Minestra di verdure

di mamie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Minestra di verdure ***
Capitolo 2: *** Payu ***
Capitolo 3: *** Tofu fritto e insalata di cetrioli ***
Capitolo 4: *** Tortino al cioccolato cuore caldo ***
Capitolo 5: *** Sushi ***
Capitolo 6: *** Samoosas ***
Capitolo 7: *** Okonomiyaki ***
Capitolo 8: *** Cioccolata calda ***
Capitolo 9: *** Pane, burro e marmellata ***
Capitolo 10: *** Angeli e diavoli a cavallo ***
Capitolo 11: *** Bloody Mary ***
Capitolo 12: *** Caffè e ciambelle ***
Capitolo 13: *** Cocktail quadrifoglio ***
Capitolo 14: *** Pancakes ***
Capitolo 15: *** Zuppa di riso con le uova ***
Capitolo 16: *** Scones ***
Capitolo 17: *** Uova in cocotte ***
Capitolo 18: *** Fal ***
Capitolo 19: *** Pane ***
Capitolo 20: *** Tè all'inglese ***
Capitolo 21: *** Marzapane ***
Capitolo 22: *** Cioccolatini di San Valentino ***
Capitolo 23: *** Obento ***
Capitolo 24: *** IL CIBO VA RISPETTATO ***



Capitolo 1
*** Minestra di verdure ***


MINESTRA DI VERDURE 

Kurogane guardava con aria truce il contenuto del cesto che troneggiava sul tavolo.
Fay gli aveva detto con aria tutta giuliva: - Tu taglia le verdure Kurorin.
Da quando il mago aveva deciso di seguirli affermando di saper anche cucinare, ad ogni nuovo mondo che passavano l'idiota si intestardiva ad imparare e rifare perfettamente le ricette della cucina locale.
Sarebbe stata anche una cosa piacevole, se non avesse coinvolto tutte le volte i compagni nei suoi esperimenti.
- Per favore! - aggiunse Fay mentre metteva una pentola capace sul fuoco.
 
Kurogane tornò a guardare il cesto con espressione accigliata. C'erano delle zucchine novelle verde chiaro con i loro bei fiori giallo acceso. Carote arancioni svettavano accanto a cipollotti candidi. Alcuni funghi prataioli facevano contrasto con un mazzo di spinaci di un verde così scuro da sembrare blu. Un mazzetto di asparagi spuntava da un lato come una piccola selva di lance mentre dall'altro lato delle patate color sabbia esaltavano il rosso e il giallo acceso dei peperoni. Nel mezzo troneggiava  un enorme cavolo viola.
 
Kurogane si guardò attorno. Shaoran era già stato messo a sgranare i piselli e lo stava facendo con un impegno che di solito metteva negli allenamenti con la spada.
 
Accanto al cesto c'era un tagliere di legno con un coltello da verdura affilato appoggiato sopra. Kurogane sospirò e cominciò a tagliare. Tagliare delle verdure quando si era abituato ormai a tagliare dei corpi vivi, pensò, sicuramente era meglio. Ma non erano forse vive anche quelle? Non erano nate, non erano cresciute, non avevano sentito anche loro il vento e la pioggia? Lui non si soffermava mai su quello che la sua spada tagliava, perché sapeva che quei tagli erano necessari, che la sopravvivenza è intrisa di dolore, il proprio e quello degli altri...
- Un po' più piccole Kurotan - trillò Fay passando lì vicino e portandosi poi velocemente fuori dalla portata del coltello.
Kurogane prima ringhiò, poi sospirò un'altra volta e ricominciò a tagliare.
 
Il cesto era quasi vuoto quando si imbatté in qualcosa che non aveva mai visto.
 
- E questa che roba è? - chiese tenendo in mano un frutto rotondo, polposo, rosso come la vergogna.
 
- Mi hanno detto che si chiamano pomidoro e sono molto buoni - rispose Fay.
 
Il ninja si rigirò il frutto fra le mani. Lo annusò. Aveva un odore strano, penetrante e forse leggermente amaro. Quando vi affondò il coltello ne schizzò fuori un liquido rosso e denso come sangue. Kurogane si portò la mano alla bocca per sentirne il sapore. Era dolce, con una punta di acido, di una ricchezza indefinibile. Sapeva di sole, di cure premurose e di stagioni pazienti.
Si strofinò le dita, perplesso. Però sembrava proprio sangue.
Quando alzò gli occhi vide Fay che lo fissava con quel suo sguardo azzurro, ma per una volta non sorrideva. Sembrava, anzi, incredibilmente serio.
 
Il mago fece lentamente i tre passi che lo separavano da lui, gli prese la mano e se la portò alle labbra succhiando il liquido rosso, come aveva fatto tante volte nella sua vecchia vita da vampiro.
Erano stati giorni bui, erano felici di esserseli lasciati alle spalle, ma lì, in quella cucina straniera piena di fumo e di odori confortanti, forse ne avevano nostalgia.
 
- Sarà buonissima la minestra, vedrai - disse Fay a bassa voce.
Kurogane gli regalò il suo sguardo più tagliente, ma aveva capito.
Pregustando, non la minestra, ma la promessa che quel gesto portava con sé, quasi sorrise.
 
 
 
MINESTRA DI VERDURE
 
Ingredienti: verdure fresche di stagione
la polpa di uno o due pomodori freschi
un ciuffetto di foglie di sedano
qualche foglia di basilico
qualche foglia di dragoncello
aglio
sale
pepe
olio extravergine di oliva
fette di pane raffermo
 
Pulire le verdure, tagliarle a tocchetti e metterle a bollire con abbondante acqua leggermente salata. Verso la fine della cottura aggiungere il basilico e il dragoncello. Quando tutte le verdure sono tenere toglierne la metà e frullarle fino ad ottenere una crema, che dovrà essere versata di nuovo nella pentola. Regolare di sale.
Preparare dei crostini mettendo a tostare le fette di pane raffermo e strofinandole di aglio (se piace). Servire la minestra di verdure tiepida con un pizzico di foglie di sedano tritate, pepe nero macinato al momento e un giro di olio crudo. I crostini e l'amore a parte. 

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Capitolo 2
*** Payu ***


 PAYU


La mamma fa anche delle Payu squisite.

Al bambino ridevano gli occhi mentre spiegava tutto orgoglioso.

Per il ripieno usiamo le stesse mele che vendiamo al mercato.

Dal cesto di dolci veniva un buon profumo di casa.

Potrete mangiare le Payu domattina a colazione.

Un'accoglienza festosa e semplice. Una casa senza pretese. La gioia di condividere. Erano nel regno di Clow, Shaoran si sentiva a casa.

 

Al mattino i dolci erano scomparsi, la casa era vuota, non c'era più nulla. E poi...

 

La mamma fa anche delle Payu squisite.

Per il ripieno usiamo le stesse mele che vendiamo al mercato.

Potrete mangiare le Payu domattina a colazione.

 

Ci misero un po' a capire, ma alla fine ci arrivarono. Il tempo si era ripiegato su se stesso come un anello di Moebius. Continuavi a seguirne il profilo e tornavi sempre allo stesso punto.

 

La mamma fa anche delle Payu squisite.

 

Un sottile senso di orrore sotto la pelle. La sensazione opprimente di essere prigionieri in un luogo senza domani.

 

Kurogane guardava Fay con diffidenza mista a preoccupazione.

- Perché stanotte hai scelto di dormire in stanza con me invece che con Shaoran?

Fay rispose qualcosa di contorto. Poteva essere un tentativo di rompere il cerchio del tempo o anche solo… qualcos'altro?

Con un gesto secco il mago scostò la mantella nera del ninja rivelando il punto insanguinato dove la protesi di Piffle si adattava alla spalla.

- Ti fa più male di ieri?... Rispondi! Dalla tua risposta potrò capire se, all'interno del loop temporale che vige in questo posto, il nostro tempo soggettivo va avanti o si è fermato.

 

Ma chi vuoi prendere in giro, mago? Non te ne frega niente del loop temporale, o meglio, te ne frega sì, ma non in questo momento, tanto che quando Kurogane risponde "sì" gli molli un cazzotto micidiale.

- Se ti fa male perché non lo dici subito? Scemo.

 

Kurogane è così. E' sempre stato forte. E' sempre stato solo. Ha imparato da sempre a stringere i denti e andare per la sua strada, si vergognerebbe a chiedere aiuto.

- Parli proprio tu? - chiede.

Già, ma sentilo, il mago, da che pulpito. Uno che si è tenuto dentro tanta di quella sofferenza che per la maggior parte del loro viaggio non ha fatto altro che cercare di morire.

Fay sorride di un sorriso dolcissimo, che vuol dire tante cose che restano lì sospese nell'aria.

- Chi meglio di me?

 

Poi di colpo l'oblio. E di nuovo la cesta dei dolci spariti e la casa vuota.

Non si gioca impunemente col tempo.

Il sorriso raggiante del bambino che apre le braccia entusiasta: - Venite a stare a casa mia!

 

Venite a stare a casa mia.

Venite a stare a casa mia.

Venite a stare a casa mia.

 

Il suo visetto felice che comincia a sciogliersi come una candela troppo consumata.

Shaoran non ce la fa. Cerca di stringere le sue manine che colano gocce di tempo. Cerca di trattenerlo in un abbraccio che gli riporti la sua forma, però lo sa, lo sa che è tutto inutile, che il loro arrivo ha spezzato quel tempo eternamente ripetuto. Solo che davanti a quella gente non c'è il futuro della vita che continua con i suoi sogni e le sue paure. C'è solo il nulla.

 

Vivere in un tempo che non scorre è come essere già morti.

 

Continua a ripeterlo, Shaoran, al bambino e dentro la sua testa, ma non basta. Stringe i pugni fino a sentire le unghie conficcarsi nei palmi anche attraverso i guanti di pelle. E' colpa sua, colpa sua, colpa sua se quel bambino si sta sciogliendo davanti ai suoi occhi.

Stringe così forte perché vuole sentire dolore fuori quanto ne sente dentro, finché è la mano di Fay, leggera, che arriva a sfiorare la sua.

- Così ti fai male.

- Se tu hai delle colpe per quel che sta succedendo, allora le ho anch'io. - dice Kurogane.

Shaoran apre le mani.

Perdonare se stessi è la cosa più difficile.

 

 

 

 

 

PAYU (fagottini alle mele)

 

Ingredienti:

2 grosse mele dolci

1 confezione di pasta sfoglia pronta, quadrata

3 cucchiai di zucchero

1 pizzico di cannella

Il succo di 1/2 limone

1 manciata di pinoli

 

Sbucciare le mele, tagliarle a cubetti piccoli e spruzzarle con il succo di limone. In una casseruola antiaderente tostare leggermente i pinoli e metterli da parte. Aggiungere le mele con lo zucchero e la cannella e lasciarle ammorbidire a fuoco dolce. Se dovessero asciugare troppo aggiungere qualche cucchiaio d'acqua.

