Crybaby

di epizit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ch#1 ***
Capitolo 2: *** Ch #2 ***
Capitolo 3: *** Ch #3 ***
Capitolo 4: *** Ch #4 ***
Capitolo 5: *** Ch #5 ***
Capitolo 6: *** Ch #6 ***
Capitolo 7: *** Ch #7 ***
Capitolo 8: *** Ch #8 ***
Capitolo 9: *** Ch #9 ***
Capitolo 10: *** Ch #10 ***
Capitolo 11: *** Ch #11 ***
Capitolo 12: *** Ch #12 ***



Capitolo 1
*** Ch#1 ***


Cry baby


Ch. #1


“Come??”

“Sei arrivata terza??”

“Calmatevi, è già successo”

“Nooooooo Haru chan!!!”

“Haruhi, non temere, come abbiamo già fatto chiameremo la signorina Morse (Ayame Jonouchi, apparsa nel c17 N.d.T) che ti darà ripetizioni!!” disse Tamaki rivolgendosi alla diretta interessata, la quale era però rimasta zitta da quando aveva riferito agli altri l’accaduto.

“A cos’è dovuto questo tuo scarso rendimento scolastico?” le chiese poi Kyoya.

“Già Haruhi, non pensavamo potesse succedere di nuovo!” dissero in coro i gemelli.

“Non è che per colpa di tutte le attività del club Haru chan non ha potuto studiare?” si chiese innocentemente Honey, facendo così raggelare sul posto il King.

“…”

“Aaaah, allora è colpa del Lord!”

“Waaaaaaaaaaah perdonami Haruhi!!!! Il tuo papino non voleva farti questo!!” ululò Tamaki disperandosi.

“Sentite, perché non ascoltiamo la versione della diretta interessata?” suggerì Kyoya.

Tutti si rivolsero quindi alla ragazza, in attesa che proferisse parola. Sembrava però che Haruhi fosse più distaccata del solito, quasi in un mondo a sé.

“Effettivamente non mi sono impegnata molto nello studio di recente..- spiegò, e lanciò uno sguardo a Tama nel suo angolino - ma non è per colpa del club!! No, è solo colpa mia…non dovete preoccuparvi, passerò l’esame di recupero e tutto tornerà come prima” disse Haruhi, facendo un sorriso mentre raccoglieva i suoi libri, prima di uscire chiudendosi la porta alle spalle.

Seguì un silenzio reverenziale, prima che tutti tornassero tranquillizzati alle loro occupazioni. Tamaki però non era convinto dalla calma apparente della ragazza, l’aveva osservata troppo bene e troppo a lungo per lasciarsi ingannare da quel sorriso.



‘Ok, adesso devo concentrarmi sullo studio se non voglio finire espulsa!’ pensò Haruhi, procedendo a grandi passi attraverso il cortile.

Non voleva ammetterlo, ma la situazione era diversa dall’ultima volta. Si sentiva tesa, in ansia, inspiegabilmente preoccupata all’idea di non passare il test di recupero.
Ma perché? Cosa cambiava? L’ultima volta aveva superato il test senza difficoltà, in tutta tranquillità e a mente lucida.

Ora c’era un pensiero che sovrastava tutti nella sua mente:
espulsione - > no Host Club
no Host Club - > no Mori sempai, no Honey sempai, no Kyoya, no Kaoru, no Hikaru...no Tamaki.

Era questo che la faceva agitare. L’idea di non rivedere mai più i membri dell’ Host Club.

‘Ma che mi preoccupo a fare, basta che mi impegni e mi piazzerò nuovamente prima’ si disse.

Ma…se non fosse successo? Se non fosse riuscita a piazzarsi prima in graduatoria?

Sarebbe stata la fine di tutto.







sxo ke qst primo capitolo vi abbia stuzzicato abbastanza da farvi venire voglia di seguirlo!! non so qnti capitoli farò (visto ke già qsto è 1 pò cortino...)
cmq sia,io non sono fatta x tirare troppo a lungo le cose,x cui conto di finirla nei prox giorni.

aspetto commentiiiiiiiii ^___^

epizit ;D

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Capitolo 2
*** Ch #2 ***


Cry baby


Ch. #2


L’esame di recupero si sarebbe svolto esattamente fra una settimana. In questo lasso di tempo, Haruhi avrebbe dovuto recuperare tutto lo studio che aveva lasciato indietro, pertanto non partecipò granché alle attività del club.

I membri, sebbene preoccupati, intuirono che forse per questa volta era meglio che la ragazza gestisse la situazione da sola come meglio credeva, sapendo comunque di poter contare sul loro supporto. Il King però non era della stessa opinione…

‘Com’è possibile che io, il suo papino, non possa fare niente per aiutare la mia adorata bambina? Ci sarà qualcosa…’

Dopo molti pensieri, accompagnati da altrettante camminate avanti e indietro, fino a lasciare un profondo solco sul pavimento, Tamaki arrivò alla soluzione (secondo lui) ideale.

‘Se non posso supportarla nello studio (visto che non sono nella sua classe), almeno posso renderglielo più confortevole! Le porterò degli spuntini e il mio orsacchiotto, così sentirà il sostegno della sua famiglia (=il club)!!!’

“Kyoya! Dove si trova Haruhi al momento?” chiese quindi con fare autoritario.

“Uhm, attualmente è a casa sua, immersa nello studio” rispose tranquillamente il contabile del club.

“Ebbene, lascio la gestione del Club nelle tue mani! Io ho il mio dovere di papino da assolvere!!” disse il King con uno scintillio negli occhi, prima di correre fuori dall’aula lasciando dietro di sé solo un scia di polvere. I gemelli si rivolsero poi allo Shadow King.

“Dove stava andando il Lord così di fretta?”

“Non saprei, fatto sta che se non tornate velocemente dalle vostre clienti i profitti del club ne risentiranno” rispose con un glaciale sorriso amichevole. I gemelli rabbrividirono, prima di tornare in fretta ai loro posti. Kyoya rivolse poi uno sguardo alla porta, già sicuro di quali fossero le intenzioni di Tamaki. Subito dopo però, si ritrovò a pensare…

‘…non è che finirà col disturbarla così tanto da farle fallire l’esame??’



‘Sono già le 6…’ pensò Haruhi, guardando l’orologio appeso alla parete. Erano già passate parecchie ore da quando si era messa a studiare, eppure non ricordava nemmeno una sillaba di quanto letto finora.

‘Maledizione, perché sono così distratta? Ok, adesso basta scherzare, devo darmi una regolata e mettermi d’impegno-‘

DLIN DLON.

‘Papà è già a casa? Ma se è andato al lavoro neanche un’ora fa…’ pensò mentre camminava verso l’ingresso, fino ad aprire lentamente la porta…

Ok, era papà. Non quello biologico però.

“Ciao Haruhi!! Il tuo papino è venuto a trovarti!!” esordì Tamaki con un mega sorriso.

“..ma non dovresti essere al club?” chiese la ragazza sbalordita, non si aspettava una visita da parte sua. Chissà perché però, non le dava minimamente fastidio.

“Ho lasciato tutto in mano a Kyoya, quindi non c’è da preoccuparsi” rispose sempre sorridendo.

Haruhi notò i pacchi che teneva sottobraccio il ragazzo, quindi, chiedendosi cosa fossero, lo invitò ad entrare.

Tamaki la ringraziò con un caldo sorriso, per poi superarla e dirigersi verso il salotto dopo aver tolto le scarpe.

La ragazza si ritrovò ad osservarlo. Le faceva uno strano effetto vederlo a casa sua, camminare tranquillamente negli spazi dove lei viveva. Non era la prima volta ke le faceva visita, sebbene nell’ultima fosse accompagnato dall’intero club. Eppure qualcosa era diverso…

Lo raggiunse nella stanza, mentre lui appoggiava i pacchetti a terra e li apriva uno ad uno.

“Bene, in veste ufficiale di King del club, ti ho portato tutto il nostro supporto! Visto che lo studio è stancante avrai bisogno di zuccheri, quindi ecco qui una torta e pasticcini vari, tutti rigorosamente alla fragola!! Poi ovviamente dovrai cenare, quindi ecco qui del sushi di prima qualità, così non dovrai preoccuparti di cucinare! Inoltre varie caramelle e dolcetti, bibite e via così…”

La ragazza sgranò gli occhi: come mai le aveva portato tutto questa roba? Ce n’era abbastanza da sfamare un esercito…

“Vedi, – proseguì Tamaki – visto che non posso aiutarti nello studio volevo almeno esserti d’aiuto in qualche altra maniera…cioè, non solo io, tutto il club ovviamente!!” aggiunse poi agitato.

“Grazie, senpai…” disse Haruhi, toccata dalle sue parole.

Le rispose con uno dei suoi candidi sorrisi, prima di chiederle:

“Come va con lo studio allora? Procede?”

“Eh…ah, si beh, più o meno…non so perché ma mi distraggo facilmente oggi…” rispose grattandosi la nuca, un po’ a disagio ad ammetterlo.

“Allora forse è meglio che vada, ti ho già disturbato abbastanza e immagino vorrai continuare-”

“Tu hai già studiato per le lezioni di domani?” le chiese interrompendolo.

“No, sono venuto direttamente dal club. Infatti sarà il caso che torni a casa e mi metta anch’io al lavoro..” rispose un po’ stupido del suo interesse.

Haruhi lo guardò mentre raccoglieva la cartella da terra, e quando fece per voltarsi verso l’uscita…

“Non ti andrebbe di fermarti qui a studiare?” chiese tutto d’un fiato, prima di tapparsi la bocca con una mano. Ma che stava dicendo?

Tamaki si voltò verso di lei, incerto di non essersi immaginato quelle parole.

“Non…non ti crea disturbo?” chiese titubante.

“…no, anzi, mi farebbe piacere avere compagnia…inoltre non riuscirei mai a finire tutto quello che mi hai portato da sola!” aggiunse a mo’ di scusa. Si sedette quindi al tavolino e tolse un po’ di libri per fargli spazio, prima di tornare a guardarlo in attesa.

“…ok” rispose imbarazzato, e si sedette di fronte a lei, cominciando a tirare fuori i libri…







finalmente aggiunto il 2o capitolo…ora ke lo rileggo mi accorgo ke Tamaki è inaspettatamente calmo rispetto alla sua natura…e Haru meno “Haru”…
ma chissene,m piace lo stesso! X3 sxo anke a voi!!!

cm sempre, aspetto commentiiiiiiiii ^_______________^

epizit ;D

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Capitolo 3
*** Ch #3 ***


Cry baby


Ch. #3


Tic…

Tac...

