Il primo giorno

di _MariU_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutta colpa del destino? ***
Capitolo 2: *** C'è sempre un risvolto della medaglia ***



Capitolo 1
*** Tutta colpa del destino? ***


Ha sempre odiato essere in ritardo.

Specialmente agli appuntamenti di lavoro.

Ma purtroppo quella mattina il Fato ce l’aveva con lei.

Il giorno precedente era stata convocata da un tale Stane per una proposta di lavoro:
l’assistente personale di Anthony Edward Stark, un genio impacchettato di soldi fino al collo.

Aveva firmato senza aver letto fino in fondo al contratto ed ora era in ritardo per il suo primo giorno di lavoro alle Stark Industries.

L’appuntamento era stato fissato per le 9 ma la sveglia aveva suonato con mezz’ora di ritardo facendo saltare così tutti i suoi piani, fortunatamente però il suo essere “precisina” le aveva fatto preparare la sera prima ciò che si doveva mettere per l’occasione: un completo composto da una gonna a tubino nera fino al ginocchio, la giacca dello stesso colore dalla quale s’intravedeva la camicia bianca, la sua preferita.

Uscita di casa con ai piedi il suo nuovo (scomodissimo e costosissimo) paio di decolletè e la cartellina del contratto di mano, si era precipitata in quello che sarebbe stato il suo nuovo ufficio.

Aveva appena varcato la soglia della grande porta a vetri quando un signore alto, robusto e con una folta barba brizzolata la raggiunse:

-Signorina Potts, come mai da queste parti?-

-Veramente dovrei lavorarci!- esclamò Virginia con tranquillità.

-Ma non ha letto il contratto?- esclamò Stane alzando un sopracciglio.

-Si che l’ho letto! Perché cosa diceva?- si morse la lingua pentendosi della bugia appena detta.

-Non so se ha fatto caso all’ultima postilla ma in quanto assistente personale di Stark lei dovrà trasferirsi in via definitiva nella sua casa a Malibù. Non lo sapeva?-

La ragazza in un primo momento sbiancò.

Come era possibile che una come lei era stata così irresponsabile da firmare un contratto senza averlo letto del tutto?

Ma ora non poteva tirarsi indietro così mostrando il sorriso più falso che riuscì a fare disse:

-Ma certo che l’ho letto! Ma mi ero dimenticata di chiederle l’indirizzo del Sign. Stark! Per caso può appuntarmelo su un foglio?- sperava di essere riuscita a tirarsi fuori dal pasticcio in cui si era infilata con le sue stesse mani, ma quella non era proprio giornata.

-Non si è accorta che gliel’ho scritto in fondo al contratto?! Guardi qui proprio sotto la sua firma!- esclamò Stane indicandole l’indirizzo segnato a penna sotto il suo nome.

A quel punto non sapendo più che pesci prendere e decise di dileguarsi.

Tanto valeva cominciare!!










-------angolo autrice------
Ciao a tutti!!! Questa è la prima ff che pubblico in questo fandom.. Come ho già detto prima l'ho diviso perchè altrimenti sarebbe stata troppo lunga come one-shot.
Sono ben accetti consigli e critiche (perchè si può sempre migliorare!!)

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Capitolo 2
*** C'è sempre un risvolto della medaglia ***


Era appena arrivata davanti al portone di casa Stark e già se ne voleva andare.

La villetta (non proprio da definirsi tale visto che occupava un promontorio intero) già da fuori le sembrava enorme, figurarsi come poteva essere dentro.

Dalle vetrate scorgeva un ampio salone con un grande divano dalla tonalità grigia, la cucina (anch’essa molto grande) a vista.

Ma del proprietario non c’era nessuna alcuna, anzi sembrava che quella casa fosse vuota.

Decise di avviarsi verso il portone che, misteriosamente, si aprì non appena si avvicinò.

-Strano, molto strano- si trovò a pensare.

Aveva appena varcato la soglia della porta quando una voce la fece sobbalzare:

-Benvenuta Sig.na Potts!- Virginia d’altro canto si guardava intorno cercando di capire dove fosse la persona che le stava rivolgendo la parola.

-Chi è lei? E come fa a conoscere il mio nome?- domandò timidamente lei.

-Sono il maggiordomo personale del Sig Stark. Mi chiamo Jarvis e sono un computer costruito da lui.- rispose la voce piatta di Jarvis.

