Eppure mi hai cambiato la vita

di nuccetta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** tutto ebbe inizio... ***
Capitolo 2: *** Fare a meno di te ***
Capitolo 3: *** Quando due si lasciano ***
Capitolo 4: *** Sogno di una notte di mezza estate ***
Capitolo 5: *** una giornata da star ***
Capitolo 6: *** Esisti dentro me ***
Capitolo 7: *** Tutta colpa della gelosia ***
Capitolo 8: *** Il diritto di amarti ***
Capitolo 9: *** Tu sei l'unica donna per me ***
Capitolo 10: *** Amori sotto l'albero ***
Capitolo 11: *** Capodanno a Parigi ***
Capitolo 12: *** Ti presento i miei ***
Capitolo 13: *** I fantasmi del passato ***
Capitolo 14: *** La scelta ***
Capitolo 15: *** Momenti di svolta ***
Capitolo 16: *** matrimoni ed imprevisti ***
Capitolo 17: *** Piccole anticipazioni del prossimo capitolo!!! ***
Capitolo 18: *** Guardando al futuro ***
Capitolo 19: *** nascere e morire ***
Capitolo 20: *** Epilogo ***
Capitolo 21: *** AVViSO nuova ff ***



Capitolo 1
*** tutto ebbe inizio... ***


A volte il destino ti porta ad incrociare strade che non pensavi di conoscere, ti porta in quei posti che non credevi esistessero, ti crea delle amicizie alle quali non rinunceresti mai, ti fa innamorare di uomini che spesso ti faranno  soffrire. Mi chiamo Nina e questa è la mia storia.


Sono decisamente svaccata sul divano. E' stata una giornata pesante e quello che vorrei ora è dormire. Qualcosa, o meglio qualcuno, però, me lo impedisce.
“Secondo te, meglio il rosso o il nero”.
Ci penso un attimo su. “Nero?!”
Torrey, mia sorella. O meglio dire sorellastra. Tra poco meno di un'ora il suo fidanzato atterrerà all'aeroporto di Londra e noi siamo ancora qui, perchè lei non ha ancora deciso cosa indossare.
“Ta tan”. Fa una breve sfilata davanti a me, sfoggiando uno dei suoi vestiti più belli.
“Un po' eccessivo per andare a prendere il proprio fidanzato all'aeroporto, non trovi?!”.
“E aspetta di vedere cosa mi sono messa sotto”. Alzo gli occhi al cielo e sorrido. Adoro questa ragazza.
La nostra storia è piuttosto complessa, non abbiamo neanche un genitore in comune, ma ci vogliamo bene come se il sangue nelle nostre nostre vene fosse lo stesso. Vent'anni fa, mia madre conobbe un uomo bellissimo, era un modello, se ne innamorò follemente e da una notte d'amore siamo nati io ed Alexander, il mio fratello gemello. Quando il nostro padre biologico apprese la notizia, non ne fu affatto felice: abbandonò mia mamma e partì per un lungo viaggio, da allora nessuno ha avuto più notizie di lui.
Avevo quattro anni quando mia madre incontrò Liberty, un batterista che suonava in un locale vicino alla nostra vecchia casa. I due si innamorarono pazzamente e un bel giorno decisero di sposarsi. Andammo a vivere tutti quanti insieme, io, la mamma, Liberty, Alexander e le tre figlie del mio nuovo papà: Devon, Maryelle e Torrey. Insieme a loro ho creato la mia nuova famiglia, l'uomo che ha sposato mia madre, è diventato per me un padre a tutti gli effetti e le sue figlie delle sorelle straordinarie. Siamo la classica famiglia allargata che però riesce a convivere senza troppi problemi.
Quando Torrey ha deciso di lasciarci per dedicarsi alla recitazione, volando in America, ho pianto per quasi una settimana. Per me, lei non è solo una sorella, ma anche un'amica, la migliore amica che potessi desiderare.
Oggi, come ho già detto, arriverà Paul. E' anche lui un attore ed è venuto fin qui per chiedere la mano di mia sorella. Non oso immaginare la faccia di mio padre a questa proposta. In primis, Torrey ha parlato di lui solo con me, Devon e la mamma, dunque una buona parte della famiglia e all'oscuro di tutto, seconda cosa, papà è un tipo molto geloso. Ricordo quanto ci ho messo a fargli accettare Julian, il mio ragazzo. Devo ammettere che però Paul ha il classico viso d bravo ragazzo, mentre Julian... beh, lui non è proprio un bravo ragazzo, ma alla fine anche Liberty lo ha accettato.
Ah giusto, sì sono fidanzata, ma non aspettatevi una storia d'amore strappalacrime, soprattutto adesso che siamo in piena crisi.




“Oddio, quando arrivano, dovrebbero essere atterrati da quasi venti minuti”. Mia sorella continua a saltellare nervosa sul posto ed io sto davvero cercando di  trattenermi dal tirarle una botta in testa.
“Torrey, dagli il tempo di prendere il bagaglio. Ma... aspetta un attimo: perchè hai parlato al plurale?”
cade per un attimo dalle nuvole.
“Oh, già, mi ero dimenticata di dirti che arriva con un suo amico”.
“E' carino?”
“Nina!”. Mi guarda allibita, quasi come quando da piccola dicevo le parolacce.
“Che c'è? Mi stavo solo informando. Se è amico di Paul, magari è un volto noto del piccolo schermo”.
“Ian Somheralder”.
“Ian Somheralder, Ian Somheralder... mi ricorda qualcosa. Ah, ci sono: Boone di Lost”.
“Grande sorella!”
“Beh, carino è carino”.
“Carino è un po' riduttivo. E' un uomo molto affascinante e tu devi stare attenta”.
“Perchè? Cosa c'entro io?”
“C'entra il fatto che ci passeremo molto tempo insieme e, come tutte le donne che lo frequentano, ne potresti rimanere attratta. Ma devi ricordarti le mie parole, Nina: Ian è affascinante, ma è un uomo e tu sei poco più di una ragazzina”.
“Grazie per la considerazione. Comunque tranquilla, sono impegnata, non farei mai una cosa del genere a Julian. Ne sono innamorata”.
“Anche dopo questo periodo di crisi?”. E' inutile cercare di nascondere le cose a Torrey, prima o poi ci arriva e ti frega.  Anche questa volta ha ragione lei, ne sono davvero innamorata? Non me lo chiedo spesso, la risposta mi fa un po' paura e in questo periodo non ho bisogno di altri grilli per la testa. Mi ricordo, però, di quando io e Torrey eravamo due ragazzine, cercavamo di dare un significato all'amore. E' passione, dolcezza, felicità, è come avere le farfalle nello stomaco, è come quando non riesci ad andare a dormire senza avergli dato la buonanotte, come quando per vederlo metteresti sotto sopra il mondo, come quando dorme al tuo fianco e tu non riesci a smettere di fissarlo. Dicevo questo e lo pensavo davvero, fino ad un paio di anni fa, almeno. Adesso è tutto diverso e se mi soffermo a pensare all'amore che sto vivendo e a quello che dovrebbe essere... beh, devo ammettere che forse sto sbagliando tutto. Guardo mia sorella, è ancora lì che aspetta interrogativa una mia risposta... ne sono ancora innamorata?
“Sai che ti dico?! Alla fine Ian non è neanche così carino”.
Scuote la testa, ma non insiste, mi conosce e sa che quando non ho voglia di parlare, non c'è proprio nulla da fare.
“Sarà, ma ti assicuro che  ha un fascino particolare”.
 La guardo aggrottando le sopracciglia e storcendo un po' il naso. “Non è che Ian il fascinoso ha abbagliato anche te?”.
La vedo arrossire. “No, tranquilla. Anche se devo ammettere che se non ci fosse stato Paul, non sarebbe stato difficile cadere tra le sue braccia. Comunque ora è di te che stiamo parlando. Io ti conosco e so che la sua bellezza, il suo modo di fare ti metteranno Ko, ma per nessun motivo devi farti prendere da lui, ha undici anni più di te”.
“Ok, mammina, non ti preoccupare. Adesso vado a prendere una bottiglietta d'acqua che a forza di parlare ti si sarà seccata la lingua”.


“Ciao, Nina”.
“Matt, che sorpresa. Cosa ci fai tu qui?”. Davanti a me, bello e dolcissimo Matt, il mio compagno di corso, il mio amico di break, il motivo di tutti i miei problemi con Julian.
“Sono venuto a prendere mia sorella. Tu?”
“Il fidanzato di mia sorella. Anzi, adesso devo andare, sarà già arrivato”.
Faccio per andare via, ma la sua mano blocca la mia. Mi giro, sicuramente un po' più rossa di prima. “Perchè non rispondi ai miei messaggi? E soprattutto perchè cerchi di scapparmi”.
“Lo sai. Non posso permettermi neanche un istante di provare qualcosa per te, Matt. Julian è troppo importante per me, mi dispiace”.
Mi allontano e penso che quando ci si mette, la vita è proprio una stronza. Tra tutte le persone che potevo incontrare, perchè proprio lui?
Cerco di non pensarci e soprattutto di non pensare all'effetto che fa ai miei ormoni e mi dirigo verso mia sorella.
Devono essere arrivati, la vedo parlare allegra con due sagome girate di schiena. Vedi, Tor, il mio problema adesso non è Ian, non devi preoccuparti per me. Tra l'altro, è pure troppo basso e poco muscoloso, decisamente non il mio tipo.
Mi avvicino e cerco di sfoggiare il mio sorriso più bello e sincero. Mi faccio largo tra la folla e allungo la mano al mio futuro cognato (papà permettendo).
“Ciao, io sono la sorella di Torrey, tu devi essere Paul”. Sorride anche lui, ha un bel sorriso... devo ammettere che mia sorella ha davvero gusto.
“Ciao Nina, piacere di conoscerti. Tua sorella mi ha tanto parlato di te. Sei la sua preferita”. Torrey gli tira un colpetto amorevole sulla spalla, lui ride di gusto, questa sì che è una bella coppia.
“Ah, Nina, lui è il mio migliore amico. Ti presento Ian”. Sorrido prima di voltare lo sguardo, ho già la mano pronta. Il mio stomaco ha un sussulto. Non posso crederci, io non ci credo. I suoi occhi sono qualcosa di estasiante, fanno mancare il respiro. E' bello, è stupendo. Una cascata di capelli neri gli ricade disordinatamente sulla fronte, i suoi occhi sono così azzurri che ti ci vien voglia di nuotare, le sue labbra nascondono una fila di denti dritti e bianchissimi. Perchè non me lo ricordavo così? Sorride ancora. Non posso farcela, quest'uomo mi manda in confusione. Alla faccia del “Decisamente non il mio tipo”. Devo dire che con Ian, ho completato il quadro, mi mancava un altro motivo per considerare il mio amore con Jul terminato.




Pov Ian

E' venti minuti che siamo qui, è questo benedetto nastro non ha intenzione di girare. In realtà non ho neanche ben chiaro come sia riuscito a farmi convincere da Paul a farmi affrontare questo viaggio, cosa non si fa per gli amici!
“A che pensi”.
“Al fatto che non mi è ben chiaro il motivo per cui sono qui oggi”.
“Siamo in vacanza”.
“Già ma io cosa c'entro?”.
“Sei il mio migliore amico, ho bisogno del tuo sostegno per fare la dichiarazione a Torrey”.
“Sarà”. Io e Paul ci conosciamo da quasi due anni, ci siamo incontrati la prima volta sul set di Smalville e da lì siamo diventati inseparabili.
“A proposito del tuo ruolo qui”. Mi guarda minaccioso, chissà cosa gli è passato per quella testa.
“Torrey mi ha detto che sua  sorella, Nina, trascorrerà molto tempo con noi. Hanno un rapporto splendido e quando è libera, uscirà spesso con noi. Da ciò che ho visto è una ragazza molto attraente e da quanto ne so, deve essere anche molto spigliata, vedi di non fare cagate con lei, chiaro?”.
“Quando mai faccio cagate con le ragazze? Quelle che escono con me, si complimentano sempre per la mia galanteria”. Sono quasi offeso dalle sue parole, con chi crede di parlare? Io sono un uomo d'onore.
“Ian, forse non sono stato chiaro. Non devi avvicinarti a lei con quelle intenzioni. E' fidanzata da cinque anni”.
Caspita, ed io che non riesco ad avere un rapporto serio da... da sempre ad essere sincero. In realtà ora c'è Megan, ma è una storia un po' particolare, volano più corna che altro.
“Bisogna lasciare a lei la decisione di lasciarsi corteggiare o meno, non sono mica suo padre”.
“Ian, ha vent'anni”.
“Ok, questo è un altro paio di maniche. Ma poi, per chi mi hai preso? Non sono il tipo maturo che fa l'idiota con le ragazzine”.
“Immaginavo, però sai ho voluto esserne sicuro”.
Scuoto la testa esasperato. “Puoi dormire su sette cuscini, Wes. Con me la tua cognatina sarà al sicuro.
“Guarda stanno arrivando le valigie”.

Quanta gente c'è in questo aeroporto? Trovare Torrey potrebbe essere un'impresa piuttosto difficile, meglio darsi da fare subito.
“Paul, Paul. Ian”. Qualcuno si sta sbracciando, vedo delle mani sventolare in mezzo alla folla. Riconosco la voce della ragazza del mio amico. Me lo trascino alle spalle e riusciamo a trovarla.
“Ian, da quanto tempo”. Ci abbracciamo per qualche secondo, poi si accorge della presenza del suo fidanzato e va in visibilio. “Paul, amore, quanto mi sei mancato”. Li abbandono alle loro sdolcinatezze e mi guardo in giro, sentendomi un estraneo in quell'intimità.
Una ragazza mora attira la mia attenzione. Sta uscendo da un bar, ha in mano una bottiglietta d'acqua e sul viso un aria stralunata, bellissima. Mi soffermo a scrutare ogni angolo del suo corpo, le gambe lunghe e perfette, la pancia piatta e morbida, le labbra piene e lucenti, gli occhi dello stesso colore del cioccolato. Ok, sto iniziando a fare pensieri non proprio casti, ma non è colpa mia, prendetevela con mia madre che mi ha fatto maschio.
Un ragazzo carino, sul metro e novanta, le blocca una mano. Beh è normale, una meraviglia del genere non può mica essere pure libera. Iniziano a parlare, forse addirittura a discutere, involontariamente cerco di osservare con più attenzione le bocche e leggerne il labiale. Inutile dire che non riesco. Ma poi che fai, Ian? Ti metti pure a sbirciare le coppie? Non sono affari tuoi. Fattene un ragione, probabilmente non la vedrai mai più in vita tua.
“Non vedo mia sorella. È andata al bar con la scusa di prendere un bicchiere d'acqua e si è persa”.
“Arriverà, avrà trovato coda”.
“Eccola, sta arrivando”.
Torrey indica con la mano una figura che si sta avvicinando. Il mio cuore fa capolino nello stomaco, non posso crederci. La ragazza che ho visto uscire dal bar, su cui ho fatto pensieri poco puliti è niente meno che la sorella di Torrey, Paul questa volta aveva ragione. Dio mio, Ian, hai appena immaginato di chiuderti in un bagno dell'aeroporto con una ragazzina di vent'anni, forse è meglio che ti riprenda.
Nina si presenta prima a Paul, poi a me. Il suo sorriso mi lascia senza fiato, a malapena riesco a rivolgerle la parola e questo non è assolutamente da me.
Ci stiamo avviando verso la macchina, lei cammina davanti a me, i lunghi capelli neri si muovono da un lato all'altro della sua schiena, ma io mi chiedo... Perchè diamine non riesco a staccare gli occhi dal suo fondo schiena?
Ok, ho già capito che mi aspetta un'estate da incubo, spero almeno di non doverci andare mai al mare insieme. Ian, ora esageri, se Wesley riuscisse a leggerti in testa, saresti letteralmente un uomo morto.

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Capitolo 2
*** Fare a meno di te ***


Pov Nina

 

E' già trascorsa una settimana dall'arrivo delle due star in casa mia e devo ammettere che... ancora non sono riuscita ad abituarmici!

Passi il fatto che Ian Somerhalder condividi con te il bagno, mettici la prima visione al mattino dei suoi occhi color ghiaccio appena dopo esserti svegliata, accetta anche la sua voce sensuale ad ogni ora del giorno e della notte, ma che cammini solo in boxer per tutta la casa... no, questo è davvero troppo.

La mia giornata è appena iniziata e già fatico a concentrarmi sulla mia tazza di latte e corn flakes, i miei occhi, chissà perchè, indugiano troppo sui suoi addominali scolpiti. No, Nina, questo no, pensa ad altro. Julian, Julian, Julian, Julian.

“Ma tua sorella e il mio amico hanno intenzione di degnarci della loro presenza, questa mattina?”

“Come, scusa?”. Julian, Julian,Julian.

“No, mi stavo chiedendo che fine avessero fatto Paul e Torrey. Stai ancora dormendo?”. Ecco la prima figuraccia della giornata.

“Non saprei, magari non è suonata la sveglia”.

Perchè parlare con lui deve essere sempre così difficile? Mi manda in confusione, non riesco ad essere me stessa e sicuramente non è un buon segno.

Cerco di finire la mia colazione, intanto Ian abbandona la sua sedia per avvicinarsi alla credenza. Un foglietto bianco ha attirato la sua attenzione, posso riconoscere la calligrafia piccola e squadrata di mia sorella: Per Nina e Ian.

Ciao ragazzi. Oggi è il gran giorno, mi ha appena chiamato la mamma informandomi del loro rientro, siamo usciti per organizzare la cena di stasera. Divertitevi comunque anche senza di noi. Devo dedurre che quindi ti avrò mia per l'intera giornata”. Mi sorride malizioso, io ricambio, ma abbasso la testa intimidita, potrei scommettere tutto l'oro del mondo che le mie guance si saranno tinte di rosso e questo, a lui, non sarà scappato. Grazie infinite, Torrey.

“Aspetta, c'è un post scriptum. Per Nina: Mi sono permessa di invitare anche Julian, spero non ti dispiaccia”.

Di male in peggio, questa proprio non ci voleva, il mio fidanzato di una vita e l'uomo che costella tutti i miei sogni, notturni e no, allo stesso tavolo. Perchè mai dovrebbe dispiacermi in fondo?

“Presumo che questo Julian sia il tuo fidanzato”. E' una mia impressione, o sento nella sua voce un pizzico di amarezza? Basta con i castelli in aria, Nina.

“Già”, mi limito a rispondere. Inizio a prendere le tazze della colazione per riporle nel lavello, ma ovviamente non posso pretendere che la domanda si concluda con una risposta così misera, in solo una settimana, sono già riuscita a conoscere la curiosità invadente di Ian.

“E' una settimana che sto con te e ancora non ti ho sentito parlare di lui, una volta. Sei sicura di avere davvero un fidanzato?”.

E adesso cosa gli rispondo? “Beh, diciamo che è un periodo non proprio felice per noi”.

“Per questo non vi vedete mai?”. Adesso vuole davvero saperne troppo.

“Un po' per questo, un po' perchè è stato via per qualche giorno, un po' perchè è impegnato con i suoi studi”.

“Da non potersi permettere due ore da dedicare alla sua fidanzata?”

“Questo dovresti chiederlo a lui, non a me”. Senza volerlo, la mia voce esce un po' acida, cerco di rimediare con un sorriso.

“Scusa, non volevo essere invadente. E' che mi piacerebbe sapere qualcosa in più di lui, di te insomma”. Mi fa quasi tenerezza, in fondo il suo è un tentativo di conversazione.

“Non c'è granchè da sapere. Ci siamo conosciuti al liceo, io ero al terzo anno e lui al quarto. Mi sono subito invaghita e poi, quando anche lui si è deciso a fare il primo passo, non ci siamo più lasciati. E' stato bello, uno di quegli amori da film, quando stavo con lui riuscivo a dimenticarmi di tutto e tutti. Ci eravamo creati una magica bolla di sapone colorata, in cui esistevamo solo noi. Poi...”. Mi soffermo a pensare, un nodo mi stringe la gola, il ricordo di quei momenti è ancora vivo nel mio cuore.

“Poi la favola è finita e tu non riesci a liberarti dalla sua costante presenza”. Oltre ad essere figo, è pure un indovino!

“Pensi sia una stupida?”.

“No, penso solo tu sia una ragazza che ha amato tanto e ora vive schiava di ciò che è stato”.

“E' più difficile di quanto pensassi, ma è come se il nostro amore sia andato spegnendosi giorno dopo giorno”.

“Cosa ti lega ancora a lui?”.

“Non ne sono ancora totalmente sicura, ma penso sia affetto. Gli voglio bene. E' come se non esistesse vita senza di lui al mio fianco, so che quando ne avrò bisogno, ci sarà”.

“Non per essere sgarbato, Nina, ma ne stai parlando, come si parla di un fratello, te ne rendi conto, vero?”

I miei occhi iniziano a piangere, lacrime di dolore solcano inevitabili la mia pelle ed io non so come fermarle. Ian mi accarezza premuroso una guancia, mi perdo nel suo azzurro splendente e non riesco più a pensare a nulla. Lui sembra accorgersene perchè ritira in fretta la mano, imbarazzato come me da quell'attimo di intimità.

Inizio a tranquillizzarmi e a cercare una risposta alla sua domanda, ma la sua voce calda mi frena.

“Dai, adesso dimmi un po': tuo padre è davvero terribile come Torrey lo descrive?”.

Rido sonoramente, non riesco proprio ad associare la parola terribile all'animo buono di Liberty.

“Forse te ne sarai accorto già da te, ma mia sorella ha una strana predisposizione ad ingigantire le cose. Mio padre è solo molto geloso delle sue figlie, ma quale padre non lo è? Inoltre, c'è da dire a sua discolpa, che questa sera mia sorella gli metterà di fronte, non solo il suo nuovo fidanzato, ma anche il suo futuro marito, probabilmente rimarrà un po' spiazzato, poveretto. Comunque sono quasi sicura che gli piacerà, Paul è proprio un ragazzo fantastico, il classico a cui ogni genitore affiderebbe la proprio piccolina”.

“E va d'accordo con Julian?”. Tossicchio allegramente. “Domanda di riserva?!”. Si mette a ridere sfoderando la sua dentatura perfetta, un ulteriore attentato al mio debole cuore.

“Diciamo che non si sono mai amati particolarmente. Quando ho portato Julian in casa pensavo fosse solo gelosia, eravamo molto giovani, ma con il tempo, le cose anziché migliore hanno iniziato a declinare. Mio padre non sopporta alcuni suoi atteggiamenti e Julian si sente accolto male da lui. Cercano comunque di sopportarsi a vicenda per amor mio”.

Mi sorride, vedo nei suoi occhi una strana luce, mi lascio capovolgere in pieno.

“Sai?! Penso che questo Julian sia un perfetto idiota, ti sta lasciando andare senza neanche lottare, al suo posto io avrei già imbracciato le armi”.

Ok, questo sì che è imbarazzante. Fingo di non essermi accorta di questa sua ultima frase, anche se il mio cuore potrebbe seriamente uscire dal petto.

“Allora, oggi cosa ti andrebbe di fare?”

 

 

Pov Ian

 

Seguo Nina come un cagnolino, mi sta facendo correre da una parte all'altra della città, forse sono un po' stanco, ma felice. Già, felice. Da quanto tempo non mi succedeva di stare così bene con una donna? E' inutile anche darmi una risposta, forse non mi è mai capitato. Con lei è diverso, la sua solarità, i suoi piccoli capricci, le risate contagiose mi stanno entrando dentro e tutto questo mi fa paura. Devo mettermi in testa che lei non è ancora una donna e soprattutto non è la mia donna. Eppure mi viene tutto così naturale, con lei riesco ad essere me stesso, sento che non devo indossare maschere strane, non mi sento giudicato, è come sei mi accettasse per quello che sono, e non Ian Somerhalder, l'attore di serie tv, ma semplicemente Ian.

Adesso siamo seduti su una panchina, lei si gusta tranquilla il suo cono gelato e si diverte a prendere in giro qualche povera malcapitata che ha la sfortuna di passarle davanti.

“Questa sicuramente ha le tette rifatte”.

“Ma, se sono rifatte, hanno fatto un bel lavoro”. Mi soffermo a guardarla per qualche secondo di troppo e, per la mia gioia, sento Nina inacidirsi un po'.

“Ecco, voi uomini siete davvero tutti uguali. Vi basta vedere un paio di tette che arrivano al mento e vi rincitrullite in un secondo”. Ok, su una cosa devo ricredermi: in alcuni atteggiamenti, è esattamente come tutte le altre donne che ho frequentato, ma a lei concedo anche questo. Ma cosa dico?! Ian, ricordati che ha la metà dei tuoi anni, beh non proprio la metà, direi. Non sono proprio da buttare.

“Ma scusa, sei stata tu la prima a guardarle. E' normale che poi mi ci caschi l'occhio, sono fatto di carne anche io!”.

Sospira abbattuta, anzi in realtà è più un va beh, poverino, che ci vuoi fare, è fatto cosi.

“Sul fisico sono sempre stata molto critica, chiamala invidia, chiamala come vuoi, ma quando vedo qualcuna uguale a come vorrei essere, la prendo proprio a male”.

Inutile dirle che è perfetta così com'è, uno perchè, in quanto donna, non l'accetterebbe mai come affermazione valida, due perchè anche io vorrei tanto convincermi del contrario.

Mi limito a dire. “Mi pare che i tuoi spasimanti non la pensino come te”.

“I miei che?”

“I tuoi spasimanti. Perchè non mi dire che quello all'aeroporto era Julian, perchè non ci credo”.

Sorride compiaciuta ed io mi sciolgo come neve al sole.

“Ma a te non sfugge mai niente, eh?”

“Beh, anche lì, diciamo che mi è cascato l'occhio. E comunque, quello ti mangiava con lo sguardo, fidati che per lui sei perfetta così come sei”. Non per niente sono un attore, non è da tutti esprimere i propri pensieri e metterli in bocca ad altre persone. Sono fiero di me.

“Sarà, ma con Matt non potrebbe mai funzionare, Julian a parte. Siamo troppo simili, ci piacciono le stesse cose, ci ritroviamo in ogni pensiero e studiamo entrambi lettere antiche... non c'è nulla di peggiore che condividere le tue passioni, con il ragazzo che frequenti”.

A volte faccio fatica a seguire i suoi ragionamenti contorti, ma forse è solo perchè mi soffermo troppo ad ammirare la sua immorale bellezza.

Improvvisamente si alza dalla panchina, quasi mi viene un colpo.

“Chi arriva ultimo alla cabina telefonica offre il gelato”.

“Un altro?”.

Fa cenno di sì con la testa, sul viso quel sorriso infantile che tanto mi piace.

“Uno... due e tre”.

Ovviamente imbroglia sul tempo, ma non faccio per niente fatica a starle dietro, le dure ore di allenamento settimanale a qualcosa servono. Le lascio un certo vantaggio, fino a quando mi accorgo di una stradina laterale che sbuca proprio dietro la cabina, sperando che lei vada avanti per la sua strada la imbocco.

Arriva felice alla tanta, si gira verso il sentiero vittoriosa, ma non mi trova, il suo viso cambia espressione, sembra preoccupata, dispiaciuta. Cercando di fare meno rumore possibile esco dal mio nascondiglio, mi piazzo di fronte a lei e con il petto la spingo all'interno della cabina.

E' pura magia, i nostri visi sono vicini, troppo vicini, riesco ad avvertire il dolce odore della sua pelle. Una parte di me, mi dice di concludere il gioco e uscire dalla cabina, l'altra, più crudele, mi fa rimanere lì, impietrito ed incurante di tutto, anche di quei due poveretti fuori che aspettano imbarazzati di poter entrare.

Lei resta lì, immobile, maliziosa, molto più donna di qualche minuto fa... e questo mi fa decisamente impazzire.

Improvvisamente, la parte più razionale di me fa valere le sue ragioni, cerco di ricordare le parole di Paul a riguardo, ripenso alla giovane età di Nina, al suo rapporto irrisolto con Julian, al mio desiderio di avere una donna al mio fianco, alle vite troppo diverse che conduciamo e mi allontano all'istante. Le sorrido, cerco di farlo passare come parte del gioco e non come un mio momento di debolezza. Le offro la mano e usciamo fuori da quel luogo di perdizione. Se solo fosse più facile, se solo starle lontano fosse possibile...

 

 

 

Pov Nina

 

I miei pensieri sono ancora tutti rivolti alla giornata di oggi, a quel contatto involontario, ma voluto al tempo stesso, alle sue labbra così vicine alle mie da poter sentire il fresco odore di desiderio.

Alzo lo sguardo, seduto di fronte a me, Julian mi fissa cercando di capire cosa mi frulli per la testa. Se solo sapesse, se solo potesse immaginare che in quel momento, in quello stesso tavolo, è seduto l'uomo che, in poco tempo, è riuscito ad allontanarmi da lui, più di quanto già non fosse.

E' tutta la sera che non rivolgo parola a nessuno e questo non è di certo sfuggito a mia madre che, grazie mamma, non fa altro che ripeterlo da quando mi ha salutata.

Sono talmente fuori da ogni contesto, che non potrei neanche dire con esattezza come stia procedendo questa fatidica cena, spero solo che Torrey domani non mi faccia domande troppo nei particolari.

Comunque, sembra stia andando tutto per il verso giusto, come previsto, i miei genitori impazziscono per Paul e hanno già iniziato a trattarlo come un figlio. Per quanto riguarda la proposta di matrimonio?! Beh, sono già lì ad organizzare tutto nei minimi particolari.

Solo Julian sembra un pesce fuor d'acqua, continua a guardare rapito il proprio piatto e ad arrossire ogni qual volta gli si rivolga una domanda. Mio padre, da parte sua, si è limitato a rivolgergli un freddo saluto ad inizio serata ed ora, eccolo lì, a ridere e scherzare con Ian, come se si conoscessero da tutta la vita. Già, Ian. Da quando siamo tornati a casa, abbiamo cercato di rivolgerci meno parole possibili ed io spero solo che tutta questa storia non porti ad una rottura di questo meraviglioso legame che si è creato.

“E' tu, Ian, sei sposato?hai figli?”. Ritorno per un attimo al presente, giusto per ascoltare la bomba lanciata da mio padre, come se tutti a trent'anni dovessero essere sposati con figli. Vedo Ian un po' in imbarazzo, ma, dopo essersi pulito la bocca con il tovagliolo, risponde a mio padre con la lucidità che lo contraddistingue.

“Veramente, non ho ancora avuto una storia andata a buon fine”. E' amareggiato, si vede che ne soffre molto, avrei quasi voglia di andare a consolarlo. E saprei anche io come. Nina, no.

“Si vede che non è ancora arrivata la donna adatta a te”. Queste sono le perle di saggezza di mio padre, complimenti papà, davvero perspicace.

“In realtà una che mi piace, ci sarebbe. Ma è una storia impossibile”. Per un attimo mi illudo: che sia io questa fantomatica donna? Poi, mi smonto da sola, ripenso ad una conversazione di qualche giorno fa con Torrey, mi ha raccontato di una con cui Ian ha una mezza storia. Megan, se non erro. E' sicuramente a lei che si sta riferendo. D'altronde a me non dovrebbe interessare.

“Non esistono amore impossibili, figliolo”. Figliolo? Mio padre sta letteralmente impazzendo,

“Voglio fare un brindisi, se mi è concesso. Alla mia meravigliosa figlia che ha deciso di spiccare il volo e creare la sua nuova famiglia, con la speranza non dimentichi mai la vecchia. A Paul, che sono sicuro si saprà prendere cura della mia bambina come meglio deve e al nostro ospite, Ian, augurandogli la felice nascita di questo amore. Io ci vedo lungo, ragazzo, e dalla luce che c'è nei tuoi occhi quando parli di lei, fidati di me, la conquisterai, per forza”.

Non solo noi altri non siamo degni di nota nei brindisi di mio padre, ma sta pure augurando all'uomo che mi piace un felice futuro d'amore insieme alla sua donna. Se questo non è amore paterno...

E' questione di un secondo, senza neanche programmarlo, i nostri occhi si incontrano. In quell'attimo, parole silenziose volano verso di lui, cercano una risposta al suo atteggiamento, una soluzione a questa storia, un mio eventuale ruolo nella sua vita.

Inevitabilmente distoglie lo sguardo. Come hai fatto ad illuderti, Nina? Lui è un uomo e tu soltanto una ragazzina, tra di voi non potrà esserci altro che una tenera amicizia. Sai che ti dico, Ian?! Non rinuncerò a te, e anche solo come amica, cercherò di starti vicina, ma ti prego, non allontanarmi.

 

 

 

 

Ciao a tutte! Eccomi al secondo capitolo della mia nuova storia. Come mi è già stato chiesto nelle recensioni, la storia è una Nian, ma non solo. Nel corso dei capitoli vedremo maturare il rapporto di Ian ed Elena, ma non vi aspettate una storia come tutte le altre, i nostri protagonisti supereranno diversi ostacoli, si avvicineranno e si allontaneranno continuamente e forse, dico FORSE, allorapotrà nascere qualcosa di più tra di loro... continuate a seguirmi numerose

 

 

ringrazio tutte coloro che hanno inserito la mia storia tra le preferite:

 

delena125

 

chi ha deciso di seguirla:

 

 

0sil0
2 - bsalvatore
3 - cateyes
4 - Fede_Vampire
5 - gio_6
6 - MICHY
7 - militerni
8 - Serena94
9 - _KAT_



E alle ragazze che hanno recensito la storia (grazie mille a tutte per i complimenti)

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Capitolo 3
*** Quando due si lasciano ***


Pov Nina

 

 

La luce del sole entra invadente nella mia piccola camera, un raggio mi accarezza fastidioso una guancia. Chi osa torturarmi così, di prima mattina?

Apro gli occhi a fatica, ovviamente non devo neanche darmi risposta. E' seduto sul mio letto, sorride soddisfatto, molto più bello di qualsiasi giornata di sole.

“Ti odio”. Come no!

“Il mattino ha l'oro in bocca, Nina”.

Ogni giorno la stessa storia. Non ho mai capito cosa ci trovi di così bello nello svegliarmi, tra l'altro (e caspita non ci avevo mai pensato), non devo essere proprio un bello spettacolo. Normalmente, i capelli sono talmente arruffati da poter sembrare un groviglio indistinto di sterpaglie, gli occhi sono talmente gonfi da fare invidia alle palline da golf e le labbra diventano dei piccoli canotti galleggianti. Decisamente non devo essere un bello spettacolo.

Eppure li sembra non farci caso, qualche giorno fa ha addirittura dichiarato che questo è il momento della giornata che ama di più, non sto nemmeno a raccontarvi la mia reazione. Lui mi parlava ed intanto nella mia testa ero già vestita di bianco e correvo verso l'altare. Secondo me, ama questo momento, giusto perchè si diverte a vedermi in queste situazioni, gli devo sembrare una sorta di clown. Vai, Nina tu sì che hai le carte in tavola per vincere.

So che potrebbe sembrare strano aggiungere questo piccolo particolare, ma mi sembra d'obbligo: in tutto questo, Ian che mi sveglia al mattino, io che con la fantasia sono già in viaggio verso un'isola deserta con lui, i miei pensieri poco casti a riguardo... io sono ancora stra-maledettamente-fidanzata.

Certo, riesco a trascorrere più tempo con il mio bell'attore che con il mio fidanzato, sicuro non per mio volere (oddio, mi si sta allungando il naso).

In tutto questo tempo in cui ho dato vita ai miei pensieri più strampalati, Ian è rimasto lì, con un sorriso da ebete stampato in faccia, semplicemente a fissarmi.

“Ora che ti stai svegliando un po', potresti anche perdonarmi”.

Gli mostro i denti in una smorfia decisamente forzata, poi gli servo una bella linguaccia e mi faccio più in là per permettergli di sdraiarsi al mio fianco.

Sono giorni che ripetiamo questo gesto, eppure non mi ci sono ancora abituata. Posso farlo con naturalezza con Josef, con David, con Alex, forse addirittura con Matt, ma non con lui. Non è naturale trattenere il respiro ogni volta che involontariamente la sua mano sfiora il mio corpo e, ancora peggio, non è naturale desiderare che quel tocco si faccia più prepotente sopra di me.

Fortunatamente la sua voce, allontana da me questi brutti pensieri. Brutti... è più questione di punti di vista.

“Cosa ha in serbo per noi, questa stupenda giornata estiva?”.

Affondo il viso nella sua scapola. “Tanta nanna”.

“Ma come tanta nanna, Nina? Forse tu non te ne sei resa conto, ma sono le undici del mattino?”.

“E ti sembra tardi?! E comunque aggiungici pure i cinque minuti trascorsi da quando sei entrato in camera”.

“Sono allibito. Non pensavo che voi ragazzine foste così piene di vita”.

Faccio finta di niente, ma ogni volta che mi chiama ragazzina, sento una strana fitta allo stomaco. So che il suo è un modo carino di dimostrarmi il suo affetto, ma questa parola proprio non la digerisco. Sarà per la tenerezza che ci mette da farmi sentire davvero una bambina, sarà perchè i dieci anni di differenza che ci dividono ci sono e si sentono, sarà perchè posso metterla come voglio, ma io davvero sono una ragazzina. Almeno fino a quando troverò il coraggio di dimostrare il contrario.

“Scusami tanto nonnino, quasi dimenticavo che andando in là con l'età, la voglia di dormire passa”.

Rido divertita, pregustandomi già la sua reazione, sembra non esserci ancora arrivato, poi una luce strana illumina il suo bellissimo viso.

“Partendo dal presupposto che come battuta è pessima, adesso te lo faccio vedere io il nonnino”.

Euforico e scorretto, mi colpisce sul mio punto più debole... il solletico.

Inizio a dimenarmi nel letto, più di una volta rischio di cadere per terra. Mi inizia a mancare il respiro, mentre scalcio come un cavallo imbizzarrito. Un paio di volte riesco anche a colpirlo, rubandogli qualche ahi di dolore. Hai visto cosa ti fa questa ragazzina?

Continua spudoratamente, aumenta anche l'intensità, non riesco a trattenere le lacrime dal forte ridere. Senza volerlo, mi viene istintivo darmi uno slancio e prima ancora che io possa accorgermene, lui mi accoglie tra le sue braccia.

I suoi occhi sono ad una distanza minima, riesco a cogliere le venature più chiare delle pupille. Sorride ed io devo prendere un respiro per non rubare quegli ultimi millimetri che ci dividono.

“Non sei così leggera come sembri”.

Ecco svelato l'arcano, solo ora realizzo di non essere al suo fianco, ma di avere adagiato tutto il mio dolce peso sul suo caldo corpo. Arrossisco. Il calore invade non solo le mie guance, ma anche tutto il resto,l o sento penetrare fino a dentro.

“Scusami”. Faccio per allontanarmi, ma lui mi trattiene. “Non ti ho detto di andare via”.

Ok, ora credo di aver dimenticato come si respiri, urge un corso accelerato.

“Sei bellissima, lo sai?”.

Non gli rispondo, mi lascio trasportare da quel vortice di emozioni, vorrei poter assaporare il suo profumo frizzante, vorrei divorare le sue labbra e non pensarci più.

Sento un rigonfiamento sotto il mio bacino, segno evidente del suo desiderio per me.

Le nostra labbra si sfiorano ed il mio cuore accelera il suo andare, sento che niente intorno a me ha senso, esistiamo io e lui, nient'altro.

Sto già chiudendo gli occhi per abbandonarmi a quel possibile bacio, quando il suo volto entra maleducato nella mia testa. Julian. E' tutto sbagliato, ancora tutto irrisolto, non posso farlo. So che mi prenderete per scema, so che sto per bruciare l'occasione di una vita, ma proprio non posso. Io non sono quel genere di ragazza e, per quanto la nostra storia abbia perso il suo senso, non posso fargli questo.

“Non possiamo”. Esce più un urlo, che un'affermazione. Mi guarda sorpreso, ma comprensivo. Mi alzo immediatamente, cerco di sciogliere subito quella situazione così intima, anche perchè non so quanto ancora potrei resistere.

Inizio a piangere a dirotto, temo di non riuscire più a smettere. Ian mi afferra per le spalle e mi stringe dolcemente.

“Non piangere, Nina. Va bene così, non è successo niente”.

“Come fai a dire che non sia successo niente? Dovrei poter vivere la mia vita come meglio credo, godermi le emozioni che mi riserva e invece sono incatenata in una sorta di limbo...e tutto questo perchè sono una codarda”.

“Non sei una codarda, sei semplicemente una ragazza onesta”.

“Se fossi onesta come dici te, non mi ci sarei neanche ritrovata in questa situazione, avrei cercato di allontanarti già tempo fa”.

“Basta chiederlo, se vuoi starmi lontana, non ti ostacolerò più”.

Inizio a scuotere nervosamente la testa. Non ha capito niente, come fa a non accorgersi di ciò che provo per lui, di come le mie guance si colorano quando lo vedo, di come il mio cuore inizia a battere quando i nostri sguardi si incrociano.

“Sto rinunciando a ciò che voglio, solo perchè non sono in grado di chiudere una storia”.

“E' una storia di cinque anni, Nina. E' normale non riuscire a cancellare tutto dall'oggi al domani”.

“Devo farlo”.

“Non posso essere io a dirti cosa fare e cosa no”.

Mi asciuga le lacrime con le mani, un'altra volta mi perdo nell'azzurro dei suoi occhi, nella fragranza inebriante del suo profumo. Mi sorride.

“Se mi vorrai vicino io ci sarò, anche solo come amico. Adesso preparati che andiamo a fare una passeggiata”.

Inizia ad avvicinarsi alla porta, poi si blocca di scatto.

“Non pensarci più. Dimentichiamo questa storia e torniamo a goderci la nostra amicizia. E' stato meglio così, fidati di me”.

Esce. Lui va via ed io rimango ai miei pensieri, a quell'ultima sua frase. E' stato meglio così? Come può dire una cosa del genere? Come può credere che tutto si possa risolvere così? Ci stavamo per baciare, e se non vado errata c'era anche lui in quel momento, riuscivo ad avvertire non solo la mia di eccitazione, ma anche la sua.

Però forse, ha ragione lui, tra di noi non c'è storia. In fin dei conti lui è un uomo ed io sono solo una ragazzina.

 

 

 

 

Pov Ian

 

Siamo stati davvero bravi. Abbiamo trascorso una giornata come le altre, non ci siamo lasciati condizionare da ciò che è successo oggi tra noi.

Eppure il ricordo mi logora dentro, pensare a ciò che non è stato e a ciò che avrebbe potuto essere è come un pugno dispettoso nel petto.

Ci siamo appena seduti a tavola, ma già avrei voglia di alzarmi e andarmene a dormire. Di sicuro la presenza di Julian che tiene la mano di Nina, non giova al mio umore nero.

“Stavo quasi pensando che domani potremmo partire per la Florida”. Ancora una volta Torrey e le sue manie di grandezza, come se la Florida fosse qui dietro l'angolo, in fin dei conti ci vogliono solo quindici ore di volo, questo è ciò che succede quando non si hanno problemi di soldi.

“Io ci sto, solo ovviamente se viene anche Ian”.

“Mi è venuta un'idea, se per voi non è un problema, i miei hanno una casa a Jacksonville, proprio vicino ad una delle spiagge più belle. Potremmo andare lì. Sono comunque quattordici ore di volo, ma almeno non dobbiamo sbatterci per cercare un villaggio. Ovviamente l'invito è esteso anche a voi”.

Guardo Nina e Julian, ,a in testa mia vorrei rimangiarmelo quell'invito, ma non posso fare altrimenti. Torrey non accetterebbe mai di non portarsi dietro sua sorella e Julian è un effetto collaterale necessario ed inevitabile.

Nina ha lo sguardo assorto nel nulla, a quanto pare l'idea non va a genio neanche a lei, Julian è diventato tutto rosso e trova fatica a formulare una frase.

“Io, beh... sono sincero, mille e rotti euro di volo proprio non posso permettermeli”. Mi dispiaccio un po' per la sua situazione economica (da quanto mi ha detto Nina, può a malapena permettersi di pagarsi gli studi), ma tiro subito un sospiro di sollievo.

“Beh, Nina, tu ci sei ovviamente?” . Un giorno di questi devo davvero congratularmi con Torrey per la sua predisposizione a parlare sempre nei momenti più opportuni. Davvero un genio! Quasi come dire: poverino tu che sei povero!

“Ci sarò”. E' questione di un attimo, quelle due parole pronunciate timidamente, portano con loro una tempesta. Julian inizia ad agitarsi, riesco ad avvertire la rabbia nella sua voce.

“Certo, per Nina non ha nessuna importanza stare dieci giorni lontano dal fidanzato. Ma poi, non so se qualcuno se l'è mai chiesto, lei ha davvero un fidanzato?”.

Nina lo guarda sbalordita, o forse più imbarazzata, immagino non sia piacevole discutere con il proprio ragazzo di fronte a tutta la famiglia, padre compreso. Ed ' proprio a lui che cattura il mio sguardo, sta fulminando Julian con la sola forza del pensiero. Ora capisco perchè non deve amarlo alla follia, da quanto vedo è una gran testa calda. So che non dovrei, ma sento una leggera soddisfazione in tutto questo.

“Se avete voglia di litigare, quella è la porta. Noi qui dobbiamo mangiare”.

La voce gelida di Liberty colpisce in pieno viso la giovane coppia, dopo di che Nina si alza ed invita Julian a seguirla in salotto.

La porta chiusa ed il vociare forzato di Devon e Michaela non bastano a coprire il volume delle loro voci.

“Io faccio quello che voglio, ti è chiaro? Non sei mio padre, né mia madre, ergo non decidi tu dove devo o non devo andare”.

Anche se ultimamente sembri essertene dimenticata, io e te stiamo insieme, vorrei essere reso più partecipe della tua vita, se fosse possibile”. In questo non me la sento di andare totalmente contro Julian, se fossi al suo posto, reagirei allo stesso modo. In una coppia è giusto condividere tutto, poi che la tua ragazza arrivi a tanto così dalle labbra di un altro... quella è un'altra storia.

“E' facile vero per te? Siamo fidanzati quando ti fa comodo, quando non hai niente da fare, nessuno con cui parlare. Sai che ti dico, Julian?! La nostra storia è finita già da parecchio tempo, ma come due idioti, ne siamo rimasti attaccati. Non abbiamo lottato, anzi no, tu non hai voluto lottare. Mi hai sempre avuta ai tuoi piedi. Sapevi che in qualunque circostanza ti avrei seguito, non hai mai dovuto faticare per tenermi al tuo fianco. Ma adesso tutto cambia, tesoro. Da oggi, Nina non si fa più prendere per il culo”.

Inizio ad avere qualche problema di comprensione, pensavo che Julian fosse il ragazzo perfetto, forse un po' assente, ma comunque innamorato. Da quanto riesco a capire, invece, lei ha dovuto rincorrerlo, lui dava tutto per scontato. Che illuso, a me sono bastate due settimane per capire che Nina è tutto tranne che scontata. Forse merita tutto questo e forse avrebbe meritato anche il bacio di questa mattina. Ok, forse mi sto facendo un po' prendere la mano.

Cerco di concentrarmi sul discorso di Alex, mia madre mi ha insegnato che non è carino origliare le conversazioni altrui. Facile dopo aver ascoltato tutto ciò che mi interessava.

Mentre cerco di intervenire su una cavolata sparata da Paul, sento inavvertitamente il mio nome.

“E' per lui, vero? Provi qualcosa per lui?”.

“Che cosa c'entra Ian, adesso? Questo discorso riguarda me e te, basta”.

“Da quando è arrivato lui, tu non sei più la stessa. Sei più distante, meno affettuosa”.

“La nostra storia stava andando a rotoli anche prima del suo arrivo”.

“Quindi ammetti che sia stata colpa sua?”.

Tendo di più l'orecchio per ascoltare la risposta di Nina, la quale pero, con ogni probabilità, ha abbassato volontariamente la voce. Neanche il tempo di riportare la mia testa alla cena, che mi ritrovo sei paia di occhi puntati su di me. Forse arrossisco e questo assolutamente non è da me.

“Sai cosa ti dico, Nina. Va' da lui, creati una vita felice. E' bello, è ricco, famoso, piace anche a tuo padre. Cosa vorresti più dalla vita? Hai trovato ciò che aspettavi. Buttati, poi però quando lo troverai sui giornali e scoprirai che se la sta facendo con la tua migliore amica, non tornare da me a piangere”.

Vorrei andare di là, afferrarlo per la camicia e tirargli un un bel pugno in faccia. Non può permettersi di giudicare me, senza neanche conoscermi. Inoltre, sono sicuro che con Nina sarebbe completamente diverso, non troverei il coraggio di tradirla con nessuno, lei incarna tutto ciò che io cerco in una donna.

Il rumore di una porta che si chiude. Aspetto che qualcuno si alzi per raggiungerla, inizio a guardarmi intorno, titubante sul fare il passo o meno.

“Ian, va' tu da lei. E' di te che ha bisogno ora”. Alex mi guarda sicuro delle sue parole. Mi fido di lui, in fin dei conti è il suo gemello, chi meglio potrebbe conoscerla.

Mi precipito nel salotto, ma lei non c'è già più. Sospetto sia in camera sua a piangere. Passo in cucina, cerco nel freezer la vaschetta di gelato che abbiamo cominciato ieri sera e raggiungo il più velocemente possibile la sua camera.

 

 

 

Pov Nina.

 

Bussano. In questo momento non ho proprio voglio di parlare con nessuno. Dopo cinque anni, sono riuscita a prendere coraggio e mandare a rotoli questa storia che ormai stava diventando solamente una farsa.

La persona fuori dalla mia camera sta diventando parecchio insistente, lo conferma il fatto che sta continuando a battere il pugno contro la porta, senza dedicarsi neanche una pausa.

Prima di invitare ad entrare, faccio un unico pensiero: che almeno sia lui. E' l'unica persona al mondo che ho voglia di vedere, l'unico che capisca davvero i miei stati d'animi... l'unico che mi conosce, senza in realtà conoscermi davvero.

“Avanti”.

La porta si spalanca, il suo viso si fa strada da dietro lo stipite, una mano esce mostrando la vaschetta di gelato. Decisamente lui mi conosce meglio di chiunque altro.

“Io e il gelato vorremmo entrare... sai, abbiamo una missione”.

Sorrido tra le lacrime e, proprio come questa mattina, mi sposto verso destra per lasciargli posto. Tira fuori due cucchiaini ed iniziamo a mangiare. Non mi chiede niente, non mi fa domande, aspetta che sia io a sfogarmi, liberamente, senza costrizioni. Tra le qualità che amo in lui, prima fra tutte padroneggia proprio la capacità di ascoltare.

Decido di dargli il contentino, dopo tutto ciò che ha fatto per me, è dovere.

“Ci siamo lasciati”.

“Lo avevo intuito. Non avete fatto molto caso al tono di voce”. Me lo aspettavo, più volte gli ho fatto segno di abbassare la voce, ma non ne ha voluto sentire ragione. Di conseguenza, anche io ho alzato parecchio i minimi e si è conclusa, come si è conclusa.

“Già, questo lo immaginavo. Comunque è meglio così, non si sarebbe conclusa bene questa storia. Avrei dovuto svegliarmi già anni fa, ma ero troppo piccola e stupida per capirlo”.

Continua a non parlare, il suo sguardo però mi invita a continuare. E' l'ultima persona a cui dovrei raccontare questi aneddoti della mia vita, ma non riesco a farne a meno: con lui mi sento veramente me stessa.

“Quando ci siamo messi insieme lui era diverso. Era più dolce, più presente, più accondiscendente. Con lui stavo bene, non avevo problemi, non facevo altro che bearmi di quella meravigliosa storia. Mi divertivo ad osservare gli sguardi invidiosi delle mie compagne di classe e morivo di gelosia quando qualcuna gli sguardi li dedicava a lui. Eppure, Julian aveva solo occhi per me.

Facevamo una bella coppia, condividevamo le passioni, gli hobby, gli amici. Insieme a loro abbiamo fatto innumerevoli cose, ci divertivamo.

Poi, ha iniziato a cambiare, è diventato geloso, possessivo. Ha iniziato ad allontanarsi da tutti, spesso mi ritrovavo ad uscire con il nostro gruppo senza di lui, una volta aveva mal di testa, un'altra era stanco, l'altra ancora voleva godersi una serata con me. Ma non ti aspettare attimi di passione e romanticismo, la nostra serata insieme consisteva in una pizza d'asporto e la partita in tv. Comunque non mi sono mai lamentata, ho sempre rispettato le sue decisioni ed i suoi spazi.

Poi un giorno, se n'era tornato a casa, era nervoso, arrabbiato. Senza un motivo effettivo o sensato, aveva iniziato a prendersela con me, mi aveva dato della poco di buono, diceva che me la facessi con i miei compagni d'università. Arrabbiato, infuriato e geloso, mi ha tirato un ceffone in pieno viso”.

“No!”. Sorrido all'affermazione di Ian. Come potrebbe lui capire un gesto del genere? Non è abituato a comportarsi così, da quanto mi aveva raccontato gli era capitato una sola volta al liceo, aveva pestato a sangue un ragazzetto più grande perchè aveva dato della cicciona a sua sorella.

Senza volerlo, sfioro la guancia che ha ricevuto lo scontro con la mano di Julian, se mi ci concentrassi un po' di più, ne sono sicura, sentirei ancora la sua presenza.

“Da quel giorno qualcosa si è incrinato, nulla è stato più come prima. Continuavamo a stare insieme, ma c'era qualcosa di diverso, lui era diverso.

Ora puoi capire anche il motivo per cui la storia di Matt mi è entrata dentro più del necessario. Trovare qualcuno che ti corteggi in quel modo, con quella intensità non è facile, soprattutto in quel periodo delicato, dove per sentirti dire anche solo sei bellissima devi ritrovarti in un letto. Ciò nonostante gli sono sempre stata fedele, non mi sarei sentita corretta a fargli un torto del genere, forse era più un non abbassarmi al suo livello, non volevo essere come lui.

Adesso sono pronta per una nuova vita e voglio iniziarla nel miglior modo possibile”.

“Allora ti considero dei nostri, per il viaggio di domani?”.

“Assolutamente sì”.

“Dunque sarai tutta per me per più di una settimana?”.

“Deduco di sì”. Mi stringe tra le braccia, avverto la felicità nella sua voce, mi avvicino di più al suo corpo, come a cercarne il calore. Vorrei tornare a questa mattina, ricreare la situazione giusta, non sprecare quell'unica opportunità. Purtroppo è andata come è andata, e indietro non posso tornare.

Ian si alza dopo avermi lasciato un bacio sulla fronte. Capisco che ha il timore di spingersi troppo avanti, ha ormai convenuto che tra noi deve esserci solo un'amicizia e così sarà. Non è uno che ama cambiare facilmente idea.

“Ci vediamo domani mattina. Fatti trovare pronta alla sei”.

Lascio che si allontani. Vorrei non farlo, ma è più forte di me, involontariamente lo fermo.

“Ian...”. Sussurro il suo nome, l'imbarazzo si fa strada dentro di me.

“Ti andrebbe di restare qui con me, questa notte?”.

Sorride beffardo alla mia richiesta. “C'è tuo padre sotto. Ho paura di ritrovarmi senza un arto”.

“Finiscila, lui ti adora. Se ne è accorto anche Julian”.

“Probabilmente si è arrabbiato più per questo che per il resto”.

Ignoro le sue parole acide verso Julian. “Allora resti, sì o no?”.

Mi guarda dubbioso per un attimo. Poi si avvicina nuovamente al mio letto.

“Dai, piccola. Fammi spazio”.

Mi accoccolo tra le sue braccia e ci rimango tutta la notte, lasciandomi trasportare solo dalla scia indistinta dei nostri respiri, che risuonano all'unisono nel buio pesto della mia camera.

 

 

 

 

 

Ciao a tutte!

Finalmente Nina e Julian hanno rotto. Peccato non l'abbiano fatto prima, a quest'ora Nina si troverebbe con un principe azzurro in più ed un amico in meno. Nulla è però perduto, questa è pur sempre una Nian quindi prima o poi qualcosa dovrà pur succedere. Aspettiamo di vedere cosa succederà durante questa vacanza in America.

Vi saluto e vi adoro!!!

 

p.s... non aggiornerò per almeno una settimana. Sono in partenza per Cipro e tornerò solo Giovedì prossimo. Fate le brave e non dimenticatevi di me.

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Capitolo 4
*** Sogno di una notte di mezza estate ***


Pov Nina

 

L'aereo ha appena iniziato il suo decollo. Non riesco ancora a crederci, poco più di dodici ora e sarò in America. Già, sta succedendo tutto troppo in fretta, la fine della mia storia con Julian, i miei continui cambiamenti di umore, i sentimenti per Ian che crescono di giorno in giorno, la notte fantastica che è appena passata. Dormire tra le sue braccia, restare in ascolto dei battiti del suo cuore, lasciarsi accompagnare dalla tranquillità del suo respiro. Mi sono sentita al sicuro, protetta come non lo ero da tempo e, sì, forse è un po' azzardato, forse è solo frutto della mia maldestra immaginazione, anzi sicuramente è solo uno dei miei tanti viaggi mentali, ma la notte scorsa io mi sono sentita amata.

Vorrei che fosse tutto più semplice, che gli anni di differenza non si facessero sentire, che le nostre vite fossero più compatibili l'una con l'altra, ma resterà solo uno di quei sogni che non puoi sperare di realizzare.

“Ti vedo pensierosa”. Mi perdo nel suo sguardo. Da quando ci siamo svegliati non ha fatto altro che scrutarmi nervoso, preoccupato che qualcosa non vada, ed io non posso fare altro che amare anche questo lato del suo carattere, quello più nascosto, quello che non tutti hanno l'onore di conoscere.

Scuoto la testa sorridendo. “No, è solo che volare mi spaventa sempre un po'”. Un'altra bugia, io adoro volare, ma non posso essere totalmente sincera con lui, non posso renderlo partecipe di quelli che sono i miei pensieri ora.

Ok, sono diventata proprio quella che non volevo diventare, una perfetta ragazzina innamorata e pallosa. Tante volte mi è capitato di prendere in giro quell'amica che si abbandonava a smancerie, odiavo il suo modo di fare zuccherino, i pensieri smielati che faceva sul suo lui, i programmi a tempo indeterminato che aveva in serbo per la loro ipotetica love story. Ed ora Nina, dimmi un po', tu cosa sei diventata? Non pensi a lui giorno e notte? Non cerchi di mostrarti più matura solo per piacergli di più? Non correresti incontro alla luna solo per renderlo felice? Eppure tutto questo non basterebbe. Non basta indossare quella gonna corta, non basta nascondersi dietro ad un sorriso maliziosa, aduna battuta spinta, lui vuole una donna con sé e per quanto tu possa sforzarti, non sei la donna che lui cerca.

Ci sono troppe cose che non può accettare di me, lui è il top, è bello, è fortunato nel suo lavoro, è ambito dalle donne più belle della tv, io... io, invece sono solo Nina Dobrev, la ragazzina viziata che riesce a far furore solo tra i maschi del quartiere e che gioca a fare la modella. Siamo decisamente incompatibili.

E adesso non voglio fare la finta modesta, so perfettamente che non gli sono completamente indifferente, ma so che se anche riuscissimo a buttarci a capofitto in questa storia... sì, sarebbe tutto rose e fiori, trascorreremmo la vacanza a baciarci, a ridere, a scherzare, magari faremmo anche l'amore. Ma poi? Poi, finita l'estate lui tornerebbe al suo lavoro ed io alla mia solita umile vita. Di questa storia d'amore non resterebbe nulla e a soffrire, come al solito, sarei io.

Con una dolcezza sconfinata, Ian stringe la sua mano intorno alla mia, cerca di darmi coraggio, non capisco se per la mia “paura di volare”, oppure per tutti gli eventi che hanno stravolto la mia vita, da quando lui è entrato a farne parte.

“Ti sei già pentita di essere partita?”.

“Veramente no. Anzi, non vedo l'ora di godermi la mia meritata vacanza. Solo mare, sole e abbronzatura”.

Ride di gusto, mentre il mio stomaco si dedica ad alcune acrobazie. “Ma che dici?! Un po' di posto anche per Ian, riesci a trovarlo?”.

Gli dedico una delle mie migliori facce da ragazza assorta “Le farò sapere, signor Somerhalder”.

Mi avvolge le spalle con il suo braccio possente, io ne approfitto e abbandono la testa sul suo petto scolpito. Sorrido, beandomi di quel contatto miracoloso e lascio che tutti i miei pensieri, tutte le mie piccole frustrazioni abbandonino il mio corpo, ormai ebbro d'amore per lui.

“Guarda lì. Loro sì che si godono già da subito la vacanza”.

Allungo la testa oltre il sedile di Ian e sorrido nel guardare mia sorella e il suo fidanzato. Sono intrecciati in un abbraccio indissolubile, la testa di Torrey ricade addormentata su quella di Paul che è, invece, appoggiata alla sua spalla. Mi intenerisco nel guardarli e intanto provo un po' di invidia per ciò che mia sorella è riuscita a costruire e che io non avrò mai... una delle più belle storie d'amore

 

 

 

 

Pov Ian

 

La Florida. Era quasi un anno che non tornavo in questa casa e adesso iniziava realmente a mancarmi. Qui riesco a dimenticare me stesso, tutti i problemi della mia vita, tutte le delusioni della giornata. Ma la cosa più bella è essere qui con lei, adesso.

Questi ultimi giorni in sua compagnia sono stati tra i più belli della mia vita, la sua presenza è per me ossigeno e temo davvero di non poterne fare più a meno. Viva la sincerità, Ian. Ho cercato con tutto me stesso di non ammettere i sentimenti che provo per lei, ma fingere anche con me stesso non porterà a nulla di buono. Ne sono innamorato, questo è quanto.

Salgo al piano di sopra, Nina è già in camera a disfare la valigia, la raggiungo, già, sai che novità!

“Dormi un po'. Abbiamo affrontato un lungo viaggio, sarai stanca”.

“Sì, però volevo sistemare la roba, così domani mattina posso già andare al mare”. Ha sul viso l'espressione da bambina che adoro, tra l'imbronciato ed il sorridente al tempo stesso. E' adorabile e tremo all'idea di stare senza di lei, ma purtroppo è inevitabile. Perchè è inevitabile vero, Ian? Non potresti mai chiederle di seguirti, di rinunciare alla sua vita, alle sue passioni e sei troppo egoista per rinunciare al tuo lavoro, ai tuoi fan.

Mi siedo sul suo, anzi sul mio letto, e la osservo trottare dalla valigia all'armadio.

“Ma sei sicuro di volermi prestare la tua camera? Posso dormire tranquillamente in un'altra”.

“Figurati, sogno di dormire nella camera di mio fratello da quando avevo cinque anni, mai mi farei scappare un'opportunità del genere”.

Sorride e il mio cuore ride con lei.

“Quindi, se io questa notte avessi tanta paura di rimanere da sola in questa stanza enorme, devo cercarmi un altro principe azzurro disposto a salvarmi, giusto?”.

Come provocatrice nulla da dire, la sua malizia a volte raggiunge livelli per me oscuri, inoltre puntare sulla gelosia è davvero un colpo basso, chissà se ne è consapevole.

“Ecco, diciamo che per quello potrei anche fare un'eccezione. In realtà, Robert non è mai stato un amante della pulizia”.

Scoppiamo in una fragorosa risata, lei mi tira un dolce colpetto sulla spalla, ma questo solo perchè non conosce davvero mio fratello, sul fattore della pulizia non ho fatto per niente ironia!

“Perchè?”. Improvvisamente ritorna seria, i suoi sbalzi di umore continui a volte mi preoccupo, ma è Nina, lei è questa, prendere o lasciare, ed io voglio solo prendere.

“Perchè cosa?”.

“Perchè sei così gentile con me? In fin dei conti, non è che meriti così tanto le tue attenzioni, ti ho tolto parecchio tempo da dedicare al tuo relax, a Paul”.

Penso alle parole che abbia voglia di sentirsi dire, so benissimo che non può parlare seriamente. E se tutti questi anni di esperienza, mi hanno aiutato, posso affermare con esattezza che non crede neanche lei alle parole che ha detto. Cerco comunque di farle piacere, un po' quello che cerco di fare da quando l'ho conosciuta.

“Diciamo che sono un uomo molto fortunato, non faccio un lavoro per il quale necessito urgentemente di una vacanza. Per quanto riguarda Paul, direi che tua sorella lo tiene già abbastanza impegnato. Anzi, sono io che devo ringraziare te, se non ci fossi stata avrei trascorso la mia vacanza a reggere la candela come un antico candelabro”.

“Un antico candelabro dagli occhi incredibilmente blu. Questo cambia la storia”.

Esibisce quell'aria di chi la sa lunga per la quale andrei a rubare, non posso far finta che le sue parole non sortiscano effetto su di me.

“Sono estasiato dalle sue parole, signorina Costantinova”. Incrocia le braccia sotto al petto e mi guarda male, odia il suo secondo nome almeno quanto io amo usarlo per farla arrabbiare. E pensare che se mi fossi fatto gli affari miei e non fossi andato a sbirciare tra le sue vecchie pagelle non lo avrei mai saputo. Inutile, la curiosità premia sempre.

“Non sei per niente divertente. Anzi, sai cosa ti dico?! Esci subito dalla mia stanza”.

Trattiene a stento le risa ed io decido di assecondare il suo gioco. Indosso una maschera di terrore e mi inginocchio ai suoi piedi, lei mi guarda ancora più divertita.

Per favore mia printsesa, non mi allontanare così dal tuo cuore, se tu mi terrai con te, sarò il tuo schiavo per la vita“.

Sarei un perfetto attore comico, forse dovrei farmi scritturare per una bella commedia. Lei ride come una pazza, io rimango in ginocchio a contemplarla rapito. Tralasciando la forma, non avrei potuto usare parole più vere per esprimerle i miei sentimente: in meno di un mese è riuscita, non solo ad entrarmi dentro, ma a rendermi per sempre servo di questo amore impossibile.

Le lascio un bacio tenero sulla mano e mi allontano, Dio solo sa quanto vorrei restare lì con lei in quel momento.

Come se mi leggesse dentro, Nina fa un passo avanti, mi afferra per un braccio ed io mi lascio girare, come se la forza di un uragano fosse radicata in quell'esile corpo che tanto amo.

„Resta con me anche questa notte“. Non è una domanda, non è un'affermazione, è una semplice buonanotte, la più bella buonanotte della mia vita.

Non ci penso due volte. „Fatti più in là“.

„Però non te la tirare, eh. L'ho fatto solo perchè sai dire principessa in bulgaro“.

„D'accordo, mia printsesa“. La stringo forte tra le braccia, il tempo si è fermato, esistiamo io e lei, due cuori che potrebbero diventare uno, due cuori destinati, però, a dividersi per sempre.

Mi addormento così, con l'odore della sua pelle nel naso, con la sua piccola mano intrecciata alla mia, con la voglia di lei che mi scoppia dentro.

 

 

 

Pov Nina.

 

Dopo così tanto tempo, oggi ho finalmente rivisto il mare. Ho trascinato Torrey già dal letto praticamente all'alba, non ne era particolarmente felice, neanche Paul a dirla tutta. Avevo, però, bisogno di dedicarmi un attimo di relax con mia sorella, aveo bisogno di parlare con lei, di ridere a crepapelle e di prenderla in giro per le sue sciocche manie.

Come potevo immaginare, l'argomento preferito della giornata è stato.... rullo di tamburi... Ian Somheralder.

Torrey ha iniziato a cambiare posizione nei suoi riguardi, è convinta sia un uomo con la testa sulle spalle, elegante e generoso. Inutile dire quante volte abbia sottolineato la parola uomo. L'ho trovata davvero odiosa e posso mettere la mano sul fuoco che ci sia la zampino di mia madre. Già, quella donna mi insospettisce, penso abbia capito più di quanto avrebbe dovuto capire e dunque ha passato gli ultimi due giorni a dirmi che Ian è un uomo superaffascinante e che, se non fosse sposata, ci farebbe un pensierino. Tralasciando il fatto che mamma te piacerebbe, so benissimo che, proprio come mia sorella stamattina, cercava di aprirmi gli occhi sulla differenza di età che c'è tra di noi. Avessi più fegato le reciterei quella strofetta che si divertono a dire tutte le ragazzine innamorate di uomini più grandi di loro, com'è che faceva? L' età non ti protegge dall' amore. Ma l' amore, in una certa misura, ti protegge dall' età. Nessuna frase fu più azzeccata, non per Ian e me, almeno. In più, nessun posto al mondo sarebbe più sicuro delle sue braccia, con lui posso davvero dire di non aver paura. Purtroppo io ed il coraggio non andiamo proprio d'accordo, dunque rimarrò in balia di mia madre e mia sorella, diciamo per l'eternità.

Pensare a lui mi fa letteralmente tremare le gambe, forse anche le mani... la riga di eye liner sul mio occhio destro, ne ha subito le conseguenze.

Questa sera, per l'ennesima volta, ho cercato di prepararmi secondo i suoi gusti. So che è sbagliato, ma piacergli è diventato ormai il mio hobby preferito.

Infilo le scarpe nere , rischio quasi di ammazzarmi a causa del tacco, non ricordavo che fosse così alto. E' parecchio scomodo, ma è perfetto con il vestito dorato che indosso. Afferro la borsetta e scendo di corsa le scale. Paul e Ian sono già pronti, discutono allegramente seduti mentre aspettano che io e Torrey facciamo il nostro ingresso trionfale.

Sorrido lusingata dall'espressione stupita di Ian alla mia vista. Mi piace essere ammirata, mi piace soprattutto se a farlo è lui.

„Sei bellissima, Nina“. Ringrazio con lo sguardo Paul e mi siedo al suo fianco.

„La tua bella fidanzata?“.

Il mio futuro cognato mi passa un braccio sulle spalle. „Vedi, Nina, tecnicamente Torrey non è ancora la mia fidanzata“.

Aggrotto le sopracciglia, non riesco a seguire il suo discorso, quasi mi preoccupo, anche perchè non è assolutamente la risposta che aspettavo per la mia domanda.

„Mi piacerebbe fidanzarmi ufficialmente. So che sono un po' antico, ma mi piacerebbe fare le cose per bene, la festa, i parenti, l'anello“.

Incrocio lo sguardo di Ian e devo usare tutte le forze che ho in corpo per non scoppiare a ridere, ciò nonostante mi ci metto di impegno, mi dispiacerebbe far rimanere male Paul, il fatto che io la pensi diversamente da loro, non vuol dire che la pensi meglio.

„Sarebbe molto carino. Ti avverto però che i nostri parenti non sono proprio carini come potresti aspettarti, normalmente partecipano alle feste solo per criticare il modo in cui le hai organizzate. Classico, parenti serpenti“.

L'ho steso e preoccupato. Forse è meglio recuperare.

„Comunque, non preoccuparti di loro, l'importante siete tu e mia sorella, ed io so che lei ci terrebbe davvero tanto. Se vuoi ti aiuto ad organizzare tutto, magari le facciamo una sorpresa“.

„Te ne sarei davvero grato. Anche perchè alla fine di questa vacanza, Ian ed io saremmo impegnati con i provini della nostra serie tv, quindi avrei pensato di festeggiare con la fine dell'estate“.

Sorrido intenerita allo sguardo bonario di Paul, è riuscito ad entrarmi dentro e lo considero davvero come un fratello. Sono diventata davvero troppo sentimentale.

„Non preoccuparti, ci penso io. Cercherò di fare qualcosa di intimo, però. So che Torrey preferirebbe così“.

„Cosa preferirei ioù'“. Cazzo, avevo sottovalutato la puntualità di mia sorella. E ora che mi invento?

„Stavamo parlando del taglio di capelli che Paul dovrebbe portare per interpretare Stefan“. Ian è intervenuto in mia difesa, in realtà ho capito ben poco di ciò che ha detto, ma mi sta bene così, anche perchè Tor sembra essersela bevuta.

„Ora, se non vi dispiace io vorrei andarmi a sbronzare“.

Arriviamo in un locale sulla spiaggia, è carino, tipicamente americano. Neanche il tempo di entrare che scivolo nella pista, mi lascio trasportare dall'intermittenza della luci della discoteca. Ballare mi è sempre piaciuto, riesco a dimenticare ciò che mi circonda, esistiamo io e la musica, due amiche completamente diverse, ma perfettamente in sintonia.

Qualcuno mi circonda la vita, è inutile far finta di pormi domande, so benissimo a chi appartengono quelle mani, lo riconoscerei tra tutti. Mi giro verso di lui, le luci colorate mettono in risalto i suoi lineamenti, mi sembra ancora più bello del solito. No, non è vero, è impossibile questo.

Balliamo, balliamo per minuti interi, forse ore, balliamo e ci divertiamo. Mi sembra di essere tornata bambina, mi lascio andare, libera e felice, non curante di quelli che potrebbero essere movimenti compromettenti.

Alla fine stremati ci avviciniamo al bancone, io ordino il mio solito sex on the beach, lui un fortissimo gin tonic.

Ci sediamo su un divanetto un po' in disparte, mai come ora vorrei potermi esiliare in un luogo tutto nostro. Odio doverlo dividere con il mondo, odio vedere gli sguardi delle ragazze che lo perseguitano fameliche, odio sapere che comunque andrà non sarà mai mio.

Continuiamo a bere, cocktail su cocktail, birre su birre, arriviamo anche ad ordinare due bottiglie di vodka liscia alla pesca. Ormai non capisco più niente, mi guardo intorno e vedo solo una flotta indefinita di persone che dardeggiano intorno alla pista, sembrano delle palline di un flipper impazzito. La musica mi scoppia nelle orecchie, mi manca l'aria.

Ian... Ian...“. E meno male che se la tirava tanto, io reggo ben, una battaglia con me è già persa in partenza.

„Ian, io esco un attimo, ho bisogno di respirare“.

Mi trascino fuori, poco ci manca che mi metta a gattonare per tutta la discoteca. Inizio a respirare l'aria pulita della spiagga, mi sdraio a terra, non mi preoccupo neanche dei granelli di sabbia che dispettosi mi si infilano nei capelli. Poco dopo sento la sua calda presenza, mi giro su un fianco per guardarlo in faccia. Ha gli occhi chiusi ed un sorriso soddisfatto sulle labbra. Mi puntello meglio sul braccio e inizio a ridere come una pazza. Non mi chiedete il motivo, rido e basta e lui inizia a ridere con me. Improvvisamente si alza, mi afferra una mano ed inizia a correre. Inutile dire che le mie belle scarpe con il tacco fanno una brutta fine, ma diciamo che gli è buttata male dall'inizio della serata.

Arriviamo in una piccola spiaggia privata. Cado a mo' di sacco di patate su una delle tante sdraio, dal profumo che sento alla mia destra, Ian è al mio fianco. Ora, tra il rumore delle onde, l'effetto dell'alcol dentro il mio corpo e la sua presenza costante nella mia vita, posso davvero dire che il mio mondo, anche se sottosopra, ha davvero un senso.

 

 

 

 

Pov Ian

 

 

„Penso che nessuna serata, giornata, nottata valga un secondo di questa. Mi sento vivo, è una sensazione fortissima“.

Mi avvicino a lei, cerco di abbandonare la mia sedia per la sua, ma come le mie condizioni avrebbero dovuto farmi presagire, faccio danno. Cado io e mi porto dietro anche lei. Rido io, ride Nina, riderebbe chiunque se solo fosse lì ad osservare la scena. Quasi non mi accorgo che lei è sopra di me, le nostre labbra, ancora una volta, sono ad un millimetro di distanza, le sue mani sono salde sul mio petto. Oggi non ci sono pudori, non ci sono ripensamenti, oggi ci siamo solo io e lei.

Annullo ogni distanza e mi precipito sulla sua bocca. Mi sembra di impazzire, più la mia lingua si annoda alla sua, più il mio cuore batte veloce. Le sue labbra sono perfette, morbide, esattamente come le ho sempre immaginate.

Approfondisco il bacio, divento quasi pazzo dal desiderio, ma cerco di stare calmo, è una situazione delicata e non posso permettermi nessun passo falso. Le sue mani si impossessano infantili e capricciose della mia camicia, snocciolano i miei bottoni come se non avessero fatto altro per tutta la vita.

Scivola più in giù, si occupa di un altro bottone, molto più intimo, molto più sbagliato. Io però la lascio fare, al diavolo tutti i buoni propositi, al diavolo tutte le precauzioni per non trovarmi in una situazione del genere. In fin dei conti rimango un uomo, un uomo follemente, totalmente, incondizionatamente innamorato di una donna che in questo momento gli sta infilando una mano negli slip.

Succcede tutto in un attimo, neanche il tempo di pentirmene e sono dentro di lei e il resto è ormai un ricordo assolutamente lontano.

Incredibile pensare a quanto la mia Nina riesca a stupirmi, lei riesce ad essere più persone in così poto tempo, un attimo prima è una dolce bambina in cerca di aiuto, un attimo dopo una divoratrice di uomini super sexy e spietata.

Prendo in mano la situazione, la sento ansimare sotto il mio corpo, mi eccito per il potere che ho in quel momento, il potere di tenerla appesa ad un filo. E crudele e bastardo come non sono stato mai mi fermo giusto un attimo prima ch lei possa raggiungere il piacere, mi supplica, mi promette cose che mai potrà rispettare, almeno che le leggi non cambino completamente il loro corso, mi spinge ancora più giù, quasi come non le bastasse ed io mi occupo solo di lei, dei suoi occhi chiusi, della sua bocca dischiusa, delle sue mani che mi graffiano la schiena. Mi occupo solo di lei, di me e del nostro immenso piacere.

 

 

 

 

Pov Nina.

 

 

Ho un cerchio allucinante intorno alla testa. Sembra che dentro di me abbiano corso dozzine di cavalli imbizzarriti. Ieri sera ho davvero esagerato.

Cerco nel cassetto una bella e sana aspirina, unico rimedio ad una sbronza del genere.

Dio, se fai smettere tutto, giuro che non bevo più. Sì, come no, ma chi voglio prendere in giro?!

Ok, prenderò la mia aspirina e mi sdraierò sul letto, senza richieste stupide a chi avrebbe anche altro da fare. Ora mi faccio un bel tè e poi mi godo la tranquillità della mia camera. Tra l'altro chissà come ci sono tornata in camera, mi dovrò scusare personalmente con il poveraccio che mi ha dovuta portare fino a qui, credo di aver messo su un paio di chili nell'ultimo mese.

Bussano alla porta, in realtà potrebbe essere anche nella mia testa, non ne sono completamente sicura, ma decido comunque di invitare ad entrare chiunque ci sia fuori.

Ian entra sorridente, anche se dai miei ricordi ha bevuto anche lui e tanto, ha in mano una tazza fumante di tè. Io adoro questo uomo, e adoro soprattutto il fatto che mi abbia risparmiato un lunghissimo viaggio in cucina. Come fa ad assecondare ogni mio desiderio? Possibile che non sia umano? Ok, Nina, stop alla fantasia.

Oggi, però è strano, sorride sì, ma è un sorriso diverso, quasi imbarazzato, decisamente non da lui.

Mi rivolge uno sguardo particolare, o forse sono io che mi sto viaggiando troppo di fantasia. Eppure ho un flash. Il mare. La spiaggia. Due sdraio. Noi due sopra. Un bacio. Un altro bacio. Oddio mio. Non so se ridere per la gioia o piangere per la disperazione, sono assolutamente sconvolta. Non può essere, probabilmente è stato un sogno, è l'alcol che fa brutti scherzi. O mio Dio, non può essere, non possiamo averlo fatto davvero. Eppure mi è piaciuto. Cavolo, Nina, a che cavolo pensi?!

„Posso sedermi?“.

