Nel nome di Colui che ci ha creati, chiunque Egli sia

di Sinead1370Kimaira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Dimensione in cui viviamo. ***
Capitolo 2: *** Quando luce (Quasi) e ombra si incontrano.... ***
Capitolo 3: *** ...Io ti devo rivedere.... ***
Capitolo 4: *** ... Away from Here... ***
Capitolo 5: *** ... This must begin... ***
Capitolo 6: *** Rottenburgh... ***
Capitolo 7: *** Obbedienza...Mitezza...Purezza... ***
Capitolo 8: *** ...You make me Fly... And I'm fine with you... ***



Capitolo 1
*** La Dimensione in cui viviamo. ***



Salve! Allora...questa è la mia prima storia su angeli e demoni. Non so che dire....vi avviso solo che non ci sarà nessun classico amore e prima vista nè tanto romanticismo....
Bene...vi lascio alla storia!






Da qualche parte, in quella che potrebbe essere definita la culla della purezza, candide ali si spiegavano tra le soffici nuvole.
Erano morbide piume che con delicatezza sfioravano l’aria senza ferirla, ondeggianti ali bianche come la prima neve invernale, accompagnavano su per i cieli corpi scolpiti di giovani angeli.
Chiunque li avrebbe riconosciuti grazie ai loro biondissimi capelli, che vantavano sfumature dal biondo grano al biondo cenere, ai loro occhi azzurri come il mare col vento di bonaccia, verdi come i prati erbosi nei pressi dei gorgoglianti ruscelli o marroni come il resistente cuoio.
Non avrebbero avuto dubbi sulla loro natura di figli del cielo di fronte alla loro pelle abbronzata come la sabbia sotto il sole estivo.
I loro corpi, che sembravano scolpiti nel marmo, si muovevano con grazia nel cielo primaverile.
Stavano attenti a non oltrepassare i limiti che a loro erano stati imposti: Non troppo vicini al sole, nè alla terra ma nemmeno troppo lontani dalle rassicuranti e candide mura che circondavano quel regno sterile.
Infondo la vita di un angelo è esattamente così, tutto nella giusta misura senza eccessi né difetti.
Eppure erano tante le cose che gli Angeli non potevano provare.
Pur essendo creature nate per amore, non potevano donare il loro cuore a nessuno se non al loro creatore.
Ma in una dimensione dove tutti ti salutano sorridenti e amorevoli, non avevi bisogno di legarti materialmente a nessuno.
Gli Angeli non si ponevano mai domande.
A loro veniva Insegnato cosa è Bene e cosa è Male, e tutto ciò che non rientra tra le loro conoscenze viene allontanato.
I piccoli nati devono ancora imparare cos’è giusto oppure no.
E sono proprio loro, i cuccioli della luce, a svolazzare contenti sotto lo sguardo vigile ma al contempo dolce di Mikaeles.
Intanto, seduto su una panchina all’ombra di un salice, un ragazzino osservava la scena con un sorrisetto scettico a increspargli le labbra.
Patetici.
Fu l’unico commento che gli passò per la mente.
A prima vista nessuno lo avrebbe scambiato per un Angelo.
Colpa dei capelli ribelli e ricci, neri come i carboni consumati dal fuoco, gli occhi insoliti che mettevano in contrasto il rosso del sangue, vicino alla pupilla, e il celeste intenso del cielo verso i confini dell’iride, creando irreali venuzze violacee verso il centro.
La pelle diafana risplendeva come scaglie di diamante mentre delicati sospiri sfuggivano dalle labbra rosse come rubini.
Era nato sotto l’ultima Luna Blu, quando tutte le forze reclamano la propria libertà e nonostante avesse visto cinque lunazioni non aveva ancora le ali.
Era quello l’elemento fondamentale che faceva impercettibilmente storcere il naso a tutti gli altri angeli.
Le leggende delle creature senza ali erano conosciute e temute da tutti.
Nessuna delle loro storie era mai finita bene, erano tutti precipitati nel peccato per ritrovarsi ad adorare Lucifer.
Eppure Mikaeles aveva creduto che un giorno anche quell’angelo tanto diverso avrebbe avuto delle candide ali con cui volare.
Atterrando con delicatezza ed eleganza, il loro custode chiamò con dolcezza gli altri tre angeli affinché atterrassero.
Come tirati da una corda di obbedienza tutti si presentarono all’appello e rinfoderarono le ali nelle resistenti e abbronzate schiene.
I loro nomi erano stati scelti con meticolosa cura in modo che potessero suonare il più dolce possibile.
E così erano nati Eliam, Yemil e Dorel.
Allegramente continuarono a conversare con il loro mentore fin quando Mikaeles non fece segno di proseguire senza di lui.
I tre annuirono e andarono via.
L’adulto si avvicinò al salice piangente e porse una mano al ragazzo che era ancora seduto sotto i suoi rami ricurvi.
Con un sorriso rassicurante gli disse: “Luryel, vuoi venire?”
L’altro sollevò lo sguardo e rifiutando la mano si alzò, sorpassando il più anziano.
Senza scomporsi Mikaeles lo seguì, sperando di poter vedere almeno una volta il sorriso sulle labbra del giovane angelo.
 
 
 
 
 
 
In un luogo diametralmente opposto, dove tutti i peccati scorrono in fiumi rossi e le urla dei condannati spezzano l’aria, un demone volava indisturbato con le sue grandi ali nere e squamose.
Sotto di lui, creature incatenate spostavano enormi massi o martellavano il suolo con pesantissimi e logori attrezzi.
Altri esseri vestiti di pelle nera e rossa brandivano delle fruste con tanti piccoli chiodi che laceravano la carne dei malcapitati non appena cercavano di fermarsi.
In quel regno dominato dal dolore non c’era tempo per chiedersi cosa fosse il bene e cosa il male, ma l’unica cosa certa era che tutti quelli che erano costretti a vivere lì avevano scelto il peccato.
Il demone si fermò su uno spuntone di roccia e volse lo sguardo ai suoi simili che sorvegliavano i gironi.
Tutti uguali i demoni.
Pelle bianca come le ossa che giacevano incustodite al suolo, occhi rossi che le fiamme del peccato e come il sangue dei peccatori o neri come gli abissi della perdizione e capelli ribelli come il loro indomabile animo.
Quelli erano i sudditi di Lucifer e di suo figlio.
Proprio così, il demone che si era fermato su quella roccia era l’erede di tutta quella sofferenza.
Shenyur lo sapeva.
Un giorno lui avrebbe governato tutto.
Il vento bollente gli sferzava il viso pallido mentre la chioma nera si espandeva con ordinato caos in tutte le direzioni.
I suoi occhi erano di un rosso intenso frastagliato in alcuni punti di nero e il fisico atletico, fasciato da un completo di pelle nera, mostrava i risultati dei lunghi allenamenti.
Shenyur era sempre cresciuto nell’Averno e solo tre lunazioni fa aveva avuto il permesso dal padre di uscire dal regno.
Aveva sempre vissuto una vita senza regole e ricca di piaceri. Amava circondarsi di numerosi “compagni” con i quali trascorreva le notti.
Si lasciava trascinare dalla passione e dalle sensazioni forti che potessero dargli una scarica di adrenalina.
Per questo,fin dal primo momento in cui aveva visto una di quelle creature bionde che tutti chiamano Angeli, le aveva odiate con tutta l’anima.
Quella loro finta felicità, il solito sorriso che avevano sempre incollato sulle labbra e quell’aria di compassione che provavano verso tutte le anime dannate lo faceva infuriare.
Con un gesto repentino del capo rimosse quelle fastidiose immagini e riprese il suo volo, sperando di tornare nelle sue stanze al più presto. 




Ok...lo so devo solamente sparire dopo aver scritto quest'indecenza....vabbè a voi il giudizio!!
Ciaoooooo!!!!



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Capitolo 2
*** Quando luce (Quasi) e ombra si incontrano.... ***


Ciaoooo!!!!! Allora..... ringrazio
Contessa Barthory
Anna_look_the_sky

Per le loro recensioni!!! Grazie mille!!! Bene... in questo cap si conosceranno Shenyr e Luryel... ma tranquilli che non finisce qui!!!
Bene....buona lettura!!!





Il velo notturno aveva coperto il cielo, decretando la fine di un’altra giornata.
Luryel era seduto sul davanzale di marmo e le tendine bianche e celesti gli sfioravano il viso solleticandogli una guancia.
Osservava la Luna Del Miele che risplendeva alta nel cielo e le stelle che decoravano la notte.
Non sapeva nemmeno da quanto tempo fosse seduto lì su quel freddo rettangolo di marmo, l’unica cosa certa erano i respiri rochi di Eliam  e le insensate parole che bisbigliava Yemil.
Con un leggero salto scese dal davanzale e poggiò i piedi in modo da non far rumore, si diresse verso la porta della stanza afferrando distrattamente un giubbino bianco appeso alla parete.
Abbassò la maniglia, maledicendo il cigolio della vecchia porta di legno, e con leggerezza uscì, richiudendosela alle spalle.
Si ritrovò fuori nel cortile e iniziò a camminare lentamente, fermandosi di fronte alle grandi porte d’ingresso.
Poggiò una mano sul pomello di bronzo e lo girò, facendo scattare la serratura. Cacciandosi le mani in tasca uscì, senza voltarsi indietro.
Era una scena che si ripeteva quasi ogni notte, ma nemmeno lui sapeva il motivo di queste fughe notturne.
Sentiva come il bisogno di evadere, di uscire da tutte quelle assurde convinzioni che gli erano imposte.
E la notte era sempre stata sua complice, la Luna gli aveva sempre coperto le spalle e anche il suo mentore aveva chiuso un occhio quando l’aveva saputo, dato che erano solo delle piccole uscite e che non aveva mai commesso atti impuri o peccaminosi.
Lasciandosi precipitare nel vuoto, chiuse gli occhi, godendosi la fredda brezza della notte che gli solleticava il volto.
Quello era uno degli altri piaceri che gli angeli non potevano provare, l’ebbrezza della caduta era una sensazione unica che solo uno come lui, privo di ali, poteva conoscere.
Fu costretto ad aprire gli occhi quando sentì la tipica aria umana avvolgerlo e rimettendosi in posizione eretta, atterrò delicatamente sulle punte.
Iniziò a camminare senza una meta ben precisa con il solo intento di godersi un po’ l’aria e la spensieratezza della notte.
Mentre continuava a vagare fu attratto dal rumore della scrosciante acqua di un piccolo torrente che scorreva lì vicino.
Con passo quasi incuriosito s’incamminò, quasi accelerando e una volta arrivato sulla sponda del corso d’acqua s’inginocchiò sul terriccio umido e coperto dall’erba bagnata e portò una mano a contatto con la superficie cristallina del torrente.
Rabbrividì leggermente al contatto con la fredda acqua, ma continuò comunque a disegnare immaginari cerchi su di essa creando leggere increspature.
Totalmente catturato da questi ripetitivi e ipnotizzanti gesti, non si accorse di una figura seduta su di un masso che si trovava sulla riva opposta.
I vestiti di pelle nera che fasciavano la figura umana risplendevano sotto la Luna e il vento leggero muoveva i ribelli capelli neri, mentre gli occhi rossi fissavano bramosi la figura del mezzo-angelo.
La lingua andò ad accarezzare languida e precisa le labbra e un ghigno comparve su di esse e con un gesto calcolato l’Essere si alzò e si diresse verso il corso d’acqua, fermandosi sul punto di confine tra la terra asciutta e l’acqua.
Luryel alzò lo sguardo attirato dal movimento che aveva intravisto e una volta messa a fuoco la figura si alzò anch’egli rimanendo immobile.
Era impossibile non riconoscere un demone e quegli occhi rossi ne erano la conferma, eppure non era come tutti Angeli lo descrivevano.
Era Bello.
Quella bellezza che ti fa tremare la terra sotto i piedi e ti fa temere di precipitare nel vuoto, era avvolto da un’aura di mistero che non faceva altro che aumentare il desiderio di abbandonarsi tra le sue braccia.
Il demone con voce suadente, simile a un soffio di vento caldo, disse: “Cosa ci fai qui, Figlio della Luce?”
Luryel strinse i pugni come per scuotersi da quello stato di tepore e disse: “Cosa ci fai Tu qui, Figlio delle Tenebre?”
Il demone sorrise sghembo e rispose con enfasi quasi passionale: “ La Notte è il mio regno.
Io tento le anime degli umani e le induco a cedere ai peccati più profondi.
Sotto lo sguardo della Notte io corrompo le anime più pure e sono tanti quelli che hanno bevuto l’ambrosia delle mie tentazioni.
Tu dovresti essere nella Luce, le Tenebre dell’Averno potrebbero scottarti, Piccolo Angelo.”
Luryel sorrise. La Luce, lui un angelo senza ali non meritava la luce.
Schiudendo le labbra, le rinfrescò strusciandoci contro la lingua, gesto che non sfuggì al demone.
Mantenendo sempre lo stesso sorriso disse: “Eppure le Fiamme dell’Averno non mi hanno ancora sfiorato.”
In un battito di ciglia il demone gli fu di fronte, mantenendosi a pelo d’acqua senza sfiorarne la superficie.
Il Mezzo-Angelo spalancò leggermente gli occhi per la sorpresa e quando inspirò a profondi polmoni, fu totalmente inebriato dal profumo di quel demone che lo sovrastava in statura.
Un odore diverso da quello che si sarebbe aspettato, era una fragranza piena e calda, profumo di pelle calda e di acqua di mare.
La creatura vestita di nero si abbassò all’altezza dell’orecchio di Luryel e gli bisbigliò a contatto con la pelle: “ Potrebbero iniziare a sfiorarti adesso e tu non avresti la capacità di fuggire.
Dimmi, qual è il tuo nome?”
L’altro pronunciò in un sussurro: “Luryel…”
Il demone si allontanò solo il necessario per guardarlo negli occhi e ripeté a sua volta: “Luryel… Lo ricorderò…”
E in un battito di ali tornò sulla riva opposta voltandosi e iniziando a camminare.
Ad un certo punto si fermò e disse: “ Io mi chiamo Shenyur…”
mentre un soffio di vento lo rapiva e la sua sagoma si disperdeva nel buoi della notte. 





Bhè?? Che ve ne pare? Spero vi piaccia perchè non mi convence tanto....vabbè a voi il giudizio!!!
Ciaooo!!!!!!

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Capitolo 3
*** ...Io ti devo rivedere.... ***



Salve Genteeee!!! Allora... mi scuso per il ritardo ma la scuola mi tormenta!! Avviso importante... voglio dedicare questo capitolo alla mia Nee-San che oggi compie gli anni!
Auguri Contessa Barthory! Mi avevi chiesto tanto questo cap e eccoti accontentata.... spero ti piacciaaa!!! <3
Ringrazio anche tantissimo Anne_look_the_sky x le sue recensioni! Grazie mille!!!
Bene... cosa dire... non saprei ci vediamo giù!




... Io ti devo rivedere...



Luryel non ricordava nemmeno come avesse fatto e tornare nella sua stanza.
Era stato trasportato lì da una forza esterna che aveva collaborato con le sue gambe e ora se ne stava steso sul letto, con le braccia piegate dietro la testa, mentre il peso del capo gli impediva leggermente la circolazione, facendo formicolare gli arti.
Aveva in mente un solo nome: Shenyur.
Chi era quel demone?
si era interessato a lui?
E soprattutto cosa gli aveva fatto?
Sentiva ancora la testa ovattata, un fischio nelle orecchie e le gote arrossate
Il respiro era ancora affannoso e i battiti del suo cuore non accennavano a diminuire.
La stoffa del pigiama gli sfregava sulla pelle raccogliendo quelle piccole gocce di sudore che ripetutamente scivolavano sul suo corpo.
Sentiva un bruciante calore all’altezza del cuore e un malsano pensiero lo tormentava.
Voleva rivederlo, ora in quella stanza oppure in capo al mondo!
Voleva sentire di nuovo il suo profumo, voleva di nuovo vederlo così vicino a sé… si tirò a sedere, cercando di scacciare quei pensieri.
Si girò di lato, lasciando penzolare le gambe bianche e lisce giù dal letto, mentre con le dita iniziò a torcere leggermente le coperte.
Le strattonò forte e sentiva le fibre sfregare sulle dita, mentre la fastidiosa sensazione del cotone sotto le unghie gli provocava lunghi brividi che gli percorrevano la schiena.
Stava impazzendo… istintivamente sfregò le gambe fra loro cercando di alleviare quella sensazione d’inquietudine.
Le immagini di quel demone gli scivolavano nella mente, quel suo corpo perfetto lo stava letteralmente mandando al rogo.
Scese dal letto, rabbrividendo per il contatto col freddo marmo e si precipitò accanto al letto di Eliam.
L’angelo respirava pesantemente e di tanto in tanto muoveva le gambe o le braccia.
Luryel gli poggiò una mano sulla spalla e lo scosse con l’intento di svegliarlo.
L’altro mugugnò infastidito e si girò dal lato opposto.
Luryel, che già normalmente aveva una pazienza limitata, era troppo agitato per sopportare un rifiuto in quel modo.
Afferrando il lenzuolo lo tirò via, facendo cadere l’angelo dal letto con un tonfo sordo.
Eliam scattò subito in ginocchio e non poté non spaventarsi quando vide di fronte a sé Luryel con gli occhi arrossati e il volto sconvolto.
Si alzò e lo prese per le spalle dicendogli preoccupato: “Lu’ che hai? Sei uscito di nuovo vero?”
Il Mezzo-Angelo si liberò dalla presa e disse con voce carica di adrenalina: “ Ho incontrato un Demone.”
Eliam indietreggiò e urtò contro il bordo del letto.
Si portò una mano alla bocca e con gli occhi spalancati disse: “Sei impazzito! Dobbiamo subito dirlo a Mikaeles!”
Fece per alzarsi, ma l’altro lo trattenne giù e gli bloccò un polso dicendo: “ No! Non devi dirlo a nessuno! Promettimelo!”
Eliam abbassò lo sguardo e deglutendo sonoramente promise.
Non poteva tradire Luryel.
Rimettendosi a sedere disse: “ Allora… Com’era..?”
Il Mezzo-Angelo inspirò e si mise a sedere accanto all’amico.
Abbandonò la testa sui palmi delle mani e mentre si aggrovigliava i ricci neri disse in un sussurro: “ Non lo so… E’ stata una sensazione troppo strana… forte… Il suo odore, la sua pelle… la sua voce…”
Eliam strabuzzò gli occhi e lo fermò con aria scandalizzata.
La sua voce tradiva una nota di preoccupazione quando disse: “ Odore, Pelle, Voce… Esattamente Come hai incontrato questo demone?”
Luryel frenò al momento le fantasie del suo amico, prima che pensasse a chi sa quale grande “incontro”.
Non era successo niente.
Purtroppo.
Si maledì mentalmente per quel “ Purtroppo” Non poteva pensare una cosa del genere!
Guardandolo negli occhi gli disse: “ Ma cosa vai a pensare! Comunque… è stato strano... Lui non era come quelle figure descritte nei libri era…. era…”
 Eliam lo guardò interrogativo, incitandolo con lo sguardo a continuare.
Di fronte a quella muta richiesta, Luryel si alzò spazientito dal letto e prese a girare per la stanza.
 Con un bisbiglio aveva risposto a Eliam e forse aveva ammesso anche a se stesso: “ Non lo so…” Con passo felpato si portò alla finestra.
Tra poco sarebbe sorto il sole e sarebbero ricominciate le lezioni.
Riprese a torturare la stoffa irrimediabilmente stropicciata del pigiama mentre guardava il cielo e la sua mente, in perfetta sintonia col suo cuore, ripeteva ipnotizzata un solo nome: Shenyur.
 