Tic...

Tac...

Il ticchettio prodotto dal lento avanzare della lancetta dell’orologio sembrava amplificato nella mente di Haruhi, tanto da sembrare il rintocco di una campana.

Cercava di concentrarsi sul libro che aveva davanti, ma erano ormai passati parecchi minuti, e lei era ancora ferma su quella pagina, sulla riga che aveva riletto fino alla nausea senza nemmeno accorgersene. I suoi pensieri in realtà vagavano vorticosamente, tutti a finire inevitabilmente sul figura seduta di fronte a sé, che non pareva accorgersi dell’agitazione che pervadeva la ragazza, poiché realmente concentrata sullo studio.

‘Se continuo così impazzisco…’ pensò Haruhi, mentre con lo sguardo seguiva i lenti movimenti della sua mano, il sordo grattare della matita che le rimbombava nelle orecchie. Anche quando si fermò, restò a fissarla di sottecchi, quasi incantata, senza sentire il peso dello sguardo azzurro posato su di lei.

“Tutto ok?”

Haruhi sobbalzò, facendo cadere la penna che aveva in mano.

“Ehm, si certo…” mormorò, prima di tuffarsi sotto il tavolino per riprendere la penna fuggitiva, nascondendo alla vista il colorito roseo che le imporporava le guance.

“Sei stanca, vero?” chiese Tamaki gentilmente, quando la vide riemergere.

“Un po’…” rispose sommessamente.

“Ho visto che ti sei incantata infatti.” Lanciò uno sguardo sul suo libro “Non sei andata avanti?”

“Eh…non riesco proprio a farmi entrare i testa questi teoremi…”

“Fa’ vedere” disse lui, prima di sporgersi sul tavolo e girare il libro nella propria direzione. Si mise quindi a leggere silenziosamente. Poi le sorrise.

“Guarda, anch’io ci avevo messo un po’ a capirli, ma a casa dovrei avere degli appunti che potrebbero aiutarti. Domani te li porto, ok? Intanto passa ad altro” le suggerì, tornando al proprio posto.

Haruhi emise un lungo sospiro tremante. Era rimasta in apnea tutto il tempo che Tamaki si era sporto verso di lei.

‘Ora basta, maledizione, concentrati!!’

Si rimisero entrambi sui libri, con rinnovato impegno.

Lo sguardo azzurro del ragazzo però slittò in su, fino a focalizzarsi sul viso concentrato di lei.

Vedeva i suoi occhi scuri scorrere sulla pagina, e passare poi sul quaderno, dove la mano svelta annotava le informazioni chiave, e tornare sul libro. Continuò così, allorché anche Tamaki si rimise sui libri.



Passarono le ore, poi Haruhi chiuse il libro sospirando e con occhi stanchi scoccò uno sguardo all’orologio.

“Sono già le nove…”

“Di già?” chiese il ragazzo, ridestatosi dal torpore dello studio.

“Si…ti va di mangiare qualcosa?” propose lei, prima che il gorgoglio dello stomaco irrompesse sulla scena.

“Certo” rispose ridendo sotto i baffi, mentre Haruhi corse in cucina, rossa di vergogna.

Tornò poco dopo con il sushi da lui portato, e si misero a mangiare in silenzio.

“Sei preoccupata?” le chiese Tamaki dopo un po’.

“Per cosa?” rispose incrociando il suo sguardo. Uno sguardo azzurro cielo.

“Per l’esame di recupero”

“Ah…beh, non penso che avrò problemi a superarlo se mi metto d’impegno nello st-”

“Ma sei preoccupata?” insisté.

“…” Haruhi non seppe cosa rispondergli. Si, perché ho paura di non vedervi più se non lo passo?

“Sai, noi tutti lo siamo…io in primis, perché l’Host Club senza di te non sarebbe più lo stesso Host Club che è ora” disse Tamaki con voce sommessa, quasi stesse immaginando la cosa.

Haruhi fu colpita da quelle parole. Erano gli stessi sentimenti che provava lei quando pensava all’espulsione, sebbene visti da un’altra posizione. Ne fu commossa.

“…io ho paura…”

Il ragazzo tornò a guardarla. Lei però si stava fissando le mani, strette a pugno e appoggiate sulle cosce.

“…se…io fallissi l’esame…io…”

Non riuscì a finire la frase, la voce le si stava spezzando, la vista era appannata. Con tutte le sue forze si costrinse a non piangere, a non dare sfogo ai pensieri che ultimamente l’avevano tormentata. Strizzò gli occhi, prima di venire avvolta da un caldo abbraccio.

“Non ti preoccupare, il tuo papino è qui, non ti preoccupare…” cominciò a sussurrarle all’orecchio, mentre la stringeva tra le braccia e la cullava dolcemente.

Nascose il viso contro di lui, e si aggrappò alla sua camicia, quasi con disperazione, mentre il battito accelerava, il pulsare frenetico del cuore che l’assordava.

‘Non mi lasciare’ fu il suo ultimo pensiero, prima che la stanchezza finora accumulata l’avvolgesse tiepida per portarla nell’oblio del sonno…







Haruhi con dei sentimenti…incredibile!!!non so,volevo fare in modo che il suo rapporto con Tama cambiasse un po’…
inoltre sn sempre stata curiosa d cm fa Tama a mantenere i voti ke ha…quindi me lo sono immaginato cm 1 ke qnd s mette d’impegno non si fa distrarre da niente…ke puccio!!! =3

cm sempre aspetto tanti commentiiiiiii!! ^______^

epizit ;D

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Capitolo 4
*** Ch #4 ***


Cry baby


Ch. #4


Riaprì gli occhi lentamente. Quanto tempo era passato? Ricordava ancora la sensazione delle braccia di Tamaki attorno a lei, che l’avvolgevano in un abbraccio protettivo, il più sicuro rifugio dalle sue paure…

Poi si alzò di colpo. Si era addormentata! Tra le sue braccia! Il solo pensiero la fece arrossire. Si guardò in torno, e si accorse di essere sotto le coperte del suo futon. Arrossì ancora più violentemente quando fece mente locale di quanto era successo l’altra sera.

‘Ho pianto come una bambina per una stupidaggine, e mentre mi consolava io MI SONO ADDORMENTATA!! Ma si può essere più stupidi?? E come se on bastasse, mi ha pure rimboccato le coperte!’ Questo superava di gran lunga il suo grado di sopportazione. Le attraversò la mente i pensiero di saltare scuola quel giorno, poi subito cacciato dal senso del dovere.

‘Non posso permettermi di saltare le lezioni…altrimenti non recupererò mai l’esame’ Sentì una fitta al petto al solo pensiero, e il volto di Tamaki fece capolino nella sua mente.

‘Sempai…’ pensò, prima di sentire il famigliare scatto della serratura dell’entrata.

“Ciao Haruhiiiiiii!! Il tuo papà è tornato a casa!!”

Stavolta era quello biologico, di padre.

“Ciao papà” rispose Haruhi con poco entusiasmo, ripiegando il futon e mettendolo nell’armadio.

“Oh tesoro, ti sei presa a letto? Fa niente, adesso ci prepariamo una bella colaz…oh mamma!!! Da dove arriva tutto questo bendiddio??” disse Ryoji sorpreso (o devo chiamarlo Ranka? vabbè,sempre il padre di Haru è XD NdT), ancora vestito il tailleur.

“Ah…niente, solo alcuni regali dei membri del club per aiutarmi a concentrarmi nello studio…” rispose con nonchalance, evitando accuratamente di nominare il sempai.

“Perché, hai problemi con lo studio?” Giusto, non gli aveva ancora detto nulla. Spiegò quindi al padre la situazione, mentre finiva la colazione, si cambiava e, una volta pronta, si avviava alla porta.

“Eh, è proprio vero che nei casi di bisogno si vedono i veri amici!” sospirò Ryoji con espressione nostalgica, dando ad Haruhi da pensare sui suoi amici – anzi, su un amico…




“Buongiorno Haruhi!” dissero in coro i gemelli Hitachiin.

“Ah, buongiorno Hikaru, Kaoru” rispose Haruhi.

“Allora, come sta andando lo studio?” chiese Hikaru.

“Ce la farai con l’esame,vero?” gli fece eco Kaoru.

Bastò questo per riportarle alla mente il pomeriggio di studio con Tamaki, e per farla arrossire.

“S-si, beh, procede…come dire…si tutto ok!” rispose agitata, cominciando a sfogliare un libro a rovescio.

I gemelli si scambiarono uno sguardo incuriosito, ma non ebbero possibilità di replicare poiché il professore iniziò la lezione. Le ore scorsero veloci per Haruhi, che riuscì finalmente a concentrarsi, nonostante tutti i pensieri che le frullavano nella mente, e che premevano per farla fantasticare sul suo sempai. Poi finalmente giunse il trillo della campanella.

“Ciao ragazzi, salutatemi gli altri al Club” disse veloce Haruhi guardandoli, mentre infilava la porta. I due non ebbero nemmeno il tempo di rispondere, tant’è che era già sparita. Percorse velocemente il tragitto dalla sua classe all’uscita, evitando accuratamente di incrociare gli sguardi di chiunque.

“Corri a casa?”

“Eh?” Haruhi si voltò, per trovarsi faccia a faccia con la persona che popolava i suoi pensieri. Un tremito la scosse, quando guardò quegli incredibili occhi azzurro cielo che le sorridevano.

“Eh, uhm, si infatti” riuscì a formulare, sentendo il calore salirle lungo le guance.

“Scusa per averti lasciato così stamattina, ma dovevo cambiarmi prima di venire a scuola, così sono dovuto passare da casa…” si giustificò Tamaki, grattandosi la nuca con fare imbarazzato.

“Ah non preoccuparti! Piuttosto grazie per…esserti preso cura di me” ‘Ma allora ha passato la notte a casa mia?’

“Era il minimo per la mia bambina!” le rispose con un sorriso, dandole una carezza sulla testa. Il semplice contatto le fece venire le farfalle nello stomaco, sebbene quella frase l’avesse un poco turbata. ‘Ma io cosa sono per te?’