„Certo, accomodati pure, in fin dei conti è camera tua“. Una frase migliore non mi veniva proprio.

„Ho bisogno di parlarti“. Ecco, altro che sogno, questo è un incubo.

„Di cosa?“. Inutile Nina, con lui questa faccia d'angelo non attacca proprio.

Di ieri sera“. Mi guarda un po' scocciato, quasi come volesse dirmi risparmiati le prese per il culo.

„C'è qualcosa da dire?“.

„Beh, qualcosa ci sarebbe. Non è proprio un cosa normale, sai una di quelle che accade all'ordine del giorno. Io, però, volevo solo dirti che sono stato bene“.

Queste parole mi penetrano dentro, di certo non mi aspettavo di sentirle uscire dalla sua bocca, bellissima aggiungerei. Che ieri ho baciato, aggungerei.

Ok, ora non c'è proprio nulla da ridere, devo pensare a ciò che è stato e devo trovare una soluzione.

Vorrei tanto dare ascolto al mio cuore, inginocchiarmi davanti a lui e pregarlo di darmi una possibilità, ma che senso avrebbe? Tra qualche giorno sarà tutto finito, lui tornerà ai suoi impegni, io ai miei. Non potrebbe funzionare, magari accetterebbe di provarci giusto per non farmi rimanere male, per quanto ne so il suo affetto per me è davvero sincero, ma non posso fare altro. Sono solo una delle tante che finiscono nel suo letto, ok non sono proprio finita nel suo letto, ma credo di aver reso l'idea.

Mi odio per ciò che sto per dire, sia perchè io non sono questo genere di ragazza, sia perchè sto per denigrare completamente la cosa più importante che sia successa nella mia vita. Ma lo devo fare. E se non voglio farlo per me, devo farlo per lui, per l'immenso amore che provo.

„Ian, eravamo ubriachi marci, non abbiamo risposto delle nostre azioni. Ma non ti preoccupare, va bene così, per me è come se non fosse successo niente. E' stato bello, divertente... ma è finito“.

Sorrido, ma dentro di me avrei voglia di piangere. Non posso crederci, non posso aver detto davvero ciò che ho detto.

Anche lui mi sembra corrucciato, apprezzo però il suo sforzo di sorridermi, di dimostrarmi ancora una volta la sua amicizia. Sì, perchè lui prova per me solo una profondissima amicizia. Devo essere in grado di accontentarmi, non posso avere tutto dalla vita e soprattutto non posso avere tutto di lui.

„Ok, allora io vado. Ti aspetto sotto per andare in spiaggia“.

Si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia. Brividi di freddo mi attraversano la schiena. Lui chiude la porta ed io mi sciolgo in miriadi di lacrime.

 

 

Pov Ian.

 

Sbatto violentemente la porta della mia camera. Non posso crederci, non può essere. E' tutto il contrario di ciò che avevo sempre immaginato. Quella che avevo di fronte non era la mia Nina, non poteva essere lei. Era fredda, distaccata, quasi insensibile al mondo che la circonda. Come può credere che per me non sia successo niente, come può considerarmi così stronzo da essermi approffitato di lei.

Quando sono entrato in quella stanza ero disposto a farlo, a rinunciare a tutto, per lei. Quando ho chiamato Julie Plec per dirle che avrei passato per il ruolo di Damon, era sicura mi fossi fumato qualcosa, ma lei non poteva capire, non poteva immaginare. Quando ami una persona devi essere disposto a tutto, devi rinunciare a qualcosa per inseguire il tuo sogno, Nina era il mio sogno, un sogno di cristallo appena andato in frantumi. Che stupido, avevo già progettato tutto, la nostra storia, la nostra casa, anche il mio nuovo lavoro a Londra. Doveva andare così. Cosa credevo?! Che lei volesse davvero una storia con un attore, rischiando di perdere totalmente la cognizione della realtà?

Apparteniamo a due mondi diversi, abbiamo due età diverse, io cerco la storia di una vita, lei, dopo cinque anni, vuole solo concedersi qualche nuova esperienza. Mi devo rassegnare, sono il primo di un lungo elenco che andrà a scrivere nella pagine colorate di un bel diario. Numero 1: Ian Somerhalder, attore e migliore amico di mio cognato.

Non posso ancora crederci, Bello e divertente. Così ha definito quello che è successo fra di noi.

Smettila di sorprenderti, Ian. Tu alla sua età com'eri? Non eri un ventenne nevrotico con gli ormoni sempre a palla?

E' andata così, fine. Forse è stato meglio , forse ci soffrirai di meno.

Adesso sorridi, mettiti il costume e goditi queste ultime giornate di lei. Dopo di che avrai tutto il tempo per cercare di dimenticarla, sarà difficile, ma il tempo cancella anche i solchi più profondi.

 

 

 

 

Ciao ragazze, sono tornata!

Accidenti, finalmente Nina e Ian erano riusciti a dichiarsi innamorati, però hano rovinato tutto. Ian era disposto a rinunciare anche a Tvd (già, perchè da come avrete capito, entrerà in scena anche il set), pur di poter dar vita ad una storia insieme a lei, Nina è stata più codarda.

Cosa succederà nel prossimo capitolo? Ian e Nina torneranno sui loro passi? Tra di loro sboccerà l'amore?

 

 

Ps: grazie a tutte per le recensioni... vi adoro

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Capitolo 5
*** una giornata da star ***


Pov Nina

 

 

Sono trascorsi già quattro giorni da quella famosa notte e tutto sembra tornato alla regola. Io amo questo posto sempre di più, Paul e Torrey non fanno altro che sbaciucchiarsi dal mattino alle sera e le cose tra me ed Ian sono come prima. Bugiarda. Ok, non è vero, niente è più come prima, a malapena ci rivolgiamo un saluto. Certo davanti a mia sorella e mio cognato fingiamo che niente sia accaduto, ma a nessuno potrebbe sfuggire il nostro cambiamento interiore.

Per quanto riguarda me, sarei stata disposta a sotterrare l'ascia di guerra fin da subito, ma Ian non la pensa esattamente allo stesso modo. Come dargli torto in fin dei conti? Ancora una volta ho avuto la presunzione di scegliere io per entrambi, non gli ho dato neanche il tempo di esprimere il proprio parere a riguardo e per uno come lui la cosa non è assolutamente fattibile.

In questo preciso istante sono sdraiata sotto il sole, amo il calore dell'estate e il rumore del mare che fa da sottofondo. Torrey è seduta sotto l'ombrellone, ha deciso che le spose non si devono abbronzare, va' a farle capire che da qui al fatidico giorno tornerà ad essere una tenera mozzarellina. Al suo fianco, neanche a chiederlo, c'è Paul che gioca con l'iphone, mentre Ian è seduto malinconico sul bagnasciuga, ovviamente il più lontano possibile da me.

Mi mancano quei giorni in cui tra noi tutto era facile, in cui bastava un suo sorriso a riportarmi in carreggiata, in cui ogni sua parola mi faceva dimenticare me stessa.

“Som, vieni qui”. Paul si è alzato di scatto, quasi fosse stato scottato da qualcosa nella sabbia.

Ian lo raggiunge perplesso e anche infastidito dai pochi centimetri che ora ci dividono.

“Mi ha mandato una mail la Plec, l'ha mandata anche a te?”.

“Non so, non ho guardato il cellulare neanche una volta da quando siamo qui”. E certo, prima che io mi impossessassi della sdraio, ha lasciato il marsupio qui sotto, non lo toccherebbe neanche morto, potrebbe contrarre strane malattie!

“Mi ha scritto solo ora e non ci sono buone notizie”. Inizio ad interessarmi alla conversazione, a quanto ne so, Julie Plec è una delle produttrici del nuovo film che devono girare, sia Ian che Paul parlano di lei come di una specie di Dea, per un attimo ne sono stata anche un po' gelosa, poi sul twitter di Ian ho trovato il suo account... ho capito che non c'era bisogno di preoccuparsi, avrà una quindicina di anni più di lui!

“Che genere di problemi, Paul?”. E' preoccupato, a quanto ne so entrambi tengono molto a questi ruoli.

Goditi quest'ultima giornata di mare, la vacanza è finita”. Perdo un battito, forse due. No. no. no. Non posso accettare di separarmi già così presto da lui. Che diavolo dici, Nina. E' molto meglio così, per la vostra incolumità.

“Fantastico, come se non fossi già abbastanza stressato di mio”. Il suo sguardo cade inavvertitamente su di me e non posso fare altro che sentirmi in colpa.

“Senti qua. Ciao Paul, ho già mandato un messaggio identico a Ian, nella speranza mi conceda l'onore di leggerlo. Vi volevo solo avvisare, (so che sono parecchio in ritardo), faccina che sorride, che domani inizieranno i provini per il ruolo di Elena e mi piacerebbe davvero tanto che voi foste presenti, io e Kevin teniamo molto alla vostra opinione”.

“Ha detto che le piacerebbe, non che per contratto dobbiamo andarci”. Lo sguardo contrario di Paul la spiega lunga, come in ogni lavoro che si rispetti, quando il capo parla, bisogna abbassare la testa e assecondarlo.

“A che ora iniziano?”.

“Non c'era scritto. Adesso le rispondo e le dico che dobbiamo cercare un aereo. Quante ore saranno da qui ad Atlanta?”.

“Non so mi pare tre ore massimo quattro. Ma non è facile trovare il volo, dobbiamo avere proprio la botta di culo”.

Paul non sta neanche ad ascoltarlo, è già lì con il naso sul telefono, mi viene da ridere, gli manca l'abito da paggetto e sarebbe perfetto .

“Chi è Elena?”. Ian si volta verso di me come se si fosse accorto in quell'istante della mia presenza, cerco di sostenere il suo sguardo fino a quando Paul mi salva dalla situazione.

“Elena è il personaggio femminile della serie per cui siamo stati scritturati”.

“Ma anche voi avete dovuto fare le audizioni?”.

“Julie e Kevin avevano già in testa noi per i due vampiri e ci hanno solo richiesto un colloquio piuttosto formale”.

“Vedessi come erano agitati, Nina. Se lo show dovesse andare in porto, la loro popolarità arriverebbe alle stelle”

“Ma per Elena non potevano fare la stessa cosa?”. Quel mondo mi ha sempre appassionata, ma non ho mai avuto il coraggio di entrarne a fare parte. Un conto è sfilare su una passerella, non devi interagire con il mondo, nessuno ti ferma per le strade in cerca di un autografo e puoi continuare a vivere la tua vita come è sempre stato. Fare l'attrice è un altro paio di maniche.

“Probabilmente cercano un viso nuovo, qualcuno che possano considerare di loro proprietà”.

“Mi è arrivata un'altra mail. C'è la descrizione di Elena. Julie vuole che la leggiamo per essere preparati”.

Ritorno alla mia musica, mentre i due ragazzi si gettano a capofitto nel loro lavoro. Non posso crederci che tutto stia per finire, da domani tutto sarà solo un ricordo lontano. Resteremo solo io ed il mio amore non corrisposto, io e il mio rimpianto di non aver cercato un modo di tenerlo vicino a me, io e la mia costante, eterna ricerca della felicità.

Vedo la testa di Ian e quella di Torrey scattare veloce verso Paul, ha sul viso una strana espressione di trionfo, è parecchio buffo a pensarci bene.

Scosto le cuffie dalle orecchie, incuriosita da tutta quella situazione.

“Nina...”. Si avvicina a me ed io involontariamente arretro.

“Perchè non vieni con noi? Secondo me saresti perfetta per il ruolo di Elena”. Deve essersi fumato qualcosa, questo è poco ma sicuro.

“Paul, io non sono un'attrice, non so neanche come si faccia”.

“Per quello non c'è una regola, normalmente i più grandi attori non hanno studiato nulla”.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

 

“Mi è venuta un'idea!”. Quasi salto per lo spavento, lo sguardo che il mio amico mi lancia mi spaventa un po', ora capisco perchè lo abbiano voluto a tutti i costi per il ruolo di vampiro.

E' davvero eccitato all'idea di essere il protagonista principale, a differenza di me che sarei stato disposto a lasciare tutto solo per lei. Che idiota! Quando stamattina ho chiamato Julie, ero convinto di aver perso definitivamente il lavoro. Sapevo saresti tornato sui tuoi passi. Nessuno meglio di te, potrebbe interpretare Damon Whitmore. Devo suggerire di cambiare il cognome, Withmore non si può proprio sentire.

“Nina...”. Paul si avvicina a Nina con ancora quell'espressione da psicopatico sul volto. Anche lei ne sembra alquanto preoccupata, la vedo arretrare. Mi fa talmente tanta tenerezza che correi al suo fianco per stringerla tra le braccia e abbandonarle qualche bacio tra i capelli setosi, purtroppo però lei non è quella che credevo fosse, mi sono illuso per l'ennesima volta.

“Perchè non vieni con noi? Secondo me saresti perfetta per il ruolo di Elena”. Cosa? Ma è letteralmente impazzito? Mi ci manca pure doverla avere di fronte anche sul lavoro, su questo non se ne parla proprio.

“Paul, io non sono un'attrice, non so neanche come si faccia”. Ecco, vedi, Wesl?! Non è capace. Ci mancava solo che il mio amico si improvvisasse trampolino di lancio per attrici sconosciute.

“Per quello non c'è una regola, normalmente i più grandi attori non hanno studiato nulla”. La regola c'è per me, per me. Basta soffrire, non voglio più dover piangere per amore. Speravo che dopo questi ultimi giorni, tutto sarebbe tornato a posto, io avrei utilizzato tutte le energie nel nuovo lavoro e lei sarebbe tornata a casa buttandosi tra le braccia di Julian, o Matt o chiunque altro che a me non interessa. Eppure perchè a questo pensiero sento lo stomaco andare in fiamme?! Oh, certo, Ian forse ti sei dimenticato un dettaglio importante, tu la ami!

“Puoi comunque provarci, Nina. E' sempre stato il tuo sogno, mal che vada non ti prendono. Non hai nulla da perdere”. Ha ragione Torrey, non è detto che la prendano, anzi è addirittura improbabile che riesca a strappare il ruolo ad attrici molto più preparate di lei.

“Dai, non ti costa nulla, vedila come una pazza serata ad Atlanta. Diglielo anche tu, Som”.

Maledicendo mentalmente Wesley per la sua infondata mania di mettermi in mezzo a qualsiasi questione, rivolgo lo sguardo alla mia dolce Nina. Mi è mancato questo magico contatto, il cioccolato fondente dei suoi bellissimi occhi, mi è mancato non sentirne il calore sul mio corpo.

Non so cosa rispondere, dovrei prima rispondere a me stesso, trovare una ragione per cui vorrei che tentasse. Andiamo Ian, se la prendessero ce l'avresti sempre vicina, condivideresti con lei la tua vita lavorativa e di conseguenza anche quella privata... sembrerebbero le proiezioni di una vita felice, ma come diceva sempre mia nonna...Felice è morto.

“Dovresti provarci Nina, davvero”.

Non sono per nulla convincente e lei questo lo ha capito, è troppo intelligente per non averlo fatto. Possibile che non sia in grado di trovarle un difetto che sia uno? Non è difficile, Ian, è una stronzetta viziata che ti ha spezzato il cuore. E allora perchè non riesco ad avercela veramente con lei?

 

 

 

Pov Nina

 

 

Siamo quasi pronti all'atterraggio,mi sembrerebbe di essere tornata a pochi giorni fa, se solo il volo fosse stato lungo come quello e se al mio fianco ci fosse lui. Si è seduto vicino a Paul, la scusa è stata che dovevano discutere di lavoro, ma io ne conosco la vera ragione e sono sicura che neanche a mia sorella e a mio cognato questa situazione sia sfuggita.

Nonostante i miei problemi, sono super eccitata, non pensavo potesse succedermi una cosa del genere. Recitare è sempre stato uno dei tanti sogni che avevo chiuso in un cassetto. Quando Paul ha chiamato la produttrice per ammettermi ai provini, mi è sembrato di toccare il cielo con un dito, mi sono sentita subito arrivata, pur sapendo che non sono neanche all'inizio e, soprattutto, che non sono un'attrice. Anche Torrey è agitatissima, quando le ho chiesto il motivo per cui non potesse provarci lei, mi ha risposto che è troppo impegnata con One tree hill e che comunque le piacerebbe davvero tanto se io seguissi le sue orme... mia sorella è una che si illude facilmente.

Poi c'è Ian. Può fare finta che non gli interessi, rivolgermi falsi sorrisetti di incoraggiamento, ma io so benissimo che non mi vuole, non vuole rischiare che il contatto tra di noi sia più prolungato di quanto dovrebbe. Non posso biasimarlo, avermi intorno tutto il tempo, condividere con me la scena, la luci della ribalta (ok, sto fantasticando un po' troppo) deve essere piuttosto urtante. Eppure sono su questo aereo, mi sono lasciata convincere, ho letto il copione e mi sono esercitata con Paul. Ci sono dentro, non posso più tirarmi indietro, né tanto meno fingere che non mi interessi.

Appena arrivati in albergo, corro a fare la doccia e poi subito a nanna. Non posso non pensare che in un'altra situazione Ian sarebbe stato lì con me, mi avrebbe tenuta tra le braccia e, accarezzandomi i capelli, mi avrebbe sussurrato parole dolci all'orecchio. Con questo tormento in testa, mi addormento. Faccio sogni strani, incasinati... in tutti, Ian è protagonista indiscusso.

 

 

“Sei agitata?”.

Continuo a torturare il mio muffin, mentre rileggo per l'ennesima volta le battute. Paul è di fronte a me, sorridente come al solito.

“Perchè? Si vede?”.

“No, figurati. Mi stavo solo chiedendo cosa ha commesso di sbagliato questo piccolo muffin, per farti arrabbiare così con lui”.

Prendo ossigeno e respiro profondamente. Afferro la borsa gigante che ho lasciato sulla sedia ed esco fuori a prendere un po' d'aria.

Mi accendo una sigaretta, non sono un'accanita fumatrice, ma quando sono agitata per qualcosa mi rifugio in quel vizio maledetto.

“Che ci fai qui?”. Non posso credere alle mie orecchie, Ian Somerhalder si degna di rivolgermi parola! Questo sì che è da annotare sul calendario.

“Sono venuta a prendere una boccata d'ossigeno, l'ansia mi sta divorando”.

“E tu così prendi ossigeno?”. Cerca anche di fare lo spiritoso, come se improvvisamente si fosse dimenticato dell'ultima settimana.

“Scusa, ma ora devo rientrare”.

“Nina, aspetta”. Mi afferra per una mano, costringendomi a voltarmi, non prendo bene le misure e finisco ad un millimetro dal suo bel viso, quasi svengo per lo stupore di quegli occhi.

“Cosa c'è, Ian? Ho un provino importante che probabilmente non passerò mai, posso andare a prepararmi?”.

“In bocca al lupo”. Si gira, le sue spalle prendono il posto dei suoi occhi. Chissà cosa preferisco? Spingo gli occhi un po' più giù. Ok, neanche da dietro è poi così male. Nina, riprenditi, torna romantica. Vorrei chiamarlo, costringerlo a voltarsi di nuovo, a dirmi che mi ama, che tutto quello che è successo è acqua passata, che il nostro futuro ci vede insieme. Invece, finisco la mia sigaretta e con le lacrime agli occhi, rientro negli studios.

“Nina Costantinova Dobreva”. Nel sentire il mio nome, Torrey fa un salto sulla sedia. E' stata con me tutta la giornata, catturando non pochi sguardi di odio da parte delle ragazze venute qui per la parte. So già che dietro ai loro sorrisetti di cortesia, si nasconde il fastidio di dover competere con la ragazza “raccomandata”. Come se tra loro e me ci fosse competizione possibile.

“Vai, Nina”. Mia sorella mi stringe forte tra le braccia, mi saluta come se stessi andando in guerra.

Entro nella sala, è un po' buia oltre che immensa. Mi accomodo su un piccolo palco creato per l'occasione, di fronte a me ci sono tre persone, devo sforzare un po' gli occhi per leggere i nomi sui cartellini che hanno di fronte e non sono neanche così tanto sicura di averli azzeccati. Julie Plec, Kevin Williamson e Brian Young, da quanto ho sentito dai discorsi dei ragazzi, devono essere gli sceneggiatori della serie.

“Ciao Nina, io sono Julie, loro sono Kevin e Brian. Ian e Paul ti hanno proposto per questo ruolo, come ben saprai, però, non possiamo permetterci nessun genere di favoritismo. Questa serie significa davvero tanto per tutti noi, dunque ne entrerai a far parte solo se lo meriterai pienamente”.

Mi limito ad annuire, la gola secca potrebbe farmi brutti scherzi. Inoltre, un po' ci speravo sul calcio in culo, o almeno una piccola parte di me lo faceva.

“Bene, tesoro. Adesso reciterai la prima scena con Paul, subito dopo quella con Ian”.

Annuisco un'altra volta prima di aggiungere un flebile sì, giusto per far sentire loro che possiedo ancora una voce.

Paul mi raggiunge sul palco, è sorridente come al solito. Mi fa un gesto incoraggiante con la testa e inizia a posizionarsi. Siamo seduti vicini, il mio volto è contratto in una smorfia dispiaciuta.

 

quel che ti ho detto prima, che te ne dovevi andare, è stato pesante”

No, no. Avevi tutte le ragioni”

Continuo a guardare di fronte a me, ancora immersa a contemplare il vuoto. “Mi hai chiesto come volevo fosse il mio futuro, volevo fare la scrittrice”. Mi volto verso di lui, più sicura di prima. Anche Stefan ascolta con più attenzione le mie parole. “Mia madre, in un certo senso, mi ha spinto in quella direzione dal momento in cui ho imparato a leggere. Lei mi sosteneva, mi incoraggiava, mi ha comprato il mio primo diario e poi è morta. Ed io non riesco più a vedermi come una scrittrice. Quella era una cosa che condividevamo noi due. Lo so che credi di aver portato un sacco di brutte cose nella mia vita, ma ce n'erano già”. Mi immedesimo di più nella parte, ora sono Elena, Nina non c'è più. Iniziano a scendermi le prime lacrime.

Ne ero sommersa”.

E' diverso”.

Ma non è meno doloroso”

Lo so che è... che è difficile da capire, ma lo sto facendo per te”.

 

“Eeeee stop. Benissimo ragazzi, grazie mille, Paul. Ian, per favore ti accomodi?”.

Ora arriva il difficile, ora la finzione deve scavalcare la realtà e so che non sarà facile proprio per niente.

 

Damon sta indossando la giacca di pelle, quando io faccio il mio ingresso nella casa. Mi guarda male, come se fosse stato ferito.

Dovrò cambiare la serratura, sei riuscita ad evadere?”.

Stefan”.

Aaah, fratellino”. Quasi scoppio a ridere per la sua faccia, mi ricorda più che mai quel lato del suo carattere che amo immensamente, quello più sarcastico, quello anche più sadico.

Il cavaliere bianco”. Ora il suo sguardo si intristisce un po'. Avrei voglia di corrergli incontro, di pregarlo per un altro dei suoi sorrisi.

Ho convinto Bonnie ad aiutarti”. Inizio a scendere i gradini delle scale.

Ne dubito”.

Non ti dirò che mi dispiace di aver preso il grimorio ieri sera, perchè... non mi dispiace per niente”.

Almeno sei sincera”.

Stavo proteggendo le persone che amo, Damon. Ma anche tu, nel tuo modo contorto e anche se è difficile crederlo, siamo tutti dalla stessa parte, vogliamo tutti la stessa cosa”.

Non mi interessa”. Fa per allontanarsi.

Sì, invece, perchè eri disposto a collaborare con noi ieri”.

Mi hai ingannato una volta, vergognati”. Sento un sussulto allo stomaco, osservo i suoi occhi, sembra arrabbiato. Non riesco a riconoscere più dove si fermi la realtà e cominci la finzione.

Ok, quando eravamo ad Atlanta, perchè non hai provato ad ipnotizzarmi?”.

Si avvicina malizioso. “Chi dice che non l'abbia fatto?”.

Non l'hai fatto. So che non l'hai fatto, ma avresti potuto. Tu ed io, c'è qualcosa tra noi”. Ok, questo è proprio il genere di frase che non vorrei dover dire a lui. Perchè tutte a me?

C'è un'intesa. So che il mio tradimento ti ha ferito”. Mi guarda dritto negli occhi e io non so spiegarmi il motivo, ma sono sicura che quegli occhi non appartengano più a Damon, non in quel momento. So di aver ferito i suoi sentimenti, ma l'ho fatto più per lui che per me. So che a breve si sarebbe pentito, so che la nostra storia gli avrebbe messo solo i bastoni tra le ruote.

La nostra intesa è diversa da quella tra te e Stefan, ma ti prometto questo ora: ti aiuterò a riprenderti Katherine, te lo prometto”.

Oh, vorrei poterti credere”.

Mi tolgo la collana e la poso su una scatola lì vicina. “Chiedimi ora se sto mentendo”.

Si avvicina di più a me. Perchè iniziano a tremarmi le gambe? “Sai che Anna non mollerà, comunque, qualunque cosa io faccia”.

Allora ci penseremo”.

Si china a raccogliere la collana, mi squadra con gli occhi prima di riattaccarmela al collo. I nostri volti sono molto vicini, molto più di quanto lo siano stati negli ultimi tempi.

Non ti ho ipnotizzata ad Atlanta, perchè ci stavamo divertendo. Volevo che fosse vero. Mi sto fidando di te, non farmene pentire”.

 

 

“Basta così, va bene. Siete stati perfetti”.

Mi sento mancare il respiro, le gambe mi tremano. Ian mi dedica un piccolo sorriso prima di girarmi le spalle e scendere dal palco. Ho bisogno di aria, devo uscire da quella stanza. Inizio ad allontanarmi velocemente, a stento sento le parole di Julie, ti faremo sapere. Voglio solo andarmene, tornare a casa mia, lontano da tutti, lontano da tutto, lontano da lui. Mi sto fidando di te, non farmene pentire. Non essere stupida, Nina, non erano rivolte a te quelle parole. E allora perchè c'era quella luce nei suoi occhi? Magari, è solo bravo a recitare.

Sto per svenire, lo sento.

 

 

Pov Ian.

 

 

Devo ammetterlo, la ragazza ci sa fare. Non so se sia merito dell'alchimia che ha caratterizzato il nostro legame fino a qualche giorno fa, non so se sia davvero talento suo naturale, ma devo dire che ha fatto un'ottima performance.

Certo, avrei dato qualsiasi cosa per non dover recitare quella parte. So che si riferiva ad un contesto totalmente diverso, ma era anche facilmente adattabile al nostro. Inoltre, in quel breve attimo, è riuscita a trasmettermi delle emozioni che non avevo mai provato fino ad ora, sarebbe una collega fantastica, io e lei insieme potremmo fare faville. Ciò nonostante, l'idea di condividere con Nina così tanto tempo della mia vita, mi mette una sorta d'angoscia addosso. Devo poter andare avanti, devo guardare al mio futuro, vederci dentro l'immensità di ciò che il mondo mi regala e con Nina... beh con Nina non sarebbe possibile. Mi fossilizzerei su ciò che avrebbe potuto essere, morirei ogni volta che il suo viso incontrerebbe un altro e mi lascerei trasportare dai sentimenti irrequieti che provo per lei.

“Ian...”.

“Nina”. La sua voce mi è giunta alle spalle. E' bella, cristallina, è triste.

“ehi, sei stata bravissima, davvero”. Mi sorride intimidita, ma non è il suo solito sorriso, è spento, così come gli occhi. Ho una morsa al cuore, un desiderio incontrollabile di buttarmi sulle sue labbra.

“Grazie. E' stato bello, mi sono divertita”.

“Sono convinto che se anche non dovesse andare qui, troverai comunque la tua strada. Hai talento”.

“Sono venuta a salutarti”. Salutarmi? Ritorno per un attimo al presente e realizzo: io rimarrò qui, lei tornerà a casa, oggi stesso. E' tutto finito, noi siamo finiti. Ora sarebbe inutile cercare un motivo per trattenerla qui, il destino ha compiuto il suo corso e noi non dovevamo stare insieme.

Ho il groppo in gola, non voglio lasciarla andare via, non voglio perderla per sempre. In un secondo rivivo tutti i momenti vissuti insieme. Rivedo le sue facce buffe quando combina qualcosa, i suoi sguardi assassini quando la sveglio al mattino, i suoi occhi che si chiudono mentre guardiamo sul divano un film che ho scelto io. Riesco a sentire la sua risata felice farsi strada dentro me, le imprecazioni quando non trova qualcosa che sta cercando, i suoi sospiri di piccola donna mentre facciamo l'amore.

Con gli occhi lucidi la stringo forte tra le braccia, le bacio con delicatezza i capelli. Quanto mi mancherà il suo profumo, quanto mi mancherà poterla stringere così, poter baciare la sua pelle delicata, respirare a pieni polmoni quell'atmosfera che in tutto e per tutto sa di lei.

Nina si abbandona al mio corpo, così come fece anche quella notte sulla spiaggia, le sue difese si abbassano ed io riesco a ritrovarla com'è realmente, piccola, fragile e bisognosa di essere amata.

“Allora, ti farai sentire?”.

Non riesce a parlare, annuisce solo con la testa. Calde lacrime le solcano il viso, io le blocco con il pollice.

“Ehi, non piangere, guarda che non ti libererai di me così facilmente. Ricordati che c'è ancora il matrimonio”.

Si getta nuovamente tra le mie braccia. La rabbia che coltivavo dentro di me in questi giorni, sembra essersi dissolta nel vuoto. In fin dei conti, l'ho sempre saputo, ero più arrabbiato con me stesso, la amo troppo per avercela con lei.

Senza avvertirmi, scioglie l'abbraccio ed inizia a correre veloce verso il taxy per rifugiarsi poi tra le braccia di sua sorella.

Io continuo a seguirla con lo sguardo, sto perdendo tutto in un solo momento: il mio amore, la mia strada, il mio domani. Più corre e più si allontana da me. Più corre e vedo questo amore spiccare il vole. Più corre e più mi accorgo che non è più mia. Più corre e più capisco che mia non lo è mai stata. Una stupida lacrima mi attraversa la guancia per morire lì sulla mia bocca, lì dove il sapore di lei non è ancora andato via.

 

 

 

 

 

Ciao ragazze!!

un altro capitolo è giunto al termine. Cosa dovremo aspettarci dai prossimi? Intanto credo che una cosa sia abbastanza chiara, vediamo se indovinate. Per il resto, non aspettatevi che domani Nina torni correndo tra le braccia di Ian, il tempo potrebbe rendere tutto più difficile. So che mi vorreste uccidere perchè vorreste vederli insieme, ma vi chiedo un po' di pazienza. E comunque rallegratevi perchè da come avete letto, i nostri protagonisti parlano di amore e quando c'è l'amore...

 

 

grazie a tutte coloro che mi seguono costantemente e soprattutto a coloro che recensiscono, sentirvi così vicine, mi sprona ad andare avanti con i capitoli. Un bacione a tutte

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Capitolo 6
*** Esisti dentro me ***


Un mese dopo...

 

Pov Nina.

 

 

Oggi non ho nessuna intenzione di alzarmi dal mio letto. Sono stanca, demotivata e incavolata nera con il mondo. Questa festa di fidanzamento ha assorbito davvero tutte le mie energie, per fortuna siamo quasi alla fine. Infatti, oggi è il gran giorno! Alla fine ho fatto un po' di testa mia, ho optato per qualcosa di più intimo e romantico, non so se l'abbia fatto più per non mettere in imbarazzo mia sorella o più per non avere troppo gente in giro per casa io.

E' da un mese che non ho notizie di Ian e questo mi sta facendo letteralmente impazzire. Paul è arrivato una settimana fa con i suoi genitori, stupendi esattamente come il figlio, ma pare abbia convenuto l'argomento Ian Somerhalder come argomento taboo. In realtà non so se esserne felice o meno, da una parte non è che conoscere i dettagli della sua vita privata mi entusiasmi granchè, eppure mi basterebbe anche solo sentire pronunciare il suo nome, me lo farebbe sentire più vicino, me lo farebbe sentire ancora reale.

Tante notti è capitato che lo sognassi, poi mi svegliavo di colpo e per qualche minuto mi convincevo che davvero era stato tutto un sogno, che non c'era stato nessun abbraccio, nessun bacio, nessuna notte al mare. Poi guardavo quella foto sul comodino, io, lui, Paul e Torrey ad una festa qui a Londra, quando tutto andava ancora bene, quando noi eravamo ancora amici, allora realizzavo e mi riaddormentavo più serena, consapevole che, seppur per una breve durata, lui ha comunque fatto parte della mia vita.

“Nina?! Posso entrare?”. La voce di Paul mi risveglia dai miei pensieri, non gli potrei essere più grata.

“Sì, entra pure”. Il mio futuro cognato mi saluta con il suo solito sorriso bonario e si siede sul mio letto con aria un po' colpevole.

“Ti trovo bene questa mattina, appena sveglia sei davvero carina”.

Alzo un sopracciglio .“Io non sono Torrey, non mi intorti così. Cosa vuoi, Paul?”.

“Niente, era solo un complimento, potrò farti un complimento”.

Mi limito a fissarlo con lo sguardo di chi la sa lunga, lui non riesce a trattenere un sorriso.

“Ecco... vedi... Torrey mi ha chiesto di venirti a dire che...”

“Che?”. Lo invito a continuare.

“Che devi andare a prendere la zia Lucy in aeroporto”. “Ambasciator non porta pena!”, si affretta ad aggiungere prima di prepararsi alla mia esplosione.

“Che cosa? E perchè ci devo andare proprio io? Voi cosa avete da fare di tanto importante? Alexander sta appiccicato ai videogiochi dal mattino alla sera, potrebbe andarci lui. Oppure Devon o Maryelle. O magari papà, in fin dei conti è sua sorella, potrebbe decisamente andarci lui. E poi chi l'ha invitata questa?”.

Paul mi guarda con gli occhi sgranati per lo stupore, in questo sono molto diversa da mia sorella, non ho crisi isteriche ventiquattro ore su ventiquattro come lei, ma quando mi vengono...è la fine per tutti.

“Siamo nervosette, questa mattina”.

Lo fulmino con lo sguardo. “Fidati, dovessi trascorrere un'ora da solo con zia Lucy, lo saresti anche tu”. E non sto scherzando.

“E' così terribile?”.

“Peggio”.

“Nina, mi dispiace. Però, io devo andare a ritirare l'anello e ho chiesto a tuo fratello di venire con me, i miei genitori ed i tuoi sono a pranzo fuori e le ragazze sono da amiche”.

“Andrò io, allora”. Non può neanche immaginare quanto tutto questo mi costi.

“Sei la migliore”. Mi lascia un bacio sulla guancia ed esce dalla stanza, io rimango ai miei pensieri, a Ian e al mio futuro... e anche all'odiosa zia che sta per arrivare.

 

 

 

 

Non ho mai potuto sopportarla, è una signorotta viziata e arrogante che non fa altro che criticare qualsiasi cosa facciano gli altri. Ancora non riesco a capire perchè mia sorella l'abbia voluta qui, quella donna non porta mai nulla di buono ad una festa.

Perchè diavolo mi sono lasciata convincere? Rimanere a casa, nel mio comodo letto a pensare a come la mia vita stia andando a rotoli, mi sembrava un'ottima soluzione.

Mi guardo un po' intorno, cerco una donna bionda, non tanto alta, vestita in modo decisamente troppo eccentrico. Nulla. So già che trascorrerò il resto della mia giornata chiusa qui dentro. Ma d'altronde...Per caso, hai qualcos'altro da fare, Nina? Ripeto, io ed il mio letto abbiamo intrapreso una relazione molto intensa, non ho voglia di litigarci per subirmi le chiacchiere inutili ed infide di quella donna.

Qualcuno mi copre gli occhi con le mani. Guardala, è diventata pure divertente ora. Tocco quelle mani, ma mi accorgo subito che non appartengono ad una donna, ho un lieve sussulto, mi sono famigliari. Mi volto lentamente, ho paura di cosa potrei trovarmi di fronte.

“Ian?!”.

“Sorpresa di vedermi?”.

Sento la bocca arida, i due neuroni che mi sono rimasti hanno improvvisamente smesso di funzionare e hanno iniziato a scontrarsi tra di loro.

“Che cosa ci fai tu qui?”.

Ride. Dio quanto mi è mancato il suo sorriso. “Che accoglienza! Ed io che mi aspettavo mi saltassi addosso. Non mi sarebbe dispiaciuto per niente”. Bravo, Ian, continua con le tue battutine sarcastiche, come se non fossi già abbastanza imbarazzata di mio.

Ride ancora, mi soffermo a guardare i suoi occhi, sembrano ancora più belli dell'ultima volta. E' abbronzato, forse anche un po' più muscoloso. Decisamente più fico, per quanto sia possibile per lui.

Mi butto a capofitto tra le sue braccia, sghignazza soddisfatto.

“Dio mio, Ian. Non pensavo di vederti più”.

“Non mi sarei perso il fidanzamento del mio migliore amico, per niente al mondo”. Una piccola parte di me, insidiosa e capricciosa, vorrebbe che il motivo del suo ritorno fossi io, ma mi accontento di averlo con me per un'ultima volta.

“Quanto ti fermerai?”.

“Poco, domani ho già il volo prenotato, devo tornare a Covington per lavoro”.

“Come? Sei appena arrivato, hai affrontato un lungo viaggio”.

“Lo so, però non posso fare altrimenti, è il massimo che mi è concesso”.

Mi abbandono di nuovo alle sue braccia, voglio godere di lui il più possibile.

“Eccomi, Ian, il mio bagaglio è arrivato solo ora”. Sciolgo l'abbraccio e mi giro verso quella voce, una ragazza bionda, un po' sciatta a dirla tutta, ci guarda sorridente mentre si trascina dietro un piccolo trolley griffato.

“Ah, Nina...”. Fatica a parlare, quasi come se lei lo avesse colto alla sprovvista. “Lei è Megan, la mia... la mia ragazza. Megan lei è Nina, la mia migliore amica”.

E' ufficiale sto decisamente viaggiando in un buco nero, non mi rendo più conto di nulla, ho completamente rimosso lo spazio e il tempo. Dunque è tornato con lei. Ed io, stupida, mi sono anche sentita in colpa per quello che è successo. Per lui sono stata solo il gioco di un'estate, lei c'era, c'è sempre stata, io invece... io sono solo un'amica, la sua migliore amica. Bel modo di trattare la tua migliore amica, Ian, davvero, non farti sentire per un mese e poi riapparire con la tua nuova fidanzata senza neanche accennare nulla prima. Gran concetto di amicizia.

“Piacere di conoscerti Megan”.

 

 

 

Pov Ian.

 

Sono qui con Nina tra le braccia. La mia Nina, quanto mi è mancata! Più la stringo a me, più mi sembra di ritrovarla. La sua fragilità, il suo sorriso, il suo profumo, mi sembra di essere tornato ad un mese fa.

Ora,però, inizia a mancarmi il respiro. Stringo tra le braccia la donna che amo mentre dietro quelle porte elettriche, la mia ragazza sta aspettando l'arrivo del suo bagaglio. Non voglio neanche immaginare la reazione di Nina, so che tutta questa storia la farà soffrire, ma era la cosa più giusta da fare. Prima entrambi smetteremo di soffrire, prima potremo nuovamente prendere in mano la nostra vita. Io ci sto già provando, insieme a Megan.

“Eccomi, Ian, il mio bagaglio è arrivato solo ora”. Riesco a percepire lo sguardo corrucciato di Nina, sta cercando di connettere e attribuire quella voce ad un volto.

Fatico a fare le presentazioni, la voce mi manca, la gola è arida e avrei voglia di scappare. Vorrei prendere Nina, partire con il primo volo senza neanche conoscere la destinazione e trascorrere con lei tutto il resto della mia vita. No, Ian, no. Non puoi fare questi pensieri, tu non lo meriti, Megan non lo merita e probabilmente neanche Nina lo merita.

Saliamo sulla macchina, Nina non mi ha ancora rivolto la parola, non sembra arrabbiata, forse solo un po' delusa. Mi fa male vederla così, ma lei non può neanche immaginare il mese che io ho passato. Non può sapere delle notti insonni che ho trascorso, delle lacrime amare che ho versato, della voglia di lasciarmi tutto alle spalle e partire per una nuova vita, una vita che non comprendesse lei.

“E' la prima volta che guidi tu da quando ci conosciamo”. Cerco di sdrammatizzare, se dobbiamo trascorrere una serata insieme, è meglio cercare di andare d'accordo.

Nina parcheggia la macchina nel vialetto, Paul e Torrey accorrono a salutarmi. I sorrisi emozionati che compaiono sui loro volti alla mia vista, si smaterializzano nel momento in cui Megan scende dalla macchina, ciononostante cercano di dimostrarsi i più accoglienti possibili.

Eppure non riesco a non pensare che non sarebbe dovuta andare così, che al mio fianco non avrebbe dovuto esserci Megan, che la mia vita avrebbe dovuto assumere un senso diverso.

 

 

Pov Nina.

 

 

“Posso aiutarti?”. Mi guardo allo specchio poco convinta. Questa giornata è iniziata male e rischia di finire addirittura peggio. Impossibile, sono già nel baratro.

Ringrazio con un sorriso mia sorella, che mi aiuta ad allacciare la collana.

“Dovrei essere io ad aiutare te, non il contrario”.

Mi circonda la vita con una mano e mi guarda compassionevole. Sa benissimo quanto odi questi sguardi, eppure non ho neanche il coraggio di ribattere. Se osservo la mia immagine riflessa, vedo una ragazza avvolta in un bellissimo vestito e con un'acconciatura perfetta in testa, tuttavia sul suo volto non c'è l'accenno di un sorriso, nei suoi occhi non vive alcuna luce, la sua carnagione sembra pallida per la delusione. Non sono io, non più.

“Quando Ian ci ha detto del suo arrivo, non pensavamo portasse anche lei, altrimenti te lo avremmo risparmiato”.

Le regalo un risolino un po' forzato. “E' giusto così. E' la sua ragazza”.

“Non sono stupida. Tu sei mia sorella, ti conosco da quando eri solo una bambina, ho capito che tra di voi è successo qualcosa”.

“Torrey, oggi è la tua giornata, non prenderti anche i miei problemi”.

“Ripeto, sei mia sorella, è mio dovere ascoltarti quando hai un problema”.

“Tra me e Ian non c'è niente, forse non c'è mai stato niente. Siamo stati insieme per una notte”.

“Per una notte? Cosa intendi con una notte?”. Mi guarda un po' preoccupata, la sua fantasia non è mai arrivata a tanto.

“Mi prendi in giro? Che cosa succede quando un uomo ed una donna trascorrono una notte insieme?”.

“Non pensavo... tu ed Ian avete dormito spesso nello stesso letto, ma io pensavo vi limitaste a quello”

“E' successo solo una notte. Da quella notte il nostro rapporto è cambiato. Poi adesso, è arrivata lei”.

“Mi dispiace tanto, Nina”.

Mi abbraccia ed io ricambio, calde lacrime scendono dai miei occhi, non me ne vergogno, è mia sorella, una delle poche persone che mi accetta così come sono.

“Ian Somerhalder non sa cosa si è perso”.

Mi sento in dovere di difenderlo, non voglio farlo passare per il casanova maledetto, per quanto tutto sia andato in fumo, rimane comunque l'uomo che amo. “Ian non c'entra. Lui era disposto ad affrontare una storia, io però non me la sono sentita”.

Per la prima volta ammetto ad alta voce il mio errore e, se possibile, mi sento ancora più stupida.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

Come al solito Nina è in grado di stupirmi. La festa è bellissima, c'è molta gente, ma pochi parenti. I parenti sono serpenti, Ian. O almeno i miei. Rido per quel ricordo anche se un po' di malinconia mi assale, sembra così lontano. . Megan è seduta vicino a me, sta sorseggiando il suo cocktail e chiacchiera tranquillamente con Torrey. Le sono grato per questo, Megan non ha nessuna colpa in questa storia, non merita il rancore di nessuno.

E' mezz'ora che la cerco con lo sguardo senza trovarla. Improvvisamente qualcosa richiama i miei occhi. La vedo, sta ridendo con suo padre, è bellissima. Un vestito a fantasia le fascia debolmente le belle curve, infrangendosi irregolare lì sotto il ginocchio. Le scarpe le slanciano ancora di più le sue, già lunghe, gambe. I capelli le ricadono ad onde sulle spalle, intrecciandosi in una mezza acconciatura sulla testa. Mi manca quasi il respiro, resterei ore ad ammirarla.

In un attimo i suoi occhi incrociano i miei, le sorrido rapito e lei ricambia un po' imbarazzata, consapevole dell'effetto che mi sta facendo.

“Ian, Megan, vi state divertendo?”.

“E' una bellissima festa, complimenti, Nina. Poi questo vestito ti sta benissimo, dove lo hai comprato?”.

Mentre lei e Megan iniziano una conversazione tutta femminile, io ritorno alle mie riflessioni. Rivango dentro al passato, tutti i momenti che abbiamo trascorso insieme, tutte le volte in cui mi sono imbambolato a guardarla proprio come oggi, tutti gli attimi in cui speravo durasse per sempre.

“Nina”.

Un gruppo di ragazzi si è appostato di fronte a noi. Le uniche due ragazze mi guardano intimidite e curiose. Devono essere gli amici di Nina, mi ha parlato molto di loro durante l'estate.

Sorrido mentre la vedo gettarsi con slancio nelle braccia di tutti.

“Siamo venuti qua per salutare la futura sposa, ma neanche il tempo di avvistarla che è scappata”. E' la più piccolina delle ragazze a parlare. Le osservo con attenzione, non sono per niente belle, una troppo robusta e bassina, l'altra mingherlina e scarnita. Ora capisco gli sguardi radiosi che i ragazzi lanciano nella direzione di Nina! Sento un leggero nervosismo impossessarsi di me.

“Venite, ragazzi, vi presento Ian, Megan e Paul. Loro sono invece Joseph, Alex, David, Marta, Liz e Matt. Sono i miei migliori amici. Adesso cerchiamo anche Tor, così potete salutarla”.

L'ultimo nome che ha pronunciato mi ricorda qualcosa. Adesso è chiaro, è il ragazzo che ho visto con Nina in aeroporto quando ho fatto la sua conoscenza. E' una mia impressione, o mi sta lanciando uno sguardo di sfida? Vacci piano ragazzino, qui non c'è pane per i tuoi denti. Certo Ian, però, con ogni probabilità, lui potrà avere Nina tutta per sé, mentre tu dovrai accontentarti solo di ricordi! Questa è la dura legge dell'amore non corrisposto.

 

 

Pov Nina

 

 

Mi allontano con Liz che mi guarda con espressione sognante. Non fosse la mia migliore amica, mi verrebbe quasi la voglia di prenderla a schiaffi.

“Nina, ma quello è Ian?”. Ho capito dove voleva arrivare.

“Sì, è Ian”, mi limito a rispondere. So già che ora partirà tutto l'interrogatorio, ci sono già abituata.

“E tu ti sei lasciata scappare quello schianto di uomo lì?”.

“Ecco, brava, hai centrato il punto, uomo”.

“Mi prendi in giro, vero? Ha sì e no dieci anni più di te, anche se sembra molto più giovane, è bello come il sole in una giornata di primavera, ti guarda come se ti volesse mangiare... e tu fai la difficile?”.

“Non faccio la difficile, Liz. E' che tra noi non è fattibile”.

Non esistono amori impossibili, Liz, ma solo amori che necessitano di più tempo per essere vissuti. Ti ricordo qualcuno?”.

Rido, mi sta rinfacciando le parole che le ho detto qualche anno fa. Si era innamorata follemente di David, probabilmente lo è ancora ma non vuole ammetterlo, e temeva che lui non si accorgesse di lei.

“Non per infilare il coltello nella piaga, ma alla fine le mie parole si sono dimostrate infondate. David non ti ha mai degnata di uno sguardo”.

“Grazie per la tua sincerità, Nina. Ti voglio bene anche io. Comunque vedi?! Questo è un punto a tuo favore, Ian ti sta spogliando con gli occhi. Poi, diamine, tra voi due qualcosa c'è stato eccome. Vi siete fatti una bella scop...”.

“Liz”. Rido per la sua schiettezza disarmante.

“Che c'è? Era per rendere l'idea, no?!”.

“Comunque adesso rilassati, prenditi da bere e goditi la serata. Tra me ed Ian non potrà esserci mai niente, almeno non in questa vita. La vedi la biondina accanto a lui? Megan? Beh è la sua fidanzata”.

“Cosa?”. Annuisco divertita alla sua faccia indispettita, questo proprio non se lo aspettava. Amo prenderla in contropiede.

Si tranquillizza un po' e guarda perplessa verso la direzione della coppia. “A parte che è brutta. E poi, è davvero squallido venire ad una festa con la tua fidanzata e non staccare gli occhi da un'altra”.

Scuoto la testa e mi allontano sorridendo. E' l'ora della proposta.

Paul è di fronte a Torrey, negli occhi l'amore appassionato e travolgente che lo lega a lei, più giù, in mano, una scatoletta rossa, trattengo a stento le lacrime.

“Quando ho incontrato Torrey, non avrei scommesso un centesimo sulla riuscita di questa storia. Dire che non ci sopportavamo, sarebbe un po' approssimativo. Lei era convinta io fossi un attoruncolo vanitoso e prepotente, io una psicopatica nevrotica. Alla fine lei ha cambiato la sua idea, io continuo a rimanere della mia opinione”. Tutti scoppiano in risate fragorose, io per prima, forse perchè le parole di Paul non sono proprio pura ironia.

“Una sera l'ho incrociata in un locale, io ero con Ian, lei con delle amiche di set. Ci siamo seduti ad un tavolo, cercavamo di fare un discorso serio, ma i miei occhi saettavano sempre nella sua direzione. Quella sera era stupenda, bella come non l'avevo mai vista. Ian si infastidì parecchio, mi stava parlando di uno dei suoi tanti problemi di cuore, ma io non ne volevo sapere. Così si alzò, andò dal gruppetto di amiche, si presentò e le invitò ad unirsi al nostro tavolo. Senza saperlo, Ian mi ha fatto il regalo più bello del mondo, mi ha regalato l'amore. Da quella sera è passato più di un anno e il bisogno di sentirla mia è fortissimo dentro di me. Perciò, Torrey mi vuoi sposare?”.

Ok, al diavolo il contegno, mi abbandono ad un pianto liberatorio. Un braccio muscoloso mi afferra per le spalle. Incrocio il suo sorriso e mi ci predo per un attimo. Mi avvicino di più a lui, appoggio la testa sulla sua spalla e torno a guardare i due fidanzatini.

“Visto che sono un sentimentalista, voglio fare anche dei ringraziamenti. Ringrazio la famiglia di Torrey che mi ha accolto come un figlio e come un fratello, ringrazio i miei genitori che mi hanno da subito appoggiato in questa nuova avventura, ringrazio tutti coloro che ci hanno sempre supportato e che ci sono sempre stati. Ma voglio ringraziare due persone in particolare, due persone senza le quali la mia vita e quella di Torrey non sarebbero uguali. Ringrazio, e sono sicuro di parlare anche a nome della mia futura moglie, Ian , mio migliore amico e Nina, la migliore sorella e cognata che si possa desiderare. Vi ringrazio per questa fantastica estate, ci avete aiutato a far maturare ulteriormente il nostro rapporto e soprattutto ci avete fatto sorridere. Due persone come voi sono difficili da trovare, per questo io mi reputo fortunato”.

Ci guardiamo sorridendo, ancora vicini come due fidanzatini. Vedo dei flash venire nella nostra direzione, cerco di coprirmi sorridendo. Incrocio lo sguardo di Megan, è piuttosto infelice e fossi in lei, la penserei allo stesso modo. Vedere il tuo fidanzato abbandonarti per correre ad abbracciare un'altra, comprendere che tra loro c'è una chimica esagerata, guardare la gente che fotografa entrambi come fossero una coppia... è davvero una gran rottura di...

 

 

 

Pov Ian

 

 

La festa non sta prendendo la giusta direzione, non per me almeno. Megan è una iena, non mi rivolge più la parola e ciononostante non ha avuto il coraggio, o la buona idea, di rendermi partecipe del suo disagio.

Intanto ho perso Nina, subito dopo la richiesta di matrimonio, si è dileguata e non l'ho più trovata.

Vado a prendere una birra, magari mi aiuta a dimenticare. Dietro un cespuglio, baciata dalla luna, c'è lei. Sta parlando animatamente con la sua amica bionda, Liz mi pare. So benissimo che sto per commettere un'azione disonorevole, ma non resisto alla tentazione. Mi avvicino per ascoltare meglio la conversazione.

“Ma tu hai visto come ti guardava? Sembravate una di quelle coppie famose, Brad e Angelina vi facevano un baffo”. Ride lei e sorrido anche io, questa ragazzina mi sta già simpatica.

“Il problema è che lui è in un mondo diverso dal mio. Quanto tempo pensi passerà prima che Megan si ritrovi una bella prima pagina in cui il suo ragazzo sbaciucchia una viscida ragazzina?”.

Non rido più. Ma per chi mi ha preso? Certe volte mi sembra di conoscerla, di vederla cambiare attimo dopo attimo. Un minuto prima è una persona, un minuto dopo si trasforma in un'altra.

“Quindi è meglio rinunciare. Ma tu non eri quella a cui piacevano i rischi?”.

“Hai detto bene, piacevano”.

“Non metto più bocca in questa storia. Non posso decidere io al posto tuo. Sappi, però, che comunque vada, io ti resterò vicino”.

Si abbracciano, un bell'abbraccio lungo, quasi da film.

“Allora, raccontami di questo fatidico bacio”.

Bacio?! Siamo andati un po' oltre il bacio, cara Liz.

“Lascia stare, mi sono quasi sentita male. Non me lo aspettavo proprio. Mi ha solo detto che doveva parlarmi ed io l'ho seguito. Dopo due secondi mi sono ritrovata con le sue labbra incollate alle mie”.

Ma che cosa sta raccontando? Io non l'ho più baciata, non da quella sera. Mi avvicino ancora di più senza fare rumore, devo comprendere il motivo di questa bugia, non è assolutamente nello stile di Nina.

“E come bacia?”.

“Liz! A parte che l'ho già baciato prima di oggi. E comunque bene”.

“Piacerebbe tanto anche a me”. Guarda la sua amica con occhi sognanti, messa così dimostra sì e no quindici anni.

“Baciare Matt?”. Cosa diavolo c'entra Matt.

“Ma va', io stavo parlando di David”.

“Ahahaha”. L'urlo di trionfo di Nina mi spaventa un po'. Liz deve pensarla come me perchè guarda Nina scandalizzata. Forse il suo motivo è un po' diverso però.

Si schiarisce la voce, le gote le si sono tinte di rosso, mi fa quasi tenerezza. “ora parliamo di te. Ricapitoliamo la storia: Matt ha tentato di baciarti e a te non è dispiaciuto”. Sono sicuro che se avessi un tetto sulla testa, in questo momento me lo troverei addosso. La rabbia si fa strada dentro di me. Senza averne diritto, avrei voglia di prendere quel Matt a pugni in faccia. L'idea che le sue labbra indegne abbiano solo sfiorato quelle di Nina... devo cercare di sbollire, devo andare via da quel posto, devo trovarne uno più tranquillo per poter ritornare in me stesso. Lo avevo detto che sarebbe finita così, che lui ne avrebbe goduto molto più di me.

Accerchio la grande casa e mi abbandono su uno scalino del retro. Inizio a pensare a quella conversazione, alla mia rabbia, al sorriso di Nina. Lei non è pentita, non gli ha chiesto di baciarla, ma non lo ha neanche rifiutato.

Ma cosa mi aspettavo? In che mondo vivo? Che diritti credo di avere su di lei? Nessuno. Sono venuto qui con un'altra donna, l'ho baciata davanti ai suoi occhi, le ho rivolto parole dolci solo per farla ingelosire e adesso pretendevo anche che lei rifiutasse quel bacio?

Non sono nessuno, devo mettermelo in testa, non sono nessuno per il mondo, non sono nessuno per lei. Domani andrò via, probabilmente non la rivedrò più e lei deve continuare con la sua vita. Io la conosco bene ormai, se ha scelto lui è perchè ci ha ragionato sopra, sa che può darle quelle conferme che io non posso neanche immaginarmi.

Ci siamo persi prima ancora di ritrovarci.

 

 

 

Pov Nina

 

 

Parlare con Liz è il momento della giornata che amo di più. Di solito siamo obbligate a sentirci per telefono, oggi invece ho avuto la grande fortuna di averla qui in carne ed ossa.

Avevamo tante cose di cui discutere, la sua rinata passione per David, la mia intramontabile passione per Ian ed il bacio perfetto rubatomi da Matt.

Già, mi ha baciata ed io non ho opposto nessuna resistenza. Sono una stupida, lo so, ma non me la sono proprio sentita di rifiutarlo. L'ho visto così amareggiato, quasi disperato. Cercava le mie labbra, come un cieco cerca la luce del sole. Vorrei obbligarmi ad innamorarmi, a provare qualcosa per lui, sarebbe quello giusto, lo so, ma non riesco a considerarlo più di un amico.

Ian mi ha rapito il cuore, mi ha attirato con il suo modo di fare, un po' spavaldo, un po' impacciato, mi ha fatto innamorare con la sola luce dei suoi occhi e ho paura che per parecchio tempo, non ce ne sarà più per nessuno.

“Bella festa, eh?”.

“Paul....”. Mi avvicino a lui sorridendo, lo stringo in un breve abbraccio.

“Sono contenta che sia andando tutto per il verso giusto. Mi avete anche fatto piangere”.

“Oh, questa è da segnare sul calendario”.

“Sono umana anche io”.

Si siede vicino a me, il suo volto cambia espressione, sembra preoccupato, malinconico. Non faccio domande, aspetto con ansia le sue parole.

“E' arrivato il momento. Ho incontrato Megan un attimo fa, è andata a salutare Torrey, stanno per andare in albergo”.

Annuisco e butto giù la saliva, sembra che una pallina di ping pong mi sia rimasta incastrata dentro alla gola.

“Non vuoi andare a salutarlo?”.

“Servirebbe a qualcosa?”.

“potresti guardarlo un'ultima volta negli occhi”.

“E che cosa ci vedrei dentro? Non servirebbe a niente, mi farei solo più male”.

“Ci vedresti dentro il suo amore per te”.

“Non credo proprio. E poi anche fosse, ne soffrirei ancora di più”.

“Io ti dico che secondo me dovresti dirgli addio. Non lo devi fare per lui, non lo devi fare per te, ma devi farlo per il sentimento che vi lega. E' un vostro dovere”.

Respiro profondamente ed intanto prendo una decisione.

“Dove lo trovo, Paul?”. Il suo volto si illumina come quello di un bambino la mattina di Natale.

“Dovrebbe essere ancora in camera mia. Doveva prendere le valigie e rispondere ad una mail di Julie”.

Inizio a correre come una pazza, ho paura che manchi il tempo, che sia andato già via, ho paura di averlo perso per sempre senza avergli dato l'ultimo saluto.

Salgo velocemente i gradini che mi portano al piano di sopra e mi dirigo verso la camera di Paul.

Cerco di tranquillizzare il mio povero cuore e spalanco la porta. Lui è ancora qui, è girato di schiena, probabilmente impegnato con il computer di Paul. Sono quasi sicura che nella storia della mail, ci sia il suo zampino.

“Ian...”.

Si volta verso di me, è stupito di trovarmi lì.

“Nina. Sei venuta a salutarmi”.

Annuisco e gli sorrido. Mi mancherà immensamente.

“Sono venuta a dirti addio”.

“Ci rivedremo al matrimonio, scusa. E poi, chissà, potrebbero prenderti nello show”.

“Dubito davvero che io possa essere stata presa, però sicuramente ci vedremo al matrimonio prima o poi”.

“E' stato bello conoscerti, Nina. Davvero”.

Lo abbraccio forte. “Mi raccomando, comportati bene e inizia a far sognare tutte le ragazzine come me con il tuo Damon. E tratta bene Megan, lei merita il tuo amore”.

Mi viene spontaneo sottolineare lei, forse perchè così è più facile lasciarlo andare, forse perchè così mi sento meno in colpa con me stessa.

“Prima che tu vada via, devo fare una cosa”.

Mi guarda interrogativo, io mi avvicino un po' di più a lui. Riesco quasi a specchiarmi nell'immensità dei suoi occhi, mi perdo nell'azzurro illegale della sue pupille.

“Quella sera in spiaggia, quando abbiamo fatto l'amore, eravamo ubriachi persi. Anzi, mi sembra incredibile anche poter ricordare ogni singolo attimo. Ciononostante io l'ho voluto davvero. Non rimpiango quella sera, non rimpiango nulla di ciò che ho fatto insieme a te. Ora, però, devo farlo, devo farti capire che per me sei importante e che, anche lontano, lo sarai sempre. Adesso non sono ubriaca”.

Senza che nessuno dei due se ne renda conto, le mie labbra sono già sulle sue. Ci mette un attimo a ricambiare il bacio, deve ancora realizzare. Ecco che però tutto cambia, la sua bocca divora la mia, le sue mani mi percorrono avide e curiose, il respiro quasi mi manca.

Ci appoggiamo allo stipite della porta, lì continuiamo a baciarci come se non ci fosse domani. La sua bocca scende sul mio collo, mentre le sue mani si spingono sui miei fianchi. Sto per impazzire, l'unica cosa che vorrei fare e spingerlo in quel letto ed amarlo come quella notte avrei dovuto fare.

“Nina, Ian...scusate”. Paul rimane un attimo spiazzato, poi si affretta fuori dalla stanza. Io scoppio a ridere, dopo tutto quella è la sua camera. Anche Ian sorride, forse un po' più imbarazzato di me.

“Non volevo disturbare”.

“Non ti preoccupare, tanto avevamo finito”. Gli faccio l'occhiolino e riservo un sorriso speciale a Ian. E' arrivato il momento, devo andare via, devo farlo prima che sia troppo tardi, prima che me ne penta. Devo lasciarlo andare.

Mi limito a salutarlo con la mano, lui ricambia allo stesso modo, cerco di non incrociare più i suoi occhi, è più facile così. Il nodo alla gola diventa insopportabile, esco di corsa dalla camera con un solo pensiero in testa: mi mancherà. Mi mancherà e non potrò fare nulla per farlo tornare indietro.

 

Pov Ian

 

Sono già nel letto, è passata un'ora da quel bacio stupendo e non riesco ancora a togliermi quel sorrisetto stupido dalla faccia.

Non ho rivolto parola a nessuno per il resto della serata, troppo estasiato da quel mondo che mi sono creato. Un mondo fatto di me, di lei, dei suoi baci, delle sue carezze.

Devo ancora realizzare, questa potrebbe essere l'ultima sera che la vedo, che sento la sua pelle a contatto con la mia. Un giorno, tra qualche mese, potrei tornare qui. Troverei una città uguale a quella che ho lasciato, le stesse persone che hanno accompagnato la mia avventura, troverei di nuovo lei, è vero, ma potrebbe non essere come è adesso.

Devo mettermelo in testa, non aspetterà me in eterno, la sua vita è ricca di uomini che sarebbero disposti a tutto pur di averla, ne troverà uno, se ne innamorerà follemente, sentirà le famose farfalle nello stomaco e dimenticherà tutto ciò che la circonda, tutto il suo passato. Esisteranno solo lei e lui ed io sarò solo un ricordo sbiadito dal tempo.

Guardo Megan che riposa tranquilla al mio fianco, è così dolce. Eppure non riesco ad amarla, non riesco a provare per lei quel sentimento immenso che mi spinge verso Nina. Lei mi ha rapito il cuore, mi ha illuminato con la sua luce, mi ha fatto innamorare con i suoi piccoli capricci e i suoi discorsi seri. Nina è viva dentro me e lo sarà sempre... e ho paura che per molto tempo non ce ne sarà per nessuna.

Guardo dalla finestra una stella che brilla più delle altre. Addio mia dolce Nina.

 

 

 

 

 

Ciaooooooooooo!

Allora inanzitutto, voglio ringraziare immensamente tutte voi. Grazie per il sostegno che mi date, siete super importanti per me.

Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Nina e Ian si sono separati, eppure entrambi hanno ammesso i sentimenti che provano per l'altro. Ciononostante, sono convinti che la loro sia una storia impossibile, che deve concludersi subito.

Non so voi, ma io ho adorato l'idea del bacio di addio, giusto per far capire a Ian che Nina c'è, che i suoi sentimenti per lui ci sono.

Come continuerà la storia? Vedremo ancora un po' di Nian?

 

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Capitolo 7
*** Tutta colpa della gelosia ***


Pov Nina

 

 

“Nina, Ninetta bella?!”. Ogni mattina è la stessa storia, tutte le sere prego Alex di portarmi a correre con lui e poi, quando viene a svegliarmi lo caccio malamente.

“Oh”.

“Io sto andando, tu che fai, vieni?”.

Apro un occhio e lo guardo un po' dubbiosa, poi sbuffo e mi alzo dal letto. Tra qualche giorno le vacanze di mio fratello finiranno, tornerà in America a studiare e potrò rivederlo solo per le vacanze natalizie. La casa ha iniziato a svuotarsi, Torrey e Paul sono tornati ai loro impegni lavorativi, Devon è partita per l'Italia ieri mattina e forse già oggi ha ripreso lavoro e Alex partirà fra un paio di giorni al massimo. Io e Maryelle, invece, ricominceremo la vita di sempre, università, moda e qualche serata di sano divertimento.

Mi lavo i denti, intanto mando messaggi a tutti. Mi sono svegliata di buon'umore, una volta tanto succede anche a me.

Oddio, Nina che corre. E' uno spettacolo che non vorrei proprio perdermi. Maledetta distanza”

Santo cielo che simpatia Paul. Ti consiglierei di andare a dormire, la stanchezza a volte gioca brutti scherzi”.

Adoro il fuso orario. E' bello sapere che mentre il tuo letto ti aspetta invitante, dall'altra parte del mondo, precisamente Londra, una ragazza a caso, precisamente tu, si deve alzare per andare a rassodare la chiappe. Notte cognatina, ti voglio bene. Ti saluta tua sorella. Non è vero, sta già russando da quasi un'ora”.

Sorrido. Paul mi manca da morire, esattamente come mi manca mia sorella. Mi manca l'estate trascorsa con loro, una delle più belle di tutta la mia breve vita, mi manca il legame che abbiamo costruito, mi manca saperli sempre pronti a sostenermi, in ogni situazione.

Non li vedo da più di tre settimane, in compenso ci sentiamo tutti i giorni per messaggio, su facebook o twitter. Mia sorella non vuole perdersi neanche un attimo della mia triste vita, è sempre alla ricerca di continui aggiornamenti.

Effettivamente, da quando loro sono andati via, ho subito una leggere trasformazione. Giusto ieri sera ho litigato rumorosamente con mia madre, mi ha incolpato di essere fredda, distaccata, di starmene tutto il giorno chiusa in camera e di non rivolgere parola più dell'indispensabile.

Avrei voluto spiegarle le mie ragioni, raccontarle di quanto questa estate mi abbia stravolto la vita, eppure non ne ho il coraggio, mi limito ad annuire e ad incrementare ancor di più la sua collera.

Inizio a piangere, mi succede spesso nell'ultimo periodo, vorrei poter dimenticare alcuni episodi di questi ultimi mesi, chiuderli in uno dei cassetti della memoria, uno di quelli con la chiave, che puoi aprire solo quando ne senti il bisogno. E allora non dovrei più perdermi negli occhi blu e profondi di Ian, non dovrei più ripensare alla passione che ci ha messo quando mi ha amato sulla spiaggia, non dovrei più rimpiangere la fine di una storia mai iniziata.

Ian. Mi manca da morire. Vorrei poterlo sentire, provare quei brividi di freddo che la sua voce mi provoca ogni volta. Ho provato spesso a chiamarlo. Ogni volta cercavo il suo nome in rubrica, lo selezionavo e poi subito mi pentivo. Non ho mai trovato il coraggio di farlo veramente. E forse è stato meglio così. Non è che lui si sia sprecato particolarmente, ha solo avuto la faccia da schiaffi di mettere un bel mi piace alla foto che Matt ha messo su facebook, con me come protagonista. Gran bella foto a dire la verità, il suo talento come fotografo è impressionante.

Ah, a proposito di Matt. Vi starete chiedendo come è finita la nostra storia... una bella merda! Dopo il fatidico bacio, gli ho concesso una possibilità, siamo usciti insieme un paio di volte, abbiamo cercato di non comportarci come due amici, ci siamo scambiati anche qualche bacio, ma... non c'è stato niente da fare: Matt è stato, è e rimarrà per sempre un amico, il mio migliore e più caro amico. Dannato Ian, mi ha fatto completamente rincitrullire!

 

 

Sono quasi le tre del pomeriggio, mia madre è ancora arrabbiata con me, o almeno credo. Certo, il fatto che non mi abbia chiamato per pranzare, potrebbe essere un buon punto di partenza per capirlo.

Scendo in cucina per prepararmi un sandwich con il tonno, non mi fa impazzire, certo, ma se ho una madre snaturata non è di certo colpa mia.

Cavolo, in frigo c'è un bel pentolone di polpette con il sugo, certo, per il suo piccolo Alexander questo ed un altro. Grazie mamma. Mi sento tanto Cenerentola, certo lei si dava molto più da fare di me per quanto riguarda la casa, ma il senso è quello, insomma.

Il mio telefono inizia a squillare, non conosco il numero, è anche piuttosto strano, ha un prefisso americano.

“Pronto?”.

“Pronto, Nina?!”

“Sì, sono io”.

“Ciao, sono Julie Plec”.

“Julie Plec?”. Julie Plec?! O mio Dio, oddio mio!

“Esattamente! Scusa se chiamo a quest'ora, ma ho cercato un orario che potesse andare bene sia all'America, che all'Inghilterra”. Dimenticavo che ci sono ben cinque ore di fuso.

“No, non ti preoccupare, non mi disturbi affatto”.

“E' passato un bel po' dal nostro incontro, Kevin ed io ci abbiamo pensato molto...”. Fa una pausa piuttosto lunga, il mio cuore inizia a battere all'impazzata, non potrebbe essere un po' meno drammatica?

“Vedi, Nina, abbiamo analizzato tutto nel minimo dettaglio, sappiamo che sei una modella, con la recitazione hai ancora un po' di strada da fare...”. Altra pausa, il mio cuore ha ormai raggiunto la milza ed ora si fanno compagnia. Per un breve istante, una fiammella di speranza si era accesa in me. Cosa ti aspettavi Nina? Non hai mai recitato in vita tua, eri davvero convinta che ti prendessero così? Sono dei professionisti, riconoscono i talenti veri, da quelli che non esistono!

“Ciononostante, abbiamo visto in te un grande potenziale. Sei bella, sei giovane e sei spontanea. Hai tutte le carte in tavola per fare di questo show il tuo trampolino di lancio. Inoltre hai una chimica eccezionale sia con Paul, che con Ian, sei davvero ciò che cercavamo”.

Mi esce fuori un urletto strano, riesco a percepire il sorrisetto divertito di Julie. Questo proprio non me lo aspettavo.

“Quindi... quindi mi stai dicendo che mi avete presa?”.

“Sì, Nina. Fai ufficialmente parte del cast. Anche se... perchè c'è un se, non dare tutto troppo per scontato. Dobbiamo ancora girare il pilot, quindi, non dovessimo trovarti idonea, non ci penseremo due secondi in più, ti allontaneremo dal set senza farci troppi problemi”.

E' stata dura con le parole, anche un po' con il tono. In realtà non me la sento di biasimarla, da come mi hanno raccontato, tengono moltissimo a questo serial, di conseguenza non accettano mezzi limiti.

“Va benissimo. Cercherò di dare del mio meglio”.

“Ne sono sicura. Adesso ti lascio libera, tuo cognato muore dalla voglia di congratularsi con te, ti starà riempiendo di telefonate e mi starà maledicendo perchè trova occupato. Hai un volo prenotato per domani pomeriggio, ti ho già mandato una mail con tutte le direttive”.

“Ok, grazie”. Sono un po' frastornata, mi sta venendo anche un enorme cerchio alla testa.

“Allora ci vediamo Domenica. Buon pomeriggio, Nina”.

Chiudo il telefono, sento il terreno mancarmi sotto i piedi, ancora non sono riuscita a realizzare. Ora sorrido. O Dio mio, faccio parte dello show! Improvviso un balletto ridicolo intorno al tavolo della cucina, inizio a ridere come una pazza, chissà cosa penserebbero i miei se entrassero in questo momento.

Ho ancora quel sorriso da ebete stampato sulla faccia, quando un flash attraversa la mia testa. Sai cosa vuol dire, vero Nina? Quando metterai piede su quel set incontrerai di nuovo Julie e Kevin, potrai riabbracciare Paul, conoscerai tante nuove persone, ma dovrai anche rivedere Ian. Ok, ora non rido più così tanto, soprattutto se ripenso al nostro ultimo momento insieme. Ed ora che faccio?

 

 

 

Pov Ian

 

Sono già al terzo caffè della mattinata, non sono più allenato a svegliarmi così presto. Sarà meglio che mi ci riabitui, però.

“Ehi, Som”. Paul è di fronte a me, sono settimane che non ci vediamo e mi è mancato immensamente. Mi spingo ad abbracciarlo.

“Ehi, fratello, come stai?”.

“Non mi posso lamentare. E tu?”.

“Bene, grazie”. Bugia. Non sto per niente bene, non da quando lei è sparita definitivamente dalla mia vita.

“Con Megan tutto bene?”.

“Una meraviglia. Con lei mi sembra di stare in Paradiso”. Altra bugia. Anzi, no. Altra cazzata. Enorme, gigantesca. Le cose con Megan vanno malissimo, ora che ho capito che tipo di ragazza sia, non ho più molti motivi che mi tengano legato a lei, ciononostante non posso fare altrimenti. E' vero Paul è il mio migliore amico, dovrei parlargliene, farmi dare un consiglio, però rimane pur sempre il cognato della donna che, ormai da mesi, ha preso fissa dimora nella mia testa e, un po' più giù, anche nel mio cuore.

“Sono davvero felice per te, Ian. Te lo meriti”. Gli sorrido bonario, lo adoro, riesce sempre a mettermi di buon umore, seppur con poco.

“E tu? Con Torrey?”

“Oh, noi sembriamo già sposati... ci piace litigare! Poi, però ci piace anche fare la pace”. Allude spiritoso, io sorrido e gli passo un braccio intorno alle spalle.

“Andiamo fratello, il lavoro ci chiama”.

Quando entriamo nello studio, troviamo Julie e Kevin impegnati a discutere su quello che deve essere il pilot di stagione. Mi stravacco su una sedia e fischietto irriverente.

“Io inizierei cambiando il cognome dei due fratelli”.

Come se non si fosse accorta della mia presenza, Julie rimane a fissarmi a bocca aperta, poi si volta verso Kevin con aria di trionfo: “TE lo avevo detto io!”.

Il resto della mattina trascorre così, rivisitiamo alcune parti dello show, cambiamo il cognome di Damon e Stefan da Whitmore a Salvatore e abbiamo iniziato a riguardare le foto delle probabili Elena. E più di un'ora che scartiamo foto dopo foto e mi sta già venendo sonno.

“Nina Costantinova Dobreva”. Alla pronuncia di quel nome, m risollevo un po' sulla sedia.

“E' una delle mie preferite, la terrei in considerazione per il ballottaggio finale”.

Sento una strana sensazione invadermi tutto il corpo, come se un enorme serpente a sonagli mi avesse appena annientato con il suo veleno. Non riesco a crederci, non ci pensavo neanche più, il suo provino era ormai morto e sepolto da tempo.

“Invece questa è la preferita di Kevin. So che voi vorreste Nina...”. Non sai quanto ti sbagli Julie. “Però, voglio che mi elenchiate un solo motivo per cui lei sia più adatta di un'altra”. E' kevin a parlare, e quando parla il grande capo, non possiamo limitarci a tergiversare.

Ecco, ora sì che sono fottuto. Non posso elogiarla per nessun motivo, altrimenti sarebbe un'altra pugnalata al cuore, d'altra parte, non posso neanche motivarli a scegliere quella... come diavolo si chiama? Ah, Shantel VanSanten, credo, non sarebbe corretto. Come nome sicuramente originale, carina è carina, ma per nulla al mondo potrebbe eguagliare Nina.

“Nina è una ragazza speciale. E' radiosa, simpatica, intelligente. Ha un carattere molto deciso, talvolta troppo deciso. Però è come Elena, ha delle carte in tasca e non vede l'ora di usarle. Sa rimboccarsi le maniche, sa essere buona, dolce e tenera, ma anche una vera pantera divoratrice di uomini. Secondo me è perfetta così”.

Ascolto la descrizione di Paul, la vedo come lui, soprattutto per quanto riguarda la divoratrice di uomini!

“E tu, Ian?! Che dici di Nina?”.

“E' una bella ragazza, è giovane e sconosciuta... potrebbe essere la vostra creazione”. Risulto freddo anche a me stesso e questo mi intristisce abbastanza, avverto anche lo sguardo di Paul. Non mi giro e continuo a guardare in direzione dei due produttori.

“Io ci ho pensato a lungo. Shantel è perfetta, l'ho già vista recitare e l'apprezzo moltissimo. Ciononostante Nina potrebbe essere la novità. Inoltre ha una caratteristica che a me interessa moltissimo... è bulgara! Non mi dispiacerebbe utilizzare le sue usanze, la sua pronuncia, la sua terra e volgerla a mio vantaggio. Credo sia una ragazza speciale che ha solo bisogno di prendere un po' di confidenza con questo nuovo mondo. Sono sicuro che però voi la aiuterete”.

Ok, ora devo solo realizzare. Sbaglio, o hanno scelto Nina? O Merda! Non so se esserne felice o meno. Di sicuro questo vorrebbe dire rivederla, e Dio solo sa quanto ne avrei voglia, d'altra parte vorrebbe dire non uscirne più, e questa è l'ultima cosa che voglio.

E' una bella ragazza, è giovane e sconosciuta... potrebbe essere la vostra creazione. Seriamente, Ian?”

“Cosa avrei dovuto dire, Wes? Sentiamo”.

“Ad esempio, avresti potuto dire che è un vero uragano che da quando ha messo piede nella tua vita, l'ha completamente stravolta. Poi ci avrei aggiunto che i suoi baci ti mandano in confusione il cervello e che a fare l'amore è una bomba atomica”.

Ride, mi prende in giro, senza sapere che le sue parole sono più sincere di quanto lui stesso si aspetti.

“Magari avrei potuto dire che ne sono innamorato alla follia...”. Sono sarcastico, ma lui non sembra cogliere nessuna ironia.

“Magari sì, secondo me avrebbe anche aiutato. Già immagino tutte le ragazzine andare in visibilio per la vostra coppia”.

“Taci, Paul, stai già parlando troppo per i miei gusti”.

 

 

 

 

 

Pov Nina

 

“Nina, tesoro, ricordati di chiamare tutti i giorni, non importa a quale ora del giorno”.

Mia madre sta per affogare in un mare di lacrime. Sembra essere ritornata a qualche anno fa, quando Torrey è partita per fare l'attrice. Già, Torrey. Da ieri ad oggi mi avrà chiamata dodici volte, non so neanche se lì fosse notte, mattina o sera, ma qui era decisamente troppo presto, almeno per quanto riguarda la prima chiamata della giornata. Era eccitatissima, Paul deve averle raccontato tutto e lei continua a strillare per la felicità. Credo che i soldi guadagnati in questo film, finiranno in visite dall'otorino.

