Il Decalogo del Perfetto Malandrino

di Margaret Moonstone
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Regola n. 1 Onora la luna piena ***



Capitolo 1
*** Prologo ***





E'assurda, improbabile e idiota...

ma ne vado molto fiera <3


Il Decalogo del Perfetto Malandrino

              
                                                                                        Prologo


 

Era una normalissima serata di dicembre; i nugoli di fiocchi di neve sferzati violentemente dal vento gelato contro le finestre e la distesa bianca che scintillava sotto la luna quasi piena facevano un curioso contrasto con l’interno del castello di Hogwarts, le sale comuni illuminate dalla luce calda proveniente dai camini e i corridoi già addobbati a festa.
 Tutto era tranquillo, anche per merito degli spifferi che dissuadevano persino gli studenti più ribelli ad avventurarsi nei corridoi dopo il coprifuoco, e nel dormitorio maschile di Grifondoro si respirava un’aria di piacevole quiete. La cosa sarebbe sembrata normale, se non si fosse trattato del dormitorio di Peter Minus, Remus Lupin, ma soprattutto James Potter e Sirius Black. Parlando dei suddetti studenti, la situazione non poteva che sembrare anomala, se non preoccupante.
 Eppure pareva che qualcuno avesse scagliato un incantesimo Petrificus Totalus su almeno tre dei Malandrini, che sedevano immobili sui rispettivi letti scrutando allarmati un Remus Lupin completamente fradicio che armeggiava con il suo baule, alla ricerca di qualcosa.
 James seguiva con lo sguardo ogni suo movimento, la mano che scattava nervosamente a scompigliare i capelli all’incirca ogni quattro secondi. Sirius, corrucciato e con l’aspetto di un segugio che cerca di fiutare la situazione, teneva un cuscino a portata di mano, come scudo. Codaliscia, infine, non tentava nemmeno di dissimulare l’espressione di evidente terrore dipinta sul viso. I tre non avevano tutti i torti: Remus poteva sembrare il ragazzo mite e pacato che vedevano tutti, ma dentro nascondeva un animo feroce e vendicativo da vero lupo mannaro, e loro lo sapevano bene. E sapevano anche che quella volta non l’avrebbero passata liscia: mai scatenare le ire di un Malandrino con la luna storta.
 Remus, dal canto suo, era l’immagine della serenità, e questo era quello che avrebbe dovuto allarmare i tre amici. Estrasse una pergamena con la dovuta lentezza, poi, con tutta la calma possibile, parlò. Era bagnato da capo a piedi e in altre circostanze sarebbe stato buffo da vedere, ma in quel momento nessuno dei Malandrini si sarebbe sognato di ridere.
-“Ragazzi” cominciò, e già la tranquillità con cui aveva affrontato la questione andava affievolendosi “voi vi rendete conto, vero…vi rendete conto” il colore delle sue guance si faceva sempre più simile a quello delle divise da Quidditch di Grifondoro “vi rendete conto che non si può andare avanti in questo modo? Che al settimo anno, settimo, non so se mi spiego, voi…voi” sembrava dovesse esplodere da un momento all’altro, e per evitare che accadesse riprese fiato e si concesse uno sguardo a chi aveva davanti. Sirius aveva ancora un paio di mutande, il cui proprietario era ignoto, sulla testa a mo’ di cappello, e sul suo letto giacevano frammenti di una bottiglia di Whisky Incendiario; James era senza maglietta, ma non era questo il punto. Il punto era che la sopracitata maglietta fluttuava in aria insieme a tutti gli altri vestiti presi dai bauli, ed era quella che, al suo ingresso in dormitorio, gli si era avvinghiata alla faccia impedendogli quasi di respirare, e soprattutto di vedere il bacile d’acqua –cosa ci facesse un bacile d’acqua nel loro dormitorio rimaneva un mistero- che aveva urtato e che gli si era rovinosamente rovesciato addosso. E poi c’era Peter, che, ne era sicuro, era quello che aveva meno colpe in quel pandemonio, e che tuttavia aveva tatuata in fronte una scritta lampeggiante: “I love Minerva McGranitt”. Senza contare le piume dei cuscini sparse per tutta la stanza e le pareti piene di schizzi di alcolici non meglio identificati.
 Dopo questa spiacevole panoramica, Lupin non riuscì a trattenersi.
-“VI SEMBRA POSSIBILE RIDURRE IL DORMITORIO IN QUESTO STATO?! DICO, MA SIETE IMPAZZITI? NON VI ERANO BASTATI I FESTAGGIAMENTI PER LA VITTORIA A QUIDDITCH IN SALA COMUNE?E LA STRIGLIATA DELLA MCGRANITT?NO, IMMAGINO CHE UNA SETTIMANA DI PUNIZIONE SIA DECISAMENTE TROPPO POCO PER VOI!! MA FORSE NON AVETE CAPITO CHE QUESTO E’ L’ULTIMO ANNO, CI SONO I MAGO E TUTTO, IO SONO CAPOSCUOLA E HO IL DOVERE DI TENERVI SOTTO CONTROLLO! SOLO PERCHE’SONO VOSTRO AMICO E NON VI DENUNCEREI MAI NON SIGNIFICA CHE POTETE RIDURRE LA MIA STANZA A UN CIRCO O FARMI PRENDERE UNA BRONCOPOLMONITE!”  
 E dopo aver ululato questo si buttò sul letto a braccia aperte, esausto.
I Malandrini si lanciavano occhiate preoccupare, senza fiatare. Poi, come se non fosse successo nulla, Remus si mise a sedere tranquillamente con una pergamena e una piuma in mano, e cominciò a scrivere qualcosa.
-“Emmm…Lunastorta…che stai facendo? Non… non vorrai scrivere una rapporto alla McGranitt, vero? Puliremo tutto, tutto! Promesso!” fece James, implorante.
-“Sono certo che pulirete tutto, Ramoso, ma tranquillo: non farei mai una cosa del genere. Vi sembro così cattivo, ragazzi?”
Nessuno rispose.
-“Solo…è il momento di stabilire delle regole, se vogliamo sopravvivere senza morti né feriti anche quest’anno…Quindi adesso, insieme, scriveremo un decalogo…Un decalogo è una lista di dieci regole, Peter, abbassa pure la mano…Dicevo, un decalogo, che ognuno di voi dovrà rispettare…sono stato abbastanza chiaro?”
-“Forte!” esclamò James, tutt’a un tratto entusiasta. Sirius era più diffidente. –“Non vorrei che il lupastro ci incastrasse…”
-“No, andiamo, sono pur sempre un Malandrino, no? E poi non le sceglierò solo io le regole… diciamo che sarà… “Il Decalogo del Perfetto Malandrino”
-“Mmm…mi piace già di più!”
-“Benissimo, allora, dunque…”

