come,tra uomini ci si intendevano subito.
Scossi la testa,quei due non mi finivano mai di sorprendere.
-In realtà,non è la stanza di Kate che andrebbe insonorizzata- Disse Amanda,bevendo dalla sua tazza,appoggiata al bancone della cucina.
-Avete finito di prendermi per il culo?- Chiesi ad un certo punto.
-Non ti stanno prendendo per il culo- Mi disse Louis prendendomi la mano.
-Se non te ne sei accorto,stanno prendendo per il culo anche te- Gli dissi guardandolo.
-Amanda mi sta principalmente prendendo per il culo,non Harry- Disse e scoppiò a ridere.
A quel punto mi alzai dal tavolo e andai a prepararmi la colazione,togliendo il cartone di latte dalle mani di Harry che protestò mentre si guardava intorno confuso.
Poverino,il suo cervello ancora non aveva cominciato a funzionare,o meglio,aveva cominciato ma solo per quello che gli interessava.
-Attenta!- Gridò Amanda portandomi alla realtà.
Il latte si stava bruciando.
-Scusami,sono stanca- Protestai.
Involontariamente diedi libero sfogo alle battute a doppio senso di Harry e della mia migliore amica.
Finii velocemente la mia colazione e mi preparai per uscire,ancora incredula di quello che era successo quella notte.
Credevo che Harry e Amanda non mi avrebbero parlato mai più,e invece erano in cucina con Louis mentre davano sfogo alla loro perversione,cosa avevano di sbagliato?
Indossai la sciarpa e passai in cucina per una saluto veloce a tutti e poi uscii.
L’aria quel mattino di Novembre a Londra era fredda,se non freddissima,penetrava attraverso i vestiti,sotto la pelle e gelava le ossa,mi pentii di non aver preso i guanti e il capello.
Camminavo avvolta nel mio cappotto con le mani in tasca e la sciarpa tirata su fino al naso.
Appena entrai in metropolitana percepii una temperatura leggermente più calda rispetto all’esterno ma comunque fredda.
Salii su un vagone e mi sedetti,avevo scordato gli auricolari a casa,quindi avrei usato quei venti minuti per pensare.
Senza dubbio quello era stato il migliore regalo di compleanno che avessi mai ricevuto in tutta la mia vita.
E non mi riferivo alla notte passata con Louis,no.
Mi riferivo alle lettere.
Sapere che dopo tutto quel tempo,Louis non aveva mai smesso di amarmi,come d’altra parte avevo fatto io,era stata una cosa meravigliosa.
Sapere che lui aveva solo paura,che mi amava e non aveva mai smesso,aveva distrutto tutta la mia tristezza,tutti i miei demoni,regalandomi un nuovo sorriso.
Senza accorgermene arrivai a destinazione,mi alzai e di fretta uscii dalla metropolitana,l’aria fredda faceva nuovamente capolino,ma non mi preoccupava,dato che di li a pochi minuti sarei entrata nell’edificio che ospitava la mia università.
Dentro faceva caldo,e stranamente non vidi nemmeno uno dei miei compagni di corso quella mattina.
Solo quando stavo per avviarmi verso l’aula una signora mi bloccò.
-Signorina,oggi le lezioni sono sospese,il Professor Thomson è ammalato,appena riprenderanno l’avvertiremo- Mi disse gentile la donna.
Io annuii e la ringraziai,strano che nessuno mi avesse avvertito.
Uscii ricoprendomi di nuovo il viso con la sciarpa e decisi di fare un giro per la città,successivamente sarei andata a lavoro.
Camminavo stretta nel cappotto e guardavo le vetrine dei negozi,malgrado mancasse più di un mese a Natale,stavano già mettendo lucine e decorazioni natalizie.
Sorrisi incredula e involontariamente, forse il Natale stava diventando davvero una festa commerciale,come San Valentino.
Ma nella mia famiglia non lo era mai stata,anche da quando Mark e Jade vivevano da soli,da quando i miei erano andati a New York ogni Natale lo passavamo insieme.
Quel sarebbe stato speciale,perché Jade non sarebbe più arrivata imbronciata per non poter mettere uno dei suoi vestiti a causa del pancione,i due gemelli erano nati,e da quello che mi diceva mia sorella erano due pesti per avere solo sei mesi.
Quel Natale lo avrei passato anche con i due membri più giovani della famiglia,con i miei due nipotini: Christian e Olly. Un maschio e una femmina.
La cosa preoccupante era dove lo avremmo passato,l’ultima volta i miei genitori ci avevano costretto a volare fino a New York,per passare la notte di Natale al Central Park,venne anche Louis,e me lo ricordavo bene perché quella notte congelai,inutile dire che due giorni dopo mi venne la febbre.
Decisi di avviarmi verso il negozio,una volta arrivata le mie colleghe mi chiesero come era andato il compleanno,risposi che non era stata affatto male,lasciando il seguito in sospeso,poi dieci minuti prima dell’orario di chiusura,vedere Louis entrare mi sorprese e non poco.