Stendere la pasta sfoglia e tagliarla in 4 quadrati. Dividere le mele in ogni quadrato, aggiungere i pinoli, chiudere la pasta in modo da formare dei triangoli arrotolando leggermente i bordi. Cuocere i fagottini in forno caldo a 180° per 10/12 minuti, finché non sono gonfi e dorati.

Servirli tiepidi o freddi spolverati di zucchero a velo. 

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Capitolo 3
*** Tofu fritto e insalata di cetrioli ***


TOFU FRITTO E INSALATA DI CETRIOLI

 Fay non sapeva usare le bacchette. Per quanto elegante fosse il mago in altre circostanze, nell'uso di quei piccoli strumenti era di una imbranataggine assoluta. Kurogane lo guardava con lieve disgusto mentre pasticciava lasciando cadere tutto e infine infilzava indecorosamente il boccone con la punta degli hashi per riuscire a portarlo alla bocca.
Gliel'aveva fatto vedere almeno una ventina di volte come si tengono. E dai! Imparano anche i bambini.
Lui no.  Per certi versi Fay era più esasperante di un bambino, categoria con cui Kurogane non aveva mai avuto molto a che fare.
Adesso, dopo tutte le bottiglie che si erano scolati la notte prima, Kurogane lo trovava ancora più irritante, specialmente quando si nascondeva dietro quel suo sorrisetto falso che non avrebbe ingannato un poppante.
L'aveva visto impallidire al nome di Ashura. Poi sorridere grato a Soseki che li chiamava per la colazione. Ora doveva sorbirsi lo spettacolo del suo modo di mangiare.
 
A pensarci, di solito quello rozzo era Kurogane. Be', sembrava Kurogane. Ma Fay aveva cominciato presto a capire che dietro quella sua smorfia perennemente imbronciata si celavano pensieri acuti e profondi. Il ninja aveva la pericolosa capacità di mettere a nudo il suo vero aspetto e il mago non riusciva a decidere se esserne spaventato o sollevato. Tirava fuori la spada ogni momento, ringhiava minacce di morte ai suoi nomignoli e gli dava continuamente dell'idiota, però gli stava vicino e gli impediva sempre di farsi troppo male.
Anche in quel momento lo guardava storto, ma se ne stava composto a mangiare con aria austera come se la cosa che temesse più di ogni altra fosse perdere il controllo.
Esattamente come lui.
Erano così diversi. Come il giorno e la notte.
Per Fay fu una lieve scossa di sorpresa rendersi conto che forse, nel nucleo dei loro cuori, c'erano lo stesso buio e la stessa luce.
 
 
 
 
ABURAGE (tofu fritto)
 
250 g di tofu fresco
3 cucchiai di salsa di soia
5 cucchiaini di mirin
1 ciuffetto di coriandolo
Olio di semi
 
Versare una abbondante quantità di olio di semi nel wok e lasciarlo scaldare bene, senza però farlo fumare. Tagliare il tofu a cubetti di circa 2 cm, asciugarlo bene e friggerlo nell'olio bollente finché non risulta ben dorato. Scolarlo sulla carta assorbente. A parte mescolare la salsa di soia col mirin e scaldarla (se si vuole una salsa densa aggiungere 1 cucchiaio di fecola di patate).
Servire il tofu fritto con la salsa e guarnire con le foglioline di coriandolo. Si accompangna bene con  delle verdure crude (ad esempio insalata di cetrioli).
 
INSALATA DI CETRIOLI
 
2 cetrioli
5 bastoncini di surimi
2 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino di semi di sesamo bianchi
 
Affettare i cetrioli a rondelle fini, salarli e lasciarli scolare per una decina di minuti.  Asciugarli delicatamente e disporli in un piatto. Tagliare il surimi a listarelle e disporlo sopra i cetrioli. Mescolare la salsa di soia con lo zucchero finché si è sciolto e distribuirla sull'insalata. Guarnire con i semi di sesamo.
 
  

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Capitolo 4
*** Tortino al cioccolato cuore caldo ***


 TORTINO AL CIOCCOLATO CUORE CALDO

Sembra quasi profumo di casa. Un profumo intenso di cioccolato, quello dei giorni di festa. Ma quale casa e dove? In qualcuno dei loro regni perduti c'è mai stato qualcosa di simile?

Dov'è che Fay ha imparato a farli? In quale delle sue misteriose vite?

Nel Cat's Eye si respira un vapore caldo che sa di buono. Un'aria di famiglia modesta e felice che nessuno di loro ha mai avuto. Affaccendato in cucina, il sorriso smagliante, Fay cerca i piattini giusti per far risaltare il bruno vellutato e soffice dei dolcetti appena sfornati e il bianco vaporoso e leggero dello zucchero a velo.

Quando Yuzuriha e Kusanagi cominciano a mandare gridolini di entusiasmo persino Kurogane si mette tranquillo in un angolo, anche se imbronciato come al solito.

Forse loro quattro si stanno rendendo conto, per davvero, che per quanto diversi e confusi siano i loro passati, nel presente si appartengono.

Il cucchiaino affonda nella parte friabile del dolce scoprendo il cuore cremoso, scuro e lucente, che si scioglie e scivola sulla lingua come la promessa di un futuro in cui saranno tutti felici. Una promessa evanescente, ma che importa? In quel momento, in quel calore, ci si può anche credere.

 

 

 

 

TORTINO AL CIOCCOLATO CUORE CALDO

 

Ingredienti:

 

150 g di cioccolato fondente

100 g di burro

20 g di cioccolato amaro

20 g di farina

2 uova

1 bustina di vanillina

1 pizzico di sale

100 g di zucchero a velo

 

Sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente, aggiungere 80 g di burro e amalgamare bene. Sbattere le uova con la vanillina e 90 g di zucchero per circa 10 muniti fino a formare un composto soffice e gonfio.

Amalgamarvi il composto di cioccolato, la farina e 10 g di cacao amaro sbattendo il tutto con una frusta.

Imburrare e spolverare col restante cacao 6 stampini di alluminio. Riempirli del composto fino a 3/4 della loro altezza, infornarli in forno già caldo a 180° per 15 minuti. Toglierli dal forno e capovolgerli sui piattini singoli. Il centro del tortino dovrebbe rimanere morbido e cremoso.

Spolverarli col rimanente zucchero a velo e servirli caldi con panna montata o crema di latte a parte. 

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Capitolo 5
*** Sushi ***


 SUSHI

Nigiri, gunkanmaki, sashimi, maguro…

La faccia di Fay, mentre il cuoco elenca le specialità della casa, passa dal sorriso alla perplessità e dalla perplessità al disgusto quando finalmente realizza che si tratta di pesce crudo.

Sul vassoio di legno forme e colori sono disposti con cura come opere d'arte. Sembrano petali di fiori delicatamente posati in una sequenza misteriosa.

Mentre Mokona si entusiasma per il rosa trasparente dello zenzero sott'aceto, Sakura sorride a quel sapore nuovo, così diverso da tutto quello che aveva assaggiato fino a quel momento. O forse non ricorda?

Per un attimo si smarrisce a cercare qualcosa nel rumore bianco della sua memoria cancellata, ma subito torna a sorridere. In ogni caso è buonissimo.

Shaoran mastica lentamente, riflessivo come sempre. Ricorda di averne mangiato ancora, nei viaggi che faceva con suo padre… Una fitta di nostalgia lo prende a tradimento. Gli manca suo padre: la sua forza, la sua tranquillità, la sua guida. Ora deve cavarsela da solo, ora è lui ad avere delle responsabilità. E' così che funziona.

Anche Kurogane è preso per un attimo dalla nostalgia. Quel sapore è il sapore del suo paese, di quel Regno del Giappone dove l'immagine dolce e severa della principessa Tomoyo riempie i suoi ricordi. Poi guarda verso il mago e sogghigna divertito. Ecco qualcosa che finalmente gli fa perdere quella sua aria di irritante superiorità.

Fay ci prova. Sarebbe maleducato non mangiare il cibo tanto accuratamente preparato, ma la sua faccia che prende lentamente una sfumatura verdognola è davvero esilarante. Il ninja fa finta di niente ma continua a sbirciarlo di traverso. Ma guardalo, se ormai non lo conoscesse Kurogane direbbe che si comporta come un bambino schizzinoso. Ha quasi un moto di simpatia. Il ghigno del ninja si allarga un altro po'. Questo sarà un bel ricordo.

 

 

 

RISO SUSHI

 

500 g di riso per sushi

1/2 bicchiere di aceto di riso

2 cucchiai di zucchero

1 pizzico di sale

 

Lavare più volte il riso finché l'acqua rimane limpida. Versarlo in una pentola con 1/2 l d'acqua e cuocerlo a fuoco vivo fino al bollore. Quando bolle abbassare la fiamma e cuocerlo per altri 10 minuti. Toglierlo dal fuoco e lasciarlo riposare altri 10 minuti.

Mettere il riso in una ciotola larga. Sciogliere bene lo zucchero e il sale nell'aceto e versarlo sul riso distribuendolo bene. Mescolare il riso delicatamente per farlo raffreddare ed assorbire il condimento. Coprirlo con un panno umido mentre si preparano gli altri ingredienti.

 

NIGHIRI DI SALMONE

 

250 g di salmone fresco

Riso sushi

Zenzero sottaceto

Wasabi

 

Con il riso sushi formare delle polpettine oblunghe modellandole bene (bagnando le mani riescono meglio). Sfilettare il salmone in fettine molto sottili, passarvi sopra una punta di wasabi e premervi delicatamente le polpettine di riso sopra. Girarli e disporli su piattini individuali.

Servire con zenzero sottaceto.

Lo stesso procedimento può essere usato con tonno, branzino, orata,code di gamberi (lessate), frittata (la frittata va legata, come si vede nel manga, con una strisciolina di alga nori).

 

GUNKANMAKI

 

Riso sushi

2 alghe nori

Frittata

Fettine di cetriolo

Uova di pesce

Surimi

Gamberetti cotti

Avocado

 

Tagliare l'alga nori in sei parti uguali (prima a metà e poi in tre parti). Formare delle popettine di riso come per il nigiri e circondarle con le striscioline di alga che devono sporgere dal bordo per contenere gli altri ingredienti. Farcire con frittata, fettine di cetriolo e uova di pesce o pezzettini di surimi e avocado o gamberetti con cetrioli e uova di pesce... o tutto quello che vi viene in mente!