“Bene, io torno al Club, senza il presidente come fanno sennò! Ah, e se non ti è di disturbo più tardi passo da te ok? Non mi piace che la mia bambina passi tutto il tempo a casa sola soletta!” disse coi suoi migliori occhi da cucciolo. Haruhi sentì le ginocchia cedere, ma riuscì comunque a mantenere un contegno.

“Beh, non è necessario, ma se ti fa piacere..” ‘Vieni tutte le volte che vuoi’ Era così difficile dirlo?

“Ok, a più tardi allora!” La ringraziò con uno dei suoi migliori sorrisi, prima di avviarsi verso l’aula di musica n.3.

Haruhi lo seguì con lo sguardo, col desiderio di raggiungerlo e di percorrere il tragitto assieme, ma non poteva. A casa l’aspettavano i libri, e solo altri 6 giorni prima che il suo destino fosse deciso.







anke questo capitolo non è lunghissimo…non m linciate XD
prometto di proseguire appena possibile!!voi però commentate, e se avete idee proponetele!!sono aperta a tutto!!

epizit ;D

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Capitolo 5
*** Ch #5 ***


Cry baby


Ch. #5


Il pomeriggio trascorse lentamente, con Haruhi china sui libri, intenta a studiare i più svariati argomenti. Si era programmata i pomeriggi di studio, organizzandosi le materie da affrontare. Mancavano poche pagine prima che potesse dichiarare chiuso lo studio giornaliero, quando sentì un brontolio cupo. Si guardò in torno. Non era il suo stomaco, erano le 7, mancava ancora un’ora buona all’ora di cena, e non sentiva per nulla fame.

‘Mah, me lo sarò immaginato…’ pensò, e tornò sui libri, ma con una strana sensazione nello stomaco. Sentiva una punta d’ansia, senza sapersi spiegare perché, visto che era tutto tranquillo, come al solito. Un nuovo brontolio si fece sentire, stavolta più lungo e forte, quasi si fosse avvicinato.

‘Che sia…?’ Non fece a tempo a formulare la domanda, che le prime gocce di pioggia picchiettarono sui vetri, dapprima in modo leggero, poi sempre più fitte, rendendo il cielo buio e scuro. Haruhi si pietrificò sul posto, e sentì la consueta sensazione di paura, come un vuoto alla bocca dello stomaco, mentre quel tremendo picchiettare rappresentava per lei la calma prima della tempesta.

Che non si fece attendere. Un lampo di luce, seguito da un tremendo rombo. Haruhi sussultò, coprendosi le orecchie con le mani e rannicchiandosi in posizione fetale sul pavimento. Un altro tuono, più forte del primo, si fece sentire, sovrastando il feroce picchiettio della pioggia. Haruhi iniziò, con voce tremante, a sussurrare una melodia, cercando di coprire il suono incessante della pioggia. Ma la poca voce che le usciva vibrava di puro terrore, annullando ogni suo tentativo tranquillizzante. Continuò tuttavia, interrompendo quella nenia ogni volta che un tuono squarciava il cielo nero come la notte, facendole emettere dei gridolini spaventati.

Passò qualche minuto di intensa agonia, prima di sentire, confuso nella furia del temporale, un altro rumore. Smise di cantare e allontanò appena le mani dalle orecchie, per sentire un frenetico bussare alla porta.

“Haruhi!! Sei lì? Aprimi!!” La voce risuonava angosciata, ma la riconobbe comunque.

“S-sempai…” riuscì a dire, prima che l’ennesimo tuono la zittisse.

“Haruhi!! Lo so che hai paura, ma devi venire ad aprirmi alla porta! Provaci!!”

Haruhi riuscì a fare qualche passo a gattoni, non osando alzarsi in piedi, congelandosi sul posto ad ogni tuono. Poi riuscì tremante a raggiungere alla porta, e ad aprirla. Si ritrovò poi distesa a terra, stretta tra le braccia di Tamaki, che nella foga di abbracciarla aveva fatto cadere entrambi. Questi chiuse con un calcio la porta., prima di iniziare a parlare.

“Eccomi, scusami se non sono arrivato prima, ce l’ho messa tutta, ma l’auto è rimasta bloccata nel traffico e non sono riuscito a fare più in fretta nemmeno correndo” disse un Tamaki col fiatone per la lunga corsa, con la giacca zuppa di pioggia. Haruhi, tremante, si strinse a lui, non riuscendo a esprimere la sua gratitudine a parole, bloccate dalla paura. I singhiozzi poi vennero spontanei, e i fiumi di lacrime che le appannavano la vista strariparono sulle guance, e sulla camicia di lui.

Tamaki continuò a stringere quel piccolo corpo scosso dai tremiti. Haruhi, così forte e impassibile, diventava incredibilmente fragile quando era preda delle sue paure. E incredibilmente bella.

La prese in braccio e si alzò con cautela, riuscendo alla meno peggio a togliersi la giacca gocciolante e ad avvolgere entrambi con una coperta, sedendosi poi nell’angolo della stanza più lontano possibile dalla finestra. Continuò a cullarla e a sussurrarle parole di conforto all’orecchio per tranquillizzarla, nascondendole il viso in modo che non vedesse i lampi.

Un tuono più forte degli altri fece sobbalzare persino Tamaki. Poi gradualmente tutte le luci si spensero, una dopo l’altra.

“Che è successo?” chiese Haruhi, spaventata, che però aveva smesso di piangere…

“È andata via la corrente…nulla di grave, non ti preoccupare, tornerà in un attimo” disse lui. La luce però non tornava.

C’era un’insolita intimità in quel buio, nonostante l’incessante frastuono della tempesta in sottofondo. Haruhi se ne rese conto e, nonostante la paura che l’attanagliava, sentì anche un vago imbarazzo. Ogni tanto le usciva ancora qualche singhiozzo involontario, indipendentemente dai rombi che ancora si sentivano. Si sistemò meglio tra le sue braccia, nel tepore della coperta, rannicchiandosi.

Tamaki le accarezzò i capelli, poi le guance e, sentendole bagnate, vi pose dei baci delicati, asciugando così la scia di lacrime che le aveva rigato il volto. Inutile dire che le guance le si arrossarono istantaneamente al contatto delle sue labbra. Haruhi nascose il volto contro il suo petto, poiché ogni suo tocco le procurava un brivido infinito. Le depose quindi un ultimo bacio sulla fronte, per poi appoggiare la guancia sui suoi capelli, respirandone il profumo.

Passarono pochi minuti in silenzio, ancora nell’oscurità, mentre la pioggia non accennava a smettere nonostante il fragore dei tuoni fosse più tenue e meno frequente. Haruhi, per la prima volta, desiderò che il temporale non finisse. Sempre nascondendo il viso, alzò le braccia e gliele allacciò attorno al collo.

“Grazie di essere qui” gli sussurrò poi, sovrastando il frustrante picchiettio della pioggia. Lo sentì sorridere.

“Non vorrei essere in nessun altro posto adesso” le rispose dolcemente, accarezzandole la nuca con una mano. Lei allontanò un po’ il viso, e i loro sguardi si intrecciarono per un interminabile momento…

Un nuovo tuono la colse alla sprovvista, costringendola a nascondersi nuovamente contro di lui, in preda alla paura. Tamaki accostò il viso al suo, sorridendo della sua reazione, per lasciarle un altro bacio sulla tempia. Stavolta Haruhi non si mosse, sebbene tremasse a ogni contatto. Continuò a baciarle la guancia, scendendo a ogni bacio di più, imbarazzandosi da solo per la spontaneità con cui compiva quei gesti carichi di affetto, che gli sembravano quasi naturali. L’ultimo bacio arrivò pericolosamente vicino alle sue labbra…







devo ammettere ke mi è particolarmente piaciuto scrivere qst capitolo…
ho cercato di far rientrare un po’ i personaggi in loro stessi (Haru è molto + vulnerabile a Tama ke nell’originale…mentre Tama se lo è non lo dava a vedere ^^), visto ke negli ultimi capitoli erano un po’ fuori dal mio controllo o_O’’
spero cmq di avervi lasciato la suspance ke volevo creare alla fine…quel tanto ke basta x invogliarvi a seguire qst fanfic (la 2° della mia vita…me commossa *_*)

come sempre, aspetto tanti commenti!!!anke ki ha già commentato, se vuole aggiungere altro è benaccetto!! ^^
al prox capitolo!!! ^^

epizit ;D

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Capitolo 6
*** Ch #6 ***


Cry baby


Ch. #6


Haruhi non osava muovere un muscolo. Non respirava nemmeno, tanta la paura che aveva di distrarlo, di fare una qualsiasi cosa che potesse insinuare in lui il dubbio che lei non desiderasse di essere baciata. Il sangue le pulsava frenetico nelle orecchie, mentre la mano di lui seguiva la linea del suo mento, invitandola ad alzare leggermente il viso per venirgli incontro.

I tuoni non rombavano più, la pioggia non faceva più sentire il suo picchiettio insistente, tutto sembrava ovattato in quel momento perfetto di attesa. Il temporale era veramente terminato, sostituito da una pioggia leggera e scrosciante, mentre si diradavano un po’ le nubi scure, lasciando spazio a un cielo più chiaro, ma già blu. L’oscurità rendeva incredibilmente intima quella vicinanza, che Haruhi desiderava colmare più di ogni altra cosa. Chiudendo gli occhi, alzò un poco il mento, in attesa che lui percorresse la distanza ormai minima tra i loro volti. Tamaki si soffermò un istante a guardarla, quasi incredulo che lei lo stesse davvero accettando, dopo tanti momenti in cui aveva sognato, desiderato, che tutto ciò succedesse. Ed ora eccolo lì, con lei, con le sue labbra così desiderate a pochi centimetri dalle proprie. Il paradiso, in un attimo di magia.

