La fiamma della Fenice II: Il canto della Speranza

di _Charlie_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: La fortezza dell'Oracolo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: La fanciulla e la spada ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Lo Specchio ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: L'inizio di una nuova avventura ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Gli intrusi ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Il nascondiglio ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Scontro tra titani ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: La voce ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: L'arciera ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Un unico grande Villaggio ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Traditori, cadaveri e fallimenti ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: Il canto della Speranza ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: L'alba di un nuovo inizio ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La fiamma della Fenice II
Il canto della Speranza


Prologo

 

Tuoni e lampi. Si preannunciava una tempesta.
Tra le nuvole grigie di quello strano pomeriggio di primavera non si poteva scorgere nemmeno uno spiraglio di cielo. Tutto era coperto. Tutto era buio.
« Ha visto quelle...? » Chiese una signora indicando un punto imprecisato sopra la sua testa.
Un uomo che le era accanto la guardò con sguardo incerto: « Mi scusi? »
« Qualcuno...Qualcuno stava volando lassù! »
Un tuono illuminò le nuvole.
« Visto?! » Strillò la donna.
« Ma cosa sono? » Domandò il tipo rimanendo a bocca aperta.
In poco tempo, tutti gli abitanti del Villaggio furono attratti come calamite verso il cielo.
« Eccoli di nuovo! » Esclamò un altro quando per l'ennesima volta le nuvole s'illuminarono per via dei tuoni.
« Ehi...Ma si stanno avvicinando! »
Un boato seguì quelle parole. Un boato che non era provocato dal cielo ma da tre misteriose figure.
« La mia casa! » Gridò una donna vedendo la sua dimora in fiamme.
Il panico si diffuse più velocemente di una malattia. Quelle tre figure, che volando lasciavano delle strane scie nere, cominciarono a lanciare incantesimi e maledizioni sugli abitanti del Villaggio.
« Al ripar... » L'urlo di un uomo venne soffocato da una voce calma e decisa: « Oblivio! »
Il fuoco che si alzava da tutte le case del Villaggio non dava soddisfazione a quelle tre figure incappucciate quindi, con una velocità impressionante, presero ad attaccare anche il maestoso castello in cui risiedeva il capo-villaggio dell'Acqua.
Tuoni e lampi. Si preannunciava una tempesta.




Eccomi di nuovo qui! Spero che questo brevissimo assaggio vi sia piaciuto :)
Il primo capitolo lo posterò tra poco (4-5 giorni al massimo).
E niente, vi saluto. Fatemi sapere come vi è sembrato in una recensione!

_Charlie_

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: La fortezza dell'Oracolo ***


Capitolo 1
La fortezza dell'Oracolo

 

Il tempo sfugge inesorabile come sabbia tra le dita. Quanti cambiamenti avvengono in un anno? Ma soprattutto, quanti cambiamenti porta un istante?
Il rombo dell'aria lo assordava e una strana sensazione mai provata prima lo avvolgeva interamente. Non sapeva quanta strada avessero percorso; quel portale era diverso da tutti gli altri.
Il vortice di colori e rumori finalmente svanì nel nulla lasciandolo disteso su un pavimento particolarmente gelido.
Dove mi trovo? Chiese a sé stesso nel momento in cui riaprì i suoi occhi color nocciola.
Il luogo in cui si trovava era vuoto, candido come la neve e sopra la sua testa galleggiava una strana nebbiolina argentea.
Strano disse sempre nella sua mente: il suo corpo non aveva riportato alcun tipo di ferita o graffio, gli abiti che indossava erano del tutto puliti e lo zaffiro che pendeva dal suo collo era perfettamente integro.
Fletté le ginocchia, si alzò e quando vide una ragazza corrergli incontro capì che era andato tutto bene...
« Oh, Brandon! Menomale! Credevo di aver fatto un pasticcio! » Esclamò la fanciulla stringendolo in un abbraccio.
Brandon sorrise: « Ma di che pasticcio parli? Sei stata coraggiosissima prima ».
« Mmh...Spero che ricrescano in fretta » ammise l'altra facendo riferimento ai suoi capelli.
« EHI! » Qualcun altro si era alzato a pochi metri di distanza: « Ariana! Brandon! » Connor si mise in piedi a fatica reggendosi il capo coperto da ricci neri.
Erano di nuovo insieme, sani e salvi.
« Ma dove ci troviamo? » Chiese Brandon: « Avevi previsto che saremmo finiti qui? »
Ariana scosse la testa: « No. Volevo andare a casa... ».
Brandon, Connor e Ariana erano tre ragazzi del Villaggio del Fuoco che, per via della Sfera dell'Immortalità ed un attacco delle Frecce Nere, dovettero lasciare le loro case per intraprendere un lungo viaggio.
« Ehi, ma cosa...? »
La nebbiolina argentea che fluttuava sopra le loro teste, cominciò a contorcersi prendendo forma lentamente.
« E questa poi? » Connor sgranò gli occhi, sorpreso: la nebbiolina si era trasformata in una porta scintillante.
Brandon lanciò un'occhiata ad Ariana: « Dobbiamo entrare, secondo te? »
Ma la porta si aprì prima ancora che potessero mettere le mani sulla maniglia placcata in oro.
Ci fu un attimo di silenzio poi qualcuno parlò dalla soglia: « Seguitemi ».
Il trio del Villaggio del Fuoco rimase immobile causando così uno sbuffo spazientito da parte di quella voce femminile: « Seguitemi, forza! »
Brandon osservò la donna con attenzione: ella aveva dei severi occhi grigiastri e lunghi capelli corvini. Quel giorno indossava una tunica bianca e così tanti gioielli che ad ogni suo movimento tintinnavano freneticamente.
« Seguitemi, ho detto! » Esclamò ricambiando lo sguardo del ragazzo da dietro il suo naso adunco.
Non vedendo altra scelta, il terzetto si avvicinò alla porta e seguì la donna a passi lenti.
« Chi è lei? E dove ci troviamo? » Le chiese Ariana.
« Il mio nome è Zafira e ci troviamo nella fortezza dell'Oracolo. Vi spiegherà tutto, tranquilla ».
Brandon non era molto convinto di quella situazione: chi era l'Oracolo?
Continuarono a camminare con sguardo curioso: su tutte le pareti erano appesi centinaia di quadri dalle forme più strane e spesso si trovavano sparsi qua e là petali di ciliegio.
« Come possono esserci dei petali in un castello privo di piante e fiori? » Chiese sempre Ariana con tono scettico.
Zafira rispose quasi divertita: « Alza lo sguardo ».
Brandon fece come gli era stato suggerito e subito esclamò: « Impossibile! »
Sul soffitto era raffigurato un albero di ciliegio animato che, quasi ad intervalli regolari, tirava giù nei corridoi petali rosa.
« Magia fantastica! » Esclamò Connor, basito.
« Eccoci arrivati » disse Zafira fermandosi dinanzi ad un portone di legno di quercia: « vi sta aspettando ». Bussò tre volte con la forza di chi volesse buttare giù tutto e poi si voltò di scatto: « Sistematevi » (i suoi occhi indugiarono sui capelli spettinati di Brandon e Connor) « e seguitemi! »
Il portone si aprì lentamente e il trio del Villaggio del Fuoco entrò in una sala grandissima. Ma era davvero una sala? Brandon non aveva mai immaginato in vita sua che potesse esistere un posto tanto splendido e sorprendente.
Il luogo in cui si trovavano era una radura con tanto di alberi, fiori e cascate di piccole dimensioni. Seduto tra due pini vi era un uomo dall'aria serena. L'Oracolo.
« Oh, Zafira! Eccoti qui ».
Zafira s'inchinò.
« Suvvia! Cosa sono questi inchini? » Chiese allegramente l'uomo.
« Vi lascio soli » detto questo, Zafira si affrettò a sparire dietro il portone di quercia.
Ci fu un attimo di silenzio poi l'Oracolo si alzò e andò a dare il benvenuto a Brandon, Connor e Ariana.
« Sono davvero felice di vedervi qui » disse l'Oracolo, allegro. Egli era alto, anziano e roseo proprio come i petali che avevano visto poco prima. Gli occhi erano come due smeraldi e i suoi lunghi e chiari capelli argentei erano legati in una coda di cavallo dietro la schiena.
« Lei ci conosce? » Chiese Brandon inarcando le sopracciglia, il coltello nello zaino sempre pronto.
« Certo, giovane Harvey. Ma non per questo merito di morire, no? »
Il coltello ricadde silenziosamente nel fondo dello zaino.
L'Oracolo si mise a sedere su un tronco tagliato e invitò Brandon e gli altri a fare come lui.
« Vi devo spiegare tante cose. Mettevi comodi, sarà una storia appassionante! »

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: La fanciulla e la spada ***


