21 Grammi

di GinevraCorvino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** EDWIGE ***
Capitolo 2: *** CEDRIC ***
Capitolo 3: *** DOBBY ***
Capitolo 4: *** ALASTOR ***
Capitolo 5: *** SIRIUS ***
Capitolo 6: *** SILENTE ***
Capitolo 7: *** GELLERT ***
Capitolo 8: *** ARIANA ***
Capitolo 9: *** MEROPE ***
Capitolo 10: *** LILY ***
Capitolo 11: *** TONKS ***
Capitolo 12: *** MARLENE ***
Capitolo 13: *** COLIN ***
Capitolo 14: *** NAGINI ***
Capitolo 15: *** BELLATRIX ***
Capitolo 16: *** LAVANDA ***
Capitolo 17: *** REMUS ***
Capitolo 18: *** MIRTILLA ***
Capitolo 19: *** TIGER ***
Capitolo 20: *** QUIRINUS ***
Capitolo 21: *** Bathilda ***
Capitolo 22: *** BARTY Sr ***
Capitolo 23: *** JAMES ***
Capitolo 24: *** Charity ***



Capitolo 1
*** EDWIGE ***


NOTA DELL' AUTRICE
Il titolo della raccolta riprende il titolo 21 grammi film del 2003 diretto da Alejandro González Iñárritu.
Infatti 21 grammi sarebbe il peso che chiunque perderebbe esalando l'ultimo respiro, calcolato dal dottor Duncan MacDouga.
Le prime due flashfic sono già state da me editate qui :
 10 PERSONAGGI IN CERCA DI CONTESTO .
Le altre saranno inedite.

 
 
Lampo di luce verde e tu sei precipitata nel vuoto di tenebra. Il tuo candore svanito nell'ombra compatta.
Sembravi il primo fiocco di neve, che vorticasse come in una danza verso lo schianto inevitabile con la terra.
Edwige, perché lo hai fatto? Edwige, dove sei precipitata? Dove il tuo corpo è abbandonato? Qualcuno lo avrà raccolto?
Mia amica, mia confidente, mia dolcissima civetta, chi ti piange? Tutti hanno troppo da fare, tutti hanno qualcuno da perdere. Eppure, nessuno si preoccupa per te. Perché?
Un lampo di luce verde e tu sei scomparsa nel niente di uno sconosciuto dove.
Candida civetta, le tue ali di neve sono chiuse, i tuoi occhi non vedono più niente. Perché l'hai fatto?
Non era per te quel sibilo verde. Era mio. E tu, ora dove riposi? Non ho un corpo da cullare nel pianto. Solo l'attimo di precipizio di te, caduta in un solido nulla di oscurità.

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Capitolo 2
*** CEDRIC ***


Bella come una donna morta, diafana come il sudario di un fantasma, la luna lo guardava attonita quando era giunto al cimitero.
La lapide del padre di Lord Voldemort si ergeva in un angelo imponente di fronte a lui. Sentiva acuto l'odore di morte fresca aleggiare nella notte scura. Non era l'enorme calderone che rigettava effluvi mefitici, no, era qualcosa di diverso, e non aveva il sapore di rame del sangue. Era più un'assenza, una mancanza, una perdita. Come un palloncino che fosse stato bucato e da cui l'aria fosse fuggita via e questo fosse rimasto inerme, floscio, irreparabile.
Non capiva, cosa era? Ricordava una luce fortissima colpirlo in pieno petto e dopo... silenzio, nessun dolore, nessun brivido di freddo, niente, solo quell'odore familiare di se stesso.


Sono io!
Cedric si voltò verso il proprio cadavere disteso a terra in maniera scomposta...
" Portami a casa Harry, portami da mio padre".

