After Skin Deep

di Lety Shine 92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Imprisoned Again ***
Capitolo 2: *** Regina's Revenge ***
Capitolo 3: *** True Love ***



Capitolo 1
*** Imprisoned Again ***


 


Capitolo I - Imprisoned Again

 

 

L'adrenalina che le aveva permesso di parlare apertamente con lui, di sfogarsi dopo ciò che aveva passato in quelle lunghe giornate rinchiusa nel sotterraneo, andava via via scemando mentre si allontanava sempre più dal Castello Oscuro.

Quella che solo pochi mesi prima le sarebbe sembrata la salvezza, una via di fuga dall'ingiusto destino che la attendeva, ora aveva soltanto il sapore di un triste addio.

Non è così che pensavo sarebbe stato il Vero Amore, si ritrovò a pensare Belle, mentre si inoltrava sempre più nella foresta che separava l'angusta dimora di Rumpelstiltskin dal resto del regno.

Per tutta la vita aveva letto storie di principi e principesse che dopo aver vissuto incredibili avventure in paesi esotici ed aver combattuto duelli epici contro i loro antagonisti, finalmente riuscivano a coronare il loro sogno d'amore. Si era infine convinta che anche lei un giorno avrebbe incontrato l'uomo giusto, l'unico destinato a lei: non certo quel energumeno di Gaston che si pavoneggiava a palazzo solo perché Sir Maurice gli aveva dato il permesso di frequentare la figlia, che lui aveva subito iniziato a presentare come la sua fidanzata! Figuriamoci!

Certo, la sua mentalità era molto aperta, ma mai si sarebbe aspettata di trovare il Vero Amore proprio nel suo carceriere, nella bestia (come l'aveva apostrofato suo padre) che l'aveva strappata dal suo palazzo e dal suo ruolo di nobile, per ridurla ad essere la domestica in quel tetro castello.

Memore dei racconti letti durante l'infanzia, aveva ingenuamente sperato nel lieto fine anche per lei e Rumpelstiltskin, ma non era stato sufficiente. Lui le aveva gridato contro quando si gli si era dichiarata, l'aveva accusata di averlo ingannato, l'aveva rinchiusa nel sotterraneo ed infine l'aveva scacciata dal castello con parole dure.

 

"La verità è molto semplice: il mio potere mi interessa molto di più di te, dearie."

 

Almeno ora tornerò a casa, tentò di confortarsi la ragazza.

 

 

Dopo molte ore di cammino, Belle giunse finalmente in vista di Avolea. La città sembrava rinata dopo l'incantesimo di Rumpelstiltskin: senza le battaglie ad incendiare le abitazioni e con i giovani non più costretti a lasciare le famiglie per combattere, le attività commerciali avevano riaperto e gli artigiani erano tornati al lavoro.

Belle entrò nel borgo e si avviò verso il palazzo che dominava sulle piccole costruzioni circostanti. Nessuno fece caso a lei, dal momento che indossava un mantello sopra al semplice vestito azzurro datole da Rumpelstiltskin, anzichè non uno dei suoi lussuosi abiti su misura.

Giunse davanti alla porta del palazzo e lì infine rivelò alle guardie la sua identità; si sarebbe aspettata delle dimostrazioni di gioia da parte dei soldati e dei domestici, dal momento che aveva sempre avuto un eccellente rapporto con tutti loro, ma venne accolta con freddezza e distacco. Le guardie che la scortavano si limitarono a salutarla con rispetto, mentre tutt'intorno serpeggiavano bisbigli e sguardi tra il diffidente e l'incredulo.

L'arrivo ad Avolea non era andato secondo i suoi progetti fino a quel momento, ma Belle si rilassò un po' vedendo finalmente suo padre seduto sul trono nel salone.

-Padre...-, mormorò la ragazza, con voce rotta dall'emozione di rivedere il genitore dopo una separazione così lunga. Stava per corrergli incontro, quando lui si alzò per congedare le guardie.

-Sei tornata Belle.-, la voce di Sir Maurice era fredda e controllata come mai la ragazza l'aveva udita mentre si rivolgeva a lei. -Sei riuscita a scappare da quel mostro?