Capitolo 2
La fanciulla e la spada

Una flebile ventata d'aria fresca si mosse furtiva tra gli alberi della radura. Brandon ancora non credeva che potesse esistere una stanza così strana ma così meravigliosa all'interno di un castello.
« Del tè? » Chiese l'Oracolo mentre Connor accennava un timido “sì” con la testa.
« Ecco qua » con uno schiocco di dita l'uomo fece apparire un vassoio con una zuccheriera, quattro tazzine rosa e una grande teiera di ceramica.
La mano dell'Oracolo si mosse un'altra volta e subito il tè scivolò nei recipienti senza fare alcun rumore.
« Volete del latte nel tè? »
« No, grazie » Ariana continuò tra un sorso e l'altro: « ma lei chi è di preciso? »
L'Oracolo sorrise. « Il mio nome è Febo. Voi invece... siete Brandon, Connor e Ariana ».
Brandon lo guardò con curiosità.
« Giovane Harvey, ormai tutti vi conoscono! Il Mago Oscuro chiamato Salazar vi sta già cercando ...Sulle vostre teste adesso pende una taglia ».
« Ma come? Non può aver fatto tutto questo in meno di dieci minuti! » Esclamò Connor con sorpresa.
L'Oracolo sorrise ancora. « Cari ragazzi, questo posto non è facilmente raggiungibile...Con quel portale avete viaggiato per sette giorni ».
Brandon e Connor si voltarono a guardare Ariana.
« No, no » spiegò l'uomo: « lei non c'entra nulla. Io vi ho portato qui. Stavo osservando la situazione dal mio Specchio e... posso dire una cosa? Avevo temuto il peggio. Credevo che qualcuno si sarebbe buttato nel portale insieme a voi quindi con i miei poteri, ho scambiato il mio portale con quello di Ariana inserendoci un incantesimo ».
« Quale? » Chiese spontaneamente Brandon.
« Quel portale era per te, per Connor e per Ariana. Se qualcun altro avesse provato ad entrarci molto probabilmente sarebbe svenuto o peggio... ».
Ariana trattenne il respiro mentre l'Oracolo terminava la frase: « ...sarebbe finito in qualche angolo sperduto dell'Universo ».
Connor si fece scappare una risatina.
« Avete voglia di dolci? » Pasticcini al cioccolato apparvero dal nulla.
« Senta ma...Io ho molte domande da farle » disse Brandon. « Perché Salazar è così spietato? In un mio vecchio sogno avevo sentito lui e Deimos parlare di alcune persone che avevano rapito dal Villaggio dell'Acqua... ».
L'Oracolo socchiuse gli occhi: « Oh, è tremendo quello che hanno fatto. L'ho scoperto giusto ieri. Le Frecce Nere rapivano uomini, donne e bambini senza alcuno scrupolo...E poi...Be', Salazar assorbiva le loro energie per restare in vita. Proprio come stava succedendo a te sette giorni fa ».
« Quindi, quelle persone sono morte? » Ariana si portò le mani alla bocca.
« Esattamente ».
« E come mai solo la mia energia può renderlo immortale? » Domandò Brandon inarcando le sopracciglia. Tutta quella storia gli sembrava solamente finzione.
« Su questo, io non ti so dire nulla. È strano ma l'energia che tu possiedi è davvero molto grande. Voi la chiamate Fiamma della Fenice, vero? »
Brandon annuì sempre più incredulo: « E adesso? Cosa bisogna fare per fermare Salazar? Basta l'incantesimo Oblivio? »
L'Oracolo tramutò la sua espressione di profonda calma in una da funerale: « No...Quello non serve a nulla. È stato lo stesso Salazar ad inventarlo. Sapete cosa significa in latino Oblivio? »
« Oblio, no? » Disse prontamente Ariana.
« Esatto. E non vi siete mai chiesti come mai questa parola sia utilizzata per uccidere? »
Connor strofinandosi con un indice il prolabio ammise senza problemi: « A dir la verità, no ».
« Salazar ha sempre avuto la convinzione che dopo la morte ci sia l'oblio. Lui pensa che nessuno si ricorderà mai di qualcuno che è morto. A nessuno resterà mai impressa nella mente la vita di un ordinario essere umano ».
« Ma non è vero! Ci sono moltissime persone nella storia che sono ricordate per... ».
« Esatto. Lui però è sempre stato un ragazzo come tutti gli altri. Nella storia non c'era posto per uno come lui. Vuole rendersi immortale perché ha paura della morte e di quello che viene dopo ».
Brandon rimase di stucco. Salazar, il Mago Oscuro che solamente pochi giorni prima avevano visto tornare giovane, era un essere senza scrupoli che avrebbe fatto qualunque cosa pur di farsi ricordare per l'eternità.
« Lui vi da la caccia. Non potrete cavarvela con un semplice incantesimo. Serve qualcosa di più potente ».
Brandon cominciò a pensare ad alta voce: « Forse nel mio quaderno c'è scritto qualcosa di... ».
« Non è tuo quel quaderno. È di Salazar! Chissà perché il destino ti ha fatto questo scherzo ».
Connor e Ariana presero a scrutare Brandon: « Sapevo che c'era qualcosa di strano in quel quaderno! » Esclamarono alla fine ma il giovane Harvey non li ascoltava: « Come fa lei a sapere tutte queste cose?! »
L'Oracolo sospirò abbassando gli occhi: « Io e Salazar eravamo amici tempo fa. Lui aveva sempre avuto l'ossessione per gli incantesimi, per le arti oscure e naturalmente per l'immortalità. Ma non parliamo di questo...Piuttosto, c'è solo un modo per sconfiggere il Mago Oscuro ».
Il terzetto del Fuoco smise quasi di respirare.
« Nei pressi del Villaggio degli Elfi si trova la Spada della Leggenda ».
« Che leggenda?! Dove si trova il Villaggio degli Elfi? » Chiese Brandon.
« La Spada che anticamente ha diviso la Sfera dell'Immortalità in frammenti. I due maghi l'avevano forgiata insieme e l'hanno nascosta ai confini del Villaggio dell'Aria, nel Villaggio degli Elfi. Si dice che abbia un potere incredibile ».
« Bene! Andremo al Villaggio degli Elfi allora! » Esclamò Brandon alzandosi in piedi.
« Calma, calma. Sarà difficile entrare lì ».
« Perché? Ho sempre creduto che gli elfi fossero persone tranquille e simpatiche » Ariana aggrottò la fronte.
« Ed è così. Ma il loro villaggio è stato uno dei primi a cadere nelle mani di Salazar. L'altra sera ha attaccato anche il Villaggio dell'Acqua... ».
« Il Villaggio dell'Acqua? Ma lì ci sono...» Connor fu interrotto dalla voce calma dell'Oracolo, il quale si era fatto ancora più serio. « Brandon, hanno rapito Serena Crawford con l'intento di farti uscire allo scoperto. Credo che Salazar voglia ancora impadronirsi dell'immortalità tramite te e la tua Fiamma della Fenice ».
Brandon si sentì mancare all'improvviso. Serena, la figlia del capo-villaggio dell'Acqua, era stata rapita. Non riusciva a sopportare la visione di quella bellissima fanciulla nelle mani luride di Salazar e delle Frecce Nere. Con un gesto si portò la mano sul petto e prese a stringere lo zaffiro che gli aveva regalato.
« Dove la tengono? » Chiese con voce roca.
L'Oracolo rispose deglutendo: « Non lo so. Questo proprio non lo so ».
« Lei prima ha detto che ci stava osservando da uno Specchio! Tramite quella...cosa, si potrebbe scoprire anche dov'è Serena, no? »
L'uomo si passò una mano tra i suoi capelli argentei: « Lo Specchio non funziona in questo modo. Mi fa vedere solamente ciò che vuole lui. È una magia antica ».
Brandon affondò la testa nelle sue mani. Serena poteva anche essere morta...
« Brandon » qualcuno gli accarezzò la spalla. « Noi siamo con te. Andremo al Villaggio degli Elfi e poi a salvare Serena » Ariana e Connor sorrisero; non lo avrebbero mai lasciato da solo.
Brandon ricambiò il sorriso: « Grazie, ragazzi! »

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Lo Specchio ***


Capitolo 3
Lo Specchio

 

Calò il buio: il sole fu rimpiazzato dalla luna, e le stelle cominciarono a splendere nel cielo scuro come migliaia di torce.
Nella stanza in cui avevano deciso di passare la nottata, Connor continuava a russare rumorosamente impedendo a Brandon di prendere sonno.
La lancetta più lunga dell'orologio appeso ad una delle pareti puntava verso il numero tre; era tardissimo!
Brandon si voltò dall'altro lato del letto mentre un pensiero si accendeva nella sua mente: “Salazar vuole me e non Connor o Ariana. Questo viaggio per loro sarà sicuramente pericoloso!”
Il ragazzo sospirò mordendosi il labbro inferiore: ora sapeva cosa fare, sapeva come agire.
In fretta ma con molta attenzione a non far rumore, rimise tutto ciò che aveva lasciato in giro per la stanza nel suo vecchio zaino a tracolla poi, sempre con il massimo silenzio, si lasciò Connor alle spalle.
Di notte, la fortezza dell'Oracolo era nera come la pece; per i corridoi non vi era alcuna fonte di luce.
L'andatura di Brandon era lenta ma decisa: voleva uscire da lì e andare a cercare Serena e la spada da solo.
D'un tratto qualcosa gli sfiorò la spalla.
« Ma cosa...?! »
Era capitato sotto il quadro animato del ciliegio ed un innocente petalo roseo gli era scivolato addosso.
Brandon, asciugandosi la fronte dal sudore, riprese a camminare: scese tre rampe di scale e passò tra infiniti corridoi, sembrava come se quel castello non volesse fargli trovare l'uscita.
“Incredibile, mi sono perso in un castello!”
Brandon non sapeva più da che parte andare finché...
“Cos'è stato?” Si chiese mentalmente dopo aver udito una sorta di sibilo provenire da una delle camere limitrofe al punto della fortezza in cui si trovava.
“Deve essere stata la mia immaginazione...”
Il sibilo tornò a farsi sentire.
Brandon deglutendo si avvicinò ad una grossa porta robusta: dalla fessura usciva una debole luce azzurra.
Con sua grande sorpresa scoprì che quella stanza era aperta e quindi poté entrarci senza alcun tipo di problema.
“E questo...?”
La camera era spaziosa, enorme e priva d'arredamento. L'unica cosa presente in quell'oceano di nulla era un grosso specchio rettangolare con la cornice dorata. Era lui che emanava la luce azzurra.
Avvicinandosi cautamente, Brandon notò che quello non era un ordinario specchio poiché non rifletteva alcuna immagine sulla superficie vetrata.
“Strano...” Commentò nella sua testa. “Sarà lo stesso Specchio con cui l'Oracolo ci teneva d'occhio?”
Brandon rimase a fissare quell'oggetto con immensa curiosità chiedendosi come potesse esistere una roba del genere.
Passato qualche minuto, fece per andarsene ma un altro sibilo lo fermò. Si voltò di scatto con gli occhi fuori dalle orbite.
« Non è possibile! »
Lo Specchio gli stava mostrando una scura e lugubre cella nella quale, sdraiata a terra, c'era una ragazza dalla carnagione color pesca, profondi occhi verdi e da lunghi capelli dorati. Brandon la riconobbe immediatamente: quella fanciulla era Serena Crawford.
« Cara! » Urlò qualcuno da fuori la cella. « Il Padrone vuole vederti. È molto contento... »
Serena alzò lo sguardo e Brandon poté notare che il suo volto era completamente rigato di lacrime.
« Serena! NO! »
Lo Specchio sibilò ancora e l'immagine di Serena svanì nel nulla.
« No... » Brandon si accasciò a terra con una dolorosa fitta al cuore. Non poteva essere reale quella situazione, non doveva!
« Hai conosciuto lo Specchio, vedo » l'Oracolo era entrato nella stanza e, a piccoli passi, aveva raggiunto il ragazzo.
« Dove l'hanno rinchiusa? »
« Non lo so, giovane Harvey. Non ti so rispondere ».
Brandon si asciugò velocemente il volto con un goffo movimento delle mani. « Sa, non è la prima volta che vedo una scena come questa ».
L'Oracolo aggrottò le sopracciglia.
« Una volta ho fatto un sogno ed ho visto una scena come questa. Una scena che stava capitando nel momento stesso in cui io stavo dormendo! »
« Allora non era un sogno. Brandon, » l'uomo lo aiutò a rialzarsi, « è possibile che tu abbia uno Specchio come questo? »
« No, perché? »
« Ne sei sicuro? Perché solo uno Specchio del genere può farti vedere cose lontane a chilometri e chilometri dalla posizione in cui ti trovi nello stesso momento in cui stanno accadendo. Il mio Specchio, un giorno si è rotto misteriosamente » l'Oracolo indicò una parte vuota dello Specchio. « Prova a ricontrollare nel tuo zaino. Sicuramente ce l'hai tu! »
Brandon prese a rovistare nel suo zaino e, dopo pochi minuti di ricerca, ne tirò fuori un piccolo frammento di Specchio.
« Come ci è finito? » Chiese ad alta voce.
« Lo sapevo. Questo Specchio è davvero molto misterioso. Può fare cose stranissime! »
« Questo pezzo di Specchio è venuto da me...Da solo? »
« Ovvio! » L'Oracolo sembrava alquanto divertito da tutta quella vicenda. « Quando sarai in viaggio con i tuoi amici, prova ad osservare lo Specchio con molta attenzione. Forse ti farà vedere più particolari sul posto in cui tengono rinchiusa Serena Crawford ».
Brandon fece un cenno d'assenso. « Lei sa moltissime cose ».
« Le cose da sapere non sono mai abbastanza » replicò l'uomo con un sorriso stampato in faccia.
« Magari conosce anche la strana sensazione che ho provato prima di evocare la Fenice nello scontro contro Salazar? »
L'uomo questa volta non si limitò solamente a sorridere ma rise proprio di gusto. « Sono stato io, lo confesso. Quel giorno ti ho aiutato ad evocare la Fenice. È stato divertente! »
Brandon accennò ad un sorriso.
« Ora, andiamo a dormire. Domani sarà una giornata molto dura! »
E così, i due uscirono da quella stanza e si diressero verso i loro rispettivi letti.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: L'inizio di una nuova avventura ***