Inizio a stringere tra le braccia mia madre, le lascio tremila baci tra i capelli, adoro il profumo che hanno e so già che mi mancherà tantissimo. Mentre mi spingo a salutare mio padre, sento qualcuno alzare la voce per chiamarmi.

“Nina, Nina”. Alzo lo sguardo quanto basta per incrociare quello di Liz. I miei amici. Sono tutti lì, di fronte a me. Sento un leggero pizzicore agli occhi, decido di ignorarlo e gettarmi tra le braccia della mia migliore amica.

“Ehi, Liz, che bella sorpresa!”.

“Cosa pensavi? Che ti avremmo lasciata andare così? Senza neanche un salutino?”

mi affretto a salutare tutti gli altri, mi mancheranno da morire. Noto con dispiacere che Matt non è presente. Peccato, pensavo che la nostra amicizia fosse destinata a durare per sempre. Mia madre me lo diceva sempre, l'amore riesce a superare qualunque confine, anche quello che l'amicizia non osa oltrepassare. Tra di noi è andata esattamente così, il suo bisogno di avermi sua, l'ha spinto a esplorare mondi che la nostra amicizia non avrebbe potuto sostenere.

“Dio mio, Nina, farai l'attrice”.

“Lascia perdere, non riesco ancora a realizzare”.

“Sarai la protagonista principale di un nuovo show! Non vedo l'ora esca anche in Inghilterra”.

“Bene, così mi divertirò a rovinarti ogni sorpresa”. Conosco Liz da quando avevamo quattordici anni, so molte cose di lei e so anche che odia chiunque le spoileri qualunque film, serie tv o libro. Ne è ossessionata e riesce a diventare molto cattiva.

“Non provarci nemmeno. Piuttosto, mi raccomando di comportarti bene. Non mi sono mica dimenticata che Ian sarà il tuo bel vampiro”.

“In realtà, Elena si fidanzerà con Stefan che viene interpretato da Paul. Mi dispiace”.

“Ecco, vedi?! Mi hai detto una cosa importantissima della serie. Cavolo, volevo rimanere nel mistero”.

Rido, li saluto con la mano e mi dirigo verso il gate. Il sorriso mi si spegne. Avevo cercato di pensarci il meno possibile, di dimenticarlo fino a quando mi fosse concesso, ma non posso fare finta di nulla, tra poco più di tredici ore arriverò ad Atlanta, nella camera di un albergo, a pochi passi da lui, a pochi passi dalla sua storia d'amore, una storia d'amore nella quale io non DEVO entrare a far parte.

 

 

 

L'atterraggio è stato un po' burrascoso, il tempo non era fantastico e le turbolenze si sono fatte sentire. Ho dormito quasi tutto il tempo del viaggio. In realtà mi sono costretta a farlo, ma ha aiutato a non dover sopportare tredici ore di volo e soprattutto mi ha aiutata a non pensare a lui e a quell'incontro, sempre più vicino, purtroppo inevitabile.

Ci metto un po' a trovare la mia valigia, ad essere sincera mi è sfuggita e ho dovuto aspettare il secondo giro di nastro per potermene rimpossessare.

“Ninetta”. Sorrido, ancora prima di girarmi nella sua direzione, sono riuscita a riconoscerlo... Paul.

Inizio a correre verso la sua direzione, per quanto mi conceda il trolley enorme che mi trascino dietro e mi butto direttamente sopra di lui. Cadiamo a terra come due cretini, ma ce la ridiamo, felici di rivederci dopo tutto questo tempo di lontananza.

“Su, su, su, raccontami di te e di mia sorella, come funziona questa convivenza?”.

Mi regala un sorriso a trentadue denti, il tipico sorriso di un uomo innamorato.

“Divinamente! Stiamo davvero bene. Adesso è fuori città, ci resterà per almeno tre settimane, deve girare qualche episodio di Castle e quindi è appena arrivata a Los Angeles”.

Mi dispiace molto, avrei tanto voluto riabbracciarla, tre settimane sono davvero tantissime, però cerco di non lamentarmi, fossi rimasta a Londra, avrei potuto rivederla solo a Natale.

“Ma adesso parliamo di te. Sei tu la star oggi”.

“Dio, Paul, non riesco quasi a crederci. Non ci contavo più, anzi non ci ho proprio mai contato”.

“Li hai colpiti Nina, esattamente come colpisci ogni giorno tutti noi. Non c'è nulla di cui stupirsi”.

Gli sorrido radiosa, poi qualcosa passa nella mia mente, un volto, il suo.

Come se mi avesse letto nella mente, Paul assume un'aria tra il divertito ed il compassionevole.

“Anche Ian non vede l'ora di rivederti”.

Sorrido di una risata amara che mi si insidia in gola e mi fa bruciare gli occhi. “Certo, come no”.

“Davvero. Forse è rimasto un po' spiazzato, detto con sincerità, non ci aspettavamo scegliessero te. Non è per screditare te o il tuo talento, ma eravamo convinti prendessero quella di One tree hill, credevamo puntassimo al volto già un minimo conosciuto. Poi è vero, sicuramente adesso sarà in crisi perchè non saprà come comportarsi, non dopo il vostro ultimo istante insieme. Ma quando gli ho detto che sarei venuto a prenderti, ho notato una strana luce negli occhi. Lo conosco bene, so quando è felice e quando non lo è”.

“E come mai non è venuto anche lui?”.

Arrossisce, vorrei quasi non avergli fatto questa domanda, odio già la risposta che mi deve arrivare.

“Vedi... Megan è riuscita a prendersi un giorno di ferie, passeranno la notte insieme”.

Dieci, che dico cento lame di coltello mi si conficcano nello stomaco prima che io metabolizzi quelle parole. Megan, maledetta, maledettissima Megan. Ora che tutto avrebbe potuto essere più facile, ora che lo spazio non sarebbe stato più un problema, ora che le nostre vite iniziavano a prendere la stessa piega...

 

 

 

Pov Ian

 

prendo respiro e busso alla sua porta. Paul mi ha detto che ieri sera sono arrivati molto tardi, quindi con ogni probabilità starà ancora dormendo, eppure non sono riuscito a resistere. Non appena Megan ha varcato la porta, mi sono fiondato sotto la doccia.

So che non è giusto, che non dovrei sentire questo vuoto allo stomaco, ma la voglia di vederla è incontrollabile. E soffro, soffro perchè tutto questo vorrà dire tenerla ancora incatenata a me, soffro perchè ferirei ancora una volta Megan, che per quanto possa non essere il mio tipo di ragazza non se lo merita, soffro perchè dovrò lottare contro me stesso pur di non averla mia.

Apre la porta, è ancora assonnata, bellissima, esattamente come me la ricordavo, come ha sempre costellato i miei pensieri.

Le sorrido, inizialmente non sembra realizzare, poi si sfrega un attimo gli occhi, quasi come a non voler credere in ciò che si trova di fronte.

“Ian..”. La sua voce mi rincuora, sembra aver appena incontrato un angelo. Allargo le braccia e le permetto di accoccolarsi contro il mio petto. Il suo profumo, quanto mi era mancato. Stiamo abbracciati così per minuti, forse ore. Ci godiamo questo attimo di felicità come se potesse essere l'ultimo.

Senza staccarsi da me, Nina mi invita ad entrare in camera. La valigia è ancora in mezzo alla stanza, il letto è in condizioni disastrose: la mia Nina è tornata ed è esattamente come la ricordavo.

“Allora, raccontami un po'. Come hai preso la notizia?”.

“Non me lo aspettavo assolutamente, avevo quasi dimenticato che mi dovessero chiamare. Però sono felice”.

“Anche io sono felice”. Io stesso mi stupisco di quell'attimo di sincerità, le parole mi escono di bocca senza che io riesca a controllarle. Quel sorriso che le illumina il volto, però, è la migliore ricompensa ad ogni mio errore. Credo proprio che sbaglierò più spesso.

“Davvero?”.

“Te lo giuro”.

Inizia a mordicchiarsi il labbro, lo fa sempre quando qualcosa la preoccupa e a me piace ancora di più. Inizio ad osservarla estasiato, le passo una mano sulla guancia, quasi come a tranquillizzarla, improvvisamente lei mi riporta alla realtà.

“Che cosa ne sarà di noi adesso?”.

Tumb. La caduta dal mondo dei sogni è stata davvero dura. Credo di essermi fratturato cinque o sei costole. Torna serio Ian, qui la situazione è tragica!

“In che senso?”. Meglio prendere tempo.

“Ora sei qui con me, mi stai coccolando, mi guardi con degli occhi. Sembriamo due ragazzini alla prima cotta e sembra davvero l'inizio di una perfetta storia. Eppure, mi risulta che questa notte tu l'abbia passata con la tua donna. Che cosa vuoi fare Ian?”

Mannaggia a Paul e alla sua boccaccia che non riesce a restare chiusa. E adesso cosa faccio? Come posso prendere una decisione così, su due piedi?

“Nina... io sono davvero contento di averti rivista, muoio dalla voglia di lavorare con te e ad essere sincero anche di fare l'amore con te, un'altra volta. Però non posso, noi non possiamo. Ci sono troppi problemi, la nostra differenza di età, il nostro trascorso incasinato, Megan che...”.

“Lascia stare ho capito. Non c'è bisogno di aggiungere altro. Adesso, se per favore puoi uscire, io dovrei andare a fare una doccia”.

“Nina...”

“Per favore, Ian”.

Accolgo la sua richiesta, dopo averle lanciato un ultimo sguardo dispiaciuto mi allontano. Sono uno stupido, un idiota, sbaglio sempre tutto.

Ho rovinato tutto, di nuovo.

 

Pov Nina

 

 

Mi fa malissimo la testa. Ho pianto davvero tanto. Non sono neanche uscita dalla mia camera e quando Paul è venuto a chiamarmi ho finto di non esserci più. Gli ho poi mandato un messaggio dicendogli che dovevo comprare delle cose importanti e che sarei tornata il più presto possibile. Spero se la sia bevuta.

Ho appena finito di prepararmi, tra poco conoscerò tutto il resto del cast. Ho cercato di coprire gli occhi rossi come meglio ho potuto, in realtà non ho fatto un ottimo lavoro, posso sempre giocarmi la carta dell'allergia.

Bussano alla porta, deve essere Paul. Infatti.

“Ehi”.

“Ehi. Siamo pronte?”.

“Prontissime”.

Salgo nella sua macchina, cerco di essere più naturale possibile, non voglio che si accorga di nulla e soprattutto non voglio che questa storia comporti qualche problema per il nostro lavoro.

“Sei agitata?”.

“Un po' sì. Praticamente sto per conoscere coloro con cui condividerò la casa, non è una cosa proprio sciocca. Poi non ci sei neanche tu a tenermi compagnia”.

“Beh, dai, hai Ian. Vi conoscete bene, avete condiviso anche una casa per un bel po' di tempo”.

“Che culo”. Paul scuote la testa divertito, cerca comunque di ignorare il mio sarcasmo e si dedica al suo parcheggio. Totalmente negato, se posso permettermi.

Facciamo la nostra entrata al ristorante, c'è un bel gruppo di persone seduto in un tavolo un po' appartato, spero proprio non siano loro, sono davvero troppi. E invece no.

“Nina, Paul, da questa parte”. Julie è piuttosto esagitata, sembra una mamma che è riuscita a riunire tutta la sua famiglia per il giorno di Natale. Saluto lei e Kevin ed inizio a presentarmi a tutti.

Una volta concluse le presentazioni, prendo posto vicino a due ragazzi molto carini, Zach e Michael, sono molto simpatici, forse solo un po' invadenti.

“Dunque, pare proprio che io sia il tuo ex fidanzato”. Zach sembra un ragazzo molto dolce, il suo modo di parlare discosta tantissimo da quello dei ragazzi della sua età.

“Perchè sei uno sfigato amico. Io, invece, fidati che me la farò. Cioè, voglio dire Tyler si farà Elena”. Ecco, Michael è di tutt'altra pasta, però non riesco a prendermela con lui, nei suoi occhi riesco a vedere solo spontaneità.

Inizio a sentirmi osservata, volto la testa verso la mia destra ed incrocio lo sguardo irritato di Ian. Lui è finito dall'altra parte del tavolo, è vicino a Candice, una bionda sexy e bellissima che non smette di parlare un secondo. Noto con piacere che però lui non sembra essere interessato alla sua indiscutibile bellezza, o almeno questo è ciò che sembra: quando si tratta di Ian, non sono mai pronta a mettere la mano sul fuoco.

Continuo a chiacchierare tranquilla, sotto sotto cerco anche di farlo ingelosire e devo ammettere che Zach e Michael (soprattutto Michael) si prestano bene a questo scopo.

 

 

Pov Ian

 

 

Sono piuttosto stizzito, questa qui non la smette di parlare e Nina flirta con quei due idioti dall'inizio della cena. Appena ho incrociato lo sguardo di Trevino ho capito che è un cretino. In realtà lo avevo già conosciuto, amici di amici, eppure non mi sembrava così stupido, gli anni e quel poco di celebrità gli avranno giocato alla testa. Non è che invece tu sei geloso? Vocina malefica nella mia testa, pensi davvero che io abbia paura di te? Ok, sono geloso. Anzi, no. Sono talmente tanto geloso, che se quel cretino di Roering non la smette di accarezzarle la mano per testarne la morbidezza, gli ammorbidisco io la testa... contro il muro, però.

Nina si alza, recupera qualcosa nella sua borsa e si dirige verso l'uscita. Immagino stia andando a fumare. Come una molla, anche Michael sembra sentire il desiderio di alzarsi in piedi. Cerco di precederlo.

“Michael, aspetta, volevo andarmi a fumare una sigaretta. Candice dice che le piacerebbe scambiare quattro chiacchiere con te, ti cedo volentieri il mio posto”.

Sperando vivamente che ci caschi senza farmi scoprire, mi affretto anche io verso l'uscita. Accendo la mia bella sigaretta, mentre con lo sguardo cerco lei. La trovo, sta facendo qualcosa con il telefono, mi avvicino indiscreto.

“Vedo che tu e Trevino ve la intendete? Anzi, a dir la verità anche con Zach sembra esserci alchimia”. Alza gli occhi e mi guarda scocciata.

“Che vuoi, Ian?”

“Era solo un modo per chiacchierare”.

“Ma per favore. Si può sapere che cosa dovrei fare per te? Devo vivere tutta la vita sperando in futuro nostro? Devo rimanere in un angolo a guardare la tua vita con Megan, mentre la mia non ha nessun significato? Dimmelo tu, però, perchè io proprio non ti capisco”.

“Non ti sto chiedendo questo, vorrei soltanto che tu non ti gettassi tra le braccia del primo che capita”

“io mi butto tra le braccia di chi voglio. E poi senti tu da che pulpito arriva la predica”.

“Non pretendo che tu rimanga sola a vita, semplicemente tengo a te e vorrei che avessi solo il meglio”.

“Che carino , Ian. Davvero tieni a me?”. Riesco a cogliere tutto il suo sarcasmo, non che stia facendo di tutto per celarlo.

“Certo che tengo a te”.

“Facile vero? Tengo a te, è una bella frase, può essere tutto e niente al tempo stesso, è fantastico, vero? Dimmi un po' Ian, che cosa vuol dire esattamente tengo a te?”.

Attende poco fiduciosa la mia risposta che tarda ad arrivare, dopo di che, scocciata, si avvia verso l'entrata. La blocco per un braccio e me la porto di fronte, siamo vicini, molto vicini.

“Che cosa vuoi sentirti dire? Eh, Nina? Devo dirti che tu mi piaci da morire? Che senza di te ho trascorso un mese di merda? Che se non ci sei, non faccio altro che pensare a te? Vuoi sentirti dire questo? Allora sì, tesoro. Mi piaci e mi piaci così tanto che a volte ho paura di non controllarmi. Ogni qualvolta i nostri sguardi si incrociano ho un'irrefrenabile voglia di portarti a letto. E sì... sì, sono stramaledettamente geloso di chiunque ti giri intorno, e lo sono così tanto perchè lui potrebbe toccare e avere ciò che io vorrei solo per me. E tu cosa provi per me, Nina?”.

Mi guarda quasi terrorizzata, ammorbidisco la presa sul suo polso. “Credo di avertelo già detto. Chi ha orecchie per intendere, intenda”.

Si divincola dal mio appiglio, io, completamente frastornato, la lascio andare. Ancora una volta siamo a punto di partenza.

 

 

 

 

 

Ciao mie cari lettrici!!!

finalmente, Nina è stata presa ad interpretare il ruolo di Elena, dunque, ora, con la stretta vicinanza ad Ian, ne vedremo delle belle.

Cosa ne pensate di Ian geloso di Zach e Michael? E invece delle parole che lui pronuncia a Nina? E' stato sincero, ha espresso i suoi sentimenti, lei invece, come al solito, ha lanciato il sasso e poi nascosto la mano. Che cosa succederà adesso? Al prossimo capitolo.

 

 

Vi ringrazio tutte per il supporto che mi date. bacioni

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Capitolo 8
*** Il diritto di amarti ***


Pov Nina.

 

“Questo non lo mangi?”.

“No, serviti pure. Ah, Nina io e te dopo dobbiamo parlare, in privato”.

“Oh, tranquille io tanto me ne devo andare...”. Steven ha ancora la bocca piena del muffin di Candice, ci saluta con un bacio sulla guancia e si dilegua verso il set.

Sono trascorse due settimane da quando sono iniziate le riprese, l'episodio pilota ha riscosso tantissimo successo e, forse anche merito del nostro cast così virile, ha già fatto andare fuori di testa tutto il pubblico femminile del pianeta. Fatto sta che comunque ora ci tocca lavorare sodo ed il fatto che io e Candi siamo ancora sedute al tavolo del bar a chiacchierare allegramente, è solo un piccolo ed insignificante dettaglio.

“Forza amica saputella , sputa il rospo”. So che la conosco da solo due settimane, ma quando vivi a stretto contatto con delle persone, quando ci condividi ogni cosa, ventiquattro ore su ventiquattro, allora può quasi prendere il posto della tua migliore amica. E con Candice è stato davvero così, la sua vicinanza mi aiuta davvero tanto a sopportare la lontananza delle persone che amo. E' diventata un po' la mia Liz di Atlanta, insomma!

“Stamattina ero in camera mia, mi stavo smaltando le unghie..”. Come al solito, oserei dire. “Ad un certo punto ho sentito delle voci provenire dalla stanza accanto...”.

“Potresti farla un po' meno drammatica? Mi sembra di ascoltare una storia dell'orrore”.

“Non mi interrompere, Dobrev. Comunque si trattava di Zach e Michael, stavano chiacchierando, parlavano di qualcosa, anzi di qualcuno... di te”.

Sai che novità! Da quando abbiamo iniziato a vivere sotto lo stesso tetto, Zach non mi perde di vista un attimo, è diventato più o meno la mia ombra, no che mi dispiaccia sia chiaro. Per quanto possa avere la testa da un'altra parte, è pur sempre Zach Roering cazzarola, è sempre un figone che mi fa un filo allucinante ed io ne sono parecchio lusingata.

“Cosa dicevano?”.

“Diciamo che Zach è stato piuttosto eloquente mentre raccontava ciò che ti farebbe se solo tu gli dessi il permesso”.

Rido vanesia, sembro uscita da un film degli anni cinquanta, mi manca solo un foulard annodato in testa e potrei essere scambiata per la brutta copia di Audrey Hepburn.

“E dimmi un po: cos'è che vorrebbe farmi?”.

“Questo te lo dico stasera, siamo in fascia protetta, ma ti assicuro che ne varrebbe la pena”.

“Dì la verità, una botterella da Zach te la faresti dare anche tu”.

Mi guarda maliziosa, poi si morde un labbro. “Tu sei un'idiota. Diciamo che non mi dispiacerebbe fare con Zach le stesse passeggiate che tu ti faresti con Ian”.

Colpita e affondata. Perdo anche il sorriso al solo pensiero di quel nome, di quella persona, di quello stronzo maledetto che mi ha rovinato la vita. Sì di quello stronzo maledetto con cui mi farei delle belle e lunghe, lunghissime passeggiate.

Mi limito ad osservare Candice, è l'unica a conoscere il nostro trascorso, l'unica a cui abbia voluto raccontare il mio passato insieme a lui. Da quella sera della prima cena non ci siamo più rivolti parola, io per la mia strada e lui per la sua.

Tra poco dovremo girare una scena insieme, motivo in più per ritardare il mio arrivo, non dovrebbe essere nulla di eccezionale, anche se però ritrovarmi faccia a faccia con lui non è che mi entusiasmi tanto.

“Hai perso la lingua?”.

Guardo la mia amica, mi ero quasi dimenticata della sua presenza. “No, scusa, stavo pensando ad una cosa?”.

“Era Zach o Ian ad essere nudo sul tuo letto? perchè se vuoi condividere io non ho nessun problema, di certo non mi tiro indietro”. Alzo gli occhi al cielo.

“sei sempre la solita”.

“Come va tra di voi?”. So già a quali noi si riferisce.

“Male, male come non è mai andata, è la prima volta che ci ignoriamo così completamente, sembriamo due perfetti sconosciuti”.

“Mi pare che però lui la sua dichiarazione te l'abbia fatta”.

“Già, devo dire anche molto sincera. Questo si spiegherebbe la presenza costante di Megan sul set”.

“Non mi dire che temi quella gallinella spennata. Certo potrei anche credere all'amore di Ian nei suoi confronti, potrei se solo lui dedicasse a lei gli sguardi arrapati che dedica a te”.

“Ma tu da che parte stai?”.

Mi dedica uno sguardo strano, quasi compassionevole, come se io fossi una bambina innocente a cui deve essere spiegato il senso della vita. “Tesoro, io sto dalla tua parte, è ovvio. Però, sai come sono fatta, dico solo quello che vedo. E vedo un ragazzo tremendamente bello e dannatamente innamorato. Vedo un ragazzo che ha le idee chiare, ma ha il timore di metterle in pratica. Ma soprattutto, vedo un ragazzo che si è spinto oltre ogni suo limite, che si è dichiarato alla donna che ama, che però non ne ha ottenuto risposta. Poi potrai dirmi quello che vuoi, potrò darti ragione sul fatto che Megan non dovrebbe essere dov'è adesso, che la dichiarazione di Ian non era delle migliori, oltre a non essere completa, e che la vostra storia è sempre stata troppo travagliata e che quindi la paura raddoppia... ma sai io cosa ti risponderei? Nina, fottitene. Sei bella, sei giovane, hai una vita davanti. Di delusioni ne vivrai fin troppe. Hai paura di soffrire? Non importa soffrirai! Piangerai, ti dispererai, non vorrai uscire di casa per settimane e poi passerà tutto, tornerai come nuova, pronta a prenderti un'altra batosta. Ma sarai felice. E sai perchè? Perchè non avrai nulla da rimpiangere, non dovrai incolparti di non avere osato e ogni volta che ti volterai indietro per guardare il passato, ti torneranno alla mente i momenti più belli vissuti con lui che, di gran lunga, hanno più valore di quelli che trascorrerai a piangere in un letto. Provaci, Nina. Provarci non è reato”.

 

 

 

 

Pov Ian.

 

Sono chiuso nel mio camerino, cerco di ripetere a memoria le mie battute, inutilmente a dire il vero. In realtà non posso neanche dire di averci messo tutto questo impegno, il mio pensiero vola instancabile verso altre mete.

Questa mattina, quando sono uscito dalla mia camera, ho lasciato Megan che dormiva beata. Ho sentito una stretta allo stomaco, era così appagata, mi faceva una tenerezza che non avrei immaginato di poter provare. Eppure, per quanto mi piacerebbe vederla un giorno come la donna della mia vita, vedo la nostra storia impossibile, come se noi stessi non fossimo compatibili.

Ci ho pensato a lungo, mentre facevo la doccia, quando mi asciugavo i capelli, però non sono riuscito a trovare una sola ragione che possa tenermi legato a lei. Quando sono sceso nella sala comune per fare colazione, la situazione è, se si può dire, peggiorata ulteriormente. Nina stava facendo colazione seduta alla penisola della cucina e ovviamente non era sola. La vedevo ridere con Zach, respiravo la sua freschezza, la loro giovinezza, la loro voglia di conoscersi. Più mi godevo la visione di Nina, più i problemi con Megan e la mia voglia di lasciarla andare passavano in secondo piano. Il pensiero di quella visione, di Nina che ride, di Nina insieme ad un uomo che non sono io, di Nina che potrebbe finalmente essere felice per merito di un altro... mi ha attanagliato per tutto il giorno, ergo, non riesco a ricordare le battute.

Che poi io dico, dannazione, Ian, hai fatto il tuo passo, ti è costata fatica, e tanta, ma lo hai fatto. Ma dimmi un po', amico mio, lei che cosa ha fatto per te? Ok, ti ha reso la vita una favola, riesce a farti tornare il sorriso in un secondo, ti ha dato un motivo in più per considerare la tua vita eccezionale e poi? E poi niente, poi le cose belle finiscono e ti rendi conto che ti trovi faccia a faccia con un'immagine distorta della tua realtà. Perchè tu non sei stupido, tu lo sai che tutto quello che c'è stato, tutto quello che avrebbe potuto esserci è solo frutto della tua infantile fantasia... quindi stop. Dimentica Nina, vivila come un'amica, goditi le persone che ti vogliono bene, impegnati nel tuo lavoro, costringiti ad amare una donna che non vuoi... questa è la chiave per la felicità.

Ian Somerhalder e Nina Dobrev. Scena in cucina, casa Gilbert, episodio 1x03”.

Mi affretto ad uscire dal camerino, già Kevin non sarà contento di averci dovuto richiamare con il megafono, odia farlo e soprattutto odia i ritardatari.

Vedo Nina correre trafelata, a quanto pare anche lei ha avuto qualche problema di orario, molto probabilmente avrà perso tempo con qualcosa. O con qualcuno. Che ti prende, Ian? E tutta la storia della felicità, dell'amicizia, del lavoro?

Ci mettiamo ai posti, Nina si lascia ritoccare il trucco un ultima volta, io mi limito ad indossare i panni di Damon.

 

 

Siamo nella piccola cucina di casa Gilbert, Damon si avvicina ad una sorridente Elena, ancora troppo sorridente, probabilmente ignara di ciò che sta succedendo nel suo pacifico mondo. Le porge un bicchiere di vetro che lei immediatamente lascia cadere, lui lo afferra.

 

Stop”. Ecco, scherzavo, lui non lo afferra e il bicchiere cade a terra, grazie a Dio di vetro ha solo l'aspetto. Nina ride compiaciuta, quasi come se fosse contenta del mio piccolo errore. Decido di non farci caso, vorrei già solo ringraziarla di avermi regalato un'altra volta uno dei suoi bellissimi sorrisi. E penso anche altre cose che ora come ora non potrei neanche dire.

Ciak, azione”. Addio pensieri poco casti, ora lasciatemi in pace, devo lavorare.

 

Elena fa cadere il bicchiere e Damon lo afferra. Grazie Damon, anzi grazie Ian.

Ah, ah. Che riflessi”. Sorride maliziosa. Maliziosa come solo Nina sa essere, forse aveva davvero ragione Paul, forse nessuna al mondo sarebbe stata perfetta quanto lei in questo ruolo.

Damon ricambia il sorriso compiaciuto.

Mi piaci, sai ridere e fai sorridere Stefan, una cosa che avrei voluto vedere molti anni fa”.

Che diavolo sto dicendo?

 

Stooooop, che diavolo ti prende oggi, Ian?”. Ecco appunto. Sapessi Kevin, se solo potessi vedere cosa frulla nella mia testa in questo momento...

Scusatemi, adesso cerco di riprendermi, giuro”. Nina mi scruta con sguardo annoiato, quasi come se le stessi rubando il tempo, come se fossi un intralcio al suo piano serale.

 

 

Mi piaci, sai ridere e fai sorridere Stefan, una cosa che non vedevo da moltissimo tempo”.

Elena lo guarda un po' pensierosa. “Prima ti riferivi a Katherine?”.

mmm”.

Ma come è morta?”.

Un incendio, tragico”.

Recentemente?”.

A me sembra solo ieri”.

Che tipo era?”

Bellissima, molto simile a te da quel punto di vista”.mi ritrovo d'accordo con Damon, Nina è davvero bellissima ed i miei ormoni ne risentono pesantemente.

Ed era anche molto complicata ed egoista... e a volte non molto gentile, ma seducente”.

Chi di voi due è stato con lei per primo?”. Elena passa un piatto a Damon e lo osserva interrogativa.

Il vampiro ride. “Ottima deduzione. Chiedilo a Stefan, la sua risposta sarà diversa dalla mia”.

Pausa. Elena si avvicina al piano d'appoggio, Damon la segue e si siede su uno sgabello. “Lascerei le cheerleader al tuo posto”.

Perchè scusa?”

Ah, ti ho vista all'allenamento, sembravi così infelice”.

Si vedeva?”

Ah, ah”.

Un tempo mi piaceva, mi divertivo, ma tutto è cambiato, ciò che per me contava ora non conta più”.

Allora smetti. Basta, passa ad altro, problema risolto. Tadan”.

Qualcosa potrebbe contare di nuovo”.

Forse. Ma mi sembra poco realistico”.

MI dispiace”. Damon strabuzza gli occhi. “Per Katherine. L'hai perduta anche tu”.

Elena e Damon, anzi no, Nina e Ian si guardano a lungo negli occhi. Non accadeva da tempo, è come se l'avessi ritrovata, come se questa scena mi avesse restituito quel mio piccolo angolo di Paradiso. Mi perdo in quel cioccolato e vorrei non ritrovarmi più, vorrei non ricordarmi più chi sono, da dove vengo, vorrei urlare al mondo intero che la amo immensamente, ma che purtroppo sono solo un codardo.

 

“E stop. Perfetto ragazzi, avete fatto un ottimo lavoro. Grande Ian, ti sei ripreso alla grande. Ragazzi?! Ragazzi?!”.

Ritorno bruscamente alla realtà, anche Nina non sembra essersi accorta di nulla. Abbiamo continuato a guardarci, a bearci di quest'istante ancora una volta nostro. E' stato magnifico, epico. Mi è sembrato di vivere davvero in un film, in un mondo dove questo amore, dove questo continuo martellare del mio cuore siano esito di pura e semplice finzione. E invece è la realtà, Ian, la realtà. E' lei che ti fa provare questi sentimenti, è lei che ti fa sentire vivo e tu dovresti svegliarti.

Sto per aprire bocca, prendere coraggio e farmi avanti, cercare di farmi perdonare, perdonare poi di cosa non so.

“Nina, Ian, avete finito?”.

La voce di Kat mi riempie le orecchie e mi infastidisce davvero molto, ha interrotto il mio momento di gloria, il mio possibile ricongiungimento a Nina. Poi mi rendo conto che siamo ancora sulla scena, vestiti ancora come i nostri personaggi, con decine di persone che ci osservano attentamente... allora, senza però ammetterlo neanche a me stesso, la ringrazio con il pensiero.

“Sì. Abbiamo appena finito”. Nina è più scattante, anche se il suo imbarazzo è palpabile.

“Andate a farvi una sciacquata, tra un quarto d'ora ci si vede tutti al “Crenold”.

Prima ancora che io possa dire qualcosa, Nina è già diretta verso il suo camerino. Frustrato la seguo e mi dileguo verso il mio, consapevole, anche oggi, di non essere riuscito a concludere niente.

 

 

Pov Nina.

 

 

Avrei voluto trascorrere questa serata nel letto con una cioccolata calda, magari dopo un bagno rilassante. L'autunno inizia a farsi sentire e la mia voglia di letargo ha raggiunto vette sproporzionate. Però non me la sono sentita di dare buca per questa sera, non capita spesso di riuscire ad essere sempre tutti insieme, nonostante la casa in comune, ognuno ha i propri impegni e cenare insieme diventa un po' un'impresa.

Mi lego i capelli in una lunga coda alta, indosso un paio di jeans scuri, un bustino nero molto aderente e le mie adorate décolleté.

Raggiungo i miei amici e colleghi nel nostro ristorante preferito a solo un isolato di distanza dall'enorme casa che ci hanno messo a disposizione.

Come al solito mancavo solo io, anche Ian è riuscito a liberarsi in tempo ed ora è lì seduto vicino a quella terribile sciacquetta insopportabile. Povera Megan, in fin dei conti lei non mi ha fatto niente, se non conti ovviamente il fatto di amare l'uomo che amo io e di essere ricambiata da lui in tutto. Sì, è decisamente una sciacquetta odiabile!

Prendo posto tra Candice e Paul, lui mi regala un enorme sorriso e un grosso bacio sulla fronte, la mia amica si limita a sorridermi dispiaciuta. Le faccio l'occhiolino, voglio dimostrarmi forte, voglio farle credere che niente riesce a scalfirmi. Ma è solo una bugia, ho il cuore a pezzi e almeno a me stessa devo ammetterlo.

“Hai sentito Torrey?”.

“Sì, mi ha chiamata ieri sera, mi ha fatto il terzo grado, anzi il quinto grado. Voleva sapere come ti stessi comportando e come fosse andato il nostro primo

bacio. Secondo me è un po' gelosa”.

Trascorro il resto della serata a ridere e scherzare con i miei due più grandi amici fino a quando Paul si alza per accompagnare Ian a fumare una sigaretta. Zach si impossessa immediatamente del suo posto e quasi mi fa morire quando mi accorgo della sua presenza decisamente inquietante.

“Sei bellissima questa sera”.

“Zach... mi hai fatto spaventare...”.

“Scusa, non volevo”.

“Non ti preoccupare, mi devo abituare a queste apparizioni molto... vampiresche”.

Chiacchieriamo un po', ci raccontiamo qualche episodio della giornata. Intanto Ian e Paul sono rientrati, noto con piacere lo sguardo di sfida che mi lancia uno dei due, e lascio a voi dire quale.

Non ha smesso di fissarci un secondo, ci segue con lo sguardo e sembra sforzarsi di capire ogni singola parole esce dalle nostre labbra. Intanto, la povera Megan cerca di catturare la sua attenzione, ma invano. Un ghigno malefico si impossessa del mio viso,cerco di contenerlo prima che qualcuno possa farmelo notare.

Cattiva come non sono mai stata, inizio ad enfatizzare le parole che rivolgo a Zach: gesticolo molto giusto per far afferrare meglio il concetto, rido come una cornacchia a cui è stata amputata una zampa e accarezzo innocentemente la mano del poveretto che mi si trova affianco. Più provo a farlo ingelosire e più mi godo malefica il mio risultato. E' ormai rosso di rabbia e so che, se solo gli fosse concesso, avrebbe già rivoltato il locale intero.

Mi sto divertendo tantissimo. Come se non bastasse, mi alzo dalla sedia e appoggio le mie mani sulle spalle possenti del mio piccolo attore.

“Mamma che spalle! Devi fare molto sport. Comunque, perdonami, io esco un attimo fuori per fumare una sigaretta. Mi accompagni?”.

Come un umile servitore, Zach non se lo fa ripetere due volte, scatta dalla sedia come una molla e mi segue soddisfatto. Non so perchè, ma mi ricorda terribilmente un cagnolino da riporto, per di più scodinzolante, manca solo che si metta a farmi le feste. Oddio, non riesco a togliermi quest'immagine dalla testa.

Ci sediamo su un muretto esterno al ristorante, Zach non pronuncia parola, sta solo lì, fermo ad osservarmi come fosse una qualche famosa opera d'arte.

Mi piace trascorrere il tempo con te”.

Anche a me piace trascorrerlo con te”. Sono sincera e dispiaciuta. Dispiaciuta per averlo preso in giro, per avergli fatto capire cose che non sono, per averlo usato come burattino per far ingelosire un altro uomo.

La sua bocca si avvicina pericolosamente al mio viso, dovrei prendere una posizione, decidere cosa farne di noi ed invece sto ferma ed immobile ad osservare stupita i suoi occhi.

Zach, io...”.

sei stupenda, Nina. Sei una calamita per me... non sono riuscito a staccarti gli occhi di dosso neanche per un secondo...”.

Io invece ti consiglio di allontanarti, se non vuoi che te li stacchi io gli occhi...”.

Non so se prendermela con lui per non essersi fatto gli affari suoi o corrergli tra le braccia e dichiarargli amore eterno. Mi ha ricordato molto il fidanzato di Sailor Moon. Milord, se non sbaglio. E' stata un'entrata da vero cavaliere della notte. Ma perchè diavolo è qui a immischiarsi negli affari miei?

Cosa vuoi, Ian?”. Gli rivolgo uno sguardo severo, voglio farlo sentire in colpa”.

Già, che vuoi Somerhalder?”.

Senti, Roering, sparisci, davvero. Non voglio che finisca male”.

Sei per caso il suo fidanzato?”.

No, ma sono quello che, se non ti allontani immediatamente da lei, ti apre la faccia in due”.

Zach lo guarda disgustato, ma si allontana senza altre parole. Lo osservo sbalordita, lui sì che è un cuor di leone!

Non ti pare di avere esagerato?”.

Si avvicina a me, sembra pazzo, se non lo conoscessi bene, scapperei per il terrore.

Lo avresti baciato?”.

Cosa?”. Assumo una faccia schifata.

Rispondi. Se io non fossi arrivato, tu lo avresti baciato?”.

Lo guardo allibita, vorrei provare a dire qualcosa, ma sono completamente bloccata.

Nina, prima che impazzisca, rispondimi. Per favore”.

Ma cosa credi di fare, eh Ian? Apparire e scomparire dalla mia vita come ti pare e piace? E' facile per te, mi dici di provare qualcosa per me, poi porti Megan alle nostre feste, poi non mi rivolgi parola per settimane e alla fine vuoi spaccare la faccia a Zach solo perchè è stato più furbo di te. Non hai nessun diritto su di me, non più. Hai bruciato le tue chance”.

Mi allontano indignata. Mi ricordo delle parole di Candice, di quanto sia stata bugiarda in quest'ultima frase: sono stata io a non volergli concedere la possibilità. Se solo potessi tornare indietro, se solo non fossi così terribilmente orgogliosa.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

Lascio Megan in camera mia. Dorme già. Attraverso tutto il corridoio, passo dalla sala relax, rubo una delle rose che Candice cura con tanto amore e mi affretto verso la sua porta. Inizio a bussare, temo che lei si sia addormentata.

Improvvisamente la porta si apre. Ha gli occhi rossi, deve avere pianto.

Che cosa vuoi ancora?”.

Ho sbagliato tutto con te. Sono stato un'idiota, non sono riuscito a prestar fede ai miei veri sentimenti e solo perchè sono un codardo. Quando stasera ho visto Zach così vicino a te, ho avuto paura. Una parte di me voleva vedere la tua reazione, l'altra invece la temeva. Per questo vi ho interrotto. Hai ragione ad avercela con me, hai ragione a pensarmi uno stupido e ti capirò se non vorrai più rivolgermi la parola. Ma ti devo dire una cosa, è importante”.

Mi avvicino di più a lei e le cedo la rosa, la prende in mano facendo attenzione a non pungersi con le spine, poi mi guarda interrogativa.

Questa sera hai detto una cosa che mi ha fatto molto male, anche se giustissima: io non ho nessun diritto su di te. Ed è vero, non avrei mai la presunzione di averlo, non è il mio stile. Ma io un diritto ce l'ho e a quello non rinuncerò mai, a costo di difenderlo con le unghie e con i denti. Io ho il diritto di amarti, Nina. E lo voglio fare, anche quando tu mi dirai di nuovo che non è più tempo per noi, io sarò lì vicino a te e un'ultima volta ti sussurrerò: ti amo”.

Rimango in silenzio, so di non aver fatto la dichiarazione che ogni ragazza sogna, ma è il massimo che la mia timidezza offre. Adesso mi rincorre per tutto il corridoio con una scopa in mano, ne sono sicuro.

Contro ogni mia aspettativa, e meno male, Nina lascia cadere la rosa rossa che teneva salda tra le mani. Si avventa su di me ed inizia a baciarmi appassionatamente.

La spingo in camera, comunque la paura di farci scoprire rimane insita in me.

Interrompo il bacio per guardarla negli occhi, mi sorride, è stupenda. Finalmente l'ho ritrovata.

Ci baciamo a lungo e senza accorgercene finiamo sul letto.

Le sfilo vi la sottoveste di raso rosa che usa come pigiama. Mi appare in tutta la sua bellezza e luminosità. Mi soffermo a baciare ogni angolo della sua pelle e, ad ogni centimetro, mi stupisco della sua perfezione.

Le accarezzo il seno tondo e sodo, mentre con la lingua segno il profilo delle sue labbra. Lei ha gli occhi socchiusi, come se fosse completamente schiava del mio tocco.

Rimango lì, non mi muovo, non voglio spingermi oltre, non voglio impadronirmi di ciò che mi è stato concesso. Però lei mi stupisce di nuovo, con una femminilità ed una sicurezza che non ricordavo, mi slaccia i jeans e tira fuori dagli slip il mio membro.

E' questione di minuti, sono dentro di lei e questa volta sono lucido. Posso godermi ogni minimo dettaglio, ogni suo sospiro, ogni suo timido movimento, ogni suo piccolo passo verso il mio infinito.

Mi muovo su di lei con la stessa naturalità con cui le onde si muovono sul bagnasciuga e come loro mi infrango nel suo piacere, trovando spazio per il mio.

 

 

 

Ciao mie care lettrici!!

contente? Finalmente è arrivato il momento che molte di voi aspettavano con ansia: Ian ha pronunciato le paroline tanto desiderate.

Anche Nina è stata molto brava e finalmente, dopo aver giocato a fare la gattina con Zach, ha riconosciuto i suoi errori e vi ha posto rimedio.

Ora posso dire finalmente: e vissero tutti felici e contenti! No, scherzavo. Abbiamo troppe situazioni irrisolte, Ian ha una ignara Megan che dorme al di là del corridoio e Nina ha un bello spasimante che, sono sicura, non cederà così facilmente.

Dunque ragazze mie... Ne vedremo delle belle.

 

 

Grazie mille a tutte voi. Un bacio

 

 

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Capitolo 9
*** Tu sei l'unica donna per me ***


Pov Nina.

 

Lo incenerisco con lo sguardo. Odio quando la gente ruba la roba dal piatto e odio soprattutto quando Paul inzuppa i biscotti nella mia tazza di latte.

“Tieni dentro gli artigli, gattina”. Se la ride, simpatico lui.

“Mia sorella non ti ha preparato la colazione questa mattina?”.

Lo squadro con aria di sfida, poi gli sorrido. Intanto qualcuno ha addentato il biscotto che custodivo gelosamente in mano.

“Ehi, questa è una congiura!”. Metto su il muso, ma basta un suo sorriso per non capire più niente. E' così bello! So già che quel sorriso malizioso, quegli occhi di ghiaccio e quel fisico statuario mi faranno fare una brutta fine. Ma sì, se devo morire, tanto vale farlo in gran stile.

Inoltre, queste cinque settimane con lui sono state le più belle della mia vita, credo di non aver mai provato delle sensazioni così grandi. Con Ian anche le cose più piccole ed insignificanti assumono valore. Ogni suo bacio è per me una boccata di ossigeno, ridere con lui, andare a cena fuori, farci l'amore per ore, sono diventati i miei unici svaghi.

Non riesco ancora a realizzare ciò che sta succedendo, sembra tutto troppo irreale, forse è solo un lungo sogno, dal quale mi sveglierò fin troppo presto. O forse sono morta! Cavolo, a questo non ci avevo mai pensato. Beh, se questo è l'inferno, o paradiso che sia... non è così male come dicono.

Comunque, pazzie a parte, Ian è un uomo speciale. Forse questo è il punto, è un uomo. Con lui mi sento totalmente al sicuro, è come se fossi nata per vivere tra le sue braccia.

Cinque settimane... non è possibile. Stando con lui ho imparato molte cose. Prima fra tutte che l'amore vero sa' tacere, non ha bisogno di pubblicità e di condivisione, ma è fatto solo di due persone, di due cuori che battono all'unisono. Altra cosa che ho imparato è che la felicità non arriva mai tutta insieme. Vi starete chiedendo che cosa abbia da lamentarmi ancora. Sono riuscita a farmi coraggio, ho il cuore dell'uomo che amo ed entrambi sogniamo una vita insieme, un qualcosa che sappia realmente di noi. E allora che c'è?! C'è che sono stanca di dovermi nascondere, sono stanca di quei baci rubati negli angoli bui del set, sono stanca, ogni notte, di dover camminare per casa come una ladra per raggiungere la sua camera e soprattutto, sono stanca di doverlo condividere con lei. Ancora.

Non ha avuto il coraggio di lasciarla, Megan sta attraversando un momento abbastanza difficile e lui non se la sente di darle quest'ulteriore batosta. In questo posso anche cercare di comprenderlo, so che comunque lei è stata importante, ma non riesco a pensarlo tra le sue braccia, non riesco più ad accettare la loro vicinanza così intima, non voglio più piangere tutta la notte mentre loro due staranno facendo l'amore. Io voglio essere l'unica. E se anche so che per lui, Megan non ha nessun significato, non ho intenzione di concedergli altro tempo. O me o lei.

“Nina, ci sei?”.

Come sempre mi ero persa tra i miei pensieri. Ian e Paul stanno facendo colazione, sento la mano del mio “ragazzo” sfiorarmi teneramente un ginocchio, subito brividi di eccitazione attraversano il mio corpo.

“Sorpresa!”. Mia sorella mi salva da quell'attimo di follia.

“Torrey! Che ci fai tu qui?”. Ci abbracciamo forte, poi lei saluta Ian dedicandogli uno sguardo strano, a metà tra il divertito e il minatorio. Sempre la solita!

“Beh, oggi non avevo nulla da fare e sono venuta a seguire le riprese di Paul. Tu che intenzioni hai?”.

Mi stiracchio un po' la schiena, con tutta questa storia di Ian, anche le mie ossa sembrano risentirne. “Io ho la giornata libera. Pensavo ad una bella doccia, un po' di nuoto e tanto, tanto shopping”.

Sì, è decisamente il tipo di giornata che mi ci vuole.

Mia sorella mi guarda con gli occhi da cerbiatta. Odio quando lo fa. “Ma perchè non guardi con me le riprese? Solo quelle del mattino”.

No. no. no. “Ma Tor, vieni con me. Paul girerà anche domani, io il giorno libero non ce l'ho tutti i giorni”.

Dopo quasi due mesi che giriamo, proprio oggi le è venuta la voglia!

“Dai facciamo così! Guardiamo la prima scena, poi andiamo a pranzare tutti e quattro insieme e quando tornano sul set, io e te andiamo a fare shopping”.

Un po' desolata rispondo. “Come dici tu”. Ma è possibile che non riesca mai a dirle di no?!

“Perfetto”. Paul solleva le braccia e mi guarda con una faccia alla iochepossofarci?dopotuttoètuasorella. E in effetti lui non può farci niente e neanche io. Addio bagno turco, ci rivedremo quando qualcuno tra kevin e Torrey si deciderà a farmi respirare per una giornata.

“Ecco, oggi è il giorno giusto per iniziare con i regali di Natale”.

“Natale?!”. Sono talmente presa dalle mie cose, la serie ed Ian, che ho completamente perso la cognizione del tempo.

“Nina, ma dove vivi? Tra meno di venti giorni sarà Natale”.

“Cavolo, ed io devo ancora prenotare l'aereo”.

“Oh, non preoccuparti, quello anche noi. Quando cerco il volo, faccio che prenotarlo anche per te”.

“Grazie, mi faresti un grosso favore”.

Mi sorride compiaciuta, poi sposta inspiegabilmente lo sguardo da me a Ian. Io alzo un sopracciglio interrogativa e allora torna a dedicarsi a me. Chi la capisce è bravo.

“Sai, ieri sera ho sentito mamma su facebook?”.

“Su facebook? Mamma? Ma sei sicura?”. Questa è una barzelletta, mia madre è negata con qualunque oggetto a batterie, a meno che non siano pentole.

“Sicurissima. E comunque mi ha parlato un po' di Natale, vuole fare le cose in grande quest'anno”.

“Wow”. Mi è uscita una considerazione sarcastica, non l'ho fatto apposta, però mia sorella mi fulmina comunque. La festaiola della famiglia è decisamente lei.

“Sai, la famiglia si allargherà per questo Natale”. Ha uno sguardo così luminoso che quasi salto sulla sedia. Incrocio Ian, anche lui sembra totalmente assorbito dalle parole di Torrey e incredulo almeno quanto me. Possibile che mi sia persa qualcosa?

Mia sorella afferra il concetto e scoppia in una fragorosa risata, seguita a ruota da Paul, che secondo me in realtà non ci è ancora arrivato.

“Ma che avete capito? La famiglia si allarga, mica io”.

Tiro un sospiro di sollievo, poi mi accorgo che diventare zia non mi sarebbe affatto dispiaciuto.

“Allora, perchè si allarga? Se è perchè viene anche zia Lucy, dimmelo perchè io rimango qui”.

Alza gli occhi al cielo, non la pensiamo allo stesso modo per quanto riguarda i nostri parenti. “no, tranquilla. Però avremo tante new entry. Franklin ha avuto il congedo per una settimana”. Franklin è il fidanzato storico di Maryelle, sono contenta che lui trascorra il Natale con noi, ma sinceramente non riesco a vederci proprio nulla di eclatante e soprattutto non lo farei proprio rientrare nel “new”.

“Tutto qui?”.

“No, a quanto pare anche Devon si è decisa a presentare il suo compagno a papà e Alex verrà accompagnato... non sappiamo ancora da chi, ma mamma è in visibilio, pensa sia una ragazza”.

“Nostro fratello fidanzato? Figurati!”.

“Ehi, donne di poco fede! Sono uscito spesso con Alex e non sapete quanto acchiappa”. Faccio uno sguardo contrariato, da quando siamo arrivati all'età dei primi amori, mio fratello non ha portato mai nessuna a casa. Comunque mai dire mai nella vita.

“Nina, tu chi porterai?”.

Guardo sbalordita mia sorella. Perchè mai dovrei portare qualcuno? “E' il ballo della scuola o la cena di Natale?”.

“Beh, saremo tutti accoppiati, sarebbe carino se anche tu fossi con qualcuno”.

“Potresti portare Zach”. Ian lascia cadere nel lavandino una tazza che fa parecchio rumore, è paonazzo, Paul sembra non farci caso, però.

“E' un periodo in cui non vi vedo tanto insieme, ma sono convinto che se glielo chiedessi non ti direbbe di no, quello non vede l'ora di portarti a letto”.

“Wes, dobbiamo correre, si è fatto già tardi e dobbiamo ancora cambiarci”. Ian si affretta a chiudere il discorso, mi saluta con uno sguardo dolcissimo e si dilegua con Paul verso l'uscita. Intanto un ghigno malefico sta deformando il bel visino di mia sorella. Questa donna mi preoccupa!

 

Pov Ian.

 

 

Indosso la camicia nera di Damon, i bottoni proprio non vogliono saperne di chiudersi. Dannato Wes, quando chiuderà quella boccaccia. Ogni volta che ne spara una delle sue, il mio umore deve andare a farsi un giro sottoterra. Come se non fosse già difficile, come se fosse facile per me non riuscire a liberarmi di Megan, non riuscire a vivere in tutto e per tutto la donna che amo.

Ma poi come diavolo gli è venuto in mente di parlare di quell'idiota? So benissimo che Zach è un bravo ragazzo, so che non farebbe nulla a meno che non sia Nina a dargli il permesso, ma l'idea che qualcuno di così vicino a noi, possa fare pensieri poco casti su di lei... ma poi dico, perchè mai dovrebbe portarlo a casa sua? Va beh, meglio che stia calmo o non riuscirò a concentrarmi.

Provo a ripetermi mentalmente le poche battute che mi toccano per questa scena. Qualcuno bussa alla mia porta, dal vetro bianco riesco ad intravederne la sagoma minuta e longilinea. Sorrido e vado ad aprire.

“Hola, Som”.

“Ehi Dobrev”. E' bellissima. Riesce a sorprendermi ogni giorno di più. Il suo essere così donna ma bambina al tempo stesso, la sua malizia, i suoi capricci... amo tutto di lei e so che non potrei mai fare a meno di tutto questo.

“va tutto bene? Sei andato via così velocemente che non ho potuto neanche salutarti”.

“Scusami tesoro, è che sai che certe cose mi fanno andare fuori di testa”.

Si avvicina a me, mi cinge la vita con le braccia e mi sorride compassionevole. “Ian, lo sai che Zach non conta nulla, non ha mai contato nulla”.

Le bacio delicatamente la fronte. “Lo so, Nina, ma l'idea di voi due a casa tua, con i tuoi genitori, i tuoi fratelli...”.

“Ian, Ian tranquillizzati, Paul l'ha buttata così, sai che non lo porterei mai, uno perchè la sua presenza a casa mia non avrebbe nessun significato, due perchè non è lui il mio ragazzo”.

Il suo sguardo diventa più serio, è carico di tristezza ed io ne conosco il motivo. Riesco ad immaginare i pensieri che le attraversano la testa, lo capisco dall'ultima frase che ha detto, sono gli stessi che tormentano anche me.

So che questa situazione è sbagliata, so che sarei l'ultimo a dover fare scenate di gelosia, ma purtroppo non posso impedirlo. Non posso lasciare Megan in questo momento, non posso immaginare Nina con un altro uomo... Che cazzo sto facendo? Lei è la mia donna, io devo pensare a renderla felice e se questo vorrà dire che mille altre persone dovranno soffrirci, allora soffriranno. Nina, amore mio, ti prometto che questa storia finirà presto, tra poco tu sarai l'unica.

Mi chino verso di lei e inizio a baciarla con passione. La sua lingua si intrufola complice e maliziosa nella mia bocca. Questo è il sapore del paradiso. Prima che possa aggiungere qualcosa o fermarmi per il ritardo, introduco la mia mano nei suoi pantaloni. Allontano delicatamente l'elastico delle mutande e la lascio abbandonare al suo piacere. I suoi gemiti mi fanno sorridere, sembra così piccola ed indifesa, eppure così donna da farmi girare la testa.

Mi toglie bruscamente la mano e inizia a spingermi verso il divano. Devo farmi spazio tra le tremila cianfrusaglie che ci sono appoggiate sopra. Lei si mette a cavalcioni sopra di me, mi sbottona la camicia, facendo saltare due o tre bottoni e inizia a leccarmi vogliosa il petto.

Sono dentro di lei, si muove esperta sopra di me, non mi lascia neanche il tempo di respirare, si lascia andare al suo piacere in una maniera quasi illegale.

La lecco il seno, il collo, lei sorride compiaciuta.

“Toccami”. Ha la voce roca per quel momento di profonda estasi. Io ubbidisco. Mi ritrovo a stuzzicarle i capezzoli con le dita e a baciarle dolcemente le labbra.

Nina inizia ad accelerare il ritmo, segue le direttive del suo piacere ed intanto soddisfa anche il mio. Raggiungiamo l'apice insieme.

Si siede al mio fianco, ha ancora il fiatone, ma ride divertita.

“Dio mio, Ian”.

“No, non essere blasfema. Per così poco, poi”. Mi tira un pugnetto sul braccio, non ci mette la solita forza, è ancora troppo provata da questo momento di puro erotismo.

Inizio a prepararmi velocemente, guardo l'orologio, avrei dovuto essere sul set almeno cinque minuti fa.

“Kevin non sarà per niente contento della mia camicia. Devo per forza chiederne una nuova”.

Nina si sta infilando i pantaloni, alza lo sguardo pensierosa, ha realizzato solo adesso.

“O Dio, Ian è tardissimo, Julie ti farà un casino di storie”.

Mi volto ad abbracciarla, mi perdo ancora una volta nel cioccolato fondente dei suoi occhi. Ian, concentrati, devi LAVORARE.

“Probabilmente si arrabbierà, ma devo ammettere che ne è valsa la pena”.

Arrossisce ed io la bacio ancora.

“Cosa dirai della camicia?”.

“Che Nina Dobrev è entrata nel mio camerino come una furia e mi ha assalito, assoggettandomi senza pudore al suo piacere, ovvio”.

Mi giro verso la porta e lei mi tira un calcio nel sedere. Ahi, fa male.

 

 

 

Pov Nina

 

 

Devo ancora riprendermi. Oltre al sentimento e tutto il resto, il sesso con Ian è davvero uno dei migliori che abbia mai fatto in vita mia. Ok, è migliore di quello fatto con Julian, così va meglio.

Sono seduta sulla sedia del mio pseudo fidanzato, mia sorella è al mio fianco. Ancora non ha pronunciato parola, cosa molto strana se si tratta di lei.

Siamo in casa Salvatore, Arielle è già pronta, sta scherzando con Paul e... sbaglio o mia sorella ha assunto uno sguardo assassino?

“Ciao, Dobrev, ciao...”. Ian è passato di lì appena adesso, anche lui è rimasto sbalordito dall'espressione fredda che si è disegnata sul viso di Torrey. Mi guarda interrogativo, io gli rispondo con un'alzata di spalle.

“Ciak, azione”.

 

 

Allora questa Elena si farà viva, ne sono più che sicura. Avete già fatto sesso?”. Lexi è molto maliziosa, oltre che molto sexy.

No”. Risponde Stefan quasi turbato da quella domanda.

Il sesso funziona sempre, la sconvolgerai a tal punto con il tuo sesso vampiresco che sarà tua a vita”.

Già, ma vedi?!Non si tratta di sesso o di compulsione o di qualcuno dei nostri trucchi. Perchè lei deve voler stare con me e come vuole lei”.

Wow, è un discorso da persona molto matura”.

Non per niente sono più vecchio”.

OH, oh”. Lexi infilza una sacca di sangue con una cannuccia, lo sguardo di Stefan è corrucciato...

no cavolo si è messo a ridere e Arielle con lui.

 

 

Mia sorella sta tormentando con le mani l'ignaro braccialetto che Ian ha lasciato nel contenitore della sedia. Ora realizzo. E' gelosa! Ma di Arielle? E' qui solo per questa settimana, avrà lasciato il set prima ancora di essere arrivata.

“Prima che Ian si metta a piangere per avergli distrutto il suo braccialetto preferito, hai intenzione di dirmi che cosa ti prende?”.

“Niente, non mi prende assolutamente niente. Perchè?”.

Ora sono terrorizzata, ho quasi paura tiri fuori una pistola giocattolo per sabotare le scene.

“No niente e che mi sembri un po' strana oggi, hai voluto venire a vedere le prove a tutti i costi, sembri leggermente nervosa, mi stavo chiedendo se...”.

“Se?”. Cerca di tenere la voce a bada, ma a me non può sfuggire l'acuto che le esce fuori quando qualcosa la infastidisce. Lo fa da quando eravamo bambine.

“Se magari sei un po' gelosa”.

“Gelosa io?! Ma figurati, sono un attrice, certe cose le capisco”.

“Guarda che non ti devi vergognare, io posso immaginare che non sia facile per te”.

La capisco eccome. Mi ricordo di come una settimana fa ero andata in crisi mentre osservavo la complicità tra Ian e Kayla. E' stata poi Candice a farmi ragionare, altrimenti mi sarei già precipitata sul set a strapparle tutti i capelli.

“E' che Paul e Arielle si conoscono da diversi di anni, l'ho vista parecchie volte a qualche cena di beneficenza, ho sempre avuto l'impressione che non gli staccasse gli occhi di dosso. Probabilmente è solo una mia impressione...”

“Ma dai, Tor, Paul è stracotto di te, non si lascerebbe abbindolare da nessuno, anche se questo nessuno porta lunghi capelli biondi e ha un fisico da favola”.

Mi guarda sconvolta. “Non sei per niente d'aiuto, Nina”. Oh, oh.

“No, intendevo dire che ha già una strafiga al suo fianco, ne è completamente perso, non andrebbe mai a rovinare tutto per una qualunque. Poi il suo biondo è sbiadito e ha le tette cadenti”. Mento spudoratamente, ma almeno riesco a salvarmi in calcio d'angolo.

Sembra essersi calmata. Prende un respiro. “Lo so, sono una stupida, ma tu come reagisci quando Ian recita con qualcuna che non sei tu?”.

“Ma lì è divers... scusa cosa c'entra ora Ian?”. Mi ha teso una trappola, brutta sorella pazza, maniaca e pure gelosa!

Mi guarda con aria esperta, vorrei tanto poter scappare ma la scena sta andando avanti e non posso rischiare di disturbare.

“Sono più grande di te e soprattutto sono tua sorella. Quanto pensavi di tenermelo nascosto?”.

“Tenerti nascosto cosa?”.

“Non prendermi in giro, Nina. La vostra relazione”.

Ops... e adesso che le dico? “ Che ne sai tu?”. Optiamo per il vago, la bugia spudorata non serve a nulla, non con Torrey almeno.

“Nessuno, ma anche un cieco lo capirebbe. No, forse un cieco no, siete troppo silenziosi. E neanche Paul, è troppo stordito per vedere qualcosa di diverso dal solito, ma tutto il resto del mondo sì. Da quanto va avanti?”.

Sbuffo. “Cinque settimane”.

“E Megan?”.

“Megan cosa?”.

“Mi pare stiano ancora insieme, altrimenti Paul me ne avrebbe parlato”.

“Infatti stanno ancora insieme”.

“Oddio, Nina, fai l'amante???”. E' scandalizzata, io le tappo subito la bocca con la mano, guardandomi in giro speranzosa che nessuno si sia accorto di nulla. Solo Ian cerca di intercettare il mio sguardo e mi osserva allibito. Gli faccio segno che non è successo nulla e torna ad osservare la scena.

“Stai zitta! Ancora per poco”.

“Già sono passate solo cinque settimane, che vuoi che siano”.

“Mi devi fare la paternale ancora a lungo?”.

“No, mi rifiuto”.

Intanto Arielle e Paul si sono nuovamente fermati, lei gli sta facendo il solletico. La ringrazio con tutto il cuore, le attenzioni di Torrey ora sono tutte per loro.

“Bene, adesso che abbiamo assodato che Paul non metterà a rischio la vostra relazione per Arielle e che io ho altro a cui pensare, possiamo andare?”.

“Mi guarda con un'espressione affranta, sembra una bambina che non vuole scendere dall'altalena.

“Restiamo ancora un pochino. Poi andiamo via. Anche perchè mi devi raccontare un bel po' di cosette”. Il suo tono cambia nuovamente. Sto seriamente pensando di prenotarle una seduta da uno psicologo, questi cambi di umore non sono per niente normali.

“E poi guarda, sta per entrare il tuo amante. Io odio gli amanti”. E lancia di nuovo un'occhiata di fiamme verso Arielle.

 

 

Sono gelosa della tua forza di volontà. Io non ne ho. Sguazzo nell'edonismo. Parlando di edonismo, cosa facciamo questa sera?”.

Entra in casa Damon. “E' buffo che tu lo chieda”.

Non lo stavo chiedendo a te”

C'è una festa, al Grill, ti piacerà, il posto è squallido e il servizio è scadente,ma ci saranno gli amici di Stefan”.

Sì, ma io non voglio una festa di compleanno”.

Beh, non è per te. E' una festa festa, nessuno saprà che è il tuo compleanno. Caroline la sta organizzando”.

Damon, sta' lontano da Caroline”.

Siamo amici, è forte. E' importante che in città ci vedano andare in giro come tutte le persone normali, dobbiamo inserirci. Oh, io lo preferisco a 36, 7 gradi”. Aggiunge osservando la sacca di sangue.

“Stoop”.

 

Torrey si precipita a baciare passionalmente Paul, anche lui ne rimane colpito. Ian si volta verso di me ridendo, io alzo gli occhi al cielo

 

 

 

Pov Ian.

 

Sento i passi di qualcuno alle mie spalle, li riconosco.

“Ehi, Dobrev”.

Si ferma un po' perplessa. Le sorrido.

“Mai arrivare alle spalle di un vampiro, soprattutto se il tuo passo no è così leggiadro!”.

Cerca di tirarmi uno schiaffo, io le blocco la mano e la avvicino un po' di più a me.

“Sei venuta a prenderti il resto?”. Le dedico uno sguardo molto alla Damon.

“No, sono venuta a congratularmi con lei, Signor Somerhalder, ottima performance”.

La bacio delicatamente.

“Mi sembravi impegnata a fare altro, non pensavo avessi visto la scena. Eri troppo presa dal soffocare tua sorella”.

“OH, quello. Lasciamo perdere che è meglio”.

Mentre mi tolgo i vestiti di scena, lei si stravacca sul mio divano e mette piedi sul tavolino.

“E' gelosa”.

“E di chi?”.

“Di Arielle”.

“Di Arielle? E perchè?”.

“Chiedilo a lei”.

“E' un'attrice, sa come funzionano le cose. E poi, scusami un attimo, tra Stefan e Lexi non è prevsta nessuna scena di sesso, sono amici e basta. E poi tra qualche giorno, Arielle ha finito”.

“Prova a dirglielo. Cerca solo di non finire sbranato”.

“E' così grave?”.

“Gravissimo”.

“Io non capisco”.

“Io sì. Non è piacevole guardare il tuo ragazzo mentre fa il cretino con un altra”.

“Ma Paul non fa il cretino”.

“No, ma c'è complicità”. Ok, la conosco bene, sta cercando di dirmi qualcosa. Mi volto verso di lei e incrocio le braccia.

“Sputi il rospo, signorina Dobreva”.

Mi guarda spaesata. “ Cosa vuoi da me?”.

“Con chi è che avrei avuto tutta questa complicità?”.

“Con nessuno”.

“Nina, tesoro, sono più grande di te e ti conosco. Forza!”.

“Perchè oggi me la menate tutti con la storia dell'età?”. Non capisco quest'ultima battuta, ma la ignora.

“Sto aspettando una risposta”.

“Ok, ok. Mi ero leggermente infastidita quando ti ho visto giocare con Kayla”.

“Kayla? E quando ci avrei giocato?”.

Mi ghiaccia con lo sguardo, inizio ad avvertire anche qualche brivido di freddo.

“Sul set, o almeno credo”.

La adoro quando è gelosa. E' troppo orgogliosa per farmi scene di gelosia continue, ma quando si lascia andare è un uragano.

“Ma è solo un'amica. E' simpatica e girare con lei è divertente. Poi che sia pure figa è un altro paio di mani”.

“Ian!”. Fa per alzarsi dal divano e raggiungere la porta, la blocca con il mio peso. E' in gabbia.

“Dai, scemotta, davvero sei gelosa?”.

“Fammi alzare, voglio uscire”.

“No”. La mia bocca si avvicina pericolosamente alla sua, lei fa per girare il viso. Sorrido compiaciuto.

“Ian, davvero, se non ti alzi, mi metto ad urlare e ti denuncio”.

“Wow, vai subito alle maniere forti”. Mi avvicino ancora un po'. “Nina, non puoi essere gelosa di Kayla”.

“E' simpatica, divertente, figa... l'hai detto tu, mica io! Ergo, posso essere gelosa quanto voglio di Kayla”.

“Non puoi esserne gelosa, perchè io amo te, solo te. Non ci sarà mai nessuna abbastanza adatta a prendere il tuo posto. Tu sei l'unica”.

Mi guada scocciata. Non ha funzionato.

“Sì, l'unica insieme a Megan. Anzi prima viene Megan, subito dopo io... sai sono l'amante dopotutto”.

No, di nuovo con questa storia.

“Nina...”.

“Siete nudi o posso entrare?”. Candice sta bussando alla porta del camerino.

“Vieni, entra pure”.

Sorridente si fa strada verso di noi. “Stasera ci state per una serata al Pick up. Michael ha prenotato un privè”.

“Oh, io ci sto, se viene Nina ovviamente”.

Mi annienta con il suo sguardo, che paura! “Nina verrà. Anzi, visto che ci siamo, perchè non torni con me a casa?! Devo fermarmi in un negozio, c'è un vestito che mi piace. Te la posso rubare, vero Ian?”.

“Certamente”. Certo, Candi, portatela dove vuoi. Riportami il leoncino solo quando si sarà calmato.

Mi sporgo per dare un bacio sulla guancia a Candice e, ignorando completamente il suo piccolo broncio , strafottente, stampo un grosso bacio sulle labbra della mia “ragazza”. Riesco a strapparle anche un principio di un sorriso. Ogni tanto anche lei si lascia andare.

Si chiudono la porta alle spalle. Cavolo, nella stessa giornata è già la seconda volta che mi parla di Megan. Non la biasimo, ma ho bisogno di qualche giorno per farle metabolizzare bene la notizia, dopo di che sarà davvero l'unica.

Non fosse arrivata Candice, me la sarei vista davvero brutta. Mi devo ricordare di offrirle da bere questa sera.

 

Pov Nina.

 

Candice mi osserva critica mentre mi vesto. Mi ha regalato un bellissimo completino intimo di pizzo nero, un po' eccessivo per quanto riguarda la mia personalità, ma dice che farà impazzire Ian ed io mi limito ad assecondarla.

“Che c'è?”.

“Perchè non ti metti quello blu che hai preso per la festa di Kath?”.

“Questo?”. Lo tiro fuori dall'armadio, più che blu è un turchese lucido. E' stretto in vita con un piccolo fiorellino dello stesso colore del tessuto, e scende libero sulle mie cosce. E' il preferito di Ian, anche se si lamenta del fatto che sia troppo corto. Ci abbino il cardigan bianco di Candice che riprende il colore della scarpe e sono pronta.

Al privè ci sono proprio tutti, anche Arielle, per la gioia di mia sorella.

Cerco Ian con lo sguardo, è seduto su un divanetto, chiacchiera allegramente con Michael e tiene un bicchiere di vino bianco tra le mani. Quando si accorge della mia presenza, mi fa segno di avvicinarmi, il suo sorriso è, se possibile, ancora più splendente. Mi avvicino e mi siedo in un angolo della sua poltroncina. Saluto entrambi con un bacio sulla guancia, ancora nessuno può sapere della nostra storia, a meno fino a quando non sarà tutto sistemato con Megan. Quindi invecchieremo così, ancora amanti e felici.

“Sei bellissima, amore mio”. Il suo sorriso mi fa mancare il respiro, è il mio piccolo miracolo ultraterreno sceso dal cielo solo per amare me.

Gli sorrido mentre bevo un po' di vino dal suo bicchiere.

“Vuoi qualcosa?”. Scuoto la testa, ancora sorridendo. Riprenditi Nina, sembri scema. Sembri.

“Ho voglia di ballare, mi accompagni?”. Alleluia!

Ci dirigiamo verso la pista, mi tiene per mano, non lo aveva mai fatto, non davanti ai nostri amici, non davanti alle persone che potrebbero riconoscerci.

Balliamo complici come siamo sempre stati, ogni tanto Candi ci raggiunge scherzosa buttandosi addosso a Ian. Continuiamo così per un bel po' di tempo, io e Ian abbracciati come una normalissima coppia di innamorati, Candi e Michael, un po' più distanti tra loro, che interagiscono con noi.

“Vado a bere qualcosa. Voi avete sete?”. Ian si dilegua tra la folla dopo aver urlato a Michael: “Tienimela d'occhio”.

Rimango sulla pista con i miei amici, ci divertiamo un sacco. Passa un bel po' di tempo e Ian non ha fatto ritorno. Si sarà stufato, tranne la Damon-dance, il ballo non fa proprio per lui.

“Andiamo a bere qualcosa anche noi? Ian si è perso e deve aver bevuto anche la mia birra”.

Torniamo al privè. Lo trovo lì, è un colpo allo stomaco. Sento un rumore assordante, supera di gran lunga il fracasso della musica. No, Nina, quello è il rumore del tuo cuore che sta andando in frantumi.

Non me l'aspettavo, mi hanno preso in contropiede. Candice mi guarda preoccupata, anche Michael sembra aver capito qualcosa, almeno, questo spiegherebbe la sua mano amica sulla mia spalla.

Ian è con lei, lei è con lui. Non adesso, non proprio quando stavo per godermi la serata, la nostra serata.

I suoi occhi incontrano i miei, il suo viso è una maschera di dispiacere, sembra voglia dirmi qualcosa, ma il corpo di Megan è troppo vicino al suo per potersene disfare.

Ignorando i miei amici che cercano di fermarmi a tutti i costi, inizio a correre. So che è un atteggiamento infantile, so che non dovrebbe essere una novità, so che Megan c'era anche prima di questa serata, ma oggi avremmo dovuto esserci solo noi due, me lo doveva.

 

 

 

Pov Ian.

 

Non posso crederci, che cosa ci fa lei qui? Ho lasciato Nina in pista per andare a prendere qualcosa da bere, ci stavamo divertendo come matti, questa serata era nostra a tutti gli effetti.

Eppure Megan è lì, seduta nel nostro privè, in attesa di qualcuno, in attesa di me.

Vorrei tornare in pista, rapire Nina e scappare con lei, ma non posso, sono un uomo e come tale devo prendermi tutte le mie responsabilità. Adesso andrò da Megan, cercherò di parlarle in maniera civile e poi me ne andrò via, tornerò dalla mia donna ed inizierò la mia nuova vita con lei.

“Megan, che cosa ci fai tu qui?”. Il mio tono è freddo, distaccato, eppure lei non sembra accorgersene. Mi accorgo solo ora che dai suoi occhi scendono grossi lacrimoni, mi viene istintivo passarle un braccio intorno al collo.

In quello stesso istante incrocio lo sguardo di Nina, è uno sguardo de delusione, di rabbia, di dolore. Vorrei poterle spiegare come stanno le cose, vorrei poterle dire che io la amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma Megan non mi permette di muovere neanche un passo.

Le sollevo il viso. “Perchè piangi?”.

“Perchè mi sei mancato tanto, Ian”. Ed io che pensavo a qualcosa di tragico. Suo padre ha avuto un incidente abbastanza grave un mese fa, pensavo fosse successo qualcosa a lui. Invece le mancavo. Certo, perchè già così non era abbastanza difficile.

“Megan, io devo parlarti”.

Si asciuga le lacrime e tira su con il naso. “Io.. io, perdonami Ian, ma devo andare via”.

“Se sei appena arrivata”.

“Scusa, però non posso, davvero. Qualunque cosa sia può aspettare domani, ok?”. Mi lascia un bacio bagnato sulle labbra, rimango a fissarla come un deficiente mentre si allontana. Davvero la sua reazione mi è oscura. Prima arriva qui disperata per chissà quale motivo, poi dice che era solo per la mia mancanza e quando cerco di parlarle corre via come fosse rimasta scottata. D'altronde non ho mai imparato a capirla e non voglio iniziare adesso. Anche perchè ho una questione molto più importante da gestire.

“Michael, hai visto Nina?”. L'ho cercata per tutta la pista, ma invano. Ora, grazie al cielo ho trovato Trevino, non può essere molto distante da lui. Spero.

“E' fuori con Candice. Ian che cosa è successo?”. E' preoccupato, Nina è una sua amica, immagino non voglia vederla soffrire ed immagino che probabilmente mi vorrebbe spaccare la faccia in due. E me lo meriterei.

“Te lo racconto domani, promesso. Ora devo trovare Nina e Candi”.

Mi precipito fuori, le vedo. Nina è seduta su un gradino, una mano tiene la sigaretta, mentre l'altra le regge la testa. La sua espressione è vuota, spenta. Candice è in piedi di fronte a lei, si sta arrabbiando per qualcosa o forse cerca solo di farla reagire.

Mi avvicino lentamente, la bionda mi incenerisce con lo sguardo, Nina sembra neanche essersi accorta della mia presenza.

“Candi, posso parlare con Nina, per favore?”.

Non risponde, mi guarda solo con faccia schifata, quasi avesse appena visto un verme spiaccicato sul terreno. In fatto di vermi in effetti ci siamo. Si allontana, lasciandoci soli.

Mi abbasso sulle gambe, prendo il suo viso tra le mani, mi guarda disperata, come se in un secondo avessi distrutto tutti i suoi sogni.

“Questa era la nostra serata”.

“Lo so, amore mio, lo so”.

“Che cosa sai tu, Ian? Dici tanto di amarmi, di voler rinunciare a tutto per me, però non riesci a mollare la donna che dici di non aver mai amato. Che uomo sei? Non sei stato neanche capace a regalarmi una serata solo nostra, pensavo che tutto sarebbe cambiato, che prima o poi saremmo diventati una coppia a tutti gli effetti. Sono passate cinque settimane, cinque. Non è cambiato nulla, se non che il mio sentimento per te è aumentato senza ricevere però un riscambio”.

“Non dire così, non puoi. La storia con Megan è troppo difficile, tra suo padre, il licenziamento e tutto il resto non ho avuto il coraggio di dirle la verità. Ma dammi solo un giorno, domani stesso gliene parlerò. Lo avrei già fatto questa sera stessa, se solo non si fosse precipitata fuori come una pazza”.

Scuote la testa, non riesco a vedere più la luce dei suoi occhi, fa male. “Sono cinque settimane che aspetto come una stupida”.

“Tu mi ami?”. La prendo per le braccia quasi come a scuoterla da quello stato di shock. “Tu mi ami, Nina? Ho bisogno di saperlo, perchè io ti amo all'infinito. Dimmelo: mi ami?”.

Piange ancora di più, però annuisce con la testa.

“Allora se mi ami mi dammi quest'ultimo giorno, ti prometto che da domani saremo io e te, noi due e basta. Sei la mia vita, Nina. Non rinuncerei a te neanche per tutto l'oro del mondo. Scusami se sono stato così idiota”.

Si fa spazio tra le mie braccia. L'accolgo e le bacio con dolcezza la testa. Il cuore batte ancora all'impazzata, la paura di perderla mi ha fatto perdere almeno dieci anni di vita.

“Io ti amo, Ian”. Non ha niente di romantico, è soffocato dalla sua bocca che sfrega sulla mia maglietta, è bagnato di lacrime che io le ho fatto versare, ha preso vita in una notte senza stelle e dopo una lunga litigata, eppure quel ti amo così sussurrato mi ha aperto le porte del paradiso. Ora so che sapore ha la felicità.

“Ti amo anche io, mia piccola Dobrev”.

 

 

 

 

 

 

Ciao ragazze. Questo capitolo è iniziato bene, ha continuato male, ma si è concluso di nuovo bene. Mi sembra doveroso lasciare ai Nian un po' di pace e tranquillità.

Allora è stato un capitolo molto lungo e ne abbiamo viste delle belle. Prima la gelosia di Ian, subito dopo quella ingiustificata di Torrey, la scena di sesso tra la nostra coppietta felice,la chiacchierata tra le due sorelle, la gelosia di Nina, superiore persino a quella della sorella ed infine una normale serata in discoteca in cui Ian è riuscito a toccare gli abissi dell0inferno per ritornare poi in paradiso_:: Nina ha finalmente detto le due paroline più belle del mondo.

Adesso, Ian riuscirà a dire la verità a Megan? Come la prenderà lei?

Vi aspetto nel prossimo capitolo, sarà ambientato nel periodo di Natale.

Grazie a tutte, siete stupende. Un bacio, a presto

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Capitolo 10
*** Amori sotto l'albero ***


Pov Nina.

 

Mi sveglio un po' agitata, la tipica pioggia londinese ha deciso di non lasciarmi tregua, non per queste vacanze natalizie almeno.

Ho un enorme cerchio alla testa, ho lo stomaco in subbuglio e avrei una grande voglia di vomitare, se solo non fosse che ho il terrore di farlo. L'alcol che ieri sera Torrey mi ha costretto ad ingurgitare e la sensazione di torpore influenzale che compromette le mie ossa potrebbero davvero rovinarmi la festa.

Lo dico sempre, Nina non devi bere, Nina non reggi abbastanza, eppure quando mi ritrovo in quelle situazioni non riesco proprio a dire di no.

Poi, la situazione con Ian di certo non aiuta. Dopo quella sera fantastica, in cui finalmente anche io sono stata in grado di raccontargli il mio amore, qualcosa si è incrinato. Mi aveva fatto una promessa, eravamo rimasti che il giorno dopo avrebbe lasciato Megan per sempre e invece... beh, invece sono ancora insieme.