 





Il demone era disteso sul letto mentre si gustava il classico spettacolino d’intrattenimento.
Di solito avrebbe apprezzato molto quei demoni inferiori che si davano da fare per compiacerlo, eppure quella sera aveva la testa completamente in un altro posto.
Fin da quando aveva visto per la prima volta un angelo aveva scoperto un sadico divertimento nel tormentarli e portarli alla pazzia.
Lui amava tormentare gli angeli, ma Lui… Luryel... era qualcosa di unico.
Aveva scovato il suo odore come un predatore nel bosco e non aveva resistito ad avvicinarlo.
Per sua fortuna era riuscito a trattenersi dal toccarlo poco prima di farlo, quando aveva recuperato un piccolo barlume di buon senso.
Se fosse tornato all’Averno aon l’odore di un Angelo addosso avrebbe dovuto giustificarlo al padre… una bella gatta da pelare.
Lanciando un bicchiere di cristallo sul gruppo di demoni che erano venuti lì per lui, li mise in fuga.
Con dei gridi sorpresi e terrorizzati questi si fiondarono fuori dalla stanza accalcandosi tra gli stipiti della porta e urtando tra loro.
I cocci sottili brillavano sul pavimento, ma nessuno dei servi voleva mettere a rischio la sua testa entrando nella stanza.
Era noto che quando il Principe era in quelle condizioni avrebbe staccato la testa a chiunque e poi l’avrebbe usata come fermacarte.
Shenyur si alzò e iniziò freneticamente a camminare su e giù per la camera, ignorando le ondate di sentimenti che sentiva provenire dal corridoio.
Sentiva una strana sensazione crescere dentro di lui, qualcosa di nuovo.
Qualcosa che non poteva  fingere di non sapere.
Voleva quel mezzo angelo.
Lo voleva lì nella sua stanza per sfogarsi su di lui, voleva vederlo tra le lenzuola di seta nera, ansimante e con le gote arrossate, lo voleva per sé… eppure non poteva averlo, Dannazione!
Sferrò un pugno nel muro, lasciando che si formassero delle piccole crepe, e si precipitò fuori dalla stanza, per dirigersi in seguito in quella degli ambasciatori.
C’era un solo modo per vederlo e di certo non era recarsi ogni sera vicino quel fiume.
Sarebbe andato da lui.
Il corridoio che conduceva nella sala era illuminato da lampade a olio che emanavano una luce soffusa mentre delle innaturali ombre si stagliavano sui muri color cremisi.
Scostò il pesante portone di ferro rivestito di mogano con una spallata e fece irruzione nella stanza degli ambasciatori, mentre questi ultimi scattavano in piedi pronti ad accoglierlo.
Con grazia calcolata si lasciò cadere su una poltrona foderata di velluto nero e accavallò le gambe sul tavolo, mentre afferrava un bicchiere con del liquore.
Non fece loro segno di sedersi e il capo di quel gruppo gli si avvicinò e con una profonda riverenza e un tono lusinghiero disse: “ Mio Principe, a cosa dobbiamo l’onore di questa visita?”
Shenyur girò di scatto la testa e piantò i suoi occhi rosso sangue in quelli viola dell’altro.
Anche gli occhi di Luryel erano quasi viola, avevano tre colori insieme e nascondevano un’anima deliziosa.
Negli occhi del demone si leggeva solo cattiveria e in quel caso paura di fare una brutta fine per mano del Principe.
In quelli di Luryel lui aveva visto qualcosa che non poteva spiegarsi.
Non aveva avuto paura durante il loro incontro, strano per un angelo, ma invece era sicuro di sé stesso, consapevole di essere qualcosa a metà.
Scacciando quei pensieri disse con laconico e con voce tagliente: “ Domattina verrò con voi.”
Ignorando i mormorii sorpresi e scettici si alzò e uscì.
Ora rimaneva lo scoglio più grande.
Suo Padre.
Era un bel guaio spiegare a Lucifer per quale assurdo motivo volesse accompagnare gli Ambasciatori.
Mentre percorreva il corridoio gettò un’occhiata fuori dalla finestra e vide i demoni con le grosse ali da pipistrello spiegate che sorvegliavano il palazzo.
Non prestò alcuna intenzione ai camerieri che s’inchinavano e lo salutavano impacciati, né tanto meno ai nobili che con grazia lo salutavano.
I corridoi prima della sala del trono erano sempre i più protetti.
File e file di demoni impettiti erano accostate ai muri e lo fissavano con sguardo vacuo.
Un paggio vestito con ricchi panneggi si inchinò e scostò le porte per annunciarlo.
Il piccolo demone entrò e con voce cupa disse: “ Sua Maestà Principe Shenyur.”
Entrando nella sala notò che davanti al trono del padre c’erano due boia che stavano torturando un Angelo con il volto rigato di Sangue.
Una pozza cremisi sotto di lui si allargava sempre più, ma Lucifer diede ordine di fermarsi e, lasciando che la sua lunga coda squamosa strusciasse sul pavimento in marmo nero si avvicinò al figlio.
La voce tenebrosa penetrò fin dentro l’anima di Shenyur, facendogli tremare quasi impercettibilmente gli arti, quando il Padre disse: “ Mio caro figlio, a cosa devo questa visita?”
Il Principe alzando lo sguardo cercò di usare il suo tono più convincente e disse: “ Ho saputo che domattina un gruppo di Ambasciatori andrà al cospetto degli Angeli per la cattura di quei Demoni. Penso che sia ormai ora che un membro della famiglia reale si faccia vedere per aumentare la pressione sulla Corte Celeste. Pensavo di andare io.”
Lucifer lo fissò torvo e poi si voltò di spalle.
Muovendo lentamente i passi verso il trono tornò a sedersi.
Accarezzandosi il mento disse: “ Non posso permetterlo. La mia risposta è no.”
Come scosso da fili invisibili Shenyur si protese in avanti e disse: “ Ma padre, non vi fidate di me? E’ meglio che vada, sappiamo entrambi che tutti gli altri soldati non vedono l’ora di trovare un buon motivo per attaccare gli angeli e non possiamo permetterci un loro simile colpo di testa.
Perciò io penso che grazie alla mia presenza gli Arcangeli potrebbero liberare i prigionieri.”
Doveva insistere.
Dannazione!
Domani avrebbe rivisto Luryel con o senza il consenso di suo padre.
Il Sovrano degli Inferi si girò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo.
Con quegli occhi era capace di scavare nell’anima di chiunque e Shenyur dovette fare attenzione a riporre i pensieri riguardanti l’Angelo – e soprattutto le sue fantasie – in un angolo remoto del cervello.
Lucifer si avvicinò con passo glaciale e gli chiese con tono inquisitorio: “ Non c’è altro motivo, Figlio?”
Shenyur alzò lo sguardo.
Era sempre stato molto bravo nell’arte del mentire e nell’abbindolare le persone, ma di fronte a suo padre temette di fallire.
E invece un sibilo convinto e maligno si fece strada tra le sue labbra, solleticandogli la lingua.
Rispose con finta convinzione: “ No, non c’è nessun altro motivo, Padre Mio.”
Giungendo finalmente vicino al trono Lucifer si sedette adagiando le spalle, sormontate dalle enormi ali, sulla dura pietra nera.
Suo Padre era sempre stato… maestoso… era alto quasi due metri, la lunga e squamosa coda era ricoperta da alcuni aculei acuminati che avevano ucciso schiere di angeli e di ribelli, le enormi ali di pipistrello erano nere e lucide come il respiro della morte.
E Shenyur gli somigliava molto.
Apparte la coda, quella era una peculiarità riservata solo al re.
Le sue ali erano anch’esse nere e grandi, con qualche riflesso rossiccio verso le estremità.
La voce cavernosa del Padre lo riscosse dai suoi pensieri.
Con un tono imperioso e severo Lucifer disse: “ E sia. Domani andrai anche tu con loro.
Ma sarà meglio per te che ti limiti solo al tuo dovere di Principe. Non andrai lì per divertimento.”
Shenyur soppresse il sorriso di vittoria che premeva per spuntargli sulle labbra e con sguardo serio rassicurò il Padre.
Con gli arti scossi dall’eccitazione si congedò e uscì.
Riprese la sua marcia per i corridoi, sperando solo che la notte trascorresse in fretta… 





Bene bene... eccoci qui! Volevo fare una precisazione: Luryel e Eliam sono moooolto amici, per quanto il primo cerchi sempre di nasconderlo... è tutto.. a prestoooo!!!

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Capitolo 4
*** ... Away from Here... ***


Salve Mondoooo!!! Ok ok ok lo so che sono scomparsa e vi chiedo perdonooooo!!!
Comunque vi lascio il capitolo e ringrazio Contessa Barthory e Anne_look_the_sky, con le quali mi scuso profondamente per il ritardo...
Buona letturaaaa!!!

...Away from Here...





 Il mattino, obbediente, non tardò ad arrivare e tra i canti di mille uccellini colorati il sole andò a dare il benvenuto alle schiere di angeli che sorridevano al nuovo giorno.
I raggi gialli e caldi andarono a svegliare Luryel, baciandogli leggermente le guance e il ragazzo con estremo fastidio si tirò il leggero lenzuolo bianco fin sopra la testa.
Non si sarebbe alzato, avrebbe trascorso tutta la giornata nel suo caldo e confortevole letto.
Tanto le lezioni erano state stranamente sospese per un giorno e lui non aveva nessuna intenzioni di passare tutto il giorno a ripetere latino o canto.
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Eliam che lo risvegliò: “ Luryel! Non puoi dormire ancora, dai forza andiamo, così riusciremo a farci spiegare qualche altro canto di lode da Raphael!”
Rabbrividendo al solo pensiero di incontrare quell’arcangelo, il moro si strinse di più sotto le coperte e rispose: “ Facciamo una bella cosa, tu canti e io dormo.”
L’altro chinò il capo e con un piccolo sbuffo rassegnato uscì dalla stanza.
Dopo che la pesante porta di legno di fosse chiusa, Luryel si alzò per prendere un bicchiere d’acqua.
Aveva mentito.
Da lì a pochi minuti sarebbe uscito dalla stanza per trovare un posto isolato dove poter trascorrere in santa pace uno dei rari momenti d libertà che aveva.
Indossò un paio di pantaloni corti fino al ginocchio con degli stivali bianchi e alti fino al polpaccio.
Si mise una maglia con uno scollo a V ricamato su entrambi i lati con dei piccoli disegni color oro, per sua immensa fortuna essendo ancora sotto la guida di un istruttore non era costretto a portare quelle scomodissime tuniche.
Si diede giusto una piccola sistemata ai capelli e uscì, non prima di aver afferrato una scatola di legno chiaro.
Scelse di uscire dal retro, per evitare di incontrare i suoi compagni e scendendo le scale in pietra si ritrovò sul lato posteriore dell’edificio.
Stranamente un gran numero di angeli armati si era riversato nei cieli e sulle mura di cinta, anche se volavano talmente alti che si distinguevano solo le ali e i bagliori delle spade affilate e lucide.
Una folata di vento gli alzò la maglietta e lo spinse in avanti e così cogliendo l’invito si diresse verso il suo posto preferito in assoluto.
 
 
 
 
 
 
Shenyur aveva passato tutta la notte sveglio, consumando il pavimento di marmo nero e studiando attentamente ogni singolo dettaglio degli enormi tappeti persiani.
E tutto questo perché?
Semplicemente perché era fin troppo patetico chiudere gli occhi e sognare di avere lì accanto il Suo angelo, e così aveva optato per una sana notte in bianco, giusto per dannarsi l’anima contando i minuti che mancavano all’alba.
Aveva persino respinto per la seconda volta i suoi amanti e questo non era parte della sua natura.
Per niente.
Shenyur era forse il demone più squilibrato dell’Averno e non solo perché era figlio carnale di Lucifero, ma soprattutto perché non aveva una coscienza, non aveva rimpianti, sarebbe stato capace di uccidere un suo amico se questo gli avesse fatto un torto.
Era sempre vissuto negli eccessi, era abituato a prendere tutto ciò che voleva senza chiedere il permesso.
La sua parola era legge.
Eppure la sera che aveva incontrato Luryel tutto il suo carattere e le sue abitudini erano andate a farsi friggere, lasciando spazio al Demone Seduttore che aveva lasciato andare l’oggetto del suo desiderio.
E ora era seduto come un cretino a fissare un maledettissimo tappeto.
Davvero complimenti Principe.
Ma questa volta non avrebbe desistito, a costo di affrontare tutto il Paradiso e L’esercito Angelico avrebbe preso quell’angelo e lo avrebbe portato nell’Averno.
E al diavolo pure suo Padre.
Vedendo il sole sorgere si alzò velocemente dalla poltrona si avvicinò al letto tirando una cordicella per richiamare i servi.
Un lieve rumore di passi incerti e veloci preannunciò l’arrivo di un demone giovane e con indosso solo una veste consunta e strappata.
La creatura si inchinò e quando i suoi occhi incrociarono lo sguardo furente del Principe incespicò all’indietro rischiando di cadere.
La voce cupa e roca di Shenyur lo raggiunse come uno schiaffo: “ Inutile essere! Datti una mossa, non vivi per poter poltrire!” L’altro corse velocemente verso l’armadio e prese i vestiti del Demone per aiutarlo a vestirsi, ma l’altro gli schiaffeggiò le mani con violenza e rispose: “ Non ho bisogno delle tue luride manacce per vestirmi!”
E gli ordinò di uscire fuori. Con estrema rabbia si infilò i classici vestiti da cerimonia, orrendi pantaloni neri, maglia con scollo a V sempre nera e rifinita di rosso sulle spalle e quell’odioso mantello. Sbattendosi la porta alle spalle uscì nel corridoio.
Quella si prospettava una pessima giornata soprattutto perché nelle sue elucubrazioni mentali non aveva tenuto conto di una cosa: Come avrebbe trovato Luryel?
Di certo l’Angelo non era lì ad aspettarlo a braccia aperte e dato che era piuttosto giovane gli Arcangeli lo avrebbero tenuto al sicuro.
E lui non poteva pattugliare L’intero Paradiso.
Una folata di vento bollente gli comunicò che era giunto all’esterno e l’aria satura di odori gli confermò di essere nel giardino di rose Nere.
I quattro ambasciatori erano già arrivati e si erano inginocchiati al suo cospetto con il pugno sinistro sul cuore. Il Principe li ignorò bellamente e si alzò in volo.
 
 
 
Luryel si era allontanato da quei luoghi così affollati per rintanarsi lontano da tutti.
Aveva scelto il suo posto preferito, un prato verde con un lungo corridoio costruito con rose bianche rampicanti e si era seduto su una panchina in marmo, completamente circondato dal profumo dei raffinati fiori.
Aveva estratto un foglio immacolato dalla scatola e dopo aver preso una lunga piuma bianca aveva preso a disegnare. Sempre lo stesso soggetto.
Un grande angelo bronzeo con enormi ali dorate che fissava un altro angelo grigio con gli occhi rossi.
I due si guardavano come incantati e sembravano intenti a correre per potersi riabbracciare, intorno a loro altre schiere di angeli bianchi che li additavano scandalizzati, ma i due incuranti mettevano in pubblico il loro amore.
In cuor suo anche Luryel aveva sempre sognato una cosa del genere, abituato fin da piccolo a donare il suo cuore ad un Creatore che lo aveva privato delle ali, ad un arcangelo che non gli aveva mai dato delle risposte alle due domande o a degli amici che cercavano di assecondarlo, aveva smesso di credere che il vero amore esistesse.
Non si emozionava pregando e gli sembrava che l’Eterno rifiutasse per fino i suoi canti di lode e che questi rimanessero inascoltati del vento.
Invece nei suoi disegni c’era amore.
Anche se proibito, ma c’era.
E così mentre la matita scorreva sul foglio, riuscì a perdersi anche solo per un istante in quella dolce illusione, qualcosa che apparteneva solamente a lui e a nessun altro.
Quando Mikaeles gli aveva chiesto di vedere i suoi disegni, era sempre stato evasivo, mostrandogli solo qualche bozza.
Le figure iniziavano a delinearsi in modo, mentre mille domande gli vagavano per la testa.
Per quale motivo le lezioni erano state sospese?
Perché i tre Arcangeli maggiori si erano riuniti insieme?
E soprattutto cosa ci facevano tutte quelle guardie in giro?
Continuava a disegnare, ma la sua mente era altrove e sembrava quasi che le sue mani si muovessero sole.
Una volta che il disegno gli sembrò pronto lo nascose sul fondo della scatola e posò tutto, mentre con passo incerto si incamminò per il lungo corridoio, ammirando i fiori che incuranti di tutto e tutti continuavano a vivere nella loro candida perfezione.
 
 
 
 
Il Paradiso era esattamente come l’aveva sempre immaginato.
Bianco, puro, irritante.
L’atmosfera calma e pacifica quasi lo mandò in bestia, ma imperterrito Shenyur continuò a volare, atterrando di fronte al grande portone collegato alle mura bianche, circondate da Angeli armati.
Le porte immense si aprirono e un grande giardino verde e ricco di piante quasi li abbagliò.
Uno dei Colossi gli venne incontro e li scortò dentro, sotto gli sguardi atterriti di tutti i pochi Angeli presenti.
Lui non c’era.
Non era fra loro.
Dannazione!
Camminando innanzi agli Ambasciatori si lasciò scortare come un prigioniero verso la sala della Corte Celeste.
Quando furono arrivati si aprì dinanzi a loro un immenso portone bianco con rifiniture dorate che rivelò una stanza di cui era impossibile vedere il tetto, illuminata da una luce soprannaturale.
Il pavimento di liscio marmo bianco latte e sul fondo tra enormi troni dorati e rivestiti di bianco su cui sedevano i tre Arcangeli Maggiori in tutto il loro splendore. Che scena patetica.
Tre fantocci in mano ad un Dio che si limitava solo a guardare tutto dal suo trono, tre bambole fasciate in abiti bianchi con immense ali candide perfettamente identici tra loro.
Michaeles si alzò e si diresse verso di loro, fermandosi alla distanza di sicurezza e disse con voce melodiosa: “ I demoni rimarranno in nostra custodia e saranno giustiziati”
Shenyur si fece avanti e disse: “Io sono il Principe Shenyur, figlio diretto di Lucifer,  chiedo che vengano ascoltati i demoni.” Michaeles lo fissò e rispose: “E sia.”
E con un rapido gesto della mano fece segno a due guardie che lasciarono entrare i demoni incatenati con e immobilizzati dalle guardie alle loro spalle.
Ad uno dei tre venne liberata la bocca e questi iniziò a dire: “ Me la pagherete brutti Angeli!”
Ma fu interrotto da Shenyur che gli intimò: “ Demone, è il tuo Principe che te lo ordina, raccontaci l’avvenuto.” L’altro mordendosi la lingua iniziò a parlare: “ Come abbiamo già detto, non siamo stati né io né i miei compagni a toccare quegli angeli. Siamo stati attirati lì dall’odore di sangue fresco e li abbiamo trovati feriti.”
Uno degli ambasciatori avanzò e si rivolse a Michaeles: “ Sai benissimo Arcangelo che questo è il quinto caso in cui non siamo stati noi demoni a torturare gli angeli. Esattamente come gli altri sei in cui gli Angeli che accusati di aver ucciso un gruppo di demoni si sono proclamati innocenti. Evidentemente c’è qualcos’altro che ci sta attaccando.”
E con ciò tornò indietro. Michaeles li guardò e rispose: “ Ne sono cosciente, ma non posso credere alla loro testimonianza su due piedi. Né io né i miei fratelli possiamo. Dovremo trovare il modo di indagare.”
Shenyur sogghignò e rispose: “ Sbaglio oppure ci stai proponendo un’alleanza, Arcangelo?”
Michaeles lo guardò e rispose: “ So benissimo che non siete in grado di stipulare un’alleanza, né io ho intenzione di essere motivo di problemi per il Regno Divino.”
Il Principe abbastanza irritato gli disse: “ E i Demoni che voi accusate?”
L’Arcangelo gli rispose: “ Dateci il tempo di consultarci fra noi.”
E con ciò tornò al suo posto e iniziò a parlare con Gabriel e Raphael. Shenyur si voltò verso i demoni cercando di intimargli con lo sguardo di non commettere niente di avventato.
Dopo un’infinità di tempo i tre arcangeli si alzarono contemporaneamente e Michaeles disse: “ L’unica cosa che possiamo fare è trovare il colpevole e noi non lasceremo i prigionieri fin quando non ce lo assicurerete.” Il Principe disse: “ E così facendo noi risolviamo anche i vostri problemi, così non avrete più problemi come questo.
Non se ne parla proprio, pretendiamo anche una vostra collaborazione.”
Gabriel gli rispose: “ Rallenta con le parole, questo è il nostro santuario e tu non puoi avanzare pretese.”
Michaeles rialzò il capo e disse: “ E sia, avrete una nostra collaborazione, ci serve tempo. Un’ora e poi vi diremo tutto.”
E con ciò sciolse la seduta.
 
 
 
Michaeles era a dir poco frustato e stanco.
Uscì insieme ai suoi fratelli dal Santuario e appena misere piede fuori fu preso da Gabriel che gli disse: “ Come puoi permetterlo Fratello? E se fosse un loro inganno? A quale Angelo chiederai di macchiarsi le ali sulla terra per collaborare con dei Demoni?”
Michaeles alzò lo sguardo e gli rispose rassegnato: “ Era l’unica soluzione lo sai anche tu. Lo chiederò all’unico di noi che non può sporcarsi le Ali.”
Raphael si strinse le braccia al corpo e gemette: “ Luryel…”
Michaeles annuì e gli disse: “ Va’ a chiamarlo, Fratello.”
Gabriel gli prese le spalle e disse: “ E’ una pazzia! Non sappiamo perché lui non ha le ali e tu lo vuoi spedire con dei Demoni? Se lo macchiassero? Ci hai pensato? E’ troppo giovane…”
L’altro scosse il capo rassegnato e rispose: “ E’ l’unico che può farlo.”
 