IL DECALOGO DEL PERFETTO MALANDRINO

Chi si impegna a rispettare questo patto giura solennemente di non avere buone intenzioni.

Regola numero 1:

-“Spostati, Felpato, non vedo niente!”
-“Se sei basso non è colpa mia, orbo di un cervo!”
-“Reeeeemus! Sirius non mi fa vedere cosa c’è scrittoo!”
-“Reeeeemus! James mi picchiaaaa!”
-“Ragazzi non ci stiamo tutti sul mio letto…”
-“Zitto topo di fogna, e piantala di scalciare!”
-“Sirius! Non insultare Peter! Tranquillo Coda, vengo io in tuo soccorso…Geronimoo!”
-“James..no…AHIA!”
-“Remus, James mi è saltato addosso, digli qualcosa!”
-“Ragazzi vi prego, il plenilunio si avvicina…”
-“Remus, spostati anche tu, le tue chiappe mannare occupano spazio!”
-“Remus…”
-“Remus?”
-“Rem…”
-“BASTAAAAAAAA!!!!!!” Il povero Malandrino si accasciò sul pavimento, mentre Peter lo osservava sbigottito e James agguantava la piuma e scriveva:
 
       Regola numero 1: Mai irritare Remus Lupin quando ha le   
                    sue cose      

Lunastorta riemerse dal pavimento, ringhiando.
-“D’accordo, d’accordo…” intervenne Sirius, impadronendosi della pergamena.

   Regola numero 1: Onora la luna piena

-“Meglio?”
L’altro annuì, esasperato.
-“Passiamo alla due…”
-“Ce l’ho!” . James si mise in piedi sul letto con una mano sul cuore, assumendo un atteggiamento solenne. –“Gli amici vengono prima di tutto”
-“Accidenti Potter, che originalità!”
James si inchinò, compiaciuto, mentre Remus trascriveva.
-“Aspetta, aspetta” intervenne Sirius, dubbioso “Anche delle ragazze?”
-“Anche delle ragazze, cagnaccio rubacuori!”
-“A parte Lily Evans” si intromise James, e vedendo la reazione degli amici –Peter sbatteva ripetutamente la testa contro il muro, Remus si prendeva il viso fra le mani scuotendo la testa, e Sirius si avvicinava alla porta minacciando di andarsene- fece gli occhioni da Bambi implorando –“Vero Rem-rem? Per Jamesuccio è taaanto importante…”
-“E va bene, a parte Lily Evans” acconsentì ‘Rem-rem’, convinto più dalla consapevolezza che l’amico fosse un caso perso che dall’espressione Bambi, per nulla convincente.

   Regola numero 3: I Serpeverde sono una razza spregevole e  
                  da annientare

-“Non se parla, Felpato! Insomma un po’ di tolleranza! Sono anche loro esseri umani, indipendentemente dal fatto che siano insopportabili, spocchiosi…”
-“Prepotenti” si inserì Peter.
-“Inutili, nocivi, asessuati, Mangiamorte, maleodoranti, nauseabondi, idioti…” snocciolò Sirius,  mentre Remus annotava:

 Regola numero 3: I Serpeverde sono esseri umani

-“A parte Mocciosus” intervenne James. Nessuno ebbe da ridire.
-“La quattro…”
-“Ma dobbiamo proprio scriverle tutte?” sbuffò Sirius, che cominciava ad annoiarsi.
-“Proprio. L’idea di così tante parole insieme ti agita, Felp?
-“Fottiti, Lunastorta. Tu e la tua stupida burocrazia.” E si spogliò senza il minimo pudore, per poi stendersi sul letto mugugnando un indistinto ‘Buonanotte’, del tutto dimentico di avere ancora un paio di mutande in testa.
-“E’ uno spettacolo ripugnante” decretò Remus.
-“Stendiamo un velo pietoso” aggiunse James, estraendo dal baule il Mantello dell’Invisibilità e coprendo l’amico già tra le braccia di Morfeo. Lunastorta si illuminò:

  Regola numero 4: Mappa e Mantello sono proprietà esclusiva dei Malandrini, vietato divulgarne l’esistenza

-“Ottimo!” approvò Peter. La Mappa è stata proprio un’idea geniale! Pensate a tutte le punizioni che abbiamo scampato…”
-“Tu le avrai scampate, caro Coda, a me le punizioni ti assicuro che non mancano!” esclamò James.
-“Ma se ogni volta tu e il sacco di pulci, qua sotto, riuscite a coinvolgerci tutti!” fece Remus, indignato.
-“E’ la regola numero cinque, lupacchiotto” replicò lui gettandosi sulla lista “Assumersi le proprie responsabilità”.
-“Proprio tu mi vieni a parlare di responsabilità? Io scriverei piuttosto ‘Punizione per uno, punizione per tutti’, a questo punto…”
-“Ottima idea, Rem!” e corresse, mentre Remus si mangiava le mani, furioso. –“Ho bisogno del mio cioccolato, ho bisogno del mio cioccolato…” . Era troppo occupato a evitare gli oggetti sul pavimento che lo separavano dal cassetto dove conservava il suo dolce tesoro per accorgersi che gli altri due Malandrini erano visibilmente impalliditi. –“Ehmm…aspetta, Remus, noi…ecco stavamo appunto per dirtelo ma tu…ecco…Peter spiegaglielo tu…”.
Ma non servirono spiegazioni. L’urlo che partì dal dormitorio ed echeggiò per tutto il castello non ne ammetteva.
-“VOI!! TRADITORI! DOV’E’ LUI?DOV’E’ IL MIO CIOCCOLATO??!”
Peter piagnucolava mentre James balbettava –“Ecco…noi…avevamo…fa-fame…noi…NOO!”
 Successero un po’ di cose: Remus si scaraventò contro James, che si nascose dietro Peter, che nel tentativo di fuggire urtò il letto di Sirius, che cadde svegliandosi di soprassalto e urlando “TERREMOTO!!”. Poi, accortosi che non si trattava di quello, bensì della goffaggine di Codaliscia, si avventò contro di lui, e così furono in due a scatenare le proprie ire sul poveretto, mentre James, defilatosi, aggiungeva due regole al decalogo:

Regola numero 6: Gira al largo dal cioccolato se hai a
                 cuore la tua vita

Regola numero 7: Non svegliare il can che dorme

Quando la tragedia si fu consumata, le condizioni di salute di Peter accertate e la situazione un poco ristabilita, James decise che potevano proseguire.
-“Forza, finiamo questa cosa che fin ora ha portato più danni che altro…che ne dite di ‘Non avere altro dio al di fuori di James Potter’, oppure ‘Non pronunciare invano il nome di James Potter’...”
-“Sì, e magari ‘Non desiderare la Lily d’altri’, ‘Non uccidere’, ‘Non cruciare’…ma per favore!”
-“Ragazzi, abbiamo dimenticato l’origine del problema…perché non ‘Niente festini in dormitorio, niente vestiti volanti, niente bacili d’acqua’...si può sapere che diavolo volevate farci con tutta quell’acqua?!”
-“Sai io…non credo che tu lo voglia veramente sapere…”
-“Andiamo Sir, è giusto che lo sappia, invece!” fece James, mentre, con un ghigno tutto malandrino, annotava sulla pergamena ormai stropicciata:

Regola numero 8: Sappi perdonare

Remus sospirò, rendendosi contro che la sua idea gli si stava rivoltando contro. –“Allora? Volete illuminarmi?”
-“Mio caro Lunastorta, come desideri. Io e i miei esimi colleghi Felpato e Codaliscia
progettavamo di creare, e lo avremmo appunto fatto stanotte, dopo i festeggiamenti, se non fosse stato per te e i tuoi movimenti inconsulti, un allevamento di pesci!” lo disse con entusiasmo, ed entusiasti furono anche gli applausi e gli inchini degli altri due Malandrini.
-“Pesci” ripeté Remus, inespressivo.
-“Pesci!” ribadì James, radioso, come se fosse la cosa più ovvia del mondo e non necessitasse spiegazioni.
Il povero Lunastorta, chiamando a raccolta tutto il buon senso che gli era rimasto, domandò, cercando di mantenere la calma :-“Pesci. Ebbene? Sareste così gentili da informarmi?”
-“Certo che dobbiamo proprio spiegarti tutto, Rem…e poi ti fai tanto figo perché hai i voti più alti di tutta la scuola! L’ho sempre detto io che c’è qualcosa tra te e la McGranitt…”
-“James TAGLIA!” ringhiò Lupin, che cominciava a perdere le staffe.
-“D’accordo… volevamo allevare pesci per poi trasfigurarli, non appena fossero cresciuti, in meravigliose, splendide sirene!!”
Lo sguardo che Remus rivolse all’amico esprimeva tutta la sua frustrazione, commiserazione e l’improvviso desiderio di buttarsi da una delle torri.
-“Sarebbe solo per il tuo bene, amico! Io non tradirei mai la mia Lily, e a Felpato le ragazze non mancano… E’ ora che pensi un po’ a te stesso o, coi tempi che corrono, finirai per morire senza essere stato con nessuna…A eccezione di Minnie, ovviamen…”
Un cuscino, con somma gratitudine di tutti, fu scaraventato sulla faccia di James, facendolo finalmente tacere.
-“Sbrighiamoci, ci mancano due regole” fece Peter.
Dopo una buona mezz’ora, e proposte che prevedevano cori da stadio, esaltazioni della persona di James Potter, vari improperi rivolti ai membri della famiglia Black, apprezzamenti a compagne di corso, insulti e idiozie in genere –tutte prontamente bocciate da Remus- si optò per