Ho cercato di non prendermela troppo con lui, forse mi sto rammollendo, ma questa volta davvero non ha colpa. Nelle ultime due settimane Megan non si è fatta vedere e anche al telefono era sfuggente, gli dedicava parole d'amore stupende eppure non ha dato segno di volerlo vedere. Finalmente lo ho avuto mio per due intere settime. Allora di che ti lamenti?, potreste dirmi voi. Ed io vi rispondo: vi è mai capitato di amare tal punto una persona da non poterlo spiegare neanche voi stesse? Di avere brividi di freddo per tutto il corpo che diventano subito bollenti non appena lui vi sfiora? Di non riuscire ad immaginare la vostra vita senza la sua presenza? Beh, a me sì, ecco perchè, per quanto mi abbia fatto arrabbiare, non riesco ad allontanarlo da me. Ecco perchè ho un incessante bisogno di sentirlo mio, mio e di nessun'altra.

Starnutisco un paio di volte, è ufficiale: sono influenzata. Apro il cassetto del comodino vicino al letto, ho sempre un paio di aspirine per le urgenze, come se fosse capitata lì dal nulla, la vedo. E' una nostra foto insieme, ce l'ha scattata Candice un mesetto fa. Sorridiamo e siamo avvinghiati l'uno all'altro, indissolubili. Mi manca, mi manca da morire.

Prendo il telefono in mano, non ci sono messaggi, né chiamate perse. Compongo il numero, sono fiera di me stessa, sto riuscendo a controllare il mio orgoglio maledetto.

“Pronto”. La voce assonnata del mio uomo mi fa spuntare un piccolo sorrisetto sulle labbra, cavolo, mi sono dimenticata che in America sono appena le cinque.

“Scusa...”. Mi esce una voce un po' piagnucolosa, in realtà sono davvero dispiaciuta, in questo periodo è davvero molto stanco.

“Nina!”. Si riprende immediatamente, mi fa piacere la gioia che riesco ad avvertire nella sua voce, riesco a percepire il suo amore incondizionato, anche se gli rovinerò la giornata per averlo svegliato all'alba, non sembra per nulla dispiaciuto.

“Amore mio, mi manchi”. Ho avuto un'altra mia piccola vittoria, il mio timore più grande si è rivelato infondato, lei non è lì, lo so perchè non avrebbe mai parlato così liberamente.

“Mi manchi anche tu, Som”.

“Ma che ore sono? E' successo qualcosa?”. Ops, si è accorto dell'orario improponibile, probabilmente avrà avvistato dalla finestra le prime luci dell'alba. Ora son cavoli!

“Perdonami, avevo voglio di sentire la tua voce”. Cerchiamo di tenercelo buono il più possibile.

“Non ti perdono. Non c'è niente di cui farsi perdonare, è una delle cose più belle che tu abbia fatto per me. Chiamarmi a quest'ora solo perchè ti manca la mia voce... wow, sei davvero fantastica”.

“Ian, non per rovinare questo tuo momento di felicità, però devi sapere che qui sono già le dieci inoltrate, non è stato un grande sforzo”. Mannaggia a me e alla mia sincerità, sono destinata a rovinare sempre i momenti più belli.

“Va beh, ma comunque mi stavi pensando così tanto da non accorgerti neanche dell'ora, ergo sei fantastica. Non mi contraddire mai, soprattutto se sono le cinque del mattino”.

Rido. E' incredibile la sua capacità di farmi cambiare umore in un batter d'occhio. E anche per questo che lo amo alla follia. Forse è per questo che tutte le donne della sua vita lo amano alla follia.

Sembriamo aver ritrovato quella scintilla che negli ultimi giorni avevamo perso per strada. Gli ho raccontato dei bisticci di Torrey e Paul, della bevuta di ieri sera e di come mia madre sia tutta eccitata per l'arrivo di domani di mio fratello.

Chiacchieriamo per ore, me ne accorgo perchè fuori dalla finestra la giornata inizia a schiarirsi un po', sempre nuvoloni permettendo.

“Oggi cosa farai?”.

“Veramente da quando sono arrivata non ho ancora visto gli altri, Liz ha organizzato una specie di rimpatriata a casa sua. Cioccolata calda, coperte ed un bel film”.

“Ci sarà anche Matt?”. La voce gli si spegne in gola. Tempo fa gli ho raccontato la breve relazione che ho avuto con Matt dopo la sua partenza per l'America, ne è rimasto shockato e indispettito.

“Non so, non ho chiesto”.

“Bene”. Si limita a pronunciare nel modo più freddo possibile.

“Ian che cosa c'è?”. sono un po' stufa, odio questo suo modo di fare, soprattutto quando si parla di gelosia. Non è la persona più adatta a fare scenate di nessun genere.

“Niente, è che preferirei che lui non ci fosse”. Beh, almeno è sincero. Scriviamolo sotto i pro del mio elenco: Perchè dovresti amare Ian e complicarti così la vita?

“Anche io preferire che Megan non ci fosse, ma forse ti è sfuggito un piccolo dettaglio: nella vita succedono anche cose che non vorresti. Se così non fosse, ti proporrei di chiedere la pace del mondo, magari qualcuno lassù attende con ansia il giudizio di Ian Somerhalder”.

“Non c'è bisogno di scaldarsi tanto”.

“Oh sì che c'è, invece. Sono stufa di questa vita, Ian. Sono stufa di vedere che il mondo gira sempre e solo intorno a te, esisto anch'io in questa storia, ma forse sei troppo preso da altro, per accorgerti di me”.

Gli stacco il telefono in faccia. Questa telefonata non avrebbe dovuto concludersi così. Decisamente no.

Ian continua a riempirmi di chiamate, decido di ignorarle tutte, la rabbia mi ha annebbiato la mente.

 

 

 

 

Pov Ian

 

Non riesco più a rintracciarla. Cioè, non si vuole fare rintracciare.

Come al solito riesco a rovinare ogni cosa. Io e il mio maledettissimo difetto di non voler far soffrire la gente. Non mi sono però accorto che l'unica a soffrire è stata colei che dovevo proteggere.

Eppure è così difficile, questa volta ero davvero pronto a dire la verità a Megan, mi ero già preparato il discorso. Eppure lei non me ne ha dato la possibilità, è da due settimane che non ci vediamo e tranne qualche messaggio in cui mi dice che le manco, non si è fatta più sentire. Non che mi dispiaccia, ma sembra proprio che non voglia darmi la possibilità di confessare. Ma non può andare avanti così.

Scendo a fare colazione, Candice e Michael sono già seduti al tavolo, ancora non hanno avuto la possibilità di partire per motivi di lavoro, come me del resto.

“Pensavo non fossi in casa. Ieri sera quando siamo tornati non ti abbiamo visto”.

“Già, ero rinchiuso nella mia tana, dovevo occuparmi di alcune cose di lavoro. Io e il mio manager abbiamo un progetto per il prossimo anno, ci piacerebbe lavorare a livello filantropico”.

“Che uomo dalle mille sorprese, Nina dovrebbe ritenersi fortunata”. Sorrido a Michael, il mio amico è sempre pronto ad appoggiarmi.

“Certo, poi ad Ian piacciono tantissimo le relazioni umane, soprattutto se si parla di una bionda ed una mora che sbavano ai suoi piedi”. Tranquilli, c'è sempre Candice che ci pensa a smontarmi.

“Hai sentito Nina”. La mia è un'affermazione, sono sicuro che si siano sentite non appena io ho interrotto le mie chiamate martellanti.

“Già, era affranta”.

Ormai sul set quasi tutti sanno della nostra storia, o almeno tutti quelli che hanno notato un'anormalità, non si sono fatti problemi a porci domande.

“Candi, io lo so che tu pensi che io sia un'idiota, so che mi odi, ma, credimi, vorrei davvero lasciare Megan, ma lei non mi lascia il tempo di farlo. Non posso lasciarla con un messaggio, almeno questo glielo devo”.

“Ian io non ti odio affatto, e lo sai. Solo che tifo per la vostra coppia, Nina è una delle mie migliori amiche e vorrei tanto fosse felice. So che tu saresti l'uomo ideale per una come lei, ma devi ritrovare te stesso. Devi pensare più alla tua felicità, che a quella degli altri e soprattutto, se la ami veramente, devi pensare a quella di Nina”.

“Lo sai che la amo all'infinito”.

“Sei sicuro?”. Gli occhi azzurri e luminosi di Candice mi scrutano seri. Sembra volermi leggere l'anima, chissà forse ne è davvero capace.

“Candi, sono convinto che la mia vita senza Nina non potrebbe avere significato. Mi è entrata dentro già dalla prima volta. L'ho vista così piccola, indifesa, ma anche donna e forte al tempo stesso. Non ci sarebbe futuro senza di lei, è il mio piccolo angolo di Paradiso, con lei non devo temere di sbagliare, posso davvero essere me stesso, con lei io sono Ian.

Amo tutto di lei, amo la sua aria scontrosa quando si sveglia al mattino, vederla indaffarata a prepararsi perchè è dieci minuti in ritardo. Amo quando si arrabbia se le prendo qualcosa dal piatto, il suo sorriso radioso quando una scena le viene bene. Amo la sua indecisione cronica quando deve cercare un vestito, i baci rubati di nascosto del mondo. Amo i suoi capricci quando le propongo qualcosa che non le quadra, amo i suoi sguardi accigliati, i suoi continui litigi, la sua incessante voglia di litigare, le sue lacrime di fronte ad un film d'amore.

Da quando lei è al mio fianco, ho imparato ad amare anche me stesso. Io sono quello che sono, perchè lei ha voluto che così fosse”.

Candice ha gli occhi lucidi, sembra che voglia scoppiare in lacrime da un momento all'altro. Dell'astio che poco fa mi aveva riservato, non è rimasta neanche una traccia.

“Io penso che tu debba combattere”. Si limita a dirmi. Ma anche senza spiegazioni, riesco a comprendere appieno quelle parole: mi sta dicendo di non buttare via tutto, di combattere fino al dolore fisico per la donna che amo. E lo farò, Candi, lo farò.

“E' ora di prendermi le mie responsabilità”.

“Vai e colpisci, amico”. Michael mi tira un pugno sulla spalla, gli rispondo scombinandogli i capelli, normalmente lo incattivisce.

Lascio un bacio a Candice e mi dirigo verso la porta.

 

 

 

Pov Nina.

 

 

Mi guardo intorno, cerco di capire quanto i miei amici siano cambiati in questi pochi mesi di lontananza. Sono tutti presi dal film che Liz ha voluto mettere a tutti i costi. Io non sono proprio in vena. Mi alzo e vado in cucina per prepararmi una bella cioccolata calda.

Qualcuno mi ha seguito, non mi serve l'indovina per capire chi sia.

“Matt”.

“Sono venuto a bere qualcosa”. Certo, come no.

“Oh, sto preparando della cioccolata, ne vuoi anche tu?”.

Annuisce. “Come te la passi ad Atlanta?”.

“Non c'è male grazie”.

“Seguiamo tutti gli episodi, sei davvero fantastica”.

“Grazie!”. Non ho voglia di parlare con lui, è quasi come se mi sentissi in colpa. Per quanto la mia rabbia con Ian sia ancora presente, mi sembra di mancargli di rispetto. Che dici Nina?! Qui a mancare di rispetto non sei sicuramente tu.

“Allora è vero?”.

“Cosa è vero?”.

“Di te e della tua co-star?”.

“Cioè?”.

“E' uscito un articolo, pare che tu e uno dei fratelli vampiri abbiate una relazione clandestina. Il mondo si diverte a pensare che sia Paul, ma io ti conosco bene, non faresti mai un torto a Torrey”.

Quell'articolo è uscito settimane fa, Torrey lo aveva trovato in un giornale di basso borgo, ci siamo fatti una risata sopra, a volte i giornalisti lanciano bombe ad orologeria, che si rivelano poi delle palline di carta velina.

“Oh, la stampa si diverte ad inventare storie assurde sui personaggi. In Twilight, la coppia è formata da Pattinson e la Stewart, dunque in una serie simile, dovrà per forza esserci qualcuno che prenda il loro posto. Non siamo io e Paul e tanto meno io ed Ian”. Mi dispiace mentirgli spudoratamente, ma con il trascorso che abbiamo avuto è più facile così.

“Quindi il tuo cuore è libero?”.

“Non esistono solo gli attori”.

“Eppure tu e Somerhalder sembrate così complici! Vi ho visto qui, prima che iniziasse tutto...”.

“E lasciala respirare!”. La mia amica mi salva da questa conversazione imbarazzante. Matt arrossisce bruscamente, avevo quasi dimenticato quanto fosse timido. Lascia immediatamente la cucina, lasciandomi sola con Liz.

“Forza raccontami tutto. Voglio sapere i minimi dettagli, vedi di non tralasciare nulla”.

Alzo un sopracciglio e la guardo esasperata. “Non eri tu a volermi fare respirare?”.

“Oh, ma la mia è pura e semplice curiosità. Ti assicuro che per quanto tu sia figa, non ho nessuna intenzione di prenderti e possederti su questo tavolo, dunque, io a differenza di qualcun altro ti lascio respirare. Ora dimmi. Quale attore di Hollywood possiede ora come ora il tuo candido cuore?”.

Mi verso la cioccolata nel bicchiere ed ignoro spudoratamente la sua domanda.

“Allora?”.

“Allora cosa?”.

“Non mi dire che tra tutti i fighi che ti girano intorno, non ce n'è uno che ti abbia stregata. Se così fosse fatti delle domande, amica mia”.

Giro la testa nella sua direzione, ho una mano sotto il mento e la guardo divertita ed un po' pensierosa.

“O mio Dio”. Scandisce parola per parola, lettera per lettera. Le rivolgo uno sguardo interrogativo.

“Ian Somerhalder, non è vero? Sei ancora fissata con lui”. Quando conosci una persona da tanto tempo, non puoi permetterti di fuggirle, ovunque sei lei ti raggiungerà. Decido dunque di non andare lontano. Rimango lì e la fisso inespressiva, meglio che capisca da sola.

“Dai, Nina non può essere. Ok, è una specie di Adone con gli occhi azzurri, ma non puoi perderci tempo a sbavargli dietro”.

“Questa volta è diverso. Noi... noi stiamo insieme”. Ho quasi paura a dirlo, Liz è imprevedibile, la sua reazione potrebbe spiazzarmi.

“Stai... stai scherzando? Allora è lui il famoso belloccio con cui hai una relazione?”.

“Sì, ma non credere ai giornali, non ci hanno mai visto insieme, stiamo cercando di tenere la nostra storia al riparo da ciò che c'è fuori”.

“Wow, Nina... ma... spetta un attimo... lui... Ian non è fidanzato? Ho letto un articolo recentemente, c'era lui con Megan, quella della festa di Torrey...”.

Ora sono fregata. Inizio a raccontarle tutta la mia storia. Le racconto di come abbiamo iniziato a frequentarci, di come Ian non sia stato in grado di lasciare Megan, dei nostri continui litigi a riguardo.

Piango come una bambina, riesco a sputare fuori ogni sentimento, dai più nobili a quelli più reconditi, che forse non ho mai dichiarato neanche a me stessa.

“Tu lo ami, Nina?”.

“Da morire”.

“Allora andrà bene, per forza! Ricordi quando eravamo piccole? Io pensavo a diventare una giornalista famosa, tu speravi di trovare l'amore vero. Doveva essere bello, con i capelli scuri e gli occhi chiari come il cielo italiano. Volevi guardarlo e pensare di essere in un altro posto, lontano da tutta questa pioggia. Inoltre doveva avere anche le “righette” sulla pancia. A quelle ci tenevi.

Sembra impossibile dirlo, ma tu aspettavi Ian da tutta la vita, ora che ce l'hai, vedi di non fartelo scappare!”.

La abbraccio forte, il suo parere è sempre stato molto importante per me. Temevo un po' la sua reazione, ma come al solito è riuscita a stupirmi.

“Ma dimmi un po', a letto com'è?”.

“Una vera bomba”.

“Tutte a te le fortune!”. Ridiamo.

 

 

Pov Ian.

 

Suono più volte al campanello. Non risponde nessuno. Sto per andare via, quando la sua macchina entra nel vialetto.

Megan si avvicina alla porta, sul suo viso compare un'espressione di terrore, non si aspettava di trovarmi qui.

“Ian, che cosa ci fai qui?”.

“Ho bisogno di parlarti”. Il mio viso non lascia nulla all'immaginazione, sono freddo e distaccato.

Mi invita ad entrare. Mi siedo sul divano.

“Vuoi qualcosa da bere?”.

“No, grazie”.

“Oh, ti va di guardare un film?”. Come al solito è sfuggente, cerca di depistarmi, lo fa da settimane, ormai.

“No, Megan sono venuto qui per parlarti di una questione importante. Sono giorni che ci provo, ma non me ne lasci il tempo”.

“Scusami, solo che ho avuto dei problemi”. Sembra arrabbiata, ce l'ha con me, è come se avesse già capito quali siano le miei intenzioni.

“e' necessario?”.

“Cosa?”.

“Parlare, tanto penso di avere già capito”.

“E' necessario, non sono quel tipo di uomo che lascia le cose irrisolte, ho già dovuto venire meno alla mia natura per troppo tempo, ora ho bisogno di parlarti e tu hai bisogno di starmi ad ascoltare”.

Si siede al mio fianco, prova a mettermi una mano sul ginocchio, ma con un gesto non troppo carino la allontano.

“Io non ti amo più”. Sono diretto, crudo, in casi come questo non ha senso tergiversare, non farebbe meno male.

“Io non ti ho mai amato. Scusami se te lo dico così, ma per il tuo bene, per rispetto a ciò che sei stata in questi mesi, devo essere sincero”.

Il terrore si trasforma in furia. Il suo viso è deformato, è come se mi volesse picchiare, in realtà me lo meriterei.

“E te ne esci fuori dopo cinque mesi? Cosa hai fatto? Hai giocato per tutto questo tempo?”.

“Nella vita succedono cose che ti cambiano profondamente, tu non te le aspetti, ma allora arrivano e ti stravolgono completamente.

Qualche mese fa ho incontrato una ragazza, ho condiviso con lei i momenti più belli della mia vita e giorno dopo giorno me ne innamoravo, senza neanche accorgermene. Però non potevo. Milioni di motivi mi tenevano lontano da lei e ne soffrivo”.

“Pensi che questa storia mi possa interessare?”. La Megan che ho conosciuto non c'è più, al suo posto una donna cattiva, ferita nell'orgoglio. Vorrei potermela prendere con lei, con la sua reazione indisponente, ma non ci riesco, non sarebbe possibile.

“Ti deve interessare! Questa non è una storia come le altre, è la storia di come io ti ho presa in giro”.

“Non fai che peggiorare la situazione”.

“Fidati, peggio di così non potrebbe andare.

Quando ho capito che con lei le cose non avrebbero potuto funzionare, ho pensato a te. Tu eri bella, dolce e soprattutto incondizionatamente innamorata. Mi ero imposto di innamorarmi di te, solo così la mia vita sarebbe stata più facile. Poi gli eventi mi hanno travolto, il destino ha voluto che io la rivedessi, che iniziassi a passare più tempo possibile con lei. Ho cercato di andare avanti, di ignorarla, ma è stato più forte di me: io l'amavo. L'amavo a tal punto che ogni mia azione prevedeva lei.

Intanto continuavo a stare con te, pensavo che il tempo avrebbe aggiustato le cose, ma più stavo con lei, più mi rendevo conto che la desideravo. Una sera mi sono dichiarato, tu eri nel mio letto, dormivi tranquilla e ignara, io ero nel suo. Quella notte è stata la più bella della mia vita, l'ho fatta mia davvero, sapevo che non me ne sarei liberato. Da allora abbiamo iniziato una relazione clandestina. Avrei voluto dirtelo subito, ma non me ne hai dato occasione. Non ti facevi vedere sul set, non rispondevi alle mie chiamate, ti limitavi a messaggi sparsi ai quali io non avrei potuto rispondere”.

Sta in silenzio per qualche minuto. I suoi occhi sono rossi per le lacrime. Vorrei stringerla a me, dirle che non è niente, che nella vita capita a tutti di trovare uno stronzo, ma che poi si cerca di andare avanti. Ma non riesco, le parole si bloccano in gola.

Faccio per alzarmi, codardo come al mio solito voglio uscire da quella casa, ma è allora che anche lei abbandona il divano per venire di fronte a me.

Quello stato di impassibilità sembra essersi attenuato, nel suo sguardo ora solo odio, ed io lo merito tutto. Inizia a piangere disperata, singhiozzi e lacrime le spezzano il petto. Tira centinaia di pugni sul mio petto.

“Sei uno stronzo, mi hai rovinato la vita, io ti odio”. Non ho il coraggio di ribattere, come potrei di fronte all'evidenza?

“megan, mi dispiace”.

“Ti dispiace?! Ti dispiace?! Se davvero ti fosse dispiaciuto non mi avresti fatto tutto questo. Cosa ho fatto per meritarmelo?”.

“No, no, no. Tu non c'entri nulla, Megan! Tu hai sbagliato solo ad innamorarti di uno come me”.

“Oh, Ian, risparmiati le frasi ad effetto, sono state già sentite e risentite un milione di volte, dovresti aggiornare il tuo repertorio”.

Non piange più, ora nella sua voce solo il rancore.

“Chi è? Lei chi è?”. urla isterica.

“Cambierebbe qualcosa?”.

“Cambia tutto!”.

“Non credo”.

Si avvicina minacciosa, probabilmente mi tirerà uno schiaffo. Ci sta.

“Dimmi chi è lei. Ho il diritto di sapere”.

“Nina”.

Ride, una risata malefica, fredda. Mi vengono i brividi.

“Lo sapevo, lo sapevo che di lei non dovevo fidarmi. No, Megan, io e Nina siamo solo amici. Tranquilla, Megan, è troppo giovane per me. Sei un maledetto bugiardo”.

“Il mio amore per lei è stato inevitabile”.

“Quindi hai deciso di mandare tutto all'aria per quella puttanella da due soldi che ha solo bisogno di notorietà”.

E' come se mi risvegliassi dopo una dormita di dodici ora. La rabbia mi invade, afferro Megan per le braccia e avvicino il mio viso al suo, si allontana un po' spaventata. Allento la presa.

“NON FARLO MAI PIÙ. Quando parli di lei devi sciacquarti la bocca. E' tutta colpa mia, io ero fidanzato, io ti ho tradita”.

“Ma lei non mi pare si sia fatta problemi a sedurre un uomo impegnato”.

“Tu non sai niente, tu non la conosci. Nina è una donna diversa da te, lei è pura, ingenua. E' la cosa migliore mi sia capitata nella vita. Ora, se permetti devo andare via”.

Faccio per andarmene, apro la porta e la sua voce mi blocca ancora una volta.

“Sì, va' pure da lei, divertitevi fin che potete. Ma sappi che non è finita qui”.

Suona più come una minaccia che un avvertimento. Decido di ignorarla, non mi fa paura.

Ora finalmente, posso amare in libertà la mia donna, questo è il miglior regalo di Natale che potessi ricevere.

 

 

Pov Nina.

 

Dopo aver fatto una bella doccia rilassante e aver indossato il mio vestito delle feste scendo in salotto.

L'odore del cibo arriva fino alle scale. Mia madre sembra allegra, è chiusa in cucina con Maryelle e ascoltano canzoni di Natale. Questa atmosfera non fa assolutamente per me. Non fraintendetemi, amo stare con la mia famiglia, amo trascorrere dei momenti felici con loro, ma preferirei farlo senza troppo ghirigori in giro per la casa e soprattutto senza tutto questo rosso che, mi dispiace dirlo, ma è proprio un pugno nell'occhio.

Raggiungo Paul e Torrey in salotto, stanno dando un'occhiata su internet, lo fanno tutti i giorni, quando sei famoso è facile trovare articoli su di te.

Alexander è incollato alla tv con la sua nuova ragazza, oggi pomeriggio mia madre ha rischiato il collasso. Uno, perchè è bella da far girare la testa, due perchè il suo piccolo si è fidanzato e quindi lei non è più indispensabile.

“Ciao amore mio”. Mio papà mi lascia un tenero bacio sui capelli, anche lui sembra di buon umore, è una novità, anche perchè la mia poca predisposizione alle feste è genetica. Beh, genetica si fa per dire! Diciamo che l'ho presa da lui.

“Nina, guarda c'è un articolo su di te”. Mi avvicino di più a mio cognato, cerco di sbirciare dal suo i phone, ma è troppo piccolo perchè possa scorgere qualcosa. Me lo passa e inizio a leggere.

Nina Dobrev, il nuovo idolo delle ragazzine, avrebbe una relazione segreta con un uomo molto più maturo di lei-replicano le fonti. Noi non possiamo essere sicuri su chi, ma i dubbi che si possa trattare di un regista ultra quarantenne si fa strada dentro di noi”.

Guardo sbalordita Paul. “E' uno scherzo, vero?”.

“No, questi sono solo gli effetti collaterali della popolarità. Fortunatamente i tuoi, non si interessano di gossip e di televisione in genere, cerchiamo di tenerli il più lontano possibile da queste fonti”.

“Già”.

Odio questa parte dell'essere famosi, ma quando ho accettato la proposta di Julie e Kevin avevo già valutato tutti i rovesci della moneta.

Mia mamma porta gli stuzzichini in salotto, mancano solo Devon e il suo nuovo compagno. Frank è già andato all'aeroporto a prenderli.

Suonano alla porta, finalmente sono arrivati.

“Nina, tesoro, vai tu, per favore”.

Sbuffo, guadagnandomi un'occhiataccia da parte di mia madre. Decido quindi che è meglio alzare le chiappe e andare ad aprire.

Quasi svengo. Mi ritrovo di fronte ad un enorme mazzo di rose rosse. Cavolo, ancora rosso!

Riesco ad intravedere la bellezza di due occhi azzurri scrutarmi ansiosi da dietro al mazzo, i miei occhi iniziano a riempirsi di lacrime.

“Che cosa ci fai tu qui?”. Non c'è più rabbia, né frustrazione, solo il desiderio di stringerlo a me, di sentirmi sua ancora una volta.

“Ho ricevuto un invito per la vigilia di Natale, mi sembrava brutto rifiutare”. Il suo sorriso mi blocca il cuore per qualche secondo, è come se non esistesse nulla di altrettanto bello.

“Chi...? Papà?”. Ecco svelato l'arcano, mio padre è strano da quando sono arrivata, non faceva altro che ricordare a tutti che avremmo trascorso il Natale tutti insieme e che con noi ci sarebbe stata una persona speciale. Eravamo convinti si riferisse a Devon, quando parla di lei i suoi occhi si illuminano, è la sua piccolina, e soprattutto, anche se non si dovrebbe dire per un padre, la sua preferita. Solo ora riesco a pensare quanto Liberty si sia affezionato a Ian nel suo breve soggiorno qui e anche quanto tutte le mie sorelle, mio fratello e mia madre lo abbiano accolto bene. E' uno della famiglia.

“Ieri mattina gli ho telefonato per augurargli un felice Natale e lui mi ha invitato a trascorrerlo con voi. Era talmente eccitato...”.

“Ma, Ian, la tua famiglia... non li vedi da Ottobre...”. So quanto sia importante con lui, spesso mi parla di sua madre, di sua sorella e di suo fratello, ma ancor di più ama raccontarmi le birichinate dei suoi due nipotini, Jaxon e Ruby, le sue due piccole gioie.

“Diciamo che la mia famiglia capirà,avevo qualcosa di più urgente... diciamo che avevo una certa emergenze d'amore. Adesso hai intenzione di prenderti i fiori e baciarmi, o preferisci lasciarmi tutta la notte sotto la pioggia?”.

Mi ha chiamata “emergenza d'amore” , come potrei tirarmi indietro e magari sbattergli la porta in faccia? Ok, lo so sono volubile, ma lui è così tenero! E poi a Natale dobbiamo essere più buoni e invitare a cena un poveraccio che si è fatto quindici ore di volo, mi sembra proprio una buona azione.

Gli lancio le braccia intorno al collo, mentre con il piede cerco di socchiudere la porta. Avvicino il suo volto al mio e mi perdo nei suoi occhi. Lo bacio, mi è mancato immensamente.

 

Tutti hanno accolto Ian nel migliore dei modi, in particolare mio padre che lo ha sequestrato e gli sta mostrando tutta la sua collezione di monete. E' la giusta punizione per come si è comportato ultimamente!

Suonano di nuovo alla porta, questa volta non mi alzo neanche morta. Non mi pongo neanche il problema, visto che Maryelle ha letteralmente tranciato una caviglia di Paul per arrivare prima alla porta. Chi la capisce è bravo!

Ian prende posto sul divano, vicino a me, iniziamo a giochicchiare con il suo telefono e a scherzare tra di noi, sotto lo sguardo vigile e sorpreso di mio padre.

Improvvisamente mi sembra di stare in una bolla di sapone, si sentono solo i rumori insiti nella casa, quasi mi spavento, non vorrei che tutti ci avessero abbandonato. Anche Ian sembra essersene accorto, ha alzato i suoi splendidi occhi e ha iniziato a scrutare un po' tutti.

Stanno guardando in direzione della porta, spontaneamente seguo la loro traiettoria. I miei occhi si posano su quattro figure ferme sull'uscio della porta del salotto. Maryelle si mangia nervosamente le unghie della mano destra, Frank, al suo fianco, cerca di fare il vago, e con le mani nelle tasche guarda il soffitto (in effetti ci sarebbe da fare una rinfrescata!). A qualche passo di distanza c'è Devon, mi abbandono in un sorriso a trentadue denti, è sempre stata bellissima, ma ogni volta che la vedo lo è ancora di più. Stringe la mano ad un uomo... un uomo, perchè mi sembra male dire... vecchio! Non ci posso credere. Lei bellissima nel suo metro e settanta, i capelli scuri lunghi fino alla vita, il fisico asciutto e prosperoso con due occhi azzurri che potrebbero concorrere con quelli di Ian, lui dimostra almeno sessant'anni, è basso, tozzo e con la pancia. Una barba arruffata e bianca lo invecchia ulteriormente e degli occhi di un verde intenso faticano a vedersi dietro al nasone importante.

Come i miei parenti anche io rimango senza parole, faccio un calcolo mentale e mi viene quasi un colpo quando scopro che mio padre, con i suoi cinquantanove anni, potrebbe essere suo coetaneo o addirittura più giovane.

Ok, Nina, respira. Concentrati. Mi alzo dal divano e corro ad abbracciare Devon. Dopo di che mi presento al vecch... ehm, volevo dire uomo di mia sorella. Francesco, dovrebbe chiamarsi così.

“Ciao, io sono Nina, sono la sorellastra di Devon. Lui e Alexander, mio fratello e lei è la fidanzata, Michelle. Lì c'è nostra sorella Torrey e al suo fianco Paul, il suo futuro marito. Lei è mia mamma Micaela, mentre lui è Liberty, nostro padre. Sul divano c'è Ian, il mio r... un nostro caro amico”. Me l'ero tenuto per ultimo giusto per rimuginare sul ruolo che gli avrei dato e poi ci sono cascata comunque. Pazienza.

Anche Francesco inizia a presentarsi e lentamente tutti pronunciano le loro prima parole. Io che sciolgo il ghiaccio, incredibile! Solo mio padre se ne sta nell'angolo, lancia occhiate di fuoco in direzione di Devon, non vorrei assolutamente essere in lei. Ian invece le occhiate di fuoco le lancia a me, non deve essergli andata giù la storia dell'amico.

Infatti, quando tutti abbandonano il salotto per andare in cucina, lui mi afferra per la mano e mi fa risedere sul divano.

“Hai paura?”.

“Di cosa?”.

“Di dirlo ai tuoi. Di parlare di noi”.

Fingo indifferenza nei confronti di questa affermazione.

“Non sono cose che riguardano loro”.

“O forse hai paura a presentarti con un uomo di undici anni più grande?”.

La risata fragorosa sorge spontanea, lui sembra incupirsi ancora di più. “Mi prendi in giro? Nel caso tu non te ne fossi accorto, ti avviso che in questa casa, in questo preciso istante, undici anni sono bazzecole”.

“E allora perchè?”.

E' la mia volta di incupirmi. “Perchè vorrei presentare a mio padre il mio uomo, non quello di un'altra”. Abbasso lo sguardo e mi dileguo in cucina, Ian mi segue dopo qualche minuto.

La cena è stupenda, il mangiare è ottimo, peccato che l'umore non sia dei migliori. Mio padre si limita a rivolgere qualche parola di cortesia a Ian e Michelle, tanto per non far capire loro di essere capitati in una famiglia di matti, Alex non ha smesso un secondo di guardare in cagnesco Devon e mia madre non ha smesso di far tremare il mento da quando si è seduta a tavola.

Ringraziando il cielo, Ian e Paul ci intrattengono raccontando la nostra vita sul set, ne sono tutti molto interessati. Ovviamente si conclude con il prendere in giro me.

“Quella sera siamo stati cattivi, eravamo al ristorante e avevamo discusso per qualche motivo. Quando lei si è alzata per andare in bagno, io e Paul ci siamo fiondati a pagare e abbiamo spostato la macchina, volevamo farle credere di averla lasciata lì. Ci siamo gustati tutta la scena da lontano, è diventata pazza, si è addirittura messa ad urlare. Quando siamo usciti allo scoperto, si è ripresa la borsetta e ce l'ha tirata in testa”.

“Mi è venuta paura, pensavo di essere rimasta sola”. Tiro fuori una vocina infantile, Ian mi guarda negli occhi abbozzando un sorrisino tenero, con il pollice mi accarezza la guancia.

“Sono contento che mia figlia si sia innamorata di te, Ian”. Quasi cado dalla sedia, mentre mio padre pronuncia solenne il suo primo discorso intero da quando ci siamo seduti a cena.

“Papà...”.

“E' la mia bambina. Custodisco gelosamente ogni ricordo del suo passato. Ricordo quando la mettevo nel letto e le cantavo la ninna nanna, quando tornavo dal lavoro e voleva essere la prima a darmi il bacio, quando correva mezza nuda per casa e diceva di essere capitan pannolino...”.

Sono super imbarazzata, Ian ride di gusto all'ultima affermazione di mio padre, io ho una mano sulla testa e sono sicura di essere rossa come un peperone. La prima parte del discorso andava bene, non nel mio stile ma almeno era commovente, che diavolo c'entrava adesso “capitan Pannolino”?.

“Papà, possiamo...”.

“Poi ha iniziato a crescere”. E meno male. “La spiavo dalla fessura della porta semi aperta, mentre misurava i vestiti e le scarpe delle sue sorelle, mentre si truccava con attenzione le labbra e si metteva davanti al ventilatore per far alzare il vestito come Marylin”. Ok, forse era meglio Capitan Pannolino. “Sapevo che aveva tutte le carte in regola per diventare una donna stupenda. Lo vedevo nel modo che aveva di atteggiarsi con i ragazzi senza aver neanche compiuto tredici anni, nell'ammirazione che aveva per Julian i primi anni in cui stavano insieme, me ne accorgevo quando ti lanciava sguardi di fuoco sperando che nessuno se ne accorgesse. Sono un padre ed è difficile per me accettare tutto questo, vorrei che le mie piccole restassero con me per sempre. Ma non è possibile. Nina non è più mia da diversi anni ormai ed io devo farmene una ragione.

Quindi, figliolo, prenditi cura di lei. Falla sentire amata e lei si concederà a te, pienamente. Ma non tradire i suoi sentimenti, Nina difficilmente perdona. Continua a guardarla come la guardi adesso, perchè per esperienza posso affermare che l'amore sta negli occhi”.

Ian sorride bonario a mio padre, poi prende la mia mano appoggiata sul tavolo e la stringe con potenza, senza però farmi male. Il suo sguardo ritorna a Liberty.

“Mi prenderò sempre cura di lei, ho un tesoro tra le mani e non ci rinuncerei mai”.

Lo guardo raggiante. Per quanto qualcosa non abbia funzionato, mentre guardo mia madre e Torrey che si abbandonano a lacrime di gioia, mio padre che sorride gioioso a Ian, Paul che mi strizza l'occhio divertito e commosso, il resto della famiglia che mi ammira divertita e felice e Ian... beh semplicemente l'uomo della mia vita che mi stringe la mano... posso affermare davvero che questo sia il più bel giorno della mia vita.

Mi godo la mia felicità e ignoro completamente quella vocina fastidiosa che tenta di dirmi che ho appena fatto ufficialmente mio, ciò che in realtà non mi appartiene e forse mai mi apparterrà.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

Oggi è la giornata più bella della mia vita. Finalmente ieri sono riuscito a confessare tutto a Megan e questa sera ho trascorso momenti pieni d'amore insieme alla donna con cui voglio un futuro. E già, non dimentichiamo, ho anche ottenuto il consenso di tutta la famiglia.

Liberty mi ha accettato come un figlio, ovviamente, però, non se ne parla di farmi dormire con la sua bambina

Sono quasi le tre del mattino ed io non riesco a prendere sonno. Do un'occhiata a Paul, sta già russando nel suo letto small. Beato lui!

Mi alzo per andare a bere un bicchiere d'acqua al piano di sotto, una scatolina rossa cattura la mia attenzione. Riguardo l'orologio un'altra volta, le tre e dieci... beh, Babbo Natale potrebbe già essere arrivato.

Busso nervosamente alla porta della camera di Nina, cerco di fare meno rumore possibile, nella porta affianco dorme Alex con la ragazza. Già da quando mia sorella si era fidanzata, non mi ero mai riuscito a spiegare perchè il figlio maschio potesse dormire con chi vuole, mentre la femmina dovesse finire praticamente in clausura. Poi, mi immaginavo papà e iniziavo a comprenderli un pochino di più.

Nina mi viene ad aprire, è arzilla, probabilmente non ha ancora dormito. Prima che possa dire qualsiasi cosa, si mette un dito davanti al naso e mi fa segno di entrare.

“Cosa ci fai qui a quest'ora?”.

La afferro per la vita e la porto verso di me,l'odore dei suoi capelli mi inebria.

“Babbo Natale è passato a trovarmi in anticipo”.

Mi guarda incuriosita, allora gli mostro la scatolina. Inizia a scuotere la testa rassegnata, odia fare i regali, ma odia soprattutto riceverli, dice che la intimidiscono.

“Dai, fammi contento per questa volta, è per una buona causa”.

Fa un sospiro e afferra la scatola, appena la apre i suoi occhi si illuminano. Senza dire nulla si fionda sulle mie labbra e mi bacia con passione e trasporto. Mi abbandono a lei e alla sua felicità.

“Aspetta un attimo. Guarda attentamente il regalo”.

Tira fiori dal pacchetto la collana, è un cuore di swarovsky con colori tendenti al rosa, con un rivestimento posteriore di oro bianco.

Nina lo gira e rigira tra le mani, è estasiata. “E' stupendo Ian, davvero!”.

“Lo so, ma non mi interessa quello, voglio che legga ciò che c'è scritto dietro”.

Mi guarda perplessa e poi si gira tra le dita il piccolo cuore. “Tu sei l'unica”. Sorride un po' malinconica, probabilmente si sente presa in giro.

Decido di intervenire, le prendo il meno con le mani e alzo il suo volto verso di me.

“Nina, tu sei l'unica”. Lei annuisce, non ha ancora capito le mie intenzioni.

La faccio sedere sul letto e le stringo le mani tra le mie.

“Amore, ieri ho parlato con Megan. Le ho confessato tutto, non stiamo più insieme”.

Spalanca gli occhi per lo stupore, mi sembra ancora più bella, se possibile. Mi sorride radiosa, sembra una bambina che ha trovato sotto l'albero la bambola che aveva tanto desiderato.

“Quindi ora sei tutto mio?”. La stringo forte al mio petto e così piccola e delicata che ho paura di spezzarla. E di spezzare insieme la magia che si è venuta a creare.

“Tuo per sempre, amore mio”. Ci sdraiamo sul letto, non ho voglia di fare l'amore, questo momento è perfetto così com'è, non voglio cambiare una virgola.

“E tu, tu vuoi essere l'unica donna della mia vita?”.

“Lo spero proprio, non voglio più sentire la parola “altre” da nessuna parte, ne ho la nausea”.

“Solo una donna insegnerà ad una donna come si ama, le altre glielo ricorderanno solamente. E decisamente tu non entri a far parte della categoria “altre”.

Vuoi dunque tu, Nina Costantinova Dobreva, prendere il qui presente , nonché fighissimo, Ian Somerhalder come tuo fidanzato e promettere di amarlo ed onorarlo per tutti i giorni della tua vita?”.

Fa finta di pensarci un po', le faccio la linguaccia. “Lo voglio”.

“Ok, allora io vado”.

Mi guarda stupita. “E dove vai?”.

“Ad aggiornare il mio stato su facebook, no?!”.

Scoppiamo a ridere un'ultima volta prima di affidarci a quel bacio, il nostro primo bacio da fidanzati ufficiali.

“Ti amo, Somerhalder”.

“Ti amo anch'io, Capitan Pannolino”. Mi becco un bel pugno sul petto e me lo merito!

 

 

Ciaoooo... questo capitolo non mi convince molto, comunque non importa.

Allora, è Natale e si sa che a Natale succedono le cose più incredibili, le famiglie si riuniscono, si creano piccoli problemi, però tutto finisce per il meglio. Poi potrebbe anche capitarti che il tuo bellissimo amante, molli la sua ragazza per correre da te e regalarti un bellissimo gioiello di swarovsky e per dichiararti il suo eterno amore. E' successo a tutte, no?! Certo!

Comunque finalmente le cose sebrano essersi risolte, ma sarà davvero così?

Vi aspetto con il prossimo capitolo, potremo considerarlo un extra, più che parte integrante della storia. Ho pensato di raccontare il capodanno dei nostri protagonisti, perciò mi piacerebbe non dover aggiungere colpi di scena..... baci e grazie a tutte le mie lettrici

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Capitolo 11
*** Capodanno a Parigi ***


Pov Nina.

 

Sto valutando bene se accettare o meno la richiesta di Ian. Siamo seduti sul divano del salotto, le mie gambe si servono delle sue come di un tavolino pieghevole dell'Ikea e la sua mano mi accarezza dolcemente la spalla, sta cercando di comprarmi.

Durante il pranzo, come è ormai diventata abitudine nella mia famiglia, si parla della mia infanzia felice, non sto neanche a raccontarvi i lucciconi argentati che scendevano dagli occhi nocciola di mia madre!

Quando Ian, lecchino per nascita e ruffiano per professione, le ha chiesto di poter vedere una mia foto da bambina, non è stata più nella pelle, si è precipitata in soffitta ed è tornata giù con decine di album ingialliti dagli anni in mano.

“Dai, Nina, che sarà mai. Fammi vedere queste foto”. Gli occhioni da cucciolo con me non funzionano, scusami Ian.

“Non so se posso fidarmi di te, sono pezzi importanti della mia vita, voglio condividerli con la persona che amo veramente e che so starà con me tutta la vita”.

Ian mi riserva uno sguardo spaventato, non so se per avergli detto che non lo amo abbastanza o per averlo minacciato con una vita intera trascorsa con me. Sono convinta la seconda. Scoppio a ridere come una pazza e anche lui inizia a rasserenarsi, ci mette un attimo a comprendere il mio scherzo.

“E pensare che io volevo solo vedere una tua foto travestita da Capitan Pannolino”.

Sbuffo impaziente, so già che se non lo minaccio prima, farà finire questa storia su tutti i giornali. Già vedo il mio nome in prima pagina: Nina Dobrev e i pannolini del passato.

Probabilmente arrossisco. “Avevo due anni e mezzo, non rispondevo delle mie azioni!”.

Dilata leggermente le pupille seriamente colpito. “Io ho tolto il pannolino parecchio prima”.

“Vuoi un applauso? Non è colpa mia se tu eri un bambino prodigio”.

“In effetti avevo grosse doti già da piccole”. Mi dedica uno sguardo che mi ricorda molto Damon, io cerco invece di ignorare completamente il suo doppio senso.

“Ciao ragazzi, che fate?”. Paul e Torrey ci raggiungono, sono appena tornati da una giornata di shopping sfrenato, me ne accorgo dal volto stremato di mio cognato. Quando mia sorella ci si mette, sa essere parecchio pesante. Afferra un plico di fotografie sparse.

“Oh, guarda com'eri carina”. Ero?! “Questa potrei farla ingrandire e metterla come gigantografia al nostro matrimonio, Paul!”. E' una nostra foto di un Carnevale di tanti anni fa, se non vado errata, io avrò avuto cinque anni e lei sei. Indossavo un costume da pulcinella, mia sorella, invece, è super elegante nel suo vestito da principessa... aspetta un secondo, perché io sembro una specie di pagliaccetto bianco e lei ha il vestito da Barbie magia delle feste? E' davvero ingiusto. Sono proprio la Cenerentola di casa, anzi la Pulcinella.

“Nina, guarda”. Torrey mi passa una delle foto che sta sfogliando, ha l'aria parecchio divertita.

“O mio Dio”. Sono inorridita, che diavolo ci fa quella foto tra quelle di famiglia? Ian me la ruba di mano senza che io possa reagire. Scoppia a ridere come un matto. Una Nina decisamente più giovane, lo guarda scontrosa dalla piccola foto. Sono seduta su un muretto e ho la testa tra le mani, mi sembra di ricordare anche l'irrefrenabile voglia di vomitare che provavo.

“E questa?”.

Risponde Torrey, sia mai che io possa tralasciare dei dettagli. “Qui Nina aveva quindici anni, era la sua prima uscita serale. Ricordo che a mezzanotte in punto il telefono ha iniziato a squillare, ha pregato la mamma di andare a prenderla. Per sua sfortuna è andato papà. Era imbestialito. Penso che la tua punizione sia durata qualche settimana...”.

“Mettici pure qualche mese in più”.

“Wow, Nina Dobrev ubriaca a quindici anni, i giornalisti ne sarebbero ghiotti”.

“Non fa per niente ridere Somerhalder. Neanche un po'”.

“Dai, stavo solo costatando che tra te e l'alcol è stato amore a prima vista. Almeno, non sei una che si stanca facilmente delle cose”.

“Sai, il primo amore non si scorda mai”.

“Siamo tornate!”. La voce di mia madre ci raggiunge dall'ingresso.

 

E' arrivato il momento più difficile della giornata: salutare i miei genitori.

Ieri Alex è partito con Michelle e so che mia madre ne risente molto, di sicuro la nostra partenza di massa non migliorerà la situazione. Inoltre Maryelle è partita stamattina presto con Frank per Barcellona e dunque per questo capodanno i miei genitori dovranno accontentarsi di Devon e Francesco. Ecco, diciamo che mio padre in particolare non farà i salti di gioia.

Sposto lo sguardo su mia sorella, ha gli occhi tristi, anche la sua bellezza sembra essersi dissolta in parte. Non è più la fantastica donna che sognavo di essere un tempo, è come se quegli occhi così neri e profondi, quelle gambe così lunghe da far dimenticare la testa non avessero più senso di esistere. Non è giusto.

Ricordo la sua reazione alla discussione con mio padre, era stravolta, arrabbiata, ferita.

Ho provato a rassicurarla, a farle credere che tutto sarebbe andato per il verso giusto, che a mio padre sarebbe passata.

E' un padre, Nina. Ti passa quando tua figlia prende una brutta pagella, quando fuma la prima sigaretta, quando viene a dirti che vuole lasciare tutto per fare l'attrice. Ti passa lo spinello che trovi in camera di tuo figlio, la macchina che ti ha preso di nascosto per fare il gradasso con gli amici, andare in questura alle due di notte, perchè si è fatto cogliere in flagrante in una rissa. Ti passa il fidanzato maleducato che tua figlia ti porta in casa, la sbronza che si prende a soli quindici anni, la “chiacchierata” che stava facendo nel tuo letto con il suo ragazzo. Ma questo no”.

Non si spinge neanche a raccontare le sue marachelle o quelle di Maryelle, non si avvicinerebbero neanche lontanamente alle nostre. E forse è questo che fa più male. Lei la figlia più bella, lei quella più affezionata alla famiglia, lei la più composta di tutte...

Quando tua figlia trentenne si innamora di un uomo che ha il doppio dei suoi anni... questo no, non ti può passare”.

Mentre la stringo forte tra le braccia, ripenso a queste parole, ripenso a ciò che lei rappresentava per me. E' sempre la mia Devon, la mia sorellina perfetta sempre pronta a togliermi dai guai. Ha solo commesso l'errore di amare un uomo che non potrà darle un futuro. Ma da quando amare qualcuno è un errore? Non è una cosa che ti imponi, che scegli, ti capita e basta, ne vieni completamente sommersa.

Abbandono le guance bagnate di mia madre, per accoccolarmi al petto di mio padre. “E' sempre la nostra Devon”.

Aspetto che Paul e Ian abbiano caricato i bagagli sulla macchina che quest'ultimo ha noleggiato all'aeroporto e salgo sulla macchina. Io e Torrey iniziamo a sbracciarci per non perdere neanche un secondo della nostra famiglia, calde lacrime si rovesciano nei nostri cuori.

 

 

 

 

 

 

Pov. Ian

 

 

Stiamo aspettando le valigie. Sono appoggiato pigramente con le braccia sul carrello e guardo Paul giocare come un disperato a Fruit Ninja. E' una vera schiappa! Un giorno di questi gli chiederò un torneo, mi piace vincere facile.

Nina e Torrey avrebbero dovuto andare a dare un'occhiata alle vetrine, ma dal tempo che ci impiegano potrei giocarmi la testa che sono state risucchiate dal vortice dello shopping parigino.

Neanche il tempo di pensarlo, vedo la mia fidanzata venire verso di me, ha due grandi buste nelle mani e un sorriso che le va da orecchio ad orecchio.

“Io amo Parigi”. Scandisce parola per parola, decisamente elettrizzata da tutta questa raffinatezza.

informer nos passagers que les bagages, le vol en provenance de 77635667, de Londres, Stansted, viennent au numéro 4 de bande. Nous nous excusons pour l'attente ». La voce gracchiante della signorina mi anima, non ne potevo più di aspettare.

Usciti dall'aeroporto, sento qualcuno urlare in modo concitato in mezzo alla folla. E' praticamente l'unico rumore acuto, oltre il ronzio di sottofondo.

« Ian, Paul ! » . Steven si sta sbracciando per farsi notare da noi, i Francesi decisamente non apprezzano.

Mi avvicino a lui, dopo aver dedicato un'occhiata ai miei compagni di viaggio e aver costatato di non averne perso nessuno, lo abbraccio forte. E' una specie di fratellino più piccolo, mi diverto a prenderlo in giro e dargli consigli spassionati per quanto riguarda le ragazze. Ventidue anni è l'età giusta per amare senza regole.

« Non pensavo venissi a prenderci tu ».

Sapevo che Candice sarebbe arrivata qualche giorno prima per aprire la casa e farle prendere aria. Suo padre è un famoso cardiochirurgo e sua madre un'ex ingegnere ambientale e hanno comprato case in praticamente ogni parte del mondo.

« Oh, Candi mi ha chiesto di venirvi a prendere, questa sera arriveranno gli altri e andrà a prenderli lei ».

« Oh, quindi tu e lei siete stati soli in questi giorni ». La curiosità invadente e irreprensibile di Nina.

« Io sono arrivato solo ieri sera ». Le orecchie gli diventano rosse, stringe nervosamente il volante tra le bracccia. Ok, qui gatta ci cova. Però Candice no ! E' una mia amica e le voglio bene, da quando io e Nina abbiamo iniziato la nostra relazione ci siamo avvicinati davvero tanto, però quella ragazza è una tale rottura di scatole... e' una maniaca del controllo, una fissata con la morale e tutte quelle cose che ad un ragazzo di ventidue anni sembrano solo stronzate. Va beh, contento lui.

Mentre Steven è impegnato a chiacchiarare con Paul, stringo la mano di Nina. Mi sento un po' in colpa per i miei ultimi pensieri, soprattutto quelli che definivano come psicopatica una delle sue migliori amiche.

Mi ritrovo di fronte ad un palazzo ottocentesco immerso nello splendore di Saint Germain des Près, ne rimango incantato, devo ammettere che il papà della psicopatica ci sa fare.

Candice mi corre addosso non appena apriamo la porta, rido divertito da questi suoi atteggiamenti mielensi. Non appena Nina spunta dallo stipite mi abbandona per correrle tra le braccia. « Ahia ». mi pesta anche un piede.

Continuano a saltellare come due ranocchiette, fino a quando Paul non tossicchia rumorosamente.

« Posso avere anche io l'onore di baciare questa splendida fanciulla ? ». Scherza e si vede, ma dallo sguardo glaciale che gli lancia, Torrey non sembra apprezzare.

Qualche ora dopo arrivano anche gli altri, sono felice di vederli, mi sono mancati molto. Ci sono davvero tuttti : Matt, Michael, Sara, Kat e perfino Kayla. Per mia sfortuna c'è, però, anche Zach.

« Ragazzi, iniziate ad occupare le stanze. Io avevo pensato che ci si potrebbe sistemare a coppie. Potremmo fare che io e Sara occupiamo la stanza dopo lo studio di moi padre, meentre Kat e Kayla potrebbero sistemarsi nell'ultima porta a destra. Al piano di sopra ci sono altre due camere, potreste mettervi voi quattro ». indica Matt, Michael, Zach e Steven. I suoi occhi indugiano un po' di più su quest'ultimo. «Sotto invece ci sono tre camere, una sarà di Torrey e Paul, le alre due di coloro che sono rimasti ». Mi fa l'occhiolino e capisco immediatamente le sue intenzioni : lasciarci uno spazio riservato e facilmente gestibile.

Prendo la mia valigia con una mano e con l'altra aiuto Nina , che in questioni di pesi è piuttosto impedita, e mi dirigo verso la camera. Come previsto, la mia e quella di Nina sono vicine.

Entro, è molto spaziosa ed arredata benissimo, come il resto della casa d'altronde. Una porta di ebano cattura subito la mia attenzione, deve essere il bagno. Non appena spalanco la porta, un'altra erge maestosa dall'altra parte del muro, il cuore ha un sussulto, apro lentamente anche quella. Come immaginavo è comunicante alla camera di Nina. Lei è ancora intenta a svuotare la valigia dei suoi vestiti più carini.

« Bu ». Fa un salto e un piccolo urlo spaventato.

« Sei impazzito ? Da dove sei entrato poi ? ».

indico sorridente la porta alle mie spalle, lei sorride maliziosa. Mi avvicino a baciarle le labbra, mi sono mancate troppo.

« Candice l'adorabile ».

« Candice l'adorabilissima ».

« Credi dovremmo dirlo anche agli altri ? ». Si tortura il labbro inferiore con i denti, so quanto questo sia difficile per lei.

« Dovremmo ».

Abbandona la testa sul moi petto, io la cullo un po' con le braccia, sembra così piccola ed indifesa. E' la mia piccola principessa, la creatura più bella e complessa del mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Pov Nina

 

 

Mi sveglio di colpo, come se avessi fatto un brutto sogno, ho la punta del naso ghiacciato e le mani, invece, bollenti. Allungo un braccio da sotto la coperta, Ian non c'è. Mi volto su me stessa arrotolandomi con le lenzuola e guardo la sveglia : le undici e mezza. Cavolo, perchè Ian è sempre molto più attivo di me ? 

Sono ancora in pigiama, lavo solo i denti e raggiungo gli altri al piano di sopra. Già dalle scale sento le loro voci divertite, sono tutti a tavola per la colazione e noto con piacere che a parte Matt e Kat, sono ancora tutti in tenuta notte.

« Buongiorno a Tutti ». Ian mi lancia uno sguardo rapito, come se attendesse questo momento da tutta la mattina ed io mi sciolgo come un ghiacciolo al sole.

« Nina, tesoro, vieni a sederti, c'è ancora del caffè caldo ». Mi avvicino alla mia biondissima amica e le lascio un tenero bacio sulla guancia.

« Dormito bene, stanotte ? ». Un sorrisetto malizioso le stravolge il bel viso, spero che oltre a me nessuno l'abbia colto.

Mia sorella entra in cucina un po' trafelata, come se avesse corso chilometri. So quanto questa vacanza le costi fatica, si è sempre sentita a disagio all'interno del gruppo, ma per amore di Paul ci ha sempre seguito un po' ovunque.

Risponde alla mia occhiata interrogativa. « Oh, ho rivisto Doris, ti ricordi la mia amica francese, quella che era venuta in erasmus per sei mesi ».

« Ah, certo, mi ricordo ».

« Anche tu dovresti ricordartene, Ian. Era tra quelle foto che mia madre ti ha fatto vedere ieri ».

Il silenzio cala nella cucina, mentre il mio cuore inizia ad accelerare incessantemente. Io e Ian ci scambiano uno sguardo a metà tra l'impaurito e il divertito, è incredibile come mia sorella possa lasciarsi scappare ogni cosa in questo modo. Eppure ne avevamo parlato a lungo, ma Torrey è Torrey, non potevo pretendere il silenzio da parte sua.

Paul guarda sbalordito sua moglie, per poi incollare i suoi occhi ai miei, è quasi una richiesta di scuse. Scuoto leggermente la testa, prima o poi avrebbe dovuto uscire fuori, certo avrei sperato dopo.

Torrey intanto è allibita, temo anche che voglia scoppiare a piangere, è in piedi dietro ad Ian e guarda fisso nel vuoto. Vedo il mio ragazzo fare il vago, mentre le passa un paio di volta la mano dietro la schiena come a rassicurarla, anche lui sa quanto sia fragile mia sorella.

« Quindi, Ian, tu hai passato il Natale a casa di Nina ?». Lo sguardo glaciale di Zach ed il suo tono distaccato e scocciato, non potrebbero di certp migliorare la situazione. Vedo Ian risentirsi, mentre si tira un po' più su sulla sedia.

« Esattamente, Zach ».

« Però voi volete farci credere che a legarvi sia solo un'amicizia, giusto ? ».

« Non sono fatti tuoi, Roering ».

« Beh, in realtà sì, potrebbero essere fatti miei. Ho avvistato Nina molto prima di te ». Ehi, mi ha per caso presa come un specie rara di selvaggina, contesa tra i due cacciatori ? Sono molto incazzata con Zach Roering. E questo non va bene.

« Zach, non fare l'idiota ». Michael, l'unico del cast, insieme a Candi e Paul, a sapere la reale situazione, cerca di far ragionare il suo amico, a modo suo è ovvio.

« Non sto dicendo niente, vorrei solo sapere la verità , me lo merito ».

« Ti meriti cosa ? Non mi pare di averti mai fatto credere cose che non c'erano. Tu ci hai provato ed io ti ho scaricato, ergo tra di noi non c'è mai stato nulla. E poi qual è il tuo problema ? Che Ian sia il mio ragazzo ? Beh, allora fattene una ragione, stiamo insieme da quasi due mesi e siamo innamoratissimi l'uno dell'altra ».

Ian mi guarda a bocca aperta. Zach si alza e si dirige verso la sua camera, Michael si affretta a seguirlo. Non una mosca vola nella cucina pittoresca di Candice e questo mi imbarazza alquanto.

« Allora, Matt mi devi cinquanta euro ».

Tutti ridono e pur non comprendendone il motivo, sono silenziosamente grata a Steven per aver rotto quella bolla di silenzio.

Lo guardo interrogativa. Steve ricambia un po' intimidito.

« Vedi, io e Matt abbiamo scommesso, io ero convinto che tra di voi ci fosse qualcosa, lui sosteneva che fosse una grande amicizia. Sai, anche per via di Megan... » .

Sento un'ondata di calore invadermi le guance. Non ci pensavo più, eppure devo fare i conti anche con questo, i miei amici mi vedranno come una stronza rovina coppiette e, d'altronde, come biasimarli.

« Con Megan era tutto finito prima ancora che cominciasse, non ritengo Nina assolutamente responsabile ». La voce fredda di Ian mi riempie le orecchie, so che questo è un tasto dolente e che vorrebbe parlarne il meno possibile, ma era inevitabile.

« No, Ian. Non volevo assolutamente dire questo, è che pensavo che tra di voi andasse tutto bene, tutto qui. Conosco Nina e so che non è quel tipo di ragazza che seduce uomini fidanzati, non senza provare qualcosa di effettivo almeno ».

Matt cerca di far calmare Ian, ha sempre avuto un certo ascendente su di lui, non mi stupisco quando vedo il volto del mio fidanzato rasserenarsi improvvisamente.

« Ragazzi... ». La voce di Zach ci raggiunge all'mprovviso, è fermo sullo stipite della porta, sul suo volto noto una vena di vergogna.

« Volevo chiedervi scusa. Non avevo nessun diritto di comportarmi così, sono stato un'idiota. Solo che Nina mi interessava realmente e ne sono rimasto un po' colpito. Vi auguro tanta felicità, davvero ».

« Grazie, Zach ». La rabbia nei suoi confronti è svanita all'improvviso. Mi ricordo come fino a poco tempo fa occupassi io quel posto, di come vedere Ian tra le braccia di Megan mi procurasse il mal di stomaco, nessuno meglio di me potrebbe conoscerne la difficoltà.

Ian, inaspettatamente, si alza per abbracciarlo, anche lui deve averne compreso le ragioni e per una volta mette da parte il suo orgoglio.

« Amici ». Zach gli tende la mano, lui la afferra potente e sicuro.

« Amici . Però, dovessi ancora scorgerti a flirtare con la mia fidanzata, potresti aver bisogno di una plastica facciale. ». Sorride mentre lo dice, ma io lo conosco troppo bene e so che lo scherzo arriva fino ad un certo punto. Lo sguardo eloquente che Paul mi lancia, mi fa capire che la pensa al mio stesso modo.

 

 

 

Pov Ian.

 

Finalmente non devo più nascondermi, non con i miei amici, almeno. Ho appena telefonato a Julie, anche se avrei preferito farlo dal vivo, non volevo che qualcuno le anticipasse la notizia. So come la pensa a riguardo delle storie nate sul set televisivo, inutile dire che sia totalmente contraria. Però oggi è riuscita a sorprendermi, sembrava felice della notizia, mi ha addirittura detto che loro avevano già capito tutto.

« L'alchimia che c'è tra Damon ed Elena non può essere solo data dalla bravura di due attori. Era naturale ci fosse qualcosa di più ».

Certo, non ha perso tempo ad elencarmi i cento motivi per cui una nostra eventuale rottura potrebbe compromettere l'intero show, però tutto sommato l'ha preso benino.

Entro nella camera che condivido con Nina, ormai la farsa della camera comunicante è acqua passata, Candice ha colto l'occasione al volo per impossessarsene.

Nina sta finendo di prepararsi per il cenone, è stupenda. Il vestito rosso cremisi si avvolge a lei come una seconda pelle. Mette in evidenza il suo seno morbido, la pancia piatta e le gambe longilinee. Si spinge fino a sopra il ginocchio, un paio di scarpe argentate, con un tacco da fare invidia e Lady Gaga, le slancia le piccole caviglie e la collana che le ho regalato veglia maestosa sul suo bianco petto. I capelli acconciati in boccoli perfetti le accarezzano dolcemente la schiena dritta ed il trucco nero che le circonda gli occhi, la rende ancora più aggressiva, più donna.

Rimango imbambolato a guardarla, chiedendomi come uno come me abbia fatto ad ottenere un angelo così bello.

« Ehi ». I miei occhi incontrano i suoi nello specchio, la mia espressione da ebete mi fa quasi drizzare i capelli, ma la visione di questo corpo è troppo anche per il mio giovane cuore.

« Ehi ». Mi avvicino a lei, le circondo la vita con un braccio e continuo ad ammirarla come fosse una delle creature più affascinanti della terra. Quello che realmente è, d'altronde.

« Ragazzi, ci siete ? ». Torrey e Paul fanno il loro ingresso in camera, rovinando tutta la magia del momento. Mi piacerebbe cacciarli fuori, ma so che Nina non apprezzerebbe.

« Vi dobbiamo dare una notizia importante ».

Osservo con attenzione la faccia del mio migliore amico, sembra felice.

« Il prete ci ha appena chiamato, abbiamo finalmente fissato la data delle nozze ». Per la prima volta da quando la conosco, Torrey ha la voce spezzata dall'emozione. Mi fa tanta tenerezza, soprattutto perchè so quanto tutto questo sia importante per loro. « Allora? ». Chiede Nina impaziente.

« Tra un anno esatto ».

« Ma è tantissimo tempo, pensavo voleste farlo molto prima ». Rido compiaciuto dalla vocina infantile che esce dalla bocca di Nina, è rimasta delusa, in fondo la storia del matrimonio entusiasmava tanto anche lei .

« Lo so, però c'era questa chiesetta che avevamo visto, e mi hanno dato il via solo per il primo Gennaio 2011 ».

« Capito, che peccato però ».

« Noi però volevamo chiedervi una cosa ». Paul mi guarda con aria di chi la sa lunga, poi si sofferma su Nina

« Ci piacerebbe che voi due foste i testimoni del nostro matrimonio ». Ok, questo proprio non me lo aspettavo, a quanto aveva detto Paul avrebbero scelto una sua sorella e Alexander, ora cosa c'entriamo io e Nina ?

« Noi... ».

« Tu sei il moi migliore amico, sei molto più che un fratello, quello che mi è stato sempre vicino anche nei miei momenti più bui. Abbiamo condiviso tante cose insieme, mi piacerebbe condividere con te anche questo momento ».

Non sono un sentimentalista, ma queste parole mi sciolgono il cuore, abbraccio forte Paul, un po' per nascondere gli occhi che staranno diventando lucidi.

« Beh, direi che adesso ci tocca andare. Questa sera abbiamo un motivo in più per festeggiare ». L'allegria di Nina è contagiosa, tiro una pacca sulla spalla a Paul e le prendo la mano.

Quando entriamo in cucina, il tavolo è già apparecchiato per dodici, anche oggi Candice ha dato il meglio di sè per organizzare una serata che, a prima vista, sembrerebbe indimenticabile.

Il cibo è tutto buonissimo e mentre mi guardo in giro, un sorriso mi spunta sul viso, per me è come aver trovato una nuova famiglia.

Osservo con più attenzione Nina, con una mano tiene la forchetta, mentre con l'altra mi accarezza il ginocchio. Sta chiacchierando allegramente con Kat, negli occhi una luce nuova, più libera e sbarazzina, la stessa luce che le ho visto la prima volta qualche mese fa.

Matt si alza in piedi, ha in mano un calice colmo di vino rosso, lo alza in aria e ci guarda soddisfatto. « Arrivati a questo punto della nostra conoscenza, ritengo opportuno fare una serie di brindisi. A Torrey e Paul che finalmente sono in dirittura d'arrivo per far crescere il loro amore ». Paul guarda intensamente la sua futura moglie, alza il calice verso Matt e beve. « A Candice che ci ha ospitato in questa meravigliosa casa, regalandoci delle giornate meravigliose ». Brindiamo tutti alla bontà di Candice, Parigi a parte. « A Steven e Michael che in soli tre mesi hann intrapreso un percorso di crescita sconvolgente ». Sorrido ripensando allo sguardo acceso del piccolo Steve, forse dovrei mettermi nell'ottica di aver a che fare con un uomo, difficile quando lo vedi timido ed indifeso, mentre interpreta un ragazzino troppo problematico.

« A Sara che spero un giorno di poter sposare ». Ridiamo tutti, siamo a conoscenza della passione di Matt per la zietta del cast, ma sappiamo anche che lei non vuole assolutamente saperne. « A Kat e Kayla che sono contagiose con la loro allegria. A Zach che è riuscito a mettere da parte ogni dissapore e ha riconosciuto i propri errori. E a questa nuova bellisima coppia che ha appena preso il volo. Con la speranza che la vita vi riservi sempre e solo cose belle ». Nina ha gli occhi lucidi, evidentemente emozionata per le parole affettuose del nostro amico.

« Ed infine un brindisi anche per Julie e Kevin che hanno reso possibile tutto questo ».

Ci alziamo tutti in piedi, ci incateniamo gli uni con gli altri in un abbraccio, beviamo alla salute di tutte queste parole, alla salute di questa serata ancora solo all'inizio, alla salute di questa amicizia che è già grande nel nascere. Bacio appassionatamente Nina, suscitando risate squillanti da parte delle ragazze e fischi agitati da quasi tutti gli uomini.

 

 

 

 

Pov Nina

 

La festa sta proseguendo nel miglior modo possibile, o almeno così credo. In questo momento fiumi di alcol stanno scorrendo rapidi nel mio corpo, anche la vista sembra risentirne parecchio.

Io e Candice siamo appicciacate l'una all'altra in una sorta di lap dance sexy, se non mi sbaglio Ian mi sta lanciando occhiate non proprio comprensive. Non so se a dargli fastidio sia Michael che appare parecchio interessato ai nostri movimenti, o il mio vestito che ha deciso di non lasciare nulla all'immaginazione. Probabilmente entrambe le cose.

Nonostante la mia mente non più così lucida, decido di slacciarmi da Candice, corro verso il carrello degli alcolici e preparo una vodka fragola lemon.

Ian si avvicina offrendomi una fragola zuccherata da appoggiare al bicchiere, la prendo dedicandogli uno sguardo malizioso.

« Finito lo spettacolino ? ». Ok, è definitivo, Ian Somerhalder incazzato non è assolutamente una buona soluzione.

« Che spettacolino ? ».

« Non saprei identificarlo meglio, Michael mi ha coperto tutta la visuale ».

Mi avvicino a lui e lo stringo forte, cerco di provocarlo appoggiandogli addosso tutto il mio corpo intorpidito. Il suo profumo, ammorbidente misto a Milion, mi stordisce, una voglia improvvisa si impossessa di me. Sperando che nessuno stia guardando dalla mia parte, sfrego il moi bacino contro la sua erezione, lo sento sospirare tra i miei capelli. Mi guardo intorno, sembra tutto tranquillo, l'assenza di mia sorella e moi cognato potrebbe spiegare una situazione analoga alla nostra.

Ian mi prende la mano e mi conduce nella nostra camera.

Mi accompagna fino al letto, mi ci sdraio completamente ignara di ciò che sarà, ma come tutti gli ignari, sono molto curiosa.

Ian si allontana da me, si sbottona la camicia e la lascia cadere a terra, il battito del mio cuore aumenta inesorabilmente, come se la visione di quei muscoli scolpiti lo avesse risvegliato da una sorte di letargo.

Mi offre la mano, chi sono io per rifiutare l'offerta ? Mano, braccia, gamba... sono tua.

La mia schiena è a contatto con il suo petto, sento i muscoli guizzare ogni volta che le sue mani ispezionano curiose i miei seni. Senza che me ne accorga, abbassa la zip del mio vestito, lo sento scivolare a fatica lungo il mio corpo infreddolito, le sue dita scivolano lungo il ventre e si abbandonano nel mio piacere.

Sospiro rumorosamente mentre il suo contatto diventa più prepotente dentro di me. Mi abbandono a quell'attimo di godimento, scivolando un po' di più sulle mie gambe e appoggiandomi con le spalle all'anta fredda dell'armadio.

« Sei bellissima ». Annuso il suo profumo, ammorbidente e Million si impossessano di me, sorrido soddisfatta alla dolcezza di quelle parole.

Libera la sua erezione, la sento sfiorare con lentezza la pelle ruvida del mio fondo schiena. Passo una mano indietro per afferrarla, muovo lentamente su e giù, mentre il suo battito accelera all'impazzata. Senza voltarmi, conduco il suo membro dentro di me. Lascio che a guidare sia lui ed imito con facilità i suoi movimenti. Le sue mani solcano avide le mie estremità, mi solleticano la spalle, poi i seni ed infine il pube. Ian inserisce un dito dentro di me, il piacere sembra mi mozzi il fiato, ma tarda comunque ad arrivare. Sento il mio uomo sorridere a questo attimo di angoscia, si sta divertendo. Decido di ripagarlo con la stessa moneta. Mi slaccio da questo intrico così intimo e mi volto verso di lui. Lo spingo sul letto e mi metto a cavalcioni sulle sue gambe. Sorrido maliziosa al suo sguardo stupito. Inizio a baciargli le labbra per poi scendere giù sul suo petto, e ancora più in giù dove giace naufrago il suo piacere.

Prendo la sue erezione in bocca e scendo su e giù con le labbra, facendo roteare la lingua proprio in punta. Nel momento in cui avverto il suo desiderio diventare più grande, mi fermo. Risalgo fino alle sue labbra e mi concedo un bacio magico, uno di quelli che potrebbero non finire più, che anche se senza fiato continueresti in eterno. Con una mano faccio combaciare l'una dentro l'altra le nostre intimità. Raggiungo per prima il piacere, per poi concentrarmi totalmente sul suo.

 

« Ti hanno mai detto che sei un Dio del sesso ? ».

Ian mi guarda con aria titubante, sta fingendo. «  Mi hanno chiamato Adone, Guerriero, Stallone, una volta perfino Gladiatore, ma Dio non me l'ha mia detto nessuno. Lo aggiungerò alla mia lunga lista ».

Gli tiro un pugno sulla spalla e lo seguo verso la cucina. Mi è venuta una sete pazzesca e preferirei abbandonare momentaneamente il carrello degli alcolici.

Improvvisamente mi imbatto in qualcosa di duro. Ops, e' la schiena di Ian, senza accorgermene ci sono finita addosso.

Cerco di capire il motivo che abbia bloccato il mio ragazzo sull'uscio della porta, mi sporgo oltre la sua figura e arrossisco alla visione di una Candice stra ubriaca e mezza nuda con uno Steven senza camicia intento ad infilare qualcosa... ok, non voglio sapere cosa.

Inizio a ridere come una pazza non appena incrocio lo sguardo di Ian, è imbarazzatissimo e inizio a temere che sia andato incontro ad una qualche specie di shock. Vorrei provare a ricordargli ciò che lui ha fatto pochi minuti fa sul letto di Candi, ma preferisco evitare di metterlo in ulteriore imbarazzo, inoltre la mia amica potrebbe impazzire.

Lo trascino fuori dalla cucina, tirandolo dalla camicia ormai stropicciata.

« Mi era sembrato di intuire qualcosa, ma pensavo che comunque ci fosse ancora Michael ».

« Se non vuoi sapere, non chiedere ». Candice ed i suoi sbalzi d'umore, basta nulla per indirizzarla su un'altra via. Certo, non sono davvero sicura che Steven sia la scelta più giusta, ma come si dice in questi casi : chi vivrà vedrà !

 

 

Pov Ian.

 

 

Le novità non finiscono mai, non per noi di The vampire diaries almeno. Mentre ripenso alla scena di questa sera con Candice e Steven, cerco di vestirmi il più velocemente possibile, non ho tempo da perdere.

Nina è profondamente addormentata, in realtà da non più di cinque minuti, mi spiace tantissimo doverla svegliare, ma è assolutamente necessario.

« Nina, amore mio ».

Bofonchia qualcosa nel sonno, apre gli occhi mi guarda e nasconde la testa sotto le lenzuola. Sorrido mentre la vedo rotolare con tutto il lenzuolo verso la mia parte, la blocco e le bacio con delicatezza i capelli.

« Vestiti, ti devo portare in un posto ».

« Che ore sono ? ».

« E' quasi l'alba ».

« Ma quando siamo arrivati camera era quasi l'alba ». Si lagna come il suo solito, ma non riesco ad avercela con lei, i suoi capricci sono il motore delle mie giornate.

« Dai, è una sorpresa ». Ho usato la parola d'ordine, giusto il tempo di pronunciarla che Nina si infila la felpa blu ed i jeans sbiaditi.

Riesce ad addormentarsi anche in macchina, ho sempre ammirato e anche un po' invidiato questa sua strana capacità di chiudere gli occhi e sprofondare nell'immediato nel mondo dei sogni.

Le bacio le morbide lacrime, rese un po' secche dal freddo parigino. Apre lentamente gli occhi e si sofferma a guardarmi.

Mi precipito fuori dall'auto e passo dalla sua parte per aprirle lo sportello. Quando i suoi occhi incontrano l'ingombrante visione di fronte a noi, il suo sguardo scatta radioso su di me.

Sono appena le cinque del mattino, il freddo si insinua anche sopra i piumini che indossiamo e la Tour Eiffel erge maestosa sopra di noi.

La bacio con passione, è uno dei momenti più belli che abbia vissuto con lei, sembra essere tornata bambina e la sua luce mi irradia a tal punto da farmi quasi bruciare.

Saliti sulla torre, le stringo la vita, la sua schiena contro il moi petto e la mia guancia a contatto con la sua.

Le luci dell'alba colorano generosamente il cielo cupo e gelido della città.

« Normalmente non si viene qui per guardare le luci della città ? ». Non distoglie un attimo lo sguardo da quella visione inebriante.

« Gli innamorati normali lo fanno ».

« E noi come siamo ? ».

« Noi siamo innamorati speciali. Il buio della notte lo lasciamo pure agli altri, noi ci godiamo le prime luci della giornata. Io e te siamo l'inizio, Nina. Proprio come l'alba, il nostro amore sta sorgendo. Sono venuto qui oggi per dirti che, tra cinquant'anni mi piacerebbe tornare qui, questa volta al tramonto, ma vorrei essere con te. E mentre guarderemo le luci arancioni e rosate che nascondono timide il sole, ripenseremo ai momenti vissuti insiemi e ancora di più a questo momento che stiamo vivendo ora. Vorrei vedere tramontare la mia età insieme età, eppure vorrei che ci ricordassimo sempre che, anche a distanza di anni, anche quando litigheremo a tutte le ore del giorno e della notte, anche quando non mi sopporterai più, il nostro amore è come l'alba. E' sempre un inizio ».

Sono parole complesse da dire, non so neanche se abbia realmente afferrato il concetto, è ancora presto per parlare di tempo, ma ora come ora non riesco ad immaginare la mia vita in un contesto in cui lei non ci sia.

I suoi occhi mi sorridono, mentre le sue labbra sono spalancate per lo stupore. Si avvicina a baciarmi ed io so che in quel bacio e racchiusa la sua promessa.

 

 

 

Ciao ragazze !! SCusate il moi imperdonabile ritardo, ma non ho potuto farne a meno, gli esami mi hanno portato via tutta la settimana.

Come vi avevo preannunciato, questo capitolo è solo un'extra, torneremo presto al vivo della storia, dove non saranno solo rose e fiori.

Aggiornerò molto presto. Un bacio a tutte le mie lettrici, due a chi si fa sentire spesso con le sue recensioni.

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Capitolo 12
*** Ti presento i miei ***


Pov Ian.

 

 

Entro nella camera e mi sistemo già sul loro letto. Stanno dormendo insieme, ancora non mi fa nessun effetto, almeno credo.

Elena inizia ad aprire gli occhi, giace tranquilla tra le braccia forti e possenti di Stefan, il quale le scocca un bacio premuroso dietro alla nuca.

Buongiorno”. Elena sorride.

Mi potrei abituare”.

Entro in scena io, la telecamera si sposta sulla mia persona. “Sorgete e splendete, dormiglioni”.

Damon, per favore”.

Che stai facendo?”. Li ho colti alla sprovvista, Elena cerca di coprirsi il più possibile con le lenzuola, Stefan sembra piuttosto indispettito dalla mia presenza.

Basta fare i piccioncini”.

Puoi andare fuori di qui?”.

Qualunque cosa facciate, non riuscirete a sconvolgermi. Ora ascoltatemi. Dobbiamo discutere di una cosa molto seria”.

E dobbiamo farlo proprio adesso?”. Elena è tranquilla, un po' finta a dirla tutta.

Beh, ci sono molte cose da fare, ora che siamo tutti amici e lavoriamo per un obiettivo comune”.

Elena e Stefan si guardano complici, un po' intimoriti dalle conseguenze di ciò.