-Non sono scappata, lui mi ha lasciato andare padre.-, la risposta della giovane sembrò turbare il Lord, che si incupì ulteriormente.

-È tutto vero allora...-, le parole di Maurice confusero ancora di più Belle, che non riusciva proprio a capire il motivo dell'atteggiamento del genitore, e di tutti a palazzo.

-Ma padre... Non siete contento che io sia tornata a casa?

-Lo sarei, se fossi all'oscuro di cosa è accaduto nel frattempo!-, mentre parlava si riavvicinò al trono, come a voler mettere più distanza possibile tra se stesso e la figlia.

-Io proprio non capisco! Prima i domestici che mi salutano appena e poi questo! Pensavo che tutti voi non attendeste che il mio ritorno.-, le lacrime minacciavano di spuntare agli angoli dei suoi splendidi occhi azzurri, ma lei si impose di proseguire la conversazione.

-Mentre eri con quella bestia...-, iniziò Sir Maurice. -Gaston è voluto partire per salvarti, nonostante tutti tentassero di dissuaderlo: il coraggio non è certo sufficiente quando si ha di fronte una creatura demoniaca come Rumpelstiltskin!

-Ma Gaston non è mai venuto al Castello Oscuro.-, tentò di ribattere la ragazza.

-Certo che è venuto, accompagnato da una scorta che non ha osato seguirlo fino al varco. Hanno potuto però vedere la scena: l'Oscuro non ha dovuto far altro che schioccare le dita e quel povero ragazzo si è ritrovato mutato in rosa.-, la voce del Lord era commossa, evidentemente si era davvero affezionato a Gaston.

Sentendo raccontare l'episodio, Belle non poté fare a meno di andare con la memoria a quel giorno di primavera in cui Rumpelstiltskin le aveva donato una rosa rossa, dicendo di averla acquistata da un vecchio vagabondo. Come aveva fatto a non capire che era palesemente una menzogna? L'Oscuro che si mette a comprare fiori quando può farli apparire dal nulla! E proprio mentre preparava il vaso per il povero Gaston, lui le aveva chiesto del suo "promesso sposo"; lei aveva risposto con sincerità come sempre, ma non sapeva di avere tra le mani il fidanzato.

-Quel mostro ha oltraggiato ulteriormente il nostro casato, con quel gesto!

-È stato sciocco da parte di Gaston attaccare qualcuno che non avrebbe potuto mai battere.-, gli fece notare Belle.

-Ora mi dirai che si meritava quel destino.-, esclamò l'uomo.

-No! Certo che no. Ma non vedo come tutto ciò abbia a che vedere con me: io ero all'oscuro di tutto!

Sir Maurice la fissò intensamente. -Perchè ti ha lasciata andare?-, chiese infine.

Belle non si aspettava quella domanda, non così presto. Credeva di avere almeno un paio di giorni di tranquillità per inventarsi una storia plausibile, una storia per nascondere il Vero Amore che aveva trovato, e perso. Il suo silenzio doveva però voler dire qualcosa per suo padre.

-Lei mi ha detto la verità, quindi. Ti sei invaghita di quel mostro!

Poche parole che bastarono a Belle per capire. Maurice credeva che lei si fosse concessa al suo carceriere e per questo lui l'avesse lasciata andare.

-Padre, non sapete com'è andata! Io non...

Sir Maurice non le diede il tempo di terminare la frase; chiamò un paio di soldati che chiaramente già attendevano un ordine fuori dal salone.

-Guardie! Portatela via!-, il tono è fermo e autoritario, non mostra traccia di esitazione.

-Aspettate!-, Belle tentò di opporsi ai due uomini, che ebbero facilmente la meglio su di lei. -Padre non capite! Io lo amo!

Lui la fissò come stesse guardando un'estranea, mentre i soldati la strascinavano letteralmente di peso fuori dal salone.

 

 

Belle venne condotta nella torre più alta del palazzo. Lassù era pieno di celle, utilizzate per incarcerare i prigionieri catturati durante le battaglie; la ragazza venne malamente gettata in una di essere.

