Il Decalogo del Perfetto Malandrino di Margaret Moonstone (/viewuser.php?uid=171165)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Regola n. 1 Onora la luna piena ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
E'assurda, improbabile e idiota...
ma ne vado molto fiera
<3
Il
Decalogo
del
Perfetto
Malandrino
Prologo
Era una
normalissima serata di dicembre; i nugoli di fiocchi di neve sferzati
violentemente dal vento gelato contro le finestre e la distesa bianca
che scintillava sotto la luna quasi piena facevano un curioso contrasto
con l’interno del castello di Hogwarts, le sale comuni
illuminate dalla luce calda proveniente dai camini e i corridoi
già addobbati a festa.
Tutto
era tranquillo, anche per merito degli spifferi che dissuadevano
persino gli studenti più ribelli ad avventurarsi nei
corridoi dopo il coprifuoco, e nel dormitorio maschile di Grifondoro si
respirava un’aria di piacevole quiete. La cosa sarebbe
sembrata normale, se non si fosse trattato del dormitorio di Peter
Minus, Remus Lupin, ma soprattutto James Potter e Sirius Black.
Parlando dei suddetti studenti, la situazione non poteva che sembrare
anomala, se non preoccupante.
Eppure
pareva che qualcuno avesse scagliato un incantesimo Petrificus Totalus
su almeno tre dei Malandrini, che sedevano immobili sui rispettivi
letti scrutando allarmati un Remus Lupin completamente fradicio che
armeggiava con il suo baule, alla ricerca di qualcosa.
James
seguiva con lo sguardo ogni suo movimento, la mano che scattava
nervosamente a scompigliare i capelli all’incirca ogni
quattro secondi. Sirius, corrucciato e con l’aspetto di un
segugio che cerca di fiutare la situazione, teneva un cuscino a portata
di mano, come scudo. Codaliscia, infine, non tentava nemmeno di
dissimulare l’espressione di evidente terrore dipinta sul
viso. I tre non avevano tutti i torti: Remus poteva sembrare il ragazzo
mite e pacato che vedevano tutti, ma dentro nascondeva un animo feroce
e vendicativo da vero lupo mannaro, e loro lo sapevano bene. E sapevano
anche che quella volta non l’avrebbero passata liscia: mai
scatenare le ire di un Malandrino con la luna storta.
Remus,
dal canto suo, era l’immagine della serenità, e
questo era quello che avrebbe dovuto allarmare i tre amici. Estrasse
una pergamena con la dovuta lentezza, poi, con tutta la calma
possibile, parlò. Era bagnato da capo a piedi e in altre
circostanze sarebbe stato buffo da vedere, ma in quel momento nessuno
dei Malandrini si sarebbe sognato di ridere.
-“Ragazzi”
cominciò, e già la tranquillità con
cui aveva affrontato la questione andava affievolendosi “voi
vi rendete conto, vero…vi rendete conto” il colore
delle sue guance si faceva sempre più simile a quello delle
divise da Quidditch di Grifondoro “vi rendete conto che non
si può andare avanti in questo modo? Che al settimo anno,
settimo, non so se mi spiego, voi…voi” sembrava
dovesse esplodere da un momento all’altro, e per evitare che
accadesse riprese fiato e si concesse uno sguardo a chi aveva davanti.
Sirius aveva ancora un paio di mutande, il cui proprietario era ignoto,
sulla testa a mo’ di cappello, e sul suo letto giacevano
frammenti di una bottiglia di Whisky Incendiario; James era senza
maglietta, ma non era questo il punto. Il punto era che la sopracitata
maglietta fluttuava in aria insieme a tutti gli altri vestiti presi dai
bauli, ed era quella che, al suo ingresso in dormitorio, gli si era
avvinghiata alla faccia impedendogli quasi di respirare, e soprattutto
di vedere il bacile d’acqua –cosa ci facesse un
bacile d’acqua nel loro dormitorio rimaneva un mistero- che
aveva urtato e che gli si era rovinosamente rovesciato addosso. E poi
c’era Peter, che, ne era sicuro, era quello che aveva meno
colpe in quel pandemonio, e che tuttavia aveva tatuata in fronte una
scritta lampeggiante: “I love Minerva McGranitt”.
Senza contare le piume dei cuscini sparse per tutta la stanza e le
pareti piene di schizzi di alcolici non meglio identificati.
Dopo
questa spiacevole panoramica, Lupin non riuscì a trattenersi.
-“VI
SEMBRA POSSIBILE RIDURRE IL DORMITORIO IN QUESTO STATO?! DICO, MA SIETE
IMPAZZITI? NON VI ERANO BASTATI I FESTAGGIAMENTI PER LA VITTORIA A
QUIDDITCH IN SALA COMUNE?E LA STRIGLIATA DELLA MCGRANITT?NO, IMMAGINO
CHE UNA SETTIMANA DI PUNIZIONE SIA DECISAMENTE TROPPO POCO PER VOI!! MA
FORSE NON AVETE CAPITO CHE QUESTO E’ L’ULTIMO ANNO,
CI SONO I MAGO E TUTTO, IO SONO CAPOSCUOLA E HO IL DOVERE DI TENERVI
SOTTO CONTROLLO! SOLO PERCHE’SONO VOSTRO AMICO E NON VI
DENUNCEREI MAI NON SIGNIFICA CHE POTETE RIDURRE LA MIA STANZA A UN
CIRCO O FARMI PRENDERE UNA BRONCOPOLMONITE!”
E
dopo aver ululato questo si buttò sul letto a braccia
aperte, esausto.