Regola numero 9: Scherzi ma a fin di bene: a tutto c’è un limite

-“Forza, abbiamo quasi finito! Chi avrà l’onore di dettare l’ultima regola?”
-“Ehi Pet! Tu non ne hai detta neanche una! Forza amico, stupiscici!”
Gli occhi si puntarono su Codaliscia, il che lo fece arrossire. Se da una parte il dover esprimere un’opinione lo metteva in crisi, dall’altra era lusingato della considerazione che gli amici avevano per lui. Non avrebbe mai immaginato di trovare delle persone così meravigliose, e pensò che senza di loro non avrebbe potuto vivere. Se avessero smesso di essere suoi amici…se lo avessero tradito, non avrebbe potuto sopportarlo.
Così, sicuro come raramente capitava di vederlo, decretò:

Regola numero 10: Mai tradire un amico. Mai e poi mai.

E fu così che i Malandrini conclusero il loro patto di totale fedeltà. Patto che contro ogni previsione fu rispettato, sempre. O  quasi.
La frase di Codaliscia scatenò applausi e ovazioni; fu un vero momento di gloria per Peter.
Momento di gloria che cessò miseramente di esistere con l’ingresso della professoressa McGranitt, attirata dalla confusione.
-“Che cos’è tutto questo trambu…MINUS!”
Nonostante i pietosi tentativi di Peter di nascondersi, all’insegnante non sfuggì la scritta lampeggiante e ben evidente sulla sua fronte.
E fu così che i Malandrini vennero a conoscenza dello spietato senso dell’umorismo delle McGranitt.
E fu così che l’intero corpo studentesco di Hogwarts fu messo a conoscenza del profondo amore di Codaliscia nei confronti della professoressa.
Amore che il malcapitato portò scritto in fronte, immune a ogni incantesimo che potesse cancellarlo, per un mese.


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Angolino di May....

Salve a tutti, cari amanti (e non) della Vecchia Generazione!! Chi mi conosce già sa della mia prolissità nelle spiegazioni e della mia incapacità di tacere, ad ogni modo...lasciate che vi dica alcune cose:

1. Mi scuso con i lettori della mia raccolta su Harry Potter (se mai uno di loro dovesse essere capitato qui) per il ritardo: sappiate che prima o poi aggiornerò, quindi non perdete le speranze! A May in questo periodo mancava ispirazione per la raccolta, ma siccome, ripeto, non è capace di contenersi, ha voluto proporre questa long che era lì ad ammuffire nel suo computer...
2. Questa fanfiction si basa su un immaginario "decalogo" che i Malandrini hanno stilato, e ogni capitolo tratterà una storia a sé. I capitoli saranno dieci, uno per ogni regola, più questo prologo e probabilmente un epilogo.
3. Tutti i capitoli sono già abbozzati, quindi dovrei riuscire ad aggiornare una volta a settimana, salvo imprevisti.

Mmmm....credo di non avere nient'altro da dire, solo... ho scritto questa storia molto tempo fa, e ora la sto rispolverando... può non sembrare ma richiede molto impegno da parte mia: sarei veramente felicissima se dopo averla letta voleste spendere due paroline per dirmi cosa ne pensate.
Accetto consigli, critiche...qualunque cosa!

Grazie a chi ha speso un po' di tempo per leggere questo esperimento!!
Un bacio,

May

Oh, quasi dimenticavo, nel caso vi interessasse...


NELLA PROSSIMA PUNTATA...

-"VECCHIO LUPASTRO, TE LA SPASSI, EH?!”

-"Felpato...FRENAAA!!"

Lupin chiuse gli occhi per non vedere, ma un sonoro “TONF!” e un rumore paurosamente simile a quello di ossa che scricchiolano gli segnalarono l’atterraggio degli amici sul pavimento dell’infermeria.


-"Per l'ultima volta: non avevo idea che fossero biscotti per cani!"

-"Ouch! Il lobo!"

"TRADIMENTO!"


-"Pensavo fossi una donna..."
-"Una donna? Ma non vedi che ha la barba?"






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Capitolo 2
*** Regola n. 1 Onora la luna piena ***



Chiedo scusa se non è quello che vi aspettavate...
Ho scritto partendo dal presupposto che
Remus fosse molto "malconcio"
il giorno prima della luna piena, e lo passasse in infermeria
.
Oltre ai Malandrini, sono presenti molti
personaggi della Vecchia Generazione.
Buona lettura <3



Capitolo Uno: Onora la luna piena



Ore 8.00

Remus, la testa affondata in un morbido cuscino bianco, osservava i granelli di polvere che fluttuavano nel fascio di luce filtrante dalla finestra dell’infermeria.
Non stava così male, dopo tutto, aveva solo un leggero mal di testa: l’intruglio di madama Chips faceva davvero miracoli!
 In ogni caso non era abbastanza forte per alzarsi, così se ne stava lì, placido, a godersi un momento di rara quiete (rarissima, considerato gli individui con cui si accompagnava).