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Capitolo 3
*** DOBBY ***


La brezza marina accarezza di salmastro il tuo volto stanco. Sei raccolto tra le braccia del tuo amico, il sole sembra essere risucchiato dai tuoi grandi occhi verdi, che ora si fanno opachi, come biglie impolverate.
Senti il calore dell'abbraccio, lo riconosci, ma non sei più in grado di vederlo. Ti senti scivolare piano, come una piuma verso una pozza d'acqua immobile e quieta.
Sul tuo viso sgraziato avverti il calore delle lacrime, non sono tue, tu sei felice e lasci che un sorriso stiracchiato, ma dolce invada la tua bocca.
Sei grato di quelle lacrime, sei grato perché sono quelle di un amico e non di un padrone. Sei grato, perché sei libero di scegliere di salvarlo e morire per lui.
Le goffe orecchie da pipistrello cessano di muoversi, il corpo gracile si ferma, non c'è più respiro come una fisarmonica a scandire note di vita.
Sei morto. Coraggiosamente morto libero.

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Capitolo 4
*** ALASTOR ***


Fiero guerriero, il tuo volto era scolpito da ogni duello, la tua carne era una mappa del tuo coraggio.
Mai il tuo spirito è stato domato, mai il tuo cuore è stato stanco.
Il tuo sorriso sghembo lo portavi con orgoglio di soldato.
Hai strangolato la morte per molto tempo, ma non tutti hanno il tuo onore; tradito da un ladro codardo, lasciato da solo nella notte cieca, l'ultimo nemico ti ha colpito alle spalle e tu sei caduto prima che le tue chiome potessero diventare bianche. La guerra ora è finita, almeno per te, ma la tua anima ancora sussurra alle orecchie di chi è rimasto in trincea. La Morte non ha vinto, guerriero. Loro portano il tuo valore appuntato sul cuore.

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Capitolo 5
*** SIRIUS ***


Fu solo un momento.
I capelli fluttuavano come se tu fossi immerso nell'acqua, il corpo cadeva a rallentatore.
Tu ti sentivi scivolare piano all'indietro.
Un colpo violento in pieno petto, gli occhi verdi del ragazzo sgranati, mentre cercava di afferrarti artigliando l'aria. Ma tu non potevi essere raggiunto, stavi precipitando languidamente come in un sogno. Senza dolore, senza paura, tra quelle voci invisibili alle tue spalle.
Fu solo un momento e nulla più.
L'esistenza fu ovattata, il ragazzo gridava, ma tu non lo sentivi. Ascoltavi un richiamo diverso dietro il velo che ti avviluppava.
 
" Sirius, grazie di tutto, ma sono contento di riaverti con noi"
 
Il corpo si dissolveva nella voce dell'amico perduto.
Era oltre il velo, irraggiungibile.
Solo un momento.

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Capitolo 6
*** SILENTE ***


Il tuo sguardo Albus, fu una supplica di dolcezza infinita.
"Ti prego" gli sussurrasti teneramente.
Non ti importava di cosa gli avevi chiesto, davi per scontato che lui avrebbe capito.
"Ti prego".
Non è da tutti decidere come e quando morire. Fu eutanasia anche se nessuno lo seppe, se non il boia.
Non ti preoccupasti di come si sentiva mentre pronunciava il fatale anatema.
Cadesti nel vuoto, con un sorriso indecifrabile, che nessuno vide e che era il tuo trionfo sul Signore Oscuro.
Lui rimase sulla torre, impassibile, maledicendo la promessa che ti aveva fatto.
Tu nello schianto inevitabile, avevi vinto contro il cronometro della morte.
Nessuno lo seppe. Tutti ti ritennero la vittima di un tradimento, non il padrone del proprio destino.

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Capitolo 7
*** GELLERT ***


Ti chiedi mai se davvero quando si muore, si muore soli?
Sei così solo da tanto tempo che quando quell'essere maligno si è presentato a te con le sue pretese non avevi più paura di niente.
Solo rancore rancido per chi ti aveva abbandonato.
L'amore è strano Gellert Grindelwald, cambia come cambia la luce in un giorno.
Un incidente involontario, e tu sei stato messo da parte. Ma non fosti tu a scagliare l'incantesimo.
Allora perchè in ogni giorno di questo inceneritore di tempo il solo tuo conforto è stato il volto di Albus? La tristezza nei suoi occhi cerulei mentre ti disarmava.
Vuoi vendetta per il tuo amore  bistrattato?
Gli dirai dove si trova la bacchetta di Sambuco?
Sì, lo farai. Perché l'amore non perdona.
L'amore conosce solo se stesso e le sue ragioni.