I Malandrini
si lanciavano occhiate preoccupare, senza fiatare. Poi, come se non
fosse successo nulla, Remus si mise a sedere tranquillamente con una
pergamena e una piuma in mano, e cominciò a scrivere
qualcosa.
-“Emmm…Lunastorta…che
stai facendo? Non… non vorrai scrivere una rapporto alla
McGranitt, vero? Puliremo tutto, tutto! Promesso!” fece
James, implorante.
-“Sono
certo che pulirete tutto, Ramoso, ma tranquillo: non farei mai una cosa
del genere. Vi sembro così cattivo, ragazzi?”
Nessuno
rispose.
-“Solo…è
il momento di stabilire delle regole, se vogliamo sopravvivere senza
morti né feriti anche quest’anno…Quindi
adesso, insieme, scriveremo un decalogo…Un decalogo
è una lista di dieci regole, Peter, abbassa pure la
mano…Dicevo, un decalogo, che ognuno di voi dovrà
rispettare…sono stato abbastanza chiaro?”
-“Forte!”
esclamò James, tutt’a un tratto entusiasta. Sirius
era più diffidente. –“Non vorrei che il
lupastro ci incastrasse…”
-“No,
andiamo, sono pur sempre un Malandrino, no? E poi non le
sceglierò solo io le regole… diciamo che
sarà… “Il Decalogo del Perfetto
Malandrino”
-“Mmm…mi
piace già di più!”
-“Benissimo,
allora, dunque…”
IL
DECALOGO DEL PERFETTO MALANDRINO
Chi
si impegna a rispettare questo patto giura solennemente di non avere
buone intenzioni.
Regola
numero 1:
-“Spostati,
Felpato, non vedo niente!”
-“Se
sei basso non è colpa mia, orbo di un cervo!”
-“Reeeeemus!
Sirius non mi fa vedere cosa c’è
scrittoo!”
-“Reeeeemus!
James mi picchiaaaa!”
-“Ragazzi
non ci stiamo tutti sul mio letto…”
-“Zitto
topo di fogna, e piantala di scalciare!”
-“Sirius!
Non insultare Peter! Tranquillo Coda, vengo io in tuo
soccorso…Geronimoo!”
-“James..no…AHIA!”
-“Remus,
James mi è saltato addosso, digli qualcosa!”
-“Ragazzi
vi prego, il plenilunio si avvicina…”
-“Remus,
spostati anche tu, le tue chiappe mannare occupano spazio!”
-“Remus…”
-“Remus?”
-“Rem…”
-“BASTAAAAAAAA!!!!!!”
Il povero Malandrino si accasciò sul pavimento, mentre Peter
lo osservava sbigottito e James agguantava la piuma e scriveva:
Regola
numero 1: Mai irritare Remus Lupin quando ha le
sue cose
Lunastorta
riemerse dal pavimento, ringhiando.
-“D’accordo,
d’accordo…” intervenne Sirius,
impadronendosi della pergamena.
Regola numero 1: Onora la luna piena
-“Meglio?”
L’altro
annuì, esasperato.
-“Passiamo
alla due…”
-“Ce
l’ho!” . James si mise in piedi sul letto con una
mano sul cuore, assumendo un atteggiamento solenne.
–“Gli amici vengono prima di tutto”
-“Accidenti
Potter, che originalità!”
James si
inchinò, compiaciuto, mentre Remus trascriveva.
-“Aspetta,
aspetta” intervenne Sirius, dubbioso “Anche delle
ragazze?”
-“Anche
delle ragazze, cagnaccio rubacuori!”
-“A
parte Lily Evans” si intromise James, e vedendo la reazione
degli amici –Peter sbatteva ripetutamente la testa contro il
muro, Remus si prendeva il viso fra le mani scuotendo la testa, e
Sirius si avvicinava alla porta minacciando di andarsene- fece gli
occhioni da Bambi implorando –“Vero Rem-rem? Per
Jamesuccio è taaanto importante…”
-“E
va bene, a parte Lily Evans” acconsentì
‘Rem-rem’, convinto più dalla
consapevolezza che l’amico fosse un caso perso che
dall’espressione Bambi, per nulla convincente.
Regola
numero 3: I Serpeverde sono una razza spregevole e
da annientare
-“Non
se parla, Felpato! Insomma un po’ di tolleranza! Sono anche
loro esseri umani, indipendentemente dal fatto che siano
insopportabili, spocchiosi…”
-“Prepotenti”
si inserì Peter.
-“Inutili,
nocivi, asessuati, Mangiamorte, maleodoranti, nauseabondi,
idioti…” snocciolò Sirius,
mentre Remus annotava:
Regola
numero 3: I Serpeverde sono esseri umani
-“A
parte Mocciosus” intervenne James. Nessuno ebbe da ridire.
-“La
quattro…”
-“Ma
dobbiamo proprio scriverle tutte?” sbuffò Sirius,
che cominciava ad annoiarsi.
-“Proprio.
L’idea di così tante parole insieme ti agita, Felp?
-“Fottiti,
Lunastorta. Tu e la tua stupida burocrazia.” E si
spogliò senza il minimo pudore, per poi stendersi sul letto
mugugnando un indistinto ‘Buonanotte’, del tutto
dimentico di avere ancora un paio di mutande in testa.
-“E’
uno spettacolo ripugnante” decretò Remus.