“La quiete prima della tempesta” , avrebbero detto i Babbani.
La quiete prima della luna piena.
 Pensò Remus, con amarezza, e una fitta lo costrinse a portarsi una mano alla tempia.
Forse gli avrebbe fatto bene uno di quegli impacch…

“REMUUUUS!!!! VECCHIO LUPASTRO, TE LA SPASSI, EH?!”

La quiete prima dei Malandrini.

Remus sospirò, mentre Sirius faceva irruzione nella sala, con un oscillante James in spalla, che non faceva caso al proprio equilibrio precario, anzi, pareva divertirsi un mondo.

-“Felpato ….FRENAA…!!”
Troppo tardi.
Sirius si diresse a velocità supersonica verso il letto dell’amico, ma per evitare di schiantarsi contro una branda dovette sterzare, facendo barcollare pericolosamente James…
 Lupin chiuse gli occhi per non vedere, ma un sonoro “TONF!” e un rumore paurosamente simile a quello di ossa che scricchiolano gli segnalarono l’atterraggio degli amici sul pavimento dell’infermeria. Per un attimo Remus valutò l’ipotesi di accertarsi del loro stato di salute, ma poi ricordò la spiacevole fine che il suo tema di Storia della Magia -conteso tra James e Sirius- aveva fatto il giorno prima e decretò che… no, se la sarebbero cavata perfettamente da soli.

Ad ogni modo poco dopo le sonore imprecazioni di Sirius e la risata convulsa di James- quella tipica di chi ha appena preso una bella botta al fondoschiena- confermarono che non era nulla di grave.
-“Allora, come procede? Il lupacchiotto che è in te preme per uscire?” chiese Potter, arrancando sul pavimento verso il letto dell’amico. “Il nostro Felpato sembra non stare più nella pelle… dico bene, Sir?”
-“Te lo ripeto per l’ultima volta, fottuto cervide, non avevo idea che fossero biscotti per cani, ok? E poi non è colpa mia se sono così dannatamente saporiti…
-“D’accordo, d’accordo, non voglio sentire altro” disse Remus senza riuscire a  trattenere una risata –“Piuttosto…dov’è Coda?
-“L’abbiamo seminato! O meglio…l’ho seminato, mentre Ramoso qui teneva le sue chiappe comodamente adagiate sulle mie spalle… Quel ratto ha bisogno di un po’ di palestra, comunque, non riesce a reggere neanche una corsetta giù per le scale…
-“ Sette…piani….di scale…dietro voi due… pazzi!” Un ansimante Peter Minus fece la sua comparsa sulla porta, e gli altri fecero appena in tempo a scorgere il suo viso paonazzo prima che si accasciasse sul pavimento della stanza, stremato.
Ma il suo momento di pace non durò a lungo.

-“POTTER! BLACK! CHE DIAVOLO CI FATE QUI?!”
L’entrata in scena di madama Chips sarebbe potuta risultare allarmante ed a effetto, se solo la donna non fosse inciampata e caduta rovinosamente, senza apparente motivo. Solo il rantolio lamentoso proveniente dal pavimento ricordò ai Malandrini la presenza di Peter, e questo non fece che rendere il tutto ancora più esilarante.
Ma il soffocato “Avada Ke…” di Codaliscia fu coperto dal ruggito di una furente Madama Chips riemersa da terra.
-“FUORI. SUBITO!!”
-“Suvvia Poppy, rilassati, non essere sempre così acida…”
Il tentativo di Sirius non parve però non rivelarsi molto efficace, e i tre Malandrini vennero scortati-tirati per le orecchie- fuori dall’infermeria.
-“Ehm…noi andiamo a colazione…a dopo, Lunastorta…OUCH! IL LOBO!!”
La porta si chiude con un tonfo e la stanza tornò silenziosa.
Remus scosse la testa e sorrise, sospirando.
Sarebbe stata una lunga giornata.