Mi alzo in piedi, guardando l'altro muro della stanza.

Dunque, per aprire la cripta, dobbiamo trovare il diario, per trovare il grimorio e spezzare l'incantesimo e dato che tu sei Elena Gilbert, il diario è compito tuo”.

Stefan la osserva un po' preoccupato. Lei mi sfida con lo sguardo. “Chi ti ha detto che avrei collaborato?”.

Beh, Stefan collabora e tu hai preso la residenza nel letto di Stefan, ergo...”

Stefan mi interrompe e si rivolge alla ragazza. “Non devi fare niente che tu non voglia fare”.

Elena si corica nuovamente, con un'aria un po' scocciata, ma abbastanza disponibile. “Lo farò oggi”.

Bene”.

Come facciamo a sapere che il diario ci dirà dove si trova il grimorio? Possiamo fidarci della parola di quel vampiro? Non sembra molto sveglio”.

In mancanza di altre opzioni...”.

Elena si rialza e ci guarda interrogativa. “Posso sapere cos'è esattamente un grimorio?”.

E' un ricettario di una strega”.

Ogni incantesimo che una strega lancia è unico, quindi ogni strega deve documentare il suo lavoro”.

Già. Un ricettario”.

 

“Ok, ragazzi bene così”.

Sospiro sollevato, abbiamo provato questa scena per tutta la mattina. Una volta Nina e Paul si sono tirati una capocciata, un'altra volta io ho confuso le battute con quelle di un'altra scena e ancora, sempre Nina, ha rischiato di cadere dal letto, lanciandosi con troppo zelo sul cuscino.

“Caffè?”. Le idee di Paul sono sempre molto gradite, metto la giacca di jeans sulla maglia nera di Damon e attendo che Nina si dia una mossa. Sta cercando disperatamente la borsa e quando si accorge di averla lasciata sulla mia sedia, fa un sorrisetto infantile, ma assolutamente spontaneo.

Ci dirigiamo verso il bar di fronte al set, il proprietario è un grande amico di Paul ed ogni tanto ci sembra opportuno andarlo a trovare.

Il freddo glaciale di Atlanta si insinua sotto la mia maglia leggera. Sembra trascorsa un'eternità da quando ho fatto la mia promessa a Nina sulla Tour Eiffel, da quando abbiamo festeggiato il suo compleanno sugli Champs Elysees insieme al resto del cast, da quando abbiamo condiviso la nostra prima meravigliosa vacanza da coppia effettiva. Eppure è passato solo un mese, ma il ricordo di quei giorni è vivo dentro me.

Ci sediamo al primo tavolo libero, ormai la gente ci riconosce, qualcuno, più timido, si limita ad osservarci da lontano, altri, più emancipati, ci si gettano praticamente addosso alla ricerca di un autografo.

“La popolarità non fa decisamente per me”.

Come avevamo previsto, Nina è quella che fatica di più ad adattarsi a questa nuova situazione, la gente la ama e lei ne è contentissima, ma non è ancora in grado di assimilare bene tutte queste attenzioni.

“Pensa, non appena scopriranno la vostra relazione, sarà il delirio mondiale”. Paul scoppia in una fragorosa risata, ma noto che Nina è abbastanza sconvolta da questa futile affermazione del mio amico. Forse non ci aveva ancora pensato, difficile da credere per una come lei che ha sempre tutto sotto controllo.

“Sapremo gestire anche quello”. Cerco di rassicurarla, adoro vedere il suo broncio trasformarsi in un sorriso pulito e bellissimo.

“Guarda il lato positivo, almeno tu non devi seguire tua sorella in una Spa. Mi vergognerei parecchio se dovessero paparazzarmi in un bagno turco con la faccia a metà tra il goduto e l'adirato”.

“O poverino. Mi dispiace tantissimo che tu debba andare a rilassarti, cognatino. Non capisco proprio cosa tu possa aver fatto di così sbagliato per subire una tortura simile”.

Il sarcasmo di Nina mi fa sorridere, Paul la guarda un po' irritato, ci credeva davvero alla tesi sul bagno turco!

“Voi che cosa farete?”.

“Io ho la giornata libera, oggi. Tu hai scena da girare, Ian?”.

Scuoto la testa mentre scrivo un messaggio sul telefono. Sento il corpo di Nina irrigidirsi, lo fa sempre quando qualcosa sfugge al suo controllo.

“A chi scrivi?”. Cerca di mantenere il tono della voce fermo e sereno, ma io so che dentro di se sta soffrendo.

“A Robin. Mi ha chiesto una cosa”. Il nome di mia sorella la rilassa all'istante.

Cerco quel coraggio che non ho, non so perchè mi senta così strano, però so che temo la sua reazione. Non mi era mai capitato prima, è una situazione totalmente nuova anche per me.

“Nina...”.

Alza lo sguardo dalla sua tazza di caffè, è sorridente, dolce e pura come solo lei sa essere.

“Oggi ho parlato con Julie, ci ha lasciato libera anche la giornata di domani. Mi chiedevo se... se...”.

Paul mi tira un calcio da sotto il tavolo e cerca di spronarmi con lo sguardo ad andare avanti con il discorso. Facile per lui!

“Beh, è tanto tempo che non vedo la mia famiglia. Mi piacerebbe approfittare di questo ponte allungato per andare a trovarli”.

Mi sorride radiosa, sembra avere apprezzato la mia idea. “Ian, hai avuto un'idea fantastica, sono sicura che renderai felici tutti”.

Ecco che non ha capito nulla.

“Veramente, mi piacerebbe averti con me. Penso sia arrivata l'ora di presentarti alla mia famiglia”.

Trattengo il fiato, Paul sembra accorgersene perchè inizia a fissarmi come se fossi pazzo.

“Certo, se fa piacere a te...”.

“Sarebbe davvero importante. E poi Robin non mi lascia in pace un attimo, da quando le ho detto di essermi innamorato, non passa ora che non si faccia sentire”.

Ricambio il suo sorriso, sembra serena, forse perchè ancora non conosce mia sorella.

“Abbiamo l'aereo prenotato per le 16, in un'ora dovremmo essere lì. Non sarà un viaggio tanto stancante”.

Le stringo forte la mano nella mia, la sento irrigidirsi. Come se volessi tastare le sue reazioni, avvicino spudoratamente il mio viso al suo. Si allontana istantaneamente, senza esagerazioni teatrali.

“Cavolo non mi ero accorta dell'ora. Se alle quattro abbiamo l'aereo sarà meglio che mi sbrighi, ho anche la valigie da fare”. Recupera la borsa che ha abbandonato su una sedia vuota vicino a lei, si china per dare sia a me che a Paul un bacio sulla guancia e si allontana atteggiandosi tra le mille attenzioni degli uomini presenti.

La guardo scomparire oltre la porta scorrevole. “L'hai vista anche tu?”.

Paul sta addentando la sua seconda brioche, Torrey ha iniziato una campagna contro i cibi grassi e la loro dieta al momento prevede solo carne di tacchino ai ferri e verdure al vapore. Mi osserva confuso, fermando con le mani il cioccolato che rischia di cadere a terra.

“Cosa?”.

“Nina”.

“Oh, sì. E' sempre più bella non è vero?”.

Scuoto rassegnato la testa, quando si tratta di cibo posso tranquillamente fare a meno del sostegno del mio migliore amico.

“Si è allontanata mentre ho cercato di baciarla”.

Paul manda giù il boccone, passa più volte un fazzoletto microscopico sulle labbra e beve un generoso sorso d'acqua. Solo allora il suo sguardo si posa su di me e riesce a dire la sua.

“Io non la vivrei così male, Ian. Ne abbiamo già parlato tempo fa. Nina è appena entrata a far parte di questo mondo, ha bisogno di tempo per metabolizzare tutte le sfumature che lo contraddistinguono. Adesso è un po' frustrata, la vostra storia è nata in una maniera alquanto bizzarra, ha paura di esporsi al mondo come quella che ha fatto rompere Ian Somerhalder con la fidanzata epica”.

“Megan non era la mia fidanzata epica”. Mi scocca uno sguardo irritato, mi conosce abbastanza bene per capire che sto tergiversando.

“Ci siamo capiti, spero. Vedrai che con il tempo diventerà più facile, senza neanche accorgersene si troverà nell'occhio del ciclone e non le dispiacerà poi così tanto”.

Dubito delle parole di Paul, so che conosce Nina come le sue tasche e che vorrebbe per lei solo il meglio, ma so anche che tiene troppo a me per farmi rimanere male di qualcosa. E' il brutto di essere il migliore amico di due fidanzati, non sai mai come metterli d'accordo.

“Probabilmente hai ragione tu, amico. Sto diventando paranoico, ma dubito che il problema di Nina possa essere Megan”. Fingo di assecondarlo e lo guardo malissimo mentre ordina la terza brioche.

“Sei alla terza. Non ti pare di esagerare un pochino?”.

“Oh, le tre ore di allenamento giornaliero sono davvero molto utili”.

“Non ne dubito, ma forse dovresti ricordarti di una cosa che si chiama salute. Non so se mi spiego”.

“Hai ragione, cercherò di rimediare. Comunque, sei pronto a presentare Nina ai tuoi genitori?”.

Devia il mio discorso da nutrizionista salutare, penso ne abbia già abbastanza della sua futura moglie fissata.

“Sì. Penso sia quella giusta. Mia madre la adorerà, ne sono sicuro. Mio padre ne rimarrà estasiato e mio fratello ci proverà spudoratamente. L'unica a cui dovrà stare attenta è Robyn, le farà il terzo grado e verrà a conoscenza anche della sua quinta generazione. E' fatta così”.

“Rimango della mia opinione che non amare Nina sia impossibile. Vedrai saranno tutti conquistati dalla sua semplicità. E' la migliore”.

Gli sorrido e gli do una pacca sulla spalla. “E' ora di andare”.

“Sì, è meglio che me ne vada in palestra a bruciare le calorie di questa mattina”.

“Allora, datti da fare. Salutami Torrey. Ci vediamo Lunedì”.

“Per qualunque cosa chiamami”.

Il mio amico, il mio migliore amico sempre così presente. Parlare con lui è sempre un grosso aiuto, anche se sono ancora un po' risentito dall'atteggiamento di poco fa di Nina. Ho visto in lei proprio l'intenzione di ignorarmi, quasi come temesse di contrarre qualche strana malattia. Cerco di non pensarci ed inizio a mettere l'indispensabile nella mia piccola valigia. Sorrido pensando a ciò che starà facendo Nina, sono sicuro che sarà in crisi perchè non riesce a scegliere il vestito da indossare. Le donne e le loro paranoie.

 

 

 

Pov Nina.

 

Che diavolo mi metto? Cioè, devo conoscere tutta la sua famiglia per la prima volta e lui me lo dice così. Avevo bisogno di almeno un paio di giorni per prepararmi psicologicamente e anche fisicamente.

Mi guardo intorno, il letto è sommerso da centinaia di vestiti, aveva ragione mia madre. Non sai mai cosa metterti perchè hai troppa roba. Sorvolando sul tono fastidioso che normalmente utilizza, devo ammettere che ogni tanto dovrei darle più retta.

Dopo intere mezz'ore trascorse a guardare il vuoto, sdraiata sul letto, ho preso la mia decisione. Recupero dal mucchio un vestito carinissimo che ho rubato qualche tempo fa a Candice, prima o poi dovrò anche restituirlo, ma per oggi è la mia ancora di salvezza. Sarà che mi sento più a mio agio ad indossare un abito simile. Il colore della parte superiore è uno tra i miei preferiti, un blu incantato che drappeggia la seta. Una gonna grigia con delle cuciture spesse, mi avvolge la vita, mettendosi in netto contrasto con il top.

Sono parecchio agitata, soprattutto se considero il fatto che la mia storia con Ian sta diventando sempre più seria, sono quasi cinque mesi di noi e la pressione inizia a diventare troppa.

In genere non mi faccio tutte queste paranoie, ma con lui non riesco a viverla in modo diverso. So benissimo che non gli è sfuggito il mio atteggiamento di poco fa, ho visto i suoi occhi macchiarsi di delusione, avrei quasi voluto prendermi a schiaffi per il mio comportamento da attrice viziata. Eppure lo faccio solo per noi, ho paura che la popolarità possa rovinare tutto, che distrugga la nostra storia senza darci il tempo di recuperarne i cocci.

Ian mi aspetta in macchina, salgo in macchina e dopo essermi guardati intorno furtivamente, gli scocco un enorme bacio sulle labbra. E' parecchio silenzioso, questo sostiene la mia tesi su quanto se la sia presa per la storia di prima.

Alzo il volume dello stereo e mi metto a giochicchiare con le punte dei miei capelli lisci che ricadono leggermente ondulati sulle spalle.

Rimaniamo in silenzio per tutto il tragitto, solo a bordo dell'aereo mi decido a cercare la conversazione.

“Dunque, sei agitato?”.

“No”.

“Io sì. E' la prima volta che porti una donna in casa dei tuoi?”.

“Sì”.

“Non hai neanche portato mai Megan?”.

“Se ti ho detto che è la prima volta, è la prima volta”. Il suo tono mi ferisce, è come una lama tagliente che mi trafigge il petto a metà.

“Non c'è bisogno di essere così scorbutico”.

“Scusa”. Non so se accettare o meno le sue scuse, almeno fossero sincere...

Mi volto verso il finestrino, a breve decolleremo e non vedo l'ora di perdermi nello zucchero filato di queste bellissime nuvole che aleggiano in cielo.

Sento la sua mano impadronirsi della mia, un brivido leggero mi percorre la schiena.

“scusami, sono un'idiota. Mi sono svegliato dalla parte sbagliata del letto”.

“Non importa”. Mi accoccolo con la testa sul suo petto, respiro profondamente il suo odore, mi era mancato tantissimo. Mi lascio accarezzare i capelli e mi rilasso di fronte a quelle nuvole che iniziano a tingersi di rosa.

“Immagino tu non stia più nella pelle. Conoscere mia sorella non è una cosa che succede tutti i giorni”.

“La dipingi come una pazza”.

“Perchè lo è”.

Gli tiro uno schiaffetto leggero sul braccio.

“Dunque, sono la prima ragazza a conoscere la tua famiglia”.

“Esattamente. Robyn ha conosciuto qualche mia ragazza, ma ci siamo fermati lì. Tra l'altro, ti renderà felice sapere che non ha mai apprezzato”.

Sorrido per nascondere l'angoscia e inizio a giocare nervosamente con il mio bracciale nuovo, regalatomi da Candice per Natale. Ian mi blocca la mano.

“Nina, stavo scherzando, Robyn ti adorerà e così anche il resto della mia famiglia. Sei bellissima, intelligente e simpatica, impazziranno tutti per te”.

Non faccio altre domande, mi lascio il beneficio del dubbio per ciò che riguarda molte cose.

Arrivati all'aeroporto, la mia ansia cresce e in macchina i miei piedi iniziano a ballare una tarantella.

Dopo mezz'ora, Ian si accosta al portone di una grande villa. E' posta in alto rispetto a noi ed erge maestosa sopra un parco gigantesco.

Immagino la bellezza che questo posto avrà in primavera, quando gli alberi sono carichi di fiori, quando la luce del sole si irradia prepotente attraverso i grossi rami.

Un bambino sta giocando davanti alla casa immacolata. Stringe in mano un legnetto e lo lancia verso di noi, un cane acuto e spiritoso si affanna a giocare con lui.

“Mamma, mamma, è arrivato zio”.

 

 

 

Pov Ian.

 

Avverto la tensione di Nina crescere sempre di più, cerco di tranquillizzarla stringendole la mano, e pensare che sono stato proprio io a metterle l'angoscia addosso.

Il cancello elettrico si apre non appena schiaccio il pulsante del telecomando. Rimango quasi estasiato di fronte alla visione della mia casa. Mi è mancata molto, mi sono mancati gli alberi, il verde delle foglie, il colore acceso dei fiori di mia madre.

Riesco a sentire la voce di mio nipote a distanza, è acuta come l'ultima volta che l'ho sentita dal vivo, un po' diversa da quella che tre volte a settimana sento per telefono.

Più mi avvicino e più sento il cuore battere, non avevo pensato che rivedere la mia famiglia dopo così tanto tempo, mi avrebbe fatto questo strano effetto.

Scendiamo dalla macchina, lancio uno sguardo premuroso a Nina e le sorrido. Sembra acquisire più coraggio.

“Mamma, mamma, è arrivato zio”. Jaxon mi corre in contro, lascio cadere la tracolla a terra e lo prendo in braccio, facendolo volteggiare in aria. Il freddo di Febbraio gli colora le guancia di rosso ed i riccioli neri gli arrivano quasi alle spalle. Mia sorella e le sue manie.

“Allora, signorino, ricomponiti che andiamo a conoscere la mia fidanzata”. Il piccolo mi sorride imbarazzato, gli scocco un grosso bacio sulla guancia.

Mi avvicino a Nina che osserva sorridente il mio nipotino. Gli afferra la piccola mano, lo vedo arrossire ulteriormente all'incontro del suo sguardo, mi viene da ridere a pensare come la malizia si possa assaporare già a questa età.

“Jaxon, ti presento Nina. Nina, li è Jaxon”.

“Ciao, Jaxon. Sei proprio un bel bambino, lo sai? Mi daresti un bacino?”. Contrariamente alle mie aspettative, mio nipote si spinge oltre le mie braccia per lasciare un bacio appiccicoso sulle guance di Nina.

“Vedi, uno lo hai già conquistato”. Le faccio l'occhiolino e lei mi risponde con un sorriso radioso.

Mia madre ci raggiunge correndo trafelata, si sta asciugando le mani sul grembiule e ha già gli occhi pieni di lacrime. So che sarà così fino a quando non andrò via.

“Ian, tesoro mio, quanto mi sei mancato”. Lascio scendere mio nipote e stringo tra le braccia la creatura stupenda che mi ha dato la vita. Il suo profumo è sempre lo stesso, l'odore dolce del suo balsamo si mischia a quello intenso del cibo che si sprigiona dalla cucina.

Mia madre si scosta da me e dedica un sorriso rapito alla mia fidanzata.

“Tu, devi essere Nina. Sei ancora più bella dal vivo”.

“Grazie mille, signora. Grazie per avermi invitata nella sua casa”.

“Dammi del tu, cara. Ed io sono Edna, signora mi invecchia più di quanto già non lo sia”.

Stringe delicatamente le braccia di Nina e la conduce in casa prendendola per una mano.

Dentro ci sono proprio tutti. Mio padre ha interrotto la sua lettura quotidiana, Robyn chiude l'acqua del lavello e corre a salutarmi con le mani ancora bagnate, mio cognato è seduto su una sedia e tiene mia nipote Ruby tra le braccia. Mi si ferma il cuore a quella visione angelica. La piccolina ha folti capelli scuri e due occhi blu da spezzare il fiato. La prendo velocemente in braccio, assaporo il suo odore di colonia e guardo sorridente mia sorella e mio cognato, chiedendomi come abbiano fatto a dare alla luce un tesoro così bello.

“Megan!”. Sento dei passi veloci raggiungermi da dietro, il tempo di girarmi e trovarmela di fronte. Rimango esterrefatto, sono pochi mesi che non la vedo, eppure mi fa un effetto stranissimo.

Guardo Nina lanciarmi un'occhiata allarmata, dalla posizione in cui si trova, non riesce a vedere chi mi trovo davanti.

Megan si avvicina a me. E' bellissima, i lunghi capelli biondi le arrivano alla vita sottile e gli occhi azzurro mare brillano giovani attraverso un paio di occhiali con spessa montatura nera.

“Zio”. Abbraccio forte mia nipote, la figlia di Bob, mio fratello. Ha da poco compiuto sedici anni e, da quanto ne so, sta già facendo girare la testa ad una buona parte dei suoi compagni di scuola. Sarà contento suo padre!

“Vieni qui, abbracciami. Mi sei mancata tanto, piccolina”.

Piccolina neanche tanto a dire la verità, se penso che sto con una donna che ha solo cinque anni più di lei... ah, già Nina. Il suo viso sembra essersi rilassato, solo ora riesco a comprenderne il motivo, il nome di mia nipote deve averle riportato alla mente vecchi ricordi.

“Ciao, tu sei Nina, vero? Oddio mio, quando mia madre mi ha detto che lo zio Ian si era fidanzato, ho da subito sperato che fossi tu. Ti adoro tantissimo, sei davvero bellissima”.

Nina arrossisce di fronte ai complimenti di mia nipote, in questo è uguale identica a suo padre, sono invadenti fino al midollo.

“Anche tu sei molto bella, davvero”.

“Oh, Santo Cielo, Nina Dobrev nel salotto di mia nonna...”.

“Lascia stare Nina e porta Ruby a fare la nanna...”. Robyn le smonta tutti i suoi piani, spero solo che andando al piano di sopra, non si metta a chiamare tutti i suoi amici. Una casa infestata da sedicenni con gli ormoni a palla, è l'ultima cosa che voglio.

“Ma zia...”.

“Niente ma, Nina starà qui tre giorni, avrai tutto il tempo di farle le domande che vuoi”. Megan prende Ruby dalle mie braccia e la porta con sé.

“Scusala, Nina”.

“Abbiamo avuto tutti sedici anni”.

“Di sicuro tu li ricorderai meglio di me”. Rivolge a Nina un sorriso bellissimo, da qui capisco che ne è già rapita.

Mi siedo vicino alla mia fidanzata e le tengo la mano. Mentre la ascolto parlare sciolta con mia madre e mia sorella, mi rendo conto di quanto abbia avuto ragione Paul: non si può non amare Nina.

Trascorriamo una serata piacevole. Mi era mancata la mia famiglia ed ora, con la mia ragione di vita al mio fianco, sento di potermi godere pienamente questa atmosfera dolce ed inebriante.

Anche mio padre è estasiato da Nina e Bob, come avevo già previsto, non perde un attimo per metterla in imbarazzo.

Nonostante ciò se la sta cavando egregiamente, posso pienamente affermare che in questa famiglia sono ufficialmente tutti pazzi per lei. Ah, quasi dimenticavo, dopo un estenuante interrogatorio di quasi un'ora sui suoi hobby, la sua famiglia, i suoi amici, Robyn le ha accarezzato con dolcezza i capelli. Per una volta nella sua vita, sembra non avere nulla da ridire. Sia lodato il Cielo!

 

 

 

Pov Nina.

 

Sono sveglia già da un quarto d'ora. Mi capita spesso quando non dormo nel mio letto. Ho comunque trascorso una notte tranquilla. Ian è ancora profondamente addormentato, il suo viso è rilassato e sembra quasi più giovane. Mi giro sull'altro fianco per potergli lasciare un bacio sulla rughetta minuscola che gli sforma la liscia fronte. Niente, rimane addormentato, non ha nessuna intenzione di aprire gli occhi.

Sento dei rumori provenire dalla cucina, Edna deve essere già sveglia. Mi alzo dal letto, cercando di non svegliare Ian e mi inoltro nella sua vasca da bagno. Mi godo la schiuma che mi accarezza morbida il corpo nudo e sciacquo con abbondante acqua calda i miei capelli, in realtà già puliti. Li lascio liberi di prendere le direzioni che vogliono, non ho assolutamente testa di mettermi a stirarli, possono andare benissimo anche così. Metto le spesse calze nere, con sopra un paio di pantaloncini grigi con disegni a quadri, una maglietta nera con sopra un gilet dello stesso colore ed un paio di parigine lucide, regalo super apprezzato di mia sorella.

Lancio uno sguardo nervoso allo specchio di fronte a me. Non sono truccata, non voglio fare la figura di quella che al mattino pensa solo a truccarsi e agghindarsi per la giornata. Paciocco un po' con i miei capelli, poi afferro i ciuffi che mi trovo davanti e li porto indietro, fermandoli alla nuca con una molletta.

Sento odore di pancacke. I bambini devono già essere svegli, riesco a sentire i lamenti della piccola Ruby e qualcuno che gioca con le ruote di un camion, deve essere per forza Jaxon.

“Buongiorno, Nina. Già sveglia?”. La madre di Ian è già ai fornelli, molto diversa dalla mia di madre, sembra essere nata per dedicarsi esclusivamente alla casa e alla famiglia.

“Oh, sì. Oggi sono mattiniera”.

“Oh, sì, Ian ci ha detto che sei una dormigliona”.

Mi sento avvampare. Ma dico io, Ian non ha di meglio da dire? Normalmente si cerca di elogiare le proprie fidanzate con le madri, si dice loro che sanno cucinare molto bene, stirare le camicie e rassettare la casa in maniera esemplare, invece lui le dice che sono una dormigliona. Ma grazie!

Nonostante ciò, Edna non sembra esserne sconvolta, continua ad aggirarsi in cucina, canticchiando tra sé e preparando il tavolo per la colazione.

“Posso rendermi utile?”.

“In casa mia, gli ospiti non devono fare assolutamente niente. Fino a quando le forze non mi mancheranno, lavorerò per la mia famiglia, è una delle poche cose che mi rende davvero felice”.

Con la scusa, mi siedo a terra per giocare con i bambini. Jaxon mi mostra tutti i suoi giocattoli, poi estasiato dalle mie attenzioni, si avvicina a me e mi offre un bacio sulla guancia.

“Nina”. Megan ha appena fatto il suo ingresso in cucina, indossa solo un paio di shorts, nonostante i gradi presenti fuori.

“Ciao, Megan”. Si siede anche lei vicino a me. Mentre giochiamo con Jaxon a fare le costruzioni, lei mi racconta un po' della sua vita, dei suoi sogni.

“ Sai, anche a me piacerebbe fare l'attrice. Mi piace l'idea di essere venerata. Quando guardo gli occhi a cuoricino delle mie amiche, mentre guardano lo zio recitare...”.

“Oh, quello non è per la sue capacità da attore... fidati di me”. Le sorrido maliziosa.

“Non ti da fastidio?”. Il suo sguardo serio mi sorprende, mi ricorda me qualche anno fa, non troppi a dire la verità.

“Cosa esattamente?”.

“Il fatto che sia il sogno erotico di milioni di donne?”.

Scoppio a ridere sonoramente, in realtà la sua domanda non è per niente scontata e spesso mi ha dato da pensare. “Vedi, Megan. Qualche mese fa io ero una ragazza come te. Andavo all'università, lavoricchiavo per mantenermi gli sfizi e trascorrevo le serate con i miei amici in un bar che un giorno di questi cadrà a pezzi. Quando ho accettato di entrare a far parte di questo mondo, ho preso tutto quello che mi veniva e con Ian ho dovuto fare più o meno la stessa cosa. Mi sono innamorata di uno degli uomini più sexy del mondo, è adorato da milioni di donne e, crescendo il suo successo, crescerà anche la sua fama di sex symbol. Mi chiedi se sono gelosa? Sì, sono gelosa. Sono gelosa perchè se cammino con lui per strada, devo essere pronta ad ogni evenienza, sono gelosa perchè so quante donne si vorrebbero infilare nel suo letto, sono gelosa perchè ce ne sarà sempre una pronta a cercare di sedurlo. Ma è così, questo è Ian, il fidanzato perfetto e l'attore affascinante”.

Megan ricambia il mio sguardo con uno sognante, è così giovane che mi fa quasi tenerezza. Per lei l'amore è ancora una favola, probabilmente non ha neanche ancora subito la sua prima delusione.

“Lo ami tanto?”.

“Da morire”. Mi apro completamente a quella giovane donna che neanche conosco. E' che nel suo cuore scorgo la purezza che a me, da un po' di tempo a questa parte, ha iniziato a mancare. La purezza di una bambina, quasi donna, che vede tutto sotto un altro colore.

“Che meraviglia! Le donne della mia vita, riunite nella stessa stanza”.

Il mio fidanzato fa il suo ingresso in scena. Mi lascia quasi senza fiato. Sopra i suoi jeans preferiti, ha messo la camicia bianca che gli ho regalato qualche giorno fa e la giacca Armani a cui è tanto affezionato. Solo non sembra aver avuto tempo per aggiustarsi i capelli, gli ricadono disordinati sulla bella fronte. Lo rendono ancora più bello, se è possibile. Nina, respira. E' solo Ian, dannazione, non può farti sempre questo effetto.

“A cosa dobbiamo tutta quest'eleganza, Som?”. Cerco di tergiversare sul fatto che mi stia letteralmente sciogliendo.

Accarezza la guancia a Megan e poi si china verso di me, baciandomi in bocca con aria strafottente. Arrossisco.

“L'ho fatto per te, Dobrev, so che mi trovi più sexy così!”. Ok, ora le mie guance iniziano letteralmente a bruciare. Evito lo sguardo di Edna e inizio a fissare il mio simpaticissimo fidanzato che si rotola sul pavimento con il piccolo Jaxon addosso.

Somerhalder, io ti odio. Ooooooooooo.... chi voglio prendere in giro. Più lo guardo e più me ne innamoro.

Trascorro una giornata piacevole, la famiglia di Ian è fantastica, un po' più confusionaria della mia (e ce ne vuole).

Robyn è davvero divertente, sembro piacerle, o almeno questo è ciò che fa vedere. Di sicuro è una chiacchierona, ad un certo punto della nostra conversazione, mi sono persa tra i mille discorsi che ha aperto senza mai chiudere. E' totalmente diversa da sua fratello, Ian è molto più riservato, molto più timido sotto alcuni aspetti.

A proposito di Ian, devo ricordagli di fargliela pagare. Non so ancora quando, come qualcuno prima di me disse, la vendetta è un piatto che va servito freddo, però giuro che non gliela lascerò passare liscia. Ha trascorso l'intero pomeriggio a fare allusioni sessuali sul mio conto, ok, ammetto che erano molto velate e che probabilmente nessuno se n'è accorto, però non è neanche normale avere di fronte agli occhi una che ogni due secondi arrossisce e non riuscire a comprenderne il motivo.

Quando fa così è impossibile, a volte mi convinco davvero di avere di fronte Damon, incredibile quanto il suo ruolo gli calzi a pennello!

Sono riuscita anche ad aggraziarmi i più piccoli, Jaxon ha deciso di diventare il mio fidanzato, a costo che io aspetti che cresca, dichiarando guerra a suo zio, Ruby trascorre minuti interi ad acconciarmi i capelli ed io glielo lascio fare. Adoro trascorrere il tempo con loro e soprattutto adoro guardare Ian giocarci insieme. E' dolcissimo. Non nego di essermi ritrovata più di una volta a fantasticare su che padre sarebbe per i nostri figli. So che è presto, ma in fin dei conti è stato lui a dirmi che vorrebbe invecchiare con me, un piccolo pensierino a lungo termine potrò anche concedermelo! Beh, fatto sta che sono convinta sarebbe un padre fantastico e un marito adorabile, non esiste uomo migliore di lui, ne sono sicura.

 

 

 

Pov Ian.

 

E finalmente ho anche finito il dolce. Ogni volta che torno a casa, con mia madre è sempre la stessa storia, si chiude in cucina e inizia a sfornare piatti su piatti.

Però sono felice, mi è mancata tanto l'aria di casa mia. Ed essere qui adesso, con la donna della mia vita a respirarla con me... beh, penso non ci sia nient'altro che vorrei.

Nina è sorridente, l'ansia pre presentazione è completamente svanita, ha lasciato il posto alla mia solita Nina, quella solare e divertente.

Robyn si alza per andare a mettere a letto i bambini.

“No, aspetta. Voglio andarci io. Mi sembra di aver passato così poco tempo con loro. Nina, se sali anche tu, io dopo andrei a dormire. Domani mattina abbiamo l'aereo prestissimo”.

Mi segue tenendo Jaxon per la mano, il suo fidanzato. Tanta fatica a minacciare con lo sguardo qualunque essere dotato di attributi interessato alla mia ragazza e poi ecco che una specie di gagnetto a cui mancano ancora metà dei denti da latte, me la porta via così. Per consolarmi, stampo un enorme bacio sulla guancia di Ruby, mi guarda un po' risentita, non posso pretendere che tutte le donne caschino ai miei piedi.

Metto a letto i piccoli, Nina è appoggiata allo stipite della porta con una macchina fotografica in mano. Si è divertita a scattarci foto mentre facevamo la lotta del solletico e mentre me li spupazzavo tutti.

Spengo la luce e la prendo per mano, cerco di fare meno rumore possibile mentre chiudo la porta e mi dirigo verso camera mia.

“Mentre eri con i tuoi nipotini, stavo pensando...”. Si blocca. Anche se la luce della lampada è fioca, riesco ad immaginare il colore che hanno preso in questo momento le sue guance.

“Stavi pensando cosa?”.

“Lascia stare...”. Penso di aver capito, o forse ci spero. Sarà che ci ho pensato anche io tutta la sera, che mi sono fatto tremila domande su che padre sarei, che ho pregato in cuor mio di avere dei figli da lei. Non la sforzo a continuare, so che sarebbe inutile. Mi avvicino e le bacio dolcemente le labbra. La sua lingua incrocia distratta la mia, la sento fresca e liscia, intanto più giù qualcosa si anima.

Nina afferra con entrambe le mani il colletto della mia camicia, mi trasporta sul letto con leggerezza ed io la lascio fare. Si butta sul materasso sorridendo di questo suo attimo di follia, io sono a cavalcioni sopra di lei, le prendo le mani e le porto sopra la sua testa, poi riprendo a baciarle le labbra, il collo, il seno. Mi soffermo un attimo per ammirare la sua bellezza disarmante, mi guarda intensamente negli occhi, quasi come se volesse scorgerci l'infinito. Prendo respiro, poi mi porto entrambe i suoi polsi in una mano, mentre con l'altra cerco curioso la sua pelle liscia. Attraverso le sue guance tiepide, le spalle lasciate scoperte dalla morbida canotta, il ventre piatto. Mi soffermo un po', un brivido sembra attraversarle la schiena, mi diverto a giocare perfido con l'elastico delle sue mutandine, Nina inizia ad agitarsi e a muovere il bacino verso il mio. Sorrido, bocca su bocca, corpo su corpo ed entro con un dito nel suo magico mondo. La vedo contorcersi per la mia dolce tortura, le sue mani, ora libere dalle mia, stringono avide le lenzuola di raso, la testa le ricade all'indietro, lasciando i suoi lunghi capelli liberi di muoversi al nostro stesso ritmo. Mi soffermo ad ammirarla, ha gli occhi socchiusi e la bocca dischiusa, ogni tanto si mordicchia il labbro facendomi totalmente perdere la testa.

Improvvisamente i suoi sospiri aumentano, la sento contorcersi ancora di più sotto il mio corpo pesante. Come un'ondata, il suo piacere arriva a me, sento la sua intimità pulsare e mi godo a pieno questo momento di magia.

Senza perdere troppo tempo, la spoglio ed entro dentro di lei, il posto più bello che abbia mai visitato, se non fosse per questioni di blasfemia, potrei addirittura considerarlo il Paradiso.

Mi muovo lento sul suo corpo morbido, le sue mani ispezionano la mia schiena, nei momenti di piacere più forte mi graffiano la pelle ed io sono convinto che non ci sia nulla di più eccitante. Cavalco la mia onda senza pensare a nulla, per ora esistiamo solo noi, nessun problema, nessun dubbio che mi attanaglia, nessuna storia da svelare. Solo io e lei, due cuori che, ancora una volta, sono diventati uno.

 

 

Mi guarda adirata, mentre cerca invano una soluzione al paio di calze che le ho smagliato. Mi era sembrato di sentire un rumore sospetto, ma in certi momenti non bado a nulla, errore mio.

“Nina, ti ho già detto che mi dispiace. Non mi sfidare con lo sguardo, sai già che lo trovo odioso”.

“Le ho comprate solo tre giorni fa, mi sono durate solo una giornata. Ha ragione mia madre a dire che non mi dura mai niente”.

Alzo gli occhi al cielo, delle volte mi sembra di avere a che fare con una bambina, però è anche per questo che la amo.

Si sdraia al mio fianco, il suo viso si distende in un sorriso, è già tutto passato.

“Hai una famiglia eccezionale”.

Le prendo la mano e me la avvicino alle labbra per baciarla.

“Lo so. Inoltre già ti adorano. Soprattutto Megan”.

Sorride. “E' una ragazza stupenda, è molto sveglia”.

“Oh, sì. Penso che mio fratello debba tenerla a bada, prima che qualcuno gli si presenti a casa per chiedergli la mano”.

“Esagerato”.

“No, semplicemente dico che è acuta, ha moltissime doti, una tra queste è quella di far parlare le persone senza che loro se ne rendano conto. In questo è uguale a sua madre”.

Mi guarda interrogativa, non riesce a seguire il mio discorso complesso.

“Quando ero un ragazzino che ne combinava di tutti i colori, sua madre riusciva sempre a farmi confessare. Deve essere una qualità che si trasmette per via genetica. Sbaglio o anche Megan, oggi, ti ha fatto confessare qualcosa che non avevi mai detto prima?”.

Sgrana gli occhi e mi guarda come se fossi diventato pazzo. Cerco di rispondere alla sua silenziosa domanda.

“Vi ho sentite parlare di gelosia”.

Prende respiro, non si aspettava di certo che tirassi fuori questo argomento.

“Se sei gelosa delle donne che mi girano attorno, perchè ti comporti così?”.

“Così come?”.

“come se non ti importasse. Quando siamo soli, tra le mura famigliari”. Indico con lo sguardo il perimetro della camera. “Sei dolce e affettuosa. Mi riempi di baci e abbracci. Quando si esce di casa, quando siamo tra gente che non conosciamo, diventi un'altra persona”.

“Questo non è vero”.

“Nina, non prendermi in giro. C'era anche Paul, ieri. Appena ti ho preso la mano ti sei irrigidita e sei diventata tutta rossa. In più il tuo saluto è stato tra i più freddi che abbia mai ricevuto”.

“Mi sembra una stronzata. Non la vedo esattamente in questo modo. Probabilmente avevo altro per la testa”.

“Nina, ti conosco, conosco le tue reazioni e quella di ieri non era per niente normale”.

“Ian, senti, sono stanca, non ho voglia di parlarne ora. Avremo tutto il tempo domani”.

“No”. Senza accorgermene il tono della mia voce si è alzato, leggo nei suoi occhi sgomento e forse anche un po' di paura. “Voglio sapere cosa ti frulla in testa, voglio sapere che cosa c'è che non va. Non sei più convinta di noi?”.

Si alza furiosa dal letto, prende un cardigan nero appoggiato sulla sedia e mi guarda malissimo, come se volesse uccidermi con la sola potenza dello sguardo.

“Tu sei proprio un'idiota”. Apre la porta e si allontana indispettita. Forse ora mi sento davvero un'idiota!

 

 

 

 

Pov Nina.

 

Ho trovato riparo in un piccolo garage in mezzo al giardino. Mi sono seduta su un dondolo foderato di stoffa blu, quasi sorrido pensando a quanti ricordi possa avere questa famiglia in questo posto. Ora ne ho uno anche io. Non quello che desideravo, è vero, ma è comunque un modo per sentirmi più vicina alla vita di Ian.

Già, Ian, l'idiota, certe volte non riesco a capire se ci sia o ci faccia. Probabilmente tutti e due. Mi accendo la mia fidata Winston blu, solo lei può consolarmi quando mi sento così. Lei o Candice, o Elisabeth. Certo, se le chiamassi a quest'ora potrebbero attuare una rivolta a mio sfavore, la prima si sarà appena addormentata, mentre l'altra è già nel pieno delle sue ore di sonno. Decisamente la sigaretta è l'unica a cui possa affidarmi per il momento.

Come fa anche solo minimamente a pensare che io abbia dei dubbi su di noi, su di lui? Mi pare di avergli dimostrato la mia felicità più di una volta, gli sono stata vicina sempre, ho addirittura accettato di venire a conoscere la sua famiglia. Se non avessi visto un futuro, non mi sarei mai sprecata a venire fino a qui.

Una lacrima scappa dispettosa sulla mia guancia, per morire ancor prima di raggiungere le labbra.

So che mi ucciderà, ma ho bisogno di sfogarmi, non c'è altra via d'uscita.

“Pronto”. La voce della mia amica è assonata, come immaginavo.

“Candi...”.

“Nina, è successo qualcosa? Stai bene? Ian sta...”.

Non le lascio terminare neanche la frase.

“Oh, sì sto bene. Volevo solo parlare...”.

“Parlare? Ma sono le due di notte.”. Le due, ero convinta fosse neanche l'una. Forse avrei dovuto chiamare, Liz.

“Dai. Ormai che sono sveglia, dimmi tutto. Se hai chiamato a quest'ora, deve essere importante”. Il suo tono si è addolcito, riesco a sentirmi anche un po' meno in colpa. A mia discolpa potrei dirle che, essendo Sabato, pensavo fosse ancora sveglia.

“Io e Ian abbiamo litigato”. Non parla, mi lascia proseguire il mio discorso senza intervenire, ho perfino paura che si sia addormentata. “Dice che secondo lui non sono sicura di noi, perchè quando siamo fuori mi dimostro fredda e distaccata”.

Continua a non rispondere. “Candice?”. La sento sospirare.

“Ed è così?”. Finalmente, pensavo fosse caduta la linea e di aver parlato ai muri.

“No, cioè sì... non lo so”.

“Ok, lo prendo come un sì. Perchè?”.

“Ma non è facile. Tu sai quanto io sia innamorata di Ian e quanto ci terrei ad avere un futuro con lui. Però è complicato.”

“Non mi pare ci sia nulla di complicato nella vostra storia, Nina. Siete due ragazzi che si amano alla follia e che si godono la bellezza dei primi mesi trascorsi insieme”.

“invece è complicato. Sai benissimo che la nostra storia non è nata come le altre”.

“Oh, ne ho viste di peggiori”. Mi adiro silenziosamente, odio quando fa così. Odi quando qualcuno non ti da ragione?, la vocina della mia coscienza si fa strada dentro di me. Taci, stupida vocina!

“Ian stava con un'altra donna. Tutto il mondo era a conoscenza della loro storia”.

“E allora? Ian ha trentadue anni, Nina. E' sexy, affascinante, intelligente. Pensi che la sua vita non sia stata costellata da innumerevoli donne?”.

Ingoio la bile che quell'affermazione mi ha fatto salire in gola.

“Ma io non sono le altre, non voglio passare per quella che ruba gli uomini alle altre”.

“Ma è diverso, non è stata questione di una notte. Non hai sedotto un uomo impegnato. Te ne sei innamorata e lui si è innamorato di te. A volte la vita va così. A volte ti innamori di persone che dovrebbero essere off limits, ma è inevitabile. Spesso la tua felicità andrà ad ostacolare quella degli altri, ma non potrai farci nulla. E' la vita.”

Come al solito, Candice riesce a tranquillizzarmi, questa ragazza deve avere qualche potere nascosto, che ancora non conosco.

“Tu ami Ian?”

“E' la persona più importante della mia vita”

“Allora occupati di lui e del vostro amore. Gli altri verranno dopo. Potresti passare per la poco di buono, è vero, ma chi se ne frega, Nina!!!! sarai una poco di buono felice, almeno”.

“Ti voglio bene, Candi”.

“Te ne voglio anche io, piccola Dobrev. Ora me ne torno a dormire. Se dovessi avere un'altra crisi esistenziale, non esitare a chiamare”.

Riattacco il telefono, con un leggero sorriso stampato sul viso. A volte, anche persone infantili e testarde come me, hanno qualche vittoria. Candice è tra queste. La mia vittoria personale in campo d'amicizia.

Due mani forti mi afferrano la vita, faccio un salto per lo spavento, poi il suo profumo famigliare mi tranquillizza.

“Sono un'idiota”. Mi sussurra nell'orecchio. “Non ho pensato al disagio che tutto questo potrebbe crearti, l'ho solo interpretato come un affronto alla nostra relazione”.

Mi volto verso di lui, sbattendogli i capelli in faccia.

“Ian, io ti amo alla follia e impazzirei se tra di noi dovesse finire. Ma rendere pubblica questa storia, significhrebbe buttarci nell'occhio del ciclone. Non dico che dovremo vivere tutta la vita nell'ombra, ma semplicemente vorrei che accadesse gradualmente”.

Mi guarda negli occhi, il suo azzurro sembra dispiaciuto, le sue labbra mi tentano e mi lascio andare ad un bacio rovente, ma dolcissimo al tempo stesso. Nello stesso istante, entrambi ci stiamo scusando con l'altro per l'atteggiamento stupido che abbiamo avuto. A volte parlarne, rende tutto un po' più facile.

“L'imprtante è che tu non sia pentita di noi. Il resto lo affronteremo insieme, con fermezza e tranquillità”.

“Ti amo troppo per pentirmi di te”.

“Ti amo anche io, mia piccola Dobrev”.

Ci baciamo ancora, poi improvvisamente si allontana dal mio viso.

“Solo, la prossima volta, parlane con me subito. Magari eviti di procurare un bel paio di occhiaie a Candice per il giorno dopo”.

“Noto che ascoltare le conversazioni altrui, è diventata una mania”.

Mi guarda con gli occhi da cucciolo, fa tremare anche il labbro inferiore, come fa Damon in qualche scena. Sorrido, mio malgrado.

 

 

 

 

 

Ciao mie adorate fanciulle. Ho notato che ho perso qualche recensore=( magari siete solo impegnate con la scuola, spero vi rifarete sentire presto... mi mancate.

Ora veniamo a noi. Nina ha conosciuto la fantastica famiglia di Ian e si è integrata benissimo con tutti. Ciononostante hanno iniziato a sorgere i primi problemi di forma per i nostri piccioncini. Dopo un breve litigio e l'intervento riparatore della magnifica Candi, è tornata però la pace. Cosa succederà adesso? Cosa ne sarà di questa storia semi privata? Continuate a seguirmi e lo scoprirete, anche perchè qualcuno distruggerà le uova nel paniere dei nostri Nian... sarà Zach? Megan? Chi lo sa... scopriamolo tutti quanti insieme nei prossimi capitoli.

 

 

Grazie mille a SofiaRoma, Aria3 e IanSom per aver recensito lo scorso capitolo.... bacioni!!!

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Capitolo 13
*** I fantasmi del passato ***


Pov Nina

 

 

“Le fans stanno letteralmente impazzendo per le foto che ho postato ieri su twitter”.

“Quali foto?”. La voce arriva un po' strozzata dal piccolo bagno, probabilmente si sta lavando i denti, spero solo che non schizzi lo specchio come al suo solito, l'impresa di pulizie ha una settimana di vacanza e Julie ci ha fatto espressamente capire che dobbiamo mantenere l'ordine e la pulizia.

“Quelle con i bambini”.

“Ancora non le avevi scaricate?”. Esce fuori dal bagno a torso nudo, stringo i denti per non cadere in tentazione e saltargli addosso da un momento all'altro.

“No, me ne ero completamente dimenticata. Mi è venuto in mente ieri, perchè Candice mi ha minacciato di morte, nel caso non avessi scaricato le foto della festa di Steven”.

“Quali hai messo su twitter?”

“Quella in cui abbracci Jaxon e quella stupenda in cui tieni in braccio Ruby. Qualcuna si è chiesta se non fosse figlia tua. Siete molto simili”.

“Poveretta, vorrà dire che avrà preso tutto dalla mamma. Speriamo non anche la lingua”.

Gli dedico uno sguardo sconcertato, io adoro sua sorella, ci sentiamo praticamente tutti i giorni per telefono e mi fa fare un sacco di risate. Da quanto ho capito, a differenza di Ian, il suo rapporto con la moglie di Bob non è dei migliori e dunque spera con tutta se stessa che tra me e suo fratello vada in porto.

“A che pensi?”.

Appoggio il computer sul comodino e sorrido dolcemente al mio uomo che si è appena sdraiato al mio fianco. “Penso che sarebbe bello entrare a far parte della tua famiglia”.

Mi circonda la vita con un braccio e mi fa voltare con tutto il corpo verso di lui.

“Non sarebbe male. Certo per un passo del genere, c'è bisogno che tu ti faccia vedere un po' più spesso in giro con me. O forse preferiresti continuare la farsa della amicizia?”.

Alzo gli occhi al cielo e mi divincolo dalla sua presa.

“Ian, non oggi”.

Alza le mani in aria in segno di resa. “Ok, ok, ok. Sto buono”.

La storia del “manteniamo la privacy” non gli è mai andata particolarmente a genio, la ha accettata per tenermi buona, ma è assolutamente contrario. D'altra parte, senza che neanche ce ne accorgessimo, le notizie stanno volando a raffica. L'altro giorno, Paul mi ha portato un articolo in cui si sospettava una possibile relazione tra me e Ian, sostenuta da un paio di foto scattate in casa Salvatore. In una, eravamo in piedi al centro del maestoso salone e ci tenevamo per mano, nell'altro io ero seduta sul divano e Lui mi baciava teneramente la fronte. Le voci sono state messe a tacere qualche giorno fa, quando qualcuno, probabilmente un'accanita fan Delena, ha sostenuto che quelle fossero foto di scena e che dunque ci sarebbe stato un avvicinamento tra la giovane Gilbert ed il vampiro cattivo. Inutile dire che, non appena scopriranno che non hanno niente a che fare con il serial, si scatenerà l'inferno.

Mentre io mi abbandono ai miei pensieri sensatissimi, Ian è di nuovo in piedi e sta abbottonando la camicia senza degnarmi di uno sguardo. In fretta raggiungo il bagno e mi abbandono ad una bella doccia calda. Il getto dell'acqua rilassa immediatamente il mio corpo e per un attimo dimentico tutti i miei problemi.

Inizio a pettinarmi i capelli, ogni volta ci metto delle ore. In momenti come questo, la tentazione di afferrare un paio di forbici e tagliare due grosse palettate di capelli è davvero fortissima, anche se però Julie si arrabbierebbe molto. Provo ad immaginarmi la sua ira funesta vedendomi arrivare senza i miei meravigliosi capelli lunghi, scaccio questa brutta visione dalla testa. Però un giorno dovrei farle un bello scherzetto, mi devo procurare una parrucca.

Ian entra in bagno e mi lascia un bacio forzato sui capelli.

“Vai già via?”. Domando un po' delusa.

“Sì, Julie vuole vedere me e Paul prima che arriviate voi”. La freddezza della sua voce mi provoca brividi lungo la schiena. Decido di risollevargli il morale e farmi perdonare, facendo la cosa che mi viene meglio: sedurlo.

Faccio scivolare distrattamente un dito lungo la sua spalla, inizia a guardarmi male, già consapevole di ciò che sto cercando di fare.

“Non andare già via, resta un po' con me”.

“No, no, no. Devo andare e tu non mi fermerai”. Sembra dirlo più a se stesso con me. Si avvicina repentinamente alla porta, ha paura di non riuscire a controllarsi e cerca dunque l'unica via di fuga.

Senza troppi complimenti, con un solo tocco, lascio scivolare l'asciugamano lungo il mio corpo e, come mamma mi ha fatto, mi rifugio nel caldo accogliente del mio letto.

“Vorrà dire che mi farò ancora un sonnellino”.

Senza che se ne accorga, gli lancio uno sguardo sbieco, lo vedo scuotere la testa esasperato, poi si avvicina al letto dopo aver lanciato un'ultima occhiata all'orologio che ha sul polso.

Sento il suo peso appoggiarsi su di me, i pettorali scolpiti solleticarmi la schiena da sotto la camicia di jeans. Mi volto verso di lui e gli stampo un grosso bacio sulle labbra, la sua lingua cerca di farsi spazio tra le mie labbra ancora chiuse. Scendo giù, seguendo la traccia scolpita del suo corpo, gli lascio baci infuocati su tutta la sua superficie. Raggiungo il luogo del peccato, facendo ben attenzione a farmi guardare, mi inumidisco le labbra ed inizio a far scivolare la mia lingua in modo del tutto casuale sulla sua erezione, sento il piacere diventare più grosso. Ian cerca il mio corpo con le mani, inutilmente visto che, smorfiosa e dispettosa, mi divincolo per non farmi toccare. All'improvviso mi afferra per le spalle e mi costringe a tirarmi su.

“Non voglio venire così”.

Mi sento quasi in colpa, è come se in fondo avessi sbagliato qualcosa, come se la mia iniziativa fosse per lui un insulto alla mia purezza. Mi affretto a seguirlo nei movimenti dolci che il suo bacino scontra sul mio. Non è arrabbiato, si abbandona al piacere con una naturalezza che non reputo umana, quasi come se fosse nato apposta per fare l'amore e compiacere una donna.

 

Mi sto truccando sorridente di fronte allo specchio. Ian è uscito parecchio arrabbiato dalla camera, tutta colpa di un rilucente succhiotto rosso stampato proprio sul suo pettorale sinistro. Immagino già la sua espressione quando Joe lo aiuterà a vestirsi, vorrei proprio essere lì per respirare un po' del suo imbarazzo.

Metto la giacca di pelle marrone sulla maglietta rossa, infilo gli stivaletti con il tacco e dopo una spruzzata di profumo sono pronta ad andare a lavoro.

La casa è deserta, sono già tutti sul set, tranne Sarah che è rimasta in camera con una bella influenza, questo è ciò che succede quando da ubriaca decidi di farti un bel bagnetto in piscina alle tre di notte a neanche metà Aprile.

Dopo mezz'ora sono già sul set e ovviamente sono in ritardo all'appuntamento con la costumista. Pazienza, se ne farà una ragione.

“Ciao, Jacob”. Saluto il custode, un simpatico ragazzo dagli occhi azzuri e i capelli biondi che, ovviamente, non va giù a Ian. E' convinto faccia il cascamorto con me, come tutti gli esseri maschili del pianeta dopo tutto. Mi faccio sempre un sacco di risate quando si avvicina per mettermi un braccio intorno alle spalle mentre chiacchiero con lui. E' il suo modo di marcare il territorio.

“Ciao, Nina. Sei bellissima questa mattina”.

“Grazie”. La luce del sesso mattutino fa bene un po' a tutti.

Giro sui tacchi per allontanarmi.

“Nina”. Mi volto nuovamente verso Jacob che mi raggiunge con una busta gialla in mano. C'è posta per me.

“Mi stavo per dimenticare. E' arrivata questa per te, me l'hanno portata questa mattina”.

Lo ringrazio con un sorriso e mi muovo verso i camerini squadrando la busta che ho tra le mani.

Mi siedo sul divano e la apro. Il cuore mi finisce nello stomaco per il sussulto.

 

Io e te dobbiamo parlare.

Ti aspetto alle 17 a “La maison du chocolate”.

-M

 

-M. Perchè non mi viene nessun altro nome in mente con la emme? Perchè mi viene in mente solo il suo viso scialbo?

Non so cosa fare, non riesco neanche ad immaginare che cosa diavolo possa volere da me. E poi sarà davvero lei? Sto andando in confusione, una parte di me vorrebbe cercare un consiglio di Ian, un'altra parte vuole estrometterlo da tutto.

 

 

 

Pov Ian

 

 

Elena apre la porta e si mostra a me un po' confusa.

Ah, bene. Sei qui”. Fa un sospiro di sollievo.

Tu chiami, io arrivo. Sono fatto così”.Entro in casa, prendendo quasi a spallate la porta.

Elena mi impone il silenzio con un dito davanti alla bocca, indica qualcuno seduto in cucina. E' Jeremy che fa colazione. Inizia a salire le scale.

No, Elena, non voglio venire in camera da letto insieme a te”. Cerco di essere il più sarcastico possibile, mi diverte un casino a dirla tutta. Jeremy mi lancia un'occhiata allibita, ma torna immediatamente alla sua colazione.

 

“Perfetto. Ora salite al piano di sopra, è tutto pronto per la nuova scena”.

Ora Kevin è tranquillo, prima però pensavo volesse uccidere Nina. Oggi non è ha azzeccata una neanche per sbaglio, sembrava in trance.

 

 

Apro la porta della camera. Elena mi segue, sempre guardinga.

Ahhhh. Proprio come me la ricordavo”.

Smettila di fare il cretino”.

Afferro l'orsetto di pezza che Elena tiene sul letto e mi sdraio come fosse casa mia.

Di', lo sai che tuo zio se la fa con il Consiglio dei Fondatori?”.

Elena mi guarda sbigottita. “Cosa?”.

E' vero”.

Perfetto. Possiamo aggrungherlo.....”.

 

“Ok, stop!”.

Riecco, Kevin incazzato, non è proprio quello che si definisce un bel vedere. Nina mi guarda, probabilmente in cerca di una nota di incoraggiamento. Le sorrido. Può capitare a tutti una giornata no, poi il fatto che questa sia la decima volta che lei sbaglia la stessa battuta, è un dettaglio irrilevante.

Chissà che cosa le sta succedendo, la vedo spaesata, completamente persa nei meandri dei suoi pensieri.

Ricominciamo, fortunatamente Julie ha fatto ragionare Kevin: non dobbiamo ripetere tutta la scena, è da suicidio!

 

 

Perfetto. Possiamo aggiungerlo alla lista delle cose che vanno male”. E' ironica, molto ironica, decisamente non è Elena.

Mi guardo un po' intorno, questa casa è un po' più disordinata del solito.

Che è successo qui dentro?”.

Elena volge la testa alla sua destra, si incupisce.

Eh... niente...”. Ci guardiamo, le faccio apertamente capire che voglio una spiegazione.

Senti, Damon. Sono preoccupata per Stefan. Lui dice che va tutto bene, ma è chiaro che sta soffrendo. Quanto ci vorrà prima che torni normale?”.

Qualche giorno, più o meno”.

E' passato qualche giorno”.

Qualcuno in più, non lo so. Non è importante”.

Mi alzo. “Ah. Non è più lui, Damon”. Le lascio l'orsacchiotto tra le mani

Beh, forse il suo problema è che per troppo tempo non è stato se stesso”. Inizio a rovistare tra gli indumenti che ci sono nel suo cassetto. Afferro un reggiseno che lei prontamente mi toglie dalle mani.

Ti prego, non farmi pentire di averti chiesto aiuto”.

 

 

Mi allontano dal set per raggiungere il camerino. Nina sta correndo spedita verso il suo, non ha rivolto parola a nessuno da quando abbiamo finito di girare. E' parecchio nervosa, lo sento.

“Ehi, Nina!”.

Si volta verso di me, ha lo sguardo preoccupato, ma cerca comunque di sorridermi. Si avvicina e mi passa un braccio intorno al collo, baciandomi con delicatezza le labbra.

“Ehi”.

“Stai bene? Mi sei sembrata piuttosto agitata!”.

“No, figurati. E' che sono un po' stanca. In questi giorni non mi sono fermata un secondo”.

La stringo a me, tenendola per la vita. In effetti gli ultimi giorni sono stati parecchio frenetici, lo show sta riscuotendo un grande successo e tra riprese, interviste e servizi fotografici non si riesce a trovare un attimo di pace.

“Andiamo a mangiare qualcosa insieme?”.

Mi sembra di vederla sbiancare, probabilmente è solo un'impressione. Mi sorride dispiaciuta.

“Amore, mi piacerebbe. E' che Candi mi aveva chiesto di andare a fare un giro con lei in centro. Abbiamo appuntamento tra un'ora”.

“Non ti preoccupare. Davvero. Tanto tra poco arriva Paul, andrò a prendere un aperitivo con lui”.

Si rilassa un po', dopo avermi dato un bacio di sfuggita (ovviamente i guardoni sono sempre all'erta) si dilegua nel suo camerino.

Rimango lì impiantonato al pavimento, la sua aurea, il suo modo di muoversi mi imprigionano i sensi. Qualcuno mi dà una pacca sulla spalla.

“Non si fissano le signorine da dietro. Non te l'ha mai detto la mamma?”.

“Forse è una delle tante lezioni che mi sono perso”. Sorrido al mio amico. Ha il viso un po' sciupato, che la “dieta Torrey” sia ancora in vigore?

“Devi già girare, o vieni a prendere un Prosecco con me?”.

“Solo se ci accompagniamo delle patatine fritte”.

“E patatine fritte siano”. Insieme al Prosecco non si erano mai sentite.

 

 

“Io non so a che ora finirò questa sera, puoi andare tu all'aeroporto?”.

Appoggio il bicchiere pieno del liquido bianco sul tavolo. Cavolo me ne ero completamente dimenticato, mi sa che Nina non è l'unica fuori di testa in questo periodo, dovrei procurarmi del fosforo, i miei trentadue anni iniziano a farsi sentire!

“Certo, non ti preoccupare, tanto non ho impegni”.

“Ti sei fatto scappare qualcosa?”.

“Io no, tu?”.

“Certo che no. Temevo non riuscissi a liberarti di Nina facilmente”.

“Veramente, è lei che ha dato buca a me per uscire con Candice, o forse Candi ha solo svolto al meglio il compito che le avevo assegnato, rapendola più ore del dovuto. Come bere un bicchier d'acqua ”.

Paul finisce le ultime patatine presenti nella ciotola, in una maniera non troppo sensuale si lecca le dita, se non avessi l'anatomia contro, potrei benissimo dire che sia incinto.

“Beh, dai almeno respirate un po', non vi perdete di vista un secondo”.

Sorrido per il tono che ha usato, è come se fosse un po' indispettito, so che ultimamente sto dedicando molto tempo a Nina e questo toglie dei momenti che una volta erano nostri.

“Hai ragione, dovremmo darci una calmata”.

Non replica, probabilmente era già pronto ad un mio diniego, non si aspettava di certo che lo assecondassi così.

“Siete una bellissima coppia. Penso che se doveste farvi vedere in giro, la gente impazzirebbe, avete chimica, carattere, siete perfetti l'uno per l'altra”.

“Non pensavo sarei stato così bene. Con Nina è tutto più facile, stare con lei è naturale come respirare, penso che non me ne stancherei mai”.

“E' perchè sei innamorato. Io ti capisco. Ne sono contento. So che in principio non volevo che ti avvicinassi minimamente a lei, sia io che Torrey tremavamo all'idea, ma quando vi ho visti così uniti anche se vi conoscevate da poco, quando ho visto il tuo sguardo quando Nina era nella vicinanze, ho capito che non avrebbe avuto senso ostacolare la nascita di un amore”.

“Quindi mi stai dicendo che sei contento di diventare, forse un giorno, mio cognato?”.

“Dico che ormai credo ci sia poco da fare”.

Rido un po' per la sua battuta, un po' per la faccia buffa che mi regala, in cuor mio mi rallegro anche per quelle parole appena pronunciate, per sposarla rinuncerei a qualsiasi cosa, lo farei anche oggi stesso.

“Vedrò cosa posso fare per velocizzare le cose”.

Mi tira un pugno amichevole sulla spalla. “Ora vado. Anche perchè da quanto ho sentito dire, ci ha già pensato Nina a far infuriare Kevin, preferisco non contribuire”.

“Ok, ci vediamo stasera lì, allora. Mi raccomando non rovinare tutto”.

“Tranquillo. Ciao, fratello!”.

 

 

 

 

 

Pov Nina.

 

 

Sono di fronte a “La Maison”. Di Megan, o chiunque questa -M sia, neanche la traccia. Inizio a camminare avanti e indietro, l'agitazione mi divora lo stomaco. Per fortuna Candi è stata al gioco, non mi ha fatto neanche domande, ha semplicemente acconsentito a coprirmi con Ian, certo devi inventarmi qualcosa il prima possibile, non è una a cui le cose passano inosservate. Va beh, devo prima pensare a ciò che mi toccherà tra poco, dopo mi potrò occupare di Candice.

L'arietta ancora fredda di Aprile si insinua dolcemente sotto la mia maglietta, mai come in questo momento vorrei avere Ian vicino, lui saprebbe cosa fare, saprebbe sicuramente cosa consigliarmi.

Dal vialetto interno, la vedo, è bella nel suo vestito beige, le scende morbido sui fianchi, è impossibile distinguere le sue forme. Mi sorride, per quanto mi sforzi, però, io non riesco a ricambiare. E' però più scialba di quanto me la ricordassi.

“Nina, grazie di essere venuta”.

“Nessun problema”. La mia freddezza disarma anche me, non sono abituata a sentire questo tono di voce uscire dalla mia bocca.

“Entriamo. Beviamo qualcosa”.

Il locale è carino, molto accogliente, però il sole primaverile che lo illumina da fuori, non lo rende proprio il posto giusto per trascorrerci il pomeriggio.

Ordiniamo un frullato di vaniglia e cioccolato, dopo di che rimaniamo minuti a fissarci.

“Ti trovo bene, Nina”.

“Vai pure al dunque, non mi interessano i tuoi giochetti”. Si lascia scappare un sorrisetto storto, è chiaro che non sia venuta a raccontarmi le belle cose che sono successe nella sua vita in questi mesi di agonia.

“Hai la coda i paglia?”.

“No, semplicemente ho poco tempo da perdere”.

“Già, Ian assorbirà tutte le tue energie”.

“Non sono venuta qui per parlare del mio rapporto con Ian. Se è una cosa che riguarda me e te, bene, altrimenti arrivederci”.

“Ian riguarda me e te”.

Il mo cuore perde un battito, non è difficile arrivare ad una soluzione, io e Megan siamo due donne completamente diverse, dentro e fuori, eppure qualcosa ci accomuna, l'amore per lo stesso uomo, e non un uomo qualunque, ma il migliore di tutti.

“Che cosa vuoi sapere?”.

Afferra tra le labbra rosse la cannuccia argentata del frappè, intanto continua a scrutarmi con lo sguardo, è come se cercasse qualcosa che nessun altro può vedere.

“Non voglio sapere i dettagli felici della vostra relazione amorosa”.

“E allora cosa vuoi, Megan? Davvero, ho altri impegni”.

Il mio cellulare squilla, è un messaggio, in attesa di una sua risposta sbircio il contenuto della bustina bianca.

 

Amore, ci vediamo alle 18 e 30 a Casa Salvatore. Julie ha bisogno di parlarci. Ti amo

 

Megan si accorge di qualcosa, il suo volto diventa una maschera di bronzo.

“Ho bisogno di parlare con lui”.

“Allora, mi sa che hai sbagliato persona. Ancora non sono la segretaria di Ian, se vuoi parlare con lui alza il telefono e fallo”.

“Lo farei se lui mi rispondesse”.

Un moto d'orgoglio manda in fibrillazione il mio cuore, amo quell'uomo ogni giorno di più, è questa è come la prova del nove per sapere che di lui mi posso fidare.

“Allora non so proprio che cosa fare, mi dispiace”.

“C' è qualcosa che puoi fare”.

Resto a guardarla interrogativa, questa posizione mi sta diventando stretta, il caldo del locale è soffocante e la maglietta di cotone pesante non mi aiuta sicuramente. Questi sbalzi di temperatura, mi faranno beccare una bella influenza.

“Tu puoi convincerlo a rispondermi”.

“Perchè dovrei?”.

“Perchè me lo devi. Perchè hai rovinato la mia vita rubandomi l'unica cosa che la rendeva davvero degna di chiamarsi vita. Perchè tu possiedi il suo amore, io invece non ho mai potuto goderne”.

Perchè sta sfruttando la carta della compassione? Mi sento un terzo incomodo in una storia che non mi appartiene. Che cosa ti passa per la testa, Nina? Ian ti ama, anche se tu non stessi con lui, questo non cambierebbe la situazione con Megan. Perchè è così vero? Ian non tornerebbe mai da lei, mi ama troppo per fare una cosa del genere.

Alzo lo sguardo verso la mia rivale, è una mia impressione, o i suoi occhi sono velati da una patina trasparente?

“E' importante, Nina. Devo parlargli il più presto possibile”. La voce le trema, se solo fossimo in una situazione diversa, mi sarei buttata al suo fianco per sussurrarle di non arrendersi, come ho sempre fatto quando ho visto qualcuno cedere. Eppure adesso mi diventa impossibile, devo mostrarmi forte, lo devo al mio amore che è più importante di qualsiasi altra cosa. Lo dice anche il detto: mors tua, vita mea!

“Vedrò cosa posso fare, ma non ti prometto niente. Ian ha una sua testa, sarà sempre lui a decidere per sé, non intralcerò mai il suo cammino, tanto meno per una cosa che neanche mi riguarda. La tua storia con Ian, non mi riguarda, il passato di Ian non mi riguarda”.

Mi allontano dal tavolo con passo pesante, solo quando sono fuori dal locale mi rendo conto che forse avrei anche potuto pagare! Poco male, in fin dei conti è stata lei a volermi vedere a tutti i costi.

 

 

 

 

 

Pov Ian.

 

Sono le 18 e 30 passate e di Nina neanche l'ombra, non è proprio da lei.

Sua cugina mi sta appiccicata come una cozza, inizio davvero a non sopportarla, forse avrei dovuto dare più credito a Torrey quando mi parlava di lei.

“Io sono una donna molto sexi, comunque le mie curve sono ben viste dal pubblico maschile, questo lo so, eppure credo mi manchi quel qualcosa in più...”. Il “cervello”, vorrei aggiungere, eppure mi limito, mia madre mi ha insegnato che l'educazione è prima di tutto, soprattutto con una donna. Anche se, devo ammettere, in questo caso la donna in questione è una gallina patentata.

Cerco di defilarmi, beccandomi lo sguardo stizzito di Paul: ora che si trova solo, deve sorbirsi tutta la pappardella della cozza gallina, alias cugina di Nina e della sua futura moglie.

Micaela mi sorride da lontano, adoro quel sorriso, è così famigliare da farmi girare la testa. A proposito di sorrisi che mi fanno girare la testa: dove diavolo si è cacciata la mia fidanzata?

Neanche il tempo di dirlo, entra nel salone. Sorrido all'espressione buffa che le si è dipinta sul viso, molto simile a quella di sua sorella poco fa. Senza neanche accorgersene si è trovata di fronte tutta la famiglia.

Sono giorni che io e Paul organizziamo questa sorpresa. Sapevamo quanto ci tenessero le ragazze a partecipare al compleanno di Liberty, sessant'anni si compiono una volta sola, allora, visto gli impegni improrogabili, abbiamo pensato di spostare la festa in America. Non è stato facile mettere d'accordo tutti, soprattutto zia Lucy e Deb, sua figlia, queste sì che sono due grandi rompiscatole.

Nina non riesce a credere ai suoi occhi, senza che me ne accorga due grossi lucciconi scendono spietati sulle sue guance, mi godo lo spettacolo di quel viso, incapace di muovere qualsiasi passo che mi porti ad un tesoro così importante.

E' lei a prendere l'iniziativa, appena incrocia i miei occhi sorride dolcemente e si incammina verso di me.

Purtroppo questo ritrovo amoroso viene in qualche modo ostacolato, Devon e Maryelle le si precipitano addosso, riempiendola di baci e abbracci. Dopo qualche secondo, Nina ha talmente tanta gente intorno che non riesco neanche a riconoscerla.

“Direi che la sorpresa è andata a buon fine. Tu ed io insieme siamo una forza, amico”.

Anche Torrey, tanto per cambiare si è buttata nella mischia, l'affetto di casa è imparagonabile a qualsiasi altra cosa, io lo so bene.

Solo la gallina non ha intenzione di sprecare il suo tempo con sua cugina, si avvicina a me e Paul con un'aria compromettente, mi trattengo seriamente dal tirarle una padellata in testa.

“Aspetto che abbiano finito. I miei parenti sono così volgari, scusateli, ma non sanno cosa siano le buone maniere”.

La ignoriamo completamente, è proprio la degna figlia di sua madre!

“Sono felice di vedere Nina, sta molto bene così. I chili in più le donano al viso”.

“Nina? Chili in più?”. Paul guarda sbigottito la ragazza, io la prendo un po' più sul ridere. A volte la gelosia ti fa dire cose che non pensi, pazienza!

Non faccio in tempo a voltarmi, che qualcuno si butta su di me. Nina mi salta letteralmente in braccio, le gambe intorno alla vita e inizia a baciarmi il viso con fare piuttosto inappropriato alla situazione. Arrossisco appena incontro lo sguardo di Liberty in mezzo alla folla, mi rassereno solo dopo aver scorto la sua felicità paterna.

“In effetti, forse qualche chilo lo hai preso seriamente”.

Non mi risponde, dopo tutto non sa neanche di cosa stia parlando.

“Ian, ti amo. Sei stato fenomenale, grazie. È davvero importante trascorrere con mio padre questa serata speciale”.

Mi bacia con tenerezza, ancora una volta le mia guance iniziano a bruciare. Perchè deve farmi arrossire davanti a decine di persone?

“Ehi, guarda che ho collaborato anche io alla sorpresa”. Lo sguardo indignato di Paul la fa ridere calorosamente, scende veloce dalle mie braccia e si butta tra le sue, compiaciuto lui le bacia i capelli.

L'agitazione che le ho visto aleggiare negli occhi questo pomeriggio, è svanita, quasi evaporata. Sono felice, è come se la mia serenità dipendesse dalla sua. Ora capisco tutte quelle frasi degli innamorati, vivo attraverso di te, guardo il mondo attraverso i tuoi occhi, ora so davvero che cosa si prova.

 

 

 

Pov Nina

 

 

La festa è davvero bella, Ian e Paul sono due fidanzati fantastici, hanno organizzato tutto in quattro e quattro otto e devo ammettere che è venuto tutto particolarmente bene. Certo, zia Lucy e Deb se le potevano pure risparmiare, chissà a chi è venuto in mente di invitarle. Il mio sguardo punta dritto su mia madre, cosa non farebbe per farsi apprezzare dalla zia!

Mia cugina non ha staccato gli occhi di dosso a Ian da quando sono arrivata, forse è ora di marcare il territorio.

Mi avvicino di soppiatto e infilo un braccio sulla vita di Ian, mentre con l'altra liscio maliziosamente la stoffa della sua giacca blu.

“Vedo che hai conosciuto il mio fidanzato”. Adoro dirlo e adoro soprattutto lo sguardo rabbioso che mi sta dedicando mia cugina. Ha sempre odiato me e le mie sorelle perchè siamo più belle di lei, non che sia impresa ardua poi.

“Oh, sì, è un ragazzo stupendo. Tienitelo stretto, sai quante donne farebbero carte false per lui”.

Istintivamente stringo Ian a me un po' di più, giusto per far capire alla viperella qui di fronte le scale di appartenenza.

“Già, mezzo mondo gli sbava dietro. Ma non ho tanti problemi, mi fido ciecamente di lui, so di non dover temere nessuna. E quando dico nessuna, dico nessuna”.

Torrey e Devon se la ridono da dietro le spalle di Ian. Tra le varie cose, sono felice di rivedere il sorriso di mia sorella, sembra che con papà le cose siano migliorate, anche se non sa come interpretare l'assenza di Francesco.

Deb si dilegua all'istante senza rispondere ulteriormente alla mia provocazione.

“Sembravi un cagnolino, ti mancava solo la coda scodinzolante”. Sorride alla mia faccia imbronciata e mi avvicina ancora di più a lui, assaporo fino in fondo il suo profumo così sensuale, qualcosa mi dice che i miei ormoni hanno iniziato una danza della pioggia. Quando cavolo vanno via tutti?

“E' la mia rivincita contro quella cornacchia di mia cugina. Non si aspettava di certo che diventassi così famosa e tanto meno che mi fidanzassi con un super figo come te”.

“Sono lusingato signorina Dobrev!”. La sua faccia da schiaffi dice esattamente il contrario, Ian sa di essere quel che è, non deve di sicuro avere certezze da me.

 

 

“Non mangiare tutte queste patatine, potrebbero venirti i brufoli”.

“Entrerei meglio nella parte della diciassettenne in erba”.

Candice mi squadra dall'alto in basso con la classica aria vissuta che la caratterizza. Questa sera è molto sexy, strano ma vero ha legato i capelli in una coda molto alta e i due cerchi argentati che le pendono dalle orecchie sono perfetti con il vestito bianco e argento che le conferisce un'aria da pop star.

“Tu sapevi della festa?”.

“Io so sempre tutto. Ian e Paul mi hanno chiesto aiuto per tenerti buona. Avrei dovuto portarti fuori, una bella passeggiata in centro mentre loro lavoravano per la festa. Tu hai però deciso di rovinarmi tutto”. Mette su un finto broncio che non me la racconta giusta. So che non finirà così, vorrà tutti i dettagli fino allo sfinimento.

“Scusa, ma avevo davvero un impegno urgentissimo”.

“Devo preoccuparmi?”. Mi specchio in quegli occhi così limpidi, sembrano puri e innocenti, quasi rido... Candice e l'innocenza non vanno esattamente di pari passo.

“No, stai pure tranquilla”.

“Con Ian tutto bene?”. Faccio viaggiare il mio sguardo, mi soffermo su di lui. Sta bevendo un bicchiere di vino bianco insieme a Paul e a mio padre, ridono come tre vecchi amici che trascorrono il loro tempo nei bar dello sport. Rido anche io con loro, con Julian non è mai stato così, era già poco inserito nella mia vita, figuriamoci nella mia famiglia.

“Meglio di così non potrebbe andare”.

“Allora cosa ti ha spinto a mentire a me, a lui e a tutti gli altri, oggi pomeriggio?”.

Trattengo il respiro, avevo quasi dimenticato questo piccolo particolare. Circondata dall'affetto delle persone che amo, questa brutta giornata è diventata solo un ricordo lontano.

“Megan”. Le parole non arrivano direttamente a Candice, o almeno così sembra visto che mi sta guardando come se fossi impazzita o come se le avessero giurato di aver visto un asino volare.

Si riprende? Candi? Candi? Oh, eccola che sembra dare un segno di vita.

“Megan?”.

“Esattamente”.

“E' che cosa vuole da te?”.

“Vuole che convinca Ian a parlare con lei”.

“Per quale motivo dovresti volerlo?”.

“Me lo sono chiesta anche io, sinceramente. Ma va bene così, ne parlerò con Ian e sarà lui a decidere cosa fare”.

“Non l'ho mai sopportata, l'ho sempre considerata un'inutile perdita di tempo per l'umanità”.

Non le rispondo, in fin dei conti non ce la faccio ad avercela completamente con Megan, riesco a capire che cosa si deve provare nell'amare un uomo che ama un'altra donna. E poi, Megan o non Megan, questa sera è la serata di mio padre, il mio fidanzato ed il mio migliore amico hanno fatto di tutto affinchè io e Torrey potessimo festeggiare con lui, ora voglio dedicarmi alla mia famiglia.

 

 

 

 

Pov Ian

 

 

“La cosa più bella di questo viaggio, è stato scoprire l'armonia che vi circonda. Vi sorreggete l'una con l'altra, applicando alla perfezione ciò che io e papà vi abbiamo sempre insegnato”.

E' arrivata l'ora della buona notte e un po' la stanchezza, un po' il buon vino rendono più facili le parole strappa lacrime. Mentre Micaela abbraccia teneramente le sue figlie, un groppo mi sale alla gola pensando a quanto mi manca la mia di famiglia. Ciononostante, da quando Nina è al mio fianco, è più facile reggere tutto questo, è come se in lei regnasse una parte di ciò che è la mia vita al di fuori della televisione. In lei ritrovo la passione di un'amante, la dolcezza di una madre, il profumo che sa di casa.

“E ovviamente, vogliamo ringraziare voi due, e per voi che lasciarle qui non ci pesa nulla. Vi conosciamo da poco, ma sappiamo che sono al sicuro, un genitore certe cose le sente”.

Rispondo con un sorriso alle parole di Liberty. Come potrei spiegargli che pur di non vedere mai soffrire Nina mi toglierei io stesso la vita? So quanto per un padre sia difficile vedere la propria bambina crescere, ho visto le difficoltà che il mio ha avuto con Robyn, ma so anche che non può non aver notato lo spaventoso cambiamento che ha fatto, in questi ultimi mesi è sbocciata, una bella donna con dei sani principi ha preso il posto di quel piccolo scricciolino insicuro di cui mi sono tanto innamorato. Eppure il mio amore per lei è in una drastica crescita ogni giorno che passa.

Arriviamo a casa un po' stanchi e accaldati da questo strano clima primaverile.