Buon pomeriggio a tutti.
Io in teoria adesso sarei chiusa in camera a fare i compiti ma in pratica non mi va e credo che li comincierò domani,come una specie di terapia intensiva.
Vi dico solo che ho tre versioni di latino, due di greco, una decina di frasi di greco e venti pagine di storia,quindici di georgrafia,dieci di inglese più tre pagine di esercizi,
un intero capitolo di chimica,dove non ci capisco una mazza e non so quanti esercizi di matematica.
E indovinate cosa ho fatto fin'ora?
Una versione di latino,dite che sto messa malissimo? ç_ç
Vabbè non importa,lol io spero che il capitolo vi piaccia e come sempre recensite e non siate timidi,non vi mangio mica ^__^
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate :3
Spero di riuscire a scrivere il prossimo capitolo anche con la mere di compiti che mi tocca fare,probabilmente utilizzerò quella mezz'ora libera verso le undici di sera..
Vi ho annoiati fin troppo,a momenti il mio spazio è più lungo dell'intero capitolo! lol
Alla prossima belle/i (?)
LOVE YA ♥
-Mar

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Kiss Me. ***


I was made to keep your body warm
But I’m cold as the wind blows
So hold me in your arms
Ed Sheeran-Kiss me

Mi avvicinai sorpresa a Louis che era entrato nel negozio.
Aveva una sciarpa nera che gli copriva il collo e dei guanti dello stesso colore che proteggevano le sue mani dal freddo.
Appena entrò si tolse il capelli di lana grigio,il cappello che gli avevo regalato qualche anno prima.
-Che ci fai qui?- Gli chiesi mentre mettevo in ordine una pila di magliette li vicino.
-Ehm,devo comprare un regalo a mia sorella Lottie,insomma per il suo compleanno-
-Il compleanno di Lottie è ad Agosto- Gli dissi io,capendo che non era li per comprare un regalo a sua sorella.
-Allora per natale!- Disse ridendo e arrampicandosi sugli specchi.
-Manca più di un mese!-
-Meglio prevenire che curare- Mi rispose lui,capendo che quando iniziava a parlare con i proverbi era finita.
Sapevo benissimo che quando si trattava di vestiti per una ragazza Louis sbagliava sempre.
Infatti come mi aspettavo prese una maglietta bianca con una stampa retrò color caramello,e poi prese dei pantaloni rossi di velluto da abbinarci,un disastro.
-No Louis,se prendi questa maglietta,che tra l’altro è autunnale,non puoi metterci quei pantaloni!- Lo ripresi.
-Allora aiutami- Mi disse lui con una sorrisetto stampato in faccia.
Annuii,era logico che avrei dovuto trovarlo io l’abbinamento mentre camminavo tra gli scaffali e toglievo le mani di Louis su qualsiasi cosa che non centrava nulla le mie colleghe,Ashley e Claire mi salutarono.
-Kate,chiudi tu? Noi andiamo!-
Gli dissi di si e approvai con un gesto della mano,dopodiché uscirono e nel negozio rimanemmo solo io e Louis.
Dopo altri dieci minuti di ricerca trovai i due capi perfetti: La stessa maglietta che aveva preso Louis all’inizio,ma nera con la stampa dorata e dei pantaloni bianchi.
-Questo le piacerà- Dissi.
-Grazie- Mi disse Louis -Ehm,quanto è?-
-Pensi che te lo faccia pagare a prezzo pieno? Useremo lo sconto dipendenti del 50 %- Gli dissi io sorridendo.
Poi uscimmo dal negozio,io chiusi e misi le chiavi in borsa,quando tirai giù la serranda e chiusi anche quest’ultima ci incamminammo  verso casa.
-Cavolo se fa freddo- Dissi vedendo che le goccioline di vapore che uscivano dalla mia bocca quando respiravo potevano benissimo trasformarsi in ghiaccio.
Allora Louis mi abbracciò,e camminammo l’una stretto all’altro,mi mancavano quelle passeggiate che facevamo abbracciati per riscaldarci a vicenda,non potevo credere che lui fosse ritornato e che adesso fossimo più innamorati di prima.
Dopo un po’ Louis parlò: -Apri l’ombrello, piove- Disse asciugandosi il naso.
Io risi e aprii la borsa per prendere l’ombrello,quando mi accorsi che non stava piovendo.
-Lou,non è pioggia- Dissi fermandomi ad osservare il cielo,quando un piccolo fiocco di neve mi passò davanti agli occhi.
-Nevica!- Esclamai,la prima nevicata dell’anno nella piovosa,nuvolosa e bagnata Londra.
-Non è un po’ presto per la neve?- Mi chiese Louis riavvicinandosi a me.
-Chi se ne importa- Dissi e mi voltai ritrovando i suo viso a pochi centimetri dal mio.
Sorrise a quel punto non seppi più resistere al suo sguardo magnetico,gli presi il viso tra le mani che dovevano essere gelate,e lo baciai.
In un primo momento fu sorpreso della mia iniziativa,ma credevo più per la temperatura delle mie mani,poi anche lui poggiò una mano sulla mia guancia e con l’altra mi cinse i fianchi,continuandomi a baciare con dolcezza infinita,un bacio sotto la neve che aumentava di intensità.