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Capitolo 6
*** Samoosas ***


SAMOOSAS 

Benvenuti, ragazzi, nel castello di Ashura.
Sakura e Sahoran sgranano gli occhi. Da una nuvola di alberi verdi immense zanne bucano il cielo illuminato dalla luna come i denti fossili di un enorme animale preistorico.
Ashura-ou. Cos'è quel mondo? Immersi nei fiori profumati del giardino, fra lo scrosciare leggero dell'acqua delle fontane e l'ammiccare svolazzante delle luci, i ragazzi tacciono storditi.
Mokona, con assai meno scrupoli, si è gettato sui vassoi di cibo che alcune graziose ancelle hanno appena servito, ma Shaoran e Sakura non hanno ancora smesso di saziarsi con gli occhi.
Ashura danza. Dai suoi capelli si sprigiona un profumo intenso che avvolge come una nuvola ogni cosa. I gesti delle sue mani, la punta delle sue dita ridisegnano il mondo, parlano di storie dimenticate. I suoi occhi sono lucenti come le pietre di fiume.
Voglio bere tutta la notte con i miei ospiti.
Sakura beve. Beve quel liquore a cui non è abituata perché Ashura glielo chiede, perché Ashura sorride. Beve e poi si addormenta. E Shaoran non smette di guardarla.
Uccelli del paradiso volano intorno facendo volteggiare le loro code come bandiere.
Qual è il tuo desiderio?
Qual è il tuo desiderio?

Quel desiderio non si può esaudire. Non in questo mondo, non nell'altro. Non si può in nessuno dei mondi possibili.
Dalla morte non si torna indietro.
 
Puoi fare solo questo per loro. Falli dormire insieme, Ashura e Yasha, ora che si sono ritrovati. Lascia che dopo questa lunga battaglia venga la pace. E' questo il compito di chi rimane. Nient'altro.
Shaoran e Sakura sono andati via, risucchiati da un altro destino.
Ora, Kumara, puoi davvero piangere tutte le tue lacrime.
 
 
 
VERDURE SAMOOSAS
 
Ingredienti
800 g di burro
200 g di farina
1 cipolla
Carote, zucchine, patate (o altre verdure a piacere)
Succo di limone
Curry in polvere
Yogurt naturale
Olio
 
Impastare la farina col burro, qualche cucchiaio di yogurt e un pizzico di sale e lasciarla riposare per un'ora coperta da un telo umido.
Nel frattempo affettare finemente la cipolla e farla rosolare nell'olio, aggiungere le verdure tagliate a cubetti piccoli, spruzzare di succo di limone e salare. Sciogliere il curry in due cucchiai di acqua tiepida e versarlo sulle verdure. Quando le verdure sono cotte e hanno assorbito tutto il liquido di cottura toglierle dal fuoco e lasciarle raffreddare.
Stendere la pasta in dischetti sottili, farcirli con le verdure, richiuderli e friggerli in olio bollente finché sono ben dorati. Scolarli sulla carta assorbente e servirli caldi.
Per una versione più facile e più leggera usare della pasta sfoglia pronta e cuocere i samoosas in forno caldo a 180° per 12/15 minuti.
 
FRITTELLE DI BANANE
 
Ingredienti
4 banane
100 g di farina
2 uova
Latte
Zucchero
Sale
Olio di semi
 
Sbucciare le banane, schiacciarle e mescolarle con la farina, le uova, 1 pizzico di sale, 2 cucchiai di zucchero e la quantità di latte sufficiente ad ottenere una pastella morbida.
Versare la pastella a cucchiaiate in una padella con olio bollente, far dorare le frittelle da entrambi i lati, scolarle su carta assorbente, spolverizzarle con altro zucchero e servirle calde.
 
KITCHEREE
 
Ingredienti
500 g di riso basmati
150 g di lenticchie
250 g di burro
3 cipolle
3 uova
1 spicchio d'aglio
9 cardamomi
1 pizzico di zafferano
1 stecca di cannella
3 chiodi di garofano
5 fettine di zenzero
2 cucchiai di latte
Olio d'oliva
Sale
 
Tenere a bagno in una ciotola il riso e le lenticchie per un'ora. In una casseruola mettere il burro, l'aglio, una cipolla tritata, i cardamomi, la cannella e i chiodi di garofano e far cuocere tutto a fuoco dolce. Quando le cipolle sono cotte aggiungere il riso e le lenticchie scolati, lasciar insaporire con sale e zafferano, aggiungere il latte e acqua a filo e lasciar cuocere coperto fino a cottura. Tagliare le restanti cipolle a fettine sottili e friggerle nell'olio. Rassodare le uova.
Servire il Kitcheree caldo guarnito di cipolle e fettine di uovo sodo. 

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Capitolo 7
*** Okonomiyaki ***


OKONOMIYAKI 

Kurogane osserva diffidente la grossa frittella che sta sfrigolando sulla piastra davanti a lui; sta  cercando di capire di che cosa è fatta, mentre Mokona, entusiasta, gli salta sulla testa a ritmo frenetico.
Si chiamano Okonomiyaki.
Il locale è grande e pieno di gente, ma il ninja è talmente concentrato nel cercare di cogliere l'attimo preciso in cui dovrebbe rivoltarla che non sta ascoltando niente di quello che si dice intorno.  Solamente quando Shaoran esclama allarmato: -Il Re! - si volta a guardare.
Ci sono solo due camerieri. Due camerieri qualunque in un locale come ce ne sono tanti. Uno dei due, quello biondo, punzecchia l'altro bonariamente per essere stato chiamato re. Eppure quelli sono Touya e Yukito. Hanno le loro facce, i loro gesti, le loro voci, i loro nomi.
La strega te l'aveva detto.
In mondi differenti avranno vite differenti.
Qui, nel paese di Hashin, Touya non è un re che guida e difende il suo regno e Yukito non è il sacerdote veggente suo consigliere. Qui sono due camerieri qualsiasi. Non puoi saperlo. In un altro mondo, forse anche tu sei un re. Non si giudica un cameriere dalla divisa che indossa. Non si giudica un re dalla corona che porta. Ma nessuno se ne ricorda mai.
Kurogane e Mokona stanno litigando per accaparrarsi l'okonomiyaki ormai cotto. Quella pietanza semplice in cui può stare di tutto è un po' come la vita: ci puoi mettere quello che vuoi, ma le cose che contano davvero sono l'impasto e il fuoco. Puoi essere un re o un cameriere, ma sei sempre tu.
Qualunque sia il tuo mondo.
 
 
 
OKONOMIYAKI
 
Ingredienti (per 6 persone)
500 g di farina
200 ml di acqua
2 uova
6 foglie di cavolo cinese o verza
A piacere pancetta, gamberetti, frutti di mare, verdure.
Olio di semi.
 
Mescolare la farina con l'acqua, aggiungere le uova e le foglie di cavolo tagliate a striscioline sottili. Ungere leggermente una piastra o una padella antiaderente. Quando è ben calda versare uno strato di pastella, lasciare che si rapprenda sotto, aggiungere gli altri ingredienti a piacere (pancetta a dadini, gamberetti sgusciati, frutti di mare puliti, verdure a tocchetti piccoli). Quando il ripieno ha ben "legato" rivoltare il tutto con l'aiuto di una paletta e cuocere anche l'altra parte. Servire con la salsa apposita (okonomiyaki) o con salsa di soia, ketchup, maionese.
  

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Capitolo 8
*** Cioccolata calda ***


CIOCCOLATA CALDA

 Il Cat's Eye è vuoto. E' così tardi. Shaoran è tornato nella sua stanza deciso a riposarsi un po', ma non riesce a dormire. Nella grande vetrata si specchia la luna. Sakura è entrata reggendo con cautela un vassoio pesante.
- Fay-san ti ha preparato questo. E' cioccolata calda...
Sul vassoio c'è una tazza fumante, una sola, che manda un profumo intenso e dolce. Shaoran la prende in mano e sente il calore attraverso la porcellana. Quando la porta alle labbra il liquido denso e bollente gli scotta la lingua, ma lo riempie di un tepore dolce. Un tepore lieve e profumato come la fragilità di Sakura accanto a lui in quel momento.
Sakura che china gli occhi. Sakura che chiede scusa. Sakura che non ricorda, condannata a non sapere più  niente di lui, di loro. Condannata a cancellare dalla memoria quello che hanno di più prezioso. Non ricordare è come non essere più nulla, perché sono i ricordi che ci fanno quello che siamo.
Shaoran lo sa, e quando la stringe fra le braccia e la sente così leggera, quasi persa negli strati di stoffa del kimono che la fascia, vorrebbe riempirla di piccoli baci che non osa nemmeno immaginare.
Si dice che non importa, purché lei ritrovi se stessa. I ricordi di Shaoran sono abbastanza forti per tutti e due.
Tutto per i preziosi ricordi della mia vita con te.
 
 
 
CIOCCOLATA CALDA
 
Ingredienti
100 g di cioccolato fondente
1/2 l di latte
50 g di zucchero
1 cucchiaio di fecola di patate
1 grano di sale grosso
 
Mescolare il latte con lo zucchero e scaldarlo a fuoco dolce, aggiungere il cioccolato a pezzetti e il sale e lasciarlo sciogliere mescolando. Togliere dal fuoco qualche cucchiaio del composto, mescolarlo alla fecola di patate stando attenti a non formare grumi, poi versare il tutto di nuovo nel pentolino. Mescolare finché la cioccolata non ha raggiunto la consistenza desiderata. Toglierla dal fuoco e servirla bollente con panna montata a parte. Si accompagna benissimo con biscotti tipo "lingue di gatto".
A piacere si può aromatizzare con: caffè forte, cannella in polvere, peperoncino in polvere, liquore all'arancia... 

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Capitolo 9
*** Pane, burro e marmellata ***


 PANE, BURRO E MARMELLATA

Sakura arriva tutta affannata. Ha dormito più di quanto avrebbe voluto ed è molto in ritardo. Si precipita dentro la sala del Cat's Eye scusandosi profusamente. Fay però la rassicura. Non è il caso di agitarsi tanto. Meglio prenderla con calma e fare una colazione come si deve.

- Sei preoccupata? Shaoran sta bene.

Sakura è arrossita.

- Non posso fare niente per lui - dice tristemente. Fay però la smentisce subito.

- Sì che puoi. Puoi sorridergli.

Perché, questo Fay lo pensa ma non lo dice, per il tuo sorriso farebbe qualunque cosa.

 

Ecco, sul vassoio sono ben disposti un caffè bollente, un bricco di latte, un panino croccante già tagliato, riccioli di burro e marmellata di fragole.

Se tutto fosse così… semplice e armonioso come una colazione servita con affetto. Il nero amaro del caffè temperato dal bianco dolce del latte. La morbidezza vellutata del burro che si sposa con la trasparenza vetrosa della marmellata. Il pane appena sfornato che ha un profumo incomparabile, lo senti scricchiolare piano sotto i denti e la bocca ti si riempie di sole.

Se ci potesse essere sempre qualcuno che ti porge la colazione con tanta dolcezza forse il mondo sarebbe diverso.