Chiudendo lentamente gli occhi, si avvicinò a lei, al suo viso. Non desiderava altro. Stava raggiungendo la felicità assoluta, stava raggiungendo lei. Nel buio non riusciva a vedere quanto vicina o distante fosse, non che avesse importanza comunque. Si dice che a volte l’attesa sia da prolungare, poiché quasi meglio del bacio stesso. Forse in questo caso era così, perché Tamaki era sicuro che non avrebbe mai più dimenticato quell’istante, poiché era l’unica cosa che lo separava dalla sua amata Haruhi. L’unica cosa…

Un flash lo accecò, costringendolo a ripararsi gi occhi ormai abituati all’oscurità. La luce continuò la sua intermittenza, prima di stabilizzarsi nella lampadina che li sovrastava. Era tornata la corrente. Qualche goccia di pioggia insistente continuava a picchiare sul vetro, formando delle linee incoerenti mentre scivolava giù. Entrambi fissarono la lampadina con crescente ostilità, ancora abbracciati, nella stessa posizione che avrebbe accompagnato quel contatto mancato per un soffio. Lei si ripromise di distruggere quella lampadina, in un immediato futuro.

Si girarono quasi contemporaneamente a guardarsi. Haruhi si perse un istante nel cielo dei suoi occhi, prima di distogliere lo sguardo paonazza, allontanandosi un poco e sciogliendo così l’abbraccio. L’atmosfera romantica era rovinata, ed ora era subentrato l’imbarazzo. Probabilmente non sarebbe mai più riuscita a guardarlo negli occhi. Tamaki, dal canto suo, era ugualmente imbarazzato e arrossito, ma non distoglieva lo sguardo da lei, non ci riusciva. Continuò a guardarla finché, incapace di sostenere oltre il peso di quegli occhi, Haruhi non lo guardò di nuovo. A ogni secondo che passava arrossiva sempre più.

“Detesto la luce” le disse Tamaki.

“Fai il cosplay di Nekozawa-sempai adesso?” ironizzò Haruhi con un sorriso imbarazzato. Lui le rispose con un sorriso sghembo, prima di alzare gli occhi, attirato da qualcosa sopra la sua capigliatura castana. Il suo sguardo brillò per un attimo, prima di tornare a posarsi su di lei, accompagnato da un magnifico sorriso da furbetto, che la incantò.

“Non so te, io preferisco il buio” disse, prima di sporgersi un poco verso di lei, per premere l’interruttore sopra la sua testa. E in un attimo la stanza ritornò a essere buia come prima.

Il cuore di Haruhi prese a palpitare, incontrollabile, mentre osservava ogni suo movimento, vagamente visibile grazie al chiaro di luna che filtrava dai vetri pieni di gocce. Lo vide che la osservava, cauto, prima di sporgersi nuovamente verso di lei, con lentezza calcolata, in modo da darle la possibilità di fermarlo, se l’avesse desiderato. Ma Haruhi non ci pensava nemmeno. Non voleva fermarlo, anzi, desiderava che si avvicinasse più velocemente, che facesse finire quell’attesa che le bruciava le labbra. Se non fosse che stava trattenendo il respiro, le sarebbe sicuramente venuta l’asma per l’agitazione. Nonostante il desiderio incalcolabile che la dilaniava dentro, non riusciva a muoversi di propria iniziativa. Riusciva unicamente ad aspettarlo.

Tamaki le accarezzò un guancia, lasciandovi poi la mano a sentire il calore della pelle di lei, purpurea di imbarazzo. Poggiò quindi la mano libera sull’altra guancia, così da averle ai lati del viso. Lo sguardo gli brillava, mentre ancora una volta si avvicinava al suo viso, con la stessa lentezza di prima. Il cuore di Haruhi pompava frenetico, imporporandole ancora di più le guance mentre lei, inerme, socchiudeva gli occhi. Lui fece lo stesso.

Con gli occhi chiusi, indugiò un ultimo attimo sulla sua bocca, durante il quale lei dischiuse le labbra, per respirare il suo respiro. Poi finalmente, Tamaki posò le labbra sulle sue.

Haruhi si sentì esplodere il petto, il cuore, ogni cosa. Rispose al bacio, mettendogli nuovamente le braccia al collo e stringendosi a lui. Non poteva credere di essere tra le sue braccia, sulle sue labbra…era un sogno. Tamaki fu felicemente sorpreso dalla sua reazione, felice di vederla ricambiare le sue attenzioni con uguale emozione. Si sporse ancora un po’ e, sostenendola con un braccio dietro la schiena, la fece lentamente distendere. Poi schiuse anche lui le labbra, in preda alle emozioni, e approfondì il bacio. Haruhi non l’aveva mai sentito così vicino a sé. Vittima del turbine di emozioni che le premeva nel petto, rispose al bacio con foga, aggrappandosi spasmodicamente alla sua camicia per avvicinarlo ancora di più. Lui non si fece attendere, fece aderire il corpo al suo senza però pesarle, caricando il peso sui gomiti. Con le mani le percorreva le schiena, e mentre una risaliva alla nuca, l’altra restava al centro della schiena, non osando scendere di più. Quelle di lei gli arpionavano la camicia, accarezzavano la schiena, scompigliavano i capelli. Haruhi voleva colmare quella distanza che aveva sempre posto fra di loro, voleva averlo sempre vicino come lo sentiva ora.

Staccarono le labbra un attimo, per riprendere fiato. Tamaki la guardò. Era bellissima la sua Haruhi, con le guance ancora rosee, le labbra arrossate, e un luccichio negli occhi che lo incantava. Lei ricambiò lo sguardo, carico di emozioni. Aveva il respiro un po’ affannoso, il battito che non accennava a rallentare. Poi le tornò alla mente una cosa importante.

“Oddio, Tamaki, che ora è? Sono già le 20.30!! Mio padre stasera non ha il turno di notte, potrebbe tornare da un momento all’altro!” disse agitata, guardando l’orologio. Non avvertendo alcuna reazione da parte di lui, tornò a guardarlo e gli scoprì sul viso un’espressione dolcissima.

“C-cosa c’è?” chiese imbarazzata.

“…questa è la prima volta che mi chiami per nome” rispose lui, deponendo un lieve bacio sulle sue labbra. A queste parole Haruhi si intenerì, e lo abbracciò stretto.

“Non ti chiamerò mai più ‘sempai’”

“Forse invece è il caso che tu lo faccia, almeno al club…o saremmo un po’ sospetti” disse.

“Come vuoi tu” rispose sorridendo.

Forse era la prima volta che Haruhi cedeva così facilmente alle sue richieste, e questo non fece che renderlo ancora più felice.







qst è probabilmente la scena d’amore più bella ke ho mai descritto!!m stupisco d averla scritta io ^///^
comq ci voleva che Tamaki si svegliasse fuori….dai tesoro datti da fare!!! ;D ah era pure ora che i 2 si scambiassero 1 bacio cm si deve… <3
non volendo togliere nulla agli altri, trovo ke in certe ff succeda tutto troppo velocemente, tipo ke prima nemmeno si parlano, e subito dopo si dichiarano amore reciproco..ttt qst fretta toglie 1 pò il romanticismo del momento(almeno secondo me)
qst è 1 opinione xsonale,non sto attaccando ness1 eh!!! XD

se non piace non uccidetemi, io ho fatto del mio meglio!!
come sempre,aspetto tanti commenti,specie su qst capitolo!!!voglio sapere ke ne pensate prima di continuare…
al prox capitolo quindi!!!

epizit ;D

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Capitolo 7
*** Ch #7 ***


Cry baby


Ch. #7


“Allora io vado…a domani” disse Tamaki, appena fuori dalla porta.

“Si…a domani” gli rispose Haruhi, col viso ancora leggermente arrossato dopo l’incredibile bacio di poco fa. Le gambe le tremavano ancora.

Nonostante si fossero già salutati, il King trovava incredibilmente difficile separarsi da lei. I loro sguardi erano incatenati, nessuno dei due riusciva a distoglierlo per primo. Poteva un bacio cambiare tutto così?

Tamaki riuscì infine a voltarsi, anche se controvoglia, e si avviò verso le scale. Una volta scese, fece pochi passi prima di voltarsi nuovamente, per vedere, sorpreso, che Haruhi era ancora lì, appoggiata al parapetto, a guardarlo. Si scambiarono un triste sorriso, prima di lasciarsi finalmente andare.

Haruhi rientrò e, dopo aver chiuso la porta, vi si afflosciò, le mani a coprirsi le guance, più rosse che mai. Si toccò le labbra con la punta delle dita, ancora memore della sensazione delle sue labbra, della sua bocca, del suo respiro. Lei e Tamaki si erano appena… Il cuore mancò un battito, mentre si abbracciava le gambe, la testa appoggiata alle ginocchia, gli occhi chiusi. Ripensò al suo profilo illuminato solo dalla luna, i suoi capelli che ne riflettevano la luce, mentre lentamente si avvicinava a lei… Decisamente quella notte non avrebbe dormito.




Diversamente dalle aspettative, Haruhi aveva fatto un sonno lungo e senza sogni, tant’era la stanchezza e lo stress accumulati in questi giorni in vista dell’esame. Ora, fresca e riposata, seguiva le lezioni normalmente, in attesa che giungesse la pausa pranzo. Quel giorno le lezioni si estendevano anche al pomeriggio.

“Haruhi, vieni in sala mensa con noi!!” dissero in coro i gemelli, subito dopo che il professore ebbe lasciato l’aula .

“No, veramente mi sono portata il pranz-”

“Niente scuse! In questi giorni non sei venuta al club, e Honey sempai non ha fatto altro che piangere la tua mancanza!” la interruppe Hikaru.

“Inoltre ci ha fatto promettere che oggi ti avremmo portato con noi, volente o nolente” gli fece eco Kaoru, prima che i due la prendessero, un braccio a testa, e la trascinassero via dall’aula.




Haruhi fece tempo a fare un solo passo all’interno della sala gremita di gente, che Honey le saltò subito al collo.

“Haru chan!!!!!!!!!!!” esclamò il piccoletto gioiosamente, seguito da un cenno di Mori che, sebbene non si notasse, aveva un’espressione più felice del solito.

“Visto che l’abbiamo portata??”

“Good job, Hitachiin bros!!” disse loro il King mostrando il pollice alzato, mentre Kyoya osservava la scena divertito.

“Oggi verrai al club Haruhi?” chiese lui tranquillamente, ma questo bastò per far saltare su Tama.

“Eh nonono!!!! Haruhi deve solo impegnarsi nello studio questa settimana!! Non deve avere distrazioni!!”

Haruhi non poté fare a meno di ridere dell’ambiguità di quelle parole: lui stesso rappresentava per lei fonte di distrazione, soprattutto dopo quanto accaduto la sera prima.