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Capitolo 8
*** ARIANA ***


Emblematica creatura, ti hanno ferita e tu ti sei rifugiata nella tua torre di vento, silenziosa come un camino spento.
Ma quando il dolore ti toccò per la seconda volta quei tizzoni che ardevano ancora sotto la cenere divamparono violenti e chi ti credeva senza potere ne fu bruciato.
Malinconica creatura dagli occhi azzurri come le primavere prima che l'inverno abbia lasciato definitivamente il suo dominio sul cielo, eri troppo giovane per quello schianto.
Non era per te quel colpo di bacchetta, anche se eri tu il loro litigio.
Ariana rosa bianca, troppo delicata per essere sfiorata dalle mani mortali.
Sei caduta, come una romantica Ophelia . In un attimo di te restava solo un quadro a riprodurre la tua giovinezza.
Morta stupidamente, sei stata la ferita e il coltello. Il farmaco per follia dell'ambizione del potere.
Perché non c'è bene che sia più alto dell'amore. E tu eri amata.
Sorridi indefinibile nel quadro che ti è simulacro. Sorridi con la stessa espressione serafica che avevi a terra, colpita, morta. Perché i malati hanno una dolcezza che i sani non hanno e vedono oltre, bambina.
Troppo giovane, troppo folle, troppo fragile per vivere. Troppo bella per morire.

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Capitolo 9
*** MEROPE ***


Merope, sfortunata creatura, non lo sapevi che la bellezza è cattiva.
Merope, quadro mal riuscito di un pittore maldestro, credevi davvero che ti avrebbe amata una volta che avesse guardato oltre il tuo aspetto  devastato?
Merope, gli inganni hanno sempre una conclusione nefasta.
Creatura ingenua, quanto dolore stritolò il tuo cuore quando lui ti guardò per la prima volta senza la nebbia dell'incantesimo?
Cosa ti disse? O ti bastò l'espressione disgustata d'orrore?
Pensavi che il tuo amore avesse importanza? Credevi che il tuo ventre gonfio ti avrebbe tutelata dal ribrezzo?
Davvero eri certa che il filtro sarebbe solo stato un incoraggiamento?
Merope, non si inganna l'amore.
E anche se dentro tu fosti stata il cigno più maestoso del creato, lui vide solo la tua goffa figura e se ne andò crudele senza rimorso.
Merope, il tempo di dare alla luce il bambino, bello come il padre speravi, e ti fu concesso. Cattivo come la sua bellezza, crudele.
Ma non lo sapevi. Tu volevi che avesse il suo aspetto e il tuo cure.
Moristi sola con questa speranza che si incenerì al primo vagito

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Capitolo 10
*** LILY ***


Lento, inesorabile senti il frusciare del mantello sulle scale.
Non hai il tempo di realizzare che cosa sia successo a tuo marito di sotto.
C'è un innaturale silenzio. Solo il pianto di tuo figlio dopo l'esplosione.
Tu sei corsa da lui, te lo sei stretta forte sul cuore come se potesse bastare questo per fermare l'assassino che ora ti sogghigna sadico sulla porta della camera.
Ti dice di toglierti, di lasciare quella creatura, la tua creatura, il tuo bambino.
Non puoi. Non servirà a niente, ma tu devi tenerlo stretto a te, proteggerlo, anche se non vi è protezione contro quel male.
Lui ride. Ride una risata folle, cattiva. Punta la bacchetta su di voi.
Stringi ancora più forte il tuo piccolo. Non puoi salvarlo, ma contro ogni logica gli fai scudo.
Il mago pronuncia l'anatema e...
Che strano. Mentre ti stai spegnendo velocemente senti ancora il pianto di tuo figlio e un grido disarticolato sprofondare rabbioso nella notte.
Il tuo cuore si ferma così: con l' assurda consapevolezza che Harry è vivo. L'hai salvato