Non ero mai stata un tipo romantico ma in quell’occasione mi sembrava di stare dentro uno di quei polpettoni rosa davanti ai quali mi addormentavo sempre prima del finale,per quanto sono smielati.
Quel momento era senza dubbio il più romantico che avessi mai vissuto.
-Adesso apri questo ombrello,però- Mi disse Louis quando si staccò da me,risi e finalmente lo aprii,così da ripararci dalla leggera nevicata.
***
Esattamente dieci giorni dopo,dopo che avevo finito di lavorare Louis mi venne a prendere,pratica ormai che si teneva ogni giorno,quella sera però era venuto con la macchina e fui molto sorpresa.
-Dove andiamo?- Chiesi sorridendo,vedendolo appoggiato allo sportello della macchina.
-Ti porto a cena,principessa- Disse.
Aveva detto ‘principessa’ o l’avevo sognato?
Ero la prima persona al mondo ad odiare i soprannomi,ma detto da lui era così dolce e sincero che mi provocò solamente un sorriso imbarazzato.
Entrai nella macchina e quando anche lui si mise al volante partimmo.
Non avevo la minima idea di dove stavamo andando,ma ero più che sicura che sarebbe stato un ristorante semplice,forse appena fuori città,con i riscaldamenti a mille e  un po’ di buona musica come lieve sottofondo.
Arrivammo dopo circa venti minuti di viaggio,come sospettavo era un piccolo ristorante gestito da una famiglia,mi ricordava quello dove a volte aiutavo Jade e Mark a Doncaster,chissà come se la stavano cavando i miei due fratelli combina guai.
-Cosa prendi?- Mi chiese Louis,riportandomi alla realtà.
-Uhm,una margherita- Dissi sorridendo.
-Due margherite,per favore- Disse al cameriere che aspettava le ordinazioni.
-Potevi avvertirmi  che saremmo andati a mangiare fuori,mi sarei vestita meglio- Gli dissi prendendogli le mani.
-Per me sei bella anche così,è questo che conta- Mi disse lui.
Oddio,come facevo a non amarlo? Era perfetto.
I suoi occhi,il suo sorriso,il suo modo di fare.
Arrivarono le pizze e cominciai a mangiare la mia,era buonissima,non avrei dimenticato tanto facilmente quel ristorante,non avrei dimenticato facilmente quella giornata,mi sembrava tutto perfetto.
-Kate,cosa faresti se ti chiedessi di rimetterti con me?- Mi chiese Louis ad un tratto,lasciandomi stupita.
Ci riflettei per un momento e capii che quella domanda non aveva alcun senso.
-Rimetterci? Non stiamo già insieme?- Gli chiesi sorridendo.
Vidi allora,i suoi occhi blu illuminarsi e sorridere insieme alla sua bocca delicata e perfetta.
-Lo saremo per sempre- Mi sussurrò guardandomi negli occhi.
Avevo già sentito quelle parole,ma in quel momento mi sembrarono più vere che mai,il suo sguardo mi faceva ancora arrossire,per poi sorridere mentre guardavo a terra per non incontrare gli occhi che mi provocavano tale rossore.
Era stata una delle serate più piacevoli della mia vita,semplice e romantica.
Quando tornammo a casa era ormai passata la mezzanotte,forse Louis aveva già avvertito Harry che non ci saremmo stati a cena,ecco spiegato perché Amanda non mi avesse chiamato.
Chissà se quel riccio ci avrebbe aspettati sveglio.
Durante il viaggio in macchina,Louis mise la radio a basso volume appena notò che avevo piegato la testa di lato e chiuso gli occhi,mi scappò un impercettibile sorriso mentre cercavo di riposare un po’.
Procedevamo spediti,di traffico a quell’ora non ce n’era e la superstrada era quasi finita,stavamo ormai per rientrare a Londra.
E mi chiedo ancora oggi perché quella notte il destino fu tanto nefasto con noi.
Louis quella sera non aveva bevuto sapendo che avrebbe dovuto guidare,in realtà lui non beveva mai molto ma quella sera non aveva toccato nemmeno un goccio di birra o di vino.
Vidi Louis insospettirsi quando due fari bianchi nel buio della notte si fecero vivi nel punto di strada in cui c’eravamo solo noi.
Due fari che però non provenivano dall’altra corsia.
Quei due fari furono l’ultima cosa che vidi prima di sprofondare nel buio più totale.


Mi sucso per l'inecente ritardo.
Che poi son solo tre giorno,ma rispetto al mio standard è ritardo,trolol.
Anywaay,comincio a pensare di star per cadere neò banale e di fare schifo,nello scorso capitolo non mi avete dengata di un commentino.
Vi crucerò per questo,ma pensate positivo potrei Avadakedavrizzarvi e morirete senza il minimo dolore.
Si sono troppo buona,Zio Voldy e Zia Bella mi prenderebbero a schiaffi.
Lasciando perdere ciò,spero che vi piaccia questo capitolo perchè..non so perchè però spero che vi piaccia! :D
Buon proseguimento di giornata (purtroppo la mia sarà studio totale,mi avadakedavrizzerò da sola).
Al prossimo capitolo :)
LOVE YA ♥
-Mar