Ore 12.30

Camminava per le vie di Hogsmeade mano nella mano con una gigantesca tavoletta di cioccolato, il vento nei capelli e uno zaino da campeggio giallo sulle spalle. Svoltarono l’angolo, senza parlare, e si ritrovarono nella Stamberga Strillante. La tavoletta di cioccolato strinse la sua mano più forte, lui si voltò e le si avvicinò con la bocca aperta, pronto ad assaporarla in tutta la sua dolcezza…era così vicino da poter sentire il suo profumo, ma lei lo bloccò e cominciò a chiamarlo. “Remus…”
Non ora. “Remus…” “Remus…”
-“Remus!”
Il ragazzo si svegliò di soprassalto, emettendo un debole gemito. Ci mise un po’ a realizzare chi fosse e dove si trovasse, e quando ebbe riacquistato il controllo della situazione si appuntò mentalmente di non mischiare più medicine e antidolorifici.
Si mise a sedere a fatica e sbatté le palpebre per scacciare l’invitante immagine della cioccolata e focalizzare quella di una ragazza dai capelli rossi e profondi occhi verdi, che lo fissava preoccupata.
-“Tutto ok, Remus?”
-“Sì, certo Lily… Ma cosa ci fai qui?”
-“Oh volevo solo vedere come stavi… sei molto stanco?”
“Stavo dormendo prima che tu mi svegliassi brutalmente per chiedermi se ero stanco, dovrei anche risponderti?” fu il pensiero di Lupin, ma per pura educazione si impose di tenerlo per sé.
-“Sei qui solo per questo?” domandò invece, chiedendosi quale fosse il secondo fine di quella visita. Perché Lily Evans, la dolce Lily Evans, aveva sempre un secondo fine.
-“E va bene! Il mio problema è…Potter. Non ho idea di come tu possa sopravvivere standogli vicino tutto il santo giorno, è…esasperante! Evans di qua, Evans di là… Puoi dirgli che non ho nessuna intenzione di uscire con lui? E di smetterla con questa mania dei fiori, l’altro giorno la Sprite mi ha chiesto se ero interessata a un suo vecchio volume “Come creare una serra in pochi colpi di bacchetta”…Capisci? Oh, già che ci sei digli di smetterla di scompigliarsi i capelli: è irritante!” . La ragazza riprese fiato.
-“Potter di qua, Potter di là…” Remus sorrise. Era dall’inizio dell’anno che Lily non gli parlava d’altro se non di James…certo, non è che si prodigasse in complimenti, ma era il suo unico argomento di conversazione.
-“E con questo cosa vorresti dire?”
-“Oh niente, assolutamente niente… Ma vedi, come ben sai James è un caso perso, quindi che ne dici di essere un po’ meno…aggressiva. Stabiliamo un limite: massimo una fattura alla settimana.
-“Una sola?? Non credo di potercela fare…”
-“E invece sì, Lily, sei una ragazza così dolce…”
-“Oh Rem, lo pensi davvero?”  Lily si allungò le braccia verso di lui e lo strinse in un abbraccio affettuoso…
-“TRADIMENTO!”
Lily si voltò di scatto, conficcando per sbaglio un gomito nello stomaco di Remus, che gemette di dolore.
-“POTTER!”
James era immobile sulla porta, i capelli particolarmente scompigliati e lo sguardo corrucciato-e del tutto ingiustificato- di uno che ha appena sorpreso la sua ragazza insieme ad un altro.
-“Remus! Tu, il mio migliore amico…come puoi farmi questo?” si portò una mano sul cuore, affranto, e si inginocchiò a terra in maniera plateale.
-“Potter piantala di blaterare o mi vedrò costretta a cruciarti”.
Remus emise un debole gemito. No, non si sarebbero messi a litigare, non di nuovo.
-“Proprio tu Evans, la donna dei miei sogni, te la fai con il mio amico…”
-“IO NON ME LA FACCIO PROPRIO CON NESSUNO, POTTER, E SE NON SPARISCI SUBITO IL TUO UNICO SOGNO SARA’QUELLO DI UNA MORTE RAPIDA, CHIARO??!”
Come non detto.
-“Andiamo, Lils, non essere sempre così scontrosa…”
-“Vattene, Potter! Non vedi che Remus sta male? Uno Schiopodo-Sparacoda dimostra molta più sensibilità di te!”
-“Ragazzi, vi prego…”
-“Cosa? Ma se lo stai traumatizzando con le tue urla! E credimi, gli sono molto più vicino di quanto lo sia tu, Liluccia!”
Le deboli suppliche di Remus furono ignorate bellamente.
-“Un altro ridicolo soprannome e puoi considerarti morto, Potter”. Lo sguardo di Remus si posò, terrorizzato, sulle dita di Lily che si stringevano pericolosamente intorno alla bacchetta…”
-“No…ragazzi…niente fatture in infermeria…ragazzi…”
-“AAAH!” Remus affondò la testa nel cuscino in tempo per non vedere James che veniva  catapultato all’indietro e sbatteva  violentemente contro uno scaffale.
Il rumore assordante di vetri rotti però gli arrivò, forte e chiaro.
-“JAMES!” urlò Lily, coprendosi il viso con le mani e correndo a soccorrerlo.
-“LILY!” urlò James, riemergendo dalle macerie.
-“JAMES!” urlò Lily mortificata, aiutandolo ad alzarsi.
-“JAMES?” urlò James, resosi conto che Evans lo aveva chiamato per nome ben due volte di fila.
-“REMUS!” urlò Remus, cercando di attirare l’attenzione sulla sua persona aggrovigliata tra le lenzuola.
-“ERNESTO!” urlò Ernesto Turner, nel letto dall’altra parte della stanza, svegliatosi di soprassalto per il rumore.
-“ERNESTO?” urlò Remus “ERO CONVINTO FOSSI UNA RAGAZZA!”
-“UNA RAGAZZA?MA NON VEDI CHE HA LA BARBA?” urlò James, cominciando a chiedersi perché tutti stessero urlando.
-“GIA’, PERO’ HA LE TETTE!” urlò Lily, che era decisamente stufa di urlare.
-“BASTA COSI’!” urlò Madama Chips, e tutti smisero di urlare.
-“Potter che ti è successo? Sei ferito?”
-“Oh James, mi dispiace tanto, scusami!” balbettò Lily tra i singhiozzi, cercando di tamponare il sangue dalla minuscola ferita sul braccio del ragazzo.
James, che aveva aperto la bocca per dire che lui stava benissimo, la richiuse subito.
-“Non ho idea di cosa le sia saltato in mente, signorina Evans, inutile dire che siete in punizione, lei e il signor Potter!”
Lo sguardo di Lily da dolce e premuroso si fece tetro.
-“COOSA? POTTER! E’ tutta colpa tua, sempre in mezzo, e adesso io sono in punizione, e tu…AAARGH!” Gli strattonò un braccio e uscì a grandi passi dalla stanza, furiosa.
James rimase in silenzio e si rivolse a Remus, allibito. –“Ma chi le capisce le ragazze?”
-“Eh già!” sospirò Ernesto Turner, per poi rigirarsi e continuare a dormire.