-“Stendiamo
un velo pietoso” aggiunse James, estraendo dal baule il
Mantello dell’Invisibilità e coprendo
l’amico già tra le braccia di Morfeo. Lunastorta
si illuminò:
Regola numero 4: Mappa e Mantello sono proprietà esclusiva
dei Malandrini, vietato divulgarne l’esistenza
-“Ottimo!”
approvò Peter. La Mappa è stata proprio
un’idea geniale! Pensate a tutte le punizioni che abbiamo
scampato…”
-“Tu
le avrai scampate, caro Coda, a me le punizioni ti assicuro che non
mancano!” esclamò James.
-“Ma
se ogni volta tu e il sacco di pulci, qua sotto, riuscite a
coinvolgerci tutti!” fece Remus, indignato.
-“E’
la regola numero cinque, lupacchiotto” replicò lui
gettandosi sulla lista “Assumersi le proprie
responsabilità”.
-“Proprio
tu mi vieni a parlare di responsabilità? Io scriverei
piuttosto ‘Punizione per uno, punizione per tutti’,
a questo punto…”
-“Ottima
idea, Rem!” e corresse, mentre Remus si mangiava le mani,
furioso. –“Ho bisogno del mio cioccolato, ho
bisogno del mio cioccolato…” . Era troppo occupato
a evitare gli oggetti sul pavimento che lo separavano dal cassetto dove
conservava il suo dolce tesoro per accorgersi che gli altri due
Malandrini erano visibilmente impalliditi.
–“Ehmm…aspetta, Remus,
noi…ecco stavamo appunto per dirtelo ma
tu…ecco…Peter spiegaglielo
tu…”.
Ma non
servirono spiegazioni. L’urlo che partì dal
dormitorio ed echeggiò per tutto il castello non ne
ammetteva.
-“VOI!!
TRADITORI! DOV’E’ LUI?DOV’E’ IL
MIO CIOCCOLATO??!”
Peter
piagnucolava mentre James balbettava
–“Ecco…noi…avevamo…fa-fame…noi…NOO!”
Successero
un po’ di cose: Remus si scaraventò contro James,
che si nascose dietro Peter, che nel tentativo di fuggire
urtò il letto di Sirius, che cadde svegliandosi di
soprassalto e urlando “TERREMOTO!!”. Poi, accortosi
che non si trattava di quello, bensì della goffaggine di
Codaliscia, si avventò contro di lui, e così
furono in due a scatenare le proprie ire sul poveretto, mentre James,
defilatosi, aggiungeva due regole al decalogo:
Regola
numero 6: Gira al largo dal cioccolato se hai a
cuore la tua vita
Regola
numero 7: Non svegliare il can che dorme
Quando la
tragedia si fu consumata, le condizioni di salute di Peter accertate e
la situazione un poco ristabilita, James decise che potevano proseguire.
-“Forza,
finiamo questa cosa che fin ora ha portato più danni che
altro…che ne dite di ‘Non avere altro dio al di
fuori di James Potter’, oppure ‘Non pronunciare
invano il nome di James Potter’...”
-“Sì,
e magari ‘Non desiderare la Lily
d’altri’, ‘Non uccidere’,
‘Non cruciare’…ma per favore!”
-“Ragazzi,
abbiamo dimenticato l’origine del
problema…perché non ‘Niente festini in
dormitorio, niente vestiti volanti, niente bacili
d’acqua’...si può sapere che diavolo
volevate farci con tutta quell’acqua?!”
-“Sai
io…non credo che tu lo voglia veramente
sapere…”
-“Andiamo
Sir, è giusto che lo sappia, invece!” fece James,
mentre, con un ghigno tutto malandrino, annotava sulla pergamena ormai
stropicciata:
Regola
numero 8: Sappi perdonare
Remus
sospirò, rendendosi contro che la sua idea gli si stava
rivoltando contro. –“Allora? Volete
illuminarmi?”
-“Mio
caro Lunastorta, come desideri. Io e i miei esimi colleghi Felpato e
Codaliscia
progettavamo
di creare, e lo avremmo appunto fatto stanotte, dopo i festeggiamenti,
se non fosse stato per te e i tuoi movimenti inconsulti, un allevamento
di pesci!” lo disse con entusiasmo, ed entusiasti furono
anche gli applausi e gli inchini degli altri due Malandrini.
-“Pesci”
ripeté Remus, inespressivo.
-“Pesci!”
ribadì James, radioso, come se fosse la cosa più
ovvia del mondo e non necessitasse spiegazioni.
Il povero
Lunastorta, chiamando a raccolta tutto il buon senso che gli era
rimasto, domandò, cercando di mantenere la calma
:-“Pesci. Ebbene? Sareste così gentili da
informarmi?”
-“Certo
che dobbiamo proprio spiegarti tutto, Rem…e poi ti fai tanto
figo perché hai i voti più alti di tutta la
scuola! L’ho sempre detto io che c’è
qualcosa tra te e la McGranitt…”
-“James
TAGLIA!” ringhiò Lupin, che cominciava a perdere
le staffe.
-“D’accordo…
volevamo allevare pesci per poi trasfigurarli, non appena fossero
cresciuti, in meravigliose, splendide sirene!!”
Lo sguardo che
Remus rivolse all’amico esprimeva tutta la sua frustrazione,
commiserazione e l’improvviso desiderio di buttarsi da una
delle torri.
-“Sarebbe
solo per il tuo bene, amico! Io non tradirei mai la mia Lily, e a
Felpato le ragazze non mancano… E’ ora che pensi
un po’ a te stesso o, coi tempi che corrono, finirai per
morire senza essere stato con nessuna…A eccezione di Minnie,
ovviamen…”
Un cuscino,
con somma gratitudine di tutti, fu scaraventato sulla faccia di James,
facendolo finalmente tacere.