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Capitolo 11
*** TONKS ***


Nessuno conosceva il vero colore dei tuoi capelli. Cangiavano a seconda delle tue emozioni, erano la tua anima colorata, visibile a tutti che non poteva nascondersi, non riusciva a mentire.
Bella, sembravi solo addormentata, sognante accanto al tuo uomo. Ma la tua chioma Dora era spenta.
Vi avevano deposto accanto sulla fredda pietra, macerie come cuscini e le mani si intrecciavano come se solo riposaste un istante dalla follia del mondo. Ma i tuoi capelli Dora erano opache ciocche abbandonate dal tuo cuore.
Dovevi restare a casa Dora, ma non hai potuto lasciarlo. Avevi lottato così tanto per averlo, avresti continuato a lottare per tenerlo a te.
La morte lo sapeva e ha provato compassione per quell'amore. Vi ha preso entrambi.
La morte ha preso le mille sfumature dei tuoi capelli Dora. Ma vi ha lasciato insieme.

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Capitolo 12
*** MARLENE ***


Marlene, volto sbiadito su una fotografia, eppure guardata con attenzione, spiccano sotto le macchie del tempo le belle labbra imbronciate che accennano appena un enigmatico sorriso di gioconda.
Dimmi, a chi sorridevi dietro l'obbiettivo?
Cuore di fiamma, che imporporava di vita le tue guancie di donna appena sbocciata dall'inverno dell'adolescenza, cosa ti era impossibile?
Gli occhi brillanti di speranza, di indomabile onnipotenza; ma le bionde ciocche come la chioma di Berenice ti furono tagliate, mentre invincibile della tua giovinezza schivavi l'incantesimo letale.
Avevi paura? Certo! Ma il futuro gridava nel tuo sangue, e tu eri certa che ci sarebbe stato un domani.
Marlene, il respiro affannato di animale braccato, il cuore tamburo contro le costole del petto, adrenalina nelle vene. Quando hai davvero capito? Quando hai scoperto che la tua giovinezza non ti avrebbe salvata?
Che eri carne da macello come tutti gli altri?
Hai forse guardato i tuoi capelli nel sangue? L'oro annegato di rosso.
Ti sei forse toccata dietro la nuca e hai trovato solo il tuo collo?
E allora hai sentito le grida, i lamenti e le urla.
Marlene, perché ti sei alzata ?
Li hai guardati con lo stupore dei bambini che non capiscono che gli adulti non sanno giocare. Loro hanno riso sguaiati e tu nell'ultimo istante avevi gli occhi di un'età a loro sconosciuta. Sapevi, comprendevi. Occhi incredibili, senza storia e senza fine. Occhi senza paura, solo così grandi da divorare il mondo intero. Ma loro non hanno esitato.
Un volto ti passò davanti mentre ti addormentavi per sempre. Un segreto.
E tutta l'arroganza della tua giovinezza non contò più nulla nell'ultimo istante. Solo il tuo corpo esanime in regalo alla guerra e a lui, che come te, aveva creduto ad  una menzogna.
La giovinezza si spezza, ciò che ci insegnano Regulus, non sempre è la verità.
.
 
 
Nota Autrice : a tutti piace pensare a Sirius e Marlene io invece preferisco "credere" che Regulus fosse innamorato ( ricambiato), da Marlene e per questo abbia deciso dopo la morte della ragazza di combattere Voldemort.

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Capitolo 13
*** COLIN ***


Ma perché, ma perché non capite che non posso restare in disparte? Questi echi hanno l'impronta di me.
Ho paura, ma non posso abbandonare il castello. Ogni pietra mi riconosce.
Maggio. Nel cortile di solito danzano le lucciole, ora si sentono tamburi di guerra.
Non sono nato da maghi, perciò ogni pietra io l'ho fusa in me. Nessun Troll raderà a fuoco il mio mondo.
Pensavo che la bacchetta mi sarebbe tremata tra le mani, invece è forte nel mio pugno.
La morte è un pensiero che non mi compete.
Lasciatemi andare.
 "Canon ma cosa vuoi fare?" ti urla la Mcgranit.
 
Non lo sai, ma combattono e tu non pui lasciare quel luogo.  E' tuo.
Questo la McGranitt non lo capisce, che in ogni pietra c'è un pezzo della tua vita.
Piccola vita.
Colin, ricordi la tua stanza?
Il rosso e l'oro.
Colin, nella tua stanza risplendevano colori, ma ora il sole non arriva.
Non permetterai che i sogni si infrangano nel buio.
 