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** All I Want For Christmas Is You. ***


I don’t want a lot for Christmas
There is just one thing I need
And I don’t care about the presents
Underneath the Christmas Tree
Mariah Carey-All I Want For Christmas Is You

 
 
 
 
Dolore,buio,vuoto,di nuovo dolore e di nuovo il buio.
Erano queste le sensazioni che provavo da un tempo impossibile per me da misurare,da un tempo indefinibile.
Aprii gli occhi a fatica,sentivo che sarebbero potuti pesare quintali le mie palpebre,ma le sollevai e un bianco candido mi colpì subito.
Erano delle pareti completamente bianche e mi innervosivano parecchio.
Ero sdraiata in un letto,ma quella non era la mia stanza,c’era un fastidioso rumore che si intrufolava tra le orecchie e mi dava un fastidio tremendo.
Sbattei gli occhi più volte per capire che mi trovavo in una stanza d’ospedale.
Volevo alzarmi ma sentivo che mi mancavano le forze.
Louis? Stava bene?
Dovevo uscire di li,chiedere dove fosse il mio amato Louis,solo che non avevo nemmeno la forza di alzare la mano e di togliere quello stupido tubo conficcato nella mia pelle.
La porta di fronte a me si aprii e vidi entrare una donna sorridente con il camice bianco.
-Oh,vedo che ti sei svegliata- Disse,la sua voce era troppo alta per i miei gusti,o almeno io la percepivo irritante,feci una smorfia e di conseguenza la donna l’abbassò -Sono ben quattro giorni che sei qui- Continuò armeggiando con un macchinario alla mia destra.
Non sapevo se riuscivo ancora a parlare,se avessi ancora voce in corpo,quindi decisi di provare.
Aprii la bocca ma non ne uscii alcun suono,solo un respiro strozzato,riprovai.
Allora riuscii a balbettare qualcosa -Dov’è lui?- Chiesi molto flebilmente con la voce roca e strozzata.
-Tranquilla tesoro,il tuo amico sta meglio di te- Mi disse la donna -Adesso cerca di riposarti- Poi uscii di nuovo.
No,non poteva andarsene,doveva dirmi come stava Louis,dove stava,e soprattutto quando mi sarei alzata da quel letto.
Non avendo forze per oppormi e gridare l’unica cosa che mi sembrò giusta fu quella di chiudere gli occhi e dormire,ma da quanto ne sapevo avevo dormito per ben quattro giorni.
Guardai nervosa l’orologio appeso alla parete,passai due ore sveglia senza far nulla.
Poi la porta si aprii di nuovo,ma questa volta non entrò l’infermiera bensì colui che volevo tanto vedere.
-Kate,stai bene!- Esclamò Louis,avvicinandosi al mio letto con un sorriso stampato in faccia,stava bene.
Sorrisi anche io -Come stai?- Chiesi con la poca voce che avevo.
-Io bene,a parte il braccio rotto,quella messa male sei tu- Mi disse scherzando.
-Ehi,io almeno non ho un arto rotto- Gli dissi.
Sospirò e poi tornò a guardarmi -Devo dirti una cosa,prima ho parlato con il dottore- Mi disse diventando improvvisamente serio,mi preoccupai di colpo.
-Mi ha detto che hai subito un lieve trauma cranico e che generalmente l’incidente per te non è stato gravissimo- Disse.
Ricordavo,avevamo fatto un incidente quella notte sulla strada per casa.
-Ti ha detto qualcos’altro?- Gli chiesi,trovando non so dove la forza di mettere la mano destra sulla sua,appoggiata al letto.
-Beh,si- Mi disse scostandomi una ciocca di capelli che mi era andata a finire davanti gli occhi.
Lo guardai curiosa come a chiedergli cosa ci fosse di tanto importante.
-Mi ha detto che però l’incidente è stato molto grave per…- Disse e poi si bloccò.
Per chi? Louis stava bene,si era addirittura svegliato prima di me e poteva muoversi liberamente,mentre io ero incollata a quel letto.
-Per chi?- Chiesi seria.
-Però adesso sta bene,insomma va tutto bene…-   Continuò nervoso.
Non riuscivo ad innervosirmi,ma se ne fossi stata capace in quel momento sarei stata parecchio irritata.
-Louis!- Esclamai.
-E’ stato grave per il bambino Kate,ma adesso sta bene- Disse tutto insieme.
Bambino?
Feci una faccia perplessa e tornai a guardarlo negli occhi,lui mi capì al volo e ricominciò a parlare.
-Aspettiamo un bambino Kate,e sarà bello come te- Mi disse sorridendo.
Non sapevo cosa provare,se gioia,angoscia oppure incredulità.
-E’ fantastico- Dissi cercando di abbozzare un sorriso.
Dovevo solo abituarmi al fatto di avere una vita dentro di me.
Un qualcosa mio e di Louis,solamente nostro.
-Digli che gli ho sempre voluto bene quando nascerà- Disse divertito.
-Cosa?-
-Tuo fratello stava per uccidermi!- Disse ancora.
Risi lievemente -Mark è qui?- Chiesi infine.
-Anche Jade- Mi rispose Louis tranquillo.
I miei fratelli erano venuti da Doncaster sino a Londra dopo aver saputo del mio incidente,gli volevo troppo bene,e loro ne volevano a me,erano stati i fratelli maggiori perfetti,Jade la mia migliore amica e Mark il mio protettore,era così da quando eravamo piccoli.