-“Sbrighiamoci,
ci mancano due regole” fece Peter.
Dopo una buona
mezz’ora, e proposte che prevedevano cori da stadio,
esaltazioni della persona di James Potter, vari improperi rivolti ai
membri della famiglia Black, apprezzamenti a compagne di corso, insulti
e idiozie in genere –tutte prontamente bocciate da Remus- si
optò per
Regola
numero 9: Scherzi ma a fin di bene: a tutto c’è un
limite
-“Forza,
abbiamo quasi finito! Chi avrà l’onore di dettare
l’ultima regola?”
-“Ehi
Pet! Tu non ne hai detta neanche una! Forza amico,
stupiscici!”
Gli occhi si
puntarono su Codaliscia, il che lo fece arrossire. Se da una parte il
dover esprimere un’opinione lo metteva in crisi,
dall’altra era lusingato della considerazione che gli amici
avevano per lui. Non avrebbe mai immaginato di trovare delle persone
così meravigliose, e pensò che senza di loro non
avrebbe potuto vivere. Se avessero smesso di essere suoi
amici…se lo avessero tradito, non avrebbe potuto sopportarlo.
Così,
sicuro come raramente capitava di vederlo, decretò:
Regola
numero 10: Mai tradire un amico. Mai e poi mai.
E fu
così che i Malandrini conclusero il loro patto di totale
fedeltà. Patto che contro ogni previsione fu rispettato,
sempre. O quasi.
La frase di
Codaliscia scatenò applausi e ovazioni; fu un vero momento
di gloria per Peter.
Momento di
gloria che cessò miseramente di esistere con
l’ingresso della professoressa McGranitt, attirata dalla
confusione.
-“Che
cos’è tutto questo
trambu…MINUS!”
Nonostante i
pietosi tentativi di Peter di nascondersi, all’insegnante non
sfuggì la scritta lampeggiante e ben evidente sulla sua
fronte.
E fu
così che i Malandrini vennero a conoscenza dello spietato
senso dell’umorismo delle McGranitt.
E fu
così che l’intero corpo studentesco di Hogwarts fu
messo a conoscenza del profondo amore di Codaliscia nei confronti della
professoressa.
Amore che il
malcapitato portò scritto in fronte, immune a ogni
incantesimo che potesse cancellarlo, per un mese.
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Angolino
di May....
Salve
a tutti, cari amanti (e non) della Vecchia Generazione!! Chi mi conosce
già sa della mia prolissità nelle spiegazioni e
della mia incapacità di tacere, ad ogni modo...lasciate che
vi dica alcune cose:
1.
Mi scuso con i lettori della mia raccolta su Harry Potter (se mai uno
di loro dovesse essere capitato qui) per il ritardo: sappiate che prima
o poi aggiornerò, quindi non perdete le speranze! A May in
questo periodo mancava ispirazione per la raccolta, ma siccome, ripeto,
non è capace di contenersi, ha voluto proporre questa long
che era lì ad ammuffire nel suo computer...
2.
Questa fanfiction si basa su un immaginario "decalogo" che i Malandrini
hanno stilato, e ogni capitolo tratterà una storia a
sé. I capitoli saranno dieci, uno per ogni regola,
più questo prologo e probabilmente un epilogo.
3.
Tutti i capitoli sono già abbozzati, quindi dovrei riuscire
ad aggiornare una volta a settimana, salvo imprevisti.
Mmmm....credo
di non avere nient'altro da dire, solo... ho scritto questa storia
molto tempo fa, e ora la sto rispolverando... può non
sembrare ma richiede molto impegno da parte mia: sarei veramente
felicissima se dopo averla letta voleste spendere due paroline per
dirmi cosa ne pensate.
Accetto
consigli, critiche...qualunque cosa!
Grazie
a chi ha speso un po' di tempo per leggere questo esperimento!!
Un
bacio,
May
Oh, quasi
dimenticavo, nel caso vi interessasse...
NELLA PROSSIMA
PUNTATA...
-"VECCHIO LUPASTRO, TE
LA SPASSI, EH?!”
-"Felpato...FRENAAA!!"
Lupin chiuse gli occhi per non vedere, ma un sonoro
“TONF!” e un rumore paurosamente simile a quello di
ossa che scricchiolano gli segnalarono l’atterraggio degli
amici sul pavimento dell’infermeria.
-"Per l'ultima
volta: non avevo idea che fossero biscotti per cani!"
-"Ouch! Il
lobo!"
"TRADIMENTO!"
-"Pensavo
fossi una donna..."
-"Una donna?
Ma non vedi che ha la barba?"
|
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Capitolo 2 *** Regola n. 1 Onora la luna piena ***
Chiedo
scusa se non è quello che vi aspettavate...
Ho scritto partendo dal
presupposto che
Remus fosse molto
"malconcio"
il giorno prima della
luna piena, e lo passasse in infermeria.
Oltre ai Malandrini,
sono presenti molti
personaggi della Vecchia
Generazione.
Buona lettura <3
Capitolo Uno: Onora la
luna piena
Ore
8.00
Remus, la
testa affondata in un morbido cuscino bianco, osservava i granelli di
polvere che fluttuavano nel fascio di luce filtrante dalla finestra
dell’infermeria.
Non stava
così male, dopo tutto, aveva solo un leggero mal di testa:
l’intruglio di madama Chips faceva davvero miracoli!