 
Luryel stava tornando in camera sua, quando vide l’Arcangelo Raphael planare verso di lui.
Si inchinò con rispetto al suo superiore e gli disse: “ I miei omaggi a voi, nobile Raphael.” L’altro sorrise e gli disse: “ Giovane cucciolo, vieni con me.
Noi tre Arcangeli vogliamo parlare con te.”
E si incamminò dinanzi a lui.
Luryel quasi si sentì in colpa a far camminare una creatura eterea e delicata come quella, avrebbe voluto prendersi a pugni a causa del suo difetto, ma non lo fece, temendo di passare per pazzo.
Affiancando l’Arcangelo gli disse: “ Vostra Grazia, posso domandarvi per quale motivo desiderate vedermi?”
Per un momento temette che volessero cacciarlo via, ma la voce del suo accompagnatore gli rispose: “ Saprai tutto a breve.” Arrivarono nella sala sul retro del Santuario e luryel s’inginocchiò con la mano destra sul cuore al cospetto dei tre Arcangeli. Michaeles gli disse: “ Luryel, alzati. Non tergiverserò, ho molte cose da dirti. In questo periodo sono avvenuti molti attentati alla vita di Angeli e di Demoni.
Questi ultimi hanno chiesto una nostra collaborazione per scoprire chi si nasconde dietro questi temibili attentati, ma purtroppo noi non possiamo chiedere a nessuno di andare con loro. Nessun Angelo accetterebbe di macchiarsi le Ali.” Luryel ispirò e continuò: “ Ma visto che io non lo ho sono il candidato ideale per aiutarli. Per me va bene, farei qualunque cosa per i miei Fratelli.”
L’Arcangelo gli sorrise e disse: “ Ero sicuro che avresti capito, vieni con noi.”
Luryel li seguì obbediente, mentre le lacrime salivano agli occhi.
Si stavano sbarazzando di lui, in un modo molto elegante ma quello era un modo per eliminarlo.
Gli piaceva uscire nel mondo reale, ma ora gli sembrava un incubo.
Ogni passo che percorreva verso il Santuario gli faceva venire voglia di rimangiarsi tutto e tornare in camera sua.
Ma continuò a camminare.
Le guardie aprirono i battenti e lui fu irradiati di una Luce calda accecante, mentre i tre Arcangeli si diressero verso i loro troni lui si mise in piedi vicino la scala e aspetto che entrassero i Demoni.
Quando fecero il loro ingresso il cuore di Luryel perse un colpo.
Shenyur.
C’era anche Lui!
Sarebbe andato sulla terra con lui!
Tentò di calmarsi ma fu inutile e il suo cuore prese a battere come un Mustang impazzito.
 
 
Shenyur si domandava che fosse l’Angelo che avevano scelto per collaborare con loro.
Sarebbe stato certamente un guerriero dedito alla preghiera e assolutamente insopportabile, non avrebbero mai scelto il suo Luryel.
Sarebbe stato troppo bello.
Ma quando lo vide in piedi vicino alla scala si freddò sul posto.
Non era possibile!
Avevano scelto davvero  lui per accompagnarli?
Iniziò a ringraziare suo padre, il destino, la sorte e il Fato per l’occasione che aveva avuto.
Finalmente lo avrebbe fatto suo!
Al Diavolo le ricerche, lui il suo obbiettivo l’aveva raggiunto.
L’Arcangelo Michaeles disse: “ Lui è l’Angelo che collaborerà con voi. Vi raggiungerà questa sera.” Lui annuì e rispose: “ Perfetto. Penso che possiamo andare.”
Michaeles sciolse la seduta, ma una volta che i due Arcangeli furono usciti con gli Ambasciatori e con Luryel gli disse: “ E’ giovane. So benissimo di cosa siete capaci ma ti imploro Demone, non ferirlo.”
L’altro lo guardò ghignante e gli rispose: “ Un tenero e puro agnello nelle mani di un feroce lupo come finirebbe Arcangelo? Ricordati questo.”
E con ciò uscì.
 
 
Luryel era in camera sua.
Non sapeva cosa prendere, non sapeva se doveva fare una valigia, non sapeva se sarebbe più tornato lì.
Scoppiò a piangere e si strinse al cuscino, perché aveva accettato?
Cosa gli era venuto in mente?
Lui che aveva sempre sperato di essere normale ora aveva accettato di andare incontro a una brutta fine di sua spontanea volontà.
Li aveva visti gli occhi di quei Demoni e aveva visto la preoccupazione negli occhi di Michaeles.
Proprio in quel momento l’Arcangelo entrò e disse: “ Ho avvisato io Eliam e Yemil, non piangere Luryel andrà tutto bene. Mi dispiace cucciolo, mi spiace che sia toccato a te. Non avrei mai dovuto chiedertelo.”
Luryel si alzò e disse: “ Non è niente. Sto bene.”
In quel momento Eliam entrò nella stanza e si gettò con le braccia al collo di Luryel e disse: “ Promettimi che tornerai!”
 L’altro sorrise e disse: “ Ma certo che torno! Andiamo ci metterò al massimo un paio di giorni, non di più!”
Eliam disse: “ Ti voglio accompagnare!”
Michaeles lo fermò e disse: “ Sarà ancora più difficile separarvi e come ha detto Luryel ci vorrà pochissimo. Ora preparati Figliolo, io ti aspetto fuori.”
Luryel prese uno zaino e mise dentro la sua scatola con i disegni, ma prima prese una matita verde e la porse a Eliam: “ E’ il tuo colore preferito, tienila. Io ho le altre.”
L’angelo lo ringraziò e dopo averlo abbracciato lo guardò uscire.
 
 
 
 
Luryel intravide Michaeles che lo aspettava con gli altri Arcangeli e si avvicinò con passo svelto.
Si inchinò di fronte a loro e il suo Maestro gli disse: “ Va’ Luryel, ricordati che tutti noi saremmo sempre con te.”
E gli sorrise sparendo con gli altri.
Le porte si chiusero alle sue spalle e Luryel ispirando a fondo si gettò con gli occhi aperti verso quell’immensa distesa di cielo blu. 




Eccolo qui! Che ve ne pare? Fatemi sapere, Grazieeeee!!!

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Capitolo 5
*** ... This must begin... ***


Salveee!! Allora finalmente sono di nuovo qui!!
Bene bene ringrazio BlackVelvet per la recensione al precedente capitolo e un ringraziamento anche a tutti quelli che hanno letto.

... This Must begin...

Shenyur era al settimo cielo.
O meglio all’ultimo girone infernale.
Finalmente aveva la possibilità di prendere quello che aveva sempre desiderato e con questo pensiero in testa si avviò verso la sala del trono, pronto a incontrare il Padre.
Lucifer era seduto sempre sul suo trono e Shenyur dopo essersi inchinato, disse: “ Padre ho buone notizie. I Demoni sono ancora sotto la custodia degli Angeli, ma abbiamo avuto il permesso di indagare su ciò che sta accadendo e ci è stato affiancato un angelo per collaborare.”
Lucifer si voltò e rispose ghignando: “ Ottime notizie, se non fosse che Tu dovevi Liberare i demoni, non stringere un alleanza operativa con gli Angeli.”
Il demone si alzò e rispose: “ Pensateci padre, in questo modo potremo capire se qualcuno sta cercando di attarcarci!”
L’altro gli volò subito vicino e rispose: “ E se fosse un trucco degli Angeli? Se avessero mandato tra di voi un Distruttore? Non ci hai pensato?”
Shenyur ammutolì.
I Distruttori erano creature leggendarie, potevano appartenere a qualunque Cielo e si diceva che un solo colpo della loro spada potesse eliminare intere schiere di Demoni.
Si vociferava che il loro capostipite fosse stato generato dall’unione del Bene e del Male, un angelo con la conoscenza del peccato e della salvezza, un essere dotato di libero arbitrio la cui discesa in campo aveva aiutato più di una volta la Luce a sopraffare le Tenebre.
La sua stirpe era andata perduta, fatta eccezione per l’ultimo discendente di cui adesso non si sapeva niente.
Ma Luryel non era così, non poteva essere un Distruttore.
Shenyur si rivolse al Padre e rispose: “ Datemi solo la possibilità di trovare il responsabile, mi saranno necessari pochi giorni.”
Lucifer si voltò e rispose: “ Prendi con te due tue compagni a scelta e parti, il terzo membro della spedizione lo sceglierò io.”
E gli fece segno bruscamente di lasciare la stanza.
 

Shenyur si ritrovò nel corridoio tappezzato di guardie e con passo marziale si diresse verso l’ala est del palazzo.
Già sapeva chi sarebbero stati i fortunati vincitori di un viaggio sulla terra, i suoi due “amici”.
O meglio i due ragazzi che erano cresciuti con lui e che erano quasi come due fratelli, peccato che fossero dei pazzi squilibrati.
Proprio peccato che fossero gli unici con cui andasse d’accordo.
Senza bussare spalancò il pesante portone di ferro che si trovava alla fine del corridoio e si trovò immerso in una nube si fumo.
Tossendo a causa del frastornante profumo di oppio disse: “ Malvoleo! Muoviti che dobbiamo partire!”
Dal letto si alzò un ragazzo con i capelli tagliati a spazzola e gli occhi neri. Indossava solo un paio di Boxer neri e con tanta nonchalance allontanò la pipa dalle labbra e rispose con tono sarcastico: “Mio diletto principe! Cosa la porta da queste parti?” .
Shenyur lo afferrò per un braccio e lo rigettò sul letto.
L’altro rise e rispose: “Bhè se volevi me bastava dirlo!”.
Il Principe sbuffò contrariato e afferrati un paio di pantaloni e una maglia glieli gettò addosso ordinandogli: “Muoviti che non ho tempo da perdere! Demone della Malora!”.
Malvoleo si rivestì e seguì Shenyur fuori nei corridoi chiedendogli mentre camminavano: “ Dove dobbiamo andare di tanto urgente?”
L’altro dandogli le spalle gli rispose: “ Te lo spiego dopo, ora dobbiamo andare a chiamare Berith.”
L’altro con finto tono regale disse: “ Agli ordini mio signore!”
Dopo che si furono spostati nell’ala nord del palazzo Shenyur aprì la porta della biblioteca e a gran voce chiamò: “ Berith! Vieni fuori!”
Dopo qualche minuto di udì un tonfo e un lamento, allora Malvoleo disse: “ E con questa sono settantatré volte che cade dalle scalette. Prova a chiedere a tuo padre di mettere solo per lui un paracadute.”
Shenyur lo fissò di sbieco, ma poi si avvicinò alla figura che era precipitata e gli disse: “ Spero per te che tu sia tutto intero, perché dobbiamo partire. Non fare domande, spiegherò tutto dopo.” 
Berith era un po’ più basso di Shenyur, capelli marroni e occhi dello stesso colore e un paio di occhiali.
Mentre si scuoteva di dosso la polvere rispose: “ Va bene.”
E seguì il suo Principe.
 
 
 
 
Fuori le mura del Castello.
 
Erano anni che non rimetteva piede nell’Averno e ora veniva addirittura convocato da Lucifero in persona.
Tutta quella situazione gli puzzava parecchio, sperava solamente che non c’entrasse di nuovo quel combina guai patentato del Principe e il suo allegro duo di idioti.
Astaroth, comandante di ottantasei legioni demoniache era stato il precettore di Shenyur, Malvoleo e Berith e più di una volta aveva dovuto desistere dall’ucciderli tutti e tre.
Quindi ora non voleva più rivederli, ma purtroppo il destino faceva dannatamente schifo.
Il Demone si calcò meglio il cappuccio nero sul capo e aspettò di fronte all’ingresso, aspettando.
Quando la porta si aprì, fu tentato ad andare via, infatti come da copione il trio di casinisti stava facendo la sua comparsa, mandando tutta la sua pazienza e “buona” volontà a farsi friggere.
Gli parve di rivederli ancora bambini quando rubarono i cavalli dalle scuderie e lo costrinsero a correre per tutto l’Inferno.
Perché ovviamente Lucifero pretendeva che suo figlio tornasse immediatamente a palazzo e Astaroth aveva dovuto vestire ancora una volta i panni da baby-sitter, ma questa volta avrebbe fatto saltare la regale testa del principe e dei suoi amichetti al primo errore.
Soprattutto dopo quello che aveva saputo.
Un Angelo.
Quel pazzo di Mikaeles si era fatto convincere a lasciare un Angelo con quattro Demoni, certo che gli angeli con tutte le loro preghiere e i loro canti avevano proprio perso il lume della ragione e per colpa di questo lui si trovava a fare da carceriere ai bollenti spiriti che sarebbero sicuramente nati in quei tre perdigiorno.
Certo che erano cresciuti proprio tanto quei tre, erano almeno alti il doppio di quando li aveva lasciati e avevano aggiunto qualche chilo di muscoli in più.
E questo non era un male.
Vide Shenyur avanzare verso di lui e sentì la voce cupa dirgli: “ Astaroth. Sapevo che mio padre avrebbe scelto te.”
Malvoleo spalancò le braccia e gli disse: “ Ehi vecchia pellaccia! Da quanto tempo!”
Il Gran Demone lo fissò intensamente e gli rispose: “ Bada a come parli, moccioso!”
L’altro rise e rispose: “ Il caratteraccio è sempre lo stesso, vero vecchio mio?”
Shenyur lo azzittì con un’occhiataccia e disse: “ Bene, come promesso ora vi parlerò della missione. Siete tutti al corrente delle varie sparizioni e delle morti che hanno colpito il nostro popolo e sapete benissimo che mi sono recato con gli ambasciatori presso gli Arcangeli.
In conclusione ci è stato accordato il permesso di indagare, inoltre con noi verrà un Angelo. Tutto chiaro?”
Malvoleo strabuzzò gli occhi e disse: “ Ehm Tesoro scusa.. ma per angelo intendi quelle creature con le ali bianchi, bionde e purissime che ti fanno venire voglia di saltargli addosso?”
Shenyur rabbrividì al solo pensiero che Malvoleo o qualunque altro demone potesse toccare Luryel e soffiando come un felino rispose: “ Cancella qualunque fantasia dalla tua mente perversa. E ti dico di più: Tocca quell’Angelo e scoprirai i danni dell’evirazione.”
L’altro ghignò e rispose: “ Capito, vuoi essere tu il primo. Come preferisci ma non fare l’egoista…”
Non riusciì a finire la frase che le nocche di Shenyur divennero un tutt’uno con il suo zigomo. Astaroth sbuffò spazientito e disse: “ Volete litigare come due bambini? Nessuno toccherà quell’Angelo perché l’ultima cosa che ci serve è una guerriglia con gli Arcangeli. Quindi ora muoviamoci a partire.” 
E con ciò spalancò le ali enormi e si librò nel rosso del Cielo dell’Averno.
 

Luryel era da poco atterrato nello stesso punto in cui aveva incontrato Shenyur per la prima volta; il sole stava tramontando e tutto intorno i raggi coloravano il paesaggio di rosso e rosa.
La Terra era stupenda, c’erano fiori di tutti i colori, l’erba cresceva irregolare e i sassi spuntavano dal terreno creando percorsi sempre diversi.
Le acque del fiume scorrevano rumorose e il vento soffiava libero, muovendogli i ricci neri e solleticandogli la pelle.
Gli uccelli cantavano beati e gli animali tornavano nelle loro tane, tutti vivevano esattamente come volevano.
Era quello il vero Paradiso, lì nessuno avrebbe fatto caso alla mancanza delle sue ali.
E lui non lo avrebbe rivelato nemmeno ai Demoni, poteva benissimo dire volerle tenere avvolte per comodità, lasciandogli immaginare che possedesse delle enormi ali.
Voltandosi indietro vide quattro lontane figure che mano a mano diventavano più grandi e quando distinse Shenyur uno strano imbarazzo gli fece arrossare le guance.
Quando i Demoni planarono lui rimase perfettamente immobile e non potè fare a meno di notare la sorpresa sui volti degli altri tre.
Evidentemente avevano notato il fattore capelli e occhi non proprio da angelo, pazienza.
Shenyur avanzò e gli disse: “ Ciao Luryel.”
Lui gli sorrise e gli rispose: “ Ciao Shenyur.”
Il demone guardandolo disse: “ Bene come già sai doveva venire una squadra di Demoni e loro sono Malvoleo, Berith e Astaroth e fanno parte del gruppo che ho scelto.”
Luryel annuì e avanzando leggermente disse: “ Piacere, io mi chiamo Luryel.”
Quello che portava il nome di Malvoleo lo guardò e disse: “ E dove hai lasciato i capelli biondi, la pelle bronzea e gli occhi verdi?”
Luryel, toccato nel profondo rispose: “ Bhè esattamente dove tu hai lasciato le zampe caprine, le corna e gli occhi rossi!”
Astaroth ghignò.
Nessun Angelo avrebbe mai risposto in quel modo, ecco perché quello era il tipo giusto per la loro missione.
Non c’era niente da stupirsi, Mikaeles fin dai tempi della grande battaglia era sempre stato un ottimo Arcangelo.
Forse non aveva del tutto perso la testa.
Intanto Malvoleo aveva sorriso e Shenyur si era avvicinato all’Angelo dicendo: “ Ci conviene iniziare subito a raccogliere tutto quello che possiamo, non abbiamo tempo da perdere.”
E con ciò sfoderò le ali seguito a ruota dagli altri demoni.
Luryel deglutì sonoramente e rispose: “ Ehm Shenyur, magari è meglio se io proseguo a piedi, nel caso trovassi qualcosa nel bosco.”
Il Principe ci mise un po’ prima di ritrovare la lucidità: sentire il suo nome dalle labbra di Luryel, con quel leggero accenno di r alla francese era stato enfasi pura.
Guardandolo annuì e disse: “ Sicuro che non sia troppo pericoloso, di certo non possiamo farti morire dopo nemmeno un’ora.”
L’angelo sorrise appena e rispose: “ Non credo. Da quel poco che so l’assassino attacca solo di notte e ora è il tramonto. Quindi non c’è pericolo.”
Astaroth si introdusse nella conversazione e disse: “ Bene, fra tre ore qui. Io andrò a nord, Malvoleo e Berith a est, Shenyur a Sud e tu Angelo a ovest.”
Luryel annuì, mentre Malvoleo rispose: “ Ehi e perché io dovrei andare in coppia e non posso stare da solo.”
Astaroth gli rispose seccato: “ La tua testa non funziona, almeno Berith ha un po’ di sale in zucca.”
E con ciò volò via.

Luryel camminava nel bosco facendo bene attenzione a dove mettesse i piedi, le rocce e tutto potevano anche essere bellissime, ma sembrava di camminare in un campo minato con centinaia di rametti pronti ad afferrarti le caviglie e a farti inciampare.
Cosa che era già successa quattro volte.
Stava camminando alla cieca, un piccolo giro di ricognizione senza senso, sul serio quei demoni credevano di trovare il colpevole con una semplice passeggiata nel bosco?
E poi lui non sapeva nemmeno se stesse avanzando o se stesse semplicemente camminando in tondo, gli alberi sembravano tutti uguali.
E il sole stava tramontando, a quest’ora di solito era sempre al tempio a pregare e non in un bosco a cercare un assassino che avrebbe potuto coglierlo alle spalle in qualunque momento e lui non sapeva nemmeno compattere.
O meglio aveva trascorso un breve periodo con le guardie e aveva imparato qualcosa me non aveva mai brandito una spada contro qualcuno o tanto meno picchiato nessuno.
Ma dopotutto gli angeli non lo fanno.
E allora lui cosa ci faceva lì giù?
Involontariamente il respiro divenne più affannoso e il sudore iniziò ad imperlargli la fronte.
Questo di certo non era il momento di farsi prendere da una crisi di panico ma evidentemente il suo cervello non era dello stesso parere, tanto è vero che iniziò ad enfatizzare ogni minimo rumore e Luryel si ritrovò ad accelerare il passo.
Dopotutto prima finiva il giro e prima poteva tornare dagli altri, anche se comunque non sarebbe stato al sicuro, perché quelli erano demoni e chissà quanto ci avrebbero messo a fargli del male e se magari ora lo stavano già aspettando da qualche parte per…
Ogni suo pensiero fu cancellato dall’immagine che si ritrovò davanti.
Il corpo di un angelo giaceva a brandelli ai suoi piedi, gli occhi spalancati ma ancora coscienti e gli arti scomposti, le ali bianche erano sporche di sangue e una era contorta in una posizione innaturale. Luryel si portò una mano alla bocca franando la voglia di urlare, l’assassino era lì; l’Angelo moribondo gli afferrò con una mano insanguinata la caviglia mugugnando qualcosa di incomprensibile. L’altro si chinò verso di lui e gli disse: “ Tranquillo, puoi farcela. Aspetta solo che io…”
Ma l’Angelo ferito gli disse: “ R-Rottenburgh… vai lì…”
E con ciò reclinò il capo all’indietro.
Luryel sentì la testa girargli vorticosamente e le ginocchia non lo ressero più lasciando che si accasciasse al suolo.
Era via dal Paradiso da meno di due ore e un Angelo gli era già morto tra le braccia.
Come sarebbe finito tutto?
Sarebbe morto anche lui?
Avrebbero mai trovato l’assassino?
Sentì una mano calda e forte stringergli la spalla e sobbalzò spaventato, spalancando la bocca per urlare, ma tutto si calmò quando sentì due braccia forti stringerlo e riconobbe quell’odore dannato che lo calmò.
 