-Ora devo andare,riposati- Mi disse Louis lasciandomi un lieve bacio sulla guancia,poi sorrise e andò via.
Volevo che rimanesse,volevo dirgli tante cose,però mi lasciò sola con i miei pensieri.
E non ne avevo affatto pochi.
Partendo dal fatto che fossi incinta,che una piccola vita,grande quanto uno spillo stava crescendo dentro di me.
Non sapevo cosa fare,un figlio era comunque una responsabilità.
E se Louis avesse avuto di nuovo paura e mi avrebbe abbandonata di nuovo? Crescere un bambino da sola non sarebbe stato facile.
Qualcosa però mi spingeva a pensare che Louis non sarebbe scappato,aveva commesso un errore e aveva imparato,sbagliando si impara no? Lui sarebbe rimasto.
Poi un rumore mi interruppe,la porta si era aperta di nuovo ma stavolta vidi un esuberante testa dai capelli neri che conoscevo sin troppo bene,quei capelli neri che adoravo annusare quando ero piccola,accompagnati da quegli occhi marroni così caldi che sprizzavano sempre gioia e vitalità.
-Sorellina!- Esclamò entrando.
Sorrisi -Mark-
-Ci hai fatto spaventare,non farlo mai più- Mi rimproverò scherzoso,era per questo che era stato il mio fratello preferito.
Ero più stanca di prima,parlavo poco,forse l’infermiera aveva ragione,dovevo dormire e riposarmi.
-Sto bene,sono solo…stanca- Gli dissi rassicurandolo.
-Se è maschio chiamalo come me- Mi disse giocando con i miei capelli.
-Non voglio che cresca come te- Gli risposi facendogli la linguaccia.
-Ehi,sono bellissimo,perché non dovrebbe crescere come me?- Si arrabbiò per finta facendomi scappare un sorriso,poi chiusi gli occhi cambiando espressione.
-Ti lascio riposare- Mi disse Mark e mi lasciò un bacio sulla guancia,io rimasi con gli occhi chiusi sentendo la porta sbattere.
Un figlio stava a significare una famiglia: io,Louis e un bimbo con gli occhi azzurri come i suoi.
L’idea mi terrorizzava ma allo stesso tempo mi piaceva.
Decisi di riposare e mettere fine ai miei pensieri e stanca come mi sentivo, addormentarmi non fu difficile.
***
Una firma su delle stupide carte e sarei potuta uscire da quell’ospedale.
Finalmente,non ne potevo più di infermiere che mi dicevano quello che dovevo fare,di orari prestabiliti per vedere chi amavo e di quelle pareti bianche che sembravano prepararti all’aldilà.
Uscii dall’ospedale con Amanda,ero libera finalmente.
-Appena torniamo a casa ci aiuti a fare l’albero,va bene?- Mi disse Amanda mentre mi trascinava per il parcheggio alla ricerca della sua macchina.
-Non aspetto altro dall’anno scorso- Ironizzai io,scoppiando a ridere.
Salimmo in macchina e lei partì a tutta velocità,forse si ero dimenticata che ero appena uscita dall’ospedale in seguito ad un incidente d’auto,ma dettagli.
Arrivammo velocemente a casa,e ad aspettarci c’erano Louis ed Harry,quest’ultimo alle prese con una scatola di decorazioni natalizie,mentre Louis sistemava l’albero.
-Dovevate aspettarci- Disse Amanda scuotendo la testa.
Louis lasciò stare l’albero e corse ad abbracciarmi,mi strinse forte a se,annusò i miei capelli,mi baciò dolcemente e poi cominciò a guardarmi negli occhi: -Mi faceva male vederti in quel letto d’ospedale-
-Sto bene,Lou,e sono qui con te- Gli dissi baciandolo di nuovo.
-Voi due,aiutateci invece di sbaciucchiarvi- Esclamò Harry mentre sistemava le palline decorate sui rami dell’albero.
Io sorrisi e presi Louis per mano,lo trascinai fino all’angolo del salotto dove stavamo addobbando l’albero di Natale e lui dopo aver raccolto la scatola da terra me la porse e io presi qualche addobbo da sistemare sui rami.
-Chissà cosa ci troveremo quest’anno sotto l’albero- Disse Harry sospirando.
-I regali sono una sorpresa,oppure credi ancora a Babbo Natale?- Gli disse Amanda.
-Mi stai dicendo che non esiste,mi hai rovinato l’infanzia,donna senza cuore!-
Adoravo le loro litigate natalizie,mi facevano sempre ridere.
-Che vuoi per Natale?- Mi chiese Louis ignorando i due.
-Tutto quello che voglio per Natale sei tu- Gli disse sorridendo.
-Ma mi hai già- Cercò di baciarmi ma io gli sfuggii.
Mi morsi il labbro e mi alzai dal divano per tornare all’albero
Addobbare l’albero non era mai stato uno dei miei hobby preferiti,ma quando lo facevo mi riempivo di felicità,quando stavamo per finire Louis si avvicinò a me e mi aiutò a posizionare una pallina su uno dei rami più alti -Non voglio che ti sforzi- Mi disse piano.
Non risposi ero troppo occupata a pensare,mi rividi dopo un paio d’anni,con un bambino dagli occhi azzurri che mi passava gli addobbi,poi Louis che lo prendeva in braccio e ridevano insieme,poi la sua voce mi riportò alla realtà -A cosa pensi?- Mi chiese Louis.
-A come sarebbe fare l’albero tra qualche anno- Gli risposi sorridendo,lui mi guardò negli occhi e mi abbracciò.
Per la prima volta in vita mia sentivo che finalmente tutto stava prendendo un senso.
 