“Non vi preoccupate, lo studio sta procedendo bene. E comunque mancano ancora 5 giorni all’esame, ho tutto il tempo di prepararmi a sufficienza” disse con un sorriso la ragazza.

Tutto il club si sedette finalmente a un tavolo, e consumò il pasto chiacchierando in allegria. Il resto del pomeriggio trascorse tranquillamente, Haruhi seguì le lezioni e tornò a casa a studiare. Passarono così anche i seguenti giorni, fino a sabato. Tamaki non venne più al pomeriggio, poiché incredibilmente riuscì a capire che l’avrebbe inutilmente distratta (qualche volta riesce ad essere perspicace pure lui XD NdT). L’esame sarebbe stato lunedì.

Avviandosi ai cancelli come sempre, Haruhi emise un sospiro, in vista di un altro pomeriggio di studio non-stop. Certo, studiare non le dispiaceva affatto, ma anche per quello il troppo stroppia. Si era programmata i pomeriggi in modo che gli ultimi due giorni fossero dedicati a un ripasso riepilogativo, così da darle più sicurezza e da non pesarle troppo.

Superò il cancello quando si sentì afferrare un polso e tirare, riconoscendo il suo rapitore.

“Tamaki sempai??” chiese sorpresa. Lui in tutta risposta si appoggiò un dito alle labbra, e la condusse oltre l’angolo, al riparo da occhi indiscreti. Una volta lì, si voltò e la strinse a sé.

“Ta-Tamaki?” disse lei imbarazzata, stretta tra le sue braccia.

“…mi sei mancata in questi giorni” confessò lui, già con le guance rosse. Lei non poté non sciogliersi a quelle parole. Inspirando il suo profumo, si rese conto di quanto anche lui le fosse mancato. Gli diede un bacino sulla guancia, cosa che lo fece arrossire ancora di più facendola ridere. Tamaki era così, non riusciva ancora a superare l’imbarazzo. Allontanò il viso per poterla guardare negli occhi, quei due pozzi scuri e sinceri ove vedeva riflessa l’emozione che provava. Piegò il viso e si avvicinò lentamente, sussurrando il suo nome sulle sue labbra. Haruhi lo accolse sorridente, felice di quei pochi momenti d’intimità che poteva concedersi con lui. In quegli istanti la mente le si svuotava, tranne che per lui, e per le sensazioni che le dava. Quand’era che aveva iniziato ad amarlo così?

‘Già, perché ti amo…’ pensò felice, mentre le loro labbra si incontravano ancora una volta.







c sto prendendo gusto a scrivere qst ff, anke se conto di chiuderla con altri 2,max 3 capitoli. Sennò la tirerei troppo per le lunghe e potrebbe risultare noiosa…
cmq sia,spero che anke qst capitolo sia di vostro gradimento e sxo ke seguiate la ff fino alla fine!!
grazie davvero per i commenti, sapere qllo ke pensate m aiuta molto!! ^^

aspetto cm sempre nuovi commenti!!! stay tune for the new chapter ^^

epizit ;D

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Capitolo 8
*** Ch #8 ***


Cry baby


Ch. #8


Il fine settimana passò piuttosto in fretta. Haruhi si dedicò con molto impegno allo studio: ripassò tutti gli argomenti tre volte, così da avere ancora più sicurezza. La domenica sera andò a letto a mezzanotte, dopo aver chiuso con sollievo i libri. Si addormentò a fatica, ma riuscì comunque a riposare. Poi, come un incubo giunse la mattina.

“Bene. Avete due ore per terminare il test. La graduatoria aggiornata sarà appesa dopo la quinta ora. Cominciate pure, buon lavoro a tutti”

La voce del professore la riportò alla realtà. Non ricordava nemmeno di essersi alzata, quella mattina. E ora si ritrovava seduta sul banco, col foglio dell’esame davanti a sé. Dette un’occhiata in giro, per vedere gli altri esaminandi tutti chini sui propri fogli, le penne che grattavano frenetiche. Con mano calma voltò il proprio foglio, e lesse le domande dell’esame. Inspirò ed espirò a occhi chiusi. Poi, presa il mano la penna, si mise all’opera.

Haruhi usò pienamente le due ore a disposizione. Ebbe il tempo di ricontrollare un paio di volte quanto scritto, prima che il professore annunciasse la fine dell’esame, invitando gli studenti a tornare nelle rispettive aule. Lei tornò, ma non seguì per nulla le lezioni. Sudava freddo, dandosi il tormento con dubbi inesistenti sulle domande e sulle risposte date. Aveva scritto il nome? L’aveva scritto corretto? E se avesse sbagliato qualche kanji? Era talmente concentrata con questi ragionamenti che non sentì nemmeno la campanella della pausa.

“Haruhiiiii?? Sei tra noi?” chiese per la quarta volta Hikaru.

“Eh?” rispose lei, accorgendosi finalmente della sua presenza.

“Oh finalmente! Pensavamo di doverti portare in infermeria, sembravi uno zombie” le disse Kaoru.

“No, sto…sto bene. Ho solo bisogno di un po’ d’aria” Detto questo, si alzò e si diresse fuori dall’aula, sotto gli sguardi preoccupati dei gemelli.

“Non ti pareva stranamente pallida?” chiese Kaoru, apprensivo.

“In effetti…non l’ho mai vista così. Certo che l’esame di recupero doveva essere parecchio tosto per ridurla così”

“Che dici, andiamo a chiamare il Lord?”

“Perché??” chiese Hikaru sorpreso.

“E dai, non mi dirai che non ti sei accorto di niente!” gli disse Kaoru stupefatto. Come faceva il suo gemello a essere così cieco?

“Accorto di COSA?” Non gli piaceva passare per stupido, e cominciava a spazientirsi.

“Di quei due. Di Haruhi e del Lord. Hanno completamente cambiato atteggiamento, e a mensa Haruhi l’ha persino chiamato ‘Tamaki’ senza ‘sempai’” gli spiegò il gemello.

“Vuoi dire che…?” Hikaru lasciò la domanda in sospeso, sgranando gli occhi. In tutta risposta, Kaoru si limitò ad annuire, con l’espressione di chi la sa lunga.




Camminò. Semplicemente. Senza nemmeno guardare dove andava. Era troppo preoccupata per curarsene. I piedi la portarono dentro il labirinto, al gazebo in pietra dove lei e Tamaki si erano nascosti quella volta che avevano giocato a nascondino. Allora non si era ancora accorta dell’immenso affetto che provava per lui.

‘Che scema’ pensò sedendosi sulla panchina di marmo bianco. Chissà come mai, anche in un momento come questo, i suoi pensieri finivano inevitabilmente a lui. Toccò con la mano la zona dove quella volta si era seduto lui, e sentì sotto le dita il freddo della pietra. Sospirò, e raccolse le ginocchia al petto.

‘Beh, è meglio che dia una bella occhiata a questo posto. Dubito che lo rivedrò se venissi espulsa’ si disse tristemente.

‘E probabilmente non vedrei più nemmeno lui…’ Questo pensiero la rese incredibilmente triste, quasi sull’orlo delle lacrime. Il viso di Tamaki le apparve nella mente, chiaro come se fosse davanti a lei in quel preciso istante. Sussurrò il suo nome, quando la campanella annunciò la fine della pausa. Haruhi aspettò ancora qualche istante prima di rialzarsi, mesta, e gettare un ultimo sguardo nostalgico a quel luogo. Sospirò ancora una volta, ormai rassegnata a quel possibile destino, e si incamminò verso l’edificio.




Tornò in classe che il professore era appena entrato, così non ebbe la possibilità d’essere sottoposta alle domande apprensive di Kaoru e Hikaru. Meglio così, non aveva voglia di parlare con nessuno. L’unica cosa che le interessava ora era sapere il risultato di quel dannato test. Aprì il libro inerente alla lezione, cercando, sofferente, di concentrarsi sulla monotona voce del professore. Mancavano due ore. Due ore, e poi avrebbe saputo l’esito del test fatto poche ore prima. Guardò più volte l’orologio, ma le sembrava che questo, per ripicca, avesse rallentato il ritmo delle lancette, prolungando i secondi a interminabili minuti. Fu così che, quando la campanella trillò per la fine della quarta ora, le parve che fosse già passata mezza giornata.

‘Oh insomma, datti una controllata!’ si ammonì, riavviandosi la frangia, cosa che non faceva mai.

L’ennesimo professore entrò, salutò gli alunni, e prese a spiegare scrivendo sulla lavagna. Tutto questo con una lentezza esasperante. Haruhi si scoprì a sbuffare d’impazienza, e arrossì.

‘Maledizione, calmati!!!’

Poi finalmente, come una manna dal cielo, la campanella suonò la fine della quinta ora. I risultati sarebbero stati esposti ora. Haruhi aspettò impaziente che il professore uscisse. Poi, anche lei schizzò fuori dall’aula.

“Haruhi, dove vai??” le chiese Hikaru, mentre lei aveva già un piede oltre la soglia.

“A vedere i risultati!” rispose lei in tutta fretta, prima di scomparire.

Corse a perdifiato per i corridoi, diretta verso la bacheca dove venivano affisse le graduatorie e gli annunci rivolti agli studenti. Vi erano poche persone per i corridoi, quasi tutte dirette lì, anche loro curiose dei voti. Haruhi raggiunse la bacheca per prima, ma le ci volle un po’ per trovare il coraggio necessario a guardare. Prima posizione, tutto ok. Qualsiasi altra posizione, espulsione. Inspirò ed espirò varie volte, prima di alzare finalmente lo sguardo.

“Fujioka Haruhi…” mimò con le labbra, mentre con lo sguardo scorreva la lista…







e ora suspance…..Haruhi avrà raggiunto la prima posizione in graduatoria????
vi lascio con qst dubbio ihihih…ci vediamo nel prox e (forse) conclusivo capitolo!

come sempre, aspetto tanti commentini!!!! ^^

epizit ;D

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Capitolo 9
*** Ch #9 ***


Cry baby


Ch. #9


Il suo sguardo partì dall’ultimo posto in graduatoria, ottenuto da un certo Hokimota Kyto. Non che le importasse chi fosse arrivato in quale posizione, ma si mise a leggere attentamente tutti i nomi della lista, dall’ultimo al primo, quasi volesse prolungare quell’attesa che la dilaniava. Attorno a lei continuava ad arrivare gente, curiosa come lei di vedere il proprio piazzamento. Studenti andavano e venivano, chi in ansia, chi solo curioso, chi soddisfatto e chi amareggiato. Certo, per nessuno di loro la graduatoria aveva la stessa importanza che aveva per lei.