Mi sdraio nel letto mentre osservo Nina che si strucca con gesti esperti il viso. Le donne e le loro manie! Pensare che è così bella senza.

Mi guarda maliziosa mentre si avvicina a me, la lascio fare, so benissimo che se a quest'ora osassi anche solo avvicinarmi con un dito, finirei a dormire sul divano. Perchè tentare? Il letto è così comodo e confortante!

“E' stata una bellissima festa, non mi aspettavo niente del genere”.

“Altrimenti che sorpresa sarebbe stata?”.

“Ma è mio padre a compiere gli anni, non noi!”.

“Sapevamo che anche lui ci avrebbe tenuto tanto. E' comunque gli è stata fatta una sorpresa, non ha saputo nulla fino a quando Frank li ha portati dritti dritti in aeroporto”.

Sorride soddisfatta, sapere che anche suo padre è stato vittima di questa sorpresa le ha rasserenato il viso.

“Adesso, tu vuoi dirmi dove sei stata tutto il pomeriggio, o devo sorbirmi la palla di Candice a vita?”.

Arrossisce, di sicuro non pensava lo sapessi. Non è stato facile capirlo, basta conoscere tanto bene una persona da capire quando ti dice una bugia ed un pizzico in più di attenzione.

“Tu... tu... come fai a saperlo?”.

“Lo so perchè ti amo”.

“Scusa”.

“Per avermi mentito o per aver fatto qualcosa che non avresti dovuto fare?”.

“No... questo no”. Risponde allarmata, sorrido di fronte a questa sua piccola esitazione.

“Lo so. Ho fiducia in te, Nina”.

Strabuzza gli occhi come se non mi riconoscesse, in effetti dopo le millemila scenate di gelosia che le ho imposto, non mi riconoscerei più nemmeno io.

“Chi sei tu? Che hai fatto del mio fidanzato?”. Ride divertita, i suoi cambiamenti d'umore mi mandano in subbuglio, eppure non posso fare a meno di adorarli.

“Non tergiversare. Anche se ti do la mia fiducia, voglio comunque sapere che diavolo hai combinato oggi?”.

“Ho visto una persona”. Il suo viso si incupisce all'istante così il mio cuore. Julian? Quella testa di cazzo di Matt? Chi è che vuole incontrare la mia ragazza senza averne il diritto? Dimentico la storia della fiducia, se è uscita con uno di loro, lo raggiungerò e gli spaccherò la faccia. Mi sembra un buon compromesso per aver fatto l'idiota con la mia fidanzata!

Ok, sto impazzendo e sembra che la stronzetta qui presente si stia divertendo, lo dice il fatto che continua a guardarmi con aria desolata, ma non riesce a trattenere un sorrisetto soddisfatto.

“M...”.

“Che cazzo vuole da te?”. Non le lascio terminare la frase, sarebbe solo un rischio alle mie coronarie. Dovrei fare uno di quei corsi strani, quelli sul controllo della rabbia, potrei ottenere dei discreti risultati.

“Io gli spacco la faccia, gliela spiaccico contro il muro e ci gioco a freccette la prossima serata uomini tra me e Paul. Come si permette dopo tutto questo tempo? In più non c'è neanche la scusa del non sapere, perchè Liz sa ergo saprà anche...”.

Nina mi si mette di fronte, appoggia una mano sul mio petto nudo, quasi a volermi trasmettere un po' della sua serenità.

“Amore, lasciami finire di parlare. Oggi, ho visto Megan”.

Arrossisco prima di tirare un sospiro di sollievo, sento le sue labbra, appoggiate alla mia spalla, dischiudersi in un tenero sorriso.

Improvvisamente la rabbia prende di nuovo il sopravvento. Che cosa vuole lei da Nina? Non è degna neanche di avvicinarsi ad una creatura simile.

“Cosa vuole? E soprattutto perchè non me l'hai detto?”.

“Vuole parlarti. Non te l'ho detto, perchè sapevo che non mi avresti lasciato andare”. Come posso smentire?

“Certo, l'avrei fatto perchè non ce n'era il caso. Comunque cosa ti ha detto?”.

“Che non le rispondi al telefono e che ha urgente bisogno di palare con te”.

“Possiamo anche parlare, ma non so quanto sarò signore, non dopo che ti ha messo in mezzo a tutta questa storia, senza che ce ne fosse un motivo valido”.

“Ti ama. Non c'è motivo più valido di questo”. Sento una nota di amarezza nel suo tono, so cosa si prova a vedere un'altra persona che guarda nel tuo stesso modo l'uomo che ami. E' qualcosa che ti ferisce dentro, una lesione incapace di risanarsi.

“Non le parlerò. Per me esisti solo tu, lei non ha più significato per me da mesi”.

“Non essere così crudele con lei. L'abbiamo ferita, merita almeno un chiarimento”. E' diventata acida. La mia piccola Nina che vede il mondo sotto un'altra sfumatura di colore, che non riesce a vedere il marcio in ciò che la circonda.

“Megan non è una vittima, Nina, non lo è mai stata e non vorrà mai esserlo. Ma se tu credi che sia più giusto parlarci, lo farò. Ma sappi che lo faccio esclusivamente perchè sei stata tu a chiedermelo”.

Annuisce con la testa, mi ricorda mia nipote quando qualcosa le va a genio, la stringo ancora un po' a me e le bacio con dolcezza la testa.

“Non ti lascerò mai andare via da me, angelo mi”.

 

 

 

 

 

Ciao!!! scusate questo mega ritardo, purtroppo però ho iniziato l'università e le lezione e lo studio mi tolgono via fin troppo tempo, cercherò comunque di essere il più presente possibile e postare almeno due volte a settimana.

Dunque, in questo capitolo vediamo un fidanzamento che va a gonfie vele, i due piccioncini sembrano fatti l'uno per l'altra e tutto trascorre felicemente. Ecco che però torna in scena Megan che vuole parlare con Ian. Cosa vorrà da lui? Nel prossimo capitolo lo scopriremo.

 

 

Ringrazio ulteriormente i miei recensori, grazie mille per il vostro super sostegno. Baci

 

qualcuno mi ha chiesto se posso fare un po' di pubblicità alle altre storie, chiunque fosse interessato mi dica il nome della sua...

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Capitolo 14
*** La scelta ***


Pov Nina

 

 

Ahia, male, molto male, malissimo. La mia testa sta per esplodere, lo sento. Mannaggia a Candice e alle sue feste super mega devastanti. Ma dai, Nina, l'Hiroshima non è una Vera e propria discoteca. Ci divertiremo. Non vendono alcolici. Ed ora eccomi qui, nel mio letto così accogliente, con un'aspirina frizzantissima nel mio bicchiere e lo stomaco in subbuglio come se avessi ingoiato litri di acido muriatico.

Quando sono tornata a casa, Ian era seduto davanti alla televisione insieme a Sarah e Matt, non mi ha rivolto la parola, odia le mie ubriacature saltuarie, è convinto non si addicano ad una ragazza fidanzata.

Questa mattina, quando mi sono svegliata, non c'era. Pazienza, me ne farò una ragione.

Provo ad alzarmi facendo molta attenzione a farlo lentamente, la testa continua a girare come su quelle giostre pericolose che ti fanno arrivare il cuore in gola. Cerco di evitarle sempre, anche quando Torrey mi costringe a seguirla nei suoi tentativi di ricerca adrenalica. Ma l'alcol è molto più potente, probabilmente senza rendermene conto sto diventando un'alcolizzata, lo spiegherebbe il bicchierino di vodka che bevo con Candi al posto dell'aperitivo. Anche di questo, me ne farò una ragione.

Adesso, scherzi a parte, devo cercare di rendermi presentabile, se Julie, Kevin, o chiunque per loro conto mi vedesse in queste condizioni, potrei incappare in situazioni spiacevoli.

Lavo i denti, incredibile quanto, a distanza di ore, il mio alito sappia ancora di gin tonic, ho un conato di vomito al solo pensiero.

Scendo in cucina e con mia grande sorpresa la casa è piena. Che abbiano organizzato una festa? Candice è seduta sul divano con le ginocchia raccolte contro il petto, guarda nel vuoto con espressione non proprio intelligente, almeno non sono la sola a stare in queste condizioni. So che non dovrei rallegrarmi per i dolori altrui, ma si sa che mal comune, mezzo gaudio.

Ian sta chiacchierando amabilmente con Zach, i due sembrano essere tornati in buoni rapporti, forse dobbiamo ringraziare Alexia, la nuova ragazza di Zach che da qualche tempo ha iniziato a frequentare assiduamente casa nostra. Appena mi vede il suo sguardo si indurisce. Accidenti a me, ancora non gli è passata. Sfodero un sorriso del tutto forzato e mi avvicino a lui.

“Buongiorno”.

“Chi non muore si rivede”. Incredibile come riesca ad altalenare momenti di pura immaturità ad atteggiamenti assolutamente obsoleti.

“SpeRo non ti dispiaccia”. Il suo broncio si distende per un secondo in qualcosa che, con un po' di immaginazione, potrebbe definirsi un sorriso.

“Va' a fare colazione. Con tutto quello che hai vomitato stanotte, nel tuo stomaco deve esserci una sorta di eco danzante”.

Cavolo, ora che me lo fa notare, ho un buco nero nello stomaco, ora come ora mangerei anche un bue pur di placare questo fastidio nauseabondo. Mi avvicino al tavolo e inizio a preparare una fetta di pane con una generosa spalmata di nutella sopra.

“Oggi, pranziamo insieme?”. Cerco di alleggerire un po' la tensione, in realtà sembra un po' più tranquillo, almeno si è preoccupato per la mia salute. Buon segno.

“Pranzo, Nina?! Ma hai visto che ore sono?”.

Alzo lo sguardo verso il grosso orologio attaccato sopra lo stipite della porta. Cavolo, è già l'una ed io sto facendo colazione.

Approfitto dell'assenza momentanea di Zach che sta aiutando Kat a mettere a posto la spesa e mi avvicino a Ian, esibendo il mio più tenero sguardo da cucciola indifesa.

“Ma avrei voluto trascorrere un po' di tempo con te”.

“Avresti dovuto pensarci prima”. Sottolinea la seconda parola, quasi per schernire la mia volontà.

“Ok, ho sbagliato, scusami, giuro che non succederà più”. Gente scappate, prima che il mio naso occupi tutta la stanza.

“Non giurare, Nina. Sai anche tu che è una bugia”. Ops, sgamata!

“Ok, cercherò però di fermarmi quando il mio fisico lo richiede”.

“Questo potrebbe già andare”. Si avvicina a me e con entrambe le mani mi trattiene i ciuffetti ribelli che escono dalla coda scombinata, costringendomi a tenere alta la testa. I miei occhi si fondono con i suoi e un focolaio di emozioni prende vita dentro di me. Sento di potermi tuffare nell'azzurro del suo mare, è così sexy e rassicurante che la mia testa ricomincia a girare, questa volta in modo stramaledettamente piacevole. Ian Somerhalder ed i suoi dannatissimi effetti sulle donne!

“Quindi? La mia proposta di trascorrere un po' di tempo insieme?”. La voce mi esce un po' roca, cerco di mascherarla, facendola passare come un effetto del freddo, ma sappiamo benissimo entrambi che a prevalere è solo l'eccitazione.

Si avvicina un po' di più e sento la sua erezione solleticare il mio bacino da sotto i pantaloni. Bene, non sono l'unica maniaca ossessionata dal sesso.

“Sai che oggi non posso. Questa sera dobbiamo girare ed oggi pomeriggio devo vedere Megan”.

Pua pua pua pua. La mia vocina interiore oggi fa anche la spiritosa. Ma come siamo allegre, Nina! Non ci pensavo già più. Dopo tremila chiamate di Megan e mille tentativi miei di farli incontrare per sapere cosa frulla in testa alla stronzetta, Ian si è finalmente deciso a vederla. Sì, ok, so che sono stata io a fargli una testa grossa come un pallone, però adesso che la situazione si concretizzerà, sono assolutamente motivata a starci male. Cacchio, in fin dei conti è la sua ex, hanno un passato alle spalle e in più sono convinta che lei non mollerà la presa tanto facilmente.

Vedi cosa succede ad avere troppa fiducia di se stesse? Mi sono convinta che un appuntamento tra di loro sarebbe stata l'ennesima prova dell'amore di Ian nei miei confronti, ora invece sono sopraffatta dalle mille paure. E se lui dovesse accorgersi di provare ancora qualcosa per lei? Se i momenti trascorsi con lei dovessero ricordargli quanto l'ha amata? O Dio mio, che cosa ho combinato?

Regalo un sorrisino fintissimo a Ian e mi tuffo direttamente sul barattolo della nutella. Meglio affogarci subito i dispiaceri! Smetto immediatamente. E se diventassi grassa e brufolosa e Ian non mi volesse più?

 

 

 

Pov Ian

 

 

Sono fuori dal “Blanco”. In questo momento vorrei essere in qualsiasi altro posto, ma non qui. Solo che Nina ha insistito tanto, voleva a tutti i costi che io e Megan ci incontrassimo e ho preferito accontentarla, voglio che sappia che qualsiasi cosa potrebbe dirmi, non cambierà mai niente nel nostro rapporto. Nessuna donna potrebbe mai darmi quello che lei è riuscita a darmi in così poco tempo, è come se i suoi occhi fossero due fari nella nebbia, è il mio punto di riferimento, quel bastione felice nel quale sempre ritornerei.

Ieri sera sorridevo di fronte ad un'immagine mandata in rete da alcune fans della coppia Damon-Elena, in cui compariva una frase bellissima di un film che non ho mai visto, “The perfect man”, recitava le stesse parole che ogni mattina, quando apro gli occhi e scorgo il suo magnifico viso addormentato, vorrei pronunciare a lei: l’uomo perfetto è quello che potrebbe essere in qualunque parte del mondo ma sceglie di stare con lei, perché accanto a lei la vita è più bella,
perché senza di lei, niente avrebbe più senso…

E' esattamente ciò che penso di questo amore sublime che mi sta divorando giorno dopo giorno, passo dopo passo, attimo dopo attimo.

Sono così preso dai miei problemi che non vedo neanche Megan arrivare, un impermeabile leggero le avvolge con delicatezza il corpo, i capelli sono legati in una coda alta, sembra molto più bella dell'ultima volta.

“Ian”. Pronuncia il mio nome in un misto di gioia e timore, la vedo tremare sotto il pesante tessuto e vista la temperatura primaverile, posso affermare con sicurezza che non si tratta del freddo.

Con una mano la invito ad entrare nel locale, lei si incammina senza rivolgermi parola, se la conosco abbastanza bene, ora come ora vorrebbe tirarmi dietro una scarpa.

Ci accomodiamo in un tavolino molto intimo, il brusio del bar non ci disturba affatto e ordiniamo due Spritz per spezzare il ghiaccio.

“Sono felice che ti sia deciso a parlarmi. Avrei preferito lo facessi un po' prima, ma la ritengo comunque una vittoria”.

“Nina ha insistito tanto”. Non so neanche perchè questa sia la mia risposta, l'unica cosa che posso dire è che voglio mettere bene in chiaro quanto la mia donna conti nelle mie scelte

“Immaginavo fosse così. Non c'è bisogno di sottolinearlo, so quanto tu e Nina siate legati e so che lei occupa un posto nel tuo cuore che io non avrei mai potuto occupare”. La ricordavo meno intelligente. Buon per lei!

“Sono felice che alcune cose ti siano chiare”.

“Non capisco perchè continui ad essere così acido nei miei confronti, soffri di vuoti di memoria per caso? Ricordati sempre che tu sei un traditore ed io solo la vittima di questa terribile storia”.

“Ripeto ciò che ti ho detto qualche tempo fa, Megan, tu non sarai mai una vittima, sei troppo crudele e spietata per esserlo”.

Il suo volto si trasforma in un ghigno malefico, questa è la vera lei.

“Comunque mi hai cercato, hai addirittura disturbato Nina, tra parentesi, bruttissima mossa, per riuscire a parlarmi, dunque ora, se mi permetti, vorrei ascoltare ciò che hai da dire”.

La mia voce esce acida, so vorrei che questo appuntamento finisse all'istante, sono già stufo di Megan, dei suoi giochetti, delle sue frasi appena accennate.

“Non penso che ciò che ho da dirti ti farà fare i salti di gioia”.

“Non ti preoccupare, normalmente, quando si tratta di te, non faccio mai i salti di gioia”. Esibisco un sorrisetto cattivo, sono dell'idea che ricambiare con la stessa moneta abbia comunque i suoi vantaggi.

“ Povero Ian, così sexy e così stupido”. Continua con il suo tono da grande provocatrice improvvisata, non mi scompongo più di tanto, la sua è una tattica per farmi arrabbiare, dunque non voglio e non devo dargliela vinta.

“Per favore, Megan, ho ottomila cose che farei più volentieri che stare qui in un locale che puzza di fumo a guardare te atteggiarti da grande diva”.

Mi scruta attentamente, sembra quasi che i suoi occhi mi stiano trapassando, reggo il suo sguardo come se fosse la cosa più naturale del mondo. Inaspettatamente si alza in piedi, i suoi occhi ancora terribilmente incollati ai miei, inizio a stringere lo sguardo cercando di capire qualcosa di più, mi è quasi impossibile a dirla tutta. Le sue mani vanno ad afferrare entrambi i lembi dell'impermeabile, distolgo lo sguardo convinto che sia solo un tentativo per prendere più tempo e poi, dopotutto, in questo locale si muore di caldo.

I miei occhi ispezionano rapidi tutto l'ambiente, sono circondato da coppie felici che si stringono la mano, nelle loro espressioni la voglia di stare insieme, da fare progetti, di vivere intensamente ogni attimo che è loro concesso.

Ritorno nuovamente a Megan. Trattengo il respiro e mi sento quasi morire: di fronte a me, in una maglia rossa e bianca, una donna dalle labbra sottili e il ventre abbondante sta sorridendo.

Ora penso a tanti piccoli particolari che prima avevo ignorato, il comodo impermeabile che le nasconde le curve, gli occhi più vivi e accesi, le labbra un po' più piene, la nuova bellezza che senza fatica sta venendo fuori.

Rimango a bocca aperta, non ho il coraggio di parlare, è come se tutto, intorno a me, si fosse fermato a quest'attimo, come se niente al mondo avesse più un significato.

“Non fare quella faccia, Ian, potrebbe non far piacere a tuo figlio”.

 

 

 

 

Pov Nina

 

 

Ian non è ancora tornato a casa ed il mio nervosismo inizia ad essere visibile. Sto guardando un film con gli altri ma il mio pensiero è fisso a lui. Ogni tanto sento la mano di Paul che tenta di fermarmi il ginocchio che, in uno stato indecente, trottella su e giù sfregando contro il divano di pelle. Ringrazio che Elena non tenga particolarmente alle unghie, sarà più facile ridare vita a quelle poverette che sono state torturate dai miei denti agitati.

Ritorno per un attimo al mio film, è una di quelle commedie ridicole ed insensate che, almeno una volta al mese, Candice ci costringe a guardare.

In questo momento pagherei per essere sul set, recitare mi aiuta a dimenticare, o meglio a non pensare alle cose. Ma è normale che quando io ho bisogno di un attimo di svago, Julie decida di farci girare alle dieci di sera, cosa potevo pretendere?

Sento la porta dell'ingresso aprirsi e richiudersi praticamente in contemporanea, mi guardo un po' in giro e, dopo aver realizzato che di quelli che sono fuori nessuno dovrebbe far rientro, mi alza in piedi per raggiungere Ian.

Sta appendendo il golfino sull'attaccapanni e guarda spaesato il vuoto.

Senza che me ne accorga il mio cuore inizia a tamburellare nel petto, lo riesco a sentire addirittura nella testa.

“Cosa... cosa è successo?”. La mia voce, un po' roca, mi pone di fronte all'evidenza che ho paura, paura di ciò che potrebbe essere successo, paura di ciò che lei potrebbe avergli detto.

Il suo volto vago, si trasforma in un sorriso non appena i suoi occhi incrociano i miei. Ci leggo dentro l'immensità del suo amore, l'essenza della sua devozione a me e torna a controllare nuovamente il mio respiro, i miei sensi.

“Ne possiamo parlare dopo?”. Sembra stanco, forse anche un po' più vecchio, ma ripensando alla tensione di questa giornata decido di essere comprensiva e gli sorrido rassicurante.

Mi afferra la mano e, con mia enorme sorpresa, mi conduce al piano di sopra, ignorando le mie intenzioni di raggiungere gli altri. Senza fiatare lo seguo incoraggiante.

Ci ritroviamo di fronte alla porta della nostra camere, avverto già l'eccitazione farsi strada dentro di me, quella porta è un po' come un accesso al Nirvana.

Mi sdraio sul letto, Ian si appoggia sopra di me ed inizia a baciarmi lascivo il collo. Mi abbandono alle sue labbra libidinose, alle sue mani invadenti fino a quando non mi ricordo di tutto il tempo impiegato per truccare gli occhi.

“Aspetta, aspetta, poniamo dei limiti. Gli occhi non si toccano”.

Annuisce sorridendo e io lo imito.

Continua a baciarmi e un po' mi spaventa, lo sento così vicino, ma anche così distante al tempo stesso, è come se fosse disperato, come se cercasse di allontanarsi una volta per tutte da ogni problema.

Senza avvisare, entra dentro di me, lo sento scorrere con dolcezza mentre trattengo un respiro. I suoi movimenti sono lenti, ma decisi, sembra quasi mi voglia fare male, mi voglia entrare dentro per legarmi a lui per sempre. Un momento, Ian, io sono già tua.

Raggiungo il piacere una volta, due volte, tre volte... ogni suo movimento mi provoca scosse elettriche per tutto il corpo e le sue mani che circondano a coppa i miei seni di certo non mi aiutano.

Risvegliandomi dal coma momentaneo, decido di prendere in mano la situazione, con un leggero movimento di bacino, scivolo da sotto la sua erezione, con le mani spingo il suo petto fino a buttarlo duramente contro il materasso e mi metto a cavalcioni su di lui. Inizio a cavalcare il suo piacere, ritrovando immediatamente il mio.

Continuo a muovermi dolcemente, ora non c'è più nessuno, solo io e lui persi in questa folle danze. Non esistono le riprese di questa sera, non esiste il litigio di questa mattina, non esiste neanche quella stronza di Megan e la voglia di sapere che cosa voglio ancora dalla nostra vita.

Poco dopo mi ritrovo tra le su braccia, lui mi accarezza con dolcezza i capelli, io affondo il viso sul suo petto marmoreo e profumato. Non ha proferito parola, escludendo il “ti amo” abituale che conclude sempre le nostre performances, ma ho cercato di non sforzarlo, godendomi anche io l'intensità di quell'attimo.

Mi stringo di più a lui, le mie gambe cercano riparo tra le sue e le mie mani una sorta di contatto con il suo nudo corpo.

Lo sento sospirare più intensamente, mentre il suo cuore inizia ad accelerare nel petto. Mi sollevo con il gomito, sorreggendo la testa con la mano, e lo guardo intensamente come a cercare di spogliarlo di tutti i dubbi ed i problemi di cui si è rivestito.

Mi perdo nei due ghiacciai che gli brillano sul viso e ci leggo dentro angoscia disperazione... paura?!

Lo osservo interrogativa, so che non abbiamo bisogno di domandarci certe cose, so che lui riesce a leggere esattamente i miei tormenti e anche questa volta non mi delude.

“Megan è incinta”. Tre parole. Così semplici, eppure così capaci di far crollare il mondo sopra di me.

 

 

 

Pov Ian

 

 

I suoi bollenti occhi scuri ispezionano corrucciati il mio viso. Mi vuole leggere l'anima, questo lo so, l'ha sempre fatto ancora prima che imparasse ad amarmi.

“Megan è incinta”. Le parole mi scivolano di bocca senza che possa fare nulla per fermarle. Ma d'altronde, perchè mai dovrei fermarle? Dopotutto i giri di parole, i tempi prolungati non sempre ti aiutano ad affrontare situazioni delicate, dunque tanto vale essere diretti e sinceri, forse fa più male, ma aiuta a realizzare meglio.

Che altri modi ci sono per spiegare alla tua ragazza, alias tua ragione di vita, che la tua ex fidanzata è rimasta incinta poco prima che tu la lasciassi ed ora viene a rivendicare la tua paternità? Nessuno, credo.

Nina non ha pronunciato parola, neanche uno stupido versetto che mi facesse capire che non è entrata in uno stato di shock, ma anche fosse la capirei, non voglio neanche pensare a cosa succederebbe se un giorno lei venisse a dirmi di essere incinta di un altro uomo. Conoscendomi scatenerei l'inferno e potrebbe farlo anche Nina, volesse, di certo io non glielo impedirei.

“Chi è il padre del bambino??”. Sollevo subito lo sguardo sollevato, nei suoi occhi riesco, però, a vedere il terrore, è una donna troppo scaltra per non aver capito la situazione. “Tu che diavolo c'entri?”. Non rispondo, il cuore diventa pesante mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime. Il desiderio di stringerla a me è immenso, ma come potrei farle una cosa del genere?

“E' di sette mesi, dunque immagino che sia mio”.

Socchiude gli occhi come se volesse impedire alla sua rabbia di venire fuori, potrebbe sputare parole d'odio da un momento all'altro ed io so già che reagirei nascondendomi dietro un muro e tirando fuori la testa solo alla fine di tutto. Mi comporterei da perfetto codardo, esattamente come mi sono sempre comportato. D'altra parte non è colpa mia, fa parte del mio essere, della famosa e lunga lista dei difetti. E perchè in questo lungo elenco, vedo splendere di un rosso acceso la mia colpa, la colpa di far soffrire sempre le persone che amo? Che poi, a pensarci bene, non sono neanche capace di farmene una colpa. Le situazioni mi stravolgono senza che io possa fare nulla per fermarle.

“Perchè Ian? Perchè il nostro amore non è destinato a vivere felice?”.

Vorrei essere un bambino, tornare a casa e rifugiarmi nei miei giochi dimenticandomi dei problemi che vivono intorno a me. Mi vergogno io stesso delle parole che ho detto, devo mettermi in testa che dovrei essere maturo, che dovrei essere un uomo e, soprattutto, che dovrei essere un padre.

“Noi possiamo comunque vivere felici, Nina”.

Inizia a scuotere la testa e lì il mio cuore perde parecchi battiti.

“Come potremmo? L'uomo che amo sta per avere un figlio da un'altra donna. Condividerà con la cosa più importante della sua vita, come potrei avere un ruolo in tutto questo?”.

Ed io non so più cosa rispondere, non ancora almeno, non prima di aver tenuto tra le braccia mio figlio.

“Sono convinto che l'emozione che ti dà un figlio sia inspiegabile, ma di una cosa sono sicuro: niente e nessuno cambierà mai il mio amore per te. Te lo chiedo con il cuore in mano, metti da parte la razionalità, usa l'istinto, il cuore, prendi in mano il mio e leggi quello che ho scritto dentro per te. Io ti amo e non voglio perderti, vorrei che questo bambino fosse per noi motivo di unione, non di rottura”.

“Non è mio figlio, non riesco ad immaginare come possa tenerci uniti, io non ho nessun legame con lui. Cosa ti aspetteresti dal nostro futuro?”.

“Non lo so, ma so cosa aspettarmi dal presente. E mi aspetto una vita fatta di te. Questo bambino sarebbe una cosa in più, non andrebbe mai a sostituire quello che provo per te, te lo assicuro. E per dimostrarti che non ti voglio lasciare andare, te lo chiedo ufficialmente: Nina, resta con me e sposami”.

Non sono sicuro di essere stato io a pronunciare queste parole, le penso da una vita, ma pensavo di non essere abbastanza coraggioso per farlo. Ogni giorno, quando incontro Paul e lo sento parlare della sua clamorosa vita con Torrey, dell'eccitazione del matrimonio e dei progetti del futuro, oltre ad essere felice per il mio migliore amico, sento una punta di invidia nella parte alta dello stomaco. Non mi era mai successo prima, inizialmente ero convinto fosse perchè ero troppo giovane,, troppo desideroso di divertirmi, poi ho realizzato da solo che il motivo non ero io, bensì la donna che avevo al mio fianco.

“Che cosa hai detto?”. Nina non sembra credere alle sue orecchie, i suoi occhi sono dilatati mentre mi guarda e la sua voce trema, scossa dalle congetture degli eventi.

“Sposami. Ti renderò felice, lo giuro”.

Nina inizia a respirare affannosamente, ho addirittura paura che le venga una crisi di panico. Non dico nient'altro, appoggio solo le mani sulle mie spalle, non voglio farle pressione, ha bisogno di connettere con serenità tutto ciò che sta succedendo.

“Ian... io, io...”. La invito a proseguire, il mio cuore sembra voler uscire dal petto.

“Io ci devo pensare... a tutte e due la richieste”. Ora il mio cuore è sprofondato, ne sento il rumore assordante mentre rantola dalle scale.

“Nina, no”. Non avevo preso in considerazione il fatto che avrebbe potuto pensare di non rimanere con me, ora sembra davvero che la camera stia crollando su di me.

“Ian, è troppo complicato, non so se me la sento”. Le lacrime scivolano copiose sulle sue guance lisce, gliele asciugherei se solo non fossi incementato al pavimento.

“Ho bisogno di riflettere, ti chiedo scusa”.

Si gira verso l'armadio, raccoglie un paio di vestiti e li metti in borsa, dopo scappa verso l'uscita, io non riesco a muovere un passo, l'unica cosa di cui mi rendo conto, anche in un momento come questo, è la meraviglia che vive dentro i suoi occhi.

 

 

 

Pov Nina

 

 

Suono al citofono un paio di volte. Non so neanche come sia riuscita ad arrivare fino a qui, l'unica cosa che ho in testa è il discorso di Ian. Come diavolo può pensare che tra noi funzioni quando sta per avere un figlio, la cosa più bella e preziosa del mondo, da una donna che non sono io?

Sento gli occhi appesantirmi di un po' il viso e mi tuffo con gioia tra le braccia aperte di Paul che mi ha appena aperto la porta.

Non ho bisogno di domandare nulla, il silenzio imbarazzato di mio cognato parla per lui: Ian deve averlo chiamato.

“Vado a prepararti un tè, tu accomodati pure”.

Mi siedo sull'enorme divano blu e intanto i momenti felici trascorsi con Tor, Paul e Ian in questa casa ritornano ossessivi nella mia testa. Perchè doveva andare così?

“Torrey dovrebbe arrivare a momenti?”. Annuisco lentamente pur sapendo che da quella posizione, Paul non può vedermi.

Come se l'avessimo chiamata, mia sorella mi raggiunge frettolosamente nel salotto, negli occhi la preoccupazione, sul volto il dispiacere. Mi getto su di lei ed inizio a piangere sulle sue braccia. Mi sembra di essere tornata ragazzina, quando Colin Fell non mi voleva ed io piangevo, raccontando le mie preoccupazioni a mia sorella. Già, mia sorella, perchè a volte il legame di sangue non conta.

“Mi dispiace tanto, Nina”.

“Non è possibile. E' come se qualcuno ci volesse divisi, come se per una qualsiasi ragione dovessimo stare lontani”.

“Tesoro è normale faccia male, ma tu devi combattere, non dovrai mai mollare”.

Stringo le mie mani intorno alle sue, quasi a voler scambiare i ruoli, a non voler essere io anche questa volta quella che soffre.

“Sapete cosa fa più male? Dover rinunciare a lui, senza che nessuno dei due lo voglia veramente”.

Torrey mi stringe in un abbraccio strita costole, Paul annuisce comprensivo da sopra la sua tazza di tè alla vaniglia.

“Appunto, Nina, lui non c'entra nulla, è capitato”.

“Lo so, Paul, ma succede sempre tutto a noi. Come posso pensare di vivere con lui una vita intera, se non riusciamo a stare tranquilli per più di un paio di mesi?”.

“Io ti capisco, piccola, ma non puoi rinunciare così a lui, a voi”.

“E che cosa dovrei fare? Vivere per sempre nell'ombra di un bambino che non mi appartiene, che non è nostro?”.

Mia sorella e mio cognato sgranano gli occhi colpiti spiacevolmente dalla durezza della mia voce. So che questo bambino non c'entra nulla, ma non posso fare altro che provare un pizzico di irritazione anche per lui.

“Ninetta, io sono tua sorella e sarò sempre dalla tua parte, ma pensaci bene, soprattutto da te non vorrei mai ascoltare un discorso del genere.

Quando tu e Alex siete entrati in casa mia, vi odiavo, eravate quelli che volevano rubarmi il papà. Poi ho iniziato a condividere la mia vita con voi, non è stato facile, soprattutto per quanto riguardava te, eppure ho iniziato a conoscervi e mi siete entrati dentro. Micaela è diventata la madre che avrei tanto voluto conoscere e non ho mai pensato a te e ad Alex come a dei fratellastri, eravate sangue del mio sangue esattamente come le altre”.

Ho capito dove vuole arrivare, mi vuole dire che per quanto possa far male inizialmente, anche io mi affezionerei a questo bambino, ma al momento non riesco a pensarci. Sono troppo giovane per improvvisarmi mamma nei weeek end!

“Ti prometto che ci penserò bene”. Cerco di tenerla buona, è uno dei pochi momenti in cui sta in silenzio e non vorrei rovinare l'atmosfera pacifica che si respira.

Guardo distrattamente l'orologio, sono quasi le 21 e tra mezz'ora devo essere sul set dove mi aspetta Ian, ovviamente. Come se non bastasse, la scena non ci risparmia nulla, si tratta del primo bacio tra Damon ed Elena, già quando si dice che il fato mi è avverso...

 

 

 

 

Pov Ian

 

 

Tra tutte le cose che farei oggi, questo proprio non vi rientra. Sono qui di fronte a Ros che cerca di dare un colorito pallido alla mia pelle e fremo dal disperato bisogno di parlarle.

E' seduta al mio fianco, ma mi ignora completamente, io non riesco a fare la stessa cosa con lei, purtroppo.

E' tutto troppo complicato, tutto troppo stupido e inaspettato. Chi avrebbe mai detto che mi srei trovato in una situazione del genere.

Faccio per prendere la camicia appoggiata sul divano, sono pronto ad entrare nei panni di Damon.

“Ian”.

A sua voce mi accarezza dolce come una piuma, mi volta verso di lei, prendo un respiro e dentro di me prego Dio di donarmi la grazia.

“Ho valutato le tue proposte e ho fatto la mia scelta.

 

 

 

Tu che ci fai qui?”. Ha in mano dei vestiti, i boccoli scuri le incorniciano ribelli il bel viso.

Ho cercato inutilmente di rendermi utile”.

In quale modo?”

Non ha importanza”. Le appoggio le borse su una panchina.

Sei gentile”.

Quando sono arrivato in questa città, volevo distruggerla, ma stasera ho sentito che volevo proteggerla. Come è potuto accadere? Io non sono un eroe, non faccio il bene perchè non è da me”.

Forse ti sbagli”.

No, il bene lo fa mio fratello, e tu, e Bonnie. Nonostante avesse tutte le ragioni per odiarmi, comunque ha aiutato Stefan a salvarmi”.

E perchè questo ti sorprende?”

Perchè lei l'ha fatto per te. E ciò significa che per qualche ragione tu hai pensato che io meritassi di essere salvato e per questo motivo ti volevo dire grazie”.

Non c'è di che”.

Le bacio delicatamente la guancia. Dopo di che mi sposto sulle sue labbra. Ci baciamo con passione. E mentre Damon bacia con profonda devozione Elena...

 

 

Ian fa la stessa identica cosa con Nina, consapevole che questa serata ha sconvolto letteralmente la sa vita.

 

 

 

 

Non mi uccidete. Non ho voluto raccontarvi tutto subito per un motivo, voglio lasciarvi con un po' di brivido e voglio far viaggiare un po' la vostra fantasia. Che cosa avrà risposto Nina?

Scusate sempre il mio ritardo, ormai mi viene impossibile aggiornare più di una volta a settimana ….

grazie mille a tutte voi che seguite con entusiasmo e passione la mia storia.
nel prossimo capitolo, sscopriremo che cosa Nina ha deciso di fare, non perdetelo

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Capitolo 15
*** Momenti di svolta ***


Pov Nina

 

 

Mi trascino con poca convinzione in cucina. Mia madre è impegnata a sfornare frittelle di mele, mio padre si intrattiene con il Times.

Devo ancora abituarmi ai ritmi estivi, svegliarsi tardi al mattino, tornare a casa a notte inoltrata, ingurgitare tonnellate di alcol puro che potrebbero mandarmi in pappa il fegato ancora prima di raggiungere una veneranda età... tutte cose a cui devo decisamente ancora abituarmi!

In casa oggi regna il silenzio, non so se sia dovuto alla straordinaria assenza di Torrey, che oggi è in giro per negozi con Paul, o a qualche recente litigio matrimoniale, opterei più per la seconda, però.

Mi soffermo a pensare sopra la mia tazza di latte al cioccolato, mi sento così inutile e stupida.

 

 

Lo guardo truce da dietro la porta del suo camerino, anche in una situazione come questa non riesco ad ignorare il suo sex appeal, forse hanno ragione le sue fans a considerarlo tra gli uomini più provocanti del mondo.

Prendo un respiro a pieni polmoni, parlare in questo momento è la cosa più difficile, ma è anche assolutamente necessaria.

Ian”. Si volta lentamente verso di me, la visione di due splendidi ghiacciai non mi aiuta di certo a ragionare in modo razionale!

Non risponde, è come se le parole in questo momento non servissero, non a lui almeno.

Ho valutato le tue proposte e ho fatto la mia scelta”.

Il cuore inizia a martellare in modo angosciante nel petto, temo quasi l'imminente arrivo di un infarto. Prendo coraggio e insieme a questo anche la mia decisione.

Ti amo. Ti amo così tanto che a volte ho quasi paura di impazzire. Questi con te sono stati i sette mesi più belli della mia vita. Pensavo che sarebbe stato complicato, che cinque anni non si possono buttare per sempre in un cestino, ma per mia enorme sorpresa da quando sto con te, Julian è sparito. In un attimo ho capovolto la mia vita, le ho dato un senso diverso... quel senso eri tu”.

Nina...”.

Alzo una mano per bloccarlo. “Lasciami parlare, per favore. Ho pensato che eravamo destinati a stare insieme, che questo amore non sarebbe mai finito e ci speravo veramente. Ma ora, ora che lei è tornata nella tua vita e non l'ha fatto da sola, che cosa rimane di tutto questo amore? Cosa rimane di quella che ero io quando stavo con te? Assolutamente niente”.

Non parlare così, è una stupidata. Io ti amerò in maniera incondizionata, il mio amore non cambierebbe mai!”.

Gli sorrido debolmente, vedo la disperazione nei suoi occhi, so che se restassi ancora qui non farei che peggiorare le cose, mi butterei tra le sue braccia e tornerei a condurre la mia vita fatta di lui. Ma non posso, lo devo al piccolo che sta arrivando, necessita di due genitori che provino almeno a darsi una seconda possibilità, lo devo all'uomo che amo, che ha bisogno di trascorrere con tranquillità la sua vita e lo devo un po' anche a me stessa, voglio una vita da protagonista, le quinte non sono fatte per me.

Ti amo, Ian. Ma un figlio ti sconvolge la vita e in questo momento la tua vita non prevede me”.

Giro sui tacchi dopo avergli dedicato un ultimo sguardo commossa e mi allontano.

Le lacrime mi impediscono la vista ed il pensiero di dover recitare insieme non mi aiuta sicuramente a migliorare il mio umore.

In una sola giornata ho posto fine alla parte più bella della mia vita, quella che aveva davvero senso di essere vissuta e tutto questo fa male. Non è stato come con Julian, quando l'amore finisce è pur sempre un dolore, ma un conto è quando si tratta di una storia arrivata al capolinea, un altro è quando due persone si amano così tanto da poter morire l'una per l'altra, ma la vita e i suoi eventi riescono ad ostacolare il futuro.

 

 

Finisco la mia colazione e mi avvicino a mio padre per leggere con lui le notizie, non che mi interessino in questo preciso istante, ma è pur sempre giusto farsi un'idea di ciò che ti circonda.

Il mio telefono inizia a vibrare, leggo sorridente un messaggio di Candice.

 

La mia nuova vita da single è uno spasso e la notorietà mi sta dando alla testa, adoro tenerli sul filo del rasoio! Mi manchi tanto, puffettina. Baci. -C

 

Già, la storia con Steven non è andata a buon fine, lui l'ha tradita e, a ragione, lei non lo ha perdonato. Ora finge di essere tranquilla, ma io so benissimo che dentro di lei soffre, solo che non vuole ammetterlo neanche con se stessa. L'impavida Candice non può di certo farsi abbattere da una folata di vento!

Mi torna in mente la sua telefonata di qualche tempo fa.

 

Ciao, Candi”.

Ciao, Nina. Anzi, forse dovrei dire Santa Nina”.

Non riesco a centrare bene il suo discorso, ma dal tono non si preannuncia nulla di buono.

E' successo qualcosa?”.

Inizia ad agitarsi in modo piuttosto evidente. “E' successo che il miracolo del martirio dovresti lasciarlo al tuo personaggio”.

Continuo a non seguirti!”. Ed inizio ad avere un po' di paura. Questo però non glielo dico.

Ho sentito Ian”.

Ops, cacchio lei sa tutto e non l'ha saputo da me.

Ah”. Mi limito a rispondere imbarazzata, in fin dei conti se ha sentito Ian sa già tutto da sé.

Cos'è questa storia?”.

Quale storia?”.

Quella di te e Ian che non state più insieme, pur amandovi alla follia”. A volte parlare con lei mi diventa davvero difficile, riesco a fatica a stare dietro ai suoi ragionamenti all'avanguardia.

Penso sia abbastanza esplicito. Megan, bambino, famiglia. Vuoi un disegno?”. Cerco di essere sarcastica, inutile dire che mi esce parecchio male, non mi viene bene quando sono felice, figuriamoci in una situazione del genere!

Ian. Nina. Amore. Un bambino rientrerebbe perfettamente in questi piani”.

Non sarebbe figlio mio”.

No, ma lo sarebbe dell'uomo che ami. Impareresti ad amare anche lui”. Oddio, quando si impunta su qualcosa, Candice sa essere davvero snervante, è anche per questo che noi tutti la adoriamo.

Se per una volta non ti lascio l'ultima parola è la fine”.

Assolutamente sì. Nina, tu stai soffrendo, Ian sta soffrendo. So che va di moda la ragazza dal cuore spezzato che trascorre la giornata seduta sul davanzale a scrivere nel diario e che si abbuffa di gelato e cioccolata calda, ma questo non è il tuo caso. L'uomo di cui sei innamorata ricambia esattamente i tuoi sentimenti, cosa potrebbe esserci di più bello al mondo?”.

Sospirando attacco, so che se la prenderà e proverà a chiamarmi altre ottocento volte, ma poi le passerà e saremo amiche come prima.

 

 

Anche la mia vita non è niente male, ma sono molto più contenta per te, falli impazzire tutti! Mi manchi tanto anche tu, tesoro mio. Non vedo l'ora di rivederti. Ti voglio bene.

 

Rivedere Elizabeth e tutto il resto della compagnia mi ha fatto un enorme piacere, però la mia giornata senza la ricorrente chiacchierata con Candi non è giornata. Incredibile come un angelo dai capelli biondi ed il caratterino impepato posso attirarti in questo modo quasi ossessivo. Tutti le vogliono bene, sarebbe inverosimile il contrario.

Metto la tazza nel lavandino e mi incammino verso la camera per prepararmi. Domani è il gran giorno e devo ancora sistemare le ultime cose.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

Finalmente un po' di vacanza anche per me, tutto sommato me la merito in pieno.

E' stato un periodo parecchio complesso: il finale di stagione, le convention in giro per il mondo, le miriadi di interviste, gli impegni con questa fondazione che sta per spiccare il volo e... Nina.

Ho voglia di un attimo di pace, mi sento come dopo una corsa, l'unica cosa che voglio è un po' di pace e soprattutto di ossigeno.

Metto la cinquantesima firma della giornata ad uno dei tanti fogli che ogni tanto Sally mi porge. Le sorrido benevolo, è davvero una grande compagna di squadra, dovrò ringraziare soprattutto lei se il progetto della Ian Somerhalder Fondation andrà a buon fine.

Questo lavoro mi piace un casino, mi permette di collaborare direttamente con le persone, ma dà l'opportunità di impegnarmi su fronti diversi e lasciar trasparire le mie innaturali doti da filantropo, ma soprattutto mi aiuta a non pensare. Ed ora che non giriamo più scene, sono davvero convinto che non pensare mi serva più del dovuto.

Per un attimo la testa va a quella sera.

 

 

La bacio con dolcezza, una dolcezza inspiegabile che non le ho mai regalato. Kevin inizia a pronunciare le parole di chiusura scena ed è parecchio euforico, forse inizia a infastidirsi quando il bacio si spinge oltre le sue direttive.

Senza aggiungere niente, Nina si allontana timidamente dal mio corpo asciugandosi le labbra con la manica della maglia, io non riesco a dire parola, il mio cervello è entrato in una sorta di stand by permanente.

Non so come accade, mi ci ritrovo per caso, e se oggi ci penso mi prenderei a capocciate da solo.

Inizio a camminare tranquillo per la strada, come nelle più tragiche storie d'amore da cinema, di fronte a me solo coppiette innamorate. Mi viene difficile non pensare a lei, alle parole d'amore di questa mattina, al suo addio pulito e altruista, tipico da lei insomma.

Entro in un locale, mi siedo su uno sgabello di quelli alti che stanno vicino al bancone ed ordino un wiskey, molto alla Damon per spiegarci. E sembro realmente lui, ritrovo nell'alcol un alleato alla mia battaglia, la battaglia di dimenticare per almeno qualche ora. Bevo un bicchiere dopo l'altro e mi spingo nel baratro nel momento in cui chiedo al barista un'intera bottiglia da portare via, decisamente non da me.

Butto giù il liquido ambrato ma ciò che sento è solo dolore, che poi il dolore è solo la metafora di una verità.

Mi siedo su un muretto e mi soffermo ad osservare il fiume, è come se volessi sprofondare nell'oscurità di quella notte, forse perchè solo lei in realtà mi può capire, forse perchè abbiamo lo stesso modo di vedere le cose al momento.

La testa inizia a girare. E pensare che è stata proprio una notte a rovinare tutto, una notte sbagliata che neanche volevo affrontare. Ed ora eccomi, con i piedi penzoloni, l'alito che sa di alcol a reprimere silenziosamente la nascita di un bambino che non ne può niente.

Qualcuno mi scrolla velocemente tutti questi pensieri di dosso, la sua mano pesante fa presa sulla mia spalla destra. Ci metto un po' a realizzare che forse sarebbe il caso di girarsi.

E tu che ci fai qui?”.

Me lo chiedo anche io. Cosa ci faccio qui?”. Non ho mai visto Paul così arrabbiato, e sono davvero tanti anni che ci conosciamo.

Non ti ho chiamato io”. Che non ci si metta anche lui, avere problemi con il mio migliore amico non rientra assolutamente nella mia lista, non per stasera soprattutto.

Oh, questo lo so. Però quando mi ha chiamato Simon, dicendomi che ti ha visto barcollare per strada con una bottiglia in mano, ho ritenuto necessario raggiungerti subito”. Maledetto Simon, il suo ruolo di portinaio gli si cuce addosso a pennello.

Spero che almeno tu abbia una motivazione valida. Sai, questa sera Torrey era parecchio disponibile, non capita spesso nell'ultimo periodo”.

Ehi, mi sta forse facendo pesare la sua scopata persa?

scendi da qui, non fare il buffone”.

Cerco di riprendermi dalla sbornia, devo ammettere che pensavo fosse più facile, forse avrei dovuto compatire un po' di più Nina nelle sue serate folli con Candice. Cavolo, ho bevuto per dimenticare, non per sorridere come un ebete ai suoi ricordi!

Allora, vuoi raccontarmi cosa è successo?”.

Mi dilungo nel discorso, gli racconto tutti i dettagli, Paul è l'unica persona che cui possa realmente essere libero di parlare, so che non mi giudicherebbe mai, non ne è proprio capace.

Ha solo paura, Ian. Devi darle tempo. So che Nina sembra forte e determinata, ma è una donna. Ha bisogno delle sue certezze e l'arrivo di un figlio tuo gliene toglierebbero parecchie. So che non è facile da pensare, ma ricordati che ha solo ventun anni, sta affrontando qualcosa che è più grosso di lei”.

Quale parte della frase Nina mi ha lasciato non ti è chiara, Paul?”.

Alza gli occhi al cielo, è così buffo da riuscire a strapparmi anche un sorriso.

La riconquisterai, Ian. Anzi no, non devi riconquistarla, devi solo darle dei buoni motivi per tenerla ancora legata a te. Sono sicuro che non sarà difficile”.

 

 

Paul, sono pochi giorni che non lo vedo e già mi manca. E' un amico perfetto, al quale non potrei mai rinunciare, è una sorta di fratello che mi è entrato nelle vene. Senza di lui non sarei mai riuscito a superare quel momento drammatico, gliene sarò debitore a vita.

Quando sprofondi negli abissi e trovi il coraggio di uscirne fuori è perchè chi ti circonda ha profonda stima di te e la mia fortuna è stata trovare persone come lui. Solo così l'oscurità ti sembra un po' meno nera.

 

 

 

 

Pov Nina.

 

 

“Sì, Candice, ci credo”.

“Guarda che se fosse così te lo direi. Poi, cavolo tra tutti quelli con cui potrei provarci, proprio quel demente di Trevino!”.

“Da quando lo denigri così”.

“Da sempre”.

Sono due ore che siamo al telefono e sta cercando in tutti i modi di convincermi, o meglio di convincere se stessa, che non prova nessun tipo di attrazione per Michael.

“Dimmi un po', tu come te la passi?”.

“Mmm, non c'è male. Con Torrey e Paul mi annoio un po' meno”.

“Beh, meno male. Stasera stai a casa?”.

“Sì. Domani è il gran giorno, trascorrerò tutta la giornata con Liam, devo risparmiare energie”.

Sorride gioiosa.

“Beata te. Dai, tesoro, ci sentiamo stasera, ora vado a comprare un bel vestitino per la festa di domani”.

“Ok, allora a stasera. Ah, mi raccomando, buttati sul rosso, Michael lo gradisce di più”.

Non faccio in tempo a sentire la risposta che ho già riattaccato, mi sono appena guadagnata una serata di proteste e insulti gratuiti al povero Trevino!

Entro nella vasca da bagno che avevo già riempito prima che Candi telefonasse.

Mi immergo nella schiuma vaporosa ed inizio a pensare al passato, a quanto siano stati faticosi quei giorni, a Lui.

 

 

Nina ti vuole Paul”.

Torrey mi passa il telefono, lo afferro svogliatamente con una mano, mentre con l'altra abbasso di rimando il volume della televisione. Mi sono momentaneamente trasferita a casa di mia sorella e, come Paul non fa altro che ricordarmi a qualunque ora del giorno e della notte, mi sono anche impossessata della sua zona relax.

Pronto. No, non sono davanti alla tua televisione”.

Nina...”. Ha la voce allarmata, possibile che sia successo qualcosa? No, Torrey non sarebbe così tranquilla fosse così.

Che è successo?”.

Megan ha avuto le doglie, siamo tutti in ospedale”.

Non rispondo, ecco perchè tutta la preoccupazione, da quando io e Ian ci siamo lasciati, ok, da quando io ho lasciato Ian, ha sempre cercato di mantenere un certo riserbo per queste cose, poche volte ci siamo finiti a parlarne.

Nina, ci sei?”.

Sì, ci sono”.

Non ci raggiungi?”. Raggiungerli? Scorgere la gioia negli occhi dell'uomo che amo mentre stringe tra le braccia il bambino che io non ho potuto, anzi non ho avuto il tempo dargli?

Non saprei...”.

Fallo per lui, sai che lo vorrebbe”.

Mi preparo velocemente sotto lo sguardo attento di mia sorella, è preoccupata per il mio stato mentale, ma non dice niente.

In ospedale ci sono tutti, Candice, Paul, Michael, Julie, Kevin, Kat, perfino Zach. Di Ian nemmeno l'ombra, sarà in sala parto con Megan. Lo stomaco si contrae all'idea di lui che le tiene la mano, di quello che potrebbe succedere una volta nato il piccolo. Nei film funziona così, i bambini sono sempre in grado di riaccendere amori impossibili.

Paul mi si avvicina lentamente e mi stringe a sé con un solo braccio.

Hai preso la decisione giusta, fidati di me”.

Annuisco un po' scettica, faccio quasi per ribattere quando di fronte a me si materializza Ian con un bicchiere di caffè in mano, è visibilmente agitato, ma ciò che mi fa rasserenare subito è la sua presenza qui, con me e non con lei. I suoi occhi si dilatano per la sorpresa, mi sorprendo io stessa quando realizzo quanto mi sia mancato il suo abbraccio, cerco di assaporarlo come a farne scorta per tutta la vita.

Da bravo vampiro, hai pensato di non assistere al parto?”. Cerco di sdrammatizzare, anche se tutto quello che vorrei fare è scappare via e non tornare più.

No, semplicemente quello è il genere di cosa che fa una famiglia felice, io e Megan non potremmo mai stare tutto questo tempo nella stessa stanza senza litigare”.

Faccio un sospiro di sollievo, spero che però a lui sia sfuggito. L'idea che loro due potessero essere tornati insieme mi è balenata più volte nella testa, ma ho sempre preferito non farci troppo attenzione. Di sicuro questa è una delle notizie più belle della mia vita.

Prima che io possa rispondere con un'altra provocazione decisamente non da me, l'infermiera esce fuori con un fagottino blu tra le braccia. Ian inizia a tremare per l'emozione ed anche io non posso fare a meno di commuovermi. Dopo tutto quel cucciolino indifeso non ha nessun genere di colpa per i miei drammi amorosi.

 

 

 

Pov Ian

Metto il giubottino azzurro a mio figlio, è bellissimo e per fortuna è uguale identico a me.

Megan fa zapping davanti al televisore e guarda annoiata qualsiasi cosa le si presenti di fronte.

“Sei contento? Andiamo a trovare i nonni”. Stringe gli occhietti in una smorfia strana, è incredibile quanto siano simili ai miei, non pensavo che diventare padre mi avrebbe cambiato in questo modo.

Gli bacio delicatamente la manina, anche Megan gli rivolge uno sguardo dolce, uno dei pochi che io riesca a ricordarmi, devo ammettere che purtroppo non è esattamente l'incarnazione dell'istinto materno, ma va bene così.

Lo sistemo nel sedile posteriore, neanche il tempo di appoggiarlo , che si è già addormentato con la boccuccia semi aperta. Fortunatamente sua madre non fa problemi ai nostri piccoli viaggetti settimanali, a volte mi chiedo se non le stia facendo un favore. Ma anche questo non è un affar mio, fino a quando sono libero di vedere mio figlio quando mi pare e piace, non mi metterò di sicuro a litigare con lei.

Lancio qualche occhiata dallo specchietto retrovisore e sorrido tra me e me. Incredibile quanto sia potente il legame tra genitore e figlio.

 

 

Sono agitatissimo, qua dentro nessuno si decide a dirmi niente e la mia pazienza ha appena raggiunto un limite compromettente.

Paul mi consiglia di andare a prendere un caffè, probabilmente il mio camminare avanti ed indietro riesce ad irritare anche lui.

Mi godo il favoloso effetto tranquillante della caffeina, so già che tra poco me ne pentirò, ma una sigaretta non può fare altro che bene. Addio ai sacrifici che io e Nina abbiamo fatto per smettere, ripensandoci è l'unica cosa che rimane di lei. Decido di tenermi la voglia di nicotina e tornare in sala d'aspetto.

Quasi mi cade il bicchiere dalle mani, la vedo. Tra le braccia di Paul, bella come solo lei può essere.

Mi corre tra le braccia ed io mi faccio coccolare dal profumo dei suoi capelli, risulterei ambiguo se dicessi che metto il suo balsamo ogni qualvolta mi lavo i capelli? Beh, correrò questo rischio.

Da bravo vampiro, hai pensato di non assistere al parto?”. Sorride, io però la conosco abbastanza bene da capire quando finge.

No, semplicemente quello è il genere di cosa che fa una famiglia felice, io e Megan non potremmo mai stare tutto questo tempo nella stessa stanza senza litigare”.

Sorride ancora, Dio quanto cavolo mi è mancato il suo sorriso!

All'improvviso l'infermiera esce dalla sala, ha in mano il mio bambino avvolto in una bella copertina blu. Mi tremano le mani mentre cerco di afferrarlo, sono un po' timoroso, lo ero anche all'inizio con i miei nipoti, è che i bambini sono così delicati.

Nina si sporge dalla mia spalla per guardarlo meglio, mi volto verso di lei per mostrarglielo. Si commuove e questo, anche se a torto, mi fa credere di avere una possibilità.

E' bellissimo, Ian”.

Lo so. E' spettacolare e anche tu lo sei”.

Non sorride più, le mie parole lo hanno cancellato dal suo volto.

E' complicato”.

Sì, se tu vuoi che lo sia”.

L'ondata di parenti e amici che mi raggiunge per guardare il piccolo me la fa perdere di vista. Quando mi libero un po' dal groviglio di mani che cercano di toccare mio figlio, la cerco per tutto il corridoio, ma di lei nessuna traccia.

Riporto il bambino a Megan, per quanto odi il fatto di aver avuto un figlio da lei, non posso negare di essere già innamorato di questa creatura che mi dorme tra le braccia, un po' di riconoscenza gliela devo anche!

 

 

 

 

Pov Nina.

 

 

Possibile che ogni ragazza sulla faccia della terra sappia mettere l'eye liner ed io mi imbratto sempre come se avessi dodici anni? Uffa, queste sono le ingiustizie della vita.

Sono così agitata, oggi iniziano finalmente le mie vacanze, tralasciamo il fatto che tra una settimana mi aspettano già le riprese della serie tv, ma sono felice così.

“Nina, hanno suonato alla porta”.

Mia madre urla come se fossi nell'altra casa, ha preso abbastanza bene la storia di Ian, anche se il più felice è sicuramente mio padre, non pensavo gli facesse questo effetto.

“Ok, scendo”. Ho il sorriso stampato sulla faccia, sembro una bambina alle prime esperienze. Beh diciamo che da questo punto di vista sono un po' una ragazzina alle prime armi.

Spalanco felice la porta e lo trovo di fronte a me.

 

 

Se devo morire, preferisco farlo in gran stile. Chiedo la macchina in prestito a Paul e corro da lui.

Basta soffrire per nulla, basta impedirmi la felicità. Voglio tornare a sorridere, voglio tornare a vivere.

Tiro fuori dalla borsa il mazzo di chiavi, questa casa mi è mancata immensamente, inoltre non è facile adattarsi ad una casa che non ti appartiene, ma soprattutto è giusto che mia sorella e mio cognato si godano la loro intimità, io sono decisamente di troppo.

Candice apre la porta, non è per niente stupita, la mia decisione è stata presa dopo giorni e giorni di scontri con lei, dopotutto.

Lui dov'è?”.

In camera sua”. Sorride.

Mentre entro saluto con la mano tutti quanti e mi affretto a salire le scale per raggiungere la camera che un tempo dividevamo.

Busso un paio di volte alla porta, mi apre uno Ian un po' sbalordito. Indossa l'accappatoio, questo spiega il suo ritardo ad aprire.

Nina”. Lo stupore nella sua voce mi fa sorridere, sbircio un po' la camera, è tutto come mi ricordavo, persino la foto di noi due a Disneyland che io avevo incorniciato con tanto amore. L'unico cambiamento è la piccola culla che affianca il letto che ha visto le notti infuocate tra me ed il mio uomo.

Cosa ci fai qui?”.

Pensavo di farti piacere”. Mi fingo offesa.

Sai che è così”.

Ho bisogno di parlarti”.

Certo, entra. Anche perchè questa è camera tua, sei libera di fare ciò che vuoi”.

Mi accomodo sull'enorme letto, accarezzo le lenzuola nere di seta, avevo insistito tanto per comprarle, Ian invece le odiava, o almeno così mi ha sempre voluto far credere.

Paul e Torrey avevano bisogno dei loro spazi. Ho pensato di fare un giro da queste parti”.

E con tutti i posti che ci sono, hai scelto proprio la mia stanza? Saggia mossa, Dobrev”.

Non fare lo spiritoso con me, Somerhalder”.

Sorride a metà tra l'intimidito ed il compiaciuto e anche sul mio volto compare un piccolo risolino che cerco immediatamente di sopprimere.

Allora sei venuta qui per litigare?”.

Pensi questo?”.

Si siede al mio fianco, i miei atti respiratori aumentano convulsamente.

In questo momento preferisco non pensare. Sei qui con me, non potrei chiedere altro”.

Forse dovresti chiederti perchè sono qui con te”.

Perchè devi sempre rovinare la bellezza del momento?!”.

Inizio a ridere rumorosamente, mi erano mancate le sue battute, le sue facce buffe, le sue prese in giro.

Addirittura”.

Potresti tranquillamente dire che sei qui perchè avevi semplicemente voglia di vedere qualcosa di bello”.

Lo guardo un po' irritata, per gioco per carità. La sua espressione mi porterebbe a prenderlo a schiaffi, ma mi sentirei troppo in colpa a rovinare quel suo bel visino e poi le sue fans non me lo perdonerebbero mai. Decido comunque di giocare un po' lui, oggi sono di ottimo umore.

Sono venuta qui per parlarti di una cosa molto delicata”.

Ti ascolto”. Il suo volto si è indurito non appena il tono della mia voce è diventato greve.

Mi sono innamorata”. Non risponde, ma lo vedo comunque immobilizzarsi alle mie parole.

Continuo. “E' successo un po' di tempo fa. L'ho incontrato per caso e non ho potuto fare a meno di innamorarmene. Inizialmente ho provato a reprimere i sentimenti che provavo per lui, poi non ne ho più potuto fare a meno e mi sono buttata”. Ian continua a fissarmi incapace di replicare, è complicato confessare un tradimento, anche in una situazione comica come questa.

Poi ci sono stati dei problemi, tra questi anche la nascita del bambino, e ho deciso che tra di noi non poteva nascere nulla. L'ho lasciato, ma non ho smesso di pensare a lui, neanche un secondo. Mi dispiace, Ian”.

Non devi dispiacerti, è la tua vita e devi viverla come meglio credi. Deve essere un grande uomo per averti fatto innamorare, dopo tutto hai sempre avuto ottimi gusti”. Non mi aspettavo di certo una reazione del genere, non dal mio Ian, non dall'uomo che avrebbe fatto scenate di gelosia anche per il bacio di un bambino, è cambiato. In effetti, ripensandoci mio malgrado, è diventato papà, cosa può cambiarti più di quello?

Sei sempre modesto”.

Questa è una dote naturale”.

E tu? Come procede la tua vita sentimentale?”. Visto che ci sono è meglio spianare la strada.

Quale vita sentimentale?”. Tiro un sospiro di sollievo, posso procedere con il mio piano. Dio fa' che non si faccia indietro.

Mi avvicino maggiormente a lui, lo guardo negli occhi con un'intensità che non pensavo di avere. Mi basta un attimo per riempire anche quell'ultimo spazio che ci divide e lascio che le mie labbra scorrano libere sulle sue.

Si allontana da me come scottato da una pentola di olio bollente.

Nina, che stai facendo?”.

Bacio l'uomo che amo”.

Osservo il suo viso trasformarsi nel ritratto della felicità, sono una brava attrice su questo nulla da dire. Diciamo che anche Ian è una persona a cui fare gli scherzi viene particolarmente bene.

Cerco di avvicinarmi di nuovo alla sua bocca, ma con entrambe le mani mi blocca i polsi.

Cosa ti ha fatto cambiare idea?”.

Non ho mai cambiato idea su di te, semplicemente avevo bisogno di più tempo, dovevo metabolizzare la cosa”.

E lo hai fatto?”.

Ho completamente umiliato me stessa, ritrovandomi a baciarti come una prostituta, direi che ho proprio cambiato idea. Se c'è una cosa che non ho mai smesso di fare è amarti. Non ho mai, nemmeno per un secondo, messo in discussione il mio amore per te. E se starti vicino significa prendere anche ciò che viene con te, voglio farlo, sono pronta a farlo”.

Nina, pensaci bene. Tu hai una vita davanti”.

Te l'ho già detto, la mia vita ha un senso perchè ci sei tu a darglielo. Ti prego, non rendere tutto più complicato di quanto già sia. Ti ho solo detto che voglio tornare con te, perchè non potrei fare altrimenti. Perchè ho bisogno di svegliarmi al mattino e sentire il rumore dell'acqua mentre ti fai la doccia, ho bisogno di essere presa in giro quando spalmo le mie dosi generose di nutella sul panino, ho bisogno del bacio portafortuna prima di recitare, ho bisogno di fare l'amore con te semplicemente perchè abbiamo bisogno di farlo, senza pensare al tempo o allo spazio, ho bisogno di addormentarmi al tuo fianco e sapere che quello è il mio posto”.

Non faccio in tempo a concludere la frase che Ian mi ha letteralmente buttata sul letto. Tra un bacio e l'altro riesce anche a rispondermi.

Spero solo che non sia un sogno, ma se anche dovesse esserlo, ne vale davvero la pena”.

Sorridendo inizio a sbottonargli la camicia e a lasciargli baci bollenti sul petto. Mi lascio inebriare dal suo profumo, era troppo tempo che non lo sentivo sulla mia pelle.

Ian si abbandona alla mia lingua, lasciando la testa all'indietro. Ha gli occhi chiusi e le labbra semi aperte. Ancora una volta mi soffermo a pensare alla bellezza di ciò che ho davanti, all'intensità del mio miracolo personale sceso sulla terra per amare me.

La tensione arriva alle stelle quando la sua erezione non riesce a contenersi, come se ne fossi allarmata gli abbasso i pantaloni, andando su e giù per l'asta con entrambe la mani. Lo sento contorcersi sopra di me e, solo dopo parecchio tempo, mi decido a farlo entrare nel mio corpo.

Sento un calore riempirmi le viscere, non provavo questa sensazione da troppo tempo. Sembra che il tempo si sia fermato, esistiamo noi due ed il nostro piacere. Con le mani sulle sue spalle provo a dargli il tempo, e più il suo bacino entra a contatto per il mio, più, come se non dipendesse da me, le mie cosce si allargano per accoglierlo. Incredibile quanto sia cresciuto con il tempo il mio desiderio di averlo più mio possibile.

Capovolgiamo le posizioni, quasi scivoliamo dal letto. Ridiamo allegri ed eccitati . Inizia a leccarmi i capezzoli, a torturarli dispettoso con le dita. Più gli chiedo di non farlo, più si diverte a provocarmi ed il suo sorriso raggiunge vertici mai noti, quando mi abbandono su di lui, vittima del mio piacere puro e crudele.

 

 

 

“Ecco il mio principe azzurro”.

“In carne ed ossa”. Ian risponde sorridente, mentre io scuoto la testa contrariata. Sa che non mi riferisco a lui. Allungo le braccia per prendere Liam da quelle di suo padre. Sono identici e soprattutto bellissimi.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

Liberty è tutto amore e baci con il piccolo Liam. Da quanto ho capito, è il primo bambino che entra in questa casa ed il suo desiderio di diventare nonno è diventato davvero insuperabile. Bè, nonno si fa per dire, ovviamente, ma sarà per Liam una delle figure più vicine ad un nonno che esistono.

Sono seduto accanto a Nina, quando lei è con me capisco di avere realmente un posto nel mondo.

Mi inoltro in una conversazione con Paul e quasi non mi accorgo che Nina si è addormentata sul divano con Liam, altrettanto assopito, tra le sue braccia. Mi si stringe il cuore a quella visione ed in cuor mio so quanto vorrei che la madre di mio figlio fosse lei.

Io però non dispero, un giorno anche noi avremo dei figli nostri e so con estrema sicurezza che questa donna eccezionale tratterà anche Liam come se fosse suo. Dopotutto già lo fa.

Osservo Torrey che in punta di piedi sta cercando di scattare una foto a questo spettacolo stupefacente, almeno so cosa mettere nella cornice d'argento che Daniel mi ha regalato per l'inaugurazione della Ian Somerhalder Foundation.

Prendo Liam dalle braccia di Nina e sveglio la mia principessa con un bacio sulla fronte.

“Inizia ad andare in camera. Preparo il latte per il piccolo”.

Liberty, sotto l'indispettimento di Paul, ha concesso a me e a Nina di dormire insieme. E' convinto che io abbia bisogno di lei per accudire il piccolo durante la notte. Ovviamente ho accettato di buon grado.

Dopo aver riscaldato il latte di Megan, cosa che mi fa davvero tanta impressione, auguro a tutti la buona notte e raggiungo le mie due ragioni di vita nella camera.

Nina è seduta di spalle, ha in braccio il piccolo che sembra stia ricambiando il suo affetto con un sorriso. Mi appoggio allo stipite della porta e continuo a godermi la bellezza di ciò che ho di fronte agli occhi. Non pensavo che Nina ce la facesse...

 

Voglio trascorrere una giornata con lui. Se voglio stare con te, devo iniziare a conoscerlo”.

Ti senti davvero pronta”.

E' la cosa più importante della tua vita e ciò che è importante per te, deve esserlo per me”.

Quel giorno vado a prenderlo a casa di Megan. La maternità deve averle fatto particolarmente bene, o almeno questa è una mia impressione. Di sicuro, qualche mese fa, non avrebbe mai permesso che io andassi a prendermi il bambino all'improvviso e lo portassi a trascorrere un week end con me e Nina.

Dopo un'intera giornata trascorsa alla casa al lago di Trevino, mi preoccupo seriamente. Nina non sembra accettare la presenza del piccolo, ogni attimo è buono per stargli lontano. Vedo nei suoi occhi l'imbarazzo, l'indifferenza e questo mi fa molto male. Mi fa male soprattutto sapere che, per la mia felicità, non posso rinunciare a nessuno dei due.

Osservo Liam che dorme nella carrozzina, istintivamente mi chiedo come sia possibile non volergli bene. Le guance paffute sono tinte di rosso, gli occhietti, così belli e luminosi nei brevi tratti della giornata in cui è sveglio, sono schiusi lasciando intravedere il suo azzurro cielo, le labbra formano una specie di cuoricino e le mani paffute sono strette a pugno sotto il suo mento. Mi commuovo e mi intenerisco, non perchè è mio figlio, ma non ho mai visto niente di così emozionante nella mia vita. Anzi, sto mentendo. Ripenso ai miei nipoti e a quelle sensazioni che la loro vista mi provoca, allora mi rendo conto di quanto sia potente la magia dei bambini. Ed io mi affido alla magia di Liam, per sperare che Nina riesca a superare questo suo piccolo blocco emotivo.

Quella mattina mi sveglio un po' frastornato, sento le ossa deboli e lo stomaco in subbuglio. Istintivamente, allungo le braccia per cercare Nina. Non c'è.

Come ogni volta che Liam dorme con me, spingo la testa per guardare nella carrozzina, ma di lui neanche l'ombra.

Inizio a preoccuparmi inutilmente fino a quando non sento il rumore di una dolce ninna nanna provenire dal piano inferiore.

Sorridendo, entro nella doccia e inizio a prepararmi per questa giornata magnifica in compagnia delle due cose più belle che abbia mai potuto avere. Già il fatto che Liam sia al piano di sotto con Nina è un grande passo avanti, dunque la mia giornata non può che iniziare bene.

Quando scendo, ciò che ho di fronte mi spiazza. Nina ha tra le braccia il piccolino e continua a cullarlo con una dolcezza che non credevo possibile. Mi ricorda uno di quei dipinti che ci facevano studiare al liceo, quelli che rappresentavamo appieno le meraviglie della maternità. Canticchia sottovoce una canzoncina dolcissima che ha qualcosa di familiare. Un sorriso si impadronisce del mio viso.

Impreco sottovoce quando il mio piede va a scontrarsi con un vaso appoggiato lì vicino, vedo Nina sobbalzare.

Si volta verso di me e sorride.

Buongiorno”. Mi avvicino a lei e mi siedo sul divano. Le lascio un bacio sulla guancia e prendo una manina di Liam tra le mie. E' sveglio, gli occhi fissi sul volto di Nina, in fatto di donne ha preso da suo padre!

E' davvero un bel bambino”. Sorride al faccino paffuto del mio piccolo.

E' uguale a suo padre”.

Mi raccomando, non diventare gonfiato come tuo padre, sarebbe la tua fine”. Si rivolge a Liam che sembra rapito dal suono melodioso della sua voce.

Gli piaci”.

Anche lui piace a me”.

Allora non è così difficile come pensavi”.

Con te al mio fianco nulla può essere difficile. Cercherò di essere per Liam, non una madre, perchè quella già ce l'ha, ma voglio essere sempre presente, voglio potergli insegnare qualcosa e diventare per lui un'altra figura di riferimento. Saremo per lui quella famiglia che altrimenti non potrebbe avere”.

 

 

La amo, non potrei fare altrimenti, è una donna che può solo essere amata.

“Ciao”. Mi parla senza rivolgere lo sguardo, non è facile prenderla alle spalle.

“Eccomi”. le porgo il biberon, ama farlo.

“Sei la mia vita, lo sai?”.

“Tu sei la mia”.

“Grazie”.

“Di cosa?”.

“Di essere come sei”.

 

 

 

 

Salve ragazze!!

allora siete soddisfatte? E' vero vi ho fatto penare, però ne è valsa la pena. O sbaglio?

Allora Nina e ian sono tornati insieme. Siete contente?

Inoltre la nostra dolcissima Ninetta ha, non senza fatica, accettato il piccolo Liam e ha creato con lui un rapporto stupendo!

Dal prossimo capitolo inizierà la nuova stagione e si sa... stagione nuova ,vita nuova, ma soprattutto problemi nuovi.

Grazie mille a tutte voi! Continuate a seguirmi. Vi mando un bacione

ringrazio: - aria3

-militerni

-sofiaroma

-Iansom

ele87nella

che hanno recensito la scorsa volta. Ringrazio inoltre chi segue la mia storia....

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Capitolo 16
*** matrimoni ed imprevisti ***


Pov Nina

 

“Tor, per favore, respira. Con calma, andrà tutto bene, vedrai”.

Mia sorella è di fronte a me, gli occhi lucidi per l'emozione e le mani tremanti dalla paura. La guardo fissa negli occhi e l'unica cosa a cui riesco a pensare è che non è mai stata così bella.

L'abito color avorio le fascia elegantemente i morbidi fianchi, mentre un velo chilometrico ricopre quasi un quarto della stanza.

“Oddio Nina, ti rendi conto? Tra poco più di un'ora diventerò la signora Wesley”. Sorrido divertita dalle parole di mia sorella, sogna questo momento da una vita ed io ho sognato altrettanto intensamente insieme a lei.

Istintivamente mi getto tra le sue braccia, so che convive con Paul da quasi un anno, ma vedere tua sorella in procinto di sposarsi fa comunque un certo effetto. Sento gli occhi pungere, capisco che da un momento all'altro potrei scoppiare in lacrime e decido quindi di allontanarmi da lei.

“Non voglio sgualcirti il vestito”.

Mia sorella mi sorride commossa, i suoi occhi lucidi sono la prova di quanto amore ci sia nella sua anima. Per Paul, per me, per la mia famiglia.

“Oggi, è la mia giornata, potete sgualcirmi il vestito come più vi piace. L'unica cosa che desidero è sentirvi il più vicino possibile”. Mi abbandono nuovamente al suo abbraccio, questa volta senza timore, come tanti anni fa, quando non volevo che andasse a scuola e la tenevo incatenata a me, fino a che mamma mi allontanava con sguardo severo.

La porta si apre, mio padre fa il suo ingresso in camera seguito da Maryelle e Devon. Sorride compiaciuto al quadretto che gli si presenta di fronte.

“Oh, le mie bambine preferite”. Ignora con tranquillità lo sguardo ,a metà tra il divertito e l'indignato, delle sue figlie maggiori e si porge verso di noi per cingerci in un abbraccio vigoroso. Senza che me ne accorga altre due paia di braccia ci stringono amichevoli ed il tutto è completato da mia madre che ci guarda rapita dalla porta d'entrata.

“Adesso basta con le smancerie, le si scioglierà tutto il trucco... e noi non vogliamo che Paul si convinca di sposare un panda”.

Sì, lo so, mia madre non è tra le donne più sensibili del pianeta, i suoi momenti di dolcezza, si limitano spesso al tempo di una pubblicità. Ma è anche per questo che noi la amiamo, in una famiglia di sentimentalisti come la nostra, c'è bisogno di qualcuno che ci rimetta in carreggiata.

“Ehi, ma vi muovete? Ian mi ha appena chiamato dicendomi che loro sono arrivati già un quarto d'ora fa”. Alex è il degno figlio di mia madre, anche lui possiede un innato talento per rovinare i momenti più commoventi, però in questo caso lui ha tremendamente ragione e noi siamo tremendamente in ritardo.

Torrey si lascia prendere nuovamente dall'ansia, la vedo fare avanti ed indietro per la camera, è completamente disorientata. Prima che impazzisca, la aiuto ad alzare lo strascico, potrebbe essere una grande idea per metterle in testa che forse è realmente arrivato il momento di andare.

Entro in chiesa prima di lei. Cammino sorridente in mezzo alla folla. Riconosco le miliardi di persone che mia sorella ha invitato e mi stupisco ancora una volta delle sue solite manie di grandezza. Scorgo i visi emozionati di mia madre, delle mie sorelle, perfino di Michelle, si asciugano gli occhi con fazzoletti in tinta ai loro vestiti, anche questa idea di Torrey.

Scorro con lo sguardo il resto degli invitati, in una delle prime file è seduta Candice che tiene in braccio Liam, mi strizza l'occhio divertita, mentre al suo fianco Michael mi sorride compiaciuto. Proseguo il mio eterno cammino verso l'altare. Il mio sorriso si allarga alla vista di Deb e zia Lucy, hanno gli occhi fuori dalle orbite e dispensano amori e baci fino a quando si accorgono che qualcuno potrebbe vederle.

Sono quasi arrivata all'altare, faccio una piccola linguaccia a Paul che oggi sembra vivere in un altro mondo. Mi sorride con dolcezza, fino a quando la musica cambia e mia sorella fa il suo ingresso trionfale.

Intanto io abbandono definitivamente Paul, per dedicarmi a quell'uomo affascinante che sta in piedi dietro di lui, rimango rapita dai suoi occhi e a malapena riesco a concentrarmi sulla mano che mi sta porgendo. Perchè diavolo deve essere così maledettamente sexy?

Mi metto al suo fianco e, come il resto degli invitati mi lascio catturare dalla visione celestiale di mia sorella in abito da sposa.

Raggiunge sorridente Paul che, con mani tremanti, ci mette tutto se stesso ad alzarle il velo. Dopo più di quattro tentativi falliti, decido di intervenire guadagnandomi un suo sguardo di gratificazione.

Il prete inizia la sua predica infinita, l'ho sempre odiato, sin da quando venivo all'oratorio, lo trovo troppo filosofico nei modi, mi devi indirizzare verso l'amore divino, mica verso l'elevatezza del noumeno. A beh, anche questa è una scelta di Torrey, dunque è meglio non contraddirla. Può diventare davvero cattiva se così non fosse.

Quando sarai tu a sposarti, ti organizzerai la cerimonia come meglio desideri”. E' diventata la sua frase preferito nell'ultimo mese.

Sono talmente concentrata sui miei pensieri e sulla mano di Ian che mi avvolge con delicatezza la vita, che quasi non mi accorgo che gli sposi sono arrivati al momento delle promesse. Mi avvicino un po' di più ad Ian e mi abbandono lentamente alle parole di questa splendida coppia.