In
ogni caso non era abbastanza forte per alzarsi, così se ne
stava lì, placido, a godersi un momento di rara quiete
(rarissima, considerato gli individui con cui si accompagnava).
“La
quiete prima della tempesta” , avrebbero detto i Babbani.
La
quiete prima della luna piena.
Pensò
Remus, con amarezza, e una fitta lo costrinse a portarsi una mano alla
tempia.
Forse gli
avrebbe fatto bene uno di quegli impacch…
“REMUUUUS!!!!
VECCHIO LUPASTRO, TE LA SPASSI, EH?!”
La
quiete prima dei Malandrini.
Remus
sospirò, mentre Sirius faceva irruzione nella sala, con un
oscillante James in spalla, che non faceva caso al proprio equilibrio
precario, anzi, pareva divertirsi un mondo.
-“Felpato
….FRENAA…!!”
Troppo tardi.
Sirius si
diresse a velocità supersonica verso il letto
dell’amico, ma per evitare di schiantarsi contro una branda
dovette sterzare, facendo barcollare pericolosamente James…
Lupin
chiuse gli occhi per non vedere, ma un sonoro
“TONF!” e un rumore paurosamente simile a quello di
ossa che scricchiolano gli segnalarono l’atterraggio degli
amici sul pavimento dell’infermeria. Per un attimo Remus
valutò l’ipotesi di accertarsi del loro stato di
salute, ma poi ricordò la spiacevole fine che il suo tema di
Storia della Magia -conteso tra James e Sirius- aveva fatto il giorno
prima e decretò che… no, se la sarebbero cavata
perfettamente da soli.
Ad ogni modo
poco dopo le sonore imprecazioni di Sirius e la risata convulsa di
James- quella tipica di chi ha appena preso una bella botta al
fondoschiena- confermarono che non era nulla di grave.
-“Allora,
come procede? Il lupacchiotto che è in te preme per
uscire?” chiese Potter, arrancando sul pavimento verso il
letto dell’amico. “Il nostro Felpato sembra non
stare più nella pelle… dico bene, Sir?”
-“Te
lo ripeto per l’ultima volta, fottuto cervide, non avevo idea
che fossero biscotti per cani, ok? E poi non è colpa mia se
sono così dannatamente saporiti…
-“D’accordo,
d’accordo, non voglio sentire altro” disse Remus
senza riuscire a trattenere una risata
–“Piuttosto…dov’è
Coda?
-“L’abbiamo
seminato! O meglio…l’ho seminato, mentre Ramoso
qui teneva le sue chiappe comodamente adagiate sulle mie
spalle… Quel ratto ha bisogno di un po’ di
palestra, comunque, non riesce a reggere neanche una corsetta
giù per le scale…
-“
Sette…piani….di scale…dietro voi
due… pazzi!” Un ansimante Peter Minus fece la sua
comparsa sulla porta, e gli altri fecero appena in tempo a scorgere il
suo viso paonazzo prima che si accasciasse sul pavimento della stanza,
stremato.
Ma il suo
momento di pace non durò a lungo.
-“POTTER!
BLACK! CHE DIAVOLO CI FATE QUI?!”
L’entrata
in scena di madama Chips sarebbe potuta risultare allarmante ed a
effetto, se solo la donna non fosse inciampata e caduta rovinosamente,
senza apparente motivo. Solo il rantolio lamentoso proveniente dal
pavimento ricordò ai Malandrini la presenza di Peter, e
questo non fece che rendere il tutto ancora più esilarante.
Ma il
soffocato “Avada Ke…” di Codaliscia fu
coperto dal ruggito di una furente Madama Chips riemersa da terra.
-“FUORI.
SUBITO!!”
-“Suvvia
Poppy, rilassati, non essere sempre così
acida…”
Il tentativo
di Sirius non parve però non rivelarsi molto efficace, e i
tre Malandrini vennero scortati-tirati per le orecchie- fuori
dall’infermeria.
-“Ehm…noi
andiamo a colazione…a dopo, Lunastorta…OUCH! IL
LOBO!!”
La porta si
chiude con un tonfo e la stanza tornò silenziosa.
Remus scosse
la testa e sorrise, sospirando.
Sarebbe stata
una lunga giornata.
Ore
12.30
Camminava
per le vie di Hogsmeade mano nella mano con una gigantesca tavoletta di
cioccolato, il vento nei capelli e uno zaino da campeggio giallo sulle
spalle. Svoltarono l’angolo, senza parlare, e si ritrovarono
nella Stamberga Strillante. La tavoletta di cioccolato strinse la sua
mano più forte, lui si voltò e le si
avvicinò con la bocca aperta, pronto ad assaporarla in tutta
la sua dolcezza…era così vicino da poter sentire
il suo profumo, ma lei lo bloccò e cominciò a
chiamarlo. “Remus…”
Non
ora. “Remus…”
“Remus…”
-“Remus!”
Il ragazzo si
svegliò di soprassalto, emettendo un debole gemito. Ci mise
un po’ a realizzare chi fosse e dove si trovasse, e quando
ebbe riacquistato il controllo della situazione si appuntò
mentalmente di non mischiare più medicine e antidolorifici.
Si mise a
sedere a fatica e sbatté le palpebre per scacciare
l’invitante immagine della cioccolata e focalizzare quella di
una ragazza dai capelli rossi e profondi occhi verdi, che lo fissava
preoccupata.
-“Tutto
ok, Remus?”
-“Sì,
certo Lily… Ma cosa ci fai qui?”
-“Oh
volevo solo vedere come stavi… sei molto stanco?”