Vabbene aveva disubbidito ad Astaroth ma dopotutto era lui il Principe e che lasciasse andare Luryel da solo nel bosco era fuori discussione.
Aveva sorvolato il percorso che aveva compiuto l’Angelo tenendosi sempre a debita distanza e non aveva fatto in tempo ad evitare che vedesse quel disastro; l’unica cosa che di rese conto di poter fare per calmarlo fu abbracciarlo.
Solo quarantotto ore prima non si sarebbe mai sognato di abbracciare nessuno e invece ora non voleva lasciarlo andare per nessun motivo.
Ma allargò lo stesso le braccia per liberare l’Angelo che ci mise un po’ per staccarsi e gli disse: “ Tu stai bene?”
Lo vide annuire appena e poi girarsi verso l’Angelo morto.
Era chiaro che non stava bene.
Shenyur si alzò e disse: “ Sta scendendo la notte, è meglio che andiamo. Berith e Malvoleo hanno trovato un riparo poco lontano da qui, e dopo che ti sarai ripreso ci dirai tutto.”
E tentò di sorridere, ma rimase alquanto incerto dei risultati ottenuti.
Si girò aprendo le ali, ma poco prima di spiccare il volo sentì la voce di Luryel dire: “ A-Aspetta.”
Si voltò e lo vide mentre chiudeva gli occhi al defunto Angelo con le sue mani candide e mentre prendeva una margherita dal suolo e la posava sul petto del morto.
Dopo giusto qualche secondo lo vide imporre le mani e come al suo comando i fili d’erba crebbero e si unirono, dando vita ad una sorta di piccola cassa ricoperta di fiori.
Ma la cosa veramente straordinaria fu la dolce melodia che arrivò alle sue orecchie, non aveva mai sentito niente del genere.
I demoni non cantano, i demoni si lamentano, la loro voce è gutturale.
Quella di Luryel invece era come una melodia cristallina, tanto pura quanto della pioggia che cade sul mare azzurro, niente che un demone avrebbe mai potuto ascoltare in vita sua.
Allora ne ebbe la certezza: Luryel era un Serafino, esattamente come suo Padre prima della caduta.
Intanto il corpo dell’Angelo morto si stava trasformando in una supernova di luce che aumentò fino all’esplodere, lasciando un rovo di rose al suo posto.
Che esseri strani gli Angeli.
Luryel si alzò e lo guardò arrossendo e gli disse: “ Scusami… Volevo farlo.”
Shenyur alzò le mani e disse: “Figurati, non devi scusarti. E’ il vostro modo di dirvi addio e se posso dirtelo, hai una voce stupenda. Sei un Serafino, vero?” L’altro abbassò un po’ il capo e arrossì ancora di più al complimento e disse: “ Ehm… Si…” Shenyur gli disse: “ Bene, ora però andiamo.”
 
Aveva celebrato la sua prima cerimonia in onore di un Angelo e per fortuna era andato tutto bene e l’anima era stata accetta in Paradiso, ma ora c’era un problema più grande, ovvero dissuadere Sheyur dal volare.
Prima che l’altro aprisse le ali gli disse: “ Shenyur, non me la sento di volare… temo di non riuscirci…”
Bene, puntò tutto sullo scombussolamento emotivo.
Il demone si voltò e dopo averlo guardato gli disse: “ Capisco. Ti porto io in braccio?”
E dopo quelle parole tutta l’aria fu risucchiata via.
Le sue guance esplosero di rossore e si ritrovò a fare due passi indietro, maledizione le cose peggioravano.
Ma la risata di Shenyur gli fece capire che scherzava, infatti il demone disse: “ Stai tranquillo, possiamo anche andare a piedi, da quello che ho capito è abbastanza vicino.”
E con ciò lo vide incamminarsi abilmente tra i sassi.
Doveva essere normale per lui camminare in un simile territorio, ma tutte quelle sporgenze mettevano a dura prova l’equilibrio di Luryel che certamente non voleva cadere come un idiota davanti a Shenyur.
Per fortuna procedettero senza intoppi e arrivarono di fronte ad una grotta; da dentro si sentiva già la voce di Malvoleo che urlava e di Astaroth che gli intimava di stare zitto, mentre il crepitante fuoco creava ombre sulla parete.
Shenyur avanzò senza problemi seguito da Luryel che ebbe l’impressione di aver appena attraversato un sottile velo.
Berith si voltò sconvolto a guardarli e disse verso l’Angelo: “ Come hai fatto?”
L’altro si girò intorno temendo di aver combinato qualche disastro.
Effettivamente lo stavano guardando tutti.
Sempre il demone con gli occhiali gli disse: “ Ho eretto una barriera che sceglie chi lasciar entrare in base alla razza, e tu sei un Angelo. Avrebbe dovuto bloccarti e invece sei passato.”
Shenyur sbuffò e disse: “ Forse avrai sbagliato la formula, non è il caso di farne una questione di stato, e personalmente penso che sia più importante quello che abbiamo da dirvi.”
Malvoleo avanzò e disse: “ Certo Amore, tutto quello che vuoi ma se non mangiamo c’è il rischio che io sbrani qualcuno e non solo per fame.”
E rivolse un’occhiata di Luryel, ma una rapida gomitata di Astaroth lo fece gemere.
Presero posto avanti al fuoco e mentre tutti prendevano la carne, Astaroth gli porse una scodella con della frutta, dicendo: “ Tu mangi non mangi carne, vero?”
Luryel gli sorrise e annuì, ringraziandolo.
Una volta che ebbero terminato Shenyur disse: “ Allora Luryel, vuoi dirci quello che è successo?”
L’angelo annuì e iniziò: “ Ho trovato un angelo moribondo che evidentemente era stato ucciso dall'assassino e prima di morire ha detto solo di andare a Rottenburgh.”
Malvoleo ghignò e disse: “ Che peccato, tutto quel delizioso sangue sprecato…”
E si leccò le labbra, ma Shenyur alquanto infastidito gli tirò un pugno sulla guancia e l’altro disse: “ Ma si può sapere che ho detto di male?”
Ma venne ignorato bellamente da tutti.
Berith disse: “ Rotthenburgh si trova un po’ più al nord, ma non capisco cosa può esserci di utile lì.”
Astaroth prese la parola e disse: “ Rotthenburg è un’antica città molto piccola che si dica essere il centro di un triangolo d’Espressione.”
Tutti lo guardarono interrogativi ma Luryel dissipò i loro dubbi dicendo: “ Un triangolo d’Espressione è l’insieme di tre forze diverse convogliate in un'unica superficie.
I tre vertici non sono altro che i punti medi della base di altri triangoli, all’interno dei quali è avvenuto qualche grande evento magico.”
Il Conte rispose: “ Esattamente. Per questo motivi partiremo domattina alla volta di Rottenburgh, ora filate a letto che domani non voglio sentire che vi fanno male le ali.”
E con ciò si alzò, andando a sdraiarsi sulla parete alla destra della fiamma.
Con un’occhiataccia Shenyur ordinò a Malvoleo di andarsene sul fondo ella grotta, il più lontano possibile da Luryel e Berith, capendo le indicazioni del suo principe, prese l’altro demone per un braccio e lo accompagnò sul fondo.
Il Demone si girò verso Luryel e disse: “ Puoi dormire tranquillo, nessuno ti farà niente.”
L’Angelo gli rispose: “ Grazie. Ma non è che poi loro hanno freddo? Per me non è un problema… si insomma se vogliono dormire più vicini al fuoco…”
Shenyur gli rispose : “ Lì staranno alla grande. Preferisci che mi allontani anche io?”
In cuor suo il sperava vivamente che Luryel gli chiedesse di restare e infatti la sua buona stella lo ascoltò perché l’Angelo gli disse: “ Se vuoi puoi andare, ma per me non è un problema se resti qui.” Bhè non era esattamente un “ti voglio qui con me” ma era certamente molto da parte di un Angelo.
E così si stesero tutti e due mentre Luryel si faceva passare un braccio sotto la testa a mo’ cuscino, non era abituato a dormire a terra.
Shenyur si allontanò solo un po’ per lasciargli il suo spazio e chiuse gli occhi addormentandosi.



Allora che ve ne pare? Vorrei rassicurarvi dicendo che il prox cap è già in cantiere e vedrò di aggiornare il prima possibile!
Ps non lasciatevi ingannare, Berith è piuttosto bravo con le barriere, quindi non è stato lui a sbagliare!

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Capitolo 6
*** Rottenburgh... ***


 
Salvee! Allora ora che è finita la scuola posso finalmente scrivereee!
Bene bene, voglio ringraziare Contessa Barthory per la recensione e soprattutto perchè mi farà da Beta!
Yeeee!!
Comunque vi lascio al capitolooo!!



... Rottenburgh...






Shenyur si era svegliato nel cuore della notte solo per vedere se Luryel stesse riposando bene e magari per godersi lo spettacolo del suo Angelo che riposava accanto a lui.
Ma quando aveva aperto gli occhi non lo aveva trovato accanto a sé e aveva sentito il cuore battere a mille, per fortuna gli bastò guardare fuori per vedere una piccola sagoma seduta per terra.
Uscì dalla grotta e si avvicinò piano per non spaventarlo disse: “ Ehi, non riesci a dormire?”
Luryel alzò il capo e gli rispose: “ Non volevo svegliarti.”
Il demone si sedette accanto a lui e lo guardò. Non disse niente perché non sapeva cosa dire, ogni suo singolo pensiero suonava tremendamente stupido e inopportuno.
A prendere la parola fu Luryel che gli disse: “Ho rivisto quell’Angelo morto in sogno.”
Shenyur lo guardò e gli rispose: “ Non doveva iniziare così e vorrei tanto dirti che non ci saranno più morti, ma stiamo seguendo la scia di un assassino. Purtroppo è così.”
Luryel stava tremando e non per il freddo.
Voltandosi verso il demone gli disse: “ Grazie per avermi abbracciato prima. Nessuno l’aveva mai fatto, ma mi ha fatto sentire… meglio…”
Shenyur respirando profondamente gli disse: “Non devi ringraziarmi. Vieni qui.”
E con questo gli circondò le esili spalle con un braccio e lo attirò a sé. Il corpo di Luryel era caldo, un calore tiepido come mille raggi di sole primaverile, il suo profumo era qualcosa di indescrivibile, qualcosa che lui non aveva mai sentito.
Quelle erano sensazioni che Shenyur non aveva mai provato.
Si staccarono a malincuore, o almeno il demone ne era dispiaciuto, e Luryel guardando vero l’alto disse: “ Questa dovrebbe essere la luna dei Fiori.”
L’altro lo guardò e disse: “ Sul serio?”
L’Angelo annuì e rispose: “ In paradiso abbiamo dodici Lune, e ogni mese ce n’è una diversa e per un solo giorno al  mese ne compaiono due contemporaneamente, per darsi il cambio nell’orbita. E poi ci sono le stelle, sono tantissime e brillano come tante lucciole, sono stupende soprattutto con la Luna del Grano perché le notti sono più calde e ci fanno restare fuori a guardarle.”
Il demone guardò la Luna e disse: “ Noi abbiamo una sola Luna, perennemente rossa e le stelle ammesso che ci sono non si vedono mai.”
Luryel lo guardò e gli chiese: “ E’ triste essere un demone?”
Shenyur rise e disse: “ Per niente! Siamo liberi di fare tutto quello che vogliamo, non abbiamo regole e nemmeno freni. E invece essere un Angelo è triste?”
Luryel tirò un sospiro e disse: “ Bhè non saprei, dipende. Ci sono momenti in cui vorresti scappare e altri in cui non saresti capace di immaginare un altro posto in cui vorresti stare. Shenyur, io… devo dirti una cosa.”
L’altro lo guardò e gli rispose: “ Certo, tutto quello che vuoi.”
L’Angelo si strinse le mani e chinando il capo disse con voce flebile: “ Ecco, domani io… non posso volare.”
Il Demone inclinando il capo gli chiese: “ Per quale motivo?”
L’altro con voce ancora più bassa disse: “ Io… vedi io… non ho le Ali. E’ per questo che hanno mandato me e non volevo che voi lo sapeste, solo che ormai…”
Shenyur rimase perplesso.
Un Angelo senza ali?
Un Serafino, uno dei Cerchi Nobili, la Perfezione fatta Angelo non aveva le Ali?
Ma che razza di storia era mai questa?
Comunque quello non era di certo il momento di farsi delle domande.
Guardando Luryel gli disse: “ Tranquillo, parlerò io con Astaroth domattina e andremo a piedi io e te, mentre gli altri se lo riterranno opportuno ci precederanno in volo. Io non ti giudico per il fatto che ti manchino le Ali… so che è difficile, ma devo chiederti di fidarti quantomeno di me, altrimenti sarà impossibile collaborare. Ti fidi di me?”
Luryel aveva quasi le lacrime agli occhi, non credeva che la prendesse così bene, come minimo si aspettava una risposta alla Mikaeles 2, ma ora la cosa veramente strana era che un Demone gli stava chiedendo di fidarsi di lui e cosa ancora più strana, lui sentiva di potersi fidare di Shenyur!
Roba da non credere!
Guardandolo negli occhi cremisi gli disse: “ Certo, mi fido di te.”
L’altro sorrise.
Mentre Luryel tornava a guardare il ciel Shenyur si prese un po’ di tempo per lasciare vagare il suo sguardo sul corpo dell’Angelo, reso splendete dai raggi lunari.
Le gambe erano lisce e magre, il bacino stretto e l’addome piatto, le spalle erano esili e il collo ricordava tanto quello di un cigno, candido e morbido; i lineamenti del volto erano delicati, le labbra rosse e gli occhi di tre colori.
Shenyur immaginò solo per un istante quale afrodisiaca sensazione potevano risvegliare le labbra di Luryel sulle sue.
 
Astaroth di era svegliato nel bel mezzo della notte, per controllare che tutto fosse apposto e nel momento in cui non trovò né Shenyur né l’Angelo rimpianse amaramente di essersi addormentato.
Se quell’ idiota del Principe aveva toccato quell’Angelo prima di lasciarlo in pasto agli Arcangeli lo avrebbe ucciso lui, parola di Demone Superiore!
Uscì dalla grotta quasi correndo e una volta fuori rimase di stucco quando vide quei due seduti tranquillamente vicino.
No, fermi tutti… Shenyur aveva avuto la possibilità di darsi da fare con un Angelo e non l’aveva fatto?
L’apocalisse era vicina allora!
Impossibile, quello non era il principe che aveva cresciuto.
Schiarendosi un po’ la voce fece si che i due si girassero verso di lui e guardando il Demone gli disse: “ Shenyur, vieni devo parlarti.”
Il Principe si alzò e lo raggiunse, mentre l’Angelo gli rivolgeva un saluto.
Astaroth ricambiò il più cordialmente possibile e appena il suo interlocutore fu ad una distanza adeguata gli afferrò un braccio sibilando: “ Cosa ti passa per la testa?”
L’altro si liberò infastidito e gli rispose: “ Non gli farei mai niente di male. Non a lui.”
Il Demone Superiore come colpito al volto gli disse: “ Non a lui? Ora dici così, ma tu sei un Demone e lui un Angelo. Il tuo niente di male è qualcosa di terribile per lui. Mettitelo in testa.”
Shenyur gli sibilò velenoso: “ Ti ripeto che non voglio in alcun modo fargli del male. Ora pensiamo a cose serie, domani non possiamo andare in volo.”
L’altro sbuffò spazientito e gli rispose: “ E per quale motivo?”
Il Principe si voltò per un po’ verso Luryel, ma poi tornò a guardare negli occhi Astaroth e gli disse: “ Non ha le ali.”
Il Demone corrugò la fronte e rispose: “ Non ha le ali? Scusa, ma avrà ormai cinque Lunazioni, deve avere le Ali!”
L’altro gli disse: “ Bhè non ce le ha e nessuno dirà una parola in merito a questo fatto, lo sappiamo solo io e te.”
Astaroth annuì e disse: “ Vai a svegliare gli altri, tanto ormai si è fatto giorno.”
Shenyur annuì e si diresse verso il fondo della caverna, Berith si svegliò immediatamente, senza fargli perdere tempo, ma svegliare Malvoleo fu un’impresa titanica. Il demone infatti non solo ignorò bellamente ogni minaccia di Shenyur, ma ebbe anche il coraggio di mormorare di voler dormire altri cinque minuti, ricevendo così il primo pugno della giornata.
Al suo risveglio il demone si alzò scuotendosi di dosso la polvere e raggiunse gli altri, uscendo con le mani incrociate dietro la nuca e stiracchiandosi in seguito.
Al vederlo Luryel disse: “ Buongiorno…” L’altro gli sorrise e disse: “ Oh  ‘giorno Laryel.”
L’Angelo strinse impercettibilmente gli occhi e disse: “ Luryel.”
Malvoleo lo fissò e disse: “ Si, quel nome lì insomma. Bene, che si fa?”
Astaroth disse: “ Faremo in questo modo, io te e Berith andremo in volo, facendo una deviazione verso nord per passare dal gruppo di Demoni che si è trasferito qui, mentre Shenyur e l’Angelo andranno direttamente verso Rottenburgh.”
Malvoleo disse: “ E perché dobbiamo dividerci?”
Astartoh sbuffò portandosi una mano agli occhi e disse: “Certamente, portiamo l’Angelo in un covo di Demoni dopo un solo giorno! Idiota!”
L’altro ghignò e disse: “ Bhè, ma tecnicamente essendo Shenyur il Principe dovrebbe andare lui dai Demoni e così posso andare io con Liryel.”
Il Demone chiamato in causa gli ringhiò contro: “ Scordatelo. E poi si chiama Luryel, non Liryel.”
Malvoleo alzò le mani e disse: “ Ok, facciamo finta che io non abbia parlato.”
Berith disse ad Astaroth: “ Astaroth, ho disegnato il percorso come mi avevate chiesto e ne ho fatte due copie. Tecnicamente dovremmo incontrarci qualche centinaio di metri prima di Rottenburgh.”
Il Demone Superiore annuì e disse: “ Ottimo lavoro Berith.”
Malvoleo prese la carta dalle mani dell’amico e guardandola disse: “ Ma che razza di percorso è? Non si capisce niente.”
Il Demone con gli occhiali scosse la testa e disse: “ Per forza zuccone, la tieni al contrario!”
Astaroth spalancò le Ali e disse: “ Ora ci conviene partire, a dopo. Shenyur? Occhi aperti.”
Il Principe annuì e si diresse verso il bosco seguito dall’Angelo.
 
Luryel seguiva e imitava ogni movimento di Shenyur e tutto questo per evitare di cadere.
I rami caduti e i sassi erano un percorso impossibile per lui e soprattutto lo innervosiva il fatto di non sapere in che direzione dovessero andare.
Accelerando il passo affiancò Shenyur e gli chiese: “ Dove siamo?”
L’altro abbassò la cartina e gli indicò un punto sulla mappa rispondendogli: “ Siamo ad un quarto del cammino, se vuoi possiamo fermarci un po’.”
Luryel scosse la testa e disse: “ No, prima arriviamo e meglio è.”
E continuò a camminare.