Capitolo 4
L'inizio di una nuova avventura


Quando sarai in viaggio con i tuoi amici...
La frase dell'Oracolo ebbe un effetto immediato su Brandon. Quella notte, infatti, il ragazzo non cercò più di lasciare la fortezza da solo ma si limitò a tornare nella stanza che aveva lasciato poco prima, per dormire nel letto accanto a quello di Connor.
« Dove sei stato? »
Brandon sussultò: « Ti ho svegliato? »
Connor era seduto a gambe incrociate sul materasso, gli occhi impastati di sonno. « No, avevo sete. Dai, dove sei stato? » Ripeté sbadigliando.
« Anche io avevo sete ».
Connor accese l'abat-jour che era sul comodino alla sua destra: « Lo zaino pieno, tu sei vestito...Be', anche io andrei a prendere un bicchiere d'acqua in questo modo ».
Brandon non rispose.
« Brandon, » Connor continuò con tono sereno: « non puoi affrontarlo da solo ».
« E se tu o Ariana veniste uccisi? Non me lo perdonerei mai! » Esclamò Brandon lanciando con rabbia la maglietta che si era appena tolto.
Ci fu un piccolo attimo di silenzio poi Connor riprese a parlare: « Non ti devi preoccupare! Io e Ariana abbiamo la pellaccia dura. Nessuno potrà mai farci del male finché saremo tutti e tre uniti ».
Brandon finalmente ricambiò lo sguardo del suo amico: non avrebbe mai creduto che parole del genere potessero uscire dalla sua bocca.
« Ora andiamo a dormire. Domani dobbiamo partire, no? » Connor sorrise spegnendo la fioca luce che li stava illuminando già da qualche minuto.
Brandon annuì poi, togliendosi il pantalone e i calzini, si rificcò tra le calde lenzuola del letto.
« Connor, grazie ».

*

Quando il terzetto del Fuoco fu sulla soglia della porta principale della fortezza, il sole era già alto nel cielo. Splendeva e brillava come non mai; l'estate stava arrivando.
« Siete pronti? Avete preso tutto? » Chiese l'Oracolo con un gran sorriso stampato sul volto.
Ariana annuì sistemandosi il cerchietto viola che teneva sulla testa.
« Bene! Sappiate che vi contatterò per darvi le ultime novità attraverso i miei metodi ».
Brandon alzò un sopracciglio: « Attraverso i suoi metodi? »
Il vecchietto si lasciò scappare una risata: « Ora andate! Un bel viaggio vi aspetta! »
« Sì, buon viaggio » ripeté Zafira; anche lei era andata a salutarli.
Connor si avvicinò alla porta (o meglio, al portone), l'Oracolo parlò ancora: « Vi ho mai detto su cosa poggia la mia fortezza? »
Brandon fece di “no” con il capo aspettandosi qualche altra sorpresa.
« Bene! Vi posso dire solamente che è molto più in alto del Villaggio dell'Aria ».
Il portone si aprì e il terzetto del Fuoco rimase a bocca aperta: la fortezza dell'Oracolo era in pieno cielo e si poggiava su un'enorme nuvola bianca.
« Impossibile! » Connor aveva gli occhi fuori dalle orbite.
« Vi sorprendete così facilmente! » l'anziano sorrise: « Questa fortezza è raggiungibile solamente tramite portali o da una scalinata che è praticamente dal lato opposto di questa isola-nuvola. Ricordatelo! »
Brandon annuì: « Ora è tempo di andare! Grazie per tutto quanto, arrivederci! »
L'Oracolo e Zafira scossero la mano lentamente mentre Ariana creava un portale con strane parole magiche.
« Arrivederci! »
Il trio entrò nel portale: la sensazione che si provava con quel mezzo di trasporto era indescrivibile, sembrava come se qualcuno ti smontasse e poi ti rimontasse con una violenza inaudita.
« Siamo arrivati? » Chiese Connor reggendosi la testa.
Brandon si trattenne dal vomitare: « Penso di sì. Guardate qui! » Detto questo, indicò un grosso cartello:

Benvenuti al Villaggio dell'Aria

« Sì, ma » Connor alzò le sopracciglia: « noi dovevamo andare al Villaggio degli Elfi non a quello dell'Aria! »
Ariana sbuffò: « Se tu prestassi attenzione alle parole dell'Oracolo sapresti che il Villaggio dell'Aria è vicino a quello degli Elfi! E visto che siamo in territorio nemico ci conviene abbassare il tono della voce! »
Brandon annuì: « Ha ragione Ariana. Ricordate? Il Villaggio degli Elfi è stato uno dei primi a cadere nelle mani di Salazar ».
« D'accordo, d'accordo! Quindi il Villaggio degli Elfi è qui vicino? Basta cercarlo? »
« Esattamente » rispose Ariana con un tono un po' più tranquillo: « non sarà difficile trovarlo! »

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Gli intrusi ***


Capitolo 5
Gli intrusi

« Aspettate! » Esclamò Ariana mentre affondava le mani all'interno della sua borsa: « Vi avevo detto della mappa? »
Brandon e Connor si guardarono e all'unisono risposero: « Che mappa? »
La ragazza tirò fuori una grande pergamena giallognola: « Eccola. Questa è la mappa che ritrae alla perfezione tutti i Villaggi. Vedete? »
« Fantastico. Quindi ci basta attraversare questo piccolo bosco e siamo arrivati? Il Villaggio degli Elfi è su questa stessa isola? » Chiese un Connor particolarmente contento: non aveva intenzione di camminare troppo a lungo, specialmente in territorio nemico.
La fanciulla fece un gesto d'approvazione: « Esattamente! »
Il terzetto del Fuoco si mise subito in marcia. Il sole batteva implacabile sulle loro teste. Fu un sollievo quando entrarono nel boschetto poiché la folta vegetazione non lasciava passare molti raggi.
« Mi ricorda il Grande Bosco » disse Connor cercando di non far trasparire la sua malinconia.
Brandon però capì subito: tutta la famiglia Grimshow viveva in una casa-albero all'interno del Grande Bosco e Connor non l'aveva più vista da quell'ormai lontano autunno.
« Il Grande Bosco mi ricorda la mia famiglia » Ariana abbassò gli occhi.
Brandon e Connor la fissarono attentamente: non avevano mai sentito o chiesto nulla riguardo la famiglia di Ariana.
« Tu hai una famiglia? » Chiese il ragazzo riccioluto con sorpresa.
« No, sono nata dal nulla. Certo che ho una famiglia, Connor! » Rispose lei, brusca. « Cioè, avevo ».
Brandon non sapeva cosa dire quindi, rimase in silenzio aspettando che la fanciulla dicesse qualcos'altro.
« Lo stesso giorno che vi ho incontrato...Vi ricordate? Ero scappata dal villaggio perché le Frecce Nere stavano distruggendo e uccidendo chiunque gli si mettesse davanti. La mia famiglia...Mia madre, mio padre e il mio fratellino sono morti così. Li hanno uccisi loro ».
« Mi dispiace » Connor strinse i denti, vergognandosi per quello che le aveva detto poco prima.
« Come mai non ci hai mai detto nulla? Anche io ho perso mio nonno quella volta » chiese Brandon spontaneamente.
« Non vi volevo rattristare. Nonostante tutto, la vita continua » disse Ariana con voce rotta.
« Non fare la stupida! »
Brandon fulminò Connor con gli occhi ma quest'ultimo non si fermò e prese la ragazza dalle spalle: « So quanto può far male tenersi tutto dentro. Con noi puoi sfogarti, tranquilla! »
Ariana alzò lo sguardo e, aggrappandosi a Connor, cominciò a versare lacrime su lacrime: « Grazie ».
Per ripartire ci volle poco tempo.
L'atmosfera che li accompagnò fino al Villaggio degli Elfi fu tesa e nessuno dei tre disse più una parola. L'unico suono allegro era quello degli usignoli: il loro canto era così complesso ma allo stesso tempo bellissimo.
« Siamo arrivati » Ariana aveva ripreso il comando della situazione. « Rimaniamo nascosti nel bosco finché non cala la notte ».
« Abbiamo mantelli o cose simili? » Domandò Connor.
« Appareo! » L'incantesimo di Brandon funzionò: tre mantelli con tanto di cappuccio comparirono all'istante. « Ora sì! »

*

La luna era coperta da nuvole dense e scure. Ogni cosa era al buio.
« Pronti? » Chiese Ariana in un sussurro.
Il terzetto del Fuoco era nascosto dietro ad alcuni folti cespugli.
« Sì! » Risposero Brandon e Connor all'unisono.
Il Villaggio degli Elfi era esattamente a pochi passi di distanza da loro.
« Andiamo allora ».
Con i mantelli che aveva richiamato poco prima Brandon, arrivarono dinanzi ad un enorme e rugginoso cancello chiuso con un lucchetto verde.
« Superato questo cancello » Connor deglutì: « arriveremo al Villaggio degli Elfi. Speriamo di trovare quella Spada il prima possibile! » La paura del ragazzo era ben percepibile.
« Lasciate fare a me! » Dopo aver allungato le mani verso il lucchetto, Ariana disse a bassa voce: « Aperis! »
Il cancello però non si aprì.
« Questa me la devo segnare! È la prima volta che Ariana fallisce con un incantesimo! » Esclamò Connor accennando ad un sorriso.
« Deimos? Sei tu? »
Una voce da dietro il cancello li fece trasalire: non erano più da soli.
« Abbiamo cambiato la parola d'ordine da poco. Teschio in fiamme! »
Il lucchetto scattò e il trio si ritrovò faccia a faccia con l'uomo che li aveva scambiati per Deimos: egli era basso, calvo e con le dita tozze. I suoi occhi erano piccoli, neri e offuscati dalla stupidità.
« Sei sempre il solito » il tipo, sghignazzando, diede una pacca sulla schiena di Brandon. « Ehi! Ma questi due chi sono? »
Ariana trattenne il fiato: da un momento all'altro li avrebbe scoperti.
« Ma non li riconosci? » Domandò Brandon con la voce più dura e sprezzante che avesse mai fatto. « Loro sono...sono...Conner e Bonnie! »
L'uomo prese a fissare Connor e Ariana con una certa curiosità: « Ah, sì! Conner e Bonnie! Sì, sì. Giusto! »
« Ora, se permetti... »
Il terzetto si lasciò alle spalle l'uomo con una certa fretta.
« Conner e Bonnie. Che bei nomi, Brandon » Connor trattenne una risatina isterica.
Ora erano dentro: il Villaggio degli Elfi era cupo, buio e malinconico. Piccole casette si schieravano ai lati delle strade deserte e totalmente prive di luce.
« Dove sarà la Spada? » Chiese Ariana, gli incantesimi di difesa sempre pronti nella sua mente.
« Non lo so proprio » confessò Brandon: la paura e l'agitazione stavano crescendo ad una velocità preoccupante dentro di sé.
D'un tratto, il silenzio fu squarciato da un urlo rabbioso che riecheggiò in ogni parte del villaggio: « SEI UN IDIOTA! »
Brandon guardò Ariana e Connor: tutti e tre erano pallidi peggio di un cadavere.
« Ci hanno scoperti ».