Ore 15.30

Dopo gli spiacevoli avvenimenti della mattinata, Madama Chips aveva proibito l’ingresso in infermeria a chiunque non riportasse lesioni, ustioni, o almeno qualche sintomo di varia natura.
Inutile dire che i Malandrini avevano provato a entrarci lo stesso.
Inutile dire che le finte pustole di James non erano risultate abbastanza convincenti, e che Sirius era in punizione per tentativo di violenza ai danni di un compagno –Peter- che si era rifiutato di amputarsi un braccio da solo per poter entrare in infermeria.
 Ignaro di questi fatti, Remus se ne stava ozioso sul suo letto, a osservare Madama Chips che pattugliava l’ingresso, sospettosa. Quando ad un tratto gli giunse una voce familiare…
-“La prego Madama Chips, mi faccia entrare, voglio solo tenergli un po’di compagnia…”
Per favore no.
-“…solo qualche minuto…”
La prego Madama Chips, no.
-“Oh d’accordo MacDonald, ma non più di cinque minuti.
Accidenti!
-“Reeem!”
Che ho fatto di male?
-“Mary, ciao! Non dovevi disturbarti…”
Cielo, fa che sia una cosa rapida.
-“Ma figurati, sono felice di tenerti compagnia!”
Oh, fantastico.
-“Ehm…già…che mi racconti?”

Godric, perché sono così maledettamente imbecille?

Ore 17.00

-“…e poi Alice ha detto a Marlene, ma io l’ho saputo da Emmeline, che l’ha saputo da Dorcas, che Sirius le aveva detto che aveva sentito dire da Regulus che Avery usciva con Jenny Dee, di Tassorosso, anche se io sono sicura che si trattasse di Jenny Lee, di Corvonero, anche perché conosco sua sorella, che tra l’altro è la stessa che oggi ha rinchiuso Minus nell’armadio delle scope, e non aveva tutti i torti, poverina…Remus? Mi stai ascoltando?

Remus giaceva inerme sul letto, lo sguardo stravolto e smarrito che scattava qua e là per la camera, in cerca di una via di fuga.
In effetti, pensò, chiedere a Mary MacDonald, la ragazza più pettegola di Hogwarts e presumibilmente dell’intero mondo magico, se aveva qualcosa da raccontare non era stata proprio quella che si dice un’idea geniale.
Come se non bastasse le sue chiacchiere lo avevano reso ancor più di malumore: dopo la punizione di James e quella di Sirius, la notizia che Peter era rinchiuso in chissà quale sgabuzzino di Hogwarts e ci sarebbe rimasto finché qualcuno non si fosse degnato di cercarlo, il che poteva accadere tra chissà quanto tempo, poteva significare solo una cosa: niente luna piena con i Malandrini, quella sera.
 
Ore 18.30

L’abbattimento che si leggeva negli occhi di Remus si trasformò in orrore puro all’ingresso in infermeria di un oscillante e quanto mai stralunato Xenophilius Lovegood, sorretto da Madama Chips.
-“ Quei vandali dei suoi compagni di Casa l’hanno fatto bere” spiegò seccamente la donna –“ha bisogno di riposare un po’.
-“Hic!” Il giovane Lovegood emise un singhiozzo, come per conferma. –“Ciao –hic!- Remus-hic!”
Lupin sospirò, affranto. Se già Xeno si comportava in maniera…insolita normalmente, non osava immaginare cosa avrebbe fatto da ubriaco.

Ore 19.15

Se non altro, ora sapeva esattamente come comportarsi in caso di aggressione da parte di Ricciocorno Schiattoso.
 Era ormai giunto al limite della sopportazione. Aveva ascoltato pazientemente i deliri di Xeno su galline squamate, polli mannari e quant’altro; aveva finito il tema per Lumacorno sui filtri d’amore e aveva persino –ancora non si capacitava di come avesse potuto lasciarsi convincere- cantato una ninna-nanna ad Ernesto Turner, che ora russava beato sulla sua branda.
Cos’altro sarebbe potuto capitargli ancora?
-“REEEEEEEEM!”
Oh, giusto. Alice Prewett.
-“Alice, davvero, io non mi sento molto…”
-“Remus mi è capitata una disgrazia!” lo interruppe lei, tra i singhiozzi.
-“Per l’amor del cielo Alice che cosa ti è successo?”
-“…io…sigh…FRANK!”
-“Frank cosa?”
-“Lui…io…”
-“Non vi sarete mica lasciati?”
-“Peggio! Oh Remus, lui…”
-“Peggio? Lui cosa?...E’MORTO?”
-“PEGGIO!”
-“Come sarebbe a dire peggio? Alice ti prego…”
-“LUI MI TRADISCE!” la strega proruppe in un altro scoppio di pianto.
Remus si passò una mano sul viso,  esasperato. Non era possibile. Era la quarta volta quella settimana.
-“Oh, giusto, e…sentiamo, a quale bambina del primo anno ha sorriso questa volta?”
Lo sguardo della ragazza si fece duro.
-“Melody Bryan. Quella sgualdrina…ho sempre sospettato di lei, fin dal primo momento…era chiaro che ci provasse con lui...il mio Frankie!!”  Altro scoppio di pianto.
-“ALICE!” Frank entrò di corsa, inginocchiandosi davanti alla fidanzata, mentre Remus borbottava qualcosa di molto simile ad un “Avrei dovuto aspettarmelo”.
-“Ti prego perdonami, io…non c’è niente tra noi…insomma ha undici anni! L’ho guardata perché mi faceva tenerezza, così sperduta… Alice io ti amo!”
-“Oh Frank!” la ragazza gli gettò le braccia al collo, baciandolo con foga.
-“Oh Alice!” fece lui abbracciandola.
-“Oh no questo è troppo!” fece Remus, disperato.
-“Ragazzi?” tentò dopo qualche minuto, visto che gli amici non accennavano a staccarsi.
-“Ehmm…ragazzi!” la situazione si stava facendo imbarazzante. -“Oh andiamo…Ernesto di’ qualcosa!”
Ernesto si asciugò gli occhi con un lembo del lenzuolo, commosso –“E’ così…romantico!”