Arrivatono a Rottenburgh nel tardo pomeriggio.
Astaroth, Berith e Malvoleo erano già arrivati e li avevano aspettati all’ingresso della città.
Bhè tanto per iniziare quella non era una vera e propria città, era un agglomerato di case e palazzi circondato da mura antiche che stonavano completamente con la modernità degli edifici, le luci iniziavano ad accendersi e il cielo si scuriva e si copriva di nuvole, mascherando le stelle e nascondendo la Luna.
Le misure di sicurezza erano blande e le sentinelle pressoché assenti, ma soprattutto i cinque trovarono estremamente facile raggiungere il palazzo principale.
Al centro del perimetro c’era una sorta di grande costruzione con più di una torre e tanti blocchi di altre costruzioni che si arrampicavano l’uno sull’altro; le strade erano bagnate e scivolose e l’acqua scorreva in piccoli rigagnoli ai lati della strada.
Radi cespuglietti di erba selvatica si affacciavano tra l’asfalto consumato e i vicoli si estendevano a perdita d’occhio in tutte le direzioni.
Le insegne delle varie attività commerciali erano per la maggior parte aperte e i vari locali notturni iniziavano ad animarsi.
Ma per le strade non c’era nessuno.
Era come se tutti preferissero restare al chiuso e non a causa del mal tempo.
Una volta giunti davanti all’ingresso principale furono scortati da due guardie che avevano tutta l’aria di essere dei Combattenti e li fecero accomodare in un ufficio.
Le pareti erano ricoperte da carta da parati rosso-bordeaux, delle lampade a muro emanavano una luce soffusa e numerosi vassoi di fiori secchi riempivano l’aria di uno stucchevole e fastidioso profumo.
Luryel starnutì un paio di volte.
Il pavimento era in legno scuro e lucido, ma era in gran parte coperto da un pesante tappeto persiano, un tavolino in mogano con un ripiano in marmo nero spiccava tra le comode poltroncine imbottite, mettendo in bella mostra il suo rifornimento di liquori di ogni genere, mentre un caminetto illuminava il tutto, diffondendo un costante calore.
Luryel prese posto accanto a Shenyur e guardò Malvoleo accomodarsi con malagrazia su una poltroncina alla sua sinistra, mentre Astaroth restava in piedi e Berith prendeva posto accanto al Gran Demone.
Dopo pochi istanti la pesante porta intagliata alle loro spalle si aprì cigolando e un Demone dalla lunga chioma viola fece il suo ingresso.
I capelli erano fermati all’altezza delle orecchie da due fermagli di metallo intagliati, i grandi occhi  purpurei avevano quasi una forma a mandorla e erano circondati da una spessa linea di trucco nero, l’abbigliamento era costituito da un paio di raffinati pantaloni di pelle e tessuto, con una giacca lasciata lascivamente aperta e una camicia rossa in seta sbottonata in gran parte.
Dal collo niveo del Demone pendeva una collana con un simbolo vagamente somigliante ad una stella a otto punte che aveva nel mezzo una pietra rosso lavico e le mani erano completate da lunghe unghie laccate e appuntite.
La voce del Demone era calda e suadente e questi disse: “ Mio Principe… da quanto tempo! Noto con piacere che i vostri poteri crescono sempre di più e anche voi Astaroth… vi trovo bene…”
Il gran Demone ghignò sbilenco.
Con le labbra contratte disse: “ Risparmi i tuoi elogi per il tuo signore, Asmodeo. Non siamo venuti qui per farci omaggiare e adulare inutilmente.”
L’altro sorrise e reclinò il capo all’indietro dicendo: “ Lo vedo, lo vedo… e a quanto pare avete portato anche della compagnia… dell’ottima compagnia…”
E il suo sguardo malevolo si andò a posare su Luryel che dal canto suo non si intimidì, ma affrontò le occhiate audaci senza problemi, ignaro del vero significato di quelle parole.
Il Demone continuò: “ Che cosa affascinante… un Angelo dai capelli scuri e gli occhi viola e rossi… Inebriante…”
Shenyur digrignò i denti e Astaroth fu costretto a lanciargli più di un’occhiataccia per farlo rientrare nei limiti.
L’altro rise di più e continuò: “ Bhè in qualità di Vicepreside vi porgo il mio più caloroso benvenuto all’accademia per Angeli e Demoni di Rotthenburgh, posso chiedervi cosa vi porta qui?”
Malvoleo sbuffò e disse: “ Oh per tutti i Diavoli minori un’altra accademia? Non ci sono bastati dieci anni con Astaroth come precettore?”
Tutti lasciarono scorrere il polemico commento del demone e Berith rispose: “ Siamo venuti qui per motivi di studio.”
Astaroth apprezzò l’intervento del più giovane, era intelligente il ragazzo.
Asmodeo si sistemò bene sulla poltrona e rispose: “ Stupefacente! Bene allora se è così vi auguro una buona permanenza qui con noi e…”
Non riuscì a finire la frase che la porta si spalancò di nuovo.
Questa volta entrò una creatura dai lunghi capelli bianchi con riflessi lilla e occhi color acquamarina.
I lineamenti erano gentili e i vestiti bianchi armonizzavano la figura con ampi panneggi;
i capelli erano adornati con un singolo fermaglio in madreperla bianco intagliato e ai polsi portava dei bracciali larghi in argento.
La sua presenza fu come una folata di aria fresca.
La sua voce era come brezza al mattino e voltandosi verso il Vicepreside disse: “ Asmodeo, quante volte devo ripeterti che non puoi accogliere solo tu gli ospiti? Perdonate la mia interruzione, io mi chiamo Remiele e non ho potuto non sentire la presenza di un mio simile in mezzo a voi. Sono anche io il Vicepreside e ho il compito di amministrare gli studenti Angeli in questa scuola.”
Poi guardando Luryel si profuse in un lungo inchino e con voce rispettosa disse: “ Vostra Grazia, è un onore averla qui.”
L’Angelo arrossì e gli rispose: “ Non chiamarmi Vostra Grazia, il mio nome è Luryel e il piacere è tutto mio.”
Asmodeo digrignando i denti e mugugnando per essere stato messo in disparte disse: “ Bene bene… non perdiamo altro tempo. Da quel che ho capito volete diventare nostri studenti… e sia. Firmate qui e io vi darò la disposizione delle camere.”
Remiele prese di nuovo la parola ignorando il collega e disse: “ Qui non ci sono divisioni tra angeli e demoni, a patto che ci sia una convivenza civile.”
Il demone sorrise e rispose: “ Appunto. Fuori troverete una guardia che vi accompagnerà nelle vostre stanze e questa è la divisione delle camere. Domattina la colazione è nella sala principale dalle sette alle nove e riceverete un programma con le lezioni da seguire. O mi raccomando, la divisione delle stanze non può essere cambiata.”
Astaroth prese il foglio chiuso in una busta e disse: “ Non ti aspetterai che segua anche io le lezioni?”
L’altro ghignò e disse: “ Certo che no… ma non puoi nemmeno gironzolare in torno come niente fosse quindi da domani darai una mano ad uno di noi… sono sicuro che non vedi l’ora di rivederlo!” Astaroth corrugò la fronte fissando in cagnesco l’altro, ma poi uscì senza salutare.
Luryel si inchinò di fronte a Remiele e l’altro gli disse: “ Vostra Gra… Ehm Luryel di qualunque cosa abbiate mai bisogno rivolgetevi pure a me.”
L’Angelo sorrise e gli disse: “ Grazie mille.”
Qundo uscirono fuori si incamminarono a passo svelto dietro la sentinella.
Uscirono di nuovo fuori e si diressero verso ovest imboccando in vicoletto stretto che di apriva tra due palazzi.
Svoltarono un paio di volte a sinistra e una a destra fino a quando non arrivarono in una zona più isolata, dove i lampioni era quasi del tutto spenti.
Avanti a loro si ergeva una costruzione abbastanza grande di circa tre piani, collegata tramite una specie di ponte in ferro ad una di fianco.
Le pareti esterne erano si cemento scrostato qui e là e in alcuni punti di intravedevano le strutture in ferro arrugginito; il portone era nero e completamente laccato e accanto a esso c’era una targhetta argentata con su scritto: “Lato Ovest-Blocco 7”
Entrarono e la sentinella diede le chiavi ad Astaroth, guidandoli poi su per le scale in marmo.
Alcuni gradini erano scheggiati e il passamano era arrugginito e spigoloso, i muri erano pieni di umidità dovuta all’impervio clima e solo una lampada a muro illuminava appena tutto l’ambiente. Salirono tre rampe di scale, oltrepassando tante porte con tutte un numero sopra.
Arrivarono all’ultimo piano e la guardia si voltò verso di loro dopo essersi fermata di fronte a tre stanze vicine nell’ala sinistra del corridoio.
Sulle porte c’erano i numeri 306-307-308. Senza salutare la guardia scomparve giù per le scale.
Malvoleo si passò una mano in fronte e disse: “ Però, che accoglienza!” Astaroth aprì la busta e dando un’occhiata imprecò e guardando verso i ragazzi disse:“ Secondo la divisione io sono nella 306… e Luryel e Malvoleo nella 307 mentre Berith e Shenyur nella 308.”
Shenyur gli strappò il foglio di mano e accartocciandolo disse: “ Non se ne parla proprio.”
Malvoleo scoppiò a ridere e disse: “ Bhè è proprio destino allora!”
Shenyur lo fulminò e gli disse: “ E’ inutile. Tu dormirai con Berith e io con Luryel, mettitelo in testa!”
Berith gli disse: “ Shenyur non possiamo causare casini subito e lo sai che la disposizione non può essere cambiata…”
Il Principe lo guardò in cagnesco e disse: “ Non me ne fotte.”
Luryel tentò di dire: “ Bhè ma se hanno deciso così per me non è un problema… voglio dire non dovete mettervi nei guai per colpa mia…”
Astaroth posò una mano sulla nuca di Shenyur e gli disse: “ L’Angelo ha ragione, quindi ora non fare casino e muoviti.”
Entrarono così nella stanza 307. La camera era abbastanza grande, le pareti erano tinteggiate di bianco che ora era abbastanza ingiallito e in alcuni punti c’era qualche macchia di umidità; dal soffitto pendeva un lampadario spoglio e in vetro trasparente, sulla parete opposta alla porta c’erano due scrivanie e una sola finestra con pesanti tende di velluto guardava sui tetti del palazzo di fronte e sulla parete a fianco si apriva una porta che dava sul bagno.
C’era un unico problema.
Il letto era un letto matrimoniale.
Malvoleo ghignò e disse: “ Io lo prendo come un invito esplicito…”
Shenyur gli tirò un pugno sotto lo zigomo e con un gesto dalla mano divise i due letti, spedendoli ai lati opposti della stanza.
Volendo quello di Malvoleo lo avrebbe buttato anche fuori  dalla finestra.
Le altre due camere erano identiche tra loro e dopo aver sistemato le loro cose tutti si ritrovarono nella stanza 307.
Astaroth si sedette sulla sedia e accanto a lui si mise Berith, mentre Luryel si mise a gambe incrociate sul letto e Shenyur si mise accanto a lui, gettando a terra Malvoleo che rimase sul pavimento.
Il Demone superiore disse: “Bene allora io non so cosa siamo venuti a fare qui, ma conto di scoprirlo in poco tempo perché questo posto non mi piace per niente.
Ovviamente la nostra missione deve rimanere un segreto.”
Tutti annuirono seriamente e Astaroth li guardò e disse: “ Filate a dormire… Mi sembra di fare la balia… e con ciò si alzò e andò via.”
Shenyur afferrò Malvoleo per un braccio e lo trascinò fuori inchiodandolo al muro.
Digrignando i denti gli disse: “ Io non so che razza di scherzo sia questo, ma sappi che io sono nella stanza affianco e appena sento solo qualcosa che non mi piace, vengo qui e ti castro al momento. Te lo ripeto un'altra volta: mettigli le mani addosso e non tornerai nell’Averno.”
Malvoleo si liberò e gli disse: “ Tranquillo amico, non trattarmi come un criminale, lo lascio tutto a te!”
E con ciò entrò in stanza seguito da Shenyur che era incavolato come un temporale.
Il Principe si avvicinò a Luryel e gli disse: “ Se succede qualcosa, una qualunque cosa non esitare a chiamarmi. Ti autorizzo a picchiarlo se sei capace e puoi fargli anche tanto male. Dormi bene.” Luryel sorrise e gli disse: “ Grazie, dormi bene anche tu… Buona notte Berith!”
Il demone con gli occhiali sorrise e gli disse: “ Anche a te Luryel.”
E con ciò uscirono.
Arrivati nella loro stanza Shenyur disse: “ E’ inutile che separiamo i letti, vero?”
L’altro annuì e disse: “ Cerca di dormire e di non pensarci. Non gli farà niente… non con Astaroth nei paraggi almeno!”
Shenyur si sedette e sbuffò dicendo: “ Malvoleo è imprevedibile. E’ questo che mi preoccupa.”
Berith si mise un pigiama in seta rossa e gli disse: “ Sta tranquillo… senti io vado un attimo da Astaroth… torno subito…”
L’altro lo lasciò uscire e si stese sul letto, togliendosi la maglia e le scarpe.
Berith bussò leggermente alla porta del demone e una voce roca gli rispose: “ Vieni, entra Berith.”
L’altro abbassò la maniglia e entrò, chiudendosi la porta alle spalle. Il demone in piedi di fronte alla finestra, completamente a dorso nudo.
Le spalle larghe erano irrigidite e i muscoli sulla schiena erano contratti mostrando l’agitazione e il nervosismo.
Berith gli disse: “ Ho esaminato le barriere e tutti i mezzi di difesa di cui dispone questo posto e devo dire che è il luogo ideale per un assassino. Le barriere sono pressoché inesistenti e l’accesso e permesso a creature di ogni tipo, inoltre anche la struttura della cittadella è ottima per nascondersi. Ci sono moltissimi vicoli e vicoletti con addirittura un sistema di condotti sotterranei.” Astaroth disse: “ Allora forse siamo nel posto giusto. Grazie Berith.”
L’altro si aggiustò gli occhiali e disse: “ Ti serve altro?”
Astaroth lo guardò e disse: “ Solo un massaggio e il cadavere di Malvoleo.”
Il demone con gli occhiali disse arrossendo: “ Bhè il secondo non posso dartelo… ma il primo…”
Il Demone superiore lo guardò e gli disse: “ Si dai, vieni qui.”
E si sedette sul letto.
Berith si inginocchiò dietro di lui e posò le mani sulle spalle per cercare di alleviare la tensione dell’altro.

Intanto sia Malvoleo che Luryel si stavano sistemando.
Il Demone lo guardò e disse: “ Ehi Leryel, io vado a farmi una doccia. Mi vuoi fare compagnia?”
L’Angelo arrossì non capendo cosa intendesse e rispose: “ No e comunque mi chiamo Luryel.”
L’altro alzò le spalle e entrò in bagno, lasciando i vestiti tutti scomposti sulla sedia.
Luryel si stese sul letto e prese un libro che si era portato, mettendolo sul comodino.
Provò a chiudere gli occhi ma senza riuscirci e così optò per mettersi a disegnare.
Questa volta però non disegnò Angeli o cose simili, ma disegnò l’accademia enfatizzando ogni dettaglio e ritraendola quasi come un essere vivente.
A distrarlo fu Malvoleo che uscì dal bagno completamente bagnato con i capelli appiccicati al volto e solo un asciugamano legato ai fianchi, Luryel girò il volto imbarazzato e cercò di continuare a disegnare, ma Malvoleo si andò a stendere sul letto senza rivestirsi.
L’Angelo lo guardò e gli chiese: “ Posso farti una domanda?”
L’altro si girò su un fianco e disse: “ Certamente!”
Luryel gli chiese: “ Perché Shenyur non voleva che noi stessimo in stanza insieme?”
Malvoleo lo guardò un po’ sorpreso, ma poi gli rispose: “ Teme che come minimo io possa saltarti addosso.”
Luryel rimase confuso a questa risposta e Malvoleo notò questo e gli disse: “ Aspetta un attimo… Tu non sai niente di cosa può succedere tra due persone nella stessa stanza con un letto?”
Luryel era più confuso di un mare in burrasca e fece segno di no con la testa.
L’Angelo disse: “ Cosa può succedere? Me lo puoi spiegare?”
Malvoleo ghignò e disse: “ Meglio… te lo faccio vedere…” E incatenò il suo sguardo a quello dell’Angelo. Nella mente di Luryel iniziarono a comparire immagini dai contorni poco definiti e l’unica cosa che riuscì a vedere erano due ragazzi avvinghiati l’uno all’altro.
Tra uno dei due riconobbe Shenyur e lo vide chinarsi a baciare sulle labbra un altro demone per poi prenderlo e gettarlo su un letto, stendendosi addosso al ragazzo e iniziando a togliergli i vestiti. Intanto Malvoleo si era avvicinato a Luryel e gli aveva preso il mento tra le dita, sussurandogli all’orecchio: “ Tutto quello che vedi potrebbe accadere ora… devi solo dirmi di si…” La visione cambiò, mostrando Luryel e Malvoleo stesi sul letto, ma preso dall’euforia il demone non si accorse che le sue visioni si stavano espandendo e le onde delle immagini arrivarono anche al cervello di Shenyur. Il demone si svegliò di soprassalto, allarmato dalle immagini che gli scorrevano nella mente.
Tutto avvenne improvvisamente.
La mano si Shenyur che sfondava e si stringeva alla gola di Malvoleo, spedendolo dritto contro il muro.
Le visioni si fermarono all’istante e Shenyur fissando con rabbia cieca l’altro disse: “ Ti uccido lurido bastardo!”
Attirati dai rumori Astaroth e Berith si fiondarono nella camera da cui proveniva il fracasso e una volta entrati Astaroth temette che fosse successo l’irreparabile.
La mano di Shenyur serrava con forza la trachea di Malvoleo che era completamente nudo, eccezion fatta per l’asciugamano e Luryel era seduto sul letto con il fiatone, lo sguardo vuoto e una manica del pigiama completamente scesa e i bottoni quasi tutti aperti.
Il suo primo pensiero fu evitare che Shenyur uccidesse Malvoleo e così li separò dicendo: “ Esigo delle spiegazioni!”.
Il Demone accusato gli disse: “ Gli stavo solo mostrando quello che si perde!”
Il Principe partì di nuovo alla carica, ma Astaroth lo prese di peso e lo gettò sul letto e guardando di nuovo Malvoleo gli disse: “ Giurami che non lo hai toccato. Giuramelo!”
Il Demone alzò le mani e disse: “ Non l’ho fatto.”
L’altro si voltò verso Luryel e disse: “ Non mi sembra il caso che tu continui a dormire qui. Stanotte resterai con me così almeno sarò sicuro.”
Ma la reazione di Shenyur sorprese tutti, il Demone in fatti prese in braccio Luryel e squadrandoli tutti disse: “ Trancerò le mani a chiunque si avvicinerà a lui, stanotte e le prossime notti starà con me.” E passando per lo squarcio nel muro andò in camera sua. Malvoleo si massaggiò la gola e Astaroth gli disse: “ Mettiti qualcosa addosso e dormi. Ora.”
E così uscì.
Il demone si infilò di nuovo in bagno e quando tornò nella stanza trovò Shenyur ad aspettarlo.
Il Principe gli disse: “ Mi fai schifo.”
L’altro lo squadrò e gli rispose: “ Per quale motivo?”
Scuotendo il capo l’altro disse: “ E’ un Angelo, lui non deve conoscere queste cose, lui è Puro e così deve restare.”
Malvoleo gli rise in faccia e disse: “ Non la pensavi così quando ci scopavamo tutti quegli Angeli indistintamente, vero? Eppure li ti piaceva vederli piangere mentre gli toglievi la purezza, ti divertivi.” Shenyur digrignò i denti e disse: “ Con lui è diverso.”
L’altro gli disse: “ Non farmi ridere, tu sei un Demone. Rispondimi seriamente: Se lo avessi trovato nel tuo letto esattamente come lo hai trovato prima non gli saresti saltato addosso? Lo avresti fatto.” Shenyur gli rispose: “ Va all’Inferno.”
Malvoleo gli rispose: “ Tanto è casa mia.”
E con ciò si mise a dormire.
Shenyur tornò in camera profondamente frustato e di pessimo umore.
Luryel lo guardò entrare e gli disse: “ Mi spiace…”
L’altro sorrise appena e gli disse: “ Non è colpa tua.”
L’Angelo lo guardò e gli disse: “ Non sapevo niente di quello che mi ha fatto vedere Malvoleo. A noi non è permesso amarci in quel modo.”
Shenyur lo guardò, così ingenuo e completamente alla sua disposizione e gli vennero in mente le parole di Malvoleo.
Aveva strappato la purezza e la verginità a tantissimi Angeli, ma con Luryel era diverso, seppur lo desiderasse non riusciva a fargli del male.
Stendendosi sul letto lo guardò e disse: “ Ora dormi.” Luryel ubbidiente annuì e chiuse gli occhi.