Non può accadere di nuovo!, si ripete pensando ai primi (e agli ultimi) giorni passati al Castello Oscuro. Se solo suo padre le avesse dato il tempo di spiegare come erano andate le cose, si sarebbe reso conto che Rumpelstiltskin non la amava più, che tra loro non c'era stato altro che un solo bacio.

La ragazza si accucciò sul giaciglio di paglia e si tirò le gambe al petto per smettere di tremare, non tanto per il freddo quanto per la rabbia e il senso di impotenza.

Di nuovo imprigionata.

 

 

Regina apparve sullo specchio del salone appena le guardie ebbero portato fuori la ragazza.

Come era stato sciocco Rumpelstiltskin a pensare che lei non avesse un piano di riserva! Il bacio del Vero Amore non era bastato a togliergli i poteri, ma perdere l'amata lo avrebbe di certo stravolto. Almeno quanto era cambiata lei dalla morte di Daniel.

-Vostra maestà.-, la salutò Maurice. Regina pensò che per essere un Lord era molto servizievole: sapeva riconoscere il potere.

-Come vedi non ti ho mentito! L'Oscuro ha corrotto nel profondo l'animo di tua figlia.-, disse Regina dallo specchio.

-L'ho rinchiusa, come mi avevate suggerito voi!-, si affrettò a precisare Maurice.

-Bene.-, concesse la regina, sorridendo. -Ora bisogna eliminare la sua dissolutezza! Speriamo di essere ancora in tempo.-, aggiunse la strega con aria falsamente preoccupata.

-Nel mio feudo ci sono diversi sacerdoti che...

-No! Ti manderò io le persona giuste per un incarico tanto importante.-, promise Regina.

-Non so come ringraziarvi, Vostra maestà.-, rispose l'uomo, aspettandosi una richiesta da parte della sovrana.

-Tranquillo. L'importante è battere il comune nemico dico bene?

Sir Maurice annuì, mentre il volto di Regina svaniva dallo specchio.

 

Continua...

 

 

 

Angoletto dell'Autrice

 

 

Dopo aver letto diverse fanfic su OUAT, non ho saputo resistere e ho voluto scriverne una mia.
Dal momento che adoro le Rumbelle, non potevo non scrivere di questa coppia stupenda^^
Non sono mai riuscita a capire bene il nome della città di Belle, ma mi pare sia Avolea (comunque mi piace come nome :P)
Tanto per puntualizzare, le parti in corsivo sono i pensieri, ma scommetto che l'avevate già capito!
Logicamente i personaggi non sono miei, ma della ABC o chi ne detiene i diritti Bla Bla Bla...

 

I commenti sono sempre bene accetti, anche se volete dirmi di cancellare tutto e andare a nascondermi XD

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Capitolo 2
*** Regina's Revenge ***




Capitolo II - Regina's Revenge




Regina sorrise malignamente mentre interrompeva la comunicazione con Sir Maurice; lui non era latro che una pedina nel suo piano.

Si era recata al suo palazzo non appena Rumpelstiltskin si era scagliato ad attaccarla da uno degli specchi nel Castello Oscuro; la divertiva il fatto di aver saputo trovare il suo punto debole nonostante lui si ostinasse a coprire con tanta accuratezza gli specchi per nascondersi da lei.

Era stato molto facile gettare un piccolo incantesimo sul Lord per assicurarsi che lui si lasciasse incantare dalle sue parole, che credesse alla sua verità.

Ora aveva addirittura fatto rinchiudere la figlia che tanto amava nella torre.

Regina ordinò che venissero mandati immediatamente alcuni dei suoi fidati sacerdoti al palazzo di Avolea. La dolce e fragile Belle non avrebbe resistito a lungo dopo aver provato i loro metodi, la sua sarebbe stata una fine tragica e dolorosa.

Quando Rumpelstiltskin fosse venuto a sapere della morte del suo Vero Amore, sarebbe diventato debole, abbastanza da essere attaccato e sconfitto da lei.