 

“Io, Paul Wesley, prometto solennemente sul mio onore e sulle mia credenza cristiana che ho scelto te, Torrey, per diventare mia moglie e non ti lascerò né in miseria, né in malattia, né in felicità, né in scarsità, ma che ti amerò, che baderò a te e che terrò fede alla mia promessa si convivere con te fino alla morte, così come lo decreta il signora nella sua parole. Ed oggi, davanti a Dio Padre, Dio Figlio e Spirito Santo e davanti ai mie testimoni, non che amici di vita, dichiaro di volerti in sposa ora e per sempre”.

 

Impreco mentalmente contro il mio trucco che ha deciso di colare imperterrito sulle mie guance appena più colorite del solito. Io avevo detto che avrei dovuto usare prodotti resistenti all'acqua.

Ascoltare queste parole pronunciate da Paul, mi ha fatto un certo effetto, non tanto per le parole in sé, più per la vista dei suoi occhi verdissimi illuminati solamente dalla luce che in questo giorno speciale mia sorella riesce ad irradiare. Questo vuol dire vivere l'uno per l'altro, questo significa essere l'altra persona. Ed è ora, che tra le mille lacrime che mi solcano il viso, che mi chiedo se per lui vale la stessa cosa.

 

 

 

Pov Ian

 

 

Riesco a malapena a sopportare le lacrime. La dichiarazione di Paul mi ha decisamente colpito al cuore.

Ripenso al principio della nostra amicizia, allo spaccone che era e alle mille cazzate che abbiamo fatto insieme. Lo guardo ora, con il vestito impeccabile e le lacrime agli occhi e mi rendo conto di quanto il tempo cambi le persone, di quanto l'amore cambi le persone.

Sono felice per il mio amico, io sono convinto che per ognuno di noi sia stato scritto un libro che si aggiorna mano a mano che noi facciamo delle scelte e credo con tutto me stesso che il libro di Paul sia nato con Torrey.

Ed è proprio lei a prendere in mano il microfono per ribattere alle parole del suo uomo:

“Io, Torrey Devitto, prometto solennemente sul mio onore e sulla mia credenza cristiana che ho scelto te Paul, per diventare mi marito e non ti lascerò in miseria …”.

La voce di Torrey si incrina sulle ultime parole, fa tenerezza, e più li osservo, più mi rendo conto di quanto questa coppia sia al di sopra di tutto, di quanto gli ostacoli abbiano per loro perso di significato, di quanto l'amore eterno sia vivo nei loro progetti.

Mentre ascolto le parole che solidificano questa unione, penso a come sarebbe se fossi io il protagonista, se al mio fianco ci fosse Nina, ma questa volte non nelle vesti di testimone. Mi ritrovo a pensare quanto sia vivo in me il desiderio di condividere con lei tutta la mia vita, a sperare che nel bene e nel male sarà presente nel mio domani, a crederci davvero, con tutto me stesso.

Ed è ora, mentre le stringo la mano tremante per l'emozione che mi chiedo se per lei vale la stessa cosa.

 

 

 

 

Pov Nina.

 

 

La festa procede nel migliore dei modi. Tutti sembrano divertirsi e mia sorella e, sì ora posso dirlo ufficialmente, mio cognato sono al settimo cielo. Irradiano gioia e felicità ad ogni passo e si godono a pieno regime questa giornata fiabesca. E già, perchè Torrey, nel suo vestito da Regina delle feste, e Paul, in tutta la sua gloria di principe azzurro, sembrano davvero provenire dal magico mondo delle favole.

Assisto silenziosa ad una conversazione un po' accesa tra mia madre e Devon mentre Liam fa pressione sulle mie ginocchia per permettere alle sue gambine cicciotte di alzarlo. Mia sorella, anche in questa giornata di festa, non riesce a nascondere il disappunto per l'atteggiamento contrariato di mio padre nei confronti di Francesco e mia madre, anche se poco convinta, mette tutta se stessa per difenderlo.

“Smettila, Devon, vedi cose che non esistono”.

“AH, sì? Vedo cose che non esistono? Mamma, sai benissimo che stai mentendo anche a te stessa. Non mi pare si sia mai comportato così con nessuno, forse non era tanto socievole con Julian, ma non gli ha mai negato il saluto. Non mi pare che abbia mai tenuto i musi a Frank, o a Paul, o a Ian”.

Mi sento presa in causa, so benissimo che mia sorella non ce l'ha con me, tanto meno con Paul o Ian, ma rimango comunque colpita dalla durezza delle sue affermazioni. Cerco con lo sguardo il mio ragazzo e, con mio grande imbarazzo, lo trovo immerso in una conversazione impegnata con mio padre, mio fratello e Paul. Di sicuro tutto questo non migliora la situazione o l'umore di Devon.

Le metto una mano sul ginocchio.

“Papà è fatto così, lo sai. Tu non darci troppo peso, l'importante è l'amore che lega te e Francesco, il resto non conta, noi non contiamo”.

“Vorrei fosse tutto così facile, Nina. Vorrei poter vivere anche io una giornata come questa, ma so che non potrebbe neanche minimamente uguagliare quella di Torrey, non per le persone che amo almeno”.

Il suo sguardo mi sfugge per andarsi a posare su quello radioso della sua sorellina minore. Conosco abbastanza bene Devon, per poter capire che non potrebbe mai essere invidiosa di sua sorella, ma spera almeno in un finale come il suo. Una lacrima le scivola lentamente sulla guancia, lasciando un piccolo solco sulla sua pelle perfettamente truccata. Mi spingo verso di lei per asciugargliela e riesco a strapparle anche un accenno di sorriso. Anche Liam cerca di avvicinarsi a lei e con la mano paffuta le tira dolcemente una ciocca di cappelli scuri. Il sorriso di mia sorella diventa, se possibile, ancora più grande e allarga le braccia verso di lui.

“Vieni da zia, tu sì che riesci a farmi dimenticare tutti i problemi”. Liam si sistema di buon grado tra le braccia di mia sorella ed inizia a fare la facce strane a mia madre che è praticamente piegata in due dalle risate. E' un buffone come suo padre.

A proposito di suo padre... lo cerco nuovamente nella folla, ora è impegnato a chiacchierare allegramente con Candi e Michael. Se la ridono di gusto. Approfitto di mia sorella, troppo impegnata a godersi Liam per darmi retta, e lo raggiungo.

“Eccovi qui!”.

“Nina!”. La voce di Candice risulta stridula come al solito, ma è come se ci fosse qualcosa che non mi torna, come se... mi stesse nascondendo qualcosa.

“Che facce colpevoli. Ho per caso interrotto un discorso che non dovevo sentire?”. Cerco di mantenere un tono più controllato possibile, ma tutto questo mistero mi manda in completa paranoia. E' sempre stato così, in ogni contesto, con qualunque persona.

Ian mi afferra per la vita. “Certo che no, tesoro. Stavo solo chiedendo a Candice e Michael i nuovi trascorsi che mi sono perso”.

Fingo di crederci, oltre ad avere un'amica le cui menzogne si leggono in faccia, o anche un fidanzato che, come attore sarà pure imbattibile, ma in fatto di bugie è altrettanto negato.

“Dunque ora siete una coppia a tutti gli effetti... finalmente”. Candice mi lancia uno sguardo di fiamme, tra tutte le cose che può aver detto in passato, far sapere a Michael che ha comunque pensato a lui in quel modo è l'ultima cosa che vorrebbe. Sorrido colpevole, diciamo che è un po' la mia piccola rivincita.

“E voi due, a quando le nozze?”. Vedo Ian lanciarle uno sguardo stupito, mentre io la incenerisco con lo sguardo. Lei sa quanto questo discorso mi faccia effetto. Uno pari, oserei dire.

“Beh, ormai state insieme da più di un anno, il pargolo già ce lo avete, avete tutte le carte in regola per fare il gran passo”. Persiste.

“A parte che il pargolo non è mio...”.

“E' come se lo fosse. E' più dipendente da te, di quanto non lo sia da me”. Mi interrompe sbrigativo Ian. In effetti con una madre poco presente come Megan, il piccolo sta costruendo un rapporto speciale con me ed anche io non riesco a credere quanto possa essere più forte del nostro il legame tra madre e figlio.

“Comunque questo non è il luogo, né il momento esatto per parlarne. Oggi i riflettori devono essere puntati su Paul e Torrey”. Ian cerca di sviare il discorso e, come al solito, lo fa con grande stile. Intanto mi guardo in giro pensierosa e ripenso a quella conversazione avuta sul letto di Candice.

 

Adesso vuoi dirmi che non saresti pronta per sposarti? Tu e Ian lo siete già, praticamente”.

Evito lo sguardo oppressivo di Candice, quando vuole una risposta sa essere davvero persuasiva.

No, dico semplicemente che non è ora di parlarne, è ancora troppo presto, non mi sento affatto pronta per un passo del genere”.

Scusa, ma se Ian dovesse chiedertelo, allora diresti no?”. Spalanca gli occhi, è allibita.

A parte che Ian non ha queste intenzioni. E poi comunque, sono troppo giovane, devo pensare prima alla carriera. Già ho fatto un passo lunghissimo improvvisandomi madre per Liam, mi sembrerebbe davvero fuori luogo cercare di giocare a far la moglie. E non guardarmi così, perchè sai benissimo che non ne sarei in grado”. Rispondo alla faccia stupita di Candice che, a quanto pare, non riesce a credere alla proprie orecchie”.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

Sono un po' in ansia, so che non ce n'è bisogno, o così almeno mi hanno detto, ma non è mai facile affrontare momenti come questo.

“Adesso vorrei in pista la bellissima famiglia Devitto”.

Con grande rammarico di Paul, Torrey ha scelto un cantante alquanto invadente, il matrimonio è iniziato da ore e non ha ancora accennato a lasciare un po' in pace gli invitati.

I due sposi sono già in pista. Liberty li raggiunge e, con un gesto vecchio come il mondo, Paul gli offre la mano di sua figlia per regalare loro il famoso e intramontabile ballo padre-figlia.

Intanto anche il resto della famiglia si sta mobilitando e Nina mi strattona per la camicia e mi invita a seguirla con lo sguardo. Lascio Liam tra le braccia di Michael, spero solo di ritrovarlo tutto intero, Michael intendo!

Mi accingo a ballare l'ennesimo lento con Nina, anche questa volte non riesco a nascondere il fremito che sento appena le mie mani incontrano le sue, appena i suoi occhi scontrano i miei. Ci abbandoniamo al lento andare della musica, cullati da quelle parole già sentite milioni di volte e penso che non potrei mai prendere decisione migliore.

Guardarla è come un sogno ad occhi aperti, non mi accorgo di niente, sembra che il tempo si sia fermato e, come nei migliori cartoni animati, il suo volto è immerso in una tonalità di colore dolcissima, mentre intorno tutto il mondo sembra essersi dissolto.

Con mio grande fastidio, qualcuno mi riporta alla terra dandomi decise pacche sulla schiena. E' Paul che rivendica un ballo con la mia fidanzata. Per questa volta lo accontento, lo considero come un extra al regalo di nozze, dopo tutto mi viene particolarmente difficile separarmi da lei in questo momento. Nina mi sorride con dolcezza e, prima di allungare la mano verso quella di suo cognato, mi lascia un bacio leggero sulla guancia. Un bacio che scotta per meglio dire.

Ritorno al presente e ricomincio il mio lento, questa volta accompagnato da una Michaela particolarmente felice.

“Sai Ian?! Questa giornata non potrebbe andare meglio, e sai perchè?”. Decido di non rispondere, la sua è una domanda retorica e non voglio toglierle il gusto di presentarmi la soluzione. Sorrido incoraggiante.

“Perchè, anche se non è stato facile (sai una famiglia allargata come la nostra è difficile da gestire, almeno inizialmente), posso constatare con gioia che i miei figli hanno appreso le uniche regole che volevo imparassero. Io e Liberty volevamo che imparassero ad amare e che lo facessero in modo incondizionato, senza chiedersi il motivo, senza ricevere mai risposta. Dovevano amare e non rendersene conto, solo così avrebbero raggiunto la felicità. Quando Nina ha portato in casa Julian, suo padre era assolutamente contrario. Io, inizialmente, anzi a dir la verità fino alla fine, ho cercato di persuaderlo ricordandogli, appunto, ciò che volevamo per lei, ma dentro di me mi rendevo conto che lei era spenta, che non aveva mai il cuore in gola, che nei suoi occhi non c'era la fiamma dell'amore, che tutto scorreva troppo facilmente, senza un'inversione di marcia.

Oggi, io posso ritenermi una madre fortunata perchè tutti e cinque i miei figli hanno trovato quell'amore al quale io mi ispiravo, e questa è l'unica cosa che conta. Perchè io so che è così, lo percepisco non nei loro sguardi, ma nello sguardo di Paul, di Frank, di Francesco, di Michelle e nel tuo, Ian”.

Sorrido, inizialmente per il tono di voce che ha usato quando ha nominato Francesco, poi perchè mi rendo conto di quanto una madre, per quanto possa sembrare impegnata in altre cose, non perde mai di vista il cuore dei propri figli.

Inutile dire che, con questo discorso pieno di tensione, ma anche di emozione, il mio desiderio sta diventando via via più forte.

Intanto lasciamo passare anche la terza canzone e, mentre stringo tra le braccia Michaela, mi guardo intorno, scorgo i visi delle coppie che ci circondano e mi rendo davvero conto di quanto le sue parole siano vere.

 

 

 

Pov Nina.

 

 

“Oddio, i miei poveri piedi”. Sono seduta su una sedia che qualcuno ha portato fino in bagno. Candice ha voluto a tutti i costi trascinarmi qui dentro ed ora voglio godermi un po' di meritato relax.

La cerimonia è quasi alla fine, o almeno così spero, e il mio lettino mi sta aspettando dolcissimo dall'altra parte della città. Sempre che prima non debba aiutare mia sorella con i cambi per il viaggio di nozze, abbiamo preparato tutto prima di partire per la chiesa, ma conoscendo Torrey, potrebbe benissimo proporre cambiamenti dell'ultimo momento.

“E' stata davvero un bellissimo matrimonio. Paul è così carino! Era assolutamente un uomo da sposare”.

Candi come al suo solito è troppo eccitata per comportarsi come una persona normale che alle due del mattino inizia ad avvertire la stanchezza. Lei ed i matrimoni sono una cosa sola, a volte ho paura che, mentre è in giro per negozi, presa dalla smania, non si imbuchi in matrimoni di sconosciuti. Sarebbe capacissima di farlo, proprio per questo non voglio neanche proporlo.

“Già, poi insieme sono perfetti. E' davvero una coppia ben assortita”.

“O diciamo che io di coppie ben assortite ne conosco parecchio”. L'allusione a me e Ian è chiarissima, anche se non ne capisco assolutamente il motivo, ok quando non stavamo insieme, ma ora.

“Vi ho ammirati mentre ballavate, siete davvero stupendi! Ora, capisco perchè il pubblico impazzisce per voi, siete una goduria per gli occhi!”.

Sorrido allo sguardo stralunato della mia amica, è così sincera che a volte mi chiedo se non sia reale.

“Grazie, Candi. Tu, invece? Cosa mi dici di questa nuova love story?”.

Incredibilmente arrossisce. Nonostante le emozioni della giornata, non è riuscita a nascondere una nota di nervosismo non appena Steven ha fatto il suo ingresso al ristorante. Stranamente non si aspettava di trovarlo lì o, molto più probabilmente, aveva preferito non pensarci, almeno fino a quel momento.

“Con Michael sto davvero bene. Non pensavo fosse possibile. Però non mi aspetto troppo, è meglio così, ne soffrirò meno”. Il suo sguardo si incupisce.

“Di cosa stai parlando?”. Mi preoccupo per lei, ma mi preoccupo soprattutto per il fatto di non essere stata una buona amica nell'ultimo periodo. Ero talmente presa dai miei problemi e dai miei nuovi impegni, che non ho assolutamente dato conto a lei.

“Parlo del fatto che ogni volta che sta andando bene, che sono lì lì per raggiungere la felicità... arriva sempre qualcosa a rovinare tutto”.

Ha quasi le lacrime agli occhi ma, orgogliosa com'è, non scoppierebbe mai in lacrime per un motivo del genere.

“Magari questa volta non sarà così. Non è facile trovare l'amore vero. Io sono stata convinta di averlo trovato per ben cinque anni e poi guarda come è andata...”. Si rasserena un po' e mi dedica uno di quei sorrisi che amo immensamente.

“Beh, direi che così male non è andata. Stai con uno degli uomini più sexy del mondo, con uno sguardo che dovrebbe essere considerato illegale, dei muscoli che ti mandano completamente in un'altra dimensione e... lui ama te. Sei la donna più invidiata del mondo, dopo Angelina, ovviamente. Ti è andata fin troppo bene, direi”.

Rido divertita per i viaggi mentali della mia migliore amica, è sempre lei e sarà sempre lei.

“Ehi, ragazze che fate?”.

Michael è accorso in bagno a cercarci. Ecco che i primi giorni di fidanzamento iniziano a farsi vedere, quelli in cui non passi un secondo senza avere la tua metà accanto. Ian ed io abbiamo già superato questa fase, credo non si sia neanche accorto della mia assenza. E' giusto anche questo per un rapporto che cresce!

Rientriamo nel salone, sono ancora tutti troppo attivi per i miei gusti. Persino gli sposi sono pieni di energie, sono in mezzo alla pista e fanno ballare Liam che si atteggia a principino tra le braccia di Paul. Dio, quanto si decideranno ad andare a dormire.

Intanto, mi sono persa anche Ian, fantastico, non ce ne andremo mai!

Abbandono il ricevimento per inoltrarmi nel buio gelato di Gennaio. Devo trovare Ian e convincerlo a tornare a casa, userò suo figlio come scusa. Che poi non avrei neanche tutti i torti, sono quasi le tre ed il bambino non accenna a voler chiudere occhio.

L'esterno del ristorante sembrerebbe deserto, inizio a preoccuparmi un po', eppure ho guardato bene, non c'è traccia di lui dentro.

Una luce mi abbaglia, è tenue, calda, mi dà subito un senso di protezione. Mi volto verso la sorgente e scorgo un'ombra, è questa persona ad avermi abbagliata. Il mio istinto suggerisce di svelare l'arcano, con le scarpe in mano mi avvicino lentamente. Più mi avvicino e più riesco a scorgere lineamenti famigliari. La forma larga delle spalle, i capelli sbarazzini appena sotto la testa, la sagoma intera del mio fidanzato.

E' illuminato dalla luna, già la luna in pieno inverno, questo sì che è qualcosa di eccezionale. Ma ora, a ripensarci bene, non c'è nulla di più eccezionale del sorriso ardente e affascinante che anche questa volta è tutto per me.

 

 

 

 

Pov Ian.

 

 

Sento il cuore battere forte. E' al mio fianco, mi ha preso la mano e se l'è appoggiata sul grembo. Seguo il suo sguardo, mi soffermo a guardare la luna e mi sorprendo così tanto, da lasciar scivolare la lanterna che tenevo in mano. Ora siamo nel buio più totale, le luci del ristorante formano a mala pena delle ombre sconnesse in lontananza.

“Ti cercavo”.

“Mi hai trovato”.

“Per fortuna. Come mai sei qui?”.

“Medito”.

“Oh, questa sì che è una notizia”. La spingo dolcemente con la spalla, per poco non perde l'equilibrio.

“Su cosa mediti?”.

“Sul mondo. Sul posto che noi occupiamo. Sui dolci del matrimonio”. Ride.

“E a che punto sei arrivato?”.

“Che forse se ci buttassimo di più, se lo facessimo immediatamente e non aspettassimo millenni per farlo, le cose acquisterebbero un valore più profondo.

Spesso mi capita di guardare mio nonno e mia nonna. Ripenso a quello che potrebbe essere stato il loro amore e ne gioisco.

E' vero, ora come ora lui è sordo, ma fa finta di non esserlo, e lei, sa che è sordo, ma finge di credergli. Ma non è sempre stato così, una volta erano proprio come noi, giovani e innamorati. Ok, mia nonna un po' meno giovane di te e mio nonno un po' più giovane di me. Si sono amati, hanno avuto il cuore a mille, hanno progettato un futuro, l'hanno cercato. Poi magari non è stato come se lo immaginavano, ma che importa? Ciò che contava seriamente erano loro, erano quei due giovani che si rincorrevano nella notte anche se avevano il coprifuoco, che litigavano se lei metteva le gonne troppo corte, che si scrivevano lettere chilometriche, perchè loro il telefono non ce l'avevano ancora.

Poi hanno deciso di buttarsi, hanno preso la decisione di sposarsi e lì sono nati i casini. E' facile rimanere legato ad una persona perchè lo vuoi, un po' meno facile è quando c'è anche un contratto ad importelo! I litigi non mancavano, erano sempre pronti ad accusarsi perchè uno dei due non faceva nulla in casa, a scontrarsi su che cosa guardare in televisione, su chi dei due doveva andare a pagare la bolletta. Quando mio nonno tornava a casa e non trovava mia nonna faceva i salti di gioia, si sedeva sul divano, appoggiava i piedi al tavolino e guardava la tv. Quando mio nonno non era in casa, invece, mia nonna si divertiva a criticarlo con le sue amiche. Ci trascorreva pomeriggi interi.

Poi sono arrivati i figli e, con loro, anche altri problemi. Nervosismo, voglia di tornare a casa propria, paura di non farcela. Hanno affrontato l'adolescenza di ognuno di loro e hanno litigato sulle regole che avrebbero dovuto impartire, è stata dura, soprattutto perchè quando si è solo in due, non c'è un esterno che ti appare solidale. Sei solo contro il mondo. Eppure, sono convinto che dentro di loro non si sentivano neanche così soli. Per questo sono arrivati a questo punto della loro vita, e anche se adesso mia nonna continua a prendersela con lui perchè non mette il macchinario all'orecchio e lui continua a criticarla dicendole che è vecchia, sono convinto che alla base di tutto ci sia amore. L'amore di una donna nei confronti di una caparbietà che accompagna suo marito da tutta la vita e l'amore di un uomo che, anche se con difficoltà, rivede tra le rughe la stessa bellezza di un tempo, quella bellezza che lo ha fatto innamorare di lei”.

Nina mi guarda stupita, non riesce a comprendere le mie parole ed io lo capisco, così procedo.

“Vedi?! So che ti starai chiedendo se ho bevuto, la risposta è no. Ho voluto raccontarti questa storia, perchè come tutte le storie più belle ha un lieto fine, che a mio parere è il lieto fine più bello.

Nina, lo so, ti ho descritto una vita da schifo, costellata solo da litigi e problematiche di ogni genere, ma prova a guardare più a fondo. In questo caso, non trovi anche tu che tutto si riduce ad amore puro? Forse sembrerà strano, farà schifo, forse sarei il primo a voler mollare tutto, a prendermela quando le cose non vanno come dico io, ma io voglio provarci, e voglio provarci con te, Nina. Voglio litigare con te tutta la vita, prendermi i tuoi insulti, chiamare Paul e ridere con lui di quanto tu sia diventata petulante con il passare degli anni, tornare a casa e imprecare perchè non posso guardare la tv. Ma voglio soprattutto, avere un domani con te, guardare le tue rughe spuntare piano piano, giorno dopo giorno, ma voglio almeno poter dire che sono i segni di una vita vissuta, una vita vissuta insieme, Nina. E so che non è la dichiarazione che ti saresti aspettata, non ci sono le rose, non ci sono i violini, ma c'è tutto il mio amore ed è la cosa più vera che ho da offrirti. Nina, vuoi sposarmi?”.

 

 

 

 

Che cosa risponderà Nina alla secoda dichiarazione di Ian?

Lo scopriremo nel prossimo capitolo.

Grazie ancora a tutte voi, vi adoro!

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Capitolo 17
*** Piccole anticipazioni del prossimo capitolo!!! ***


 

Qualcuno mi ha chiesto se potevo anticipare qualcosa del prossimo capitolo, inizialmente pensavo non si potesse fare, ma scrivendo questo primo paragrafo, ho pensato che si potesse fare... godetevelo

 

 

E forse, in fondo al cuore, è ciò che voglio anche io. Sposarmi, mettere in piedi una nuova famiglia, la mia famiglia, ufficializzare il mio amore... forse, se ami davvero una persona, il matrimonio è davvero la cosa migliore che ti possa capitare. Ed io amo Ian molto più di quanto ami se stessa, io sono quella che sono perchè lui mi ha dato modo di esistere. Lo amo così tanto che vorrei urlarlo alla luna.

E se fosse tutta finzione? Se fossi solo presa dal momento? Non posso dirgli di sì e pentirmene nel momento stesso, non sarebbe corretto e Nina Dobrev è sempre corretta.

Sono colta da un attimo di angoscia logorante, l'ennesima nel giro di pochi minuti. Perchè deve essere tutto così difficile? Perchè dovrei sposarmi, mettere in piedi una nuova famiglia, ufficializzare il mio amore? Perchè? E' tutto così facile ora, non avrebbe senso stravolgere questo spazio di pace che ci siamo ricreati all'interno dell'universo, solo per sfidare l'ignoto. E poi a me piace tanto la mia famiglia, perchè cambiarla. E soprattutto perchè fare questi passi ora? Non sono neanche in là con gli anni, ho tutta la vita davanti.

Ian...”. Gli prendo le mani....

 

 

Dite la verità... avete capito tutto, vero???

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Capitolo 18
*** Guardando al futuro ***


Pov Nina.

 

 

“E so che non è la dichiarazione che ti saresti aspettata, non ci sono le rose, non ci sono i violini, ma c'è tutto il mio amore ed è la cosa più vera che ho da offrirti. Nina, vuoi sposarmi?”.

Allora meditiamo, Nina.

Sono quasi le quattro del mattino, le tue gambe chiedono tregua dalla giornata trascorsa in compagnia dei tuoi elegantissimi tacchi vertiginosi, tua sorella si è sposata da poche ore e tu sei ancora psicologicamente instabile per questo motivo e Ian Somerhalder, bello come un dio greco, è seduto al tuo fianco, ha il sorrisetto da bello e dannato che ti piace tanto, gli occhi bianchissimi per il riflesso della luna, le braccia possenti che minacciano di far esplodere la camicia e ti sta chiedendo di sposarlo. Dio, come gliela toglierei quella camicia, inizio a sentire il bisogno immediato di arrivare a casa in fretta e tralasciare il fattore stanch... cavolo, Nina, cosa stai dicendo? Lui ti ha appena chiesto di sposarlo e tu riduci tutto al sesso? Sì, ok che stiamo parlando di un gran sesso, però... ok, basta. Matrimonio. Matrimonio. Matrimonio.

Questa parola sconosciuta, almeno per quanto riguarda me, mi sta affollando la testa. E' già la seconda volta in un anno che mi viene fatta la risposta, non posso rifiutare per la seconda volta, sarebbe controproducente.

D'altra parte non stiamo parlando della lista della spesa, un contratto di matrimonio è una cosa seria, mica un qualcosa al quale puoi rispondere per convenzione o per buona morale. Devi farlo semplicemente se lo desideri, se riesci ad immaginare il tuo futuro legato per sempre a quello di un'altra persona.

Io amo Ian alla follia, lo amo come non ho mai amato nessuno e non so se sia possibile amare qualcuno allo stesso modo, ma non credo di essere pronta.

 

 

Dimmi una buona ragione per cui non dovresti sposarlo! Non capisco perchè ogni volta che si prende questo discorso tu debba prenderla così. Diventi seria, inizia a mancarti l'aria. E' una cosa naturalissima per due persone che si amano”.

Siamo sedute sul mio letto e Candice tira in ballo per l'ennesima volta il capitolo matrimonio, ultimamente è diventata una routine per noi

Un po' di tempo fa saresti stata anche disposta a sposarti, perchè ora hai cambiato opinione?”.

Alzo gli occhi al cielo, questa storia mi sta portando all'esasperazione. “Non è più nei nostri progetti, non ora che abbiamo trovato un equilibrio. Non voglio rifare tutto da capo, stiamo bene così”.

Tu stai bene così, chi ti dice che invece lui ci speri e non faccia il passo perchè intimidito dai tuoi atteggiamenti a riguardo”.

Lui non sa quali siano i miei atteggiamenti a riguardo”.

Gli hai già detto di no una volta, non so se se la sentirebbe di rischiare ancora”.

A questo non ci avevo mai pensato, so che Ian tiene in maniera particolare al matrimonio e a tutte le conseguenze che ne ricava, però non pensavo, e non penso tutt'ora che il suo chiodo fisso sia questo. Stiamo bene, questo è ciò che conta.

E' più forte di me, io non riesco a pensarci, non ora almeno. Ho sempre dato tutto in una storia e nella mia storia con Ian ho dato e vorrei dare anche di più, perchè non mi pesa affattto, però è come se non volessi che lui pensasse Nina è mia”.

La mia amica si lascia scappare un sorrisetto a mezza bocca. “Stai scherzando, vero? Il 70% delle donne di questo pianeta vorrebbe essere posseduta da Ian, e quando dico posseduta intendo in tutti i sensi e tu? Tu invece? Fai la preziosa!”.

Rido anche io, divertita dalla piega che questa conversazione sta prendendo.

Ma io dico, cosa ci troveranno tutti in questo benedettissimo matrimonio? Ok, anche io ho sempre sognato l'abito da sposa, la chiesa e i pargoletti, ma tutto questo può aspettare. L'amore non è un contratto o un fido in banca e soprattutto non ha scadenza, quindi immagino che il matrimonio potrà aspettare”.

E' anche un modo per vivacizzare le storie, potrebbe essere un buon rimedio alla crisi del primo anno”.

Faccio la faccia stranita, sono anche un po' indignata. “Ehi, io e Ian non siamo in crisi, anzi”.

Non ancora, ma potrebbe succedere. Magari proprio per questo motivo”.

Quindi mi stai dicendo che sposarmi potrebbe essere una soluzione al fatto che non voglio sposarmi?”

Esattamente. E' una condizione necessaria affinchè la tua relazione funzioni”.

Ok, se dovesse chiedermelo, lo sposerò. Anche perchè sono stanca di ascoltare i tuoi viaggi mentali”. Glielo concedo, almeno la faccio stare zitta!

Cavolo ma è il sogno di ogni donna... cosa ti urta così tanto del matrimonio?”.

Il fatto di dover tenere una casa, le foto in chiesa, i preparativi...”.

Tutte cose che noi donne amiamo fare!”.

Già e tutte cose che a me fanno sclerare”.

Ride di gusto. “Incredibile! Potresti diventare la signora Somerhalder e fai la difficile per un paio di bollette da pagare, quattro sorrisini da dedicare al fotografo e qualche coccarda da attaccare all'altare”.

Rie ancora di più ed io scoppio con lei. E' inevitabile oramai, in realtà è sempre inevitabile con Candice, è un uragano di vita.

Però dimmi, perchè questa fissazione maniacale con i matrimoni”.

Perchè io sento odore di fiori d'arancio”.

 

 

Sorrido al ricordo di quella conversazione, ora torna ogni cosa, tornano i messaggi minatori di Candi, le battutine ironiche da maritino disperato di Ian, il desiderio di mia madre di partecipare il prima possibile ad un matrimonio, un altro.

E forse, in fondo al cuore, è ciò che voglio anche io. Sposarmi, mettere in piedi una nuova famiglia, la mia famiglia, ufficializzare il mio amore... forse, se ami davvero una persona, il matrimonio è davvero la cosa migliore che ti possa capitare. Ed io amo Ian molto più di quanto ami se stessa, io sono quella che sono perchè lui mi ha dato modo di esistere. Lo amo così tanto che vorrei urlarlo alla luna.

E se fosse tutta finzione? Se fossi solo presa dal momento? Non posso dirgli di sì e pentirmene nel momento stesso, non sarebbe corretto e Nina Dobrev è sempre corretta.

Sono colta da un attimo di angoscia logorante, l'ennesima nel giro di pochi minuti. Perchè deve essere tutto così difficile? Perchè dovrei sposarmi, mettere in piedi una nuova famiglia, ufficializzare il mio amore? Perchè? E' tutto così facile ora, non avrebbe senso stravolgere questo spazio di pace che ci siamo ricreati all'interno dell'universo, solo per sfidare l'ignoto. E poi a me piace tanto la mia famiglia, perchè cambiarla? E soprattutto perchè fare questi passi ora? Non sono neanche in là con gli anni, ho tutta la vita davanti.

“Ian...”. Gli prendo le mani, mi alzo in piedi e lui mi segue. Ed è allora che succede. I miei occhi incontrano i suoi come è già successo milioni di volte, dei brividi improvvisi mi attraversano la schiena e la mia vista sembra quasi traballare. Adoro guardarlo, adoro gli effetti che ne conseguono. Eppure oggi c'è qualcosa di diverso in quello sguardo che amo. E' come se la sicurezza che abbraccia determinata quel ghiaccio si fosse dissolta nel buio di questa gelida notte di Dicembre, come se la preoccupazione regnasse sovrana. Guardo il mio uomo negli occhi e ci vedo tante cose. Attesa. Paura. Incertezza. Speranza. Ed è proprio quella speranza ad animarmi, a farmi scorrere con un flashback tutti i momenti che abbiamo trascorso insieme. Quelli belli, quelli tristi, quelli dolci, quelli erotici... così diversi, eppure con qualcosa che li ha sempre accomunati tutti... la voglia che avevano di essere vissuti e quella nostra di viverli.

E con l'immagine dello Ian nella mia testa che cammina con me mano nella mano, per le stradine di Venezia, guardo lo Ian di fronte a me e mi lascio trasportare dal cuore.

“Ian... io... voglio essere tua moglie”.

Spalanca gli occhi, l'ho preso in contropiede. Scatta immediatamente in piedi e mi afferra per la vita, sollevandomi. Ci baciamo appassionatamente e in quel momento capisco che non avrei potuto prendere decisione migliore, che nessun'altra cosa potrebbe rendermi più felice. Sono quelle le braccia che ho sognato per tutta la vita, sono quelle le braccia che voglio godermi tutta la vita.

 

 

 

 

Pov Ian.

 

 

Mi ha detto di sì. Mi ha detto di sì ed io non riesco ancora a realizzare. Non riesco neanche a parlare, è come se l'angoscia di questi ultimi tempi mi stesse pervadendo l'animo.

Dopo averla riportata a terra, le prendo la mano e senza parlare ci dirigiamo verso il ristorante. Mi sento così leggero, che mi sembra quasi di volare.

Cavolo, stavo quasi per dimenticare. Mi fermo di colpo e Nina mi guarda stupita, non comprendendo il motivo di quel gesto.

“Dimenticavo una cosa...”.

Con un gesto per nulla sciolto e naturale, sfilo dalla taschina interiore della giacca un cofanetto di raso blu.

Nina spalanca la bocca in segno di stupore. La mia piccola donna, ancora troppo piccola ed ingenua per ricordarsi che un matrimonio è fatto anche di formalità.

Apro il coperchio ed un enorme diamante a forma di cubo le illumina i bellissimi occhi. Ho maledetto Candice più volte per i giri immensi che mi ha fatto fare per trovarlo, ma ora, di fronte allo sguardo innamorato della mia futura moglie, non posso che essere soddisfatto della mia pazza amica, maniaca del controllo. A proposito di Candice, devo ricordarmi di dire a Nina che la dichiarazione è avvenuta in modo molto più romantico, altrimenti mi ucciderà. Abbiamo provato il discorso ottantamila volte, è riuscita a rompere le scatole addirittura per il modo in cui mi inginocchiavo, troppo dimesso a suo dire, e se sapesse che mi sono inventato le parole sul momento e che stavo per dimenticare una parte integrante della dichiarazione sarebbe la fine.

Già, tanto tempo sprecato per nulla. Nina non è Candi, lei odia le complicazioni, il suo bisogno di semplicità a volte sfiora l'inconcepibile ed è anche per questo che la amo all'infinito.

Entriamo nel salone, buona parte degli invitati si è dileguata e, a giudicare dagli sguardi stanchi della mia futura famiglia, immagino che la serata sia conclusa anche per noi. Ed era anche ora, ad essere sincero. Dopo tutto questa giornata non ha mancato di nulla, le emozioni ci hanno travolto in un continuum temporale, rasentando a volte drammi famigliari di vario genere.

Cerco con lo sguardo mio figlio, lo trovo poi finalmente addormentato tra le braccia di Liberty che non ha occhi per nessuno se non per lui.

Ci avviciniamo lentamente e sorridenti, anche gli sposi hanno ormai abbandonato il ruolo e sono seduti intorno al tavolo dei parenti con le gambe distese su una sedia di fronte a loro.

“Oh, eccovi finalmente. Vi avevamo dato per dispersi”.

Maryelle ci guarda in modo malizioso, di sicuro è fuori strada, chissà cosa sta macchinando la sua diabolica mente ingegneristica!

“Ci siamo soffermati a chiacchierare fuori”. Così dicendo, faccio l'occhiolino a Michaela che mi rivolge uno sguardo sollevato, le avevo accennato il mio desiderio già tempo fa e da allora attende ogni giorno un qualsiasi genere di notizia.

“Beh, direi che ora di portare il principino a casa. Non pensi?”.

Annuisco e osservo addolcito la scena d'amore tra la mia futura moglie ed il mio bambino. Incredibile quanto questo legame sia in grado di farmi perdere la testa. Nina allunga le braccia per prendere Liam, ma lo sguardo di suo padre si sofferma subito sulla sua mano sinistra.

“E questo cos'è?”. Nina gli dedica uno sguardo terrorizzato, è comunque suo padre e ad entrambi questa situazione farà un certo effetto.

Sta quasi per rispondere, quando le squillanti voci di Torrey e Candice si uniscono armoniose in una sorta di inno alla gioia. Si alzano velocemente dalla sedia, Torrey rischia anche di intrapparsi con il vestito, e corrono felici e saltellanti verso Nina che ormai ha assunto il colore del fuoco.

“Hai detto sì? Hai detto sì?”.

La mia ragazza mi guarda con aria insofferente, so che non fa i salti di gioia a sapere che tutti sanno tranne lei, ma va bene così, sono convinto che per questa volta me lo perdonerà.

“Esatto, ha detto sì”. Candice mi abbraccia felice, quasi come se dovesse essere lei a sposarmi, Torrey continua a saltellare gioiosa sotto lo sguardo perplesso di Paul.

“Ok, ok. Adesso basta, riprendetevi o mi rimangio la dichiarazione. Tor, per favore contieniti. Non vorrai mica essere ricordata tra le novelle spose a cui viene richiesto il divorzio a poche ore dal matrimonio?! Tu, invece, fammi respirare per favore”. Mi divincolo dal potente abbraccio di Candice e prendo enormi boccate d'aria, questa ragazza è un uragano.

Nina adesso sembra divertita, un sorriso ha preso il posto dell'imbarazzo sul suo viso.

Dedicandole un ultimo sorriso, prendo Liam tra le braccia, strano che con questo baccano ancora non si sia svegliato, di certo non ha preso da me.

“Dunque sposerai mia figlia?”. Lo sguardo di Liberty è magnetico, sembra quasi arrabbiato, ma so che non è così, che è troppo innamorato di Nina, per non volere la sua felicità.

“Così pare. Scusa se non ti ho chiesto la sua mano, ma come immaginerai tua figlia non ne sarebbe stata felice”. Posiamo entrambi lo sguardo sullo spettacolo di donna che abbiamo di fronte, lei arrossisce un po', ma è compiaciuta si vede e poi conosce benissimo anche lei il suo bisogno di indipendenza.

“E allora, tanti auguri, Ian! Ma ricordati, lo hai voluto tu”. Nina gli rivolge uno sguardo irritato, mentre al tavolo tutti scoppiano a ridere sonoramente.

Le sue parole si discostano completamente dai suoi gesti, infatti, non appena lo libero del lieve peso di Liam, la stringe in un abbraccio delicato, un abbraccio che contiene in sé tutto l'affetto di un padre nei confronti di sua figlia. Quella figlia più giovane e ribelle, quella che appena tre anni fa si addormentava tra le sue braccia mentre guardavano la tv insieme, quella che trascorreva ore intere a litigare con lui per le sue piccole gelosie, quella che lo faceva arrabbiare tanto quando rientrava in ritardo, ma che gli faceva passare tutto riservandogli il suo sorriso più bello, quella che diceva che nessun uomo avrebbe mai avuto il suo valore.

Mi viene naturale sorridere a questa scena di amore puro e mi viene ancora più istintivo pensare a quanto sia stato fortunato a trovare una donna come Nina, una donna così determinata, ma anche così sensibile, così dolce, ma acida quando le capita, così affezionata al suo lavoro, ma ancor di più alla sua famiglia. E se una donna ama la propria famiglia, non può che non essere in grado di amarne in futuro un'altra.

“Ma a quando le nozze?”.

 

 

 

Quattro mesi dopo...

 

 

 

Pov Nina.

 

 

 

Entro nel salone e me lo trovo di fronte. I suoi occhi azzurri sono un pugno nell'anima, mi colpiscono come due diamanti in mezzo al grigio dell'asfalto. Tutto ciò che mi circonda perde di significato, ora esistiamo io e lui, due cuori che si incontrano e si scontrano in una giostra continua di sentimenti contrastanti.

Diventerà più semplice”.

Lo guardo con fare scocciato, è l'ultima persona che vorrei vedere in questo momento, o almeno è ciò che voglio credere.

Ma questo lo sai già”. Continua con sguardo dispiaciuto, mi fa quasi tenerezza, quasi.

Che cosa vuoi?”. Vorrei andarmene, qualsiasi posto andrebbe bene, qualunque posto in cui non possa rischiare di incontrarlo.

Voglio Scusarmi”. Sembra sinceramente dispiaciuto, o forse è solo bravo a farlo credere, è sempre stato un ottimo attore, su questo non c'è nulla da dire.

Damon”. Scuoto lentamente la testa.

Per piacere. Elena, ho sbagliato a farti bere il mio sangue”.

Non riesco a sostenere il suo sguardo, è come se qualcosa mi incatenasse al pavimento, una forza sconosciuta che non mi fa incontrare i suoi occhi.

 

 

E un'altra stagione si è conclusa, con un successo che non credevamo neanche possibile. “The vampire diaries” è diventato un cult per le nuove generazione e noi abbiamo raggiunto un livello di fama assolutamente invidiabile.

Intanto le cose tra di noi, tra la nostra famigliola felice, proseguono in modo costante e spensierato. Michael e Candice fanno coppia fissa e sembra che sia passato anche il periodo Steven, felicemente fidanzato con una modella argentina, Matt ha appena trovato una donna che ha intenzione di sposare, Zach continua la sua storia d'amore nel migliore dei modi e io e Ian siamo, come tutti sapranno, ormai prossimi al matrimonio. In realtà la notizia non è trapelata. Negli ultimi tempi, il web pullula di foto nostre molto intime e la storia di una dichiarazione d'amore ha girato nell'aria per un po', per poi dissolversi nell'immediato.

Tra le varie cose, procedono anche i preparativi per le nozze. Torrey e Candice non mi lasciano respirare un attimo e tra riprese ed uscite pomeridiane alla ricerca di organizzazione, ho seriamente paura di crollare da un momento all'altro.

La settimana trascorre tra mille attività e la sera non vedo l'ora di incontrare il letto, la mia vita non prevede più discoteche o bevute da camionista nei pub, non fino a quando tutto questo tram tram si sarà concluso, almeno. Il week end è la parte che apprezzo di più. Ian va a prendere Liam e ci lasciamo questa grigia città alle spalle, emigrando in posti più caotici e colorati. Tutto sembra funzionare nel migliore nei modi e anche io credo in ciò, ma i dubbi non smettono mai di attanagliarmi. Per quanto la convivenza con Ian, in un certo modo forzata, sia sempre andara nel migliore dei modi, non posso comunque fare a meno di pensare che dopo il matrimonio ci troveremo di fronte ad una realtà completamente diversa. Un conto è condividere una casa enorme con altre dieci persone, tutt'altra cosa è possedere una tua casa, una tua famiglia e cercare di far andare al meglio le sorti coniugali.

Cerco comunque di tenermi tutto dentro, è il modo migliore per non far prendere infarti a nessuno, che si parli di Candice, piuttosto che di Torrey o anche dei miei genitori.

Entro in casa cercando di non farmi sentire, l'intenzione è quella di farle una sorpresa, ma so già che non mi darà soddisfazione.

“Bu”. Fa un lieve saltello sul posto, così lieve che potrei anche essermelo immaginato.

“Come stai?”. Mi risponde facendo finta di nulla.

“Non posso lamentarmi”.

“Pronta per scegliere le bomboniere?”.

Mi limito ad annuire. E' sicuramente molto più eccitata lei, di quanto possa esserlo io. Non capisco dove riesca a trovare tutta questa energia, si può dire che qualche giorno fa era impegnata nei preparativi del suo di matrimonio ed ora eccola lì a farsi a pezzi per il mio.

“Bene... allora andiamo. Ho lasciato a Paul del pollo per la cena”.

“Spero di finire ben prima della cena”.

“Non si sa mai...” . Mi rivolge uno sguardo misterioso, dopo di che afferra la borsa che aveva accuratamente appoggiato sul divano.

Arriviamo in un negozietto alle porte di Atlante. L'ambiente è piccolo, soffocante, almeno quanto lo è la proprietaria, una donna sui cinquant'anni con i capelli così biondi da fare invidia anche alla nostra cara Accola.

“Tesoro, devi decidere tu. Andiamo sul classico, moderno o sul casual?”.

Le sue parole risultano arabo, non sapevo che anche le bomboniere avessero una collocazione di stile.

“Non saprei. E' la prima volta che mi sposo”. La frase esce fuori prima che me ne accorga, mi becco subito un'occhiataccia di mia sorella.

“Immagino che Nina voglia tenersi su uno stile neutro. Andiamo su qualcosa che possa adattarsi nelle case di tutti”.

La guardo stupita, chiedendomi dove abbia appreso tutta questa maestria in fatto di galateo matrimoniale. Preferisco però stare zitta e le lascio sole nel decidere le sorti delle mie bomboniere. Intanto mi guardo in giro, chissà che non mi venga l'illuminazione e riesca anche a rendere felice mia sorella.

Il mio sguardo si ferma su un piccolo oggettino appoggiato su un tavolo di legno. E' di cristallo o forse di swarovsky, non sono mai stata brava nell'azzeccare i materiali, e rappresenta in tutta la sua maestosità la bellezza della Tour Eiffel.

“Voglio questa”. Le stupisco, o così pare dalle loro facce. Torrey è quasi scandalizzata, probabilmente sta tremando all'idea di ciò che potrebbe trovarsi di fronte.

Le porgo la bomboniera e la vedo rilassarsi. La negoziante mi sorride fiduciosa.

“Scelta ambigua la tua. C'è un qualche motivo che ti spinge a prendere una decisione simile?”.

Sorrido felice, soprattutto perchè adoro differenziarmi dalla massa. “E' qui che è iniziato tutto! E' qui che la mia vita si è legata indissolubilmente alla sua, è qui che ho capito che sarebbe stato solo lui”.

Gli occhi di Torrey iniziano a velarsi, mentre il mento della signora trema un po'.

“E' il bello del mio lavoro, respirare l'amore. Sono convinta che questo matrimonio ti darà tanta gioia, tesoro”. Si dilegua nella camera adiacente, probabilmente alla ricerca dei fogli per l'ordinazione.

Il mio sguardo si posa nuovamente sulla piccola statuetta appoggiata sul bancone e inevitabilmente il mio pensiero ritorna a quella giornata speciale di quasi un anno e mezzo fa.

Io e te siamo l'inizio, Nina. Proprio come l'alba, il nostro amore sta sorgendo”. Ed è ripensando a queste parole, a quell'atmosfera, a quella voglia di iniziare tutto che la mia felicità si trasforma in nostalgia.

E' cambiato tutto troppo in fretta, in men che non si dica la mia vita è stata stravolta e non so più se questo mi rende felice. Amo Ian alla follia e penso che nulla di più giusto e bello sia capitato alla mia vita, ma è come se avessimo voluto velocizzare per forza ogni cosa, perdendo per strada pezzi importanti che avrebbero dovuto dare più seguito alla nostra storia.

E ancora una volta penso che questo matrimonio non mi darà niente, niente più di quanto solo Ian potrebbe darmi. Vorrei vivere la vita amando a modo mio, amandolo come ho sempre fatto, con la solita passione, con la stessa intensità. Invece, sono quasi pronta a pronunciare le mie promesse di fronte ad una città di cui poco mi interessa, promesse che non mi appartengono, perchè il mio amore per lui supera anche queste stupide stipulazioni di rispetto reciproco.

Era tutto così perfetto, perchè devo abbandonare il noto per l'ignoto? Quante volte ho sentito che il matrimonio è la tomba dell'amore? Che si inizia con l'euforia del momento, per concludere con l'abitudine, con la monotonia, quella che assolutamente non ha mai caratterizzato il nostro amore.

Più il giorno si avvicina, più mi rendo conto che è tutto inutile. Ian mi vuole sua per sempre? Lo sono già, senza il bisogno di renderlo scritto. E' questione di indipendenza, sa di quanto io ne necessiti. Il matrimonio è un ostacolo alla mia libertà.

Non voglio sorridere per tutto il giorno, mettermi in posa di fronte ai flash dei fotografi, fare decine di volte il giro di tutti i parenti. E' come se dovessimo a tutti i costi dimostrare al mondo la nostra felicità, una felicità che da un giorno all'altro il tempo potrebbe portare via. Io non voglio sposare Ian, non voglio costringerlo a dirmi di sì, a prendere in carico la mia vita, a rinunciare al mondo e a ciò che la sua fama potrebbe dargli. Che cosa vorrebbe dire sposarci? Perchè non posso illudermi che per noi sarà tutto diverso, che noi siamo gli eletti che si ameranno sopra ogni cosa, che vivranno sempre nella loro bolla d'amore, che non vacilleranno mai qualunque cosa accadrà. Toccherà anche noi quella parte della vita in cui tutto ci sembrerà infinito, in cui cercheremo di riempire tutti quei vuoti che il tempo lascerà, e lo faremo nei modi più svariati, meno onorevoli. Cercheremo un figlio, qualcosa che ci leghi ancora, che ci riporti sognare quella variabilità che ci è stata portata via e alla fine, quando anche questa novità sarà passata, cercheremo in fondo al cuore un po' di orgoglio per salvare lui.

Inizio a respirare a fatica, ho lo stomaco sottosopra e una grossa voglia di vomitare. Perchè sono qui? Perchè ho detto di sì?

 

 

 

 

Pov Ian

 

 

“Ehi, Som”.

Paul mi saluta dal vetro della sala relax, lo saluto con una mano ed entro anche io.

“Ehilà, che fine hai fatto oggi?”.

“Torrey ha dovuto fare una visita, ho preso la mattinata libera. Tu come stai?”.

“Non c'è male. Non è stata una giornata molto impegnativa. Poi Nina è sparita con tua moglie, quindi mi sono girato i pollici per quasi tutto il pomeriggio”.

Sorride, ma è un sorriso diverso, quasi assente, decisamente poco da Paul. Decido di non chiedergli niente, se qualcosa lo preoccupasse me ne parlerebbe lui stesso e con lui non serve insistere.

“Allora, Megan si è un po' tranquillizzata?”.

Alzo distrattamente le spalle. Megan non ha preso granchè bene la notizia del mio matrimonio, dice che questo comprometterà il mio rapporto con Liam, già come se a lei importasse qualcosa.

“Non ho intenzione di chiamarla per chiederle notizie. Mi limito ad assicurarmi che stia bene, giusto perchè è la madre di mio figlio”.

Paul scuote la testa, anche lui non concepisce lo strano comportamento di questa donna. Eppure, quando ci siamo conosciuti, era così diversa, così dolce, sensibile. A volte mi chiedo se sia sempre stata stronza o se sia stata colpa mia. Probabilmente la seconda!

“Le passerà”.

“Anche così non fosse, non sono problemi miei”.

“Pensavo che la sua storia con Taylor l'avesse aiutata a dimenticare”.

Da qualche tempo, infatti frequenta un nostro compagno di scena, Taylor Kinney, Mason Lockwood nello show. Si sono conosciuti quasi per caso e da allora lo trovo in giro per casa ogni volta che passo a prendere Liam per il week end. Poco male, se questo serve a tenerla occupata per un certo periodo.

“Lo speravo anche io”.

Inizio a leggere distrattamente qualche battuta sul copione della prossima scena e il mio sguardo cade inevitabilmente su Paul. E' seduto con le gambe leggermente divaricate e la testa fra le mani, lo sguardo completamente assente e fisso a guardare il vuoto. Non posso più fare finta di niente, devo intervenire.

“Posso chiederti cos'hai o preferisci crogiolarti nel silenzio per almeno qualche ora?”.

“In questo momento, non sono neanche sicuro di possedere ancora il meraviglioso dono della parola. Tu mi senti vero?”.

Allargo gli occhi, stupito. “Ti sei fatto uno spinello, Wesley? Mi sembri un po' cresciutello per queste cose”.

Scuote debolmente la testa.

“Torrey è incinta”.

“Cosa? Nina non mi ha detto niente”. Sono allibito, come posso non essere a conoscenza di una cosa così importante, è una gioia troppo immensa per non volerla condividere. Sono parecchio irritato.

“Non credo lo sappia. E' solo di due mesi e, per scaramanzia, non vuole farlo sapere prima del terzo”. Torrey e le sue fissazioni.

“Mi stai dicendo che sto per diventare zio per la quinta volta e lo fai con questo tono?”.

C'è qualcosa che non va, conosco Paul da troppo tempo per non accorgermene.

“Cosa significa diventare papà, Ian?”.

Paura. Che cosa potrebbe essere se non paura di affrontare qualcosa di così piccolo, ma così grande al tempo stesso?

Medito per qualche secondo, non è facile trovare le parole per descriverlo, forse è addirittura impossibile perchè per ognuno simboleggia qualcosa di diverso, ma meraviglioso in qualunque caso.

“E' la cosa più bella che possa capitare nella vita, una forza di una grandezza indescrivibile che ti trattiene, che ti costringe a guardare il mondo sotto una prospettiva diversa, la sua. E non puoi fare niente per sottrarti, ti divora e quando meno te lo aspetti ti ritrovi immerso nell'immensità di quel visino che ti scruta curioso”.

Cerco le parole più giuste per indicare quanto Liam significhi per me e non sembra poi così difficile.

“Diventerò mai un buon padre?”.

Osservo con tenerezza la paura che aleggia negli occhi del mio migliore amico.

“Non c'è bisogno di domandartelo, sarai perfetto, Paul. Lo sarai perchè in quella piccola creaturina ci sarà tutto ciò che ami, ci troverai te stesso e ci troverai anche Torrey, allora tutto diventerà semplice e naturale come bere da un bicchiere”.

“Allora tu ci hai trovato anche Megan?”. Sorride.

Anche io scoppio a ridere. “Per adesso cerco di non pensarci, spero che in futuro possa prendere da lei il minimo indispensabile”.

“Spera che l'influenza di Nina si faccia sentire”.

“Di questo ne sono sicuro. È sorridente come lei. Ed è anche pigro come lei”. Penso a quanto sia difficile fargli fare i primi passi, benchè fra due mesi compirà un anno esatto.

Paul si alza per andare via. Gli blocco un braccio e lo stringo in un abbraccio fraterno.

“Tanti auguri, amico mio”.

“Grazie. Mi raccomando, non dire nulla a Nina. Immagino vorrà dirglielo sua sorella e se dovesse scoprire che lo sa già, non me lo perdonerebbe mai”.

Annuisco e penso a quanto il mondo possa cambiare verso in poco tempo.

 

 

 

Pov Nina.

 

 

Ok, la fase sonounapessimistacronicaevedetuttonero sembra essere passata. Mi sento così stupida, sposare Ian è tutto quello che voglio, perchè la cosa più giusta è che la mia vita si leghi alla sua in tutti i modi possibili, legali, non legali, carnali, non carnali.

Tra qualche giorno riceveremo le bomboniere, mi sento davvero soddisfatta e anche mia sorella mi lusinga per l'eleganza della mia scelta.

“Bene, direi che ora di mangiare qualcosina. C'è una piccola osteria a pochi passi, potremmo fermarci lì”.

“Perfetto, avviso solo Ian. Non ho saputo dirgli a che ora sarei arrivata”.

Invio un messaggio al mio fidanzato, spero possa trovare qualcosa da fare anche in mia assenza.

 

Ciao amore. Sono stata rapita da mia sorella per la cena. Spero non sentirai troppo la mia mancanza. Ti amo”.

 

Sorrido al pensiero della delusione che gli si disegnerà sul viso non appena leggerà il mio messaggio. Bip. Bip.

 

Ok, allora buon appetito, non chiedermi però di non sentire la tua mancanza, sai che non sarebbe possibile. Ti amo alla follia e ti aspetto per il bacio della buona notte... non deludermi”.

 

Ruffiano come sempre, ma comunque adorabile.

Entriamo nel locale e la voce di Candice ci riempie le orecchie.

“Era ora, pensavamo non arrivaste più”. Con Candi, Kat e Sarah di fronte, capisco che il bacio della buona notte può anche aspettare.

“Cosa ci fate qui voi?”.

“Sorpresa! Non fare i salti di gioia, mi raccomando”. Ignoro l'ultima affermazione.

“Non è il mio addio al nubilato, vero?”. Il mio pensiero vola già tra le lenzuola della nostra camera, con uno Ian più che accondiscendente.

“Certo che no”. Candice è scandalizzata, come posso pensare che questa osteria così misera e sobria, possa essere il luogo del mio addio al nubilato?

Mi siedo e chino il capo in segno di perdono, in realtà sono felice di vedere tutte le mie amiche riunite. Trascorriamo davvero una bella serata, una serata in cui i miei problemi, i miei continui sbalzi di umore sono completamente dimenticati, sepolti dalla serenità di questo attimo.

Torniamo a casa un po' brille, il cibo non era poi così buono, ma il vino era tra i migliori che abbia mai bevuto. Cerchiamo di fare il meno casino possibile, ma Sarah rovina tutto rotolando clamorosamente giù dalle scale. Dopo esserci accertate del suo stato di salute, scoppiamo a ridere silenziosamente, probabilmente siamo uno spettacolo indecente, speriamo che a nessuno venga voglia di dare una controllata fuori dalla camera!

Quando entro nella mia, Ian è profondamente addormentato, sono un po' delusa, ma probabilmente è meglio così, non apprezzerebbe un'ulteriore sbornia, non a pochi giorni dal matrimonio almeno. Gli lascio un bacio leggerissimo sulla guancia, trattengo il respiro per non fargli assaporare i fumi dell'alcol, dopo di che vado a prepararmi per la notte.

La testa mi gira vorticosamente ed il respiro inizia a mancarmi. Mi siedo ansimante sul bordo della vasca da bagno, poi non vedo più niente, solo nero intorno a me.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

La serata trascorrere in maniera pigra. Le ragazze non ci sono ed io, Michael e Matt ci annoiamo davanti ad una pizza fredda e ad un film western. Dopo qualche minuto ci raggiunge Paul, anche Torrey lo ha abbandonato e si sente solo, sembra molto più rilassato di questa mattina, mi fa davvero piacere.

Il film inizia a diventare una noia mortale, Michael si addormenta praticamente subito ed il suo russare assordante disturba parecchio la nostra attenzione, non che mi dispiaccia ad essere sincero, è però una questione di principio.

Noi tre riusciamo comunque ad arrivare alla fine e mi sembra di aver vinto un premio di sopportazione.

Ci soffermiamo sul terrazzo a fumare un'ultima sigaretta e a goderci il tiepido vento di Maggio, mi riscalda, mi fa sentire vivo, ma, soprattutto, mi avvicina sempre più al mio obiettivo di vita: prendere Nina come mia sposa.

Mi distendo sul letto, intenzionato a non chiudere gli occhi, le ho promesso il bacio della buonanotte e vorrei poterlo approfondire il più del dovuto.

Un rumore proveniente dal bagno, mi sveglia. Cavolo, mi sono addormentato. Guardo l'orologio, sono da poco passate le due. A giudicare dal disordine che regna in camera, suppongo che Nina sia tornata. I suoi vestiti troneggiano sulla sedia della scrivania. Deve essere in bagno, probabilmente ha fatto cadere qualcosa, la solita sbadata!

L'aspetto irrequieto nel letto, ho in mente un paio di cosette che voglio fare prima di abbandonarmi definitivamente a Morfeo!

Sono quasi le due e un quarto e Nina non accenna ad uscire dal bagno, tanto meno a far nessun genere di rumore.

Scendo velocemente dal letto e spalanco la porta. Non so come, ma i miei presentimenti erano fondati. E' sdraiata sul pavimento, sembra addormentata, ma capisco quasi subito che ha perso i sensi.

“Nina, Nina”. Provo a schiaffeggiarla delicatamente, ma non accenna a dar segni di vita. Nello stesso istante, Michael e Candice, che hanno la camera attaccata alla nostra, accorrono preoccupati. Sono entrambi in tenuta intima, la mia voce angosciata deve averli distolti dal loro impiego e non hanno pensato a rivestirsi.

Con l'aiuto del mio amico, sollevo Nina dal pavimento e l'appoggiamo delicatamente sul letto. Candice torna in stanza, con addosso una vestaglia e si avvicina spaventata al letto.

Inizia ad accarezzarle il viso, a chiamarla, a scuoterla, ma non vuole svegliarsi.

E' Michael ad avere un'idea brillante: riempie un secchio d'acqua e glielo versa addosso. E' allora che Nina inizia a prendere coscienza e io a tranquillizzarmi un po'.

Dopo essersi assicurati che stesse bene, la coppietta torna in camera, spero a concludere la propria missione.

“Forza, preparati”.

“A fare cosa?”. Mi guarda accigliata, con mio enorme sollievo le sue guance hanno preso di nuovo colore.

“Al pronto soccorso, dove se no?!”.

“Non ci penso neanche”. E' indignata, so benissimo che con gli ospedali non ha proprio un buonissimo rapporto.

“Andiamo, non fare la bambina. Sei svenuta”.

Sospira rumorosamente ed io la guardo così male che quasi trasale. “Ian, davvero, sto bene. Ho mangiato poco, bevuto tanto e ho perso l'equilibrio, battendo la testa. Non ho bisogno di un medico che mi dica cosa mi è successo, posso capirlo benissimo da sola”.

“Nina, potresti avere una commozione, non possiamo saperlo, dovresti fare una tac...”. Non mi lascia concludere la frase, gattonando si avvicina a me con aria affamata e so che dovrei rimanere lucido, ma proprio non ci riesco.

“Ti ho detto di non preoccuparti...”. La sua voce è troppo provocante per non essere ascoltata, inizio a baciarla il collo, il suo profumo mi manda in estasi, mi dimentico di dove sono, del perchè esisto, ci siamo solo noi e la nostra voglia, il nostro bisogno.

“Ora fammi vedere come si comporta un futuro buon marito”.

Ed io glielo faccio vedere. Le lecco avidamente i seni, il ventre, i fianchi, per scendere più giù, nel suo piacere, lì dove riesco a sentire il suo sapore. Il suo corpo si contorce sotto il potere della mia lingua e questo mi fa sorridere.

Con maestria data dall'esperienza, ritorno alle sue labbra e intanto scivolo dentro di lei. La sento godere, e godo anche io. I nostri sospiri si incontrano, le nostre mani si sfiorano, i nostri bacini aderiscono perfettamente l'uno all'altro. Sto vivendo il Paradiso e non è blasfemia, è semplicemente aver capito che nulla al mondo vale il suo corpo, la sua anima, la sua essenza.

Aumento lentamente il mio andare, rotolando leggermente sul fianco sinistra. Nina intreccia le gambe intorno al mio corpo, inarca la schiena spinta dal desiderio di raggiungere l'apice e sfrega dolcemente verso di me.

Sto quasi per esplodere, ma cerco di trattenermi, con delicatezza lascio slegare le sue gambe dal mio corpo e cerco di mettermi supino. La guardo mentre prova piacere, socchiude gli occhi mentre i lunghi capelli le sfiorano delicatamente il seno, provo a sfiorarle i capezzoli con la mano, mentre lei aumenta il suo ritmo, esplodendo in un potente orgasmo. E mentre la osservo, mi rendo conto della creatura meravigliosa che sto per prendere in sposa.

 

 

 

 

 

Ciao ragazze!!! scusate se vi ho fatto aspettare troppo.

Però, come avrete notato, Nina ha detto sì, questo è l'importante.

Questo è stata un capitolo di passaggio, ho voluto lasciare più spazio ai pensieri dei protagonisti, in principale della nostra bella Dobrev, che come avrete notato sta vivendo un momento davvero intenso. Una parte di lei è pronta a sposare Ian, anzi lo desidera con tutto il cuore, l'altra parte, invece, teme l'arrivo di questo giorno pensando che possa danneggiare la bellissima storia d'amore che sono andati a creare.

Ian, d'altro canto, è decisissimo a sposare la sua fidanzata e assolutamente ignaro di ciò che sta succedendo nella sua testolina. Cosa succederà? Nina cambierà presto idea?

Per passare a notizie un po' più felici, abbiamo scoperto che Paul e Torrey aspettano un bambino... non siete contente? Grande il nostro Wesley....

Infine, la caduta di Nina è stata un po' strana e preoccupante. Ci saranno delle conseguenze gravi?

Tutto questo lo scoprirete nel prossimo capitolo.

P.S. Con quasi ogni probabilità ci saranno ancora tre capitoli, compreso di epilogo. Quindi resistente e continuate a seguirmi anche se questo capitolo non vi ha entusiasmato particolarmente.

Colgo l'occasione per ringraziarvi nuovamente tutte, sia coloro che leggono in silenzio, sia quelle che recensiscono e sono sempre presenti. Grazie per questa sorta di viaggio insieme.

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Capitolo 19
*** nascere e morire ***


Pov Nina.

 

Bacio con dolcezza un lato della bocca di Ian, è ancora immerso nel suo sonno e non sembra dare segno di voler svegliarsi. Sorrido per la visione che ho di fronte, sono felice, davvero, e ho una voglia indescrivibile di diventare sua moglie, questa volta con convinzione.

Mi sollevo con delicatezza dal letto, ma la sua mano blocca con energia il mio polso.

“Ehi... ti sei svegliato?”.

“Dove credi di andare?”.

Prendo un respiro profondo, è ancora più bello quando si sveglia, gli occhi sono un po' più gonfi del solito e gli conferiscono un'aria sexy da far paura. Come può una creatura così bella, essere anche così dolce e sensibile? Come può una figura così forte essere un amico stupendo, un compagno innamorato ed un padre premuroso? Sono la donna più fortunata sulla faccia della terra e non me lo lascerò scappare mai, per nulla al mondo. Tra pochi giorni diventerà mio, questa volta scritto nero su bianco.

Lo bacio, un bacio casto e puro dovuto all'enorme ritardo che sto accumulando.

“Ho un appuntamento con Candi, se non arriverò in tempo, potrebbe uccidermi e confezionarsi un vestito con la mia pelle”.

Sorride, consapevole anche lui delle manie di controllo della mia migliore amica.

“Ok, allora vai. Non ci tengo a veder arrivare all'altare la sposa cadavere”.

“Ci vediamo più tardi”.

“Non troppo tardi”.

Sorridente mi allontano dalla camera, senza sapere quel che sarebbe successo da lì a poche ore.

Candice è già in macchina, i grossi occhiali le coprono gran parte della faccia, è intenta a scrivere un messaggio o comunque è impegnata con uno degli ultimi modelli di iphone... sta diventando una droga per lei.

Salgo in auto ed il suo profumo mi stordisce, chanel numero 5, da quando la conosco non lo ha mai cambiato.

“Grazie, Candi”.

“E di cosa?”.

“Di essere qui con me, ora. Avevo davvero bisogno di avere qualcuno al mio fianco. Ho paura”.

“Sono sicura che non sarà niente di grave”. Mi sorride conciliante ed io mi sento un po' più tranquilla. Da quella sera, ho iniziato ad avere frequenti giramenti di testa, nausee e anche fitte dolorose al petto e al ventre. Ho paura che sotto ci sia qualcosa di più, ho paura che Ian non avesse torto a dirmi che saremmo dovuti passare subito al pronto soccorso. Per questo non l'ho voluto con me oggi. Ho cercato di nascondergli nel miglior modo possibile tutti i miei sintomi, so che sarebbe andato in paranoia, fasciandosi la testa prima ancora di rompersela.

“Nina, ma tu sei sicura di non essere incinta? Cioè, i sintomi ci sarebbero tutti. Io non mi preoccuperei troppo, fossi in te”.

“Questo mese ho già avuto le mestruazioni”.

Rimane in silenzio, so che la preoccupazione logora anche lei, non può essere nulla di buono, ed è ora di affrontare la dura realtà.

Entro in ambulatorio, un'infermiera molto sorridente, dopo avermi posto alcune domande sulla mia presenza lì, mi preleva il sangue in un numero spropositato di provette, dopo di che esce concedendo a Candice di entrare con me.

Inizio ad avvertire un po' di stanchezza, il prelievo del sangue è sempre stato troppo traumatico per me, più di una volta sono anche svenuta.

“Sei tranquilla?”.

Annuisco in modo poco convinto, cerco comunque di dedicarle un sorriso, giusto per non darle troppe preoccupazioni.

L'infermiera rientra, il solito sorriso stampato sul viso, riesce a rasserenarmi un po'.

“Nina, avremo le tue analisi tra mezz'ora al massimo, dopo di che arriverà il medico e ti visiterà”.

Ringrazio con cortesia la signora e mi abbandono ad una conversazione con Candice.

Dopo quasi tre quarti d'ora, la porta della sala si apre ed un medico molto elegante fa il suo ingresso con una serie di cartelle in mano. Il cuore inizia a tamburellare, credo di non essere mai stata così agitata come in questo momento.

Il medico guarda con sguardo interrogativo Candice. “E' una mia amica, può restare”.

Annuisce senza aggiungere altro, in seguito si addolcisce un po' sfoderando dei sorrisi comprensivi.

“Signorina Dobrev. Ho esaminato con attenzione gli esiti e devo dire che c'è qualcosa che non quadra. Non voglio allarmarla, ma ora come ora ho bisogno di fare degli accertamenti”.

 

 

 

 

Pov Ian

 

“Ian, devi tenere Liam. Già oggi se è possibile”.

“Buongiorno anche a te, Megan”.

La sua voce squillante, che mi urla nelle orecchie già di prima mattina, non è decisamente qualcosa che mi spinge ad iniziare bene la giornata.

“Scusami, ma ho un contrattempo e devi tenere il bambino”.

Non mi spreco a chiederle quali siano i suoi impegni, uno perchè non mi interessano, due perchè posso più o meno immaginarne il genere. Ultimamente lei e Taylor sono spesso impegnati in viaggetti romantici e questo mi offre la possibilità di trascorrere più tempo con mio figlio.

“Ok, quando devo passare a prenderlo?”.

“Te lo porto io al set”.

“Portalo a casa, sul set io ho finito”.

“Tra un quarto d'ora sono lì”. Riattacca il telefono. Che tempismo! Non vede l'ora di mollarmi il bambino, manco fosse un pacco postale. Povero piccolo, per fortuna ha un padre esemplare, anche se non può dire la stessa cosa della madre.

Neanche il tempo di finire la doccia, bussano alla porta. Steven ha in braccio Liam che continua a fare gli scherzi coprendosi gli occhi con le mani ed esclamando < ogni volta che li scopre.

“Guarda un po' chi ti ho trovato davanti alla porta?”.

“Papà”. Liam si spinge verso di me, lo prendo in braccio e scendo in salone insieme al mio amico. Ricordo l'emozione che ho provato quando ha detto papà la prima volta, è un qualcosa di indescrivibile, che ti brucia dentro lasciandoti una sensazione di spossatezza incredibile.

Per ora il suo vocabolario è parecchio ridotto, chiama spesso papà, Nia, Zipu (per la gioia di Paul) e quando capita, cioè quando è stremato, dice anche Ziandi, probabilmente anche lui ha capito quando bisogna assecondare Candice. Ah, dimenticavo: purtroppo dice anche mama.

La casa oggi è semi vuota, sono tutti impegnati con le ultime scene a parte Steven e Claire e Candice e Nina che però sono fuori per fare una commissione.

Inizio a fare zapping, mentre Liam gattona felice sul tappeto seguito dai miei due colleghi, entrambi deliziati dalla presenza del piccolo.

Mi sto già annoiando, quando Paul entra abbacchiato nel salone.

“Ma le chiavi le danno proprio a tutti”. Mi rendo conto dall'occhiata, che oggi non tira una bella aria. Saluta Liam con un bacio in fronte e si siede sul divano guardandosi i piedi. La storia del bambino è ancora suo motivo di preoccupazione.

“Dov'è Nina?”.

“E' uscita con Candice”.

“Torrey è in crisi, ha paura che non faranno in tempo ad organizzare tutto per il matrimonio”.

“C'è ancora molto da fare?”.

“Nina non ha ancora scelto il vestito”.

“Non ne dubitavo”. Conosco la mia fidanzata e conosco benissimo il suo atteggiamento da “eterna indecisa”, so con certezza che alla fine sceglierà il primo vestito che ha avvistato. Allora lì si scatenerà il ciclone Candice.

“Tu cosa mi racconti, invece?”.

“E' tutto perfetto. Cosa potrei volere di più dalla vita?”.

“Questo dovresti dirmelo tu?”.

Mi osserva per qualche secondo, quasi come se dovesse pesare ogni sua parola.

“Sai che cosa c'è? C'è che ho paura, che sono convinto di non farcela, di non poter essere un buon padre, di non poter essere un buon marito. C'è che vorrei tanto non comportarmi come un bambino di dieci anni, ma preferirei invece essere sicuro di me stesso come lo sei tu. C'è che vorrei potermi godere tutto ciò che ho, senza prendermi per stupido perchè non mi considero all'altezza”.

Il suo tono di voce è bassissimo, ma posso comunque cogliere la rabbia che le sue parole trasmettono.

Paul è sempre stato tra le persone più obiettive che io abbia mai conosciuto, un po' come il vecchio di un villaggio che ha sempre la risposta giusta, al momento giusto. Eppure, questa volta devo dargli torto. I suoi sentimenti sono legittimi, la paura fa parte di ognuno di noi,me compreso, ciò però non vuol dire che si debba gettare la spugna! La vita è bella anche per questo, perchè è facile cadere, perchè è più difficile rialzarsi, però è anche vero che è nel momento in cui ti alzi, inizi a conoscere te stesso.

“Non sei l'unico ad avere paura. Io ho paura, Torrey ha paura e probabilmente i restanti 7 miliardi di persone al mondo hanno paura. Devi metterti in testa che non sei una macchina, che non puoi prenderti sulle spalle i problemi degli altri e crollare non appena se ne presenta uno a te. Devi combattere, devi far vedere quanto vali e questo bambino ti aiuterà a capirlo. Sarai un padre perfetto. E quando tuo figlio crescerà, inizierai a capire ciò che sei tu per lui. Si vanterà con gli amici di avere il padre più fico del mondo, scriverà nei temi che lui un giorno vorrà diventare come te, parlerà di te come di una sorta di eroe, una specie di incredibile Hulk sempre pronto ad aiutarlo nei momenti di pericolo... e questo per un unico e semplicissimo motivo: perchè tu sarai suo padre”.

Paul mi guarda assorto, mi stupisco anche io per le mie parole d'alto rango, però è ciò che penso. Però questa volta non sto parlando da padre, ho ancora troppo da imparare per poter dire agli altri come comportarsi, oggi sto parlando da figlio, già, perchè prima di essere genitori noi siamo soprattutto figli.

“E tu di cosa hai paura, Ian?”.

Ci penso un po' su, non è una domanda facile a cui rispondere, forse perchè ci sono troppi fattori a condizionarmi. Penso però alla mia paura più grande, quella che mi fa svegliare nel cuore della notte con il respiro mozzato.

“Ho paura di svegliarmi domani e realizzare che Nina non è più mia”.

Già, perchè io so cosa sta passando nella sua testa, lo capisco dai suoi occhi assorti nel vuoto quando pensa che nessuno la stia guardando, da quelle unghie che ha sempre amato e che ora sono un tutt'uno con la carne, lo capisco dal suo cuore che batte all'impazzata ogni qual volta non riesce a dormire. Eppure sono un vigliacco, non ho avuto mai il coraggio di affrontarla, di chiederle cosa ci fosse a non andare, di stringerla forte a me e sussurrarle che non ha nulla da temere.

Guardo mio figlio, sta riempiendo di baci Claire, è un buon gustaio come suo padre. Penso alla vita che potrò dargli, alla vita che potrà avere se solo Nina decidesse di stare con noi. Ma io ho fiducia, so che noi ci apparteniamo e qualunque siano i problemi saremo sempre pronti ad affrontarli, sempre insieme, sempre innamorati.

 

 

Pov Nina.

 

 

Sono in un posto che non conosco, circondata da gente che non conosco, eppure mi sento libera. Libera di poter camminare senza che nessuno giudichi le mie lacrime, libera di ridere come una pazza anche se l'unica cosa che vorrei fare è mettermi a urlare, libera di scappare, anche se so che è la cosa peggiore che potessi fare.

Già, alla fine l'ho fatto, sono scappata, ho abbandonato questa vita che mi sta stretta e ho raggiunto una base sicura, inesistente per i più.

Ho fatto giurare a Candice di non far sapere a nessuno dove mi trovo, ho bisogno di pensare, di prendere una decisione, la decisione più difficile di tutta la mia vita. E so che posso sembrare egoista, che le decisioni non spettano solo a me, ma vorrei vedere qualsiasi altra persona al mio posto, qualsiasi altra giovane donna nelle mie stesse condizioni.

 

 

Signorina, sono arrivati gli accertamenti che ho richiesto. La mia diagnosi era esatta. Congratulazioni, lei aspetta un bambino!”.

Non intuisco facilmente le sue parole, in realtà mi sembra di avere di fronte un'altra persona, il suo sorriso è diventato molto più spontaneo. Ma adesso questo non è un mio problema.

Dottore, vi state sbagliando. Non è possibile”. Non può essere possibile, non deve essere possibile, non in questo momento.

Signorina Dobrev, le assicuro che lei aspetta un bambino. Posso addirittura aggiungere che è alla sesta settimana di gestazione”.

Perchè continua a sorridere? Perchè non riesce a capire che è una tragedia? Che è proprio il momento sbagliato per avere un figlio? Avevi solo da usare le dovute precauzioni, Nina.

Ripeto, non è possibile, io ho appena concluso le mie mestruazioni mensili. E posso giurarle che si è trattato di un ciclo mensile più che regolare, nessuna anomalia, nessun problema di nessun genere”. Ok, ho usato troppo volte la parola “Nessun”, ma forse così il messaggio arriva diretto.

Vede, anche a me inizialmente è sembrato strano, ecco perchè ho voluto accertarmi prima di sbilanciarmi con la diagnosi. In rari casi, accade che la donna, nel corso della gravidanza, porti anche avanti un ciclo regolarissimo, questo accade normalmente fino al quarto, quinto mese, e anche se per esigue minoranze, posso assicurarle che lei non è la prima e, molto probabilmente, non sarà l'ultima. Potrà comunque condurre una gravidanza normalissima con alcune accortezze in più, tra queste il massimo riposo, almeno fino al terzo mese”.

Non ascolto più le parole del medico, capisco solo che mi sta mettendo di fronte ad un futuro troppo imminente. Nove mesi? Decisamente troppo pochi.

Sono incinta. Aspetto un figlio. Ho ventidue anni e sono incinta. Ho ventidue anni e tra dieci giorni mi sposo.