Colin, sai quella bella stanza, grazie anche a te è sempre arcobaleno.
Tu non lo sai, tu hai visto solo un lampo verde.

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Capitolo 14
*** NAGINI ***


Un urlo disarticolato rimbombò ubriaco di rabbia. L'aria tremò come sconvolta dal terrore.
La lama scintillava tra le mani di un ragazzo, il sangue scivolava lento sull'acciaio millenario.
A terra, la testa dalla lingua biforcuta era stata recisa; gli occhi predatori si stavano velocemente appannando.
Lui credeva che fosse finita, che Nagini fosse ormai al sicuro; aveva schiuso la bolla di opalescente madreperla perché anch'essa potesse cibarsi dei resti della guerra.
Lei, la sua unica vera compagna, da sempre.
E cosa era accaduto? Uno scintillio, un movimento fulmineo e l'aveva perduta e con lei un pezzo di sé.
La rabbia gli soffocò il petto. Chi aveva osato? Chi? Chi aveva potuto strappargli l'unico essere che avesse mai contato qualcosa per lui?
Incredulo, furente, osservava senza capacitarsi il corpo spezzato, la vita rubata, il silenzio del sangue e per la prima volta nella sua vita Lord Voldemort fu artigliato dalla solitudine.
Solo lei era davvero stata reale all'interno della sua esistenza. Gli altri: solo strumenti, vittime e soldati da macello. Non lei, non Nagini.
Un urlo disarticolato, ubriaco di rabbia rimbombò per tutta la distruzione circostante. Era dolore.
Ma lui non lo sapeva.

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Capitolo 15
*** BELLATRIX ***


Come muore una stella? Esplode? Ed in quell'attimo di luce abbagliante si è accecati, divorati da quello schianto bianco, quasi indecente, osceno.
Come muore una stella? Implode di troppo fuoco?
Bellatrix sei forse collassata all'apice del tuo brillare perfetta?
No, Molly Weasley ha spento il tuo fuoco. E di te non resta che polvere maledetta di cometa a confondersi con sangue e macerie.
Nell'ultimo istante un lampo e nulla più.
Nell'ultimo istante non hai chiesto perdono.
Nell'ultimo istante sei diventata un buco nero onnivoro a fagocitare ogni scheggia della tua esistenza.
E di te solo polvere calpestata.
Nel cielo manca il riverbero di una stella. Ma chi sentirà la tua mancanza? Tutti con te sono morti, folle valchiria, raduni i caduti nell'inferno che vi compete, e se anche lì non vi vorranno, sappi che quando il cielo perde una stella, un angelo marcio precipita appesantito di desideri che ineluttabilmente deve lasciare.
Crudele, insensata, folle! Chi esprimerà un desiderio al tuo schianto?
Non lo avevi capito arrogante creatura, che tutto il tuo potere non era niente contro l'ardore di una madre. No, perché tu non lo eri mai stata.
Il tuo amore, non meno puro per i profani, era solo spazzatura per l'oggetto del tuo desiderio.
Sei morta guerriera e mai donna.

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Capitolo 16
*** LAVANDA ***


Era una ragazza come tante, niente di strano o bizzarro in lei, niente di anomalo o speciale. Una ragazza normale di diciassette anni, con sogni, ambizioni, aspettative.
Era una ragazza che traboccava di vita, passionale, impulsiva. Niente di diverso dalla maggior parte delle ragazze, forse un po' sciocca, un po' troppo appiccicosa avrebbe sostenuto l'anno prima Ron, ma non si era tirata mai indietro quando c'era da difendere davvero qualcosa di importante: la libertà, l'amicizia.
Testarda, forse troppo indelicata, ma sincera. Anche quando sbagliava, lo faceva credendo davvero a ciò che diceva e non perché lo sostenevano tutti. Non perdonava, troppo orgogliosa, ma sapeva chiedere scusa coi fatti quando si rendeva conto di aver preso una cantonata. Per questo entrò nell'Esercito di Silente. Per questo ora giace sotto le macerie di una balconata crollata dopo uno schiantesimo e Fenrir Greyback le affonda i denti di lupo nella gola, squarciandola senza rispetto.
Lavanda è bianca come il gesso, gli occhi vitrei spalancati non vedono più il suo futuro di donna.
Lavanda odora di morte e di strazio, insozzata dalla bava animalesca dello spietato licantropo.
Come si può sporcare tanta innocenza?
Hermione sa che Lavanda è morta, non era la sua migliore amica, ma non esita contro quel mostro di Fenrir. Non può sopportare lo scempio. Un colpo di bacchetta furioso e lo scaraventa lontano dal corpo martoriato di lei.
Lavanda era una ragazza come tante, ma non ha avuto paura, non si è tirata indietro, non ha vacillato quando tutto sembrava perduto e i suoi compagni avevano bisogno di lei.