“Stavo
dormendo prima che tu mi svegliassi brutalmente per chiedermi se ero
stanco, dovrei anche risponderti?” fu il pensiero di Lupin,
ma per pura educazione si impose di tenerlo per sé.
-“Sei
qui solo per questo?” domandò invece, chiedendosi
quale fosse il secondo fine di quella visita. Perché Lily
Evans, la dolce Lily Evans, aveva sempre un secondo fine.
-“E
va bene! Il mio problema è…Potter. Non ho idea di
come tu possa sopravvivere standogli vicino tutto il santo giorno,
è…esasperante! Evans di qua, Evans di
là… Puoi dirgli che non ho nessuna intenzione di
uscire con lui? E di smetterla con questa mania dei fiori,
l’altro giorno la Sprite mi ha chiesto se ero interessata a
un suo vecchio volume “Come
creare una serra in pochi colpi di bacchetta”…Capisci?
Oh, già che ci sei digli di smetterla di scompigliarsi i
capelli: è irritante!” . La ragazza riprese fiato.
-“Potter di qua, Potter di
là…” Remus sorrise. Era
dall’inizio dell’anno che Lily non gli parlava
d’altro se non di James…certo, non è
che si prodigasse in complimenti, ma era il suo unico argomento di
conversazione.
-“E
con questo cosa vorresti dire?”
-“Oh
niente, assolutamente niente… Ma vedi, come ben sai James
è un caso perso, quindi che ne dici di essere un
po’ meno…aggressiva. Stabiliamo un limite: massimo
una fattura alla settimana.
-“Una
sola?? Non credo di potercela fare…”
-“E
invece sì, Lily, sei una ragazza così
dolce…”
-“Oh
Rem, lo pensi davvero?” Lily si allungò
le braccia verso di lui e lo strinse in un abbraccio
affettuoso…
-“TRADIMENTO!”
Lily si
voltò di scatto, conficcando per sbaglio un gomito nello
stomaco di Remus, che gemette di dolore.
-“POTTER!”
James era
immobile sulla porta, i capelli particolarmente scompigliati e lo
sguardo corrucciato-e del tutto ingiustificato- di uno che ha appena
sorpreso la sua ragazza insieme ad un altro.
-“Remus!
Tu, il mio migliore amico…come puoi farmi questo?”
si portò una mano sul cuore, affranto, e si
inginocchiò a terra in maniera plateale.
-“Potter
piantala di blaterare o mi vedrò costretta a
cruciarti”.
Remus emise un
debole gemito. No, non si sarebbero messi a litigare, non di nuovo.
-“Proprio
tu Evans, la donna dei miei sogni, te la fai con il mio
amico…”
-“IO
NON ME LA FACCIO PROPRIO CON NESSUNO, POTTER, E SE NON SPARISCI SUBITO
IL TUO UNICO SOGNO SARA’QUELLO DI UNA MORTE RAPIDA,
CHIARO??!”
Come non detto.
-“Andiamo,
Lils, non essere sempre così scontrosa…”
-“Vattene,
Potter! Non vedi che Remus sta male? Uno Schiopodo-Sparacoda dimostra
molta più sensibilità di te!”
-“Ragazzi,
vi prego…”
-“Cosa?
Ma se lo stai traumatizzando con le tue urla! E credimi, gli sono molto
più vicino di quanto lo sia tu, Liluccia!”
Le deboli
suppliche di Remus furono ignorate bellamente.
-“Un
altro ridicolo soprannome e puoi considerarti morto, Potter”.
Lo sguardo di Remus si posò, terrorizzato, sulle dita di
Lily che si stringevano pericolosamente intorno alla
bacchetta…”
-“No…ragazzi…niente
fatture in infermeria…ragazzi…”
-“AAAH!”
Remus affondò la testa nel cuscino in tempo per non vedere
James che veniva catapultato all’indietro e
sbatteva violentemente contro uno scaffale.
Il rumore
assordante di vetri rotti però gli arrivò, forte
e chiaro.
-“JAMES!”
urlò Lily, coprendosi il viso con le mani e correndo a
soccorrerlo.
-“LILY!”
urlò James, riemergendo dalle macerie.
-“JAMES!”
urlò Lily mortificata, aiutandolo ad alzarsi.
-“JAMES?”
urlò James, resosi conto che Evans lo aveva chiamato per
nome ben due volte di fila.
-“REMUS!”
urlò Remus, cercando di attirare l’attenzione
sulla sua persona aggrovigliata tra le lenzuola.
-“ERNESTO!”
urlò Ernesto Turner, nel letto dall’altra parte
della stanza, svegliatosi di soprassalto per il rumore.
-“ERNESTO?”
urlò Remus “ERO CONVINTO FOSSI UNA
RAGAZZA!”
-“UNA
RAGAZZA?MA NON VEDI CHE HA LA BARBA?” urlò James,
cominciando a chiedersi perché tutti stessero urlando.
-“GIA’,
PERO’ HA LE TETTE!” urlò Lily, che era
decisamente stufa di urlare.
-“BASTA
COSI’!” urlò Madama Chips, e tutti
smisero di urlare.
-“Potter
che ti è successo? Sei ferito?”
-“Oh
James, mi dispiace tanto, scusami!” balbettò Lily
tra i singhiozzi, cercando di tamponare il sangue dalla minuscola
ferita sul braccio del ragazzo.
James, che
aveva aperto la bocca per dire che lui stava benissimo, la richiuse
subito.
-“Non
ho idea di cosa le sia saltato in mente, signorina Evans, inutile dire
che siete in punizione, lei e il signor Potter!”