Ore 20.00

L’espressione di Remus era tra l’esasperato e l’isterico quando Madama Chips venne a chiamarlo avvisandolo che tra non molto l’avrebbe accompagnato alla Stamberga Strillante. Era stata una giornata estenuante, ma il peggio doveva ancora venire. E, come se non bastasse, era solo.
Il ragazzo si alzò e si mise a cercare le scarpe, quando il suono di tre colpi lo fece sussultare. Corse alla finestra, sicuro che il rumore provenisse da lì, ma non vide nulla. Era ormai convinto che la stanchezza gli avesse provocato le allucinazioni, quando una testa fluttuante e spettinata comparve dal nulla proprio davanti a lui.
Ci mise un po’ a collegare: James…Mantello dell’Invisibilità…Scopa.
Ma qualcosa ancora non tornava.
-“Che diavolo ci fai qui?”  sillabò, per farsi capire oltre il vetro -“non eri in punizione?”
James alzò le spalle, sorridendo malizioso.
-“Come diavolo avete fatto?” domandò Lupin, sicuro che anche Sirius fosse riuscito a svignarsela.
Il ragazzo fece un gesto vago, come a voler dire “un gioco da ragazzi”. Disse qualcosa, ma Remus non afferrò.
-“Avete trovato Peter?” chiese invece.
L’amico annuì.
Remus lo osservò a lungo, poi sorrise.
-“Grazie”.
James alzò di nuovo le spalle. Disse qualcosa, e stavolta Remus capì al volo, e non poté che essergli grato.
“Onora la luna piena” ripeté tra sé, quando James fu sparito, sorridendo incredulo “Onora la luna piena”.

Ore 00.00

Correvano nel bosco.
Il  cervo, il cane, il topo e il lupo.
Correvano liberi, nel buio della notte, liberi come solo in quei momenti si sentivano. Liberi dalle difficoltà della vita, dal peso di un futuro che sapevano bene non avrebbe riservato loro altro che dolore, una volta usciti da quelle mura. Eppure, in quei momenti non importava. Non esisteva guerra, magia oscura, non esisteva niente che non fosse il rumore delle loro zampe sull’erba e il soffio del vento che li accarezzava. Correvano nella Foresta senza confini, spensierati e, nonostante tutto, felici. Perché quella era la loro forza, la magia che li legava, e finché sarebbero  stati uniti niente avrebbe potuto ostacolarli. Niente, neanche la luna piena, quella prigione che per Remus, da quando erano arrivati loro, si era trasformata in libertà.
Correvano, il cervo, il cane, il topo e il lupo, liberi e felici, verso un’ennesima nuova avventura.

E la luna vegliava su di loro, bianca e splendente, bella come non era mai stata.

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Angolino di May

Eccomi qua, puntuale come un orologio svizzero!! Non ve l'aspettavate, vero??
Niente, non vi intrattengo molto, vista la lunghezza spropositata del capitolo...solo, volevo ringraziare di cuore le 9 persone che seguono questa storia, e le 2 che l'hanno addirittura messa tra le preferite!! Sono onorata, davvero, e sarei molto felice di sentire un vostro parere.
Per il resto...spero di non avervi annoiati. Se trovate errori vi prego di segnalarmeli, io ho fatto quello che potevo.
Ancora grazie e un bacio a tutti!
Vostra

May

NELLA PROSSIMA PUNTATA...

"C'era un solo giorno che Sirius, come del resto tutta la popolazione maschile di Hogwarts, temeva più del
giorno degli esami, più della McGranitt arrabbiata, persino più di James quando
finiva la torta di melassa.
Era, il giorno-che-non-deve-essere-nominato, quello il cui
nome terrorizzava i ragazzi più di quello del Signore Oscuro in persona.
Era il giorno di San Valentino."

-"Con tutto il rispetto, e per rispetto intendo rispetto verso la piovra ,non
certo verso di te, Potter, credo che la piovra gigante non veda l'ora di
andare con te a Hogsmeade quindi...beh perché non vai ad importunare lei?"





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