NOTA : Per i puristi dei libri di Harry Potter avverto che ho preferito scegliere la scena del film con il licantropo sopra Lavanda, perchè l'ho trovata ancora più tragica.

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Capitolo 17
*** REMUS ***


Ti credevano un animale Remus, ma tu hai combattuto da uomo. Gli occhi dall'impercettibile corona dorata e gli sfregi sul volto non erano che segni della spietatezza altrui, non della tua.
Tu hai sempre conservato il tuo cuore di uomo. Anche in quell'ultimo sguardo con Dora, quando caparbia l'hai vista arrivare nonostante il tuo divieto; la tua anima tremava di terrore per lei non per la brama di sangue.
E mentre i colpi schizzavano da tutte le direzioni, frantumando quell'Eden che ti era stata casa, tu sapevi solo che eri un uomo che lottava perché a nessun altro fosse imposta la maledizione che per cinica crudeltà stuprò la tua vita di fanciullo.
Remus, Dolohov lanciò l'anatema, tu ti eri voltato un istante sentendo un grido di Dora. Disattenzione fatale.
Cadesti pesante, mentre lei ti guardava, atterrasti sulla nuda pietra e lei stava correndoti incontro. Disperata. Non le importava più della battaglia, non c'era più alcuna guerra, solo i tuoi occhi che lentamente si chiudevano sul suo volto che era un fiume di lacrime.
Non avresti voluto morire, non volevi lasciala, ma se doveva essere eri grato di essere tu il primo e non lei. Il tuo cuore di uomo non lo avrebbe sopportato.
E quando fosti solo un corpo senza respiro, la bestia fuggì e restasti solo tu. Remus.
 
 
DEDICATA a : Angyp, che ama Remus.

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Capitolo 18
*** MIRTILLA ***


Perché a te?
Oltretutto sei stata l'unica vittima, perciò perchè tu?
Che stavi facendo di male? Piangevi nel bagno come tante altre volte per l'ennesima ingiusta burla nei tuoi confronti.
Non era già abbastanza?
Piccola permalosa Mirtilla, se fossi stata meno suscettibile, meno "drammatica", gli occhi gialli assetati di assassinio forse non ti avrebbero trovata sola e indifesa.
Apristi la porta e appannata dalle lacrime rabbiose e depresse non capisti. Fu un attimo raggelante. Gli occhi gialli ti misero a fuoco senza alcuna emozione, sondarono il tuo sangue impuro e tu non avesti neanche il tempo di aver paura o stupirti.
Crollasti sul pavimento allagato. Fredda, come quegli occhi gialli che ti avevano guardata.
Mirtilla, perché sei rimasta?
Credevi di essere troppo giovane per morire o pensavi che qualcuno dovesse pagare per quella tua disperazione?
Te ne stai malinconica in un bagno inusato, meditando su quegli occhi di rettile, chiedendoti se alla fine il tuo essere vittima non sia stato il tuo essere speciale, quando tutti gli studenti ti prendevano in giro.
Mirtilla, per chi provi rancore? Per il mostro dagli occhi dalle pupille venefiche a fessura o per chi ti ha lasciata sola?
Ti lamenti incessantemente senza capire che tutto è finito, che nessuno di "quelli di allora è rimasto", ti crogioli in un dolore che non è più tuo.
Hai mai capito cosa è successo?
Eri fredda, scomposta, cerea in un bagno allagato. Eri morta, sei morta.
Lo sai? Lo sai davvero? Io non credo.