Per le persone normali domani inizia la scuola.
POI CI SONO IO CHE ARRIVO COL CAPITOLO NATALIZIO *_*
Sono trasgry,ma solo perché io può.
*la smette*
Il natale è dentro di me,perchè...vi svelo un segreto: domani è il 24 dicembre,il compleanno di Lou,e martedì è natale,ma non ditelo a nessuno;)
*si autoconvince*
anyway,tra stanotte e stamattina ho recuperato due materie,ora mi mancano storia,geografia,
cinque frasi di greco e una versione di latino (di queste due me ne occuperò domani a scuola,scopiazzando :3)

Adesso devo farvi un annuncio importante:
il prossimo sarà l'ultio capitolo.
*distribuisce fazzoletti gratis*
Non mi son mai piaciute le fic troppo lunghe :o e poi non ho più idee,lol.
Comunque provo a postarvelo martedì,se ci riesco. :)
LOVE YA ♥ (recensite,non fa male)
-Mar


 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Mistletoe. ***


It’s the most beautiful time of the year
Lights fill the streets spreading so much cheer
I should be playing in the winter snow
But I’mma be under the mistletoe.
Justin Bieber-Mistletoe

 
Era la Vigilia di Natale,ma per me quel giorno era speciale anche per un altro motivo: era il compleanno di Louis.
Ammetto di essere stata cattiva quel giorno,mi ero svegliata con l’idea di prendere il regalo nascosto nell’armadio e poi di andare a svegliare Louis,invece feci l’esatto contrario,mi comportati come un giorno normale,dandomi da fare per gli ultimi preparativi,infatti quella sera stessa i miei fratelli da Doncaster sarebbero venuti a Londra e i miei genitori forse avevano già preso l’aereo a New York.
Scesi di sotto e vi trovai Harry alle prese con le calze da appendere al caminetto.
-Quelle non si mettono il 6 Gennaio?- Gli dissi entrando in cucina.
-Si riempiono di 6 Gennaio- Mi disse Harry.
-Ma non ci sono bambini a cui dare le caramelle- Gli dissi io,mentre lui mi raggiungeva,probabilmente per fare colazione.
-Questo lo dici tu- Spostò lo sguardo sulla mia pancia e sorrise scuotendo la testa.
-Ma non è ancora nato!- Esclamai.
-Fa lo stesso-
Era sempre il solito,misi a scaldare il latte per entrambi,nonostante lui preferiva il the, quel giorno avrebbe bevuto latte.
Poi in cucina scese anche Louis,e io,nonostante sapevo bene che fosse il suo compleanno,non ne feci nemmeno un piccolo accenno.
Proprio quando avevo messo il latte nelle tazze,mi abbracciò da dietro e istintivamente sorrisi,Harry capii che la tazza se la doveva prendere da solo,dal momento che appena mi girai Louis mi baciò sorridendo a volte,allora portai le mie braccia dietro al suo collo e cominciai ad accarezzargli i capelli quando qualcuno tossì,si staccò e si girò incontrando lo sguardo severo di Amanda.
Risi sotto i baffi e presi la mia tazza mettendomi seduta,afferrai il pacco di biscotti e cominciai a mangiare.
-Dimmi Louis come ti senti?- Gli chiese Harry,sapevo che quei due avevano qualcosa in mente.
-Vecchio- Gli rispose mentre si preparava una tazza di cereali,si cereali il 24 Dicembre.
C’è chi può e chi non può.
-Lou non invecchierai mai per me- Obiettai sorridendo amorevolmente.
Lui mi rispose con un sorriso e si sedette accanto a me,giocando con le dita della mia mano.
-Oggi verranno anche i tuoi,Kate?- Mi chiese Amanda.
-Sai come sono fatti,il Natale è sacro,e si passa tutti insieme- Le dissi,e automaticamente vidi l’espressione di Louis diventare seria.
-Tranquillo amore,capiranno- Lo rassicurai io.
-Dici?-
-Si-
Il resto della mattinata lo passammo velocemente,a sistemare gli ultimi addobbi e scherzare tra noi,solo verso le quattro del pomeriggio,con una scusa trascinai Louis fuori di casa,il gioco secondo me era durato troppo e cominciavo a sentirmi in colpa per non avergli fatto ancora gli auguri.
Appena fummo fuori dalla porta lo presi per mano e sicura di avere il pacchetto nella borsa lo trascinai al parco,lui per tutto il tempo mi chiese che cosa avevo in mente,e io puntualmente gi rispondevo che era una sorpresa.
Arrivammo al parco e ci sedemmo,c’era il sole,stranamente.
-Buon compleanno,amore- Gli disse abbracciandolo.
-Era ora!- Esclamò affondando il viso nei miei capelli.
-Non ho finito- Gli dissi cercando di aprire la borsa mentre mi liberavo dalla sua stretta.
Presi il pacchetto e glielo diedi.