Se ci fosse sempre qualcuno a dirti che non è il caso di agitarti tanto, che puoi fermarti un attimo a prenderti cura di te, che se non puoi fare niente puoi cercare di sorridere e quel sorriso sarà importante…

Te ne ricorderai, vero, Sakura? Anche quando le ombre della morte vi si addenseranno attorno, ti ricorderai quanto è importante prendersi cura gli uni degli altri. Te l'ha insegnato proprio lui.

 

Abbiate cura di Fay.

 

 

 

CONFETTURA DI FRAGOLE

 

Ingredienti

1 kg di fragole pulite

500 g di zucchero

1 limone

 

Lavare velocemente le fragole e asciugarle. Spruzzarle con il succo del limone. Aggiungere lo zucchero e lasciar riposare il tutto per un paio d'ore.

Versare le fragole in una pentola e farle bollire circa un'ora schiumando ogni tanto, finché il liquido di cottura si è addensato.

Versare la confettura calda in vasetti puliti, chiuderli bene e metterli a testa in giù finché non si sono raffreddati.

Nota: questa ricetta è della mia vicina di casa che fa delle confetture fantastiche. Le fragole devono essere mature e sane e vanno lasciate intere.

  

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Capitolo 10
*** Angeli e diavoli a cavallo ***


ANGELI E DIAVOLI A CAVALLO

 Allora, hai gradito la cucina tipica di questo paese?
Il tavolo era apparecchiato sull'ampio terrazzo circondato da quella serra altissima. Una specie di enorme ed elegante gabbia dove restavano ugualmente imprigionati uccelli esotici, rare orchidee e frammenti di conversazione.
Anche Sakura si sentiva in gabbia. La sfavillante eleganza di Infinity e la crudeltà dei suoi giochi le davano un leggero senso di vertigine.
Aveva accettato l'invito a cena con apparente freddezza, ma sentiva ancora la mano di Shaoran stretta attorno al suo braccio, la sua forza quasi brutale e poi il suo lasciarla andare di colpo, come se si fosse scottato.
Eagle le parlava con calma, facendole complimenti compiti, sondando educatamente le sue intenzioni, ma senza quella forza che Sakura si era aspettata. Era solo un invito a cena, nient'altro.
Ma Sakura aveva sognato. Il suo sangue di yumemi si era risvegliato e aveva sognato il futuro.
Un futuro orribile per tutti loro.
Da quel momento si era tormentata nell'intento di non rivelarlo e in quello, ben più difficile, di cambiarlo.
Non poteva, non poteva finire in quel modo.
Piuttosto avrebbe rinunciato a se stessa, alle sue memorie, al regno di Clow, anche alla sua vita se fosse stato necessario.  Doveva andare via, doveva mentire ai suoi compagni, doveva tradirli e abbandonarli, se voleva salvarli. E in quel mondo c'era la soluzione.
Sono qui per conquistare l'altro premio riservato al vincitore, per avere la possibilità di viaggiare attraverso le dimensioni da sola.
Che terribile quella parola. Da sola. Finora erano sempre stati insieme, insieme si erano fatti forza, avevano superato le sfide, fronteggiato le difficoltà. Ma ora doveva andare da sola perché lei portava con sé un destino di distruzione.
La tazzina di caffè ormai freddo aveva tintinnato leggermente sul piattino, ma la sua mano era ferma.
Se doveva andare per quella strada l'avrebbe fatto senza rimpianti. Non essere più bambini in fondo è questo.
Avere la forza di camminare da soli.
 
 
 
DIAVOLI A CAVALLO
 
Ingredienti:
Prugne secche
1 bicchiere di rum
Bacon a fettine sottilissime
Fette di pane integrale
pepe
 
Far rinvenire le prugne nel rum, sgocciolarle bene e asciugarle. Avvolgere ogni prugna con una fettina di bacon, fermare il tutto con uno stuzzicadenti e passarle sotto il grill finché la pancetta diventa croccante. Servire caldissime spruzzata di pepe su quadratini di pane integrale tostato.
 
ANGELI A CAVALLO
 
Ingredienti:
Ostriche fresche
Bacon a fettine sottilissime
Succo di limone
Pepe
 
Togliere le ostriche dalla conchiglia, spruzzarle di limone, avvolgerle nelle fettine di pancetta e fermarle con uno stuzzicadenti. Passarle sotto il grill finché la pancetta diventa croccante (attenzione che se le lasciate troppo a lungo diventano stoppose). Servire caldissime con una spruzzata di pepe su quadratini di pane integrale tostato.
 
Nota: Nel manga non si vede cosa effettivamente mangiano i personaggi. Ho scelto queste due ricette perché ricordano il bianco e il nero del gioco degli "scacchi" di Infinity.
 
  

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Capitolo 11
*** Bloody Mary ***


BLOODY MARY

Bevi anche tu.
Kurogane non faceva giri di parole. Avrebbe costretto quell'idiota a vivere. A qualsiasi costo.
Ma se non vuoi, lascia perdere. Lo lascerò scorrere sul pavimento.
Il sangue gocciolava lentamente dall'ennesimo taglio che si era fatto sul polso. Guardò l'occhio del mago mutare dall'azzurro al giallo felino. Guardò la sua bocca che si avvicinava, che succhiava avida quella che era diventata la sua unica fonte di nutrimento e poi distolse subito lo sguardo, quasi per pudore.
La bocca di Fay che beveva il suo sangue l'avrebbe fatto tremare, se non si fosse imposto di restare immobile e di guardare da un'altra parte.  La sua lingua che gli leccava il polso gli faceva venire voglia di prenderlo per i capelli e… E cosa?
Te ne sei accorto? Qualcuno ci sta spiando.
Un riflesso di sole su una finestra. Forse la lente di un binocolo che aveva mandato un bagliore.
Non permetterò più che ci facciano del male.
Kurogane era rimasto immobile mentre Fay si alzava e si leccava dalle dita le ultime gocce del suo sangue. Le sue labbra erano quasi dello stesso rosso scuro.
Immobile.
Respirando lentamente.
Se si fosse mosso in quel momento il ninja avrebbe perso totalmente il controllo e Kurogane, nonostante le apparenze, odiava perdere la presa su quello che gli succedeva intorno, specialmente su quello che succedeva a loro.
Anche il mago faceva finta che fosse un gesto normale, da cui alzarsi e andare via senza pensarci. Una cosa semplice come bere un bicchiere d'acqua e poi lasciarlo, vuoto, sul tavolo.
Sapevano entrambi che non era vero.
 
 
 
BLOODY MARY
 
1/4 di vodka
3/4 di succo di pomodoro
Il succo di 1/2 limone
2 gocce di salsa Worchestershire
2 gocce di tabasco
Pepe di Caienna
Coste di sedano fresche
 
Mettere la vodka, il succo di pomodoro, la salsa Worchestershire, il tabasco e il succo di limone in uno shaker con del ghiaccio e agitare. Versare in un bicchiere alto e servire fresco con un pizzico di pepe di Caienna e un bastoncino di sedano fresco. 

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Capitolo 12
*** Caffè e ciambelle ***


CAFFE' E CIAMBELLE

Kurogane odiava il latte. Odiava i dolci al mattino. Specialmente quelli morbidi, pieni di burro e di glassa che Fay amava così tanto preparare per tutti.  Odiava la crema, le nuvole di panna, i bignè, i croissant, le ciambelle…
Non gli sembrava giusto lasciarsi andare a tanta dolcezza quando ancora il giorno non aveva dispiegato le sue ali e non si capiva se sarebbe stato buono o cattivo o anche solo noioso.
Solamente al caffè si era vagamente rassegnato. Nero e amaro, naturalmente.
 
Fay pensava, ma non ne era sicuro, di aver capito. Anche del ninja si sarebbe potuto dire che era nero e amaro. Come se lo zucchero fosse un lusso indegno di un vero guerriero. Come se avesse sempre paura che la dolcezza potesse portargli via quella forza che gli veniva dalla rabbia e dal dolore. Quella rabbia e quel dolore ripiegati e duri dentro di lui come l'anima di una spada.
 
Il mago invece adorava i dolci. Sperava forse, ma senza saperlo davvero, che nella loro dolcezza potesse annegare il suo dolore. Perché lui dentro si sentiva il vuoto, come se gli avessero strappato a morsi dei pezzi di anima.
 
Forse era per questo che le ciambelle gli riuscivano sempre perfettamente col buco…
 
 
CIAMBELLINE FRITTE
 
Meglio preparare l'impasto la sera prima, perché deve lievitare.
 
Ingredienti
450 g di farina
100 g di zucchero
50 g di burro
1 uovo
75 ml di latte
10 g di lievito di birra
1 presa di sale
1 punta di essenza di vaniglia
1 pizzico di cannella
Olio per friggere
 
Per la copertura
Zucchero semolato
Zucchero a velo
Cioccolato bianco
Cioccolato fondente
Codette di zucchero colorate
 
Montare il burro ammorbidito con l'uovo fino a formare una crema. Sciogliere il lievito in poco latte tiepido, aggiungere il resto del latte e continuare a montare. Unire gli altri ingredienti e mescolare finché tutti sono ben amalgamati. Formare un impasto, metterlo in una ciotola capiente, coprirlo con la pellicola trasparente e lasciarlo in frigorifero per una notte.
Impastare di nuovo brevemente l'impasto, quindi stenderlo all'altezza di 1 cm. Ritagliare con delle formine tante ciambelline col buco, impastare di nuovo i ritagli e ricominciare. Mettere le ciambelle su una teglia e lasciarle lievitare altri 15 minuti circa.
Friggerle in olio bollente e servirle ben calde cosparse di zucchero o cioccolato fuso con codette colorate spolverate sopra.
(Occhio gente, sono delle vere bombe! Solo uno magro come Fay sembra non risentirne!)

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Capitolo 13
*** Cocktail quadrifoglio ***


 La canzone di Oruha scivola dolce nella notte. Parla di felicità, di un luogo lontano dove essere felici.
Felicità è una parola che Fay non osa più nemmeno pensare.
Ha aspettato così a lungo qualcuno che rimanesse al suo fianco. Qualcuno che andasse a sostituire il vuoto orribile dell'altro se stesso perduto. Qualcuno che lo portasse via.
Felicità in un luogo lontano. Un luogo dove la sorte non si abbatta come una tempesta sulle loro anime fragili.  No, è solo un sogno.
Quello dei sogni è un mondo come gli altri.
Kurogane lo guarda, ma non dice niente. Perché quel mago irritante dovrebbe essere qualcuno con cui vale la pena di restare? Perché non riesce a non pensarci?
Take me... I want happiness…
No. In qualsiasi mondo tu vada ti porterai dietro il tuo dolore, la tua promessa incompiuta, la tua voglia di morire.
La felicità è tante cose, ma a volte…
A volte è solo un attimo di oblio.
 
 
 
COCKTAIL QUADRIFOGLIO
 
6 parti di prosecco
4 parti di succo di mela verde (colorato con la clorofilla)
 
Mescolare il tutto e decorare con un quadrifoglio (in mancanza usare una foglia di Oxalis tetraphylla, che ci assomiglia!). Se il succo di mela dovesse essere troppo aspro correggere con poco zucchero.
  