-Ahaha- le scappò una risata nervosa dovuta allo spavento.

Ora che era dentro poteva osservare meglio l’ampio salone e poteva notare le numerose bottiglie d’alcool, ora vuote, sparse in giro, alcuni vestiti (presumibilmente da donna) buttati qua e la, le sedie ribaltate così come la poltrona, qualche coccio di vetro per terra: sembrava che in quella casa fosse passato un uragano.

-Dove posso trovare il signor Stark, Jarvis?- chiese timidamente dopo essersi ripresa dallo shock iniziale.

-Il signor Stark sta in questo momento scendendo le scale.- esclamò la voce metallica che venne seguita da un’altra, questa volta umana.

-Jarvis preparami un’aspirina, sto morendo!-

-Subito signore-

A Virginia mancò il fiato: lei che pensava che Anthony Edward Stark fosse uno di quei geni con gli occhiali tutto preciso, non era altro che un uomo, semplice amante del lusso e della bella vita, ovviamente anche delle donne (visto che la casa era tappezzata di biancheria femminile).

No non doveva, non doveva innamorarsi di quell’uomo! È il suo capo!!

Mentre era persa in un conflitto interiore, Virginia non si accorse che l’uomo in questione la stava fissando da un paio di minuti aspettando che si accorgesse di lui. Come se sene fosse accorta si girò puntando gli occhi su di lui:

-Oddio e mo che faccio? Cosa devo dire?- pensò tra se e se

-Lei è?- ci pensò Tony a rompere il silenzio

-Virginia Potts.. – stava continuando ma venne prontamente interrotta da lui

-Jarvis ma quante volte ti ho detto che non voglio ammiratrici dentro casa..-

-… ma io infatti..-

-… lo sai che quando voglio divertirmi basta uno schiocco di dita che mi ritrovo una fila di ragazze solo per me..-

-…non sono qui per questo ma…

-… pensandoci bene però…-

Tony si avvicinò pericolosamente alla ragazza, la stava per baciare quando prontamente Virginia gli diede un sonoro schiaffo sulla guancia.

Lui rimase interdetto: di certo non si aspettava una reazione del genere da parte di una donna entrata di soppiatto a casa sua.

-Scusi se non è qui per questo cosa ci fa a casa mia?- finalmente le concesse di parlare.

-Mi chiamo Virginia Potts, sono la sua nuova assistente!- disse lei tutto d’un fiato pregando che non bloccasse le sue parole sul nascere.

-Wow Oby finalmente ce l’ha fatta a trovare un’assistente degna del grande Tony Stark!- esclamò fiero di se. La ragazza lo guardava interdetta.

-Signorina Potts, Virginia Potts, mhmh… non mi piace- disse lui poggiandosi il mento su una mano. La guancia ancora rossa per lo schiaffo, i capelli scompigliati e ancora un mal di testa fastidioso dovuto all’ennesima sbronza.

-Non le piace il mio nome?- boccheggiò lei puntando il suo sguardo verso di lui.

-Non sto dicendo che non mi piace.. ma è solo troppo.. troppo..- Tony continuava il suo monologo ad alta voce.

-Troppo?- lo incitò lei.

-Serio! Si troppo serio!- disse lui totalmente convinto della sua affermazione.

-Troppo serio? E come mi dovrei chiamare secondo lei?- continuò fermamente convinta che non si sarebbe schiodata da li fino a quando non avrebbe avuto una spiegazione logica.

-Che ne dice se la chiamo Pepper?- disse Tony sicuro di se.

-Pepper?- esclamò lei

-Si Pepper mi piace! Allora Signorina Pepper Potts se mi segue le mostro il suo ufficio e la sua nuova camera!-.
 


Erano passati dieci anni da quando Pepper, così ormai era conosciuta l’assistente del magnate Tony Stark e promossa come amministratore delegato, era entrata nella vita del miliardario.

Erano dieci anni che Tony si era innamorato di quella ragazza dagli occhi azzurro cielo.

Erano dieci anni che Pepper era l’assistente di quell’uomo amante del lusso e delle belle ragazze, forse troppo infantile per capire quanto ne era innamorata.






----angolo autrice----
Eccomi qui con il secondo ed ultimo capitolo di quest'ideuzza venuta in mente durante una (noiosissima) ora a scuola..
Ringrazio chi ha letto e recensito con la speranza che questo capitolo possa piacervi.
Alla prossima =)

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