“-Da quanto tempo va
avanti così?-
-Molto...- disse in
lacrime Yumi.
Yukiko si innervosì.
-Perché non fai qualcosa?... quella lì ti tratta sempre malissimo!-
-Non... non posso...
lei non ce l’ha con me.. è solo frustrata...-
-FRUSTRATA UN CORNO!
Non ha il diritto di aggredirti se lei è di cattivo umore!!- urlò Yukiko, non per sgridarla... solo per farla crescere
-Appena entra in classe regolerete i conti!-
Yumi annuì.
-Miyuki deve smetterla di prendersela con il
mondo...-
-Un altro?... ma non
erano quelli e poi basta!! VUOI SOFFOCARE IN CAMERA TUA CON TUTT QUEI
FUMETTI?!- urlò una donna alquanto arrabbiata.
-Smettila per
favore... sei ridicola...-
-NON PARLARMI IN
QUESTO MODO!!!-
-Mamma per favore... mi stai facendo vergognare...-
-QUANDO LA SMETTERAI
MIYUKI?!... stai sprecando i tuoi soldi!!-
-VUOI CHIUDERE IL
BECCO UNA BUONA VOLTA?!... LA SMETTI DI DIRE SOLO UN
MUCCHIO DI FRASI SCONNESSE?!- Miyuki,
adirata prese il suo salvadanaio e lo gettò addosso alla madre -Prendili. Visto
che mi rompi così tanto. PRENDI QUEI MALEDETTI SOLDI E METTILI IN UN MUSEO!!!
CHE COSA LI STAMPANO A FARE SE TANTO NON SI POSSONO
SPENDERE?!-
-Miyuki.... non... non sto dicendo questo, come al
solito CAPISCI TUTTO SBAGLIATO!-
-AH SONO IO CHE
CAPISCO SBAGLIATO?!... NON TU CHE NON TI SFORZI DI
INTERESSARTI A ME... NO! Sono... sono io che non capisco...-
-Voglio che prepari
uno scatolone... e che vendi tutti quei manga.- disse freddamente la donna, per
poi uscire dalla stanza della figlia.
Miyuki guardò con odio la porta, poi, con uno scatto
d’ira, lanciò la sedia fuori dalla finestra... scappando via da essa.
Quella sera pioveva
forte, e qualche volta... si sentiva qualche tuono.
Miyuki corse più forte che potè
il più lontano possibile.
Una suoneria
proveniente da un anime interruppe la sua fuga, era il suo cellulare.
Arrivvata poco fuori la cittadina, in mezzo ai
boschi, Miyuki rispose alla chiamata urlando contro
chiunque l’avesse contattata.
-Micchan eccoti... non ti ho vista oggi e-...- era
la voce di Yumi, che però venne interrotta dalla
riccia.
-VAI AL DIAVOLO
LASCIAMI IN PACE!!! VAI A MORIRE IN UN VICOLO!! TU E QUELL’ALTRA!! E TUTTO IL
MONDO!- gridò la ragazza lanciando il cellulare per terra, per poi prendere una
roccia e schiacciarlo più e più volte.
Dopo di che... cadde
in ginocchio sotto la pioggia battente ed alzò lo sguardo al cielo.
Quello sguardo rosso
di rabbia e fradicio di lacrime... o di pioggia.. o forse entrambe.
Gonfiò i polmoni, e
diede sfogo alle sue lacrime.
Le lacrime di una
persona che non veniva capita e che a sua volta non riusciva a farsi capire. In
quel momento... avrebbe realmente voluto morire.
-Quella...
sciagurata...- pianse la madre di Miyuki stringendo
un fazzoletto di carta -Perché mi fa questo?... che cos’ho fatto di così
orribile da partorire una cosa simile?...-
-Signora Saiga...- dissero insieme a bassa voce Yukiko e Yumi -Lei dove...-
-Ma che ne so!.. ha rotto la finestra ed è scappata!... non è da lei... non è
mai stata così! Maledetto il giorno in cui l’ho concepita- pianse ancora la
donna -Dal giorno che è nata... non... non ha fatto altro che causarmi
problemi!... i miei altri figli erano calmi e questa.. mi ha fatto dannare...-
-Signora Saiga...- Yukiko
prese la mano della donna, ma questa la schiaffeggiò via di colpo, portandosela
poi sulla bocca e riprendere a piangere.
Miyuki, che aveva ascoltato tutto nascosta da
dietro la porta sulla cucina, chiuse gli occhi ed iniziò a piangere piano piano.