La vittoria era certa.



Belle era addormentata sul misero giaciglio di paglia, quando un piccolo gruppo di uomini entrò nella cella. Era impossibile scorgere i loro volti, sotto i pesanti cappucci neri, ma gli indumenti in parte coperti dai mantelli lasciavano intuire che fossero dei sacerdoti.

-Cosa volete?-, chiese la ragazza, mentre la trascinavano con forza in quella che lei ricordava essere la sala delle torture.

I sacerdoti non le risposero, si limitarono a legarla con delle pesanti catene. Uno di loro cominciò a recitare preghiere in una lingua antica, mentre un secondo uomo disponeva dei ferri sulle braci del camino.

-O dei! Liberate l'animo di questa giovane corrotta dal male!-, recitò quello che pareva essere il capo.

-No! Vi prego!-, urlò Belle mentre la prima frustata le veniva inferta.

-Che il fuoco purificatore cancelli la perversione del peccato.-, continuò l'uomo, e uno dei suoi attendenti afferrò con cautela un ferro ardente per poi premerlo energicamente sulla delicata pelle di Belle, incurante delle sue suppliche.

La tortura andò avanti per oltre un'ora quel giorno, finchè la giovane, senza più forza per urlare ed implorare i suoi aguzzini, non svenne per il dolore e le ferite.



-Ben arrivato, Jefferson.-, salutò l'Oscuro, con voce più tetra e meno canzonatoria del solito.

Il viaggiatore si fece avanti.

Da diversi anni ormai compiva viaggi tra i mondi per conto dell'Oscuro, ma quel giorno non era stato in grado di ottenere ciò che gli era stato richiesto e sperò che Rumpelstiltskin non se la prendesse troppo.

-Hai notizie della fontana magica?-, chiese subito il padrone del castello.

-Ho raggiunto il reame che mi avete indicato, ma purtroppo il portale della fontana è stato distrutto anni fa.-, rispose Jefferson con sincero dispiacere: da anni Rumpelstiltskin gli chiedeva di trovare oggetti o luoghi che permettessero di arrivare in un misterioso mondo privo di magia, ma ancora non erano giunti ad una soluzione.

-Il passaggio è distrutto? Mi era stato detto che a presidiarlo c'era una strega molto potente... Cos'è successo?

-La strega è stata uccisa, forse proprio nel mondo senza magia, e il principe del regno ha fatto demolire la fontana.-, raccontò Jefferson, riportando le voci che aveva udito.

Rumpelstiltskin parve deluso, ma fece ugualmente un gesto noncurante in direzione del cesto ai piedi del suo arcolaio, dove era ammucchiata una notevole quantità di oro filato dalla paglia.

-Prenditi pure tutto l'oro che ritieni compensi il viaggio fatto.

-Grazie.-, disse il viaggiatore, infilandosi in tasca una catena d'oro molto più corta di quanto aveva sperato di ottenere in principio. -Ho altre notizie che credo potrebbero interessarvi...

L'Oscuro lo degnò appena di uno sguardo, la mente altrove come ormai gli capitava da diversi giorni.

Senza attendere oltre una risposta, Jefferson iniziò a narrare di ciò che aveva visto nel vicino feudo di Avolea.

-Una storia da non credere! Il Lord della città ha fatto imprigionare la sua unica figlia nella torre e ha inviato dei sacerdoti, di quelli che praticano esorcismi non proprio ortodossi, per liberarla dalla perdizione o roba simile... Davvero assurdo! E tutto perchè lei si era invaghita di qualcuno che il Lord non approvava, ho sentito.

Jefferson continuò a parlare, elencando tutti gli atroci dettagli che aveva appreso. Rumpelstiltskin dal canto suo riuscì ad afferrare solo una parte della storia, perchè subito si rese conto che la protagonista della vicenda era Belle.

La sua Belle!

-Un racconti molto interessante.-, commentò Rumpelstiltskin, chinandosi a raccogliere una lunga catena d'oro dal suo arcolaio. -Per la tu bambina.-, disse, porgendo l'oro a Jefferson.