‘Per nessuno di voi qualunque posizione che non sia la prima significa l’espulsione’ pensò amaramente, lo sguardo che lentamente saliva. Ora era entrata nella top ten. Vi lesse i nomi di Hikaru e Kaoru. Hikaru si era piazzato quinto, Kaoru quarto, ma con una differenza di punteggio minima. Deglutì con difficoltà prima di alzare fieramente lo sguardo ai primi posti.

Eccolo. Fujioka Haruhi. Il suo nome.

…Nella seconda riga. Non ce l’aveva fatta.

Haruhi sentì sgretolare la terra sotto di sé, vacillò ma riuscì a reggersi in piedi, lo sguardo fisso sui kanji del proprio nome. Dopo tutto l’impegno che aveva messo nello studio quella settimana…era stato tutto inutile. Inutile. Inutile…

Alzò lo sguardo tremante al primo posto, ottenuto da un certo Amane Kamijo. Quel nome non le era nuovo, quel ragazzo era primo già nella graduatoria precedente all’esame di recupero. Beh, buon per lui. Aveva mantenuto il suo primato.

Haruhi restò in uno stato di apatia a guardare il proprio nome, scritto nero su bianco. Poi si sentì battere leggermente sulla spalla. Si voltò quindi lentamente.

“Haruhi-kun, come ti sei piazzato? Ho sentito che hai sostenuto l’esame di recupero perché miravi al primo po-” Le parole morirono in gola alla ragazza, quando vide l’espressione di Haruhi. Gettò una rapida occhiata alla bacheca e, letto il punteggio, le offrì uno sguardo comprensivo.

“Oh Haruhi-kun, non devi abbatterti così! Solo perché non hai ottenuto il primo posto…” A quelle parole, Haruhi non ce la fece più. Scappò.




In quel preciso istante, Tamaki stava arrivando, correndo anche lui, non riuscendo ad aspettare la fine della giornata per vedere il punteggio che segnava il destino della sua amata Haruhi. Giunto nel corridoio, la vide per un attimo, mentre correva verso la porta che dava sul cortile. Tamaki alzò un braccio aprendo la bocca per chiamarla, ma fu ammutolito dall’espressione di panico che vide sul suo viso un attimo prima che scomparisse oltre la soglia. Agitato, fece per rincorrerla, ma i commenti provenienti dalla cricca di persone attorno alla bacheca lo indusse a fermarsi.

“Avete visto che espressione? Povero Haruhi-kun. Ci teneva ad essere il migliore del suo anno” stava dicendo una ragazza dai capelli nocciola.

“Però non si è piazzato male, anzi! Ma ci è comunque rimasto male…” disse un’altra con aria comprensiva. Tamaki le raggiunse in un lampo, chiedendo loro cosa fosse successo ad Haruhi.

“Oh, Tamaki sempai! Beh, quando sono arrivata ho visto Haruhi-kun che stava osservando la bacheca, così gli ho chiesto come si era piazzato, sapendo che aveva ripetuto l’esame perché scontento del proprio punteggio. Però quando mi ha visto aveva un’espressione sconvolta, che non gli avevo mai visto prima…quando ho visto il suo punteggio ho cercato di incoraggiarlo perché era davvero un ottimo piazzamento, anche se evidentemente non era quanto si aspettava…poi di punto in bianco è scappato” ammise la ragazza un po’ costernata.

“Perché, come si è piazzat- ehm, piazzato?” chiese Tamaki correggendosi, spostando lo sguardo sulla bacheca. Individuò subito la lista del primo anno, e il nome di Haruhi nella seconda riga. Rimase stupefatto. Haruhi seconda? Non era possibile. Non poteva crederci.

“Beh…” iniziò la ragazza, mentre Tamaki fissava febbrilmente la lista.

“…si è piazzato primo, ma a pari merito con un altro”

…Come? Tamaki osservò per un attimo la ragazza, scioccato, poi tornò sulla lista. Era vero. Il punteggio era uguale. Persino il numero affianco al suo nome confermava. 1. Ce l’aveva fatta!!!

Con un sorriso che andava da orecchio a orecchio, Tamaki sollevò la ragazza, le fece fare una piroetta e la rimise a terra, sussurrandole un “Grazie” all’orecchio, che la fece quasi svenire quando lui lasciò la presa per dedicarsi all’inseguimento di Haruhi.




Come aveva fatto? Come aveva fatto a mancare di nuovo il primo posto? Dove aveva sbagliato? E per di più in un test su argomenti che aveva studiato così assiduamente in quella settimana! Cos’era successo? Era stata l’ansia? La paura che le aveva chiuso lo stomaco ogni volta che aveva pensato all’eventualità di non vedere più i membri dell’Host Club?

Haruhi continuò a crogiolarsi nella sua disperazione, dondolandosi avanti e indietro, sotto il gazebo in pietra nel quale era venuta due ore prima, ancora ignara del suo terribile destino. Nemmeno le lacrime le uscivano, la sofferenza era troppo grande per essere alleviata con un semplice pianto. Nascose il viso tra le braccia, incrociate sopra le ginocchia.

Non avrebbe più frequentato l’Ouran. Non avrebbe più frequentato l’Host Club. Non sarebbe più stata sottoposta agli scherzi dei gemelli, alle minacce di Kyoya, ai sorrisi di Honey, alle pacche fraterne di Mori. Non sarebbe più stata oggetto delle carezze di Tamaki, dei suoi occhi da cucciolo, dei suoi baci… Ecco, persino ora pensava a lui. Persino ora che, rassegnata, ripensava a tutto quello che non avrebbe più visto, vissuto, gioito.

Le uscì un singhiozzo sordo. Soffriva, soffriva in modo indicibile. Nemmeno lei si era resa conto di quanto l’avesse resa felice frequentare questa scuola, non prima di quel momento. Nonostante rifiutasse d’ammetterlo, era felice di essere entrata per sbaglio nella terza aula di musica, e di aver rotto quel vaso. Ne era davvero felice.

I singhiozzi divennero più frequenti, mentre stringeva spasmodicamente i pugni, sbiancandosi le nocche, cercando di proteggersi da una sofferenza che non poteva essere pareggiata…







sono riuscita anche solo per un attimo a farvi credere che Haruhi non ce l’avesse fatta?se si, allora sono felice, la mia missione è conclusa!!! (o quasi, il prox capitolo sarà quello finale)
magari aggiungerò un capitolo post-fic, una sorta di epilogo ^^ scusate, ma qst fic m ha troppo appassionato!!!!non voglio farla finireeeeeeeeee T_T

come sempre aspetto tanti commenti ^^
piccola nota: ho pensato parecchio a qst cosa del pareggio, quindi mi serviva un cognome che venisse prima in ordine alfabetico. incredibilmente, m venivano tutti con lettere dopo la f!!!! alla fine ho ripiegato sull’unico ke mi piacesse e che venisse prima. Chiedo perdono!!! XP

see you at next chapter!

epizit ;D

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Capitolo 10
*** Ch #10 ***


Cry baby


Ch. #10


Tamaki percorse in lungo e in largo il cortile, perlustrando anche tutti i corridoi dell’edificio, cercando Haruhi. Voleva vederla, abbracciarla, condividere quella felicità. Certo, prima doveva trovarla, cosa non facile, vista la vastità della scuola. Entrò persino nella sede dell’Host Club, vuota a quell’ora. Ansimando per la lunga corsa, si appoggiò alla finestra, per riprendere fiato. La sesta ora era iniziata da pochi minuti, ma non gliene importava niente. Rialzandosi, pronto per proseguire le ricerche, gettò uno sguardo fuori dalla finestra, e il suo sguardo venne attirato dalla cupola bianca al centro del labirinto.

‘Il gazebo di pietra!’ Subito corse fuori dall’aula, percorrendo la distanza a velocità della luce, giungendo affannato all’entrata. Si fermò e inspirò a lungo, prima di addentrarsi nel labirinto. Si perse un paio di volte, prima di riuscire a vedere, alla fine dell’ennesimo corridoio verde, una struttura in pietra, con una figura raggomitolata alla sua ombra.




“Dov’è Suoh kun?”

“Dov’è Fujioka kun?”

“Non stava molto bene, è uscito un attimo a prendere un po’ d’aria”

Medesima risposta, sia da parte dei gemelli che di Kyoya, alla domanda dei professori. Quest’ultimo si aggiustò gli occhiali, chiedendosi che fine avesse fatto Tamaki, mentre dall’altra parte dell’edificio Hikaru lanciò uno sguardo preoccupato a Kaoru, che ricambiò. Perché Haruhi non tornava?




Conficcandosi le dita nei gomiti, Haruhi continuava a singhiozzare, il petto che le doleva, gli occhi arrossati e lucidi. Com’era possibile poter soffrire così? Non lo augurava a nessuno.

“Haruhi!!!” Sentendosi chiamare, alzò lo sguardo, vedendo Tamaki sorridente che le correva incontro. Aveva pure le allucinazioni adesso?

“Finalmente ti ho trovata!” disse appoggiandosi al tavolino per riprendere fiato.

“…Che ci fai qui?” gli chiese con voce roca, un groppo in gola che le rendeva difficile parlare, la voce rotta dai singhiozzi.

“Che domande, ho appena visto i risultati!! Non sei felice?? Ce l’hai fatta!”

Haruhi si limitava a guardarlo, sorridente e spensierato, non afferrando il senso delle sue parole. Ma che stava dicendo? Sarebbe stata espulsa. Espulsa. Il solo pensiero la fece sentire, se possibile, ancora peggio. Lui lo sapeva, eppure era lì a sorriderle. Non capiva…

Poi un lampo le squarciò la mente, tutto divenne maledettamente semplice. Era felice che lei se ne andasse. Lui, Tamaki, colui che pochi giorni prima l’aveva consolata, accarezzata, baciata. Colui a cui aveva donato il proprio cuore. Proprio lui, sorrideva di fronte alla sua imminente espulsione. Haruhi sgranò gli occhi, fissandolo con crescente panico.

Vedendo quell’espressione addolorata sul suo volto, Tamaki allungò una mano per accarezzarle il viso, ma lei rifuggì il suo tocco. Leggermente confuso, provò ancora, ma vedendola allontanarsi ancora di più il sorriso si spense.