Lo sguardo di
Lily da dolce e premuroso si fece tetro.
-“COOSA?
POTTER! E’ tutta colpa tua, sempre in mezzo, e adesso io sono
in punizione, e tu…AAARGH!” Gli
strattonò un braccio e uscì a grandi passi dalla
stanza, furiosa.
James rimase
in silenzio e si rivolse a Remus, allibito. –“Ma
chi le capisce le ragazze?”
-“Eh
già!” sospirò Ernesto Turner, per poi
rigirarsi e continuare a dormire.
Ore
15.30
Dopo gli
spiacevoli avvenimenti della mattinata, Madama Chips aveva proibito
l’ingresso in infermeria a chiunque non riportasse lesioni,
ustioni, o almeno qualche sintomo di varia natura.
Inutile dire
che i Malandrini avevano provato a entrarci lo stesso.
Inutile dire
che le finte pustole di James non erano risultate abbastanza
convincenti, e che Sirius era in punizione per tentativo di violenza ai
danni di un compagno –Peter- che si era rifiutato di
amputarsi un braccio da solo per poter entrare in infermeria.
Ignaro
di questi fatti, Remus se ne stava ozioso sul suo letto, a osservare
Madama Chips che pattugliava l’ingresso, sospettosa. Quando
ad un tratto gli giunse una voce familiare…
-“La
prego Madama Chips, mi faccia entrare, voglio solo tenergli un
po’di compagnia…”
Per
favore no.
-“…solo
qualche minuto…”
La
prego Madama Chips, no.
-“Oh
d’accordo MacDonald, ma non più di cinque minuti.
Accidenti!
-“Reeem!”
Che
ho fatto di male?
-“Mary,
ciao! Non dovevi disturbarti…”
Cielo,
fa che sia una cosa rapida.
-“Ma
figurati, sono felice di tenerti compagnia!”
Oh,
fantastico.
-“Ehm…già…che
mi racconti?”
…
Godric,
perché sono così maledettamente imbecille?
Ore
17.00
-“…e
poi Alice ha detto a Marlene, ma io l’ho saputo da Emmeline,
che l’ha saputo da Dorcas, che Sirius le aveva detto che
aveva sentito dire da Regulus che Avery usciva con Jenny Dee, di
Tassorosso, anche se io sono sicura che si trattasse di Jenny Lee, di
Corvonero, anche perché conosco sua sorella, che tra
l’altro è la stessa che oggi ha rinchiuso Minus
nell’armadio delle scope, e non aveva tutti i torti,
poverina…Remus? Mi stai ascoltando?
Remus giaceva
inerme sul letto, lo sguardo stravolto e smarrito che scattava qua e
là per la camera, in cerca di una via di fuga.
In effetti,
pensò, chiedere a Mary MacDonald, la ragazza più
pettegola di Hogwarts e presumibilmente dell’intero mondo
magico, se aveva qualcosa da raccontare non era stata proprio quella
che si dice un’idea geniale.
Come se non
bastasse le sue chiacchiere lo avevano reso ancor più di
malumore: dopo la punizione di James e quella di Sirius, la notizia che
Peter era rinchiuso in chissà quale sgabuzzino di Hogwarts e
ci sarebbe rimasto finché qualcuno non si fosse degnato di
cercarlo, il che poteva accadere tra chissà quanto tempo,
poteva significare solo una cosa: niente luna piena con i Malandrini,
quella sera.
Ore
18.30
L’abbattimento
che si leggeva negli occhi di Remus si trasformò in orrore
puro all’ingresso in infermeria di un oscillante e quanto mai
stralunato Xenophilius Lovegood, sorretto da Madama Chips.
-“
Quei vandali dei suoi compagni di Casa l’hanno fatto
bere” spiegò seccamente la donna
–“ha bisogno di riposare un po’.
-“Hic!”
Il giovane Lovegood emise un singhiozzo, come per conferma.
–“Ciao –hic!- Remus-hic!”
Lupin
sospirò, affranto. Se già Xeno si comportava in
maniera…insolita
normalmente, non osava immaginare cosa avrebbe fatto da ubriaco.
Ore
19.15
Se non altro,
ora sapeva esattamente come comportarsi in caso di aggressione da parte
di Ricciocorno Schiattoso.
Era
ormai giunto al limite della sopportazione. Aveva ascoltato
pazientemente i deliri di Xeno su galline squamate, polli mannari e
quant’altro; aveva finito il tema per Lumacorno sui filtri
d’amore e aveva persino –ancora non si capacitava
di come avesse potuto lasciarsi convincere- cantato una ninna-nanna ad
Ernesto Turner, che ora russava beato sulla sua branda.
Cos’altro
sarebbe potuto capitargli ancora?
-“REEEEEEEEM!”
Oh, giusto.
Alice Prewett.
-“Alice,
davvero, io non mi sento molto…”
-“Remus
mi è capitata una disgrazia!” lo interruppe lei,
tra i singhiozzi.
-“Per
l’amor del cielo Alice che cosa ti è
successo?”
-“…io…sigh…FRANK!”
-“Frank
cosa?”
-“Lui…io…”
-“Non
vi sarete mica lasciati?”
-“Peggio!
Oh Remus, lui…”
-“Peggio?
Lui cosa?...E’MORTO?”
-“PEGGIO!”
-“Come
sarebbe a dire peggio? Alice ti prego…”
-“LUI
MI TRADISCE!” la strega proruppe in un altro scoppio di
pianto.
Remus si
passò una mano sul viso, esasperato. Non era
possibile. Era la quarta volta quella settimana.