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Capitolo 14
*** Pancakes ***


 PANCAKES

La filosofia di Kurogane era essenziale.

Se hai bisogno di mangiare, mangia.

Allo stesso modo avrebbe potuto dire: "Se hai bisogno di combattere, combatti".

Cosa c'era di difficile in questo? Proprio per questa ragione Fay lo sconcertava. Un mago che non voleva usare la magia, uno che sorrideva quando era triste, uno che faceva lo stupido e, Kurogane se n'era accorto presto, stupido non era.

Il mondo sarebbe stato molto più semplice se ci si fosse attenuti ai bisogni fondamentali. Già soddisfare quelli non era facile.

Se hai bisogno di mangiare, mangia.

E avrebbe potuto aggiungere: "Anche se non ti piace".

Kurogane sosteneva di odiare i dolci. Forse era vero. Erano solo energia per i suoi muscoli allenati. Erano utili.

Allora perché, tutte le sante volte che Fay gli metteva davanti un pancakes dorato, caldo e laccato di sciroppo al punto giusto, il ninja sentiva uno sfarfallio strano allo stomaco?

Probabilmente, pensava, era la fame.

 

 

 

PANCAKES

 

Ingredienti

250 ml di latte

4 cucchiai colmi di farina

1 uovo

50 g di burro fuso (o 1 cucchiaio d'olio d'oliva)

1 cucchiaio di zucchero

1 pizzico di sale

1 pizzico di bicarbonato di sodio

olio

 

Sbattere insieme tutti gli ingredienti fino a formare una pastella abbastanza liquida. Lasciarla riposare 30 minuti. Scaldare bene una piastra o una padella antiaderente e ungerla leggermente d'olio (usare un tovagliolino di carta ripiegato appena unto d'olio e attenzione a non scottarsi!). Mescolare ancora un po' la pastella e versarla a cucchiaiate sulla piastra calda. Quando sulla superficie compaiono delle bollicine e i bordi si sono un po' rappresi girarli e cuocerli dall'altra parte (ci vogliono pochi minuti).

Servirli caldi cosparsi di sciroppo d'acero (o zucchero a velo, o marmellata, o frutti di bosco o tutto quello di più buono che vi viene in mente!).

I pancakes andrebbero cotti al momento perché freddi non sono molto buoni. 

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Capitolo 15
*** Zuppa di riso con le uova ***


 ZUPPA DI RISO CON LE UOVA

- Su Kuro-rin, bevila tutta.

Il ninja ringhiò nel suo solito modo.

Kurogane era ancora troppo debole per alzarsi e andarsene in giro e un Fay premuroso, per la verità un Fay fin troppo premuroso, si era preso l'irritante incarico di servirgli i pasti.

Quel giorno gli aveva scoperchiato davanti una ciotola laccata da cui saliva un vapore caldo e profumato di alghe. Nella penombra quieta della stanza la tazza mandava piccoli bagliori dorati, del tutto simili ai riflessi che giocavano sulla chioma sempre un po' spettinata del mago.

- Zuppa di riso con le uova, proprio quello che ti ci vuole per rimetterti in forze.

A parte il pesce crudo, che continuava a detestare profondamente, Fay aveva preso gusto alla cucina di Nihon.

All'inizio pensava che fosse esageratamente semplice e spoglia, proprio come le grandi stanze vuote del castello di Shirasagi, ma poco alla volta aveva cominciato a subirne il fascino e l'eleganza.

Quella pietanza ad esempio, che gli avevano vantato come un ottimo ricostituente, non era all'apparenza che un brodino leggero in cui nuotavano pochi chicchi di riso, qualche pezzetto di alga verde scuro e i fili dorati di un uovo sbattuto. Semplice. "Come lui" pensava il mago. Semplice ma buona, e forte, e con un gusto sottile che non assomigliava a nient'altro.

Kurogane si portò la ciotola alle labbra e cominciò a sorbire la zuppa a piccoli sorsi mentre guardava il mago da sopra l'orlo del recipiente. Avrebbe potuto buttarla giù d'un fiato ma, nonostante tutti i suoi brontolii, preferiva godersi il sorriso incoraggiante di Fay il più a lungo possibile.

 

 

 

ZUPPA DI RISO CON LE UOVA

 

Ingredienti (per una persona)

1/4 di litro di brodo dashi

1 pizzico di sale

1 uovo

1 cucchiaino di sakè

1 cucchiaino di salsa di soia

1 manciata di riso thai o altro riso a cottura rapida

 

Il brodo dashi si può fare anche in casa con 1 pezzo di alga konbu e una manciata di katsuo-bushi (scagliette di tonno) fatte bollire per dieci minuti nell'acqua. Il liquido va poi filtrato con una garza per risultare limpido. Altrimenti usare i preparati già pronti.

Lavare il riso finché l'acqua non è limpida e cuocerlo per 10 minuti in acqua bollente. Scolarlo e tenerlo da parte.

In una ciotola mescolare l'uovo con un pizzico di sale, il sakè e la salsa di soia.

Portare a ebollizione il brodo, aggiungere il riso e versare lentamente l'uovo sbattuto mescolando lentamente in modo da formare dei filini. Regolare di sale. Quando l'uovo è cotto togliere dal fuoco e servire la zuppa ben calda con qualche strisciolina di alga, meglio se nelle ciotole tradizionali di legno col coperchio.

 

NOTA: questa scena nel manga non esiste, ma mi piaceva l'idea :-) 

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Capitolo 16
*** Scones ***


SCONES 

La vera forza, Ryu-oh, anche tu devi impararla. La vera forza non è quella che ti fa tirare fuori la spada ad ogni soffio di vento, la vera forza non è battersi con chiunque per vedere chi vince.
I bambini fanno così, i cuccioli fanno così, perché ancora non hanno imparato.
E' solo quando sei davvero forte che la tua spada è riluttante ad uscire dal fodero perché lo sa che non è più il tempo di giocare, che un soffio può dividere il vivere dal morire.
La vera forza, Ryu-oh, la vera forza, Kurogane, non sono solo i muscoli ben allenati, i riflessi pronti, i sensi all'erta.
Ci sono cose che la forza da sola non basta a proteggere.
Dovrete fare ancora molta strada per impararlo.
Molta strada, molte sconfitte e molto dolore, ma è così che si diventa grandi.
Intanto però è bello riscaldarsi al fuoco di questa amicizia nuova, scoprirsi le anime vicine anche dall'infinita lontananza di un'altra dimensione.
Anche questa, a dire il vero, è una forza.
 
 
SCONES
 
Ingredienti:
225 g di farina 00
1 cucchiaino di lievito in polvere
50 g di burro ammorbidito (più una noce per la teglia)
25 g di zucchero
1 uovo più un tuorlo
75 ml di latte circa
 
Setacciare la farina col lievito e il sale. Amalgamare il burro finché non si sono formate delle "briciole", quindi unire lo zucchero e l'uovo intero e mescolare. Aggiungere il latte poco alla volta fino a formare un impasto abbastanza compatto. Stenderlo su una spianatoia fino allo spessore di 2,5 cm. Ritagliare dei dischetti con uno stampino rotondo da 6 cm (o con un bicchiere).
Imburrare e infarinare una placca da forno. Spennellare gli scones con il tuorlo dell'uovo (oppure con un po' di latte) e cuocerli in forno già caldo a 200° per 12-15 minuti finché non sono gonfi e  leggermente dorati.
Sfornarli su una gratella e servirli tiepidi, tagliati a metà e farciti di mascarpone e marmellata (la tradizione richiederebbe la clotted cream,  ma non è molto facile da trovare da noi).
Si possono fare anche con le uvette aggiungendole all'impasto prima di stenderlo. 

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Capitolo 17
*** Uova in cocotte ***


UOVA IN COCOTTE

Inevitabile.
Inevitabile? Un destino che ti vola addosso come un mantello e tu devi rivestirtene, farlo tuo, dargli la forma dei tuo corpo, il sale dei tuoi pensieri.
Sakura. Shaoran.
Anche il nome di mia madre è Sakura.
Tu le somigli. Somigli a lei quando era piccola.

Anime leggere che si toccano in un futuro possibile.
Durante il rito posso mangiare solo frutta ed erbe, eppure guarda! C'è carne, purè e persino le uova in cocotte. Credo che mia madre abbia preparato queste cose per te, dopo aver visto il tuo arrivo in sogno.
C'è qualcuno che vive nei sogni, c'è qualcuno che vive di sogni.
Inevitabile?
Quante sono le strade su cui il futuro può camminare? Anche il passato si riavvolge e si spezza, si torce e si riscrive. Sakura. Shaoran.
Quante volte vi siete incontrati, in quanti universi? Le vostre mani tese che vogliono toccarsi, le vostre anime disperse, i vostri corpi replicati, i vostri cuori divisi.
Qualcuno ha sognato una strada, ma sarete voi a camminarci. Saranno solo i vostri passi a farla vera.
Saranno solo le vostre mani a decidere se andare insieme.
 
 
 
UOVA IN COCOTTE
 
Imburrare delle cocottine (piccoli recipienti di ceramica della dimensione giusta per contenere un uovo) e sgusciarvi dentro delle uova freschissime facendo attenzione a lasciare il tuorlo intero. Salare, pepare e aggiungere qualche fiocchetto di burro anche in superficie. Disporre le cocottine in un tegame con due dita d'acqua e cuocere le uova a bagnomaria per 5/10 minuti dal bollore (secondo se piacciono più morbide o più cotte, il tuorlo dovrebbe comunque rimanere morbido).  Guarnire con un cucchiaio di panna fresca e, a piacere, erba cipollina, funghi trifolati, caviale, dadini di prosciutto, pezzetti di verdure saltate o tutto quello che vi ispira in quel momento! Servirle calde con dei crostini di pane a parte.
 
NOTA: Nel manga Sakura parla di uova in cocotte, ma nel disegno si vedono delle uova alla coque. Non so se sia un errore di traduzione. Comunque le uova in cocotte mi piacevano di più :-) 

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Capitolo 18
*** Fal ***


FAL

Anche Shaoran sa cucinare. Non che gli interessi particolarmente. Dei quattro quello che si occupa di cucina di solito è Fay. E' lui che tira fuori golosissime ricette da chissà quale piega del suo passato. Ma Shaoran sa cucinare e anche piuttosto bene perché fin da bambino ha dovuto imparare a cavarsela da solo. Anche suo padre era un bravo cuoco, è lui che gli ha insegnato tutto.
Ancora una volta la nostalgia arriva a tradimento. Suo padre che gli ha insegnato a cucinare, suo padre che gli ha insegnato a combattere, suo padre che gli ha consegnato la propria spada quando ancora quasi pesava troppo perché potesse reggerla, suo padre che gli ha insegnato la magia perché sapeva che ne avrebbe avuto bisogno.
Shaoran si rende conto con una fitta dolorosa che non si ricorda il volto di suo padre, quello vero. Non se lo ricorda più. Gli sono rimasti i suoi insegnamenti, le cose che sa fare. Gli è rimasta quella promessa: proteggere chi si ama.
 