-Di nuovo grazie. Se doveste avere ancora bisogno di me, non fatevi problemi.-, ringraziò l'uomo.

Rumpelstiltskin lo salutò con un rapido cenno del capo. Ora altri pensieri occupavano la sua mente.

Non poteva dire che Sir Maurice gli avesse ispirato una grande simpatia, ma non lo avrebbe mai detto capace di tanta crudeltà! Di certo doveva esserci Regina dietro tutto, che già aveva tentato di fargli perdere i suoi poteri con il bacio del Vero Amore.

Un tempo si sarebbe precipitato da quella strega, l'avrebbe punita ferocemente per aver tentato di mettersi contro di lui così apertamente. Ma il dolore per la perdita di Baelfire prima e di Belle poi, lo aveva cambiato.

Non appena la ragazza aveva lasciato il Castello Oscuro, si era pentito di averla cacciata, come si era pentito un attimo dopo aver visto il varco generato dal fagiolo magico richiudersi e portarsi via il suo amato figlio verso l'unico mondo che sembrava incapace di raggiungere.

Regina non era la sua priorità ora, quello che doveva fare era salvare Belle da quella torre ed implorare il suo perdono, sperare che il cuore generoso di lei sapesse perdonargli il modo in cui l'aveva trattata.

Quando si era scagliato su di lei, la sete di potere lo accecava e gli aveva impedito di vedere la realtà: i sentimenti di Belle erano sinceri, non fingeva per ingannarlo e fargli così perdere i suoi poteri, altrimenti il loro bacio non avrebbe avuto alcun effetto, non sarebbe stato un bacio del Vero Amore.

"Ogni sortilegio può essere spezzato!"


Il breve attimo in cui la maledizione dell'oscuro si era indebolita voleva dire che anche lui ricambiava il suo amore, nonostante si sforzasse di negarlo.

Andrò a salvarla, anche se lei non potrà più amarmi, si disse Rumpelstiltskin uscendo dal Castello Oscuro, diretto ad Avolea.


Continua...




Angoletto dell'Autrice

Ringrazio di cuore nari92 per aver recensito il primo capitolo e aver messo la storia tra le seguite, ANIMAPERSA e Romantic Dreamer per averla aggiunto alle preferite, Chihiro per averla messa tra le ricordate e AniaS, Drop_of_Moon, esmecullen, mammaemoglie, tykisgirl e Valby per averla inserita tra le seguite.
La fontana di cui parla Jefferson l'ho scopiazzata da un film, chissà se capite quale^^
Logicamente i personaggi non sono miei ma di chi detiene i diritti di OUAT...
So che probabilmente Jefferson all'epoca di Skin Deep non lavorava più per Rumpel, ma ho dovuto fargli fare un po' di lavoro extra XD

I commenti sono sempre graditi!

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Capitolo 3
*** True Love ***




Capitolo III - True Love

 

Sto per impazzire , si disse Belle rinchiusa nell'angusta cella.

Da tre giorni ormai sopportava le torture dei sacerdoti: aveva gridato, implorato la loro pietà, chiesto mille e più volte che la smettessero, aveva assicurato loro che non c'era nulla di diabolico nell'amore che provava per Rumpelstiltskin.

Certo, era una ragazza forte, non si era fatta intimorire dal trattamento ricevuto durante i primi giorni al Castello Oscuro, ma la sofferenza fisica e l'umiliazione di quelle torture l'avevano come svuotata.

Non riusciva a trovare conforto neanche nel sonno: lì si accavallavano ricordi dei mesi come domestica al servizio di Rumpelstiltskin ed i momenti delle torture appena subite, dando vita a scene grottesche. Finiva sempre per svegliarsi con il cuore che le batteva all'impazzata, a causa delle sue stesse urla.

-Basta...-, sussurrò piano la ragazza. Un attimo dopo le parve di notare una strana luce violacea provenire dall'esterno.

Belle alzò lo sguardo verso la finestra della cella e sbattè un paio di volte gli occhi credendo di aver visto male; quello che prima era a malapena uno spiraglio utile a far entrare l'aria ora era una finestra abbastanza larga da far passare una persona, inoltre le sbarre che  bloccavano perfino la luce fino a poco prima erano letteralmente svanite.