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Capitolo 19
*** TIGER ***


Ardemonio!
Un fuoco innaturale e diabolico prende vita istantaneo.
Se all'inizio il cuore trabocca di soddisfazione, dopo pochi secondi di deflagrazione tutto diviene ciò che è. Fuoco e fiamme.
Ricordati di me.
La temperatura è insopportabile, il cuore non respira. I ragazzi si arrampicano come scarafaggi sui rilievi.
Anche tu. Hai acceso la maledizione, e il fuoco ruggisce feroce ed affamato.
Draco ti guarda terrorizzato. Morirete. Morirete nel fuoco che tutto purifica e tutto distrugge.
Morirete. Ma una mano appare, prende quella di Draco. Lo vedi sfuggire alla morte. Lo vedi esangue e terrorizzato. Non tu. Hai paura, ma sai che era ciò che doveva essere fatto. Bruci, ti sciogli in quel calore. Annientamento. Confusione e dolore.
Semplicemente morte.

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Capitolo 20
*** QUIRINUS ***


Lente le dita sottili disfanno la seta viola del turbante. Non era un vezzo che portavi dono di un sultano, ma la culla di un mostro dagli occhi fiammeggianti e labbra impure dell'orrendo delitto del puro sangue di unicorno.
Non trema ora la tua voce, nessuna banshee  ti ha mai terrorizzato. Lo sguardo sempre sfuggente ora è fermo e arrogante.
Quirinus, che grande menzogna sei stato. Quanta maestria per tessere il tuo inganno!
Ma il contatto con le mani del ragazzo è troppo intenso, brucia, squaglia e il dolore è insostenibile. L'amore è insopportabile!
La tua gola è arsa, non puoi urlare questo strazio devastante. Il tuo volto si incenerisce, la pelle ustionata diviene polvere. Ti sfaldi come se un vulcano avesse eruttato lava all'interno del tuo corpo.
Il parassita che hai ospitato per tutto questo tempo, e per cui hai dannato la tua anima, ti abbandona al tuo macabro destino.
Friabile figura, di te non resta che il simulacro di un corpo. Carbone acceso divorato da un fuoco che divampa a purificare l'orrore mefitico a cui avevi dato asilo.
Lui non ti salverà. Sei un inutile recipiente adesso. Sei solo cenere e vento. Non gli servi più, può gettarti alla morte e spazzare ciò che resta di te al suolo con un grido furioso di sconfitta. E non resta che polvere dispersa che si accumula negli angoli a far da lettiera ai topi.

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Capitolo 21
*** Bathilda ***


Hai attraversato la storia Bathilda, amica e vicina di casa del più grande mago di quest'ultimo secolo. Prozia di Gellert che cercava di dominare la morte.
Com'è possibile che l'Oscuro ti abbia ingannata? O forse, eri troppo stanca, troppo vecchia per combattere. Tu eri una studiosa. Solo della conoscenza ti importava. Non consideravi la malizia degli esseri umani, eppure ne eri stata testimone. Ma forse è per questo che è stato così facile incantarti per quella giornalista dall'abito verde acido. Per questo, quando la Morte dagli occhi rossi ha bussato alla tua porta hai avuto solo il tempo di capire che ogni cosa era giunta alla fine. Ti ha uccisa e ha trasfigurato il tuo corpo in quel viscido rettile. Un istante, un lampo. La carne si disfa e si rimodella. Bathilda, di te solo un simulacro di pelle resta, per la muta del serpente in agguato.

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Capitolo 22
*** BARTY Sr ***