Non sapevo ancora quanto fosse difficile proteggere qualcuno.
 

Eri un bambino quando hai fatto quella promessa. Eppure vi hai tenuto fede. Potevi dimenticarla come uno dei tanti sogni che si fanno da piccoli, una delle tante cose che si dicono così, perché non ci si rende conto della loro realtà. Invece hai mantenuto la tua promessa anche se ti è costata anni di sacrifici e di dolore e di solitudine. Te l'aveva insegnato tuo padre che le promesse si mantengono.
Questo non l'hai mai dimenticato.
 
Sakura sorride. I dolcetti sono davvero squisiti e la ricetta è insolita, Shaoran l'ha trovata in uno dei suoi tanti viaggi. Sakura sorride e vuole dire qualcosa di importante, ma la campana del castello la ferma.
Dovranno passare attraverso molti mondi per riuscire a dirsi finalmente quella parola, ma in fondo ognuno di loro lo sa già…
… che si cercheranno per sempre.
 
 
 
 
FAL (dolcetti alle mele)
 
200 g di farina
80 g di burro ammorbidito
100 g di zucchero
2 mele
1 uovo
1 bustina di lievito
1/2 limone
Essenza di vaniglia
Un pizzico di sale
Zucchero a velo
 
Sbucciare le mele, tagliarle a tocchetti e spruzzarle di succo di limone perché non anneriscano.
Mescolare la farina col lievito, il sale e il burro fino a formare delle briciole. Aggiungere quindi lo zucchero, l'uovo,  l'essenza di vaniglia e la scorza del limone grattugiata. Mescolare bene fino ad ottenere un impasto che non si appiccichi più alle mani. Aggiungere i tocchetti di mela leggermente infarinati e impastare il tutto fino a formare una palla, avvolgerla nella pellicola trasparente e lasciarla in frigorifero per mezz'ora.
Togliere l'impasto dal frigorifero, formare delle "polpettine" e metterle a cuocere in forno già caldo a 180° per circa 15 minuti (devono diventare gonfie e dorate). Raffreddarle su una gratella e spolverizzarle di zucchero a velo prima di servirle. 

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Capitolo 19
*** Pane ***


PANE 

Uno dei pochissimi ricordi felici del regno di Valeria era, per Fay, l'odore del pane.
Al castello si faceva il pane una volta alla settimana e non era una cosa da poco. Fin dalla sera prima i fornai impastavano le grandi forme che poi venivano lasciate a lievitare, coperte da canovacci bianchi, nel tepore della cucina.
A volte Fay e Yui andavano a vedere. In mezzo a nuvole di farina, col naso al livello dei grandi tavoli e gli occhi sgranati, seguivano le mani robuste che manovravano la pasta fino a farla diventare liscia e morbida come un cuscino. Braccia forti come quelle dei guerrieri sollevavano le grandi forme di pasta, le modellavano e le mettevano in fila. Dita veloci e affilate come quelle dei maghi spargevano farina sul fondo del tavolo e sulla superficie dei pani.
Di notte, nel silenzio, le grandi pagnotte si gonfiavano. Era anche quella una specie di magia.
Quando ancora non era arrivata l'alba qualcuno arrivava a riattizzare il fuoco e accendere il grande forno. Prima che fosse passata un'ora la legna ruggiva crepitando e lanciando scintille.
Intanto qualcun altro riprendeva le pagnotte gonfie e, come se stesse giocando, le sgonfiava una ad una, le impastava di nuovo, le modellava in forme grandi e lunghe, le infarinava, vi incideva sopra simboli arcani, le appoggiava su grandi assi di legno per lasciarle lievitare ancora.
Quando il forno era ben caldo il fornaio, con una grande pala, le metteva dentro come se fossero il cibo prediletto di un grande drago feroce. Allora un profumo buonissimo cominciava a spandersi prima per tutta la cucina e poi per tutto il castello.
Essere svegliati dall'odore del pane era bellissimo. C'erano, in quel profumo, la fatica e il sapere, c'era la cura con cui si fanno le cose veramente buone per quelli che si amano.
Più tardi, sulla tavola, tagliate in grandi fette, le pagnotte venivano servite con la colazione insieme a burro e marmellata e ogni sorta di biscotti e torte. Spesso i bambini prendevano una fetta per ciascuno e la preferivano a qualsiasi dolce.
Il pane fatto così durava tutta la settimana e si faceva quasi più buono col passare dei giorni. Il sale si asciugava e si concentrava, la mollica diventava compatta e friabile e il profumo si raccoglieva tutto dentro come un tesoro. E il lievito, la "madre" che il fornaio custodiva gelosamente nella sua scatola e che tirava fuori ogni volta, qualcuno diceva che era più vecchio di lui, persino più vecchio di suo nonno.
Perché il pane è fatto così, è figlio del tempo e non lo puoi affrettare.
 
Al Cat's Eye Fay insegnava a Sakura a fare il pane. Le sue mani apparentemente fragili sapevano impastare con forza e modellare con decisione. Sorrideva come al solito mentre le spiegava poco alla volta come fare. Chissà se risentire quell'odore, ogni tanto, gli faceva bene.
 
 
PANE CASALINGO
 
250 g di farina tipo 0
10 g di lievito di birra fresco
2 cucchiaini di zucchero
1 cucchiaino di sale
 
Sbriciolare in una ciotola il lievito, aggiungere lo zucchero e un po' di acqua tiepida (non bollente). Aspettare finché sulla superficie compaiono delle bollicine (vuol dire che il lievito si è "attivato").
Mettere la farina su una spianatoia e fare la "fontana". Versarvi il lievito e il sale e cominciare a impastare. Aggiungere acqua tiepida quanto basta a formare una pasta abbastanza soda. Impastarla fino ad ottenere una palla liscia ed elastica. Metterla in una ciotola, coprirla con un canovaccio e lasciarla lievitare per circa 2 ore in un luogo tiepido (ma non vicino a fonti di calore diretto). Dovrebbe raddoppiare di volume.
Quando è lievitata "sgonfiarla" e impastarla di nuovo, formare una pagnotta, praticare sulla superficie un taglio a croce e lasciarla lievitare coperta da un panno altri 30/40 minuti.
Infornarla a 220° per circa 20 minuti, poi abbassare la temperatura a 180° per un'altra mezz'ora circa. Lasciarlo raffreddare su una gratella. La pagnotta dovrebbe apparire dorata e "suonare"  se la si percuote sul fondo.
 
NOTA: Il sapore di quel grande pane fatto in casa non l'ho mai più ritrovato. Purtroppo nel mio forno le pagnotte grandi non vengono bene...

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Capitolo 20
*** Tè all'inglese ***


Tè all'inglese 

Kurogane si sente davvero a disagio in quei vestiti. E sì che ne hanno cambiati di ogni genere e foggia durante i loro viaggi. Stavolta però sono proprio scomodi. I pantaloni stringono sulle gambe muscolose. La giacca a doppio petto limita i movimenti delle braccia. Il colletto duro gli dà fastidio e la cravatta, be' quella è riuscito ad allentarla e ha deciso di portarla così in barba all'etichetta perché gli pare di soffocare con quel laccio al collo. Siccome però Kurogane è sempre composto, tranne quando sfodera la sua katana per fingere di affettare Fay naturalmente, ora ha un po' l'aria di un capitano di lungo corso vagamente brusco e di molta esperienza.
Fay invece si sente proprio a suo agio con quella roba addosso.  Sembra un imbonitore da circo, pensa Kurogane, con quel ridicolo cappello ("bombetta" specifica Fay) e quel sorriso falso come una moneta finta. Il ragazzo poi è veramente esilarante con quella tenuta da postino. E meno male che loro sono uomini e si sono risparmiati la crinolina rigida di Sakura (che però, anche lei, sembra essere perfettamente a suo agio nel suo costume da bambola di porcellana).
Kurogane pensa ai vestiti perché se si fermasse troppo a lungo su quello che ha appena scoperto la sua furia non avrebbe limiti. Ha cominciato a capire. La spada che ha assassinato sua madre, uscita dal nulla, aveva un padrone. Il suo passato, filtrato dagli occhi spalancati di Shaoran, gli balza addosso di nuovo come un cane feroce. I capelli di sua madre, lucenti come un fiume di seta, mentre suo padre li sfiora per l'ultima volta. Ma Kurogane non è più un bambino sconvolto e impaurito, è un uomo, un guerriero, un ninja. Anche in quel mondo magico e strano, con le teiere che volano e i cavalli dalle ali di farfalla, lui è quello che è.  Quindi mastica diligentemente quel cibo insolito ma non sgradevole, perlomeno quello che non è dolce (Fay, naturalmente, si butta sugli eclaires, come fa a non ingrassare mai?). Il tè, ovviamente senza zucchero, latte o limone, gli ricorda molto quello del suo paese. Riesce persino a litigare con la polpetta - di nuovo! - per un sandwich al cetriolo.
Può immaginare senza sforzo quello che li aspetta: ancora misteri, ancora lotte, ancora la morte dietro ogni sussurro. D'altra parte Kurogone è un uomo, un guerriero, un ninja. Non lascia che l'immaginazione prenda il sopravvento, quella è roba del mago, non sua. Lui vive qui e adesso perché lo sa che il passato non esiste più, il futuro non è che una carta pescata da un mazzo che qualcuno ha sparpagliato via.
Qual è il problema?
 

 
SANDWICH AL CETRIOLO
 
6-8 fette di pane bianco
25-30 g di burro
1 cetriolo sbucciato e tagliato a fettine sottili
1 cucchiaio di succo di limone
sale e pepe macinato di fresco
 
Mettere le fettine di cetriolo in una ciotola con sale, pepe e succo di limone. Lasciatele marinare per 15-20 minuti. Imburrare il pane, coprirlo con le fettine di cetriolo scolate, richiudere con un'altra fetta di pane imburrato.
 
SANDWICH ALLE UOVA E MAIONESE
 
3 uova
2 cucchiai di maionese
sale e pepe nero
6-8 fette di pane
25-30 g di burro
1 pizzico di senape
2 mazzetti di crescione
un pizzico di erba cipollina
sale e pepe
 
Mescolare il burro con la senape, un pizzico di sale e pepe fino ad ottenere un composto cremoso. Far bollire le uova per 6-8 minuti. Scolarle, raffreddarle e sgusciarle. Tritarle finemente, aggiungere la maionese, sale, pepe e l'erba cipollina tagliuzzata, mescolare bene per ottenere un composto omogeneo. Spalmare il pane col burro alla senape, stendere uno strato abbondante di uova con maionese, cospargerlo di foglioline di crescione e coprire con un'altra fetta di pane imburrato. Eliminare la crosta e tagliare il sandwich a forma di triangoli o quadrati.
 