-Cos’è?- Mi chiese mentre cercava di togliere lo scotch.
-Un regalo- Dissi,apparendo ovvia.
-Ma non mi dire!- Esclamò quando aveva tolto metà della carta.
-Scusa se ho ricopiato la tua idea- Gli dissi sotto voce.
Lui però non capii di cosa stessi parlando,ma il suo guardo si riempì di stupore quando aprii la scatola.
Era una piccola scatolina quadrata piena di post-it,piccoli pensieri che scrivevo quando mi andava,o quando ne avevo semplicemente bisogno.
La maggior parte avevano senso solo per me,chi leggeva non capiva cosa intendevo,ma ero più che sicura che lui lo avrebbe fatto,perché erano ricordi e pensieri che avevamo condiviso insieme.
Ne prese uno dove c’era scritto “Due mesi fa ero felice” Ovviamente riferito ad una mattina di Aprile,che mi ricordava che erano passati esattamente due mesi dal giorno del mio presunto matrimonio.
Oppure un altro: “Ho visto ricominciare l’amore che non pensavo avesse speranze” Quello risaliva al giorno in cui uscii con Louis,quando capii che ero sempre stata innamorata di lui.
-Sei incredibile- Mi disse rimettendoli a posto e chiudendo con cura la scatolina,poi con quella ancora in mano mi abbracciò,sentivo il suo cuore battere contro il mio anche se ricoperti dai cappotti,sentivo la sua testa appoggiarsi al braccio che aveva introno al mio collo e i suoi occhi chiudersi,lo sentivo sorridere silenzioso mentre mi accarezzava i capelli.
-Ti amo- Sussurrò,ancora abbracciato a me.
-Anche io, Louis- Gli risposi.
Quando andammo via dal parco si era fatto buio,le strade erano illuminate e i negozi chiusi,per strada c’eravamo solo noi,che guardavamo tutte le decorazioni delle case nella nostra stessa via,colorate e luminose.
Erano le sei e trenta del pomeriggio quando tornammo a casa,la mia famiglia sarebbe arrivata di li a poco,usammo le mie chiavi per aprire e con non grande sorpresa trovammo in casa anche Zayn,Liam e Niall.
-Ragazzi! Quanto tempo che non vi vedo- Dissi pronta ad abbracciarli.
-Fermi,tutti e due!- Esclamò Amanda verso me e Louis
La guardai male cercando di capire cosa le fosse preso.
-Guardate un po’ sopra di voi- Disse divertita.
Io e Louis alzammo lo sguardo contemporaneamente,per poi scoppiare in una risata.
Vischio.
Avevano veramente messo del vischio sulla porta?
-Su,cosa aspettate? Baciatevi- Esordì Harry.
Mi voltai verso Louis che mi guardava divertito dal gesto dei nostri amici,ci stavamo avvicinando quando Niall ci bloccò.
-Aspettate,devo creare l’atmosfera!- Andò verso lo stereo e fece partire una canzone,ci misi un po’ per riconoscerla,una canzone di qualche anno prima.
-Hai veramente messo Mistletoe?- Chiesi a Niall.
-Certo!- Mi rispose lui.
Intanto Louis aveva cominciato a canticchiarla e lo guardai negli occhi.
-I should be playing in the winter snow,but I’mma be under the mistletoe..-
Poi chiusi gli occhi e sentii le sue labbra poggiarsi delicate sulle mie,ricambiai il bacio afferrando il colletto della camicia che portava sotto il maglione,fino a quando non sentii una voce piuttosto familiare.
-Buon Natale!-
Jade.
Mi voltai verso destra e come non detto c’era una bellissima donna sorridente,con i capelli neri che mi rivolgeva uno sguardo ammonitore,tipico da sorelle maggiori,l’abbracciai senza pensarci due volta.
-Mi sei mancata- Le dissi.
Dietro di lei c’era Derek,il suo fidanzato,non si erano ancora sposati,però avevano già due gemelli scalpitanti per casa,lo salutai e poi passai a vedere i miei due nipoti per la prima volta.
Olly era una bimba dallo sguardo furbo,occhi verdi scuri come il padre e un piccolo ciuffo di capelli neri come sua madre.
Dietro di loro c’era Mark che portava l’altro passeggino con dentro Christian,anche lui aveva gli occhi verdi,ma i capelli erano di un castano ramato che non si avvicinava al colore di nessuno dei due genitori.
Salutai anche Mark e vidi che non c’era più nessuno.
-Mamma e papà?- Chiesi.
-Mezz’ora fa erano a Heatrow,dovrebbero essere qui a momenti-  Mi rispose Jade.
Scrollai le spalle e feci per chiudere la porta,ma in quello stesso istanti sentii suonare il campanello,allora aprii del tutto la porta ed entrò mia madre Elizabeth sorridente.
-Kate,tesoro mio! Come sono felice di rivederti!- Mi disse stringendomi e baciandomi entrambe le guance.
