dreams become true

di Jawaard
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** the beginning ***
Capitolo 2: *** mi mancherà tutto questo ***



Capitolo 1
*** the beginning ***


Ehila, 
io sono Chantal. Ho 17 anni, ma tra poco ne farò 18. Ho appena finito il liceo linguistico a Roma.
Il mio sogno più grande sarebbe di andare a studiare all'estero. A Londra per dire il vero. Non so perchè. Però amo Londra. Non ci sono nemmeno mai stata, quindi è strano. Ma mi piacerebbe moltissimo andarci.
Beh, però come sempre c'è un problema: i miei genitori. I miei genitori non sono d'accordo con il fatto che io vada a vivere a Londra, per andare a fare l'università lì. O meglio dire mia madre non lo è. Voi direte che è strano, perchè tutti i genitori sognano che i propri figli vogliano andare a studiare all'estero, però no, non mia madre.
Ma non ho assolutamente nessuna intenzione di rinunciare ai miei sogni per lei.
Mia madre si chiama Daila, è di origine spagnola. Non è mai stata con me. Non vive con noi. Non sa praticamente niente di me ma mi proebisce di andare all'estero. Vi sembra normale? Non si è mai presa il disturbo di stare un po' con me ma mi proebisce di vivere il mio sogno. Beh, se lo può anche scordare che io le dia retta.
Io vivrò il mio sogno. Che le piccia o meno.
Io vivo con mio padre. Si chiama Riccardo. E' un uomo dal cuore d'oro e gli voglio un bene dell'anima. Lui era innamoratissimo di mia madre quando lei ebbe la brillante idea di farmi nascere e subito dopo di scomparire.
Lei usa la scusa: "Ero troppo giovane. Avevo solo 17 anni e non sapevo cosa volevo."
Beh, io ne ho quasi 18 e se avessi un bambino non lo abbandonerei mai. E poi ha avuto anche la fortuna di avere mio padre che le è stata accanto e non l'ha abbandonata. Cosa voleva di più? E anche se fosse, ora che scusa ha? Ora non è più troppo giovane.
Eppure in 18 anni si è fatta presente solo una volta. L'anno scorso. Quando le ho detto che quest'anno sarei voluta andare a fare l'università a Londra; e lei disapprovò.
Lei non ha nessun diritto su di me dato che non sa nemmeno chi sono.
Ora è sposata con un uomo ricco in Spagna e ha due bambine. Io non sopporto nè lei, nè il marito nè le due bambine. Che stia con la sua "famiglia" e mi lasci in pace.
Mio padre all'inizio era d'accordo con il fatto che andassi a Londra, anzi ne era entusiasta, ma poi è arrivata lei e ha rovinato tutto.
Mio padre dice che non prova più niente per lei. Ma io so che non è vero. Si vede dal modo in cui parla di lei... Dal suo sguardo quando nel discorso c'è lei e l'anno scorso ho visto come la guardava. Comunque da quando lei ha detto che non era d'accordo, anche lui ha detto di no. Però penso l'abbia detto solo perchè c'era lei. Mio padre si dovrebbe rifare una vita con un'altra donna. Ha due o tre signore che a me sembra gli vadano dietro, ma lui niente. Una roccia. Boh, prima o poi dimenticherà mia madre.
Ne sono sicura.
Che lui voglia o no.
Comunque, ritornando a noi, so che a lui piacerebbe che io andassi a studiare all'estero cosi ho deciso che tra due settimane partirò per Londra.
Ho gia prenotato i biglietti per l'aereo. Glielo dirò; ma glielo dirò la sera prima.
Non avrà scelta.
Ormai tra cinque giorni compio i 18 anni e non mi può trattenere.
So che quando sarò a Londra mio padre mi mancherà molto. Lui è la persona con cui posso parlare di tutto. Posso confidarmi al cento per cento. Lui, e il mio migliore amico Jacopo.
E' un anno più piccolo di me e deve ancora finire il liceo, subito dopo mi raggiungerà a Londra. Anche se sta pensando di continuarlo là. Non ho capito bene come però lui dice che è possibile.. quindi boh. Magari si può. 


 
Oggi è il mio compleanno. Finalmente 18enne. Finalmente posso fare tutto quello che voglio. FINALMENTE. Non immaginerete mai che sorpresa mi hanno fatto mio padre e Jacopo. Jacopo viene a Londra con me! Ha già preso il biglietto per il mio stesso volo.
Sono strafelice!
E mio padre mi ha dato il permesso per andare in Inghilterra! Mi ha regalato una valigia nuova e una macchina fotografica per "immortalare" tutti i momenti più belli.
Oddio quanto lo amo mio padre!
Io amo la fotografia e ho sempre voluto avere una macchina fotografica professionale tutta mia e ora ne ho una. Chissà, che a Londra non si realizzino proprio tutti i miei sogni (?)