-Sono solo un
mostro...-
-Sostanzialmente.-
disse una voce dal nulla.
La ragazza si guardò
in giro, temendo di essere stata scoperta, ma non vide nessuno.
-Qui giù- disse la
voce.
Miyuki guardò giù e vide uno strano gatto bianco
con lunghe escrescenze carnose sotto le orecchie a punta.
Aveva un faccino molto
carino, ma gli occhi rossi da demone.
-E tu chi...-
-Io sono Kyubey, e posso aiutare le tue ansie e le tue angosce...
posso mettere fine alla depressione ed alle tue paure, posso fare in modo di sentirti
capita ed amata...- disse l’animale.
-E come cavolo...
-Diventando una Maga!
Uccidi le Streghe... ed io avvererò un tuo desiderio-
-Qualunque?... io
veramente non...- disse la giovane, non sembrava importarle molto l’argomento
“Maghe, Uccidere, Streghe”.
-Non c’è nessun
problema... pensaci su, io tornerò poi...- l’animale si mise sulle sue zampe ed
iniziò a camminare lontano da lei.
-ASPETTA!!!-
Quello si girò.
-Ho pensato al
desiderio che mi hai chiesto!...- disse Miyuki.
-Così in fretta?...-
-Io... io vorrei non
essere mai nata!-
Infine... guardò
dietro dì sé, verso la sua famiglia e le sue amiche.
Cenere alla cenere,
polvere alla polvere.“
-A che cosa stai pensando?- sorrise Yumi
insieme a Miyuki nel suo tugurio di casa abbandonata.
-A cose brutte.. ricordi tristi- rispose la ragazza tenendo
in mano un ghiacciolo azzurro.
Yumi annuì, poi guardò la ragazza
e sorrise, dopo di che le addentò il ghiacciolo.
-Hey, ma!...-
-Gnam!- sorrise Yumi assaporando
il ghiacciolo.
-Hey... era mio!!- obbiettò Miyuki.
Yumi si mise a ridere e si distese
sulla ragazza, con la testa sulle sue gambe, poi rise sonora e la guardò come
incantata.
Yukiko era in piedi vicino a loro,
sullo stipite della porta scorrevole, le guardava e sorrideva felice, come una
madre che guarda i suoi figli giocare tranquilli al parco.
Si sentivano entrambe a casa per qualche ragione.
Miyuki nono sapeva come
comportarsi, non riusciva ad esprimere appieno i suoi sentimenti, le sue
emozioni, rideva poco... sorrideva poco... si divertiva poco.
Per lei.. anche solo vedere Yumi divertirsi come un
gattino, strusciandosi e prendendola a zampate, era un totale mistero... come
anche la sua smania di sorridere ed essere felice, anche senza averne alcuna
ragione...
Miyuki non ha mai capito... la
passione di Yumi nell’essere felice.
Yukiko invece si limitava solo a
lasciarsi trasportare, la guardava e sorrideva come una madre orgogliosa,
un’espressione... nettamente differente rispetto allo sguardo allibito di Miyuki.
-Noi siamo amiche... vero?- si azzardò a dire Yumi di colpo.
-Suppongo di...- iniziò a dire Miyuki
prima di venir ancora interrotta dall’albina.
-Noi siamo amiche! Lo so! Noi ci conosciamo già.. ne sono
certa- insistette lei.
-Dopo tutto sei invisibile... chissà, magari ci hai voluto
cancellare dalla tua vita- disse con tono quasi intimidatorio Yukiko.
-No.. ma va.. che... che cosa ti viene in mente...- rispose
mortificata la riccia.
-Ci sono!- esclamò Yumi di colpo
-Forse sei invisibile perché non vuoi ferire le persone che ami! Cioè... essere
Maghe è un mestiere che può ucciderti in qualunque momento, forse hai voluto
essere invisibile per evitare che le persone a te care soffrano per una tua
eventuale... “scomparsa”!-
-No.- disse con tono secco e
spento Miyuki -Acqua... acqua in ogni dove...-
L’albina si alzò e si allontanò un po’ dai lei, per vederla
meglio.
-L’ho fatto... l’ho fatto perché...- iniziò a dire con un
paio di lacrime che iniziavano a caderle sulle guance.
La sua frase non ebbe comunque fine, Kyubey
arrivò dal nulla zampettando e dirigendosi verso di loro.
-Guarda chi c’è... il topo.- disse
Yukiko acidamente.
-Sta arrivando- disse l’essere bianco.
-Che cosa di grazia?!- continuò la verde.
-Walpurgisnacht...-
rispose Miyuki al suo posto.