-“Oh,
giusto, e…sentiamo, a quale bambina del primo anno ha
sorriso questa volta?”
Lo sguardo
della ragazza si fece duro.
-“Melody
Bryan. Quella sgualdrina…ho sempre sospettato di lei, fin
dal primo momento…era chiaro che ci provasse con lui...il
mio Frankie!!” Altro scoppio di pianto.
-“ALICE!”
Frank entrò di corsa, inginocchiandosi davanti alla
fidanzata, mentre Remus borbottava qualcosa di molto simile ad un
“Avrei dovuto aspettarmelo”.
-“Ti
prego perdonami, io…non c’è niente tra
noi…insomma ha undici anni! L’ho guardata
perché mi faceva tenerezza, così
sperduta… Alice io ti amo!”
-“Oh
Frank!” la ragazza gli gettò le braccia al collo,
baciandolo con foga.
-“Oh
Alice!” fece lui abbracciandola.
-“Oh
no questo è troppo!” fece Remus, disperato.
-“Ragazzi?”
tentò dopo qualche minuto, visto che gli amici non
accennavano a staccarsi.
-“Ehmm…ragazzi!”
la situazione si stava facendo imbarazzante. -“Oh
andiamo…Ernesto di’ qualcosa!”
Ernesto si
asciugò gli occhi con un lembo del lenzuolo, commosso
–“E’
così…romantico!”
Ore
20.00
L’espressione
di Remus era tra l’esasperato e l’isterico quando
Madama Chips venne a chiamarlo avvisandolo che tra non molto
l’avrebbe accompagnato alla Stamberga Strillante. Era stata
una giornata estenuante, ma il peggio doveva ancora venire. E, come se
non bastasse, era solo.
Il ragazzo si
alzò e si mise a cercare le scarpe, quando il suono di tre
colpi lo fece sussultare. Corse alla finestra, sicuro che il rumore
provenisse da lì, ma non vide nulla. Era ormai convinto che
la stanchezza gli avesse provocato le allucinazioni, quando una testa
fluttuante e spettinata comparve dal nulla proprio davanti a lui.
Ci mise un
po’ a collegare: James…Mantello
dell’Invisibilità…Scopa.
Ma qualcosa
ancora non tornava.
-“Che
diavolo ci fai qui?” sillabò, per farsi
capire oltre il vetro -“non eri in punizione?”
James
alzò le spalle, sorridendo malizioso.
-“Come
diavolo avete fatto?” domandò Lupin, sicuro che
anche Sirius fosse riuscito a svignarsela.
Il ragazzo
fece un gesto vago, come a voler dire “un gioco da
ragazzi”. Disse qualcosa, ma Remus non afferrò.
-“Avete
trovato Peter?” chiese invece.
L’amico
annuì.
Remus lo
osservò a lungo, poi sorrise.
-“Grazie”.
James
alzò di nuovo le spalle. Disse qualcosa, e stavolta Remus
capì al volo, e non poté che essergli grato.
“Onora la luna
piena” ripeté tra sé,
quando James fu sparito, sorridendo incredulo “Onora la luna
piena”.
Ore
00.00
Correvano
nel bosco.
Il
cervo, il cane, il topo e il lupo.
Correvano
liberi, nel buio della notte, liberi come solo in quei momenti si
sentivano. Liberi dalle difficoltà della vita, dal peso di
un futuro che sapevano bene non avrebbe riservato loro altro che
dolore, una volta usciti da quelle mura. Eppure, in quei momenti non
importava. Non esisteva guerra, magia oscura, non esisteva niente che
non fosse il rumore delle loro zampe sull’erba e il soffio
del vento che li accarezzava. Correvano nella Foresta senza confini,
spensierati e, nonostante tutto, felici. Perché quella era
la loro forza, la magia che li legava, e finché
sarebbero stati uniti niente avrebbe potuto ostacolarli.
Niente, neanche la luna piena, quella prigione che per Remus, da quando
erano arrivati loro, si era trasformata in libertà.
Correvano,
il cervo, il cane, il topo e il lupo, liberi e felici, verso
un’ennesima nuova avventura.
E
la luna vegliava su di loro, bianca e splendente, bella come non era
mai stata.
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Angolino di May
Eccomi qua, puntuale come un orologio
svizzero!! Non ve l'aspettavate, vero??
Niente, non vi intrattengo molto, vista la lunghezza spropositata del
capitolo...solo, volevo ringraziare di cuore le 9 persone che seguono
questa storia, e le 2 che l'hanno addirittura messa tra le preferite!!
Sono onorata, davvero, e sarei molto felice di sentire un vostro parere.
Per il resto...spero di non avervi annoiati. Se trovate errori vi prego
di segnalarmeli, io ho fatto quello che potevo.
Ancora grazie e un bacio a tutti!
Vostra
May
NELLA PROSSIMA PUNTATA...
"C'era
un solo giorno che Sirius, come del resto tutta la popolazione maschile
di Hogwarts, temeva più del
giorno degli esami, più della McGranitt arrabbiata, persino
più di James quando
finiva la torta di melassa.
Era, il giorno-che-non-deve-essere-nominato, quello il cui
nome terrorizzava i ragazzi più di quello del Signore Oscuro
in persona.
Era il giorno di San Valentino."
-"Con tutto il rispetto, e per rispetto intendo rispetto verso la
piovra ,non
certo verso di te, Potter, credo che la piovra gigante non veda l'ora
di
andare con te a Hogsmeade quindi...beh perché non vai ad
importunare lei?"
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