Fatemi sapere se vi piaceee!!

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Capitolo 7
*** Obbedienza...Mitezza...Purezza... ***


 Salve Genteeeeeeeee!! Allora come potete notare sto diventando più veloce con gli aggiornamenti e per vostra gioia (?) ho il prox capitolo quasi prontooo!!
Ahahahaha!!
Passiamo ai ringraziamentiiii!!!
Ringrazio Sasha29 e contessa barthory per le loro splendide recensioni e un grazie a tutti voi che leggete/seguite/preferite/ricordate la mia storia!!
Bene... ci vediamo a piè pagina con i chiarimentii!!


Obbedienza...Mitezza...Purezza...



Il mattino dopo Shenyur si svegliò per prima e dopo essersi stiracchiato si voltò a guardare il corpo che dormiva accanto al suo.
Bhè nella sua mente la scena era meno romantica e più movimentata. Molto più movimentata.
E il suo corpo, in particolare una parte, si stava immaginando tutta la scena.
Luryel dormiva beatamente, steso su un fianco e le mani nascoste sotto il cuscino, le gambe allungate e i capelli completamente fuori posto.
Il petto si alzava e si abbassava ritmicamente e le palpebre erano rilassate, permettendo alle lunghe ciglia di sfiorare le guance rosate.
Le labbra erano dischiuse e anche la maglia del pigiama era pigramente aperta in parte, mentre i pantaloni celesti erano spiegazzati e alla gamba sinistra si erano alzati fino al ginocchio.
Shenyur rimase a fissarlo incantato e senza accorgersene sfiorò con le dita i ricci che cadevano lungo le tempie, disegnando con le lunghe dita affusolate il contorno dello zigomo, per poi scendere a sfiorare le labbra.
Sapeva che doveva fermarsi prima di essere tentato di posare le sue labbra su quelle dell’Angelo per fortuna, o sfortuna, Luryel scosse la testa infastidito e aprì gli occhi sbilanciandosi indietro a causa della sorpresa, ma per fortuna le mani di Shenyur lo afferrarono e gli evitarono di cadere dal letto.
Il Demone lo lasciò e schiarendosi la voce disse: “ Volevo provare a svegliarti.”
L’Angelo gli rispose: “ Oh… bhè… in effetti non mi sveglio facilmente…”
Shenyur si alzò tirandosi il lenzuolo sull’inguine, giusto per non passare per un maniaco e si avviò verso il bagno dicendo: “ Faccio subito…” Luryel sorrise e disse: “ Si tranquillo…” E si alzò passandosi una mano tra i capelli.
Con sguardo interrogativo disse: “ Ehi Shenyur, ma Berith dove ha dormito?”
L’altro fece capolino dal bagno, sempre con il lenzuolo sull’inguine e disse: “ Non lo so…”
 
Camera 306

Nella camera 306 il Gran Demone guardava il suo coinquilino acquisito con un sorriso malizioso sulle labbra.
Berith era sempre stato il suo studente preferito e ora vederlo ancora dormiente nel suo letto gli faceva uno strano effetto… qualcosa di molto piacevole.
Astaroth salì sul letto e sfiorando con il volto i capelli del ragazzo gli morse sensualmente un orecchio, facendo sobbalzare l’altro che lo allontanò spaventato.
Il Demone scoppiò a ridere e gli disse: “ Però ieri non sembravi così spaventato…”.
Berith si tirò in piedi e gli disse: “ Sme…Smettila! Dove sono i miei occhiali che devo prepararmi o faremo tardi!”.
L’altro prese le lenti dal comodino e si avvicinò al ragazzo che fece per afferrare il metallo dei suoi occhiali, ma fu fermato dalle mani del Gran Demone che gli fecero scivolare le astine di metallo delicatamente sulle orecchie e una volta che gli occhiali furono a posto Berith si avviò verso il bagno prendendo un asciugamano.
Astaroth ghignò soddisfatto e si alzò per andare affacciarsi alla finestra e vide un pallido sole circondato da numerose nubi grigiastre, i tetti brillavano ancora di rugiada e la maggior parte delle finestre era ancora coperta dalle tende.
Si lasciò cadere sulla poltrona tornando serio e iniziando a rimuginare su un modo di scoprire quella faccenda dell’assassino il prima possobile.
 
Stanza 307

Shenyur era appena uscito dal bagno e aveva trovato Luryel con indosso solo i pantaloni che stava prendendo una camicia bianca.
Andando contro il suo vero volere si voltò dall’altro lato e disse: “ Scusami.”
L’Angelo lo guardò e gli disse: “ Bhè dopo quello che ho visto ieri sera puoi anche girarti, sul serio.”
Il Demone non se lo fece ripetere più di una volta e quando tornò a guardarlo Luryel aveva già indossato la camicia e ora stava annodando la cravatta.
La sua divisa era semplice, un paio di pantaloni neri con la rifinitura delle tasche in cotone argentato, una camicia bianca con il colletto contornato di azzurro pallido e i polsini con risvolti sempre azzurri e la cravatta bianca e celeste.
La giacca era nera, ma aveva bottoni in argento e su un taschino un paio di ali bianche ricamate.
La divisa di Shenyur invece comprendeva pantaloni neri con rifiniture rosse, camicia nera con colletto e polsini rossi, cravatta nera e rossa e la giacca era nera anch’essa, ma sul taschino aveva un paio di ali sempre nere tendenti al bordeaux.
Luryel si stava lisciando i capelli, spedendo alcune ciocche ribelli dietro le orecchie, mentre lui si rese conto di un problema: non sapeva fare un nodo alla cravatta.
Dannazione!
Non aveva mai voluto imparare e ora ne pagava le conseguenze.
Fermo in piedi malediceva tutte le anime dannate e si arrotolava la stoffa tra le dita cercando un compromesso col suddetto oggetto.
Luryel lo guardò un attimo e gli disse: “ Ehi… ti serve una mano?”
Shenyur un pochino sconsolato disse: “ Sarebbe l’ideale.”
L'Angelo si avvicinò e il Demone si sedette sul bordo del letto, le dita candide di Luryel gli aggiustarono la camicia e prese la stoffa della cravatta per poi ricavarne con estrema maestria un nodo stretto e regolare.
L’altro lo ringraziò e disse: “ Però, pensavo che voi portaste solo tuniche.”
L’Angelo gli rispose: “ Le tuniche sono per quelli che sono già stati ordinati e appartengono al proprio cielo, noi portiamo pantaloni e maglie e per le occasioni importanti anche cravatte.”
Shenyur gli disse: “ Bene, se siamo pronti, possiamo andare, qui c’è una sola copia della chiave vuoi tenerla tu?”
L’altro gli rispose: “ E’ meglio se la tieni tu, visto che stasera io dovrò tornare a dormire di là.”
Il Demone digrignò i denti e disse: “No. Tu stasera dormirai qui.”
E con questo se ne uscì seguito da Luryel.
In contemporanea uscirono anche Berith e Astaroth e nessuno fece domande sul perché i due stessero insieme, ma quando Malvoleo aprì la porta, ne uscirono insieme con lui altri tre ragazzi, di cui un Angelo.
Il Demone in questione aveva indossato la divisa, la portava la camicia slacciata in parte, la cravatta sciolta, non aveva la giacca e sul volto si leggevano ancora tutti i segni di una notte.
I tre ragazzi lo salutarono felici e cercarono di ricomporsi in qualche modo, mentre Malvoleo si passava una mano tra i capelli.
Quando si accorse delle occhiatacce degli altri Demoni disse: “Bhè non volevo dormire da solo… tutti voi avevate un compagno!”
Berith strinse i pugni e lo afferrò per un braccio dicendogli: “ Bhè fatti almeno sistemare!”
E con grande pazienza cercò di aggiustarlo o almeno di renderlo presentabile.
Quando ebbe finito il gruppo si avviò giù per le scale, uscendo all’aperto e seguendo le indicazioni per la sala principale.
Essendo le sette del mattino non c’era quasi nessuno per le strade, tranne qualche ragazzo reduce da una sbornia. Una volta arrivati misero piede nella stanza della colazione che era un’enorme mensa interamente pitturata di bianca con banconi di ferro sistemati lungo le pareti, i tavoli erano grigi e le sedie di legno e ferro sembravano completamente stonate con l’ambiente.
All’interno della sala c’erano quasi venti persone e circa cinque uomini che servivano da mangiare dietro i banconi.
Mentre si avvicinavano ai tavoli per occupare posto una voce cristallina li fece girare: “ Ehi scusa, sei tu Luryel?”
L’Angelo chiamato in questione si girò e trovò alle sue spalle un suo simile con i capelli castano chiaro e gli occhi verdi, più o meno della sua stessa altezza, ma un po’ più vecchio.
Luryel annuì e l’altro gli tese la mano dicendo: “ Remiele mi ha detto che c’era un Serafino, ma io non volevo crederci! Comunque piace io mi chiamo Gioel.”
L’altro strinse la mano e gli disse: “ Ma tu sei un Custode!” .
Gioel annuì e rispose: “ In cerca di un’anima da custodire. Ehi vieni che ti presento gli altri!”
Luryel si voltò verso il gruppo di Demoni e Astaroth gli diede il via libera.
Shenyur sospirò irritato e lanciò occhiate omicide a quel Gioel, ecco fatto! Si presenta un angioletto e addio Luryel!
Malvoleo gli posò un braccio attorno alle spalle e disse: “ E’ dura vederlo andare via, vero, mio Piccolo Principe?”
L’altro lo guardò in cagnesco e si diresse con passo veloce e pesante verso i tavoli.
Astaroth si portò esasperato una mano in fronte e cercò di calmarsi.

Gioel aveva trascinato Luryel dall’altro lato della sala e lo aveva condotto in mezzo tra altri due Angeli dicendo: “ Ehi! E’ lui il Serafino!”.
Inutile dire che tutte quelle attenzioni lo avevano reso nervoso e in più aveva dovuto chiedere circa quattro volte di essere chiamato Luryel e non Vostra Grazia.
Almeno quegli altri angeli erano simpatici… uno si chiamava Mattiel e aveva lunghi capelli biondi e profondi occhi mare e l’altro Eliorel aveva dei capelli biondo-rossi e occhi verdi.
Erano rispettivamente un Angelo della Saggezza e un Angelo della Fortuna.
Due gradi minori.
I quattro si diressero verso il tavolo vicino a quello dei Demoni e Luryel notò che Astaroth era già andato via.
Prese dell’Yogurt bianco e della frutta e si sedette con gli altri Angeli, mentre vide Shenyur e Malvoleo litigare di nuovo, per la duecentesima volta dall’inizio della mattinata mentre si dirigevano a prendere la loro colazione.
Proprio mentre era intento a prendere un’albicocca, una figura si fermò di fronte al suo tavolo e lui sentì Gioel e gli altri rabbrividire.
Alzando lo sguardo vide un Demone dai corti capelli neri e rossi con degli occhi cremisi che rispecchiavano le vere pene dell’Inferno che teneva un gomito poggiato sul tavolo e disse: “ Ma guarda un po’ qui chi abbiamo… un nuovo Angioletto… ti ho notato subito sai, è questo dovrebbe essere un onore per te. Gioel, perché non me lo hai presentato subito? Sai che non si fa così, vero?”
Luryel corrugò la fronte chiedendosi chi mai potesse parlare in quel modo e con tanta irriverenza ad un Angelo che era chiaramente terrorizzato.
Il Demone in un lampo comparve alle spalle di Luryel e Gioel e disse al Custode: “ La pagherai abbastanza cara per questa tua mancanza, lo sai cucciolo?”
L’Angelo si strinse di più su se stesso e Luryel sentì crescere dentro uno strano sentimento e allora disse a quel demone: “ Tu non puoi parlargli così!”
Tutta la sala cadde nel silenzio più profondo e molti si voltarono a guardare nella loro direzione.
Il Demone ghignò e disse: “ Sei il primo Angelo che si permette di dirmi cosa posso o non posso fare… sapevo che saresti stato molto interessante…”
Luryel si innervosì ancora di più e i suoi occhi diventarono completamente rossi, lasciando basiti i tre Angeli che non sapevano come reagire, mentre il Demone commise il grave errore di provare a sfiorare Luryel, ma una mano lo fermò prima che potesse toccare il volto dell’Angelo.
Shenyur aveva lo sguardo completamente in fiamme e con voce tenebrosa disse: “ Belial… non fare gesti di cui potresti pentirti…”
L’altro Demone rise e disse: “ Ma che sorpresa! Il diletto figlio di Lucifero sceso tra noi! A cosa dobbiamo quest’ onore? Il tuo paparino ti ha mandato qui per procurarti qualche altro Angioletto caduto con cui riempire il vostro cadente regno?”
Shenyur lo afferrò per il colletto, ma quel suo gesto fece alzare quasi metà dei demoni presenti che sembravano pronti a scendere in campo per difendere Belial. Dannazione! Il Principe disse: “ Sono discorsi stupidi i tuoi, esattamente come quelli di tuo padre.
E ora fammi il piacere e levati di torno.”
Belial ghignò e disse: “ Sono anche io un Principe, non scordarlo. E comunque Luryel, io non avevo mai visto un Angelo con gli occhi rossi, che scherzo del creato sei?”
L’Angelo si alzò in piedi e guardandolo storto disse con voce cupa: “ Certamente uno scherzo migliore di te!”
E con ciò prese Gioel per un braccio e uscì dalla sala.
L’Angelo Custode una volta usciti fuori disse: “ Mi spiace che non ho saputo dire niente… ma vedi Belial è arrivato da meno di una settimana e già ha in pugno l’intera accademia. Merito di Asmodeo che lo appoggia qualunque cosa faccia, e il peggio è che seguiamo anche gli stessi corsi. Spera solo che non ti abbia preso di mira, si dice che sia stato lui ad uccidere i tre Angeli che sono stati trovati morti per le strade e tutto questo solo perché avevano eclissato le sue attenzioni. Comunque ora andiamo che altrimenti facciamo tardi.”
Incamminandosi per i corridoi arrivarono al terzo piano dove entrarono in una classe dall’alto soffitto con ampie vetrate e banchi in legno sistemati su dei gradoni.
Dall’alto pendevano riproduzioni di pianeti e del cielo, con mille costellazioni disegnate e tutti i cicli lunari.
Mentre sul pavimento al centro della sala era disegnato in enorme cerchio rosso, diviso in due parti e ognuna di queste ricca di montagne alte e pianure deserte.
Gli unici punti abitati erano due enormi città, che erano divise da un fiume rosso e nero chiamato “Acheronte”.
Malvoleo entrando in classe disse: “ Uh ma che carino! Hanno fatto un disegno di casa nostra!”
Berith lo guardò storto e andò a prendere posto al banco dietro a dove si erano sistemati Luryel e gli altri Angeli.
Shenyur arrivò poco dopo e si sedette accanto all’amico, mentre l’Angelo era ancora in piedi e al fianco di Gioel guardava il soffitto con occhi spalancati e dopo averci riflettuto un po’ disse: “ Ecco! Quello è il cielo dove sono cresciuto io!”
Shenyur guardò il punto indicato da Luryel e si accorse di quanto fosse vicinissimo alla macchia di Luce al centro del ritratto; con una scrittura rossa in corsivo elegante si leggeva c’era scritto: Seraphim.
Guardò poi in basso dove sul suo regno c’era scritto a caratteri squadrati e capitali: Fosforos* , mentre dall’altro lato c’era scritto: Velzevoúl**.
Intanto avevano fatto il loro ingresso in classe due professori un Angelo e un Demone.
Il primo indossava un paio di pantaloni blu e una casacca sempre blu con sopra una luna e le stelle disegnate in argento e aveva lunghi capelli blu e occhi zaffiro, mentre il secondo indossava dei pantaloni neri e una casacca rossa, con sopra disegnata l’unica stella dell’Inferno in oro e aveva corti capelli neri-blu e occhi neri.
L’Angelo si portò al centro della stanza e iniziò: “ Benvenuti a tutti voi il sono l’angelo Asteriele*** e sarò il vostro insegnante di Astronomia, mentre lui è Nefelome*****.
Come sapete questi corsi non sono separati tra Angeli e Demoni e per questo vi chiediamo massima collaborazione, bene detto ciò possiamo iniziare. Vi ora vi chiedo di seguire le indicazioni e cambiare posto mettendovi un Angelo e un Demone vicini. Tutto questo perché oggi dovremo iniziare a compilare una mappa completa di Paradiso e Inferno e dovrete collaborare per riuscire ad ottenere dei risultati.”
Nefelome si fece avanti e disse: “ Fate in fretta, abbiamo solo due ore.”
Shenyur si alzò e si andò a sedere accanto a Luryel alla sua destra, mentre Belial si mise alla sua sinistra vicino a Gioel.
Malvoleo invece si era seduto accanto a Eliorel e Berith accanto a Mattiel. Al cenno dell’Angelo comparvero dei grandi fogli bianchi e due pacchi di penne e matite e Asteriele disse: “ Vi ricordo che dovete anche disegnare, non vale scrivere solo i nomi. Buon lavoro!”
Shenyur disse: “ Io non so disegnare, sul serio faccio pena!” Luryel rise e gli rispose: “ Bhè tranquillo, io me la cavo abbastanza. Qualcosa riusciamo a farla! Vediamo un po’… allora tu tracci le linee per posizionare le varie cose e io le disegno, va bene?”
Shenyur annuì e rispose: “un piano perfetto!”
E così si misero all’opera collaborando alla grande.
 
 
Astaroth con suo grande scontento si stava di nuovo recando nell’ufficio di quell’essere di nome Asmodeo.
Le loro antipatie risalivano ai tempi della caduta, quando il Demone aveva tentato di ucciderlo per ordine di Belzebù e in seguito dopo aver fallito aveva abbandonato il regno.
Ma ora il fatto che uno dei demoni superiori del regno di Velzevoul fosse lì a Rottenburgh non giocava per niente a loro favoro, chissà quella mente malata cosa stava tramando.
Arrivato di fronte alla grande porta dell’ufficio la spalancò senza bussare e la richiuse rumorosamente alle sue spalle, per poi voltarsi a guardare all’interno e dovette trattenersi dall’imprecare.
Seduto su una poltrona c’era un demone dai lunghi capelli neri e gli occhi grigi e neri con un tatuaggio nobiliare sul collo.
Moloch.
Il Gran Duca di Belzebù era seduto a gambe accavallate di fronte al caminetto e da un bicchiere sorseggiava del sangue fresco rosso intenso che Astaroth riconobbe essere sangue di Angelo. Dannazione loro avevano un Angelo di alto rango, il cui sangue era il più puro di tutti e se i demoni si nutrivano di sangue angelico quello era un bel casino.
Asmodeo lo salutò dicendo: “ Mio caro Astaroth, non sei contento di rincontrare Moloch? Vieni siediti stavamo appunto parlando di te!”
Il Demone di Lucifero si sedette di fronte al Duca e rifiutò la coppa di sangue che gli venne offerta.
Se avesse riassaggiato sangue Angelico sarebbe saltato addosso a Luryel richiamato dalla stessa linfa vitale.
Moloch gli disse: “ Ho visto che sei qui col tuo Principe… lo stesso destino ci accomuna.”
Astaroth trasalì.
Questo significava che quel pazzoide maniaco di Belial era lì?
Ma quanti guai dovevano ancora esserci?
Asmodeo rise e disse: “ Bene bene, visto che tutti e due siete qui con i vostri Principi immagino che ne vedremo di tutti i colori… e poi non so se ne sei a conoscenza Moloch, ma abbiamo anche un Serafino tra noi! E’ stato proprio il caro Astaroth a condurlo qui.”
Moloch versò il sangue di Angelo nel caminetto e disse: “ Allora sia io che Belial potremo smetterla con sangue di custode, mi fa immensamente piacere.”
Il Demone di Lucifero scattò in piedi e disse: “ Questa riunione non mi piace per niente, io me ne vado.”
Ma la porta si bloccò e Asmodeo disse: “ No, mio caro… durante le lezioni non puoi girovagare per l’istituto… ti rilasceremo questa sera, così trascorreremo un po’ di tempo insieme.”
Astaroth fu costretto a sedersi e pregò nella sua testa che Shenyur si prendesse cura di Luryel.
 