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Il nascondiglio ***


Capitolo 6
Il nascondiglio

Rumori simili ad antifurto lacerarono l'aria e luci rosso sangue cominciarono a lampeggiare in tutti gli angoli del villaggio.
« Siamo finiti! » Urlò Connor in preda al panico.
Brandon si guardò intorno sperando che qualcuno uscisse dalla propria casa tendendo loro una mano ma, sfortunatamente non successe nulla del genere.
« E adesso? » Chiese Ariana.
« Conosci qualche incantesimo in grado di renderci invisibili? »
La ragazza scosse la testa. Sembrava tutto perduto. Da un momento all'altro una Freccia Nera sarebbe apparsa dall'oscurità con in mente un unico obiettivo: farli fuori.
« Dobbiamo... » Ma prima che Brandon riuscisse a decidere cosa fare, udì un rumore di catenacci, una porta si aprì sulla destra della strada e una voce maschile chiamò: « Ehi! Qui dentro, svelti! »
I tre obbedirono senza esitare: immediatamente si precipitarono oltre la soglia.
« Rimanete qui e non fate baccano! »
Dopo quella raccomandazione, l'uomo uscì dalla porta accostandola.
« Cosa ci fai fuori di casa a quest'ora? » Domandò una Freccia Nera. Per Brandon fu facile riconoscere quel tono arrogante: Deimos era faccia a faccia con il loro salvatore.
« Avevo sentito dei rumori e sono uscito » replicò l'uomo: « Sono andati da quella parte! »
Deimos non proferì parola per qualche istante, poi disse: « Sarà meglio per te che io li trova altrimenti... »
« Buona notte anche a lei ».
L'uomo rientrò in casa con noncuranza e, dopo aver sprangato la porta, sussurrò: « Seguitemi ».
Nonostante ci fosse una sola candela morente ad illuminare quella stanza, Brandon notò che sotto il tappeto che aveva appena alzato il signore vi era una botola.
« Attenti a dove mettete i piedi ».
Non vedendo altre alternative, il terzetto del Fuoco seguì l'uomo oltre la scalinata che si era presentata dinanzi ai loro occhi subito dopo aver aperto quel sottopassaggio.
« Ci possiamo fidare secondo te? » Bisbigliò Ariana all'orecchio sinistro di Brandon.
« Ci ha salvati dopotutto... ».
Scesi tutti gli scalini, i quattro si ritrovarono in una nuova camera illuminata interamente da quattro candelabri.
« Sedetevi pure » l'uomo indicò due poltrone verdi posizionate accanto ad un tavolino malandato.
« Ma lei chi è? » Gli chiese Brandon guardandolo da capo a piedi: egli era alto, robusto e con le orecchie a punta. I suoi lunghi capelli erano rossi come il fuoco mentre i suoi occhi splendevano di un bel colore ambrato.
« Mi chiamo Calien, giovane uomo ».
Ariana e Connor si misero seduti sulle poltrone.
« Noi siamo... ».
« Non ce n'è bisogno! » Esclamò Calien indicando questa volta il tavolino: « Voi siete: Brandon Harvey, Ariana Bennett e Connor Grimshow ».
Brandon rimase stupito: come faceva quell'elfo a sapere i loro nomi?
La risposta gli fu subito data.
« Ehi, Brandon! Guarda qui! » Connor teneva in mano un avviso di taglia:

Ricercato.
Brandon Harvey.
16/17 anni.
Ricompensa di cinque milioni per chi porterà il ragazzo-vivo-alle Frecce Nere.

 

E sotto c'era un'immagine disegnata a mano perfettamente identica al suo volto

« Ce ne sono altri due uguali per me e per Ariana! »
Calien, che nel frattempo si era versato un bicchiere di vino bianco, disse: « sono appesi dappertutto e le Frecce Nere ci costringono a tenerli anche in casa. È incredibile! »
Brandon si sentì mancare: lui e i suoi amici erano in pericolo, pericolo di morte!
« Si vocifera che tu abbia distrutto la leggendaria Sfera dell'Immortalità » Calien proseguì: « se questo fosse vero allora il Corvo non è immortale... ».
« Il Corvo? » ripeté Ariana continuando a fissare il proprio volto sull'avviso di taglia.
« È il termine con cui gli Elfi si riferiscono a Salazar. Alcuni lo chiamano anche il Falco ».
« E perché? » Domandò Connor alzando un sopracciglio.
« Ma come? Non lo sapete? Salazar è una bestia! Riesce a tirare fuori delle possenti ali nere ogni volta che lo desidera e per far volare i suoi discepoli, ha rinunciato ad alcune delle sue piume. Il fumo nero che vedete attorno alle Frecce Nere non sono altro che piume ».
Brandon era sorpreso: non si sarebbe mai immaginato nulla di così strano.
« Comunque la dobbiamo ancora ringraziare » disse infine.
« Non c'è alcun problema, giovane uomo. Ora che siete ricercati cosa farete? Avete intenzione di uccidere quel brutto ceffo? »
Brandon annuì: « Ma per farlo ci serve un'arma. Un'arma che è proprio qui, al Villaggio degli Elfi! »
Calien aveva l'aria di chi avesse già capito: « La Spada della Leggenda. È incastonata in una roccia...Nella piazza centrale del villaggio ».
Le cose cominciavano a peggiorarsi. Arrivare nella piazza centrale del villaggio sarebbe stato un gioco da ragazzi se nessuno dei tre avesse avuto una taglia sulla propria testa.
« È una specie di monumento? » Chiese Connor.
« Non proprio » ammise Calien. « La Spada è incastonata nella roccia e solo un uomo dal cuore puro può portarla via con sé...Fino ad adesso nessuno è mai riuscito a strapparla via da quel posto ».
Brandon e Ariana annuirono.
« Oh, che stupido! » Esclamò l'elfo all'improvviso. « Non vi ho ancora offerto nulla! Volete qualcosa da bere o da mangiare? ».
La cena che servì Calien dopo circa un'oretta, comprendeva carne di cinghiale e lattuga. Una vera bontà per i palati di tutti e tre i ragazzi del Fuoco.
« Buon appetito! »
Nessuno parlò più: a tavola, gli unici rumori erano quelli delle stoviglie e delle mascelle.
« Signor Calien » disse Brandon poco dopo aver finito la carne e la pagnotta.
« Sì, giovane uomo? »
« Le chiedo un ultimo favore. Devo recuperare quella spada ad ogni costo. Mi potrebbe aiutare in qualche modo? »

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Scontro tra titani ***


Eccomi di nuovo qui dopo tanto! Come state? :)
Io, tutto bene. Non sono riuscito ad aggiornare prima perché tra la scuola e vari impegni non ho avuto mai tempo. Ma ora ci siamo! Ecco qui il settimo capitolo de "La fiamma della Fenice II: il canto della Speranza".
Spero vi piaccia!




Capitolo 7
Scontro tra titani

 