-Anche io mamma- Dissi,salutai anche mio padre  George
E feci sedere tutti,la casa era diventata troppo piccola tutto d’un tratto.
Quando tutti si erano sistemati e stavano parlando allegramente tra di loro,cercai Amanda con lo sguardo,lei mi annuì e io capii che era giunto il momento dei due grandi annunci,però non vidi Louis in salotto.
Allora andai a cercarlo in cucina e lo trovai intento a bere dell’acqua.
-Louis,tutto bene?- Chiesi avvicinandomi.
-E se non si fidano di me?- Mi chiese.
-Io mi fido di te,e se è una mia scelta andrà bene anche a loro- Gli dissi.
Lui mi guardò per chiedere conferma ed io sorrisi incoraggiante,lui non era il tipo da farsi questi problemi,era disinvolto e spensierato.
Lo presi per mano e lo trascinai in salotto.
Dopodiché feci un colpo di tosse per attirare l’attenzione su di noi,solo che non riuscii ad aprire bocca che mia madre aveva già cominciato a parlare.
-Che sorpresa vederti qui,Louis,non ce lo aspettavamo affatto- Disse sorridendo.
-Allora- Dissi facendo finta di non aver sentito mia madre -Devo fare due annunci-
Tutti mi guardavano curiosi,chi veramente chi solo per fare scena.
-Per una serie di motivi che non sto a spiegare e dopo una storia molto lunga,io e Louis abbiamo deciso di tornare insieme- Dissi tutto insieme.
Mio padre quasi non si strozzò con l’acqua che stava bevendo,e mia madre mi guardava piuttosto nervosa.
Bene se avevano avuto questa reazione per il primo annuncio,figuriamoci per l’altro.
-E l’altro,tesoro?- Chiese mia madre dopo essersi ricomposta.
-Beh,l’altro è che io…e Louis,insomma..noi- Iniziai e strinsi forte la mano di Louis tanto forte che credetti di avergli bloccato la circolazione sanguigna della mano destra.
I miei fratelli annuivano incoraggiandomi,anche se sapevano già tutto.
-Fra un po’ di mesi- Continuai.
-Nove- Tossì Harry dall’altra parte della stanza.
Feci un respiro profondo e chiusi gli occhi,ma non feci in tempo a parlare che Louis mi precedette.
-Avremo una piccola Kate in giro per casa!- Esclamò divertito.
Non avrei potuto dirlo meglio.
-Ho detto che sarà maschio- Ribadii guardandolo negli occhi,dimenticandomi improvvisamente dei miei genitori.
-No,sarà un femmina,con i tuoi occhi-
-No sarà un maschietto dagli occhi azzurri-
-Ma io voglio una femmina-
-E io sono venti giorni che me lo immagino maschio,okay?-
Continuammo così finché Jade non cominciò a parlare: -Beh,non è una notizia magnifica? Sarete nonni per la seconda volta!-
Mia madre allora si alzò e venne ad abbracciarci,segno che per lei andava bene,mio padre era ancora un po’ scosso,insomma ero giovane,aveva fatto storia anche quando Jade era rimasta incinta,solo che il suo ragazzo non l’aveva mollata il giorno del loro matrimonio,che tra l’altro non si era mai verificato.
-Beh? Cosa aspettiamo ad aprire questo spumante?- Chiese Liam,cambiando ragionevolmente discorso.
Alla fine si,la mia famiglia e la loro opinione era importante,ma io Louis lo amavo veramente e lui amava me,di nuovo al matrimonio non ci pensava nessuno dei due almeno in quel momento,forse in futuro ci saremmo sposati,ma l’unica cosa che contava era nostro figlio che ogni giorno cresceva dentro di me.
Quello,senza dubbio fu un Natale un po’ speciale,ma non posso nascondere che fu il Natale più bello della mia vita.
 
 

The End.

Okay,è giunto il momento del discorso.
E' finita un po' mi dispiace certo,però alle fine sono anche un po' contenta,insomma,finire una ff per me è epico AHAHAHAHA.
Negli ultimi mesi ne ho cancellate tipo quattro.
Comunque,volevo ringraziare tutti quelli che fin'ora hanno recensito la storia,chi l'ha seguita silenziosamente,e chi è piaciuta moltissimo (lo sper almeno,lol)
Grazie per aver sopportato i miei scleri durante le vacante e post-ritorno a scuola.
Mi scuso per aver messo il finale un po' tardi ma oggi avevo il compito di matematica D:
Speriamo bene,lool.
Anyway,ancora grazie e chissà,chi vuole continuare a seguirmi,forse presto tornerò con un'altra fanfiction su Harry e Lou.
Non ho ancora deciso se sarà un OS oppure una long,dipende dall'umore e dalla scuola Dx
E' stato bello vedere le vostre recensioni,grazie ♥
-Mar

 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1419000