 
“Però! Sei bravissimo a disegnare!”
esordì Shenyur guardando il capolavoro che aveva creato Luryel con una semplice matita, ogni singola linea del disegni era perfetta, i fiumi  e le montagne sembravano reali e le due regge erano perfettamente identiche a come lui le aveva descritte.
L’Angelo arrossì leggermente e disse: “ Bhè, grazie…!”
Allo scadere delle due ore consegnarono i lavori e Asteriele disse: “ Domani vi porteremo i voti. La vostra giornata si conclude qui, essendo le undici avete un’ora libera e poi il pranzo. Confido che nel pomeriggio vi mettiate tutti a studiare, buona giornata!”
Nefelome disse: “ Non fate confusione mentre uscite e non schiamazzate per i corridoi!”
Mentre Luryel si stava alzando l’Angelo professore gli si avvicinò e disse: “ Vostra Graz…” ma fu fermato dall’altro che disse: “ Luryel, per favore. Vostra Grazia è troppo formale.”
L’altro annuì e disse: “ Il nobile Remiele vi aspetta nel suo ufficio ha detto di dovervi parlare.”
Luryel annuì e Shenyur gli disse: “ Ti accompagno io.”
E insieme si incamminarono.
Mentre salivano le scale l’Angelo gli chiese: “ Perché il vostro regno è diviso in due?”
Il Demone gli rispose: “ Dopo la caduta di mio padre e di Belzebù i due si resero conto che era impossibile andare d’accordo. Belzebù era un tipo sanguinario e violento, mirava solo a sterminare tutti i suoi nemici e quelli che lo intralciavano, mentre mio padre preferiva costruire una civiltà giù all’Inferno e così decisero di dividersi abbastanza pacificamente. Ma purtroppo sono anni che Belzebù tenta di attaccarci.”
Luryel chinò il capo e rispose: “ Capisco. Bene, siamo arrivati, grazie per avermi accompagnato.”
L’altro gli sorrise e disse: “ Ti aspetto qui, così poi dopo andiamo a pranzo.”
L’Angelo annuì e bussando lievemente entrò nell’ufficio dell’Angelo.
Una volta oltrepassato l’Anticamera riconobbe un’aura familiare… ma quello era Mikaeles!
Con velocità entrò nel salottino bianco e dorato e riconobbe subito il suo maestro.
Gli era mancato moltissimo!
Mikaeles si alzò e gli disse: “ Luryel! Che bello rivederti, come stai?”
Luryel gli rispose: “ Sto bene, grazie e lei? E Yemil e Eliam?”
L’Arcangelo sorrise e disse: “ Se la cavano piuttosto bene, ti mandano i loro saluti e sperano che tu riesca a tornare presto.”
Fece il suo ingresso anche Remiele con due bicchieri di Ambrosia interi e uno diluito con nettare.
Essendo Luryel troppo giovane non poteva ancora bere l’Ambrosia e ringraziò Remiele prendendo il bicchiere.
Mikaeles gli disse: “ Oggi i tuoi fratelli hanno ricevuto la loro goccia e visto che avresti dovuto averla anche tu, ho pensato di portartela.”
E tirò fuori dalla tasca una collana con un ciondolo in cristallo a forma di lacrima e la legò al collo di Luryel dicendo: “ Sai come funziona e confido nel fatto che ne avrai cura.”
L’altro sorrise e lo ringraziò. Mikaeles continuò e disse: “ Ho informato Remiele sulla missione che dovete compiere e anche sul tuo… problema…”
L’Angelo albino prese la parola e disse: “ Ho già presentato la tua domanda di esonero dalle lezioni di volo e dai vari sport. Come scusante ho usato il fatto che voi Serafini avete due paia di Ali e di conseguenza le classiche lezioni di volo non vanno bene.”
Luryel gli disse: “ Grazie mille…”.
Mikaeles posando il uso bicchiere sul tavolo disse: “ Bene, sistemato anche questo con il vostro permesso desidererei allontanarmi da qui, è una giornata molto impegnativa su in Paradiso, abbiamo altre cinquanta gocce da consegnare! Luryel, mi raccomando sii prudente soprattutto perché sei un Angelo e il fatto che ti abbiamo mandato qui non significa che tu possa cambiare atteggiamento. Ricorda che l’obbedienza, mitezza e la purezza sono i cardini del nostro essere Angeli.”
E dopo aver fatto un cenno del capo a Remiele, scomparve tra le nuvole.
Fantastico, un’altra ramanzina ci voleva proprio, Luryel sentì una morsa stringergli forte il petto quando ripensò al suo atteggiamento durante la colazione.
Gioel si era comportato come un vero Angelo, aveva chinato il capo e era rimasto in silenzio, lui invece aveva già risposto a quel Belial senza nemmeno conoscerlo.
Ma aveva sentito il bisogno di farlo e subito dopo si era sentito bene.
Remiele lo guardò e Luryel si apprestò a congedarsi in fretta per ritrovarsi nel giro di cinque minuti all’inizio del corridoio dove aveva lasciato Shenyur.
Il Demone era appoggiato con la schiena contro una colonna in marmo e aveva le braccia conserte, mentre contemplava un punto indefinito sulla parete di fronte.
Luryel accelerò il passo e quando furono vicini Shenyur gli chiese: “ Possiamo andare?”
L’Angelo gli disse: “ Certo, grazie per avermi aspettato.”
L’altro gli sorrise, ma poi si fermò a guardare il ciondolo che pendeva sulla divisa dell’altro e chiese: “ Cos’è?”
Luryel prendendo il ciondolo tra le dita ci giocherellò un po’ e disse: “ Noi la chiamiamo Goccia, ora è trasparente, ma se per caso io commetto una qualche azione deplorevole o non tengo fede ai principi degli Angeli inizia a scurirsi informando il mio Maestro. Se diventa completamente nera si spezza e… non so cosa succede dopo…”
Shenyur scosse la testa e disse: “ Certo che voi siete proprio fissati con le regole!”
L’altro annuì e rispose: “ Già…”
A distrarli fu il suono della campanella che indicava l’inizio dell’ora di pranzo e insieme i due scesero verso la sala mensa.





Alloraaaa?
Chiariamo gli asterischi
*Fosforos= deriva dal greco Fos-fotos luce e Fero portare. 
**Velzevuol= belzebù in greco
***Asteriele= deriva dal nome greco "stella" 
****Nefelome= Derica dal nome greco Nebulosa.

Tutti i nomi deriveranno su per giù dal greco ma mi premurerò di specificarne sempre il significato.
Questa è diciamo una prima parte del capitolo che altrimenti sarebbe stato lunghissimo... vi lasciò la foto della collana di Luryel! (se riesco)
Sayonara!!!
Per vedere l'immagine cliccate sul terzo tasto e fate apri immagine in un'altra scheda!

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Capitolo 8
*** ...You make me Fly... And I'm fine with you... ***


 
Holaaaaaa!!! Bene bene... avete notato che caldo?
ok non c'entra niente!
Cooomunque noi ci vediamo a fine capitolo con tutte le precisazioni d'obbligo!
Buona lettura genteeee!



...You make me Fly... And I'm fine with you...





 Malvoleo e Berith erano già arrivati e avevano occupato un tavolo per otto persone e il demone con gli occhiali giustificò questo dicendo: “ Abbiamo pensato che volessi stare un po’ con i tuoi simili…” Luryel gli lanciò un’occhiata piena di gratitudine, prima di venire letteralmente travolto da Gioel che entusiasta disse: “ Luryel! Non puoi capire che bella notizia, nella nostra squadra di Palla Alata si è appena liberato un posto e oggi pomeriggio stesso ci sono le selezioni! Devi assolutamente partecipare!”
Luryel chinò il capo e si morse le labbra mentre il petto gli si stringeva sempre più, rialzando poi gli occhi rispose all’amico: “ Non credo sia una buona idea… sai i Serafini hanno due paia di ali e questo potrebbe essere un problema…”
L’altro chinò il capo e gli disse: “ Forse hai ragione… bhè ma puoi lo stesso venire a vedere le partite!”.
Luryel annuì e seguito dagli altri iniziò a fare la coda per il pranzo mentre Shenyur si chinò al suo orecchio e gli disse: “Questa scusa me la devi spiegare…”
L’Altro sorrise e gli disse: “ Bhè dopo un po’ impari a mascherare i difetti…”
Il Demone gli disse serio: “ Tu sei perfetto così come sei…”
Luryel spalancò gli occhi e gli disse: “ Non dirlo più, nessun Angelo è perfetto. Nessuno è perfetto.”
L’altro si scusò e continuarono a prendere da mangiare per poi andarsi a sedere.
Mentre loro prendevano posto una serie di schiamazzi invase l’intera sala e come da copione a causarli erano Belial e i suoi demoni.
Un gruppo di cinque esseri muscolosi e con la pelle ambrata e dei tatuaggi all’altezza delle spalle che faceva da scudo umano al Principe di Velzevoul che intanto si divertiva a dare fastidio a due Angeli evidentemente gemelli che per puro sbaglio gli erano capitati a tiro e ora dopo aver rovesciato il vassoio di uno a terra aveva insultato l’altro dicendo: “ Voi Angeli mi fate tutti schifo, siete così patetici! Tutti persi nelle vostre preghiere e nella vostra carità!”
Luryel strinse la posata e chiese a Gioel: “ Ma nessuno fa niente?”
Mattiel rispose: “No… Belial è troppo potente, è il preferito di Asmodeo e nessuno può toccarlo, nemmeno il nobile Remiele.”
Il Serafino guardò la scena di fronte a lui e poi la sua collana e ricordò le parole di Mikaeles: Obbedienza, mitezza e purezza… obbedienza, mitezza e purezza… obbedienza… No!
L’avevano mandato sulla terra? Bene e ora ne subivano le conseguenze, certe volte la mitezza non porta proprio a niente e quegli Angeli avevano decisamente bisogno di una mano e lui non aveva intenzione di starsene con le mani in mano.
Dopo tutto loro erano lì per impedire che altri Angeli  e Demoni venissero uccidi da quel misterioso assassino e era in un certo senso compito suo proteggere i suoi simili.
Ma poi guardò la collana: la portava al collo da nemmeno mezz’ora e già rischiava di macchiarla.
Poteva sempre toglierla e passare un mare di guai.
Guai enormi se Mikaeles l’avesse scoperto.
Ma poi ci fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Belial ridendo tirò uno schiaffo sul candido volto dell’Angelo che non resistendo all’impatto a causa del fisico mingherlino finì a terra, singhiozzando, mentre il suo gemello si apprestava a vedere se stesse bene, ma fu fermato dalla mano del Demone che lo afferrò per i capelli e sempre ridendo tirò il braccio indietro pronto a colpirlo.
Luryel non ci pensò due volte e con un solo gesto si staccò la collana gettandola accanto al piatto e si alzò dicendo: “ Perché non lo lasci stare!?”
Shenyur si alzò e si andò a mettere al fianco di Luryel, mentre Malvoleo era diventato improvvisamente serio e pronto a scattare.
Belial lasciò ricadere l’Angelo e con passo lento si spostò verso l’Angelo che gli aveva parlato e Gioel chinò il capo immediatamente spaventato.
Quando arrivò vicino al tavolo fissò Luryel negli occhi e senza preavviso sbatté le mani grandi e pesanti sul tavolo che sobbalzò.
Questo suo gesto fece gemere gli altri tre Angeli che non ebbero nemmeno la forza di spostarsi per evitare i bicchieri e i piatti che cadevano, mentre Luryel non battè ciglio.
C’era una strana forza in lui, qualcosa che gli diceva che poteva fronteggiare quel Demone.
Belial gli disse: “ Mi disturbi due volte in un solo giorno… sai cos’è successo all’ultima persona che l’ha fatto?”
L’Angelo lo guardò e disse: “ Non lo so e non mi interessa. Ti ho solamente chiesto perché te la prendi tanto con questi Angeli.”
Il Demone ghignò e disse: “ Voi vi credete perfetti e immacolati, sempre con quell’aria pentita e misericordiosa.
Il solo fatto che esistiate mi da’ fastidio tutto il vostro mondo mi da’ fastidio!”
Luryel gli rispose: “ Forse ti da’ fastidio perché noi abbiamo quello che tu non potrai mai avere…”
Non riuscì a finire la frase che la mano del demone si serrò al suo collo e la spinta gli fece urtare dolorosamente il capo contro il muro e davanti ai suoi occhi comparvero mille lucine che si muovevano mentre il carpo era completamente immobilizzato dal dolore.
Con un po’ di lucidità voltò la coda dell’occhio verso Shenyur e vide due di quelle bestie infernali che lo tenevano bloccato per la gola e per il busto, mentre lui cercava inutilmente di liberarsi, imitato da Malvoleo e Berith che evidentemente erano scattati per difenderlo.
Tornò a focalizzare quel po’ di attenzione che gli restava sul demone che stava per soffocarlo e cercò di afferrargli una mano per liberarsi la gola, ma la presa era troppo stretta e Luryel sentì Belial dirgli: “ Io ho tutto quello che desidero e non so che farmene di quei vostri patetici sentimenti, per il resto pensavo di poter fare un’eccezione con te, sei proprio carino e a me piacciono i tipi che combattono… ci si diverte di più…”
L’Angelo non comprese a fondo il significato di quelle parole, ma notò come invece intorno a lui tutti stessero continuando a mangiare, cercando di evitare guai.
Non li biasimò.
Nessuno era pazzo quanto lui da sfidare un Principe senza armi e sperare di farcela con le parole.
La presa sul suo collo diminuì di sbotto e Luryel cadde al suolo, sbattendo scompostamente gli arti, mentre Belial e il suo seguito se ne andavano dalla sala.
Vide Shenyur corre per poi inginocchiarsi accanto a lui e mormorargli: “ Mi spiace… non sono stato abbastanza veloce… mi spiace…”
Luryel cercò di alzarsi ma sembrava che il suo corpo, preso da un improvviso conflitto di personalità, avesse deciso di dividersi in due, sbilanciandolo.
Ricadde tra le braccia di Shenyur che gli passò un braccio sotto le ginocchia e uno sotto le spalle, alzandolo e guardando Gioel gli chiese: “ Dov’è l’infermeria?”
L’altro gli rispose: “ Seguimi…”
Per tutto il tragitto l’Angelo se ne stette fermo tra le braccia del demone cercando ritrovare un minimo di lucidità e soprattutto tentando di non pensare al martello che gli stava sfondando le tempie. Maledetto corpo da Angelo.
Quando arrivarono in infermeria Luryel riconobbe con grande sforzo l’Angelo che gli venne in contro chiamandolo per nome: era Iatrikiele***, uno degli allievi di Raffaele e era una vera fortuna averlo lì perché conosceva già il suo problema, quindi non c’era il pericolo che chiedesse una visita alle ali.
Il Guaritore voltandosi verso il Demone gli chiese: “ Cos’è successo?”
Shenyur cerco di sembrare il più gentile possibile e gli rispose: “ In mensa Belial l’ha attaccato. Ha battuto la testa contro il muro e inoltre gli ha tenuto la gola serrata per un bel po’”
Iatrikiele sbuffò e tirando fuori una piccola torcia sottile dal taschino del camice disse: “ E’ il terzo Angelo che mi arriva in due ore. Dovrebbero cacciarlo fuori, solo perché è il figlio di un re crede di poter fare quello che vuole, per non parlare di quel Moloch che si è trascinato a presso… era un posto abbastanza sicuro questo, ma ora sta diventando invivibile.”
Shenyur gli chiese: “ Aspetta, ma Moloch intendi il gran Demone?”
L’Angelo annuì e rispose: “ Era venuto qui per occuparsi del Principe e fargli da guardia del corpo, ma ora a quasi tanto potere quanto quel malato di Asmodeo.”
Mentre parlava analizzava gli occhi di Luryel, in cerca di eventuali traumi.
Con la lucina che gli bruciava la retina e gli fulminava lo sguardo l’Angelo moro chiese: “ Sai qualcosa di tutti quegli Angeli morti?”
Iatrikiele rispose posando la pila: “Ho fatto io stesso le  autopsie agli Angeli trovati uccisi e Nosemol si è occupato di quella dei demoni. Uccisi in modo brutale e io non credo che i nostri nuovi demoni siano del tutto innocenti o per lo meno estranei a questa faccenda. Bene, ora togliti la maglietta, che vediamo se la schiena è apposto con la botta che hai preso”
e poi voltandosi verso Shenyur gli disse: “ Ehm io non so in che rapporti siete, però per formalità devo chiederti di uscire.”
Il Demone rispose lievemente in imbarazzo: “ Bene… io esco…” e con ciò andò via chiudendosi la porta alle spalle.
Luryel si sfilò la maglia, rabbrividendo appena per il freddo della stanza.
Ora che gli era tornata la lucidità e non si sentiva più intontito, riconobbe le pareti intonacate di bianco, il grande finestrone alle sue spalle da cui entrava in fiotto di luce, la scrivania ordinata e piena di fascicoli, lo scheletro finto di un angelo e la libreria riempita con tutte le cartelle degli Angeli presenti nell’istituto.
Una domanda gli solleticò il palato e non riuscì a trattenerla, chiedendo al Guaritore: “ Perché sei qui? Voglio dire… sei stato un alunno di Raffaele, perché non hai continuato in Paradiso?”
Iatrikiele iniziò a esaminargli la schiena e rispose: “ Dopo aver studiato  con il mio maestro mi sono reso conto che non era quello che volevo… una medicina astratta, che cura solo l’anima non era quello che faceva per me.
Chiesi un permesso per svolgere alcune ricerche sulla terra e dopo neanche un giorno mi imbattei in Nosemol, lui mi portò qui e si offrì si continuare la mia istruzione facendomi conoscere tutta la medicina pratica che avevo sempre sognato di imparare e poi dopo circa due anni decisi di restare qui.
Molti mi prendono per pazzo ma la verità e che qui io sto molto bene e poi Nosemol è fantastico.”
Luryel lo guardò interrogativo, mentre si stese supino e Iatrakiele gli posò lo stetoscopio freddo sullo sterno.
Il Guaritore rise e disse: “ Non guardarmi così! Collaboriamo insieme da circa cinque anni ed è un’amicizia stupenda. Bene, puoi rivestirti. A proposito se non sono indiscreto, come hai conosciuto quel demone?”
Luryel rispose un po’ incerto: “ L’ho incontrato mentre venivo qui e così abbiamo deciso di intraprendere la strada insieme.”
Iatrikiele disse: “ Ci tiene a te… Comunque non sono fatti miei, lo chiamo.”
L’Angelo si riaggiusto bene la cravatta e vide Shenyur entrare con una forte preoccupazione in volto.
Il Guaritore prese un foglio e mentre scribacchiava qualcosa disse: “ E’ tutto intero ed è stato molto fortunato per la botta che ha preso.
Mi preoccupa un po’ solo il livido sulla schiena, ma non è niente di grave. Questa è una pomata, la mette prima di dormire per un paio di sere e dovrebbe sparire tutto.”
E con questo consegnò nelle mani di Shenyur una scatola rettangolare e piccola con un foglietto con le istruzioni. Luryel si alzò e avvicinandosi al Demone disse: “ Grazie mille Iatrikiele.”
L’Altro gli posò una mano sul capo e disse: “ Stammi bene Cucciolo!”.