Appena scoccarono le otto della mattina, Brandon saltò in piedi come una molla. Insieme a Calien avevano deciso di agire in pieno giorno poiché la piazza centrale sarebbe stata stracolma di persone che avrebbero nascosto involontariamente il terzetto del Fuoco.
« Che c'è? » Chiese Connor strofinandosi gli occhi con la mano destra.
« Dobbiamo andare, ricordi? »
Sentendo quelle parole, Ariana si alzò dalla poltrona in cui si era addormentata la notte precedente.« Sicuri di volerlo fare? Sarà una missione suicida o peggio...omicida ».
La ragazza si riferiva al potere degli uomini di Salazar: se li avessero riconosciuti, sicuramente avrebbero lanciato maledizioni su chiunque gli capitasse a tiro.
Brandon ci rifletté per qualche secondo poi, come se volesse far tacere un'altra voce all'interno del suo corpo, gridò: « No! Ci serve quella spada! Serena è in pericolo. Ma che dico? Tutti siamo in pericolo con Salazar in giro! »
Ariana si ammutolì.
« Andiamo, allora » Connor inserì i piedi scalzi nei suoi scarponi, poi riprese: « Ma dov'è Calien? »
L'elfo spuntò dall'oscurità di quella stanza con un vassoio ricco di pietanze: « Sono qui. Vi ho portato la colazione ».
Tutti e quattro si sedettero a mangiare attorno al piccolo tavolino su cui poche ore prima avevano trovato gli avvisi di taglie.
Brandon fu il primo a servirsi: prese una bella pagnotta ripiena di formaggio fresco e con noncuranza se la divorò in tre morsi.
« Vi aspetta una lunga giornata, mangia » Calien esortò Ariana a prendere una tazza di thè.
« Se vengono a sapere che ci hai aiutato, sai che fine farai? »
L'elfo arricciò il naso: « Non mi devi sottovalutare. Sono un uomo forte e coraggioso ».
Ariana sbuffò: « Tra pochi minuti potremmo ritrovarci tutti all'altro mondo! Non vi fa paura tutto questo?! »
Connor sorrise: « Abbiamo passato così tante situazioni pericolose che ormai uno ci fa l'abitudine ».
Brandon gli diede un colpettino amichevole sulla spalla provocando così un altro sbuffo di Ariana: « Uomini! »
Quando il tavolo fu ricoperto solamente da scarti e da cartacce, il terzetto del Fuoco si alzò quasi nello stesso istante.
« Secondo te con questi abiti le Frecce Nere ci riconosceranno? » Domandò Brandon indicando la sua maglietta nera, i pantaloni scuri e i suoi comodi scarponi.
Calien si batté l'indice della mano sinistra sul labbro inferiore: « Uhm...No. Però dovreste indossare anche un mantello. Ogni elfo ne indossa uno » dicendo questo, si diresse verso un armadio nella camera adiacente a quella in cui si trovavano. Tornò con in mano tre lunghi mantelli.
Brandon ne prese uno turchese, Ariana uno verde acqua e Connor il marrone restante.
Salirono le scale, uscirono dalla botola e, nel momento in cui si ritrovarono di fronte alla porta principale della casa, Calien disse: « Che la fortuna vi assista ».
Brandon rispose fissando i suoi occhi ambrati: « Grazie di tutto ».
« Non mi devi ringraziare, giovane uomo. Ora, andate ».
Il terzetto del Fuoco si spinse oltre l'uscio della porta. Il sole batteva dolcemente su di loro e l'aria era fresca. Tutto normale.
Iniziarono a camminare con tranquillità fra le strade di quel villaggio, dando l'impressione a chiunque li scorgesse tra gli elfi di aver sempre vissuto lì.
Non proferirono parola finché non giunsero nella piazza centrale: essa era circondata da negozi e abitazioni. I bambini giocavano tranquilli nella loro spensieratezza mentre gli anziani, seduti attorno ai tavoli del bar, borbottavano seri.
Il mercato era posizionato nella parte meridionale della piazza e da lì, ogni cinque secondi, esplodevano urla.
Ma la cosa che interessava Brandon era proprio lì, al centro: un'enorme roccia grigiastra teneva incastonata una magnifica spada dal manico dorato.
« Eccola. La Spada della Leggenda ».
« Come la prendiamo? » Chiese Connor deglutendo.
« Diciamoci la verità. Ogni nostro piano va a finire male. Quindi... » Ariana si interruppe. Un elfo stava scatenando una rissa nei pressi del mercato facendo così intervenire, tutte le Frecce Nere lì presenti.
« Ma quello non è Calien? » Sussurrò Connor: l'elfo che stava sbraitando contro un fruttaiolo era proprio Calien.
« Questo è il nostro momento! Tutti hanno l'attenzione verso Calien. Dobbiamo agire! Io creo un portale, tu vai a recuperare la spada! »
Brandon fece un cenno d'assenso con il capo poi, cominciò a correre alla velocità della luce verso la Spada della Leggenda.
Nelle orecchie, Brandon riusciva a sentire l'ululato del vento e le urla incomprensibili di Calien. Era vicino. Tutto dipendeva da lui e dal suo animo. Solo una persona dal cuore puro avrebbe potuto estrarre la spada dalla roccia. Era vicino. La mano destra impugnò il manico e con un gesto elegante e fluido, la Spada della Leggenda uscì dalla roccia.
« BRANDON! »
Non appena il ragazzo si voltò, un uomo lo scaraventò a terra con un pugno micidiale.
« Ci rivediamo, eh? » Deimos saltò addosso a Brandon. « Cosa volevi fare con la Spada della Leggenda? Hai ancora voglia di combattere? Non ti rendi conto della situazione? Un ragazzino di diciassette anni non potrà mai sconfiggere l'Oscuro Signore! Oggi, tu morirai ».
« Ti sbagli. Non sarò io a morire! » Brandon si divincolò dalla stretta della Freccia Nera e, riprendendo la spada nelle mani, corse verso i suoi compagni.
« Dove credi di andare?! » Urlò Deimos.
La piazza del villaggio prese a riempirsi di Frecce Nere mentre la folla di elfi gridava: « Brandon Harvey! Quello è Brandon Harvey! »
Deimos raggiunse Brandon e lo buttò nuovamente a terra: « Sai cos'ho fatto alla tua amica? Come si chiama? Ah sì! Serena Crawford ».
« Brutto bastardo! »
« Era un po' restia nel far... »
Brandon tirò un pugno con tutta la forza che aveva in corpo contro il volto di Deimos spaccandogli la mascella.
« DEVI MORIRE!! »
La Freccia Nera iniziò a lanciare maledizioni su maledizioni con l'interno di ammazzare una volta per tutte l'acerrimo nemico del suo padrone.
Brandon schivò tutti i colpi poi, stanco della faccenda, si lanciò contro Deimos.
« BRANDON! » Urlarono Connor e Ariana all'unisono.
Uno schizzo di sangue bagnò la gota di Brandon mentre la lama della spada scendeva sempre più in profondità nel corpo di Deimos.
« Tutto...Finit-o » il volto di falco dell'uomo si immobilizzò.
Nella piazza calò il silenzio: Calien non urlava più, le Frecce Nere erano diventate delle statue e la folla di elfi era muta come un pesce.
Brandon si avvicinò verso Ariana e Connor, tremante e con la spada stretta nel pugno.
« Andiamocene ».
Non appena tutti e tre entrarono nel portale creato da Ariana, le Frecce Nere volarono via dal Villaggio degli Elfi. Probabilmente, Salazar si sarebbe innervosito.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: La voce ***


Capitolo 8
La voce

Gli mancava il respiro. I suoi occhi erano serrati. Non riusciva a respirare. Non riusciva a vedere.
Qualcosa o qualcuno in seguito lo afferrò per un braccio e lo riportò in superficie alla velocità della luce.
« Dove diavolo siamo finiti?! » Urlò Connor allentando la presa da Brandon.
« Non lo so. Ho pensato ad un posto lontano ed eccoci qui! » Ariana si tolse da dosso alcune strane alghe che le si erano attaccate nelle profondità di quel lago nero.
Nuotarono in fretta per raggiungere la terra ferma facendosi spazio tra i numerosi frammenti di ghiaccio galleggianti.
« La prossima volta che crei un portale... » disse Connor a denti stretti.
« Senti, non ti sta bene un po' d'acqua ghiacciata? Volevi farti uccidere dalle Frecce Nere? » Gridò Ariana strizzandosi nervosamente i capelli.
« Ma la volete piantare? » Esclamò Brandon. « Dobbiamo rimanere uniti! Avete visto a cosa siamo appena scampati? »
Connor si sedé a terra poi, con la stessa disinvoltura di sempre, imprecò ad alta voce.
« Cosa ti prende adesso? » Domandò Ariana alzando un sopracciglio.
« Mi sono fatto male sedendomi su questi tronchetti! »
« Almeno abbiamo della legna per riscaldarci un po'! »
Il sole era alto nel cielo ma la temperatura era sotto lo zero perciò, accendere un fuoco era d'obbligo in quella piccola radura situata nei pressi del lago in cui il portale di Ariana li aveva portati.
« Io mi vado a cambiare dietro a quell'albero. Questi vestiti sono zuppi » disse la ragazza estraendo dalla sua borsa una maglietta beige ed un pantalone scuro.
« Sì » Brandon continuò guardando Connor: « adesso anche noi ci cambiamo ».
Dopo che tutti e tre ebbero indossato abiti puliti e asciutti, si ritrovarono ancora una volta attorno al focolare che avevano allestito.
« Qual è la nostra prossima mossa? » Chiese Connor, immaginando già la risposta che avrebbe dato Brandon.
« Trovare Serena ».
« E come possiamo fare? »
« Io avrei un'idea » disse Brandon osservando un punto imprecisato della radura.
Ariana e Connor lo guardarono con un sorrisetto interrogativo ma il ragazzo prese a rovistare nel suo zaino senza più dire una parola.
« Eccolo! »
« Cos'è quella roba? »
Brandon teneva stretto nelle mani un frammento dello Specchio dell'Oracolo: « può farmi vedere ciò che sta accadendo in questo stesso momento da tutt'altra parte. Vediamo... »
Per circa tre minuti, Connor e Ariana fissarono il loro amico stringere nel pugno destro quel piccolo pezzo di vetro.
« Allora? »
La mano cominciò a sanguinare ma Brandon non allentò la presa.
In quei momenti di silenzio assoluto, gli unici suoni che si udivano erano il frusciare delle foglie, il sibilare del vento e del fuoco.
« Brandon...? » Chiese Ariana, cauta.
« Al diavolo! » Brandon lanciò a terra il frammento di Specchio, la mano destra ricoperta di sangue.
« Possono succedere queste cose. Ci riproveremo domani » Connor accennò un sorriso guardando sparire il sole al di là dell'orizzonte.
« Andiamo a dormire senza neppure mangiare? Quanto mi manca la cucina di Calien! » Ariana si accucciò tra le miriadi di foglie secche cadute dagli alberi durante l'autunno.
Il giorno seguente fu difficile intuire il momento in cui cominciò il giorno. Il sole, infatti, si era arreso dinanzi alle nuvole cariche di pioggia e alla nebbia imperscrutabile che gli impediva di affacciarsi su quella zona.
Brandon, al contrario, continuava imperterrito ad interrogare il frammento di Specchio senza ottenere però alcun tipo di indizio sul luogo in cui si potesse trovare la sua amata.
« Che ne dici di andare a caccia? » Gli propose Connor con un largo e sincero sorriso stampato sul volto.
« D'accordo » Disse Brandon scavando nel suo zaino a tracolla nel tentativo di recuperare il suo coltello. Quando lo ebbe stretto nelle mani si intrufolò nella fitta e oscura vegetazione limitrofa alla radura in cui si erano accampati.
« Com'è stato? » Domandò Connor, rauco.
« Cosa? »
« Uccidere Deimos! »
Brandon si fermò di colpo: « è stato più semplice di quanto io potessi immaginare. Ci dobbiamo abituare, la battaglia finale si avvicina. Prima o poi saremo chiamati ad affrontare Salazar ».
« Hai paura? » Chiese Connor prestando molta attenzione alla risposta nonostante fosse impegnato nella cattura di un coniglio.
« Non per me personalmente. Io ho solo paura di perdervi... »
L'animale che il ragazzo riccioluto aveva inquadrato, in poco meno di due minuti, fu oltrepassato dal suo rapido e spietato
coltello.
« Io e Ariana abbiamo la pellaccia dura! Non ci faremo battere da nessuno! »
Continuarono a camminare facendosi spazio tra le innumerevoli piante che bloccavano loro il passaggio. Tutto era tranquillo.
Quando decisero di tornare all'accampamento, Brandon era riuscito a prendere uno scoiattolo ed un uccello dalle dimensioni medie; Connor invece aveva catturato un coniglio e alcune piante che reputò commestibili.
« Ho già allestito il fuoco! Non vedo l'ora di mangiare! » Esclamò Ariana mentre si strofinava le mani e si leccava avidamente le labbra.
Il pranzo che prepararono riempì loro gli stomaci: avevano mangiato quasi tutta la carne e tutte le piante che avevano recuperato nel bosco.
« E adesso che si fa? » Domandò Connor mordendosi l'interno del labbro inferiore.
« Ah, non so...Ci sono così tante cose divertenti da fare qui! »
Una lunga e fragorosa risata seguì l'esclamazione di Ariana.
« Aspettate... » disse Brandon all'improvviso: « Fate silenzio...Lo sentite? »
Uno strano sibilo si era impadronito della radura e ripeteva incessantemente lo stesso nome: Brandon.


I'm back! Dopo un mese di assenza...Rieccomi qui! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e come al solito ringrazio chiunque stia leggendo le avventure di Brandon, Connor e Ariana :)

PS: Colgo l'occasione per rivelarvi che questa storia sta giungendo alla fine (mancano davvero pochi capitoli alla battaglia decisiva!!)