La giovane si alzò dal misero giaciglio e si avvicinò alla finestra. Se le fosse capitato qualche giorno prima avrebbe subito pensato ad un incantesimo, ma le violenze dei sacerdoti avevano distrutto gran parte delle sue certezze: che la finestra fosse sempre stata così e la sua follia gliela avesse fatta apparire diversa? Era possibile che non si preoccupassero di una possibile evasione dei prigionieri, vista l'altezza?

Un altro passo e si trovò a ridosso dell'infisso, le bastava un balzo per sedersi sul davanzale.

È per me, si ritrovò a pensare Belle. E quasi senza deciderlo si sedette sulla finestra e fece penzolare le gambe fuori dalla torre.

In fondo cosa le era rimasto? Il suo Vero Amore la odiava al punto di scacciarla, e suo padre ordinava di farla torturare per esorcizzarla dal peccato.

Addio Rumpel , pensò mentre si lasciava scivolare nel vuoto.

Nella cella, conficcata in una piccola nicchia sul muro, la scheggia di uno specchio mostrò per un attimo il sorriso compiaciuto di Regina.

 

 

Nella caduta Belle chiuse gli occhi: non voleva vedere la morte arrivare con il terribile impatto al suolo che la attendeva.

Le sembrò che passassero minuti, ore intere senza che il suo corpo toccasse terra.

È solo un'impressione, tentò di dirsi in un primo momento, ma poi si rese conto che lo schianto non arrivava davvero e sentì chiaramente una forza che la riportava verso l'alto, solo allora si decise ad riaprire gli occhi: stava risalendo la torre, trainata da una nuvola magica che proveniva dalla sua cella.

Pochi secondi dopo era di nuovo nello spazio ristretto che aveva occupato in quei giorni. E Rumpelstiltskin era davanti a lei.

Non è possibile! Devo essere già morta...

Lui le andò vicino lentamente, come se temesse una sua reazione. Belle allungò la mano per toccargli la spalla; strinse il tessuto della camicia di lui tra le dita e le parve di riacquistare la lucidità persa a causa delle frustate e dei ferri roventi.

-Sei reale.-, disse piano, incredula che lui fosse davvero lì, con lei. Che lui l'avesse appena salvata.

Rumpelstiltskin esibì una versione più dolce del suo solito ghigno e sentì le lacrime spuntare agli angoli degli occhi; avrebbe voluto stringerla a se per non lasciarla più, ma vedere il suo sguardo confuso e turbato gli ricordò all'istante che era stato proprio lui a scacciarla e a maltrattarla per primo. A causa sua il padre l'aveva imprigionata e fatta torturare.

Si avvicinò al muro e tolse il frammento di specchio; Regina aveva già chiuso il contatto, ma era meglio andare cauti. Lanciò il pezzo fuori dalla torre e si rivolse a Belle.

-Non penso che tu voglia restare qua. Ti potrei portare in altro reame, che ne dici?-, le propose poi.

-Cosa?-, chiese lei. -Io pensavo che fossi venuto per...-, lasciò la frase a metà, senza avere il coraggio di concluderla; di certo c'era che Rumpelstiltskin l'aveva appena salvata da una morte atroce, ma non voleva farsi delle inutili illusioni, sperare in un suo cambiamento tanto radicale da convincerlo di amarla.

Rumpelstiltskin vide l'indecisione sul volto di lei. -Ovviamente dovremmo passare prima dalla mia residenza per... Ecco...

-Prepararci al viaggio?-, lo aiutò Belle, sorridendo timidamente: non aveva mai visto l'Oscuro rimanere senza parole.

Sembrava molto più umano.

 

 

Grazie alla magia, raggiunsero in un baleno il Castello Oscuro; entrarono nel salone principale, dove tante volte avevano passato delle serate assieme -lei intenta a leggere qualche romanzo avventuroso, lui filando la paglia in oro al suo arcolaio.