-La notte di Valpurga, la notte
delle Streghe...- disse incredula l’albina.
Aveva sentito parlare della celebrazione primaverile che
portava quel nome, solo... in modo molto diverso.
-Walpurgisnacht
è una Strega molto potente... la PIÙ pericolosa in assoluto- continuò a dire la
riccia.
Kyubey annuì.
-Tra tre giorni esatti- disse infine.
-Ma se è così forte come Micchan
dice... ci serviranno tre giorni per allenarci ad eliminarla? Ed in quel caso..
siamo abbastanza pronte?... non è che...- disse Yumi
presa da un piccolo attacco di panico.
-Io non sono la Maga più forte di tutte, ma credo.. di avere
abbastanza esperienza da aiutarvi!- Miyuki si alzò in
piedi, stringendo i pugni.
-Uniremo semplicemente le nostre forze- disse freddamente Yukiko.
Le ragazze guardarono altrove, pensando al da farsi.
Miyuki aveva alle spalle chissà
quanto tempo di combattimenti all’ultimo sangue, ma... di Yukiko
e Yumi che ne sarebbe stato?... loro non erano Maghe
da tanto tempo da poter far affidamento alle proprie capacità.
La riccia era fortemente preoccupata... si era appena
riunita al suo passato, a piccoli passi... con poco coraggio, ed ora... Walpurgisnacht
minacciava di distruggere tutto.
Non si parlava di una comune Strega come Arachne o Andromeda, quella... quella era l’essenza di ogni male.
Nessuna ragazza magica sapeva da quale Maga caduta potesse
essere nata o forse che potesse semplicemente trattarsi di un agglomerato di
Streghe.
Tutte insieme, riunite in un’unica e grande minaccia.
-Ti confesso... che io non me la sento più molto...- disse Yumi durante una ronda notturna, a caccia di Streghe.
-Di che cosa?- le disse Miyuki.
-Uccidere le Streghe-
La riccia la guardò interrogativa.
-Sì, cioè... loro sono come noi, no cioè.. erano come
noi...- disse l’albina affacciandosi poi sul ponte che dava sul fiume -Uccidi
una Strega... uccidi una Maga, e se un giorno...- le vennero le lacrime agli
occhi -Se un giorno... quella Strega diventassi tu.. se un giorno sarai tu la
creatura che devo eliminare... se fossi tu! Se fosse Yukiko..-
Miyuki non sapeva bene che fare,
se confortarla o stare zitta o stare zitta ed abbracciarla.
Così... le prese il viso e l’alzò.
-Miyuki...- disse la riccia
guardando Yumi.
-Co... come?-
-Miyuki Miyuki
Miyuki Miyuki...- continuò
a dire, poi l’abbracciò forte.
Presa da un po’ di disperazione e da un po’ di ricordi che
iniziavano a farsi troppi nel suo cervello, Yumi
iniziò a strillare, a piangere... ad urlare e dimenarsi, come in preda ad
un’orribile visione.
-Va tutto bene...- le disse freddamente Miyuki
-Capisco che sei arrabbiata, ma ora ci sono qui io...-
-No, non è vero...- Yukiko apparse
alle sue spalle, Yumi continuava a dimenarsi... per
poi liberarsi e correre tra le sue braccia -Lo sai Miyuki,
inizialmente anche io la pensavo come lei... che il tuo desiderio di sparire
fosse basato dal proteggere noi, la tua famiglia... come fosse un atto di
coraggio, ma invece... volevi solo proteggere te stessa, eri così... stufa di
non riuscir a far nulla, che hai preferito non esistere piuttosto che esistere,
ma soffrire... il tuo gesto è stato molto...-
-NON.... BIASIMARMI.- la interruppe Miyuki,
dal volto gonfio di rabbia e mortificazione -NON... non farlo.. te ne prego-
Yukiko rimase allibita.
-È vero! è tutto vero!... ero stufa, ero stanca! Mia madre
era una bestia con me! Non si sforzava a capire i miei sentimenti, cosa
provavo.. e tu, beh.. forse eri più bestia di lei... Yumi
invece no, lei era così dolce e carina con me, così adorabile, da... da farmi
impazzire... io... io...- si strinse i capelli tra le mani -Ero stanca di
quella vita, ero stanca di... di...-
-Avanti... dillo! Eri stanca di noi!- urlò Yumi tra le lacrime.
Miyuki sorrise, una lacrima le
scivolò sul viso, camminò verso le ragazze e le strinse fra le sua lunghe ed
ossute braccia.