“Che cos’hai Haruhi?” chiese, a metà fra il confuso e il preoccupato.

“E me lo chiedi???” gli urlò in faccia, uscendo dal gazebo, attenta a non toccarlo, senza voltargli le spalle.

“Io verrò espulsa e tu ne sei pure felice!!!” Detto questo, gli voltò le spalle e prese a correre, imboccando la prima via che si trovò di fronte.

“Cos…Espulsa?? Aspetta, Haruhi!!!” Quando realizzò, prese a rincorrerla. Credeva si essere arrivata seconda! Per un attimo la graduatoria aveva ingannato anche lui. Maledetto pareggio! Mentre la inseguiva, Haruhi gli urlò più volte di andarsene, di lasciarla in pace, ma lui non demorse. Non prima di averle spiegato. Cercò, mentre le correva dietro, di spiegarle che aveva male interpretato, che era arrivata prima, anche se a pari merito. Ma Haruhi si rifiutò di ascoltarlo, tappandosi le orecchie.

“Lasciami in pace!!” urlò ancora, prima di inciampare, esausta, e crollare nell’erba. Affannandosi per riprendere fiato, rotolò su un fianco, e si raggomitolò in posizione fetale. Il dolore le opprimeva il petto, mozzandole il respiro. Tamaki arrivò poco dopo, ansimando, e cadde in ginocchio accanto a lei.

“Non sapevo che corressi così forte…” le disse con difficoltà, tra un respiro e l’altro. Lei restò in silenzio, gli occhi chiusi, la fonte appoggiata alle mani chiuse a pugno, respirando a fatica, mentre il fianco le doleva per la lunga corsa.

“Quello che ho cercato di dirti…” riprese lui, sempre ansimando.

“Non ti voglio ascoltare!” esclamò lei in un fiato.

“…è che non sei arrivata seconda, ma prima. In parità con un altro però, ecco perché eri nella seconda riga” finì di spiegare, dopo di che si distese sulla schiena accanto a lei, il petto che si alzava e abbassava continuamente.

Haruhi ci mise un attimo ad assimilare le sue parole. Era arrivata prima? Davvero? Non era una bugia? Le vennero le lacrime agli occhi. Davvero sarebbe rimasta all’Ouran con tutti loro?

“Non mi stai raccontando una bugia per calmarmi?” gli chiese alzando un po’ il viso, ancora con un filo di sospetto.

“Non ti mentirei mai su questo” Si girò a guardarla, l’espressione seria, lo sguardo sincero. Quando incontrò i suoi occhi non poté non credergli. Lo abbracciò, nascondendo il viso contro il suo petto, e finalmente pianse tutte le sue lacrime. Tamaki continuò ad accarezzarle la capigliatura bruna, finché non si calmò.

Quando si rialzarono, Haruhi aveva gli occhi rossi e gonfi di pianto, più delle occhiaie molto marcate. Immaginò che doveva aver accumulato molta stanchezza in quegli ultimi giorni, per non parlare di tutto lo stress di quegli ultimi momenti.

“Siamo in tempo per l’ultima ora?” chiese timidamente, asciugandosi gli occhi.

“Se vuoi arrivare a metà lezione si…ha non te lo consiglio, visto come sei presa!” le disse con un sorriso, accarezzandole una guancia. “È meglio che vai a casa per oggi”

“Mh…” Stranamente, acconsentì. In effetti, si sentiva piuttosto spossata, il sonno che minacciava di crollarle addosso in qualsiasi istante.

“Prima però voglio vedere coi miei occhi la graduatoria”

“Ancora scettica eh? Ok, te lo concedo, ma poi ti porto subito a casa. Prestami il tuo cellulare, avverto i gemelli”

Haruhi gli passò quindi il proprio cellulare, e insieme si incamminarono verso l’uscita (che trovarono dopo molti vicoli ciechi). Una volta raggiunta la bacheca, e visto che le aveva detto la verità, una lacrima solitaria le solcò la guancia, finendo nel suo sorriso. Felice, Tamaki chiamò quindi il proprio autista che li venisse a prendere e, una volta in macchina, finito di scrivere i messaggi coi cellulari, porse ad Haruhi il suo.

“Haruhi?” La guardò, si era addormentata appoggiando il capo sulla sua spalla. Intenerito, l’abbracciò, e si godette quella vicinanza per tutto il tragitto.




In classe nel frattempo, Kyoya sentì la vibrazione del proprio cellulare. Guardò, e vi lesse il seguente sms:

“Dì all’insegnante che non mi sono sentito bene e che sono tornato a casa. Ciao Tama” Guardò il mittente, un numero che riconobbe come quello di Haruhi.

‘Per fortuna non stava bene, eh…’ pensò, mentre un largo sorriso si affacciava sul suo volto, immaginando quanto stava accadendo.




Nello stesso momento, Kaoru ricevette il medesimo sms, firmato da Haruhi ma spedito dal cellulare del Lord, con un ps: “Prima in graduatoria!!”. Con un ghigno, lo mostrò a Hikaru, che sbarrò gli occhi, e guardò il gemello scioccato.

“Avevo ragione o no?” gli disse in un soffio. Entrambi avevano capito che fine avevano fatto quei due.







perdonatemi, ma le idee non m finiscono mai!!!così ho deciso di prolungare di qlk capitolo qst fanfic ^^ minimo altri 2 capitoli sicuro!! ^^
ke c posso fare…questa ficcina m piace!! cmq sia sxo ke v sia piaciuto anke questo capitolo ^^

come sempre, aspetto tanti commentini!!!

epizit ;D

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Capitolo 11
*** Ch #11 ***


Cry baby


Ch. #11


Haruhi aprì un occhio, insonnolita, vedendo solo una piccola sagoma scura accanto a sé. Perplessa, si stropicciò gli occhi per mettere finalmente a fuoco, nella penombra. Davanti a lei, il peluche di un orsacchiotto. Imbronciato, per giunta. Gli diede una carezza prima di sollevarsi sul gomito, e guardarsi intorno. Sebbene la chiara luce fosse poca, si rese subito conto di essere nel lettone di un’immensa stanza, con quadri alle pareti, armadi, divani e poltrone… Sbatté le palpebre, riconoscendo quel luogo.

‘La camera di Tamaki…’ pensò, mentre spostava la trapunta leggera e scendeva dal letto. I piedi atterrarono con un morbido “punf” nel soffice tappeto bianco. Ancora reduce dalla lunga dormita, non si fece domande su perché o percome si trovasse lì, semplicemente c’era. Ma lui?

L’attenzione di Haruhi fu richiamata da una melodia, sussurrata poco più in là, oltre le candide tende attraverso le quali filtrava il chiarore che schiariva le tenebre della stanza. Indossò le ciabattine che trovò ai piedi del letto, supponendo fossero per sé, e si avviò in direzione della voce. Scostò le tende, e rimase incantata dallo spettacolo che le si prospettò davanti agli occhi.

Tamaki, candidamente illuminato dalla luna, sedeva comodamente su un morbido divano beige, poco più in là nell’immenso terrazzo, mentre a occhi chiusi sussurrava alla luna quella stupenda melodia. Rimase un attimo ad ascoltarlo, non capendo una parola di quello che diceva, poiché in francese come intuì, ma comunque rapita da quella canzone. Poi si avvicinò lentamente, e lui si accorse della sua presenza solo quando gli fu accanto.

“Ehi ciao…non mi ero accorto ti fossi svegliata. Dormito bene?” le chiese con un sorriso, facendole posto sull’immenso divano. Lei gli si sedette accanto, immersa nei soffici cuscini. Fece un lungo e felice sospiro prima di rispondere.

“Si, grazie. Che canzone stavi cantando? È in francese,vero?” chiese Haruhi, interessata.

“Si, me la cantava mia madre, quand’ero piccolo, per farmi addormentare” Fece un sorriso triste, probabilmente soffriva ancora la mancanza della madre.

“È molto bella” disse, dispiaciuta di aver toccato un tasto dolente.

“Ti ringrazio” Le sorrise.

“Senti, ma…come mai non sono a casa mia? E che ora è?”

“Beh, a casa tua saresti stata da sola, e non mi andava. Comunque sia, sono le nove e diciotto adesso”

“Ho dormito così tanto?” chiese sbarrando gli occhi.

“Anche di più, se è per questo. Sei crollata appena sei salita in macchina” Sorrise ricordandolo.

“…Chissà perché finisco sempre per addormentarmi. È che con te mi rilasso” spiegò Haruhi imbarazzata, guardando il cielo stellato.

“O forse sono io che sono noioso” suggerì, un po’ per scherzo, un po’ sul serio.

“Ma scherzi? Non lo pensare neanche! Sei la persona meno noiosa che conosca!” lo rassicurò, volgendosi verso di lui, e posandogli una mano sul braccio per richiamarne lo sguardo. Le rispose con un sorriso, e si avvicinò, sfiorandole le labbra con le sue, in un bacio gentile. Si ritrasse poi, scompigliandole la chioma bruna, tornando a guardare il cielo. Agli occhi di Haruhi però, nessun cielo stellato pareggiava col suo profilo illuminato dal chiaro di luna. Si accoccolò contro il suo fianco, subito avvolta dal suo braccio, e prese anche lei a guardare le stelle con lui. Dopo un po’ le fece male il collo per via della posizione scomoda, ma non disse niente per rovinare l’atmosfera romantica. Con la coda dell’occhio però, Tamaki lo notò.

“Ti andrebbe di stare un po’ più comoda?” suggerì.

“…Certo, se vuoi. Ma in che senso?” rispose sollevata e allo stesso tempo curiosa.

“Aspetta e vedrai” le disse, misterioso, poco prima di premere un pulsante su un telecomando apparso dal nulla. Lo schienale del divano immediatamente crollò all’indietro, portando gli ospiti con sé, e allo stesso tempo sbucò da sotto un lungo poggiapiedi. Fu così che il divano si trasformò in un morbido ed immenso lettone. Haruhi emise un gridolino di sorpresa, prima di trovarsi comodamente distesa, aggrappata al braccio di Tamaki.

“Un po’ brusco, eh?” chiese lui con un sorriso a mo’ di scusa, aspettando la reazione di lei, che a sorpresa scoppiò a ridere. Rise fino alle lacrime, tenendosi lo stomaco con una mano, mentre l’altra restava appoggiata sul suo petto.