Dopo la visita Luryel e Shenyur si divisero, perché il Demone aveva lezione di educazione fisica, mentre l’Angelo grazie al suon esonero potè approfittarne per rifugiarsi in biblioteca in cerca di qualcosa di utile per la loro ricerca.
La biblioteca occupava un’intera torre dell’Accademia e ogni piano era enorme e labirintico, la scala a chiocciola era intermante in pietra con un corrimano sottile e abbastanza fragile, le parete erano grigie e ricoperte da alcuni strati di polvere, il soffitto a punta era altissimo e solo guardarlo dava il capogiro, mentre tutte le finestre in stile gotico cozzava con i fili elettrici che si arrampicavano lungo le pareti, per dare energia ad un grosso lampadario che pendeva dal soffitto.
Fuori il tempo si era rabbuiato e dense nuvole nere avevano oscurato il cielo e coperto il sole, minacciando pioggia per tutta la sera.
Luryel salì tutte le scale e una volta all’ultimo piano entrò in una sala enorme e molto illuminata; all’ingresso c’era un tappeto rosso e celeste e di fronte a lui si stagliavano enormi scaffali con tantissimi libri di tutti i colori e appoggiati lungo le librerie c’erano delle lunghe scale che permettevano di raggiungere i piani più alti. Nella parte destra della stanza c’era una scrivania in legno dalle grandi dimensioni e un Angelo intento ad esaminare alcune carte.
Con passo leggero Luryel si avvicinò e salutò cortesemente riscuotendo l’altro seduto dietro la scrivania.
Il lunghi capelli color pergamena antica si spostarono in sincronia con il volto dell’Angelo, rivelando due occhi nocciola tendenti al verde contornati da lunghe ciglia bionde che erano dello stesso colore della tonaca.
Una volta puntato il suo sguardo su Luryel disse: “ Buonasera, cosa ti porta qui?”
L’altro rispose: “ Oh bhè cercavo qualche libro sulla storia di questo posto.”
L’Angelo sorrise e rispose: “Ultimo scaffale a sinistra, terza mensola.”
Dopo averlo ringraziato Luryel iniziò a vagare per i corridoi e trovato un libro interessante si sedette a leggerlo.
Fu disturbato dopo una decina di pagine da un dispettoso sbuffo di vento che lo fece rabbrividire e girandosi notò con stupore che le finestre erano chiuse e preferì non indagare oltre, ma un cigolio gli sfiorò le orecchie e con espressione incuriosita si alzò e vide una porticina nascosta da uno scaffale che si era aperta.
Guardandosi intorno notò che non c’era nessuno e afferrata una pila decise di scendere.
Il cunicolo era basso e infestato da ragnatele, un continuo scalpiticcio di topi si susseguiva rabbioso lungo i gradini e Luryel fu tentato di tornare indietro, ma si sentiva come obbligato a continuare. Le scale sembravano non finire più e l’aria diventava sempre più umida e chiusa e i gradini iniziavano a bagnarsi diventando scivolosi, ma prima che potessero diventare impraticabili Luryel vide avanti a sé una porta e spingendola con forza entrò in una stanza piccola e dal soffitto basso.
Una vecchia lampada a olio giaceva rotta su una scrivania tarlata con fogli di carta consumati dal tempo e un vecchio calamaio privo d’inchiostro.
La sedia che un tempo era ricoperta di pelle bordeaux scuro ora era completamente scrostata, a terra c’era un vecchio baule in ferro chiuso a chiave.
Luryel girò intorno alla scrivania e prese con mano incerta una chiave arrugginita, infilandola nella toppa del baule per aprirlo.
La serratura brontolò e raspò infastidita prima di aprirsi e lasciare intravedere il suo interno in ferro scuro e il suo contenuto: un fazzoletto in seta bianca e un diario.
Toccato in quadratino di stoffa l’Angelo rimase sorpreso e riconobbe subito il materiale: Seta d’Angelo, tessuta con i più sottili capelli degli Angeli.
Aprendolo Luryel trovò dei frammenti di cristallo annerito e appuntito che identificò come i resti di una Goccia e prese il diario carezzandone la superficie liscia e stranamente calda.
Gli sembrò così familiare quella consistenza e portandoselo vicino al volto lo annuso e una morsa gli strinse il cuore: era lo stesso profumo che ricordava dal momento della sua nascita: calendula* e crisantemo**.
Sulla parte frontale del diario vide incise delle parole nell’Antica lingua angelica: αμαρτία της αγάπης*** e come sottotitolo: Δεν ήθελα  να σ 'αγαπώ****.
Un tuono molto forte lo spaventò e temendo che potesse succedere qualcosa rimise a posto il diario, promettendosi che sarebbe tornato domani per capirne di più.
Risalì rapidamente le scale e prese il libro che aveva preso, registrandolo sul registro delle uscite per poi avviarsi fuori.
Appena uscì dalla torre fu sorpreso da un temporale fortissimo e da un vento simile ad una bufera che gli fece quasi volare la giacca, l’acqua fredda gli sferzava il volto e i capelli venivano sballottati dal vento.
Proseguire era impossibile, considerando che non riusciva nemmeno a vedere niente così decise di rifugiarsi con passo svelto in una locanda a pochi metri di distanza.
Appena entrato soffocò l’impulso di tossire a causa dell’aria satura di fumo e abbastanza impacciato cercò un modo di farsi strada sul pavimento fradicio e ricoperto da stracci di giornale. Il locale era abbastanza caldo, arredato con vecchi mobili adornati da luci al neon blu e bianche che disturbavano la vista, i tavoli erano alcuni in ferro e altri in legno e ricoperti da uno strato di grasso e sporco nonostante le persone che si affaccendavano per pulirli.
Rimase fermo all’ingresso per dieci minuti buoni finché qualcuno non gli posò la mano sulla spalla, facendolo sussultare.
Girandosi Luryel vide un angelo con un occhio bendato e il volto affaticato che gli chiese gentilmente: “ Ti serve qualcosa?”
L’altro distolse lo sguardo per non sembrare irrispettoso e rispose: “ Ho pensato di cercare rifugio qui, visto che non sono riuscito a tornare a casa.”.
L’Angelo dall’occhio bendato gli rispose: “ Bene, ma qui non è un posto per te… seguimi…” e prese Luryel per un braccio portandolo in una stanzetta sul retro e facendolo accomodare.
Quando si chinò per prendere un vassoio la maglia si alzò sulla schiena, mostrando due cicatrici.
Gli avevano strappato le ali.
Allora Luryel ricollegò tutto: i capelli lilla chiari, gli occhi opachi senza colore: quello doveva per forza essere Ituriele.
L’altro accorgendosi di essere stato riconosciuto disse: “ Ebbene si, sono proprio io Vostra Grazia.”
E con ciò si inchinò.
Luryel non potè fermarlo perché essendo Ituriele un Angelo Caduto non aveva più alcun onore e era obbligato a quegli atteggiamenti.
Posando un vassoio con una tazza di tè fumante e calda l’Angelo caduto si sedette e disse: “ Vi starete chiedendo come è successo, non è vero?”
Luryel lo guardò e rispose: “ Oh no… ognuno ha la sua storia e non siete costretto a raccontarmela…”
Ituriele rispose: “ Sento che ho bisogno di parlare con te. Come tu sai ero uno sei Sette Arcangeli Maggiori prima della caduta… tutto risale alla Battaglia Suprema, io ero solo un inviato sulla terra che commise l’imprudenza di voler affrontare un gruppo di demoni da solo.
Fui sconfitto facilmente e furono loro a togliermi la Dignità e la Purezza… quel giorno mi tagliarono le Ali e fui costretto a vivere in esilio qui sulla terra.”
Luryel rabbrividì pensando che anche lui correva lo stesso rischio.
Ituriele continuò dicendo: “Il capo di quel branco si chiamava Moloch… sta attento giovane Serafino, i demoni sono bugiardi, ti ammaliano, fingono di volerti proteggere e poi non esitano a distruggerti. Noi siamo diventati deboli purtroppo… troppi anni chiusi nel nostro Regno ci hanno reso incapaci di difenderci… guardati le spalle e non fidarti per nessun motivo dei demoni.”
Luryel strinse i pugni.
Era vero.
Shenyur era un demone, quindi anche lui poteva ferirlo e ucciderlo, però lo aveva difeso… ma se i demoni sono bugiardi allora.. forse… tutti i suoi timori furono accantonati dalla voce di Ituriele che gli disse: “ Ha smesso di piovere, è meglio se rientri e se ti va passa a trovarmi qualche volta…”
L’altro annuì e uscì da una porta cigolante che dava sul retro della strada principale a pochi isolati dal lato ovest.
Inconsciamente iniziò a correre, ansioso di togliersi dalla strada, ma il solo pensiero delle parole di Ituriele gli fece venir voglia di scappare.
Mentre era fermo al centro della stanza a riflettere una mano gli di posò sulla spalla e una voce roca gli chiese: “ Eccoti qui, sei rimasto fuori anche tu a causa del temporale?”
Spaventato si ritrasse e si voltò di scatto, ma riconoscendo la figura di Astaroth si calmò un po’.
Il Gran Demone si passò una mano sul capo e gli disse: “ Scusami, devo ancora abituarmi al fatto che tu ti spaventi se qualcuno ti viene alle spalle… sono abituato con i demoni…”
Luryel disse quasi balbettando: “No..Non fa Nie..niente…”
Il Demone gli chiese: “ Stai bene? Shenyur mi ha raccontato di quello che è successo in mensa, come ti senti? Cioè sei tutto intero?”
L’Angelo annuì e seguito da Astaroth si avviò verso il palazzo.
Una volta salite le rampe di scale entrarono nella camera del Gran Demone dato che gli altri tre erano lì.
Appena furono entrati Berith erse una barriera in modo che nessuno potesse ascoltare i loro discorsi e Astaroth iniziò dicendo: “ Andrò dritto al dunque… abbiamo due grossi problemi che si chiamano Moloch e Belial”
Luryel trasalì e collegò quel nome alla storia di Ituriele… il Demone che lo aveva macchiato era ancora in giro?
Malvoleo si stiracchiò dicendo: “Bhè caro il mio maestro, mi spiace deluderti, ma i nostri problemi sono sette, contando anche quegli ammassi di muscoli ambulanti che sono al seguito di Belial…” Astaroth lo fulminò e continuò: “ Questo complica le nostre ricerche, perché io purtroppo sarò controllato a vista da Moloch e da quello che ho capito Belial si diverte a fare il capo e sarà un bel problema per le nostre indagini.”
Luryel gli disse: “ Mi scusi…” Il Gran Demone gli disse: “ Dammi del tu…” e l’Angelo continuò: “ Io ho due ore libere ogni due giorno per le lezioni di volo e altro che non seguo, quindi visto che anche Belial è impegnato, potrei fare io qualche ricerca in quei momenti.”
Shenyur prese la parola e disse: “ Non mi piace che tu vada in giro per Rothenburgh da solo…”
Astaroth scosse la testa e disse: “ Nemmeno a me… ma al momento sembra qualcosa di accettabile a patto che tu non esca dall’accademia, lì sei relativamente al sicuro.”
Luryel chinò il capo sentendosi d’intralcio e annuì comunque accettando le limitazioni.
Berith prese la parola dicendo: “ Io sono passato in biblioteca e ho preso un testo sulla storia dell’Accademia, così da avere un’idea generale del posto.”
Luryel gli disse: “ Anche io sono passato e ho trovato un libro su tutto quello che è accaduto qui negli ultimi settecento anni.”
Il Demone con gli occhiale disse: “ Bene! Così insieme potremo iniziare con le ricerche!”
Astaroth prese di nuovo la parola e disse: “ Ora sistemiamoci prima, poi se avremo ancora forze ci metteremo a studiare.”
Tutti si ritirarono nelle proprio stanze e Malvoleo si rassegnò all’idea di non poter dormire con Luryel.
Arrivati in camera l’Angelo si sedette dal suo lato del letto e si tolse la giacca, sistemandola con cura sulla sedia e stendendosi sul letto cercando un po’ di conforto per la stanchezza, ma una gemito di dolore gli scappò dalle labbra e allora ricordò del livido che aveva tra le scapole.
Alzandosi a malincuore prese la pomata che Shenyur gli aveva posato sulla scrivania, mentre il demone si avviava in bagno chiudendosi la porta alle spalle.
Tornato vicino al letto l’Angelo si sfilò la camicia, lasciandola scivolare lentamente lungo le spalle e svitò con gesti misurati il tappino della crema, scrutandone il gel trasparente e fresso che gli si insinuò tra le dita pallide. Prendendone una piccola quantità provò ad applicarla sul livido, ma senza riuscirci.
Provò a far passare il braccio per accanto la testa oppure a farlo scivolare dietro la schiena e a farlo salire, ma non ebbe alcun risultato e riuscì solo ad appiccicarsi la crema nei capelli.
Shenyur intanto era uscito dal bagno e lo guardava ghignante appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate e dopo svariati minuti in cui si era goduto la vista dell’Angelo che si districava tra il gel decise di chiedergli: “Serve una mano?” Luryel lo guardò e annuì dicendo: “ Oh… bhè si…”
Il Demone salì sul letto e vi si sedette a gambe aperte invitando l’Angelo a prendere posto avanti a lui.
Lievemente in imbarazzo l’altro accettò l’invito e porse la pomata a Shenyur che la aprì e ne prese una modica quantità, poggiando poi le dita sulla schiena pallida dell’altro che sobbalzò appena.
Il Demone gli disse: “ Scusa…” Luryel gli disse: “Oh no non mi hai fatto male… solo hai le mani lisce e hai un tocco leggero…”
Shenyur pensò che l’altro si stesse sbagliando alla grande, tutti gli altri Angeli che lui aveva ferito e tutti i demoni che si era fatto non avrebbero esattamente detto la stessa cosa, ma con Luryel era tutto diverso… se l’era ripetuto fino alla nausea, ma ancora non aveva capito cosa facesse scattare in lui quell’Angelo.
Intanto le sua mani abili continuavano ad accarezzare quella pelle liscia più del dovuto e Luryel non si muoveva, ma era fermo e incantato da quel tocco e lievemente si stava accostando al Demone. Furbamente Shenyur prese dell’altro gel e continuò a continuò a massaggiare, mentre la sua aura si espandeva intorno a loro due cinrcondandoli.
L’Angelo gemette ma non di dolore: un gemito leggero e trattenuto. Shenyur pensò solo per un istante di continuare a tentare Luryel fino a farlo cadere nelle sue braccia e il pensiero malefico lo portò a far scendere le mani lungo la spina dorsale dolcemente incurvata fino al bordo dei pantaloni, ma a quel tocco l’altro si spostò in avanti, sfuggendo e balbettando un lieve: “ Va bene così grazie…”
Il Demone si passò una mano tra i capelli e disse: “ Non so cosa mi sia passato per la testa…”
L’Angelo gli sorrise e gli rispose: “ Non preoccuparti e grazie ancora.”
L’altro cercò di sorridergli e rispose: “ Di niente… Bene io ora vado a dormire…”
Luryel sbadigliò e gli rispose: “ Bhè anche io…”
Si sdraiarono insieme, rimanendo a fredda distanza voltati da due lati opposti.
Dopo pochi minuti Shenyur si era già addormentato, ma Luryel non riusciva a chiudere gli occhi, la sua mente era affollata da troppi pensieri e così si alzò lentamente per prendere il libro sulle origini di Rothenburgh e uscire sul balcone.
Incurante del vuoto si sedette sulla ringhiera di ferro, con il volto sferzato dal vento. Aprì il libro iniziò a leggere:
 

Capitolo 1

L’accademia di Rothenburgh nasce nell’anno 1374 in seguito dalla nobile idea delle vostre Santissime menti Angeliche e dal pensiero di Demoni superiore.
In seguito ai drammi che hanno colpito le popolazioni Angeliche e Demoniache creando gravi problemi e numerose perdite in un luogo neutrale, viene costruito questo luogo neutrale al di la di ogni incantesimo e credenza.
Per ordine supremo vengono posti a capo dell’Accademia il nobile Arcangelo Remiele del cerchio dei Serafini e il Demone superiore col grado di Duca e comandante di trenta legioni Asmodeo.

 

La sua lettura fu interrotta da una voce che gli disse: “ Compiti per casa?”
A causa dello spavento Luryel si sbilanciò in avanti, rischiando pericolosamente di cadere ma davanti ai suoi occhi comparve la figura di Shenyur con le ali spalancate che era pronto a prenderlo. L’Angelo gli sorrise e disse: “ Non riuscivo a dormire e così ho pensato di mettermi a leggere un po’.”
Il Demone lo guardò e gli chiese: “ In bilico su una ringhiera?”
l’altro chinò il capo e disse: “ Bhè mi è sempre piaciuto guardare le cose da un posto alto, sembra quasi di volare… almeno credo…”
Shenyur lo guardò e gli chiese: “ Ti fidi di me?” Luryel lo guardò interrogativo e gli rispose: “ Si… perché?”
Il Demone gli prese il libro dalle mani e lo posò  a terra con noncuranza facendo passare repentinamente un braccio sotto le ginocchia di Luryel e l’altro all’altezza delle braccia per poi prenderlo in braccio.
L’Angelo di slanciò gli legò le braccia al collo temendo di cadere.
Il Demone rise e gli disse: “ Ti tengo io…”
Le grandi ali nere si muovevano possenti e leggere agitando l’aria che arrivava fresca addosso a Luryel che prendendo un po’ di coraggio si sporse a guardare di sotto.
Senza preavviso Shenyur iniziò a muovere le ali con più forza e volò più in alto fin che le luci non sembrarono delle minuscole lucciole che illuminavano un prato e chiese all’Angelo: “ Che te ne pare?” Luryel completamente incantato gli rispose: “ E’ stupendo! Non pensavo fosse così… non so descriverlo!”
Il Demone rise e disse: “ Tieniti forte allora!” mentre iniziava un caduta veloce verso il basso tuffando tra le nuvole con Luryel che aveva affondato il volto contro il suo petto.
Quando il ritmo del volo tornò normale l’Angelo tornò a guardare il paesaggio e vide un’immensa distesa di acqua che si apriva sotto di loro e con sguardo ammirato disse: “ E’ il mare, vero?” Shenyur annuì e disse: “ Si… ti piace?” L’altro estasiato annuì allegro e il demone si fermò sulla spiaggia planando dolcemente.
La distesa di sabbia era ancora calda e quasi fastidiosa e Shenyur si sedette su un masso guardando Luryel che impacciato si avvicinò alle onde, evitando di bagnarsi i piedi scalzi.
Era uno spettacolo rilassante e appagante vederlo muoversi alla luce delle stelle con i raggi della luna che gli lo inondavano di luce, facendo quasi risplendere la sua pelle nivea.
Il Demone si alzò e gli andò vicino, accovacciandosi sul bagnasciuga e giocherellando con l’acqua fredda.
Luryel preso dall’euforia prese dell’acqua tra le mani e spruzzò il Demone ridendo e l’altro con il volto bagnato disse: “ Vuoi la guerra, Angelo?” e lo schizzò a sua volta.
Beandosi della sensazione dell’acqua fredda sulla pelle Luryel bagnò di nuovo Shenyur che per tutta risposta si alzò rincorrendolo e dicendo: “ Ah si? Vieni qui Angioletto!” l’Angelo iniziò a ridere cercando di scappare, ma dopo pochi metri di inutile corsa Shenyur lo afferrò per un polso attirandolo a sé e ridendo gli posò le mani sui fianchi alzandolo e facendo svariati giri su se stesso con Luryel che rideva guardava il cielo con le braccia aperte.
Persero l’equilibrio tutti e due, finendo sulla sabbia bagnata uno addosso all’altro.
Luryel era capitato sotto e ora guardava dritto negli occhi il Demone, scandagliandone ogni lineamento e soffermandosi sulle labbra piene e la sua mente partorì un pensiero proibito: Chi sa com’era sfiorare quelle labbra… Shenyur rotolò di lato e l’Angelo gli si avvicinò, mentre un braccio dell’altro gli cingeva le spalle.
Luryel gli disse: “ E’ strano… oggi quando in mensa ho visto Belial, quando sono solo con qualche altro Demone mi sento strano… ho paura… mi sento a disagio… con te invece è diverso… con te sto bene…”
L’altro lo guardò e gli disse: “ Mi fa piacere, anche io sto bene con te… restiamo qui stasera…”
Luryel lo guardò e gli disse: “ Ma Astaroth e gli altri…”
Shenyur gli posò un dito sulle labbra e disse: “ Sono il Principe… potrò decidere qualcosa anche io…”
l’Angelo annuì e sorrise e poi gli disse: “ Grazie… io non avevo mai volato prima, ma è stato stupendo… non so come ringraziarti…”
Il Demone gli disse: “ Non devi ringraziarmi… avevo voglia di farlo e l’ho fatto…” e con questo tornarono a guardarsi negli occhi.
Celeste nel rosso… Acqua nel fuoco… Purezza nel Peccato… Paradiso nell’Inferno… eppure in quel contatto non si leggeva niente di sbagliato… solo un beato senso di calma.
Le parole di Ituriele erano una nota stonata in quella melodia.
Luryel era consapevole che Shenyur era fuoco vivo pronto a bruciarlo, ma uno strano pensiero si formò nella sua testa: se Shenyur era il fuoco lui era quasi disposto a farsi bruciare per avere ancora un po' del suo calore...



Alloraaaaaa!!!
Iniziamo con le precisazioni:
Iatrikiele= nome derivante dalla parola greca "Iatria" ovvero medicina/cura
Nosemol= nome derivante dalla parola greca "Nosema" ovvero malattia
αμαρτία της αγάπης= frase derivante dal greco e significa "peccato d'amore"
Δεν ήθελα να σ 'αγαπώ= frase derivante dal greco e significa "non volevo amarti"
Fiore di calendula: dispiacere, dolore, pena d'amore
Fiore di Ciclamino: addio.
Bene vorrei solo dirvi che io ho appena finito il primo anno di liceo classico e quindi faccio greco da poco e se qualcuno di voi più esperto notasse qualche errore in queste frasi non si faccia scrupoli a farmelo notare!
Vi ringrazio di tutto!             
Eccovi anche le immagini della scena della spiaggia per arpirle sempre lo stesso procedimento!
Ciaooo!!!

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