SANDWICH ALLE ACCIUGHE
 
6-8 fette di pane bianco
25-30 grammi di burro
20 acciughe pulite e diliscate
6 tuorli di uova sode
50 g di parmigiano grattugiato
1 pizzico di pepe di Caienna
2-3 cucchiai di panna
1 ciuffetto di crescione
 
Imburrare il pane e tagliarlo a triangoli o bastoncini. Frullare le acciughe con le uova, la panna, il pepe e il parmigiano fino ad ottenere un composto omogeneo. Spalmare le tartine con la pasta di acciughe, aggiungere qualche fogliolina di crescione, richiudere con un'altra fetta di pane imburrato. 

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Capitolo 21
*** Marzapane ***


Marzapane

Le notti, al Cat’s Eye, Fay le passava in cucina. Sakura di solito si addormentava presto mentre Kurogane e Shaoran erano a caccia di Oni.
Mentre cucinava Fay riusciva per qualche momento a non pensare, forse era per quello che gli piaceva tanto. Quand’era solo il suo viso non aveva il solito, perenne falso sorriso: mentre cucinava era serio e quieto, intento ad eseguire con cura tutti i gesti necessari alla buona riuscita del cibo. Il cibo, come l’amore, aveva bisogno di cure. Non doveva essere dato per scontato né sbattuto rozzamente in un piatto senza alcun piacere. Il cibo andava assecondato, amalgamato, disposto con cura. Era l’unica cosa che gli pareva ancora di poter controllare: il lento mescolarsi degli ingredienti, le dosi esatte (senza che, ormai, avesse più bisogno di misurarle), il grado con cui il fuoco cambiava tutti gli elementi facendone altro, ricavandone una magia.
Di notte, nel silenzio rotto solo da grida rare di gufi notturni, Fay ritrovava un poco della sua consistenza, il suo essere sfaldato e disperato tornava a raggrumarsi in una parvenza di normalità, qualcosa che sapeva essere un’illusione, ma che serviva a tenerlo in piedi un altro giorno ancora.
Quella notte voleva fare dei dolci col marzapane. Il marzapane è la quintessenza della dolcezza, praticamente è quasi tutto zucchero, però c’è sotto quella punta di amaro delle mandorle, quel ricordo di veleno mortale che rimane sulla lingua a lungo, anche quando il dolce è andato via.
Mescolava con grande cura lo zucchero alla farina di mandorle, poi aggiungeva via via l’albume sbattuto fino ad avere la consistenza desiderata. Il bello del marzapane è che potevi modellarlo e colorarlo con grande precisione, proprio come se fosse porcellana fine. Aveva già dato forma e laccato una serie di frutti dall’aspetto molto realistico ed ora, come tocco finale, stava modellando due cani e due gatti, in onore di quella precaria e strampalata famiglia che avevano formato. Quand’ebbe finito restò un po’ ad ammirare la sua opera, erano venuti proprio bene.  Mentre li guardava sentì una lacrima scivolargli lungo la guancia e finire per terra, subito seguita da un’altra. La consapevolezza di quanto fosse precaria quella loro situazione gli scavava dentro una ferita dolorosa che non voleva saperne di guarire. La voglia di morire lo avvolse di nuovo, irrefrenabile. Scosse la testa, come a cacciare via il pensiero, ma senza riuscirci.
 
In quel momento successero due cose, entrambe fragorose: la porta del Cat’s Eye si scardinò con un colpo secco, simile al rombo di un terremoto quando tira uno scossone formidabile sotto i tuoi piedi, e uno di quei demoni dalla strana forma si catapultò dentro seguito da un infuriato Kurogane nella sua apparenza più minacciosa. In pochi, eleganti volteggi, il ninja raggiunse la sua preda e la tagliò in due con un fendente preciso. Il demone si dissolse. Peccato che il fendente, trascinato dal suo stesso slancio, avesse tagliato in due anche il tavolo su cui erano distesi in bella mostra i lavori di marzapane, nonché sventrato un sacco di farina che aveva cominciato a volare ovunque. Fu questione di un attimo. La fiammella minuscola su cui stava il bollitore sempre caldo innescò la reazione e con un enorme boato la nuvola di farina esplose. Kurogane e Fay si ritrovarono entrambi a terra, lembi di vestiti bruciacchiati addosso ed espressione attonita.
Il primo a rialzarsi fu Fay.
- Era necessario far esplodere la cucina? – chiese, apparentemente con tono controllato.
Kurogane grugnì.
- Mi era sfuggito – mugugnò.
Fay si mise a ridere.  – Sei sempre il solito Kuro-pon! – esclamò. Poi, senza stare a sentire le recriminazioni dell’altro, andò a cercare bende e cerotti.
Se non altro l’esplosione gli aveva dato l’occasione di fare qualcosa di utile invece di starsene lì a frignare come un bambino sulla propria sorte, anche di questo era immensamente grato al suo musone.
Peccato per il marzapane però, l’aveva fatto apposta per lui… ma tanto Kurogane non avrebbe mai mangiato una cosa così dolce.
Rialzandosi, il ninja raccattò una mela di marzapane che era rotolata vicino a lui e la annusò. Il solo odore sembrò disgustarlo. Fay sorrise: - Dovrò inventarmi qualcos’altro per la colazione – disse.
- Stupido mago – rispose Kurogane, ma lo disse con una dolcezza così insolita che Fay pensò che, in fondo, una piccola esplosione valeva la pena, purché Kurogane continuasse a guardarlo in quel modo per sempre.
 
 
MARZAPANE
 
250 g di zucchero
200g di zucchero a velo
200g di mandorle pelate dolci
50g di mandorle pelate amare
2 albumi
1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio
Coloranti per dolci a piacere


Tritare nel frullatore le mandorle insieme allo zucchero e ridurli in una polvere finissima. Mettere il composto in una ciotola e aggiungere gli albumi, l'acqua di fiori d'arancio e lo zucchero a velo, mescolare con cura, amalgamando per bene tutti gli ingredienti fino a formare una pasta facilmente modellabile. La pasta si può colorare con poche gocce di coloranti alimentari e si può conservare in frigorifero per parecchi giorni, ben avvolta nella pellicola trasparente. Si può utilizzare da sola, per formare piccole “sculture”, oppure come ripieno per noci, ciliegie candite o biscotti di pastafrolla.

  

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Capitolo 22
*** Cioccolatini di San Valentino ***


CIOCCOLATINI DI SAN VALENTINO
 
La strega aveva mandato loro dei dolci al cioccolato il giorno di San Valentino. Persino Kurogane era stato costretto, con un colpo a tradimento ben assestato da Fay, ad assaggiarli. Inutile precisare che Kurogane odiava il cioccolato, come d’altra parte qualsiasi dolce di sua conoscenza fatta unica eccezione per i biscotti rotondi che preparava la principessa Tomoyo per la Festa della Luna… ma quella era un’altra storia. Il cioccolato, che invece il mago adorava, era per il ninja qualcosa di costantemente eccessivo. Troppo scuro, troppo dolce, impastava la bocca con una sensazione appiccicosa insopportabile. Inoltre, l’obbligo di dover ricambiare il favore durante il White Day faceva irritare ancora di più il già scorbutico ninja, che era refrattario a qualsiasi tipo di impegno che non si fosse scelto da solo.
Fay, però, non si era mai dato per vinto e ogni volta tornava puntualmente alla carica dispiegando tutte le sue conoscenze culinarie pur di indurre in tentazione il sempre più riluttante Kurogane. Così, anche quell’anno, all’ora di colazione, gli mise in mano una scatolina confezionata in modo alquanto lezioso e quando il ninja la aprì, solo per fargli piacere ovviamente, ci trovò dentro cinque bellissimi cioccolatini a forma di cuore.
Kurogane si sarebbe messo a piangere. Se non li assaggiava il dannato idiota gli avrebbe tenuto il muso tutto il giorno, e probabilmente anche gran parte della notte. Se li mangiava avrebbe continuato a saltellargli intorno come un dannato coniglio annunciando ai quattro venti che Kurogane aveva mangiato del cioccolato. Un vicolo cieco. Una tortura. Ogni volta.
Fu a quel punto che forse un dio particolarmente ilare o incline alla melensaggine gli mandò un’idea geniale.
- D’accordo – sospirò con finta indifferenza. – Li assaggerò, ma a modo mio…
Così dicendo prese uno dei delicati cuoricini bruni con le sue manone…  e lo cacciò in bocca al mago senza preavviso chiudendogli poi immediatamente le labbra con un bacio prepotente.
Fay diventò violaceo, anche perché il cioccolatino gli era andato di traverso e la bocca ostinata del ninja gli impediva di respirare, poi però riuscì ad inghiottire e ricambiare quel bacio così inatteso. Il resto della scatola finì per terra e i cioccolatini rotolarono per tutta la cucina (dove, più tardi, Mokona li avrebbe trovati e apprezzati).
Solamente dopo un po’ di tempo, e dopo aver dimostrato sul posto la sua gratitudine, Kurogane si alzò più arruffato del solito, ma per una volta soddisfatto di come erano andate le cose. Il sapore del cioccolato, sulle labbra del mago, non era poi così male.
Anche Fay, tutto sommato, sembrava contento.
- Buon San Valentino, Kuro-pon…
- Tsk!
 
 
CIOCCOLATINI DI SAN VALENTINO
 
Ingredienti:
100 g di cioccolato fondente
1 cucchiaino di zucchero di canna
1 cucchiaino di caffè in polvere
Stampi per cioccolatini a forma di cuore
Scagliette di oro commestibile (facoltativo)
 
Fondere il cioccolato a bagnomaria o a microonde. Raffreddarlo velocemente mescolando (ad esempio, mettere il contenitore in una ciotola con dell’acqua ghiacciata, facendo attenzione che l’acqua non tocchi il cioccolato). Quando è tiepido scaldarlo di nuovo e, sempre mescolando, aggiungere lo zucchero di canna e il caffè. Versare il cioccolato negli stampini e lasciarli rapprendere bene in un luogo fresco e asciutto. Toglierli dallo stampo (senza toccarli con le mani) e servirli cosparsi di scagliette d’oro oppure incartarli delicatamente nella stagnola e confezionarli in una scatolina. 

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Capitolo 23
*** Obento ***


OBENTO
 
- Non sono mica un dannato scolaretto!
Da un po’ di tempo la scena si ripeteva uguale tutte le mattine.
- Su, su, paparino! Che cosa penseranno di me se ti mando a lavorare senza neanche uno spuntino?
Fay, col suo sorriso più melenso, cercava di cacciare in mano al ninja un involto perfettamente confezionato.
- Intanto non vado “a lavorare” e poi di quello che pensano di me possono metterselo…
- Eh no! Non essere volgare adesso! Andiamo, mi sono alzato presto apposta per preparartelo.
- Ma chi te l’ha chiesto!
- Ci sono tutte le cose che ti piacciono…
- Oh, basta! Dai qua!
Finiva che Kurogane prendeva il pacchetto di malagrazia, si avvolgeva con irritazione nel suo mantellone nero e usciva sbattendo la porta.
Fay restava a guardarlo per un poco dalla finestra, sorridendo come un gatto che abbia appena leccato la sua ciotola di panna.
 