 

"Mi piace guardare la ruota, mi aiuta a dimenticare"

 

-Aspetta qui un attimo: vado a prendere il necessario.-, le comunicò in tono triste.

Stava per lasciare la stanza, quando la sua voce lo fermò. -Aspetta! Rumpelstiltskin, aspetta!-, come a voler sottolineare quelle parole gli corse incontro e lo abbracciò da dietro; aveva infine deciso di fare un ultimo tentativo, di dare un ultima chance al Vero Amore.

Rumpelstiltskin rimase inizialmente rigido tra le sue braccia, poi si sciolse dall'abbraccio e si girò per poterla guardare negli occhi.

-Dovresti odiarmi, dovresti scappare urlando terrorizzata. Come puoi volermi ancora con te dopo quello che ti ho fatto?-, il suo viso grigiastro era deformato in un ghigno che avrebbe potuto terrorizzare a morte un bimbo, ma lei non si mosse nè distolse lo sguardo. -Nonostante le tue speranze, io sono ancora un mostro.

-Ma non lo capisci? È proprio per questo che devo restare.-, rispose con slancio lei. -Se tu mi vuoi ancora, ovviamente.-, aggiunse.

Rumpelstiltskin non le diede una risposta a parole, ma l'abbracciò a se, desiderando di riuscire a trasmettere tutto l'amore che provava per lei con quell'unico gesto che gli era concesso.

-Un giorno, tu e io spezzeremo la maledizione dell'Oscuro.-, le promise, sussurrando piano, il viso nascosto nella chioma castana di lei. -Ma nel frattempo la magia mi serve: ricordi il figlio che ho perduto? Ti ho parlato di lui.

Belle gli fece cenno di aver capito: ricordava quel breve e frammentario racconto mai concluso e il modo in cui lui era a disagio nel parlare dell'argomento.

-Il suo nome è Baelfire e non è morto; una magia molto potente l'ha trasportato in un altro mondo, un reame che  da anni tento inutilmente di raggiungere. La maledizione mi serve per ricongiungermi a lui!

La ragazza lo ascoltò con attenzione, riuscendo a percepire chiaramente l'amore che Rumpel provava per il figlio. Non poteva evitare il confronto con il modo in cui suo padre l'aveva trattata: a dispetto del suo aspetto spaventoso e del suo carattere irascibile, Rumpelstiltskin era capace di amare ben più di Sir Maurice.

-Non preoccuparti, possiamo aspettare.-, gli disse, prendendo le sue mani nelle proprie. -Ti starò accanto e insieme ritroveremo Baelfire.

Le sue rassicurazioni erano solo promesse, ma ebbero uno straordinario effetto calmante su di lui. Si rilassò e prese fiato, perchè stava per fare una cosa che si era negato in tutti quegli anni: aprirsi con qualcuno e rendersi vulnerabile.

-Ti amo Belle.-, alcune tra le parole più semplici del mondo, così difficili da dire per lui; le aveva tenute dentro dal momento in cui l'aveva scorta tornare al Castello Oscuro con la paglia che le aveva chiesto.

Se possibile, lo sguardo di lei si fece ancora più luminoso. -Ti amo Rumpelstiltskin.-, disse sorridendogli.

E come nelle fiabe più classiche, il Vero Amore aveva infine trionfato.

 

 

 

Angoletto dell'Autrice

Qualunque riferimento a dialoghi presenti in altri episodi di OUAT è puramente intenzionale^^
Per quando riguarda il film dal quale ho scopiazzato nel cpaitolo precedente, si tratta di Come d'incanto (Enchated) della Disney!
Voglio ringraziare di cuore nari92 e emily silente che hanno recensito il secondo capitolo, alessia_noir e Veggie12775 per aver messo la storia tra le preferite e alessia_noir e buffy4ever per averla inserita nelle seguite.
Com'è ovvio non sono la ABC, ne uno degli sceneggiatori di OUAT e scrivo per puro divertimento (solom mio XD)...

Se la fan fic vi è piacuta, o vi ha fatto proprio schifo, fatemelo sapere lasciando un commento^^

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