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Capitolo 2
*** mi mancherà tutto questo ***


Sto preparando le valige.
Domani parto per Londra con Jacopo.
Mio padre sembra un po’ triste per la mia partenza ma è fiero di me. Me l’ha detto lui.
Gli ho promesso che sarei tornata a trovarlo o magari sarebbe venuto lui a trovare me (?)

Sto piegando per bene il mio vestitino portafortuna. Lo adoro. E’ un vestitino corto fin sopra al ginocchio. Uno di quei vestitini in stile princi

pessa. Sapete (?) Uno di quelli stretti sotto il seno e poi larghi. E’ di un color celeste chiaro. Mio padre me lo ha regalato tre anni fa.
Ero stata invitata a una festa a cui volevo davvero andare. Ero agitatissima e mi ricordo che avevo messo la stanza sotto sopra per cercare un qualche vestito. Poi sentii il clacson dell’auto di papà sotto casa allora mi affacciai e mi disse di scendere perché mi avrebbe portato a fare shopping “perché la mia principessa sia come una vera principessa” parole testuali.
Allora girammo per i negozi fino alle sette. Avevo provato di tutto e di più, finchè non trovai quel vestito.
Me lo provai e mio padre rimase lì impalato senza dire una parola. Dopo averlo chiamato due o tre volte mi ha detto che quello era il vestito perfetto. Mi ha neanche fatto rispondere che era già alla cassa.
Il vestito mi piaceva molto.
Era uno di quei vestiti che ti immagini di indossare quando sarai grande, guardando un film della Disney con la tua migliore amica.
Quando arrivai a casa mi misi un po’ di trucco e uscii. Andai alla festa.
Mi divertii ma ad un certo punto spuntò un ragazzo che mi disse: “Ehi bella ti ho già vista da qualche parte vero?” Io dissi di no, o che per lo meno non mi ricordavo di averlo visto da nessuna parte. E subito lui replicò: “Invece da qualche parte ti ho vista… Nei miei sogni”. Rimasi del tipo ‘Ma che cazz!?’ poi arrivò un ragazzo che mi prese per il braccio e mi portò via dicendo: “Lasciala stare Davide.”
Il ragazzo era Jacopo.
Io a quella festa incontrai il mio migliore amico.
Si presentò dicendo: “Ehm.. ciao.. Io sono Jacopo. Scusa mio fratello è un po’ un Don Giovanni.. Come ti chiami?” E da lì cominciammo a parlare. Era stranissimo. Parlavo con lui come se lo conoscessi da una vita. Come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Jacopo è più alto di me, penso sia 1,85 e quando mi abbraccia affogo tra le sue braccia. E’ un ottima medicina per quando sono un po’ triste.
E’ moro con degli occhi color marrone miele. Quel marroncino chiaro e caldo, sapete? Che cambiano tonalità in base al tempo. E poi il sorriso. Ha un sorriso da farti tremare le gambe e devo dire che è molto contagioso.
Voglio un bene dell’anima a Jacopo.
Mi è sempre stato accanto in ogni circorstanza e ora mi starà accanto anche a Londra. Sono felice di poter vivere il mio sogno con lui. Anche se sinceramente non capisco perché quella sera sia venuto a parlare proprio a me. Cioè la festa era di dimensioni colossali e c’erano ragazze per un esercito. Però infondo sono felice abbia scelto me.
 
Qualcuno sta bussando alla porta.
E’ Jacopo.
Vuole andare a prendere un Frappè. E’ una specie di tradizione per noi andare a prendere un Frappè ogni pomeriggio. Che sia estate, inverno, diluvio universale o tempesta di neve. Gli ho detto che avevo da finire la valigia ma se voleva poteva darmi una mano così dopo uscivamo più in fretta.
Lui è salito su in camera mia e si è messo sul letto a piegare la roba rimasta.
Oddio, sarebbe un marito perfetto. Cucina, lava, stira, pulisce, fa di tutto.
Io sono andata in bagno a prepararmi. Quando sono uscita lui mi aspettava sulle scale, abbiamo chiuso la porta e siamo usciti. Abbiamo fantasticato su come sarebbe stato a Londra. Poi siamo tornati a casa. Rimaneva a dormire da me, cosi la mattina non avremmo perso tempo. Davide gli ha portato i bagagli con la macchina. Nel frattempo noi abbiamo pianificato un po’ di cose. Si partiva di mattina molto presto intorno alle sei. Entro le nove saremmo stati a Londra. Poi saremo andati a cercare un appartamentino. Ci potevamo accontentare anche di un monolocale nel caso i prezzi sarebbero stati troppo alti. Poi saremo andati ad informarci per la scuola. Siamo stati alzati fino a tardi, ma era tutto pronto. Alla fine ci siamo addormentati in salotto.
Io ero appoggiata sul suo petto che mi faceva da cuscino e del resto ero girata dall’altra parte.
Formavamo una specie di T.
Era buffo.
Ma stavo così bene.

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