Kurogane camminava a grandi passi e continuava a brontolare fra sé per un po’, poi si arrendeva e riprendeva un’andatura normale. Quasi normale.
Quel mondo assomigliava abbastanza al suo amato Nihon da dargli una sensazione familiare e insieme un forte senso di estraneità. Fay l’aveva capito, il dannato mago aveva delle antenne incredibilmente sensibili per queste cose, e si sentiva in dovere di dare una mano. Non che a Kurogane dispiacesse davvero, ma si sarebbe sentito ancora più fuori luogo se non avesse mantenuto il suo brusco modo di fare.
 
All’arrivo i suoi provvisori allievi si inchinarono rispettosamente. Parecchi di loro esibivano una serie di ecchimosi che andavano dal violaceo (più recenti) al giallo nicotina (quasi scomparsi). Forse qualcuno di loro malediceva il giorno in cui aveva avuto l’idea di chiedere a quello straniero, indubbiamente competente, un supplemento di lezioni di difesa personale in cambio di vitto e alloggio. Kurogane era un maestro poco teorico e molto pratico e di sicuro non risultava mai noioso.
 
Al momento della pausa il ninja si cercava un angolino, al fresco e lontano da occhi indiscreti, e apriva il bento tanto amorosamente confezionato temendo fortemente quello che vi avrebbe trovato. Infatti era vero che Fay si sforzava di dargli quello che gli piaceva: riso, pesce, verdure in salamoia e assolutamente niente dolci, ma tutte queste onorevoli pietanze passando fra le sue mani acquistavano un aspetto irrimediabilmente lezioso, impossibile da contrastare.
Coniglietti rosa, gattini bianchi, fiorellini e farfalle, pulcini e coccinelle saltavano fuori ogni volta da teneri paesaggi in tinte pastello. Faccine sorridenti di tofu gli facevano “ciao” con manine di alga nori. Nigiri a forma di fiore spuntavano da delicati prati di edamame. In un piccolo oceano di alghe nuotavano fettine di sashimi cesellate come pesci…
Fortunatamente nessuno degli allievi osava avvicinarglisi all’ora di pranzo, anzi, se ne stavano ben lontani a farsi impacchi sui lividi più recenti.
Kurogane allora brontolava e si lamentava un altro po’ fra sé, poi prendeva le bacchette e cominciava a mangiare, lentamente. Perché in fondo il cibo era buono. Perché era stato preparato con cura. Perché, infine, l’immagine sorridente del mago che si metteva a cucinare tornava a visitarlo con piacevole insistenza. Allora sorrideva anche lui.
Un sorriso un po’ storto. Ma pur sempre un sorriso.
 
 
BENTO
Il bento è l’equivalente del nostro pranzo al sacco; la colazione che si porta a scuola o al lavoro. Tuttavia, rispetto all’italica schiscetta, il bento ha in più un valore estetico tutto giapponese. Deve essere bello anche da guardare, non solo da gustare. Un breve giro per la rete potrà mostrare un’infinità di capolavori, la maggior parte dei quali richiede tempo,  buona manualità e attrezzi speciali (tre cose che non sempre possiede la sottoscritta). Tuttavia, con un paio di accorgimenti, si potrà confezionare un bento gustoso ed esteticamente gradevole anche con poco.
 
  1. Il riso lessato o al vapore: serve da base o pressato in varie forme. Non avendo le formine apposite ci si può aiutare con degli stampini da biscotti o della pellicola trasparente in cui manipolarlo senza che si attacchi tutto alle dita! Il riso giapponese è difficilissimo da trovare, ma si può usare l’originario o il vialone nano, che hanno chicchi piccoli e soffici. Più difficili da usare il thai o il basmati perché non sono abbastanza “collosi”, ma con un po’ di pratica possono funzionare anche questi.
  2. Qualsiasi ingrediente si usi, anche se non è intagliato e decorato, andrà bene purché disposto con cura, stando attenti agli accostamenti di colore.
  3. Per separare i vari ingredienti, se non si ha il bento bako già diviso in scomparti, si possono utilizzare dei pirottini da muffin.
  4. Le varie salse e condimenti vanno messe in appositi contenitori ermetici e versate all’ultimo momento, altrimenti si rischia di ritrovarsi con una massa informe che ha tutta lo stesso sapore!
 
Il classico bento che si vede negli anime e nei manga comprende quasi sempre degli onigiri, dei piccoli tako, delle fettine di tamagoyaki, a volte tofu e verdure tagliate in varie forme, fettine di pesce o carne alla griglia o una piccola porzione di tenpura.
 
ONIGIRI
Ingredienti:
riso
striscioline di alga nori
umeboshi (prugne in salamoia)
sale
 
Lavare il riso finché l’acqua diventa limpida. Metterlo in una pentola antiaderente con l’acqua a filo e cuocerlo finché non si è asciugato (circa 15 minuti). Lasciar riposare dieci minuti coperto.
Bagnare le mani, spolverarle di sale, prendere una piccola quantità di riso, mettere al centro una prugna in salamoia (o altro tipo di ripieno desiderato, nelle varianti più semplici si può anche fare senza ripieno), chiudere con un’altra piccola quantità di riso. Premere leggermente e ruotare la “polpetta” fino a darle una forma triangolare, aggiungere una strisciolina di alga nori alla base.
Varianti: per onigiri più “colorati” mescolare il riso con alga konbu finemente sminuzzata oppure rotolare la “polpetta” in semi di sesamo nero (per versioni “italiche” si possono usare erba cipollina, prezzemolo, semi di papavero…). Usando degli stampini si possono dare agli onigiri tante forme.
 
TAKO
Ingredienti:
 piccoli wurstel
semi di sesamo neri
 
Tagliare i wurstel in verticale (per circa un terzo della loro lunghezza) per quattro volte in modo da ottenere otto “tentacoli”. Fare tre piccoli fori sulla “testa” per gli occhi e la bocca. Cuocerli in una padella antiaderente o nel forno a microonde finché i “tentacoli” non sono arricciati. Decorare “occhi” e “bocca” con semi di sesamo.
Variante: Ika (calamaro). Tagliare i wurstel a metà nel senso della lunghezza e fare tre tagli alla base in modo da ottenere quattro “tentacoli”.
Variante: Kani (granchio). Tagliare i wurstel a metà nel senso della lunghezza e fare due tagli per ogni lato in modo da ottenere sei “zampe”.
 
TAMAGOYAKI
Ingredienti:
3 uova
1 cucchiaio raso di zucchero
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di brodo dashi
olio di semi (per friggere)
 
Mescolare le uova con lo zucchero, il sale e il brodo dashi (non devono venire troppo “spumose”). Scaldare l’olio in una padella antiaderente e versare le uova. Quando sono rapprese sul fondo, far scivolare la frittata su un lato e, con l’aiuto di una spatola, arrotolarla su se stessa. Terminare di cuocere il rotolo di frittata, scolarlo sulla carta assorbente e, quando si è un po’ raffreddato, tagliarlo a fettine.
Variante: si può avvolgere ogni fettina in una strisciolina di alga nori.
Anche qui una variante “mediterranea” si può fare aggiungendo delle erbe aromatiche finemente tritate alla frittatina.
 

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Capitolo 24
*** IL CIBO VA RISPETTATO ***


IL CIBO VA RISPETTATO

“Il cibo va rispettato perché gli abitanti dell’isola lavorano duramente per coltivarlo e raccoglierlo”.

La Divina Principessa è incantevole mentre offre ai suoi ospiti ciotole fumanti di spaghetti caldi. “Suba” li ha chiamati Sanyun quando li ha portati a Fay ben impacchettati in fogli di carta di riso. Kurogane e Shaoran li hanno trovati familiari, assomigliano ai soba, ma hanno il colore dei ramen.  È così bello, quando si è lontani da casa, trovare qualcosa di familiare, o anche solo di vagamente conosciuto. Fay li ha cucinati con la sua solita cura e serviti con del bollito e una salsa piccante: Shaoran li ha trovati molto buoni. Ma quelli della Divina Principessa sono speciali. 
La Divina Principessa mangia i suba come una bimba golosa, ma i suoi occhi sono antichi e grandi, hanno visto molte cose, nella realtà e nei sogni. Shaoran e Kurogane pensano a qualcuna che è così allegra e insieme solenne, così giovane e profonda. Per Shaoran è Sakura, il faro che guida i suoi passi con la speranza del ritorno, per Kurogane è Tomoio, la piccola principessa di Nihon cui ha giurato tutta la sua fedeltà. Persino Mokona ha nostalgia di Yuko. Fay di loro è forse il più fortunato, ma non si può essere felici se chi si ama sta soffrendo.

Kurogane specchia il suo cipiglio scuro nel brodo trasparente dove galleggiano le matasse soffici degli spaghetti: non si fida, come al solito, ma è Sakon a rassicurarlo: “Provengono tutti dalla stessa pentola”. No, niente brutti scherzi per loro stavolta. Nirai-Kanai è un’isola così bella e prospera che quasi non sembra vera.
E infatti Shaoran non si è sbagliato. Qualcosa non torna nel clima sempre perfetto dell’isola, nella gente allegra e ospitale, nei fiori profumati e nella frutta dolcissima. Qualcosa che si è insinuato da un piccolo spiraglio, qualcosa che striscia lentamente dalle tenebre e divora la luce.
“Tutti viviamo in funzione di ciò che più conta per noi. In questo modo scegliamo la cosa giusta da fare”.
Shaoran sa che ciò che più conta per lui è solo Sakura, ma sa anche che se lasciasse morire quel mondo gioioso non sarebbe più capace di presentarsi a lei. In qualche modo anche Sakura lo sa.
“Farò tutto il possibile”.

Come sempre, Shaoran.


TSUKIMI SOBA

Per 4 persone:
400 g di spaghetti di grano saraceno (soba)
4 uova
2 fogli di alga nori
4 cucchiai di sakè
1 pizzico di zucchero
1l di brodo dashi
4 cucchiai di salsa di soia
1 cipollotto
4 fettine di kamaboko
Sale

Far bollire a fuoco vivo il dashi con il sakè, la salsa di soia e un pizzico di zucchero. Cuocere i soba separatamente in acqua bollente salata, scolarli e metterli in quattro ciotole capienti. Versarvi sopra il brodo, rompere con attenzione un uovo in ciascuna ciotola in modo che rimanga intero e spolverare di cipollotto e alga nori tritata. Aggiungere una fettina di kamaboko e servirli caldi.

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