 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: L'arciera ***


Capitolo 9
L'arciera

Brandon sguainò la Spada preparandosi al peggio; il suono di quella voce si avvicinava e diventava sempre più forte: Brandon, dove sei?
« Siete pronti? » Sussurrò Brandon a Connor ed Ariana, i quali gli risposero con un cenno veloce della testa.
« Ma cosa...? »
All'improvviso, dalla vegetazione, si alzò una figura familiare.
« Serena?! »
Serena Crawford, la fanciulla del Villaggio dell'Acqua dai lunghi capelli dorati e gli occhi verdi, spuntò ricoperta di graffi e ferite: « Brandon, ti ho trovato! » Esclamò buttandosi a terra e lasciando la presa da un arco che poco prima teneva nelle mani.
« Sbrighiamoci! Facciamo qualcosa! » Urlò Brandon recuperando dal suo zaino il quaderno degli incantesimi.
« Oh no! – Ariana proseguì portandosi le mani ai capelli – Non puoi avere ancora quel quaderno! È di Salazar, non capisci?! »
Il ragazzo scosse la testa: « contiene tantissimi incantesimi utili! Ce ne sarà anche uno di guarigione ».
« State calmi! » Connor si avvicinò alla fanciulla del Villaggio dell'Acqua: « è solo svenuta! Con le piante che abbiamo recuperato ieri possiamo disinfettare le ferite ».
La tranquillità si restaurò tra il terzetto del Fuoco e, quando si fece buio, Serena riprese i sensi.
« Allora non era un sogno! » Disse facendo un lungo sospiro di sollievo.
« Non puoi capire quanto io sia felice di rivederti » le sussurrò Brandon mentre l'avvolgeva tra le sue braccia: « te la senti di raccontarci cosa ti è successo? »
Serena fece un cenno d'assenso con il capo: « Appena ve ne siete andati dal mio villaggio, ho cominciato ad addestrarmi con l'arco...Credevo che se fosse successo qualcosa sarei stata d'aiuto. Poi però le Frecce Nere mi hanno rapita e mi hanno rinchiusa in una torre. Fortunatamente ci sono rimasta poco tempo perché il mio sorvegliante era un uomo accecato dalla stupidità. Gli dissi che volevo indietro il mio arco per sentirmi a casa...Lui ci è cascato con tutte le scarpe e non appena ha aperto la mia cella sono sgattaiolata fuori con la mia arma. Non mi sono potuta fermare un attimo poiché Deimos aveva sguinzagliato i suoi uomini con l'intento di ritrovarmi. È stato terribile! Ho viaggiato a lungo, mi sono imbattuta in animali feroci e in roghi di spine ».
Ariana si portò le mani alla bocca: « Per fortuna adesso sei sana e salva! »
« Già...Che ne dite di tornare dall'Oracolo? » Chiese Brandon.
Connor e Ariana fecero di “sì” con il capo: ormai le loro missioni erano terminate.
« Voi non andrete proprio da nessuna parte! »
Il terzetto del Fuoco si voltò di scatto: nella fitta vegetazione del bosco non si era nascosta solamente Serena ma anche Phobos e altri due uomini.
« Vi abbiamo trovato finalmente » Phobos si scostò dal volto una lunga ciocca bionda: « Salazar sarà felice di vedervi! »
« Come avete fatto a trovarci? » Ringhiò Connor con le mani serrate in due pugni.
« Fortuna » Phobos rise poi, inarcando la fronte, chiamò: « Midget! Prendili! »
Un piccolo uomo basso, calvo e con le dita tozze si fece avanti provocando involontariamente un ricordo nelle menti di tutti e quattro i ragazzi: Midget era la persona che Serena aveva ingannato e la stessa che aveva fatto entrare il terzetto del Fuoco nel Villaggio degli Elfi.
« Subito padrone! » L'ometto recuperò una bacchetta da una delle sue profonde tasche; evidentemente non era in grado di usare da solo la magia.
« Che cosa facciamo? » Sussurrò Ariana.
« Io e Connor scaglieremo l'incantesimo esplosivo, tu invece crei un portale...D'accordo? » Brandon deglutì: « Al mio tre... »
Accadde tutto molto in fretta: l'incantesimo esplosivo funzionò alla perfezione e le Frecce Nere furono scagliate lontane mentre il terzetto del Fuoco e Serena, la quale aveva recuperato in tempo la sua faretra e il suo arco, entravano nel magico portale bianco.

*

Quando riaprirono gli occhi, si accorsero di trovarsi in una delle più grandi stanze della fortezza dell'Oracolo: il caminetto emanava un forte calore, le pareti erano ricoperte interamente da quadri con le cornici dorate e, per terra, era disteso un soffice tappeto rosso.
« Si è intromesso ancora una volta con il tuo portale! » Esclamò Connor.
« Meglio così » rispose Ariana mentre la porta di legno di quercia si spalancava facendo spazio all'Oracolo e a Zafira. Tutti e due sembravano alquanto preoccupati e, con uno slancio, arrivarono dinanzi agli occhi di Serena.
« Cosa le vuole fare?! » Urlò Brandon vedendo le mani dell'Oracolo avvicinarsi sempre di più al petto della ragazza.
« Sta' calmo! » Gli ordinò Zafira.
Passarono cinque secondi poi l'Oracolo prese la parola: « Ho annullato l'incantesimo che avevano fatto a Serena ».
La fanciulla dell'Acqua inarcò le sopracciglia: « Mi era stato fatto un incantesimo? »
« Sì, di localizzazione. Ecco perché sei riuscita a scappare facilmente dalle grinfie delle Frecce Nere...Era tutto un loro piano! Volevano che tu trovassi Brandon e... » ma il tono pacato dell'Oracolo fu sostituito bruscamente da un altro sprezzante e gelido: « Mi congratulo con te, mio caro Oracolo. Tu hai scoperto l'inganno ma io ho scoperto la vostra posizione. È arrivata la fine! La guerra si avvicina e l'unico vincitore che vivrà per sempre sarò io! » Sghignazzando la voce di Salazar si dileguò.
« È colpa mia » Serena si accasciò a terra.
« Non facciamoci prendere dal panico! – Brandon strinse i denti e parlò – La fortezza dell'Oracolo è lontana dalla Terra. Abbiamo ancora tempo per creare una barriera che ci difendi e formare un esercito che combatta! Chi vuole porre fine a tutta questa storia? Chi metterà a rischio la sua vita per garantire a tutto il mondo un futuro migliore? »
Connor, Ariana, Serena, l'Oracolo e Zafira alzarono la mano.
« Spenneremo quel corvo! »

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: Un unico grande Villaggio ***


Capitolo 10
Un unico grande Villaggio

I giorni che seguirono furono carichi di tensione: dal Villaggio del Fuoco giunsero tutti i familiari di Connor; dal Villaggio dell'Acqua arrivò Rupert Crawford scortato dalle sue fedeli guardie e, per finire, dal Villaggio della Terra si presentarono Dubaku, Sarabi e i loro fratelli.
« Argo! » Esclamò Brandon non appena un cane col pelo melato e dalle dimensioni medie varcò la soglia della sua camera. « Da quanto tempo non ci vediamo, eh! Mi sei mancato ».
Argo prese a scodinzolare: se fosse stato in grado di parlare avrebbe detto la stessa cosa.
« Lo abbiamo portato con noi. Non ci sentivamo di lasciarlo da solo » disse Brent, il fratello maggiore di Connor.
« Avete fatto bene » Brandon sorrise senza staccare gli occhi dal suo cucciolo ormai cresciuto. « Connor e Ariana dove sono? »
« Connor sta aiutando Zafira a distruggere la scalinata che si trova al lato opposto di quest'isola » Brent proseguì accennando un sorriso: « Ariana invece è insieme a Dubaku... Non sei il solo ad aver trovato l'amore, sai? »
Brandon, diventato più rosso di un pomodoro, si schiarì la voce e cambiò discorso: « Dal Villaggio dell'Aria è arrivato Fafnir? »
A quell'ennesima domanda, Brent non rispose immediatamente: « Non te lo hanno detto? Fafnir si è unito alle Frecce Nere ».
Impossibile. Non riusciva a credere alle sue orecchie. Il loro amico, il drago che li aveva tanto aiutati a recuperare i frammenti della Sfera dell'Immortalità, si era rivelato un traditore.
« Se ti può far piacere, è appena arrivato Calien » Brent fece per andarsene ma si fermò quando udì la voce di Brandon: « Ci sono molte cose che non mi hanno detto, vero? Per esempio... Tra quanto arriverà Salazar? »
Il ragazzo strinse le labbra: « L'Oracolo te lo avrebbe detto a breve... Salazar si avvicina. Probabilmente domani a quest'ora staremo già combattendo ».
A quella frase, Brandon sentì il nervoso crescere all'interno di sé: lo avevano preso per un idiota? Un ragazzino che non poteva sapere tutte quelle cose orribili?
Si allontanò in fretta dalla sua camera andando a rintanarsi nel giardino di rose che aveva allestito l'Oracolo poco distante dalla fortezza.
Si mise a sedere su una rigida e fredda panchina osservando alcuni uomini, probabilmente le guardie dell'Acqua, circondare tutta l'isola-nuvola con una barriera invisibile mentre il crepuscolo dipingeva il cielo di un rosso sangue.
« Come mai sei tutto solo? » Gli chiese Serena, la quale era arrivata senza alcun rumore.
Brandon rispose con un'alzata di spalle.
« Non ti devi preoccupare. Siamo tutti combattenti, no? Ce la sapremo cavare ».
« E se qualcuno morirà? Moriranno a causa mia! Salazar vuole me! »
« Non moriranno a causa tua, Brandon! Togliti questa scemenza dalla testa ».
Il ragazzo rimase in silenzio osservando l'ultimo spicchio di Sole all'orizzonte.
« Andiamo a mangiare » Serena lo prese per mano e lo accompagnò nella Sala Grande dove si estendeva un lungo tavolo rettangolare ricoperto di pietanze dall'aria invitante.
Brandon si mise a sedere tra Connor e Serena, Ariana invece aveva preso posto vicino a Dubaku.
« Signori e signore, vi prego – l'Oracolo aveva richiamato l'attenzione con un tintinnio di stoviglie –Questa sera siamo tutti uniti: Terra, Fuoco, Acqua... Dobbiamo esserne orgogliosi e ricordare quest'unione per il resto delle nostre vite. Domani combatteremo per un futuro migliore e i Villaggi potranno tornare alle loro vite senza oppressioni, senza magie oscure...Vinceremo! »
Un applauso si alzò dal tavolo e Rupert Crawford urlò: « Voglio portarmi a casa la testa di quell'assassino! »
La cena durò a lungo e quando finalmente terminò il terzetto del Fuoco, accompagnato da Serena, si rifugiò all'interno della camera di Brandon.
« Questa potrebbe essere la nostra ultima notte insieme ».
« Oh, ti prego Connor! » Sbottò Ariana: « Vi ricordate la prima volta che ci siamo visti? Il destino ci ha messo subito alla prova...La bestia della notte vi dice qualcosa? »
Brandon rise: « E chi se lo scorda? »
« E quando abbiamo remato in un mare di nuvole nel Villaggio dell'Aria? »
Per gran parte della notte, parlarono delle loro vecchie avventure: quanto tempo era passato?
« Vi lasciamo soli...A domani! » Dicendo questo, Connor e Ariana uscirono dalla camera. La porta si chiuse. I due innamorati rimasero soli.
« Ti amo » Brandon si avvicinò a Serena.
« Anche io ».
Si baciarono. La luce della luna, filtrando dai vetri delle finestre, andò ad illuminare i loro corpi sempre più vicini. Il letto diventò piccolo per tutti e due. Brandon poggiò le mani sui fianchi di Serena. Continuarono a baciarsi. La maglietta della fanciulla cadde a terra. Una magia differente da tutte le altre li avvolse...