 

Mi gira ancora la testa, sento lo stomaco in subbuglio. Che cosa mi sta succedendo? Ah, giusto, sei incinta, Nina. Sono incinta. Non riesco a crederci, non posso neanche pensarci e soprattutto non oso pensare al colpo che verrà a Ian quando vedrà tornare Candice da sola.

 

 

Nina, è una bellissima notizia. Ti avevo detto che non dovevi preoccuparti. Che bello, non vedo l'ora che nasca. Spero tanto sia una femminuccia, mi piacerebbe comprarle i vestiti più strani. Ma anche se fosse un maschietto, non mi dispiacerebbe, potrei comunque...”.

Io non lo terrò”. Silenzio. Gli occhi della mia migliore amica si velano di una patina trasparente.

Che cosa vuoi dire?”.

Voglio dire che è già tutto troppo complicato così”.

E Ian? A lui non ci pensi? Ne morirebbe. E' anche suo figlio, a breve sarà tuo marito, non puoi privarlo della possibilità di decidere”.

La voce di Candice sfiora l'isterismo. Sapesse che cosa ho io dentro!

Candi, io non credo di voler tornare a casa”.

Che cosa vuol dire, non credi di voler tornare a casa? Nina, ma ti sei bevuta il cervello?”.

Vuol dire che quando sono arrivata qui, era tutto diverso, tutto troppo diverso. Mi rendo conto che la mia vita ha fatto un cambiamento radicale e questo mi fa paura. Passi prendermi cura di Liam, passi sposare Ian, ma avere un bambino così in fretta no, non era assolutamente previsto”.

E adesso? Che intenzioni hai?”.

Scuoto la testa, come a non voler ammettere nessun tipo di soluzione, Candice si limita ad osservarmi, non mi sento giudicata dai suoi occhi ed è per questo che è la persona con cui mi apro di più.

Non lo so. So solo che non posso tornare da Ian, prenderemmo decisioni troppo diverse, tanto vale darci un taglio subito”.

E' anche suo figlio. Non puoi decidere per entrambi”.

Digli che lo amo. Quando tornerò, non potrò farlo di persona. Non potremo più stare insieme a quel punto”.

Non spetta solo a te”.

Sì, invece”.

 

 

Mi siedo sul divano. Candice mi ha gentilmente concesso di trasferirmi in questa casa. Gli inquilini hanno appena traslocato e fino a quando gli altri non faranno il contratto, questa dovrebbe essere libera.

Bussano alla porta. Chi potrà mai essere?

Mi alzo un po' titubante ed inizio a sbirciare dallo spioncino. L'immagine di mia sorella mi si presenta nitida ed adirata. Come ho fatto a credere che Candice non avrebbe detto a nessuno dove mi trovo?

Dì la verità, Nina. Se hai chiesto aiuto a lei e non hai avuto problemi a dirle dove sei, è perchè volevi essere trovata e chissà... anche fermata.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

 

Sono quasi le otto di sera. La giornata è passata lentamente, soprattutto le ultime due ore. Liam si è addormentato e da allora si sono tutti dileguati, lasciandomi da solo a godermi il silenzio de salotto.

Come se non bastasse, Nina non è ancora tornata e questo mi mette addosso una strana angoscia, quasi come se temessi che qualcosa non va. E' l'età, mi fa diventare paranoico!

Come se avessi invocato qualche segnale divino, la porta si apre, dal rumore inconfondibile delle chiavi tintinnanti, posso affermare con estrema sicurezza che si tratta di Candice.

Attendo che le due facciano il loro ingresso nel salotto, intanto mi appresto a spegnere la tv, già impostata su “muto”.

Un'ondata di capelli biondi attraversa l'arco della camera, ma dopo di lei non c'è assolutamente niente, anzi nessuno.

Il cuore inizia a rimbombarmi in gola, provo a dirmi che non ce n'è motivo, ma dentro di me so che prima o poi avrei dovuto affrontare questo momento.

“Nina dov'è?”. devo schiarirmi la voce, le parole mi si incastrano in gola. Lo sguardo di Candice è inequivocabile, i suoi occhi rossi sono per me la peggior sicurezza del mondo.

“Candi... per favore”. Non so neanche se dalla mia bocca sia uscito alcun suono, non so neanche se sono ancora vivo e se mi trovo catapultato in un altro modo.

“Ian... io devo parlarti”.

Continuo a fissarla, non dico parola, sarebbe come realizzare che qualcosa sta succedendo ed io non voglio ammetterlo, è molto più facile così.

“Nina ha bisogno di un po' di tempo per restare sola”.

“Non vuole più sposarmi?”.

“E' molto più complicato di così”.

Allora la mia testa inizia viaggi che neanche nei migliori film potrebbero architettare e come ogni uomo che si rispetti, il mio primo pensiero va ad un'altra relazione. Stupido, Ian. Nina non lo farebbe mai.

“Cosa succede?”.

“Nina aspetta un bambino”. Il cuore mi si riempie di gioia, quello che cercavo da sempre, un bambino tutto nostro, da amare e coccolare, un fratello per Liam con il quale giocare. Ma perchè un figlio dovrebbe ostacolare qualcosa? Perchè è così, deve essere così,. Altrimenti non si spiegherebbe l'assenza della mia ragazza e neanche gli occhi rossi di Candice.

“E' malato?”. La più tragica delle ipotesi mi balena subito in testa.

La biondina scuote la testa con enfasi.

“Nina non vuole questo bambino”. Ecco, ho sbagliato, non era quella la più tragica delle possibilità. E allora, adesso, mi chiedo perchè la mia ragazza, la mia futura moglie non voglia avere un figlio con me. Non è naturale, va contro ogni logica. Siamo pronti, lo siamo dal primo giorno che ci siamo incontrati. No, Ian, tu sei pronto, lei forse non lo è. Anzi, lei sicuramente non lo è.

E' a questo che avresti dovuto dare più peso, sono queste le cose che ti sono sfuggite. Eri talmente accecato dalla tua felicità, che non ti sei reso conto che la donna che ami, non riesce neanche ad immaginare un futuro vero insieme a te.

“Le devo parlare”.

“Non ti vuole parlare”.

“Candi, le devo parlare. Devo fermarla”.

“Ho paura che sia troppo tardi”.

“No, no, no. Non può essere troppo tardi. Io devo fermarla, devo capire cosa c'è che non va, perchè non mi ama più. Allora dopo capirò e la lascerò libera di decidere”.

Candice si avvicina e mi afferra per l braccia, cerca di scuotermi, ma la sua debolezza non è dalla sua parte.

“No, Ian. Lei ti ama, che cosa vai a pensare. Sei tutto per lei”.

“No, altrimenti amerebbe anche il figlio che le ho dato”.

Candice mi guarda allibita.

“Corri da lei, non far sì che commetta stupidate”.

Mi lascia in mano un biglietto e un mazzo di chiavi.

“Sopra c'è Liam che dorme...”. Non ho bisogno di terminare la frase. Candice è un'amica e si sa che gli amici si vedono soprattutto nel momento del bisogno.

 

 

 

 

Pov Nina.

 

 

“Che cosa ci fai tu qui?”.

“Oh, che accoglienza!”. Torrey si sistema sul piccolo divano di fronte al camino, sembra tranquilla, serena, ma i suoi occhi dicono il contrario.

“Voglio restare sola, se non ti dispiace. E avevo cortesemente chiesto a Candice di concedermi un po' di tranquillità ma evidentemente la parola privacy per voi non ha il giusto significato”.

La mia freddezza riesce a stupire anche me, in effetti anche questo è tra i sintomi della gravidanza.

Mia sorella inizia ad alterarsi, odia la prepotenza, soprattutto quando sono io ad utilizzarla.

“Uno, abbassa i toni perchè non mi pare di averti aggredito, due, cresci un po', Nina. Hai venti due anni, hai tutte le carte in tavola per comportarti come una donna e non come una ragazzina spaventata. Hai scelto un determinato tipo di vita, ora prenditi le responabilità che ne conseguono”.

Le sue parole mi feriscono, non pensavo fosse così arrabbiata, in realtà non l'ho mai sentita così, neanche quando per scherzare le ho buttato il suo vestito di Chanel nel gabinetto.

“Si può sapere cosa vuoi? Vieni qui, violi le mie scelte e pretendi anche di darmi della ragazzina”.

“E' ciò che stai facendo. Solo una ragazzina potrebbe rifugiarsi in una casa disabitata per sfuggire alle responsabilità. Credi che Ian non abbia il diritto di saperlo?”.

Anche lei con questa storia? “E' mio figlio, sarei io tenerlo in grembo per nove mesi, sarei io soffrire mettendolo alla luce, solo io ho il diritto di decidere per la sua vita”. Non credo neanche io alle mie parole, è uno di quei tanti discorsi femministi che senti in giro, quando ci sono discussioni con uomini che reclamano i propri diritti sul feto. E pensare che io sono sempre stata dalla loro parte!

“Certo, hai ragione tu. Dopo tutto, sei settimane fa, in quel letto a concepirlo c'eri solo tu, è tuo figlio, Ian che diavolo c'entra?”.

Sbuffo sonoramente. “Non fare del sarcasmo, non ti viene per nulla bene”.

“Nina, metti in pratica tutti gli insegnamenti che i nostri genitori ci hanno dato: vai da Ian, raccontagli i tuoi timori, trovate una soluzione, insieme, come avete sempre fatto. Ma questo bambino deve nascere e deve farlo non per te, non per Ian, ma perchè ne ha diritto. Non penso che ti sarebbe piaciuto se tua madre e tuo padre avessero scelto un altro destino per te. Non avresti potuto vivere la tua vita e questo solo per l'errore più grande di chi avrebbe dovuto difenderti”.

“Non sono pronta a fare la madre”.

“Ti prendi cura di Liam in maniera esemplare”.

“Liam ha già una madre, è molto più facile integrare il suo lavoro. Io non sono adatta”.

“Sei riuscita a crearti uno spazio enorme nella vita di un bambino di neanche un anno. Se tu non sei adatta, io sono Pamela Anderson”.

Le battute non sono mai state il suo forte! Inizio a piangere, di nuovo, per la trecentesima volta in questa giornata.

“Ho paura”.

“Devi affrontare le tue paure. Devi farlo per te stessa, ma soprattutto per questo scricciolo che porti in grembo e devi farlo ancor di più per l'amore che provi per Ian. L'hai detto tu qualche tempo fa, no?! E' la tua vita, la tua essenza. Allora dimostraglielo. Non ferirlo inutilmente, dagli la gioia di diventare padre, un'altra volta, questa volta di un figlio tutto vostro ”.

“Smettila di mettere sempre in ballo Ian per farmi sentire in colpa”.

Questa frase la manda in bestia, mi lancia un'occhiata infuocata, le labbra sono strette in una linea dritta e le narici leggermente dilatate.

“Io non sono qui per colpevolizzarti. Come cazzo fai ad essere così ottusa? Sei mia sorella, voglio per te tutto ciò che di buono la vita ha da offrirti. E voglio bene a Ian, e voglio che finalmente possa essere felice, se lo merita, ve lo meritate entrambi.”.

“Mettiti nei miei panni...”.

“Sai perchè io non riesco a mettermi nei tuoi panni, Nina? Perchè quando questa giornata estenuante si sarà conclusa e forse tu sarai rinsavita, io dovrò tornare a casa, aprire la porta, guardare mio marito negli occhi e dirgli che suo figlio non c'è più, che non sono stata capace di tenerlo al sicuro dentro di me. Io non ho avuto scelta, Nina, ma tu sì. Tu hai in mano la vita di questo bambino, la felicità di Ian, la tua serenità, non distruggere tutto per un po' di paura. Anche Paul tremava all'idea di diventare papà, ma so che quando gli parlerò dell'aborto, gli crollerà il mondo addosso. Perchè non ci sono alternative, non possiamo fare a meno di amare ciò che noi stessi creiamo”.

Rimango senza parole, un nodo enorme mi blocca le parole in gola. Mia sorella, la mia dolce sorellina, quella che ha attraversato la città per raggiungermi, per aiutarmi a non sbagliare e lo ha fatto pur avendo il buio nel cuore. Ero troppo presa dai miei capricci, per comprendere ciò che stava succedendo a lei.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

Sono quasi le nove, sto accelerando sempre di più, pur sapendo che ormai è troppo tardi. Se non lo ha fatto, lo farà domani ed io non potrò far nulla per impedirglielo.

Mi fermo sotto casa di Candice, mi guardo un po' intorno, la zona non è delle più belle, altro motivo per portare Nina via da qui.

Con tutta la forza che ho in corpo, apro il cancello pericolante e salgo le scale. Arrivo al terzo piano senza avere neanche il fiatone e con un eleganza che non mi appartiene, busso pesantemente alla porta di legno.

La porta si apre, lei mi guarda, non sembra essere stupita, però ha gli occhi rossi e gonfi, simbolo della scelta terribile che ha appena preso. Si fa da parte per permettermi di entrare, la cucina è abbastanza accogliente, di certo non abbastanza per renderci questo incontro un po' più piacevole. Mi siedo senza dire parola, poi i miei occhi incrociano nuovamente i suoi, e allora trovo il coraggio.

“Allora, sono arrivato troppo tardi? Hai già fatto tutto?”.

Non mi risponde, abbassa lo sguardo senza degnarmi di una minima attenzione. Inizio ad alterarmi, non ho mai provato tanta rabbia nei suoi confronti come in questo momento.

“Rispondimi”. Batto un pugno sul tavolo, Nina sussulta, palesemente colpita da questa mio atteggiamento del tutto inusuale.

Scuote debolmente la testa, ma io continuo a non capire e, di conseguenza, ad agitarmi maggiormente.

“Nina, rispondimi, prima che faccia cascare il mondo intero”. Sono felice di non averla vicino a me, di non sentire la sua dolce pelle sulla mia, di non avvertire il suo profumo deciso. Potrei non controllarmi e, dunque, fare cose di cui potrei pentirmi.

“No”.

“NO, cosa?”.

“No, non ho fatto nulla”.

Mi esce un sospiro di sollievo piuttosto rumoroso, sono ancora in tempo per non distruggere tutto.

“Perchè l'hai fatto?”.

“Ti ho detto che non ho fatto nulla, Ian”. Il suo tono di voce è piuttosto pacato, ciò nonostante, non nasconde un velo di isterismo.

“Intendo perchè sei scappata? Perchè non sei tornata a casa? Da me, da Liam. Ti abbiamo aspettata, eravamo pronti a trascorrere una delle nostre serate insieme a te, guardare la tv e mangiare la pizza, lui come al solito avrebbe finito la tua. E invece tu che fai? Scappi, ci abbandoni, prendi decisioni convinta che spettino solo a te”.

“Non è così facile, Ian. Ho sbagliato, è vero, ma posso giurarti che mai, nemmeno per un secondo, ho smesso di pensare a te e a Liam. Siete la mia vita, non posso fare a meno di voi”.

“Ma eri disposta a farlo. Non ci hai pensato due volte a mandare Candice a casa da sola, non ci hai pensato due volte prima di decidere di sparire dalla mia vita. Ed io mi sono domandato perchè tutto il tempo. E ho raggiunto una conclusione. E' vero, io ho fatto un grosso errore, per non affrontare le tue paure nei confronti del matrimonio, ho preferito far finta che tutto andasse bene, pur sapendo che dentro di te è iniziata una lotta. Però, ora, in questo preciso spazio temporale, non riesco a darmi la colpa, non mi sembrerebbe giusto. Perchè io ci ho messo davvero tutto me stesso in questa storia, ti ho amato e ti amo più di me stesso, ho cercato di darti tutto e a volte anche di più, di rimediare ad ogni errore, di metterti di fronte ad un futuro perfetto. E mi sento uno stupido, uno stupido per aver pensato di poterti sposare, uno stupido per essermi ridicolizzato davanti al mondo intero solo per un tuo semplice sorrisp, uno stupido per aver pensato che il tuo amore fosse puro e imbattibile come il mio”.

I suoi occhi si dilatano per la sorpresa, le lacrime sembrano essersi dissolte, ora c'è solo angoscia e voglia di chiarire.

“Che cosa stai dicendo, Ian?”.

“Sto dicendo che se ti sei comportata così, se hai addirittura pensato di non far nascere il nostro piccolo, se saresti stata disposta a buttare al vento questi anni d' amore... beh, allora non puoi dire di avermi mai amato”.

Mi si avvicina, mi prende un braccio, negli occhi la disperazione. “No, amore, cosa dici? Non è così. E' che ho avuto paura, sono così giovane.. io ti amo immensamente, non potrei mai pensare alla mia vita senza di te”.

Come faccio a passarci sopra anche questa volta? Come faccio a tenerla legata a me anche questa volta?

“Avresti dovuto pensarci prima, Nina”.

“Ma io non avrei mai abortito, non ne sarei stata in grado. Ho solo avuto paura”.

“La paura è un sentimento lecito, ma non ti porta a prendere decisioni del genere, è una cosa troppo grave, un sentimento troppo improbabile per essere vero. Se non ami questo bambino, non puoi amare neanche suo padre. Se non ami il frutto del nostro amore, è perchè forse questo amore non c' è mai stato”.

“Come fai a dire una cosa del genere? Il mio amore per te supera ogni confine, non potrei vivere senza di te al mio fianco”.

“Avresti dovuto pensarci prima, Nina. Come faccio a stare ancora con te? Come faccio a fare ancora l'amore con te? Come faccio a stringere tra le braccia questo bambino, amarlo con tutto il cuore e sapere che sua madre non avrebbe voluto metterlo al mondo? Io non posso, Nina. Non posso costringerti a stare con me, non posso rovinarti la vita. Il mio amore è sincero e proprio per questo devo lasciarti andare, voglio che almeno il mio sentimento rimanga integro e pulito, altrimenti perderebbe tutto il significato che ha avuto fino ad oggi”.

“Mi stai lasciando?”.

“Ho altre alternative?”.

“Sì, che ne hai. Tutta la nostra storia è la tua alternativa. Noi ci amiamo, siamo fatti l'uno per l'altra. Presto avremo un bambino, io non abortirò, potremo vivere una vita felice, una vita lunga... fatta solo di noi”.

“E' finita Nina, mi dispiace. Ti avrei perdonato tutto, giuro, ma non questo. Sai quanto io tenga alla famiglia, quanto per me sia importante farne una tutta mia, una insieme a te. Ma ora nulla ha senso, se non sei t a volerla creare con me, io non posso farci più niente”.

Mi incammino verso la porta, non le lascio il tempo di rispondere, di dire la sua. Mi allontano e la lascio sola con la sua disperazione e vado alla ricerca della mia. E' ciò di cui ho bisogno.

 

 

 

 

Ciao!!!! il mio ritardo è imperdonabile, ne sono consapevole.

Siamo al penultimo capitolo e so che mi vorreste uccidere, anche a ragione forse. Però mi è venuta naturale, sono davvero convinta che se questa storia fosse reale dovrebbe andare davvero così.

Dunque, Nina ha deciso di abortire. So che mi odierete per questo e odierete anche lei, ma io l'ho vista come una cosa abbastanza naturale, a 22 sfido la maggior parte delle ragazze a non provare un attimo di panico, l'importante è che poi sia rinsavita.

Di sicuro, un grosso aiuto è arrivato dalla tragica storia di sua sorella: già, Tor e Paul hanno perso il loro bambino e presto vedremo come quest'ultimo prende la notizia. Sono convnitna che abbia bisogno di un momento tutto suo.

Per la prima volta Ian non cerca in tutti i modi di tenere Nina legata a lui... questa volta l'ha lasciata andare... sarà per sempre?

 

 

Grazie a tutte le mie lettrici che non mi abbandonano mai... ci rivedremo nel prossimo capitolo

p.s. il titolo sta ad indicare la nascita di una nuova vita e la morte di un'altra, ma anche la morte di un amore che sembrava imbattibile

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Capitolo 20
*** Epilogo ***


Pov Nina.

 

Che io non sia una maniaca dell'ordine, si era capito. Ma da qui a non trovare mai le chiavi della macchina, ce ne passa. Ogni giorno, mi riprometto di metterle in un posto sicuro, poi, prontamente, me ne dimentico. Per fortuna c'è Rob che ogni giorno, prima di uscire di casa, me lo ricorda. E' molto più ordinato e preciso di me, non c'è ombra di dubbio.

Faccio nuovamente il giro dei cassetti in cucina, guardo perfino nel porta pane, ma niente. Ecco che però arriva il flash: la camera da letto! Già, ieri sera sono rientrata a casa un po' più tardi del solito e per farmela pagare mio marito mi ha preso alla sprovvista, buttandomi con davvero poca delicatezza sul letto. Devono essermi cadute lì.

Salgo le scale un po' irritata ed entro nel mio nido d'amore.

Mi guardo un po' intorno, credo di non averle appoggiate da nessuna parte. Inizio ad esaminare con attenzione l'intero pavimento. Niente. Alzo la coperta per guardare se sono finite sotto il letto, in certi momenti non ti rendi conto proprio di nulla!

Trovate! Una scatola, però, cattura la mia attenzione. E' la scatola dei ricordi, l'avevo iniziata una decina di anni fa, poi me ne sono completamente dimenticata...

Con le mani un po' tremanti dall'emozione la apro. Foto. Una marea di foto di attimi importanti della mia vita, i più importanti. Rivedo i visi delle persone che ho amato e di quelle che amo ancora, anche se a distanza di anni. Ci sono immagini dei miei migliori amici, il favoloso, scalmanato gruppo di Londra, della mia lunga e travagliata storia d'amore con Julian. Ritrovo i sorrisi di tutte le meravigliose persone che ho incontrato nel mio percorso in “The vampire diaries”, alcuni persi per strada dopo poco tempo, altri ancora vivi e presenti nelle mie giornate. Scorro ancora con i ricordi, fino che la mia mano incontra quella foto che non avevo mai più rivisto.

Io ed Ian, più di sette anni fa, sorridenti ed innamorati, abbracciati e attentissimi a non mancare l'obbiettivo. Sento il cuore sussultare nel petto. Un'emozione intensa mi avvolge delicatamente il volto mentre ripenso al tempo passato, a ciò che ho vissuto con lui, ha ciò che ha sempre significato. Vengo rapita dai suoi occhi, inizio a pensare a quanto siano belli, a quell'azzurro così intenso capace persino di travolgermi. Ripenso a quel periodo, a quel momento di pura magia, alla favola che Ian mi ha fatto vivere. Ricordo la prima volta che l'ho incontrato in quell'aeroporto, così dannatamente bello e sexy, così incredibilmente irraggiungibile. Ripenso al nostro amore così travagliato e perfetto, così invidiato da tutto il mondo. Rievoco quei momenti di intesa fortissima, la nostra passione, il nostro modo di amarci. E poi, con il vuoto nello stomaco, mi torna in mente quel giorno.

 

 

 

 

 

7 anni prima...

 

 

Mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco. Indosso il vestito che ho sempre sognato e sul mio viso risplende finalmente un sorriso, me lo merito dopo tanta sofferenza. Cerco di lisciare lo strascico come meglio posso, è perfetto, chilometrico come l'ho sempre sognato, decisamente l'unica cosa retrò del mio semplice e umile abito da sposa.

Mia sorella e Candice continuano a girarmi intorno, probabilmente alla ricerca di qualcosa che non funziona, di qualcosa che possa ancora essere modificato. Fanno così da un'ora e rischiano quasi di farmi diventare pazza, soprattutto se si mettono a discutere ogni due secondi su quanto scollata debba essere la schiena. Mia madre, gettando occhiatacce ad entrambe, mi aggiusta la rosa che ho tra i capelli, una rosa bianca, pura e semplice come questo amore che sta per nascere, fresca e profumata come la mia giovane età.

Ora sono davvero pronta, o almeno così credo.

Apro la porta con mani tremanti, il cuore inizia a battere così forte che potrebbe uscirmi dal petto. Nel salone, mio padre mi sta aspettando. E' emozionato, ancora una volta. Lo prendo sotto braccio, non so se sono io a dover reggere lui, o viceversa. Gli sorrido incoraggiante, ho optato per la seconda. In fin dei conti sono la sua ultima figlia, a suo dire ancora una bambina, e tutto questo gli fa certamente effetto.

Sei pronta, Nina?”. So che in questo caso, la sua domanda contiene all'interno tutta una serie di richieste implicite a cui solo adesso posso dare risposta.

Questa volta sì, sono davvero pronta”.

Lentamente, attraversiamo il salone per raggiungere il giardino. Torrey ha voluto esagerare, ha fatto sì che i miei genitori mettessero a disposizione l'intero giardino ed ha organizzato una cerimonia all'americana, come se lo sfarzo non fosse già abbastanza presente nella mia vita! Nonostante ciò, non ho voluto ribellarmi, non in questo momento complicato per lei. E' stata una valvola di sfogo e non voglio essere io a riportarla a fondo.

Mi fermo poco prima di avvistare tutto l'allestimento. Rafforzo la presa su mio padre e prendo un enorme respiro. Sì, Nina, ti stai per sposare... questa volta è la cosa giusta da fare.

Riprendo a camminare, facendo attenzione a non inciampare, mio padre ha gli occhi velati dalle lacrime, ma per il resto mi sembra piuttosto tranquillo.

Inizio a passeggiare per il corridoio che separa le due file di banchi, un po' contrariata calpesto i petali rossi e bianchi buttati alla rinfusa sull'intero tappeto.

Incontro gli sguardi delle persone che conosco, che amo, che hanno significato tanto per me. Ci sono proprio tutti. Sorrido dolcemente a tutti gli occhi che incontro. Oggi, è la mia giornata e nessuno può rovinarmela. Ho voluto intorno a me solo le persone che contano davvero, quelle che nel bene e nel male ci sono sempre state. Nessuno di più, nessuna zia Lucy pronta a criticare ogni dettaglio del banchetto, nessuna Deb pronta a flirtare con tutti gli uomini presenti alla cerimonia, nessuna falsa amica pronta solo a voltarmi le spalle.

Michael mi saluta allegro con la mano, la sua genuinità riesce a sorprendermi sempre e scoppio a ridere mentre lo vedo tirare una gomitata alle costole a Steven, il quale non sembra essersi accorto della mia presenza. Nella fila di fronte, c'è Zach con la sua fidanzata, il suo sorriso è un po' più timido rispetto a quello dei suoi amici, ma sono certa che sia ugualmente sincero.

Scorro uno ad uno i visi che mi accompagnano giornalmente nella mia vita ad Atlanta, ci sono Kat, Claire, Joseph, Daniel, persino Jevin e Julie, i quali hanno le lacrime agli occhi, quasi come se a sposarsi fosse Elena e non Nina.

Faccio dei passi in avanti, mando un bacio delicato a mia madre e ai miei fratelli e continuo la mia corsa all'altare.

Ecco che ora i miei occhi incontrano le persone alle quali tengo e ho tenuto di più. Ci sono Paul, Candice, Torrey. Sono tutti sorridenti e commossi. E poi, al fianco di Paul c'è lui. I suoi occhi azzurri mi trafiggono all'istante, mi fanno mancare il respiro. Sento le gambe cedere, vorrei fermarmi lì, ritornare indietro, qualsiasi cosa pur di non provare questo vuoto allo stomaco. Cerco comunque di continuare, distolgo il mio sguardo dal suo e torno a camminare.

Mio padre abbandona il mio braccio per la mia mano e con uno sguardo, quasi di ammonimento, la mette con delicatezza in quella del mio futuro marito.

Il prete inizia a celebrare la messa. Ora che sono al suo fianco sono finalmente tranquilla, non penso più a nulla, esistiamo solo io, lui e questo amore che sta per essere ufficializzato.

Io, Nina, prendo te Ian com....”. MI blocco, anche tutti gli invitati sembrano essersi bloccati, incontro nuovamente quegli occhi azzurri che mi hanno rapito il cuore e continuo come se niente fosse successo. “Io, Nina, prendo te, Ian, come mio legittimo sposo e prometto di amarti ed onorarti sempre, nella gioia e nel dolore. Perchè è in questi che ci siamo incontrati, è con questi che giorno dopo giorno abbiamo combattuto, sono questi che oggi ci rendono più forti di ieri. Ed è nel nome di questi che io oggi decido di concedermi a te, anima e corpo, e prometto che sarò per te un'ancora di salvezza, prendendoti la mano e attraversando insieme a te questo cammino chiamato vita”.

Gli sorrido radiosa, ora so quello che voglio, non ho più ripensamenti, era lui, è lui, e lo sarà per sempre.

Io, Ian, prendo te, Nina, come mia sposa e lo faccio perchè in te vedo le mie convinzioni, le mie debolezze, il mio coraggio, la mia forza, ma soprattutto il mio bisogno di amare e di essere amato. Ti sposo, perchè, oggi più di ieri, vedo in te la donna della mia vita, quella che vorrò vicino sempre, anche quando la felicità mi volta le spalle. Ti amo, Nina. Ti amo da quando i miei occhi hanno incontrato i tuoi, ti amo da quando, quella notte al mare, ho capito che non avrei più potuto fare a meno di te, ti amo da quando le tue paure sono diventate le mie”.

 

 

Ripenso a quel giorno, alla bellezza di quell'attimo e forse vorrei tornare indietro, vorrei poter rivivere quei sentimenti, vorrei poter riavere il cuore gola, vorrei tornare ai mie vent'anni. Ora, però, il mio sguardo si posa su un'altra foto. I miei figli abbracciati, gli occhietti vispi e il sorriso stampato sul visetto tondo, lo stesso sorriso del loro papà. Allora ringrazio Dio di avermi fatto andare avanti, di non avermi fatto perdere, di avermi guidata a ritrovare, ogni giorno, l'amore per l'uomo che ho al mio fianco.

Porto la foto che ho in mano al piano di sotto, c'è giusto uno spazio sul camino che deve essere riempito.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

 

“No, Julie, questo non avrebbe senso. Dobbiamo mandare le bozze entro tre settimane, dunque o mi trovi qualcuno e subito o sei licenziata in tronco”.

Di fronte alla faccia spaventata della mia assistente scoppio in una sonora risata. Il ruolo del cattivo, mi riusciva bene solo nella finzione, è meglio appenderlo al chiodo definitivamente.

Con un po' di nostalgia ripenso a quel periodo da poco trascorso, alla mia felicità mentre giocavo sulle scene. Era bello, era bello poter fingere di essere un'altra persona, poter essere tutto senza essere niente, poter sperimentare il male, per poi capire quanto valga davvero il bene. Ma come tutte le cose belle, anche questa doveva finire e ora, da quasi un anno ho smesso di recitare.

Però sostituire il tutto con la mia fondazione è stata la scelta migliore che abbia preso, ci ho messo dentro tutto me stesso e sono riuscito a farla crescere.

Julie esce sculettante dal mio ufficio, riscuoto comunque un discreto successo con le ragazze e, se solo non fosse che amo in maniera smisurata mia moglie e la mia famiglia, potrei averne una ai miei piedi ogni sera. Ma che senso avrebbe, quando hai un'attraente ventinovenne, dai lunghi capelli castani e i grandi occhi nocciola, ad aspettarti ogni sera a casa?

E pensare che più di una volta, ho rischiato di perderla, di ferirla. Ora osservo la foto del nostro matrimonio, i sorrisi freschi e felici di due persone che si amano. Ripenso alla notte scorsa... forse, nella vita non tutto deve cambiare per forza!

 

 

Sette anni prima...

 

 

Scendo velocemente i gradini, la rabbia mi sta facendo uscire fuori di me e l'ultima cosa che voglio è farle male con le mie parole. Penso di aver già parlato abbastanza.

Non riesco a capire più nulla, non riesco a capire cosa ho sbagliato, quando ho perso di vista la situazione. E dentro di me, anche se vorrei colpevolizzare lei, non posso fare a meno di prendermela con me stesso. L'unico responsabile di questa storia travagliata.

Inizio a piangere sommessamente. Perchè? Perchè doveva finire così? Perchè non posso essere felice?

Ian, cosa stai combinando? Che uomo sei diventato? Al piano di sopra, c'è una donna, c'è la tua donna che singhiozza per il dolore, porta in grembo un bambino, il tuo bambino, e tu? Tu cosa fai? Scappi da lei come un codardo, un ladro? No, questo non sono io. Io non lo potrei mai fare e non potrei mai farlo a Nina. Già, perchè forse tu non ti ricordi, ma quella donna è Nina, bella e speciale come sempre, solo un po' più in difficoltà.

Al diavolo l'orgoglio. Inizio a risalire a due a due i gradini, il pianto di Nina mi riempie le orecchie. Ha ancora la porta aperta, è inginocchiata con le mani sulla bocca, come a voler reprimere tutto il suo dolore, tutto quel dolore che io le ho procurato. Mi lascio cadere anche io, provo ad afferrarle le braccia, ma lei non si lascia toccare, mi allontana disperata, arrabbiata ed io capisco le sue ragioni.

Nina, Nina...”.

No, Ian. Lasciami”.

Inizia a singhiozzare convulsamente, non si ferma più, non respira più ed io ho paura. Mi alzo in piedi, la afferro con forza dai gomiti e la sollevo. Cerca di opporsi, ma la sua forza è nulla rispetto alla mia. Facendo attenzione a non prendermi nessun pugno in faccia, la faccio appoggiare con delicatezza sul divano. I suoi singhiozzi aumentano il loro andare, mi inginocchio nuovamente ai suoi piedi e prendo le mani tra le mie.

Nina, ascoltami”.

No, Ian. Che senso ha? Perchè ascoltarti ancora? Perchè continuare a farmi del male?”.

Cerco di mostrarmi tranquillo, ma dentro di me c'è solo rabbia. La rabbia verso di lei che non fa altro che colpevolizzarmi e quella verso di me che in realtà ho sbagliato per davvero.

No, Nina. Io devo parlare e tu mi devi ascoltare”.

Per dirmi cosa? Che ho buttato al vento due anni della mia vita? Che pur amandoti con tutta me stessa, non sono stata in grado di dimostrartelo? Dimmelo , Ian, perchè io così non capisco”.

Sono solo tanto arrabbiato e credo anche di averne ragione. La nostra storia è sempre stata complicata, troppo complicata, abbiamo superato ostacoli che nessuno avrebbe neanche potuto immaginare, abbiamo rivoluzionato le nostre vita, abbiamo interrotto, ricominciato, ma lo abbiamo fatto sempre insieme, mano nella mano, cercando di non perdere noi stessi.

Poi, poco fa, entra in casa Candice, ha gli occhi rossi, mi guarda come fossi un condannato e mi dice che tu hai scelto di non mettere al mondo nostro figlio, il figlio che io ti ho dato. Come avrei dovuto sentirmi, Nina? Cosa avrei dovuto pensare? Mi sono sentito inutile, sbagliato, fuori luogo. Volevo correre da te, impedirti di fare questo sbaglio, arrabbiarmi, urlarti contro, ma l'importante sarebbe stato alleggerirmi il cuore. Io ti amo, Nina. Questo non cambierà mai”.

I suoi occhi lucidi mi scrutano intimoriti.

E perchè allora sei andato via da me?”.

Mi hai deluso e ferito. Mi hai fatto perdere le speranze, mi hai dato modo di credere che non contassi più niente, mi hai fatto pensare ad una vita senza di te. Mi hai dato modo di perdere fiducia in te, mi hai creato una voragine nel cuore. Ti ho odiato, Nina. Ti ho odiato e avrei voluto non vederti più, avrei voluto cancellarti dalla mia vita.

Mi hai rivoluzionato, mi hai cambiato, mi hai fatto faticare, mi hai fatto sperare in un futuro più facile. Eppure, mi hai cambiato la vita. Ed io non posso più tornare indietro, non posso guardare il mondo se non attraverso i tuoi occhi, non posso andare avanti senza averti accanto. Perdona la mia reazione, Nina. Aiutami a prendermi cura di te e del piccolo, aiutaci a portare avanti la nostra famiglia”.

E tutto questo sarà solo un brutto ricordo?”.

No, non un brutto ricordo. Semplicemente, sarà un ricordo in più della bellezza di questa storia. Non voglio dimenticarlo, sarebbe come dimenticare un pezzo di noi e questo non mi starebbe bene”.

Mi avvicino a lei, le prendo le mani.

Nina, vuoi continuare la tua vita insieme a me?”.

Sì, Ian, lo voglio”.

Mi basta solo questo. Non devi più sentirti in dovere di fare nulla. Ci godremo questa vita passo dopo passo, attimo dopo attimo. Solo io e te. Io e te ed i nostri bambini. Non ti costringerò più a far niente. Basta dichiarazioni ufficiali in tv, basta matrimoni, basta progetti a lungo termine”.

No”. Spalanca gli occhi, è quasi spaventata. “No, assolutamente no. Tra qualche giorno io diventerò tua moglie, su questo non si discute”.

Inizio a baciarle teneramente i capelli, dopo le prendo la mano.

Torniamo a casa?”.

Annuisce e mi segue. Mi segue nel percorso della nostra vita insieme.

 

 

Dopo tutto era improbabile che finissimo con l'odiarci. Io e Nina siamo fatti l'uno per l'altra, non c'è nulla che potrebbe farci separare, davvero nulla. Spengo le luci dell'ufficio e mi incammino verso casa, l'unico luogo in cui mi sento davvero vivo.

 

 

 

Pov Nina.

 

 

“Ti ho chiesto di stare fermo, così non riesco a prenderti le misure e poi ti lamenti”.

“Ma mamma, io voglio andare a giocare fuori”.

Guardo con rimprovero mio figlio. In realtà dentro di me sto sorridendo per la sua caparbietà, in certi aspetti mi sembra di rivedere me stessa. Poi mi dedico a ciò che realmente appare e vedo solo la fotocopia in miniatura di Ian.

“Robert, ti ho detto che adesso devi prendere le misure per la divisa, dopo potrai uscire fuori”. A volte mi viene difficile mostrarmi dura e severa, non è decisamente nella mia natura. Ma se io non sono brava, devo dire che Ian è totalmente incapace, per lui sgridare i bambini significa comprarli con caramelle e cioccolatini per farli stare buoni. E va beh, non potevo pretendere che fosse perfetto anche in questo!

Finisco di prendere le misure e poi lo aiuto a svestirsi. Prima che possa fiondarsi in giardino, gli scompiglio i capelli con una mano e lo bacio delicatamente sulla fronte. Come risposta, si accoccola meglio tra le mi braccia. E' sempre stato un mammone, anche in questo è identico a suo padre.

Sorrido ripensando a qualche giorno fa, quando, davanti a scuola, ho fatto lo stesso gesto di oggi. Solo che allora, di fronte alla sua fidanzatina nuova, non ha accettato i baci della mamma e mi ha allontanato con una frase appena sussurrata tra le labbra. “Ma mamma, sono grande ora. Perchè mi baci?”.

Da quel giorno, vuole che ad accompagnarlo a scuola sia sempre suo padre, il pugno che si scambiano come saluto, è decisamente più virile di un bacetto soffiato da lontano! Poi però a casa arriva l'ora delle coccole ed in quel momento diventa super geloso di chiunque mi si avvicini per prendersi per sé ciò che toccherebbe a lui.

Mi lascia un bacio tra i capelli, volendo imitare Ian quando al mattino si alza da tavola per andare a lavorare. “Mamma, sei la più bella del mondo”.

Dopo di che sfreccia per raggiungere suo fratello. Ha un'adorazione nei suoi confronti, lo vede come una sorta di re al quale dare sempre ascolto. Da canto suo, Liam apprezza particolarmente questo effetto che esercita nei confronti del fratello e si atteggia a uomo vissuto. Gli sorrido dolcemente, mentre lui mi lancia con la mano un bacio che io ricambio di buon grado. Per me Liam non è il figlio di mio marito, è mio a tutti gli effetti, lo amo come deve essere amato un figlio. Da quando Megan è partita con Taylor, è sempre rimasto con noi, salvo il mese estivo in cui trascorre le vacanze da sua madre, dunque per me non potrebbe essere altro che un figlio adorato per cui nutro sentimenti che vanno al di sopra di ogni altro rapporto umano.

E' stata un'impresa mettergli in testa che Megan è sua mamma e che io sono semplicemente “Nina”, e anche se Ian si illude di esserci riuscito, ogni sera, quando è nel suo letto ed io vado a dargli la buona notte, a bassa voce e con il viso carico di timidezza, pronuncia le quattro paroline magiche che, anche se non è giusto, mi scaldano il cuore: “Ti voglio bene, mamma”.

 

 

 

Sei anni prima...

 

 

Smettila, mi fai male. Lasciami”.

Io e Ian stiamo giocando sul letto. La nostra luna di miele è già un ricordo lontano, per questo abbiamo deciso di replicare prendendoci una settimana tutta per noi. Siamo finiti a Parigi, meta che ci ha accolto più volte, nel procedere della nostra relazione. Liam è con sua madre e domani lo riavremo con noi.

Guarda che ti ho visto che flirtavi con il custode”.

Rido a causa del solletico. “Ma non è vero. Non è neanche un po' affascinante”.

Perchè lo fosse, ti metteresti a flirtare?”.

Rido, una risata piena di energia, una risata sincera e libera, proprio come il nostro amore. Con un po' di fatica mi alzo dal letto, il pancione sta diventando un problema, ma lo amo così tanto che, se penso a quando non ci sarà più, avverto un piccolo senso di vuoto in fondo allo stomaco.

Dove vai?”.

A prendere delle caramelle?”.

Caramelle, Nina? Ma fanno male al piccolo”. Da quando abbiamo frequentato il corso di preparazione al parto, Ian non perde tempo a rimproverarmi se, per caso, eccedo con gli zuccheri.

Gli faccio una linguaccia, ignorando completamente la sua osservazione e con fatica mi infilo le scarpe lasciate ai piedi del letto.

Scendo nella hall e cerco con lo sguardo il ragazzetto delle caramelle, già pregusto il sapore di fragola e arancia, una delle mie voglie ricorrenti e durature. Mi avvicino sorridente e ne prendo una bella busta piena, tanto so già che Ian ne mangerà più di metà.

Quando ritorno in stanza, mio marito si è già addormentato, rimango ad osservarlo stupita, come ogni volta d'altronde. Inizio a mangiare le mie caramelle, pensando a quanto fortunata sia stata. Poi una sensazione strana, una pioggia calda che mi accarezza le gambe. Un po' spaventata abbasso lo sguardo, non è niente è solo acqua. E' solo acqua?

Ian, Ian. Svegliati”.

Co... cosa succede?”. E' ancora stordito dai pochi minuti di sonno, quasi mi viene da sorridere, dopo tutto sono felice, il dolore è solo secondario.

Mi si sono rotte le acque”.

Ian affonda nuovamente la testa sul cuscino, sembra più rimbambito di quanto non voglia dare a vedere. Poi, scatta all'erta.

Cosa hai detto?”.

Mi si sono rotte le acque”. Questa volta urlo, rimangio tutto ciò che ho detto sul dolore secondario, qui sto per impazzire.

O mio Dio, Nina. Dobbiamo andare. ok... ok, io so cosa devo fare”.

E' spaventato, molto più di me e questo mi urta parecchio. Non è lui a dover fare uscire una testa da un buco grosso come una monetina! Rimane immobile a blaterare parole sconnesse, è bianco. Inizio a muovermi cercando di recuperare le cose indispensabili e mi dirigo verso la porta, dedicandogli uno sguardo d'attesa, abbastanza impazientita.

Ti vuoi muovere o vuoi far nascere nostro figlio in questa stanza d'albergo? Sai tagliare il cordone ombelicale potrebbe davvero impressionarti!”.

 

Non è possibile, mancano venti giorni. Come abbiamo fatto ad essere così incosciente? Come si fa a partire in queste condizioni? Siamo dall'altra parte del mondo”.

Mi concentro sulle sue parole, solo per pensare meno al dolore che mi sta attraversando il grembo. So anch'io che mi sono comportata come una ragazzina, ma in fondo al cuore, l'idea di far nascere mio figlio nella città che ha visto sorgere ufficialmente il nostro amore, mi ha sempre entusiasmato. Le stranezze di una futura mamma sentimentalista!

Il dolore inizia a farsi più interno, è come se mi spaccassero il ventre con una motosega, come se il mio respiro fosse mozzato e mi trovassi in una camera piccola e umida.

Nina, ti senti bene?”.

Benissimo, Ian. Anzi, sai che ti dico? Andiamo prima a farci due salti in discoteca, già che ci siamo”. Sbuffo sonoramente, mia madre mi aveva avvertita, in queste situazioni il partner è la tua unica valvola di sfogo, devo però cercare di contenermi!

Ian, sta scendendo! Cosa faccio? Non voglio far nascere il mio bambino in una stupida macchina a noleggio!”.

Ok, trattieni il respiro. Noi siamo arrivati”.

Nonostante la lacerazione interna, fulmino mio marito con lo sguardo. Trattieni il respiro?! Seriamente?! Direi che in questo momento è meglio non fare affidamento su di lui. Inizio a fare respiri continui come mi hanno insegnato e tiro un sospiro di sollievo quando vedo la luce dell'ospedale.

 

Ancora dolore, sempre più fulminante, sempre più intenso. Voglio mia madre, ho bisogno di lei.

Ian, chiama mia madre, dille di venire qui”.

Signora, respiri, ci siamo quasi”.

Fatelo finire, non voglio più stare così, spegnete tutto. E' come se tutta la ma parte inferiore si stesse lacerando, ho paura! Cosa sta succedendo?

Un ultimo sforzo Nina”. Mi viene quasi da ridere per questo accento così francese. Cosa sto facendo? Mi metto a ridere in un momento del genere? Sta succedendo una tragedia.

L'ultima spinta, forza”.

Ok, sono svenuta, o forse sono morta. So soltanto che non ho più consapevolezza del mondo che mi gira intorno. Mi sembra di galleggiare su un nuvola bianca, l'unica cosa che voglio fare e dormire. Poi un urlo, gracchiante, angosciante, ma stupendo. Il mio bambino. La mia ragione di vita. Sorrido, o forse no, ma dentro di me sicuramente lo sto facendo. Provo ad alzare le mani per prenderlo, ma è come se fossero incollate al letto.

Nina, tesoro”.

La luce pallida del sole mi accarezza il viso. Apro gli occhi, mi sembra di dormire da anni. La prima cosa che scorgo sono gli occhi più belli del mondo, gli occhi senza i quali non potrei fare a meno di esistere. Il suo sorriso mi scioglie il cuore.

Amore...”. Sono ancora troppo debole per parlare.

Sono venuto qui per presentarti una persona”. Mi gira le spalle per un secondo, poi prende qualcosa di azzurro tra le braccia.

Eccoti qua il nostro bambino”. Pronuncia questa frase con venerazione, quasi orgoglio. Io allora realizzo. E' nato! Mi metto subito a sedere e allungo le braccia, Ian me lo porge e poi si siede vicino a me.

Nel momento in cui guardo il mio piccolo, mi dimentico di tutto. Non so dove sono, cosa sto facendo. Non ricordo neanche tutto quel dolore. E' bellissimo, dolcissimo. Il viso paffuto, ancora un po' provato per il parto, sembra splendere di fronte ai miei occhi. I suoi invece sono chiusi, ma, non so per quale motivo, so già che se li aprisse mi troverei di fronte ad una situazione famigliare. Non può che somigliare a suo padre in tutto e per tutto. Sarà sicuramente perfetto come lui.

Prendo una manina, è così delicata e morbida che mi pizzica il cuore. Mi sembra di essermi innamorata di nuovo, di vivere un'altra volta i primi momenti della mia vita con Ian...è come se fossi ancora al mio primo appuntamento.

Alzo lo sguardo verso Ian, non ha distolto lo sguardo da noi neanche per un secondo.

Ti amo”.

Ti amo anch'io piccola”.

Come lo chiamiamo?”. Non ci avevamo ancora pensato, non ce n'era l'urgenza, ma ora lui è qui, ed oltre al nostro amore, che sono sicura non mancherà, ha bisogno anche di un nome.

Robert?”.

Robert Somerhalder... mmm, mi sembra di averlo già sentito”. Sorrido, so quanto sia importante per lui suo fratello e poi Robert è un nome che mi è sempre piaciuto.

Vada per Robert, allora”.

Aspetta... Robert Paul Somerhalder. Così è più completo”.

Bussano alla porta. Come se fosse lì dietro ad ascoltare, fa il suo ingresso in camera.

Qui c'è qualcuno che vorrebbe salutare il suo nuovo fratellino”.

Paul, ci sei anche tu?”.

Non avrei potuto perdermi la nascita di mio nipote”.

Si avvicina trascinandosi dietro Liam, che con un sorriso enorme stampato e passo incerto, si butta sul letto, abbracciandomi.

Mamma, mamma. Ti voi bene, io. E lui?”.

Io vi lascio soli. Entrerò più tardi. Ho una sorpresa”.

Guardo Paul allontanarsi e poi sposto lo sguardo sul mio miracolo personale: mio marito ed i miei bambini. Sorrido mentre guardo Liam che accarezza con dolcezza il suo fratellino, poi mi accorgo di Ian che li osserva rapito. Sembra non accorgersi di ciò che lo circonda, non ha neanche rimproverato Liam per avermi chiamato mamma, si sta godendo lo spettacolo e lo fa senza dire parola, come se qualsiasi rumore potesse distruggere ogni cosa.

Beglio pittovino”.

Parlò l'uomo vissuto”.

Ridiamo entrambi di Liam, mi sento vicino a lui come non sono mai stata, come se il nostro amore oggi fosse cresciuto di anni, come se sapessi che amarlo sia l'unica soluzione possibile.

Adesso possiamo entrare?”. Quasi non mi accorgo di Paul. Sbaglio, o ha detto possiamo?

Neanche il tempo di rispondermi, che vedo una chioma bionda ed una castana fare ingresso in camera.

Tor, Care”. Mi abbandono alle braccia di mia sorella e della mia migliore amica. “Sono così contenta che siate qui”.

Beh, diciamo che non è stato facile prenotare un volo diretto Stati Uniti, Parigi, ma per il nostro piccolino questo ed altro”.

Lo avete già visto?”.

Certo, mentre dormivi lo abbiamo spupazzato per bene”.

Dai topolino, vieni dalla zia”. Mentre passo Robert a mia sorella, mi soffermo a squadrare la mia famiglia e penso che niente al mondo vale questa giornata, vale la loro presenza qui.

Mamma e papà arriveranno presto. Tra qualche ora, Devon sarà qui”.

Annuisco, mi dispiace aver mobilitato tutti, ma Parigi è l'unico luogo in cui mio figlio avrebbe dovuto nascere, la città dell'amore, la città dove tutto nasce, la città che non ti dimentica.

Diteci un po'. Come lo avete chiamato?”.

Robert Paul Somerhalder”. Dice con orgoglio Ian prendendolo in braccio. Ora la mia vita ha ogni significato possibile.

 

 

Preparo la merenda per i bambini, occuparmi di loro è diventato il mio hobby preferito, vivo per la loro felicità perchè alla fine si tratta soprattutto della mia.

Sento la macchina di Ian fare manovra nel vialetto, in realtà sarebbero bastate le urla concitate dei miei piccoli. Qualche secondo dopo, vedo mio marito apparire in cucina, mentre i suoi figli lo trascinano dalle maniche della giacca. Oggi deve essere di umore particolarmente buono, in un'altra situazione avrebbe sbraitato contro di loro, anzi, molto più probabilmente contro di me, che lasciavo fare. Già, lo sporco compito delle mogli!

“Ciao tesoro”. Mi bacia con dolcezza ed io sento una stretta allo stomaco, anzi un po' più. Incredibile come in questi anni la voglia di lui non sia passata, incredibile quanto il tempo lo renda più bello e affascinante, incredibile pensare che sia davvero tutto mio...

 

 

 

 

 

Pov Ian

 

 

E' notte, la strada è buia, mi rilassa. Certe volte la macchina è uno dei posti più sicuri, ti fa sentire importante, potente, ti fa avere la città tra le mani.

Sono uscito da casa qualche minuto fa ed ora la mia auto sta sfrecciando sull'asfalto bagnato. Intorno a me il bianco della neve, uno spettacolo incantevole che normalmente mi soffermo ad ammirare.

Volto con prudenza la testa. Lei dorme seduta al mio fianco ed una leggere fitta mi attraversa lo stomaco, succede ogni qualvolta mi soffermi a guardarla. E' lo spettacolo più bello che abbia mai visto. I lunghi capelli biondi le ricadono sulle spalle formando morbide onde perfette, gli occhi, così azzurri e belli, sono chiusi in una situazione di pace quasi imbarazzante, le labbra rosse e carnose sono leggermente imbronciate.

E' il mio miracolo personale, la parte più bella e pura di me, l'unica donna capace di destabilizzarmi completamente, inevitabilmente. Il mio amore nei suoi confronti aumenta giorno dopo giorno e questo mi confonde, mi sorprende, mi consuma.

 

 

Tre anni prima...

 

 

Ian, ti amo, alla follia”. Ansima con dolcezza ed imbarazzo sul mio collo. Il suo respiro si mozza contro il mio petto, si costringe a non urlare.

Sul mio viso, così tormentato dall'eccitazione, si forma una piega che somiglia vagamente ad un sorriso, non mi preoccupo di essere particolarmente sensibile. Scendo verso il suo ventre, è ancora piatto e candido, lo bacio, lo lecco, lo mordo e lei sospira con gli occhi chiusi.

Raggiungiamo il piacere ed è come se fosse una cosa completamente nuova, come se non avessi mai provato nulla del genere.

Appoggia la testa sul mio petto, io le accarezzo i capelli guardando il vuoto di fronte a me.

Ian... devo parlarti”.

Dimmi, piccola”.

Tra qualche tempo, non potremmo più fare l'amore così”.

Perchè mai?”.

Perchè non so se è questo che vuoi insegnare alla tua bambina”.

Alla mia... è una femmina?”. Gli occhi mi si riempiono di lacrime. Una bambina. La mia bambina. A lungo, io e Nina abbiamo fantasticato su quanto sarebbe stato bello avere una femminuccia, ma era come se non ci sperassi più, come se ci fosse una sorta di destino che mi conducesse a sfornare un maschio dopo l'altro.

Sì, una meravigliosa bambina tutta nostra”.

Per un attimo mi incupisco. Nina si sporge verso di me, seriamente preoccupata.

Che succede, amore? Pensavo volessi una bambina, dopo due maschietti”.

E' così... ma... come devo comportarmi con una femmina?”.

Cioè?”.

Beh, con Liam e Robert so benissimo cosa fare. Li faccio giocare a calcio, mangiare con le mani e li istruisco ad un futuro da latin lover. Con una femmina cosa dovrei fare a parte rinchiuderla in casa fino ai trent'anniùùùùù'”.

Mia moglie ride in modo sguaiato e si becca una mia occhiata di rimprovero.

Cosa credi? I ragazzi che incontrerà avranno avuto padri come me. E' la filosofia dell'acchiappa, porta a letto e dimentica. Noi uomini siamo fatti così”.

Wow. Vanne pure orgoglioso, tesoro”.

Non ne vado orgoglioso. Ecco perchè non voglio che a mia figlia succeda una cosa del genere”.

Con te come padre, non corre questo rischio”.

Questo è sicuro. Anche perchè starai con mamma e papà fino a quando non avrai compiuto almeno i venti cinque anni”. Avvicino la bocca al pancione di Nina per sussurrare l'ultima parte della frase.

Ian! Io a venti cinque anni mi sono occupata di due bambini!”.

Ok, venti tre... non uno in meno”.

 

 

 

Osservo nuovamente la mia bambina, è così bella, così dolce, così incredibilmente mia. La amo da perderci la testa, in lei è concentrato tutto ciò che mi fa impazzire: la bellezza di un angelo, la grazia e la determinazione di sua madre, la sua stessa bellezza, lo stesso modo di tenermi a freno.

Già, la mia bimba così piccola ed indifesa, indifesa si fa per dire. Sorrido pensando a come riesca a tenere a freno i suoi fratelli e a come loro riescano ad obbedirle senza muoverle accuse, persino Liam si lascia dirigere a bacchetta da lei! E' come un pianeta, e noi i suoi satelliti, le giriamo intorno senza neanche rendercene conto.

Ricordo il giorno in cui è nata, la paura che abbiamo avuto quando il medico ci ha detto che la bambina non respirava bene, la gioia quando si è salvata. Ricordo il volto luminoso di Nina la prima volta che l'ha avuta tra le braccia, la volta in cui, con un moto di commozione ha scelto il suo nome. Elena. Come quel personaggio che ha reso possibile il nostro amore e, di conseguenza, anche la sua nascita.

Elena è una bambina bellissima, i biondi capelli sistemati in boccoli e gli occhi azzurro cielo, esattamente come i suoi fratelli, sono la gioia di zia Candice, che trascorre il tempo ad acconciarla come una vera principessa. Tutti la amano alla follia, la sua delicatezza ed il suo sorriso riescono a sciogliere anche gli animi più duri. Però, oltre ad essere bella, la mia bambina è anche molto fragile. Le sue difese immunitarie sono perennemente instabili e i dolori spesso la sovrastano. Esattamente come stasera, i crampi alla pancia non le hanno dato tregua e, per abbattere un po' la preoccupazione di Nina, ho deciso di portarla in giro. Ora il dolore sembra essersi calmato, si è addormentata con un'espressione di pace sul volto. Eppure a me sembra di morire, ogni suo dolore, ogni suo raffreddore sono per me duri colpi allo stomaco. I medici ci hanno detto che con l'età guarirà, ma io non posso fare altro che temere.

Le passo una mano sul viso, la vedo muoversi nel sonno e mi ritraggo subito.

“E' ora di tornare dalla mamma”. Glielo sussurro piano, ma so che anche nel sonno, il pensiero di sua madre è vivo e presente in lei.

Ho la famiglia più bella del mondo, ho dei parenti stupendi, una famiglia acquisita presentissima, degli amici sempre pronti a farsi in quattro per me e tre bambini adorabili. E poi c'è lei. Nina. La donna della mia vita. La ragione della mia esistenza. Colei che ha reso possibile ogni cosa.

 

 

 

 

 

 

Pov Candice.

 

“Ciao tesoro mio. Come stai?”.

“Una meraviglia. Stanotte Liam non ha chiuso occhio. Sono stanchissima”.

Sorrido un po' dispiaciuta per la mia amica, ma d'altra parte è normale quando hai dei figli a cui pensare.

“Quando ci vediamo? Ho voglia di vedere i bimbi”.

“Oh, che carina che sei”.

Rido nuovamente, questa volta divertita. Povera Nina, da attrice di successo, a donna di casa e produttrice televisiva. La sua strada è sempre stata segnata, ancor prima di The vampire diaries, ancora prima che raggiungesse la fama.

Per quanto riguarda me, sono tornata a fare la modella. Certo a trentuno anni è tutto più complicato, ma ho ancora un po' di fascino e la notorietà che riescono a darmi i film saltuari a cui partecipo normalmente.

“No, mi mancate tanto anche tu e Ian. Ho voglia di vedervi, ci mancano le nostre chiacchierate nel cuore della notte”.

In effetti è dura non vedersi tutti i giorni come eravamo abituati a fare. Questo mio temporaneo trasferimento è stato un duro colpo, soprattutto per i piccoli, mi mancano in una maniera assurda, sono come dei veri nipoti per me e non aver ancora potuto mettere al mondo dei figli contribuisce ad accentuare questo mio attaccamento morboso nei loro confronti.

Sospiro ripensando a come tutto è iniziato, a come la mia vita sia completamente cambiata e tutto per colpa di Nina. O forse dovrei dire di Ian, senza di lui non avrei mai conosciuto Nina.

 

 

 

Sette anni prima...

 

 

Mi faccio strada verso l'altare, il cuore che batte in gola, lo strascico che si trascina per tutto il pavimento. Gli occhi di tutti sono rivolti su di me. Non è vero, sono tutti in attesa della sposa, io sono solo un piccolo spettacolo biondo che la precede.

Continuo a camminare, fino a quando mi accorgo, dai sorrisi stampati sui volti degli invitati, che Nina deve aver fatto il suo ingresso trionfale. Sono davvero fiera di lei, dei passi che la sua storia d'amore ha fatto, della maturità che, giorno dopo giorno, ha sempre dimostrato. E poi, sono orgogliosissima del vestito che ha scelto per coronare questa giornata, è semplicemente degno di una principessa.

Incrocio lo sguardo dei suoi famigliari, sono tutti emozionatissimi, tutti felici di ciò che sta stravolgendo la vita di quell'uragano moro. E anche io lo sono.

Vedo Paul voltarsi leggermente verso Ian e sussurrargli delle parole timide. “E' bellissima” mi pare che dica. Ed è così per davvero. E più guardo gli occhi di Ian, così azzurri, così affascinanti, più mi rendo conto di quanto la sua bellezza prenda vita in loro.

E' un matrimonio stupendo, fatto di baci, di parole dolci sussurrate appena, di sentimenti veri e autentici. E' un matrimonio fatto di amici, di famiglia e soprattutto di amore. In tutte le sue forme, in ogni sua sfaccettatura.

Non farla mai soffrire, lei crede in te”.

Sono seria, seria come non sono mai stata. Ian interrompe momentaneamente il ballo e si limita ad annuire.

Posso riavere il mio fidanzato”. Una Nina sorridente si fa spazio tra le braccia di suo marito, appoggia la testa al suo petto e sembra inspirarne il profumo. Con suo estremo disappunto, viene nuovamente rapita, questa volta da suo fratello, allora io colgo l'occasione per un altro giro di danza (Ian è decisamente un ballerino migliore di Michael).

Non ti deluderò. Mi occuperò di Nina con molto più impegno di quanto abbia fatto fino ad ora. E' tutta la mia vita, non farei niente per farla soffrire”.

Sorrido soddisfatta, in parte mi sento madrina di questo amore. Cerco le parole giuste da dire, poi vengo però fermata da Liam che, con passetti incerti, si trascina dietro Paul per raggiungere il suo papà. Ian lo prende in braccio e lo bacia con dolcezza sulle guance paffute. Cerco di immaginarlo con un altro bambino a cui badare e cerco di immaginare soprattutto Nina. Poi la vedo avvicinarsi ai due uomini della sua vita e, mentre si lascia stringere forte da Liam, mi rendo conto di come tutto sarà naturale.

Mi concedi questo ballo?”.

Una voce sconosciuta mi ridesta dai miei pensieri. Alzo lo sguardo ed incrocio quello di un ragazzo alto ed avvenente, ha qualcosa di vagamente famigliare, forse l'ho già visto in altre ricorrenze.

Come, scusa?”.

Ian ti ha abbandonato in mezzo alla pista, non vorrai mica restartene qui tutta sola?!”.

Allunga una mano verso di me, io la accetto e inizio il mio ballo. Non so perchè, ma in lui c'è qualcosa che mi attrae.

Sei triste?”.

No. Perchè?”.

Non so, mi sembravi triste prima. Osservavi la felicità di mia sorella e mio cognato e sembravi desiderarla anche tu”.

Tua...”.

Sono Alex, il fratello di Nina”.

Ecco dove lo avevo già visto. Al matrimonio di Torrey e Paul! Il suo sguardo mi mette in soggezione, è come se mi leggesse dentro, come se avesse le risposte a delle domande che io ho paura a pormi.

Che tipo discreto che sei”. Sfodera un sorriso bianchissimo e pulito ed io quasi mi sciolgo.

Non sono sempre così. Devi piacermi particolarmente. Non si vedono spesso ragazze come te. Riesco a vederti con altri occhi, come se a differenza di tutte le altre tu non fossi profonda come una pozzanghera”.

Sorrido divertita dal suo riferimento allo show. Lui sa già chi sono io.

La musica si interrompe e così la pista si svuota. Rimaniamo solo noi due e Nina che rincorre allegra Liam.

Improvvisamente ritorno alla realtà e, soprattutto, realizzo che da qualche parte Michael sta assistendo alla scena e di certo non ne è particolarmente felice. Sorrido cordialmente ad Alex e torno sorridente dal mio amore.

 

 

“Noi vi aspettiamo comunque per Natale”.

“Non so se in una settimana riusciremo a liberarci di tutti gli impegni”.

“Beh, cercate di farlo. Ci sono riusciti tutti, ci riuscirete anche voi”. Quando ci si mette, Nina è proprio incredibile, in tutti questi anni non è cambiata per niente, rimane sempre la solita ragazzina indisponente e dolcissima che è sempre stata. Ora però ha qualche anno in più.

“Giuro, cercherò di fare il possibile. Te lo prometto e sai che io non vengo mai meno alle mie promesse”.

“I bambini hanno tanta voglia di rivedere gli zii. Se non potete farlo per noi, fatelo almeno per loro”.

“Promesso”.

Sorrido ripensando a quante cose sono cambiate in questi anni, a quanto le nostre unioni siano cambiate. Ricordo quando io e Nina trascorrevamo nottate intere in camera a chiacchierare e a farci le unghie. Oggi non sarebbe possibile, non con quei marmocchi birichini da mettere a letto!

In un flash, ripercorro tutti i momenti salienti della mia vita. Le ragazzate che io e Nina combinavamo, la passione che entrambe nutrivamo per Kevin, le serate a cercare di battere Ian a poker, le notti insonni a sperare che Michael mi guardasse, le scene sbagliate con Nina e Paul, il primo bacio con Steven. Sorrido, mentre ripenso a quella sera a Parigi, Ian e Nina aprono la porta, Ian rosso come un pomodoro, Steven che non alza lo sguardo da terra. Poi, in ultimo, mi viene in mente lui, Michael. Tanti sforzi per far decollare la nostra storia e poi... poi ci siamo persi in un bicchier d'acqua. Lui è stato preso in una famosa serie tv argentina ed io non ho trovato una motivazione per seguirlo. Era finito prima ancora che ce ne rendessimo conto. Eppure, sembravamo fatti l'uno per l'altra, eravamo proprio una bella coppia, divertente e appassionata al momento stesso. E' per questo che siamo rimasti amici, che il nostro amore finito non ci ha sovrastato come un'onda. E' per questo che, in fondo al cuore, molto in fondo, una parte di me lo amerà per sempre.

 

 

Quattro anni prima...

 

 

Ha provato a farmi assaggiare qualche nuova ricetta. Diciamo che ho preferito farmi un giro da Jake”.

Chi è Jake?”.

Il nuovo migliore amico di Nina. E' il rosticcere del paese. Inizialmente, la tua amica spacciava i piatti come suoi, poi le bugie sono venute a galla”.

Scoppio a ridere mentre Ian abbraccia dolcemente sua moglie, decisamente contrariata dalle parole del marito.

Sono una donna in carriera, ho altre cose per la testa”.

Continuano a scherzare tra di loro ed io li ammiro, ma, anche se non è bello ammetterlo, un po' li invidio. Li invidio perchè so quanto sarebbe bello poter vivere un sentimento simile, li invidio perchè so che nessun uomo potrebbe guardare me con gli stessi occhi con cui Ian guarda Nina, li invidio perchè io stessa non darei tutto ciò che Nina offre alla sua relazione perfetta.

Io stasera mi siedo vicino a zia”.

No, io vicino gia...”. Robert e Liam entrano in cucina, incuranti di ciò che sta succedendo. Il primo piagnucolante ed arrabbiato, il secondo deciso e sorridente.

Zia chi vuoi che si sieda vicino a te?”.

Guardo con tenerezza gli occhietti di Robert che si stanno per riempire di lacrime, poi rivolgo gli occhi a Liam che sembra tremare all'idea di ciò che potrei rispondere.

Ho due fianchi, perchè usarne solo uno?”.

Incrocio un'altra volta gli sguardi d'amore che i miei due amici riservano ai loro bambini. In questa casa tutto è armonia. Guardo i piccoli allontanarsi di schiena e mi lascio scappare un sospiro rassegnato, che non scappa alla coppia che ho di fronte.

Beh, almeno qualcuno mi apprezza

Improvvisamente, Ian diventa serio. “E' tornato ad Atlanta”.

Non ho bisogno di fare domande, so benissimo a chi si sta riferendo.

Lo hai visto?”. Cerco di controllare la ma voce, apparendo il più disinteressata possibile.

L'altra sera. Abbiamo preso una birra”. Alzo gli occhi, incrociando l'azzurro ceruleo che ho di fronte, sorrido decisa, ma Ian mi conosce troppo bene per cascarci.

Si è rifatto una vita. Una nuova casa, un nuovo lavoro, una nuova famiglia. Ora, devi pensare solo a te stessa, Care”.

Ma sì. E poi ho tutti questi pretendenti che mi girano intorno, cosa posso volere ancora?”.

Ian ricambia il mio sorriso, non completamente concorde con la mia reazione. Bacia con dolcezza le labbra di Nina e ne lascia uno a me tra i capelli.

Io vado in aeroporto. Mi porto i bambini. Ci vediamo più tardi”.

Dopo mesi, io e Nina ci ritroviamo a parlare come qualche anno fa. Non abbiamo interruzioni, non abbiamo tempi da rispettare. Solo io, lei e la mia voglia inaspettata di parlare.

Dopo un paio d'ore, Ian e i bambini fanno il loro rientro in casa, questa volta seguiti a ruota dalla famiglia De Vitto al completo. Conosco tutti a malapena, ma sono comunque felice di rivederli, sono certa che la famiglia di Nina sia perfetta per trascorrere il Natale. Saluto con rispetto Liberty e Michaela, per poi dedicarmi al resto della famiglia. Ci sono proprio tutti: Maryelle e Frank, Torrey e Paul (che saluto con particolare entusiasmo), Devon, questa volta accompagnata da un ragazzo che ad occhio e croce avrà l'età di Nina, se non più giovane, e infine Alex, senza Michelle a seguito. Arrossisco appena la sua pelle sfiora la mia, il ricordo di quel ballo è ancora intatto dentro me.

Trascorro il Natale più bello della mia vita, circondata solo dai miei amici e da persone che si amano per davvero. Perchè è questo che è mancato nella mia vita: sapere che questo sentimento esiste ed è universale.

 

 

 

“Ciao tesoro, chi era?”.

“Tua sorella. Dice che ci vuole vedere il più presto possibile”.

“I bambini come stanno”.

“Sono delle pesti, come al solito”. Vedo nei suoi occhi, l'affetto immenso per questi piccolini, ha per loro una predilezione, quasi una venerazione. Lo bacio con delicatezza sulle labbra.

“Anche io non vedo l'ora di vederli”.

Già, io ed Alex. E chi l'avrebbe detto? Io non di sicuro e neanche Nina, vista la reazione incredula che ha avuto, non credeva suo fratello alla mia altezza. Ian invece ha da subito tifato per noi, romanticone com'è, non potrebbe fare a meno di elogiare l'amore in tutte le sue forme e le sue sfumature. L'unico, risentito di tutta questa situazione, è stato Paul. Ha un rapporto stupendo con Alex, è per lui prima un amico e dopo un compagno, e la consapevolezza che io pensassi ancora a Michael lo rendeva un po' incredulo nei confronti di questa storia d'amore.

Poi però ha funzionato, dopo quel Natale, Alex mi ha chiesto di uscire e da lì non ci siamo più lasciati. E' stata una sorta di magia, una compatibilità quasi irreale, però ha senso di esistere.

Ora voi mi chiederete: “ma tu sei felice?”. Ed io vi rispondo che non lo so, che non ho niente in mano per decretare o meno la mia felicità, che non sono sicura di amare Alex almeno la metà di quanto abbia amato Michael... ma so che lui è quello giusto, so che non potrebbe fare altro che esistere nella mia vita, che io sono nata per stare con lui. Con Michael sarebbe stata tutta un'altra storia, tutto un altro modo di vedere il futuro. So che con Alex, invece, non ci sono interrogativi, solo realtà assolute e concrete. E se essere felice è sapere che passerai il resto della vita con una persona e che non ti stancherai mai di lui, perchè con lui il mondo è più sicuro... beh, allora sono felice!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'aria natalizia inizia a sentirsi più intensamente, poche ore e Babbo Natale scenderà dai camini facendo felici i più piccoli.

Nina è intenta ad occuparsi degli ultimi addobbi, per la cena Ian ha optato per la gastronomia vicino a casa, non aveva intenzione di intossicare un'intera famiglia!

I tre bambini sono vicini all'albero, non si sono staccati da lì da quando i loro genitori hanno messo sotto tutti quei regali. Di Natali ne sono passati per tutti, per Liam che ha quasi otto anni, per Robert che ne ha da poco compiuti sei e per la piccola di casa che, per ora, è solo al suo secondo, eppure ogni anno l'emozione è così forte da costringerli a trascorrere ora intere davanti a quel gigante abete che hanno comprato qualche giorno fa con la mamma ed il papà.

Anche Nina e Ian sembrano essere tornati bambini, canticchiano canzoni di Natale e si sbaciucchiano come fidanzatini alla prima cotta. La felicità spesso cambia il modo di vedere le cose e ti porta a fare un tuffo nel passato, in quel momento che ti è sembrato perfetto.

Qualcuno suona alla porta, e proprio come fosse un'improvvisata, gran parte della famiglia fa ingresso nella sfarzosa casa. Ci sono quasi tutti e, per la gioia dei più piccoli, sono tutti stracarichi di pacchetti.

Candice e Alex sono i primi ad entrare, sul volto il sorriso stampato pronto ad accogliere i birichini che si lanciano improvvisamente tra le braccia della zia, suscitando ilarità e disappunto sul viso dello zio Ex.

“Ehi, ehi, ci siamo anche noi”. Questa volta Elena si fionda tra le braccia di Paul, ha un'adorazione nei suoi confronti, probabilmente ne è segretamente innamorata, lo si capisce dalle guance che si tingono di rosa ogni volta che lo zio le sussurra: “sei la più bella del mondo, principessa”.

Intanto Nina ed Ian si dedicano alla più piccola della famiglia, Rose ha solo tre mesi e ha già conquistato tutti. Nina le bacia con dolcezza le guance paffute e lei sorride soddisfatta. Il carattere mansueto è di sicuro proiezione di quello di suo padre. Torrey dedica un ultimo sguardo ammirato alla sua bambina, per poi avventarsi sui nipotini, finalmente disposti a salutare il resto della famiglia.

Nina continua a cullare sua nipote, la gioia di vedere sorridere nuovamente Paul e Torrey è per lei la cosa più importante del mondo. Ricorda l'inferno di quelle giornate trascorse a cercare di risollevarli, di aiutarli a riprendere in mano la loro vita. Ricorda la gioia, quando Torrey, solo un anno fa, ha scoperto di aspettare nuovamente un bambino.

A seguito entrano in casa anche i nonni, i genitori di Nina, ma anche quelli di Ian. E proprio lui, quasi impazzisce, quando scopre che anche Robyn ha deciso di partecipare alla festa, portandosi dietro tutti e due i bambini... bambini poi si fa per dire.

E' una giornata perfetta, come tutte quelle che hanno vissuto in famiglia. Mangiano e ridono come se il tempo non fosse passato e, come ogni Natale che si rispetti, i discorsi più gettonati sono i ricordi.

“Incredibile quanto cambino le cose negli anni, non è vero?”. Candi è già un po' brilla e, come al solito, si lascia andare a sentimentalismi procurando un'ombra di tristezza al viso scuro del suo compagno.

“Già, ne abbiamo passate davvero tante. E pensare che tutto è nato dal mio incontro con Torrey”.

“Giusto, ecco a chi dobbiamo chiedere i danni”. Tutti scoppiano in una risata, mentre Nina tira uno schiaffo in testa a suo marito.

“Intanto sei stato tu a sbavarmi dietro sin dall'inizio”.

“Solo perchè avevi un bel sedere. Con tutto il rispetto, Liberty”. Liberty sorride, scuotendo la testa, i bicchieri di troppo si fanno sentire anche per genero e suocero.

“La cosa più bella, però, è vedere che nonostante tutto siamo sempre stati noi, sempre pronti ad incoraggiarci a vicenda”.

“Insieme abbiamo pianto, abbiamo riso, insieme abbiamo guardato il futuro e abbiamo preso il coraggio di andare avanti”. Prosegue Ian, battendo una mano sulla spalla di Paul.

“Allora, io propongo un brindisi”. Nina si alza con un calice in mano, gli occhi tutti addosso.

“A noi. A chi ha creduto di non farcela, ma poi ha ritrovato la luce in fondo al tunnel...”. Il riferimento a Torrey e Paul è chiaro e trasparente come l'acqua. “A chi si è innamorato contro ogni previsione”. Il suo sguardo passa in rassegna gli sguardi sinceri di Candi e Alex. “A chi, nonostante tutto, ha trovato un po' di spazio per gli amici. A chi ha reagito ad ogni ostacolo, a chi si è preso tante botte in testa, ma che poi ha avuto la forza di rialzarsi. A chi ha creduto di perdere. A chi, semplicemente, non pensava che sarebbe finita così. A voi che siete la migliore famiglia che si possa desiderare. A voi che siete la mia famiglia”.

 

 

Ed è così che vi lascio, con questo quadretto meraviglioso. Questo quadretto fatto di felicità, questa felicità fatta di amore.

Provate ad immaginarvi la scena: due coppie di nonni seduti vicino al camino sorridono compiaciuti ed osservano i nipotini rincorrersi a vicenda intorno al divano, i visetti rossi per il calore e gli occhi lucidi per l'euforia.

Poco più in là, nella stessa stanza, una tavolata di amici. Quattro coppie felici, ridono, mangiano e pensano al futuro. Pensano a quel futuro che affronteranno insieme, come hanno sempre fatto, mano nella mano, spalla contro spalla, e allora anche gli ostacoli più difficili, saranno solo una parte piccola ed inconcludente di una vita costellata d'amore.

Perchè l'amore è questo, ritrovarsi intorno ad un tavolo e sapere che niente potrà cambiare.

 

 

 

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi qui, so che ce n'è voluto di tempo, ma l'università mi ha tolto davvero troppo tempo. Ora però sono qui con voi a presentarvi l'ultimo inevitabile tassello della mia storia. Forse qualcuna di voi sarà rimasta delusa, altre un po' perplesse, ma era così che doveva finire, era così che lo immaginavo.

Quando ho iniziato a scrivere il primo capitolo, già fantasticavo sul passato, su ciò che sarebbe successo e spero che qualcuna di voi condivida la mia scelta.

Non ci sarà nessun proseguimento, questo è ormai evidente, questo perchè non voglio stravolgere più niente, ho già dato nel corso di tutti i capitoli.

Spero vi siate ritrovate con i vari flashback, forse è un po' difficile ritrovarsi in tutti gli anni, ma ho cercato di renderli i più chiari possibile.

Ora però voglio concludere ringraziandovi tutti. Siete stati artefici di una cosa molto importante per me, come ho già detto adoro scrivere e, farlo per un gruppo di lettrici accanite come voi, è stata una delle esperienze più belle. Spero di avervi dato qualcosa, di essere entrata, nel mio piccolo, nei vostri cuori, di essermi fatta conoscere, perchè, tra le righe di questa storia, si parlava anche un po' della mia.

Comunque io non vi abbandono, scriverò ancora e spero di averi ancora dalla mia parte, perchè non sapete quanto sia stato importante per me. Io scrivevo e lo facevo soprattutto per voi, per farvi sognare, per farvi lavorare di fantasia.

Grazie a tutte coloro che non hanno mai abbandonato la mia storia, grazie a quelle che non hanno mai smesso di recensire, grazie davvero di cuore....

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** AVViSO nuova ff ***


Ciao ragazze! qualcuna di voi mi aveva chiesto di essere avvisata nel caso avessi riscritto una nuova storia. beh, qualche giorno fa ne ho iniziata una sul traingolo Damon, Elena e Stefan. vi avviso che sono tutti umani... non vi dirò verso quale coppia punterò, sarà un susseguirsi di situazioni che porteranno Elena a giostrare la sua vita su entrambi i ragazzi.... se avete voglia date una sguardo.... Il titolo è "E poi all'improvviso" . bacioni a tutte e grazie ancora per tutto quanto

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