Ambizioso, spietato contro i nemici, ferreo apologo delle regole, inflessibile. Dopo il processo a tuo figlio ti chiamarono"cuore di pietra".
Ma tu, in realtà un cuore lo avevi, un cuore per lei, solo per lei. Per tua moglie.
E come una goccia scava la roccia, le sue lacrime di madre hanno penetrato la corazza del tuo cuore sino alla carne viva e l'hanno ustionata.
L'amavi. Solo lei davvero. Così quando ti propose l'inganno, inorridisti al pensiero del suo fragile corpo rinchiuso alla lordura di Azkaban; ma le sue lacrime erano più atroci del Bacio di un Dissennatore. Preparasti tu la pozione Polisucco per lei?
E quante volte avresti voluto che quello scambio crudele e osceno non fosse mai stato fatto?
Solo per lei, non ti denunciasti, non lo denunciasti, ma l'Oscuro seppe di lui e incatenò te e riprese tuo figlio al suo fianco.
Anche trasfigurato, quel giorno ad Hogwarts lo riconoscesti. Il sangue fiuta sempre la sua origine e la propria discendenza.
Lo affrontasti?
Ti rise in faccia?
E poi?
Poi tuo figlio ebbe la sua vendetta. Come Edipo uccise il padre per amore della madre. Così lui folle e rabbioso assassinò te, come a suo giudizio tu avevi ucciso sua madre, permettendole quell'infame scambio. E di te non lasciò che un osso. Come per sua madre, nessun corpo doveva essere seppellito. No, cibo per gli animali selvatici del parco di Hogwarts. Questo fu ciò che fece di te, e lo fece delirante di gioia.
Un osso, nessuna carne, nessun cuore. Tanto il tuo cuore, Barty era sepolto nelle fosse comuni di Azkaban.

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Capitolo 23
*** JAMES ***


Per risa lilian slytherin che è innamorata di James.
 

Se ti rendi conto che non hai altro, che tutto quello che hai è la tua vita e non importa che sia il tuo corpo. Tu puoi morire. Lei, loro, no.
Ti rendi conto allo schianto della porta che sei senza speranza. Lo sai, ti importa?
Oh si, moltissimo, perché hai un futuro: una moglie un figlio. Tu non muori rassegnato, tu muori rabbiosamente James.
Le hai detto di scappare di sopra da Harry, le hai detto: " Noi siamo più forti".
Ma lui ha appena sorriso e con un eleganza infinita che sembrava quasi un passo di danza ha alzato la bacchetta.
Tu non eri niente.
Mentre cadi ricordi il piccolo sulla scopa, per un attimo mentre il respiro si affanna ricordi il sorriso di Lily.
Per un attimo senti lui che sale la scale. Tu muori e tutto il tuo essere non è servito a niente.  Bravo a scuola, il migliore, ma contro il male non sei stato che un moscherino fastidioso. Pensi ad Harry, a Lily. Esistono potenze che neanche la tua magia concepisce e tu muori disperato senza saperlo.

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Capitolo 24
*** Charity ***


Fluttui senza peso, solo le pupille riescono a  muoversi lungo quel tavolo di noce.
Lui ti guarda ghignante, i suoi occhi rossi, ribollono come l'eruzione di un vulcano.
Sai cosa significa?
Omicidio.
Lenta, la mano cerea accarezza la pelle squamosa del serpente.
Non hai ancora capito, loro ti guardano, agnello da macello, occhi freddi e volti di marmo.
Charity, qual è stato il tuo peccato?
Una streghetta squittisce come un topo in una dispensa di formaggio, mentre passandogli lievitando davanti gocce di sangue le cadono cremisi di fronte.
" Severus, noi siamo amici".
L'uomo non si scompone, ti guarda come si osserverebbe un cameriere che aggiunga una portata alla tavola.
Il serpente sibila impaziente, i suoi occhi si fanno fessura predatoria.
Che sta succedendo Charity?
Chi lancerà l'anatema?
Gli occhi carbone di Piton non esprimono niente, nessuno ti salverà.
Charity, insegnante di Babbanologia. Che orrore! Vergogna!
La tua testa reclinata forzatamente all'indietro, adesso è ostaggio del suo volto di rettile, un sorriso senza labbra si forma crudele sopra le fessure di quello che sarebbe dovuto essere un naso. Ma sono gli occhi, gli occhi di diaspro, duri e freddi l'ultima cosa che hai capito che vedrai.
 
Charithy, schiantata sul tavolo, volto terrorizzato, corpo senza respiro. Nagini avanza. Il Suo Padrone le ha procurato un lauto pasto.
Verde luce e nulla più.
Ora, il rettile con ingordigia ti ingoia, nulla resterà di te. La mandibola mobile non ha bisogno di dilaniarti. Sei l'innocenza che ha colpa della conoscenza che viene distrutta, occultata, fatta sparire nel ventre del predatore.

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