*

La mattina seguente tutti i guerrieri si svegliarono all'alba.
« Tutto bene? » Chiese Connor non appena entrò nella camera del suo amico.
« Sì » Rispose Brandon mentre osservava attentamente la lama della Spada.
« Stranamente ti vedo diverso! Dov'è Serena? »
« No, è solo una tua impressione. Serena sta facendo colazione con Ariana » Brandon si avvicinò all'armadio e prese degli abiti puliti.
« Sei preoccupato? » Domandò Connor mettendosi a sedere sul letto a gambe incrociate.
« Sì. A dir la verità, sono molto preoccupato » confessò Brandon mentre si poneva addosso una maglietta nera e un pantalone scuro.
« Ce la faremo. Questa sera ci metteremo a tavola e mangeremo come se non fosse successo niente ».
Brandon sorrise e, dopo essersi messo i suoi caldi scarponi neri, abbracciò l'amico: « Ce la faremo ».
Ma in quello stesso istante, qualcosa fece vibrare l'intera fortezza.
« Sono arrivati! »

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Capitolo 12
*** Capitolo 11: Traditori, cadaveri e fallimenti ***


Capitolo 11
Traditori, cadaveri e fallimenti

Il fumo nero cominciò ad inquinare l'aria. Lo scontro decisivo era finalmente arrivato.
Brandon si catapultò alla finestra per osservare cosa stesse succedendo fuori dalla barriera. La situazione che gli si presentò dinanzi non gli piacque affatto: il numeroso esercito di Frecce Nere stava lanciando maledizioni su maledizioni nel tentativo di trovare un punto debole di quel massimo incantesimo di protezione.
« Presto, andiamo! »
I due ragazzi varcarono la soglia della porta e, non appena giunsero fuori dall'intera fortezza, notarono che sulle torri più alte si erano posizionate le guardie del Villaggio dell'Acqua e Serena, la quale teneva l'arco ben stretto nelle mani. Sarabi, la sorella di Dubaku, disegnava circonferenze invisibili nell'aria in sella al suo splendido unicorno chiamato André.
« Dove diavolo eravate finiti? » Gridò Ariana per farsi sentire poiché ogni volta che una maledizione toccava la barriera, questa emetteva un rumore molto simile a quello di un tuono.
« Eravamo dentro... » ma la frase di Connor fu interrotta da il ragazzo del Villaggio della Terra: « Brandon, ce l'hai la Spada? »
Brandon fece un cenno d'assenso con il capo.
« Bene! Concentrati solo su Salazar...Tutti noi ci occuperemo degli altri » detto questo, Dubaku si avvicinò ad Ariana: « Ci vediamo dopo » ma prima che potesse scappare via, la fanciulla lo afferrò dal bavero della maglietta e lo baciò.
« Forza, abbiamo una guerra da vincere! »
Le Frecce Nere continuarono a scontrarsi con la barriera finché un cenno del Mago Oscuro le fermò.
« Mio caro Oracolo – Salazar proseguì – io non voglio distruggere, io non voglio uccidere, io voglio soltanto Brandon Harvey ».
L'Oracolo fece un sospiro: « Salazar, sei sempre stato così. Ritira i tuoi uomini, non cedere alle tue debolezze ».
« Taci! »
Salazar e l'Oracolo erano due figure diversissime nell'animo e persino nel modo di apparire: il primo era un uomo dal viso scarno, con lunghi capelli neri, un naso affilato quanto un coltello e possessore di due gelidi occhi azzurri. In quell'occasione indossava una lunga tunica nera che gli andava fin sotto ai piedi.
L'Oracolo invece era una persona anziana, con due smeraldi al posto degli occhi e con lunghi capelli argentei legati in una coda di cavallo.
« Tu conosci perfettamente l'incantesimo, vero? » Domandò il Mago Oscuro con un tocco di ironia nel suo tono di voce: « la persona che uccide colui che ha distrutto la Sfera dell'Immortalità, diventa immortale...In sintesi, il povero Brandon Harvey è divenuto un oggetto... una Sfera dell'Immortalità! »
Brandon capì tutto all'istante: adesso era tutto chiaro. Solo lui, o meglio, la sua morte era in grado di dare a Salazar l'immortalità.
« Ed ora! – il Mago accennò un sorriso malizioso – tocca a te, Fafnir! »
A quelle parole, dal nulla apparì un enorme drago che prese ad attaccare la barriera con la sua testa rossa come il fuoco.
La fortezza prese a vibrare; ormai era solo questione di secondi perché la barriera si infrangesse.
« Pronti alla battaglia!! » Un ruggito accolse l'urlo di Calien.
« Ce la faremo » sussurrò Brandon, la paura era passata quasi del tutto.
« ALL'ATTACCO! »
Fafnir sbatté un'altra volta la testa e la barriera si frantumò in migliaia di frammenti.
Le Frecce Nere volarono contro le torri e contro l'esercito che si era posizionato a terra provocando morte e distruzione.
Brandon si guardò attorno: Connor era già alle prese con Phobos, la testa di Brent era schizzata via dal corpo e Dubaku aveva appena ucciso una Freccia Nera.
Salazar era sparito, non si vedeva da nessuna parte.
Dove sei?
Ma all'improvviso un urlo atroce trafisse l'aria...Un urlo che Brandon conosceva molto bene...
« ARIANA!! »
Il ragazzo trovò Ariana distesa su un cadavere, il cadavere di Dubaku.
« Ariana... »
La fanciulla si rialzò e, con le sopracciglia inarcate ed il volto rigato dalle lacrime, urlò per la prima volta: « Oblivio! »
Brandon la guardò fare una strage: con quell'incantesimo uccise più di trenta Frecce Nere.
« L'hai trovato?! » Connor spuntò con le mani ricoperte di sangue fresco.
« No, non lo vedo da nessuna parte! » Esclamò Brandon: « Chi hai... »
Ma la risposta che diede il suo amico, Brandon non la poté udire poiché qualcuno lo aveva sollevato da terra stringendolo per il collo.
« Adesso mi hai trovato » Salazar scoppiò in una fragorosa risata: egli stava volando grazie alle sue maestose ali da falco.
« Non mi avrai mai! »
Il Mago Oscuro rise nuovamente e, non appena giunsero nel giardino di rose dell'Oracolo, lasciò la presa da Brandon.
« Facciamola finita! Voglio l'immortalità! »
Il falco si scagliò contro il ragazzo con l'intento di rompergli l'osso del collo.
« Devi morire! »
« Ma fammi il piacere! Io vivrò per sempre! »
Brandon lo prese per un braccio, lo fece schiantare a terra e poi sguainò la Spada della Leggenda.
« Io ti farò fuori! Questa è la Spada della Leggenda! »
Salazar si rialzò in piedi e non appena vide la Spada rise ancora una volta: « Se pensi di sconfiggermi con quella, allora sei proprio uno stupido! »
Brandon strinse i denti e corse contro il suo nemico: doveva trafiggerlo e cancellarlo definitivamente dalla faccia della Terra.
Ma qualcosa andò per il verso sbagliato...
« Io te lo avevo detto » Salazar si trattenne dal ridere; la lama della Spada della Leggenda era distesa al suolo, fracassata in decine di pezzi.
« Adesso che la tua preziosa arma è stata distrutta cosa farai Brandon Harvey? »

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Capitolo 13
*** Capitolo 12: Il canto della Speranza ***


Capitolo 12
Il canto della Speranza

Brandon non sapeva più cosa fare: la Spada che avrebbe dovuto uccidere Salazar giaceva al suolo, divisa in decine di frammenti taglienti.
« Voglio l'immortalità! » Il Mago tirò fuori le sue enormi ali nere: « La voglio ora! »
« Mai! Fragor! »
Tutto inutile.
L'incantesimo esplosivo non ebbe alcun effetto su Salazar, il quale si slanciò contro Brandon facendolo cadere a terra.
« Devo ammazzarti, no? Ma non voglio usare un semplice incantesimo...Soffrirai come io ho sofferto fino ad adesso! »
Salazar gli strappò la maglietta e subito dopo, affondò le unghie affilate nel suo petto nudo: « Hai messo su altri muscoli! »
Brandon digrignò i denti: « Mi fai schifo! »
« Non mi parlare in questo modo! » Salazar gli lanciò uno schiaffo: « Fammi vedere la tua fiamma della Fenice! Voglio vederla! »
« Tu non sai un emerito niente della fiamma della Fenice! » Brandon si liberò dalla stretta del corvo e, con un movimento veloce, si rimise in piedi.
« Carina la collana. Chi te l'ha regalata? La tua fidanzata? L'amore è per gli stupidi! »
Il ragazzo strinse nel pugno lo zaffiro che Serena gli aveva donato: « Mi fai pena. Sei un essere spietato, egoista, che farebbe di tutto pur di ottenere l'immortalità. Che cosa te ne fai della vita eterna se non puoi condividerla con nessun altro? Sei destinato a marcire da solo ».
Salazar sorrise: « Non mi interessa perché io diventerò il padrone del mondo. TUTTI QUANTI DOVRANNO UBBIDIRMI! »
Brandon scosse la testa: « Prima di combattere, ho un'ultima domanda da farti ».
Salazar alzò un sopracciglio senza proferire alcuna parola.
« Quel quaderno che ho trovato in biblioteca era tuo, giusto? Tra tutte quelle pagine ho trovato un antico incantesimo del Villaggio del Fuoco... Io e te proveniamo dallo stesso posto, sto dicendo il vero? »
« Esattamente! E visto che siamo in tema, anche il tuo caro Oracoluccio era un cittadino del Villaggio del Fuoco. Con l'avanzare degli anni, lui è stato scelto per diventare la massima autorità ed io invece sono stato bandito perché avevo una fissa per gli esperimenti ».
« Che tipo di esperimenti? »
« Sperimentavo sui miei coetanei la maledizione che non concede contrattacchi...La maledizione chiamata Oblivio...Quanti ricordi! »
Brandon rimase sconcertato da quella storia, nella sua mente lo assillava una sola domanda: come può un essere spingersi a tanto?
« Ma ora basta parlare! »
Il ragazzo strinse i pugni e, dopo essersi concentrato abbastanza, urlò: « PHOENIX!! »
Una maestosa fenice dorata venne richiamata da quella parola.
« Non puoi sconfiggermi con i miei stessi incantesimi! »
Un'altra fenice di colore nero e dall'aspetto minaccioso spuntò dal nulla.
« Questa è la tua fine! »
Inizialmente le due creature si scrutarono per bene poi, provocando una folata di vento, si andarono a scontrare.
« Brandon Harvey, pronuncia le tue ultime parole! »
Le due fenici divennero due fiamme capaci di lievitare nell'aria: erano potenti, desiderose di vincere proprio come i loro padroni.
Brandon cercò di allontanare dalla sua mente tutti i pensieri negativi ma, all'improvviso, successe l'impensabile. La fenice dorata mutò in cenere permettendo quindi all'altra creatura di andare a colpire senza alcun problema il giovane Harvey, il quale cadde a terra privo di sensi.
Tutto sembrava perduto. Aveva perso e doveva ammetterlo. Stava per morire.
Non rimpiangeva niente: quel lungo viaggio gli aveva fatto conoscere nuove persone, nuove culture, l'amore...
« Non può finire qui il combattimento » disse riaprendo gli occhi.
« Ancora non sei morto?! » Salazar fece per tirarsi su le maniche della lunga veste nera: il suo intento era rompergli l'osso del collo. « Addio... »
Brandon chiuse gli occhi, il cuore gli batteva all'impazzata.
Nel momento in cui il Mago Oscuro poggiò le mani sul suo volto, un flebile suono prese a diffondersi nell'aria fresca del mattino.
Brandon guardò l'espressione del suo nemico: anche lui non sapeva da dove provenisse quel magnifico canto.
« Un'altra delle tue trovate?! » Salazar aggrottò la fronte e digrignò i denti, quella situazione lo avrebbe fatto uscire di testa.
« Ma certo... » Brandon sorrise: « Non hai calcolato una cosa, Salazar. Le fenici rinascono dalle proprie ceneri! »
Il canto della speranza proveniva da quella piccola creatura identica ad un pulcino se non fosse stato per la pelle rossa ricoperta da striature dorate.
« Non sorridere come un idiota! Questa battaglia la vincerò io! »
Ma prima ancora che Salazar potesse indirizzare la maledizione omicida contro la fenice neonata, questa volò verso Brandon e si depositò sul palmo della sua mano.
« Bellissima... »
La neonata si avvicinò al suo petto nudo e, per magia, ci entrò dentro provocando una serie di avvenimenti altrettanto straordinari: Brandon si sentiva più vivo e più forte che mai ed inoltre, sulla sua schiena gli erano cresciute due maestose ali infuocate.
« Questo sarà l'ultimo round! »