“Capisci cosa intendevo quando ho detto che sei la persona meno noiosa che conosca?” chiese ironica, mentre la risata ancora scemava. Anche lui rise di cuore, a quella domanda. Entrambi finirono con le lacrime agli occhi, distesi su un fianco, a guardarsi negli occhi, mentre entrambe le risate scemavano.

Il cuore di Haruhi prese a pompare, impazzito come la prima volta che lui l’aveva sfiorata. Al chiaro di luna i suoi capelli brillavano come fili d’oro, gli occhi che sembravano due pozzi cristallini. Si perse in quello sguardo, mentre la sua mano le accarezzava una guancia, incerta. Lei gli si avvicinò, interrompendo un attimo il contatto visivo per guardargli le labbra, tornando poi a guardarlo negli occhi, un chiaro invito a baciarla. Tamaki non se lo fece ripetere, gli occhi a guardare la bocca di lei prima di chiudersi, nel momento del contatto. Quando le loro labbra si unirono, i pensieri di entrambi si interruppero, assuefatti dalle palpitazioni dei loro cuori. Subito lui approfondì il bacio, e Haruhi rispose con uguale impeto.

Le mani che sfioravano i loro corpi, curiose, ora si fecero più audaci, toccando la schiena appena sopra la vita dei pantaloni, risalendo e alzando i bordi dei vestiti. Le mani di Tamaki risalirono fino alle scapole, distinguendo sotto il cotone della camicia il rilievo del reggiseno, e indugiandovi sopra un attimo, per poi proseguire. Quelle di lei continuarono ad accarezzargli la schiena, il collo, il viso. Intanto il bacio continuava, le bocche che non accennavano a staccarsi mentre si divoravano l’un l’altra.

Haruhi era travolta da quel momento, ne era intimorita ma allo stesso tempo non voleva che finisse, i sentimenti che dominavano la ragione. Tamaki, incapace di smettere di baciarla, si sollevò su un gomito, portando il busto sopra di lei, non interrompendo il loro contatto, al che lei gli mise le braccia al collo. Si ritrovarono nella stessa posizione di pochi giorni prima, nell’appartamento di lei, con in prospettiva l’imminente arrivo del padre. Solo che stavolta erano nel terrazzo a casa di lui, con nessun padre in arrivo, completamente indisturbati, unico pubblico la luna e le stelle.

“Haruhi…” Tamaki le sussurrò il nome sulle labbra, nell’attimo in cui si staccarono.

“Non ti fermare” gli disse lei tornando a baciarlo, accaldata e senza fiato. Desiderava toccarlo ancora, sentirlo di più. Mentre le bocche, fameliche, non accennavano la separarsi, prese a sbottonargli la camicia, toccandogli finalmente i solidi muscoli dell’addome. Tamaki fece lo stesso, e una volta liberi dalle camicie, ebbe finalmente l’occasione di vedere e sentire la sua pelle chiara sotto le dita, come aveva a lungo desiderato.

Nulla poteva intromettersi tra loro, in quella notte di sensazioni ed emozioni…







e adesso vi lascio col dubbio…lo faranno o non lo faranno?haruhi resterà ancora “bambina” o…?
uhuhuhuhuhuhuhuuhuhuh….e adesso state in attesa, in vista del prossimo capitolo che, ahimè, dovrebbe veramente essere l’ultimo (me non vuoleeeeeeeeeeeeeeeee T___________T) ma la storia non può essere tirata x le lunghe + di qnt già fatto, direi ke è il momento di concludere

come sempre, aspetto tanti commentini!!!!
al prox capitolo, quello finale!!!(e stavolta davvero)

epizit ;D

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Capitolo 12
*** Ch #12 ***


Cry baby


Ch. #12


Quella sera, quella notte, si amarono, semplicemente. Nonostante i sentimenti che entrambi provavano, si resero conto che era ancora troppo presto perché accadesse. Inoltre, ora che lo scoglio dell’esame di recupero era passato, avrebbero avuto tutto il tempo di amarsi, in tutti i sensi.

Fu così che qualche giorno dopo, finite le lezioni pomeridiane, Tamaki e Haruhi si ritrovarono di fronte all’entrata dell’aula di musica n.3, sede del club, chiusa. L’orario di apertura alle clienti era poco più tardi, in quel momento al suo interno vi erano solo i membri. Tamaki lanciò ad Haruhi uno sguardo fremente.

“…Sei proprio sicura? Convinta al 100%?” le chiese, con un filo d’ansia. Lei ricambiò lo sguardo, un po’ imbronciata.

“Me l’hai chiesto talmente tante volte solo oggi che penso sia tu quello che non ne è sicuro!” disse spazientita.

“No, ma scherzi? Nulla mi farebbe più felice…solo che…” Guardò preoccupato il portone.

“Solo che COSA?”

“Ho paura della reazione di Kyoya se solo pensasse che questo potesse interferire coi profitti del club…” Si ritirò a disegnare spirali sul pavimento, accovacciato in un angolino oscuro. Anche Haruhi, come lui, tremò al pensiero, ma scosse la testa.

“Non ci farà nulla” gli disse, prendendolo per mano e al contempo aprendo uno dei portoni.

I membri del club se ne stavano spaparanzati, su divani o poltrone, a conversare in attesa dell’arrivo delle clienti. Tutti girarono la testa quando sentirono il cigolio dei cardini, gli occhi di tutti che caddero sulle loro mani, che si tenevano l’un l’altra.

“…Lord, che significa?” chiesero i gemelli, sebbene già intuissero quanto stava per accadere.

“Haru chan e Tama chan si tengono per manina!!!” esclamò Honey, tutto contento.

“Ah?” fu l’unica domanda di Mori. Kyoya si limitò a guardarli, sopra lo schermo del pc.

“Ehm…ecco, noi…vorremmo dirvi…che…” A ogni parola Tamaki diventava sempre più rosso.

“…noi ci frequentiamo” finì Haruhi, facendo andare la torta di traverso a Honey, facendo affannare il suo protettore a dargli pacche sulla schiena. I gemelli si limitarono a scambiarsi un’occhiata, per poi tornare alle loro occupazioni, e Kyoya li imitò. I due, intanto, guardavano allibiti la loro reazione. Si aspettavano come minimo un insorgere dei gemelli e milioni di domande da parte di Honey. Tutto questo era…troppo calmo.

“Ci aspettavamo una notizia, non qualcosa che sapevamo già!” disse Kaoru.

“Qualcosa tipo che Haruhi era incinta di un mini Lord o che so io”

“COSA??” Haruhi diventò bordeaux.

“Aspetti un figlio da Tama, Haru chan???” chiese subito Honey, gli occhini pieni di meraviglia.

“No, no, neanche per idea!!!”

“Ma come facevate a saperlo?” chiese confuso Tamaki.

“Il giorno dell’esame di Haruhi ve ne siete entrambi andati a casa prima della fine delle lezioni, ricordi? Ebbene, a me e Kaoru avete scritto un messaggio, firmato da uno, mandato però dal cellulare dell’altro. Pensavi che questo passasse inosservato?” spiegò Kyoya, sistemandosi gli occhiali sul naso. Haruhi lanciò a Tamaki un’occhiataccia, al che lui si rifugiò nel suo angolino.

“Povera Haruhi, ti sei fatta abbindolare dalle tecniche del Lord…” I gemelli la abbracciarono, piangendo la perdita mentre lei, passiva, si limitava a subire.

“Hei, lasciate subito andare Haruhi!!!!”

“Te lo scordi!!” Tamaki iniziò a rincorrere i gemelli in giro per lo stanzone, mentre questi trascinavano Haruhi con loro nella fuga. Kyoya emise un lungo sospiro.

“Kyoya chan, Haruhi farà ancora parte del club?” chiese Honey, affiancato da Mori.

“…Questa decisione spetta unicamente a lei. È d’altronde vero che non ha ancora interamente saldato il suo debito, pertanto spero che abbia il buon senso di restare finché non l’avrà fatto. Dico BENE, Haruhi?” Si rivolse a lei, col suo miglior sorriso da re del male, facendola rabbrividire al pensiero delle possibili conseguenze.

“S-si…” rispose incerta, presagendo nulla di buono in quello sguardo.

“Uhuhuhuhuhuhuhu…che felicità, una giovane coppia di innamorati…permettetemi di farvi i migliori auguri…” sussurrò Nekozawa con l’inseparabile Belzenev, apparso dal nulla alle spalle di Tamaki. Questi urlò a pieni polmoni, prima di nascondersi dietro ad Haruhi.

“Uhuhuhuhuhu…non siate timido, Suoh kun…ho qui giusto qualche talismano contro i cattivi auspici…” e prese a frugare nel proprio mantello.

“Ci vedi meglio ora, sempai?” chiesero sarcastici i gemelli, scostando le tende, cosicché un raggio di luce lo investì in pieno. Nekozawa prese a urlare, mentre in un lampo uscì sbattendo la porta.

“Disgraziati, che avete fatto??? Ora il nostro rapporto sarà maledetto per l’eternitàààà!!!!” esclamò Tamaki con le lacrime agli occhi.

“Perché, quale credevi che fosse il nostro intento?” Un sorriso maligno si allargò sui loro volti, mentre il King impallidiva man mano che realizzava.

“…VOI!!!!!!!!” E riprese a rincorrerli, mentre questi continuavano a ridere, sadici. Haruhi osservò la scena, sospirando.

‘Non cambieranno mai…’ pensò felice.







e così finisce qsta fanfic…il primo “lungometraggio” da me diretto su host club!!me felice e triste anke!!!!!!!!!!
mi ha davvero riempito le notti, a scriverla e a pensarla prima d mettermi a dormire…insomma ha accompagnato qst inizio di estate!!!
non escludo di tornare a rompere molto presto con le mie fanfic!!!! (e visto ke ultimamente sono ossessionata con host club, può darsi ke ne scriva qlk altra ^^)

intanto saluto e ringrazio di cuore tutti coloro che hanno seguito e commentato questa fanfic (o ke lo faranno in futuro ^^) GRAZIE!!
aspettando sempre tanti commenti (non sono mai abbastanza!!!^^)
grazie della cortese attenzione e…alla prossima fanfic!!

epizit ;D

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