-Ero stanca di me stessa... non volevo rovinare le vostre
vite... non più-
Yukiko, tra le lacrime e la rabbia
tirò un gancio alla guancia della riccia.
-TI SEMBRANO COSE DA FARE?!... TI ABBIAMO SEMPRE VOLUTO
BENE!!! SEI... SEI...- poi le tornò il sorriso ed iniziò a ridere in modo dolce
-La nostra più grande amica-
Miyuki sorrise accarezzandosi
quella guancia arrossata da cui non trapelava dolore, ma solo amore.
-In tutto questo tempo... siamo sempre state dalla tua
parte! Certo ci avrà facilitato la vita non averti in mezzo! Ma la memoria
umana è come un computer: quando elimini dei file, i buchi rimangono dentro il
sistema e lo rallentano... la differenza è che un computer lo deframmenti per colmare tutte quelle lacune, una persona
no...-Yukiko le baciò la guancia colpita -Domani sarà
il grande giorno... affronteremo quella maledetta tutte insieme! E se altre
Maghe dovessero arrivare, che ben venga! Ma la nostra squadra almeno... è al
completo!-
-C’è solo una cosa che devo fare...- disse Miyuki -In questo momento-
Yukiko annuì e la lasciò correre
via.
-Yukki...- disse Yumi, che nel frattempo si era seduta a terra.
-Dimmi...- rispose lei.
-Micchan è davvero cambiata...-
-Lo so Yumi, lo so...-
Miyuki corse per parecchi isolati
fino ad arrivare ai quartieri residenziali.
Fino alla residenza Saiga.
La muraglia di poco più bassa di lei, il cancelletto di
ferro, mai arrugginito... il giardino sempre curato e la possente porta di
legno blindata.
Da dentro si sentivano risate e chiacchierate di gente
felice.
Le capitava spesso di spiare dentro quella casa... e tutto
era cambiato, i suoi genitori erano più felici e rilassati ed il suo posto era
stato preso da un ragazzo, la sua controparte maschile... il bimbo che era
stato sacrificato per far nascere lei.
Titubante... Miyuki bussò alla
porta.
Dei passi si sentirono percorrere dalla cucina fino
all’ingresso.
-Sì?- una donna di mezza età, dai corti capelli ricci e
biondi, aprì la porta con un dolce sorriso.
-C...ciao mamma... s.. sono io, Mi-Miyuki...
e..ecco... sono.. sono venuta qui per dirti.. per dirti che, mi dispiace! Sono
stata una... una pessima figlia! E la cosa mi fa soffrire! Mi dispiace averti
fatto tan... tanto male! Mamma... MAMMA!!!- iniziò sonoramente a
piangere -Mi dispiace mamma!!! MI DISPIACE... TI
PREGO PERDONAMI...-
-Uhm?... ma... non c’è nessuno- disse la donna sporgendosi
oltre la porta.
-Mamma chi è?- disse uno dei figli dalla cucina.
-Non è nessuno, ora arrivo!- rispose lei.
Miyuki cacciò un urlo disperato,
poi stringe la madre in un abbraccio.
-Oh...- la donna si strinse l’addome, sentiva uno strano
calore su di lei.
Nostalgia, gioia, rancore, amore, incomprensione... tutta
una una serie di emozioni che le fecero venire le
lacrime agli occhi.
-Mi... Miyuki...- disse lei.
-Mamma.. ma che succede qui?- la raggiunse il figlio più
giovane -Chi è Miyuki?-
-Non lo so, ma è un nome davvero bello... se avessi avuto
una bambina... l’avrei chiamata Miyuki...- disse la
donna con un’altra piccola lacrima, poi chiuse la porta.
-Mamma...- pianse la riccia, poi sorrise piano e decise di
tornare a casa.
Dopo aver oltrepassato il cancelletto voltò le spalle ed
osservò attentamente quell’abitazione per l’ultima volta.
In quella casa era stata concepita e vissuta, nel bene e nel
male, in un calore e in un amore che lei non riusciva a ricordare.
In cuor suo sapeva che era meglio così... ora che ci
pensava, forse nel profondo della sua anima sapeva che smettendo di esistere,
la sua famiglia e le sue amiche non avrebbero sofferto per una sua eventuale
scomparsa... l’avrebbero cercata senza sosta, proprio come quella Mami Tomoe di cui aveva sentita
parlare qualche tempo fa.
-Ciao... mamma, papà, Daisuke, Kaito
e Takumi...-
Sorrise un’ultima volta e se ne andò definitivamente.