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Capitolo 14
*** Capitolo 13: L'alba di un nuovo inizio ***


Capitolo 13
L'alba di un nuovo inizio

In ogni istante tutto può cambiare.
Brandon iniziò ad osservarsi con occhi colmi di incredulità: il suo corpo era stato rimesso a nuovo, le ferite che si era procurato in battaglia erano sparite senza lasciare alcuna cicatrice e, dietro la sua schiena, erano apparse due maestose ali infuocate.
« Cosa sei diventato? » Ringhiò Salazar.
« Volevi vedere la mia fiamma della Fenice, no? Be' – Brandon fece un giro su sé stesso – eccola qui. Sono diventato una Fenice! »
Il corvo scoppiò in una fragorosa risata: « Se credi di poter sconfiggere il mago più potente dell'Universo, sei solo un povero illuso » e dicendo questo, mutò il suo braccio destro in un serpente, il quale dava l'impressione di essere famelico e pieno d'ira.
« Facciamola finita! »
Brandon si scagliò contro Salazar: volarono calci, pugni ed incantesimi mortali.
« Ti ucciderò e poi ti darò in pasto al mio tesorino » Salazar accarezzando la testa viscida del suo serpente, aprì per l'ennesima volta le sue grandi ali nere.
Brandon partì all'attacco lanciando incantesimi in grado di distruggere ogni minima cosa.
« Sei lento! »
« Taci! Oblivio! »
Una luce nera attraversò il petto di Salazar.
Per non perdere nemmeno un secondo di quell'avvenimento, Brandon fece uno sforzo per non battere le ciglia.
« Oh no... » il corvo cadde a terra, apparentemente morto.
« Ce l'ho fatta! » Sussurrò Brandon.
Visto da vicino, Salazar sembrava ancora più inquietante del solito. Il ragazzo si abbassò e, con un gesto molto poco delicato, gli prese il polso.
« SORPRESA! » Il mago oscuro scagliò Brandon contro la panchina su cui Serena l'aveva trovato la sera prima della grande battaglia.
« Nessuno ti ha mai detto che io ho inventato l'incantesimo Oblivio? Io non morirò mai con quella maledizione! » Salazar gli si avvicinò e, con la stessa noncuranza del suo nemico, gli prese un braccio e glielo ruppe.
L'aria inebriata dal profumo delle rose, fu squarciata dalle grida.
« È giunta la tua ora, Harvey! Sei morto! »
Brandon scosse le ali e allontanò Salazar di qualche metro.
« HARVEY! È giunta la tua ora! » Il corvo urlò: « PHOENIX! »
Una fenice oscura dagli occhi rossi come il sangue, emettendo un verso sgraziato, si avvicinò a Brandon con la stessa velocità di un fulmine che cade al suolo.
Ce la posso fare...Ce la devo fare!
Il ragazzo, rialzandosi a fatica, gridò a sua volta: « SONO IO LA FENICE! »
Il momento era arrivato. Il momento che avrebbe deciso le sorti di tutti i Villaggi era finalmente giunto.
Brandon volò e andò a scontrarsi contro la fenice oscura.
Il suolo vibrò finché non si formarono delle voragini profonde.
« IO VIVRÒ PER SEMPRE!! »
La fenice oscura si trasformò in fumo nero. Il giovane Harvey continuò a volare e si indirizzò verso Salazar, il quale rimase impietrito: « Io...Io non posso perdere! »
« Con me l'incantesimo Phoenix non funziona! »
Brandon lanciò una sfera di fuoco contro il corvo ed una decina di piume nere si accasciò al suolo...
« Finito. È tutto finito... »
Il ragazzo osservò per qualche attimo il cadavere di Salazar tornare alla sua vera natura: la pelle era raggrinzita, i capelli bianchi... La giovinezza eterna era sparita.
Ricordandosi della battaglia in corso dall'altra parte della fortezza, Brandon volò via con le sue ali infuocate.
Lo spettacolo che gli si presentò dinanzi agli occhi non fu di suo gradimento: alcuni dei suoi conoscenti erano stesi a terra privi di vita come altre centinaia di Frecce Nere.
« Brandon, sei tu? » Connor gli si avvicinò: anche lui doveva avere qualcosa di rotto perché zoppicava.
« Sì, sono io! Dove sono gli altri? »
Il riccioluto indicò una zona imprecisata con il suo indice destro: « Sono lì che parlano. Hanno appena finito con Fafnir... Serena invece è dentro alla fortezza a consolare Ariana... Abbiamo vinto, vero? Salazar è morto? »
Brandon fece un cenno d'assenso con il capo.
« La guerra è finita ».

*

Non appena il manto stellare ricoprì interamente il cielo, i sopravvissuti rientrarono nella fortezza: riconoscere i conoscenti e i familiari tra tutti quei cadaveri, aveva necessitato un bel po' di tempo.
Connor si radunò insieme alla sua famiglia: tornare a casa senza Brent, provocava dolore e qualche lacrima...
Ariana, che nel frattempo si era ripresa, andò a parlare con Sarabi. Serena, invece, si avvicinò a Brandon accompagnata da Argo.
« Finalmente è tutto finito ».
« Serena, chi è morto? Dimmi tutto, ti prego ».
La ragazza fece un lungo respiro: « Fafnir, Brent, Dubaku, Zafira, Calien e alcuni conoscenti di mio padre ».
Ogni nome era come una freccia che andava a colpire il cuore di Brandon.
« Tu come stai? »
Serena accennò un sorriso: « Me la sono cavata...Tu, invece? Il tuo braccio? »
Il braccio di Brandon era stato ingessato dalla signora Grimshow: « Molto meglio. Ora, scusami, ma devo fare una cosa importante ».
Serena aggrottò la fronte ma non chiese nulla.
Il giovane Harvey, dopo aver recuperato il quaderno degli incantesimi dal suo zaino, uscì nuovamente dalla fortezza.
« Incendio ».
Alcune fiamme apparse dal nulla, distrussero anche l'ultimo ricordo di Salazar.
« Hai fatto la cosa migliore » dissero Ariana e Connor alle sue spalle.
« Quando siete arrivati? »
I due ragazzi accennarono un sorriso nel momento stesso in cui le ceneri volarono via trasportate dal freddo vento della sera.
« Cominceremo una nuova vita » Ariana si asciugò una lacrima che le stava rigando il lato destro del volto.
« Ora, rientriamo! L'Oracolo ha già messo tutto in tavola ».
I tre ragazzi si presero per mano e, insieme, si avviarono verso la Sala Grande.

*

Arrivò la notte. Brandon si assopì non appena poggiò la testa sul cuscino.
I suoi sogni furono tranquilli e sereni...
« Brandon, mi riconosci? » Lo chiamò una bellissima donna dai lunghi capelli corvini.
Il ragazzo scosse la testa.
« Siamo i tuoi genitori » disse un uomo sorridendo.
« Vi vedo per la prima volta... Incredibile! Perché siete qui? » Domandò Brandon dopo averli abbracciati.
« Volevamo solo dirti che siamo fieri di te. Sin dall'inizio ti siamo stati accanto » la donna si commosse.
« E ti abbiamo aiutato...Ricordi il frammento dello Specchio? »
Brandon accennò un debole "sì" con la testa: somigliava moltissimo a suo padre...
« Siamo stati noi a donartelo... Siamo fieri di te, Brandon ».
I due spiriti sorrisero: « Ti staremo sempre vicino! Ti vogliamo bene ».
« Anche io. Non vi dimenticherò mai ».
Quella notte, Brandon sognò i suoi genitori. Quella notte, fu la prima volta che li vide...

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


Epilogo

Quell'anno l'autunno non si fece attendere. Le foglie secche cominciarono a scendere lentamente dai rami degli alberi e l'aria, man mano che i giorni passavano, divenne sempre più fredda.
La mattina di quel venerdì grigio in cui termina la nostra storia, due bambini giocavano allegri nel Grande Bosco.
La bimba dai capelli castani stava raccogliendo i fiori. Il maschietto con i capelli biondi e gli occhi verdi le andava dietro muovendo i suoi primi passi.
D'un tratto, un cane dall'aria giocosa li raggiunse facendo rallegrare soprattutto il piccolino.

« Argo rimarrà sempre un cucciolone! » Disse Serena sorridendo.
« Già...Guarda Alec come si diverte » Brandon distolse gli occhi da un libro per concentrarsi interamente sui suoi due figli.
Da quel lontano combattimento, erano passati dieci anni...
« Rose, non ti allontanare troppo! »
« Non ti preoccupare, non ci sono più molti pericoli qui » disse l'uomo accennando un sorriso.
« Ah, eccovi! » Esclamò qualcuno alle loro spalle.
« Connor! Ariana! Cosa ci fate qui? »
« Siamo venuti a darvi una bella notizia quindi, chiudi la copia del mio libro e ascoltaci! »
Il libro che stava leggendo Brandon, infatti, era intitolato: Enciclopedia dei Quattro Villaggi di Connor Grimshow.
« Siamo tutt'orecchi! »
Ariana arrossì: « Aspettiamo un bambino! »
« Ma è una notizia fantastica! »
Tutti erano felici. I giorni bui erano terminati. Il Villaggio del Fuoco era tornato a vivere.


 


Siamo arrivati alla fine!
Innanzitutto voglio ringraziare chiunque abbia letto questa storia. Ogni vostra recensione mi ha reso davvero felice!
E niente, spero che continuiate a seguirmi nonostante siano finite le avventure di Brandon, Connor e Ariana :)

Arrivederci! :)


 

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